La Guerra in tutte le lingue del mondo.

di Karyon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indice ***
Capitolo 2: *** 1453 - La caduta di Costantinopoli ***
Capitolo 3: *** 1492 - La reconquista della Spagna ***



Capitolo 1
*** Indice ***


  • 1492 La reconquista della Spagna – Spagna/Impero berbero-arabo.

Sapeva che lui stava pagando per una Storia che non era la sua.
(Sentimentale, introspettiva, triste). 
«Cosa c'è di più immortale dell'amore e della guerra?»
Gilbert Keith Chesterton – giornalista inglese


«La guerra cammina, cammina.
Dopo aver girato per l'Africa, i Balcani, la Russia, la Scandinavia, la Francia era arrivata anche in Friuli e, adesso, Dio solo sapeva cosa sarebbe successo.
La guerra era come la grandine, che girava a capriccio, e a chi toccava toccava».
Carlo Sgorlon – scrittore italiano

 

«Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria».
Sun Tzu – Generale cinese

 

«Quando gli elefanti combattono è sempre l'erba a rimanere schiacciata. 
Proverbio anonimo Africano

 

La guerra in tutte le lingue del Mondo

 

«L'inizio di ogni guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai che cosa possa esserci nascosto nel buio».
Adolf Hitler


Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono durante una guerra.
Otto von Bismarck – politico tedesco


«Preparare la guerra è l'unico modo per mantenere la pace».
George Washington – Presidente degli Stati Uniti d’America

 

La rivoluzione è una grande distruttrice di uomini e di caratteri. Consuma i valorosi e annienta i meno forti. Lev Tolstoj – politico russo

 

«Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra». 
Voltaire – filosofo francese


 


Indice

  • 1453 Caduta di Costantinopoli – Impero Ottomano/Antica Grecia

    «Questa è la mia terra, è ricca di una storia di cui tu puoi intravedere un mero spiraglio.
    Non lascerò che i tuoi uomini la distruggano».

    (Malinconia, guerra, sentimentale - Death character!)
     

  • 1492 La reconquista della Spagna – Spagna/Impero berbero-arabo.
Sapeva che lui stava pagando per una Storia che non era la sua.
(Sentimentale, introspettiva, triste). 

 

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Capitolo 2
*** 1453 - La caduta di Costantinopoli ***


Modern Age

 

1453 – Città di Costantinopoli

Quel giorno le fiamme, anche se a malapena carezzate dal mite vento del sud, furono talmente alte da sfiorare la volta celeste e così roventi da sciogliere in un solo battito di ciglia un impero durato mille anni.

