Senza Te.

di StewyT
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Trasferimento ***
Capitolo 3: *** Controllo. ***
Capitolo 4: *** Visioni. ***
Capitolo 5: *** Altro che visioni. ***
Capitolo 6: *** Fitta al cuore. ***
Capitolo 7: *** Aiuto. ***
Capitolo 8: *** Vita. ***
Capitolo 9: *** Dolore. ***
Capitolo 10: *** Vicinanza ***
Capitolo 11: *** Gelosia. ***
Capitolo 12: *** Ti amo non detti. ***
Capitolo 13: *** Confessioni. ***
Capitolo 14: *** Decisioni. ***
Capitolo 15: *** Ricordi. ***
Capitolo 16: *** Amore. ***
Capitolo 17: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 

 Prologo. 

 

 

E se Edward e Bella fossero umani?

E se Edward e Bella si fossero amati dal primo momento?

E se Edward avesse lasciato Bella e si fosse trasferito a New York?

Bella avrebbe sofferto.

Edward avrebbe sofferto.

Bella non lo avrebbe mai dimenticato, avrebbe continuato a soffrire.

E se Bella si trasferisse a New York dopo dieci anni con l'intenzione definitiva di dimenticarlo?

E se iniziasse ad insegnare in una delle università di NY?

E se Edward decidesse di iscriversi al corso di Bella senza sapere che la professoressa è lei?

Cosa succederebbe se tutto questo accadesse?

Riuscirebbe Bella a dimenticare Edward?

Riuscirebbe Edward a dimenticare Bella?

Riuscirebbe lei a baciare ancora un altro?

Riuscirebbe lui a vederla baciare un altro?

Riuscirebbero a stare l'uno senza l'altro oppure no?

 

Senza te.



 

Spazio autrice.
Ciao belle, qui che vi parla c'è StewyT.
Come avete letto sopra, Edward e Bella in questa storia saranno umani, ma tutto tra loro due è andata più o meno come in Twilight, a parte il combattimento con James, e beh Edward ha lasciato Bella proprio come in New Moon. Ma perchè? Lui la ama oppure no? La loro storia continuerà come nella Saga oppure no?
Lo scoprirete solo vivendo, e leggendo :3 lol
Niente, spero che l'introduzione e il prologo vi abbiano stuzzicato un po'.
Ho già avuto brutte esperienze con una storia che non mi veniva mai considerata, quindi non pubblicherò nessun capitolo fino a quando non arriverà qualche recensione, anche piccolissimissimissima mi va bene, l'importante è che ci sia!

Okay, basta così. Grazie mille per aver letto!
Vostra StewyT.

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Capitolo 2
*** Trasferimento ***


Trasferimento.

Pov Bella.


Apro il portone del palazzo.
Bel condominio, nel centro di Manhattan.
Tutto di mattoncini rossi, con porte di vetro.
Salgo al terzo piano, dove dovrebbe trovarsi il mio appartamento.
Ci sono tre porte, quella di casa mia è la prima, sulla destra.
Infilo lo chiave, e apro la porta di legno rosso.
Mi ritrovo così nel mio piccolo, ma ben attrezzato appartamento a New York.
Finalmente, dopo dieci anni, ho una casa tutta mia, lontana da Forks.
Entro, e poso la valigia in un angolo.
La casa è così carina. È tutta bianca, c'è solo una parete divisoria di mattoncini rossi, che da colore, e una finestra che prende tutta una parete, che da luce.
L'arredamento è di pelle bianca, c'è un enorme televisore, e un'isola di mattoncini, avanti ad una cucina color rosso.
Mi avvicino alla parete divisoria, ed entro nella porta, quella del bagno.
È piccolo, ma servizievole: c'è la vasca idromassaggio, e un bellissimo box doccia.
Esco, e mi ritrovo nella camera da letto, dove Spoty, il mio piccolo gatto grigio e nero, si è già piazzato comodamente.
È molto spaziosa, e un'enorme finestra si affaccia su tutti i grattacieli.
Perfetto,come ho sempre sognato a solo 800 $ al mese.
Mi sistemo: poso tutto quello che ho.
I libri su una mensola sulla parete divisoria, i profumi e il trucco in bagno, i vestiti nell'armadio in camera da letto. Metto qualche quadro di qui e di lì. Qualche foto sul tavolino in camera da letto.
C'è una foto con Reneè, una foto con Charlie, una con Angela, Mike, Jessica,Eric e Tyler, un'altra con Jake.
L'unica che non c'è è quella con i Cullen.
Da quando lui mi ha lasciata da sola nel bosco, ho fatto di tutto per dimenticarlo, come mi ha detto lui, ma non ci sono riuscita. Nonostante l'aiuto da parte di Jake.
Lui è ancora in tutti i miei sogni. Che ormai sono diventati incubi.Vedeo Alice, e i suoi bellissimi sorrisi. Lui e i suoi favolosi occhi azzurri.
Mi manca, è vero, ma.. sono in una città nuova, sarà una buona occasione per dimenticarli definitivamente, e rifarmi una vita.
È passato tanto, e mi sto abituando alla sua assenza, al tocco di labbra diverse, meno dolci, morbide e marmoree.

Sono forte.
Mi stendo sul comodo letto di lattice, e cerco di riposarmi un po'.
Il viaggio è stato lungo e snervante. Troppo per una alla quale non piace viaggiare in aereo.
Subito mi viene in mente che dovrei andare in università e provare a conoscere i miei colleghi.
Forse non saranno felici di avere tra i piedi una nuova arrivata quasi inesperta. A 28 anni si potrebbe forse essere una professoressa di psicologia abbastanza esperta?
Vedo il calendario: mancano circa quaranta giorni all'inizio delle lezioni, e ho già la maggior parte dei temi che affronterò nelle prime settimane pronti, quindi ci sarà di sicuro tempo di conoscere i mie nuovi colleghi e di fare amicizia; magari ci scappa un bel nuovo collega maschio, sulla trentina, intelligente e pure carino.
Certo, io ho così tanta fortuna nell'incontrare gli uomini giusti. Come Lui, oppure Jake. Oh, caro vecchio Jake, da quanto tempo non lo vedo.
Sono esattamente tre anni, da quando si è trasferito a Seattle, con la sua nuova fiamma: non siamo mai stati veramente assieme, e un giorno, in cui ci trovavamo lì per una passeggiata, lui ha il suo imprinting con una ragazza di Seattle. L'abbiamo vista al supermercato. Era bella. Bellissima. Alta, con i capelli riccioluti rossi, si chiamava Renesmee. L'ho conosciuta: è una tipa carina e apposto, e sta bene con il mio Jacob.
Mi sveglio al suono del cellulare. 
Mi alzo di scatto e lo cerco nella borsa.
È Charlie.
"Papà" Rispondo preoccupata.
"Bella. Avevi promesso che mi avresti fatto uno squillo quando saresti arrivata a casa. Si trova a New York, o su un altro pianeta questo appartamento?"
"Scusa." Dico rilassandomi.
"Ero così stanca, che dopo aver sistemato le mie cose mi sono stesa sul letto. È così comodo che mi sono addormentata in dieci minuti. Comunque il viaggio è andato bene. È stato un po' lunghetto, e troppo noioso, ma è andato bene.."
"Mi manchi già"
"Anche tu" Sussurro.
"Okay, ti lascio andare. Sue mi sta chiamando!"
"Salutami Sue."
"Certo."
Attacco. Sono sempre preoccupata per mio padre, anche se il pensiero che abbia trovato una donna che gli starà vicino mi tranquillizza: sono sicura che non dovrò andare a trovarlo in ospedale a causa di una brutta indigestione.

La cosa strana, è che sono arrivata qui, a NY da poche ore, e le ho trascorse nel mio appartamento: sono giovane, e dovrei divertirmi, invece di continuare ad essere costantemente innervosita, e responsabile, e a preoccuparmi solo per gli altri.
Mi avvicino al frigo e ci trovo una lattina di birra, la prendo e la bevo in un secondo: è fredda, mi irrita la gola, ma è una bella sensazione.
È una sensazione che mi sveglia.
Così di colpo prendo la borsa, le chiavi della mia macchina affittata, accarezzo Spoty, e parto spedita verso l'università.
Si trova a una decina di minuti con la macchina da casa mia.
È enorme.
Entro dalla porta di vetro, e mi ritrovo in un ambiente pieno di persone indaffarate.
Mi avvicino ad uno sportello, e sorridendo alla donna grassoccia, seduta dietro la scrivania, chiedo indicazioni.
"Il suo tutor dovrebbe essere in sala professori."
Dice. Peccato che io non ricorda il nome del mio tutor. Dimentico i nomi solo pochi minuti dopo che mi vengono detti, figuriamoci se riesco a ricordarli dopo averli letti da un foglio.
"Il suo tutor è Michael Mors."
Dice sorridendomi.
Sorrido imbarazzata, e chiedo dove si trova la sala professori: la donna dimentica che io sono nuova.
Mi da tutte le indicazioni, questa volta senza tralasciare niente, e mi avvio nella camera.
Mi schiarisco la gola. Tutti si girano verso di me.
"Buona sera."
Dico con voce tremante.
"Oh, tu devi essere Isabella Swan."
Mi si avvicina un uomo sulla trentina, alto, capelli neri lunghi fino alle orecchie, naso "aquilino-romani", strato sottile di barba, occhi neri, sorriso smagliante.
Fa che sia lui il mio tutor. Prego come una pazza.
"Con chi ho il piacere di parlare?"
Lui sorride.
"Con Michael Mors."
Dio, grazie!
Cerco di controllare i miei nervi, e di non arrossire.
"Ben arrivata. Spero che tu ti trovi bene nella nostro università"
Mi sorride di nuovo.
"Vieni"
Poggia delicatamente una mano dietro la mia schiena.
"Ti presento gli altri!".

Arrivo a casa: sono distrutta.
Michael ha insistito per portarmi in uno dei suoi locali preferiti, non ricordo neanche come si chiamasse.
Non ho rifiutato solo per buona educazione, perchè ho bisogno di conoscere persone nuove, e perchè lui è così dolce, mi piace così tanto.
Mi ha offerto un drink, abbiamo parlato per tutto il tempo, credo di aver parlato troppo.
Sì, sa più lui che persone che conosco da una vita.
Gli ho raccontato praticamente ogni cosa.
Sa ascoltare molto bene. Credo che sia diventato il mio migliore amico.
Figo, incontro un bonazzo madornale, e invece di tentare di portarmelo a letto gli scarico addosso tutti i miei problemi, rendendolo un fratello.
Sì, sono pazza.
E nella mia pazzia resterò addormentata su questo letto per quaranta giorni.
Mi riposerò al massimo, visto che appena inizieranno i corsi, non riuscirò più neanche a mettere i piedi in casa.

 

Note.

​Ehm ho un paio di cose, quindi non annoiatevi e continuate a leggere e.e
-Prima cosa, che mi sono dimenticata di dire, la trama non è completamente mia, mi ha aiutato una mia grandissima amica (a distanza D:) a concepirla. Mi ha dato le l'imput, poi è nata bahm, così, senza che io volessi scrivere niente.
-Seconda cosa. Come vi sarete accorti Edward e Bella non sono esattamente come Edward e Bella dei libri. Sono più come Robert e Kristen fisicamente.(Cioè hanno gli occhi dei loro colori lol);
-Come avete visto Sue già è con Charlie, quindi è come se Henry non esistesse. Mi dispiace per lui lol;
-Michael uhm non so se ve lo siete immaginato diverso da come volevo descriverlo, ad ogni modo per me assomiglia Marco Mengoni. Amo anche lui, già :')
-Vi prego, non abbandonate la storia, può sembrarvi noiosa, ma non lo è. *spera e prega*

 

Angolo autrice.

Niente, voglio solo ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito il prologo, spero vivamente che questo capitolo non vi abbia deluse, e che continuerete a seguire la storia, e magari anche a recensire :3
So much love StewyT.

 

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Capitolo 3
*** Controllo. ***


Controllo

Pov. Edward.

Apro gli occhi.

Mi ritrovo con una ragazza dai capelli viola sul petto.

Strige il mio braccio come se mi amasse chi sa quanto, in realtà non mi ricordo neanche il suo nome.

La sbornia di ieri è stata una cosa colossale.

Ho perso persino il conto di quante birre io abbia bevuto.

Sbatto gli occhi. Mi giro verso la sveglia, e cazzo, sono in ritardo.

Alle nove inizia la prima lezione, e sono le otto e mezza.

Devo arrivare in tempo, per lo meno alla prima lezione.

A cosa mi serva studiare psicologia non lo so, visto che ho già una laurea e avevo anche un lavoro prima di licenziarmi. Però l'ho scelto io.

Insomma, ho 28 anni. È vero. Qualcosa dovrò pure farla. Non posso continuare a sperperare i soldi di Carlisle, ma prendere due lauree è sempre un buon modo per iniziare a fare qualcosa.

Okay, diciamo pure che mi ero scocciato di lavorare e volevo prendermi un po' di riposo? E quale modo migliore di farlo se non continuando ad andare all'Università?

"Hey,svegliati"

Dico alla tizia scrollandomela di dosso.

Lei apre gli occhi, e mi guarda disturbata.

"Potresti anche essere più gentile"

Gracchia.

"sì, certo. Sono in ritardo, quindi per piacere, muoviti ad andare via"

Mi guarda di sottecchi, raccoglie le sue cose, e sbatte la porta andandosene.

Io mi catapulto sotto la doccia, e quando ne esco sono una persona nuova.

Entro di corsa in classe, fortunatamente la professoressa non è ancora arrivata.

Non ho neanche letto il suo nome. So che è donna, e che è arrivata da poco nella grande mela: mi basta, non mi interessa sapere niente di lei, la odierò a prescindere, a meno che non sia una bella donna. Beh, in quel caso me la porterò a letto.

Metto le cuffiette nelle orecchie, così da poter dormire tranquillamente.

Giuro che domani seguo la lezione. Lo giuro.

Sì, okay, è inutile giurarlo, so che non lo farò.

 

La campanella è ormai suonata da una decina di minuti, perchè non c'è più nessuno nell'aula.

Si sente solo il mio respiro riposato.

Mi alzo velocemente, e corro alla mia macchina.

Avrei appuntamento con Simon al bar, se sempre non mi ha dato buca.

"Scusa, scusa"

Dico sedendomi su una sedia accanto a lui.

"Ho ordinato una birra anche per te."

Gli sorrido.

"Bravo,amico"

Ne prendo un sorso.

"Allora come è andata a scuola?" Dice in tono ironico.

"coglione"

Dico dandogli una pacca.

"All'università è andata bene. Ho dormito tutto il tempo."

"Fratello,di questo passo non ti laureerai mai."

"Ho soldi a sufficienza per campare di rendita, e una laurea nel caso volessi ritornare a lavoro"

Dico sorridendo.

"Ma se continui a bere così, non ti resteranno neanche i soldi per l'affitto"

Dice Nancy avvicinandosi a noi.

“Ma la laurea sì” Dice Simon.

"Ah, stai zitta tu."

Si unisce a noi in una fragorosa risata.

Lei forse, è una delle poche ragazze che non mi sono ancora scopato.

"Allora cosa vi porto?"

"Un'altra birra e un panino"

Dico. I panini del bar mi piacciono.

Dopo pochi minuti Nancy ci porta quello che abbiamo ordinato.

Ma come fa Simon a mangiare un panino con i cetriolini!? Fanno vomitare.

"Allora come è andata con la brunetta?"

"Boh. Chi se lo ricorda. Però ricordo che i suoi capelli erano viola, non neri."

Simon scoppia ridere.

"Fratello, dovresti bere di meno. Prima o poi il tuo fegato scoppierà"

Il mio fegato. Certo..

"Io sopporto bene l'alcool."

"si è visto. Sembri già brillo"

"Ma non dire coglionate. Comunque a te con la solita biondina?"

"Ah, lei è una bomba atomica."

"Addirittura. Dovresti prestarmela"

"Mai."

Dice inarcando le labbra.

"Non è che ti stai innamorando della puttanella, no?"

Simon arrossisce. Mai visto il suo volto così rosso.

"Probabile."

Rispondo da solo alla mia domanda.

"È così carina."

Sospiro.

Ricordo quando anche io ero innamorato.

Chi vogliamo prendere in giro. Io lo sono ancora. Se vedessi Isabella, qui, avanti a me, mi getterei ai suoi piedi, e le chiederei mille volte perdono per averla abbandonata nel bosco quel pomeriggio.

Tutta colpa mia. Non avrei dovuto innamorarmi di lei.

Come ho mai sperato di poter creare qualcosa di più con lei.

Se magari l'avessi trattata come faccio con tutte le altre non sarebbe andata così.

Per lo meno lei non si sarebbe innamorata di me, e non avrebbe sofferto.

Ma che stronzate.

Rimuginare sul passato non è una cosa buona, soprattutto in presenza di Simon.

Quello stronzo si accorge di tutto.

"Oh"

Mi strattona.

"Cazzo c'hai?"

"Niente."

Dico. "Stavo solo pensando a quando.."

Mi zittisco.

"A quando?"

"Simon devo andare."

"Ma dai Edward.."

"Ciao."

Mi alzo, lascio i soldi che devo pagare sotto al bicchiere, e vado via.

Ho ripensato a lei.

Riuscirò mai a non pensare a lei?

Come farò?

Insomma sono dieci dannati anni. Non posso andare avanti così.

Devo dimenticarla.

Vago per NY.

Cammino, assieme alle altre persone.

Mi guardano, ma resto impassibile.

Mi sento come se fossi uno zombie.

Maledetto me:so che non devo pensare a lei, alla sua perfezione, e a quell'ultimo addio.

Maledetto me, non avrei mai dovuto lasciarla, per lo meno avrei dovuto dirle la verità. Non avrei dovuto dirle che non l'amavo. Io l'amavo. La amo ancora.

È ormai notte.

Entro in uno di quei pub, che sono solito frequentare.

Faccio uno squillo a Simon, che mi dice che sta arrivando.

Ecco, il mio migliore amico non mi abbandona mai: neanche quando lo farei io stesso.

Dieci minuti dopo è dietro di me.

Mi da una pacca su una spalla.

"Oh, che ti è successo oggi?"

Dice guardandomi dritto negli occhi.

"Mi sono messo a pensare."

"Insomma amico, so che il tuo cervello si sta rincretinendo a forza di bere, ma di qui a stare male solo per pensare.."

Cerca di farmi ridere.

"Simon.."

"Vuoi parlarne? Guarda che non c'è niente di meglio che una birra e un migliore amico"

Forse ha ragione.

"Non sai tutto di me."

"Cosa, non sei vergine?"

"Ah, no. Non è questo quello che non so"

"Smettila, Simon"

Gli do uno schiaffo e lui sorride.

Ordina due birre e mi trascina in una parte appartata.

"Prima che mi trasferissi qui, con i miei, io ero fidanzato"

"Con una ragazza?"

"No. Con un trans"

Dico sbuffando.

"Intendevo dire una sola?"

"Sì."

Lui resta meravigliato.

"Anche io ho un cuore,sai"

Dico facendo la faccia imbarazzata.

"Comunque ero innamoratissimo."

"Come mai sono stato, e mai più sarò."

"E allora? Che cazzo hai combinato?"

"Mio padre doveva trasferirsi. E non volevo che lei soffrisse. Non volevo un amore a distanza. Quindi l'ho lasciata. Il giorno dopo il suo compleanno l'ho portata nel boschetto dietro casa sua, e le ho detto che non sono mai stato innamorato di lei. La stavo usando per divertirmi. Non era adatta a me. E quindi le ho detto di stare a attenta: Non fare niente di stupido o insensato. Ricordo ancora la sua faccia quando le dissi tutto. Si vedeva che stava male. Poi come un bastardo la lasciai lì, e come se non fossi mai esistito portai via tutto quello che avevo, tutto quello che lei aveva di mio. Tutto. Non esisteva più nessun Edward Cullen. Non a Forks."

Simon mi guarda.

Ho le lacrime agli occhi, come un coglione.

"Speravo che con l'alcool e le donne..facili potessi dimenticarmi di lei. Invece guardami qui. Sono ancora follemente innamorato. Se ora me la ritrovassi avanti..Le direi assolutamente tutta la verità. Senza di lei sono io a non poter vivere. Sono io che ho fatto tante cose stupide o insensate."

Simon annuisce.

"Dai amico. Non si sa mai nella vita. Può essere che ci sarà un'opportunità per riscattarti."

"Certo."

Annuisco.

"Che ti va di fare?"

"Scusa ma.. questa sera non mi va proprio di fare cazzate. Prendo un'altra birra, e me ne vado a casa."

"Ma dai."

"Simon.. basta."

"Basta all'alcool?"

Chiede lui speranzoso.

"Almeno per questa sera."

Dico, e lui ritorna a guardarmi. Ecco: sapevo di poter raccontare tutto a lui.

Sapevo che non mi avrebbe guardato come un disgraziato: non gli facevo pena.

E non era corso ad abbracciarmi mentre le lacrime mi rigavano il volto.

 

Patetico: Mi sono trasformato in un patetico coglione.
 

Spazio autrice.

Ma ciao, bella gente. Qui che vi parla ovviamente ci sono io :3
Vorrei iniziare dicendo che sono arrivate un bel po' di recensioni, cinque per me non sono poche, e vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito, sul serio, grazie mille.
Niente, finalmente si fa vivo il nostro Edward. Ovviamente lo troverete un po' diverso, non è proprio identico all'Edward della Saga. Spero comunque che vi piaccia la veste da "cattivo ragazzo" che poi cattivo non è. Odio le storie nelle quali lui è il cattivo stronzo, poi arriva Bella e lo fa cambiare. No, qui lui è cambiato perchè soffre, e sta cercando ancora dopo dieci anni una cura a questa sua sofferenza. Non è cattivo, e non usa nessuno.
Uhm vorrei lasiarvi con una domanda spoiler: Secondo voi chi è la prof di Edward? (non ci vuole Magnus Bane a capirlo, eh! lol)

Spero di ricevere nuovamente molte recensioni, che siano positive o negative, non mi importa, l'importante è che mi facciano capire se la storia vi piace, e in caso contrario cosa potrei fare per migliorarla!
StewyT.

Ps. il formato è strano, mi da i righi troppo distanti da loro, e non so come aggiustarli, mi scuso per questo problemino, spero di risolverlo se no dovrete accontenarvi di tre metri di spazio tra ogni rigo lol

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Capitolo 4
*** Visioni. ***


Visioni.

