EDIT del 15.05.2009:
Questa fic si è Classificata Prima, vincendo il Contest
“Pulizie di Primavera” indetto da Pretty_Fairy sul Forum di
EFP. (Il link al bando è alla fine).
Note: Questa è la mia settima fic su Twilight. Nata sulla scia di ‘My personal self-check-up’.
Ho messo ‘completa: sì’ nella scheda della raccolta,
perché non avrà un aggiornamento regolare. Tuttavia, se mi verranno altre idee,
non escludo di allungarla con nuovi capitoli. ^^
Per ulteriori spiegazioni, vi
rimando alla conclusione della fic.
Sono rimasta sbalordita
dall’accoglienza ricevuta nel capitolo precedente. Non avrei mai pensato che
sarebbe piaciuto tanto! Addirittura 34 recensioni! WOW, vi giuro che mi sono
commossa! ^///^
Ringrazio quanti si sono presi
il tempo di commentarlo.
Grazie davvero!
Dedicato a Voi: Mony91, Alchemist
Fan, princess of vegeta6, Pocia,
akane_val, Shatzy, Tao, Iside5,
Vocedelsilenzio, Kaho_chan,
Cate182, Lilian Potter, Elychan,
Fosuke, Betta90, PenPen, buffyanto, Selene89, Little jewel,
BloodScarlett, buzzz, crusade, piper__73, HopeToSave,
Hele91, Bells87, Midnight Dream, Ed92, Orchidea Rosa, _BellaBlack_, Setsuka, Yuki Eiri
Sensei e sophie_95.
E a quanti commenteranno.
My personal beauty farm
by elyxyz
Edward bussò educatamente per la seconda volta sullo stipite
di Casa Swan, senza ottenere risposta.
Ma la porta era aperta, quindi entrò.
“Bella?” chiamò, palesando la propria presenza. Nessuno gli
rispose.
Che fosse di sopra?
Salì le scale che conducevano al primo piano, mentre una
sottile ansia si diffondeva in lui.
La camera da letto della sua ragazza era vuota, non era
difficile verificarlo poiché l’uscio era spalancato.
In quel mentre, percepì un rumore secco, proveniente dalla
stanza attigua.
“Ahi!”
“Bella?” chiese, fissando la porta del bagno.
“Edward?!”
“Bella, stai bene?” s’interessò, con un
punta di preoccupazione.
“Ma che ci fai qui?!” replicò invece lei, con un guizzo di panico nella voce.
Ed si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli.
“Avevamo un appuntamento, mi pare.”
“Sì, ma per le dieci!”
“Sono le dieci e zero tre.” Precisò il vampiro, riacquisendo
la calma.
“Merda!” imprecò lei, “la sveglia in bagno si è fermata.
Dannata batteria scarica!” la sentì trafficare e far cadere qualcosa. “Oh,
miseriaccia!” la sentì protestare. “Non mi ero accorta che fosse così tardi!
Mannaggia a me e alla mia lentezza!”
“Non ti preoccupare. La radura non scappa…” ghignò, e nel
suo tono traspariva l’ombra di un sorriso.
“Ok, senti… vai a metterti comodo, io cercherò di
sbrigarmi.”
“Ai suoi ordini!” scherzò, avviandosi verso la sua sedia a
dondolo preferita. Ma non fece neppure in tempo a scegliere che CD ascoltare,
che la sentì nuovamente lamentarsi e mugugnare di dolore.
“AHI!”
Ritornò sui propri passi. “Bella? Sicura
che sia tutto ok?” ridomandò, fissando con astio il legno che li separava.
“Sì, mi sono solo scottata… non-”
“Posso esserti utile in qualche modo?” si offrì gentilmente.
“NO!” un rifiuto secco, quasi allarmato. “Davvero, ci
metterò cinque minuti al massimo…” temporeggiò, mentre trafficava con qualcosa
d’imprecisato e nuovi strappi secchi.
“D’accordo… se così preferi-”
s’interruppe bruscamente, annusando l’aria. “Bella! Sento odore di sangue! Ti
sei fatta male?!” sbatté le nocche sullo stipite di
ciliegio. “Lasciami entrare!”
La sentì rovistare nella stanza, mentre l’acqua fuoriusciva
dal rubinetto del lavandino.
“Non è niente, davvero.” Insistette lei.
“Mi sentirei più tranquillo, se potessi verificare di
persona.” Si impuntò anche lui. “Per favore…”
“Riderai di me, da qui all’eternità,”
piagnucolò Isabella “e tu sai che
l’eternità può essere molto lunga…”
“Sono troppo preoccupato, per ridere.” La contraddisse,
perdendo il poco buonumore che aveva. “L’odore sta aumentando.”
