Loving brothers

di gol d anne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il suo fratellone ***
Capitolo 2: *** Piccolo bambino, piccolo combinaguai ***
Capitolo 3: *** Qualcun' altro a cui badare... ***
Capitolo 4: *** Dormire, che passione! ***
Capitolo 5: *** Grazie ***
Capitolo 6: *** La perfezione esiste ***
Capitolo 7: *** Mi andava così ***
Capitolo 8: *** Suggestione ***
Capitolo 9: *** Gatti e dolci ***
Capitolo 10: *** Nomi improponibili ***
Capitolo 11: *** Cake! ***
Capitolo 12: *** Campeggio! ***



Capitolo 1
*** Il suo fratellone ***


Il piccolo bimbo ascolta in preda all'impazienza il suo ritorno. Il ritorno del suo fratellone. Ad un tratto sente il rumore della maniglia di una porta e di passi strascicati. Cerca di scendere dal letto, ma le ferite fanno troppo male; allora rassegnato, con il magone che attanaglia la gola lo chiama.

-Fratellone Ace!- Lo vuole accanto a sé. Vuole il suo fratellone. L'unico che corre sempre in suo aiuto quando cade nelle trappole di quell'invasato marine. Ace entra nella stanza, adagia il suo cappello accanto a quello del fratello minore e si siede sul letto accanto al piccolo Rufy. Ha con sé una piccola cassetta contenente alcuni medicinali. Con attenzione cerca di scostare il candido lenzuolo dal visino del bambino ma l'orgoglio di quest'ultimo gli impedisce di lasciarsi guardare. Non vuole che Ace lo veda così. Lui non può piangere, perché un giorno diventerà il re dei pirati! A questo punto, il bambino più grande incomincia a parlare -Rufy, stai bene?- chiede preoccupato -Scopriti che tanto so già quello che è successo- aggiunge con la speranza di convincere il fratellino a lasciarsi curare le ferite. Rufy scosta il lenzuolo e Ace comincia a medicarlo e cerca di consolare il bambino. -Ora pesterò quel vecchiaccio, vedrai- dice sfoderando un sorriso -Non permetterò che tu ti faccia ancora male- soggiunse tornando alla precedente espressione apprensiva. -Anche tu ti sei fatto male...- sussurra Rufy -...per me- aggiunge avvertendo un vago senso di colpa. E' sempre stato così, anche quella volta. Se non ci fosse stato Ace a tirarlo fuori dai guai a quest'ora chissà che fine avrebbe fatto. Il bambino scruta, con i suoi grandi occhi ancora rossi di pianto, il volto assorto del fratello che armeggia con le bende. Quest'ultimo sorride una volta compiuto il lavoro -Io ti starò sempre accanto e poi l'ho fatto per te. Non importa quanto io debba ferirmi se è per il tuo bene lo farò volentieri e senza rimpianti- dice alzandosi. Rufy si avvicina a lui, lo trattiene, lo abbraccia e si avvinghia a lui. Non vuole che lo lasci solo. Ace scompiglia con una manina i capelli corvini del bambino -Tornerò subito- lo rassicura. Sicuramente le prenderà dal nonno, pensa Rufy preoccupato.

 

La sera, su quel futon, il piccolo Rufy appoggia un cerotto sul nasino spellato di Ace. -Ahi!- sentenzia lui. Come previsto è tornato pieno di lividi, ancora più malconcio di prima. Con un' espressione allarmata Rufy scruta il volto imbronciato del fratello -Ti avevo detto di non andare- lo rimprovera -Ora siamo tutti e due in punizione. Non volevo che ci finissi anche tu- aggiunge.

