Il “dovere” è una delle maledizioni con cui un Principe è stato battezzato.

di LilyOok_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il “dovere” è una delle maledizioni con cui un Principe è stato battezzato. ***
Capitolo 2: *** Edren ***
Capitolo 3: *** “Giuro sul mio onore di Principe dei Nani, che non permetterò più a niente o nessuno di frapporsi tra noi.” ***
Capitolo 4: *** Verso Erebor. ***
Capitolo 5: *** "Loro mi hanno protetto, io non ho saputo fare lo stesso." ***
Capitolo 6: *** “Tutto accade per un motivo, ma solo Mahal sa quel’è.” ***



Capitolo 1
*** Il “dovere” è una delle maledizioni con cui un Principe è stato battezzato. ***


Il “dovere” è una delle maledizioni con cui un Principe è stato battezzato.

 

Aggirandosi per la Montagna, capitava molto spesso di incontrare Nani e Nane, a volte anche Nanetti, che di fronte a lui chinavano rispettosamente il capo, sorridevano e solo dopo proseguivano per la loro strada.

Ogni volta, Thorin si mostrava fiero e camminava con compostezza, rispondendo ai saluti del suo popolo, orgoglioso di farne parte, di esserne il legittimo sovrano.

Come tale, però, sapeva bene che gli sarebbe spettato un matrimonio di convenienza, sicuramente con qualche Nana dei Colli Ferrosi. Non che il Principe in questione avrebbe obiettato. Sapeva bene che per governare giustamente e mantenere buoni rapporti con i popoli vicini – Nani, Uomini o Elfi che fossero – avrebbe dovuto accettare degli accordi e mantenerne saldi dei precedenti.

Non era un problema, assolutamente no. Era stato educato fin da piccolo ai grandi discorsi e a come un Re deve comportarsi ma anche al combattimento e al saper utilizzare la giustizia in modo adeguato ad ogni situazione.

Fin da piccolo, gli era stata messa in testa la storia del matrimonio di convenienza. "Un Re non può scegliere chi amare, il matrimonio è un alleanza e porta ad avere dei vantaggi. E chissà, a volte porta anche l'amore, ma questo, figlio mio, avviene in rare occasioni purtroppo."

Thràin, suo padre, gli ripeteva tutte le sere quella che oramai a Thorin sembrava esser diventata una filastrocca. Ma che lo era oppure no, lo avrebbe fatto. Per il bene del regno e del suo popolo.

O almeno era di questa convinzione fino a quando, aggirandosi appunto per la Montagna, aveva notato la presenza di una Nana. Questa, come tutti del resto, mostrava riverenza per il Principe, ma egli aveva notato come, passato oltre, lo sguardo timido della giovane rimaneva posato sulla sua figura.

E Thorin – che prima di essere un Principe era un Nano – non aveva non notato come gli occhi della Nana sembrassero due smeraldi, i più luminosi che avesse mai visto, come i suoi capelli chiari sembrassero risplendere nella penombra di Erebor e come il suo corpo, per nulla in carne come invece lo era gran parte del gentil sesso nanico, la facesse sembrare alta e slanciata. I suoi vestiti poi, mettevano in evidenza le forme perfettamente proporzionate.

Era bella, bella da morire.

"Qual’è il vostro nome?" Le chiese Thorin un giorno. Mentre entrava nei giardini sotterranei l'aveva scorta da lontano e le era andato incontro. Lei, che nel suo sguardo innocente e timido lasciava intravedere una luce speranzosa, era arrossita lievemente, chinando subito il capo in segno di rispetto. Solo dopo aver colto la sua domanda aveva rialzato la testa e incontrato i suoi occhi.

"Edren, mio Signore." Rispose, abbozzando un sorriso. Il suo cuore batteva così forte da farle temere che Thorin potesse sentirlo.

"Edren... È un bel nome." Disse Thorin, sorridendole. La ragazza ebbe un tuffo al cuore, quando gli occhi del suo Principe incontrarono nuovamente i suoi.

Erano così belli e... caldi. La gente amava quel Nano nonostante si dicesse che il suo sguardo era come ghiaccio e il suo tono sempre altero e imperioso. Ma a Edren, ciò che le parve di vedere era tutto il contrario.

"Vi ringrazio, mio Signore." Il leggero rossore sulle sue gote si era ora accentuato. Thorin poteva notare benissimo l'imbarazzo della giovane Nana che, con la frase successiva, si accentuò ancora di più.

"Vi andrebbe di camminare?" Quella proposta, il braccio teso del suo Principe e il mare di emozioni che la colsero, le impedirono di dar voce alla sua risposta. Si limitò ad annuire col capo, accettando il braccio di Thorin e iniziando a passeggiare con lui.

 

 

Si incontrarono ancora e ancora, acquistarono pian piano confidenza l'uno dell'altra e viceversa – tanto che Edren divenne più sicura di se – e col passare dei giorni, il loro interesse crebbe. Da parte di Thorin, c'era però sempre quell'aria di segretezza. Per quanto si fosse spinto oltre, la giovane lo vedeva rimanere sempre al suo posto, mai uno sgarro. E i mesi passarono senza che accadesse nulla di significante.

