The Fairest of Them All

di MaryElizabethVictoria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mirror mirror ***
Capitolo 2: *** The Fairest of Them All ***
Capitolo 3: *** A Trade in Trust ***
Capitolo 4: *** The Queen Mother ***
Capitolo 5: *** The Princess and the Pirate ***
Capitolo 6: *** Lonely Souls ***
Capitolo 7: *** Mysteries of the Heart ***
Capitolo 8: *** No One Mourns the Wicked ***
Capitolo 9: *** Love and Cowardice ***
Capitolo 10: *** Mad Tea Party ***
Capitolo 11: *** Evangeline ***
Capitolo 12: *** We're all Mad Here ***
Capitolo 13: *** My New Dream ***
Capitolo 14: *** True Love Kiss ***
Capitolo 15: *** I will give this wretched world the Queen it deserves ***



Capitolo 1
*** Mirror mirror ***


 

Nel regno di re Morpheius erano in corso i preparativi per ricevere degnamente un ospite di riguardo come ve ne erano ben pochi. Da molti giorni ormai il principe Philip e il suo seguito erano in marcia per raggiungere quelle terre dove si sarebbe celebrato il matrimonio del loro signore. Il popolo gioiva a inneggiava al loro passaggio perchè il valoroso principe era ben conosciuto e amato anche al di fori del suo regno.. .Non esisteva un altro cavaliere che lo eguagliasse, si diceva, nè un eroe più prode e galante, generoso verso i più poveri e giusto verso i suoi nobili. Non appena i suoi ambasciatori si erano presentati alla corte di Morpheius recando la proposta di matrimonio il sovrano li aveva subito accolti con grandi onori e aveva di cuore acconsentito promettergli in sposa la sua unica figlia, una creatura di rara bellezza chiamata Aurora.

Una notizia così lieta fece presto il giro dei regni, in ogni locanda si brindava alla felicità dei due futuri sposi. Vi era un unico luogo nel regno dove non si era mai accennato a una simile prospettiva, un luogo segreto che di rado le notizie provenienti dal mondo esterno riuscivano a penetrare. Accanto al palazzo si ergeva infatti una possente torre,sorvegliata da cento tra i più fedeli cavalieri, dove da sempre dimorava la principessa Aurora.

Il motivo per cui fosse tenuta confinata lassù era ignoto ai più , tuttavia il re era stato categorico, disponendo che sua figlia rimanesse lì sorvegliata giorno e notte da uomini di sua fiducia. L'unica persona che aveva ottenuto il permesso di farle visita nella solitudine della torre in cui viveva, separata dal resto del mondo era la regina Amelia, che passava quanto più tempo possibile a confortarla e farle compagnia.

La giovane principessa passava le sue giornate a leggere ogni genere di libro su cui riusciva a mettere le mani, sognando incessantemente il giorno in cui sarebbe potuta uscire dalla torre e vivere una di quelle avventure in prima persona.

Quel giorno giaceva abbandonata languidamente sul letto, quasi non sentì annunciare l'ingresso di sua madre, al cui passaggio le guardie alla porta si scostarono ossequiosamente lasciando entrare insieme a lei un prezioso spiraglio di luce nelle sue stanze buie.

-Dovresti aprire quelle tende ... non ti fa bene tutta questa oscurità- disse con apprensione.

-A che scopo?- rispose Aurora in un sospiro- Per poter guardare dalle mie finestre tutti gli altri vivere liberamente la propria vita ... mentre io devo restare chiusa in questa torre, sorvegliata giorno e notte come una prigioniera ignara del crimine che ha commesso.

-Sei di malumore, per questo parli così- la regina sorrise comprensiva, sedendosi accanto a lei- andiamo perchè non ti tiri su, come si conviene a una principessa e non vieni con me sul balcone a prendere una boccata d'aria fresca? Non è certo volontà di tuo padre che tu ti riduca in questo stato.

- La volontà di mio padre dev'essere diventata follia se intende vedere la sua stessa figlia consumare i suoi giorni nella prigionia!- ribattè la principessa con amarezza- Mi è consentito di lasciare queste stanze poche volte in ricorrenze particolari e sempre sotto stretta sorveglianza. Come se tutti si aspettassero che possa capitarmi qualcosa di orribile!

-Aurora- la apostrofò la madre con severità- Considera che ogni cosa che tuo padre fa la fa esclusivamente nel tuo interesse, il mondo fuori è estremamente pericoloso per una fanciulla inesperta come te, ma finchè resterai in questa torre sarai protetta e al sicuro. Lo so che è difficile ... ma devi fidarti di lui.

-Sei venuta per dirmi qualcosa di particolare, o solo per giustificare il suo comportamento da stolto, come al solito?- la sua voce lasciava ben intendere tutta la sua amarezza.

La regina Amelia ne fu devastata, ma decise di non darlo a vedere. Dopotutto tutta quella farsa sarebbe finita presto , si disse, e doveva ricordare che era solo per il bene di Aurora che tutto era stato pianificato. Nessun altro motivo avrebbe potuto convincerla che quello che stava per fare era la cosa giusta.

-Figlia mia diletta- esordì con tutto il suo regale contegno- tu hai un padre che ti adora e che ha deciso di mettere fine alle tue sofferenze e a questa reclusione dandoti ...una lieta notizia. Il prode principe Philip sta per giungere in questo regno con il nobile proposito di chiedere la tua mano. Dopo che avrai accettato è volontà di tuo padre che tu possa lasciare per sempre questa torre e diventare la regina che ti abbiamo cresciuto per essere... accanto a Philip.

Sul bel volto di Aurora tutto quello che si poteva leggere ora era il suo completo stupore. Sapeva quale dispotico tiranno potesse essere suo padre ma mai avrebbe immaginato potesse arrivare a tanto.

-E' dunque questo il prezzo che mi si impone per lasciare la torre?- ribattè con fervore- Passare da una prigione a un altra? Diventare una proprietà di questo Philip come ora lo sono del re mio padre? Io non sono un oggetto da poter passare di mano in mano!

-Ora basta signorina, tu farai come ti è stato ordinato-la interruppe la regina, anch'ella alterata- tra tre giorni sposerai il principe Philip e da quel momento passerai ogni momento della tua esistenza a cercare di essere una buona moglie per lui!

-No madre- la fronteggiò Aurora- non è questo che voglio per la mia vita.

-E che cosa vorresti, dimmi?- la regina le sia avvicinò per carezzarle il viso.

Aurora ricambiò il suo sguardo con tenerezza, quanto desiderava che almeno lei potesse capirla...

-Io voglio l'avventura!- rispose senza esitazioni - io voglio provare tutto quello che il vasto mondo può offrire prima di legarmi per la vita a qualcuno!Ci sono così tante terre inesplorate al di là dei mari...pensate madre, creature che nessuno a mai visto e di cui non si è ancora scritto...e forse io potrei...

- Ma cara, sai così poco del mondo e di cosa ci sia là fuori...- la interruppe Amelia con l'indulgenza tipi ca che si mostra verso i bambini- la vita vera non è come quella che leggi in quei tuoi libri sui pirati...finchè ubbidirai a Philip sarai sempre protetta, nessuno ti potrà far del male.

- Quello che so per certo è che non voglio fare da serva a un uomo per il resto dei miei giorni anche se costui è un re... io non voglio essere come te!!!

Amelia si ritrasse come se l'avessero schiaffeggiata. Seguì un pesante silenzio in cui ciascuna delle due donne evitò accuratamente di guardarsi.

-Benissimo se è questo che pensi...

-E' questo che penso- insistette la principessa con ostinazione- forse hai ragione, non conosco molto del mondo là fuori... non sono mai andata oltre le mura di questo palazzo...ma so una cosa per certo: che non permetterò a nessuno di portarmi via la mia vita!

 

- Non permetterò a nessuno di portarmi via la mia vita!- dichiarò Alice, irrompendo nell'ufficio di suo padre col suo miglior cipiglio battagliero.

-Il signor Gold non è nessuno- la corresse pigramente suo padre, senza smettere di aspirare in tutta calma dal suo sigaro cubano- e se sei venuta per aver il mio parere ti ha fatto un'offerta molto generosa per rilevare quello che resta della tua piccola attività.

-Sono venuta per aver una spiegazione- lo incalzò Alice sbattendogli in faccia una pila di documenti provenienti dai loro legali- che diamine significa questa?

Il signor Stone non si prese nemmeno il disturbo di darci un'occhiata, tanto sapeva benissimo a cosa la figlia si riferiva. Il maneggio era solo l'ultima delle numerose proprietà che gli Stone , una volta potenti e rispettati a Storybrook, erano stati costretti a vendere per far fronte allo stile di vita estremamente dispendioso del capofamiglia. Incurante delle loro pessime finanze il signor Stone continuava a frequentare il country club, a mangiare solo nei ristoranti più raffinati e ad uscire in compagnia di signorine dai gusti piuttosto dispendiosi, convinto che uno Stone non si meritasse niente di meno. Sua figlia Alice al contrario aveva lottato con le unghie e con i denti per salvare quell'attività, lasciata loro in eredità dalla madre in parti uguali. Gli affari non andavano bene purtroppo, era come se gli investitori si fossero messi d'accordo per rovinarli!

-Sono tempi difficili Alice, la nostra economia è in recessione-le disse come se stesse spiegando le tabelline a un bambino particolarmente recalcitrante- mantenere quel posto ci costava più soldi di quanti ce ne facesse guadagnare... in più non abbiamo più denaro per pagare chi si occupa di quelle bestiacce e noi Stone non siamo certo fatti per sporcarci le mani, dico bene?

Quella sua dannata aria di superiorità non fece altro che riempire la giovane donna di un nuovo furore. Ora, suo padre poteva anche aver venduto la sua parte a Gold per pochi spiccioli, ma il restante cinquanta per cento dell'attività restava sua di diritto e lei sarebbe morta prima di firmare quelle carte.

-Quel maneggio era il posto che la mamma amava di più al mondo- disse la ragazza- davvero non ti importa niente che cada nelle mani di quello spregevole approfittatore?

-Tua madre era una sciocca sentimentale- le rispose burbero suo padre- ho sempre creduto che tu somigliassi di più a me almeno per quanto riguarda la gestione degli affari, ma a quel che vedo alla fine le femmine sono tutte uguali... Dammi retta tesoro, firma quelle carte da brava bambina e levati il pensiero.

Alice fremeva di rabbia, ma si impose di controllarsi. Certo era increscioso vedere come il signor Stone si permetteva di parlare di quella santa donna che era stata la sua compianta moglie. Di salute estremamente cagionevole, dopo aver dedicato la sua intera vita ad accudire sia lui che la figlia si era spenta ,si diceva in giro, per i troppi dispiaceri che i continui tradimenti del marito le avevano provocato.

-Sai non m'importa se non vuoi aiutarmi...troverò da sola il denaro che mi serve per riscattare anche la tua parte!- asserì fieramente Alice.

-Ah, le femmine...- imprecò suo padre, infastidito- e dove conti di grazia di trovare quella cifra? Lo sai che i soldi non crescono sugli alberi vero?

-Li chiederò a Philip - ribattè prontamente Alice.

Ah, onesto, irreprensibile e fedele Philip!Era davvero il fidanzato perfetto... Lui che non le negava mai nulla ed era sempre pronto a sostenerla in tutte le sue scelte di certo non avrebbe mosso obiezioni a prestarle quel denaro. Dopotutto la sua famiglia era talmente facoltosa che non sarebbe stato un problema per lui avere accesso a quella cifra, si disse, già probabilmente non si sarebbe nemmeno disturbato a chiedergliela indietro. E perchè avrebbe dovuto, visto che a breve l'avrebbe comunque sposata...

-Tu vivi proprio nel mondo dei sogni non è vero Alice? - la schernì suo padre- quel bamboccio del tuo fidanzato è ancora più sprovveduto di te quando si tratta di affari...si dà il caso che tutto il suo denaro sia investito in un fondo fiduciario a cui lui non avrà accesso prima dei trent'anni. Fino ad allora il suo stesso mantenimento è a carico del buon cuore della sua matrigna. Ah , quella donna si che non ha paura di niente!

-Quella donna che tu ammiri tanto non è altro che una squallida approfittatrice esattamente come il signor Gold!- ribattè Alice, che si sentiva disgustata dal solo pensiero che suo padre si complimentasse apertamente con quel genere di donna mentre alla buon'anima di sua madre aveva riservato solo commenti acidi e cattiverie, sia adesso sia quando era in vita- Non può di certo avere più della mia età o di quella di Philip e non ha certo sposato suo padre per amore!!Dicono che il padre di Philip non fosse neanche il suo primo marito e che alla signora capiti spesso di sposare uomini facoltosi .... per poi improvvisamente rimanere vedova!

Erano voci molto diffuse in paese, da Granny praticamente non si sparlava d'altro che dell'affascinante signora Raven, la più giovane e allegra vedova che Storybrook ricordasse. Praticamente solo Philip non prestava attenzione a quei pettegolezzi, sostenendo invece che la sua matrigna fosse davvero prostrata per la scomparsa prematura del marito e che lo shopping sfrenato,le continue feste a casa loro e le uscite nei locali notturni fossero solo il suo modo di sfogare il dolore e reagire a quella perdita terribile.

-Qualsiasi cosa tu abbia da dire sul suo conto,non mi farai certo cambiare idea- le ricordò il signor Stone con aria di sufficienza - non intendo sborsare un altro centesimo per tenere in piedi quella catapecchia e francamente non capisco il motivo di tanta ostinazione da parte tua.

Alice gettò uno sguardo alla fotografia della sua famiglia incorniciata sulla scrivania di suo padre, volti sorridenti che simulavano una pace e una felicità che quella casa non aveva mai realmente conosciuto. Forse era stata tutta quella ipocrisia ad avere la meglio sulla fragile salute di sua madre, dopotutto...

-La mamma avrebbe capito- disse tristemente, prima di andarsene come una furia sbattendo la porta dell'ufficio.

 

Quella notte Aurora non riuscì a prendere sonno, era ancora troppo arrabbiata per la discussione di quella mattina, troppo delusa dal comportamento egoistico dei suoi genitori. Forse lei non sapeva ancora che cosa voleva davvero ma come avrebbe potuto scoprirlo senza che nessuno le desse un'occasione?

Bastò lo scricchiolante rumore della porta per farla drizzare immediatamente in piedi. Nessuno veniva mai nella torre a quell'ora tarda, nemmeno i servi si sarebbero mai avventurati per quelle scale tortuose nell'oscurità.

-Chi c'è ?- domandò la principessa ad alta voce- mostra il tuo volto, è un ordine!

- Shhh abbassa la voce- le disse una figura incappucciata che si rivelò essere sua madre- abbiamo poco tempo, coraggio vestiti e metti questo mantello...- aggiunse porgendole la cappa che indossava.

-Madre, che cosa significa?- domandò Aurora, sconcertata.

La regina le sorrise con dolcezza.

-Avevi ragione oggi quando hai detto che non è giusto che siano gli altri a decidere della tua vita. Io stessa ho ceduto alle pressioni dei miei genitori quando hanno scelto il mio sposo e ...bè, possiamo dire che il mio matrimonio non è stato esattamente un successo. Non voglio che anche tu alla mia età debba avere dei rimpianti...perciò vai, lontano da qui, cerca da sola la persona che ti renderà finalmente felice.

-Mamma per quello che ho detto oggi, io non intendevo...

-Lo so cara lo so...ma ora devi fare presto. Ho detto alle guardie che sono di sotto che volevo dare la buonanotte a mia figlia, se ci metto troppo potrebbero insospettirsi... Là fuori è molto buio e se indosserai il mio mantello ti scambieranno facilmente per me. Recati al porto seguendo la strada principale, è l'unica col selciato di pietra non puoi sbagliare... lì ho corrotto un ufficiale della marina che ti porterà dovunque tu voglia andare.

Aurora fece quello che le veniva chiesto senza indugiare, impressionata dal coraggio di quella donna che stava rischiando tutto per la felicità di sua figlia.

-Vieni con me mamma, andiamocene insieme- propose Aurora- possiamo ricominciare da un'altra parte, lontano da qui...

-No- affermò la regina Amelia con fierezza - il mio posto è qui accanto all'uomo che ho sposato. Non importa se non lo amo o sei lui non ha amore per me...rimane pur sempre mio marito e il matrimonio è un vincolo sacro. Scegli con saggezza quando verrà il momento perchè resterai legata a quella persona per tutta la tua vita. Segui solo il tuo cuore e trova colui che ti darà la felicità.

-Lo farò...- disse Aurora- ... e non mi arrenderò finchè non ci sarò riuscita.

 

-Mi arrendo...- sospirò la ragazza.

Alice si trovava semi accasciata sul bancone di Granny, Ruby si era appena rifiutata di servirle l'ennesima tequila ed era andata a chiamare Philip perchè riaccompagnasse a casa la sua fidanzata, che non poteva certo guidare in quelle condizioni.

Il mondo era tremendamente ingiusto, pensò amaramente fissando il fondo vuoto del suo bicchiere... Nessuna banca le aveva concesso il prestito di cui aveva bisogno nonostante le garanzie che lei gli aveva offerto, nessuno di quei codardi voleva mettersi contro il signor Gold o intromettersi nei suoi affari, così sarebbe stata pressoché costretta a cedergli la sua quota del maneggio o affrontare il fallimento.

-Brutta giornata?

La ragazza sollevò lo sguardo verso la donna che aveva parlato, una bionda dall'aria sofisticata in tailleur nero dall'aspetto vagamente familiare.

-Alice non è vero?- proseguì lei- Il caro Philip mi ha molto parlato di te...sono contenta di conoscerti finalmente di persona.

Ecco dove l'aveva già vista, realizzò improvvisamente,la casa di Philip era praticamente tappezzata di fotografie della sua matrigna il cui miglio pregio non era certo la modestia.

-Raven...è davvero starno incontrarti...qui- biascicò la ragazza, cercando di sistemarsi i capelli per apparire almeno presentabile- non sapevo che frequentassi Granny...

-Diciamo che non è esattamente il mio genere di locale, infatti sono venuta qui solo per parlarti, sciocchina!- le rispose quella con un gesto noncurante della mano ingioiellata- un uccellino mi ha detto del tuo piccolo problema e allora ho pensato...che diamine, sta per sposare il mio Philip,siamo praticamente una famiglia!Per questo ho deciso che ti aiuterò diventando tua socia nella gestione di quel... coso- per- i cavalli o come si chiama...

Alice la guardò scettica.

-E' davvero generoso da parte tua- disse cautamente- ma ...la metà della proprietà si trova già nelle mani del signor Gold e la restante parte...bè, non è decisamente messa bene.

Ma Raven non sembrava minimamente scoraggiata dalle sue obiezioni.

-Allora vorrà dire che dobbiamo darci da fare, ma ci sarà tempo per discutere dei dettagli...quanto a Gold non ti devi preoccupare , abbiamo già fatto affari insieme in passato... di sicuro non si rifiuterà di cedermi la sua parte. Allora siamo d'accordo?

-Io...certo , non vedo l'ora- disse Alice, ancora non capiva le motivazioni di quella donna ,ma era comunque contenta di non dover rinunciare al suo maneggio. Per ora quella soluzione sarebbe bastata.

-Splendido!- esclamò Raven -Sento che noi due faremo grandi cose insieme...

 

-Come avete potuto lasciarla andare?- sbraitò Morpheius -Questa vostra disobbedienza vi costerà la vita!

-Non temo la morte- rispose pacatamente la regina- e tutto il male che potevate farmi me lo avete già fatto in vita. Aurora sarà felice solo lontano da qui...non mi interessa altro.

- Almeno qui sarebbe stata protetta, andando in sposa al più valoroso principe di queste terre sarebbe stata al sicuro! Ma ora che è là fuori da sola Ravenna la troverà facilmente... ha giurato che mi avrebbe distrutto, ha giurato che me l'avrebbe portata via... e quando accadrà sarà solo colpa vostra!

-Colpa mia?- lei gli riservò uno sguardo sprezzante- ditemi ,mio diletto, chi ha attirato le ire di quella strega sulla nostra famiglia? A quest'ora Aurora sarà lontana da qui , dove le colpe di suo padre non la potranno raggiungere.

 

Raven si trovava nel lussuoso salotto della sua abitazione,con addosso una lunga vestaglia di seta nera bordata di pizzo che lasciava ben poco spazio all'immaginazione. Era intenta a versarsi un drink quando udì bussare alla porta principale. Aveva dato alla governante la serata libera per potere accogliere lei stessa la visita che stava aspettando.

-Gold, puntuale come sempre...- lo salutò languidamente.

In qualche modo la divertiva sempre provocarlo.

-Onoro sempre le mie promesse- rispose lui compito, fingendo di non notare nemmeno la scollatura della vestaglia- questi sono gli atti di proprietà che desiderava, l'intero patrimonio Stone come aveva chiesto- aggiunse porgendole un plico di documenti che la donna degnò a malapena di uno sguardo.

-Ottimo, confido che un assegno vada bene per la cifra che avevamo pattuito...- disse porgendogli il foglietto di carta intestata,sul qual non lasciò la presa finchè lui non la guardò negli occhi, la mano dell'uomo indugiò un secondo più del necessario su quella di lei prima di prendere l'assegno.

-Cosa c'è?Vede qualcosa che la interessa per caso?-domandò Raven con una finta voce da ingenua.

-Quello che io trovo molto interessante, mia cara, è come mai mi ha chiesto di rovinare finanziariamente quel povero Stone fino a togliergli anche l'ultima delle sue proprietà, per non parlare di quel maneggio fatiscente...

Ravenna sorrise in maniera inquietante.

-Perchè anche io onoro sempre le mie promesse.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** The Fairest of Them All ***


 


-Mia madre ha costruito questo posto praticamente dal nulla- stava raccontando Alice, mentre mostrava alla sua nuova socia ciò che aveva appena acquistato- in soli cinque anni ha reso questo maneggio uno dei più rinomati del Maine ... qui ci sono le stalle principali, erano al completo un tempo , ma i migliori cavalli di razza li abbiamo dovuti vendere per far fronte alla manutenzione...

Raven la seguiva incespicando sui tacchi alti ormai completamente infangati, nemmeno in quell'occasione aveva rinunciato al suo consueto abbigliamento .Alice decise prudentemente di non fare commenti in proposito. Aveva promesso a Philip che sarebbe stata carina con la sua matrigna , anche se quella donna non la convinceva del tutto. Rimaneva per lei un mistero il perchè fosse così determinata ad investire in un'attività per cui non aveva chiaramente il minimo interesse.

-Adesso ci sono rimasti circa una decina di esemplari , e già prendersi cura di loro è abbastanza impegnativo da quando la maggior parte dei nostri dipendenti si sono licenziati...- proseguì la ragazza-  Ormai ci sono rimasti solo Ada e Maurice a badare alle stalle, certo fanno quello che riescono per la loro età. Laggiù una volta venivano a fare le gare  di corsa a ostacoli. E' stato il periodo migliore che questo posto abbia conosciuto.

-Chiaramente questo posto ha avuto periodi migliori- confermò Raven dandosi un'occhiata critica intorno- come mai non ve ne siete più occupati?

- Da quando mia madre  è rimasta incinta non ha avuto più tempo per occuparsi del maneggio in prima persona e mio padre non ha mai creduto in questa attività , nelle sue mani questo posto è stato lasciato completamente andare....- Alice rivolse uno sguardo malinconico ad una piccola sella abbandonata in un angolo- ...è qui che ho imparato a  cavalcare, la mamma ci teneva che diventassi brava almeno quanto lei...

La madre di Alice era sempre stata una cavallerizza eccellente e aveva trasmesso questa passione alla figlia,ma da quando si era ammalata non c'erano più state corse a cavallo per loro. Ormai di quei giorni era rimasta solo la polvere che silenziosamente si ammucchiava sulle attrezzature da equitazione dimenticate.

-Così è stato a causa tua?!- commentò Raven, interrompendo bruscamente il flusso dei suoi ricordi - non  trovi che sia bizzarro che ora sia proprio tu a restituire nuova vita al sogno che tua madre ha abbandonato per prendersi cura di te?- inaspettatamente la donna sorrise ad Alice , che sembrava in difficoltà di fronte a quella domanda- Perdonami, sono stata indelicata... quello che volevo dire è che sono sicura che tua madre sarebbe molto orgogliosa se potesse vedere tutto quello che stai facendo.

Alice soffocò il suo istinto e ricambiò il sorriso della donna. Forse Philip aveva ragione dopotutto, Raven stava solo cercando di essere sua amica, mostrandole  gentilezza a modo suo...

-Era una donna straordinaria- disse .

-Non potrei essere più d'accordo- affermò Raven - Ogni madre dovrebbe essere pronta ad affrontare qualsiasi sacrificio per  i propri figli.

 

-Madre, vi prego...non abbiamo fatto niente di sbagliato...ha promesso che mi sposerà- uno schiaffo la raggiunse in pieno viso prima che la ragazza potesse finire la frase.

-Come puoi essere così stupida Ravenna?!Lui è un principe e tu sei solo una serva...è ovvio che questo non accadrà mai.... E adesso ...siamo rovinati, tutti quanti...  il buon nome della nostra famiglia è compromesso ormai,tutto il paese ci riderà in faccia!Come faremo a trovare un marito rispettabile per Eden ora che tutti sanno che sua sorella è una sgualdrina?

-Ma lui mi ama!-insistette la ragazza-Verrà a  cercarmi...

-Amore?Ecco quanto vale il tuo amore- sbraitò la donna gettando sul tavolo di legno un sacchetto di monete- sono arrivate oggi dal palazzo, per il nostro disturbo...come se potessero riparare al danno che tu ci hai causato...oh, non oserò più uscire di casa ora che la notizia ha fatto il giro del villaggio!

-Io devo parlargli...sono sicura che si è trattato solo di un malinteso...- singhiozzò la ragazza.

-Ti è stato proibito di tornare a palazzo- disse la donna, poi improvvisamente il suo tono parve addolcirsi- Bambina mia, devi comprendere che tutti gli uomini desidereranno possedere la tua bellezza ... ma non ti ameranno mai per questo.

Quella consapevolezza le crollò addosso come un macigno, schiacciando definitivamente il suo spirito ferito. Lo sguardo della giovane si rivolse dunque all'unica persona che poteva ancora redimerla, consolarla e dirle che avrebbero trovato una soluzione insieme nonostante quel brutto momento.

-Madre, aiutatemi...che cosa posso fare?

-Te ne devi andare- rispose lei senza esitazioni- Non puoi restare qui e infangarci tutti col tuo disonore. Non ti voglio vicino ad Eden... almeno lei deve crescere da fanciulla onesta.

Sconvolta, ma improvvisamente pervasa da una fredda lucidità, Ravenna si ricompose, stingendosi nel logoro mantello per poi indirizzare i suoi passi ancora malfermi verso la porta.

- Ravenna aspetta- la richiamò la madre in un sussurro, quel seppur flebile richiamo  fu sufficiente a riaccendere la speranza nello sguardo della giovane- Questo denaro portalo con te, è tuo...- disse lanciandole il sacchetto di monete- ...dopotutto te lo sei guadagnato.

 

-Ho grandi progetti per questo posto- annunciò Raven - conosco un designer che fa proprio al caso nostro...il capanno principale va totalmente ricostruito , oltre ai nuovi padiglioni per gli ospiti che staranno vicino alla caffetteria in stile derby... e serviranno degli spalti per il pubblico, ma a quello ci  possiamo pensare dopo con calma. Ovviamente il legname ce lo dovremo far spedire da Atalanta...lo so che sarà una seccatura trattare con quei boscaioli, ma vedrai che il risultato ne varrà la pena.

-Wow- rispose Alice presa leggermente alla sprovvista- veramente quello a cui stavo pensando era una ristrutturazione più... minimale. In fondo fare le cose troppo in grande potrebbe essere un rischio, forse tra un paio d'anni... ma sicuramente non prima di aver riconquistato parte della clientela di un tempo.

-Se vogliamo avere successo bisogna  pur rischiare qualcosa- rispose la donna estraendo dalla borsetta il cellulare e impugnandolo  come se si trattasse di un arma- per prima cosa lasciami fare qualche telefonata al mio consiglio di amministrazione,poi possiamo passare a discutere la questione dei dipendenti...

-Scusa... intendi Ada e Maurice?

Alice aveva parlato con loro non prima della sera precedente e loro le avevano assicurato che le avrebbero fatto trovare la tenuta in perfetto ordine per l'arrivo della sua nuova socia... invece tutto quello che aveva potuto mostrarle era in condizioni terribili. Certo doveva capirli, a volte gli anziani commettono questo genere di errori.

-Non crederai di poter continuare a dargli un pieno stipendio dopo aver visto le pessime condizioni in cui hanno lasciato questo posto- spiegò Raven, passando un dito sulla polvere del capanno- ma non ti avevano assicurato di aver pulito almeno questa parte delle scuderie? A me non sembra proprio...E quei buchi nel recinto sembrano provocati da un'incuria prolungata... secondo me avresti già dovuto dargli il benservito da un pezzo.

-Non potrei mai- affermò la ragazza- loro sono qui da quando è nato questo posto, hanno aiutato la mamma a costruirlo e fanno praticamente parte della famiglia!

Era vero, la tranquilla coppia di anziani che viveva a due passi dal maneggio aveva lavorato per loro da quando Alice riusciva a ricordare. Sicuramente col passare degli anni non gli avrebbe fatto male l'aiuto di qualche persona più giovane, almeno per i lavori pesanti, ma comunque non avevano mai smesso di impegnarsi al massimo in quello che facevano.

-La famiglia di cui parli è un concetto molto astratto... ma non voglio metterti pressione su questo, dopotutto è una tua decisione- Raven fece una piccola pausa prima di aggiungere  soavemente- credevo solo che tu più di tutti volessi vedere questo posto avere successo...

-Lo voglio!- protestò Alice- far riacquistare al maneggio la sua antica bellezza è prioritario per me, ma non a questo prezzo.

-Tutto ha un prezzo , mia cara...- spiegò Raven , con l'aria di qualcuno che se ne intende- ...specialmente la bellezza.

 

Nel castello rimbombavano ancora le grida dei festeggiamenti per le nozze regali, molti invitati ubriachi si erano attardati nel salone del banchetto a ridere sguaiatamente, altri erano sgattaiolati nell'ombra ad importunare le servette, altri ancora si erano addormentati dove stavano, riversi sulla tavola ancora per metà imbandita. Ovunque si levavano brindisi alla bellezza della regina e alla fortuna del re che poteva godere di tutte le sue grazie in quel preciso momento.

La regina nelle sue stanze stava facendo un bagno immersa nel latte, il liquido scivolava perfettamente sulla sua pelle perfetta rendendola simile ad una statua di marmo, candida e bellissima. Fu solo quando fu giunto il momento di uscire che si rese conto di non essere sola nella stanza, comodamente seduto sul suo letto nuziale stava l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere in quella circostanza.

-Rumpelstiltskin  ...- la regina riuscì quasi subito a dominare la sua sorpresa, aggiungendo con tono  frivolo- Siete stato gentile a venire a trovarmi , mi avete portato un regalo di nozze?

-Io non faccio regali, mia cara, solo contratti- le rispose, con un cenno della mano fece sì che un velo candido si avvolgesse attorno al corpo bagnato di lei, facendo sì di evidenziarne le forme anziché nasconderle.

Ravenna sorrise, amabile, con tutta la grazia di una perfetta padrona di casa.

-Lo so bene, ricordo perfettamente tutto quello che avete fatto per me- disse mentre si sedeva accanto a lui, quindi avvicinò le labbra al suo volto , mentre con una mano accarezzava i suoi pantaloni di pelle per la lunghezza della coscia-... ma ci sono altri generi di contratti che vi potrei far conoscere e non dubitate...ne rimarreste soddisfatto.

-Come il vostro amato consorte?- domandò lui ponendo enfasi sulle ultime parole  e accompagnandole con una risata sinistra-No, credo che passerò per stavolta.

-Mettiamola così...ha avuto comunque la notte più bella della sua vita prima di andarsene- sorrise la regina, ma comunque decise di smetterla di provocarlo inutilmente. Il tempo dei soliti convenevoli tra loro due  era finito, e se Rumpelstiltskin aveva deciso di venire da lei ci doveva essere un motivo importante.

-Non siete cambiata mia cara... ma i vostri poteri Ravenna - le fece notare- si sono alquanto indeboliti dal nostro ultimo incontro.

-Sono ancora bella mi pare...- ribattè lei, ostentando tutta  la sua sicurezza- ...e sono diventata regina...- accennò al cadavere del sovrano a cui aveva appena  strappato il cuore, che giaceva ancora riverso sul pavimento - ...e ora sono anche vedova con un regno ai miei piedi, pronto ad adorarmi. Non ho mai avuto più potere di così.

 -Voi siete , sicuramente e oltre ogni dubbio, la più bella del  reame ... per ora- concluse il demone con un ghigno quasi fanciullesco che fece andare la regina su tutte le furie.

-Che cosa significa?- sibilò con la stessa irrequietezza di un serpente che si prepara ad attaccare-...la mia bellezza è il mio potere...ed essa non è sfiorita di un giorno , da quando ho fatto ciò che mi avete detto- concluse sicura di sè, accarezzandosi il volto con le unghie affilate.

-Non mi permetto di insinuare il contrario...ma  c'è un'altra destinata a diventare più bella ancor di voi, questa è la ragione per cui i vostri poteri si stanno affievolendo sempre di più... si dissolveranno alla fine e voi, mia cara, anche voi vi dissolverete ... come una bellissima cometa.

-No...Ci dev'essere un modo per evitarlo- sibilò la regina, che ormai dimentica del suo tentativo di seduzione aveva preso a misurare la stanza a grandi passi.

-Forse...forse...- Rumpelstiltskin unì le mani all'altezza del mento in una posa riflessiva che aveva il chiaro scopo di farsi beffe della sua irrequietezza.

-Ne ho abbastanza dei vostri indovinelli!Che cosa devo fare per conservare il mio potere?

Rumpelstiltskin sorrise, consapevole di averla ormai in pugno.

-Questa mappa vi guiderà fino al luogo in cui si trova la ragazza - le disse in tono suadente porgendole una pergamena incantata- consumate il suo cuore...e potrete vivere per sempre- la sua voce era una carezza sulla pelle e la fece rabbrividire.

Ma Ravenna non accettò subito l'oggetto, riservandogli prima un'occhiata indagatrice.

-E il prezzo di questa preziosa consulenza?- domandò sospettosa .

-Il vostro prezzo mia cara, lo scoprirete quando arriverete lì- Rumpel indicò un punto al centro della mappa,il che fu sufficiente a far trasalire la bella regina.

Aveva giurato a sè stessa che non avrebbe più rimesso piede in quel posto, ma a quanto pare le cose stavano per cambiare.

 

Cenarono a casa di Raven quella sera, il cibo era delizioso anche se Alice lo sfiorò a malapena, oppressa com'era dalla sua coscienza sporca.

-Ho parlato con Maurice, nel pomeriggio- annunciò ad un certo punto, il tono grave che si utilizza per le confessioni- continua a negare di avere lasciato le scuderie in disordine. E nega anche di aver provocato i danni ai recinti. Dice che fino a  ieri si trovavano in perfette condizioni!

-E' una persona anziana, a loro capita di fare discorsi senza senso- tagliò corto Raven assaporando il suo dolce alla meringa. Sembrava affamata come se non mangiasse da giorni.

-Gli ho detto che forse era il caso di rivedere i termini del suo contratto- proseguì Alice- sono stata costretta a farlo, no? Mi ha mentito per tutto questo tempo sulle vere condizioni della tenuta... eppure se avessi visto come mi ha guardata... come se lo stessi tradendo.

-Che coraggio!- esclamò Raven - ma non ci pensare, ho già preso i contatti con la persona che fa al caso nostro da mettere a capo della scuderia, è un ragazzo giovane ... e anche piuttosto carino!- aggiunse facendole l'occhiolino.

Alice si sorprese a  ricordare che nonostante fosse stata più volte sposata e si vestisse come una signora  matura, Raven aveva circa la sua età.

-Non vedo l'ora di conoscerlo...

-Passa alla scuderia domani, lo troverai là...ora devi scusarmi, devo prepararmi per uscire. Ho una commissione piuttosto urgente da sbrigare.

Prima di congedarsi Alice guardò attentamente la donna indecifrabile che aveva di fronte e raccolse tutto il suo coraggio per porre la domanda che la tormentava.

-Perchè mi stai aiutando Raven?- domandò- Lo fai per Philip , per me o perchè pensi davvero che il maneggio sia un buon affare?

-Perchè, Alice, sei una ragazza davvero adorabile- esclamò quella, mostrandosi estremamente divertita dalla domanda- Sento che tra di noi c'è un legame speciale... è come se tu fossi una sorella minore per me.

 

- Ravenna!- esclamò Eden, correndo incontro alla sorella- sei tornata!Quel vestito è magnifico, e i gioielli che porti...insomma, stai benissimo! E' passato tanto tempo...ma non sei cambiata da come ti ricordavo...

Ravenna esitò un istante prima di ricambiare il suo saluto. Eden , la sua dolce  sorellina, era invece così cresciuta...col tempo era diventata ancor più bella di lei.

'La più bella del reame'...pensò amaramente.

Grazie alla forza dell'incantesimo dimostravano ancora la stessa età, ma Rumpel le aveva detto che tutto ciò non sarebbe durato a lungo... Se non si fosse presa quel cuore la magia l'avrebbe presto abbandonata insieme al suo potere, costringendola ad invecchiare e poi inevitabilmente a morire. 

Il suo passato la sommerse all'improvviso: il ricordo dell'innocenza perduta e ritrovata nello sguardo limpido della sua sorellina. Era lei il prezzo a cui Rumpelstiltskin si riferiva...l'unico che non era ancora disposta a pagare.

-Tu invece sei cresciuta molto piccola Eden- le rispose accarezzandole dolcemente il volto- fatti un po' vedere... sei diventata veramente bellissima.

Fu in quel momento che realizzò quanto le fosse mancata l'unica persona che l'avesse amata veramente, di un amore puro e  disinteressato. Capì che non avrebbe potuto prendere il suo cuore, anche a costo di perdere i suoi poteri... non se poteva avere ancora con sè la sua sorellina.

-Allontanati immediatamente da lei!- esclamò una voce alle loro spalle.

-Madre, anche io sono contenta di rivedervi...- disse Ravenna pacatamente.

-Madre- si intromise Eden- Ravenna è tornata per restare, non è vero? Finalmente la nostra famiglia sarà di nuovo unita... non te ne andrai più vero sorella?Mi sei mancata tantissimo in questi anni, ma perchè ci hai voluti lasciare senza nemmeno salutarmi?

-Vi ho voluti lasciare... - mormorò Ravenna, incredula- ...è questo che ti ha detto?

- Ravenna - l'ammonì la donna sulla soglia di casa.

-Non interrompermi, madre- si impose la regina- No, non me ne sono andata,Eden, in effetti direi che sono stata cacciata via. Non è vero madre?

L'anziana donna rimase in piedi a fronteggiarla con le braccia conserte, lo sguardo duro e battagliero.

-Ho fatto quello che dovevo per proteggere l'innocenza di mia figlia- sostenne con fierezza- almeno lei è cresciuta come Dio comanda, una ragazza onesta!Si sposerà domani col figlio del mugnaio, anche lui un giovanotto per bene. Perchè sei tornata Ravenna?Vuoi rovinare le sue nozze ricordando a tutti con chi è imparentata ora che finalmente i pettegolezzi sulla nostra famiglia si sono messi a tacere? Vuoi che Eden  sia abbandonata all'altare perchè sua sorella è una poco di buono?

-Il figlio di un mugnaio?- Ravenna scoppiò in una risata sarcastica- puoi fare di meglio sorellina, vieni con me, al mio palazzo... ti farò andare in sposa a un re prima della fine dell'anno, promesso. Potrai avere tutto quello che hai sempre sognato...abiti, gioielli e carrozze...nulla ti sarà negato.

-Ma io non voglio sposarmi con un re- sorrise Eden- io voglio Peter... lui mi ama!

- Eden, devi comprendere che tutti gli uomini desidereranno possedere la tua bellezza ,ma non ti ameranno mai per questo- affermò Ravenna - ...coraggio, vieni con me...

-Ho detto che devi stare lontano da lei!- si intromise la madre, ma bastò un cenno della mano di Ravenna perchè la loro casa incominciasse  a tremare finchè le assi di legno come sospinte da un vento magico non precipitarono addosso alla povera donna, schiacciandola.

-E io ho detto di non interrompermi, madre- disse semplicemente la regina.

-Mamma!!- si mise  ad urlare Eden , correndo verso le macerie- che cosa hai fatto? Hai appena ucciso nostra madre!!

-Se l'è cercata, Eden, hai sentito quello che diceva di me- si giustificò lei con noncuranza- avevo la tua età quando mi ha cacciata di casa...mi ha fatta sentire sporca, come una specie di mostro. Tutti quelli che conoscevo mi hanno voltato le spalle .E quello che ho subito dopo te lo risparmio...meritava di morire.

-Aveva ragione...- singhiozzò la ragazza, accasciata al suolo- ... tu non sei più mia sorella...sei diventata un mostro!

Furono quelle le parole che segnarono la sua fine.

Ravenna le si avvicinò piano, la abbracciò come per confortarla, ma quando sciolse la sua mortale stretta il cuore di Eden non batteva più nel suo petto ma era stretto nella mano della regina.

'Finalmente sono io la più bella del reame'... ma stranamente quel pensiero non riusciva a darle soddisfazione.

 

Ravenna si passò una mano sul viso, osservando il suo riflesso nello specchio del negozio di antiquariato. Piccole rughe quasi impercettibili si stavano facendo fastidiosamente visibili sul suo volto immacolato.

-Posso fare qualcosa per lei?- la interruppe il proprietario - La trovo stanca, mia cara.

-Ho avuto una giornata particolarmente intensa- rispose Raven - era da tanto che non usavo la magia...

-Oh, certo, per distruggere il lavoro di quel povero Maurice al maneggio Stone...Deve aver consumato parecchio potere ...del poco che ancora le resta- commentò lui  quasi sarcastico- Spero almeno che stia seguendo una dieta salutare che le consenta di rimettersi presto.

-Da quando qualcuno ha deciso di portarci tutti qui in questa cittadina in mezzo al nulla  con la sua stupida maledizione è diventato parecchio difficile per me  nutrirmi adeguatamente- ribattè la donna, spazientita.

Dopo Eden non aveva più avuto bisogno di altri cuori per mantenere la sua bellezza, ma qualcosa in quel mondo era diverso. Storybrook la stava lentamente privando di quel potere che aveva conquistato a così caro prezzo. E della possibilità di vendicarsi di chi l'aveva crudelmente umiliata...

-Mi permetta di rimediare, mia cara...- il signor Gold tirò fuori  da sotto il bancone un cofanetto, al suo interno c'era un cuore luminoso che Raven osservò con malcelata bramosia- ...la giovane donna che mi ha offerto questo in pagamento dei suoi debiti era particolarmente graziosa, sono sicuro che sarà di suo gradimento.

-Se ben ricordo... lei non fa mai dei regali- sussurrò  Ravenna, accarezzando quasi devotamente il cuore palpitante - solo contratti.

-Se ben ricordo, mia cara- ribattè lui, riservandole il tipico sguardo penetrante che riusciva ad eccitarla più della vista del sangue- c'erano altri tipi di contratti di cui non vedeva l'ora di rendermi partecipe.

 


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Capitolo 3
*** A Trade in Trust ***


 

 

I primi tre giorni di libertà Aurora li passò chinata su un catino a vomitare l'anima, sulle turbolente onde dell'oceano. Il primo ufficiale le aveva galantemente ceduto la propria cabina e aveva cercato in tutti i modi di mettere la principessa a suo agio, ma nulla aveva potuto contro il costante maltempo che li aveva perseguitati fin dalla loro partenza.

Ora in aggiunta ai ruggiti della tempesta un altro genere di boato proveniva da ponte, simile a una maschia  disordinata. Gemiti, urla e spari risuonarono per tutto il veliero, facendo tremare la fanciulla già provata dal consueto mal di mare.

-Restate qui, altezza- le disse l'anziano commodoro che si era incaricato della sua tutela- vado a vedere cosa succede. Vi prego di non muovervi da questa cabina, qui sarete al sicuro.

Aurora fremeva di trepidazione, era forse stata scoperta? Le guardie di suo padre erano forse riuscite a raggiungerla nel bel mezzo dell'oceano? Se così fosse stato il suo destino sarebbe stato certamente la torre, e questa volta per sempre... con le sue poche forze si tirò in piedi stringendosi addosso il mantello di sua madre.

In quel preciso istante uno sparo fece saltare il lucchetto che presidiava la sua porta e due uomini dall'aspetto sinistro fecero irruzione nella stanza. Uno di loro rimase nell'ombra celato dal suo mantello, l'altro, abbigliato delle tipiche vesti marinaresche , si fece invece avanti con spavalderia, come se si trovasse a casa sua.

La prima cosa che Aurora notò fu che gli mancava una mano, sostituita da uno sfavillante uncino d'argento.

-Siete un bottino niente male....ditemi avete altre perle nascoste in quel corsetto?- la apostrofò con un ghigno beffardo.

Aurora non era sicura di come interpretare quelle parole, ma cercò comunque di mantenersi lucida e di dare alla sua voce  tutta l'autorevolezza che derivava dal suo rango.

-Io non sono il vostro bottino- gli intimò ostentando fermezza.

-Chi altro dovreste essere visto che vi trovate sulla mia nave ?- le chiese lui, come se fosse la cosa più logica del mondo, mentre con lo sguardo ispezionava la stanza probabilmente alla ricerca di oggetti di valore.

- Non abbiate timore signora, non appena attraccheremo al prossimo porto vi lasceremo scendere e sarete libera di andare per la vostra strada- intervenne quello che pareva il suo secondo.

-... a meno che voi non ci supplichiate di restare- lo interruppe il pirata.

-Avete la nostra  parola- concluse il suo compagno, scoccandogli uno sguardo di rimprovero.

-La parola di chi, di grazia?-osservò lei,scettica.

-Capitano Killian Jones, al vostro servizio ...- si presentò il pirata con un mezzo inchino-...e questo filibustiere qui,che è anche più nobile di noi due messi insieme, è conosciuto col nome di Rob di Locksley - questi si abbassò il cappuccio con un gesto meccanico, dovuto alla presentazione.

Fu allora che Aurora riconobbe in quello sconosciuto uno dei pochi uomini il cui ritratto le fosse mai stato portato nella reclusione della torre.

-Il ...principe Philip?

Egli si arrestò di colpo, non aspettandosi di venire riconosciuto in quel paese che gli era straniero. Tuttavia anche la ragazza gli pareva familiare, non si trattava forse del ritratto che gli era stato inviato dai suoi ambasciatori...

-La...principessa Aurora?- mormorò stupefatto.

Mentre i due giovani si guardavano esterrefatti  Killian Jones scoppiò in una sonora risata.

 

-Guardami Philip, non sto ridendo... se questo è uno scherzo è davvero di pessimo gusto-dichiarò Alice,sbattendo in faccia al suo fidanzato la lista delle assunzioni al maneggio, lista che lo aveva delegato a firmare a suo nome del tutto in buona fede mentre lei si occupava del resto dei numerosi preparativi.

Su tale lista spiccava il nome di Drake Jones come capo scuderia, lo stesso Drake Jones che era stato loro compagno di liceo e migliore amico di Philip, al ballo di fine anno Philip e Alice  avevano condiviso la loro limousine con lui e con la sua ragazza dell'epoca, Milah.

Dopo il college quando Drake era rimasto senza lavoro Philip aveva intercesso per lui affinché fosse assunto nella sua stessa compagnia assicurativa, era stata proprio Alice a scrivergli il curriculum, lo stesso che ora si era impudentemente trovata sulla scrivania. Insomma era praticamente uno di loro e tale era rimasto... fino al giorno in cui i soldi della cassa avevano cominciato a sparire e Drake era stato licenziato in tronco, compromettendo seriamente anche la posizione di Philip all'interno della compagnia. Se solo pensava che anche il suo Phil era stato tra i sospettati del furto prima che venisse fuori che era stato Drake Alice riusciva ancora a sentire la rabbia che la accecava!

Philip al contrario aveva affrontato la questione in maniera più pacata come suo solito, aveva affrontato Drake in privato e non aveva mai raccontato nemmeno ad Alice che cosa si fossero detti, semplicemente aveva smesso di frequentarlo e lo stesso Drake non si era fatto più rivedere attorno a loro...fino ad oggi.

-Tra tutti i candidati per questo lavoro perchè proprio lui?-incalzò Alice, prima ancora di dargli l'opportunità di spiegare- Dopo tutto quello che ti ha fatto!Che faccia tosta deve avere avuto solo per presentarsi a un colloquio con te....

Il ragazzo si trovava immerso nelle scartoffie del suo ufficio, fino ad allora aveva dedicato la giornata a compilare noiose polizze assicurative per i suoi clienti così, quando la segretaria gli aveva annunciato la visita della sua fidanzata aveva  pregustato quel raggio di sole che gli avrebbe illuminato una grigia giornata...ma non appena la vide scura in volto realizzò che le previsioni metrologiche per lui davano tempesta.

Rivolse pazientemente lo sguardo verso il suo raggio di sole, per poi cominciare a dare le sue spiegazioni con la consueta calma e risolutezza.

-Innanzi tutto perchè non è che la lista dei tuoi candidati fosse poi così esaltante...quelli che non sono vecchi o infermi nostalgici del rodeo richiedono uno stipendio del tutto sproporzionato alle loro mansioni. In secondo luogo Drake  sa prendersi cura di ogni tipo di bestiame, suo padre era uno dei più abili allevatori che Storybrook abbia mai avuto.

-Era anche un noto alcolizzato che picchiava moglie  e  figli- gli ricordò Alice.

Per un istante ricordò anche come l'avevano scoperto, quella mattina di tanto tempo fa in cui per sbaglio aveva visto Drake lavorare in giardino senza maglietta, i grossi lividi violacei che ricoprivano  buona parte del suo stomaco... Philip ovviamente lo sapeva da tempo,ma aveva preferito mantenere il segreto dell'amico anche nei confronti della propria ragazza.

-La mia decisione si basa unicamente su parametri di convenienza di mercato. In questa stagione non troveremo nessun altro disposto a fare lo stesso lavoro al medesimo costo-concluse Philip pragmatico.

-Ma perchè lui?- insistette la ragazza - finirà per metterci nei guai come suo solito...

-Inoltre...- il tono di Philip si addolcì un poco- ...Alice, puoi perfettamente immaginare che ha bisogno di questo lavoro. Santo Iddio, dopo lo scandalo che sappiamo nessuno l'ha più assunto se non per lavori stagionali!Hanno perso la casa, lo sapevi? Ora si è praticamente ridotto a vivere su una casa-galleggiante...

-Oh, ti prego, non spererai sul serio di convincermi con questa storia...

-Era nostro amico- ribattè Philip.

Dopo un lungo momento in cui il silenzio fece da cornice  a quell'affermazione, Alice annuì appena.

-E' un ladro e un bugiardo- disse infine- ma me lo farò andar bene... per ora.

 

-Voi... voi avete rubato la mia nave!!- lo accusò la principessa, esterrefatta e indignata allo stesso tempo. Philip la osservò impietrito,incapace di produrre una spiegazione convincente.

-Requisita in effetti, suona molto meglio- la corresse il pirata, senza smettere di esaminare il ricco arredamento della cabina con la perizia di un orefice.

-E comunque che cosa ci fa un principe in compagnia di simile marmaglia?

Ancora una volta fu il capitano pirata ad avere la risposta pronta.

-Scappava da voi ovviamente- disse come se si trattasse della cosa più naturale del mondo- e ora che ho avuto il piacere di fare la vostra regale conoscenza, madamigella...non posso certo dargli torto.

Aurora lo incenerì con lo sguardo.

- Hook, basta così- intervenne finalmente il principe, che sembrava aver ritrovato l'uso della parola- quello che il mio impudente compagno  intendeva dire è che i nostri affari sono materia privata. Sappiate comunque che non avete motivo di temere da noi e tanto vi basti.

Nel mentre il pirata stava carezzando con lo sguardo un cofanetto incastonato di gemme, posato accanto al letto della principessa. Sopra vi era inciso uno stemma e tanto bastò a mutare lo sguardo divertito che aveva tenuto fin ora  in un gelido contegno che mal gli si addiceva. Aurora se ne accorse e immediatamente si frappose tra lui e il cofanetto.

-Quello non lo dovete toccare- dichiarò.

Non avrebbe permesso che l'ultimo regalo di sua madre finisse nelle mani di un fuorilegge, l'ultimo tesoro che il suo regno a cui aveva detto addio per sempre le avrebbe offerto. Si diceva fosse un cofanetto incantato, donato tempo fa a sua madre da un potente stregone....nessuno sapeva cosa contenesse, eppure tutti sembravano avene un certo timore. La regina aveva insistito che la principessa lo portasse sempre con sè, aveva detto che l'avrebbe protetta...

-Spostatevi donna- ribattè Killian Jones, questa volta molto più minaccioso- non sapete con cosa avete a che fare.

-Fatemi spostare voi- rispose Aurora con aria di sfida-io non ne ho la minima intenzione.

- Hook, lascia perdere ...- lo ammonì il suo compagno posandogli una mano sulla spalla nella speranza di distoglierlo da quel facile bersaglio, ma ormai l'attenzione del pirata era stata  catturata dalla prospettiva di una sfida.

 E il capitano purtroppo  aveva fama di non tirarsi mai indietro, qualsiasi fosse la provocazione che riceveva.

-Non essere sciocco Phil, non le farò del male- disse  infatti con un ghigno ben poco rassicurante- ma la ragazzina ha qualcosa che mi appartiene e adesso me lo vado a riprendere.

Mosse appena un passo in direzione della fanciulla prima di essere bloccato da dietro.

-Ora signor Jones, confido di avere la vostra attenzione- dichiarò il principe, che aveva puntato il proprio pugnale alla gola del capitano, i suoi occhi sembravano quasi diventati più scuri alla tremula luce delle candele- la ragazza non si tocca e i suoi averi rimarranno inviolati. Inoltre verrà con noi, in qualità di nostra gradita ospite.