Quando tutti quegli uomini dalla pelle bruciata dal sole e le espressioni feroci abbatterono le solide porte della città quasi non poteva crederci. Lei lo sapeva da tempo che qualcosa sarebbe accaduto, lei conosceva l'oscura minaccia che si allargava da Est come un acido corrosivo pronto a distruggere ogni cosa. Chiudendo gli occhi, le era ancora possibile rivedere quello sguardo profondo e scuro come una notte senza luna, mentre quel ghigno affilato sul visto olivastro la faceva rabbrividire ogni volta.
Sadiq era potente ed era insaziabile.
Avevano combattuto a lungo, anno dopo anno, per una sopravvivenza che lei cercava di proteggere a ogni costo. Soffriva da tempo, la sua povera terra dilaniata da lotte interne, ma non avrebbe mai permesso a nessuno di distruggerla; non ci era riuscito Romano, no ci sarebbe riuscito lui.
«Eccomi, mia signora, sono tornato come avevo promesso» fece Sadiq, inchinandosi.
Gli occhi incorniciati dall'inquietante maschera bianca, rilucevano di un'emozione che lui stesso fingeva di non provare: eccola, Atena, fiera come la divinità di cui portava il nome, bella come il sole che baciava quel giorno di conquista.
«Torna da dove sei venuto, non c'è niente per te qui» ribatté lei, furiosa.
Una sottile ruga le increspava la pelle dalle sfumature del bronzo, mentre gli occhi azzurri si accigliavano nel tentativo di arginare la rabbia. Indossava solo una lunga tunica anch'essa azzurra, leggera come un sogno.
Sadiq pensava che forse era vero che l'antica Grecia era stata la patria di ogni bellezza.
«Ci sei tu» si limitò a dire, con la sua voce forte e sicura mentre lei tremava.
Atena sapeva cosa voleva, ma sapeva anche che non sarebbe mai sopravvissuta al dissolvimento della propria storia con la Sublime Porta. Sarebbe morta piuttosto.
«Dovrai uccidermi, arabo» fece, scrollando la lunga chioma castana con stizza; si spostò di qualche passo ad accarezzare un'anfora di ceramica, memoria di un passato ormai sconfitto, e mormorò «Questa è la mia terra, è ricca di una storia di cui tu puoi intravedere un mero spiraglio. Non lascerò che i tuoi uomini la distruggano».
Sadiq la guardò per un attimo in silenzio, poi si sfilò la maschera dal viso con un sospiro.
Atena si rese conto che era la prima volta che lo vedeva senza, la prima volta dopo anni.
Era bello.
Aveva qualcosa, nei lineamenti duri della mascella, nella forma degli occhi, di selvaggio; e la sua pelle gli ricordava la kalamata più dolce.... chissà se era morbida come sembrava?
Atena sorrise internamente, per un istante, pensando a come sarebbe stato tutto diverso se... gli uomini della sua terra parlavano sempre di fare la guerra per trovare la pace, ma la verità era che la pace non esisteva, non nel cuore dell'umanità.
«Vieni con me. Qui tra poco non resterà più nulla» fece Sadiq, sentendo improvvisamente tutto il peso della propria vecchiaia.
Lui non poteva fare nulla per fermare l'assedio, né voleva; non gli interessava niente di conquiste, di imperi, di distruzioni, voleva lei. E lei sola.
Tuttavia sapeva che non sarebbe riuscito a convincerla, perché indomita era la spada che brandiva con mani tanto delicate. Conosceva la sua forza, era per quello che l'amava.
Atena gli sorrise un'ultima volta, poi sguainò il coltello dalla cintura dorata che le cingeva la vita.
Sadiq fece un passo indietro, mentre voci arabe già si sollevavano dai cortili devastati, a scandire gli ultimi rimasugli di tempo di un impero.
«Non farlo».
«Non ho altra scelta».
Un sussurro e gli si avventò contro, con un fendente profondo che gli squarciò la divisa su un fianco. Erano così vicini da sfiorarsi, ma la sua anima stava già andando chissà dove.
Per un solo istante, Sadiq ebbe freddo, poi sentì il bruciore salirgli su per un braccio e il sangue bagnare il pavimento intarsiato. «Fermati...» ripeté, ma lei non ascoltava: posseduta da uno spirito che era a metà tra la furia cieca e l'infinita tristezza, continuava ad affondare la lama cercando di colpire più parti possibili di quel corpo che, lui non lo sapeva, ma aveva tanto amato a distanza.
Uno, due, tre volte la schivò, continuando a fissarla in quegli occhi di ghiaccio fuso; piangeva Atena, piangeva tutte le sue lacrime mentre cercava di colpire il suo più grande nemico.
Fu per istinto, un ultimo fatale istinto, che lui sguainò la scimitarra quando fu con le spalle al muro.
«Ah...»
Si accorse del suo sangue che gli imbrattava le mani solo dopo e cacciò un urlo disperato.
«Atena!» La afferrò per accompagnare la caduta e si accasciò su di lei, mentre la vista gli si annebbiava. Sadiq non piangeva mai ma, quella volta, dovette farsi una violenza inaudita per non lasciare lì la sua anima, insieme alle lacrime.
«Parlami, ti prego...»
Atena gli sorrise, alzando una mano ad accarezzargli il viso «Non angustiarti, hai fatto la cosa giusta...»
Sadiq scosse la testa ripetutamente, ma lei lo fermò con un gesto deciso «Ti prego, tratta bene la mia terra e io rivivrò con lei» sussurrò, prima di morire.
Sadiq non poté dire successivamente quanto tempo rimase accanto al suo corpo, ma ricordava che la città si era lentamente svuotata dalle voci che la riempivano, fino a lasciare solo il nulla.


