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Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinte volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
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-No, no- scosse la testa e incrociò le braccia- Non vanno bene.
-Ancora?- disse un ragazzo, quasi con un tono stanco- E’ il
centesimo catalogo che rifiuti.
-Non ci posso fare niente- disse una ragazza, sbuffando come
una bambina- Se non mi piace, non mi piace.
-Sì, ma ho come l’impressione che non te ne piaccia neanche
una.
-Non è vero, la cinquantesima casa era carina…
-Ma se ti lamentavi che non c’era luce.
-A me piacciono le case dove entra molto la luce del giorno.
-Senti Doremì- il ragazzo si sedette sulla sedia girata
dall’altra parte e appoggiò le braccia sui bordi della sedia- Non è che tu…stai
cercando qualcosa che non esiste? Le case che ci ha fatto vedere Majodela, sono
pressoché perfette. Nel mondo della magia, i problemi che ci sono sulla terra,
sono riparabili con la magia…
-Mh…
-Hai fatto la stessa scenata, quando mi hai chiesto di
trasferirci nel mondo della magia.
-Era una buona opportunità…la Regina ci aveva proposto un buon
lavoro nel mondo della magia.
-Soprattutto perché tu non vedevi l’ora di andarci.
-Uh, sempre pignolo tu- disse la ragazza sbuffando- Comunque
sia, non mi arrenderò prima di trovare quel che cerco.
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-Non mi arrenderò così facilmente- disse una ragazzina dai
capelli color castano e un fiocco color arancio.
-Che insistente che sei- disse un ragazzino dai capelli color
blu- Ho detto di no e non voglio ripeterlo.
-Ma perché? Saresti perfetto.
-Non voglio.
-Ciao!- salutò una ragazzina dai capelli color rosso magenta
raccolti in due buffi codini- Oh, cosa sta succedendo?- chiese lei, entrando
dalla porta e vedendo i due intenti a discutere.
-Doremì, per fortuna che sei qui- disse la ragazzina
avvicinandosi a lei- Convinci tu Kotake.
Doremì guardò la ragazzina e poi Kotake senza capire.
-Devo convincerlo, di che?
-Da farmi da modello.
-Eh?- Doremì la guardò con stupore e quasi incredulità.
-Ti spiego, Masaru deve presentarsi al matrimonio di sua
zia…però sai com’è fatto lui. Non sopporta partecipare a feste, convegni o
altro ancora…- raccontò la ragazzina dal fiocco arancione- Però sua madre ci
terrebbe molto che lui venisse…così, vorrebbe fargli questa sorpresa e andare.
Proprio per questo, ho deciso di fargli una sorpresa e di preparargli l’abito
per l’occasione. Così farebbe contenta la madre- fece una pausa- Però, ho
bisogno di un modello per modellare l’abito.
-Mh, capisco…ma perché proprio Kotake?
-Perché lui è il più idoneo, hanno più o meno le stesse misure.
Doremì guardò Kotake e lui si sentì nervoso.
-Perché non lo chiedi a Yuri?- cercò di salvarsi.
-Yuri non è alto come Masaru.
-Ehi, non sono così basso!- disse un ragazzino dai capelli
neri, facendo una smorfia un po’ offeso.
-Scusa, non intendevo dire questo- cercò di giustificarsi la
ragazzina.
-Perché non accetti Tetsuya?- chiese Doremì.
-Non ho intenzione di starmene impalato per delle ore come uno
stoccafisso…è così imbarazzante- disse lui incrociando le braccia.
-Uh, capisco…- disse Doremì alzando gli occhi al cielo- Stavo
pensando che ero riuscita ad avere i biglietti per il concerto a cui volevi
tanto andarci…- alzò le spalle- E’ un peccato che non potrai venirci.
-Cos’è, un ricatto?- disse lui.
-No, no…diciamo un compromesso- disse Doremì sorridendo
divertita- Aiuta Hazuki ed andremo al concerto.
Kotake sbuffò arrabbiato e guardò Hazuki.
-D’accordo, però cerchiamo di finire al più presto.
-Bene- disse Hazuki sorridendo- Vado a prendere subito
l’occorrente.
-Questa me la paghi Doremì- la fulminò il ragazzino.
-Siamo pari Tetsuya- disse lei sorridendo.
-Eccomi qui- comparì Hazuki con tutti gli attrezzi- Andiamo- e
lo trascinò via.
-Tu sai come convincere Kotake- disse Yuri guardando sorpreso a
Doremì.
-Sono anni che ci conosciamo…ormai conosco i suoi punti deboli.
-Non temi la vendetta di Kotake?
-No- disse Doremì tranquilla- Anche perché alla vendetta, c’è
sempre la controvendetta- rispose con un ghigno.
-Wow, questa casetta è un amore!- disse una ragazza dai
capelli rosso magenta, raccolti in una lunga coda.
-Già- ammise il ragazzo che le stava accanto- Hai già idea
di come arredarla?
-Mh? E perché?- la guardò Doremì.
-Come "perché"?- chiese Kotake- Non vorrai mica
lasciare le stanze tutte come sono adesso. Majodela ci ha accordato il permesso
di fare tutti i cambiamenti che volevamo in questa casa, poiché la vecchia
proprietaria non ci vive più.
-Lo so…- disse Doremì, camminando verso la sala- ma vedi…i
mobili stanno bene lì dove sono. Non c'è bisogno di apportare modifiche alla
casa.
-Proprio non ti capisco…c'erano altre case migliori e più
nuove…non capisco perché tu preferisca questa alle altre.
-Beh, diciamo che ha un valore affettivo- si girò e lo
guardò- era la vecchia casa dove prima abitava Majorika, la prima strega che ho
conosciuto nel mondo umano.
-Mh? Majorika? Vuoi dire quella che non faceva altro che
urlarti dietro?
-Sì- ridacchiò- In effetti, non facevo altro che combinare
pasticci e irrimediabilmente s'infuriava- alzò lo sguardo- Però…era una brava
persona e io le voglio un gran bene. Anche se- disse triste- adesso è lontana…
-Sì, ricordo che lei e la sua fatina Lala, hanno deciso di
prendersi una vacanza…come si dice? Già, in pensione- incrociò le braccia un
po' perplesso- Anche se guardandola è difficile stabilire quanti anni ha.
-Bho, chissà- fece spallucce- Sai com'era quando si parlava
d'anni.
-Mh…prima urlava e poi ci mandava a lavorare.
-Eh, eh. Mi mancano le sue sgridate.
-Sembrerà strano, ma in fondo anche io mi ero affezionato a
Majorika.
Doremì sorrise e prese
sottobraccio Kotake.
-Sono contenta di essere venuta ad abitare qui nel mondo
della magia.
-Non vedevi l'ora, vero?
-Già, anche se mi mancheranno i miei vecchi amici- diede un
occhiata alla sala- Guarda che bel camino!- disse indicandoglielo- Sarà
l'ideale per le nostre serate. Tutti insieme riuniti intorno al camino a
chiacchierare allegramente.
-Tutti e tre- disse Kotake
baciandola dolcemente.
-Sì…noi e la piccola Hikaru…
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-Insomma, Kotake, vuoi stare fermo?- disse Hazuki con in mano
degli spilli.
-Mi sto annoiando e poi ho fame- si lamentò il ragazzino.
-Eh, eh, dovresti vederti Tetsuya- ridacchiò Doremì, che era seduta
vicino ad un tavolino.
-Mi basta vedere la tua espressione- disse lui indispettito.
-Tra un po’ abbiamo finito- disse Hazuki, poi lo guardò
dall’alto al basso- Uhm, devo controllare lo schizzo…vado a prendere il
disegno- guardò Doremì che era intenta a sfogliare una rivista- Doremì, saresti
gentile da continuare tu?
-Uh?- Doremì si avvicinò a loro- Che devo fare?
-Continua a mettere gli spilli- spiegò Hazuki, mentre le dava
la scatoletta degli spilli.
-D’accordo…
-Che?! Doremì?- disse agitato Kotake- Ah, aspetta Hazuki,
questo non era previsto nel patto!
-Che problema c’è Kotake?- Hazuki lo guardò perplessa.
-C’è che Doremì è un pericolo pubblico. Darle in mano degli
spilli, è come darle un arma.
-Eh?!- Doremì lo guardò offesa- Vuoi dire che sono una frana?
-Certo che sì- disse lui convinto- Dirti che sei una frana, è
un complimento.
-Ehm, forse stai esagerando Kotake- disse Hazuki, temendo la
reazione della sua amica Doremì a quella provocazione.
-Tranquilla Hazuki, vai pure…qui termino io- disse Doremì
sorridendo.
-Oh…okey- disse lei allontanandosi incerta.
Doremì si girò verso Kotake con fare minaccioso.
-Allora…stavi dicendo?- disse con in mano uno spillo.
-Ehm…- Kotake la guardò intimorito. Non si poteva certo dire
che Doremì avesse un aspetto così rassicurante- Mi sono ricordato di un
impegno…
In quel momento entrò dentro la stanza un ragazzino dai
capelli color nero corvino, insieme a una ragazzina dai capelli biondi.
-Ciao, siamo arrivati…uh?- si fermò guardando la scena.
-Fermati Tetsuya!- disse una ragazzina inseguendo Kotake.
-Non ci tengo- disse il fuggitivo con indosso dei teli di
tessuto.
-Ti voglio solo bloccare la stoffa.
-No, tu vuoi uccidermi.
-Ma che succede?- il ragazzino li guardò confuso, mentre Momoko
se la rideva.
-Che buffi che siete- disse la ragazzina bionda.
Kotake e Doremì si fermarono per guardare i due.
-Yuri, Momoko, siete arrivati per fortuna- disse Kotake
nascondendosi dietro di loro.
-Sapevo che dovevi fare da modello ad Hazuki, ma non pensavo
che prevedesse anche un inseguimento- disse Yuri.
-E’ Doremì che mi fa paura- si giustificò Kotake.
-Che esagerato che sei, Tetsuya- disse Doremì imbronciata-
Guarda che sono bravissima.
-Già, dillo all’ultimo cliente che hanno dovuto ricoverare
d’urgenza all’ospedale.
-Oh, uffi- sbuffò Doremì- Può capitare a tutti di sbagliare.
-Sì, ma non dieci volte su dieci.
-Ragazzi, voi credete che io sia così imbranata?- Doremì guardò
Momoko e Yuri, aspettandosi un aiuto da parte loro.
-Ehm…- i due si guardarono indecisi- Una domanda di riserva?
-Che state combinando qui? Non si lavora?- giunse Majorika.
-Oggi è vacanza e il negozio è chiuso- disse Doremì.
-Già, ma non vuol dire che voi siete in vacanza. Abbiamo tanto
lavoro arretrato.
-Ma se tu non fai niente- la rimbeccò.
-Amministrare il bilancio finanziario del negozio, è già un
duro lavoro. Tenendo conto delle perdite dovute ai danni che combini, Doremì.
Un ragazzo dai capelli blu, stava ordinando le sue cose,
prima di uscire dalla stanza.
I ragazzini si erano già avviati e toccava adesso a lui
andarsene. A casa c’erano Doremì e Hikaru ad aspettarlo.
Alla mattina, Doremì si era raccomandata con lui, prima di
uscire di casa, di tornare a casa presto questa volta. Anche lei avrebbe
cercato di terminare prima, per arrivare a casa presto e che l’avrebbe
aspettato lì.
Aprì la porta ed uscì dalla stanza, mentre si chiedeva
perché Doremì avesse insistito per tornare prima. Forse doveva dirgli qualcosa
d’importante. Era da un bel po’ che loro due non riuscivano a stare insieme un
intera serata, senza essere stressati dal lavoro. E poi sentiva che qualcosa
stava cambiando tra di loro. Forse era il momento buono per parlarne, prima che
le cose peggiorassero.
Chiuse la porta a chiave con uno schiocco di dita e si
avviò. Dopo qualche passò, sentì vibrargli il cellulare.
“Non si può mai stare in pace”- pensò mentre prendeva in
mano l’oggetto e lo azionava con il solo suono della sua voce.
-Sì?
-…Tetsuya…- disse una voce fievole.
-…Regina?- disse lui sorpreso- E’ successo qualcosa?
-…
-Regina?- chiese lui, preoccupato dal suo silenzio.
-Io…io non so come fare…- la sua voce era interrotta da leggeri
singhiozzi. Kotake capì che stava piangendo.
-Dove ti trovi?- chiese lui allarmato.
-Sono in stanza mia…per favore, vieni Tetsuya.
-Sì, arrivo subito.
Tetsuya chiuse il cellulare e facendo retromarcia, si avviò
verso la stanza della Regina.
Pochi minuti ed era già lì. Provò a bussare, ma la porta si
aprì da sola.
-Regina…sono Tetsuya…- vide una ragazza dai lunghi capelli
biondi seduta sul letto, con la schiena rivolta verso la porta.
-Tetsuya…sono contenta che sei qui- disse la Regina, voltandosi
con un sorriso triste.
-Stai piangendo? Cos’è successo?- Tetsuya si avvicinò a lei.
-Ricordi il discorso dell’altra volta?
-Intendi il matrimonio combinato?
La Regina fece cenno di sì.
-E’ già stato tutto deciso. Io ho provato a parlarne a loro, ma
è stato tutto inutile- delle nuove lacrime scesero lungo le guance rosse.
-Regina…- disse triste e accarezzandola sulla testa, come di
solito faceva per consolarla.
-Tetsuya…- la Regina abbracciò il ragazzo, mentre continuava a
piangere- io non voglio…non voglio…io ho già una persona a cui voglio bene.
Tetsuya sospirò. Si sentiva così impotente, di fronte alle
suppliche della Regina. Non sapeva cosa fare.
-Cercheremo una soluzione insieme, vedrai- cercò di sorridere,
per tirarla su di morale- Così tu potrai stare insieme alla persona che ti
piace.
La Regina alzò lo sguardo.
-Tetsuya…tu non l’hai ancora capito?- disse triste.
-Capire cosa?- lui la guardò confuso.
La ragazza avvicinò il suo viso a quello di Tetsuya e lo
baciò.
-…io amo te.
Kotake la guardò confuso e scioccato. E solo lì capì il
senso delle frasi della ragazza.
Com’era possibile che in tutto quel tempo non se n’era
accorto?
-Tetsuya…- lei lo guardò un po’ intimorita e imbarazzata- Lo so
che mi hai sempre vista come una bambina…ma speravo che le cose cambiassero e
che ti accorgessi che anch’io sono cresciuta.
-Io…io…- si allontanò e volse lo sguardo al pavimento- Io c’è
l’ho già una persona a cui voglio bene e tu la conosci.
-Lo so bene…- la Regina abbassò lo sguardo anche lei- Doremì è
una mia cara amica ed è stata anche mia madre per un periodo, però…- lo guardò-
Pensavo che fosse giusto farti conoscere i miei sentimenti, visto che ormai…-
abbassò di nuovo lo sguardo triste.
-Non devi dire questo- disse Tetsuya serio- Le cose si possono
risolvere, non è ancora tutto perduto.
-A me non interessa, se non posso stare vicino a te…
-Ti stai sbagliando, Regina…il sentimento che provi per me è
solo affetto.
-No, sono sicura di provare molto di più.
-Non parliamone più- Tetsuya si voltò- E’ stata una giornata
pesante. Domani avrai già cambiato idea- aprì la porta- Buona notte Regina.
-‘notte Tetsuya…
La porta si chiuse e la regina unì le mani stringendole.
“…dubito di cambiare idea”
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-Perfetto- disse Hazuki allontanandosi per guardare meglio.
-Eh? Oh? Cosa?- chiese il ragazzino che si era addormentato in
piedi, aprendo un occhio alla volta.
-Wow, certo che Masaru farà la sua figura- disse Momoko.
-Dici?- disse Hazuki incerta- Sapete, non ero tanto convinta…
-Invece è molto bello- disse Aiko.
-Beh, io non me ne intendo tanto…però direi che è venuto bene-
disse Yuri.
-Sarà…- disse Kotake guardandosi- ma a me sembra di essere un
pinguino…Ahi!- Doremì gli aveva pestato il piede.
-Non lamentarti sempre…Hazuki si è impegnata a cucire questo
vestito il più velocemente possibile.
Kotake guardò Hazuki che sembrò triste dal suo commento.
-Oh, beh, sì…ora che lo vedo meglio, questo vestito fa proprio
la sua figura- cercò di rimediare con un sorriso- Già, non è niente male.
-Sono certa che gli farai proprio una bella sorpresa- disse
Onpu cercando di rassicurare Hazuki.
-Grazie a tutti- disse Hazuki contenta.
-Per fortuna che Masaru non è cresciuto dall’altezza
ultimamente, altrimenti avresti dovuto allungare il vestito- disse Doremì
divertita.
-Che? Guarda che anch’io sono alto- disse offeso Kotake-
Piuttosto, ora che ho mantenuto il patto, non mi aspetterebbe qualcosa?
-Oh, già, i biglietti- li tirò fuori e li guardò- Però ora che
mi ci fai pensare…ci sarebbero altri lavoretti da fare…
-Ehi, non vorrai mica tirarla per le lunghe? Una patto è un
patto.
-Non quando è un ottima arma per tenerti sotto il mio potere-
gli fece la linguaccia.
-Grr, aspetta che ti ringrazio…- disse in tono minaccioso e
intento a prendersi i biglietti con la forza.
-Oh, uff- disse Onpu alzando le spalle- Ogni volta finisce
così.
-Vi va di prenderci un the?- propose Momoko.
-Molto volentieri- disse Aiko.
Le quattro ragazzine si allontanarono da lì.
-Tu che fai Yuri?- chiese Hazuki.
Il ragazzino guardò i due che avevano ripreso a rincorrersi
nella stanza.
-Mi unisco a voi- disse Yuri seguendo il gruppetto.
-Eh, eh, non mi prendi- disse Doremì sventolando i biglietti.
Tutto sommato era divertente potersi prendere la rivincita.
-Non sarà certo questo vestito a fermarmi- disse Kotake
rincorrendola- Dimentichi che ho dalla mia parte la velocità- l’afferrò e la
trascinò a sé- e la forza- disse guardandola vittorioso- Allora, che mi dici
adesso?
Doremì non aveva parole. Kotake cresceva sempre più sotto i
suoi occhi e solo avendolo così vicino se n’era accorta di quanto fosse
cambiato.
Il ragazzino l’aveva afferrata per le braccia e la teneva
ben stretto a sé, quasi come se lasciandola andare il suo corpo potesse
frantumarsi.
Nella sua stretta, Doremi poteva sentire la sua forza…ma da
quando era così forte? Eppure all’apparenza, la corporatura del ragazzino
sembrava esile. I loro sguardi si incrociarono e continuarono a guardarsi senza
dire niente.
Kotake fissò la ragazzina quasi con insistenza. Una parte di
lui si era accorto della situazione imbarazzante che si era creata tra i due,
ma dall’altra parte…non voleva lasciarla andare. Voleva sentirla più stretta a
sé, che i suoi occhi guardassero solo lui, così come Kotake la guardava
intenerito per la sua espressione così sorpresa.
-Doremì…- sussurrò lui, avvicinandosi al viso di Doremì.
-Scusate, ho dimenticato le forbici…- la porta si spalancò con
dietro Yuri. Il suo sorrise divenne una specie di stupore- Che fate?- chiese
semplicemente ai due che erano rimasti pietrificati nella loro posa.
-Eh…- cercò di dire Kotake con il viso arrossito.
-Ahhh!- si sentì un rumore di un tonfo.
Kotake e Yuri guardarono la povera Doremì che era caduta per
terra. Kotake si accorse solo dopo che aveva lasciato andare la presa su
Doremì.
-Ti si ha dato di volta il cervello?!- disse arrabbiata Doremì-
Lasciarmi cadere di colpo!
-Ehm, scusa…mi ero distratto.
-Ah, bene…andiamo bene- disse lei ironica- La prossima volta
spero di non finire sotto una macchina, per colpa della tua distrazione.
-E dai, non esagerare…mica l’ho fatto apposta- Kotake si chinò
per aiutarla ad alzarsi.
-Uh…- Kotake e Doremì si ricordarono in quel momento che Yuri
li stava ancora osservando. Il ragazzino dai capelli neri aprì la bocca per
dire qualcosa- Stavate provando un duetto comico?
-…- i due lo guardarono sorpresi, poi colsero l’occasione-
Sì…un duetto, proprio così.
-Ah, bene…sapete, per un momento mi era sembrato di aver
interrotto una scena romantica- disse lui sorridendo divertito- Vi lascio
provare con tranquillità…poi fatemi sapere come va.
Il ragazzino uscì dalla stanza e i due tirarono un sospiro
di sollievo. Ma perché poi dovevano essere tesi?
Si guardarono come confusi, ricordando come prima si erano
avvicinati e distolsero lo sguardo imbarazzati.
-Beh, allora…- Doremì tirò fuori dalla tasca i biglietti e li
porse davanti a Kotake- domani sera alle otto?
Doremì guardò ancora l’orologio. Era tardi…molto tardi.
Tetsuya ci stava impiegando più del previsto. Aveva chiamato al lavoro, ma non
rispondeva nessuno, quindi era di sicuro fuori. Sì, ma dove?
Guardò la tavola. Era stato preparato tutto alla perfezione
per quella sera. Era tornata a casa presto e aveva terminato di cucinare. Aveva
in serbo una cena per loro tre insieme, lei, Tetsuya e Hikaru. Era un giorno
speciale e voleva condividerlo con Hikaru.
Avevano aspettato invano sedute a quella tavola, finché a
Hikaru iniziò venire molta fame, così la fece mangiare. Dopo aver mangiato, le
venne sonno, così che Doremì la portò a dormire, facendo attenzione a non
svegliarla, mentre la posava delicatamente sul letto.
Ed ora era lì, seduta a quella tavola, con le candele di
cera ormai a metà.
Guardò di nuovo l’orologio.
Sospirò triste. Eppure era stata chiara con lui. Gli aveva
chiesto di tornare presto a casa. Lei si era portata avanti con il lavoro,
appositamente per essere libera di sera.
Era possibile che c’impiegasse così tanto a tornare a casa?
Probabilmente, si era dimenticato che giorno era ed era uscito con i suoi
amici, senza avvisarla.
Scosse la testa. No, non poteva essersi scordato di quel
giorno.
Sì, sicuramente qualche impegno improvviso di lavoro,
l’aveva trattenuto più tempo senza poter avvisare.
Doveva avere fiducia in lui.
Era l’unica cosa possibile, in quel momento. Non voleva che
dei piccoli battibecchi rovinassero il loro rapporto.
Si alzò dal tavolo e soffiò sulle candele per spegnerle.
Era tardi per aspettarlo ancora.
L’indomani si svegliò e guardò accanto a lei. Non c’era
nessuno, solo lenzuola in disordine.
Si alzò dal letto e si avviò in cucina. Lì vide il ragazzo
intento a prepararsi il caffè.
-Ahi, accidenti- allontanò la mano dalla caffettiera.
-Sta attento- la ragazza comparve dietro di lui e controllò la
caffettiera- Devi fare attenzione, altrimenti rischi di bruciarti.
-Ah, sì…è che sono un po’ di fretta…- disse lui un po’ nervoso
e agitato- Non sopporto questa caffettiera, non capisco perché insisti a
tenerlo, invece di prenderne uno nuovo magico.
-Perché a me piace questo e fa un ottimo caffè, a differenza di
quello fatto con la magia- disse lei, mentre prendeva una tazzina e
l’appoggiava sul tavolo.
-Già, già…- disse lui quasi annoiato dal solito discorso e
sedendosi, prese la sua tazzina di caffè.
-Senti…- Doremì si sedette sulla sedia, mentre l’osservava-
Ieri hai avuto molto lavoro?
-Eh?- Tetsuya si bloccò.
-Ti stavo aspettando ieri, io e Hikaru…ma non vedendoti
arrivare, ho pensato che avessi troppo da fare.
-Eh…- abbassò lo sguardo- ah, sì, scusami…in effetti, quel Jun
mi ha scaricato un bel po’ di lavoro e così…- cercò di sorridere, mentre la
guardava. Non se la sentiva ancora di parlarle della Regina e di quello che era
successo. Le cose potevano complicarsi di più. Era meglio che prima sistemasse
la situazione e poi gliene avrebbe parlato con calma- C’era qualcosa che volevi
dirmi?
-Eh, sì…
-Me lo dirai stasera…ora sono di fretta- si alzò dal tavolo- Ci
vediamo, cara. Salutami Hikaru.
-Sì, a presto…- lo vide uscire di fretta dalla porta.
Se non fosse assurdo, le sarebbe sembrato che cercasse di
evitare di parlare con lei.
Si versò anche lei del caffè e guardò il liquido scuro nella
tazzina.
Non era andata proprio come pensava ieri, ma stasera
avrebbero recuperato uscendo fuori.
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Un palco, tanta gente e musica ad alto volume. E poi lì sul
palco, i protagonisti della serata, un gruppetto di tre cantanti, che con la
loro voce incantavano il giovane pubblico.
Per favore distruggi i vecchi
ricordi con le tue mani
E ferma la tristezza
completamente
Attraversa il mio cuore
innamorato
Guarda il cielo dove il
domani dovrebbe arrivare
Sembra che il mio cuore non
funziona bene, per essere pieno di preoccupazione
Un uccello volò vicino a me
Mi permetterai salire sulla
tua spalla?
Allora lasciami indietro nel
luogo più alto del mondo e allontanami dalla correzione
Per favore distruggi i vecchi
ricordi con le tue mani
E ferma la tristezza
completamente
Attraversa il mio cuore innamorato!
Infine, sull’ultima nota, un esplosione di luci con stelle
filanti e fuochi d’artificio.
-Graaande!- esclamarono due ragazzini, che insieme a tanti loro
coetanei, assistevano al concerto estasiati.
-Davvero fantastici- disse Kotake.
-Meravigliosi- continuò Doremì- E’ stata una fortuna trovare i
biglietti.
-E nonostante mi sia dovuto ridicolizzare per averli, non me ne
pento.
-E io sono contenta di esserci andata con te- gli sorrise- Mi
sono divertita molto.
Kotake la guardò imbarazzato e contento.
-Anch’io…mi sono divertito…in tua compagnia- disse lui
leggermente arrossito. Cosa che la ragazzina non poteva notare per il buio
della sera.
-Eh, eh, chi l’avrebbe immaginato che avrei detto una cosa
simile- ridacchiò- E dire che solo qualche tempo non ci sopportavamo.
Il ragazzino la guardò. In effetti il loro rapporto era
molto cambiato dal periodo delle elementari. E in fondo era contento di questo
cambiamento, ora lui poteva starle vicino senza aver paura e poterla conoscere
meglio. In più, aveva scoperto un sacco di cose nell’ultimo periodo, aveva
fatto la conoscenza di persone particolari ed era entrato nel gruppo di Doremì insieme
a Yuri.
Beh, si poteva dire soddisfatto, no?
-Guarda- Doremì indicò un fuoco d’artificio tutto colorato- Ad
Hana le sarebbe piaciuto assistere a questo concerto…- disse con una certa
malinconia.
Kotake notò che l’amica iniziava a intristirsi al ricordo di
Hana.
-Ah, ehm…che ne dici di prenderci qualcosa?- tentò di dire lui-
Dopo tanto cantare, ho la gola secca.
-Mh, va bene- la ragazzina seguì l’amico verso il piccolo bar.
-Meglio che mi dia la mano- disse lui allungando la sua mano
verso di lei.
-Eh? Perché?- disse lei quasi intimorita o sorpresa.
-Beh, perché se no finiremmo per perderci, no?- rispose lui
come se fosse una cosa ovvia.
-Ah…giusto- Doremì strinse la sua mano, sentendosi un po’
sciocca per la sua reazione esagerata.
E’ solo che il tenersi per mano, per Doremì pareva così
strano, soprattutto con Kotake. Quel ragazzino per cui non poteva staccare i
suoi occhi, la sua schiena rivolta verso di lei mentre avanzava per primo tra
la folla, la sensazione che provava a stargli così vicino e il parlarci come se
fossero amici di vecchia data…cos’era che le stava accadendo?
A lungo si era chiesta se l’ingresso di Kotake nel mondo
della magia, fosse una cosa buona. Doveva ammetterlo, non ne era molto
contenta, soprattutto era dubbiosa della sua veracità. Perché un ragazzo che si
interessava solo al calcio e a prenderla in giro, avrebbe accettato di unirsi
al gruppo? Pensava fosse solo un modo per poterla ricattare per i suoi scopi…e
invece si era rivelato un apprendista molto diligente e desideroso di apprendere.
Quasi non lo riconosceva mentre si metteva a leggere quei libri di magia e si
esercitava.
Non era il solito Kotake…anzi era molto…molto meglio…
-Doremì?- la voce di lui, la fece sobbalzare dallo spavento.
-Che? Dove? Quando?- arrossì senza un motivo.
-Che ti prende?- lui la guardò strano- Ti stavo solo chiedendo
cosa volessi prendere.
-Ah, va bene anche una Oy-Cola- ridacchiò imbarazzata.
-Bene…- lui si girò verso il venditore- Due Oy-Cola.
Nel frattempo Doremì cercò di riprendersi, scrollando la
testa. Perché si comportava in quel modo? Kotake l’avrebbe vista come una
pazza…non che, non lo pensasse tutt’ora.
-Tieni- il ragazzino appoggiò la lattina sulla guancia di lei.
-Ahh, che fredda!- Doremì si toccò la guancia- Ma sei
impazzito? Mi hai fatto venire i brividi.
-La vuoi o no?- Kotake la guardò quasi spazientito. Non capiva
perché si agitasse così.
-Uh…sì- prese la lattina.
-C’è un bel cielo, questa sera- commentò Kotake guardando in
alto.
Doremì alzò la testa al cielo.
-Sì, hai ragione…oggi si vedono meglio le stelle.
Kotake guardò lontano verso il palco, poi guardò Doremì con
sorrisino.
-Senti, visto che il concerto sta per terminare…che ne dici?-
indicò il cielo.
Doremì lo guardò per qualche secondo, poi capì.
-Eh? Ma sarà prudente?
-Dai, che abbiamo da perdere?- la prese nuovamente per mano e
la trascinò via, dove ci fosse poca gente.
Pochi minuti dopo due ragazzini sfrecciavano nel cielo blu
della notte.
-Woahh! Fantastico!- gridò Doremì guardando dall’alto della sua
scopa magica.
-Vero, eh?- disse l’amico, anche lui sulla scopa.
-Da qua su, si vede tutto…
-Ammettilo, ho avuto una buona idea- disse compiaciuto.
-Mh…una volta tanto.
-Eh?!
-Ma sicuro che non ci vedranno?
-Non ci faranno caso…sono troppo presi dal concerto- disse
Kotake alzando le spalle- Guarda cosa riesco a fare- iniziò lentamente ad
alzarsi in piedi sulla scopa.
-Ma che fai!- esclamò spaventata Doremì- Così cadrai!
-Tranquilla, l’ho provato tante volte…- disse lui sicuro,
nonostante facesse ancora fatica a stare in equilibrio.
Doremì lo guardò preoccupata. Come al solito Kotake aveva la
brutta abitudine di mettersi in mostra con qualche sua nuova trovata, ma non
poteva negare però, che per fare quello non avesse un bel coraggio. Ma come ci
riusciva?
-Ehhh…sorpresa, eh?- disse lui con un sorriso vittorioso.
-Uh…penso che con un po’ di pratica tutti ci riuscirebbero-
disse lei voltando la faccia per non dargliela vinta- E comunque, solo uno
sciocco potrebbe rischiare tanto.
-Lo dici solo perché sei invidiosa.
-Non è vero- si difese.
-Sì, invece- gli fece la boccaccia- Invidiosa, invidiosa!
-Grrr, Tetsuya a volte ti comporti come un bambino!
Kotake si mise a ridere, ma iniziò a perdere l’equilibrio e
cadde dalla scopa.
-Tetsuya!- Doremì si mosse velocemente e lo afferrò per il
braccio, prima che potesse schiantarsi a terra.
-Fiuu…c’è mancato poco- Kotake guardò sotto di lui. Nessuno si
era accorto di niente.
-Sei uno sciocco!- disse lei arrabbiata- Hai rischiato grosso!
-Ehm…- sorrise dispiaciuto, mentre saliva sulla sua scopa.
-Mhh…sei un caso disperato- disse lei mettendo il broncio- E io
che quasi credevo che fossi cambiato. Majorika si arrabbierà quando verrà a
saperlo.
-E dai, è stato un caso che mi sia distratto…- cercò di
rimediare- Se dimentichi quello che è accaduto…ti insegno a salire sulla scopa.
-Con il rischio di sfracellarmi al suolo?- voltò la testa- No,
grazie.
-Su, è divertente, in fondo…e poi ci sarò io ad aiutarti, nel
caso cadessi.
-Ora mi sento più sicura- disse lei ironica.
-Ehi- disse Kotake offeso.
-Ci penserò…- disse indecisa- Ora però è meglio che ci avviamo
verso casa…il concerto è terminato.
Una ragazza dai capelli color rosso magenta camminava per i
corridoi del castello.
Alzò lo sguardo, mentre con la mente faceva ordine con gli
impegni della giornata.
“Dunque…c’è da sistemare quella faccenda con i Dacmon…poi
devo dare una nuova sistemata a quella pratica e…”
Sospese i suoi pensieri, quando delle piccole voci le
arrivarono alle orecchie.
Si fermò e si guardò intorno. Quelle voci femminili le erano
familiari. Girò verso un altro corridoio, sicura di trovare ciò che cercava.
Arrivò al termine del corridoio e sentì finalmente chiare
quelle voci. Erano le dame che servivano la Regina. Se non ricordava male, si
chiamavano Rose, Catherine e Betty.
Fece per uscire da dietro l’angolo per salutarle, ma si
bloccò lì non appena sentì pronunciare dei nomi.
-…ti dico di sì…li ho visti con i miei occhi- disse una ragazza
dai capelli neri ricci.
-Non ci credo- disse l’altra, portandosi la mano davanti alla
bocca, con uno sguardo sorpreso- Ma com’è successo?
-Non lo so- spiegò la ragazza- Stavo passando per i corridoi
per sistemare le ultime cose, prima di andarmene in stanza a riposare e sono
passata davanti alla stanza della Regina. Volevo salutarla prima di andarmene,
ma poi ho sentito una voce di un ragazzo e presa dalla curiosità, mi sono messa
a sbirciare.
-E cosa hai visto?
-Avete presente quel ragazzo così carino che addestra i nuovi
apprendisti maghi?
-Oh, il signor Kotake? Il compagno della signorina Doremì?
-Esatto, lui. Era insieme alla nostra Regina.
-Ed è lì che li hai visti baciarsi?
-Sì, sì…non sai che sorpresa! Sono rimasta senza parole e mi
sono allontanata di fretta, prima che mi scoprissero.
-Immagino…anch’io sarei rimasta scioccata dalla scena.
-Beh, io non tanto- disse un’altra dai capelli castani- E’ una
cosa risaputa dei sentimenti della nostra Regina.
-Mh, sì…però lui e Doremì sono una coppia così affiatata.
-Ma non sai l’ultima? Il signor Kotake e Doremì stanno
attraversando un periodo di crisi. Sembra che tra di loro non vada tanto bene.
-E la Regina avrà pensato che questa è una buona opportunità
per lei.
-Già, adesso non dovrà inventarsi qualche scusa per poterlo
incontrare.
-Quando parla di lui poi, è così felice. E’ così raro vederla
di buon umore, ultimamente.
-Si vede che ne è proprio innamorata.
-Ma la signorina Doremì, lo sa?
-Direi di no, anche se in tutto il castello non si fa che
parlare della Regina e di Kotake.
-Poverina, mi dispiace per lei. Chissà come ci resterà, quando
se ne accorgerà.
-E non lo deve sapere per il momento- disse la ragazza dai
capelli corti biondi, facendo cenno di stare in allerta- Lei e la regina sono
in ottimi rapporti. Per questo non deve sapere niente.
La ragazza dai capelli ricci neri, si girò sentendo un
richiamo.
-E’ la Regina, ci sta chiamando.
-Andiamo- e le tre ragazze si avviarono insieme.
Dall’altra parte del corridoio, la ragazza dai capelli color
rosso magenta, se ne stava seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro
e rannicchiata con le braccia intorno alle ginocchia.
E’ difficile quando si scopre qualcosa che può farti molto
male. Ed è ancora più difficile accettare che tutto sia dovuto alle persone che
più ci fidiamo.
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-Dai, ci sei quasi…- disse il ragazzino dai capelli blu.
-Uhh…no, non ci riesco- disse la ragazzina dalla buffa
acconciatura- Ci rinuncio.
-Sei una fifona.
-No, non lo sono.
-Che ci vuole a stare in piedi sulla scopa? Ci sono io ad
aiutarti, non permetterei mai che tu ti faccia del male…
Doremì lo guardò, sembrava sincero.
-…poi non avrei più nessuno da prendere in giro- ridacchiò, ma
di tutta risposta ricevette un pugno.
-Sei uno sciocco! E io doppiamente, a stare ad ascoltarti.
-Se per una volta ti fidassi di me…- disse lui un po’ offeso.
-Mhh…- Doremì lo osservò. Per una volta poteva pure fidarsi di
lui, no?- E va bene, ci ritento- disse rassegnata.
Non capiva neanche perché stava ancora dandogli retta. Forse
perché quel suo sguardo riusciva a farla vacillare. O forse perché anche lei
voleva imparare.
Kotake invece era contento e tentò ancora di aiutarla a
stare dritta sulla scopa.
Non capiva neanche lui perché insisteva. Forse perché voleva
farla divertire insegnandole qualcosa di nuovo. O forse perché era piacevole
passare del tempo con lei, anche se con un altro pretesto.
Pochi minuti dopo Doremì era già in grado di stare in piedi
sulla scopa.
-Waaa…Tetsuya, guarda!- disse lei stessa stupita.
-Vedo, vedo- disse lui con un sorriso.
Doremì diede una sbirciata sotto di lei. Era davvero molto
in alto.
-Gasp!- disse spaventata.
-Non guardare giù…altrimenti perdi l’equilibrio.
-S-sì…
-Vedi che se vuoi, c’è la puoi fare?- gli sorrise.
La ragazzina guardò quasi estasiata il sorriso dell’amico,
ma questo la distrasse facendole perdere stabilità. Chiuse gli occhi
terrorizzata, mentre si sentiva cadere giù nel vuoto.
-Puoi aprire gli occhi, ora.
Sentì la voce di Kotake e aprì gli occhi. Era ancora salva.
Kotake l’aveva presa al volo, prima di precipitare.
-Visto? Ti ho presa subito…
-C- che paura…- disse lei ancora scioccata e stringendosi a
Kotake.
Il ragazzino la guardò dispiaciuto. Non voleva certo
terrorizzarla così.
-Per oggi è meglio terminare qui…- disse lui- Magari quando ti
sentirai più sicura, ci ritenteremo.
-…sì- disse lei ancora afferrata a Kotake.
Kotake iniziò a scendere giù con Doremì in braccio e poi la
fece toccare per terra.
-Come va adesso?- chiese dolcemente.
-B- bene…- tentò di sorridere- Comunque è stato divertente, come
avevi detto tu.
L’amico la guardò sorpreso, poi le sorrise divertito.
-Eh eh…non so chi dei due sia il più pazzo- i suoi occhi
guardavano la ragazzina che stava davanti a sé e la sua tenera espressione
degli occhi. Si chiedeva perché sentiva quell’impulso di volerla stringere
forte a sé. Di tenerla il più vicino a lui. E dire frasi che parevano uscite da
un libro di poesia.
-…penso che sia ora di andare, Tetsuya- disse Doremì
imbarazzata, forse perché si era accorta che Kotake continuava a fissarla senza
dire niente.
-Oh…sì…certo- arrossì e si allontanò istintivamente da lei.
Prese la sua scopa e la fece scomparire- Andiamo…
Tetsuya guardò fuori dalla finestra. Non sapeva come fare.
Aveva detto alla Regina che l’avrebbe aiutata, ma proprio non sapeva come. In
genere, in queste occasioni, avrebbe chiesto aiuto a Doremì, ma lei era già
contraria a questo discorso e ne avevano già discusso un bel po’.
-…Kotake? Signor Kotake?
-Eh?- si voltò svegliato dai suoi pensieri e vide un uomo
vicino alla sua cattedra.
-Mi scusi se la disturbo durante la lezione…ma c’è sua moglie
che vorrebbe parlare con lei.
-Doremì?- disse lui sorpreso. Si alzò dalla sedia e guardò i
suoi alunni- Non combinate disastri in mia assenza, chiaro?
I ragazzini fecero cenno di sì.
-E non mettete a fuoco di nuovo la scuola, mi raccomando- disse
lui, prima di uscire.
Tetsuya uscì dalla stanza con passo veloce, preoccupato per
i danni che avrebbero combinato in sua assenza. Era così difficile domare quei
apprendisti stregoni.
Doremì era lì fuori e guardava assorta il cielo.
-Doremì…cosa succede?
-Oh, Tetsuya…scusami se ti ho disturbato durante la tua
lezione. Lo so che non vuoi essere disturbato mentre lavori.
-Non importa…che vuoi?
-Beh, visto che ieri c’è stato qualche imprevisto, ho deciso di
portartelo qui.
-Cosa?- Tetsuya la guardò confuso.
-Come “cosa”?- Doremì tirò fuori una piccola scatoletta
infiocchettata- Buon anniversario, Tetsuya.