-Prigioniera, vorrete dire- commentò la ragazza .

Aurora si rese conto che rivelando la sua identità aveva anche segnato il suo destino, quello non era certo il nobile principe di cui tanto aveva sentito parlare e non sembrava nemmeno intenzionato a restituirle la sua libertà.

-Non dite sul serio....Non erano questi gli accordi- rantolò Hook, sul volto il fantasma di un sorriso che era fin troppo chiaramente il suo modo leggero di bluffare.

-Oh, si che sono serio... e quanto ai nostri accordi sono appena cambiati- dichiarò Philip con aria marziale.

-E va bene, va bene...- il pirata alzò  mano e uncino in segno di resa per poi scoppiare in una risata spezzante-  spero solo che la ragazza sappia con che cosa sta giocando... la magia ha sempre un prezzo.

 

-Signor Jones, questo dovrebbe essere tutto- Alice fece per consegnargli le chiavi della scuderia, ma nel compiere quel semplice gesto ebbe un istante di esitazione di cui lui si accorse.

Drake la ricambiò col solito sorriso menefreghista, che lei ricordava bene.

-Avanti...dillo- dichiarò semplicemente allargando le braccia in un gesto teatrale- è tutta la mattina che vuoi farlo, prima o poi dovremo affrontare il discorso ,giusto?

-Preferirei di no- ribattè Alice con tutta la serietà e la professionalità di cui sapeva essere capace- sei un mio dipendente adesso, i nostri rapporti saranno strettamente professionali...non...voglio che ci sia nessuna questione di carattere personale tra di noi... tu fari il tuo lavoro, io ti pagherò lo stipendio. Fine del discorso.

-Andiamo Allie!!Non la dai a bere a nessuno quando fingi di fare la fredda stronza in carriera...non certo a chi ti conosce bene quanto...

La ragazza reagì a  quella provocazione schiaffeggiandolo in pieno viso, senza nemmeno lasciarlo finire.

-Non chiamarmi mai più Allie - ringhiò come farebbe un lupo che snuda le zanne - hai perso questo diritto quando hai tradito la fiducia di Philip. Il tuo migliore amico, ricordi? E avresti lasciato che passasse dei guai al posto tuo, dannato egoista egocentrico!Poteva benissimo perdere il lavoro,sai?

-No, non è questo- la corresse lui con calma- tenta ancora Allie, lo so cosa vuoi dirmi veramente....

La ragazza non ebbe bisogno di riflettere per capire cosa intendesse. Che le piacesse o no, Drake aveva sempre avuto la capacità di capire con un solo sguardo quali fossero i suoi problemi,e  lo aveva sempre fatto con una freddezza che il più delle volte era riuscita a spaventarla.

-Hai tradito la mia fiducia!-ammise infine- Eri mio amico!Non solo di Philip, anche mio...e non ti sei disturbato nemmeno a darmi una spiegazione...ti sei semplicemente allontanato...come se non te ne importasse più niente!Come se a me non potesse importare! Ora ricompari qui e io cerco di comportarmi normalmente,ma...

-Ma...- la incoraggiò lui.

Alice trovò il coraggio di alzare lo sguardo, perchè si disse non era certo lei tra i due che doveva vergognarsi.

-Ma non potrò mai più fidarmi di te, Drake.Mai più.- concluse la ragazza tristemente- Mi dispiace , non ci riesco.

Drake non ne sembrò stupito, e anche se fosse non lo diede a vedere.

-Almeno adesso sei riuscita ad ammetterlo- commentò , sempre imperscrutabile- facciamo progressi Alice. Ho sempre pensato che ci fosse un qualcosa di assurdo nel modo in cui hai sempre cercato spasmodicamente di scappare da quella che sai benissimo essere la verità.

 

Aurora aveva deciso che sarebbe scappata  quella notte,aveva rubato un mantello da pirata e le tenebre avrebbero favorito la sua fuga verso al prima scialuppa disponibile. La nave era buia e purtroppo qualche cosa buttato di traverso sul ponte la fece inciampare, non qualcosa,scoprì poco dopo,  bensì qualcuno.

-Ahi- si lamentò il capitano, bruscamente svegliato dal peso della donzella-Porta sfortuna avere una donna a bordo, lo sapevate?Bè, non ne ho mai capito il motivo...fino ad ora.

-Signor Jones - ribattè lei, cercando di dominare l'imbarazzo- vi capita spesso di cadere ubriaco dopo aver sequestrato un'incolpevole fanciulla?

- Sequestrata... ah,sentitela...fosse per me vi avrei già fatta sbracare sul primo sputo di terra disponibile...- commentò tra sè e  se  mentre beveva una sorsata di rum dalla bottiglia che aveva in mano per svegliarsi del tutto- ne volete per caso?- offrì il sudicio collo della bottiglia alla ragazza che inorridì al forte odore alcolico.

Aurora declinò l'invito e si rialzò mortificata, ma decise nondimeno di cogliere quell'occasione , forse l'unica che le sarebbe mai capitata, per la sua fuga.

-Sono i vostri uomini, ordinategli di rilasciarmi!- disse  con veemenza.

-Saranno anche i miei uomini, ma è il principino che paga i loro compensi...e lo fa in oro- il pirata si esibì in una smorfia sprezzate, mentre camminava su e giù con fare irrequieto - siamo tutti agli ordini di sua altezza ora!- lanciò la bottiglia mezza vuota che si schiantò sul pontile in mille pezzi e si avvicinò pericolosamente alla fanciulla.

-Cosa state facendo?- chiese lei con un filo di voce, non appena si accorse di essere in trappola.

-Voi cosa credete?-le sussurrò chinandosi ancora di più su di lei e scoppiando a ridere quando la vide arrossire- Non avete nulla da temere, vi trovo passabile ... ma non siete abbastanza bella per i miei standard. Mi riprendo soltanto quello che è mio, parte del mio bottino come tutti i vostri averi su questa nave... e non la parte migliore- concluse sfilandole il suo mantello.

-Aspettate, io ... per favore ho bisogno di quel mantello - protestò la ragazza.

-Avete bisogno di un logoro mantello sgualcito...no, appena attraccheremo a Tortuga ve ne ruberò uno migliore, più resistente e adatto alla vita di mare...

-Mi servirà per scappare- specificò Aurora- solo così potrò sperare di non essere riconosciuta ... dopo di che non sarò più un vostro problema, giusto? tenetevi pure le scarpe, i gioielli, quello che volete...ma non il mantello di mia madre!

-Capisco, capisco- mormorò il pirata- Se per voi questo mantello è così importante ... ve lo cedo in cambio di un bacio.

Aurora rimase impietrita di fronte a tanta insolenza,mentre le sue gote si imporporarono vistosamente.

-Che cosa? Avete detto che non sono abbastanza bella per voi!

-Ho detto anche che siete passabile ... cosa c'è? Non avete mai baciato nessuno prima? Prometto di non ridere di voi anche se sarete un completo disastro, dopotutto è la vostra prima volta.

-Tenetevi pure il mantello, troverò un'altro modo per andarmene di qui!-inveì la ragazza, cercando di levarselo di dosso a forza.

-Tornate indietro, stavo scherzando... il mantello ve lo potete pure tenere,consideratelo un'ammenda per essermi divertito a vostre spese prima. Ma non riuscirete certo a scappare con così poco....

-E con che cosa ci potrei riuscire, signor Jones?

-Con il mio aiuto ad esempio, altezza- ribattè il pirata sorridendo arrogantemente- vi aiuterò a scappare da lui se è questo che volete,ma lo farò solo in cambio del cofanetto...tutto ciò che è al suo interno ve lo potete anche tenere, qualsiasi cosa sia, solo il cofanetto mi interessa. E' tutto ciò che mi serve per rintracciare 'quella persona'...

La ragazza non potè fare a meno di fissarlo con aria scettica per qualche istante.

-Davvero?-mormorò infine, incerta se fidarsi o meno- Ho la vostra parola di gentiluomo?.

-Avete la mia parola di capitano pirata- confermò lui solennemente.

 

-Il lavoro è mio- annunciò Drake all'uomo che guidava la porche ferma all'angolo della strada di fronte al bar da cui lui stava uscendo- hai mantenuto la tua parola. I miei complimenti!!- anche se aveva alzato la voce con fare plateale la strada di periferia era deserta e nessuno li avrebbe visti o sentiti parlare.

-Come sempre- rispose Philip pacato- ma tu assicurati di tenere bene a mente anche la tua parte del nostro accordo.

-Per questo ti sei sentito in dovere di comprare il mio silenzio con questa assunzione?

- Non dirai una parola di quello che successe ...quel giorno.

-Quanto a questo non devi dubitarne- Philip stava per rialzare io finestrino della costosa vettura, quando Drake proseguì- ma una cosa non mi è chiara...come mai la fidanzata non ne sa niente? Non sei abbastanza uomo da provvedere ad affrontare la sua reazione? Oppure semplicemente  credi ti lascerà dopo aver scoperto che sei tu il ladro e il bugiardo che tanto disprezza?!Ah,  il principino non vuole sporcarsi le mani ...  hai sempre usato gli altri per questo.

- Drake, amico mio, sei un po' su di giri- constatò Philip - di certo non posso risentirmi per quello che dici, non sei in te.

-Ma non ero ubriaco allora, anzi ero molto lucido quando ti ho visto prendere quel denaro dalla casa dell'assicurazione....- sussurrò quasi soavemente, suscitando nell'altro un brivido d'allerta- ...ma siamo ragionevoli, chi avrebbe creduto al figlio dell'ubriacone del villaggio, al ragazzo disadattato  piuttosto che a Philip, il figlio perfetto che vive nella casa perfetta con la fidanzata perfetta?!- cantilenò.

-Hai ottenuto anche tu quello che volevi no?Questo vuol dire che siamo pari- gli fece notare Philip spazientito- e che tu terrai la tua boccaccia chiusa. Specialmente con Alice.

-Io voglio solo un lavoro che mi consenta di tirare avanti, è un desiderio semplice e per il momento non ho proprio alcun motivo di crearti problemi... tu invece mio caro Phil? Che cos'è che vuoi davvero dalla cara Alice?- lo provocò Drake.

Questi non rispose, ma accese il motore della macchina  e partì.

 

 

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Capitolo 4
*** The Queen Mother ***


 

 

Ravenna era  affacciata alla più alta balaustra della fortezza, lo sguardo rivolto allo scontro che stava avendo luogo nel piazzale sottostante. Un ultimo drappello di soldati fedeli al re stava cercando vanamente  di espugnare il palazzo, protetto dalle sue guardie, guerrieri di tenebra che non potevano provare dolore o paura, null'altro che involucri vuoti creati dalla sua magia. Eppure quegli stolti umani insistevano nel volerla contrastare, ignari che la sorte del loro signore si era già compiuta dal momento in cui aveva, contro il parere della sua corte, sposato la bella regina già vedova di altri sovrani che non avevano avuto miglior sorte di quella che l'aveva colto nella sua prima notte nuziale.

Sorrise impercettibilmente non appena avvertì la sua presenza dietro di lei e le sue mani scivolare leggere sul contorno dei suoi fianchi, ma senza ancora toccarla. Era divenuto quasi un rituale per loro, incontrarsi ogni qual volta Ravenna seppelliva un altro consorte accrescendo così il suo potere. E lei aveva provveduto affinché succedesse spesso, voleva così tanto renderlo fiero di lei...

-Mia regina... ecco che un altro regno si prostra davanti alla vostra gloria- le parole di Rumpelstiltskin  scivolarono nel suo orecchio come un dolce veleno.

-Lo sentite? E' il suono del combattimento e di vite perdute...una volta mi causava dolore sapere che sono la causa di tanta sofferenza e disperazione- Ravenna si voltò verso il suo ospite, un sorriso crudele sul viso -Ma ora,  il loro pianto mi dà forza.

-E' così? Allora il vostro potere non avrà mai fine... - sorrise lui di rimando, dimostrando così la sua approvazione verso la sua discepola - ...come la vostra bellezza, che oggi vi regala un altro trono... il mio lavoro qui è terminato- aggiunse quindi , mentre quasi casualmente le sistemava dietro l'orecchio una ciocca di capelli dorati.

Rumpelstiltskin si ritrasse prima di darle il tempo di realizzare il senso delle sue parole...Ravenna inarcò le sopracciglia, contrariata. Si aspettava un bacio quale premio finale per tutto quello che aveva fatto  ed invece aveva ottenuto un addio.

-Quasi- lo corresse lei, mantenendo a stento un'espressione distaccata- prima devo sbarazzarmi dell'unica cosa che ancora si frappone fra me e il trono - ad un cenno della sua mano le porte del salone si spalancarono.

Con passo deciso si diresse verso la torre, dove inconsapevole della battaglia combattuta in suo nome all'esterno dormiva un fanciullo di appena dieci anni.

-Un ragazzino, mia cara?- Rumpelstiltskin , subito dietro di lei , per una volta non aveva alcuna voglia di fare dello spirito- non è una minaccia seria per voi.

-Non un ragazzino qualunque... Vi  presento il principe Philip -  spiegò Ravenna - il popolo non accetterà mai una regina usurpatrice, finchè  il vero erede del re di questo paese vive... per questo deve morire- constatò con freddezza, estraendo un lungo pugnale e sollevando lo sul corpo inerme del bambino addormentato.

-Tenetelo con voi dunque- suggerì Rumpelstiltskin  - la sua presenza darà almeno una parvenza di legittimità alle vostre pretese su queste terre...vi sarà utile- sottolineò.

-E dovrei occuparmene io quando nemmeno suo padre lo ha voluto?- Ravenna rise apertamente di quella proposta - Da quando sono qui  non lo ha mai  degnato di uno sguardo- la sua voce si incrinò per un momento-...non gli importava di null'altro se non rimpiazzare la sua defunta regina con una più giovane. Sarebbe successo anche a me prima o poi. Questo è quello che gli uomini pensano di poter fare di noi...se lo lascio vivere anche lui diventerà così. Anche lui non esiterà a mettere da parte una sposa, per volgere altrove i suoi sguardi di lussuria...come ha fatto su padre.

Come ha fatto mio padre, stava pensando Ravenna.

Fu solo quando Rumpelstiltskin si avvicinò a lei che si accorse di stare tremando.

-Come biasimarlo...- le sussurrò all'orecchio, mentre la sua mano si posava su quella di lei che stringeva ancora il pugnale- ...non siete un po' troppo severa, mia cara? La vostra bellezza sarebbe sufficiente a corrompere chiunque, anche il più fedele degli uomini.

Non mi è servita a corrompere te, avrebbe voluto ribattere Ravenna, se vuoi  abbandonarmi nonostante i miei sforzi vuol dire che non sono ancora potente abbastanza.

-Non ha importanza perchè suo padre lo ha abbandonato... significa che non lo amava abbastanza- disse invece e contestualmente abbassò il pugnale- ma dal momento che ci tenete tanto, che viva!

-Siete una donna molto saggia...- quando si chinò sul volto pallido della regina fu lei a scostarsi bruscamente.

-Sono anche una donna molto volubile- commentò Ravenna - tornate presto a farci visita... per assicurarvi che io non abbia cambiato idea.

Lo aveva in pugno.

E a quanto pareva aveva anche un moccioso a cui badare, pensò, vagamente divertita dall'idea di essere appena diventata una madre.

 

-Madre... va tutto bene?- la voce preoccupata di Philip la raggiunse , distogliendola dai suoi pensieri.

Raven richiuse in fretta il cofanetto che conteneva il cuore , appena in tempo perchè il figliastro non ne notasse la innaturale luce rossastra.

-Naturalmente mio caro- rispose senza esitazioni, fingendo di stare completando come sempre la sua toeletta.

-Sembri un po' pallida e stanca- osservò Philip , mantenendosi rispettosamente sulla soglia della sua stanza da letto- forse il lavoro al maneggio sta assorbendo troppo le tue energie...

-E' certamente così- annuì Raven - ma è anche un progetto che non intendo abbandonare. A questo punto la nostra famiglia è troppo coinvolta, non credi? Inoltre trovo che la serata dell'inaugurazione che terremo a breve  sarà... emozionante. Non la perderei per nulla al mondo e non dovresti farlo neanche tu.

-Lo so, anche Alice è molto entusiasta- osservò Philip - sono davvero contento che voi due stiate andando così d'accordo.

-E' una ragazza dal cuore d'oro- sorrise Raven, mentre una mano accarezzava lentamente il coperchio del cofanetto- mi sento davvero legata a lei. A proposito, ti sei occupato di quella questione?

-Non parlerà con Alice di quanto è successo in passato, non se vuole conservare questo lavoro- rispose il ragazzo, senza però celare una nota di disapprovazione nella sua voce.

-Qualcosa non va caro? - domandò Raven distrattamente, mentre finiva di truccarsi.

Philip si irrigidì, ma mantenne tuttavia  una calma ammirevole.

-Io...ho fatto come mi avete consigliato, madre- cominciò- ma continuo a non credere che sia una buona idea fare sì che Drake frequenti la mia ragazza... non è per  Alice, sia chiaro... Io mi fido di lei !

-Eppure...- commentò Raven passandosi sulle labbra il suo rossetto più scarlatto- le donne sono volubili, mio caro Philip...

-No- rispose lui con convinzione- lei non farebbe mai niente per ferirmi.

-Allora non vedo perchè preoccuparsi tanto di queste assurdità- lo interruppe la matrigna-  piuttosto assicurati che Alice sia pronta per la festa di inaugurazione! Ho organizzato proprio una bella sorpresa per lei e voglio che se la goda appieno- concluse con un accattivante sorriso scarlatto.

-Tutto questo  è davvero molto generoso da parte tua...

La donna ricambiò il sorriso di Philip, lo scrigno di legno saldamente racchiuso da entrambe le sue mani.

-Per così poco...- cinguettò- ...non c'è nulla che non farei per il mio principino.

 

-Io sono il principe Philip , unico e indiscusso erede di questo reame- annunciò pomposamente il ragazzino gonfiando il petto nella sua armatura  lucente- e in questo giorno per voi funesto io vi sfido per il mio onore, il mio castello e la mia bella regina!

-Voi perderete, mio principe- rispose fieramente il cavaliere dall'armatura nera che lo fronteggiava- non potete competere con la mia lama. Dopo che vi avrò ucciso in duello  io avrò il vostro regno e porterò la bella regina nel mio castello nero.. dove sarà solo mia!

-Basta così... lasciamo che siano le spade a parlare- ribattè fieramente il ragazzino.

-Acciaio contro acciaio, non chiedo di meglio - anche il cavaliere nero sguainò la spada- sarà per me un grande onore affrontarvi sul campo e prendermi la vostra giovane vita.

- Preparatevi a ripagare tali offese con la vostra, messere!

-Oh, siete ridicoli...- commentò Ravenna, che aveva incrociato le braccia contrariata nel trovare la sua sala del trono trasformata in una giostra da torneo, con tanto di finti cavalli che nitrivano e falsi spettatori tutto intorno- ... è ora di andare a dormire, Philip!Basta con queste sciocchezze.

La regina batté le mani e l'incanto nel salone si dissolse , lasciando il piccolo Philip in una semplice camicia da notte con in mano la sua spada giocattolo , ormai spoglio della splendida armatura magica.

-Ma madre...il duello non è ancora finito...- protestò debolmente il bambino.

 Anche il cavaliere nero si dissolse  e al suo posto ritornò Rumpelstiltskin, nei suoi soliti abiti eccentrici.

-Il principe ha ragione- confermò in tono grave- tra me e questo gentiluomo c'è ancora una questione d'onore da risolvere, mia signora, e temo che l'onore non possa essere rimandato.

-Vi prego madre!- gli fece eco il ragazzino.

-E va bene- si arrese Ravenna  di fronte ai suoi occhioni imploranti- e tu Rumpel, sbrigati a  morire questa volta... Philip dev andare a riposare.- aggiunta rivolta all'altro contendente.

Questi  le rivolse un inchino galante prima di dare inizio allo scontro. Dopo una mezza dozzina di abili parate e  affondi  calcolati finalmente Rumpelstiltskin si accasciò a terra dichiarandosi sconfitto e mortalmente ferito.

-Voi mi avete battuto principe Philip...il mio potere oscuro nulla è valso contro la vostra valorosa spada-rantolò in maniera teatrale-...ora io muoio portando con me col mio ultimo sguardo sulla terra dei vivi  il dolce ricordo della  dama più bella del reame- aggiunse rivolto a Ravenna, che esasperata levò gli occhi al cielo.

 Infine si accasciò a terra e lì  rimase immobile.

-Evviva!!- esultò il piccolo Philip, trotterellando tutto contento verso la regina - Mi avete visto madre?Mi avete visto? Ho difeso il vostro onore e nessuno oserà mai cercare di portarvi via!! E dovevate vedere come sono stato bravo prima a cavalcare il cavallo alato...e abbiamo anche preso il the sul soffitto...- a questo punto Philip fece del suo meglio per trattenere uno sbadiglio.

-Certamente, mio caro- rispose lei con un sorriso indulgente- ora però a letto, su, svelto...domani mi racconterai tutto delle tue prodezze- gli accarezzò i capelli e si assicurò che si stesse avviando verso le sue stanze. Infine si volse verso il bambino più grande, miracolosamente resuscitato.

-E' ora di finirla con questa storia- borbottò- non è bene che Philip si agiti così prima di andare a dormire, ora come credete che possa prendere sonno?! Se non riposa adeguatamente non sarà colpa mia se si addormenterà a lezione coi suoi precettori...

-Non temete, mia cara, a quell'età sono instancabili...domani mattina sarà come nuovo!

-Oh, e da quando siete un esperto di ragazzini?- domandò Ravenna , sospettosa.

-A tutti i ragazzi della sua età piace giocare ai cavalieri- commentò lui, distrattamente- per indovinare questo non c'è bisogno dei miei non indifferenti poteri.

-Piaceva anche a vostro figlio?- si arrischiò a domandare la regina.

Ormai lo aveva capito.

In quegli anni le visite di Rumpelstiltskin erano state troppo frequenti perchè ci potesse essere ancora qualche dubbio: Ravenna aveva notato che amava passare il suo tempo libero a giocare con il piccolo Philip, spesso rimaneva a cena con loro e incantava entrambi con improbabili racconti delle sue ultime malefatte. Eppure non aveva mai parlato di sè o della sua vita, se avesse mai avuto un qualcosa di simile a una famiglia... ed ora Ravenna ne ebbe la conferma definitiva.

-Un tempo...- sussurrò Rumpelstiltskin, ma non aggiunse altro, lasciando che la curiosità ardesse negli occhi della regina.

Invece le si avvicinò  tanto da sentire il fremito della sua pelle quando le accarezzò le spalle scoperte. Il calore del suo corpo, rinvigorito dal sangue di una giovane vittima, non era mai stato più invitante... una tentazione che era stata sotto i suoi occhi per troppo tempo e alla quale aveva deciso di cedere, anche se significava darla vinta a quella donna.

- ...ora preferisco altri giochi- le confessò all'orecchio, mentre la sua mano destra slacciava con calcolata lentezza la veste da camera di lei fino a lasciare scoperta la morbida curva dei seni.

Ravenna sorrise compiaciuta, facendo scivolare le mani sul suo petto in maniera provocatoria.

-Sarebbe un gioco molto divertente ... - sussurrò in maniera seducente- ... ma dimenticate una cosa : non avete vinto il duello, non potete ancora avermi- concluse con una nota di pura crudeltà richiudendo la vestaglia e ritirandosi senz'altro aggiungere nelle sue stanze.

 

Raven fece la sua maestosa entrata nel negozio di antiquariato, come se fosse  casa sua. Ostentava una bellezza fresca e radiosa, grazie al giovane cuore che aveva appena consumato.

Eppure niente di tutto quello splendore le valse più che un'occhiata sfuggente sulla persona che desiderava impressionare, il signor Gold le rivolse un formale benvenuto prima ritornare a prestare la sua attenzione alle carte che stava esaminando.

Raven, che in nessuna circostanza era abituata ad essere ignorata, tamburellò nervosamente sul bancone con le unghie laccate di nero.

-Pensavo che  potrebbe interessarle partecipare al nostro piccolo evento di inaugurazione al maneggio- disse estraendo dalla borsetta un invito elegantemente confezionato - Posso assicurarle che sarà una serata piena di sorprese...  le riserverò un posto nel privè, solo per pochi intimi ovviamente, in questa piccola e noiosa città ci sono davvero poche persone che valga la pena frequentare!

-E' venuta di persona fin qui solo per recapitarmi un invito? Forse non sa, mia cara, che Storybrook per quanto piccola  e noiosa beneficia di un ottimo servizio postale- commentò lui, distrattamente.

-E' forse  impegnato per quella data?- domandò irritata.

-Devo vedere alcuni clienti- rispose vago- ma potrei anche decidere di darci un'occhiata... in fondo si è impegnata tanto per realizzare i sogni di quella ragazza... e di Philip ovviamente.

-Oh- commentò quindi Raven - devo dedurne che la mia piccola sorpresa... non sarà una sorpresa per lei.

Quell'uomo riusciva sempre a  sorprenderla trovandosi tre passi avanti a lei, qualsiasi strada decidesse di percorrere.

-Mi sottovaluta,  come sottovaluta Drake Jones... il capitano non è un uomo da lasciarsi usare come una pedina per i suoi scopi- le spiegò pazientemente - è un uomo pericoloso.

-Mi piacciono gli uomini pericolosi... dovrebbe saperlo- decise di provocarlo, senza prendere seriamente quel consiglio.

- Raven... è ancora in tempo a fermarsi, se lo desidera.

-Non ne vedo nessuna necessità- insistette la donna, troppo sicura di se per ammettere che tutto non potesse andare come da lei previsto -Quando decido di giocare ho difficoltà a  fermarmi.

-Forse non siete abile a giocare  a questo gioco quanto credete, mia cara- rispose il signor Gold - e se continuerete per questa strada finirete per fare del male a qualcuno che amate. E quando questo succederà la vostra piccola vendetta nei confronti degli Stone sembrerà davvero insignificante se paragonata al danno che si sarà procurata.

-Come osa?- ribattè lei- Io MAI farei del male volontariamente a Philip...lui fa parte della famiglia.

-Con tutto il rispetto, mia cara, questo non depone certo a suo favore- rispose lui con freddezza- voi avevate una famiglia... e l'avete uccisa- le ricordò.

Mai si sarebbe aspettata che potesse usare questo contro di lei, un giorno.

- Philip non corre alcun rischio. Non avete motivo di preoccuparvi per lui...- ribattè Raven con dolcezza - dopotutto lui non è  vostro figlio.

Dopo aver detto questo si ricompose velocemente e abbandonò in fretta e furia il negozio.

Io non lo perderò, si convinse Raven mentalmente, non questa volta.

 

-Madre, permettete una parola...in privato- il principe Philip si inchinò con devozione davanti al trono della regina Ravenna, che con un cenno della mano licenziò il suo seguito e le guardie.

-Per te sempre, mio caro- disse dolcemente- allora , cosa desideri dirmi di così privato ed urgente?

Il suo Philip si era fatto un uomo ormai, era diventato il più prode cavaliere del reame e le era interamente devoto. Eppure quel giorno sembrava strano, turbato quasi. Fissava ostinatamente il pavimento del salone delle udienze ed evitava di guardarla negli occhi.

-Anche se nessun vincolo di sangue ci lega voi mi avete cresciuto... per questo vi sarò sempre riconoscente e voglio che sappiate che non c'è nulla che non farei per voi- esordì infine.

-Tanta devozione arriva con una richiesta devo presumere- rispose la regina con tono piatto- ah sarà una lunga conversazione immagino! Perchè non ti accomodi....

Con un cenno disinvolto della mano Ravenna fece si che la tavola grande si imbandisse di leccornie per uno spuntino pomeridiano. Philip davanti a quel prodigio rimase rigido come una statua.

-Riguarda proprio al vostra magia e il facile uso che ne fate- ammise il principe con una certa inquietudine- Io ...non penso che sia saggio abusare del il vostro potere. Il popolo ha paura della magia. Non vi accetterà mai come regina finchè continuerete a praticarla pubblicamente.

-Il popolo è solo una massa di ignoranti, non mi interessa la loro opinione... invece per quanto riguarda mio figlio... ma che dico? A te  è sempre piaciuta la magia!- rise la regina, riempiendo di vino la propria coppa utilizzando un altro incantesimo come se nulla fosse- Quando eri solo un bambino adoravi giocare a quei tornei per ore e ore...

-Appunto: quando ero solo un bambino era divertente!- ribattè  Philip , indugiando come se avesse bisogno di tempo per scegliere le parole più adatte e delicate- Ma ora le cose sono diverse... quello che intendo è che potreste facilmente rinunciare ad usare la magia ed essere lo stesso felice. Cosa vi serve che ancora non avete?

-Se per ipotesi rinunciassi ai miei poteri quanto credi che ci metterebbe il popolo che tanto difendi a mettere la mia testa su una picca?

-Smettetela di comportarvi come se il mondo fosse vostro nemico! Non vi accadrà nulla...ci penserò io a difendervi!

Ravenna scoppiò in una sonora risata.

-Ah, Philip, dovresti vederti...sei adorabile!Ma sei anche un uomo e dici questo perchè mi vedi ancora bellissima ... tutti gli uomini desiderano proteggere e amare le belle fanciulle, ed esse vedendoli così prodi e valorosi si fidano di loro...ma vuoi sapere una cosa? E' un errore imperdonabile che non commetterò ancora. Non rinuncerò mai al mio potere per mettermi nella mani di un uomo. Ho pagato un alto prezzo e ora questa magia mi appartiene.

-Non sono parole vostre non è vero... dovevo immaginarlo, è stato lui a convincervi di questo- affermò il principe, pur se queste parole gli costavano molto.

-Lui chi? -domandò la regina , ora palesemente irritata.

-Sapete bene a chi mi riferisco... e mi dispiace, perchè sapete bene che gli sono affezionato quanto voi. Ma tra la gente comune si dice che abbia fatto delle cose terribili, cose che se solo sapeste...

-Ne sono perfettamente a conoscenza- lo interruppe Ravenna - quello che non so è come puoi essere così ingrato verso chi ti ha cresciuto. Rumpelstiltskin ha salvato la tua vita, quando ancora eri un bambino! Non dimenticatelo Philip, si è sempre corporato come un padre con voi..... Abbiamo vissuto anni felici noi tre insieme, come una famiglia.

-Ma non vi ha mai sposata, o sbaglio?- ribattè Philip - Va e viene come gli pare da questo castello e non si ferma nelle vostre stanze per più di una notte. Forse non siete così importante per lui come credete...aprite gli occhi una buona volta: non siete sua moglie e io non sono suo figlio. Noi non siamo la famiglia che ha perduto e non potremo mai rimpiazzarla.... questo lo capireste anche voi se non foste così ossessionata da lui!- Philip tirò un lungo sospiro .

Ravenna era fuori di sè.

-Avete dunque intenzione di permettere l'uso della magia nera nel nostro regno?- domandò quindi il giovane- Madre, vi prego di considerare che nessun bene può venire da qualcosa di così malvagio...

-Nel mio regno- lo corresse Ravenna - qui sono io che comando e si, io lo consento. Io sono la voce dell'autorità!Non devo certo delle spiegazioni a voi...

-Molto bene. Allora io non starò qui ad assistere a questo scempio... - la informò il principe-...ho intenzione di partire, madre.  Me ne andrò in cerca di avventura, molto lontano da qui.... probabilmente non farò ritorno  per molto , molto tempo.

-Benissimo- ribattè lei, ancora infervorata- va pure se è questo che desideri.

In fondo non credeva seriamente che suo figlio, il bambino che aveva cresciuto,  l'avrebbe presa alla lettera abbandonandola in quel tetro castello per inseguire i suoi sciocchi ideali.

Invece fu esattamente quello che fece.

 

 


Nota: salve a tutti! Volevo informare chi segue questa fanfiction che sto per partire per le vacanze ( dal 3 al 16 settembre) perciò l'aggiornamento della storia tarderà purtroppo di due settimane ad arrivare!!my deepest apologies, dearies...grazie in anticipo per la pazienza e  spero comunque di ritrovarvi tutti  al mio ritorno^^ baci

 

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Capitolo 5
*** The Princess and the Pirate ***


 

 

Il re Morpheius camminava inquieto tra i corridoi e gli alti soffitti del suo palazzo: era in preda a una collera accecante mista a spossatezza dopo quel terribile giorno in cui per la prima volta in vita sua si era sentito totalmente impotente. Una malvagia strega aveva gettato sotto i suoi stessi occhi un oscuro maleficio sulla sua figlia primogenita, la sua piccola Aurora, e lui non aveva potuto fare niente per fermarla.

Ed era tutta colpa di Ravenna , di quella sciocca domestica di cui tanto tempo fa si era illuso di potersi sbarazzare facilmente... Adesso era diventata una specie di fattucchiera immortale, ed era più che mai decisa a fargliela pagare. Non a lui direttamente, la sua vendetta lo avrebbe colpito in maniera molto più crudele, avrebbe annientato l'unico essere che forse il re amava più di sè stesso.

 Le parole malvagie  che quella strega  aveva pronunciato contro la principessina parvero riecheggiare ancora nell'alta cupola del salone.

"La principessa Aurora crescerà in grazia e in bellezza ...vivrà  felice ed amata da tutti finchè un giorno ella si pungerà con un fuso e morirà."

Anche la regina non poteva scordare quelle parole che segnavano inevitabilmente il destino di sua figlia. Rinchiusa come sempre nelle sue stanze vi rimuginava sopra in continuazione, consapevole quanto il marito che non avrebbe potuto fare niente per impedire al maleficio di avverarsi. Già, lei non poteva fare niente, pensò la donna, ma forse c'era qualcuno che poteva...

Non appena quel pensiero si formò nella sua mente uno sbuffo di fumo dal caminetto la fece sussultare.
La cenere si mutò in una nebbia violacea dal quale apparve uno starno essere  dal ghigno beffardo, che fece trasalire la regina.

-Buonasera mia  sovrana- la salutò con un plateale inchino.

-Chi siete?!- domandò lei , stringendosi maggiormente nello scialle- Come avete fatto ad arrivare qui?!

-Suvvia mia cara, andiamo con ordine... per prima cosa il mio nome è Rumpelstiltskin -  si presentò lui, sempre nel medesimo tono spensierato-  per rispondere alla vostra seconda domanda sono giunto qui chiamato dalla vostra disperazione, ed infine, risponderò anche alla vostra terza domanda benché non l'abbiate pronunciata che nella vostra mente afflitta...Si, io posso aiutarvi a mutare il destino della piccola principessa.

La regina trasalì a quelle parole.

- Volete dire che siete in grado di annullare il maleficio di Ravenna?- esclamò giungendo le mani come in preghiera.

-Lo sono- confermò lui, laconico- ma questo non vuol dire che lo farò.

Lei continuò a guardarlo esterrefatta,  senza capire.

-Quella strega ha maledetto la mai figliola innocente- esclamò la donna , raccogliendo tutto il suo coraggio di madre- se potete fare qualcosa per fermarla siete in dovere di farlo!!

-Lo so , lo so- la interruppe Rumpel - Ravenna ha davvero un carattere difficile, non avete bisogno di venirlo a dire a  me che ci vivo insieme... però non è cattiva. Dovete riconoscere che vostro marito l'aveva provocata, e poi sono convinto che lei stessa si è già pentita di avere infierito sulla piccola... diciamo che in quel momento era fuori di sè.

-Credete dunque che Ravenna annullerà il maleficio?

-Non lo farà - rispose con una certa sicurezza Rumpelstiltskin - come vi ho già detto è una donna complicata. E' troppo orgogliosa per ritirare la maledizione, anche se sa bene che un giorno finirà per pentirsene. E qui entro in gioco io...

-Vi prego, annullare la maledizione!- insistette la regina- ne siete in grado, l'avete appena detto! E io sono disposta a darvi qualsiasi cosa in cambio...

-Non state ascoltando con attenzione, mia cara- la corresse lui- vi ho detto anche ce non avrei annullato la maledizione. Qualunque sia il prezzo che siete disposta a pagare...-  'Questo Ravenna non me lo perdonerebbe,ma nemmeno perdonerebbe sè stessa se mai dovesse uccidere una ragazzina innocente ' pensò Rumpelstiltskin - ...ma credo di aver trovato un'altra soluzione che potrebbe accontentarci tutti...o scontentarci, a seconda dei punti di vista.

Tra le sue mani apparve un cofanetto dorato che porse direttamente nella mani della regina.

-Il mio regalo per la piccola Aurora- spiegò- è un incantesimo che la proteggerà dal maleficio, se mai questo dovesse avverarsi. Quando si pungerà con il fuso la principessa non morirà, bensì scivolerà in un sonno profondo finchè...finchè... - Rumpelstiltskin si fermò un attimo a pensare quale clausola sarebbe stato più divertente aggiungere- ah, trovato! Finchè il primo bacio del vero amore non la riporterà tra i vivi.

Detto questo sparì come era arrivato nella nuvola di fumo.

'Ah, Ravenna' pensava, sconsolato mentre si dirigeva tra le braccia ella sua bella quanto infuriata regina' proteggerti da te stessa sta diventando quasi un lavoro a tempo pieno... il bacio del vero amore? ma che cosa mi è saltato in mente... certo, sarebbe un finale perfetto per una favola, proprio una di quelle favole in cui entrambi abbiamo smesso di credere'

 

Il tema che Raven aveva proposto per il party dell'inaugurazione e che Alice aveva finito per approvare erano niente meno che  le Favole.

L'intero maneggio era stato tirato a lucido: gli spalti erano stati decorati con muschio e fiori colorati come una radura, le stalle addobbate con striscioni di strass e luci disposte tutto attorno. Fuori dal patio principale era stata ricostruita una foresta incantata che avrebbe funto da palco per l'esibizione dell'orchestra, attorno alla quale erano stati disposti i tavoli per gli ospiti. Ogni cavallo era stato pulito e stigliato a dovere da Drake, che pure era inorridito quando gli era stata comunicata la decisione di addobbare i cavalli con paramenti da unicorno e ali da pegaso. Alice non aveva badato alle sue lamentele, se questo era quello che serviva a rilanciare la sua attività era disposta a qualsiasi sacrificio e anche i cavalli avrebbero fatto la loro parte, visto che l'alternativa era la macelleria.

Mancava davvero poco all'inizio dell'evento e Raven non si era ancora fatta vedere.  Alice cominciava ad innervosirsi e lo strettissimo costume da fatina sexy che la matrigna di Edward l'aveva convinta ad indossare non migliorava certo il suo umore. Insomma, quando mai si era vista una fata che indossava una guepiere con i tacchi a spillo? Ma anche questa l'aveva mandata giù purché tutto andasse bene.

Tutto doveva essere perfetto , tutto sembrava pronto...

- Drake...che cosa ci fai ancora qui?- domandò la ragazza, sprofondando improvvisamente in un vivo imbarazzo. Istintivamente portò le mani sul petto  a nascondere la scollatura.

Perchè lui non doveva trovarsi lì. Una delle condizioni imprescindibili per cui aveva acconsentito ad indossare quel costume osceno era che lui non l'avrebbe vista, altrimenti di sicuro l'avrebbe presa in giro fino alla fine dei tempi.

Invece il suo attendente si trovava ancora vicino ai box dei cavalli, nonostante il suo orario di lavoro fosse ormai terminato, e la contemplava con un sorrisetto compiaciuto che le fece venir voglia di sprofondare. Il ragazzo non si preoccupò di nascondere il fatto che la stesse esaminando con tutta tranquillità,con quel genere di sguardo che riusciva a metterla a disagio anche quando era completamente vestita .

-Sono inquieti- spiegò accarezzando la criniera di uno stallone bianco penosamente addobbato con fiocchi colorati- come se sentissero che qualcosa sta per accadere...- l'animale nitrì come a voler confermare quelle parole-... oppure sono solo questi assurdi costumi.

-Bè, qualcosa sta per accadere!- precisò Alice- Questa serata è molto importante, gli ospiti saranno qui a momenti...

Era innegabile che vestito con i soliti jeans consunti e la camicia stropicciata Drake creava un lampante contrasto con l'atmosfera fiabesca che rivestiva il posto.

-Ed è meglio che non si mischino con la servitù- concluse ironico- certo, stavo per andare...solo un consiglio:  prima che arrivino è meglio che tu vada a vestirti, non sarebbe carino farti trovare ancora in...biancheria intima.

La ragazza stava cercando la forza di controbattere quando udì un ringhio provenire dal patio.

-Ma che cosa è stato?- domandò ad alta voce.

Poco dopo dalla foresta incantata a pochi metri da loro emersero due grossi segugi neri dall'aria feroce che Alice non aveva mai visto da quelle parti. La ragazza voleva avvicinarsi, ma Drake le si parò davanti facendole capire con uno sguardo che non era esattamente un'idea brillante.

-Alice , vai dentro- le disse semplicemente indicandole la scuderia- piano, niente movimenti bruschi.

-Non essere sciocco, sono solo due randagi che probabilmente si sono persi, basterà dargli un pezzo di carne e se ne andranno contenti...- in quel preciso momento i due mastini li fissarono dritti negli occhi, lanciarono un alto ululato e presero a correre verso di loro come felici di aver individuato la loro preda- ... o forse no.

Anche loro si misero a correre, Alice fu costretta a d abbandonare i tacchi che la rallentavano.

I due ragazzi fecero appena in tempo a barricarsi dentro la scuderia e Drake richiuse la porta proprio in faccia ad una delle bestie che prese a  ringhiare e a raschiare furiosamente contro le assi.

-E adesso che cosa facciamo? Siamo bloccati qui?Oh, cielo gli ospiti stanno per arrivare...- esclamò la ragazza, nell'apprensione più totale.

-Meglio per noi- le fece notare Drake, che nel frattempo stava chiudendo il catenaccio della porta - se avranno un assaggino altrove è probabile che poi ci lascino in pace.

Alice gli diede un pugno sul braccio come rimprovero.

-Non dirlo neanche per scherzo!Sarebbe una pessima pubblicità per il maneggio...saremmo davvero rovinati.

-Cosa vuoi che faccia, che mi sacrifichi per il bene dei tuoi affari? Ora che ci penso una mano non sarebbe poi una grande perdita...- scherzò lui- ...mi dicono che riesco a fare meraviglie anche con una sola- aggiunse allusivo.

- Fa qualcosa Drake! E' per questo che ti pago -insistette Alice, ignorando le sue insinuazioni.

Lui per tutta risposta si mise a ridere come se si stesse preoccupando per niente.

-Sta tranquilla. Dobbiamo solo aspettare per un po', se non avranno quello che vogliono se ne andranno da soli... sono bestie stupide,mica sanno aprire le porte!- non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole quando pesanti tonfi annunciarono che le simpatiche bestiole stavano provando a sfondarla .

-Dimmi...non ti stanchi mai di avere torto?!- commentò Alice esasperata.

Entrambi arretrarono , i cavalli presero a nitrire e ad impennarsi all'unisono.

Ormai era chiaro a tutti che quel vecchio catenaccio arrugginito non avrebbe retto per molto. Alice era certa di non essersi mai trovata in una situazione più difficile...

 

La notte che scelsero per la fuga fu immancabilmente la più burrascosa che si fosse mai vista a memoria d'uomo di mare.

 La scala di corda che Hook si era procurato era malconcia e scivolosa,ma l'uomo la scese con facilità anche con una mano sola fino a quell'ammasso di assi e corda, che molto ottimisticamente aveva definito una scialuppa. Aurora invece dovette aggrapparsi con tutte le sue forze per non finire dritta nella burrasca e anche così non riuscì ad evitare che le sue gonne voluminose rimanessero impigliate in un chiodo sporgente della chiglia, lasciandole accidentalmente scoperte le lunghe gambe pallide.

La risata sfacciata del pirata si confuse col fragore della tempesta, mentre la fanciulla pur al culmine dell'imbarazzo si trovava nell'impossibilità di coprirsi e allo stesso tempo mantenere quel precario equilibro lungo la discesa, almeno fu grata che fosse troppo buio per consentirgli di vederla arrossire.

-Lasciate che vi aiuti altezza...- perfino quelle parole cortesi sembrarono derisorie una volta uscite dalla sua bocca, il che contribuì a rendere la ragazza ancor più nervosa.

Dando prova notevole esperienza  risalì l'ultimo tratto di corda per poi portarsi dietro di lei,il suo corpo premuto  a forza sul suo dalle violente raffiche di vento marino.

-Levatevi di dosso, non siete ... per niente galante- sibilò la principessa alla ricerca di un insulto peggiore mentre al contempo si raggomitolava su sè stessa. Disgraziatamente, ottenne come unico risultato di sfregare fin troppo la sua pelle nuda contro i calzoni di pelle di lui senza comunque riuscire ad evitare quel contatto indesiderato.

-Preferite che vi lasci qui?- ribattè il pirata,che ne frattempo si stava reggendo solo con la destra mentre l'uncino la liberava dall'impaccio - questo si che non sarebbe galante- aggiunse beffardo.

-E' comunque colpa vostra- insistette la ragazza, ultimando a fatica l'ultimo tratto di discesa fino a riuscire ad aggrapparsi ad un argine della scialuppa di fortuna- dovevate scegliere proprio una nottata del genere per farmi scappare...

-E' la notte perfetta- ribattè lui in tono pratico- con una tempesta così in corso gli uomini della nave avranno tutt'altro a cui pensare che accorgersi della vostra scomparsa...nessuno saprà che siete fuggita fino a domani mattina e questo ci dà un discreto vantaggio.

-Se saremo ancora vivi- precisò Aurora, molto scettica sul fatto che quelle povere assi potessero veramente condurli sani e salvi alla terra ferma.

-Se saremo ancora vivi- confermò il capitano allegramente prima di mettersi ai remi.

La principessa dal canto suo si accucciò da un lato dello scafo stringendosi al petto il cofanetto che aveva promesso al pirata. Non aveva la più pallida idea di quale interesse potesse avere a possederlo, forse per lo stesso motivo per cui sua madre glielo aveva affidato con tanta premura. Aurora fissò con sospetto l'uomo che stava governando  la barca tranquillo e rilassato, come se non avesse fatto altro per tutta la vita che scorazzare gentil donzelle in mezzo a diluvi biblici.

Alla principessa sembrava un mezzo suicidio prendere il mare in quelle condizioni, mentre il pirata sembrava totalmente fiducioso nella riuscita della loro impresa.

Purtroppo l'intuito femminile raramente sbaglia e tutta quella destrezza non li portò  lontano. All'improvviso uno scossone più violento dei precedenti fece cedere i legami della parte superiore dell'argine, con sommo disappunto del capitano .

-Maledizione, non è possibile!- imprecò contrariato.

La scialuppa cominciò inesorabilmente ad imbarcare acqua ma di questo Aurora non ebbe neanche il tempo di preoccuparsi perchè una seconda onda anomala travolse l'intera imbarcazione facendola andare in mille pezzi e sbalzando entrambi fuori bordo alla mercé del mare in tempesta.

Hook riuscì a recuperare alcune assi il cui cordame sembrava reggere , a cui riuscì prontamente ad aggrapparsi. Il suo sguardo guizzò alla ricerca della cosa per lui più preziosa,quella  che non aveva alcuna intenzione di lasciarsi sottrarre da una stupida tempesta come mille altre che aveva affrontato in passato.

-Lo scrigno...-mormorò voltandosi verso il punto in cui lo aveva visto cadere e lì si trovava sorretto per ora dalla cresta di un'alta onda. Avrebbe solo dovuto sporgersi un poco per recuperarlo, ce l'aveva quasi fatta quando...

-Signor Jones ... Killian!

Qualcuno urlò dalla parte opposta. Si trattava di Aurora che per sua sfortuna non aveva a portata di mano alcuna asse a cui aggrapparsi e stava lentamente andando a fondo, appesantita dalle sottane impregnate d'acqua.

Il capitano rivolse un ultimo sguardo carico d'incertezza allo scrigno che affondava inesorabilmente tra i flutti, prima di tuffarsi nella direzione opposta dove la fanciulla stava annaspando.

 


La porta cedette molto preso sotto il peso delle spinte di quelle bestiacce, lasciandoli entrare indisturbati nella stalla. Alice e Drake si trovavano rannicchiati sulla parte alta del fienile da cui tenevano sotto controllo la situazione.

Le due grosse bestie nere procedettero annusando il terreno come alla ricerca di una preda, senza smettere di ringhiare ferocemente. Ora che poteva vederli meglio Alice si rese conto che non erano cani, sembravano più un incrocio tra un grosso  lupo e un orso, con zanne sporgenti da cinghiale e occhi rossi demoniaci.

- Ti sembrerà una sciocchezza ma... sembra quasi che stiano cercando noi- commentò la ragazza con un filo di voce.

-Niente affatto- rispose Drake in tono grave- se fossero semplicemente affamati avrebbero già attaccato uno dei cavalli... invece stanno seguendo una pista. Sembrano stati addestrati per questo- proprio in quel momento uno dei due ibridi si mise ad uggiolare nella loro direzione, richiamando l'attenzione anche dell'altro- e direi anche che ci hanno individuati.

Alice si fece istintivamente  più vicina a Drake

-Come diamine è possibile? E poi che razza di bestie sono?!- imprecò terrorizzata.

-Probabilmente hanno seguito il nostro odore e poi...- Drake si bloccò come se improvvisamente fosse stato folgorato da una delle sue idee, quelle che in genere Alice temeva da parte sua, ma che in quel momento era stranamente disposta ad ascoltare purché li tirasse fuori da quella situazione- ...Alice, dammi i tuoi vestiti!- ordinò iniziando a spogliarsi a sua volta frettolosamente.

La ragazza gli diede invece un'altra pacca sul braccio.

-Idiota, come puoi pensare a una cosa del genere in questo momento!Anche se stiamo per morire sono sempre la ragazza di...

-Hai proprio una mente perversa- la interruppe lui- ma non abbiamo tempo, fai come ti ho detto, ora!

Alice non ci mise molto a spogliarsi, dovendo rinunciare solo alla gonna di pizzo. Una volta che l'ebbe consegnata a Drake pur riluttante lui la mise su un forcone insieme ai propri vestiti e lo utilizzò per buttarli oltre il recinto di un box vuoto, uno costruito in cemento che una volta aveva ospitato i tori più recalcitranti. 

Drake si accinse a scendere a sua volta dal loro nascondiglio, ma Alice lo trattenne per un braccio.

-Aspetta...che cosa hai intenzione di fare?

- Ally, sei forse preoccupata per me?- la prese in giro lui.

-Certo che sono preoccupata, razza di stupido...non ti lascerò andartene in pasto a quelle maledette cose- affermò la ragazza.

-Bè, non esserlo,  e ricorda quello che ti ho detto: mal che vada...  mi basta una mano sola- le fece l'occhiolino prima di portarsi definitivamente allo scoperto.

Alice trattenne il fiato.

I cani come previsto avevano  seguito la scia dei loro abiti  ed erano entrati uggiolando nel cunicolo. Un attimo dopo Drake fu dietro di loro richiudendo la porta di metallo e a nulla valsero le loro unghiate furiose, questa volta erano loro ad essere in trappola.

 

Quando la principessa rinvenne la tempesta era ormai passata lasciando il posto a una piacevole mattina soleggiata. Si trovava adagiata su una spiaggia di sabbia chiarissima...Aurora ne fece scorrere tra le dita qualche granello scoprendo che era anche estremamente fine.

- Ben svegliata bella addormentata...- le arrivò una voce purtroppo ben conosciuta. Killian Jones si trovava seduto poco lontano da lei, ad asciugarsi al sole con tutta l'aria di chi è di pessimo umore.

-Questa è...sabbia!Oh, che luogo incantevole....-esclamò la ragazza, stentando a contenere l'emozione- E quella...quella là alta è una palma vera? Con delle...- quasi stentò a dirlo- ... noci?

Era quasi troppo bello per essere vero, si disse la principessa, con un po' di fortuna avrebbe trovato anche della frutta nei dintorni e avrebbe potuto fare una vera grigliata. Oh, sarebbe stato perfetto!

-Si- annuì il pirata incredulo, per poi aggiungere a bassa voce- poverina, deve averne bevuta di acqua di mare...

-Non avevo mai visto la sabbia prima d'ora- confessò la ragazza, gettandosi su quella morbida distesa per poi muovere braccia e gambe per formare la figura di un angelo- non che possa dire di aver visto molto del mondo esterno...ma questa ha tutta l'aria di essere...

-...un'isola- concluse Hook per lei,condividendo ben poco del suo entusiasmo- siamo bloccati su una dannatissima isola- aggiunse estraendo dalla fusciacca l'immancabile fiaschetta di rum.

Solo che questa volta ne prese una generosa sorsata senza nemmeno offrirne alla ragazza responsabile delle sue sventure.

-Bloccati?- la principessa per la prima volta riuscì a contenere la sua gioia  e alzò un sopraciglio aristocratico- ma non è possibile...siate ragionevole. Ci sarà pure un modo per lasciare un'isola... dopo che avremo fatto una vera grigliata, s'intende . Ho sempre desiderato farne una!- specificò.

Quel bloccati aveva un suono che proprio non le piaceva, bloccati era come dire imprigionati e Aurora ne aveva abbastanza di prigioni... dacché aveva lasciato casa sua non era trascorso un solo giorno in cui non si sentisse braccata, ricercata  o fatta prigioniera.

-A meno che voi non abbiate vele e timone nascosti in quel corsetto... e non credo proprio... si, siamo bloccati qui vostra altezza- la corresse il pirata, stentando a mantenere il suo solito distacco- almeno finchè non passerà una nave che si degnerà di caricarci, nel qual caso sarà meglio che non apriate bocca o ci lasceranno qui a marcire per sempre.

-Bè, voi  siete un pirata...fate qualcosa!- insistette lei.

Ma Drake aveva ripreso ad ignorarla preferendo dare fondo alla sua fiaschetta.

-Quindi è questo il vostro grande piano per andarvene?- lo incalzò la principessa- Starsene sdraiati su una spiaggia a prendere il sole e tracannare rum?

-Benvenuta ai Caraibi tesoro- ribattè lui con noncuranza, voltandole le spalle.

Aurora stava per controbattere duramente ma invece qualcosa la spinse a fermarsi a riflettere.

- Signor Jones ...- lo richiamò , questa volta quasi timidamente.

