IN ASSENZA DI TE

di danyazzurra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 1 CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** 2 CAPITOLO ***
Capitolo 4: *** 3 CAPITOLO ***
Capitolo 5: *** 4 CAPITOLO ***
Capitolo 6: *** 5 CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** 6 CAPITOLO ***
Capitolo 8: *** 7 CAPITOLO ***
Capitolo 9: *** 8 CAPITOLO ***
Capitolo 10: *** 9 CAPITOLO ***
Capitolo 11: *** 10 CAPITOLO ***
Capitolo 12: *** 11 CAPITOLO ***
Capitolo 13: *** 12 CAPITOLO ***
Capitolo 14: *** 13 CAPITOLO ***
Capitolo 15: *** 14 CAPITOLO ***
Capitolo 16: *** 15 CAPITOLO ***
Capitolo 17: *** 16 CAPITOLO ***
Capitolo 18: *** 17 CAPITOLO ***
Capitolo 19: *** 18 CAPITOLO ***
Capitolo 20: *** 19 CAPITOLO ***
Capitolo 21: *** 20 CAPITOLO ***
Capitolo 22: *** 21 CAPITOLO ***
Capitolo 23: *** 23 CAPITOLO ***
Capitolo 24: *** 24 CAPITOLO ***
Capitolo 25: *** 25 CAPITOLO ***
Capitolo 26: *** 26 CAPITOLO ***
Capitolo 27: *** 27 CAPITOLO ***
Capitolo 28: *** 28 CAPITOLO ***
Capitolo 29: *** 29 CAPITOLO ***
Capitolo 30: *** 30 CAPITOLO ***
Capitolo 31: *** 31 CAPITOLO ***
Capitolo 32: *** 32 CAPITOLO ***
Capitolo 33: *** 33 CAPITOLO ***
Capitolo 34: *** 34 CAPITOLO ***
Capitolo 35: *** 35 CAPITOLO ***
Capitolo 36: *** 36 CAPITOLO ***
Capitolo 37: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Lily era distesa sul letto di casa sua ma non riusciva a dormire.
Scorpius era fuori, per la ronda e come sempre, lei non riusciva a stare tranquilla, fino a quando non lo vedeva varcare di nuovo la soglia di casa loro.
Fissò il soffitto ancora per un attimo prima di voltare la testa e guardare la loro piccola Sirya che dormiva ignara delle preoccupazioni della madre.
Era giusto così. Era giusto, che lei non sapesse, tutto quello che in realtà c’ era fuori.
Da sempre. Da quando aveva memoria, almeno una volta l’ anno c’ era sempre qualcuno che si credeva così importante e potente da emulare Voldemort.
C’ era sempre un Mangiamorte fuggito o nascosto che credeva di riuscire a riportare in vita il loro Signore Oscuro o qualche pazzo che nel pieno delle proprie manie di grandezza provava a divenire il nuovo Lord.
Erano sempre riusciti a fermarli e a stanarli, ma questa volta, era una minaccia diversa.
Lily lo sentiva.
Sentiva che non era come sempre, che il pericolo era qualcosa di più reale e tangibile.
Lo dimostravano le morti.
Anche quel mese c’ erano state quattro morti.
Una alla settimana come sempre. Ogni giovedì, come un macabro appuntamento.
Avrebbero potuto rimetterci l’ orologio, ogni giovedì sera nell’ ufficio di suo padre arrivava una busta e questa conteneva sempre un pezzo di qualche ragazzo o ragazza e una mappa e appena gli Auror arrivavano sul luogo, trovavano il cadavere mutilato.
Proprio dove era stato indicato. Proprio con quella parte mancante.
Rabbrividì avvicinandosi di più a sua figlia.
Gli Auror brancolavano nel buio.
Non avevano trovato alcun elemento comune, tranne il fatto che erano ragazzi e ragazze molto giovani, che non superavano i trent’ anni e che erano figli di persone che avevano partecipato alla guerra.
Ma era poco. Troppo poco.
L’ assassino usava sempre gufi diversi. Non rivendicava gli omicidi e di conseguenza, oltre a rendere ancora più difficile rintracciarlo, nessuno riusciva a capirne il movente.
Non sapevano neanche, se il fatto che fossero discendenti dei partecipanti alla seconda guerra magica significasse davvero qualcosa.
In fondo uccideva persone, senza distinzione di sesso o senza badare da quale parte avessero combattuto.
Allungò una mano fino ad arrivare a toccare il cuscino di Scorpius.
Avrebbe voluto non sentirsi così oppressa.
In fondo era un Auror addestrato e sapeva far bene il suo lavoro, oltretutto era un Auror anche lei, anche se in quel momento era in un periodo di pausa.
Ma sapeva cosa significasse essere un Auror e non avrebbe mai voluto che Scorpius si tirasse indietro per colpa sua, in fondo lei era cresciuta con un padre Auror ed era ormai abituata a convivere con l’ ansia.
Ma quel giorno c’ era qualcosa di strano. Era una sensazione.
Sua nonna le aveva sempre detto che le donne hanno un potere in più rispetto agli uomini. Che le donne sentono le cose quando nascono dal profondo.
Si alzò dal letto guardando la piccola Sirya.
Il loro piccolo vulcano di sette anni, come amava chiamarla Scorpius.
E in effetti era davvero un vulcano. I capelli rossi, ereditati da lei, che sembravano lava in eruzione e gli occhi grigi ereditati dal padre che sembravano piccoli tizzoni di cenere.
Guardò l’ orologio. Mezzanotte. Adesso Scorpius si sarebbe materializzato ne era sicura.
Si sedette sulla poltrona della camera, sicura che non sarebbe riuscita a dormire.
Sicura che se fosse rimasta a letto, avrebbe finito per svegliare anche la loro piccola.
Mezzanotte e mezzo.
L’ ansia cominciava a impossessarsi di lei e se avesse avuto ragione?
L’ una.
La mente cominciava a proiettarle immagini tremende, di Scorpius steso a terra in un lago di sangue.
Le due.
Finalmente il rumore della materializzazione la fece voltare.
“ Scorp” disse alzandosi e facendo cadere la coperta che aveva adagiato sulle gambe.
Scorpius le rivolse un sorriso, prima di guardare Sirya nel loro letto.
“ Dorme tranquilla” disse Lily, avvicinandosi a lui.
Lo abbracciò forte, stringendolo a sé come se lo vedesse per la prima volta da mesi.
Aveva, seriamente, avuto paura che non lo avrebbe rivisto.
“ Ehy” le disse Scorpius, sollevandole il viso.
“ Che succede, lentiggini?” le chiese, scrutandole il volto.
Lily si chiese se l’ avrebbe presa per pazza, ma in fondo, adesso era con lei ed era l’ unica cosa che contava.
“ C’ è stato un altro omicidio” la informò, capendo dal suo sguardo che cosa la turbasse.
Le pose un bacio delicato sulla punta del naso e poi riprese.
“ Tuo padre non sa più che pesci prendere” le disse, staccandosi da lei e dirigendosi in bagno.
Lily riprese a respirare correttamente.
Scorpius l’ aveva capita con un solo sguardo come sempre.
Era sempre stato così tra di loro. Anche quando si allontanavano in realtà si cercavano.
Sentì l’ acqua scorrere e si diede mentalmente della stupida per essersi fatta prendere dal panico.
Chissà come aveva fatto sua madre in tutti questi anni, vedendo prima suo marito e poi due dei suoi tre figli divenire Auror.
Forse era stata temprata dalla guerra. Forse tutta la paura che aveva avuto per suo padre, quando cercava gli Horcrux, le aveva insegnato a cercare di non cedere al panico e alla paura.
“ Chi è morto ?” chiese Lily, facendosi coraggio. Era sempre qualcuno che conosceva.
Un amico o un compagno di classe suo o dei suoi fratelli.
“ Lysander” disse Scorpius affacciandosi dal bagno.
Lily inspirò bruscamente “ che cosa?” chiese con voce stridula.
Lysander era cresciuto con lei.
Erano stati vicini di casa per anni e i suoi genitori erano molto amici di Luna. Ultimamente si vedevano meno, ma lei non aveva dimenticato l’ adolescenza passata con il suo pazzo amico.
Il suo pazzo amico che non c’ era più.
Sentì le lacrime invaderle gli occhi “ devo uscire” disse in un sussurro.
Doveva uscire dalla stanza o avrebbe rischiato di svegliare la sua bambina.
Sentiva i singhiozzi nascere dal petto.
Lysander.
Scorpius le arrivò alle spalle.
L’ asciugamano appoggiato su una spalla e l’ espressione seria e decisa.
“ Lysander è morto” disse Lily, non riuscendo a pensare a nient’ altro.
Scorpius le passò i pollici sotto agli occhi per asciugarle le lacrime.
“ Lo so” le disse “ Anche tuo padre era disperato, non sapeva come fare a dirlo a Luna Scamander”
Lily si morse nervosamente il labbro superiore “ ci sta uccidendo tutti “ disse “ ma perché ?” chiese guardando Scorpius e cercando una risposta in lui.
“ Lily non so perché quel folle stia uccidendo tutti questi ragazzi e ragazze, so solo che adesso tuo padre è più che mai intenzionato a prenderlo” la rassicurò.
La strinse al suo petto e Lily sentì il calore del suo corpo e il battito del suo cuore.
“ Farà un errore o un passo falso. Lo fanno tutti. L’ ha fatto anche Voldemort e lo farà anche lui e allora…”
Si fermò per sollevarle il mento con due dita “ e allora lo prenderemo” le disse prima di scendere sulle sue labbra.
***
Il sole illuminò la stanza da letto ma li trovò ancora svegli.
Era impossibile dormire dopo aver saputo del povero Lysander.
Scorpius le aveva raccontato tutti i particolari.
Di come l’ assassino, avesse recapitato nell’ ufficio Auror, la solita busta, posta all’ attenzione di suo padre.
Di come questa busta contenesse un dito di Lysander.
Di come avessero trovato il suo corpo martoriato.
Avevano fatto ipotesi e provato a mettere in atto teorie.
Erano rimasti abbracciati a scambiarsi consigli e direttive, ma non erano arrivati a niente di concreto.
E come avrebbero potuto.
D’ altronde stavano parlando dell’ Inafferrabile.
Lily odiava chiamarlo così. Era uno stupido soprannome che gli aveva affibbiato un giornalista di cronaca.
Ma purtroppo era vero.
Era inafferrabile e continuava a seminare panico e terrore.
Scorpius si alzò per chiudere le tende, di modo che i primi raggi solari, non colpissero il viso di Sirya e la svegliassero.
“ Ha mangiato ?” chiese a Lily.
Lily sorrise “ sì, mamma” lo prese in giro.
Scorpius era davvero apprensivo con la loro bambina e la riempiva sempre di domande.
“ Non provare a prendermi in giro, Potter” le disse scherzoso.
Lily si lasciò avvolgere tra le sue braccia e si strinse ancora di più a lui “ Va bene, Micetto” ribattè prendendolo in giro.
Gli occhi di Scorpius si aprirono e cominciarono a brillare, rendendo le sue iridi ancora più grigie e brillanti.
Si voltò di scatto sul letto “ Sirya” mormorò Lily con un sorriso.
“ A che ora si è addormentata?” le chiese.
Lily gli tirò un piccolo pugno sul braccio “ alle undici ma non vorrai mica…”
Scorpius non la lasciò finire e se la caricò in spalla come un sacco di patate.
Lily aprì la bocca per protestare ma Scorpius voltò il busto per guardarla negli occhi “ abbiamo ancora un paio d’ ore d’ autonomia, ma non sfidiamo la fortuna” le disse ironico, prima di uscire dalla stanza per infilarsi di nuovo nel bagno adiacente.
Le loro labbra si trovarono, prima ancora che Scorpius l’ avesse fatta scendere completamente.
I loro corpi aderirono l’ un l’ altra, accendendosi di desiderio.
“ Sai che non devi chiamarmi micetto” disse Scorpius prima di scendere a baciarle il collo.
Lily ansimò “ scusa topino” disse con voce roca.
Scorpius sorrise e la guardò con un’ espressione maliziosa “ l’ hai voluto tu, Potter” le disse prima di trascinarla dentro la doccia.
Non fecero in tempo neanche ad aprire l’ acqua che la voce della figlia li fece bloccare nell’ atto di togliersi i vestiti.
“ Mamma” sembrava assonnata, forse non avrebbe notato niente.
Lily si risistemò la maglia del pigiama, prima di aprire la porta della doccia.
“ Amore” disse, prendendo la sua bambina in braccio e baciandola su una guancia.
“ C’ è anche papà ?” chiese strusciandosi gli occhi.
Lily guardò Scorpius, sgranando gli occhi e chiedendosi perché Merlino le aveva donato una figlia così intelligente  “ sì, voleva farsi una doccia, ma non funziona” disse con tranquillità, sperando di farla franca.
La bambina aggrottò le sopracciglia rosse “ ieri funzionava” replicò.
Scorpius uscì dalla doccia e prese la figlia dalle braccia di Lily salvando la situazione.
“ Principessa, non vorrai sapere un po’ troppe cose?” le chiese, baciandola sul collo.
Sirya rise “ papà, mi pizzichi” si lamentò.
Scorpius rise a sua volta” ti pizzico ?” chiese, fingendo di non capire “ come così ?” le chiese strusciando, il suo accenno di barba contro la guancia della bambina.
“ Papà “ si lamentò Sirya “ o così “ chiese ancora strusciandola contro il suo collo “ mamma, mamma salvami” la pregò la piccola.
Lily rise e fece per riprenderla in braccio “ no, no, la porto io questa paperina” disse Scorpius scherzoso, guardando Lily e uscendo dal bagno.
“ E lo sai cosa fanno le paperine?” chiese serio, guardando la figlia.
Sirya sembrò pensarci ma poi scosse la testa.
Scorpius rise “ Eh no, così non va’” le disse e la piccola scrutò a fondo l’ espressione del padre.
“ Perché le paperine sanno che…” s’ interruppe per prendere un respiro “ che si devono tuffare” urlò, prima di tuffarsi nel letto con la piccola.
Lily scosse la testa.
A volte si chiedeva chi fosse il bambino tra i due.
“ Mamma vieni” la chiamò Sirya, tendendo le braccia per accoglierla.
Lily si buttò di peso sul letto “ onda anomala” urlò prima di abbracciare la figlia.
Stettero nel letto a ridere e scherzare per un’ altra mezz’ ora, prima che Scorpius si alzasse per tornare al lavoro.
“ Non andare papà” lo pregò la piccola.
“ I papà lavorano” le spiegò Scorpius, prima di baciare sia lei che Lily.
“ E la mamma? Perché non lavora più ?” chiese con fare innocente.
Scorpius si sedette sul letto “ ricordi cosa ti abbiamo detto ?” le chiese, guardandola in quegli occhi così simili ai suoi.
La bambina annuì “ qua c’ è un fratellino” disse indicando la pancia di Lily.
“ Ma non si vede niente” si lamentò.
Lily era al quarto mese e la sua pancia era ancora poco visibile.
Scorpius prese una mano della figlia e la pose sulla pancia di Lily, sovrapponendo la sua.
“ Ascolta” le disse abbassando la voce.
“ Se ascolti bene sentirai la sua voce” le disse in un sussurro.
Lily alzò gli occhi su Scorpius e i loro occhi s’ incatenarono l’ uno all’ altra.
Era un’ immagine così bella che avrebbe voluto fermarla nel tempo per non dimenticarla mai.
Lei e Scorpius con la loro piccola che cercavano di ascoltare la “ voce” del bambino in arrivo.
“ Ora devo andare” disse Scorpius.
Diede un bacio sulla testa alla piccola Sirya e un bacio sulle labbra a Lily “ ci vediamo stasera” le disse sulle labbra “ abbiamo un discorso in sospeso” continuò malizioso.
Lily sorrise “ Ti amo” gli disse.
Scorpius la guardò e le fece l’ occhiolino “ sempre” disse, prima di smaterializzarsi.
***
La giornata sembrava non finire mai.
Lily continuava a combattere contro quella maledetta sensazione.
Si augurò che tutti i suoi timori e le sue paure fossero dettate dalla gravidanza e che presto sarebbe tornata ad essere la solita Lily.
Alle otto però il panico le stava attanagliando di nuovo lo stomaco.
“ Papà ha detto che gli devo dire se non mangi”
Lily alzò lo sguardo su sua figlia e vide che la stava guardando giocare con il cibo.
“ Devi mangiare per Ren” disse ancora con aria saputa.
Lily lasciò la forchetta e sorrise all’ indirizzo di Sirya “ Ren ?” chiese “ ma non era John?” chiese ancora trattenendo una risata.
Avevano detto a Sirya che doveva aiutarli nella scelta del nome e lei cambiava nome ogni giorno, l’ unica cosa su cui non cambiava mai idea era che fosse un maschio. Perché come diceva sempre, lei era l’ unica principessa di papà.
“ John è antipatico” disse contraendo le labbra in una smorfia.
Lily rise chiedendosi cosa avesse fatto il povero John per non essere più l’ amico preferito di sua figlia.
Quando sentì il campanello guardò l’ orario.
Le otto e mezzo “ scommettiamo che sono la zia o  la nonna che ci vengono a dire che papà farà tardi ?” chiese alla figlia.
Lei sorrise. Non erano nuove a questi tipi di cose.
Da quando c’ era quel maledetto assassino, gli orari divenivano sempre più improponibili e Ginny o Alice, passavano ogni sera per sapere se lei o la piccola avessero bisogno di qualcosa.
Aprì la porta e il sorriso le morì sul volto.
Davanti a sé c’ erano le iridi smeraldine di suo padre e quelle nocciola di suo fratello James.
Sapeva perché erano lì. Nel suo lavoro aveva dovuto farlo un milione di volte.
“ No” disse soltanto e poi tutto fu buio attorno a lei.
COMMENTO: OK SONO TORNATA…PRESTO VERO ?? SPERO NON SIATE DISPIACIUTI MA COME VI AVEVO DETTO AVEVO UN’ IDEA CHE MI FRULLAVA IN TESTA DA UN PO’…  SECONDO VOI COSA E’ SUCCESSO A SCORPIUS ?? INSOMMA FORSE GIA’ DAL TITOLO AVEVATE INTUITO QUALCOSA VERO ?? RICORDATEVI PERO’ CHE LE COSE NON SONO SEMPRE COME SEMBRANO : )) L’ IDEA E’ PIUTTOSTO INTRICATA QUINDI MI PIACEREBBE CHE MI FACESTE SAPERE SE FA’ SCHIFO O SE VAL LA PENA CONTINUARLA : )) GRAZIE MILLE A TUTTI !! UN BACIONE !!

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Capitolo 2
*** 1 CAPITOLO ***


Gli odori ed i profumi della sua casa erano sempre riusciti a rilassarla.
Quando ogni giorno lei e Scorpius tornavano a casa dal lavoro, per lei, era sempre stato come entrare in una nuova dimensione.
Chiudere le porte del suo ufficio e aprire quelle confortevoli della loro casa assieme.
Anche prima che nascesse Sirya, per loro, era un rifugio, un mondo tutto loro.
Invece adesso le sembrava di avere una nausea perpetua e non era dovuta alla gravidanza.
Quella casa non era più il rifugio suo e di Scorpius, perché lui, non vi tornava da due settimane.
Le sembrava trascorso solo un giorno da quanto il dolore era ancora vivido, ma la realtà era che erano trascorse due settimane.
Due settimane da quando suo padre, le aveva detto che Scorpius era scomparso e Lily aveva creduto di morire.
Da quando Scorpius era scomparso durante le indagini. Volatilizzato.
Nessuno aveva visto o udito niente. Si erano allontanati l’ uno dall’ altro, per indagare, routine, come sempre e invece, ad un tratto, di Scorpius, non c’ era più stata traccia.
Ancora Lily non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile. Come poteva una persona, semplicemente sparire e non lasciare alcuna traccia?
Ora la sua vita era cambiata e Lily, aveva deciso di chiudersi la porta di casa sua alle spalle.
Per sé e per Sirya.
Perché non aveva senso vivere là senza Scorpius.
Perchè vivere sole non stava facendo per niente bene alla bambina, che nonostante non sapesse niente, risentiva del suo umore e cominciava a fare domande.
Sirya era una bambina intelligente e nonostante avesse creduto alle parole della madre, quando le aveva raccontato del viaggio di lavoro del suo papà, Lily sapeva che non era del tutto convinta.
L’ aveva trovata spesso a fissarla enigmatica, come se le volesse chiedere qualcosa, o a parlare con le sue bambole di quanto le mancasse il suo papà.
Quindi Lily si era fatta forza e imponendosi un sorriso che non aveva, le aveva proposto una vacanza a casa dei nonni.
La piccola era stata felicissima, ma per lei niente era cambiato.
Credeva che lontana dalle loro cose o l’ essere circondata dall’ amore dei suoi, sarebbe riuscita a risollevarsi.
Ma non era così.
Non riusciva a pensare ad altro che non fosse Scorpius e che erano  due settimane che non avevano alcuna notizia.
Ormai a Lily sembrava di non riuscire neanche più a vivere.
Non solo le sembrava di vivere in una notte perpetua. Non solo le sembrava di aver perso tutte le forze, ma aveva anche dovuto inventare una scusa plausibile per la piccola Sirya e mettersi una maschera di tranquillità per lei.
Solo che di notte sentiva la sua maschera cedere e sgretolarsi.
La notte diventava tutto più nero. La notte, sembrava far diventare tutto, ancora peggiore.
Appena la piccola Sirya andava a dormire, sentiva come se tutto il peso della cosa, le ricadesse nuovamente sulle spalle.
Adesso era seduta su una sedia attorno al tavolo della cucina.
Aveva lasciato la luce spenta e soltanto qualche raggio della luna penetrava dentro la stanza illuminando il tavolo e i fornelli.
Incrociò le mani in grembo, sapeva che non sarebbe riuscita a dormire neanche quella notte.
Sapeva che c’ era un pensiero che non le avrebbe dato tregua.
Scorpius, il suo grande amore, era scomparso e lei, non sapeva come fare a reagire.
“ Sirya dorme immagino” la voce di suo fratello Albus la colse di sorpresa, facendola sobbalzare.
Lo guardò. Era in pigiama e con lo spazzolino in mano.
“ Stavi andando a letto ?” gli chiese, strizzando gli occhi appena Albus accese la luce, per illuminare la stanza.
Albus la guardò con tenerezza “ non lo fare” lo ammonì Lily, enfatizzando le sue parole con un gesto della mano.
Non aveva bisogno della pietà di nessuno.
“ Lo troveranno, Lily”
Lei emise una mezza risata. Lo troveranno, se lo sentiva ripetere ogni giorno.
“ Certo” rispose come rispondeva ogni volta.
Lo troveranno. Certo.
Eppure, ancora, nessuno lo aveva trovato.
Non sapeva neanche se esserne felice.
Da una parte, ogni giorno viveva nel terrore che venisse trovato il suo corpo, che il famigerato Inafferrabile, avesse preso anche lui.
Dall’ altra, non riusciva a capire che cosa gli fosse successo, se non fosse finito in un pericolo ancora maggiore.
Di una cosa era sicura: Scorpius non tornava, perché qualcuno gli impediva di tornare.
“ Devi cercare di dormire e di mangiare” le disse Albus.
Lily non lo guardò neanche.
I discorsi erano sempre i soliti e lei cominciava ad essere stanca.
Doveva farsi coraggio, doveva reagire, doveva farlo per Sirya.
Discorsi ripetuti ogni giorno ad ogni ora.
Intanto, il senso di oppressione che gli occludeva i polmoni e le impediva di respirare, continuava ad essere sempre presente e Lily, dubitava fortemente che sarebbe mai andato via.
“ Davvero Lily, se non lo fai per te, fallo per Sirya, per il nuovo bambino” continuò suo fratello con voce dolce.
Lily spostò lo sguardo, scuotendo la testa.
Non voleva litigare con suo fratello, sapeva che anche lui risentiva molto di tutta questa situazione “ vai a letto, Albus” gli disse liquidando il discorso.
Era stufa dei loro discorsi d’ incoraggiamento.
Capiva tutti ma nessuno capiva lei.
Crogiolarsi nel dolore e fare l’ incompresa, non era la sua natura, ma Scorpius era scomparso, solo da due settimane, aveva tutto il diritto di star male.
Ma Albus non cedette, anzi si arrabbiò e in un secondo le si mise davanti agli occhi.
“ Per Salazar, Lily” la rimproverò, alzando leggermente la voce.
“ Hai una figlia, non puoi annullarti così” continuò.
Lily alzò lo sguardo su di lui.
Uno sguardo determinato. Pieno di rabbia repressa e di lacrime inespresse.
“ Pensi che non lo sappia che ho una figlia?” gli chiese, arrabbiandosi a sua volta.
“ Credi che se non fosse per Sirya, io sarei ancora qua? Sarei seduta davanti a te, senza fare niente?” gli chiese ancora.
Vide il suo sguardo perplesso e si alzò in piedi.
Non riusciva più a gestire la rabbia. Da quando Scorpius era scomparso, arrivava all’ improvviso e la invadeva senza che lei riuscisse ad opporsi.
Sua madre le diceva che erano gli ormoni, ma in realtà sapevano tutti che stava impazzendo per la mancanza di Scorpius.
“ Vado a letto” disse respirando a fatica.
Nel buio della sua stanza si sarebbe sentita al sicuro. Sarebbe riuscita a restare sola con i suoi pensieri.
“ Era anche il mio migliore amico” disse Albus, risentito.
Lily si voltò di nuovo.
Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche e guardò il fratello con due occhi accesi di rabbia e di rancore.
“ E’ “ gli urlò sbattendo la mano sul tavolo e provocando un suono sordo.
“ MERLINO ALBUS, LUI E’ IL TUO MIGLIORE AMICO, NON ERA,  NON E’ MORTO E’ SOLO SCOMPARSO. LO RITROVEREMO E ALLORA…”
S’ interruppe. Non riusciva più a parlare. Un singhiozzo le stava chiudendo la gola, ma lei non voleva piangere.
Scorpius non era morto.
Non avevano sue notizie da due settimane, ma quello poteva significare tutto o niente.
Sentì nitidamente il rumore di due paia di piedi che scendevano velocemente le scale e chiuse gli occhi, sperando di non aver svegliato Sirya.
“ Volete svegliare tutta la casa?” chiese James, prima ancora di aver messo piede in cucina.
“ Ci sono dei bambini di sopra, c’ è Sirya”  disse guardando Lily in maniera eloquente.
Lily cominciava ad essere furiosa, ma cosa credevano che volesse creare un trauma alla sua bambina?
Ma che madre credevano che fosse?
“ James per favore non ti ci mettere anche te” disse Lily, guardando gli occhi castani e arrabbiati del fratello.
“ Lily, sono convinto che Al volesse soltanto aiutarti a reagire” le disse a bruciapelo.
“ Magari non ne ho bisogno” replicò Lily innervosita.
“ O Magari, noi, vorremo riavere la nostra sorellina” disse James in un sussurro.
Lily sbuffò “ sono qua, non sono io quella scomparsa” si oppose Lily, cercando di moderare la voce.
“ Scorpius non vorrebbe…”
“ Non ci provare James” lo ammonì severa, fulminandolo con lo sguardo.
Sicuramente James stava per farle uno dei suoi discorsi amorevoli e rassicuranti, forse lo avevano addirittura progettato, ma non era quello che voleva lei.
“ Non provarci a dirmi cosa vorrebbe o no, stai parlando con me e non con Sirya e appena ritroveremo Scorpius sarà lui a dirmi cosa vuole o no” gli disse arrabbiata.
“ Scorpius non è morto” sillabò le parole ad una ad una con cattiveria, con rabbia.
Voleva che penetrassero bene nella testa dei fratelli.
“ E forse venire qua è stato un errore” disse semplicemente “ Domani andremo a casa dei genitori di Scorpius” sentenziò dura.
James sgranò gli occhi “ mi sembra che tu voglia arrabbiarti per forza”
Lily rise. Una risata isterica. Nervosa.
“ Davvero?” chiese sarcastica “ e non ti sembra che ne abbia il diritto?” chiese ancora.
Aggirò il tavolo e si fermò vicino al frigorifero, mettendo distanza tra lei e i suoi fratelli.
“ Volete dirmi come devo comportarmi. Mi dite di non arrendermi e di reagire e voi siete i primi a farlo, considerandolo già morto” replicò guardando Albus e vide i suoi occhi verdi luccicare per le lacrime che premevano per uscire.
Albus si avvicinò e le prese una mano “ Lily vogliamo solo aiutarti” le disse incoraggiante.
Lily si liberò una mano per portarsela ai capelli e sollevarsi alcune ciocche.
Le sembrava d’ impazzire. Possibile che davvero non capissero ?
“ Non potete” disse loro, alzando la voce di un tono.
“ Nessuno può aiutarmi, almeno che non mi ritroviate Scorpius” concluse.
Si mosse per andarsene, ma la testa le girò vorticosamente.
“ Lily” James la prese per un braccio e la fece sedere “ devi cercare di stare calma” le disse.
“ Ricordi cosa ti ha detto il dottore? Devi farlo per la vita che è dentro di te” continuò, mentre Albus le passava un bicchiere d’ acqua.
Stare calma. Certo.
La vita dentro di lei. Insieme a Sirya, erano le uniche cose che le restavano di Scorpius.
Si portò automaticamente una mano al ventre.
Annuì. Era grata ai suoi fratelli, ma non capivano.
Nessuno capiva.
***
La mattina quando scese in cucina trovò tutti in fermento.
Sua madre era occupata a preparare la colazione a tutti.
Suo padre prese una fetta biscottata senza neanche sedersi e afferrò un bicchiere di succo di zucca, bevendolo senza neanche riprendere fiato.
James era seduto accanto a suo figlio, Christian ma sembrava anche lui essere di fretta.
Jodie e Alice parlavano tra di loro e la piccola Jenny, la figlia di Albus e Alice, era nel seggiolone che teneva banco, facendo un gran fracasso.
Lily guardò Sirya.
Anche lei era a bocca aperta.
Non erano abituate a tutta quella confusione e a tutto quel correre.
Per loro la colazione era un rito.
Lei, Sirya e Scorpius si sedevano e la bimba raccontava tutto quello che avrebbe fatto durante la giornata.
Sì, forse, non era stata una splendida idea trasferirsi a casa di suo padre.
Sirya le strinse la mano “ Mamma?” le chiese vedendola ancora assorta.
Lily si voltò verso di lei impostandosi il solito sorriso “ andiamo” le disse incoraggiante.
Sirya entrò nella stanza e ci mise poco più di un minuto a trovarsi subito a suo agio.
Era pazza di suo cugino Christian e le piaceva fare da mammina alla piccola Jenny.
Per i bambini era così semplice adattarsi.
“ Che ne dici se andiamo ad Diagon Alley?” la voce di Alice la bloccò nell’ atto di avvicinarsi la tazza di caffè alle labbra.
Tutti sembravano essersi fermati.
Tutti sembravano in attesa della sua risposta.
Lily fulminò Alice. Era la sua migliore amica da quando avevano compiuto undici anni ed erano andate ad Hogwarts assieme ed era sua cognata da pochi anni dopo, quando era riuscita a conquistare il cuore di Albus. La conosceva, come forse, neanche sua madre, poteva conoscerla e le chiedeva di andare a Diagon Alley ?
“ E’ inutile che mi guardi così” le disse schietta “ Vi hanno sentito anche i vicini stanotte, te e gli altri due geni” disse guardando Albus e James con rimprovero.
Albus arrossì. Sicuramente appena era tornato in camera, gli doveva essere toccata una bella lavata di capo.
“ Hai bisogno di un po’ di sensibilità femminile”  aggiunse ironica Jodie e questa volta fu il turno di James di arrossire.
Lily si prese tempo, bevve un sorso del suo caffè e poi posò con calma la tazzina sul tavolo.
“ Solo un giro veloce” insistè Alice “ oh sì, per favore Lily, Christian ha bisogno di una pergamena nuova”
Lily sorrise. Dubitava seriamente che Christian avesse così bisogno di una pergamena nuova, visto che ancora mancavano due mesi all’ inizio della scuola, ma fece finta di niente e annuì.
Il volto di Alice e Jodie si aprì in un sorriso sincero.
“ Veloce però “ minacciò Lily, puntando il dito contro Alice.
“ Ma…”
James non riuscì neanche a completare la frase, perché Harry gli tirò un leggero scappellotto e lui infilò la testa nella tazza di latte che stava bevendo, facendo scoppiare a ridere Christian e Sirya.
“ Per oggi voi due avete detto troppo” sentenziò, indicando i suoi figli maggiori.
James si pulì il viso bofonchiando qualcosa d’ incomprensibile.
Si prepararono e prima di uscire, Lily fece due belle trecce ai capelli di Sirya, fermandoli con un nastrino in velluto verde.
Appena arrivarono ad Diagon Alley però Christian e Sirya, si precipitarono dentro Mielandia.
“ Non scappate” urlò Lily, ma nello stesso istante si sentì chiamare.
Si voltò e un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri la stava osservando.
“ Lorcan” disse Lily, abbassando lo sguardo.
Si sentiva un po’ in colpa. Con tutto quello che le era successo, non aveva mai cercato il suo migliore amico.
Non era mai riuscita ad andare da lui per dirgli quanto gli dispiaceva per Lysander, il suo gemello.
Eppure lui non sembrava arrabbiato, non sembrava distrutto, ma forse era apparenza, come la sua.
“ Ho saputo cosa ti è successo” le disse “ mi dispiace” e la sua voce era sincera.
Non fecero in tempo ad aggiungere nient’ altro che uno scoppio li fece voltare.
Prima ci fu un grosso boato e poi, subito dopo, cominciò ad uscire del fumo dall’ ufficio postale.
Le urla si sovrapposero e le persone cominciarono a fuggire e smaterializzarsi.
I suoi sensi di Auror si misero in allarme. Un attacco a Diagon Alley. Cosa stava succedendo?
“ Sirya” urlò Lily, voltandosi per entrare dentro Mielandia.
Si guardò attorno e vide Jodie entrare dentro il negozio e Alice stringersi la piccola Jenny al petto.
Vide Jodie uscire con Sirya e Christian e la sollevò subito tra le braccia “ stai con me” le sussurrò all’ orecchio.
La bambina annuì affondando la piccola testolina rossa nel collo della madre.
Lily cercò Lorcan ma era già sparito nel tumulto generale.
Scosse le spalle, non aveva tempo di pensare anche a lui, doveva mettere in salvo Sirya “ andiamo” disse alle due cognate.
Tirarono fuori le bacchette e si mossero per procedere alla smaterializzazione, ma nel momento esatto in cui si voltò, Lily  vide una persona sul tetto del negozio accanto.
Una persona che non avrebbe mai creduto di vedere in quel momento.
Non libero e in forze.
I loro occhi s’ incrociarono e Lily si bloccò sul posto.
Tutto si era fermato in quel momento.
Il fatto di doversi smaterializzare in fretta, era un ricordo in un angolo della sua mente.
Gli spintoni e le urla della gente, erano un sottofondo ignorabile.
La bocca le si aprì automaticamente e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Quelli che la stavano guardando dal tetto erano gli occhi dell’ uomo che amava.
Erano gli occhi grigi di Scorpius.
COMMENTO: OK ECCOCI QUA…SARA’ SCORPIUS O NON LO SARA’ ?? E SE LO E’ CHE CI FA’ TUTTO BELLO TRANQUILLO SOPRA IL TETTO DI UN NEGOZIO, NEL PIENO DI UN ATTACCO?? CHIARAMENTE SIAMO ALL’ INIZIO E NON VI POSSO DIRE NIENTE…SPERO CHE IL CAPITOLO CMQ VI SIA PIACIUTO !! RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO, NON SAPETE QUANTO VOGLIA DIRE PER ME…MI AVETE INCORAGGIATO TANTISSIMO E SPERO MI FARETE SAPERE ANCORA : )) QUINDI RINGRAZIO ICEPRINCESS / MIKILILY / ARYELLE / CESCAPADFOOT / CASSIE EDERA / MITSUKI / FEDERCHICCA / SPAOLA E REBBYFEBBRY !! SPERO MI FARETE SAPERE ANCHE IN QUESTO CAPITOLO !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 3
*** 2 CAPITOLO ***


Gli occhi le stavano facendo quasi male.
Non riusciva ad abbassare lo sguardo, ma non riusciva neanche a sbattere le palpebre.
Aveva paura che se avesse interrotto anche soltanto per un secondo quel contatto, tutto sarebbe svanito.
Era terrorizzata all' idea che Scorpius, sarebbe svanito nel nulla, proprio come era successo due settimane prima.
“ Lily” Alice urlò il suo nome, ma Lily non si voltò.
Non riusciva ad interrompere il contatto. Anche se i suoi occhi sembravano dolerle per l' intensità con cui era puntati sui suoi, per come stava cercando di entrare dentro di lui, di capire attraverso i suoi occhi cosa ci facesse lì e perché stesse fermo immobile, invece di correre da lei e da Syria.
“ Lily”
“ Mamma”
Due urla distinte e questa volta, uno fu della sua piccola Syria e Lily, non potè ignorarlo.
Abbassò gli occhi su di lei e la guardò.
In quel momento provò un dolore acuto al ventre. Un crampo fortissimo che le stringeva lo stomaco.
Gli occhi della sua bambina, erano così uguali a quelli del padre che in quel momento guardarla la faceva star male.
“ Stai bene?” le chiese dolcemente, cercando d’ ignorare il dolore.
Syria annuì “ non hai paura, vero?” le chiese, puntandole un dito sulla fronte.
La piccola rise e guardò la madre “ sono un Auror perfetto” disse, anche se continuava a guardarsi intorno e a scattare ogni volta che si avvicinava qualcuno “ ce l’ ho nel sangue” continuò e Lily trattenne il respiro.
Erano le parole che le diceva sempre Scorpius.
“ Lily, muoviamoci” disse Alice, lanciando un’ occhiata al fumo che si stava facendo sempre più denso e fitto.
Lily annuì e mise Syria a terra “ Stai sempre con la zia” le ordinò.
Syria tornò seria di colpo e guardò preoccupata la madre “ mamma?” chiese e il suo labbro inferiore stava cominciando a tremare.
Lily le diede un bacio sulla testa “ chi è il mio Auror perfetto?” chiese a Syria.
La piccola prese un respiro e cercò d’ impettirsi per dimostrare che non stava piangendo.
“ Che stai facendo?” le chiese Alice con voce agitata, mentre Lily prendeva la mano della piccola Syria e l’ allacciava alla sua.
Lily fissò i suoi occhi in quelli dell’ amica “ Ti spiegherò tutto” le disse semplicemente, poi prese la mano della bambina e se la portò alle labbra “ torno presto” le disse, rialzandosi in piedi.
Alice la stava ancora fissando a bocca aperta “ Arriveranno gli Auror, vieni con noi” la implorò.
Lily scosse la testa, guardandosi velocemente intorno.
Rumori di smaterializzazioni e materializzazioni, fuoco, fumo e panico. Diagon Alley, era nella confusione più totale.
Tornò a guardare entrambe le cognate “ andate” ordinò loro, Jodie la guardò come se stesse facendo una cosa controvoglia ma si smaterializzò subito, Alice non si mosse “ per favore, te lo chiedo per la nostra amicizia, vai”  la supplicò, guardando eloquentemente sua figlia e la propria.
Alice sembrava non aver parole per ribattere. Non sapeva se stava facendo la cosa giusta.
Si sentiva come se la stesse abbandonando, ma Lily aveva ragione, per prima cosa doveva pensare alle bimbe
Inoltre doveva esserci un motivo. Anche se non lo capiva doveva esserci, altrimenti non avrebbe mai lasciato Syria. Alzò la bacchetta e girò su se stessa senza mai smettere di guardare Lily.
Lily sentì il suo sorriso morirle nel volto, nello stesso istante in cui gli occhi di sua figlia scomparvero dalla sua vista.
Si voltò di nuovo verso il tetto ma non c’ era nessuno.
Per un momento, soltanto per un momento, si chiese se, se lo fosse immaginato.
Però era sicura di non essersi sbagliata, per cui, cercando d’ ignorare tutte le persone che fuggivano lei si precipitò verso il negozio dove aveva visto Scorpius.
Entrò dentro e si fermò.
Era vuoto, come probabilmente dovevano essere tutti i negozi in quel momento.
“ Homenum revelio” disse in un sussurro, ma nessuno si rivelò alla sua bacchetta.
Era vuoto, come aveva potuto pensare che Scorpius, fosse libero di girare indisturbato?
Uscì e cominciò a vagare per Diagon Alley.
Più si avvicinava all’ ufficio postale e più vedeva persone sedute su marciapiedi, ferite, spaventate, con lo sguardo perso nel vuoto a causa dello shock.
Gettò un’ occhiata verso l’ ufficio postale, o meglio quello che restava dell’ ufficio.
Era ormai un ammasso di cenere e l’ odore sgradevole che le arrivava alle narici, doveva essere colpa di tutti i gufi che erano morti carbonizzati.
Guardò le pareti annerite che erano ancora in piedi e la parte dell’ edificio che invece era crollata.
L’ insegna era caduta a terra e le lettere dorate che componevano la scritta si erano staccate, sembrava che tutto volesse indicare che ormai di quel posto non restava niente.
Si chiese con quale incantesimo avessero provocato l’ esplosione e il successivo incendio, visto che non erano riusciti a spengerlo fino a quando non aveva divorato tutto l’ edificio.
Pensò al fatto che Molly, sua cugina, lavorava dentro quell’ ufficio e sperò con tutta se stessa che non le fosse successo niente.
Ma non poteva fermarsi né palesarsi con nessuno o gli altri Auror l’ avrebbero rimandata a casa.
Nessuno avrebbe rischiato di andare contro suo padre. Contro il capo.
Continuò a camminare, guardando a terra, per aria, da qualunque parte dove potesse trovare una traccia.
Strusciava i piedi per vedere se nel terreno ci fosse qualcosa che sfuggisse alla sua attenzione, entrava in tutti i negozi e faceva incantesimi di rilievo, ma dentro non c’ era mai nessuno.
Superò il negozio di Sinor, il fabbricante di bacchette.
Un mago, di origine spagnola e con un buffo accento che era stato allievo del grande Olivander e che ormai da tempo, aveva preso il suo posto.
Sentì un crampo allo stomaco e si portò una mano al ventre. Era sicura che tutto il nervosismo che stava provando in quel momento non facesse esattamente bene al bambino.
Si chiese perché dovesse sempre seguire il suo istinto e la sua maledetta impulsività.
Scorpius non c’ era. Non era libero di girare indisturbato per Diagon Alley “ se lo fosse stato sarebbe tornato da noi” disse a se stessa.
Doveva smettere di essere così impulsiva. Avrebbe trovato Scorpius, ne era sicura, ma non ora e non così e lei adesso, doveva pensare a Syria e al bimbo che era dentro di lei.
Decise di tornare indietro, ma sentì la voce di suo padre e di James ed entrò d’ istinto nel primo negozio che vide.
L’ odore pungente la colpì subito e immediatamente dopo i versi degli animali attrassero la sua attenzione.
Era dentro “ Il serraglio stregato”.
Non c’ era nessun negozio a Diagon Alley in cui Lily non avesse un ricordo, ma quel ricordo era speciale.
Guardò verso le gabbie che racchiudevano i gatti, i topi e i conigli e sorrise.
Rivide la se stessa undicenne, per mano a suo padre, che cercava l’ animale che l’ avrebbe accompagnata nella sua avventura ad Hogwarts.
Il suo sguardo felice mentre guardava i gufi e le civette, il suo sorriso, mentre sua madre le diceva che poteva scegliere quello che voleva.
Il suo cuore che per la prima volta aumentò i battiti quando sentì la voce di Scorpius salutare suo fratello.
La mano di suo padre che s’ irrigidì impercettibilmente, mentre salutava educatamente Draco Malfoy e lo sguardo di Scorpius su di sé.
Per la prima volta. Quello sguardo che aveva avuto il potere di arrivare fino alla sua anima, quegli occhi che le sembrava fossero arrivati a carezzarle il suo cuore.
Le sembrava ieri, ed invece, erano passati quindici anni. Poteva ricordare ogni particolare di quel momento.
Non avrebbe mai potuto dimenticare quegli occhi che la guardarono con sfida, quelle labbra che si arricciarono in un ghigno sarcastico e quella sua mania di portarsi la mano a spostarsi un ciuffo di riccioli biondi che continuavano a ricadere nella sua fronte.
Ricordava la rabbia che aveva provato verso quel ragazzino strafottente e la conseguente idea di comprare un rospo e dargli il suo nome.
Ricordava ancora la felpa che indossava Scorpius e il profumo inebriante e naturale che superava l’ odore sgradevole che emettevano tutti gli animali chiusi in gabbia e le invadeva le narici.
Le sembrava quasi di sentirlo di nuovo.
“ Il rospo Hyperion come sta?”
Lily si voltò di scatto sgranando gli occhi.
Scorpius era davanti a lei. Aveva ragione.
Era lui. Era il suo profumo, era il suo Scorpius.
Stava per abbracciarlo, ma qualcosa la fermò.
Gli occhi di Scorpius. Non erano i suoi soliti occhi.
Aveva avuto il ricordo dell’ espressione dei suoi occhi fino ad un attimo prima e adesso questi erano completamente diversi.
Erano ancora dello stesso colore del cielo in tempesta, ma erano vuoti, opacizzati, non le stavano trasmettendo niente.
“ Mi chiedi del rospo e non mi chiedi di nostra figlia?” gli chiese Lily, cercando di studiare meglio i suoi occhi.
Qualcosa non tornava e il senso di oppressione ricominciò a stringerle il petto.
Il suo sospetto fu confermato quando Scorpius arricciò la bocca in un ghigno “ non ho figli ” disse soltanto.
Le si avvicinò e Lily cercò di non indietreggiare, non voleva mostrare paura.
Lei non aveva paura del suo Scorpius, ma in realtà in questo momento, la stava guardando in un modo in cui non l’ aveva mai guardata. Un modo che la faceva sentire, quasi, spaventata.
“ Anche se ammetto che non mi dispiacerebbe averli con te” le disse, spostandole un ciuffo di capelli ribelli che si  era poggiato sulla sua guancia.
“ Scorp” disse Lily in un sussurro irrigidendosi al tocco delle sue dita sulla sua pelle.
Era scioccata, spaventata e non riusciva a comprendere.
Lo guardò meglio. Sembrava in perfetta salute, i suoi capelli biondi e arricciati sul collo erano forse appena un po’ più lunghi.
Era vestito completamente di verde, quasi come se avesse una divisa e nel suo corpo non vi erano segni di alcun tipo.
Stava benissimo. Troppe cose non tornavano.
“ Che stai dicendo ?” gli chiese scioccata, come poteva non ricordarsi di Syria.
La loro bambina, il loro piccolo vulcano.
“ Torna a casa con me” lo pregò.
Scorpius rise allontanandosi di qualche centimetro e Lily sentì fermarsi il cuore a quella risata.
“ A casa con te?” le chiese con voce di scherno.
Lily iniziò a guardarsi intorno, aveva una bacchetta in mano ma al contrario di lui, la sua pendeva lungo la sua mano.
Non l’ aveva alzata contro di lui, mentre, se ne accorgeva soltanto adesso, la bacchetta di Scorpius era puntata contro di lei.
“ Tu non vuoi tornare, tu stai con chi ha fatto questo” disse Lily comprendendo la gravità della cosa.
Sentì la pelle informicolarsi, i muscoli del suo corpo erano intorpiditi e persino le vene sembravano farle male. Non era possibile, tutto le sembrava così assurdo.
Gli occhi le si riempirono di lacrime “ Non piangere, sei così bella” le disse Scorpius, accarezzandole una guancia.
Lily sentì il contatto delle sue dita sulla sua pelle e un brivido le si sparse lungo tutta la spina dorsale.
Avrebbe voluto soltanto poggiare la sua guancia dentro la sua mano e perdersi nelle sensazioni che solo lui riusciva a darle, ma non poteva.
Quando alzava gli occhi su di lui, vedeva solo odio e rabbia riempirli e questo la riportava alla realtà.
Lui non era il suo Scorpius.
“ Non toccarmi” sibilò cercando di impedire alla sua voce di tremare.
Scorpius rise di nuovo “ allora dovresti schermare la tua mente” le disse ironico, prima di allontanarsi di qualche passo “ o controllare il tuo corpo” la schernì con voce divertita.
“ Certo che non devi essere una grande strega” le disse, facendo battere la sua bacchetta contro le sbarre di una gabbia e provocando un fastidioso rumore.
“ Non mi punti la bacchetta contro, non schermi la tua mente, ti lasci avvicinare così tanto che potrei ucciderti” disse l’ ultima parola, guardandola con occhi pieni di rabbia.
“ E pensare che mi avevano messo in guardia su di te” le disse e di nuovo la sua voce era piena di sarcasmo “ li avevi forse ammaliati con i tuoi occhi?” le chiese sarcastico.
Lily non riusciva più a seguirlo.
Chi l’ aveva messo in guardia su di lei? E perché ne aveva avuto bisogno?
“ Forse dovrei davvero ucciderti subito”
Il cuore di Lily si fermò. Uccidere?
Lily non riusciva a credere che quelle parole fossero uscite davvero dalle labbra di Scorpius.
Doveva andarsene. Lui non era se stesso.
Avrebbe fatto delle ricerche, coinvolto sua cugina, suo suocero e suo padre e in qualche modo, avrebbe riavuto Scorpius.
Ma adesso, il suo istinto di Auror le diceva che doveva fuggire.
“ E’ davvero un peccato” disse, voltandosi di nuovo verso di lei “ sei davvero una nullità di strega?” le chiese facendo scaturire un incantesimo dalla sua bacchetta.
Lily si abbassò e l’ incantesimo s’ infranse contro il muro.
Lui si avventò su di lei e Lily fece cadere una gabbia vuota tra di loro, lo vide riprendersi senza inciampare e ricominciare a correre verso di lei.
“ Non devi sfidarmi” gli disse con cattiveria, facendo cadere un’ altra gabbia e lo vide fermarsi a quelle parole. Il suo sguardo perso per un attimo.
Ma subito dopo credette di esserselo solo immaginato, visto che nei suoi occhi tornò a brillare la rabbia e la cattiveria.
Scattò verso la porta, ma lui la raggiunse e le afferrò un braccio.
La strinse forte, sembrava quasi conficcarle le dita dentro la pelle e Lily lo guardò fisso negli occhi “ ti ho detto di non toccarmi” ripetè, guardandolo rabbiosa.
Tutto nel suo corpo sembrava opporsi. La sua testa e il suo cuore si opponevano a lei.
Scorpius sollevò le labbra in un sorriso sarcastico, prima di alzare un dito e puntarlo sulla sua fronte “ toccata” le disse ironico.
Era il momento di cui aveva bisogno Lily. Quell’ attimo in cui, per toccarla, aveva abbassato la bacchetta.
“ Non devi mai sfidarmi” sillabò Lily con rabbia, alzando un ginocchio e colpendolo sull’ inguine.
Scorpius cadde a terra, contorcendosi su se stesso “ Sei morta” le disse senza fiato, ma non riusciva a rialzarsi, troppo preso dal dolore.
Lily rabbrividì. Gli occhi di Scorpius erano puntati su di lei, ma non l’ avevano mai guardata con quello sguardo pieno di odio e di rabbia.
Alzò la bacchetta pronta per schiantarlo.
Gliela puntò contro continuando a fissarlo negli occhi.
Doveva pensare che stava facendo la cosa giusta che non era lui, che almeno avrebbero trovato una soluzione, ma non riusciva a farlo.
Il suo cuore batteva all’ impazzata. Le sue mani tremavano. I suoi occhi erano pieni di lacrime che pregavano di uscire.
Tutto il suo corpo sembrava opporsi. Tutto in lei stava vibrando e stava cercando di dirle che non era la cosa giusta, ma in fondo doveva solo schiantarlo.
Lui non avrebbe avuto problemi ad ucciderla e invece lei non riusciva neanche a schiantarlo?
Come poteva essere così stupida?
“ Non ce la fai vero?” le chiese strafottente, appoggiando una mano sul pavimento per rialzarsi.
Lily si morse il labbro inferiore fino a sentire il sapore ferroso del sangue in bocca.
Lui si stava rialzando e lei era ancora nella stessa posizione.
Scorpius rise “ smettila” lo minacciò Lily.
Scorpius rise ancora “ altrimenti?” le chiese, riprendendo la sua bacchetta e finendo di rialzarsi.
Dopo fu solo questione di attimi. Il suono del campanello della porta si diffuse dentro il negozio, entrambi si voltarono verso l’ entrata e videro un gruppo di Auror.
“ Lily”  Lily vide suo padre avvicinarsi mentre gli altri Auror alzavano la bacchetta “ SCHIANTATELO” urlò senza riflettere, ma vide nei volti dei suoi colleghi lo stesso smarrimento che c’ era stato inizialmente nel suo.
Scorpius era un loro collega, come potevano schiantarlo?
Lui rise “ ci rivediamo, Lily” le disse e nello stesso istante si materializzò senza che nessuno dicesse niente o muovesse un passo.
Lily guardò suo padre “ Che è successo? Che ci fai qua? Perché Scorpius se ne è andato?”
La stava invadendo di domande.
Domande logiche, sicuramente, piene di senso per chi aveva assistito solo all’ ultima scena.
Ma cosa avrebbe dovuto dire?
Che era successo? Non lo sapeva neanche con certezza.
Perché Scorpius se ne era andato? Temeva la risposta, perché qualsiasi delle due teorie che le frullavano per la testa, fosse stata quella giusta, erano comunque terrorizzanti.
La bacchetta le cadde dalle mani e le ginocchia le cedettero e soltanto i riflessi di suo padre la salvarono dal cadere rovinosamente sul pavimento.
Si sentiva svuotata. Morta.
“ Non era lui, vero papà?” gli chiese.
Harry la guardò a fondo, lo stava guardando con due occhi pieni di speranza, come se la sua risposta fosse la sua ultima speranza.
Lily si aggrappò alla divisa del padre “ ti prego, ti prego, dimmi che non era lui” lo supplicò.
Era davvero disperata. Le lacrime che cadevano ormai dai suoi occhi e la mano con cui lo stringeva era fredda e tremante.
Harry non sapeva cosa fosse successo, ma non era sicuramente niente di buono.
Non riuscì a dirle niente, la strinse soltanto tra le sue braccia, cullandola dolcemente.
COMMENTO : OK SONO IN  RITARDO E QUESTO CAPITOLO NON MI PIACE PER NIENTE…RICORDATE IL SOLITO DISCORSO REAZIONI NELLA MIA TESTA E SU CARTA ?? PERO’ SE CONTINUAVO A MODIFICARLO, FINIVA CHE NON LO PUBBLICAVO PIU’ E QUINDI MI SONO DETTA: BUTTATI E COSI’ ECCOMI QUA !! SPERO CHE A QUALCUNO SIA PIACIUTO…ABBIAMO AVUTO UN PRIMO INCONTRO LILY / SCORP… CHE POI SARA’ DAVVERO LUI ?? PROMETTO CHE IL NUOVO CAPITOLO CHE STO GIA’ FINENDO DI SCRIVERE E QUINDI ARRIVERA’ PUNTUALE SARA’ MEGLIO…O ALMENO SPERO ; )) RINGRAZIO LE 12 FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E INCORAGGIATO…SIETE DEI TESORI  E SPERO MI FARETE SAPERE ANCHE STAVOLTA OVVERO: ICEPRINCESS / ARYELLE / MIKILILY / CESCAPADFOOT / MITSUKI91 / FEDERCHICCA / SPAOLA / SOLARIA87 / LUISA 21 / BOBBIN E CE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE !! ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 4
*** 3 CAPITOLO ***


“ Mamma” Lily sentì la voce della sua bambina, prima ancora di aver poggiato i piedi sul pavimento del salotto.
“ Cucciola mia” disse inginocchiandosi e accogliendola tra le sue braccia.
La piccola affondò la testa dentro il suo collo e le si strinse addosso come se avesse davvero avuto paura di non rivederla più.
“ Come stai ?” le chiese, staccandola leggermente da sé.
Syria annuì “ bene mamma” le rispose puntando i suoi occhi su quelli di Lily.
Lily sentì la testa girarle. Guardare di nuovo quegli occhi era una dura prova per lei.
Erano così uguali a quelli di Scorpius che in quel momento, avrebbe voluto chiudere i propri o poter deviare lo sguardo.
Ma non poteva. Era la sua bambina e stava già soffrendo troppo così.
“ Sai mamma” le disse Syria abbassando la voce e limitando così l’ ascolto solo a lei “ io sapevo che saresti tornata, mentre la zia Alice era così preoccupata” continuò con fare saputo, come se volesse far capire quanto era stata ingenua la zia.
Lily annuì con un sorriso “ non avevo dubbi che te avresti avuto fiducia in me” le disse e Syria la guardò con occhi brillanti.
Gli occhi di Syria erano uguali a quelli del padre. Era vero. Innegabile.
Ma avevano una grande differenza rispetto a quelli di Scorpius. Quando lo aveva visto pochi minuti prima, i suoi occhi, erano vuoti, freddi, privi di ogni sentimento.
L’ esatto contrario di quelli di Syria.
“ Su andiamo in cucina” disse Lily, alzandosi e stringendo i denti per il dolore che continuava a provare al basso ventre.
“ Stai bene, mamma?” le chiese Syria a cui non era sfuggita la sua espressione.
Lily si sentì addosso anche gli occhi di suo padre e sorrise “ benissimo, sono solo un po’ stanca” si giustificò.
Harry la guardò storcendo leggermente la bocca, sembrava che volesse aggiungere qualcosa, ma poi si fermò.
“ Vieni con me, Syria?” le chiese Harry, aprendo le braccia per la nipote.
Syria si aprì in un largo sorriso e si fece prendere in braccio dal nonno. Nonostante avesse sette anni, amava ancora essere presa in braccio e coccolata.
In quello era davvero uguale a Lily.
Harry si avviò lungo la cucina, dopo aver dato un’ ultima occhiata a sua figlia.
Sembrava devastata e dalle sue parole sconnesse di poco prima, aveva capito che Scorpius non era prigioniero come sembrava.
Si chiese che cosa fosse successo precisamente, ma quello non era il momento adatto per chiederlo.
“ Nonno, giochi all’ Auror con me?” gli chiese Syria mentre entravano in cucina “ facciamo giocare anche Christian, lui può fare il cattivo” aggiunse guardando il cugino e facendogli una linguaccia.
“ Io non faccio il cattivo” si oppose Christian “ mio padre è un Auror, è uno dei buoni” continuò con fare offeso.
“ Anche il mio” ribattè Syria.
Lily trasalì abbassando lo sguardo. Davvero anche suo padre era un Auror buono? Cosa significava quello che era appena successo?
Ginny prese Syria dalle braccia di Harry e le diede un bacio “ che ne dite di fare gli Auror entrambi e lasciare stare il nonno?” propose mettendola a terra.
“ Potreste prendere l’ Inafferrabile” propose ancora.
Lily alzò di scatto la testa e guardò la madre, ma senza vederla veramente.
Syria e Christian invece s’ illuminarono “ io però sono il capo” disse Syria “ no, lo sarò io, non si è mai sentito un capo Auror donna” si oppose ancora Christian.
“ Andate a giocare di là “ disse Alice, continuando a guardare il volto sconvolto di Lily.
I bambini andarono verso il salotto, ma accompagnarono la loro uscita con altre discussioni, su chi fosse più potente o più bravo.
Lily guardò la figlia uscire e poi si accasciò su una sedia.
Sentiva lo sguardo di tutti su di lei e non le piaceva.
Era sempre stata la più piccola, ma non aveva mai voluto essere la più debole e questo aveva formato il suo carattere, rendendola forte e capace di opporsi anche ai suoi fratelli maggiori.
“ Dobbiamo chiamare Draco” li informò.
Ginny si sedette davanti a lei e le mise una mano sopra la sua “ che è successo?” le chiese “ quando ho visto arrivare tutti tranne te, mi sono preoccupata” le spiegò.
“ Jodie dice di aver visto qualcuno che poteva essere Scorpius, era lui?” le chiese ancora.
Lily alzò gli occhi velati di lacrime sulla madre e scosse la testa.
“ Lily che stai dicendo?” le chiese suo padre, inginocchiandosi davanti a lei “ l’ ho visto anch’ io, poco prima che si smaterializzasse” la informò “ ed era Scorpius” disse sicuro.
Lily affondò il viso dentro le sue mani, continuando a scuotere la testa.
Non era Scorpius. Non era Scorpius.
Quella era l’ unica convinzione che le permetteva di non morire.
Non poteva essere lui.
Lui non avrebbe mai tentato di ucciderla.
“ Lily cosa è successo a Scorp?” Albus era rimasto in silenzio fino ad allora, ma adesso vedere la sorella in quelle condizioni, gli aveva fatto capire, che doveva essere successo qualcosa al suo amico.
E non doveva essere piacevole.
Lily alzò il viso dalle sue mani e vide gli occhi preoccupati di Albus.
Anche lui teneva molto al suo amico e anche lui era preoccupato.
Si alzò e si gettò tra le sue braccia “ avevi ragione, Albus” gli disse, con la voce rotta dal pianto.
“ Avevi ragione tu” ribadì dando libero sfogo alle sue lacrime.
Albus le accarezzò la schiena e la lasciò sfogare “ dimmi cos’ è successo” le disse, staccandola appena da sé per poterla guardare negli occhi.
Lily guardò gli occhi verdi del fratello e si morse il labbro inferiore per cercare di trattenere il tremito.
Fece per rispondere ma iIl rumore della smaterializzazione la interruppe.
James si era appena materializzato e li stava guardando con un cipiglio preoccupato “ Che succede?” chiese, passando lo sguardo sui volti di tutti.
Lily si asciugò le lacrime “ va tutto bene” disse.
L’ arrivo di James, le aveva ricordato che non poteva dire niente.
Se lo avesse detto, loro lo avrebbero pensato cattivo, perso, irrecuperabile e Lily, voleva recuperare il suo amore.
Il padre di sua figlia.
Albus la guardò interrogativamente ma non disse niente e spostò lo sguardo sul fratello maggiore.
“ Abbiamo ricevuto un’ altra lettera dall’ Inafferrabile, devi venire subito papà” disse guardando Harry.
“ Che cosa dice?” chiese Harry, infilandosi la giacca da Auror e prendendo la sua bacchetta.
“ C’ è scritto che stasera ci sarà un nuovo omicidio. Dice che adesso non è più solo”
Lily sentì le ultime parole del fratello e si stacco da Albus.
Non è più solo. Non è più solo.
Quelle parole le rimbombavano nella testa, arrivandole fin dentro al cervello.
Poteva riferirsi a Scorpius?
Sì, Scorpius si era dimostrato abbastanza feroce per essere complice dell’ Inafferrabile.
Ma perché ?
Continuava a ripensare alla loro conversazione e c’ erano troppe cose che non le tornavano.
Troppi punti da chiarire.
“ Vengo anch’ io” disse Lily, guardando suo padre.
“ Non dire cavolate” si oppose James “ Aspetti un bambino” continuò.
Lily si pose una mano sul ventre. Aspettava un bambino e non poteva metterlo in pericolo, suo fratello aveva ragione.
Ma quella era una situazione particolare. Lei doveva vedere. Lei doveva sapere.
“ Lily” la chiamò Harry, attirando nuovamente la sua attenzione “ devi ancora dirci tutto quello che è successo” le disse “ è importante” aggiunse.
Lily guardò gli occhi verdi di suo padre.
Quegli occhi pieni di amore. Quelle iridi che erano sempre state il punto fermo di Lily.
Ma cosa avrebbe fatto se avesse saputo che il complice dell’ Inafferrabile, poteva essere Scorpius?
“ Va bene” disse “ prima però devo vedere Draco” li informò.
Suo padre la guardò aggrottando lievemente le sopracciglia, ma annuì “ noi andiamo” disse, guardando Ginny.
Sua madre annuì e Harry e James sparirono nello stesso modo in cui erano apparsi.
Lily si prese le mani e cominciò a tormentarsi le unghie “ vado anch’ io” disse decisa “ potete stare con Syria?” chiese.
Ginny annuì “ andrai dritta da Draco, vero?” le chiese preoccupata.
Lily emise un mezzo sorriso, sua madre la conosceva così bene.
“ Vengo con te” disse Albus, intuendo la sua decisione “ No” si oppose Lily.
Meno persone sapevano meglio era. Compresa la sua famiglia.
Albus le si avvicinò “ non era una domanda” le disse ironico “ è il mio migliore amico e voglio capire cosa gli sta succedendo e visto che mia sorella sembra più intenzionata a dirlo a suo suocero che a suo fratello, a questo punto vengo con te” le disse, mettendole una mano sul braccio e procedendo alla materializzazione.
Quando arrivarono davanti ai cancelli di Villa Malfoy, Lily udì la voce di un bambino “ Sono in giardino” disse ad Albus e questo annuì.
Suonarono il campanello e davanti a loro si materializzò un elfo domestico.
Era molto buffa, con le orecchie a punta e il naso somigliante a una patata, le rughe del suo viso sembravano, per assurdo, conferirle un’ espressione infantile.
Lily sorrise educatamente a Cidie, con le nuove leggi di suo padre, anche gli elfi domestici avevano i loro diritti.
Infatti l’ elfa allargò il suo vestito in un buffo inchino  “ Signora Malfoy” disse rivolta a Lily.
“ Signor Potter” aggiunse poi, guardando Albus con i suoi occhioni acquosi e aprendo il cancello.
“ Cidie, vorremo vedere Draco” la informò Lily.
“ Sono in giardino” disse l’ elfa facendole segno di seguirla e Lily e Albus lo fecero, dopo essersi scambiati un’ occhiata.
Prima ancora di arrivare in giardino sentirono la voce della piccola Aries “ Lily , Albus” urlò la bambina gioviale, andando incontro ai loro ospiti.
Draco e Astoria alzarono gli occhi di scatto e guardarono i nuovi arrivati che si lasciavano trascinare per mano dalla figlia.
Era stata una sorpresa per tutti l’ arrivo di Aries.
Astoria e Draco erano sicuri di non riuscire più ad avere figli dopo Scorpius ed invece all’ improvviso era arrivata Aries.
Ricordava ancora quando Scorpius, appena sedicenne comunicò ad Albus che sarebbe stato anche lui un fratello maggiore.
“ Stai scherzando? Dopo tutti questi anni?”
“ Non dirlo a me, mi fa’ effetto anche solo pensare che i miei facciano ancora qualcosa” disse con una delle sue migliori espressioni disgustate.
Ed invece, quando Aries era nata, Scorpius era impazzito di gioia e si era calato benissimo nel suo ruolo di fratello maggiore, divenendo subito geloso e protettivo verso quella bambina dai capelli dorati, tipici dei Malfoy.
“ Aries, lasciali respirare un attimo” la riprese Astoria, guardando preoccupata il pallore della nuora.
“ Sedetevi” aggiunse Draco.
Aries storse la bocca, sicuramente sperava che la cognata e il migliore amico di suo fratello, fossero venuti per passare un po’ di tempo con lei.
Ma si ricompose subito, tornando a giocare con una bambola che era rimasta abbandonata sopra l’ erba.
La maschera dei Malfoy, riuscì a pensare Lily prima di riconcentrare lo sguardo sul suocero.
“ Allora? Ci sono novità su Scorpius? Perché non hai portato Syria?”
Draco l’ assalì con le sue domande da padre preoccupato e Lily abbassò un attimo gli occhi.
Sapeva che stava per rovinare la vita di Draco.
Più volte, lui, le aveva detto che era orgoglioso di come aveva cresciuto Scorpius, di avergli dato dei valori.
Astoria cercò il suo sguardo “ E’ vivo?” chiese con la paura nella voce.
Lily guardò la suocera. Aveva capito con un solo sguardo che la cosa che la turbava era davvero grave.
Annuì. Non voleva farla stare in pena più di quanto non fosse, purtroppo, necessario.
Vide Astoria tirare un sospiro di sollievo e Draco coprire la mano della moglie con la sua, per infonderle coraggio.
“ Quindi?” chiese, guardando prima Lily e poi Albus.
“ Scorpius non è se stesso” disse Lily in un fiato.
Entrambi la guardarono con un’ espressione enigmatica e anche Albus si voltò verso di lei.
Lily si torturò le dita abbassando lo sguardo “ Scorpius è…diciamo…cattivo” disse continuando a tenere la voce bassissima.
Draco si alzò di scatto facendo cadere la sedia e sobbalzare Lily.
“ Che vuol dire? Che stai dicendo?” chiese Draco, spazientendosi e avvicinando il suo volto al suo.
Astoria lo fermò per un braccio “ aspetta” gli disse, cercando di calmarlo.
“ Aspetta?” chiese Draco guardando la moglie “ non aspetto un bel niente, voglio subito sapere cosa sta dicendo”  le ordinò.
Lily sapeva che non sarebbe stato semplice e si chiese come poteva affrontare tutto.
“ Io…io” balbettò. Non riusciva a farlo.
La sua vita era distrutta, ma come poteva distruggere anche le vite delle altre tre persone davanti a lei?
“ Non balbettare” disse Draco furioso “ mi fai solo incavolare di più” le disse “ sei un Auror Lily Potter e se hai un briciolo del coraggio di tuo padre e tua madre, adesso mi spieghi la tua affermazione” continuò.
Il suo sguardo era pieno di rabbia e Lily chiuse gli occhi prendendo un respiro.
Aveva ragione. Doveva farlo. Anche perché, qualcuno doveva aiutarla.
Fissò lo sguardo in quello di Draco e lo guardò con orgoglio. Lei era coraggiosa. Lei era come suo padre e sua madre.
“ Ha cercato di uccidermi” disse con voce chiara e nitida.
Albus ritrasse la sua mano come se si fosse scottato. Astoria si portò le mani alla bocca sconvolta e Draco continuò a guardarla con la solita espressione rabbiosa.
“ Non lo farebbe mai” disse incredulo, ma la sua voce vacillava.
Vedeva la verità negli occhi di Lily. 
“ Scorpius, non lo farebbe mai” accordò Lily, continuando a sostenere lo sguardo del suocero.
“ Allora non era Scorpius?” chiese Draco, cercando una scappatoia.
Lily sospirò “ la verità è che non lo so, io non ne sono sicura” ammise.
Draco ebbe un moto di rabbia “ sei sposata con lui da otto anni, hai una figlia e uno in arrivo e non sei sicura che fosse lui?” gli chiese con ira.
La verità era che Lily non aveva avuto dubbi che fosse lui, ma potevano tenerlo sotto maledizione Imperius, oppure poteva essere qualcuno con la Polisucco.
“ Di una cosa sono sicura, quello non era il mio Scorpius e tu” disse guardando Draco “ devi aiutarmi, avrai una pozione, qualsiasi cosa, possa farlo tornare quello che era” continuò.
Draco la osservò per un attimo. Veniva nella sua casa a dirgli che suo figlio era diventato un assassino che voleva ucciderla, che i suoi peggiori incubi si stavano avverando?
“ Non ci credo” disse tornando a sedersi e prendendosi la testa tra le mani “ non è vero” aggiunse, come se stesse seguendo il filo dei suoi pensieri.
Astoria gli pose una mano sulla schiena “ deve esserci una spiegazione e Lily ha ragione, tu avrai sicuramente qualcosa o almeno la farai” gli disse con la voce rotta dal pianto.
Draco si scostò bruscamente “ ma per chi mi hai preso? Non sono Nicolas Flamel? Sono un semplice pozionista, non ho niente e non so se riuscirò…” s’ interruppe e poi cosa cercavano?
Qualcosa per contrastare la maledizione Imperius? O c’ era altro dietro?
Ricordava ancora quando durante la sua prima lezione di pozioni, Piton disse che l’ arte delle pozioni era una cosa bellissima, che con una pozione si poteva far tutto. Anche irretire la mente.
Il problema era che pozioni del genere ne esistevano a migliaia e anche ammesso che avessero scoperto quale era, non per tutte le pozioni esisteva l’ antidoto.
“ L’ avete preso?” le chiese e temeva quasi la sua risposta.
Lily fece cenno di diniego e gli spiegò come si erano svolte le cose. Adesso erano pronti per ascoltarla.
Alla fine erano tutti sconvolti “ il mio bambino” disse Astoria, mettendosi una mano davanti agli occhi e nascondendo le sue lacrime.
“ Non si ricorda di sua figlia, ma si è ricordato un particolare di quando era un ragazzino” disse Draco, continuando a ragionare.
Forse questo poteva aiutarlo.
Albus le strinse la mano fino quasi a farle male “ dobbiamo dirlo a papà” le disse, alzando lo sguardo al cielo e ricacciando quelle lacrime che minacciavano i suoi occhi.
“ Lo prenderanno e lo fermeranno” aggiunse guardando gli occhi impauriti di Lily.
“ Lo crederanno complice” si oppose Lily, dando voce ad una delle sue paure più grandi.
“ Lily meglio ad Azkaban che essere un burattino nelle mani di qualcun altro” intervenne Draco “ e poi in quel modo avremo il tempo di studiarlo e vedere che cosa hanno fatto alla sua mente” disse sovrappensiero.
Lily annuì, aveva ragione. Era stato un comportamento stupido da parte sua.
Aveva ragionato come una ragazzina innamorata.
Si alzò “ torno da mia figlia” disse.
Astoria e Draco l’ abbracciarono “  dammi notizie ogni giorno” disse Draco e la moglie annuì.
“ Te come stai? Syria? Il bambino?” le chiese Astoria.
Lily sorrise “ stiamo bene” ma nei suoi occhi si poteva leggere la verità “ Syria non sa niente e il bambino rivuole solo il suo papà” disse ponendo una mano sul suo ventre.
Astoria sorrise a sua volta ma i suoi occhi pieni di lacrime tradivano la preoccupazione di madre “ andrà tutto bene” le disse, ma proprio in quel momento l’ urlo felice di Aries li fece voltare.
“ SCORP” urlò.
Lily guardò gli occhi di Scorpius e la piccola che gli stava andando incontro.
Erano ancora vuoti e nonostante la distanza poteva vedere che il suo sorriso, sembrava quasi un ghigno sadico.
Si guardò intorno. Tutti sembravano rapiti e guardavano Scorpius come se fosse una visione.
Prese la bacchetta e velocemente creò uno scudo tra lui e la piccola.
Scorpius girò la testa verso di lei. Ormai li distanziavano solo pochi metri.
“ Continui ad essere un fastidio” le disse con cattiveria, prima di alzare la bacchetta verso di lei.
COMMENTO: ECCOMI !! SONO UN PO’ IN RITARDO MA SONO ARRIVATA : )) PER CHIARIRE, SCORPIUS E’ ARRIVATO DIRETTAMENTE DENTRO CASA PERCHE’ HO PENSATO CHE FOSSE LOGICO CHE SI POTESSE MATERIALIZZARE TRANQUILLAMENTE IN CASA SUA E PER LA PRIMA VOLTA, MI SONO PRESA UNA LICENZA RISPETTO AL CANON CHE AMO TANTO, UNA SORELLINA PER SCORPIUS : )) SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E RINGRAZIO TANTISSIMO LE PERSONE CHE NON MI ABBANDONANO MAI E CHE RECENSISCONO INCORAGGIANDOMI OVVERO ICEPRINCESS / ARYELLE / CESCAPADFOOT / MIKILILY / FEDERCHICCA / SPAOLA  E MALANDRINA ACQUISITA !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! SPERO CHE MI FARETE SAPERE ANCHE PER QUESTO CAPITOLO !! UN BACIONE A TUTTE !!

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Capitolo 5
*** 4 CAPITOLO ***


Lily vide nitidamente le scintille di luce rossa fuoriuscire dalla bacchetta di Scorpius.
Rapidamente mise un braccio intorno alla vita di Albus e lo trascinò a terra con lei.
Prima ancora di rialzare la testa, prima ancora di realizzare che non aveva udito l’ incantesimo infrangersi e il successivo fragore di qualcosa che si rompeva, le urla di Aries le arrivarono dritte dentro le orecchie.
Forti. Acute. Terrorizzanti.
Le urla di una bambina impaurita e piangente che non avrebbe, mai, dovuto trovarsi in una situazione simile.
Lily alzò la testa e la guardò stava cominciando a correre verso di loro, senza riflettere alzò la bacchetta e la immobilizzò.
Si sentì subito in colpa, ma non sapeva se Scorpius avrebbe colpito di nuovo.
Se era andato là proprio per la sua amata sorellina o se, comunque, voleva colpire la sua famiglia.
Sentiva il pianto sommesso di Astoria di sottofondo, ma non si voltò, per prima cosa doveva risolvere la questione con Scorpius.
Dovevano prenderlo e salvarlo.
Si voltò verso di lui, cercando di concentrarsi e di pensare che non era il suo amato Scorpius.
Ma l’ unica cosa che riuscì a vedere furono i suoi occhi freddi, i suoi occhi che in quel momento sembravano due lastre di ghiaccio che le stavano perforando la pelle.
“ Stai bene?” la voce di Albus la ridestò.
Voltò il viso verso di lui, aveva ancora gli occhiali di traverso e il suo fiato era corto e agitato.
“ Sto bene, dobbiamo prenderlo” gli disse in un sussurro.
Lo vide annuire e senza darle tempo di aggiungere niente si alzò di scatto e puntò la bacchetta contro Scorpius.
“ Non farmelo fare amico” gli intimò, ma il leggero tremolio della sua voce tradiva le sue parole.
Scorpius scoppiò a ridere “ amico?” gli chiese con voce divertita.
“ Io non ho amici” disse lapidario “ non ho famiglia” continuò spostando lo sguardo sui suoi genitori.
Lily seguì il suo sguardo, voltandosi con una lentezza estrema.
Aveva davvero paura di quello che avrebbe potuto vedere.
Astoria teneva Draco tra le sue braccia e il volto di Draco era pallido e lucido per le lacrime della moglie.
I suoi occhi erano chiusi e la sua camicia era ormai impregnata di sangue.
Lily aprì la bocca.
Aveva colpito per uccidere e di nuovo, il colpo era destinato a lei.
Albus lanciò uno schiantesimo contro Scorpius, ma questi lo evitò senza troppa difficoltà e lanciò nuovamente un incantesimo contro di loro.
Albus eresse un muro di forza a proteggerli “ non so quanto potrò resistere” disse con voce affannosa.
Lily si precipitò da Astoria e le guardò le mani vuote e sporche del sangue del marito “ la bacchetta” le disse agitata, tastando l’ erba per vedere se fosse caduta nelle vicinanze.
“ L’ inafferrabile non è più solo”
La voce di Scorpius era grave e divertita allo stesso tempo, la sua espressione sembrava quella di un folle, i suoi occhi illuminati da una luce che Lily non aveva mai visto.
Sentì il suo cuore perdere battiti e il suo stomaco contrarsi. Doveva fare in fretta.
Scorpius era ormai complice dell’ Inafferrabile, ma perché ?
Perché quel folle si stava servendo di Scorpius ? E come aveva fatto a ridurlo un burattino nelle sue mani?
Erano domande che continuavano a frullare nella mente di Lily e lei continuava a non riuscire a darsi una risposta.
Tastò la giacca di Draco e trovò la bacchetta “ smaterializzati a casa dei miei” le ordinò “ da sola” aggiunse.
“ Non posso lasciarlo” le disse tra le lacrime “ sta perdendo molto sangue” le spiegò ancora.
Lily la guardò negli occhi “ devi farlo e quando arriverai a casa mia manderai qualcuno ad aiutarci”
Odiava non poter mettere subito in salvo Draco o Aries, ma Astoria non ce l’ avrebbe mai fatta a sostenere il peso di Draco e in quel momento non potevano uscire a prendere la piccola Aries.
Astoria la guardò con un’ espressione confusa, alcuni riccioli bruni le erano ricaduti sul volto, uscendo dall’ appuntatura che, con tutta probabilità, si era fatta quella mattina.
“ Aries, Scorpius, dobbiamo salvarli” si oppose, guardandola come se la supplicasse a trovare una soluzione.
Lily strizzò gli occhi per una dolorosa fitta al ventre.
Pregò con tutta se stessa che l’ essersi gettata a terra non avesse danneggiato il suo bambino.
Le afferrò il polso con tutta la forza che stava imponendo a se stessa per respingere il dolore e le infilò la bacchetta tra le mani.
“ Non li lascio morire” disse, guardandola con determinazione “ nessuno dei tre” continuò e finalmente vide Astoria annuire.
In fondo quella era, probabilmente, la più grande differenza, tra lei e la nuova versione di Scorpius.
Lei non sarebbe mai riuscita ad ucciderlo.
Lei voleva schiantarlo e portarlo a casa con loro.
“ Muovetevi” urlò Albus e Lily si voltò verso di lui, il suo scudo di protezione era sempre più debole, ormai quasi non si riusciva più a vedere.
Astoria si alzò in piedi e si asciugò le lacrime “ ti mando tuo padre” disse con voce rotta e un attimo dopo si era smaterializzata.
Lily guardò Draco. Avrebbe voluto vedere da dove proveniva tutto quel sangue e quale incantesimo lo aveva colpito, ma non aveva tempo.
Per quanto sentisse il suo cuore duro come un piombo, in quel momento doveva ignorarlo e pensare alla piccola Aries.
Affiancò il fratello “ Lascia cadere l’ incantesimo” gli ordinò.
Albus la guardò come se fosse impazzita, ma Lily non riusciva a guardarlo, il ventre continuava a dolerle e i suoi occhi riuscivano, solo, a guardare quelli di Scorpius.
“ Lascia cadere lo scudo, corri a prendere Aries e smaterializzati a casa” gli ordinò.
Albus continuava a tenere saldamente la sua bacchetta.
Sapeva che non era una sciocca. Era un Auror e sapeva il fatto suo, ma nel suo piano c’ era una falla.
Dopo sarebbe rimasta sola.
Solo lei, Scorpius e Draco, incosciente e ferito.
Lily si fece scorrere la bacchetta tra le dita assicurandosi un impugnatura più agevole.
“ FALLO. ADESSO” urlò a suo fratello, continuando a tenere lo sguardo fisso su Scorpius.
Albus sapeva che se ne sarebbe pentito, ma in quel momento non riusciva a trovare altre soluzioni.
Annullò il suo scudo e si spostò velocemente di lato.
Lanciò un’ occhiata verso Lily nel momento in cui sentì un rumore assordante e vide Lily a terra e il tavolino alle loro spalle esplodere.
Osservò come scioccato alcune macerie del tavolino ricadere inesorabilmente addosso a Draco e Lily rialzarsi faticosamente.
“ Vai” gli urlò ridestandolo.
Scorpius si voltò verso di lui, ma prima che potesse alzare la bacchetta, Lily gli lanciò uno schiantesimo e Scorpius si gettò a terra per evitarlo.
“ Maledetta” ruggì nello stesso istante in cui Albus circondò le spalle della bambina, ancora immobile, con un suo braccio e si smaterializzò.
Adesso erano rimasti solo loro.
Era comunque una sfida impari perché Lily non sarebbe mai riuscita a fargli del male, ma almeno non doveva preoccuparsi di suo fratello e di sua cognata.
“ Siamo rimasti io e te “ le disse Scorpius, poggiando una mano per rialzarsi ma senza smettere di guardarla negli occhi.
Ogni sguardo era una pugnalata. Perché ? Perché ?
Presa dalla rabbia gettò un altro schiantesimo, ma Scorpius lo parò con un solo movimento della bacchetta.
Era sempre stato bravo in Difesa, anche durante il loro addestramento Auror, per lui era sempre stato semplice. Sembrava che la bacchetta fosse un prolungamento della sua mano.
“ No, no, no” disse scuotendo la sua testa bionda, ma senza togliersi quel ghigno sadico dalla faccia.
“ Non si fa’ così, piccola Potter” l’ ammonì avanzando di un passo.
Lily gli puntò la bacchetta contro “ non ti muovere” gli ordinò, cercando di tenere lo sguardo duro e di pensare che quello non era l’ uomo che amava.
Scorpius sorrise ancora più ampliamente e mosse un altro passo “ così ?” la sfidò.
“ Elettro”
“ Protego”
L’ incantesimo di Lily fu bloccato immediatamente.
Così non andava. Il loro addestramento e i loro poteri si equivalevano, ma Scorpius non si faceva problemi ad usare incantesimi oscuri, mentre lei, voleva provocargli meno dolore possibile.
Mosse un passo indietro, cercando di pensare a quale sarebbe stata la strategia migliore.
Se non poteva batterlo, doveva usare l’ astuzia.
“ Avresti attaccato tua sorella?” gli chiese sperando di distrarlo.
In fondo, se era rimasto qualcosa del vecchio Scorpius, avrebbe amato vantarsi e questo le avrebbe dato un po’ di tempo.
Il tempo necessario perché arrivasse qualcuno ad aiutarla.
“ Non ho sorelle” disse Scorpius “ sono venuto ad uccidere una ragazzina per ordine del mio capo e poi l’ avrei fatta a pezzi, lasciando in mostra il suo cadavere”
La freddezza con cui aveva parlato dell’ omicidio di sua sorella fece venire i brividi a Lily.
Strinse il pugno sinistro fino a conficcarsi le unghie nella carne e afferrò la sua bacchetta più saldamente.
“ Sei un vigliacco” gli disse, ma Scorpius scoppiò a ridere.
Non era questa la strada giusta.
“ E’ così bella, Lily “ prese un respiro “ è così bella che non puoi immaginare, i suoi capelli sono biondi come quelli di tutti i Malfoy, i suoi occhi sono azzurri come un cielo in tempesta e la sua pelle è così chiara da sembrare ceramica”  Lily stava usando i suoi ricordi contro di lui.
“ ZITTA” urlò Scorpius, portandosi una mano alla testa, sembrava che le frasi che Lily gli stava dicendo lo stessero confondendo.
“ Non credevo che mi sarei sentito così, il mio cuore si è aperto per lei, è più che essere un fratello maggiore…forse è quasi…”
“ RECIDO” Lily si spostò un attimo troppo tardi.
Urlò di dolore piegandosi sotto il peso della gamba ferita, ma almeno era riuscita a evitare l’ amputazione.
Guardò il sangue rosso e vivo sgorgarle dalla gamba, non riusciva neanche a immaginare cosa sarebbe successo se non fosse riuscita a spostarsi in tempo.
Cercò di respirare a fondo per cercare di gestire il dolore, ma prima ancora che potesse rialzare la testa, Scorpius, con un balzo, le fu addosso.
Lily sgranò gli occhi mentre lui le puntava la bacchetta dritta contro la gola “ non parli più adesso?” la provocò.
Le bloccava le braccia contro il petto e le gambe erano fermate dal suo peso.
Lily sentiva il proprio cuore battere velocissimo e il suo respiro farsi sempre più affannoso.
“ Non ti senti più tanto coraggiosa, vero?” le chiese ancora, accarezzandole una guancia.
Lily voltò la testa. La verità era che il suo tocco le aveva trasmesso una scarica elettrica come sempre, ma non poteva e non doveva essere così stupida.
In quel momento non era una donna, una moglie, un’ amante.
In quel momento stava combattendo.
Si voltò di nuovo per guardarlo e lo vide fissarsi la mano.
Lily approfittò dell’ attimo di distrazione per fare leva con tutto il suo peso, ma questo riscosse Scorpius e lui tornò a schiacciarla sotto di sé.
“ Che c’ è Malfoy” disse faticosamente “ brucia?” gli chiese sarcastica.
Che anche lui avesse provato la stessa sensazione?
Scorpius assottigliò gli occhi pericolosamente e la prese per il collo “ sarà veloce, vedrai” le disse, ma Lily ebbe l’ impressione che la sua voce non fosse più fredda come prima.
Lui le puntò la bacchetta contro il petto, che si alzava e si abbassava furiosamente al ritmo del suo respiro.
Scorpius seguì lo sguardo e poi la guardò di nuovo negli occhi.
Lily si mosse per liberarsi con tutta la sua forza, cercò di puntare i piedi e di trascinarlo di lato, ma non ci riuscì.
In quel momento, Lily capì che l’ avrebbe fatto. Insicuro o no, la maledizione era più forte di lui.
Si perse nei suoi occhi. Sarebbe morta, uccisa dall’ uomo che amava e che l’ amava.
“ Non guardarmi così” le disse con rabbia.
Lily sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia, ma non distolse lo sguardo.
Avrebbe continuato a guardare fino a quando fosse rimasta vita in lei.
“ Ti ho detto di non guardarmi” urlò, alzandosi leggermente.
Quel contatto sembrava farlo impazzire.
Gli occhi di quella ragazza, il suo corpo che aderiva al suo, il suo profumo, tutto sembrava fargli perdere lucidità.
Sentirono un rumore di smaterializzazione e nello stesso istante Lily, approfittando del momento, riuscì, con grande sforzo a spingerlo all’ indietro.
Rimase ferma a terra.
Non riusciva a muovere un muscolo. Era cosciente ma non sarebbe mai riuscita ad alzarsi in piedi.
Sentì un po’ di confusione intorno a sé e cercò di voltare la testa.
Anche quel movimento le sembrava impossibile.
Sentì le sue braccia intorpidite mentre cercava di alzarne una e portarla al suo ventre.
Il suo bambino. Le lacrime cominciarono a scenderle copiose, prima che l’ incoscienza l’ avvolgesse.
***
Lily aprì gli occhi lentamente, e incrociò lo sguardo di suo padre.
Lui le sorrise dolcemente, mentre lei cercava d’ ignorare le scariche di dolore che aveva in tutto il corpo.
Si sentì adagiare sul letto, ma la sua testa era così confusa.
Aveva un miliardo di domande che le vagavano per la mente.
Si portò debolmente una mano alla testa che le pulsava senza tregua e cercò di guardarsi intorno.
Sembrava in una delle camere di casa di suo padre, ma non capiva, come ci era arrivata?
Cos’ era successo? L’ avevano preso?
Guardò Alice che era china su di lei e la stava curando “ il bambino” disse in un sussurro.
Alice non rispose, neanche la guardò in viso “ riaddormentala” disse severa.
Lily incrociò lo sguardo triste del fratello, poi vide solo la bacchetta, puntata contro di sé e infine, nuovamente più niente.
COMMENTO : IN ANTICIPO…SPERO CHE A QUALCUNO FACCIA PIACERE !! BE’ SPERO VI SIA PIACIUTO QUESTO CAPITOLO E CHE MI FARETE SAPERE !! SONO CURIOSA DI SAPERE LE VOSTRE OPINIONI SU QUESTO SCORPIUS PERSO…SU LILY, SU QUESTA ALICE FREDDA, INSOMMA QUALSIASI COSA : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO : ICEPRINCESS / ARYELLE / CESCAPADFOOT / MALANDRINA ACQUISITA / FEDERCHICCA  E MITSUKI91 !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE…MI FAREBBE TANTO PIACERE UN VOSTRO PARERE !! E ANCHE CHI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 6
*** 5 CAPITOLO ***


Lily aprì gli occhi e contemporaneamente sentì la propria mente ricominciare a funzionare.
Il suo cervello risvegliarsi e i suoi ricordi venire dolorosamente fuori da quel banco di nebbia che si era formato nel momento della sua incoscienza.
Si guardò attorno ma era sola.
Sola con i suoi pensieri, con le sue paure, ma alla fine, forse, era meglio così.
Si portò automaticamente una mano al ventre. Non sentiva alcun dolore.
Alice aveva fatto un ottimo lavoro.
Non riusciva neanche a pensare al fatto che aveva rischiato di perdere il suo bambino.
Più ci pensava e più si sentiva un’ incosciente. A sua discolpa poteva dire che non sapeva che Scorpius sarebbe andato da Draco, ma la sensazione di biasimo non riusciva a sparire dalla sua testa, perché, Lily sapeva che se necessario, avrebbe cercato Scorpius, nonostante tutto.
Si accarezzò la pancia, anche se ancora non era evidente amava accarezzarla e coccolarla, le sembrava quasi di poter coccolare il suo bambino.
“ Scusami” disse in un sussurro “ la tua mamma tende a perdere la testa quando si tratta del tuo papà”.
Continuò a parlare senza accennare ad alzarsi.
Aveva bisogno di un momento per se stessa e per il suo bambino e aveva bisogno di rimettere ordine nella sua testa e ripensare a tutte le cose che erano accadute quel giorno.
Cercando di chiudere tutto il resto fuori da quella stanza.
“ E’ sempre stato così “ disse con lo sguardo perso nel vuoto “ nel bene e nel male, tuo padre è sempre riuscito a catalizzare tutte le mie attenzioni”.
Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre il volto di Scorpius appariva nella sua mente.
Nitido e chiaro come se lo avesse davanti a sé.
Sentì la porta aprirsi con un leggero cigolio e la testolina rossa della piccola Syria fece capolino.
Quando i suoi occhi s’ incrociarono con quelli della madre, emise un piccolo urletto e balzò felice nel suo letto.
Il materasso s’ inarcò appena mentre Lily la prendeva tra le sue braccia.
“ Amore” disse, baciandole ogni centimetro del suo viso.
“ Mamma, mamma” esordì Syria felice, alzando il suo collo per favorire ulteriori baci da parte della madre.
“ Mi avevano detto di non venire” le confessò, guardandola attentamente e Lily prese un respiro incrociando i suoi occhi grigi.
I suoi occhi uguali a quelli del padre.
“ Ma io sono venuta lo stesso” concluse in un sussurro, alzando il mento fiera di se stessa.
Lily sorrise, assomigliava decisamente a Scorpius.
Il suo sguardo era quasi provocatorio, quasi arrogante, nonostante i suoi sette anni, come se volesse sfidare la madre a dirle qualcosa.
Lily sorrise e scosse la testa “ la mia bambina testarda”  le disse poggiando la fronte sulla sua.
Syria rise premendo contro la fronte della madre e poi si staccò leggermente “ Che hai?” le chiese curiosa.
“ Perché non volevano che venissi da te?” le chiese ancora, guardandola con un cipiglio interrogativo.
Lily si prese un attimo. Essere scrutata da quegli occhi, quando poche ore prima, aveva avuto paura di morire guardandoli era un po’ troppo per lei.
“ Non ho niente” disse, portandosi una mano alla testa e ravviandosi i capelli nervosamente “ è il tuo fratellino che fa’ i capricci” si giustificò, sperando di riuscire a convincerla.
Syria la guardò attentamente ancora per un minuto, poi parve pensare che la storia della madre fosse convincente e il suo volto si aprì nuovamente in un sorriso.
“ Lo brontolo io” le disse con fare solidale.
Si chinò con il viso verso la pancia di Lily e corrugò le sopracciglia “ non devi fare il cattivo, altrimenti niente scopa” minacciò e Lily sorrise scuotendo la testa.
Sicuramente stava mettendo in atto minacce che aveva sentito fare in famiglia, ma chiaramente, al piccolo, non sarebbe importato nulla di avere una scopa, almeno per i primi quattro o cinque anni.
“ Ora puoi scendere” le disse con semplicità, inginocchiandosi sul letto e prendendole le mani “ devi venire a vedere, ci sono Aries e Christian che litigano di continuo” continuò tirandola leggermente.
“ Fanno impazzire la nonna” le disse in un orecchio come se fosse un segreto.
Lily rise “ ah sì ?” le chiese “ Nonna Ginny o nonna Astoria?” le chiese ancora.
Syria si rabbuiò leggermente “ nonna Astoria è al San Mungo” le disse con un broncio tremolante “ ho sentito che diceva allo zio Albus che nonno Draco sta tanto, tanto male” continuò.
Lily guardò gli occhi della sua bambina pieni di lacrime.
Se avesse saputo che tutto quello che era successo era colpa di suo padre, ne sarebbe uscita distrutta.
“ Devi smettere di origliare, Syria “ la rimproverò.
“ Ma…” si oppose e il suo viso era ancora imbronciato.
Lily alzò una mano “ ma, niente” disse sicura “ Ci sono cose di cui i grandi devono parlare senza che tu ascolti ogni parola”
Due piccole lacrime scesero dagli occhi di Syria, ma lei se le asciugò subito.
Lily non avrebbe voluto essere così dura, in fondo sua figlia era semplicemente come lei.
Anche lei da bambina se ne andava in giro ad ascoltare i discorsi degli adulti, curiosa e desiderosa di far parte dei grandi.
Ma Syria non poteva. Semplicemente non doveva.
Se lei avesse sentito, se per caso avesse saputo…
Amava troppo Scorpius, proprio come lei e alla stessa maniera ne sarebbe uscita distrutta e con il cuore dilaniato e Lily non poteva permettere che accadesse alla sua bambina.
Lily la guardò e subito il suo sguardo si addolcì. Syria contraeva le labbra per non piangere più e aveva smesso di guardare la madre negli occhi per paura di leggervi il rimprovero.
“ Vieni qua” le disse, stringendola a sé.
Il calore che sentì stringendo la sua bambina le si diffuse in tutto il corpo ed erano ancora, così abbracciate, quando Ginny entrò nella stanza, seguita a ruota da una Alice piuttosto agitata “ Ti abbiamo cercato dappertutto” disse Ginny con rimprovero, guardando Syria.
Syria si strinse ancora di più a Lily “ non l’ ho fatta stancare” si difese.
Ginny assottigliò le labbra “ sei davvero la degna figlia di tua madre” le disse, ma la sua voce era divertita.
Si voltò verso Lily “ come ti senti?” le chiese con una strana apprensione.
Lily la guardò “ bene” rispose frettolosamente prima di riconcentrare lo sguardo su Alice.
C’ era qualcosa di strano. La sua amica non le chiedeva come stava, non la guardava negli occhi e anzi, si stava già voltando per andarsene.
“ Alice” la fermò Lily.
Lei si fermò senza voltarsi e Lily guardò sua madre che assunse un’ espressione contrita a sua volta.
Sembrava che volesse dirle qualcosa, ma prima che potesse farlo la piccola Syria le tirò una manica, palesando la sua presenza e riportando la nonna alla realtà.
“ La porto a far merenda” le disse Ginny, tendendo una mano che Syria afferrò subito per seguire la nonna.
“ Tornerò dopo” le disse, ma il suo tono era strano, rammaricato.
Ginny uscì con la piccola e si chiuse la porta alle spalle.
Lily sentì Alice prendere un gran respiro e poi la vide sedersi sulla poltrona vicina al suo letto, pur continuando a mantenere i suoi occhi bassi.
“ Aly ?”
Erano amiche da così tanti anni che ormai Lily aveva perso il conto, ma Alice c’ era sempre stata per lei e non l’ aveva mai evitata.
Dai tempi dei loro scherzi ad Hogwarts, fino ad arrivare al coronamento dei loro sogni, erano sempre state Lily e Alice. Alice e Lily.
Una certezza.
Ma adesso quel comportamento la stava destabilizzando. Non conosceva quello sguardo sfuggente e colpevole. Alice non l' aveva mai avuto.
Perché faceva così?
“ Che succede?” le chiese.
Doveva sapere. Doveva capire.
Quando era stata portata lì, era in uno stato di confusione tale che aveva creduto di essersi immaginata lo sguardo sfuggente di Alice, ma adesso sapeva che non era così.
“ Alice” disse perentoria “ mi dici che ti sta succedendo?” adesso stava cominciando ad alterarsi.
Sapeva che Alice tendeva a tenersi tutto dentro, mentre lei era più esplosiva, più capace di fare fuoco e fiamme e distruggere ogni cosa le stava intorno.
“ E’ Scorpius? E’ ferito? E’ successo qualcosa ad Albus? Draco come sta?” la subissò di domande e Alice alzò finalmente gli occhi su di lei.
Aveva gli occhi velati di lacrime e si mordeva ritmicamente il labbro inferiore come se volesse infondersi coraggio.
“ Quanto sono stata svenuta?” chiese Lily.
Aveva cominciato a capire. Era successo qualcosa mentre lei era incosciente.
Qualcosa di cui tutti avevano paura di parlarle. E menomale che la sua famiglia era quasi totalmente composta da Grifondoro.
“ E’ Scorpius, Alice?” chiese sentendo il cuore diventarle duro come un macigno e sprofondarle nello stomaco.
“ Dimmelo…ti prego” la supplicò con un filo di voce.
Sentiva le mani tremarle. Forse qualcosa nel combattimento per prenderlo prigioniero, era andato male.
Forse era ferito o forse era…
Stava per chiamare il nome della sua migliore amica per l’ ennesima volta, quando lei parlò.
“ E’ il bambino” disse con un filo di voce.
Lily spalancò gli occhi immediatamente “ che dici?” domandò agitata, alzandosi di più sul letto.
“ Lily…”
Ma Alice non dovette dire altro. Lily aveva già capito. Era una donna, una mamma e aveva capito.
Lo sguardo di Alice, quello di sua madre, perché nessuno era accanto a lei quando si era svegliata, adesso tutto collimava.
Non volevano domande. Avevano paura di quello che avrebbe chiesto appena sveglia.
Sentì l’ aria cominciare a mancarle. Era come se qualcuno la stesse aspirando con la magia e le stesse svuotando i polmoni.
Prese un respiro ma l’ aria sembrava non volerne sapere di passare.
Non poteva pensare di non avere più il suo bambino dentro di lei. Aveva parlato con lui pochi minuti prima, lo aveva accarezzato.
Solo qualche momento prima era stato ancora reale e adesso non lo era più.
La testa cominciò a girarle e il suo cuore a battere così forte che, Lily pensava, le potesse esplodere da un momento all’ altro.
Dei pallini neri sempre più grossi si stavano formando davanti ai suoi occhi e nelle sue orecchie solo un indistinto brusio.
Le sembrò di vedere le mani di qualcuno premerle il petto per farla mettere distesa, ma il suo corpo non reagiva e restava irrigidito.
Era morto. Il suo bambino era morto e lo avevano ucciso lei e Scorpius.
Il frutto del loro amore ucciso dai propri genitori.
“ Aiutami” sentì nell’ indistinto brusio della sua testa e strinse le mani ancora più forte al suo petto.
Era un’ assassina. E aveva ucciso una parte di sé.
Quello fu l’ ultimo pensiero che riuscì a formulare prima che l’ oblio l’ avvolgesse per la terza volta in quel giorno.
***
Scorpius si sedette su una delle poltrone della sala.
Era un posto piuttosto scarno ma al capo piaceva la comodità e lo aveva riempito di poltrone e divani.
“ Sei tornato” gli disse una persona avvicinandosi a lui.
“ Evidentemente” rispose Scorpius sarcastico.
Era ancora turbato da Lily Potter. Si guardò la mano, quando l’ aveva passata sopra al suo volto, non avrebbe mai creduto di sentire quello che aveva sentito.
Il suo cuore aveva cominciato a battere più velocemente e gli era sembrato di sentire persino il suo sangue scorrere.
Una mano gli si poggiò sul petto e ne percorse parte della lunghezza.
Avrebbe dovuto essere così. Avrebbe dovuto non provare niente neanche con quella stupida ragazza e invece aveva provato quasi piacere.
Scorpius guardò in viso la ragazza che si era seduta sul bracciolo della poltrona e bloccò il percorso della mano prima che arrivasse al suo ventre “ sono stanco” disse innervosito.
Lei sbuffò “ quindi?” gli chiese spavalda.
Scorpius guardò a fondo i suoi occhi e per un attimo gli tornarono alla mente gli occhi di Lily Potter.
Quegli occhi castani, così diversi dagli occhi che aveva davanti in quel momento.
Eppure quello sguardo gli sembrava così familiare. Quando l’ aveva osservato con gli occhi velati di lacrime si era sentito quasi scoperto, vulnerabile.
Doveva capire come mai quella ragazza riusciva a trasmettergli tutte quelle sensazioni.
“ Sei strano oggi” disse la ragazza voltandosi verso il mobile dietro di lei e versando un liquore dentro un bicchiere.
“ Sono stanco” ripeté Scorpius come se fosse un mantra e forse era davvero così.
La sua testa era confusa e nel suo cervello continuavano a risuonare alcune parole che per lui non avevano, all’ apparenza alcun significato.
Parole come “ Ti amo, Lily” oppure “ il mio piccolo vulcano”.
Non aveva ricordanza di aver mai pronunciato quelle parole eppure la voce che insistentemente si stava facendo spazio nella sua testa sembrava proprio la sua.
La ragazza lo guardò interrogativa e gli porse il bicchiere “ tieni, bevi” gli ordinò.
Scorpius scosse la testa e la guardò quasi con disgusto “ vado a letto” si oppose e la sua voce era ancora innervosita.
Aveva quella sensazione che lo stava divorando da dentro. Sentiva come se si fosse dimenticato di qualcosa.
La ragazza rise sonoramente “ vuoi essere punito?” gli chiese ironica, prendendo il suo bicchiere e bevendo un sorso di quell’ intruglio che c’ era dentro.
“ Sai che si arrabbierà” lo avvertì, guardandolo come se si stesse ficcando in un brutto guaio.
“ Ha bisogno di me” si oppose ancora Scorpius “ chi farà il lavoro sporco per lui?”
La ragazza davanti a lui spalancò gli occhi così tanto che sembrarono diventare un tutt’ uno con le pupille.
Scorpius chiuse gli occhi e inspirò. Era arrivato nel momento peggiore.
“ Bevi” gli ordinò con voce calma e pacata.
Scorpius prese il bicchiere e ne tracannò tutto il contenuto continuando a guardare quegli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio.
COMMENTO: OK SONO QUA NONOSTANTE IL PC ROTTO ( SIA BENEDETTO IL PC DEL MARITO :)) E LA CONNESSIONE CHE VIENE E VA…QUINDI SONO BRAVA NO?? PLEASE… NON SPARATE SULLA CROCE ROSSA, COME SI USA DIRE : )) ABBIATE PIETA’…LO SO SONO STATA CATTIVA E LILY HA PERSO IL BIMBO MA  PURTROPPO SONO QUESTIONI DI TRAMA E POI SONO STATA ANCHE BUONA FACENDOVI VEDERE UN PO’ DI SCORPIUS E DELLA SUA NUOVA VITA…ORA VEDRETE COSA DEVE SUCCEDERE…SIAMO ANCORA ALL’ INIZIO : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE MI SEGUONO E MI INCORAGGIANO…SIETE PREZIOSISSIME !! OVVERO ICEPRINCESS / ARYELLE / CESCAPADFOOT / MALANDRINA ACQUISITA / FEDERCHICCA / MIKILILY / CE E LEVIOSA 05!!RINGRAZIO ANCHE CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI LEGGE SOLTANTO...SPERO CHE MI VOGLIATE LASCIARE UN PARERE !! UN BACIONE !!

