LoL La Nascita Dei Grandi Regni

di LeagueOfLegends
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO I - La Famiglia Riunita (Parte 1) ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO II - La Famiglia Riunita (Parte 2) ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO III : L’amico d’infanzia ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO IV: Preoccupazioni ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO V: Fratelli di Sangue ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


INTRODUZIONE

Nel regno di Demacia, ormai debole a causa delle ripetute sconfitte subite nella guerra contro il possente e oscuro regno di Noxus, la regina stava finalmente per partorire il suo primo figlio. Il re, nonostante fosse avvolto da mille preoccupazioni sulla battaglia ancora in corso, non riusciva a trattenere la felicità per la nascita del suo futuro erede.   Si trovava nella stanza reale, ad avanzare avanti e indietro immerso nei suoi pensieri, quando finalmente entrò una delle sue ancelle lacrimando dalla felicità. <<  Mio re! Mio re! I suoi figli sono nati!  >> Gridò sorridente. 
<<  N..nati?  >> Rispose il re, confuso.
<<  Si, sono due gemelli!  >>  Esclamò la serva, asciugandosi le lacrime e invitandolo a raggiungere la moglie.  Arrivati nella camera dove si trovavano i due bambini il re si avvicinò velocemente al letto, per ammirare i suoi eredi. <<  Sono bellissimi. >>  Sussurrò nell’orecchio della regina, sorridendo. <<  Come li chiameremo?  >>
La regina, ancora stanca per il faticoso parto, accarezzò il viso del marito con la sua mano destra, felice. << La femmina vorrei chiamarla Lux… e il maschio Garen.  Mi sono sempre piaciuti questi due nomi,  va bene?  >> Chiese la donna.
<<  Sono bellissimi.  >> Rispose il re, prendendo in braccio per la prima volta quelli che un giorno avrebbero portato avanti il suo regno.
 
Dopo cinque anni,  nonostante fossero ancora molto giovani, il sovrano di Demacia notò che i suoi figli possedevano dei grandi doni. La piccola Lux possedeva dei poteri magici e per aiutarla a svilupparli al massimo la mandò nell’accademia di Magia più famosa del regno.  Garen, invece, possedeva una forza sovraumana e per imparare ad usarla lo mandò lontano da Demacia, verso le grandi montagne di Ironspike, dove si sarebbe potuto allenare con il guerriero più potente di quelle terre. E così,  anche se ancora in giovane età, quei due bambini speciali divennero la speranza di quel regno.  E anche se la guerra diventava sempre più difficile da affrontare,  il destino aveva finalmente iniziato il suo corso.  

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Capitolo 2
*** CAPITOLO I - La Famiglia Riunita (Parte 1) ***


CAPITOLO I - La Famiglia Riunita (Parte 1)

 
Una carrozza stava per entrare nelle mura di una grande città.  Una volta all’interno si fermò immediatamente, facendo scendere una giovane ragazza dagli occhi di un azzurro molto chiaro. I suoi  capelli biondi scendevano lungo la sua armatura d’argento. Stretto nella sua mano destra, c’era un bastone magico che emanava un forte potere.
<< Lux, rientri nella carrozza perfavore.  Fra poco vostro fratello arriverà al palazzo reale.   >> Gridò un uomo, invitando la giovane donna a risalire.

<< Si…va bene, andiamo maestro. >> Rispose la maga, ritornando a sedersi all’interno della carrozza,  che continuò il suo cammino verso il palazzo del re.   Nello stesso momento due uomini attraversarono l’enorme portone. Il primo era molto robusto, e il suo corpo era completamente ricoperto da un’armatura blu e gialla. I suoi occhi castani risplendevano alla luce del sole, così come i suoi capelli color nocciola.  Dietro la sua schiena vi era un’enorme spada che catturava l’attenzione di tutti quelli che la guardavano.

<<  Sei pronto?  Finalmente siamo a casa.  >> Disse l’altro uomo, sorridendo.

<< Già. Io, il figlio del grande re di Demacia,  dimostrerò cosa ho imparato in questi anni portando gloria al regno.    >>  Rispose Garen,  fissando con aria fiera il palazzo in lontananza.

<<  Sei cresciuto molto, ma ricorda di non diventare arrogante e presuntuoso!   >> Esclamò l’uomo, colpendo il ragazzo sulla testa.

<<  Scusami maestro, ma adesso andiamo che ci aspettano…>>  Disse Garen,  cominciando ad avanzare. << Non vedo l’ora di rivedere la mia famiglia. >>
 
Mentre sia Lux che Garen si dirigevano verso il palazzo, i loro genitori si trovavano nelle loro stanze a prepararsi per il grande incontro.  Dopo tanti anni finalmente la famiglia si sarebbe riunita.

<<  Tesoro, oggi è un giorno molto importante.  >> Esclamò la regina, sorridendo. Il marito si avvicinò a lei e, tenendole la mano, ricambiò il suo sorriso.
<<  Sono ormai passati tredici anni…chissà come saranno cresciuti i nostri bambini… Spero non mi odino…>>

<< Non preoccuparti, sanno bene che li hai dovuti separare per il loro bene. >> Rispose la donna, abbracciando il re.

Arrivata al palazzo, finalmente Lux scese ed ammirò il luogo, felice. Erano anni che non metteva piede lì, e tutto gli sembrava molto diverso.

Wow, questo posto è stupendo…non ricordavo che il palazzo fosse così enorme. Pensò la ragazza, avanzando.