- Hook,se preferite- la corresse lui svogliatamente - di solito le signore mi chiamano così e visto che ci toccherà passare del tempo insieme... Che volete comunque?

-Volevo solo ringraziarvi per avermi soccorsa e riportata a riva- disse Aurora in un sussurro- mi dispiace che nel mentre abbiate perso il vostro scrigno... so che ci tenevate molto. E per quello che avle, mi ero sbagliata su di voi... non siete affatto un avido manigldo insensibile e senza scrupoli. Anzi...vi siete comportato da gentiluomo-concluse chinando il capo, improvvisamente imbarazzata.

-Un gentiluomo ,certo-commentò il pirata scettico, poi però rendendosi conto di quanto quel ringraziamento fosse costato all'orgogliosa fanciulla assunse un tono più allegro e noncurante - Dovere... Su non fate quella faccia.

-Ma ave perso lo scrigno per colpa mia- insistette la principessa, mortificata.

-Ormai non ha più importanza, troverò un altro modo... ci dev'essere un altro modo per arrivare a lui.

-Per arrivare a chi?- domandò Aurora interessata- forse vi posso essere d'aiuto... dopotutto credo di dovervelo.

-Oh, c'è qualcosa che io e te potremmo fare insieme...- rispose il capitano, dopo essersi pericolosamente avvicinato a lei ed aver raggiunto il suo orecchio- ...una grigliata. La più memorabile che si sia vista sui sette mari. Prendete quelle noci, vedo cosa riesco a fare con il fuoco...

La ragazza ubbidì suo malgrado, non potendo tuttavia fare a meno di chiedersi come mai il pirata avesse voluto cambiar discorso così in fretta.

Avrebbe avuto tempo per scoprirlo, si disse, dato che a quanto pareva sarebbero rimasti soli per un po'.

 

Rimasti soli, Drake ed Alice decisero per precauzione di barricare la porta della cella.

-Bè... sembra che ce l'abbiamo fatta- disse la ragazza combattuta tra il senso di sollievo per essersi salvata e l'imbarazzo per essere rimasta praticamente seminuda insieme all'amico che non era certo messo meglio di lei.

-Pare di si- confermò Drake, che a quanto pare stava facendo più o meno gli stessi pensieri.

D'un tratto si sporse verso di lei e Alice arretrò di conseguenza.

-No- gli disse con fermezza- mi dispiace, ma non possiamo. Non di nuovo. Avevamo promesso che quella sarebbe stata l'ultima volta...Io sto con Philip adesso!

-Anche allora stavi con lui- le ricordò Drake, il suo sguardo imperscrutabile - e comunque volevo solo darti questa- concluse porgendole una coperta che aveva appena  recuperato .

La ragazza ci si avvolse senza dire una parola, desiderando solo sprofondare.
Avrebbe creduto che quel momento non potesse diventare più imbarazzante , se proprio in quel momento non fosse stata raggiunta da Philip, nel suo costume da principe azzurro.

- Philip ...che cosa ci fai qui?- domandò con voce stridula, stringendosi maggiormente addosso la coperta.

-Raven mi ha mandato a cercarti- le rispose lui, visibilmente preoccupato- ma dove eri finita? La festa è iniziata da un pezzo e tutti gli ospiti ti stanno aspettando...possibile che- si bloccò non appena vide chi altri era con lei e in quali condizioni- Aspetta...cosa ci fa lui qui con te...

Drake stava per ribattere con una delle sue solite battute arroganti ma la ragazza lo precedette.

- Philip per favore- intervenne Alice- Drake mi ha appena salvato la vita!C'erano queste due enormi bestiacce nere  e ci hanno aggredito...Drake le ha chiuse lì dentro ma c'è mancato davvero un soffio. Ehi, aspetta...

Prima che potessero fermarlo Philip si era precipitato verso la porta barricata e l'aveva aperta: Al suo interno ora c'erano solo i vestiti dei due ragazzi, ma delle belve che li avevano inseguiti nessuna traccia, si erano come dissolte.

-Non è come sembra amico- disse Drake alzando le mani , ma questo non riuscì ad evitargli un pugno dritto in faccia  da parte dell'altro ragazzo.

- Philip!-esclamò Alice indignata.

-Lasciami stare- rispose lui, ogni sua parola pronunciata a denti stretti come se stesse cercando di trattenere una rabbia crescente - in questo momento Alice sei davvero l'ultima persona con cui voglio parlare- aggiunse prima di precipitarsi fuori da lì lasciandola affranta e disorientata.

-Bè...poteva prenderla peggio- annunciò Drake rialzandosi mentre si teneva una mano sulla mascella.

Alice a questo punto non sapeva più se fosse sveglia o se si trattasse solo di un brutto sogno.

 

I'm Back! ^^ Come promesso sono immediatamente ritornata a scrivere post vacanze, spero ne sia uscito un qualcosa di decente, visto che ho avuto molto tempo per pensare a come mandare avanti la trama...^^ ( quando appunto mi sono convinta che il pezzetto alla Pirati dei Caraibi ci stava tantissimo!!!)

Per prima cosa ringrazio TANTISSIMO per i loro commenti Julie_Julia e lady Andromeda ,che come sempre colgono molte delle mie intenzioni sulla psicologia dei personaggi e su come proseguirà la storia...dunque, per ora ci stiamo addentrando sempre di più nella trama Aurora/ Hook, ma non temete, ci sarà molto spazio anche per Rumpel e per la nostra cattiva preferita in un  futuro molto prossimo...XD

Baci!!!!!!^^

 


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Capitolo 6
*** Lonely Souls ***


 

 

Rumpelstiltskin si aggirava inquieto per la camera che gli era stata offerta per la notte, la sua mente febbricitante lavorava costantemente per prevedere la prossima mossa della sua nemica. Sperava forse di logorarlo nell'attesa? Come se una notte di tempo per riflettere sull'accordo che le aveva proposto potesse fare la differenza.

Ovviamente l'Oscuro non aveva necessità di dormire, nè di riposarsi. Avrebbe potuto facilmente ritirarsi nel suo castello  e riapparire  in quel preciso punto per concludere i negoziati la mattina successiva, ma si era visto costretto ad accettare l'ospitalità di Madre Gothel nel suo maniero.

Quale immane spreco del suo tempo! Ma il risultato che sperava di ottenere da lei valeva bene quel sacrificio...

Era in trattative con la strega ormai da secoli, per ottenere i poteri del fiore magico che si diceva tutto potesse riportare indietro. E tutti, era quella la sua maggiore speranza... con quel genere di potere avrebbe potuto finalmente ritrovare suo figlio.

 In giro si diceva che Madre Gothel traesse quel potere dai capelli incantati di una principessa che teneva prigioniera in casa sua  e che la usasse per mantenersi giovane in eterno. Rumpelstiltskin le aveva offerto qualsiasi cosa in cambio della fanciulla, ricchezze e manufatti magici che nessun tesoro sulla terra poteva eguagliare,  ma la caparbia donna si era sempre rifiutata di cederla, probabilmente per alzarne maggiormente il prezzo.

Maledetta, pensava mentre percorreva in lungo e in largo la stanza che gli era stata assegnata,  la scuoierò viva non appena mi avrà dato quello che voglio.

I suoi pensieri furono interrotti da un timido colpo allo stipite della sua porta, subito seguito da un altro non meno lieve. Se non avesse avuto le straordinarie percezioni derivanti dal suo potere non li avrebbe nemmeno potuti udire. Borbottò uno stentato 'avanti' e rimase in attesa.. che si trattasse di un bizzarro tranello di Gothel? Quale nuova diavoleria aveva in serbo per lui la vecchia strega?

Dopo non poche esitazioni, entrò nella sua stanza una ragazza dai lunghi capelli biondi, avvolta da uno scialle piuttosto malridotto.

-Voi chi sareste? domandò ,quasi annoiato.

-Sono la cameriera di milady- si presentò la ragazza , mantenendo lo sguardo deferente fisso sul pavimento.

-Sono sicuro che le pulizie possono aspettare fino a domani- ribattè lui seccato, ma visto che la ragazza se ne rimaneva impalata davanti a lui e non accennava ad andarsene le chiese di nuovo- C'è altro?

La giovane parve farsi coraggio per un momento, stingendosi maggiormente nel misero scialle di cotone.

-Non sono qui per fare le pulizie- disse infine,  sempre evitando di alzare lo sguardo- Ho qualcosa da chiedervi e forse questa è la sola occasione che avrò... io...

-Parlate- le intimò Rumpelstiltskin.

Le persone venivano a cercarlo in continuazione con le richieste più assurde, non aveva tempo da perdere, ma fino ad allora dopo secoli di onorato servizio una richiesta più assurda di quella non l'aveva mai udita.

-Io voglio essere come voi- dichiarò con convinzione la ragazza- Voglio imparare l'arte della magia. Voglio il potere.

-Capisco- meditò Rumpelstiltskin avvicinandosi a lei per poi  alzarle il viso , in modo da poter vedere riflesso nei suoi occhi quanto fosse terrorizzata da quello stesso potere a cui anelava- E ditemi, splendore, sotto quei bei riccioli biondi c'è un cervello in grado in capire che quello che chiedete comporterebbe un prezzo esorbitante?

-Non sarei qui se non fossi disposta a pagarlo- rispose la ragazza, fissandolo dritto negli occhi con una nuova determinazione- qualsiasi cosa piuttosto che morire al servizio di quella vecchia strega...non avrebbe esitazioni a strapparmi la lingua se ora mi sentisse, ma devo correre questo rischio...devo almeno tentare.... Lei non mi lascerebbe mai andare in ogni caso...e  io devo andarmene di qui, capite?!

-Dunque avete paura di quello che potrebbe farvi Gothel...- constatò Rumpel con una nota di scherno nella voce- ...ma in realtà, mia cara, dovreste averne molta di più di quello che potrei farvi io- aggiunse spingendola contro la più vicina parete- Siete davvero... stupida.

-Non ho paura di voi- mentì la ragazza- e questa  non sarebbe nemmeno la cosa più stupida che ho fatto nella mia vita.

Era la triste verità, purtroppo. Una sola volta aveva commesso un errore davvero imperdonabile, che le era costato il disprezzo della sua famiglia e di tutto il villaggio al punto che l'unico impiego che era riuscita a trovare era stare al servizio di quella megera di Gothel.

-Promettetemi di portarmi via da lei , e poi fate di me ... quello che volete- mormorò la ragazza abbandonandosi inaspettatamente contro di lui e chiudendo gli occhi per nascondere le lacrime.

Rumpel scosse la testa, quasi commosso dalla sua evidente disperazione.

-Allora mi permettete un piccolo consiglio, mia cara? Agli uomini non piacciono le donne che ribattono... e ancor meno quelle che piangono prima di concedersi. Su, su, prendete il mio fazzoletto... Per di più siete quasi una bambina, chiaramente senza la minima esperienza nel campo della seduzione... No, no, non ci siamo proprio!- esclamò agitando un dito in segno di rimprovero.

-Non sto piangendo- protestò lei con determinazione, ricacciando indietro le lacrime- farò quello che è necessario per fuggire dalle grinfie della mia padrona. Se solo la smetteste di prendervi gioco di me...

-E se vi dicessi che c'è un altro modo?- la interruppe Rumpelstiltskin - un modo che vi permetterebbe di liberarvi di lei per sempre e anche di ottenere tutto ciò che mi avete chiesto... bene, vedo che ho la vostra attenzione. Ora volete gentilmente ricomporvi , mia cara, in modo che si possa cominciare a parlare seriamente  d'affari?! Di solito si comincia presentandosi, ma visto che voi sapete già chi sono, o non stareste tremando come una foglia, dovrò domandarvi il privilegio di conoscere il vostro nome...- aggiunse ammiccante.

- Ravenna - rispose lei, improvvisamente molto più lucida- mi chiamo Ravenna.


Dove diamine era finita Raven?

Questo si domandava Alice, in preda come se non bastasse a un terribile mal di testa. Aveva passato tutto il giorno a cercarla e ormai non le restava che il negozio del signor Gold in cui controllare ... forse, considerò la giovane,  quella donna la stava semplicemente evitando, come stava facendo il resto della città da oltre una settimana.

Non era sicura di come si fosse sparsa la voce di quanto era successo alla serata di inaugurazione, ma di certo ora si sentiva osservata da tutti in maniera diversa e francamente ostile. Senza contare che il suo ormai ex fidanzato non si degnava nemmeno di rispondere alle sue disperate chiamate.

-Povero ragazzo, una persona così onesta e cordiale, tradito sotto il suo naso  da quella sgualdrina ... e con quel poco di buono oltre tutto!- ripeteva a gran voce Granny ad ogni cliente del suo locale.

-Già... e pare anche che non fosse la prima volta- aggiungeva Ruby con franchezza, ripetendo l'ennesima calunnia messa in giro da chissà chi.

Un gruppo di suore che l'aveva incrociata qualche giorno prima aveva serrato immediatamente i ranghi, mormorando a mezza voce qualcosa a proposito di una 'donna perduta'. 

Alice era esterrefatta. Ora che tutti la consideravano una perfida adultera bugiarda persino Mary Margaret si vergognava a salutarla per strada: proprio lei che portava avanti con discrezione la sua personale tresca col marito di un'altra.

Ora che al sua reputazione era distrutta per sempre c'era una sola persona a cui si poteva ancora rivolgere, facendo appello a tutto il suo coraggio.

-Raven!- Alice allungò il passo verso la donna che finalmente aveva individuato dall'altro lato della strada e che non sembra averla notata .

-Alice- rispose pacata, ma solo  quando non potette più fingere di non averla vista- che cosa posso fare per te cara?

-Spiegarmi il significato di questa tanto per cominciare- ribattè prontamente la ragazza sventolandole in faccia una lunga lettera della banca, arrivatale giusto il giorno prima.

La povera Alice aveva dovuto impiegare una giornata intera in compagnia dei suoi avvocati, i quali a loro volta avevano preteso una lauta parcella, per decifrarne il contenuto. Le si comunicava nei toni più cordiali che in virtù di una clausola microscopica sapientemente celata dal contratto che le avevano fatto firmare prevedeva che Raven potesse rilevare la sua quota del maneggio, ad un prezzo decisamente irrisorio ed era pertanto informata della sua avvenuta estromissione dalla società. In pratica la stavano buttando fuori, con a mala pena il denaro sufficiente a rientrare delle sue spese .

-Mi sembra piuttosto chiaro quello che c'è scritto- commentò Raven freddamente- Andiamo, non ti sarai aspettata che potessimo continuare i nostri affari insieme dopo il modo in cui hai spezzato il cuore del mio povero Philip? Non credevo avresti avuto la faccia tosta di lamentarti proprio con me.

-Io non ho fatto niente, mi devi credere!- esclamò Alice esasperata- se solo lui mi avesse dato la possibilità di spiegarmi...ma non risponde nemmeno alle mie telefonate...

E non era il solo, pensò, anche di Drake non aveva notizie da settimane e questa volta perchè era lei a non volerne sapere di parlargli. Non perchè fosse arrabbiata con lui, ma perchè al momento aveva altro di ben più urgente di cui occuparsi come salvare la propria attività e la propria relazione. La presenza di Drake non avrebbe fatto altro che renderle più difficili entrambe le cose.

-E te ne meravigli, dopo quello che hai fatto?- rispose la donna sarcastica.

-Comunque sia so che Philip non potrebbe approvare quello che stai facendo- insistette Alice.

Raven sorrise con calma, come se non aspettasse altro che quella frase.

-Ma cara, mi dispiace così tanto...- ebbe cura di sottolineare, nonostante fosse chiaro che non era affatto così- ... ma è stato proprio lui a chiedermi di ritirare le mie quote- spiegò infine con semplicità.

Quella rivelazione lasciò come previsto di sasso  la povera ragazza.

- Senti, non mi piace essere messa  in mezzo a queste cose, sono affari vostri... buona giornata- concluse la donna avanzando col l'incedere deciso di una regina.

Fece per andarsene ma Alice le si parò davanti, decisa ad impedirle la fuga.

-Ormai ci sei in mezzo...- asserì la ragazza con tutta le determinazione che derivava dalle sue condizioni disperate- senti, hai detto che credevi in quello che stavamo facendo.... e comunque la pensi Philip ... non puoi mandare tutto all'aria dopo che per la prima volta da anni gli affari cominciavano ad andare bene!

-E non certo per merito tuo, giusto?- le ricordò Raven - Come ti ho già spiegato penso di aver fatto un ottimo affare e che ricaverò un buon profitto ... solo che lo farò anche senza di te- aggiunse quasi dolcemente- In fin dei conti non sono io ad aver mandato tutto a monte, cara Alice, spero ne sia valsa la pena...devo ammettere che Drake è proprio un bel bocconcino!

Solo allora la ragazza capì che nulla di ciò che poteva dire avrebbe fatto cambiare idea a  Raven, le cui intenzioni le sarebbero dovute apparire chiare fin dall'inizio.

- Drake... ma certo... Lo avevi pianificato, non è vero?- mormorò sconvolta- La grande inaugurazione, l'assunzione di Drake... tutte idee tue!Volevi avere una scusa per estromettermi fin dall'inizio!

-Qualcuno sta lavorando un po' troppo di fantasia- commentò l'altra con noncuranza-  ma, visto che nonostante tutto mi sei simpatica, voglio darti un ultimo consiglio: cerca di non incolpare gli altri per i tuoi fallimenti e smettila di autocommiserarti. Se vuoi qualcosa mettiti al lavoro e ottienila, ma non dimenticare che c'è sempre un prezzo da pagare.

Il suo sorriso voleva essere di trionfo, ma Raven riuscì solo a sorridere amaramente di fronte a quella sciocca ragazzina che nonostante tutto non poteva che ricordarle sè stessa molto tempo prima. Le piaceva pensare di non essere più tanto ingenua , nè tanto debole... eppure c'era ancora qualcuno che riusciva a farla immancabilmente  sentire tale. Si trattava dell'uomo che da dietro le finestre del suo negozio aveva assistito all'intera scenata e che la stava fissando in quel preciso istante, mandandole un brivido che non avrebbe saputo definire.

Non avrebbe mai dovuto lasciare che se ne accorgesse però, rifletté Raven. Fino ad ora era stata avventata, incauta...  non doveva lasciargli capire quanto potere avesse ancora su di lei.

-E' facile per te parlare così...- ribattè Alice inviperita- ... hai praticamente tutto! Non hai ancora trent'anni e hai già collezionato l'eredità di almeno di sei ricchissimi mariti...scommetto che non hai dovuto mai lavorare un giorno in vita tua per poter comprare quelle costosissime scarpe che indossi.

A quel punto Raven smise all'istante di sorridere.

-Se c'è una cosa che so è che ho lavorato duramente per arrivare dove sono. C'è stato un tempo in cui...- ma la donna si interruppe subito, giusto in tempo per ricordarle che non si trovava più nel suo mondo- Ti basti sapere che tutto quello che ho adesso l'ho acquisito pagando un prezzo troppo alto perchè una sciocca ragazzina come te possa comprendere. Me lo sono guadagnato- concluse.

 

-Tutto chiaro?- domandò Rumpelstiltskin con voce melliflua, porgendo il fuso acuminato nelle mani della giovane e facendo ben attenzione che non si pungesse.

Raven lo prese, pur dimostrando una certa esitazione.

- Rapunzel  non è solo la fanciulla che accudisco nella torre, è una mia amica- sottolineò per l'ennesima volta- siete sicuro che non le accadrà niente di male?

-Bè... niente proprio no! - ridacchiò lui- Ma non vi ho forse promesso  che non soffrirà e che non morirà?!In fondo mi serve viva per distillare il potere dei suoi capelli...

-Però grazie alla maledizione intrisa nella punta del fuso ella cadrà in un sonno profondo- Ravenna ripetè quello che lui le aveva spiegato poco fa -Quando si risveglierà?- volle sapere ,sospettosa.

-Si chiama "Maledizione del Sonno Eterno", mia cara, voi cosa credete? Ma aspettate, non sapete ancora la parte migliore! Nello stesso istante in cui la principessa si addormenterà Gothel, la cui giovinezza dipende dal suo potere, smetterà di esistere- mormorò Rumpel , compiacendosi della propria genialità -Non era questo che volevate?

-Ma io non posso... non posso fare questo a Rapunzel - obbiettò la ragazza.

-Naturalmente non siete obbligata a farlo... ma credevo che foste disposta a qualsiasi cosa per cambiare il vostro destino. Devo essermi ingannato su di voi Ravenna...- la stuzzicò Rumpelstiltskin -... se preferite rimanere per il resto della vostra vita segregata nella torre con la vostra amica, fate pure...ma vi avverto che nessuna di voi due avrà mai più un'occasione come questa.

La mente di Ravenna lavorava febbrilmente su quell'ipotesi. In fondo anche Rapunzel le ripeteva sempre di essere disposta a qualsiasi cosa per abbandonare la prigionia della torre, che sarebbe morta piuttosto che trascorrere l'eternità come schiava di Gothel. Probabilmente avrebbe preferito abbandonarsi in un dolce sonno indotto dalla maledizione... Ravenna avrebbe fatto un favore ad entrambe accettando la proposta di Rumpelstiltskin. Non si poteva neanche considerare un vero tradimento a bene vedere.

-E una volta che il potere del fiore sarà in mio possesso- continuò lui soavemente- vi preparerò un filtro che vi renderà potente, molto potente Ravenna... e in questo modo potrete conservare la vostra notevole bellezza...per sempre. Avrete tutto quello che desiderate e anche molto di più...non era questo che avete chiesto poco fa?- sussurrò vicinissimo all'orecchio di lei.

-Vi ho chiesto il potere...- mormorò la ragazza, improvvisamente molto affascinata dalla punta apparentemente innocua del fuso.

-E io ve lo sto offrendo, mia cara. E' così facile...insieme possiamo mettere questo mondo insignificante in ginocchio- concluse il demone tentatore e in quel momento Ravenna prese la sua decisione.


Raven se ne era appena andata quando Alice estrasse con un movimento fluido  il cellulare come se si trattasse di un'arma di sterminio.

- Philip questo è almeno il ventesimo messaggio che ti lascio in segreteria e posso dirti che sono davvero sfinita... già è abbastanza brutto che tu voglia usare il mio lavoro per ricattarmi , perchè lo sai quanto ci tengo al maneggio, ma che lo debba venire a sapere dalla tua matrigna con quel suo sorrisetto falso ...non credevo potessi cadere più in basso!- Alice fece una breve pausa per riprendere fiato-  Non puoi lasciarmi così, razza di stronzo!Se lo vuoi fare sii almeno un uomo e abbi il coraggio di dirmelo in faccia come farebbe Drake...Anzi sai cosa ti dico, non scomodarti : sono io che lascio te!Contento? Adesso per quanto mi riguarda puoi anche sparire dalla faccia della terra - concluse chiudendo bruscamente  la comunicazione.

-Si sente bene mia cara?

-Certo!Sto benissimo- dichiarò la ragazza, paonazza in volto, voltandosi a fronteggiare il signor Gold.

-Non ho potuto fare a meno di sentire dal mio negozio- proseguì lui cautamente, ed Alice realizzò che quella frase poteva benissimo valere per mezza Storybrook - permette che le offra una tazza di the? La aiuterebbe a calmarsi ...e forse poi potremmo parlare.

-E cosa mi chiederà in cambio?- commentò acida- Qual è il trucco stavolta? Perchè le dirò, sono alquanto stanca di essere usata da tutti come una pedina. Mi dica quello che vuole da me e subito, basta coi giochetti.

-E' solo una tazza di the- protestò il signor Gold, tenendole comunque aperta la porta del suo negozio come avrebbe fatto un gentiluomo d'altri tempi- prometto di non gettarle addosso alcun maleficio, mia cara, mi guardi... sono totalmente inoffensivo.

Di questo ogni persona di buon senso a Storybrook avrebbe dubitato fortemente.

Alice dal canto suo gli lanciò un'occhiata significativa, che esprimeva la massima sfiducia nelle sue buone intenzioni.

Aveva sempre visto con sospetto quell'uomo dall'aria un po' triste e malandata da becchino, notoriamente invischiato in ogni affare sordido della città, sempre a fare comunella col sindaco o con la stessa Raven , da cui aveva appena ricevuto la fregatura del secolo. No, decisamente non voleva più immischiarsi con quel genere di persone... ma in fondo ormai che cosa aveva da perdere?

Eppure la domanda che avrebbe dovuto porsi era che cosa ci guadagnava il signor Gold, il quale notoriamente non aveva mai combinato un cattivo affare in tutta la sua vita.


Ravenna si fece strada da sola come sua abitudine nel salone di Rumpelstiltskin, il marmo lucente rispecchiava l'oro del suo lungo abito. La regina non aveva l'abitudine di ricambiare le visite frequenti che riceveva al suo palazzo, ma ultimamente Rumpelstiltskin si era fatto vivo con minore assiduità, costringendola a chiedersene con non poco disappunto il motivo. Eppure tutto sembrava normale, tutto era al suo posto, anche fin troppo, e Ravenna non avrebbe tardato a scoprire il perchè.

-Posso aiutarvi?- chiese una voce cristallina, la voce di una giovane donna vestita di un semplice abito azzurro cielo.

-Chi siete?- domandò Ravenna, forse un po' più bruscamente di quanto intendesse.

-Solo la cameriera, signora- rispose la ragazza con deferenza- posso esservi d'aiuto in qualche modo?

- Ravenna, che cosa ci fate qui? - Rumpelstiltskin si preoccupò di addolcire la sua voce non appena si accorse del disappunto di lei- Non mi aspettavo di ricevere ...il piacere della vostra compagnia tanto presto.

-No, immagino siate distretto da altri piaceri al momento- commentò la regina scoccando un'occhiata feroce  all'altra ragazza e facendole cenno di avvicinarsi - Venite qui voi, lasciatevi guardare....siete indubbiamente molto bella- lo disse come una sottile minaccia che Rumpelstiltskin non mancò di cogliere.

-Grazie signora- mormorò ella del tutto inconsapevole- Anche voi lo siete, se posso permettermi.

-Quindi sei d'accordo, ti ritieni molto bella?- Ravenna si concesse una breve risata- Si, in fondo credo che possa andare, per uno spuntino veloce... oh Rumpel, è un pensiero delizioso da parte tua!- aggiunse provando  un divertimento quasi infantile.

-Lei non è per te- intervenne lui ,più duramente di quanto si sarebbe aspettata, per poi rivolgersi alla ragazza con fare quasi premuroso- Belle, per favore ,puoi lasciarci soli- la ragazza fece quanto le chiedeva non prima di aver rivolto un cortese inchino a Ravenna, la quale era improvvisamente impallidita- E adesso che sei di nuovo in te forse puoi dirmi che cosa ci fai qui Ravenna?

Mi mancavi, avrebbe voluto rispondere.

-Mancavi a Philip - rispose invece dissimulando il suo interesse- non puoi pensare di trascorrere tanto tempo con lui per poi abbandonarlo all'improvviso, non è salutare per un ragazzo  che ha già perso il padre.

Ha perso suo padre per colpa di chi? fu sul punto di controbattere Rumpelstiltskin, ma la prudenza lo costrinse a trattenersi. Ravenna poteva essere una donna molto pericolosa quando lo voleva  e Belle si trovava nell'altra stanza totalmente ignara del pericolo che correva.

-Ne sono dolente e vedrò di riparare al più presto- disse semplicemente- ammetto di essere stato occupato da diversi contratti ultimamente. Ma non temete, troverò sempre il tempo... per Philip - specificò,nel vano tentativo di distaccarsi da lei ,mentre riusciva solo a ferirla maggiormente.

Ravenna incassò il colpo con regale contegno.

Afferrò lo straccio che Belle aveva lasciato sul tavolo e prese a  strofinare energicamente.

-Che state facendo?- domandò Rumpelstiltskin.

-Quella piccola sciocca ha lasciato una macchia- spiegò Ravenna con fare pratico- Una brava cameriera non commette errori così grossolani ... e non è passato poi così tanto tempo da quando ero una cameriera io stessa. Il mio rapporto di lavoro però è cessato bruscamente... e di chi fu il merito? Ci sono! Lo stesso che mi fece bere la pozione che mi ha reso... più o meno quella che sono adesso- concluse con un sorriso studiato.

Era un colpo davvero basso, se ne rendeva conto, ma non avrebbe tollerato di essere usata da lui come una pedina.

Voleva che almeno riconoscesse che ormai erano indissolubilmente legati, che dopo tutto quello che c'era stato tra di loro  lui non poteva dimenticarla come una pagina del suo passato...

-Sono felice che vi ricordiate ancora di chi vi ha reso quello che siete,  mia cara- Rumpelstiltskin sorrise enigmatico, in apparenza del tutto tranquillo- ricordate anche che  potrebbe distruggervi con la medesima facilità...- aggiunse soavemente ,  facendo si allo stesso tempo che il portone principale si spalancasse ad un gesto della sua mano- ...mi ha fatto piacere la vostra visita, non vi tratterrò oltre.

Così Ravenna se ne andò come le veniva suggerito , del tutto intenzionata a non tornare.

Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla implorare la sua attenzione.

In fondo avrebbe dovuto esserci abituata ormai...era sempre così con lui, non si poteva mai sapere cosa aspettarsi! Poteva essere un amante devoto e appassionato un momento, per poi perdere completamente interesse il momento successivo. Pazienza, avrebbe sopportato anche l'ennesimo malumore.

Ma nel frattempo non sarebbe rimasta sola , si disse cercando di farsi forza con quel pensiero, non del tutto...c'era sempre Philip, il suo adorato figlio. Lui non l'avrebbe certo disertata per la compagnia di una ragazzina qualunque...


Raven rientrò nella sua grande casa vuota sentendo l'eco sordo dei suoi passi riverberarsi attorno a lei. Philip non veniva a trovarla da giorni.

Aveva detto che gli serviva un po' di tempo per chiarirsi le idee e stare da solo. Al telefono aveva una voce davvero mortificata.

Ma insomma, era possibile che quella ragazzina avesse tanto potere su di lui?! Tanto per cominciare non l'amava davvero, di questo Raven era certa, credeva  di amarla a causa della maledizione. Intanto però la rottura tra i due aveva causato più danni del previsto. Philip non l'aveva presa bene, o almeno peggio di quanto lei avesse immaginato...

Ora Raven era rimasta completamente sola, sola ad eccezione di uno strisciante senso di colpa, come il signor Gold aveva predetto. Anche lui considerava con disapprovazione il suo operato, come se non bastasse...e lei puntualmente mancava di ascoltare i suoi consigli per fare di testa sua. Eppure si era verificato ciò che lui aveva predetto.

Stranamente la sua vendetta su Alice e la sua famiglia non sembrava avere più tanta importanza di fronte alla riservata malinconia di Philip, che tanto la disturbava.

La donna udì un fruscio dietro di sè, ma nel tempo di girarsi notò che non c'era nessuno.

Solo il grande specchio del soggiorno che troneggiava sul salone, come ai vecchi tempi. Raven vi si appoggiò esausta, ormai non le rimaneva altro che quello, pensò amaramente: contemplare la sua immagine riflessa.

-Specchio specchio delle mie brame...- cantilenò -... chi è la più bella del reame?

La fredda superficie dello specchio però rimase muta e immobile.
E' naturale, si disse Raven, dopotutto non ci troviamo più nel nostro mondo. Qui non può esistere la vera magia, solo meri trucchetti... ma in fondo è meglio così...

-Sei tu mia regina...sei tu la più bella del reame- rispose in  un sibilo lo specchio.

Raven avrebbe potuto riconoscere quella voce, pur stanca e  strascicata, ovunque.

- Rapunzel?


Il giorno che Ravenna decise di ritornare trovò il castello di Rumpel ridotto come se fosse stata combattuta una battaglia al suo interno. Mobili rovesciati, suppellettili fatte a pezzi e arazzi strappati erano sparsi ovunque... il padrone di casa, incurante del disastro intorno a lui, se ne stava seduto come se nulla fosse sul tavolo in mezzo al salone contemplando come una sacra reliquia una tazzina da the scheggiata che teneva tra le mani.

Deve essere uscito di senno, pensò la regina. Con circospezione si chinò  a raccogliere qualcosa di splendente abbandonato nella polvere, una bellissima collana di diamanti e rubini proveniente senza dubbio dal tesoro perduto di Agrabah  .

-Anche se più tardi sarò felice di accettare le tue scuse non pensare che io sia tornata per questo- lo informò subito- diciamo che sono venuta... per stringere un patto con te- si inventò sul momento- Adoro questa collana e visto che  devi ancora farti perdonare sono sicura che mi farai un buon prezzo.

-Un gioiello del tesoro perduto non ha prezzo, mia cara, non basterebbe nemmeno tutto il vostro regno- le rispose lui in tono apatico- e comunque non faccio accordi oggi, sprecate il vostro tempo qui. Prendetevi pure la maledetta collana e lasciatemi stare.

Ravenna non si perse d'animo e posò il gioiello su una teca semirovesciata.

-Come mai così di cattivo umore? E guarda questo disastro... - accennò con disapprovazione  ai cocci di vetro e porcellana sparsi ovunque nel salone- la tua nuova cameriera non sa decisamente fare il suo lavoro.

-Se ne è andata- la informò a quel punto Rumpelstiltskin , la sua voce perfettamente neutra  e monocorde -Se n'è andata per sempre.

-Se è solo per questo...Ci sono modi per riportarla qui. Non c'è bisogno di farne una tragedia- minimizzò Ravenna.

-Io l'ho lasciata andare- specificò lui - non doveva restare qui un minuto di più... qualcosa di così puro non dovrebbe mai essere corrotto dall'oscurità.

Lentamente Ravenna si avvicinò a passi circospetti e misurati, si sedette infine  poco distante da lui sul tavolo di quercia.

-Se fosse successo sarebbe stata una sua scelta- disse pacatamente- Perchè dovreste incolpare voi stesso per averle dato una possibilità?

Per la prima volta lui distolse lo sguardo dalla tazzina per posarlo su di lei e si poteva leggere nei suoi occhi una infinita tristezza.

-Perchè io corrompo tutto quello che tocco, guarda cosa ho fatto a te!- disse infine Rumpelstiltskin, accompagnando quel commento ad una risata sprezzante.

-Tu mi hai salvata- ribattè con forza  la regina- mi hai dato una vita che non osavo neanche immaginare!Mi hai dato mio figlio, il mio regno, la mia bellezza.

-No Ravenna - lui scosse violentemente il capo- Ti ho dato solo il potere e ho lasciato che distruggesse a poco a poco tutto quello che c'era di innocente in te. Ho fatto di una splendida fanciulla un mostro e l'ho condannata al mio stesso destino. Perchè sei abbastanza intelligente da averlo capito a questo punto, non è vero? La solitudine, Ravenna. Anche se tutte le tue speranze dovessero avverarsi e Philip ritornasse ad essere il tuo bravo figlio ubbidiente, sai che non potrà durare per sempre... Ti ho resa immortale,  mia bellissima regina- le disse quasi con tenerezza- il che vuol dire che sarai sempre sola.

-Allora è per questo che l'hai fatto ...- commentò Ravenna - ...è stato un momento di puro egoismo, immagino. Eri solo anche tu, così solo... e volevi che qualcuno ti seguisse nell'oscurità a cui ti sei legato. Mi hai dato il potere  e io ho scelto di usarlo. Le cose terribili che ho fatto le ho fatte per una mia scelta  e non permetterò  che te ne sobbarchi il peso , non è questo che voglio essere per te perchè io... - stava per aggiungere qualcos'altro ma si interruppe.

Rumpelstiltskin interpretò il suo silenzio come una muta condanna per i suoi molteplici peccati.

 -Dovresti  odiarmi Ravenna, almeno quanto io odio me stesso per quello che ti ho fatto- aggiunse.

Infatti dovrei odiarti, pensò lei, sarebbe tutto così facile se solo riuscissi ad odiarti .

-Allora, perchè sei ancora qui?- la sollecitò Rumpelstiltskin.

E Ravenna seppe che era giunto il momento di parlare, ormai non poteva più tirarsi indietro.

-E' mai possibile che tu non riesca a capirlo?- disse- Hai fatto così tanto per me, hai cambiato la mia vita... nuovi regni nascono mentre altri cadono, il tempo scorre e modifica ogni cosa... io vivrò grazie alla mia immortalità innumerevoli vite umane , tante da farmi dimenticare i volti a me familiari, mi scorderò anche di Philip un giorno. Lo so, l'ho sempre saputo che avrei dovuto lasciarlo andare...Perchè ,onestamente ,chi vorrebbe avere un mostro come madre? Ma per tutto questo tempo l'unico che è sempre stato accanto a me, l'unica costante nel mezzo di tutta questa follia ...sei tu. E' questo quello che hai fatto. Salvarmi e condannarmi allo stesso tempo- spinta dalla disperazione di quelle parole prese il suo volto tra le mani per costringerlo a  guardarla- Non mi pento di niente finchè posso stare con te.

La prese tra le sue braccia come per confortare una bambina , era una bambola così fragile tra le sue mani, spezzata troppe volte, troppe volte trattata con poco riguardo da uomini che non meritavano un suo solo sguardo...oh li avrebbe uccisi tutti, se ancora vivevano, si ripromise affondando le dita tra i suoi morbidi capelli.

 Baciarla gli sembrò un gesto così spontaneo e naturale che si accorse che lo stava facendo solo quando le mani di lei andarono decise ad aprirgli la camicia. Dopo tanti battibecchi e provocazioni al limite della decenza non si sarebbe mai aspettato una tale dolcezza tra di loro, esattamente come se avessero a disposizione tutto il tempo del mondo.

E in effetti era così.




Dear Lady Andromeda:eh credo che in questo capitolo si sia capito (in parte) come stanno le cose tra Rumpel e Ravenna. Sicuramente si amano a modo loro, ma non saprei dire se si tratta del 'vero amore' da favola: lei lo cerca in maniera quasi ossessiva e lui la desidera nello stesso modo un po' perverso, insieme propendono decisamente verso il male...ma a mio modo di vedere riescono così a completarsi. Inoltre tieni presente che dal mondo delle favole a Storybrook il loro rapporto è notevolmente cambiato ( sono successe molte cose, che  spiegherò più avanti naturalmente) , per questo lui si è fatto più distaccato e lei più vendicativa accentuando i lati peggiori dei rispettivi caratteri... Per Aury e Hook è un discorso molto diverso, la mia idea di lui è di una persona estremamente leale sotto ai modi da briccone, non avrebbe mai lasciato morire una ragazza pur sconosciuta per egoismo, ed è questo lato di lui che Aurora sta cominciando a vedere e ad apprezzare. Nonostante ciò li abbiamo lasciati sulla loro isoletta a farsi tranquillamente la guerra, ma prima o poi saranno costretti a collaborare per venirne fuori!E per allora prevedo tempesta...^^ Un bacione dearie  e  a presto!!

Dear Julie:si, anche io morivo dal ridere nello scrivere la scena Rumpel/Serenella!!:) Ma visto che la protagonista della storia è la bella addormentata ho deciso di dare tutti i ruoli della storia a personaggi diversi e insospettabili....se pensi che fin ora malefica sia stata Ravenna aspetta di vedere chi sarà la 'vera' cattiva che ho in mente per completare la favola!E con Philip fuori gioco per un po' ( poverino, sta proprio attraversando un periodo di depressione nera, ma non escludo che potrebbe tornare presto a dare problemi insieme alla degna matrigna) le cose potrebbero evolversi molto presto per la nostra eroina e per il suo 'vero amore'...XD Sono già al lavoro per scrivere un bel capitolo tutto per loro, ma anche la situazione di Raven mi preoccupa alquanto...sta cominciando a rendersi conto di tutti gli errori che ha commesso a Storybrook e anche prima! Come se non bastasse dovrà molto presto fare i conti con una vecchia conoscenza ancor più temibile della voce nello specchio... La presenza a Storybrook di Isabelle French potrebbe rendere la sua situazione con Mr Gold ancora più complicata, ma è meglio che smette di anticipare e vada a scrivere il prossimo capitolo!!Ci sentiamo presto, un bacione!!^^

 

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Capitolo 7
*** Mysteries of the Heart ***


 

 

Non era mai stata nel retro del negozio del signor Gold, il che ovviamente deponeva a suo favore, considerò Alice.

Stranamente  scoprì che non era il lugubre ripostiglio che usava per seppellire i cadaveri, come aveva sempre sospettato, ma un angolo appartato fornito di un salottino abbastanza accogliente di fronte a un caminetto.

-Dunque di cosa voleva parlarmi? Facciamo in fretta...sono molto occupata al momento- mentì Alice, che non riusciva comunque a trovarsi a suo agio alla presenza di quell'uomo.

-Occupata non mi sembra il termine più adatto, da quanto mi risulta non ha più un lavoro- rispose lui con una certa ironia nella voce- ma sono situazioni momentanee che possono capitare a chiunque... certo,ci può essere una soluzione più che conveniente per lei, se volesse avere la cortesia di ascoltarmi ancora per qualche minuto.

-Lei vorrebbe aiutare me?-domandò la ragazza , sospettosa.

-In realtà mia cara confido che sia lei a potermi venire in aiuto... vede c'è questa ragazza - il proprietario del negozio si interruppe un momento, segno che si trattava davvero di una questione incredibilmente delicata per lui- Lei mi ha chiesto aiuto per aprire una piccola attività di catering qui a Storybrook.Confido lei conosca  già la signorina French, se non sbaglio avete frequentato la stessa compagnia per un periodo...

Come dimenticarlo?! In effetti Alice e Isabelle, che  erano state dello stesso anno al liceo, si erano conosciute superficialmente nel periodo in cui quest'ultima era stata insieme a Gaston, uno degli amici di Philip. Alice lo ricordava come un ragazzo spocchioso e  arrogante, si era sempre chiesta che cosa ci trovasse in lui una ragazza dolce come Isabelle .

La loro storia però non era durata molto , complice il fatto che lui aveva una passione quasi ossessiva per la caccia , sia quando si trattava di animali che quando si trattava di ragazze. Un giorno a scuola aveva provato ad abbordare la stessa Alice, rispondendo al suo rifiuto con un commento particolarmente pesante, ben udito da tutti. Prima ancora che Philip lo venisse a sapere, Drake aveva già trascinato il malfattore nel cortile esterno dove lo aveva pestato a dovere beccandosi una sospensione. Il giorno dopo Isabelle lo aveva lasciato.

Comunque Alice si stupì molto il fatto che quella sua vecchia amica si fosse rivolta a Gold per una questione del genere. Ricordava che si trattava di una ragazza così solare e ingenua da ostinarsi a trovare qualcosa di buono in tutti, ma addirittura rivolgersi a lui, che molti consideravano il demonio in persona, era un atto davvero incauto.

- ...bene, come dicevo la signorina mi ha chiesto un grosso prestito in cambio del quale io dovrei diventare socio nella sua impresa, cosa che come ben sa non potrei fare senza impiegare il mio nome sul contratto- proseguì lui-  Potrebbero circolare certe voci scomode,voci che preferirei evitare, se tutti a Storybrook sapessero che la sto aiutando.

E per tutti era chiaro che intendesse Raven. Non era un mistero per nessuno quanto ella detestasse Isabelle French, nonostante non ce ne fosse alcun motivo palese. Per quanto ne sapeva Alice , le due non si erano nemmeno mai incontrate. Eppure Raven si era sempre dimostrata ostile nei confronti di quella ragazza, e solo questo fatto bastò a rendere all'improvviso la proposta di Gold incredibilmente allettante.

-Le serve una... prestanome?- suggerì quindi Alice.

-Per così dire- confermò Gold , il dente d'oro scintillò sul suo sorriso- non posso negare che mi risparmierebbe notevoli seccature. Ovviamente il suo compenso sarà più che adeguato.

-Raven andrà comunque su tutte le furie...- commentò la ragazza cautamente- Bene, se non si tratta che di questo... ci sto.

-Sono felice di sentirlo- approvò il signor Gold , poi un'ombra tenue attraversò il suo viso- e non si preoccupi di Raven ... farò in modo che non se la prenda con lei. Dopotutto è un favore che sta facendo a me.

-Perchè io?- domandò a questo punto la ragazza- Voglio dire, certo, mi fa comodo entrare in questo affare soprattutto ora che non ho più un centesimo a mio nome...ma potrebbe fare la stessa offerta a chiunque altro in città.

-La sto facendo a lei.

-Perchè?- insistette Alice- Ho fatto tanti errori in passato, ma voglio a tutti i costi evitare di commetterne un altro  accettando senza conoscere tutta la verità dietro a questa sua 'generosa offerta'...

Lui sorrise enigmatico, come sempre faceva quando qualcuno cercava di fargli scoprire le carte in tavola. Quel sorrisetto non prometteva nulla di buono, si disse Alice. Dava quasi l'impressione di essere a conoscenza di qualcosa di trascorso che l'interlocutore ignorava.

-Forse, signorina Stone...- suggerì il signor Gold, guardandola intensamente - ...forse perchè anche io, di tanto in tanto, sento il bisogno di rimediare agli errori del passato.

 

-Ancora pesce per cena? Non ci posso credere...Non ce la faccio più a resistere in queste condizioni!!

-La cosa è reciproca...

-Sentite, sono quasi dieci giorni che siamo naufragati su quest'isola, a quest'ora avreste già dovuto pensare a qualcosa , qualche trucco che ci permetta di fare ritorno al mondo civile... e invece ve ne state sempre lì , sdraiato al sole come se non aveste alcun problema al mondo...

-Chiedo scusa, altezza...non era questo che facevate voi tutto il giorno nel vostro bel palazzo?! Finchè non passerà di qui un'altra nave c'è ben poco che possiamo fare... cercate almeno di godervi questo bel tempo nell'attesa...

-E' piuttosto difficile avvistare una nave in arrivo quando si è sempre ubriachi- commentò la principessa gettando uno sguardo di cupa disapprovazione alla fiaschetta del rum da cui il pirata non si separava quasi mai.

-In mia difesa posso dire che la compagnia non mi lascia altra scelta- ribattè il pirata, tirando un lungo sorso dalla sua adorata fiaschetta, giusto per sottolineare il concetto.

Doveva contenere un qualche incantesimo visto che la malefica bevanda pareva non finire mai. Il terzo giorno dal naufragio Aurora ,che non sopportava quella pessima abitudine del capitano, aveva perfino provato a gettare la fiaschetta a mare mentre Killian dormiva. Non l'avesse mai fatto...

-Il Rum, Aurora, perchè avete gettato il rum?!- le aveva urlato contro per tutto il giorno con voce isterica.

- Uno: perché è un'ignobile bevanda che muta anche il più rispettabile degli uomini in un perfetto furfante. Due: mi servite lucido se vogliamo avere qualche speranza di andarcene- aveva spiegato lei con fare puntiglioso.

-Ma PERCHE' HAI GETTATO IL RUM?!?

Alla fine lei  era stata costretta ad andare a ripescare la dannata fiaschetta, per buona pace della loro convivenza che cominciava a farsi ogni giorno più difficile.

-Io vado a far provviste- annunciò la principessa - almeno qualcuno di noi due deve pur rendersi utile alla comune sopravvivenza...nel frattempo cercate di tenere i vostri occhi da ubriacone ben incollati all'orizzonte finchè non sarò tornata.

-Cercate voi di non perdervi , altezza...- le disse Hook di rimando con un ghigno- ... come è successo l'ultima volta. Non ho intenzione di venirvi a cercare ancora.

La principessa non lo degnò di una risposta.

Benché fossero stati fortunati a finire su un'isola provvista di cibo e di qualche ruscello, Aurora lamentava il fatto che Killian non alzasse un dito per aiutarla a far provviste di frutta per i loro pasti. D'altro canto lui replicava che andare a pesca la mattina gli sembrava più che sufficiente. Lei aveva obbiettato che un'alimentazione poco varia era poco salutare e la replica poco educata di lui si era persa nel rumore delle onde sulla spiaggia.

Aurora aveva raccolto quanti più frutti esotici era riuscita a trovare. Ce n'erano davvero un mucchio sull'isola, delle varietà più diverse, ma i più belli sembravano trovarsi verso l'interno dell'entroterra. Passo dopo passo si era allontanata sempre di più dalla riva ritrovandosi circondata da una fitta selva fatta di felci e  di palme.

-Andiamo non è possibile, non ancora una volta...- mormorò la ragazza ad un cero punto, lasciando cadere la frutta a terra, sconfortata- ... non posso essermi persa  per la seconda volta su un'isola!

Ora si che Killian Jones l'avrebbe potuta a ragione prendere in giro per l'eternità, si ritrovò a pensare la principessa.

-Perfetto!E adesso chi lo sopporta più...- commentò frustrata.

-Mi pare di capire che posso essere di qualche aiuto- rispose una voce sottile alle sue spalle. Aurora si voltò di scatto trovandosi davanti un ...bè, non era proprio sicura che si trattasse di un uomo.

Era certamente l'individuo più strambo che avesse mai visto, abbigliato in uno strano completo di pelle e seta gialla,  la sua pelle era di un insolito colorito verde-dorato e i suoi grandi occhi scuri scintillavano di una luce sinistra che non ispirava certo fiducia.

-Chi siete?- domandò la ragazza, incuriosita ma anche un po' intimorita- Siete di qui?

- Rumpelstiltskin - rispose esibendosi in uno stucchevole inchino-  e sono umilmente  al vostro servizio, altezza.

 

-Rumpel!- esclamò una voce femminile piuttosto concitata.

Raven appoggiò saldamente entrambe le mani al bancone, per darsi sostegno . Aveva corso a perdifiato per arrivare da lui il prima possibile e si era subito fiondata nel negozio senza preoccuparsi di attirare sguardi indiscreti. Chi altri poteva aiutarla se non lui, che ara anche l'unico a conoscenza del suo passato? Raven sapeva, o almeno sperava che non si sarebbe tirato indietro di fornte a qualcosa, o meglio, qualcuno che non minacciava solo Raven stessa ma tutta la città...

Il signor Gold però non si trovava lì, o almeno non dietro al vecchio bancone come sempre.

Riemerse dall'ombra poco dopo, lasciando aperta la porta del retrobottega dal cui spiraglio si poteva intravedere un salotto bene illuminato. Sul tavolo c'erano una teiera e due tazzine, anche se la porta celava chi fosse l'ospite con cui il proprietario si stesse intrattenendo.

-Al vostro servizio- rispose ironicamente il signor Gold - ma posso ricordarle mai cara di non usare quel nome qui. Per tutti sono il signor Gold, cerchiamo di evitare di dare spettacolo per gli abitanti di Storybrook...

-Oh, che m'importa di quella gente?!- imprecò lei esasperata- Ho bisogno di parlarti immediatamente.

-Temo che non sia possibile- rispose lui pacato- sono con una graziosa ospite al momento e stiamo discutendo di un contratto per me molto vantaggioso. Saremo costretti a rimandare...

-E' importante - protestò Raven.

-Anche i miei affari lo sono- replicò lui rimanendo impassibile.

-Tu non puoi immaginare quanto sia importante.

-Non lo è sempre con lei?- lamentò lui alzando quasi gli occhi al cielo- Se riguarda suo figlio e il modo in cui sta reagendo alla sua 'delusione amorosa' ne sono già a conoscenza. Lui con me si confida. L'avevo avvertita di non spingersi oltre, ma se ben ricordo non mi ha voluto prestare ascolto...

-Ha parlato con Philip? - Raven all'improvviso sembrò scordare al propria preoccupazione per contentarsi sull'apprensione che provava per il figliastro- Come sta?

-E' ancora molto amareggiato e per il momento non vuole vedere nessuno.

-Io non sono nessuno, sono sua madre!

-Questo sappiamo entrambi che non è vero- commentò lui gelido, poi però si rese conto di essersi spinto troppo oltre.

Raven era davvero agitata e le sue parole l'avevano colpita più di quanto si immaginasse. Non aveva intenzione di ferirla eppure da quando si trovavano a Storybrook era ciò che gli veniva più naturale. Forse, si disse, non era riuscito a perdonarla fino in fondo quello che era successo dall'altra parte... Forse ferire le persone che aveva accanto era semplicemente diventato parte della sua natura da quando aveva lasciato che l'oscurità prendesse il sopravvento.

-Non mi sembra il caso di preoccuparsi così Raven, in fondo un cuore spezzato non ha mai ucciso nessuno- aggiunse,cercando di rassicurarla almeno in parte.

-No, ma può fare molto peggio...- mormorò lei, prima di voltarsi e uscire ,senza nemmeno accennare al motivo che l'aveva messa tanto in agitazione da spingerla a quella visita improvvisata.

Non sarà stato poi così importante, cercò di convincersi lui, senza tuttavia riuscire a crederci del tutto. Il signor Gold ritornò quindi da Alice Stone, riservandole uno dei suoi migliori sorrisi di facciata mentre le indicava i diversi documenti da firmare.

Nemmeno per un istante tuttavia riuscì a dimenticarsi dell'espressione sconvolta di Raven. Che le fosse successo qualcos'altro di cui lui non era ancora a conoscenza...no, impossibile. Lui sapeva tutto di Storybrook e dei suoi abitanti. Aveva contratti con quasi ognuno di loro. Non sarebbe stato possibile che qualcosa fosse sfuggito dal suo controllo.

O quantomeno sarebbe stato imperdonabile.

 

Aurora stava per domandare come la conoscesse ma si ricordò di avere problemi ben più pressanti.

-Io...credo di essermi persa- confessò.

-Lo avevo intuito- una risatina stridula seguì quell'affermazione di Rumpelstiltskin - si da il caso che  io possa rimettervi sulla giusta via... - come per magia comparve dietro alla ragazza , passandole un braccio intorno alla vita e chinandosi a sussurrarle direttamente all'orecchio -ma è giusto che sappiate che tutto quello che faccio, mia cara, ha un prezzo.

- State lontano da lei- intervenne una voce ferma e decisa.

Hook era arrivato giusto in tempo, si disse Aurora, che quasi non osava muoversi per paura di quello strano essere. Il pirata aveva sfoderato la spada e sembrava pronto a battersi, ma c'era qualcosa di più in lui che la sua solita spavalderia da taverna . Qualcosa di freddo e spietato nel suo sguardo.

Sembrava seriamente intenzionato ad uccidere quella creatura, qualunque cosa fosse.

-Voi...- realizzò Aurora, voltandosi verso il demone che ancora la teneva stretta- ...siete voi la persona che stava cercando.