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Capitolo 7
*** 6 CAPITOLO ***


Lily era seduta su una poltroncina nella veranda di casa dei suoi genitori.
Lo sguardo che vagava incessantemente senza fermarsi mai in un punto preciso, le mani strette ai braccioli della poltroncina e lo stomaco contratto in una morsa tale che sembrava che qualcuno glielo stesse stringendo fino a farle male.
La sua mente continuava a tornare al giorno precedente. Al suo incontro con Scorpius, alla loro battaglia, alla perdita del loro bambino.
Le sembrava tutto così ingiusto. Tutto così sbagliato.
Fissò lo sguardo davanti a sé, la brezza del pomeriggio le scompigliava i capelli, portandoglieli sul viso, ma lei sembrava non accorgersene.
Continuava ad osservare i giochi di colori che il tramonto stava facendo sull’ erba, donandole una luce intensa, quasi come se fossero disegnati da un bambino.
La giornata era perfetta. Era bellissima, soleggiata e calda, anche se non eccessivamente, come poteva esserlo una qualsiasi giornata d’ estate e questo forse la rendeva ancora più nervosa.
Avrebbe voluto che il cielo non fosse illuminato da un limpido tramonto, ma che fosse nero, come una notte invernale.
Nero fino a farle male agli occhi. Scuro, per farla sentire a suo agio.
L’ unica cosa che avrebbe dovuto varcare il cielo sarebbero dovute essere fulmini e saette e non quelle candide nuvole estive.
Il rumore dei tuoni avrebbero dovuto riempirle le orecchie, invece che le urla di gioia e gioco di Syria e Christian.
Forse i boati dei tuoni sarebbero riusciti a spazzare via le urla nella sua testa, i pensieri che l’ assalivano.
La convinzione che Scorpius sarebbe dovuto essere con lei, a ridere della loro bambina, a giocare con la piccola, a chiederle come si sentiva.
Invece tutto era sbagliato. La bellissima giornata piena di colore stava volgendo al termine e tutti i suoi familiari erano attorno a lei.
Parlavano del più e del meno, scherzavano, ma in realtà erano pronti ad ogni suo desiderio, attenti a cogliere ogni suo movimento, ogni sua  parola e questo la rendeva ancora più frustrata.
Non aveva bisogno di essere compatita.
Non aveva bisogno di persone che le dicessero quanto era ingiusto quello che le stava accadendo.
Sapeva da sola che non sarebbe dovuto succedere. Capiva da sola che Scorpius l’ avrebbe uccisa se non fossero arrivati suo padre e gli altri.
Quello che non capiva era: come poteva ancora amarlo?
Perché continuava a sentire il suo cuore lacerarsi di dolore per la sua mancanza?
Perché anche ora che la sofferenza per la perdita del suo bambino  sembrava soffocarla e opprimerla fino a farle perdere la ragione, riusciva solo a desiderare che lui fosse con lei?
Cosa c’ era che non andava in lei?
Desiderò scappare da quella situazione che si era creata “ vado in bagno” disse con voce roca e gutturale.
Non aveva ancora riacquisito la sua voce.
Sua madre le aveva raccontato che aveva urlato e gridato per lo shock, fino a quando non l’ avevano addormentata. Le aveva detto che Syria l’ aveva sentita e si era spaventata e che soltanto suo padre era riuscito a distrarla e a farla desistere dal correre di sopra da lei.
Come avesse fatto, per Lily, restava ancora un mistero.
Sapeva soltanto che le era rimasta accanto, stringendosi a lei,  fino a quando Lily non era riuscita a tranquillizzarla e anche adesso che stava giocando tranquillamente nel giardino, ogni tanto le lanciava qualche occhiata per essere sicura che la sua mamma stesse bene e fosse vicina a lei.
“ Vengo con te” Alice si alzò subito, ma Lily la bloccò immediatamente “ No” disse e si accorse dal suo viso di aver usato troppa  enfasi.
Lily fissò i suoi occhi in quelli verdi del fratello e lo guardò sentendosi nuovamente vicina alle lacrime.
Le sarebbe mai passata quella sensazione di inutilità e di colpa per tutto quello che stava succedendo?
“ Io…” prese un respiro cercando di rimediare, ma Alice le sorrise “ non importa” le disse soltanto e Lily sapeva che era vero.
Sapeva che Alice avrebbe rispettato i suoi tempi. Quando sarebbe stata in grado di parlare e di sfogarsi lo avrebbe fatto.
Lily sorrise di rimando ad Alice ed a lei parve bastare. Era comunque un passo enorme in avanti rispetto alla mattina.
Andò in bagno e mise i polsi sotto l’ acqua gelida, doveva calmarsi.
Doveva impedire alla sua testa di vorticare nei ricordi. Doveva farsi passare quel continuo senso di nausea.
Si guardò allo specchio tamponandosi le guance accaldate con un asciugamano.
Il contorno dei suoi occhi aveva un colorito violaceo e le guance rosse spiccavano nel pallore della sua pelle.
Ripose l’ asciugamano con mani tremanti. Doveva calmarsi. Doveva farlo per Syria.
Passò davanti al salotto vuoto, suo padre e sua madre avevano accompagnato la piccola Aries al San Mungo.
Astoria si era vista raramente in quei giorni, anche se le notizie su Draco sembravano confortanti.
Stava migliorando. L’ incantesimo che lo aveva colpito era stato forte e devastante, ma la cosa peggiore era  che aveva rischiato di morire dissanguato.
Ma adesso si stava riprendendo e la piccola Aries aveva voluto vedere il suo papà.
“ Voglio solo che smetta di sentirsi in colpa” Era ancora a metà del salotto, quando la voce concitata di Albus la fece bloccare sul posto.
“ Certo e cosa vorresti dirle, non è colpa tua, è tuo marito che è diventato pazzo?”
Lily strinse le mani a pugno alla domanda di Jodie, ma non si mosse di un millemetro.
“ Sentite. E’ passato solo un giorno da quando ha saputo di aver perso il bambino, tornerà in sé e smetterà di incolparsi” la voce decisa di Alice li fece zittire per un attimo e Lily mosse un passo per tornare fuori.
“ Non ce la faccio più a vederla così” si giustificò ancora Albus.
“ No, neanch’ io e lei non ha alcuna colpa” approvò James.
“ Riusciremo…” ma Alice venne interrotta da James “ Scorpius è impazzito o forse è davvero sotto incantesimo, ma deve essere fermato” asserì arrabbiato.
“ Per colpa sua mia sorella è quasi morta, per colpa sua ha perso il bambino, per colpa sua Draco rischia…”
“ Non è colpa sua, tu non c’ eri…lui non riconosce nessuno” lo interruppe Albus e Lily non ricordava di averlo mai sentito così arrabbiato.
“ Non m’ interessa se è il tuo migliore amico, non m’ interessa neanche se è mio cognato o il padre di mia nipote…se me lo trovo davanti…io…”
La porta finestra della veranda sbattè con una forza allucinante, come se ci fosse stato una folata di vento parecchio forte e non fosse stata fissata al muro.
Tutti smisero di parlare, mentre i vetri ricadevano a terra con un forte sfrigolio.
James si alzò velocissimo stringendo la bacchetta tra le mani e Albus corse verso i bambini, ma quando si guardarono intorno, videro solo Lily.
Lily con i pugni stretti, le lacrime che le solcavano il viso e gli occhi che sembravano emanare fuoco puro.
La rabbia le aveva fatto fare una magia senza bacchetta, era piuttosto comune nei bambini, ma gli adulti imparavano a controllare la loro magia, per quello nessuno aveva pensato a lei.
Adesso la stavano guardando tutti con un viso pieno di stupore.
“ Non provarci, James” gli disse Lily,  piena di rabbia.
“ Lily…” James si sentì in colpa. Forse si era lasciato trasportare dal suo coraggio Grifondoro.
“No” lo interruppe Lily, alzando una mano.
“ Non voglio sentire niente” gli disse con ira “ mi sembra di aver sentito già abbastanza, mi assicurerò che non sia tu a trovarlo” continuò prima di superarlo e andare dalla figlia.
James la fermò per un polso “ che tu lo ammetta o no, è davvero colpa sua” le disse.
Lily scosse il polso con rabbia e guardò Syria in braccio ad Albus, sembrava che stesse cercando di collegare le cose, sembrava che si chiedesse se potevano parlare davvero di suo padre.
La prese dalle braccia di Albus e la strinse a sé accarezzandole la testa “ è colpa di chi lo sta controllando” gli disse atona “ e fino a quando non capirai questo, non disturbarti a parlare ancora con me “ continuò e senza guardare nessuno percorse il salotto a grandi passi e salì le scale per andare in camera.
***
“ Nonno” Syria saltò in braccio ad Harry appena lo vide varcare la porta della camera di Lily.
“ Ehy, cucciolina” la salutò scompigliandole i capelli.
Syria scosse la testa per riportarli alla forma originaria “ sai che andiamo via?” gli chiese, indicando con la testa Lily che stava riponendo, con la magia,  tutto quello che aveva dentro ad un baule.
“ Ve ne andate?” chiese Harry stupito “ Perché ?” chiese ancora.
Syria storse la bocca “ la mamma dice che è meglio se stiamo da sole, almeno quando papà torna saprà dove trovarci” gli spiegò, ma non sembrava molto convinta della teoria della madre.
Harry guardò Lily che non aveva ancora parlato, né si era voltata verso di lui “ perché, Lily?” le chiese.
Lily puntò la bacchetta e le maglie di Syria volarono letteralmente dentro il baule, ripiegate e ordinate a dovere.
“ Sei sempre stata brava in incantesimi” le disse Harry.
Lily si morse il labbro “ Syria, perché intanto non scendi a cena?” le chiese Lily.
“ Anche tu mamma” si oppose Syria che dopo il suo sfogo del pomeriggio non aveva più voluto lasciarla.
“ Ti raggiungo subito…te lo prometto” le rispose guardandola con fare eloquente.
Syria si bilanciò tra una gamba e l’ altra non sapendo cosa fare, ma Harry parve capire e si chinò di modo da trovarsi viso a viso con la nipote.
“ Se ci sono io con la mamma puoi stare tranquilla, ricordi?” le chiese.
Syria annuì e si mosse per uscire dalla stanza “ ma scendete subito, vero?” chiese fermandosi sulla porta.
Lily e Harry annuirono e il volto della bambina s’ illuminò in un sorriso, prima di annuire nuovamente e sparire oltre la soglia.
Lily si sedette sul letto con l’ aria stanca, si sentiva più di cento anni addosso e invece ne aveva solo ventisei.
“ Non posso restare, papà” disse semplicemente.
“ So cos’ è successo”
Harry sospirò togliendosi gli occhiali e passandosi l’ indice e il pollice sopra gli occhi, come per darsi sollievo.
“ Se ti dicessi che dopo gli avvenimenti degli ultimi due giorni, non l’ ho pensato anch’ io ti mentirei” le confessò.
“ Quando ti ho trovata eri in condizioni pietose e avevi perso il bambino” aggiunse prima che Lily potesse dire qualsiasi cosa “ Oggi ho visto Draco, non sta bene. Migliora è vero, ma non è ancora fuori pericolo” continuò infilandosi nuovamente gli occhiali.
“ E lui ha fatto questo a due persone che ama, quindi dev’ essere fermato” concluse.
“ Ma non a qualsiasi costo” si oppose Lily, cominciando ad arrabbiarsi “ Lui è guidato da un incantesimo o da una pozione…lui…lui non è se stesso” concluse, guardò suo padre nei suoi bellissimi occhi verdi, cercandone il conforto che vi aveva sempre trovato.
E lo trovò. Harry le sorrise e le passò un braccio attorno alle spalle.
“ Sai, ho cercato di convincermi che tu non potessi essere obiettiva e che lo ami troppo per capire che ormai è perso, ma…” alzò una mano per fermarla prima che riprendesse a parlare.
“ Ho passato troppi anni a chiedermi se le cose erano come apparivano e quasi sempre non lo sono state, non sarò come uno di quegli Auror bigotti che non volevano credere al ritorno di Voldemort” le disse.
“ So anche che ti sarai data la colpa di tutto, che l’ avrai data anche a lui e che ti sarai chiesta perché non lo odi”
Lily alzò lentamente lo sguardo sul padre. Harry lesse nei suoi occhi che ci aveva visto giusto e sorrise.
“ Non saresti mia figlia e di Ginny se non fosse così” le disse semplicemente “ Tua madre mi ha amato così tanto da riuscire ad aspettarmi per sette anni ed io con l’ amore e grazie all’ amore di mia madre ho sconfitto Voldemort” continuò dolcemente.
“ E’ così “ le disse in un sussurro “ l’ amore ti scorre nelle vene e non devi opporti perché è una cosa bellissima”
Lily chiuse gli occhi per cercare di ricacciare le lacrime ed Harry le prese una mano “ Fermeremo Scorpius, ma lo prenderemo e gli daremo la possibilità di tornare ad essere un marito e un padre” le disse
Lily sentì le lacrime pungerle gli occhi. Era quello di cui aveva bisogno. Aveva avuto almeno una delle risposte che voleva.
“ E ora disfa i bagagli e andiamo a cena o Syria si arrabbierà” le disse divertito “ ma James…”
Harry alzò gli occhi al cielo “ Siete troppo simili voi due…agite entrambi d’ impulso, a dir la verità mi stupisco che Albus non abbia fatto da intermediario…ma forse era troppo spaventato” scherzò, alludendo al fatto che Albus era stato un Serpeverde.
In realtà, Lily sapeva, che suo padre li amava tutti alla stessa maniera e se Albus era stato un Serpeverde non era stato certo perché era un codardo, anzi nella battaglia contro Scorpius aveva mostrato un coraggio pari al suo.
“ Papà” lo rimproverò Lily, ma Harry si limitò a ridere sommessamente “ ti aspetto di sotto” le disse e si avviò giù per le scale.
***
La cena era trascorsa piuttosto tranquillamente. A dire la verità Lily era ancora convinta che suo fratello James, avrebbe voluto vedere Scorpius ad Azkaban anziché a casa con lei, ma anche grazie a suo padre e sua madre non erano tornati sull’ argomento e avevano mangiato come una famiglia normale.
Aries per la prima volta era riuscita a mangiare qualcosa, anche se Lily conosceva il suo sguardo e sapeva che celava rabbia e tristezza per la sua situazione.
Adesso Lily era seduta sul letto a fissare il muro.
Per quanto ci provasse, tentasse e cercasse di lasciarsi alle spalle e di somatizzare quello che le era successo, era stato tutto troppo per lei.
Soprattutto continuava a pensare agli occhi di Scorpius nel momento in cui credeva che l’ avrebbe uccisa.
Lily era convinta che non l’ avrebbe fatto comunque.
Inizialmente aveva agito d’ impulso e quando c’ era stato l’ attimo di distrazione, aveva cercato di scrollarselo di dosso, per paura e per la propria sicurezza.
Ma più ripensava a quando lui le aveva chiesto di non guardarlo, a quando lui l’ aveva toccata, ai suoi occhi confusi e più capiva che qualcosa non tornava.
Guardò la sua piccola dormire nel letto accanto al suo.
Era il frutto del loro amore.
Amore. Suo padre le aveva detto che l’ amore era il suo pregio più grande, che era il dono che lui e Ginny avevano trasmesso ai suoi figli.
La possibilità di amare sopra ad ogni altra cosa.
Forse era quello che lo aveva cambiato in quei momenti. Forse era riuscita a trasmettergli l’ amore.
Si alzò in piedi. Aveva deciso.
Non avrebbe mollato. Non sarebbe rimasta a piangere tutte le sue lacrime.
Avrebbe dimostrato la sua forza e la sua tenacia, riprendendosi l’ amore della sua vita, ad ogni costo.
Fece scendere un sonno incantato sulla piccola, almeno poteva essere sicura che non si sarebbe svegliata e di conseguenza spaventata non vedendola.
Aprì l’ armadio e vide la sua divisa Auror, ma avrebbe attirato troppo l’ attenzione.
Mise un semplice pantalone nero e una maglia verde scuro a collo alto, infine si legò i capelli e si guardò allo specchio.
Guardò l’ orologio. Erano quasi l’ una di notte e strinse automaticamente la bacchetta più forte nella sua mano.
Era tardi e con tutto quello che stava succedendo nessun posto era sicuro di giorno, men che mai di notte.
Ma Lily aveva deciso.
Doveva provarci. Strinse la bacchetta e senza darsi tempo di riflettere ulteriormente si smaterializzò.
COMMENTO: OK CAPITOLO DI TRANSIZIONE E QUASI DEL TUTTO INTROSPETTIVO E QUINDI UN PO' NOIOSO FORSE…MA NON NE POTEVO PIU’…VI GIURO CHE E’ STATO UN PARTO…SCRITTO, CANCELLATO, RISCRITTO PER NON SO QUANTE VOLTE E TUTTE LE VOLTE NON MI SEMBRAVA DI DARE LE GIUSTE REAZIONI AI PERSONAGGI…MA CERTI PASSAGGI DOVEVANO ESSERE SPIEGATI E SPERO DI ESSERE STATA CHIARA…ALTRIMENTI SONO QUA : )) PROMETTO CHE AGGIORNERO’ PRESTO E IL PROSSIMO CAPITOLO SARA’ PIU’ INTERESSANTE…INTANTO SPERO CHE VI SIA UN PO’ PIACIUTO ANCHE QUESTO E CHE MI FARETE SAPERE !! RINGRAZIO LE FANTASTICHE 10 RAGAZZE CHE MI HANNO DATO LA LORO OPINIONE…VI ADORO !! OVVERO : ICE PRINCESS / ARYELLE/ LUISA21 / MIKILILY / CESCA PADFOOT / BOBBIN / MALANDRINA ACQUISITA / FEDERCHICCA / MITSUKI E MILITO33 !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTI !!

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Capitolo 8
*** 7 CAPITOLO ***


Gli era entrata in testa e non riusciva a fare a meno di pensare a lei.
In piedi vicino all’ ufficio postale, si stava chiedendo se lei, non avesse più poteri di quelli che voleva dimostrare.
Qual era il potere che emanava e che lo attirava in quel modo verso di lei?
Era una notte scura, ma l’ avrebbe riconosciuta ovunque.
Stava camminando lentamente come se cercasse qualcosa, ma come se in realtà, non sapesse neanche lei che cosa.
Era vestita in modo molto sobrio, probabilmente voleva passare inosservata, ma la piccola porzione di Luna le illuminava i capelli rossi, impossibili da nascondere.
Sorrise tra sé vedendo il suo volto concentrato e deciso.
Continuava a far vagare lo sguardo. In alto. In basso. Ovunque potesse trovare quello che sperava.
“ Dovremo tenere d’ occhio la prossima vittima. Sono stati i suoi ordini”
Scorpius non si voltò neanche. Si era quasi dimenticato di non essere solo.
Continuò a tenere lo sguardo fisso su Lily.
Si stava mettendo una ciocca di capelli ribelli, e fuggiti alla rigida coda che aveva, dietro l’ orecchio.
“ Come mai fissi quella là ?” chiese lei, ponendo una mano sulla sua spalla e facendovi poggiare il suo mento.
“ Sono sicuro di conoscerla” disse pensieroso, ma si pentì subito quando sentì la mano di lei fermarsi nella carezza che gli stava facendo.
Si voltò bruscamente e la guardò negli occhi azzurri “ ma tu non lo dirai” le disse minaccioso.
La ragazza rise buttando leggermente la testa indietro “ lui scopre sempre tutto. Lui sa sempre tutto” gli disse.
Lo sguardo di Scorpius era pieno di collera e lei indietreggiò di un passo “ wow, lo sguardo cattivo di Bill Hampton” gli disse, avvicinandosi nuovamente a lui.
Scorpius sbuffò mentre lei tornava ad avvicinarsi.
C’ era qualcosa di strano nel nome Bill.
Era ormai convinto che non fosse il suo nome anche se era così che lo chiamavano lei e il capo.
Scorpius. Lily Potter e l’ altro ragazzo l’ avevano chiamato in quel modo.
Sembrava così naturale, così reale, pronunciato dalle sue labbra.
Avrebbe fatto delle ricerche. Sarebbe arrivato a capirne il motivo e in quel modo forse avrebbe anche capito perché si sentiva così attratto da lei. Una perfetta estranea.
“ Forse…potremo concentrarci su di lei” disse la ragazza con tono infastidito. Non le piaceva vederlo così turbato.
Appoggiò entrambe le mani sul suo petto e le fece scorrere in una lenta carezza.
“ In fondo” iniziò dando un’ occhiata a Lily, che sembrava quasi puntare nella loro direzione “ una sciocca che va’ in giro da sola, è una preda prelibata” disse divertita.
Scorpius le fermò le mani afferrandole i polsi e scostandola da sé “ non dire sciocchezze” replicò cercando di apparire noncurante, non capiva perché ma gli aveva dato fastidio pensare di ucciderla.
Eppure inizialmente non era stato così.
Possibile che gli avesse fatto un qualche incantesimo per confondergli la mente?  “ abbiamo degli ordini” disse deciso, poi si voltò verso Lily.
Sembrava davvero puntare verso di loro. Eppure erano nascosti ed era impossibile che li stesse vedendo.
“ Andiamo” ordinò, riportando lo sguardo sulla sua compagna.
La ragazza seguì il suo movimento e sentì un calore improvviso.
Era gelosia. Lei e Scorpius non erano solo una squadra o almeno, lei, non voleva che fosse così.
La guardò ancora un attimo. Non sembrava avere niente di speciale.
I suoi capelli rossi legati in quella coda, non potevano competere con i suoi capelli corvini e fluenti.
I suoi occhi di un banale castano, non erano neanche lontanamente luminosi, quanto i suoi occhi azzurri.
Eppure per qualche motivo lui sembrava ipnotizzato. Sembrava che lei riuscisse a calamitare il suo sguardo senza fare il minimo sforzo, mentre lei doveva sempre combattere per avere le sue attenzioni.
Prese la bacchetta e guidata dall’ istinto lanciò un incantesimo contro di lei.
***
Lily non aveva la minima idea di cosa fare.
Non sapeva da dove iniziare.
Come al solito non si era fermata a riflettere, non aveva pensato che non sapeva niente.
Si era materializzata a Diagon Alley e aveva cominciato a camminare.
“ Sei una stupida, Lily” si disse a voce abbastanza alta, come se volesse imprimere il messaggio forte, nella sua mente.
Cosa pensava? Che Scorpius sarebbe stato dietro l’ angolo ad aspettare di essere trovato da lei?
In fondo erano passati solo due giorni da quando suo padre e la sua squadra avevano trovato il cadavere di Harry Finnigan.
Lily non lo conosceva bene ma era rimasta molto colpita dalla sua storia.
Seamus era un vecchio compagno di scuola di suo padre e aveva chiamato il figlio con lo stesso nome di suo padre per onorarlo e, a detta sua, per farsi perdonare di non avergli creduto in un momento molto difficile della guerra.
Purtroppo la madre di Harry Finnigan era morta pochi anni dopo la sua nascita.
Era una giocatrice di Quidditch, una compagna di squadra di sua madre, e non era sopravvissuta ad una semplice caduta dalla scopa.
Per Seamus era stato un dolore molto forte e si era aggrappato al suo unico figlio, adesso aveva perso anche lui.
“ Maledetto” disse ancora Lily, pensando all’ Inafferrabile.
Odiava non potergli dare un volto. Le sembrava di odiare qualcosa di effimero.
Non sapere che volto dare alla persona che le aveva rovinato la vita, la stava distruggendo.
Si mise una ciocca di capelli dietro l’ orecchio.
Doveva trovare qualcosa. Scorpius doveva farsi trovare.
Glielo doveva per tutta la sofferenza che le stava causando “ non essere stupida” disse ancora.
Perché doveva importargli?
Continuava a pensare ai suoi occhi e al fatto che l’ avesse riconosciuta.
Lily non era sicura che l’ avesse riconosciuta come sua moglie, ma era convinta che lui sapesse che loro non erano degli estranei.
Sentì delle voci venire dall’ ufficio postale.
Diagon Alley era piuttosto buia e, sicuramente anche a causa degli ultimi attacchi, era vuota.
Sembrava che tutte le luci fossero spente e che tutte le persone fossero state inghiottite nel niente.
In fondo era anche molto tardi. Perché qualcuno sano di mente sarebbe dovuto andare in giro a quell’ ora di notte?
Sorrise dentro di sé. Per follia o al contrario per non impazzire.
Perché restare dentro una stanza sapendo che il sonno non l’ avrebbe mai colta, consumandosi di lacrime per il suo bambino e continuando a maledire il destino o la sua stupidità, l’ avrebbe solo fatta impazzire.
Lei voleva far qualcosa.
Anche se quello che stava facendo era quasi niente. Cercarlo, provare a trovare un qualunque indizio, era comunque qualcosa.
“ LILY, GIU’”
Lily si abbassò immediatamente, seguendo quell’ ordine sconosciuto e vide una luce rossa passarle sopra la testa.
Istintivamente si voltò verso la fonte dell’ incantesimo e rimase a terra impietrita.
Vide due persone. Sembravano un uomo e una donna e parevano lottare.
Poi lui si voltò e Lily boccheggiò.
Il cuore le fece un salto nel petto e sembrò raggiungere lo stomaco.
Gli occhi di Scorpius freddi e pieni di rabbia la stavano guardando.
Comprendere a pieno la sua espressione, continuava ad essere impossibile, ma a Lily sembrava quasi che la stesse valutando.
Forse si stava soltanto illudendo, ma le sembrava di leggere una nota di apprensione nei suoi occhi.
Era ancora immobile. Ogni arto sembrava aver smesso di funzionare, il suo cervello sembrava aver smesso di dare ordini ai suoi muscoli.
Si sentiva paralizzata. Scioccata nell’ essersi trovata Scorpius davanti all’ improvviso. Confusa dal fatto che l’ avesse attaccata e che poi la stesse guardando con quell’ espressione.
All’ improvviso vide un lampo di luce rossa passarle sopra la testa.
Gli occhi di Scorpius divennero ancora più duri e freddi e il suo sguardo si concentrò su qualcun altro.
Per assurdo Lily si sentì vuota. Privata nuovamente del calore che riusciva a trovare in lui.
Lo vide scartare abilmente l’ incantesimo e istintivamente ebbe paura per lui, ma poi vide Scorpius stringere la mascella e assottigliare gli occhi per prepararsi a colpire il suo avversario e Lily capì che, come al solito, si era fatta sopraffare dal suo amore per lui.
Rotolò di lato per afferrare la propria bacchetta, ma proprio nel momento in cui la sua mano si poggiò sopra a quella sottile stecca di legno, un incantesimo di disarmo la privò nuovamente della bacchetta.
Sentì la risata acuta e insistente della donna nello stesso istante in cui vide la sua bacchetta roteare nel cielo e la sua mano afferrarla.
Lily si alzò di scatto e un altro incantesimo le passò ad un centimetro dal suo orecchio, subito dopo però, vide la donna venir centrata in pieno petto e volare contro i cassonetti con un rumore assordante.
Lily si voltò per vedere chi l’ avesse aiutata per ben due volte e vide il volto di Lorcan Scamander trasfigurato dalla rabbia.
I suoi occhi sembravano due pozze d’ odio e fissavano Scorpius come se avesse voluto vederlo soltanto morto.
Lily tremò impercettibilmente. Non doveva andare così. Lui doveva tornare da lei.
Doveva salvarlo. Doveva separarli.
Spostò lo sguardo su Scorpius e lo vide lanciare l’ ennesimo incantesimo.
Anche i suoi occhi erano concentrati in quelli di Lorcan.
Sembrava che ormai fosse una cosa tra di loro, nessuno dei due pareva badare a lei.
Si mosse piano verso la bacchetta che giaceva abbandonata a pochi metri da Scorpius.
Un passo per volta, lentamente.
Sapeva che stava perdendo molto tempo e sapeva anche che Lorcan non era un Auror e non avrebbe retto molto, sotto i colpi di un ben più esperto Scorpius, ma se si fosse mossa in fretta o se si fosse dimostrata agitata avrebbe attirato la sua attenzione e la cosa sarebbe potuta degenerare.
Contò i passi senza distogliere lo sguardo da Scorpius, pronta ad ogni suo movimento, ad ogni suo cambiamento.
Cinque e il suo cuore batteva impazzito.
Sei e il respiro le si fece affannoso.
Sette e strinse le mani a pugno per controllarne il tremore.
Mancavano solo una manciata di passi quando sentì Lorcan gridare.
Chiuse gli occhi immobilizzandosi sul posto, aveva perso. Appena li riaprì vide Scorpius guardarla con un’ espressione divertita.
“ Dove credi di andare senza questa?” le chiese, mettendo un piede sopra la sua bacchetta.
Lily aprì la bocca sconvolta e guardò verso Lorcan.
Era steso a terra, difficile dire quali fossero le sue condizioni.
Lily si morse un labbro “ lascia che lo porti in salvo e io lascerò che tu vada via con lei” gli rispose, facendo coraggiosamente un passo avanti e cercando d’ ignorare le pugnalate che sembravano arrivarle direttamente sul cuore.
Scorpius rise “ Perché dovrei farlo ? io ho ancora la bacchetta mi sembra” le disse divertito.
Si chinò, raccolse la bacchetta e ci giocherellò per un attimo “ sembra una buona bacchetta”
Lily si chiese se la stava prendendo in giro. Perché non la stendeva e basta?
“ Forse dopotutto potrei tenermela” disse facendola roteare tra le dita.
Lily si sentì ribollire di rabbia. A che gioco credeva di giocare?
Si scagliò contro di lui all’ improvviso. Senza riflettere.
Non avrebbe saputo dire neanche lei a cosa stava pensando. Se credeva di sopraffarlo o  di stupirlo, pensava solo a riuscire a riprendere la sua bacchetta.
Scorpius rimase basito per qualche secondo e Lily gli afferrò la bacchetta dalle mani, ma prima che Lily potesse utilizzarla, lui si riprese e le sue mani andarono a stringere i polsi di Lily in una morsa ferrea.
Sembrava che respirasse faticosamente e che quella sua azione lo avesse destabilizzato, come la volta precedente.
I suoi occhi grigi la guardavano a fondo ed era come se volesse leggerle dentro l’ anima “ Chi sei?” le chiese.
“ Lasciami” si oppose Lily con rabbia, cercando di liberarsi i polsi, ma lui non la lasciò, anzi intensificò la presa come se volesse penetrare con le dita nella carne.
Lily cercò di annullare il suo profumo, il suo contatto, doveva cercare d’ isolare tutto quello che provava per lui.
Sentì il legno freddo tra le sue dita. Se solo avesse potuto muovere la mano…doveva schiantarlo, portarlo via.
“ Chi sei?” ripetè lui. Lily lo guardò negli occhi con una rabbia intensa.
Sentì le lacrime invadergli gli occhi. Sentirsi chiedere chi era da Scorpius, non era una sensazione neanche lontanamente descrivibile.
“ Tua moglie”  disse con voce rotta.
COMMENTO: OK SPERO DI ESSERMI FATTA PERDONARE PER IL CAPITOLO DELLA SETTIMANA SCORSA…E PER UNA VOLTA VI DIRO’ CHE PIACIUCCHIA ANCHE A ME…FORSE PERCHE’ HO GIA’ TUTTA LA STORIA IN TESTA E VI POSSO DIRE CHE QUESTO E’ UN CAPITOLO IMPORTANTE DOVE SI CAPISCONO DIVERSE COSETTE : )) SPERO MI FARETE SAPERE !! RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E MI HANNO INCORAGGIATO TANTISSIMO OVVERO ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / LILY33 E LEVIOSA5 !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTE !!

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Capitolo 9
*** 8 CAPITOLO ***


Scorpius mosse una mano e le mise una ciocca di capelli dietro l’ orecchio.
“ Sai che adesso passeremo tutta la vita insieme, vero?” la voce di Lily era maliziosa così come i suoi occhi che in quel momento sembravano risplendere di una luce particolare e Scorpius sorrise accarezzandole con le dita le spalle nude “ uhm… fammici pensare, Potter” le disse, fingendosi scocciato.
Lily aggrottò le sopracciglia “ bè, se la pensi così…allora, forse…potrei provare ad uscire con Samuel “ gli disse, percorrendo con un dito tutto il suo petto e fermandosi a un centimetro dal suo ombelico, prima di rialzare nuovamente lo sguardo su di lui.
Il sorriso di Scorpius morì nel suo volto “ Richardson ?” chiese, fermandole il dito e impossessandosi della sua mano, quasi come se volesse rimarcarne la proprietà “ quell’ idiota del corso Auror ? ci prova con te?” le chiese ancora.
Lily alzò lievemente le spalle, fingendosi noncurante, ma se Scorpius, in quel momento, non fosse stato così geloso ed arrabbiato, avrebbe notato i suoi occhi brillare.
“ Non può neanche avvicinarsi a te, noi stiamo per sposarci, tu sarai mia moglie” chiarì con ancora più rabbia.
Lily rise passando i polpastrelli sopra la linea della sua mascella indurita e sentendo il suo accenno di barba mattutina pungerle le dita  “ allora, passeremo tutta la vita assieme?” riformulò la domanda.
Scorpius capì il suo gioco e la prese per la vita guardandola divertito “ brutta…” disse prima di baciarla con passione.

Scorpius lasciò le mani di Lily di scatto, come se si fosse scottato.
Quello che aveva appena visto poteva essere un ricordo? O era ancora lei che gli confondeva la mente?
Eppure sembrava tutto così reale. Così naturale.
Si guardò le mani come se potesse ancora sentire la consistenza della pelle di Lily su di esse.
Era confuso. Troppe cose che non tornavano. Troppe persone che assicuravano di dirgli la verità.
Ma di chi, veramente, poteva fidarsi?
Alzò gli occhi su Lily e la vide ferma davanti a lui, le mani lungo il corpo e lo sguardo fisso su di lui, come se si aspettasse una reazione.
Strinse la mascella “ mi stai mentendo” le disse. Doveva esser così, la sua vita non poteva essere una menzogna.
Lily credeva che sarebbe morta, tanto era rimasta senza respirare. Non aveva osato muovere un muscolo, tutto il suo corpo teso nella speranza che lui potesse riacquistare un barlume di lucidità. Un cenno di memoria.
Scosse la testa lentamente. Le chiedeva se gli stava dicendo la verità? Lei voleva che lui sapesse.
Lorcan emise un gemito e Lily si voltò verso di lui. Doveva portarlo in salvo, non poteva più aspettare.
Guardò Scorpius negli occhi, senza paura, senza vergogna. “ Vieni con me” gli disse in un sussurro, cercando di fargli capire con lo sguardo che la sua, era la verità.
Scorpius seguì il suo sguardo, prima di riportare gli occhi nei suoi “ io sono un assassino” disse sicuro, avvicinandosi nuovamente a lei.
Lily scosse la testa nervosamente. Perché non capiva?
“ Tu non sei un assassino. Tu sei mio marito, sei un padre, sei un bravissimo Auror. Tu fai parte del bene, combatti persone come l’ Inafferrabile”
Lily si accorse che aveva quasi gridato, ma ci era così vicina. Scorpius doveva venire con lei.
“ Se vieni con me, indagheremo su questa cosa, cercheremo di capire” gli disse cercando di calmarsi.
Scorpius si avvicinò ancora. Gli occhi di Lily era esattamente come quelli del ricordo, forse un po’ più spenti e meno brillanti, forse un po’ più sofferenti, ma lo stavano guardando con la solita espressione che aveva visto qualche momento prima.
Ebbe la tentazione di tendere una mano e poter accarezzarle una guancia. Poter sentire se anche la sua pelle aveva la stessa morbidezza che aveva sentito poco prima.
Ma era tutto troppo per lui.
Fino a quella mattina aveva creduto di essere Bill, un assassino assoldato per una causa a lui non del tutto nota. Adesso, lei, gli diceva che era Scorpius suo marito.
Doveva crederle? Eppure non leggeva menzogna nei suoi occhi, ma solo sentimento.
“ Perché avrebbero dovuto mentirmi?” chiese, sfidandola a trovare una risposta.
“ Non ti hanno mentito. Sei sicuramente sotto incantesimo” gli spiegò Lily innervosita.
Sapeva che doveva pazientare, che era confuso, ma non avevano tempo e lui doveva tornare da lei.
Scorpius si avvicinò ancora di un passo “ e perché dovrei credere a te?” le chiese infine.
Se Lily non fosse stata così nervosa e così preoccupata avrebbe riso.
“ Sono tua moglie ed io…”
Prese un respiro. Doveva dirgli che lo amava, ma quello che era successo al loro bambino era ancora troppo fresco.
 “ Non lo so” disse Lily chiudendo gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.
Quando sentì la mano di Scorpius sulla sua guancia credette di sognare “ la tua pelle” un sussurro quasi inudibile.
Lily appoggiò la mano sulla sua “ Per favore vieni con me” lo pregò, cercando di trattenere le lacrime che ormai stavano inesorabilmente scorrendo sul suo viso.
Scorpius si avvicinò ancora, ma in quel momento il rumore di una smaterializzazione li fece sobbalzare.
“ Giù le mani da mia sorella, Malfoy” un avvertimento e un incantesimo li fece dividere e cadere entrambi all’ indietro.
Lily si voltò di scatto e vide l’ espressione piena di rabbia di James.
“ James, aspetta” gli disse cercando di rialzarsi velocemente.
Il fratello la guardò stupito “ è un traditore, Lily. Potrebbe essere un assassino ormai” le disse, parlandole con un tono agitato, come se non capisse perché si ostinava a non comprendere.
Lily si voltò verso Scorpius e vide nuovamente il suo sguardo pieno di rabbia e di rancore.
“ Scorp” mormorò, quando lo vide alzarsi in piedi e afferrare la bacchetta pronto a combattere.
Un incantesimo partì dalla bacchetta di James, ma Scorpius lo deviò facilmente “ non riesci a fare di meglio?” lo provocò con un ghigno.
Non era possibile. Era così vicina a convincerlo e adesso sembrava che fosse stato tutto vano.
Un altro incantesimo partì e stavolta il braccio di Scorpius fu pervaso da una scossa elettrica e lui cadde sulle ginocchia.
“ JAMES SMETTILA” urlò Lily, mettendosi in mezzo tra lui e Scorpius.
James la guardò di nuovo, irato “ sei impazzita?” le chiese.
“ Sei la prima che lo voleva rinchiuso ad Azkaban”
Quando James sputò quelle parole, Lily vide gli occhi di Scorpius assottigliarsi e la bacchetta di lui sollevarsi contro di lei “ mi hai preso in giro” sibilò con rabbia.
Lily scosse la testa, senza riuscire più a fermare le sue lacrime “ no, ti ho detto la verità” gli disse in un singhiozzo.
“ Togliti di mezzo, Lily” l’ avvertì James, ma Lily non riuscì a fare niente.
Un incantesimo partì dalla bacchetta di Scorpius e centrò Lily in pieno petto.
Lui approfittando della distrazione di James che era corso da lei, afferrò la ragazza per un braccio e in un secondo si smaterializzò.
***
Quando Lily riaprì gli occhi  vide due paia di occhi grigi che la scrutavano con apprensione.
Scorpius. Syria.
Per un attimo il pensiero di essere di nuovo circondata dalla sua famiglia la invase, almeno fino a quando non mise a fuoco e vide che gli occhi che la stavano osservando erano quelli di Syria e Aries.
“ Mamma”  improvvisamente la visuale di Lily fu oscurata dalla massa di capelli rossi della sua bambina.
“ Amore, come stai?” le chiese, accarezzando anche la guancia della piccola Aries “ e tu invece?” chiese.
Aries emise un sorriso stentato, ma i suoi occhi erano pieni di tristezza “ hai incontrato mio fratello di nuovo?” le chiese a bruciapelo.
Lily sgranò gli occhi, proprio nello stesso istante in cui una Syria sorpresa chiedeva “ papà ?”
Lily avrebbe voluto dire qualcosa ma la sua bocca sembrava arsa “ è tornato?” chiese ancora Syria.
Lily sentiva il cuore batterle fortissimo e il petto dolerle proprio nel punto in cui Scorpius l’ aveva colpita “ no Syria, la mamma non l’ ha visto” le rispose, sperando di essere risultata credibile.
“ Ma Aries ha detto…Aries e papà sono fratelli, come te e lo zio Albus, no?” chiese la bambina confusa, passando lo sguardo da Lily ad Aries, come se stesse cercando di capire.
“ Aries si è sbagliata” disse lentamente Lily, eppure era stata chiara, anche se Aries era solo una ragazzina di undici anni, le aveva spiegato perché non doveva dire niente e lei aveva compreso.
“ Aries si è stufata” intervenne Aries, con una punta di rabbia alzandosi dal letto di Lily.
“ Perché mio fratello ha quasi ucciso nostro padre, perché nessuno riesce a fermarlo, perché voglio che mi dica come far guarire il mio papà…”
“ Aries”
La piccola si voltò al richiamo e sulla porta e vide sua madre Astoria insieme a Ginny.
Sembravano entrambe piuttosto allibite e la guardavano con tenerezza.
Anche Lily era sconvolta, Aries aveva fatto cadere la sua maschera Malfoy, ma nel momento peggiore.
“ mam…mamma”
Il colorito di Syria aveva preso la tonalità dei suoi capelli, i suoi occhi erano inondati di lacrime e le sue labbra tremavano incontrollate.
“ Syria calmati” la pregò Lily stringendola a sé “ non è vero…sai che Aries scherza sempre” le disse cullandola tra le sue braccia.
Syria si appese al suo collo come una piccola scimmietta e affondò il viso nel suo petto.
“ Sei impazzita?” chiese Astoria ad Aries.
Lily vide la piccola abbassare lo sguardo e poi rialzarlo fiera su di lei “ Perché deve cadere tutto addosso a me?” le chiese.
“ Perché mio padre deve stare male per colpa di mio fratello e invece lei deve credere che suo padre stia facendo un viaggio di lavoro…bè non è così. Mio fratello…”
Il rumore di uno schiaffo fece trasalire Lily.
Aries guardò la madre con rabbia “ voglio papà” urlò prima di uscire di corsa dalla stanza.
Astoria guardò Lily “ mi dispiace” le disse sinceramente contrita “ non è andata  bene, vero?” le chiese ancora, come se sperasse che potesse negarle l’ evidenza.
Lily pensò a quello che era successo quella notte.
Sarebbe andata bene, ne era convinta, sarebbe riuscita a convincerlo, se non fosse arrivato James.
Quel cretino di fratello che si ritrovava.
Ma perché non pensava prima di agire? E perché era arrivato là?
Guardò di nuovo Astoria e scosse la testa, poi riconcentrò lo sguardo sulla figlia.
La sentiva ancora piangere. Le lacrime calde le bagnavano la pelle e i singhiozzi che scuotevano le spalle di Syria le scuotevano il ventre.
“ Senti un po’” le disse, staccandola da lei.
“ Cosa sono tutte queste lacrime, Aries è solo arrabbiata con papà, tra fratelli succede…anzi ora che mi ci fai pensare devo proprio parlare con lo zio James e rimproverarlo” le disse, cercando di distrarla.
In realtà se si fosse trovata suo fratello davanti probabilmente gli avrebbe torto il collo.
“ E ti dirò di più” le disse, asciugandole le lacrime “ se adesso non vedo più lacrime su queste belle guance e se fai il mio Auror perfetto, oggi pomeriggio andiamo a trovare nonno Draco e te lo fai dire da lui che papà non c’ entra niente, ok?” le propose.
Syria la guardò e un sorriso le illuminò il volto “ andiamo al S. Mungo?” le chiese di nuovo spensierata.
Lily sapeva che ai bambini bastava poco per riprendersi  e spesso con Syria bastava ancora meno. L’ idea di vedere suo nonno la rallegrò immediatamente “ vado a dirlo a nonno Harry” disse districandosi dall’ abbraccio di sua madre.
“ Syria” la fermò Lily, prima che raggiungesse la porta “ nonno Harry è a casa?” le chiese.
La piccola annuì felice “ anche lo zio James?” le chiese ancora.
Syria piegò la testa di lato “ vuoi rimproverarlo?” le chiese a sua volta.
Lily annuì “ direi di sì” le rispose alzandosi per seguire sua figlia e uscire dalla stanza.
Quando arrivò in salotto, tutti gli occhi si puntarono su di lei, compresi quelli di suo padre che nonostante la nipote gli fosse balzata in collo, non staccava gli occhi dalla figlia.
Lily guardò James “ vieni fuori con me” gli disse fredda.
James rise passandosi una mano tra i capelli “ vuoi picchiarmi? Perché ho disturbato il tuo falso idillio? ” le chiese ironico, ma Lily non ricambiò il sorriso.
Come poteva dirle questo?
Lo prese per un braccio e uscì dal salotto “ Lily” la chiamò Alice.
Lily si voltò e passò lo sguardo su tutti, poi appoggiò la bacchetta sul ripiano della cucina “ voglio chiarire un paio di cose con il mio fratellone” disse sarcastica.
Suo padre fece per alzarsi, ma Ginny lo fermò “ lasciali chiarire” gli disse, osservando la determinazione negli occhi di sua figlia.
“ Io però vado con loro” disse Albus alzandosi e Alice e Jodie sorrisero titubanti.
Quando arrivò fuori stavano già litigando, si chiuse piano la porta alle spalle e si appoggiò al muro incrociando le braccia e aspettando che i due andassero in ebollizione.
Conosceva i suoi fratelli. Tutti e tre si amavano e Harry e Ginny avevano fatto davvero un ottimo lavoro con loro, rendendoli uniti, ma sapeva anche che James e Lily erano troppo simili e la loro rabbia doveva trovare uno sfogo.
“ Ti ho salvato la vita”
“ Hai rovinato tutto”
“ Sono stato chiamato, Lily. Sono stato chiamato, quando ero reperibile, perché udivano una battaglia e ti trovo ad amoreggiare con lui?” le chiese sarcastico.
“ Non stavo amoreggiando” gli rispose con rabbia “ lo stavo convincendo” aggiunse.
“ Io non capisco se tu sia davvero ingenua oppure stupida. Ti avrebbe usata e poi ti avrebbe uccisa”
“ Tu parli sempre senza sapere, James. E’ questo il vero problema…lui sarebbe tornato con me”
Albus si avvicinò a loro vedendo il viso di Lily divenire dello stesso colore dei suoi capelli e questo di solito non prometteva niente di buono.
“ Tu vuoi credere che sarebbe tornato con te, ma se si fosse realmente ricordato di qualcosa non ti avrebbe schiantata”
“ James” lo ammonì Albus, ma fu interrotto da Lily.
“ Mi ha schiantata perché si è sentito preso in giro, ha creduto che lo avessi ingannato anche io”
James rise e si voltò verso Albus “ ma la senti?” gli chiese cercando supporto in lui.
Albus prese un respiro “ io credo che dobbiate smetterla” disse “ tu ce l’ hai con lui perché pensi che se lui non fosse arrivato tu avresti convinto Scorp”
“ Non lo penso, lo so” disse Lily
“ Ah sì ?  e di quante altre prove hai bisogno per capire che è irrecuperabile?” le chiese, ma non le lasciò il tempo per rispondere “ te lo dico io “ disse pieno di rabbia “ ti ha schiantato” e alzò un dito “ ti ha ferito” e alzò un secondo dito “ ha provato ad ucciderti “ continuò, alzando un terzo dito “ ha ferito Draco, suo padre” aggiunse alzando il quarto “ e…ah certo come dimenticarlo, ha ucciso il vostro bamb…”
James non fece in tempo a finire la frase che uno schiaffo gli fece quasi girare il volto.
“ Dovevo capire dal principio. Per te è così facile odiarlo” gli disse Lily.
I suoi occhi erano pieni di lacrime e le sue mani erano strette a pugno.
“ Per te è un elenco di cose, per me è una vita rovinata, la mia vita, il mio amore” gli disse ancora con il pianto nella voce.
“ Lily” le disse Albus, poggiandole una mano sul braccio.
“ No. Stavolta è troppo, Al “ poi superò entrambi i fratelli e rientrò in casa.
“ Perché si comportà così?” chiese James, frustrato.
“ Si comporta semplicemente da donna innamorata, James” disse Albus, prima di rientrare anche lui.
***
Scorpius si alzò dal letto e guardò fuori dalla finestra.
La temperatura era quasi afosa quella mattina e lui non riusciva a smettere di pensare.
Quella ragazza, i suoi occhi e poi l’ arrivo dell’ altro ragazzo e la scoperta che lei voleva solo mandarlo ad Azkaban.
Lei lo aveva ossessionato anche nei sogni.
Aveva sognato momenti felici, un matrimonio, loro che ridevano e una bambina dai capelli rossi e gli occhi grigi come il cielo durante una tempesta.
Prese una penna e scrisse “ 747 Wilbur Street”, aveva visto nitidamente quell’ indirizzo nel sogno.
Forse poteva portarlo da qualche parte. Fargli capire qualcosa.
Posò la penna e si guardò indietro per essere sicuro che non lo avesse notato, ma  la ragazza stesa nel suo letto, dormiva ancora tranquillamente. I suoi capelli ricadevano disordinati sul cuscino e il suo volto era rilassato.
Soltanto lui si sentiva come se lo stessero torturando.
Aveva cercato di dimenticare.
Rimuovere quegli occhi dalla sua testa. La sensazione della sua pelle tra le sue dita e si era sfogato su Kara.
Si era completamente abbandonato a lei.
Cercando di dimenticare tutto, di sostituire l’ immagine di quella che diceva di essere sua moglie con quella ragazza.
Occhi con occhi. Pelle con pelle. Mani, bocca, respiri intrecciati fino ad arrivare all’ appagamento.
Ma era stata una cosa fittizia. Una cosa quasi animale, uno sfogo, un istinto. Niente che lo avesse coinvolto emotivamente.
Mentre con quella ragazza era stato diverso. Il ritmo del suo cuore aveva preso un andamento veloce e le sue mani avevano quasi tremato quando l’ aveva sfiorata.
La sensazione che aveva avuto facendo sesso con Kara non era neanche paragonabile alla sensazione che aveva avuto nell’ accarezzare la guancia di Lily.
Doveva saperne di più. Doveva capire quale fosse la verità.
“ Scorpius”
Lui si voltò istintivamente sentendosi chiamare, ma prima che riuscisse a realizzare come lo aveva chiamato, Kara lo schiantò.
COMMENTO : OK 3 COSE PRIMA DI TUTTO BUONA PASQUA A TUTTI !! SECONDO QUESTO CAPITOLO NON MI FA’ IMPAZZIRE, SOLITO DISCORSO AZIONI REAZIONI... MA NON NE POTEVO PIU’ DI RILEGGERLO ALL’ INFINITO : )) TERZO IMMAGINO CHE SIATE INDECISE SE UCCIDERE PRIMA JAMES O PRIMA SCORPIUS…LO SO SONO UNO PIU’ STUPIDO DELL’ ALTRO…ISTINTIVI E IMPULSIVI E DI CONSEGUENZA FANNO DEI GRAN CASINI : )) QUESTA LILY INVECE COME AVRETE CAPITO E’ DISPOSTA A TUTTO PER DIFENDERE IL SUO AMORE E INVECE SCORPIUS LA RIPAGA COSI’ : )) UN BEL CASINO, NO?? RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E CHE MI INCORAGGIANO SEMPRE OVVERO ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / MALANDRINA ACQUISITA / HUNTER / MITSUKI E LILY 33 !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! MI PIACEREBBE SENTIRE ANCHE IL VOSTRO PARERE !! UN BACIONE !!

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Capitolo 10
*** 9 CAPITOLO ***


“ Mamma, posso farlo io?” l’ entusiasmo della piccola Syria la fece sorridere.
Sembrava che la stesse portando ad un parco giochi invece che dentro ad un ospedale, seppur un ospedale particolare, come il San Mungo.
Lily guardò Alice e Astoria che annuirono, poi si guardò intorno e annuì alla bambina “ ti ricordi come devi fare?” le chiese.
Syria annuì accigliandosi, quasi come se fosse sdegnata che la madre non la ritenesse in grado di ricordarsi di quel particolare.
Lily si guardò di nuovo intorno mentre Syria s’ avvicinò di corsa al manichino con il grembiule verde.
Ma non aveva niente da temere, nessuno degnava di una seconda occhiata quella vetrina, come al solito, agli occhi dei Babbani sembrava così trasandata e trascurata che dopo averla guardata con un’ espressione di disgusto, tendevano sempre a camminare dritti davanti a loro.
Syria bussò lievemente “ Vorrei entrare a trovare mio nonno” disse con la sua voce infantile.
Il manichino sembrò sorridere e un dito si mosse per farle cenno di passare.
Syria si voltò felice verso Lily e insieme entrarono dentro l’ ospedale.
Subito furono investite dal rumore e dalla confusione che caratterizzava il luogo.
Syria aveva gli occhi e le labbra spalancate come se stesse guardando un film particolarmente divertente.
Lily si voltò per assicurarsi che ci fossero tutti e vide Aries e Astoria comparire dietro di loro e infine anche Albus e Alice.
Aries continuava ad essere molto seria e non guardava nessuno in faccia, Lily sentì una fitta allo stomaco.
Era già molto dura per lei ed era un’ adulta, non riusciva a pensare cosa stesse passando la piccola Aries. Lei sapeva tutto e stava cercando di affrontare la cosa, ma la sua famiglia e le sue certezze si erano sgretolate.
In fondo le stava succedendo proprio quello che Lily stava cercando con tutta se stessa d’ impedire accadesse a Syria. Era stata gettata dentro a quell’ incubo infernale.
Si riscosse spostando lo sguardo su Alice che invece le sorrise.
Cominciarono a camminare, ma avevano fatto pochi passi che Lily dovette tirare Syria per un braccio, notando che si era fermata davanti ad un uomo che aveva la testa rinchiusa dentro una gabbia per uccellini “ Signore non può stare qua” gli stava dicendo un’ infermiera “ deve andare su, al reparto: incidenti con manufatti magici” citò pazientemente.
L’ uomo le diede un’ occhiata rabbiosa e sbuffò facendo saltare di paura l’ uccellino racchiuso nella gabbia con lui.
“ Come ha fatto?” chiese Syria curiosa, continuando a voltare la testa per osservarlo.
Lily sorrise “ probabilmente ha fatto qualche esperimento sbagliato” le spiegò, stringendo la sua mano più forte.
Decisero di prendere le scale e mentre Syria continuava a parlare di come poteva un uomo grande e grosso entrare dentro alla gabbia di un uccellino, Lily non riusciva a togliersi dalla mente Scorpius.
Tirò un sospiro di sollievo quando finalmente arrivarono al piano giusto.
“ Noi proseguiamo” disse Alice “ vorrei andare a trovare i miei nonni” continuò.
I nonni di Alice, quelli di cui lei e suo fratello avevano preso il nome, erano ricoverati nel reparto che per molti anni era stato considerato il reparto più orribile di tutti.
Il reparto a lunga degenza, per pazienti con danni permanenti da ferite magiche.
“ Come stanno?” chiese ad Alice, continuando a tenere la mano a Syria che si agitava per correre da suo nonno.
“ Meglio” rispose lei con un sorriso.
La scoperta di Alice, era stata una cosa che aveva rivoluzionato il mondo magico.
Fin da quando era piccola, fin dalla prima volta che suo padre l’ aveva portata a conoscere i suoi nonni, Alice aveva desiderato fare qualcosa per loro.
Aveva studiato per anni, si era buttata nella ricerca e alla fine era riuscita ad arrivare a curarli.
Certo, non erano tornati nel pieno delle loro funzioni e non sapevano se sarebbero mai riusciti a riportarli a essere completamente padroni di sé, ma grazie alla cura di Alice, i suoi nonni e anche tutti gli altri degenti avevano fatto dei grossi passi avanti.
Alice era riuscita a donare a loro e alle persone che li amavano, la speranza.
“ Dopo, vengo a trovarli anch’ io” disse Lily, facendo segno con la testa verso Syria e Alice capì che preferiva non mostrare ulteriore sofferenza alla bambina.
Alice annuì e si avviò di sopra insieme ad Albus.
Lily li guardò scomparire verso il piano superiore e poi si voltò verso Syria, mentre Astoria e Aries si avviavano all’ interno del reparto.
S’ inginocchiò di modo da poterla guardare negli occhi “ non devi saltare in collo al nonno” le disse e la bambina annuì.
“ Puoi chiedergli quello che vuoi, ma non devi farlo stancare” l’ avvertì ancora e Syria aggrottò la fronte annuendo.
Lily le spostò un ciuffo di capelli rossi dal viso e li portò dietro un orecchio “ sei una bambina bravissima” le disse e Syria sorrise per il complimento della madre “bene, andiamo” continuò, alzandosi in piedi.
Passarono accanto a diversi letti, ma Lily non li guardò neanche puntando direttamente al letto, accanto al quale vedeva Astoria e Aries.
“ Lorcan” urlò Syria e lasciò di colpo la mano della madre per correre verso il letto occupato dal ragazzo.
Lily si voltò e per un attimo incrociò gli occhi azzurri del suo migliore amico, prima di abbassare lo sguardo colpevole.
Con tutto quello che le era successo non aveva neanche chiesto come stava e lui invece era ricoverato al San Mungo.
Stava diventando sempre più egoista. Il dolore la rendeva cieca verso gli altri.
Alzò di nuovo lo sguardo e si avvicinò al letto di Lorcan.
Lui stava scompigliando i capelli di Syria e stava scherzando con lei, ma quando la vide arrivare divenne di nuovo serio.
“ Come stai?” le chiese.
Lily emise una mezza risata “ domanda buffa per uno che è ricoverato, forse dovrei chiederlo io a te, non trovi?” gli chiese di rimando.
Lorcan sorrise portandosi una mano ai capelli imbarazzato “ bè, non ho fatto una gran figura in effetti” si lamentò scherzoso.
“ Non dire sciocchezze, se non fosse stato per te…” ma s’ interruppe vedendolo scuotere la testa “ Ma se mi sono lasciato accoppare dopo pochi minuti” si oppose “ tuo fratello, quando è passato stamani, mi ha raccontato tutto. Sei stata bravissima a tenergli testa”
Tenergli testa? L’ unica cosa che aveva voluto far Lily era riportarlo a sé ed aveva fallito.
“ Accoppare?” chiese Syria stupita, facendola tornare alla realtà.
Lily concentrò lo sguardo su di lei “ guarda laggiù c’ è il nonno” le disse indicandole il letto in questione “ perché non ti avvii, appena ho finito di parlare con Lorcan arrivo anch’ io” le spiegò.
Syria sorrise annuendo “ Ciao Lorcan” lo salutò allegra “ ciao peste” rispose lui, con altrettanta allegria.
Lily seguì la figlia con lo sguardo fino a quando non la vide arrivare al letto di Draco.
Incrociò lo sguardo del suocero e sorrise, ma lui non le rispose e tornò a guardare e sorridere alla nipote e alla figlia.
“ Certo che dopo quello che ha fatto a suo padre, posso ritenermi fortunato ad esserne uscito con così poco” disse Lorcan, riportandola al presente.
“ Ormai lo hanno riconosciuto tutti” aggiunse, indicandole con la mano una copia della Gazzetta del profeta, appoggiata sul comodino accanto al suo letto.
Lily sgranò gli occhi. La foto di Scorpius con quella specie di divisa verde, riempiva metà della prima pagina.
Scorpius aveva un piede sopra qualcosa che sembrava un mucchio di stracci e guardava di lato, di spalle a questo mucchio di stracci, e purtroppo anche all’ obbiettivo del fotografo, una ragazza, con la stessa divisa di Scorpius e i capelli corvini lunghi fino alle spalle.
Lily iniziò a leggere l’ articolo con il cuore in gola “ Nessuno si sarebbe mai aspettato che Scorpius Malfoy divenisse complice dell’ Inafferrabile, eppure questa foto, giunta a noi da fonti non rivelabili, dimostra come lui lo sia diventato. Come potete evincere dalla foto, lui sta torturando una sua vittima…”
Lily portò di nuovo lo sguardo sulla foto e vide che quello che inizialmente aveva scambiato per un mucchio di stracci era in realtà una persona.
Torturare? Era davvero stato lui a ridurre quell’ uomo in quell’ ammasso informe?
Lily si morse un labbro cercando di trattenere le lacrime, poteva benissimo essere stato lui. Ricordava il suo sguardo quel giorno.
“ La foto risale all’ attacco avvenuto a Diagon Alley quindici giorni fa. Per sapere le origini del male nella famiglia Malfoy, proseguire a pagina 3. Per sapere i dettagli dell’ attacco, proseguire a pagina 5. Per sapere la reazione di Harry Potter nel venire a sapere che il male si nascondeva proprio nella sua famiglia, proseguire a pagina 6”
Lily accartocciò la pagina tra le dita, stringendola nel suo pugno e desiderando solo poter bruciare quel giornale. L’ avevano fatto. Avevano sbattuto il mostro in prima pagina, senza appello, senza giudice o giuria, Scorpius era già stato condannato dalla comunità, incuranti del fatto che avesse una figlia, una moglie e una famiglia che stava soffrendo per lui.
“ Porcherie” imprecò Lily, avrebbe voluto eliminare tutte le copie della Gazzetta del profeta, da quando sua madre si era dimessa da direttrice, era tornata ad essere il solito giornale pieno di menzogne.
“ Non gli crederai?” chiese Lily, guardando Lorcan “ lui non è in sé ed io…”
Lorcan alzò una mano per interromperla “ Lily, sei la mia migliore amica e proprio per questo voglio dirtelo” le disse.
“ L’ Inafferrabile ha ucciso mio fratello e fino a quando ci sarà anche solo un respiro nei miei polmoni o fino a quando il mio cuore batterà ancora, io lo voglio prendere e uccidere…e se Scorpius lo sta aiutando questo include anche lui nella mia lista”
Lily fece automaticamente un passo indietro.
Il respiro mozzato nei polmoni e le orecchie ovattate “ come puoi dire questo?” gli chiese in un sussurro.
Sentiva le lacrime pungerle gli occhi “ con quale diritto, scherzi con mia figlia, la bambina mia e di Scorpius e pochi secondi dopo mi dici che potresti uccidere suo padre”
“ Non è colpa sua e neanche tua” disse Lorcan “ neanche di Scorpius” si oppose Lily con rabbia.
“ Lils, tuo fratello mi ha raccontato tutto…ha provato a ucciderti più volte, ha ucciso il vostro…”
“ Non dirlo” lo interruppe Lily, ansimava come se avesse corso per chilometri, una mano alzata come se la potesse difendere dalle sue parole e i battiti del suo cuore che rimbombavano furiosamente nelle sue orecchie.
“ Non dirlo, ti prego, non voglio doverti odiare” lo pregò.
Avevano passato troppe cose insieme, condiviso troppe esperienze e aveva già perso Lysander, non voleva dargli un altro dolore voltandogli le spalle anche lei.
Si allontanò di un altro passo. Doveva mettere distanza tra di loro, doveva riprendere a respirare.
Tutti credevano Scorpius colpevole, nessuno era disposto a dargli una possibilità.
Ma perché? Perché nessuno guardava oltre la superficie?
“ Lils” la chiamò di nuovo Lorcan.
Lily scosse la testa e si allontanò da lui senza neanche salutarlo.
Si diresse diritta verso il letto di Draco “ mamma, hai visto? Il nonno sta bene e dice che non è stato papà”
Lily annuì ancora sotto shock per quello che aveva appena letto.
Come poteva continuare a proteggere la sua bambina, se ormai tutti sapevano, se ormai tutti avevano deciso che Scorpius fosse colpevole?
“ Avuto la buona notizia?” chiese Draco ironico e Lily alzò lo sguardo luccicante di lacrime su di lui.
“ Sono fandonie. Mia madre conosce ancora qualcuno al Profeta, gli farò togliere l’ articolo” disse, cercando di moderare la rabbia nella sua voce.
“ Ormai l’ articolo è scritto e se lo togli crederanno che tu lo abbia fatto perché sei sua complice, o succube, o peggio ancora…”
Syria passò lo sguardo da suo nonno a sua madre “ Complice di chi?” chiese.
Lily strinse i pugni, la rabbia era così forte in lei che non credeva di riuscire a gestirla, per fortuna Aries parve capirlo, perché prese la nipote per una mano “ vieni, ti porto al bar” le disse tristemente.
“ Ma io voglio stare qui” protestò Syria testardamente, scansando la mano della zia.
“ Mamma…mamma” Syria si appigliò alla veste della madre. Non capiva. Pochi minuti prima l’ aveva lasciata a parlare con il suo amico e adesso era arrabbiata.
“ Syria, basta. Vai con Aries” ordinò Lily, severa.
Si pentì subito quando vide gli occhi della bambina riempirsi di lacrime “ voglio che torni papà” disse, cominciando a singhiozzare.
Lily chiuse gli occhi portandosi una mano alla fronte. Stava sbagliando tutto.
Non doveva prendersela con Syria, ma tutto questo era troppo per lei.
Stava scoppiando. Si sentiva come una caldaia in ebollizione. Aveva bisogno di piangere, urlare, gettare qualcosa contro il muro e rompere qualsiasi cosa tutto insieme e forse neanche così sarebbe riuscita a sfogarsi.
“ Syria perché non porti al tuo vecchio nonno, un pacchetto di gelatine tutti i gusti più uno?” le chiese Draco, cercando di stemperare la situazione.
La bambina si asciugò le lacrime con la manica della maglia “ ma tu non sei vecchio” si oppose con voce ancora lamentosa.
Draco sorrise “ ti ringrazio” rispose scherzoso, poi guardò la figlia “ Aries, per favore, non toccate i giornali” le disse serio.
Aries inarcò un sopracciglio, sicuramente Draco le aveva accennato qualcosa, ma anche se non sembrava d’ accordo, si limitò ad annuire.
Poi prese la mano della nipote e si avviarono verso l’ uscita.
“ Il tuo grande amico che dice?” Chiese Draco a Lily, prima di porgere una copia del giornale alla moglie.
Lily seguì con lo sguardo Astoria prendere il giornale e la vide sbiancare e sedersi sulla sedia come privata di ogni forza.
“ Niente” mentì Lily.
Draco la studiò a fondo e per un attimo a Lily sembrò di vedere lo sguardo di Scorpius, ma gli occhi di Draco erano leggermente più cupi.
“ Credi anche tu che sia...aspetta come dicono? Il lupo cattivo nella tana degli eroi” disse e Lily suppose che stesse citando una parte dell’ articolo.
Lily lo guardò piena di rabbia “ ho cercato di riportarlo a casa”
“ Così mi hanno detto” affermò Draco con un ghigno.
“ Cosa vorresti dire?” chiese Lily, sentendo ormai i suoi arti intorpiditi.
“ Hai perso il bambino, nessuno ti può biasimare se lo incolpi…”
“ Basta” e Lily si accorse di aver alzato la voce, quando vide diversi volti girarsi curiosi verso di lei.
Guardò Draco, prima di voltare il suo sguardo su Astoria e vedere che la stava osservando anche lei, un’ espressione impaurita sul suo volto.
Lily sentiva il cuore martellarle così forte che credeva potesse scoppiarle da un momento all’ altro.
Avrebbe voluto tranquillizzare Draco, o forse urlargli contro, non ne era sicura neanche lei, ma improvvisamente si sentì completamente persa.
Non aveva solo perso Scorpius. La sua famiglia era contro di lui mentre la famiglia di Scorpius era contro di lei, e lei non aveva nessuno a cui appigliarsi.
Si voltò e se ne andò decisa dal reparto.
“ Lily” la richiamò Astoria, ma lei non si voltò e continuò a camminare a testa bassa.
Non voleva più parlare con Draco né tantomeno con Lorcan.
Era ormai arrivata oltre la porta quando urtò contro qualcuno e rischiò di cadere, ma questi la riprese al volo, afferrandola per un braccio e facendola finire contro il suo petto.
Lily fu investita da un profumo speziato e pungente e guardò quell’ uomo negli occhi.
“ Mi scusi” gli disse “ non guardavo dove andavo” continuò, cercando di rimettersi in equilibrio.
L’ uomo la guardò e sorrise, sembrava molto sicuro di sé e del suo fascino. Nonostante la sua età superasse sicuramente la sessantina, sapeva di essere un uomo piacevole e quella consapevolezza lo rendeva sicuramente piuttosto arrogante.
Lily si chiese dove lo avesse già visto, ma poi scacciò quel pensiero, non aveva tempo da perdere.
“ Sono abituato a provocare incidenti” le disse lui con voce divertita.
Lily scosse leggermente la testa “ certo, come dice lei” lo assecondò Lily, prima di superarlo e cominciare a salire le scale.
Decise di fermarsi dai nonni di Alice prima di andare a riprendere la sua bambina.
Vide Alice e Albus seduti ad un tavolo e un uomo e una donna davanti a loro.
Entrambi avevano i capelli ormai grigi ed erano vestiti con delle semplici tute, ma sembravano star bene, almeno fisicamente.
Se si guardavano più da vicino, però, lo sguardo della donna era leggermente vacuo, come se ancora avesse troppo dolore dentro, ma quello dell’ uomo era quasi presente.
“ Nonna, guarda chi c’ è” disse Alice con un sorriso.
L’ anziana Alice si voltò verso l’ entrata e aprì leggermente la bocca “ Lily” disse quasi scioccata.
“ Lily, la sorella di Albus” le spiegò Alice pazientemente.
A volte sua nonna tendeva a scambiare Lily per sua nonna Lily Evans.
L’ anziana Alice annuì e guardò Frank “ la figlia di Harry Potter” disse lui e Lily sorrise guardando Alice, suo nonno sembrava quasi totalmente guarito e comunque anche sua nonna aveva fatto dei notevoli progressi.
Forse ad un occhio esterno poteva non sembrare molto, ma per chi li aveva conosciuti completamente persi nel loro mondo a collezionare carte di caramelle, quello, era un enorme passo avanti.
“ Com’ è andata?” le chiese Albus, approfittando del fatto che i due anziani stavano comunicando tra di loro.
Lily scosse la testa “ Lasciamo perdere” disse sconsolata, prima di riprendere dopo un’ occhiata interrogativa di Alice “ Scorpius è sulla Gazzetta del profeta, marchiato come assassino e…”
“ Che cosa?” la interruppe Albus e Lily annuì “ Proprio così e quindi ho incontrato Lorcan che lo ha minacciato di morte, Draco credo che pensi che non lo voglia più vicino e io non so come proteggere la piccola da tutto l’ assalto mediatico che ci sarà” Albus le coprì una mano con la sua.
“ Lo troveremo e ce la faremo”
Lily sospirò, guardando il fratello e la cognata negli occhi “ Non ce la faccio” disse con le lacrime agli occhi “ non vedo via d’ uscita” continuò.
“ No, Lily” l’ anziana Alice la raggiunse e la prese per le spalle.
“ La via d’ uscita c’ è…devi proteggerlo…vogliono ucciderli”
Lily sgranò gli occhi spaventata “ Nonna” la richiamò Alice “ è Lily, la sorella di Albus” le ricordò.
L’ anziana Alice la guardò per un altro attimo negli occhi, sembrava che la volesse veramente avvertire, poi la lasciò e si allontanò da lei “ Harry è suo padre e non suo figlio” disse a se stessa, mentre tornava a sedersi.
“ Brava nonna” si complimentò Alice, continuando a tenere lo sguardo su Lily che sembrava sconvolta.
“ Lily, è stato un attimo” cercò di tranquillizzarla l’ amica.
“ Sì, sicuramente ti ha scambiato per nonna Lily e voleva metterti in guardia per la profezia” rimarcò Albus, nonostante anche lui sembrasse molto turbato.
Lily annuì ma il suo cuore continuava a battere ancora furiosamente, era stato davvero un attimo?
Guardò la nonna di Alice, ma adesso era tranquilla e continuava a ripetere “ è la figlia di Harry e non la mamma” come se fosse una filastrocca.
Ma se era stato solo un attimo. Un momento nel quale aveva perso la lucidità, perché aveva detto “ vogliono ucciderli” ?

COMMENTO: OK SO CHE QUESTO CAPITOLO SEMBRA DI TRANSIZIONE…E CHE NON ABBIAMO VISTO ANCORA COSA E’ SUCCESSO A SCORP ( NON TEMETE LO RITROVEREMO PRESTISSIMO)…MA IN REALTA’ IN QUESTO CAPITOLO CI SONO UN SACCO D’ INDIZI...E CON QUESTO VI HO DETTO TANTISSIMO : )) SPERO MI FACCIATE SAPERE COSA NE PENSATE : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE RECENSISCONO OVVERO ICEPRINCESS / ARYELLE / LUISA21 / CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / HUNTER/ MALANDRINA ACQUISITA / LILY33 E CE  !! GRAZIE DI CUORE, SENZA I VOSTRI PARERI SAREI PERSA : )) INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTI !!

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Capitolo 11
*** 10 CAPITOLO ***


Scorpius si svegliò con un forte cerchio alla testa.
Si alzò a sedere mettendo le gambe fuori dal letto, ma ogni volta che provava ad alzarsi gli sembrava di avere le vertigini . “ Che cos’ hai?” gli chiese Kara, alzandosi a sedere e portandosi le lenzuola fin sopra al seno, senza smettere di guardarlo.
Scorpius corrugò le sopracciglia infastidito “ potresti evitare di parlare?” le chiese sgarbatamente.
Kara lo guardò con rabbia ma non disse niente.
Si alzò e s’ infilò dentro il bagno lasciando Scorpius solo ai suoi pensieri.
Lui non riusciva a capire cosa gli stava succedendo. Ogni notte quegli strani sogni, quegli occhi castani circondati da così tante efelidi lo perseguitavano, sembravano guardarlo. Sembravano arrabbiati, delusi, ma sempre così belli che Scorpius non avrebbe mai voluto svegliarsi.
Invece ogni mattina si svegliava e si allenava per la causa, per essere pronto per quello che sarebbe successo a breve.
Il suo capo era sicuro che lui fosse il suo elemento migliore e lo lodava continuamente, Kara sembrava pendesse dalle sue labbra e anche quel tipo che veniva ogni tanto sembrava salutarlo con un cenno del capo in segno di rispetto.
Eppure non era contento. Sentiva che c’ era qualcosa, si sentiva come se si stesse dimenticando di qualcosa.
“ Ti sei calmato?” gli chiese Kara uscendo dal bagno con un telo avvolto attorno al seno e un altro telo a coprirle i capelli.
“ E’ il mal  di testa” si giustificò lui “ ce l’ ho ogni giorno” aggiunse, passandosi gli indici sopra le tempie.
Kara lo guardò attentamente, sembrava molto provato. Gli occhi cerchiati e le labbra pallide, forse avrebbero dovuto sospendere il trattamento o rischiavano di ucciderlo.
Doveva parlare con lui.
***
Lily si passò gli indici sopra alle tempie per cercare di alleviare la sua sofferenza.
Ormai era passato un mese dall’ ultima volta che aveva visto Scorpius, da allora si era letteralmente volatilizzato.
Era uscita tutte le notti a cercarlo, aveva ripercorso le stesse strade, era entrata in tutti i negozi, ma niente, di Scorpius nessuna traccia.
“ Devi andare per forza?” chiese Syria, cercando d’ infilarsi la maglia ma restando con il gomito impigliato nello scollo.
Lily rise e le prese la manica per raddrizzarla e aiutarla a infilarsela correttamente “ Come mai me lo chiedi, lo sai che la mamma ha sempre lavorato” le disse, guardandola mentre s’ infilava la gonnellina colorata.
Syria annuì ma non rispose e questo portò Lily a pensare che ci fosse altro, la prese per un braccio attirandola a sé e lasciando che si sedesse sul letto accanto a lei “ non vuoi che vada?”  le chiese dolcemente.
Syria la guardò e per la prima volta Lily si accorse di quanto tristi fossero gli occhi della sua bambina.
“ Papà tornerà da noi?” le chiese e Lily trattenne il respiro.
Nonostante fosse riuscita a tenerla lontana da giornali e giornalisti, le domande di Syria erano sempre più pressanti e Lily era sicura che ormai lei non le credesse quasi più e che avesse dei grandi sospetti che al suo papà stesse accadendo qualcosa di grosso.
“ Certo che tornerà” le disse Lily confortante.
“ Non è vero, sono sicura. Ho sentito Aries che diceva a Christian che suo fratello non sarebbe mai tornato e che lei era felice così” s’ impuntò Syria scattando in piedi.
“ Syria ti avevo detto di non ascoltare le conversazioni” la rimproverò Lily, cercando di moderare l’ agitazione che la stava travolgendo.
“ Te mi hai detto di non ascoltare gli adulti, loro sono bambini come me e sanno cos’ è successo al mio papà” gli occhi di Syria si riempirono di lacrime.
“ Voglio saperlo anch’ io. Voglio sapere perché non torna. Voglio sapere se è colpa mia” disse le ultime parole, quasi gridandole tra i singhiozzi e Lily sgranò gli occhi.
Si sentiva in colpa? Pensava potesse essere colpa sua?
Lily le circondò le guance umide con i palmi delle mani “ non dirlo neanche per scherzo” le disse, prima di portarsela in collo e lasciarla piangere tra le sue braccia.
Le passò la mano sulla schiena facendole dei piccoli cerchi per farla calmare. Bè non sarebbe stata sua figlia e la nipote di suo padre se non avesse avuto tutte queste paure e questi sensi di colpa, ma doveva capire che non era così.
“ Ti assicuro che papà non è arrabbiato con te e se potesse tornerebbe a casa in un baleno” le disse tra i capelli e sentì i singhiozzi di Syria acquietarsi “ allora perché non torna?” chiese alzando leggermente il viso e cercando gli occhi della madre.
Lily sospirò. Come faceva a dirglielo?
“ Amore mio, papà ha un grosso problema con un signore cattivo…”
“ Tanto cattivo?” chiese Syria ingenuamente.
Lily annuì “ Tanto, tanto e per prenderlo deve star nascosto, ma ti assicuro che adesso ci penserò io ad aiutarlo”
Vide sua figlia aprire gli occhi per chiedere qualcosa ma la fermò “ non posso dirti altro” le spiegò “ solo che ti devi fidare di me” le disse, poi le pulì le guance con i palmi delle mani e le sorrise “ ti fidi della mamma?” le chiese.
Syria annuì e si tuffò di nuovo nell’ abbraccio della madre.
***
Lily entrò dentro lo spogliatoio degli Auror e si sedette su una panca, guardando fisso davanti a sé.
Aveva insistito così tanto per tornare al lavoro, ma adesso avrebbe voluto dar retta a suo padre.
Mentre percorreva l’ atrio aveva sentito tutti gli sguardi degli impiegati del ministero addosso, la maggior parte delle persone avevano sussurrato il suo nome o l’ avevano indicata, lei aveva cercato d’ indossare una maschera d’ indifferenza, ma le era sempre più difficile farlo.
Senza contare quanto era stato difficile per lei lasciare Syria alle cure di Alice.
Nonostante fosse riuscita a calmarla e convincerla, Lily aveva notato gli occhi tristi di sua figlia.
D’ altronde la piccola stava vivendo la paura più grande di tutti i bambini, essere abbandonati dai genitori e non importava quanto i nonni e gli zii la circondassero d’ affetto, lei voleva la sua famiglia.
Senza contare che il fatto che da quando Scorpius era scomparso nel nulla, non vi erano stati altri attacchi dell’ Inafferrabile e questo oltre ad alimentare gli scoop dei giornalisti, impauriva molto Lily.
Draco era ormai tornato a casa, anche se momentaneamente anche lui risiedeva dai Potter. Ufficialmente la scusa era di modo che si potesse rimettere totalmente, ufficiosamente Lily sapeva che suo padre non voleva perderli d’ occhio, non adesso che sapevano che Aries era nel mirino di Scorpius.
Sospirò e aprì il suo armadietto accarezzando il suo nome nella targhetta e prendendo un respiro. Non avrebbe mai creduto di tornare così presto.
Appena aveva saputo di essere incinta, Scorpius, suo padre, suo fratello, nessuno aveva voluto sentire ragioni e l’ avevano fatta restare a casa immediatamente.
Si portò automaticamente una mano al ventre, ma subito questa si chiuse a pugno, racchiudendo i lembi della maglia dentro le sue dita, e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Adesso non c’ era più nessuno, non c’ era nessun bambino. Era finita.
Stava per chiudere lo sportello del suo armadietto, quando sentì il suo nome e subito di seguito una risata.
Si affacciò ma nonostante sentisse parlare non vedeva nessuno, per cui presuppose che si fossero fermate prima della sua fila.
Decise che non le importava affatto quello che dovevano dire e mise una mano sullo sportello per richiuderlo, ma proprio in quel momento la voce riprese a parlare.
“ Certo deve essere un bello smacco” disse con voce quasi dispiaciuta.
“ Avere un assassino in famiglia intendo” chiarì e Lily riconobbe la voce di Stephanie.
Non era mai andata d’ accordo con lei e aveva sempre invidiato il rapporto di Lily e Scorpius.
“ Smettila Steph” l’ ammonì l’ altra e non sembrava molto contenta dell’ argomento che aveva intrapreso l’ amica.
“ Perché ?” chiese stupita “ in fondo è stato per settimane su tutti i giornali”
Lily sentì un formicolio cominciare a percorrerle le dita, era la rabbia che stava prendendo il sopravvento.
“ Sai che non dobbiamo credere ai giornali, il capo lo dice sempre” si oppose l’ altra ragazza e Lily prese un respiro cercando di calmarsi, in fondo c’ era ancora qualcuno che usava la testa.
Stephanie rise piuttosto rumorosamente “ Il capo” iniziò con fare saputo “ potrebbe non essere il capo ancora a lungo” disse abbassando di un tono la voce “ si sta esponendo un po’ troppo e qualcuno comincia a pensare che sia…diciamo…di parte” le spiegò “ d’altronde stiamo parlando del marito di sua figlia” aggiunse.
Lily trattenne il respiro. Cosa stava dicendo quella pazza?
Era sicuramente spazzatura, come la maggior parte delle cose che aveva detto.
“ Stephanie” il tono di voce dell’ altra ragazza era scandalizzato “ stai parlando di Harry Potter…lui è il salvatore del mondo magico” continuò sempre più arrabbiata, poi Lily sentì chiudersi un armadietto e di nuovo la voce della seconda ragazza.
“ Io non voglio neanche ascoltarti, credo che tu sia solo in cerca di guai, Steph” l’ ammonì e Lily sentì dei passi che si allontanavano.
“ Emily aspetta” le urlò Stephanie e Lily si lasciò ricadere sulla panca guardandosi le mani.
Le sembrava che stessero per prenderle fuoco da quanto bruciavano. Era così piena di rabbia, parlavano di Scorpius come se fosse un assassino, parlavano di suo padre come se stesse proteggendo l’ Inafferrabile.
Davvero la memoria delle persone era così a breve termine?
Non ricordavano quante persone Scorpius, aveva arrestato e assicurato alla giustizia?
Quante volte si era esposto per poter concludere una missione rischiando a volte anche la propria sicurezza?
Avevano già dimenticato tutto?
Sbattè la porta dell’ armadietto con tutta la forza che aveva e questa fece un rumore assordante prima di riaprirsi per la forza che era stata impressa contro di lei.
Lily la guardò riaprirsi sentendo le lacrime invaderle gli occhi.
Come potevano? Almeno dai suoi colleghi sperava di avere solidarietà e comprensione.
In fondo conoscevano Scorpius, sapevano che era una brava persona, che non avrebbe fatto male ad una mosca.
Bastava una foto e qualche articolo per far cambiare l’ opinione di tutti verso di lui?
E adesso accusavano anche suo padre.
Non poteva sopportare che lo credessero complice, era ancora più assurdo che sospettare Scorpius.
Come potevano dubitare di lui, di una persona con l’ integrità di Harry Potter, di colui che aveva salvato la pelle a tutte le persone che in quel momento lo stavano giudicando?
Affondò il viso dentro le mani. Suo padre aveva ragione, era stato un errore tornare al lavoro.
Sentì una mano sulla sua spalla e alzò il viso asciugandosi immediatamente le lacrime “ Katy” disse in un sussurro.
Katy era una delle colleghe con cui andava più d’ accordo “ Non tutti la pensano così” le disse con un sorriso confortante.
Lily si chiese per un attimo come avesse fatto a scoprirlo, ma poi si disse che probabilmente le due sciocche stavano continuando a parlarne anche fuori.
“ Non fa’ niente” disse Lily alzandosi per chiudere correttamente il suo armadietto.
“ Non è vero” si oppose l’ amica continuando a guardarla, mentre meccanicamente eseguiva i movimenti. Poteva solo immaginare come si sentisse, stava perdendo tutto ciò che era intorno a lei.
“ Voglio solo che tu sappia che non sei sola” le disse incoraggiante “ C’ è ancora qualcuno che crede a Scorp” continuò con un lieve sorriso.
Katy avrebbe voluto non averlo nominato, la vide irrigidire le spalle al suo nome e  prendere un sospiro e impostarsi una maschera di tranquillità “ va tutto bene” le disse con un sorriso “ niente che non mi aspettassi” continuò prima di prendere il suo distintivo e appuntarlo alla divisa.
Katy la guardò un po’ tristemente, chiedendosi per quanto tempo potesse fingere, ma si riprese subito e sorrise a sua volta “ dobbiamo correre” le disse, guardando l’ orologio, erano le nove meno due minuti e suo padre detestava i ritardatari.
Cominciarono a correre e arrivarono in ufficio un po’ sudate e con il fiatone, Lily incrociò lo sguardo di suo fratello James, ma lo distolse subito.
Non lo aveva ancora perdonato.
Nonostante lo amasse con tutta se stessa e lui avesse provato più volte a parlare di nuovo e riavvicinarsi, lei lo aveva sempre respinto.
Il suo orgoglio le impediva di passarci sopra e non solo perché quello che le aveva detto le faceva ancora male, ma anche perché sapeva che lui lo pensava davvero.
“ Bene, adesso che ci siamo tutti” disse suo padre, riportandola alla realtà con un’ occhiata di rimprovero.
“ Possiamo iniziare” disse con autorità.
“ L’ Inafferrabile non ci dà sue notizie da ben un mese…”
“ Non che ne sentiamo la mancanza” intervenne suo zio Ron e tutti scoppiarono a ridere, prima che Harry li zittisse con una sola occhiata.
“ Però voglio continuare con le squadre di ricerca” spiegò “ voglio che setacciate ogni luogo frequentato da ex Mangiamorte, da persone di dubbia rispettabilità, da chiunque possa darvi una dritta” commentò.
“ Ron, io e James comporremo le tre squadre” si voltò verso Ron e James che sorrisero in risposta “ bene partiamo” disse, prima che tutti cominciassero a raggrupparsi.
Lily assottigliò gli occhi verso il fratello, sperava seriamente che avesse il buon gusto di lasciarla fuori dalla sua squadra, non avrebbe sopportato di dover prendere ordini da lui.
La giornata stava già andando abbastanza male da sé.
“ Lily, Katy, una parola” le chiamò suo padre.
Lily spostò gli occhi dal fratello al padre prendendo un respiro, forse sarebbe andata meglio di quello che pensava.
Harry prese i fogli sulla scrivania e li mise dentro un cassetto “ Voi restate qua” disse semplicemente.
Lily sgranò gli occhi “ Che cosa?” chiese sentendo la rabbia prendere di nuovo il sopravvento “ sei impazzito?” gli chiese ancora.
Suo padre la guardò con rimprovero. Lily sapeva che al lavoro non poteva contestarlo, in quel momento non era il suo papà, ma il capo degli Auror, però lui più di tutti sapeva quanto lei volesse essere fuori a cercarlo.
“ Auror Potter” le disse “ non si discutono gli ordini, qualcuno deve restare in sede, voi siete arrivate in ritardo e quindi restate voi “
Lily guardò i suoi occhi verdi e capì perché lo stava facendo, stava cercando di proteggerla, ma lei non voleva questo, lei voleva cercare Scorpius, trovarlo e portarlo a casa.
“ Ma…”
Suo padre alzò una mano “ hai sentito l’ Auror Finnigan protestare?” le chiese severo, ma i suoi occhi erano dolci e cercavano di farle capire che stava facendo quello che era necessario.
“ Sei rimasta ferita troppe volte” le spiegò “ prenditi una settimana per ripartire” le disse dolcemente.
Lily annuì capendo che era inutile continuare a protestare e si voltò osservando gli altri distribuirsi nei gruppi.
Uno dei ragazzi nel gruppo di suo fratello le sorrise prima di avvicinarsi e avvolgerla in un abbraccio “ mi sei mancata Lily “ le disse in un orecchio.
Lei si lasciò abbracciare ancora troppo sconvolta per tutto quello che era successo, non poteva credere di aver sbagliato un’ altra volta.
Aveva sperato di poter scendere in strada a cercare Scorpius, invece avrebbe dovuto farlo di notte, come quasi tutte le ultime notti.
“ Damien” lo salutò avvolgendo le braccia intorno a lui e cercando di ricacciare indietro le lacrime di rabbia e frustrazione.
Damien era un buon amico suo e di Scorpius e sicuramente sarebbe stato dalla loro parte.
Si staccò da lei e la guardò con i suoi penetranti occhi neri “ Non ti preoccupare” le sussurrò, mentre suo fratello lo richiamava per poter andar via “ Io ti credo” disse semplicemente “ e se lo troviamo, te lo riporto come nuovo” concluse con un sorriso, prima di voltarsi e raggiungere James.
Lily rimase ad osservarli andare via e poi si lasciò cadere nella sedia di suo padre sbuffando nervosamente.
“ Evviva” disse Katy “ punite per colpa delle due imbecilli” continuò con rabbia.
Lily la guardò sorridendo, almeno non pensava che fosse colpa sua, anche se lei sapeva che se non fosse stato per colpa sua, probabilmente suo padre avrebbe trascurato quei pochi minuti di ritardo.
“ Bè a questo punto tanto vale mettersi al lavoro” disse tirando fuori un paio di cartelline da compilare.
Lily annuì e tirò fuori delle cartelline a sua volta, ma dopo pochi minuti congiunse le mani e vi appoggiò la fronte. Concentrarsi era impossibile, continuava ad immaginare la squadra di suo fratello che trovava Scorpius e che lo uccideva.
Scosse la testa. Non doveva lasciarsi andare alla paranoia.
Si alzò intenzionata ad andare a prendere un caffè per schiarirsi le idee, quando un gufo atterrò sulla scrivania di suo padre.
Lily lo guardò e si avvicinò seguita a ruota da Katy “ un gufo” mormorò Katy, sottolineando l’ ovvio.
“ L’ inafferrabile manda i gufi, sempre gufi diversi, sempre con pezzi…”
“ Katy, smettila subito” la rimproverò Lily, continuando a tenere gli occhi fissi sull’ animale che aveva già sollevato la zampa per permetterle di sfilare la lettera.
“ Mando un Patronus a tuo padre” disse Katy, afferrando la bacchetta, ma Lily le afferrò prima il polso “ aspetta” obbiettò.
Forse poteva esserci qualche indizio, forse poteva capire dove andare, forse avrebbe potuto trovare Scorpius da sola.
Katy la guardò preoccupata ma non si mosse e Lily s’ avvicinò al gufo e gli sfilò la lettera, questo emise un suono stridulo prima di ripartire con un battito d’ ali.
Lily aprì la lettera lentamente, le mani le tremavano e il cuore le batteva così forte che non era neanche sicura che fosse ancora nella sua gabbia toracica.
Poteva sentire il suo respiro affannoso al pari di quello di Katy mentre faceva scattare la chiusura e tirava fuori la pergamena ingiallita.
Appena vide il contenuto della lettera il suo cuore si fermò e la pergamena le scivolò dalle mani, nello stesso istante il Patronus di Alice entrò nella stanza “ Aiuto” disse e si dissolse in una nube di fumo.
Lily non attese neanche un secondo, afferrò la sua bacchetta e si smaterializzò.
Katy s’ inginocchiò per riprendere la lettera e cercò di trattenere le lacrime.
Era assurdo. Non poteva crederci. Guardò la scritta sulla pergamena, sembrava fatta con il sangue e diceva solo “ Christian Harry Potter”.
COMMENTO : OK, LO SO VI HO LASCIATO MALISSIMO…MA DOVETE ABITUARVI PERCHE’ DA QUESTO CAPITOLO INIZIERANNO I VERI CASINI : )) SCUSATEMI IL RITARDO…SPERO CHE NON RIACCADA DI NUOVO : )) PER IL RESTO CHE NE DITE? SPERO CHE MI FARETE SAPERE !! INTANTO RINGRAZIO TANTISSIMO LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO ICEPRINCESS/ LUISA 21 / ARYELLE /CESCAPADFOOT /FEDERCHICCA /  HUNTER / LILY 33 E CE !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE

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Capitolo 12
*** 11 CAPITOLO ***