Pov. Bella.

 

Driiiiiiiiiiiiiin.

La sveglia suona imperterrita.

Alzo la testa dal morbido cuscino, e la spengo.

Quanto posso mai odiare quella cosa?

Mi alzo, e preparo un caffè, il tempo di svegliarmi, poi dieci minuti e sono pronta.

Prendo gli appunti, la chiavetta USB, e mi avvio alla mia mini nera.

“ 'Giorno"

Dice il mio amabile tutor offrendomi una tazza di caffè.

La prendo: il caffè non fa mai male.

"Quindi.."

"Cosa?"

"Che ne dici di venire in un pub questa sera? Ci si diverte. Dai."

"Okay"

Dico senza farmelo richiedere. Ho voglia di uscire un po'.

"Allora a che ora finiscono i tuoi corsi?"

"Le prime sei ore alle tre."

"Poi ho spacco di un'ora e finisco alle nove."

"Perfetto. Ti aspetto all'uscita alle nove e cinque."

Dice schioccandomi un sorriso, e allontanandosi.

Perfetto, dico a mia volta, su, andiamo a lavorare.

Quando entro in aula è già quasi tutta piena.

Aspetto dieci minuti, e poi inizio la mia lezione.

Sono quasi due mesi che lavoro qui ormai, eppure non mi sento ancora una professoressa.

La mia lezione, oggi si basa sulla Psicologia di Gestalt.

"Quindi, le cinque leggi che stanno alla base della psicologia del "L'insieme è più della somma delle sue singole parti" di Gestalt sono"

"Prof.."

Alza la mano George Adam.

Strano che quasi a fine lezione non fosse ancora intervenuto con qualche strano commento.

"Sì, Adam?"

"Stiamo parlando di psicologia, no!?"

"Mi sembra di sì"

Dico lasciandomi alle spalle tanti risolini.

"Allora, mi può spiegare l'unica vera psicologia che mi interessa?"

"Mh?"

Lo incito a continuare.

"Quella delle donne. Perchè sono tutte complicate?"

"Mh perchè diamo la colpa alla psicologia delle donne? Non può essere che la colpa sia dell'uomo e della sua stupidità?"

Tutte le ragazze presenti ridono, c'è qualcuna che urla "è giusto"

"Prof, non è per dire. Ma la mia ragazza mi la lasciato dicendomi che.. mi voleva troppo bene per stare con me. E va beh che sembro un coglione, ma.."

Tutti scoppiano a ridere, Adam ha questo potere.

"Da quanto vi siete lasciati?"

Dico sedendomi sulla cattedra.

"Un anno e mezzo."

"E non ti sembra l'ora di lasciarla perdere e trovartene un'altra? Sei bello, simpatico, e intelligente. Non perdere tempo dietro persone che non ti meritano."

Driiiiiiin.

Suona la campanella. Finalmente, le prime sei ore sono terminate.

Tutti iniziano ad alzarsi, e Adam mi raggiunge.

Mi sorride. Cosa si è messo in testa?
"Prof.. è mica interessata a me?"

Scoppio a ridere, Dio quanto è sfacciato. Come fa a non trovarsi una ragazza?

"Adam mi dispiace per te ma no. Guardati in giro. Ci sono tante belle ragazze che aspettano uno come te. Non perdere tempo ad illuderti."

Dico gentilmente.

Lui sbuffa.

"Sul serio prof? Dove? Mi aiuti a vederle lei."

"Okay, sai che c'è una psicologia per capire che tipo di donna ti piace?"

"Sul serio?"

Annuisco. Ma no. Non è assolutamente vero. O per lo meno io non ne sono a conoscenza.

"Sedetevi. Restate ancora al vostro posto. La nostra lezione si prolunga per qualche minuto"

"Tu resta qui, Adam."

Lui si siede su una sedia che gli porgo.

Tutti si siedono, strano non hanno sbuffato.

"Adam vuole sapere come fa a sapere che tipo di donna scegliere. Insomma chi sa che gli piacerà di sicuro."

Tutti mi guardano straniti.

"Insomma, ascoltate prima di giudicare."

Adam sorride, e mi guarda per dirmi che è pronto all'esperimento.

"Rispondi sinceramente, mi raccomando."

Mi concentro per farmi venire una buona domanda.

"Uhm montagna o deserto?"

Lui mi guarda stranita, gli giro il volto.

"Su, rispondi"

"Montangna."

Dice.

Lo segno su un foglio di carta.

"Cioccolato al latte, bianco, o fondente?"

"Cioccolato al peperoncino"

Dice lui.

Bene, rossa uhm è proprio quello che speravo.

"Preferisci battute stupide o interventi intelligenti?"

"Secondo lei?"

"Non rispondere con delle domande, Adam"

Lo riprendo, tutti ridono.

"battute stupide ma intelligenti, cioè che facciano ridere."

Continuo a segnare tutto su un foglio di carta.

Lì, di ragazza con i capelli rossi, magra, e intelligente ne vedo solo una, quella che speravo uscisse da questa sottospecie di test alla Cioè.

"Sesso o amore?"

Dico arrossendo. Che razza di domande sono?

"Amore"

Dice sincero.

"Se ti dico che qui c'è qualcuno che potrebbe interessarti, e alla quale potresti interessare, con le caratteristiche che dici di volere, mi prometti che le chiedi di uscire? Così magari la smetti di provarci anche con me?"

Lui annuisce e sorride.

“Guardati attorno, c'è qualcuna con i capelli rossi. Sono ricci,e state sempre assieme.”

Gli dico sussurrandolo in un orecchio.

“Grazie.”

Dice lui.

“Non avrei mai pensato di..poterla notare. È la mia migliore amica.”

Annuisco. Mi piace vedere nascere l'amore.

Quindi attendo che tutti vadano via. Nel mentre arriva la rossa di cui avevo parlato ad Adam.

“Professoressa, la lezione di oggi è stata molto interessante. Che psicologia era quella che..?”

“Nessuna psicologia Bowl. Semplicemente intuito.”

Le dico sedendomi e cercando la mia cartella.

Adam scoppia a ridere.

“Cioè lei aveva già..?”

“Ovvio. Adesso devi fare quello che mi hai promesso di fare. O ti boccio al prossimo esame”

Clara Bowl ci guarda straniti.

Inizio a preparare le mie cose, mentre parlo ancora con loro.

Poi alzo lo sguardo verso i posti a sedere, giusto per vedere se c'è ancora qualcuno, e vedo una cosa che sconvolge totalmente il mio cuore.

Non so di preciso a chi appartenga il volto, visto che non riesco a vederlo a causa di un mucchietto di ragazzi che parlano avanti a lui, ma vedo chiaramente i suoi capelli. E sono identici. Identici a quelli di Lui.

 

Ricordo la prima volta che lo avevo visto.

Oltre alla straordinaria bellezza, e ai magnifici occhi, quei capelli, spararti nel vento mi avevano colpito, e adesso mi stanno colpendo allo stesso modo.

 

“Uhm..”

Improvvisamente non ricordo più di cosa stavo parlando.

So solo che mi gira forte la testa.

Mi siedo, e ascolto Bowl e Adam che mi guardano impauriti.

“Professoressa, cos'ha? Si sente bene?”

Chiede Bowl.

“Professoressa?”
Adam mi schiocca due dita avanti agli occhi.

“sì, sto bene ragazzi, grazie.”

Dico respirando affannosamente.

“Ma è bianca come un cadavere. Sembra che stia per svenire.”

Dice offrendomi una caramella.

“no, grazie.”

Sorrido.

“È la stanchezza, adesso pranzo e passa tutto.”

Mi alzo, prendo le mie cose, e mi avvio al bagno.

“A domani ragazzi.”

Dico, loro mi salutano sorridendomi.

Mi chiudo in bagno.

Dio, sto male. Mi sento maledettamente male.

Mi gira forte la testa e ho conati di vomito che mi minacciano come se fossero un killer con coltello alla mano.

“Calmati Isabella”

Comando a me stessa.

Chiudo gli occhi, mi siedo sul pavimento freddo e inizio a respirare.

“Uno, due, uno, due.”

Dopo circa dieci minuti apro gli occhi. Mi sento meglio.

Bagno i polsi con acqua fredda, e poi bagno la fronte.

Sto decisamente meglio.

Mi alzo, e mi avvio in sala professori.

Trovo Michael seduto a mangiare il suo sandwich.

Mi siedo a mia volta, e lo saluto.

“Mi hanno detto Bowl e Adam che ti sei sentita male. Cosa è successo?”

“niente. Si sono solo mescolate stanchezza, fame, e pressione bassa. Sto bene ora”

Dico buttando giù mezza bottiglietta di acqua fredda. Apro la mia insalata e inizio a mangiarla

“non dovresti mangiare sempre insalata.”

Dice guardandomi dritto negli occhi.

“Anche questo contribuisce a farti stare male. Sono più di dieci giorni che continui a ingerire solo foglie, acqua e birra.”

“Wau, ho un nuovo paparino”

Dico sorridendo.

“Sei quasi petulante quanto Charlie, solo che lui non parlava molto”

Sorride.

“Strano per uno petulante.”

Suona di nuovo la campanella.

Potrei prendermi dieci minuti, ma non posso far aspettare i ragazzi, quindi mi alzo, e di fretta ritorno di nuovo in quell'aula, che oggi ho iniziato ad odiare.

Continuo a parlare per tutta la giornata, porto avanti la mia lezione sulla psicologia di Gestalt, questa volta riesco a portarla a termine, non c'è nessun Adam che mi interrompe.

Però ho il timore di aver detto un mucchio di cretinate.

Sono talmente scossa dalla sottospecie di visione che ho avuto in classe che non sono riuscita a concentrarmi.

Mi gira nella testa.

Nel cuore.

Nello stomaco.

Lui, vedo lui dappertutto.

Chi sa se è cambiato dall'ultima volta che l'ho visto.

Chi sa se è diventato meno dolce, chi sa se è fidanzato, o addirittura sposato.

Chi sa..chi se..

“Oh”

Mi strattona Michael.

“Allora cosa prendi?”

“Una birra fredda”

Dico.

“Che ti succede. È da oggi a pranzo che stai così Bella.”

“L'ho rivisto.. o meglio ho visto i suoi capelli.”

Lui mi guarda come se fossi pazza.

“Sei sicura che fosse lui?”

“No. Ma il solo fatto di averlo pensato mi fa stare di merda.”

Dico e prendo un sorso della mia birra.

“se dovesse comparirmi avanti io.. io”

“Ci sono io qui. È poco che mi conosci, ma so abbastanza di te, e mi piaci abbastanza tanto da sorbirmi le tue lamentele, e aiutarti”

“Anche se so che non potrò aiutarti a dimenticarlo, voglio per lo meno farti stare meglio”

Mi accarezza una mano.

Perchè non l'ho incontrato prima di innamorarmi di lui!?

“Possibile che siano passati dieci anni e lo penso ancora?”

“Dieci anni.. cosa sono Bella?”

“Ho detto ad Adam di dimenticare la ragazza che due anni fa lo aveva lasciato. Sono un'ipocrita”

Dico buttando la testa tra le mani.

“Dai, guardami.”

Michael mi costringe a guardarlo.

“No. Non sei ipocrita. Il problema è che non riesci a dimenticarlo. Non puoi farti una colpa.”

“Non ci ho nemmeno provato.”

Alzo di un tono la voce.

Guardo la bottiglia di birra, è la terza che finisco nel giro di un'oretta.

Michael non può forzarmi a non bere, ma ci prova, e il battibecco finisce con un: “È l'ultima, tranquillo.”
 

Ritorno al posto in cui ero seduta, asciugandomi le mani e lo rivedo.

Rivedo i suoi capelli.

È girato di spalle, continua a ridere, al fianco di un tipo brunetto con i capelli sparati al vento come lui, e due ragazze, una bionda, e una bruna seduta vicino a lui.

Sorride, ma non vedo il suo volto, e non sento la sua voce coperta dalla musica troppo alta.

Coincidenza? Possibile che non riesco a vederlo in faccia. Chiedo solo di vederlo, e poi morirò felice.

Sono quasi tentata dall'andargli vicino, e vederlo in volto. Tanto sono brilla, non ricorderei l'enorme figura di merda commessa, ma lui sì, e il mio nome perderebbe di credito all'università.

Strano, sono ubriaca, e continuo a ragionare. Mh.

Torno così a sedermi, con la testa che mi gira.

C'è un maledetto turbinio che va prima a destra, poi pota tutto a sinistra.

“Cos'hai Bella?!”

“Niente”

Dico, poi ordino un'altra birra.

“Ancora?”

“Questa è l'ultima”

Dico, ma non sarà l'ultima.

Alla fine, è costretto a portarmi a casa.

Ho bevuto così tante birre che non riesco a reggermi in piedi.

“Dove sono le tue chiavi di casa Bella!?”

“Nella borsa” biascico.

Le trova e apre.

“Oh, bella casetta che hai, congratulazioni”

Sorrido come un'imbecille.

“Ecco, vieni.”

Mi porta in camera da letto, e mi adagia dolcemente.

“Buonanotte”

Sospira al mio orecchio, e dopo avermi dato un leggero bacio sulle labbra va via.

Io cado nel mondo dei sogni, popolato dal suo volto, e da quella sera.

 

Lo vedo lì, vicino casa mia, e gli corro incontro.

Quanto può essere bello?

Lui mi guarda freddo, e mi fa capire che andremo nel bosco.

Tremo. Ho capito. Spero di non aver capito, ma so che lui vuole lasciarmi.

Si ferma e mi guarda negli occhi.

Bella devo parlarti”

Dice freddo.

Tremo.

Io.. non sono fatto per te.”

Dice di getto.

Il mio posto è dove sei tu.”

No. Non è vero”

Dice guardando altrove.

Io non voglio che il tuo posto sia dove sono io. Io non..”

Tu non mi vuoi”

Dico singhiozzando. È così dannatamente ovvio. Come poteva uno come Edward Cullen volermi. Come poteva amare me, un'insignificante saputella, diversa da tutte le altre ragazze? Era già troppo strano che quella specie di relazione fosse durata così al lungo.

Lui risponde secco, senza neanche un briciolo di indecisione.

No. Io non ti amo”

Fa una piccola pausa. Forse se dicesse tutto velocemente soffrirei di meno.

Ma così lo guarderò per più tempo.

Non ti ho mai amata, e non credo che riuscirei ad amarti mai. Non..”

Non sei la persona giusta per me.”

Dice disgustato.

Giusto. Non sono abbastanza per l'eroe. Per la persona più importante del nostro liceo. Non sono abbastanza per Edward Cullen no!?”

Gli dico. Abbassa gli occhi, come per scappare dai miei.

Sbuffo.

Okay.”

Gli dico arrendendomi. So che non proverò a fargli cambiare idea. Non insisterò. Non sarò umiliata ancora di più.

Questa volta anche il mio sguardo si fredda. Avanti non ho più il mio Edward.

Quello che probabilmente non era mai esistito, e che avevo inventato io.

Se non è troppo chiedertelo.. vorrei che mi facessi una promessa.”

Si interrompe e si avvicina a me. Sono io che mi allontano. È come se provassi ribrezzo. Mi fa paura. Ma c'è ancora qualcosa dentro di me, chi sa perchè, che lo vuole, vuole che mi avvicini a lui, che mi avvinghi a lui, e lo convinca restare con me.

Non fare niente di stupido o insensato.” Continua.

In cambio ti prometto che sarà l'ultima volta che mi vedrai. Non ci saranno più tracce di Edward Cullen a Forks. Te lo giuro.”

Mi guarda intensamente, e sfoga su di me tutto l'azzurro dei suoi occhi perfetti.

Sarà come se non fossi mai esistito.”

Sospira.

Mi dispiace di averla fatta durare tanto. Avrei dovuto mettere le cose in chiaro prima. Ti chiedo scusa.”

Dice.

Mi guarda di nuovo.

Addio”

E mi lascia lì, da sola.

Sono davvero sola. Con me c'è soltanto la voglia di scomparire, di non esistere più.

Tutte pensano cosa sono, ora che lui non c'è più?

Nessuna, o per lo meno qualcuna come me, anche se troppo tardi, capisce che lui non è niente. 


 

Spazio autrice.

E dunque, eccoci ad un nuovo capitolo. Lo so non è granchè, ma prima dell'inzio della scuola volevo postare qualche capitolo quiiiiiindi eccovi questo.
Uhm voglio precisare giusto due cosine. Non studio psicologia, quindi quello che ho scritto su Gestalt è preso ovviamente da Wikipedia; la psicologia delle donne.. non so se esiste, ho cercato su google ma non mi è uscito niente; la separazione tra Edward e Bella, ho cercato di farla più simile e possibile all'originale, quindi ovviamente troverete moooolte frasi del libro/film; la stronzata che ho fatto per far capire ad Adam di chi si deve fidare.. beh sì, è una stronzata, ma volevo mettere in evidenza l'ingenuità dei giovani, e il fatto che ci basta davvero poco per capire di chi possiamo fidarci davvero, e sempre, quasi sempre, quel poco che ci servierebbe non riusciamo neanche a capire cosa sia!
Uhm okay, le cose da dire sono finite.
Vi dico che non so quando aggiornerò, ho la storia quasi del tutto pronta, mi mancano pochi capitoli, quello che non ho è il tempo.
Però, vi annuncio che ogni cinque recensioni (buone, cattive, verdi, gialle, come volte, basta che non siano "aggiorna" o "non mi è piaciuto" o "mi è piaciuto", vi prego aiutatemi a capire se davvero vi piace, ne ho bisogno) pubblicherò un capitolo, proprio per non sprecare del tempo (che in inverno inizia a diventare davvero prezioso per me) postando capitoli che nessuno legge. 
Quindi, non appena ci saranno cinque recensioni qui, tranquille che aggiornerò!
Niente, spero che alemeno un po' il capitolo vi sia piaciuto.
Oh, ho una domandina per voi: Secondo voi è davvero Edward quello? E cosa succederà nel prossimo? Sì, lo so, lo scoprirete solo vivendo, ma voglio sapere cosa pensate :3

Vostra StewyT.
Ps. grazie millissimo per aver letto, e per le recensioni, sono felice che la storia vi piaccia!

 

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Capitolo 5
*** Altro che visioni. ***


Altro che visioni.

Bella

 

Apro gli occhi, sono completamente sudata, e come quella sera non riesco a smettere di piangere.

Maledetto tizio dai capelli uguali ai suoi.

Aspetto che la testa smetta di girare, poi mi alzo, e mi catapulto in bagno.

Forse un bagno rilassante potrebbe aiutarmi.

Riempio la vasca di acqua tiepida, e poi ci butto dentro dei sali che mi ha regalato Reneè qualche Natale fa. Forse sono pure scaduti.

Gli do il tempo di sciogliersi, poi mi spoglio e mi ci immergo completamente.

Sì, è vero, aiuta: mi sto rilassando, ma...

Lui è ancora fisso lì. Stretto. Non se ne vuole andare.

Possibile che solo ricordarlo mi faccia così male?

Solo vedere nei miei ricordi distolti quello sguardo così azzurro, quella mascella così pronunciata, quei capelli così morbidi.. solo vedere quelle cose mi fa sentire come se stessi vivendo da dieci anni senza un pezzo di me.

Eh pure.. e pure mi ero ripromessa di dimenticarlo. Avevo giurato che una volta arrivata qui a NY, ci sarei riuscita.

Immergo la testa nell'acqua calda.

Sì, ci riuscirò. Io lo dimenticherò.

Mi auto convinco.

Dopo circa mezzora, decido di mettere fine a tutto quel relax.

Mi alzo. Mi copro col mio accappatoio, e inizio a pettinare i capelli, che sono un groviglio di paglia. Affondo la spazzola con cattiveria, e dopo circa un quarto d'ora questa cattiveria ha un risultato: ho i capelli senza nodi. Alleuluja.

Li asciugo alla meno peggio.

Metto della crema sul viso, un po' di blush, del burro-cacao sulle labbra, e mi vesto.

Pantaloni neri, camicetta bianca, scarpe senza tacchi nere.

Mi catapulto in cucina. Sono solo le sette e mezza. E la mia lezione inizierà alle nove. Maledizione. Ho un'idea: andrò al Central Park. Sono ormai arrivata a NY da così tanto, e non ho ancora visitato quell'oasi paradisiaca, che idiota.

Decido quindi di scendere di casa, munita di chiavi, chiave USB, e tanta voglia di starmene da sola con la mia musica.

Dopo circa quindici minuti imbottigliata nel traffico, arrivo.

Inizio a passeggiare per il parco sorseggiando il mio caffè e mangiando il mio cornetto.

È così dannatamente bello.

Mi siedo su una panchina lontana da tutto e da tutti, e inserisco le cuffiette nelle orecchie, perdendomi in Their cell di Girl in a Coma. Adoro questa canzone.

 

Il mio cellulare prende a squillare: cazzo. Sono le nove meno venti, e ancora sono arrivata all'università.

Prendo il cellulare.

“Michael, scusami.”

“Tranquilla. Ti avevo chiamata per dirti che puoi anche non venire oggi. Insomma rimandiamo le lezioni di qualche giorno”

“No. Tranquillo. Sto bene, sul serio, adesso arrivo.”

Attacco, e corro alla macchina. Metto in moto, e dieci minuti dopo sono accanto a Michael.

“Stai davvero bene?”

Annuisco.

“Certo. Però..”

“Volevo scusarmi per ieri.”

Guardo nel vuoto.

“Insomma... non avrei dovuto bere così tanto e costringerti a trascinarmi a casa. Perdonami.”

La campanella suona fracassandomi i timpani, ma Michael mi tiene per un braccio, e continua a parlare.

“Bella non è successo niente, tranquilla. Anzi scusami tu!”

“Per cosa?”

So perfettamente perchè mi ha chiesto scusa. Ma voglio che lui creda che io non sappia niente perchè vorrei che lui lo dimenticasse. Non vorrei che lui iniziasse a provare qualcosa per me. Ecco.

“non ricordi?”

“No. Mi dispiace. Cosa hai combinato?”

Resta per qualche minuto in silenzio, poi mente.

“non ti ho fermata. Avrei dovuto portarti via da lì prima che tu ti ubriacassi del tutto.”

Guarda il pavimento.

“Sono io l'irresponsabile tra noi due Michael.”

Dico.