Tra il popolo era cominciata a girare la voce di una presunta malattia che aveva colpito il loro Re attuale, Thròr, secondo cui il suo amore non era più rivolto al popolo ma ai suoi tesori.

E con questo, i due si incontravano sempre più di rado. Capitava che Edren se ne stava anche per ore ad aspettare il suo arrivo e che poi, rassegnata e intristita, se ne tornasse a casa con un vuoto nel petto.

 

 

Erano settimane ormai che la Nana non vedeva Thorin. Ma lo aveva aspettato, sempre. E finalmente, dopo quelli che le parvero secoli, eccolo che – a passo decisamente svelto – le andava incontro. Si ritrovò sorpreso di vederla lì.

"Vi ho aspettato, per tutto il tempo che non ci siamo visti io ho sperato di vedervi arrivare e ora finalmente eccovi qui." Gli disse la giovane, sorridendo apertamente.

"Edren, cosa pensi sui matrimoni di convenienza?" Le chiese lui con tono d'urgenza, il suo sguardo che celava una certa curiosità. Aveva lasciato il voi, sostituendolo con il tu. Lei fece lo stesso.

"Io... Credo solo che un Re – o un Principe – abbia dei doveri verso il suo popolo e quelli vicini." Rispose lei, abbastanza spiazzata dalla domanda. Ma le sue parole, se ne rese conto solo dopo averle pronunciate, erano la verità dei fatti, la verità secondo la quale la sua illusione era stata più grande di quella che poteva esser sembrata all'inizio.

Percepì gli angoli degli occhi pungerle ma si impose di non piangere, non di fronte a lui almeno.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, sentì dapprima le mani di Thorin sulle guance poi il suo viso che veniva alzato e le labbra di lui che si posavano dolcemente sulle sue.

Del tutto sorpresa da quel gesto, non rispose subito al bacio. E quando questo finì, i loro occhi si incontrarono ma Edren poté ben notare quanto il calore della prima volta in cui ci era sprofondata, era sostituito da tristezza, preoccupazione e, forse, anche paura.

"Tu hai ragione, un Principe come un Re, ha dei doveri da rispettare e decisioni difficili da prendere." Thorin fece una pausa, e alla sua voce si sostituì quella di lei.

"So cosa vuoi dirmi. Mi andrà bene. Però voglio che tu sappia una cosa, Thorin. Credo di essermi innamorata di te. Mentre ti aspettavo, l'ho capito, sai, che ti amo. Ti amo, Thorin. Ti amo." E dicendo questo, non senza imbarazzo, gli si gettò al collo. Lo baciò con trasporto, provando sensazioni che sapeva non sarebbero tornate. Bastò questo pensiero, per farle scendere delle lacrime e alcune di queste si infransero sulle mani del Principe dei Nani.

Quando si divisero, non ci furono parole d'addio o altro se non un solo sguardo ricolmo di dolore. Non le avrebbe spezzato ulteriormente il cuore sbattendole in faccia la verità, dicendole di averne parlato con suo padre e che questi non avrebbe mai e poi mai approvato un matrimonio tra lui e una popolana. Preferì andarsene senza fiatare, reprimendo il senso di disgusto che gli attanagliò le viscere.

Non si voltò nemmeno una volta, seppur sentiva, come quando passava nei corridoi della Montagna tempo prima, il suo sguardo bruciargli sulla schiena.

Non si voltò nemmeno una vola, perché avrebbe significato tornare indietro, tornare da lei e, di conseguenza, ferirla ancora di più.

Il “dovere”  è una delle maledizioni con cui un Principe è stato battezzato. 

 

 

 

 

 

-Angolino autrice-
Buon pomeriggio cari lettori :)
Sono tornata, mi mancava scrivere e ora ecco rimediato ;)
Innanzi tutto ci tengo a precisare che il titolo trae ispirazione dalla frase di Georg Büchner "Il 'deve' è una delle maledizioni con cui l'uomo è stato battezzato." 
Detto ciò, che ve ne pare? Aspetto le vostre recensioni, che siano positive o negative, no problem.

 Un bacione a tutti e grazie di essere passati.

 LilyOok_

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Capitolo 2
*** Edren ***


2. Edren.


 

Tutto ciò che riusciva a sentire mentre correva, erano le grida del suo popolo che fuggiva. Smaug era arrivato.

Riuscì ad arrivare appena in tempo nella Sala del Trono. Come sospettava, suo nonno era là e, se non fosse stato per lui, si sarebbe gettato in mezzo al Tesoro - con il Drago che vi infuriava all'interno - per recuperare l'Arkengemma che gli era sfuggita di mano.

Una volta fuori dalla Montagna, anche Thròr si unì alla massa di Nani che in ogni modo cercava di allontanarsi da Erebor. Di allontanarsi dalle fiamme del Drago.

Ma lui no. Nella sua mente, il volto di lei era ancora vivido, nonostante fossero passati diversi anni dall'ultima volta che l'aveva vista. Le sue labbra morbide, poteva ancora sentirle sulle sue in quel bacio disperato che come ultimo aveva sancito il loro definitivo allontanamento. Ah, se non fosse stato il Principe...

Tornò dentro. Non gli era parso di vederla ma sperava nel profondo del suo cuore che fosse già uscita e in salvo.

Edren.