Scorpius si materializzò direttamente dentro la casa.
Era stupito, il suo capo aveva ragione, ma più continuava a pensarci e più in quello che gli aveva raccontato sembravano esserci diverse lacune.
Nelle ultime settimane si era sentito come il protagonista di un libro a cui mancano alcune parti della trama.
Si era risvegliato due settimane prima, confuso e pieno di buchi nel suo cervello.
Mancanze che quello che chiamavano il capo si era apprestato a riempire, lacune che quella ragazza, che affermava di essere la sua ragazza, aveva colmato.
Eppure c’ erano troppe cose che non collimavano. Tasselli che sembravano non incastrarsi.
Gli avevano detto che era stato sottoposto all’ Imperius, che era stato controllato per tutta la vita e che loro l’ avevano salvato, ma allora come si spiegavano i sogni?
Quei sogni così reali e così vividi che avevano sempre lo stesso soggetto.
Una ragazza dai capelli rossi e gli occhi castani che lo guardavano. Non aveva mai la solita espressione, ma che fosse preoccupata, delusa, arrabbiata o felice, i suoi occhi lo guardavano sempre con amore.
Erano dei sogni, continuava a ripetersi, niente d’ importante, ma dentro di sé sentiva tutto come se fosse reale.
O almeno più reale di quello che gli avevano raccontato quei due.
Adesso, ad esempio, lo avevano mandato in quella casa, dicendogli che soltanto lui poteva entrare, che faceva parte della sua missione e che appena fosse stato dentro avrebbe dovuto togliere tutti gli incantesimi a protezione della casa e loro sarebbero corsi dentro per aiutarlo.
Però, quello che non capiva era: come mai in una casa con tutte quelle protezioni, lui, che era una persona che era stato controllato da loro per tutta la vita, aveva libero accesso?
Quando aveva provato a porre quella domanda, aveva notato del nervosismo tra i due, ma avevano cercato di dissimularlo, adducendo come scusa che non lo temevano, o forse, peggio ancora, lo credevano morto.
E poi gli avevano chiesto, se non era ansioso di compiere la sua vendetta contro l’ uomo che gli aveva provocato tutto quel dolore.
Si prese la testa tra le mani cercando di fermare il mal di testa con il pensiero, ma non se ne voleva andare.
Aveva dei forti mal di testa da quando aveva cominciato ad essere di nuovo padrone di se stesso, continuavano a dirgli che era normale, che era colpa dello sforzo che aveva compiuto per contrastare l’ Imperius.
Ma se aveva contrastato l’ Imperius come potevano crederlo morto?
Si passò un dito sotto il naso sentendo qualcosa di liquido e caldo colargli da esso e si trovò il dito sporco di sangue.
Lo guardò orripilato per un secondo, cosa gli stava succedendo?
Erano davvero gli effetti dell’ Imperius?
Si sentì invadere dalla rabbia al pensiero che la sua vita fosse stata controllata e rovinata da questa persona solo per vendetta e prese la bacchetta puntandola verso l’ alto per togliere gli incantesimi di protezione.
Un secondo prima di pronunciare l’ incantesimo però si fermò. Se era stato controllato per tutta la vita, come poteva sapere questi incantesimi?
Quello e i sogni erano cose reali, ne era sicuro.
Alcune grida lo distrassero e decise di scendere al piano di sotto.
Forse quell’ uomo lo aveva davvero controllato come diceva il capo, ma forse era lui che lo stava usando.
Ma di una cosa Scorpius era sicuro, lui non voleva più essere il burattino di nessuno e avrebbe scoperto da solo, cosa gli era successo.
Scese le scale il più silenziosamente possibile, ma non era arrivato ancora a metà percorso che si dovette fermare.
“ Se non la smetti ti Crucio” quelle parole dette con così tanto disprezzo lo fecero immobilizzare e si nascose dietro la colonna.
Erano state dette da una ragazzina, probabilmente aveva undici o dodici anni e aveva i capelli biondi come il grano e i suoi occhi erano di un grigio così simile al suo che lui ebbe un sussulto.
Davanti a lei un ragazzino con i capelli neri e spettinati e quegli occhi. Gli occhi avevano lo stesso colore della ragazza dei suoi sogni, la forma però era diversa e questo lo rese ancora più confuso.
“ Calmati, Malfoy” disse il ragazzino con i capelli neri gettandosi di schianto sul divano.
Malfoy? Perché quel nome gli era così familiare?
“ Non mi calmo e ti conviene girarmi al largo se non vuoi una bella maledizione” la ragazzina sembrava davvero arrabbiata.
“ Aries Narcissa Malfoy, ti conviene ritirare quello che hai detto se non vuoi che lo dica a tua madre appena torna” .
Una donna mora con una bimba piccola in braccio entrò nella sala, guardando la ragazzina con rimprovero, ma questa non si smosse.
“ E’ un  Grifonidiota ”
“ E’ una Serpestrulla ”
Scorpius sentì la testa girargli e gli occhi gli si oscurarono un momento.
Una ragazzina dai capelli rossi e lo sguardo pieno di rabbia lo fissava altezzosa “ sei uno stupido” gli disse.
Il ragazzino biondo la guardò e un ghigno si formò sulle sue labbra “ Sei una Grifonidiota”
La ragazzina lo guardò come se non volesse fare altro che scagliargli una fattura, ma subito dopo prese un respiro aggiustandosi la cravatta rosso e oro e uscì dallo scompartimento del treno, lasciando il ragazzino un po’ infelice.
Adesso gli succedeva anche da sveglio?
E quando mai era stato in un treno e che tipo di divise indossavano?
Scosse la testa, cercando di tornare in sé.
“ Aries, dovresti cercare di essere più gentile”
La donna aveva posato la bambina sul tappeto davanti al divano e si rivolse alla ragazzina, fissandola direttamente negli occhi.
“ Soprattutto con Syria” le disse, ma la ragazzina continuò a guardarla senza l’ ombra di un rimorso nei suoi occhi e il ragazzino sbuffò.
“ Le importa solo di se stessa” commentò.
“ Oh taci, Potter” replicò rabbiosa.
“ Taci tu, Malfoy” si oppose lui.
La mano di Scorpius tremò leggermente, mentre sentiva il suo cervello partire nuovamente.
Una ragazza di quindici anni camminava tranquillamente per il corridoio della scuola, quando un ragazzo biondo poco più grande l’ afferrò da dietro.
“ Potresti passare dei seri guai per essere in giro a quest’ ora” le disse con il suo solito ghigno strafottente.
“ Solo se il Caposcuola dei Serpeverde mi denuncia” lo provocò lei, cercando di liberarsi dalle sue braccia, ma lui non la lasciò andare “ Forse…in cambio di un bacio…” disse scherzoso.
Lei gli tirò un pugno sul braccio “ brutto ipocrita, ma se sono stata con te fino ad adesso” gli disse arrabbiata.
Scorpius sorrise “ taci e baciami, Potter” replicò.
“ Taci tu, Malfoy” si oppose lei, prima di passargli le braccia dietro la nuca e attirarlo a sé.
Serpeverde? Malfoy? Potter?
Si sentiva sempre più confuso, il ragazzo dei ricordi era sicuramente lui, ma non poteva essere lui, se era stato controllato per tutta la sua vita.
E se così non era stato perché non aveva più ricordi, tranne questi pochi sprazzi?
Sentì il suo bracciale bruciare e guardò l’ incisione “ fai gli incantesimi”
“ Non ancora” disse sottovoce e le parole si formarono sul bracciale e Scorpius era sicuro che il messaggio fosse arrivato anche al capo.
Tornò a guardare quel salotto, tutto cominciava a sembrargli così familiare. Non capiva.
Da una parte non sapeva perché non aveva già schiantato la donna e preso il ragazzino, dall’ altra anelava di saperne di più.
Sembrava che la sua vita fosse davvero legata a quella famiglia e sembrava che tutto quello che stava accadendo gli permettesse di scoprire più cose.
“ Siamo tornati” la voce cantilenante di una bambina, lo fece voltare verso il piano di sopra.
La bacchetta tremò nella sua mano. Sperava di non trovarsi nella situazione di dover uccidere una bambina.
Puntò la bacchetta verso l’ alto. Gli bastava un minuto per togliere gli incantesimi. Un solo misero minuto, ma si sentiva come se qualcuno gli stesse tenendo il polso impedendogli di farlo.
Non riusciva neanche lui a capire perché si sentiva così.
Appena la vide aprì la bocca scioccato, sentì delle piccole gocce di sudore percorrergli la schiena.
Gli stessi capelli rossi che aveva la ragazza del sogno, lo stesso sorriso, solo gli occhi erano diversi.
Sembravano…parevano…ma non poteva essere, eppure…
“ Papà” gli occhi della bambina s’ illuminarono e la vide correre letteralmente per le scale per lanciarsi su di lui.
Nello stesso momento però accaddero più cose contemporaneamente.
Tutti i volti delle persone in salotto si voltarono verso le scale e lo fissarono come se avessero appena visto un fantasma.
Un uomo s’ affacciò dalla balconata delle scale.
Un uomo uguale a lui. Una versione di se stesso invecchiato.
“ Syria” urlò spaventato, poi guardò verso il salotto “ Alice, i bambini” urlò ancora e si precipitò di nuovo all’ interno della camera.
Vide la donna afferrare la bacchetta e formare un Patronus a forma di civetta “ aiuto” disse prima di spedirlo, poi si voltò verso di lui e gli lanciò uno schiantesimo che Scorpius evitò per un soffio.
Sembrava che stesse per riprovarci, ma la bambina dai capelli rossi lo aveva ormai raggiunto e gli si era allacciata alla vita “ papà, papà” ripeteva singhiozzando.
Scorpius guardò la donna in salotto e l’ uomo al piano di sopra. Avevano entrambi la bacchetta puntata contro di lui, ma nessuno si muoveva per paura che potessero colpire la bambina che non accennava a muoversi dalle gambe del padre.
La donna che aveva scoperto chiamarsi Alice nel frattempo creò uno scudo davanti al divano di modo che lui non potesse colpire  bambini.
Assottigliò gli occhi e quasi sorrise. Avevano così tanta paura di lui?
“ Lasciala” gli intimò duro l’ uomo e Scorpius capì.
Capì che aveva il lascia passare per uscire incolume da quella casa “ Scusa piccola” disse e la prese in braccio, puntandogli la bacchetta direttamente nella schiena.
Gli adulti impallidirono sotto al suo sorriso di trionfo, ma la bambina non parve accorgersi di niente e rimase allacciata al suo collo “ mi sei mancato, mi sei mancato tanto” gli disse, affondando la testa nell’ incavo della sua spalla.
In quel momento si udì il rumore di una smaterializzazione e la bacchetta quasi gli cadde di mano.
La ragazza dei suoi sogni era davanti a lui e si stava guardando intorno frenetica.
L’ ossessione di tutte le sue ultime notti era in quella stanza.
Gli stessi capelli rossi, gli stessi occhi nocciola, lo stesso naso e le stesse labbra.
Anche la divisa che indossava gli sembrava familiare.
“ Sai perché mi piace che anche tu sia un Auror?” gli chiese, un’ espressione di malizia che illuminava i suoi occhi grigi.
La ragazza dai capelli rossi rise “ no, illuminami, Malfoy” gli disse divertita e voltandosi verso di lui.
“ Perché l’ azzurro ti dona e poi perché togliertela è molto difficile” disse scherzoso, deponendole un bacio sul collo.
La risata di Lily si spense nei suoi ricordi come sentì nuovamente il braccio bruciare “ non farci arrabbiare” c’ era scritto.
Scorpius posò di nuovo gli occhi sulla ragazza, ignorando la scritta sul bracciale.
Era lei. Ma non credeva di aver mai visto quell’ espressione nei suoi occhi.
Puro e cieco terrore “ Scorp…lasciala…ti prego…poi parleremo…io lo so che dietro a tutto questo si nasconde ancora il vero Scorpius” lo pregò.
“ Papà, dove sei stato?” chiese la bambina tirando su con il naso e incrociò i suoi occhi con i propri.
Scorpius sentì il fiato mozzarglisi in gola, ma non rispose e guardò di nuovo la ragazza dai capelli rossi.
“ Syria” chiamò cercando di nascondere il tremore nella voce, ma la bambina non rispose, sembrava incaponita a non volerlo lasciare e a Scorpius andava benissimo così.
“ Ti prego, lasciala a tuo padre e parliamo…lontani dai bambini”
“ A che gioco stai giocando io non ho un padre” disse Scorpius guardando l’ uomo che aveva ancora la bacchetta puntata contro di lui.
Gli avevano detto che non aveva un padre, che lo avevano ucciso e la stessa persona lo aveva tenuto imprigionato con l’ Imperius per anni e tutto per vendetta.
Una stupida vendetta contro suo padre.
“ E comunque un padre non punta la bacchetta contro il figlio…”
“ E TU COSA STAI FACENDO?”  gli urlò Lily completamente nel panico.
Scorpius passò gli occhi da lei alla bambina, ancora con la testa affondata nel suo collo.
“ IO NON HO FIGLI” urlò, sentì il pianto della bambina intensificarsi e  prese un respiro “ Adesso me ne andrò con lei e voi manderete la persona che voglio a riprenderla e voglio che sia solo” ordinò.
Lily credette di non riuscire più a respirare. Quando si era materializzata in casa, inizialmente, si era sentita meglio vedendo che Christian stava bene, ma poi aveva seguito i loro sguardi e il cuore gli si era fermato di colpo.
Syria era tra le braccia di Scorpius.
Ma Scorpius non era se stesso, adesso le stava dicendo che non gli importava della bambina, ma voleva qualcun altro.
Lo sguardo corse a Christian, in fondo la lettera indicava lui, ma non poteva sacrificare suo nipote e al tempo stesso non poteva lasciare che sua figlia fosse in pericolo “ è un bambino anche lui, non ti può aver fatto niente” non riusciva più a trattenere le lacrime.
“ Prendi me…per favore, prendi me” lo pregò e s’ inginocchiò davanti a lui.
Draco voltò la testa verso la nuora, aveva sperato che potesse mantenere la sua dignità, ma la sua paura di madre la stava facendo essere comprensibilmente impulsiva.
“ Lasciali stare e prendi me…” lo pregò ancora e ormai non riusciva neanche a sentire le lacrime che le bagnavano la pelle.
Fece cadere la bacchetta davanti a sé per cercare di fargli capire che si stava arrendendo.
Si stava arrendendo a lui. Questa battè rumorosamente sul pavimento prima di rotolare e fermarsi contro un mobile e Lily si alzò lentamente incamminandosi verso le scale.
“ Io voglio Harry Potter, voglio solo lui “ si oppose Scorpius, ancora stupito dal suo gesto.
Non aveva paura di lui?
La vide continuare a salire le scale “ Lily” la chiamò Alice preoccupata, ma Lily non si voltò.
“ Harry Potter è mio padre, con me sarai più sicuro” gli disse, cercando di continuare a far funzionare il suo cervello.
Certo, era per questo che avevano agito in maniera diversa dal solito.
L’ Inafferrabile prima uccideva e poi mandava lettere a suo padre con pezzi del corpo della vittima.
Doveva capirlo subito. Avrebbe dovuto capirlo quando aveva visto la lettera vuota, ma la paura non le aveva permesso di riflettere.
Ed era caduta nella trappola.
Arrivò in cima al pianerottolo e Scorpius lasciò scendere la bambina nonostante le sue proteste “ papà non lasciarmi, papà” piangeva la bambina “ Sono il tuo piccolo vulcano” gli disse, cercando di tornare verso di lui, ma Lily l’ afferrò per le braccia e l’ attirò a sé.
Alice guardò verso Draco sperando che da sopra lui avesse una visuale migliore, lei non riusciva ancora a colpirlo, Lily e Syria lo coprivano.
Draco provò a lanciare uno schiantesimo con la forza della disperazione, ma Scorpius alzò subito uno scudo e puntò la bacchetta alla gola di Lily.
“ Harry Potter è davvero tuo padre?” le chiese, restando immobile di fronte a lei, la bacchetta puntata contro la sua gola e i suoi occhi grigi puntati su quelli nocciola di Lily.
Lily annuì, cercando di  respirare e di far passare la sua bambina oltre se stessa per poterla mettere in salvo, ma non era facile combinare le due cose.
 “ Perché lo fai?” chiese la bambina guardando il padre con la tristezza negli occhi “ non fare del male alla mamma” lo pregò e ormai piangeva quasi a singhiozzi.
“ Vattene” le disse Scorpius, guardandola solo per pochi secondi “ sparisci, prima che cambi idea e vi prenda entrambe” continuò con l’ intento d’ impaurirla e ci riuscì.
Lily trattenne il respiro e Syria scoppiò in un pianto disperato.
Essere scacciata dal proprio padre, andava oltre la sua comprensione “ Tu non sei il mio papà” urlò “ io rivoglio il mio papà, rendimi il mio papà” urlò ancora, cercando di scagliarsi contro di lui, ma Lily la fermò per le braccia.
“ Amore, vai dalla zia Aly” le disse con le lacrime agli occhi.
Syria guardò prima Lily e poi Scorpius confusa.
“ Per favore, stai con lei, non la lasciare mai” le ordinò cercando d’ impedirsi di piangere di nuovo.
“ Mamma…” cercò di protestare la piccola.
“ Sii il mio Auror perfetto” le disse con voce rotta.
Syria si morse un labbro per cercare di smettere di piangere e cominciò a scendere le scale all’ indietro, non riuscendo a staccare gli occhi dai suoi genitori.
Lily la seguì con lo sguardò mentre Scorpius l’ attirava a sé e la vide arrivare fino agli ultimi tre scalini, poi scivolò e li ruzzolò atterrando sul braccio.
Lily urlò quando sentì il crack del braccio di sua figlia e fece per liberarsi, ma Scorpius la trattenne per il collo e nello stesso istante il rumore di ripetute smaterializzazioni gli fece capire che era arrivato il momento di andarsene o le cose si sarebbero potute mettere male per lui.
Senza neanche aspettare di vedere chi era apparso si smaterializzò.
Alice annullò lo scudo e cadde sulle ginocchia, mentre Aries correva da Syria “ ti sei fatta male?” le chiese voltandola e impallidì quando vide che il braccio aveva una piega innaturale.
“ Papà “ chiamò, guardando verso il primo piano, ma l’ espressione che vide negli occhi del padre le fece gelare il sangue nelle vene.
Stringeva il corrimano con così tanta forza che Aries pensò che se ci fosse riuscito avrebbe potuto sbriciolare quel corrimano.
Syria iniziò a piangere sempre più forte e Aries si guardò intorno per vedere chi la potesse aiutare.
James stava abbracciando Christian, l’ espressione di rabbia e sollievo dipinte sul volto e Harry stava cercando di calmare la piccola Jenny che aveva cominciato a piangere spaventata, nel vedere la madre crollare a terra.
Aries  non sapeva come fare, Syria piangeva forte e lei sapeva che non era il dolore al braccio a farla piangere in quel modo.
Aveva scoperto nel modo più brutto quello che era successo a suo padre e sua madre si era sacrificata per lei.
Le immagini di quello che Scorpius aveva fatto a suo padre e sua cognata l’ ultima volta la invasero e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Guardò la piccola Syria, non doveva piangere, doveva farlo per lei.
Se la strinse al petto pensando che se avesse di nuovo incontrato suo fratello avrebbe fatto in modo di avere una bacchetta a portata di mano e gliel’ avrebbe fatta pagare.
COMMENTO: OK, LO SO AVRETE TANTE DOMANDE…AD ESEMPIO UNO TANTO LIGIO ALLA SICUREZZA COME HARRY NON AVEVA TOLTO A SCORPIUS IL POTERE DI SMATERIALIZZARSI IN CASA? E A QUESTA VI RISPONDO SUBITO, NON POTEVA PERCHE’ ALTRIMENTI LO AVREBBE IMPEDITO ANCHE A DRACO : ) SU COME FACEVA A SAPERLO IL FANTOMATICO CAPO?  NON VE LO POSSO DIRE : ) E POI PERCHE’ SCORPIUS NON RICORDAVA DI AVER GIA’ INCONTRATA LILY E DRACO ? O NON SO…ORA NON ME NE VENGONO IN MENTE ALTRE MA MENTRE LO SCRIVEVO HO PENSATO…DOPO QUESTO CAPITOLO AVRANNO MILLE DOMANDE…QUINDI FATELE E SE POTRO’ DIRVELO SENZA SVELARE TROPPO VI RISPONDERO’, MA VI DICO SOLO CHE TUTTO AVRA’ UNA SPIEGAZIONE ALLA FINE …ANCHE SE ANCORA ALLA FINE CI SIAMO LONTANE : P RINGRAZIO INFINITAMENTE LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO ICEPRINCESS / LUISA 21 / CESCA PADFOOT / ARYELLE / HUNTER E FEDERCHICCA  !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! SPERO MI FACCIATE SAPERE  !! UN BACIONE A TUTTE !!

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Capitolo 13
*** 12 CAPITOLO ***


I piedi di Lily toccarono terra e lei rimase immobile, gli occhi chiusi e la paura che ancora faceva battere il suo cuore.
Le ultime immagini che aveva visto erano quelle della sua bambina. Oltre al dolore fisico, Lily era sicura di aver sentito anche tutto il suo dolore emotivo.
Gli occhi disperati di sua figlia, quando il padre non l’ aveva riconosciuta e anzi, l’ aveva scacciata in malo modo.
La sua forma spezzata, a terra. Lily poteva ancora sentire il pianto nelle sue orecchie e il suo cuore sanguinare insieme a quello di sua figlia.
“ Puoi calmarti non ti farò niente”
La voce di Scorpius, ad un centimetro dal suo orecchio, le fece spalancare gli occhi.
Si era fatta prendere dai suoi pensieri e dalle sue paure e non aveva pensato che era ancora attaccata al corpo di Scorpius.
La propria schiena che aderiva con il suo petto, la sua mano intorno alla propria vita.
Cercò di prendere un respiro e di calmare il proprio cuore.
Sicuramente Scorpius le aveva detto in quel modo perché aveva sentito il suo respiro affannoso e pensava che lei fosse impaurita da lui.
E stava facendo un grande errore.
“ Dove siamo?” chiese Lily, muovendosi per liberarsi dalla sua stretta.
Non poteva sopportare che lui la toccasse, non fino a quando non fosse tornato l’ uomo che era.
L’ uomo che amava.
Scorpius sollevò gli angoli della bocca a formare un ghigno, ma si limitò a guardarla.
Lily girò su se stessa per guardarsi intorno, il sole filtrava dalle frasche, ma dovunque i suoi occhi riuscissero ad arrivare, vedeva solo alberi e boscaglia.
“ Dove siamo?” chiese di nuovo, alzando di un tono la voce.
Si sentì invadere dalla rabbia e dall’ isteria.
Dov’ erano? Cos’ aveva in mente Scorpius?
Aveva detto che voleva suo padre e Lily aveva creduto che fosse una decisione di chi lo comandava e allora perché non l’ aveva portata da lui?
“ DOVE SIAMO?” gridò Lily, esasperata.
Scorpius la fissò piegando la testa di lato, come se cercasse di comprendere il suo comportamento.
La guardò muoversi, fare qualche passo in avanti e poi tornare indietro, come se da quello potesse capire le sue intenzioni.
“ Non capisco se tu sia stupida o un’ aspirante suicida” le disse, facendo passare la bacchetta da una mano all’ altra, come per invitarla a notare che l’ unico che aveva una bacchetta era lui e quindi era lui, e solo lui, che comandava.
Lily però era oltre.
Non le importava se lui aveva una bacchetta, non le importava neanche quello che era successo l’ ultima volta.
Il suo attacco, il fatto che l’ avesse quasi uccisa e che il loro bambino fosse morto.
Adesso non poteva mostrarsi impaurita.
Aveva sua figlia a casa e non osava immaginare in quali condizioni fosse, non poteva perder tempo, anche se forse…
Guardò Scorpius con la coda dell’ occhio e poi guardò di nuovo il fitto bosco.
Doveva solo fare in modo che lui capisse, trovare il modo di spronarlo e convincerlo.
Doveva tornare da Syria e cercare di riportare indietro Scorpius con sé.
“ Non mi spaventi. Tu non mi ucciderai” disse sicura e Scorpius sbattè le palpebre più volte “ Ne sei convinta?” le chiese, continuando a guardarla divertito.
Lily sbuffò e si sedette “ se avessi voluto uccidermi avresti già agito, il fatto che tu stia a guardarmi come un celebroleso significa che non vuoi uccidermi” gli disse sarcastica.
Scorpius si sedette accanto  a lei, senza confermare né smentire e ignorando anche la sua offesa.
Non fece neanche in tempo a chiedersi perché non ne fosse infastidito che il braccio gli bruciò e la sua attenzione fu catturata dal bracciale “ Dove sei?” .
Solo due parole. Dovevano essere davvero furiosi, ma lui lo ignorò.
“ Allora, vorresti cortesemente dirmi dove siamo?” gli chiese ancora Lily e per la prima volta lo fissò dritto negli occhi.
Non era riuscita a guardarlo negli occhi da quando l’ aveva pregato per essere presa al posto di sua figlia, aveva avuto paura di quello che vi avrebbe potuto trovare.
Ogni volta che lo guardava e non vedeva l’ amore che contraddistingueva lo sguardo che aveva per lei, soffriva troppo.
Ogni volta che vedeva l’ odio nelle sue iridi, una parte di lei moriva.
Ma in quel momento nei suoi occhi non c’ era odio, anche se non c’ era neanche amore.
C’ era solo molta confusione.
“ Ti ho fatto una domanda. Dove siamo?” ripetè Lily per l’ ennesima volta.
Scorpius sbuffò sedendosi accanto a lei “ Sei davvero fastidiosa, dovevo prendere la bambina” disse provocatorio.
Alla menzione di sua figlia gli occhi di Lily scattarono sui suoi  e lo guardarono con rabbia “ quella bambina” disse pronunciando la parola bambina con dolore e fastidio “ è tua figlia, il tuo sangue, la tua vita e tu l’ hai appena distrutta” concluse.
Il pensiero di sua figlia la fece sciogliere e si prese il viso tra le mani.
Non si sarebbe più ripresa.
Aveva fatto di tutto per proteggerla, l’ aveva tenuta lontana dalla verità, lontana dalla cattiveria dei giornali e adesso tutto era rovinato.
Per Syria il suo papà era un eroe. L’ uomo della sua vita, la persona da ammirare forse più di sua madre e adesso tutto si era sgretolato.
“ Non è mia figlia” ribadì “ e comunque non le ho fatto niente” si giustificò Scorpius.
Non era neanche sicuro del motivo per cui si stava giustificando con quella ragazza, ma l’ accusa che leggeva in quegli occhi castani non gli piaceva affatto.
“ Le hai fatto molto invece” si oppose Lily, senza neanche alzare gli occhi su di lui.
“ E’ caduta da sola e comunque anche se si è rotta il braccio il tuo amato paparino glielo aggiusterà in pochi secondi”  replicò a sua volta.
“ Credi che stia parlando del braccio?” chiese Lily scuotendo la testa, l’ incredulità nei suoi occhi.
Come poteva non capire?
“ Sei suo padre, Scorpius” continuò alzandosi in piedi “ Merlino, non posso credere che non ti ricordi di lei”
Lily si sentiva sempre più furiosa, frustrata.
Per quanto potesse fare o dire, Scorpius continuava a non ricordare.
“ E’ il tuo vulcano, i suoi capelli rossi come la lava e i suoi occhi grigi come la cenere” cercò di ricordargli.
“ E tu sei il suo mondo, il suo punto di riferimento, la persona che ama più nella sua vita” concluse amareggiata.
Era il suo mondo e adesso questo era crollato come un castello di carta.
“ Zitta” Scorpius si prese la testa e si alzò.
Le parole che gli aveva appena detto Lily gli stavano portando a galla qualche ricordo, ma era doloroso.
Sembrava che gli stessero trapanando la testa, sembrava che qualcuno gli stesse conficcando dei coltelli direttamente dentro al cervello.
Syria, devi solo dire papà”
La piccola doveva avere circa un anno e stava facendo un gran baccano, facendo sbattere la sua forchetta contro il suo piatto e guardando il suo papà, come a volerle dire di rimproverarla.
Scorpius si voltò verso la moglie “ Lily, credi che sia possibile che nostra figlia mi stia già sfidando?” le chiese divertito.
Lily rise avvicinandosi al marito e consegnando un piccolo biberon pieno d’ acqua nelle mani paffute della loro bambina che cominciò subito a bere.
“ Bè…è mia figlia” concluse divertita e stampando, ad uno Scorpius sorpreso, un bacio sulle labbra.
Scorpius non se la fece sfuggire e la prese per la vita trascinandosela sulle gambe “ Se è tua figlia, allora mi amerà alla follia” le disse per provocarla.
Lily fece passare le mani dietro al suo collo e fece finta di pensarci “ Sì, direi di sì, anche se probabilmente ti odierà per buona parte della sua adolescenza”
Le risate si spensero nella testa di Scorpius e lui si guardò intorno.
Era caduto in ginocchio, le mani sulla testa.
Cercò di smettere di tremare e di cercare di portare la mente sulla realtà.
Quello che aveva appena visto non era reale. Lui non aveva figli.
Si portò le mani davanti agli occhi di scatto. Lei poteva avergli preso la bacchetta.
Sospirò di sollievo quando vide che non era così e alzò gli occhi su di lei per capire, ma vide solo la sua espressione preoccupata.
Scorpius scosse la testa.
Doveva continuare a ripetersi che non poteva essere vero, ma allora perché gli sembrava così reale?
Cosa gli stava succedendo?
Si passò le dita sotto al naso e le ritrasse di nuovo sporche di sangue.
Sentì la rabbia percorrergli le vene ad una velocità incredibile e si alzò di scatto.
“ A che gioco stai giocando?” le chiese arrabbiato.
“ Sono sicuro di aver quasi perso i sensi, perché  non ne hai approfittato?” le chiese ancora facendo un passo verso di lei, ma Lily restò immobile.
Approfittato? Lily era ancora sconvolta, perché perdeva sangue dal naso?
“ Cosa mi stai facendo?” sibilò Scorpius, avvicinandosi ancora.
Non riusciva proprio a capire. Lei non sembrava aver paura di lui.
Nonostante la stesse guardando con tutta la rabbia che aveva, lei non aveva ancora fatto un passo indietro.
Scorpius alzò la bacchetta e pronunciò un incantesimo.
Lily lo guardò incredula gemendo di dolore, prima di spostare lo sguardo verso il taglio che le aveva strappato la manica della divisa e ora le percorreva il braccio.
“ Credi non possa farti del male?” le chiese rabbioso.
Era ormai così vicino a lei che Lily poteva sentire il suo profumo invaderle le narici.
Chiuse gli occhi e non rispose, continuando a tenersi il braccio per cercare di limitare il sangue.
Certo che poteva farle del male, gliene aveva fatto così tanto che aveva dovuto combattere contro gli altri e contro se stessa.
Nessuno sembrava capire perché lei continuava ad amarlo.
Lui le prese il viso con entrambe le mani alzandolo e costringendola a guardarlo nuovamente negli occhi.
“ Posso farti tanto di quel male che tu non ne hai un’ idea” la minacciò con cattiveria.
Lily sorrise in risposta e scosse il viso per liberarsi da lui.
Le sue mani sul suo viso, le sue labbra così vicine, non voleva che potesse sentire il tremore del suo corpo che rispondeva al suo cuore anziché al suo cervello.
“ Cosa c’ è che non va nella tua testa?” le chiese Scorpius.
La rabbia era ancora nella sua voce, ma a questa si era aggiunta anche lo stupore.
Non capiva perché qualsiasi cosa dicesse o facesse, quella stupida ragazza non si spaventava.
“ Mi hai già fatto del male” disse Lily in un sospiro.
“ Quel taglio non è quasi niente, se mi liberi da questa maledizione, ti guarirò” le propose.
Adesso trattava? Scorpius si stava chiedendo se fosse impazzito quando sentì Lily scoppiare a ridere.
Rideva ma i suoi occhi sembravano sul punto di piangere. Era fuori di testa?
“ Sei…”
“ Il taglio?” gli chiese Lily interrompendolo.
Le sue labbra erano tornate serie, i suoi occhi erano freddi e sembravano oscurati dal dolore.
“ Questo taglio non è niente, hai ragione, mi hai fatto di peggio, ma non è stato niente neanche quello” continuò scuotendo la testa.
“ Tu mi hai ferito in modi che non puoi neanche immaginare, qualsiasi cosa tu possa farmi, non potrai farmi più male di quello che hai già fatto”
Scorpius aprì la bocca, la voce di Lily tremava, i suoi occhi sembravano luccicare di lacrime represse, ma non solo una sfuggiva al suo controllo.
Sentì la mente alleggerirsi di nuovo e il mal di testa tornare a martellarlo ancora più forte.
Prima che potesse chiedersi se poteva fermarlo, fu gettato di nuovo dentro la sua “ altra” vita.
Puoi anche piangere” la prese in giro, guardando i suoi occhi pieni di lacrime.
Lily sbattè le palpebre più volte, come se volesse essere sicura che se anche una fosse sfuggita al suo controllo, le sue ciglia l’ avrebbero trattenuta.
“ Non mi vedrai mai piangere, Scorpius” gli disse orgogliosa.
Scorpius alzò gli occhi al cielo, guardandola nel suo abito bianco  “ le lacrime di felicità non contano” la rassicurò, continuando ad ondeggiare a tempo di musica.
“ Sono lacrime anche quelle” gli disse alzandosi sulle punte e baciandolo sulle labbra.
Scorpius alzò di nuovo il viso, trovandosi di nuovo in ginocchio davanti a Lily.
Il sangue colava di nuovo dalle sue narici, ma non era quello a preoccuparlo, quanto quello che aveva appena visto.
Lui era felice con quella ragazza. Era quasi riuscito a provare quello che provavo il suo “ sé” del ricordo.
Si era sentito invadere dal sentimento, aveva sentito il sapore del suo bacio
Aveva provato l’ ammirazione, il rispetto e soprattutto, l’ amore.
Non capiva, continuava a non comprendere.
Se era un incantesimo, una maledizione, come poteva riuscire a provare empatia, come poteva provare quello che sentiva?
No. Doveva esserci qualcosa. Tutte le cose che non tornavano, tutti i pezzi che non combaciavano sembravano improvvisamente prendere il loro posto.
E tutto sembrava collegarsi a lei. Fissò i suoi occhi nocciola “ Tu non piangi” le disse e non era una domanda.
In realtà, l’ aveva vista piangere neanche un’ ora prima, quando aveva temuto per la sua bambina, ma sapeva che era stata la paura.
Lily annuì “ non piangi davanti a me” continuò Scorpius alzandosi.
“ Non piango davanti a nessuno” affermò Lily, guardandolo con la speranza  e la paura negli occhi.
La speranza che stesse ricordando. La paura di illudersi che questo potesse significare qualcosa.
Il braccio gli bruciò di nuovo e lui distolse per un attimo lo sguardo da Lily, per guardare di nuovo il bracciale.
 “ Torna”.
Una parola? Adesso dovevano essere furiosi oltre ogni limite, sapeva che sarebbe stato nei guai disubbidendo agli ordini diretti, ma adesso non aveva tempo per pensarci.
Doveva sapere.
Alzò di nuovo gli occhi su Lily non riuscendo a smettere di guardare quegli occhi castani.
Avevano l’ amore dentro di sé, lo stesso amore che aveva visto nel ricordo.
Lo stesso sentimento che aveva letto negli occhi della ragazza del suo sogno.
“ Siamo qua perché nonostante io non ricordi niente, mi ricordo di te” le spiegò facendo un altro passo verso di lei.
Non sapeva ancora se poteva fidarsi o se, come aveva pensato all’ inizio, era lei a provocargli tutta questa confusione, ma non ne era più tanto convinto.
Tutto quello che era riuscito a vedere quel pomeriggio, tutti quei ricordi conducevano a lei.
“ Posso spiegarti tutto” disse lei e sembrava avesse molta difficoltà a parlare, come se stesse vivendo una lotta interna per non piangere.
Scorpius annuì “ Non tralasciare niente” le ordinò, ma la sua voce aveva perso tutta quella rabbia che aveva all’ inizio.
Lily prese un respiro ed iniziò a raccontare.
Non guardò Scorpius mentre parlava, non osava guardare la sua reazione mentre gli diceva come si erano conosciuti, innamorati e infine sposati.
Non riusciva a guardarlo mentre gli spiegava della nascita della loro bambina e del loro lavoro e infine arrivò al momento della sua scomparsa.
“ Non so dirti cosa ti sia successo, hanno semplicemente tolto i tuoi ricordi, non so neanche perché lo abbiano fatto” gli spiegò alzando finalmente gli occhi su di lui.
“ Ma ti giuro che lo scopriremo insieme, io non ti lascio, voglio che tu torni da me e da tua figlia” lo pregò.
Non riuscì a dire altro. Scorpius annullò quei pochi passi di distanza che c’ erano tra loro e la baciò.
Lily fu presa completamente alla sprovvista, ma si lasciò andare tra le sue braccia.
Lui le teneva il viso tra le mani, come se volesse essere sicuro che non le sfuggisse e lei pose le proprie mani sulle sue braccia, sentendo il cuore ricominciare a batterle.
Come se fosse sempre stato in attesa di lui.
Per un momento annullò tutti i suoi pensieri, il suo dolore, la sua rabbia, lasciando che soltanto l’ amore, solo quel sentimento, prendesse il sopravvento in lei.
Godendosi solo le sue labbra, fingendo per un attimo che fosse di nuovo se stesso.
“ Hanno davvero quel sapore” disse Scorpius, staccandosi lentamente da lei e senza smettere di guardarla negli occhi.
Lily si perse nei suoi occhi. Non c’ era ancora amore nei suoi occhi, o almeno non c’ era l’ amore che Scorpius aveva sempre avuto per lei, ma c’ era qualcosa.
E Lily desiderò con tutta se stessa aggrapparsi a questo qualcosa.
Prima ancora che riuscisse a dire qualcosa però Scorpius s’ accasciò a terra con un grido.
“ Scorpius” urlò Lily, guardandolo contorcersi, tenendosi il braccio e continuando a urlare.
Lily si guardò intorno ma non c’ era nessuno, eppure sembrava che stesse soffrendo tantissimo.
Aveva visto persone soffrire in quel modo. Era un Auror sapeva cos’ era.
Sembrava che qualcuno gli avesse appena lanciato una Cruciatus.
***
Harry aveva la piccola Syria seduta sulle sue gambe.
Erano nella sua camera e lui le aveva rimesso a posto il braccio.
La guardò mentre scorreva le fotografie, era sicuro che non stesse più soffrendo fisicamente, anche se emotivamente era distrutta.
Ginny accanto a lui accarezzava la testa alla bambina.
Syria non era riuscita a smettere di piangere per molto tempo, continuava a chiamare la sua mamma e il suo papà, continuava a chiedere perché l’ avevano abbandonata.
A pregarli di tornare dicendo loro che sarebbe stata sempre buona.
Nessuno era riuscita a calmarla. Non era voluta restare nella camera con gli altri bambini, aveva voluto solo suo nonno.
Quindi adesso lui, Ginny, Draco e Astoria erano nella camera di Harry e Ginny  e tutti e quattro stavano cercando di confortare la bambina.
Syria si era calmata dopo lungo tempo e solo per chiedergli come fosse essere senza genitori.
Harry non si era stupito, sapeva che Syria conosceva la sua storia, ma il suo cuore era sprofondato ancora di più nel dolore.
Non solo era preoccupato per sua figlia, adesso anche sua nipote lo faceva preoccupare, perché lui sapeva cosa c’ era dietro quella domanda.
Sapeva perché aveva voluto solo lui, credeva di essere come lui.
“ Nonna Lily e nonno James” disse Syria con le lacrime agli occhi, passando un dito sopra alla fotografia “ Sono morti e ti hanno lasciato solo” continuò.
Harry sospirò “ non volevano lasciarmi solo e neanche la tua mamma e il tuo papà lo vogliono. Torneranno Syria” le disse rassicurandola.
La piccola non si prese neanche la briga di annuire. Harry sapeva che non gli credeva, così come sapeva perché aveva voluto vedere quell’ album.
La vide sfogliare alcune pagine e guardare le poche foto dei suoi Bis nonni. Poi sfogliò altre pagine e arrivò alle nuove foto.
Quelle che Harry aveva aggiunto dopo la fine della guerra, qualche foto con Ron e Hermione, la foto del suo matrimonio con Ginny, le foto dei suoi bambini e infine il matrimonio dei tre.
La piccola Syria accarezzò il volto di sua madre che le sorrideva felice abbracciata a suo padre “ anche a me resteranno solo le foto?” chiese.
Ginny si scambiò uno sguardo terrorizzato con Astoria.
Harry invece la girò verso di lui “ Perché Syria?” le chiese “ Non gli succederà niente, perché sei convinta che moriranno?” le chiese ancora.
Syria si asciugò una lacrima e fissò il nonno negli occhi verdi “ una volta papà mi ha detto che se fosse successo qualcosa a me o alla mamma, sarebbe morto” disse tristemente “ e io…io ho paura che la mamma morirà” concluse tra le lacrime.
Harry la strinse a sé, guardando Draco da sopra la testa della piccola “ Te li riporto Syria. Te lo prometto” le disse mentre la bambina ricominciava a piangere.
Draco strinse i pugni “ dobbiamo fare qualcosa” disse senza spostare lo sguardo da Harry e lui annuì.
***
“ Svegliati”
Aries si sentì scuotere e aprì i suoi occhi grigi e puntandoli  in quelli di Christian.
Ci mise un attimo per realizzare che non era a casa sua e che Scorpius non la stava guardando con quegli occhi fredddi e cattivi,  ma che era nel suo letto, nella camera che divideva con Christian e Syria.
“ Stavi avendo un incubo” disse lui, prima di gettarsi di nuovo sopra al suo letto.
Aries si alzò leggermente “ mi dispiace averti svegliato” disse e Christian sgranò gli occhi “ che cosa?” chiese, voltandosi verso di lei.
“ Ho detto…”
“ Ho sentito quello che hai detto” disse sempre più stupito “ Credo che l’ incontro con tuo fratello ti abbia stordito parecchio” continuò ironico.
“ Non è mio fratello” disse Aries, una luce di cattiveria negli occhi.
Christian la guardò e gli fece una gran pena, poteva vedere la sofferenza dietro la sua maschera.
Lui capiva sempre quello che Aries pensava, prima ancora che lo dicesse e sapeva che quello che aveva appena detto, era ben lontano da quello che provava realmente.
Decise di non contraddirla. Ne aveva passate abbastanza per quel giorno.
“ Come vuoi, Malfoy”  disse, voltandosi verso la porta e stringendo il suo boccino di peluche.
COMMENTO:  EH EH DITE LA VERITA’, CHI DAVVERO PENSAVA CHE AVREI RESO LE COSE SEMPLICI AI NOSTRI AMATI? UN PAIO DI RICORDI E VIA…TORNIAMO INSIEME…NO, NO, DOVRANNO PENARE UN BEL PO’ ( GHIGNETTO SADICO : )))  ED I PICCOLI? SPERO CHE VI SIANO PIACIUTI : )) E I NOSTRI HARRY E DRACO CHE FARANNO ORA? VABBE’ PIANO PIANO VEDRETE TUTTO : )) INTANTO RINGRAZIO TANTISSIMO LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO ICEPRINCESS / LUISA 21 / ARYELLE / FEDERCHICCA / HUNTER / MITSUKI 91  E CESCAPADFOOT !! SPERO CHE MI FARETE SAPERE ANCORA : )) INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE !! MI FAREBBE PIACERISSIMO ANCHE UN VOSTRO PARERE !! INFINE RINGRAZIO ANCHE CHI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 14
*** 13 CAPITOLO ***


Lily continuava a voltare la testa da un lato e dall’ altro.
Non riusciva a capire da dove venisse tutto il dolore che Scorpius stava provando e sembrava provarne moltissimo.
Si chinò su di lui e allungò una mano per toccarlo, ma poco prima di riuscire anche solo a sfiorarlo, si voltò di nuovo. I suoi sensi scattarono e si alzò di colpo quasi sull’ attenti.
Aveva sentito un rumore.
Cercò di assottigliare gli occhi per cercare di guardare il più lontano possibile e continuando a chiedersi che cosa fosse passato nella mente di Scorpius, quando aveva deciso di smaterializzarsi in un luogo del genere.
Non le sembrava di averlo neanche mai visto, inoltre le frasche e la boscaglia le impedivano di guardare correttamente, probabilmente non era neanche mezzogiorno, ma a causa della fitta vegetazione, filtrava così poca luce che sembrava quasi essere notte.
Era nervosa, impaurita. Si chinò nuovamente, ma ogni rumore, per lei, era un sobbalzo.
Non sapeva che cosa li provocava. Poteva essere il vento, degli animali, dei nemici.
Non sapeva dov’ era, non sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi.
Era sola e Scorpius stava soffrendo tantissimo, si sentiva quasi inadeguata, impaurita, indecisa sul da farsi.
Avrebbe voluto aiutare Scorpius, ma in quel modo sicuramente avrebbe allentato la guardia. Odiava sentirsi così.
“ Scorpius” mormorò, avrebbe voluto che potesse riuscire a smettere di soffrire solo con il suo sguardo, con la sua voce, ma più guardava il suo volto: i suoi occhi chiusi, serrati come se aprirli fosse la cosa più difficile e le sue sopracciglia bionde aggrottate che incorniciavano il suo volto contratto in una smorfia di sofferenza e più capiva, che non avrebbe smesso di soffrire molto presto.
Avrebbe voluto urlare per la rabbia, ma cercò di farsi violenza e di restare tranquilla e di fermare il  muoversi convulso di Scorpius, ma lui sembrava immerso nel dolore e non diede segno di averla sentita.
Continuava ad urlare e a muoversi come un pazzo. L’ unica costante sembrava il reggersi il braccio.
Lily provò a sollevargli la manica della maglia. Era sicura che il dolore provenisse da lì e doveva controllare cosa gli provocava tutto quel dolore.
Appena glielo toccò, però, Scorpius urlò ancora più forte.
Strinse i denti e cercò d’ ignorare le sue grida di dolore e di mostrarsi insensibile ad esse. Doveva vedere perché soffriva così.
Gli fece scorrere la manica più velocemente che potè, mentre Scorpius si ribellava a lei e al dolore.
Non era arrivata neanche all’ avambraccio quando ciò che vide le fece spalancare la bocca.
Indossava un bracciale. Un semplice bracciale color rame e su di esso vi era impresso la parola “ Crucio”, ma non era questo a spaventarla, quanto il fatto che il bracciale sembrava aderire al suo polso come se fosse parte del suo corpo e da questo piccolo filo di rame partiva una linea rossa che sembrava incidere la pelle di Scorpius fino a scomparire sotto i suoi vestiti.
Sembrava che il bracciale fosse collegato alle sue vene.
Sembrava che stessero iniettando il dolore direttamente nel suo corpo.
Lily afferrò il bracciale con le mani, ma le ritirò subito con un gemito di dolore. Quel maledetto bracciale scottava.
Si portò le dita alle labbra, mentre con un movimento delle spalle cercò di togliersi la giacca della divisa. Quando riuscì a sfilarsela, la prese e la usò per cercare d’ afferrare quel dannato coso e sfilarlo dal braccio di Scorpius.
Afferrò il bracciale con una manica, ma Scorpius urlò più forte e Lily sentì quelle urla penetrarle fin dentro al cervello, avrebbe, soltanto, voluto tapparsi le orecchie.
“ Mi dispiace “ disse, mordendosi un labbro per non cedere alle lacrime e alla disperazione, ma non sapeva se lui la potesse sentire. Eppure voleva fargli sapere che non era sua intenzione fargli del male.
Era appena riuscita a convincerlo che era dalla sua parte, non poteva permettersi di perderlo di nuovo.
Strinse ancora di più per sfilarlo, cercando d’ isolare le sue urla e mordendosi le labbra fino a farle sanguinare, ma tra i movimenti di Scorpius e il fatto che il bracciale sembrava aderire a lui come una seconda pelle, Lily non riusciva a toglierlo.
Imprecò, quando Scorpius si mosse ancora più forte e la colpì sul collo mandandola quasi distesa per terra.
Cercò di fermargli il viso afferrandolo con entrambe le mani, ma lui continuava a voltarlo da un lato e dall’ altro come se il dolore fosse troppo forte da sopportare.
Lily sentì la mascella dolerle e si accorse che la stava tenendo serrata nel tentativo di non mettersi a piangere e di non arrendersi.
Strinse i pugni e li rilasciò afferrandogli il viso con forza e cercando di portarsi con il proprio volto sopra al suo “ Scorpius, so che puoi sentirmi” gli disse cercando di sovrastare le sue urla, le sue mani ancora poggiate ai lati del suo volto “ devi cercare di calmarti, permettermi di sfilarti quel maledetto aggeggio” continuò, cercando di tenere la voce calma nonostante sentisse il cuore esploderle nel petto, ma lui non accennò a placarsi e anzi il viso sfuggì dalle sue mani.
Lily sospirò. Non aveva altra scelta. Non poteva continuare così, erano già diversi minuti che era in preda a quel dolore e Lily sapeva che non avrebbe resistito ancora molto prima che la sua testa si perdesse.
“ Dopo starai meglio, te lo prometto” gli disse, parlandogli come se fosse un bambino e salendo sul suo tronco per cercare di bloccarlo totalmente.
Il braccio che lui le aveva ferito le doleva e alcune gocce di sangue cadevano sulla sua maglia, ma Lily non allentò la presa, anzi lottò per non essere disarcionata da lui e dopo diversi minuti riuscì a bloccargli le gambe con le proprie e riuscì a portargli le braccia al petto bloccando anch’ esse.
All’ improvviso però, com’ era cominciato, il dolore svanì e Scorpius smise lentamente di dibattersi, fino a scivolare piano nell’ incoscienza.
Lily lo guardò stupita, il suo cuore ancora accelerato, il suo respiro ancora affannato per lo sforzo.
Posò piano la sua fronte sul suo petto e cercò di tornare a respirare regolarmente.
Non fece neanche in tempo a chiedersi  come fosse successo, come fosse cessato, come fosse iniziato, che l’ ennesimo rumore la fece voltare di scatto.
Questa volta era sicura che non fosse un rumore che proveniva dalla boscaglia.
I suoi sensi di Auror la misero in allarme e afferrò di scatto la bacchetta che si trovava ancora accanto al corpo privo di sensi di Scorpius.
Vide con la coda dell’ occhio un raggio di luce venire verso di lei e rotolò letteralmente dal corpo di Scorpius alzandosi di scatto.
Davanti a lei c’ era una ragazza mora. Era giovane, ma non avrebbe saputo dire se aveva la sua età o se fosse più giovane.
I capelli neri e fluenti venivano mossi dal vento, ma gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali a lente scura.
Stava cercando di studiarla meglio per capire chi fosse, quando un secondo incantesimo partì dalla sua bacchetta.
Lily alzò uno scudo per proteggere se stessa e Scorpius.
“ Non me lo porterai via” sibilò velenosa e Lily aggrottò le sopracciglia.
Aveva già sentito quella voce, ne era sicura. Avrebbe voluto avere più tempo per capire, per concentrarsi.
Era sicura che la risposta fosse vicina. Le bastava collegare il cervello, ma in quel momento doveva anche pensare a mettersi in salvo e a non perdere di nuovo Scorpius.
“ Tu lo hai portato via a me” replicò e per la rabbia abbassò lo scudo e lanciò uno Stupeficium.
La ragazza fu investita solo parzialmente e non perse i sensi ma la potenza dell’ incantesimo la fece sbattere contro un albero e alcuni rami caddero insieme ad un gran quantitativo di foglie. Questo diede a Lily qualche secondo per pensare, si chiese come li avessero trovati, ma poi il suo sguardo venne attratto dal bracciale.
Doveva avere addosso una sorta di traccia e la maledizione era solo per intrattenerlo e impedirgli di andarsene.
Guardò il volto di Scorpius.
La rabbia gli fece stringere i pugni. Non glielo avrebbero portato via di nuovo.
Non avrebbero giocato di nuovo con la sua mente.
Non ora. Non dopo che era riuscito a farlo ricordare.
Lanciò un incantesimo contro quella ragazza, ma lei reagì immediatamente costringendola a gettarsi di lato.
Sentì il fiato mozzarglisi nei polmoni quando sbattè a sua volta contro un albero. Ma quanti ce n’ erano?
“ Chi sei?” le chiese, sperando di distrarla mentre cercava di rialzarsi e raccogliere le forze “ cosa vuoi da Scorpius?”
Sperava anche di avere qualche risposta, sperava anche che nel frattempo Scorpius riacquisisse la coscienza, sperava, soprattutto, che li lasciasse stare.
Quello che non si aspettava era che la ragazza davanti a lei scoppiasse a ridere.
Lily si sentì invadere nuovamente dalla rabbia “ DIFFINDO”  urlò e la ragazza smise di ridere, ma non riuscì a spostarsi in tempo e un grosso taglio si formò sulla sua gamba facendola piegare su di essa.
Alzò il viso su di lei e sembrò grugnire dalla rabbia, fece partire un incantesimo prima ancora di essersi rimessa in piedi, ma Lily riuscì ad evitarlo buttandosi dietro ad un albero.
“ Ti nascondi ?” chiese la ragazza con rabbia “ non è degno della figlia di Harry Potter” sentenziò e Lily cercò di concentrarsi sulla voce.
L’ aveva già sentita e anche molte volte, la conosceva molto bene, ma non poteva essere.
Scattò dinanzi all’ albero “ INCARCERAMUS” urlò, nello stesso istante in cui la ragazza le inviò un altro incantesimo non verbale.
La vide buttarsi di lato ma non abbastanza velocemente e una corda le si agganciò alla gamba, facendola cadere. Nello stesso istante, Lily indietreggiò per sfuggire, ma inciampò sulla radice esposta dell’ albero.
Questo le fece perdere l’ equilibrio e le impedì di alzare lo scudo in tempo facendola colpire dall’ incantesimo mentre cadeva a terra.
Urlò di dolore mentre sentì la pelle lacerarsi all’ altezza del suo fianco sinistro.
Si guardò lo squarcio e il sangue che fuoriusciva e cercò di tamponarlo allungando la maglia.
Maledì la sua sfortuna a marchio Potter, non aveva tempo, doveva rialzarsi immediatamente.
Era un Auror e doveva riuscire a resistere al dolore.
Strusciò i palmi sulla ghiaia per rialzarsi, ma fece in tempo a malapena ad alzarsi sui talloni che sentì delle corde circondarle il busto.
Si mosse per liberarsi, ma erano incantate ed era impossibile farlo. Guardò Scorpius, ma era ancora svenuto e inoltre, non era neanche sicura che l’ avrebbe aiutata.
Non aveva dimenticato i suoi occhi, quello sguardo che non aveva più la rabbia di prima, ma che non aveva neanche l’ amore originario.
Infine riportò lo sguardo sulla ragazza che si era messa davanti a lei e la guardava con un sorriso di scherno.
“ ABBI IL CORAGGIO DI FARTI VEDERE” le urlò “ FAI VEDERE CHI SEI”  la provocò ancora.
Sapeva chi era. Aveva capito chi le aveva rovinato la vita, ma non capiva ancora perché.
La ragazza sorrise ancora più ampliamente “ Davvero non capisci, Lily?” le chiese.
Lily fece una smorfia come le sentì pronunciare il suo nome.
Lo stava dicendo in quella maniera così familiare per lei, lo stava dicendo con quel suo modo di strascicare le parole che era quasi doloroso.
“ No, non capisco…non so perché lo fai” le disse quasi in una supplica.
La ragazza sbuffò “ Vuoi davvero una spiegazione?” le chiese la ragazza, togliendosi gli occhiali neri e fissandola dritta negli occhi.
Lily abbassò lo sguardo per nascondere le lacrime.
Aveva ragione, ma avrebbe voluto non averla.
***
“ Perché non dormi, sto io qua con te” le propose Aries.
Syria la guardò, continuava ad avere gli occhi pieni di lacrime.
Era seduta sul letto e stringeva la sua bambola Auror tra le mani, ma più che un gioco in quel momento, sembrava un’ ancora di salvezza.
La stringeva e la guardava come se da quella bambola potessero uscire le risposte che cercava.
“ Credi che mamma e papà torneranno?” chiese Syria.
Era quasi un sussurro e Aries si chiese se poteva fingere di non aver sentito, poi si disse che non poteva essere così vigliacca.
Le venne in mente Christian che le avrebbe detto di non pensare solo a se stessa.
Accidenti a Potter, lui e la sua maledetta giustizia Grifondoro.
A settembre sicuramente il Cappello parlante non avrebbe neanche dovuto pensare per decidere in quale casa smistarlo.
Si avvicinò alla nipote e le accarezzò i capelli rossi “ non lo so” le disse sinceramente.
Syria annuì più volte come se stesse cercando di comprendere che era la risposta giusta, o meglio, era l’ unica risposta sincera che poteva darle.
Aries prese una ciocca dei suoi capelli e li divise con le dita “ ti faccio le trecce?” le chiese.
Syria alzò gli occhi su di lei e Aries le sorrise “ se smetti di piangere, possiamo prendere in prestito i trucchi di tua madre e truccarci tutte”
Syria sorrise debolmente e Aries prese un respiro.
Aveva solo sette anni e quello era il primo sorriso che le vedeva nel volto da quando era successo tutto. Meritava un sorriso anche lei.
***
Harry continuava a sfogliare i giornali davanti a sé.
“ Sfregiato, credi davvero di trovare la verità nei giornali?” chiese una voce sarcastica entrando dentro la stanza.
Harry non si voltò neanche “ non adesso, Draco” disse continuando a leggere l’ articolo.
Ma Draco non si scompose, percorse gli ultimi passi che li separavano e si sedette sul divano davanti a lui.
“ E’ questa la tua idea di fare qualcosa?” chiese senza abbandonare il suo tono sarcastico e lanciando un’ occhiata distratta alle foto degli articoli davanti a lui.
Harry sospirò e si passò una mano tra i capelli “ non devi andare da Syria o da Aries? “ gli chiese “ non ho davvero bisogno del tuo sarcasmo” continuò stancamente.
Draco sorrise “ Già, il prescelto non ha bisogno di nessuno” disse “ però invece di agire, passa ore a leggere  spazzatura” aggiunse e stavolta aveva abbandonato il suo sarcasmo.
Era davvero infastidito che lui, proprio lui, perdesse tempo a leggere gli articoli, fasulli, di un giornale da due soldi come la Gazzetta del profeta.
Harry sbattè il giornale sul tavolo e guardò Draco negli occhi.
“ Non sto leggendo la spazzatura, sto cercando di leggere tra la spazzatura” gli disse severo.
Prese un respiro, l’ aria era tesa per tutti e sapeva che Draco era davvero preoccupato per Scorpius, ma lui aveva Lily in mano sua, nelle mani dell’ uomo alla quale l’ aveva affidata anni prima, ma che non era più quell’ uomo.
Adesso era l’ uomo che l’ odiava, era un uomo che non si faceva problemi ad uccidere ed a fare del male ed Harry non voleva neanche pensare a cosa stava passando la sua bambina, la sua principessa.
“ Senti” disse cercando di calmarsi “ Guarda questi due foto di questi due articoli, non vedi niente di strano?” gli chiese.
Draco lo guardò ancora un attimo e poi abbassò lo sguardo sulle foto.
In una suo figlio aveva un piede sopra un uomo tutto raccolto su se stesso e di spalle c’ era una ragazza mora.
Nell’ altra Scorpius aveva la bacchetta puntata contro una donna e un’ altra donna bionda gli stava accanto, era difficile distinguerne il volto, visto che era presa laterale e in modo parziale, ma aveva i capelli biondi e nonostante gli occhi fossero nascosti da delle lenti scure, i tratti del viso gli sembravano familiari.
“ Bè, cosa dovrei notare?” gli chiese “ che la prima volta era aiutato da una mora e la seconda da una bionda?” chiese ancora.
Harry alzò gli occhi al cielo “ guardale il collo” gli disse.
Draco prese le foto e le voltò verso di sé. Entrambe le ragazze avevano una voglia vermiglia sul collo.
Alzò gli occhi di scatto “ Sono la solita persona?” chiese, ma poi si ricompose “ e quindi? Avrà avuto una parrucca” affermò.
Harry si tolse gli occhiali e si passò il pollice e l’ indice sopra gli occhi cercando di darsi sollievo.
“ Non credo che sia una parrucca” disse e la sua voce sembrava davvero stanca “ solo che non posso crederci” affermò alzandosi in piedi e prendendo le copie del giornale.
Draco lo guardò mentre afferrava la bacchetta “ Tu hai capito chi è “ disse e non era una domanda.
Harry lo fissò e il verde dei suoi occhi sembrò liquefarsi per le lacrime trattenute.
“ Devi dirmelo” affermò Draco, la sua voce era contenuta, ma il suo tono non ammetteva repliche.
Harry sbuffò “ non ho mai eseguito i tuoi ordini, Malfoy” gli disse “ e il fatto che tu sia il mio consuocero e che voglia bene a Scorpius,  non significa che adesso lo farò” affermò e nel suo tono sembrò tornare tutto il suo orgoglio Grifondoro.
“ Sempre testardo, Potter” disse Draco alzandosi in piedi a sua volta e afferrandolo per un braccio.
“ Che stai facendo?” gli chiese Harry, guardandosi il braccio innervosito.
Draco ghignò “ mi spiace, Potter, ma questa è anche la mia guerra” disse tornando a guardare davanti a sé.
Harry lo guardò un attimo.
In fondo aveva ragione. Dovevano collaborare, l’ aveva detto lui stesso.
“ Guarda di non spaccarti” gli disse sarcastico, prima di procedere alla materializzazione.
***
“ L’ abbiamo trovato”
L’ uomo quasi si prostrò per inchinarsi davanti all’ altra persona.
“ Per tua fortuna” affermò l’ altra figura alzandosi in piedi.
“ Sei un buono a nulla” disse strofinandosi le mani “ ti ho dato gloria e successo, non sei capace di far niente, ma grazie a me la gente ti teme, crede che tu sia l’ Inafferrabile, ha paura di te” aggiunse con voce dura e decisa.
“ Hai ragione, ma io…”
“ Tu” l’ altra persona lo fulminò con lo sguardo “ tu sei davvero un idiota” tuonò l’ altro e poi lo guardò con una luce cattiva negli occhi.
“ Hai la minima idea di quello che potrei farti?” gli chiese, poi sorrise e si rimise seduto “ potrei maledirti e non riusciresti neanche a prendere la bacchetta per difenderti” continuò facendo rotolare la bacchetta sul tavolo.
Allontanandola e avvicinandola in un gioco di nervi.
L’ uomo rabbrividì e l’ altra persona sorrise “ ma io non voglio te” affermò “ è una delle cose che abbiamo in comune” aggiunse “ oltre al fatto che mi servi, visto che non posso farmi vedere in giro…” concluse.
“ Certo, certo” disse l’ uomo accondiscendente, sorridendo e sperando di ammorbidirlo.
“ Fai quello che devi fare con Scorpius Malfoy, ma fai in modo che sia di nuovo utilizzabile”  ordinò “ in fretta” aggiunse con cattiveria.
COMMENTO: OK…DAI AVANTI TUTTA…QUALCOSA COMINCIA A CHIARIRSI, NO?? LA RAGAZZA AVETE CAPITO CHI E’ ? HO PROVATO AD ESSERE MISTERIOSA, MA SI CAPISCE PIUTTOSTO BENE…PERO’ LA CONFERMA VE LA DO’ NEL PROSSIMO CAPITOLO : P…E ORA LILY? E SCORPIUS? E HARRY E DRACO? E QUESTO TIZIO O TIZIA CHI E’ ? SE VI RICORDATE SCORPIUS AVEVA CITATO UN’ ALTRA PERSONA…QUALCUNO CHE AGISCE ANCORA PIU’ NELL’ OMBRA : )) RINGRAZIO LE MAGNIFICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO…GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE PER LE RECENSIONI !! OVVERO ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / MALANDRINA ACQUISITA / HUNTER / MITSUKI 91 / PAPOF87 GRAZIE DI CUORE…SPERO MI FARETE SAPERE ANCHE PER QUESTO CAPITOLO !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! SPERO CHE MI FARETE SAPERE ANCHE VOI !! UN BACIONE !!

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Capitolo 15
*** 14 CAPITOLO ***


Harry e Draco poggiarono i piedi dopo la materializzazione e guardarono davanti a loro.
Erano nel cuore di Hogsmade, potevano vedere le persone davanti ai negozi immersi nelle loro attività.
Nessuno aveva neanche alzato gli occhi, talmente abituati a sentire continui rumori di materializzazioni.
“ Dove stiamo andando?” chiese Draco, guardando Harry confuso.
Harry alzò un braccio e indicò la collina davanti a loro “ Il Tom Riddle Center” disse pensieroso.
Aveva sempre odiato il nome di quel posto, ma allo stesso tempo aveva sempre amato l’ idea di Hermione.
Dopo il matrimonio di Hermione e Ron, dopo la nascita di Rose e Hugo, Hermione aveva deciso di portare avanti il suo sogno.
Lei aveva sempre detto che non avrebbe voluto essere un semplice Auror, ma che avrebbe voluto fare qualcosa d’ importante.
Qualcosa per gli altri. Harry ricordava ancora lo sguardo di complicità con Ron.
Ricordava come lui e Ron pensarono esasperati che si sarebbe concentrata sugli elfi domestici e come invece Hermione avesse stupito tutti, dicendo loro, che c’ era qualcuno che aveva ancora più bisogno di loro.
Harry e Draco cominciarono a camminare e mano a mano che avanzavano sentivano il potere intorno a quel posto avvolgerli.
Era protetto quasi quanto Hogwarts e pieno di magia che tutti i bambini sprigionavano.
“ Tom Riddle Center” ribadì Draco con una smorfia “ La Granger non ha mai spiccato per trovare dei nomi intelligenti” disse con scherno.
Harry si limitò a sorridere ed inviò un Patronus per far loro capire che erano arrivati.
“ Voglio dire, con tutti i nomi che poteva dare ad un orfanotrofio, proprio quello del Signore Oscuro?” chiese come se il suo modo di ragionare andasse oltre alla sua comprensione.
“ Credo che ormai anche tu possa capire che la paura di un nome non fa altro che aumentare la paura della cosa stessa” disse Hermione, materializzandosi davanti a loro.
Draco la guardò “ Contenta tu, Granger” disse scuotendo la testa.
“ Felicissima, Malfoy…e comunque sono Weasley da quasi trent’ anni ” replicò aprendo loro il cancello.
Harry trattenne una risata, prima di lasciarsi abbracciare dalla cognata.
In realtà Hermione aveva ragione. Inizialmente quando aveva deciso di chiamare il centro con il nome di Voldemort, Harry si chiese se fosse impazzita, ma poi comprese.
Capì che niente avrebbe disturbato di più Voldemort, del fatto che il suo nome fosse usato per amore.
E il centro era quello. Aveva inizialmente accolto tutti i bambini orfani di guerra, fino ad ingrandirsi e diventare una vera sorgente d’ amore.
Prendevano tutti, senza alcuna distinzione.
I bambini orfani o quelli che le famiglie cercavano di mandare via perché avevano manifestato strani atteggiamenti, che altro non erano che i loro poteri.
Ma anche bambini felici e circondati dall’ amore di una famiglia che volevano semplicemente imparare di più.
Era diventato un orfanotrofio, un ritrovo ludico, un pre-Hogwarts .
Tutto in un solo posto.
Buona parte della famiglia di Harry lavorava lì. Hermione, Ginny, che aveva lasciato il giornale, per buttarsi in questa nuova avventura, Albus, Teddy.
Passarono da dentro una stanza dove alcuni bambini, che non dovevano essere più grandi di Syria, stavano facendo volare dei peluche da un lato all’ altro della stanza, senza bacchetta e ridevano lanciandoseli contro.
Harry aggrottò le sopracciglia, pensando a quanto fosse sorprendente che la magia che sprigionavano i maghi e le streghe da bambini fosse forte quanto quella degli adulti e riuscivano a fare degli incantesimi, semplici certo, ma pur sempre incantesimi senza bacchetta.
D’ altronde era quello che succedeva a tutti, era successo anche a lui più volte quando era un bambino, solo che i suoi zii avevano messo a tacere la cosa, dicendogli che era malato.
Che qualcosa non andava in lui.
Harry emise un sospiro, come gli succedeva ogni volta che ripensava alla sua infanzia e guardò il professor Allock che cercava di far atterrare le bambole.
Sorrise, da quando grazie alla cura di Alice, il suo vecchio professore era tornato in forma, si era unito al gruppo, cercando di essere utile, ma se prima era una frana negli incantesimi, adesso, se possibile, era anche peggiorato.
Camminarono per il corridoio e Lorcan li salutò con un gesto della mano, per niente sorpreso, dal fatto che fossero là.
Harry lo guardò, sapeva che lavorava anche lui al centro, proprio come sua madre e suo fratello prima che morisse, ma il suo volto sembrava invecchiato di decenni e non dimostrava affatto i ventisei anni che aveva.
Finalmente arrivarono ad una stanza, lo studio di Hermione e trovarono Ginny e Albus già dentro ad aspettarli.
“ Allora? Che succede?” chiese Ginny, guardando il marito con aria preoccupata.
Harry sospirò e lanciò i giornali sulla scrivania, tutti seguirono il suo movimento e cercarono di cogliere qualcosa tra le pagine che vedevano davanti a loro.
“ Papà ?” chiese Albus “ sappiamo già che Scorpius non agisce da solo” disse, guardando prima lui e poi Draco per cercare di capire.
Harry prese un respiro. Sembrava più stanco che mai.
“ Teddy è qua?” chiese “ devo dirglielo io…prima che le scateni tutti gli Auror contro” disse e la sua voce seppur normale, trasudava di rabbia.
Hermione e Ginny spalancarono gli occhi e riportarono lo sguardo sulle foto.
“ Non starai pensando…” disse Hermione, ma si bloccò vedendo lo sguardo del suo amico fraterno, diceva sul serio e questo spiegava anche perché le vittime dell’ Inafferrabile, fossero bambini o ragazzi, figli di chi aveva partecipato alla guerra.
Senza distinzioni di fazione.
“ Guarda le foto, guarda il suo collo” disse Harry semplicemente.
Avrebbe tanto voluto sbagliarsi, quella notizia avrebbe distrutto Teddy fin nel profondo, ma sapeva di essere nel giusto.
Probabilmente lo sapeva da  un pezzo, ma non aveva voluto ammetterlo, fino a quando la sua bambina non era stata in pericolo.
“ Ne morirà” disse Ginny, portandosi una mano alle labbra, i suoi occhi erano umidi di lacrime trattenute.
Draco finalmente comprese “ Kara” disse soltanto e si girò per andarsene.
Harry lo fermò per un braccio “ non andrai da nessuna parte fino a quando non avremo parlato con Teddy” gli disse.
Draco rise, ma era una risata piena di allegria “ voi Grifondoro e la vostra lealtà “ commentò sarcastico.
“ Vi ucciderà un giorno, dico sul serio” aggiunse, si guardò il braccio e poi riportò lo sguardo su Harry “ Non so se ti ricordi che tua figlia è con mio figlio che non è molto in sé in questo momento per colpa di questa stronza, quindi…” si prese una pausa “ io vado a casa sua” concluse sicuro.
Harry non allentò la stretta sul suo braccio, avrebbe solo voluto dirgli “ ok, partiamo” ma sapeva che non era la cosa giusta, sapeva che doveva tenere la sua impulsività a bada “ so benissimo dov’ è Lily e credimi tra pochi minuti andremo via, ma voglio essere sicuro e voglio che Teddy mi dica tutto quello che sa”
E soprattutto voglio essere sicuro che lui non c’ entri niente, pensò con una fitta al cuore.
Teddy era al pari di un figlio per lui ed Harry sapeva che gli stava per distruggere la vita, doveva dargli la possibilità di essere un buon padre.
“ Oh credimi, non morirà, Potter” affermò Draco “ sono sopravvissuto nonostante avessi un padre dedito a Voldemort e ora che mio figlio è per tutti il nuovo cattivone, sopravvivo comunque…quindi… andiamo…a…fare…qualcosa” disse le ultime parole, come se volesse ficcargliele direttamente nel cervello.
Harry guardò sua moglie, era sconvolta quanto lui e gli occhi di Albus,in quel momento non riflettevano solo il suo colore, ma anche la sua stessa paura.
Hermione stringeva le copie del giornale tra le mani “ volevo far qualcosa di buono” disse soltanto, ma nessuno rispose.
***
“ Non posso credere che tu mi abbia fatto una cosa del genere”
Lily alzò il viso sulla ragazza davanti a lei e quasi rabbrividì. I suoi  lineamenti che erano sempre stati così dolci in quel momento erano quasi irriconoscibili.
I suoi capelli erano neri come la pece e la stava guardando con una luce, quasi cattiva, negli occhi.
“ Perché no?” chiese con rabbia.
Lily cercò di pensare, doveva distrarla. Doveva liberarsi.
“ Perché abbiamo fatto di tutto per te” le disse ed era vero.
“ Siamo stati la tua famiglia…”
“ NON SIETE LA MIA FAMIGLIA”  i capelli di Kara divennero rossi come quelli di Lily, rossi come il fuoco.
Rossi come la rabbia.
Lily sgranò gli occhi incredula. Da dove le veniva tutta quella rabbia?
Mosse le mani dietro di sé e sentì un ramo spezzato, cercò di afferrarlo saldamente, anche se non aveva la più pallida idea di come fare a colpirla.
Con quale coraggio avrebbe potuto colpire la ragazza davanti a lei.
Colei che era stata come una sorellina minore. Colei che aveva cresciuto.
“ Ma ti abbiamo amato, ti abbiamo cresciuto” si oppose Lily, stringendo il legno con forza.
Kara rise e i suoi capelli tornarono neri “ mi parli di famiglia e di amore?” le chiese strafottente.
“ Quando tu non hai fatto niente per portarmi via da quel posto?” le chiese di nuovo.
Lily scosse la testa “ non volevi venire via…Teddy e Victoire ti hanno chiesto più volte…ma tu non volevi, dicevi che volevi prepararti…”
“ Non dirmi che ero preparata” si arrabbiò Kara scuotendo le mani davanti a sé.
“ Non avete fatto niente per me” sentenziò.
Lily sentì la rabbia crescerle e cominciare a scorrerle nelle vene.
Come poteva dire che non avevano fatto niente? Quando Teddy l’ aveva cresciuta.
Lui e Victoire non erano mai riusciti ad avere figli e per Teddy, quella piccola Metarmorfmagus, una delle prime bambine arrivate al centro, una piccola orfana come lui, era divenuta la sua vita.
“ Ero il vostro caso pietoso, vi sarete divertiti un sacco a venirmi a trovare e poi tornare alle vostre case, dalle vostre famiglie” disse e nonostante il sorriso, Lily poteva vedere la rabbia che ribolliva nei suoi occhi.
“ Tu volevi stare là” si oppose Lily, ricordando quante volte suo padre o Teddy le avessero detto di andare con loro.
Teddy l’ aveva anche portata a casa sua una volta, ma la piccola sembrava infelice, nonostante la portassero continuamente al centro, sembrava le mancasse costantemente qualcosa e alla fine Teddy l’ aveva riportata là.
Lily ricordava che Teddy aveva pianto per giorni.
Non poteva non ricordare queste cose. Non poteva ricordare l’ amore. Che avessero fatto anche a lei il lavaggio del cervello?
“ IO NON AVEVO ALTERNATIVA” urlò e la sua rabbia era talmente incontenibile che non prese neanche la bacchetta, ma si gettò su Lily afferrandola per la maglia della divisa e alzandola da terra.
La fissò negli occhi e Lily si spaventò, sembrava che un fuoco ardesse dentro di lei.
“ Non ho mai conosciuto niente al di fuori del centro e di Hogwarts, poi mi sono diplomata e ho conosciuto delle persone che mi hanno accolto in casa, facendomi entrare nella loro famiglia” le disse rabbiosa.
“ Chi…?” chiese Lily, ma non riuscì a finire la sua domanda che Kara la spinse con forza e Lily si concentrò sui suoi piedi per cercare di non cadere.
Se fosse caduta di nuovo a terra, non sarebbe riuscita a colpirla.
“ Non chiedermi chi, chiedi che  cos’ hanno fatto per farmi sentire parte della famiglia” disse con un filo di voce.
“ Vorresti dirmi che Teddy non l’ ha fatto?” le chiese, sperava che nominando Teddy lei si riavesse un po’.
Vide i suoi occhi riempirsi di lacrime e Kara annuì impercettibilmente, probabilmente non si era accorta neanche di annuire.
Ma inconsciamente pensava che fosse vero.
“ No. Teddy ha sempre preferito te, la tua famiglia ha sempre preferito te, tu chiamavi e loro correvano, scordandosi del loro piccolo caso pietoso” aveva la voce rotta e Lily sentì il cuore stringersi.
“Non è vero, stai sragionando Kara, per favore, tirati fuori da questa cosa…è pericoloso”
Avrebbe dovuto odiarla, ma come poteva farlo?
In quel momento sembrava solo una bambina ferita.
Sembrava la bambina che avevano trovato anni fa’.
“ Teddy ha fatto il possibile e l’ impossibile per te” rimarcò Lily, cercando di tenere a bada il dolore che aveva per la ferita sul fianco.
Kara si voltò scuotendo la testa, probabilmente per non farle vedere le lacrime.
Era sempre stata un’ orgogliosa Serpeverde.
“ Non è vero” le disse continuando a darle le spalle “ Ricordi l’ ultimo anniversario della memoria?” le chiese, voltandosi verso di lei.
Lily si concentrò. Il giorno della memoria. Il 2 maggio, ogni anno avvenivano feste e celebrazioni per la caduta di Voldemort.
Cos’ era accaduto? Il 2 maggio era trascorso da poco più tre mesi.
Adesso luglio stava volgendo al termine, eppure le sembrava passata una vita.
Un attimo. Il due maggio era il giorno che aveva scelto per dare la notizia del nuovo arrivo alla sua famiglia.
Era incinta da un mese e mezzo e non resisteva più, inoltre le piaceva che quel giorno potesse essere ricordato per qualcosa di bello, visto che più che la caduta di Voldemort, suo padre l’ associava a tutte le persone che aveva perso in quella guerra.
Avevano fatto una grande cena a casa Potter e chiaramente erano stati invitati anche i Malfoy ed anche Teddy e Victoire.
Ma lei non c’ era.  “ Non fu una scelta mia, Kara” le disse.
Possibile che fosse arrabbiata per quello? “ Tu eri in viaggio, te l’ avrei detto quando saresti tornata”
Sperava tanto che le credesse, ma la vide scuotere la testa.
“ Chiamai tanto quella sera, in ognuno dei vostri camini” emise uno sbuffo simile ad una risata “ Volevo star vicina a quella che reputavo la mia famiglia, ma nessuno, neanche Teddy, era in casa per me, nessuno aveva tempo per me…erano tutti a festeggiare te”  disse e i suoi occhi luccicavano di rabbia “ non sono mai riuscita a far fare niente a Teddy il due maggio, continuava a dirmi che era l’ anniversario della morte dei suoi genitori e che per lui era un giorno difficile, ma per te c’ era “ continuò “ per te ci sono sempre stati tutti” disse le ultime parole, come se avesse voluto gettarle una pietra addosso, invece che parole.
Poi sorrise. Un sorriso triste “ adesso tu non hai più la tua famiglia…Scorpius non tornerà e il tuo bambino…”
Gli occhi di Lily s’ infuocarono “ non nominarlo, Kara, non provarci neanche” l’ ammonì rabbiosa.
Kara si voltò e si avvicinò al corpo svenuto di Scorpius “ gli toglieremo di nuovo la memoria e stavolta credo che non riuscirai a fargli avere di nuovo i ricordi” disse accarezzando una guancia di Scorpius.
“ Sai, tu non ci sarai e io credo che potrei tenermelo…non è per niente male a letto”
Le orecchie di Lily si ovattarono. Cosa stava dicendo?
“ Hai davvero avuto tutte le fortune”
Lily sentì le mani tremarle e il ramo rischiò di caderle.
Lei…lui…non potevano davvero…Scorpius l’ aveva sempre considerata una ragazzina, l’ aveva vista crescere.
“ Tutto ciò che è tuo sarà mio”
Lily si voltò su se stessa e con la forza della rabbia e della disperazione,  e in un modo piuttosto rocambolesco, riuscì a colpirla in testa con il ramo.
Cadde a terra a causa della spinta che si era data e avrebbe voluto morire lì. In quel momento.
Dopo tutto quello che era successo non credeva di aver la forza di rialzarsi.
Kara, la ragazzina che aveva sempre amato come una sorella, la invidiava così tanto che era arrivata al punto di odiarla.
Non riusciva a capire, dovevano essere anni che lo covava, anni che accumulava tutto e invece lei non si era accorta di niente.
Girò la testa e la vide riversa sul busto di Scorpius, un rivolo di sangue che scendeva dalla sua nuca.
Urlò di frustrazione, gridò con tutto il fiato che aveva in gola e diversi uccelli scapparono impauriti.
Come aveva potuto non accorgersene? Come aveva potuto essere così ingenua?
Eppure era così sicura che non avesse niente di cui rimproverarsi. Non era perfetta certo, ma le aveva voluto davvero bene.
Prese la bacchetta di Scorpius e provò ad evocare un Patronus, ma era una cosa impossibile con le corde avvolte attorno al suo busto e le mani congiunte dietro la schiena.
Non sapeva neanche come aveva fatto a colpirla, probabilmente se lo avesse dovuto rifare a sangue freddo e senza tutta la rabbia che provava in quel momento non ci sarebbe riuscita.
Probabilmente suo padre aveva ragione, nei momenti di maggior pericolo, era davvero tutta questione di  fegato e di cuore.
Provò a farla rotolare da sopra il corpo di Scorpius ma riuscì solo a far ricominciare a sanguinare le sue ferite.
Si accasciò un attimo per riprendere fiato e le guardò.
Il taglio sul braccio non era niente, era solo sporco e ricoperto da fogliame, ma quello al fianco sembrava davvero profondo.
Guardò l’ albero e le venne un’ idea. L’ unica cosa che poteva fare con le mani legate per cercare di liberarsele.
Strusciò le braccia contro l’ albero, ignorando il dolore, ignorando la rabbia che continuava a farla piangere.
Strusciò ancora e ancora, per quelle che probabilmente sembravano ore, ma poi la sentì muoversi e gemere.
Stava cominciando a riaversi.
Le guardò la testa, il sangue che le era colato dalla nuca era ormai rappreso.
Chiuse gli occhi disperata. Non aveva alternativa. Doveva andarsene senza Scorpius.
Doveva trovare l’ uscita da quel posto. Parlare a suo padre, dirgli cos’ aveva scoperto e andare a riprendersi Scorpius.
Non riusciva a credere di averlo ad un metro da lei e di doverlo lasciare di nuovo, soprattutto dato che era ancora senza conoscenza e questo la faceva preoccupare ancora di più.
La vide alzare la testa e capì di non avere più tempo, corse fino a nascondersi dietro ad una macchia di cespugli e si fermò osservandola.
Kara si mise una mano sulla testa e sembrò quasi scuoterla, sicuramente il dolore e l’ intontimento la stavano confondendo.
Si guardò intorno e quando non la vide imprecò ad alta voce, poi prese Scorpius e cercò di caricarselo sulle spalle.
Non emise un gemito mentre il peso di Scorpius sembrava comprimerle la schiena.
Afferrò la sua bacchetta e si guardò un’ altra volta intorno, per essere sicura che non ci fosse.
Infine si smaterializzò e a Lily non restò che il ricordo di Scorpius accasciato sulla schiena di Kara.
Cominciò a camminare, ma sentiva la testa girarle vorticosamente.
Il sangue le stava ormai impregnando la maglia e le gambe cominciavano a non reggere più il suo peso.
Ogni passo sembrava costarle sempre più fatica, avanzava cercando di capire come orientarsi.
Sentiva la bacchetta di Scorpius nella sua mano, ma non poteva usarla neanche per il più semplice degli incantesimi. Non con le mani legate, non senza poter dare all’ incantesimo il giusto movimento.
Si guardò intorno. Possibile che fosse già passata da quel punto?
Tutto sembrava uguale, gli alberi, i cespugli, persino gli animali sembravano gli stessi.
Le sembrava di essere in un labirinto senza uscita.
Sentì la disperazione invaderla. Sapeva che non doveva cedere, ma tutto era più forte di lei.
Scorpius l’ aveva tradita, si chiese se fosse così che Kara lo aveva avvicinato o se fosse successo quando era stato privato della memoria.
Doveva credere che fosse così, che non fosse consapevole di quello che succedeva.
Doveva credere che non sapesse che le stava facendo del male, altrimenti sarebbe impazzita.
Le aveva tolto tutto. Si era messa contro tutti per lui, aveva perso il suo bambino per colpa sua, non riusciva a credere che l’ avesse anche tradita.
Si appoggiò ad un albero, sentiva il fiato uscirle sempre più debolmente dai polmoni e si aiutò cercando di prendere grandi boccate d’ aria con la bocca.
Guardò in alto. Sembrava pomeriggio, il sole non era più tanto alto, ma batteva ancora rendendo l’ aria afosa e irrespirabile.
La testa martellava e girava incessantemente e le sembrava di non riuscire neanche a staccarsi dall’ albero.
Delle piccole lucine nere si facevano strada nei suoi occhi.
Divennero sempre più grandi e l’ oscurità si fece spazio in lei.
Alla fine l’ avvolse.
COMMENTO: OK…MATTINATA LIBERA E SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE : )) LO SO SONO STATA CATTIVA, E MOLTI DI VOI MI DIRANNO CHE ERA IMPOSSIBILE INDOVINARLA E AVETE RAGIONE, MA LA VERITA’ E’ CHE HO CAMBIATO IDEA POCO TEMPO FA’ E NON HO AVUTO MODO DI METTERE INDIZI SU KARA, A PARTE IL FATTO CHE ERA UNA METAMORFMAGUS E CONOSCEVA BENE SCORPIUS AND FAMILY : )) MA L’ IDEA DI PRIMA MI SEMBRAVA BANALE E VI ASSICURO CHE GLI ALTRI DUE SONO INDOVINABILISSIMI  E NON CAMBIERANNO :P E COSI’ ECCO LA STORIA DI KARA…VI PIACE? SPERO DI NON ESSERE STATA BANALE E CHE MI FARETE SAPERE…ADESSO BE’ NON VI ANTICIPO NIENTE…MA…BE’ VEDETE DA SOLI IN CHE CASINO SIAMO, NO? :P GRAZIE MILLE DI CUORE ALLE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / HUNTER / PAPOF 87 / MARGHE_PUFFOLA E LILY 33 !! GRAZIE DI CUORE !! SPERO MI FARETE SAPERE ANCHE STAVOLTA!!  INOLTRE RINGRAZIO CHIUNQUE MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 16
*** 15 CAPITOLO ***


Lily aprì gli occhi di scatto cercando di respirare correttamente.
Si era svegliata di colpo, agitata, madida di sudore.
Si guardò addosso e vide la sua camicia da notte: una leggera camicia in cotone con le stampe dei boccini impresse sopra .
Qualcosa non tornava. Riconosceva quell’ indumento, ma non lo indossava da anni.
Si guardò intorno era nella sua camera, nella casa di suo padre, ma era tutto diverso.
O meglio, era tutto come quando era ragazzina.
Le pareti erano occupate dai poster in movimento della sua squadra di Quidditch preferita, qualche peluche faceva mostra di sé sui ripiani, dei libri e alcune pergamene erano sparse disordinatamente sulla scrivania, il rospo Hyperion gracidava placidamente nella sua gabbia e nel comodino accanto a sé vi era una piccola scatola tutta decorata a decoupage. Un regalo che le aveva fatto Rose.
Lily era sicura che se l’ avesse aperta, un boccino d’ oro avrebbe cominciato a svolazzare per la stanza.
Si ridistese sul letto, stropicciandosi lievemente gli occhi, non capiva. Aveva le allucinazioni? Perché la sua stanza era così ?Dov’ era Syria?
“ So che starai pensando che non dovrei essere qua”
Lily trasalì alla voce di Scorpius. Non c’ era prima, o c’ era?
Si voltò verso di lui impaurita, credendo di vedere la fredda follia nel suo sguardo e invece vide i suoi occhi grigi che la guardavano con amore e pieni di passione frenata.
“ I tuoi potrebbero trovarci, ma mi smaterializzerò tra pochi secondi” le disse, prendendola per i fianchi e trascinandola su di sé.
Lily avrebbe voluto arrabbiarsi o scansarsi da lui.
L’ unico sentimento che in quel momento sarebbe stato giusto, poteva essere solo l’ ira più furibonda.
Ma quello che la stava stringendo era Scorpius. E non lo Scorpius che aveva imparato a conoscere negli ultimi mesi, no. Il suo volto, era quello del diciasettenne di cui si era innamorata, i suoi occhi erano pieni di quell’ amore che non vedeva da tempo e le sue mani, quelle mani che l’ avevano appena presa per i fianchi, erano così reali.
Si ritrovò gli occhi pieni di lacrime, imprecando contro se stessa e la sua debolezza, ma non riusciva proprio a scansarsi, ad allontanarsi da lui.
Erano troppi mesi che anelava quell’ abbraccio, quegli occhi.
Cercò di nascondere le sue lacrime infossando il suo volto nella sua spalla.
“ Che succede, terremoto?” le chiese lui, staccandola leggermente da sé.
Lily trasalì, avrebbe voluto così tanto sentire realmente quel nomignolo da lui. Il nomignolo che usava quando erano ragazzini, quando si erano appena innamorati.
Lui la stava guardando quasi preoccupato e lei avrebbe voluto rispondergli, ma la realtà, era che non sapeva neanche lei cosa stava succedendo.
Sembravano tornati indietro nel tempo, ma Lily sapeva che le Giratempo non esistevano più: erano state completamente distrutte da suo padre durante la battaglia al Ministero e poi solo la persona che azionava la Giratempo conservava la memoria di quello che era successo.
E lei non ricordava di aver azionato nessuna Giratempo, aveva appena visto Kara smaterializzarsi con Scorpius.
Per cui, assodato che non potevano essere tornati indietro nel tempo, quello doveva essere un sogno.
Solo che era un sogno così reale da farle male.
“ Mi dici cos’ hai?” le chiese ancora, guardandola negli occhi e cercando di capire.
Lily avrebbe voluto tuffarsi in quegli occhi, fermare il tempo in quel momento, anche se non era sicura che ci fosse davvero un tempo, ma quello Scorpius, quello sguardo che aveva in quel momento riusciva a farle sentire il calore che lui riusciva a trasmetterle.
Aveva sempre trovato buffo, come, nonostante il suo colore degli occhi fosse di un grigio gelido e tormentato come una tempesta, in realtà riuscissero a scaldarla come il fuoco di un camino.
“ Non sarai preoccupata per Kara?” domandò e Lily vide il suo sguardo di quando la studiava, di quando sembrava volerle entrare dentro l’ anima.
“ Non nominarla” disse Lily con rabbia.
Scorpius corrugò la fronte “ che ha combinato la piccola peste?”
Se lei aveva quindici anni…Kara doveva averne nove, non poteva aver combinato niente e comunque, era solo un sogno, quindi perché preoccuparsi?
Scosse la testa e fece l’ unica cosa che avrebbe voluto fare da giorni, da mesi.
Lo baciò.
E non come il bacio che si erano scambiati nel bosco, non un bacio incerto e pieno di paura, ma un bacio passionale e pieno d’ amore.
Scorpius le mise le mani intorno al viso. Le sue grandi mani le stavano circondando il volto come una cornice e la stavano trascinando sopra di lui.
Lei lasciò che i suoi capelli rossi ricadessero a solleticargli il petto, mentre le loro labbra s’ incontravano e lei lo baciava come se non potesse farlo più. Come se lo volesse imprimere nella sua mente e ricordarlo per sempre.
Le parve quasi di sentire le pulsazioni dolorose che venivano trasmesse direttamente al suo cuore e contemporaneamente il suo stomaco era strinto in una morsa talmente forte da farle male. Realmente male.
Quando Scorpius l’ allontanò da sé, avevano entrambi il fiato corto e i suoi occhi brillavano di gioia e di passione “ Perché fai così ?” le chiese stupito “ mi baci come se non dovessi vedermi più” affermò.
Lily fece scorrere le sue dita lungo le braccia nude di Scorpius “ Forse è davvero così” disse, avrebbe voluto risultare scherzosa, ma era sicura che la sua voce fosse sembrata amareggiata.
Scorpius la prese per la vita e ribaltò le posizioni costringendola sotto di sé.
Si appoggiò su un gomito per non pesarle sopra e le sollevò il viso “ Non provare a lasciarmi, Potter” le disse serio.
Lily suo malgrado rise. Era decisamente il vecchio Scorpius e per lei era impossibile resistergli.
“ Non ti lascerei mai, sarai tu a lasciare me” disse, consapevole di quello che sarebbe successo.
Scorpius si passò una mano tra i capelli biondi, lasciando che qualche ricciolo gli ricadesse sul viso e poi sorrise malizioso.
“ Oh no, Potter, devi solo trovare il modo perché non mi dimentichi di te” le disse scherzoso.
Lily aprì la bocca. Che cos’ aveva detto?
Si chinò e iniziò a depositarle dei piccoli baci sul collo “ la via migliore è sempre l’ amore” disse con voce roca, scendendo a lasciarle una scia di baci lungo il suo collo e fino ad arrivare appena sopra il suo seno.
Fino ad arrivare al suo cuore.
Lo Scorpius del sogno le stava dando indicazioni su come comportarsi? Sul come fare a riaverlo con lei.
“ Tu non riesci a tornare” si oppose Lily, chiudendo gli occhi, le sembrava di sentire davvero le sue labbra sulla sua pelle.
“ Tu… fammi tornare” le disse e Lily aprì gli occhi, sembrava diverso.
I capelli erano più corti e sulla fronte aveva qualche ruga d’ espressione. Sembrava invecchiato di qualche anno.
“ Devi farmi tornare con la tua arma migliore. La cosa più bella che possiedi: il tuo cuore” continuò, baciandole la pelle, di nuovo proprio sopra al suo cuore che in quel momento stava battendo impazzito.
Lily si chiese se era così sbagliato perdersi nelle sensazioni e nell’ amore che riusciva a trasmetterle lui con pochi tocchi.
Si chiese se il suo sogno sarebbe servito a qualcosa, o se si sarebbe svegliata solo più triste e angosciata che mai.
“ Come devo fare?” chiese, ma la sua voce era incerta, le labbra di Scorpius le stavano percorrendo la pelle e sembrava che ogni organo, compreso il suo cervello, si opponesse a lei.
In fondo non poteva fare molto. Era un sogno e a quanto pare non riusciva a svegliarsi, quindi perché non prendersi il suo amore.
Forse, adesso, avrebbe potuto chiedergli se era vero che l’ aveva tradita, ma che senso aveva rovinare un sogno così perfetto.
Avrebbe avuto la realtà, più tardi, con cui fare i conti.
Adesso, le sue labbra erano così calde, i suoi baci così dolci e poi, era passato così tanto tempo che la sua mancanza era quasi dolorosa, soffocante.
Probabilmente quando si fosse svegliata, avrebbe sofferto ancora di più, ma non riusciva a dire di no.
Si lasciò andare, lasciandosi amare, lasciando che Scorpius esplorasse ogni centimetro della sua pelle e rispondendo ai suoi tocchi con mani piene di passione.
Fece scorrere le sue mani lungo la sua schiena e le sembrò quasi di riuscire a sentire la sua schiena liscia e inarcata sotto le sue dita.
Quando lo sentì entrare dentro di lei spalancò gli occhi e li fissò in quelli argentei di Scorpius “ non lasciarmi” lo pregò.
Una supplica, una preghiera, due parole inutili, sapeva che non avrebbe potuto essere altrimenti.
Scorpius sorrise “ tu sai come tenermi a te” le disse in risposta.
Lily non riuscì a trovare una risposta sensata, riusciva solo a godere ogni sensazione, ogni sentimento e ogni carezza che lui le donava. In un vortice di passione e di amore, proprio come prima che succedesse tutto.
Quando entrambi ebbero placato la sete dell’ altro, Lily si ritrovò stretta nel suo abbraccio. Gli mise una mano sopra al petto e respirò a fondo “ è solo un sogno. Solo la mia testa” disse a voce alta, cercando di autoconvincersi.
Era possibile aver provato una tale passione in un sogno?
“ No, non lo è” disse Scorpius e Lily sospirò.
Avrebbe tanto voluto che fosse stato vero “ è la mia” affermò Scorpius con un leggero tremore nella voce.
Lily alzò la testa spaventata e vide Scorpius, ma non era più il ragazzino diciasettenne di prima e neanche il vent’ enne.
Adesso era l’ uomo di ventisette anni. L’ uomo che amava e che non riusciva a riprendere.
“ Lo sai?” gli chiese spaventata, cercando qualche indizio nei suoi occhi, ma quando lui spostò lo sguardo su di lei, Lily, vide ancora il suo sguardo pieno d’ amore.
“ Non durerà” le disse “ non abbiamo tempo” insistè e Lily sentì il suo cuore accelerare.
“ Cosa vuoi dire?” gli chiese.
“ Mi stanno facendo di nuovo dimenticare tutto, Lily” le disse e lei lesse il panico nei suoi occhi.
Lo stesso panico che sentiva invaderla.
Avrebbe voluto chiedergli tante cose, come poteva lei essere dentro la sua testa, come poteva avere i suoi pensieri e la sua coscienza e soprattutto chi stava facendo tutto questo, ma Scorpius la precedette.
“ Non permetterlo” la pregò e nei suoi occhi grigi vi era la disperazione “ non permettere che mi facciano dimenticare di Syria…di te” continuò.
“ E come faccio?” Lily saltò a sedere sul letto e si guardò intorno, vide che la stanza era cambiata, ma non si soffermò neanche a notare che quella era la loro stanza.
Vide solo la foto di Syria, di lui e Albus nel giorno dei loro M.A.G.O., le foto del loro matrimonio e dei loro genitori.
“ Come faccio a farti ricordare? “ chiese disperata.
“ Ti prego dimmelo te” lo pregò. Voleva riavere Scorpius, lo voleva con tutta se stessa.
“ C’ è sempre un problema con quest’ incantesimo, è molto potente e non possono insistere troppo perché mi hanno sottoposto già troppe volte a questa tortura, rischio di morire e loro non mi vogliono morto, quindi ogni volta dura meno, ogni volta i ricordi riaffiorano più facilmente”  le spiegò.
Lily sgranò gli occhi “ Loro? Morto?” cercò di respirare, nonostante le sembrasse così difficile “ chi sono?” gli chiese.
“ L’ Inafferrabile e L’ altra persona” disse sicuro e Lily scosse la testa “ non mi aiuti così…ho bisogno di nomi” lo pregò.
Scorpius sorrise prendendole il mento tra pollice e indice “ non li conosco e comunque non ho tempo, tutto sta svanendo intorno a me”
Lily vide la stanza sfocarsi sempre di più e si strinse più forte a Scorpius “ non ti lascerò andare” gli disse, sentiva le lacrime scorrerle sulle guance.
“ Non puoi farci niente…non adesso comunque” le disse.
“ Ci dev’ essere un modo, Kara non ti farà più uscire allo scoperto, io non ti troverò più”
“ No, Lily, Kara non si rende conto, ma è una pedina nei loro giochi e loro mi stanno usando… mi faranno uscire di nuovo” si oppose Scorpius.
Lily trattenne il respiro, mentre sentiva la sua mente farsi di nuovo confusa “ per cosa? Per cosa ti stanno usando?” gli chiese, un moto d’ urgenza nella sua voce.
“ Chiedi ad Alice…Alice lo sa…lei…” s’ interruppe e Lily vide che non riusciva più a parlare, sembrava far fatica anche a respirare.
Il corpo di Scorpius stava svanendo tra le sue braccia “ tra poco non mi ricorderò più di te” le disse faticosamente e Lily seguì il suo sguardo e vide la fotografia di Syria offuscarsi e sparire.
“ Ti riporterò indietro” si oppose Lily tra le lacrime, anche se in realtà non aveva la più pallida idea di come fare, ma dirlo ad alta voce, lo faceva sembrare reale.
Forse reale ed effimero, proprio come quel sogno, ma comunque vero.
“ Sei il mio ultimo ricordo, come sempre, il più difficile da mandare via” disse amaramente e ormai ansimava per lo sforzo.
Lily scosse la testa “ non andartene, per favore, opponiti a loro”
Scorpius sorrise, ormai sembrava aver la consistenza di un fantasma “ sei così bella, Lily “ le disse “ sei bella anche quando piangi” sussurrò e poi in un battito di ciglia era svanito.
Lily si prese il volto tra le mani e pianse tutta la sua disperazione.
Cosa significava che Alice lo sapeva? Alice la sua migliore amica, sua cognata, la persona di cui si fidava di più.
Non poteva crederci, non sapeva se credere a niente di quel sogno.
Il suo volto era bagnato. Non erano lacrime, alzò lo sguardo verso il soffitto e vide delle nubi nere cariche di pioggia.
“ Sta per piovere” disse a se stessa.
“ Una goccia” continuò raccogliendola con la mano “ un’ altra goccia”  disse alzando il volto per accoglierla direttamente sul suo viso.
Un’ altra e un’ altra ancora.
Lily strizzò gli occhi cominciava a non vederci più, la pioggia le offuscava la vista quasi quanto le lacrime.
Strinse gli occhi di nuovo e si svegliò.
Era distesa in mezzo al bosco. I suoi abiti erano ormai impregnati di pioggia e la brezza notturna, unita al fatto che fosse fradicia, le stava facendo percorrere i brividi lungo tutto il corpo.
O almeno credeva che fosse la brezza notturna, forse era quello strano sogno.
Quel sogno così reale.
Si sentiva così stanca e spossata. Provò a rialzarsi, ma non poteva far leva con le braccia, erano ancora legate, e quindi ricadde con il volto nel fango che si era creato a causa della pioggia.
Forse sarebbe morta.
Forse era da questo che voleva metterla in guardia Scorpius.
Anche se la sua mente continuava a scacciare quell’ idea, il suo cuore era sicuro che non fosse, solo, un sogno.
Doveva alzarsi. Doveva parlare con Alice.
Si alzò sulle ginocchia e le sentì scricchiolare per quanto era stremata, ma non si arrese.
Fissò gli occhi davanti a sé, doveva trovare un’ uscita e cominciò a camminare seppur incerta sulle gambe.
Il buio e la pioggia non l’ aiutavano, inciampò di nuovo, ma si rialzò.
Gli occhi felici e brillanti di Scorpius davanti a sé, come se fossero una meta, un traguardo.
Non sapeva neanche con quale forza stava andando avanti, si stava imponendo di mettere un piede davanti all’ altro, ma incespicava nei suoi passi, scivolava e cadeva a terra, si rialzava e cadeva di nuovo.
L’ ultima volta che cadde a terra guardò in alto e vide due stelle.
Due piccole stelle che uscivano dalla coltre di nubi e poi chiuse gli occhi sfinita.
***
Teddy aveva le mani giunte davanti a sé e lo sguardo perso nel fuoco del camino.
“ Stiamo solo perdendo tempo” affermò Draco, guardando Harry.
Harry rispose al suo sguardo con uno pieno di rabbia “ Teddy, non puoi non averla riconosciuta” insistè con il suo figlioccio.
Victoire entrò accompagnata da Ron, fece passare uno sguardo su tutte le persone presenti dentro lo studio e poi lo fermò su Teddy .
I suoi capelli in quel momento erano grigi e spenti, ad Harry ricordarono molto quelli di Tonks quando Remus continuava ad opporsi al suo amore.
Lo sguardo basso e fisso nel fuoco, ma Harry era sicuro che se l’ avesse alzato, anche il colore dei suoi occhi, sarebbe stato grigio, ma non come quello di Scorpius o di Syria, ma un grigio spento, deluso.
Il collo era quasi infossato nelle sue spalle.
Harry guardò Ron e scosse la testa. Era un uomo distrutto dal dolore e non un uomo colpevole.
“ Teddy, aiuteremo Kara…”
“ Parla per te” lo interruppe Draco, beccandosi un’ occhiataccia da tutti gli occupanti della stanza.
“ Aiuteremo Kara, ma devi dirci… devi aiutarci a trovarla” ripetè Harry.
Victoire si sedette sul bracciolo della poltrona accanto a Teddy e gli prese la mano, la strinse intrecciando le dita alle sue e lo guardò.
Non c’ erano bisogno di parole, gli occhi di suo marito parlavano per lui.
Sembrava che la stessero supplicando di svegliarlo da quell’ incubo, come quando era ragazzino e sognava la guerra, o quello che per lui era la guerra:  un ricordo, delle urla confuse, Victoire non sapeva neanche dire se fosse un vero ricordo, in fondo era piccolissimo quando c’ era stata la seconda guerra magica e sua madre lo aveva protetto affidandolo a sua nonna, ma c’ era qualcosa di reale in quegli incubi.
Lei lo svegliava e lo abbracciava, semplicemente, come se potesse tranquillizzarlo con un abbraccio ed in fondo era così.
“ Non è facile per noi” disse guardando Harry “ Kara è come una figlia” continuò sua nipote, con quel leggero accento francese ereditato dalla madre.
“ Quella folle non è vostra figlia”
“ Draco”
“ No, Harry” e Harry sbattè le palpebre notando che l’ aveva chiamato per nome “ non starò qua a sentirli piangere, se possono aiutarci bene, altrimenti…”
“ Altrimenti, cosa?” chiese Teddy, parlando con voce roca e alzando lo sguardo pieno di rabbia su Draco.
“ Cosa vorresti fare esattamente?” gli chiese “ arrestarci per complicità?” la sua voce era dura e fredda.
“ Tu non hai la più pallida idea di cosa significa non avere genitori…”
“ Per favore risparmiami, sei patetico” lo interruppe Draco.
Teddy si alzò di scatto e raggiunse Draco, Harry si frappose nel mezzo, anche Ron si mosse ma Harry lo fermò con un mano e si rivolse al più giovane “ ascoltami, Teddy, Draco è una testa calda ma ha ragione, non possiamo perdere tempo, Lily…” si fermò prendendo un respiro “ la mia piccola Lily è in pericolo, per cui ti prego se sai qualcosa dimmelo, altrimenti dobbiamo andarcene”
Teddy fissò il suo padrino come se volesse attaccare anche lui, la rabbia che si rifletteva nelle sue iridi in quel momento viola, ma poi parve ripensarci e prese un respiro “ Ricordi il tuo specchio?” gli chiese, Harry annuì.
Lo aveva diviso in cinque pezzi, molti anni prima.
Una parte l’ aveva tenuta lui e le altre quattro le aveva date ai suoi tre figli e a Teddy, intimando loro di usarlo in caso di necessità.
Non si era mai perdonato di non averlo usato al momento giusto quando aveva quindici anni.
“ L’ ho spezzato e…una parte…una parte l’ ho dato a lei” sembrava che stesse dicendo tutto questo controvoglia, sapeva che doveva costargli molta fatica tradire “ sua figlia”.
“ E con questo?” chiese Draco.
“ Draco, per favore” si oppose Ginny.
“ No, ha ragione, l’ avrà rotto o gettato via” ipotizzò Albus.
Harry scosse la testa precedendo di poco la risposta di Teddy “ ho parlato con lei due settimane fa” disse loro.
Draco ebbe un moto di rabbia “ hai parlato con lei? E non le hai chiesto…”
“ NON LO SAPEVO” urlò Teddy “ non avevo visto le foto, non avevo collegato le cose” disse e la rabbia gli rendeva difficoltoso respirare.
“ Non lo sapevo” insistè, abbassando di nuovo lo sguardo.
Harry gli mise una mano sulla spalla “ Sei il degno figlio di Remus e Dora, sai?” gli disse con voce commossa.
Teddy annuì portandosi il labbro inferiore dentro la bocca e tirò fuori lo specchio “ lo porto sempre con me, come ti avevo promesso” gli disse, gli occhi lucidi di lacrime.
Harry prese il pezzetto di specchio e cominciò a pensare a come utilizzarlo “ solo una cosa, Harry” disse Teddy.
“ Per favore, non fatele del male, è solo una ragazzina confusa e spaurita, che non sa chi sia la sua famiglia” lo pregò.
“ E’ come noi” continuò guardandolo direttamente nei suoi occhi verdi. Quegli occhi che più di una volta lo avevano accolto e confortato.
Harry dentro di sé sapeva che non era la stessa cosa.
La guerra aveva fatto molti orfani e anche successivamente ce n’ erano stati molti che loro avevano preso e aiutato.
Ma Harry sapeva che non era una giustificazione, l’ essere di una persona veniva determinato dalle proprie scelte e lui e Teddy, nonostante fossero entrambi orfani, avevano sempre saputo da che parte stare.
Però gli occhi di Teddy lo stavano fissando ancora speranzosi e Harry si ritrovò ad annuire.
COMMENTO: E’ UN CAPITOLO MOLTO LUNGO, SPERO VI FACCIA PIACERE : )) ALLORA PRIMA D’ INIZIARE DEVO DIRE DUE COSE…1- L’ IDEA DEL BRACCIALE, NON ME NE SONO NEANCHE RESA CONTO, MA ERA GIA’ STATA USATA ( ANCHE SE L’ UTILIZZO ERA MOLTO ) DIVERSO, MI SONO SCUSATA CON L’ AUTRICE E MI HA DATO L’ AUTORIZZAZIONE QUINDI GRAZIE A MIKILILY CHE L’ AVEVA USATA NELLA SUA “ LA STREGA DI FUOCO” UN’ ALTRA LILY / SCORPIUS MOLTO CARINA, TRA L’ ALTRO ADESSO LA STA RIMETTENDO A POSTO, SE VOLETE LEGGERLA : )) 2- L’ IDEA DEL MONDO DI MEZZO NON E’ ORIGINALISSIMO, LO AMMETTO, VISTO E RIVISTO IN TELEFILM E LIBRI, MA MI PIACEVA TROPPO : ))  AH, SE VI VENISSE QUALCHE DUBBIO, LILY NON HA DIMENTICATO NE’ IL TRADIMENTO, NE’ IL FATTO CHE ABBIA PERSO IL BAMBINO…DICIAMO CHE C’ E’ UN ATTIMINO PASSATA SOPRA E SPERO SI SIA CAPITO IL PERCHE’ : )) COMUNQUE SPERO VI SIA PIACIUTO E CHE MI FARETE SAPERE !! RINGRAZIO TANTISSIMO LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO: ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / PAPOF87 / FEDERCHICCA / MITSUKI91 / HUNTER E CHIATAG !! SPERO MI FARETE SAPERE ANCORA !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE !! ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTI !!