-Almeno possiamo stare insieme- dice raggiante. Sorride, allora Ace smette di fare il broncio e lo abbraccia. Bastano un po' di coccole per calmare la sua usuale euforia. Il bambino sospira -Ti voglio bene-. Ace dà un leggero bacio sulla fronte del fratellino, che scivola in un dolce sonno. Sul suo volto si dipinge un sorriso sereno. Rufy dorme profondamente sul petto del fratello, che lo stringe fra le sue braccia. Un sussurro -Ti voglio bene anche io. Sei l'unica persona per cui valga la pena di continuare a vivere-

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Capitolo 2
*** Piccolo bambino, piccolo combinaguai ***


Una luce, poi un boato.

Pioveva.

L'acqua scrosciava sul sentiero nella foresta.

Un bimbo correva tenendosi l'ormai zuppo cappello di paglia, calato sulla fronte. I piedini battevano veloci nel fango, che schizzava sui suoi abiti. Davanti alla casa sulla situata sulla cima del monte Corvo, un altro bambino lo chiamava. -Rufy!- urlò correndogli incontro. Si sentì un altro tuono e subito dopo un lampo. -Fratellone!- rispose il bimbo, saltandogli fra le braccia, zuppo dalla testa ai piedi. Si aggrappò al collo dell'altro lasciandosi trasportare. -Temevo che quel vecchio ti avesse di nuovo spedito da qualche parte- disse Ace stringendolo con più forza. -Infatti è così, ma per fortuna pioveva e gli sono scivolato dalle mani, così sono corso a casa- dice il bambino, guardando il fratello con occhi pieni di orgoglio. Ace ridacchia rilassandosi. Una volta a casa, stranamente deserta, Rufy scende dalle braccia del fratello e comincia a correre per tutta la cucina. -Rufy!- urla esasperato Ace -Ora mi tocca anche pulire tutto...- aggiunse sconsolato, mettendosi una mano nei capelli corvini. Il bambino si avviò in bagno, ma il fratellino lo scorge -Non voglio fare il bagno!- protestò rifilandogli una linguaccia. Rufy cominciò una fuga che purtroppo per lui, si esaurì quando il bambino, scivolò su di una chiazza di fango e finì a gambe all'aria, colpendo una parete. Ace lo raggiunse e sollevandolo per una caviglia, lo trasportò in bagno e iniziò ad insaponargli i capelli. -Ahi!- sbottò il piccolo, che si ribellò e tirò in faccia al fratello una manata di schiuma. -Smettila piccola peste!- si arrabbiò Ace, pulendosi le piccole guance lentigginose. Una volta finito il bagno e mangiato quello che aveva cacciato Ace durante la giornata, Rufy corse al piano di sopra, saltellando ovunque. Il fratellone lo raggiunse e cercò di farlo smettere -Scendi scimmietta- rise. Rufy si fiondò improvvisamente su di lui schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.

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Capitolo 3
*** Qualcun' altro a cui badare... ***


[-Devi proprio essere felice, Rufy. Ora hai due fratelli maggiori- Makino]

 

 

Bum! Crash!

-Ace!-

Ace si svegliò di soprassalto e corse in cucina. Si era di nuovo addormentato improvvisamente, questa volta almeno, si era appisolato sul divano e non in un posto qualunque come faceva di solito. Dannata narcolessia! Si arrestò sulla porta e vide un piatto in frantumi, Rufy appeso ad una mensola e il piccolo Sabo in preda al panico che cercava di spegnere l'incendio. Sabo era andato a vivere con loro quando la situazione al Grey Terminal si era fatta più pericolosa di quanto già non fosse. Il piccolo Sabo era già amico di Ace, quando Rufy venne affidato a Dadan.

-Ma che avete combinato?!- sbottò Ace correndo a recuperare il bambino che ondeggiava pericolosamente. Rufy lasciò andare la mensola e cadde tra le braccia del fratello, che lo affidò al bimbo biondo e corse a spegnere il fuoco. All'istante si voltò verso i due fratellini minori con aria severa -Che avevate intenzione di fare?- li rimproverò, accingendosi a raccogliere i cocci sul pavimento. Rufy si stropicciò gli occhietti e Sabo si accucciò di fianco a lui, scompigliando con una manina la zazzera corvina del bimbo, vezzeggiandolo -Avevamo solo fame...- rispose. Lo stomaco di Rufy brontolò -Uffa! Ho fame, Ace!- Ace sospirò -Va bene, allora preparerò qualcosa da mangiare- rivolgendo un' occhiata severa ai due bambini -Però, voi ve ne stati buoni-.