Note autrice:
Aloha, gente hetaliana! Ho sempre pensato di introdurmi in pianta un po' più stabile in questo fandom, ma le varie idee che ho avuto erano seriamente impossibili. Questa è arrivata un giorno che mi annoiavo a lavoro, quindi non credo sia molto meglio :D
Il mio intento è descrivere di guerra e amore in varie epoche della storia, da quella moderna a quella contemporanea e ritorno. Forse ci piazzerò un po' di storia antica e medievale, ma non ne sono sicura.
Avverto già da ora che, sebbene ce ne saranno (forse) di leggere, la maggior parte varieranno dall'angst, alla malinconia, alla depressione, quindi preparatevi! XD Ci saranno morti, battaglie e distruzioni varie. La raccolta è disomogenea, quindi modificherò l'indice a ogni pubblicazione.
Ah, ed essendo io una storica e quindi una rompipalle di professione, le note storiche saranno circa il doppio delle storie stesse. Me ne dispiaccio molto. Vado da un terapeuta apposta per migliorare.
Detto ciò, la storia:
Qui iniziamo con Sadiq e Atena, o meglio: Impero Ottomano e Impero Bizantino.
Io non seguo Hetalia da una vita, quindi non ho idea se Antica Grecia esista o meno. Ho letto in giro che il personaggio di Antica Grecia è anche Impero Bizantino (sebbene io all'inizio avevo pensato più a una specie di sorella/fratello di Roma) e che Sadiq, pur essendo Turchia, è anche Impero Ottomano. Tutto ciò è molto strano, ma se l'autore dice così... se ne sapete qualcosa in più, illuminatemi!
Comunque io ho preferito crearmi un personaggi mio: Atena, ovviamente come la Dea della saggezza e odierno centro dell'intera Grecia. In greco sarebbe più Athìna, ma non mi piaceva. Ho voluto farla orgogliosa, malinconica e forte, come sono in effetti i greci (quei pochi che conosco).
Sadiq, invece, so che esiste però non ho idea di che carattere abbia. Ho letto, sempre da qualche parte, che prova qualcosa per Antica Grecia, quindi ho sfruttato la cosa. Ovviamente in realtà lei odierebbe Sadiq, ma essere vicini per tanto tempo può aver fatto nascere qualcosa.
La data segna la caduta di Costantinopoli ed è uno degli eventi che gli storici considerano come inizio dell'Età Moderna (insieme alla scoperta dell'America e alla cacciata degli arabi dalla Spagna). Non in Italia comunque, se ve lo stavate chiedendo.
La frase che dice Atena (gli uomini della sua terra...” è legata al fatto che moltissimi filosofi greci parlavano della pace in questi termini: “Per avere la pace, bisogna preparare la guerra”(Aristotele).
Quindi mi sembrava bello inserirlo.
La kalamata è un tipo di oliva, famoso in Grecia: è scura con venature rossastre. I turchi non sono propriamente scuri, ma è anche vero che l'Impero Ottomano non comprendeva solo la Turchia quindi Sadiq un po' scuretto ce lo vedo.
Gli aforismi iniziali sono tutti legati alla guerra e provengono da varie nazionalità, ovviamente non potevo metterle tutte. Ce ne sono due tedesche perché devo ammettere che inizialmente avevo inserito solo quella di Hitler che come frase in sé mi piace: è inquietante e oscura al punto giusto. Però poi mi sono resa conto che poteva anche offendere (del tipo: come se di tedesco ci fossero solo i nazisti), quindi ho inserito il grande Von Bismark per pareggiare.
Non ho per ora inserito avvertimenti molto forti, ma potrebbero capitare. In questo caso avviserò a inizio capitolo.
Bon basta, è un papiro.
Scusatemi, sul serio. Spero vi piaccia!
Alla prossima! :)