-Vostra altezza...avete degli accordi con questo... gentiluomo?- domandò invece  Rumpelstiltskin con noncuranza, come se non fosse per nulla preoccupato della spada che aveva puntata alla gola.

-Ha solo promesso di aprirmi il suo scrigno quando l'ho aiutata a scappare... dovreste sapere che le signore non aspettano altro- ribattè subito Killian, tornato il solito spaccone di sempre.

-No!Non in quel senso...- si affrettò a precisare Aurora, senza potersi impedire di arrossire,cosa che non sfuggì a nessuno dei due contendenti.

- Ma ora non ne ho più alcun bisogno: finalmente ho l'occasione di fartela pagare di persona...- proseguì Hook, ignorando il commento di lei- ...sempre che tu sia abbastanza uomo da accettare un combattimento leale. Comincia col lasciare andare la ragazza, è troppo graziosa per trovarsi così vicina alla tua brutta faccia!

Aurora sospirò esasperata. Non riteneva affatto saggio provocare ulteriormente un essere del genere, che poteva fare ricorso alla magia in qualsiasi momento...

-Non mi dirai che la ragazza ti interessa, capitano... La principessa e il pirata!- esclamò ironicamente Rumpelstiltskin - non spetta a me dirlo, ma potreste avere di meglio, mia cara...- aggiunse in un sussurro ben udibile anche al capitano.

-Ora basta, voi avete un conto in sospeso con me, lasciatela andare - gli intimò il pirata.

-Sarebbe un vero piacere! Ma sfortunatamente i miei affari mi portano in un altra direzione, anzi ci portano- disse Rumpel, rafforzando la presa sulla vita della principessa.

-Se solo oserete...

-Che cosa? Rapire una donna che non mi appartiene?- ribattè Rumpelstiltskin , la sua voce ironica era anche colma di un'ira indefinibile- Portarla via dalla sua casa...da suo figlio?!Non credo possiate darmi lezioni su questo capitano.

Ormai era chiaro che di qualunque cosa stesse parlando era riferita a quei trascorsi tra di loro di cui Aurora non sapeva nulla.

-Killian... - mormorò lei , senza neanche sapere se con quel sussurro volesse chiedergli aiuto o semplicemente chiedergli scusa per essere stata così insopportabile negli ultimi giorni.

Aveva paura , ammise finalmente con sè stessa, una grande paura di quel mondo così meraviglioso e allo stesso tempo terrificante che aveva appena cominciato a conoscere.

- Sarà per un atra volta, capitano... non pensare che abbia finito con te- Rumpelstiltskin a quel punto mimò un saluto marinaresco, per poi scomparire in un fumo rossastro insieme alla sua preda.

Quando il fumo si fu diradato completamente Hook potè constatare che quel mostro aveva portato Aurora con lui.

-Maledetto!- imprecò , menando l'aria con la spada per la frustrazione.


-Maledizione!- imprecò Alice Stone, dopo aver sbagliato strada per l'ennesima volta.

Finalmente dopo mille tribolazioni, col GPS della macchina che si rifiutava di collaborare, riuscì ad individuare l'abitazione di Isabelle French, un orrendo magazzino appena ristrutturato  che si trovava quasi al confine della città nonchè del mondo conosciuto.

La proprietaria la accolse alla porta con un ampio sorriso e un muffin caldo in mano.

Alice sapeva che la ragazza si era appena trasferita lì dopo l'ennesima accesa lite col padre per affermare la propria indipendenza.

Peccato che oltre a tanti begli ideali non possedesse un dollaro a suo nome e aveva dovuto così accontentarsi di quella soluzione temporanea.

-Sei stata un tesoro a venire a trovarmi a casa solo per queste- le disse gentilmente riconsegnandole gli atti di proprietà - Non so davvero come ringraziarti, senza di te non sarei mai riuscita ad aprire una mia attività a Storybrook...quasi non riuscivo a crederci quando il signor Gold mi ha chiamata per dirmi che eri interessata ad aprire una società con me!E c'è ancora molto da fare, quindi non ti trattengo, sicuramente sarai molto impegnata anche tu la notte della Vigilia...

Alice ricambiò con un sorriso di circostanza, chiedendosi quanto la ragazza potesse intuire delle vere intenzioni che l'avevano spinta a diventare sua socia solo di nome nell'attività di catering, le quali si riducevano alla propria disperazione e all'assoluta necessità di una rendita sostitutiva che le consentisse di liquidare la propria quota del maneggio senza accumulare altri debiti.

Davvero Isabelle poteva essere così ingenua da non sospettare nemmeno che c'era il signor Gold dietro a quel miracolo di Natale e che Alice lo stesse "aiutando" a  mantenersi nell'anonimato?

-Niente affatto, è stato un piacere- rispose, lievemente a disagio nei suoi confronti- quanto a me non devi preoccuparti, non ho molto da fare ultimamente...

-Ma è la vigilia di Natale- le fece notare Isabelle con la tipica espressione di un bambino che sta attestando l'ovvio.

-La mia famiglia non lo festeggia- tagliò corto Alice, che non aveva la men che minima intenzione di mettersi a frignare di fronte a una quasi sconosciuta lamentando la recente rottura col proprio fidanzato, con cui aveva sempre trascorso ogni Natale e vigilia che ricordasse.

-Oh, in questo caso... perchè non ti fermi da me a bere qualcosa? Stiamo inaugurando l'appartamento, sai, e i muffin sono stati appena sfornati...

Stiamo? Alice non aveva idea che belle avesse una coinquilina, ma in fondo anche quell'invito dell'ultimo minuto equivaleva a non passare proprio sola come un cane quella vigilia, con la vodka come unica compagnia. Inoltre l'esperienza insegna che a  dei muffin caldi appena sfornati non si può dire di no.

Isabelle la fece accomodare in una specie di soggiorno improvvisato da una stufetta e un paio di tappeti che coprivano le assi traballanti del pavimento.

-Non avvicinarti tropo al fuoco- raccomandò la padrona di casa- non siamo troppo sicuri che la bombola del gas funzioni a dovere e...no lì no!Quella sedia è rotta...come tutte quelle che vedi accantonate sul fondo della stanza, ma puoi sederti sul lato non sfondato del divano... io vado subito a prenderti un muffin!- aggiunse  a mo di scusa, lasciando la sua ospite a contemplare la devastazione mista a cianfrusaglie attorno a sè.

Alice si accomodò come meglio poteva sulla vecchia branda che veniva spacciata come divano, cercando di evitare le mole sporgenti e arrugginite. Stava già cominciando a pentirsi di avere accettato quell'invito quando la sua attenzione venne completamente assorbita dalla cigolante porta della camera da letto che si aprì rivelando un uomo bagnato e seminudo, coperto solo da un asciugamano strettamente legato sui fianchi... un uomo che per la cronaca non assomigliava affatto al signor Gold.

-Ottime notizie!- annunciò Drake con voce squillante- l'acqua calda funziona...almeno per ora. E ho anche trovato il modo di ridurre le perdite dalle tubature superiori, anche se per aggiustarle bisognerà trovare pezzi di ricambio che risalgano ai primi del novecento. Per l'amianto è un altro discorso, posso cominciare a rimuoverlo da domani se mi presti la macchina per andare  a prendere i miei attrezzi...

Solo quando fu troppo tardi si accorse dello sguardo feroce con cui Alice lo stava puntando.

-Tu che diamine ci fai qui?- scandì a denti molto stretti.

-Sai è molto curioso...mi sono trovato improvvisamente disoccupato e qui stavano assumendo- ribattè lui prontamente - questo posto sta letteralmente cadendo a pezzi se non l'hai notato, manna dal cielo per un tuttofare...Isabelle mi ha chiesto se potevo dare un'occhiata alle sue tubature così...

- Dare un'occhiata alle sue tubature,certo- ripetè Alice come se si trattasse di qualcosa di osceno- e questo ovviamente spiega come mai hai deciso di collaudare la doccia, e chissà cos'altro già che c'eri... - commentò con un sottile tono accusatorio.

Ora cominciava a capire come mai Raven detestasse quella ragazza.

A quel punto Drake si mise sulla difensiva, anche se era difficile dare spiegazioni con niente di più che un asciugamano addosso.

-Sai, credo di non avere afferrato...mi  eviti senza una spiegazione e a rifiuti le mie chiamate da settimane... e ora perchè sei tu a dover essere arrabbiata con me se mi sono trovato un'altra occupazione, magari una che mi consenta di sopravvivere?!

-Liberissimo di farlo e di farti anche chi vuoi per quanto mi riguarda!- Alice scattò in piedi, rossa in viso.

-Alice, eccomi con il tuo muffin- intervenne Isabelle proprio in quel momento di ritorno dalla cucina-  scusa il ritardo...lo sportello del forno si era incastrato, è di seconda mano per cui... ma aspetta dove stai andando?

-Grazie lo stesso...devo proprio andare- disse l'altra marciando a passo spedito verso la porta.

Uno strano senso di indignazione si era impadronito di lei, un furore cieco che purtroppo le impedì di accorgersi in tempo del pezzo di intonaco che si stava staccando dal soffitto e che la atterrò con spietata precisione.


Si ritrovò in un salone dal pavimento di marmo, interamente circondato da pesanti arazzi scuri. L'unica luce che illuminava la sala proveniva da un grande braciere al suo interno, che mandava cupi riflessi sul soffitto affrescato.

Rumpelstiltskin l'aveva lasciata, ma se ne stava tranquillamente accanto a lei come se stesse aspettando qualcosa.

-Riportatemi subito dove stavo!Come vi siete permesso?- disse subito la principessa, sbattendo un piede a terra, volitiva -E poi non ho stretto alcun contratto con voi, cosa volete da me?!

-Oh, dovete avermi frainteso- precisò Rumpelstiltskin, fingendosi mortificato- non ho mai avuto intenzione di stringere un contratto con voi...si da il caso altezza che voi siate solo l'oggetto di un contratto che ho già precedentemente stipulato... con un'altra persona.

-Un contratto...che avete stipulato con chi ,di grazia?- domandò Aurora.

Lui si limitò a fare un cenno alle sue spalle.

Fu allora che la ragazza si voltò e vide per la prima volta un imponente trono , anch'esso intagliato nel marmo. Sul trono c'era una donna anch'ella vestita di nero, con lunghe ciocche dorate che  sfuggivano alla corona di acciaio scuro che le cingeva il capo, era molto bella ma di una  bellezza languida, accentuata dai riflessi che il fuoco produceva nei suoi occhi glaciali.

-Principessa Aurora... posso avere l'onore di presentarvi a sua maestà la regina Ravenna - aggiunse Rumpelstiltskin, chinandosi a baciare la mano pallida della sovrana.

-Benvenuta nel mio regno, mia cara - disse questa con voce soave-...  Rumpelstiltskin, siete stato di parola,come sempre. Avete la mia gratitudine.

-Per così poco- si schermì lui-   ... recuperare una principessa perduta non è stato altro che un gioco da ragazzi.Tuttavia Ravenna, dovete comprendere che  non tutte le persone che abbiamo perso possono ritornare  con tanta facilità. 

Quell'ammonimento chiaramente non casuale provocò nella  regina un'amara risata.

-Siete l'ultima persona che può farmi desistere dal mio proposito... quello che le è successo è stata colpa di entrambi- gli ricordò lei.

-Allora lasciate che la colpa ricada solo su di me, se questo può darvi un po' di pace- Rumpelstiltskin si avvicinò a lei cercando di calmarla, di costringerla a ragionare-Ravenna , ho fatto quanto mi avete chiesto  perchè me lo avete chiesto voi ,ma la trovo comunque una pessima idea.

- Ora potete andare, ci vedremo più tardi nelle mie stanze- disse la regina , che non sembrava intenzionata a sentir ragioni, scostandosi da lui  - io e la principessa dobbiamo regolare una questione in privato...

-Quale questione? Non ci conosciamo nemmeno...- obbiettò la giovane.

-Non desidero che tu mi conosca , sciocchina- rispose Ravenna in tono pratico- ho semplicemente bisogno del tuo cuore.

-Il mio... il mio cuore?- Aurora indietreggiò impercettibilmente, i suoi passi rimbombarono nell'oscuro salone.

-Non voglio che tu pensi che lo faccio perchè sono cattiva- proseguì Ravenna avvicinandosi sempre più inesorabilmente a lei- ma cerca di vedere il lato positivo: la tua morte servirà ad aiutare una mia cara amica a riavere indietro al sua vita. Non ti sembra una buona azione questa?

-No, lasciami stare...

Le sue dita fredde toccarono appena la fronte della principessa precipitandola nell'oblio.


Il pezzo di gesso l'aveva colpita alla tempia facendola rovinare sulle assi consunte che si incrinarono immediatamente , lasciandola semi sprofondare nel pavimento.

Fu decisamente uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita. Isabelle e Drake la tirarono su allarmati, costringendola a sedersi su una sedia della cucina, quella meno mangiata dalle tarme, e ad accettare il fatidico muffin che l'aveva condotta alla rovina.

-Sicura di stare bene?- domandò Isabelle ancora piuttosto allarmata.

-Ma si certo... non preoccuparti.

Ed era la verità: a parte il bernoccolo in testa e la sua autostima sotto i piedi Alice stava benissimo.

-Ti prendo del ghiaccio... certo prima devo verificare se il refrigeratore funziona...- considerò la padrona di casa se così si poteva definire quel posto maledetto- un momento solo, Drake ti dispiace rimanere tu con lei?

-Nessun problema, Izzy - assicurò lui, che nel trambusto seguito alla rocambolesca caduta di Alice aveva avuto il buon gusto di infilarsi una t-shirt e i pantaloni di una vecchia tuta.

Izzy?E da quando la chiamava per diminutivo?! pensò Alice con disappunto.

- Sei ancora tutta intera Allie? Ci hai fatto prendere un bello spavento. Bè quanto meno non potrai più negare che i miei addominali possono uccidere...- aggiunse Drake  col suo miglior ghigno sornione.

-Ma falla finita idiota- ribattè lei infuriata, segno evidente che si stava riprendendo bene- l'unico che rischia la pelle qui sei tu quando il signor Gold verrà a sapere che ti scopi la sua piccola innocente protetta.

Drake le sorrise amabile.

-Sei sempre giunta a conclusioni affrettate- dichiarò con noncuranza- possibile che ogni volta che mi trovo in situazioni equivoche con qualcuno ,anche quando c'è un'ottima e ovvia spiegazione, tu debba pensare sempre al peggio?!

-Onestamente Drake, c'è qualcuno a Storybrook con cui non ti sei mai trovato in "situazioni equivoche"?- ribattè Alice seccata.

Lui finse di pensarci su, e avrebbe dovuto farlo seriamente perchè in effetti i precedenti trascorsi,  di cui Alice serbava memoria imperitura, non deponevano a suo favore.

- Mmmm... Granny?- suggerì facendola ridere, nonostante il dolore alla testa.

-Ti prego...come se non stessi abbastanza male per immaginarmi certe cose...

-OK Ally, ma te lo dico solo per difendere la mia altrimenti immacolata reputazione di gentiluomo- si arrese Drake alzando le mani- ... le stavo solo controllando il bagno, sul serio,  e poi mi sono fatto una doccia perchè vedi momentaneamente...vivo qui- confessò infine- Izz... cioè Isabelle è stata così gentile da offrirmi un posto dove stare per il momento, anche se non ci conosciamo così bene.... è stato un bel gesto da parte sua  e io non mi trovavo nelle condizioni di rifiutare.

-E la casa galleggiante?- domandò Alice, sconvolta da quella rivelazione più che dalla tegola che le aveva appena sfondato il cranio.

-Sai com'è, niente stipendio...- accennò lui  e non ci fu bisogno di aggiungere altro.

Nessuno più di lei sapeva che cosa significasse quella braca per Drake.

 Era stato il suo unico rifugio , il loro punto di ritrovo, per buona parte dell'adolescenza una vera e propria casa. Arrivare a perderla per colpa di un suo stupido errore... e se ripensava al modo indegno in cui lo aveva evitato dopo non poteva che stare ancora peggio, sentendosi un'autentica stronza.

E la cosa peggiore era forse proprio il fatto che lui non sembrasse serbarle il minimo rancore.

- Drake... mi dispiace tanto- si ritrovò a dire sommessamente, il capo chini e  le mani raccolte in grembo- ... oddio non riesco ancora a credere a quello che ho fatto e detto prima! Devo esserti sembrata una pazza furiosa.

-Nah... non più del solito- commentò lui, guadagnandosi una truce occhiataccia da parte di lei- comunque dispiace anche a me per come sono andate le cose al tuo maneggio, so perfettamente quanto ci tenevi.... E mi fa piacere sapere che sei ancora in piedi, non che avessi alcun dubbio- si affrettò ad aggiungere.

Questo era veramente il colmo, pensò Alice desolata, lui che si dispiaceva per lei!!

-Sono ancora in piedi  come puoi vedere... anche se non sempre nel senso letterale della parola- commentò la ragazza con un mezzo sorriso che lui si trovò più che disposto a ricambiare.

-Già- confermò Drake - e inoltre sei stata davvero generosa a volere aiutare Isabelle.

La ragazza si rese conto che quello era il momento di vuotare il sacco sulla vera natura del miracoloso finanziamento a Isabelle, solo che per qualche ragione proprio non ce la fece...era semplicemente troppo da gestire in quel momento. Seguì un momento di profondo imbarazzo che Alice riuscì ad eludere solamente affondando con convinzione la mascella nel suo muffin al cioccolato, che tante sofferenze le era costato.

- Buono...- sospirò allegramente.

-Lo pensi davvero?- domandò Drake con un po' troppa apprensione nella voce.

-Oh no...

-Oh si!- la corresse lui esultante.

-Non puoi averlo preparato tu- protestò Alice, ancorata alle sue antiche certezze del passato- al liceo odiavi il corso di cucina!

-Odiavo l'insegnante di cucina, ma non ho mai detto di non essere modestamente... un pioniere dei fornelli- si pavoneggiò come suo solito.

-Non ti vantare troppo- lo prese in giro lei- ho detto solo che questo muffin è buono... ma io sono sicura di poter fare certamente  di meglio!

-E' una sfida?!- chiese fingendosi accigliato.

-Ci puoi giurare.


 

Hello my Dears!!^^Nuovo capitolo più incentrato sulla coppia Aurora/Hook o Allie/Drake per chi li preferisca nella versione Storybrook, ne vedremo delle belle nel prossimo episodio che sarà niente di meno che l'episodio dedicato al Natale di Storybrook XD Rassicuratevi, il signor Gold non ha intenzione per ora di impersonare il Grinch e rubare il Natale...ehm...ho detto per ora! Intanto passo a  ringraziare le mie più fedeli commentatrici, grazie a cui questa storia mi regala sempre più soddisfazioni: GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!Non so come farei senza di voi !!!!!!!!!!!!!!!!!

Dear Julie: Ebbene si Rapunzel farà parte della compagnia, anche se conosceremo meglio la sua storia nei prossimi capitoli...per ora resta un ricordo doloroso del passato di Ravenna, e neanche l'unico purtroppo...XD E anche Belle ha finalmente fatto la sua tardiva comparsa nella storia^^ Giocherà un ruolo molto importante più avanti ,almeno se Raven non la eliminerà prima, io che sono responsabile per i miei personaggi prometto di vigilare in tal senso...ma in fondo Raven non è cattiva. Il suo rapporto con il signor Gold è molto complesso dato che nel mondo passato sono stati sinceramente innamorati l'uno dell'altra, lui non la vedeva come una semplice scappatoia ma allo stesso tempo si comportava da codardo non riuscendo ad ammettere ei suoi sentimenti fino all'ultimo episodio... Bè, da allora sono successe molte cose e questo rapporto è ora in discussione a Storybrook , spero che si sia capito perchè è un punto molto importante della storia!! Ti ringrazio infinitamente della pazienza che ci metti a leggere questa trama contorta e a commentarla pure, un bacione my dear!!!^^

Dear Lady Andromeda:Eccomi qui, ci ho messo un po' di più a scrivere questo capitolo perchè dovevo preparare l'introduzione di due personaggi molto importanti della storia: Belle e Rapunzel, anche se di quest'ultima parleremo di più in seguito...comunque anticipo solo che se Raven è tanto preoccupata un motivo ci sarà. E anche gli ignari abitanti di Storybrook farebbero meglio a preoccuparsi invece che stare a pensare ai fatti degli altri... quello che è "presumibilmente" accaduto tra Alice e  Drake ha fatto così scalpore principalmente perchè Philip è davvero molto amato da tutti, è il classico ragazzo perfetto della porta accanto. XD Vederlo pubblicamente umiliato e tradito ha dato fastidio a tutti , anche a chi normalmente non si arrischierebbe a dare un giudizio. Raven stessa sta cominciando a considerare di non aver avuto una buona idea, anche se al momento ha preoccupazioni ben più gravi...  tutto è collegato, e ti assicuro che è un lavoraccio collegare tutto in una storia come questa!ahah, spero di farcela a dare un senso al complesso nel finale...comunque il pensiero che qualcuno legga e apprezzi la storia mi aiuta a mantenere una "relativa" sanità mentale, per cui ti devo ringraziare!!ci sentiamo presto, un bacione!!^^

 

 

 

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Capitolo 8
*** No One Mourns the Wicked ***


 

 

-Sei la migliore amica che si possa desiderare!- dichiarò Isabelle French, abbracciando la ragazza in una morsa soffocante.

Alice che fu costretta suo malgrado ad accettare con un sorriso tirato  quella gratifica, pur morendo dentro al pensiero di stare mentendo a entrambi i suoi compagni.

- E grazie anche a te Drake... ragazzi siete fantastici! Senza di voi non so proprio come avrei fatto...- proseguì Isabelle con trasporto, a cui seguì un meritato brindisi per gli sforzi compiuti.

La notte di Natale a Storybrook aveva qualcosa di magico e significava per tutti qualcosa di speciale...

Per Isabelle, Alice e Drake quell'anno significava trovarsi accumunati nel bisogno .

A Isabelle serviva aiuto per aprire il suo negozio . Ad Alice e Drake serviva un lavoro. A Drake serviva anche un posto dove stare e Isabelle si era offerta di ospitarlo nel suo appartamento fino a tempi migliori. All'appartamento serviva qualcuno che gli impedisse di crollare a pezzi e questo era sotto gli occhi di tutti.

Avevano pertanto deciso di unire le forze per fronteggiare l'emergenza comune e la notte della vigilia era trascorsa piacevolmente a casa di Isabelle, dove i tre ragazzi avevano cominciato a stendere insieme i primi progetti per il locale che intendevano aprire . Il giorno seguente , dopo una robusta colazione e una doccia ristoratrice ( Drake era effettivamente riuscito a far arrivare in qualche modo l'acqua calda), avevano cominciato a mettere tali progetti in pratica.

Una volta giunti sul luogo in cui si trovava il locale che avrebbero adoperato ad Alice venne quasi da piangere: era messo addirittura peggio dell'appartamento di Isabelle.

-Ragazzi ,siamo sicuri di essere nel posto giusto?

-L'indirizzo è proprio questo- confermò Isabelle perplessa quanto l'amica di fronte alla catapecchia che sfigurava come una cicatrice il centro della città.

-Non è poi tanto male- assicurò Drake , che sembrava l'unico a non essersi perso d'animo- Ho abitato posti peggiori!Signore, suvvia non disperate, datemi solo i giusti attrezzi da falegname, un paio di birre gelate, e una mezza giornata di lavoro... ve lo rimetto insieme io, fidatevi!

-Non male davvero- confermò una voce alle loro spalle, tutti e tre si voltarono verso Raven che era arrivata alle loro spalle come un fantasma persecutore- fatemi sapere quando aprirete e se per allora avrete anche  trovato un modo per evitare che i clienti prendano il colera passerò a trovarvi.

-Il locale è ancora chiuso- ribattè Alice a denti stretti- Non hai niente da fare qui.

Drake  sospirò rumorosamente prevedendo guai in arrivo.

-Sciocchezze- intervenne Belle, che era l'unica a non aver capito dove andasse  a parare il discorso- come vedi abbiamo molto lavoro da fare: ci serve l'aiuto di tutti! E poi è Natale, è un bellissimo gesto da parte di Raven venire ad aiutarci! - aggiunse con un sorriso, per poi rivolgersi direttamente ad una Raven più che sbalordita - Perchè sei qui per aiutarci ,vero?

-Io veramente...

- Ottimo!Drake dovrebbe occuparsi subito di verificare lo stato degli impianti. Noi cominciamo a pulire gli interni- senza lasciarle nemmeno il tempo di ribattere Isabelle le ficcò in mano una scopa e un secchio- Tu da cosa vuoi iniziare Raven?

Dal tuo cuore su un piatto d'argento.

-Io... comincio dal bancone- sospirò la donna.

-Perfetto!Io ed Alice allora ci occuperemo dei tavoli...

Così Raven si ritrovò suo malgrado al lavoro insieme al resto della squadra: obbiettivo comune era far brillare quel posto come non mai. In fondo quella non sarebbe stata la prima serata a cui prendeva parte a concludersi  con un esito molto diverso da quello che si era aspettata.

 

Era cominciato come un giorno di grande giubilo e letizia per tutto il reame.

Il re e la regina presiedevano la loro corte abbigliati nelle loro vesti migliori, raggianti e fieri. Nonostante le solite malelingue, che ancora insinuavano che la coppia reale non avesse risolto del tutto  i propri problemi coniugali, l'aver messo al mondo un'erede sana e bella aveva messo a tacere momentaneamente almeno i più acerrimi dei loro detrattori.  

La sala del trono era  dunque gremita di invitati di nobili origini, giunti da ogni luogo e nazione per rendere omaggio alla nascita della tanto attesa principessa Aurora. Ognuno di essi avanzava ordinatamente per la maestosa navata recando con sè principeschi doni per la regale infante. Cosa mai poteva andare storto secondo simili premesse?

Improvvisamente la folla si aprì a ventaglio disperdendosi ai lati della sala, per lasciare spazio all'incedere di una bellissima dama dal portamento altero, avvolta in fruscianti veli neri che teneva per mano un bambino dagli abiti regali.

-Le mie più sincere congratulazioni alle loro maestà- dichiarò Ravenna -  Il mio invito deve essere andato disperso...per un malaugurato errore, senza dubbio- spiegò amabilmente davanti agli sguardi attoniti e intimoriti dei presenti- un errore per cui non vi serbo alcun rancore.

Re Morpheius fremette a quella vista.

Naturalmente quella non era che una prova che Ravenna si era imposta: ora poteva guardarlo negli occhi senza abbassare lo sguardo. Non era più la ragazzina sprovveduta di un tempo: era una temuta regina, una potente strega e la compagna dell'Oscuro. Non potevano più ferirla in alcun modo...

-Nessun errore- la corresse il re con voce dura, alzandosi dal suo trono in tutta la sua imponente altezza, la sua regina gli si fece subito vicino posandogli una candida mano sul braccio come per implorarlo di non spingersi oltre.

-Vostra maestà- disse la donna con gentilezza- sono sicura che esiste una spiegazione per cui non siete stata ufficialmente convocata insieme agli altri sovrani...ma saremmo comunque entrambi onorati di avervi come ospite al ricevimento, se voleste farci questo onore...

- Molto bene - il tono di Ravenna era gelido ma tutto sommato contenuto-  ora che tutto è stato chiarito, puoi offrire il nostro regalo, mio caro...- aggiunse rivolgendosi al principino che era con lei.

Philip avanzò circospetto nei suoi abiti della festa, che lo avevano a forza  costretto ad indossare, fino a posare il prezioso dono ai piedi della ricca culla insieme a tutti gli altri . Si concesse solo una breve sbirciata alla bambina che dormiva al suo interno, non era molto interessato alle femmine... se fosse stato un maschio, un altro principe come lui,  almeno avrebbe potuto sperare di giocare con lui alla guerra tra qualche anno.

Poteva finire tutto lì. Invece nel silenzio del salone risuonò la voce del monarca , che si era levato dal suo trono in tutta la sua imponente altezza e autorità.

- Non siete stata invitata al battesimo di mia figlia perchè non siete persona gradita alla mia corte- puntualizzò nuovamente il  re,  scrollandosi di dosso la moglie che pur cercava di trattenerlo-Aurora è la mia unica indiscussa erede, l'onore della principessa di questo regno deve essere difeso ad ogni costo come il suo bene più prezioso. Pertanto ella non può accettare regali da una sgualdrina qualunque che ha ottenuto la sua corona tramite qualche perverso maleficio...nè dai suoi marmocchi- detto ciò puntò un dito minaccioso contro Ravenna -  Ora toglietevi dalla nostra vista o vi faremo arrestare.

Ormai era chiaro che non esisteva riparazione a quell'insulto pubblico.

-Vattene strega- cominciò ad urlare qualcuno tra la folla, prendendo coraggio dal discorso del re - Vattene, non ti vogliamo qui!

Ravenna in passato aveva ucciso per molto meno, stava per reagire istintivamente, facendo ricorso alla sua magia per proteggersi quando Philip la prese per mano. Lo sguardo nei suoi occhi di bambino era estremamente determinato.

-Lei è mia madre , è bellissima e anche molto buona - disse ad alta voce in modo che tutta la sala lo udisse anche sopra il frastuono degli insulti- e voi dite cose cattive solo perchè siete invidiosi di lei! Quanto a voi signore, se oserete ancora insultare il suo onore con le vostre menzogne dovrete risponderne a me- aggiunse rivolto al re, imitando goffamente la posa di un cavaliere e suscitando non poca ammirazione da parte di tutti.

-Va tutto bene caro- l'espressione tesa di Ravenna si addolcì in uno dei suoi rari sorrisi- adesso andiamo, non è il caso di abbassarci al loro livello...

-NO!- era stata una donna sul fondo della sala a parlare.

Ravenna trattenne il fiato quando questa sollevò  il pesante cappuccio che le copriva il viso rivelando un volto che credeva perduto da tempo. I suoi capelli non erano più fluenti e fulgidi come l'oro, ma di un ordinario castano chiaro ,tenuti all'altezza delle spalle .

 - Rapunzel,sei proprio tu?- mormorò incredula .


Era una scena surreale vedere loro quattro intenti a pulire e sistemare insieme quel vecchio e polveroso locale, ma almeno su una cosa Isabelle aveva ragione: sarebbe servito tutto l'aiuto del mondo per riportare quel posto al suo vecchio splendore.

Fu decisamente un Natale singolare, eppure a Raven non dispiacque più di tanto rimanere suo malgrado incastrata in quell'impresa. I lavori di casa spesso l'aiutavano a pensare più lucidamente e in quel momento ne aveva davvero bisogno...allo stesso tempo era strano per lei ritrovarsi a collaborare proprio con loro.

Isabelle era una compagnia spontanea e  chiassosa, per niente altezzosa e  molto diversa da come l'aveva giudicata. Chiacchierava allegramente di tutto cercando di coinvolgere la stessa Raven nei suoi discorsi con Alice, la quale restava comprensibilmente più sulle sue. Drake in qualche modo rimaneva sempre nei paraggi di quest'ultima, fingendo di aver qualcosa da fare ai quadri elettrici, mentre in realtà si manteneva a portata di mano in caso di necessità. Più di una volta riuscì a prenderla al volo prima che Alice riuscisse ad inciampare  su qualche trave malmessa. Ovviamente la ragazza era troppo orgogliosa per ammettere di essere una totale imbranata nel campo del lavoro manuale e si limitava ad inveire contro di lui lamentando di ritrovarselo sempre tra i piedi. Drake a quel punto scoppiava a ridere apertamente e Isabelle interveniva a calmare gli animi.

In mezzo a tutto quel caos Raven era sempre più confusa. Era strano stare in mezzo a quelle persone... era come avere degli amici.

L'unica amica che avesse mai avuto era stata Rapunzel, che per colpa sua aveva fatto una brutta fine. Però ora aveva la possibilità di rimediare, prendere il cuore di Alice ed usarlo per far ritornare Rapunzel quella di un tempo. Era talmente facile! Avrebbe potuto anche prenderlo ora... in quel momento Drake era distratto da una domanda di Isabelle, Alice era sola ed indifesa in un angolo poco illuminato del locale...così vulnerabile.

Tutto quello che doveva fare era avvicinarsi a lei di soppiatto e strapparle il cuore dal petto, come pianificato. E avrebbe potuto riavere Rapunzel.

-Allora, vuoi dirmi che cosa ci fai qui?- la domanda di  Alice la fece trasalire, evidentemente la ragazza si era accorta che la stava osservando da un pezzo- Dimmi il vero motivo, non una delle tue squallide menzogne...

La donna trasse un respiro profondo , prima di continuare quella penosa farsa.

-Alice, è Natale, basta con gli sciocchi rancori...se proprio lo vuoi sapere sono venuta a cercarti per conto di Philip, è molto triste sai da quando vi siete lasciati- inventò- Non vuole parlarne con nessuno, nemmeno con me- aggiunse con una nota di autentica preoccupazione- Ma credo che non sia tutto perduto , non dopo quello che c'è stato tra di voi...  io potrei aiutarti.

-Ne ho abbastanza del tuo aiuto- commentò la ragazza con una risata sprezzante- d'ora in poi voglio fare da sola. Vedremo se avrò più fortuna dell'ultima volta...

Non aveva tutti i torti, si disse la donna,  e da parte sua avrebbe evitato volentieri  di rievocare l'argomento. Ma era innegabile che da quando quella ragazzina se n'era andata Philip era diventato insofferente e palesemente infelice. Non era ancora riuscito a dimenticarla malgrado tutte le sue speranze, e infine non era riuscita a sopportare di vederlo soffrire a causa sua, come per altro il signor Gold aveva previsto.

-Potrei essermi sbagliata sul tuo conto, va bene?- ammise Raven - Lo ammetto, ti credevo meno intraprendente di quanto ti sei rivelata...ma che importa? Mettiamoci una pietra sopra, in fondo eravamo amiche, tutto tornerà come prima- disse con convinzione.

-Tu non sai proprio cosa sia l'amicizia- ribattè Alice.

-Io posso aiutarti- insistette Raven, come se ciò risolvesse tutto.

-Finiscila!- la ragazza cominciava a perdere la pazienza- Possibile che o tu o il signor Gold non facciate altro che perseguitarmi offrendomi il vostro aiuto?Sono stanca di essere considerata una vostra pedina e sono perfettamente capace di risolvere le mie questioni da sola!

-Il signor Gold...ti ha offerto il suo aiuto?- ripetè Raven, improvvisamente molto interessata- Ora capisco...come avete avuto il denaro per questo posto e anche perchè.

Proprio in quel momento Isabelle si intromise tra le due.

-Che cosa centra il signor Gold? Lui non ha fatto altro che mettermi in contatto con Alice , era lei interessata ad aprire una società con me...

-Con quale denaro?- volle sapere Raven - Oh, no, non puoi essere davvero tanto ingenua da non averlo capito...

 La ragazza tacque, in attesa di una spiegazione di Alice. Una spiegazione che fosse plausibile.

-Andiamo, signore...-  intervenne Drake, sostenendo vivamente la versione di Alice- ...non tutto quello che succede in questa dannata città è opera di Gold ...e comunque Allie non avrebbe mai accettato il suo aiuto.

-Ma certo che non lo ha fatto : ce lo avrebbe detto! Figurati se poteva mentire su una cosa del genere...- ripetè a quel punto Isabelle, fiduciosa come sempre.

Ma la risposta della diretta interessata tardò tanto ad arrivare  il che rese il suo atteggiamento molto sospetto. A quel punto Alice capì che  negare sarebbe stato inutile.

-Alice?!

-Mi dispiace... ve ne avrei parlato sicuramente, una volta trovato il momento adatto- riuscì a dire con un filo di voce, incapace di incontrare lo sguardo incredulo di Drake o quello confuso e ferito di Isabelle.

-Mi rendo conto di essere di troppo qui- disse Raven,colpevole di aver guastato quella bella serata,  mentre scivolava velocemente verso l'uscita- avete questioni che è meglio risolvere in privato...quasi dimenticavo, felice Natale a tutti!

 

- Rapunzel, io credevo di averti perduta... la tua maledizione?- domandò Ravenna.

-E' stata spezzata- rispose l'altra congedando l'argomento con un veloce cenno della mano-... così tante cose sono cambiate da allora per me, ma avremo tempo di parlarne... Ora se non sbaglio stavi per prenderti la tua vendetta- accennò ai volti pietrificati della corte.

-Meglio lasciar perdere, le loro chiacchiere non hanno alcuna importanza per me- disse Ravenna con noncuranza-Non adesso che ti ho ritrovata! Accompagnami al mio palazzo e raccontami tutto...

La ragazza però non sembrò per nulla allettata da quella prospettiva. C'era qualcosa di così diverso, quasi di sbagliato in lei...eppure Ravenna non poteva ingannarsi, quella era proprio Rapunzel, la sua amica! Il suo atteggiamento però era molto sospetto, incompatibile con la dolce fanciulla che ricordava.

-La Ravenna che conoscevo non avrebbe esitato a punire tanta arroganza- insistette infatti costei, squadrando con evidente astio i volti dei nobili lì riuniti .

E aveva ragione: un tempo Ravenna non ci avrebbe pensato due volte a vendicarsi di un'offesa col sangue, ma le cose erano diverse ora: aveva Philip, aveva la loro piccola e disastrata famiglia da proteggere e per farlo doveva almeno sforzarsi di diventare una persona migliore...

-La Rapunzel che conoscevo non avrebbe mai voluto questo- disse la regina di rimando.

-Te l'ho detto...tante cose sono cambiate. Quando mi sono risvegliata vedere il mondo che per tanto tempo mi era stato precluso  era il mio più grande desiderio. Ma quanta delusione ho provato nell'esaudirlo!Il mondo non è per niente come me lo aspettavo...E' talmente crudele...e le persone che lo abitano sono anche peggio. Oh Ravenna, sono giunta alla conclusione che avevi ragione tu.

-Come scusa?- Ravenna non avrebbe mai immaginato di sentire quelle parole proprio da lei.

-Avevi ragione su tutto- ripetè Rapunzel prendendole le mani tra le sue- Avere il potere è l'unica cosa che conta- affermò  con zelo quasi febbrile- Ora, se non vuoi che tutti i nobili del reame ridano di te , se non vuoi ritornare ad essere la reietta del villaggio, dopo tutto quello che hai sacrificato, sai benissimo che cosa devi fare...usa la tua magia ...adesso.

Era come se la parte più oscura di sè avesse trovato improvvisamente voce per esprimersi, ma Ravenna non era ancora convinta. Finchè Morpheius non fece la sua mossa.

-Ora basta qualcuno le faccia tacere entrambe!- ordinò il re dal suo scranno dorato.

Le guardie si fecero avanti con le loro picche circondando le due amiche ritrovate. Philip si fece più vicino alla madre: anche se era ancora un bambino avrebbe combattuto per difenderla, glielo si poteva leggere in volto, eppure allo stesso tempo era spaventato .

Di fronte a questo Ravenna non ebbe bisogno di altre argomentazioni per agire, scatenando un turbine nero che atterrò i soldati come un mucchio di marionette. Ma non era ancora tutto.

"La principessa Aurora crescerà in grazia e in bellezza ...vivrà sempre in pace amata da tutti finchè un giorno ella si pungerà con un fuso e morirà."

La voce della strega risuonò terribile in tutto il salone, suscitando il terrore degli astanti e un sorriso  distorto sulle labbra di Rapunzel.


L'ora era tarda mala luce nel negozio di mister Gold era rimasta comunque accesa, non che il suo proprietario avesse di meglio da fare a Natale che sedersi nel retrobottega in compagnia di una bottiglia di whisky di ottima annata a redigere la contabilità dell'anno appena trascorso, immancabilmente uguale al precedente da quando il tempo aveva smesso di scorrere.

Raven entrò dalla porta posteriore, scivolando come un'ombra familiare  alle sue spalle e circondandolo con le braccia, quasi teneramente.

-Il tuo piccolo inganno è stato scoperto e non è stato nemmeno difficile convincere la piccola Alice a vuotare il sacco... buon Natale!- mormorò al suo orecchio schioccandogli un bacio sulla guancia che gli lasciò sopra  una scia di rossetto cremisi.

-Che cosa vuole Raven?- sospirò - Nel caso non l'abbia notato sono occupato al momento.

Sembrava stanco, terribilmente stanco.

La notte di Natale a Storybrook aveva qualcosa di magico e significava per tutti qualcosa di speciale.

Per  il signor Gold significava sedersi a contemplare una tazzina sbeccata sulla mensola del caminetto e il ritratto di un bambino che si confondeva tra le cartelle contabili sparse sul tavolino.

-Ammettere che ha vinto per stavolta- disse lei in tono suadente inginocchiandosi accanto a lui, appoggiata sui lati della poltrona di pelle.

-Per questo, mia cara, non c'era bisogno di scomodarsi.

- Non è curioso di sapere quale premio ho in serbo per lei?- chiese Raven quasi casualmente.

-Qualsiasi cosa sia non sono interessato Ravenna - sospirò lui, che si era portato una mano a coprire la fronte, gli occhi chiusi e le labbra leggermente contratte.

Aveva usato il suo vero nome, una disattenzione che non le sfuggì...poteva solo significare che la sua mente non era lì a Storybrook in quel momento. Si trovava in un tempo passato, in un mondo perduto, con persone sicuramente diverse da lei. Raven sospirò , abbandonando suo malgrado l'idea di sedurlo. Non era davvero il momento.

Peccato, visto che quella sarebbe stata la sua ultima possibilità...

Raven non era nemmeno arrabbiata con lui anche se avrebbe dovuto dopo aver scoperto come si era messo in mezzo al suo piano per distruggere la principessina e come se non bastasse come lo aveva fatto coinvolgendo proprio i suoi progetti su Belle. Desiderava solo che la smettessero di farsi la guerra almeno per quella notte, che era anche la sua ultima notte a Storybrook dato che ormai aveva maturato la sua decisione.

La donna strinse nervosamente la busta che aveva tra le mani. Avrebbe avuto il coraggio di andare fino in fondo?

-Perchè?- chiese semplicemente,dando finalmente voce a quel dubbio, quel tarlo che l'aveva corrosa fin dal suo arrivo in quello strano mondo parallelo.

 - Perchè ricordo tutto così bene?- domandò ancora sforzandosi di non crollare di fronte a lui come una bambina in lacrime- Perchè la maledizione non ha portato via anche i miei ricordi come è successo per tutti gli altri? Avrei preferito che fosse andata così... almeno avrei potuto ricominciare da capo, avrei potuto essere felice anche senza di te!! Perchè devo essere tormentata dal ricordo di quello che c'è stato tra di noi  mentre allo stesso tempo vengo respinta? DIMMELO! Mi devi dare una risposta!!

Lui la guardò con un misto di compassione  e stupore disegnato sul volto.

Cara, nonostante il tempo che passa rimani sempre una bambina pronta a mettere il broncio ogni qual volta non ottiene quello che vuole, pensò con un lampo di amarezza, siamo qui per una maledizione non per fare un'allegra scampagnata...

-Non ho la risposta che cerchi. A questo punto temo che tutto quello che ho da offrirti siano le mie povere supposizioni...- ammise tristemente Rumpelstiltskin - La maledizione funziona in modo diverso per ognuno di noi... ognuno di noi ha ricevuto in questa vita la sua punizione. Niente più lieto fine- aggiunse sottolineando penosamente  quelle ultime parole.

-Non è neanche lontanamente sufficiente come risposta- ribattè Raven, non avrebbe dovuto aggiungere altro ma il bisogno di sapere fu in quel fatale istante più forte di lei - Ma insomma... io che cosa sono... che cosa sono mai stata per te?- la disperazione si percepiva chiaramente nella sua voce.

Il signor Gold parve ricomporsi, indossando la solita maschera impenetrabile che aveva il solo scopo di tenere qualsiasi cosa all'esterno, qualsiasi cosa compresa lei.

-Tu sei e sarai sempre la donna più bella del reame- rispose senza in realtà rispondere.

Lo fece con leggerezza,  come se si trattasse dell'ennesimo giochetto tra loro due.

Era tutto ciò che restava di loro dopo più di mezzo secolo di incessanti tira e molla, litigi, strepiti e notti  memorabili. Raven non aveva bisogno di sentire altro per capire che lui non l'aveva ancora perdonata e che probabilmente non lo avrebbe mai fatto. Che si era solo illusa per tutto quel tempo che lui avrebbe potuto dimenticare un suo piccolo insignificante errore...

-Suvvia, mia cara, non era la risposta che si aspettava?! Non ci sarà rimasta male ?Mi guardi... un povero commediante alla chiusura del sipario...- proseguì lui , ora quasi divertito, sprezzante o forse solo esausto-... Non ho mai lusingato me stesso al punto di credere di poter essere qualcosa di più per lei.

-In questo mondo o nell'altro... - sospirò Ravenna -... tu sei e sarai sempre la mia maledizione.

Lasciò la busta sul tavolo, un regalo di Natale probabilmente indesiderato come i suoi stupidi sentimenti, e se ne andò senza aggiungere nient'altro.

Il signor Gold la guardò andare via dal fondo del suo bicchiere si whisky , vagamente consapevole del fatto che non sarebbe più tornata .  Le sue parole avevano avuto l'amaro sapore di un addio e quel pensiero gli fece uno strano effetto, ma subito scacciò quella sensazione dicendosi che probabilmente era solo colpa dell'alcol e della malinconia... l'indomani quando avrebbe riaperto il negozio avrebbe visto Raven venirgli incontro dall'altro lato della strada, gli si sarebbe parata davanti con sguardo altero chiedendogli quanti altri Natali avrebbe dovuto trascorrere in quella cittadina insulsa per colpa del suo incantesimo. Nulla sarebbe mai cambiato tra di loro.


- Volete calmarvi , mia cara?-  ripetè Rumpelstiltskin per l'ennesima volta- Non è un bene che Philip vi veda così alterata.

-Dovete fare qualcosa! Non è più in sè- disse la regina indicando la donna che sedeva su un sofà poco lontano da loro, intenta a leggere un libro - lo so che sembra lei in tutto e per tutto, ma io la conosco meglio di chiunque altro... e posso assicurarvi che quella non è Rapunzel. Avreste dovuto vederla mentre mi istigava a lanciare quella maledizione...Voglio dire, ovviamente ne avevo tutti i motivi, ma lei...

-Della maledizione non vi dovete preoccupare- la rassicurò lui sventolando la mano per liquidare la faccenda- quello che vorrei sapere è cosa c'è che non vi aggrada nella vostra graziosa ospite...

Ravenna si accigliò a quella domanda. Come se la risposta non fosse evidente davanti ai loro occhi!

-Non posso credere che sia lei a pensare quelle cose...deve esserle successo qualcosa.

Rumpelstiltskin squadrò Rapunzel con fare pensieroso, lei ricambiò la sua occhiata a distanza con un sorrisetto cinico, prima di ignorarlo nuovamente per tornare a dedicarsi al suo libro.

Eppure quel semplice sguardo che i due si erano scambiati gli aveva già rivelato molte cose .

Lei lo odiava con tutta sè stessa , su questo l'Oscuro non aveva dubbi , eppure non avrebbe saputo dire se era per quello che le aveva fatto privandola dei suoi capelli magici o per quello che aveva fatto a Ravenna. Forse l'odio che la silenziosa fanciulla celava dietro una posa da bambola non era dovuto ad un motivo specifico . Di tutto ciò Ravenna era troppo sconvolta per rendersi conto, mentre Rumpelstiltskin aveva compreso il pericolo che aveva di fronte fin troppo bene.

-Questo è presto detto- canticchiò, evocando al sua magia per analizzare l'inconsapevole fanciulla- Oh!- esclamò all'improvviso- Si...Capisco...Dev'essere decisamente il cuore...

-Che cos'ha? E' malato?- volle sapere Ravenna, in apprensione.

-Al contrario, manca del tutto- allo sguardo incredulo di lei ,Rumpel aggiunse con fare pratico- Alla fanciulla manca totalmente il cuore, qualcuno deve averglielo asportato con un incantesimo oppure, chi lo sa, potrebbe essere stata lei a cederlo in cambio di qualcosa. E' un metodo di pagamento molto comune.

-Che cosa?!- Ravenna ce la stava mettendo tutta per contenersi, ma il pensiero che qualcuno avesse spezzato la maledizione di Rapunzel per poi strapparle il cuore era difficile da accettare- E che cosa possiamo fare per aiutarla?

-Temo che non potremo fare niente... rimuovere un cuore senza uccidere il soggetto è un'arte molto complessa e tuttavia è indubbio che tale soggetto perda inevitabilmente la capacità di provare sentimenti. Dovete rassegnarvi Ravenna, anche l'amicizia che provava per voi si è dileguata insieme al suo cuore... quella che avete davanti è un'estranea.

-No- Ravenna si rifiutava di accettarlo- ci deve pur essere un modo...un nuovo cuore forse, non potrebbe, che so, essere sostituito?

Rumpelstiltskin esitò prima di rispondere.

-Teoricamente è possibile...- azzardò- ...ma solo teoricamente. Inoltre  nel suo caso non potrebbe bastare un cuore qualunque, ne servirebbe uno toccato da una maledizione potente almeno quanto quella che ha subito quello di Rapunzel. Allora forse...ma ascoltate Ravenna, vi devo avvertire che...

-Stavate forse parlando di me?- li interruppe Rapunzel, che aveva chiuso il libro e si era avvicinata a loro- Ravenna  cara, spero di non averti dato un disturbo eccessivo con la  mia visita improvvisa.

-Puoi restare tutto il tempo che vuoi- rispose lei con sincerità.

-Bene!- affermò la ragazza, fin troppo sicura di sè e del proprio ascendente sulla regina- in tal caso potresti controllare che la mia stanza sia pronta? Sono davvero stanca  e mi piacerebbe ritirarmi a breve.

-Ma certo- disse Ravenna , congedandosi da loro  per fare ciò che l'amica le aveva chiesto.

Rimasti soli tra la principessa e l'Oscuro  calò un gelido silenzio.

-Non sembrate affatto stanca- disse dopo un po' Rumpelstiltskin.

-Lo devo prendere come un complimento?- ridacchiò la fanciulla- In realtà non ho bisogno di dormire per mantenermi in forze. Passare dal lato oscuro ha i suoi vantaggi, dovreste essere il primo a saperlo- Rapunzel sorrise soddisfatta- Ma l'avete vista? Poverina...si sente talmente in colpa che le posso far fare letteralmente tutto quello che voglio.

Rumpel , che già prima non vedeva l'ora di scrollarle di dosso quella finta aria da ingenua e costringerla a gettare la maschera, per tutta risposta la prese per la gola quasi sollevandola da terra.

-Con chi credete di avere  a che fare ragazzina?!Credete davvero che vi permetterò di manipolare Ravenna in questo modo e di passarla liscia?

-Oh , io credo in realtà che non abbiate scelta...- Rapunzel , per nulla intimorita si portò le mani alla gola dove lui la stava stringendo... -se mi dovesse succedere qualcosa a causa vostra lei vi odierà per sempre. Non è questo che volete vero?- rantolò, costringendolo a  mollare all'istante la presa-Oh, non datevi troppa pena per Ravenna, è la mia più cara amica, non ho intenzione di farle del male...finchè si comporterà così bene con me. E alla fine, sono certa che mi darà quello che voglio.

-E sarebbe?- volle sapere Rumpelstiltskin.

Rapunzel ignorò la sua domanda , preferendo riaprire il suo libro per riprendere la lettura dal punto in cui l'aveva interrotta, come se niente fosse.


Raven si trovava di fronte al grande specchio, situato al centro della sua casa di Storybrook, lo specchio che conteneva in sè il riflesso e l'essenza stessa della principessa perduta. Era stato Rumpelstiltskin a rinchiuderla lì molto tempo fa...l'aveva convinta di averlo fatto per il suo stesso bene eppure Raven non aveva mai capito fino a che punto. Almeno fino ad allora.

- Ravenna, mia dolce regina,  mi hai portato ciò che volevo?- la interrogò la voce fredda e quasi inespressiva di Rapunzel.

-Se intendi il cuore della principessa Aurora... no- sospirò Raven - ma non era il suo cuore che volevi, non è vero? Sono stata una sciocca a capirlo solo ora.

-Ti ho detto che mi serviva un cuore che contenesse una potente maledizione- le ricordò l'altra.

-Già...ma anche allora, tu intendevi il mio cuore.

Il riflesso nello specchio sorrise impercettibilmente.

Quella consapevolezza l'aveva sfiorata solo recentemente eppure non era più riuscita a smettere di pensarci. Raven ora la abbracciava senza paura, era solo incredibilmente stanca e il suo unico desiderio era che tutto si concludesse in fretta.  

-Oh, mia diletta...- sospirò Rapunzel allungando una mano pallida al di là della superficie riflettente per accarezzare la guancia di Raven -...non avere paura, sarà tutto finito in un istante. E quando questo avverrà ti prometto che non sentirai più questo dolore per lui... farai solo sogni belli.

Raven le si avvicinò ulteriormente, avanzando inesorabilmente verso il suo destino. In fondo della sua morte non sarebbe importato quasi a nessuno, invece quel gesto disperato poteva aiutare la sua amica a ritornare quella di un tempo, o almeno così sperò con tutta sè stessa prima di abbandonarsi al suo abbraccio mortale.

 


 

Hello Dearies!!!:) Vi sarete accorti che la trama sta diventando sempre più contorta, faccio quasi fatica io a starle dietro e ho il notevole vantaggio di aver sbirciato nel backstage... Quindi d'ora in poi  ritaglierò un piccolo spazio alla fine di ogni capitolo per le dovute precisazioni...ad esempio per quanto riguarda questo capitolo voglio anticipare a tutti  i fan di Rapunzel che la sua storia verrà sviluppata più avanti, nel giro di un paio di capitoli forse,ma per ora devo dare la priorità ad altri personaggi che abbiamo lasciato in condizioni non meno ardue. Aurora per esempio, che si trova ancora prigioniera di Ravenna e Hook ancora sperduto su un isola ora totalmente deserta... Segnalo ,anche se non centra niente, che su Youtube qualche mito ha fatto perfino dei video dedicati alla coppia Rumpelstiltskin/Ravenna (http://www.youtube.com/watch?v=dN5e_v0wBwA e http://www.youtube.com/watch?v=8kTVkZ4iSvo ) Vi adoro ovunque voi siate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! wow, allora non sono l'unica andata fuori di testa per questi due!!!^^ Se vi sono rimasti altri dubbi  per quanto riguarda la trama non avete che da chiedere!Sempre a disposizione...