Quel nome era capace di scatenare in lui un mare di emozioni così intense da annebbiargli la mente. Nonostante suo padre gli avesse categoricamente vietato anche solo di vederla, non aveva mai smesso di pensare a lei e a come i suoi occhi erano lucidi quando, voltandosi per andarsene e non tornare, erano rimasti fissi sulla sua schiena.

Aveva fatto un errore ad avvicinarla, avrebbe dovuto sapere che prima o poi le avrebbe spezzato il cuore. Era stato egoista, la sola ed unica volta che Thorin Scudodiquercia aveva seguito il suo cuore, era stato egoista verso quello di lei.

Gli incontri con la futura sposa dei Colli Ferrosi erano stati un disastro e Thràin lo aveva sempre rimproverato. "Toglitela dalla testa. Lei non potrà mai essere tua. Il tuo sangue ti implica di seguire una strada diversa, una strada che lei, per ciò che è, non può seguire."

Come lo odiava in quei momenti. Se non fosse stato suo padre, avrebbe estratto la spada e gli avrebbe tagliato la testa. 

 



Correva, correva a perdifiato. Doveva andare da lei, trovarla, portarla al sicuro.

Quando una maceria gli bloccò il passaggio, tutte le sue difese caddero.

Gridò il suo nome, cercò di spostare il grande masso - senza successo - mentre i più cupi pensieri si impossessavano di lui.

Quando sentì una presa robusta sulle sue spalle trascinarlo via, ebbe l'istinto di ribellarsi, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Dwalin, sentì il guerriero pronunciare l’unica frase che avrebbe preferito non sentire mai.

"Non c'è più niente da fare." Quelle parole ebbero il potere di farlo crollare.

"No." Disse, cercando ancora di divincolarsi.

"Thorin, non essere sciocco! Vieni via!" A costo di trascinarlo - perché alla fine, è ciò che fece - Dwalin riuscì a portarlo fuori, e ad allontanarlo dal pericolo.

 

 

Nonostante fossero arrivati gli Elfi, nessun aiuto venne dato ai Nani, che si ritrovarono senza una casa, senza una meta.

Viaggiarono per molto tempo e quando ormai ogni speranza di un ritorno ad una vita normale era svanita, trovarono un nuovo posto da chiamare casa. Le Montagne Azzurre. Ma nessuno dei Nani che vi si era stabilito si sentiva davvero a casa.

Lunghi furono gli anni passati nella nuova dimora. Ci furono aspre battaglie per la riconquista di alcuni dei loro possedimenti, come per le Miniere di Moria, dove trovarono la morte Frérin, fratello minore di Thorin, e Thròr e dove Thràin scomparve. Altre perdite che si aggiunsero a pesare come grandi massi sull'anima di Thorin Scudodiquercia.

E in quei lunghi anni, nella mente del Principe Esiliato, perfino il ricordo di colei che un tempo aveva rapito il suo cuore stava svanendo, così come la nebbia del mattino si dirada con l'avvenire del sole.

Più cercava di rimembrare il suo volto, più questo diveniva fugace al suo ricordo e la sua anima veniva ancor di più sgretolata. Se non fosse stato per sua sorella Dìs e per Dwalin e Balin, ne era certo, di lui non sarebbe rimasto che polvere.

Thorin non sorrideva più.

 

 

Un giorno, di ritorno dalla fucina, ebbe l'impressione di essere osservato. Fece finta di niente e continuò per la sua strada. Infondo, lui era il Principe, per lui essere osservato dagli altri non era una novità, per questo non si era voltato.

Una sola cosa ebbe il potere di farlo fermare, di fargli sgranare gli occhi, di farlo sorridere.

Quella voce...

"Thorin."

 

 

 

 

 

 

 

-Angolino autrice-

Buongiorno. Ok, alla fine mi avete convito a farci una Long, anche se in realtà sarà una raccolta di OneShot ;) perché a fare una Long proprio non ce la faccio, avrei dovuto metterci più cose nei capitoli e non saltare i pezzi così XD Spero comunque che anche così andrà bene :D

Comunque, riporto qui i ringraziamenti della OneShot e quindi di chi ha commentato il primo capitolo ovvero Lady of the sea, Punica, Yavannah, Eruanne, _Lucrezia97_ e Middle Eart. Grazie per il supporto, è solo grazie a voi se ora questa storia va avanti :) <3

Beh, che dire, sono stata buona? Infondo non è morta come tutte le altre XD (povero Thorin, l'ho distrutto accidenti D:)

Bene, detto ciò vi saluto, un bacio <3

Lily.


Ps: Per la morte di Frerin, ripeto, la versione che sento più volte è che ha perso la vita nella battaglia per la riconquista di Moria quindi per me è là che il povero Frerin muore u.u

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Capitolo 3
*** “Giuro sul mio onore di Principe dei Nani, che non permetterò più a niente o nessuno di frapporsi tra noi.” ***


3.“Giuro sul mio onore di Principe dei Nani, che non permetterò più a niente o nessuno di frapporsi tra noi.”


 

“Thorin.”

La voce con cui lo aveva chiamato era tremolante, sentiva le lacrime sgorgarle dagli occhi e infrangersi suoi vestiti.

Ogni singolo giorno da quando lo aveva visto andare via, lo aveva passato a pensare a lui. Si era chiusa in se stessa, niente le era sembrato più bello come prima.