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Capitolo 17
*** 16 CAPITOLO ***


“Ly”
Una voce lontana.
“Ily”
Una voce decisa e preoccupata.
“Lily”
I suoi occhi sembravano così pesanti, ma quella voce sembrava sempre più vicina.
Provò ad aprirli piano, ma la luce glieli fece richiudere immediatamente.
Non era una luce naturale, ma era comunque troppo forte per i suoi occhi, in quel momento, deboli.
“ La luce” mormorò, provando ad aprirli una seconda volta e riuscendo a lasciarli aperti per più di qualche secondo.
Vide il volto della ragazza davanti a lei sorridere, prima di doverli richiudere, per la seconda volta.
Quando tentò di riaprirli per la terza volta, la luce era spenta e la ragazza era illuminata solo dalla luce del corridoio.
“ Sai chi sono?” le chiese.
Lily la osservò senza che nessuna emozione riuscisse a filtrare dal suo volto.
Si sentiva male. Fisicamente e psicologicamente. Il sogno le aveva dato forza, ma allo stesso tempo le aveva lasciato una sensazione di perdita.
E Lily sapeva il perché.
Era davvero una perdita. Aveva avuto nuovamente Scorpius, ma lo aveva anche perso di nuovo.
Guardò i capelli ricci e rossi della ragazza davanti a lei e la sua divisa da Medimaga: un camice verde con un osso e una bacchetta incrociata “ Rose” disse debolmente e lei sorrise annuendo.
“ Merlino, ti ringrazio” affermò Rose con un sospiro abbracciandola di slancio.
“ Ho avuto paura, sai che noi guaritori non riusciamo a guarire le malattie neurologiche e tu, quando sei arrivata eri semi incosciente e continuavi a ripetere: Scorpius, amore, Alice, solo queste tre parole, come un mantra” la informò, cominciando a parlare velocemente e senza sosta come al suo solito.
Lily si portò una mano alla testa “ Rose, piano” la pregò.
Non riusciva a stare dietro al suo discorso. In quel momento non riusciva a stare dietro a niente.
Avrebbe soltanto voluto tornare in quel posto senza tempo e senza luogo, quel posto dove aveva incontrato Scorpius.
“ Tieni prendi questo” le disse Rose, porgendole una pozione marrone e dalla consistenza piuttosto solida.
Lily fece una smorfia afferrando il contenitore, ma poi la paura la invase “ non prendo niente” disse sicura.
Rose la osservò un attimo e guardò le sue braccia ferite e le sue mani piene di tagli da sfregamento.
“ Sono davvero Rose Weasley” le disse con un sorriso “ io e te al tuo quinto anno siamo finite dalla preside per aver provato, o meglio perché tu hai provato a dipingere di rosso e oro l’ arazzo davanti alla sala comune di Serpeverde”
Lily sorrise, ripensando alle urla che avevano cominciato ad emettere i quadri vicini.
“ Grazie” disse cominciando a bere la pozione.
“ Mando un Patronus all’ ufficio Auror, per lo zio, sarà preoccupatissimo” disse sfilandosi la bacchetta dalla tasca e cominciando a produrre il suo Patronus.
Lily mosse le braccia per cercare di alzarsi e le sentì indolenzite, ma libere.
Si guardò le mani, erano arrossate e piene di tagli da sfregamento “ come mi avete trovata?” chiese, la mente che cominciava a snebbiarsi.
“ Ti ha trovata il dottor Noovin, stava andando a caccia”
“ Il dottor Noovin?” chiese Lily stupita, lei non aveva la più pallida idea di chi fosse e lui l’ aveva riconosciuta, salvata e portata là?
“ Bè in effetti Scorpius non è stato molto furbo a portari nella foresta di St. Thomas” disse Rose compiaciuta.
Ecco perché le sembrava familiare, la foresta di St. Thomas, non era neanche lontana da casa sua e spesso d’ estate, quand’ erano solo dei ragazzini, lei e Scorpius si erano letteralmente imboscati in quel posto.
Si chiese se l’ aveva fatto consapevolmente o meno.
Forse quello che le aveva detto nel sogno era vero. Forse l’ incantesimo aveva sempre meno presa su di lui e i ricordi riuscivano a riaffiorare sempre più nitidi.
“ Devo andare” disse, mettendo le gambe a penzoloni sul letto e ignorando la sua testa che protestava, martellando come un ossessa.
Rose le mise una mano sul petto “ tu non vai da nessuna parte” affermò rispingendola a sedere.
Lily guardò Rose con il suo cipiglio più serio, in quel momento sembrava avere uno sguardo molto simile a quello di sua madre.
“ Rose, capisco che ti sia preoccupata, ma sto bene e devo occuparmi di Kara” protestò Lily.
“ Kara?” chiese Rose.
Lily annuì “ deve rimanere tra noi” l’ ammonì e Rose annuì a sua volta.
Lily non aveva alcun dubbio che Rose non l’ avrebbe tradita, non l’ aveva mai fatto, neppure quella volta in cui la McGranitt, aveva minacciato di espellerla.
Lily l’ aveva guardata con orgoglio non cedendo di un passo, ma per Rose, fiera Corvonero, era davvero stato troppo e aveva iniziato a tremare come se stessero per maledirla.
“ Kara, ha rapito Scorpius, io credo che l’ abbia avvicinato prendendo le mie sembianze…e adesso…”
“ Buonasera” la interruppe una voce maschile, fredda e composta.
Rose si voltò sorridendo “ Dottor Noovin, grazie ancora per aver salvato mia cugina” affermò.
Il Medimago fece un cenno con la mano “ dovere” disse, accendendo la luce e osservando Lily e lei lo guardò a sua volta.
Lily strinse gli occhi e lo guardò, non riusciva a definire la sua età, i suoi capelli erano neri, composti e racchiusi in una coda bassa sul collo, il viso sembrava molto giovane, quello di una persona sulla trentina,  i suoi lineamenti erano affascinanti e quella sicurezza che emanava lo rendevano sicuramente molto piacevole da guardare, ma le sue mani erano macchiate e sembravano aver perso un po’ di tonicità.
Non sembravano le mani di un trentenne.
“ Stavo dicendo che devo andarmene” disse Lily, scuotendo la testa e riportando lo sguardo sul suo viso.
“Non può andarsene, la sua ferita al braccio si è infettata…”
“ Un paio di pozioni e starò benissimo” tagliò corto Lily, sentì Rose trattenere il respiro, sicuramente aveva ancora molti problemi a ribellarsi ad una figura autorevole e sicuramente quel Medimago lo era.
Il dottor Noovin scosse la testa “ lei è stata rapita e ferita, l’ ho trovata priva di sensi e legata in una radura, non crede che dovrebbe restare qua almeno una notte?”
Lily fece segno di diniego “ non credo, no” disse sicura, non aveva tempo da perdere.
Adesso che la sua testa era definitivamente libera dalla nebbia che l’ aveva avvolta inizialmente, aveva un’ idea molto chiara di quello che doveva fare.
Aveva capito una delle frasi di Scorpius.
“ Aspettiamo almeno lo zio, Lily…io credo che dovresti ascoltare il Curatore Daltoon Noovin è una persona molto competente”
Lily si trattenne ad alzare gli occhi al cielo. Adorava sua cugina, ma non poteva, sempre, eseguire gli ordini.
“ Forse mio padre è lontano, forse mi sta cercando, andrò io da lui” spiegò, alzandosi in piedi.
Le orecchie le fischiarono per un attimo, ma riuscì a restare in equilibrio.
“ Può lasciarci sole?” chiese, guardando il Medimago “ sa dovrei vestirmi” si giustificò.
Lui incupì leggermente lo sguardo, forse era davvero infastidito dal suo modo di fare, bè sinceramente in quel momento non poteva importargliene di meno.
Guardò Rose che gli sorrise timidamente e poi uscì.
“ Rose, stai sbavando” la riprese Lily scherzosa, afferrando i suoi vestiti dalla sedia accanto al letto.
Rose sbuffò “ oh Lily, non ti rendi conto neanche di cosa stai dicendo” la rimproverò lei, aggiustandosi leggermente il camice per mascherare l’ imbarazzo.
“ E’ un luminare. E’ arrivato dall’ America un anno e mezzo fa e le sue cure sono innovative e perfette…non ti rendi conto di quanto siamo fortunati al San Mungo ad averlo?” le chiese.
“ uhm-uhm” disse Lily poco convinta. Prese la sua bacchetta e lanciò un Muffliato sulla porta.
“ Voglio che tu lo tenga d’ occhio” le disse, cominciando ad infilarsi la sua divisa da Auror.
“ Lily si tratta del Dottor Noovin, ha fatto delle pubblicazioni, non essere paranoica” si oppose.
Lily sorrise, le sembrava quasi di vedere sua zia e suo padre che ragionavano di qualche caso, il problema era che spesso l’ intuito di suo padre non sbagliava.
“ Non ti sembra strano che questo Noovin sia comparso da un anno e mezzo e da un anno siano cominciati gli omicidi?” le chiese fissandola negli occhi.
Rose sbuffò “ allora indaghiamo su tutte le persone che sono arrivate in citta un anno fa” controbatté.
Lily la prese per le braccia “ non è uno scherzo, Rose” le disse seria, fissando i suoi occhi in quelli azzurri della cugina.
“ Hai visto le sue mani?” le chiese.
“ Lily, hai davvero una fissa per le mani” obbiettò Rose, spingendo le spalle verso l’ esterno e liberandosi dalla stretta della cugina.
“ Senti, io ti voglio bene e so che ne stai passando tante, ma non puoi sospettare di una persona come lui”
Lily si sedette sul letto “ io sospetto di tutti” disse stancamente “anche Kara era insospettabile”  continuò con le lacrime agli occhi.
Rose sospirò. Era sua cugina ed erano state l’ uno l’ appiglio dell’ altra per tutti gli anni della loro infanzia.
Anche se era sicura che si sbagliasse e che tutto questo sospettare ed essere piena di paura dipendesse da tutto quello che stava passando, non poteva deluderla.
L’ avrebbe semplicemente fatto “ lo farò”  le disse a conferma.
Lily annuì e l’ abbracciò.
Stava per dirle che si sarebbe smaterializzata, quando sentirono bussare e Rose aprì.
“ Lily”
James le saltò al collo e Lily sorrise, nonostante avessero litigato e non si parlassero Lily era sicura che era stato in ansia per lei quanto gli altri.
“ Ciao Rose” disse poi abbracciando la cugina, poi tornò a guardare Lily “ cavoli come sei ridotta” affermò, guardando la sua divisa stracciata e infangata.
Strinse i pugni “ quello stronzo ti ha fatto del male?” chiese e la sua voce trasudava rabbia.
Lily scosse la testa, cercando di tenere a bada la rabbia verso suo fratello, non era il momento “ non è stato lui lo stronzo” disse spiccia “ è stata una stronza…Kara” gli spiegò.
Gli occhi di James si dilatarono “ Kara?” chiese “ lei fa parte della nostra famiglia, della famiglia di Teddy, perché?” chiese ancora, incredulo.
Lily scosse la testa “ preferirei dirlo una volta sola” non credeva di riuscire a raccontare tutto più volte, era davvero stato un duro colpo per lei.
“ Andiamo da papà” disse e James annuì “ è all’ istituto” spiegò.
Lily tirò fuori la bacchetta, ma James la fermò e tirò fuori un piccolo cilindro con le sue iniziali sopra.
La sua passaporta personale.
Ogni Auror ne aveva uno e lei, stupida, non ci aveva pensato.
Era talmente tanto tempo che non tornava al lavoro che non aveva pensato a quel particolare.
Si toccò la tasca destra, un piccolo rigonfiamento le fece capire che c’ era ancora.
Era stata una dannata stupida.
Aveva voglia di prendersi a schiaffi da sola, avrebbe portato Scorpius in salvo in un baleno.
James puntò la bacchetta sulla passaporta la quale riconoscendo il suo incantesimo e la sua bacchetta s’ illuminò di azzurro.
“ Salutatemi mamma e papà” disse Rose.
James e Lily sorrisero in risposta e in pochi secondi vennero risucchiati dall’ incantesimo.
***
Harry si rigirò lo specchio tra le mani sentendole fremere per la rabbia.
Erano ancora rinchiusi dentro lo studio di Hermione e stavano pensando al modo migliore di agire.
Ma in realtà stavano solo perdendo tempo.
Tempo che non avevano.
Quanto tempo era passato da quando Lily aveva seguito Scorpius?
Guardò fuori dalla finestra e vide un lampo illuminare la notte.
Non sapeva neanche il motivo, ma il fatto che piovesse lo rendeva ancora più nervoso.
Guardò Draco che sembrava un leone in gabbia e percorreva la stanza a grandi passi, guardò Hermione, Ron e Ginny che parlavano sommessamente, sicuramente anche loro stavano cercando una soluzione, infine spostò lo sguardo su Teddy.
Era di nuovo seduto sulla poltrona vicino al fuoco, Victoire e Albus parlavano con lui, ma lui sembrava non ascoltarli, sembrava che il suo dolore fosse oltre.
Harry avrebbe voluto che il suo figlioccio non soffrisse in quel modo e sapeva che l’ unico modo sarebbe stato salvare sia Lily che Kara.
Capra e Cavoli, come diceva un detto Babbano.
In realtà non c’ erano molte speranze con Kara, già se avessero trovato Scorpius, probabilmente sarebbe finito sotto processo e successivamente ad Azkaban, come poteva farlo con Kara?
Se Teddy aveva parlato con lei due settimane prima, significava che lei aveva tutti i suoi ricordi, che non era manovrata da nessuno e quindi che speranze aveva di non finire direttamente ad Azkaban?
E lui, se anche avesse potuto, avrebbe mai fatto qualcosa?
Anche cercando di mettere da parte tutto il dolore che stava infliggendo alla sua famiglia, non poteva mettere da parte quello che era diventato.
La legge era uguale per tutti e lui, prima di chiunque altro, doveva credere in questo.
Il viso di Teddy era bianco, quasi quanto la poltrona sulla quale stava sedendo e Harry sentì lo stomaco stringersi al pensiero di quanto ancora avrebbe dovuto soffrire.
“ Possibile che il trio dei miracoli non riesca a tirare fuori una maledetta idea?” chiese Draco, spezzando il silenzio.
Era appoggiato al camino e li stava guardando ad uno ad uno.
Harry guardò Ron ed Hermione in volto, si sentiva un po’ come l’ anno del suo Torneo Tremaghi, quando tutti aspettavano che lui avesse la soluzione per superare qualche sfida.
Non aveva un’ idea vincente. La sua bambina era in pericolo. Gli sembrava d’ impazzire, doveva fare qualcosa.
Prese lo specchio e lo racchiuse tra le mani “ Teddy, chiamala” ordinò, dicendo l’ unica cosa che gli passava dalla mente da quando aveva preso lo specchio.
Teddy alzò lo sguardo su di lui e sembrò registrare vagamente quello che gli stava dicendo, ma non gli rispose.
Harry si alzò in piedi e si avvicinò a Teddy, gli porse lo specchio e lui lo guardò interrogativamente, sicuramente si stava chiedendo come mai glielo stesse rendendo.
“ Chiamala” gli disse semplicemente.
Tutti lo guardarono come se fosse impazzito, solo Ginny guardava il marito quasi complice, quasi come se avesse capito il suo ragionamento prima ancora che parlasse.
Ginny non aveva mai avuto problemi a capire Harry, sin da quando erano ragazzini, sin da quando aveva capito che avrebbe dovuto aspettarlo fino a che non fosse stato libero.
Libero dalla minaccia di Voldemort.
“ Non risponderà” disse sbrigativo Draco.
Harry sorrise e diede una fugace occhiata a Draco prima di concentrarsi di nuovo su Teddy “ risponderà perché ti ama come un padre”
Teddy scosse la testa “ non mi ama come un padre…”
“ Chi se ne frega,  chiamala e facciamola finita” disseDraco sbrigativo “ anche se non ho capito dove voglia arrivare Potter” continuò, guardando il suo vecchio nemico.
Harry non fece in tempo a rispondere che un tempera matite posto sopra la scrivania di Hermione s’ illuminò di azzurro.
Tutti si guardarono stupiti. Cosa poteva essere successo ancora?
In pochi sapevano di quella passaporta.
“ LILY” urlò Ginny, come vide la figura della figlia comparire davanti a loro.
Lily si stabilizzò sulle gambe, mentre la madre l’ abbracciava. Si sentiva ancora così debole.
“ Come stai? Sei così pallida” le disse mentre anche gli altri l’ abbracciarono “ bene, sto bene, mamma” rispose Lily, separandosi dal padre, ma vide dagli occhi dei due genitori che non li aveva fregati per niente.
“ Felice che tu stia bene” disse Draco, quando fu il suo turno “ mio figlio dov’ è?” le chiese poi.
Lily spostò lo sguardo su Teddy “ Kara” disse in un sussurro “ l’ ha preso lei” continuò.
Draco chiuse gli occhi un secondo prendendo un respiro profondo e poi li riportò su di lei “ com’ è possibile che l’ abbiano preso?” chiese.
“ Draco” lo riprese Albus, ma sorprendentemente Hermione intervenne a sua difesa “ Draco ha ragione, Scorpius è grande e grosso…è andato con loro volontariamente?” chiese guardando la nipote che si stava sedendo su una poltrona.
Lily scosse la testa e cominciò a raccontare.
“ Lo maledicono tramite un bracciale?” sbraitò Draco, quando Lily arrivò a raccontare di quel momento.
“ Hai provato a toglierlo e non si toglie vero?” le chiese contemporaneamente Albus.
“ Come lo sai?” chiese Lily di rimando.
“ Ho letto qualcosa, è una magia potente… è sicuramente legata all’ incantesimo di memoria” disse sovrappensiero, poi il suo sguardo s’ illuminò.
“ Probabilmente questo è stato il loro errore fatale”
Tutti lo guardarono stupiti “ sì l’ errore fatale…il modo di dire Babbano…” sbuffò, vedendo lo sconcerto nei loro occhi.
“ Non importa… so dove l’ ho letto…è un testo di Alice” affermò “ mi farò aiutare da lei” sentenziò.
Lily trattenne il fiato e scosse la testa più volte “ che c’ è?” le chiese Albus.
Lily non riusciva a crederci, ma quello che aveva detto Scorpius, tutto stava prendendo posto nei giusti tasselli.
E se avesse avuto ragione anche su Alice?
Alice era bravissima negli incantesimi di memoria, grazie a lei molte persone del reparto di lunga degenza stavano guarendo e ora Albus le stava dicendo che conosceva anche l’ incantesimo che legava Scorpius a quei maledetti?
Poteva ancora crederla innocente?
Eppure, era la sua migliore amica e l’ idea che lei l’ avesse tradita togliendole la più grande ragione della sua vita, le sembrava impossibile.
Non consapevolmente almeno. Non sapeva cosa credere.
Alice. Incantesimo. Bracciale.
Quelle parole si ripetevano nella sua testa e insieme al suo sogno con Scorpius, sembravano occupare tutto lo spazio disponibile.
Si sentiva ondeggiare persino da seduta. Stava crollando. Era troppo.
Era stanca, confusa, piena di dubbi persino sulla sua migliore amica.
Era tutto davvero troppo.
Troppo. Troppo.
Si prese il viso tra le mani e crollò afflosciandosi su se stessa e lasciando che le lacrime le scendessero libere.
“ Perfetto, una crisi di nervi”  affermò Draco, beccandosi un’ occhiataccia da Harry.
Ginny si chinò su Lily “ amore, andrà tutto bene” cercò di dirle rassicurante, ma non sapeva se crederci neanche lei.
Lily scosse la testa “ niente va bene, hanno di nuovo Scorpius, ero riuscita a fargli ricordare tutto e loro gliel’ hanno fatto dimenticare e lui mi dice di chiedere ad Alice perché lei sa tutto”
Gli occhi di tutti si puntarono su Albus che li aveva sgranati all’ inverosimile “ In…in senso buono però, vero?” le chiese, con voce insicura.
Lui non avrebbe mai potuto dubitare della moglie e credeva che neanche Lily lo avrebbe mai fatto.
“ Non lo so” disse invece Lily “ non so più di chi fidarmi” continuò, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Inspirò ed espirò più volte come a darsi coraggio di fare quello che doveva e si alzò in piedi.
“ Io ho un’ idea e potrebbe funzionare…Teddy, ti và di venire con me?” gli chiese.
Teddy aggrottò le sopracciglia “ Lily…” disse incerto, non gli piaceva la determinazione che vedeva nei suoi occhi.
“ E hai intenzione di dirla anche a noi?” protestò James.
Lily scosse la testa “ Albus prendi la piccola Jenny e Syria e vai da Neville e Hannah” ordinò.
“ Alice?” chiese Albus “ te la mando appena avrò parlato con lei” gli spiegò, poi guarò il maggiore dei suoi fratelli “ James vai da tuo figlio, volevano lui” sottolineò cercando di marcare la mano sul suo senso di protezione di padre, forse in quel modo non si sarebbe opposto " e porta con te mamma, papà e Draco con la sua famiglia” continuò.
“ Dove andiamo?” le chiese e Lily sospirò “ non lo so…la Tana magari, basta che metti tutti gli incantesimi di protezione e restiate nascosti” concluse.
“ Di cosa hai paura, Lily? Che vuoi fare?” chiese stupita sua zia Hermione.
“ Della sua vendetta” disse Lily e la sua voce era seria e senza tremori.
Aveva capito. L’ amore, la sua arma vincente. Aveva capito quello che voleva dire Scorpius.
Avrebbe preso Kara, ma non poteva farlo mettendo a rischio i suoi cari.
Harry scosse la testa “ io non posso farlo” si oppose “ non so cosa tu voglia fare, cosa tu sappia…non so neanche se ci hai raccontato tutto…”
Lily sentì una piccola fitta al cuore, il suo papà la conosceva così bene.
“ Ma non lascerò che tu combatta da sola” disse semplicemente.
Lily passò lo sguardo su tutti gli occupanti della stanza, la stavano guardando increduli, persino Draco aveva un’ espressione stupita nel viso.
“ Non sarò sola, mi tengo lo zio Ron e la zia Hermione” rispose con semplicità “ se loro vorranno aiutarmi” si corresse subito Lily con un piccolo sorriso.
Harry guardò i suoi amici, ma loro lo stavano guardando come se non avessero altra scelta.
Sicuramente si sentivano in colpa a lasciare Harry all’ oscuro, ma Lily li aveva messi alle strette “ Tutti e tre o niente”  sentenziò.
Non sarebbe mai stato in disparte a guardare. Non era lui.
Non era Harry Potter.
Lily annuì “ e sia” disse con un sorriso, ma Harry non ricambiò il sorriso, cercando nel volto della figlia qualche traccia della sua bambina di prima.
Ma non la trovò.
Lily era sempre stata una ragazza sicura, ma in quel momento sembrava davvero pronta a tutto.
COMMENTO: ECCOCI QUA…CAPITOLO BELLO LUNGO E STAVOLTA PUNTUALISSIMA… E’ POCO PIU’ DI MEZZANOTTE : )) LO SO, IMMAGINO GIA’ LE PROTESTE, MA IL CAPITOLO DI PREPARAZIONE CI VOLEVA…ALCUNE COSE DOVEVANO ESSERE COLLEGATE : )) NEL PROSSIMO CAPIREMO CHE IDEA ABBIA AVUTO LILY E COME ABBIA INTENZIONE DI PRENDERE KARA…VI DIRO’ SOLO CHE SPERO DI STUPIRVI : ))  RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E CHE MI INCORAGGIANO FACENDOMI ANDARE AVANTI CON QUESTA STORIA OVVERO ICEPRINCESS/ LUISA21/ ARYELLE/ CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / HUNTER / PAPOF 87  E SPRING !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 18
*** 17 CAPITOLO ***


Alice aveva un diavolo per capello.
L’ avevano lasciata sola con quattro bambini a cui badare, mentre tutti gli altri sembravano occupati in cose urgentissime.
Chi non aveva potuto lasciare il lavoro, chi non aveva potuto lasciare il volontariato che faceva per l’ istituto, chi era alla ricerca di Lily, ovvero: dove avrebbe voluto essere anche lei.
A volte si chiedeva perché toccasse sempre a lei la pagliuzza più corta, ma in fondo sapeva che era soltanto troppo buona.
Sorrise, Lily le diceva sempre che doveva imparare a dire di no.
E’ vero il suo lavoro di ricerca poteva benissimo essere svolto anche a casa, ma questo non le impediva di essere preoccupata per la sua migliore amica.
Aveva davanti agli occhi ancora lo sguardo di Lily mentre seguiva Scorpius, il suo sguardo disperato, pronto a tutto e purtroppo conoscendola, quanto la conosceva lei, Alice sapeva che Lily avrebbe provato davvero di tutto e avrebbe sacrificato anche se stessa per Scorpius.
Alzò la testa dai fogli davanti a sé e guardò i bambini, Christian e Aries tanto per cambiare stavano battibeccando, Jenny aveva dei coccini davanti a sé e li sbatteva rumorosamente l’ uno contro l’ altro, quella che le destava più preoccupazione era Syria.
Sembrava che niente di quello che le accadeva intorno le interessasse, teneva lo sguardo fisso sul libro che stava leggendo, ma Alice era sicura che se le avesse chiesto di cosa parlava non avrebbe saputo dirglielo.
E non poteva darle torto.
Era una bambina di sette anni e tutto il suo mondo si era sgretolato.
Aveva visto il suo papà scacciarla, prendere prepotentemente la sua mamma e portarla via, i suoi nonni e i suoi zii erano in uno stato di completa agitazione e nonostante cercassero di non trasmetterglielo, era difficile che non ne fosse influenzata.
A conti fatti, forse in apparenza era anche troppo tranquilla. In apparenza.
“ Che ne dite di mangiare qualcosa e poi andare a nanna?” chiese Alice.
Syria e Aries alzarono i loro occhi grigi su di lei, come se si stessero chiedendo se avesse perso la ragione e per una volta anche Christian sembrò concordare con loro, perché alzò un sopracciglio ed emise un mezzo sorriso strafottente che le ricordava molto James.
Alice alzò le mani davanti a sé come se volesse ritirare quello che aveva appena detto “ ok, niente letto per ora” concordò “ ma non posso farvi fare lo sciopero della fame” continuò.
Non ricevette ancora risposta quindi prese sua figlia tra le braccia e si sedette sopra il tavolino da fumo, guardando Syria.
“ E’ un bel libro?” le chiese e la piccola annuì distrattamente, senza neanche alzare gli occhi dalla pagina.
Alice sospirò e le prese il libro dalle mani chiudendolo “ non succederà niente alla tua mamma” disse sicura.
Adesso aveva l’ attenzione di tutti e tre i ragazzi “ e neanche al tuo papà” continuò convinta.
Aries emise uno sbuffo poco convinto “ non succederà niente a nessuno” ribadì Alice, guardando la maggiore dei ragazzi con rimprovero.
Accarezzò la testa della sua bambina quasi sovrappensiero “ Sai perché lo so?” chiese guardando Syria.
Gli occhi della piccola Syria si concentrarono finalmente su di lei. La curiosità insita nei geni Potter, stava avendo la meglio sulla sua paura di affrontare il discorso.
Alice sorrise “ preparatevi ad una storia divertente” disse guardando tutti e tre.
Christian si sistemò meglio sul divano e anche Aries concentrò totalmente l’ attenzione su di lei e Alice cominciò a raccontare di come Lily e Scorpius si erano scoperti innamorati.
Delle loro litigate, dei loro dispetti, di tutte le volte che avevano cercato di sfuggire all’ ovvietà della cosa.
“ Fino a quando, l’ estate dopo il conseguimento dei M.A.G.O. di Scorpius, successe, a loro dire inaspettatamente…” disse Alice con un sorriso furbo “ che li trovammo nella foresta di St. Thomas e si stavano baciando” concluse la frase in un sussurro, quasi come fosse una cosa proibita e in realtà ricordava che era davvero una cosa inizialmente proibita.
“ Non c’ entra niente” intervenne Aries acida beccandosi una gomitata da Christian.
Possibile che non capisse che stava cercando di tranquillizzare Syria?
Aries si voltò verso Christian e strinse i suoi occhi grigi su di lui sperando di spaventarlo, ma lui sorrise “ sei davvero stupida” le disse sicuro.
Aries stava per ribattere, ma Alice li interruppe “ in realtà c’ entra” disse loro.
“ Sì perché inizialmente entrambi volevano tenere nascosta la loro relazione” spiegò “ sai tuo padre aveva paura che entrambi i tuoi nonni sarebbero morti di crepacuore e in più c’ era da considerare lo zio James” continuò dando un’ occhiata divertita a Christian che si passò una mano tra i capelli imbarazzato.
“ Ricordo che Lily disse che James li avrebbe obliviati pur di non fargli ricordare che stavano insieme e tuo padre rispose che l’ avrebbe riconosciuta comunque, perché il suo cuore non avrebbe mentito” continuò, persa nei ricordi.
“ Bleah” Christian fece finta di vomitare e Aries  e Syria risero.
“ Non sembra mio fratello questo…” commentò Aries studiandola come per capire se avesse mentito.
“ Sì, questo è il mio papà” disse invece Syria e il suo sguardo non era più spento ma pieno di orgoglio.
Syria allungò le braccia per prendere la cuginetta dalle mani della zia e se la depositò sulle ginocchia, sorridendole e cominciando a giocare con lei.
“ E tu credi che la riconoscerà ancora?” chiese, giocando con le manine della cugina.
Alice sorrise “ se c’ è qualcuno in grado di far ricordare tutto a Scorpius questa è tua madre, te lo ass…”
Non aveva ancora concluso la frase che il rumore della materializzazione, la fece sobbalzare, mettendo alla prova i suoi, in quel momento, fragili nervi.
“ Albus” disse incrociando gli occhi verdi del marito.
Lui si guardò intorno e fece un sorriso alla moglie e ai ragazzi, prima di precipitarsi da sua figlia e prenderla tra le braccia.
“ Che succede?” chiese Alice preoccupata dal fatto che stesse stringendo Jenny in maniera quasi possessiva.
Albus la guardò, poi spostò di nuovo lo sguardo sui bambini che lo stavano guardando meravigliati quanto la moglie “ ragazzi preparate le vostre cose, dobbiamo andare alla Tana per un paio di giorni” ordinò, cercando di tenere la voce il più possibile sotto controllo.
Subito si levarono diverse proteste, ma Albus le sedò immediatamente “ Dobbiamo andare, ci raggiungeranno tutti là” disse.
Aries guardò Christian e poi prese Syria per un braccio “ andiamo, ti aiuto io a preparare la roba” le disse calma.
Albus li guardò avviarsi per le scale e poi prese Alice per un braccio conducendola in cucina, lontana dalle orecchie dei ragazzi.
“ Lily è tornata” disse semplicemente.
Il volto di Alice si aprì in un sorriso sincero e chiuse gli occhi per il sollievo, ma subito dopo il suo sorriso si spense.
Era tornata? E perché non era con Albus?
Perché non era venuta a riabbracciare la sua bambina?
“ Sta male?” chiese, la paura negli occhi.
Albus parve studiarla un secondo, ma poi Alice credette di esserselo immaginato perché sospirò e posò la piccola nel seggiolone.
“ Fisicamente sta bene” disse “ ma…” si bloccò e prese un nuovo respiro come se si stesse preparando a dire qualcosa.
“ Albus mi stai innervosendo” disse Alice “ se sta bene, perché non è qua? Perché non è venuta da Syria?” chiese nervosa.
Lui lanciò un’ occhiata verso il salotto per essere sicuro che i ragazzi non fossero ancora riscesi “ perché era proprio Syria che non voleva vedere” affermò.
Alice corrugò la fronte e fece scattare il viso all’ indietro sorpresa “ Che cosa?” chiese, quasi spaventata.
Non era un comportamento da Lily
“ Aveva paura di non avere il coraggio di lasciarla di nuovo” rispose Albus mestamente e Alice lo guardò come per invitarlo a proseguire.
Era sicura che ci fosse un piano, qualcosa che doveva fare, ma Albus non continuò a parlare.
La stava guardando come se avesse un dubbio che lo stava divorando dall’ interno.
“ Cos’ altro c’ è ?” chiese Alice e Albus scosse la testa.
Come poteva chiederglielo? Mettere in dubbio l’ amore della sua vita?
La guardò negli occhi, in quegli occhi in cui vi aveva sempre trovato amore, quegli occhi che aveva scelto quando aveva sedici anni e che ora lo stavano guardando quasi terrorizzato.
“ Nient’ altro” le disse, attirandola a sé e racchiudendola tra le sue braccia.
Lui le credeva, non aveva dubbi. Lei era la sua Aly.
Appoggiò dolcemente la fronte a quella di lei “ qualsiasi cosa ti dica Lily” disse in un sussurro “ ricordati che è soltanto sconvolta, non sa più cosa credere o a chi credere” le spiegò.
Alice fece un passo indietro, ma Albus la trattenne per il viso “  non so cosa ti vuol dire” disse precedendo la sua domanda.
“ Ma lei in questo momento non è…non è del tutto lucida” le spiegò.
Alice aveva le lacrime agli occhi. Stava capendo bene? Lily stava dubitando di lei?
“ Mostrale il libro, quello da cui hai preso la maggior parte dei dati per iniziare le tue ricerche, forse Scorpius si riferiva a quello”
Alice cominciava a non capirci più niente “ mi lasci sola?” chiese al marito “ e Lily dubita di me?” chiese sempre più stupita.
Albus scosse la testa sentendo il viso di Alice tremare sotto le sue mani “ io credo che stia cercando d’ appigliarsi ad ogni cosa” le spiegò.
Poi le baciò dolcemente le labbra “ credo che lo farei anch’ io pur di riaverti con me” aggiunse baciandola di nuovo.
Alice chiuse gli occhi prima di puntarli di nuovo sul marito “ dove andate?” gli chiese, capendo che lei sarebbe rimasta là.
Albus si staccò da lei e prese la sua bambina in collo “ da tuo padre” la informò, muovendosi per tornare in salotto.
Chiamò gli altri e produsse il suo Patronus “ via libera” disse e lasciò che il suo Patronus raggiungesse la sua destinazione.
“ Ci vediamo là ” disse azionando una passaporta.
Alice diede un bacio sulla testa della piccola Jenny e Albus la trattenne per un braccio “ tra poco” aggiunse, posando per l’ ultima volta le labbra sulle sue.
Alice sorrise non del tutto convinta “ fate i bravi” disse guardando i ragazzi e mentre la cornice cominciava a diventare di un azzurro sempre più intenso fissò il marito negli occhi “ ti amo” sillabò muovendo solo le labbra.
Albus sorrise “ io di più” replicò scherzoso, richiamando il gioco di quando erano ragazzini.
***
Scorpius entrò nel bagno e aprì il rubinetto della doccia.
Quando si era svegliato, si era sentito dolorante, ma non aveva detto niente.
La ragazza che era seduta accanto al suo letto gli aveva raccontato di un attacco a cui era sopravvissuto, ma lui non lo ricordava.
Aveva cominciato a raccontare ed imbastire una storia, in cui lui sarebbe stato coinvolto, ma continuava a guardarlo come se cercasse la sua approvazione e questo l’ aveva confuso ancora di più.
E lui odiava sentirsi così confuso.
Era sicuro che ci fossero troppe cose che non tornavano e l’ insicurezza di Kara, lo aveva convinto che la sua intuizione non fosse sbagliata.
Voleva passare come colei che l’ aveva salvato da un destino infame, ma come poteva non ricordare niente se davvero era stato così importante?
Si tolse i pantaloni pensando che l’ unico motivo poteva essere l’ Oblivion, ma sapeva che con quell’ incantesimo quasi tutta la memoria dell’ ultimo periodo sarebbe andata perduta e invece lui ricordava per chi lavorava e chi era Kara.
Si tolse anche la maglietta e l’ appoggiò sopra il water con l’ intenzione di buttarla via subito dopo la doccia, ma quando tolse la maglia notò un alone di sangue su di essa e si guardò allo specchio.
Non era ferito. Aveva una lunga linea violacea che partiva dal suo polso e arrivava fino al suo cuore, ma non aveva alcuna ferita aperta.
Passò lentamente la punta delle dita sopra il suo petto in corrispondenza con la linea e quasi rabbrividì.
Gli sembrava che dovesse ricordare qualcosa, che quella ferita significasse qualcosa, ma non capiva che cosa.
Afferrò la maglia. Poteva analizzare quel sangue, non ricordava come lo sapeva, ma ricordava che era a conoscenza di come fare.
***
Harry si materializzò dentro al San Mungo. Aveva una brutta sensazione.
Ormai credeva di essersi abituato alle brutte sensazioni, era da quando era ragazzino, da quando aveva dovuto affrontare Voldemort che conviveva con le brutte sensazioni.
Per quanto ogni volta cercasse di scacciarle e di dirsi che erano un suo problema, queste continuavano a farsi avanti. Reali e vere così tanto da opprimerlo.
Si affacciò alla balaustra e vide diverse persone affrettarsi verso i reparti.
Normale quotidianità dentro un ospedale, allora perché non riusciva a togliersi questa sensazione?
Forse era dovuta dal fatto che Lily li aveva mandati a mettere tutti gli incantesimi di protezione alla Tana e a casa di Neville e lei si fosse avviata con Teddy, con la scusa di parlare con Alice.
Forse era proprio quello il problema. Aveva detto di non fidarsi di Alice, aveva detto che Scorpius l’ aveva messa in guardia e poi era andata da sola ad incontrarla?
I suoi sensi erano decisamente in allarme.
Ron ed Hermione si smaterializzarono pochi secondi dopo di lui e lo guardarono in attesa.
“ Non guardatemi così, non so cos’ abbia in mente” disse Harry, osservando il ritratto di quel guaritore sotto il quale si erano dati appuntamento.
Perché Lily tardava? Perché stava perdendo tempo?
Tempo che non avevano ricordò a se stesso.
Avrebbe voluto averne di più, farsi spiegare che cosa voleva fare, ma Lily era stata così decisa, così sicura che tutto dovesse essere fatto subito, che neanche lui aveva avuto il coraggio di contraddirla.
“ Non dovevamo ascoltarla” disse Ron “ e precisamente come credevi di fermarla?” chiese Hermione indispettita, sicuramente non era la prima volta che Ron esponeva il suo punto di vista.
“ Non capisci è disperata, non è lucida” replicò Ron.
Hermione emise uno sbuffo spazientito “ è più lucida di quello che credi” obiettò “ però hai ragione è una donna disperata” ammise in un sussurro.
“ Non siete mai stati bravi a tranquillizzarmi” li accusò Harry con un sorriso stentato.
“ Forse perché non abbiamo mai potuto tranquillizzarti” replicò Ron.
Hermione nel frattempo si stava guardando intorno “ spero solo che non abbia intenzione di battersi all’ interno del San Mungo” disse impaurita.
Ron rise “ perché ?” chiese “ meglio che qua…cure assicurate” affermò continuando a scherzare.
Hermione sospirò esasperata “ non essere stupido Ron” lo rimproverò “ hai idea di quanti civili, di quante persone innocenti, di quante persone che stanno cercando di guarire rischierebbero la vita” disse arrabbiata.
“ Forse dimentichi che stiamo parlando di Lily, è l’ onestà fatta persona” replicò Ron.
Harry prese un respiro “ sì, ma ho paura che stia crollando” ammise Harry “ non l’ ho mai vista…”
S’ interruppe allarmato per delle urla.
“ TRADITRICE”
Harry sentì il fiato mozzarglisi in gola, era la voce di Lily e sembrava piena di rabbia.
“ MI FIDAVO DI TE…COME HAI POTUTO?” un altro urlo, sempre più forte, sempre più disperato.
“ NON POTEVO FARE ALTRIMENTI”  e quella era la voce di Alice, piangente, impaurita.
Harry guardò Ron ed Hermione solo un attimo, prima di lanciarsi verso le scale.
Cominciò a salirle a due a due, doveva arrivare in fretta. 
La sua brutta sensazione era ormai così forte che gli sembrava potesse chiudergli la gola.
“ E TU…TU SEI D’ ACCORDO CON KARA, VERO?”
Ce l’ aveva con Teddy, ma lui non era d’ accordo con quella maledetta, ormai era appurato.
Avevano cercato anche una soluzione insieme e gli sembrava che Lily avesse capito.
Invece era lui che non aveva capito sua figlia.
Gli occhi di Lily di qualche ora prima, la sua stanchezza, la sua paura, la sua diffidenza.
Come aveva potuto non capire che era crollata? Che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa?
Mise la mano sul corrimano per frenare la sua corsa e vide Teddy e Alice costretti contro il muro e Lily che nonostante non fosse molto alta, sembrava torreggiare su di loro.
Lo sguardo furioso nei suoi occhi castani.
“ Amo troppo Kara, non posso tradirla”
Harry sentì il suo cuore rompersi. Teddy non ce l’ aveva fatta a mettersi contro Kara e Lily stava reagendo nel peggiore dei modi.
“ Aspetta” disse lanciandosi in avanti. Lui poteva parlare con Teddy, convincerlo e soprattutto portarli via da Lily.
Ma fece in tempo a fare solo due passi prima di vedere una luce verde partire dalla bacchetta di Lily e le parole che odiava di più al mondo essere pronunciate proprio da sua figlia.
“ Avada Kedavra” disse Lily, la sua voce sembrava quasi tranquilla, i suoi occhi sembravano tornati in pace, solo il tremore della sua mano tradiva il suo nervosismo.
“ NO” urlò Harry, ma si accorse che la sua non era stata l’ unica voce a levarsi.
Vide l’ immagine quasi al rallentatore. Teddy si buttò davanti ad Alice proteggendola con il suo corpo e cadde a terra, gli occhi fermi e vitrei, le braccia spalancate.
Morto.
Harry era scioccato ed Hermione e Ron con lui, erano tutti e tre immobilizzati, un folto gruppo di gente stava osservando la scena a bocca aperta, ma nessuno si muoveva.
Harry individuò Lorcan che aveva i pugni stretti, Rose che era talmente bianca che sembrava stesse per svenire e il Medimago accanto a lei che aveva le labbra congiunte l’ una contro l’ altra, come se non approvasse la scena che stava vedendo e come poteva dargli torto?
“ Lily, che hai fatto?” chiese in un sussurro, riscuotendosi e correndo dal suo figlioccio.
Forse c’ era ancora una speranza, pensò con gli occhi lucidi, forse il suo petto avrebbe iniziato di nuovo a muoversi al ritmo del suo respiro.
Appoggiò le dita sul collo di Teddy per cercare un battito. Doveva esserci.
Non poteva essere morto. Sua figlia non poteva essere un’ assassina.
Ma non c’ era nessun battito.
Sentì le lacrime cominciare a scorrergli nel viso.
Aveva fallito, aveva reso sua figlia un’ assassina e il bambino che tanti anni prima gli era stato affidato, da uno dei migliori amici di suo padre, era morto.
Guardò Lily, le sue mani tremavano così come tutto il suo corpo “ perdonami, papà” disse e si smaterializzò sotto lo sguardo allibito di tutti.

COMMENTO: OK…NON CRUCIATEMI PER FAVORE !! PER DUE MOTIVI PRIMO: OGGI E’ IL MIO COMPLEANNO E VI PREGO DI AVERE PIETA’ SECONDO: ALTRIMENTI NON POTRO’ METTERE IL PROSSIMO CAPITOLO CHE DARA’ UNA SPIEGAZIONE A TUTTO…SOPRATTUTTO FARA’ VEDERE COSA HA SCATENATO TUTTA LA RABBIA DI LILY E COLMERA’ IL VUOTO TRA L’ ADDIO DI ALBUS E L’ ATTACCO DI LILY…LO PROMETTO TUTTO AVRA’ UNA SPIEGAZIONE  : ))  BE’ AVEVO DETTO CHE AVREI CERCATO DI STUPIRVI E SPERO DI AVERLO FATTO E CHE MI FARETE SAPERE…NE AVREI BISOGNO : p INTANTO RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE NON MI ABBANDONANO MAI…OVVERO ICEPRINCESS / LUISA 21 / ARYELLE / PAPOF 87 / CESCAPADFOOT / HUNTER E FEDERCHICCA !! SPERO MI FARETE SAPERE ANCHE STAVOLTA !! INOLTRE RINGRAZIO CHIUNQUE MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI LEGGE SOLTANTO !! ORA VADO A FESTEGGIARE…SAREI FELICE SE MI REGALASTE IL VOSTRO PARERE !! UN BACIONE A TUTTI!!

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Capitolo 19
*** 18 CAPITOLO ***


Qualche ora prima
Alice si stava torcendo nervosamente le dita chiedendosi che cosa avesse portato Lily a dubitare di lei.
Erano sempre state amiche, avevano affidato l’ una la vita nelle mani dell’ altra in una sorta di patto segreto quando erano bambine.
Erano cresciute insieme. Alice si ricordava di Lily da…da sempre, da quando poteva ricordare.
Lei non avrebbe mai dubitato di Lily, non avrebbe potuto.
Era stata una frase di Scorpius, così aveva detto Albus, ma come poteva Lily credere ad uno Scorpius confuso e sotto incantesimo e mettere in dubbio lei.
Lei.
Prese un respiro appena sentì il rumore della smaterializzazione e vide Lily e Teddy comparire davanti ai suoi occhi.
Avrebbe voluto abbracciarla. Sembrava aver, decisamente, bisogno di un abbraccio.
Era sporca, infangata ed aveva anche due ferite ancora visibili in corrispondenza dei due tagli sulla divisa.
Ma semplicemente non poteva abbracciarla.
Non ora. Non prima che avesse capito che cosa stava succedendo.
“ Devi essere curata” disse invece, guardando i tagli, quello sul braccio sembrava giallo e completamente infettato.
Sicuramente conoscendola non aveva preso nessuna pozione per curarsi.
Lily sospirò “ non ti credo colpevole” sentenziò, togliendo ogni dubbio ad Alice che senza accorgesene si ritrovò a sorridere.
“ Grazie a Godric” rispose, alzando gli occhi al cielo.
Si era già preparata un mega discorso su quanto fossero unite e quanto fosse stupida a dubitare di lei. Era un discorso che partiva da quando avevano entrambe il pannolino ed arrivava fino a quando erano state entrambe le madrine dei figli dell’ altra.
E invece Lily l’ aveva stupita.
“ Allora che succede?” chiese e anche Teddy si voltò verso di lei incuriosito.
Guardò Alice “ Syria sta bene?” chiese e la cognata fece un sorriso triste.
“ Fisicamente sta benissimo, emotivamente sta come ti puoi immaginare…aspetta i suoi genitori e prega che non succeda loro niente” rispose onestamente.
Lily annuì cercando di ricacciare le lacrime dentro i suoi occhi.
Sentiva le mani fremere al solo pensiero di quanto le mancava la sua bambina.
“ Voi siete le persone di cui mi fido di più” disse in un sussurro e Alice si mosse per andare da lei, ma Lily la fermò con una mano.
“ Mi aiutereste?” le chiese “ anche se la cosa potrà sembrarvi folle e stupida, anche se questo significherà deludere tutte le persone che vi sono vicine?”  chiese ancora e i suoi occhi brillavano.
“ Che vuoi dire?” chiese Alice spaventata.
Lily si conficcò le unghie nel palmo della mano cercando con il dolore d’ infondersi coraggio.
“ Sei sicuro di riuscire a tradire Kara?” chiese Lily, guardando Teddy dritto negli occhi.
Teddy abbassò lo sguardo e Lily gli prese le mani.
“ Io ti amo quanto un fratello, Teddy, ti amo quanto amo James e Albus…credi che se non fossi estremamente sicura che sia lei la colpevole vorrei darti un dolore del genere?”
Alice boccheggiò un attimo per riportare aria nei suoi polmoni. Kara era la colpevole?
Quella Kara? La quasi figlia di Teddy e Victoire, la ragazzina che lei e Lily avevano adottato come una sorellina minore?
Solo il pensiero le faceva stringere lo stomaco. Non era possibile.
Non era giusto, pensò guardando Teddy e i suoi occhi nuovamente oscurati.
“ Farò ciò che è giusto” disse lui e a Lily questo parve bastare perché annuì, ma pochi attimi dopo parve nuovamente vacillare.
Sospirò di nuovo, sembrava che stesse cercando di raccogliere tutto il coraggio necessario per dire o fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare.
“ Lily?” la chiamò Teddy e lei lo guardò lasciandosi cadere sulla poltrona.
“ Io…” cominciò guardandolo negli occhi, parlare con lui era come parlare con James e Albus, anzi era diverso.
Teddy era il fratello comprensivo, ancora più di Albus, perché lui era diversi anni più grande di lei e non l’ aveva mai presa in giro come si fa tra fratelli, ma l’ aveva sempre ascoltata e consigliata.
Scosse la testa. Non sapeva come fare. Tutto poteva andare storto e se così fosse successo avrebbe rovinato più di una vita.
Quello che voleva e doveva fare richiedeva, decisamente, tutto il suo coraggio.
“ Tu sei un Metamorfmagus” determinò.
Alice e Teddy si scambiarono uno sguardo stupito “ Lily, non abbiamo molto tempo” l’ ammonì Teddy, chiedendosi dove volesse arrivare, perché sottolineava l’ ovvio.
Lui era un Metamorfmagus e quindi?
“ Credi di poter sembrare…” non ce la faceva neanche a dirlo, come poteva pensare di farlo?
“ Lily” la incitò Alice, stava cominciando ad agitarsi e finalmente comprendeva le parole di Albus.
Lily sembrava un’ altra persona.
Agitata, quasi impaurita, adesso che poteva osservarla con i suoi occhi le faceva quasi paura.
“ Morto?” chiese guardandolo dritto negli occhi.
Teddy quasi sorrise “ nel senso di bianco cadaverico e occhi sbarrati?” le chiese, ripensando a quante volte lo aveva fatto da bambino per spaventare sua nonna Andromeda, prima di capire che non era il caso di scherzarci sopra, soprattutto con sua nonna o con Harry che avevano visto morire centinaia di persone, tra cui quasi tutti i loro familiari “ certo che posso, ma…sarebbe questo il tuo piano?” chiese stupito.
“ Qualche foto che mi ritrae morto? Kara è una Metamorfmagus capirà che…”
“Chi ha parlato di foto?” lo interruppe Lily.
Alice corrugò le sopracciglia, guardandola sempre più accigliata. Aveva paura di aver compreso la sua amica.
“ Non vorrai…” lasciò la domanda in sospeso, continuando a scuotere la testa, era un’ idea folle, se qualcosa fosse andato storto?
“ Sì, devo ucciderlo” rispose Lily, spostando nervosamente lo sguardo dall’ uno all’ altro.
Teddy indietreggiò automaticamente di un passo “ uccidermi ?” chiese e la sua voce era un roco sussurro.
Lily annuì “ ricordi cosa ci hanno sempre detto a difesa contro le arti oscure?” chiese Lily.
Alice si portò entrambe le mani a coprire la bocca, aveva ragione, stava davvero pensando a quello.
Teddy invece scosse la testa, non capendo ancora cosa intendesse dire, dicendo che doveva ucciderlo.
“ I professori ed anche papà hanno sempre detto che le imperdonabili non funzionano se non lo vogliamo veramente, papà non riuscì a cruciare Bellatrix Lestrange perché non aveva il vero desiderio di fare del male…”
“ Ma si trattava di Cruciare” la interruppe Teddy.
Lily annuì “ Sì, ma il Professor Thomas diceva che il loro vecchio e, aihmè impostore, professor Moody, gli disse una volta, che tutti avrebbero potuto pronunciare la maledizione che uccide contro di lui e non gli avrebbero fatto niente, perché dev’ esserci l’ intenzione di uccidere” determinò.
Teddy era sconvolto “ e tu vorresti provare a scagliare l’ Avada contro di lui, basandoti sulle parole di un folle impostore?” chiese Alice spaventata.
Lily scosse la testa “ No, anche nel corso per Auror lo insegnano, è uno dei fondamenti, devi avere intenzione di fare del male e di uccidere, perché se non vuoi farlo, la persona non morirà” poi guardò Teddy negli occhi “ pensi di riuscire a fidarti di me?” gli chiese.
Teddy si fidava ciecamente di Lily, era cresciuto con lei e sapeva anche della storia delle intenzioni, ma sua madre e suo padre erano morti così e lui…lui non sapeva se ce l’ avrebbe fatta.
Lily guardò l’ orologio “ se vogliamo farlo dobbiamo andare” disse “ devo anche parlare con la persona che potrebbe sapere qualcosa, la persona che mi ha indicato Scorpius” continuò Lily.
“ E il cuore…e il respiro?” chiese Teddy, cercando di seguire il suo ragionamento.
“ Di sopra, tra le cose di Draco, ci dovrebbe essere il distillato di morte apparente” rispose Lily pensierosa.
“ Distillato di morte vivente” la corresse automaticamente Alice “ ed è un rischio, lo deve prendere prima o tutti lo vedranno…”
“ No” la interruppe Lily “ il distillato di morte apparente è l’ evoluzione, è stato creato da Draco proprio sulla base dell’ altra, ma puoi prenderla prima, agisce dopo circa un’ ora” spiegò “ però anche il suo effetto è limitato, rispetto all’ altra dura dodici ore meno” continuò, poi corse verso le scale ed entrò nella stanza di Draco e Astoria.
Alice e Teddy la sentirono rovistare tra la loro roba, fiale che cozzavano l’ una con l’ altra provocando un forte rumore di vetro e intanto ognuno dei due era perso nei propri pensieri.
“ Dovrai smaterializzarlo tu” disse rivolta ad Alice, mentre scendeva le scale.
Alice si voltò verso di lei “ E tu che farai?” le chiese.
Lily soppesò con una mano la fiala e la guardò negli occhi “ mi devono credere tutti un’ assassina, dovrò fuggire…”
“ Ma Harry…?” chiese Teddy, sapevano che avevano fissato con lui e che sarebbe stato là.
“ Mi deve vedere, tutti mi devono vedere, devono dirlo a Kara. Lei verrà per vedere Teddy ed io l’ aspetterò e la prenderò” disse con tutta la determinazione di cui era capace in quel momento.
Alice si morse un labbro nervosamente “ potrebbe andare storto qualcosa” disse impaurita, ma Teddy la ignorò “ e se non venisse?” chiese rivolta a Lily.
“ Tu pensi che Kara non tenga a te?” gli chiese di rimando “ Kara, nella sua mente malata, ha fatto tutto questo per te” gli spiegò Lily, prima di porgerli la boccetta.
Alice era sempre più spaventata. Lily si basava su delle probabili farneticazioni di Scorpius e non sapevano neanche se potevano credergli.
Guardò Teddy come se si aspettasse che lui la facesse ragionare, invece lo vide afferrare la boccetta e guardare il suo contenuto limpido.
“ Se mi uccidi, mi arrabbierò molto” le disse bevendola tutta e Lily sorrise “ farò del mio meglio” rispose.
Teddy appoggiò la boccetta sul ripiano “ Harry ci ucciderà davvero” disse guardando Lily e lei annuì.
Non riusciva neanche ad immaginare il dolore che avrebbe provocato nel padre, quando l’ avesse vista scagliare l’ anatema che uccide, quando l’ avesse sentita pronunciare quelle fatidiche parole.
“ Lo so” disse “ ma ormai non si torna più indietro, abbiamo 59 minuti e devo parlare con una persona al San Mungo” concluse.
Teddy e Alice si guardarono. No, ormai non potevano più tornare indietro.
***
Arrivarono al San Mungo e tutti e tre sembravano aver dipinto in volto quello che dovevano fare, l’ ansia che creava loro tutto questo.
Alice si stava anche chiedendo come mai Lily avesse coinvolto anche lei, ma la risposta le arrivò subito dopo, quando la vide dirigersi al reparto di lunga degenza.
“ Cosa cerchiamo?” chiese Alice.
“ Chi cerchiamo vorrai dire” rispose Lily, entrando spedita dentro al reparto.
Vide i due coniugi Paciock seduti davanti alla finestra, lui aveva lo sguardo verso il giardino esterno, ma lei sembrava seguire i movimenti di tutte le persone all’ interno.
Alice la fermò per un polso “ Lily, i miei nonni? Non starai parlando sul serio?” le chiese stupita.
Lily si morse un labbro, aveva poco tempo per riflettere, ma più ci pensava e più la cosa le sembrava tornasse.
“ Scorpius mi ha detto di chiedere ad Alice, se fossi stata tu me l’ avresti detto” chiarì, guardandola dritta negli occhi per farle capire che non avrebbe mai potuto dubitare di lei.
“ Quindi dev’ essere tua nonna” sentenziò, riprendendo a camminare.
Teddy guardò l’ orologio “ ho venticinque minuti prima di morire” disse con un sorriso furbo.
Lily ricambiò il sorriso “ dobbiamo farceli bastare”  disse e sotto lo sguardo sgomento della sua amica si chinò davanti ai suoi nonni.
La vecchia Alice la guardò e distolse immediatamente lo sguardo, gli occhi pieni di lacrime mentre si  portava il pugno dentro la bocca, come se fosse tutto troppo doloroso per lei.
“ Alice aiutami” la pregò Lily e Alice s’ inginocchiò accanto a lei, mentre Teddy prendeva posto alle spalle dei signori Paciock.
“ Nonna, sono io, sono Alice “ le disse mentre con una mano le accarezzava la gamba e con l’ altra cercava di toglierle la mano dalla bocca.
“ C’ è Lily con me, la figlia di Harry Potter, vuole chiederti una cosa” continuò in tono dolce e carezzevole.
Frank si voltò come se li avesse visti solo adesso “ Alice” disse felice “ visto chi c’ è ?” le chiese con la voce piena di entusiasmo “ c’ è Lily” poi guardò la nipote “ la figlia di Harry e non la mamma”  concluse felice di essersi ricordato il suo insegnamento.
La giovane Alice sospirò chiedendosi come mai, suo nonno reagiva meglio alla cura rispetto a sua nonna, forse c’ era ancora un aspetto di questa cosa che le sfuggiva.
“ Lily” mormorò la vecchia Alice “ la storia si ripete” disse in un sussurro roco, gli occhi spalancati e spaventati.
Lily e Alice si guardarono turbate. “ Signora Paciock” iniziò Lily e gli occhi pieni di lacrime della Signora Paciock si puntarono su di lei “ non mi hai mai chiamato Signora”  la interruppe.
La stava ancora scambiando per sua nonna, Lily alzò disperata gli occhi su Teddy e lo vide guardare di nuovo l’ orologio.
I minuti sembravano trascorrere come secondi, ne avevano troppo pochi a disposizione.
“ E’ la figlia” stava dicendo Alice, di nuovo e pazientemente e Lily ebbe un’ idea
“ Aly “ esordì guardando la signora Paciock “ non ho tempo, devo salvare mio figlio” le disse in tono sbrigativo e cercò di non voltarsi verso Alice che la stava guardando a bocca aperta.
“ Devi dirmi cosa sai, non permettere che la storia si ripeta” continuò usando le sue stesse parole.
La vecchia Alice la guardò scuotendo la testa “ ti hanno uccisa, la mia amica, la mia Lily” singhiozzò.
Lily si ritrovò con le lacrime agli occhi, nonostante tutti gli anni e nonostante le sue funzioni celebrali fossero ancora limitate, lei ricordava e soffriva per la morte di sua nonna.
“ Sì, ma adesso sono qua e l’ altra volta mi hai detto di proteggerli, chi vogliono uccidere, Aly” le chiese.
La vecchia Alice sbarrò gli occhi continuando a scuotere la testa “ nonna” Alice la pregò con la voce, sembrava volesse guidarla fuori dalla sua nebbia interiore.
“ Nonna, aiuta Lily” la supplicò e Alice guardò prima la nipote e poi colei che credeva essere la sua più grande amica.
“ Vogliono uccidere tuo figlio, Lily”
Lily si portò le mani sopra al viso, non era servito a niente, continuava a fondere presente e passato e non avevano idea di quando la verità sarebbe riuscita a venire a galla.
Lei non poteva aspettare doveva saperne di più.
Si sentì afferrare un polso e liberare il viso, alzò il viso credendo che quelle dita calde e leggere fossero della sua amica e invece vide che erano di Alice.
“ Proteggi tuo figlio e il suo amico, vogliono usare il marito di tua nipote”
Lily sgranò gli occhi. Allora stava parlando del presente? “ Perché? Perché Scorpius?” chiese Lily con la disperazione nella voce.
“ Nessuno ha paura di chi si fida e lui lo sa, lui può cambiare le persone” disse facendo scorrere lo sguardo per tutta la stanza.
“ Aly, guardami, dimmi chi è lui?” chiese Lily.
La nonna di Alice si strinse nelle spalle, circondandosi le braccia come per darsi conforto.
“ E’ quel ragazzo biondo, sempre così gentile” disse, guardando il marito e Frank annuì “ però non c’ è più…” fece una pausa e guardò la nipote “ è morto?” chiese con la stessa naturalezza con cui avrebbe potuto chiedere se fuori c’ era il sole.
“ Chi, nonno?” chiese, guardandolo “ quel ragazzo biondo e sempre così gentile” ripetè usando le stesse parole della moglie.
“Cinque minuti” intervenne Teddy, interrompendole, poi guardò i signori Paciock.
Alice li stava baciando sulle guance “ torno presto” disse loro e Frank sorrise mentre Alice sembrava ancora turbata.
Lily si avvicinò “ grazie” le sussurrò posandole una mano sulla gamba e la vecchia Alice l’ afferrò, stringendole le dita con forza e decisione “ proteggi tuo figlio, lui è cattivo” sibilò e i suoi occhi sembravano quasi quelli di una persona completamente sana “ davvero cattivo, io me lo ricordo” concluse con il pianto nella voce.
Lily sentì un brivido propagarsi dalla sua spina dorsale.
Qualcuno si stava servendo di Scorpius, qualcuno che voleva arrivare a suo padre e ad un amico.
Stava riflettendo sul significato di amico, potevano essere tante persone, quando la voce di Alice la fece ridestare “ avranno ragione?” chiese a Lily “ tuo padre sarà davvero nei guai?” le chiese.
Lily sospirò “ mio padre è sempre nei guai”  disse semplicemente.
Ricordando quello che lui e anche le persone più vicine a lui dicevano sempre.
Poi si alzò in piedi “ quando avremo fatto tutto, porta i tuoi nonni via da qua, non credo che siano più al sicuro” ordinò Lily “ non so come, ma sanno qualcosa, hanno sentito o visto qualcosa e il colpevole non ci metterà molto ad accorgersene” concluse.
Alice annuì e Teddy si strinse le braccia “ ho freddo” disse guardando di nuovo l’ orologio “ mancano due minuti…” si portò un dito sul collo “ il mio cuore sta iniziando a decelerare” continuò.
“ Quindi si va’ in scena” disse Alice e Lily annuì nervosa “ che Merlino ce la mandi buona” disse osservando Teddy che mentre camminavano verso l’ uscita del reparto sembrava inciampare nei propri passi e non riuscendo a pensare ad altro che ai suoi nonni ed ai nonni di Alice, la dimostrazione di quanto male potevano fare le maledizioni senza perdono.
Guardò Teddy iniziare ad urlare per attirare più persone possibili, guardò Alice sciogliersi in lacrime per dare adito alla loro sceneggiata e sentì la sua bacchetta tremare.
Vide suo padre con la coda dell’ occhio, Rose accanto al guaritore che ammirava tanto, ma non poteva guardarli o avrebbe vacillato.
Nello stesso istante in cui cercava la forza per scagliare l’ anatema che uccide, cercò di pensare ai suoi familiari, agli occhi rassicuranti di suo padre, al sorriso pieno d’ amore di sua madre e guardò Teddy, il suo terzo fratellone, colui che si stava fidando così tanto di lei, da mettere la propria vita nelle sue mani.
Ti voglio bene, pensò e lasciò che quelle parole uscissero dalle sue labbra.
 
“ Potreste estrarre tutti le vostre bacchette adesso, puntarle contro di me e pronunciare le parole, e dubito che mi fareste uscire anche solo il sangue dal naso” Barty Crouch Junior H. P. e il calice di fuoco .

“ Non avevi mai usato una maledizione senza perdono, vero, ragazzo? “ *** “ Devi volerlo, Potter ! Devi voler provocare dolore…goderne…” Bellatrix Lestrange H.P. e l’ Ordine della Fenice.

COMMENTO: ALLORA…ECCOMI QUA, IL TRUCCO C’ ERA E SPERO VI SIA SEMBRATO REALISTICO, PERCHE’ E’ STATA UNA DELLE PRIME SCENE CHE HO IMMAGINATO DELLA STORIA…COME POTETE LEGGERE DAGLI ESTRATTI DEI LIBRI, LA ROW CI FA’ CAPIRE CHE NON E’ CHE UNO DICE AVADA KEDAVRA E PUF LE PERSONE MUOIONO, CI VUOLE L’ INTENZIONE E LA CATTIVERIA ED IO MI SONO SEMPRE DETTA IN EFFETTI ALTRIMENTI ANCHE IN UNA SEMPLICE LITIGATA TRA FRATELLI ADOLESCENTI, UNO PRENDE LA BACCHETTA IN UN MOMENTO DI RABBIA E CRUCIA O UCCIDE L’ ALTRO…QUINDI QUESTO E’ QUANTO !! SPERO VI SIA PIACIUTO E CHE MI FACCIATE SAPERE SE IL MIO TRUCCHETTO VI CONVINCE…POI NEL PROSSIMO CAPITOLO VERRANNO SPIEGATE ALTRE COSE, COME ALCUNE DELLA PAROLE DELLA VECCHIA ALICE : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E CHE SPERO DI NON AVER DELUSO E CHE MI FARETE SAPERE ANCHE STAVOLTA OVVERO : ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / HUNTER / FEDERCHICCA / SPAOLA / MARY GRIFONDORO / PAPOF 87 / GIN 97 / LILS MALFOY  E CE !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE/ SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTI !!

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Capitolo 20
*** 19 CAPITOLO ***


Lily riuscì a malapena a materializzarsi nel salotto senza spaccarsi.
Aveva usato tutta la sua forza di volontà per non perdere la determinazione, uno dei requisiti fondamentali della materializzazione.
Si chinò su se stessa e rigettò tutto quello che aveva dentro lo stomaco.
Sentì le ginocchia cederle e cadde a terra raggomitolandosi su se stessa.
Sollevò una mano a scostarsi i capelli sudati dalla fronte, mentre teneva l’ altra a comprimersi lo stomaco.
Aveva la sensazione che non si sarebbe liberata di quella morsa che lo comprimeva fino a quando non avesse visto Teddy di nuovo vivo e vegeto davanti a lei.
Non aveva la forza neanche di muoversi per cui rotolò in posizione supina e rimase ferma, gli occhi fissi sul soffitto e i brividi che sembravano scuoterla dall’ interno.
L’ aveva fatto. Aveva ucciso Teddy e se qualche cosa fosse andata male, questo, le sarebbe rimasto per sempre sulla coscienza.
Un dolore impossibile da lavare, proprio come il dolore che aveva visto negli occhi di suo padre.
“ Mi dispiace” gli aveva detto, come se questo potesse bastare.
Era certa che in quel momento suo padre si stava dilaniando dentro, piangendo sul corpo del suo figlioccio morto per mano di sua figlia.
Devastato per i sensi di colpa, per la sensazione che avrebbe potuto far qualcosa, che avrebbe dovuto far qualcosa, impedire che sua figlia divenisse un’ assassina e che un’ altra persona morisse per colpa sua.
Si guardò intorno, era tornata nell’ ultimo posto dove avrebbe voluto essere, ma era l’ unico posto che in quel momento era sicuro per lei.
Tutti le avevano sentito dire che non avrebbe mai più rimesso piede in casa sua, non fino a quando Scorpius non fosse stato di nuovo con lei.
E questo le dava un vantaggio. Non l’ avrebbero cercata lì, anche se doveva nascondersi per poche ore, lì sarebbe stata al sicuro e nessuno l’ avrebbe trovata.
Anche perché probabilmente la loro priorità in quel momento era Teddy.
Le lacrime la invasero, aveva ucciso colui che considerava un fratello, aveva, probabilmente, anche ucciso suo padre e tutto per Kara.
Al pensiero di Kara un nuovo conato di vomito la invase e fece a malapena in tempo a voltarsi di lato prima di vomitare di nuovo.
Vide con gli occhi sfocati di lacrime e dolore la foto sopra il tavolino da fumo, avrebbe voluto immergersi dentro, avrebbe voluto che le foto, oltre ad avere la magia per muoversi continuamente, avessero anche la magia di poter trasportare la persona in quel posto e in quel momento.
Lei e Scorpius erano abbracciati, le sue dita appoggiate sui suoi fianchi sembravano stringerla quasi possessivamente, ma allo stesso tempo Lily sapeva che nel suo tocco c’ era un’ altrettanta gentilezza, la loro bambina in mezzo a loro, teneva una mano ad ognuno dei genitori e faceva le boccacce alla macchina fotografica.
Questa era una delle cose che avevano sempre affascinato Lily, Scorpius era passionale e gentile allo stesso tempo o almeno era sempre stato così con lei.
Il suo tocco era sempre deciso, ma confortevole, come se lei fosse nata per essere strinta da quelle braccia e baciata da quelle labbra.
Prima di rendersene conto le sue lacrime si trasformarono in singhiozzi.
Non era mai riuscita a piangere del tutto, a lasciarsi andare completamente, solo piccoli cedimenti, ma mai la completa e più totale devastazione.
Adesso sentiva di averne tutto il diritto, aveva appena fatto una cosa che credeva non avrebbe mai fatto, una cosa che le aveva lacerato l’ anima.
Uccidere lacera l’ anima, era una delle cose che le aveva insegnato suo padre e invece lei gli aveva fatto credere di essere riuscita a farlo.
Si mise una mano sopra gli occhi per impedirsi di guardare la fotografia che in quel momento le stava facendo male come se le stessero perforando il cuore con una lama.
***
Scorpius tenne la maglietta tra le mani e prese la sua bacchetta.
Si guardò nuovamente allo specchio, ma come aveva visto in precedenza non aveva alcuna ferita.
Puntò la bacchetta sulla maglia e fece un incantesimo di rilevazione. Un incantesimo che potesse dirgli di chi era quel sangue.
Si diede dello stupido, continuando a pensare alla ferita di Kara alla testa, ma dentro di lui aveva un calore, una sorta di anticipazione che lo bruciava da dentro e gli diceva che quella era la cosa giusta da fare.
Tutto il suo senso di confusione, tutto il suo smarrimento, lui era sicuro che avesse una causa e non era più sicuro di quello che gli avevano raccontato.
L’ incantesimo agì per qualche secondo e poi davanti a lui si crearono dal niente tre parole: Lily Luna Potter.
La testa prese a girargli vorticosamente.
Non la conosceva e allora cosa ci faceva il suo sangue sulla sua maglietta?
Guardò fisso davanti a sé, concentrando lo sguardo sull’ accappatoio rosso appeso proprio sopra la porta.
La figura di una ragazza con i capelli rossi gli apparve davanti al viso.
Ma com’ era possibile? Lui non conosceva questa Lily Luna Potter.
“ Bill, hai finito?” la porta si spalancò e Scorpius fece appena in tempo a cancellare il nome con un colpo di bacchetta.
“ Sarei uscito se avessi finito” disse con tono scocciato, rivolto alla ragazza davanti a lui.
Anche lei aveva i capelli rossi, forse era una sorta d’ idealizzazione che riversava su quella ragazza.
Kara guardò lui e poi la bacchetta appoggiata sul lavandino, non le era sfuggito che l’ avesse in mano.
“ Cosa stavi facendo?” gli chiese sospettosa.
Scorpius scrollò le spalle dandole la schiena “ quello per cui sono venuto” rispose, passandosi entrambe le mani tra i capelli e scompigliandoseli “ anzi, se esci posso finire” concluse irritato.
La ragazza emise un mezzo sospiro “ non è la prima volta che ti vedo nudo” gli spiegò.
Scorpius si voltò verso di lei, i suoi occhi pieni di rabbia repressa, rabbia provocata dal fatto che nella sua mente ci fossero solo lacune.
“ Forse se la mia mente non fosse piena di buchi, potrei anche ricordarmi di te, o non sei stata all’ altezza?” la provocò.
Kara strinse i pugni con rabbia. Non poteva rifiutarla, non poteva non volerla nonostante non si ricordasse di Lily.
Era una cosa assurda, inconcepibile. Continuavano ancora tutti a preferire Lily, era un controsenso, pensò mentre una rabbia furiosa l’ invadeva.
“ Hai ricordato qualcosa?” gli chiese, cercando d’ imporsi la calma, gli occhi ridotti a due fessure e la voce fredda.
Scorpius alzò le spalle “ se così fosse, saresti la prima a saperlo” disse ironico, ma Kara non era convinta.
“ Sai credo che andrò a parlare con Lily, forse lei potrà aiutarci” affermò.
Gli occhi di Scorpius rimasero fermi e quasi vitrei, troppo. Kara conosceva Scorpius, sapeva che era bravo a mentire e a nascondere i suoi sentimenti, il metodo Malfoy, nascondere e non mostrare.
Seppur inconsapevolmente si stava comportando in maniera prevedibile. Forse se avesse avuto la sua completa memoria non avrebbe fatto un errore del genere ma così…
Quindi quando vide la totale assenza di qualsiasi sentimento in lui, mentre pronunciava il nome di Lily, capì che aveva ragione.
Per uno che stava cercando di riacquistare la memoria e che poteva fidarsi solo di loro, non mostrare alcuna curiosità e non fare alcuna domanda era strano ed era più sbagliato che comportarsi nel modo esattamente opposto.
“ Ok, ti lascio stare” gli disse, dandogli le spalle e avviandosi per uscire dal bagno.
Strinse i pugni maledicendosi per quello che stava per fare, una sensazione di orrendo Deja-vu la invase, ma doveva farlo. Se l’ era giurata molto tempo prima.
Scorpius si voltò pronto per entrare dentro la doccia “ Ah, Scorpius?” lo chiamò.
Lui s’ irrigidì. Come l’ aveva chiamato? Ma non fece in tempo a chiedersi altro che vide la sua bacchetta puntata contro di lui e l’ oblio l’ avvolse.
Kara lo guardò steso per terra e incosciente e gli fece quasi pena, lo avrebbero sottoposto nuovamente alla cura e lei non era sicura che lui potesse sopportarlo ancora per molto.
Il cuore le si strinse al pensiero della delusione che sarebbe stata se Teddy avesse saputo, ma lei non poteva fare altrimenti.
 Il braccialetto al suo polso bruciò e lei abbassò gli occhi “ vieni subito” c’ era scritto.
Kara sospirò e uscì dal bagno di Scorpius camminando velocemente e dirigendosi verso il salotto.
Era già pronta a dire alle due persone davanti a lei quello che era successo pochi minuti prima, quando l’ uomo parlò “ sta succedendo qualcosa e devi scoprire che cosa” disse soltanto.
Le labbra le si aprirono inconsapevolmente mentre il cuore accelerava senza neanche saperne il motivo.
***
“ Cosa stai facendo?” Lily trasalì e si voltò, sentì le lenzuola avvolgerla come un serpente.
“ Sei ancora qua?” gli chiese Lily, era preoccupata, aveva creduto che la volta precedente si fossero incontrati in una sorta di altra dimensione.
Per lo meno era questa la spiegazione che si era data, lei stava male e sicuramente a lui stavano nuovamente applicando l’ incantesimo.
“ Dura sempre meno, vogliono essere sicuri” le disse, scostandole una ciocca di capelli dalla fronte.
“ Ma non è passato neanche un giorno” ribattè Lily, guardando i suoi occhi grigi e desiderando perdercisi.
Scorpius suo malgrado sorrise “ ho ricordato il tuo volto…se ne sono accorti” disse sarcastico “ credo che mi uccideranno alla fine”
Lily trasalì per la tranquillità con cui aveva detto quelle parole.
“ Non scherzare” lo ammonì “ io ho appena ucciso Teddy…tu non puoi scherzare” gli disse semplicemente.
“ Che hai fatto?” Scorpius balzò a sedere sul letto “ voglio Kara, Scorp”  si giustificò.
Scorpius scosse la testa e sembrava turbato “ ma tu, tuo padre, tutta la tua famiglia…”
“ Lo so” lo interruppe Lily “ ma lasciami spiegare” continuò e gli spiegò quello che era stato il suo piano.
Vide Scorpius annuire man a mano che le informazioni penetravano nella sua mente.
“ E’ stato rischioso” commentò infine, poi si guardò le mani e gli sembrarono più pallide e trasparenti del solito.
“ Dovevo farlo” affermò Lily abbassando gli occhi per cercare di nascondergli il suo vero stato d’ animo “ però ho parlato con la nonna di Alice” alzò gli occhi su di lui speranzosa.
“ La signora Paciock mi ha detto di un uomo biondo e gentile, ha cercato di aiutarmi, credeva fossi mia nonna, dice che forse è morto, potrebbe essere lui?” gli chiese cercando un appiglio nei suoi occhi.
“ Oh sì, credo che sia affascinante nonostante l’ età” commentò Scorpius.
Lily stava per ribattere che non era una risposta, ma Scorpius riprese “ Ma non è lui che muove le fila” sentenziò.
“ E chi allora?” chiese Lily, la disperazione nei suoi occhi e nella sua voce era quasi palpabile.
Capiva che Scorpius stava combattendo contro un grande incantesimo per aiutarla, ma il suo essere così criptico le confondeva le idee.
“ Vuole tuo padre, è arrabbiato con lui, entrambi sono arrabbiati con lui, non si fermeranno fino a quando non l’ avranno ucciso” le spiegò e l’ urgenza nella sua voce le fece capire che ne era sicuro.
“ Ma perché si stanno servendo di te?” gli chiese lei disperata.
“ E’ più facile fidarsi di chi conosci, ricordalo Lily” poi prese un respiro “ Ci siamo” disse e Lily scosse la testa.
“ Per favore non andartene, ho bisogno di te, io…io mi sento…” non ce la fece neanche a finire la frase.
Cosa poteva dirgli in quel momento? Sarebbe stato di qualche utilità dirgli che si sentiva a pezzi? Che si sentiva sola?
Che si sentiva come se l’ avessero smontata pezzo per pezzo fino a lasciarne solo un involucro vuoto?
“ Non piangere “ la interruppe Scorpius, asciugandole le lacrime con le dita e il suo tocco soffice e gentile la fece trasalire più che se le avesse tirato uno schiaffo.
Le fece desiderare di averne ancora, si appoggiò con la mano alla sua guancia, desiderando che quello che stava provando in quel momento non finisse mai.
“ Patetico, vero?” gli chiese lei, stringendogli la mano che aveva sulla guancia, come se volesse che le potesse marchiare la pelle.
Scorpius scosse la testa concentrando i suoi occhi grigi sui suoi castani come se volesse imprimerli nella sua testa “ Affatto” le rispose dolcemente “ Ti amo” le disse in un sussurro “ giuro che non mi dimenticherò di te” continuò.
Lily si chinò sulle sue labbra per sfiorarle con le proprie, ma le sembrarono già gelide e inconsistenti “ vorrei fosse vero” disse tra le lacrime.
“ Il mio cuore ti ritroverà sempre, ricordi?” le chiese lui, alludendo a quando erano ragazzini.
Lily scosse la testa “ l’ incantesimo è forte” gli disse guardandolo negli occhi e senza interrompere il contatto lui sollevò le dita, passandole sulla sua guancia, sentendo sotto i suoi polpastrelli prima lo zigomo, poi il naso, infine le labbra e il mento.
“ Saprò riconoscerti…ne sono sicuro” disse prima di gemere per il dolore.
“ Scorp” lo chiamò Lily preoccupata, lui cercò di sorridere ma non ce la fece “ Lily” disse contraendo il suo viso in una smorfia.
“ Lily” ripetè e sembrava provare molto dolore.
“ Lily, Lily, Lily” e in un attimo sparì.
Lily si sentì scuotere e riaprì gli occhi bruscamente inspirando a pieni polmoni.
Gli occhi di Alice la stavano guardando da sopra di lei ed aveva un’ espressione preoccupata.
“ Sei stata male” le disse e non era una domanda.
Lily si alzò a sedere chiedendosi come facesse a saperlo e poi vide i residui del suo stomaco, poco lontano da lei.
“ Sto bene adesso” le rispose semplicemente, avrebbe voluto sorridere per ringraziarla tacitamente, ma non ci riusciva.
Non credeva che sarebbe mai riuscita a sorridere di nuovo fino a quando non avesse visto Teddy di nuovo in piedi e in salute.
“ Dobbiamo andare” le disse e sembrava sinceramente dispiaciuta.
Lily si rese conto che non doveva avere un grande aspetto “ sto bene, davvero” ripetè, cercando di portarsi le ciocche disordinate dei suoi capelli dietro le orecchie.
Ripensò a Scorpius e al suo tocco sul suo viso, le sembrava così vivido e così reale.
Doveva essere reale. In un altro mondo, in un’ altra dimensione o non sapeva neanche lei dove, loro si potevano incontrare, riconoscere, amare.
Sperò con tutta se stessa che il suo piano funzionasse o avrebbe rischiato d’ impazzire e di cercare un qualsiasi incantesimo la tenesse legata a quel posto.
“ Lily” Alice la guardò con apprensione, Lily sapeva che la sua amica si stava rendendo perfettamente conto di quello che aveva provato e di quanto le fosse costato fare quello che aveva fatto.
“ Hai con te quello che mi serve?” le chiese, alzandosi e poggiando il peso da un piede all’ altro, come per essere sicura che le sue gambe non l’ avrebbero tradita.
Non poteva permetterselo. Non dopo tutto quello che aveva sacrificato per arrivare a questo punto.
Alice annuì e tirò fuori un telo ripiegato più volte su se stesso.
Lily lo guardò e il pensiero andò immediatamente a suo padre “ come sta mio padre?” chiese.
Alice abbassò gli occhi “ esattamente come immagini” rispose e Lily si morse un labbro, cercando di ricacciare le lacrime.
Lily sospirò e si chinò, per cancellare le tracce del suo disturbo e per non mostrare ad Alice le sue lacrime di frustrazione.
Poi inspirò e si alzò andò nel bagno e si sciacquò la bocca e si lavò il viso.
Si guardò allo specchio, l’ acqua che le percorreva le guance che sembravano essere dello stesso colore dei suoi capelli.
Scosse la testa e uscì dalla stanza “ sono pronta” disse.
***
Harry era seduto su quella sedia da qualche ora ormai e non riusciva neanche più a guardare Teddy.
I suoi capelli di solito di un blu vivace, avevano assunto il colore di un castano opaco, gli occhi erano stati chiusi dal Medimago che l’ aveva visitato e ne aveva constato la morte.
Non che ci fossero molti dubbi, lui stesso aveva visto Lily alzare la bacchetta su Teddy e pronunciare la maledizione.
La Maledizione senza perdono più brutta di tutte. La maledizione che uccide.
Come aveva potuto non accorgersi dello stato d’ animo di Lily? Come aveva potuto darle spago, ascoltarla.
Tutto in lei dimostrava che era crollata. Aveva perso Scorpius, il suo bambino, era stata rapita e ferita, eppure ancora non riusciva a crederci.
Quel tremolio nella sua mano, gli aveva fatto capire che non era decisa, che non voleva farlo.
Ormai Harry poteva dire di conoscere bene le persone e i loro atteggiamenti a volte dicevano più delle parole e Lily non voleva farlo.
Ma lo ha fatto, continuava a dirgli una voce nella sua testa.
L’ ha ucciso, è steso davanti a te, non ha battito, non ha respiro, di quante altre prove aveva bisogno?
Si sentiva devastato, assente dal suo corpo, come se tutto lo shock del giorno lo avesse fatto estraniare dal proprio corpo e adesso non riusciva neanche a piangere e disperarsi, tutto era sepolto in lui.
Si sentiva come dopo la morte di Sirius, in un solo modo: non avrebbe voluto essere là, non avrebbe voluto essere in nessun posto.
“ Non può essere” sussurrò Hermione, seduta accanto a lui, sia lui che Ron alzarono la testa “ Pensi alla polisucco?” chiese Ron e Hermione scosse la testa, poi si voltò verso di loro per dire qualcosa, ma le sue parole si persero sulle sue labbra, quando videro entrare gli altri.
Victoire entrò per prima, sorretta da Dominique e Louis, subito dietro di loro apparvero Hugo, e James, infine Albus e Ginny.
Ginny guardò Teddy e i suoi occhi divennero cupi, poi si concentrarono su Harry e si avvicinò piano a lui, mentre gli altri si chinavano sul corpo di Teddy.
L’ urlo di Victoire lacerò l’ aria e sembrò riempire le orecchie di tutti. Harry avrebbe voluto tapparsele e fingere che non fosse successo.
Non poteva credere che tutto quello fosse colpa sua.
“ Non era Lily, vero?” chiese Ginny in una supplica. Sembrava che quelle quattro parole fossero uscite dalle labbra di Ginny con uno sforzo immenso, come se non riuscisse neanche a parlare e Harry non ebbe neanche il coraggio di annuire e abbassò gli occhi sulle proprie mani.
“ Ginny” disse Hermione e probabilmente, notando il pallore della cognata e la sua figura che sebbene ferma e dura come sempre aveva contemporaneamente un aspetto fragile come se si stesse rompendo interiormente, la fece sedere.
Adesso c’ erano solo singhiozzi in tutta la stanza. Victoire era ancora china sul corpo di Teddy e continuava a piangere come se non potesse più smettere.
Harry la guardò sentendo il cuore andargli in mille pezzi. Lui sapeva esattamente come si sentiva, sapeva esattamente cosa provava.
Quando hai davanti a te la persona con cui pensi di condividere la vita, le speranze, i sogni e poi tutto diventa fatiscente. Falso.
Tutto nella potenza di due parole.
“ Papà” James si avvicinò piano a lui, seguito a ruota da Albus e nei suoi occhi colmi di lacrime sembrava esserci una sola domanda.
E’ stata Lily? La nostra sorellina?
Harry sospirò, ma anche questa volta non disse una parola e la sua mente fu trasportata lontano. In un ricordo.
“ Papà, io sarò sempre dalla parte  del bene” affermò una piccola bambina con i capelli rossi e i grandi occhi marroni come quelli di un cerbiatto, mentre gli saliva sulle ginocchia e allacciava le braccia al suo collo.
“ Lo spero bene, Lily” le rispose lui scherzoso, scompigliandole i capelli.
“ Sarò un Auror come te” disse fiera, poi parve pensarci e aggrottò le sopracciglia “ posso essere un Auror senza fare incantesimi?” gli chiese.
Harry sorrise “ e perché non dovresti fare incantesimi?” le chiese curioso.
“ Jamie dice che gli incantesimi feriscono e uccidono, io voglio salvare le persone”
Harry sorrise “  allora forse dovresti fare il Curatore” le propose.
Lily scosse la testa con una decisione rara in una bambina di sette anni “ io sarò un Auror” affermò sicura.
Harry scosse la testa con decisione. Per quanto si affannasse a pensare e a credere che non fosse possibile, tutto era contro di lui. I fatti erano contro di lui.
Vide Alice aprire la porta e fermarsi come in attesa di qualcosa, gli occhi fissi su Teddy.
Si appoggiò alla porta, impedendo a questa di richiudersi e si mise una mano sugli occhi.
Poi, proprio mentre Albus si mosse per raggiungerla, lei si spostò e la porta si richiuse con un leggero rumore.
“ Devi prenderla” Harry non si era neanche accorto che Victoire l’ aveva raggiunto.
Tutti si erano fermati ed avevano gli occhi su di loro.
“ Zio, devi prenderla, anche se è tua figlia, lei deve finire ad Azkaban, lei mi ha portato…” non riuscì neanche a finire la frase che cadde a terra.
Dominique l’ aiutò a rialzarsi e degnando gli zii di una sola occhiata, la portò fuori insieme a Louis.
“ Rose vi cerca, ci sono dei moduli da compilare” affermò Alice, guardando Ron ed Hermione.
“ C’ è tempo per i moduli” affermò Hermione, guardando Alice, sembrava molto agitata, anche se probabilmente dipendeva da quello che era successo.
Alice si fece prendere per un attimo dal panico, non sapeva come mandarli via.
Si avvicinò al corpo di Teddy e guardò l’ orologio, mancava solo un’ ora, un’ ora e lui avrebbe ripreso a respirare o almeno lo sperava.
In quel momento un ragazzo dall’ aspetto giovanissimo e con il classico camice con la bacchetta e l’ osso incrociati entrò.
“ Devo controllare delle cose” disse e la sua voce sembrava tremare.
Alice impallidì e si voltò inconsciamente verso il muro. Kara. Doveva essere lei.
“ Cosa c’ è da controllare. E’ morto” si oppose Albus, che sembrava arrabbiato per quell’ interruzione in una cosa tanto privata.
Il ragazzo si toccò nervosamente un orecchio “ vi farò rientrare tra qualche minuto”  disse con la voce contrita.
Harry guardò i suoi figli “ andiamo” disse, prendendo Ginny sottobraccio , poi si voltò verso Ron ed Hermione e vide che lei aveva lo sguardo fisso su Alice e Albus  “ voi dovete compilare dei moduli” disse loro con voce neutra.
Sulla porta si voltò verso il Medimago “ la prego ci chiami appena possiamo rientrare”  e appena vide il curatore annuire, uscì.
Alice tra le braccia di Albus diede uno sguardo velocissimo verso un punto vuoto “ che c’ è?” le chiese lui preoccupato.
Alice tornò a guardare il curatore e poi alzò il suo sguardo verso Albus “ andrà tutto bene” disse in un sussurro e pregando con tutta se stessa che le sue parole si avverassero, si lasciò condurre fuori.

COMMENTO:  PRIMA DI TUTTO GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE ALLE QUINDICI FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO…NON SAPETE QUANTO MI AVETE FATTO PIACERE !! QUINDI GRAZIE A ICEPRINCESS / LUISA21/ ARYELLE /CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / MITSUKI 91 /CE / MARY GRIFONDORO/  PAPOF87 / HUNTER / GIN97 / JEGINNYBELLS / ALESSANDRA CORTESE / LULLABI 2000 E LILS MALFOY !! GRAZIE DI CUORE…DAVVERO !! PERDONATEMI SO DI ESSERE UN PO’ IN RITARDO, MA SONO STATA UN PO’ INCASINATA : )) IL CAPITOLO PERO’ E’ BELLO LUNGO E SPERO CHE VI SIA PIACIUTO ANCHE SE E’ STATO QUASI INTERAMENTE DI REAZIONI E CHE MI FARETE SAPERE : ))  INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTI !!