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Capitolo 3
*** 1492 - La reconquista della Spagna ***


1492 – La reconquista della Spagna


Occhi scuri e penetranti come dure pietre preziose lo ferivano più di mille spade.
Anche da quella distanza, Antonio poteva avvertire la malinconia che sembrava strisciare sulla pelle e sotto di essa, addensandosi nella stanza come un profumo troppo forte.
Sapeva che lui stava pagando per una Storia che non era la sua.
In un altro tempo, in un altro luogo se ne sarebbe dispiaciuto; tuttavia erano secoli che aspettava quel momento. La sua terra, tutta, unita come mai prima di allora.
La felicità era iniziata come una sorta di leggero ronzio, lì alla base dello stomaco, per espandersi tra i muscoli sotto-forma di energia, accrescendosi fino a esplodere. Tutto il suo mondo ne era stato contagiato e quel giorno, il 3 Marzo del 1492 sussurrò leggermente, assaporando quei numeri sulla lingua, la reconquista era finalmente giunta al termine.
E quell'uomo - il fisico asciutto del lottatore, la pelle della consistenza del cuoio, gli occhi scuri dell'Africa nera, capace di resistere all'infinitezza di mille deserti – restava l'ultimo baluardo di una vita incompleta, l'ultima roccaforte di un mondo tanto vicino e così distante.
«Finalmente ce l'hai fatta» fece, con voce roca, continuando a fissarlo.
Marik era sempre stato un guerriero indomito, un cavaliere della sabbia con la forza di mille leoni;
aveva conquistato gran parte della sua terra sette secoli prima e avevano vissuto insieme per quasi un millennio. Nonostante tutto, nonostante la sua volontà, ancora non riusciva a crederci che avrebbe dovuti dirgli addio.
«Mi dispiace» fece Antonio, ricacciando le lacrime. Lo conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe sopportato di vederlo così debole.
Marik Nusayr sorrise quasi timidamente, quando scosse la testa «Non è vero, tu sei felice. Si vede».
Antonio fece un timoroso passo in avanti, poi due, poi tre e – senza neanche rendersi conto – lo abbracciò, mentre l'inutile spada che gli avevano consigliato di tenere per proteggersi cadde con un tintinnio. Marik rimase rigido e composto per un istante, poi si abbandonò tra le braccia di quello che era stato un compagno di vita «Sei stato bravo in battaglia. Sono orgoglioso di te».
Antonio cominciò a piangere, perché tanto sapeva di non potergli nascondere nulla «Solo fortuna, sei sempre stato più forte di me...»
L'altro rise con la sua risata profonda «Magari un tempo... ora ti meriti di stare solo, Antonio. Sappi che, anche se è iniziato tutto con una guerra, io ti ho amato davvero».
Lo spagnolo si staccò da lui per fissarlo, come per cercare una traccia di falsità nelle sue parole. Tuttavia sapeva che non le avrebbe trovate, perché Marik era un selvaggio e un nomade, ma la falsità non faceva parte di lui «Ti amo anch'io» replicò serio come non mai.
Le pressioni delle altre nazioni, il suo popolo, le guerre... tutto aveva giocato contro di loro e lui sapeva che quello era un fardello che aveva dovuto portare; però sapeva anche che non poteva dimenticare tutti i pomeriggi assolati a parlare di arte e architettura, tutte le nozioni che aveva imparato, tutte le risate... non poteva impedire alla propria mente di correre agli sconfinati paesaggi di sabbia e cielo, all'incredibile neve dell'entroterra, al sole arrogante dei territori berberi, alle vesti colorate e luminose. Aveva amato quelle terre e lo avrebbe fatto per sempre.
Così come avrebbe per sempre amato lui, anche se le loro armi si erano incrociate a Granada in una guerra che non avrebbe voluto.
Antonio lo guardò mentre si tergeva il sangue delle ferite «Resta con me» disse, senza riuscire a trattenersi. La richiesta rimase ad aleggiare nel silenzio della sala, mentre Marik lo osservava con aria guardinga «Non posso».
«Sì che puoi!» Esclamò di rimando Antonio.
L'altro sospirò «Mi hai appena sconfitto in guerra, mi hai appena cacciato dalla Spagna... cosa dirà la tua gente? Sii ragionevole».
Antonio scrollò la testa e lo prese per i polsi «Voglio che qualcosa di te rimanga, non voglio dimenticarti per sempre!» Esclamò, mentre le lacrime gli fuggivano via dagli occhi senza che potesse farci nulla. Lui era il salvatore della Cristianità, aveva cacciato via l'ultimo rimasuglio arabo del loro continente, lui era il baluardo della giustizia... ma cosa poteva importargli della gloria se avrebbe avuto freddo ogni notte? La gloria non scaldava come il sole delle terre arabe, la gloria non lo rendeva felice come gli occhi di Marik su di sé.
«Resta, ti prego... inventerò qualcosa, vedrai, e nessuno si lamenterà...»
Marik sorrise. Quel bacio fu la cosa più straziante e dolce del mondo.