Dear Lady Andromeda: Grazie cara!!!!!!!Spero come sempre che il nuovo capitolo sia all'altezza di tali rosee aspettative...eh , si, con Hook ogni doppio senso non è puramente casuale!XD Allie e Drake sono ancora ben lontani dal loro 'felici e contenti' , anche perchè non dimentichiamo che la maledizione di Storybrook non è ancora stata spezzata!Questo comporta non solo il fatto che i nostri eroi non si ricordino del loro passato ma anche , come spiega gentilmente Rumpel in questo capitolo, che la città stessa è programmata per punire ogni suo abitante allontanandolo da quello che cerca. Philip compreso, il quale crede di amare Alice per effetto della maledizione quando in realtà...ma basta anticipazioni!!!Me ne hai già messe abbastanza nel tuo commento e devo dire che per quanto riguarda la dinamica Philip/ Aurora hai  indovinato, per la precisione quasi  tutto :) Ci sono ancora un paio di risvolti piuttosto peculiari che ho in serbo per voi ( tanto per complicarmi ancora un po' la trama) Grazie ancora di tutto il tuo paziente sostegno, mi aiuta veramente a tirare avanti!! A presto cara, un bacione!!!!!!!^^

Dear Julie: si, l'amica che Ravenna spera di aiutare col cuore di Alice è proprio la nostra cara Rapunzel!!Wow ,oltre a questo hai veramente colto tutti i dettagli che avevo disseminato nel capitolo , soprattutto l'analisi del linguaggio per ridefinire i rapporti tra i personaggi: i  miei vivissimi complimenti!!!^^ Per quanto riguarda Gaston tutti sappiamo che è un idiota, Belle per prima, ma conta che ci stava insieme solo per un perverso effetto della maledizione, di cui per fortuna si è liberata abbastanza presto. Non credo che lo rivedremo ancora...a meno che Drake non abbia ancora bisogno di uno sbruffone da picchiare ;) ma andiamoci piano perchè Alice sicuramente non approverebbe...e nemmeno Isabelle credo, a cui sarà affidato l'ingrato compito di aiutarli a capire quanto sono fatti l'uno per l'altra ( e al contempo evitare che si ammazzino a vicenda) Comunque il prossimo capitolo ,come scommetto avrai intuito ,sarà dedicato a loro^^ Le loro disavventure sono ben lungi dall'essere finite, e lo stesso si può dire del nostro Rumpel!! Nonostante gli impegni scolastici mi impegnerò ad aggiornare ragionevolmente presto e lo farò per ricambiare come posso il vostro preziosissimo sostegno!!!!!!Un bacione^^

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Capitolo 9
*** Love and Cowardice ***


 

 

-Un cuore colpito da una potente maledizione...-   affermò Ravenna , stringendo in pugno il cuore ancora vibrante  della principessa Aurora- finalmente ce l'ho fatta...guardate, non è perfetto?

Rumpelstiltskin lo degnò a malapena di uno sguardo.

-Se lo dite voi...- concesse in tono annoiato, quello che lo preoccupava di più al momento era allontanare la minaccia di Rapunzel da tutti loro.

Ci doveva essere dell'altro, pensò, quella ceratura priva di sentimenti non si sarebbe accontentata di ricevere un cuore da Ravenna, eppure il suo vero scopo ancora gli sfuggiva. E se non fosse stata Rapunzel il vero problema? Se ci fosse stato qualcun altro a manovrarla? Forse la stessa persona che le aveva in origine sottratto il cuore...

- Potreste dimostrare maggiore entusiasmo, dopotutto ho finalmente realizzato quello che...- ma proprio mentre diceva quelle parole Ravenna si accorse di una macchiolina luminosa, che ad uno sguardo disattento sarebbe passata inosservata, e che tuttavia si trovava incontestabilmente sul cuore di Aurora.

-Che cosa significa?- la domanda della regina risuonò sulle cupe pareti del castello.

A quel punto Rumpelstiltskin non potè trattenere una lunga risata, mutando completamente umore.

-Quello , mia cara, è il segno che lascia una maledizione ben peggiore di quella che avete scagliato sulla principessa- spiegò il demone, leccandosi le labbra divertito- quello è il segno del 'vero amore'... ma guarda, chi lo avrebbe mai detto- concluse ridacchiando, come se sapesse qualcosa di estremamente divertente che la regina invece ignorava.

-Vuol dire che la principessa Aurora è innamorata?- ripetè Ravenna, confusa - E di chi di grazia?

-Di me- intervenne una terza voce.

Il principe Philip era entrato nel salone e subito si era recato vicino al corpo della principessa, che giaceva immobile e freddo su una lastra di marmo.

-Caro..sei tornato a casa...

-Madre- proseguì Philip - vi prego di restituirle immediatamente il suo cuore: amo questa fanciulla e non potrei mai essere felice senza di lei.

-Io...io ho bisogno di avere il suo cuore...Philip, non puoi capire...- Ravenna non faceva che spostare lo sguardo confusa dal cuore che teneva in mano, alla giovane coppia di presunti innamorati, a Rumpel che non la smetteva di sghignazzare divertito-  E poi  quando esattamente ti saresti innamorato di questa ragazza?

-Non ha importanza- concluse lui- Vi prego madre, fatelo per me... ridatele il suo cuore e potremo tornare ad essere una famiglia. Tutto tornerà esattamente come prima. Vi supplico, madre...

-Ci sono tanti altri cuori che possono servire al vostro scopo, io vi aiuterò se occorre- aggiunse Rumpelstiltskin , sibilando dolci promesse all'orecchio di Ravenna - siate ragionevole mia cara, è nostro figlio che ve lo sta chiedendo...- aveva usato quell'aggettivo di proposito

-E sia- cedette la regina, avendo cura di rimettere il cuore di Aurora al suo posto- che si celebrino le nozze quanto prima- aggiunse prima di lasciare il salone in uno svolazzo del suo lungo mantello nero.

La ragazza gemette nel sonno e Philip accanto a lei tirò un sospiro di sollievo.

-Dunque, avete mentito per salvare la vita a questa fanciulla che conoscete appena...- osservò cautamente Rumpelstiltskin, rivolto al suo figliastro- ... andiamo, sappiamo entrambi che nè lei vi ama nè voi siete innamorato di lei.

-Non l'ho fatto per lei- spiegò il principe- l'ho fatto per mia madre. Non potevo permettere che si macchiasse di un crimine tanto atroce. Lei non è così!In questo momento non sa quello che sta facendo...

-Su questo almeno siamo d'accordo - concesse Rumpel - Eppure , per impedirle di smarrire totalmente al via della ragione, sarete costretto a sposare una donna che non amate. Ma che importa? Un matrimonio senza amore non è poi una cattiva idea...in ogni finirete col sopportarvi a mala pena a vicenda. E non c'è magia che vi possa aiutare.

-E' quello che è successo a voi?- ribattè Philip, il quale nel corso degli anni aveva intuito da diversi indizi e mezze parole che in passato Rumpelstiltskin doveva avere avuto una famiglia e  una moglie - Non amavate la vostra prima moglie... per questo non avete mai chiesto la mano di mia madre?

Il demone smise di sorridere all'istante, tale era il potere che il fantasma appena evocato di Milah aveva ancora su di lui.

-Al contrario- ripose lentamente, con l'aria di chi stava per dare un prezioso consiglio- l'amavo follemente... per questo commisi l'errore di fidarmi di lei. L'amore rende ciechi, Philip. Per questo siete fortunato a sposare una sconosciuta... ma ugualmente vi devo avvertire, non permettete mai a vostra moglie di avere anche  il vostro cuore. Vi farebbe solo soffrire.

-Allora direi che non c'è pericolo- concluse il principe, indugiando malinconicamente  nel ricordo di un altro volto che non era quello della principessa Aurora- visto che la donna che già possiede il mio cuore non diventerà mai mia moglie.


Alice scattò in piedi innervosita come sentì il campanello suonare.

Ce  ne aveva messo di tempo, l'idiota, a decidersi a  venire da lei...ma questa volta non aveva dubbi su chi dovesse delle scuse a chi. Poteva farcela , si disse, Drake avrebbe capito.

- Drake, lasciami spiegare...-disse tutto d'un fiato, ma la persona che si ritrovò davanti non era quella che si aspettava.

Philip ci mise pochi secondi per riconquistare un'espressione neutra. Quella che Alice detestava di più perchè non le dava modo di capire cosa stesse pensando.

-Wow- commentò pacatamente - questa deve essere la frase che ripeti più spesso.

-Io...non ti aspettavo- mormorò la ragazza imbarazzata.

-Questo mi pare evidente- anche se avrebbe potuto tempestarla di domande su come erano andate le cose decise di andare dritto al punto -Raven è scomparsa.

Quella notizia la colse del tutto impreparata.

-Oh...ne sei sicuro?- sembrava una domanda stupida ma fu tutto quello che le venne da dire.

-Si- confermò Philip, che non era abituato a parlare senza sapere esattamente quello che diceva- sono stato da lei questa mattina...desideravo scusarmi con lei per il mio comportamento di questi giorni. Non intendevo tagliarla fuori, ma avevo bisogno di...riflettere su quanto è successo.

-Capisco- annuì Alice, senza poter fare a meno di sentirsi un po' colpevole, non tanto per il malinteso del maneggio ma per il messaggio pieno di improperi che gli aveva lasciato qualche giorno più tardi- senti, mi dispiace molto per tutto e voglio solo che tu sappia...

-Non è per questo che sono qui- la interruppe lui- Lei non era in casa, tutto sembrava in ordine...a parte lo specchio del salone che è completamente in frantumi. Quello che mi preoccupa è che ci sono tracce di sangue su alcuni frammenti dello specchio.

-Magari si è solo tagliata quando ha rotto lo specchio- ipotizzò la ragazza- magari non si trova in casa perchè è andata all'ospedale di Storybrook a farsi medicare.

-Non si trova lì Alice, non si trova da nessuna parte!E' tutto il giorno che la cerco per tutta la città...

 -Non sembra promettere nulla di buono.

-Infatti...e per quanto ne so sei stata tu l'ultima persona a vederla e a litigare con lei- proseguì Philip , sottolineando con quelle semplici parole un'implicita accusa- ma devo dedurre che non hai comunque idea di dove sia andata.

-Cosa? Ma come fai a saperlo innanzi tutto? Mi fai spiare per caso?- aggiunse infastidita.

Ma si rese immediatamente conto di essere suonata più brusca del necessario.

-Isabelle mi ha raccontato come è andata - spiegò lui - almeno lei quando ha saputo di Raven ha subito cercato di aiutare. Comunque sappi che ti credo solo perchè lei ha confermato la tua versione... e quella di Drake Jones. Ma dovevo comunque tentare... buona giornata Alice.

La ragazza gli corse dietro sul pianerottolo.

- Philip aspetta...posso fare qualcosa?

-Hai già fatto anche troppo, non trovi?- osservò lui ironico- La ritroverò da solo e comunque non vedo come potresti aiutarmi.

-Gold - affermò Alice- voglio dire lui potrebbe saperne qualcosa... sembrava essere in rapporti molto stretti con Raven. Mi aveva anche detto che avevano degli affari insieme - concluse prudentemente, preferì risparmiarsi le  insinuazioni  che giravano su di loro vista la situazione- Potrebbe essere andata a stare da lui per qualche tempo.

 - Gliel'ho chiesto e lui ha detto di no.

-E tu ovviamente gli hai creduto- sottolineò la ragazza in un misto di stupore e di risentimento, ormai stava per perdere davvero la pazienza- Non hai creduto a me, alla tua fidanzata, ma ovviamente allo strano negoziante che vive dei suoi intrighi hai creduto immediatamente!Certo non sarebbe mai capace di mentirti per proteggere i suoi interessi, non è vero?

-Non avrebbe motivo per non volermi aiutare- insistette Philip -E' un amico di famiglia da... esattamente non so da quanto...e inoltre sembrava allarmato quanto me, specialmente quando ho menzionato lo specchio! No, sono certo che non centri niente.

Alice si limitò a scuotere il capo.

-Ma potrebbe comunque sapere più di quanto dice- insistette.

La ragazza aveva uno sguardo molto  determinato: sarebeb andata a fondo di quella faccenda.


La principessa e la regina si fronteggiavano alle estremità di una tavola imbandita , nell'enorme salone spettrale riscaldato dal braciere.  Aurora non aveva quasi toccato cibo mentre Ravenna sorseggiava una coppa di vino rosso, che accantonò con impazienza facendo risuonare sinistramente quel rumore  per tutta la sala. Philip aveva tentato in vano per tutta la serata di mantenere viva la conservazione, eppure per quanto facesse le due donne non sembravano intenzionate ad andare d'accordo.

-Avanti ragazza- la sollecitò Ravenna - non c'è ragione di essere così dannatamente riservate. Qualcuno potrebbe scambiare il vostro riserbo per una caparbia ritrosia e l'eccesivo silenzio come pure maleducazione. Non dimenticate che siete l'ospite d'onore a questa tavola.

-Secondo l'educazione che ho ricevuto è costume che gli ospiti accettino l'invito e non che vengano costretti contro la loro volontà- rispose la principessa, scostando ostinatamente il piatto davanti a sè.

-Molto bene- concesse Ravenna - se siete proprio intenzionata a vedere sprecato il vostro banchetto di fidanzamento .... Io stavo solo cercando di essere ospitale. Bisognerà che andiamo d'accordo io e voi d'ora in avanti...dopotutto diventerete la moglie di mio figlio.

-Non voglio!- obbiettò Aurora violentemente- cercate di capire, non posso proprio farlo!Io non amo vostro figlio, l'ho a mala pena incontrato una volta ... e mi ha rapita! Un vizio di famiglia a quanto sembra.

-Il vostro cuore racconta una storia diversa- insistette Ravenna - proprio non capisco come mai siate tanto ostinata da non volerlo ammettere!

-Aurora, vi prego...- intervenne Philip parlandole a bassa voce- ...vi ho già spiegato che è meglio così per entrambi. Se non ci sposeremo mia madre non vi lascerà mai in pace.

-Ma tutto questo non è giusto- obbiettò la principessa, sempre sussurrando per non farsi udire da Ravenna - Ci deve essere un altro modo... io non vi amo Philip e  so che nemmeno voi mi amate!

-Non abbiamo scelta- replicò lui categorico- Ve lo prometto, Aurora, farò tutto quello che è in mio potere per evitarvi ulteriori sofferenze...  Cercherò di essere un buon marito per voi, non tenterò mai di soffocare le vostre opinioni e vi lascerò fare quello che desiderate nel nostro palazzo.  Pensateci bene, non credete che io vi possa rendere felice almeno un po'?

La principessa esitò prima di rispondere.

-C'è qualcosa che potreste fare per me- disse in un sussurro, chinando il capo per non dover essere costretta a guardarlo negli occhi mentre arrossiva.

-Ebbene parlate ,mia adorata, e sarà fatto- la sollecitò lui.

-C'è una persona... una persona che mi si è dimostrata amica e che ha perfino salvato la mia vita. Ed ora sono terribilmente preoccupata per la sua, dato che l'ho lasciato su un'isola completamente deserta.

In effetti Aurora da quando si era risvegliata non aveva smesso un istante di pensare a Killian e a che cosa fosse stato di lui. Lei stessa giudicava strano quel pensiero insistente e ossessivo nei confronti di qualcuno che aveva a mala pena incominciato a conoscere eppure ogni minuto che passava nell'incertezza sulla sua sorte la uccideva dentro. Dopotutto il pirata si era ritrovato invischiato in quella situazione proprio perchè aveva tentato di aiutarla. E se gli fosse successo qualcosa a causa sua? Aurora non se lo sarebbe mai perdonato.

-Penso di sapere di chi state parlando- annuì Philip.

-Allora riportatelo da me, cioè volevo dire, riportatelo qui sano e salvo- soggiunse la principessa- Voglio solo assicurarmi che stia bene e dargli una ricompensa per avermi protetta. Fate questo per me , Philip, e vi prometto che vi sposerò senza sollevare ulteriori obiezioni.

Lui la guardò con espressione indecifrabile, ma alla fine annuì nuovamente.

-Lo farò per voi, principessa. Condurrò qui il capitano...in modo che possiate ringraziarlo e dirgli addio di persona.

-Insomma di che state bisbigliando voi due?- si lamentò Ravenna dall'altro capo del tavolo, sentendosi esclusa dalla conversazione.

-Ho appena acconsentito a sposare vostro figlio- la informò Aurora, sentendosi ora più serena- e lui ha appena acconsentito a farmi il miglior regalo di nozze in cui potessi sperare.


Alice non sapeva neanche cosa l'avesse spinta ad immischiarsi in quella faccenda, forse voleva solo dimostrare che Philip si sbagliava o forse era solo il senso di colpa per come erano andate le cose tra loro. 

Stranamente si era sempre sentita come in debito nei confronti di Philip, ma non avrebbe saputo dire perchè.

Quello che provava per lui si sarebbe potuto definire più come incondizionata riconoscenza che profondo amore. Per molto tempo la ragazza aveva creduto che le due cose si equivalessero, ma da qualche tempo non era più così. Non da quando lo aveva rivisto, da quando Drake era ritornato come una burrasca nella sua vita sconvolgendone ogni aspetto...

Non si sentiva più nemmeno tanto triste per come aveva perso il maneggio di sua madre. Non le importava di nulla finchè avrebbe potuto stare con lui e ridere ad una della sue battute spudorate...Alice arrossì a quel pensiero.

Innanzi tutto aveva intenzione di recarsi dal signor Gold  ad investigare ulteriormente la scomparsa di Raven.

Sarebbe stata pazza a recarsi da sola nella tana del lupo, per questo si sarebbe rivolta proprio a Drake per accompagnarla. In fondo era sicura che non le avrebbe mai negato il suo sostegno...inoltre sperava, non senza un pizzico di  astuzia, che impegnarsi insieme in quella causa lo avrebbe aiutato a perdonarle quella piccola  insignificante bugia e a passare oltre.

E poi tutto sarebbe tornato come prima, si disse speranzosa.

- Drake... sei in casa?- domandò entrando nell'appartamento di Isabelle , la porta era naturalmente aperta visto che la serratura non funzionava- Mi dispiace tantissimo per ieri, ne possiamo parlare se vuoi... ascolta, mi serve davvero il tuo aiuto...

- Drake non c'è- le rispose una voce femminile proveniente dal bagno.

Non era la voce di Isabelle! Eppure apparteneva lo stesso a duna sua vecchia conoscenza.

-Comunque era qui fino a poco fa- proseguì Milah, uscendo dal bagno per andare ad accogliere Alice, neanche si trattasse di casa sua- proprio nella stessa doccia per la precisione- specificò allusiva .

La donna era completamente bagnata e indossava solo un minuscolo asciugamano.

Non aveva perso quell'aria arrogante che aveva sempre avuto e che aveva spinto più volte Alice a chiedersi come diamine avesse fatto Drake a frequentarla per tutta la durata del liceo. La loro era stata un a relazione travagliata e burrascosa, che comunque non era durata. I l giorno che si erano lasciati Alice aveva segretamente fatto i salti di gioia: almeno non sarebbe più stata costretta a frequentare quella vipera .

- Milah...non mi aspettavo di vederti qui- riuscì a mala pena a mormorare.

Milah le sorrise in modo studiato: era chiaro che l'antipatia era sempre stata reciproca. Sembrava andare piuttosto fiera della sua seminudità visto che non fece niente per nasconderla, anzi si sedette come se nulla fosse in soggiorno accavallando le gambe.

- Purtroppo aveva qualcosa da fare ed è uscito, però mi ha detto che potevo restare e magari aspettare qui il suo ritorno... senza rivestirmi, si intende! Comunque posso fare qualcosa per te Alice cara? - aggiunse con quel tono falso che Alice aveva sempre odiato fin dai tempi del liceo.

-No, niente- mormorò appena la ragazza- devo andare.

Alice fece velocemente retromarcia, lasciando l'appartamento disgustata.


La notte era calata da un pezzo in riva al  mare , ora piatto e silenzioso. Il capitano Killian Jones si era ormai tristemente rassegnato al suo destino: sarebbe morto lì, in solitudine , su quell'isoletta sperduta in mezzo all'oceano, senza aver potuto ottenere la sua vendetta. Ma non era nemmeno quello che gli faceva ribollire il sangue nelle vene...ma se solo pensava al destino di quella povera ragazza non poteva impedirsi di provare un raggelante senso di colpa.

Quell'ingenua fanciulla si era fidata di lui, si era affidata a lui... all'uomo che non era stato in grado di impedire che un viscido mostro come Rumpelstiltskin la rapisse sotto i suoi occhi, senza che lui fosse in grado di impedirlo.

Quella impotente attesa lo stava uccidendo...tanto valeva che si buttasse in mare e che la facesse finita.

Proprio in quel momento comparvero davanti a lui tre piccoli puntini brillanti come stelle. Potevano sembrare lucciole ad un primo sguardo, ma quando esse si allinearono perfettamente di fronte ai suoi occhi increduli il capitano seppe che le allucinazioni avevano ormai preso il sopravvento e che la fine non avrebbe tardato ad arrivare, anche senza tentare gli insidiosi flutti.

-Il mio nome è Fauna - disse la maggiore delle tre luci dalla forma umana, aprendo le luminose ali scarlatte.

-Io sono Flora- aggiunse una seconda lucciola che risplendeva in mille tonalità di verde.

-Serenella- si presentò infine la più piccola delle tre, che sfavillava di una tenue luce azzurra.

-Siamo le fate della mezzanotte- dissero tutte tre in coro- come possiamo aiutarti?

Oh, no ci mancavano le fate a beffarsi di lui... di quelle orrende creaturine dispettose e malefiche ne aveva avuto più che abbastanza nel tempo passato a Neverland.

-Lasciatemi in pace...

-Siamo tre sorelle fate  e appariamo tutte e tre a mezzanotte solamente a chi ha davvero bisogno del nostro aiuto- spiegò la maggiore tutta impettita- quindi dicci mortale, come possiamo aiutarti?- insistette ed era chiaro che non era abituata a ricevere un no come risposta.

In fondo che cosa aveva da perdere? si disse Hook, mentre si apprestava a spiegare la situazione con parole semplici, in modo da farsi comprendere perfino da quelle tre strane creaturine.

-Non chiedo alcun aiuto per me stesso- mise in chiaro come prima cosa- ma c'è una ragazza... una principessa...

-La principessa Aurora!Lo sappiamo!!- lo interruppe Flora con la sua vocetta acuta.

-E' stata rapita da una persona molto, molto cattiva- aggiunse cautamente il pirata, scandendo ogni parola.

-L'Oscuro- rabbrividì Serenella frullando spasmodicamente le piccole ali azzurre-Si, si!! Sappiamo anche questo!!

-Se sapete già tutto come mai lo avete chiesto?!- inveì Hook che stava già perdendo la pazienza.

Fate, dannazione!I loro piccoli cervelli da insetto non lavoravano in maniera normale... Lo avrebbero fatto diventare pazzo un giorno...

-Perchè questa è la procedura, naturalmente- spiegò Fauna in tono solenne- Ma posso dirti prima che tu lo chieda che la nostra magia non può nulla contro i malefici dell'Oscuro. Quando alla fine voi due vi affronterete faccia a faccia noi non potremo fare nulla per favorirti.

-Quindi mi state dicendo che siete totalmente inutili- sottolineò Hook che era stato scettico fin dall'inizio- ah, levatevi di torno... sto solo sprecando il mio tempo con voi...

-Aspetta aspetta non abbiamo detto che non possiamo aiutarti a salvare la principessa!- specificarono tutte tre in coro con le loro  vocine stridule.

-Lo avete appena fatto!

-Ma la principessa non si trova più con Lui, adesso...- rivelò Flora pigramente, dopo un largo sbadiglio -... ma con Ravenna, una ragazza così dolce...

-No no, quello era prima!- la interruppe Fauna- Adesso anche lei è diventata malvagia seguendo gli insegnamenti dell'Oscuro..

 -Ma tu hai detto che c'era ancora speranza- la contraddisse timidamente Serenella- che il suo cuore non è ancora così corrotto da non potere essere recuperato...

-Questo si vedrà a suo tempo- stabilì solennemente la maggiore- adesso non abbiamo un minuto da perdere...

Il pirata nel frattempo spostava lo sguardo incredulo da una fata all'altra durante quell'irritante battibecco.

-Giusto giusto- intervenne Flora- ora noi ti faremo un incantesimo che ti trasformerà nell'unica persona che Ravenna lascerà avvicinare a lei, ovvero suo figlio, il principe Philip.

- Si ,si, si ... così potrai entrare nel suo palazzo e avvicinarti alla principessa- annuì Fauna.

-E potrai aiutarla a fuggire!- strillò ancora Flora.

-E  quando lei si pungerà con il fuso tu dovrai...- esultò Serenella.

-Si, si, cioè no, no, no!Questa parte non deve ancora essere rivelata!!- la sgridò severamente Fauna- Per il momento quello che sai ti basta ...  affrettati ora a condurre in salvo la principessa!!! - detto ciò lo toccò con la punta della sua bacchetta toccò il suo viso e Hook si ritrovò come promesso alle porte del palazzo di Ravenna, con le sembianze del principe Philip.


-Signorina Stone... - la accolse il signor Gold all'entrata del suo triste negozio-... che cosa le è successo? Lasci che glielo dica, non ha un bell'aspetto mia cara.

- Nemmeno lei- ribattè la ragazza.

Era vero: anche il signor Gold non appariva certo al suo meglio quel giorno. Sembrava accigliato, nervoso...insomma aveva la classica aria del colpevole, rifletté la ragazza. Indubbiamente doveva avere a che fare con Raven ed era esattamente quello che intendeva appurare.

-Lasciamo correre...- rispose lui diplomatico- ... è un bene che sia passata di qui. Anzi, posso confessarle che la stavo aspettando ...

-Davvero? Vuol forse dire che è pronto a confessare?- domandò Alice in tono accusatorio- Sputi il rospo Gold: dove l'ha nascosta?

Forse in quel preciso istante il cadavere di Raven si trovava fatto a pezzi proprio in quello stesso retrobottega in cui le aveva offerto il the qualche giorno prima.

-Perchè mai dovete insistere tutti che io centri qualcosa?!Ho già avuto la medesima conversazione con Philip e con  lo sceriffo Swan poco fa- le rispose lui con sufficienza- e le ho fornito tutte le prove che mi scagionano. Quello che è successo a Ravenn ... a Raven, non doveva succedere... non capisco come sia potuto succedere- dichiarò - e non intendo negare che è colpa mia in un certo senso .

Sembrava quasi indispettito, constatò Alice.

La ragazza si costrinse ad essere paziente e a concentrarsi sul vero problema,cioè la scomparsa di Raven, cercando di scacciare dalla propria mente il sorriso sarcastico di Milah e l'immagine di lei e Drake insieme che inspiegabilmente la tormentava.

-Quindi lei ha idea di dove possa essere  Raven in questo momento?

-Più di qualche idea- rispose lui evasivo.

-E ...ha intenzione di fare qualcosa a riguardo?- insistette Alice.

Il signor Gold a  quella domanda parve riacquistare la consueta lucidità.

-Non io temo... noi- sottolineò rivolgendole uno sguardo penetrante, che la fece rabbrividire.

-Sta per caso chiedendo il mio aiuto?- si informò la ragazza.

-Non pretendo che lo faccia gratuitamente- specificò il signor Gold - ma la prego, si fidi di me e faccia quanto le sto per chiedere ... non solo potrà aiutare Philip, come credo sia sua intenzione fare, ma diciamo che le dovrò un favore in futuro. Un grosso favore.

Alice sapeva benissimo quanto questo significava. C'era ben poco di cui quell'uomo non fosse capace. Probabilmente, si sorprese a pensare la ragazza, se in quel momento gli avesse chiesto di far sparire per sempre Milah dalla sua vita l'avrebbe esaudita senza battere ciglio...

-E va bene, va bene...- esclamò esasperata la ragazza, scuotendo la testa incredula quanto rassegnata- ... tanto a questo punto, fidarmi di lei  non sarà la cosa più stupida che abbai mai fatto...


- Philip!- esclamò Aurora, correndo incontro al principe- che gioia siete tornato!E' andato tutto bene immagino?

Hook  rimase per un istante di sasso. Non si sarebbe mai aspettato , una volta assunte le sembianze del principe grazie all'incantesimo delle fate, di ricevere un simile benvenuto da lei. Pensava che la ragazza fosse una prigioniera da salvare, invece ora se la trovava davanti libera,  allegra e impaziente per il ritorno del suo principe.

Che sciocco era stato a credere che avesse bisogno di lui...in fondo Aurora era una principessa, che cosa credeva?

-Si principessa- mormorò deferente.

-Avete qualcosa di...diverso- notò la fanciulla- oh, non importa...ditemi avete già  trovato il capitano Jones? Non ci avete messo più di qualche giorno, immagino che  siate ricorso a qualche magia... Comunque lui sta bene?

Hook fu preso in contropiede da quella domanda.

-Sta bene - confermò, pur senza capire- benissimo, direi.

-Oh, grazie al cielo...- sospirò Aurora- ... ed è tornato insieme a voi? Posso vederlo?

-Temo che sia lui che non desidera vedere voi- ripose Killian, tagliente.

-Io, non capisco...

La ragazza sembrava esserci rimasta davvero male, eppure mascherò velocemente quel sentimento dietro il contegno calmo e controllato di una vera principessa.

-Molto bene- asserì , una strana nota acuta nella voce- suppongo che abbia già ricevuto al sua ricompensa. In fondo non aveva motivo di seguirvi fin qui...- disse più a sè stessa che a Philip.

-E' sicuramente così, altezza- rispose lui, deferente- Ora seguitemi, se vi aggrada...- e nel dire quelle parole la tirò lateralmente per un braccio verso l'uscita del castello.

Aurora lo seguì meccanicamente, senza protestare, ormai rassegnata ad aspettarsi qualsiasi cosa.

Le guardie di Ravenna che riconoscevano lui il loro principe si scostarono al suo passaggio,lasciando uscire entrambi in direzione delle scuderie dove due cavalli sellati li attendevano per lasciare il palazzo .

-Potete andarvene ora, molto lontano da qui, nessuno cercherà di ostacolarvi- la informò Hook, cercando di mantenere un tono freddo e distaccato- ammesso che sia ancora quello che desiderate.

Era dannatamente difficile per lui mantenersi impassibile di fronte a lei, specialmente considerando quanto le sue parole di prima sembravano averla ferita.

-Mi lasciate andare così?- osservò la ragazza perplessa, piuttosto indecisa se sentirsi sollevata o meno- E il matrimonio?! Dobbiamo ancora sposarci , giusto? Avete promesso di rendermi felice.

A quelle parole il pirata non riuscì più a mantenere la calma.

-Che volete che me ne importi?!- esclamò- Andatevene oppure restate e sposatevi chi vi pare! Io l'opportunità di scappare ve l'ho data, ho concluso il mio lavoro qui....

- Philip, siete strano- protestò Aurora - io non vi capisco...

-Non importa... nemmeno io capisco molto me stesso ultimamente- sospirò Killian,  il suo sguardo rifuggiva quello di lei sentendosi di colpo in preda all'imbarazzo.

- Non sembrate in voi- proseguì Aurora- anzi per la precisione sembrate un'altra persona... una persona maleducata ,scorbutica e francamente irritante... sembrate tanto quella persona che non riesco a dimenticare - sospirò la fanciulla arrossendo al suono delle sue stesse parole- Credo di avere cominciato ad amarlo, sapete... ma non ha alcuna importanza ormai. Vi sposerò perchè ve l'ho promesso, nonostante sappiate benissimo che non vi amo. Lo so, è sconveniente che lo ammetta proprio con voi... ma io credo di essermi innamorata di Killian Jones - ammise infine.

Il  suddetto capitano a quel punto non potè più trattenersi dal fare quello che aveva desiderato dal primo momento che l'aveva vista.

-Ve lo dico io quello che è sconveniente- inveì incapace di controllarsi, spingendola contro l'albero più vicino e baciando le sue labbra come se non ci fosse un domani- questo lo è... molto- mormorò, il suo respiro che accarezzava quello concitato di lei- E lo diventerà ancora di più se non ve ne andate subito. Siete una ragazzina sciocca e non sapete niente dell'amore nè di cosa può fare agli uomini, quindi non mi provocate oltre: andatevene finchè ancora siete in tempo- concluse Killian Jones, che cominciava sotto gli occhi di una sbalordita principessa a riacquistare il suo vero aspetto.

Infatti il loro bacio aveva in qualche modo avuto l'effetto di spezzare l'incantesimo delle fate.

-Killian? Voi... voi mi avete baciata!- rantolò Aurora in tono accusatorio, confusa dalle stesse contrastanti emozioni che provava nei confronti del pirata - aspettate, dove state andando? Tornate immediatamente qui, è un ordine ! Killian...oh, insomma...Prendetevi almeno la responsabilità delle vostre azioni: mi avete baciata... quindi anche voi mia amate. Almeno questo non potete negarlo- affermò la ragazza.

-Vi ho baciata perchè vi desidero- la corresse lui- non confondete le due cose- il falso principe tornò a  nascondere lo sguardo, uno sguardo che da grigio si stava facendo sempre più blu man mano che l'incantesimo perdeva il suo effetto- No, non protestate. tanto non potete cambiare la realtà: non sono il principe che meritereste e come Hook non posso avervi Aurora... partite.

-Potreste- fu il turno della principessa di correggere la sua affermazione- ma comincio a pensare che siate troppo codardo per farlo.

Senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro la sconvolta principessa spronò il proprio cavallo al galoppo, allontanandosi quanto più velocemente possibile.

Killian Jones si mise a ridere sarcasticamente appoggiato al tronco di quell'albero, mentre attendeva che i rimasugli dell'incantesimo svanissero facendogli riacquistare le sue vere sembianze.

Da quando poteva essere considerato codardia fare la cosa giusta?!


 

 

Dear Julie: come al solito ti ringrazio tantissimo dearie, e stai pur certa le tue curiosità saranno presto soddisfatte da molti nuovi capitoli che mi sto sforzando di produrre al meglio!!Altro che la versione heartless di Rapunzel, mi sento io piuttosto malvagia per come sono andate le cose in questo capitolo, ma non disperiamo, ogni difficoltà può essere superata dal vero amore...non disperiamo neanche per Ravenna dal momento che il signor Gold sembra intenzionato a riportarla indietro, e si sa, generalmente è abituato ad ottenere quello che vuole!!^^ un bacione , a presto!!

Dear Lady Andromeda: grazie infinite del tuo commento, dearie!!^^ mi fa molto piacere che ti sia piaciuto l'ultimo capitolo e dopo questo non pensare che anche tutti gli altri saranno così tragici...insomma, sembra andare davvero tutto male per i nostri protagonisti, ma non dimentichiamo che in un mondo in cui esiste la magia la situazione può sempre ribaltarsi in men che non si dica!!XD E il lieto fine potrebbe ancora arrivare a discapito delle molte difficoltà...insomma teniamo duro, specialmente io che devo scappare a scrivere il seguito prima di lasciarmi sfuggire l'idea che ho appena avuto... Un bacione!!!!!;)

 

 

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Capitolo 10
*** Mad Tea Party ***


 

 

"C’era una volta,in un regno molto molto lontano un re e una regina,benedetti dalla nascita di una bella bambina. La figlia però era vittima di un incantesimo che si impossessava di lei ogni notte. Disperati chiesero aiuto ad una fata madrina, che li convinse a rinchiudere la principessa in una torre,in attesa del bacio dell’affascinante principe azzurro. Lui avrebbe affrontato il cammino,tra il gelido freddo e il torrido deserto, mettendo a rischio la propria vita per raggiungere la fortezza del dragone , raggiungere la stanza più remota della torre più alta ed era destino che il suo bacio rompesse l’orrendo incantesimo."

-Madre...- la interruppe  con un po' di timore la piccola Aurora-...anche io quando sarò grande avrò un principe azzurro che verrà a liberarmi?

-Ma certo, cara- le  sorrise la regina posando il libro di fiabe sul comodino.

-Si, ma perchè proprio un principe?- insistette la bambina, guardando con sospetto l'immagine del bell'imbusto sulla copertina del volume-Non sarebbe meglio un esploratore? O un domatore di draghi? O un pirata...

-Aurora- la ammonì la regina- ora stai dando troppo spazio alla tua immaginazione. Tu sei una principessa, di conseguenza il bacio che potrà spezzare il tuo incantesimo deve essere quello di un principe.

-Quale incantesimo?- volle sapere la piccola.

-Oh, niente cara, niente...è ora di dormire adesso- concluse sbrigativa sua madre.

La bambina seppur riluttante dovette ubbidire, scivolò lentamente nel sonno fino a quando un rumore ovattato cominciò a insinuarsi nelle sue stanze.

Dapprima solo un lieve scalpiccio, poi una vocetta affettata ch continuava a ripetere le parole "E' tardi, è tardi!"

Aurora aprì gli occhi e vide un tenero batuffolo bianco andare su e giù per il pavimento della sua stanza, si trattava di un minuscolo coniglietto vestito con un panciotto di seta, che guardava nervosamente un grande orologio a cipolla che teneva nella zampina.

-E' davvero molto tardi!- esclamò in tono di rimprovero non appena si accorse che era sveglia- Non c'è tempo da perdere!!

-Tardi per cosa?- domandò Aurora, ancora assonnata e convinta che si trattasse di un sogno.

- Seguimi - rispose il coniglio senza aggiungere altro e con due serie di balzi si gettò all'interno di un cappello, lasciato con noncuranza sotto la sua finestra.

Si trattava di un vecchio cappello a cilindro tutto sgualcito e rattoppato, che di sicuro non poteva appartenere a lei nè a nessuno della famiglia reale. La bambina si alzò dal letto e prese ad  esaminarlo con sospetto. Allungò il braccio per sondare la cavità in cui era sparito il coniglio e fu allora che una serie di scintille rosse e  blu provenienti dal cappello  cominciarono a spruzzarla fino ad avvolgerla completamente.

In men che non si dica una sorta di strana magia la stava rimpicciolendo fino a farla entrare perfettamente nel cappello!

"Questo deve essere un sogno"pensò la bambina, muovendo i primi passi in quella che sembrava una verde radura, poco lontano c'era una graziosa casetta di legno colorato e davanti ad essa una lunga tavola coperta da numerose tovaglie e cosparsa di tazzine da the di diverse dimensioni, teiere, caffettiere, piattini e zuccheriere "un sogno molto strano".

In fondo  alla tavola fastosamente imbandita si trovava un signore molto alto vestito di strati seta multicolore e aveva in testa uno sgargiante cappello, di forma molto simile a quello che l'aveva portata lì, ma coperto di piume e gemme luccicanti.

-Benvenuta Alice!- esclamò lo strano individuo facendole una strana riverenza- gradisci una tazza di the?


Alice...

Nonostante fosse ancora arrabbiato con lei per non avergli  detto subito la verità sull'intervento di Gold,  Drake non riusciva a smettere di pensarla. Sarebbe stato come smettere di pensare. In cuor suo sapeva, come aveva sempre saputo, che non appena se la sarebbe trovata davanti sarebbe stato capace di perdonarle tutto...

Eppure quando  fece ritorno all'appartamento quella che si trovò davanti non era la donna che sperava di incontrare.

- Milah?! Che diamine ci fai qui?- poi notò che non solo la donna che si era materializzata nel suo soggiorno era seminuda ma anche bagnata fradicia- E che cosa significa...

-Oh, questo?- lei si fine sorpresa- Ho semplicemente deciso di farmi una doccia mentre ti aspettavo...Ma come ,non sei felice di vedermi?- protestò facendo la finta offesa ,  mentre scivolava accanto a lui in un movimento fluido - Se ben ricordo noi due facevamo faville ai vecchi tempi... Dimmi, non ti sono mancata neanche un pochino?

Milah aveva sussurrato le ultime parole direttamente al suo orecchio, mentre con una mano bagnata gli accarezzava allusivamente  la guancia. Il ragazzo non reagì a quel tocco come si sarebbe aspettata, anzi la scansò malamente, arretrando di qualche passo.

-Che diamine, Milah! Vuoi spiegarmi che cosa ci fai qui?- ripetè Drake - E asciugati, non vedi che stai sgocciolando su tutto il pavimento di Isabelle?!

-Io non posso asciugarmi, idiota!Io appartengo al mare: è lì che hai gettato il mio corpo, non ricordi??!! - sbraitò la donna, per un istante era come se avesse perso il controllo su di sè, poi si calmò ed aggiunse in  maniera più soave- perdonami, amore mio,  so che non è colpa tua...probabilmente non te lo ricordi...ma c'è stato un tempo in cui avresti fatto qualsiasi cosa per me...avresti fatto qualsiasi cosa per vendicarmi. Certo, questo prima che arrivasse quella smorfiosetta a farti gli occhi dolci- aggiunse con una nota di stizza-  Allora ti sei dimenticato di me, di noi, e per me è stato come morire una seconda volta.

-Io non so di che diamine stai parlando...- confessò Drake.

-Già, non sei mai stato particolarmente acuto- osservò Milah con uno sbuffo contrariato- parlo della cara Aurora naturalmente...Alice se preferisci, ho sentito che è così che si fa chiamare. E' stata qui poco fa, ti cercava,  sai? Spero non ti dispiaccia se le ho detto di andare via...era giusto che sapesse quello che c'è tra di noi.

-Ormai non c'è più niente tra di noi- affermò lui.

Drake a mala pena riusciva  a immaginare quale menzogna Milah avesse potuto rifilarle  per giustificare la sua presenza  e a quanto probabilmente l'avesse fatta arrabbiare di proposito. E adesso sapeva che c'era un solo modo per sistemare le cose con Alice: doveva trovarla e chiarire tutto. E non solo questo.

Le avrebbe anche detto che l'amava dal primo momento che l'aveva vista, a scanso di equivoci. Ormai quell'attesa insensata durava da troppo tempo. Le avrebbe confessato tutto, decise, in modo che in futuro non potessero più esserci incomprensioni simili tra di loro.

-Oh, caro, non lo pensi sul serio...parli così a causa della maledizione... Ehi! Dove stai andando?

- Io devo trovarla... devo spiegarle...- accennò appena Drake prima di guadagnare l'uscita alla ricerca di Allie, totalmente incurante dell'ospite ancora gocciolante.

-Ma non puoi andartene!- protestò la donna- Ascoltami bene tu un tempo promettesti di vendicarmi e oggi io sono qui per rammentarti quella promessa... Killian, aspetta!!

Ma lui se n'era già andato, senza voltarsi indietro e senza prestare ascolto alla voce del passato.

Alice era il suo futuro: era questo tutto ciò che gli occorreva sapere.

 

-Il mio nome non è Alice- protestò la piccola.

-Che sciocchezza.... - intervenne una lepre vestita anch'ella di tutto punto e seduta anch'ella alla tavola su una pila traballante di cuscini- .... tutte le bambine che vengono da fuori si chiamano Alice, lo sanno tutti- confermò la lepre agitando con vigore le lunghe orecchie e facendo ridere la bambina.

-Che mattacchione...

-Alice, Alice sei stata buona a venirci a trovare per prendere il the!- proseguì agitando anche il naso insieme alle orecchie.

-Allora vuoi del the Alice?- insistette il signore dal buffo cappello- Oggi dobbiamo festeggiare un'occasione molto particolare, è il tuo non-compleanno tesoro, non sei contenta?Non è un giorno che capita tutti i giorni, perchè vedi se fosse il tuo vero compleanno non potremmo organizzare per te una festa di non-compleanno, mi sembra ovvio... ma cosa stavo dicendo? Ah già, il the!! Il the!!- esclamò tutto agitato incominciando a versarne una copiosa quantità in una tazzina bucherellata.

-Questo non ha proprio il minimo senso...- osservò Aurora.

-Qualcuno ha detto... the?!-domandò in quel momento una vocina acuta, quella di un topolino spuntato da una delle numerose teiere sparse alla rinfusa sul tavolo.

-Ma certo che vuole del the- confermò il cappellaio - Alice beve sempre il suo the,prima di svegliarsi.

-Alice è una brava bambina- asserì il leprotto in tono solenne- Alice è una brava bambina anche se terribilmente curiosa... quello che ha fatto l'ultima Alice ad esempio.... ah, non bene non bene davvero!!!

-Smettila subito!- lo rimproverò il cappellaio lanciandogli non meno di un paio di tazzine ancora piene di the- Alice non vuole sentire parlare di queste tue sciocchezze...Alice è qui per prendere il the con noi!

-Che cosa è successo all'altra Alice?- domandò Aurora sottovoce al topino che viveva nella teiera.

-Lei non voleva tornare- squittì quello pianissimo- non voleva tornare dal posto dove era venuta...ha fatto un patto per restare qui... ed è diventata matta!!

-Matta!Matta!- ripetè il leprotto ridendo sguaiatamente- Fuori come un balcone! Ahhahahhah!!!

-Adesso mi avete proprio scocciato- intervenne il cappellaio usando un tono insolitamente serio, quel suo cipiglio durò solo pochi istanti perchè poi riprese a canticchiare tra sè, come se nulla fosse successo- Oh, cielo, adesso mi è proprio passata la voglia di prendere il the! Alice, mia cara, sarà per un'altra volta...

-Ma io...

-No no, non è possibile.

La piccola Aurora però puntò i piedi a terra, rifiutandosi di muoversi.

-Aspettate, vi prego  non mandatemi via... anche io non voglio tornare da dove sono venuta!La torre è buia  e solitaria e non c'è nessuno con cui possa prendere il the- spiegò la bambina- E se devo diventare matta per restare con voi mi va bene.

-Cosa? Hai detto niente the?!- il cappellaio sembrava confuso- Bè, immagino che questo cambi tutto.

-Niente the?!- ripeterono in coro il topo e il leprotto, scandalizzati- Neanche un ...goccettino??

-Esatto! E ci dovrò stare finchè uno stupido principe non verrà a liberarmi- continuò Aurora- A me neanche piacciono i principi...ma la mamma dice che devo sposarne uno.

-Perchè mai or dunque...- parve riflettere il cappellaio con aria da filosofo- ... se non vuoi mangiare carciofi a colazione o suonare il flauto al contrario o  sposare un principe credo proprio che non dovresti farlo.

-Ma, mia madre, lei non ne sarebbe affatto contenta...

Il cappellaio le sorrise comprensivo.

-Non si vive per accontentare gli altri, Alice- le disse con pazienza- qui hai la possibilità di fare quello che vuoi ed essere chi decidi di essere.... Se è davvero ciò che desideri puoi diventare matta quanto vuoi e rimanere con noi... però io credo che mancheresti molto alla tua mamma.

- Lo credo anch'io....- rifletté la bambina, mentre con aria rassegnata si avviava verso il cappello  a cilindro dimenticato sull'erba del prato con lo stesso passo di un condannato- ...o forse sono già diventata matta.

-Temo di sì- confermò il cappellaio-  sei assolutamente svitata, fuori controllo. Ma ti rivelerò un segreto: tutti i migliori sono matti- aggiunse facendole l'occhiolino prima che Aurora fosse nuovamente risucchiata dal cappello.

 

Alice Stone  aveva sempre diffidato del signor Gold come del Maligno. Salire in macchina con lui, per di più in quelle bizzarre circostanze,  le richiese ogni grammo di fede e insieme di disperazione che possedeva.

-Insomma, ha intenzione di dirmi almeno dove stiamo andando?- chiese , senza nascondere un certo nervosismo.

Il signor Gold non si scompose minimamente a quella domanda.

- Stiamo andando a far visita ad una persona che può fare molto per aiutarci- rispose con calma- Purtroppo il nostro amico non parla con molte persone...ma di sicuro vorrà parlare lei.

-Perchè proprio con me?- chiese la ragazza.

- Perchè so per certo che non rifiuterebbe mai nulla alla sua Alice- rispose il signor Gold, enigmatico.

La ragazza anche se non aveva capito dove volesse andare a parare decise che era meglio lasciar correre.

-Siamo diretti... a una casa di cura?- esclamò ad un certo punto non appena si trovarono di fronte ad un imponente edificio abbastanza mal tenuto, appena fuori dal centro abitato- non capisco come questo ci possa essere d'aiuto.

- Come forse non sa , mia cara, non c'è modo per noi di lasciare questa città... ciò vuol dire che Raven è ancora qui, da qualche parte. Lei non è morta, questo lo posso percepire chiaramente, ma lo sarà presto se non riusciamo ad individuare la sua esatta posizione - specificò lui, come se ciò valesse come spiegazione- Al Briarcliff troveremo la risposta o quanto meno chi può fornircela.

Si trattava dell'ospedale psichiatrico di Storybrook, un luogo tetro e minaccioso gestito da un ordine religioso, dove Alice non si sarebbe mai sognata di mettere piede.

 Nonostante la struttura fosse vecchia e fatiscente l'istituto poteva fregiarsi di un'amministrazione ferrea e le visite non erano ammesse se non in occasioni di straordinaria importanza e solo ai parenti stretti dei pazienti. Il permesso speciale che tirò fuori con noncuranza il signor Gold doveva essere frutto delle sue conoscenze.

-Stiamo scherzando?Ci mettono i matti qui!- protestò la ragazza.

-E' giusto il posto che fa ala caso nostro- ripetè lui categorico.

- Come le pare...Allora, vogliamo andare...- lo sollecitò Alice, nervosamente.

-Deve avermi frainteso, mia cara. Il permesso è solo per lei - cinguettò il signor Gold - Anche con le mie conoscenze non ho potuto fare di più.. ma ho piena fiducia che lei riuscirà ad ottenere le informazioni che le servono dal signor Jefferson.

-Cosa? Dovrei entrare in quel posto...da sola?

Alice non aveva vergogna ad ammettere che in quel momento anche la compagnia di qualcuno di cui non si fidava per niente come Gold le avrebbe dato maggiore sicurezza, ma oramai erano lì, non poteva certo tirarsi indietro.

- Oh, d'accordo! Spero almeno che questo tizio abbia davvero intenzione di aiutarci...- esclamò scocciata.

-Oh, lo farà- disse il signor Gold tra sè,  non appena Alice fu entrata - dopo quello che è successo  deve sentirsi terribilmente in colpa...non potrà rifiutarsi.

 

Aurora, col cuore infranto a causa di quello stupido pirata,  stava attraversando l'oscura foresta quando si trovò di fronte a una  casetta piccola e malandata, probabilmente un capanno di caccia o la modesta abitazione di un taglialegna. Forse, si disse la principessa, chiunque la abitasse avrebbe potuto aiutarla a trovare una via d'uscita da quel labirinto di rovi...

-E' permesso ?- mormorò la fanciulla, aprendo cautamente la porta di legno e facendone cigolare gli arrugginiti cardini.

Nessuno rispose , eppure la casa non era disabitata. Aurora ricordava di aver già visto  parte del mobilio che si trovava lì, in tempi di ben maggior splendore... la grande  tavola dipinta era coperta da una tovaglia sporca e lacera su cui  si trovavano solo cocci di porcellana alla rifusa,  senza neanche una goccia del prezioso the che vi era un tempo.

Il Cappellaio occupava il suo solito posto a capotavola, ma era anche lui incredibilmente cambiato come tutto ciò che lo circondava. Aveva un muso lungo che Aurora non gli aveva mai visto... come se  neanche una traccia di allegria gli fosse rimasta.

Al posto di uno dei suoi sgargianti completi indossava semplici abiti scuri e dimessi, però aveva ancora  il suo cappello, unico segno distintivo di quello che era stato in passato.

-Cappellaio...tu sei qui!Credevo che fossi un sogno ,  che non ti avrei rivisto mai più...ma che cosa ti è successo?- domandò la fanciulla.

Lui alzò appena il capo regalandole un sorriso triste.

-Sei cresciuta piccola Alice. Dovevo immaginarmelo..alla fin crescono tutte. Anche lei  lo ha fatto- spiegò lui con un triste sospiro - Ha distrutto tutto...sai? Ha distrutto Wonderland e tutti i suoi abitanti...solo in pochi sono riusciti a scappare, e io tra questi. da allora vago per questo triste mondo...un'ombra di quello che sono stato...che ero...ecco , io...

-Adesso calmati- disse Aurora prendendogli le mani che avevano preso a tremare- Per favore, raccontami tutto dall'inizio.

Il Cappellaio trasse un lungo sospiro spezzato.

-Si chiamava Alice. La prima Alice, l'unica Alice. Era venuta a prendere il the- cominciò a raccontare lui, con l'evidente sforzo di raccontare i fatti consequenzialmente  a  come si erano svolti-  veniva da un posto  orribile, un posto senza magia. Per questo le ho permesso di restare ... anno dopo anno...e lei è cresciuta. Ma il cappello , il cappello ha delle regole... le persone che entrano nel nostro mondo, non possono assolutamente rimanere a Wonderland più del tempo di un the! Eppure lei lo ha fatto... lei non voleva andare via e così io l'ho lasciata restare infischiandomene delle regole... Da allora il nostro mondo ha cominciato a morire.

-Tu ti eri...innamorato di lei?- suggerì Aurora.

- Era diventata una donna bellissima e io ne ero innamorato... anche per questo a un certo punto non riuscivo a mandarla via. Si, fu per questo motivo. Ma più il tempo passava più le cose andavano peggio... Wonderland si stava sgretolando a causa del divieto violato... così alla fine dovetti chiederle di andarsene, le confessai il mio amore, ma anche che non potevamo stare insieme.

Il Cappellaio, affranto, fece a quel punto una lunga pausa.

-Non deve averla presa bene- commentò Aurora, pensando anche a sè stessa e alla sua condizione miserevole - Era una donna innamorata.

-No infatti, lei non si arrese , non lo avrebbe mai fatto...- confermò il Cappellaio-  Per poter rimanere a Wonderland fece un patto segreto con la Strega del Mare,una donna perfida che si dice faccia collezione dei cuori di giovani fanciulle disperate...e questo perchè ella stessa non ne possiede uno. Anche Alice  le diede il suo cuore, cioè tutto quello che io amavo di più in lei, in cambio della promessa di poter restare a Wonderland... così divenne la Regina Rossa che ci potrò definitivamente alla rovina.