-Anniver…l’anniversario per cosa?- poi gli venne in mente che proprio
in quel mese c’era il loro anniversario- Ohh, sì, certo che me lo ricordo-
disse cercando di sembrare sicuro, nonostante il vuoto di memoria iniziale- E’
che il lavoro, sai…mi porta via così tanto tempo…
“Che stupido che sono! Mi sono dimenticato che giorno era
ieri. Dopo le parole della Regina, sono rimasto tutta la sera a riflettere”
-Sì, capisco…succede anche a me.
-Buon anniversario tesoro- la baciò delicatamente sulle labbra,
sentendo che la ragazza non si muoveva- Qualcosa non va?
-Non so…forse dovrei chiederlo io a te.
-Che vorresti dire?
-Dico solo che ultimamente sei più distratto del solito…
-Te l’ho già spiegato, sono pieno di lavoro in questo periodo.
Scusami se ieri non sono potuto venire presto. Mi farò perdonare stasera.
-Mh…
-Scusami, ora devo proprio lasciarti…devo tornare in classe.
-D’accordo.
-A stasera.
-Sì…- lo salutò con la mano, mentre si allontanava-…a stasera-
abbassò lentamente la mano, mentre sentiva crescere quel sentimento di
incertezza nel suo cuore.
“Si è dimenticato dell’anniversario”
Ormai era certa. Lo aveva capito dal suo sorriso incerto.
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Doremì aprì la porta della sua stanza. Ora si sentiva
meglio…un bagno era quello che ci voleva per dimenticare lo spavento della
caduta. Tenne l’asciugamano tra i capelli, mentre si sedeva nella sua scrivania.
Il suo sguardo incrociò lo specchietto. Si vide riflessa con
indosso il pigiama rosa e l’asciugamano tra i capelli.
Chissà se era cambiata dai tempi delle elementari. Forse se
non fosse per la sua divisa scolastica, non avrebbe dimostrato la sua età.
Si chiese se sarebbe riuscita a trovare il ragazzo giusto
per lei…nell’ultimo periodo aveva smesso di assillarsi su questo argomento,
però ora…con davanti la sua immagine riflessa…non poteva fare a meno di farsi
tante domande.
“Sono carina?”- avvicinò il suo viso allo specchio e provò a
fare qualche espressione.
Niente, non ci riusciva…eppure le sue coetanee riuscivano a
fare quelle espressioni così dolci e non sembrare ridicole. E lei non riusciva
neanche ad essere un po’ femminile. Invidiava la sua sorellina, Pop, che era il
contrario di lei e aveva successo con i ragazzi della sua classe.
Forse dipendeva da qualcosa…forse da come vestiva? Ma se a
scuola tutti indossavano la stessa divisa…
Forse il portamento? Osservando le sue compagne, non poteva
fare a meno di pensare che agli occhi dei ragazzi, probabilmente camminava come
una papera.
Una volta un ragazzo le aveva detto che sarebbe stata
riconoscibile in una folla, per la sua buffa acconciatura. Era forse quello che
doveva cambiare? Però era affezionata ai suoi codini…
Si tolse l’asciugamano e i lunghi capelli ricaddero lungo la
schiena.
Si guardò impressionata, erano cresciuti davvero tanto…
Ricordò quello che gli aveva detto Kotake tempo prima…aveva
detto che con i capelli sciolti sembrava diversa, un’altra persona.
Provò a sorridere allo specchio.
In effetti, con i capelli sciolti, non sembrava la solita
Doremì pasticciona, ma una ragazzina adolescente.
“Chissà se così piaccio a Tetsuya…”- pensò assorta nei suoi
pensieri.
Qualche secondo dopo si rese conto di ciò che aveva pensato.
-Che?! E perché mi dovrebbe interessare ciò che pensa quello
sciocco!- si alzò in piedi irritata da se stessa.
Come le era saltato in mente una cosa simile? Lei e Tetsuya?
Mai, neanche fra mille anni.
Però…qualche cambiamento lo doveva fare.
Rassegnata uscì dalla stanza e cercò la madre che era
intenta a lavare i piatti.
-Cos’hai Doremì?- chiese la madre vedendola arrivare con il
muso triste.
Ma bastarono l’espressione di Doremì e i lunghi capelli
lasciati sciolti, a farle capire. Sorrise alla figlia, rendendosi conto che
ormai stava crescendo.
-…sì, credo che sia arrivato il momento di lasciare stare i
codini e di cambiare acconciatura.
Cercò una forbice e le sistemò i capelli, tagliandoli fino
all’altezza delle spalle.
-Così non ti daranno fastidio a scuola e li potrai lasciare
sciolti.
Doremì guardò dispiaciuta i capelli che erano sul pavimento.
Sentiva che senza quei capelli, era diversa, ma poi si guardò allo specchio e
capì che era giunto il momento di voltare pagina.
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo
venisse distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio
proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo
Ebbene…non lo credevo possibile…ma eccomi con la mia ultima
fiction su Doremì, sì, perché sarà proprio l’ultima e finirò di stressarvi
così.
“Gocce di memoria” è il seguito della mia precedente fic,
ovvero “Prima o Poi”. Avevo già anticipato tempo fa di un probabile seguito, ma
non ne ero tanto convinta…ma poi rileggendo la vecchia fic, ho pensato che la
storia non era stata bene approfondita.
Voglio chiarire…certo, questo è il seguito di Prima o
Poi…però è anche una storia a se stante. Voglio dire, in questa fic riprendo
più parti che potrete ritrovare in Prima o Poi, ma viene sviluppata in modo un
po’ differente…comunque lo capirete leggendo.
Come avrete notato, la fic è un po’ lunga, anche perché
vorrei farla terminare con due o tre capitoli e niente di più…ma vedremo.
Poi, la fic ha come titolo la canzone di Giorgia, Gocce di
memoria, che mi sembrava adatta per questa storia.
Ah, poi, quando Doremì e Kotake vanno al concerto, c’è un
testo di una canzone che ho tradotto…è la sigla iniziale di Full Metal
Alchemist. Preciso che la traduzione potrebbe non essere del tutto corretta,
quindi non linciatemi ^_^’’
Lo stesso vale per il testo alla fine…è l’ending di Lovely
Complex e la traduzione non è mia, ma è stata fatta da Kamelot Fansub.
Altra cosa…la storia è suddivisa in due periodi temporali
che ho alternato tra di loro…spero che comunque sia comprensibile.
Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
***********
-Uhm?- Doremì guardò il biglietto che aveva in mano- Cos’è?
-Un biglietto di partecipazione, alla festa di compleanno della
Regina- spiegò la donna, che sembrava essere l’organizzatrice- La signorina
Hana-san gradirebbe la vostra presenza e della sua famiglia.
-Immagino che essendo la festa di Hana, i festeggiamenti
saranno maestosi…- disse lei guardando poco convinta il biglietto.
Ricordava ancora i precedenti compleanni e non erano certo
il massimo del divertimento. Questo perché gli organizzatori eccedevano con i
preparativi. Che c’era di male nel preferire le piccole feste senza sfarzi?
La donna la guardava ancora in attesa di una sua risposta.
-Ehm…
-Ah, già, sì…dì pure che io e la mia famiglia ci saremo.
-Bene, aggiungerò i vostri nomi alla lista. Inoltre abbiamo
anche riservato una stanza dedicata solo ai bambini, in modo che possano
giocare senza disturbare gli adulti.
-Oh, bene…- disse Doremì poco convinta.
Che c’era di male se i bambini trascorrevano la festa con i
loro genitori? Ma del resto, trattandosi della festa della Regina, niente
doveva andare storto, né dovevano esserci imprevisti.
-Ora vado. La saluto- la donna le fece un piccolo inchino e si
allontanò.
Doremì guardò di nuovo il biglietto della festa. Si vedeva
chiaramente che era stata fatta con la magia…era praticamente perfetta e sicuramente
non era neanche stata ideata dalla Regina stessa.
Sospirò rassegnata. Nonostante tutto, non avrebbe potuto
assentarsi alla sua festa. Hana ne avrebbe risentito…sempre che la sua presenza
ora significasse ancora qualcosa per lei.
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-…poi un colpo di karatè e due salti, e il delinquente era
sistemato- raccontò Yuri, imitando le scene viste alla tivù- Avresti dovuto
vedere che spettacolo! Il Capitano Moore è il migliore! Non solo è abile nelle
arti marziali, ma è anche un ottimo detective e…ma Kotake, non mi stai
ascoltando- disse alla persona che gli stava accanto.
-Eh? Come?- il ragazzino si svegliò dai pensieri. I due stavano
camminando per i corridoi della scuola, per raggiungere la loro classe.
-Mhh…era distratto- disse lui offeso- Potevi dirlo che ti stavo
annoiando.
-Ah, scusa…non l’ho fatto apposta. Mi piacciono anche a me le
indagini del Capitano Moore…mi ero solo distratto un attimo.
-Bene…perché nella puntata seguente, lui…
-Ciao ragazzi- disse una voce dietro di loro.
I due si girarono per vedere chi era e si ritrovarono
davanti una graziosa ragazzina dai capelli color magenta che le arrivavano
sulle spalle. Kotake e Yuri rimasero muti a fissarla, quasi incantati.
La ragazzina li guardò confusa, che avevano da fissarla
così?
-Che vi prende?
-Sei nuova?- riuscì a chiedere Yuri- Non ti abbiamo mai vista.
-Eh?- disse sorpresa.
-Come ti chiami?- chiese Kotake.
-Mi state prendendo in giro?- disse lei leggermente
imbronciata.
Yuri e Kotake si guardarono confusi.
-Ma ci conosci?- si indicarono.
-Se questo è uno scherzo, io…
Yuri notò tra i capelli il fermaglio giallo a forma di nota
musicale e la riconobbe.
-Doremì!- esclamò.
-Che?!- disse stupito Kotake.
-Che faccia fate? Non mi avevate riconosciuta?
-Certo che no…- disse Yuri osservandola meglio- ti sei tagliata
i capelli?
-Sì…come sto?- chiese lei un po’ timida.
-Sei splendida- disse Yuri sorridendo. Doremì sorrise contenta,
poi guardò Kotake che se ne stava in silenzio- Kotake, ti sei incantato?
-Eh? Ah…- disse lui imbarazzato- Io…io…- sentì gli sguardi di
Doremì e Yuri su di lui. Doveva assolutamente dire qualcosa o l’avrebbero
guardato male- Una sciocca è sempre una sciocca, anche con i capelli sciolti.
Questo bastò per ricevere direttamente un pugno dalla
ragazzina. Sbuffando, Doremì si allontanò da lì.
-Ma che ti è preso?- chiese Yuri all’amico.
-Uh…niente- si massaggiò dove Doremì l’aveva colpito.
-Certo che uscirtene con una frase così…mi sa che si è
arrabbiata molto.
Kotake non sapeva cosa dire. In realtà quello che aveva
pensato al solo guardarla, era fantastica, sublime, incantevole, bella…tutte
parole che gli morirono in bocca. Avrebbe voluto essere così spontaneo come
Yuri, almeno avrebbe evitato di offendere la sua amica.
Ma poi, che razza di frase gli era uscita fuori? Non poteva
essere più stupido di così.
La ragazza si alzò dalla tavola e raccolse i piatti dalla
tavola.
Il ragazzo e la bambina terminarono di bere l’ultimo sorso
di bibita, dopodiché si pulirono la bocca con il tovagliolo.
-Ah, oggi mi hanno consegnato questo- disse Doremì appoggiando
il biglietto sulla tavola.
-Cos’è? Cos’è?- chiese curiosa la bambina.
Kotake prese il biglietto e lo aprì.
-Una festa?- disse lui sorpreso, mentre leggeva.
-Festa? Quale festa!- la bambina agitò le mani ansiosa.
-E’ il compleanno di Hana- disse Doremì, mentre metteva le
stoviglie nel lavandino- E’ per domani sera…ci hanno invitato tutti quanti.
-Anche me?- chiese Hikaru.
-Certo, tu e noi- disse Doremì sorridendole.
-Sìì, voglio andare alla festa! Ci andiamo, vero mamma?
-Sì- disse lei facendo cenno di sì e girandosi per aprire il
rubinetto.
-Evviva!- esultò la bambina.
Il ragazzo aveva lo sguardo fisso sul biglietto.
-Io…credo di non poter venire- disse infine.
-Come?- Doremì diede una sbirciatina dietro.
-Ho ancora molto lavoro arretrato e poi presto si avvicinano
gli esami degli apprendisti…
-Capisco, però Hana ci rimarrà male se non ci saremmo tutti.
-Sì, pero…- la sua voce pareva sempre più insicura.
-Ultimamente sei stato preso dal tuo lavoro…un po’ di svago ti
farà bene- Doremì chiuse il rubinetto.
-Dai papà, vieni- disse Hikaru- Senza di te, non sarà lo
stesso.
-Mh…e va bene- si arrese agli occhi supplicanti della figlia.
-Bene…ora non ci resta che cercare un regalo per la
festeggiata.
-Oh, io, io!- alzò la mano, come se fosse ad un interrogazione
a scuola- Prendiamole la cucina Magò!
-Ma cara, quello è un giocattolo- Doremì si girò verso di lei.
-Ma è bello- si difese la bambina.
-Sì, ma è quello che tu vorresti avere. Hana è grande…non vorrà
ricevere giocattoli come regali- a queste parole, Doremì sospirò malinconica.
Ricordava con una certa nostalgia la piccola Hana mentre giocava con i regali
che le portavano Doremì e compagne. Sembrava così lontano quel giorno…
-Si potrebbe regalarle qualche accessorio…- propose Kotake- Non
so, tipo collane, braccialetti, orecchini…sì, insomma, quello che piace a voi
di solito.
-Beh, potrebbe andare…domani farò un salto in Centro a vedere.
Vieni con me?
-Mi dispiace…ma è meglio che mi porti avanti con il lavoro, per
poter venire alla festa.
-Mh, sì…giusto- disse lei un po’ dispiaciuto.
-Vengo io, mammina- si offrì la bambina.
-Ma certo, andremo tu e io- disse Doremì sorridendole- E ci
prenderemo anche un gelato, che ne dici?
-Sì, che bello!
-Ricordati di non prendere il gusto al cocco- gli raccomandò Kotake-
altrimenti vai a stare male come l’ultima volta.
-Sì- fece cenno di sì.
-Bene, e ora vai a dormire.
La bambina scese dalla sedia e si diresse nella sua
stanzetta.
-Ora ti raggiungo- disse la madre da lontano, poi si girò verso
Kotake- Va tutto bene, caro?
-Oh…sì, certo, perché me lo chiedi?
-…niente, lascia stare- Doremì si asciugò le mani sul grembiule
e si diresse verso la stanza della figlia.
Kotake la guardò da lontano.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Che ha detto?!- gridò infuriata Aiko- Come ha osato!
-Calmati Aiko- Hazuki cercò di trattenerla.
-Gli ci vorrebbe una punizione, ecco cosa. Un colpo di karatè
del Capitano Moore!- disse Momoko imitando i gesti.
Le amiche la guardarono preoccupate.
-Sentite…lasciate perdere- cercò di dire Doremì- In fondo,
Tetsuya è sempre Tetsuya. Non cambierà opinione su di me, neanche fra mille
anni- cercò di sorridere- E poi, è stata una mia decisione cambiare
acconciatura e se a voi piace, questo mi basta.
Le quattro ragazzine si guardarono dispiaciute.
-Su, ora lavoriamo…altrimenti Majorika ci sgriderà ancora-
Doremì si alzò dalla sedia- Vado a prendere le stoffe in soffitta- si
allontanò.
In quel momento arrivarono al Maho due ragazzini. Nel
momento di aprire la porta, il ragazzino dai capelli blu si bloccò.
-Che succede?- chiese il ragazzino dai capelli neri.
-Uhh…sento un aurea negativa provenire da questo negozio.
-Eh?- Yuri lo guardò senza capire.
-Forse è meglio tornare più tardi.
-Così Majorika ci uccide? Dai, andiamo- aprì lui la porta.
-Ah, aspetta…- la porta era già aperta e delle ombre minacciose
erano dentro la stanza- Urgh…troppo tardi.
-Ko…ta…ke…- scandirono le ombre minacciose.
-Tu! Come osi farti vedere!- disse Aiko indicandolo con il
dito.
-Eh…ehm, forse per lavorare?- cercò di essere spiritoso, ma non
servì per calmare le acque.
-Sembrate arrabbiate…- disse Yuri ingenuamente- Cos’è
successo?- sembrava essere l’unico a non capire.
-Succede che Kotake è stato poco gentile con Doremì- disse
Momoko.
Yuri si girò per guardare l’amico che aveva una espressione
preoccupata e intimorita.
-Oh, per quello che hai detto stamattina?
-…- Kotake abbassò lo sguardo.
-Questa Kotake la paghi- disse Aiko arrabbiata- Perché dirle
una cosa simile?
-Non penso che Kotake volesse offenderla- disse Hazuki nel
tentativo di calmarla.
-…però l’ha fatto- disse Onpu- E Doremì ci è rimasta male.
-Io…io…non l’ho fatto apposta- cercò di dire Kotake- Non volevo
dire quel che ho detto.
-Sicuro? Sembra che non ti sia ancora stancato di tormentarla-
disse Momoko.
-Ho detto che non l’ho fatto apposta- cercò di difendersi- Le
parole mi sono uscite da sole. Non lo penso davvero.
-E allora cosa pensi davvero?- chiese Onpu.
Kotake indietreggiò impaurito. Le ragazzine lo stavano
mettendo con le spalle al muro.
-Yuri, dì qualcosa- cercò aiuto dall’amico.
-Eh…- guardò gli sguardi minacciosi delle ragazzine- Uh…in
fondo è colpa tua. Buona fortuna- si allontanò di fretta per mettersi in salvo.
-Bell’amico- disse lui ironico.
-Allora? Stiamo aspettando- disse Hazuki.
-Cosa pensi davvero su Doremì?- chiese Momoko.
Kotake deglutì. Che doveva fare? Arrendersi alla maggioranza
numerica o provare a scappare, sapendo di venire comunque sbranato da loro?
Forse, se era sincero…se provava a dire le come stavano,
avrebbe evitato altri inutili litigi.
-Io…Doremì…lei…
-Sì?- chiesero sempre più curiose le ragazzine.
-Io…- sentì il suo cuore battere forte, ad ogni piccolo sforzo
per tirare fuori qualche parola. Scosse la testa- Basta, mi avete stancato!
Quello che penso di Doremì è affare mio!- cercò di reagire- Non dovete impicciarvi
di cose che non vi riguardano.
Yuri guardò sorpreso il coraggio di Kotake. Presto Aiko
sarebbe scoppiata e per lui sarebbe stata la fine.
“E’ stato bello conoscerti, Kotake”- pensò lui, mentre
preparava il fazzoletto.
Ma proprio quando sembrava per iniziare la furia delle
ragazzine, una persona entrò dentro la stanza.
-Oh, siete arrivati finalmente- disse Doremì con in mano le
stoffe- Ma che ci fate tutti lì? Non abbiamo tempo da perdere.
I ragazzini guardarono come, se niente fosse, Doremì si
preparava per mettersi a cucire. Sembrava più tranquilla di tutti loro.
Le amiche sospirarono e lasciarono perdere il piano di
vendetta su Kotake. Poi si unirono a Doremì.
-Sei salvo- disse sottovoce Yuri.
-Mh…- non sapeva se lo era davvero. Il fatto stesso che Doremì
non gli avesse detto niente appena l’aveva visto, stava a significare per lui
“catastrofe”.
-Come immaginavo…- Doremì si fermò davanti all’ingresso della
villa. Era troppo chiedere una volta tanto una festa normale?
Hikaru guardava estasiata le luci colorate e tutta quella
gente che si muoveva all’interno delle varie sale.
-Che bello, che bello!- disse la bambina contenta- Andiamo!
Doremì guardò la figlia sospirando. Come al solito, Hikaru
si faceva emozionare dalle luci, ma sapeva che entro pochi minuti avrebbe
finito con l’annoiarsi e a fare i capricci per tornare a casa.
-Salve, voi dovete essere la famiglia Kotake- disse una signora
venendogli incontro all’ingresso- La Regina stava aspettando il vostro arrivo.
Prego, seguitemi.
-Mamma, credi che le piacerà il nostro regalo?- chiese la
piccola Hikaru.
-Certo- disse lei sorridendo.
Il piccolo gruppetto frattanto attraversò varie sale, tra
diverse persone, fino a giungere al posto dove si vedevano più persone
importanti parlare con una ragazza.
-Mia Regina…è arrivata la famiglia Kotake- disse la donna.
La ragazza dai lunghi capelli biondi si girò per guardare il
gruppetto e abbozzò un bel sorriso, seppur moderato.
-Doremì, Kotake, che piacere rivedervi. Sono contenta che
abbiate accettato l’invito- poi guardò la bambina- Oh, ma c’è anche la piccola
Hikaru…benvenuta alla mia festa. Spero che ti divertirai.
-Un regalo per te- la bambina le porse la scatola
impacchettata- da parte mia e della mia famiglia.
-Oh, che gentili…- disse lei prendendolo in mano- Che sarà mai?
-Mi dia pure, li sistemo con gli altri regali- disse la donna.
-Sì, grazie- le consegnò il pacchetto, poi guardò la bambina
che sembrava non aver gradito che quella donna si portasse via il regalo- Sai
che c’è una stanza dedicata tutta per voi bambini? Ci sono un sacco di
giocattoli.
-Davvero?- si stampò il sorriso sul viso della bambina.
-Sì, e ci sono anche tuoi coetanei.
-Mamma, possiamo andarci?- chiese Hikaru tirando leggermente la
gonna della madre.
-Tranquilla, ti ci accompagnerà la signora qui presente- la
donna che si era allontanata con il regalo, era ritornata lì.
-Sarà un piacere- disse la donna.
-Posso mamma?- chiese di nuovo la bambina.
Doremì la guardò, poi pensò che forse l’idea di una stanza
giochi non era male. Sicuramente si sarebbe divertita più lì che con loro.
-Va bene, vai pure, ma stai attenta.
-Evviva, andiamo!- la bambina corse trascinando la donna.
-Che bambina vivace- disse la Regina sorridendo- Assomiglia
molto a te.
-Dici?- disse lei un po’ dubbiosa- Non ricordavo di essere così
vivace- ridacchio.
-Allora, come ti sembra la mia festa?- chiese Hana.
-Eh…ehm…- si guardò intorno indecisa- Diciamo sfarzosa…ma tutto
sommato carina.
-Bene, allora rispetto alla festa precedente, sono migliorate
le organizzatrici.
-Sì…diciamo di sì…- si sentiva leggermente a disagio.
Non voleva certo fare la guastafeste, però non poteva certo
mentire. Certo, le feste della Regina erano sempre fantastiche e gli invitati
facevano a gara per poterci partecipare. Però per lei queste feste non
rappresentavano niente di particolare. Ogni piccola parte, seppure perfetta,
erano opera di altre persone che avevano realizzato il tutto solo per lavoro.
Non erano come le feste che solitamente si facevano sulla terra.
Ricordava bene come sua madre ci mettesse passione, in quei
piccoli adorni e nelle pietanze, in occasione del suo compleanno. Non erano
certo ricchissimi, ma in casa sua non mancava certo l’amore e l’allegria.
Queste cose le erano rimaste molto impresse, così che cercava di non far
mancare quell’atmosfera anche in casa sua, con la sua famiglia.
Per questo non le piacevano le feste che organizzavano lì.
Non avevano niente di così magico.
-E a te piace la festa, Kotake?- chiese Hana al ragazzo che se
n’era rimasto in silenzio.
-Eh? Uh…- disse agitato da una semplice domanda- Penso di sì…
-Pensi?- ridacchiò divertita la Regina.
Kotake non poté fare a meno di ridere anche lui per
l’imbarazzo. Doremì li osservò in silenzio.
-Come va con la scuola?
-Bene…
-Spero che l’aver insistito che voi veniste alla festa, non
abbia creato problemi con i vostri lavori.
-No, no, tranquilla- dissero i due. Poi Kotake si sentì ancora
teso a stare lì, così si guardò in giro per trovare una via di fuga.
-Ah, hai fame Doremì?- chiese lui- Ti porto qualcosa.
-Ma…- non fece in tempo a replicare, che il ragazzo se n’era
già andato- …ma se avevamo appena mangiato- disse senza capire.
Hana lo guardò allontanarsi, poi tirò un sospiro.
-Sai…sei proprio fortunata…
Doremì la guardò.
-Hai un bravo marito, una dolce figlia ed una accogliente
casa…mi sarebbe piaciuto avere una famiglia così- disse lei un po’ triste,
mentre guardava il suo bicchiere che aveva in mano- E invece…
La ragazza sapeva a cosa si riferiva…al fidanzamento che le
era stato imposto. Sposare qualcuno che non si conosceva, solo perché doveva
avere il suo stesso rango.
Capiva il suo stato d’animo e Kotake glielo aveva più volte
ribadito, ma proprio non sapeva come aiutarla. Appena aveva avuto
quell’infelice notizia, si era mobilitata per trovare una soluzione, però
finora non aveva concluso niente.
-Hana, anche tu avrai una famiglia così…sei una brava persona e
riuscirai a trovare la tua felicità, il calore di una famiglia tutta tua.
Hana la guardò, poi cercò di sorridere.
-Sì…forse- disse poco convinta.
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-Bene, con questo abbiamo terminato- disse Hazuki appoggiando
il vestito.
-Era ora, sono distrutta- disse Doremì.
-Ci vediamo domani ragazzi- disse Lala, mentre i ragazzini si
preparavano per uscire.
Kotake continuò a guardare Doremì. Non aveva fatto altro da
quando avevano iniziato. E per tutta la giornata Doremì non aveva dato cenni di
arrabbiatura. Sembrava che non c’è l’avesse più con lui.
Poteva considerarsi contento? No, non finché non avrebbe
chiarito con lei.
Gli altri erano già usciti dal negozio, mentre Doremì stava
sistemando le ultime cose. Kotake uscì dal negozio, ma poi si fermò.
-Kotake, che fai?- chiese Yuri.
-Eh…io, credo di aver dimenticato qualcosa…vai pure, ci vediamo
domani.
-D’accordo…ciao- lo salutò e insieme alle altre ragazzine si
allontanò dal negozio.
Tirò un sospiro. Per fortuna Yuri non aveva sospettato di
niente.
Vide finalmente uscire Doremì dal negozio e le andò
incontro.
-Oh, non te n’eri già andato con gli altri?- chiese Doremì guardandolo.
-Io…ho pensato di aspettarti.
Doremì lo guardò, poi camminò sorpassandolo.
-Non c’è n’era bisogno.
Kotake la seguì.
-Io però volevo parlarti…
-…non fa niente, per quello di stamattina- lo precedette- Non
sono arrabbiata. O meglio dire, nonlo
sono più.
-Davvero?- disse lui quasi sollevato. Allora lo aveva
perdonato?
Però poi notò che la ragazzina continuava a camminargli
davanti, con la schiena rivolta a lui. E non dava cenno di volersi girare.
-Non sei sincera…sei ancora arrabbiata con me.
-No, ti sbagli. Non c’è l’ho con te. Ormai so come la pensi…
-Non è così!- disse Kotake- Quello che ho detto…è una
sciocchezza, non ci devi fare caso. Io non la penso davvero così.
-Allora, perché l’hai detto?
-Eh…perché, eh?- se lo chiese quasi a se stesso. Non sapeva che
rispondere. Forse perché era uno stupido?
Doremì accelerò il passo.
-Ah, perché…- cercò di starle dietro- perché sono un codardo,
ecco.
La ragazzina sembrò sorpresa dalla sua risposta.
-Come?
-Mi vanto di come sono coraggioso…- abbassò la testa- ma quando
si tratta di te, io mi comporto da fifone. Non vorrei dirti delle cattiverie,
però mi escono dalla bocca e poi non so come rimediare.
Doremì si fermò e si girò per guardarlo.
-Vorrei poterti dire che sei molto carina così…ma sono una
frana- continuò lui con il rossore sulle guance- Ti faccio arrabbiare, quando
vorrei invece vederti sorridere. Forse tu crederai che lo faccio apposta, ma
non è così.
-Tetsuya- disse sorpresa Doremì.
Certo, non si aspettava una simile dichiarazione dall’amico,
però questo dava credito a quello che pensava ormai di lui…
-E poi, lo sciocco sono io che…
-Basta così- gli tappò la bocca- Mi basta quello che mi hai
detto…- disse con un sorriso sincero.
-Allora…
-Sì, ti ho perdonato. E poi…l’idea dei capelli sciolti, me
l’hai data tu- disse con un sorrisino.
-Eh?
-Tetsuya, tu sei uno sciocco, sai?
-Ehi…- fece per ribadire, ma poi si fermò-…sì, hai ragione.
-Però…io ti voglio bene lo stesso.
Kotake spalancò gli occhi.
-Tu sei un mio amico e nonostante i tuoi scherzi, è impossibile
odiarti. E man mano che ti conosco bene, non faccio che pensare che senza di te
la mia vita sarebbe noiosa- si girò- E ora che ho la certezza che anche tu la
pensi così, diventeremo ottimi amici. Andiamo, ora.
Kotake guardò la ragazzina mentre s’incamminava. Con un po’
di confusione iniziale, riprese anche lui a camminare.
Sembrava finalmente tutto chiarito, Doremì non era
arrabbiata con lui e si era guadagnato la sua amicizia, però sentiva di non
essere del tutto contento.
Qualcosa di molto profondo si stava facendo largo nel suo
cuore e presto non avrebbe potuto nasconderlo.
Kotake guardava assorto la tavola, senza decidersi a
prendere qualcosa. Il piatto che aveva in mano era rimasto vuoto. Non è che
avesse tanta fame…aveva già mangiato prima di venire alla festa.
Però aveva bisogno di una scusa per allontanarsi da lì. Si
sentiva molto a disagio vicino alla Regina…soprattutto dopo quel bacio.
Sospirò…ma che gli stava capitando? Se continuava così,
Doremì avrebbe iniziato a sospettare qualcosa. E l’ultima cosa che voleva, era
darle delle preoccupazioni. Però era davvero assurda quella situazione. Non
doveva scappare in quel modo, in fondo Hana mica poteva mangiarlo, no?
-Indeciso, Tetsuya?- la voce lo fece sussultare. Dietro di lui
comparve una ragazza dai lunghi capelli biondi- Io ti consiglio questo cibo…-
indicò un vassoio- Anche se non so cosa sia, è veramente buono- ridacchiò.
-Regina…- disse lui sorpreso- Pensavo che stavate parlando con
Doremì.
-Sì, però mi sono allontanata, perché non ti vedevo arrivare…
-Ehh, sai, mi ero distratto a vedere il cibo…adesso torno da
Doremì- si sentì afferrare dal braccio.
-Tetsuya- lo guardò negli occhi- Per caso sai cercando di
evitarmi?
-Eh? No, no di certo- scosse la testa, sentendosi scoperto.
-Allora, perché non ti fermi qualche minuto a chiacchierare con
me?
-Beh…io non voglio lasciar sola Doremì.
-Lei adesso sta chiacchierando con qualche donna del Consilio
delle streghe.
-Però…
-Sempre Doremì…- sussurrò come imbronciata- Pensi solo a lei.
Kotake la guardò stupito per quella affermazione. Hana aveva
un espressione simile ad una bambina.
-Doremì è mia moglie- disse lui serio.
-Lo so…ne sono cosciente.
-E devo tornare da lei- fece per voltarsi, ma lei lo trattenne
ancora per il braccio.
-Per favore…rimani con me. Queste feste sono così noiose…
-Ma se è in tuo onore.
-Lo so…per questo sono noiose. Tutta questa gente…così fredda e
seria…solo tu mi sei rimasto come amico.
-Ma che stai dicendo? E Doremì?
Hana abbassò lo sguardo.
-Lei è diventata come gli altri…sempre ligia ai suoi doveri,
così preparata e sicura…non è la Doremì che conoscevo.
-Ma è naturale, rispetto a quando eravamo bambini, siamo
cambiati.
-Però tu no- lo guardò- Sei sempre così dolce e gentile con me.
Non mi tratti come gli altri, e anche se lo so che lo fai perché mi consideri
ancora una bambina, io mi trovo bene con te.
Kotake non sapeva cosa dire. Hana pareva molto triste per
quella situazione e non era la prima volta che diceva di sentirsi estranea in
quel mondo. Già, la Hana che conosceva era un tipo pimpante, che non si fermava
mai e non riusciva a stare nello stesso posto a lungo.
Doveva essere stata una grossa difficoltà per lei, abituarsi
ai nuovi ritmi.
La ragazza lo prese per mano.
-Che ne dici di andare sul balcone? Si respira meglio lì.
-…d’accordo- nonostante tutto, non riusciva ad essere severo
con lei, vedendola in quello stato.
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-Che ti prende?- chiese Yuri.
-Mh?- Kotake lo guardò- Perché?
-Beh…ammesso che non esista un umano con tre braccia, direi
proprio che sei strano.
Kotake guardò stupito la giacca che aveva in mano.
-Oh, uff, perché mi devo ritrovare a fare questo?- mise da
parte la giacca.
-Quando ti sei unito al gruppo, hai accettato di lavorare al
Maho- rispose Yuri.
-Oh, beh, almeno non vendono fiori- disse lui ironico- Anche se
la pasticceria non era niente male.
-Però sembra che non sia quello il tuo principale pensiero-
disse l’altro osservandolo.
-Mh, sì…devo trovare un modo di convincere Majorika a lasciarmi
un pomeriggio libero. Mi è stato dato il compito di insegnare calcio alle
matricole.
-Neanche questo intendevo.
-Uhm…devo alzare la media dei miei voti.
-Ma se vai bene- disse Yuri- E non dilagare. Ti ho visto, sai?
Da quando avevate litigato tu e Doremì, vi comportate in maniera diversa.
-Non capisco cosa intendi- si alzò dalla sedia per
stiracchiarsi.
-Certo, certo, avresti potuto farmela se non fosse stato, per
quello che hanno detto le altre.
-Ovvero?- chiese lui preoccupato.
-Sguardi veloci, sorrisi amichevoli, la testa sulle nuvole e i
continui sospiri…
-Io non sospiro! Uff- si difese lui.
-Lo hai appena fatto.
-Era uno sbuffo, è differente.
-Come vuoi tu…- alzò le spalle rassegnato- La verità è…- si
alzò in piedi indicandolo.
Kotake lo guardò terrorizzato.
-Che siete diventati amici del cuore!
-Eh?- cadde per terra, aspettandosi chissà cosa.
-E’ così vero? Ci ho azzeccato?
-Ti hanno detto questo le altre?- tentò lui di rialzarsi.
-No, a dire il vero hanno detto qualcosa tipo amore o qualcosa
di simile…ma penso che me l’avresti detto se ti fossi innamorato, no?
-Ehh…mi sono spaventato per niente.
-Eh?
-Niente, niente- riprese la giacca, mentre Yuri riprendeva con
il suo lavoro.
Ne approfittò per dare un’altra occhiata alla ragazzina, che
da un po’ di tempo occupava i suoi pensieri. Era intenta a sistemare le stoffe
insieme a Hazuki. Da quando aveva cambiato acconciatura, gli sembrava
diversa…no, a dire il vero, aveva notato quel cambiamento molto prima, solo che
non in modo così evidente.
Ripensò alle parole della ragazzina dopo il litigio e al suo
dolce sorriso. Si chiese se un giorno avrebbe potuto fare a meno di lei, quando
avrebbe preso una strada diversa dalla sua, quando qualche ragazzo si sarebbe
accorto di lei e l’avrebbe portata lontano da lui.
Era dura accettare questa separazione, ma se questa persona
avrebbe potuto renderla felice più di lui…allora lui l’avrebbe lasciata andare.
Sperava che quel giorno non arrivasse. Ma del resto, lei era
una amica preziosa per lui e voleva solo il suo bene.
Tornò a concentrarsi sulla giacca.
Doremì finì di sistemare la stoffa e diede un veloce sguardo
al ragazzino dai capelli blu. Lo vedeva intento a sistemare quella giacca e le
tornò in mente quella domanda che da tempo le ronzava in testa…perché Kotake
aveva deciso di unirsi al gruppo? Cos’è che lo spingeva a mettersi a lavorare
con loro al Maho, nonostante conoscesse il suo carattere ribelle?
Anche senza sapere la risposta, era comunque contenta. Ora
si sentiva più tranquilla quando gli parlava e non doveva mentire. E poi, era
pur sempre un aiuto in più nelle missioni della Regina.
Però…e se un giorno decidesse di cambiare idea e andarsene?
Era per quello che voleva conoscere le motivazioni di Kotake, per non doverci
rimanere male nel caso lui abbandonasse il gruppo…abbandonasse lei.
Scrollò la testa. Kotake era pur sempre un bambino. Sicuramente
il motivo era una cosa semplice, tipo diventare più bravo a calcio o qualcosa
di simile. Del resto, lei ricordava molto bene il motivo che l’aveva spinta al
mondo della magia, ovvero trovarsi un ragazzo.
Non doveva preoccuparsene.
-Doremì…
-Mh?- guardò la persona che l’aveva chiamata.
-Senti, stavo pensando una cosa- disse Hazuki.
-Cosa?
-Come va tra te e Kotake?- Doremì la guardò sorpresa. Perché
quella domanda?
-Come va? Bene, penso. Perché?
-Beh, eri così depressa quel giorno…avete fatto la pace,
quindi.
-…sì- sorrise- Sai, se lo si vede dal lato giusto, Tetsuya è un
bravo ragazzo.
Adesso era il turno di Hazuki di sorprendersi.
-Come?
-Dicevo, che non è male, tutto qui- disse lei semplicemente.
Hazuki sorrise.
-Allora è successo qualcosa.
-Mh?
-Ti conosco molto bene, Doremì. E fin dalle elementari, non hai
fatto altro che lamentarti di Kotake, anche quando aveva scoperto la tua
identità. Come avevi detto tu “Tetsuya è sempre Tetsuya”, no? E ora,
d’improvviso cambi opinione su di lui. Non che, non sia una bella cosa…ma
dietro un cambiamento, c’è sempre una ragione- indicò la sua capigliatura- Non
è per questo che hai cambiato pettinatura? Perché lui ti notasse?
-Io…- arrossì di botto- Non capisco- sviò il suo sguardo- Ho
solo notato che dentro a tutte le persone, c’è qualcosa di buono…e lo stesso
vale per Tetsuya. E il mio cambiamento è dovuto alla necessità di crescere…come
potranno prendermi sul serio i ragazzi, se continuerò a comportarmi da bambina?
-Sarà come dici tu…ma a me sembra che tu nasconda qualcosa…
-Okey ragazzi, il negozio chiude- disse Lala, chiudendo la
porta.
Tutti si rilassarono.
-Finalmente abbiamo finito per oggi!- disse sollevata Aiko.
-Ahhh, sono stanca morta!- disse Doremì sedendosi sulla
sedia.
-Mhh, vediamo gli incassi di questa settimana- disse
Majorika, aprendo la cassa.
-Visto che abbiamo terminato, possiamo tornare a casa?-
chiese Onpu.
-Mh? Ah sì, certo. Però lunedì cercate di essere puntuali.
-Va bene- risposero in coro.
-A domani, ragazzi!- salutò Lala.
-Ciao Lala, ciao Majorika!- salutò Hazuki e poi uscirono dal
negozio.
Il gruppetto si ritrovò davanti al
Maho e con sottofondo un tramonto.
-Che fate domani?- chiese Momoko- Io vado a fare un pic-nic
con Bessy.
-Io invece avevo in programma di andare con mio padre e mia
madre al Luna Park- disse Aiko allegra.
-Domani, visto che non ho impegni, posso stare un po' con i
miei- disse Onpu.
-Mh…- disse Yuri scontento- io invece mi devo sorbire una
cena con tutti i parenti.
-Perché quella faccia?- chiese Doremì- Dovresti essere
contento di stare con i tuoi cuginetti, ih ih! (^-^).
-Chi, quelle piccole canaglie? No, grazie, ne farei a meno
(-_-)'
-E invece tu, Hazuki?- chiese Kotake.
-Ehh…eh, eh…(^///^)'
-(°_°)' Hazuki?- Aiko rimase sorpresa- Non è che...
-Sì…- fece cenno di sì.
-Esci con Masaru?!- gridarono in coro.
-Piano…volete che lo sappia tutto il quartiere? (-///-)'
-Wow, Hazuki e il suo primo appuntamento!!- disse felice
Momoko.
-Momoko…mi metti in imbarazzo (>///<)'.
-Beh, almeno lui si è dato una mossa…- disse Onpu- al
contrario di una certa persona (¬_¬)- tutti diressero il loro sguardo verso
Kotake, tranne Doremì (°_°).
-Che?! (ò///ó)'- Kotake si sentì osservato e si agitò.
-Ahh, povera Doremì (ú_ù)'- disse Momoko, dandole una pacca
sulla spalla.
-Eh? (°.°)- naturalmente lei non capiva niente.
-Non so chi fra i due sia peggiore (-_-)'- disse Onpu a
Hazuki.
-Ok, adesso è ora di tornare a casa (^-^)- disse Yuri- io
devo correre via.
-Sì, anch'io (°.°)- disse Aiko- aspetta vengo con te.
-Veniamo con voi (°o°)- dissero tutte le altre.
-Che? (o_o)''- Doremì e Kotake rimasero lì impalati, mentre
tutti gli altri se n'andavano via correndo.