Garen e il suo maestro, invece, decisero di passare per la cittadella per arrivare al palazzo in poco tempo.
La maga, notando i due uomini muoversi in modo furtivo, corse verso di loro, convinta che fossero intrusi.
I due non ebbero neanche il tempo di accorgersi della ragazza che qualcosa li immobilizzò : erano stati imprigionati con un potente incantesimo.

<<  Agitatevi quanto volete ma non riuscirete a scappare dalla mia prigione luminosa. >> Disse la ragazza, fiera di se.  Velocemente afferrò il suo bastone magico e,  evocata una sfera magica, la lanciò verso i due uomini provocando una forte esplosione.

<<  Mh, erano troppo deboli per me … >> Sbuffò, scocciata.

Improvvisamente, tra il fumo causato dal suo attacco, una voce catturò la sua attenzione.  <<  Credevi davvero di potermi sconfiggere così facilmente?   >> Esclamò  Garen, correndo verso Lux.

È impossibile…non può essere vivo.  Pensò questa, indietreggiando.

<<  Questo è per Demacia!  >> Gridò il ragazzo, lanciandosi con tutta la sua forza sulla giovane maga.

Demacia? Ma allora lui è…

<<  FERMATI GAREN!  >> Urlò il suo maestro, infuriato.  Il ragazzo si bloccò e, confuso, si rivolse verso l’uomo che l’aveva richiamato.
<<  Ma maestro…ci ha attaccati!  >>
<<  Stupido!  Pensava fossimo nemici perché ci ha visti uscire furtivamente dalla cittadella… ma lei è Lux…tua sorella.  >>
Garen rimase immobile,  osservando la ragazza proprio avanti a lui.  <<   M…Mia sorella? Non la ricordavo…così grande…   >> Disse, scoppiando a ridere.  <<  Beh, fortunatamente nessuno dei due si è fatto male  >>

Improvvisamente dalla porta principale uscì un uomo seguito da molte guardie pronte a combattere.  << Che succede qui? Ho sentito un’esplosione.  >> Disse, guardandosi intorno.

<<  P…Padre…siete voi?  >> Gridò Lux, con gli occhi pieni di lacrime.

 Il re, con il cuore pieno di gioia, riconobbe i figli e corse verso di loro.

<<   Oh figli miei!  Finalmente siete arrivati…ho aspettato lunghissimi anni per rivedervi…  >>  Urlò, stringendoli a se quanto più forte poteva. << Non riesco a credere che questo giorno sia finalmente giunto  >>

<<  Padre…quanto tempo… >> Balbettò la ragazza, emozionatissima.

<<  Sono passati davvero molti anni, ma adesso staremo finalmente insieme e vi mostrerò quanto sono diventato forte!   >> Disse Garen, inchinandosi.

<<  Non c’è bisogno di inchinarsi, su alzati!  Adesso entriamo nel palazzo, vostra madre vi sta aspettando.  Abbiamo tantissime cose da dirci…  >> Rispose il loro padre,  voltandosi verso il cancello e facendo segno ai due figli di seguirlo.

E così, dopo molti anni, finalmente la famiglia si era riunita.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO II - La Famiglia Riunita (Parte 2) ***


CAPITOLO II - La Famiglia Riunita (Parte 2)

Era ormai giunto il tramonto e la famiglia si era riunita da un po’ . Garen e Lux avevano raccontato al padre molte delle loro avventure, ma ormai era giunto il momento di parlare di cose molto più importanti.

<< Vedo che avete fatto moltissime esperienze. >> Esclamò il re, sorridendo. << Adesso dovreste essere abbastanza pronti per aiutare il vostro regno. Sono anni che lottiamo contro il regno di Noxus ma, negli ultimi anni, molte delle battaglie sono cessate. E questa è una cosa che mi preoccupa. Il popolo ha paura che stiano organizzando qualcosa in segreto. Tuttavia, ora che siete qui, sia il morale della nostra gente sia quello dei soldati aumenterà e affronteremo meglio la guerra. Domani finalmente annunceremo il vostro ritorno e la vostra incoronazione, dopodiché partirete per diverse missioni e per stringere alleanze con dei nostri vecchi amici. >>

Il figlio, con sguardo determinato, si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla destra. << Non preoccupatevi padre. Noi siamo pronti a donare la nostra vita per il regno. >> Disse.

<<  Si padre! La mia magia è imbattibile!  >> Esclamò Lux, alzandosi di scatto.

<< Oh… siete davvero cresciuti.  Comunque adesso se volete potete tornare nelle vostre stanze e riposarvi un po’. >>
Il sovrano accompagnò i suoi figli nelle loro stanze e, dopo averli salutati, si recò velocemente verso una lunga rampa di scale.  Sceso fino in fondo, si ritrovò in un’enorme stanza illuminata solo da poche torce sparse qua e là per le mura. Al centro della sala c’era un grande tavolo al quale vi erano sedute due persone.

<<  Scusate per l’attesa.  Sono pronto ad ascoltare le vostre parole.  >> Disse il re, accomodandosi.

Uno degli uomini, molto robusto, dopo essersi schiarito la voce cominciò a parlare, picchiettando con le dita sul legno del tavolo.
<< Bene signore, ho passato tredici lunghi anni con vostro figlio e posso assicurarvi che ha avuto dei miglioramenti eccellenti.  Non mi ha mai deluso ed è riuscito a diventare perfino più forte di lei. >>

<<  Sono davvero soddisfatto, grazie Dragon.  Sapevo che non mi avresti deluso.  Dopotutto sei uno dei guerrieri più forti di Demacia…  >>

<< Non deve ringraziarmi, mio re.  Sono felice di aver ricevuto l’onore di allenare vostro figlio.  >>  Rispose il maestro di Garen,  sorridendo.