“comunque sul serio se non riesci a fare lezione..”

“È il mio lavoro, e anche se ho la testa che mi scoppia non tornerò a casa.”

“Adesso scusami, ma la campanella è suonata da qualche minuto, devo andare”

Annuisce sorridendo, e mi lascia andare.

Mi siedo, e attendo che tutti gli altri si siedano al loro posto.

Iniziamo quindi la nostra lezione riprendendo il discorso sulla psicologia della Gestalt.

Chi sa come Adam oggi si è calmato.

Certo, i suoi magnifici interventi ci sono sempre, ma ormai mi ci sono abituata, anzi se non arrivano mi preoccupo, e gli chiedo di intervenire.

Quel ragazzo sarà pure uno spara cazzate, ma è intelligente e ho una profonda stima per lui.

Sei ore dopo, finalmente finisce la prima parte del mio lavoro.

Avrò finalmente un'ora di riposo, e poi sì, certo ancora lavoro.

“Prof!?”

Mi si avvicina Adam affiancato da Bowl.

Mi sorridono. Sono così carini.

“Sì Adam?”

“avevo paura che lei mi bocciasse all'esame,quindi le ho chiesto di uscire.”

Scoppiamo a ridere.

“Mi fa piacere per voi, ragazzi. Spero che voi riusciate ad essere felici, come non lo sono stata io”

Alzo lo sguardo verso di loro, e vengo attratta da tutt'altro.

Cazzo avevo visto bene. Non erano simili ai suoi capelli. Quelli erano i suoi capelli.

Quello è lui, è Edward Cullen, ed è dannatamente perfetto come l'ultima volta che l'ho visto.

Mi sento davvero svenire questa volta.

Non è assolutamente possibile che lui sia in quella scuola.

La testa inizia a girarmi vorticosamente. Sarà come se non fossi mai esistito.

Aveva detto. Allora perchè non è sparito dalla mia mente? Perchè ora è qui?

“Prof sta bene?”

Chiede Bowl.

“Sto bene ragazzi, sto bene.”

Cerco di sorridere, ma ne esce fuori solo una smorfia orribile.

“Ci vediamo domani”

Disco sperando che vadano via in fretta, e mi lascino da sola con lui.

Lui che adesso è avanti a me. Le mani poggiate sulla mia cattedra, gli occhi puntati nei miei.

Sembra essere sbiancato anche lui.

Strizzo gli occhi per bene, poi lui magicamente parla.

“Isabella?” Dice con un sospiro.

“Edward!”

Abbasso gli occhi per scappare dai suoi azzurri come il mare.

“Che ci fai qui?”

“Insegno tu.. impari?”

“Più o meno”

Dice mostrandomi le cuffiette.

Sorride. E il suo sorriso mi fa tremare le gambe. È bellissimo proprio come lo ricordavo. E questo non va bene. Non avrei dovuto ricordare il suo sorriso.

Lui non sarebbe più dovuto esistere, per lo meno non nella mia mente.

Mi appoggio alla cattedra per non cadere, e sospiro affannosamente.

“Qualche volta ..beh che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar? Mi mancano le nostre chiacchierate.”

Dice. Certo che ha proprio una bella faccia di cazzo.

“Credo che non sia il caso. Mi dispiace”

Dico. Prendo la mia borsa e mi avvio all'uscita. Lui mi paralizza il braccio.

“Insomma sarai mica ancora..!?”

Sì. Sono ancora arrabbiata. Sono incazzata nera.

“No. Forse no. Non più, ora che ti ho dimenticato”

I suoi occhi a quelle parole si ghiacciano, quasi come se gli avessi detto chi sa cosa. Non era quello che voleva lui alla fine?!

Così esco, e per una volta sono io quella che lascia lui da solo.
 

Angolo autrice.

Ma ccccccciao!
Prima di tutto voglio assolutamete ringraziarvi per le recensioni, sono arrivate subitissimo. Grazie, davvero.
Seconda cosa:voglio scusarmi per la formattazione. Ci sono degli spazi enormi tra i vari righi. Mi dispiace, ma non so come modificare questa impostazione(?). Se lo sapete voi aiutatemi!
Uhm finalmente entra in scena il tanto odiato(?) Edward, e Bella.. sì, okay, so che non vi piace come si comporta perchè è debole, e voi speravate in una Bella più forte, ma non odiatemi per questo.
Niente, credo di dover andare. Spero che il capitolo vi piaccia.
Ah, per quanto riguarda i prossimi, credo che li metterò ogni fine settimana (a partire dalla prossima settimana), se ho sufficienti recensioni (già sapete perchè C:).
Quindi, alla settimana prossima, spero.

StewyT.
Ps. avevo riscritto questo capitolo, l'ho riletto, non mi è piaciuto, l'ho riscritto, ed è successa la stessa cosa. Alla fine ho postato quello che faceva meno schifo. Scusate.

SPOILER: IL PROSSIMO CAPITOLO sarà breve, ma scritto dal punto di vista di Edward.

 

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Capitolo 6
*** Fitta al cuore. ***


Fitta al cuore. 

Edward

 

Altre sei ore sono andate.

Devo dire la verità però: ho ascoltato gli ultimi venti minuti.

E devo dire che non sono stati male.

Con la voce della professoressa poi.

Quella donna ha una voce fantastica, anche se mi ricorda qualcuno, mi ha convinto ad ascoltarla. Bella, dolce, melodiosa, sembra come il fruscio di un panno di seta.

Dio,come sono poetico.

Scendo gli scalini che mi separano dall'uscita velocemente.

Dio, sto per rivedere la luce, e qualche birra.

Mi volto verso la professoressa giusto per vedere se è anche bona, oltre che dotata di una voce sensuale, e resto scandalizzato.

Lei è lei. Cioè la professoressa è lei: Isabella Swan la mia Isabella Swan.

La mia Bella.

È cambiata, è bellissima come allora, ma adesso è una donna.

Ha tutte le forme al punto giusto, i capelli sciolti le incoronano il viso a cuore.

E poi ci sono i suoi occhi. Sono sempre stati ragione di felicità per me.

E sono ancora lì, belli, verdi e intensi come sempre.

Non posso crederci.

Vorrei piangere tanto sono felice, ma so che lei.. so che con lei non ci sono speranze, a quest'ora sarà pure sposata, e non vorrà sapere niente di me.

Di quello che l'ha fatta innamorare e poi le ha distrutto il cuore.

Sta parlando con due alunni, mentre il mio cuore sta ballando tanto che è felice.

Si accorge di me, e sbianca.

Continuo a guardarla, e non vedo altro che i nostri baci caldi e familiari.

Le sue labbra morbide e leggermente screpolate sulle mie.

Mi appoggio alla cattedra, e mi avvicino a lei per vederla meglio.

Possibile che sia veramente lei!?

Adesso mi guarda. I suoi occhi sono sbalorditi, ed immobili.

Di sicuro non è felice di vedermi.

Al contrario, credo che mi odi, e che vorrebbe vedermi morto lì, al suo fianco.

Apro le labbra e pronuncio il suo nome senza neanche accorgermene, così come le altre parole che mi escono così, senza chiedermi il permesso; così come il Qualche volta ..beh che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar? Mi mancano le nostre chiacchierate.

Cosa cazzo mi è preso non lo so. E non so perchè al suo Ti ho dimenticato, mi sono sentito di soffocare, come se avessi due mani strette alla mia gola, che mi stavano portando lentamente alla morte.

No, non puoi avermi dimenticato. Come ci sei riuscita? Io non ho dimenticato te.

Quando esce dall'aula, io resto lì, impalato, e..piango.

Sì, piango come un bambino, o meglio ancora, come lei quando ad essere stato lasciato da solo non ero io.

Ha ragione. Ha fatto bene a dimenticarmi.

 

Spazio autrice.

Sì lo so, questo non può neanche essere considerato un capitolo,è cortissimo. 
Ma mi serviva giusto per farvi sapere Edward come ci è rimasto, e mi sembra che si veda ovviamente che ha sofferto non poco. Sì,credo di essere l'unica che non odia del tutto l'Edward della mia storia lol.
Niente, avevo detto che avrei messo il capitolo nel week-end, solo se ci fossero state sufficienti recensioni, non ce ne sono state, ma ho postato ugualmente perchè il capitolo è brevissimo, quindi non ho dovuto correggerlo, eh se trovate qualche errore vi prego di dirmelo che subito provvedo.

Grazie per aver letto. Grazie a tutti quelli che recensiscono, a quelli che leggono solo silenziosamente, o anche mettono nelle seguite la storia. 
Spero che arrivi qualche recensione, eh non uccidetemi se il capitolo è così breve.
Alla settimana prossima(?).
Vostra StewyT.

 

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Capitolo 7
*** Aiuto. ***


Aiuto.

Bella.


“Michael”
“Bella ma che hai? Sei..bianca.”
“Mi sento poco bene”
Dico sedendomi su una sedia in sala professori.
“Forse.. forse è meglio se mi prendo qualche giorno di riposo, avevi ragione”
Dico sorseggiando l'acqua che lui gentilmente mi ha dato.
“Potrebbe farmi stare meglio”
Prendo la testa tra le mani. Mi gira:maledettamente.
Tutto si muove, e niente resta fermo.
“Anche secondo me.”
Dice lui. “Hai assolutamente bisogno di relax.”
“Forse non sei abituata alla vita frenetica di NY”
“Sì, hai ragione”
O forse non sono abituata a vedere Edward.
“vieni, ti accompagno a casa.”
“No. Tranquillo, vado da sola. Ma non abbandonare i miei ragazzi.”
“Adam. Non cacciarlo. Lui è un ottimo ragazzo, il fatto è che ha la battutina pronta.”
E Cullen.. fallo scomparire.
“Tranquilla.”
“Un paio di giorni di riposo e sarò perfetta. Lo giuro”
“Vai, ci sono io qui. Se no perchè ti avrebbero affidata a me? Devo risolvere i tuoi problemi.”
Annuisco. Menomale che c'è Michael.

Apro la porta di casa, e ciondolando arrivo al letto, dove Spoty sale, e mi accarezza col suo musino nero.
“Sono stanca Spoty. E triste”
Dico prendendolo tra le braccia e stringendolo.
“Sai che l'ho rivisto!?”
Lui mi accarezza di nuovo.
“Piccolo gattino, vieni a mangiare, su”
Metto del cibo nella sua scodella, e della pasta precotta per me in un piatto.
Mi siedo sul divano, e inizio a mangiare girando velocemente i canali della mia televisione.
Ma niente, lui non mi passa dalla mente. I suoi occhi azzurri sono ancora lì che mi fissano come se in tutto questo tempo anche io fossi mancata a lui.
Mi tormenta. Il pensiero che Edward sia qui mi tormenta, e io ho bisogno di un aiuto.
Cerco il telefono nascosto da qualche parte nella mia borsa.
Eccolo.
Cerco il suo numero nascosto da qualche parte nella rubrica.
Eccolo.
“Pronto?”
La sua voce. Quanto mi è mancata. Dolce, calda, sensuale. È semplicemente lui.
“Jake”
Dico ansimando.”
“Bella. Heeeey, come va?”
Dice. Nel momento stesso in cui lo sento immagino un sorriso colorarsi sul suo viso dolce.
“Di merda Jake. Ho bisogno di te.”
“Cosa succede?”
“..”
“Hey mi stai facendo spaventare, parla.”
“Lui è qui. Anche lui a New York.”
“Lui.. lui!?”
“Sì. Edward è qui, dannazione.”
Respiro velocemente.
“okay calmati. Sei nervosissima. Si sente da qui.”
Annuisco, come se oltre a sentirmi potesse anche vedermi.
“Dove lo hai visto?”
“A scuola. È al mio corso.”
“Maledizione.”
“Mi toccherà vederlo tutti i giorni, a meno che non cambi corso.”
“Bella non essere codarda. Prima o poi dovevi affrontarlo. Lo sapevi”
“Jake così non mi aiuti.”
“Certo che sì. Vai lì fuori, non fare la cogliona. Fallo soffrire come lui ha fatto con te.”
“Io non voglio vendetta. Voglio semplicemente che scompaia.”
“Non scomparire tu. Non prima di avergli dato quello che deve avere quel bastardo”
Annuisco.
“Te lo prometto”
“Brava piccola.”
Restiamo per qualche minuto in silenzio.
“Vuoi che venga lì?”
“No Jake. È un problema mio e hai ragione non devo essere codarda. Devo vincere da sola.”
“Non farmi stare in pensiero Bella”
“Tranquillo, non mi suiciderò solo perchè ho rivisto Edward Cullen.”
“Lui è solo un uomo come gli altri, anzi da questo momento è uno studente come gli altri”
Dico con voce sprezzante.
“Sono fiero di te Bella”
“Anche se non dovessi riuscire a restargli lontano?”
“Anche”
Dice  lui.
“Va bene”
“Jake ti lascio alla tua Seattle. Credo di avere bisogno di dormire. Dormire e dormire ancora.”
“Okay. Ti richiamo io tra qualche giorno”
“ Ti voglio bene”
“Anche io”
Stacco.
Anche solo parlare con Jake mi aiuta.
Adesso però mi aiuterà di sicuro di più il mio dolce comodo letto.

Mi stendo, e mi copro con un lenzuolo, tenendo stretto tra le braccia Spoty, e lascio Morfeo portarmi nel suo mondo incantato, per tutto il tempo che mi servirà:devo riprendermi, e devo riuscire a sembrare una che ha dimenticato Edward Cullen.

Spazio autrice.

Heylà. Questa settimana ho aggiornato prima, felici? lol
Sì, so che pensate che i capitoli ultimamente siano troppo corti.. beh non mi escono lunghi. In questo periodo tutto quello che riesco a scrivere è cortissimo.
Mi dispiace tanto, ma sarebbe un'idiozia unire assieme due capitoli, renderebbe tutto un po' confusionario; sappiate solo che ci sono moooolti capitoli che devo ancora postare, e che  questa settimana, se arriveranno un bel po' di recensioni come nello scorso, aggiornerò di nuovo domenica :3

Niente, spero che questo vi sia piaciuto.
Ah, dimenticavo. Ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono, leggono senza recensire, mettono nei seguiti, o facciano qualsiasi altra cosa con questa storia.
Grazie!
A presto. StewyT.



 

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Capitolo 8
*** Vita. ***


Vita.

Bella.

 

Qualcuno suona alla porta.

Sono più di otto giorni che non esco da casa, non vedo la luce del sole, non mangio un pasto decente, non vado a scuola, dormo, guardo la tv, leggo, penso a Edward, sto male.

Non voglio neanche alzarmi per vedere chi è che rompe.

Ma lo immagino, nessuno sa chi abita qui, nessuno tranne Michael, e lui è sempre tutt'altro che uno che rompe.

“Chi è?” Dico avvicinandomi alla porta rossa.

“Indovina”. Sì, è proprio Michael.

Apro, e mi ritrovo il suo bellissimo sorriso avanti agli occhi.

Ha tagliato i capelli, e questo nuovo taglio gli valorizza ancora di più la mascella pronunciata, il naso “etrusco-romano” il sorriso smagliante.

Gli sorrido e appena entra in casa, non so perchè ma sento un forte bisogno di abbracciarlo, e lo faccio, lui quindi ricambia.

“Come mai tutto questo affetto?”.

“Non lo so.” Ed è vero, non lo so. So solo che mi viene voglia di abbracciarlo e non lasciarlo più. Mi viene seriamente voglia di dimenticare Edward per lui.

Mi viene voglia di cancellarlo e di innamorarmi di lui, del suo sorriso, mi viene voglia di capire che diamine sto pensando.

Questi otto giorni mi hanno fatto male.

Sognare gli occhi azzurri di Edward, la sua voce fredda quella notte, gli occhi azzurri di Edward e la sua voce suadente a scuola. Sognare gli occhi neri di Michael e il suo sorriso, mi ha fatto male. Mi ha fatto tutto male.

“Ti ho portato una sorpresa. Non so se ti piace il cibo giapponese, ma... ho portato tanto cibo” Sorride e mi mostra un'enorme busta bianca con sopra disegnato un drago rosso, e una strana scritta in nero.

“Non l'ho mai mangiato prima, ma credo che mi piaccia. Affamata come sono ora poi mi piacerebbe di tutto.”

Lo guido verso il bancone, e gli strappo la busta da mano.

“Dio, quanta roba.” Dico ridendo.

È da tanto che non ridevo così. Mi sento bene.

È come se avendo visto lui tutta la tristezza e la depressione fossero andati via.

“Michael.” Sospiro.

“Cosa?”

“Niente.” Sospiro di nuovo.

Non posso rovinare la nostra giornata assieme, non posso rovinare questo unico e solo momento in cui mi sento benissimo.

“Io voglio assaggiare questo.” Dico, e prendo una confezione trasparente nella quale ci sono diversi pezzi di verdura in una sottospecie di crosta giallognola.

“È torpura di verdura. Buonissimo.” Dice.

Poi mi spinge verso il divano, e prende una melanzana, e io lo seguo a ruota.

Ne prendo un morso, ed è davvero buonissimo.

“Allora, come va?”

“Prossima domanda?”

“Cosa hai fatto in questi giorni?”

“Dormito, letto, sognato..”

“Cose belle spero.”

Arrossisco.

“Ho sognato Edward.” Lui mi guarda deluso.

“E una volta i tuoi occhi. Mi sorridevi, e.. è stata l'unica cosa bella di questi otto giorni.” Mi stringe una mano.

“Adam ha dato il suo secondo esame.” Cambia discorso.

“Ah sì? Con chi?”
“Pellingam. È andato più che bene. Ha preso trenta.”

Mi sorride, sono soddisfatta del mio Adam.

“Bene.”.

Sospiro, e attendo che lui ritorni di nuovo con due scodelle piene di brodo,o come giustamente lui continua a ripetermi, Ramen.

Lui è così dolce.

Ritorno di nuovo al pensiero di qualche minuto prima: perchè è arrivato nel momento sbagliato?

Perchè io non riesco a lasciare andare Edward, e ad innamorarmi di nuovo?

Lui ha tutto quello che potrei desiderare, è bello, dolce, gentile, e gli piaccio.

“Allora? Ti piace il giapponese?”

“Assolutamente sì, ma spero che il dolce sia italiano..”

“Uhm” lui mi sorride.

“In effetti è italiano.”

“Gelato.” Indovino io.

“Sono così prevedibile?”
“Uhm.. no. Ma hai imparato a conoscermi, e sai che adoro il gelato, quindi..”,

Michael si alza, e torna al suo posto con una vaschetta di gelato al cioccolato e vaniglia, e due cucchiai.

“E ti conosco abbastanza bene da sapere anche che non vuoi il cucchiaino”.

Dice sorridendomi.

Prendo una cucchiaiata, e cucchiaiate dopo cucchiaiate, finiamo il gelato.

Lui mi guarda, e scoppia a ridere.

“Cosa?” Rido a mia volta, poi mi si avvicina.

“Hai i baffi. Adesso spiegami come fai a sporcarti con il gelato...”

Mi pulisce, e non appena le sue dita sfiorano le mie labbra mi viene voglia di baciarlo, di stringerlo, di dirgli che mi piace.

“Prima mi hai chiesto come stessi beh.. con te sto bene.”

Mi faccio scappare, e lui non si lascia scappare l'occasione di baciarmi.

Si posa delicato sulle mie labbra, accarezzandomi dolcemente la guancia, e rinchiudendomi in un forte abbraccio.

“Anche io” Mormora mentre ci baciamo.

E lì ricordo la sensazione che si prova quando ti si chiude lo stomaco, perchè stai baciando qualcuno che ti piace da morire.

Respiro aria pulita, dopo dieci anni, non penso a Edward, sto pensando a me, Isabella, che sta baciando Michael e si sta rendendo felice.

Che io riesca veramente a dimenticare Edward? Che possa davvero innamorarmi di Michael a tal punto?

Si allontana e mi stringe il viso tra le mani.

“Mi dispiace. Non volevo.”

“Io sì. Anzi speravo proprio che tu mi baciassi, se no avrei dovuto farlo io, e non mi piace essere la prima a provarci.”

“Beh io già ti ho baciata una volta.”
“Lo so.” Ammetto.

“Lo ricordo. Ma non volevo dirti che lo sapevo perchè beh.. non volevo che ti illudessi. Ti voglio bene, in poco tempo mi sei diventato amico, e non voglio che qualcosa che potrebbe nascere tra di noi possa distruggere questa amicizia.Tu mi piaci, okay? Ma non so se riuscirò mai a dimenticare Edward, o quanto meno non so se riuscirò mai ad amare qualcun altro,e non voglio usare te per provarci..”

“Io ci sto. Ti voglio dare una mano. Se non funziona.. se non funziona non fa niente, okay? Restiamo amici. Te lo giuro. Tu però prova a dimenticarlo, prova ad amare me.

Dice, e improvvisamente mi si ferma il cuore.

Prova ad amare me.

Quello è il problema, io sono una macchina guasta, e non so se qualcuno riuscirà a ripararmi, non so se i pezzi che servono per ripararmi sono ancora in produzione.

“Me lo giuri, allora?”

Mi sorride, e mi bacia di nuovo.

Proverò ad amare lui.

Spazio autrice.

Salve salvino gente. Avete visto? Ho mantenuto la mia promessa, quindi eccovi questo mezzo capitolo :3
Uhm non ho niente da dire se non spero che vi sia piaciuto, che continuiate a leggere la storia, e a farmi sapere cosa ne pensate.
Grazie mille a tutti quelli che leggono e recensiscono, leggono e non mi fanno sapere niente (mi fate stare male perchè non mi dite cosa ne pensate, ma grazie comunque lol), eh.. basta credo.

Alla settimana prossima. Buona settimana.
StewyT.

 

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Capitolo 9
*** Dolore. ***


Dolore.

Edward.

Entro in classe.

Sono in ritardo.

Credevo ci sarebbe stato di nuovo quell'idiota di Michael non so cosa, invece c'è Bella,o forse dovrei chiamarla professoressa;è tornata, ed è già all'attacco con la sua lezione.

Quest'oggi è di un'assurda bellezza.

Vuole forse farmi morire?

Appena entro dalla porta mi fermo come un coglione, e resto lì ad osservarla,è più alta, infatti indossa delle scarpe col tacco, sono nere lucide.

La scruto da giù a sopra, e viceversa.

Indossa dei jeans neri strettissimi, che le mettono in mostra il sedere che si ritrova. Lei è un tipetto magro, ma ha un sedere che difficilmente si trova.