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Capitolo 21
*** 20 CAPITOLO ***


La porta si richiuse con un rumore leggero, quasi in netto contrasto con quello che Lily stava provando in quel momento.
Il suo cuore urlava e scalpitava. Voleva essere ascoltato, voleva che lei aggredisse quel giovane Medimago, che Lily era sicura essere Kara.
Ma non poteva seguire solo il suo cuore doveva avere le prove, doveva vederlo con gli occhi e non farsi ingannare dai sentimenti.
Come se lei avesse sentito l’ urgenza dei suoi pensieri, la vide fermarsi e chiudere gli occhi, diede una leggera scrollata al suo corpo: viso, spalle e busto si mossero in contemporanea e improvvisamente il Curatore, aveva lasciato posto alla persona che Lily odiava di più al mondo.
Trattenne il respiro per evitare di ansimare, era protetta dal mantello dell’ invisibilità di suo padre, in quel modo era riuscita ad entrare, mentre Alice le teneva la porta aperta fingendo di non riuscire a varcare la soglia, ma adesso aveva seriamente paura di non riuscire a rimanere in silenzio il tempo necessario per assalirla di sorpresa.
Vide Kara portarsi le mani tra i capelli biondi, si era trasformata nella persona che avevano avuto davanti per anni, Lily era sicura che non sarebbe mai voluta apparire a Teddy diversa da quello che era.
Era rimasta mora per tutto il tempo in cui aveva dovuto non farsi scoprire, probabilmente era stata rossa e aveva preso le sue sembianze per avvicinare Scorpius, ma adesso, nel momento in cui pensava di poter essere soltanto lei e Teddy, Kara era finalmente tornata se stessa.
La vide avvicinarsi al corpo di Teddy e Lily fece un paio di passi in avanti, cercando di muoversi con leggerezza per non fare rumore.
Il mantello frusciò leggermente e Lily si fermò impugnando la bacchetta più saldamente, il cuore che le rimbombava dentro le orecchie.
Ma vide Kara chinarsi sul corpo di Teddy, probabilmente non aveva sentito niente. Lily era sicura che in quel momento stesse soffrendo troppo per accorgersi di quello che le accadeva intorno.
Lily fece un altro passo verso Kara e stava quasi per liberarsi del mantello quando sentì le parole di Kara.
“ Teddy Bear” disse usando il nomignolo che gli aveva affibbiato quando era solo una bambina, Lily si morse la guancia vedendo le lacrime scorrerle incontrollate nel viso.
Aveva ragione, quello che aveva detto a Teddy era la verità. Kara lo amava come un padre e adesso la scena che Lily aveva davanti era quasi straziante.
“ Mi dispiace” disse lei tra i singhiozzi “ è tutta colpa mia, non dovevo lasciare che ti uccidesse…” s’ interruppe per riprendere fiato e per accarezzare una guancia di Teddy e Lily si appoggiò leggermente al muro. Si sentiva indebolita dalle sue parole, come se lei l’ accusasse davvero, come se lei potesse accusarla davvero.
“ Sei sempre entrato in mezzo per difendermi, dovevo immaginare che lo avresti fatto anche stavolta, non dovevo darle retta”
Lily scattò rimettendosi di nuovo dritta, darle retta?
Lei non le aveva consigliato niente e comunque, dubitava seriamente che Kara avesse preso in considerazione le sue parole del loro ultimo scontro.
Era impazzita fino a questo punto? Fino a costruirsi una propria realtà?
“ Quella maledetta”
Lily sentì la rabbia nelle sue parole e non ci vide più.
L’ ira le offuscò tutti i sensi, in pochi secondi si liberò del mantello. Questo ricadde rumorosamente alle spalle di Lily e Kara si voltò immediatamente.
I suoi occhi passarono in pochi secondi dal dolore, allo stupore e infine alla pura e cieca rabbia, ma Lily non era da meno.
Sentiva la rabbia rimbombarle nelle orecchie come un fiume in piena e puntò la bacchetta su Kara.
Schiantarla non era il caso, se si fosse spostata e avesse preso Teddy, avrebbe rischiato di ferirlo, non sapeva quanto lui fosse vulnerabile in quelle condizioni.
Vide Kara afferrare la bacchetta dalla veste da curatore e decise “ Incarceramus” urlò e delle manette magiche comparvero ai polsi di Kara, portandole di scatto le mani dietro la schiena, legandole tra loro e facendole perdere l’ equilibrio e ricadere quasi totalmente addosso a Teddy.
“  MALEDETTA” urlò Kara, mentre Lily si voltava verso la porta per apporre un incantesimo di silenzio.
“ VUOI UCCIDERE ANCHE ME?” chiese “ NON DOVRESTI ESSERE QUA…NON DAVANTI A LUI…NON MERITI DI STARE QUA A PIANGERLO” le disse completamente fuori di sé.
Lily si voltò nuovamente verso di lei, lentamente, gettò un’ occhiata a Teddy completamente immobile e disteso, prima di riportare l’ attenzione su di lei che stava cercando di alzarsi e di restare in equilibrio sulle gambe.
Si avvicinò e Kara e lei le sputò ai piedi “ Stammi lontana”  le gridò.
Lily le sorrise, un sorriso vero, di felicità. Kara era nelle sue mani e questo era un grande passo avanti “ sai che c’ è, piccola ?” le chiese con sarcasmo.
Kara voltò il viso per non guardarla negli occhi e Lily le afferrò le guancie con rabbia, stringendogliele, senza peritarsi se le stava facendo male, sentiva un leggero senso di colpa, lei l’ aveva sempre protetta e sempre amata, ma ormai questi sentimenti appartenevano al passato.
Le aveva fatto troppo male.
Le voltò con forza il viso verso il suo “ devi guardare negli occhi gli adulti quando parlano” le disse con cattiveria.
“ Tu non sei un’ adulta, tu sei un’ assassina…hai ucciso Teddy” le sputò rabbiosa, le lacrime che si mischiavano alla sua rabbia.
“ Proprio per questo” le disse Lily, cercando di tenere il tono di voce più tranquillo possibile “ proprio perché non ho più niente da perdere, tu adesso mi racconterai tutto” fece una pausa lottando con Kara che continuava a voltare il viso e aumentò la presa sulle guance “ mi dirai chi c’ è dietro a tutto questo, dove posso trovare Scorpius e io me lo riprenderò, almeno che tu non voglia morire” concluse tranquillamente.
Lily non vide l’ espressione di Kara, perché in quel momento, il movimento di una mano di Teddy attrasse la sua attenzione. Era stato lieve, quasi impercettibile, ma non era sfuggito a Lily che continuava a passare gli occhi dall’ uno all’ altra.
Allora ce l’ avevano fatta. Aprì le labbra per far tornare l’ aria nei suoi polmoni. Aveva funzionato, il suo cuore stava battendo all’ impazzata. Teddy era vivo.
Kara però approfittò di quel momento di distrazione di Lily e caricò con tutta la sua forza, portando il suo corpo in avanti e spingendo Lily fino a farle perdere l’ equilibrio.
Lily cadde all’ indietro e la bacchetta le volò di mano, ma si rimise subito in piedi giusto il tempo per vedere Kara farlo di nuovo e questa volta con più spinta.
Caddero entrambe indietro e Lily batté dolorosamente la testa contro le piastrelle del pavimento.
Sbattè le palpebre per qualche secondo e afferrò i capelli di Kara, ma questi divennero corti come quelli di un ragazzo e Lily si ritrovò a stringere il vuoto.
Non fece neanche in tempo a maledirsi per la distrazione che Kara le circondò le braccia e il busto con le cosce e Lily non riuscì più a muoversi. Kara era un po’ più robusta di lei ed era anche diversi centimetri più alta.
L’ unica cosa che la consolava era che neanche Kara poteva muovere le braccia, visto che erano ancora legate dietro alla schiena con le manette e inoltre non aveva una formazione da Auror.
Doveva solo aspettare il momento giusto, farla arrabbiare, farle concentrare la sua forza in un altro punto e poi…
“ Cosa credi di fare ?” le chiese sorridendo.
“ Non sorridere” le disse Kara rabbiosa “ tu hai ucciso Teddy” rimarcò ancora “ e tu mi hai portato via Scorpius. Mi pare che siamo pari”  ribattè Lily strafottente, trattandola come una bambina.
“ Non siamo pari, Scorpius è vivo, sta bene, Teddy è morto, niente e nessuno potrà ridarmelo”
Cominciò a muoversi convulsamente come se volesse liberarsi dalle manette magiche. Lily era sicura che se fosse stata libera, l’ avrebbe picchiata.
“ Davvero sta bene? Lontano dalla sua famiglia…lontano da me?” Lily cercò di respirare, il peso di Kara le stava occludendo i polmoni e mentre si agitava le sembrava di avere un muro di cemento addosso.
“ Non potrai mai sostituirmi, lo sai?” le chiese, la voce le usciva a fatica, ma Kara riconcentrò l’ attenzione su di lei.
“ Lui è venuto a letto con me” le disse Kara con un sorriso cattivo.
Lily rise o almeno era quello che stava cercando di fare, se non fosse che il peso di Kara le fece uscire poco più di uno sbuffo.
“ Forse” aggiunse Lily in un ansimo “ ma appena può viene da me”
Lily vide un lampo di rabbia attraversarle gli occhi e decise di approfittarne.
“ Tu lo sai, lo leggo nei tuoi occhi. Lo sai che mi cerca, che tu non gli basti, che non potrai mai sostituirlo”
“ ZITTA” urlò Kara, muovendosi come un’ ossessa e cercando di far passare le sue braccia da sopra la testa.
“ Non sarai mai abbastanza per lui” Lily prese un respiro e decise di giocarsi il tutto per tutto “ non sarai mai abbastanza per nessuno, per nessuno che abbia conosciuto prima me” le disse.
In fondo quella era la sua paura più grande. Lily l’ aveva capito quando avevano combattuto nel bosco.
Kara credeva che nessuno potesse amarla, quanto amavano Lily.
Sentì la presa delle gambe di Kara allentarsi attorno al suo busto per cercare di concentrare tutte le sue energie sulle sue braccia, per farle passare davanti.
“ Sei sola, Kara” Lily si sentiva in colpa, ma sapeva che la ragazza sopra di lei non avrebbe mostrato un briciolo di compassione per lei.
“ Sei nata sola e rimarrai sola”
Kara emise un urlo disumano e Lily approfittò di quel momento.
Si diede una spinta di reni e sentì il suo torace e il suo bacino sollevarsi.
Il dislivello fece cadere Kara a terra e Lily ne approfittò per sollevarsi.
Le dolevano le braccia e le costole, ma doveva solo raggiungere la bacchetta.
Solo pochi metri e avrebbe potuto schiantare Kara.
Ansimò appoggiandosi sugli avambracci per sollevarsi da terra, vide Kara trasfigurare le sue gambe accorciandole come quelle di una bimba e imprecò per il fatto che non avesse bisogno di bacchetta per fare questo.
In pochi secondi le mani passarono sopra le sue gambe e furono finalmente sul davanti.
Non era libera certo, ma adesso aveva più possibilità di movimento.
Si alzò e corse verso la bacchetta, si gettò letteralmente sopra di questa e si voltò di scatto, ma la bacchetta puntò il vuoto.
Kara non c’ era, ma non poteva essere uscita.
Aveva sigillato le porte e messo incantesimi di silenzio, oltre al fatto che se fosse uscita, tutti l’ avrebbero vista.
Si voltò di scatto attirata da un rumore, ma non vide niente.
Sentiva solo il suo respiro pesante.
Guardò Teddy, ma ancora non si muoveva, eppure era sicura di aver percepito qualcosa pochi minuti prima.
Si guardò intorno, ma non vide niente attorno a sé. Continuava a ripetersi che non poteva essere uscita e doveva essere così, era troppo arrabbiata con lei, conosceva Kara, sapeva che avrebbe voluto fargliela pagare.
Farle risputare ogni cattiveria che aveva detto su di lei.
“ Usa il tuo cuore”
Le parole di Scorpius esplosero come una bomba nel suo cervello e chiuse gli occhi.
Fu solo un secondo, gli occhi grigi di Scorpius sembravano davvero lì davanti a lei. Il battito del suo cuore che sembrava impazzito divenne quasi musicale, quasi come se volesse aiutarla.
Il cuore e la mente sembravano collegati, gli occhi di Scorpius e il suo cuore.
Doveva riflettere. Un respiro. Non vedeva niente. Un battito di ciglia. non vedeva nessuno. Un battito di cuore.
All’ improvviso lo sentì.  Un respiro, basso ma irregolare, arrabbiato e deciso.
Il mantello si disse e spalancò gli occhi “ Accio mantello” disse puntando la bacchetta e il mantello dell’ invisibilità di suo padre tornò dalla legittima proprietaria.
Nello stesso istante però Kara urlò e le si scagliò incontro, ma Lily riuscì in qualche modo a mantenere l’ equilibrio.
Le dita di Kara si chiusero attorno al suo polso cercando di forzarlo ad aprirsi e a far cadere la bacchetta, sentiva le sue dita perforarle la pelle, aveva la sensazione che le stesse toccando l’ osso.
“ Gettala, vigliacca” le disse, ma le dita di Lily si strinsero più forte attorno ad essa.
Lily sollevò un ginocchio e riuscì a piazzarglielo nello stomaco.
Kara rimase per un secondo senza fiato e si piegò su se stessa e Lily le puntò nuovamente la bacchetta contro “ stupeficium” disse, ma Kara si gettò di lato e con le gambe spazzò via le sue.
Lily si sentì cadere e cercò di proteggersi con il braccio sinistro che si piegò in un angolo innaturale sotto il suo peso.
Urlò e se lo portò al petto, ma con il braccio destro sollevò di nuovo la bacchetta pronta a colpire.
Lanciò di nuovo un incantesimo per schiantarla, ma lei si mosse velocemente e in un secondo le fu addosso.
Il dolore che le attraversò il braccio quando lei vi si avventò con tutto il peso, appoggiandovi il ginocchio e premendo, fu così forte da farla piangere e urlare.
“ Adesso non parli più, stronza?” le chiese, strappandole la bacchetta dalla mano sana e guardandola con scherno. Come se volesse umiliarla.
Lily aveva smesso di chiedersi da dove venisse tutto quell’ odio, aveva smesso di chiedersi perché si comportasse in quel modo, riusciva solo a pensare che lei era la sua possibilità.
L’ unica traccia che aveva e che la unisse a Scorpius, non poteva lasciarsela scappare.
Sollevò piano il braccio destro e strinse il pugno fino ad abbatterlo sul viso di Kara.
Un colpo forte e deciso, un classico destro alla Babbana.
Kara ricadde indietro sollevandosi dal suo corpo e Lily si alzò, era ancora sulle ginocchia quando Kara le puntò la bacchetta contro facendola immobilizzare.
Kara aveva il fiatone e un brutto ematoma si stava già formando sul suo viso, ma la stava guardando come se avesse vinto e la sua bacchetta era puntata contro la sua gola.
“ Adesso farai la fine di Teddy” disse con cattiveria.
Aveva davvero vinto? Era davvero finita?
Vagò con lo sguardo lungo tutta la stanza, non poteva essere finita, non si sarebbe arresa fino a quando ci fosse stato respiro in lei, forse poteva utilizzare qualcosa, qualsiasi cosa…
Le sue pupille si mossero velocissime, prima di riconcentrarsi su di lei, aveva l’ espressione inorridita e la bocca spalancata,come se avesse visto un fantasma e Lily chiuse gli occhi per il sollievo.
“ Ted..”
Kara non fece neanche in tempo a finire la frase che si ritrovò schiantata contro il muro, Lily notò che per la sorpresa non aveva neanche sollevato la bacchetta contro di lui.
Si lasciò scivolare a terra e si prese il viso tra le mani.
“ E’ finita, Lily” Teddy le aprì le mani e Lily vide i suoi occhi castani risplendere alla luce del neon.
I suoi occhi vivi.
Lo abbracciò di slancio, sentendo le lacrime scorrerle lungo il viso.
“ Merlino, Teddy, ho avuto così paura di averti ucciso davvero”  gli disse senza separarsi da lui, lo sentì ridere, ma quando si staccò da lui, vide le lacrime luccicare nei suoi occhi.
“ Sono vivo, grazie a te, Lily” le disse e Lily scosse la testa “ no, io sono viva grazie a te” si oppose.
Teddy inspirò forte e si alzò, guardò Kara e si chinò su di lei, accarezzandole piano una guancia, poi con un sospiro fece un incantesimo e le manette comparvero di nuovo ai polsi di Kara e questa volta anche alle gambe, infine la sollevò tra le braccia “ ce la fai a camminare?” le chiese, guardandola preoccupata.
Lily annuì e si alzò con le gambe traballanti e il braccio stretto al petto. Cercò d’ ignorare la fitta al torace e si avvicinò a Teddy che stava ancora guardando Kara.
“ Hai fatto la cosa giusta” gli disse, Teddy annuì e si morse il labbro “ non importa, l’ importante è che sia finita”
Lily scosse la testa, ogni respiro era una fitta di dolore “ è appena iniziata, ora deve raccontarci tutto, a costo di usare il Veritaserum” disse soltanto.
“ Pronto a buttarti in pasto ai leoni?” gli chiese scherzosa, Teddy la guardò e Lily alzò le spalle e tolse gli incantesimi dalla porta.
***
Alice aveva ormai percorso tutto il corridoio avanti e indietro un centinaio di volte.
Solo quei venti metri per non allontanarsi troppo dalla porta, ma proprio non era riuscita a restare ferma.
Ogni tanto si era sentita addosso lo sguardo degli altri, ma non aveva guardato in faccia nessuno.
Aveva troppa paura che le leggessero nel viso la preoccupazione e l’ ansia e non avrebbe saputo giustificarla.
Guardò l’ orologio nervosamente, ormai se le cose erano andate nel verso giusto, Lily sarebbe dovuta uscire   con Kara imprigionata e Teddy sveglio e soprattutto vivo.
“ Che ore sono?” Alice si voltò di scatto, Hermione era accanto a lei e lei non se ne era neanche accorta.
Deglutì piano, se c’ era qualcuno che temeva, questa era proprio Hermione.
Insieme a Harry e Ron ne avevano passate talmente tante che dubitava di riuscire a fregarla se le avesse chiesto qualcosa.
“ Mi chiedevo come mai ci avessi detto che Rose ci cercava quando non era vero” le disse, indicando la figlia con la testa.
Alice guardò Rose, ma quando era arrivata? Stava parlando a bassa voce con Albus e a giudicare dall’ espressione del suo viso, stavano parlando di Teddy.
“ Oppure, come mai sei così nervosa” aggiunse, senza neanche aspettare risposta alla domanda precedente.
“ Quel Medimago…è dentro da troppo tempo” rispose Alice esitante.
Sapeva che avrebbe dovuto essere più convincente, ma Hermione la stava guardando come se fosse un libro da leggere, un libro del quale conosci già la fine.
“ No” disse Hermione, scuotendo la testa “ ti ho osservato anche dentro la stanza, eri nervosa da subito...”
Alice scosse la testa “ non è vero. Scusa devo andare da Al” rispose, cominciando ad allontanarsi, ma Hermione la trattenne per un polso “ che sta succedendo, Alice” le chiese assottigliando gli occhi.
Alice scosse la testa di nuovo “ io…niente…non succede niente” si oppose “ Sono solo nervosa, Lily ha lanciato la maledizione e…”
“ Lily è là dentro?” chiese Hermione sgranando gli occhi e alzando di un tono la voce, tutti si voltarono verso di loro, guardando il comportamento nervoso di Alice.
“ Cosa stai dicendo?” chiese con voce stridula, ma Harry si era già avvicinato alla porta.
Provò ad aprirla, ma non si aprì “ Alohomora” intervenne Ron, ma non si aprì ugualmente.
“ Alice!” la voce di Harry era un misto di apprensione e rabbia mentre si avvicinava a lei “ se dentro c’ è Lily devi dircelo, non può restare dentro per sempre e noi possiamo aiutarla”
Alice non sapeva più come fare, guardò il marito e vide che la stava osservando a bocca aperta.
“ Alice!” di nuovo il suo nome e questa volta Hermione le cinse le braccia con le mani “ guardami, Lily non ha ucciso Teddy, vero?” le chiese “ tu non hai detto che l’ ha ucciso, hai detto che ha scagliato la maledizione e io so che Lily non l’ avrebbe mai fatto, ho ragione?” le chiese ancora, l’ agitazione che le faceva volare i riccioli da un lato all’ altro del suo viso.
All’ improvviso calò il silenzio. Un silenzio talmente pesante che Alice pensò di sprofondare in esso.
Non sapeva come risolvere la situazione, tutti la guardavano come se sperassero che lei potesse risolvere tutto e farli stare meglio ed in fondo un po’ era davvero così.
Valutò in pochi secondi la situazione, se Lily ce l’ aveva fatta a breve sarebbero usciti, se non ce l’ aveva fatta, avrebbe avuto bisogno di un aiuto.
Guardò Albus negli occhi come in una muta richiesta di perdono e annuì lentamente.
Sentì le mani di Hermione lasciarle le braccia e tante voci sollevarsi contemporaneamente, ma lei guardava solo Albus.
La delusione che lesse nei suoi occhi fu tremenda, come se le avessero versato un secchio di acqua ghiacciata addosso.
Al contrario degli altri non aveva detto una parola, limitandosi a guardarla, ma Alice era sicura di non aver mai visto tanto dolore e tanto risentimento nelle iridi verdi del marito.
Quando la porta scattò anche lui si voltò verso di essa, lasciando Alice vuota, come se avesse perso una parte di sé.

COMMENTO: ECCOMI !! COME DICO SEMPRE TANTO DI CAPPELLO ALLA ROW PER LE BATTAGLIE DA LEI DESCRITTE, GIURO CHE PIU’ LE DESCRIVO E PIU’ MI RENDO CONTO CHE E’ DIFFICILISSIMO, NELLA TUA MENTE APPAIONO NITIDE, DESCRIVENDOLE SEMBRA SEMPRE CHE PERDANO…E INFATTI QUESTO CAPITOLO E’ STATO SCRITTO E RISCRITTO…SPERO DI AVERNE TIRATO FUORI QUALCOSA DI DECENTE E CHE MI FARETE SAPERE !! GRAZIE DI CUORE ALLE PERSONE CHE HANNO RECENSITO, NON SAPETE QUANTO MI AIUTATE E MI INCORAGGIATE…QUINDI GRAZIE A : ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT /  HUNTER / FEDERCHICCA / ALESSANDRA CORTESE / MARY GRIFONDORO / GIN 97 / LILY MP / CE E EMILY ME !! GRAZIE ANCHE ALLE PERSONE CHE HANNO AGGIUNTO LA STORIA ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE A CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTI !!

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Capitolo 22
*** 21 CAPITOLO ***


Lily si girò nervosamente la fede con le dita della mano destra. Nonostante tutto non era ancora riuscita a toglierla, era l’ unico legame che le restava con Scorpius.
Scorpius il suo amore perduto, sentiva una fitta di anticipazione ogni volta che pensava che Kara era di là e che forse era un passo più vicino a riaverlo.
Si mosse nervosamente su una delle sedie fuori dall’ ufficio di suo padre.
La sua compostezza e rigidità della posizione davano quasi l’ apparenza che fosse in visita di cortesia e che stesse aspettando di veder uscire suo padre, solo le sue mani tradivano il nervosismo.
Non riusciva a tenerle ferme, tremavano e fremevano e sembravano voler urlare di farla entrare.
Teddy era stato trattenuto al San Mungo, mentre Alice era andata a portare i suoi nonni all’ istituto di modo che fossero costantemente tenuti d’ occhio, proprio come le aveva consigliato lei, e quindi Lily non avrebbe potuto sentirsi più sola.
Certo sapeva che aldilà della porta c’ erano suo padre, suo fratello e suo zio, oltre ad una decina di altri Auror e fuori con lei c’ erano Albus e sua madre, ma nessuno dei due la guardava o le rivolgeva parola e questo rendeva Lily ancora più nervosa.
Non che non si fosse aspettata questa loro reazione, sapeva a cosa andava incontro quando aveva preso la decisione di agire seguendo la sua testa, ma non si era aspettata una reazione così tragica.
Victoire era svenuta appena aveva visto Teddy e successivamente, quando avevano raccontato tutto, si era lasciata portare via dai fratelli senza rivolgere la parola al marito.
Suo padre e sua madre l’ avevano abbracciata, ringraziando tutti i fondatori di Hogwarts che non fosse un’ assassina e soprattutto felici di vederla stare bene, ma dopo averle riaggiustato il braccio e curato le abrasioni, le avevano rivolto a stento parola.
James non le aveva proprio parlato ed Albus se n’ era andato prima ancora che lei finisse di raccontare, lasciando sola Alice.
Adesso le era stato proibito l’ accesso all’ interrogatorio di Kara, lei aveva provato ad opporsi, ma aveva finito con il litigare con suo padre, il quale aveva imperturbato e insonorizzato la stanza.
Guardò Albus, aveva gli avambracci appoggiati sulle cosce e le mani giunte, lo sguardo sembrava perso nel vuoto.
Si chiese se avesse capito che non era colpa di Alice, ma che l’ idea era stata totalmente sua. Non poteva sopportare di aver sulla coscienza il loro rapporto.
“ Non è colpa di Alice” disse Lily, cercando lo sguardo del fratello.
Lui alzò lo sguardo e si sistemò meglio gli occhiali sul naso, osservandola con malcelata rabbia “ lo so” disse soltanto.
Lily inarcò le sopracciglia “ quindi tutto a posto tra di voi?” gli chiese.
“ Ti importa?” le chiese a sua volta Albus, incrociando le braccia.
Lily si morse il labbro nervosamente, che razza di domanda era? Certo che le importava.
Stava per rispondere quando lui alzò una mano “ no, non rispondere” le disse e i suoi occhi verdi erano così seri che Lily si chiese se fosse davvero suo fratello.
“ Se ti fosse importato qualcosa del mio rapporto con Alice, o ancora meglio, se ti fosse importato qualcosa di chiunque di noi, non avresti fatto quello che hai fatto” dichiarò.
“ Sai benissimo perché l’ ho fatto” si difese Lily, passando gli occhi da lui a sua madre velocemente e più volte.
“ Voi siete la mia famiglia e sape…”
“ Siamo davvero la tua famiglia?” la interruppe Albus, la sua rabbia sembrava sconfinata.
“ Non mi sembra che tu ci abbia trattato come tali, ci hai nascosto quello che pensavi di fare”
“ Non potevo dirlo a nessuno” si oppose Lily “ non ne ho avuto il tempo” continuò in un sussurro.
“ Il tempo lo hai avuto, quando eravamo all’ Istituto sicuramente avevi già in mente di farlo” intervenne Ginny.
“ Mamma…”  Lily non riusciva a guardare la delusione nei suoi occhi e spostò lo sguardo nuovamente su Albus.
“ Va bene, arrabbiatevi, avete ragione, non ho pensato a voi e a quanto potevate soffrire, ma sono stata solo io. Non Alice e soprattutto non Teddy. Soltanto io “ sottolineò Lily.
Albus fece una risatina sommessa “ non li hai legati o costretti con qualche maledizione mi pare” disse “ poteva dirmelo in qualsiasi momento…”
“ Io le avevo chiesto di non farlo, tutto doveva sembrare reale o adesso non avremmo Kara” lo interruppe Lily.
Albus si alzò in piedi “ Il problema è che tu non hai pensato a nessuno di noi, Lily” si arrabbiò.
“ Sono tre mesi che Scorpius è scomparso, tre mesi che cerchiamo di restarti vicino e tu…” si portò le mani ai capelli.
“ Tu non ti fidi di noi è questa la realtà” concluse.
Lily scosse la testa “ siete la mia famiglia, certo che mi fido di voi” si oppose.
“ Noi non siamo la tua famiglia, tu non ci hai considerato la tua famiglia, hai voluto qualcosa e l’ hai ottenuta, bravissima, ma ti sei  chiesta se mettevi a rischio il rapporto di Teddy e di Victoire, ti sei chiesta se io e Alice avremmo avuto problemi?”
“ No…io…” Lily sentiva il sudore percorrerle la fronte.
No, non se lo era chiesta, non pensava di incasinare così tanto i rapporti della sua famiglia.
“ Sei egoista, Lily” concluse Albus e si rimise a sedere come se avendo finito le cose da dire, avesse finito anche la forza.
Lily rimase in piedi, i pugni stretti, possibile che non capissero perché non gli aveva detto niente?
Possibile che non comprendessero che le reazioni dovevano sembrare reali? E’ vero, molte persone avevano sofferto, ma non era colpa sua, era colpa di Kara.
Stava per rispondere di nuovo a suo fratello, quando la porta finalmente si aprì e suo padre uscì fuori.
Guardò prima lei, in piedi con la faccia sconvolta e poi spostò lo sguardo su Albus e Ginny, ma sembravano entrambi assorti nei propri pensieri e non disse loro niente.
“ Vuole parlare con te” le disse suo padre.
Lily sbatté le palpebre più volte “ vuole parlare con me?” chiese stupita.
Suo padre la guardò attentamente “ C’ è un protocollo negli interrogatori, dovresti saperlo” .
Lily annuì, sapeva a cosa si riferiva, non si somministrava il Veritaserum, prima di aver provato a far confessare il teste, ma sperava che visti tutti i suoi capi d’ accusa, molti passaggi, fossero stati eliminati.
“ Ma lei, lei è complice di un omicida” disse, incredula che perdessero ancora tempo così.
Suo padre la guardò, ma nonostante ci fosse ancora amore nel suo sguardo, non sembrava disposto ad essere comprensivo con lei.
“ Non tutti infrangono le regole senza pensare alle conseguenze come te”  la rimproverò.
Lily abbassò la testa al rimprovero del padre “ Stai zitto, Harry” intervenne Ginny e Harry sollevò le sopracciglia fino a farle sparire sotto i suoi capelli corvini.
“ Lily ha sbagliato e su questo siamo tutti d’ accordo, ma fino a quando Albus le rimprovera di non essersi fidata di lui e di non aver pensato alle conseguenze sono d’ accordo, ma che proprio tu le parli di infrangere le regole senza pensare al dopo, mi suona alquanto ridicolo”
Lily aprì la bocca e guardò prima la madre e i suoi occhi determinati e poi il padre con le labbra aperte per la sorpresa.
“ E’ diverso lo sai, c’ era una guerra, vite innocenti in ballo e….”
“ E Lily non è diversa da te, qua non ci sono vite innocenti in ballo? Scorpius non è costantemente in pericolo in mano a quei pazzi e tu…tu non hai sempre messo l’ amore al di sopra di tutto?” gli chiese, avvicinandosi così tanto che adesso madre e figlia erano accanto.
“ Se Lily ha fatto quello che ha fatto è proprio perché è uguale a te e se non ci ha detto niente…” s’ interruppe spostando lo sguardo su Albus “ devi rimproverare tuo padre, perché Lily è esattamente uguale a lui, vorrebbe proteggere tutti e fare tutto da sola…quindi Harry, tu sei l’ unico che dovresti mostrarti comprensivo con tua figlia”
Lily guardò Albus di sfuggita e vide un piccolo sorriso sulle sue labbra. Non che fosse difficile vedere Ginny Potter arrabbiata, ma vederla arrabbiata con il marito, per qualcosa che non fosse delle piccole scaramucce quotidiane, era davvero raro.
Loro si erano sempre appoggiati l’ un l’ altro, una regola nell’ educazione dei figli, nessuno contraddiceva quello che insegnava l’ altro, quindi per aver infranto questa regola, voleva dire  che Ginny era rimasta piuttosto delusa dal marito.
“ Credo che dovremo parlarne in un altro momento” disse Harry, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
“ Ed io credo che tu dovresti appoggiare nostra figlia, visto che è stata due ore qua fuori ad aspettare…tu l’ avresti fatto?” gli chiese Ginny.
Harry sospirò “ Bè, forse…”
“ Forse, un bel niente” esclamò Ginny “ avevi quindici anni quando ti sei messo contro tutto e tutti per salvare Sirius, saresti partito da solo, se non ci fossimo imposti e non ci avresti detto niente…”
Harry si guardò le mani. Ginny aveva ragione, non poteva dire niente.
Sua figlia era uguale a lui e lui era solo arrabbiato perché per una volta aveva provato cosa significava stare dall’ altra parte, essere la persona tenuta all’ oscuro.
Mise un braccio attorno alle spalle di Lily e Ginny sorrise annuendo “ andiamo, principessa” le disse, facendole strada, ma prima di mettere la mano sulla porta si fermò e la guardò “ però non me lo fare mai più” l’ ammonì “ almeno che tu non voglia riuscire dove Voldemort ha fallito” le disse scherzoso e Lily rise.
Era confusa. Sua madre sembrava arrabbiata con lei e poi aveva preso le sue difese e suo padre sembrava che in pochi minuti avesse superato tutto “ ma quante ne hai combinate a scuola?” gli chiese in un sussurro e sentì suo padre ridere sommessamente “ troppe” commentò entrando dentro la stanza.
Appena la porta si richiuse alle loro spalle Lily ebbe un brivido.
Era già stata nella sala degli interrogatori, a volte ne aveva anche condotto qualcuno, sotto la supervisione di suo padre, ma improvvisamente la stanza le sembrava soffocante.
Quelle mattonelle lucide e nere sembravano stringersi attorno a lei e lo spazio le sembrava troppo piccolo. Troppo stretto per contenere lei e Kara assieme.
Suo fratello era appoggiato al muro e vide che accanto a lui c’ erano Damien e Emily, oltre a qualche altro Auror che conosceva solo di vista, suo zio invece era seduto davanti a Kara e quando la vide le fece un sorriso e si alzò.
Il primo sorriso da quando era successo tutto, Lily si sentì rincuorata e rispose al sorriso di suo zio, o almeno provò a farlo, ma non era sicura che le fosse uscito un vero sorriso.
Suo padre la stava conducendo di fronte a Kara e lei non riusciva a fare altro che guardare negli occhi la persona che odiava di più e continuare a chiedersi se avesse, davvero, fatto tutto questo solo per gelosia.
“ Ma guarda chi c’ è” disse Kara sorridendo in maniera subdola.
Se Lily non l’ avesse catturata con l’ inganno, avrebbe pensato che si era preparata per questo momento da tanto tempo.
“ Il piacere non è reciproco” disse a  sua volta, sedendosi davanti a lei.
Kara sorrise ancora più ampliamente, ma Lily vide i suoi occhi restare freddi “ ma come? Mi hai voluto con tanto ardore e ora non ti manca la tua cucciolina?” le chiese, usando il nomignolo con cui la chiamava da bambina.
“ Dov’ è Scorpius, Kara? Per chi lavori? Perché hai fatto tutto questo?” le chiese tagliando corto Lily.
Kara rise e appoggiò le mani sopra il tavolo, lo sguardo di Lily fu attratto dal colore delle manette, luccicavano di un azzurro intenso invece che del solito giallo e i suoi polsi erano pieni di abrasioni rosso vivo.
Lily prese un respiro non aveva tempo per permettersi la compassione.
“ Simpatiche, vero?” le chiese Kara, seguendo il suo sguardo “ come il tuo paparino ci ha tenuto ad informarmi, queste manette limitano i miei poteri da Metamorfmagus e non posso trasfigurarmi e anzi ogni volta che ci provo, mi lasciano un segno ben tangibile, e doloroso, che mi ricorda di non farlo”
“ Mi dovrebbe importare?” le chiese fingendo noncuranza.
“ Oh sì che ti dovrebbe importare, perché è colpa tua, come sarà colpa tua se Scorpius morirà”
Kara non aveva neanche finito l’ ultima parola che Lily scattò in piedi in un movimento così fulmineo che la sedia si rovesciò sul pavimento.
Harry si mosse e si mise in mezzo tra la figlia e il tavolo per impedirle di prendere Kara per i capelli “ Kara, sei accusata di complicità in dieci omicidi, è la tua ultima possibilità o utilizzeremo il Veritaserum” l’ ammonì.
Kara non si scompose e continuò a guardare Lily “ sai di averlo condannato a morte?” le chiese, come se Harry non avesse neanche parlato.
Lily appoggiò una mano sul tavolo con così tanta forza che sentì il suo avambraccio vibrare “ tu, adesso, mi dirai dov’ è Scorpius” le sibilò, guardandola con odio.
Kara rise, era incredibile la freddezza che emanava, poche ore prima Lily l’ aveva vista disperarsi sul corpo di Teddy e adesso era fredda come il ghiaccio.
“ Lo rivuoi? Anche se ormai è stato a letto con me?”
Lily si sentì avvampare di rabbia e si mosse di scatto verso di lei, ma Harry la prese per un braccio e la fermò “ cerca di farti innervosire” le sussurrò “ con tutta probabilità non è neanche vero”  cercò di rassicurarla.
Lily inspirò ed espirò cercando di calmarsi.
“ Perché hai voluto parlare con me?” le chiese.
Kara sollevò un angolo della bocca e sorrise “ perché volevo vederti l’ ultima volta con tuo padre”
Harry tese un braccio davanti alla vita di Lily per impedirle di scattare verso di lei.
“ Non è un gioco, Kara, andrai in prigione, te ne rendi conto?” le chiese rabbioso, ma Kara continuò ad osservare Lily “ anche se non ci sono più i Dissennatori, non è un bel posto, te lo posso garantire, nessuno verrà a trovarti, sarai sola…”
Kara si voltò per la prima volta verso Harry, non smise di sorridere, ma al contempo i suoi occhi sembravano emanare un bagliore minaccioso.
“ Sola? Non credo. Prigione? Non ci andrò” disse con tono sarcastico “ sai chi sarà per sempre sola?” chiese spostando gli occhi su Lily.
“ A proposito non aspettavi un altro bambino?”
Lily non si accorse neanche di aver scansato con forza il braccio di suo padre e di esserle saltata addosso.
Sembrava che lei lo stesse facendo diventare un gioco psicologico.
Le minacce a Scorpius e a suo padre, il suo vantarsi di essere riuscita ad andare con Scorpius, il suo bambino, tutto per metterla alla prova.
Sembrava quasi che Kara, credesse di avere il coltello dalla parte del manico.
Nonostante fosse praticamente con un piede in prigione, nonostante fosse circondata da Auror, nonostante tutto questo, lei non aveva affatto paura.
Perché non aveva paura? Perché tutta questa sicurezza di non poter finire in prigione?
Cercò di colpire ogni punto libero del viso di Kara, non si era mai trovata coinvolta in una rissa e invece quel giorno era la seconda volta che picchiava Kara.
Sentì un paio di mani circondarle la vita e allontanarla da lei “ sei solo una sporca  assassina” le disse, mentre lei continuava a ridere “ una pazza” continuò.
Le mani che l’ avevano sollevata l’ attirarono a sé e le circondarono la vita “ non cedere, Lily” la voce di Damien.
“ BASTA” urlò Harry e si avvicinò a Kara riprendendola per la maglia e riportandola sulla sedia.
“ Tutta questa spavalderia non ti salverà” sentenziò duro “ no, infatti lo faranno gli altri” rispose lei.
Lily chiuse gli occhi ed inspirò a fondo cercando di riportare il respiro a livelli normali, ma non era facile calmare la propria rabbia con il sottofondo delle risate di Kara.
 “ Papà, prendi il Veritaserum, è inutile parlare ancora con questa assassina” 
Kara rise ancora toccandosi il labbro e guardando il sangue su di esso e Lily si chiese se fosse definitivamente impazzita.
 “ Peccato” disse soltanto “ perché vedi, la mia famiglia ci ha pensato per me, non potete estorcermi niente con il Veritaserum, tuo padre dovrebbe conoscere gli incantesimi di protezione per nascondere luoghi e persone, per cui provate…provate pure” disse divertita.
Harry annuì verso Ron e lui si tolse una piccola fiala dal colore giallognolo dalla tasca.
“ Apri la bocca” disse a Kara, lei non si fece pregare, senza togliere gli occhi da Lily fece come richiesto e sporse la lingua, incurante, come se fosse sicura che quello non avrebbe cambiato niente, Ron le mise tre gocce in bocca a Kara deglutì.
“ Qual è il tuo nome?” chiese Harry senza perdere tempo, era inutile chiederle il cognome, era Witch, il cognome fittizio che tutti i bambini dell’ istituto avevano.
“ Kara” rispose lei, continuando a guardare sempre e solo Lily.
“ Chi ti è il tuo capo?”
“ Nessuno”
“ Dove vivi?”
“ Non lo so, abbiamo un custode segreto”
“ Chi è?”
“ Hermione Granger”
Si sentì un rumore di respiro trattenuto e tutti si voltarono verso Ron, ma lui aveva sbarrato gli occhi, quasi non credesse a quello che le  sue orecchie avevano appena sentito.
“ Com’ è possibile?” chiese Harry, quasi più a se stesso che a lei.
“ Tutto è possibile” rispose Kara.
“ Forse non lo sa, forse è un inganno” disse Harry, guardando Ron, non avrebbe mai potuto dubitare di Ron e di Hermione.
Ron annuì, anche lui era sicuro che ci dovesse essere qualche trucco. Anche se non riusciva a capire come avessero potuto ingannare Hermione.
Lei, l’ unica che aveva compreso le intenzioni di Lily e soprattutto la persona più razionale e intuitiva che Harry e Ron avessero mai conosciuto.
“ Vai a parlare con lei, prenditi Emily, magari lei capirà più cose di noi” ipotizzò Harry.
“ Come al solito” disse Ron, prendendo dalla tasca la sua passaporta personale, poi guardò Emily “ pronta?” le chiese, lei annuì e in un secondo scomparvero.
Lily si sedette sulla sedia e si prese la testa tra le mani.
“ C’ è una sorta di compensazione al mondo, non trovi?” le chiese Kara e Lily lasciò che le mani le scivolassero sulle guance fino a far riaffiorare il suo viso da dietro di esse.
“ Sai quel giorno ero io in quella posizione, a disperarmi e a cercare di capire come potessi essere amata almeno quanto te”
“ Tu sei pazza, Kara” ma la voce non fu di Lily, ma di James.
Lily lo guardò, era ancora appoggiato al muro, ma i pugni chiusi e la mascella contratta dimostravano quanto faticasse a tenere la rabbia a freno.
“ Noi ti abbiamo sempre voluto bene”
Kara emise una risata che era quasi più uno sbuffo “ ad un cagnolino si vuole bene, ad un gattino o forse anche ad un gufo, io volevo essere amata “ disse guardando James negli occhi “ è diverso” disse e nella sua voce sembrava quasi esserci malinconia.
Lily stava per ribattere quando il rumore di un’ esplosione la fece sobbalzare.
Harry si precipitò alla porta e la spalancò, il suo sguardo cercò immediatamente la moglie e il figlio e rilasciò il respiro quando li vide nella stessa posizione in cui li aveva lasciati.
Non fece neanche in tempo a rilassarsi, però, che un Auror magro e con una calvizie incipiente si precipitò verso di loro “ capo, il Ministero è sotto attacco” urlò “ Ardemonio, bombe magiche, sta bruciando tutto” i suoi occhi trasmettevano tutta la paura di quello che aveva appena visto.
Lily pensò a quel giorno. All’ ufficio postale incendiato. Quello era il loro modo di fare.
“ Scorpius” disse soltanto, prima di precipitarsi verso la porta, ma Harry la fermò prendendola per entrambe le braccia e trattenendola.
Cercò di pensare razionalmente “ Albus, tu e tua madre smaterializzatevi a casa” ordinò, mentre Lily ancora si dibatteva.
Albus annuì e in pochi secondi si smaterializzò tenendo la madre per un braccio.
Harry prese Lily e la voltò verso di lui “ tu resti qua con James e Kara”
Lily scosse la testa “ devo vederlo, lui mi riconoscerà, io lo so” protestò Lily con la voce rotta, ma Harry la guardò deciso “ non ora, non così, non sappiamo neanche se lui è con loro, non possiamo rischiare di perdere Kara” le disse guardando per un attimo la ragazza seduta che sorrideva come se si aspettasse tutto questo.
“ Vogliono lei” si oppose ancora Lily.
“ Per questo i miei uomini migliori li voglio qua” disse Harry. Lily annuì ed Harry uscì nel tumulto e nelle grida generali.
Lily si portò le mani alle tempie, facendo risalire le sue dita fino ai capelli e Kara iniziò a ridere.
“ Perché non hai abbracciato tuo padre e tuo zio?” le chiese “ non li rivedrai più” concluse con un sorriso sadico che fece tremare Lily.

COMMENTO: OK…QUESTO CAPITOLO E’ UN PO’ DI PREPARAZIONE, MA COME POTETE VEDERE KARA E’ UNA CATTIVA VERA, NON SI PENTE, HA AVUTO SOLO UN CEDIMENTO CON TEDDY, MA VUOLE DAVVERO CHE LA VITA DI LILY SIA ROVINATA!! ADESSO…SARA’ DAVVERO SCORPIUS? CMQ NON PREOCCUPATEVI, LA PARTE CON KARA NON E’ FINITA E NEL PROSSIMO CAPITOLO CAPIRETE IL MOTIVO, GIA’ QUA HO DATO UN BELL’ INDIZIO…PIANO PIANO SI STANNO SCOPRENDO LE CARTE : )) ANCHE SE ADESSO HARRY, RON ED HERMIONE SONO IN PERICOLO…AH PREMETTO CHE IL PROSSIMO CAPITOLO POTREBBE ESSERE LEGGERMENTE IN RITARDO, PERCHE’ QUESTO WEEK END HO UN ADDIO AL NUBILATO E SCRIVENDO PRINCIPALMENTE NEL WEEK END…VEDREMO COSA RIUSCIRO’ A FARE IN SETTIMANA ; )) INTANTO RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE RECENSISCONO E CHE MI INCORAGGIANO AD ANDARE AVANTI OVVERO : ICEPRINCESS / LUISA 21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / HUNTER /ALESSANDRA CORTESE E  PAPOF87 !! GRAZIE DI CUORE A TUTTE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE  A TUTTI !!

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Capitolo 23
*** 23 CAPITOLO ***


Lily sentiva il frastuono all’ esterno farsi sempre più intenso.
Tamburellò nervosamente le dita sul tavolo. Per quanto ne sapeva lei suo padre poteva davvero essere morto, Scorpius stesso poteva averlo ucciso e non aveva la più pallida idea di quante persone fossero coinvolte in quest’ attacco e lei doveva starsene ferma e buona lì, mentre Kara canticchiava come se niente stesse accadendo attorno a loro.
Scambiò uno sguardo con James e vide che stava tremando, ma non era paura, era rabbia.
Con un carattere come il suo, restare rinchiuso in una stanza e non sapere cosa stava accadendo fuori, era sicuramente una tortura.
“ Chi è ?” domandò guardando duramente Kara negli occhi, questa storia doveva finire.
Kara smise di canticchiare e il silenzio scese nella stanza mentre lei voltava il suo viso verso Lily guardandola con occhi pieni di derisione “ che cosa?” le chiese come se fosse confusa.
Lily si alzò in un lampo, si mosse così velocemente che James si chiese se si fosse smaterializzata.
Puntò la bacchetta alla gola di Kara e la guardò cercando di trasmetterle tutto l’ odio che provava in quel momento “ non gioco più” le disse, sollevandola e tenendola per la maglia “ è Scorpius?” le chiese.
I loro visi erano a pochi centimetri di distanza, eppure Kara sorrise di nuovo e si mosse per liberarsi dalla presa di Lily “ se anche fosse?” le chiese “ tu sei qua e lui è giù, se anche avessi una sola possibilità la stai perdendo” la provocò.
Lily la lasciò andare con un violento strattone e Kara ricadde seduta sulla sedia.
“ E’ questo il bello di voi Auror, tutte minacce e niente fatti” le disse ironica “ forse se mi avessi tirato un pugno, mi avresti spinto a dirti qualcosa” la provocò ancora e Lily distolse lo sguardo da lei, per non cedere alla sua provocazione. In fondo in quel momento avrebbe tanto voluto farlo.
James che non riusciva più a restare fermo si avvicinò a lei e Lily vide Kara seguire i suoi movimenti e non perdersi neanche un attimo, mentre James si frugava in tasca e prendeva un oggetto quadrato con le sue iniziali sopra.
Lily lo riconobbe, ma vide lo stupore negli occhi di Kara “ che cos’ è ?” gli chiese.
James scosse la testa e sorrise, stando al suo gioco “ oh, è solo un aggeggino” disse vago.
“ Dimmi cos’ è “ s’ impuntò Kara e sembrava leggermente impaurita.
James sorrise “ dopo…forse” le disse “ dopo che avrò superato il senso di ripugno che ho per te” chiarì.
Kara trattenne il respiro e il sorriso si spense definitivamente nel suo viso “ non credo di dover piacere a te” disse, ma Lily notò che nella sua voce c’ era qualcosa di strano.
Affermava che non le importava, ma i suoi occhi dicevano altro.
“ No, hai ragione” replicò James, senza scomporsi “ ero un illuso a credere che t’ importasse di noi…di me” affermò quasi tristemente, poi si sedette sulla sedia lasciata libera da Lily e congiunse le mani davanti a sé, poggiando gli avambracci sul tavolo, di modo che le sue mani fossero quasi al centro di esso e che lo separassero solo pochi centimetri dalle mani di Kara.
“ In fondo cosa sono per te? “ chiese “ eppure mi hai sempre raccontato tutto, mi hai sempre detto che ero come un fratello per te” prese un respiro per nascondere la delusione “ ricordo tutte le tue confidenze, i tuoi primi amori…” s’ interruppe per guardarla negli occhi “ io ti ho sempre ascoltata, Kara” affermò “ io ci sono sempre stato” proseguì con un tono che sembrava un’ accusa.
Kara contrariamente a quello che si era immaginata Lily emise una risata, ma non era come in precedenza. Era una risata nervosa e piena di rabbia.
“ Quindi adesso ti ricordi di me?” gli chiese.
Lily passava gli occhi dall’ uno all’ altro per essere sicura di non perdersi nessun passaggio, si chiedeva se fosse davvero come sembrava.
“ Che stai dicendo?” le chiese confuso “ tu eri parte della mia famiglia” disse deciso.
“ Ma ho dovuto unirmi all’ Inafferrabile perché tu ti accorgessi di me” disse Kara e Lily vide dal suo volto che si era pentita dell’ affermazione subito dopo averla fatta.
La vide guardare gli occhi di James sgranati e stupiti, poi scuotere la testa e fissare lo sguardo verso il muro.
Sembrava un’ innamorata respinta.
Lily trattenne il fiato bruscamente, era un’ innamorata respinta.
Lei era innamorata di James, ecco perché con lui aveva parlato, ecco perché non lo aveva ignorato come tutti gli altri.
Lily riflettè. Doveva usare questa cosa e doveva farlo lei, dato che non era sicura che James avesse compreso.
“ E così sei innamorata di James?” le chiese e cercò d’ imprimere alla sua voce tutto il sarcasmo che le era possibile in un momento come quello.
Kara la guardò stringendo le labbra fino a perdere colore, sembrava che non volesse parlare, poi lo fece “ sì” disse soltanto.
Lily che non si era aspettata una risposta,  cercò lo sguardo di James, ma lo vide fissare Kara sconvolto.
Era proprio vero che spesso gli uomini non si accorgevano di ciò che gli accadeva intorno, pensò scuotendo la testa.
“ Quindi nonostante lui sia molto più grande di te, nonostante abbia una moglie e un figlio, tu sei innamorata di lui”
Kara strinse i pugni contro i braccioli della poltrona, ma rispose affermativamente anche questa volta.
Qualcosa dentro Lily stava cantando vittoria, alla fine Kara aveva risposto alla sua domanda, nonostante si vedesse che non voleva farlo.
Quindi non era immune al Veritaserum.
“ James” lo risvegliò Lily “ ti rendi conto?” gli chiese.
Lui la guardò inarcando le sopracciglia e aprendo le labbra, come se volesse chiederle di cosa si doveva rendere conto, se si riferiva al fatto che Kara era una pazza e aveva fatto tutto questo per farsi notare da lui.
“ Lei non è immune al Veritaserum, è stata condizionata a non rispondere alle domande principali” gli spiegò con fervore.
Kara si alzò di scatto dalla sedia e si mosse per saltare addosso a Lily, ma James la bloccò immediatamente con un incantesimo “ maledetta” urlò Kara “ maledetta stronza, dovevi morire sulla radura” le urlò ancora.
Lily non si scompose guardando Kara infrangersi più volte contro la barriera creata da suo fratello.
Sorrise ampliamente a beneficio di Kara e poi riportò lo sguardo su James “ Dobbiamo solo girarci intorno” continuò.
James annuì  comprendendo il suo ragionamento “ l’ hai fatto per farti notare da me?” le chiese scuotendo la testa, sicuramente non credeva neanche lui che potesse fare una cosa del genere.
“ Voi Potter pensate di sapere tutto, ma non è così” disse tornando a sedersi e portandosi rabbiosamente una ciocca dei suoi capelli biondi dietro l’ orecchio.
Lily appoggiò una mano sul tavolo con forza e la guardò “ rispondi alla domanda” le impose.
“ Non solo” rispose tra i denti.
“ Perché l’ hai fatto?” domandò Lily.
“ Perché mi andava” rispose con un sorriso, Lily emise un gesto d’ impazienza “ sei stata condizionata anche su questa domanda, vero?”  le chiese, ma ebbe solo un sorriso in risposta.
Sentirono il rumore di qualcosa che s’ infrangeva e Lily e James si guardarono.
Non avevano tempo, dovevano andare ad aiutare Harry.
“ Comandi tu?” chiese Lily e Kara scosse la testa.
James aprì bocca, ma Lily lo fermò “ è inutile chiederle chi comanda, non credi?” gli chiese.
James sospirò “ è inutile anche chiederle come guidano Scorpius, o come possiamo fare per liberarlo”
Lily spalancò gli occhi, le era venuto in mente quello che aveva detto Albus il giorno precedente.
“ L’ incantesimo è nel bracciale?” le chiese.
La domanda non era diretta e sicuramente, a giudicare dalla reazione di Kara, non era prevista.
Si agitò sulla sedia e si mise una mano sulla bocca come una bambina che non vuole parlare.
“ Gli Auror non sono sempre prevedibili” affermò Lily e con un colpo di bacchetta le fece aprire entrambe le braccia.
“ Sì” disse Kara ed i suoi occhi erano pieni di disgusto e di rabbia per quello che era costretta a fare.
Lily invece si sentiva felice come una bambina a Natale.
“ Lui può toglierlo?” le chiese ancora.
“ Lui non vorrà mai toglierlo” rispose Kara e stavolta il suo sorriso sembrava genuino.
Lily ricordò quando aveva provato a toglierglielo nel bosco e non c’ era riuscita.
“ Chi può farlo?” le chiese.
Kara stava ansimando nello sforzo di non rispondere.
“ Kara, dimmi chi può togliergli il bracciale” le disse, sillabando le parole una per una.
Lei guardò James, sembrava quasi una muta richiesta d’ aiuto, ma James si sporse nella sedia.
“ Dimmelo” le impose.
“ Chi ha il suo sangue” vomitò quelle parole come se fossero veleno e Lily si staccò con forza dal tavolo e si appoggiò al muro.
“ Draco” sussurrò.
Sì, avrebbe chiamato Draco, non poteva mettere a rischio la sua bambina, né tantomeno farla incontrare di nuovo con il padre fino a quando non fosse guarito.
“ Vai” disse soltanto James, lei lo guardò un secondo indecisa se fosse il caso di lasciarlo solo.
Guardò la sua mano stretta nella bacchetta e le manette dorate che circondavano le mani e i piedi di Kara.
“ Torno subito” gli disse e si smaterializzò.
***
Scorpius salì lentamente le scale, non aveva idea di quante persone avrebbe trovato all’ interno.
Per adesso era filato tutto liscio.
Quello che il capo gli aveva indicato come il pericolo maggiore, l’ uomo con la cicatrice, stava combattendo con tre dei loro mercenari.
Adesso lui doveva prendere Kara.
Gli ordini erano stati chiari, avrebbe dovuto prendere Kara e l’ uomo con la cicatrice e poi rientrare subito.
Una goccia di sangue cadde sullo scalino che stava salendo e si toccò il braccio nel punto in cui sentiva dolore.
Ritrasse le dita sporche di sangue. Era stato ferito.
Si accigliò, sembrava che nessuno lo stesse colpendo per ucciderlo e la cosa non gli era chiara.
Perché se erano nemici da sempre, se l’ avevano ridotto così, se avevano annullato la sua memoria, ora avevano pietà di lui?
Scosse la testa, non poteva perdersi in futili domande, doveva eseguire gli ordini che gli erano stati assegnati.
Doveva liberare Kara. Lei contava su di lui.
Vide la stanza che gli avevano indicato, la stanza degli interrogatori e sentì parlare dall’ interno.
Aprì leggermente la porta e sentì un crack.
Ebbe una fugace visione di una ragazza dai capelli rossi che scompariva e rimase per un attimo imbambolato.
Era un viso familiare. Un viso che lo visitava spesso nei suoi sogni.
Credeva che fosse irreale e invece esisteva. Chi poteva essere?
Puntò la bacchetta contro il ragazzo seduto davanti a Kara e la sollevò “ Avada…”
Aveva già cominciato la formula, lui si era voltato con la paura negli occhi, ma lei lo fermò “ Non ucciderlo” lo interruppe, negli occhi una strana ansia, esitò quell’ attimo di troppo e lui si riprese e gli lanciò contro un incantesimo.
Scorpius dovette gettarsi a terra, ma fu solo un attimo prima di rispondere agli incantesimi di James.
Erano solo due, ma sembravano molti di più.
Scintille volevano dappertutto e grida riecheggiavano nella stanza.
“ Liberami” gli urlò Kara, quando lo vide gettarsi a terra “ liberami, idiota, posso aiutarti” continuò, mentre un incantesimo colpiva il fianco di Scorpius.
Lui gemette, poi cercò di risollevarsi e lanciò un incantesimo contro James, ma lui era pronto e sollevò uno scudo.
Scorpius approfittò di quell’ istante per liberare le mani e i piedi di Kara, ma quella distrazione lo fece di nuovo essere in svantaggio su James che gli colpì la mano e gli fece cadere la bacchetta.
 “ Sai, Malfoy,  non mi sei mai rimasto molto simpatico” disse James, quasi senza fiato, alzandosi e torreggiando su di lui che era ancora seduto “ ma adesso credo proprio di detes…”
James cadde a terra prima di riuscire a finire la frase.
Scorpius guardò Kara, aveva ancora la bacchetta in mano, ma  sembrava non riuscire a staccare gli occhi dal ragazzo schiantato.
“ Uccidilo” le ordinò. In fondo erano stati chiari, uccidere quante più persone potevano.
Quell’ attacco doveva restare nei libri di Storia della Magia.
Kara guardò lui e poi di nuovo il ragazzo “ no, dobbiamo andare” disse alzandosi in piedi “ Lei tornerà”
Scorpius non fece in tempo a chiedere se si riferiva alla ragazza che aveva visto prima che sentì il rumore della smaterializzazione e lei apparve davanti ai suoi occhi.
Probabilmente non era niente di speciale: i suoi capelli rossi erano raccolti in una coda disordinata, i suoi occhi erano di un banale castano e il suo viso era pieno di lentiggini, ma appena la vide le sue labbra si aprirono automaticamente. Non credeva di aver mai visto qualcosa di così bello.
Ai suoi occhi, i suoi capelli erano disordinati, come buffi tentacoli rossi che le incorniciavano il volto, i suoi occhi erano sì castani, ma erano così luminosi che sembravano due fari nella notte e tutte quelle efelidi sembravano disegnate, disposte come un perfetto ornamento del suo viso.
Vide Kara alzare la bacchetta verso di lei e le mise una mano sul braccio per farle abbassare la bacchetta “ andiamocene” le disse soltanto.
Lily spostò contemporaneamente lo sguardo da lui e vide il fratello a terra “ Draco” chiamò e l’ uomo accanto a lei che non aveva smesso un attimo di guardarlo alzò la bacchetta “ stupeficium” disse e aveva uno sguardo determinato, mentre Lily si abbassava velocemente per sentire le pulsazioni del cuore del fratello.
“ Fai che sia vivo” ripeteva come un mantra e sospirò di sollievo, sentendo il suo cuore battere regolarmente.
Kara gli diede una spinta e per muoversi più velocemente fece cadere la bacchetta.
Scorpius finì contro il muro e non potendo attutire il colpo battè il braccio e sentì l’ osso fare un rumore inquietante, nello stesso istante in cui gli arrivò il dolore.
Guardò l’ uomo davanti a lui solo per un secondo, notando quanto fosse simile a lui, prima che scoppiasse il tumulto.
Kara sembrò ruggire di rabbia e si gettò contro Lily e Draco fece lo stesso con lui.
Lo afferrò per il braccio malandato e glielo torse anche se il suo viso sembrava contrariato.
Scorpius urlò di dolore e cercò di assecondare il movimento per cercare di liberarsi, sapeva di essere più forte, quell’ uomo doveva avere il doppio dei suoi anni, ma sembrava guidato da una forza a lui sconosciuta.
Sembrava guidato dalla disperazione  e questo lo rendeva più forte e più veloce.
Portò il braccio ferito di Scorpius dietro la schiena e approfittando del fatto che era rimasto senza fiato afferrò l’ altro braccio.
Scorpius si divincolò ma lui lo tenne fermo spingendo il braccio rotto ancora più verso la schiena.
“ Mi dispiace, figliolo” disse e fu soltanto un mormorio.
Scorpius si voltò per la sorpresa. Che aveva detto?
Non fece neanche in tempo a reagire che Draco gli afferrò con forza il bracciale e lo fece scorrere togliendolo.
Poi si spostò da lui ansimando e osservandolo a fondo.
Scorpius lo guardò sgranando gli occhi “ papà?” chiese, respirando faticosamente per il dolore al braccio e le labbra di Draco si aprirono nel primo vero sorriso da mesi.
“ Speravo di risentirti pronunciare quella parola” disse felice, poi senza riuscire a trattenersi abbracciò il figlio e lui si lasciò riabbracciare, prima di gemere dal dolore.
“ Ti risistemo il braccio” disse Draco con voce colpevole, ma Scorpius scosse la testa “ Lily” disse guardando le due ragazze accapigliate a terra.
Raccolse la bacchetta, cercando di tenere il braccio rotto immobile e la puntò contro entrambe mentre suo padre risvegliava James.
Puntò la bacchetta prima su una e poi sull’ altra, ma non riusciva a decidere chi colpire.
Non riusciva a riconoscerle. Erano uguali.

COMMENTO: OK…IMMAGINO GIA’ LA VOSTRA FELICITA’ : SCORPIUS E’ TORNATO !! MA SECONDO VOI POSSO RENDERLA COSI’ SEMPLICE? NON VI DICO NIENTE…MA VI DICO SOLO ASPETTATE A CANTARE VITTORIA…LA STORIA NON E’ FINITA  : )) PER IL RESTO IN QUESTO CAPITOLO CI SONO ALCUNI PICCOLI INDIZI…CHISSA’ SE PIANO PIANO VI FATE UN’ IDEA SULL’ IDENTITA’ DEI DUE PAZZI : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE NON MI ABBANDONANO MAI…NON SAPETE QUANTO MI FANNO PIACERE LE VOSTRE RECENSIONI OVVERO : ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / ALWAYS89 / MITSUKI91 / ALESSANDRA CORTESE / GIN 97 E FEDERCHICCA !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 24
*** 24 CAPITOLO ***


Scorpius le guardò ancora un secondo, se la situazione non fosse stata così seria sarebbe stata quasi comica.
Due donne perfettamente uguali che se le davano di santa ragione.
Solo che una delle due era la sua Lily.
Non sapeva come avrebbe potuto riconoscerle o almeno, in quelle condizioni era praticamente impossibile: i capelli, l’ altezza, la corporatura e Scorpius era sicuro che se si fossero staccate tanto da poter vedere i loro occhi, anche quelli sarebbero stati uguali.
Decise in un secondo. Sollevò la bacchetta e le separò, mandandole entrambe contro i muri opposti.
Le guardò in faccia entrambe, ma loro ripresero immediatamente ad urlare e nonostante la barriera fosse ancora attiva cercarono di scagliarsi l’ una contro l’ altra.
Sembrava che non avessero neanche notato chi le aveva separate o meglio, sicuramente la vera Lily non l’ aveva notato o si sarebbe gettata tra le sue braccia.
O almeno così Scorpius sperava.
Suo padre lo raggiunse e Scorpius vide che James si reggeva a lui “ Ti ho conciato male, Potter?” gli chiese in tono di scusa.
James lo guardò con odio, ma non rispose, lui guardò suo padre che si limitò a dargli un’ occhiata interrogativa “ ricordi niente di quello che è successo quando non eri in te?” gli chiese, Scorpius scosse la testa e guardò Lily.
O almeno guardò una delle due ragazze. Sembravano possedute da Salazar Serpeverde in persona.
Nessuna delle due sembrava la sua Lily, che era sì un fuoco, ma che non era mai stata cattiva e crudele con nessuno.
Poteva dipendere da lui? Cos’ era successo? E quanto era stato sotto l’ effetto dell’ incantesimo?
“ Potrei capire chi è delle due effettuando l’ esame per vedere chi delle due aspetta un bambino, se solo stessero ferme un attimo” disse quasi a se stesso, ma non vide i due uomini accanto a lui scambiarsi un’ occhiata.
“ Senti, Scorpius…” cominciò suo padre, ma lui lo interruppe a quanto sembrava aveva continuato a seguire il filo dei suoi pensieri “ ho capito” disse soltanto.
Guardò le mani delle due Lily, per un attimo le sembrò di averle sulla sua pelle, una lieve scia invisibile che gli percorreva la schiena.
Chiuse gli occhi cercando di sentire il suo cuore e li riaprì vedendo davanti a sé la vera Lily.
Era lei, il modo di inveire e di arrabbiarsi, quello non poteva essere simulato, l’ espressione dei suoi occhi, così splendente anche in quel momento e persino il sudore sulla sua fronte: ne era sicuro.
A conferma della sua teoria vide brillare la fede al suo dito, sapeva che non se la sarebbe mai tolta, sapeva che lo amava e quanto la promessa di amarlo e di essergli fedele fosse importante per lei.
Poi guardò la falsa Lily e  si chiese come avesse potuto farsi ingannare, tutto era uguale in lei, ma tutto era diverso.
Un Metamorfmagus poteva prendere le sembianze di chiunque e anche parlare con la stessa voce, ma non poteva avere le stesse espressioni facciali e men che mai lo stesso odore.
“ Petrificus totalus” disse puntando la bacchetta su Kara, la quale ricadde giù con un tonfo sordo, gli occhi spalancati e le mani ancora aperte con il palmo sollevato verso l’ alto, come se avesse voluto fermarlo.
Lily si girò verso di lui e lo guardò quasi con sospetto.
Le sembrava un sogno, non le sembrava vero.
Non poteva essere vero. Eppure quella era l’ espressione di Scorpius: il vero Scorpius.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre lui si avvicinava a lei piano, quasi timoroso di rompere l’ incontro dei loro occhi, gli stessi occhi dai quali Lily aveva capito che era tornato.
Sollevò una mano e le accarezzò una guancia “ non ci credo” mormorò lei, appoggiando piano la guancia sul suo palmo e sentendo le lacrime bagnarle le guance.
Scorpius sorrise e le accarezzò le labbra con un pollice “ neanch’ io” disse prendendo un forte respiro, quasi come se volesse immagazzinare tutto di quel momento, usare tutti i sensi che aveva a disposizione.
Vista e appoggiò la fronte alla sua perdendosi nei suoi occhi, mentre Lily gli circondava il viso con entrambe le mani come se non potesse ancora crederci, come se il contatto potesse renderlo definitivamente vero.
Tatto e fece scendere le sue mani ad accarezzare lievi le sue braccia, la sua schiena, aveva un bisogno quasi fisico di lei, come un assetato che avesse appena visto un bicchier d’ acqua. La sua pelle era morbida e delicata come la ricordava.
Olfatto e respirò il suo odore, nonostante il sudore continuava a sapere di pulito e di bagnoschiuma, odorava di Lily.
Udito. “ Non smettere di parlarmi, devo sentire la tua voce, ti prego, Lily” le disse in un sussurro.
Gusto. Scese lentamente sulle sue labbra, come se volesse assaporare ogni minimo angolo della sua bocca e Lily lo lasciò fare, godendosi a sua volta le sue labbra, afferrandogli il viso tra le mani, quasi come se avesse paura che potesse sfuggirgli in qualsiasi momento.
Che potesse scomparire, come nei sogni dove si erano incontrati. In quel momento tutta la sua rabbia era relegata in un angolo del suo cervello che non aveva intenzione di aprire.
“ Bè direi che siamo di troppo qua” sentì commentare a Draco e si scostò lentamente da lui.
“ Già in fondo di sotto sta solo infervorando una battaglia” commentò James, dando manforte a Draco.
Lily ritrovò a pieno la lucidità “ Papà” disse allarmata sgranando gli occhi.
“ E adesso che c’ entra tuo padre?” chiese Draco, facendo comparire due paia di manette ai polsi e alle caviglie della falsa Lily.
“ Lei ci ha detto che vogliono lui e probabilmente anche lo zio Ron, devo andare” spiegò agitata.
James assentì con la testa, con tutto il casino che era successo non aveva ripensato alle parole di Kara, sperava che fossero ancora in tempo.
Scorpius la fermò per un polso “ non puoi andare, è pericoloso per il bambino, andrò io” disse deciso.
Lily si sentì come se avesse appena ricevuto un pugno in pieno viso e le sue gambe vacillarono.
“ Ti senti male?” le chiese Scorpius premuroso.
Scorpius premuroso. Scorpius che la stava guardando preoccupato. Scorpius che aveva di nuovo nei suoi occhi la luce dell’ amore e lei che non riusciva a parlare, anzi le sembrava quasi di aver dimenticato come si faceva a respirare.
Le sembrava  di nuotare nel fondo di una vasca dalla quale non riusciva ad uscire, si sentiva senza fiato, senza forze e soprattutto senza il tempo necessario.
Per fortuna James le venne in aiuto “ la proteggo io, Malfoy, tu non l’ hai fatto per tre mesi, può farcela per un altro giorno” disse senza neanche guardarlo e prendendo la sorella per l’ altro polso, per trascinarsela dietro, ma Scorpius la trattenne e James si fermò sulle gambe e inviò al cognato un’ occhiata piena di rancore.
“ Tre mesi?” chiese Scorpius, sembrava che ogni informazione gli venisse rivelata lo rendesse sempre più stupito.
Suo padre gli arrivò da dietro e gli batté una mano sulla spalla “ non ora” gli disse, guardando i due fratelli Potter: la confusione e l’ angoscia sul volto di Lily e la rabbia su quello di James, “ fidati” aggiunse.
Scorpius allargò lentamente le dita e lasciò libero il polso di Lily che venne trascinata via da suo fratello senza riuscire ad aggiungere altro.
Si portò entrambe le mani ai capelli e le lasciò sopra la testa. Non capiva il loro comportamento.
Non riusciva a capire niente.
Si voltò verso suo padre “ non capisco” gli disse e sembrava che in realtà gli stesse urlando “ aiutami”.
Draco lo guardò e scosse la testa “ sei stato via tre mesi, eri un altro, Scorp, non puoi fartene una colpa” gli disse suo padre.
Scorpius scosse lentamente la testa continuando a guardare verso la porta come se aspettasse che Lily e James uscissero fuori da un momento all’ altro e gli gridassero “ era uno scherzo”.
Guardò Kara stesa per terra ancora con le sembianze di Lily e ripensò a sua moglie e al momento di tenerezza che avevano appena avuto. Gli era sembrato tutto così normale.
Il senso di confusione gli fece mancare la forza sulle gambe e si appoggiò al muro, aveva bisogno di un sostegno.
“ Cosa ho fatto, papà?”
Draco sospirò “ credo che tu debba parlarne con lei” rispose onestamente “ se vuoi posso dirti cos’ hai fatto a me o ad Aries” aggiunse.
Scorpius spalancò gli occhi “ Aries?” chiese con urgenza “ no, no, no” si portò di nuovo le mani ai capelli, nel tentativo di fermare le sue supposizioni che sembravano diventare reali come film che gli scorrevano davanti agli occhi.
Si accucciò sui talloni e si prese la testa tra le mani “ non posso avervi fatto del male, vero?” gli chiese e Draco vide con orrore che aveva le lacrime agli occhi.
“ DIMMI CHE NON HO FATTO DEL MALE A NESSUNO” urlò Scorpius fuori di sé, si alzò di scatto e si avventò sul padre con l’ intento di prendergli il bracciale, ma Draco fece un passo indietro e alzò automaticamente la bacchetta su di lui.
Scorpius si fermò di botto “ stai scherzando?” chiese, non riusciva a credere che suo padre pensasse di doversi difendere da lui.
Draco abbassò immediatamente la bacchetta sentendosi in colpa, era stata una reazione istintiva, ma adesso gli occhi di Scorpius erano pieni di confusione in modo quasi doloroso.
“ Io…io…” cominciò a muoversi in tondo come un leone in gabbia, poi si fermò e puntò di nuovo gli occhi su suo padre.
“ Io devo sapere tutto. Come posso affrontare mia moglie, mia figlia…” si fermò trattenendo il respiro “ non ho fatto del male a Syria, vero?” gli chiese e questa volta la sua voce era pura disperazione.
Quando Draco non rispose, Scorpius cominciò a muoversi di nuovo, non riuscendo a restare nella stessa posizione “ non posso crederci…non posso crederci” continuava a ripetere.
Draco lo fermò prendendolo per le braccia “ Non posso parlare per tutti, ma per me non conta niente quello che è successo, però aiutarci a prendere i pazzi che ti hanno fatto questo potrebbe essere un buon modo per riscattarsi” gli disse e Scorpius guardò automaticamente la finta Lily ancora bloccata nella stessa posizione.
“ Cos’ ho fatto a Lily e a mia figlia?” chiese in un sussurro.
“ Scorpius non potevi scegliere” 
Lui scosse la testa e automaticamente lo sguardo si posò sul marchio nero del padre che si intravedeva dalle maniche arrotolate della camicia. Era vero che non poteva scegliere?
Eppure proprio lui l’ aveva cresciuto dicendogli che c’ è sempre una scelta, che devi imparare la parte giusta dalla quale combattere e che lui non aveva pentimento più grande di essersi lasciato ingannare ed aver pensato per anni che non avesse scelta, che non avesse altro destino che quello.
Adesso però poteva scegliere e non doveva essere lì, doveva cercare di riparare al danno, aiutare Lily nella battaglia e poi, forse, se ci fosse riuscito, farsi raccontare tutto.
“ Puoi stare tu con lei?” chiese a suo padre.
Draco sorrise “ puoi contarci” gli disse non riuscendo a nascondere una smorfia di disgusto per colei che era la causa di tutto questo, e Scorpius uscì dalla porta.
Scese le scale quasi di corsa e rischiò di scivolare su alcune gocce di sangue, si toccò il braccio automaticamente, erano sue, ma non sapeva neanche come se le era fatte.
Mosse l’ indice e il pollice spargendosi quella goccia di sangue sulle dita. Non capiva come potesse non ricordare niente.
Suo padre aveva parlato addirittura di tre mesi. Come si può annullare tre mesi della vita di una persona?
Improvvisamente davanti a sé vide gli occhi di Lily, non erano impauriti, erano terrorizzati.
“ Prendi me” e vide con nitidezza la propria bacchetta salire fino a puntargliela alla gola.
Vacillò sulle gambe e si dovette appoggiare al muro. Non poteva essere un ricordo.
Sentiva il respiro affaticato e gli sembrava si mescolasse con quello dello Scorpius del ricordo.
Si passò una mano sul viso, gli sembrava di impazzire, doveva smettere. Quello non poteva essere lui. Lily non l’ avrebbe mai guardato con quell’ espressione.
Lei non aveva mai avuto paura di lui.
Portò la mano sul corrimano e la vide sporca di sangue.
Era troppo per essere il sangue della sua ferita che ormai era quasi secco. Doveva essere sul suo viso, doveva aveva messo la mano pochi secondi prima.
Si toccò di nuovo il viso e lo sentì. Stava perdendo sangue dal naso.
***
Lily lanciò un incantesimo all’ uomo davanti a lei e questo andò a sbattere contro la fontana.
Si girò per guardare dove fosse suo padre e lo vide combattere contro altri due uomini, sembrava reggersi un fianco.
Era ferito, ma contemporaneamente sembrava che cercassero di evitare di colpirlo, lanciandogli incantesimi solo per catturarlo o stordirlo.
Si guardò intorno. L’ atrio era vuoto, le fiamme dei camini spente e non si vedeva nessuno che non fossero Auror o nemici.
Ogni Auror sembrava impegnato a combattere almeno con una persona.
Erano tanti. Sembrava che ci fossero almeno due persone per ogni Auror disponibile.
Possibile che avessero un tale dispiegamento di forze?
Tante persone in quel modo potevano essere state reclutate solo in due modi: promessa di potere o promessa di soldi.
Qual era delle due?
Alzò la sua bacchetta e la concentrò su un altro uomo che le si stava avvicinando, ma improvvisamente lo vide guardare alle sue spalle e si smaterializzò.
A poco a poco tutti fecero la stessa cosa e Lily si ritrovò a guardare negli occhi i suoi compagni.
Lily si voltò per vedere che cosa avesse attratto la loro attenzione e vide Scorpius in fondo alle scale e Draco con Kara tenuta costantemente sotto la sua bacchetta in cima.
Una delle due cose li aveva destabilizzati e fatti fuggire.
Tutti gli Auror puntarono la bacchetta contro Scorpius. Lily vide suo fratello che nonostante avesse assistito al ritorno del vero Scorpius, continuava a guardarlo con odio e non accennava né ad abbassare la bacchetta, né a dire agli altri cos’ era successo.
“ Fermi” disse Lily, mettendosi nelle loro traiettorie.
Tutti la guardarono stupita, ma non abbassarono la bacchetta.
Suo padre si avvicinò. Si reggeva un fianco e sembrava spossato, ma non pareva ferito gravemente. Sembrava che nonostante tante persone lo avessero affrontato, nessuna avesse colpito per ferirlo, ma per imprigionarlo o stordirlo.
“ Lily che succede?” le chiese e la sua voce non era chiara come sempre, ma piuttosto debole.
“ Non colpitelo, lui…lui è di nuovo lui” sapeva che non era neanche una frase di senso compiuto, ma non sapeva come spiegarlo.
Mormorii si diffusero tra gli Auror e tutti cominciarono a guardarsi negli occhi, probabilmente si stavano chiedendo se fosse vero o se lei fosse totalmente impazzita.
Scorpius non la stava aiutando, guardandoli come se non li riconoscesse e non aprendo bocca.
Draco finì di scendere le scale, adesso Kara era proprio accanto a Scorpius e per quanto, finalmente, sembrasse spaventata, Lily dovette distogliere lo sguardo.
Vederli accanto le provocava ancora una fitta dolorosa al cuore.
“ Anche lei?” chiese Emily e Lily cercò di sorridere, almeno lei sembrava crederle.
Lily scosse la testa “ lei potete gettarla ad Azkaban e buttare la chiave per quello che m’ importa” disse con cattiveria.
Scorpius aggrottò le sopracciglia, ancora non riusciva a credere che Kara fosse complice di quelli che gli avevano fatto questo, ma soprattutto non riusciva a riconoscere il tono cattivo e duro con il quale Lily parlava.
Sembrava che ne avesse passate troppe. Glielo poteva leggere negli occhi, non che lo avesse più guardato da dopo che aveva capito che era tornato, ma lui l’ aveva osservata bene. Anche mentre combatteva sembrava una furia, sembrava che avesse un fuoco che la stava bruciando dall’ interno.
Harry guardò Scorpius “ chi sei?” gli chiese.
Scorpius guardò il suocero. Era il marito di Lily da otto anni e prima ancora era stato il migliore amico del suo secondogenito per anni, ma non aveva mai visto in lui quello sguardo di diffidenza e di disprezzo.
“ Potter, so che ami le scene melodrammatiche, ma…”
“Non l’ ho chiesto a te, Malfoy” disse Harry, senza guardare negli occhi Draco.
Scorpius si sentiva confuso. Forse sentiva come se una parte di lui vedesse in Harry un nemico, ma doveva essere colpa della confusione che aveva in testa in quel momento.
“ Dimmi il tuo nome” ripeté Harry, la sua voce era calma, ma nel suo tono c’ era un vago sentore di minaccia.
Scorpius guardò Lily, ma la vide intenta a fissare il muro, poi spostò lo sguardo su suo padre, ma lo vide guardare Harry con gli occhi assottigliati, come se non approvasse affatto quello che stava facendo.
“ Scorpius Malfoy” rispose stupendosi di come la sua voce fosse risultata nitida, nonostante in quel momento i pensieri gli vorticassero in testa creando una nebbia che non voleva diradarsi.
Harry prese un respiro “ felici di riaverti con noi, Scorpius Malfoy” e il suo sguardo si addolcì mentre spostava gli occhi da lui a Lily.
“ Con tutto quello che ha fatto?” la voce di un Auror uscì fuori impetuosa come un tuono.
Lily spostò gli occhi su di lui: il suo viso era rosso come se avesse appena corso per chilometri e faceva dei brevi respiri corti, come se volesse tenere la sua rabbia sotto controllo.
“ Non era in sé” si oppose Lily.
“ HA UCCISO DELLE PERSONE!” urlò il ragazzo che ormai si era fatto strada fino a giungere davanti a Lily.
“ Io non ho ucciso nessuno” disse Scorpius, ma in realtà non sapeva neanche lui se credere alle sua parole.
Si sentiva sopraffatto. Non riusciva a ricordare niente e adesso tutti lo accusavano di cose terribili.
Aveva fatto del male a delle persone? Se avesse dovuto rispondere alla sua stessa domanda, avrebbe detto: no, assolutamente no.
Ma gli occhi di Lily, di suo padre ed anche quelli di Harry o di James o lo sguardo divertito di Kara e la sua risata di sottofondo, sembravano raccontare altro.
“ Papà” Lily provò ad appellarsi ad Harry, capiva che la situazione non si stava mettendo bene per Scorpius.
“ Io credo…”
“ Tu sei Harry Potter e dovresti difendere il bene e non difendere un assassino solo perché è tuo genero”
Altre voci si alzarono per prendere le parti del ragazzo, mentre alcuni restavano dalla parte di Lily e di Scorpius.
Lily guardò James e lo vide appoggiato al muro, non faceva parte di quelli che gridavano di arrestare Scorpius, ma neanche era parte di quelli che lo difendevano.
Lo guardò desiderando tirargli uno schiaffo. Perché se ne stava immobile? Perché non era dalla parte di Scorpius?
Dalla sua parte ! in fondo sapeva quanto aveva sofferto per riaverlo indietro e sapeva che sarebbe bastato pochissimo per perderlo di nuovo.
***
“ Sono entrambi prigionieri?” la persona davanti a lui si passò una mano tra i capelli biondi e guardò il rappresentante delle persone che lavoravano per loro dritto negli occhi.
“ Se volete la vostra ricompensa, me li dovete riportare, oltre a prendere le persone che siete stati assunti per prendere” disse con studiata calma.
L’ uomo si chiese come potesse sembrare così calma anche mentre minacciava le persone.
Vide il ragazzo davanti a loro annuire e uscire dalla porta, sicuramente per organizzarsi in un’ altra maniera.
“ Mi sembra incredibile” disse la persona battendo una mano sulla scrivania.
“ Li ho persi… L’ ho persa” sembrava davvero affranta, ma forse fu solo un attimo perché la vide rialzare la testa dopo pochi secondi “ Il tuo incantesimo” disse guardandolo negli occhi.
Il volto dell’ uomo si aprì in un sorriso riverente, ma a lei non parve fare alcun effetto.
“ A che punto sei?” gli chiese.
Lui la guardò “ è quasi pronto” rispose immediatamente.
La persona assentì e uscì dalla stanza senza aggiungere altro.
Scese un paio di rampe di scale e si trovò in un corridoio buio e umido.
Ricordava la prima volta che aveva visto quel corridoio, era rimasta stupefatta per quanto un luogo potesse incutere tristezza e timore allo stesso tempo, ma non aveva avuto altro modo per poter stare vicino alla persona che amava di più.
Guardò le porte aperte delle stanze e nessuno dentro. Era normale, nessuno usava più quel luogo, nessuno da tanto tempo.
Aprì l’ ultima stanza e guardò le persone dentro di essa.
Erano entrambi incatenati al muro. La donna aveva la testa riversa sul petto e il sangue che cominciava a raggrumarsi intorno alla ferita alla testa.
L’ uomo era sveglio e vigile. La penetrò con uno sguardo pieno d’ odio, sembrava che i suoi occhi azzurri ci fossero immersi.
“ Non avrei mai detto che proprio tu avresti attaccato un Malfoy” disse con voce affaticata.
Lei si limitò a sorridere.

COMMENTO: BRAVISSIMA LUISA 21 !! AVEVA CAPITO CHE IL CAPO ERA UNA DONNA, ADESSO DOBBIAMO CAPIRE CHI E’ !! E COME AVETE SENTITO DAL COMMENTO DELLA PERSONA PRIGIONIERA ( ANCHE SE ANCORA NON SAPPIAMO CHI SIA : )) QUALCUNO DI VOI HA IDEE ?? CMQ NON E’ UNA PERSONA CHE DARESTI PER SCONTATO ATTACCARE UN MALFOY…ALLORA FORSE CE L’ HA CON I POTTER…BO’ NON VI DICO ANCORA NIENTE : P AH VOLEVO ANCHE CHIARIRE CHE SCORPIUS E’ SEMPRE LUI, NON E’ RINCOGLIONITO O COSA, MA E’ CONFUSO, TUTTI LO ACCUSANO DI COSE CHE LUI NON RICORDA MINIMAMENTE, LILY NON LO GUARDA PIU’ E LUI NON SA COSA PENSARE, NE’ TANTOMENO SE OPPORSI…MA NEL PROSSIMO CAPITOLO VEDREMO FINALMENTE LILY E SCORP PARLARE : )) GRAZIE MILLE DAVVERO A TUTTE LE PERSONE CHE HANNO RECENSITO, NON SAPETE QUANTO MI FACCIANO PIACERE LE VOSTRE RECENSIONI !! QUINDI GRAZIE DI CUORE A ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE / ALWAYS89 / MITSUKI 91/ CESCAPADFOOT / FEDERCHICCA / PAPOF 87 / HUNTER /ROSEHAYLIE  E GIN97 !! GRAZIE ANCHE A CHI MI HA AGGIUNTO TRA LE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 25
*** 25 CAPITOLO ***


Scorpius era seduto su una sedia e si guardava le mani.
Mai in tutta la sua vita avrebbe creduto di vedere delle manette circondare i suoi polsi.
Lui arrestava le persone, lui faceva parte del bene.
Sin da piccolo aveva avuto le idee chiare. Suo padre gli aveva spiegato con molta enfasi quale fosse il lato giusto dal quale stare e lui era cresciuto sognando di fare l’ Auror.
Subito dopo il suo diploma si era dato da fare, combattendo contro i pregiudizi di un cognome ingombrante e facendo capire a tutti che lui aveva già scelto il suo destino.
Invece adesso gli pareva che la luce magica che faceva brillare quelle manette lo ferissero fin dentro l’anima.
Perché sapeva che le aveva perché aveva fatto del male a qualcuno.
E la cosa che lo feriva fin quasi a stordirlo era che era sicuro di aver ferito anche la sua famiglia.
Le occhiate di disprezzo da parte di James, quelle mancate di Lily o quelle di compassione da parte di suo padre, aveva messo insieme tutti i tasselli e capiva che anche se non sapeva che cosa, era successo qualcosa durante la sua assenza.
“ Scorpius” alzò il viso, riconoscendo la voce del suo migliore amico e automaticamente si alzò in piedi e il suo volto si aprì in un sorriso.
Ma questo si spense subito quando Damien, l’ auror che era con lui, gli mise una mano sulla spalla per farlo sedere di nuovo.
“ Non ho intenzione di assalirlo” gli disse sprezzante.
Damien lo guardò per un secondo e poi annuì rimettendosi seduto e Scorpius concentrò la sua attenzione su Albus.
Guardò il suo volto, sembrava studiarlo attentamente, quasi come se lo stesse vedendo per la prima volta.
Nella mente di Scorpius affiorò nuovamente la domanda che lo aveva ossessionato nelle ultime ore: gli avrò fatto del male?
Ma vide Albus avvicinarsi e finalmente sorridergli prima di prendere lo slancio e circondarlo in un abbraccio.
“ Salazar sia ringraziato” disse in un sospiro “ credevo che non sarei mai più riuscito a vedere il mio migliore amico” continuò separandosi da lui.
Scorpius espirò rendendosi conto di essere stato tutto il tempo trattenendo il respiro e chiedendosi quale sarebbe stata la sua reazione e invece, Albus lo aveva abbracciato.
“ Almeno un Potter è felice del mio ritorno” affermò con una punta di rabbia.
“ Hai visto i miei fratelli?” gli chiese Albus, sedendosi accanto a lui e Scorpius annuì “ intendi dire la tua sorellina, che sarebbe anche mia moglie, e che dopo l’ entusiasmo iniziale non mi ha più guardato in faccia, il tuo fratello psicopatico?” gli chiese.
Sì forse era arrabbiato, ma nessuno sembrava capire come stesse lui.
Lui che non sapeva niente. Lui a cui ancora non era stato spiegato nulla, tranne quelle poche informazioni che aveva carpito durante le loro discussioni.
Che avevano lasciato fuori, in stato di arresto, mentre dentro quella stanza si stava decidendo il suo destino?
“ Scorpius le cose sono un po’ più gravi di come le racconti tu” gli spiegò Albus con calma.
Aveva sempre amato la calma e la pacatezza di Albus, ma in quel momento lo stava solo facendo arrabbiare di più.
Perché lui era calmo con tutto quello che gli stava succedendo?
“ Ah sì ?” gli chiese con ira “ allora raccontamelo, perché nessuno si è degnato di dirmi niente” gli spiegò, cercando di tenere a bada la voce.
“ Scorpius…” iniziò Albus, ma lui lo interruppe “ Scorpius un corno” esclamò.
“ Tua sorella non mi guarda neanche negli occhi, Albus”  i suoi occhi erano pieni di rabbia mentre guardava il suo amico “ scopro che mi hanno tenuto in quella condizione tre mesi” mosse le mani e le manette emisero un rumore ferroso “ tre mesi, ti rendi conto?” ripetè con esasperazione “ e invece di dirmi povero Scorpius, vieni torniamo a casa da nostra figlia, mi dice che farà di tutto per salvarmi da questa situazione e non mi spiega quale situazione”  abbassò la testa fino a riuscire a infilarsi le mani nei capelli.
“ Mi manca Syria, mi manca Lily e non capisco cosa sia successo” finì il suo sfogo in un sussurro come se avesse finito l’ aria a disposizione nei suoi polmoni.
“ E’ stata dura per lei” affermò soltanto Albus.
Scorpius alzò gli occhi e lo guardò, il suo sguardo sembrava perso nel vuoto, nei ricordi.
Improvvisamente vide un Albus diverso, lo stava guardando con determinazione e rimpianto e gli stava puntando la bacchetta contro.
“ Io non ho amici” la sua voce, quella era la sua voce, ma sembrava diversa. Sembrava piena di rabbia e di cattiveria.
Si portò una mano alla testa, cercando di resistere al dolore lancinante che gli stava provocando quel ricordo.
Voleva vedere di più. Voleva sapere di più.
“ Scorpius” aprì gli occhi e Albus era in piedi che stava cercando di abbassargli le mani che comprimevano il suo volto.
“ Cosa succede?” chiese Scorpius in un sussurro di dolore.
Albus lo guardò “ dovrei chiederlo io a te, sei come sparito per un minuto, o meglio tu eri qui, urlavi e ti comprimevi la fronte, ma era come se non ci fossi, io ti chiamavo e ti toccavo e tu non rispondevi” gli spiegò.
Gli passò un fazzoletto “ perdi sangue dal naso” lo informò “ credo che dovrai essere visitato da un guaritore” aggiunse, mentre Scorpius si puliva il naso.
“ Ho ricordato, Albus” disse cercando di non tremare “ o almeno credo che fosse un ricordo, io e te stavamo combattendo…io…io ti dicevo che non ho amici” studiò la sua espressione per vedere quale reazione avesse e lo vide spalancare gli occhi.
“ Ricordi più niente?” gli chiese e sembrava avere quasi un’ urgenza nella voce.
Scorpius scosse la testa “ prima, mentre scendevo le scale…ma non so se era un ricordo…il terrore negli occhi di tua sorella e una frase: prendi me, ma perché avrei dovuto farlo? Perché avrei dovuto attaccarvi?” gli chiese e sembrava quasi disperato.
Albus sospirò “ è successo davvero, Scorp” gli disse e Scorpius scosse la testa “ io e te abbiamo davvero combattuto”
Scorpius continuava a scuotere la testa senza riuscire a parlare “ non è possibile” si voltò verso di lui “ devi dirmi tutto, Al” gli ordinò.
Albus lo guardò combattuto. Come avrebbe potuto reagire nel sapere tutto quello che aveva fatto in tre mesi?
“ Forse è meglio se parli con Lily, lei…”
“ Ma se non mi guarda neanche” ribattè Scorpius, Albus storse la bocca “ non ricordi davvero niente?” gli chiese.
Scorpius emise un gesto spazientito e le manette emisero un clangore rumoroso “ credi che scherzerei su una cosa del genere?”  gli chiese di rimando, e gli occhi con cui lo guardò gli fece capire che non stava fingendo.
“ Vedi…”
La porta si aprì spalancandosi rumorosamente e Albus si fermò con la bocca aperta.
Guardò Scorpius e poi Damien che li stava ascoltando assorto, poi si voltò verso la porta e vide suo padre e Draco Malfoy accanto a lui.
“ Liberalo” disse Draco ad Harry.
Harry mosse la bacchetta e con un incantesimo fece evanescere le manette.
Scorpius si portò automaticamente le mani sopra i polsi e guardò i due uomini ancora fermi sulla porta.
“ Albus, dovevo immaginare che saresti arrivato” disse suo padre, ma il suo tono non era di rimprovero, sapeva benissimo che lui avrebbe fatto la stessa cosa se nella posizione di Scorpius ci fossero stati Ron o Hermione.
“ Syria è con tua madre?” gli chiese Draco e Albus annuì, Scorpius si voltò di scatto verso l’ amico, voleva chiedere se poteva vedere sua figlia, ma in quel momento sopraggiunsero anche Lily e James.
Erano sull’ arco della porta e non accennavano a muoversi, entrambi spostarono lo sguardo da Albus a Scorpius, ma nessuno dei due gli disse niente.
“ Come sta?” gli chiese Lily e Scorpius potè vedere dalla sua espressione che stava facendo di tutto per combattere le lacrime.
“ Bene…”
“ Aspetta un attimo, perché devi chiedere come sta nostra figlia?” le chiese Scorpius, guardandola con rabbia.
Voleva avere una reazione da lei. Una qualsiasi sarebbe andata bene, anche la rabbia.
Lily finalmente lo guardò, ma non aveva un’ espressione di rabbia o di dolore nel viso. No, era qualcosa che andava oltre, sembrava vera e propria disperazione.
James guardò la sorella prima di spostare lo sguardo su di lui.
“ Senti, Malfoy, non credo tu possa fare molte domande dopo tre mesi” disse con rabbia.
Scorpius sentì la rabbia crescere in lui. Si alzò in piedi stringendo i pugni “ Senti, Potter, qualsiasi cosa sia successo non è stata una mia scelta” gli rispose con altrettanta ira.
“ Questo è tutto da vedere” affermò James, facendo un passo in avanti.
Scorpius si mosse per fare anche lui un passo in avanti, ma Albus lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.
“ Difendi tuo fratello?” gli chiese Scorpius, ormai la sua rabbia era esplosa.
Si voltò di scatto verso James “ Che ti ho fatto? Ho messo in pericolo il tuo gatto?” lo prese in giro.
James si scagliò contro Scorpius, ma prima che i due potessero anche solo toccarsi, Harry creò uno scudo difensivo che li separò.
“ Non fatemi pentire della mia scelta” disse serio.
Scorpius si risistemò la maglia con gesti rabbiosi e guardò il suocero “ ebbene?” gli chiese “ devo andare ad Azkaban?” gli chiese ancora.
Non gli importava neanche del suo destino.
Lily non lo guardava, Syria era con la suocera e probabilmente Lily non la vedeva da giorni, forse si sentiva abbandonata, era abituata a restare sempre con la sua mamma o con il suo papà.
Harry scosse la testa “ No, dato che la tua memoria è tutto un buco e non possiamo accusarti di niente” disse sottolineando il niente con la voce e guardando gli altri Auror “ e dato che la tua condotta prima di questi tre mesi è stata esemplare, sarai in prova, non potrai lasciare la città, vivrai nella tua casa. Tua moglie e tua figlia si potranno riavvicinare gradualmente…”
“ Gradualmente?” chiese Scorpius con il panico nella voce.
Per chi l’ avevano preso?
“ Scorpius, non possiamo opporci” sentenziò suo padre avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla “ è l’ unica maniera per evitarti Azkaban” continuò.
Scorpius scosse violentemente la mano dalla sua spalla “ tanto valeva condannarmi, la mia vita senza Syria non ha senso, la mia vita senza…” s’ interruppe, stava per dire senza Lily, ma sentiva che dirlo avrebbe solo peggiorato le cose.
“ Ho un bambino in arrivo, devo vederlo quando nascerà” urlò.
Lily si appoggiò allo stipite della porta. Si sentiva debole. E la consapevolezza che lui la credesse ancora incinta le stava togliendo ulteriormente le forze.
“ Papà” mormorò Lily. Harry si voltò e la guardò preoccupato “ stai bene?” le chiese.
“ Certo che non sta bene, è incinta e voi la state sottoponendo a  uno stress incredibile”  Scorpius si sentiva completamente fuori controllo.
Si era sempre vantato di riuscire a controllare le sue emozioni, di riuscire a incanalarle e non perdere mai la pazienza, ma tutto quello che gli era successo gli stava lenendo i nervi.
“ Lei non è…”
“ Fermo” l’ urlo di Lily frenò le parole di James.
Lei lo guardò, stava per dirglielo. Aveva del tutto perso la ragione? E soprattutto chi gli dava il diritto di farlo?
“ Oh certo, proteggiamo il povero Scorpius” si lamentò James “ che non sappia mai che a causa sua…”
“ James” lo ammonì il padre e James lo guardò con sdegno “ che a causa sua molte persone hanno sofferto” si corresse con un sorriso sfrontato.
“ Credo che sia meglio che andiamo via” determinò Lily senza guardare altri che suo padre.
Harry annuì “ ti voglio a casa mia domani mattina” le disse con voce leggermente ansiosa e Lily annuì “ non mi succederà niente” ribattè.
Scorpius continuava ad avere la testa confusa.
Cercava di capire cosa stava succedendo e questo gli impediva anche di reagire.
Si sentiva come se fosse perso in mezzo ad una foresta e non riuscisse a trovarne l’ uscita.
“ Non hai il permesso di avere la bacchetta” lo informò Draco, ma Scorpius quasi non lo sentì “ devi smaterializzarti con Lily” proseguì prendendogli la mano e mettendola sul braccio della moglie.
Poi gli prese il viso con le mani “ Scorp, domani rivedrai la tua bambina” gli disse per incoraggiarlo e il cuore di Scorpius si strinse in una morsa.
Syria. Il suo piccolo vulcano. Un calore si espanse dal suo petto.
“ Pronto?” gli chiese Lily, ma non attese neanche la sua risposta e si smaterializzò.
 “ Potter, tieni a bada quella sottospecie di gorilla mal evoluto che hai per figlio” si lamentò Draco appena furono spariti e James lo guardò con disprezzo “ tu avrai dimenticato, ma io non lo faccio” disse semplicemente, poi guardò suo padre con rabbia “ e sai come la penso, lei non doveva restare sola con lui” aggiunse voltando le spalle a Draco e suo padre per andarsene, prima che uno dei due potesse rispondere.
“ Ci penso io” disse Albus, prima di correre dietro al fratello.
***
Lily toccò il pavimento di casa sua e oscillò leggermente.
Era stanca e affamata. Con tutto quello che era successo aveva dimenticato di dormire, di mangiare e persino di bere.
Si chinò su se stessa appoggiandosi al divano e riprendendo fiato.
Era stato tutto un escalation, dal finto omicidio di Teddy  fino ad arrivare al ritrovamento di Scorpius.
“ Stai bene?” le chiese Scorpius toccandole un braccio e Lily si scansò come se scottasse.
Scorpius strinse i pugni e si voltò verso il muro stringendo i denti per non urlarle contro.
Non riusciva a ricordare che Lily lo avesse mai esasperato così tanto. Neanche quando erano ragazzini e si facevano i dispetti.
Prese un respiro profondo e si voltò di nuovo verso Lily “ si può sapere che hai?” le chiese.
Va bene, forse non era la domanda più intelligente del mondo, ma sicuramente racchiudeva bene il suo stato d’ animo.
Lily rise e si rimise diritta “ fame” gli rispose e andò verso la cucina.
Scorpius se la vide passare accanto e la vide fermarsi verso il frigorifero “ fame?” chiese tra sé.
Lily tirò fuori due bicchieri e li riempì d’ acqua “ vuoi ?” gli chiese con naturalezza, poi infilò la testa dentro il frigorifero “ sai la cosa buffa?” gli chiese e Scorpius era sempre più basito.
Era impazzita? Fino a pochi minuti prima non lo guardava neanche.
“ Non abbiamo niente, perché il frigo è vuoto da tre mesi” aprì la credenza e tirò fuori un paio di scatolette.
Le versò nei piatti poi prese qualche fetta biscottata avanzata e iniziò a mangiare “ ti assicuro che dopo starai meglio” gli disse, indicandogli il piatto che anche lui aveva davanti.
Scorpius iniziò a mangiare più per tenersi impegnato che per altro. Sentiva lo stomaco chiuso e sembrava che ogni boccone che cercava di mandare giù gli lacerasse l’ esofago.
“ Come sta Syria?” le chiese.
La vide irrigidirsi ma niente cambiò nella sua espressione “ la verità è che non la vedo da giorni neanch’ io” gll rispose onestamente.
Scorpius non riusciva proprio a capire che cosa potesse far star lontana Lily da Syria, gli sembrava una cosa assurda “ perché?” le chiese.
Lily prese un respiro “ ho fatto un sacco di cose per riaverti con noi” disse semplicemente.
Scorpius la guardò attentamente e Lily si alzò “ le avranno detto sicuramente che sono libera, ma chissà se ci crede” disse quasi sovrappensiero.
Scorpius non riusciva a capire “ Libera?” gli sembrava di essere uno di quei merli indiani che ripetono l’ ultima parola sentita, ma riuscire a leggere tra le frasi non era semplice.
Mandò giù un altro boccone, ma gli sembrò amaro.
Fece una smorfia con la bocca, era inutile continuare a mangiare, per cui spinse il piatto in avanti e mise le mani congiunte sopra il tavolo osservando Lily.
Sembrava naturale. Una cena arrangiata, qualche parola scambiata, ma lui sapeva che c’ era qualcosa.
Appoggiò le labbra sopra ai pollici continuando a guardare Lily. In tre mesi lei non era cambiata.
Scorpius si sollevò di scatto.
Tre mesi. Sgranò gli occhi. Tre mesi.
Come aveva potuto non collegarlo prima, tutto il senso di confusione, tutta le cose che erano successe.
Quattro più tre sette. Guardò Lily che stava mettendo i piatti dentro il lavabo “ non sei incinta” disse in un sussurro.
Il piatto tremò nella mano di Lily facendogli capire che aveva ragione, anche se lo sapeva già, perché lei non aveva la pancia di una donna incinta di sette mesi.
“ Non sei incinta” ripetè a voce un po’ più alta e il piatto cadde definitivamente dalle mani di Lily e s’ infranse contro il pavimento creando un rumore in quel silenzio assordante.
Lily si chinò immediatamente per riprenderlo, ma rimase ferma china sui talloni e le lacrime che scendevano nelle sue guance.
Aveva temuto tanto questo momento.
Cosa poteva dirgli? Che lo aveva perso perché lui l’ aveva aggredita e che mentre lei cercava di non morire di dolore, lui si stava trastullando con la sua amante?
“ Lily” sentì Scorpius prenderle di mano i cocci e posarli lentamente sopra il tavolo.
“ Mi dispiace…io non so neanche cosa sia successo”
Lily lo guardò. Sembrava seriamente dispiaciuto.
Vedeva il suo sguardo pieno di angoscia, sicuramente stava pensando al bimbo che non sarebbe mai nato, poteva dirgli che era colpa sua?
“ Vorrei che ricordassi…non ce la faccio a spiegarti quello che è già accaduto” gli disse onestamente.
Le lacrime scendevano ormai incontrollate sul suo viso e prima che se ne rendesse conto, Scorpius l’ aveva già presa tra le sue braccia e stretta a sé.
Lily avrebbe voluto avere la forza di spingerlo via, punirlo per tutto quello che era successo, ma la verità era che non era neanche colpa sua e che le sue braccia le erano mancate così tanto.
“ E’ stato il dolore” disse semplicemente con voce rotta.
Ricordò quello che le aveva sempre detto suo fratello Albus quando le insegnava a mentire “ dai più particolari che puoi per sembrare veritiera” .
“ Un giorno mi sono alzata e i dolori erano lancinanti e lui…lui era semplicemente morto”  disse fredda, come freddo era il suo cuore. Scorpius si separò da lei e la guardò, sembrava che non fosse convinto.
O forse era lei. Era una sua sensazione, perché le sembrava di mancare di rispetto al suo bambino mai nato, ma a cosa sarebbe servita la verità?
Scorpius era già a pezzi, infierire sarebbe valso a qualcosa.
Urlargli nel viso che l’ aveva ucciso lui avrebbe cambiato qualcosa?
“ Lily” la voce di Scorpius era piena di dolore, ma le prese la mano e Lily sentì il calore spandersi in tutto il suo corpo, le era mancato così tanto il suo contatto “ Io non so come Kara abbia potuto fare quello che ha fatto”
Lily s’ irrigidì a sentire il nome di Kara uscire dalle sue labbra e si alzò in piedi “ non è solo lei, ci sono delle persone che la guidano”
Scorpius stava cercando di seguire il suo discorso “ bene, li troveremo” disse deciso e Lily rise pur senza allegria “ si vede che non sei stato qua negli ultimi tre mesi” gli disse con amarezza.
“ Non siamo più avanti nelle indagini rispetto a quando trovaste Lysander morto”  Scorpius annuì.
Era l’ ultima cosa che ricordava, il ritrovamento del corpo di Lysander e la notte con Lily.
“ Questo Inafferrabile agisce bene, non fa errori, si serve di persone che agiscano al suo posto e lui resta nell’ ombra” sentenziò Lily.
Scorpius la prese per le spalle facendola voltare verso di sé “ dimmi cosa mi ha fatto fare” le ordinò dolcemente.
I suoi occhi risplendenti alla luce della sera.
Lily scosse la testa “ Non posso” rispose, ma lui la prese per un polso “ dimmelo, Lily” le disse deciso.
Lily si guardò il polso mordendosi l’ interno della guancia fino a sentire la pelle sollevarsi “ ho bisogno di saperlo” insistè lui.
Lily sospirò “ cosa vuoi che ti dica?” gli chiese e Scorpius la guardò nei suoi occhi castani “ perché ho combattuto contro Albus ad esempio, oppure perché James mi odia, o ancora perché mio padre mi ha detto che per lui è tutto passato”
“ Chiedilo a loro” sentenziò dura Lily liberandosi il braccio e andando in salotto, era stufa.
Perché lei doveva avere la forza per tutti? Era vero aveva convinto suo padre a farla andare a casa con Scorpius dicendogli che gli avrebbe raccontato tutto che avrebbe provato a farlo ricordare, ma non era sicura di farcela.
Sentiva la sua forza vacillare. Voleva solo Scorpius accanto a lei.
Avrebbe voluto poter annullare tutto il contorno. Per una sera soltanto, come nei loro sogni: lui e lei e nessun pensiero.
Avevano bisogno di ritrovarsi, aveva bisogno di capire se l’ amava ancora.
“ Lo sto chiedendo a TE ” le disse lui imperioso “ a te che sei mia moglie che mi hai giurato fedeltà e onestà “ Lily distolse lo sguardo a quelle parole e lui contrasse le sopracciglia “e visto che ci siamo, mi potresti anche dire perché tutti credono che ti possa aggredire da un momento all’ altro?” concluse. Era definitivamente esploso.
Lily si lasciò cadere sul divano e fissò un punto davanti a lei.
 “ Vedi quel punto?” gli chiese e Scorpius si voltò, ma vide soltanto le solite piastrelle del loro pavimento.
“ Lì ho vomitato dopo aver ucciso Teddy” gli spiegò senza che nessuna emozione trasparisse dal suo viso.
Scorpius sgranò gli occhi “ hai ucciso Teddy?” le chiese, sapeva quanto gli voleva bene, non poteva essere.
Lily si portò le mani intrecciate a premersi la fronte “ ho ucciso Teddy per arrivare a Kara, buffo vero?” chiese con un sorriso stanco  “ i miei fratelli ancora non mi perdonano per questo, mio padre lo fa a stento e tu…tu vuoi sapere?”
Prese un respiro “ benissimo” disse guardandolo negli occhi “ tu hai davvero combattuto contro Albus, dopo aver ferito a morte tuo padre e aver attaccato Aries” spiegò ricordando la sua prima domanda “ Aries…ho attaccato Aries? Sta…” Scorpius sentiva l’ aria mancargli, aveva attaccato la sua sorellina?
“ Sta bene” lo interruppe Lily “ ma non aspettarti il bentornato da lei domani” lo informò.
Scorpius si lasciò cadere accanto a Lily e si mise le mani tra i capelli, ascoltando attentamente tutto il racconto di Lily. Non poteva averlo fatto davvero, non poteva aver ferito a morte suo padre, combattuto contro il suo migliore amico e contro sua moglie per cercare di arrivare ad Aries.
Aries. Aveva attaccato Aries, per fortuna erano riusciti a salvarla, altrimenti lui non sarebbe riuscito a vivere con un tale peso nel cuore.
“ Mi odierà” disse assorto.
“ Le passerà” convenne Lily, ma Scorpius scosse la testa, sapeva che non l’ avrebbe fatto.
“ La tua seconda domanda era James?” chiese Lily “ Sì ti odia, perché? Perché  io non capisco che tu mi stai facendo solo del male, perché tu l’ hai affrontato durante una battaglia e soprattutto perché volevi far del male a Christian”
Scorpius era a bocca aperta “ io non farei mai del male a Christian, è un bambino”
“ Tu no, il falso Scorpius avrebbe fatto di peggio”  sentenziò Lily, cominciando a raccontargli del giorno dell’ attacco in casa dei suoi.
“ Sono un mostro” disse Scorpius alzandosi in piedi di scatto.
“ Non sei un mostro” lo contraddisse Lily.
Scorpius si fermò guardandola con gli occhi fiammeggianti “ ho attaccato un bambino, tutta la mia famiglia, cosa c’ è di peggio?”
Uccidere tuo figlio, ma Lily tenne a bada i suoi pensieri. Non era colpa sua, almeno quel dolore poteva evitarglielo.
“ Syria ti ha visto rapirmi” gli disse a bruciapelo e Scorpius sgranò gli occhi “ Syria mi ha visto fare che cosa?” chiese come inebetito.
“ Syria era corsa tra le tue braccia quando ti ha visto ed io…” s’ interruppe, stringendo e aprendo i pugni più volte “ ti ho chiesto di prendere me al posto suo” concluse senza guardarlo negli occhi.
Scorpius scosse la testa in un movimento continuo e disperato “ non posso averlo fatto” le disse disperato, ma sembrava più una richiesta di negazione.
In realtà adesso tutto tornava, Lily che non lo guardava, James che lo odiava, la paura negli occhi della Lily del ricordo e la sua frase “ prendi me”
Si sentì cedere le gambe e le forze gli mancarono cadendo in ginocchio.
“ Sono stato un mostro, mi hanno fatto essere un mostro senza un cuore” disse e Lily sentì dalla sua voce che stava cedendo.
Aveva immaginato più volte questo momento, ma non aveva mai messo in conto quanto sarebbe stato difficile per lui.
Si alzò e s’ inginocchiò accanto a lui “ non avevi scelta” gli disse, prendendogli la mano e poggiandola sulla sua guancia “ io avevo scelta e ho fatto un errore dietro l’ altro” continuò.
Scorpius fece scorrere lentamente le sue dita sulla tutta la lunghezza della sua guancia “ come puoi perdonarmi?”
Lily non rispose. Non era sicura che ci fosse riuscita, ma sicuramente non aveva fatto di tutto per riaverlo e per poi lasciarlo annientarsi di dolore.
“ Io ti ho rapito! Mia figlia mi ha visto come il peggiore dei mostri! IO DOVREI ESSERE COLUI CHE LA PROTEGGE”
L’ urlo di Scorpius le fece tremare le mani e si scostò da lui, ma lui le circondò la vita con le braccia “ non andartene” le disse fissando le sue iridi grigie in quelle castane di Lily.
I suoi occhi disperati cercavano di aggrapparsi e trovare forza in quelli di Lily “ resta. Per favore, resta con me” la supplicò cominciando a deporle piccoli baci su tutto il suo viso.
Lily stava tremando, ma non era la paura, quanto lo smarrimento.
Non sapeva come si stava comportando, non sapeva se era giusto, non sapeva se riusciva ad amarlo ancora.
Sapeva soltanto che il suo cuore stava battendo e il sangue stava di nuovo scorrendo nelle sue vene.
Scorpius le prese il volto tra le mani “ mi sei mancata” le disse “ oggi quando non mi guardavi credevo di morire”
Lily annuì “ Sono successe così tante cose in tua assenza” disse in un sussurro.
“ Affronterò tutto con te accanto” le disse prima di attirarla a sé e baciarla.
Lily si aggrappò alle sue spalle come se fosse la sua ancora, la sua bocca si dischiuse e lasciò che lui vi accedesse, i suoi occhi erano umidi proprio come i propri.
Era un bacio di disperazione e Lily non riusciva a negarglielo. Non voleva negarglielo.
Proprio come nei loro sogni. Solo loro. Solo i loro corpi e le loro sensazioni.
Quando la passione li travolse e lui la fece distendere sotto di sé, Lily ebbe un momento di lucidità.
Non tornerai più indietro si disse, ma non era sicura di volerlo.
In quel momento voleva sentire le mani di Scorpius che riuscivano a darle calore, le sue labbra che riuscivano a farle dimenticare tutto.
Si spogliarono con gesti lenti, guardandosi negli occhi, Lily credeva che non sarebbe mai più riuscita a stare senza i suoi occhi. Senza vedere i suoi occhi pieni di amore per lei.
“ Ti amo” le sussurrò e il cuore di Lily ebbe un sobbalzo, non riusciva a rispondere.
Fingere non era così semplice come credeva, le sue bugie restavano nella sua mente.
Lo attirò a sé quasi con rabbia, per non pensare, per annullare qualsiasi senso di colpa e fecero l’ amore per quasi tutta la notte, ritrovandosi e riscoprendosi.
La mattina li colse nudi e abbracciati. Un raggio di luce colpì Lily negli occhi e lei si alzò di scatto a sedere rendendosi conto di quello che aveva fatto.
Non riusciva a respirare. Si sentiva male, era una sensazione di inganno e di tradimento e sapeva che non sarebbe passata.
“ Dobbiamo andare?” chiese Scorpius con voce impastata dal sonno, l’ aveva sentita alzarsi.
Lily si pose una mano sul petto cercando di calmare il suo cuore e cercò di mettersi una maschera sul volto.
“ Non vuoi rivedere Syria?” gli chiese e il volto di Scorpius s’ illuminò “ non c’ è niente che voglio di più” rispose e Lily sentì la felicità genuina nella sua voce.
Cercò di sorridere. Sentiva il peso delle sue bugie e delle sue azioni.
Lei al contrario di Scorpius poteva scegliere e aveva scelto di non dire niente del bambino, di non dirgli del tradimento e di fingere che fosse tutto apposto.