L’altro uomo,  con una corporatura molto più debole messa a confronto con quella di Dragon, si alzò in piedi, fissando negli occhi il suo superiore.

<<  Adesso è il mio turno.  >> Cominciò.  << Lux è stata la mia allieva preferita, nonostante sia ancora molto giovane ed abbia molto da imparere, posso dirvi che io stesso alla sue età non avevo le sue capacità, e il suo percorso sarà enorme.  Credo proprio abbia ereditato i poteri di Leonard I. >> Finì il maestro di Lux, tornando a sedersi.

 <<   Lo so, sembra che sia al livello di mio nonno. Ma di certo nelle tue mani sarà diventata molto forte, grazie davvero, Dorian.  >> Lo ringraziò il re.

<< Non si preoccupi. Domani però ritornerò all’accademia.  È un piacere venire ogni tanto qui.  >>
 
Dopo la riunione il Re tornò nelle sue stanze per riposarsi. Dorian, che doveva completare alcuni suoi lavori, si ritirò nella sua camera e Dragon, non ancora stanco, decise di avviarsi verso il giardino. Una volta arrivato lì, notò subito Garen che si stava ancora allenando.

<<  Sapevo che ti avrei trovato qui.  >> Sussurrò,  illuminato dalla flebile luce della luna.

Garen si voltò di scatto, colto di sorpresa.  <<  Oh, siete voi maestro. Non riesco a dormire…ho paura di deludere mio padre.  >> Rispose il ragazzo, fermo a guardare il cielo.

<< Garen…tuo padre è davvero felice di aver rivisto sia te sia tua sorella. Non hai deluso me, quindi non deluderai nemmeno lui.  >>  Lo rassicurò il maestro, avvicinandosi a lui.

<<  Lo so però… ho sempre paura che qualcosa possa andare storto. Non ho molta esperienza…e so che quando andremo in guerra dovrò mettere le mie emozioni da parte.  E non sono sicuro di riuscirci del tutto… >>

<<  Oh…capisco. Mi ricordi molto una persona.  Lui adesso non c’è più…ma era proprio come te, onorevole e di buon cuore.  >> Disse Dragon, sorridendo.

<< Davvero?  Chi…chi è questa persona? >>

<< Beh… era mio fratello.  Sei anche forte quanto lui.  E superava perfino me.  >> Rispose l’uomo,  abbassando lo sguardo.  Per un attimo i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Devo controllarmi. Pensò, stringendo i pugni.

Il suo allievo lo guardò, curioso.  << Mi dispiace…ma, se posso chiederlo…se era davvero così forte…come ha fatto a morire? >>

 Dragon rimase in silenzio, immobile.  I ricordi di quel giorno erano ancora vivi nella sua testa.  Gli sembrava come se non fosse passato che un giorno, da quel momento.
<<  è morto… a causa mia.  >> Esclamò, trattenendo le lacrime. 
Fissò negli occhi Garen e, con il cuore che gli faceva male, si decise a parlare di quel segreto che si era tenuto dentro da anni.

<< Non ne ho mai parlato con nessuno. Lui è morto a causa mia … lui … mi ha salvato. Ha preferito sacrificare se stesso … per me.  E tu sembri proprio uguale a lui.  Rischieresti la tua vita per salvare qualcuno che ami.  Sono felice di averti conosciuto e di aver passato tutti questi anni con te, Garen.  Adesso andiamo, che domani ci aspetta un grande giorno.  >>
 
Il giorno seguente il sole batteva molto forte su tutto il regno. I suoi raggi penetravano nella grande camera di Garen, che se ne stava nel suo letto a dormire.

<<  Svegliati Idiota!  >> Gridò Lux, prendendo a schiaffi il fratello.

<<  Mh..lasciami dormire…perfavore…  >> Rispose il ragazzo, girandosi dall’altro lato.

<< Va bene… allora la corona da principessa me la prendo da sola. >> Ridacchiò Lux,  cominciando ad andarsene.

<<  Cosa?! Aspetta!  Sarò io il primo ad essere incoronato!  >> Gridò Garen, alzatosi di colpo.

<< Ah, finalmente ti sei svegliato!  Le serve stanno iniziando i preparativi, dobbiamo prepararci.  >> Disse la ragazza, avviandosi in camera sua.
 
 Intanto nella grande sala da pranzo i preparativi erano quasi finiti e molti nobili stavano giungendo al palazzo eccitati per la cerimonia. Il popolo era finalmente felice, quel giorno, sapendo che c’erano due grandi eredi al trono.

<< è tutto pronto. Ormai è arrivata l’ora, mio re.  >> Disse Dragon.

<< Si … credo sia arrivata l’ora di lasciare tutto nelle loro mani. Anche se hanno ancora molto da imparare.  >>
 
Garen continuava a fissare la sua immagine riflessa nello specchio.
È arrivato il grande giorno. Pensò, attaccandosi la spada dietro la schiena.

Uscito dalla stanza trovò sua sorella che l’aspettava nel corridoio.

<< Sei pronto?  >> Chiese lei, agitata.

<< Sono pronto. Tu? >> Rispose Garen, stringendo i pugni.