-Ma che gli è preso? (ò_ô)- chiese Doremì.
-Non so…sembrava che avessero un incredibile fretta di
andarsene (-_-)'.
-Uhm…qui gatta ci cova (-_-)''.
-Beh, poiché ci hanno lasciati soli, possiamo pure tornare a
casa insieme.
-Sì.
I due si allontanarono per
un'altra vietta, mentre dietro l'angolo cinque facce osservavano Doremì e
Kotake.
-Il piano è andato bene- disse Yuri.
-Sì, spero che una volta tanto si sveglino i due (U_U)-
disse Onpu.
-D'accordo, ma non vi sembra esagerato stare qui a
sbirciare? (ó_ò)- chiese Hazuki.
-E' per il loro bene- disse Yuri serio- Potrebbe succedere
qualche altro imprevisto e…
-Perché non ammettete il vero motivo?- disse Hazuki
sospettosa (¬_¬)'
-Ih, ih (^_^)'- ridacchiò Momoko- La verità è che ci
divertiamo.
-Lo sapevo (-_-)'…Aiko? (-_o)- disse Hazuki.
-Okey (U.U)- Aiko afferrò gli altri per il colletto e li
trascinò via, seguita da Hazuki.
-Nooo, proprio sul più bello! (>_<)'- si lamentò
Momoko.
-Mh?- Doremì si fermò e si guardò intorno.
-Che succede?- chiese Kotake.
-Non hai sentito?
-Cosa?
-Uhm…mi era sembrato di sentire la voce di Momoko…mah, mi
sarò sbagliata…adesso sarà insieme con gli altri, lontana da qui- riprese a
camminare e iniziò a canticchiare una canzone.
-Mh? Dove hai imparato questa melodia?
-Me la cantava mia madre quando ero piccola e non riuscivo a
dormire la sera. Parla di un mondo colorato, con tanti bambini. Non c'è lotta,
non c'è cattiveria…c'è solo pace e amore. Non è carina?- sorrise.
-Sì.
-Eh, eh…non so perché mi è venuta alla mente adesso, pensavo
di essermela dimenticata. Uhm…Stavo pensando…non sarebbe bello vivere nel mondo
della magia?
-Come? (°_°)
-Sì, a me piacerebbe (^-^) A te, no?
-Mh…non ci ho mai pensato (-_-)'
-Tetsuya, c'è una domanda che vorrei farti…- chiese Doremì
fermandosi.
-Dimmi…- si girò verso di lei.
-Perché hai deciso di unirti a noi e diventare un
apprendista stregone?
-Eh?
-Sai, me lo sto chiedendo da tanto tempo ormai…
-La verità è che…- fece per continuare, ma sì fermò-…Chissà,
un giorno te lo dirò…- sorrise.
-Eh?
-Su, andiamo.
-Mh…okey…
-In ogni caso, sono più bravo io con la magia.
-Che?! Sbagli, pivello, sono io la migliore!
-Ma se non fai che combinare disastri!
-Ah, perché, tu no?
-Sarà…- si girò verso Doremì e gli fece una linguaccia- ma
sarò io a superare per primo tutti gli esami di magia!- e corse via.
-Bene, a risentirci Harukaze- disse la strega Mojo, mentre si
allontanava.
-Sì…- la salutò poi si guardò intorno. Dove si era cacciato
Kotake? Non aveva detto che avrebbe portato da mangiare? E adesso che ci
pensava…anche Hana si era allontanata.
Sbuffò al pensiero di doverlo cercare fra tutta quella
gente. Era come cercare un ago nel pagliaio. Sarebbe stato meglio fare un
grosso cartello per trovarlo. O forse una caccia al tesoro?
Mentre pensava questo, delle risate famigliari attirarono la
sua attenzione. Guardò da lontano e vide due persone che chiacchieravano sul
balcone. Fece per raggiungerli, ma si bloccò.
-Guardali…non sono carini insieme?- disse una persona che li
stava guardando da lontano.
-Sì…- disse la persona accanto- Ho sempre pensato che il signor
Kotake facesse bella coppia con la Regina.
-E poi, è l’unico a farla ridere così.
-Già, non sembra neanche una Regina, ma una normale ragazza.
-Peccato che il signor Kotake sia sposato. Penso che la Regina
l’avrebbe sposato subito.
-Ma che stai dicendo? Lo sai che la Regina è destinata a
sposare un re.
-Questo non cambia. E poi non hai sentito l’ultima novità?
Sembra che i due vadano molto d’accordo…anche fin troppo.
-Dici che potrebbero essere amanti?
-Non lo so, l’ho solo sentito dire. Ma non sarebbe poi così
strano.
-Eh, eh…me li immagino in una fuga d’amore. Sarebbe così
romantico.
-Chissà, potrebbe anche succedere. E poi ho anche sentito che
il signor Kotake non si trova bene con sua moglie.
-Davvero?
-Li si vede poco insieme, entrambi passano la maggior parte del
loro tempo a lavorare. Non mi sorprenderei se il signor Kotake si fosse
stancato e…- si bloccò vedendo la persona che era subito dietro di loro- Ops…
-Cosa c’è?- si girò anche l’altra persona- Oh…
La ragazza rimase in silenzio a guardarli, poi si voltò
senza dire niente.
-Pensi che ci abbia sentito?
-…spero di no.
Kotake notò la ragazza dai capelli color magenta che si
stava allontanando.
-Scusami, devo andare…
-Eh?- Hana lo guardò allontanarsi, senza capire.
Doremì uscì velocemente dalla sala. Quella gente, la musica,
il chiacchiericcio…la stavano asfissiando. Il suo corpo fremeva e la vista
stava facendosi pesante. Doveva allontanarsi subito.
-Doremì!- si sentì chiamare, ma non si voltò comunque e
continuò a camminare- Doremì, mi senti?
Lei lo sentiva molto chiaramente e sapeva di chi era quella
voce, ma non voleva fermarsi in ogni caso.
-Doremì, fermati!
-Piantala di seguirmi!
-Non finché ti decidi a spiegarmi perché ti stai comportando
così!
La ragazza si girò verso il ragazzo.
-Ma proprio non capisci?
-Cosa? So solo che hai abbandonato all’improvviso la sala da
ballo.
-Tetsuya…- la ragazza lo guardò triste- Se non riesci a capire
questo…mi domando come possiamo stare insieme.
-Come?- la guardò preoccupato- Perché dici questo?
-Io…vorrei solo che tu fossi sincero con me…
-Ma lo sono.
Doremì lo guardò negli occhi…in quei occhi blu della persona
che amava e che iniziava ad allontanarsi da lei.
-Sono un po’ stanca…- disse lei abbassando lo sguardo- Forse è
meglio che torni a casa, per non guastarvi la festa.
-Che dici? Andiamo tutti insieme a casa.
-No- scosse la testa- Hikaru sembra si stia divertendo…non
voglio portarla via.
-Però…
-Prenderò un taxi e tornerò a casa da sola…- si voltò- Porgi le
mie scuse ad Hana- iniziò ad allontanarsi. Kotake la guardò triste. Perché
doveva finire così?
La ragazza uscì dalla villa e guardò fuori. Sentiva che se
fosse rimasta ancora lì, avrebbe finito per impazzire. Tante voci le giravano
in testa e lei continuava a scacciarle via.
-Doremì?- sentì una voce dietro di sé.
-Akatsuki…- Doremì lo guardò sorpresa- Eri venuto anche tu alla
festa?
-Sì…ma che ci fai qui fuori?- chiese lui.
-Io…sto tornando a casa.
-E Kotake e tua figlia?
-Loro rimangono qui. Non volevo obbligarli a seguirmi.
Akatsuki la osservò preoccupato.
-Va tutto bene, Doremì?
-Sì…almeno credo…forse solo un po’ di stanchezza. Ora prendo un
taxi e torno a casa.
-Meglio di no- disse lui- Ti accompagno io.
-Ma…
-Se ti sentissi male durante il viaggio, sarebbe peggio. Sarò
più tranquillo se ti ci porto io.
-…grazie- non poté che arrendersi all’insistenza del ragazzo.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-“C-“…- una ragazzina dai capelli rosso magenta, guardava
terrorizzata la lettera scritta in rosso e cerchiata sul foglio- Non posso
crederci…
-Dai, in fondo non è una tragedia…- Yuri cercò di
risollevarle il morale.
-Che impiastro…- disse l’altro ragazzino, facendo andare
fuori dai gangheri Doremì.
-E sentiamo, quanto hai preso tu?
-“C pieno”- disse lui alzando la testa in tono vittorioso.
-Capirai che differenza…- disse lei ironica.
-Sono comunque più bravo di te.
-Illuso, è stato solo un caso…
-Non è il caso di farne una discussione- disse Yuri- Tutti e
due siete bravi.
I due ragazzini lo guardarono
sospettosi.
-E tu quanto hai preso?- chiesero insieme.
-Io?- li guardò stupito- Ottimo- sorrise ingenuamente, mentre
i due si rintanavano in un angolino depressi- Eh? Che vi prende?
-Quel che ci tocca fare adesso…- disse Kotake guardando la
ragazzina che pareva aver intuito la proposta.
-…una gara di volo!- dissero i due.
-Come?- li guardò preoccupato- Che avete detto?
-L’ultima volta ti ho quasi battuto- disse Doremì, senza
badare a Yuri.
-Quasi…ma continuo ad essere io il più bravo- disse Kotake
atteggiandosi da vincitore.
-Lo vedremo!- i due uscirono dalla classe in fretta, mentre
ancora Yuri li guardava confuso.
-Una gara di volo?- li inseguì fino alla terrazza. Per
fortuna le lezioni erano terminate e non c’era nessuno in terrazza che li
potesse vedere- Ragazzi, ma…- aprì la porta, per ritrovarsi i due volare come
fulmini in aria- Wow…non sapevo che sapeste muovervi così bene.
-E non è tutto…- disse Kotake alzandosi in piedi sulla scopa-
Guarda qui.
-Non sei l’unico- disse Doremì imitandolo, con aria di sfida.
-Cavoli, ma non è pericoloso?- chiese Yuri tra lo stupito e
il preoccupato.
-Solo un po’…- Kotake fece spallucce.
-Ohh…me lo insegnate?
-Un giorno…ma prima devo umiliare Doremì con una nuova
sconfitta.
-Che?! Senti tu, ho più esperienza di te.
-Non sembrerebbe.
-E va bene…sei pronto?- disse preparandosi.
-Sì- fece lo stesso lui.
-Pronti…via!- dissero i due e partirono con le loro scope
come razzi. Yuri rimase sulla terrazza a guardarli.
Parevano due bambini per come si
stavano divertendo. Sorrise pensando di come i due fossero diventati più
affiatati in quei giorni. Non sapeva neanche che i due avevano imparato a
salire sulla scopa mentre si è in volo. Ed era una cosa strana, visto che
Kotake gli raccontava quasi tutto. Era come se i due si fossero chiusi in un
rapporto, riservato solo a loro due…
Ci rifletté…ma questo non era quello
che accadeva alle coppie? Possibile che…
-Vittoria!- sentì la voce esultante di Doremì e vide passare
vicino la ragazzina con la scopa- Ho vinto io! Te l’ho fatta Tetsuya!- disse
facendogli la linguaccia.
-Unf, sono sicuro che hai barato- disse lui raggiungendola
sulla terrazza.
-Che?! Sei tu che non vuoi ammettere di aver perso!
-Io non perdo mai!
-Lo hai appena fatto.
-No, che no! Voglio la rivincita!
-Quando vuoi.
Yuri li osservava, mentre i due
riprendevano a bisticciare e si sentiva in qualche modo…fuori luogo. Quasi un
terzo incomodo.
I due ragazzini notarono che Yuri li
stava guardando in silenzio.
-Qualcosa non va Yuri?- chiese Doremì.
-Eh?…Ah, no, no- scosse la testa- E’ solo che, per un
momento…
-Mh?- i due lo guardavano aspettando.
-Beh, per un momento mi siete sembrati una coppia di
innamorati- ridacchiò imbarazzato, senza accorgersi che i volti dei due
nominati si tinsero di rosso- Però, è solo una mia immaginazione…- li guardò,
notando che i due si erano voltati uno dall’altro, nascondendo il viso.
-Eh…ho detto qualcosa di sbagliato?
-…è ora di andare…- disse Kotake quasi a bassavoce.
-…sì, ci aspettano al negozio- disse Doremì senza guardarlo.
I due avanzarono verso la porta,
mentre Yuri ancora una volta, non capiva cosa stava accadendo.
-Ehi, aspettatemi!
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo
venisse distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio
proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo
Oookey, ricordate quello che avevo detto sul…durerà giusto
due o tre capitoli? (°.°) Okey (U.U)…non è vero! (OoO)’ Argh! (>o<)’’ Non
so perché, ma ancora una volta sto ricascando nella stessa trappola e mi sta
venendo più lunga del dovuto! (ç.ç) Ma io non sono proprio fatta per le storie
ad un capitolo! (T_T) Sigh!
Comunque, per lo meno sono a buon punto con la storia…così
non rischio di ritrovarmi senza ispirazione e interrompendo la fic.
Credo di adorare io stessa questa fic…non so perché, non mi
è mai capitato. Però sento di essermi impegnata in questa storia…non so, forse
sarà solo una mia impressione e in realtà è un fiasco (^_^)’
Libby: Eh, già…in effetti ne finisco una e ne inizio un’altra…però
a dire la verità, questa fic l’ho iniziata a scrivere mesi prima del termine di
Trust You (sempre Ojamajo Doremi). Sono contenta che ti piaccia (^.^)
Ferula_91: Grazie (^-^) E sì…aggiornerò molto presto.
E poi questi capitoli sono così lunghi, che in realtà corrisponderebbero a due
capitoli messi insieme (°.°)’
Hazuki-chan: Cara Hazuki, ti ringrazio davvero molto
di continuare a seguire le mie fic su Ojamajo Doremi (*.*), nonostante tu tifi
la coppia Doremì/Akatsuki. Eh, sì, questa sarà davvero la mia ultima fic,
perché sto lasciando un bel po’ di storie in arretrato (U.U)’
Non so se questa fiction riscatterà lo stesso successo (se
così si può dire ^_^’) di Prima o Poi o Secret of my Heart…però spero che vi
piaccia comunque.
Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
***********
-Qualcosa non va, Tetsuya?
-Non so…- disse preoccupato Kotake- Doremì si è sentita male e
se n’è andata.
-Beh, vedrai che domani starà già meglio.
-Sì, però…- ripensò alle parole di Doremì. Perché le aveva
detto così? Forse…li aveva visti insieme sul balcone? Ma non stavano facendo
niente di strano.
-Dai, non pensarci più…andiamo a divertirci.
-Ecco…penso che sarebbe meglio che me ne tornassi anch’io a
casa…
-Uh, ma se te ne vai, io che farò? Resta ancora un po’.
-…va bene- disse poco convinto. Poi sentì un brusio vicino a
lui. Delle persone stavano chiacchierando. Ma non ci fece caso, finché non
sentì nominare il nome Doremì.
-Hai sentito? Sembra che la signora Harukaze se ne sia andata
via di fretta e furia.
-Ah, sì?
-E che abbia lasciato il marito e figlia alla villa.
-Ma perché?
-Non lo so…qualcuno l’ha vista andarsene con il signor
Akatsuki.
-Ohh…
Kotake guardò quella coppia di persone e non riusciva a
crederci. Perché Doremi se ne sarebbe andata con Akatsuki, se aveva detto di
sentirsi male?
-Tetsuya…- Hana lo guardò dispiaciuta.
-Scusami, vado a prendere Hikaru- si voltò e uscì dalla sala.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Ebbene
sì, c’era qualcosa che non andava…o meglio dire, andava troppo bene.
Kotake
guardò da lontano la ragazzina.
Da
quando il loro rapporto era così cambiato? Non litigavano più come prima, il
loro era solo uno stuzzicarsi a vicenda, nient’altro. Anzi, erano costantemente
in competizione. Ogni scusa era buona per ingaggiare qualche assurda sfida.
Non
se n’era neanche accorto…se non fosse stata per quella osservazione di Yuri…davvero
sembrano una coppia?
Sorrise
al pensiero. Loro due…insieme…insieme…
-Tetsuya.
-Eh!- disse spaventato, lanciando in aria il capo che aveva
in mano. Arrossì quando si rese conto che la ragazzina si era avvicinata a lui,
senza che se ne accorgesse e ora gli era molto vicino.
-Che stavi pensando?- chiese Doremì curiosa, osservando la
reazione esagerata del ragazzino.
-Non dovresti arrivarmi alle spalle così all’improvviso!-
disse lui, cercando di sviare il tema.
-Ok…la prossima volta ti manderò una mail per avvisarti.
-Spiritosa.
-Piuttosto…hai pensato al ballo?
Lui
la guardò.
-Intendi quello scolastico che si tiene tra pochi giorni?
-Sì…non te ne sarai scordato, vero?
Il
ragazzino stette in silenzio. Certo che non se n’era scordato. Era un pensiero
che non gli dava tregua da giorni. L’idea di mettersi un abito elegante e
ballare in mezzo a tutti gli altri, non lo rendeva certo allegro. Non aveva mai
sopportato quelle cose. Lo considerava una fissazione delle femmine, il ballo.
-…hai già pensato chi portare?- chiese lei, non sentendolo
fiatare.
Lui
la fissò. Anche a questo aveva pensato. Chi portare al ballo scolastico…al
momento c’era solo una ragazzina con cui desiderava andarci. L’unica persona in
grado di non fargli pesare quei noiosi balli e quella straziante musica dolce.
L’unica a cui poteva concedere qualche ballo. L’unica che avrebbe voluto avere
al suo fianco…
-Tetsuya, sei caduto in catalessi?- gli sventolò la mano
davanti al viso- Non mi rispondi più?
-Eh? Ah…sì…voglio dire, no, non ci ho pensato…e tu?- la
guardò speranzoso.
-Non saprei…- disse lei alzando lo sguardo- E’ la prima volta
che due ragazzi mi chiedono di andare al ballo…
-Che?!- esclamò lui sorpreso- Quando, dove, chi?!
Doremì
lo guardò stupida dalla sua reazione.
-Che ci trovi di così strano?- disse un po’ offesa- Sono due
ragazzi della sezione accanto alla nostra. Me l’hanno chiesto l’altro ieri,
dopo le lezioni.
-E tu…?- era visibilmente preoccupato.
-Non ho ancora risposto- disse lei sospirando- Non so chi dei
due scegliere. Sono entrambi molto carini, ma non li conosco bene…
Kotake
abbassò la testa. Allora era accaduto quel che temeva…qualcuno si era accorto
della sua Doremì…cavoli, perché proprio ora? Era strano che tutto filasse
liscio, anche il loro rapporto era molto cambiato…e ora…
-…anche se…- sospirò la ragazzina- io preferirei andarci con
una persona che conosco bene…una persona che mi faccia sentire a mio agio…una
persona speciale.
Il
ragazzino la guardò sorpreso.
-Una persona speciale?- ripeté.
-Sì- sorrise.
-Eh…- voleva chiedergli chi fosse questa persona…se per caso,
non fosse lui? Ci sperava davvero tanto…ma se poi, si trattava di un’altra
persona?
-Ehi, voi due!- la voce proveniva dalla strega Majorika- Non
vi pago per chiacchierare- li rimproverò.
-Ma tu non ci paghi- precisò Doremì.
-Beh, vi pagherei, se lavoraste decentemente.
-Che?- disse offesa Doremì- Potresti essere riconoscente,
qualche volta.
-Ti sarò riconoscente, quando recuperò i soldi che ho speso
per i tuoi disastri.
Kotake
guardò le due che si punzecchiavano in uno delle loro solite discussioni,
mentre vedeva andata via una nuova opportunità di parlare con Doremì.
Kotake guardò il giornale. Però non era tanto interessato
alle notizie, ma a guardare la ragazza che stava preparando la colazione per
loro.
-Ecco qui Hikaru- disse Doremì- Uova al tegamino.
-Uaah, sembra una frittata- disse contenta la bambina.
-Eh? Eppure mi sembrava che fosse venuta bene.
-Non importa mamma, mi piace lo stesso.
Il ragazzo la osservava perplesso. Si comportava come se
niente fosse. La sera prima, tornando a casa, era già sdraiata a letto, per cui
non se l’era sentita di svegliarla. Però…quelle voci lo facevano preoccupare.
Possibile che…?
-Tetsuya, non mangi?- chiese la ragazza.
-Eh? Ah, certo- lasciò il giornale e iniziò a mangiare.
-Allora, ti sei divertita ieri?- chiese Doremì alla figlia.
-Sì- fece cenno di sì la bambina- Sai che c’era anche Ryu?
Kotake alzò lo sguardo dal suo cibo e aspettò la reazione di
Doremì.
-…sì?- sembrò sorpresa.
-E’ un peccato che poi me ne sia dovuta andare subito. Lui
invece ha dovuto aspettare, perché suo padre si era assentato.
-Mh…sarà meglio che ti sbrighi, altrimenti faremo tardi
all’asilo.
-Uh, vero- la bambina si alzò in fretta dalla tavola e corse
verso la sua stanzetta.
-E così…c’era anche Akatsuki?- disse Kotake, cercando di
sembrare tranquillo.
Doremì lo guardò, mentre si alzava dalla tavola.
-A quanto pare, sì.
-E tu, immagino che non l’abbia incontrato.
-…forse.
-Come “forse”? Sì o no?
-Che importanza ha, Tetsuya?
-Certo che c’è l’ha, se non mi dici la verità. Ti hanno vista
andare via con lui.
-E con questo?- lei sembrò disinvolta, mentre se ne andava in
stanza a sistemarsi. Kotake la seguì.
-Doremì, se hai qualcosa da dirmi, dimmelo subito- disse lui
arrabbiato.
La ragazza si voltò per guardarlo negli occhi.
-Pensi che ti nasconda qualcosa?- lo guardò seria- E’ questo
quello che credi?
Kotake la guardò dubbioso. Lo sguardo di lei era molto serio
e probabilmente si era arrabbiata per la sua insinuazione. Ma del resto, era
normale per lui pensarlo, conoscendo Akatsuki.
-Ragiona Doremì, Akatsuki è innamorato di te.
-Ma se è sposato- disse lei, mentre si sistemava i capelli.
-Però si è lasciato da sua moglie e ora vive da solo con suo
figlio.
-E con questo? Sei per caso geloso? Lo sai che non potrà
esserci niente- ora stava scegliendo le scarpe.
-Con questo non vuol dire che non ci possa provare.
-Insomma!- si girò verso di lui irritata- La vuoi smettere con
questo discorso? Mi ha solo gentilmente accompagnata a casa, niente di più!
Invece di preoccuparti per cose che non esistono, dovresti pensare a te stesso!
-Per cosa?
-Ti comporti sempre più in modo strano, come se mi nascondessi
qualcosa!
-Non ho niente da nascondere!
-Ah, sì? Eppure non sembrerebbe!
-A cosa ti riferisci Doremì?
-Mamma…papà…?- Doremì e Kotake si zittirono.
I due senza accorgersene avevano iniziato ad alzare il volume
della discussione, finendo per attirare l’attenzione della bambina, che ora li
guardava preoccupata dall’ingresso.
-Perché litigate?- chiese lei.
-Non è niente, tesoro- cercò di sorridere Doremì- Ti sei
preparata?
-…sì.
-Bene, aspettami all’ingresso.
La bambina si allontanò impensierita. Poi Doremì prese la
sua borsa.
-Aspetta, dobbiamo terminare di parlare…- disse Kotake
seguendola.
-No, chiudiamo qui e basta- disse lei decisa- Non voglio che
Hikaru ci rimetta- uscì dalla stanza a passo veloce- Eccomi Hikaru…andiamo?
-Sì.
-Doremì…- Kotake la raggiunse all’ingresso.
-Sbrigati anche tu a prepararti- disse lei senza voltarsi- Non
avevi detto che avevi molto lavoro arretrato?- detto questo, uscì fuori con la
bambina.
Kotake
guardò la porta chiusa e sospirò triste. Non era certo così, che si sarebbe
aspettato che fosse andata. Tornò in cucina e notò che il piatto di Doremì era
ancora intatto, non aveva neanche mangiato.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Non glielo hai ancora chiesto?
-Mh?- Doremì guardò Onpu.
-A Kotake- disse lei.
-Cosa?
-Del ballo, no? Del fatto che vorresti che fosse lui il tuo
cavaliere.
-Che?!- Doremì fece cadere per terra le forbici che aveva in
mano- Ma di che parli!
-Sta attenta…- Onpu raccolse tranquillamente le forbici-
Sarebbe già il terzo paio che romperesti.
-Io non voglio invitare Tetsuya!- continuò lei.
-Ah no?- disse lei continuando il suo lavoro tranquilla.
-Perché dovrei? Ho già altre persone che me l’hanno chiesto.
-Ah, ha- tagliò un pezzo di stoffa.
-Dico sul serio, Onpu. Perché pensi che voglia lui come
cavaliere?
-Forse perché…ti piace?
-Che?!- esclamò ancora arrossendo- Ma sei impazzita? Che vai
a pensare!
-Beh, pensavo solo che Kotake non ha ancora invitato nessuno
al ballo e che tu non hai ancora deciso con chi andare…senza contare che
ultimamente non bisticciate come una volta.
-Questo non vuol dire che mi piace!
-Non ti piace?- la guardò con i suoi occhi viola.
-No- rispose decisa.
-Non ti piace proprio?
-No.
-Strano…- Onpu alzò lo sguardo in alto.
-Cosa?
-A ben vedere, Kotake è molto più carino di quei ragazzi che
ti hanno invitata. E se lo dico io, ti puoi fidare. Quindi, mi domando, cos’è
che non ti piace di Kotake?
-Come?- si agitò imbarazzata dalla domanda- Io…
-Su, dimmi, sono curiosa…
-Beh, per cominciare…- cercò di riprendersi- E’ uno sciocco
esibizionista!
-A quanto ricordo, i Flat erano più esibizionisti, eppure a
te piacevano.
-Allora…pensa solo al calcio!
-A me sembra che i suoi pensieri siano occupati in altre
cose…- disse con un sorrisino guardandola.
-Uh, allora…mi prende in giro!
-Non lo fa da tempo.
-Urgh…- si sentì spiazzata. Non sapeva più cos’altro dire.
-Non è che tu…vuoi solo negare a te stessa di esserti
innamorata di lui?
-No, perché dovrei!
-Forse temi che lui non ricambi i tuoi sentimenti…
-Ti sbagli, ti sbagli- scosse la testa- Siamo solo amici!
-Già…sono le mie stesse battute…
-Eh?
-Non te l’ho detto? Nel mio prossimo film, devo interpretare
la parte di una ragazza che è innamorata del suo migliore amico, ma per paura
che questo rovini la loro amicizia, non si dichiarerà…finché non finirà per
perderlo.
-Che intendi dire?
-Il ragazzo convinto che lei non l’ami, si trasferirà lontano
dove conoscerà un’altra ragazza. Una storia triste…che però aiuta a riflettere
sulle occasioni che si perdono…se uno non rischia, non potrà mai sapere come
andrà a finire, no? Se la ragazza avesse ammesso prima i suoi sentimenti…come
credi che sarebbe finita la storia?
-Uh…- Doremì abbassò lo sguardo- Però io…io non so che cosa
provo…E’ vero, sto bene con lui…però non significa che ne sia innamorata…
-Allora, lascerai che lui vada al ballo con un’altra ragazza?
-Non posso certo impedirglielo.
-Capisco…- si fermò e la guardò- Quindi, lascerai le cose
come stanno…non ti credevo così codarda.
-Uh…- guardò triste l’amica- Non posso fare altrimenti…
-Doremì…cos’è che ti spaventa esattamente?
Doremì sviò lo sguardo e si voltò
per cercare qualcosa.
-Hai litigato con papà? Ha a che vedere con quello che ho
detto?
-Ma no, tesoro- disse lei accarezzandola sulla testa- Tu non
centri niente. Io e il tuo papà…stiamo solo attraversando un momento
problematico, ma è transitorio. Al tuo ritorno sarà tutto a posto. Vedrai,
saremo tutti allegri.
-Mh…va bene.
-Bene, siamo arrivati- le due si fermarono davanti all’asilo-
Ti vengo a prendere stasera. Comportati bene e non darti più pensieri, okey?
-Sì, mamma- la bambina salutò ed entrò dentro l’asilo.
Doremì la guardò mentre si allontanava, poi guardò
l’orologio. Doveva sbrigarsi ad andare al lavoro. Ma non appena fece un passò,
si sentì barcollare. Si chinò, mentre cercava un appoggio.
Il tempo di qualche minuto e il capogiro era scomparso.
-…forse avrei dovuto mandare giù un boccone- disse lei.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Cos’è
che ti spaventa esattamente?
Non
lo sapeva…pensava di non trovarsi mai in una situazione simile…lei che scappava
dall’amore? Assurdo.
Scosse
la testa. Era doppiamente assurdo che lei scappasse da un amore che non
esisteva.
Perché
si trovava in quella situazione? Non capiva…
Si
mise le mani tra i capelli…era ridicolo che lei si trovasse a pensare a Kotake,
proprio a lui…
-Qualcosa non va Doremì?
La voce la fece sussultare e alzò lo sguardo dal banco, per
guardare il ragazzino che si era seduto di fronte a lei.
-Uh…T-Tetsuya…- arrossì senza un motivo apparente.
-Perché te ne stai qui seduta da sola?
-Eh…ah…- si guardò in giro- Sono già finite le lezioni?
-Da un sacco…- disse lui- Non te n’eri accorta?
-Uh…no- ammise imbarazzata.
-Che sbadata che sei.
-Unf, e tu invece che ci fai ancora qui?
-Il club di calcio…
-Ah, già, vero…- disse un po’ delusa per non avergli ritorto
l’offesa.
Lui la stette ad osservare un po’. Doremì se ne accorse dopo
del suo sguardo.
-Eh…e adesso che c’è?- un leggero rossore tornò nel suo viso,
mentre lo guardava sospettosa.
-Niente…perché devi essere sempre così prevenuta nei miei
confronti?
-E mi chiedi anche il perché?- disse ironica, pronta a
dirgliene quattro- Ti ricordo che…- si bloccò quando la mano di lui si allungò,
fino ad arrivare ai suoi capelli rosso magenta.
Il rossore aumentò quando lui prese una ciocca e ci giocò.
S’irrigidì il corpo, quando notò l’espressione dolce di Kotake.
-C- che ti prende?- disse lei molto agitata.
-Te l’ho mai detto che stai bene con i capelli sciolti?
-Eh…s-sì…
-Anche se i tuoi codini erano particolari…
-Già…- disse con un sorriso imbarazzato.
Non capiva perché Kotake le stesse dicendo quelle cose.
Qual’era il suo scopo? Non è che poi se ne sarebbe uscito con qualche suo
scherzo?
Ma certo, era così. Perché se no la guardava così?
Però i suoi sospetti svanirono, quando la mano di lui passò
dai suoi capelli alle guance, lentamente in un movimento tormentante le sue
dite raggiunsero le sue labbra. Il suo cuore iniziò a battere forte, sempre più
forte. Cosa le stava accadendo?
Accarezzò le sue labbra e la guardò sempre più intensamente.
Senza rendersene conto, il volto di lui si era protratto in avanti e il corpo
della ragazzina aveva fatto lo stesso istintivamente.
Sentiva solo il suo cuore che batteva all’impazzata e
socchiuse gli occhi, aspettando quello che era ormai ovvio, quello che lei
desiderava…le labbra di lui si stavano avvicinando alle sue.
Cos’è che ti spaventa esattamente?
Spalancò gli occhi e in un movimento
brusco si allontanò da lui. Si alzò in piedi, facendo cadere indietro la sedia.
Kotake la guardò stupito e sconvolto dalla sua posizione.
Lei si voltò e corse via senza dire
niente.
Lui fece per alzarsi e raggiungerla,
ma poi si bloccò e torno a sedersi. Appoggiò le braccia sul banco e chinò la
testa.
Dalla finestra accanto a lui, il
sole stava quasi per tramontare e la luce color arancione illuminò l’aula,
compreso il ragazzino e il corridoio deserto dove una ragazzina stava correndo,
via da qualcosa che potesse farle del male, via da un sentimento che stava
crescendo nel suo cuore e che non le dava tregua, via da lui.
-Mh?- alzò la testa dalle scartoffie che aveva lì- Hana?
-Kotake mi ha detto che ti sei sentita male alla mia festa…
-Ah, sì…mi dispiace di essermene andata senza salutarti.
-L’importante è che ora stai bene e poi volevo ringraziarvi per
il regalo…- indicò la collanina che indossava- E’ molto graziosa.
-Sì…l’ha scelta Hikaru.
-Davvero? Ha un bel gusto.
-Già…anche se all’inizio era indecisa tra quella e una a forma
di dinosauro- riprese a guardare i fascicoli, ma sentì lo sguardo di Hana su di
lei.
La ragazza se ne stava in piedi e in silenzio.
-Mh? Eri venuta per dirmi qualcosa?- chiese Doremì, non
vedendola andare via.
-Ecco…non so se sia il caso…- disse indecisa- forse non dovrei
chiedertelo…
-Dimmi…- disse lei sorridendo.
-Domani si terrà un assemblea di riunione delle varie zone del
mondo della magia. Io dovrò andarci e ascoltare i vari progetti che verranno
proposti. E mi chiedevo se…potesse venire Kotake.
-Eh?- Doremì la guardò sorpresa.
-Sì, dunque…Kotake è molto bravo a trattare con le persone,
basti vedere come è in grado di gestire la scuola di apprendisti. Con il suo
aiuto riuscirei a destreggiarmi con queste persone. E poi…
-Basta così- disse Doremì tornando seria- Non è a me che lo
devi chiedere, ma a Tetsuya.
-Sì, però…pensavo che sarebbe stato più giusto avvertirti. Sai,
nel caso ci fossero problemi con Kotake…
-Che intendi dire?- Doremì alzò il sopraciglio.
-Voglio dire, so che ci sono qualche problema tra voi e…
-Qualche problema? Hana, non so di che stai parlando.
-Mh…sai, alla festa…so che te ne sei andata con Akatsuki.
Doremì aprì gli occhi.
-Con questo non voglio dire che…- disse velocemente Hana- Però,
quel giorno Kotake se n’era andato via arrabbiato e…
La ragazza sbatté le mani sulla scrivania. Il botto fece il
suo effetto e Hana si zittì subito, guardando sorpresa Doremì.
-Scusami, ma ho tanto da fare…- disse lei seria senza
guardarla- Se mi lasciassi lavorare, te ne sarei grata.
-…sì, scusami- la ragazza uscì dalla stanza, lasciandola lì
sola.
Doremì rimase in silenzio, mentre sentiva il rumore della
porta che si chiudeva.
Appoggiò le mani sulla faccia. Sentiva che il corpo
riprendeva a tremare, le sue gambe le sembravano così deboli che non poté fare
a meno di chinarsi per terra.
La testa iniziò a farle male e tutto intorno a lei stava
prendendo varie forme.
Che le stava capitando? Era confusa.
-Signora Harukaze?- la voce sembrò tirarla fuori da quello
stato.
Guardò la ragazza che stava in piedi all’ingresso della
stanza e la osservava preoccupata.
-Va tutto bene?- chiese.
-Io…- tentò di rialzarsi- sì, ho solo avuto un capogiro.
-Vuole che le chiami il medico?
-No, non serve. Ora sto bene- tentò di riprendersi e tornare
alla sua scrivania- Avevi bisogno di qualcosa Ozumi?- chiese alla ragazza,
cercando di sembrare normale.
-Ero solo venuta a portarle i fascicoli che mi aveva chiesto…-
disse la ragazza lasciando l’oggetto sulla scrivania.
-Bene, grazie. Puoi andare ora.
-Sì…- fece per andarsene, poi si voltò- Senta signora Harukaze,
non voglio essere invadente, ma visto che lei è sempre stata buona con me, non
posso fare a meno di preoccuparmi. Forse…in questo periodo si è troppo caricata
di lavoro. Dovrebbe prendersi un periodo di riposo o rischierà di compromettere
la sua salute.
Doremì la guardò.
-Potrebbe chiedere alla Regina…so che siete amiche. Lei ci
riuscirà sicuramente a farle avere le ferie.
-Ti ringrazio per preoccuparti di me, ma non ho bisogno di
riposarmi- le sorrise.
-Però ultimamente non fanno che scaricarle più incarichi e non
capisco perché non rifiuti.
-Non importa…concentrandomi sul lavoro, avrò meno tempo per
pensare.
-Eh?- la ragazza non capì.
-Eh, eh…e dai, non fare quella faccia. Te lo ripeto, io sto
bene e se non sbaglio anche tu hai da fare…
-Sì…- abbassò lo sguardo perché si sentiva impotente.
-Bene, allora ci vediamo più tardi, d’accordo?
-Mh…- la ragazza usci in silenzio dalla stanza.
Doremì poté lasciarsi andare sulla sedia e tirò un sospiro.
Era
tutto così assurdo…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Doremì, andiamo?- disse Yuri.
-Eh…- lei alzò il suo sguardo dalla cartella che stava
preparando.
-Che hai? Sembri pensierosa…
-N-no…niente…- cercò di sembrare tranquilla.
-Oh…beh…se lo dici tu. Comunque muoviamoci che Kotake ci
aspetta per andare al Maho.
-Eh?- ebbe un piccolo sussulto a quel nome.
-Mh?- lui la guardò incuriosito.
-Ecco…io…credo che oggi non verrò.
-Come?
-Ehm…forse non è il caso…non me la sento…
-Cosa dici?- lui la guardò strano- Stai male?
-Eh…no…cioè, sì…- abbassò lo sguardo.
-Certo che sei strana…Comunque…- la prese per mano- non c’è
tempo per discorsi senza senso. Majorika e gli altri ci stanno aspettando.
-Eh, Yuri, aspetta- fu trascinata da lui- Non voglio andare
Yuri.
-Come mai?- la guardò, senza smettere di camminare.
-…- abbassò lo sguardo triste.
-Siete proprio strani voi due…
-Voi due?- lei lo guardò confusa.
-Sì, tu e Kotake…fate gli stessi discorsi per non voler
venire. Per caso, vi siete messi d’accordo?
-Tetsuya ha…- si bloccò vedendo un ragazzino appoggiato alla
parete che li stava aspettando.
-Certo, ma per vostra fortuna ci sono io- disse Yuri
sorridendo e salutando Kotake.
-Fortuna, dici? Perché invece a me sembra il contrario?-
disse lui ironico- Secondo te, è bello rimanere immobili per colpa di un tuo
incantesimo?!
-Su, non te la prendere, caro Ko-chan- disse con un
sorrisino.
-E non chiamarmi così!- disse adirato e imbarazzato.
-Non lamentarti. Era l’unica maniera per impedirti di
scappare via…Ko-chan- ridacchiò.
-Argh! Se potessi muovermi meglio, ti strangolerei!
-Dai, andiamo ragazzi- li trascinò entrambi.
Kotake e Doremì si guardarono, poi
sviarono altrove il loro sguardo. Entrambi si sentivano a disagio per quella
situazione, mentre Yuri ignaro di quanto stesse accadendo ai due, continuò a
dirigersi verso il Maho.
In pochi minuti arrivarono al
negozio.
-Ciao a tutte!- salutò Yuri entrando all’interno.
-Ciao Yuri…- salutò Hazuki-…Doremì, Kotake…che avete?- li
guardò curiosa.
-Ci ha trascinati fin qui contro la nostra voglia- disse
Doremì indicando Yuri.
-E a me, ha fatto persino un incantesimo per immobilizzarmi-
disse Kotake.
-Oh- disse stupita.
-Ko-chan, l’ho fatto solo per il tuo bene.
-Taci, o ci sarà un apprendista in meno- disse fulminandolo.
-Uyy, cattivo.
-Ah, ora che ci penso, abbiamo un ospite- disse Hazuki.
-Chi?- chiese Doremì.
-Doremì-chan! Allora era tua la voce- un ragazzino dai
capelli rossi uscì dalla saletta.
-A- Akatsuki?- dissero sorpresi i tre.
-Che bello rivederti, Doremì- disse contento il ragazzino.
-Eh, che sorpresa vederti qui…
-Sono venuto a trovarti. Come va Doremì?
-Bene, direi.
-Ehm…sbaglio o Akatsuki ci sta ignorando spudoratamente?-
chiese Yuri a Kotake. Ma lui non rispose e guardò arrabbiato Akatsuki.
-Non dovresti essere nel mondo della magia, ad occuparti
delle tue faccende?- disse Kotake un po’ acido.
Il rosso lo guardò ed estrasse un
biglietto.
-Sei sgarbato come al solito. E dire che sono venuto ad
avvertirvi che tra due giorni, si terrà un esame per gli apprendisti stregoni.
-Davvero?- disse sorpreso Yuri.
-Certo. Vedete di non arrivare tardi o verrete
automaticamente eliminati…- alzò le spalle- Non che m’interessi.
-Io lo disintegro…- disse innervosito Kotake.
-Calma, calma- Yuri gli appoggiò una mano sulla spalla e
sorrise- Potremo sempre prenderci una rivincita all’esame.
-Già…- Kotake guardò la ragazzina che stava parlando con
Akatsuki.
Provò a ricordare l’episodio del
giorno prima e sospirò amareggiato.
Cos’era successo di preciso? Non lo
sapeva dire.