Alla venuta del Drago, se non fosse stato per i suoi genitori, si sarebbe lasciata morire tra le fiamme in cui versava Erebor.

Durante la traversata verso le Montagne Azzurre, lei e la sua famiglia erano rimasti indietro. Sapeva che in testa alla fila c'era lui, ma sarebbe stato inutile andare sapendo che vane sarebbero state le parole. E poi, c'era la consapevolezza che avrebbe versato altre lacrime, seppur non ne aveva più.

Da quando si erano stabiliti nella nuova dimora, la voce che il Principe dei Nani lavorava alla fucina non era tardata ad arrivare anche alle sue orecchie, ma non aveva mai avuto il coraggio di andare da lui.

Fu un caso, quello di quel giorno.

 



“Edren, sei... viva.” Thorin, voltato verso di lei, la osservava con gli occhi sgranati. Non poteva crederci, era sopravvissuta all'attacco di Smaug ed era lì davanti a lui. Perché, nonostante fossero passati anni dal loro arrivo in quei luoghi, non l'aveva mai vista? Perché lei non era andata da lui?

La vide abbassare lo sguardo, voltare la testa. Stava piangendo.

Si avvicinò alla Nana, le prese le mani, ma poi la strinse a sé, non curandosi di essere sporco e sudato. Voleva solo sentire ancora la sua voce, vedere ancora i suoi occhi e bearsi di nuovo del sapore delle sue labbra.

“Ti credevo morta. Perché non sei venuta a cercarmi?” Le chiese, accarezzandole i capelli. Lasciò che si calmasse cullata dalle sue carezze.

“Che importanza avrebbe avuto il sapermi viva, se non possiamo stare insieme?” Rispose lei, stringendosi al Nano e affondando la testa nell’incavo del suo collo. Le era mancato così tanto... stringerlo, adesso, le sembrava un sogno.

“Credi davvero che non avrebbe avuto importanza? Hai lasciato che ti credessi morta ma, hai la minima idea di quanto sia stato in pena per questo?” Il modo con cui Thorin le parlò, lasciò ben trasparire la rabbia che in quel momento gli montò nel petto.

Ma la verità era un’altra. Non era rabbia la sua, ma paura. Paura che adesso che l’aveva ritrovata, potesse sfuggirgli nuovamente. Non voleva più separarsi da lei. Edren rappresentava la sua unica via d’uscita dal nero oblio in cui era caduto. Inoltre, gli era bastato rivederla perché in lui si riaccendesse la vecchia fiamma che agli inizi ardeva nel suo cuore, tornando a scaldarlo.

“Mi dispiace, ma il mio amore per te non è mai svanito, Thorin. Se c’è una cosa che so con certezza, è che tu sei colui al quale il mio cuore ha scelto di donarsi e io... io non posso fare altro starti lontana, se questo non vuol dire cadere a pezzi di fronte a un’illusione.” La voce di lei, dapprima a tono normale, si era ridotta ad un sussurro. Si era allontanata dal suo petto, ma aveva continuato a tenere gli occhi puntati a terra. Non aveva il coraggio di guardarlo in faccia. O forse ce lo aveva, ma sapeva cosa avrebbe comportato farlo.

“Edren, sarei ben lieto di accettare il tuo cuore.” Disse Thorin, prendendole il mento tra l’indice e il pollice e alzandole il capo. Finalmente poté rivedere i suoi occhi. Ah, com’erano belli. Ancor più luminosi di quanto la sua memoria gli permetteva di ricordare.

In un battito di ciglia fu sulle sue labbra. Saggiarne nuovamente la consistenza fu per lui come tornare indietro nel tempo, quando nei giardini di Erebor passeggiavano insieme, fra l’allegria e l’amore che passo passo nasceva tra di loro.

Edren gli accarezzò il viso e, una volta cessato il bacio, poggiò la sua fronte su quella di lui facendo sfiorare le punte dei loro nasi.

“Puoi promettermi che questa volta non mi lascerai?” Gli chiese, timorosa della risposta che poteva conseguire. Quando incontrò i suoi occhi, vi vide la risposta che, per altro, non tardò ad arrivare al suo orecchio.

“Giuro sul mio onore di Principe dei Nani, che non permetterò più a niente o nessuno di frapporsi tra noi.”

 

 

 

 

 

-Angolino autrice-

Buonasera, buonasera :D

Rieccomi con la terza OneShot di questa raccolta che, ci tengo a precisare, ho deciso di non far finire miseramente al terzo capitolo u.u 

Alloooooora :3 Vi ho soddisfatti? Lo spero, scrivere l'ultima parte è stato un parto! Mi ero abbastanza incartata ed ero finita in crisi XD fortuna che mi sono sbrigliata da quell'impiccio u.u

Beh, fatemi sapere voi che ne pensate. A me, sinceramente, piace e mi è piaciuto anche scriverlo!

Ringrazio come sempre le carissime Eruanne, Lady_Daffodil e Lady of the sea, per aver commentato il capitolo precedente. GRAZIE DI CUORE <3

Poi ringrazio Yavannah e _Lucrezia97_ per averla inserita nelle preferite, Middle Eart per averla inserita nelle ricordate e ___Lils___, sole a mezzanotte e Alcalime91 per averla inserita nelle seguite. Inoltre grazie anche ai tanti lettori silenti ;). Non sapete che immenso piacere è per me ;*

Ora vi lascio, spero di sentirvi numerosi :)

Lily.