<< Sono pronta. >>

E così, i due eredi al trono cominciarono a camminare verso le scale. Dopo aver preso un grande respiro guardarono avanti a loro, notando molte più persone di quanto si aspettassero. Grandi applausi e urla facevano da sottofondo al loro cammino, facendo crescere in loro l’imbarazzo. Non avrebbero mai immaginato una simile accoglienza.
Scesero le scale lentamente, sotto lo sguardo di tantissime persone. Il lungo vestito di Lux brillava sotto le luci del castello e suscitava l’ammirazione di tutti i cavalieri, così come il corpo possente di Garen e il suo sguardo sicuro lo faceva sembrare un degno principe di demacia.
Non ci misero molto ad arrivare al tavolo dove si teneva il banchetto e, nel vedere i loro genitori e i loro maestri, i due eredi si sentirono più tranquilli.

<< Non mi aspettavo un’ accoglienza del genere, sono molto felice.  >> Esclamò Garen, contento.

<<  Neanche io, finalmente il nostro regno ha ripreso la fiducia. Mostreremo il nostro potere a Noxus, anche se per molti anni non ha più invaso i nostri confini. >> Rispose il padre, sorridendo.

<< Sono onorato di essere seduto qui, accanto a voi. >>

<< Figlio mio adesso pensa solo a divertirti.  Questo è il vostro giorno speciale. >>
 
Il banchetto durò diverse e ore e, dopo aver finito i festeggiamenti per l’arrivo di Lux e Garen, finalmente arrivò il momento dell’incoronazione.
La sala reale era stata addobbata magnificamente per quell’evento e tutti non vedevano l’ora.

<< Garen e Lux, inchinatevi al vostro re e alla vostra regina.  >> Disse un uomo,  facendo calare il silenzio nella sala.  Il battito dei cuori dei due eredi aumentava sempre di più per l’emozione. Dopo essersi inchinati ed aver abbassato lo sguardo, il re si alzò e, afferrando la sua spada, diede dei piccoli colpetti sulle spalle dei suoi figli.

<< Adesso finalmente siete dei veri principi. Garen e Lux del regno di Demacia! >> Gridò lo stesso uomo che aveva parlato poco prima.
E in un attimo il silenziò svanì, facendo cominciare un nuovo festeggiamento.

<< è stata una giornata molto lunga…ma adesso sono una bellissima principessa! >>  Gridò Lux, scoppiando a ridere.  Il fratello la guardò sconvolto e si allontanò pian piano da lei.

<< Mi fai paura…sembra che tu abbia una doppia personalità… >> Sussurrò, andandosene.  << Io vado un po’ nel giardino. Ci rivediamo stasera, sorellina. >>

 Ho bisogno di un po’ di tranquillità.  Pensò il ragazzo, stanco.  Era stata una giornata movimentata e non ci era molto abituato.  Aveva bisogno di stare un po’ da solo per rimettere insieme i suoi pensieri e realizzare che finalmente era diventato un principe a tutti gli effetti. Camminò perso nei suoi pensieri fino all’entrata del giardino e non si rese conto che qualcuno lo stava aspettando proprio lì davanti.

<< Ne è passato di tempo,  Garen. >> Disse un uomo, sorridendo.  << Sei cresciuto. >>

Garen rimase immobile, per poi fare un enorme sorriso e correre verso la persona che gli aveva appena parlato.

<< Sei davvero tu?  Sei…cresciuto tantissimo! >> Gridò, meravigliato.

<< Lo so…sono cambiato molto.  Ma dopotutto sono il figlio della principale famiglia alleata a Demacia. >>

<< è passato tantissimo tempo dall’ultima volte che ci siamo visti... Jarvan. >>

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO III : L’amico d’infanzia ***


CAPITOLO III : L’amico d’infanzia

<<  Così alla fine sei diventato principe.  Adesso sei un vero uomo.  >> Disse Jarvan, dando una pacca sulla spalla dell’amico.   

<<  E tu invece sei diventato un nobile cavaliere.   >> Rispose  Garen, sorridendo.  Conosceva da molti anni Jarvan.

  Era stato suo amico d’infanzia e l’aveva sempre ammirato.  Era una persona molto seria, generosa e teneva molto all’amicizia.  Bastava guardarlo nei suoi occhi, azzurri come il mare, per capire che tipo di persona era.   Adesso era molto diverso da come se lo ricordava.  Il bambino con cui amava giocare era diventato un uomo, molto robusto, che indossava un’enorme armatura con un elmo a forma di corona con lo stemma della sua famiglia.  Era impossibile scambiarlo per un normale cavaliere.

<<  Oh, sono lusingato… >> Esclamò il ragazzo, scoppiando a ridere. 

Per un po’ di tempo i due continuarono a chiacchierare e a ridere insieme, ricordando i vecchi tempi.

<<  Era da tanto tempo che non ridevamo così, insieme.  >>  Disse Garen, felice.  L’amico, sempre con il sorriso sulle labbra, si allontanò da lui e gli fece segno di seguirlo.  <<  Su, andiamo a bere qualcosa.  >>

Così Jarvan e Garen si avviarono verso la bottega dove erano soliti riunirsi tutti i cavalieri.  All’interno era quasi completamente vuota, dato l’orario.  Era un luogo notturno e, per gli altri uomini, era ancora molto presto.  I due entrarono e si sedettero al bancone, ordinando velocemente qualcosa.

<<  Adesso che siamo grandi possiamo allontanarci da casa e bere quello che vogliamo. >> Sussurrò Jarvan, afferrando il bicchiere che gli avevano appena posto davanti.

<< Già,  quand’eravamo piccoli i nostri genitori non facevano altro che controllarci.  >>  Ridacchiò Garen, bevendo anche lui.   << Ma adesso siamo cresciuti e tocca a noi prendere il posto della vecchia generazione. Combatteremo fino alla morte per proteggere il nostro regno.  >> Continuò, fiero di se.