COMMENTO: OK, SO GIA’ CHE MI ARRIVERANNO UNA CIFRA D’ INFAMATE, MA UNA COSA CHE MI PIACE E’ NON DESCRIVERE PERSONAGGI PERFETTI, INSOMMA OK E’ UNA STORIA INVENTATA, MA NESSUNO E’ PERFETTO E SE LILY FACESSE SEMPRE LE SCELTE GIUSTE NON SAREBBE REALE, NO? QUINDI LEI HA PENSATO CHE FOSSE GIUSTO NASCONDERGLI IL FATTO DEL BAMBINO E DEL TRADIMENTO PERCHE’ NON SA COME DIRGLIELO E NON VUOLE FARLO SOFFRIRE PER NIENTE…MA NON TEMETE, AVETE PRESENTE IL DETTO: LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE? BE’ PURTROPPO E’ VERO…PER IL RESTO SPERO VI SIA PIACIUTO!! IL CAPITOLO E’ STATO MOLTO DIFFICILE DA SCRIVERE, MOLTE COSE DA TENERE INSIEME E PER QUESTO IL RITARDO…CHIEDO VENIA : )) SPERO MI FARETE SAPERE COSA NE PENSATE !! RINGRAZIO TANTISSIMO LE RAGAZZE CHE MI HANNO RECENSITO…IL VOSTRO PARERE E’ IMPORTANTISSIMO PER ME OVVERO ICEPRINCESS / LUISA 21 / ARYELLE /  ALWAYS 89 / CESCAPADFOOT / LILY NON LILIAN / HUNTER / PAPOF 87 / GIN97 / LIZPOTTER96 / ALESSANDRA CORTESE  E LILY 33 !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 26
*** 26 CAPITOLO ***


PICCOLA PREMESSA : MI SCUSO CON LE MIE LETTRICI MINORENNI, MA L’ HO RIFATTO E HO SCITTO UN  PICCOLO SPIN OFF A RAITING ROSSO ( CONTINUO A PROVARCI ANCHE SE SONO NEGATA : )) QUESTO COMUNQUE NON AGGIUNGE NIENTE ALLA STORIA, CHIARISCE SOLO ANCORA DI PIU’ LA SENSAZIONE DI VUOTO DI LILY CON SCORPIUS : )) IL RESTO RIMARRA’ A RAITING GIALLO, MA PER CHI LA VOLESSE LEGGERE S’ INTITOLA: BRING ME TO LIFE !!

“ James, staranno per arrivare” disse Harry spazientito, ma guardò a sua volta l’ orologio erano le nove e aveva detto a Lily che dovevano essere a casa per le otto.
“ Non credi di essere troppo esagerato?” lo rimproverò Albus.
“ Non credi di essere troppo tranquillo?” chiese a sua volta James guardandolo con rabbia.
Davvero non riusciva a capire come il fratello potesse avere tutta quella fiducia nel suo amico. In fondo era stato un’ altra persona per mesi.
Draco arrivò nella stanza con Astoria e Aries e i ragazzi si zittirono.
La ragazzina aveva un viso funereo. Sembrava che fosse stata obbligata ad andare lì e che volesse essere da tutt’ altra parte.
Christian si alzò subito e corse da lei “ guarda le nuove figurine che ho trovato” le disse, ma Harry guardò Draco e vide che anche l’ uomo traspariva dal suo viso tutta l’ ansia e la preoccupazione del momento “ non sono arrivati?” chiese, Harry scosse la testa “ darò a tuo figlio altri cinque minuti poi mi smaterializzo a casa loro” lo informò, ma nello stesso istante il rumore di una materializzazione li fece voltare.
Rose e Hugo si erano appena materializzati “ non è un buon momento, ragazzi” disse Harry, ma poi li guardò in volto.
Rose sembrava sul punto di piangere ed Hugo aveva le orecchie rosse, segnale che aveva ereditato dal padre e che dimostrava quanto fosse infuriato in quel momento.
“ Che succede?” chiese, alzandosi in piedi.
Ma appena lo ebbe chiesto ebbe la consapevolezza che fosse successo qualcosa a Ron ed Hermione. Non li sentiva da due giorni ed effettivamente non era da loro, dopo tutto quello che era successo.
Normalmente avrebbero fatto di tutto per stargli vicino.
“ Mamma e papà sono qua?” chiese Rose, ma nella sua voce c’ era più una retorica speranza che una vera e propria certezza.
Harry scosse la testa “ volete dire che non li sentite…”
“ Da due giorni” lo interruppe Hugo, lanciandogli un’ occhiata spaventata.
“ Sono tornato dal mio viaggio in Italia con Susan solo oggi e sono passato per salutarli, non c’ erano, ma ero piuttosto tranquillo, poi sono andato da Rose e mi ha detto tutto quello che è successo…” lasciò la domanda in sospeso e Rose abbassò lo sguardo.
Sembrava che tutti stessero pensando la stessa cosa. Le parole di Kara.
Il coinvolgimento di Hermione.
“ Devo andare a cercarli” disse subito Harry “ certo” intervenne Draco sarcastico “ e dove credi di andare?” gli chiese alzando un sopracciglio.
“ Non lo so qualcosa mi verrà in mente” rispose lui.
Draco fece un sorriso di scherno “ non puoi girare a caso, dobbiamo riflettere” determinò.
Un altro rumore di smaterializzazione e Lily e Scorpius apparvero mano nella mano.
Lily passò lo sguardo su tutti e vide i suoi cugini “ che è successo?” chiese spaventata, lasciando immediatamente la mano di Scorpius.
La reazione fu generale. Christian s’ irrigidì ma rimase fermo sul posto, Aries strinse i pugni e guardò il fratello con odio.
Harry e Draco tirarono un sospiro di sollievo. “ Vado a dire alla mamma di portare giù Syria “ disse Albus “ abbiamo aspettato fino ad adesso perché abbiamo pensato che tu volessi parlarle prima” aggiunse guardando Lily e lei annuì.
“ Siete in ritardo di un’ ora” disse James tra i denti.
Lily alzò gli occhi al cielo mentre Scorpius gli lanciò un’ occhiata piena di rabbia “ Stai zitto, Potter” lo avvertì.
James mosse un passo verso di lui “ non dirmi cosa fare, Malfoy”  si arrabbiò a sua volta.
Lily si mise in mezzo “ perché non vi calmate entrambi, state spaventando i ragazzi” disse indicando con la testa Christian e Aries che sembravano seguire i loro movimenti senza avere neanche il coraggio di respirare.
Entrambi gli uomini si voltarono verso di loro e poi incrociarono le braccia guardandosi in cagnesco “ sono andati in sincrono” scherzò Albus tirando una gomitata a Christian per farlo sorridere.
Il nipote cercò di sorridere, ma venne fuori solo una mezza smorfia, non riusciva a staccare gli occhi dallo zio.
Non era mai stato spaventato da lui, mai, prima di quel giorno maledetto.
“ Allora intanto che aspettiamo Syria mi dite che succede?” chiese Lily.
“ Davanti al nemico?” intervenne James, Draco fece per intervenire, ma Harry lo zittì con un’ occhiata “ basta James, la situazione è grave dobbiamo trovare Ron ed Hermione…” spostò la testa di lato come per riflettere “ l’ ultima volta…”
“ L’ ultima volta eravamo con Kara e abbiamo mandato Emily all’ istituto con lo zio Ron” lo interruppe Lily.
Emily? Poteva essere stata lei?
Lily non riusciva neanche a pensare ad un’ altra persona che conosceva e che apprezzava e che potesse averla tradita.
“ Dobbiamo parlare con lei e con Kara” intervenne Harry alzandosi in piedi.
“ Vengo con te” disse subito James “ non ci tengo a restare qua, c’ è odore di marcio” si lamentò.
Harry annuì, allontanare James era sicuramente un’ ottima idea.
“ Venite anche voi” disse ai nipoti e loro annuirono, i loro volti ancora contratti dalla preoccupazione.
Il tempo di smaterializzarsi e Ginny fece capolino nel salotto “ che è successo?” chiese vedendo che il marito e il suo figlio maggiore non erano più nella stanza.
“ MAMMA” 
Syria spuntò da dietro le gambe di Ginny e si lanciò verso Lily e lei si chinò per accoglierla, ma la bambina fece a malapena un paio di passi di corsa prima di fermarsi bruscamente.
Aveva visto Scorpius.
“ Ti avevo detto di restare di là” la rimproverò Ginny, ma la bambina non diede segno di aver sentito la nonna.
Guardava il padre come se fosse un mostro a due teste.
Scorpius la guardò e le fece un sorriso.
Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a sé, stritolarla di baci, ma non voleva spaventarla più di quanto non lo fosse già.
Era assurdo, ma si sentiva un estraneo agli occhi di sua figlia.
Lo sguardo con il quale lei lo stava guardando lo aveva gelato sul posto. Non avrebbe mai creduto di spaventare sua figlia in quel modo.
Strinse i pugni e si costrinse a reagire “ ciao, Syria” la salutò con un sorriso, o almeno sperava che fosse un sorriso, perché sentiva la sua pelle contrarsi per il nervosismo.
Syria non sorrise, anzi il suo mento si raggrinzii e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“ E’ venuto per me?” chiese spaventata, guardando sua madre e indietreggiando fino a sbattere contro Aries che le mise le mani sopra le spalle e guardò il fratello.
Scorpius notò che sua sorella non aveva le lacrime agli occhi e neanche dava segno di essere spaventata, ma anzi nei suoi occhi sembrava esserci una furia indescrivibile.
Una rabbia riservata a lui.
Scorpius sentì il suo cuore stringersi in una morsa, sarebbe voluto fuggire come il più vile dei codardi.
Vedere quello sguardo negli occhi di sua sorella era come ricevere cento coltellate nel petto.
Vedere quello di sua figlia, era ancora peggio.
Sentì lo sguardo di suo padre e sua madre addosso, ma non li guardò.
Aveva paura di crollare come un bambino.
Lui, un uomo di quasi trent’ anni, aveva paura di mettersi a piangere davanti al rifiuto e alla paura che vedeva nel viso di sua figlia.
Lily s’ inginocchiò “ Syria, vieni qua” le disse tendendo la mano.
Syria scosse la testa e non si mosse di un millimetro “ ti farà del male di nuovo” disse lamentosa.
Scorpius sentì l’ aria uscirgli di colpo dai polmoni come se gli avessero tirato un pugno in pieno petto.
“ Io…io vado a prendere un bicchier d’ acqua” disse. Doveva fuggire.
Visto che non poteva farlo davvero, doveva almeno andare via per qualche minuto, anche in cucina andava bene, dovunque potesse riprendere possesso di se stesso.
Non riusciva a fare i conti con tutto l’ odio e la paura, fino a quando si trattava di James, lo disturbava, ma poteva affrontarlo, ma vedere sua figlia e sua sorella, era qualcosa che non avrebbe mai voluto vivere.
“ Syria, quello di quel giorno non era papà”  poi si ricordò che si era sempre ripromessa di mentire alla figlia il meno possibile “ gli avevano fatto un potente incantesimo, nonno Draco lo ha liberato” le spiegò.
Syria si mosse da un piede all’ altro, guardando prima la madre e poi il nonno che annuì “ è vero Syria, è di nuovo il tuo papà e sarebbe felice di abbracciarti” disse Draco con calma.
Syria guardò la madre non ancora del tutto convinta “ Non vuole più uccidere Christian?” Lily sospirò, doveva aver ascoltato di nuovo una conversazione.
“ Syria, cosa ti ho detto sull’ ascoltare i grandi?” la rimproverò “ poi va a finire che scopri le cose a metà” aggiunse “ Christian, ti giuro che Scorpius non vuol farti alcun male”  disse guardandolo e lui si spostò di più verso Jodie.
Perfetto erano tutti e tre ancora terrorizzati e Lily non sapeva come uscire da quella situazione.
Cercò lo sguardo della madre e delle cognate. Aveva bisogno d’ aiuto.
Alice si alzò in piedi e andò in cucina “ torna di là” disse a Scorpius che era con un bicchiere d’ acqua in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
Lui la guardò appena, voleva bene ad Alice, era stata la ragazza del suo migliore amico per anni ed in tempi che ormai sembravano dimenticati, si erano divertiti molto, uscendo tutti e quattro, ma adesso il suo sguardo duro lo faceva solo sentire ancora più inadeguato.
Poggiò il bicchiere dentro il lavabo “ non ce la faccio” disse piano chinandosi su di esso.
I capelli gli ricaddero in avanti coprendogli il viso fin quasi agli occhi, ma lui non li spostò.
Alice lo osservò: sembrava spezzato. Ma la tenerezza si trasformò presto in irritazione “ oh sì che ce la fai” gli disse, passando la bambina sull’ altro braccio “ hai la più pallida idea di cosa abbia passato Lily e di cosa abbiano passato quei poveri bambini?” gli chiese con rabbia.
“ E di cosa ho passato io? Neanche me lo ricordo, ma ho fatto delle cose mostruose, come posso guardarli negli occhi?”  si oppose Scorpius.
“ Nessuno ha il tempo e la forza di compatirti, tu devi affrontare la cosa” sentenziò Alice “ Tu non ti ricordi niente e forse è la tua fortuna, puoi lasciarti tutto alle spalle, cosa che non può fare nessun altro, soprattutto non Lily…”
“ Non gliel’ ho chiesto” si oppose Scorpius con rabbia.
“ Eppure adesso c’ è lei di là, ha messo da parte tutto per te, ha sacrificato la sua vita, si è annullata per tre mesi, perché contavi solo tu, la sua sola ragione di vita era ritrovarti e poter di nuovo essere una famiglia…”
Si passò la mano libera sopra il viso “ senti Scorpius, so che è difficile, scoprire tutto quello che hai fatto e affrontare tutto, ma immagina anche come sia stata Lily, come sia stata tua figlia” gli disse concisa.
Scorpius sospirò “ come  dovrei fare? Sono terrorizzati da me” si oppose e la sua voce sembrava bisognosa di aiuto.
Alice prese Jenny “ vai dallo zio?” le chiese, la piccola gorgogliò felice e Scorpius tese le mani quasi impaurito.
Gli sembrava quasi di avere una bomba ad orologeria in mano “ resta disinvolto, non le farai del male. Albus ti squarterebbe” gli disse con un sorriso.
Scorpius sorrise per ringraziarla “ Alice, io…”
“ Sì, lo so, sei un casino come al solito” gli disse prima di voltarsi per uscire “d’ altronde senza di me non ti saresti mai dichiarato a Lily” aggiunse scherzosa.
Scorpius guardò la nipotina e gli sorrise “ almeno tu non mi odi” le disse affondando un dito nel suo pancino e sentendola ridere, poi prese un respiro profondo “ affrontiamo i miei mostri interiori” le disse e la piccola cominciò ad emettere piccoli urletti felici.
Quando tornò in salotto tutti gli sguardi si concentrarono su di lui che aveva tra le braccia la piccola Jenny.
Albus guardò lui e poi Alice, ma dopo pochi secondi si rilassò e si avvicinò per scherzare con la bambina e con Scorpius.
Quasi magicamente l’ atmosfera cambiò.
Scorpius si sedette sul divano giocando con la bambina e Syria lo guardò incuriosita e anche un po’ arrabbiata.
Si avvicinò piano fino a raggiungere la madre e le gettò finalmente le braccia al collo “ amore mio” disse Lily, stringendola così forte da aver paura di averle fatto male.
Ma Syria si godette l’ abbraccio materno, affondando la testolina tra i capelli di Lily e giocherellando con la sua maglia “ avevo paura che morissi” le disse sincera e Lily vide le lacrime nei suoi occhi grigi.
Le sorrise “ scherzi?” le chiese, inarcando le sopracciglia “ e poi come facevo a tornare dal mio mostriciattolo rosso” le disse cominciando a cospargerle il collo di baci.
Syria rise, continuando a stringere la sua mamma come se non volesse mai lasciarla e lanciando ogni tanto qualche occhiata al suo papà.
Lily se ne accorse, ma decise di far finta di niente, non voleva che Syria si sentisse costretta a fare qualcosa che non voleva, anche se lei desidera ardentemente che riconoscesse di nuovo Scorpius come suo padre.
Forse tornare ad essere una famiglia, essere di nuovo loro tre soltanto, li avrebbe aiutati.
Ma non dovette aspettare molto, Syria si avvicinò al suo orecchio, come se non volesse farsi sentire da nessun altro “ se è di nuovo papà perché non viene da me?” chiese in un sussurro quasi offeso.
Scorpius la sentì e sorrise guardando Alice “ perché non vai tu” le disse Lily, dandole un ultimo bacio e facendola scendere dalle sue braccia.
Syria fece un passo avanti e poi parve cambiare idea “ mi riconosce?” chiese alla madre e lei annuì facendole l’ occhiolino “ mettilo alla prova” .
Jodie si avvicinò con Christian seduto sulle sue gambe e cominciò a parlare con Alice mentre Albus coinvolgeva Christian nei discorsi che stava facendo con Scorpius e anche il nipote parve cominciare a rilassarsi.
Syria arrivò fino a dietro il divano e fissò la nuca del padre senza aver il coraggio di fare un altro passo.
E se non l’ avesse riconosciuta? E se l’ avesse cacciata di nuovo?
La sua piccola testolina rossa sembrava invasa dalla paura del rifiuto.
Albus si voltò un secondo indietro e fece un cenno con la testa a Scorpius che annuì e gli passò la bambina.
“ Se dietro di me c’ è il mio piccolo vulcano, sappia che deve scappare se non vuol essere sommerso di baci” e detto questo si girò di scatto e si mise con le ginocchia sul divano.
Syria guardò gli occhi del padre e li vide divertiti e fintamente minacciosi, come faceva quando giocava con lei.
Tirò un piccolo urletto e corse a nascondersi dietro Lily, ma non era spaventata, era felice.
Scorpius, la prese per le gambe e se la sollevò sopra la schiena come un sacco di patate “ lasciami, papà” urlò Syria ridendo.
Scorpius guardò Lily finalmente rilassato, non poteva credere di aver sentito così tanto la mancanza della risata della sua bambina.
Non riusciva a credere quanto gli fosse mancato sentirsi chiamare papà.
Tutti ridevano finalmente più rilassati, Christian si gettò su Syria e anche la piccola Jenny si unì battendo le manine “ perché non ti unisci a loro?”  chiese Draco guardando sua figlia.
Aries era ancora seria e continuava a guardare suo fratello “ non mi va” disse dura.
Astoria si scambiò un’ occhiata preoccupata con Draco “ Almeno saluta tuo fratello” le propose.
Aries scosse la testa, le lacrime agli occhi, sembrava che stesse soffrendo molto per quella situazione, ma non volesse darlo a vedere “ Aries” disse severo Draco “ devi salutare tuo fratello” le ordinò.
Non gli era mai piaciuto imporre le cose ai suoi figli, ma non voleva che la situazione tra loro restasse così.
Aries scosse la testa e guardò Lily che era a pochi passi da loro “ come puoi perdonarlo? Come puoi farlo stare vicino a Syria?” chiese con rabbia.
“ Aries, cosa dici, Scorpius è il padre di Syria” intervenne sua madre, cercando di placare la sua rabbia.
Aries invece si arrabbiò ancora di più “ Ah sì ? e per questo è degno di fiducia? Era mio fratello ed ha provato ad uccidermi” chiese e i suoi occhi argentei erano pieni di rabbia.
“ Aries, tuo padre l’ ha liberato” Lily cercò di tenere la voce bassa, ma la ragazzina non sembrava d’ accordo.
“ E tu ti fidi? Cosa ti da la certezza che non capiterà di nuovo?” le chiese inalberandosi, la sua voce che stava raggiungendo un livello pericolosamente alto.
“ Sì, Aries, mi fido di lui” le rispose Lily, ma poteva dire di fidarsi davvero?
Era quello che la rendeva così incerta?
Mise a tacere la sua mente. Non era quello il momento dei dubbi, non ora che Scorpius stava lanciando occhiate preoccupate verso di loro.
“ SBAGLI” urlò Aries.
“ Aries Narcissa Malfoy” intervenne Draco alzandosi in piedi, mentre ormai tutti si erano voltati verso di loro.
Ma Aries si spostò di pochi passi e guardò il fratello negli occhi. Grigio contro grigio.
Tempesta contro tempesta.
“ TU HAI QUASI UCCISO PAPA’…E’ STATO UN MESE ALL’ OSPEDALE GLIEL’ AVETE RACCONTATO?” chiese fuori di sé dall’ odio e dal rancore.
Le lacrime racchiuse nei suoi bei occhi grigi che minacciavamo di prorompere da un momento all’ altro.
Draco si fermò stupito che la figlia covasse ancora tutto questo odio.
“ VOLEVI UCCIDERMI E LORO MI HANNO PROTETTO…TU, PROPRIO TU VOLEVI UCCIDERMI, ALBUS MI HA PORTATO VIA, PAPA’ E’ STATO FERITO A MORTE E LILY HA PERSO IL BAMBINO PER COLPA TUA” gli urlò ancora, le lacrime che ormai scendevano dai suoi occhi.
Scorpius si risollevò dal divano mettendosi diritto e guardando prima sua sorella e poi Lily.
Di cosa stava parlando?
“ NON GLIEL’ HAI DETTO?” chiese vedendo nel volto di Scorpius lo stupore e la confusione “ ORA SCHERZI CON TUA FIGLIA, MA HAI UCCISO TUO FIGLIO E ORA TORNI DA NOI COME SE NIENTE FOSSE ?” chiese sempre più fuori di sé.
“ JAMES HA RAGIONE SEI MARCI…”
Uno schiaffo si abbattè sulla guancia di Aries “ Fila in camera tua” ordinò Draco e la sua mano tremava.
Non aveva mai colpito nessuno dei suoi figli e ne andava fiero, aveva sempre sostenuto che non erano gli schiaffi ad educare i figli, ma le parole.
Però aveva appena visto gli occhi di Scorpius divenire cupi. Pieni di dolore e quelli di Syria spaventati e non ci aveva visto più.
“ E’ vero?” chiese la piccola facendo scorrere lo sguardo impaurito da suo padre a sua madre, mentre Aries fuggiva dalla stanza arrabbiata e piangente, senza degnare più nessuno di uno sguardo.
Scorpius non sapeva come rispondere, era rimasto a bocca aperta.
Guardò Albus, ma lui fissava un punto vuoto. Sembrava non avesse il coraggio di guardarlo negli occhi.
Alice e Jodie avevano nel volto un misto tra stupore e dolore.
I suoi genitori avevano lo sguardo fisso nel punto dove prima si trovava Aries e non accennavano a voltarsi e Ginny si era avvicinata silenziosamente a sua figlia, mettendole una mano sopra il braccio, ancora chiuso a pugno sopra il suo ventre.
Il cuore gli pulsò contemporaneamente alla mente, il sangue gli si fermò nelle vene, i polmoni smisero d’ inalare aria.
Tutto in lui si era bloccato. Lo sguardo di Lily, il suo corpo tremante.
Era vero? Lui aveva ucciso suo figlio?
Eppure non poteva essere vero. Con nessun incantesimo gli avrebbero fatto uccidere il figlio e poi Lily gli aveva detto, gli aveva raccontato che era stato un incidente.
Perché doveva aver mentito? Perché non sbattergli in faccia quello che aveva fatto?
La piccola guardò suo padre preoccupata e poi voltò la testa verso sua madre, ma anche lei sembrava impietrita, le mani strette a pugno che non accennava a togliere da sopra il suo grembo.
Ginny guardò un attimo la figlia e il genero, entrambi sconvolti e poi prese in mano la situazione “ andiamo Syria, ma credi davvero a tutto” le disse con finto rimprovero.
“ Ricordi cosa ti abbiamo detto delle litigate tra fratelli?” le chiese con un sorriso “ spesso si dicono anche cose non vere”  le spiegò e Syria annuì anche se continuava a passare lo sguardo dalla madre al padre, come se volesse anche una loro conferma.
“ Sì, Ren è morto per un incidente, ce l’ hanno detto ricordi?” rimarcò Christian, cercando di tranquillizzare la cugina e poi le tirò una spinta per ricominciare a giocare con lei.
“ Sì, me lo ricordo” disse Syria orgogliosa, ma ancora non del tutto convinta.
“ Su bambini sono le dieci. Venite in cucina a far merenda, almeno i grandi possono andare a brontolare Aries ” riprese Ginny facendo alla piccola Syria un sorriso di complicità.
Syria si alzò un po’ più soddisfatta, ma continuò a guardare sua madre e suo padre per tutto il tragitto.
Scorpius si portò le mani sopra alla testa e cominciò a respirare affannosamente.
“ E’ vero?” chiese e la sua voce uscì spaventosamente roca.
Non lo stava chiedendo direttamente a Lily, chiunque avrebbe potuto rispondere, perché  a giudicare dai loro volti, tutti lo sapevano.
Tutti tranne lui.

COMMENTO: LO SO BRUTTO PUNTO IN CUI INTERROMPERE…BRUTTO, BRUTTO, MA SE METTEVO ANCHE TUTTE LE REAZIONI VENIVA UN CAPITOLO INFINITO E QUINDI…E POI IN QUESTO CAPITOLO SUCCEDONO UN SACCO DI COSE…HERMIONE E RON SONO SCOMPARSI, SARANNO LORO I PRIGIONIERI?? NON TEMETE NEL PROSSIMO CAPITOLO RIPRENDERO’ ANCHE QUELL’ ASPETTO E NE SAPREMO DI PIU’ !! IN QUESTO DOVEVO FAR RIAVVICINARE SCORPIUS E SYRIA…ANCHE SE E’ ARRIVATA ARIES E HA FATTO IL MACELLO !! D’ ALTRONDE HA SOLO 11 ANNI E GLIEL’ AVEVA DETTO A CHRISTIAN CHE PER LEI SUO FRATELLO ERA COME MORTO!! E ORA? COME REAGIRA’ SCORPIUS? VABBE’ NEL PROSSIMO CAPITOLO NE AVRETE UN’ IDEA : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE NON MI ABBANDONANO MAI E MI INCORAGGIANO AD ANDARE AVANTI CON LE LORO RECENSIONI OVVERO: ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE/ CESCAPADFOOT / LILY NON LILIAN E LILY33 !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 27
*** 27 CAPITOLO ***


“ E’ vero?” Scorpius ripeté la domanda, guardando Lily con rabbia, ma lei fuggì dal suo sguardo abbassandolo verso il pavimento.
 Scorpius la guardò: le sue mani strette a pugno tremavano di rabbia incontrollata, il suo viso era divenuto pallido e piccole gocce di sudore partivano dalle sue tempie e le percorrevano i lati delle guance.
“ Lily” chiamò la moglie con una freddezza incredibile. Una freddezza che non aveva mai usato con lei, ma Lily non rispose, come sorda al suo richiamo.
“ Qualcuno vuol rispondermi?” chiese spostando lo sguardo verso gli altri e sentendo la sua rabbia ribollire sempre più.
Si sentiva quasi al di fuori del suo corpo, come se stesse osservando la scena dall’ esterno, perché viverla dall’ interno gli sembrava impossibile.
Tutti si voltarono verso Lily come in un tacito accordo.
Sembravano sentirsi di troppo. Era il loro bambino, era il loro dolore e se Scorpius doveva fare i conti con quello che aveva fatto non era giusto che loro assistessero.
La collera di Scorpius montò con la stessa velocità con cui un fiume troppo pieno straripa, il fiato gli si fece corto e gli sembrò quasi di vedere tutto ciò che era intorno a sé cominciare a deformarsi e a sfocarsi.
 “ NON GUARDATE LEI MALEDIZIONE” urlò e Lily si riscosse.
Puntò lo sguardo su di lui, continuando a tenere i pugni serrati, ma guardandolo come se non avesse il diritto di comportarsi così.
“ Smettila” gli disse quasi tra i denti, in un modo che fece risultare la sua voce ancora più dura.
Scorpius si alzò in piedi di scatto fino ad arrivare davanti a lei.
“ Smettila?” gli chiese stupito, cercava il suo sguardo, ma lei non già non lo guardava più e lui ebbe uno scatto d’ impazienza.
“ Smettila?” ripetè di nuovo, quella parola gli sembrava così fuori luogo.
Come poteva smetterla? Come poteva anche solo credere che lui non avrebbe voluto sapere la verità su suo figlio?
“ Non credo che se continui a ripetere quella parola, qualcosa cambierà nel concetto” intervenne Draco.
Non sapeva neanche lui perché stava difendendo la nuora.
Forse si sentiva lievemente in colpa e a lui non piaceva sentirsi in colpa, soprattutto non con una Potter.
Da quando era cominciato tutto, lui l’ aveva accusata più volte di non amare abbastanza il figlio, di voler cedere o cogliere l’ occasione di lasciarlo e invece adesso aveva visto qualcosa di diverso in lei.
Lei che poteva dir subito a Scorpius quello che aveva fatto, lei che aveva avuto il potere di distruggerlo, di renderlo un condannato a morte, proprio come sembrava adesso e invece non l’ aveva fatto.
“ Non credo che dovresti intrometterti, papà” lo rimproverò Scorpius.
“ Non credo che nessuno dovrebbe intromettersi” ribatté Lily con astio.
Era stata una stupida, era vero. Aveva creduto, pensato che Scorpius potesse non venirlo mai a sapere e invece era stata smentita subito.
Ma lui non aveva il diritto di dare in escandescenze, lei lo aveva fatto per proteggerlo.
Invece lui si stava comportando come un ragazzino e la cosa la stava facendo infuriare.
Cosa ne sapeva lui? Cosa sapeva di quello che aveva passato dopo aver perso il bambino o di quello che aveva dovuto sopportare la sua famiglia per starle vicino?
Invece a lui non importava, sembrava voler soltanto sapere e probabilmente, anche sfogare tutta la sua rabbia per quella che aveva intuito essere la verità.
“ Vuoi sapere tutto?” gli chiese alzando il mento e fissandolo negli occhi così cupi e pieni di rabbia da aver assunto quasi una tonalità più scura.
“ VOGLIO SAPERE LA VERITA’” urlò Scorpius e il suo viso era così trasfigurato dalla rabbia che tutti lo guardarono a bocca aperta.
Lily trattenne il respiro per la rabbia impressa in quella frase, ma si impose di restare ferma e incassò il colpo “ bene” disse soltanto “ così sia” affermò e lo afferrò per un polso.
“ Lily” la chiamò Alice facendole cenno di diniego con il capo. Era troppo arrabbiato, troppo fuori di sé per parlare civilmente.
“ Dateci qualche minuto” le disse Lily “ e per favore, intrattenete Syria”  concluse, prima di condurre Scorpius verso le scale.
Salirono le scale con passo spedito, senza guardarsi né parlarsi, solo il contatto della sua mano sul polso di Scorpius le faceva capire che lui era ancora con lei.
Lo trascinò dentro la stanza che aveva diviso con Syria fino al giorno prima e si fermò restando attaccata alla porta.
“ Allora?” chiese lui guardandola con i suoi occhi grigi, sembrava osservarla come se non l’ avesse mai conosciuta e questo fece male a Lily come se le stessero perforando la pelle con dei coltelli.
Cercò di prendere fiato, ignorando il suo cuore che continuava a battere impazzito e si pose le mani sul grembo. Doveva dirgli la verità. Ora, subito.
“ Sto aspettando, Lily” le disse, ma al contrario delle sue parole, il suo tono era totalmente diverso da quello di una persona che aspetta pazientemente.
Lily strinse le mani che teneva in grembo a pugno e alzò il viso verso di lui.
“ E’ morto il giorno che mi hai attaccato” gli confessò.
Le emozioni che passarono nel viso di Scorpius non erano mai state così chiare: Il suo viso divenne rosso e i suoi occhi sembravano quasi iniettati di sangue.
“ Sei una bugiarda” disse in un sussurro e Lily strinse ancora più forte i pugni, cercando di sopravvivere alle mille coltellate che stavano perforando il suo cuore.
“ SEI UNA BUGIARDA” urlò Scorpius fuori di sé, avvicinandosi a lei.
Lily lo guardò con le lacrime agli occhi, non lo aveva mai sentito urlare, non in quel modo, non completamente fuori di sé. Fece come per indietreggiare di un passo, ma sentì il legno freddo della porta contro le sue spalle.
“ Con quale coraggio” le disse Scorpius e la sua voce era quasi un ringhio.
“ Con quale coraggio hai fatto l’ amore con me, hai giurato di amarmi, quando mi stavi ingannando?” le chiese e Lily abbassò gli occhi per un attimo.
“ E non fare quella faccia da vittima” le disse brusco, avvicinandosi ancora.
Lily aprì leggermente le labbra, non le aveva mai parlato in quel modo.
Lei vittima? Vittima? Non aveva neanche avuto modo di sentirsi una vittima, tutto quello che le era sempre importato era riaverlo con lei e proteggerlo.
“ Mi hai ingannato” riprese Scorpius “ io ho ucciso il mio bambino e lo vengo a sapere da mia sorella undicenne? perché, Lily? Che motivo avevi d’ ingannarmi così? Era così tanta la tua voglia di vedermi soffrire?”  le chiese “ di punirmi?”  la sua voce era ridotta ad un sibilo.
Punire? Possibile che davvero non capisse perché l’ aveva fatto?
“ DIMMELO” urlò sbattendo entrambe le mani contro la porta e rendendola prigioniera tra le sue braccia.
Lily guardò le sue braccia tese e i suoi muscoli tirati come corde di violino. Sbatté piano le palpebre per non piangere. Si stava comportando come uno stupido, come uno che voleva soltanto arrabbiarsi.
Era questa la verità.
Alzò le mani e le appoggiò sulle sue braccia, abbassandole automaticamente e lo guardò.
Sentì la rabbia investirla dall’ interno e farle tremare ogni singolo muscolo del suo corpo, ma non si accorse neanche di aver iniziato a parlare fino a quando la sua voce non arrivò come un grido roco alle sue orecchie ovattate dalla collera.
“ Facile per te fare così, vero? Scatenare la tua rabbia su di me per non pensare che tu hai ucciso il piccolo” gli disse con ira.
Non voleva essere così cruda, ma la rabbia le stava facendo dire anche cose che non pensava.
“ Sì, perché l’ hai ucciso te” gli urlò, gli occhi castani di Lily avevano le pupille completamente dilatate e le lacrime premevano nei suoi occhi quasi come se la stessero implorando di liberarle.
Scorpius inorridì, ma ormai a lei non importava.
Non importava perché in quel momento il suo cuore sembrava sanguinare da quanto soffriva e voleva che anche lui ne provasse almeno una parte.
“ E vuoi sapere come hai fatto?” gli chiese con un risolino isterico “ mi volevi uccidere” gli disse con rabbia e gli occhi di Scorpius si spalancarono.
Voleva ferirlo, fargli male quanto lui ne aveva appena fatto a lei.
“ Mi hai attaccato, ferito “ Scorpius si allontanò da lei come se temesse altre parole, ma Lily non smise e si staccò dalla porta, avvicinandosi.
“ Mi hai sormontato con la tua forza, mi hai quasi schiacciato contro il terreno senza riconoscermi, senza che t’ importasse” riprese con ancora più rabbia.
Scorpius scosse la testa poggiando una mano sul suo viso, mentre alcune immagini si formavano nella sua mente:  il viso di Lily piangente, una carezza data senza amore.
Le mani di Lily tremarono ancora, ma lei le tenne a bada stringendole in un pugno ferreo.
Si avvicinò a Scorpius che alzò appena il viso. Nei suoi occhi si poteva leggere benissimo il senso di colpa. Sembrava che finalmente capisse e che volesse solo che lei smettesse di parlare, ma ormai era troppo tardi.
Lo stava distruggendo, ma era quello che lui aveva voluto.
“ Volevi la verità?” gli chiese senza riuscire a placarsi.
“ E’ tutto vero, hai provato ad uccidere tua sorella e sei riuscito ad uccidere il nostro bambino…” Lily si dovette interrompere il nodo alla gola era così grande da non riuscire a farla respirare.
Scorpius si guardò le mani e le vide sporche di sangue, ma non si chiese perchè. Gli sembrava quasi giusto. Le sue mani avevano ucciso e cosa peggiore avevano ucciso il suo bambino.
Le passò sopra i Jeans in un movimento quasi automatico, quasi come se pulirle avesse potuto far scomparire quello che aveva fatto.
“ Tu volevi solo farmi del male” gli disse con cattiveria “ e adesso che sei di nuovo con me la situazione non è cambiata” continuò e sentendo di non riuscire più a trattenere le lacrime gli voltò le spalle e si avviò alla porta.
L’ aprì, ma la mano di Scorpius la richiuse di scatto.
L’ aveva raggiunta in due soli passi e adesso aveva di nuovo il braccio teso contro la porta e il suo viso era quasi completamente nascosto dai capelli.
“ Non ho mai voluto farti del male” le disse e la sua voce era roca e quasi rotta dal pianto, ma non poteva star davvero...
Non fece neanche in tempo a completare il suo pensiero che Scorpius alzò il viso e la guardò e Lily vide i suoi occhi luccicare di lacrime.
“ Sono stato un idiota” le disse e Lily lo vide indietreggiare “ non ce la faccio ad affrontare tutto quello che ho fatto” le disse disperato.
“ Ci ho provato” continuò “ a fingere che non fosse successo niente a riavvicinarmi a Syria, ma…” si bloccò e Lily vide, come se fosse un immagine a rallentatore, Scorpius cadere sulle proprie ginocchia e guardarla.
Due lacrime solcavano le sue guance diafane.
“ Come posso affrontare di aver ucciso mio figlio” esclamò nascondendo il viso tra le mani.
Lily si era quasi dimenticata di respirare.
Non credeva di aver mai visto Scorpius fragile come in quel momento, lui era forte, lui nascondeva le sue emozioni non se ne faceva travolgere come lei, ma sicuramente questi ultimi due giorni per lui non erano stati per niente semplici.
Tutte le cose che aveva scoperto e adesso anche la scoperta del loro bambino lo avevano messo a dura prova.
“ Mi dispiace” le disse e Lily sentì il sangue fermarsi nelle vene.
Quello era Scorpius. Era suo marito, l’ uomo che amava, l’ uomo che aveva lottato con tutta se stessa per riavere.
Non poteva permettergli di distruggersi.
Suo padre diceva sempre che il senso di colpa è una strada in discesa, quando l’ hai imboccata è difficile fermarsi.
Si inginocchiò davanti a lui “ non è solo colpa tua” gli disse calma, poggiando le proprie mani sulle sue.
Scorpius scosse la testa continuando a tenere il viso dentro alle sue mani.
“ Tu non eri te stesso e io lo sapevo” disse in un sospiro e Scorpius alzò il viso guardandola come se non le credesse.
“ Avevi già provato ad uccidermi” sentì Scorpius trattenere il respiro e Lily annuì “ sì, sapevo che non eri in te, ma ti volevo di nuovo con me, volevo salvarti” gli spiegò “ per quello io e Albus eravamo a casa dei tuoi” continuò.
Si morse il labbro inferiore con forza come per trovare il coraggio per dire quello che non aveva mai detto a nessuno.
“ Io sapevo di essere incinta e tu no, io sapevo che volevi uccidermi che non eri te stesso e tu no, ma ho fatto finta di niente, ho accantonato tutto, pur di riavvicinarti, senza pensare che mettevo in pericolo più della mia vita…” si dovette interrompere e alzò lo sguardo al cielo per ricacciare le lacrime.
“ Quindi questo bambino è stato ucciso da entrambi i gen…” non riuscì a concludere la frase che la voce le si spezzò.
Scorpius le pose dolcemente un dito sopra alle labbra “ no” le disse e la sua voce sembrava di nuovo sicura.
Lily lo guardò lottando con tutta se stessa per non piangere, ma lui non aggiunse niente, la sollevò e la prese tra le sue braccia che erano così grandi in confronto al corpo minuto di Lily, che riuscì quasi ad avvolgerla totalmente.
Lily poggiò la testa sul suo petto e finalmente lasciò andare le sue lacrime così a lungo trattenute.
Sentì le labbra di Scorpius sulla sua testa e le sue dita che le carezzavano lento la spina dorsale, ma Lily non riusciva a smettere di piangere.
Aveva bisogno di piangere per tutte le volte che non l’ aveva fatto, per quando aveva perso il suo bambino, per quando aveva perso suo marito e per quando lo aveva ritrovato.
Scorpius le alzò il mento e le cercò le labbra e fu un bacio lieve, dolce.
Il labbro inferiore di Scorpius che sfiorava quello superiore di Lily in una lenta carezza.
Le loro lacrime si mischiarono e i loro occhi parvero quasi unirsi, mentre i loro visi si avvicinavano anelando più contatto.
Lily ebbe un brivido. Un’ emozione.
Il brivido e l’ eccitazione dell’ amore.
Quello che ancora non era riuscita a riprovare. Fino ad adesso.
***
Kara uscì dal bagno asciugandosi il viso e trovò un Auror ad aspettarla.
Lui la guardò in faccia e la studiò: era pallida e sembrava anche piuttosto sofferente. Sicuramente la prigione stava cominciando a sortire l’ effetto desiderato.
“ Devi essere interrogata”  le disse.
Kara inarcò le sopracciglia anche se in realtà non era molto sorpresa “ di nuovo?” chiese sarcastica.
L’ Auror la guardò con sufficienza “ Sì, di nuovo” le rispose.
Kara sorrise “ E da chi?” chiese ancora.
L’ Auror le fece il solito incantesimo e le mise le manette ai polsi e alle caviglie che bloccassero anche i suoi poteri.
“ A te che importa?” chiese lui, prendendola poi per l’ avambraccio e conducendola fuori dalla cella.
Kara si voltò verso di lui “ oh niente” affermò “ mi chiedevo quanto contano Hermione e Ron” disse semplicemente.
L’ Auror le diede uno strattone e la sbatté contro la porta della sala mettendole un braccio a premerle la gola “ Ron è un carissimo amico” le disse rabbioso “ devi dirci dov’ è” le impose stringendo la sua presa e guardandola fissa negli occhi.
“ Dalton” la voce di Harry lo fece arretrare di un passo e Kara tossì più volte riportando aria nei suoi polmoni.
“ Non sapevo che gli Auror uccidessero le persone innocenti” disse ironica.
Harry si avvicinò e James era accanto a lui “ tu sei tutto tranne che innocente” disse James con disprezzo, ma Harry gli pose una mano sul braccio vedendo Kara trasalire.
Non avevano tempo per le schermaglie. Avevano bisogno di qualche indizio.
La guardò con tutta la rabbia che sentiva dentro al pensiero che i suoi migliori amici, che i suoi fratelli fossero stati rapiti “ Dove sono Ron e Hermione?” le chiese duro.
Kara si impostò un sorriso nel volto e si girò verso James “ lo dirò a Lily” disse sicura.
Harry rimase a bocca aperta cercando di riflettere. Allora li avevano davvero loro, ma perché?
Non era il modo di agire dell’ Inafferrabile, non rapiva le persone poteva lasciare troppe tracce.
Lui uccideva.
James fece un passo in avanti “ Tu non ti avvicinerai più a mia sorella” la minacciò e Kara fece spallucce “ bene” convenne come se la cosa non le importasse, poi socchiuse gli occhi fino a ridurli due piccole fessure e un ghigno pieno di sadismo le spuntò in volto “ hai detto addio ai tuoi zii?”

COMMENTO: OK…SPERO CHE NON ABBIATE ODIATO SCORPIUS…INSOMMA IMMAGINO CHE COMPRENDIATE TUTTI LA SUA VOGLIA DI ARRABBIARSI, ALMENO INIZIALMENTE, POI LE COSE PRENDONO UN’ ALTRA PIEGA, MA NON PENSATE CHE SIA TUTTO SUPERATO : )) KARA ADESSO PERCHE’ VORRA’ PARLARE SOLO CON LILY? SO CHE SEMBRA UN CASINO TOTALE, MA VI GIURO CHE LE PRIME COSE STANNO PER SISTEMARSI ; )) IL PROSSIMO CAPITOLO CREDO CHE ARRIVERA’ DOPO IL 20 PERCHE’ ANCH’ IO SONO FINALMENTE ENTRATA IN FERIE E NON STARO’ MOLTO A CASA ; )) GRAZIE A CHI CONTINUA A RECENSIRE ED INCORAGGIARMI OVVERO ICE PRINCESS / LUISA21 / ARYELLE/ LILY NON LILIAN / GIN 97 E LILY 33 !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE GRAZIE A CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E GRAZIE ANCHE A CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE E A PRESTO !!

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Capitolo 28
*** 28 CAPITOLO ***


Lily e Scorpius erano distesi a terra. Il corpo rivolto l’ uno verso l’ altro.
Una mano di Lily era abbandonata mollemente davanti al suo viso e quella di Scorpius era appoggiata sopra la sua.
Appena Lily era riuscita a calmarsi, erano rimasti per molto tempo in quella posizione, solo a guardarsi negli occhi.
A ritrovarsi.
“ Tuo fratello sarà felice” disse Scorpius dopo un po’ e Lily lo guardò interrogativamente, ma senza muoversi da quella posizione.
Scorpius si girò e si mise disteso sulla schiena come se volesse osservare il soffitto “ Finalmente ha un Malfoy che gli dà ragione” disse amareggiato.
Lily si poggiò su un gomito e gli accarezzò una guancia.
Immaginava che l’ odio nelle parole di Aries non lo avrebbe lasciato indifferente, sapeva che era stato messo in secondo piano rispetto alla scoperta dell’ aver ucciso il figlio, ma contemporaneamente sapeva che non l’ avrebbe dimenticato tanto facilmente.
Lily sapeva che Scorpius era pazzo della sua sorellina.
“ Le passerà” gli disse “ ha undici anni, non puoi pretendere che capisca le dinamiche di quello che è successo…”
“ Tu invece le capisci?” le chiese e Lily si bloccò con le dita sopra la sua fronte.
Le capiva? Comprendeva tutto?
Non lo sapeva neanche lei. Tutta la situazione sembrava un ossimoro.
Tutto era il contrario di tutto.
Lo amava, ma non riusciva a dimenticare.
Lo capiva, ma non riusciva a perdonarlo.
Sapeva che non era lui, ma a volte le sembrava di rivedere lo sguardo confuso e pieno di odio.
Scosse la testa. Doveva smettere, per il bene di tutti.
Dovevano tornare ad essere una famiglia e fermare quei pazzi che avevano provocato tutto questo.
Scorpius le afferrò il polso fermando la sua carezza e guardandola negli occhi come se volesse leggere ogni angolo della sua mente.
“ Lily, tu le capisci?” le chiese di nuovo, sembrava avesse davvero bisogno di un suo cenno di assenso, ma se avesse continuato a mentire cosa sarebbe rimasto di lei?
Era davvero giusto vivere nella menzogna e nella finzione solo per proteggerlo?
Era quello che lui voleva?
“ Sono successe tante cose, Scorp” gli disse girandosi e mettendosi anche lei con la schiena sul pavimento.
Si mise una mano sulla fronte, doveva decidere da dove iniziare, cosa dirgli per primo.
“ Quando sei scomparso credevo di morire, di non riuscire a sopravvivere, tutti dicevano che potevi essere morto, ma io non l’ ho mai creduto”
Distese le braccia lungo il suo corpo, ma Scorpius non si mosse per prenderle la mano e Lily gliene fu grata.
Era più facile parlare fingendo che lui non fosse lì.
“ Poi ti ho visto” gli confessò “ il giorno dell’ attacco all’ ufficio postale, ti ho visto” prese un respiro “ ho lasciato tutto per venire a cercarti, ho lasciato Syria ad Alice e sono corsa verso di te, ma quando ti ho trovato tu eri diverso…eri cattivo e volevi uccidermi, sembravi uscito da un incubo”
Sentì il fremito della mano di Scorpius vicino alla sua, ma ancora lui rimase immobile.
“ Tutto era uguale in te, eri la stessa persona che avevo visto due settimane prima, lo stesso uomo con cui avevo dormito e fatto l’ amore, ma contemporaneamente eri diverso, gli occhi con i quali mi guardavi mi destabilizzavano, le tue parole mi ferivano e la tua bacchetta puntata contro di me per uccidermi, mi faceva male più di qualsiasi altra cosa” prese un respiro profondo “ sono sopravvissuta per puro miracolo, se non fosse arrivato mio padre con la sua squadra probabilmente adesso non sarei qua” gli confessò.
“ Ma nonostante tutto io credevo che sotto ci fossi ancora tu e sono andata da tuo padre per chiedergli una pozione, qualsiasi cosa avessi potuto usare la volta successiva contro di te…per farti tornare in te…”
“ Non esistono quel tipo di pozioni” affermò Scorpius e Lily annuì ancora con la testa verso il soffitto.
“ No, non esistono o per meglio dire, non poteva fare niente senza sapere che tipo d’ incantesimo ti aveva colpito, ma comunque non c’ è stato il tempo di fare niente perché tu sei arrivato per uccidere tua sorella ed è successo tutto quello che è successo” continuò quasi stancamente.
Tornare sull’ argomento del suo bambino la debilitava.
“ Ma tu non ti sei arresa” disse immediatamente Scorpius, a quanto pareva anche lui non era ancora pronto a tornare sull’ argomento.
“ No, sono riuscita con l’aiuto dei miei genitori a proteggere Syria dai giornali e da tutto ciò che scrivevano su di te, ti ho cercato con ancora più foga di prima ed una volta ti ho anche trovato, ma…”
“ Ma?” chiese Scorpius.
Lily sospirò “ ti avevo convinto a tornare da me, la tua memoria era indirizzata a non ricordarti di me, ma continuavi ad avere dei buchi e a chiederti cose, poi sono arrivati Lorcan e James…”
“ e hanno rovinato tutto” tentò Scorpius.
“ A dir la verità Lorcan mi ha salvato da Kara e per colpa tua è finito al San Mungo, James…sì diciamo che lui ha rovinato tutto, sebbene cercasse di proteggermi” gli spiegò.
Sentì Scorpius sospirare “ poteva finire molto prima” disse e la sua voce sembrava molto triste.
“ Probabilmente non sarebbe finita, ho capito il fatto del bracciale solo quando mi hai rapito e in quel momento ho capito anche che Kara mi odiava…”
Scorpius si alzò a sedere “ ha fatto tutto questo perché ti odiava?” chiese incredulo e Lily fece cenno di diniego, ma ancora non si mosse.
Aveva paura che se avesse mosso anche solo un muscolo l’ incanto sarebbe terminato e lei non avrebbe più avuto il coraggio di raccontargli tutto.
“ No, non solo, qualcuno la comanda e non sono ancora riuscita a capire perché” affermò pensierosa.
“ Ma fondamentalmente non le è parso il vero di portarmi via tutto quello che avevo e che secondo lei avevo ingiustamente, come l’ amore delle persone che mi circondano…”
“ Il mio amore non l’ ha mai avuto” disse Scorpius deciso e Lily fece una mezza risata.
“ Tu l’ hai amata nel modo in cui a lei bastava” si oppose Lily.
Scorpius le comparve davanti al viso “ che stai dicendo?” le chiese e i suoi occhi sembravano davvero increduli e basiti.
“ Tu sei stato a letto con lei…” Lily trattenne il respiro, si era ripromessa di dirgli tutto, ma questo era ancora come una lama affilata che le incideva la carne.
Pensare che lui l’ avesse tradita era come aggiungere una beffa a tutto il suo dolore.
“ Stai scherzando? Io non ti avrei mai tradita e lei…lei è una ragazzina…io…” si passò una mano tra i capelli incredulo e negli occhi sembrava avere un’ espressione di disgusto.
“ Hai le prove?” le chiese immediatamente e Lily fece cenno di diniego “ solo le sue parole…” rispose e non riuscì a impedire che la sua voce uscisse ferita.
“ Allora non è vero” la interruppe Scorpius determinato “ te l’ ha detto per ferirti, hai detto che ti odia eppure che io ricordi non l’ ha mai dimostrato, è brava a fingere…avrà finto anche quello”
Sì, forse aveva finto, o almeno era bello sentire con quale veemenza Scorpius sperava che fosse così, per cui non si oppose e si limitò ad annuire.
“Lei non mente su tutto, non ha mai mentito sull’ amore filiale che prova per Teddy, infatti in quel modo sono riuscita a prenderla…”
“ Fingendo di uccidere Teddy” la interruppe di nuovo Scorpius.
“ Uccidendo Teddy” lo corresse Lily “ ed è stata la cosa più difficile della mia vita, vedere il volto pieno di delusione di mio padre, credo che non abbia mai pensato che uno dei suoi figli potesse usare una maledizione senza perdono”
Scorpius annuì, immaginava che cosa dovesse aver passato a farlo, a deludere suo padre e tutte le persone che le volevano bene.
Lei che li amava tutti così tanto.
“ Poi sei finalmente tornato e tuo padre ti ha liberato, ma tu non ricordavi niente ed io…”
Guardò i suoi occhi così grigi e scuri da sembrare due tizzoni di lava “ io non sapevo come fare a farti affrontare tutto” ammise.
“ Quindi hai pensato di nascondere tutto”
“ Ho pensato di avere tempo per spiegarti tutto con calma, che prima dovevo farti riavvicinare a Syria che era terrorizzata da te e che dovevo fare i conti io con quello che provavo…”
“ Cosa provi, Lily?” le chiese in un sussurro.
Improvvisamente si rese conto che lei non gli aveva mai detto di amarlo e che ogni volta che la guardava sembrava chiudersi a riccio.
“ Io…” ma si accorse di non riuscire a terminare.
Scorpius le prese una mano e nonostante l’ avesse fatto con dolcezza Lily ebbe un fremito.
Lui se la pose sul cuore e Lily sentì distintamente i battiti veloci sotto la sua mano “ Lo senti?” le chiese, premendo la sua mano ancora più forte contro il proprio petto “ ho paura, Lily” le confessò.
“ Ho paura di non riuscire ad affrontare tutto, ho paura che Syria capisca che sono stato un pessimo padre, ho paura di non riuscire a prendere quei maledetti bastardi, ma soprattutto ho paura che non mi potrai mai più amare come prima e so che questo sarà colpa mia” aggiunse.
Lily non disse niente e non mosse la mano dal suo petto.
Il suo battito era quasi un suono confortante “ Ricordi ? Io sono un Serpeverde vigliacco e subdolo” le disse usando le stesse parole di quando erano ragazzini.
“ Il mio coraggio è in te. Se tu manchi io non sono più niente” affermò lasciando andare la sua mano e Lily lo guardò restando con la mano a mezz’ aria.
Poi si mosse e si sollevò di nuovo a sedere dandole le spalle “ non sono perfetto, non posso dirti se non mi ami più  ti capirò ed andrò avanti…”
Lily si mise a sedere, ma non fece in tempo a replicare che un angolo della porta si aprì con un leggero rumore ed entrambi si voltarono giusto in tempo per vedere due piccoli occhi grigi che spuntavano da essa.
Il volto di Scorpius si aprì in un sorriso, mentre in quello di Lily passò un lampo di comprensione.
Era riuscita di nuovo a fregare tutti.
Scorpius si voltò verso Lily senza smettere di sorridere e lei sospirò “ sai quella nuova scopa giocattolo che voleva Syria per il compleanno?” chiese Lily, fingendo di non averla vista.
“ La comet 150 ?” chiese Scorpius stando al gioco e Lily annuì.
“ Non credo che potremo comprargliela…” la porta si aprì un po’ di più “ perché inganna sempre i grandi che si preoccupano per lei” affermò voltandosi verso la figlia e guardandola negli occhi, per farle capire che l’ aveva scoperta.
Syria spalancò la porta “ ma io volevo vedere che voi…”
Lily agitò un dito davanti al viso minacciosa “ e l’ hai detto agli zii?” la interruppe.
Syria abbassò gli occhi, ma non vi fu bisogno di rispondere perché un affannato Albus comparve sulla porta e l’ afferrò per un braccio “ non farmelo mai più” la minaccio guardando direttamente la bambina.
Poi parve accorgersi di Lily e di Scorpius e li guardò quasi preoccupato “ tutto ok?” chiese passando lo sguardo dall’ uno all’ altro.
“ Perché lui può saperlo e io no?” chiese Syria arrabbiata.
Tutti risero e Albus guardò Scorpius “ questa bambina è una futura Serpeverde” disse sorridendo e uscendo dalla porta per lasciarli soli.
Scorpius guardò la figlia in maniera orgogliosa e si alzò “ decisamente Serpeverde ” disse prendendola in braccio e affondando il suo viso nel suo pancino facendola ridere sguaiatamente.
All’ improvviso però Syria smise di ridere e mosse una mano mettendola sul viso del suo papà.
Scorpius s’ immobilizzò vedendo il suo sguardo concentrato e sentendo la sua mano scorrergli sulla guancia. Sembrava che volesse essere sicura che fosse davvero lui.
Aprì le labbra per dirle qualcosa, ma qualunque cose gli sembrava stupida: scuse o spiegazione, gli sembrava che tutto avrebbe potuto rovinare quel momento.
Syria terminò la sua carezza e le sue labbra si aprirono in un sorriso “ sei davvero il mio papà” disse sicura “ mi pungi” aggiunse come se fosse ovvio, come se fosse una cosa che riuscisse solo a lui.
Il volto di Scorpius si rilassò e le sue labbra si aprirono in un ghigno furbo “ ah sì ?” le chiese, fingendo che fosse una cosa importante “ e come così?” le chiese ancora strusciando il suo viso contro il suo collo e facendo sì che il suo accenno di barba le irritasse la pelle.
Syria rise protestando e Scorpius alzò gli occhi incrociando quelli di Lily.
Era seduta sulle ginocchia e li stava guardando con le lacrime agli occhi, Scorpius era sicuro che una delle paure più grandi di Lily fosse stata che non avrebbe più potuto vederli così.
***
Teddy strinse il foglio dentro il suo pugno e si alzò in piedi rabbioso.
Si avvicinò al camino e guardò il contenitore sopra di esso con la polvere volante.
“ Non andare” lo pregò Victoire, alzandosi dal divano e poggiando la sua mano sopra a quella che lui teneva stretta a pugno.
Teddy addolcì lo sguardo mentre osservava la moglie.
Per lei non era stato facile superare quello che lui aveva fatto, capire che era l’ unico modo che avevano per prendere Kara, per cercare di salvarla da se stessa.
Lei aveva visto solo la sua sofferenza, quel giorno in cui aveva pensato che Teddy fosse morto. Morto ucciso dalla cugina che entrambi amavano.
Ma come sempre il loro amore aveva prevalso e piano piano erano riusciti a sistemare tutto.
“ Non mi succederà niente” commentò Teddy e Victoire storse il naso “ me l’ hai detto anche l’ ultima volta e sei quasi morto” si oppose lei, facendo un paio di passi indietro.
Possibile che non capisse che lui era l’ unica cosa che lei aveva?
L’ unica cosa che le aveva impedito di morire di dolore quando le avevano comunicato la loro infertilità di coppia.
Ancora, dopo tanti anni, non riusciva a crederci, in loro funzionava tutto, erano insieme che non funzionavano.
 Loro che si erano sempre sentiti complementari, che si erano sempre sentiti la parte mancante dell’ altro, non funzionavano come coppia, o meglio: non funzionavano come coppia per procreare.
E così era stata costretta ad essere spettatrice di tutti i bambini dei suoi fratelli e delle sue cugine, persino il piccolo Louis ormai aveva avuto un bambino e invece a lei non sarebbe mai successo.
La sua pancia non sarebbe mai cresciuta come quella di sua sorella Dominique, non avrebbe mai visto in Teddy lo sguardo di orgoglio che aveva Louis quando era uscito dalla stanza del San Mungo e aveva mostrato a tutti loro il suo bambino.
Non le restava che Teddy. Solo il suo unico grande amore.
Teddy le mise una mano sotto il mento e le sollevò il viso fino ad incrociare i loro occhi.
I suoi azzurri come quelli di quasi tutti i Weasley e quelli di Teddy castani come quelli di suo padre.
“ Quasi” le disse lui sorridendole “ è quel quasi che fa la differenza” le disse scherzoso.
Lei gli tirò un pugno nella spalla “ Teddy Lupin, non scherzare” lo rimproverò “ sono quasi morta l’ ultima volta e non ci tengo a ripetere l’ esperienza”
Teddy mosse la mano che aveva sul suo viso e le fece una lieve carezza “ hai sempre una pelle così bella” le disse e Victoire non riuscendo a resistere lo abbracciò.
“ Non andare, Teddy” gli disse con la voce rotta “ non lasciarmi” lo pregò.
Teddy le accarezzò i capelli tenendola stretta a sé “ tornerò per cena, devo andare… si tratta di Kara” le spiegò.
Victoire scosse la testa continuando a tenerla appoggiata sul petto del marito “ Kara ci ha tradito, Kara non ci riconosce come genitori, abbiamo fatto degli errori anni fa quando l’ abbiamo trovata” gli disse e ormai non riusciva più ad impedire alle lacrime di scendere.
Erano loro che avevano trovato quella bambina.
Allora Kara aveva pochi mesi e loro ancora stavano insieme da pochissimo tempo, ancora non sapevano ancora il destino che li avrebbe attesi.
Era l’ estate del 2015 e Teddy avrebbe dovuto cominciare il suo ultimo anno ad Hogwarts, mentre Victoire doveva iniziare il sesto.
Entrambi Grifondoro spavaldi ed entrambi pieni di ormoni e di amore l’ un per l’ altro, si nascosero nella foresta di St. Thomas per avere modo di stare insieme senza che nessuno li scoprisse, ma dopo pochi minuti sentirono il pianto di un bambino, dopo il primo attimo di smarrimento cominciarono a cercare ed in mezzo ad alcune frasche trovarono una cesta con una bambina.
Victoire ancora ricordava come le labbra di Teddy si aprirono e come il suo sguardo s’ illuminò vedendo i capelli rosa della bimba.
“ E’ una Metamorfmagus” disse prendendola tra le braccia, mentre Victoire apriva la lettera che era poggiata sulla cesta e che diceva solo che non poteva più tenerla e che si chiamava Kara.
“ Si chiama Kara” affermò Victoire, ma Teddy quasi non l’ ascoltava più, guardava il volto della bambina, continuando a cambiare il colore dei suoi capelli per farla divertire.
“ Benvenuta, Kara” le disse facendo diventare i suoi capelli di un rosso acceso. Il rosso dell’ amore.
Un solo sguardo e Teddy si sentiva già un padre innamorato.
Victoire tornò al presente staccandosi da lui “ allora, vengo con te”  gli disse, asciugandosi gli occhi.
“ Vic” l’ ammonì lui sgranando gli occhi, ma la moglie lo guardò decisa “ abbiamo sempre cresciuto insieme Kara e faremo anche questo insieme” gli disse portandosi una mano al ventre.
Da quando era successo tutto aveva una costante sensazione di dolore, come se il peso di quello che aveva fatto Kara le comprimesse lo stomaco.
Teddy seguì la sua mano poggiarsi sul suo ventre e i suoi occhi si oscurarono un attimo. Credette quasi di riuscire a sentire i pensieri della moglie.
Le prese la mano e se la portò alle labbra “ andiamo” disse e le porse un po’ di polvere volante.

COMMENTO: SONO TORNATA !! E CON UN CAPITOLO DOLCE DOLCE…PRIMA LILY E SCORPIUS CHE SI RITROVANO, AVEVANO COSI’ TANTE COSE DA DIRSI ; )) E POI TEDDY E VICTOIRE CHE DECIDONO DI AFFRONTARE UNA COSA INSIEME…MA ANCORA NON VI HO DETTO COSA : P  SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO…SO CHE NON AGGIUNGE NIENTE AL MISTERO, MA MOLTE COSE DEVONO ESSERE PREDISPOSTE… NEL PROSSIMO AVRETE QUALCHE RISPOSTA IN PIU’ E SOPRATTUTTO VEDRETE RON ED HERMIONE ED ANCHE KARA : ))  RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE MI HANNO RECENSITO: OVVERO ICEPRINCESS / LUISA 21 / CESCAPADFOOT / ARYELLE / ALWAYS89 / HUNTER / LILY NON LILIAN / PAPOF 87/ LILY 33 / CE / ALESSANDRA CORTESE  E GACCIA !! GRAZIE A TUTTE DI CUORE !!  INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 29
*** 29 CAPITOLO ***


Rose Weasley stava mettendo a soqquadro tutto l’ ufficio della madre, mentre il fratello era corso a controllare la casa dei loro genitori.
Suo zio gli aveva affidato un paio di Auror per aiutarli, ma Rose non aveva voluto che mettessero piede nell’ ufficio e li aveva spediti a controllare altre stanze dell’ istituto, sapeva che sua madre non avrebbe gradito e sicuramente conosceva meglio lei la psicologia di sua madre e ciò che poteva aver lasciato fuori posto volutamente, magari per dar loro qualche indizio.
Sospirò sedendosi sulla poltroncina e cominciando a scorrere le pagine dell’ agenda una per una.
Appuntamenti, visite dei ragazzi, niente d’ importante. Niente che potesse aiutarla a ritrovare i suoi genitori.
Sentì le lacrime salirle agli occhi e in un moto di rabbia lanciò l’ agenda  e questa sbatté contro il muro aprendosi scompostamente.
Si mise le mani tra i capelli, sollevando le sue ciocche rosse e guardò il muro.
Possibile che non vi fosse alcun indizio? Possibile che fossero semplicemente scomparsi?
Si sentì in colpa per aver lanciato l’ agenda e andò a raccoglierla accucciandosi sui talloni.
Si era aperta al cinque luglio e proprio in quella pagina vi era una lista. Una lista di persone: Scorpius, Lorcan, Kara ed un altro paio di persone che non conosceva.
Un nome era cerchiato più e più volte come se avesse voluto ricordarlo molto bene.
Rose lo lesse, ma non le diceva niente.
“ Com’ è finita l’ agenda di tua madre per terra?”
Rose quasi sobbalzò e si voltò verso la porta, appoggiato allo stipite c’ era Lorcan. Uno dei nomi della lista.
“ Cosa ci fai qua?” gli chiese guardandolo sospettosa e chiudendo l’ agenda tra le sue mani.
Lorcan sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso “ dicono che tua madre e tuo padre siano prigionieri dell’ Inafferrabile”
Il cuore di Rose fece un balzo al pensiero dei suoi genitori prigionieri, ma si ricompose subito.
Se sua madre lo sospettava non doveva dargli la soddisfazione di vederla sconvolta “ non lo sappiamo con certezza” commentò vaga alzandosi in piedi “ e comunque chi te l’ ha detto?” gli chiese sempre più sospettosa e stringendo forte l’ agenda tra le sue dita.
Lorcan si staccò dallo stipite ed entrò dentro la stanza chiudendosi la porta alle spalle “ io so molte cose” affermò cupo.
Rose s’ irrigidì e pose le mani sopra la scrivania per imporsi di non farle tremare.
Era chiusa dentro la stanza con il nemico e la sua espressione sembrava così piena di rabbia da spaventarla.
Maledì per l’ ennesima volta il suo carattere Corvonero, se fosse stata una Grifondoro non l’ avrebbe guardato avvicinarsi e a quel punto avrebbe già tirato fuori la bacchetta pronta a sfidarlo.
Invece lei voleva sapere se lui era a conoscenza di qualcosa e lui fece ancora qualche passo prima di fermarsi davanti a lei. Si guardò intorno e lei ne approfittò per ripoggiare l’ agenda sotto una pila di fogli, prima che lui riportasse lo sguardo su di lei.
“ Non troverai niente” le disse sicuro.
Rose assottigliò gli occhi “ hai già frugato tu” disse piena di consapevolezza e contemporaneamente rabbia.
Lui aveva frugato tra le cose di sua madre.
Lorcan sorrise “ Perspicace…proprio una brava Corvonero” la prese in giro.
“ Sei un Corvonero anche tu” ribatté, ricordando quei tempi in cui frequentavano Hogwarts e nonostante tra lei e Lorcan e Lysander ci fosse un anno di differenza erano anche stati molto amici.
“ Sì, ma mia madre mi ha sempre insegnato a non seguire continuamente ciò che dice la ragione…” le disse con naturalezza.
Rose strinse i pugni graffiando con le unghie il legno della scrivania.
Non capiva dove voleva arrivare “ dove sono i miei genitori?” chiese con rabbia.
Lorcan rise e lei sentì il caldo affluirle pericolosamente alle orecchie. Prese la bacchetta puntandola contro di lui “ ti ho chiesto dove sono?” domandò ancora.
Lorcan per tutta risposta avanzò ancora “ stai fermo” gli impose lei e lui scosse la testa “ non volevo crederci, sai?” le chiese e il suo sguardo apparve triste.
Rose si chiese a cosa si stesse riferendo, ma non ebbe il tempo di darsi una risposta che Lorcan si avvicinò ancora “ so come ragionano i Corvonero, o ancora meglio, come ragioni tu. Non mi farai niente, non fino a quando continuerai a pensare che possa dirti qualcosa di importante”
Rose trattenne il respiro. Non doveva stupirsi, sapeva che Lorcan la conosceva bene.
“ Vuoi Kara in cambio?” gli chiese “ per questo li hai rapiti?” chiese ancora.
Lorcan scosse la testa “ rapiti?” chiese avvicinandosi ancora. Ormai solo la scrivania li divideva e Rose si sentiva nervosa.
“ Stai fingendo o credi davvero che io sia colpevole?” le chiese nervoso.
Rose si soffiò un ricciolo rosso lontano dagli occhi “ cosa t’ importa di quello che penso” lo sfidò e Lorcan rise affiancandosi alla scrivania “ voglio solo i miei genitori, voglio che questa storia finisca” affermò Rose.
“ Allora siamo d’ accordo” disse Lorcan e in un solo movimento fulmineo superò la scrivania e la prese per il braccio che teneva la bacchetta stringendoglielo e portandoglielo davanti agli occhi.
“ Per essere la figlia di due eroi non sei molto pronta nelle reazioni”
Rose lo guardò con disprezzo, si stava davvero divertendo con lei?
Era questo il suo gioco?
“ Il tuo problema è una mente troppo logica” le disse schernendola “ visto come fa tua cugina? arriva, colpisce e se ne va” aggiunse con un sorriso.
Rose cercò di liberarsi dalla sua stretta “ non permettermi di parlare di nessuno dei miei familiari” gli disse guardandolo con decisione.
“ Quale amore” la schernì prendendole la bacchetta dalle mani e continuando a stringerle le braccia.
“ Quello che non hai tu” gli sputò Rose con rabbia “ Ti ho sempre creduto diverso, tutti l’ abbiamo fatto se tua madre sapesse che aiuti colui che ha ucciso tuo fratello…”
Un lampo di rabbia passò nelle iridi azzurre di Lorcan “ non osare finire, Rose Weasley” l’ ammonì “ tu hai tradito tutti e non sai niente di…”
Ma vennero interrotti dall’ aprirsi della porta, Rose si voltò di scatto “ Signor Allock” disse agitata vedendo la sorpresa negli occhi del vecchio insegnante.
“ Avverta mio zio” fece in tempo a dire e poi Lorcan si smaterializzò con lei al seguito.
***
“ Harry, finalmente” il sollievo di Alice era quasi palpabile nella sua voce, quando lo vide apparire nella cucina di casa.
Vide lo sguardo stanco di Harry, le sue occhiaie pronunciate sotto i famigliari occhiali tondi, ma non si fermò. Doveva dirgli tante cose.
“ Alice, puoi dirmi tutto dopo?” chiese Harry, capendo che la nuora voleva aggiornarlo sulle ricerche che stava conducendo sul libro e sui suoi nonni, ma adesso Harry era troppo sconvolto per ascoltare altre teorie.
Adesso dovevano pensare a Kara.
“ Che succede, papà?” chiese Lily, sedendosi attorno al tavolo assieme a tutti gli altri.
Harry si tolse gli occhiali e si passò stancamente le dita sopra gli occhi dolenti.
Gli sembrava di essere tornato ai tempi di Voldemort, non riusciva a togliersi quel maledetto mal di testa.
“ Emily era stata messa sotto Imperius”  disse stancamente.
Lily ebbe un breve sorriso di sollievo, ma durò pochi secondi, prima che il secondo pensiero sormontasse il sollievo che provava.
“ Deve averla messo qualcuno all’ interno” intervenne Scorpius dando voce al suo pensiero.
Harry annuì “ ho lasciato James con Kara, non mi fido di nessuno” sentenziò.
Poi congiunse le mani davanti a sé e vi appoggiò la fronte “ non so come trovare Ron ed Hermione, non so da dove cominciare” affermò.
“ Kara” intervenne Draco “ quella maledetta deve sapere tutto…una buona dose di Veritaserum…”
Harry alzò il viso “ è condizionata” si oppose.
“ Può essere aggirata come ha fatto Lily” si oppose a sua volta Scorpius “ potremo provare” convenne Harry pur restando poco convinto. Le cose che volevano sapere erano troppo importanti, troppo dirette perché l’ Inafferrabile non avesse pensato a condizionarla su quello.
“ Ci dev’ essere un modo, uno qualunque” disse Albus con rabbia e Harry spostò automaticamente lo sguardo verso la figlia.
“ C’ è, non è vero?” chiese Ginny, alla quale non era sfuggito lo sguardo del marito.
Tutti gli sguardi si concentrarono su Harry e lui, seppur controvoglia, annuì, riportando di nuovo lo sguardo su sua figlia.
“ Non pensarci neanche”  disse Scorpius, portando automaticamente una mano sopra quella di Lily.
Harry lo guardò “ credi che lo voglia?” gli chiese con rabbia “ ti sembra che sia tornato a casa dicendo: Lily parlerà solo con te, so che è una trappola, ma qualcuno si deve sacrificare?” chiese perdendo la pazienza.
Ginny si alzò di scatto e andò verso il lavandino cominciando a lavare i bicchieri manualmente.
Lily la guardò e si morse il labbro. La sua impulsività non era sempre stata premiata, ma in fondo aveva scelta?
“ Lo farò” disse, diverse voci si alzarono per protestare, ma si zittirono subito quando Ginny sbatté un piatto sulla pila degli altri facendo un rumore assordante, poi sotto lo sguardo sgomento di tutti lasciò la stanza.
“ Ginny” disse Harry alzandosi e seguendola nel salotto.
Non era un comportamento da Ginny, non che lei accettasse le cose passivamente, ma non aveva neanche mai fatto scenate.
“ Ginny” ripeté Harry, raggiungendola e mettendole una mano sul braccio per farla voltare.
Lei si girò “ No, Harry” disse e lui aprì le labbra sorpreso vedendo le lacrime negli occhi castani della moglie.
“ Non dirmi: Ginny, non farlo” lo ammonì “ sono sempre stata ad aspettarti perché sapevo che era una cosa più grande di te, ma adesso non posso fare lo stesso con mia figlia, non posso stare ad aspettare e pregare che vada tutto bene”
Harry annuì e Ginny riprese “ voglio mio fratello e mia cognata con tutta me stessa, ogni giorno che loro restano prigionieri di quel maledetto mi sembra che un pezzo di cuore mi si rompa, ma non riesco a permettere a mia figlia di sacrificarsi, dovessi chiuderla in camera per non farlo” disse con la voce rotta dalle lacrime.
Harry sospirò e prese la moglie tra le braccia “ non permetterò che le accada niente, te lo prometto” le disse, poi le prese il viso tra le mani e la guardò: i suoi occhi verdi che sembravano riflettersi in quelli castani e lucidi della moglie “ ho sempre mantenuto le promesse, ricordi?” le chiese.
Un sorriso si formò, suo malgrado, sulle labbra di Ginny.
Suo marito aveva sempre avuto il potere di farla sorridere e sentire amata, sentendola rilassarsi anche Harry sorrise e la baciò dolcemente.
“ Se avete finito con le smancerie avremmo un paio di problemi da risolvere” Harry e Ginny si voltarono e videro Draco e tutto il resto della famiglia che li osservava dalla porta.
Harry si portò una mano agli occhiali aggiustandoseli per nascondere l’ imbarazzo “ sì…bene…” disse arrossendo “ direi di andare, Lily” aggiunse rivolto alla figlia che annuì.
Scorpius le prese la mano “ io vengo con voi” affermò deciso “ non hai la bacchetta, sai benissimo che è al Ministero” si oppose Harry scuotendo la testa “ e non è il caso che nessuno di voi resti senza” aggiunse subito guardando Draco che si era già mosso, probabilmente per dargli la sua “ ci sono i ragazzi da difendere” concluse e Draco si fermò sul posto.
“ Odio quando hai ragione” ribatté sarcastico Draco e Harry fece un mezzo sorriso “ torneremo in men che non si dica” disse spostando lo sguardo sulla moglie e ribadendo la sua promessa con gli occhi.
Ginny annuì e Lily fece scorrere la sua mano per liberarla gentilmente da quella di Scorpius, ma lui la strinse più forte, facendole scorrere le dita, in una lenta carezza, lungo il dorso della sua mano.
Non l’ avrebbe lasciata, non questa volta.
“ Non resterò qua” si oppose guardando Harry con rabbia.
“ Scorp, per favore” lo rimproverò sua madre, ma Scorpius guardò Harry solo più deciso.
Ginny si morse un labbro, sembrava quasi indecisa sul da farsi.
Guardò il volto di Scorpius: pallido e sofferente e la mano con la quale teneva quella di sua figlia, come se fossero due entità inscindibili, come se non fosse disposto a lasciarla sola, come se perderla anche solo per poche ore avesse potuto spezzarle il cuore.
Sentì una morsa allo stomaco e poi scosse la testa “ va bene”  disse e la sua voce era sicura “ nessuno capisce meglio di me, cosa significa attendere qualcuno che si ama” si giustificò quando Harry la guardò sorpreso.
Mosse qualche passo e s’ inginocchiò per aprire l’ anta di un mobile del salotto, tutti la guardarono mentre tirava fuori una scatola lunga e nera.
Era una scatola che conteneva una bacchetta. Aprì il coperchio e la tirò fuori mentre Harry la guardava incredulo. Aveva capito che bacchetta era.
“ E’…” si fermò per prendere un respiro “ era di mio fratello Fred, ognuno di noi ha preso qualcosa…bè a parte George” disse con amarezza.
Lui non aveva bisogno di niente. Lui aveva la sua immagine che lo guardava ogni mattina dallo specchio.
“ Io ho preso la bacchetta” spiegò nel silenzio che si era creato, poi la porse a Scorpius “ devi riportarmela insieme a mia figlia” gli disse con un tremulo sorriso.
Scorpius annuì “ contaci, Ginny” le rispose prendendo la bacchetta e agitandola, non se la sentiva perfetta come la sua, ma emise qualche scintilla rossa e dedusse che sarebbe stata pronta a combattere per lui.
Guardò Lily “ pronta?” le chiese. Lily guardò suo padre, prima di riportare lo sguardo su di lui e poi annuì.
***
Hermione gemette e Ron si voltò verso di lei preoccupato.
Il rumore delle catene che gli tiravano la pelle accompagnò il suo gesto “ Hermione, stai bene?” le chiese con voce spaventata.
Era stata senza conoscenza per così tanto tempo “ Emily, mi ha colpito” disse e automaticamente si portò una mano alla testa, ma la catena le impedì il movimento e le strattonò il polso inviandole un dolore sordo.
Ron prese un respiro. Ricordava quello che era successo, stava bene.
“ Lo so, mi ha fregato come un pivellino, mi dispiace, Herm” si giustificò, cercando gli occhi della moglie.
Hermione si voltò a fatica, ogni movimento che faceva con la testa le dava delle fitte lancinanti direttamente dentro al cervello.
“ Non è colpa tua, Ron” affermò, ma Ron scosse la testa “ e di chi sarebbe ?” si oppose “ Sono un Auror esperto e avrei dovuto capire che Emily era in combutta con Kara e in più adesso siamo in mano di quella pazza, sadica…”
Hermione non riusciva a pensare nitidamente con Ron che, come al solito, tendeva ad addossarsi tutte le colpe.
“ Smettila, smettila subito, Ronald”
E lui si zittì, sentendo il suo nome completo e restando a bocca aperta per lo shock.
“ Non mi chiami mai così, lo fai solo…” si oppose con voce un po’ delusa.
Hermione mosse leggermente la mano “ scusa, ma dovevo essere sicura che avresti smesso subito” si giustificò Hermione con un leggero sorriso.
Cercò di radunare tutti i suoi pensieri, tutto quello che aveva capito sull’ Inafferrabile in questo periodo.
“ Se siamo qua è colpa mia, lei voleva me” affermò e Ron non intervenne, limitandosi a guardarla stupito.
“ Io ho capito troppo tardi quello che ho fatto…questo posto è segreto ed io sono il suo…”
“ Custode segreto” la interruppe Ron, ricordando le accuse di Kara “ Hermione…”
Non sapeva neanche che dire. Come hai potuto farti ingannare e chi avrebbe sospettato di lei?
Di una delle persone più vicine ai Malfoy.
Hermione respirò pesantemente cercando di continuare a far fluire i pensieri nella sua mente.
“ Io l’ ho aiutata e lei mi ha ingannato, lei è la madre di Kara…”
“ La madre di Kara? Ma io credevo…i geni da Metamorfmagus…” Ron era spiazzato.
Se lei fosse stata davvero la madre di Kara, molte cose avrebbero avuto più senso.
“ E’ il padre ad essere un Metamorfmagus e so anche chi è…lo abbiamo affrontato già tre volte” lo interruppe Hermione.
“ Lo abbiamo affrontato?”
“ Ron, potresti smetterla di fare il pappagallo? Non mi aiuti ed ho bisogno della tua mente, la mia è un po’ acciaccata” si lamentò Hermione.
“ E lo sarà ancora di più se non la smetti” intervenne una voce dall’ arco della porta.
Hermione guardò i capelli biondi della donna e il suo sguardo all’ apparenza limpido e tranquillo e provò un moto di rabbia.
“ Mi avevi detto che volevi riprenderti tua figlia” le disse con rabbia e la donna sorrise “ è quello che ho fatto” protestò calma.
“ Hai ucciso delle persone, ti fai chiamare l’ inafferrabile, mi hai ingannato facendomi divenire il custode segreto di questo posto e adesso che hai capito che io avevo compreso il tuo trucco,  mi hai fatta rapire” non riusciva neanche più a trattenere la rabbia.
“ Sai non ho ucciso poi tante persone, mi sono servita di altri, i soldi e la magia aprono molte porte” ribatté lei con tranquillità ed Hermione non poté far a meno di notare quanto fosse simile alla figlia.
“ Non ti fai schifo?” intervenne Ron con rabbia, lo sguardo della donna si posò pigramente su Ron “ non mi sembri nella posizione per poter parlare, Weasley” gli disse indicando le catene che lo legavano al muro, ma Ron non si scompose “ io ed Hermione siamo usciti da situazioni peggiori” constatò e sorrise con strafottenza “ e tu fai schifo, perché per i tuoi scopi ti sei servita di tuo nipote, del tuo sangue, Greengrass” le sputò con rabbia.
Daphne rise e si avvicinò a Ron, passò la sua bacchetta lungo gli zigomi del suo viso “ Uomini” disse come se la sola parola la disgustasse, poi quasi con sufficienza alzò la bacchetta su Ron “ CRUCIO” urlò e in quel momento i suoi occhi si illuminarono di una rabbia incandescente.
Le urla di Ron invasero la stanza ed echeggiarono nelle mura vuote fino ad arrivare al corridoio.
“ SMETTILA” urlò Hermione “ SMETTILA, NON CE L’ HAI CON LUI” le disse, sentendo le lacrime pungerle gli occhi.
Non riusciva neanche a guardarlo, sapeva che cosa stava provando, sapeva che in quel momento lui sentiva come se la pelle gli si stesse staccando dalle ossa, come se i muscoli potessero liquefarsi e divenire un tutt’ uno con il sangue bollente nelle vene.
Daphne spostò di nuovo lo sguardo su Hermione e sorrise, alzando la bacchetta.
La testa di Ron cadde mollemente sul suo petto.
“ Uomini” ripeté tornando ad assumere la sua espressione indifferente “ pensano di sapere tutto, non trovi?” chiese rivolta ad Hermione.
Lei si morse il labbro per non lasciare scendere le lacrime e la guardò mentre Daphne si avvicinava a Ron e gli sollevava piano la testa.
Pregò con tutta se stessa che non volesse fargli nuovamente del male, ma non osò parlare, sapeva che se avesse di nuovo scatenato la sua rabbia ci avrebbe rimesso Ron e non era quello il momento.
Adesso doveva capire il suo punto debole. Doveva capire come uscire da quella situazione.
“ Sai, Weasley sbagli” disse Daphne, parlando a Ron che era ancora incosciente “ voi siete sopravvissuti alla guerra, ma Voldemort voleva uccidere Potter e non te” affermò, poi lasciò ricadere la testa di Ron che quasi rimbalzò, come un oggetto inerme, più volte contro il suo petto.
“ E tu?” chiese Hermione cercando di non far tremare la sua voce “ cosa vuoi?” le chiese ancora.
Daphne sorrise e si voltò verso di lei “ Oh, il nostro è più…” s’ interruppe cercando il termine adatto “ è più un compito di squadra” aggiunse scoppiando a ridere ed uscendo dalla stanza.