Sapeva solo che era concentrato
sulla sua prossima partita, quando riconobbe la ragazzina che se ne stava in
classe da sola. Inizialmente pensò che era una buona occasione per parlare, ma
poi notando lo sguardo assorto di lei si chiese a cosa stesse pensando. Chissà
se qualche volta nella mente della ragazzina, aveva pensato a lui? Anche solo
una volta…
Chiedendosi questo, la osservò
attentamente. Era così carina con quella espressione imbronciata e un po’
agitata…anche se non ne capiva il perché.
I capelli di lei ricadevano sulle
spalle e coprivano un po’ le sue guance. Allungò la mano verso di lei e afferrò
una ciocca. Non sapeva di preciso cosa stesse facendo e forse anche la
ragazzina non lo capiva, da quella sua espressione confusa. Eppure lei si
vedeva così bella…la luce si rifletteva sul suo volto e gli occhi lo guardavo
sospettosi.
Non capiva perché quella buffa
ragazzina, lo faceva perdere in pensieri così dolci, ma sentiva che qualcosa di
molto profondo, stava guidando la sua mano che si era spostata dai capelli alla
guancia, fino alle rosee labbra di lei. Sentì il respiro di lei agitato, però
era concentrato nel toccare le labbra della ragazzina che lo mandava in tilt
con un solo sorriso. E in quel momento sentì l’irrefrenabile impulso di
avvicinarsi a lei e poter posare le sue labbra a quelle della ragazzina. La
vide socchiudere gli occhi e si lasciò trasportare da quei sentimenti.
Ma poi accade qualcosa di
imprevisto. Doremì l’aveva spinto indietro e alzandosi in piedi, con la sua
espressione sconvolta nel volto, era scappata via, lasciandolo lì.
Solo dopo capì l’enormità del suo
gesto…aveva tentato di baciare Doremì…
E lei, molto probabilmente, non
glielo avrebbe mai perdonato.
Si era detto che forse non era il
caso di andare quel giorno al Maho, così avrebbe evitato di averla vicino e
sentirsi guardare con rigetto dalla ragazzina.
Però non aveva tenuto conto del
fattore Yuri, che non appena gli aveva accennato della sua intenzione di
tornarsene a casa, l’aveva immobilizzato con una magia. E dire che a scuola si
erano ripromessi di non fare magie.
Girò la testa per guardare Yuri.
-Ehm, che c’è?- chiese Yuri sentendo l’aura negativa di
Kotake diretta a lui.
-Ah, ora che ricordo…- disse Akatsuki parlando con Doremì- Ho
sentito che nella vostra scuola si terrà un ballo…ti va di venirci con me?
-Che?!- esclamarono Doremì e Kotake insieme.
-E tu che hai da ridire?- Akatsuki guardò il ragazzino dai
capelli blu.
-C’è che tu non sei un alunno della nostra scuola- disse
Kotake- Quindi non puoi venire al ballo!
-E allora? L’ingresso è permesso a tutti. Mi sono già
informato.
-Perché non vai alla festa della tua scuola, invece che
venire qui?!
-Perché io voglio ballare con Doremì, qualcosa in contrario?
-Sì! Perché Doremì ha già scelto con chi andare e non sei tu!
-E’ così Doremì?- Akatsuki la guardò.
-Eh…ah…- arrossì agitata- A dire il vero…non ho ancora
deciso…
-Perfetto, allora ci andremo insieme- disse sorridendo, poi
guardò i due ragazzini- Kotake, Yuri…allora vi aspetto all’esame. Ci vediamo- e
uscì dal negozio.
-Mhh…si può essere più sfrontati di lui?- disse Yuri.
-Spero che la sua presenza, non implichi l’arrivo di tutti
gli F4, altrimenti sai che divertimento- disse preoccupata Aiko.
-Già…
-Mh- Kotake si voltò e si diresse a passo pesante verso il
balcone.
-Ma che gli è preso questa volta?- disse Yuri.
Doremì lo vide allontanarsi. Una
parte di lei voleva raggiungerlo, l’altra era bloccata lì. I ricordi del giorno
prima la confondevano sempre più…
Perché non aveva aperto bocca quando
Akatsuki l’aveva invitata? Certo, ne era contenta. Forse era lui la persona
speciale che aspettava…o forse no?
E perché Kotake si era agitato in
quel modo? Se c’era qualcosa che non andava, era lei che doveva dirlo.
Però…pareva non dargli fastidio la
sua reazione. Per un momento le era sembrato che fosse…geloso? Di lei?
Sorrise e si toccò le labbra. Forse
lui…era innamorato di lei?
Il suo cuore iniziò a battere forte.
Se fosse vero…se fosse vero…lei…cosa avrebbe fatto?
-E poi io gli ho detto di smetterla- la piccola Hikaru stava
raccontando alla madre- ma lui no, ha insistito e così mi sono arrabbiata e gli
ho dato un calcio sul ginocchio.
-Hikaru!- disse sorpresa Doremì.
-Che c’è? Si chiama legittima sicurezza- disse lei
tranquillamente.
-Vorrai dire, legittima difesa e no, non è una cosa bella.
-Ma lui è così odioso.
-Se proverai a conoscerlo meglio, vedrai che non ti farà i
dispetti.
-Tu credi?- la bambina si girò verso il padre- Tu che dici,
papà?
-Eh?- sembrò essersi appena svegliato.
-Papà, non mi hai ascoltato- disse offesa la bambina.
-Ah, no…scusa, ti stavo ascoltando e sono d’accordo con tua
madre.
La ragazza lo osservò senza dire niente.
-Uhm…- disse lei dubbiosa- E va bene, mi avete convinto- bevve
dal bicchiere- Ah, ora che mi ricordo, i miei compagni di classe hanno parlato
di un Festival delle streghe che si terrà domani. Ci andiamo, ci andiamo?
Kotake guardò preoccupato la bambina.
-Ecco…a dire il vero, io sarò impegnato tutto il giorno,
domani.
-Eh? Ma è festa domani! Non c’è neanche scuola- si lamentò la
bambina.
-Euh…io non so che dire…
-Su Hikaru, non insistere. Se è impegnato, non puoi obbligarlo-
disse Doremì.
-Ma…
-Vorrà dire che ci andremo noi due, va bene?- le sorrise.
-…sì- disse lei un po’ dispiaciuta.
-Mi dispiace…- il ragazzo chinò la testa triste. Sapeva di aver
deluso la bambina.
-Non importa- Hikaru tentò di sorridere- Io e la mamma ci
divertiremo comunque. Sarà per la prossima volta.
La bambina finì di mangiare e si avviò in stanza sua, mentre
Doremì si occupava di sparecchiare la tavola.
Il ragazzo guardò Doremì. Non le aveva detto niente in
proposito. Solitamente gli avrebbe chiesto di che impegno si trattasse, ma era
rimasta in silenzio. E per di più, la sentiva un po’ seria nei suoi confronti.
-Doremì…- tentò di dire- Hana mi ha chiesto di partecipare ad
una riunione…
-Sì, lo so…me ne ha già parlato…- disse Doremì senza voltarsi a
guardarlo- E così, hai accettato alla fine.
-Non sono riuscito a rifiutare- disse chinando la testa- E poi
penso che sia una buona opportunità per farmi conoscere.
-…mh. Non devi giustificarti con me, è una tua scelta.
-Però Hikaru…
-E’ ancora piccola, con il tempo capirà che ci sono dei doveri
da precedere al piacere- la frase suonò come una ramanzina, ma la disse senza
mostrarsi arrabbiata o ironica.
-Senti Doremì, neanche a me piace deludere la piccola Hikaru…ma
Hana ha insistito così tanto. Non capisco perché te la prendi con me.
-E io non capisco perché insisti con questo discorso. Non ti
sto recriminando, né ti sto impedendo di andarci- si voltò- E ora, se permetti,
sono stanca e voglio andare a dormire.
-Doremì- l’afferrò per il braccio- Cosa ti sta succedendo?
Perché ti comporti così? Da un po’ di tempo non ti vedo comportarti come fai di
solito. E poi, non mi hai ancora detto di Akatsuki.
-Non c’è niente da dire.
-Ah no? E allora perché stamani ha chiamato? Non mi stai
nascondendo qualcosa?
Doremì si staccò bruscamente dalla presa del ragazzo.
-Hai mai pensato che, fosse solamente preoccupato per la mia
salute?- si allontanò.
Kotake
rimase in silenzio, mentre la ragazza ancora una volta le dava le spalle.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Doremì, è successo qualcosa tra voi e Kotake?- chiese
Momoko.
-Eh? No, no- scosse la testa agitata.
-Davvero? E’ da stamattina che non vi rivolgete la parola.
Avete litigato?
-…no. Non credo.
-Eppure, sembra che ti voglia stare alla larga- disse Aiko.
-Eh?
-Sì, se n’è andato in un'altra stanza a lavorare. Yuri lo ha
seguito.
-Dite che voglia evitarmi?- disse triste.
Le ragazzine si guardarono a
vicenda.
-Ti sei innamorata Doremì?- dissero tutte insieme, facendo
cadere la ragazzina dallo spavento.
-Come?!- disse tutta rossa.
-Che ti prende Doremì? Ti sei agitata per così poco?- chiese
Onpu.
-Non sono agitata- disse Doremì cercando di rialzarsi.
-C’entra Kotake, vero?- chiese Aiko.
Doremì cadde di nuovo a terra.
-Ho detto di no! Come potrei innamorarmi di lui!
-E perché?- chiese Hazuki- Tu e Kotake fate una bella coppia.
-Già, non fate che guardarvi in continuazione, arrossite
quando i vostri sguardi si incrociano, passate molto tempo insieme e vi
divertite a stuzzicarvi.
-Non significa niente- disse Doremì- E poi…- abbassò lo
sguardo- anche se fosse…a Tetsuya non piaccio…
La ragazzina si voltò e le luci si
accesero su di lei. Una dolce musica risuonò nella stanza.
-Se esiste
un premio per gli ingenui, io l'ho già vinto da tempo. Ma nessun uomo vale
tanto, di delusioni ne ho avute troppe.
La
luce si spostò sulle altre ragazzine.
-Cosa credi
amica, non si può far finta quando tutto parla chiaro ma noi ti leggiamo dentro
e anche se lo neghi, sai si vede bene quanto immenso sia.
-Non so
perché non lo ammetterò mai.
-Ti vada o
no, l’ami e dillo, oh oh.
-Ma è certo
che l'amo e non lo saprà…So bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno.
Io sento dentro "puoi fidarti", mentre la testa mia "non lo
fare".
-Quanto sei
curiosa, tu nascondi l'evidenza. Noi ti conosciamo, non t'arrabbieresti tanto
senza una ragione, se non fossi tanto presa da, da, dall'eroe!
-Non so
perché, ma è più forte di me!
-Ammettilo,
che felice sarai.
-Scusatemi,
ma non glielo dirò.
-Che storie
fai? Tanto glielo dirai!
-Non lo
farò, io, piuttosto, lo so.
-Tanto lo sa
già.
-Lasciatemi,
tanto no…
-Ti vada o
no, l'ami e glielo dirai.
-Non cederò,
ma io l'amo e lo so.
Silenzio. Le luci si spensero.
-Ma che cavolo stiamo dicendo?! (>o<)’’- esclamarono
tutte.
-Ops, scusate (^.^)’- disse Momoko- Ho lasciato acceso lo
stereo con la canzone di Hercules.
-Oh, beh, almeno, adesso sappiamo il motivo che impedisce a
Doremì di dichiararsi.
-Che?! No, aspettate- si agitò- Stavo scherzando.
-Ah, sì?- la guardarono sospettose.
Doremì abbassò lo sguardo. Era
davvero così? Lei ne era innamorata? E la sua paura, allora era…venire
respinta?
Ma certo, come aveva fatto a non
pensarci prima? In passato si era innamorata così tante volte ed erano andate
tutte buca.
Era naturale avere paura di un nuovo
rifiuto…soprattutto se, da una persona importante come Kotake. Se lei si fosse
illusa e lui l’avrebbe ferita? Non avrebbe retto.
-Mamma, hai visto?- disse Hikaru segnalando i vari giochi magia
delle streghe.
-Sì…ho visto- sembrò un po’ assente.
-Cos’hai mamma? Sembri stanca…Se vuoi, ce ne torniamo a casa…
-No, no, sto bene piccola- scosse la testa e sorrise- Eri così
ansiosa di vedere questa festa e anch’io ora sono curiosa.
-Bene, ci sono anche le giostre, sai? E c’è n’è uno anche con
un polipo gigante che…
-Ehi, Hikaru!
Hikaru riconobbe quella voce e si girò verso le due persone
che stavano arrivando.
-Oh, Ryu! Anche tu alla festa?
-Certo, credevi che me la potessi perdere?- rispose il bambino
dai capelli rossi.
-Akatsuki…- Doremì guardò il ragazzo che era con lui.
-Doremì, è bello rivederti- disse il ragazzo.
-Mamma, possiamo avviarci prima di voi alle giostre?- chiese
Hikaru ansiosa.
-Beh…sì…ma non allontanarti troppo e rimani in bella vista, che
io ti possa vedere, chiaro?
-Sì, mamma- e i due bambini si allontanarono.
-Ho provato l’altra volta a chiamarti a casa, per sapere come
stavi…mi ha risposto tuo marito e aveva detto che eri già andata al lavoro.
-Sì, ero andata prima ad accompagnare Hikaru all’asilo.
-Capisco, però ti avevo raccomandato di farti vedere dal
dottore…
-Sì, però…- si strinse nelle braccia- Io sto bene ora- Akatsuki
la guardò dubbioso- M-ma a te come va? Il lavoro?- tentò di cambiare argomento.
-Bene. Sì…ora che sono solo con Ryu, cerco di ottimizzare il
mio tempo e stare con lui.
-E’ una cosa bella trovare il tempo per il proprio figlio.
-Già, me l’hai insegnato tu- gli sorrise- Nonostante il tuo
lavoro, hai sempre tempo per tua figlia.
-Oh- disse Doremì sorpresa e imbarazzata-…grazie.
-E Kotake, dov’è?- chiese guardandosi in giro.
-E’ dovuto andar via, per lavoro- disse lei amareggiata.
-Mh…forse non dovrei essere qui con te- disse lui pensieroso.
-Che intendi dire?
-Kotake non mi ha mai visto di buon occhio e al telefono,
sembrava davvero adirato…forse non vuole che ci vediamo.
-Non c’è problema…non ci trovo niente di male. Sei un mio amico
e non vedo il perché dovrei smettere di vederti.
-Non vorrei però creare malintesi tra voi due. Io so che
significa litigare con il proprio partner.
Doremì lo guardò dispiaciuta. Ricordava bene la sua
separazione con l’ex- moglie. Sapeva anche, quanto ci aveva sofferto. Non
poteva biasimarlo, se ora lui le diceva queste cose.
-D’accordo, come preferisci…appena Hikaru e Ryu avranno finito
di giocare, ci separeremo.
-Mh…
I due raggiunsero i loro bambini, mentre si divertivano
sulle giostre. Li osservò a lungo. Com’erano spensierati e felici, come lo era lei
tempo prima. Ora le sembrava che tutto avrebbe potuto schiacciarla come un
insetto. Se si fermava un attimo, tutte le parole sentite dalle altre persone,
le giravano in testa come un martello. E non finiva.
Si sentiva oppressa da quella situazione, i litigi, le
chiacchiere, gli sguardi, i doveri e i sentimenti.
Non c’è la faceva, doveva fare qualcosa…
-Scusa Akatsuki, puoi badare tu a Hikaru? Volevo prenderle
qualcosa da mangiare per quando termina. Vuoi che prenda qualcosa anche per te
e Ryu?
-Grazie, ma ci penso io ad andare a comprare.
-No, vado io- insistette- ho bisogno di camminare.
Akatsuki la guardò senza capire. La ragazza si allontanò di
fretta.
Camminava tra la gente, che non avevano quasi niente in
comune con lei, lei che era umana. E quel posto, ora stava prendendo uno strano
aspetto. Non vedeva più le luci che una volta l’affascinavano, non vedeva più
quell’allegria che la sorprendeva, vedeva solo degli esseri che la fissavano.
La fissavano con ossessione, come per dirle qualcosa, per colpevolizzarla di
non aver fatto niente.
Capitò davanti ad un banchetto dove vendevano le sfere video
e vide due figure che le erano famigliari.
-Hai visto? E’ la Regina- disse una delle persone che si erano
riunite per guardare.
-Avevo sentito che avrebbe partecipato alla riunione, ma non
pensavo che avrebbero filmato l’evento.
-Ma hai riconosciuto la persona che è al suo fianco? E’ Kotake
Tetsuya, l’amico della Regina.
-Sfido che la Regina l’abbia voluto con se. E’ così bravo…e poi
insieme fanno una coppia ben affiatata.
-Visti così, sembrano davvero una coppia.
-E poi con tutte le voci che girano in giro…si potrebbe
ipotizzare anche qualcosa tra i due.
-Le hai sentite anche tu? Sembra così assurdo che il signor
Kotake sia già sposato.
-Ma vedrai che presto si lasceranno…è solo questione di tempo.
-E’ un peccato però…
-Ormai non si può nascondere quello che c’è tra i due, si vede
chiaramente che si vogliono bene.
Doremì osservò i due ragazzi sullo schermo e si allontanò
velocemente.
Più veloce, più veloce…doveva camminare più velocemente,
così che i pensieri non la raggiungessero, così che si potesse impedire di
pensarci. Non doveva fermarsi, non doveva…
Però ora la strada sembrava diversa dal solito, era tutta
storta, quasi si movesse da sola e tutto diventava sfuocato. Non poté fare a
meno di fermarsi, per cercare di riprendersi. Si toccò la fronte…le sembrava
calda o era solo un impressione.
Di nuovo sentiva il suo corpo tremare.
Non doveva fermarsi, doveva andare dalla sua Hikaru…ma non
riusciva a fare un passo senza sbandare.
-Hi…ka…ru…
E nel giro di qualche secondo, il suo corpo perse le energie
e anche lei cadde in un profondo sonno.
-Lei è…- si fermò ripensando alle parole della ragazza, prima
di andarsene. C’era qualcosa di strano nel suo comportamento…perché non se
n’era accorto?- Scusate, venite con me…andiamo a cercare Doremì.
-Perché?- chiese preoccupata Hikaru. Anche lei sentiva che
qualcosa era accaduto e ciò la spaventava.
I tre camminarono, fino a che non notarono della gente
raggruppata in un punto.
-State qua, non muovetevi- disse Akatsuki, raggiungendo il
gruppo.
Una volta che si era fatto strada tra le persone, vide una
ragazza stesa a terra. Era come temeva.
-Mh…- la bambina guardò il ragazzo allontanarsi e si sentiva
insicura.
-Ma che avranno da guardare con tanta curiosità?- chiese Ryu.
-Io…devo vedere- la bambina si addentrò nel gruppo, seguita
dall’altro bambino.
-Aspetta, papà ha detto che…- ma si zittì, quando vide la
bambina ferma e immobile. La raggiunse e vide in mezzo al gruppo, un ragazzo
chinato per terra dov’era distesa una ragazza. Nonostante non vedesse il volto
di lei, capì di chi si trattava.
-Mamma!- gridò spaventata la bambina.
Akatsuki si girò e vide Hikaru e Ryu tra la gente.
-Vi avevo detto di rimanere indietro!
-Che le è successo? Cos’ha?- chiese spaventata Hikaru, mentre
Akatsuki cercava di impedirle di avvicinarsi di più.
-Va tutto bene Hikaru- la abbracciò forte- Hanno chiamato i
soccorsi, adesso arriveranno.
-Nooo, lasciami vedere la mamma!- tentò di divincolarsi da lui.
-Hikaru, ascoltami!- alzò il tono di voce, mentre la bambina
piangeva silenziosamente- Andrà tutto bene…tua madre starà bene, abbi fede.
-…sì- disse lei singhiozzando.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Kotake guardava fuori dalla
finestra. Tirava una bella arietta. Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi…
-Ko-chan! Ko-chan!
…ma era impossibile con il suo
compagno.
-Insomma, ti ho detto di piantarla con questo nomignolo!
-E’ l’unica maniera per attirare la tua attenzione, in questi
ultimi tempi- disse Yuri- Sei sempre così distratto. Anche quando ti parlo, mi
sembra di parlare a vuoto.
-…Ah, scusa Yuri- sospirò- E’ che sono confuso.
-Per cosa?
-Ti sei mai innamorato, tu?
-Eh?- arrossì- Come mai questa domanda? Ah, ho capito. Vuoi
ricattarmi, vero? Vuoi vendicarti per averti immobilizzato.
-Che? No, no…dico sul serio, non ti è mai capitato di
innamorarti?
-Uhm…non saprei dirti…Non conosco ancora bene questi
sentimenti. Non so neanche cosa si provi di preciso quando ci si innamora-
sospirò- Nella mia vecchia città, c’era una ragazzina con cui andavo molto
d’accordo…non so dirti se quello volesse significare amare, né se era semplice
amicizia. Ma quando mi trasferii qui a Misora, ero molto triste di non vederla
più…Ho cercato di mantenermi in contatto con lei e andavano bene le cose tra
noi…finché…
-Finché?
-Beh, pare che abbia trovato un ragazzo. E preferiva passare
il suo tempo con lui, invece che con me. La cosa mi addolorò molto, però non
potevo certo impedirglielo, era mia amica e dovevo volere la sua felicità…
-La sua…felicità.
-Già, ma non
smetto di pensare fino ad adesso, che se le cose si fossero svolte diversamente,
ora io e lei…beh, forse staremo ancora insieme a chiacchierare come un tempo.
-Sei triste?
-Beh…sì, un
po’…ma ormai me ne sono fatto una ragione- sorrise- E la cosa più buffa, è che
se la rincontrassi…non saprei più come comportarmi con lei.
-…mh,
capisco.
-Però…come
mai questa domanda? Per caso ti è capitato qualcosa di simile?
-Eh? Ah…no,
no- scosse la testa arrossendo- Semplice curiosità.
-Sentì, mi
spieghi perché eri così nervoso oggi? E’ a causa di Akatsuki?
-…ecco, non
del tutto…- abbassò lo sguardo- diciamo che la sua presenza mi rende nervoso e
agitato…
-(O.O) !!!
-Mh? (°_°)’
Perché quella faccia?
-Argh!
(OoO)’ Non dirmi che ti sei innamorato di Akatsuki! (>o<)’’ Nessuno mi
aveva detto di trovarmi in una fan fiction Yaoi!
-(O_O)…Idiota!
(>O<)*- lo fece volare con un pugno- Dicevamo…(U_U)’
-Ahi, ahi
(x_x)’…ma se non sei innamorato di lui…- lo guardò illuminandosi- Sei
innamorato di me? (OoO)’’ Oh, Ko-chan! Mi dispiace, ma non posso ricambiarti!
(>///<)’
-Adesso ti
ammazzo…(*_*)*- un aurea maligna avvolse Kotake.
-Ahhh,
scusa, scusa! Scherzavo (ç.ç)’’
-Parlare con
te è come parlare ad un bambino.
-Uyy, non
essere così severo Ko-chan…volevo solo rallegrarti un po’.
-E invece mi
hai depresso di più.
-Però…di chi
sei innamorato, allora?
-Non ho
detto di essere innamorato…ti ho solo chiesto se sapessi cosa si prova.
-Capisco…-
incrociò le braccia- Allora, non posso che darti il consiglio che mi dette una
volta mio nonno…
-Ovvero?
-Se sei così
confuso su quello che provi per una ragazza…baciala e solo così capirai se è
amore.
-Che?!-
arrossì di botto- Ma che razza di consiglio è?
-Ma scusa,
lo dice anche la canzone di Ashley Tisdale- indicò il cd che teneva in mano.
-Chi?- lo
guardò strano.
-Ashley
Tisdale, è una cantante famosa…com’è possibile che non la conosci?
-Non ascolto
quelle canzoni.
-Per questo
sei così strano (U.U)…
-Senti da
che pulpito (¬_¬)'…- si sedette sulla sedia- Comunque…e se
lei non volesse?- abbassò lo sguardo triste- Questo significherebbe che non ti
ama?
Yuri
lo guardò dispiaciuto. Sembrava davvero triste l’amico.
-…Non saprei
dirti…
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo
venisse distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio
proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo
Ed eccomi al terzo capitolo…e non è
ancora finita (-_-)’ Ed è preoccupante il fatto che non abbia ancora scritto la
fine…uff, spero di non complicarmi la vita da sola (>_<)’
Comunque…come sto andando con la
storia? Spero bene, perché mi sto impegnando, anche se non so quanto bene
(^_^)’
Ah, ah, in questo capitolo Kotake e
Yuri mi hanno fatto ridere, da dove ha tirato fuori quel soprannome “Ko-chan”?
Sembra il nome di un peluche, povero Kotake.
E poi, troppo comiche Doremì e
amiche mentre canticchiano la canzone di Hercules, che poi rispecchia molto la
situazione di Doremì.
Ah, la canzone in questione è “I Won't Say (I'm in Love)”, tradotta in
“Ti vada o no”.
Mashiro-chan:
Eh, eh, un’altra persona che tifa la coppia Doremi / Akatsuki. Sono contenta
che seguiate comunque questa fic (^-^) Grazie per gli auguri (^.^) Ahhh, gli
anni come passano veloci (U.U)’…
Ferula_91:
Beh, ecco, come dire…diciamo che ho cambiato Hana, ma non del
tutto…semplicemente la vedo in un’altra luce in questa fic. Era poi necessario
questo suo cambiamento ai fini della storia e spero che ne capirete il senso
leggendo la storia (^-^)
Hey J:
Superare Secret of my heart? Magari (^.^) Tenendo conto che quella fic mi era
venuta male (-_-)’ Davvero ti piacciono così tanto le mie fic? Sono contenta,
anche perché mi rendo sempre più conto che molti hanno smesso di interessarsi a
questo Anime. La decisione di smettere di scrivere su Ojamajo Doremì, è legata
al fatto che sto tralasciando molte fic incomplete e vorrei prima terminarle,
prima di iniziarne altre.
Ok, con questo è tutto…spero di
poter pubblicare al più presto il nuovo capitolo…ma non so quando lo terminerò.
Anche perché, a mio avviso…sarà un po’ triste, penso.
Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
***********
-Evviva, è andato tutto bene Tetsuya- disse Hana felice.
-…mh.
-Che ti prende, non sei contento?
-Sì, sì…però sono preoccupato…
-Per cosa?
-Non so…sento che è successo qualcosa…forse non dovevo venire.
-Ma che dici, hai fatto bene. Mi sei stato molto d’aiuto.
Kotake la guardò, poi abbassò lo sguardo.
-Scusami…ma vorrei tornare a casa.
-Tetsuya…- lei lo guardò triste- Se è questo che vuoi, io non
ti tratterrò. Mi hai già fatto un grosso favore venendo con me…sarei proprio un
egoista a farti rimanere con la forza- cercò di sorridere- Dai, vai a casa.
-Hana…
-Tranquillo, ormai abbiamo terminato qui…non c’è più bisogno
del tuo aiuto.
-…grazie- le sorrise e si allontanò di corsa.
Hana lo guardò, poi tornò triste.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
L’amore
faceva così male?
Doremì
si guardò allo specchio, mentre si stava provando il vestito per il ballo.
Non
che ne avesse così voglia…non se la sentiva di mettersi a ballare tra tutte
quelle coppiette. Però si era già presa un impegno con Akatsuki.
Presto
sarebbe giunto alla sua porta e l’avrebbe condotta alla scuola.
Chissà,
quello si sarebbe potuto considerare un appuntamento…però perché il suo viso
non sprizzava di felicità, com’era di solito fare quando usciva con un ragazzo?
Forse
perché…non era il ragazzo con cui avrebbe voluto passare la serata.
Lui
era chissà dove. Forse, se andava alla festa, lo avrebbe potuto
incontrare…magari in compagnia di qualche altra ragazza.
Sospirò.
Da quando si era accorta dei suoi sentimenti, era così difficile andare avanti
facendo finta di niente. Non aveva avuto ancora il coraggio di parlargli da
quel giorno e i loro amici se n’erano già accorti.
Però
se avesse provato a parlargli, sicuramente le sarebbero uscite parole che
l’avrebbe messa nei guai. Lui non doveva sapere che lo amava. Non doveva farsi
scoprire…altrimenti era tutto perduto.
Lui…la
loro amicizia.
Si
guardò di nuovo allo specchio e guardò le labbra che aveva toccato il
ragazzino. Si morse il labbro inferiore al pensiero che, per un momento avesse
desiderato baciarlo. Se non fosse scappata via…cosa sarebbe accaduto tra i due?
-Doremì, sei
pronta?- sentì la voce della madre chiamarla.
-Sì,
arrivo…- uscì dalla stanza e scese le scale. Akatsuki era già arrivato e la
stava aspettando all’ingresso estasiato- Ciao Akatsuki…- disse lei imbarazzata.
-Ciao
Doremì…sei stupenda.
-Grazie…-
sorrise.
-Piano con i
complimenti- disse il padre che scrutava bene il ragazzino. Non ricordava di
averlo visto alla scuola di Doremì- Siamo d’accordo con gli orari, Doremì? Mi
raccomando, non fare tardi.
-Sì, papà-
gli sorrise un po’ imbarazzata.
-Tranquillo
caro- la madre gli sorrise- Doremì è già grande abbastanza per essere
responsabile.
-Hai
ragione, mamma.
-Bene,
allora andate e divertitevi.
-Grazie- i
due ragazzini salutarono e si avviarono.
-Mhhh…-
l’uomo li guardò da lontano.
-Per quanto
pensi di rimanere fuori a controllarli?
-Voglio solo
assicurarmi che quel ragazzino non abbia cattive intenzione.
-Che dici?-
disse lei divertita- Sei solo geloso.
-Mhh…è solo
che mi sto rendendo conto solo adesso…che nostra figlia non è più una bambina.
-Doremì, sono tornato!- disse Kotake entrando in casa-
Doremì…Hikaru!- le chiamò, ma nessuna risposta- Strano…- si guardò intorno in
quella casa silenziosa.
Ricordò della festa a cui voleva andare Hikaru, ma era ormai
tarda sera per non essere già tornate.
Cominciò a sentirsi insicuro. Doremì non era il tipo da
tardare così tanto, con Hikaru con lei.
Nel momento in cui stava per cercare il numero del telefono
di Doremì, gli squillò il suo.
Guardò quel numero e fissò il piccolo schermo per qualche
istante, mentre continuava a squillare. Temeva di rispondere a quella
chiamata…sentiva che non portava buone notizie.
Si fece coraggio e prese la chiamata.
-Sì?
-Kotake…sono Akatsuki.
La voce di lui seria, lo fece zittire per qualche minuto.
-Kotake…ci sei?- chiese Akatsuki.
-…s-sì…dimmi.
-Dovresti venire qui al Central Hospital…Doremì si è sentita
male…
Gli bastarono quelle parole, per sentirsi tremare alle
gambe.
-Vengo
subito…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Era
passata circa un oretta da quando lei e Akatsuki erano entrati nella sala da
ballo, che poi non era altro che la palestra della scuola.
Aveva
fatto qualche ballo con lui e le sembrava di divertirsi, finché Akatsuki non si
fermò e la guardò confuso.
-Che hai?
-Mh?
-Pensavo che
ti divertissi…
-E mi sto
divertendo, molto.
-Però,
sembri distratta- disse lui dispiaciuto- Non fai che guardarti intorno.
-Ma no, ti
sbagli…
-Stai per
caso cercando qualcuno?
-No, no-
scosse la testa.
-Sicura?- lo
guardò dubbioso-…non è che si tratta di Kotake?
-Eh?-
arrossì- M-ma va, io sono qui con te adesso. Tetsuya è solo un amico.
-Però…per
lui non sei una semplice amica.
-Come?
-Ricordi
l’esame per i stregoni? Io e Kotake abbiamo parlato…e alla fine lui mi ha detto
di prendermi cura di te.
-C- cos’ha
detto?- disse sorpresa.
-Diceva che
sei una amica importante per lui e che vuole la tua felicità.
Allora,
era vero…Kotake non l’amava…era stata tutta una sua sciocca illusione.
Se
per un momento, quel giorno, aveva pensato che potesse nascere qualcosa tra
loro due, si era illusa.
Non
capiva perché…doveva sentirsi felice, ora che aveva la certezza che non
l’amava, perché potevano tornare amici come prima…ma…
-Doremì?-
Akatsuki la guardò preoccupato. La ragazzina stava versando qualche lacrima.
…ma
non riusciva a sentirsi felice. Si sentiva presa in giro, ancora una volta
aveva avuto una delusione.
Era
così stupida.
-Doremì?- il
ragazzino la prese per le spalle, spaventato dal suo silenzio.
-…scusami
Akatsuki…- disse lei con voce bassa e staccandosi dalla sua presa, corse via.
Perché?
Perché fra tante persone si era innamorata proprio di lui?
E
non ricordava che una delusione potesse fare così male. Non riusciva a smettere
di versare lacrime. Cercava di trattenerle, ma uscivano da sole.
Si
fermò nel parchetto fuori dalla scuola. Cosa le era saltato in mente di correre
via in quel modo?
Però…se
fosse rimasta lì, con gli occhi di Akatsuki che la guardavano confusi…non
poteva trattenere le lacrime.
Perché
si era illusa di poter piacere a qualcuno?
Te
l’ho mai detto che stai bene con i capelli sciolti?
Allora,
erano tutte bugie? Quando le sorrideva e le diceva qualcosa di carino…erano
parole dette solo per compassione?
-Vorrei
poterti dire che sei molto carina così…ma sono una frana- continuò lui con il
rossore sulle guance- Ti faccio arrabbiare, quando vorrei invece vederti
sorridere. Forse tu crederai che lo faccio apposta, ma non è così.
Quando
lui le insegnava a salire sulla scopa in volo, quando si scambiavano sorrisi
d’intesa, quando si erano abbracciati in più occasioni, quando lui si era
avvicinato a lei quel pomeriggio…
Lo
faceva solo perché erano amici e basta?
Già…del
resto, chi avrebbe voluto come sua ragazza, una come lei? Nonostante tutto, era
rimasta la solita pasticciona e goffa. Doremì non sarebbe mai potuta
cambiare…neanche con un cambio di pettinatura, neanche cercando di sembrare più
femminile.
-Ehi, non
dovresti piangere…
Spalancò
gli occhi, quando si accorse che si era seduto accanto lei un ragazzino. Lei lo
fissò stupita e incredule.
-…se no,
rovinerai questo bel faccino- disse lui sorridendole dolcemente e le porse un
fazzoletto- Prendi.
-C- cosa ci
fai qui- disse lei voltandosi, cercando inutilmente di nascondere il suo volto
bagnato dalle lacrime.
-Sono venuto
al ballo come gli altri, no?
-…e allora,
perché non sei dentro a ballare con la tua compagna?
-Beh,
ecco…diciamo che la persona che volevo invitare, era già impegnata- disse lui
sorridendo un poco triste. Lei lo guardò, chiedendosi chi fosse questa ragazza-
E tu, non eri venuta con Akatsuki?
-Sì…
-E allora,
cosa ci fai qui da sola?
-Io…-
abbassò la testa- Niente.
-Non
sembrerebbe…- lui la guardò serio- Akatsuki ti ha trattato male?
-No, no-
scosse la testa- Lui è stato gentile con me…
-Beh, ma
allora perché…?
-Non è
niente…- cercò di asciugarsi le lacrime con il fazzoletto.
-Doremì…
-Ti ho detto
che non è niente!- disse alzando la voce. Kotake la guardò stupito. Lei abbassò
lo sguardo, rendendosi conto di aver esagerato- …scusa. Non so cosa mi prenda-
continuò a singhiozzare.
-…Doremì- la
prese per il mento e la obbligò a guardarlo in faccia- Non voglio vederti
piangere…non lo sopporterei.
-…Tetsuya-
non riusciva a smettere di piangere.
Kotake
la guardò negli occhi.
Lì la vedi, seduta dall'altra parte della
strada
lei non ha molto da dire ma c'è qualcosa di lei (che parla)
e tu non sai perché ma muori dalla voglia di baciare la ragazza
Non
capiva perché gli ronzavano in mente le parole di quella canzone. La canzone
che Yuri non smetteva di ascoltare in negozio e che involontariamente era
costretto a sorbirselo.
si, la vuoi, guardandola sai che la vuoi
è possibile che anche lei ti voglia, c'è solo un modo per chiederglielo
non dovrai dire un parola, nemmeno una parola
và avanti e bacia la ragazza (baciala!)
Ma
si poteva sapere perché fra tutti i momenti, proprio adesso doveva venirgli in
mente quella canzone? Che per di più non era neanche il suo genere. Però…
shalalalala
oh tesoro, è come se il ragazzo fosse troppo timido
non bacerà la ragazza!
shalalalala
non è triste, è solo una vergogna
pessimo, perderai la ragazza
và avanti e bacia la ragazza (baciala!)
…era
come se quelle parole…gli facessero uno strano effetto, lì…in quel posto…
adesso è il tuo momento galleggiando in
una laguna blu
ragazzo, faresti meglio a baciarla subito
non ci sarà un momento migliore
lei non dice una parola e non dirà una parola
fino a che non la bacerai (baciala!)
Tutto
intorno a loro, sembrò scomparire…c’erano solo loro due e a lui non importava
che quello. Le labbra di lei, erano un invito per lui, che non poteva
rifiutare.
Chiuse
gli occhi e tenne il viso di lei tra le mani, in modo che le impedisse questa
volta di scappare da lui.
shalalalala
non essere spaventato, è meglio che tu sia preparato
và avanti e bacia la ragazza
shalalalala
non fermarti adesso, non provare a nasconderlo, adesso
vuoi baciare la ragazza
và avanti e bacia la ragazza (baciala!)
oh no, baciala, baciala
lalala lalala và avanti e baciala
lalala lalala và avanti e baciala
Senza
esitare oltre, toccò le sue labbra con quelle di lei, in un bacio che parve
durare una vita.
Perché
lo sapeva oramai…lui la amava. E non c’era modo di tornare indietro.
Kotake corse per i corridoi dell’ospedale, nonostante più
infermiere lo avessero intimato di rallentare. Ma lui pareva non ascoltarle,
preoccupato com’era.
Arrivò in prossimità della stanza e notò un ragazzo
camminando lì vicino.
-Akatsuki!- disse con il fiatone per la corsa- Come sta? E’
grave? Dov’è?- chiese a raffica.
-Calma, ora è in stanza insieme a Hikaru e a mio figlio.
-Ma com’è successo?
-Non so dirtelo con precisione…penso che si sia sentita male durante
la festa. Era andata a prendere da mangiare ed è svenuta d’improvviso.
-Però che ha detto il dottore?
-Dice che sta bene, ora. Pensa che si sia trattato di
affaticamento e stress…forse ha lavorato troppo in questo periodo, che tu
sappia?- lo guardò.
-Non so…- si grattò la testa- Sia io che Doremì siamo abituati
a questi ritmi…
-Eppure non è la prima volta che si sente male…anche al
compleanno di Hana, quando l’ho riaccompagnata, le ho consigliato di farsi
vedere dal dottore. Ma evidentemente, non mi ha ascoltato.
-Dottore? Perché?
-Beh, quando l’ho vista al compleanno, non mi sembrava molto in
forma. Doremì non ti ha detto niente?
-Eh…dunque…non abbiamo avuto occasione di parlarne- mentì. Però
in parte era vero, Doremì si era rifiutata di raccontargli la serata nei
particolari.
-…
-Vado a vedere come sta- Kotake entrò dentro la stanza.
-…Tetsuya?- disse sorpresa la ragazza che stava sul lettino.
Intorno a lei c’erano il figlio di Akatsuki e Hikaru seduta vicino alla madre.
-Papà!- la bambina scese dal letto e gli andò incontro- Papà,
sei arrivato.
-Sì tesoro- disse lui dolcemente, vedendo la bambina con gli
occhi in lacrime. Si avvicinò alla moglie- Come ti senti?
-Cosa ci fai qui?- chiese lei, poi si girò verso Akatsuki
guardandolo con rimprovero- Lo hai chiamato tu, vero?
-Dovevo Doremì. E’ giusto che lo sapesse.
-Però…
-Gli avevi chiesto di non avvertirmi?- Kotake la guardò
sorpreso, ma anche molto amareggiato.
Doremì abbassò lo sguardo triste.
-Non volevo che ti preoccupassi, so che eri impegnato…
-Questo non è un buon motivo per non volermi avvertire!- disse
lui arrabbiato.
-Io sto bene.
-Se sei qui, è chiaro che non lo sei!
Si creò uno strano clima di tensione. Hikaru guardò
preoccupata i due genitori.
-Forse sarà meglio lasciarvi soli…- disse Akatsuki e guardò i
bambini- Dai, andiamo.
-Sì…- i due lo seguirono fino alla porta, ma Hikaru non si
sentiva tranquilla. Vedeva il padre visibilmente arrabbiato e l’espressione
della madre era triste. Cosa stava accedendo? Non avevano già risolto i loro
problemi?
-Hikaru…- la chiamò il bambino.
-…sì- uscì dalla stanza.
-Sei riuscito a spaventare Hikaru- disse Doremì, una volta che
erano soli.
-Non era mia intenzione. Voglio solo capire cosa ti succede,
perché ti sei sentita male. E poi, cos’è questa storia che non volevi
avvertirmi? Ti sembra giusto?