Il bambino più piccolo gonfiò le guancie indispettito, ma non ribatté e si sedette su di uno sgabello ad osservare il fratellone all'opera, imitato subito da Sabo.

Ace si guardò attorno smarrito. Con la manina si grattò la nuca pensieroso.

Prese una padella e la mise sul fuoco. Si avviò deciso verso il frigo, sempre seguito dagli occhi impazienti dei due fratelli. Aprì lo sportello e tirò fuori un piatto di carne. A Rufy brillarono gli occhi -Carne!- allungò il braccio per afferrare il piatto. Sabo si gettò sul bambino impedendogli di avventarsi sul piatto. -No, Rufy!- protestò, intento a fermare il bambino. -Smettila! Non puoi mangiare il cibo crudo!- esclamò Ace. Rufy tornò serio e si mise a dondolare i piedini in un disperato tentativo di trattenersi. Mentre Ace si accingeva a mettere il cibo a cuocere Rufy urlò -Sabo! Sabo! Giochiamo!-

-Va bene, va bene- sorrise l'altro. I due bambini iniziarono il gioco. Rufy, scuotendo i piedi, lanciò uno dei suoi sandali, che finì proprio sulla mensola sopra il fornello.

Sbam! Pluf!

Il recipiente di salsa, che vi stava sopra si rovesciò, riversando il contenuto sulla testolina scura di Ace. Il liquido colava dai capelli alle guance lentigginose, fino nella maglietta del bimbo. In un muto silenzio Ace posò il piatto di carne sul ripiano della cucina, chiuse il fornello e si girò minaccioso verso i fratelli. All'inizio i due bambini scoppiarono a ridere, ma vedendo il viso arrabbiato del fratello, corsero via. Ace li rincorse, ma Rufy sparì in camera e chiuse la porta, scampando al fratello. A quel punto Ace sospirò, raggiungendo Sabo, che armeggiava con il pomello della porta. Appoggiando la schiena ad essa, disse -Esci da lì. Non sono arrabbiato-. Sabo lo guardò corrucciato.

Rufy sbottò -No! Lo sappiamo che sei arrabbiato!- Ace sconsolato, si lasciò scivolare sul pavimento -Non sono arrabbiato, ti ripeto- disse -Comunque, il mio compito è proteggervi, non farvi piangere-. Sabo sorrise, mentre il piccolo Rufy girava la chiave nella porta, socchiudendola. Scrutò i due fratelloni con occhi dolci -Scusa se ti abbiamo fatto arrabbiare- disse rivolto ad Ace, suscitando la contrarietà di Sabo. -E io che avrei fatto?- disse lui.

-Combinate sempre casini voi due...- sorrise Ace. A quel punto, anche Rufy e Sabo scoppiarono in una risata. Ace pizzicò loro le guance -Ahi!- protestarono -Avevi detto che non eri arrabbiato!- urlarono all'unisono. Ace ribatté -Almeno questo non ve lo leva nessuno.-

 

 

 

Angoletto dell'autrice: Ecco un nuovo capitolo! [Ma chi ti vuole! Vai a lavorare! nd. Tutti]

Un grazie speciale alle persone che mi seguono e che mi danno la gioia di recensire le mie fic ^.^ Domo arigatou minna-san. * inchino * vi adoro^.^

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Capitolo 4
*** Dormire, che passione! ***


Il sole stava sorgendo e Rufy già faceva i capricci.