-E' una storia davvero triste- constatò la principessa- Sai, anche io ho perso la persona che amo, ho finito per innamorarmi di qualcuno ...che  non mi ama a sua volta.

Il povero cappellaio non sapeva come confortarla se non offrendole l'abbraccio di un vecchio amico che la fanciulla ricambiò con tutto il trasporto della disperazione. Fu allora che lo notò: un lungo spillone d'argento che fermava la falda del buffo cappello che l'uomo indossava.

Inspiegabilmente quel minuscolo oggetto attirò al sua attenzione come se una sorta di magia stesse operando per attrarla : la maledizione che si portava dietro fin da bambina si era appena attivata in tutta la sua potenza.

-Aurora, no!- gridò il cappellaio non appena si rese conto delle sue intenzioni, ma la fanciulla gli aveva già strappato dal cappello il fuso lucente.

- Forse è un segno del destino...forse questo vuol dire che io non merito un lieto fine- disse lei tristemente, prima che una forza misteriosa la costringesse a posare il dito sula punta acuminata.

 

-Vuoi del the bella bambina? Vuoi del the?- le si avvicinò uno dei pazienti in camicia di forza con gli occhi stralunati e i denti sporgenti da leprotto.

Scoppiò in una fragorosa risata prima che gli infermieri lo trascinassero via.

-Ma in che razza di posto mi sono cacciata...-mormorò Alice, avviandosi verso la camera che le avevano indicato.

Trovò l'uomo chiamato Jefferson seduto di fronte alla finestra della sua stanza, non aveva l'aspetto di un pazzo come gli altri, anzi era ben curato e ben vestito...inoltre  sembrava incredibilmente tranquillo e inoffensivo.

-Accomodati Alice... volevo dire Aurora, dimentico sempre di chiamarti con il tuo vero nome - le disse gentilmente  indicando una seconda sedia di fronte a lui- Orsù dimmi mia cara, mi hai portato una tazza di the?

-Ehm no...mi dispiace- accennò la ragazza,sedendosi con molta circospezione.

-Tu sai perchè un corvo assomiglia a una scrivania? Ma sto divagando naturalmente.... dimmi che cosa posso fare per te. Suppongo che sia qualcosa che ha a che fare con la maledizione, non è vero?- la incalzò.

"Ecco perchè l'hanno messo nella suite... questo qui è più fuori di testa di tutti gli altri" pensò la ragazza mentre allontanava la sedia di un altro po', giusto per sicurezza.

-Mi è stato detto che tu potevi aiutarmi..- cominciò lievemente a disagio- ... ehm... il signor Gold pensa che tu possa aiutarci a ritrovare Raven.

- Rumpelstiltskin!- esclamò Jefferson con una risata-  Rumpelstiltskin si è perso la fidanzata e adesso manda te per ottenere il mio aiuto... quell'uomo è davvero senza scrupoli!!

-Su questo mi trovi d'accordo- osservò Alice, trovandosi inaspettatamente  in accordo col folle- ma vedi anche io sono preoccupata per Raven.

-E' naturale- confermò Jefferson - Ravenna  è pur sempre la madre del tuo principe. Anche se mi era sembrato di capire che il tuo interesse fosse più rivolto verso il pirata... - aggiunse maliziosamente.

-Come scusa?

-Il pirata che ha spezzato la maledizione naturalmente- ripetè lui con impazienza, come se stesse spiegando qualcosa di estremamente elementare a qualcuno che si ostinava a non capire- ma ovviamente tu di questo non ricordi nulla...come potresti? Anche tu sei sotto l'effetto della maledizione di Regina.... e non credi ad una parola di quello che ti sto dicendo. Pensi solo che io sia pazzo come tutti in questo posto.

- Temo di sì - confermò Alice-  sei assolutamente svitato, un caso assolutamente senza speranza- ma poi dopo un istante aggiunse-  Ma un giorno qualcuno ... a dire il vero non ricordo più chi... mi ha rivelato un segreto : tutti i migliori sono matti- concluse la ragazza, che tuttavia non sapeva da dove le erano venute quelle parole.

Jefferson le sorrise apertamente.

-Molto bene allora-disse con una spaventosa determinazione- se vogliamo andare a prendere la tua amica ci conviene tirare fuori il cappello!!

Fu allora che Alice cominciò davvero a preoccuparsi.

 

La principessa Aurora era così bella, anche da morta, che il Cappellaio non ebbe cuore di seppellirla. Dispose invece il suo corpo su di un letto di rose, proprio al centro della radura.

Lì egli rimase a piangerla a lungo.

-Addio, mia dolce Alice...no anzi, Aurora...- mormorò tra le lacrime.

Prima di andarsene, in un ultimo segno di rispetto verso la sua più cara amica, lasciò ai piedi del giaciglio il proprio cappello.  da quell'oggetto magico cominciarono a sprizzare scintille colorate e fu così che il cappello appartenuto all' ultimo superstite del mondo perduto di Wonderland operò il suo ultimo incantesimo.

Dalla foresta si levarono una miriade di rovi che ricoprirono il sepolcro della principessa in modo che nessuno potesse venire a disturbare il suo riposo eterno.

Quello fu per tutti un giorno di lutto e di cordoglio, per tutti tranne che per la Strega del Mare, la quale una volta che il Cappellaio se ne fu andato comparve su un'ondata di spuma dal vicino ruscello.

-Che ti serva di lezione Aurora...- rantolò la strega, acqua salata le sgorgava dalla bocca mentre parlava ,riversandosi sugli stracci putridi misti ad alghe che la ricoprivano -... non avresti dovuto posare le tue belle labbra su qualcuno che non ti appartiene...Killian sarà per sempre  solo mio... non riuscirà mai a liberarsi della mia ossessione. Tu invece sarai presto dimenticata. Addio, principessina- concluse scomparendo in mille getti d'acqua marina.

 

Raven si risvegliò con una strana sensazione di vuoto al centro del petto. Istintivamente si portò una mano all'altezza del torace, dove un tempo aveva albergato il suo cuore.

Nessun battito. E allora come ami era ancora in vita?

-Come ti senti?- le domandò preoccupata Rapunzel, che ancora la sorreggeva- Non fa più male , non è vero? E' come ti avevo detto... ora finalmente hai smesso di soffrire per quell'individuo che non ti merita...

- Rapunzel... che cosa mi hai fatto?- domandò la donna, ancora parzialmente stordita- Credevo che sarei morta... perchè sono ancora qui? E come mai tu sei ancora così? Pensavo avresti usato il mio cuore per tornare quella che eri...

-Mi dispiace- mormorò lei- Ho dovuto mentirti ... per il tuo bene, cara.

- Dov'è il mio cuore? Che cosa ne hai fatto?

-L'ho dato a lei- rispose  soavemente Rapunzel, indicando la figura di una donna vestita solo di stracci bagnati, i lunghi capelli neri intrisi d'acqua e di alghe ricadevano sul suo volto cadaverico.

Sul petto all'altezza del cuore aveva un enorme squarcio rosso dal quale continuava a sgorgare sangue misto ad acqua.

-La Strega del Mare suppongo...- mormorò Raven con sufficienza.

-Puoi chiamarmi Milah - rispose lei avvicinandosi in uno strascico d'acqua- è davvero un piacere conoscerti Ravenna.

- Non certo per me- ribattè questa facendo un notevole sforzo per reggersi finalmente in piedi da sola- Adesso capisco... così, sei tu ad avere il cuore di Rapunzel...e ad averla manipolata per tutto questo tempo?!

-E adesso possiedo anche il tuo- cinguettò lei, mostrandole il cuore che stringeva nella mano destra- ma non preoccuparti, potrai riaverlo se vorrai... dopo che mi avrai aiutata a portare a termine la mia vendetta contro l'uomo che mi ha ridotta così. Sai , non sono sempre stata così... morta.

-Chiunque sia stato avrà avuto i suoi motivi- commentò Raven - e puoi anche scordarti il mio aiuto, megera. Casomai troverò io il modo di vendicarmi per come hai ridotto la mia amica...

Alla Strega del Mare però non piacque quella risposta infatti strinse nella mano ossuta il cuore di Raven, provocandole una intensa fitta di dolore al petto.

-Non sei nelle condizioni di minacciare nessuno , ragazzina... sta sicura che prima o poi verrà anche il tuo turno! Ma prima di tutto devo vendicarmi di quella persona...Tu lo conosci molto bene Ravenna e che ti piaccia o no mi aiuterai a distruggerlo- affermò Milah con notevole sicurezza-  Per prima cosa dimmi, dove si trova il pugnale?

 

 

 

Dear Lady Andromeda: Allora, scommetto che dopo aver visto le carte in tavola odi Milah ancora di più!^^ Per carità, è cosa buona e giusta... nella versione che ho voluto dare nella storia ( ma credo che alla fine sia così anche nel telefilm) è una donna fredda e opportunista che non ha mai meritato nè Hook nè tanto meno Rumpel...ma si sa l'amore rende i maschietti ciechi e pure stupidi!XD Altro che vedere Alice come una potenziale rivale, la vuole eliminare proprio!! Rapunzel, poveretta, è sempre stata una sua impotente pedina... la controlla utilizzando il cuore che le ha preso ( prossimamente su questi schermi spiegherò anche come è andata, non temere), il fatto che fosse sotto il controllo di qualcuno Rumpel lo aveva intuito ma quello che non sa è che a breve si ritroverà a fronteggiare una decisamente vendicativa ex moglie!!Cercherò di aggiornare quanto prima considerando che sarò prima impegnata e poi via per il week-end, come al solito ti ringrazio per il tuo sostegno, un bacione cara!!^^


Dear Julie: ho fatto il prima possibile ad aggiornare, sapendo che invece nel weekend sarò molto impegnata!^^ Allora il personaggio di Philip credo sia quello più controverso di tutti, infatti la sua psicologia cambia molto: nel suo mondo è un ragazzo combattuto perchè nonostante abbia capito che la magia oscura è un male non riesce a disapprovare del tutto la madre, che è la persona alla quale è più legato, tanto che per salvarla da sè stessa è disposto a sacrificare persino il suo vero amore ( prossimamente su questi schermi!) ; a Storybrook la maggior parte delle sue azioni sono influenzate dalla maledizione che è preordinata a separare coloro che dovrebbero stare insieme, per questo lo vediamo nella sua versione più bastardella...XD comunque è di per sè un ragazzo complicato...Sono contenta che ti sia piaciuto il pezzo dedicato alle fate!!A Hook è piaciuto decisamente meno, ma dobbiamo capirlo, è ancora traumatizzato da Neverland dove praticamente le fate facevano a gara per giocargli brutti scherzi...;) Intanto almeno a Storybrook è riuscito a realizzare quello che prova per Alice e oserei dire che ci sono ottime prospettive per il futuro... Come al solito  ti ringrazio immensamente, un bacione grande!!!!^^

 

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Capitolo 11
*** Evangeline ***


 

 

Belle correva a perdifiato sul terreno accidentato della Foresta Oscura, nel tentativo di seminare i suoi inseguitori. Si era spinta fino a quel territorio maledetto, che si diceva fosse sotto il dominio di un'altra regina cattiva,  pur di sfuggire ai suoi persecutori. Ma le guardie di Regina, la donna che al perseguitava da quando aveva lasciato la dimora di Rumpelstiltskin,  non avevano rinunciato ad inseguire fin lì la loro preda. Stavano ormai per raggiungerla e guadagnarsi il lauto compenso offerto dalla loro sovrana per la sua cattura. La povera fuggitiva affrettò il passo, per quanto stanca fosse non poteva fermarsi, i soldati le erano troppo vicini...

 Proprio in quell'istante però una delle cinghie della sua  tracolla cedette riversando sul sentiero il suo prezioso contenuto. Tutti i suoi preziosi volumi , i libri che aveva collezionato negli anni trascorsi a viaggiare per il mondo, giacevano ora sparpagliati tra il fogliame.

-Oh, no...- mormorò la ragazza, fermandosi giusto il tempo necessario per radunare quelli di maggior valore.

Quella breve sosta consentì tuttavia agli uomini di Regina di circondarla.

-Dovete venire con noi - la informò il capitano delle guardie, rivolgendole contro la propria spada mentre i suoi uomini avanzavano- O saremo costretti a trascinarvi con la forza.

-Potete provarci- ribattè la giovane sfoderando a sua volta la propria arma, pronta a difendersi.

-Oh, sarà un mio piacere...- commentò Regina stessa, sopraggiunta sulla sua carrozza nera per godersi lo spettacolo - Siete esattamente la stessa sciocca che ricordavo...e siete anche sola, a quanto vedo, contro un intero esercito. Inoltre, se non dovesse bastare, io posso sempre usare la mia magia per farvi mia prigioniera. Siete in mio potere- scandì con estrema soddisfazione.

-Permettetemi di dissentire- intervenne a quel punto  un giovane cavaliere, che si stagliava sul suo bianco destriero proprio sul margine della foresta - siete voi  signora a trovarvi nel nostro regno  e pertanto sotto la nostra autorità. Non avete alcun potere  qui pertanto vi esorto ad andarvene e a lasciare in pace questa fanciulla. O ne affronterete le conseguenze.

Come un cupo eco a quelle parole alcuni corvi insolitamente grandi che si trovavano appollaiati sugli alberi circostanti gracchiarono in maniera  sinistra e minacciosa.

-Chi diamine sareste voi e come osate intromettervi?- ruggì  Regina- Guardie , prendetela! E uccidete questo damerino...

Al suo comando i soldati avanzarono in formazione pronti ad eseguire gli ordini, per poi venire immediatamente respinti da uno stormo di corvi gracchianti  levatosi dalla foresta. Gli enormi volatili neri si misero a beccarli a sangue, strappando loro occhi e lingua con i loro artigli acuminati. Fu una sinistra carneficina che aveva ben poco di naturale. Sicuramente doveva trattarsi di qualche incantesimo messo a protezione della persona che li comandava quanto della foresta stessa .

Ad un cenno del cavaliere infatti l'attacco cessò e quel che rimaneva dell'esercito della strega batté velocemente in ritirata.

-Io sono il principe Philip, il legittimo sovrano di queste terre- si presentò a questo punto  il giovane,  smontando dal proprio destriero e frapponendosi tra Belle e la strega- E non occorre che vi dica chi sia mia madre- ebbe cura di sottolineare - nè che non vorreste averla come nemica. Andatevene ora , intanto che ancora ve lo permetto.

Regina fremette dalla rabbia, ma non potè fare altro che ascoltare quel monito.

Come era appena stato dimostrato Ravenna era ancora più potente di lei e da quel che si diceva ancora in buoni rapporti con Rumpelstiltskin. Non poteva rischiare che quella donna rovinasse il suo piano , non ora che era così vicina ad ottenere da lui la Maledizione di cui aveva bisogno.

-Non finisce qui...- sibilò, prima di scomparire in una nube di fumo nero.

-State bene?- domandò il principe alla fanciulla- Vi prego , ditemi il vostro nome e cosa posso fare per aiutarvi...


-Isabelle!- esclamò Philip piuttosto sorpreso.

- Philip - lo salutò lei- che cosa c'è? Sembra che tu abbia visto un fantasma.

- Ma no... è che non mi aspettavo di trovare anche te qui- mormorò lui un po' imbarazzato.

Entrambi si trovavano di fronte al negozio del signor Gold, il quale era insolitamente chiuso, ed evidentemente  si trovavano lì per la medesima ragione.

-Sono preoccupata- confessò infatti la ragazza- Ultimamente a Storybrook stanno accadendo cose davvero strane...Prima la sparizione di tua madre e a desso nemmeno Alice e Drake si trovano più. Io... speravo che almeno il signor Gold ne sapesse qualcosa , ma a quanto pare possiamo aggiungere anche lui alla lista degli assenti.

-Già- commentò Philip - è davvero molto  starno...a quanto ne so non chiude praticamente mai questo  negozio! Inoltre ricordo che Alice intendeva venire qui l'ultima volta che le ho parlato. E adesso anche lei è scomparsa proprio come Raven.

-Tu credi... che il signor Gold centri qualcosa?- propose Isabelle, come se in fondo non ci credesse nemmeno lei.

-Non lo so- il ragazzo scosse la testa- ma sono intenzionato a scoprirlo!- affermò prima di sfondare senza alcun preavviso la vetrina del negozio ed introdursi al suo interno.

-Ma sei impazzito!Che cosa credi di fare?!- esclamò la ragazza cercando di sovrastare gli acuti dell'allarme - Philip, ragiona... stai commettendo un'effrazione: tutto questo è contro la legge! Aspetta almeno che sia lo sceriffo Swan a provvedere alla  perquisizione...

-Me ne frego della legge- ribattè lui- se qui c'è qualcosa che può aiutarmi a trovare Alice o Raven ho intenzione di trovarla adesso.  E tu, hai intenzione di renderti utile, French?

La ragazza pur a malincuore lo seguì all'interno del negozio , se non altro per dissuaderlo dal commettere ulteriori sciocchezze.

- E va bene...- disse levando gli occhi al cielo- Ma Philip, non c'è niente qui... solo le solite cianfrusaglie.

- Tu occupati del negozio Isabelle, io vado a cercare nel retrobottega.

-D'accordo, ma sbrigati, lo sceriffo potrebbe arrivare da un momento all'altro...

Dopo qualche minuto di ricerca Philip riemerse dalla stanza sul retro, l'espressione sul suo viso era trionfante. Sventolava in mano una busta bianca, sulla cui superficie era scarabocchiato un singolo nome nell'inconfondibile grafia svolazzante di Raven.

-Visto? Lo avevo detto che avremmo trovato qualcosa di utile... questa è senza alcun dubbio la scrittura di mia madre! Pensi che potrebbe averla lasciata lei? Era in bella vista su un mobile del salotto. Ora non ci resta che aprirla... ma Isabelle... mi stai ascoltando?

Isabelle  in effetti non pareva avergli prestato la minima attenzione. Era invece immobile , come pietrificata, di fronte a una vetrinetta del negozio. Il suo sguardo era fisso su una tazzina apparentemente del tutto innocente, che poteva facilmente confondersi con il resto del servizio all'interno del mobile...eppure ad osservare da vicino quella tazzina aveva davvero qualcosa di particolare, era scheggiata su un lato.

La ragazza la fissava in maniera febbrile.


-Chiedo scusa?!- esclamò il principe contrariato - Esattamente com'è che vi ho offesa a tal punto che vi rifiutate di dirmi il vostro nome? Non vi ho forse appena salvato la vita?!

Questo era davvero il colmo per il giovane sovrano. Secondo l'educazione che aveva ricevuto Philip riteneva suo preciso dovere soccorrere le povere donzelle in difficoltà, eppure era anche previsto dal protocollo che queste gli dimostrassero un minimo di gratitudine!

Non che la donzella che aveva davanti avesse qualcosa a che fare col modello di donzella che avrebbe potuto immaginarsi... nonostante fosse una ragazza piuttosto avvenente era vestita con abiti maschili, portava una spada alla cintola e non aveva paura di usarla e soprattutto non esitava a rispondere per le rime a chiunque...senza contare che si era quasi fatta uccidere per non perdere un mucchio di polverosi e inutili libri.

Philip era confuso , ma allo stesso tempo innegabilmente affascinato.

-Esattamente in questo modo- ribattè la ragazza, che era enormemente più contrariata di lui- sacrificando  per il vostro scopo la vita di questi uomini- aggiunse indicando i corpi mutilati dei soldati che giacevano sul freddo terreno intorno a loro.

- Volevano rapirvi- si giustificò lui , ancora incredulo della reazione della fanciulla -Io vi ho salvato la vita!- protestò nuovamente.

-Non per questo vi appartiene- rispose Belle.

- Vi prego, non intendevo questo. E quegli uomini avevano violato i nostri confini...avevo tutto il diritto di...

-Volete forse dire che è  per questo che meritavano una fine tanto orribile?! - insistette Belle colma di indignazione- Per di più stavano solo ubbidendo agli ordini di Regina, li avrebbe uccisi lei se si fossero ribellati.

-Quella donna è pazza- commentò il principe con un'alzata di spalle- E' anche pericolosa e con tutta evidenza ce l'ha con voi. Vi prego , aspettate... posso aiutarvi, se mi dite che cos'ha contro di voi.

Ma la ragazza non sembrava avere alcuna intenzione di prestargli ascolto. Aveva raccolto in fretta quanto poteva salvare del contenuto della sua borsa, impilando i libri più preziosi e stringendoseli al petto, prima di imboccare il sentiero più vicino.

-Come mi aiutereste? Utilizzando ancora la magia nera?- replicò ironicamente, poi per un istante si fermò per poterlo fissare dritto negli occhi mentre pronunciava le seguenti parole- Non siete migliore di Regina finchè utilizzerete i suoi stessi metodi.

Il principe si arrestò a sua volta, colpito da quelle semplici parole.

La magia non era una cosa fuori dal comune per Philip. Era cresciuto vedendola utilizzare sia per le cose più semplici ,come preparare un banchetto,  sia per le più straordinarie, come allestire un torneo in una sala da pranzo. Da bambino adorava la magia ed ora da adulto aveva imparato a considerarla come una cosa del tutto naturale.

Lui non era come quella plebe ignorante che temeva sua madre a causa dei suoi incantesimi.

Lui sapeva quanto lei fosse buona e non aveva mai dubitato nemmeno un istante che usasse la magia solo per scopi sacrosanti, come ad esempio proteggere le loro terre dai nemici. In quel momento tuttavia le sue certezze cominciarono a vacillare... e se ci fosse stato del vero nelle parole di quella strana ragazza?

Avrebbe voluto farle ulteriori domande in proposito, ma lei era già sparita nel folto della foresta.

Philip non potè fare a meno di domandarsi se l'avrebbe mai rivista.


Isabelle non potè fare a meno di domandarsi dove l'avesse già vista.

Quella tazzina che poteva apparire del tutto insignificante aveva scatenato come un turbine di emozioni che non riusciva a spiegarsi. Era estremamente faticoso per lei in quel momento concentrarsi su qualsiasi cosa le stesse dicendo Philip.

-Isabelle? Va tutto bene?- ripetè il ragazzo, stavolta seriamente preoccupato.

-Si- mormorò lei, riprendendosi a poco a poco- Scusa... non so cosa mi sia preso... stavi dicendo di aver trovato qualcosa?

-Guarda- disse lui consegnandole la busta perchè potesse esaminarla lei stessa.

Anche quell'oggetto poteva sembrare del tutto innocente a prima vista, eppure essa celava l'unico indizio che per ora avevano.

-Rumpelstiltskin - mormorò la ragazza leggendo l'intestazione sul dorso della busta- Ho già sentito questo nome...anche se al momento non ricordo proprio dove.

-E' stato scritto da mia madre, riconosco la sua calligrafia... ma perchè avrebbe dovuto farlo? Lei non conosce nessuno che si chiami così- precisò Philip.

-E soprattutto che cosa ci faceva la busta nel salotto del signor Gold?

-Apriamola- si risolse il giovane- Forse al suo interno c'è scritto qualcos'altro...

Entrambi trattennero il fiato man mano che il sigillo che chiudeva la busta si sgretolava, entrambi si aspettavano di trovare una missiva che avrebbe chiarito la situazione...invece tutto quello che scivolò fuori dalla busta fu un piccolo oggetto metallico.

-Una chiave?- esclamò Philip piuttosto contrariato - Che cosa dovrebbe significare?

-Scopriamolo- propose Isabelle- E' la chiave di una cassetta di sicurezza, come quelle della Banca di Storybrook. Domani potremo andare a chiedere là.

La chiave  da loro ritrovata apparteneva in effetti alla banca di Storybrook, solo che dal numero di serie  Philip riconobbe la chiava che dava accesso alla camera blindata della  stessa Raven. Purtroppo a quell'ora la banca era chiusa, ma questo non sarebbe certo bastato a fermare Philip, che non era estraneo a certe pratiche non del tutto lecite . In passato non aveva sempre seguito la via della legge.

-No, ci andremo adesso- decise il ragazzo, sorprendendosi solo in un secondo momento di aver parlato a nome di entrambi.

Isabelle sospirò, sapendo che si stava cacciando nell'ennesimo guaio.


Attraversata la foresta Belle era giunta ormai a sera inoltrata presso un tratto paludoso , che sarebbe stato impossibile guadare al buio. La ragazza si stava dunque apprestando ad allestire il suo campo per la notte, quando un fruscio tra i cespugli la mise in allarme.

Poco dopo un uomo coperto da un logoro mantello si fece avanti, le mani alzate in segno di resa.

Quale non fu la  sorpresa della giovane nel ritrovarsi davanti lo stesso bell'imbusto incontrato pochi giorni prima nella Foresta Oscura. Quello che non aveva battuto ciglio di fronte ad un massacro compiuto dalla magia nera. Solo che questa volta anziché la sua armatura scintillante  e  intarsiata di gemme era vestito con poveri abiti da viaggio che lo rendevano quasi più simile ad un mendicante che a d un principe.

-Voi? Che cosa ci fate qui?

-Vi cercavo- ammise subito Philip, sembrò sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma poi parve notare le condizioni pietose in cui appariva agli occhi della fanciulla che invece avrebbe voluto in quel momento impressionare con le sue vesti più splendide - Perdonate il mio aspetto, mia signora... ma per compiere un viaggio attraverso la foresta non si può che badare alla praticità- si affrettò a spiegarle.

-Così avete abbandonato la vostra bella armatura...- commentò lei, ancora piuttosto diffidente- ... quando con un semplice incantesimo avreste potuto comparire qui fresco e riposato.

Philip quasi arrossì a quelle parole, ma visto che ormai era giunto fin lì decise di farsi coraggio e di proseguire nel suo intento.

- E' proprio questo che sono venuto a dirvi :avevate ragione. Riguardo alla magia e riguardo a tutto il resto. Non mi sorprende che non abbiate voluto accettare i miei servigi.  Io non ho scuse per il mio comportamento.... non oso neanche immaginare che cosa penserete ora di me.

-Pensavo foste soltanto un bambino viziato che giocava a fare il principe...- precisò lei.

-Mi sono comportato come tale- ammise il ragazzo, chinando il capo.

-...ma ora siete qui- sul volto di Belle si aprì per la prima volta un tenue sorriso e Philip in quel momento pensò che era la cosa più bella che avesse mai visto- Avete compreso il vostro errore e vi siete scusato, ma non crediate che questo basti- lo ammonì lei- da questo momento in poi dovrete anche impegnarvi affinché queste non rimangano solo belle parole.

- Io lo farò- si impegnò il principe- Parlerò con mia madre... sono sicuro che riuscirò a farle cambiare idea riguardo alla  magia.

Lo farò per voi, non ebbe il coraggio di aggiungere.

Quelle parole  tanto nobili e risolute intimidirono un poco la fanciulla, benché ella stessa non sapesse dire con certezza il motivo di quello starno timore che le aveva serrato il petto .

Era da quando aveva lasciato il castello per vivere avventure in giro per il mondo che non aveva a che fare con prodi cavalieri alla ricerca di una nobile missione, si disse la ragazza, probabilmente quella era la spiegazione più razionale. Non era assolutamente impressionata dall'ardore di quel giovane...o almeno così si disse.

Proprio mentre stava pensando che la situazione non poteva diventare più imbarazzante, uno stormo di lucciole guidato da un bizzarro individuo incrociò il loro cammino fermandosi a svolazzare proprio sopra  la testa dei due giovani.

-Thò guarda, due innamorati che si dichiarano amore eterno al chiaro di luna- dichiarò con una certa soddisfazione Ray la lucciola- A Evangeline questo piacerà di sicuro!

I due "innamorati" in questione arrossirono simultaneamente, affrettandosi a negare malgrado le vigorose insistenze della lucciola e di tutto il suo seguito.

-Chi è Evangeline?- domandò infine Philip, sperando così di cambiare definitivamente il discorso.

- Eccola lassù! E' la lucciola più dolce di tutto il creato...- sospirò il bizzarro animaletto come in estasi indicando loro una luminosa stella nel cielo- ... lei è lassù che brilla davanti a tutti voi!E io l'amo con tutto il mio cuore...io adoro la mia Evangeline!

-Quella non è una lucc...- stava per dire Philip prima di essere zittito da un calcio ben assestato di Belle.

A quel punto Ray prese a cantare e tutte le lucciole lo seguirono, volando al contempo  in maniera da creare armonici cerchi di luce. La mano di Philip sfiorò quasi inavvertitamente quella di Belle e a  quel punto per cavarsi dall'impaccio fu praticamente costretto ad invitarla a ballare.

La ragazza accettò con un mezzo sorriso. Concesse al principe quel ballo e anche il seguente. I due ragazzi risero molto quella notte e parlarono di molte cose, trovandosi praticamente in disaccordo su tutto.

Questo naturalmente non impedì al principe ad un certo punto di inginocchiarsi e supplicare quella fanciulla di cui ancora non conosceva il nome di concedergli la sua mano...

Belle sembrava sul punto di accettare quando, seguendo un impulso ben più razionale, rispose che il tutto le sembrava troppo avventato. Propose al principe di dormirci su almeno una notte e se al mattino sarebbe ancora stato  della stessa idea lei avrebbe detto di sì. Philip andò a dormire cullato  da quella dolce promessa, ma al suo risveglio scoprì che la ragazza era ripartita.

In una sola notte aveva trovato la sua Evangeline ... e l'aveva persa per sempre.


Il caveau in cui i due giovani si erano introdotti grazie alle notevoli abilità di scassinatore di Philip era praticamente l'equivalente del negozio del signor Gold, ovvero  era pieno zeppo degli oggetti più strani e disparati: un tappeto persiano, delle scarpette di cristalli rossi, una lunga stecca di cristallo e mille altri aggeggi male assortiti. 

I due ragazzi non sapevano cosa pensare messi di fronte a quel bizzarro ritrovamento, ma soprattutto ignoravano quale utilità potesse trovare Raven in quegli oggetti al punto da volerli tenere il più possibile al sicuro , nascosti nel caveau di una banca.

L'oggetto più peculiare di tutti , che attirò subito l'attenzione di Philip e Isabelle, si trovava tuttavia proprio nella teca centrale . Essa , collocata non a caso nel posto d'onore, conteneva un lungo pugnale a tratti ricurvo  dall'aspetto decisamente inquietante, sulla lama era inciso il nome di Rumpelstiltskin. Lo stesso che Raven aveva scritto sulla busta.

-Questa storia diventa sempre più strana...come dovrebbe aiutarci a ritrovarla?!- commentò Philip, senza nascondere tutta la sua frustrazione per essere costretto a quella bizzarra caccia al tesoro, senza un indizio che avesse davvero senso.

-Rumpelstiltskin...- mormorò di nuovo Isabelle, sempre più pensierosa, poi d'improvviso il suo volto si illuminò- ... ora ricordo dove l'ho già sentito! Aspetta un momento...- disse la ragazza che si mise subito a frugare nella propria borsa.

Pochi istanti dopo ne estrasse un volume dalla rilegatura sottile che aveva tutto l'aspetto di un libro di fiabe. Philip si trattenne a stento dal commentare che Isabelle era l'unica persona che conoscesse ad andarsene in giro con metà della propria biblioteca nella borsa... ma almeno in quella circostanza questa sua abitudine si era rivelata molto utile.

-Ecco- la ragazza aprì quindi il libro per farlo vedere a Philip alla pagina dove si parlava di Rumpelstiltskin.

-Che cosa sarebbe... l'eroe di una fiaba per bambini?- domandò lui , senza capire dove la ragazza volesse andare a parare.

-No, veramente si tratta del cattivo della storia...ma non lo vedi? Tutto qui dentro si può ricondurre alle fiabe...il tappeto di Aladdin , le scarpette del mago di Oz, la bacchetta della Fata Madrina...e anche questo pugnale!

-E quale utilità pratica dovrebbe avere per ritrovare mia madre?- domandò per l'ennesima volta il ragazzo, che manteneva un ostinato scetticismo nei confronti della tesi fiabesca.

- Bè, se credi nella magia...- suggerì Isabelle, quasi timorosa della sua stessa proposta.

-Non stai dicendo sul serio- ribattè Philip quasi incredulo - la magia non esiste Isabelle! Non abbiamo tempo da perdere con queste sciocchezze...

Proprio in quell'istante un rumore li fece trasalire entrambi.

-Lo hai sentito anche tu?

-E' impossibile che ci sia qualcuno... a quest'ora la banca è chiusa.

-Già, nemmeno noi dovremmo essere qui- non mancò di sottolineare la ragazza- probabilmente sono solo venuti ad arrestarci.

-Presto, nascondiamoci qui dietro...- Philip, che aveva ancora con sè il pugnale, riuscì prontamente a trascinare la ragazza dietro un paravento, impedendo così alle persone appena sopraggiunte di notare la loro presenza.

I due  rimasero così nascosti in attesa. Philip apparentemente si dimenticò di lasciare la mano di Isabelle, ma nemmeno la ragazza parve accorgersene.


Giaceva da giorni dimenticato in quella segreta del palazzo di Ravenna, spoglio, lacero  e dimenticato come un relitto di nessuna utilità. Gli avevano anche tolto l'uncino, ma ormai non gli importava più niente,  men che meno di quel pezzo di metallo...

Quando le guardie  lo avevano preso Killian aveva opposto una resistenza talmente fiacca che di per sè sarebbe bastata a farlo vergognare di sè stesso. Dopo avergli servito la sua razione di botte, a cui il pirata aveva a mala pena reagito, lo avevano gettato in quel buco oscuro dove ancora si trovava, incurante del tempo che passava e di quanti giorni o forse minuti  lo separassero dalla sua esecuzione.

-Devo essermi tratto in inganno- esclamò una voce nell'oscurità - non può trattarsi del capitano Killian Jones. Questo non è l'uomo che è conosciuto ovunque come il flagello dei sette mari. Il demonio a cui è stato dato il soprannome di Hook.

Hook alzò lo sguardo apatico sul giovane cavaliere che aveva appena parlato.

La sua armatura scintillante gli provocava un enorme fastidio agli occhi non più abituati alla luce, ma a provocargli ancora più fastidio era la sua faccia compita e quasi inespressiva. Un bravo soldatino di piombo, ecco che cosa gli ricordava.

-In persona. Cosa c'è ...principino? Vedete qualcosa che vi piace?- lo provocò il pirata, quasi più per abitudine che per altro.

-Vedo un uomo che non è che l'ombra di sè stesso- lo corresse il principe Philip - e con cui non ho tempo da perdere in inutili schermaglie : in questo momento ho una principessa da salvare. Sono venuto a chiedervi di venire con me per aiutarmi a liberarla. Di certo non avete di meglio da fare...

-Aurora? Le è successo qualcosa?- per la prima volta la voce dell'uomo  tradì l'ombra di un emozione.

-E' caduta vittima di una maledizione- lo informò Philip - vi interessa per caso?

-Bè, come potete vedere sono un uomo pieno di impegni , per cui in data odierna non mi sento incline ad ottemperare alla vostra gentile richiesta...

- Hook...

-Significa no- precisò il capitano con una certa ostinazione- ho chiuso con le principesse.

-Forse non mi avete compreso... bere troppa acqua di mare deve avervi annacquato il cervello...E' intrappolata in un sonno eterno che potrebbe ucciderla- continuò Philip - capite quello che sto dicendo? Aurora potrebbe morire!

-Voi l'amate?- domandò improvvisamente il pirata, incapace di trattenersi oltre.

-Io ... io spezzerò la maledizione e poi la sposerò- rispose in tutta sincerità il principe.

-Non è quello che vi ho chiesto. Voi l'amate?- domandò ancora Hook, questa volta quasi con rabbia, dando fondo alle poche energie che gli restavano per afferrare le sbarre di ferro.

Le catene ai suoi polsi tintinnarono sinistramente, in quel momento il capitano era preda di una tale furia che sarebbe stato in grado di spezzarle a mani nude.

-Non sono affari vostri- ribattè Philip con altrettanta collera.

-Ma state accorrendo a salvarla- protestò il pirata- Vi siete abbassato a venire in questa segreta... a supplicare un povero condannato di venire ad aiutarvi a salvarla. Per chi fareste tutto questo se non per la donna che amate?

-Per la mia Evangeline - si lasciò scappare Philip - Perchè lei vorrebbe che lo facessi.. lei vorrebbe che facessi la cosa giusta. Per questo salverò quella ragazza e voi, che lo vogliate o no, mi aiuterete- stabilì colmo di risolutezza.

-Che cosa stiamo aspettando allora? Certo che per uno che va di fretta ne avete di tempo da perdere, principino...presto, toglietemi questi ceppi- lo sollecitò Hook, una luce sinistra nello sguardo- A quanto mi dicono, abbiamo una principessa da salvare.

 

 

Dear Julie: ce l'ho fatta, finalmente anche questo capitolo è andato!;) Sono contenta che ti sia piaciuto l'ultimo e spero che troverai anche questo di tuo gradimento, visto che avevo intenzione di inserirlo da tempo...inoltre dovevo assolutamente citare 'La principessa e il ranocchio' in questa storia e ho scelto di farlo con la coppia che più mi ha emozionato, ovvero Ray e la sua Evangeline. Nel prossimo capitolo ti anticipo che ci sarà , e avrà un ruolo molto importante, la nostra cara Rapunzel che come vedi non ho dimenticato... è solo che ho costruito un casino di tramini tra i personaggi, è una faticaccia gestirli tutti!Spero di esserci riuscita al meglio, o quanto meno alla meno peggio...Grazie ancora per le belle parole, che mi rendono sempre molto soddisfatta!! A presto cara, un grosso bacione!!^^


Dear Lady Andromeda: Sono contenta che ti sia piaciuta l'idea di Wonderland, che effettivamente non ho potuto sviluppare interamente, ma questa storia ha già talmente tanti personaggi che è già un'impresa non indifferente gestire questi...ahah! Tutti dei gran scalmanati per giunta!!XD Ebbene si : Drake è finalmente rinsavito e alla fine di questo capitolo a quanto pare anche Hook ha ammesso con sè stesso quello che prova per Aurora. Adesso non gli resta che a partire al galoppo per salvare la principessa...mentre nel mondo reale Drake deve ancora fare i conti con una Milah ossessionata da lui quanto dalla sua vendetta! Come hai perfettamente intuito, tutti gli abitanti di Storybrook saranno costretti a collaborare per sventare questa minaccia...Ne devono accadere ancora di cosa, proprio non saprei da dove iniziare a scrivere ma purtroppo in questi giorni ho così poco tempo che mi riduco a farlo di notte, per questo non grantisco sul risultato eheh...Un bacione dearie, alla prossima!!^^

 


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Capitolo 12
*** We're all Mad Here ***


 

 

La sala del trono di Ravenna era sempre stato un luogo molto scuro e austero, dall'arredamento spoglio e  minimale.

Per questo il paffuto gatto viola che vi era comparso faticava a considerarlo una vera  e propria casa. Eppure per lui che come tutti gli esuli di Wonderland non aveva più un luogo in cui tornare era ciò che ci andava sicuramente più vicino. Non il palazzo certo, quello lo Stregatto continuava a considerarlo un luogo freddo e inospitale, ma la regina dorata che lo governava e che aveva subito attratto la sua attenzione.

- Strix - lo chiamò la regina vedendolo stiracchiarsi pigramente al centro del salone- quali notizie mi porti?

Il gatto miagolò , indolente. Non aveva voglia di comparire nella sua forma umana, ma nemmeno poteva ignorare un desiderio della sua regina. In più le notizie che aveva per lei erano davvero interessanti, ne sarebbe valsa la pena...

Una nuvoletta di fumo lo avvolse placidamente mentre si compiva la trasformazione.

-Vostra maestà...- sussurrò con deferenza il giovane dai capelli viola, che aveva conservato perfettamente il proprio ghigno sarcastico e le movenze feline- ... siete particolarmente splendida quest'oggi, se mi consentite l'ardire...- aggiunse inchinandosi velocemente per baciarle la mano.

Ravenna lo lasciò fare , ormai rassegnata ai suoi modi eccessivi. Ma erano le sue notizie a cui era veramente interessata...non c'era nessuno abile quanto lui ,che poteva rendersi invisibile a suo piacimento, a scoprire segreti. Inoltre uno dei suoi poteri era la capacità di poter viaggiare tra i mondi.

-Allora lo hai trovato?- domandò lei, stringendo nervosamente il bordo del suo scranno.

-Chi, mia bellissima regina?- rispose a sua volta lo Stregatto, fingendo di non capire.

In  fondo non ci si poteva aspettare vera devozione da parte dello Stregatto, si disse Ravenna. Non era nella sua natura. Egli era una creatura del tutto indipendente: andava  e veniva attraverso i mondi come più gli aggradava e tutt'al più ci si poteva limitare a sperare in un suo aiuto occasionale e apparentemente immotivato, perchè raramente si degnava di spiegare le sue ragioni ...ammesso che ne avesse. Eppure era rimasto per diversi anni al fianco di Ravenna servendola come sua spia, tanto che ormai godeva della sua fiducia.

-Il moccioso che ti ho mandato a cercare- specificò lei impaziente- spero tu non sia venuti fin qui solo per dirmi che non hai concluso niente!

Strix sfregò la guancia sulla mano della sovrana esattamente come se le stesse facendo le fusa. Il suo atteggiamento a volte poteva essere così infantile...

-Credo che il suo nome sia Baelfire, altezza- la corresse mellifluamente - E sono lieto di annunciarsi che, dopo aver girato in lungo e in largo diversi mondi l'ho finalmente trovato. Non posso dire che sia stato semplice...ma ormai dovreste sapere che ogni vostro desiderio per me è un ordine, mia adorata.

-Lo hai trovato!- esclamò Ravenna entusiasta, ora si che Rumpelstiltskin le sarebbe dovuto essere  grato per sempre- E dove si trova? Presto, conducilo qui, che aspetti?

Strix ,come suo solito si prese il suo tempo prima di rispondere, scomparve  e riapparve un paio di volte fino a trovarsi praticamente chinato sulla persona della regina. Quella vicinanza inaspettata la fece rabbrividire.

-Si trova nella sua tomba, altezza...- sussurrò direttamente all'orecchio di Ravenna -... purtroppo i viaggi nei mondi non vanno sempre come uno si aspetta, e diciamolo, la fata Blu non ha la più pallida idea di come funzioni un fagiolo magico... il ragazzo è stato terribilmente sfortunato. Non è sopravvissuto allo schianto.

Ravenna rimase paralizzata da quella notizia. Come avrebbe potuto mai riferire a Rumpel qualcosa di simile? Lui non si sarebbe mai dato pace, si sarebbe sentito per sempre responsabile... no, non poteva certo dargli un tale fardello.

-Lui non lo deve sapere- dichiarò lentamente la regina- Puoi andare Strix... non ho più bisogno di te- lo congedò velocemente.

Lo Stregatto si profuse in un altro profondissimo inchino prima di svanire, l'ultima parte di lui che si dissolse nell'aria fu il suo largo ed inquietante sorriso.


L'evasione dal Briarcliff secondo Jefferson sarebbe stata un gioco da ragazzi, a sentir lui di gran lunga più semplice di quanto Alice potesse immaginare: sgattaiolare fuori durante il cambio di turno degli infermieri senza farsi notare.

In verità il Cappellaio, come insisteva nel farsi chiamare, non aveva la più pallida idea  di come 'non farsi notare'. Continuava a blaterare vivacemente di come spezzare la fantomatica Maledizione, che sempre secondo lui era la causa di tutti i mali di Storybrook. Alice fu costretta a sorbirsi con pazienza quel mare di fandonie, mentre  tentava di calmarlo per non farsi scoprire...

-Il Cappello!Il Cappello, Alice, capisci?!

-Si, va bene...ma adesso sta zitto, per di qua e in silenzio!

Ancora non riusciva a capacitarsi di come l'avessero trascinata in quella faccenda, ma doveva anche ammettere che il suo istinto le stava suggerendo che era la cosa giusta da fare . Sebbene razionalmente rifiutasse di crederci, sembrava che il suo cuore le stesse dicendo che poteva fidarsi di quello strano individuo mezzo matto.

Corsero insieme fuori sotto la pioggia, le suore urlanti alle loro calcagna come una muta di cani rabbiosi, verso l'auto del signor Gold parcheggiata davanti al cancello. L'uomo al volante sorrise come se non stesse aspettando altro e Alice ebbe la certezza che probabilmente era proprio così.

-Signorina Stone, finalmente...

-Lei è proprio un gran bastardo!-cominciò ad inveire Alice- sapeva benissimo in che razza di guaio mi avrebbe cacciata, e tutto per fare in modo che diventassi sua complice nell'evasione di questo, questo...cappellaio- concluse amareggiata.

Il diretto interessato la ricambiò con un sorriso stralunato.

-A prendere il Cappello!- annunciò a gran voce- Si, si... ci serve proprio il Cappello adesso. E anche una tazza di the...ma prima il Cappello decisamente!

-Dove siamo diretti signor Jefferson?- si limitò a domandare il signor Gold.

-Alla tomba naturalmente- asserì il cappellaio- alla tomba della principessa Aurora, la tua tomba cara Alice- aggiunse sorridendo in maniera inquietante ad Alice.

La ragazza si ritrasse maggiormente verso lo sportello della macchina, pronta a saltare dalla vettura in corsa in caso di estrema necessità. Fortunatamente scoprì ben presto che la così detta tomba non era altro che una piccola radura del bosco che confinava con Storybrook, una distesa di rovi essiccati dove spesso i bambini andavano a giocare.

-Così questa sarebbe la mia tomba?- disse scettica- andiamo, non capisco come tutto questo possa esserci utile per ritrovare Raven.

-Cappello, cappello!!- si mise ad urlare Jefferson rovistando freneticamente tra i detriti, incurante della pioggia che continuava a cadere.

Alice cominciava ad essere esasperata.

-Trovato!- esclamò proprio in quel momento Jefferson, che saltellò verso di loro a passo di uno strano ballo da lui definito Deliranza, agitando  il vecchio mucchio di stracci consunti che aveva in mano.

- Quello non è un cappello - puntualizzò la ragazza- Ora basta, ho sentito abbastanza assurdità... me ne trono a casa.

-Resti ancora un poco, mia cara...le mostrerò qualcosa che sicuramente la sorprenderà- Gold agitò con disinvoltura una mano facendo non si sa come  in modo che gli stracci si ricomponessero fino a formare un vistoso cappello a cilindro.

Alice non sapeva cosa pensare se non che naturalmente quanto aveva appena visto succedere era impossibile... ci doveva essere qualche trucco dietro. Ma non era ancora finita... Lo  strano oggetto cominciò a vorticare a terra fra le risate esaltate del cappellaio, emanando una serie di scintille che presto crearono un vero e proprio vortice davanti a loro.

-Questa è...è proprio...

-Magia- concluse il signor Gold per lei - Ora, il Cappello ci porterà da Ravenna, ovunque si trovi.

L'avrebbe salvata ad ogni costo, si ripromise, questa volta non l'avrebbe delusa...


-Non lo so... francamente la vostra richiesta è un po' ... inaspettata- obbiettò Rumpelstiltskin, osservando  di sfuggita lo sguardo deluso che Ravenna cercava di nascondere.

-Credevo solo che sarebbe stato conveniente...per tutti e due. Non che io ci tenga particolarmente...- mentì la regina con disinvoltura-... ma se voi non volete...

Rumpel era molto combattuto. Se da un lato non desiderava altro che trascorrere il resto della vita con lei , dall'altro andare a vivere insieme era un passo troppo importante, che avrebbe potuto pregiudicare il fragile equilibrio appena raggiunto nella loro vita di coppia. Esattamente come era successo con Milah.

-Non è che non voglia. E' che... il mio castello è molto più piccolo del vostro- inventò sul momento- non vi trovereste bene, mia cara.

-Così sarà più facile da riscaldare- Ravenna gli sorrise allusiva lasciando intendere che si celavano molte promesse dietro quella semplice affermazione, ma Rumpelstiltskin non sembrava ancora convinto.

-Ma è un luogo tetro, polveroso, non è adatto a una dama come voi...

- Se è solo per questo... Lo sistemerò con un po' di magia- propose lei, speranzosa.

Rumpelstiltskin le si avvicinò cingendole la vita da dietro.

- La magia ha sempre un prezzo...- le disse all'orecchio, prima di baciarne il lobo.

- Adoro come lo dite - confessò Ravenna, voltandosi nel suo abbraccio per condurlo in un bacio ben più lungo e passionale.

L' oscuro capì che quello era il momento di dichiarare la sua resa incondizionata, ogni sua difesa lo aveva abbandonato di fronte alla perfetta consistenza delle sue labbra , era pazzo di quella donna e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.

-Allora va bene- cedette infine Rumpel -siete libera di andare dovunque desideriate,il mio castello è vostro... solo vi prego di tenervi lontana dall'Ala Ovest. Non c'è niente di interessante lì, solo polvere  e cianfrusaglie. Me lo promettete Ravenna?

Lei per tutta risposta gli sorrise, un sorriso aperto e spontaneo senza alcuna traccia di languidità.

Ormai non era più tempo di sprecare altre parole. Dita affusolate trovarono i lacci del suo corsetto e non le rimase alcun pensiero razionale da esprimere che non si componesse d'estasi.

Più tardi, nel loro letto, quel sorriso quasi stupido non l'aveva ancora abbandonata.

-Cosa c'è? Siete felice per la nuova sistemazione?- le domandò Rumpel, spostandone con tenerezza una ciocca di capelli.

-Sono felice perchè sono con te- rispose Ravenna sinceramente.

-Bene- mormorò lui vagamente imbarazzato- Scusatemi ora,devo andare- aggiunse separandosi velocemente da lei con un bacio appena accennato a fior di labbra.

-Come , così presto? - obbiettò Ravenna.

-Non sarà per molto... - si giustificò lui, vago- ma ho un appuntamento a cui non posso certo mancare. Si tratta di affari, cara, cercate di capire.

-Ma.. che genere di affari?- domandò lei in tono accusatorio, ma non ricevette risposta perchè Rumpel era già sparito come faceva sempre, senza ulteriori spiegazioni.

Era stata una sciocca ad illudersi che andare a vivere insieme avrebbe cambiato qualcosa. Lui continuava a nasconderle i suoi segreti, c'era qualcosa in particolare su cui continuava a mentirle e Ravenna non sapeva più che cosa fare.

-Non è come pensate...- le giunse una voce calda simile alle fusa di un gatto -... anche se in un certo senso, si può bene dire che ci sia un'altra donna coinvolta. Io conosco il suo segreto maestà...e sono qui come sempre per servirvi.

-Strix!- esclamò Ravenna, coprendosi velocemente con le lenzuola- Stupido gatto, quante volte ti ho detto di non intrufolarti nelle mie stanze, specialmente quando sono svestita?!E renditi visibile, dannazione...

Lo Stregatto ubbidì a quell'ordine comparendo davanti a lei e andando subito ad inginocchiarsi di fronte alla sua regina.

-Perdonate il mio eccesso di zelo maestà... ma tutti dovrebbero poter ammirare la vostra fulgida bellezza.

-Dicevi di essere a conoscenza di un segreto...- proseguì lei, sorvolando sulle tendenze voyeuristiche del suo sottoposto.

-Non sarei una buona spia se non lo fossi...- rispose lui, molto vago,ma bastò uno sguardo raggelante della sovrana perchè lo Stregatto si decidesse a parlare -... si tratta di una maledizione, mia regina. La più potente che questo mondo abbia mai conosciuto.

- Rumpelstiltskin sta lavorando a una maledizione dunque?! Se non si tratta che di questo... non ho ragione di preoccuparmi - concluse Ravenna.

-Non una maledizione qualsiasi!- specificò allora Strix ,  un largo sorriso che esprimeva tutta la sua soddisfazione nell'esporre i risultati della sua indagine - Si tratta di una maledizione che Regina gli ha chiesto per portare tutti noi in un mondo senza magia. Un mondo dove nessuno avrà mai più un lieto fine.

-Che cosa? Vuole togliermi la mia magia?!- Ravenna era sconvolta- No, non mi farebbe mai questo... non posso credere che sia questo che mi nasconde.

-Ne siete sicura? Avete una tale fiducia in lui, mia signora, mi chiedo cosa abbia mai fatto per meritarla...- considerò ad alta voce lo Stregatto come se parlasse con sè stesso- ...credete davvero che di fronte a una scelta diretta tra voi e quello che vuole, credete davvero  che sceglierebbe voi?!

-Stai esagerando -lo ammonì Ravenna, infastidita - e sono sicura che ti sbagli sulla maledizione.

-Verificate voi stessa...- miagolò lo Stregatto che aveva già cominciato a trasformarsi per metà nel grosso gatto viola- ... le risposte che cercate le troverete nell'ala Ovest...mia regina.


-Quindi Raven si trova nel cappello?- domandò Alice, sempre più  confusa- E adesso noi, voglio dire...dobbiamo?

-Saltarci dentro!- terminò  il Cappellaio con la sua aria tipicamente trasognata.

-Ehi un momento!- intervenne una quarta voce ,appartenente all'unica persona forse ancora più sconvolta della povera Alice.

- Che diamine sta succedendo?-  domandò Drake correndo verso di loro - vi ho seguiti fin qui dal Briarcliff - aggiunse , senza degnare di uno sguardo il vortice del cappello , la sua attenzione era completamente monopolizzata dalla ragazza davanti a sè- Allie, stai bene?

-Mai stata meglio- commentò la ragazza. Il suo tono voleva essere freddo e scostante, tuttavia non dimostrava altro che quanto fosse ferita.

-No, no, aspetta... Non è come pensi, lasciami spiegare...

-Non voglio le tue spiegazioni...Non voglio altre bugie!- disse la ragazza, che quasi tremava per l'agitazione e l'amarezza- vattene Drake. Non ho più nient'altro da dirti.

-Io si, dannazione...- ribattè lui, dopo di che senza il minimo preavviso prese la ragazza per le spalle  baciandola con impeto, proprio lì davanti a tutti.

La ragazza aveva già aperto la bocca per protestare e questo non fece che giocare contro di lei , rendendo le cose molto più facili per Drake. Un sentimento nuovo, ma allo stesso tempo che aveva radici profonde che risalivano forse addirittura ad una vita precedente, riaffiorò in lei   ridestato dalla forza di quel bacio.