La serratura scattò, e la maniglia si abbassò.
Ma il vampiro non era pronto a ciò che si ritrovò davanti
agli occhi.
“Che… che stavi facendo?” volle sapere, lasciando che lo
sguardo dorato si posasse sul mucchietto di strisce di carta affastellate sul pavimento,
sul lavabo ricolmo di acqua fumante, sul contenitore semitrasparente che colava
cera ambrata sul ripiano della lavatrice… fino a giungere a lei, coperta solo
di un top, una canotta e un paio di slip, scalza, con un rivolo di sangue che
colava dal ginocchio alla caviglia.
La vide arrossire e distogliere lo sguardo.
“Mi stavo… sì, beh…”
“Ti stavi…?” l’incalzò, corrugando la fronte.
“Vivi con tre donne, e non ci arrivi da solo?! Mi stavo depilando!”
“Le vampire non si depilano.” Premise. “Se non ci crescono i
capelli, perché dovrebbero rispuntarci i peli?” obiettò, ragionevolmente.
Bella sgranò gli occhi. “Quindi… mai-mai?”
“Mai. Mai. Mai.” Precisò Ed in tono semiserio, canzonandola.
“Uh! Ecco un motivo in più perché tu mi morda quanto prima!”
s’illuminò tutta.
Cullen fece un’espressione
contrariata. “Fra tutti i tuoi pretesti possibili, questo mi sembra – senza
dubbio – il motivo più futile.”
“Parla per te che sei un maschio!” lo rimbeccò, piccata. “No,
aspetta… fammi capire… se un umano è peloso, rimane peloso anche da vampiro?” s’interessò,
tamponando con una salviettina il taglio che si era fatta col rasoio.
“SE mai ti
trasformerai, faremo in modo che tu sia tirata a lucido, ok?” tagliò corto. “Ma,
prima che tu svenga, è meglio se ti siedi.” Le consigliò, guidandola verso il
water, deviando i frammenti di vetro di qualche boccetta frantumata per errore.
“Non camminare lì; potresti tagliarti i piedi, calpestandoli.”
Abbassò il coperchio e la fece accomodare. “Che avevi
intenzione di fare?”
Isabella si fissò la ferita che non smetteva di gocciolare.
“Volevo finire in fretta. Non posso mica lasciare il lavoro a metà...” si strinse nelle spalle, colpevole. “Se l’odore… se ti
dà fastidio…”
“Non mi dà fastidio.
Anzi, mi piace anche troppo.” La
corresse, aprendo a colpo sicuro l’anta dello specchio. “Ma ciò non mi
impedisce di trattenermi. Oramai ho imparato a contenere l’impulso.”
Prese il disinfettante e del cotone, e curò la lacerazione. Poi
ripose tutto al suo posto.
“Dare in mano un rasoio a te, è come stamparsi un bersaglio
sulla schiena il primo giorno di caccia!”
“Grazie della fiducia!” protestò stizzita, guardando tutta
la confusione che regnava nel bagno con desolazione.
Si accorse del movimento di Edward solo quando egli si chinò
nuovamente davanti a lei. “Che-che hai intenzio-”
“Mi concederesti di finire il lavoro al posto tuo?” le
chiese, galantemente.
Sentì il sangue riaffiorare sulle gote, stava per andare a
fuoco.
“Oh, sì. Come no?! Poi, ti prego,
potresti scavare una fossa di media profondità sul retro della casa? Gradirei
andarmi a sotterrare…”
Il vampiro scosse la testa divertito,
sfoderando poi quel suo sorriso sghembo che la faceva capitolare
sistematicamente.
Bella deglutì a fatica, stregata dalla sua espressione. Dannazione a lui!
“Ci… ci tieni proprio tanto a vedermi soffrire?”
“Ci tengo a condividere con te il dolore.” Rettificò. “E ad
alleviartelo, se posso.”
Le accarezzò una guancia con gentilezza, attendendo un sì
che sapeva non sarebbe tardato ad arrivare.
Isabella inspirò lentamente, convincendosi che no, peggio di
così non poteva andare.
E che potevano inserirla di sicuro nel Guinness dei Primati,
alla voce ‘imbarazzo mortale’.
Perché… si poteva
morire di vergogna, no?
“Prendi il rullo.” Gli ordinò, annuendo alla volta della
lavatrice. Immergilo nell’acqua bollente finché il contenuto non sarà
abbastanza diluito.” Ed egli eseguì. “Stendi sulla
pelle un sottile strato uniforme di cera disciolta, applica una striscia e poi
fammi prendere coraggio.”
“E’ così che ti sei presa in ritardo?”
“Hai una vaga idea del coraggio che serve?”
“Io credo serva masochismo.”
Gli fece la linguaccia.