COMMENTO: LO SO…UN GRAN CASINO, VERO? SO CHE CI SONO TANTE COSE IN MEZZO, MA VI PROMETTO CHE TUTTO AVRA’ UNA SPIEGAZIONE…NIENTE E’ MESSO A CASO E NE AVRETE LA PROVA PIANO PIANO NEI PROSSIMI CAPITOLI…AD INIZIARE DAL PROSSIMO QUANDO SCOPRIREMO UN SEGRETO DI KARA : )) ADESSO, PERO’ ABBIAMO CAPITO CHI E’ L’ INAFFERRABILE…E’ DAPHNE !! VE L’ ASPETTAVATE? SIETE SICURI CHE SIA LEI? RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE RECENSISCONO SEMPRE E CHE MI INCORAGGIANO TANTISSIMO OVVERO: ICEPRINCESS / LUISA 21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / ALWAYS89 / LILY NON LILIAN / HUNTER / SPRING / GIN97 E ALESSANDRA CORTESE !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 30
*** 30 CAPITOLO ***


Teddy Lupin assottigliò gli occhi e li strinse per cercare di vedere chi aveva davanti.
Sentiva la mano calda di Victoire nella sua e poteva percepire la sua presenza accanto a sé, ma non la vedeva.
Erano nel bosco ed era tutto buio, ma il biglietto era chiaro, dovevano vedersi là, proprio nel punto dove avevano trovato Kara.
“ Ricordami perché siamo venuti” affermò Victoire in un sussurro, muovendosi lentamente accanto a lui.
“ Perché amate Kara” rispose una voce maschile.
Teddy si voltò di scatto verso la voce e un fascio di luce gli colpì gli occhi. Una bacchetta illuminata, ma che gli impediva di vederne il possessore.
“ Chi sei?” chiese Teddy, cercando di vedere il suo volto.
L’ uomo rise “ oh, ma che bella domanda” rispose strafottente “ sono tutti e nessuno” affermò con voce divertita.
Teddy quasi sussultò alla risposta, era quella di un pazzo.
Sentì la mano di Victoire stringere più forte la sua, come se anche lei avesse capito che quell’ uomo aveva qualcosa che non andava.
Come avevano potuto pensare di aiutare Kara? Come avevano potuto lasciarsi ingannare e non capire che poteva essere una trappola.
Teddy fremette di rabbia, aveva condotto Victoire in una trappola sicura.
Tirò fuori la bacchetta “ Lumos” disse e la puntò contro l’ uomo, ma quello che vide lo fece indietreggiare di un passo spaventato e Victoire tirò un piccolo urlo.
Sentì il suo respiro farsi più pesante e difficoltoso e i suoi occhi dolergli per la difficoltà di trattenere le lacrime di fronte a ciò che aveva davanti.
Gli occhi castani dell’ uomo scintillarono “ non ti piace?” gli chiese ironico e Teddy strinse la mascella per non indietreggiare ancora.
“ Eppure credevo che ti saresti sentito più a tuo agio” lo prese in giro.
Victoire gli strinse la mano più forte e lui si sentì infondere coraggio.
“ A mio agio?” chiese con rabbia “ e per quale motivo una stupida imitazione di mio padre dovrebbe mettermi a mio agio?” chiese ancora, la voce pericolosamente vibrante di rabbia.
L’ uomo rise, ma questo non fece sentire meglio Teddy, anzi lo fece pervadere dai brividi.
Non aveva ricordi dei suoi genitori, erano entrambi morti nell’ ultima grande battaglia di Hogwarts, ma era sicuro che nonostante quell’ uomo fosse in tutto e per tutto uguale a suo padre, Remus Lupin non avrebbe mai riso in quel modo.
A volte credeva di ricordare la sua risata ed era delicata, quasi potesse temere di disturbare, non era risonante e cattiva come quella dell’ uomo davanti a lui.
“ Già, dimentico sempre che tu hai conosciuto a malapena i tuoi genitori” affermò e la mano di Teddy si strinse più forte sulla sua bacchetta.
“ Cosa vuoi da noi?” chiese Victoire.
L’ uomo sorrise e Teddy dovette faticare per mantenere sotto controllo la sua rabbia.
Aveva davanti a sé un uomo con le sembianze di suo padre, ma lo stava guardando con una freddezza ed una cattiveria che Teddy era sicuro non gli fossero mai appartenute.
Harry gli aveva raccontato così tante storie dei suoi genitori che gli sembrava di averli quasi conosciuti, oltre al fatto di rivedersi in molti dei loro classici atteggiamenti.
Aveva ereditato un po’ della goffaggine della madre e anche della riservatezza del padre.
Per cui quell’ uomo non avrebbe mai potuto ingannarlo, neanche se suo padre fosse stato in vita, anche se ciò non toglieva che lo stesse odiando con tutto il suo essere per aver fatto una cosa del genere.
“ Quindi tu sei il vero padre di Kara, vero?” gli chiese “ perché non ti fai vedere come sei veramente?” gli chiese ancora, prima che lui potesse rispondere alla domanda precedente.
L’ uomo lo guardò attentamente “ non ti piace l’ aspetto di tuo padre?” gli chiese strafottente “ se vuoi posso prendere le sembianze di tua mad…”
“ NO” lo interruppe Teddy con violenza.
“ Non osare” aggiunse, lasciando la mano di Victoire e facendo un passo in avanti.
Non avrebbe sopportato di vedere il volto della madre, non quando sapeva che sotto c’ era un assassino.
L’ uomo alzò le mani “ non ti scaldare troppo, ho questo volto solo perché mi assicura che tu non alzerai la bacchetta su di me, vero,Teddy?…ti chiami davvero Teddy?” gli chiese sorridendo.
La mano di Teddy ebbe uno spasmo e Victoire lo raggiunse mettendogli una mano sulla spalla e tirando fuori la bacchetta a sua volta.
“ Ma non impedisce a me di colpirti” gli disse con lo sguardo gelido, puntandogli la bacchetta contro.
“ Colpiresti tuo suocero? Ma che nuora cattiva” disse cantilenante.
Victoire gettò un’ occhiata a Teddy, ma lo vide ancora immobile e tremante, doveva fare qualcosa, non gli avrebbe permesso di giocare con loro “ se tu fossi davvero mio suocero, sapresti che il suo nome è Edward Ted Lupin e non lo chiederesti a lui” gli rispose rabbiosa.
Prese di nuovo la mano del marito “ non lo chiederebbe a te” gli ripeté, come se volesse essere sicura che lui avesse assimilato l’ informazione.
Teddy prese un respiro e chiuse gli occhi, quasi volesse scacciare quel viso da davanti agli occhi.
“ E adesso, se hai finito con i tuoi giochetti, dicci cosa vuoi” disse Victoire, la rabbia nei suoi occhi azzurri.
“ Posso aiutarvi con Kara, ma voglio qualcosa in cambio” rispose l’ uomo.
“ Non c’ è niente che possa aiutare Kara” affermò Victoire.
“ Se ne sei convinta, allora perché sei qua?” chiese lui di rimando e Victoire strinse gli occhi.
Quell’ uomo sembrava essere sempre un passo avanti a loro.
Si morse un labbro innervosita e la bacchetta tremò nella sua mano, causando all’ uomo un sorriso di trionfo.
“ Proprio come pensavo” disse e si spostò di qualche passo, avvicinandosi a loro.
“ Vi darò il nome di chi c’ è dietro tutto questo e poi potrete anche dire che Kara è stata circuita, avrete tutte le prove delle quali avrete bisogno dentro il suo quartier generale, vi dirò cosa vuole davvero questa persona e perché ha usato Kara e probabilmente con le mie informazioni lei capirà e tornerà da voi, ma voglio due cose…”
“ Avevi detto una” lo interruppe Teddy, riacquistando la lucidità.
L’ uomo rise, provocando un nuovo brivido a Teddy, avrebbe tanto voluto che si togliesse quelle spoglie.
Vederlo con le sembianze del padre, non era una cosa che avrebbe dimenticato facilmente.
“ Quando mai i cattivi sono sinceri” disse sarcastico.
“ Ci prendi in giro?” si arrabbiò Teddy “ che cosa credi che ci impedisca di schiantarti qui e subito” lo minacciò.
L’ uomo sollevò un sopracciglio “ davvero notevole, Lupin” disse con voce ammirata “ cominciavo a credere che non avessi gli attributi di tuo padre”
Teddy avrebbe voluto chiedergli che cosa ne sapeva di suo padre, ma non ce la fece, appena lo nominò.
Appena quelle labbra, che avevano la pretesa di essere le stesse labbra che lo avevano baciato con fare paterno, pronunciarono la parola padre tutto si oscurò in lui.
“ STUPEFICIUM” urlò e l’ uomo preso alla sprovvista fu costretto a buttarsi a terra.
“ Pietrificus Totalus” urlò a sua volta Victoire, ma ormai lui aveva già sollevato un incantesimo scudo.
Si sollevò a sedere guardando i due con la bacchetta sollevata per tenere alto il suo scudo.
“ Credevo potessimo collaborare” disse ansimando per la fatica dello scontro.
“ Noi non collaboriamo con gli assassini” affermò in risposta Teddy e si pose davanti a Victoire di modo da restare solo davanti a lui.
“ Puoi guardarmi con i suoi occhi, ma non puoi avere la sua espressione, puoi sorridermi con le sue labbra, ma non puoi essere uguale a lui” disse con rabbia.
“ Ne parlerò con Harry e credimi non avrò pace fino a quando non ti avrò trovato” lo minacciò.
L’ uomo lo guardò e sembrava che nei suoi occhi ci fossero anni di rabbia repressa.
“ Credevo che potesse interessarvi salvare Kara…” affermò lasciando la frase in sospeso “ Vi offro la sua salvezza e voglio solo una piccola cosa da voi”
Teddy stava già scuotendo la testa, ma Victoire intervenne “ sarebbe?” chiese.
“ Scorpius Malfoy” rispose lui, felice di aver trovato una via per un accordo.
“ Dovete solo mettergli di nuovo quel bracciale e sarà lui stesso a tornare da me e io vi farò sapere tramite lui il nome e il luogo che volete ed avrete salvato Kara” propose.
“ O chissà, magari, se Kara saprà che suo padre voleva venderla si sentirà tradita e ci dirà chi sei spontaneamente” si oppose Teddy, ma l’ uomo inaspettatamente sorrise “ non è la prima volta che sfuggo agli Auror” affermò “ ma non crederai che uno come me non abbia una conoscenza, qualcuno che mi può liberare di Kara” minacciò vago.
Teddy s’ impietrì sentendo il sangue gelargli nelle vene. Quello era il padre di Kara, eppure, aveva appena minacciato di ucciderla?
“ Inoltre farete un favore a tutti quanti, perché se Scorpius Malfoy resterà con voi, morirà”
“ Morirà? Stai minacciando anche lui?” chiese Victoire scandalizzata.
L’ uomo rise “ non ce ne sarà bisogno, se resterà con voi morirà naturalmente” spiegò e Teddy e Victoire spalancarono gli occhi.
Naturalmente? A meno di trent’ anni? Che stava dicendo?
“ Domani…entro domani rivoglio Scorpius Malfoy o il nostro accordo salterà” e in un secondo si smaterializzò.
***
Lily si sedette davanti a Kara, appoggiando le braccia sopra al tavolo davanti a lei.
Scorpius era al suo fianco e sentiva la bacchetta di Fred premergli contro il fianco, quasi a ricordargli la sua presenza.
Harry e James, insieme a Sigmund, un altro Auror, si erano tenuti in disparte ed erano vicini alla porta.
Lily li guardò, stavano lasciando gestire la cosa a lei.
“ Allora, Kara?” chiese Lily.
Kara guardò Lily incrociando le braccia al petto e sollevando leggermente le gambe per metterle sopra la sedia, le catene speciali che le impedivano di trasformarsi tintinnarono e si mossero seguendo il suo movimento.
Era così sicura di sé, nelle espressioni, nella voce che Lily ebbe la certezza che avesse in mente qualcosa, ma non capiva che cosa e soprattutto, come potesse attuarla nel cuore del Ministero.
“ Hai fretta, Lily?” le chiese Kara, sputando il suo nome come se fosse veleno “ Guarda Scorpius, lui non ha mai fretta, mai, in qualsiasi cosa faccia” la provocò con un’ occhiata allusiva.
Lily strinse i pugni grattando le unghie sopra il tavolo e sentendo la superficie liscia del vetro, voleva provocarla, ma non doveva scomporsi, doveva riuscire a farla parlare.
“ Io non…” iniziò Scorpius, ma Lily lo interruppe vedendo gli occhi trionfanti di Kara.
“ Non m’ importa” disse semplicemente “ se tu sei stata o no a letto con lui, non m’ importa perché lo ha fatto inconsapevolmente” sentenziò “ appena è tornato se stesso è tornato da me e ti ha scaricato come uno straccio vecchio” continuò con rabbia.
Un lampo d’ ira passò nelle iridi di Kara, ma non disse niente.
“ E poi siamo qua perché devi dirmi dove trovare i miei zii e non per parlare dei tuoi problemi amorosi, altrimenti potremo parlare di quanto tempo è che sbavi dietro a mio fratello” concluse sperando di far breccia sulla sua indifferenza.
Kara si alzò in piedi con un forte fragore di catene, ma anche Harry scattò in avanti “ rimettiti seduta” l’ ammonì e Kara voltò lo sguardo verso di lui sorridendogli con finta cortesia.
“ Come vuole il grande capo” disse sarcastica, rimettendosi seduta.
Lily respirò a fondo e Scorpius portò una mano sopra alla sua cercando d’ infondergli coraggio.
Lei la strinse a sua volta e questo non sfuggì a Kara “ ma che scenetta commovente” affermò, ma nello stesso istante bussarono alla porta.
Damien si affacciò e cercò Harry con lo sguardo, quando vide Scorpius e quasi sussultò, probabilmente stupito dal fatto che lui fosse presente ad un interrogatorio, ma si ricompose subito.
“ Capo, Emily è tornata dal San Mungo, ha detto che si ricorda qualcosa” lo informò e Harry tirò un sospiro di sollievo.
Forse questa buffonata sarebbe finita prima del previsto.
“ Torno subito” disse, guardando la figlia che annuì, prima di voltarsi verso il fratello.
Lo vide seguire i movimenti del padre, stranamente silenzioso e indifferente, forse era infastidito dal fatto che Scorpius fosse là, ma non ci voleva pensare adesso.
“ Allora dove sono i miei zii?” chiese ancora Lily, era solo quello l’ importante.
Kara si portò di nuovo le braccia davanti al petto “ sai, credo che non sia la domanda giusta” disse ironica.
Scorpius sospirò rumorosamente “ non giocare con noi, Kara, ormai è finita per te, verrai condannata ad Azkaban per tutta la vita e non vedrai mai più la luce, almeno che tu non collabori con noi” le disse.
Scorpius aveva pensato di spaventarla, ma rimase deluso, perché Kara rise di nuovo “ Oh no, io non finirò ad Azkaban, né tantomeno vi dirò dove sono Ron ed Hermione” li informò “ io sono qua, perché sto per essere liberata e volevo vedere i vostri visi…”
Si soffermò spostando lo sguardo dall’ uno all’ altra “ il tuo precisamente” aggiunse fermando definitivamente lo sguardo su quello di Lily “ quando ti avessi detto che…”
Una luce volò attraverso la stanza e colpì Scorpius alla schiena, la mano di lui si strinse ancora di più in quella di Lily e si voltò guardando i suoi occhi sgranati, prima di boccheggiare in cerca d’ ossigeno e cadere in avanti con il viso contro il tavolo e il sangue che già cominciava ad espandersi nella sua giacca.
Lily si voltò di scatto verso suo fratello e lo vide con la bacchetta in mano ed un sorriso sul volto.
Imperius, pensò con terrore, riportando lo sguardo su Scorpius “ Scorp, rispondimi” urlò Lily e lui aprì lentamente gli occhi “ sto bene, sto bene” disse, ma la sua voce era debole e infatti dopo pochi secondi perse conoscenza.
“ Vi avevo detto di aspettare, stupidi” si arrabbiò Kara, ma Lily si era già voltata con la bacchetta in mano.
Lanciò un incantesimo contro Sigmund, ma lui si spostò, piuttosto velocemente nonostante la sua età, e lei riuscì a colpirlo solo al braccio.
Vide suo fratello avvicinarsi a Kara, sicuramente voleva liberarla e alzò di nuovo la bacchetta, ma si accorse di non riuscire a colpirlo.
Aveva la bacchetta puntata contro di lui, ma non riusciva a pensare neanche all’ incantesimo più elementare.
Era il suo fratellone, era James e non sarebbe riuscita a perdonarsi di ferirlo neanche leggermente.
“ Accio bacchetta” urlò allora in preda al panico e questa le volò tra le mani.
Lily sorrise trionfante, sentendo il legnetto arrivarle tra le dita, ma non fece in tempo a muoversi che un altro incantesimo fu scagliato su di lei da Sigmund.
Lily lasciò cadere la sua bacchetta e utilizzò quella di James per alzare prontamente uno scudo di modo da aver il tempo di scendere dalla panca e portare Scorpius con sé.
Doveva vedere come stava.
Gli tolse velocemente la giacca per vedere da dove arrivava tutto quel sangue, sperava che non gli avessero perforato un polmone, anche se con la magia si poteva guarire quasi tutto, non sapeva se sarebbero mai arrivati al San Mungo in tempo.
Doveva fare veloce, gli incantesimi scudo non reggevano di fronte ad incantesimi più potenti.
Puntò la bacchetta verso la spalla di Scorpius e provò con uno degli incantesimi curativi base che insegnavano al corso Auror, ma quell’ attimo di distrazione le fu fatale e sentì la sua bacchetta volarle letteralmente dalle dita.
Alzò il viso e vide il sorriso trionfante del fratello “ occhio per occhio, sorellina” le disse, prima di voltarsi per liberare Kara.
Lily appoggiò Scorpius a terra e si mosse velocemente per andare a riprendere la sua bacchetta, ma in quel momento un incantesimo le arrivò dritto nello stomaco, spezzandole il fiato nei polmoni.
Cadde sulle ginocchia ansimando e gemendo per il dolore e si premette una mano sullo stomaco.
Guardò Scorpius, il sangue sembrava essersi fermato, ma lui non riprendeva conoscenza.
James stava liberando Kara con la magia e Sigmund era a pochi passi da lei, pronto a colpirla di nuovo se si fosse mossa.
Sentì la rabbia invaderla. Perché suo padre e gli altri Auror non erano ancora intervenuti? Perché?
Si alzò in piedi di scatto e si lanciò contro la sua bacchetta, atterrò dolorosamente sopra il braccio e quasi urlò di dolore, ma si voltò verso Sigmund con la bacchetta puntata contro di lui.
Nello stesso istante un incantesimo partì dalla bacchetta di Sigmund e Lily rotolò su se stessa, ma nonostante tutto fu presa alla gamba e con un sonoro Crack, Lily sentì il suo osso rompersi.
Urlò di dolore, possibile che non li sentisse nessuno?
Scorpius si mosse e Sigmund corse da lui per controllare che non dovesse metterlo nuovamente fuori combattimento.
Lily si trascinò verso la bacchetta, tenendosi la gamba con il braccio sano e poggiandosi sull’ altro, ma faceva male.
Faceva un male cane.
Adesso, doveva essere davvero rotto. Non riusciva a muoversi che di pochi centimetri e la testa le girava per tutto il dolore che pulsava nel suo corpo.
Guardò con occhi appannati Kara che stava facendo scivolare le ultime catene dai suoi polsi e suo fratello che stava sbattendo gli occhi stupito.
“ Che…che…che sta succedendo?” chiese ancora affaticato, poi spostò lo sguardo lungo la stanza e i suoi occhi si spalancarono nel vedere Lily e Scorpius a terra.
Probabilmente era stato messo sotto Imperius solo per quel compito. Solo per liberarla.
Kara però fu più veloce di lui che stava ancora cercando di capire tutto quello che stava succedendo e gli prese la bacchetta dalle mani.
“ Dormi, Jamie, potremo essere felici insieme” gli disse dolcemente, prima di schiantarlo.
Lily inorridì. Nella sua mente malata, Kara, credeva davvero di avere un futuro con suo fratello.
La vide fare qualche passo verso di lei “ adesso non mi servi più” affermò, schiantando anche Sigmund.
“ Perché…perché…non lo uccidi?” chiese Lily tra gli ansimi “ non…non lo uccidi…perché non sei davvero cattiva” affermò.
Per quanto cercasse di parlare, il dolore non le faceva formulare frasi coerenti.
Kara si chinò su di lei e le puntò la bacchetta alla gola “ vuoi davvero sapere quanto sono cattiva?” le chiese con ira, poi improvvisamente sorrise “ che carino, si potrebbe dire che è il tuo ultimo desiderio” la prese in giro alzandosi in piedi.
Lily la guardò, era davvero folle.
“ Oh no, il mio ultimo desiderio sarebbe un altro” rispose Lily, stringendo i denti per il dolore e cercando di far leva sul muro per sollevarsi leggermente.
Kara si avvicinò di nuovo a lei, sorridente e con gli occhi illuminati di felicità “ dove credi di andare?” le chiese pestandole una mano.
Lily strinse i denti, ma non urlò “ volevi una dimostrazione della mia cattiveria?” le chiese prima di chinarsi di nuovo di fronte a lei.
“ Tuo padre in questo momento è in mano nostra, ti basta?” le chiese ancora.
Lily sbatté le palpebre “ menti” le disse faticosamente.
Suo padre lo aveva visto dieci minuti prima, non potevano averlo portato via, non nel cuore del Ministero.
Kara rise “ oh no, ti assicuro che Damien è stato un ottimo aiuto fino ad adesso, sai se Scorpius avesse ricordato qualcosa di quello che ha fatto prima di tornare da te, avrebbe ricordato di averlo messo Imperius, ma così non è stato e lui ci ha aiutato per tutto il tempo”  affermò felice.
Lily scosse la testa, le lacrime che le pulsavano negli occhi. Non era possibile, ma tutto collimava, questo spiegava perché Kara era sempre rimasta tranquilla con loro.
Era come se avesse avuto una sorta di missione e sapeva che appena compiuta sarebbe stata liberata.
In un modo o nell’ altro.
Mosse la bacchetta come una frusta e Lily cercò di muoversi per evitare il suo colpo, ma le sue ossa rotte le impedirono di essere veloce e lei la colpì su un fianco.
Lily urlò cadendo nuovamente distesa, si portò la mano al fianco ansimando “ sai, questo colpo l’ ha inventato mio padre” affermò quasi con orgoglio “ e tu morirai, oh sì, morir…”
La voce le si spense in gola di botto e Lily la vide, nonostante tutto stesse diventando buio intorno a lei, cadere in avanti e dietro di lei, Scorpius con la bacchetta di Fred stretta in pugno.
Scorpius si mosse verso Lily, la mano a sorreggersi la schiena ferita e uno sguardo impaurito nei suoi bellissimi occhi grigi.
“ Mi hai salvato” disse Lily con voce quasi afona “ non è stato niente di che, volevo usare questa bacchetta” affermò lui sorridendo.
Lily cercò di sorridere, era sicura che lui non avesse visto la maledizione che le aveva scagliato Kara, ed era ugualmente sicura che non avesse capito quanto era grave, ma il sorriso morì dentro di lei, spezzato dal dolore che provava in quel momento.
Le sembrava di avere tutto il corpo in fiamme, come se stesse bruciando dall’ interno.
Sapeva che era il tipo di maledizione, sapeva che le stava eliminando i suoi organi uno alla volta.
“ Sveglia…Scorpius, sveglia mio fratello e digli di cercare mio padre” sentiva il fiato uscirle completamente dai polmoni, sentiva che si stava esaurendo dentro di lei.
“ Lo sveglieremo insieme” disse lui sicuro “ ti aiuto ad alzarti” le propose, ma Lily scosse la testa, alzò una mano e la poggiò sopra alla guancia di Scorpius.
“ Scorp…ti amo e amo Syria e…” la sua mano scivolò lentamente e i suoi occhi si chiusero.

COMMENTO: OK, GIURO CHE NON E’ COLPA MIA SE IN ENTRAMBE LE MIE LILY / SCORPIUS SI SONO SOVRAPPOSTE QUESTE COSE, LO SAPETE CHE I MIEI PERSONAGGI SI SCRIVONO DA SOLI…ERGO E’ SOLO COLPA LORO : p TANTI, TANTISSIMI INDIZI E LILY MORTA…O NO? CHISSA’ VEDREMO NEL PROSSIMO CAPITOLO…ORMAI SIAMO AI RUSH FINALI…TUTTO SI STA CHIARENDO!! AVETE CAPITO CHI E’ IL PADRE DI KARA? BE’ NON UN TIPINO RACCOMANDABILE : )) SO CHE NON SI SONO VISTI RON ED HERMIONE E NEANCHE ROSE E LORCAN, MA LI RITROVERETE NEI PROSSIMI CAPITOLI !! GRAZIE MILLE ALLE RAGAZZE CHE RECENSISCONO SEMPRE OVVERO: ICEPRINCESS / LUISA21  / ARYELLE / CESCAPADFOOT / LILY NON LILIAN / HUNTER / GIN97  E ALESSANDRA CORTESE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE  A TUTTI !!

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Capitolo 31
*** 31 CAPITOLO ***


Scorpius non sapeva se doveva ringraziare tutti e quattro i fondatori, oppure maledirli e se stesso insieme a loro per non aver capito che cosa stava succedendo a Lily.
Era un Auror, maledizione.
Era un Auror e non aveva visto i sintomi di una delle più gravi maledizioni che potevano essere inflitte.
Fortunatamente, appena Lily aveva perso i sensi, lui non si era fermato a riflettere, pensare, piangere o gridare che cosa le fosse successo.
Si era semplicemente smaterializzato al San Mungo, lasciando tutto e tutti, e questo aveva, sicuramente, salvato la vita di Lily.
Si erano occupati anche di lui, ma Lily aveva fatto un ottimo lavoro sulla sua schiena e adesso lui non aveva quasi più niente.
Invece Lily era là.
Viva, ma incosciente, distesa in quel letto di ospedale e con molti dei suoi organi vitali compromessi.
Un soffio.
Era stato, davvero, ad un soffio dal perderla.
Il momento in cui Lily aveva perso i sensi, era stato il momento in cui i suoi polmoni avevano ceduto e lui era riuscito ad arrivare al San Mungo poco prima che le cedesse anche il cuore.
Adesso le stavano somministrando pozioni e ogni ora passavano per farle degli incantesimi curativi, ma gli avevano detto che non si sarebbero pronunciati fino a quando non avessero visto se riuscivano a recuperare tutti gli organi che erano stati compromessi.
Le prese la mano, sollevandola fino alle sue labbra e appoggiandola ad esse.
Era così fredda al contatto con le sue labbra e il suo viso era così bianco da sembrare un tutt’ uno con il cuscino.
Avrebbe voluto poterla svegliare, poter andare da lei e aiutarla a tornare da lui, ma non poteva. Nessuno poteva.
“ Come sta?” Albus entrò dentro la stanza e si posizionò in fondo al letto di Lily.
Circondò il bordo con le mani, quasi come se volesse toccare la sorella, ma ne avesse il timore.
Scorpius scosse la testa “ sono passate solo due ore, non si pronunciano” rispose sincero.
Quando aveva inviato il Patronus ad Albus, stringendo la bacchetta di Fred tra le dita, si era sentito ancora peggio.
Guardò la bacchetta poggiata sopra al comodino, aveva promesso a Ginny che gliel’ avrebbe riportata. Sentì una morsa allo stomaco solo a pensare alle parole della madre di Lily “ riportamela insieme a mia figlia”.
Non era riuscito a fare neanche questo, ma non si sarebbe mai aspettato che fossero riusciti a mettere James Potter sotto Imperius.
“ Tuo fratello e tuo padre? ” chiese Scorpius, guardando gli occhi verdi del suo migliore amico.
Albus scosse la testa, improvvisamente sembrava più vecchio di anni, come se la preoccupazione lo stesse facendo impazzire.
“ James sta bene, ma è impazzito” sentenziò con un sospiro “ non si tiene, non si perdona di non essere riuscito ad opporsi all’ Imperius e che siano riusciti a prendere papà, non si ferma, neanche quando gli ho detto che hanno fregato tutti gli Auror presenti, anche persone con più esperienza di lui” continuò stancamente.
“ Forse Lily riuscirebbe a farlo ragionare, ci è sempre riuscita, ma lei è qua” concluse con un filo di voce “ e la mia famiglia è completamente sgretolata” in quell’ ultima parola vi mise tutto il dolore possibile.
Scorpius voltò la testa verso Lily, non riuscendo neanche più a guardare il suo migliore amico.
Era troppo il dolore che leggeva nel suo sguardo, sembrava quasi riflettere quello del proprio cuore.
Si passò una mano sul volto, sapeva benissimo che cosa gli avrebbe detto Lily se fosse stata sveglia: gli avrebbe detto di non stare a fissarla dormire, di reagire e di smuovere mari a monti per trovare l’ Inafferrabile.
Il suo orgoglio Grifondoro avrebbe parlato per lei e gli avrebbe ordinato di trovare suo padre e di aiutare James, di stare con Syria e di consolare sua madre che sarebbe tornata presto.
Sicuramente sarebbero le esatte parole di Lily, ma più continua ad osservare il suo viso pallido, le sue labbra rosse e leggermente dischiuse ed i suoi occhi serrati e contratti e più sentiva che non poteva farcela.
D’ altronde non era lui il Grifondoro, non era lui il coraggioso e l’ audace, lui era solo un uomo che pensava di aver ritrovato l’ orizzonte ed invece lo aveva perso e se Lily non si fosse svegliata, sapeva che non l’ avrebbe potuto recuperare più.
“ Sei stanco, vai a casa” disse Albus, guardandolo con apprensione “ vai dai miei e riposati, potresti stare un po’ con Syria…ha bisogno di vederti” aggiunse, ma Scorpius scosse la testa.
Il pensiero di Syria era una spina nel cuore, era così doloroso pensare a sua figlia e sapere di non poter andare da lei “ se vado da lei in queste condizioni, mi crederà di nuovo un impostore” affermò amaramente e Albus sospirò.
“ Kara è stata presa” lo informò e la mano di Scorpius si strinse più forte in quella di Lily “ bene” rispose con falso entusiasmo.
“ Dice che vuol parlare solo con te” gli spiegò e Scorpius scosse la testa “ abbiamo finito di seguire le bizze di quella piccola stupida” inveì con rabbia.
“ Scorpius, lei è la chiave” disse semplicemente Albus, studiando i suoi occhi grigi, sapeva che l’ amico stava soffrendo, ma voleva anche ritrovare suo padre.
“ No” quello di Scorpius fu quasi un urlo e si alzò in piedi dalla rabbia “ lei fa parte di quelli che mi hanno fatto questo” si oppose sollevandosi la manica della maglia.
Albus fece uno scatto indietro con la testa, non aveva mai visto il suo braccio da dopo quello che gli era accaduto.
Lily gli aveva raccontato della maledizione e del bracciale con il quale lo controllavano, ma non credeva che fosse ridotto in quel modo: il braccio era quasi completamente nero, quasi come se fosse bruciato, le terminazioni nervose si scorgevano a malapena e a guardarlo bene sembrava quasi assottigliato, sotto la pelle raggrinzita.
“ L’ hai fatto vedere a qualcuno?” gli chiese, avvicinandosi preoccupato e guardandolo attentamente.
Scorpius scosse la testa “ è successo negli ultimi giorni, prima c’ era solo l’ arrossamento della maledizione” gli spiegò.
Albus gli prese il braccio, afferrandoglielo con forza al livello dell’ avambraccio “ ti fa male?” gli chiese.
Scorpius scostò il braccio “ sembri tua sorella e no, non mi fa male” lo guardò “ e sì, riesco ad usarlo” rispose prevedendo la sua domanda successiva e sperando di vedere il suo sguardo più tranquillo.
“ Non va bene lo stesso” disse Albus “ il fatto che tu riesca ad usarlo, significa che non è la stessa maledizione che Voldemort aveva impresso all’ anello che utilizzò come Horcrux, ma questo non significa che non sia una maledizione potente” gli spiegò.
Scorpius si risedette “ adesso, comunque non è il momento” si oppose.
“ Oh sì che lo è, il fatto che Lily sia qua non significa che tu debba stare ad osservarla, questo non cambierà la situazione e invece se tu mi aiuti, potremo arrivare a capo di tutto, ritrovare mio padre, i miei zii e tutto tornerà a posto”
Scorpius emise uno sbuffo fintamente divertito “ tornerà a posto, solo se Lily tornerà a vivere” sentenziò.
Albus si arrabbiò e lo prese per le braccia, stringendogliele e costringendolo a guardarlo “ Lily è stata tre mesi in assenza di te e non si è arresa una volta, che sia una, nonostante anche io a volte le dicessi di smetterla e di rendersi conto che potevi essere morto, lei non si è mai arresa”
Scorpius girò il volto e Albus alzò la voce con rabbia “ Sono passate solo poche ore e tu ti stai già arrendendo, non dirmi che è perché non sei un Grifondoro, perché non lo sono neanche io” gli conficcò le dita nella pelle delle braccia desiderando smuoverlo, se fosse stato necessario lo avrebbe anche picchiato.
“ DIMMI LA VERITA’” urlò e Scorpius si voltò verso di lui, le lacrime che scintillavano nei suoi occhi grigi “ dimmi che hai una fottuta paura di sopravvivere senza di lei”.
Paura. Lui aveva paura. Era la verità e il suo migliore amico lo sapeva.
Si liberò dalla stretta di Albus e si prese il volto tra le mani “ non voglio che resti sola, chiunque potrebbe attaccarla” si appellò all’ ultima cosa a cui poteva aggrapparsi.
Albus sorrise in un modo molto simile al suo: alzando di pochi millimetri il labbro superiore “ ecco perché c’ è un Auror qua fuori” gli disse e Scorpius scosse la testa, anche se si stava già arrendendo.
“ Andremo da Kara, ma se è una trappola, stavolta la uccido con le mie mani” disse alzandosi.
Albus annuì “ ma prima passeremo da Alice, deve vedere il tuo braccio, forse può fare qualcosa” replicò e Scorpius storse la bocca.
Si avvicinò a Lily e sfiorò le sue labbra gelide con le proprie “ Torno presto”  le disse guardando il volto immobile di Lily, poi prese il braccio di Albus “ portami via, adesso, prima che ci ripensi” gli ordinò, senza staccare gli occhi da lei.
Dall’ amore della sua vita che giaceva in quel letto.
***
Rose si materializzò in casa dei suoi zii, doveva assolutamente parlare con suo zio Harry.
L’ atmosfera che trovò le gelò il sangue.
I bambini erano tutti sul divano, ma non giocavano e neanche parlavano.
Era difficile dire se fossero addormentati o svegli: Syria era appoggiata con la testa sulla spalla di Christian e aveva gli occhi chiusi, ma il tremolio che scorgeva sulle sue labbra le faceva capire che doveva essere sveglia e impaurita.
Christian e Aries si guardavano, non proferivano parola, ma i loro sguardi sembravano trasmettere più che mille parole.
Sembrava che il loro fosse un tacito accordo di vicinanza e di amicizia. Di supporto e di aiuto.
Alice aveva il viso affondato tra i capelli della piccola Jenny ed era seduta accanto a Jodie che sembrava avere negli occhi tutto il dolore che si poteva percepire in quella stanza.
Infine c’ era Ginny. Il suo sguardo duro, puntato verso il camino e le sue labbra contratte in una linea sottile.
Rose conosceva sua zia, quell’ espressione significava che stava riflettendo su qualcosa. Qualcosa di sgradevole che le ossessionava la testa.
“ Zia” chiamò Rose e tutti si voltarono verso di lei quasi speranzosi.
“ Devo parlare con lo zio Harry, subito” spiegò immediatamente Rose e Ginny la guardò confusa.
“ Dove sei stata?” le chiese stupita.
Rose  aggrottò le sopracciglia, come facevano a sapere che era stata da qualche parte?
Forse Allock li aveva già raggiunti?
“ Io…” esitò un attimo. Non sappiamo di chi possiamo fidarci, quelle parole echeggiarono nella sua mente.
“ Io non ho tempo ora, devo parlare, assolutamente, con lo zio” ripeté più sicura e Alice sbuffò.
“ Se riesci a trovarlo fammi sapere, anch’ io ho qualcosa da dirgli” la informò.
“ Che significa?” chiese Rose sempre più stupita, ma nessuno fece in tempo a rispondergli, perché ci fu il rumore di tante smaterializzazioni tutte assieme.
Si voltò a sinistra e vide suo cugino Albus insieme a Scorpius, dire che il suo volto era devastato sarebbe stato un eufemismo.
A destra comparvero James insieme ad Hugo e Allock e poco più in là Teddy e Victoire.
Rose girò quasi su se stessa per guardarli tutti.
“ Ma tu…tu…sei stata rapita” balbettò Hugo, guardando prima sua sorella e poi il professore che aveva gli occhi dilatati per lo stupore.
Tutti si aspettavano una sua risposta, ma Rose scoppiò a ridere “ Lorcan è un gran burlone” si giustificò, anche se vide lo sguardo di Albus poco convinto.
“ E quindi dove sei stata?” chiese.
Rose non sapeva più come uscirne. Era una Corvonero, maledizione e non una Serpeverde.
Mentire o giocare d’ astuzia non era mai stata la sua specialità.
Il suo silenzio si propagò così a lungo che Teddy scosse la testa “ al momento abbiamo cose più importanti” sentenziò e Victoire accanto a lui annuì “ devo vedere lo zio” li informò.
I bambini, adesso, erano tutti vigili e sembravano seguire i movimenti degli adulti.
“ Anche tu?” gli chiese Jodie “ ma nessuno di voi sa che Harry è stato portato via dal Ministero da Damien?”
Rose e Teddy boccheggiarono “ e ora come facciamo?” chiese Teddy, passandosi le mani tra i capelli.
“ Noi abbiamo appena parlato con l’ Inafferrabile” li informò, rispondendo alla loro implicita domanda.
Ginny strinse i pugni, continuava a restare in silenzio, ma si poteva vedere da alcuni piccoli indizi che si stava innervosendo sempre più.
“ Vi ha contattati?”  tutti si stupirono nel sentire la voce di Allock.
Teddy sospirò “ non gli importa di Kara, vuole lui” disse indicando Scorpius e lui sgranò gli occhi “ cosa vuole da me?”
“ Io non gliel’ ho chiesto” confessò Teddy.
“ Non gliel’ hai chiesto?” si arrabbiò James.
“ No, non gliel’ ho chiesto, non sono un Auror e non…”
“ Non è questione di essere Auror” lo interruppe James “ è questione di ragionare” lo rimproverò.
Teddy guardò James con rabbia, era sempre stato il figlio di Harry con cui era andato più d’ accordo.
Quello più simile al suo carattere, quello più vicino a lui di età, quello che lo aveva sempre ammirato come un fratello maggiore.
“ Sai, non è facile ragionare quando chi ti accoglie ha il viso di tuo padre defunto” si difese con rabbia.
James spalancò le labbra e abbassò gli occhi dispiaciuto, ma non fece in tempo a dire niente perché Ginny si alzò di scatto dal divano.
Nella mente di Ginny si formò il ricordo del viso di Remus e successivamente, il pensiero che potesse succedere anche a suo marito la terrorizzò.
La stessa cosa. Remus era stato ucciso in battaglia mentre si batteva per la libertà e per il futuro di suo figlio e di altri come lui.
Fu ucciso da un Mangiamorte, un pazzo folle Mangiamorte, uno che aveva inventato anche un proprio incantesimo letale e potente, uno dei migliori di Voldemort.
“ Godric santissimo!” esclamò e ricadde seduta “ mamma” urlarono James e Albus precipitandosi da lei.
Ginny scosse la testa sotto lo sguardo incredulo di tutti “ ho capito una cosa, devo andare da Neville” disse e i suoi erano poco più che mormorii.
 “ Scorpius, per favore, manda lì  tuo padre” gli chiese guardandolo e Scorpius annuì, prima di vederla sparire.
Il silenzio regnò solo per pochi secondi, prima di scoppiare in un tumulto generale.
“ Non ho capito niente” affermò James arrabbiato per la sua impotenza, cominciando a girellare per la stanza come
Albus fece un passo avanti “ perché non ti calmi, James? “ lo ammonì, avrebbe voluto aggiungere andrà tutto bene, ma le parole gli morirono in gola.
Scosse la testa e guardò la cugina “ Rose, puoi dare un’ occhiata al braccio di Scorp intanto?”
Rose voltò la testa verso Scorpius “ fammi vedere” asserì preoccupata e alzò la manica della sua maglia.
Scorpius strinse i denti al fruscio della manica sulla sua pelle, aveva detto la verità ad Albus affermando che non gli faceva male, ma bruciava, bruciava come se il nero che gli aveva ormai invaso tutto il braccio gli stesse ustionando il braccio dall’ interno.
Teddy si scambiò uno sguardo con Victoire, stava ricordando le parole dell’ Inafferrabile.
“ Potrebbe morire?” le parole gli uscirono prima che riuscisse a trattenerle, ma si pentì subito vedendo la piccola Syria incassare la testa nella spalla del cugino e Aries accarezzarle la schiena, pur senza staccare gli occhi dal fratello.
Scorpius scosse la testa “ non diciamo sciocchezze, sto benissimo” si oppose cercando di indossare un sorriso di circostanza e guardando verso i bambini.
Non riuscì a guardare negli occhi sua figlia, visto che aveva il viso nascosto, ma il suo sguardo incrociò quello di Aries “ sono invincibile” ribadì scherzoso, ripetendo le stesse parole che usava quando da ragazzino faceva giocare sua sorella.
Lei suo malgrado accennò un sorriso, prima di rendersi conto di cosa stava facendo e distogliere lo sguardo da lui.
“ Non ho mai visto una cosa simile, forse il Dottor Noovin…” ipotizzò Rose, ma s’ interruppe rendendosi conto di quello che aveva appena detto.
Anche Alice si avvicinò “ sì, forse c’ è qualcosa nel suo libro sugli incantesimi di memoria e di soggiogazione” affermò pensierosa “ vado a prenderlo” disse correndo verso le scale.
“ Se voi siete qua, chi c’ è con Lily?” chiese James, realizzando solo in quel momento che loro erano davanti a lui e quindi nessuno era con sua sorella.
Scorpius guardò la sua bambina, lo stava guardando stupita e immobile, come se avesse paura di qualsiasi cosa potesse dire.
Sicuramente ormai anche i ragazzi sapevano tutto.
Era stato impossibile per Alice, Ginny e Jodie nascondergli tutto.
Il rapimento di Harry Potter , aveva avuto, com’ era prevedibile, una grande risonanza ed era ormai su tutti i giornali.
“ Un Auror” rispose Scorpius stancamente, aveva cercato fino a quel momento di tenere fuori l’ immagine di Lily, come l’ aveva lasciata, ma adesso i suoi capelli rossi sparsi nel cuscino bianco come il suo viso erano tornati nella sua mente.
Sentì le dita di Rose stringergli la pelle “ dov’ è Lily?” chiese terrorizzata.
Scorpius sospirò, non credeva di riuscire a spiegare di nuovo quello che era successo, ma per fortuna Albus parve capirlo e lo precedette “ al San Mungo” rispose.
Le mani di Rose si staccarono dal braccio di Scorpius come se si fosse scottata “ e voi…voi l’ avete lasciata?” chiese.
Tutti la guardarono increduli, nella sua voce e nel suo viso si poteva leggere il più cieco terrore.
“ Che succede?” chiese Scorpius, non comprendendo la sua reazione.
“ Il San Mungo…voi…voi non sapete cos’ avete fatto” affermò, poi strinse la bacchetta tra le dita e si smaterializzò.
La reazione di Rose, gli aveva fatto ghiacciare il sangue nelle vene e desiderò soltanto tornare da Lily, ma non fece in tempo a muoversi, perchè nello stesso istante una Alice agitata scese le scale di corsa, facendo molto rumore mentre rischiava di ruzzolare gli ultimi scalini.
“ Scorpius, devo parlarti” affermò guardando prima lui e poi i ragazzi.
Lui guardò lo sguardo contrito e preoccupato della cognata e sospirò, prima di seguirla. Non voleva perdere tempo, ma qualcosa nel suo sguardo gli diceva che era davvero importante.
“ Tutte le donne della famiglia stanno impazzendo” sentenziò James, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
Non erano ancora arrivati in cucina che Scorpius la fermò per un polso “ è grave, Ali?” le chiese in un sussurro.
“ Serve sangue, molto, moltissimo sangue” rispose lei agitata.
Scorpius sorrise. Era solo quello? E allora perché si agitava?
“ Va bene, me lo daranno al San Mungo” disse e fece per uscire dalla stanza, ma Alice lo fermò.
“ Ali, devo andare a parlare con Kara, devo tornare da Lily per vedere se sta bene e prima devo tranquillizzare mia figlia che tutti avete messo in ulteriore agitazione” si lamentò.
Alice scosse la testa “ serve tanto sangue” ripeté “ ma il tuo sangue, quello di qualche parente diretto: Malfoy o Greengrass” gli spiegò.
Le orecchie di Scorpius fischiarono per lo stordimento, adesso cominciava a capire il perché dell’ agitazione di Alice.
“ Il libro, però, spiega anche che questo incantesimo che era nel bracciale che ti controllava può essere fatto solo da qualcuno con il tuo sangue”
Sangue. Sangue. Sembrava la storia che si ripeteva e pensare che suo padre lo aveva educato, dicendogli di non ripetere i suoi errori e che lo stato di sangue non valeva niente.
“ Non è possibile” affermò “ i miei genitori non l’ avrebbero mai fatto e mia sorella e Syria non ne sarebbero in grado, neanche sotto Imperius”
Alice sospirò “ lo so, ma tuo nonno?” chiese sentendosi in colpa per quell’ affermazione.
Alice sapeva quanto quello che aveva fatto Lucius Malfoy aveva pesato su tutta la famiglia e quanto ci avessero messo per rialzarsi “ credi davvero che lui e mia nonna siano tornati dalla tenuta in Francia, dopo aver giurato di non mettere mai più piede in Inghilterra, per giocare con la mia vita?” le chiese Scorpius, la rabbia nelle sue iridi grigie.
Scosse la testa, gli sembrava d’ impazzire. Non riusciva a trovare una soluzione e avrebbe tanto voluto chiederlo a Lily, affidarsi a lei e invece non poteva.
 “ Quanto?” chiese lui , forse si poteva comunque fare aiutare, ma Alice si morse il labbro con le lacrime agli occhi “ quanto sangue serve, Alice?” chiese ancora Scorpius.
“ Tanto” rispose Alice in un sussurro “ la persona che te lo darebbe con tutta probabilità morirebbe dissanguata”.
Scorpius scosse la testa. Non voleva morire, certo, ma non poteva permettere che nessuno si sacrificasse per lui.
“ Comincerai a peggiorare, Scorpius” gli comunicò Alice “ starai sempre peggio e morirai se non fai la trasfusione” aggiunse con voce rotta.
“ Ti chiedo una cosa, Alice” ribatté lui “ ti chiedo solo di non dirlo a nessuno e se arriverà il momento in cui sarò incosciente e non potrò decidere, non permettere che nessuno lo faccia”
Alice trasalì “ Scorp” disse, scuotendo la testa “ te lo chiedo come amico, per favore, Ali” la pregò.
L’ immagine di suo padre o sua madre che si sacrificavano per lui, era dolorosa quasi quanto quella di Lily.
“ E’ una cosa molto Grifondoro, sai?” gli chiese, prendendolo in giro nonostante le lacrime premessero sempre più per uscire.
“ Allora non dirlo a nessuno” replicò lui stando allo scherzo.
 
COMMENTO: ECCOCI QUA!! SONO UN PO’ IN RITARDO LO SO, MA LA PROSSIMA VOLTA CHE MI VEDETE FELICE PER LE FERIE DITEMI DI STAR ZITTA, VISTO CHE ME LE HANNO REVOCATE PER IL TROPPO LAVORO…CMQ PASSIAMO AL CAPITOLO, ABBIAMO CAPITO COSA STA SUCCEDENDO A SCORPIUS E GINNY E ROSE SONO PARTITE PER SEGUIRE LE LORO TEORIE, SO CHE VI STARETE DOMANDANDO PERCHE’ ROSE E’ LIBERA, MA LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO : )) INTANTO RINGRAZIO LE FANTASTICISSIME RAGAZZE CHE MI INCORAGGIANO!! SIETE FONDAMENTALI PER ME NELLE PERSONE DI ICEPRINCESS / LUISA 21 / ARYELLE /  CESCAPADFOOT /LILY NON LILIAN / HUNTER / SPRING / LILS / MARTINA87 / ALESSANDRA CORTESE / ENDYLILY95 E GIN 97 !! GRAZIE DI CUORE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE!!

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Capitolo 32
*** 32 CAPITOLO ***


Alice si smaterializzò nel salotto di casa dei suoi genitori, ma lo trovò vuoto.
Salì le scale, piano, con una certa apprensione.
Aveva ricevuto il Patronus di suo padre che le diceva di correre subito e dopo tutti gli avvenimenti di quella giornata si sentiva provata, come se avesse un peso enorme sulle spalle.
Sapeva che il peso maggiore erano le condizioni della sua migliore amica e anche quelle di Scorpius che contribuivano a renderla impaurita e nervosa.
Avrebbe voluto avere il carattere di Lily, a volte si chiedeva come mai il Cappello Parlante avesse deciso di metterla in Grifondoro, visto che spesso si sentiva come se il suo coraggio vacillasse e come se le sue paure dovessero prendere il sopravvento.
Forse avrebbe dovuto essere una Tassorosso come sua madre, in fondo come casa le piaceva molto e la lealtà non le mancava e tantomeno la tolleranza, ma era cresciuta con Lily e quando, nonostante il cappello avesse smistato prima lei, aveva capito che la sua amica sarebbe stata una sicura Grifondoro, non aveva avuto dubbi e aveva deciso che era quello che voleva divenire.
“ C’ è nessuno?” chiese confusa mentre ancora stava salendo gli ultimi scalini.
“ Tesoro?” la voce di sua madre la chiamò “ siamo in camera dei nonni” le urlò e Alice si fermò stringendo il corrimano.
I suoi nonni, aveva fatto di tutto per vederli tornare a sorridere e invece aveva solo ottenuto di confonderli ancora di più.
Non capiva come mai gli stessi incantesimi che aveva eseguito sugli altri pazienti, come ad esempio il signor Allock, non avessero funzionato a dovere sui suoi nonni, rendendoli, certo più presenti, ma non abbastanza per far loro distinguere la realtà dai vecchi ricordi e impaurendoli ancora di più.
Arrivò davanti alla porta e subito vide suo padre in piedi, rigido e con lo sguardo quasi vitreo mentre osservava i suoi genitori, sua madre, seduta su una sedia accanto a lui, gli teneva la mano.
Draco era appoggiato al muro e sembrava sorridere come se fosse soddisfatto di se stesso per qualche motivo e Ginny era inginocchiata davanti ai suoi nonni che avevano lo sguardo basso su di lei.
“ Che succede?” chiese entrando dentro la stanza e stringendosi il libro degli incantesimi di memoria, che si era portata dietro per ogni evenienza, più forte sul petto.
Sua nonna alzò gli occhi e ad Alice bastarono pochi secondi per capire.
Il libro le cadde dalle mani aprendosi su una pagina a caso e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“ La mia nipotina, giusto?” chiese sua nonna, guardando suo padre, il quale annuì, ancora senza riuscire a proferire parola.
“ Alice” disse sua madre in un sussurro emozionato e sua nonna si alzò “ Alice” ripeté, tendendo le braccia.
Alice non riuscì ad aspettare un secondo di più e vi si tuffò, letteralmente, dentro.
“ Come…come è successo?” chiese non riuscendo a trattenere le lacrime “ il mio incantesimo non aveva funzionato” si stupì, guardando Ginny senza allontanarsi da sua nonna.
Aveva quell’ odore di borotalco e di sapone che Alice aveva sempre associato a lei.
Ginny congiunse le mani, spostandosi di un passo e affiancandosi a Draco “ quando prima parlavate di Remus e dell’ incantesimo per controllare Scorpius, ho sentito Allock rispondere ad una vostra domanda e mi sono chiesta perché loro non avessero avuto la stessa reazione, poi ho pensato e se gli fosse stato fatto un ulteriore incantesimo e la loro memoria fosse stata modificata?”
Alice la guardò umettandosi leggermente le labbra, le sembrava così impossibile.
“ In fondo chi se ne sarebbe accorto?” chiese Ginny “ chi avrebbe pensato che alcuni segreti erano nascosti nella mente di due persone ormai non più lucide?” chiese ancora.
Alice guardò Draco “ sei riuscito a rimuovere gli incantesimi?” gli chiese e lui annuì.
Alice continuò ad abbracciare sua nonna, fino a quando anche suo nonno si alzò e pretese un abbraccio a sua volta.
“ Abbiamo anche un nipote, vero?” Neville si riscosse dal suo torpore, causato dallo shock di vedere finalmente i suoi genitori stare bene e annuì “ Frank. Ma adesso è in Romania a studiare i draghi ” rispose e i suoi genitori si guardarono, prima di tornare a guardare Neville e Hannah “ siete due persone speciali e non potevo desiderare un figlio migliore”  disse la vecchia Alice.
Si avvicinò a Neville e lo strinse tra le sue braccia.
Neville sapeva di essere ormai troppo adulto per un abbraccio simile da sua madre, ma non ne aveva mai avuto uno o almeno, non ne aveva avuti da ricordare e quindi si lasciò andare completamente.
“ Ti voglio bene, bambino mio” gli disse Alice.
“ Sul bambino avrei da dissentire” intervenne Draco, beccandosi una gomitata da Ginny.
“ Weasley, mi hai fatto male” protestò Draco, passandosi una mano sulle costole.
“ Non abbastanza, se hai il fiato per protestare, Malfoy”  replicò Ginny.
Draco fece una smorfia “ chi si somiglia si piglia” mormorò, ma si pentì quando vide Ginny incupirsi.
Neanche lui era così insensibile e poi, in tutti quegli anni, ormai aveva imparato ad apprezzare qualche lato del carattere di Potter.
Solo qualche lato, ma era meglio di niente.
“ Lo troveremo” le disse rassicurante e Ginny fece un mezzo sorriso.
Frank che non si era perso neanche una parola di quello che avevano detto si avvicinò a loro.
“ Tu sei un Malfoy” disse e il suo sguardo duro non prometteva niente di buono.
Neville guardò prima suo padre e poi Draco, capiva quello che stava passando per la mente di suo padre: gli ultimi ricordi che Frank aveva di un Malfoy erano sicuramente molto diversi dalla situazione di adesso.
Stava per intervenire e per dirgli che le cose erano molto cambiate, che con la fine della guerra anche Draco era cambiato ed era divenuto più umano, che come professore di Hogwarts aveva avuto modo di conoscere a fondo suo figlio e che sapeva che Draco non aveva fatto errori con lui, a parte forse viziare un po’ il suo principino, ma che gli aveva insegnato dei valori e soprattutto, a non ripetere gli stessi errori.
Invece Draco lo anticipò “ Sì” rispose e non c’ era traccia di scherno nella sua voce, ma solo una grande colpa “ e se voi avete perso tutti questi anni della vostra vita, se non avete visto crescere vostro figlio o nascere i vostri nipoti è colpa di mia zia Bellatrix” ammise, poi fece un sospiro “ ma è morta tanti anni fa, se vi può essere di consolazione” concluse.
Frank continuò a guardarlo con sguardo duro, ma Alice si avvicinò a lui e mise una mano sul braccio del marito “ non credi che un Malfoy che ammette le sue colpe possa essere perdonato?” gli chiese.
Frank si voltò verso di lei “ Lis” disse stupito e lei sorrise “ mi pare di capire che la guerra è finita, giusto?” chiese guardando Neville.
Il figlio annuì “ Voldemort è morto, non tornerà mai più” li rassicurò.
La vecchia Alice ebbe uno spasmo involontario alla mano a sentire il nome del mago Oscuro che aveva rovinato le loro vite.
“ Harry Potter” sussurrò “ il figlio di Lily e James ce l’ ha fatta?” chiese con le lacrime agli occhi.
Neville annuì di nuovo “ vi devo raccontare tante cose” disse loro e sua madre e suo padre sorrisero.
“ Vi lasciamo soli” disse Draco, desiderando uscire da quella stanza.
Si sentiva in fallo ed in debito con loro, come padre, come marito e come nonno, sapeva che tutto ciò che avevano perso per colpa della sua famiglia, non avrebbe mai potuto restituirglielo, ma contemporaneamente odiava sentirsi così, lo faceva sentire quasi indifeso, quasi come se tutte le sue difese fossero state calate e non era un comportamento da lui.
“ No” si oppose Ginny e tutti si voltarono a guardarla.
“ Scusa, Neville” si giustificò “ so che non vedi l’ ora di passare del tempo con i tuoi, ma io devo sapere cosa volevano nascondere nelle loro menti…” s’ interruppe prendendo un respiro “ devo salvare Harry” concluse con voce spezzata.
Alice si voltò di scatto verso di lei “ Harry è in pericolo?” chiese stupita “ ma la profezia…se Voldemort è morto…”  le due donne si guardarono negli occhi e la più anziana sembrava avere molta confusione in testa.
Ginny annuì continuando a guardarla “ Voldemort non è più un pericolo, fortunatamente è solo un brutto ricordo, ma c’ è qualcun altro…” guardò Frank “ qualcuno che con molta probabilità voi avete visto e voleva che dimenticaste il suo volto” gli spiegò.
Alice si sedette sul letto, sembrava privata di ogni forza “ forse è meglio aspettar, attendere qualche giorno, in modo che si riprendano del tutto” propose Hannah preoccupata e caritatevole verso lo stato dei suoceri, ma  Ginny la guardò supplichevole “ non ho qualche giorno” le disse “ mia figlia è in coma al San Mungo e Harry è stato rapito, proprio come Ron ed Hermione, per favore” la pregò, poi guardò Neville “ sai che non posso fare altrimenti” gli disse come se volesse scusarsi.
Neville annuì. Voleva troppo bene a Harry, Ron ed Hermione per aspettare, ogni minuto poteva essere prezioso.
S’ inginocchiò per parlare e consolare sua madre, ma sorprendentemente lei alzò gli occhi su di lui “ Lily non mi perdonerebbe mai” disse soltanto, prima di concentrare lo sguardo sul marito.
“ Ricordi la prima sera?” gli chiese e lui aggrottò le sopracciglia “ quando ci siamo resi conto di riuscire a comprendere ciò che ci accadeva intorno” gli spiegò “ sono venuta nel tuo letto e tu…”
“ Mamma” la interruppe Neville arrossendo, la vecchia e la giovane Alice risero contemporaneamente e si guardarono.
“ Tuo nonno mi ha preso tra le sue braccia sussurrandomi che sarebbe andato tutto bene e che dopo quella notte avremmo potuto parlare e abbracciare nostro figlio” riprese Alice e la giovane Alice sorrise alla tenerezza dei suoi nonni.
“ Poi entrò un uomo, aveva il camice da Medimago e inizialmente non lo notammo quasi, ma si avvicinò ad un altro uomo e cominciarono a parlare, a quanto pare lui aveva già ripreso coscienza di sé da qualche giorno, perché non sembrava la prima volta che parlavano” continuò, lo sguardo fisso sulla nipote.
“ Fu allora che l’ uomo sul letto disse di volere vendetta, che gli avevano tolto troppi anni della sua vita e che avrebbe fatto tutto quello che l’ uomo gli avesse detto per ottenerla”
“ Chi erano?” la interruppe Draco “ chi erano i due uomini?” stava cercando di concentrarsi sui pazienti del San Mungo, ma era una lista interminabile di nomi.
Allock era troppo fessacchiotto e poi era andato a lavorare per Hermione, l’ indicibile che toccò la profezia sapeva che era partito per un lungo viaggio e allora chi poteva essere?
E il Medimago? Poteva essere chiunque con un camice.
Non avevano abbastanza informazioni, eppure se avevano voluto cancellare la memoria dei coniugi Paciock, significava che avevano visto qualcosa.
“ Disegnalo, Lis” le disse Frank e Alice sorrise “ oh, non credo che ne sarei più in grado” si schernì lei.
“ Non dire sciocchezza hai sempre disegnato benissimo…mi ha fatto dei ritratti bellissimi quando eravamo giovani” scherzò Frank, guardando suo figlio.
La giovane Alice raccolse il libro da terra e prese uno dei fogli che vi aveva messo dentro.
“ Tieni, nonna, usa questo” le disse passandole il foglio e la matita, poi guardò il libro “ appoggialo sotto” le consigliò, porgendole anche il libro.
Sua nonna prese il libro e guardò la foto che vi era impressa.
I suoi occhi si dilatarono per lo stupore e le sue dita si chiusero con forza attorno al libro “ è lui” disse, mostrando la foto dell’ autore che sorrideva dalla copertina “ uno dei due uomini era lui” ribadì sicura.
***
Rose arrivò al San Mungo e si precipitò nella camera di Lily.
Entrò ansimando e tremando.
Non sapeva neanche lei che cosa aveva temuto, ma da quando sapeva chi, probabilmente, era l’ Inafferrabile, era riuscita ad immaginarsi di tutto.
Anche che la stessero soffocando con un cuscino.
Invece per fortuna Lily era lì, ferma, immobile, stesa sul letto: le mani rilasciate lungo il suo corpo e le dita mollemente appoggiate ai suoi fianchi.
Vide l’ Auror che era di guardia scattare subito in piedi e si avvicinò a lui “ sono Rose Weasley, sua cugina” si presentò e l’ Auror la guardò con sospetto.
“ Vuoi farmi un esame d’ identità?” gli chiese, comprendendo che dopo tutto quello che era successo e dopo che Harry era stato portato via sotto il loro naso, fossero tutti più sospettosi.
“ Senza offesa, signorina Weasley” le disse l’ Auror e Rose storse leggermente la bocca, ma gli porse il dito.
Quando l’ esame ebbe confermato che era davvero lei, Rose vide l’ Auror rilassarsi e distendere le spalle.
“ Ci scusi, ma credo avrà saputo che suo zio è stato rapito sotto il nostro naso, il Ministro è furioso e la stampa ci sta addosso, senza contare che anche la figlia di Harry Potter sta morendo e…il nostro lavoro è a rischio”
Rose non credeva che si sarebbe aperto così con lei, ma provò un moto di solidarietà verso quel ragazzo.
In fondo essere Auror era un lavoro a cui le persone si dedicavano con tutte se stesse, quasi come i Curatori, dovevi voler difendere le persone ed il bene, perché rischiavi la vita quasi quotidianamente.
Inoltre Harry, era un mito per loro, non era solo un capo, ma anche un simbolo. Colui che a soli diciassette anni aveva sconfitto il male.
“ Non c’ è problema” gli disse con un sorriso “ devo solo guardare come sta mia cugina” gli spiegò e sotto lo sguardo vigile dell’ Auror, cominciò a passare la bacchetta lungo il corpo di Lily.
Quando vide il risultato scosse la testa “ non è possibile” disse attonita, alzò il lenzuolo, scoprendo il corpo di Lily avvolto in quella semplice camicia da notte beige.
“ Ehy” protestò l’ Auror, ma Rose non l’ ascoltò e passò di nuovo la bacchetta lungo il suo corpo, questa volta sfiorando il tessuto della camicia da notte.
“ Non la stanno curando bene” mormorò “ come sarebbe a dire?” protestò il giovane Auror, portandosi le mani ai capelli e sollevandosi qualche ciocca scura.
“ Sarebbe a dire che la porto via” disse Rose, decisa.
Doveva portarla dove poteva aiutarla e dove non avrebbero più attentato alla sua vita.
“ Non porti via nessuno, senza che non mi venga ordinato” protestò lui, tirando fuori la sua bacchetta.
Rose scosse la testa con decisione “ possibile che non capisci, possibile che nonostante vi abbiamo dimostrato quanto siete vulnerabili non comprendi che non puoi fidarti degli Auror in questo momento?” si arrabbiò Rose.
“ L’ unica cura che le hanno fatto è stato ripristinarle il funzionamento totale del cuore e dei polmoni, ma se non verrà curata totalmente entro poche ore, il suo fegato, i suoi reni, tutto cederà e lei morirà per un collasso” gli spiegò cercando di tenere la rabbia a freno.
 “ Non se ne parla” protestò lui “ potresti essere sotto Imperius, potresti solo volerla uccidere” continuò puntandole la bacchetta contro.
“ Non capisci, mio padre e mio zio non ci sono a potervi ordinare di far la cosa giusta e forse quelli che stanno dettando ordini adesso non sono le persone che immaginate” si oppose.
“ Io capisco solo che lei non si muove” replicò lui deciso.
“ Io dico di sì” intervenne Lorcan, comparendo sulla porta e schiantando immediatamente il povero Auror che, troppo concentrato sulla discussione con Rose, si lasciò sorprendere e volò contro l’ armadio in fondo alla stanza.
Rose si voltò verso Lorcan, tirando un sospiro di sollievo, quando gli aveva mandato il Patronus, non credeva che sarebbe arrivato così presto “ avevi ragione” gli disse soltanto.
Lorcan le sorrise “ perché dubitavi?” le chiese scherzoso, prima di avvicinarsi al corpo di Lily e prenderla tra le sue braccia.
Rose si chinò per prendere la cartellina e guardò la firma del Medimago che l’ aveva in cura.
“ E’ proprio lui” sussurrò ancora incredula.
Improvvisamente un’ idea si fece strada nella sua testa.
Unì il nome che aveva letto sull’ agenda di sua madre e quello del Curatore. Era sempre stata brava in queste cose “ ho capito” sussurrò.
Lorcan la guardò interrogativo e Rose sorrise “ perché dubitavi?” gli chiese usando le sue stesse parole.
Poi guardò sua cugina, il suo sguardo s’ incupì vedendo la mano che le ricadeva molle e sfuggiva alla presa di Lorcan, la sollevò e gliela mise sul ventre “ adesso pensiamo a salvarla” disse soltanto e insieme si smaterializzarono.

COMMENTO: PRESTO, PRESTISSIMO, LO SO…MA QUESTO CAPITOLO SI E’ SCRITTO DA SOLO…ORMAI STIAMO TIRANDO TUTTE LE FILA E SPERO CHE LE COSE SI STIANO COMINCIANDO A CHIARIRE ANCHE PER VOI !!  SPERO NON ABBIATE CONSIDERATO DRACO TROPPO OOC, MA HO RICORDATO QUANTE VOLTE LA ROWLING CI ABBIA DETTO QUANTO LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA ABBIANO PESATO PER LUI E QUINDI NON CE LO VEDEVO AD ARRABBIARSI CON I CONIUGI PACIOCK, QUANDO SE HANNO PERSO PIU’ DI META’ DELLA LORO VITA E’ COLPA DELLA SUA CARA ZIETTA : ) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO RIEMPIENDOMI DI GIOIA E DI VOGLIA DI ANDARE AVANTI OVVERO:  ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE/ CESCAPADFOOD / SPRING E ALESSANDRA CORTESE !! SPERO MI FACCIATE SAPERE ANCHE PER QUESTO CAPITOLO : ) INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE…SE VI VA MI FAREBBE PIACERISSIMO ANCHE UN VOSTRO PARERE !!  GRAZIE ANCHE A CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 33
*** 33 CAPITOLO ***


Rose si ritrovò in mezzo ad una stanza. Il braccio di Lorcan che le cingeva ancora il collo.
La guardò frettolosamente cercando di memorizzare più particolari possibili, appena fosse stata libera avrebbe portato suo zio in quella casa e per Lorcan sarebbe stata la fine.
Era piuttosto spoglia, non c’ era niente che personalizzasse una casa, niente che la facesse sembrare vissuta.
Un semplice letto e un comodino si stagliavano sulla parete davanti a lei e un armadio, con un anta aperta, dalla quale poteva intravedere che non vi erano vestiti, era sul muro al lato.
Sentì la presa di Lorcan allentarsi attorno al suo collo e insieme al respiro ritrovò anche il coraggio.
Prima di poter riflettere, portò velocemente il gomito in avanti e successivamente immediatamente indietro, colpendo Lorcan in pieno stomaco.
Il ragazzo si piegò su se stesso e Rose ne approfittò per sfuggire totalmente alla sua presa, ma quando cercò di afferrargli la bacchetta dalle dita, queste si richiusero velocemente sulle proprie.
Abbassò lo sguardo su Lorcan, aveva ancora una mano premuta sul ventre, ma la stava guardando con occhi pieni di disprezzo e la sua presa era salda, impedendole di sfuggirvi.
“ Chi l’ avrebbe mai detto” disse Lorcan, con voce ancora affaticata “ proprio Rose Weasley” affermò.
Rose lo guardò con le lacrime agli occhi.
Era fregata. In una stanza, sola, con uno dei peggiori assassini, con un complice dell’ Inafferrabile.
“ Non potevi trovare un trofeo migliore, vero?” gli chiese, cercando d’ ingoiare le lacrime.
Lorcan aggrottò lievemente le sopracciglia, ma per il resto non lasciò trapelare alcuna emozione.
“ Che cosa stavi cercando nell’ ufficio di tua madre?” le chiese di rimando.
Rose cercò di liberarsi il polso, ma lui non sembrava intenzionato a lasciarla.
“ Mi stai facendo male” si lamentò. Forse se fosse riuscito a commuoverlo, lei avrebbe avuto più libertà di azione.
Lorcan per risposta le strinse ancora di più il polso “ sai cosa fa male a me?” le chiese e Rose non rispose immaginando che la risposta sarebbe arrivata subito dopo.
Invece la risposta non arrivò, vi fu solo un gemito di rabbia da parte sua e Rose si sentì spingere contro il muro.
Sbattere contro il muro fu la cosa meno dolorosa per Rose, visto che Lorcan la prese per il collo e la trascinò di nuovo al centro della stanza.
Sembrava che non riuscisse a guardarla neanche nel viso, come se volesse impedirsi di pensare a lei come se stessa.
“ Cosa ti ha dato?” le chiese pieno d’ ira e Rose si domandò di cosa stesse parlando.
“ Cosa può averti traviato così?” chiese ancora, sempre più furioso.
Rose cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma lui le stringeva il collo con una tale furia da poter sentire le sue dita inciderle la pelle “ non puoi trattarmi così, dev’ esserci ancora qualcosa del vecchio Lorcan in te”  gli disse con voce rotta.
“ IL VECCHIO LORCAN E’ MORTO” urlò spingendola fino a farla finire a terra.
Rose sbatté dolorosamente il braccio, ma si sollevò immediatamente “ perché?” gli chiese soltanto.
Era impaurita dal suo comportamento. Possibile che fosse davvero divenuto un assassino senza alcun rimorso?
“ Lui ha ucciso Lysander” protestò lei con un filo di voce, sperando che almeno quello riuscisse a smuoverlo.
Lorcan e Lysander erano gemelli ed avevano sempre avuto un rapporto di complicità totale, sapere che la persona con la quale collaborava era il colpevole dell’ omicidio del fratello che tanto amava doveva provocargli qualche reazione.
Infatti  la rabbia che passò negli occhi di Lorcan gli trasfigurò completamente il viso.
La prese dagli avambracci e la sollevò con violenza, portandola a pochi centimetri dal suo viso.
“ E’ proprio quello che mi ha ucciso” sillabò le parole una per una, con una freddezza che Rose non credeva potesse appartenere a Lorcan.
Si morse il labbro, cercando di trattenere le lacrime che avevano cominciato a scendere copiose.
Lorcan sembrò calmarsi leggermente vedendola piangere e le passò un dito sulla guancia, asciugandole le lacrime, ma poi la rabbia tornò nei suoi occhi azzurri.
“ Non crederai di commuovermi, vero?” le chiese sarcastico e Rose scosse la testa.
No, non piangeva per commuoverlo, ma soltanto perché aveva pena per lui.
Perché sembrava che del vecchio Lorcan, del ragazzo con il quale si era divertita da bambina e successivamente da ragazzina non fosse rimasto che un ricordo.
Piangeva perché gli occhi che vedeva non erano quelli azzurri, trasparenti e sempre sognanti del suo amico, ma due occhi duri, sofferenti e pieni di rabbia.
“ Allora smetti di piangere” le ordinò, lasciandola andare e voltando il viso per non doverla guardare.
Rose si strinse nelle braccia, conficcando le dita nella sua pelle, proprio nell’ identico punto dove l’ aveva stretta lui.
Un singhiozzo le salì alle labbra senza che riuscisse a fermarlo.
“ Non ti farò niente” le disse più calmo “ se collabori e mi dici tutto quello che sai…”
“ Non tradirò mai la mia famiglia” lo interruppe Rose, l’ orgoglio nelle sue iridi azzurre, ma si pentì immediatamente vedendo Lorcan avvicinarsi di nuovo.
Automaticamente indietreggiò di un passo e Lorcan si fermò sul posto, guardandola attentamente.
“ Non ti capisco” disse e la sua voce sembrava veramente amareggiata.
“ Sembri così pura e dolce…lo sei sempre stata anche a scuola, eri inavvicinabile, pensavi solo ai libri e alla tua famiglia, sembrava che niente potesse corromperti e poi…”
Rose sentì la rabbia ribollirle nelle vene. Non doveva permettersi di nominare la sua famiglia.
“ Anche tu sembravi così unito a tuo fratello e poi ti sei unito alla persona che lo ha ucciso” gli disse in un fiato.
Approfittò dell’ espressione confusa di Lorcan per riprendere a parlare “ te l’ ha detto? O finge di non essere stato lui?”
Lo vide scuotere la testa quasi non capisse quello che gli stava succedendo intorno.
“ Ti senti bene a stare con lui? A seguire gli ordini di colui che ha ucciso tuo fratello con tanta brutalità?” gli chiese “ te l’ ha detto che gli ha tagliato un dito?”
Rose si avvicinò in preda al coraggio dettato dalla rabbia più pura.
“ Te l’ ha detto che gliel’ ha tagliato quando era ancora in vita?” gli chiese ancora “ io ho visto il suo cadavere, io ho fatto l’ autopsia, lui ha lottato, aveva così tante ferite e tu…”
“ SMETTILA” la prese per le braccia, scuotendola violentemente.
“ SMETTILA SUBITO. TU SEI DALLA SUA PARTE, TU HAI TRADITO TUTTI PER AIUTARE L’ INAFFERRABILE E NON IO”
Rose si sentì barcollare, ma non sapeva se era perché lui stava continuando a scuoterla o per le sue parole.
“ Che stai dicendo?” chiese in un sussurro, ma la rabbia di Lorcan era ormai fuori controllo e non l’ ascoltò.
“ PER COLPA TUA, TUA CHE PROTEGGI QUELL’ ESSERE MIO FRATELLO E’ MORTO! MORTO! MORTO! NON LO RIVEDRO’ MAI PIU’…LO CAPISCI?” accompagnò la sua ultima parola con uno scossone più forte e Rose si sentì scivolare tra le sue mani.
Come se tutte le forze l’ avessero abbandonata.
Lui la credeva colpevole, sosteneva che lei stesse aiutando l’ Inafferrabile, quindi aveva un sospetto o forse quasi una certezza, ma chi…
“ Per favore, Lorcan” gli disse con le lacrime agli occhi “ se non sei complice dell’ Inafferrabile, fermati” gli ordinò.
Lorcan scosse la testa, ma la lasciò e lei cadde a terra privata dal sostegno delle sue mani.
“ Alzati, non ti ho fatto niente” le ordinò prima di voltarsi.
Rose cercò di respirare e contemporaneamente far funzionare la sua testa. Lui non voleva lei per chissà quale mira.
Lui la voleva perché credeva che avesse qualche informazione sull’ Inafferrabile, ma anche se la credeva colpevole, per un motivo che ancora le era ignoto, non riusciva ad accanirsi su di lei, anzi, sembrava voler non guardarla neanche in volto e fuggire il suo sguardo.
“ Non sono complice dell’ Inafferrabile” disse Rose.
Lo vide appoggiare le mani sopra al comodino e stringerne i bordi come se volesse che si sbriciolassero sotto di esse.
“ Siamo dalla stessa parte” continuò lei, riuscendo finalmente a mettere insieme tutti i tasselli.
Lui si voltò verso di lei “ dovrei crederti?” le chiese, ma i suoi occhi sembravano volerla implorare.
“ Tu mangi con lui, lavori con lui…chiunque ti conosce dice che lo segui come un cagnolino” la informò.
Rose sgranò gli occhi “ il Dottor Noovin” chiese Rose, anche se non suonò come una domanda e Lorcan emise una mezza risata.
“ E brava la mia Corvonero” si congratulò.
Rose si rialzò, seppur sentisse le sue gambe deboli e molli per la paura e la tensione.
“ Non sono la tua Corvonero” replicò, poi lo guardò negli occhi “ hai delle prove?” gli chiese.
Lorcan sbuffò “ mi dispiace rovinare il tuo idillio d’ amore, ma sì, ho delle prove” affermò.
“ E del fatto che io sia complice…hai delle prove?” gli chiese ancora.
Lorcan distolse lo sguardo da lei e Rose alzò il viso “ capisco” disse lentamente.
“ Quindi, tu presupponi che io lo aiuti, che io, Rose Weasley passi sopra a mia cugina, a suo marito, ai miei genitori ed a buona parte della mia famiglia solo perché mi sono innamorata di lui?”
Lorcan non rispose e Rose si sentì ribollire di rabbia “ tua madre conosce i miei genitori da decenni. Hanno combattuto accanto.Che tipo di educazione credi che mi abbiano dato?...”
“ L’ educazione non significa niente” si oppose lui interrompendola “ guarda Kara, è stata cresciuta da Teddy Lupin eppure è…”
“ E’ malvagia” stavolta fu Rose ad interrompere Lorcan “ e credi che lo sia anch’ io?” gli chiese stupita.
“ Pochi minuti fa mi hai detto che sono pura e nobile e adesso…”
Non riuscì neanche a finire la frase che la voce le si ruppe “ le persone cambiano” sentenziò lui con tristezza.
Rose alzò il viso “ non io e non tu. Io non ti avrei mai creduto colpevole se non ti fossi comportato come tale, rapendomi dall’ ufficio di mia madre”
Ed era vero. Lei non avrebbe mai sospettato di lui, non le sarebbe mai passato per la mente che Lorcan, un ragazzo che conosceva da tutta una vita e che conosceva in ogni sfaccettatura, potesse essere colpevole.
Lorcan fece per parlare, ma Rose riprese immediatamente “ mi hai accusato di cose terribili, mi hai percossa, mi hai terrorizzata e tutto perché…”
“ PERCHE’ TI AMO” urlò lui e Rose rimase immobile, ancora con la bocca mezza aperta per il fatto che non era riuscita a finire la frase.
“ Perché ti amo” ripeté Lorcan con affanno e si appoggiò contro il muro piegandosi leggermente su se stesso, come se stesse riprendendo fiato dopo una lunga corsa.
“ Perché ti ho sempre amato in silenzio, osservando la tua carriera e dicendomi che non dirti nulla era la cosa giusta per te, perché per te esistevano solo i libri, solo la tua carriera da Medimago ed io non volevo essere un intralcio, godendomi le tue visite all’ istituto di tua madre e facendomi bastare quei momenti in cui potevo stare con te, ma poi ti ho visto scomparire, quasi contemporaneamente agli inizi degli omicidi, tu hai cominciato ad allontanarti, mi dicevo che probabilmente eri sempre più occupata, ma ogni volta ti vedevo con lui…eri sempre con lui ed io mi dicevo che era la giusta punizione per il fatto di non averti mai detto niente…”
Rose non osava neanche respirare, anche se Lorcan non la stava neanche guardando, sapeva che qualsiasi cosa avesse detto o fatto avrebbe rischiato di rovinare tutto.
“ Più gli omicidi cominciavano ad essere frequenti e più che continuavo a sospettare di lui, ma c’ erano troppe cose che non tornavano, non poteva agire da solo o qualcuno avrebbe notato le sue assenze in ospedale coincidere con gli omicidi e allora notai che spesso ti assentavi con lui e cominciai a seguirvi”
“ Seguirci? Perché non hai detto quello che sapevi agli Auror?” chiese Rose ancora stordita.
Lorcan rise senza allegria “ non sapevo niente, ancora, ma un giorno lo seguì e lo vidi entrare in quella casa o almeno credetti che volesse entrare là, perché feci rumore e dovetti fuggire. Credevo di essere fuggito in tempo, credevo che non mi avesse visto ed invece il giorno dopo rapì mio fratello” Lorcan prese un respiro, mentre Rose era completamente scioccata.
“ Lo uccise a sangue freddo e sai come lo venni a sapere?” gli occhi di Lorcan erano pieni di lacrime “ non mandò un messaggio solo agli Auror, ma anche a me” si frugò in tasca e le porse un bigliettino.
Rose lo prese quasi con timore.Era stropicciato e quasi totalmente stracciato, ma si poteva ancora leggere “ Ricorda: non sei solo”.
Le mani le tremarono e alzò gli occhi su Lorcan, avrebbe quasi voluto abbracciarlo, ma le sue gambe non si volevano muovere.
“ L’ ha ucciso a causa mia, capisci?” le chiese ed i suoi occhi luccicavano di colpa repressa.
“ Io avevo ancora una madre, un padre, persone da perdere, non potevo rischiare, quindi ho dovuto solo fingere…fingere di star bene, fingere di non indagare, fingere di aver rinunciato, ma in realtà ero ossessionato ancora di più” confessò.
“ Quando ho salvato tua cugina da suo marito, io non ero lì per caso, io ero lì perché l’ avevo visto, l’ avevo seguito di nuovo e di nuovo, era con te”
Rose boccheggiò “ non puoi credermi capace di questo” disse in un sussurro “ non puoi affermare di amarmi e contemporaneamente credermi capace di uccidere” continuò.
Lorcan studiò i suoi occhi “ dove andavate allora? Quando sparivate, molto spesso, sparivano anche delle persone, quasi sempre coincideva con i rapimenti”
Rose prese un respiro “ facevamo delle ricerche per gli incantesimi di memoria, ma non può essere il Dottor Noovin” affermò e si ritrovò a pensare alle sue ricerche.
Forse erano sempre mirate alla memoria per un motivo “ è un grande luminare, lui mi ha insegnato tantissimo” ribadì ugualmente.
Non poteva essere lui, non poteva essere stata una sua complice senza saperlo.
Lorcan sospirò “ sì, immagino quanto ti abbia insegnato” affermò ironico.
“ E’ arrivato dall’ America solo poco più di un anno fa, perché uccidere dei ragazzi? Perché i figli delle persone che hanno combattuto nella seconda guerra magica?” chiese Rose, ignorando il suo commento.
“ Questo speravo che me lo dicessi tu, in quanto sua complice” affermò Lorcan, ma ormai poteva vedere dai suoi occhi che dubitava delle sue stesse parole.
Rose si portò una mano alla fronte, esasperata “ ma io non sono sua complice, sempre che tu abbia ragione e che tu non ti stia facendo trascinare dall’ odio e dalla gelosia”
Lorcan si mise l’ indice e il pollice al lato degli occhi e si asciugò le lacrime “ bene, allora è arrivato il momento di dimostrarcelo a vicenda” le disse e Rose lo guardò smarrita.
Le porse la bacchetta “ vai da tuo zio e raccontagli tutto” le disse semplicemente “ se lo farai saprò che non sei sua complice e che stai dalla mia parte”
Rose tentennò “ come faccio a sapere che appena non uscirò da quella porta tu non avvertirai l’ Inafferrabile?” gli chiese.
Ormai era praticamente sicura che Lorcan non c’ entrasse niente, ma come poteva dubitare del Dottor Noovin? In fondo perché fare una strage d’ innocenti di quella portata?
Lorcan fece un passo verso di lei e depose piano la sua bacchetta nella mano di Rose “ ti sto affidando la mia vita” le disse “ questa è la bacchetta di Lysander ed è gemella della mia, stessa lunghezza, stesso nucleo, proprio come le due famose bacchette di Harry Potter e di Voldemort, non si possono attaccare, non potrei mai farti del male comunque, ma voglio fidarmi di te…non mi resta nient’ altro” le spiegò ed i suoi occhi sembravano illuminati di speranza.
Rose abbassò lo sguardo sulla bacchetta e ripensò alla storia delle bacchette gemelle di suo zio e di Voldemort. L’ una non poteva attaccare l’ altra, Lorcan aveva ragione, si stava completamente affidando a lei, ma anche lei avrebbe dovuto fidarsi di lui.
Guardò l’ orologio. Era già mattina.
“ Ti invierò un Patronus appena avrò parlato con mio zio ” gli disse soltanto e poi si smaterializzò.
***
Damien si alzò da terra e si rese immediatamente conto di come la sua testa fosse lucida e reattiva.
Erano settimane che non riusciva a pensare fluentemente e adesso, ne sapeva anche il motivo.
Per lui era stata una grande lotta uscire dalla maledizione Imperius, ma ce l’ aveva fatta.
Dal giorno prima, da quando aveva visto i suoi occhi, tutto in lui aveva cominciato a lottare.
Non poteva deluderlo, non poteva farlo alla persona che amava.
Aveva cominciato piano piano ad opporsi e a comprendere che se voleva che lui fosse davvero felice, doveva smettere.
Aveva lottato con la sua mente e con la sua volontà proprio come gli aveva insegnato Harry Potter al corso per Auror.
La volontà e l’ amore, loro erano riusciti a guarirlo.
La cosa pazzesca era che adesso ricordava tutto. Soprattutto ricordava quando Kara gli aveva impresso la maledizione e ricordava quello che gli aveva detto.
Guardò Harry Potter steso accanto a lui.
Sembrava solo stordito, probabilmente per lo Stupeficium che gli aveva gettato quando era riuscito a farlo uscire dalla stanza interrogatori.
Fortunatamente nei momenti successivi, nei quali aveva alternato lucidità a maledizione, era riuscito a non portarlo dove loro volevano e quindi non era in mano loro.
Si portò una mano alla testa ancora stordito e si chinò su di lui “ innerva” disse e sorrise quando vide il suo capo spalancare i suoi grandi occhi verdi.
***
Scorpius prese l’ Auror per le spalle e lo scosse violentemente “ che vuol dire che è stata portata via?” chiese con rabbia.
Sentiva il petto dolergli come se tante scariche elettriche stessero passando attraverso il suo corpo, ma non sapeva quanto dipendesse dalla maledizione e quanto dall’ apprensione che stava provando per Lily.
“ Rose Weasley…era lei ho controllato” si giustificò l’ Auror, guardando James come se si volesse difendere.
James lo guardò stupito “ Rose?” chiese, passandosi nuovamente la mano tra i capelli.
“ Non torna, perché avrebbe dovuto portarla via?” chiese Albus con stupore.
“ Non c’ è niente che torni in questa storia” disse Scorpius con ira.
Lasciò il giovane Auror che si ricompose e poggiò i palmi della finestra cercando di riprendere fiato.
Non sapeva neanche lui se si sentiva così debole per l’ incantesimo o per il fatto che Lily era scomparsa.
Rose aveva portato via Lily, eppure niente nel suo comportamento di poco prima gli aveva lasciato pensare che fosse dalla parte dell’ Inafferrabile.
Forse…forse voleva davvero salvarla.
Ma salvarla da chi e da cosa? E poi perché era sparita senza dire niente a nessuno?
“ Da quello che la Weasley ha detto prima di portare via la Potter sembrava che temesse per la sua incolumità” li informò l’ Auror come se volesse giustificarsi.
Scorpius assottigliò gli occhi e si voltò verso di lui “ come se qualcuno potesse entrare in ospedale e ucciderla?” chiese.
“ Come se qualcuno dentro l’ ospedale potesse ucciderla” chiarì lui “ diceva che non era stata affatto curata” continuò, guardando Scorpius con occhi impauriti, come se temesse che potesse aggredirlo di nuovo.
Scorpius sentiva la testa scoppiargli e guardò come un automa Albus afferrare la cartellina e scorrerla velocemente.
“ Io…io non lo so, devo portarla ad Alice, ma…” si fermò impaurito quando alzò gli occhi su Scorpius.
“ Ma?” chiese James avvicinandosi a lui e cercando di leggere la sua cartella medica.
Albus continuò a guardare l’ amico “ Scorp, stai sanguinando” lo informò e Scorpius si portò automaticamente la mano sotto al naso, ritraendola sporca di sangue.
“ Sto bene” si oppose, pulendosi velocemente con la manica della maglia, vedendo che anche il maggiore dei Potter sembrava guardarlo stupito.
“ Portiamo questa cartellina ad Alice e facciamoci dire che sta succedendo e poi…” prese un respiro, tutto sembrava divenire già più sfocato ai suoi occhi.
“ Poi troviamo Rose” disse con difficoltà.

COMMENTO: OK, SPERO CHE ABBIATE CAPITO CHE L’ INIZIO DI QUESTO CAPITOLO ERA DEDICATO A COSA ERA SUCCESSO PRIMA CHE ROSE TORNASSE A CASA…CI TENEVO A FARVELO VEDERE E SPERO CHE NON CRITICHIATE TROPPO LORCAN…E’ STATO UN PO’ AGGRESSIVO E’ VERO, MA CHI NON LO SAREBBE CON UNA PERSONA CHE AMA E CHE CREDE SIA DIVENTATA COMPLICE DI COLUI CHE GLI HA UCCISO IL FRATELLO? ADESSO AVETE CAPITO CHE IL DOTTOR NOOVIN C’ ENTRA QUALCOSA COME QUALCUNA DI VOI AVEVA INTUITO…ADESSO VEDIAMO SE INDOVINATE CHI FA COSA E PERCHE’… MA VI ASSICURO CHE SI STANNO SCIOGLIENDO TUTTI I NODI, SOLO CHE ERANO TANTI E NON VOGLIO FAR LE COSE APPROSSIMATIVAMENTE, QUINDI SPERO CHE PAZIENTERETE : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE MI INCORAGGIANO OVVERO: ICEPRINCESS / ARYELLE / LUISA21  / CESCAPADFOOT / LILS / GIN97 / SPRING E ALESSANDRA CORTESE !! SPERO MI FACCIATE SAPERE ANCORA : )) INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 34
*** 34 CAPITOLO ***


Camminare. Una delle prime cose che viene insegnato ad un bambino.
Sembra semplice, ma non sempre lo è.
Non lo è se si ha la preoccupazione nel cuore e una maledizione che ti scorre nelle vene.
Scorpius sentiva le gambe cedergli ad ogni passo, ormai stava sudando vistosamente e si teneva in piedi soltanto con la forza di volontà.
Voleva vedere Lily.  Voleva tornare da Syria.
“ Mi dici cos’ hai?” gli chiese Albus, affiancandolo.
Stavano camminando da una decina di minuti diretti verso l’ istituto Tom Riddle.
Nessuno si poteva materializzare là e non avevano altro modo che procedere a piedi.
“ Non ho niente” replicò Scorpius, stringendo e riallargando gli occhi per non inciampare nel cammino.
Albus lo prese per un braccio e lo fermò “ non prendermi in giro” lo ammonì arrabbiato “ sono anch’ io un Serpeverde e soprattutto, sono il tuo migliore amico e ti conosco come le mie tasche” proseguì.
Scorpius sospirò, a che pro dirgli la verità?
Per leggere la pena nei suoi occhi? Per vederlo preoccupato e distrutto più di quanto non fosse già?
“ Senti, Albus…” cominciò incerto.
“ Ehy, ci siete? Non abbiamo tutto il giorno” li chiamò James.
Scorpius cercò di focalizzare lo sguardo sul maggiore dei Potter, era quasi arrivato in cima alla collina ed ai suoi occhi era una macchia sfocata.
Riprese a camminare e Albus lo seguì dopo una breve occhiata preoccupata.
“ Hai idea del perché Alice ci abbia chiesto di venire qua?” gli chiese, provando a cambiare discorso.
Albus sospirò, aveva capito benissimo che il suo era un tentativo di sviare il discorso, ma in quel momento aveva talmente tanti pensieri che si lasciò guidare nel nuovo argomento.
“ Non lo so” rispose “ quando ho mandato il Patronus ad Alice, mi ha solo risposto d’ incontrarci qua e così ho fatto” lo informò.
Scorpius annuì “ spero solo che serva a qualcosa” affermò stancamente.
“ Già, lo spero anch’ io” convenne Albus.
Raggiunsero James ed insieme aprirono il portone dell’ Istituto.
Il rumore del portone che si richiudeva riportò nella mente di Scorpius un po’ di quella lucidità che sentiva di aver perso.
“ Troviamo Alice” disse rivolto ai due ragazzi.
James e Albus si guardarono preoccupati dalla voce affaticata di Scorpius “ sicuro di star bene?” gli chiese Albus.
“ Starò meglio tra poco”  rispose Scorpius, incamminandosi verso l’ ufficio che era stato di Hermione.
Svoltarono l’ angolo e si trovarono davanti al signor Allock “ i bambini” disse lui “ non ce la faccio a star dietro a tutti” si lamentò guardandoli.
Albus sospirò, era abituato alle lamentele di Allock, ma in quel momento credeva di non poterle davvero reggere.
“ Li metta tutti in una stanza, con una scusa qualsiasi…un gioco di gruppo, magari e almeno in quel modo riuscirà a gestirli” provò a spiegargli.
Allock annuì “ ho capito…signor Potter, lei è un genio” disse con un sorriso affabile “ sapete qualcosa dell’ Inafferrabile?” chiese poi.
James scosse la testa, guardando l’ espressione incuriosita del professore “ dobbiamo andare nell’ ufficio di nostra zia e non abbiamo tempo adesso, ci scusi” gli disse e Allock si limitò a continuare a sorridere.
“ Tua moglie non aveva niente di meglio da fare quel giorno?” si lamentò James, mentre si lasciavano il vecchio professore alle spalle.
“ Non dire così” lo riprese Albus “ ha fatto del bene a tutti quanti…anche il signor Allock nel suo piccolo è utile” lo difese e James quasi scoppiò a ridere, ma si trattenne vedendo che erano arrivati davanti all’ ufficio.
Non bussarono neanche ed entrarono direttamente.
Alice era seduta su una sedia e si voltò verso di loro, spalancò le labbra appena vide le condizioni di Scorpius: il suo colorito sempre più pallido, il suo volto madido di sudore e i suoi occhi abbassati a mezza palpebra e completamente spenti.
“ Non va bene” disse, alzandosi immediatamente.
“ Cosa non va bene?” chiese Albus, guardando la moglie che correva da Scorpius e gli metteva una mano sulla fronte.
Scorpius scosse la testa, liberandosi dalle premure di Alice e la guardò come per ricordarle la sua promessa.
Alice chiuse gli occhi, prima di voltarsi verso il marito impostandosi un sorriso di circostanza.
“ Sembra molto stanco” disse le prime parole che le vennero in mente.
“ Sì, lo sono” ammise Scorpius, lasciandosi condurre verso la sedia.
Guardò davanti a sé e vide Ginny e i signori Paciock “ come mai tutti qua?” chiese, guardando la cognata.
Alice lo guardò un secondo “ sappiamo diverse cose” rispose ed iniziò a raccontar loro di tutto quello che era successo a casa di suo padre.
“ …E quindi siamo arrivati qua con la Metropolvere” li informò Alice.
“ Propongo di andare al San Mungo e cercare questo dottor Noovin” disse James automaticamente.
“ Ci sono già Draco e Neville” li informò Ginny.
“ Siamo sicuri di poterci fidare di quel Malfoy?” chiese Frank e Ginny guardò automaticamente Scorpius.
Se anche avesse avuto un solo dubbio sulla lealtà di Draco, adesso sarebbero scomparsi tutti, perché sapeva che Draco avrebbe fatto di tutto per salvare il figlio e Scorpius, aveva decisamente qualcosa che non andava.
“ Sì” rispose soltanto e sostenne lo sguardo dubbioso di Frank.
“ Nonno, ti ho spiegato che i tempi sono cambiati e che…” lo rimproverò Alice, ma s’ interruppe quando Scorpius si alzò in piedi.
“ Va bene, lasciagli dire quello che vuole, Ali” la riprese nonostante sentisse tutto oscillare attorno a lui.
Mosse qualche passo verso di lei “ ma non possiamo stare qua ad aspettare, non abbiamo tempo”  disse, muovendo qualche passo incerto verso di lei.
“ Dammi la Metropolvere, io provo ad andare a…”
Ma non riuscì a finire la frase.
Le sue gambe cedettero e lui si appigliò alla scrivania, facendo cadere rumorosamente tutti i fogli a terra.
Alice e Ginny urlarono e Albus si mosse per correre da lui, ma nello stesso istante il braccio con il quale Scorpius si stava sorreggendo cedette e lui cadde a terra di schiena.
Respirò lentamente, cercando di portare aria ai polmoni, adesso la sua visuale non era neanche più sfocata, gli sembrava che tutto si stesse scurendo ai suoi occhi.
Ormai gli sembrava di non sentire più il suo corpo. Si sentiva stanco. Tanto stanco e voleva solo dormire.
Sapeva di dover fare qualcosa, ma la sua testa era così confusa, sembrava che volesse solo dirgli di riposarsi.
Alice, Albus, sentiva le loro voci, ma non riusciva a distinguere i loro volti.
“ Sta peggiorando in fretta” disse, afferrando la mano che si era sentito porgere.
Sentì delle dita morbidi e sottili e per un attimo il pensiero di avere Lily con lui lo fece sorridere.
“ Lily” disse respirando a fondo, ma in questo modo si accorse che l’ odore era diverso, strinse gli occhi più che poteva e in mezzo a tutta l’ oscurità, vide gli occhi scuri di Alice e quelli verdi di Albus, entrambi chinati su di lui.
“ Salvatela” disse, prima di chiudere gli occhi.
Alice si portò le mani alla testa “ Maledizione! maledizione! Maledizione!” imprecò con le lacrime agli occhi.
Si alzò per prendere la bacchetta, ma Albus la fermò per un polso “ che succede?” le chiese.
“ Albus, Scorpius sta male, molto male, ok?” gli rispose innervosita “ adesso lasciami stare la mano” lo rimproverò e il marito la lasciò.
Alice prese la bacchetta e fece scomparire con un incantesimo non verbale la camicia di Scorpius.
Albus aprì la bocca inorridito.
Il braccio di Scorpius era completamente nero e la scia proseguiva anche nel suo petto e sembrava condurre precisamente al suo cuore.
“ Sta…” non riuscì neanche a formulare la frase. Erano  passate poche ore da quando Albus aveva detto a Scorpius che la sua famiglia si stava sgretolando e ora lo pensava più che mai.
Alice alzò gli occhi su James “ portalo via” disse, riferendosi al marito.
Adesso doveva aiutare Scorpius ed era importante che restasse lucida e non che avesse Albus che la rendeva impaurita e insicura.
“ Ti aiuto io” disse l’ anziana Alice, chinandosi a fianco della nipote e Alice sorrise lievemente.
Sapeva che non avrebbe potuto salvargli la vita, sapeva che c’ era solo un modo per farlo, ma doveva provare a far di tutto.
Lo doveva ad un sacco di persone, ma soprattutto lo doveva a quella bambina di sette anni che stava aspettando il ritorno dei suoi genitori.
James prese Albus per le spalle “ vieni, ci facciamo dare un succo di zucca dal signor Allock” gli propose, cercando di ignorare il senso di colpa che gli invadeva il petto.
Albus si contorse tra le braccia di James e fece per replicare che non era un bambino, ma Frank si alzò in piedi facendo grattare rumorosamente la sedia “ che nome hai detto?” gli chiese e la preoccupazione nella sua voce, fece voltare i due ragazzi verso di lui.
***
“ Sono Ted Lupin e voglio vedere Kara Smith”
Teddy prese un respiro mentre l’ Auror squadrava sia lui che Victoire. Sembrava indeciso sul da farsi.
Teddy capiva che da quando Harry e Ron erano tenuti prigionieri, gli Auror erano nel caos, ma non pensava che avrebbe avuto difficoltà a vedere Kara ed era, davvero,  importante che la vedesse.
L’ Auror fece un incantesimo d’ identità e ne guardò il risultato, abbassò gli occhi per consultare il registro e li rialzò di nuovo su di loro “ non capisco” disse semplicemente.
Teddy aggrottò le sopracciglia “ precisamente, cosa, non capisci?” chiese piuttosto irritato.
“ Secondo il registro Ted Lupin è arrivato un quarto d’ ora fa” li informò.
Teddy spalancò gli occhi e guardò Victoire “ l’ Inafferrabile”.
Fu come se invece che dire un nome avesse lanciato una bomba.
L’ Auror sgranò gli occhi e tirò fuori la bacchetta, prima di correre verso la sala interrogatori.
Teddy si voltò verso la moglie “ voglio che resti qua” le ordinò e Victoire emise una mezza risata.
“ Non sto scherzando” la rimproverò accigliandosi “ l’ Inafferrabile è di là ed è armato…”
“ Bè, non sarà la prima volta che lo incontro, ti pare?” gli chiese.
Teddy scosse la testa e la prese per le spalle “ Vic, non ho tempo, Kara è in pericolo, ricordi quello che ci ha detto?”
La ragazza spalancò gli occhi “ la vuole uccidere” disse in un sussurro e sentì lo stomaco capovolgersi per la paura.
Nonostante sapesse che tipo di persona era diventata Kara, nonostante sapesse tutte le cattiverie che aveva fatto, non riusciva a pensare al fatto che sarebbe morta.
Soffriva al solo pensiero. Soffriva come una madre.
“ Tu sei l’ unica persona che ancora mi resta, per favore, Vic, devi rimanere qua e sopravvivere”
Victoire lo guardò con le lacrime agli occhi. E a lei cosa sarebbe rimasto? Se fosse successo qualcosa a Teddy, lei sarebbe stata sola.
Non sarebbe rimasto più niente della famiglia che voleva formare, ma non poteva neanche impedirgli di andare da Kara.
Non glielo avrebbe mai perdonato e non se lo sarebbe mai perdonato.
“ Vai” gli disse e Teddy sfiorò le sue labbra con le proprie prima di scomparire verso la stanza.
Victoire si portò una mano alle labbra, guardando il corridoio scuro nel quale erano appena spariti suo marito e l’ Auror.
Vide un bagliore argenteo venirgli incontro e capì che doveva essere il Patronus dell’ Auror.
Doveva decidere in fretta. Sapeva che aveva promesso, ma non poteva stare a guardare.
Nessun Weasley era mai rimasto a guardare mentre si svolgeva una battaglia.
Si guardò intorno, ancora non arrivava nessuno, ma entro pochi minuti sarebbero arrivati tutti gli Auror disponibili.
Doveva muoversi subito, pensò cominciando a correre.
***
“ Quindi adesso vuoi che finga di essere ancora sotto Imperius?” chiese Damien con la voce piena di stupore.
Harry si alzò dalla sedia e si chinò di modo da sistemarsi la bacchetta dentro il calzino sinistro.
“ E’ l’ unica maniera che abbiamo” sentenziò.
Sospirò prima di rialzarsi in piedi e provare a muovere la gamba “ tu sei l’ unico che sa dove si nasconde la Greengrass e non possiamo coinvolgere nessuno o capiranno che tu sei dalla nostra parte” gli spiegò.
“ Saremo soli” obbiettò Damien, leggermente impaurito.
Harry guardò gli occhi castani del ragazzo “ non dovrebbe essere difficile, fingi che niente ti colpisca, che tutto sia come prima” gli consigliò.
“ E se mi chiede di ucciderti? E se lui fosse lì e mi chiedessero di ucciderlo ?” la sua voce divenne stridula nell’ ultima parola.
Era così impensabile per lui ucciderlo. Sapeva che era un amore senza speranza, ma era un amore vero.
Voleva vederlo felice, anche se questo significava che lui sarebbe rimasto per sempre accanto a lei.
“ Allora, a quel punto ti fingerai confuso, come se stessi contrastando la maledizione e mi darai il tempo di prendere la bacchetta” gli spiegò “ altrimenti continuerai nella tua recita fino a quando non mi avranno condotto da Ron ed Hermione, a quel punto schianterai la Greengrass, mentre io manderò un Patronus agli altri” continuò.
Damien sospirò. Tutto poteva andare storto.
“ Non credo di potercela fare, non sono forte abbastanza” replicò impaurito.
Harry poggiò le mani sulle sue spalle “ il tuo amore è forte, è talmente forte che ti ha aiutato a debellare una delle Maledizioni più orrende che ci siano” prese un respiro e Damien si concentrò sui rassicuranti occhi verdi del suo capo “ credimi, ho imparato che l’ amore può tutto” concluse e Damien sorrise leggermente.
“ Va bene” sentenziò “ andiamo”
***
Daphne era seduta sul divano e si rigirava la bacchetta tra le dita.
Perché nessuno era ancora tornato?
Lui doveva tornare con Draco e Kara, era la sua missione, il loro patto. Lui le avrebbe riportato sua figlia sana e salva, insieme a suo cognato e loro se ne sarebbero andati senza dargli più alcun fastidio.
L’ Auror, invece, avrebbe dovuto già essere lì, insieme ad Harry Potter, di modo da permettere all’ altro idiota, di avere la sua stupida vendetta.
Forse aveva sbagliato ad allearsi con quei due uomini.
In fondo a lei non interessavano le loro vendette, lei voleva solo quello che era suo per diritto.
Sua figlia, alla quale aveva dovuto rinunciare anni prima e Draco, colui che sarebbe dovuto essere suo marito.
Si torse le mani nervosamente. All’ epoca della scuola, aveva sempre fatto quello che voleva lui, aveva sempre cercato di mettersi in mostra con lui, ma sembrava che lui non fosse interessato e adesso sapeva che era solo per la guerra, invece all’ epoca si arrese e lasciò la strada spianata a sua sorella.
Quella stupida e insulsa di sua sorella, non lo meritava minimamente.
Quando sentì il rumore della smaterializzazione ebbe un brivido di anticipazione. Era pronta a riprendersi ciò che era suo.
***
Rose si sedette sul letto dove avevano messo Lily e la guardò “ è ancora pallidissima” disse, rivolta a Lorcan.
Lui sentì l’ apprensione nella sua voce e le mise una mano sulla spalla “ è come una sorella per me” gli spiegò, senza voltarsi, per paura che lui potesse vedere i suoi occhi lucidi.
“ Hai fatto quello che potevi” la rassicurò, guardando a sua volta il volto della ragazza stesa nel letto “ Le hai rimesso in sesto tutti gli organi, adesso sta solo a lei svegliarsi”
Rose annuì e si alzò non riuscendo più a restare ferma a guardarla.
Lorcan la seguì e le prese il viso tra le sue mani “ si sveglierà, sei il miglior Medimago in circolazione” la rassicurò carezzandole una guancia con il pollice.
Rose appoggiò una mano sopra la sua “ questo è il vecchio Lorcan” disse dolcemente.
“ Solo tu riesci sempre a farlo emergere” ribatté lui con un sorriso.
Rose sorrise per un attimo, prima che altri pensieri la facessero pervadere nuovamente dall’ angoscia “ Il miglior Medimago in circolazione è un impostore assassino” replicò, la rabbia nei suoi occhi azzurri.
Le dita di Lorcan si bloccarono nella loro carezza “ già” disse con amarezza, allontanandosi da lei e sedendosi su una sedia “ allora, chi è? Chi dovremo affrontare?” le chiese studiandola.
Rose abbassò lo sguardo “ non so come ho fatto a non capirlo. Avevo letto anche il suo nome nell’ agenda di mia madre e sapevo quanto al suo capo piacessero gli anagrammi…dovevo capirlo…”
“ Rose” la interruppe Lorcan, interrompendo il suo sproloquio.
Rose prese un respiro e gettò uno sguardo alla cugina “ Un Mangiamorte”
Lorcan la guardò come se fosse impazzita “ stai dicendo che c’ è ancora un Mangiamorte in giro?”
“ Sto dicendo che c’ è uno dei Mangiamorte, uno della cerchia ristretta di Voldemort, uno dei più pericolosi e fedeli” gli spiegò.   