 

 

Ps:

 

Diciamo che l'abbraccio tra i due era più o meno questo. 

Baci :*

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Capitolo 4
*** Verso Erebor. ***


4.Verso Erebor.

 


Finalmente aveva trovato un posto nella sua vita.

Thorin non ci mise molto a farla conoscere a sua sorella Dìs, la quale fino a quel momento era rimasta ignara dell'esistenza della Nana.

Le due, a dispetto di quello che lui credeva, strinsero subito un buon legame. Per Edren essere accettata dalla sorella di Thorin fu una vera gioia. Certo, i momenti in cui la Nana era arrabbiata - la maggior parte delle quali, a causa delle marachelle di Fili e Kili -, non si può dire che non incutesse timore neanche a Thorin in persona, ma per il resto era gentile. Era anche fiera e dagli atteggiamenti regali.

Sul suo viso però, si potevano ben notare i segni delle perdite subite e non si poteva negare che questi la invecchiavano. Come per Thorin che, nonostante aveva riacquistato vigore dopo il ritrovo di Edren, il peso di ciò che aveva passato in quegli anni gravava ancora su di lui.

 

 

Altri anni passarono, ma questa volta furono più lieti. I piccoli Fili e Kili crebbero in armonia, con Balin che gli faceva da maestro insegnandogli tutto ciò che c'era da sapere sulla cultura e le tradizioni dei Nani; Dwalin, con Thorin, si occupava dell'addestramento. Quest'ultimo rappresentava anche un padre per i due Nani, che avevano perso il loro poco dopo la nascita di Kili, ormai molto tempo prima.

"Saresti un ottimo padre." Si ritrovava a dirgli spesso Edren, sorridendogli. In risposta riceveva sempre uno sbuffo seguito da un mezzo sorriso.

Aulë solo sapeva quanto lei desiderasse dei figli, ma non si era mai azzardata a chiedere l'opinione di Thorin a riguardo.

Nel rapporto tra lei e il Nano non mancava certo l'intimità, ma lui non aveva riversato in lei il frutto del suo piacere nemmeno una volta.

Edren si ritrovava spesso a chiedersi se ci fosse un motivo in particolare per il quale Thorin non volesse avere figli. Mai aveva trovato una risposta alla sua domanda. Non ne comprendeva il motivo.

 

 

"Dìs, prenditi cura di lei."

Una volta che Fili e Kili ebbero raggiunto l'età adatta e la loro capacità di combattere fu stata perfezionata, per Thorin fu il momento di andare.

Oin aveva letto i presagi, e questi affermavano che era il momento giusto per partire alla riconquista di Erebor.

Per decenni Thorin Scudodiquercia aveva sognato questo momento e finalmente era arrivato. Ma questo voleva dire separarsi da Edren.

"Avevi giurato sul tuo onore che non mi avresti più lasciata!"

"Non ho scelta, devo andare. Ascoltami: quando avrò riconquistato Erebor, diventerò Re. E tu sarai la mia Regina. Potremo avere degli eredi e vivere il resto dei giorni che Mahal ci concederà insieme. Ma per avere tutto questo, è necessario che vada. Spetta a me uccidere il Drago." Le parole di Thorin le misero una gran paura nel cuore.

"E se non farai ritorno? Rimarrò sola, senza neanche un figlio tuo da poter abbracciare, da poter guardare in faccia e vedere nei suoi occhi il tuo riflesso..." Le ciglia della Nana riuscivano a mala pena a trattenere le lacrime.

Thorin non disse nulla. Si limitò ad abbracciarla, stringendola forte.

 

 

Una settimana dopo, tredici Nani partirono alla volta di Erebor, lasciando - chi ne aveva - mogli e figli, genitori e fratelli.

Nessuno di loro sapeva se avrebbero fatto ritorno. 


Nessuno di loro sapeva se sarebbero riusciti ad uccidere Smaug.


Ma nessuno di loro si tirò mai indietro, perché riconquistare la Montagna Solitaria avrebbe significato tornare a casa.

 

 

Passarono molte lune prima che Edren e Dìs ricevettero notizie dei loro cari. Sui loro volti, però, non si dipinse alcun sorriso.

 

 

 

 

 

-Angolino autrice.-

Buonsalve a tutti :D

Eccomi qui con la quarta OneShot... beh, ditemi vuoi se ho fatto un buon lavoro :)

Prima di lasciarvi però vorrei precisare alcune cose:

1. Siccome non mi ricordavo dov'è che faceva una brutta fine il marito di Dìs, cronologicamente parlando ho fatto in modo che Fili e Kili fossero nati dopo la battaglia di Azanulbizar (e quindi lui è morto in circostanze isteriose XD perché io non lo dico). Se non è corretto, abbiate pazienza u.u mi serviva così ;)

2. I rapporti 'intimi' tra Edren e Thorin sono sempre avvenuti nel modo descritto nella storia e nel prossimo capitolo spiegherò il perché. Nel frattempo non dimenticatevi i lassi di tempo che passano tra una cosa e un'altra :3