-Sapevo che eri impegnato…visto che non era niente di grave,
non mi sembrava il caso di avvertirti, perché ero sicura che ti saresti
preoccupato per niente.
-Niente? Doremì, tu sei svenuta per strada! Hai spaventato
Hikaru! Ti sembra poco?
-Mi sono già scusata con lei…non si ripeterà più.
-Come fai a sapere che non ricapiterà di nuovo?
-Starò più attenta.
-Doremì, forse dovresti lasciare per un po’ il lavoro…Akatsuki
mi ha detto che stai lavorando molto ultimamente. Forse è questo il motivo per
cui ti sei sentita male.
-No, sto bene ora. Ho avuto solo un capogiro, niente di più.
-Non dovresti andarci così leggera, Doremì. Si tratta della tua
salute. Non mi avevi detto che stavi lavorando così tanto.
-E’ normale routine, Tetsuya.
-…Come mai eri con Akatsuki alla festa?- chiese lui.
-E’ stato un caso…ci siamo incontrati lì con i bambini.
-Mh…sembra che ultimamente Akatsuki capiti nei momenti più
importanti, o sbaglio?
-…Pensi che lo faccia apposta?- lo guardò seria.
-Dico solo che mi pare che ti trovi meglio con lui…che con me.
-Ancora con questa storia? E’ possibile che tu non pensi ad
altro?
-Voglio solo capire Doremì. Mi parli poco ultimamente, sei più
distaccata, mentre con Akatsuki hai incominciato a rivederlo più
frequentemente. E venendo qui, trovo lui. Come pensi che mi senta io?
-In nessun modo in particolare, visto che non c’è né motivo.
Perché invece di stare qui a farmi perdere la pazienza, non torni a casa
portandoti Hikaru?
-Mi stai mandando via?
-Ti sto chiedendo solo di lasciarmi riposare in pace- strinse
le lenzuola- Non saresti neanche dovuto venire.
-Ah, è così che la metti?- disse lui arrabbiato- Mi consideri
adesso solo un disturbo per te? Scommetto che Akatsuki ti tiene compagnia
meglio di me!
-Tetsuya!
-Ho detto la verità! Se non mi vuoi, basta dirlo- si voltò- Che
stupido che sono stato a precipitarmi qui da te!- ed uscì dalla stanza,
sbattendo la porta.
Doremì sentì le voci soffuse delle persone che erano fuori.
Sentì Kotake salutare velocemente Akatsuki e portarsi via la bambina.
Ora che sentiva che si erano allontanati, poté tirare un
sospiro di sollievo e si lasciò andare alle lacrime che stava trattenendo da un
sacco di tempo.
Stava andando tutto a rotoli…aveva programmato di passare
una piacevole serata con la figlia e invece aveva rovinato tutto. Non voleva
neanche che venisse Kotake e che la vedesse in quello stato. Sapeva che si
sarebbe preoccupato e l’ultima cosa che voleva, erano altri problemi.
Forse…ora che era lì da sola…era il caso di fermarsi e
riflettere.
Era giunto il momento di fare qualcosa o nessuno dei due
avrebbe retto a lungo.
Ci
teneva troppo all’amore della sua famiglia…anche se avrebbe dovuto prendere una
decisione drastica, era per il loro bene.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-38.30 di
febbre…- una donna guardò il termometro- complimenti Doremì, sei ufficialmente
ammalata.
-Uhhh…-
mugolò la povera ragazzina, tirando a sé le coperte.
-E io che
credevo che gli stupidi non si ammalassero mai…- disse la sorella piccola.
-Pop!-
esclamò Doremì offesa e poi si lasciò cadere sul cuscino- Mi sento uno
straccio…
-Beh, ci
credo, con una febbre così alta…- disse la madre incredule- ma si può sapere
come hai fatto? Dentro la palestra non avrebbe dovuto far freddo.
-A me
sembrava già strano che qualcuno l’avesse invitata- commentò Pop.
-Uhh…- la
ragazza si rifugiò sotto le coperte, per evitare altri commenti- Ho sonno…
-Certo, hai
ragione…ti lasciamo riposare- la madre e Pop uscirono dalla stanza.
La
stanza tornò silenziosa di nuovo.
-Sigh…-
Doremì tirò fuori la faccia sofferente dalle coperte- Ma perché capitano tutte
a me?
La
ragazzina osservò il soffitto, mentre con la mente percorreva gli ultimi
istanti di quella serata…
La
sofferenza di amare e non essere ricambiata e poi…il bacio.
Divenne
rossa come un pomodoro e si coprì con le coperte.
Com’era
successo? Com’era potuto accadere una cosa simile?
Sarebbe
sprofondata dalla vergogna. Come minimo lo avrebbe scritto sul suo diario, tra
le note di “cose peggiori”…se solo c’è l’avesse quel diario. Ma non era il
tipo, visto che viveva la sua vita senza fermarsi mai.
-Che faccio
adesso?- sussurrò.
Già,
era un grosso guaio…si era cacciata in un grossissimo pasticcio. Aspetta…ma non
era colpa sua…se ricordava meglio, era stato Kotake a baciarla!
-Ma allora…
Era
possibile che…lui…
-Doremì! Hai
delle visite!- sentì la voce di Pop provenire da fuori dalla stanza.
-Eh?-
sbirciò fuori dalle lenzuola. Chi poteva essere?
-Doremi-chan?-
entrarono nella stanza delle ragazzine.
-Ragazze!-
esclamò Doremì sorpresa- Mi siete venute a trovare?
-Già…- disse
Hazuki- Avevamo chiesto a Yuri e ci ha detto che stavi male.
-Ti abbiamo
portato dei dolci per augurarti una buona guarigione- disse Momoko, mostrandole
una cesta.
-Grazie…-
disse lei sedendosi sul letto.
-Allora,
come va?- chiese Onpu- Non hai un bell’aspetto.
-Uhh…ho la
febbre.
-Ma come hai
fatto?- chiese perplessa Momoko- Di solito tu godi di buona salute.
Già,
come? Se lo chiedeva anche lei…ma conosceva già la risposta, per quanto
imbarazzante fosse…
-Ehm…-alzò
lo sguardo incerta- e i ragazzi?
-Sono al
Maho…Majorika voleva che rimanesse qualcuno in negozio. Però Yuri ha detto che
sarebbero venuti a trovarti appena potevano.
-Oh…-
abbassò lo sguardo- Meglio così…- disse quasi in sussurro.
-Come?-
chiese Aiko che aveva un bell’udito.
-Niente,
niente- agitò le mani imbarazzata.
-Piuttosto…-
Momoko alzò lo sguardo in alto- Avete notato lo strano comportamento di Kotake?
-Mh?- Doremì
la guardò.
-Già…hai
ragione- ammise Aiko- Ieri gli avevo chiesto di passarmi le forbici…e mi ha
passato un vaso di fiori.
-Oh, io
quando gli ho chiesto l’ora, mi ha recitato la Divina Commedia- disse Hazuki
confusa- E la sapeva pure bene.
-Senza
contare che continua a sbattere contro i pilastri del negozio e Majorika non fa
che lamentarsi, dicendo che di questo passo le strutture cederanno- disse Onpu.
-Io direi
piuttosto che Yuri cederà prima…- disse Momoko- Kotake l’aveva scambiato per un
tappeto e c’è passato sopra.
-Già,
poverino- disse Hazuki- C’è rimasto molto male.
-Uh…- Doremì
guardò stupita le amiche.
Ma
stavano dicendo sul serio? Da quando Kotake si comportava da vero imbecille?
Non che non lo fosse di già…ma fino a questi livelli…
Poi
vide, con suo orrore, le ragazzine girarsi nello stesso momento per fissarla.
-Non pensate
che dietro al comportamento di Kotake, ci possa essere una certa ragazzina?-
disse Aiko.
-Uhm…sì, di
solito si comporta così solo quando si tratta di lei.
-E vedendo
come si è ridotto…direi che è successo qualcosa di molto grosso.
-E poi la
febbre di Doremì capita a fagiolo con il cambiamento di Kotake.
-Eh? Eh?-
disse la povera Doremì con gli occhi terrorizzati e agitati.
-Avanti,
sputa il rospo Doremì, cos’è successo?
-Momoko, che
espressione…- disse Hazuki contrariata.
-Oh,
scusa…eh, eh, troppe puntate del Capitano Moore.
-Ecco io…-
disse incerta Doremì, coprendosi fino al mento con la coperta- non so…
-E va bene,
l’hai voluto tu…- disse Momoko con gli occhi illuminati- si parta con la
tortura!
-Eh?!-
esclamò Doremì doppiamente terrorizzata.
-Momoko…devi
proprio smetterla di vedere quel telefilm- disse Onpu sospirando.
-E va bene…-
disse Doremì rassegnata. In fondo, non c’è l’avrebbe fatta a mantenere quel
segreto così a lungo…- Io…cioè, noi…ci siamo baciati…
Calò
il silenzio. Doremì guardò preoccupata l’espressione di marmo delle ragazzine.
Non si muovevano neanche.
-CHE?!-
l’esclamazione arrivò fin fuori della casa.
-Urgh…-
disse Doremì con le mani alle orecchie- Ancora un poco e mi avreste reso sorda!
-Ti ha
baciata?!- continuarono a dire le amiche- Quando? Dove?
-Al ballo
della scuola…
-Ma non eri
andata con Akatsuki?- chiese Hazuki.
-Sì…ero
andata con lui…- abbassò lo sguardo- però poi ho incontrato Tetsuya…
-Ed è lì che
vi siete baciati?- disse emozionata Momoko.
-…sì, più o
meno…- disse Doremì rossa dalla vergogna. Alzò lo sguardo per guardare le
amiche e le vide tutte abbracciate e in lacrime.
-…Ragazze?-
chiese preoccupata Doremì.
-Oh, non sai
da quanto aspettavamo questo momento…- disse Hazuki commossa.
-Finalmente
vi siete dichiarati e starete insieme…
-…Ehm, no-
disse Doremì.
Le
amiche si girarono verso di lei.
-…Come?
-Ecco…sì, è
vero, ci siamo baciati…ma niente di più.
-…Come?!
-Dopo il
bacio, ce ne siamo andati ognuno per la propria direzione.
-…Come?!!
-Ma siete
sorde?
-Fammi
capire…tu e Kotake vi siete finalmente baciati e tu lo lasci andare così?
-E che
dovevo fare?
-Non
so…fammici pensare- Onpu alzò lo sguardo, pensierosa- Tipo…dichiararti?!
-Eh?!-
arrossì di colpo- E perché avrei dovuto fare una cosa così insensata?
-Oh, no,
ecco che ci risiamo…- le ragazzine sospirarono depresse.
-Ma tu
guarda, tutto questo tempo…e questi due si danno solo un misero bacetto…
-Ehi!- disse
offesa Doremì- Non è colpa mia.
-Ah, no? E
di chi allora?
-Mhh…non so…
-Lo so di
chi è la colpa…- disse Aiko infuocata- E’ di Kotake! Perché non si comporta da
uomo e si decide a dichiararsi?!
-Calmati
Aiko-chan- disse Hazuki- Non puoi certo obbligarlo.
-E poi…-
disse Doremì sospirando triste- Non è detto che lui sia innamorato di me…
-Ma certo
che è innamorato di te!- esclamò furibonda Aiko.
-Tetsuya, ho sentito dire che Doremì si è sentita male- una
ragazza bionda comparve davanti alla porta.
-Mh?- lui alzò lo sguardo dai compiti dei suoi alunni- Regina,
cosa ci fa qui? La scuola è chiusa.
-Sono venuta a sapere come stavi e anche Doremì.
Lui la guardò, poi triste guardò i fogli che aveva in mano e
continuò nel suo operato.
-Non lo so.
-Come?- lei lo guardò confusa.
-Doremì dice di stare bene…ma non sembra. E per di più abbiamo
finito per litigare, quando l’unica cosa che volevo fare, era starle accanto.
-Tetsuya- lo guardò triste.
-Ehh, che ci vuoi fare- alzò le spalle, cercando di sorridere-
Siamo fatti così, non possiamo fare a meno di discutere.
-Però, è triste lo stesso.
-…già.
-Posso fare qualcosa per te? Forse posso provare a
parlarle…ammesso che mi ascolti. Ultimamente sento che mi vuole evitare.
Kotake osservò l’espressione dispiaciuta della ragazza.
-No, grazie- le sorrise- Va bene così. Io e Doremì risolveremo
insieme questo problema.
-…mh.
Il ragazzo continuò a leggere i fogli, mentre Hana si
avvicinò alla cattedra e si sedette vicino.
-Mh?- lui la guardò sorpreso- Non dovresti essere al castello?
-Sì, però mi annoio…
-Lo sai che hai dei doveri da compiere.
-Lo so, lo so, però oggi non me la sento…preferisco stare qui
con te…in tua compagnia- appoggiò la testa sulla sua spalla.
Lui la guardò sorpreso.
-Hana?
-Mi piace starti accanto…mi sento così bene e rilassata…non
capisco perché Doremi invece non voglia. Lei non si rende conto della fortunata
che è…
Kotake tentò di sorridere, anche se era amareggiato.
-Io darei tutto quello che posseggo, per stare con te- continuò
lei.
-Hana, non dirai sul serio- ridacchiò divertito.
Lei si staccò da Kotake e lo guardò seriamente.
-Dico per davvero!- lui osservò stupito l’espressione della
Regina.
Il ragazzo socchiuse gli occhi e si girò.
-…è meglio che tu torni al castello.
Hana lo guardò triste.
-…come vuoi- e si alzò dalla sedia, per andarsene via da
quell’aula.
Lui rimase lì per un'altra oretta e poi si decise di tornare
a casa. Mise via le sue cose e uscì dall’aula. Fuori c’era un signore che si
occupava delle pulizie della scuola.
-Salve signor Kotake- salutò amabilmente.
-Salve signor Kunichi- lo salutò.
-Anche oggi tardi, eh?- disse lui.
-Sì…è il periodo degli esami.
-Mh, immagino che fatica sarà…
-Sì…beh, è ora che vada…
-Mh…ah, ora che mi ricordo- si diede una pacca sulla fronte- Mi
sono scordato di avvertirla che è passata qui sua moglie.
-Doremì?- lui lo guardò sorpreso.
-Sì…è passata di qui più di un oretta fa…voleva parlarle e le
ho detto che eravate in classe. Lei è andata, però poi è tornata indietro e mi
ha detto di riferirvi che vi aspettava a casa.
-Come mai non mi ha avvertito?
-Lo avrei fatto…ma ho visto che eravate in compagnia e mi è
sembrato scortese interrompere. Così ho aspettato che terminaste di lavorare.
-…Ah, capisco. Grazie comunque- sorrise e salutò.
Più tardi raggiunse casa sua ed entrò. Notò per prima cosa
una piccola valigia all’ingresso. Poi sentì dei rumori venire dalla stanza.
Preoccupato, si diresse subito vero la stanza.
-…Doremì?- la vide intenta a prendere qualcosa dagli armadi.
-Oh, ciao Tetsuya- gli sorrise- Sei tornato.
-…che stai facendo?- tralasciò la sorpresa di vederla così
sorridente, per concentrarsi su quello che stava facendo.
-Ah, sì…stavo prendendo dei vestiti…- continuò tranquilla.
-Perché?
-…Ho preso una decisione: me ne vado.
Lui spalancò gli occhi incredulo.
-C-come?
-Tranquillo, non me ne vado per sempre…mi prendo solo una
piccola vacanza.
-Vacanza? Così all’improvviso?
-Ci stavo pensando da un po’…e alla fine mi sono decisa.
-Ma perché non me hai parlato? Avremmo potuto decidere insieme.
-Ho preferito di no…era una cosa che dovevo fare da sola.
-Che vuoi dire?- Kotake la guardò confuso.
-Dico solo che…- abbassò lo sguardo- Forse c’è qualcosa da
sistemare…magari dovremmo prenderci una pausa.
-E pausa per che cosa?- chiese lui leggermente arrabbiato per
quel discorso- Se c’è qualcosa da dire, è meglio farlo subito.
Doremì lo guardò dispiaciuta.
-Mi dispiace…- disse triste- Non posso…
Il ragazzo osservò
l’espressione di Doremì. Perché si comportava così?
-Perché…perché fai così?- disse con il corpo che fremeva dalla
rabbia- Perché vuoi rovinare tutto? Sei solo una sciocca!
-Tetsuya…io- si bloccò e chinò nuovamente la testa. No, non c’è
la faceva. Non riusciva ad affrontarlo.
-Forse c’entra Akatsuki, per caso?- Kotake la guardò serio.
Voleva chiarimenti- Forse non mi hai raccontato tutto?
Doremì lo guardò amareggiata e
sospirò. Chiuse la valigia.
-…Tornerò per un po’ sulla terra, a casa dai miei- disse lei,
quasi ignorando la richiesta di Kotake- Se a te va bene, porto con me Hikaru.
-No, che non mi va bene!- disse lui arrabbiato. Doremì stava
davvero superando il limite.
-Con il tuo lavoro, non avresti tempo di starle dietro. Io
invece mi prenderò un periodo di ferie, così starò con lei. Te la porterò
quando non sarai impegnato- disse lei tranquilla, senza guardare il ragazzo.
-Non puoi decidere tutto tu! Non hai pensato a come la prenderà
Hikaru?
-Ne ho già parlato con lei…è una bambina intelligente e
comprensiva, capirà con il tempo…
-Quella che non capisce sei tu! Ti comporti in modo strano da
un bel po’ di tempo e non vuoi dirmi niente! Sei un egoista e insensibile che
vuole rovinare la famiglia!
La ragazza socchiuse gli occhi
a quelle parole. Kotake non capiva il motivo del suo gesto e lei non se la
sentiva di affrontarlo. A chiunque sarebbe sembrato un gesto folle il suo, però
era l’unica cosa che era in grado di fare. L’unico modo per salvarsi da quella
profonda disperazione che da tempo la stava lacerando.
-Scusami…devo andare- avanzò decisa verso la porta.
-Doremì, non farlo…- gli si mise davanti- Non rovinare tutto…
Lei lo guardò ancora una
volta. Guardò il volto del ragazzo che amava così tanto da non potergli stare
più affianco.
-…perdonami.
Purtroppo non c’erano altre
parole per poter spiegare quello che provava.
Il ragazzo la guardò
sbigottito e non reagì neanche quando lei lo oltrepassò e uscì dalla casa.
Il silenzio regnò sovrano.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Uhm…- Yuri
osservò attentamente.
-Uhm…-
osservarono Majorika e Lala.
-Che dite,
se ne sarà accorto che sta prendendo le misure alla stufa?- chiese il
ragazzino.
-Uhm…no-
risposero le due.
Seguì
un altro momento di riflessione.
-Okey…è un
completo imbecille- conclusero i tre, osservando l’oggetto della loro
attenzione. Ovvero il ragazzino dai capelli blu che da ore non faceva che
vagare nella stanza, prendendo le misure ai primi oggetti che incontrava.
-Sembra così
vulnerabile…è il caso di svegliarlo?
-Non saprei
quanto potrebbe servire nelle sue condizioni.
-Vediamo
quanto è danneggiato…- disse Yuri- Ehi Ko-chan, mi andresti a comprare una
maglietta per mia cugina ai grandi Saldi?
Il
ragazzino si girò verso di lui con un sorriso stampato.
-Ma certo,
caro Yu-chan…
-Okey, è
fuso del tutto- conclusero di nuovo i tre osservatori.
-Che
facciamo adesso? In queste condizioni è inservibile al negozio.
-Già,
causerebbe più disastri di Doremì.
-Uh uh uh-
Yuri ridacchiò con una luce negli occhi- Tutto sommato potrebbe tornarmi utile
uno schiavo…
-Ehm, Yuri…?-
lo guardarono spaventate.
-Ho sempre
sognato di aprire un circo…e adesso con Kotake ci riuscirò.
-Circo?- le
due si guardarono.
-Su Kotake,
fai la foca!- disse Yuri battendo le mani e Kotake eseguì- E adesso il delfino!
Bravo! Adesso rotolati!
-Ehm…purtroppo
non è possibile neanche fare affidamento su Yuri…
-Spero che
arrivino al più presto le ragazze o andrò in bancarotta- piagnucolò Majorika.
-Peccato che
oggi non vengano, perché sono andate a far visita a Doremì…
Le
due si guardarono per qualche secondo.
Qualche
minuto dopo, Yuri e Kotake si ritrovarono letteralmente buttati fuori dal
negozio.
-Eh?- disse
confuso Yuri.
-Abbiamo
deciso che oggi il negozio chiuderà prima- spiegò Lala.
-Come mai?-
chiese sorpreso Yuri.
-Beh, ehm…-
Lala non sapeva come spiegarglielo, senza offenderli.
-Semplicemente
non voglio andare in fallimento- disse Majorika.
-Eh?
-Eh, eh, non
fateci caso- disse Lala- Scherzava. E’ solo che abbiamo pensato di lasciarvi
riposare un po’…sai, ogni tanto ci vuole…
-Soprattutto
a voi- aggiunse Majorika.
-Majorika!-
disse con rimprovero Lala.
-Che c’è? Ho
detto solo quel che penso.
-Oh, beh, in
questo caso- alzò le spalle Yuri- Avrò tutto il tempo per prepararmi per il
circo. Andiamo Ko-chan- il ragazzino lo seguì.
La
strega e la fatina li guardarono mentre si allontanavano.
-Sai cosa
penso Lala?- disse Majorika.
-Cosa?
-Che appena
Kotake si riprenderà e verrà a conoscenza dei fatti…avremo un apprendista in
meno.
-Già- le due
rientrarono nel negozio.
-Allora
Ko-chan, che facciamo adesso?- chiese Yuri, mentre camminava con Kotake.
-Andiamo a
Parigi- rispose semplicemente il ragazzino.
-Oh, beh,
sì…certo, tanto è a due passi…- poi si voltò verso di lui- oppure potremo
andare a trovare Doremì.
SBAM.
Kotake era inciampato nel tombino ed era caduto per terra.
-Ehm…Kotake?
Tutto bene?
-Ma certo…-
alzò lo sguardo sorridente.
-Okey…allora
andiamo?
SBAM.
Era andato a sbattere contro un albero. Yuri sospirò.
-Sì…- disse il ragazzo seduto sulla sedia e la testa abbassata.
-Ma come…? Così d’improvviso?
-Diceva che aveva bisogno di riflettere…
Hana guardò triste il ragazzo.
-Mi dispiace…
-E’ stata una sua decisione…ha fatto tutto senza chiedermi
niente…non ha voluto neanche chiarirsi con me. Neanche una parola.
-Vedrai che tornerà…
-Lo spero…non sopporterei che terminassimo così…
La ragazza bionda lo guardò
triste.
-Doremì è importante per te…
Kotake alzò la testa.
-Certo che sì.
-Già…ma forse…lei non ti merita…
-Come?- la guardò stupito- Che stai dicendo?
-Dico solo che non è giusto che ti tratti così…tu l’ami e lei
se ne va, senza darti spiegazioni. Non doveva comportarsi così.
-Non capisco cosa le stia succedendo…faccio fatica a capirla.
-Tetsuya…forse lei non ti ama come l’ami tu…
-Eh? Perché dici questo?
-Se io fossi stata al suo posto, se io fossi stata Doremì…non
ti avrei mai lasciato…avrei continuato ad amarti…- lo guardò intensamente.
-Ma tu non sei Doremì.
-Sì…ma avrei tanto voluto esserlo…per stare con te…per ricevere
l’amore che dai…
Kotake la guardò confuso. Cosa
voleva dire con tutti quei discorsi?
-Non capisco…perché mi stai dicendo questo?
-Tetsuya…tu conosci già i miei sentimenti…sai cosa provo per
te…e vederti soffrire così, mi fa sentire male.
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
-Non posso farci niente, ho le mani legate. Doremì mi ha
chiesto di lasciarla stare per un po’…ma a me non sembra una buona idea. Però,
non posso certo andare lì e portarla via con la forza- sospirò- Non so proprio
cosa fare.
-E se…provassi a dimenticarla?
Kotake la guardò nuovamente.
-Lo sai che non posso farlo. Lei rappresenta tutto per me-
chiuse gli occhi e provò a ricordare il momento in cui la ragazza se ne andava
via di casa.
Perdonami
-E va bene. Ho preso la mia decisione- appoggiò le mani sulle
ginocchia- Non ha senso continuare così. Devo chiarire con Doremì.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Ahhh-
sospirò una ragazzina, guardando nuovamente il soffitto dal suo letto.
Parlarne
con le sue amiche dell’accaduto, l’aveva un po’ tranquillizzata, ma continuava
ad essere confusa.
Ricordava
bene quel momento…lei triste in lacrime e lui che la guardava dolcemente. Le
labbra di lui che si posavano sulle sue e quel dolce tepore provato, quando la
strinse a sé…sembrava tutto così magico…ma allo stesso tempo irreale.
E
quando i due si staccarono, nessuno proferì parola. Semplicemente si alzarono
da dov’erano e si avviarono ognuno nella propria direzione.
Forse
non avevano poi così torto le loro amiche…era tutto assurdo. Perché non gli
aveva detto niente? Lui era lì con lei e l’aveva baciata…dopo che lei era
scappata dalla palestra.
Perché
non gli aveva chiesto il motivo del suo bacio? E perché lei non lo aveva
rifiutato come la volta precedente?
Già,
le sue amiche avevano ragione…lei era innamorata di quel ragazzino…
-Doremì!- si
aprì la porta.
-Ahhh!
-Eh??- Pop
la guardò strana- Che ti prende?
-Eh…eh, eh…-
rise imbarazzata- Insomma Pop, quante volte ti ho detto di bussare!
-Per essere
un ammalata, ne hai di voce…- commentò Pop- Comunque, volevo solo dirti che
sono venuti a trovarti Kotake e Yuri.
-Tetsuya?!-
esclamò Doremì sorpresa.
-…e Yuri-
precisò Pop- Ahh, One-chan come sei prevedibile quando si tratta di ragazzi.
-Unf, Pop!-
fece una smorfia.
-Doremì!-
esclamò il ragazzino dai capelli neri- Ciao!
-Eh…Yuri,
ciao- salutò Doremì.
-Come va?
-Così,
così…diciamo che ho un po’ di febbre…
-Oh…in
questo caso, ti ho portato una vecchia medicina che ti aiuterà.
-Una medicina?
-E’ un
antico rimedio che mia nonna prepara con delle erbe…- prese una tazza d’acqua
calda- Basta metterlo in acqua calda e berlo…- glielo porse.
-Ehm…ma sarà
sicuro?- disse lei preoccupata dall’odore.
-Tranquilla…a
quattro persone su cinque, ha fatto bene- disse lui sicuro.
-E…alla
quinta persona?
-Beh…- alzò
lo sguardo- Meglio che tu non lo sappia…Comunque, tu ti fidi di me, no?- disse
sorridendo.
-Ugh…ecco…-
si guardò intorno- E Tetsuya dov’è? Pensavo che era con te…
-Sì, era
così…però ha preferito rimanere fuori.
-Eh?- lo
guardò senza capire- Ma Majorika vi ha lasciati andare via dal negozio, prima
della chiusura?
-Sì…diceva
che ci dovevamo prendere una pausa, così che ne ho approfittato per venirti a
trovare, insieme a Kotake…o quel che ne resta.
-Eh?- lo
guardò doppiamente confusa.
-Oh, guarda,
una libellula!- indicò il soffitto.
-Una
libellula?- alzò lo sguardo e Yuri ne approfittò per farle bere la medicina.
-Glug…-
inghiottì Doremì sorpresa- Argh, tradimento! Mi hai fatto bere la tua medicina!
-E’ un vecchio
stratagemma della nonna- disse tranquillo Yuri.
-Sento che
sto per morire…
-Esagerata…al
massimo le prime ore ti rimpiccolirai, perderai i capelli, ti riempirai di
macchie rosse, adorerai il Jazz…
-A parte il
fatto del Jazz…ma tu mi hai fatto bere una cosa simile, conoscendo bene gli
effetti collaterali?!
-Tranquilla,
se sei una persona fortunata, andrà tutto bene.
-…sto per
morire.
-Yuri!- lo
chiamò Pop- Saresti così gentile da aiutarmi con degli esercizi di matematica?
So che sei bravo…
-Certo, sei
hai bisogno di aiuto io…- non fece in tempo a finire, che Pop l’aveva afferrato
per il braccio e lo stava trascinando.
-Perfetto!
Vieni con me!- e lo portò via dalla stanza.
-Ma…Pop!-
disse stupita Doremì.
-Tranquilla,
te lo riporterò al più presto…- disse Pop sorridendo, poi spinse dentro la
stanza un altro ragazzino- Nel frattempo tu e Kotake potreste chiacchierare,
no?- il suo sorriso si ingrandì, poco prima di chiudere la porta.
-Cos…?!-
Doremì non fece in tempo a reagire, che si ritrovò da sola con Kotake nella stanza.
“E
adesso, che faccio?”- pensò Doremì terrorizzata.
Non
si era preparata a sufficienza…non era pronta ad affrontarlo…cavoli, era
tesissima!
Avrebbe
voluto scappare via da quella stanza, e invece se ne stava immobile sul letto.
Beh…non che Kotake fosse tanto di aiuto…se ne stava impalato come uno
stoccafisso a fissare la parete, senza dare cenno di voler parlare.
Grande,
quale migliore situazione di quella? Loro due in una stanza…dopo che due giorni
prima si erano baciati.
Ci
pensò su…
Ma
era terribile, doveva scappare!!
Quindi, lascerai le cose come
stanno…non ti credevo così codarda.
Ricordò
le parole di Onpu…forse era giunto il momento di farsi avanti.
Alzò
il suo sguardo verso il ragazzino…sembrava agitato, nonostante cercasse di
sembrare sereno.
-Eh…- tutti
e due stavano cercando di dire qualcosa nello stesso momento. Accorgendosene, i
due arrossirono all’istante.
Tornò
il silenzio.
“No,
così non va bene per niente”- pensò terrorizzata Doremì- “Di questo passo
morirò di crepacuore, prima che faccia effetto la medicina di Yuri”.
-Eh…ehm-
cercò di tossire- Perché te ne stai lì in piedi?- cercò di sorridere, anche se
dentro di sé si stava disperando.
-Eh…d’accordo…-
disse Kotake rigido, mentre si muoveva.
-Ehm…Tetsuya…non
intendevo per terra…
-Ah, già…-
si alzò in piedi.
-Neanche
sulla scrivania…
-Giusto…- si
rialzò.
-E adesso
che fai…?- guardò strano il ragazzino che si era seduto capovolto, con la testa
appoggiata al pavimento.
-Oh…non va
bene?
-Tetsuya…certo
che sei strano…- pensò preoccupata la ragazzina- Intendevo sulla sedia.
-Sì, hai
ragione…- si sedette sulla sedia.
-E
adesso…perché ti sei seduto dall’altra parte?- guardò il ragazzino che si era
seduto con la faccia rivolta al muro- Cos’è, hai paura di guardarmi?
-No, no…- si
girò velocemente verso di lei, con un leggero rossore sulle guance.
Okey…ora
c’è l’aveva davanti a lei…e adesso, cosa doveva fare?
“Argh!
Forse era meglio lasciarlo seduto dall’altra parte…così almeno non avrei dovuto
affrontarlo faccia a faccia”- pensò Doremì disperata.
Lì la vedi, seduta dall'altra parte della
strada
lei non ha molto da dire ma
c'è qualcosa di lei (che parla)
e tu non sai perché ma
muori dalla voglia di baciare la ragazza
-Mh?- Doremì
e Kotake si guardarono confusi…da dove arrivava quella musica?
Si, la vuoi, guardandola sai che la vuoi
è possibile che anche lei ti voglia
c'è solo un modo per chiederglielo
non dovrai dire un parola, nemmeno una parola
và avanti e bacia la ragazza (baciala!)
I
due arrossirono sentendo le parole e abbassarono lo sguardo. Kotake si sentì
ancora più agitato a risentire quella canzone. Era possibile che lo stesse
perseguitando?
shalalalala
oh tesoro, è come se il ragazzo
fosse troppo timido
non bacerà la ragazza!
shalalalala
non è triste, è solo una vergogna
pessimo, perderai la ragazza
và avanti e bacia la ragazza (baciala!)
Doremì
mise una mano dietro la testa e ridacchiò imbarazzata.
-Ah, ah,
ah…mia sorella starà ascoltando di nuovo, la musica ad alto volume…
-Ah, ah,
ah…fa niente…- ridacchiò anche lui imbarazzato.
E
tornò il silenzio tra i due, mentre la musica andava avanti…
Adesso è il tuo momento
galleggiando in una laguna blu
ragazzo, faresti meglio a baciarla subito
non ci sarà un momento migliore
lei non dice una parola
e non dirà una parola
fino a che non la bacerai (baciala!)
Lui
alzò lo sguardo e guardò la ragazzina che muoveva le mani nervosamente.
Che
fosse un segno quella canzone? Che il destino volesse che in qualche modo la
scena si ripetesse?
E
se però…lei non volesse?
shalalalala
oh tesoro, è come se il ragazzo
fosse troppo timido
non bacerà la ragazza!
shalalalala
non è triste, è solo una vergogna
pessimo, perderai la ragazza
Se
invece se ne sarebbe rimasto lì, solo a fissarla…non sarebbe stato peggio?
Tanto lo sapeva già…lui l’amava…l’amava davvero…e ormai, gli era impossibile
nascondere questo suo sentimento…
shalalalala
non essere spaventato
è meglio che tu sia preparato
và avanti e bacia la ragazza
shalalalala
non fermarti adesso
non provare a nasconderlo, adesso
vuoi baciare la ragazza
và avanti e bacia la ragazza (baciala!)
oh no, baciala, baciala
lalala lalala và avanti e baciala
lalala lalala và avanti e baciala
Chiuse
gli occhi e strinse le mani. Doveva farsi forza…doveva farle sapere i suoi
sentimenti…anche se c’era la possibilità che lei lo rifiutasse.
Kotake
alzò il suo sguardo deciso e guardò verso Doremi che era…
-Uh?- la
guardò meglio…come mai era sdraiata sul letto?- D-Doremì?- la chiamò
preoccupato, mentre si alzava dalla sedia.
Si
avvicinò al suo letto e sospirò sollevato, quando vide la ragazzina stare bene.
Si era semplicemente addormentata.
-Poverina…dovevi
essere stanca, eh?- disse lui sorridendo dolcemente e chinandosi per baciarla
sulla guancia.
Eh,
già…l’amore era in grado di trasformare anche un patito per il calcio, in un ragazzino
sensibile e dolce…
Cose
simile poi, non le avrebbe mai fatte. Come baciarla e guardarla teneramente
mentre dormiva, e sperare che un giorno i suoi sentimenti siano ricambiati…
-Tu senti
niente?- disse una bambina dai capelli rosa.
-No…ancora
silenzio- disse il ragazzino moro.
I
due erano con le orecchie appoggiate alla porta della stanza di Doremì, stando
in un silenzio assoluto per ascoltare quel che si dicevano.
-E dire, che
avevo messo la canzone di Ashley per metterli a loro agio…- disse Yuri.
-Non so se
abbia fatto effetto…quei due sono così tonti che ci vorrebbe una eternità per
che si dichiarino.
-Si
dichiarino?- Yuri si girò stupito verso Pop- Allora…Kotake è innamorato di
Doremì?
-Sì…perché,
non lo sapevi?
-No…
-Allora
perché te ne stavi qui ad ascoltare di nascosto?
-Beh, perché
sei stata tu a farmi uscire dalla stanza e poi…perché sembrava divertente- ci
pensò su- E così…era a lei che si riferiva…?
-Mh?- Pop lo
guardò confusa.
In
quel momento la porta si aprì all’insaputa delle due spie, facendoli inesorabilmente
cadere per terra.
-…E voi?-
chiese il ragazzino che aveva aperto la porta.
-Eh…ah,
stavo cercando un fermaglio che mi era caduto- cercò di dire Pop.
-Idem- disse
prontamente Yuri.
-E da quando
tu ti metti dei fermagli?- lo guardò strano Kotake.
-Da quando
devo cercare una scusa convincente con te- disse semplicemente lui.
-…- Kotake
evitò di fare altre domande- dai, andiamo a casa Yuri.
-Eh…e mia
sorella?- chiese Pop.
-Sta
riposando…- disse lui e poi salutando la famiglia, i due uscirono dalla casa.
-Mh…- Yuri e
Kotake stavano camminando verso casa.
-…
-Mhhh….
-…
-Mhhhhhh…
-Insomma,
Yuri, cos’hai?- Kotake si voltò verso di lui.
-Oh…sei
tornato il solito Ko-chan…
-Ti avevo
detto di smetterla con quel nomignolo.
-Peccato-
disse lui dispiaciuto- avevo già preparato i manifesti per il mio circo…
-Che?- lo
guardò confuso. Non si era ancora ripreso del tutto- Piuttosto, era opera tua
quella canzone?
-Sì- disse
facendo segno di sì sorridente.
-Non so se
strozzarti o lasciarti affogare lentamente…
-Uyy,
Ko-chan, che cattivo.
-…però-
sorrise- per questa volta, lascerò stare.
-Mh?
-Sai…in
fondo, quella canzone mi ha aperto gli occhi…e forse il consiglio di tuo nonno,
non era così male.
-Oh…Ko-chan-
disse con la lacrimuccia agli occhi- Sono così contento…il mio figlioccio è
cresciuto…- gli diede una pacca.
-Okey, mi
hai convinto…ti strangolo.
-Che?! Nuhh!
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo
venisse distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio proteggerti,
anche se mi scontrassi col mondo
Allora…ecco il quarto capitolo…ma improvvisamente sono scomparsi
tutti? (°_°)’ Non c’è nessuno qui? Sarà che siamo in pieno agosto…(^_^)’
Speriamo (-_-)’
Ho fatto una stima dei capitoli che finora ho scritto…sono
al sesto capitolo…e non ho ancora terminato (-.-)’ Cavoli, e dire che doveva
essere una fic di soli due capitoli.
Beh, almeno nel frattempo mi diverto a fare piccoli video, o
come li chiamo io dei trailer, su questa fic, nella speranza di attirare
qualche lettore in più…venghino, venghino, signuori! Ih ih. Li potrete trovare
nel mio sito, se siete interessati.
Hey J: Ciao! Grazie per continuare a seguirmi (ç.ç)
Per quanto riguarda le fic che sto scrivendo…beh, dubito di impiegarci poco a
terminarle (°_°)’ e per allora, non penso che Ojamajo Doremi verrà ancora
seguita. Per fortuna c’è ancora qualcuno che scrive e fa video su questo
cartone, ma per quanto durerà? Beh, dai, si vedrà solo più avanti.
Con questo è tutto. Spero che continuerete a seguire questa
fic e che lascerete qualche vostro commento (^-^)
Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
***********
Kotake camminava avanti e
indietro per la casa. Presto sarebbe arrivata, l’aveva chiamato per avvertirlo
che le avrebbe portato Hikaru.
Sentì rumore di passi e il
campanello. Erano loro. Si precipitò ad aprire la porta. La bambina corse ad
abbracciarlo.
-Papà, ciao!
-Tesoro, mi sei mancata- disse lui affettuosamente.
Doremì li guardava dolcemente.
-Ho un po’ di fame, papà- disse la bambina.
-Hikaru, ma se hai appena mangiato- disse Doremì sorpresa.
-Eh, eh, eh…mi è venuta un certo languirino.
-Tranquilla…in cucina ti ho preparato qualcosa- disse il padre
sorridendole.
-Grande! Posso andare?
-Certo…vai pure, mentre io e tua madre parliamo un po’.
-Sì…- lei si allontanò sorridendo, sperando che volessero stare
soli per fare la pace- Ciao mamma.
-Ciao Hikaru- Doremì la salutò. Poi guardò il ragazzo che era
lì in silenzio- Come va Tetsuya?- chiese lei gentilmente.
-…andiamo fuori a parlare- disse lui serio, iniziando per primo
ad uscire dalla casa.
-…d’accordo- acconsentì, un po’ preoccupata per il suo tono di
voce.
I due camminarono per un po’ senza parlarsi. Poi Doremì
decise di interrompere il silenzio.
-Come va il lavoro?
-Bene…e tu, come stai?
-Meglio, grazie.
-Ti sei ripresa, quindi?
-Diciamo che stare a casa con i miei, mi ha aiutata a
rilassarmi. E poi era da un bel po’ di tempo che non andavo sulla terra.
-Mh…e quindi, hai riflettuto sulla situazione?
-…sì, credo di sì.
-Come che “credi”? Non ti è bastato tutto questo tempo,
standomi lontana?
-Detto così sembra che non volessi vederti più.
-E’ così invece. Te ne sei andata dicendomi che volevi
prenderti una pausa dal lavoro…da me.
-Tetsuya, ho dovuto farlo…
-Ah, sì? E cosa hai risolto finora standomi alla larga?
-Tetsuya, non dire così…non è stato neanche per me facile.
-Sì, posso immaginare…- disse lui sarcastico- Senza di me
appresso che ti stressava, sarai stata libera di uscire con chiunque.
La ragazza si fermò e si voltò verso di lui. Il suo viso era
chiaramente arrabbiato e triste.
-Per chi mi hai presa, Tetsuya! Pensi che avrei potuto fare una
cosa simile?
-Non lo so…- disse lui abbassando lo sguardo- Non lo so più
ormai…
-Non ti fidi più di me?- lei lo guardò ancora più triste.