COMMENTO: VA BENE…ECCOCI QUA !! ADESSO MANCA SOLO UN CAPITOLO O DUE…DIPENDE DA QUANTO SARO’ PROLISSA : )) E POI L’ EPILOGO E LA FINE DELLA STORIA…ADESSO TUTTI I NODI STANNO VENENDO AL PETTINE, SPERO CHE LA FINE VI STIA PIACENDO E CHE VI SIATE FATTE UN’ IDEA…PROMETTO CHE NEL PROSSIMO CI SARANNO TUTTI, MA PROPRIO TUTTI I CHIARIMENTI : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE ANCORA MI SEGUONO ED IN PARTICOLARE QUELLE CHE MI RECENSISCONO OVVERO ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / ALWAYS89 E GIN97 !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 35
*** 35 CAPITOLO ***


Teddy era disteso sull’ erba e fissava le fronde dei rami che si muovevano ad ogni colpo di vento, davanti a lui solo un giornale che sembrava abbandonato e la sua bacchetta sopra di esso.
Victoire lo guardò da lontano, mentre si avvicinava piano, senza far rumore, soltanto il vento che le fischiava nelle orecchie.
Agli occhi di chiunque poteva sembrare tranquillo, poteva sembrare un ragazzo di diciassette anni che si godeva la brezza nel parco di Hogwarts, ma per chiunque lo conoscesse sapeva che non era così.
I suoi capelli erano arancioni e quello era uno dei maggiori campanelli di allarme sul suo stato d’ animo.
Si sedette accanto a lui, in silenzio e lui aprì i suoi occhi per voltarli verso di lei.
La sua cravatta da studente Grifondoro, sembrava riprendere i suoi capelli e persino il colore dei suoi occhi.
Victoire gli sorrise “ Come stai?” gli chiese e Teddy fece spallucce, alzandosi per sedersi a sua volta.
“ Benissimo” le rispose per convenzione e Victoire lo guardò assottigliando gli occhi “ sai, non mi piace che mi si menta e men che mai che lo faccia proprio tu” lo rimproverò “ siamo cresciuti insieme e so individuare ogni sfumatura del tuo carattere, ogni parte di te” continuò, poi abbassò lo sguardo sul giornale.
“ Cosa ti ha sconvolto così tanto?” gli chiese.
Teddy sospirò e prese il giornale “ l’ assassino di mio padre” disse porgendoglielo.
Victoire abbassò gli occhi e cominciò a leggere l’ articolo che parlava di un avvistamento in Inghilterra di  Antonin Dolohov.
Si portò una mano alle labbra incredula, erano anni che non avevano notizie di quel maledetto e credevano che fosse scomparso o morto dopo la battaglia.
Alzò gli occhi su Teddy, voleva dirgli che le dispiaceva che gli sarebbe rimasta accanto, che l’ avrebbe aiutato, ma lui la precedette “ sai che mancano tre giorni al due maggio?” gli chiese e Victoire innalzò un sopracciglio.
Come poteva dimenticarlo.
Era il suo compleanno, ma non era mai stato, davvero, il suo compleanno.
Era sempre stato l’ anniversario della morte di suo zio Fred, l’ anniversario della sconfitta di Voldemort da parte di suo zio Harry e l’ anniversario della morte dei genitori di Teddy.
Non che la sua famiglia non festeggiasse il suo compleanno, non che la facessero sentire in colpa o inadeguata, ma li aveva sempre visti in tensione in quell’ occasione.
Mai naturali, mai spensierati, per quanto cercassero di nasconderlo e di farla sentire bene e festeggiata, avevano sempre avuto qualcuno da rimpiangere o compiangere.
“ Già, come puoi dimenticarlo, è il tuo compleanno” si corresse subito Teddy, capendo di aver fatto una brutta gaffe.
Victoire trattenne una smorfia, ma questa non sfuggì a Teddy che la guardò leggermente sospettoso.
“ Non sei felice di compiere sedici anni?” le chiese, studiando i suoi occhi di un azzurro così chiaro che potevano competere con il cielo più limpido delle mattine estive.
“ Felicissima” rispose Victoire in tono sarcastico “ o almeno lo sarei se fossi nata il tre o il quattro” si lamentò.
Teddy annuì “ non è colpa tua” la riprese e Victoire sospirò.
“ Già, ma questo sarà sempre un giorno maledetto, troppe morti, troppe persone che mi circondano hanno sofferto per essere veramente felici in questo giorno” disse, poi parve ripensarci e sorrise.
Teddy credette di non aver mai visto niente di più bello, il sorriso di Victoire partiva dai suoi occhi e successivamente arrivava alle sue labbra, sembrava che la bocca fosse solo un contorno per uno sguardo così luminoso.
“ Sono così stupida” si rimproverò distogliendo lo sguardo da lui “ tu sei qua a parlarmi di una cosa importante come l’ assassino di tuo padre e io sono così patetica da dirti che il mio compleanno non è mai una cosa allegra”
Teddy le prese il mento tra le dita e lo sollevò fino a poterla guardare nuovamente in quegli occhi bellissimi.
“ La prima cosa che mi viene in mente, ogni anno, appena apro gli occhi la mattina del due maggio sei tu, il tuo sguardo felice quando ti darò il mio regalo e il fatto che potrò passare tutto il giorno con te…”
“ Non devi mentire per farmi felice, Teddy” obbiettò Victoire “ è normale,  tu hai perso i tuoi genitori…”
“ Sì, e non passa giorno che non sogni di poter uccidere quel maledetto di Dolohov, ma non importa che sia il due maggio per ricordarmi di loro, ho ogni giorno, ogni momento e lo so che sembra patetico, ma il due maggio non vorrei pensare a loro, perché non ho bisogno di ricordarmi che sono morti da eroi, ma, come mi dice sempre Harry, che sono vissuti da eroi e che mi hanno amato e regalato questo mondo libero…questo mondo dove posso festeggiare il tuo compleanno o amarti liberamente”
Victoire spalancò gli occhi “ che…che hai detto?” balbettò.
“ Ti amo, Vic” ripeté Teddy ed i suoi occhi parevano quasi riflettere i suoi sentimenti.
Le poggiò una mano sulla guancia e Victoire appoggiò la propria sulla sua, seguendo i suoi movimenti, aspettando quel momento così naturale quando lui l’ avvicinò a sé per scendere sulle sue labbra e baciarla, quando lui la distese sopra il prato per poter approfondire il loro bacio e lasciando la copia della gazzetta del profeta abbandonata al loro fianco.
Victoire spalancò gli occhi appena entrò nella stanza degli interrogatori e corse subito con lo sguardo verso il marito.
Tutto si sarebbe potuta aspettare. Tutto, ma non di trovarsi proprio Dolohov davanti agli occhi.
Teddy la guardò solo un attimo, ma in quello sguardo mise tutta la disperazione per il fatto che non gli avesse dato retta e che fosse lì davanti a lui.
Lei spostò lo sguardo dal marito a Kara che stava di fronte a Dolohov e infine all’ Auror e Teddy che erano entrambi alle spalle di Kara con le bacchette puntate verso di loro.
Stava per dire qualcosa quando una luce partì dalla bacchetta di Antonin, rivolta proprio a lei e si dovette abbassare.
“ NO” urlò Kara, mettendosi tra lui e Victoire.
“ Togliti, stupida” la rimproverò lui “ non capisci che mi vogliono uccidere? Vorresti veder morire così tuo padre?” gli chiese con rabbia.
Kara sembrò incassare il colpo e si mosse verso di lui, adesso lo proteggeva con tutto il suo corpo ed era impossibile sia per Victoire che per Teddy o l’ Auror colpire Dolohov senza colpire anche Kara.
Victoire decise in pochi secondi. In fondo Kara non poteva avere molta fiducia in quell’ uomo, probabilmente era più la voglia di avere una famiglia a guidarla.
“ Kara, lui non è tuo padre” gli disse e vide Kara aggrottare le sopracciglia con rabbia.
Pessima scelta di parole.
“ Vattene, Vicky” le ordinò “ tu e Teddy non c’ entrate niente”  continuò con voce piena di rabbia.
Victoire sospirò “ noi siamo qua per te” le disse e Kara rise “ certo, come no?” chiese ironica.
“ Infatti. Io sono qui per lei…dimostrami di essere una figlia degna e uccidili tutti” disse Dolohv rabbioso.
Teddy fece un passo in avanti “ ascolta, se tu ti sposti e ci permetti di catturarlo, potrai essere libera e…”
“ Potrò di nuovo essere l’ orfanella triste, vorrai dire” si arrabbiò Kara “ lui è mio padre” disse con voce piangente.
Un ghigno si formò sulle labbra di Dolohov “ è proprio questo che vogliono da te, Kara” disse “ vogliono controllarti, vogliono che continui ad essere la loro marionetta con la quale giocare alla famiglia felice”
Kara si morse un labbro, guardando prima Teddy e poi Victoire.
“ Non è così” si oppose Victoire scuotendo la testa “ noi teniamo a te, noi eravamo venuti da te, per dirti che ti saremmo stati vicini nonostante tutto, per aiutarti a superare tutto questo”
“ Pensate che questo basterà?” chiese Dolohov sarcastico “ io le prometto onore e fama, soldi e ricchezza…”
“ Ma non le prometti amore” lo interruppe Teddy “ tu sei solo un maledetto Mangiamorte che non conosce l’ amore” e che ha ucciso mio padre, continuò la voce nella sua testa, ma in quel momento doveva solo pensare a Kara.
“ Non le serve l’ amore. L’ amore è debolezza”
“ L’ amore è forza” disse Teddy  “ pensavo che dopo la sconfitta del tuo capo, l’ aveste capito tutti” continuò e lasciò cadere la bacchetta a terra.
Il cuore di Victoire emise un tonfo sordo come la bacchetta che cadeva sul pavimento e alzò gli occhi impauriti e velati di lacrime sul marito.
Che stava facendo?
“ Uccidimi, Kara” le ordinò e Kara guardò l’ uomo la cui figura era stata ciò che di più vicino ad un padre avesse mai conosciuto.
“ Un padre non è solo colui che ti genera, ma colui che ti lascia scegliere e ti ama comunque ed io lo farò…per cui se per essere libera e divenire di nuovo felice devi uccidermi…fallo” le disse.
“ UCCIDILO” urlò Dolohov, puntando a sua volta la bacchetta contro Kara.
“ Non sono io a puntarti la bacchetta contro” disse Teddy, avvicinandosi di un passo.
Victoire era sicura che le gambe non l’ avrebbero retta ancora a lungo, ma non sapeva cosa fare.
Il cuore le martellava nel petto ed il respiro sembrava affannoso.
“ UCCIDILO, STUPIDA” urlò di nuovo Dolohov, strattonandole il braccio.
Kara guardò gli occhi ambrati di suo padre e quelli cupi di quell’ uomo che le stava stringendo il braccio.
“ No” disse, fissandolo negli occhi e Antonin perse la pazienza, spingendola contro il muro.
L’ Auror guardò confuso da Teddy a Victoire a Kara e poi spostò lo sguardo sulla porta nella speranza che arrivasse qualcuno, quando non vide arrivare nessuno decise di agire in pochi secondi.
Alzò la bacchetta provò a lanciare un incantesimo non verbale a Dolohov, ma lui fu più veloce “ AVADA KEDAVRA” urlò e il ragazzo volò contro il muro.
Victoire che era corsa da Kara, guardò con orrore gli occhi fissi e spalancati del ragazzo e alzò la bacchetta per colpire Dolohov, prima che lui colpisse anche Teddy che si stava chinando a riprendere la propria bacchetta.
Dolohov parò il suo colpo, poi la guardò.
Guardò la sua mano stringere quella di Kara e il suo ghigno si fece ancora più perfido “ Dolohferio” sussurrò e con il suo tipico movimento a frusta l’ incantesimo si abbatté su Victoire.
Lei urlò e rotolò sulla schiena.
“ No” urlò Teddy, raggiungendola “ no, no, no, Vic, dimmi che stai bene” le chiese, tastandola lungo il corpo.
Victoire sorrise, anche se sentiva i suoi polmoni infuocarsi “ sto bene” gli disse, ma Teddy non le credette, lui aveva studiato tutto di quell’ uomo, sapeva che cosa significava la formula che aveva appena pronunciato.
“ Dobbiamo…devo…devi andare…devo portarti… subito al San Mungo” la voce di Teddy era un misto tra panico e confusione.
Kara aveva ancora la mano su quella di Victoire a alzò gli occhi su Dolohov “ sei un maledetto assassino” gli disse, alzandosi in piedi.
Dolohov rise “ dov’ è la novità?” gli chiese “ credi che perché lo pensi tu mi cambi qualcosa?” gli chiese ancora.
Kara gli puntò la bacchetta contro “ mi avevi sempre detto che tu e la mamma eravate disperati, che vi sono stata portata via e che eravate felici di riavermi con voi…quindi dovrebbe importarti quello che penso e Victoire non c’ entrava niente” gli urlò rabbiosa.
Dolohv rise alzando di nuovo la bacchetta “ sei troppo facilmente manipolabile, bambina” la rimproverò con voce bonaria, quasi come se fosse davvero un padre che rimprovera la figlia che fa una marachella.
“ Io e tua madre ci siamo liberati di te fino a quando i tempi non sono stati maturi, tu saresti stata solo un intralcio per i nostri fini, per le mie ricerche, ma purtroppo tua madre dopo averti conosciuto ti rivoleva davvero, credo che sia il vostro essere donna, la vostra natura…”
Teddy approfittò della distrazione di Dolohv per lanciargli un incantesimo, ma lui lo parò  “ credi davvero di poter sconfiggere il braccio destro di Lord Voldemort?” gli chiese.
Kara sorrise “ perché no, hanno sconfitto lui” disse lanciandogli un altro incantesimo, lui parò anche quello e vi furono diversi scambi di incantesimi e fatture tra Teddy, Kara e Dolohv, fino a quando non cominciarono a sentire le grida degli Auror.
Dolohv alzò uno scudo parando così l’ ultimo colpo di Teddy  “ non vali niente, non ti ho mai voluto” disse rivolto a Kara, poi girò su se stesso per smaterializzarsi.
Teddy spalancò gli occhi.
Non poteva lasciar sfuggire l’ assassino di suo padre, ma Victoire aveva bisogno di aiuto e lui aveva davvero una manciata di secondi per decidere.
La mano di Kara si chiuse attorno al suo braccio “ la porto io” gli disse e Teddy guardò Kara, prima di lanciarsi letteralmente contro Dolohov, sparendo con lui.
***
Lily si sedette sulla sedia a dondolo che vi era in camera sua.
“ Credevo che odiassi quella sedia” la dolcezza della voce di Scorpius le fece chiudere gli occhi.
Avrebbe voluto  che tutti i suoi sensi fossero collegati e che mentre sentiva quelle parole le potesse anche assaporare.
Sapeva che lui non poteva essere veramente lì, ma era così tanto tempo che non lo vedeva o almeno credeva che fosse così.
Il tempo in quel luogo era una cosa così strana.
“ Come mai stai ad occhi chiusi?” le chiese lui.
Lily sorrise leggermente continuando a tenere chiuse le palpebre “ almeno posso credere che sia vero” disse in un sussurro.
“ Perché non dovrebbe essere vero?”  le chiese ancora con voce leggera, appena palpabile.
“ Perché tu sei vivo” rispose Lily, appoggiando la schiena alla sedia a dondolo.
Scorpius s’ inginocchiò e le mise una mano sulla caviglia “ perché tu no?” le chiese, risalendo piano per tutto il polpaccio e fermandosi all’ altezza del suo ginocchio.
“ La senti la mia mano?” le chiese ancora e Lily annuì e spalancò gli occhi, ritrovandosi gli occhi grigi e limpidi del marito a pochi centimetri dai suoi.
“ Non puoi essere qua” sussurrò e Scorpius sorrise “ perché no?” le chiese “ ti ho detto che ti avrei sempre  ritrovato” aggiunse.
Lily sentì le lacrime salirle agli occhi, mentre osservava il viso perfetto di Scorpius “ ma questo vorrebbe dire che sei morto” si oppose Lily con disperazione.
Syria, la loro bambina, l’ avevano lasciata sola.
Non riusciva neanche a pensarci, ma Scorpius scosse la testa “ non sono morto, non ancora e neanche tu” la informò.
Lily lo guardò “ non siamo morti? Sei di nuovo sotto incantesimo?” gli chiese spaventata, alzandosi in piedi così velocemente che la sedia cominciò a dondolare da sola.
“ Lily, calmati” le disse Scorpius, alzandosi a sua volta, ma Lily era disperata.
“ Come posso calmarmi, abbiamo fatto tutto questo, io mi sono presa un incantesimo da Dolohov e tu sei di nuovo sotto incantesimo?” gli chiese con il panico nella voce.
“ Dolohov?” chiese Scorpius.
Lily assentì con la testa “ Sì, quando Kara mi ha gettato l’ incantesimo, mi ha detto che era stato lanciato da suo padre e ricordo quando abbiamo studiato quella maledizione…la maledizione di Dolohov” gli spiegò Lily.
Scorpius le prese il viso tra le mani “ vorrei avere più tempo, ma io…lascia perdere, tu devi tornare, dire a tutti di Dolohov e dire a mia madre di cercare sua sorella” le spiegò velocemente.
“ Sua sorella?” Lily non capiva il nesso tra Daphne Greengrass e Antonin Dolohov.
Scorpius annuì “ quando ero un ragazzino, mia zia tornò, fu per poco tempo, disse di aver incontrato la persona della sua vita, un uomo che l’ avrebbe potuta innalzare a tutti gli onori che le erano dovuti”
Lily sbatté le palpebre “ e questo cosa c’ entra con Dolohov?” gli chiese.
Scorpius sospirò, era stato uno stupido a non pensarci prima “ era un medico e quando mia madre le chiese se l’ avessero mai conosciuto, lei affermò che l’ avevano fatto e l’ avevano conosciuto anche molto bene, poi le disse di godersi il tempo che le restava con me e mio padre, perché sarebbero arrivati momenti cupi e che forse i Malfoy avrebbero capito con chi dovevano stare, come una volta”
Lily si portò le mani alla bocca “ volevano tornare ad avere una cerchia di seguaci” affermò e Scorpius annuì “ credo che sia tornata per abbandonare Kara e credo che sia lei ad aver effettuato l’ incantesimo su di me, ci penso da quando Alice mi ha detto che per essere così potente devono aver usato il mio sangue e che solo il mio sangue può sconfiggerlo”
“ Ma tu stai bene?” gli chiese Lily sempre più impaurita, le sembrava di dover leggere qualcosa tra le righe, ma le sembrava di non riuscire a coglierlo.
“ Sto bene, ma tu torna subito indietro e cattura Dolohov e Daphne”  le ordinò.
Lily studiò i suoi occhi “ cosa mi stai nascondendo?” ma sentiva le gambe sempre più fragili, si guardò le mani, le sembravano quasi opalescenti.
“ Sto scomparendo” disse allarmata.
“ Ti stai svegliando” ribatté Scorpius, il sorriso nel suo volto sembrava nascondere una paura nei suoi occhi.
“ Tu non stai bene, vero?” gli chiese, aggrappandosi al suo viso, come se potesse tenerlo con sé.
“ Promettimi che li catturerai e che tu e Syria sarete felici” le disse Scorpius, poi poggiò le labbra sulle sue.
Era freddo e delicato come un fiocco di neve che cade a terra e Lily si ritrovò a separarsi da lui con le guance bagnate di lacrime.
“ Per favore, Scorp” lo pregò e lui le accarezzò le labbra con il pollice “ ho sempre adorato le tue labbra, sono felice che Syria le abbia ereditate”
“ Resta con me. Non lasciarmi di nuovo senza di te, non posso vivere senza di te”
Sentiva la sua voce rotta dalle lacrime divenire quasi un eco e le mani ancora attorno al viso di Scorpius stavano diventando trasparenti.
“ Ti amo” le disse lui.
“ Ti amo” rispose Lily, ma non fu sicura che lui avesse udito le sue parole, visto che in quel momento si sentì strappare via.
Lily risucchiò il suo respiro ed aprì gli occhi di scatto. Era come se fosse stata riportata alla vita e forse era davvero così.
Si guardò intorno e vide Lorcan Scamandro e una ragazza che Lily capì essere sua cugina con il viso infossato nella sua spalla.
Sentì le lacrime invaderle gli occhi. Purtroppo non era la prima volta che lei e Scorpius avevano questi sogni e lo sapeva, lo sentiva, che Scorpius stava davvero morendo.
Scosse la testa. Non era possibile, non era giusto.
Potevano aver fatto tutto questo per niente?
Avevano sofferto così tanto, si erano cercati, trovati, avevano perso il loro bambino, erano stati manipolati e feriti e adesso?
Cosa le sarebbe rimasto?
Non avrebbe mai più potuto essere felice senza di lui, non avrebbe potuto ricominciare.
Un singhiozzo le salì in gola così forte e prepotentemente che non riuscì a trattenerlo.
Lorcan e Rose lo udirono e si voltarono verso di lei nell’ istante esatto in cui Lily cominciò a picchiarsi la fronte con dei piccoli pugni, forti, rabbiosi.
Pieni di tutta l’ ira che aveva dentro, per tutto quello che le avevano fatto, per averle portato via Scorpius.
“ Lily, Lily” Rose la chiamò, prendendole i polsi e allontanandole le mani dal suo viso.
“ Stai bene, va tutto bene, sei viva” le disse, guardandola con i suoi familiari occhi azzurri.
Lily scosse la testa “ Scorpius è morto”  disse con un filo di voce e Rose spalancò le labbra inorridita.

COMMENTO: OK…DIRETE, MA NON ERA L’ ULTIMO CAPITOLO? EH EH VI AVEVO AVVERTITO CHE DIPENDEVA DAL MIO ESSERE PROLISSA E QUINDI QUESTO ERA IL PENULTIMO…IL PROSSIMO SARA’ L’ ULTIMO E POI…EPILOGO : )) SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO…ORMAI TUTTO INIZIA AD AVERE UN PERCHE’ : )) RINGRAZIO DAVVERO DI CUORE TUTTE LE PERSONE CHE RECENSISCONO E MI INCORAGGIANO OVVERO ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE /  ALWAYS 89 /CESCAPADFOOT / LILY NON LILIAN / GIN 97 / ALESSANDRA CORTESE / MARY GRIFONDORO  E SPRING !! INOLTRE RINGRAZIO LE RAGAZZE CHE MI HANNO AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!

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Capitolo 36
*** 36 CAPITOLO ***


“ Lily, calmati…calmati…calmati immediatamente!”
Il tono perentorio di Rose riuscì a far bloccare i singhiozzi di Lily.
“ Come sai che è morto?”
Lily alzò lentamente gli occhi velati di lacrime su Rose, si sentiva  ancora stordita, come se tutto il suo corpo fosse scosso violentemente dall’ interno.
Rose le prese le mani e Lily guardò i suoi occhi azzurri “ Lily, come sai che è morto?” le chiese ancora.
La voce di Rose arrivò alle orecchie ovattate di Lily come un piccolo faro nella nebbia.
Tutto cominciò a diradarsi nel suo cervello, il dolore stava lasciando posto alla rabbia e alla combattività.
“ Ascoltami, devi combattere e riprenderti, avete lottato così tanto per arrivare fino a qua, non puoi arrenderti ora”
Lily guardò gli occhi azzurri e sicuri della cugina.
Aveva ragione, non poteva e non doveva arrendersi adesso.
Il dolore era qualcosa che sembrava squarciarle il petto, ma doveva reagire, doveva combattere proprio come aveva detto lui.
Oltretutto poteva davvero non essere morto, non era la prima volta che s’ incontravano in quel modo e quando era successo, era lei che stava male.
Forse era ferito.
Prese un respiro, cercando d’ inalare più aria possibile e di far smettere di tremare al suo corpo e cominciò a raccontare il suo sogno a Rose.
Lei l’ ascoltò attentamente, a volte si girava verso Lorcan e Lily non capiva se lo faceva per controllare che fosse ancora lì o per avere una sorta di qualche rassicurazione.
“ Non puoi essere sicura che sia morto” sentenziò e Lily scosse la testa a conferma “ non è morto, lo sento” disse cercando di convincersene lei stessa.
“ Quindi lui ti ha detto di cercare sua zia e noi sappiamo di Dolohov…”
“ Voi… ?” chiese Lily stupita che anche loro fossero riusciti a capire di Dolohov.
Rose sorrise “ Sì, ho capito che Antonin Dolohov era l’ anagramma del Dottor Noovin…”
“ L’ anagramma, ma certo, sono stata una stupida a non pensarci prima” la interruppe Lily.
Era così evidente.
Tutto in Noovin sembrava gridare sospettato, ma era una delle classiche cose che divenivano chiare solo dopo che una persona le aveva scoperte, come il fatto che lui avesse usato un anagramma del suo nome per tornare.
Doveva essergli sembrato così naturale farlo, per uno che conosceva così bene Voldemort, usare il suo stesso modo.
Liberarsi da un nome e un cognome scomodo per ottenerne un altro.
Lily si portò una mano alla testa “ allora, da dove comincio?” chiese, guardando Rose con occhi disperati.
Era vero. Avevano dei nomi, avevano dei colpevoli, ma non avevano dei luoghi.
“ Potremo cominciare…” Lorcan si voltò verso il tavolo e appellò un bicchiere contenente una pozione verdognola  “ con te che ti rimetti in piedi e noi che andiamo alla casa dove mi ha visto Dolohov”  concluse, mettendo una mano sulla spalla a Rose.
Lily seguì il movimento e riportò lo sguardo su Rose, ma lei non sembrò quasi accorgersi del movimento di Lorcan.
Bevve tutta la pozione continuando a far scorrere lo sguardo sui due.
Sembrava ci fosse molta tensione tra loro e conosceva abbastanza sua cugina, da sapere che si comportava così per cercare di non dare importanza alla cosa.
Finì la pozione ed emise una smorfia di disgusto “ era davvero cattiva” si lamentò, mettendo le gambe a penzoloni dal letto.
“ Bè, non è succo di zucca, ma se ti alzerai in piedi nonostante tutto quello che hai passato, la pozione sarà riuscita nel suo intento” le spiegò Lorcan con un sorriso.
Lily poggiò piano i piedi a terra e sentì le piastrelle fredde a contatto con le sue dita, prese un respiro e si alzò.
***
Harry chiuse gli occhi, ma li riaprì immediatamente.
La distrazione non era un lusso che poteva concedersi, anzi, doveva tenere tutti i suoi sensi all’ erta.
La casa era immersa nel silenzio più totale e sembrava che non vi fosse traccia di anima viva.
Guardò Damien e il suo volto era la maschera del terrore e della tensione: il sudore che gli colava lentamente dai lati del viso e i suoi occhi erano così corrugati da non distinguere quasi il colore della pupilla.
Tutto nel suo atteggiamento, faceva pensare ad Harry che Damien non avesse mentito, ma allora dov’ era Daphne?
Si voltò lentamente, quasi come se i suoi movimenti fossero schematizzati, in fondo doveva sembrare sotto Imperius e quindi non poteva muoversi come se stesse decidendo con la sua testa, doveva sembrare che tutto avesse un motivo.
Riportò nuovamente il suo sguardo su Damien. Il fatto che non ci fosse nessuno lo innervosiva e lo insospettiva, ma non potevano restare ad aspettare che qualcosa si muovesse intorno a loro, dovevano cercare Ron ed Hermione e a quel punto sarebbero potuti tornare con i rinforzi.
Damien ricambiò il suo sguardo e annuì asciugandosi con il dorso della mano il sudore che continuava a colargli dal viso ed Harry sospirò, come quel ragazzo avesse potuto fingere per mesi e fosse riuscito a nascondere il grande amore che provava per Scorpius, per lui restava un mistero.
Non sembrava affatto capace di fingere.
Damien lo guidò silenziosamente verso un corridoio più buio ed Harry lo percorse continuando a guardarsi indietro così tante volte che rischiava di inciampare anche nei suoi stessi passi.
Avrebbe tanto voluto poter tirare fuori la sua bacchetta ed invece la sentiva battere contro il polpaccio ad ogni suo passo, come a ricordargliene la presenza, ma contemporaneamente a ricordargli che non poteva usarla, almeno per ora.
Scesero le scale lentamente, per diagonale e cercando di attenuare il rumore il più possibile ed arrivarono in un nuovo corridoio.
Harry spalancò le labbra. Le torce che illuminavano fiocamente i muri, quelle stanze chiuse da grate alte fino al soffitto e massicce come porte di prigioni.
Quando erano arrivati non aveva capito dove si trovassero, ma adesso che ne vedeva le segrete non aveva più dubbi. Lui era già stato in quella casa ed era stato lì come prigioniero.
Respirò a fondo per non cedere all’ attacco di rabbia che lo stava invadendo, era nei sotterranei di Villa Malfoy, ma come poteva essere lì il quartier generale di Daphne?
Damien lo guidò dentro una stanza ed Harry si dovette reggere al portone di ferro per non cadere, era addirittura la stessa cella.
Individuò Ron ed Hermione e smise di ragionare, non potevano restare là, solo il cielo sapeva che cosa dovevano aver provato a restare tutti quei giorni di nuovo segregati in quella cella.
Si avventò quasi di colpo sui due “ state bene?” chiese appoggiando la mano sulla spalla di Ron, lui alzò la testa e lo guardò: aveva un occhio quasi completamente chiuso a causa dell’ ematoma che era sul suo volto e il viso sembrava scarno, ma tutto sommato sembrava stare bene.
Spostò lo sguardo su Hermione, ma incrociò i suoi caldi occhi castani “ stiamo bene, Harry” gli disse in un sussurro “ portaci via di qua” lo pregò ed Harry lesse nei suoi occhi, tutto il dolore per quello che era successo e per dove si trovavano.
“ Certo, Hermione” le rispose, cercando d’ infonderle sicurezza con un sorriso.
Si chinò per prendere la bacchetta dal calzino e mormorò l’ incantesimo per liberare Ron, il quale ricadde giù, raccogliendosi su se stesso come privo di forze.
“ Damien” chiamò, chinandosi a riprendere il suo migliore amico “ Damien, libera Hermione”  ordinò voltandosi verso il ragazzo mentre si portava il braccio di Ron dietro la testa, ma s’ immobilizzò immediatamente vedendo quello che stava succedendo alle sue spalle.
Anche Ron alzò la testa “ miseriaccia”  affermò, lasciando ricadere il suo braccio per non essere d’ impaccio ad Harry che si alzò subito in piedi.
“ Lascialo” ordinò, guardando Daphne negli occhi.
Lei sorrise premendo la sua bacchetta ancora più a fondo nel collo del ragazzo “ come hai fatto?” gli chiese.
“ Harry Potter l’ uomo dalle mille risorse” lo prese in giro “ come hai fatto a liberarlo dall’ Imperius?” chiese e il suo era quasi un urlo.
Non poteva credere che quell’ insulso ragazzino si fosse liberato dall’ Imperius. Aveva rischiato di rovinare tutto.
“ E tu invece?” le chiese Harry, alzandosi in piedi e continuando a tenere la bacchetta tesa davanti a sé “ come hai fatto a nasconderti qua dentro per tutto questo tempo?” le chiese ancora.
Daphne emise uno sbuffo che era quasi una risata “ non devi sottovalutare la solidarietà materna” rispose, spostando lo sguardo verso Hermione, anche Harry e Ron si voltarono verso di lei e Hermione alzò la testa, per quanto la posizione glielo permettesse.
“ Hai pianto per giorni dicendomi che eri stata costretta ad abbandonare Kara, che tutto quello che volevi eri riaverla, mi hai anche raccontato la storia orrenda di come ti fossi innamorata della persona sbagliata, che ti aveva maltrattata e ti aveva costretto ad abbandonare Kara o l’ avrebbe uccisa” disse Hermione, guardando Daphne con ira repressa “ mi hai persino detto che ti serviva un posto dove nasconderti, perché era una persona pericolosa e se ti avesse trovato ti avrebbe ucciso e la tua bambina con te, mi hai chiesto un posto sicuro, per un po’ di tempo, per permetterti di riprendere i rapporti con tua figlia” concluse, senza spostare gli occhi da quelli di Daphne.
Come poteva usare questi stupidi mezzi?
“ Certo, e tu che sei solo una sciocca Grifondoro, ti sei adoperata per aiutare questa povera piccola donna maltrattata che chiedeva il tuo aiuto e sei stata così presuntuosa da non parlarne con nessuno, così sicura di te da farmi da custode segreto senza dire niente né a tuo marito, né a colui che consideri un fratello” la prese in giro.
“ Le tue parole sembravano sincere, tu sembravi davvero spaventata e davvero intenzionata a riprendere tua figlia, ho solo pensato che meritavi una possibilità” si difese Hermione.
“ C’ era almeno qualcosa di vero?” chiese Hermione, stupita dal suo livello di cattiveria.
Daphne sorrise e assunse un’ espressione quasi compassionevole “ oh, la piccola Hermione vuole vuotare la sua coscienza, sperando di aver fatto qualcosa di buono”  piegò la testa di lato “ perché non accontentarti” le disse “ certo che c’ era qualcosa di vero, appena Antonin tornerà con Kara, io me ne andrò con lei e se le cose andranno per il verso giusto anche con Draco…”
“ Draco” la interruppe Ron, aggrottando le sopracciglia, non capiva e adesso, Draco da dove usciva fuori?
“ Vedi, Weasley, tu e la tua patetica storia d’ amore cominciata sui banchi di scuola non potete capire quanto in realtà l’ amore sia complicato. Draco ha subito l’ imposizione di sposare mia sorella, ma in realtà è sempre stato innamorato di me e quando potrò proporgli di tornare a vivere qua, con me, Kara e Scorpius, nella casa dove è cresciuto, dove ha conosciuto i fasti del potere e…”
“ Che ha sempre odiato” la interruppe Harry.
Daphne si mosse nervosamente “ pretendi di conoscere Draco?” gli chiese rabbiosa e Harry sorrise “ so quello che mi ha raccontato lui, in quanto mio consuocero, ovvero che nessuno gli ha imposto Astoria, ma che l’ ha scelta e la ama e che questa casa la odia da quando Voldemort vi mise radici” s’ interruppe un attimo per guardarla negli occhi “ non crederai davvero che a Draco siano mancati i soldi per ricomprarsi questa casa?” la sfidò.
Gli occhi di Daphne divennero duri, quasi vitrei.
“ Lui vorrà questa casa” disse con voce talmente piena di rabbia da sembrare quasi dolorosa.
“ Allora l’ amore che provi per Draco è vero?” chiese Hermione “ vorresti davvero essere felice con lui, ti sembra davvero di morire di dolore” la schernì.
“ E tu invece morirai perché sapevi troppo” ribatté Daphne, alzando di nuovo la testa e fissando lo sguardo su di lei.
“ Sei sola contro tre persone” si oppose Harry, muovendo un passo verso di lei.
Daphne rise “ davvero?” chiese “ a me sembra che Hermione sia ancora legata e indifesa, Ron non credo che in questo momento riuscirebbe ad afferrare la bacchetta neanche se gliela mettessi sotto al naso…”
“ Non sfidarmi” borbottò Ron tra i denti, anche se sapeva che aveva ragione, le torture che gli aveva inflitto nei giorni scorsi lo avevano debilitato molto.
“ E tu…” spinse la bacchetta nel collo di Damien e seguì lo sguardo preoccupato di Harry con un sorriso “ credi che solo perché non ti vedo dai tempi della scuola non sappia come sei?” gli chiese ironica “ sei prevedibile…siete tutti prevedibili” affermò con un gesto della mano dove comprendeva tutti e tre gli amici.
“ Tu non lasceresti mai morire qualcuno per sacrificio, sai benissimo che se mi colpissi io potrei fare in tempo a colpire Damien o peggio, forse, saresti tu stesso a colpirlo e non puoi…non riesci a permetterti di rischiare…i buoni così prevedibilmente sciocchi” scoppiò a ridere facendo brillare i suoi occhi azzurri.
“ STUPEFICIUM”
“ Non proprio prevedibili. Scommetto che non si aspettava di essere attaccata alle spalle” disse una voce con una punta di soddisfazione.
Daphne cadde a terra portando con sé anche Damien che si liberò immediatamente del corpo di Daphne sulle sue gambe e alzò la testa per vedere chi era arrivato, giusto in tempo per osservare Harry precipitarsi da Lily.
“ Damien mi ha detto che eri stata attaccata da Kara” le disse stringendola a sé “ e che non avevi molte possibilità” continuò, voltandosi a guardare Damien.
Il ragazzo che era ancora a bocca aperta, si alzò scuotendosi i pantaloni “ io…”
“ Non importa, era la verità, il merito è tutto di Rose e Lorcan” lo interruppe Lily, lasciando entrare anche gli altri due ragazzi che erano rimasti dietro di lei.
Rose vide i suoi genitori ed i suoi occhi si riempirono di lacrime “ mamma, papà” li chiamò precipitandosi da loro.
Strinse suo padre a sé, mentre Lorcan l’ aiutava a liberare sua madre.
“ Dobbiamo andarcene” disse Harry interrompendo le riconciliazioni tra madre e figlia “ dobbiamo organizzarci per prendere Dolohov” spiegò.
“Credi che tornerà qua?” chiese Ron, alzandosi in piedi aiutato da Lorcan.
Harry invece sollevò una Daphne priva di sensi “ intanto tu devi farti curare e poi penseremo a lui, se non dovesse tornare…”
“ Tornerà” lo interruppe Rose e tutti si voltarono verso di lei “ tornerà perché c’ è ancora qualcosa che gli interessa ed è Scorpius…”
“ Ma lui…” le parole si spensero in gola di Lily.
Scorpius stava morendo e poi, perché mai doveva interessare così tanto a Dolohov?
“ Quindi dovremo sorv…”
Il rumore secco di qualcosa di grosso che si rompeva li interruppe tutti quanti.
Lily trattenne il respiro, guardò solo un attimo suo padre e poi si precipitò verso le scale “ Lily” la chiamò Harry, correndole al seguito, ma avendo Daphne tra le braccia non poteva essere veloce come lei.
Damien lo superò “ ci penso io, capo” gli disse, correndo verso le scale e dopo pochi secondi vide passare anche Lorcan con la bacchetta sguainata e puntata davanti a sé.
Lily arrivò in cima alle scale e corse verso il salotto, sembrava che ci fosse una colluttazione e a giudicare dal rumore doveva essere molto violenta.
Pregò dentro di sé che si trattasse di Dolohov.
Doveva trattarsi di lui, almeno lo avrebbero catturato e avrebbe potuto far qualcosa per Scorpius e se non avesse voluto l’ avrebbero obbligato, anche a costo di maledirlo, lui avrebbe salvato Scorpius.
Appena arrivò nel salotto, vide due persone avvinghiate che si stavano picchiando alla babbana.
Era difficile dire se uno fosse Dolohov, ma l’ altro, quello che in quel momento avevano i capelli di un rosso incandescente, era sicuramente Teddy.
Appena vide Dolohov alzare il viso, Lily quasi sorrise di sollievo, era lui, in un modo o nell’ altro avrebbero salvato Scorpius.
Alzò la bacchetta su di lui, ma con uno schiantesimo Dolohov la mandò a sbattere contro il muro.
Lily ansimò intontita per la botta alla nuca e alzò il viso per respirare nonostante il dolore e vide la battaglia come se si stesse svolgendo al rallentatore.
Vide suo padre appoggiare Daphne contro il muro, mentre Damien soccombeva sotto la bacchetta di Antonin. Rose che creava uno scudo di protezione per sua madre e suo padre e anche Lorcan cadere ferito.
Si alzò in ginocchio e cercò d’ imporre alla stanza di fermarsi, visto che le sembrava che Harry e Teddy girassero in circolo intorno a Dolohov.
Poi all’ improvviso Teddy si mosse verso di lui attaccandolo e gli occhi di Dolohov s’ illuminarono di cieca follia.
Con un brusco movimento della mano scagliò il suo incantesimo, la sua invenzione e Harry si scagliò su Teddy, spingendolo e cadendo a sua volta, ma nessuno dei due aveva compreso di fare il gioco di Dolohov.
Il quale si ritrovò libero di compiere i movimenti che gli servivano.
Lily fece segno di diniego e si alzò in piedi, ma mentre tutto girava intorno a lei, riuscì solo a vedere Dolohov afferrare Daphne e smaterializzarsi.
***
Kara consegnò Victoire alle cure dei Medimaghi e girò le spalle alla porta.
Non poteva aspettare. Era ormai ricercata da tutti ed anche se per consegnare Victoire si era impostata un altro volto, era davvero stanca di fingere.
Si sentiva quasi svuotata. Come se avesse fatto un errore dopo l’ altro e ormai fosse troppo tardi per tornare indietro.
Tutto quello che aveva fatto, la sua rabbia verso Lily, il suo volerle portare via Scorpius, portare via tutti gli affetti che possedeva, solo perché non li aveva anche lei ed invece era stata cieca.
Victoire si era sacrificata per lei, Teddy si era fatto avanti e si era messo nelle mani di un assassino per lei.
Solo per lei.
Per dimostrarle quanto l’ amavano.
Vide Alice e Ginny parlare con un Medimago e si fermò, ritraendosi dietro una colonna.
“ Non possiamo fare molto di più di quanto non abbiate già fatto”  disse scuotendo la testa.
Ginny si accasciò sulla sedia “ devo andare a dirlo ad Astoria” disse con la voce di chi stava per fare la cosa più difficile della sua vita.
“ E Draco?” chiese Alice, anche da quella distanza Kara poteva sentire che aveva la voce rotta.
Ginny scosse la testa e Alice tirò su con il naso “ non preoccuparti lo cerco io, dev’ essere qua in ospedale con Neville” la informò, poi girarono entrambe su se stesse e se ne andarono.
Kara guardò la porta della stanza di Scorpius e si morse il labbro portandosi una mano al ventre.
Non amava Scorpius, non l’ aveva mai amato, era stato una distrazione piacevole e le era piaciuto particolarmente poterlo portar via a Lily, ma non era mai stato niente più di quello.
Era suo padre che aveva sempre voluto che fosse lui, era Antonin che aveva una sorta di fissazione con lui.
Si sentì attratta come una calamita da quella stanza, sentiva di doverlo vedere, forse gli doveva davvero qualcosa.
In fondo se stava morendo era colpa sua.
Diede un’ occhiata veloce al corridoio e poi s’ infilò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Scorpius era disteso sul letto, le sue braccia erano fuori dalle lenzuola e Kara poteva vedere benissimo l’ effetto della maledizione che lo stava uccidendo.
Il suo braccio era totalmente nero e anche nella parte di torace scoperta sembrava come se fosse ustionato, la sua pelle era nera e sollevata, come se fosse ricoperto da piccole scaglie.
Kara si avvicinò e lo guardò “ non fingerò di essere disperata” disse in un sussurro.
Non sapeva neanche lei perché gli stava parlando, era sicuramente in uno stato d’ incoscienza e non poteva rispondergli e a giudicare dallo stato della maledizione ormai mancava poco alla sua morte.
“ In fondo è anche colpa mia se sei in queste condizioni, ma…io credo di doverti qualcosa” disse ancora.
Si accarezzò nuovamente il ventre “ sai, non so come sia successo e non so se ti sarebbe mai importato, ma anche se morirai resterà una prova…un tuo promemoria…”
“ Sì, sua figlia Syria”
Kara sobbalzò e si voltò con un’ espressione inorridita negli occhi.
Draco Malfoy era davanti a lei e nei suoi occhi c’ era tutta la disperazione di un padre che sta per perdere suo figlio.
Kara guardò immediatamente dalla porta alla finestra e poi riportò lo sguardo su Draco.
“ Sai, credo che la porta come via di fuga era da escludere, in quanto ci sono io davanti e la finestra…bè un volo dal quarto piano senza scopa non è consigliabile per nessuno” le disse sarcastico.
Kara tirò fuori la bacchetta “ fai sul serio?” le chiese Draco ironico e Kara per tutta risposta la puntò in maniera ancora più decisa.
“ Sfidi me? Un padre che sta per perdere suo figlio?” le chiese e i suoi occhi argentei lampeggiarono di rabbia “ sai che significa quando un genitore sopravvive ad un figlio? sai cosa succede al tuo cuore?” le chiese quasi in maniera retorica, infatti non aspettò la risposta.
“ Si spacca, in pezzi, in inutili pezzi che non riesci a rimettere insieme, è la cosa più innaturale al mondo, è la cosa più dolorosa al mondo” le spiegò con una freddezza tale che Kara rimase quasi ipnotizzata “ e te pensi che  a questo punto m’ importi di uccidere una stupida ragazzina? Soprattutto la stupida ragazzina che ha provocato tutto questo?”  domandò.
“ Dimmi come interrompere la maledizione” le ordinò.
Kara strinse i denti, lo sguardo di Draco Malfoy era talmente duro e cattivo che lei avrebbe quasi voluto indietreggiare.
“ Mi lascerai andare se te lo dico?” gli chiese e Draco assottigliò gli occhi “ credi di poter dettare condizioni?” le chiese, ma Kara resse il suo sguardo.
Draco sospirò “ sì, lo farò per mio figlio” le rispose e Kara sorrise impercettibilmente.
“ Il sangue” gli disse “ Daphne ha usato il suo sangue e quindi…”
“ Sangue Greengrass” la interruppe Draco, spalancando gli occhi “ tanto, tantissimo sangue in questo stadio” rimarcò Kara.
Draco si mise una mano sugli occhi e li premette forte “ vattene” sibilò e Kara non se lo fece ripetere due volte e aprì la porta per uscire.
Alzò lo sguardo dalla maniglia e rimase immobile come un sasso.
Al di là della porta c’ erano Neville e Alice.
Padre e figlia le sorrisero sarcasticamente “ non avrai mica pensato che Draco fosse solo?” le chiese Neville, afferrandola per entrambe le braccia per condurla nel corridoio.
“ Avevi detto che mi avresti lasciata andare” protestò Kara, voltandosi per guardare Draco.
Lui alzò il suo sguardo pieno di lacrime su di lei “ io ti ho lasciata andare” rispose “ è stato Neville a prenderti” specificò.
Aveva cercato di farglielo capire. Un padre che perde un figlio, non ha nient’ altro da perdere.
“ Finirai ad Azkaban” sentenziò Neville “ e non credo che ne uscirai per molto tempo” aggiunse Alice, muovendo la bacchetta per farle l’ incantesimo che l’ avrebbe imprigionata, ma non fece in tempo a finire che un rumore di materializzazione li fece voltare.
Dolohov era davanti a loro e Daphne Greengrass era accanto a lui, completamente sveglia.
Mentre Daphne aveva negli occhi il terrore e la confusione del momento, lo sguardo di Dolohv non tradiva alcuna emozione, come una persona che avesse fatto quello per tutta la vita, e in effetti, forse,  era davvero così.
Per lui era un gioco da ragazzi, nascondere le emozioni e valutare le situazioni in pochi secondi o non sarebbe stato uno dei bracci destri di Voldemort, uno della sua cerchia ristretta, uno dei pochi a cui faceva affidamento.
Lasciò di colpo il braccio di Daphne che sfoderò a sua volta la bacchetta e cominciò a lanciare incantesimi insieme al suo compagno.
Fuoco, acqua, lampi di luce verde o rossa, chiunque fosse passato da quel corridoio avrebbe soltanto voluto scappare.
Draco e Neville si guardarono cercando di comunicare con lo sguardo.
La situazione non era delle migliori. Draco si premurava di proteggere Alice, mentre Neville cercava di evitare che Kara venisse colpita e tutto questo li rallentava.
“ Lasciala andare” gli ordinò Draco parandosi per un attimo dietro al muro.
“ Sei impazzito?” chiese Neville, guardandolo di sfuggita, mentre evocava uno scudo “ deve finire ad Azkaban”  continuò.
Draco sospirò e alzò gli occhi al cielo “ certo, finiamo tutti al cimitero per fare la cosa giusta” protestò esasperato.
Neville guardò Kara per un secondo.
“ Lasciala andare e combatti, stupido Grifondoro” disse Draco con rabbia e Neville la liberò con un colpo di bacchetta.
“ Agli ordini, stupido Serpeverde” ribatté Neville, prima di uscire di nuovo allo scoperto per lanciare un incantesimo a Dolohov, ma lui vide Alice e in un attimo capì che era il migliore punto debole di Neville.
“ Dolohferio” enunciò e fu talmente veloce che Alice cadde a terra senza riuscire a difendersi.
“ Alice” urlò Neville correndo da lei e Dolohov ghignò felice di aver ritrovato il suo vantaggio.
Draco osservò la scena con una rabbia cieca e ruotò su se stesso per lanciare uno schiantesimo a Daphne che cadde a terra svenuta.
Si avvicinò piano e con uno sguardo pieno di trionfo la risvegliò e la sollevò tenendola per il collo.
“ Fermo” ordinò a Dolohov che sorprendentemente eseguì l’ ordine e si voltò verso Draco.
Draco guardò Neville, vide nel suo sguardo lo stesso dolore che stava provando per Scorpius “ corri” gli intimò e lui non se lo fece ripetere due volte e corse con la figlia in braccio verso uno dei reparti di emergenza, dove avrebbero potuto curarla.
Dolohov li guardò correre via, quasi come se avesse previsto anche questo e tutto fu confermato dal ghigno sadico che si formò sulle sue labbra e dai suoi occhi si illuminarono di perfidia, quasi come se non avesse atteso altro, quasi come se adesso la sua vendetta fosse completa.
“ Ecco il sangue Greengrass” disse Draco, guardando Dolohov e stringendo di più il collo di Daphne.
Kara che era riuscita a raggiungere la bacchetta della madre si voltò di colpo verso Draco “ non puoi farlo” si oppose, guardandolo con disperazione.
Draco fece un gesto di taglio con la mano “ forse non ti è chiaro che non c’ è niente che un padre disperato non possa fare” si oppose Draco.
Kara lo guardò terrorizzata al contrario di Dolohov che scoppiò a ridere “ Non m’ importa niente di cosa farai di quella stupida Greengrass”  gli disse.
Daphne serrò i denti così forte che parve quasi ringhiare “ avevi detto che mi avresti aiutata” sputò con rabbia e Dolohov rise ancora.
“ Con lui?” gli chiese ironico “ perché tu vuoi essere felice con lui, giusto?” le chiese e Daphne non rispose, limitandosi a spostare lo sguardo verso l’ angolo dei suoi occhi per vedere la reazione di Draco e lo vide con le sopracciglia aggrottate.
“ Vuoi sapere una storia, Draco?” chiese Dolohov e Draco fece segno di diniego “ voglio solo che salvi mio figlio o lo farò io con il suo sangue” minacciò scuotendo Daphne.
Dolohov rise “ prego” gli disse, facendogli segno con la mano “ in fondo questa stupida morirebbe per te, sai credo che ti abbia sempre amato…”
“ Zitto” lo interruppe Draco.
Non gliene importava niente e il tempo per suo figlio era sempre meno.
Approfittando di quell’ attimo di distrazione Daphne gli tirò una gomitata in pieno stomaco e Draco si piegò su stesso, mentre lei si chinava a riprendere la bacchetta e trascinava Kara dietro di sé.
Draco imprecò mentalmente “ schiantalo” ordinò Daphne a Dolohov e lui strinse gli occhi “ non ce la fai a farlo da sola, mia cara?” le chiese sarcastico.
“ Sei talmente innamorata di lui da non riuscire a schiantarlo?” le chiese ancora.
“ Tu schiantalo e potrai avere Scorpius” gli ordinò Daphne “ ed io me ne andrò con mia figlia e Draco e non mi vedrai mai più”
Draco guardò Daphne con rabbia. Era pazza.
Parlava come se lui non fosse stato là, come se lui l’ avesse potuta seguire spontaneamente.
“ Non verrei mai da nessuna parte con te” si oppose “ non ti amo, non ti ho mai amato”
Lo sguardo di Daphne si fece duro “ tu mi ami, tu sei stato costretto a sposare mia sorella, tu vorrai rivivere tutti i tuoi fasti  con me…ho fatto tutto per te, ho comprato la tua vecchia casa, ho ucciso per te, mi sono umiliata con lui per te…”
Draco sbatté le ciglia sempre più stupito. Era completamente pazza, folle, persa nella sua ossessione che credeva essere d’ amore.
“ Tu eri là quando mi sono innamorato di tua sorella, hai visto che non mi ha costretto nessuno…io non rivorrei mai la mia vecchia casa e tu sei una pazza furiosa”
Daphne con un balzo aggredì Draco, ma fece in tempo a tirargli solo uno schiaffo prima che una luce verde la facesse accasciare tra le sue braccia.
L’ urlo disperato di Kara accompagnò Daphne nella sua morte e Draco la tenne tra le braccia alzando lo sguardo su Dolohov.
“ Era noiosa…non ti pare?” gli chiese e Draco si alzò “ dimmi cosa vuoi?” gli chiese, la voce improvvisamente atona, come se avesse capito che lui era troppo forte, che lui non aveva pietà.
“ Vedi la differenza tra me e te?” gli chiese “ Non m’ importa di lei come non m’ importa di Kara” e indicò la figlia che piangeva sopra al cadavere di sua madre “ l’ unico di cui m’ importa sono io, me stesso e la vendetta che covo nel cuore da tanti anni”
Aveva ragione e avrebbe voluto non averla: nel suo cuore non c’ era posto per l’ amore.
Draco raddrizzò le spalle “ quale vendetta?” chiese stupito.
Lui non aveva mai avuto niente a che fare con Dolohov, forse suo padre, essendo entrambi della cerchia ristretta.
Dolohov parve intuire i suoi pensieri “ già, esattamente tuo padre” affermò “ l’ uomo che ha portato all’ attenzione del Signore Oscuro che la donna di cui mi ero innamorato era una nata babbana”
Draco vide con la coda dell’ occhio un movimento, ma  fece attenzione a non spostare il contatto visivo da lui.
“ Tuo padre, il più fiero dei Purosangue, innamorato di una Purosangue…dimmi cosa gli costava lasciarmi in pace” man a mano che proseguiva nel racconto Antonin si arrabbiava sempre di più.
“ Non mi è mai importato nulla di nessuno, ma di lei m’ importava, era l’ unica della quale m’ importava e sono stato costretto ad ucciderla”
Draco spalancò gli occhi e vide che anche la persona o le persone che si stavano muovendo per accerchiarlo si bloccarono come sconvolti.
“ L’ hai uccisa?” chiese in un sussurro.
Dolohov rise in un modo che sfiorava la pazzia “ ho dovuto, capisci?” gli chiese “ non si dice di no a Voldemort e dopo…dopo ho scoperto che era anche incinta di me e non di una nullità come lei” continuò indicando la figlia con la testa “ di un piccolo mago che sarebbe divenuto potente e…”
Non finì neanche i suoi sproloqui che delle corde lo avvolsero e Teddy Lupin uscì fuori dall’ ombra, succeduto da Lily e Harry.
“ Bè sfregiato, non avrei mai pensato che un giorno sarei stato felice di vederti”  ironizzò Draco.
Teddy si avvicinò a Dolohov che era caduto a terra per il continuo muoversi e agitarsi per cercare di liberarsi dalle corde.
Mise un piede per lato del suo viso e si chinò su di lui “ non cercare di trasformarti” gli disse, vedendo che strizzava gli occhi per concentrarsi “ sono corde magiche che impediscono la trasformazione” gli spiegò.
Dolohov si agitò ancora per qualche secondo e poi smise puntando i suoi occhi in quelli di Teddy “ sai, hai la stessa espressione di tuo padre, lo stesso sguardo strafottente, ma alla fine ho vinto io e l’ ho ucc…”
Teddy mosse un piede e glielo puntò sulla guancia facendolo grugnire e respirare faticosamente “ non credo di sentirti molto bene” si oppose, premendo più forte il piede sulla sua guancia.
“ Teddy” lo richiamò Harry, non gli importava di Dolohov, il suo destino era finire per tutta la vita ad Azkaban, ma non voleva che l’ anima di Teddy fosse macchiata, Remus non lo avrebbe voluto.
Teddy guardò Harry, quasi sovrappensiero, poi sorrise, come se avesse appena avuto un’ idea particolarmente geniale.
Gli altri lo videro strizzare gli occhi e dopo un attimo il cuore di Harry ebbe un tuffo.
Teddy era Remus.
La stessa altezza, la stessa corporatura, lo stesso modo di muoversi mentre si abbassava e prendeva Dolohov per i capelli.
“ lui non è morto” disse Teddy, pieno di rabbia e tirandogli i capelli fino quasi a strapparglieli, tirandoli fino a fargli male “ non del tutto” proseguì ed Harry capì cosa intendeva.
Remus  e Tonks vivevano in Teddy e sarebbe stato così per sempre.
Si alzò in piedi e riprese le sue sembianze “ e sei tu che hai perso” gli disse, accompagnando la sua frase con un calcio nel ventre che fece rimanere Dolohov senza fiato.
Alzò gli occhi su Harry e lui vide che erano pieni di lacrime, si fece in avanti verso il suo figlioccio e gli mise una mano sulla spalla “ non farlo uscire mai” lo pregò Teddy.
Harry strinse la mano che poggiava sulla sua spalla fino quasi a serrargliela “ contaci” gli disse, prima di sollevare Dolohov.
Lily si voltò verso la stanza di Scorpius, guardando quella porta chiusa senza riuscire a fare un passo e si avventò verso Dolohov.
Gli puntò la bacchetta alla gola “ Lily” la riprese Harry e Dolohov rise “ guarda, guarda, vuoi scontentare il paparino?”
Harry lo strattonò, non capendo come potesse essere ancora così spavaldo, ma forse era la sua pazzia a farlo essere così tranquillo.
“ Tu volevi Scorpius per vendetta, ma lo volevi vivo, quindi sai come farlo guarire e me lo devi dire”
Dolohov ghignò e guardò Draco “ io volevo usare Kara” gli spiegò “ sai, lei è anche incinta di tuo figlio” affermò spostando lo sguardo su Lily che si morse un labbro per non dargli soddisfazione di ribattere “ quindi può darsi non la uccida o forse sì, ma io lo avrei fatto comunque, la domanda è : tu lo farai?” gli chiese e Lily fece un passo indietro vacillando.
Non era possibile, non poteva essere stato tutto inutile.
Uccidere una persona non poteva essere l’ unico modo.
Non potevano sporcarsi l’ anima, non potevano semplicemente abbassarsi al suo livello, ma Lily non riusciva a vedere una vita senza di lui.
Si sentì scivolare a terra e cadde sulle ginocchia. Poteva morire lì, subito, il suo cuore si sarebbe spezzato in un modo così profondo che non avrebbe mai più potuto tornare a battere regolarmente.
Teddy si chinò su di lei e le circondò le spalle con un braccio.
“ Dov’ è Kara?” la voce di suo padre la riscosse e si voltò di scatto, in tempo per vedere Draco correre verso la porta della stanza di Scorpius.
“ Apri” le urlò battendo sulla porta.
Lily corse da lui e cominciò a battere a sua volta e con vigore alla porta “ Apri, Kara, non ti faremo del male” provò a convincerla, ma non riuscirono ad udire nessuna risposta.
Draco le fece cenno di smettere di sbattere i pugni contro la porta e appoggiò un orecchio contro di essa.
“ Kara?” chiamò.
I suoi occhi argentati si posarono su Lily e scosse piano la testa “ Kara, aprici, per favore vogliamo solo poter vedere Scorpius” provò di nuovo Lily, con una delle sue migliori voci rassicuranti, ma dentro in realtà si stava rompendo.
Non poteva credere di non  poterlo neanche vedere.
I suoi occhi si riempirono di lacrime e appoggiò la fronte contro la porta “ Kara, per favore, non posso non rivederlo mai più “ decise che le avrebbe parlato seriamente, con il cuore in mano “nel periodo che ho passato senza di lui, credevo di vivere in un buio perpetuo, la mia unica luce, l’ unica cosa che mi portava a combattere era la mia bambina e il pensiero che lo avrei riportato a casa che ce l’ avrei fatta” s’ interruppe, sentendo il nodo che le serrava la gola farsi ancora più stretto.
“ Adesso mi hanno detto che non potrò farlo” affermò e il suo cuore parve fermarsi al solo pronunciare quella frase “ ma devo rivederlo almeno una volta, per favore, devo restare accanto a lui anche mentre muore, non farmi restare senza di lui, io lo amo” confessò, senza riuscire più a trattenere le lacrime.
La porta si aprì dall’ interno e Lily quasi cadde in avanti sentendo l’ appoggio mancarle, ma due mani forti la ressero.
Due mani che avrebbe riconosciuto anche ad occhi chiusi, come se le sue impronte digitali fossero registrate nel suo cuore.
Alzò gli occhi incredula e vide il volto sorridente di suo marito.
Lui le circondò il viso con le mani, toccandole la pelle quasi come se dovesse assicurarsi che fosse davvero lei.
Le asciugò le lacrime sulle guance con una carezza del pollice, ma a Lily sembrava che il suo sguardo la stesse accarezzando totalmente, nella pelle, nelle ossa e dentro l’ anima “ ti amo anch’ io” le disse guardandola con i suoi magnetici occhi grigi.
Lily non riusciva a smettere di guardarli, i suoi occhi, erano davvero i suoi occhi.
Era lui ed era lì davanti a lei.
Credeva che non l’ avrebbe visto mai più e invece adesso la stava tenendo tra le sue braccia, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, come se non avesse aspettato altro.
Scese sulle sue labbra dolcemente e Lily si aggrappò alle sue spalle per non cadere, sentiva la testa girarle vorticosamente e non sapeva quanto fossero le ferite o quanto il fatto che credeva di essere in un sogno.
“ E’ bello baciarti di nuovo” sussurrò Lily, senza staccare le labbra dalle sue.
“ E’ bello poterti baciare anche al di fuori dei sogni” replicò Scorpius e Lily rise.
“ Kara” la voce di Teddy li fece spostare e lui s’ inginocchiò sollevando la testa della ragazza e mettendosela sulle ginocchia.
“ Che hai fatto? Che hai fatto?” le chiese, sollevando il suo braccio sanguinante e portandoglielo in grembo.
Doveva  essere una domanda retorica, ma Kara aprì gli occhi.
“ Scusa” mormorò e Teddy spalancò gli occhi “ risparmia il fiato, Harry, per favore chiama qualcuno” disse agitato, guardando Harry negli occhi.
Harry compose il suo Patronus e lo spedì verso la corsia, ma sapeva che non avrebbero mai fatto in tempo.
La ragazza era bianca cerea.
Il sangue che non aveva utilizzato per Scorpius sembrava tutto a terra, a giudicare da come aveva tinto i pavimenti della stanza.
“ Volevo… fare la cosa… giusta per… una volta” affermò e Teddy le accarezzò i capelli che in quel momento erano di uno spento grigio topo.
“ Mio padre…avrebbe voluto…” tossì senza riuscire a finire e Teddy spostò lo sguardo su Dolohov che stava guardando la scena, ancora imprigionato e tra le mani di Harry, senza apparente emozione.
“ No” disse Kara, alzando la mano e portandola sul viso di Teddy “ tu” aggiunse “ tu sei mio padre…”
Il correre dei Curatori cominciò a farsi sempre più rumoroso, sempre più vicino.
“ Ti salveremo” disse Teddy, ma non sapeva se in realtà stesse cercando di tranquillizzare se stesso, visto che lei sembrava tranquilla, sembrava in pace con se stessa. Finalmente.
“ Ho sempre… cercato più amore…” ormai doveva interrompersi e riprendere fiato ad ogni parola.
“ Ma l’ amore…la mia famiglia…” chiuse gli occhi e Teddy le mosse il viso “ resta con me, Kara, resta con me”
“ Tu e Victoire” i suoi occhi erano ormai spenti e apatici “ perdon…”
Non riuscì neanche a finire la parola. La mano poggiata sul viso di Teddy ricadde lentamente lasciando una strisciata di sangue sulla sua guancia e quando i Guaritori irruppero finalmente nella stanza, trovarono Teddy che piangeva sopra il corpo di Kara.

COMMENTO: OK, E’ FINITA…SCUSATE IL RITARDO ED IL CAPITOLO LUNGHISSIMO,  E’ ESATTAMENTE LA LUNGHEZZA DI DUE MIEI CAPITOLI…MA DOPO AVERVI PROMESSO LA FINE MI DISPIACEVA DIVIDERLO IN DUE…QUINDI ECCO QUA, SPERO VI FACCIA PIACERE : )) DOLOHOV NON SONO RIUSCITA AD UCCIDERLO…MA HO PENSATO CHE NONOSTANTE LO MERITASSE CHI MEGLIO DI UN MANGIAMORTE, PER APPLICARE LA REGOLA PREFERITA DALLA ZIA ROW…OVVERO LA MORTE NON E’ IL DESTINO PEGGIORE : ))  SPERO NON ME NE VOGLIATE : )) ADESSO MANCA SOLO L’ EPILOGO E RITROVEREMO OLTRE AI NOSTRI EROI ANCHE TUTTI GLI ALTRI PROTAGONISTI E SPIEGHERO’ COSA GLI E’ SUCCESSO, AD ESEMPIO SAPPIAMO CHE ALICE E VICTOIRE SONO FERITE…MA INSOMMA NON STATE TROPPO IN ANSIA IN FONDO SARA’ L’ EPILOGO ; )) E SPERO CHE VI PIACERA’…INTANTO SPERO MI FARETE SAPERE PER QUESTO : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO SEMPRE OVVERO: ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / ALWAYS89 / CESCAPADFOOT / ARIB / MARTINA87 / GIN97 E ALESSANDRA CORTESE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTE !!

 

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Capitolo 37
*** EPILOGO ***


COMMENTO: ECCOCI GIUNTI ALLA FINE DI ANCHE QUESTA STORIA E COME ORMAI DIVENUTA CONSUETUDINE ECCOCI GIUNTI AI MIEI RINGRAZIAMENTI DI FINE STORIA ; )) PRIMA DI TUTTO VORREI RINGRAZIARE LE  96 PERSONE CHE MI HANNO MESSO TRA GLI AUTORI PREFERITI…GIURO CHE VI ADORO TUTTE UNA PER UNA E MI LASCIATE SENZA PAROLE…GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE !! INOLTRE VORREI RINGRAZIARE LE RAGAZZE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE / SEGUITE O RICORDATE…SIETE TANTISSIME E NON ME L’ ASPETTAVO ESSENDO UNA STORIA MOLTO COMPLICATA E INTRICATA, AVEVO PAURA CHE VI STANCASSE : )) INFINE UN GRAZIE DI CUORE VA ALLE PERSONE CHE HANNO SPESO PAROLE E TEMPO PER INCORAGGIARMI AD ANDARE AVANTI CON QUESTA STORIA E CHE SONO STATE FONDAMENTALI PER ME E SOPRATTUTTO SENZA I LORO INCORAGGIAMENTI NON CI SAREBBE STATA NESSUNA STORIA…QUINDI GRAZIE A ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE / CESCAPADFOOT / LILY NON LILIAN / ALWAYS 89 / MARY GRIFONDORO/ MARTINA87 / ALESSANDRA CORTESE / GIN97 / ENDY LILY 95 E SPRING!! RINGRAZIO ANCHE CHI HA RECENSITO OGNI TANTO…ANCHE I VOSTRI PARERI SONO STATI PREZIOSI : )) INFINE PRIMA DI LASCIARVI AL CAPITOLO VI DICO CHE SE VI PUO’ INTERESSARE HO DUE LILY / SCORPIUS IN CORSO: “MINACCE DAL PASSATO” E “ E SE DOMANI…”  MI FAREBBE TANTO PIACERE RITROVARVI ANCHE IN QUELLE STORIE : ))  ED ORA SMETTO DI PARLARE E VI LASCIO ALL’ EPILOGO E COME SEMPRE…PREPARATE L’ INSULINA ; ))
 
L’assenza diminuisce le passioni mediocri e aumenta le grandi, come il vento spegne Ie candele e alimenta l’incendio
Francois de La Rochefoucauld
 
Teddy si mosse nervosamente sopra la sedia “ sto bene” disse abbassando la bacchetta del Curatore che gli stava curando l’ ennesimo taglio.
“ Teddy” lo rimproverò Ginny, vedendo che si stava alzando in piedi, scostando quasi di malagrazia il Curatore davanti a lui, ma Harry le mise una mano sul braccio “ lascialo andare, sta bene e adesso vuole solo vedere Victoire” le spiegò e Ginny annuì. Sapeva che Harry aveva ragione.
Teddy percorse il corridoio ed arrivò fino alla stanza di Victoire; entrò di corsa e vide Louis seduto sulla sedia accanto al letto “ come sta?” gli chiese, studiando il cognato nei suoi occhi così simili a quelli di sua moglie.
Louis scosse la testa “ il Medimago dovrebbe arrivare a momenti, con tutta la confusione che avete fatto tu e lo zio, avete gettato il San Mungo in subbuglio” scherzò Louis, ma Teddy non sorrise.
Vedere Victoire stesa su quel letto gli stava trasmettendo scosse dolorose a tutti i muscoli.
Sapere che stava rischiando la vita, sapere che era tutta colpa sua e che invece, per lui, lei era l’ unica ragione della sua vita, lo stava distruggendo più che aver dovuto combattere contro l’ assassino di suo padre.
Cominciò a camminare per tutta la stanza “ perché non arriva?” chiese, spostando lo sguardo da Victoire a Louis “ sei arrivato da cinque minuti” rispose pazientemente il cognato e Teddy si sedette sul letto, ma si rialzò subito come se nel materasso ci fosse qualcosa che potesse pungerlo “ starà male?”
“ Teddy, Vic sta meglio” rispose ancora Louis, guardandolo preoccupato.
Teddy sospirò passandosi una mano tra i capelli azzurri, si avvicinò di nuovo al letto e mise una mano sulla sua “ è fredda” affermò sgranando gli occhi.
Louis sbuffò e si alzò “ ti vuoi calmare?” gli chiese, guardandolo fisso negli occhi “ stai mettendo ansia anche a me e meno male non sono Dominique altrimenti ti saresti preso anche un pugno” lo prese in giro, scherzando sulle maniere un po’ manesche della secondo genita di Bill e Fleur.
Teddy si lasciò scappare un sorriso “ hai ragione” concordò “ mi metto buono qua e aspetto il Medimago con tranquillità” promise, sedendosi davanti a Victoire.
Louis sorrise felice di essere riuscito nell’ impresa di calmarlo, ma non aveva valutato i movimenti involontari.
Teddy si era seduto fermo e buono e non proferiva parola, ma le sue ginocchia si muovevano di un tic incontrollato. Un movimento che avrebbe potuto scandire il secondo.
Quando arrivò il Medimago, Louis aveva i nervi talmente a fior di pelle che sobbalzò, mentre Teddy scattava in piedi.
“ Dottore, come sta Victoire?” gli chiese, quasi lanciandosi verso di lui.
Il Medimago sgranò gli occhi vedendosi venire incontro quell’ uomo sporco di sangue e ancora pieno di tagli e graffi e Louis sorrise “ è tutto a posto, è suo marito” lo informò.
Il Curatore diede un’ occhiata ancora leggermente diffidente a Teddy e poi scosse la testa e guardò la cartellina.
“ Sta migliorando sempre di più” disse e Teddy rilasciò il respiro “ crediamo che si possa rimettere in pochi giorni” continuò e Teddy appoggiò una mano sulla spalla di Louis, come se avesse bisogno di un appoggio, come se fino a quel momento fosse stata l’ adrenalina a tenerlo in piedi.
“ E anche il vostro bambino sta bene”
La mano poggiata sulla spalla di Louis si strinse per un riflesso involontario e Louis gemette di dolore, ma non si spostò.
Sapeva che se l’ avesse fatto suo cognato sarebbe, con tutta probabilità, stramazzato a terra.
“ Devo chiamare qualcuno?” chiese il Curatore, guardando Teddy che era notevolmente impallidito e che non riusciva più a proferire parola.
Louis sorrise “ sta benissimo” rispose “ non l’ ho mai visto stare così bene” aggiunse, guardando le lacrime che riempivano gli occhi di Teddy.
Teddy si chinò di nuovo di fianco al letto di Victoire e le prese la mano.
Non poteva crederci. Avevano rinunciato da così tanto tempo e si erano ormai abituati ad essere solo loro due che il pensiero che adesso ci sarebbe stato un piccolo esserino che sarebbe stato il centro del loro mondo lo rendeva euforico.
“ Ti lascio solo con lei” gli disse Louis, ma ebbe l’ impressione che avrebbe potuto dire qualsiasi cosa e lui non avrebbe sentito.
Teddy si portò la mano di Victoire alle labbra “ svegliati, Weasley” le sussurrò baciandole il dorso della mano.
Non poteva crederci.
Probabilmente non lo sapeva neanche lei, ma doveva essersi accorta dell’ assenza del ciclo mestruale.
Forse non aveva voluto sperare, forse aveva avuto paura che fosse la menopausa anticipata.
Chissà se aveva pianto, se si era disperata credendo di aver esaurito, ormai, tutti i suoi tentativi, tenendosi tutto per sé per non farlo soffrire e per non dargli anche questo peso sulle spalle.
Le baciò le nocche ad una ad una “ Sei la fortuna della mia vita” le disse con voce commossa “ ti amo” aggiunse e Victoire socchiuse i suoi occhi azzurri  incrociando quelli castani ed emozionati del marito.
“ Se avessi saputo di renderti così felice… sarei finita prima in ospedale” disse, cercando di prendere respiri per non perdere di nuovo i sensi.
Voleva restare sveglia. Voleva vedere gli occhi di suo marito.
Quegli occhi vivi e felici.
“ Bè, non preoccuparti ci torneremo tra qualche mese” disse vago.
Come poteva essere stato così sciocco, non aveva chiesto a quel Medimago neanche di quanto fosse incinta.
Lo sguardo di Victoire si fece confuso “ stai bene?” gli chiese “ E’ per Dolohov?” chiese ancora e Teddy si portò di nuovo la sua mano alle labbra.
Victoire non capiva sembrava così felice, continuava a baciarla ed i suoi occhi erano così emozionati che Victoire credette di non averlo mai visto coì, eppure allo stesso tempo le aveva detto che sarebbero dovuti tornare in ospedale.
Teddy scosse la testa “ sai” le disse muovendo le sue labbra direttamente a contatto con la pelle della sua mano “ non potrei essere più felice” fece una pausa e Victoire spostò la testa per cercare di guardarlo più direttamente, ma il dolore che aveva lungo tutte le ossa la fecero gemere.
Teddy scattò quasi immediatamente in piedi  “ stai male?” le chiese e Victoire aggrottò le sopracciglia “ ok, cosa sta succedendo?” gli chiese.
“ Tu non sei così ansioso” lo rimproverò e Teddy rise “ bè, sai come funziona quando la moglie è incinta il marito diviene nervoso”
Victoire seguì le sue parole fino ad incinta e poi le labbra le si aprirono e il cuore cominciò ad accelerare.
“ Non… non… non era la menopausa?” chiese sconvolta e Teddy scosse la testa “ a trentasei anni? Come hai potuto pensarlo?” la prese in giro.
Victoire si portò le mani al ventre e alzò lo sguardo sul marito. Lo riabbassò sulle sue mani intrecciate e lo rialzò di nuovo incredula.
Fece lo stesso gesto per tre volte, come se la sua mente volesse opporsi con tutte le forze, come se le volesse dire di non crederci che sarebbe rimasta scottata come sempre.
Invece, ogni volta che rialzava il viso, il sorriso di Teddy era sempre più ampio e le sue mani erano sempre lì, sul suo ventre, dove non aveva mai avuto il coraggio di appoggiarle, dove non aveva mai creduto di riuscire ad appoggiarle.
Le lacrime cominciarono a scorrerle liberamente sulle guance “ è vero” disse e Teddy non comprese se fosse una domanda o una constatazione, ma annuì  prima di baciarla dolcemente sulle labbra.
***
Damien era seduto in sala d’ aspetto al S. Mungo.
Non sapeva neanche lui perché fosse ancora là, dentro di sé continua a ripetersi che nessuno gli aveva detto di andarsene e magari potevano avere ancora bisogno di lui, ma in fondo al suo cuore sapeva che era solo perché voleva vederlo.
Sapere che stava bene. Gli sarebbe bastato.
Anche se non avrebbe mai potuto star con lui, anche se lui non l’ avrebbe mai amato.
Anche se lui amava una donna e una donna che anche lui ammirava e della quale era molto amico.
“ Ciao” Damien alzò gli occhi e vide Hugo Weasley davanti a sé che gli sorrideva.
Damien rispose al sorriso quasi imbarazzato “ Come sta Ron? E la Signora Weasley?”  chiese un po’ troppo in fretta, quasi come se volesse giustificarsi per essere ancora là.
Hugo sorrise senza rispondere alla domanda e si sedette accanto a lui.
Damien si limitò a guardarlo, quasi stupito, non aveva mai avuto molta confidenza con Hugo.
Sì, certo, avevano frequentato Hogwarts assieme e con il fatto che suo padre era uno dei suoi capi e con la fama che aveva sua madre e la sua famiglia in generale, lo aveva continuato a vedere anche fuori dalla scuola, ma non l’ aveva conosciuto mai davvero a fondo.
“ Stanno bene, grazie” rispose Hugo e Damien annuì “ quindi immagino che tuo padre non abbia bisogno di me”
Hugo rise scuotendo la testa “ mio padre ha bisogno di un buon sonno e di essere reidratato, ma io credo che questo tu lo sappia benissimo” gli disse e Damien abbassò la testa “ sì…quindi, io potrei…dovrei andare” disse, sentendosi scoperto e alzandosi in piedi,  ma Hugo lo fermò per un polso.
“ Per quanto tempo riuscirai a dirti che è giusto così?” gli chiese e Damien spalancò gli occhi.
Non poteva riferirsi…come faceva a saperlo?
“ Che cosa?” chiese in un sussurro, con timore di quello a cui poteva riferirsi.
“ Scorpius” la voce di Hugo era diretta e sincera, come se sapesse quello di cui stava parlando.
“ Lui è innamorato di mia cugina e soprattutto lui è etero” gli spiegò con un sorriso particolarmente furbo.
Damien aprì leggermente la bocca. Era ufficiale, lui sapeva.
“ Te l’ ha detto Harry?” gli chiese, alzando leggermente la voce. Come si permettevano di sparlare di lui.
Come si permetteva Hugo Weasley di dirgli cosa fare?
Hugo scosse la testa “ mio zio è sempre molto discreto” rispose Hugo “ quindi non preoccuparti non lo dirà a Scorpius” continuò immediatamente e Damien rilasciò il respiro, capendo che era quello che aveva temuto fino a quel momento.
“ Ma cosa gli dirai quando ti chiederà come hai sconfitto l’ Imperius? Perché è stato per lui, vero?”
Damien non sapeva se leggere un’ accusa nelle domande di Hugo e si limitò e portarsi le mani davanti al petto facendole strusciare l’ una con l’ altra, con fare nervoso.
“ Non è detto che debba saperlo” rispose e Hugo sorrise come se l’ avesse appena colto in fallo “ giusto, perché tu vuoi solo che sia felice, giusto?”
Damien sospirò “ hai intenzione di dirmi dove vuoi arrivare o me ne devo andare per farti smettere?” gli chiese spazientito.
“ E la tua felicità?” gli chiese “ non pensi a te? A quello che potrebbe rendere felice te?” continuò “ non pensi ad aprire il tuo cuore invece di tenerlo sigillato per soffrire per un amore che non potrà mai corrisponderti?” chiese infine.
Damien scosse la testa “ sei davvero incredibile!” esclamò, ma Hugo capì che non era un complimento dal tono acceso dei suoi occhi “ tutta questa pantomima per dirmi che potrei essere felice con qualcun altro?” gli chiese arrabbiato.
Gli occhi azzurri di Hugo Weasley s’ illuminarono di un bagliore “ tutta questa pantomima” ripeté usando le sue parole “ per dirti che potresti essere felice con me” specificò e Damien sbatté piano le palpebre e fece un passo indietro “ io…io…non capisco cosa stai dicendo” .
Che cosa stava facendo? Si stava offrendo per avere una storia con lui? Ma se si conoscevano a malapena.
Hugo si alzò e affiancò Damien “ io credo che tu l’ abbia capito benissimo” gli sussurrò, poi fissò i propri occhi nei suoi “ ma assicurati di essere pronto ad essere davvero felice, perché io non voglio essere la seconda scelta di nessuno” aggiunse, prima di girare le spalle e lasciarlo immobile e stupito.
***
 “ Albus”
Alice si risvegliò sussurrando il nome del marito e volse la testa ignorando i picchi di dolore che le inviava, giusto in tempo per vedere i familiari occhi verdi dell’ amore della sua vita.
Sorrise istintivamente “ Jenny?” chiese piano, mentre lui le prendeva la mano “ sta bene, è con tuo padre” le rispose “ a dir la verità è stato proprio tuo padre a portarti qua, perché io non c’ ero. Aly, io non ero con te e tu hai rischiato di morire. Non sai quanto mi dispiace, sono stato stupido, ma tuo nonno aveva appena capito che Allock era il complice di Dolohov…ah no, in quel momento c’ eri ancora…ma forse non te lo ricordi perché stavi aiutando Scorpius, ricordi di aver dovuto salvare Scorp…”
“ Albus” Alice cercò di modulare la sua voce che per quanto debole riuscisse a sovrastare l’ isteria di suo marito.
“ Lo so, ho sbagliato, lasciandoti sola, ho sbagliato e credimi mi…”
“ Albus Severus Potter, vuoi star zitto un attimo?” gli chiese innervosita.
Albus si fermò un attimo e prese un respiro, poi vide il cipiglio severo con il quale lo stava guardando e risucchiò il respiro immobilizzandosi.
“ Non hai niente di cui scusarti…ero con te, ricordi?” gli chiese ancora, più come affermazione che come domanda.
“ Scorpius stava male, mio nonno ha ricordato il nome di Allock e quindi ci siamo accordati che io sarei venuta all’ ospedale con mia madre e tu avresti aiutato tuo fratello a catturare Allock…”
“ Sì, ma tu sei stata ferita da quel maledetto e invece Allock lo abbiamo arrestato in un minuto, quello stupido non ricordava neanche come afferrare la bacchetta, al contrario di tuo nonno direi” disse ironico, riferendosi al fatto che Frank si fosse voluto togliere la soddisfazione di poter lanciare l’ incantesimo di cattura su Allock.
Gli era sembrata quasi una sorta di compensazione.
Albus si avvicinò al suo viso e appoggiò la sua mano “ dovevo, comunque, essere con te” le disse e Alice sorrise “ sai che sei così tanto esasperante che se non ti sopportassi io, non ti sopporterebbe nessuno?” gli chiese ironica e Albus le fece una smorfia “ non sei simpatica” la riprese.
Alice si sollevò sui cuscini “ oh sì che lo sono e tanto per la cronaca…” si fermò e gli diede un bacio a fior di labbra “ è così bello che ancora ti preoccupi così per me” asserì.
Albus le prese il viso con entrambe le mani  “ ti amerò sempre” le disse, prima di baciarla con passione.
***
Rose si tolse il camice da Medimago e se lo appoggiò sul braccio per uscire dalla stanza.
Non riusciva a credere di essere stata così ingenua.
Eppure Lily l’ aveva avvertita, le aveva detto i suoi sospetti su quel Medimago, ma lei si era lasciata affascinare dalla sapienza e da quanto lui poteva insegnarle.
Adesso poteva dire di sapere molte cose e, probabilmente, di essere molto più preparata di prima sulla cura di determinate malattie, ma non poteva credere che quasi tutto quello che sapeva lo doveva a quel maledetto di Dolohov.
Afferrò la bacchetta e senza pensare si smaterializzò a casa.
Appena i suoi piedi si posarono sul pavimento, Rose capì che doveva aver sbagliato qualcosa.
Quella non era casa sua, ma ormai la conosceva quasi come se lo fosse.
“ Ciao”
Rose si voltò e si trovò davanti Lorcan Scamander che stava scolando la pasta.
“ Bè, se volevi già rivedermi bastava dirlo” la prese in giro Lorcan e Rose storse la bocca.
Come aveva fatto a finire là?
“ Vuoi che te lo spieghi io?” le chiese Lorcan posando la pentola e avvicinandosi a lei.
“ Che cosa?” chiese Rose sovrappensiero e Lorcan rise “ come mai sei finita qua, vuoi che te lo spieghi io?” le chiese ancora.
Rose lo osservò un attimo, come aveva fatto a capire quello che aveva pensato?
Incrociò le braccia infastidita “ sentiamo” lo sfidò e Lorcan sorrise quasi in modo trionfante.
“ Le tre D “ le disse deciso e Rose assottigliò gli occhi.
Ormai capiva la mente di Lorcan e sapeva che il suo ex compagno Corvonero, aveva in mente qualcosa in quel cervello così astuto.
“ Hai pensato a me, hai visualizzato i miei occhi ed hai deciso di amarmi”
Rose riuscì a restare seria solo pochi secondi e poi scoppiò a ridere “ ma non c’ entra niente” si oppose con voce divertita.
“ Come no?” protestò Lorcan “ Destinazione, Determinazione e Decisione, vuoi un’ altra prova?” le chiese e Rose annuì divertita.
“ Hai pensato che avevi fame, visualizzato una buona pasta all’ Italiana e deciso di venire a sentire se come marito me la cavo in cucina”
Rose arrossì e si spostò da di fronte a lui “ Lorcan” lo riprese e lui sorrise alzando le mani.
“ Sì, lo so, hai bisogno di tempo, ma lasciami dimostrare l’ ultima cosa…” le propose e Rose si grattò la fronte in imbarazzo.
“ Sei la persona più pura che conosca…”
“ Ne abbiamo già parlato e non è stato piacevole” lo interruppe Rose e Lorcan sorrise, anche se con una punta di amarezza.
“ Hai ragione, quindi, direi di passare direttamente al dunque…le tre D” disse con voce divertita e Rose lo guardò non riuscendo più a trattenere il suo divertimento.
“ Decisione…” e le prese il viso tra le mani.
“ Determinazione…” e lo avvicinò al suo viso, sentendo il suo respiro caldo e affannato sulla sua pelle.
“ Destinazione” concluse, impossessandosi delle sue labbra.
Rose rimase per un attimo basita, le emozioni contrastanti che la assalivano. Il suo cuore che gridava di trionfo e che le faceva stringere lo stomaco in una morsa piacevole ed eccitante e il suo cervello che le diceva di aver paura e di continuare a pensare solo al lavoro.
Chiuse gli occhi e per una volta spense il cervello.
***
Lily e Scorpius entrarono dentro a casa dei Potter passando dal cancello, troppo stanchi e ancora deboli per smaterializzarsi e anche per camminare, entrarono nel giardino quasi trascinandosi dietro le gambe, ma pur sempre uniti, la mano di Lily dentro quella di Scorpius, come se si nutrissero ognuno dell’ amore e della forza dell’ altro.
Sentirono le grida dei bambini e Scorpius alzò il viso di scatto “ Syria” disse illuminandosi in viso e voltandolo da un lato all’ altro per cercare di scorgerla, invece i suoi occhi incrociarono quelli di sua sorella Aries.
La bambina si bloccò sul posto come se avesse appena visto un fantasma e il suo colorito divenne ancora più pallido facendone risaltare i suoi occhi grigi e spalancati dallo stupore.
Scorpius rimase fermo, non sapendo quale sarebbe stata la reazione della sorella. Se avesse ricominciato ad urlargli contro dubitava davvero che, in quel momento, avrebbe avuto la forza di sopportarlo.
Lily gli strinse la mano più forte, capendo che non stava muovendo un muscolo, perché lui, un uomo, temeva le parole di una ragazzina.
Sapeva che era sbagliato, sapeva che era folle, sapeva che i ragazzini erano volubili e molto spesso isterici, ma sapeva che amava sua sorella come non aveva mai amato nessuno prima di Lily e Syria, la amava a tal punto che le sue parole erano scalfite nella sua mente come piccole cicatrici: sei sbagliato, sei un mostro. Ed oltre ad averle dette una delle persone che amava più, quelle parole lo avevano ferito anche perché sentiva che era vero.
Invece fu solo questione di un attimo, le labbra di Aries si aprirono in un sorriso enorme “ Scorpius” gridò, cominciando a correre e attirando l’ attenzione anche degli altri due ragazzini.
“ Mamma! Papà! “ la voce di Syria, seppur rotta dal pianto, fu come un energizzante per Lily e il suo volto si distese immediatamente, pronta ad accogliere la sua bambina tra le braccia.
La prima ad arrivare fu Aries che quasi travolse Scorpius con il suo abbraccio “ credevo che saresti morto” gli disse e Lily era sicura che la sua voce fosse rotta dal pianto.
Dopo pochi secondi arrivò anche Syria, Lily tese le braccia, ma la bambina le diede solo un sorriso, prima di valutare che in quel momento quello di cui essere più gelosa era il suo papà e tuffarsi a sua volta tra le sue braccia, facendolo cadere all’indietro.
Scorpius batté la schiena già dolorante, ma non gli importava. In quel momento, non gli sarebbe importato neanche se un carro armato gli fosse passato sopra stritolandogli tutte le ossa.
“ Bè, visto che le due donne mi hanno snobbato, io mi prenderò Christian” scherzò Lily, abbracciando il nipote e alzando una mano per fare un cenno di saluto ai suoi genitori e a quelli di Scorpius.
***
“ E’ stata dura addormentarla”
Scorpius entrò in camera da letto e trovò Lily in piedi davanti allo specchio: il pigiama ancora tra le mani e il volto corrugato.
“ Che succede?” le chiese, avvicinandosi piano e facendo scivolare le proprie mani sopra alle sue braccia nude in una lenta carezza.
Lily rabbrividì e si morse un labbro per non voltarsi immediatamente e baciarlo con passione. Invece alzò lo sguardo e lo osservò da attraverso lo specchio: il suo viso era leggermente più scavato rispetto all’ ultima volta che erano stati in quella posizione; l’ uno nelle braccia dell’ altro e consapevoli di volerci stare. I suoi capelli erano più lunghi e la pelle del braccio dove era stata affissa la maledizione era ancora leggermente bronzea e una linea sottile e rossa sembrava spiccare al centro di esso, ma Lily non sapeva se era davvero quello o per ciò che quella cicatrice rappresentava.
Il pericolo di non rivedere mai più Scorpius.
Portò la propria mano sinistra a coprirle il suo braccio e sospirò “ siamo cambiati” disse piano.
“ Sono dovuta stare per mesi senza di te, temendo ogni giorno per la tua vita, crescendo la nostra bambina da sola”.
Scorpius annuì, comprendendo il suo sfogo “ lo so” disse con voce grave “ e non ho mai avuto dubbi che ci saresti riuscita…”
“ Sì, ma a quale prezzo?” chiese Lily, spostandosi leggermente da lui “ Syria ha sentito così tanto la tua mancanza, che stasera non riusciva a separarsi da te, ha voluto che la mettessi a letto tu, ha voluto che le tenessi la mano fino a quando gli occhi non le si sono chiusi di forza. Persino la tua algida sorellina è rimasta così scioccata da passare sopra a tutta la sua arrabbiatura per la felicità di rivederti vivo e soprattutto in te”
Scorpius si sedette sul letto e congiunse le mani. Non era esattamente così che aveva immaginato la loro prima notte di nuovo a casa.
Certo, poteva capirla, ma forse, proprio per tutto questo avevano bisogno di lasciarsi alle spalle quello che era successo.
“ Per non parlare di noi” riprese Lily “ io non so neanche più cosa voglia dire noi, non so cosa significhi avere un uomo accanto…”
“ Lily, cosa vuoi che ti dica precisamente?” le chiese, guardando i suoi occhi castani che amava tanto.
Credeva che anche Lily volesse lasciarsi tutto alle spalle, lo aveva creduto davvero, ma forse era stato un illuso a pensare che Lily potesse ricominciare e capire che niente di quello che era successo fosse colpa sua.
“ Non ho finito” lo interruppe alzando una mano e Scorpius aggrottò le sopracciglia incredulo.
“ Io non so più cosa voglia dire avere accanto un uomo che ti ama”
Scorpius balzò in piedi. Era impazzita?
“ Un uomo che ti sta vicino”
“ Lily”
“ un uomo che ti comprenda”  riprese subito, come se Scorpius non avesse cercato di interromperla.
“ Un uomo che ti capisce e che soprattutto capisce quando lo stai prendendo in giro” concluse con un sorriso malandrino.
Scorpius spalancò gli occhi, ma nonostante cercasse di evitarlo per non darle soddisfazione, le sue labbra si distesero, suo malgrado, in un sorriso e lei gli gettò le braccia al collo.
“ Brutta vigliacca” le disse lui, poggiando dolcemente le labbra sul suo collo e Lily rise piano “ dovevi vedere la tua faccia” rimarcò e Scorpius inarcò un sopracciglio “ ah sì ?” le chiese e assunse la sua espressione più minacciosa “ allora, adesso..” ma si bloccò, vedendo che Lily era indietreggiata di un passo.
“ Non volevo spaventarti” disse amareggiato.
Lily si avvicinò e gli mise la mano sulla guancia “ una donna deve fare un po’ di scena” gli sussurrò, mordendogli dolcemente il lobo dell’ orecchio “ non potrei mai aver paura di te” aggiunse e Scorpius le prese la mano che era sulla sua guancia per baciarle il palmo “ non fino a quando vedo di nuovo i tuoi occhi. Gli occhi dei quali mi sono innamorata” concluse e gli occhi di Scorpius brillarono di felicità.
“ Allora…” cominciò, sollevandola tra le braccia “ spero che tu sia riposata, perché credo che approfitterò di te per tutte le cinque o sei ore di autonomia che Syria ci concederà” continuò poggiandola sul letto e cominciando a deporle baci su tutto il collo.
Lily vibrò di passione e si aggrappò alle sue braccia per ribaltare le posizioni.
Baciò dolcemente il suo pomo d’ adamo, prima di scendere fino ad arrivare a quel buchino che c’ era proprio in fondo alla sua gola e Scorpius fremette “ sarai tu ad essere stanco dopo cinque ore in mano mia” si oppose e Scorpius rise, passandole una mano tra i capelli.
“ Mi sei mancata così tanto” le sussurrò e Lily sentì un groppo alla gola, come se quel macigno che continuava a portare dentro di sé si stesse sciogliendo.
“ Dimmi che non succederà più” lo pregò e Scorpius le mise entrambe le mani attorno al volto “ dimmi che io e Syria non dovremo più vivere in assenza di te” continuò con le lacrime agli occhi.
Scorpius le baciò una lacrima sfuggita dalle sue ciglia “ mai” le disse “ mai più finché avrò vita” aggiunse e quelle furono le loro ultime parole per molte, molte ore.
***
5 ANNI DOPO
“ Syria, almeno a Natale potresti per favore evitare di mettere i colori della tua casa?” le chiese sua madre spazientita “ sai che i nonni poi si mettono a litigare come due vecchie suocere”
Syria sbuffò e si tolse la sciarpa verde che aveva al collo “ perché Aries può ed io no?” le chiese indispettita.
“ Perché Aries non ha un nonno Grifondoro e uno Serpeverde” rispose Scorpius, arrivando da dietro con la piccola Sandy in braccio.
“ Sia” disse Sandy tendendo le manine e la sorella la prese in collo, cominciando a giocare con lei.
Alla fine Scorpius e Lily avevano atteso quasi tre anni prima di riuscire a pensare di nuovo ad avere un figlio, il dolore per quello perso era stato troppo forte per troppo tempo e Syria era stata pazza di lei anche se alla fine era stata una femmina e non un maschietto come da lei predetto.
Aveva detto che maschio o femmina, alla fine, lei e solo lei, sarebbe stata per sempre la principessa di papà, ma che per Sandy avrebbe anche potuto condividere il regno.
Lily mise due forcine colorate tra i capelli rossi di Sandy “ ci stava bene il verde” propose scherzosa Syria “ non m’ importa se avrò un’ altra figlia Serpeverde” rispose Lily, poi guardò Syria e Scorpius “ ma i guantini forse le stanno meglio rossi” disse, voltandosi per prenderli dall’ armadio e facendo scoppiare a ridere padre e figlia.
“ Tutte le mie donne sono pronte?” chiese Scorpius e al cenno affermativo si smaterializzarono.
Comparvero pochi secondi dopo in casa Potter.
Ginny e Astoria andarono loro direttamente incontro, mentre Draco e Harry stavano ancora litigando.
Jenny era a terra e giocava con una bambola e Remus il bambino di Teddy e Victoire la guardava incuriosito cercando di tendere le sue manine paffute di bimbo di quattro anni.
“ Dai, datemi i cappotti” disse Ginny “ non preoccuparti, mamma, li porto io di là” si offrì Lily, mentre Scorpius e le bambine si sedevano in mezzo a tutta la famiglia.
Lily alzò il viso per non inciampare con i quattro cappotti in mano e arrivò nel salotto, ma appena varcò la soglia si immobilizzò.
Aries e Christian si stavano baciando e da come erano coinvolti non sembrava neanche la prima volta.
Lily sorrise senza riuscire a trattenersi, aveva sempre sospettato che quei due sarebbero finiti assieme e cominciò a camminare all’ indietro.
Un passo. Due passi e…andò dritta addosso contro la porta vetri dell’ ingresso, cadendo a terra e causando un enorme fracasso.
Tutti accorsero e anche i due neo innamorati si affacciarono dalla stanza.
“ Zia Lily” la chiamò Christian raccogliendola, mentre Aries sembrava studiarla.
“ Non è niente…tornate a fare quello che eravate a fare” disse Lily, appoggiandosi al braccio di Scorpius che la stava guardando stupita.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo sfuggevole.
“ Che succede?” le chiese e Lily scosse la testa “ niente…assolutamente niente” si giustificò Lily e Draco rise “ sai, che sei sempre stata una frana a mentire, vero?” le chiese.
Lily alzò gli occhi al cielo e guardò un attimo i due ragazzi che spalancarono gli occhi per ammonimento, ma quel gesto non era sfuggito né a Draco, né a Scorpius.
“ Dov’ eravate voi due?” chiese Draco e Christian divenne rosso come un pomodoro.
“ Scorp, tieni tuo padre” lo avvertì Lily e Scorpius sbarrò gli occhi “ mi stai dicendo che…”
“ Ti sto dicendo che avremo un Natale di sangue, perché tuo padre ucciderà Christian e mio fratello ucciderà tuo padre…adesso, per favore, puoi andarlo a tenere?” gli chiese e Scorpius scosse la testa, come se avesse seguito tutto il suo discorso, ma ancora non capisse.
“ Hai del rossetto sulle labbra? ” chiese Draco sospettoso e  Christian fece l’ errore di portarsi la mano alle labbra.
Gli occhi di Draco si spalancarono e il suo colorito lasciò il suo solito pallido per lasciare posto ad un rosso acceso.
Lily pensò che adesso i due ragazzi sarebbero stati davvero nei guai e mentre suo fratello James scattava in avanti per difendere suo figlio e Draco cominciava ad urlare improperi, Lily pensò che erano sopravvissuti a tante cose, ma non sapeva se sarebbero sopravvissuti di nuovo ad una catastrofe del genere. Un Potter e un Malfoy che si amavano. Di nuovo.
FINE.

 

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