-Ace!- gridava -Svegliati, fratellone ho fame!-disse saltando sulla pancia del fratello, che stanco per la nottata passata in bianco si svegliò di malavoglia -Rufy...vai da Sabo, io sono stanco- piagnucolò. -Uffa!- protesta il piccolo. -Sabo! Sabo! Ho fame!- urlò rivolgendosi al bambino biondo, che dormiva pacifico lì accanto. Sabo non voleva proprio saperne di svegliarsi. Mugugnò qualcosa di indistinto per poi voltarsi e continuare a dormire. -Va bene, allora mi alzo io- si rassegnò Ace alzandosi. -Si!- urlò Rufy aggrappandosi alle spalle del fratello -Cibo! Cibo!-

Una volta scesi in cucina, Ace sistemò Rufy sul solito sgabello e si mise a trafficare con le pentole. Il rumore svegliò il piccolo Sabo, che dopo poco scese anch'esso affamato. Ace stava preparando la colazione, quando...

Sbam!

-Ace! Togli la faccia dal piatto!- gridò Rufy. Lo scosse, mentre Sabo scoppiò in una sonora risata. -Eh? Mmh?- mugolò il bambino riscuotendosi. Sabo sorrise -Sei buffissimo così tutto sporco- Anche Rufy ridacchiò e prima che Ace possa fare qualunque cosa, il fratellino gli leccò via l'impasto da una guancia. -Ehi! Fermo, ma che fai!- protestò Ace. -Ho fame!- ribatté Rufy. Ace si rimise a preparare la colazione. Sabo nel frattempo, si avviò al lavandino per prendere dei bicchieri e dell'acqua.

Quando la colazione fu pronta, i bambini vi si fiondarono sopra con una voracità inaudita. -Usciamo!- propose Rufy. Il bambino corse verso la porta ed Ace e Sabo si sbrigarono a seguirlo -Aspetta Rufy!- urlarono, ma il bambino era già sparito fra l'erba alta, del prato su in collina. I fratelli lo raggiunsero e una volta arrivati sotto un grande albero, Rufy si sedette e si stropicciò gli occhietti. Sabo si chinò e lo guardò corrucciato -A quanto pare, nemmeno tu hai dormito molto- affermò strofinandogli la testolina. Ace e Sabo si sdraiarono contro il tronco della grande pianta. Rufy si buttò divertito fra di loro, accomodandosi e stringendo il braccio di Ace. -Mi piace stare con voi fratelloni- sussurrò dolcemente. -Staremo sempre con te- disse Ace. -Certo- convenì Sabo, sorridendo insieme ai fratelli. -Possiamo dormire ancora un po'?- chiese assonnato Rufy.

-Tutto quello che vuoi- risposero i bambini, che si assopirono subito, crogiolati dal caldo sole della giornata.

 

 

 

Concedetemi questo angolino: Non so davvero da dove sia uscita questa fic. Forse è perché in questo periodo ho davvero bisogno di dormire un po'. -.- Che stress.

Sabo: Ehi! Vedi di scrivere qualcosa di decente la prossima volta!

Io: Perché vengo sempre interrotta dalle persone...T.T

Ace:Che succede qui?

Io: Ace piccolo! * lo abbraccia*

Ace: Lasciami arpia!

Io: No! Mio, bambino, mio...* abbraccia anche Rufy e Sabo*

Rufy : Lasciaci!

Io: No, non scappate!.. ç__ç

 

Si, sono malata -.-

Comunque grazie a tutti di aver letto le mie storie. Spero vi piacciano. Le vostre recensioni mi tirano davvero su di morale. Domo arigatou minna-san ^.^

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Capitolo 5
*** Grazie ***


La bianca spuma si infrangeva sugli scogli.

La leggera brezza sorvolava il mare e scompigliava l'erba sul ciglio della scogliera e scompigliava le spighe di un campo di grano, si portava dietro la voce di un bambino.

-Ace! Sabo!-

Il piccolo Rufy, correva incontro ai due fratelli, che stavano amabilmente schiacciando un pisolino, sotto le verdi fronde di una quercia.

Il bambino saltellava tra le bionde spighe, felice e sorridente.