-…- lui non rispose.
-Capisco…è così che la pensi, allora?
-Cosa dovrei pensare Doremì? Te ne sei andata, dopo che abbiamo
litigato per Akatsuki…ti eri rifiutata di parlarmi.
-Non c’era niente da chiarire. Io non amo Akatsuki…- lo guardò
dolcemente- Io amo solo te.
-Doremì…- la guardò, poi distolse lo sguardo- E allora cos’è
accaduto tra di voi?
-Niente, Tetsuya…
-Eppure non sembrerebbe dalle voci che girano su di voi.
Doremì spalancò gli occhi sorpresa.
-…voci?
-Sì, su te e Akatsuki…come pensi che mi possa sentire, dopo
quelle chiacchiere?
-Sono solo pettegolezzi…
-Già, ma è ancora vero che tu ne eri innamorata di Akatsuki…
-E’ stato tanti anni fa! Non mi puoi recriminare qualcosa che
non c’è stato!
-E chi me lo assicura? Voi sembrate così amici…
-E io che dovrei dire, Tetsuya?- lo guardò arrabbiata- Pensi
che a me vada bene la tua amicizia con la Regina?
-E adesso cosa c’entra lei? Non tirare in ballo persone che non
hanno niente a che fare con noi.
-E invece sì! Credi che non me ne sia accorta di quanto siete
amici?
-Non ci vedo niente di strano- disse lui confuso.
-No, non finché si preferisce passare il tempo con altre
persone, invece che con la propria famiglia.
-Se ti riferisci al giorno del suo compleanno, non è successo
niente. Ho passato un po’ di tempo con lei, solo perché era triste. Non me la
sentivo di abbandonarla…- la guardò- visto che la sua migliore amica aveva
altro da fare.
-Hana è grande! Non ha più bisogno del mio aiuto! Se avessi
continuato ad aiutarla ad ogni problema, lei non sarebbe mai stata capace di
diventare responsabile.
-A me pare piuttosto che l’hai abbandonata.
-Tetsuya, lei deve imparare a cavarsela da sola, non può sempre
contare sull’aiuto di qualcuno. Così finirà solo per diventare debole. E’ per
questo che mi sono allontanata da lei, non l’ho fatto per cattiveria.
-Eppure, non sembravi così preoccupata, quando lei soffriva…
-Non potevo fare niente…- disse lei triste stringendosi nelle
braccia- E poi, a quanto vedo, non aveva per niente bisogno di me…visto che
c’eri tu.
-Ho cercato solo di aiutarla.
-E invece l’hai resa più fragile…ora lei per ogni cosa dipende
da te. Non l’hai aiutata Tetsuya…
-Pensi invece che il tuo modo di aiutarla, sia il più giusto?
-Certo!- disse decisa- Ti avevo detto di lasciarla stare, ma
non mi hai dato retta. E ora, è troppo tardi. E cosa in più…lei ora ti ama.
Kotake la guardò sorpreso.
-Come?
-…conosco Hana da più tempo di te. Credi davvero che non me ne
sarei accorta? Lei ti ama da ormai tanto tempo…
-Che assurdità, Hana è una bambina per me.
-Però lei è grande, sai? E ti tratta con molta famigliarità in
privato…ti chiama anche per nome, mentre in mia presenza ti chiama per cognome-
fece una pausa- Ho avuto la conferma quando vi ho sentiti parlare in
quell’aula…
-Ma non significa niente. E’ vero, mi chiama per nome, però non
vuol dire niente.
-Se fosse così…me ne avresti parlato subito, invece di tacere
su tutto.
-Non volevo che per una sciocchezza simile, voi due litigaste.
-Se non c’era niente per davvero, non ci saremmo certo messe a
litigare. Però tu hai preferito tacere su molte cose.
-Io l’ho fatto per te…non volevo farti preoccupare. Ma l’unico
risultato è stato che tu hai preferito stare con Akatsuki.
Doremì abbassò lo sguardo triste.
-Io credo piuttosto che tu voglia nascondere il fatto…che
nonostante tutto, anche a te piace Hana.
-Che stai dicendo!
-E’ così invece!- alzò la testa- La ami, più di quanto ami
me…sei più preoccupato per lei, che per me…è quasi come se non esistessi io.
Per questo ho voluto allontanarmi per un po’…volevo rifletterci su, prima di
prendere una decisione avventata.
Kotake strinse forte i pugni arrabbiato.
-…E cosa hai deciso alla fine? Che non vado bene per te? Che è
meglio stare lontani? Se è la separazione che vuoi…
-No, Tetsuya, io…
-Se dobbiamo continuare così, a farci del male…allora, è meglio
lasciarci.
Doremì si irrigidì e lo guardò spaventata.
-…lasciarci?
-Sì, mi sembra di aver capito, che non ne puoi più di me- sviò
lo sguardo- Se è la libertà che vuoi, te la lascio. Così sarai più contenta e
potrai rivederti con chi vuoi.
-Aspetta Tetsuya…io non voglio…non era così che doveva andare-
disse iniziando a singhiozzare.
-L’hai voluto tu…sei tu che ci hai messo alle strette. Invece
di risolvere le cose subito, hai preferito andartene via- chinò la testa- Alla
fine, io non sono così importante per te…
-Che dici! Tu conti molto per me!
-Non sembrerebbe…altrimenti, non mi avresti allontanato. Noi
siamo una coppia…e se c’era qualcosa da risolvere, dovevamo farlo insieme. E
invece, hai preferito fare di testa tua, come al solito.
-Tetsuya, non è così…- le lacrime iniziarono a riempirle gli
occhi color rosa- Io non potevo…non ci riuscivo…
Lui si voltò per non guardarla.
-…Tetsuya?
-Devo tornare a casa, da Hikaru.
-Non te ne andare…non può finire così…
-E’ quello che hai voluto tu…- disse lui serio- Lasciarci è
l’unica cosa giusta. Noi…non ci saremmo mai dovuti sposare.
Doremì sussultò a quelle parole, come se qualcosa di molto
affilato le avesse trafitto il cuore.
Allora…era davvero finita? Non era uno dei suoi soliti incubi?
Forse sì…e presto si sarebbe risvegliata, ritrovandosi accanto il ragazzo che
amava tanto.
-…non mi lasciare…- disse quasi con una supplica- Io ti amo…
-…forse il tuo amore è solo un illusione e non mi hai mai
amato. E ora…vedendo bene la situazione…forse neanch’io.
Quello bastò per frantumare ogni piccola speranza nel suo
cuore…le lacrime continuavano a scendere interminabili sulle sue guance, mentre
vedeva la persona che più aveva amato, allontanarsi…sempre di più…di più…
E quando scomparve dalla sua visuale, si accasciò al suolo.
Il suo corpo era come svuotato di ogni sensazione. Voleva solo chiudere gli
occhi e dimenticare.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Doremì aprì gli occhi. Si guardò intorno
e stiracchiò le braccia.
-Oggi sto bene…-
si alzò in piedi- Forse la medicina di Yuri non era così male, in fondo.
-Doremì…- si
aprì la porta- Oh, ma stai già in piedi?- chiese sorpresa la madre.
-Sì- fece
cenno di sì.
-Incredibile…solo
ieri avevi la febbre alta. Hai dei anticorpi davvero forti.
-O
semplicemente, è stupida- commentò Pop.
-Pop!-
esclamò Doremì e la rincorse per la casa- Ora ti faccio vedere io!
La
madre osservò le due figlie e sorrise sollevata. Doremi era guarita del tutto.
-Va bene
ragazze- disse lei con un battere di mani- Ora basta giocare e preparatevi ad
andare a scuola.
-Scuola?-
Doremì si bloccò e guardò la madre.
-Certo, se
sei guarita…
-Uh, già…-
la ragazzina sospirò.
Doveva
tornare a scuola, tra i banchi, tra i compagni di classe, con Yuri e…Kotake.
Sospirò
di nuovo.
Ora
che era guarita, doveva affrontarlo, già…
Poi
come un fulmine a cielo sereno, ricordò il giorno precedente. Ma non erano
venuti a trovarla Kotake e Yuri?
Sì,
ricordava solo che era rimasta in stanza con Kotake, che non faceva altro che
il pagliaccio. Poi quando si era decisa a parlargli, un colpo di sonno l’aveva
presa facendola cadere sul letto. Il seguito non lo ricordava…cosa avevano
detto Kotake e Yuri vedendola in quello stato?
Che
imbarazzante…erano venuti a trovarla e lei era crollata dal sonno.
Ma
ciò che più la imbarazzava…era dover affrontare Kotake.
Dalla
sera in cui si erano baciati, lei si sentiva agitata, ma allo stesso tempo
felice.
E
se si fosse trattato di un semplice bacio e nient’altro? Si sarebbe illusa
nuovamente.
-One- chan,
vuoi fare colazione o no?- chiese la sorella.
-Eh…ah, sì-
guardò il piatto, poi la sorella- Sentì…cos’è successo ieri?
-Mh?- la
guardò.
-Temo di
essermi addormentata- disse lei ridacchiando imbarazzata.
-Oh,
capisco- continuò a mangiare- Comunque, niente. Kotake e Yuri se ne sono andati
qualche minuto dopo.
-Erano
arrabbiati?
-No,
tranquilla. Mi hanno detto di salutarti, una volta che ti fossi svegliata.
-Ah…bene.
La
sorella la guardò e sorrise.
-Ti piace
proprio, eh?
-Che?-
arrossì.
-Intendo
quel ragazzino…Kotake.
-No, ti
sbagli- scosse la testa agitata.
-Certo,
certo- appoggiò le posate e si alzò dalla tavola- Dai, andiamo a scuola.
-Shhh, Hikaru, non fare rumore…lasciala riposare- disse una
signora dai capelli rosa.
-Ma…
-Tua madre è un po’ stanca…
-Mh…- la piccola guardò attraverso quella piccola apertura
della porta. La madre stava ancora dormendo…erano giorni che se ne stava
rinchiusa in stanza- Va bene…
-Bene, dai, ci vediamo qualcosa alla tivù…ti va uno spuntino?
-Sì, grazie nonna…- scese in sala insieme alla signora.
-Va pure ad accendere il televisore…io torno subito con il
cibo.
-Okey…- si sedette sul divano e prese il telecomando. Girò per
vari canali, con aria poco interessata. Sinceramente, aveva altro a cui
pensare.
-Eccomi qui di ritorno- disse la signora sorridendo e si
sedette accanto alla bambina- Allora, hai già scelto cosa vedere?
-Io…non lo so…- disse lei fissando lo schermo.
La signora la guardò triste, poi le sorrise.
-Piccola, lo so che sei preoccupata per i tuoi genitori…ma
vedrai che presto tutto si risolverà.
-Lo credi davvero, nonna?- lei la guardò triste- Torneranno
insieme, vero?
-Questo non posso assicurartelo, Hikaru…però i tuoi genitori ti
vogliono un sacco di bene e cercheranno di fare quello che è più giusto per te.
-…sarà, però…- abbassò lo sguardo- La mamma continua a
piangere, vero?
-Eh?
-Io la sento…non me lo vuole dire, ma io la sento piangere la
notte.
-Hikaru…
-Diceva che avrebbero risolto tutto…che era solo un litigio
passeggero…e invece, papà se n’è andato.
-Tuo padre non se n’è andato. Solo si sono separati per un po’
e lui continua a venirti a prendere, per passare un po’ di tempo con te.
-Non è la stessa cosa…io voglio stare con tutti e due.
-Lo so, piccola…- la abbracciò dolcemente- E mi dispiace che tu
debba soffrire per questa situazione…non è giusto per nessuno.
-Vorrei solo che i miei genitori facessero la pace…
-Sì, lo vorrei anche io…- la guardò- Però puoi sempre aiutare
tua madre ad essere più serena. Se ti vedrà con questo faccino triste, la farai
rattristare di più…lei non vorrebbe mai farti soffrire.
-Sì…allora, cercherò di sorridere.
-Bene, brava bambina- le sorrise- E ora che ci vediamo?
-Ho sentito che danno le repliche del Capitano Moore…sono
curiosa di vederlo.
-Ottimo, allora guardiamolo insieme.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Che strano che era l’amore…in pochi
giorni, era diventato un completo imbecille, era stato arruolato nel circo di
Yuri…ah, sì, doveva vendicarsi…e credeva che Shakespeare fosse un Dio in terra…
Okey, l’amore rendeva proprio idioti…ma
come si poteva vivere senza?
Kotake se lo chiedeva in continuazione,
quando guardava con aria sognante la ragazza del suo cuore.
No, non si poteva vivere senza l’amore.
Non credeva fosse possibile stare lontani
dalla persona che si ama, anche solo un minuto, e sentirsi così male…
E non faceva che ripetere nella sua mente
la scena del suo bacio con lei, come se fosse una moviola al rallentatore e
sospirando come un vecchietto.
Sì, era confermato…l’amore rendeva degli
idioti.
-Già, sei
uno sciocco…
Kotake
si girò verso il ragazzino moro.
-Perché non
mi hai detto subito come stavano le cose?
-Di che
parli?
-Che sei
innamorato di Doremì, no?
Kotake
arrossì di colpo. Nonostante ormai avesse accettato questo suo sentimento…gli
era impossibile non arrossire a quelle parole.
-Yuri!-
esclamò imbarazzato.
-Cosa? Ho
solo detto la verità.
-P- però…
-Non
capisco…perché non me l’hai detto subito? Non siamo amici?- chiese lui un po’
amareggiato.
-Scusa…il
fatto è che…solo di recente l’ho capito…
-Uhm…e
adesso che farai? Suppongo che tu gliel’abbia detto a Doremì, no?
-…
-Insomma
Kotake! Non le hai detto niente?!
-Non sono
riuscito…
Kotake
guardò fuori dalla finestra. Pensò al bacio con Doremì e sorrise.
Ricordò
il giorno prima, come Doremì dormiva sul letto. Avrebbe desiderato così tanto
riempirla di baci, le faceva così tenerezza.
Non
era più una bambina, lo sapeva da tempo ormai. Ma neanche lui era più un
bambino e il suo amore per lei era cresciuto con il tempo, soprattutto da
quando le occasioni di parlare con lei erano aumentate.
Mentre
ricordava, come prima lei rappresentasse un mistero per lei. Camminava da una
parte e poi la rivedeva da un’altra parte. C’erano volte in cui parlava in modo
strano, quasi non fosse lei e di come si trovasse sempre in situazioni a dir
poco normali. Senza contare degli amici che le giravano intorno…prima Momoko,
di seguito Hana, poi Akatsuki e i suoi compagni.
E
si chiedeva guardando la ragazzina, se un giorno si sarebbe accorta di lui. Per
quanto gli costasse ammetterlo…lui era già innamorato cotto di lei, già dalla
prima volta che i loro destini si erano incrociati.
Pensava
che una volta che avrebbero terminato le elementari, lì non avrebbe avuto modo
per starle vicino.
Ma
poi…una cosa incredibile.
La
conoscenza con il nuovo compagno di classe di Yuri e del strano mondo della
magia.
Già,
all’inizio ne era un po’ spaventato da questa nuova realtà e quando gli fu
fatta la proposta dallo stregone Harry, di diventare anche lui uno stregone,
era tentato di dire di no. Ma poi guardò il viso di Doremì e capì che quella
era la sua occasione. E da lì in poi, nulla fu come prima.
La
sua vita era stata letteralmente messa a soqquadro da quelle ragazzine e dal
suo nuovo compagno di studi, Yuri.
Ma
guardando indietro, non si pentiva della sua scelta…non avrebbe preso migliore
decisione.
Era
contento così come stavano le cose. Si era abituato ai ritmi del Maho, alle
urla di Majorika, all’entrate improvvise di Majodela, alle chiacchiere delle
ragazze, alle bizzarre abitudini di Yuri, alla rivalità con Akatsuki,
all’euforia della principessa Hana, agli incantesimi dei libri, ai consigli
dello stregone Harry…e tutto questo per lei.
-Doremì!
Sussultò
a quel nome e si girò a vedere Yuri che andava incontro ad una ragazzina.
Era
sorpreso, cosa ci faceva già a scuola? Certo che, aveva un fisico forte.
E
dire, che solo il giorno prima si reggeva appena in piedi.
Sorrise
e decise di raggiungerli.
-Allora,
come va?- chiese Yuri.
-Bene,
grazie- disse lei.
-Sapevo che
la mia medicina era formidabile- disse Yuri contento- Vedi, che hai fatto bene
a berla?
-In effetti…
-Le hai
fatto bere uno dei tuoi intrugli?- chiese Kotake giungendo da loro.
Doremì
lo guardò sorpresa e un po’ agitata.
-La mia
medicina è fatta solo con ingredienti naturali- disse Yuri offeso.
-Già…come
l’ultima medicina che mi hai fatto bere?- disse Kotake ironico- Ricordi? Avevi
detto che mi avrebbe dato energia durante la partita…
-Ah,
quello…ti sei lamentato quando hai saputo che avevo utilizzato un pipistrello.
-Pipistrello?-
replicò Doremì stupita.
-Lo dici
come se fosse una cosa scontata.
-Certo-
disse Yuri tranquillo- Anche nella medicina di Doremì, c’era. E anche la coda
di topo. Ma come vedi, Doremì non si è lamentata.
-Cos…?!-
Doremì si appoggiò alla parete, impallidendo- Inizio a sentirmi di nuovo male…
-Oh, vuoi
che ti faccia provare un’altra medicina di mia nonna?- estrasse una boccettina-
C’è l’ho già qui, pronta all’uso. Vedrai che ti sentirai meglio.
-Ma tu vai
in giro con queste medicine?- chiese perplesso Kotake- Comunque, meglio di no…
per non rischiare.
-Già, anche
perché mi sento già meglio- disse prontamente Doremì, esibendo un sorriso
raggiante.
-Oh…in
questo caso, d’accordo- mise via la boccettina- Sono contento che tu sia
guarita.
-Grazie
Yuri.
Il
ragazzino raggiunse il suo banco, mentre Kotake e Doremì rimasero all’ingresso
dell’aula.
-…si è
allontanato?- chiese Doremì con ancora il sorriso stampato in faccia.
-Sì-
confermò lui.
-Okey…-
perse il suo sorriso e si appoggiò nuovamente alla parete- Credo che adesso
andrò a vomitare…- disse disgustata.
-Eh, eh…ti
capisco. A me ci è voluto un giorno intero per riprendermi.
-Uhh…- disse
sconsolata Doremì, intenta a dirigersi in bagno.
-Ah, prima
che tu vada…- la trattenne per un braccio- Volevo chiederti di farti trovare,
durante la pausa pranzo, in cortile vicino all’albero centrale.
La
ragazzina lo guardò curiosa.
-E perché?-
chiese.
Lui
sorrise.
-Segreto-
ridacchiò- Lo saprai se verrai.
-Uh,
d’accordo- disse lei confusa dal sorriso di Kotake.
Si
comportava come se non fosse accaduto niente tra di loro due.
Forse,
lui le voleva parlare proprio di questo…forse voleva chiarire…e molto
probabilmente gli avrebbe detto ciò che lei temeva, ovvero che non l’amava.
Questo
spiegherebbe la disinvoltura di lui. Oppure, più semplicemente, voleva sfidarla
in qualche assurda gara…tipico di lui.
Sospirò.
Era inutile starci li a pensare. Come aveva detto Kotake, solo presentandosi
all’appuntamento l’avrebbe saputo.
Doremì era seduta sul letto e
guardava la sua vecchia stanza, di quando era ancora una ragazzina…sua madre
l’aveva lasciata intatta com’era. Che nostalgia. Guardò le foto che erano sul
comodino. Erano di lei e di Kotake da ragazzini…si coprì la bocca, come per
trattenere la sensazione di nausea che la stava invadendo. A distanza di
qualche giorno, non riusciva ad accettarlo…che Kotake l’aveva lasciata…
-One-chan?- sentì una voce famigliare e si girò per vedere una
ragazza all’ingresso della stanza.
-Pop-chan?- la ragazza dai capelli rosa chiaro e un viso
somigliante a Doremì fece cenno di sì.
-Come va?- disse lei sorridendole e avvicinandosi alla ragazza.
-…più o meno…- disse Doremì, abbracciandola- Come mai sei qui?
-La mamma mi ha chiamato…Tu e Kotake non avete ancora risolto?
-…- scosse la testa- A quanto pare…è finita.
-Perché dici questo?
-Perché è la verità…la nostra storia era destinata a finire.
-Però…e Hikaru?
-E’ lei che mi preoccupa di più…come farò a dirle la verità? Le
avevo promesso che saremmo tornati ad essere una famiglia…- chinò la testa
triste- Sono un fallimento.
-Doremì, non dire così…tu ti sei impegnata. E come dicevi tu,
forse era destino…
-Sai…anni fa, non avrei detto una cosa simile…ho sempre creduto
che tutto si potesse cambiare, che anche le situazioni più difficili si
potessero risolvere. Ora mi rendo conto della mia ingenuità.
-Non devi rattristarti One-chan…ce la farai sicuramente a
rifarti una nuova vita.
-Sì…credo di sì. Ma non so da che parte iniziare…
-Chissà…- Pop guardò una delle foto che erano sul comodino-
Forse se ci fossero in questo momento le nostre amiche…ti saprebbero aiutare.
Doremì alzò la testa, per guardare la foto scattata al
diploma di sesta elementare.
-Chissà…ma ora loro non ci sono…e non ho idea di dove siano in
questo momento. Con il tempo, i nostri contatti si sono fatti sempre più rari.
-Già…ognuno di noi ha preso strade diverse- sospirò e le
sorrise- Ma tu non sei sola, ricordatelo. Ci sono io, ci sono i nostri genitori
e tutte le persone che ti vogliono bene…e soprattutto, c’è Hikaru. Devi farti
forza per lei.
La ragazza la guardò.
Sì, aveva ragione. Non poteva continuare così…Hikaru non
glielo avrebbe mai perdonato.
-…hai ragione- si alzò in piedi- Hikaru mi sta aspettando.
-Bene- sorrise sollevata- Ora scendi giù che la mamma ha
preparato da mangiare.
-Sì…chissà se c’è la bistecca?- disse sorridendo.
-Eh, eh, non saprei proprio- si alzò in piedi e insieme
uscirono dalla stanza.
Le due ragazze scesero le scale e arrivarono in salotto.
-Mamma!- esclamò Hikaru sorpresa.
-Ciao piccola- sorrise Doremì.
-Mamma, come stai?
-…Bene. Scusami se ti ho fatto preoccupare.
-No, tranquilla- scosse la testa e sorrise- Sono contenta che
sei qui.
-Oh, Hikaru- la abbracciò- Andrà tutto bene, vedrai…
-Sì, mi fido di te.
La madre di Doremì e Pop le guardarono commosse.
-Ehi tu, non muoverti di lì! Ho scoperto chi sei!
Doremì alzò la testa, per vedere da dove arrivasse la voce.
-E questo…- guardò stupefatta- Ma questa è la serie del
Capitano Moore.
-Sì, io e Hikaru la stavamo guardando- spiegò la madre di
Doremì.
-Forte, da quanti anni non lo rivedo!- disse Doremì contenta.
-Già, piaceva anche molto a Momoko e Yuri- disse Pop.
-Hai ragione- Doremì si sedette sul divano- Sarà bello
rinvangare i vecchi ricordi…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Ehi, Doremì!
La ragazza si girò e guardò il
ragazzo venire incontro a lei.
-Sei in ritardo- disse
scocciata la ragazza.
-Eh, eh…scusami, ma Kimura mi
ha trattenuto.
-Ah, ma bene…mi chiami tu e mi
dici di trovarci qui, e sei il primo ad arrivare tardi!
-Ti ho già chiesto scusa
(-_-)*
-Sì, ma non basta. Spero
almeno che il motivo valga la pena di averti aspettato. Allora?
-Cosa? ('_')
-Mi prendi in giro? Che cosa
volevi dirmi?! (>_<)*
-Ah, sì…però non mettermi fretta.
-Tetsuya, non ho intenzione di
aspettare un'eternità!
-Ho capito, ho
capito…dunque…sai la domanda che mi facesti tempo fa?
-Uh, quale?
-Perché io ho deciso di
diventare un apprendista stregone…
-Già, ricordo…però quella
volta non mi hai risposto…
-Ecco…il motivo sei tu.
-Eh, e adesso che c'entro, io?
-Quando ho scoperto che eri
una strega, ho avuto paura che questo in qualche modo ci potesse allontanare…
-Come?
-Vedi…io- disse imbarazzato-
ti voglio bene…
-Eh? (°///°) Ah, sì…intendi
come amica (^_^)'
-No, io…ti voglio più bene di
una semplice amica…- prese fiato- Io ti amo.
Doremì rimase impietrita e rimase
zitta per un bel po'.
-Doremì…tutto bene?- chiese
Tetsuya preoccupato.
-I- io…credo di non aver
capito bene…tu, cosa?
-Non me lo fare ripetere
(-///-), hai capito benissimo.
-P- però è impossibile…cioè,
io…tu…ahhh, sto andando nel pallone! (@_@)'
-Se ho deciso di unirmi a voi
è perché avrei avuto l'opportunità di starti al fianco e proteggerti…e lo farò
sempre.
-Tetsuya (°///°)…
-Kotake, muoviti, c'è la
partita!- disse da lontano un ragazzo.
-Ah, sì, è vero- disse Tetsuya
ricordandosi- Scusa, devo andare. Ciao!
-Ah, aspetta, Tetsuya io…- ma
ormai se n'era già andato- Anch'io ti amo…- sussurrò lievemente.
-Guarda, guarda!- una piccola bambina si muoveva in buffe
mosse- Sono il Capitano Moore!- fece una smorfia- E qui invece sono l’ispettore
Capo, grr.
-Ah, ah, ah- rise la ragazza che camminava affianco a lei.
-Vero che ci assomiglia?
-Sì, sì, hai ragione.
-Ah, e poi c’è anche la dolce e dispettosa Susan…mitica!
-Ti sei proprio appassionata, vedo…
-Sì…mi diverte molto.
-Bene…- si fermò e guardò davanti a se- Siamo arrivate.
La bambina guardò il portale magico che avevano davanti.
-Tra poco tuo padre verrà a prenderti…
-…devo proprio andare?
Doremì la guardò sorpresa.
-Cosa ti prende Hikaru? Pensavo che ti divertissi con tuo
padre.
-Sì, sì…però…- disse triste- non voglio lasciarti sola…
-Ma io non sono sola…- la ragazza si chinò per guardare la
bambina- Perché so che tu tornerai da me. E poi, tuo padre, ti vuole un sacco
di bene, sai? Si rattristerebbe se non ti vedrebbe.
-…d’accordo.
Sentirono dei rumori di passi. Doremì si alzò e guardò verso
il portale. Arrivò attraversando il portale, un ragazzo dai capelli blu.
Camminò verso di loro.
-Ciao Hikaru.
-Ciao papà- gli andò incontro.
-Come va piccola?- la prese in braccio.
-…bene- sorrise.
-Mh, sono contento.
La ragazza si avvicinò a loro.
-Ciao Tetsuya….- cercò di sorridere.
Lui la guardò e poi depositò Hikaru a terra.
-Ciao Doremì- disse lui serio.
Tra i due si creò un atmosfera gelida. La piccola guardò
preoccupata i due.
-…Hikaru, ci vediamo tra due giorni- disse Doremì distogliendo
lo sguardo da lui- Mi raccomando, comportati bene.
-Sì, mamma…
-Allora, ciao…- salutò e si voltò.
Hikaru la salutò, mentre Kotake fece solo un cenno prima di
voltarsi anche lui.
-Andiamo Hikaru.
-…sì- disse un po’ triste, guardando da lontano la madre.
Doremì camminò per un po’, poi svoltato l’angolo, sicura di
non essere vista da qualcuno, si inginocchiò e iniziò a piangere.
Era ancora dura…molto dura…riuscire a sostenere quei suoi
occhi gelidi. Non ricordava che l’avesse mai guardata in quel modo…era ancora
arrabbiato con lei. E non poteva dargli torto. Aveva rovinato tutto con le sue
mani.
Ma non c’era modo di tornare indietro. E ancora una volta,
se n’era accorta dallo sguardo gelido di Kotake. Se prima aveva qualche
speranza di potersi fare perdonare, ora era certa che non aveva più
chance…forse lui ormai si vedeva con qualcuna.
Com’era dura andare avanti…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Okey…cercò di rimettere in
ordine le cose…lei aveva capito di amare Kotake e lui…si era dichiarato…però
lei non aveva avuto tempo per rispondergli.
E così in teoria, doveva
dargli una risposta?
Cavoli, e ora come faceva?
Bastava che lei andasse da lui
e gli dicesse che anche lei provava gli stessi sentimenti…e poi?
Era confusa. Una volta detto
quello, cosa sarebbe successo? Kotake non le aveva detto chiaramente di essere
la sua ragazza…o forse era implicito?
Mosse la testa da un lato. Che
doveva fare?
Si chiese se andava bene
quello che stava accadendo.
Se ho deciso di unirmi
a voi è perché avrei avuto l'opportunità di starti al fianco e proteggerti…e lo
farò sempre.
E così…era lei il motivo del
suo arruolo e non per qualche sciocco desiderio.
Lo aveva fatto per lei…
Arrossì. Perché non lo aveva
capito dall’inizio? E da quanto tempo provava questo sentimento per lei?
Mh…ma non era quello il punto,
in quel momento doveva ancora decidere cosa fare. Non che ci fosse tanta
scelta…lei amava lui e idem Kotake…cosa c’era da capire? Era semplice…
E allora perché se ne stava lì
per ore ad arrovellarsi su qualcosa di così banale?
Come se d’improvviso, l’avesse
presa qualche dubbio…ma su cosa?
Lei e Kotake…era davvero la
cosa giusta?
-Doremì?- le quattro ragazzine la guardarono.
-Cosa succede? Non ti convince la stoffa?- chiese Hazuki.
-Eh? Ah…- si accorse di stare fissando la stoffa da parecchi
minuti- No, no…ero solo soprapensiero…
-Come al solito, quindi- Aiko alzò le spalle.
-Dai, andiamo- disse Onpu e le ragazzine uscirono dal negozio
di Scampoli.
Doremì seguì il gruppetto, mentre si avviavano al Maho. Si
erano accordate di andare tutte insieme a comprare le nuove stoffe per il
negozio, ma proprio quel giorno non riusciva a concentrarsi.
-Senti Doremì, com’è andata con Kotake, poi?- chiese Onpu.
-C-come, dici?- Doremì arrossì- Dunque…- abbassò lo sguardo-
Tetsuya ha detto di volermi bene…
Silenzio. Le ragazzine si fermarono e si girarono per
guardarla.
-Cosa ha fatto Kotake?- chiese incredule Momoko.
-…si è dichiarato- Doremì sviò lo sguardo delle amiche.
-M-ma…è fantastico!- esclamarono le amiche.
Doremì le guardò, mentre le sorridevano contente.
-Finalmente si è deciso!- disse Aiko.
-E’ stupendo!- disse Momoko.
-Quindi, adesso tu e Kotake state insieme- disse Hazuki.
-…no- disse Doremì.
Le ragazzine si zittirono in attesa di una spiegazione.
-Il fatto è che…lo ha fatto in modo così veloce, che non ho
fatto in tempo a rispondergli…- non me ne ha dato il tempo- sospirò.
-Quindi, lui ora aspetta una tua risposta, no?- disse Onpu.
-Sì…
-Ma allora dov’è il problema?- Aiko incrociò le braccia dietro
la testa- Tu l’ami, no? Vai da lui, glielo dici e tutto si risolve.
-N- non è così semplice…- disse Doremì incerta.
-Non mi dire che ci hai ripensato…- disse Hazuki.
-No, non è questo. Io voglio bene a Tetsuya, però non so se sia
la cosa giusta.
Le amiche si guardarono a vicenda confuse.
-Che intendi dire?
-Ci ho pensato a lungo…le cose stanno cambiando troppo
rapidamente…e se stessimo affrettando le cose?
-Non dire assurdità- disse Onpu incrociando le braccia- Sei ad
un passo ad ottenere la tua felicità e ti fai prendere dalla paura?
-Onpu ha ragione…- disse Hazuki- Kotake non è il tipo da
giocare con i sentimenti delle persone e lui ti vuole bene, da molto tempo
ormai.
-Sì, quindi vai da lui e digli chiaramente cosa provi per lui-
disse Momoko.
-Noi facciamo il tifo per te- disse Aiko sorridendo.
-Fai del tuo meglio- disse Hazuki.
-Amiche…- disse Doremì commossa-…grazie.
-Noi vogliamo solo il tuo bene- disse Onpu- non vogliamo
vederti soffrire di nuovo.
-Hikaru, sei pronta?- sentì la voce del padre chiamarla.
-Sì, arrivo…- prese il suo cappello bianco e se lo infilò in
testa, uscendo di fretta dalla stanza- Eccomi, pa…- si bloccò non appena vide
una ragazza all’ingresso che parlava con Kotake.
-Oh, eccoti qua…ti ricordi di Hana, vero?
-Ciao piccola Hikaru- lei la salutò.
Hikaru rimase ferma a guardarla stupita.
-Che hai Hikaru? Non si saluta?- chiese il padre vedendola
silenziosa.
-…ah, sì…salve…- disse con poca voglia, poi guardò il padre-
Andiamo adesso?
-Sì, certo…verrà con noi anche Hana.
-Come?
-Sì, passeremo un bel pomeriggio alle giostre, contenta?- disse
sorridente Hana.
La bambina non rispose e avanzò per prima.
-Hikaru?- lui la guardò preoccupato.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese Hana.
-No, no…- disse lui confuso- Sarà solo ansiosa di andare alle
giostre…penso.
I tre iniziarono ad avviarsi verso il parco che portava alle
giostre. Kotake teneva per mano la piccola Hikaru, mentre d’altra parte c’era Hana.
I due adulti parlavano tranquillamente, mentre la bambina se ne stava in
silenzio.
-Hikaru, come mai sei così silenziosa oggi?- chiese curioso
Kotake- Non ti senti bene?
-…no, sto bene.
Però la risposta non sembrava convincere Kotake che la
osservò preoccupato.
-Guarda, ci stanno osservando la gente…- disse Hana- Eh,
eh…Tetsuya, non sembriamo una vera famiglia?
-Eh…
-No- disse secca la bambina.
I due si girarono per guardarla sorpresi.
-Tu non sei parte di questa famiglia- disse la bambina acida.
-Hikaru!- la rimproverò Kotake- Perché quel tono?
-Ho solo detto la verità…
-Ma…
-Lascia stare Tetsuya- disse Hana- Ha ragione lei.
Lui guardò l’espressione dispiaciuta di lei. Sospirò, ma
cosa stava accadendo?
In pochi minuti, arrivarono alle giostre, anche se l’umore non
era dei migliori.
I tre andarono in più giostre, ma la situazione non sembrava
migliorare…per quanto Hana cercasse di essere gentile con la bambina, Hikaru la
rifiutava.
-Ho fatto qualcosa?- chiese Hana preoccupata.
-No, tranquilla…sarà solo di pessimo umore- disse Kotake,
alzando le spalle- Succede.
-Oh…allora- si guardò intorno e andò ad una bancherella- Tieni
Hikaru, questo è per te- disse porgendole un gelato con un sorriso- E’
squisito, prova.
La bambina la osservò, poi con la mano, le buttò via il gelato
facendolo cadere a terra. Hana rimase scioccata dall’azione della bambina.
-Hikaru!- Kotake non capiva perché si comportasse così- Hai
superato il limite! Chiedi scusa.
-No!- disse lei decisa.
-Hikaru!
-Ho detto di no!
-Che ti prende Hikaru! Non ti ho mai vista comportarti così!
Hana cercava solo di essere gentile con te.
-Non gliel’ho chiesto io! E non le ho detto di venire con noi!
Non c’è l’ha lei una sua famiglia?
-Ma che stai dicendo?
-Hana non è la mia mamma! Non la voglio!- Kotake guardò
dispiaciuto la figlia.
-Doremì non è qui…lo sai.
-So solo che tu non le vuoi bene!
Kotake guardò sorpreso la figlia.
-Come?
-Sì! Perché se no, saresti qui con un'altra persona, che non è
la mamma!
-La mamma se n’è andata. Lo sai anche tu.
-No, sei tu che l’hai lasciata!- scosse la testa, mentre
iniziava a piangere- La mamma ti vuole ancora bene! E sta soffrendo!
-Hikaru…
-Piange in continuazione! E anche se mi vuole far credere di
stare bene, lei sta soffrendo!- strinse forte le mani- E’ così anche quando
eravamo a casa…la vedevo sempre triste- alzò lo sguardo verso Hana- E tutto
questo per colpa sua!- la indicò.
Hana la guardò confusa.
-E’ lei che si è intromessa nella nostra famiglia! E’ lei che
ha fatto star male la mamma! E’ tutta colpa sua!
-Hikaru!!- la voce di Kotake era ora più forte e arrabbiata-
Basta così!
-Ma…
-Ho detto basta! Non vedi che hai fatto star male Hana?- indicò
la ragazza che stava versando qualche lacrima.
-Io…- tentò di dire Hana, ma non ci riuscì. La tristezza e
l’angoscia che provava in quel momento le impediva di parlare.
-Scusati Hikaru. Non ti sei comportata bene.
-No!
-Non capisci che l’hai ferita con le tue parole?
-No papà, sei tu che non capisci! La mamma non tornerà più come
prima! Io…ti odio!- e corse via.
Kotake la guardò andare via di corsa piangendo, ma non ebbe
la forza di rincorrerla.
Gli aveva appena detto che lo odiava. Si poteva cadere più
in basso di così? Sua figlia ora la odiava.
-Mi…dispiace…è colpa mia. Non sarei mai dovuta venire. Sei
stato tanto gentile ad invitarmi…ma ha ragione lei, sono di troppo qui.
-No…va tutto bene- disse lui senza guardarla- Ora….devo
cercare…mia figlia…- disse con la voce spezzata e s’incamminò.
Stava andando tutto a rotoli.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Doremì camminò per i corridoi
della scuola.
Doveva dirglielo…sì, era
giunto il momento.
Non c’era modo di tornare
indietro. Sarebbe stato da vigliacchi. E poi, le sue amiche facevano il tifo
per lei…non le poteva deludere…lei c’è l’avrebbe fatta!
-Oh…- notò il ragazzino poco lontano da lei- Tetsuya…- lo
chiamò, ma lui vedendola, accelerò il passo e si allontanò- …eh?- guardò
confusa la fuga del ragazzino. Ma che gli era preso?
Sospirò. E va bene, questa volta non era andata, ma non era
il caso di demordere…aveva un sacco di occasioni per rincontrarlo.
Un sacco…
Peccato che quel ragazzino d’improvviso fosse diventato
irreperibile…quasi fosse una star. Aveva tentato più volte di parlarci, ma lui
scompariva subito appena si avvicinava. Era arrivato addirittura a rinchiudersi
nel bagno, pur di non incontrarla. E lei sembrava così ridicola a rincorrerlo
per i corridoi della scuola, mentre gli altri la guardavano con curiosità. Era
assurdo…cosa stava accadendo?
Ormai la giornata era quasi al termine, le lezioni erano
finite ed erano iniziate le attività dei club.
Sospirò…non aveva concluso niente quel giorno.
Però…
Guardò fuori dalla finestra della scuola. Il campo della
scuola era occupato da dei ragazzini che si stavano allenando.
…c’era un modo per riuscire a parlargli, senza che
scappasse. Sì, il club di calcio. Una volta terminato, lei lo avrebbe aspettato
in attesa che uscisse da scuola.
Già, era un ottimo piano. Quasi come attendere al varco la
sua preda.
Preda? Cavoli, quella situazione l’aveva scombussolata così
tanto, che ormai considerava Kotake come un topo da acchiappare.
Ci rise sopra e uscì dall’edificio.
Mancava poco che terminasse…il suo cuore batteva più forte,
mentre vedeva le lancette dell’orologio scandire i secondi.
Qualche minuto dopo sentì delle voci di ragazzini che
stavano uscendo dallo spogliatoio.
Tra poco sarebbe uscito anche lui e lei lo avrebbe atteso
lì…
-…a domani Kotake!- sentì una voce.
-Sì, a domani- rispose l’altro.
Ecco, era lui. Sbucò dall’angolo dove si era appostata e
guardò il ragazzino che avanzava da solo.
Lui la guardò sorpreso e si bloccò.
-Ciao Tetsuya- disse lei sorridendo.
-…- lui non rispose e la guardò ancora sorpreso- …cosa ci fai
qui?
-Ti stavo aspettando…volevo parlar…
-Ah, mi sono dimenticato la maglia- disse subito lui,
voltandosi dall’altra parte- Scusa, devo andare.
-M- ma…- lei lo guardò sbalordita, mentre lui si allontanava
velocemente. Non le aveva dato il tempo per parlargli…non aveva neanche voluto
ascoltarla. Si voltò triste.
-…Tetsuya, tu mi stai evitando?
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo
venisse distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio
proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo
Beh, dopo capitoli su capitoli che
non avevano termine…sono arrivata agli sgoccioli. Voglio dire…sono rimasta
ferma per un po’, perché non avevo tempo per scrivere e con il passare dei
giorni, l’ispirazione si è andata a fare una bella vacanza. E così…eccomi qui.
Il prossimo capitolo attenderà ancora un po’ prima di essere pubblicato, ma voi
abbiate fiducia, che lo terminerò al più presto. Anche perché ormai siamo a
settembre e gli impegni aumentano. A quanto pare però, finalmente è tornata un
po’ di gente e sembra che questa fic incominci ad essere letta da più persone.