È perfetto.

Indossa una maglia attillatissima, una dolcevita bianca, che mostra perfettamente la sua terza, forse quarta di seno. Devo dire che dall'ultima volta che l'ho vista, da quando l'ho lasciata è cresciuto un bel po' il seno.

Arrivo poi al viso. È pallido come sempre, ed è coronato da una folta chioma di capelli marrone cioccolato, che ti danno calore, fiducia.

Gli occhi verdi sono quelli che mi hanno fatto innamorare di lei, profondi come un pozzo, e limpidi come il mare in una perfetta giornata estiva.

Il suo visto meraviglioso, a cuore, è messo in risalto da due labbra perfettamente colorate di rosso.

Sembro un ebete, e infatti lei se ne è accorta.

Mi guarda con un sorrisino bastardo sulle labbra. Non l'ho mai visto sul suo viso, ma persino quello è bello.

Se non fossi stato in un luogo pubblico, e se fossimo stati ancora fidanzati,o se per lo meno avessi saputo che non mi avrebbe preso a calci in culo, le sarei saltato addosso,e le avrei chiesto di non lasciarmi mai.

“Edward Cullen, eh?” Mi dice.

Io arrossisco. Perchè? Perchè mi chiedo?

Non dovrei arrossire, e soprattutto avrei dovuto prepararmi.

Mettere una camicia pulita,al posto della felpa blu, o quanto meno radermi.

Se solo avessi saputo che c'era lei.

“Isa-” mi fermo in tempo, dal chiamarla Isabella.

“Professoressa. Mi scusi. Questa mattina ho avuto..”

Mi interrompe bruscamente.

“Non mi interessa cosa hai avuto, non siamo al liceo, non devi dare spiegazioni, l'importante è che non interrompi la lezione mettendoti lì a fissare chi sa chi e chi sa cosa come un totale idiota. Siediti, se vuoi, e ascolta la lezione, dormi, ascolta la musica, fa un po' quello che vuoi, ma non interrompere la lezione. Grazie.”

Distoglie subito lo sguardo, e io mi sento una totale merda.

Vado a mettermi all'ultimo banco come sempre.

So, ne sono certissimo, che ha fatto quella scenata perchè ero io.

Ha fatto quella scenata, con la quale intendeva dire: Preparati Edward, ero venuta qui per vivere in pace, ma visto che ci sei tu, il mio scopo è diventato quello di non far vivere in pace te.


Saranno passate due ore da quando mi sono seduto su quella panca. È pure scomoda. Ma farla un po' più comoda che gli costava?

Saranno passate due ore, da quando Isabella mi sta torturando, come si farebbe con un pupazzo che si odia, uno di quelli con un sorriso sadico, o gli occhi che mettono paura, che i bambini tanto odiano, e quindi strapazzano.

Non fa altro che salire e scendere dalle scalette che ci sono tra le varie panche.

Non fa altro che soffermarsi vicino al mio banco, guardarmi, lanciarmi un sorrisino stronzo, tornare indietro, mostrandomi il suo culo.

Dio sto per impazzire.

È in momenti come questo che mi chiedo perchè ho lasciato il mio ottimo posto da manager da Morteir. Sono stato un'idiota. Adesso non sarei qui a soffrire. È anche vero però, che molto probabilmente non avrei incontrato Isabella.

Lei continua a parlare, sorridendo ad Adam, e rispondendo ai suoi interventi.

Ma chi  da tutta sta diamine di voglia a quello?

Lei continua a parlare, poi si siede sulla cattedra e accavalla le gambe, ed è lì che mi sento davvero male. Mi viene voglia di scendere da lì, correre da lei, sbatterla sulla cattedra, e renderla mia. Rifarlo, rifarlo, e rifarlo ancora, fino a quando lei non mi chiederebbe di smettere: mai.

Mi appallottolo sul banchetto, e sentendo la dolce e soave voce di Isabella mi addormento.


Apro gli occhi e mi giro a destra e sinistra, non c'è nessuno.

O quasi, c'è ancora qualcuno in fondo alle scale, qualcuno alla porta, altri vicino al bagno, e lei. C'è lei, Isabella, seduta sulla cattedra.

Ride e scherza con quel certo Professor Michael.

Bello è bello, ma niente in confronto al suo ex fidanzato.

I due se la spassano, ridono, lui le accarezza una guancia.

Possibile che lei mi abbia veramente dimenticato?

Come ha fatto? Perchè io non ci sono riuscito? Potrei chiederle di mostrarmi come fare? Me lo direbbe, oppure no?

Credo che mi lascerebbe soffrire, penare. Io in fondo ho fatto soffrire lei.

Metto le cuffiette nel cappotto, alzo il colletto,e mettendo le mani in tasca, mi avvio verso la porta.

Vedo il modo in cui sono avvinghiati, e mi viene letteralmente da piangere.

Lei sorride, come faceva forse, quando ero io a starle affianco.

Non è giusto. Non è giusto che lei si sia innamorata di un altro.

Non è giusto che io continuo ad amarla, e soprattutto non è giusto che io debba soffrire guardandola ogni giorno.

Mi avvicino di più a loro, per vedere se i miei sospetti sono fondati, anche se spero ancora con tutto il cuore che siano amici.

“Mh.. quindi questa sera dove mi porti di bello Michael?”

Dice lei con un sorriso languido.

“Per me andrebbe bene anche in camera tua, oppure la mia, eh..”.

Sospira, e lei gli si avvicina per baciarlo.

Quindi non mi stavo sbagliando, quei due sono fidanzati.

Stanno assieme.

Lei si sta innamorando di lui.

Una fitta improvvisa al mio cuore, mi fa arrestare lì avanti alla porta.

Per la seconda volta in una giornata resto fisso a guardare Bella.

Lui, lei. Lei è tra le sue braccia, braccia possenti che la stringono, che toccano la schiena che vorrei toccare io, che palpano il sedere che vorrei palpare io, che bacia le labbra che vorrei baciare io, che fa sorridere la donna che vorrei far sorridere io, che fa innamorare la donna che amo io.

Sto sudando davvero, e mi tremano le mani per la voglia i spaccare la faccia a quell'idiota dal sorriso splendente.

“Dio, sei perfetta.” Mormora lui, e lei sorride.

Mi sento così male che mi viene da tossire, e non riesco a trattenermi.

Un'improvviso dolore colpisce il mio corpo, come se così di colpo fossi caduto su un materasso di spine di acciaio incandescenti che mi entrano dentro.

Cerco di scappare via, ma quel bastardo è più veloce e pronto di me.

“Oh, tu chi sei? Che ci fai ancora qui?” Mi sorride.

Ma quanto vorrei rompergli quel muso da coglione?

“Sono Cullen. Edward Cullen.” Dico, e mi sembra di essere Bond. Io sono James Bond. E sto per spaccarti la faccia, razza di idiota.

“Ah..quell'Edward.” Si lascia scappare girandosi verso di Bella.

“Esatto.”

“Quell' Edward? Sono famoso e non lo sapevo?”

“Beh Michael ti conosce come lo stronzo che mi ha fatta soffrire.” Sorride.

“Oh, piacere allora, io sono lo stronzo, e tu? Il coglione di turno che viene usato per dimenticare qualcuno?” Sorrido malizioso, e lui mi si scaraventa addosso.

“Michael. Che fai, vieni qui.” Lei lo tira, e mi guarda come rimproverandomi.

“Cosa, vuoi rimproverarmi anche di questo Isabella? O dovrei chiamarti professoressa?” Lei mi guarda innervosita. Stronza.

“Ah, a proposito, miei cari professori, sapete dove devo dare il foglio di sospensione? mi sono scocciato di restare inutilmente qui a studiare psicologia.”

“Ma quando metterai la testa a posto?” Mi urla lei avvicinandosi.

“Vuoi vivere sulle spalle di Carlisle per sempre? E poi perchè fare psicologia? Non sei mai stato portato per questo. Perchè non hai scelto qualcos'altro?Fai qualcosa nella tua vita. Trovati una donna, un lavoro, laureati. Fa qualcosa.”

“Bella, io sono già laureato. Ho anche lavorato, ma mi sono scocciato e ho voluto riprendere a studiare. Per quanto riguarda le donne posso farne a meno.Poi cosa può mai interessare a te e al professore Michael sapere cosa ho voluto fare?”

“Ho fatto una semplice domanda.” Asserisce lei.

“Anche io. Ma se non sapete rispondermi basta dirlo.”

“In segreteria Cullen. Dove altro?” Risponde quell'idiota in tono infastidito.

“Okay, allora. A mai più.”

Mi giro per l'ultima volta verso di lei, sembra quasi di vedere una scintilla negli occhi di Isabella, una scintilla che si spegne, che perde vitalità. Quella scintilla che tutti dicevano aveva quando stavamo assieme.

Ma lei mi ha dimenticato, io per lei sono nulla, come qualsiasi altro studente, sono solo uno che deve ascoltare, imparare e ripetere, basta.


Sono le nove e trenta, sono stato tutta la giornata su questo maledetto letto a poltrire, a pensare come fare a dimenticare Isabella: non ho trovato risposta, ma ho chiamato Morteir, e grazie a Dio ha detto che sarebbe felice di avermi di nuovo al capo della Morteir&Co, e che gli sarebbe comodo se io iniziassi il prima possibile.
Questo probabilmente riuscirà ad aiutarmi, e per questa sera so cosa potrebbe aiutarmi a dimenticare: uscire con Simon, ubriacarmi, portarmi a casa una bella ragazza, e divertirmi.

Entro in un localino nella trendy Nolita, pieno di luci colorate che mi danno il voltastomaco, tanto da essere forti, un'altissima musica che non fa altro che tunz-tunnz. Come diamine fanno a chiamarla musica?

La musica è quella dei Queen. Benedetti siano i Queen. O quella dei Muse. Grazie a Dio nel duemila abbiamo ancora qualcuno che sa suonare dell'ottima musica.

Cerco tra i vari divanetti, tavolini e robe varie, ma non trovo Simon.

Mi avvicino verso il bancone e lo vedo lì, dove potrebbe mai essere il mio migliore amico-ubriacone?

È seduto, ha già una birra tra le mani, la solita bionda non c'è, probabilmente è a ballare con l'amica della serata, che dopo trascorrerà la notte con me. È rivolto verso il barista, che gli sta sorridendo.

Mi siedo accanto a lui.

“Ciao amico.” Mi sorride Simon.

“Che c'hai?”

“Lunedì riprendo a lavorare.” Sparo, e lui batte le mani con impegno.

“Finalmente. Sai era noioso avere un amico universitario. Chi ti ha fatto prendere questa decisione?”

“Ritorno alla Morteir.”

“Allora?” Mi guarda, con degli occhi che mi dicono Muoviti, non evitare la domanda.

“Isabella, ovviamente. Sta con un professore e non ce la faccio a vederli assieme.O spacco la faccia a lui, o le dico che la amo ancora, oppure faccio del male a me. E non mi va di fare niente.”

“Non ci credo. Secondo me ti andrebbe di dare un pugno in faccia a quel coglione.”

“Ovvio.”

“Ma non puoi, perchè sai che è colpa tua, e Isabella aveva il diritto di rifarsi una vita.”

“Grazie, sai come farmi sentire peggio.”

“Brò, questa sera non pensare a niente, okay? Festeggiamo il tuo nuovo lavoro, festeggiamo il fatto che torni da me alla Morteir, e festeggiamo la bella bionda che ti ho procurato questa sera.”

Mi sorride, e non posso fare a meno che ricambiare.

Come fa a farmi stare sempre meglio?

E soprattutto, come fa a diventare da perfetto Manager, vestito di tutto punto in giacca e cravatta, amato e stimato da tutti, a ubriacone divertente e donnaiolo amato da me, in un attimo?

Questa me la dovrà spiegare prima o poi.

Le birre a volte sono come le noccioline, oppure quegli stuzzichini che da dentro il piatto ti chiamano, e ti gridano: Hey amico, siamo qui, ancora qui, e stiamo aspettando solo te per essere mangiati. Mangiaci. Siamo deliziosi.

Ecco, le birre dicono:Hey amico, cosa aspetti? Siamo fresche, deliziose, insostituibili, le migliori bionde che esistano sulla faccia della terra.

E come si può dire di no ad una bionda?

Una tira l'altra, fino a quando non sei sbornio come un'idiota, puzzolente e cammini a stento.

“Hey, Edward, vuoi che accompagni te e Lara?”
“No, amico, grazie. Riesco a reggermi in piedi.” Dico ridendo e poggiandomi ad un lampione.

“Ma mi dispiace Lara, questa sera non ho voglia di proseguire.”

Lei mi sorride. “Non sono quel tipo di ragazza.” Dice.

“Non avrei proseguito neanche se tu avessi voluto.”

Mi da un bigliettino. “Questo è il mio numero, se mai ti andasse di rivederci per prendere qualcosa chiamami.” Sorride di nuovo, e dopo averci salutato va via.

Butto una mano nei capelli.

“Lara potrebbe aiutarti a dimenticare Isabella, non credi?”

“Cosa dici che dovrei fare?”

“Corri da lei chiedile per lo meno se vuole un passaggio.”

Mi giro e sta già svoltando l'angolo.

Però ha ragione, è bella, e non è come molte altre che ho conosciuto.

Sbuffo,e dopo avergli dato un pacca sulla spalla mi incammino, o meglio inizio a correre per arrivarle vicino.

Arrivo all'angolo, e vedo due tizi che la seguono, ma magari mi sto impressionando, quindi continuo a camminare, tanto la tengo d'occhio.

La osservo, e vedo anche quando i due le piombano dietro le spalle e le dicono qualcosa. Lei allora inizia a correre, e loro la seguono.

“Lasciatemi, andate via.” Urla con la voce spaventata, e correndo riesco ad avvicinarmi a loro, tanto da mettermi tra lei e i due.

“Oh, cazzo volete da lei?” dico spingendone uno, l'altro subito mi si fionda alle spalle.

“Tu, che cazzo vuoi? Vuoi fare il paladino?”

Mi arriva in pieno viso un cazzotto che fa sanguinare il naso.

Lì, allora, mi butto anche io contro di loro, e li riempio di cazzotti, non senza uscirne pieno anche io.

“Cosa volevate?” Dico. Se erano semplici soldi quelli che desideravano ne avevo io quanti volevano.

“Edward, basta, chiamo la polizia.”

Un po' in ritardo la ragazza, visto che una pattuglia è già vicino a noi.

Iniziano a guardarci con sguardo minaccioso e a fare domande su domande.

Alla fine ci lasciano, e io accompagno Lara a casa, beccandomi un: “grazie mille.”

E niente più.

 

Spazio autrice.
Ed eccovi un capitolo, non breve come gli altri, da parte di Edward, come qualcuno aveva chiesto.
Uhm niente, spero che vi piaccia.
Grazie mille per aver letto e recensito, o anche solo letto, lo scorso capitolo.


Uhm se il capitolo avrà abbastanza "letture(?)" e recensioni, domenica sera posterò un nuovo capitolo. In caso contrario ci si legge la settimana prossima.
Bah fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo, se Bella "stronza" vi sembra abbastanza stronza, se.. credete che questa Lara possa davvero far dimenticare Bella ad Edward,, come credete che potrebbe andare il prossimo capitolo. Non so, ditemi qualcosa lol
A presto.
StewyT.

 

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Capitolo 10
*** Vicinanza ***


Vicinanza.

Bella.

 

Michael mi stringe la mano e mi sorride.

“Sul serio Michael, non voglio costringerti a stare con una che forse non riuscirà mai ad amare solo te. Non è colpa tua, né mia. È colpa sua, e non voglio che i suoi errori possano distruggere anche te e la tua vita.”

“Isabella” il suo tono mi ricorda quello di Edward quando stava per lasciarmi.

Respiro a fondo, pronta a sentirmi dire un altro “Addio.”

“Non mi interessa se tu non mi amerai mai abbastanza. L'importante è che tu mi ami al meno un po'”. Mi sorride.

“Ditemi che non sono in un libro o in un film. Sai ho seriamente paura, solo lì si trovano uomini come te. Sei...”

Mi tappa la bocca con una mano prima che io concluda, e dopo avermi tirato giù dal tavolo mi bacia.

“Mh.. appunto sei troppo perfetto.”

“Io non mi vedo così perfetto, ma se lo dici tu ci credo.”

Questa volta sono io a baciarlo.

Le sue labbra sono calde, morbide e accoglienti.

Lo stesso vale per le sue braccia che subito si mettono attorno ai miei fianchi.

Io ho voglia i baciarlo, sempre di più, di baciare le sue labbra, le sue braccia, la sua schiena. Ma quando arrivo a sbottonargli la camicia lui mi allontana sorridendomi dolcemente.

“Non ora” Mi dice, e poi mi abbraccia.

Che vuol dire non ora? Continuo a chiedermi invece di dirlo a lui.

Poi come se sapesse leggermi nel pensiero, risponde alla mia domanda silenziosa.

“Non ora perchè voglio che tu sia completamente cosciente di quello che stai per fare. Voglio che tu sia almeno un po' innamorata di me.” Mi bacia di nuovo.

E continua a pensare che veramente quest'uomo sia frutto della mia immaginazione.

Perchè non l'ho conosciuto prima?

Quando sono con lui arrivo persino a non pensare a Edward. Sono felice.

“Mh.. credo che sia il momento di andare, prima che mi rimangi le parole o le mani per l'occasione sprecata.” Sorride malizioso.

Quando vuoi sono qui. Mi verrebbe da dire, ma non sono cose che una gentildonna direbbe.

Svuoto la testa da quel pensiero, io non sono la Cathy di Cime tempestose.

“Se proprio vuoi.. ti accompagno alla porta. Come se fosse lontana da qui.”

Mi sorride e si mette il cappotto, poi si abbassa ad accarezzare Spoty, che nel frattempo gli si è avvicinato e gli fa le fusa.

“Non so se piaci di più a lui o a me.”

“A te spero.” Sorride, e mi prende sotto braccio.

“Grazie per la favolosa serata. Non so come avrei fatto senza te qui, a New York.”

“Ce l'avresti fatta. Ma sono felice di poter essere qui ad aiutarti, sul serio.”

Si abbassa a baciarmi, e nel frattempo vedo fuori la porta Lui.

Lui, Edward è lì, in piedi che guarda verso di me.

Ha il viso completamente sporco di sangue, il labbro inferiore spaccato, e un sopracciglio rosso di sangue. Gli è sempre piaciuto fare a botte.

Ma che diamine ci fa lì? È venuto a cercare me?Come fa a sapere che sono lì?

E soprattutto se sa che sono lì, come mai ha un'espressione sorpresa sul volto?

Michael si gira verso di me, e mi sussurra un “va tutto bene, piccola.”

Edward evidentemente sente, e risponde con una delle sue.

“Non le piace essere chiamata piccola”.

Michael mi guarda e mi abbraccia di nuovo.

“È meglio che io vada. Domani vengo a svegliarti con un bel cornetto..”

Gli sorrido e mi stringo nel suo abbraccio, poi lo bacio.

Mi stringo ancora a lui, fino a quando le sue braccia non mi allontanano un po'.

“Il cornetto le piace con crema e amarena.” Commenta Edward, mentre Michael gira le spalle per andare via.

Vedo le spalle larghe e i capelli scuri scomparire, e mi sento vuota, persa e ho paura. Sì, ho paura di Edward.

“Cosa ci fai qui?”

“Quello che ci fai tu. Ci abito.” Mi dice. Poi sorride.

“Credevo mi stessi stalkerando. Sai com'è per il caffè rifiutato.”

Cerco di buttarla sul ridere, sperando che lui non si accorga di quello che ho dentro. Una tempesta in pieno, che gira di qui e di lì.

Scoppia a ridere.

“Macchè, se dovessi stalkerare te per il caffè rifiutato, tu cosa avresti dovuto fare?”

Resto perplessa per qualche secondo, poi non appena Spoty esce, mi viene da ridere. Spoty ha sempre amato Edward, e adesso sembra ricordarsene ancora.

Gli corre in contro, e lui ridendo lo prende in braccio.

“Spoty bello, come stai?” Dice accarezzandogli la testa.

“Di sicuro meglio di quanto sia stata io in questo periodo.”

Lui smette di sorridere.

“Io vado.” sussurra.

“Ehm vuoi una mano con quelle?” Indico le ferite.

“Non è niente di grave.”

“Sul serio, per me non ci sono problemi, ricordo che non sei mai stato bravo a medicarti quanto a rompere facce e cuori.” Cerco di essere gentile, ma sembra non gradire. Sorride e entra in casa mia, ma è freddo, scostante, come se avesse paura di qualcosa.

“Credo che sia un sì, questo, vero?”

Annuisce e sorride di nuovo.

“Vuoi del caffè per riprenderti dalla sbornia?”
“Non..”

“Oh, non dire che non sei ubriaco, perchè se no non saresti ridotto in queste condizioni.”

“Invece non lo sono. Ho aiutato una mia amica, e ho steso due tizi, tutto qui.”

“Se lo dici tu.”.

Entro in bagno e prendo il necessario.

Lui si siede su uno sgabello,e io mi maledico.

Quindi adesso io dovrei davvero toccare il suo viso? Dovrei davvero toccare le sue labbra? Avere quei due occhi azzurri puntati nei miei?

Deglutisco forte, e mi mantengo al tavolo, sono un'idiota, ecco cosa sono.

Il problema è stato causato da Spoty, se non gli fosse corso in contro non sarei ritornata dieci anni prima.

Prendo un po' di ovatta e la bagno con dell'acqua ossigenata.

Sto per avvicinarmi al suo sopracciglio ma lui si sposta.

“Edward? Hai ancora paura di sentire dolore? Non ci posso credere.”

Scoppio a ridere, come un'imbecille, perchè alla fine lui è rimasto quello di prima.

“Sì.” Mi dice con sguardo serio, poi mi segue a ruota.

“Avanti, non ti farò del male, o sicuramente te ne farò di meno di quanto tu hai fatto a me.”

Appena la mia pelle sfiora la sua, è come se cadessi in un vortice di energia elettrica. Trentordicimila scosse vanno da mani a piedi.

Respiro velocemente per non farlo notare.

Passo l'ovatta leggermente sul suo sopracciglio ed è fatto, è pulito come prima, adesso c'è solo una crosticina di sangue che in poco andrà via.