<< Non sei cambiato per niente, sai? >>  Esclamò l’amico, mentre poggiava sul tavolo i soldi delle bevande.

<< Lo so, però adesso sono molto più forte di te. >>

<< Ma dai, lo sappiamo tutti e due che non sei mai stato in grado di battermi! >> 

<< Beh, e allora alleniamoci insieme.  Vediamo chi è diventato più forte dopo tutti questi anni. >> Propose il principe, alzandosi.  Jarvan accettò la sua sfida e i due,  carichi di energia,  decisero di raggiungere la collina dove si allenavano da piccoli.
 
Mentre camminavano verso la collina, Jarvan rimaneva in silenzio, preoccupato.  << Senti Garen…>> Cominciò, stringendo i pugni.  << Devo parlarti di una cosa molto importante. >>

Garen si fermò, cancellando il suo sorriso dalla faccia.  << L’avevo capito che c’era qualcosa che ti turbava.  >>

<< Non credo che tuo padre ti abbia parlato della vera situazione in cui ci troviamo. Io ho lavorato per un periodo di tempo nelle spie, ed abbiamo scoperto che il regno di Noxus ha potenziato il suo esercito.  I nuovi comandanti sono molto più potenti e due di loro sono noti come “I fratelli di sangue. “ >> Disse Jarvan, guardando negli occhi il suo amico.  << Sono assassini di alto rango e uno di loro è il capitano dell’armata più potente di Noxus.  >>

 << Non importa.  Ce la metterò tutta per salvare il nostro regno. >> Rispose Garen, spostando lo sguardo sul terreno.  <<  Siamo arrivati.  Sei pronto per la sfida?  >> Disse poi, cercando di cancellare dalla mente le parole che gli aveva appena detto Jarvan.
 
In battaglia non devo pensare a nulla.  Devo abbandonare le preoccupazioni.

I due si posizionarono nella parte più alta della collina, dove la luce del tramonto rendeva i loro corpi di un colore rosso sangue.  

<< Sto per arrivare.  >> Sussurrò Garen, estraendo la sua spada.   Velocemente corse verso il suo amico d’infanzia, che era rimasto fermo al suo posto e, dopo essere saltato in aria, sferrò un potente colpo con la sua arma. 

Ti ho preso. Pensò, sorridendo.

Improvvisamente Jarvan sparì.

<< Mi annoio se cominci così. >> Disse, apparendo alle spalle del giovane principe.

<< Cosa? Come hai fatto a spostarti così velocemente? >> Gridò Garen, sferrando un altro colpo con la sua spada.  Jarvan schivò anche quello e,  ridacchiando, comparve avanti all’amico, guardandolo negli occhi.

<< Non solo tu sei diventato più forte.  Sono in grado di combinare insieme due abilità, il colpo del drago e lo Stendardo di Demacia. >>  Esclamò, sparendo di nuovo e colpendo poi garen dietro la schiena.

<< Combinare due abilità … non me l’aspettavo da te.  Adesso comincerò a fare sul serio… >>  Disse Garen, lanciandosi di nuovo verso Jarvan.   Quest’ultimo lanciò un pugnale con sopra lo stemma del regno e, contemporaneamente fece allungare la sua spada, che lo trascinò velocemente dietro Garen, nel punto in cui era caduta la lama. << Ho vinto >> Sussurrò,  fiero.

< Questo lo pensi tu. >> Rispose Garen,
Improvvisamente il principe cominciò a girare su se stesso così velocemente  che la spada sembrò sdoppiarsi.  Jarvan cercò di parare l’attacco, ma non ci riuscì.
Era stato sconfitto.

<< Mi hai battuto … per la prima volta. >> Sbuffò Jarvan, steso a terra dolorante.
 
Jarvan e Garen rimasero stesi su quella collina a riposarsi fino alla fine del tramonto.  << è stata una giornata molto impegnativa.  Credo sia ora di andare.  >> Disse Garen, sfinito.
<< Già, soprattutto per te.  Adesso che sei principe spero che un giorno questa guerra possa finire… >> Gli rispose Jarvan, fissando il cielo che stava diventando buio.
  << Il regno di Noxus continua a rifiutare la pace.  Sembra come se dovessimo combattere per l’eternità. Vorrei davvero che cambiasse qualcosa… ma alla fine ci saranno sempre e solo massacri. Garen … promettimi che qualunque cosa succeda non ti farai prendere dalle emozioni. >>
 
Garen si fermò, stringendo i pugni.  << Non puoi chiedermi una cosa del genere.  Io non metterò mai da parte i miei sentimenti. >>

 <<  Sei un folle se la pensi così. Lo sai bene che dovresti mettere sempre i sentimenti da parte ! >> Urlò Jarvan, alzandosi anche lui.

<<  Chiamami folle, allora. Io non lascerò mai un mio amico morire.  Non lascerò che i miei uomini perdano la vita. Io sarò il futuro re di Demacia e non deluderò mai il mio regno, costi quel che costi. >>  Esclamò il ragazzo.

Garen … sarai davvero un grande re.  Sono felice di essere al tuo fianco.  Pensò Jarvan, tranquillizzato.

<< Okey folle, adesso torniamo a casa!  >> Ridacchiò, trascinando l’amico per la maglia. 
 
I due continuarono a chiacchierare finchè non arrivarono davanti al palazzo reale.  << Beh, sei a casa ora. Io devo proseguire.  Sono contento di aver passato questa giornata con te. La prossima volta che combatteremo perderai, mio caro principe. >> Ridacchiò Jarvan, stringendo la mano all’amico.