Il sole stava ormai tramontando e la luce ambrata illuminava i volti sopiti dei due dormienti bimbi.

I cappelli calati sugli occhietti e le mani dietro la nuca. Rufy arrivò correndo sotto le fronde del grande albero e saltò entusiasta sulla pancia di Ace, finendo poi addosso all'altro fratello.

-Ah!- Ace e Sabo si svegliarono e urlarono all'unisono. Ace si portò le mani al ventre -Rufy! Ti avevo già detto di non saltarmi sulla pancia-.

Sabo, da parte sua, aveva ancora il bimbo addosso. Lo scansò e si massaggiò la testolina bionda, sbattuta nel contraccolpo -Cosa c'è, Rufy?- chiese sbadigliando. -E' una cosa importante!- disse Rufy battendo i palmi sul petto di Ace e gonfiando le guance indispettito. -Dimmi allora- lo spronò quello, prendendo fra le mani quelle del fratellino. -Makino ci porta alle giostre!- urlò Rufy, sorridendo raggiante. -Davvero!?- il viso dei due bambini si accese di entusiasmo. -Andiamo a casa- disse Ace alzandosi. -Arrivo prima io!- rise Rufy correndo verso casa. -Non credo proprio!- ridacchiarono Ace e Sabo correndo dietro al fratellino.


 

Makino stava aspettando i bambini sotto il portico della casa sul monte Corvo. Quella sera avrebbe portato i bambini alle giostre e non le importava se Garp non volesse. Se lui non lo veniva a sapere sarebbe andato tutto bene. Una lieve brezza portò alle sue orecchie il suono delle risate dei bambini che stavano tornando. Voltarono la curva e già stavano litigando -Non è giusto che vinci sempre tu!- protestò Rufy. -E' perché sono il più grande- sogghignò Ace. -Non centra- disse Sabo -Abbiamo la stessa età- concluse sbuffando. -Andiamo bambini!- li incoraggiò Makino.

Una volta arrivati, le colorate luci abbagliarono i bambini, che corsero subito verso il banco dello zucchero filato. Rufy lo ingoiò in un attimo, ma un pezzo gli rimase appiccicato al piccolo nasino. Ace , Sabo e Makino risero e Rufy li guardò con aria interrogativa. Ace staccò il pezzettino di zucchero dal viso del bambino, che tempestivo afferrò la mano del fratello e tracannò anche quel dolce residuo. -Ah!- urlò Ace al fratellino che gli rivolse un sorrisone. -Andiamo sulle giostre! Quella!- urlò Sabo indicando una colorata giostra a forma di nave pirata. Con entusiasmo i bambini salirono a divertirsi.

Quella sera quando Makino accompagnò i bambini fino a casa. Le cicale cantavano, le stelle e la luna splendevano nel nero cielo della notte. Rufy dormiva già della grossa in braccio ad Ace. Sabo era tra le braccia di Makino e stava per assopirsi. -Mi sono divertito questa sera- disse Ace rivolgendo un occhiata fugace alla ragazza che camminava al suo fianco. -Posso riportarvici quando volete- rispose lei sorridente -Devo ringraziarti Ace, per aver accolto Rufy e per quello che fai per lui. Ti vuole molto bene sai?- disse seria. -Lo so bene. E' solo che questa è una cosa nuova per me. Non sono abituato a sentire dire alle persone che hanno bisogno di me...Quello che deve essere grato sono io- rispose ostentando un sorriso. -Sei un bravo bambino Ace- disse Makino. -Ehi non canzonarmi- rispose lui imbarazzato. Una volta arrivati a casa, misero i due bambini a letto e Makino si incamminò sulla via del ritorno.

-Ehi! Makino!- la chiamò Ace -Grazie-.


 


 


 

Angolino: Grazie di aver letto la mia fic ^.^ Spero sia stata di vostro gradimento. Ma tanto lo so che fa schifo -.- Non mi convince mai davvero del tutto...