3. Qualunque errore di battitura, mi dispiace moltissimo. Come ho già detto a qualcuno di voi, scrivo i capitoli al cellulare e poi li posto dal pc. Rileggendoli, ma sapendo già che c'è scritto, vado spedita e alcuni errori possono sfuggirmi. Chiedo scusa >.<"

Come sempre ringrazio Eruanne, Yavannah, Punica, Middle Eart, Lady of the sea, ___Lils___, per le recensioni. Senza il vostro supporto non saprei come proseguire <3; un grazie di cuore va soprattutto a Yavannah che mi ha messa tra i suoi autori preferiti *w* quanta gioia mi dai :'); Ringrazio anche tutti coloro che la seguono-ricordano-preferiscono. Scusate se non vi menziono tutti ma siete troppi (non che la cosa mi dispiaccia :3)!

Detto tutto ciò, aspetto le vostre recensioni :D

Baci, Lily!

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Capitolo 5
*** "Loro mi hanno protetto, io non ho saputo fare lo stesso." ***


Se volete leggetela con http://www.youtube.com/watch?v=r5uYB9T_GlY mi sembrava un ritmo appropriato per il contesto. (Tranne che per l'ultima parte.)

 

5.  "Loro mi hanno protetto, io non ho saputo fare lo stesso."

 

La terra era nera, l’aria era satura di morte.

Innumerevoli corpi giacevano ammassati sul campo di battaglia.

L’accampamento per i feriti era stato situato al confine con quello sfondo angosciante e carico di dolore per tutti coloro che aveva visto perire un loro amico, un loro padre, un loro figlio, un loro fratello.

 

Edren, al confronto di Dìs, impassibile ad occhi estranei, non sapeva nascondere così bene le sue emozioni e il dolore che provava in quel momento. Dopo la lettera, Dìs aveva raccolto una piccola scorta e subito si erano dirette verso la loro vecchia Casa in attesa trepidante di accertarsi loro stesse delle notizie riportate sul quel pezzo di carta.

 

 

Ad accoglierle ci fu Dwalin. Il guerriero aveva evidenti tracce di dolore in volto e i suoi occhi erano arrossati, ma non vi fu una sola lacrima che cadde davanti alle due. Così come per Dìs.

La Principessa e il guerriero si guardarono per un lungo istante, lasciando la povera Edren ad osservarli senza essere presa in considerazione. Dwalin non si era nemmeno accorto delle condizioni in cui versava la Nana.

Si riscossero tutti solo al pronunciare delle parole di Dìs “Portaci da loro.” e solo allora il Nano guardò l’altra, annuendo convinto.

 

Il tragitto fu breve, ma sembrò durare secoli. Immerso in un silenzio opprimente, carico di domande e privo di risposte.

Arrivarono davanti ad una tenda, dove fuori vi era a guardia Balin. Il povero vecchio era distrutto, cercò di sorridere non appena le vide, ma poi si diede dello sciocco: non c’era alcun motivo per sorridere.

“Sono tutti qui, vero?” Domandò Edren, flebile, gli occhi già le pizzicavano e calde lacrime salirono ad appannarle la vista.

Balin la guardò, sul suo viso vi era una tale sofferenza... Non sapeva?

“Forse dovresti riposarti. Vuoi sederti, bambina mia?” Le chiese alzandosi dal suo posto.

Lei racchiuse le mani in grembo, sbattendo le ciglia permettendo così che qualche lacrima tracciasse il suo percorso sulle sue guance bianche. “Se non ti dispiace, vorrei vederli. Grazie, comunque.” Disse, cercando di abbozzare invano un sorriso.

“Facci strada, Balin, non perdiamo altro tempo.” Intervenne Dìs, gli occhi azzurri coronati dalla stanchezza e la spossatezza.

Il vecchio Nano annuì e le due entrarono nella tenda. Devastante fu l’emozione che colse Edren al veder posarsi su di lei due occhi azzurri, lucidi, tremolanti, ma pur sempre bellissimi.

 

 

 

“Thorin?” Domandò incredula.

“Edren, Dìs... non dovreste essere qui.” Thorin, che quando erano entrate gli dava le spalle, si era voltato e le osservava con espressione sorpresa.

“Non ho forse il diritto di vedere il volto dei miei figli un’ultima volta, fratello?” Rispose la Nana più anziana, in un tono così freddo che perfino il ghiaccio stesso sarebbe stato fuoco al confronto.

“Certo, sorella, ma...”

“Niente ma, Thorin! Hai portato i miei Fili e Kili alla morte e osi anche dirmi che non dovrei essere qui?!” Dìs tremava, tutta la rabbia e il dolore repressi ora volevano uscire, essere sfogate e liberarla da quel peso che le sostava sullo stomaco e sul cuore.

“Mi dispiace. Loro mi hanno protetto, io non ho saputo fare lo stesso.” I pugni del Nano erano stretti fino a far sanguinare i palmi. Sentiva che era colpa sua e Dìs non lo stava di certo aiutando. Ma come poteva biasimarla...

 

Inaspettatamente, Edren assistette alla debolezza di entrambi: i due Nani si abbracciarono forte e piansero calde lacrime per i due giovani stesi inermi dietro di loro. Lei non poté fare a meno che unirsi silenziosamente al pianto, cercando un posto dove sedersi.