<< Vedremo. >> Rispose Garen, sorridendo. << Ci vediamo domani, allora! >>
 
Arrivato a palazzo Garen si ritirò nella sua camera, stanchissimo.  Si cambiò velocemente i vestiti e si gettò sul letto, non vedendo l’ora di potersi addormentare.
Che giornata. Sono riuscito davvero a battere Jarvan…  Pensò, lasciandosi trascinare nel mondo dei sogni.
 
La mattina seguente Lux, svegliatasi presto, si precipitò nella camera del fratello, per svegliarlo.

<< Su Svegliati, dormiglione! >> Gridò, scuotendolo.

<< Ti prego … lasciami dormire….>> Rispose Garen, voltandosi.

<< Va bene, allora svolgerò anche le tue missioni e nostro padre sarà fiero di me … >>

<< No!  Eccomi, sono pronto! >>  Urlò il ragazzo, alzandosi di scatto dal letto e cadendo a terra.

Lux scoppiò a ridere e, dopo essersi ripresa, si sedette sul letto del fratello.  << Bene, adesso che sei sveglio possiamo andare?  C’è nostro padre che ci aspetta per darci le nostre prime missioni.  Sei pronto? >> Chiese, allegra.

<< Prontissimo. >> Rispose Garen,  fiero di se.  Era finalmente arrivato il momento per far vedere al regno quanto erano migliorati in quegli anni.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO IV: Preoccupazioni ***


CAPITOLO  IV:  Preoccupazioni

 

Il re aveva ormai terminato di discutere con i suoi cavalieri sulle missioni che dovevano compiere.

<< Bene, oggi si parte.  >> Disse una giovane ragazza, sistemandosi i lunghi capelli rossi.  Indossava un’armatura molto leggera e sulla spalla destra portava il simbolo della sua casata, una delle più prestigiose di Demacia.

<< Le nostre missioni sono importanti e non dobbiamo commettere alcun errore.  >> Aggiunse, facendo notare un forte accento francese nelle sue parole.

<< Fiora,  Sei una delle spadaccine più forti del regno ma questa volta dovrai partire in incognito. Non è una missione molto complicata, quindi sono certo che non sbaglierai nulla. >>  Le disse un nobile,  portandole la sua spada.

Dopo aver afferrato la sua arma si avviò, seguita dai suoi uomini, ai cavalli, pronta a compiere la sua missione.

Quando tutti i cavalieri avevano ormai lasciato la capitale arrivò finalmente il turno di Lux e Garen, che aspettavano impazienti la loro missione.  Il nobile che poco prima aveva assegnato la missione a Fiora si avvicinò ai due ragazzi, sorridente.  

<< Bene, Lux la tua missione non è molto difficile.  Dovrai partire per Plitover e fornire un carico di merce ai nostri alleati.  Questo carico è di vitale importanza,  quindi dovrai proteggere i mercenari e far si che vada tutto bene. >>  Esclamò, guardando la ragazza.

<< Non si preoccupi,  completerò la mia missione senza problemi. >> Rispose Lux, emozionata.

Mentre Lux si recava verso i mercanti da scortare,  l’uomo si avvicinò a Garen per assegnare anche a lui una missione.

<< Per quanto riguarda te, Garen, dovrai partire con Jarvan e assistere un villaggio verso Freijord, saccheggiato da dei banditi.  La vostra partenza è prevista per il tramonto. >> Disse,  mostrando la posizione del villaggio sulla mappa del regno.

Garen annuì e,  insieme all’amico uscì dalla sala per cominciare a decidere cosa portare con loro.

<< Jarvan, perché ci fanno compiere compiti così banali?  Potevano mandare altre persone al nostro posto e lasciarci partire per missioni più importanti! >> Gridò il principe, infuriato.  Jarvan, mettendogli una mano sulla spalla,  cercò di tranquillizzarlo.

<< Ehi Garen, è la tua prima missione non puoi partire immediatamente per missioni di alto livello. E poi se hanno assegnato anche me a questa missione significa che Noxus  non ha ancora fatto la sua mossa. >>

<< Lo so, però ci tenevo tanto…>> Rispose il ragazzo,  staccando la mano di Jarvan dalla sua spalla e sedendosi.  << Ma d’accordo, ascolterò gli ordini. >>

Così i due si avviarono verso l’armeria per prepararsi al viaggio ed essere pronti per ogni evenienza.

<< Credo che porterò una spada di riserva e uno scudo … magari potrà servirmi. >>  Disse Garen, appena entrato nell’armeria.  

Era una piccola bottega che dall’esterno poteva sembrare vuota, ma che conteneva ogni genere di arma.  C’erano interi armadi e scaffali con spade e bastoni di tutti i tipi, dalle armi più leggere a quelle più pesanti.  

Mentre Il principe era impegnato nella scelta delle sue armi, Jarvan si avvicinò al bancone, dove un uomo anziano di piccola statura lucidava dei piccoli pugnali.   << Oh, sei tu, Jarvan.  >> Disse il vecchio sorridendo.  <<  Ho già preparato le tue armi,  ecco a te.  >>  Esclamò,  abbassandosi e raccogliendo uno scatolo.

<< Oh, quindi conosce già quello che compri? >> Chiese Garen, curioso.