Il problema sono le labbra. Le guardo insistentemente, poi distolgo lo sguardo, e tampono anche lì, fino a quando non ottengo lo stesso risultato.

“Finito. Hai sentito dolore?” Lui mima di no.

“Perfetto.”

Mi siedo accanto a lui, e senza volerlo mi esce tutto di corsa.

“Quindi non verrai più alle lezioni?”

“No. Riprendo a lavorare.”

“Perchè hai lasciato?”

“Non lo so. Ma sono felice di averlo fatto. Sono felice perchè così ti ho rivista.”

Scarica tutto l'azzurro mare dei suoi occhi nei miei, e io distolgo lo sguardo.

“Beh questo non cambia niente, lo sai, no? Insomma sarebbe stato meglio per te se non ci fossimo rivisti. Io non accetterò mai quel caffè al bar.”

“Una birra in un pub?”Sorride sarcastico.
“Edward non abbiamo più diciassette anni. Siamo adulti ormai.” Sbuffo.

“Non mi sembra il caso di continuare a scherzare.”

“Tu e quello state assieme?”
“Quello chi?”

“Non fare la finta tonta Bella. Tu e il professore.” Dice stizzito.

“Michael, si chiama Michael, e poi non ti interessa, Edward. Non deve interessarti.”

“Invece mi interessa”

“No. Se no non mi avresti lasciata dieci anni fa. Non mi avresti detto che non mi amavi, non mi avevi mai amato e non mi avresti mai amato. Tutto tra di noi è finito quel giorno. Non sono disposta a perdonarti o a darti spiegazioni di quello che faccio. Sono libera, questa è la mia vita, e decido io cosa farne. Non sono affari tuoi sapere con chi sto, quando ci sto e perchè ci sto.”

“Io non ti ho lasciato perchè..” Lo interrompo con sguardo furioso.

“Sono stanca. La tua faccia è ripulita, e non mi va di continuare a parlare di idiozie. Ormai non abbiamo niente da dirci. Buonanotte.” Dico alzandomi e aprendo la porta. Lui si ficca le mani nelle tasche e mi guarda perplesso.

“Grazie. E buonanotte.” Mi dice alla fine, io sbatto la porta e lui non c'è più.

 




Spazio autrice.
Eh bene come promesso eccovi il nuovo capitolo :3
Allora che ne dite? Sorprese dal fatto che Edward e Bella saranno vicini di casa? Speravate che potesse succedere qualcosa tra Edward e Bella, eh? Oh, su non mi dite di no, so che le vostre menti perversine (?) hanno pensato che potesse succedere qualcosa lol Okay,a parte gli scherzi spero di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo.
Uhm procediamo con i ringraziamenti. Grazie mille (sempre) a tutti quelli che leggono, a quelli che leggono e recensiscono, o mettono nei seguiti e cose varie.
Sul serio un abnorme grazie a tutti quelli che hanno recensito, mi fate sapere che apprezzate la mia storia, quindi mi fa piacere continuare a postarla. Sono davvero orgogliosa, grazie!

Basta, me ne vado. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero di ricevere anche qui tante recensioni come nello scorso capitolo.
Alla settimana prossima! Buona scuola/lavoro.
StewyT.
 

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Capitolo 11
*** Gelosia. ***


Gelosia.
Pov Edward.

 

Saranno ormai due settimane, forse di più, o di meno, che non vedo Isabella.

Da quando lei mi ha medicato e mi ha fatto capire che mi odia.

Ma io so, ne sono certo che lei mi ama ancora. Forse non come prima, perchè si è messo di mezzo questo Michael, ma mia ama ancora. E quell'idiota sparirà.

Ma che diamine sto a pensare? Lei merita di essere felice, e io no.

Io l'ho fatta soffrire, non merito di stare con lei. Non merito un solo secondo in più con lei.

Abitiamo nello stesso palazzo, porta contro porta, e neanche riesco a vederla.

Forse perchè ho paura.

Sì, è vero. Ho paura di vederla ancora baciare quel Michael e ritrovarmi ancora con il cuore in mille pezzi.

Ed è per questo che aspetto di sentire il rumore della sua porta prima di scendere, oppure prima di entrare, resto sotto il palazzo per qualche minuto, se tutto è silenzioso entro, e salgo.

Ma a cosa mi sono ridotto? Ad un invertebrato che non ha neanche il coraggio di guardare le persone negli occhi. Non ho il coraggio di affrontare nessuno.

Mi sento come se fossi un pappamolle. Io sono un pappamolle.

Sto diventando una donnina che non fa altro che piangere per amore e si riduce a anche a parlare da solo.

Riesco ancora a ricordare la scossa elettrica che ha attraversato il mio corpo quando le sue mani si sono delicatamente posate su di me, per curarmi le ferite.

E la sua voce mentre mi diceva che se mi fosse interessato di lei non l'avrei lasciata? Stavo per scoppiare in lacrime come un bambino.

Peggio ancora quando stavo per sputare la verità. Quando stavo per dirle non ti ho lasciata perchè non ti amavo. Io ti amo ancora.

Driiiiin. Il mio cellulare inizia a squillare.

Lo prendo e rispondo contro voglia.

“Oh, dove sei?”

“Simon sono al lavoro, nella camera accanto alla tua. Perchè?”

Lui scoppia a ridere.

“Stacchi alle nove?”
“Sì.”

“Allora ci vediamo fuori alle nove. Ho appuntamento con la mia biondina e ruuullo di tamburi.. Lara.”

“Perfetto, mi serviva proprio una santarella questa sera.”

“Dai, Lara è.. diversa. E le piaci”

“Spero che io le piaccia di più di quanto le piace a me”

“Non ti piace solo perchè non apre subito le gambe.”

“Sèsè, io starei lavorando, e non ho voglia di restare qui fino a domani, quindi ci vediamo dopo, coglione”. Attacco, e mi ributto su quello che stavo facendo: lavorare e pensare a Isabella.
 

Lara mi sorride e mi guarda come se si aspettasse una risposta, ma io non ho sentito domande.

Sarà colpa della musica troppo alta, o della noia, o della voglia di andarmene da questo posto.

“Cosa? Non ho sentito la domanda” Dico.

Lei sorride e mi fa “Cosa fai per vivere?”.

Sto per mandarla seriamente affanculo. Carina è carina, ma se volessi trovarmi una fidanzata non andrei in un locale così. Qui ci vengo per trovarmi la scopatina serale, quando ne ho voglia.

“Amico, io vado a casa, mi sono rotto.”

“Vuole venire anche lei” Butta lì lì la bionda di Simon che non ricordo neanche come si chiami. Oppure non l'ho mai saputo?

“Davvero? Perchè?” Chiedo malizioso.

“Da casa tua c'è una vista magnifica, mi hanno detto. E poi.. non voglio andare a casa. L'importante è che dopo mi riaccompagni tu.”

Azzo, Cenerentola ha perso la scarpetta, e questa sera vuole perdere anche qualcos'altro?

“Okay, ci sto.”

Ci avviamo così verso la mia macchina, ovviamente la solita Volvo argentata che fa restare tutte le ragazze che mi porto dietro di stucco.

Ricordo quanto piacesse a Bella sedersi comoda su quel sediolino, e sentire il motore ronzare.

Ricordo quella volta su quel sediolino..

Prendo Lara per mano, e nella furia di volerla baciare, come se fosse Isabella, non aspetto di sentire se lei c'è o no.

Salgo le scale in fretta, seguita da lei.

Mi appoggio alla mia porta. Possibile che non trovo le chiavi?

Lei mi sorride e mi guarda timida.

Per un momento non vedo più la bionda con gli occhi neri che mi guarda.

No, vedo Isabella. Vedo il suo viso bianco e a forma di cuore, vedo i suoi occhi verdi, i capelli marroni che le scendono sulle spalle. Vedo il suo sorriso la prima volta che ci siamo baciati.

Ero in camera sua, le dissi che non volevo farmi prendere la mano, e la baciai delicatamente, lei mi saltò addosso. Io mi allontanai, cosa che non avevo mai fatto in vita mia. Insomma, non era il mio primo bacio, ma la mia prima volta sì.

Non ci penso due secondi, bacio Lara. La bacio come se fosse Isabella.

Bacio dolce, leggero, caldo. Lei non si allontana, anzi. Infila le mani nei miei capelli.

Sapevo che non aspettava altro, bella santarellina. Se quella è una santarellina io sono Robert Pattinson.

Continuo a baciarla, sempre meno castamente, come se stessi baciando sempre lei.

Ma le labbra di Lara non sono morbide e carnose come le sue.

Lei è più una bellezza marmorea, di quelle che non ti sogneresti mai di baciare.

No.

Apro gli occhi, e mi rendo finalmente conto della realtà, non sto baciando Isabella.

Ma lei è lì, sta vedendo me che bacio una sconosciuta.

Lei è lì. I suoi occhi, le sue labbra.. il suo respiro.

Mi allontano velocemente da Lara, e resto sbigottito a guardare Bella.

Lei è lì, mi guarda quasi con le lacrime agli occhi.

È rossa, e ha le mani chiuse a pugno.

È forse gelosa di me?

“Ciao” La saluto velocemente, e prendendo Lara per mano entro in casa.

Non so per quale dannato motivo non mi sono fermato a parlarle.

Avrei voluto chiederle scusa per quello che ha visto.

Ma che significato ha? Io ho visto lei che baciava Michael.

Però i suoi occhi non mentono, lei mi ama ancora, non ama solo quel Michael, e quando mi ha visto con un'alta le si è sgretolato il cuore come è successo a me.

In fondo lei è gelosa, e mi rivorrebbe suo.

In fondo io l'accontenterò. Io la farò ingelosire.

Perchè alla fine lei quello sta facendo con Michael, lo sta trattando come un burattino, solo per fare ingelosire me.

Lei sarà di nuovo mia, perchè mi sono scocciato di continuare a baciare labbra che non sono sue, sperando che possano essere come le sue, o che possano anche solo ricordarmi le sue.

Nessuno è come lei,e io voglio lei.

Io amo lei, lei ama me, ma io amo lei di più di quanto lei non ami me.

Io l'ho fatta soffrire,è vero, ma non lo farei più. Io non la farei più soffrire, diventerebbe come una principessa per me. Da mettere su un piedistallo.

Perchè so come si sta senza di lei, e non voglio più provare lo stesso dolore.

 

 

Spazio autrice.
Gente, cosa più importante: non ho la possibilità di correggere il capitolo, quindi se trovate errori, vi prego avvisatemi che io li correggo appena posso.
A parte questo, come va? Io sono stanca morta, la scuola mi uccide T^T. Menomale che esiste la scrittura che è il mio sfogo personale.
Comunque so che non ve ne frega un cacchio intero, quindi mi dileguo e non mi dilungo. Spero solo che vi sia piaicuto il brevissimissimissimissimissimissimo capitolo, e che non abbiate trovate di brutto gusto la presenza di "Robert Pattinson" lol
Spero di ricevere tante recensioni entro domenica, così posto il prossimo, e sappiate che nel prossimo ci saranno delle CONSEGUENZE, belle gravi, scaturite da questo capitolo. Grazie mille per essere arrivati fino a qui, per non aver messo da parte lo storia, per aver continuato a leggere e recensire, leggere solo,  per aver messo nei seguiti o cose del genere.


Piccolissimissimissimissima nota sui miei capitoli.
Gente, credo che voi abbiate capito che sto avendo dei problemi con il mio cervello e con i miei capitoli che sono tutti minuscoli, piccolini e odiosi.
So che vi danno fastidissimo, beh io li odio. Se potessi li ucciderei tutti. Ma come sapete, ho intrapreso questo bel(?) progetto, e voglio portarlo a termine, quindi posterò la storia, con capitoli brevi o brevissimi che siano. Vi dispiace, ma mi sono scocciata di ribadirlo e ribadirlo ancora, vi prego, non mi chiedete più perchè i capitoli siano così corti, e non mi chiedete più di farli più lunghi. Se ci riuscissi, credetemi, lo farei.


Niente, grazie ancora, scusate per lo spazietto troppo lungo, spero di non avervi annoiati eccessivamente.
Fatemiaspere cosa pensate del capitolo,eh recensite.

Oh sono curiosa, cosa accadrà secondo voi di così "sconvolgente" nel prossimo capitolo? :3

StewyT.

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Capitolo 12
*** Ti amo non detti. ***


Ti amo non detti.
Pov Bella.

 

Fermo l'auto sotto il palazzo di Michael, involontariamente mi ritrovo a ripensarci per la centesima volta in un'ora, o poco più.

Lei avvinghiata a lui, lui che la bacia come quando baciava me.

Una miriade di scaglie di ferro che mi si trafiggono nella pelle, si infilzano nella pelle, fino ad arrivare agli organi, nello stomaco, nel cuore, nei polmoni, non riesco neanche più a respirare.

Quel “Ciao” che mi mozza il respiro.

La sua voce mi mozza il respiro. Una voce roca, calda, sensuale e.. affaticata.

Lui la stava baciando avanti ai miei occhi senza contegno.

Ma insomma, anche io non ero stata da meno baciando Michael avanti a lui qualche settimana prima, e lo stesso a scuola. Sapevo che lui avrebbe potuto vedermi. Sì, Michael mi piace davvero, ma credo che qualche parte di me, volontariamente, stia facendo tutto questo per mettere Edward alla prova, e adesso so che non c'è niente da provare.

Lui per caffè intendeva solo un caffè. Ovvio, si è trovato qualcun'altra da amare, da coccolare, e poi da lasciare, come ha fatto con me.

Alla fine quella biondina mi fa solo pena.

Michael.

Michael.

Sì, a me lui piace, è vero, mi piace.

Ogni volta che mi abbraccia mi sento meglio, per qualche minuto è come se Edward non esistesse,o per lo meno come se lo avessi dimenticato davvero.

Prendo la torta dal sediolino, e mi avvio. Il portone del palazzo è aperto, quindi salgo direttamente da lui. Sesto piano, se non sbaglio, l'attico.

Le porte dell'ascensore si aprono, e mi ritrovo avanti alla sua porta.

Michael Mors.

Scritto in corsivo su una targhetta di argento, spicca il suo nome sulla porta grigio scuro.

Busso.

Niente.

Busso ancora.

Nessuno.

Poi sento una voce provenire in lontananza.

“Chi è?”.

Mi viene da ridere, e dico in un colpo “Isabella.”

Due secondi dopo me lo ritrovo avanti, in pantaloni a righe bianchi e azzurri, e petto nudo. Petto nudo, anzi no,ricoperto da muscoli, perfettamente fasciati da una pelle lucida e morbida.

Arrossisco, e lui mi guarda incredulo.

“Che ci fai qui?”.

“Non mi fai entrare neanche?” Gli chiedo sorridendo, così mi fa spazio.

Mi ritrovo in un attico moderno in completo stile NewYorkese.

C'è un salotto con il parquè nero, un'enorme finestra che prende tutta una parete, un divanetto nero, una tv tra due porte nere su una parete grigia, un'altra porta nera di vetri che porta alla cucina, con isola nera, e quattro sedie messe attorno.

“Allora, cosa ci fai qui?” Mi sorride, e io lo bacio.

Lui ricambia, senza allontanarmi, dolce, ma incerto.

“Beh, sono venuta a farti gli auguri, volevo essere la prima. Quanti anni compi mio bel professore?”

“Il miglior compleanno della mia vita.. se solo fosse il mio compleanno”

“Ma come?” Lo guardo delusa.

“È il mese prossimo.”

“Ma come il 28 Novembre.. no!?”

“Bella, il mio compleanno è il 28 Dicembre, non oggi. Ma.. potremmo festeggiarlo ora se ti va.”

“Certo, ho la torta” Gli sorrido, e lui mi spinge in cucina.

“Credo di dover mettere una maglia...”
“Oh a me va bene così” Metto le candeline.

“Perfetto allora...” Si siede.

“Non dovresti spegnerle.”

“Bella, facciamo finta che sia davvero il mio compleanno” Come è dolce.

“Allora...” Spegne le candeline, e io batto le mani entusiasta.

“Tanti auguri di non compleanno, Michael Mors.”

“Mi piace come pronunci il mio nome”

“Cosa c'è di diverso da come lo dicono gli altri?”

“Beh mi piacciono le tue labbra quando lo dici.”

Mi avvicino a lui, e sorridendo lo bacio.

“A me piacciono le tue labbra quando mi baci.”

“Uhm.. convincente.” Dice, e poi mi bacia di nuovo. Questa volta però si alza, e stringe le mani attorno ai miei fianchi, alzandomi leggermente, e facendomi sedere sul marmo freddo dell'isola nella cucina.

Il mio cuore batte a 56548676 all'ora, non riesce a fermarsi, sento che sta per uscirmi dal petto.

Ci allontaniamo leggermente, giusto per respirare, poi velocemente ci avvinghiamo di nuovo l'uno all'altro.

“Avevo ragione, questo è il miglior compleanno, non compleanno della mia vita”.

Al che entrambi scoppiamo a ridere.

“Michael io..” Mi allontano leggermente, e vedo confusione e delusione nei suoi occhi, credo che lui pensi che io non voglio andare oltre, invece voglio, ed è proprio quello che voglio cercare di dirgli, ma non ho il coraggio.

Mi copro la faccia con le mani, e lo abbraccio, affondando la testa nella sua spalla morbida e calda.

“Ecco tu mi dicesti che.. io ti dissi che...”

“Bella? Tranquilla, parla.”

“Io ti dissi che non sapevo se mi sarei mai potuta innamorare di qualcuno, di nuovo. E tu dicesti che ti bastava che io fossi un po' innamorata di te. Beh adesso lo sono. Ti confesso che continuo ad amare anche Edward ma.. non voglio, voglio dimenticarlo e voglio farlo con te. Voglio amare te.” Dico arrossendo incredibilmente. Lui però non mi da il tempo di fare niente, che subito è lì a baciarmi. Mi bacia con quelle labbra calde e dolci, percorrendo con le mani su e giù la mia schiena, e andando nei capelli. Io dal mio canto sono avvinghiata a lui, con le gambe attorcigliate al suo bacino, e le mani sulla sua schiena calda, e liscia.

“Vorresti...” Mi chiede in modo implicito se voglio fare sesso con lui, e non posso fare altro che baciarlo.

Mi prende di nuovo in braccio, e questa volta mi porta direttamente in camera da letto. È piccolissima rispetto alle altre stanze, c'è solo un letto, bianco, e alla parete grigio scura ci sono delle mensolette di vetro. Una parete è tutta di finestre, e una di loro regna anche alta, sul letto.

Mi poggia dolcemente sul soffice materiale della coperta bianca, e si stende delicatamente su di me.

Continua a baciarmi, e io continuo ad esplorare la sua schiena nuda, in cerca di qualche imperfezione che ovviamente non c'è.

Poi passo al ventre, è piatto certo, ma muscoloso, e caldo, morbido e caldo.

Gli tiro i capelli e lo attiro di più a me, poi le sue labbra si poggiano sul mio collo e le sue mani esplorano il mio corpo in cerca dell'apertura della camicetta. Quando la trovano la strappano via, e così fanno anche con i jeans denim che mi sono infilata.

Così restiamo nudi l'uno contro l'altra.

Respiri contro respiri.

Battito accelerato contro battito accelerato.

Mi sento felice, pienamente felice. Finalmente dopo tanto felice, e non penso ad altro che me.

Me. Me stessa e Michael, io sono davvero innamorata di lui, anzi forse lo sono anche di più di quanto gli ho detto, e me ne accorgo quando le sue labbra si muovono dolcemente su tutto il mio corpo soffermandosi sul mio cuore, che inizia a pulsare più sangue del solito e ad agitarsi, quasi volesse uscirmi dal petto.

“Isabella, io ti amo.” Dice, e poi bam. Non capisco niente più.

Mi ritrovo stretta tra le sue braccia, avvinghiata quasi, a lui, ansimante, e con quelle parole nelle orecchie. Il modo in cui aveva pronunciato il mio nome mi fa rabbrividire. Isabella. Lo ha davvero detto come se fosse la cosa più bella, naturale, semplice del mondo. Come se fosse la cosa più dissetante per uno che sta “rinchiuso” nel deserto. Come se fosse acqua per uno che ha sete. Cibo per un affamato. E questo già di per se mi fa star bene. Poi Io ti amo...

Lì il mio cuore ha smesso di battere, e ha perso una decina di anni di vita.

 

 

Tutto è luminoso, vigoroso. Mi trovo nella stanza dalle pareti grigio/bianche di Edward, una grossa finestra che mi mostra la bellezza della foresta di Forks si apre avanti a me, Clare de lune suona alta, e non si sente niente se non i respiri veloci e caldi di Edward e … me.

Ma cosa ci faccio lì? Perchè siamo esattamente in quel giorno?

Il giorno in cui lui mi disse di amarmi?

Eravamo così piccoli, stupidi, oserei dire.

Isabella..” Pronuncia il mio nome, e io smetto di respirare per un secondo, suona così bene sulle sue labbra, che quasi amo il nome che non ho mai apprezzato troppo.

Amo il tuo nome. Isabella. La mia musa. La mia cantante” Dice, e mi sorride dolcemente, lasciando dei baci ardenti sul mio collo.

Sei sicura di voler..”

Resto in silenzio per qualche secondo, e poggio la mano sul suo petto, coperto solo da un maglioncino azzurro chiaro che va perfettamente con i suoi occhi.

Sento il suo cuore battere, ed è quasi forte come il mio. Per il desiderio o l'ansia che sia, non so. So che anche per lui è la prima volta e sarà speciale, perchè lo amo.

Lo amo incondizionatamente e sarà sempre speciale con lui.

Resto in silenzio e lo bacio. Lui però mi allontana dolcemente, si è forse pentito?

È la prima volta anche per me.”

Lo so.” gli sorrido dolcemente,e aspetto che mi baci, ma ciò non accade, quindi anche se odio fare il primo passo, lo bacio io.

Poi mi avvinghio a lui. Alle sue spalle dure. E le sue braccia lunghe affusolate e dolce mi si chiudono attorno, e mi stritolano.

Le sue mani vanno poi dolcemente sotto il mio maglioncino marrone, e accarezzano la mia schiena, che inizia a rabbrividire, per la vergogna sì, ma anche per la voglia di essere sua subito,all'istante.

Alzo le braccia e lui mi sfila il maglioncino buttandolo in un angolino della stanza.

Questa volta tocca a lui, che però non si fa dare una mano da me.