Il tempo o lo spazio, tutto quello che avevano passato, le bugie di Milah,il maledetto cappello magico ...niente più aveva importanza: esistevano solo loro due.

Mentre Alice ricambiava il bacio con trasporto, il cappellaio prese ad applaudire pieno d'entusiasmo mentre il signor Gold alzava gli occhi al cielo.

-Tutto questo sarebbe molto toccante se non  fosse l'ennesima volta che mi tocca assistere a questa sceneggiata tra voi due...- commentò - ...Mi permetto di farle notare che dobbiamo  andare prima che la magia si esaurisca, signorina Stone...

- Non mi fido per niente dei suoi trucchetti, Gold, ovunque vada Alice vado anche io!- dichiarò a questo punto Drake, come sul piede di guerra, cingendo con fare protettivo la vita di Alice.

-Perfetto. Abbiamo anche  il nostro eroe giunto a proteggere la dona che ama ...- commentò questi con un sorriso sinistro, come se fosse l'unico a conoscenza di qualcosa che tutti gli altri invece ignoravano -chissà... magari questa volta ci riuscirà.

-Che diamine intenti dire, brutto bast...

- Drake, non abbiamo tempo- disse Alice, indicandogli il cappello e il vortice da esso sprigionato  che si stava affievolendo sempre di più- dobbiamo andare...adesso!

Alice cercò la mano di Drake e la tenne ben salda prima di saltare insieme a lui nel vortice del Cappello.


Ravenna sedeva in silenzio tra le macerie di quella che era stata l'Ala Ovest, ovvero il laboratorio segreto di Rumpelstiltskin.

- Ravenna...che significa? Vi avevo detto di non venire mai qui ...- la raggiunse una voce familiare, seppur deformata dalla collera- ..a quanto pare non sei capace di rispettare nemmeno il divieto più semplice.

-Come osate parlarmi così?- ribattè lei, altrettanto alterata- Non sono di vostra proprietà! E se non  mi volete qui mi dovete come minimo una spiegazione convincente.

-Una spiegazione?- domandò lui gelido- Di spiegazioni ne dovreste dare voi, a cominciare dal fatto che avete distrutto il mio lavoro di mesi!

-Già. La vostra preziosa maledizione- sibilò lei, su tutte le furie- so tutto a riguardo!Per questo l'ho distrutta. Non ho alcuna intenzione di finire i miei giorni in un buco sperduto senza magia...

-Ve ne avrei parlato...- cominciò lui, ma fu interrotto da una risata sarcastica di Ravenna, che ormai non lo voleva più neanche stare a sentire.

-Oh certo che lo avreste fatto... quando sarebbe stato troppo tardi! Credete davvero che sia tanto stupida? Anche se ammetto che lo sono stata parecchio a fidarmi di voi- concluse Ravenna con marezza , prima di aggiungere il suo ultimatum- Adesso andrete da Regina  e le direte che non volete più avere niente a che fare con questa follia.

-No, non lo farò- la voce di Rumpelstiltskin era appena udibile, eppure le giunse pesante come un macigno su quanto rimaneva della sua fiducia in lui- Neanche se siete voi a chiederlo posso farlo- ammise.

-Perchè?- volle sapere Ravenna.

-Perchè è l'unico modo che ho per ritrovare mio figlio!- finalmente lo aveva detto. Finalmente aveva ammesso quello che per tutti quegli anni aveva cercato di nasconderle... che sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa, a sacrificare qualsiasi cosa, compresa lei, per poter ritrovare Baelfire. 

Ravenna non potè dirsi sorpresa nel sentire quelle parole che aveva temuto per tanto tempo, solo leggermente stordita...come se improvvisamente le sue peggiori paure si fossero concretizzate. Adesso era il suo turno di confessare.

- Rumpel, lui non ritornerà...qualsiasi cosa facciate, ormai...lui è morto molto tempo fa. Mi dispiace...- tentò con quanto più tatto possedeva.

-No. State mentendo- la interruppe lui.

-Avrei dovuto dirvelo il giorno che l'ho saputo...- proseguì Ravenna ...ma ho la certezza di quanto dico, è vero ve l'ho tenuto nascosto ma solo perchè non potevo sopportare che qualcosa rovinasse al nostra felicità, non ora che finalmente possiamo stare insieme!! Vi giuro che è la sola cosa su cui abbia mai mentito...

-Ormai non ha più importanza, non trovate? Qualsiasi cosa mi diciate ora non vi crederò...e non posso più fidarmi di voi- le fece notare Rumpelstiltskin  con gelida precisione- Il vostro piccolo sfogo non è che un mero contrattempo... ricomincerò da capo, realizzerò questa maledizione...con o senza il vostro aiuto. Se non siete d'accordo, mia cara, nessuno vi obbliga a restare- aggiunse , facendo si che una improvvisa folata di vento spalancasse il portone in maniera inequivocabile.

Ravenna annuì, sconfitta, ma non senza tuta la sua regale dignità.

Si limitò a considerare che lo Stregatto aveva ragione: di fronte alla possibilità di riavere suo figlio non avrebbe mai scelto lei.

 


-Allora è questo il posto?- domandò una voce infastidita.

-Si- confermò Raven a denti stretti.

Aveva tentato di resistere finchè aveva potuto alla Strega del Mare, ma finchè ella avesse avuto in mano il suo cuore la donna poteva fare ben poco per contrastarla. Alla fine era stata costretta a rivelarle contro la sua volontà dove si trovasse il pugnale, ma ora scopriva con suo enorme sollievo che il signor Gold doveva averlo già recuperato, grazie alla chiave che gli aveva lasciato ...

Raven tirò un sospiro di sollievo mentre Milah storse la bocca infastidita.

-Avevi detto che si trovava qui!- strillò, cominciando a lanciare per aria tutto quello che le capitava a tiro. Un vaso di cristallo si frantumò giusto a pochi centimetri dal paravento dietro cui Philip e Isabelle si trovavano nascosti , ascoltando ogni parola di quella strana conversazione.

-Se sai dove si trova il pugnale devi dirglielo Ravenna -  insistette Rapunzel - lei può aiutarti a liberarti per sempre del mostro che ci ha fatto questo!

-Sta zitta- sibilò Raven - ... tu sapevi cosa provavo per lui e nonostante questo non hai esitato a collaborare con questa megera...oh, Rumpel aveva ragione a volerti rinchiudere per sempre  in quello specchio! Fin dal giorno in cui ti sei presentata al mio palazzo non hai fatto altro che complottare per distruggere la nostra vita...

-La sua vita, non la tua- specificò lei- lui ti ha corrotta, ti ha cambiata... ma io ho sempre e solo voluto aiutarti...sei la mia unica amica.

- Rapunzel... - tutte le proteste della ragazza furono congelate da un semplice sguardo di Raven, uno sguardo talmente freddo e risoluto da paralizzarla lì dove stava- ...da questo momento sei morta per me.

-Molto bene- approvò la Strega del Mare di fronte all'evidente sofferenza della giovane- Vedo che adesso che sei letteralmente senza cuore la parte migliore di te sta affiorando Ravenna...- e per parte migliore intendeva a scanso di equivoci la più malvagia- ...questo mi sarà molto utile.

-Che cosa significa?- domandò Raven.

-Oh, non importa se non puoi consegnarmi il pugnale... per me sarà sufficiente servirmi dei tuoi poteri per annientarlo. Non ti piace l'idea ? Bè, non puoi farci niente tesoro...finchè terrò il tuo cuore in mano non potrai fare niente per opporti.

Aveva ragione, non c'era davvero niente che poteva fare finchè i suoi poteri fossero appartenuti alla strega, a meno che... forse c'era una soluzione. Una soluzione estrema e francamente disperata, ma dopotutto aveva già deciso che voleva morire. Rinunciare alla sua magia per lei era più o meno la stessa cosa.

C'era un filtro, una pozione che aveva preparato lei stessa, dietro l'insistenza di suo figlio affinché ella abbandonasse per sempre la magia oscura... quel filtro avrebbe completamente prosciugato i suoi poteri, per questo Ravenna non aveva mai avuto il coraggio di mantenere la promessa fatta a Philip, e aveva lasciato che la fiala con la pozione si coprisse di polvere e giacesse per anni dimenticata insieme al resto delle sue cose.

-Si invece- ribattè Raven, gettandosi d'impeto sulla boccetta che  giaceva dimenticata tra molte altre, nel suo personale deposito di oggetti magici- Gli ho già fatto abbastanza del male... non lascerò che usiate i miei poteri contro di lui- aggiunse prima di bere fino all'ultima goccia del liquido blu.


-Non rinuncerò mai ai miei poteri per lui, se lo può anche scordare!!-  inveì Ravenna schiantando contro la parete del suo castello tutto ciò che le capitava a tiro.

Strix osservava compiaciuto, un ghigno sornione dipinto in volto. Quel giorno indossava i soliti abiti stravaganti e aveva persino cercato di pettinarsi quei suoi indomabili capelli viola. Passava sempre più tempo in forma umana per compiacere Ravenna. Ormai la sua ragione di vita era diventata servire  lei, ma questa volta aveva davvero superato sè stesso.

Era bastato così poco per separarla da quell'uomo così sbagliato per la sua Ravenna... una mezza voce, un sospetto sollevato nel momento giusto e poi...bè, c'era anche quella piccola bugia. Quella riguardante il presunto decesso di Baelfire.

-Avete perfettamente ragione, maestà.. - approvò lo Stregatto -... non ha fatto che ingannarvi dal principio: vedrete che starete molto meglio senza di lui.

-No, invece...- Ravenna si prese la testa tra le mani, evidentemente afflitta-... Io non so più che cosa fare, Strix... ti prego aiutami...

- Se volete sapere la mia opinione lui non vi merita affatto- insistette questi, infastidito- Non vi ha mai amata Ravenna, fatevene una ragione! Voi dovreste stare con qualcuno che davvero vi apprezzi, qualcuno che non farebbe mai niente per ferirvi e che veda davvero quanto siete bella e dolce e perfetta...- ormai non riusciva più a trattenersi.

Cogliendola del tutto alla sprovvista le prese il volto tra le mani imponendole un bacio colmo della sua disperazione.

L'amava follemente da decenni ormai, un tempo fin troppo lungo che aveva trascorso in disparte, accontentandosi di osservarla tra le braccia di un altro, un uomo vile e meschino che si era solo servito di lei.

-Che diamine credi fare?- Ravenna si riprese subito dallo stupore divincolandosi dalla sua presa maldestra.

- Ravenna ... io...- persino lo Stregatto era rimasto a corto di parole.

-Vattene immediatamente Strix - sibilò lei,ancora sconvolta- non ti voglio più vedere!!Vattene!!


Sembrava di essere nella casa degli specchi di un Luna Park .

Alice a Drake, che ancora si tenevano per mano si ritrovarono circondati da una moltitudine di superfici riflettenti di ogni forma  e dimensione che ricoprivano tutte le pareti dello stretto corridoio, compresi il soffitto e il pavimento.

-E questo che diamine significa?- volle sapere Drake.

-Sembra di essere in uno... specchio- disse Alice, la ragazza improvvisamente sussultò avvertendo qualcosa di freddo nella sua mano.

- Drake... la tua mano!

-Ma che diavolo...

Lì dove c'era la mano di Drake quando erano saltati nel vortice del cappello ora stava un uncino di freddo metallo. Alice la lasciò indietreggiando fino a trovarsi con le spalle contro uno specchio.

Una risata stridula riverberò per tutte le superfici riflettenti facendole tremolare. Anche il signor Gold a quanto pare non era più lo stesso...adesso era nelle sembianze di una creatura decisamente singolare , la cui carnagione mandava riflessi dorati sulla superficie degli specchi.

-Siamo nel Regno dello Specchio, mia cara... - spiegò Gold con la sua nuova voce cantilenante, a quanto pare continuava ad essere l'unico a sapere esattamente cosa stesse succedendo -... e si sa che gli specchi non mentono mai. Mostrano esattamente quale sia la verità nascosta  sotto alla magia.

-Tutto questo non mi piace...- commentò Drake, ma l'attenzione di Alice era stata catturata da qualcos'altro.

- Raven!- esclamò infatti in quel momento correndo verso la donna che si trovava adagiata su una superficie fatta di specchio di fronte a loro. Sembrava che dormisse oppure che fosse...

-Non avvicinatevi a lei- li ammonì una voce ferace.

Davanti al corpo di Raven si trovava inginocchiato uno strano individuo dai capelli violacei, le cui fattezze ricordavano vagamente quelle di un felino. I suoi occhi gialli scintillavano di collera.

-Ciao Stregatto!-lo salutò Jefferson con entusiasmo- E' davvero tanto tempo che non ci vediamo!Dimmi, non ti andrebbe una tazza di the?


 

 

Dear Julie: come sono contenta che ti piaccia il nuovo pairing anche se più Crack non si può!!^^ anche io adoro la storia di Evangeline e per questo non ho resistito ad inserirla... bè hai perfettamente ragione "la gente qui continua a sparire" e il caso di Belle non è neanche l'ultimo! Ti assicuro che la ragazza aveva le sue ragioni per lasciarsi alle spalle un principe perdutamente innamorato( eh si per lui è stato proprio quello che si dice amore a prima vista!)...Spero non me ne vorrai che ho spostato il capitolo dedicato a Rapunzel, che per la precisione sarà il prossimo, qui infatti c'è solo un accenno velatissimo a cosa prova la nostra eroina...in compenso ho voluto dare il giusto spazio alle disavventure del povero Strix, che giocherà un ruolo altrettanto importante...Cercherò come sempre di aggiornare quanto prima!!un grosso bacione cara!!XD


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Capitolo 13
*** My New Dream ***


 

Flynn Rider poteva dirsi soddisfatto della sua mattinata. Il giovane aveva appena compiuto l'impresa che nessun altro aveva osato: aveva scalato da solo la torre nascosta nella boscaglia per poter giungere lì al cospetto della bellissima principessa addormentata da un incantesimo. E non erano ancora le dieci.

Naturalmente non lo aveva fatto per romanticismo o per la sciocca smania di diventare un eroe: lui era un ragazzo di buon senso, oltre che il più famoso ladro di professione dell'intera regione, ovviamente lo aveva fatto per il denaro!Molto denaro, che gli era stato promesso in cambio di una semplice commissione.

Alcuni giorni prima aveva incontrato in una locanda in riva al mare una misteriosa donna incappucciata, che gli aveva raccontato tra una birra e l'altra la storia della principessa Rapunzel. Una fanciulla bellissima vittima della maledizione del Sonno Eterno, che era anche l'unica a conoscere l'ubicazione precisa della famosa Corona Reale, un gioiello preziosissimo che era stato commissionato apposta per lei dai suoi reali genitori prima che fosse rapita dalla strega Gothel. Ora, si da il caso che la donna della locanda volesse a tutti i costi impadronirsi della corona e aveva pertanto mandato Flynn a recuperarla, consegnandogli un filtro magico che avrebbe interrotto il sonno della principessa per tre giorni.

Flynn pertanto non aveva che da farsi dire dalla principessa dove si trovasse la corona e avrebbe avuto tre giorni di tempo, che considerando il suo famoso 'sguardo che conquista' erano anche troppi, a suo giudizio!Un gioco da ragazzi, si disse... Sarebbe immediatamente entrato nelle simpatie della fanciulla e in men che non si dica avrebbe avuto tra le sue avide mani una vera fortuna!

Non aspettò un attimo di più per versare il filtro sulle labbra della principessa addormentata, che subito cominciò a rinvenire tra profondi sospiri. La principessa Rapunzel sorrise dolcemente al suo salvatore aprendo dopo anni di oblio i suoi grandi occhi verdi.

A tutto Flynn era preparato tranne che a quegli occhi così profondi e sinceri, che sembravano potergli leggere nell'anima facendolo irrimediabilmente vergognare di sè stesso e del motivo per cui si trovava lì.

-Voi...- mormorò la fanciulla- ... voi mi avete salvato! Avete spezzato la maledizione!!

-Ecco ... veramente io...- tentò di protestare il ragazzo.

-Non so come ringraziarvi, cavaliere!- esclamò Rapunzel, ormai al settimo cielo per quella che credeva la fine del suo incubo- Sono libera finalmente!! Libera!!

-In effetti si, ma dovete sapere che...- tentò ancora, ma si rese conto che Rapunzel non lo stava nemmeno ascoltando.

La principessa era infatti intenta a correre di qua e di là per la torre in una specie di danza della gioia improvvisata. Urlava ai quattro venti che finalmente era libera e che non vedeva l'ora di poter uscire dalla torre per esplorare il mondo, come aveva sempre desiderato.

-E' da sempre il mio più grande sogno- asserì la ragazza- vedere che cosa c'è al di là delle montagne. Dove tutti gli anni vedo levarsi milioni di stelle sempre nuove.

-Lanterne- la corresse Flynn - si tratta di lanterne, principessa.

-Non è che voi mi ci potreste accompagnare?Per favore!!

-Ecco... non so se sarà possibile- Flynn fece finta di doverci pensare su- Vedete, io sono un uomo molto impegnato.... oltre a salvare principesse per hobby ho una miriade di altri impegni... cose da fare, gente da vedere, collezioni da completare... come al mia grande collezione di corone,ad esempio. Temo di non poter andare proprio da nessuna parte finchè non l'avrò completata- concluse in tono grave.

- Io ho una corona!- esclamò quasi gridando  la fanciulla - Si trova nascosta a poca distanza da qui, possiamo recuperarla strada facendo! - il suo volto  prima seriamente preoccupato si aprì allora in un nuovo imbarazzante sorriso - Voi mi avete restituito la vita e la libertà, ve la cederò volentieri anche se ovviamente non sarà nemmeno lontanamente sufficiente a ripagarvi- spiegò con semplicità disarmante.

Nell'udire quelle parole Flynn deglutì pesantemente. Alla fine non ebbe cuore di dirle che la sua libertà sarebbe durata solo i tre giorni concessi dal filtro, preferì lasciarla credere di essersi lasciata alle spalle quell'incubo per sempre.

-Che stiamo aspettando ,allora? Mettiamoci in viaggio!- propose con finto entusiasmo.

L'unica cosa che poteva fare per quella ragazza, si disse, sarebbe stata farle passare i più meravigliosi tre giorni della sua vita, prima che questa fosse di nuovo crudelmente assorbita dalla maledizione.


-Signor Jefferson - rispose lo Stregatto, leccandosi le labbra in un lento sorriso -... sono costretto a declinare il suo cortese invito, abbiamo aver altri progetti al momento, non è vero mia adorata?- aggiunse accarezzando il volto di Raven, la quale aprì subito gli occhi mettendosi a sedere accanto a lui.

-Si. Abbiamo altri progetti.- ripetè meccanicamente.

- Ravenna...- il signor Gold fece per avanzare verso di lei , ma fu costretto a fermarsi quando l'intero ambiente prese a tremare come scosso da un improvviso terremoto che si ripercosse sull'intera superficie degli specchi che li circondavano, che prese a tintinnare sinistramente-... ti giuro che se solo ha osato alzare un dito su di lei...

Eppure lo Stregatto non sembrava affatto  preoccupato da quella diretta minaccia di morte, anzi aveva l'espressione tipica di un bambino sulle giostre. Si stava divertendo come mai nella sua vita.

-Io? Non ho le fatto assolutamente niente- affermò,  visibilmente compiaciuto - è lei a non volere che ti avvicini oltre. Non credi di averla già ferita abbastanza?

-Mi hai già ferita abbastanza- ripetè Raven, sempre come con quel tono apatico e distaccato.

-Oh, andiamo...- protestò Alice - ...si vede benissimo che è confusa e tu te ne stai approfittando!

La ragazza tentò di avvicinarsi a sua volta, ma come mosse un passo gli specchi ricominciarono a tremare  violentemente e questa volta frammenti di vetro cominciarono a cadere dal soffitto. Uno di essi particolarmente acuminato stava per piombarle addosso  e l'avrebbe centrata in pieno se Drake non l'avesse prontamente tirata indietro, trattenendone il polso con l'uncino che si ritrovava al posto della mano.

-Aspetta- le intimò il ragazzo, prima che lei  potesse fare altro di avventato- Alice, aspetta!Non è sicuro...

-Stia indietro- confermò il signor Gold a sua volta- se le succedesse qualcosa nel Regno dello Specchio non potrei aiutarla... è una dimensione dall'equilibro molto precario, se usassi la magia qui ci crollerebbe tutto addosso.

La ragazza si arrestò all'istante, ma non tanto per quell'avvertimento: le prole del signor Gold le avevano fatto venire in mente un dettaglio importantissimo. Come aveva fatto ad accorgersene solo adesso?!

-Il Regno dello Specchio- ripetè , colta da un'improvvisa illuminazione-Prima lei ha detto che mostra la verità nascosta dalla magia ... allora  perchè in nessuno di questi specchi c'è il riflesso di Raven?

-Il suo cuore- realizzò l'uomo a sua volta e a quelle parole lo Stregatto smise di ridere- non vediamo il suo riflesso perchè le è stato sottratto il suo cuore!Non può essere che per questo motivo- esclamò come se si trattasse di un dettaglio estremamente importante.

Qualsiasi cosa volesse dire con questo bastò a fare emettere allo strano individuo dai capelli viola un soffio molto ostile e molto felino nei loro confronti. Non credeva che quegli sciocchi avrebbero capito tutto così in fretta.

-Anche se adesso lo sapete non fa alcuna differenza- puntualizzò  messo sulla difensiva - Lei è mia adesso, la Strega del Mare ha detto che potevo tenerla per sempre ! E voi non avete alcuna speranza di riaverla senza ricorrere alla magia...sappiamo tutti che senza di essa non siete che un comune codardo.

L'espressione sul volto di Rumpelstiltskin tuttavia raccontava una storia ben diversa.

-Non mi serve la magia per darti esattamente quello che meriti...- ringhiò rivolto allo Stregatto, che tutto si aspettava meno che di ricevere in meno di tre secondi netti  un pugno dritto sul muso.

Approfittando del trambusto Alice e Drake riuscirono a trarre in disparte Raven, la quale ancora visibilmente sotto shock si lasciava condurre come una bambola di pezza. Oltre ad avere un aspetto decisamente scomposto e gli abiti di foggia medioevale parzialmente insanguinati, la donna aveva uno sguardo totalmente perso, come se a stento si rendesse conto di quanto stava succedendo.

-Va tutto bene, adesso ti riportiamo a casa. Da dove si esce?- domandò la ragazza al Cappellaio, il quale per tutto il tempo se ne era stato per conto suo a fischiettare un motivetto indefinito, non molto interessato a tutti quei discorsi difficili.

-Uhm... dal cappello presumo- rispose serafico e alla sue parole il cappello che giaceva dimenticato a terra ricominciò ad emettere scintille creando il portale di ritorno.

-Andate prima voi- propose Drake - io recupero Gold e vi seguo subito.

- Drake... - ci sarebbe stato un fiume di parole che avrebbe voluto dirgli in quel momento, ma per qualche strano motivo Alice riuscì solo a mormorare un flebile rimprovero- Non siamo in una favola: cerca di non fare troppo l'eroe come tuo solito.

-Tranquilla , non ti libererai così facilmente di me- lui le fece l'occhiolino- E poi più che un eroe direi che sono un pirata, no?- aggiunse sollevando l'uncino in segno di saluto.

 

Lo spettacolo delle lanterne che si levavano contro il cielo purpureo della sera era davvero sensazionale. Come da lui promesso Flynn Rider aveva accompagnato la principessa nel punto esatto da cui partivano, impiegando tre giorni di viaggio per raggiungere quel villaggio. Durane questi tre giorni i due avevano vissuto ogni genere di avventura, tanto che gli sembrava di aver trascorso non pochi giorni bensì una vita intera in compagnia di quella meravigliosa ragazza, così modesta e allo stesso tempo stravagante.

Rapunzel era totalmente imprevedibile: riusciva a fare e a dire le cose più strane quando Flynn meno se l'aspettava. Ed era fissata col fare conversazione in qualsiasi momento della giornata, cosa piuttosto ovvia per qualcuno costretto alla prigionia per tanto tempo ma che colse del tutto impreparato il ragazzo. Non solo strada facendo gli aveva raccontato qualsiasi particolare della sua vita nella torre, ma pretendeva anche che lui ricambiasse quel genere di confidenza...e inaspettatamente lui lo fece.

Le raccontò di come era stata la sua vita all'orfanotrofio, prima che decidesse di partire per andare in cerca di fortuna. Raccontò di come fosse diventato suo malgrado  un ladro e delle sue speranze di poter mettere da parte un bel po' d'oro per poter cominciare una nuova vita, una vita rispettabile, magari di farsi una famiglia. Era così facile parlare con lei... sembrava che davvero lo potesse capire. L'unica cosa che non era ancora riuscito a confessarle era la scadenza ormai prossima degli effetti del filtro magico; la fanciulla ancora ignorava che la maledizione non era ancora stata spezzata.

- Rapunzel...vi sentite bene?

La principessa levò su di lui lo sguardo velato di lacrime.

-Sono bellissime -disse riferendosi alle lanterne sopra di loro- è solo che... non so come spiegarlo. Provo una sensazione strana ora che il mio sogno si è realizzato. Sono contenta, però provo anche tanta tristezza...voglio dire, che succede adesso?

 -Succede che potete trovare un nuovo sogno da realizzare- lui le sorrise timidamente- è la parte migliore, altezza! Non dovete essere triste.

- Oh, Flynn...

- Eugene - la corresse lui, piuttosto in imbarazzo perchè non aveva mai rivelato a nessun altro quel particolare sulla sua identità- Questo è il mio vero nome...Flynn Rider è solo una copertura. E c'è  anche un' altra cosa che vi devo confessare ora- cominciò il ragazzo,  torcendosi le mani nell'attesa- Una cosa molto importante.

-Anche io vi devo dire qualcosa- lo interruppe la ragazza, arrossendo vistosamente- ma forse prima è meglio che vi dia questa- aggiunse , come per rimandare il fatidico momento, estraendo dalla sua borsa da viaggio un oggetto lucente e prezioso.

-Cosa...la corona?

Eugene se ne era totalmente scordato.

-E' sempre stata con me- confessò la principessa- Solo che all'inizio l'idea di darvela mi spaventava, avevo paura che mi avreste lasciato da sola... ora invece l'idea non mi spaventa più. Capite che intendo?

-Comincio a capire- annuì lui intrecciando le mani con le sue.

I loro volti erano vicinissimi e l'atmosfera perfetta preannunciava il bacio che sarebbe tra poco seguito. Eppure proprio in quel momento la fanciulla ebbe un improvviso mancamento.

- Rapunzel, che cosa c'è? Cosa vi succede?

-Non lo so, è che improvvisamente mi sento così stanca... ho molto sonno- mormorò lei con voce flebile.

-No,no,no,no,no...Cercate di resistere!Non dovete dormire, Rapunzel...qualsiasi cosa ma non chiudete gli occhi...-ma non ci fu verso, ormai l'effetto della pozione si era esaurita e la maledizione era tornata ad impossessarsi della vita della principessa.

Non c'era più niente che Eugene potesse fare per invertire il corso della maledizione, ma sicuramente non c'era niente che non avrebbe tentato pur di riaverla.


Alice, Raven e il Cappellaio atterrarono sull'umido prato della radura da cui erano partiti.

-Sta tremando, accidenti,  deve andare subito in ospedale...- Alice gettò uno sguardo nervoso alla figura tremante di Raven e uno altrettanto preoccupato verso il portale del cappello ancora aperto dietro di loro.

-Vai pure ad accompagnare la tua amica, Aurora- stabilì raggiante il Cappellaio , portando una mano sull'attenti nel tipico saluto militare- resto io qui ad aspettarli.

Se la situazione non fosse stata così disperata e assurda allo stesso tempo mai Alice avrebbe accettato quella proposta. Ad una persona stralunata come Jefferson non avrebbe affidato nemmeno un pesce rosso in una palla di vetro, figurarsi al vita dell'uomo che amava! Eppure qualcosa continuava a ripeterle che lui era un suo amico, uno dei più fidati. Quella consapevolezza che si era solo fatta più forte nel periodo passato nello specchio non l'aveva ancora abbandonata.

-Va bene...- acconsentì, mettendosi alla guida dell'auto del signor Gold.

Durante il tragitto in macchina riuscì perfino a trovare la lucidità necessaria per chiamare Philip al cellulare, avvisandolo che avevano trovato sua madre e che la stava portando allo Storybrook General . Philip dal canto suo, pur sollevato dalla notizia  suonò molto strano al telefono.

-Non crederesti a quello che ho appena passato- affermò la ragazza come prima cosa non appena si incontrarono nella corsia dell'ospedale.

- Credimi, nemmeno io credo a quanto ho visto poco fa- lui sembrava altrettanto sconvolto, mentre Isabelle che lo aveva accompagnato sembrava l'unica ancora padrona di sè stessa.

-Come sta Raven?- domandò subito la ragazza.

Alice non era sicura di poter rispondere sinceramente in presenza di Philip già così provato, eppure tutti loro ne avevano passate tante, dovevano trovare la forza di affrontare anche questa.

-Non bene- ammise a bassa voce- Sta continuando a peggiorare e i medici non riescono a capire cosa accidenti abbia.

-Sta morendo- annunciò una strana ragazza dai corti capelli castani e gli occhi verdi, materializzatasi come dal nulla accanto a loro- Non può sopravvivere in questo mondo  senza un cuore e senza la sua magia a proteggerla... e dopo che ha bevuto quel filtro purtroppo la magia la sta abbandonando.

-E tu chi diamine saresti?- ringhiò Philip sulla difensiva.

Rapunzel esitò. Stava per rispondere di essere un'amica di sua madre, ma forse dopo che Ravenna l'aveva rinnegata dicendole che per lei era come morta questo non sarebbe stato più corretto. Eppure solo in quel momento si era resa conto di quanto le cose non fossero andate come si aspettava... all'inizio tutto aveva un senso: doveva aiutare Ravenna a liberarsi dell'Oscuro, doveva impedirle di fare il suo stesso errore.

Eppure mana mano che il tempo passava si era talmente abituata a non provare sentimenti che non fossero l'amarezza e la sete di vendetta che la sua amica era passata in secondo piano...Le parole di Ravenna l'avevano come risvegliata da un incubo a cui si era del tutto assuefatta e adesso l'unico desiderio che aveva era di rimediare in qualche modo a quello che aveva causato col suo comportamento cieco e sconsiderato.

-Avrà bisogno di questo- spiegò mostrando ai tre ragazzi il cuore che teneva in mano- L'ho sottratto alla Strega del Mare... non potrà ridarle i suoi poteri ma almeno le salverà la vita.

-Ma da quale universo parallelo vieni? Sei pazza!Non esiste che io ti lasci avvicinare a mia madre!Quello che dici non ha il minimo senso...

- Philip - lo trattenne Alice - fidati, quello che ha appena detto ha molto più senso di quanto sembri... anche il signor Gold ha detto che a Raven manca il cuore. Inoltre dopo quello che ho visto sono molto propensa a credere anche a questa storia per quanto assurda possa suonare.

-Ma siete tutti impazziti?- esclamò Philip quasi fuori di sè- Isabelle, insomma, dille qualcosa anche tu!

-Io penso che dobbiamo tentare- disse la ragazza, la cui voce dolce e ferma allo stesso tempo se non altro ebbe l'effetto di calmarlo un poco- se può aiutare Raven...

-Per favore- intervenne Rapunzel - non abbiamo molto tempo!

Alla fine gli sforzi congiunti delle tre ragazze riuscirono a convincerlo e Philip, una volta congedati in malo modi i dottori,  assistette con gli occhi sgranati alla mano di Rapunzel affondare come se nulla fosse nel petto della sua matrigna, depositarvi lo strano cuore luminoso e poi riemergere senza che una singola goccia di sangue fosse versata. Il tutto era ovviamente impossibile, eppure dopo quel gesto il respiro di Raven si regolarizzò all'istante e i suoi valori sul macchinario cominciarono a ritornare alla normalità, segno che il pericolo era passato.

-Vuol dire che...

-...è salva- terminò Rapunzel con un tenue sorriso- devo andare adesso... lei mi starà aspettando.


Il luogo dell'appuntamento che aveva con la fattucchiera era poco distante da lì, sulla riva del mare. Flynn ci andò armato di tutto il suo coraggio e buona parte della sua disperazione.

-Avete con voi la corona, vedo che la vostra piccola missione ha avuto successo- notò la donna, con una certa soddisfazione- Molto bene, ecco a voi il vostro oro, come previsto dal nostro accordo. E' stato davvero un piacere fare affari con voi.

-Il nostro accordo è appena cambiato- la informò Flynn - Potete avere la vostra dannata corona se volete, ma in cambio voglio che mi diciate come posso spezzare definitivamente la maledizione della principessa.

-Ma come?- per qualche strano motivo la donna non era del tutto sorpresa , ma fingeva di esserlo in maniera piuttosto irritante-  Non volete il denaro? Credevo che il vostro sogno fosse di diventare finalmente un uomo ricco...- lo provocò.

Eppure Flynn Rider , o meglio Eugene, non aveva più dubbi su cosa desiderasse davvero il suo cuore.

-Adesso è Rapunzel il mio sogno...- ammise più a sè stesso che alla strega- ... vi prego aiutatemi a riportarla alla vita...siete sicuramente in grado di farlo con i vostri filtri. In cambio chiedetemi qualsiasi cosa e la farò!

Lei si abbandonò a duna lunga e crudele risata.

-Ma guarda , il delinquente incallito adesso vuole redimersi!- commentò sprezzante- Sfortunatamente per voi chi ha lanciato la maledizione è molto più potente di me, lo so è un particolare seccante, ma vi assicuro che vi porrò presto rimedio... in ogni caso non c'è modo in cui io possa annullarla. La principessa continuerà a giacere nel sonno eterno... a meno che, certo, qualcuno non sia disposto a prendere il suo posto- terminò con una certa enfasi.

-Questo sarebbe  davvero possibile?- si informò il giovane.

-Ma certo! Tutto quello che dovrete fare è pungervi con questo...- la fattucchiera tirò fuori da sotto il mantello un lungo fuso d'argento, lo stesso che aveva trasmesso a Rapunzel la maledizione - ... però devo avvertirvi che non appena lo farete la vostra vita avrà fine. Passerete il resto dell'eternità dormendo, rinchiuso in un libo solitario... non è un gran che come ricompensa , non credete? Siete sicuro di non preferire l'oro che con tanta generosità vi sto offrendo?

-Se questo può servire affinché lei sia finalmente libera... allora non ho dubbi- disse Flynn pungendosi immediatamente con il fuso argenteo.

In quel preciso momento cadde vittima dell'incantesimo e così ebbe inizio il suo lungo sonno, durante il quale non avrebbe mai smesso si sognare la sua principessa dagli occhi verdi.


-Aspetta!- mentre Philip e Isabelle rimasero a vegliare al fianco di Raven, Alice corse dietro a quella starna ragazza che li aveva appena aiutati.

Sarebbe andata fino in fondo a quella storia in cui ormai era tanto coinvolta e non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire un tassello così importante. Le corsi dell'ospedale erano molto affollate, eppure Alice riuscì comunque ad individuare la ragazza , essendo tra l'altro l'unica a girare scalza indossando un abito di seta viola dalla foggia antica.

Si trovava immobile di fronte al vetro di una delle stanze dell'ospedale, a giudicare dai macchinari al suo interno si trattava di una delle camere di terapia intensiva, e guardava al di là di esso come se si fosse appena trovata davanti un fantasma.

-Finalmente, ehi, non andartene... devi ancora darci parecchie spiegazioni...

Ma Rapunzel non aveva nessuna intenzione di muoversi da lì, tanto meno di rispondere alle domande di Alice.  Non dopo la scoperta che aveva appena fatto e che da sola bastava a mettere in discussione tutte le sue certezze.

- Eugene...- mormorò sconvolta, appoggiando una mano sul vetro.

-Conosci quel ragazzo, per caso?- domandò Alice- Per caso anche lui centra con quella maledizione di cui tutti voi parlate?

-La maledizione del Sonno Eterno- disse Rapunzel, realizzando solo allora quanto veramente fosse successo la notte di tanto tempo fa , quando aveva creduto di averlo perso per sempre- Come potrei non riconoscerla? E lui  è sempre stato qui... mentre io per tutto questo tempo ho creduto...- si portò una mano alla bocca, quasi troppo afflitta per dire altro.

Tanto per cambiare Alice non ci aveva capito niente, però era sicura che quella ragazza stesse davvero soffrendo. Doveva fare qualcosa, si disse.

-Dobbiamo fare qualcosa- annunciò risoluta- se si tratta di una maledizione come sostieni, e ormai comincio davvero a credere questa follia, ci dev'essere anche un modo per spezzarla. Che ne so... una formula magica? Una sorta di incantesimo o ... aspetta, che ne dici di un bacio? Quello funziona sempre nelle favole.

Probabilmente Drake avrebbe riso di lei a sentirla parlare in quel modo, si ritrovò a pensare. Già, quanto avrebbe riso non appena glielo avrebbe raccontato...

-Ma ormai non siamo più nel mondo delle favole- la corresse Rapunzel , una singola lacrima che le rigava il volto- anche se lo baciassi adesso... adesso che il mio cuore non mi appartiene più non sarebbe la stessa cosa. Perchè sia il Bacio del vero Amore i sentimenti devono essere ricambiati e io non posso più provare niente del genere per lui, nè per nessun altro. Mi dispiace così tanto...- mormorò, lo sguardo fisso sul volto dormiente del suo grande  e perduto amore.

-Non è vero- rispose l'altra, al limite della sua stessa sopportazione- come puoi dire di non provare niente per lui se in questo momento stai piangendo per  averlo perso?

-Ma la maledizione...il mio cuore ormai è...

-Stronzate- la interruppe Alice, fissandola dritta negli occhi con una determinazione che non sapeva nemmeno di possedere- Se ami veramente una persona non esiste maledizione che te lo possa portare via!- terminò, ormai non più sicura se stesse parlando a beneficio della ragazza o piuttosto di sè stessa.

Era questo che cominciava a focalizzare: l'immagine di Drake che aveva lasciato nello Specchio con quel ridicolo uncino non smetteva di apparirle in testa, ma non era solo per quanto aveva visto quel giorno. Quell'immagine risaliva a molto prima... a qualcosa che forse Alice cominciava a ricordare.

 

Nel medesimo istante in cui la maledizione colpì Eugene, la giovane principessa si risvegliò nella radura, senza la minima idea di quanto fosse appena successo. Si rese però conto di essere rimasta da sola: Flynn era sparito e con lui la corona. Rapunzel cominciava a temere per sè stessa, ma non aveva ancora perso la speranza... forse sarebbe tornato, si disse per farsi coraggio. Forse aveva semplicemente avuto un contrattempo , ma sarebbe sicuramente ritornato da lei non appena avesse risolto la faccenda.

Attese quel fatidico ritorno per oltre una settimana, al termine della quale la sua flebile speranza si era mutata in una dolorosa certezza. La fanciulla prese a  vagare sola e disperata, in cerca dell'uomo di cui si era innamorata, ma che non riuscì in alcun modo a rintracciare. Finchè un giorno in riva al mare Rapunzel fece un altro genere d'incontro.

-Non tornerà più, sapete...- le disse una donna alta e imponente, che sembrava conoscere perfettamente il motivo della sua pena- ...ormai ha avuto quello che voleva. Che cosa vi aspettavate, che si innamorasse di voi e decidesse di rimanere? Voi non dovete conoscere un gran che degli uomini se credete che possano essere capaci di lealtà.

-Voi chi siete? Come fate a sapere...

-Io so tutto... per questo mi chiamano la Strega del Mare - affermò la donna con quella voce cupa e tagliente che però via via si addolcì fino a diventare confidenziale- Non fate così, io sono qui per aiutarvi... vivo soltanto per questo: per aiutare la povera gente disperata, quelli come te piccina!Poveri indifesi che non hanno nessun altro a cui potersi rivolgere...

-Se lui non mi ama... se non mi ha mai amata, non vedo cosa possiate fare per aiutarmi, signora disse Rapunzel tra le lacrime.

-Oh, tesoro, adesso non essere melodrammatica!Ci siamo passate tutte... - minimizzò la strega- ...si, perfino io. Anche io commisi l'errore di innamorarmi e di sposarmi perfino. Fu il più grosso errore della mia vita. No, aspetta, forse la parte peggiore è stata farmi ingravidare di quell'orribile marmocchio che non faceva che piagnucolare ad ogni ora del giorno e della notte... cielo, quanto odiavo quella vita!Ma ne sono uscita, come vedi, e ci riuscirai anche tu.

-Come?- volle sapere la principessa- Come posso liberarmi di questo enorme dolore che non mi lascia quasi respirare?

-Rimuovendone la causa, mio tesoro- spiegò con voce melliflua  la Strega del Mare- Tutto quello che devi fare è lasciare che io prenda il tuo cuore... non spaventarti cara, non ti ucciderà di certo!Al contrario, ti renderà molto più forte. Smetterai di soffrire, tanto per cominciare, e ti libererai per sempre dell'influenza che questi sciocchi sentimenti hanno su di te. Allora mia cara, mi permetterai di aiutarti?

Rapunzel annuì in silenzio: ormai non le importava niente di girare il mondo , non senza di lui che era diventato il suo nuovo sogno e che già si era infranto.


La fanciulla si avvicinò tremante al letto su cui giaceva Eugene. Pregando con tutta sè stessa che funzionasse posò le sue labbra su quelle di lui con delicatezza, Alice accanto a lei le lanciò uno sguardo incoraggiante, dandole la forza di non scoppiare in lacrime.

Nulla accadde. L'uomo in coma continuò a giacere immobile sul letto , nel silenzio interrotto solo dal regolare suono del macchinario a cui era attaccato.

-Te lo avevo detto che non avrebbe funzionato- sussurrò a denti stretti senza altro che disperazione nella voce.

- Rapunzel ... - quel suono pur flebile e distante fu udito da entrambe le ragazze, Eugene stava lentamente riaprendo gli occhi- Rapunzel... tu eri il mio nuovo sogno-  mormorò ancora piuttosto disorientato.

-E tu il mio- ammise lei, mentre una luce particolare che non poteva che irradiare dal suo cuore la avvolgeva riscaldandole il petto.

Il  'Bacio del vero Amore' non aveva solo spezzato la Maledizione del Sonno , ma era stato anche in grado di farle riavere il cuore che la Strega del Mare le aveva sottratto con l'inganno, perchè come sosteneva Alice non c'era davvero maledizione che l'amore non potesse annullare.

Alice scivolò in silenzio fuori dalla stanza, un mezzo sorriso dipinto in viso. Non aveva ancora rinunciato alle sue risposte però credeva anche che fosse il caso di lasciare quei due da soli per un po', pareva che avessero molte cose da dirsi e molto tempo da recuperare. E anche lei a proposito doveva recuperare qualcuno!

Ritornò nella stanza di Raven , ancora sorridendo per quanto era appena successo davanti ai suoi occhi.

-Ragazzi, non crederete mai a quello che è appena successo...- cominciò  a dire, ma si interruppe quasi subito non appena si rese conto di che genere di atmosfera permeasse la stanza, ora affollata dai rimanenti membri del loro strambo gruppetto.

Anche i presenti tacquero all'istante non appena videro Alice.

Raven era sveglia e pareva in buona salute, ma non sembrava fatto contenta. Philip era seduto accanto a  lei, anche lui con il muso lungo. Isabelle poco distante sembrava incredibilmente dispiaciuta. Il Cappellaio guardava per terra, apparentemente intento a contare le mattonelle. Infine il signor Gold era in piedi al lato opposto della stanza, perdeva ancora sangue da una tempia ma non era certo questo a preoccuparlo.

Solo una persona mancava all'appello.

- Dov'è Drake?- domandò la ragazza, sentendo improvvisamente la terra mancarle sotto i piedi.

Solo questo voleva sapere in quel momento.

Nella stanza ci fu un giro di sguardi piuttosto cupi ed imbarazzati, come se nessuno volesse diventare il latore della funesta notizia. Alla fine fu Gold a decidersi a parlare per primo, anche perchè era stato l'unico presente al momento della disgrazia.

-Non ce l'ha fatta- riportò con la consueta compostezza- sono spiacente.

Fu piuttosto diretto, come se non esistesse un modo indolore per dirlo. E in quel momento Alice si sentì mancare sul serio, scivolando a peso morto sul pavimento.

 

 

 


Dear Lady Andromeda: grazie, sei stata un tesoro a recensirmi entrambi i capitoli!!^^ Intanto chiedo umilmente perdono per la lentezza degli aggiornamenti, mancano ormai relativamente pochi capitoli e voglio scriverli bene col poco tempo che ho a disposizione...  in effetti il mio maggior rimpianto è di non poter allungare ulteriormente la storia con le vicende di tutti i personaggi secondari, però ho ritenuto che se lo facessi mi allontanerei troppo dal seminato. Come ho detto all'inizio si tratta di una storia su due coppie principali cioè Rumpelstiltskin & Ravenna e Hook & Aurora....mi accontenterei di essere riuscita a sviluppare almeno decentemente queste due ;) tutto il resto prendiamolo come un di più! Intanto sono contenta di essere risuscita a scrivere pur in mega ritardo al storia di Rapunzel, era davvero una vita che l'avevo in mente...XD Eh si, le cose si complicano sempre di più, e io dovevo proprio tirare fuori la questione di Baelfire , che è si accoda sulla lista dei casini da sbrogliare per i nostri eroi, che già hanno il loro bel da fare. La grande alleanza finale che presagivi ormai si è formata, prossimamente si combatte,  con o senza magia!E hai proprio ragione: lo Stregatto è malvagio XD Chiedo ancora scusa se non riuscirò ad aggiornare prestissimo ...mi sto preparando come ogni anno a una degna celebrazione di Halloween, la mia festa preferita, senza contare che pochi giorni dopo parteciperò al Lucca Comics in cosplay  di Belle , figuriamoci...XD Ce la metterò comunque tutta!!Un bacione^^

 

 


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Capitolo 14
*** True Love Kiss ***


 

Cavalcando il suo veloce  e prode destriero il principe Philip percorreva  a balzi la Foresta Oscura, diretto al luogo dove giaceva esanime la principessa addormentata.

Killian Jones gli era subito dietro,  nonostante la sua cavalcatura non fosse delle più adeguate a tale nobile missione. Conoscendo i suoi trascorsi da pirata gli stallieri del palazzo gli avevano infatti beffardamente assegnato al posto di uno dei cavalli reali  un malandato ciuco da traino, che nonostante fosse a più riprese spronato continuava ad avanzare a passo d'uomo. Un uomo vecchio e possibilmente infermo. Non solo si trattava della bestia più lenta e recalcitrante che avesse mai visto, ma aveva anche a che fare con l'unico esemplare di mulo parlante di cui si fosse a conoscenza.

-E muoviti bestiaccia...- imprecò per l'ennesima volta Hook , dando energicamente di speroni.

Se Aurora era davvero in pericolo non aveva un solo istante da perdere!

-Andiamo amico- protestò di rimando il Ciuchino, che con tutta evidenza se la stava prendendo comoda- che fretta c'è? Magari adesso ci fermiamo, ci riposiamo, prendiamo un paio di boccali di sidro... conosco un posto in fondo alla collina che si chiama la Mela Avvelenata, la locandiera è la fine del mondo bello...Tanto il belloccio a cavallo ha detto che la tua principessa sta dormendo, non va da nessuna parte giusto?

-Non è la mia principessa- lo interruppe il pirata, scorbutico - e adesso muovi quelle zampe!

L'animale al contrario si impuntò sulle zampe anteriori, girandosi a fissare il pirata di sottecchi.

-Ahh certo questa non la bevo amico...non ho mai visto nessuno che ci mette tanto impegno per la pollastra di qualcun altro -dichiarò con l'aria dell'esperto di relazioni di coppia - Allora spara, qual' è il problema? E' un po' bruttina dì la verità...

-No, lei è bellissima- protestò Killian, riportando allo steso tempo alla mente le delicate fattezze del volto di Aurora .

-Allora vediamo... Alito pesante? -insistette il ciuco.

-Il problema non è lei, va bene? Sono io- concluse Hook,senza la minima voglia di parlare oltre di lei, non in quel momento in cui anche solo a sentirla nominare era come se il cuore gli balzasse nel petto -Lei è una principessa, bellissima certo, ma non è solo questo... è intelligente, piena di vita e...anche una gran rompiscatole se ci si mette! Io sono...solo un pirata. Che cosa posso offrirle? Non sono alla sua altezza... lei si merita di stare un principe che ad un suo cenno può mettere il mondo ai suoi piedi , mentre i pirati sono come... sono come le cipolle.

-Perchè puzzano?- si informò l'animale.

-Si... no! Non è solo quello...

-Ah, ti fanno piangere?

-No.

- Li lasci al sole e diventano marroni e poi spuntano i peletti bianchi?

Ormai era partito per la tangente.

-No!!!!!Tutti e due abbiamo gli strati - concluse Hook .

-Aah, tutti e due avete gli strati?- ripetè il Ciuchino dubbioso-  Sai, non a tutti piacciono le cipolle... Torte! A tutti piacciono le torte e le torte hanno gli strati- rifletté tra sè.

-Non mi interessa che cosa piace a tutti! I pirati non sono come le torte!!! - inveì il pirata, poi aggiunse parlando più a sè stesso che all'asino delirante- Io la salverò ... la salverò a qualsiasi costo. E poi la lascerò andare con il suo vero amore- decise.

 


Drake si portò una mano alla testa, potendo constatare se non altro che era ancora attaccata al collo.

Per il resto si sentiva da schifo.

Nella sua mente si affollavano strani ricordi confusi di una lotta palesemente impari contro un nemico che poteva rendersi invisibile...il ghigno dello Stregatto che compariva di tanto in tanto alle sue spalle prima di vibrargli un nuovo colpo a tradimento... non aveva intenzione di ucciderlo, oh no, stava semplicemente giocando con lui proprio come farebbe un gatto con la sua preda!

Infine ricordava distintamente che quel maledetto di Gold aveva approfittato proprio del fatto che lo Stregatto si stesse già divertendo tanto con lui per abbandonare il campo . Si era dissolto al di là del portale dello specchio lasciandolo lì solo a d incassare colpi su colpi da quella furia invisibile.

Dannato vigliacco...

-Oh, mio povero amore...- mormorò una carezzevole voce femminile.

Una figura di donna china su di lui gli tamponava amorevolmente il viso con qualcosa di bagnato.

-Alice?- il ragazzo aprì a fatica l'occhio pesto, speranzoso di trovarsi in qualche modo ricongiunto all'unica persona per cui avrebbe sopportato ancora con indifferenza un simile pestaggio.

Tuttavia le sue speranze furono ancora una volta disattese nel modo più crudele.

-Strix deve essersi proprio divertito con te...- constatò Milah senza la minima traccia di autentico dispiacere nella voce - ...è una bestiola così dispettosa! Però piuttosto utile ,se sai prenderlo dal verso giusto. E' stato lui a riportarti da me, una volta che il nuovo giocattolo gli è venuto a noia...

-Il nuovo giocattolo si è rotto- constatò Drake e questo valeva in ogni senso dato che non riusciva neanche a girarsi propriamente a causa delle costole rotte.

-Scusa, dimenticavo - quasi scocciata, Milah estrasse dal vestito fradicio che indossava un boccetta di liquido verde- bevi questo , mio caro, vedrai che ti sentirai meglio...

-Ma che diamine... no, non berrò se non mi dici che diavolo c'è dentro...

-Ma questa pozione può restituirti la tua vita, mio adorato! Devi bere o continuerai a sanguinare e alla fine... morirai- a questo punto Milah si fermò a ponderare quella eventualità con grande attenzione-  Bè, a quel punto saremmo morti in due. Non è neanche una cattiva idea tutto sommato. Mah, fai un po' come ti pare...

Drake a quel punto aveva ben poca scelta: si sforzò di bere fino all'ultima goccia nella speranza che quel liquido lo avrebbe davvero aiutato a riprendersi a sufficienza da andarsene il più lontano possibile da quella pazza isterica... forse con un po' di fortuna sarebbe riuscito a raggiungere Alice , anzi Aurora...era così che si chiamava, giusto?!

-Un momento- rantolò tra sè e sè- cosa mi sta succedendo? Che cosa mi hai fatto?

Mentre le ferite del corpo a poco a poco si rimarginavano una miriade di informazioni stavano invadendo in un solo istante la sua testa. Cose che aveva fatto , persone che aveva conosciuto probabilmente in un'altra vita... adesso ricordava tutto così chiaramente!

-Te l'ho detto- spiegò la Strega del Mare- Questo filtro ti ridarà la tua vita ... esattamente com'era, con tutti i tuoi ricordi.

- Milah... io e te... eravamo innamorati?!- Drake si presela testa tra le mani,  ancora estremamente confuso- Mi sembra di ricordarlo, ma...E' tutto così complicato...

-Lo so, caro ,lo so... ma ci sono io qui a renderlo meno complicato per te- Milah non perse l'occasione di piombargli addosso come un falco da preda, cingendolo in un abbraccio possessivo- Io e te ci amiamo. E l'unica cosa che ci manca per vivere liberamente il nostro amore è vendicarci dell'uomo che mi ha portata via da te...

-Rumpelstiltskin -  ringhiò Drake, il ricordo di quella creatura malefica riusciva ancora a farlo infuriare dopo tutto quel tempo.

-Esatto!- confermò Milah al settimo cielo- Oh, sono così contenta che tu sia tornato in te...sarai lo strumento perfetto per la mia vendetta.. e poi...- ma a quel punto si interruppe prudentemente.

Non era ancora il caso che sapesse su chi altro sarebbe ricaduta la sua ira vendicativa. Prima avrebbero pensato a Rumpelstiltskin ovviamente... e poi sarebbe venuto il turno della principessina. Molto presto.


Hook e il suo quadrupede chiacchierone raggiunsero a fatica Philip che grazie all'indiscussa superiorità della sua cavalcatura aveva diversi metri di vantaggio su di loro. Il principe  si era fermato ad aspettarli  più avanti , lo sguardo sbarrato, di fronte a quella che sembrava una enorme foresta di rovi.

-Signori, siamo giunti laddove incontreremo il nostro destino- stabilì gravemente.

-Tutto qua?- commentò Hook beffardamente, smontando dall'esasperante ciuco- Tutto quello che ci separa da lei sono una manciata di spine?!