Grazie, sono contenta!
Hey J:
Ti ringrazio per i complimenti che mi fanno sempre piacere. In effetti, altre
ideuzze per altre fic ne avrei…però le ho tenute chiuse nel cassetto, perché se
dovessi rincominciare adesso a scrivere una nuova fic…non terminerei più XD.
Hai ragione quando dici che ci si rispecchia in Doremì, chi di noi non è un po’
pasticciona? Sì, questo cartone è molto bello ed è davvero un peccato che non
lo trasmettano più. Come dici tu, dietro a personaggi irreali e situazioni
incredibili, racconta molte situazioni di vita comuni ai ragazzi e per questo
ci si affeziona subito al cartone. Beh, non proprio subito, visto che io ho
dovuto aspettare la seconda serie per finire di detestare Doremì XD. Però alla
fine mi sono ricreduta ed ho cominciato a scrivere fic. Se vuoi diffondere
questo cartone, hai tutto il mio appoggio! (^-^)
Rika94:
Ciao! E’ la prima volta che recensisci una mia fic? Benvenuta! Continua a
seguirmi, cercherò di non deluderti! (^o^)
Kry333:
Allora siamo in due, anche a me piace molto Aiko. Sia Doremì che Aiko sono i
personaggi che preferisco di più.
Marty95:
Certo che aggiorno presto! (^o^) Se voi continuerete a seguirmi e recensire i
capitoli, mi aiuterete a mandare avanti la storia più in fretta.
Con questo è tutto…ci rivediamo nel
prossimo capitolo!
Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
***********
Doremì alzò lo sguardo al
cielo. Era una bella giornata per fare una passeggiata. Ne aveva proprio
bisogno…soprattutto dopo l’ultima litigata avuta con Kotake. Credeva che non si
potesse andare più in basso di così, e invece…
Ricordò di quando era andata a
prendere la figlia, e vide il ragazzo e la bambina seri.
-Cos’è successo?- chiese preoccupata.
Nessuno dei due rispose. Poi vide la bambina iniziare ad
avviarsi verso la casa dei nonni.
-Hikaru?- la guardò, poi guardò Kotake- Insomma, che
avete?
-…sei stata tu?
-Eh?
-Sei stata tu a metterle in testa quelle idee?
-Di che stai parlando?- chiese lei confusa.
-Ha accusato Hana di essere la responsabile della
nostra separazione.
-Eh??- disse sorpresa- Non avrai pensato che sia
stata io…?
-E chi altro, se no? Eri solo tu che te ne uscivi con
queste trovate.
-Non sono stata io a parlar male di Hana!
Lui si voltò.
-Ora, grazie alle tue insinuazioni, Hikaru mi odia.
-Eh? Ti ha detto questo? Ma è impossibile!
-Ancora una volta mi rendo conto, che separarci è la cosa
più sensata. Non siamo fatti per stare insieme. Sono stato un illuso a credere
che le cose potessero tornare alla normalità- e se ne andò.
Lei lo aveva guardato allontanarsi, senza voltarsi.
Se esisteva un modo per allontanare il dolore che le stava
lacerando il cuore…lei non lo conosceva.
A poco a poco…lo sentiva più lontano…come un estraneo.
I ricordi legati a lui, parevano mischiarsi alle scene di
litigio di quel periodo. I ricordi dolorosi avevano la meglio su quei momenti
felici passati insieme.
In passato avevano litigato…ma mai così.
Credeva che fosse l’amore a tenerli uniti…ora non sapeva più
cosa credere.
Notò di aver raggiunto il parco. Con nostalgia, si sedette
su una panchina e si guardò intorno. Era come se si rivedesse lei da ragazzina,
insieme alle sue amiche e a Yuri e Kotake.
-Come cambiano i tempi…- disse in un sussurro.
Con quel caldo di quel pomeriggio, l’ombra degli alberi che
si riflettevano sulla panchina era il posto ideale per rilassarsi. C’era un
dolce tepore e una fresca arietta…si stava proprio bene. Chiuse gli occhi e
cercò di ricordare vecchi episodi della sua gioventù…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
Non era andata bene, anzi
decisamente male. Ormai ne era quasi sicura…Kotake la stava evitando. Ma
perché? Per quale motivo? Così, d’un tratto…
E se avesse a che fare con la
sua dichiarazione? Già, lui aveva iniziato ad evitarla da quel giorno. Avrebbe
pensato che era solo frutto della sua immaginazione, ma dopo due giorni passati
a rincorrerlo e guardare le sue spalle rivolte a lei, quasi non volesse neanche
vederla, iniziava ad avere dei seri dubbi. Anche al Maho, la situazione non era
migliore. Si comportava normalmente con tutti gli altri, ma quando lei tentava
di dirgli qualcosa, lui non la guardava neanche e con qualche scusa si
allontanava.
Forse lui…si era pentito di
quella dichiarazione?
-Ehi Doremì…
Lei alzò lo sguardo dal banco, quasi con un filo di speranza
che si trattasse di lui, ma poi si accorse che era Yuri.
-Mh? Che faccia delusa- disse Yuri che si era seduto davanti al
banco di lei- Aspettavi qualcuno?
-…no- disse lei sospirando- Nessuno.
-Uhm…non sembra.
-Yuri…posso farti una domanda?
-Dimmi…
-Tu sai se…Tetsuya mi sta evitando?
-Eh?
-Sì…ho cercato di avvicinarmi a lui, ma scappa via.
-Ma dai- ridacchiò- E’ impossibile. Lui non potrebbe mai
scappare da te.
-Perché ne sei convinto?
-Beh, perché lui è affezionato a te- disse Yuri con un sorriso.
Lei lo guardò un po’ imbarazzata.
-…dici?- disse con un piccolo sorriso.
-Certo, non fa che parlare di te. E quando lo fa, gli brillano
e lacrimano gli occhi.
-Che?
-No, aspetta…quella volta era perché gli ho gettato del pepe
negli occhi per errore.
-…- lo guardò confusa, poi tornò a sospirare- E allora, perché
mi evita?
-Uhm…forse avrà paura che tu lo trasformi in una rana…
-Che?
-Ah, no, quello sono io, eh eh. Comunque, non ti preoccupare…Kotake
avrà di sicuro un buon motivo. Non sai quante volte Ko-chan ha cercato di
scappare via da me, quando mi vedeva.
-Beh, certo…se lo utilizzi come cavia per i tuoi incantesimi.
-Dovrebbe esserne lusingato, non credi? Fra tutti ho scelto
proprio lui.
-…non lo invidio.
I due ridacchiarono.
-E’ lei, dici?- disse una voce da lontano. Un gruppetto di
ragazzine li stavano guardando.
-Sì, è quella ragazzina, Harukaze.
-Non mi sembra un granché…perché Kotake-kun le ha fatto una
dichiarazione? Sicura di aver sentito bene?
-Vi dico di sì…ero lì vicina, quando li vedo parlare tra di
loro.
-Però è ridicolo, come fa a piacerle una bambina come lei?
-Già, non è per niente bella e per di più è goffa.
-Con tutte le ragazze che poteva scegliere, perché lei?
-Ma non vedi come le corre dietro?
-Forse, le faceva pena o deve averlo in qualche modo ingannato.
-Sì, non c’è altra spiegazione. Una fallita come lei, non
potrebbe piacerle davvero. Sai che figura ad andare in giro con lei?
Yuri guardò le ragazzine e poi l’amica. Lei non diceva
niente e se ne stava ferma, mentre la vedeva fremere leggermente. Gli fece
rabbia vederla così.
-Ehi!- Yuri si alzò di scatto dalla sedia.
Le ragazzine si zittirono e lo guardarono sorprese.
-E tu che vuoi?
-Smettetela di parlare male delle persone!- disse Yuri
arrabbiato- Non la conoscete neanche! Con che diritto la criticate!
-Noi parliamo di chi ci pare e piace. E non sarai certo tu a
impedircelo.
-Vorrei vedere se parlassero male di voi, oche starnazzanti!
-Come osi!
-Siete solo delle…- si sentì tirato per la manica. Abbassò lo
sguardo, per vedere Doremì che gli faceva cenno di no- ma…- guardò l’amica che
era rimasta impassibile nel suo banco e che continuava a trattenerlo per la
manica.
Rassegnato si lasciò cadere sulla sedia, mentre vedeva il
sorriso vittorioso delle ragazzine.
-Perché le hai lasciate andare? Sono solo delle bambine
pettegole.
-…va bene così, Yuri- disse lei con voce bassa e il capo chino-
Grazie- disse con un sorriso.
Il ragazzino guardò preoccupato l’amica. Il suo sorriso non
era sincero.
Kotake camminava per le vie
del paese, con Hana attaccata al suo braccio e con un buffo capello sopra,
nella speranza di non attirare troppo l’attenzione su di sé.
Lui guardava il cielo di
quella notte…sembrava uguale a quelle precedenti…solo che sentiva qualcosa di
diverso…una amarezza profonda lacerava ancora il suo cuore.
Guardò la ragazza accanto a
lui. Il suo viso sprizzava felicità da tutti pori, mentre guardava estasiata la
festa. Era così contenta di stare lì in quel posto, con lui, in quella notte.
Una volta tanto, poteva fare qualcosa di normale come passeggiare come una
normale ragazza e non come Regina.
Lui la guardò con tenerezza.
Pareva proprio una bambina, nonostante fosse cresciuta.
-Guarda Tetsuya!- indicò tre personaggi che intrattenevano la
folla con dei piccoli spettacoli- Andiamo a vedere anche noi- disse lei
trascinandolo dal braccio e sorridendo come una bambina.
Kotake si lasciò trasportare
dall’euforia della ragazza. Non voleva certo rovinarle quel momento di libertà.
I due si avvicinarono alla folla che guardava curiosa il piccolo teatrino di
comici.
-Ah, ah!- rise indicandoli- Che divertenti!
Il ragazzo non poté fare a
meno di sorriderle, alla piccola Hana che era ormai una Regina. Mentre lei
continuava a ridere, lui si guardò intorno e notò da lontano due buffi codini
rossi. Era di spalle e rideva con la persona accanto. Quasi in un turbinio di
emozioni, guardò sorpreso quella ragazzina e istintivamente avanzò di un passo,
come per raggiungerla…se non che, la ragazzina girandosi si scoprì essere
un’altra persona, pettinata in tutt’altra maniera. Si bloccò lì, fissando
quella persona, come il riflesso di un’altra persona che non c’era…
-…Tetsuya?- la voce di Hana lo svegliò. Si girò per guardare il
suo volto preoccupato- Cos’hai?
-…niente- disse lui abbasso lo sguardo amareggiato.
A distanza di qualche giorno,
gli era impossibile dimenticarsi di lei…della persona che lo aveva abbandonato.
-Vuoi tornare a casa?- chiese lei.
-No, no…- scosse la testa, cercando di riprendere il buon
umore…o almeno tentando- Tranquilla. E poi ci stiamo divertendo, no?
-…sì.
-…Signor Kotake?- i due si girarono per guardare la ragazza che
si era avvicinata a loro- Lei è il signor Kotake, vero?- chiese per aver conferma.
-Eh…sì…- lui guardò confuso la ragazza. L’aveva già vista in
precedenza?
-Ah, scusate, non mi sono presentata- disse la ragazza
imbarazza- Sono Ozumi, l’assistente di vostra moglie, la signora Harukaze. Ci
saremo visti due volte, credo.
-Ah, giusto…ora ricordo- ridacchiò imbarazzato dalla sua
smemoratezza- Mi spiace.
-Non si preoccupi…- gli sorrise e poi notò la ragazza bionda
che gli stava affianco. La vide intenta a coprirsi bene con il cappello- Sua
moglie, come sta? So che ha preso delle ferie…
Kotake smise di sorridere.
-…sì, è via ora…- disse lui triste.
-…Capisco…ha fatto bene a prendersi qualche giorno di riposo-
disse Ozumi- Altrimenti avrebbe finito per crollare nuovamente.
-…eh?- lo guardò stupito.
-Io glielo avevo ripetuto alla signora Harukaze di rallentare
con il lavoro, che il suo fisico non avrebbe retto ad un’altra ricaduta, ma lei
non mi dava ascolto.
-Ricaduta?- lui la guardò ancora confuso.
-Sì, non gliel’ha detto sua moglie?- anche lei lo guardò
confusa- La signora Harukaze si è più volte sentita male al lavoro…le avevo
detto di chiamare un dottore, di farsi visitare…anche se lei diceva che si
trattava di semplici svenimenti e che non era il caso, io la vedevo sempre più
debole.
Kotake rimase a guardarla in
silenzio, mentre nella sua mente provava a concentrarsi sul volto di Doremì.
Provò a ripescare ricordi di lei, prima che finisse in ospedale.
Guardò la ragazza sorridergli
come al solito, mentre chiacchieravano a tavola. Sembrava normale, serena e
concentrata nel discorso.
-…è stata male più volte? E quando ha iniziato a sentirsi così?
-Non le saprei dire con certezza, ma la prima volta che ha
iniziato ad avere capogiri è stato circa un mese fa.
Provò a guardare meglio la
ragazza nei suoi ricordi. Se guardava con attenzione…poteva notare qualcosa che
non andava. Il suo sorriso non era sincero e pareva sforzato, il suo sguardo
sembrava guardare lui, ma era immerso nel vuoto e privo della sua luce e le sue
braccia che si muovevano, parevano più sottili. Ora che la analizzava
bene…Doremì non era veramente felice, non sorrideva come al solito…lei era
triste.
Con la mente si spostò ad
altri ricordi di lei…anche lì era triste, anche in quella occasione, anche in
quell’altra…più sfogliava i suoi ricordi, più si rendeva conto di quello che
ormai era chiaro. Doremì aveva smesso di sorridere da più di un mese…e più i
giorni passavano e più la sua espressione diventava più cupa e triste.
Come mai non se n’era accorto?
L’aveva avuta davanti per così tanto tempo e solo ora se ne rendeva conto?
Forse era perché in quei
giorni era così preso dai suoi pensieri, da non accorgersi di lei.
L’aveva ignorata…
-Ah…- la ragazza guardò Kotake che era rimasto in silenzio e
diede un occhiata all’altra ragazza che gli stava accanto e che aveva chinato
il capo- Ehm…potrei chiederle un favore?- chiese a Kotake- Potrei parlarle…in
privato?
Lui non parve darle tanto
ascolto, intento com’era a riflettere…però, parve che la domanda indiretta
fosse arrivata al vero destinatario.
La ragazza bionda alzò la
testa un po’ agitata.
-Tetsuya, io vado a prendere qualcosa da mangiare…- disse la
ragazza, coprendosi bene con il cappello, per non essere riconosciuta da lei.
-Sì…- rispose senza pensarci.
La ragazza bionda si allontanò
e rimasero lì Kotake e l’assistente, che continuava a guardare l’altra mentre
se ne andava di fretta
-Io…non lo sapevo…- disse Kotake triste- Doremì non mi ha mai
parlato di questo.
-…lo supponevo- disse Ozumi sospirando- E’ tipico di lei non
voler dare preoccupazioni.
-…già.
Ozumi rimase in silenzio e poi
prese il coraggio di parlare.
-Non voglio passare per un impicciona, non sono affari che mi
riguardando, lo so…- abbassò la testa- Però sono preoccupata per la signora
Harukaze. Ha iniziato a sentirsi male, quando sono aumentati i pettegolezzi.
-…Eh?- lui la guardò senza capire- Di che parli?
L’assistente lo guardò un po’
esitante.
-Ecco…al Palazzo girano tante voci…voci di corridoio, certo, ma
che avrebbero potuto danneggiare la signora Harukaze.
-Quali voci?
Con un po’ di timore, lei alzò
la testa e lo guardò.
-Le chiacchiere su di voi…
-Su chi?- richiese, come se non avesse capito bene.
-Su di lei, sulla signora Harukaze e…sulla Regina.
Kotake spalancò gli occhi.
-Pettegolezzi su di noi? E cosa dicevano?
-Oh, beh, cose senza fondamento…tipo che il rapporto dei
signori Kotake non andava bene, che signor Kotake aveva baciato la Regina, che
i due si amavano, che la signora Doremì quindi se ne fosse andata con signor
Akatsuki…solo pettegolezzi, ma che avrebbero potuto peggiorare la salute di sua
moglie.
E fu come un barile gli fosse
caduto addosso. Ora iniziava a guardare le cose con più chiarezza.
-…e Doremì le ha ascoltate?
-…temo di sì.
Ed eccolo lì, ancora un volta,
impalato a chiedersi com’era possibile che fosse così stupido? Così stupido da
non accorgersi di niente…degli sguardi di Doremì, delle frasi di Akatsuki,
della richiesta di aiuto di Hikaru…e tutto sembrava scivolare via.
Le parole di lei sembravano
risuonargli come un eco…
Perdonami
E non c’erano scuse per quello
che lui aveva fatto a lei.
L’aveva abbandonata e lei,
com’era solita fare, aveva preferito tenersi tutto dentro, finché portata alla
disperazione, aveva trovato come unica via di salvezza…la fuga.
-Mi dispiace di essere io a dirle questo…pensavo che ne era già
a conoscenza. Volevo solo aiutare la signora Harukaze. E quando l’ho vista
qui…- fece una pausa esitante- con la signorina Hana…ho pensato fosse giusto
dirle come stavano le cose. Prima che le cose peggiorassero…ma forse non era il
caso, sicuramente lei avrà sistemato la faccenda con sua moglie- sorrise imbarazzata-
Perché voi vi volete bene, no?
Kotake ricordò l’ultima
litigata che aveva avuto con Doremì. La sua espressione sofferente e le
lacrime…parole dure dettate dalla rabbia di quel momento…e poi, il silenzio tra
loro due…fino alla separazione.
-…signor Kotake?- la ragazza lo guardò preoccupata.
-…ah- lui parve smarrito e confuso.
-Qualcosa non va? Mi sembrate pallido…
-N-no…- cercò di sorridere, ma il sorriso proprio non gli
veniva- Scusa…devo andare…
-Certo…arrivederci. Mi saluti la signora Harukaze.
Il ragazzo le passò accanto e
velocemente si allontanò da lì.
L’assistente lo guardò e poi
riprese a camminare.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Abbiamo terminato- Momoko girò il cartello in Open a Closed.
-Ottimo, ero stanca- disse Onpu stiracchiandosi.
-Bene, allora noi andiamo a casa- disse Aiko.
-A domani Majorika, Lala!- le ragazzine salutarono e iniziarono
ad uscire dal Maho.
-A domani!- salutarono la strega e la fatina.
-Kotake, cosa fai, non vieni?- chiese Yuri, vedendo l’amico
intento ancora a sistemare le cose.
-Sì, ora vado…incomincia pure ad andare. Ci vediamo domani.
-Come vuoi…- Yuri uscì dal Maho e Kotake sistemò il suo zaino
con lentezza.
Guardò l’orologio. Bene, poteva andare ora. Era certo che
lei si era allontanata a sufficienza.
-Ci vediamo!- salutò.
-Ciao Kotake- salutarono Majorika e Lala, poi il ragazzino uscì
anche lui dal Maho.
-Senti Majorika, ti sei accorta che ultimamente Kotake cerca di
finire più tardi o prima degli altri?
-Sì…
-Perché credi che si comporti così?
-Se avessi un manuale con le spiegazioni di ogni loro
comportamento, lo saprei- sospirò- E comunque, mi preoccupa ora Doremì.
-Mh? Come mai? A me sembrava la solita.
-…no- scosse la testa- Stava solo fingendo.
-Eh?
Kotake si sistemò lo zaino sulle spalle e salì i gradini fino
a giungere al marciapiede. Camminò verso a casa e guardò l’orizzonte, il sole
stava tramontando. Poi nel paesaggio, notò una figura. Si fermò a guardare la
ragazzina, che pareva proprio aspettare lui.
-…Doremì- disse sorpreso, poi si guardò intorno alla ricerca
disperata di una strada secondaria.
-Non ci sono scorciatoie- disse lei sicura, intuendo il suo
pensiero.
-E chi ha detto che stavo cercando scorciatoie- disse lui in un
tentativo di difendersi- Sono solo di fretta…ho fatto tardi- avanzò velocemente
passandole accanto, senza guardarla.
-Aspetta- lo afferrò per il braccio- Non ti ruberò tanto tempo,
farò in fretta- disse lei tenendolo ancora per il braccio- Riguardo a quello
che mi hai detto qualche giorno fa…
Il ragazzino si irrigidì e guardò preoccupato l’asfalto. Era
giunto il momento? Non poteva dilungare ancora un po’?
-…eh, forse questo non è un momento buono e…
-…non posso.
Kotake si zittì.
-Apprezzo quello che mi hai detto…ma non posso ricambiare i
tuoi sentimenti. Io ti considero solo un amico, niente di più- chinò la testa-
Mi dispiace…- lasciò andare il suo braccio- Spero che resteremo comunque amici-
dicendo questo, Doremì si allontanò da lì.
Il ragazzino rimase immobile, mentre continuava a guardare
fisso per terra.
Una dopo l’altra, le parole di lei avevano trafitto il suo
cuore.
Se lo aspettava…ma non pensava che fosse così doloroso.
Aveva tentato in tutti modi di scappare…ma era chiaro che
non lo poteva fare per tutta la vita.
Ed ora, lì da solo…cosa doveva fare?
Un bel po’ lontano da lì, una
ragazzina si era chinata a terra e piangeva silenziosamente.
Hana guardò il dolce che aveva
comprato. Ne aveva comprati due identici, per farlo assaggiare uno anche a
Kotake. Era sicura che gli sarebbe piaciuto. Chissà se aveva finito di parlare
con quell’assistente…e chissà se l’aveva riconosciuta. Forse no. Eppure, quella
ragazza l’aveva guardata in malo modo…chissà perché.
E poi…chinò la testa…era
rimasta un po’ turbata da quello che aveva sentito. Doremì stava male? Forse
era per quello, che quel giorno l’aveva trovata nervosa?
Mentre camminava pensierosa,
gli passò uno vicino, che quasi le faceva cadere i suoi dolci. Alzò lo sguardo
e scoprì essere Kotake che camminava a passo veloce, per chissà dove.
-Te…Tetsuya!- lo rincorse con in mano i dolci- Tetsuya, dove
vai?
-…Devo andare…
-Dove?
-Via. Ho bisogno di andare via.
-Ma dove?- insistette, visto che il ragazzo pareva molto
scosso- Tetsuya!- lo afferrò per il braccio, dato che non accennava a fermarci-
Calmati e spiegami cosa ti è successo. E’ per quello che ti ha detto Ozumi?
Tranquillo, ora Doremì starà bene…
-Tu non capisci…- lui la guardò con i suoi occhi blu- Io l’ho
lasciata…l’ho lasciata andare…
-Eh?- lei lo guardò sorpresa, ma colpita dall’espressione
triste di lui- Lo sai…è stata Doremì a lasciarti.
-No, non è così- scosse la testa- Sono stato io il primo a
lasciarla…l’ho abbandonata. Non mi sono accorto di niente e l’ho fatta
soffrire…
-Tetsuya…
-Ho sbagliato tutto…- si staccò dalla presa di Hana- Avrei
dovuto dare priorità alla persona che amo…e ora rischio di perderla per sempre.
-Credevo che…- lo guardò con gli occhi in lacrime- credevo che
tu…mi amassi…come io amo te.
Lui la guardò serio…uno
sguardo molto freddo.
-…io non ti ho mai amata. Non nel senso che tu intendi, né ti
ho mai detto una cosa simile.
-Però…
-Tu sei l’amica di Doremì…ti ho vista fin da piccola crescere
accanto alla ragazza che amo…il sentimento che nutro per te è solo
affetto…niente di più.
-Tetsuya…non dire così…- disse aggrappandosi alla giacca di lui
e con gli occhi in lacrime- Ti prego…non mi lasciare…ho bisogno di te.
-No, Hana…tu non hai bisogno di me…tu sei forte abbastanza per
cavartela da sola. Doremì ti ha insegnato a lottare con le tue proprie forze,
ad essere più sicura…lei ha sempre avuto fiducia in te. Ha sempre creduto che
c’è l’avresti fatta a diventare una brava Regina, senza il suo aiuto, né degli
altri. Ho sbagliato a comportarmi così…credevo di potermi rendere utile, ma
invece ho solo peggiorato le cose. E ora, per la mia stupidità…ho perso le
uniche cose che hanno senso per me…mia moglie e mia figlia- si voltò e si
allontanò.
-Tetsuya…no…non andartene- disse piangendo- Io ti amo…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Grande, di questo passo il torneo scolastico lo vinciamo noi,
quest’anno- disse un ragazzino.
-Sì…- rispose l’altro dai capelli blu con meno entusiasmo.
-Mh? Non ne sei convinto?
-No, no- scosse la testa- C’è la faremo. Ci siamo impegnati
quest’anno.
-Hai ragione- si alzò in piedi- Però ora andiamo a casa. Si è
fatto tardi.
-Sì, ci vediamo domani- salutò e si preparò per andarsene.
Prese la sua borsa e se la coricò sulla spalla. Con aria
assorta, iniziò a camminare verso l’uscita della scuola.
Aveva ancora in mente le parole di Doremì.
Mi dispiace…Spero che resteremo comunque amici.
Amici…
Sospirò amareggiato. Se per un momento la sua vita sembrava
aver fatto un balzo in su, ora stava lentamente precipitando.
Perché…si chiedeva…perché doveva andare a finire così?
Sospirò di nuovo.
Era lui che l’aveva voluta mettere alle strette,
dichiarandosi. Quindi, non doveva prendersela con lei, se l’aveva rifiutato.
Beh, non era andata proprio così, semplicemente lei lo vedeva
solo come un amico.
Ma perché aveva quella sensazione, che non lo lasciava in
pace, che lei non fosse stata del tutto sincera…come se il suo tono di voce
avesse voluto significare altro.
Si fermò e si guardò in giro. Strano…gli era sembrato di
udire la voce di qualcuno di conosciuto. Eppure a quell’ora non doveva esserci
quasi nessuno a scuola.
Seguì la voce, fino al retro della scuola. Si fermò dietro
l’angolo, quando vide Akatsuki in compagnia di una ragazza.
“Ma cosa ci fa lui qui?”- pensò stranito.
Poi guardò meglio la ragazzina, che era di spalle alla sua
visuale, aveva la testa appoggiata al petto del ragazzino e lui la stava
abbracciando.
Doremì aprì gli occhi. Si
guardò intorno…si era addormentata. Era calata ormai la sera. Doveva proprio
esser stanca per addormentarsi in quella panchina.
Guardò l’orologio e sussultò.
Doveva tornare a casa prima che sua figlia si preoccupasse.
Si alzò dalla panchina, si
sistemò il vestito stropicciato e iniziò ad incamminarsi.
Cosa le era saltato in mente
di venire lì?
Le tornò in mente la
discussione avuta con Kotake e rallentò il passo, mentre le lacrime
rincominciavano a scendere dalle sue guance.
Quelle parole…continuavano a
farle male…come un incensante ago che le trafiggeva il cuore. Piccole fitte che
non le davano pace.
Ci aveva pensato a lungo,
seduta in quella panchina…Doveva dimenticarlo?
Forse…era la cosa giusta da
fare. Doveva chiudere con il passato, se voleva andare avanti con sua figlia.
Però…lei lo amava, lo amava ancora…e questo sentimento la opprimeva sempre di
più.
Probabilmente, se doveva
tornare a quel giorno in cui lui gli aveva chiesto di sposarlo…avrebbe
nuovamente detto di sì. Perché l’amore fa male, certo, ma non lo si può negare.
E lei continuava ad amarlo, nonostante tutto.
E sapeva che…non avrebbe mai
smesso di provare quel sentimento…anche dopo anni e anni.
Doveva rassegnarsi a convivere
con questo dolore.
Guardò la sua mano, dove
ancora c’era l’anello nuziale…brillava di una luce tutta sua quella sera…
Ammirò l’anello con nostalgia.
Di come Kotake glielo porse con le mani che gli tremavano e il rossore nel suo
viso.
Era stato bello finché era
durato…
Prendendo fiato, obbligò
all’altra sua mano di sfilarle l’anello, nonostante si opponesse con tutte le
sue forze.
Non ci riusciva…non ci
riusciva…
Cadde in ginocchio e iniziò a
piangere. Strinse la mano con la fede al suo petto…ancora un minuto…ancora un
minuto voleva tenerlo e poi si sarebbe decisa a levarselo.
Che imbarazzo…se l’avessero
vista le sue amiche in quello stato…che avrebbero pensato di lei? Che era
debole. Non era neanche in grado di voltare pagina. Ma che ci poteva fare se lo
amava così tanto?
D’accordo…guardò la sua
mano…ora era pronta a dirgli addio.
Velocemente si sfilò l’anello
dal dito e lo fece cadere per terra.
Ora…era finita…finita.
Non avrebbe più visto quel suo
viso sorridente, non avrebbe scherzato o discusso con lui, non avrebbero più
camminato affianco a fianco con la piccola Hikaru.
Era davvero finita.
-…Doremì…
Lei spalancò gli occhi pieni
di lacrime e alzò la testa. C’era un ragazzo là davanti a lei, che la guardava
sorpreso e affaticato, poi lui notò il piccolo oggetto per terra e il suo voltò
divenne triste.
-…allora, è finita?
Lei chinò la testa e si
asciugò le lacrime. Con lentezza, ma decisione, si alzò in piedi.
-Sì, come volevamo…
-Non c’è modo per rimediare?
-No…- iniziò a camminare verso di lui, ma non si fermò e gli
passò accanto- Sii felice, Kotake.
E fu lì che non poté contenere
le lacrime e l’amarezza che stava provando…era un addio.
L’aveva persa e non l’avrebbe
più rivista…
Il loro mondo era crollato in
quell’istante.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Come stavo dicendo…- disse un uomo avanzando avanti e indietro
di fronte ad un gruppetto di ragazzini- Questo esame sarà un po’ diverso dal
solito.
-Cosa ci sarà di differente?- chiese Kotake.
-Prima di tutto, non sarà un lavoro individuale, dovrete
collaborare con i vostri compagni. Secondo, questo esame si farà insieme a
quello delle apprendiste.
-Ehh?!- esclamarono i ragazzini.
-Ma finora non è mai successo- disse Momoko incerta.
-Nel corso del tempo le cose sono cambiate- intervenne Majorika-
E di fronte ai pericoli che ha corso il mondo della magia, si è pensato di
prendere dei provvedimenti. Proprio per questo, si è deciso in una
collaborazione con streghe e stregoni.
-I primi esami che avete affrontato, erano mirati a migliorarvi
individualmente e ad affrontare ogni ostacolo. Negli ultimi esami, le cose che
verranno tenute in considerazioni, sono proprio la capacità di adattarsi agli
imprevisti e lo spirito di collaborazione.
I ragazzini si guardarono tra di loro confusi e sorpresi.
-Quindi, ci state dicendo che questo esame lo dovremmo fare con
gli apprendisti stregoni?- disse Aiko.
-Sì- l’uomo fece cenno di sì.
-Beh, non sarà poi così difficile- disse Onpu- Abbiamo già
operato insieme agli apprendisti stregoni altre volte e c’è la siamo cavata.
-Può sembrare la stessa cosa, ma non lo è- disse l’uomo
scotendo la testa- Il grado di livello del vostro esame, sarà molto alto,
quindi pericoloso. Dovete dimostrare di saper un giorno difendere il mondo
della magia, da qualsiasi attacco.
-Purtroppo, non ci saremo noi ad aiutarvi in questo esame,
quindi dovrete cavarvela da soli.
-Non ci succederà niente, vero?- chiese preoccupata Hazuki.
-Questo dipende da voi.
-Ehi, ragazze, non so voi, ma comincio a preoccuparmi- disse
Doremì.
-Già, non si prospetta una passeggiata- disse Momoko.
-E quando mai lo è stata?- disse ironica Aiko.
-Mi raccomando di non sbagliare questo esame!- disse Majorika
severa- Soprattutto ad alcuni di voi…- e guardò Doremì.
-Ehi!- disse offesa sentendosi tirata in ballo.
-Dovrete impegnarvi già dall’inizio- disse l’uomo- Non solo per
superare la prova, ma anche per sopravvivere.
-Ve l’ho già detto che quest’uomo mette i brividi quando
parla?- disse Hazuki sottovoce.
-Forse porta iella- disse Onpu, anche lei sottovoce.
-Con questo è tutto- disse l’uomo- L’esame si terrà stanotte.
-Mhh…- disse pensieroso Yuri. L’uomo lo guardò preoccupato.
-Qualcosa non va Yuri?
-In effetti sì, sensei- disse lui- Mi domando quanto durerà
l’esame.
-Chi può dirlo…dipende tutto da voi.
-Uhm, è un bel problema…- disse preoccupato.
Harry lo guardò dispiaciuto. Sapeva che quella che gli
aspettava era una dura prova, ma se volevano diventare degli stregoni a pieno
titolo, dovevano affrontare questo esame.
-Già, posso capire come ti senti…- disse lui.
-Sì, insomma…come farò a registrarmi la puntata del Capitano
Moore?
Tutti caddero per terra.
-Non dirmi…ciò che più ti preoccupa, è un telefilm?- disse
Kotake sconcertato.
-Ehi, sono le ultime puntate!- disse Yuri- Non posso certo
perdermele.
-Pensa piuttosto ad impegnarti!- disse arrabbiata Majorika, poi
guardò l’uomo- Bene Harry, ci vedremo più tardi per gli ultimi dettagli.
-Sì- fece cenno di sì e salutò i ragazzini- A dopo- e scomparve
con uno schiocco di dita.
-Grande! Voglio impararlo anch’io questo trucchetto!- disse
Yuri emozionato.
-E perché mai?- chiese Kotake.
-Semplice…potrei arrivare a scuola più velocemente, senza dover
ogni mattina scappare da quei cani che mi inseguono, dalla vecchietta che mi
riempie di verdura dicendo che sono denutrito, dalla macchina che puntualmente
mi schizza con l’acqua della pozzanghera, dai bambini che mi rincorrono per
farsi portare in braccio e…
-Okey, fa conto che non te l’abbia chiesto- disse Kotake
facendolo tacere.
-D’accordo amici, diamoci da fare!- disse Aiko.
-Sì- dissero tutti.
Doremì s’incontrò con lo sguardo di Kotake e cercò di
sorridere.
-Mettiamocela tutta, Tetsuya- disse lei. Kotake la guardò serio
poi abbassò lo sguardo.
-…sì- disse a bassa voce, senza guardarla e voltandosi.
La ragazzina rimase immobile a guardare il ragazzino che
raggiungeva il suo amico. Perse il suo sorriso e guardò il pavimento.
Sapeva che sarebbe andata a finire così…
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo venisse
distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio
proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo
Dunque…tornando al discorso che feci al momento della prima
pubblicazione di Gocce di Memoria…quanti capitoli avevo detto che erano? XD
Ancora un po’ e non terminerò più.
E il bello…è che sono ancora ferma in un punto morto (^_^)’
Ok, non c’è niente da ridere…sono lenta e ancora non sono riuscita a portarmi
avanti con le altre fic, sigh.
Beh, ma almeno mi consolo…stanno aumentando i lettori di
Gocce di Memoria!
Dochan: Ti ringrazio per i complimenti! Ed è vero, la
coppia Harutake è troppo carina! Beh, sì, mi piace anche come personaggio
Masaru (Yada), però come coppia sono migliori Doremì e Kotake ^^ Sono contenta
che ti stai iniziando ad appassionare, perché non ho ancora finito di scrivere
^o^
Lichan: Pare proprio che il personaggio di Yuri sia
riuscito ad attirare la vostra simpatia…ne sono contenta. Non sapete quanto ha
insistito perché scrivessi il continuo di Prima o Poi, perché voleva apparire
XD E se grazie a lui, sono riuscita a farvi piacere questa fic, che sia il
benvenuto! ^o^ Però, no Yuri, i lettori non vogliono entrare nel tuo circo, no,
non insistere (U_U)’
Hey J: E pare che anche la piccola Hikaru abbia
ottenuto i complimenti da parte dei lettori ^.^ Beh, in effetti questa bambina
ne ha di carattere (°_°)’ Sia nella fic di Prima o Poi, che in questa, ha
dimostrato di aver coraggio. E adesso sorge una domanda…Ma da chi ha preso? XD
In più…un hurrà al testardo Kotake che finalmente si è deciso a dichiararsi! Ma
non contenta io, glieli faccio passare di tutti i colori, ih ih, come sono
maligna! Piccola precisione…per chi avesse letto la fic Prima o Poi, avrà
notato delle scene che sono state riportate in questa fic.
Marty95: Beh, il mio obiettivo era farvi soffrire con
i personaggi…uah uah! (Da notare, risata malefica…o risata idiota) E se ci sono
riuscita, vuol dire che sono la malignità in persona. Scherzi a parte, devo
dire che questo capitolo è quello che più mi ha commosso, quando lo rileggevo
(ç.ç)
Mashiro-chan: Uhm, avevo previsto che Hana sarebbe
passata per la perfida di turno. Però non lo faccio per cattiveria, non è che
odi questo personaggio…(ok, forse un pochino, pochino, ma che rimanga tra di
noi o mi manda una maledizione °_°’) solo chiedo che leggiate fino alla fine e
forse poi capirete.
E con questo è tutto, continuate a recensire! Ah, poi un
piccolo spam…comprate le meravigliose medicine della nonna di Yuri! Un giorno
avrete mal di orecchie e subito dopo, non avrete più le orecchie! XD Garantito
dai pochi sopravvissuti!
In più, fate un piccolo salto al mio sito per vedervi i
piccoli video su Doremì o anche su Youtube, il mio nick è Yachan85. In Regalo
il set completo di “Maho fai da te” by Majorika. L’unico set che ti permette di
costruirti da solo un negozio e senza spendere! Avvertenza: il prodotto finale
potrebbe essere più piccolo del previsto, molto più piccolo…XD
A presto e non linciatemi per i prossimi capitoli!
Sono
gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
***********
-Mamma, mamma!- sentì una bambina che la chiamava.
-Mh?- aprì gli occhi affaticata- Che c’è Hikaru?
-Guarda chi c’è!- disse la bambina con un sorriso e movendole
felice il braccio.
-Chi?- si alzò con fatica dal letto e si sfregò gli occhi. Il
suo braccio si bloccò nell’istante in cui si accorse, della persona che era
entrata nella stanza. Con ancora gli occhi assonnati e increduli a quella
vista, aprì la bocca con lentezza- …Tetsuya?
-Ciao tesoro…- il ragazzo la guardava dolcemente e le
sorrideva- Sono tornato…
Delle lacrime di felicità
scesero dagli occhi. Si tappò la bocca commossa, mentre la bambina si muoveva
allegramente nella stanza.
-…Tetsuya- tentò di alzarsi dal letto per corrergli tra le
braccia, ma non capì se per colpa della lenzuola o della ciabatta, finì per
cadere per terra, prima di averlo raggiunto.
Spalancò gli occhi dallo
spavento e si guardò intorno confusa. Com’è che era ancora nel suo letto?
-Tetsuya!- disse guardando verso l’ingresso.
Ma non c’era nessuno. La porta
era chiusa e nella stanza non c’era la presenza di qualcuno.
Chinò la testa. Ancora quel
sogno.
Strinse le mani tra le
lenzuola.
Per quanto ancora…per quanto
altro tempo doveva soffrire? Quand’è che i ricordi legati a lui avrebbero
iniziato a fare meno male?
Eppure…erano passati giorni da
quel brutto giorno, in cui si era separata dalla persona che amava.
E’ la cosa giusta…si ripeteva
in continuazione, giorno per giorno. Con la speranza che quelle parole
l’aiutassero ad andare avanti e non soffrire più.
Ma non era così semplice…
Scese dal letto e iniziò a
vestirsi. Doveva sbrigare qualche faccenda, prima di mettersi sotto con il
lavoro.
Eh, sì. Si era fatta portare i
fascicoli del lavoro, a casa della madre, perché ancora non se la sentiva di
tornare a casa…o meglio, doveva ancora sistemare la situazione e decidere che
provvedimenti prendere. Ma nel frattempo si distraeva con le commissioni e il
lavoro. Per quanto assurdo fosse, era l’unico modo per lei di distrarsi. Non
importa come, ma doveva andare avanti…
-Mamma, sei sveglia?- una bambina entrò dentro la stanza.
La ragazza sorrise vedendola
in uno dei suoi vecchi vestitini di quando era piccola. Era incredibile che
ancora sua madre conservasse quei vestiti. E pare che per quanto buffi fossero,
a Hikaru le piacevano molto.
-Sei pronta?- chiese la bambina, mentre la madre si sistemava i
capelli.
-Sì…
Uscirono insieme dalla stanza
e Hikaru la precedette scendendo dalle scale e dirigendosi dalla nonna.
-Nonna, nonna! Noi andiamo!- la abbracciò.
-D’accordo- la donna si chinò per sistemarle la giacchetta- Mi
raccomando, non prendere freddo.
-Il nonno dov’è?- chiese la bambina.
-E’ andato fuori, perché aveva un impegno. Mi ha detto di
salutarti.
-Oh, va bene…- poi si girò verso la madre- Andiamo mamma.
-Certo- si prese anche lei la giacca- Saremo di ritorno tra
qualche ora.
La madre di Doremì si alzò in
piedi.