Si siede sul letto, e dopo avermi presa per i fianchi, mi siede su di lui, e continuando a baciarmi si sfila la maglia.

Toccando la sua pelle morbida, calda e liscia, incappando nel piccolo neo che ha sul collo, e chiedendogli scusa per averlo urtato, continuo a baciarlo.

Lui sorride, e poi inizia a scendere e salire dal mio collo, lasciando baci e scie di fuoco.

Io sorrido, e lui mi inarca la testa, baciando di nuovo il collo.

Si alza in ginocchio sul letto, facendo fare la stessa cosa a me,e sbottona il mio reggiseno, mentre io con le mani timide esploro il suo ventre muscoloso, arrivando ai suoi pantaloni e sbottonandoli, proprio come fa lui con i miei poco dopo.

In un vortice di passione, respiri affaticati, battiti accelerati, guance rosse, e sorrisi smorzati, ci ritroviamo stesi.

Edward sopra di me, tenendosi sulle braccia per non schiacciarmi con il suo peso.

I suoi occhi azzurri puntati nei miei mi fanno perdere la cognizione del tempo, vedo solo loro. Il suo volto chiaro, le sue labbra rosse ben delineate, un piccolo filo di barba biondo ruggine, il naso strano, che su chiunque starebbe male ma che su di lui sta meglio che alla perfezione. I capelli sbarazzini che non riescono a stare al loro posto. Li tiro, e avvicino il volto di Edward ancora più vicino al mio, lui sorride e mi bacia di nuovo.

Chiudo gli occhi, e in un secondo non sono più un'unica persona, sono il continuo di Edward, lui è il continuo di Bella.

Bella..” Dice il mio nome ansimando, mentre io stringo le mani attorno alle sue braccia.

Mi piace infinitamente come ripete il mio nome, la voce che fa solo quando lo dice.

Lui continua a baciarmi, stringendomi forte come se avesse paura di perdermi e allo stesso tempo dolcemente e accuratamente come se avesse paura di rompermi in mille pezzi. Che poi anche se fosse così, anche se dovessi rompermi in mille pezzi, ogni pezzo continuerebbe a chiamare, a pronunciare il suo nome, ad amarlo.

Lo amo. E questo me lo fa capire il mio corpo. Perchè non ho solo un milione di farfalle nello stomaco che svolazzano libere divertendosi, no.

Tutto il mio corpo trema come una foglia che sta per cadere, che messa al nudo, quasi morente viene spinta dal vento di qui e di lì. La foglia ha freddo e trema:ha paura. Ci sono solo poche differenze tra me e la foglia. Io sono felice, non sto per cadere, sono appena approdata sulla mia terra: la felicità; sì, sono stata messa a nudo ma non da un vento che vuole farmi morire, no, anzi dall'uomo che vuole farmi vivere. Ho freddo tremo, ma non perchè ho paura, perchè sono felice, appagata, sicura di quello che provo e di quello che lui prova.

Ho voglia di gridare, anzi il mio corpo vuole farlo, ma riesco a trattenermi, non voglio essere la prima ad ammetterlo. Sì, perchè io ho voglia di gridare “Ti amo”.

Di dirlo e ridirlo, e ancora e ancora. Lo voglio urlare però, perchè così tutti possano saperlo. Tutti possano sapere che Isabella Marie Swan ama Edward Anthony Masen Cullen. Io lo amo, e lo amo, e lo amo ancora, e ne sono sempre più sicura.

Ma non sarò la prima ad ammetterlo. Edward dovrà dirlo per primo, perchè tra i due è di sicuro quello che ama di meno.

Edward..” pronuncio, e lui subito mi zittisce.

Bella io ti amo” dice in un getto.

In un modo che solo lui sapeva fare, regalandomi poi uno dei suoi meravigliosi sorrisi sghembi.

Io ti amo. Ne sono certo. Non voglio che anche tu mi dica che mi ami. Non mi interessa che tu me lo dica ora. Voglio solo che tu lo sappia.”.

Non gli do il tempo di continuare, lo bacio, e lo abbraccio. Mi stringo di più al suo corpo alto, affusolato, morbido, setoso e lo bacio.

Lo bacio. Ancora, ancora, ancora.

Poi lo dico anche io: “Ti amo, sì, ti amo.”

Però non lo grido, non come volevo fare.

Lo sussurro, perchè è una cosa intima, non è importante che gli altri lo sappiano,la cosa importante è che lo sappiamo noi.

Noi sappiamo che ci amiamo.

Edward Anthony Masen Cullen ama Isabella Marie Swan.

Isabella Marie Swan ama Edward Anthony Masen Cullen.

Apro gli occhi di colpo. Mi ritrovo in una stanza grigio scura. Mi giro e vedo: sono al fianco di Michael che mi stringe forte, e dorme con la testa poggiata sulla mia spalla.

È così bello, sembra un angelo.

I capelli neri scombinati, la barbetta poco pronunciata, il naso “aquilino-romano” come lo chiama lui, e le labbra leggermente inarcate in un sorriso, tanto che mi aspetto di ritrovarmi i suoi occhi neri come la pece aperti, e invece sta dormendo.

Lui dorme, e io stavo dormendo pochi minuti prima.

Dormendo.

Io stavo sognando Edward, me, la nostra prima volta.

Lo stavo sognando esattamente poche ore dopo aver sentito Michael pronunciare “Ti amo”, e il mio cuore uscire dal petto per la libertà che avevo provato mentre ero sua.

Mi sento così in colpa, sporca, stronza. Sì, mi sento una stronza.

Ma non è colpa mia. Non puoi decidere cosa sognare, chi amare. Perchè io amo Edward. Lo amo ancora incondizionatamente. Ma amo anche Michael adesso, e non mi piace che il mi subconscio mi faccia questi orrendi scherzi.

Io amo entrambi. Ma se dovessi scegliere senza ricordare quello che mi ha fatto Edward, se dovessi scegliere in base al cuore e non alla mente beh..

Il mio cuore andrebbe da lui.

Non posso continuare a mentire a me, a Michael, no, non posso.

Lui mi ha detto che gli basta che io lo amassi almeno un po'.

E non lo amo almeno un po', io lo amo. Il problema è come amo Edward. Io lo amo più della mia stessa vita.

Non voglio più prendere in giro Michael, ma non voglio perdere anche lui, e al momento l'unica cosa giusta che mi sento di fare e andare via da casa sua.

Quindi mi alzo lentamente senza fare rumore, e mi vesto.

Lo guardo è così dolce vederlo dormire. Lui è così dolce.

Apro la porta, e vado via, lasciandomi la notte più bella degli ultimi dieci anni, e tutti i ti amo non detti, dietro.

Salgo le scale lentamente, triste, distrutta, stanca, come se non avessi più la mia anima a darmi forza, e mi ritrovo avanti proprio quello che non mi ci voleva.


Spazio autrice.
Salve gente, come promesso eccovi il capitolo :3
Ehm domani ho un compito in classe (pregate per me) e ancoa devo finire di studiare, quindi ho giusto copiato e incollato, senza neanche rileggerlo. Se trovate degli errori, vi prego, avvisatemi. Grazie!
A parte questo... so che in questo capitolo succede tanto ed è tutto abbastanza confuso, ma è proprio come si sente Bella in questo momento.
Non odiatemi e non odiate lei. Uhm niente, cosa credete succederà nel prossimo? Siete state sirprese da questo capitolo oppure non vi aspettavate questo? Fatemi sapere.
Spero che vi sia piaciuto, e spero di ricevere qualche recensione.
Grazie per aver letto, per aver recensito lo scorso, per tutto!
Attenzione, vi spoilero una cosa, mancano pochissimi capitoli alla fine, circa 5 :')

StewyT.

 

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Capitolo 13
*** Confessioni. ***


 

Confessioni.
Pov. Edward.

 

 

Sono seduto fuori la mia porta, con la testa buttata all'indietro, mi sento male, davvero. Distrutto. Divorato dentro.

Non sento neanche arrivare Isabella, così quando la sento tossire mi agito e la guardo spaventato.

È così dannatamente bella.

Però mi sembra diversa. La sento più distante. Come se fosse cambiato qualcosa di fondamentale dentro di lei.

“Scusa, credevo che non.. credevo che eri dentro. Sono uscito ad accompagnare la mia amica e.. credevo che.. che non ti avrei incontrato”. Inizio a farfugliare qualcosa, ma perchè parlare? Che senso ha iniziare a scusarmi? Per cosa poi? Quella è casa mia.

“Tranquillo, non mi devi spiegazioni.” Lo so. Non so neanche io perchè sto parlando. Anzi lo so: perchè sono un idiota.

“Non volevo incontrarti”, Mi guarda titubante. Sì, anche io mi guarderei così.

“È bello sentirsi dire queste cose, sul serio. Mi fa salire l'autostima a mille.”

Cerca chiaramente di fare una battuta ma non le riesce. Non riesco a ridere.

“Stai cercando di evitarmi?”

Annuisco pensieroso, spero che lei non si accorga di quanto sto male.

“Prima di salire in casa sento sempre se ci sono dei rumori, se tu stai uscendo io corro dietro il vicoletto per non farmi vedere, per non vederti. Se non sento niente entro. E così quando devo uscire. Se sento qualche rumore fuori la porta aspetto prima che tu vada via.”

“Wau, mi odi proprio.”
“Non ti odio. È solo che non riesco a vederti con quello”.

“Michael.” Sputa infastidita.

No, lui è quello. È un quello che non doveva mettersi in mezzo, è un quello che ti ha cambiata, che ti ha fatto qualcosa che.. adesso sei diversa.

Forse magari quel qualcosa glielo hai fatto tu dieci anni fa. Ricordi l'hai mollata, idiota!

Mi dice una vocina interiore che non ascolto, o forse che ascolto con troppo impegno per bloccare la mia bocca e non fargli dire quello che sta per dire.

“E non volevo che tu mi vedessi con Lara.”

“Non mi devi spiegazioni Edward. È da dieci anni che ognuno fa la propria vita, e ognuno decide cosa farne della propria vita.”

“Il problema è che io la mia vita l'ho buttata.” Quanto è vero.

“L'hai deciso tu.”

“Io ho bisogno di te” No, questo non dovrei dirlo.

“Io non più. È finita l'era della Bella svampita che aspetta l'Edward bellissimo con la sua Volvo. Io non sono mai stata una principessa che aspettava il proprio principe e non sarò mai l'eroina che salva la vita a qualcuno, ma voglio salvare la mia di vita, e ci stavo provando, fino a quando non ti ci sei intromesso. Io voglio solo che tu mantenga la tua promessa, quella di non farti vedere mai più”

Tu sei sempre stata la mia principessa, ero io a non essere il principe adatto.

O forse lo ero, ma non mi sono comportato come tale!

No, non riesco a starti lontano, a non farmi vedere. Non avrei mai dovuto fare quella maledetta promessa.

“Tu mi odi..?” Ma che cazzo di domande fa il mio cervello? Pensa, pensa idiota.

Mi alzo e mi avvicino a lei, che però non si sposta. Le accarezzo una guancia, e neanche adesso si sposta. Sento una miriade di scosse elettriche che mi attraversano il corpo, Dio quanto vorrei baciarla.

“Non ti odio, ma visto che tu non mi hai mai amata, non amerai mai.. beh ho provato a diventarti indifferente.”

Non ti ho amata? Non ti amo? Io darei la mia vita per te. Io ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Ti ho lasciata perchè speravo di fare la cosa giusta.. Dio, che coglione.
“E ci sei riuscita?” Basta, finiscila di dire coglionate, salutala, vai dentro.

“Sì.”
Sorrido, ma vorrei piangere.

Lei dice di esserci riuscita, ma nei suoi occhi leggo che ancora un briciolo d'amore per me c'è.

“E ti aspetti davvero che ti creda?”

“Non.. non mi interessa che tu mi credi o no. Non so se lo capisci.”

La guardo insistentemente, lei però sposta lo sguardo.

Bella stronza, dobbiamo essere ad armi pari.

Quindi la prendo, e con forza avvicino i nostri visi.

Tutto quello che riesco a vedere nei suoi occhi però è.. Michael.

Lei è appena stata con Michael, ne sono certo.

“Tu.. sei stata con Michael, vero? Hai fatto sesso con lui? Lo ami?”

E sono masochista. Perchè devo chiederglielo? Perchè mi piace soffrire, forse!?

“Non sono affari tuoi.”

Oh, sì che lo sono.
“Sì, invece lo sono.”

“Perchè?”

Chiudo la mano in un pugno,e mi conficco le unghie nella carne.

Non resisto più:voglio dirle che la amo.

Dillo, dillo, dillo.

“Sì, sono stata con Michael”. Sbotta.

“È stato bellissimo, mi sono sentita benissimo dopo dieci anni. Ma non sono stata bene come con te okay? Non mi sono sentita felice ed appagata, non mi sono sentita completa, non tremavo, e non ripetevo il suo nome di continuo come quando sono stata con te. Volevi sentirti dire questo? Te l'ho detto. Non amo Michael, non quanto amavo te.” Dice in un sol fiato.

Fermati! Mi viene da urlare. Sto male, non mi vedi? Peccato che il sangue che mi sta sgorgando dal cuore sia solo una ferita interna, una di quelle che difficilmente ri rimarginano.

“Ma so che lui ama me. Mi fa stare bene. Mi fa sentire felice. E anche al costo di non esserlo mai più quanto lo ero con te, non ti perdonerò mai. Non perdonerò mai quello che mi hai fatto. Mi hai distrutta. Non meriti neanche che ti dia spiegazioni,ma adesso che hai saputo quello che volevi sapere lasciami in pace Edward, sparisci, come mi avevi promesso.” Anche io ti amo.

Mi sento davvero male. Lei vuole che io sparisca dalla sua vita, di nuovo, di nuovo senza di lei.

Io.. io non potrei, io ne morirei davvero.

Mi guarda e entra dentro sbattendo la porta.

Io resto seduto lì, a piangere silenziosamente senza lacrime.

Lei mi ama, ne sono certo, mi ama ancora un po', il problema è che non vuole amarmi, lei vuole dimenticarmi, lei vuole che sparisca dalla sua vita, cosa che io non potrei fare non senza perdere un'altra parte della mia anima.

E senza un'anima come farei a vivere?

 

Ricordo i nostri corpi intrecciati, i suoi respiri, il modo in cui ansimava, il modo in cui chiamava il mio nome, il suo tremolio sotto il mio corpo, il suo Ti amo.

Il suo ti amo mi aveva reso l'uomo più felice del mondo.

Chi sa se anche lei si accorgeva del leggero tremolio del mio corpo.

Se fosse dato dalla voglia di essere di più per lei, dall'emozione di averla finalmente mia o dalla felicità delle nostre dichiarazioni.. non sapevo dirlo.

So solo dire che non son mai stato più così.

Mai nessuna mi ha fatto sentire così speciale, perchè mai nessuno ha più pronunciato il mio nome come lo fece lei quella notte, e come lo aveva fatto tutte le altre volte.

Il corpo di nessuna di quelle che erano state con me tremava, così liberamente senza vergogna, così.. sinceramente come se lei veramente non se ne rendesse conto o non potesse fermarlo.

Nessuna mi aveva più detto di amarmi, e io non avevo più amato nessuna dopo di lei.

Perchè dopo che hai visto il sole, come fai ad abituarti di nuovo al buio?

Quando hai conosciuto l'odore di una rosa, come fai a preferire quello di un profumo artificiale?

Quando hai assaggiato il cioccolato più prelibato, come fai a mangiare o per lo meno ad essere felice di mangiare quello scadente?

Dio, io non riesco più a tenermi tutto dentro, io devo avere di nuovo Isabella, devo avere di nuovo le sue labbra sulle mie e lei deve sapere che la amo.

Deve saperlo perchè deve capire che non l'ho lasciata per farla soffrire.

Deve sapere tra chi potrebbe scegliere.

Deve sapere che la amo.

Continuo a ripetermi, poi mi trovo senza volerlo a bussare alla sua porta.

Lei apre, in pigiama.

Bella.

È pronta a chiudere la porta, ma io riesco a tenerla aperta giusto per dirle:

“Ti amavo. Non è vero che non ti ho mai amato. Non ti ho lasciato perchè non ti amavo. Io.. io ti amo ancora. Ti ho lascito perchè Carlisle doveva trasferirsi, e io dovevo venire con lui. Non volevo che tu ti sentissi obbligata a stare con me mentre stavamo a un mondo di distanza, e forse sarebbe stato meglio se ti avessi detto la verità.  Non avrei sofferto per dieci anni. Tu per me.. sei sempre stata una principessa, la mia eroina. Mi hai salvato e continui a farlo. So che non mi perdonerai mai. Ho fatto la cosa più sbagliata e schifosa che un uomo possa fare. Ho scelto per te. Lo so. So che non mi perdonerai  per essermi avvicinato a te quando sapevo che sarei dovuto andare via. Non mi perdonerai mai, ne sono cosciente, eppure continuo a sperare che tu possa farlo, che tu possa tornare ad essere mia, perchè ti amo, ti amo, ti amo, ti amo ancora con tutto il mio cuore.”

Dico, e senza darle modo di controbattere, o buttarmi fuori la bacio.

La bacio appassionatamente, come speravo di fare da dieci anni.

Le sue labbra sono dolci,esitanti e timide sotto le mie.

Come la nostra prima volta, lei era dolce, timida, esitante sotto di me.

La bacio ancora, e lei non si allontana.

Le prendo la testa per avvicinarla ancora più vicino a me, e metto le mani tra quei capelli morbidi e setosi come non ne toccavo da decenni.

Sono ancora belli come una volta.

Lei è ancora bella come una volta.

Le sue labbra lo sono.

Schiudo leggermente le mie, e lei fa lo stesso, dando il permesso alle nostre lingue di incontrarsi. E la mia è felicissima. Non aspettava altro che incontrare di nuovo la sua.

Perchè io amo Isabella con ogni parte del mio corpo, con le mani, i piedi, il cuore, le gambe, il torace, gli occhi, le sopracciglia,i capelli, le unghie, i denti, il naso, la lingua.

Io la amo, e questo non cambierà mai.

Lei è mia, lo è sempre stata, sempre lo sarà.

Riuscirò a farle capire che lasciarla è stato l'errore più grande della mia vita, e che se tornasse con me sarebbe tutto meglio di prima.

A lei starà la scelta, ma io farò di tutto per farmi amare come prima, di più di prima.

 

Spazio autrice.
Insomma, che ne dite di questa dichiarazione d'amore? 
Io credo che gli sarei morta tra le braccia. Insomma è un po' il desiderio di tutte sentirsi dire delle cose del genere, no?
Okay, devo scappare.
Voglio solo ringraziarvi per gli auguri(???) per il compito. È andato abbastanza male, ma fa niente, mi riprenderò.
Voglio ringraziarvi per aver letto, recensito, messo nei preferiti e il resto appresso.
E niente.. uhm siccome mancano pochi capitoli, tipo quattro, non so se continuerò a postarne due a settimana, oppure uno solo. Voi cosa ne pensate?
Sarebbe meglio farla durare di più o di meno? Fatemi sapere eh, conto su di voi, perchè io sono indecisa D: 


Spero che vi piaccia, spero di trovare di nuovo tante recensioni, e spero di non avervi deluse.
Tanto amore.
StewyT.

 

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Capitolo 14
*** Decisioni. ***


Decisioni.
Pov Bella.

 

La sveglia inizia a suonare imperterrita, Spoty mi salta sulla testa, e il sole entra dalla finestra. Un risveglio migliore? Impossibile, ovviamente.

Parlare di risveglio poi mi sembra una grane caricatura.

Non sono riuscita a chiudere occhio, o meglio, ho chiuso occhio, ma sarebbe stato meglio non farlo: non ho fatto altro che fare incubi su incubi, e adesso mi sento peggio di un cadavere appena sotterrato.

Subito mi alzo perchè la macchina del caffè avrebbe già dovuto sfornare un caldissimo caffè, con dietro una scia di aroma puro e profumato, invece a quanto vedo, non è ancora andata in moto.

Mi ci avvicino lentamente, con gli occhi gonfi, e cerco di accenderla, ma sembra morta. Non dà segni di vita.

Sbuffo e mi catapulto a vedere se c'è del caffè. Apro il barattolo e niente..è vuoto.

Ovviamente avendo una macchina non devo comprare caffè sfuso, solo capsule.

Maledetta idiota.

“Questa giornata è iniziata di merda” urlo, e Spoty mi si avvicina accoccolandosi sul mio piede. “Sì Spoty, anche per colpa tua. Quante volte devo dirti che non devi salirmi in testa?”. Lui mi guarda con aria da vittima e lo accarezzo.

“Al diavolo, per questa volta ti perdono.”.

Sbuffo e mi siedo sul divano. Per il caffè non c'è problema, lo prenderò al bar; la macchina elettronica la porterò ad aggiustare; il mio cuore? Lì è il vero problema, quello che la notte scorsa non mi ha fatto dormire: il mio maledetto cuore.

Edward.. Edward.. quello stronzo di Edward.

Io che mi sono comportata una merda.

Michael che ci è andato di mezzo e non ci è mai centrato niente. Lui non ha mai fatto niente per essere trattato così.

Istintivamente mi tocco le labbra.

Le stesse labbra che la notte prima hanno baciato Michael, e poche ore dopo Edward.

Mi faccio tremendamente schifo per averlo fatto.

Non avrei dovuto aprire a Edward, o più semplicemente non sarei dovuta andare a casa di Michael, perchè alla fine la cosa più sbagliata che avevo fatto era stata dirgli che lo amavo... beh tecnicamente dirgli che lo amavo un po' non equivaleva ad amare, no?

Mi girava davvero forte la testa e avevo voglia di vomitare.

Come ho potuto fare sesso con Michael e tradirlo neanche due ore dopo?

Mi sono davvero comportata come una puttana.

Il problema più grande è che adesso dovrò vederlo, e dovrò.. dirgli tutto o fare finta di niente.

Dicendogli tutto rovinerei la mia storia, se di storia possiamo parlare, con lui, e lo perderei, e io non posso perdere anche lui.

Non raccontandogli niente, tenendo nel mio cuore che sta per scoppiare l'amore che provo per quello schifoso di Edward.. mi renderebbe ancora più puttana.

Fare la scelta giusta o quella sbagliata?

Che poi alla fine quale sarebbe la scelta giusta?