- Silenzio- impose Philip, il quale ormai era ben addestrato a riconoscere la scia che lascia un incantesimo - non siamo soli...una potente strega è passata di qui di recente, non vedete?- considerò toccando il terreno che era ancora bagnato- E potrebbe benissimo averci riservato qualche brutta sorpresa.

-Ma che strega?!Ci mancava questo qua che ha le visioni!- commentò Ciuchino.

-No, aspetta... anche io sento qualcosa- lo corresse Hook , volgendo lo sguardo più in alto , verso la direzione da cui veniva quella specie di pesante respiro.

Incontrò così gli occhi rossi e ben desti della bestia che sormontava minacciosa il groviglio di rovi. Un affettuoso regalino della Strega del Mare, caso maia a qualcuno fosse venuto in mente di venire a soccorrere la principessa...

- Dra...dra... drago... nessuno mi aveva parlato di un ...drago- riuscì a pronunciare a malapena Ciuchino prima di svenire.

-Ci penso io - intervenne Philip sguainando la spada.

-Al drago?- domandò Killian.

-Alla principessa- lo corresse lui, riservandogli uno sguardo quasi compassionevole - Avanti Hook, se solo la metà delle tue vanterie sono vere dovrebbe essere un gioco da ragazzi per te sbarazzarti di questa bestiolina... - detto ciò si diresse verso il bosco di rovi cominciando a  menare fendenti per farsi strada.

-Certo... come no- gli fece eco il pirata.

Il drago, che già dava segno di essere infastidito dalla presenza degli intrusi, aprì le grandi ali rosse insieme alle fauci . Hook estrasse la spada e si preparò a fronteggiarlo. Il calore della prima ventata infuocata lo  sfiorò appena sopra una spalla, ma almeno riuscì ad evitare di finire abbrustolito come il tronco alle sue spalle . Con una certa difficoltà riuscì a schivare anche la seconda fiammata rotolando dietro un albero e cogliendo anche l'occasione  per controllare come se la stesse cavando il principino. A quanto pare per ogni rovo che tagliava altri dieci ne ricrescevano sbarrandogli il passaggio, per effetto di una strana magia.

-Maledetto idiota...- commentò a denti stretti.

Hook uscì allo scoperto per andare ad aiutarlo ma in quel momento fu atterrato da un colpo di coda del drago che si avvicinò a lui incombendo con un inquietante ruggito, segno che si stava preparando a far fuoco una terza volta. Il capitano roteò la spada in direzione della belva, ma era chiaro che questa non ne era minimamente intimorita.

Anzi con un colpo di artigli lo privò dell'arma , mandandola a conficcarsi nel terreno alle sue spalle.

Il pirata si stava ormai preparando ad affrontare la fine quando improvvisamente il drago parve perdere interesse per lui, concentrando il suo temibile sguardo su qualcuno alle sue spalle. Ignorando completamente il pirata la bestia si diresse verso il povero ciuco che era rimasto in disparte ad assistere al combattimento, ma non sembrava avere cattive intenzioni.

Erano dei cuori quelli che stava formando il fumo che fuoriusciva dalle narici della... draghessa?!

- Nonononono ehi ehi! Oh, che denti lunghi che hai, voglio dire, che denti abbaglianti, eh lo so te lo diranno tutti quelli che ti mangi, ma sicuramente te li sbianchi perché non ho mai visto un sorriso così sfavillante... e... non è che sento una freschezza... alla menta?- poi facendo dei segni disperati nei confronti di Hook il ciuchino aggiunse- E' la tua occasione, bello, o adesso o mai più! E... sai un'altra cosa- riprese a parlare alla draghessa in tono carezzevole-  sei... sei... un drago femmina! Oh cielo! Volevo dire, oh certo che sei un drago femmina, perché... perché tu trasudi bellezza femminile e... ohm... Allora ti vuoi muovere, ragazzo delle cipolle?!?- inveì contro di lui, che era rimasto immobile di fronte a quell'imprevedibile svolta degli eventi.

L'amore era davvero una cosa strana, rifletté per un istante il pirata, poteva davvero nascere tra le creature più diverse, come ad esempio uno strambo mulo parlante e una draghessa sputafiamme.

Allora perchè non tra un pirata e una principessa?

 

-No- ripetè Alice misurando a grandi passi l'unica grande stanza che costituiva il soggiorno di Isabelle- Non voglio andare a riposare, non sono utile a nessuno andandomene semplicemente a dormire!

-Ma sei a pezzi, Alice, tutti lo siamo...- protestò Isabelle lasciandosi a sua volta cadere sul malandato divano, sulla metà non sfondata naturalmente- ... un po' di riposo non può che farti bene.

Lei e Philip si scambiarono uno sguardo preoccupato. Il Cappellaio, che li aveva seguiti perchè naturalmente non aveva nessuna altro posto  in cui andare, si associò allo scontento generale, ma ovviamente lo fece a suo modo rifugiandosi in cucina  a preparare il the. Tutto sembrava meno tragico dopo una buona tazza di the, affermò con aria solenne.

 Alice al contrario sembrava davvero una spiritata aggirandosi per la casa tutta scarmigliata, senza riuscire a darsi pace, e nessuna tazza di the avrebbe cambiato questo.

-Non dovevo lasciarmi convincere da voi a tornare a casa...- stava ancora borbottando la ragazza, senza dare il minimo ascolto all'amica- ... devo tornare all'ospedale! Raven è ancora là, lei potrebbe sapere qualcosa di più! Oppure quella Rapunzel... insomma devo almeno tentare di fare qualcosa per riportarlo qui.

-Non c'è niente che possiamo fare per lui-  tentò ancora Philip - il signor Gold te lo ha già spiegato più di una volta...purtroppo Drake è...

-Lui non è morto!- Alice quasi non si rese conto di averlo urlato- Sono sicura che Gold mente. Lui non può essere morto, semplicemente non può... ha promesso che non mi sarei liberata di lui tanto facilmente... lui ha promesso...

Philip si lasciò sfuggire uno sbuffo esasperato.

-Alice, devi calmarti adesso: sei fuori di te- concluse con risolutezza- Ti prego, ci stai facendo preoccupare a morte. Ascolta, anche se non stiamo più insieme io tengo ancora molto a te e mi fa male vederti in questo stato, perchè io...

-Che cosa? Mi ami?!- Alice scoppiò quasi in una risata isterica- Tu non mi ami... non mi hai mai amata... non capisci? Ti hanno fatto solo credere che sia così...E' la maledizione! Ma certo, deve essere per questo...

-Alice per favore, non mettertici anche tu. Non esiste nessuna maledizione...

-Ha ragione, sai? E' la maledizione - le fece eco Jefferson dalla cucina- tu non ami Aurora, al contrario, se ben ricordo hai fatto la fatidica proposta a quell'adorabile signorina sul sofà. A proposito cara, quante zollette di zucchero?

Isabelle non si sprecò nemmeno a rispondere, tanto la conversazione stava degenerando nella pura follia e inoltre era davvero troppo stanca in ogni caso.

Alice invece si sentiva piena di energia. Non che l'opinione del pazzo di turno, recentemente evaso dal locale centro di cure mentali , servisse a dare molto sostegno alla sua affermazione eppure la ragazza  sentiva in cuor suo di avere ragione. Perchè dopo tutto quello che aveva visto e sentito quella era l'unica spiegazione!

- Io ho ragione e te lo proverò- si risolse infine , prendendo alla sprovvista il giovane con un lungo bacio sulla bocca dal quale Philip si discostò poco dopo quasi stralunato- Allora,  che cos'hai sentito veramente? Dimmelo, sinceramente, hai provato qualcosa di più di quello che ho provato io baciandoti?

-Io...- Philip si passò una mano sulle labbra, visibilmente confuso- ... è così strano... non ho provato assolutamente niente- ammise infine.

-Visto?!- lo sguardo di Alice era folle e trionfante allo stesso tempo.

-Oh, ma questo da solo non prova niente...- constatò Isabelle- Secondo questa logica io dovrei...bè, a questo punto tanto vale tentare, no? - così dicendo la ragazza si decise a baciare a sua volta un sempre più esterrefatto Philip, il quale certo non fu udito lamentarsi.

Per la verità sembrò godersi quel bacio molto di più di quello di Alice.

-Devo bacialo anch'io?- domandò  a questo punto il Cappellaio, incerto su cosa ci si aspettasse da lui.

-No,no,no,no,no,no,no!- risposero tutti in coro.

-Bene...direi che la teoria di Alice in effetti ha un suo senso- ammise finalmente Philip, il braccio che ancora circondava inconsapevolmente la vita di Isabelle.

-Allora cosa stiamo aspettando?- stabilì la ragazza- Andiamo a riprenderci Drake!!

 

Philip stava ancora combattendo inutilmente contro la pianta di rovi incantata, ma non appena Hook fu di fronte ad essa cercando di aiutarlo con la sua spada questa si ritrasse spontaneamente, concedendogli l'accesso al giaciglio della principessa. Era come se i rovi incantati lo avessero riconosciuto, questa infatti era la magia del Cappello, che non avrebbe lasciato passare altri che l'uomo destinato a spezzare la crudele maledizione.

-Questa nuova diavoleria che cosa significa?- domandò ad alta voce Hook.

-Devi essere tu- disse Philip, nella sua voce si sentiva lo stupore  ma anche un certo sollievo.

-No io... ehi, amico, non metterti strane idee in testa... io non posso.

-Ma certo, devi essere tu!!- insistette il principe- Può voler dire solo che sei il suo Vero Amore.

-Non è così- scandì il pirata in modo da essere il più chiaro possibile- Tu sei il principe sul prode destriero che deve trarre in salvo la principessa!Io non posso... non potrei mai.... ma chi vogliamo prendere in giro?!

-A me sembra che l'unica persona che si sta prendendo in giro da sola sia tu- puntualizzò il principe Philip, trattenendosi a stento dal prendere a pugni quella testa di legno- Che cosa fai ancora lì? Hai una principessa innamorata che ti aspetta e giuro sul mio onore che se non la vai a salvare immediatamente ti ci manderò a calci personalmente.

-Devi solo provarci razza di viziato moccios... ehi, aspetta! Comunque non erano questi gi accordi- protestò il pirata.  

-Sai cosa ti dico, che sei talmente ricoperto di strati ,cipollino ,d’aver paura dei tuoi sentimenti! - intervenne Ciuchino, ancora comodamente accovacciato tra le amorevoli spire della draghessa - Magari tu a lei piacevi, magari ti amava!Ma non hai mai voluto darle una possibilità solo per non dovere poi ammettere che lei ti ha capito perfettamente, strati o meno ... Adesso vai là dentro e bacia quella ragazza come se non ci fosse un domani, è chiaro?!

Hook dovette quindi rassegnarsi alla volontà del gruppo e vincendo ogni suo timore mosse il primo passo verso la sua bella addormentata.

La fanciulla giaceva pallida come la morte, sul giaciglio di cristallo. Soltanto le sue labbra dalle quali non passava respiro avevano conservato un colorito rosato, che tuttavia stava lentamente svanendo vinto dalla fredda rigidità causata dall'incantesimo.

- Hei...me ne hai fatta fare di fatica per rivederti...-  mormorò il pirata accostandosi al suo bel volto addormentato.

-Sbrigati e arriva alla parte del bacio!- gli intimarono il principe e il ciuchino in coro.

-Fatevi gli affaracci vostri voi due, maledizione!- imprecò Hook  contro quel pubblico sgradito.

Si spostò maggiormente di fronte a lei, e sussurrò le sue parole  in modo che gli altri due non lo potessero sentire.

- Forse non sono il principe che aspettavate, giunto a salvarvi sul suo destriero, ma come vedete sono qui. Vi giuro che non permetterò più a nessuno di farvi del male... Aurora, non c'è niente che non farei per voi... e se un bacio può spezzare l'incantesimo ...ti prego, ti prego fa che funzioni- concluse chinandosi sulla principessa addormentata e posando le sue labbra sulle sue in un casto bacio.

Poi Killian si ritrasse aspettando che la fanciulla aprisse gli occhi, cosa che accadde suscitando il clamore generale. Ciuchino e Philip quasi si abbracciarono, avvolti entrambi a loro volta dalle spire della draghessa.Tutti erano rimasti col fiato sospeso aspettando quel momento cruciale.

-Sapevo che eri tu- mormorò la principessa, appena ripresasi dal sonno incantato- hai spezzato l'incantesimo!

-Sicura?- le chiese il pirata sfoderando il suo miglior sorriso da manigoldo- perchè credo che sarebbe molto meglio accertarsi che ogni traccia della maledizione sia andata via definitivamente...

-Killian...

-Per sicurezza!- spiegò lui ostentando una finta innocenza, prima di baciarla di nuovo e di nuovo e di nuovo.


Nella stanza d'ospedale di Raven, dove il dottor Whale insisteva a volerla tenere in osservazione, ormai del nutrito gruppo era rimasto solo il signor Gold, che seduto in un angolo aspettava dimesso che la donna si decidesse a parlargli.

Ravenna era arrabbiata, questo lo poteva dire con sicurezza. Quella calma apparente non avrebbe potuto ingannare qualcuno che la conosceva bene quanto la conosceva lui. Una cosa era certa: questa volta non gli avrebbe reso facile ottenere il suo perdono.

-Alice ha ragione a sospettare della tua buona fede. Hai mentito prima quando le hai detto della morte del capitano- affermò ad un certo punto ed erano le prime parole che gli rivolgeva da quando si era svegliata - Si trova ancora nello Specchio, non è vero? E' la regola del cappello: quattro persone entrano e quattro ne devono uscire... E se Drake non l'avesse accompagnata sarebbe  toccato proprio alla piccola Alice restare al mio posto.

-Povero me- sospirò il signor Gold - e io che credevo che il mio sforzo di venirti a salvare sarebbe stato apprezzato almeno dalla diretta interessata...

-Credevi male- lo rimproverò Raven - Ingannarla in questo modo  è stato spregevole perfino per te.

'Da che pulpito...' avrebbe voluto risponderle. Ma non era davvero il caso di farla arrabbiare ulteriormente.

-Non è per Alice che sei così arrabbiata, non è vero? Lo so. Dobbiamo parlare- ammise  Gold con tutta la buona volontà di cui disponeva- So che pensi che quello  che è successo, in parte, sia stata colpa mia...

-In parte?- ripetè lei ironica- E di che cosa potremmo mai parlare noi due?Per quanto mi riguarda mi hai già detto tutto quello che avevo bisogno di sapere la notte della vigilia.

-Ho sbagliato- ammise lui- Non avrei dovuto lasciarti andare in quello stato,  puoi perdonarmi Ravenna? 

-Non faccio altro dacché ti conosco- osservò lei con un sorriso sarcastico - Se quella sera mi avessi richiamata, se mi fossi corso dietro per parlare quando ne avevo bisogno ... avrei potuto anche passare sopra il tuo comportamento e, come una stupida, perdonarti per l'ennesima volta. Ma adesso è troppo tardi... non posso passare la mia vita a rincorrere te, che ti allontani sempre di più. Sono stanca, davvero stanca- ammise infine.

-Questa volta sarà diverso... - promise come ormai le avrebbe promesso qualsiasi cosa.

-No, non lo sarà- lo liquidò lei.

Tentò di alzarsi e di andarsene ma era ancora molto debole e provata dalle traversie subite, così perse l'equilibrio incespicando dal letto alla porta fino a cadere sulle ginocchia. Il signor Gold le fu subito accanto per aiutarla a rialzarsi. Prima ancora di poterla sfiorare il suo sguardo feroce lo convinse a fare un passo indietro.

Raven gliene fu grata. Non era affatto sicura di come avrebbe potuto reagire se lui l'avesse toccata un'altra volta.

- Ravenna, io ti prometto...- tentò un'ultima volta.

La sua stessa voce gli suonava patetica, ma non sapeva in che altro modo esprimersi.

 In passato non gli era mai servito altro, ripensandoci. Tutte quelle volte che le aveva fatto un torto, che l'aveva messa da parte per perseguire egoisticamente i suoi obbiettivi, poi non eran bastate che le sue scuse per far si che tutto tornasse magicamente a posto.

Ravenna gli credeva sempre, anche quando era  lui che non riusciva a credere in sè stesso. Poteva aggrapparsi ad ogni bugia come ad una verità di fede.  Quella era diventata per lui una certezza incrollabile, un punto di appoggio che gli impediva di andare alla deriva nei momenti in cui sentiva che la sua parte più oscura lo stava soffocando.

Aveva allontanato Belle per evitare di ferirla con tutta la sua oscurità, era una ragazza così fragile, l'avrebbe potuta distruggere così facilmente...

Ravenna invece era perfetta per quello! Abbastanza forte da poterlo gestire anche nei suoi momenti peggiori era sempre rimasta, nonostante tutto, nonostante tutte le volte che aveva cercato di cacciarla. Forse perchè sentiva di doverglielo, forse perchè non credeva di meritare nulla di meglio, forse perchè lo amava veramente... Rumpel non se lo era mai chiesto.

Era molto più facile non sapere e continuare ad averla accanto senza doversi giustificare.

 Fino a quel momento.

-Come  hai promesso ad Alice che l'avresti aiutata?!

Il signor Gold abbassò lo sguardo. Non aveva il coraggio di mentirle ancora esattamente come tempo fa , in quella che sembrava ormai un'altra vita.

-Ammetto che è stato scorretto da parte mia coinvolgerla in tutto questo.

-Scorretto? E' stato semplicemente crudele.

-Non potevo agire diversamente - tentò nuovamente di giustificarsi lui -Tutto quello a cui riuscivo a pensare in quel frangente era trovare un modo per riportarti da me!L'ho lasciato nello Specchio in modo da poterne fare uscire te. Ora per quanto possiamo dispiacerci per la sorte del capitano non esiste una magia per recuperarlo eludendo le leggi del cappello e se esistesse... probabilmente non potremmo permetterci di pagarne il prezzo- ammise.

-Non mi interessa. Trova un modo- scandì Raven, poi si alzò fieramente guardandolo dritto negli occhi-  Potrà anche essere troppo tardi per noi, ma quei due ragazzi si amano veramente. Loro hanno ancora una possibilità.

Lo aveva detto.

Raven aveva finalmente ammesso di non essere più disposta a perdonarlo. In fondo Rumpel si era sempre aspettato che un giorno sarebbe arrivata a quella conclusione e per il suo stesso bene si era preparato ad accettarla... quello che non si aspettava affatto era che gli avrebbe fatto così male.

 

 

Dear Lady Andromeda: Non ci posso credere! come facevi a sapere che Darke sarebbe finito nelle crudeli mani di Milah?!Sono davvero così prevedibile?!AhahahXD Pensavo di essere vicina al gran finale eppure mi rendo conto che ci sarebbe ancora così tanto da dire... in effetti la soluzione di una serie di capitoli a parte ha molto senso: potrebbe davvero risolvermi la vita! E pure uno spin-off con tutti i personaggi che non sono riuscita a trattare esaustivamente direi che ci starebbe... ti terrò aggiornata non appena deciderò sul da farsi! Intanto i nostri eroi hanno sempre a che fare con la Strega del Mare, che decisamente vuole annientarli dal primo all'ultimo, e lo Stregatto... bhè, in realtà lui è lì per farsi gli affaracci suoi^^ Non è un tipo da attenersi a particolari principi morali, semplicemente è lì per prendersi quello che vuole... in questo caso Ravenna. E Rumpel gli rende pure le cose facili andando a litigare con lei proprio in questo momento critico...Aiuto!! Aggiornerò quanto prima possibile, come sempre ti ringrazio infinitamente per il tuo costante sostegno alla storia!!!!un bacione^^

Dear Julie: mia cara, grazie per avermi prontamente commentato gli ultimi capitoli!!!sono io la prima ad aggiornare in palese ritardo rispetto agli obbiettivi che mi sono prefissa quando ho iniziato questa storia...comunque il tuo sostegno è apprezzatissimo!!Con la storia di Rapunzel mi sono proprio levata una soddisfazione perchè era una vita che volevo scriverla, essendo uno dei miei film preferiti...in questo capitolo invece ne ho omaggiato un altro con i riferimenti a Shrek!Eh si , ci sto davvero prendendo gusto...è preoccupante^^ Visto che Drake alla fine ce l'ha fatta?!Non lo fermi neanche ad ucciderlo quello lì, nonostante tutte le batoste che prende costantemente la sua caratteristica principale è quella di rialzarsi sempre in piedi e combattere per quello in cui crede ( in questo caso in Allie, eheh). E anche la fanciulla non è da meno , visto che adesso mobiliterà tutta la squadra sulla base di quello che sente nel suo cuore, ovvero che Drake non può averla ababndonata!!Cercherò di aggiornare il prima possibile o quanto meno di non rendere il mio ritardo scandaloso... un bacione, a presto!!!!!!!!^^

 

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Capitolo 15
*** I will give this wretched world the Queen it deserves ***


 

 

Aurora sorrise tra sè riponendo il cannocchiale e con un movimento fluido ridiscese la scala di corda fino al ponte principale.

Le veniva quasi da ridere ripensando a quanto era goffa la prima volta che ci aveva provato e a quanto Hook aveva riso a sue spese prima di insegnarle come muoversi sulla sua nave, grazie a molta, molta pratica. E non era solo riguardo alla vita marinaresca che il capitano era lieto di fornire i suoi insegnamenti... Aurora dal canto suo si era rivelata un'allieva decisamente promettente.

Insieme avevano navigato per un anno intero attraverso terre selvagge e inesplorate, un perfetto coronamento di tutti i sogni della principessa, che per anni aveva atteso  quelle avventure che ora poteva condividere col suo unico, vero amore.

La fanciulla si rallegrò ancora una volta di come tutti loro avessero trovato in qualche modo il loro lieto fine. Il Cappellaio era stato il primo a voler festeggiare la coppia felice ,costringendo Hook tra un brindisi e l'altro a trangugiare una tale quantità di the ( e soprattutto rum) da fargli dimenticare il suo nome mentre inseguiva barcollante il bianconiglio, credendolo il temibile pirata Barba Bianca.

Mentre tutti celebravano gioiosamente il proprio non-compleanno, che casualmente cadeva proprio quel giorno, Aurora aveva anche conosciuto le tre fate buone che avevano aiutato Hook a ritrovarla. Il principe Philip aveva fornito loro una nave e provviste per il viaggio insieme alle sue più sincere congratulazioni. Era stato invitato a salpare con loro, ma i doveri verso il suo regno e soprattutto la sua preoccupazione verso le instabili condizioni della madre gli avevano impedito di accettare.

Il pirata e la principessa avevano quindi vissuto  senza una preoccupazione al mondo, almeno fino a quando Aurora non era stata colta dalla nostalgia per la sua famiglia d'origine, di cui non aveva più notizie ormai da molto tempo.

Non era stata cosa semplice convincere il capitano della necessità di quella visita, ma alla fine, dopo molte promesse e altrettante prove di fatto la principessa aveva avuto la meglio, strappandogli ( tra un gemito e l'altro)  la promessa che sarebbe venuto spontaneamente a conoscere la sua famiglia.

Ora finalmente si trovavano in prossimità della baia, all'orizzonte Aurora poteva distinguere i profili del palazzo e della torre che era stata la sua casa per più di vent'anni.

-Non ci hanno visti, siamo ancora in tempo per tornare indietro...- puntualizzò Hook, il quale non aveva fatto altro che borbottare per tutta la navigazione sul fatto che la promessa di quella visita gli fosse stata estorta con l'inganno.

-Killian...

-...prima che vadano a prendere i forconi!Andiamo,credi che i tuoi genitori accoglieranno a braccia aperte il pirata che si è preso l'innocenza della loro unica figlia?! Sarò alla gogna prima della fine della giornata, o ai ceppi, o peggio...

-Andrà benissimo- lo rassicurò dolcemente Aurora- sono i miei genitori: mi vogliono bene! Sono sicura che vogliono soltanto che io sia felice.

-Come no- commentò il pirata- sono sicuro che pensavano proprio alla tua felicità quando ti hanno rinchiusa in una torre.

-Lo hanno fatto solo per proteggermi- ribattè la principessa- e poi ormai cosa importa? Tu hai spezzato la maledizione... ti saranno grati almeno per questo- ipotizzò speranzosa.

Lui si costrinse ad assecondarla, pur con la ferma intenzione di tener pronto un piano di fuga.

Aurora scese a terra indossando un abito di seta viola che Hook aveva comprato ( senza pagare) per lei, al posto dei più comodi abiti maschili che usava a bordo della nave, preoccupandosi di avere ancora l'aspetto di una principessa. Quanto a Killian fu inamovibile almeno su quel punto: non si sarebbe lasciato tirare a lucido come un damerino per incontrare i futuri suoceri, ma alla fine  niente di tutto ciò fu necessario.

Quando giunsero nei pressi del palazzo infatti trovarono una situazione molto diversa da quella che si erano aspettati...


La chiamata dall'ospedale era sicuramente l'ultima cosa che Alice si sarebbe aspettata.

Apprendere che Drake fosse stato ritrovato mentre vagava in stato confusionale per le strade di Storybrook le aveva provocato sollievo quanto apprensione. Certo, significava che era salvo, ma che cosa gli era accaduto? Come mai non sembrava più sè stesso?

Nonostante il dottor Whale le avesse assicurato più di una volta che non c'era niente che non andasse in lui fisicamente, continuava a delirare di navi, pirati e fate colorate. Vederlo così spiazzato e confuso in quella stanza d'ospedale aveva sconvolto la povera Alice.  O Aurora ,come lui seguitava ad invocarla, cedendo a improvvisi scatti d'ira e rimanendo l'istante dopo più confuso di prima. La stava decisamente terrorizzando.

Quel che era peggio era che nessuno sembrava disposto ad aiutarla.

Il signor Gold era irreperibile, la porta del negozio sprangata.

Raven era praticamente segregata nella sua casa, rifiutandosi di ricevere altri che il suo adorato figlio. Philip a sua volta era entrato in modalità iperprotettiva e  montava la guardia giorno e notte davanti alla stanza di sua madre per assicurarsi che il suo desiderio di rimanere sola fosse rispettato.

Isabelle non sapeva più che cosa pensare, ma aveva comunque assicurato ad Alice che avrebbe fatto delle ricerche tra i libri di cui disponeva per arrivare a fondo di tutti quei misteri.

L'unica vera risorsa che le fosse rimasta era Jefferson, il malato di mente, che non faceva altro che ripeterle che non ci poteva essere alcuna malattia che una buona tazza di the non potesse curare. Insomma, era inutile come gli altri.

-Aurora, so che ci sei!Apri questa dannata porta maledizione!!- continuava a urlare Drake al di là del pannello della stanza ospedaliera.

Il dottor Whale le aveva sconsigliato di farlo. Meglio aspettare che prima il paziente si calmasse e che magari i sedativi facessero effetto, in quello stato poteva anche essere pericoloso... Le aveva concesso solo di rimanere lì a vegliarlo, eppure la ragazza non ce la faceva più a vederlo in quello stato senza poter fare niente.

-Aurora, ti prego...- le giunse un ultimo roco sussurro.

-Va bene...- acconsentì lei, una singola lacrima che le rigava il viso mentre apriva il catenaccio della cella di isolamento-... va bene, sto arrivando Drake...

La ragazza una volta aperta la porta si fiondò nelle sue braccia sciogliendosi in un pianto disperato e liberatorio, un pianto che si teneva dentro da quando Gold le aveva dato la terribile notizia che Drake poteva essere...ma ormai non importava più . Lui era lì di fronte a lei che la stringeva come se non volesse mai più lasciarla andare, le sue mani forti che ora vagavano suo collo , afferrandola senza troppa delicatezza. E proprio in quel punto cominciarono a stringere.

-Aurora...maledetta sgualdrina- soffiò Drake a pochi centimetri dal volto esterrefatto ed impaurito della giovane.

-Alice- lo corresse la ragazza a denti stretti, imponendosi di mantenere la calma nonostante fosse veramente terrorizzata-... io sono Alice. Non ti ricordi di me? Drake andiamo... togli le mani da lì...mi stai facendo male...

Drake si guardò entrambe le mani con grande interesse, ma non accennò a mollare la presa. Aveva un sorriso folle e stralunato, evidentemente non era più in sè.

-Il mio uncino... me l'hanno sottratto! - esclamò sinceramente stupito- Deve essere opera di quel manigoldo di Rumpelstiltskin...tu sei d'accordo con lui, non è vero?!Volete distruggermi!Volete portarmela via di nuovo!- urlò di nuovo in preda alla collera.

Alice non si prese il disturbo di negare, tanto in quello stato non le avrebbe creduta.

-Ti prego...lasciami...- implorò invece, respirare stava diventando sempre più difficile con le mani di Drake che le stringevano violentemente il collo niveo.

-E' inutile che fai la commedia: non mi incanti! - la sua ferrea stretta sul collo impediva ormai alla ragazza qualsiasi protesta- Lei mi ha messo in guardia contro le tue astuzie...ha detto che avresti mentito per cercare di confondermi ma io non ti crederò. Non devo fare altro che ucciderti per provarle il mio amore!

- Dra..ke.. - sospirò Alice a fatica.

Le forze la stavano ormai abbandonando insieme al prezioso ossigeno. Stava per morire per mano dell'uomo che amava e questo fu il suo ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi e scivolare nell'oblio.


-Ma dove sono tutti?- domandò Aurora ad alta voce, giunta in una deserta sala delle udienze- Come mai questi arazzi neri? Killian...

Lui non potè far altro che avvicinarsi a lei e mormorare qualche blanda rassicurazione. Era piuttosto evidente che lì fosse di recente successo qualcosa.

-La nostra amata regina è morta, altezza. Della stessa incurabile malattia che ormai si è propagata in tutte le nostre terre...sembra sia l'effetto di magia nera, altezza, e non può essere curata con nulla di conosciuto -riuscirono infine  a sapere da  una delle guardie, che si rivolse alla fanciulla con deferenza e anche con una buona dose di disperazione- Vostro padre è ammalato anche lui... Il regno ne sta molto soffrendo, mia signora, si trova purtroppo senza una guida.

-L'avete trovata- affermò la principessa, la sua voce non tradiva la minima incertezza nè il suo evidente dolore, poi rivolgendosi a Hook disse con altrettanta determinazione- Devo restare... dobbiamo restare. Hanno bisogno di me.

Benché il pirata non fosse entusiasta all'idea  annuì subito. Sapeva quanto Aurora fosse affezionata a sua madre , non aveva fatto altro che parlargli di lei per tutto il viaggio, e in quel momento doveva sostenerla e cercare con lei di salvare almeno la sua gente.

-E dobbiamo trovare una cura al più presto- proseguì la principessa- so già a chi dobbiamo rivolgerci. L'unico che possieda l'arte di destreggiarsi con un maleficio del genere è senz'altro l'Oscuro. Troveremo qualcosa da offrirgli in cambio del suo aiuto e...

-Sei impazzita per caso?- la interruppe Hook- ti ho messo in guardia mille volte contro Rumpelstiltskin! Sai che non esiterebbe a farti del male , per... il nostro conto in sospeso. Sicuramente è lui la causa di questo misterioso malanno, si tratta di qualche trappola per incastrarci...

- Ti ricordo che se non fosse stato per lui io sarei morta a contatto con quel fuso, non mi sarei semplicemente addormentata- puntualizzò Aurora, altrettanto infervorata- Lui è l'unico in grado di aiutarci... certo dovrò farmi dire da Ravenna come contattarlo, potrebbe essere un discorso spiacevole visto che si sono appena lasciati ma...

Almeno era questo che Philip le aveva riferito in una delle sue lettere: sua madre e Rumpelstiltskin avevano appena finito di litigare furiosamente riguardo a una 'certa maledizione' e ormai si rivolgevano a stento la parola.

-Si sono lasciati?!- ripetè Hook, meno interessato alla restante parte del discorso- Quindi vuol dire che lei... potrebbe dirmi dove trovarlo e  avere finalmente la mia vendetta...ah è perfetto! L'inferno non ha una furia paragonabile a  una donna ferita- esultò, facendo irritare ulteriormente la principessa.

- Ravenna non è quel tipo di persona- insistette Aurora duramente - e non ci aiuterà nemmeno lei se tu ti ostinerai in questo atteggiamento! Perchè persistere in questa tua stupida idea di vendicarti? Abbiamo ben altri problemi al momento , se non te ne sei accorto... la mia gente sta morendo e tu non sai far altro che pensare a come regolare vecchi rancori?!

Uno strano sguardo dardeggiò sul viso del capitano, ma non durò più di un istante esattamente come una tempesta passeggera.

-Certo, hai ragione.... Perdonami Aurora, non so cosa mi sia preso- asserì il pirata - E' deciso allora:  ci faremo dire da lei dove trovare Rumpelstiltskin... così lui ci darà una cura per la malattia e sia tu che il tuo regno sarete al sicuro.

-Solo per questo?- domandò lei, ancora dubbiosa in cuor suo.

-Solo per noi- confermò Hook baciandole la mano, la voce piena di devozione.

-La manderò a chiamare allora...- cedette infine la principessa- ...ma sia chiaro, non voglio più sentir parlare di vendetta.

-Assolutamente- annuì lui baciandola sulla bocca, sembrava finalmente vivo e a proprio agio anche in quell'ambiente dopo settimane.

Aurora si lasciò cullare in quelle illusioni mentre sprofondava tra le sue braccia, non rendendosi ancora conto del grave errore che aveva appena commesso.


Quando Alice rinvenne si trovava ancora in quel corridoio dell'ospedale di Storybrook, semidistesa e sorretta da Raven. Respirare era ancora faticoso e i segni violacei sul collo testimoniavano che era stata a un soffio dal morire soffocata.

-Se ne è andato- annunciò Philip correndo verso le due donne, anche lui recava i segni della lotta appena ingaggiata con Hook - ho provato a fermarlo, ma non sono riuscito a fermarlo...sembrava totalmente impazzito.

Per pura coincidenza il ragazzo aveva deciso proprio quella sera di accompagnare Raven all'ospedale, insistendo che si facesse fare ulteriori controlli per accertarsi che stesse bene. E sempre per quella fortuita coincidenza si era imbattuto in Alice ed era riuscito a impedire che la ragazza venisse strangolata da un Drake decisamente fuori di sè.

-Come,  se ne è andato? Dove?- la ragazza cercò a fatica di rimettersi in piedi.

-Stai calma... tu non sei certamente in condizioni di andare da nessuna parte- la rimproverò Raven, che non avrebbe mai cessato di stupirsi dell'ostinazione di quella sciocca principessina

-Io...non lo so- ammise Philip mestamente- ma parlava ancora della Maledizione e continuava a ripetere che l'avrebbe fatta pagare a un certo Rumpelstiltskin.

-Cioè Gold - tradusse Raven , una certa preoccupazione mista al dubbio su cosa fosse meglio fare- e così quella megera che vuole vendicarsi di lui si sta servendo di Drake.

-Quale sarebbe la megera che vuole vendicarsi? E perchè?Che cosa ha a che fare con Drake?- vollero sapere in coro gli altri due.

-Oh, lasciate stare...- la donna non aveva certo intenzione di mettersi a spiegar loro l'intera storia  in quel preciso momento, non mentre Rumpelstiltskin poteva essere in pericolo.

Il suo Rumpel... no, di disse Ravenna. Non doveva più pensare a lui in quei termini, ormai aveva deciso che lo avrebbe lasciato: doveva pur mettere un freno a quella follia che si era impadronita di lei da quasi un secolo.  E questo implicava come minimo che non doveva rivederlo mai più.

-Io non posso avere niente a che fare con questa storia... mi dispiace, ma ormai ho preso la mia decisione. Non desidero essere coinvolta... e anche se lo volessi sarei comunque inutile senza i miei poteri- dichiarò categorica.

-Ma noi abbiamo bisogno di te!- protestò Alice- Sei l'unica oltre a Gold che ci capisce qualcosa di questa faccenda, per favore...

-Alice, non insistere, se non se la sente.... possiamo sempre pensarci noi- propose ragionevolmente Philip.

-Ma se non sappiamo neanche contro che cosa stiamo combattendo?!Lei è l'unica che può farlo- Alice era andata così oltre ormai, quasi ai confini della morte che non poteva più tirarsi indietro, non avrebbe lasciato nulla di intentato e decise perciò di giocarsi l'ultima carta- Lui ha bisogno di te ,in questo momento- disse fissando Raven dritta negli occhi.

Delle due fu la più grande a distogliere per prima lo sguardo, vinta dai suoi stessi sentimenti che la stavano spingendo come al solito verso azioni incaute e sconsiderate.

Alice e Raven raggiunsero di corsa la casa del signor Gold,  una villetta imponente di cui tutti i bambini del quartiere avevano paura e anche parecchi adulti, la cui vetrata anteriore era stata di recente sfondata.

Philip era stato mandato dalla matrigna a casa a reperire un oggetto di cui ella aveva a suo dire estremo bisogno. Una scusa ovviamente, la verità era che l'ultima cosa al mondo che Raven voleva era coinvolgere il suo prezioso figlio in una lotta senza speranza...

Come avevano previsto le due Drake si trovava lì,il volto talmente deformato dalla collera che Alice stentò a riconoscerlo. In mano stringeva qualcosa, un oggetto ricurvo di metallo che la ragazza riconobbe essere il medesimo uncino che gli aveva visto portare nel Regno dello Specchio.

-Lui è...

-E' sotto l'effetto di un incantesimo, senza dubbio- confermò Raven , che almeno aveva l'aria di sapere di che cosa stava parlando.

-Bastardo...- stava dicendo Drake, puntando l'uncino alla gola del signor Gold, il quale si trovava comodamente seduto al tavolo principale  e dal canto suo non stava facendo nulla per reagire, sembrava anzi dimesso, quasi rassegnato  -... la pagherai per quello che le hai fatto!

-Come le ho già spiegato, signor Jones, le cose sono un tantino più complicate di così...- sibilò Gold, quasi ridendo della sua disperazione, una mossa piuttosto incauta per qualcuno che stava vendendo minacciato da un uncino acuminato.

Infatti non ci volle altro per fare perdere la pazienza al suo aggressore.

-Maledetto...- imprecò Drake per poi sbattergli violentemente la testa sul tavolo, e non contento una volta che l'uomo fu caduto a  terra cominciò a prenderlo a calci.

- Drake!- intervenne Alice- Lascialo andare immediatamente! Che diamine speri di fare?

-  Io ti ucciderò maledetto!- proseguì invece lui, continuando con rabbia crescente a prendere  a calci l'uomo a terra.

-E' tutto...inutile- rantolò questi- Puoi anche sfogarti su di me se ti fa piacere, per diverse ragioni, me lo sono meritato... quindi mi sento disposto a permetterlo. Ma non puoi uccidermi in questo mondo- aggiunse derisorio, meritandosi un altro calcio nello stomaco.

-Ora basta, smettila subito!- intervenne Raven.

Inaspettatamente Drake arrestò i colpi voltandosi verso di lei con un'espressione per nulla rassicurante.

-Non posso uccidere te in questo mondo- precisò, prendendo per i capelli la donna  e puntandole l'uncino alla gola, esattamente come aveva fatto poco prima con il signor Gold - ma posso sempre portarti via la tua adorata Ravenna, esattamente come tu hai fatto con la mia Milah...che cosa te ne pare Coccodrillo?


Aurora non si sentiva affatto tranquilla mentre insieme a Killian attendeva l'arrivo della loro ospite. Rivedere Ravenna a poco meno di un anno dai fatti che le avevano spinte ad incontrarsi la prima volta non era facile per nessuna delle due, eppure la principessa aveva un disperato bisogno del suo aiuto, non per sè ma per il suo popolo che tanto soffriva.

Se solo avesse deciso di aiutarli.... Qualsiasi condizione Rumpelstiltskin le avesse imposto Aurora l'avrebbe accettata pur di ottenere una cura per quella terribile epidemia e questo Hook lo sapeva. Per questo sembrava tanto nervoso? Era solo la sua ragionevole apprensione nei confronti della sua amata... o c'era dell'altro che non osava confessarle?

-Volevate vedermi...- la voce fredda e altera di Ravenna li fece trasalire entrambi.

Preceduta da uno stormo di imponenti corvi neri la strega fece la sua apparizione di fronte a loro, al capo opposto della tavolata, occupando lo scranno che era stato predisposto per lei.

-...bene , sono qui. Ma sappiate che ho accettato il vostro invito solo perchè mio figlio mi ha pregata di farlo.

Meno male che potevano almeno contare sull'amicizia di Philip per ottenere qualcosa da lei... quel pensiero bastò a confortare almeno un poco la principessa ,che  preso coraggio si fece avanti.

-E' vero: abbiamo bisogno del vostro aiuto per stringere un accordo con Rumpelstiltskin - spiegò con voce febbrile- Il mio popolo sta morendo per una misteriosa malattia che nessun medico riesce a curare...forse lui potrebbe in cambio di qualcosa. Qualsiasi cosa! Vi prego, siamo disperati...anche mio padre si è ammalato e...

Ravenna la interruppe con una clamorosa risata.

-Ah, sciocca ragazzina!Credi davvero che mi prenderei il disturbo di aiutare proprio tuo padre? Se davvero è malato l'unica cosa che ho intenzione di fare è sedermi qui e godermi lo spettacolo- dichiarò la strega, che non aveva mai davvero dimenticato chi fosse stato a dare inizio alle sue sventure.

-Ma lui non è il solo a stare male... stanno morendo a centinaia- insistette Aurora- Vi supplico! Se quello che ci ha raccontato Philip è vero e se siete la stessa persona che lo ha cresciuto con tanto amore dovete per forza avere anche voi un cuore... Io vi ho già perdonata per la maledizione che ho subito a causa vostra, allora perchè non potete anche voi lasciarvi il passato alle spalle e perdonare mio padre?

Ravenna per un istante non disse niente, limitandosi a fissare vaga il pavimento. Perchè no, in fondo? Le parole della principessa avevano un loro perchè... era così stanca di portarsi dietro tutto quell'odio e quel rancore... non le avevano portato nulla di buono. L'uomo che amava l'aveva abbandonata. Piuttosto che una serena vita insieme aveva preferito perseguire il suo folle intento di creare la Maledizione più potente mai esistita... Ravenna non desiderava essere a sua volta accecata dal risentimento per un passato perduto.

Poteva ancora fare quella che suo figlio continuava a ripeterle fosse la cosa giusta, poteva ancora essere utile a qualcuno...

-Vorrei potervi aiutare- ammise - ma temo di non essere di nessuna utilità. La malattia che si diffonde in questo regno è in effetti opera di un malefico, ma è troppo potente perchè io possa contrastarlo da sola.

-Potete metterci in contatto con Rumpelstiltskin - insistette Hook - portateci al suo covo e ci occuperemo noi di farlo collaborare...con le buone o con le cattive- il pirata disse quelle parole con un accento cupo che ad Aurora non piacque per niente.

-Impossibile- ribattè Ravenna - anche se organizzassi l'incontro sono certa che Rumpelstiltskin non vi aiuterebbe ... perchè è stato proprio lui a lanciare il maleficio del morbo sul vostro regno.

-Che cosa? Perchè mai vorrebbe fare questo a noi?- domandò Aurora.

-E' uno degli ingredienti per creare la sua Maledizione: la vita innocente strappata con la magia nera a migliaia di vittime ignare- spiegò la regina facendo una smorfia carica di consapevolezza- un genere di magia così oscura richiederà un prezzo altissimo, incalcolabile... e siamo solamente all'inizio, miei cari.

Le parole cupe e profetiche di Ravenna si sarebbero presto rivelate veritiere: l'Oscuro era ormai molto vicino a  terminare la più potente maledizione mai esistita, una maledizione che li avrebbe presto coinvolti tutti.

Mentre Aurora rabbrividiva al solo pensiero non si accorse dello strano sguardo che passava sul volto di Killian, accanto a lei.


La situazione a casa del signor Gold stava degenerando.

-Niente di personale, tesoro- aggiunse Drake rivolto a Raven - ma  è semplicemente troppo perfetto... ora finalmente anche il tuo caro Rumpel saprà cosa si prova ad assistere impotenti alla morte della propria amata.

- Non osare nemmeno avvicinarti  a lei... -intervenne il signor Gold , che solo in quel frangente sembrava aver ritrovato sè stesso ,mentre con calma si rialzava da terra pulendosi un rivolo si sangue con la manica della giacca- ...non ti piacerebbero le conseguenze- aggiunse in un sibilo.

-Sei impazzito? Lasciala andare subito!- gridò Alice.

-Ma lei mi serve per ottenere quello che voglio- Drake lo disse in un modo talmente freddo, talmente carico d'odio,  da farla trasalire.

Raven stessa si trovava suo malgrado in trappola: se solo avesse avuto ancora i suoi poteri... invece senza di essi era totalmente impotente nelle mani di quel folle.

-La tua stupida vendetta è davvero tutto quello a cui riesci a pensare?- insistette Alice- Non ti è bastato quello che è successo l'ultima volta... il tuo desiderio di vendicarti ti ha allontanato da me e ha distrutto tutto quello che potevamo avere...- aggiunse, senza sapere da dove le venissero quelle parole-... la tua ossessione per Rumpelstiltskin ha quasi soffocato il tuo amore per me. Ti prego, non lasciare che succeda di nuovo. Io... non riuscirei a sopportarlo!

I ricordi di quella lite avvenuta tanto tempo fa, le medesime parole che Alice -anzi Aurora- aveva detto le stavano tornando alla mente come frammenti di un sogno, a cui doveva attingere in quel momento di pericolo. Ora lo ricordava distintamente come si ricordava di lui, di Hook, e di come le aveva spezzato il cuore quel giorno in cui si era lasciato guidare unicamente dal rancore.

-Tu non capisci- ribattè lui- Lo sto facendo anche per proteggere tutti quanti da quel mostro...

-No, non è vero- ripose la ragazza tristemente- oggi come allora, lo stai facendo solo per te stesso.

Forse fu proprio a causa di quelle parole e della profonda delusione che traspariva da esse che per un attimo nei suoi occhi balenò il dubbio, senza che tuttavia  accennasse a diminuire la stretta sull'uncino. L'ascendente che la Strega del Mare aveva ottenuto su di lui grazie alla sua pozione cominciò a vacillare...

Ma c'era qualcun altro  che non poteva tollerare un istante di più quella situazione.

-Adesso basta...- la voce del signor Gold si era fatta più acuta, tanto da non sembrare nemmeno la sua, ma quella di qualcun  altro più oscuro e spietato-...eri stato avvertito, pirata.

Ad un cenno della sua mano l'uncino di metallo si sgretolò tra le dita di Drake come se fosse stato fatto di sabbia. Raven approfittò di quel frangente per correre il più lontano possibile da lui.

-E adesso ti insegnerò ad essere un po' più galante con le signore...- aggiunse Gold, mentre il corpo di Drake veniva sollevato a mezz'aria da una forza misteriosa , che cominciò a stritolarlo lentamente come se funi invisibili gli si stessero stringendo addosso- ... non che ti servirà a molto dove ho intenzione di mandarti.

-Avanti uccidimi- lo provocò lui, incurante del fatto che stesse solo peggiorando la situazione- Uccidimi come hai fatto con Milah... lei non ti ha mai amato!! E tu non potevi sopportarlo...

-Non ha mai amato neanche te, povero idiota...-  gli disse il signor Gold, in tono sommesso, un misto tra ira  e compassione per le sue illusioni - ...Milah era incapace di amare qualcuno che non fosse sè stessa. Oh, non nego che fosse molto abile a catturare l'attenzione degli uomini...e a fare credere loro di amarli. In fondo sono stato il primo a cascarci. Ma alla fine ho capito che ha sempre pensato solo a sè stessa, perfino  a suo figlio ha dedicato solo il tempo necessario perchè nel paese non si potesse dire che fosse una cattiva madre, ma anche in quel caso ad interessarle era solo la sua reputazione...

- Milah...aveva un figlio?- rantolò Hook.

-Nostro figlio- precisò l'altro- scommetto che non ti ha mai parlato di lui, non è vero? Lo ha abbandonato, come ha sempre fatto con tutti quelli di cui non aveva più bisogno. E tu hai sprecato la tua vita per vendicare la memoria di una donna che non è mai esistita.

A quelle parole seguì un cupo borbottio... all'improvviso il pavimento cominciò a scricchiolare, dalle crepe cominciò a fuoriuscire acqua marina che preso invase completamente la sala strabordando sulle pareti e rovesciando i mobili. Da essa emerse la sagoma di una donna avvolta da stracci putridi, come se le parole del signor Gold avessero evocato la sua malefica presenza.

-Mio caro Rumpel...- squittì la voce sdolcinata di Milah - ...dopo tutto questo tempo, le tue parole mi spezzerebbero il cuore... se me ne avessi lasciato uno.

-Tu, maledetta...- Alice stava per farsi avanti per affrontarla ma Raven la trattenne.

Era un'avversaria  troppo pericolosa da fronteggiare senza l'aiuto della magia, di cui erano entrambe al momento sprovviste. Al contrario il signor Gold non vedeva l'ora di regolare i conti con lei, al punto di lasciare andare il povero Hook per concentrarsi totalmente sulla sua nuova preda.

E questa volta si sarebbe assicurato che morisse una volta per tutte.


-Che cosa... Cosa mi sta succedendo?- domandò Ravenna confusa, mentre al termine del loro discorso cercava di alzarsi dal proprio scranno per andarsene - non riesco a muovermi...

Lo sguardo della regina incontrò quello altrettanto sconcertato della principessa Aurora, che come lei non aveva la più pallida idea di che cosa stesse succedendo, Hook al contrario si fece avanti spavaldo.

-Non te la caverai con così poco, strega- affermò compiaciuto, giungendo di fronte a lei , più vicino di quanto ella gli avrebbe mai permesso- Sapevo che ti saresti nascosta dietro le tue solite menzogne per evitare di collaborare...ma sono stato previdente. Lo scranno sul quale ti trovi l'ho ricoperto di un rarissimo inchiostro che ho trovato ai confini dei più remoti oceani, un inchiostro talmente potente da riuscire a paralizzare qualsiasi creatura magica indifferentemente dai poteri che possiede...quindi  non te ne vai proprio da nessuna parte, dolcezza.

-Mi avete ingannata...- ringhiò Ravenna, ormai consapevole di trovarsi in trappola.

-No!Io non ne sapevo niente , lo giuro!- protestò Aurora- Killian, per l'amor del cielo, che cosa significa tutto questo?

Ma ormai lui non la stava più a sentire, non ora che aveva finalmente occasione di apprendere come sconfiggere il suo odiato nemico.

-Tu mi dirai dove si trova Rumpelstiltskin e come posso ucciderlo ...ti conviene collaborare se non vuoi che questo bel faccino diventi ben lungi dall'essere ancora il più bello del reame- il pirata concluse quella minaccia avvicinando pericolosamente l'uncino al viso di lei.

Ravenna sia trovava ancora una volta completamente impotente alla mercé di un uomo che poteva fare di lei quello che voleva... il solo pensiero era insopportabile. Come aveva potuto essere così stupida da farsi quasi convincere da Philip a rinunciare ai suoi poteri, se la sua magia era la sola cosa che potesse difenderla da un mondo dove individui crudeli e prevaricatori non esitavano a minacciare le donne indifese?!

-Tu non farai niente del genere- si mise in mezzo Aurora.

-Spostati- le intimò il pirata- l'effetto dell'inchiostro non durerà ancora per molto... devo assolutamente ottenere da lei le informazioni che voglio. Non capisci Aurora? E' la mia occasione! Potrò finalmente ottenere...

-...la vendetta a  cui mi avevi promesso di aver rinunciato- concluse lei al suo posto, l'amarezza la delusione ben riconoscibili nella sua voce.

-Amore, ti prego... non puoi capire...

-Capisco fin troppo bene invece- ribattè Aurora- Capisco che sei un bugiardo Killian Jones... capisco che non puoi davvero amarmi come dici se il tuo cuore sanguina ancora per quella donna che vuoi tanto vendicare.

Tra i due passò uno sguardo indecifrabile a metà tra quello implorante di lui e quello ferito di lei. Nel mentre l'incantesimo che legava Ravenna perse il suo effetto e la strega potè scomparire in una miriade di piume nere di corvo, non prima di aver lasciato l'oro un'ultima oscura minaccia.

-Pazzi! Avreste dovuto uccidermi quando potevate... ma vi giuro che quando la Maledizione di Rumpelstiltskin ci colpirà, allora troverò il modo di vendicarmi anche di voi due miserabili... rinunciare al mio potere? Non lo farò mai! Piuttosto darò a questo mondo corrotto la regina oscura che si merita!!

 

 


 

Dear Lady Andromeda: My dear!^^E' esattamente come avevi previsto, non che l'intruglio di Milah gli abbia fatto dimenticare Aurora, ma piuttosto ha confuso parecchio le idee al povero Hook... sperando che nel prossimo capitolo si riprenda, visto che ormai la rivelazione di Rumpel dovrebbe avergli un po' aperto gli occhi al di là dell'incantesimo. Ormai sono partita per la tangente tragica della storia, quindi sto cercando di inserire anche qualche momento comico nei capitoli, giusto per renderli meno pesanti...XD Spero di esserci almeno in parte riuscita, mi perdonerai qualche esagerazione tanto per divertirsi...ma anche al tragico c'è un limite, poveri personaggi!Li sto maltrattando un po' troppo ultimamente, devo sbrigarmi ad inventarmi un lieto fine per tutti...un bacione cara!!A presto!!XD


Dear July: Carissima, ma è sempre un piacere sentirti!Anche io ho un mucchio di cose da fare e riesco ad aggiornare meno di quanto vorrei, ma in qualche modo ce la farò non temere, tanto più che la storia volge quasi al suo termine...nei capitoli che mi restano a disposizione sto cercando di farci rientrare tutte le mie favole preferite e tutte le citazioni dei film Disney che mi vengono in mente!^^ Intanto sono riuscita a inserire tutte le battute di 'Biancaneve e il Cacciatore' che mi ero prefissa riguardo a Ravenna, con quest'ultimo capitolo. Eh, si , dopo anni di maltrattamenti si sta prendendo la sua meritata rivincita!E non solo....bè, staremo a vedere se riuscirò a realizzare quello che ho in mente.... Grazie ancora per il tuo sostegno, un bacione...a presto!^^


 

 

 

 

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