-Va bene. Vi preparerò da mangiare per quando tornerete.
-Grazie- e uscì insieme alla figlia.
Guardò il cielo. Era mattina e
il sole era già sorto da tempo.
-Che bello, che bello!- camminava allegramente la bambina,
mentre guardava cadere le foglie degli alberi. Si chinò per raccoglierne una e
la mostrò alla madre- Guarda mamma, una foglia rossa!
-Sì, è normale. Siamo in autunno.
-Davvero? A casa nostra non ci sono queste foglie.
-Lì è diverso…le stagioni sono differenti che qui sulla terra.
-Oh- guardò sorpresa la madre, poi si tenne stretta la foglia-
La voglio mostrare a Ryo, una volta che torneremo a casa.
Doremì guardò triste la bambina. Quando avrebbe avuto il
coraggio di dire la verità alla figlia?
Era sì comprensibile e intelligente per la sua età, ma
rimaneva pur sempre una bambina. Come avrebbe potuto affrontare il discorso,
senza farla soffrire?
Come dirle che aveva fallito e che lei e Kotake si sarebbero
separati?
Presto le avrebbe fatto la dolorosa domanda…con chi dei suoi
genitori voleva vivere?
Come reagirà quando capirà che non aveva mantenuto la
promessa?
Abbassò lo sguardo.
Mai avrebbe voluto trovarsi in una situazione simile, però…
Ancora una volta mi rendo conto, che separarci è la cosa
più sensata. Non siamo fatti per stare insieme.
Non c’era altra scelta. Era così e basta. Doveva accettarlo.
-Mamma?
Alzò lo sguardo incontrandosi con quello della bambina.
-Sì?
-A cosa stai pensando?
-A niente- scosse la testa e la prese per mano- Dai, andiamo,
altrimenti faremo tardi in Posta.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Eccoci arrivati- disse un uomo.
I ragazzini guardarono davanti a loro, c’era un immensa
distesa di vegetazione, mischiata tra palazzi e case.
-Ma dove ci troviamo?- chiese Doremì.
-In una dimensione del regno magico…è qui che si terrà l’esame.
-Guardate…gli altri apprendisti sono già arrivati- disse
Momoko, guardando lontano.
-Certo che c’è tanta gente…- disse sorpreso Yuri- Molti di loro
erano presenti nei precedenti esami.
-Uh…non ditemi che tra quelli ci sono gli F4- pensò
terrorizzata Aiko.
-Sì, ci saranno sicuramente- disse Yuri.
-Ehi, Aiko!- si sentì la voce di un ragazzino. Dietro di lui,
altri tre ragazzini.
-Oddio, non voglio girarmi- disse Aiko abbassando la testa
sconsolata.
-Uff. Del resto, ci dovevamo aspettare la loro presenza…- disse
sospirando Onpu.
-Ciao- salutò Akatsuki- A quanto pare faremo l’esame insieme.
-Come, come?- chiese Momoko perplessa.
-Sì, ha ragione- disse Harry con in mano un foglio comparso dal
nulla- Sono già arrivati i nomi dei gruppi.
Il gruppetto lo guardò curioso, mentre Harry iniziava a
dettare i nomi.
-Primo gruppo: Akatsuki, Doremi, Hazuki, Fuji.
-Che fortuna che siamo capitati nello stesso gruppo- disse Fuji
ad Hazuki, che lo guardò con un sorriso poco convinto.
-Già…
-A quanto pare era destino che affrontassimo insieme l’esame-
disse Akatsuki a Doremì.
-Sì, spero solo che vada tutto bene.
Kotake guardò i due infastidito, ma non disse niente.
-Per fortuna che c’è Aiko, altrimenti mi sarei preoccupato-
disse Kotake guardando l’amico.
-Ehi, con me sei al sicuro- disse Yuri.
-Già, come uno che guida vicino ad un dirupo, cieco e senza
mani.
-Sono commosso dalla tua profonda fiducia.
-Terzo gruppo: Onpu, Toru, Leon, Shinji.
-Aiko, ti sfido a superare l’esame prima di me!- disse Leon
alla ragazzina, che per evitare di parlarci, si voltò- Ehi, mi ascolti?- disse
offeso.
-Purtroppo sì. Dovrei diventare sorda.
-Grande! La mitica Onpu nel mio stesso gruppo!- disse Shinji
prendendo per le mani la ragazzina.
-Ehm…- disse Onpu sorridendo un poco preoccupata.
-Calma amico, mani a posto- disse Toru intervenendo e
staccandogli la stretta di mano- Le grandi Star come me e Onpu non hanno da tempo
da perdere con i fans.
-Toru!- disse Onpu contrariata.
-Che c’è? Ho solo detto la verità.
-Bene, ora che i gruppi sono formati, inizia l’esame- disse
Harry facendo scomparire il foglio che aveva in mano- Gli altri apprendisti
hanno già iniziato e si sono diretti verso la foresta, dove vi dirigerete anche
voi, solo per sentieri diversi- diede a ciascuno un rotolo di carta- Qui
troverete le indicazioni del vostro compito e la strada da percorrere. Non
perdetevelo, mi raccomando. E’ pericoloso perdersi nella foresta dei Cianci.
Nessuno più vi ritroverebbe.
-Come al solito Harry è una sferzata di felicità- commentò
Momoko.
-La vostra missione è semplice: da anni in questa foresta
vivono degli esseri chiamati Cianci, molto importanti per il regno della magia.
Purtroppo però sono bravi a cacciarsi nei guai e mettono a rischio la loro
esistenza. Così che si è deciso di catturarli e trasferirli in un posto sicuro.
-Ma come sono fatti?- chiese Onpu.
-All’apparenza sono dei buffi e teneri esseri, ma non
lasciatevi ingannare dal loro aspetto. In realtà sono molto vivaci, dispettosi,
veloci e agili. Per questo sono difficili da catturare ed è vostro compito
prenderli.
-Tutto qui?- chiese Leon- Non sembra così difficile.
-Ho detto che è semplice, non facile- disse Harry- Il posto
dove andrete, non è certo un luogo di villeggiatura. Lì non abitano solo i
Cianci, ma anche altri esseri molto pericolosi. Proprio per questo dovrete
stare cauti e aiutarvi a vicenda. Il tempo da impiegarci è di due ore. E’ tutto
chiaro?
-Sì- fecero cenno di sì.
-Bene, può partire il primo gruppo.
Doremì e il suo gruppo si guardarono a vicenda e fecero
comparire la scopa volante. Mentre saliva a cavalcioni sulla scopa, si girò
dietro a guardare Kotake. Il ragazzino dai capelli blu notò il suo sguardo e
girò la vista altrove. Doremì guardò triste l’atteggiamento di Kotake e
dispiaciuta si voltò.
-Andiamo- disse infine al gruppetto e iniziarono il loro
viaggio.
Kotake sentì la voce di lei e si voltò velocemente, per
vedere ormai la ragazzina lontano.
“Doremì…”
Harry aspettò qualche minuto, prima di parlare.
-Ora il secondo gruppo.
-Bene, è il nostro turno- disse Aiko- Diamoci da fare.
-Vista da qui la foresta non sembra così pericolosa- disse
Yuri- Sento che sarà una passeggiata.
Prese il sale dall’armadietto
e finì di condire il cibo.
Sentì in quel momento che la
porta d’ingresso si apriva.
“Devono essere loro”
La donna si recò all’ingresso
e vide Doremì entrare in casa con una bambina sulle spalle.
-Oh- notò che la bambina stava dormendo.
-Camminare tanto l’ha stancata- disse Doremì a bassa voce e si
tolse le scarpe prima di portare la bambina nel suo letto.
La signora la seguì e Doremì finì di sistemare sotto le
coperte Hikaru, poi uscì dalla stanzetta.
-Avete camminato molto- disse la signora.
-Sì, e poi non smetteva di saltellare e agitarsi, mentre
camminavamo.
Entrambe scesero giù per le scale.
-Doveva proprio essere contenta di poter uscire con te- disse
sorridendo.
-Già…sono contenta che si sia svagata un poco. Almeno, finché
non le parlerò.
-…Non glielo hai ancora detto?
-Non ne ho avuto il coraggio. Speravo di poterglielo dire con
Tetsuya, ma…- chinò la testa triste.
La madre intuì il suo stato d’animo e le appoggiò una mano
sulla spalla.
-Un poco alla volta…le cose si sistemeranno.
Doremì le sorrise.
-…lo spero.
-Ti porto da mangiare, intanto ti puoi sedere tranquilla.
-Grazie- la madre si allontanò e Doremì passò davanti alla
sala.
Si soffermò a vedere quell’oggetto ingombrante della sala,
che era stato coperto da un grosso telo e sistemato in un angolo. Si avvicinò
lentamente e tolse delicatamente il telo, tossendo un po’ per la polvere. Era
da un bel po’ che nessuno lo tirava fuori. Guardò estasiata lo strumento color
nero, il pianoforte della madre.
Sorrise, mentre scorreva con le dita i tasti bianchi del
pianoforte. Per fortuna le corde si erano mantenute integre, forse la madre
ogni tanto gli dava una sistemata, in modo che la polvere non rovinasse lo
strumento.
Quasi presa da un momento di nostalgia, si sedette sulla
seggiola e appoggiò le dita sulla tastiera. Era da un bel po’ che non metteva
mano al pianoforte, ma dopo pochi minuti, le sue dita si muovevano quasi
incantate dal suono dei tasti. In breve, la sua mente fu rapita dai ricordi,
legata da quella dolce melodia.
La signora preparò il piatto e fece per portarglielo, quando
sentì una musica provenire dal salotto. Rimase all’ingresso a guardare la
figlia che suonava e sorrise dolcemente. Come d’incanto, la ragazza seduta
davanti al pianoforte, divenne una bambina dai buffi codini. E il suo sguardo
tornò limpido e sereno, come quello di una bambina. Era tornata la sua piccola
Doremì.
Rimase all’ingresso, cercando di non fare rumore e non
rovinare quell’atmosfera che pareva aver rapito la ragazza, portandola in un
mondo di ricordi.
Pochi minuti dopo, vide una bambina scendere le scale un po’
assonnata e guardando la nonna incuriosita.
Senza bisogno che la bambina le chiedesse niente, la signora
le fece segno di stare in silenzio e le mostrò Doremì intenta a suonare il
pianoforte.
La bambina, da prima addormentata, pian piano aprì gli occhi
estasiata ed emozionata. Guardò sorpresa la nonna e lei le sorrise.
Poco dopo la melodia terminò e Doremì aprì gli occhi
sospirando. Un battito di mani, la fece sussultare e si voltò verso le persone
che la stavano applaudendo.
-Mamma, Hikaru!- disse lei imbarazzata, rendendosi conto che si
era lasciata trasportare un po’ troppo- Scusatemi…
-Brava mamma!- disse contenta la bambina e andandole incontro-
Non sapevo che sapessi suonare il pianoforte.
-Eh…- disse lei imbarazzata dalla felicità della bambina- Tua
nonna me lo ha insegnato quando ero piccola, però all’inizio non andavo tanto
d’accordo con questo strumento…- alzò lo sguardo per guardare la madre- …ma
poi, mi sono fatta coraggio e sono riuscita a superare questa difficoltà.
-Ohh, anch’io, anch’io! Voglio che mi insegni anche a
me- disse la bambina alla signora.
-Eh eh, magari uno di questi giorni…
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Ahhh!-
gridarono dei ragazzini.
-Una
passeggiata, eh?- disse Kotake, mentre correva con i suoi compagni- E’
possibile che devi sempre parlare troppo?
-Che
ne sapevo io che questa bestia era viva!- si difese Yuri- L’avevo scambiato per
una soffice panchina.
-Una
panchina…nel bel mezzo di una foresta?!
-Pensate
a correre, invece che litigare- disse Aiko.
-Puff,
puff, ma non possiamo scappare per sempre- disse Momoko.
-Kotake,
distrai la bestia, mentre noi pensiamo a fermarla.
-Non
darmi degli ordini- disse lui infastidito- Non sei il capo.
-Invece
lo sono!
-E da
quando?!
-Da
questo preciso istante!
-Questo
è da vedersi!
-Vi
sembra questo il momento di litigare?!- disse Yuri correndo come un matto.
-E’
colpa tua se siamo in questo guaio!- dissero i due stranamente d’accordo.
-Uh…d’accordo.
-Waaa!
Guardate là in alto!- disse Momoko.
-Dove?
-Sulla
testa della bestia! C’è qualcosa!
-E’
vero- disse Aiko- Pare che corrisponda alla descrizione del Cianci.
-Secondo
voi si è accorto di essere sopra la testa di una bestia?
-Pare
proprio di no…guarda come sorride allegro.
-Non
possiamo rischiare che la bestia si accorga del Cianci o sarà in pericolo.
-Bene,
gioco di squadra- disse Aiko seria- Momoko cerca di convincere al Cianci di
scendere da lì.
-E
come?
-Che
ne so? Cantagli qualche canzoncina, balla, fai il tip tap…l’importante è che si
allontani.
-E
poi?
-Io mi
occuperò di prenderlo, prima che scappi- disse Yuri.
-Mentre
io e Kotake lo fermiamo- disse Aiko.
-D’accordo-
dissero Momoko e Yuri.
-Bene,
proviamo con un incantesimo immobilizzante di terzo livello- disse Kotake.
-Okey,
aspettiamo che si avvicini.
I due arrestarono la loro corsa e poi si voltarono nello
stesso momento.
-Rete!-
disse Kotake e comparve una rete magica che arrestò la corsa della bestia.
-E
ora, sabbie mobili!- disse Aiko e sotto le zampe si formarono dei gorghi di
sabbia che lo trascinavano lentamente.
-Ora!-
disse Yuri a Momoko.
-Vieni
qui bello, sù…ho una cosa squisita da farti assaggiare- disse Momoko con in
mano un dolcetto.
-Sta
funzionando…sembra interessato- disse Yuri.
-Certo,
chi può resistere a questi dolci?
-Puchi
pu…- l’animaletto scese dalla bestia e si avvicinò a Momoko.
-Che
grazioso che è…- disse Momoko osservandolo- Com’è possibile che questa specie
viva in un posto così pericoloso?
Nel momento che Cianci si avvicinò alla mano di lei con
quel suo grazioso sorrisetto, spalancò la sua enorme bocca e si mangiò il
dolcetto con insieme la mano di Momoko.
-Yaaaaaah!!-
gridò Momoko spaventata, con il mostriciattolo appeso alla sua mano- Aiuto,
aiuto!- si agitò correndo qua e là.
-Ferma
Momoko, ci penso io- disse Yuri- Cianci bloccati! Opus!- un fumo fianco invase
Momoko- Ehm, Momoko?- svanito il fumo, guardò Cianci lì intero e accanto un
coniglio- Ops, credo di aver sbagliato.
Cianci guardò il coniglietto e fece un sorrisino, per poi
spalancare di nuovo la sua enorme bocca.
-Kyaaaaa!-
scappò via Momoko saltellando.
-Che
state facendo lì?- chiese Kotake.
-Ehm,
ti ricordi che non mi veniva l’incantesimo del coniglio? Beh, credo di esserci
riuscito ora.
-Ti
sembra questo il momento di giocare?
-Okey,
okey- guardò i due animaletti che si rincorrevano e sospirò- Peccato non
potermi tenere il coniglio. Cianci bloccati! Kopus!
Un vaso di vetro rinchiuse dentro l’esserino, che si guardò
intorno confuso.
-Perfetto,
è filato tutto liscio.
-Ma
che liscio!- il coniglio gli diede una pedata- Non sai che infarto mi sono
presa! Riportami al mio aspetto normale!
-Scusa,
scusa- ridacchiò- Anche se non saresti male. Mi piacerebbe avere un animale
domestico.
-Riportami
al mio stato originale o ti prendo a morsi. E non scherzo!
-Be’,
per lo meno siamo a buon punto- disse Aiko con sguardo stanco a Kotake- Mi
domando cosa staranno facendo gli altri.
-Onpu
saprà sicuramente cavarsela- disse Kotake- Non è la prima volta che affronta
l’esame da sola, no?
-Però,
stare con tre ragazzi come loro…non so quanto resisterà- disse Momoko, mentre
Yuri cercava di ricordarsi il controincantesimo.
-Già,
Leon può diventare davvero snervante, per non dire del nuovo arrivato che anche
lui è un fans di Onpu.
-Mentre
nel gruppo di Doremì, non c’è da preoccuparsi- disse Yuri- Hazuki è molto
intelligente e saprà sicuramente aiutare la sua squadra.
-Quello
che mi preoccupa è proprio Doremì- disse Aiko pensierosa.
-Che
vuoi dire?- chiese Momoko curiosa, mentre riacquistava il suo aspetto.
-Non
te ne sei accorta? Non mi pareva tanto concentrata mentre Harry parlava.
-Doremì
è sempre con la testa altrove- rispose l’altra semplicemente.
-Intendo
dire, più del solito. Non vorrei che si cacciasse in qualche guaio.
-Tanto
c’è con lei Akatsuki, che problema c’è?- disse Kotake con una certa ironia- Si
occuperà lui di lei.
Aiko si voltò verso di lui.
-Sbaglio
o noto una certa gelosia provenire dalle tue parole?
-Neanche
per sogno- disse lui voltando le spalle.
-Avete
di nuovo litigato- disse Aiko incrociando le braccia- Quando vi deciderete a
crescere, voi due?
-Non
abbiamo litigato- rispose Kotake nervoso.
-Però
non vi siete rivolti la parola in tutto il giorno.
-E con
questo?
Aiko guardò Momoko con sospetto.
-Tu e
Doremì avete parlato di recente?- chiese Momoko in tono dubbioso.
-…forse-
disse lui vago- Ma non capisco perché vi interessi. Stiamo dando un esame o no?
Le due ragazze si guardarono
preoccupate e perplesse.
-E’
strano…- disse Aiko.
-Tu
dici che gliel’avrà detto?- chiese Momoko quasi sottovoce all’amica.
-Non
saprei.
-Era
così decisa…possibile che abbia avuto un ripensamento?
-Credo
di no. Il comportamento di Kotake è strano. Se non si fossero parlati, non si
comporterebbero così…- stette un attimo in silenzio e poi con un presentimento
guardò l’amica- Possibile che…
-Kotake
si sia rimangiato la parola?- continuò Momoko- Questo spiegherebbe l’umore dei
due.
-Io
quello lo disintegro!- guardò minacciosa verso Kotake che si stava
incamminando- Kotake!
Il ragazzo si girò e si vide arrivare un pugno dalla
ragazza.
-Ahi,
ma sei impazzita?!- disse il ragazzo.
Momoko e Yuri guardarono sorpresi la scena.
-Come
hai potuto prenderla in giro?!- disse Aiko arrabbiata- Eppure credevo che le
volessi veramente bene!
-C-come?-
chiese confuso, ma poi riuscì ad intuire dall’espressione di Aiko- E tu che ne
sai?
-Doremì
ci ha detto che le hai dichiarato il tuo amore- Kotake divenne rosso- E quando
lei si decide a darti la risposta, tu la respingi? Che uomo sei?!
-Come?-
Yuri guardò confuso i due ragazzini poi Momoko- Ma di che stanno parlando?
-Innanzitutto
io non ho respinto nessuno!- disse Kotake arrabbiato- E se mai, sono io quello
che dovrebbe essere arrabbiato. E’ Doremì che mi ha respinto.
-Come?!-
esclamarono i tre ragazzini.
-Ci
capisco sempre meno- commentò Yuri- Mi sa che mi sono perso una punta della
telenovela.
-E’
impossibile- disse Momoko- Doremì non lo avrebbe mai fatto. Lei ti ama.
-Non
credo proprio- disse lui amareggiato- Lei ama Akatsuki.
-Oh…non
lo sapevamo…- disse Aiko triste- Mi spiace di averti dato quel pugno.
-Lasciamo
stare- si voltò nuovamente- Non dovreste intromettervi in cose che non vi
riguardano- e s’incamminò.
-Eh?- alzò lo sguardo e vide un ragazzino in piedi davanti a
lui- Sì?
-Ecco, niente…le stavo solo chiedendo quando ci sarà il
prossimo esame…io e gli altri, vorremmo prepararci per tempo- disse il
ragazzino incerto dallo sguardo smarrito dell’insegnante.
-Già, l’esame…- disse lui toccandosi dietro il capo, come
ricordandosi appena, di dove si trovasse- Hai ragione, ci penserò io-
l’insegnante esibì un sorriso imbarazzato, mentre sfogliava dei fogli- Più
tardi esporrò un calendario con le date dei prossimi esami e informazioni
varie.
-Grazie sensei- disse l’alunno e si allontanò dalla scrivania.
Il ragazzo guardò il ragazzino andare incontro ai suoi amici
e chiacchierare allegramente. Sospirò guardando i fogli. Si sentiva così
smarrito, confuso…non sapeva più cosa fare. Se solo ci fossero stati in quel
momento i suoi amici…Yuri…chissà, avrebbe tirato fuori una delle sue trovate
assurde, che lo avrebbero sicuramente rallegrato. Però lui non c’era, non
c’erano i suoi amici, non c’era lei…
Sentì il suono che indicava il termine delle lezioni e con
lentezza si alzò dalla sedia, mentre i suoi studenti raccoglievano in fretta le
loro cose e salutandolo, uscivano dalla classe.
Sistemò il foglio del calendario alla porta principale, così
che i suoi alunni lo vedessero il giorno dopo, poi si preparò per andarsene.
Camminò con calma, con lo sguardo fisso a terra.
I suoi giorni ormai erano diventati monotoni, deprimenti e
senza emozioni. Si poteva anche dire che aveva perso quel suo carisma
interiore.
E tutto questo…da quando si era separato da lei. La ragazza
che amava da molto tempo e che si era allontanata da lui.
Ma chi poteva dire, di chi era la colpa? Non sapeva neanche
dire, chi avesse incominciato prima e se era possibile evitarlo.
Ricordava con malinconia quei giorni così lontani, passati
accanto a lei…
-Mhhh…- la ragazzina lo fissava in continuazione.
-Beh?- il ragazzino la guardò imbarazzato e
scocciato- Che hai?
-Niente, niente…- voltò lo sguardo, quasi offesa.
Lui la guardò confuso. Poi si distrasse guardando il
panorama. Quella era forse la terza volta che entrava nel mondo della magia.
Eppure gli sembrava sempre come se fosse la prima volta.
-Wow, qui sembra che la notte non ci sia mai.
-E’ solo una tua impressione- disse la ragazzina
accanto a lui, in tono di superiorità- Qui la sera dura poche ore rispetto al
nostro mondo e in estate si raddoppiano le ore di oscurità.
-Insomma, un po’ l’inverso del nostro- alzò lo
sguardo di nuovo e notò un oggetto che si muoveva nel cielo- Oh, ma quello non
è…?
-Sì, è la carrozza della Regina- disse lei, senza
scomporsi.
-Immagino che fra qualche anno, ci sarà lì anche
Hana.
-Ovvio che sì- rispose lei, con tono da saputella. Il
ragazzino si girò verso di lei.
-Si può sapere che cos’hai?- chiese lui un po’
irritato dal tono della ragazzina.
-Niente- alzò le spalle.
-Bugiarda. Si vede chiaramente che qualcosa non va.
La ragazzina si fermò e lo guardò con la faccia
imbronciata.
-E va bene. Ti dirò, non mi convince per niente la
tua decisione- gli puntò il dito- Che stai tramando?
-Eh?- lui la guardò confuso.
-Ti conosco bene, per questo faccio bene ad avere
qualche sospetto sulle tue reali intenzioni. Avanti, confessa!
-Stai delirando- le abbassò il dito e riprese a
camminare.
-Io?- disse lei offesa e lo seguì- Qui quello strano
sei tu. Non conosci questo mondo, non hai mai dato interesse a queste cose…e
così, di punto in bianco, hai deciso di diventare uno stregone?
-Le persone cambiano di opinione. Cosa c’è di male?-
si girò per guardarla- Per caso…la mia presenza ti infastidisce?
-Sì- disse d’istinto e lo guardò con aria di sfida.
Lui sembrò sorpreso dalla sua risposta veloce e decisa.
Abbassò lo sguardo amareggiato e si voltò per riprendere a camminare. Doremì si
stupì della reazione di Kotake. Era certa che avrebbe contraccambiato con
qualche offesa e che avrebbero finito per litigare, ma invece se n’era stato in
silenzio. Davvero strano.
Lei lo seguì, mentre vedeva il ragazzino camminare
davanti in silenzio e con lo sguardo perso a terra, senza più quella allegria
di qualche minuto prima. Doremì ci pensò su e provò qualche senso di colpa ad
averlo trattato così. Forse, questa volta si era sbagliata sulle intenzioni di
Kotake. Aveva esagerato.
-…Kotake- lo chiamò.
Lui parve non sentirla.
Non capiva perché si sentiva triste, eppure non le pareva
di averlo offeso così tanto. Loro litigavano da mattina a sera e il giorno dopo
era come se non fosse accaduto niente…perché allora d’improvviso questo
cambiamento? Non se lo spiegava.
-Kotake- lo afferrò per la mano, arrestando la
camminata del ragazzino.
Lui si girò per guardarla e vide il viso di lei incerto e
triste.
-…mi dispiace- disse sussurrando e guardando di lato.
Kotake la osservò per un po’, poi iniziò a sorridere.
-Stupida- appoggiò il dito sulla sua fronte,
spingendola indietro- Ci sei cascata- disse con un sorrisino divertito.
Doremì imbarazzata e confusa si toccò la fronte e poi
guardò arrabbiata il ragazzino.
-Ko…ta…ke!- scandì il nome, come avvisandolo che
presto gliel’avrebbe fatta pagare.
Il ragazzino intuì di averla fatta infuriare e iniziò a
correre via.
-…Se ti prendo!!- gli gridò dietro Doremì.
Certo, non poteva certo dirle che gli aveva fatto piacere
sentire le sue scuse. Doveva pur mantenere il solito carattere. Non poteva
certo dirle d’improvviso…voglio stare con te. Lei lo avrebbe guardato come se
fosse un alieno e comunque, era ancora troppo presto perché lui ammettesse a se
stesso quei sentimenti…
Arrivò a casa. Si fermò a guardare la casetta da fuori.
Ricordava come Doremì ci tenesse ad abitare in quella casa, pareva quasi che
già dall’inizio volesse andare lì. A lui pareva una casa qualunque e comunque
non gli interessava che casa avrebbero scelto…però vedere quel sorriso stampato
sul viso della ragazza…
Sì, per vederla così felice, poteva anche dimenticare la
fatica fatta per cercare una casa che andasse bene a lei. Lui avrebbe fatto qualsiasi
cosa per lei…
E comunque, si dovette ricredere su quella vecchia casa. Gli
piaceva vivere lì, con lei e la piccola Hikaru. Pensava che tutto era perfetto
nella sua vita…lo pensava, finché nuovi problemi non spuntarono fuori.
Fissò ancora la casa prima di entrare…aveva perso il suo
fascino da quando lei non abitava più lì. Sembrava quasi che la casa ne
risentisse della sua assenza.
Aprì la porta e rimase all’ingresso ad osservare quel luogo
vuoto. Non c’erano più Doremì e Hikaru a riceverlo alla porta con un sorriso
sgargiante.
Kotake abbassò lo sguardo, mentre chiudeva la porta dietro
di sé. Sì udì un suono giungere alle sue orecchie.
Alzò la testa e si precipitò verso il telefono. Guardò il
numero del chiamante e sospirò deluso. Non era lei.
Quante le volte che sentendo il suono del telefono si era
precipitato a rispondere, nella speranza che fosse lei a chiamare…che gli
chiedesse di tornare da lui. Perché lui…lui non desiderava altro. Moriva dalla
voglia di vederla, di starle accanto, di ascoltarla parlare, di vederla
sorridere, di averla tutta per sé e baciarla come se fosse la prima volta.
Ma di lei nessuna traccia, né uno squillo, né altro. Pareva
proprio che avesse definitivamente chiuso con lui.
Se n’era accorto quando quella sera correndo da lei, aveva
visto l’anello nuziale sfilato dal suo dito.
Incredulo, l’aveva guardata e le aveva chiesto conferma del
significato del suo gesto. E a quanto pare era proprio come temeva…
Quando Doremì gli era passata vicino e l’aveva chiamato per
cognome, si era sentito sprofondare.
Da quanto tempo non sentiva pronunciare il suo cognome dalle
labbra di lei.
-Ehi Dojimi.
-Mh?- la ragazzina dai capelli rosso magenta si voltò
con una smorfia, verso il ragazzino che se ne stava seduto sulla panca- Che
vuoi questa volta?- disse con tono acido.
-Stai tagliando la stoffa sbagliata…- indicò un
rotolo di tessuto ancora arrotolato. Doremì guardò poi il tessuto che aveva in
mano- Mi sa che Hazuki dovrà rifare le tendine del negozio.
-Argh, no!- Doremì arretrò alla vista delle tendine
fatte da Hazuki qualche mese prima e mutilate atrocemente da lei- Questa volta
Hazuki mi ammazza.
-Sei una pasticciona. Non potresti fare più
attenzione?
Doremì guardò irritata il ragazzino.
-Mi spieghi come faccio a lavorare con te dietro che
mi fissi? E poi, se te n’eri accorto, perché non me l’hai detto prima?
-Perché era più divertente, vederti agitare.
-Ti diverte sempre le disgrazie altrui, eh?
-Non degli altri, ma le tue- disse con un sorrisino,
al che Doremì le venne voglia di saltargli addosso e strangolarlo, però si
trattenne.
-Uff, non ci casco- si voltò con uno sbuffo- Lo so
che lo dici perché vuoi farmi perdere la pazienza- prese un altro tessuto e
iniziò a tagliare- Però come noterai tu stesso, sono cresciuta e non perdo il
mio tempo a bisticciare con te.
-Vorresti dire che sei maturata?- chiese lui, con una
risata trattenuta.
-Certo. Non sono più una bambina, come te. Sono
responsabile ed educata. E soprattutto sto per diventare strega.
-Ah sì? La vedo molto dura…- disse lui alzando lo
sguardo- In pochi mesi io ho imparato sulla magia, quello che tu ci hai
impiegato anni per imparare.
-Sai che sei proprio fastidioso Kotake?- Doremì si
voltò per guardarlo- Non potresti tacere per una volta?
-Mh? Come mai continui a chiamarmi Kotake?
-Perché è così che ti chiami, magari?- rispose lei
con ironia.
-Intendo dire, perché continui a chiamarmi per
cognome. Ci conosciamo da tanti anni ormai.
-Uh? Non ci ho fatto caso…mi sono abituata a
chiamarti così.
-Allora puoi chiamarmi Tetsuya da adesso.
-Solo se tu la pianti di chiamarmi Dojimi…il mio
nome, nel caso te lo fossi scordato, è Doremì.
-D’accordo- alzò le spallucce- Anche se ormai mi ero
affezionato a quel soprannome. Ti rispecchia perfettamente.
-Farò finta di non averti sentito- si voltò e
proseguì a tagliare.
-Ah, senti…
-Cosa vuoi?- chiese lei scocciata, senza voltarsi.
-Stai ancora tagliando la stoffa sbagliata…quella è
la coperta di Majorika.
-Cos…?- guardò il tessuto- Oh no! Se Hazuki non mi
ucciderà, sarà senz’altro Majorika a farlo- piagnucolò.
-Sicura che il tuo secondo nome non sia Dojimi?
-Mhhh, ora mi hai stancato!- guardò in modo
minaccioso il ragazzino- Me la pagherai!
-Solo se mi prendi- si alzò dalla panca e
ridacchiando scappò via.
-Puoi contarci Tetsuya!
Eh già…erano passati i giorni spensierati di quando erano
ragazzini.
Ora che erano cresciuti, la loro vita era cambiata
totalmente. E nel giro di poco tempo aveva perso tutto…la fiducia della figlia
e l’amore di Doremì.
~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~
-Doremì?
-Eh?
-Come va?
-Bene, grazie- sorrise- Mi sono ripresa.
-Davvero?
-Sì. In fondo, è stata una mia decisione- disse lei
camminando- E’ la cosa più giusta per entrambi.
-Certo che…mi ha sorpresa quel che mi hai detto- disse
Hazuki- Credevo che tu…cioè, voi…
-La scelta è stata mia- disse Doremì sospirando- Tetsuya non
c’entra.
-Però…io credevo che fosse quello che volevi…quello per cui
avevi lottato…
-Ci ho pensato a lungo…e mi sembra la cosa più giusta da
fare.
-La cosa più giusta?- chiese confusa Hazuki- Ma di che stai
parlando?
-Vedi, io…
-Doremì! Lo abbiamo trovato!- Akatsuki la chiamò da lontano-
Venite presto!
-Shhh! Vuoi farlo scappare?- disse Fujo con un dito davanti
alle labbra.
-Oh, ok…- smise di agitarsi.
-E’ magnifico- disse Doremì raggiungendoli- Ma ora come lo
catturiamo?
L’esserino era a pochi passi da
loro.
-Che ci vorrà? Basterà acchiapparlo…sono innocui.
-Non ricordi cosa ha detto Harry? Sono dispettosi…- disse
Hazuki.
-Ma noi abbiamo la magia- disse sicuro Akatsuki, poi si girò
verso l’amico- Pronto?
-Non sono tanto sicuro Akatsuki…
-Siamo maghi, no?- disse un po’ scocciato- Siamo superiori a
questi animaletti. E poi non sono nemmeno pericolosi.
Fujo sospirò e si arrese. Insieme i
due schioccarono le dita ed apparve una gabbia gigantesca con la porticina
spalancata. Il Cianci tentò di scappare via, ma fu risucchiato dentro e la
porticina si chiuse un attimo dopo.
-E vai!- esclamò soddisfatto Akatsuki e si voltò verso gli
altri- Di questo passo termineremo subito l’esame.
-Eh…ehm, Akatsuki- disse Doremì con gli occhi spaventati,
guardando dietro di lui- Mi sa che non ha gradito molto…
-Mh?- lui la guardò confuso e si voltò. Indietreggiò dallo
spavento, vedendo al posto del piccolo Cianci, un essere enorme che riempiva
tutta la grande gabbia, quasi facendola esplodere e digrignando i denti aguzzi-
Ma…ma…che è successo? Dov’è finito quell’esserino innocuo?
-Credo che non sia tanto innocuo- disse Hazuki.
-Dev’essere la sua magia ad averlo fatto crescere…una sorta
di autodifesa- disse Fujo leggendo il rotolo di carta. Vide le sbarre della
gabbia cedere alla pressione- E sta continuando…
-Scappiamo, presto!- disse Doremì e i ragazzini fuggirono un
po’ prima che la gabbia si frantumasse e facesse uscire un essere dalle enormi
dimensioni- Ahhh! E adesso che facciamo?- chiese Doremì ad Hazuki.
-Bisogna calmarlo- disse Hazuki- Fujo, non c’è scritto cosa
piace ai Cianci?
-Oh, sì…- srotolò la pergamena- Qui dice…- fece una strana
espressione- Bistecca?
-Che cosa?!- esclamarono tutti.
-Un buongustaio!- disse Doremì con gli occhi luccicanti- Me
ne occupo io- mosse la sua bacchetta e in un lampo apparve una succulenta
bistecca- Ahh, che meraviglia- disse con un po’ di fame.
-Presto, nascondiamoci- Akatsuki la prese per mano e la
strascinò via da quell’estasi.
L’animaletto a grandi passi
raggiunse il posto e rallentò l’andatura annusando qualcosa nell’aria. Chinò la
sua testolona e vide una grossa bistecca lì vicino. Non ci pensò un attimo e in
breve il suo corpo tornò alle sue dimensioni normali. Affondò la sua gran bocca
su quella bistecca.
-Ahh, dite che se mi avvicino cautamente, mi lascerà un pezzo
di quella bistecca?- disse Doremì guardando l’animaletto da dietro i cespugli.
-Doremì!- la rimproverò Hazuki- Non è il momento.
-Questa volta non fallirò- disse Akatsuki e con uno schiocco
di dita fece apparire un barattolo di vetro- Ora lo acchiapperò.
-No, fermo- disse Hazuki- Non serve- uscì dal nascondiglio e
si avvicinò lentamente all’animaletto, che nel frattempo aveva terminato il suo
cibo- Tranquillo, piccolo. Non ti farò del male- disse con un dolce sorriso- Se
ne vuoi altre di bistecche, fai il bravo e vieni con noi.
L’animaletto la guardò dubbioso e
diffidente, ma poi di fronte alla prospettiva di un’altra bistecca, saltò in
braccio ad Hazuki.
-Brava!- disse contenta Doremì- C’è l’hai fatta!
-Incredibile- disse sorpreso Akatsuki- Non pensavo che
sarebbe stato così semplice…
-Basta capire come ragionano- disse Hazuki accarezzando il
Cianci- E’ un po’ come Doremì.
-Ehi!- disse lei offesa, poi guardò l’animaletto- Avresti
potuto lasciarmene un pezzo, eh!
**********
Il parco affollato
è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa
Sto guardando te
che sei sempre allegra
Ti sto ascoltando
Se il mondo
venisse distrutto domani, cosa faremo?
Non dici niente
Ma stringi più
forte il mio braccio
Ehi, voltati da
questa parte
Le nostre labbra
sono chiuse, il mio cuore sta palpitando
Non importa che
tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!
Quando sei ferita
e stai piangendo
Voglio
proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo
E dopo un periodo che sembrava eterno…sono tornata con il
seguito di questa fiction. L’ultima che faccio su Doremì e con l’augurio di
terminarla presto.
Naturalmente, non ho la benché minima idea di quando
terminerà XD Ho dovuto interrompere per un po’ questa fic, perché mi ero
bloccata su un passaggio…però ora sembra che sto ingranando (o almeno lo
spero).
Il capitolo di oggi, in parte era stabile…non ci sono stati
granché novità, ma volevo farvi avere una panoramica della vita dei personaggi.
Nel prossimo capitolo, dovrebbe muoversi qualcosa (sì, un robot gigantesco con
le sembianze di Doremì che distrugge mezzo mondo…).
Ora però rispondo alle vostre recensioni…
Kry333: Sì, la speranza della fic è quella che
tornino insieme Doremì e Kotake, ma con un autrice come me…non si sa mai, uah,
uah (risata)!
Marty95: E’ ancora presto per dire come andrà a
finire e i personaggi hanno ancora molto da dire (eh eh, sì devono soffrire!)
Dochan: Sono contenta che ti piaccia questa fic e se
l’hai letta tutta d’un fiato…devi avere dei buoni polmoni XD
Hey J: Mi unisco anch’io al coro…Kotake, sei un
imbecille! Perché mi vuoi rendere difficile la vita, impiegandoci una vita a dichiararti?
Ho solo una di vita! E poi, persino una scimmia riuscirebbe a fare una
dichiarazione migliore della tua! E per scimmia, intendo Yuri!
Lichan: Ehi Yuri! Il fan club si sta allargando! La
prossima volta non basterà portare via le sedie di casa tua…per la fortuna dei
tuoi genitori, che continuano a mangiare in piedi XD
Zoe MonBlanck: Genio? Naaah, ti sbagli…non vivo in
una lampada U.U Mi spiace comunque di non aver potuto pubblicare prima la fic
-_-‘ Ma almeno adesso sarai di buon umore, no? ^^ (spero °_°’anche perché il tuo urlo disperato, ha
squarciato la pagina delle recensioni XDD Come non notare il tuo grido?)
Ashley Ketchum: Alla fine ci ho impiegato ancora più
tempo, mi spiace. Ma almeno non dovrai spararti di nuovo gli altri capitoli…Non
credo che all’insegnante farebbe piacere ascoltare dalla tua interrogazione,
invece che dei romani e Roma…la storia di Doremì e company (scherzo XD).
EleninaFF: Complimenti! Ti sei avventurata nelle
profondità dei più oscuri e poco sensati del mondo delle mie fan fiction XD Per
questa tua prova di coraggio, meriti un applauso e una stretta di mano
(virtuale)! Grazie, continua a seguirmi!
Kiki: Yada? C’era nella mia storia? Sono talmente
fusa che non mi ricordo neanche chi partecipa alle mie fic XDD Sarà bene fare
una lunga ripassata ai vecchi capitoli U_U’’ (e poi sarei io l’autrice -_-‘)
Fra007: Nuova preda del mondo delle mie fan fiction
(sarà quel biscotto al cioccolato ad incantare tutti i visitatori?), benvenuta!
Non mi sbilancio ancora a dire qualcosa sui personaggi della storia, perché
preferisco che parli la storia da sola (o altrimenti potrete comprare l’uscita
delle audiolibro di questa fic XD).
Alexis_92: Fare terminare con un lieto fine…chissà,
eh eh…magari li farò trasformare tutti in ranocchie! Questo sì che sarebbe un
lieto fine! XD Così nessuno è più scontento.
Babydany94: Eh sì, la storia è triste in effetti, ma
cerco di alternarla a qualche momento allegro (il che non è una cosa facile…è
come mandare un clown ad un funerale XD).
Comunque, anche se la storia non è ancora al termine, spero
che continuerete a seguire la fic di un anime fantastico che ormai è stato
sostituito da tanti altri cartoni.
Io mi impegnerò a finire di scriverla, perché questa sarà
proprio l’ultima fic che scriverò su questo magnifico cartone. Non perché non
ne abbia voglia, ma perché il tempo stringe e ho sempre tanto da fare.
Ora vi saluto, al prossimo capitolo (che non dovrebbe
tardare tanto)!