<< No, li ordino prima di partire per non perdere tempo prezioso. >> Rispose il cavaliere, raccogliendo le sue armi.  << Adesso andiamo. >>
 
Quindi, dopo aver comprato il necessario, si avviarono verso la stalla per prendere i cavalli. Eccitato per la sua prima missione,  Garen seguì l’amico verso il cancello nord. Era finalmente tutto pronto per partire, quando delle grida attirarono la loro attenzione.

<< Aiutatemi!  Per favore aiutatemi! >>

Garen, preoccupato,   scese dal cavallo pronto per correre in aiuto della persona in pericolo. 

<< Vado a vedere cosa succede.  >>  Rispose Jarvan, cominciando a correre.
 
<<  Cosa sta succedendo?  >> Chiese,  arrivato nel luogo da cui provenivano le urla.   Un uomo, circondato dalle guardie di Demacia, era disteso a terra,  urlante.

<< Oh mio principe,  il mio villaggio , il villaggio del fuoco al confine del vecchio regno … è stato attaccato … tutti … tutti gli abitanti sono stati massacrati … >>  Balbettò l’uomo, scoppiando a piangere.

Jarvan,  con guardo serio, aiutò l’uomo ad alzarsi e lo fece salire sul suo cavallo.  <<  Andiamo al palazzo per chiedere il permesso di partire al re.  >> Disse, salendo anche lui.

Garen, che aveva assistito alla scena e non riusciva a capire cosa stava succedendo,  si offrì di andare con loro.

Non ci misero molto ad arrivare al palazzo. Il cavaliere, stringendo i pugni, corse verso la sala principale e spalancò le porte.  << Convocate immediatamente una riunione!  >> Gridò, cogliendo tutti di sorpresa.  I cavalieri restanti e i nobili non fecero domande e ascoltarono il ragazzo, preoccupati.

<< Jarvan, cosa sta succedendo?  >> Chiese uno dei nobili, allarmato.

<< Il villaggio del fuoco è stato attaccato … dobbiamo partire subito!  >> Rispose Jarvan,  non riuscendo a calmarsi.  Garen, mettendogli una mano sulla spalla, cercò di tranquillizzarlo senza alcun risultato.

<< Manderemo qualcuno appena possibile.  >> Rispose l’uomo

<< No!  Non voglio aspettare!   >>  Urlò, colpendo con tutta la sua forza il tavolo attorno al quale si erano riuniti.   << Questa gente sta venendo massacrata mentre noi stiamo qui a parlare, non posso abbandonare il mio popolo devo partire immediatamente!  >>

<<  Non sei tu a dare gli ordini qui! Il vecchio regno non esiste più !  >> Rispose un altro dei nobili, irritato.

<< Come osi infangare il nome della mia casata?  Quelle erano le mie terre!  >>  Gridò il padre di Jarvan,  alzandosi.  In quello stesso momento arrivò il re,  che si avvicinò a lui e tentò di chiarire la situazione.

<< Non voglio più discussioni sui vecchi regni.  Non ci siamo uniti per litigare tra noi. >>  Disse, mentre i nobili chiedevano perdono abbassando lo sguardo.
Dopo aver spiegato la discussione al re,  questo decise di dare a Jarvan la possibilità di salvare il villaggio appena attaccato.  

<< Jarvan,  sei sicuro di voler andare?  Hai già una missione, e quel villaggio è stato attaccato dagli soldati del rengo di Noxus. >>

<< Padre, riuscirò a cavarmela da solo per la missione.  >>   Disse Garen,  aiutando l’amico.

<< D’accordo … allora vai e non deluderci, Jarvan.  >> Finì il sovrano,  uscendo dalla stanza sotto lo sguardo tutti quelli che avevano partecipato alla riunione. 

Spero che vada tutto bene. Pensò,  avviandosi verso la sua camera.
 
Jarvan, senza perdere altro tempo,  corse verso il suo cavallo e radunò i suoi uomini.

<< Jarvan!  Aspetta!  >> Gridò  Garen, fermando l’amico.

<< Ti prego … fai attenzione …  Dopo quello che mi hai detto ieri sui potenti guerrieri di Noxus mi sono davvero preoccupato … >>

<< Non preoccuparti, tornerò sano e salvo … dopotutto abbiamo una sfida da finire, no? >> Rispose il cavaliere, sorridendo.

Così i due si salutarono con un abbraccio e si prepararono a partire ognuno per la rispettiva missione.

Torna sano e salvo, amico mio.  

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Capitolo 6
*** CAPITOLO V: Fratelli di Sangue ***


 CAPITOLO V: Fratelli di sangue

 
 
Era il crepuscolo, i neri palazzi di Noxus erano messi in risalto dalle ombre della notte che avanzava. Il condannato a morte correva per le vie della città sapendo che l’unico modo per essere salvo era riuscire a raggiungere il cancello principale Ma sapeva anche che sarebbe stata un impresa impossibile, lui era l’ultimo dei 10 condannati di quel giorno.

 I suoi precedenti 9 compagni erano stati tutti uccisi dalla devastante furia di Draven il glorioso carnefice di Noxus. Era da diverso tempo ormai che lui si divertiva a far scappare i condannati a morte, inseguirli e ucciderli davanti ad un pubblico che acclamava sempre di più le sue acrobazie e maestrie.

Quando ormai il condannato era a pochi metri dal cancello principale e continuava a correre pieno di gioia, improvvisamente un’ascia roteante gli tagliò via una gamba, facendolo cadere a terra in una pozza di sangue, e tornò indietro nelle mani di Draven.  L’uomo, fermo in fondo alla via, osservava la scena divertito. Indossava una possente armatura verde che gli lasciava le spalle coperte per facilitargli il movimento e dei grossi avambracci rossi. I suoi capelli, contornati da una corona d’oro,  venivano mossi velocemente dal vento.    Mentre si avvicinava al prigioniero che urlava dal dolore, il suo sorriso si faceva sempre più grande, facendo risaltare il tatuaggio che portava sulla parte sinistra del volto, che rappresentava due piccole strisce rosse.