Nel primo caso soffriremmo sia io che lui, nel secondo io e.. lui avrebbe una cosa che non si merita, ovvero la vicinanza di una che non lo ama come dovrebbe.

Mi alzo mentre la testa continua a girare, e mi catapulto sotto la doccia: dove scompaiono tutti i problemi se non lì?

Eh beh e invece sono ancora lì, al mio fianco a torturarmi.

L'acqua scende calda e morbida sul mio corpo come le mani di Michael la sera prima, e contemporaneamente il rumore dolce e soave mi ricorda la voce e le parole di Edward: Ti amavo. Non è vero che non ti ho mai amato. Non ti ho lasciato perchè non ti amavo. Io.. io ti amo ancora. Ti ho lascito perchè Carlisle doveva trasferirsi, e io dovevo venire con lui. Non volevo che tu ti sentissi obbligata a stare con me mentre stavamo a un mondo di distanza, e forse sarebbe stato meglio se ti avessi detto la verità. Non avrei sofferto per dieci anni. Tu per me.. sei sempre stata la mia principessa, la mia eroina. Mi hai salvato e continui a farlo. So che non mi perdonerai mai, soprattutto per essermi avvicinato a te quando sapevo che sarei dovuto andare via. Non mi perdonerai mai, ne sono cosciente, eppure continuo a sperare che tu possa farlo, che tu possa tornare ad essere mia, perchè ti amo, ti amo, ti amo, ti amo ancora con tutto il mio cuore.

Per quanti anni avevo sperato che me lo dicesse?

Per troppo tempo.

E quando me lo ha detto?

Quando io stavo cercando di rifarmi una vita.

Non mi perdonerai mai, eppure continuo a sperare che tu possa farlo.

E il problema è proprio che io lo sto facendo. Senza volere mi sto lasciano a ricordi e parole troppo dolci che non mi permettono più di odiarti come sto cercando di fare da tempo.

Che tu possa tornare ad essere mia

Il vero guaio, è che io non sono mai stata di qualcun altro..

E ieri? Ieri non conta? Ieri non eri di Edward, ieri eri di Micahel, e anche lui era tuo.

Hai capito che lo ami, e lui ama te.

Perchè ti amo, ti amo, ti amo, ti amo ancora con tutto il mio cuore.

Questo è il problema: l'amore.

L'amore e il modo in cui si ama.

Io amo Michael, è vero, ma non come dovrei. Forse alla fine lo amo più come amico, come fratello che come.. uomo.

Me ne sarei dovuta rendere conto prima, perchè adesso mi sento come una lurida puttana che è andata a letto con il suo migliore amico, sapendo che per lui non prova niente se non dello stupido affetto.

Esco dalla doccia e senza neanche asciugarmi chiamo Jake.

Da quando sono arrivata a NY mi è sempre stato vicino.

Lo chiamo quasi tutte le settimane e lui chiama me.

Sa di Michael, sa di me e sa di Edward, ma non sa quello che ho fatto questa notte, e ho vergogna persino a dirglielo.

“Bella? Perchè diavolo chiami a quest'ora?”
“Ho un problema” Dico frettolosamente.

“Scusami, non volevo romperti è che.. ho bisogno di te.”

“Che hai combinato?” Immagino le sue labbra piegarsi in un sorriso dolce e incoraggiante.

“Sono andata a letto con Michael e dopo ho baciato Edward.”

“Oh..cazzo”. Adesso invece immagino la sua espressione.

“Sì, sono nella merda, Jake”

“Perchè sei andata a letto con Michael?”

“Che devo dirti.. credevo di essere innamorata di lui.”

“Bella, è inutile mentire a te stessa e agli altri, tu ami Edward, come ami lui non ami nessuno e mai nessuno amerai”

“Sì, lo so. Ma speravo di.. il problema è che non volevo dimenticarlo danneggiando Michael ed è esattamente quello che ho fatto. Adesso non so se dirglielo e perderlo oppure.. no”

“Devi, Bella, assolutamente. Lui si è comportato bene con te dal primo momento è devi essere sincera con lui, se lo merita.”

“Mi sento una puttana”.

“Eh beh Bella, ti sei comportata come tale, sai sono il tuo migliore amico eh..”

“Basta” gli urlo, ma ha ragione.

“Okay, hai ragione.”

“Lo so. E so anche che tu non sei così, so che la disperazione se possiamo definirla tale ti ha portato a questo..Finiscila di importi di non amare Edward solo perchè lui non ama te. Devi scegliere qualcuno da amare.. senza paragonarlo a lui”

“Lui ha detto che mi ama. È andato via solo perchè doveva seguire Carlilse”

“E tu? Gli credi?”

“...Non vorrei.”

“Ma gli credi.”

Sbuffo.

“Forse dovrei andare Jake, ho lezione alle nove e sono le otto e trenta e.. ho bisogno di un caffè e voglio evitare Michael e..”

“E adesso stai per scoppiare a piangere. Quando parli così velocemente, scoppi a piangere” Ed è vero, ho le lacrime agli occhi.

“Finiscila di deprimerti Bella. Stai solo calma e fa la cosa che ti sembra giusta.”

“Grazie Jake. A volte.. non so come farei senza di te.”

“Ti voglio bene”.

Attacco, e mi vesto, così meccanicamente senza pensarci.

Io amo Edward non ci posso fare niente. Lo amo più della mia stessa vita, più dell'aria che respiro, dell'acqua che bevo, del sangue che ho nelle vene...

Lo amo, e non posso più illudere Michael.

Contemporaneamente però non lo perdonerò. Non posso perdonare Edward così facilmente, deve dimostrarmi quello che prova..
 

Sono seduta al bar, il mio caffè caldo tra le mani, la pioggia che scende veloce.

Mai come oggi piove, anche il cielo è del mio stesso umore:grigio.

“Hey”. La voce solare di Michael mi fa svegliare dai sogni.

“Ciao” dico.

Appena lo guardo negli occhi mi viene da piangere.

“Allora? Volevi dirmi qualcosa?”
“uhm..”
“Prima voglio farti una domanda. Perchè sei scappata così..?”

“Non sono scappata.” Codarda!

“Semplicemente avevo bisogno di tornare a casa eh..” sbuffo e lui mi sorride.

“Non fa niente, se non ti va di parlarne..”

Sei troppo buono Michael, troppo.

“Io vorrei solo dirti che questa notte è stata una delle migliori della mia vita.”

Lì, scoppio.

Ho promesso a Jake che non avrei pianto e invece.. sto piangendo.

“Piccola, cos'hai?”

“Scusa Michael, scusami ma.. devo..”.

Mi alzo e mi catapulto fuori dal bar, e in lacrime prendo un taxi per arrivare all'università.

Entro in classe ed è quasi piena, io non ho minimamente voglia di fare lezione.

Mi sento anche peggio di quando mi sono svegliata.

Sì, il caffè circola nelle mie vene, ma anche l'odio verso me stessa non si ferma.

Alle nove suona la campanella, aspetto qualche secondo e inizio la mia lezione, non so neanche io su chi.

Non riesco a concentrarmi, parlo senza collegare la bocca al cervello.

Per quello che sto pensando posso anche aver ripetuto in continuazione “Michael” o “Edward” o “Sono una lurida puttana”.

Non faccio altro che ripetere questa parola, e la cosa brutta è che è indirizzata a me, come non avrei mai pensato.

Ore, ore, ore, trascorse a pensare solo a quello che devo fare.

Non ho pranzato, perchè non volevo incontrare Michael in mensa, e adesso continuo il secondo round di lezioni, questa volta c'è anche Adam tra gli studenti, e ho paura che lui e la sua ragazza possano notare qualcosa.

Sono molto affezionati e attaccati a me, di sicuro di più di quanto dovrebbero.

Inizio la mia lezione su chi sa cosa, parlando quasi a vanvera.

Spero davvero di non dire troppe cazzate,o per lo meno di dirne di irrilevanti.

Nel frattempo continuo a rivedere Michael e Edward.

Amore o sicurezza?

Continuo a domandarmi, ma chi vogliamo prendere in giro?

Non c'è da scegliere: tornerei sempre da lui.

Mi alzo immediatamente senza neanche volerlo, mi catapulto fuori, e mi trovo nell'aula di Michael.

Sono rossa in viso, lui mi guarda interrogativo e i suoi alunni mi guardano straniti.

Esce fuori, e mi sorride.

“Cosa succede? Sembri sconvolta.”

“Devo parlarti. Puoi venire questa sera a casa mia?”

Annuisce serio, e ritorna in classe.

Ha già capito cosa voglio dirgli?


“Allora, di cosa devi parlarmi?” Mi sorride ancora.

Possibile che non se ne renda conto?

“Io.. io..”

Sorseggio la mia camomilla sperando di calmarmi.

“Di noi.” Dico alla fine.

“Lo so. Vuoi.. lasciarmi”.

Scoppio a piangere e annuisco.

“Non voglio perderti Michael, ma devo dirti la verità. Non posso farti soffrire perchè ho bisogno di te come amico.”

“Come amico? Lo hai capito dopo questa notte?”

“Io credevo di amarti, anche di più di quanto ti ho detto.” okay, questo non dovrei dirlo.

“E invece?”

“E invece mi sono resa conto che ti voglio bene solo come ad un amico. Anche per me questa notte è stata una delle migliori degli ultimi..”

“Ultimi dieci anni.” Mi interrompe lui.

“Devo fare sempre i conti con Edward, vero?”

“Michael, ti prego, non odiarmi.”

“Non posso odiarti. Ti amo”. Dice, e io piango ancora di più.

“Io sono una macchina che non si può riparare.”

“E io ho provato”

“Sì, tu ci hai provato ma non è giusto che ne esca ferito. È per questo che voglio dirti tutto. Perchè te lo meriti. Sei l'unico che mi ha fatto stare bene dopo lui.”

“Cosa è cambiato da ieri?”

“Mi ha baciata. E mi ama, non mi ha lasciata perchè non mi amava.”

“Ovviamente preferisci il suo amore al mio, ovvio.” Sorride amaramente, e già mmi manca il suo sorriso dolce.

“No. È che.. io amo lui come lui ama me, mentre non potrò mai ricambiare te come meriti..”

“Okay. Okay.”.

Piango ancora, non riesco a fermarmi, mi sento davvero male.

Lui però mi abbraccia, e lì mi sento meglio.

“Non ti odio. Anche perchè ti ho promesso che.. insomma sono stato io ad insistere..non posso odiarti solo perchè non sono riuscito a fartelo dimenticare.”

“Non è colpa tua, Michael.”

“Oh, lo so, lo so.. è che..” sbuffa.

“Non so cosa c'è. So solo che mi sento distrutto e credo..”

“Cosa credi?”
“Bella non vorrei liquidarti così in fretta, dirti che di qui mi lasci di lì già sto bene con qualcuno.. ho avuto un'offerta di lavoro, molto conveniente. Non volevo accettarla, credevo che avrei potuto avere un futuro qui con te, ma visto che non c'è.. accetto volentieri.”

Sto per piangere ancora di più, se è possibile, e correre a vomitare anche l'anima.

Sono un'egoista schifosa.

“Dove?” Mi costringo a dire.

“Chigago”.

“Spero che tu possa essere felice lì.”

“Oh, di sicuro troverò qualcuno che possa darmi quello che merito, no? Ultimamente dici solo questo.”

“Perchè è quello che spero per te. Io ho.. io.. non avrei dovuto dirti di sì, e non avrei dovuto chiederti di fare l'amore..”

“L'amore Bella? Davvero vuoi usare questa parola? Ammettilo, è stato sesso. E va bene. Io mi sono divertito, tu ti sei divertita...”.

C'è una punta di cattiveria nella sua voce, ed è troppo poco.

“No. Per me è stato.. amore.” Sorride disgustato.

“Comunque?”

“Non avrei dovuto fare niente di quello che ho fatto perchè sapevo che avrei scelto sempre lui.. sempre. Però mi fidavo di te, volevo provarci perchè.. mi piacevi. E volevo provare a dimenticarlo con te, ad amare te, proprio come mi avevi detto tu.”

“Le mie stesse parole mi sono di scherzo, eh?”

“Hai ragione a pensare che io sia una puttana. Anche io non faccio che ripeterlo da questa mattina, da quando ho poggiato la testa su quel cuscino, e credo di esserlo veramente”

“Non farmi ridere. Sei solo una donna innamorata. Dell'uomo sbagliato, questo sì. Forse lui è quello sbagliato, ma potrebbe essere anche quello giusto. Chi ce lo dice?”

“Quello giusto saresti stato tu.”

“Ma la tua scelta è lui.”

Sbuffo e mi asciugo le lacrime.

“Non lo so.”

“Vale a dire?”
“Non so se voglio perdonarlo.”

“Non sai se vuoi stare con lui?”

“Più di ogni altra cosa al mondo lo desidero, ma.. voglio essere certa che lui non si stia prendendo gioco di me.”

“Bella, una cosa è certa:nei suoi occhi ho visto odio verso di me, e.. amore. Amore perso, disilluso, speranzoso verso di te.”

Mi abbraccia, e si alza dal divano.

“Io credo di dover andare.”

“Quindi la nostra storia.. finisce qui?”

“Storia? Io la chiamerei più esperimento fallito! Comunque.. non è mai iniziato veramente. È stato solo un capitolo della tua storia, come della mia,niente di più. Il tempo passerà, io ti dimenticherò, tu mi dimenticherai,e.. nessuno soffrirà più.”

“Mi dispiace che tu la pensi così. Io non ti dimenticherò mai. Soprattutto mi dispiace di.. di lasciare che tu ti innamorassi di me al punto di dirmi che mi amavi.”

“Bella,sono cose che si dicono quando si fa ...” Lascia cadere la frase.

“Lo hai detto anche prima” Non dovrei ricordarglielo.

“Okay, sì, è vero. Ma beh possiamo dire che ci siamo fermati proprio prima che mi innamorassi seriamente, che diventasse tutto irrevocabile. Adesso posso ancora dimenticarmi di questa notte, e del tuo ti amo quanto basta. Niente resterà impresso nella tua mente e nel tuo cuore per sempre, certo, ci sono delle rare eccezioni, e tra queste eccezioni ci siete tu e Edward, il vostro amore.. resterà sempre impresso nel cuore e nella mente dell'altro, per questo.. non riesco a vederti come una cattiva persona, come qualcuno che mi ha fatto soffrire, perchè alla fine non ho sofferto. Sono stato bene, mi sono divertito, ho capito che un giorno quando amerò davvero qualcuno sarò esattamente come te con Edward. Hai ragione, devo trovare qualcuno che mi ami sul serio, non abbastanza, e io devo trovare qualcuno da amare davvero. E.. comunque di te mi resterà sempre il buon ricordo di una buona amica.”

“Tu per me sei stato più che un buon amico. Il migliore che abbia mai incontrato dopo Jake. Lui è come un fratello. Tu come un migliore amico.”

“O potremmo dire come quello che viene sempre dopo qualcun altro.”

“Verrai primo in tutto per un'altra.”
“Lo puoi giurare.”

“M-Michael solo una cosa devo chiederti.”

“Spara.”

“Quando.. quando vai via?”

“Stesso questa sera chiamerò la Chicago Univerisity, domani passerò a dare le mie dimissioni.. per la settimana prossima sarò lì.”

“Non ci vedremo più?”

“Forse più in là, magari al tuo matrimonio o al mio.”

Sorrido.

“Va beh, io vado”

Mi da un bacio su una guancia, e apre la porta.

“Solo una cosa, Bella. Non soffrire più. Cerca di capire se veramente ha intenzioni serie e.. se è così perdonalo. Non lasciare più che le persone attorno a te soffrano. Non lasciare lui soffrire e.. soprattutto non soffrire. Cerca di essere felice.”

“Ti voglio bene” gli dico.

La cosa più sincera che potessi dirgli.

Chiudo la porta, e lui non c'è più.

Michael è andato via.

Non credevo che avrebbe fatto così male. Sento un piccolo vuoto in fondo al cuore.

Storia? Io la chiamerei più esperimento fallito! Comunque.. non è mai iniziato veramente. È stato solo un capitolo della tua storia, come della mia,niente di più.

Il tempo passerà, io ti dimenticherò, tu mi dimenticherai,e.. nessuno soffrirà più.

 

Esperimento. Così lo ha chiamato.

La cosa peggiore è che non è stato un esperimento.

Io non lo dimenticherò gli vorrò sempre bene, e.. anche se non me ne accorgo perchè sento la sua mancanza, io già sono felice.

Sono felice perchè so che l'uomo che amo mi ama, e che forse riusciremo a stare bene assieme.

Però mi sento tremendamente in colpa, avrei dovuto capire tutto questo tempo prima di aver illuso Michael, ma come aveva detto lui Niente resterà impresso nella tua mente e nel tuo cuore per sempre, certo, ci sono delle rare eccezioni, e tra queste eccezioni ci siete tu e Edward, il vostro amore.. resterà sempre impresso nel cuore e nella mente dell'altro.

Io di sicuro sarò dimenticata da lui, ma non dimenticherò l'aiuto che mi ha dato con Edward. Non riesco altro modo di finire di pensare a lui, se non dicendo che è la miglior persona che avrei mai potuto trovare qui a NY, anzi in ogni parte del mondo.

Michael Mors, se mai lo incontrerete, sappiate che è il miglior uomo sulla faccia della terra.



Spazio autrice.
Eh beh siamo arrivate anche a questo capitolo.
La storia sta per finire, quindi come avrete notato, ho deciso di postare un solo capitolo a settimana, spero che non vi dispiaccia, ma lo faccio per non fare tutto troppo velocemente, rischiando di non farvi capire niente.
Spero che anche questo vi piaccia eh che voi non odiate Bella.

Grazie mille per aver letto e recensito lo scorso capitolo. Spero di ricevere delle recensioni anche qui, e soprattutto che non vi abbia deluse.
A presto(?).
StewyT.

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Capitolo 15
*** Ricordi. ***


 Ricordi.
P
ov Bella.

 

Metto da parte tutte le cose che Edward mi ha lasciato fuori la porta in questi giorni.

Ma se crede davvero di potermi riconquistare con fiori, collanine, lettere di quando stavamo assieme, cd con le nostre canzoncine e foto?

Si sbaglia di grosso.

Insomma non sono scappata a NY per ricadere tra le sue braccia.

È anche dannatamente vero che è quello che ho fatto da quando sono tornata qui.

Credevo di aver trovato qualcuno che mi avrebbe aiutato a dimenticarlo, o per lo meno a non ricordarlo più costantemente,ma alla fine ho capito che è impossibile, e mi sono solo ritrovata ad odiarmi, perchè mi sono presa gioco di una persona ottima, che alla fine ha sofferto a causa mia.

Non che io non abbia sofferto per lui. Voglio bene a Michael, e se tornassi a dieci anni fa,invece di innamorarmi di Edward lo cercherei,e gli chiederei di stare con me per sempre; perchè è così che dovrebbe essere ogni uomo.

Tiiin.

La mia macchina del caffè suona, finalmente un buonissimo aroma riempie la casa.

Grazie a Dio non ci sono voluti più di tre giorni per ripararla: sarei morta senza di lei.

Ne prendo subito una tazza, e mi siedo sul divano.

Spoty mi si accoccola al fianco.

Dio, che tristezza.

È domenica, sono le dodici, e io sono ancora qui, in pigiama a vagare per la casa, buttando in quello scatolone ogni maledetta cosa che quell'idiota mi ha regalato.

Continuo a rimuginarci sopra, a ripensarci.

Ma alla fine ho fatto la mia scelta, se di scelta si può parlare, e devo finire di pensarci.

Mi alzo, e frettolosamente mi vesto, coprendomi per bene, visto che anche se c'è un sole raggiante, si congela.

Prendo la mia auto, e mi avvio al Central Park.

È così dannatamente bello, e grande. Tanto che non credo che nessuno sia mai riuscito a visitarlo tutto.

Mi siedo su una panchina vicino ad una fontana, e da lì ammiro il paesaggio.

L'erba è di un verde vivido, coperto però da foglie marroncine che sono cadute, altre che si stanno preparando a cadere.

Il sole brilla sull'acqua della fontana, e sulle finestre dei grattacieli, che regnano felici e allegri su quel piccolo sprazzo di paradiso.

Sembra davvero il paradiso nel centro esatto dell'inferno.

Come il bacio di Edward di qualche settimana prima.

Il bacio, ovvero il paradiso, al centro esatto di un groviglio di pensieri, parole, sentimenti, che sono l'inferno.

Mi si avvicina una signora. È alta, ma curvata, ha i capelli bianchi, sotto ad un cappellino di pelliccia, il viso solcato da rughe e un delizioso sorriso.

“È bellissimo, vero?”

“Già, così suscettibile”

“È sempre stato il mio posto preferito qui”

“Io ci vivo da poco a New York, ma credo che questo sia davvero un paradiso..Questa città ha bisogno di questo parco.”

“Sì,è come.. un bacio, un abbraccio, è come l'amore. Gli uomini sono questa città, il parco è l'amore. Gli uomini hanno bisogno dell'amore come questa città ha bisogno di questo parco.” Mi sorride.

“Oh, proprio come io avevo bisogno del mio Jonathan”

“Eravamo così stupidi al tempo. Io lo amavo, e lui amava me, ma non abbiamo fatto altro che rincorrerci e basta. Alla fine io ho sposato un altro, e lui un'altra. Ma ci siamo rincontrati. Io alla fine ho imparato ad amare l'uomo che ho sposato, ma gli anni più belli della mia vita li ho passati con Jonathan. Lui è stato con me fino a qualche mese fa, poi la vita lo ha lasciato. E adesso mi rimangio tutto quello che ho fatto. Avrei dovuto scegliere lui, e non pensare a quello che volevano i miei genitori. Alla fine solo così sarei stata veramente felice.”

E adesso mi rimangio tutto quello che ho fatto. Avrei dovuto scegliere lui.

Dio, quanto mi fa pensare a Edward questa frase.

Io so che mi ama, e a mia volta ricambio, allora perchè dovrei continuare a non perdonarlo? Perchè arrivare al punto di rimangiarmi le azioni che ho compiuto solo per orgoglio?

Una lacrima scende lungo la sua guancia.

“Oh, ma cosa può fregare ad una bellissima ragazza come te della mia storia. Scusa per averti disturbata.”

“No, signora, si figuri. Io.. mi hanno aiutata le sue parole. Io.. sono in una strana situazione e...”

Lei mi sorride di nuovo.