Era stanca, aveva un gran mal di testa.

Volse lo sguardo a Fili e Kili. Gli era grata, grazie al loro sacrificio ora Thorin era vivo. Nonostante ciò, pensò la giovane, il prezzo pagato era stato troppo alto.

 

Lasciarono Dìs con i suoi figli, sapevano entrambi che una volta sola avrebbe esternato tutto il suo dolore.

 

 

“Stai bene?” Le chiese Thorin, una volta usciti.

“Si, io sto bene. Tu...” La frase venne interrotta dalle labbra di lui che si posarono repentine sulle sue. Erano mesi che agognavano entrambi quel bacio e finalmente erano di nuovo insieme per soddisfare quel desiderio.

Il Nano la prese per i fianchi e l’attirò a se e solo in quel momento si accorse di qualcosa, un qualcosa di importante che era sfuggito ai suoi occhi qualche minuto prima.

Si staccò da lei, allontanandosi quel po’ che bastò che per guardarla da testa a piedi, anche se il suo sguardo si fermò molto prima dei piedi.

Il ventre rigonfio sporgeva, messo in evidenza dal vestito che portava – anche se un po’ rovinato dal viaggio.

All’apprendere quella notizia, Thorin lasciò che per quegli attimi la sua mente si svuotasse da tutto ciò che la occupava e si insinuasse in lui una remota felicità che non provava da tempo.

Il sorriso sulle sue labbra si allargò ancora di più quando vide quello sul volto di lei. Non seppe più per cosa piangeva, ma quel momento così lieto non poteva più essere testimone di lacrime.

Le andò vicino e le accarezzò le guance, spazzando via quelle stille trasparenti; dapprima le baciò la fronte, poi la punta del naso e infine le labbra rosee e morbide.

“Questa notizia affievolisce il dolore delle perdite. Ha riportato gioia nel mio cuore e nel mio animo, come ha fatto il rivederti dopo così tanto tempo.” Le sorrise, beandosi poi nuovamente del sapore delle sue labbra.

 

 

 

 

-Angolino autrice.-

Buonasera a tutti voi! 

Come avete visto, non ho abbandonato questa raccolta, ho intenzione di portarla a termine ad ogni costo.

Purtroppo quello che avevo critto in precedenza nel cellulare è andato definitivamente perso, quindi ho dovuto riscrivere il tutto da capo ed ecco il perché di questo madornale ritardo del quale mi scuso!!

Abbiate pietà di me, se non vi è piaciuto vi comprendo, questo capitolo è davvero orrendo al confronto con i precedenti ç_ç perdo copli... spero comunque che il risultato sia positivo ^^

Mi dispiace troppo per Fili e Kili, solo i Valar sanno quanto non avrei voluto che morissero.... ma, avete presente l'angioletto e il diavoletto che ti appaiono sulle spalle? Beh, ha vinto il diavoletto u.u non me ne vogliate <3

Per quanto rigarda la sorpresa? Spero di non essere andata 'fuori personaggio' con Thorin :S in ogni caso, era necessario.

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti, chi ha aggiunto la storia nelle preferite-ricordate-seguite e i lettori silenti. Spero abbiate apprezzato anche la colonna sonora del Re Leone :')

Adesso basta farvi perdere tempo, aspetto i vostri pareri.

Lily!

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Capitolo 6
*** “Tutto accade per un motivo, ma solo Mahal sa quel’è.” ***


6.“Tutto accade per un motivo, ma solo Mahal sa quel’è.”

 

Il marmo freddo delle lapidi bruciava sotto il suo tocco. Come era potuto succede? Non era stato in grado di salvarli, lui, che aveva promesso.

 

 

Tutto il popolo si era inchinato al suo cospetto e a quello di Edren, al momento dell’incoronazione, ma quando fu il momento di parlare, di ringraziare coloro che avevano reso possibile il risultato di quell’impresa, non mancò certo di fare i loro nomi.

“Hanno dato la vita per la riconquista di un luogo che in realtà non gli è mai appartenuto propriamente. Ma lo hanno fatto. Per la loro patria, per il loro Re. Non c’è dolore più grande di quello che provoca la morte. Non c’è sensazione peggiore dell’essere i responsabili di quella di qualcun altro. Ed è per questo che io, Thorin Scudodiquercia, ora finalmente Re Sotto la Montagna, esigo da voi tutti un ringraziamento speciale per loro, per Fili e Kili, che dalle Aule di Mandos ci osservano e sicuramente gioiscono della possibilità che Mahal mi ha concesso di guidare ad una nuova vita, migliore della precedente, il mio popolo. Rendete omaggio a coloro che hanno regalato alla stirpe di Durin un’altra possibilità.”

Queste erano state le sue parole. E canti furono fatti quel giorno, in loro onore. E furono tramandate storie sul loro coraggio, su come avevano salvato il Re Sotto la Montagna.

 

 

Grazie a Edren, Thorin si riebbe presto dal dolore che gli gravava sul cuore come un macigno e i mesi passarono. Vi furono pace e prosperità, nuovi accordi convenzionali furono stipulati con gli Uomini e con gli Elfi, per far si che questa pace si mantenesse.