Ma un anno dopo, quando il sole si abbandonò sul profilo stanco delle montagne tirandosi con sé la notte, Antonio lo vide sparire nel mare come un'illusione.
Tornò a quelle terre tanto vicine eppure tanto distanti e non lo vide mai più.




Note autore:
Oddio, ma la depressione!
Sono sicura che l'intera raccolta sarà una roba straziante, quindi mi rassegno e dovreste farlo pure voi.
Allora, qui è un altro casino: come detto in precedenza, la reconquista è uno degli eventi che segna l'inizio dell'epoca moderna quindi dovevo inserirlo. In un'altra mia storia, avevo parlato di Sadiq (più per pigrizia che per altro) ma, studiandoci su, devo sottolineare che Turchia e Impero Ottomano non c'entrano una cippalippa con gli arabi di Spagna. Sappiamo già che l'autore non si preoccupa tanto dei paesi arabi e che, comunque, l'epoca moderna è un gran casino visto che i confini sono ancora molto labili e mutevoli. Quindi, per forza di cose, molti OC saranno inventati di sana pianta e potrebbero pure essere contraddittori.
In questo caso, parlo impropriamente di Impero berbero-arabo, perché i popoli berberi (che governavano su Marocco, Tunisia, Algeria e Libia) si fonderanno e uniranno spesso con i Mori della Mauritania e gli arabi di gran parte dell'Africa, quindi non è possibile creare qualcosa di stabile. Ho considerato questo nuovo personaggio come una specie di antenato di quelli che sarebbero personaggi come, appunto, Marocco Tunisia Libia e Algeria, mentre l'Egitto venne conquistato dall'impero Ottomano che comunque aveva ottimi rapporti con il mondo arabo.
Quindi gli arabi di Spagna non sono propriamente solo i berberi, ma neanche solo arabi o, addirittura, turchi. Un casino xD
Spero che vi piaccia comunque il nuovo personaggio che per aspetto somiglia ovviamente a un maghrebino e per carattere, beh, alle popolazioni berbere dell'epoca.
All'inizio doveva essere un rapporto di odio, ma mi sono messa nei panni di due che vivono insieme da 700 anni; dubito che il loro rapporto potesse essere descritto solo con l'odio.
Allora, la conquista araba partì dal 711, in Spagna c'erano i visigoti. La conquista partì dal governatore
Musa Ibn Nusayr (da qui il cognome del personaggio), ma fu attuata praticamente da Tarif Ibn Malik (e da qui il nome). Il finale allude al destino dell'ultimo sovrano arabo: gli fu concesso di restare signore di una piccola parte della Spagna, ma l'anno successivo egli decise di ritronare in Marocco per sempre.
Basta, ho smesso di essere noiosa. Nel caso le note storiche siano troppe o troppo pesanti fatemelo sapere, davvero.
Ho già aggiornato l'indice con la storia successiva. Alla prossima!


 

 

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