Draven soddisfatto di quanto aveva fatto urlò << Vogliamo rendere più interessante questa esecuzione!? Adesso mi benderò gli occhi e riuscirò a colpire il condannato da questa distanza senza vederlo!!! >>.

Mentre il pubblico cominciava a gridare sempre più forte, il condannato si girò, in lacrime, e tentò di fermare il sangue che usciva dall’enorme ferita alla gamba.  <<  Per amor di dio ti prego…lasciami andare, ti prego!  >> Lo supplicò, accasciandosi a terra.

<< Dio?? Dio non avrà nessuna pietà per te!!! Perché io sono Dio!!!  >>  Rise.

 Draven lanciò la sua ascia destra che incominciò a roteare a una velocità incredibile, colpi la testa del condannato con brutalità, dividendola verticalmente in due parti. Gli schizzi di sangue macchiarono gli spettatori seduti nei posti più vicini che incominciarono ad acclamare Draven, che incominciò a crogiolarsi della sua fama:
 <<  Si! Si! Draven lo fa con stile!!! Si!!!  >>

Al suo rientro in casa, Draven, trovò suo fratello maggiore Darius comandante dell’esercito di Noxus che lo aspettava davanti alla porta di casa. Darius aveva addosso la sua armatura di colore argento con attaccato alle spalle un mantello rosso sangue, a differenza di Draven che era si muscoloso ma molto esile, Darius aveva un fisico molto più possente, i suoi muscoli erano il triplo più grandi rispetto a quelli di un uomo medio, inoltre era anche più alto di suo fratello minore.

 << Fratellone ma quale onore, come mai questa visita inaspettata? >> chiese Draven sapendo che Darius non si faceva mai vivo se non c’era un motivo valido.

 << Dobbiamo parlare di affari. >> rispose Darius tagliando breve.

 I due fratelli entrano in casa, sedendosi su due piccoli sgabelli di legno. Nonostante i soldi non fossero un problema per Draven, la casa aveva un aspetto spoglio e spartano. La sala dove si trovavano aveva solo un grosso camino, un mobile con dei liquori, un tavolino di legno posizionato nel centro della sala e una poltrona.

 Draven prese qualcosa di forte da bere e si sistemarono intorno al tavolino.

 << Allora cosa sono questi affari di cui mi volevi tanto parlare? >> chiese Draven prendendo un sorso del liquore.

 << Io e il mio esercito dobbiamo attaccare il Villaggio del Fuoco situato vicino alle montagne Ironspike e tu verrai con me di nascosto >>. Rispose Darius       con aria seria e risoluta.

Draven guardò il fratello perplesso. << Proprio bella questa fratello!!! Sai c’ero quasi cascato! >> Esclamò, scoppiando in una sonora risata. << Per quale motivo “La mano di Noxus” con il suo potente esercito avrebbe mai bisogno del mio aiuto? >>.

Darius che stava incominciando ad irritarsi cercò di fare finta di niente e rispose nel modo più calmo e più convincente possibile <<  Ho un piano di cui nessuno è a conoscenza, tu non sei visto di buon occhio dall’esercito di Noxus per via delle tue bravate e per le continue arie che ti dai, ma io so benissimo che sei uno dei guerrieri più forti e io e te insieme formiamo una coppia invincibile. Se insieme attaccheremo un piccolo villaggio, Demacia se sentirà messa sotto minaccia perché vedrà che daremo il meglio di noi anche per le piccole cose e a quel punto farà scendere in campo uno dei suoi guerrieri migliori, Jarvan IV, e sono più sicuro che io e te insieme riusciremo a distruggerlo facendo indebolire molto le forze di Demacia.  >>

 <<  Tu fratello mio sei pazzo se pensi che abbandonerei i miei divertimenti per scendere in battaglia. Voglio dire…guardami, qui posso uccidere un mucchio di persone e in più ho: donne, soldi, donne, fama e ancora donne!!! Non come in guerra dove si rischia la vita per un tozzo di pane e nessuno può ammirare le mie prodezze! >> Disse Draven.

 Ma Darius che conosceva bene il fratello e sapeva come accendere la sua natura sanguinaria. <<  Non prendermi in giro Draven, so benissimo che ti manca il brivido della battaglia, qui si puoi uccidere, ma uccidi solo uomini disarmati che non possono nemmeno difendersi. E io so che quello che cerchi tu è altro, so che vuoi metterti a confronto con altri soldati e poi pensa, se insieme riuscissimo ad uccidere Jarvan IV i nostri nomi entreranno nella storia e la tua fama durerà in eterno!!! Riflettici tu è proprio questo quello che stai cercando!!!  >> Gli rispose.

Draven rimase un attimo in silenzio, poi con un sorriso misto di gioia e di eccitazione gli comparve sul volto <<  Forza cosa stiamo aspettando!!! Andiamo!!!  >>.

 <<  Molto bene….  >> disse Darius

<< ….lasceremo la città stanotte alle quattro, tu portati un mantello che ti copra anche il volto, nessuno dovrà sapere che hai lasciato Noxus finchè non saremo arrivati a destinazione, altrimenti il  Re annullerà la missione se saprà che sei con noi. >>
 

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