“Conto fino al tre.” La informò, mentre lei chiudeva gli
occhi e stringeva i denti in una smorfia sofferente. “Uno, due…” e non attese
il tre, perché tolse la striscia in anticipo calcolato.
“Oh!”
“Ho barato, sì.” Ammise. “Contavo
sull’effetto sorpresa. Ti ho fatto molto male?” le chiese, fissandola
mentre lei sgranava i suoi splendidi occhioni
castano scuro.
“Co-come hai fatto?” balbettò,
incredula.
“A fare che?” domandò, perplesso.
“Riprova!” lo incitò, rimettendosi in assetto anti-dolore.
E, come per magia, sentì solo il rumore dello strappo, non la
sofferenza.
“Come sono andato?” s’informò, soddisfatto.
“Sei un mago!” lo osannò, fissando incredula la pelle
liscia, appena appena arrossata. “Come ci sei
riuscito?”
“E’ come coi cerotti.” Spiegò. “Un colpo secco e via. Più
strappi in fretta, meno dolore senti.”
La vide rilassarsi, accantonando definitivamente ogni remore
e imbarazzo.
“Prego!” lo invitò. “Credo ti prenoterò ogni terzo sabato
del mese, finché non ti deciderai a trasformarmi.”
“Detta così, mi sembra quasi un indennizzo.” Si lamentò,
continuando il lavoro.
“Pensala come vuoi…” concesse, magnanima. “Certo è che, se
voi Cullen non foste già così assurdamente ricchi,
potreste aprire un centro estetico. Fareste fortuna!”
“Sì, certo. Sembra che sia in voga, tra le star di Hollywood,
l’uso delle sanguisughe a scopo estetico, Jasper potrebbe essere il loro cugino
evoluto…” recitò, fintamente serio. “Anzi, no. Terrebbe qualche corso di
rilassamento, dello yoga perfezionato, risultati garantiti…”
“E Alice potrebbe vestirsi da chiromante e predire il futuro
alle clienti!” s’infervorò lei, divertita. “Rosalie e Carlisle
sarebbe dei perfetti testimonial, con la loro bellezza assoluta! Ed Esme gestirebbe il tutto, ci serve qualcuno che sovrintenda
all’organizzazione…”
“Emmett potrebbe offendersi, se lo
escludiamo.” Le ricordò il vampiro, saggiamente.
“Coi muscoli che si ritrova… potremmo allargare la Beauty Farm, includendo una
palestra di Fitness! Sarebbe un perfetto personal trainer, già me lo vedo!”
“Ovviamente, amore mio. Le tue idee folli sono geniali. Hai
il senso degli affari nel sangue!”
Bella rise, e poi si fece riflessiva. “Ah!,
Edward?”
“Mh?”
“Seriamente…
Coi massaggi… come stai messo?”
-Fine-
Disclaimers: I personaggi citati
in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi
diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Beh, non so voi… ma ‘sta cosetta
mi fa un po’ sghignazzare. ^__^
Bella si è fatta scoprire in un
momento tra i più vergognosi, quando non vorresti mai farti vedere dal tuo
ragazzo conciata così XD.
Però l’amore di Ed è così grande
che non guarda a queste sottigliezze… si vede tanto che lo adoro? *___*
Per inciso: l’idea nasce da una
scena di vita vissuta. >___<
Spero sia almeno riuscita a farvi
sorridere, perché io mi sono divertita tanto, scrivendola. ^_____^
Mi sembra corretto riportare i
giudizi del Contest a cui la fic ha partecipato.
Ringrazio
Pretty_Fairy per il
giudizio e il bannerino!
1° Classificata
My personal beauty farm- di elyxyz
Grammatica e sintassi: 10
Lessico e stile: 9
Originalità: 9
Giudizio Personale: 10
Totale: 38
Una storia un tantino assurda ma assolutamente perfetta.
In effetti non è semplice concepire Bella ed Edward in
una situazione del genere però è talmente tanto difficile farlo che alla fine
risulta anche troppo piacevole provare ad immaginare tutto quello che avviene.
Nei libri situazioni così “quotidiane” e “personali” non vengono mai descritte,
eppure tutti i lettori, almeno una volta, si sono chiesti cosa avrebbero fatto
i personaggi di Twilight (sempre perfetti ed eterei)
in una circostanza imbarazzante. Be’ questa storia è riuscita in modo
eccellente a descrivere un momento normale per un semplice essere umano ma che
per un vampiro risulta piuttosto lontano dall’ordinario. Niente da dire sulla
grammatica che ho trovato perfetta, e lo stile è piuttosto scorrevole e chiaro.
Ottima storia, non c’è che dire! Primo posto
meritatissimo!
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8552220&p=4idm93907565
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