E con l’avvicinarsi della nascita dell’Erede al Trono di Erebor, diretto discendente della Casata dei Durin, la gioia nel cuore del popolo e in quello del Re crebbe smisuratamente.

Perfino Dìs sembrò essere tornata quella di sempre, anche se dentro di sé sentiva che un pezzo del suo cuore se ne era andato, si era staccato ed era morto, evaporato, così come la vita dei suoi figli.

 

 

L’evento cadde l’ottavo giorno di Nénimë, all’esterno della montagna morbidi fiocchi cadevano ad imbiancare il paesaggio.

L’impazienza del Re non fu facile da placare. Balin e Dwalin si occuparono di lui, tentando di tenerlo occupato in conversazioni o altro, ma niente: Thorin continuava a fare su e giù per il corridoio, sentendo una stretta al cuore ad ogni grido straziante della Nana all’interno della stanza.

Un sola e spessa porta di legno lavorato, intarsiato e decorato perfettamente, era l’ostacolo che li separava.

Ci fu un momento in cui tutto cessò e il silenzio divenne padrone.

Poi, un leggero pianto si udì provenire da dietro la porta. Ebbe l’impressione di aver atteso per un tempo infinito, quando le porte finalmente si aprirono.

Una delle Nane che si erano occupate del parto uscì, portando con se il neonato.

“Perché non mi avete lasciato entrare? Come sta lei?” Domandò apprensivo, rivolgendosi alla Nana che gli si era avvicinata per porgerle, con lo sguardo basso, il fagotto che teneva fra le braccia.

Thorin lo prese e se lo accoccolò al petto. Era così piccino rispetto a lui. I pugnetti chiusi vicino al mento, gli occhi serrati e il respiro regolare. Le piccole labbra leggermente dischiuse e i capelli chiari come la madre. Chissà come sono i suoi occhi...

“Allora? Rispondi.” Ordinò con voce tonante ma la Nana sembrò non voler aprir bocca. Aveva forse timore di dire qualcosa di sbagliato? O forse...

“Cos’è successo? Devi dirmelo! Te lo ordina il tuo Re!”

Balin e Dwalin si diedero un’occhiata eloquente e tentarono di calmare Thorin, ma fu tutto inutile. Soprattutto quando si udì la voce della Nana: “Lei... era troppo debole”

 

 

 

“Padre! Padre! Guarda come sono diventato abile con la spada!! Il Signor Dwalin mi ha insegnato tutti i suoi segreti, guarda!”

Il Principe di Erebor cresceva sano e Thorin non poteva non essere fiero di lui. Otteneva ottimi risultati negli studi con Balin e nell’arte della spada e della lotta con Dwalin. Apprendeva in fretta tutto ciò che era di dovere che un Principe sapesse.

Sarebbe stato un ottimo Re.

Quando Thorin lo guardava, vedeva in lui i lineamenti di sua madre. Crescendo, i capelli si erano di un poco scuriti rispetto a prima, ma erano come i suoi, avevano la stessa morbidezza.

Quando, dopo la notizia della morte di Edren, era andato fuori di testa, per un attimo aveva odiato quel neonato che teneva stretto fra le braccia come fosse il suo più grande Tesoro. Lo aveva incolpato della perdita del suo amore.

Ma poi, il piccolo aveva aperto gli occhi. Erano azzurri, come i propri, e in quel momento riacquistò tutta la ragione.

Aveva capito che era il volere di Mahal. Come lo era sempre stato. Come sempre lo sarà.

Aveva capito che doveva amare quel bambino. Perché era suo figlio, perché le somigliava.

Perché lui avrebbe governato con onore.

Perché avrebbe difeso il suo popolo con ogni mezzo.

Perché la stirpe di Durin era destinata ancora a regnare su Erebor.


 

 

 

 

 

 

 

 


-Angolino autrice.-

Buonasera, ODIATEMI.

1-Perché sono in ritardissimo e mi prostro in ginocchio ai vostri piedi chiedendovi umilmente di essere perdonata.

2-Per questo finale e per non regalare mai al povero Thorin una lacrima di felicità.

3-Per le ultimefrasi che secondo me sono sconnesse logicamente da tutto il contesto.. non lo so non le vedo bene collegate in quel modo.

**Altra cosa, il mese è scritto in lingua Quenya, perché non ho trovato nessun accidenti di calendario nanico D: Comunque significa Febbraio. (Spero di non aver fatto un casino con le date di partenza, i mesi di gravidanza e tutti il resto... sono proprio pessima, lo so XD)**

Aaallora... beh, siamo dunque giunti al termine. Che dirvi, ringrazio tutti coloro che sono passati a leggere silenziosamente, siete davvero un'enormità e vi amo tutti!! Un grazie SPECIALISSIMO va a coloro che hanno recensito, che amo ancora di più <3 <3 (se lo meritano), e poi ovviamente non manco di ringraziare tutti voi che avete messo questa raccolta nelle preferite-ricordate-seguite. Siete tutti tutti fantastici!!!

Spero di non avevi annoiati troppo con le mie chiacchiere.

Ci risentiremo alla prossima, è stato un veeeeeeero piacere :3

Grazie di tutto il sostegno avuto <3

Lily ;)

 

*Che si prepara per il lancio delle uova o delle rose* Decidete voi u.u

XD


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