“Ragazza, sappi solo una cosa. Lascia scegliere questo” dice indicandosi il cuore.

“Non questo” e si indica la testa.

“il cuore farà sempre la scelta giusta, quella che ti renderà felice. E non lasciarlo scappare.”

Mi da un ultimo sorriso e va via.

“Grazie” vorrei risponderle, ma lei è già lontana.

Salgo le scale del palazzo, appesantita da una busta di cibo, preso da un ristorante italiano sulla quarantacinquesima, affaticata, stanca e anche un po' provata dalla storia della signora al parco.

Poso la busta a terra, e cerco le chiavi nella mia borsa.

Possibile che le borse di noi donne siano così enormemente piccole ma riescano a contenere così tante cose e a disperderle? Maledizione.

Le trovo, e apro la porta, dalla quale slitta fuori una lettera. Di sicuro sarà di Edward.

Prendo la busta pesante, ed entro in casa chiudendo forte la porta alle mie spalle.

Faccio tutto automaticamente, metto a riscaldare la pasta nel microonde, stappo la bottiglia di vino, e mordo una “Bruschetta Parma”, ovvero una bruschetta con Mozzarella, peperoni e prosciutto; poi prendo la busta tra le mani.

La apro lentamente, e mi ritrovo una foto.

Ci siamo io e lui.

È il nostro primo ballo assieme.

Io indosso un vestito blu, me lo aveva regalato Alice, diceva che quel colore mi stava particolarmente bene, e che anche Edward la pensava così.

Lui alto e maestoso al mio fianco un semplice completo nero.

Mi stringe forte, e guarda verso di me sorridendo fiero e felice.

Era così bello tutto quello.

Ricordo che quella sera ballammo tutto il tempo, nascosti.

Fuori, lontani da tutti.

Fu la cosa più romantica del mondo.

Ricordo anche la canzone Flightless Bird. Canzone più bella mai esistita.

Rigiro la foto tra le mani, e noto che c'è una scritta, con la deliziosa calligrafia di Edward.

 

Ricordi come fu bello quel giorno?

I nostri baci, flightless bird in sottofondo.

La nostra felicità.

Se tu volessi, e so che lo vuoi, potremmo di nuovo ritornare ad essere felici, basta che tu mi dia la possibilità di dimostrarti che ti amo esattamente come dieci anni fa.

Edward.

 

Se tu volessi, e so che lo vuoi.

Lui sa che io continuo ad amarlo, è ovvio.

E sa che non lo perdonerò così facilmente.

Ma allora perchè continuare a tartassarmi di ricordi?

Non voglio farlo, sul serio, ma succede tutto senza chiedere il permesso al mio cervello.

Esco da casa mia, e inizio a bussare violentemente alla porta di Edward, che ne esce con lo sguardo acceso, divertito.

Gli do uno schiaffo forte, che risuona in tutta la stanza, e mi catapulto dentro da lui.

Mi guarda con gli occhi sbarrati.

“Che vuol dire?” Gli chiedo io.

“Cosa?”

Gli mostro la foto.

“Credi davvero di potermi rinconquistare, se è questo che vuoi fare con dei cd, delle collane, e delle foto con delle semplici frasi scritte? Beh se è così sei proprio un'idiota Edward!”.

Mi guarda ancora nello stesso modo.

“Sto ancora aspettando una tua risposta. Perchè hai scritto che se io volessi potremmo tornare felici? Sei stato tu a lasciarmi, adesso quanto meno dovresti stare alla larga da me”

“Ti ho lasciato, lo so, se non ti ricordi c'ero anche io, ma non ce la faccio più a vedere te che mi guardi così ogni..dannata volta. Ti ho già detto che è stato un errore. Ero giovane e idiota, quanto ancora devo pagarla?”

Lo guardo a bocca aperta.

“Edward adesso la colpa sarebbe anche mia?”

Mi rigiro su me stessa “maledetto quel giorno che sono venuta qui a NY”.

“Che poi come fai a credere che potremmo ancora essere felici? E poi perchè se io volessi?
“Se tu ti decidessi ad ammettere che mi ami, che non sono io l'unico che prova ancora qualcosa tra di noi, potremmo tornare assieme, lasciarci il passato dietro, e vivere un futuro splendido, perchè io ti amo, e ti renderei felice. Non so se Michael potrebbe fare lo stesso, con lui staresti tranquilla, perchè non ti ha ami tradito, no? E mi chiedo cosa avresti con me. Beh.. avresti di sicuro tutto l'amore del mondo, e quelle sensazioni che dici non hai provato con nessuno. Avresti me, Bella. Completamente ai tuoi piedi. Sarei il tuo bambolotto, farei quello che vuoi. L'importante è che tu mi perdoni. Ti giuro. Fallo. Perdonami. Se tu vuoi puoi. Ma se devi continuare a farmi stare male.. perchè vederti al fianco di quello mi uccide ogni volta, beh.. dimmelo. Non voglio distruggere di nuovo la vita che ti sei creata qui, quindi potrei benissimo andare via io. Non ho niente qui. Sono un buon Manager, posso trovare lavoro in ogni luogo, E potrei trovare la donna dei miei sogni. Sì, insomma non la amerei quanto te ma..Basta. Ti prego!”

“Io.. non c'è più Michael”.

Ma che diavolo dici? Cosa te ne frega di lui in questo momento?

Ti ha detto quello che avresti sempre voluto sentirti dire, svegliati!

“Hai scelto.. me?” Mi sorride.

Io di canto mio, scoppio in lacrime.

Quelle sono le parole che ho sempre voluto sentire, sempre, e adesso che Edward me le sta dicendo mi sembra di sognare.

Mi si avvicina e mi abbraccia.

In un certo senso tra le sue braccia mi sembra di ritornare a casa, finalmente tutto ritorna come era, la ruota smette di girare al contrario, e riprende il suo verso originario.

Mi tiene stretta forte, mi bacia i capelli, la guancia, e continua a sussurrarmi “Ti amo”.

Ma non può finire così, non posso arrendermi così.

“Non ho scelto te.” Dico velocemente e lui si allontana un po'.

“Non avrei mai potuto scegliere, non c'era nessuna scelta da fare tra te e Michael. L'unica scelta che devo fare è quella tra me e te”

“Me e te?”

“Edward io non so se posso fidarmi di te, la scelta sarebbe tra il fidarmi, e quindi non pensare a come potrei stare dopo, e il non fidarmi, e quindi soffrire, ma essere sicura di poter guarire un giorno”

“Non guarirai mai,Bella. Tu mi ami, come io amo te. Lo leggo nei tuoi occhi. E io so che non potrò mai dimenticarti. Lo stesso vale per te. Però.. dopo, staresti bene. Se ti fidassi di me, dopo saresti felice, te lo giuro. Ti renderei felice.”

“Non lo so Edward.. non lo so. Io.. sì, ti amo, ma ho bisogno di tempo per capire cosa fare.”

“Tempo?”

“Dieci anni non ti sono bastati?”
“Dieci anni d'inferno nei quali ho provato ad odiarti perchè mi avevi fatto innamorare e poi mi avevi lasciato.. no. Se dovessi basarmi su questi dieci anni dovrei mandarti affanculo”.

“Prenditi del tempo, ma ti prego non l'infinità. Non posso continuare a soffrire..”

“Così non fai che aiutarmi ad avvicinarmi all'idea di non sceglierti. Ti stai comportando da egoista, proprio come dieci anni fa. Pensi a te, a quello che ti fa male, a quanto ti fa male, e per niente a me. Ho sofferto dieci anni, qualche mese in più non cambierà niente a te, ma potrebbe aiutarmi a non soffrire ancora.”

Lo lascio lì, e me ne vado.

Come aveva detto la signora nel parco?

Pensa col cuore, non con il cervello.


Spazio autrice.
Sssssalve gente, come va? Come avete trascorso Halloween? Io sono andata ad una festa con i miei amici, e mi sono divertita tantissimo. Owh, mi sono vestita da Shadowhunter *^*
Anyway grazie mille per aver lette e recensito lo scorso capitolo. Spero che questo vi sia piaciuto, e che arrivino parecchie recensioni.
Scappo a pranzo. Alla settimana prossima.

 Ps. Mancano giusto un capitolo e il prologo, su word 5 pagine in tutto. Come saranno divise? Cosa succederà?
Ahw, sono elettrizzata, sul serio.
StewyT.

 

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Capitolo 16
*** Amore. ***


Nota: questo è un capitolo a "doppio personaggio" di conseguenza, tutto quello scritto in corsivo a destra è di Bella. Tutto quello in stampatello a sinistra è di Edward.

Amore.

Pov Edward e Bella.

 

Ho finalmente finito di “costruire” il mio albero di Natale. È così carino. Alto, maestoso, ma...Spoty già si sta attaccando ai rami. Maledetto.

Spoty, scendi da lì, e finiscila di fare il cattivo gatto”.

Mi guarda stranito e continua a fare quello che stava facendo, tipico di lui.

Prendo uno scatolo, e inizio a svuotarci dentro i tubi pieni di palline rosse e dorate.

L'odore di panettone si estende per la casa.

Ho sempre amato fare un panettone e metterlo nel forno, mentre preparavo l'albero.

Poi Driiiiiiiiiiiiin. La porta suona, e mi precipito ad aprirla.

Fuori c'è Edward, incappottato, uno o due borsoni, l'aria dispiaciuta e triste.

Ciao.” Dico e lui mi guarda forte, facendomi sciogliere nell'azzurro dei suoi occhi.

Devo parlarti.”

Fallo”. Non lo invito neanche ad entrare.

Stringo le braccia attorno al petto e mi preparo ad ascoltare le sue parole.

 

Lei è lì, mi guarda dal basso verso l'alto e io non riesco a pensare che potrebbe dirmi di non andare via.

Lei non vuole che io vada via? Oppure sì?

Mi decido finalmente a parlare.

“Io.. è passato più di un mese da quando ci siamo parlati l'ultima volta e avevi ragione.
Ti meriti tutto il tempo che vuoi, ma io non ho tutto questo tempo.

Non è per egoismo, ma io veramente non ce la faccio più. Se tu non mi vuoi io devo dimenticarti.”

“Mi stai dicendo che devo muovermi a scegliere oppure ti troverai qualcun'altra? Fallo Edward.”

“No, ti sto dicendo che.. tra due ore parto. Ho un biglietto per Londra, e se non ho nessun buon motivo per restare qui, mi trasferisco.”

Le mostro il biglietto che continuo a tenere tra le mani.

 

Lui vuole trasferirsi.

Vuole lasciarmi da sola, di nuovo.

Lui non mi ama, se non non mi farebbe questo, non mi metterebbe avanti ad una scelta del genere.

Il buon motivo sarei io?” Dico secca, cercando di non far trapelare la mia ansia.

Sì. Sei solo tu a trattenermi qui. Ti amo, e per te.. perderei anche la vita, ma non posso perderla stando dietro qualcuno che non mi vuole più e non vuole altro che tenermi sulle spine.”

Quindi pensi questo di me? Pensi che mi stia prendendo gioco di te per farti soffrire almeno un po' di quanto ho sofferto io?”
“No, non ti credo così crudele, e poi.. io ho sofferto quanto te in questi anni. Tu per lo meno sapevi, credevi che io non ti amassi.. io mi sentivo in colpa anche per come ti avevo lasciato, oltre a stare male per me stavo male anche per te.”

Dio, che martire che sei Edward.”

 

“Bella, basta. Basta. Finiscila di prenderti gioco di me. Non vedi quanto sto male?”

“Edward.. fa quello che vuoi. Vai via, resta..fa quello che vuoi.”

Bam, il mio cuore si rompe in mille pezzi.

Lei non mi vuole più.


Ma che diamine dici Bella?

Vai via, resta.. fa quello che vuoi?

Lui deve restare, non puoi lasciarlo andare, anche perchè dopo dovresti prendertela solo con te stessa.

Bella, sii forte per una volta, ammetti i tuoi sentimenti, ammetti la voglia che hai di lui, ammetti il fatto che dopo di tutto sei debole, e lo ami ancora.

Sì, perchè se non fossi stata debole lo avresti dimenticato.

 

“Okay.”

Mi faccio coraggio, cerco di parlare, e di unire assieme delle parole.

“Allora questo è un altro addio. Spero che tu sia felice della tua scelta, Isabella, e che tu riesca ad essere felice della tua vita.
Ti ho amato, ti amo,e ti amerò per sempre.”.

Dico, sì, sono soddisfatto di quello che ho detto.

La guardo negli occhi, e li vedo lucidi.

Sta per piangere.

Allora le interesso ancora.

Ma perchè mi caccia? Perchè?

La guardo ancora, forse l'ultima volta che la vedrò dal vivo, in vita mia.

Forse l'ultima volta che potrò vedere il verde dei suoi occhi sciogliesi in delle lacrime.

Sta piangendo, per me, di nuovo.

E mi sento una merda.

Non deve piangere per me.

Mi astringo di più nel cappotto, prendo i borsoni, e mi avvio alle scale.

 

Edward, aspetta. Torna qui.” Sussurro con voce di chi sta per piangere.

Lui ritorna al suo posto senza proferire parola.

Prendo il suo biglietto, e senza che lui dica niente, lo strappo.

Lo strappo in mille pezzi sorridendo sadicamente.

Hey, ma cosa... Isabella!”

Così non ci sono possibilità che tu decida di partire di qui a due ore”.

Che vuol dire?”
Oh, insomma, mio caro, sai cosa voglio dire.

Sai che per le prossime due ore saremo intrecciati su quel letto a baciarci e a dirci quanto ci amiamo.

Sai cosa vuol dire,Edward.”

..”

è un resta qui?”

Sì, è un resta qui. È un.. non so se ti perdonerò mai, ma ti amo troppo per lasciarti andare via una seconda volta. Il destino voleva che non ti dimenticassi, poi ha voluto che ti incontrassi di nuovo qui.. E adesso io voglio restare con te.”

Mi sorride e lasciando cadere i borsoni mi abbraccia.

Ma guai a te lurido bastardo se ti ripermettiti di farmi soffrire così tant di nuovo.”

Isabella, te l'ho detto. Io non ti lascerò mai più.”

 

Niente è più caldo del suo sorriso.

Niente è più caldo di un suo abbraccio.

Non mi sentivo a casa da dieci anni.

Ma adesso ci sono ritornato.

Adesso ho di nuovo la mia Bella.

Mi sveglierò tutti i giorni con la consapevolezza di avere qualcosa per cui essere felice di esiste. Adesso ho di nuovo lei.
 

Spazio autrice.
Salve gente,come va la vita? Io sono stanchissima.
Niente, oggi ho una sopresa(?) per voi. Rullo di tamburi. Annunciazione, annunciazione.. Oltre a questo capitolo posterò anche L'epilogo, che (vi avviso) è cortissimo, ma spiega perchè ho scelto questo titolo.
Niente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e che la fine abbia reso giustizia a quella che vi aspettavate e "desideravate(?)".
Okay, non mi dilungo molto qui, voglio farlo di là.


Grazie mille per aver letto e recensito lo scorso capitolo, spero che anche questo riceva molte recensioni, anche perchè è la prima volta che scrivo un capitolo diviso e voglio sapere come vi riusulta. Quindi, fatemi sapere cosa ne pensate!
Al capitolo seguente :3
StewyT.

 

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Capitolo 17
*** Epilogo. ***


Epilogo.

Senza te.
Ogni volta che mi guardi 
perdo peso e mi disarmi e 
stacco i piedi e dalla terra 
mi sospendo a mezz'aria 
ogni volta che tu soffi 
dalla bocca un suono invadi e 
porti il freddo tra i miei denti 
se trattengo tutta l'aria 
e non ci riesco a dirti il male 
che poi mi da' 
vederti andare via lontano 
senza me 
senza noi 
senza di te 
io 
brucerei 
tutto il mondo 
tutto quanto 
non ha più senso senza te 
ogni volta che mi sfiori 
le mie parole al suolo inchiodi e... 
e tieni il fiato tra le dita 
l'aria intorno è già finita, ormai 
e non ci riesco a dirti il male 
che poi mi da' 
vederti andare via lontano 
senza me 
senza noi 
senza di te 
io 
brucerei 
tutto il mondo 
tutto quanto 
non ha più senso senza te 
e ancora non riesco a dirti 
il male 
che poi mi da' 
vederti andare via 
via lontano 
lontano 
da me... 
come se fossi anni luce distante 
da quello che pensi 
in un istante 
mentre ti guardo sparire all'orizzonte 
mi perdo in quel rosso 
come un diamante 
si perde in un cielo di stelle 
e tra tante 
confuso e disperso 
non sono niente 
e ancora non riesco a dirti il male 
che poi mi da' 
vederti andare via 
via lontano 
via lontano 
da me...

[Senza te. Negramaro.]

Mi tolgo le cuffie, e dopo aver ascoltato la canzone che Edward mi ha detto ha scandito i suoi giorni e le sue notti da quando ci siamo lasciati, più o meno, mi precipito a leggere la lettera che mi ha detto aveva scritto nel caso gli avessi detto che non volevo più stare con lui.

 

Cara Isabella.

Ogni volta che ti vedo andare via, resto senza fiato, inerme, debole.

Come quella volta che ti ho lasciata.

Sembravo sicura, felice della mia scelta.

Ma ero morto.

In quel preciso momento. Nel preciso momento in cui ti ho detto che non ti amavo, una parte di Edward Cullen è morto.

Senza te, sono vuoto, confuso, disperso, non mi sento niente, non sono niente.

Ma da quando ti ho rivista è nata in me la speranza di poterti riavere mia, anche se eravamo anni luce distanti. Anche se so che non mi perdonerai mai.

Ti amo, più di quanto potrei amare mai me.

Ti amo, e voglio che tu torni ad essere mia.

Brucerei tutto il mondo per farti capire quello che provo, per riaverti.

Lo brucerei per non restare senza te.

Ormai però hai fatto la tua scelta, ed è giusto così. È giusto che tu non mi rivoglia. Ho sbagliato nei truoi confronti.

Ho sbagliato a scegliere per te.

Ho sbagliato ad andare via.

Ma non ho sbagliato ad amarti. Mai. È l'unica cosa di cui sarò fiero per sempre.

Ti amo.

Tuo Edward.”

 

 

“Non volevi darmela?”

“L'avevo nella tasca del cappotto. Avevo intenzione di dartela, ma mi sembrava troppo da disperato..”

Sorride.

Mi stringo ancora di più nel suo abbraccio, e le do un bacio sul collo nudo, scendendo fino alla spalla, al cuore.

Poi alzo la testa dal suo cuore e la guardo negli occhi.

Quel verde così luminoso intenso, il verde Bella.

“Adesso lo sai, Bella. Nessuno ha mai amato un'altra persona quanto io io amo te.”

“Con una sola eccezione.”

Dice lei stringendosi di più tra le mie braccia, e baciandomi.

 


E se Edward e Bella fossero umani?
Si amerebbero comunque.

E se Edward e Bella si fossero amati dal primo momento?
Avrebbero continuato ad amarsi.

E se Edward avesse lasciato Bella e si fosse trasferito a New York?
Non lo avrebbe fatto per troppo poco amore.

Bella avrebbe sofferto.
Anche Edward.

Edward avrebbe sofferto.
Esattamente come Bella.

Bella non lo avrebbe mai dimenticato, avrebbe continuato a soffrire.
Edward avrebbe continuato a sperare di trovare qualcuno che
pronunciasse il suo nome come lo faceva Bella.

E se Bella si trasferisse a New York dopo dieci anni con l'intenzione definitiva di dimenticarlo?
Di sicuro non ci riuscirebbe!

E se iniziasse ad insegnare in una delle università di NY?
Potrebbe invaghirsi di un suo collega, ma non sarebbe amore.

E se Edward decidesse di iscriversi al corso di Bella senza sapere che la professoressa è lei?
Sarebbe felicissimo, perchè avrebbe la possibilità di riconquistarla.

Cosa succederebbe se tutto questo accadesse?
Forse tutto tornerebbe come alle origini.

Riuscirebbe Bella a dimenticare Edward?
No.

Riuscirebbe Edward a dimenticare Bella?
No.

Riuscirebbe lei a baciare ancora un altro?
Non senza pensare Edward.

Riuscirebbe lui a vederla baciare un altro?
No.

Riuscirebbero a stare l'uno senza l'altro oppure no?
No, perchè il vero amore è più forte di qualsiasi cosa.
È più forte dell'orgoglio, dell'odio, della testa. È più forte di tutto.
Se l'amore è Vero, state tranquilli, che non riuscirete mai ad allontanarvi dalla persona che amate.
Perchè  il vero amore, l'amore di "Edward e Bella" non finisce.

 

Fine.


Spazio autrice.
Ebbene, anche noi siamo arrivati alla fine. Mi piacerebbe poter dire anche del mio Edward e della mia Bella che si occuparono beati di quella parte piccola ma perfetta della nostra eternità, ma sappiamo bene che per noi umani il tempo scorre veloce, e non esiste l'eternità. Spero che possiate accontentarvi di un "Vissero sempre felici, senza mai più dividersi".
Niente, sono un po' triste. Odio finire le mie storie, ma.. che storia sarebbe se fosse infinita? Si arriva sempre ad una fine no?
Spero che voi abbiate apprezzato la mia storia, che non sia risultata eccessivamente banale, e che i miei Edward e Bella vi siano piaciuti.
Spero che.. non vi abbia deluso la storia, il finale... tutto.

Basta, voglio ringraziarvi davvero tantissimo perchè siete rimaste con me fino alla fine. Avete continuato a leggere e recensire, ed è stato bellissimo leggere i vostri commenti.
È stata una bellissima esperienza, e spero di farmi venire presto un'idea per poter ricomparire a rompervi le scatole!
Grazie a tutti: a quelli che hanno letto e recensito, a quelli che hanno solo letto, a quelli che hanno aggiunto in preferiti, seguiti, ricordati o qualsiasi altra cosa, e anche a chi ha letto solo il prologo perchè la storia non gli è piaciuta.
Grazie davvero a tutti, Oh, non devo dimenticare la mia migliore amica a distanza che mi ha dato l'idea. In realtà non credo stia leggendo la sotria, ma nel caso lo stessi facendo.. Ti voglio bene!

A presto, spero.
StewyT.

Ps. fatemi sapere cosa ne pensate del prologo eh, e .. se non avete capito perchè ho scelto Senza Te dei Negramaro, chiedete pure!

 

 

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