Rufy: Si! Le giostre! Grazie Anne onee-chan!

Io: O.o E te da dove sbuchi? Oh beh....*abbraccia*

Ace e Sabo: Mollalo! * calcio volante combinato*

Io: Noooooooo! * schiva per un pelo *

ASR: Arpia!

Io: Andate! La prossima volta le giostre ve li scordate! Però via adoro! ^.^ Bei bambini...

Ora salutiamo tutti chi sta leggendo anche queste cavolate... ù.ù

Tutti: Domo arigatou!

Grazie del sostegno.

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Capitolo 6
*** La perfezione esiste ***


Quella mattina il piccolo Rufy si svegliò presto. Teneva la testolina nascosta sotto le coperte e con le mani si aggrappava ai lembi del lenzuolo per coprirsi meglio. Ad un tratto sbucò impaziente dalle coperte per spiare i volti addormentati dei fratelli lì accanto. Li osservò con i suoi grandi occhi dolci da bambino e cominciando ad annoiarsi sbatté la testa sul cuscino. Proprio quel giorno in cui lo dovevano portare a pescare, loro dormivano della grossa. Accoccolato tra i due stava bene però, con loro il mondo si fermava e non sembrava più così ostile e malvagio. In quei momenti esistevano solo loro, i tre fratelli. Tranquillamente si crogiolò in quel dolce calore e si lasciò cullare da quel profumo familiare e rassicurante. L'idillio venne interrotto da un forte rumore proveniente dal piano inferiore. Lentamente i due bambini i si svegliarono e il piccolo Rufy cominciò a saltare euforico per la stanza. -Sveglia!- gridò. -Non urlare...- mugugnò Ace, ricacciando la testa sotto il proprio cuscino. Rufy scocciato salta addosso al fratellino biondo. -Sabo! Andiamo!- urlò nelle orecchie del bambino, che senza proferire parola gli lanciò un cuscino. Rufy lo scansò per un pelo e gonfiando le guance indispettito, cominciò a vestirsi. Saltellò su di un piede per infilare i pantaloni, ma si inciampò e finì a gambe all'aria. -Ahu!- piagnucolò. Di malavoglia Ace si alzò e si accinse ad aiutare il fratellino. -Aspetta...ti aiuto io- disse ancora assonnato ma sorridente. Sabo si alzò a sedere preoccupato -Ti sei fatto male, Rufy?- chiese. -No, non preoccuparti- rispose sfoderando un grande sorriso. Successivamente scesero in cucina a fare colazione e dopo uscirono per dirigersi al fiume. Una volta arrivati Rufy saltò subito su di una grande roccia. -Fratelloni venite qui!- gridò in preda all'euforia. Sabo gli porse una canna da pesca e iniziò a spiegargli come fare -Guarda Rufy, devi mettere l'esca sull'amo e poi tirarla....così- gli disse mostrandogli come fare. Dopo aver atteso a lungo, il primo pesce abboccò all'amo di Ace. Sfortunatamente era fin troppo grande e i tre fratelli si ritrovarono a lottare contro il forte pesce. Scivolando sull'umido della roccia, la canna scappò dalla mano dei bambini. Stava quasi per essere inghiottita dalle acque del fiume quando Rufy, riuscì ad afferrarla prima che scomparisse del tutto. Tirarono ancora più intensamente e alla fine riuscirono a pescare quel pesce gigante. Sfiniti ma felici si avviarono verso casa. Mentre camminavano nel folto della foresta, Rufy indicò qualcosa -C'è qualcosa là!- disse indicando un punto nell'ombra. All'improvviso si udì un ruggito e una grossa tigre uscì allo scoperto per attaccare i bambini. Spaventati se la diedero a gambe rallentati però, dal grosso pesce. Il felino continuava ad inseguirli e in poco tempo li avrebbe raggiunti. -Mollate il pesce!- urlò Ace agli altri due. La tigre si avventò su di esso e i bambini si scansarono all'ultimo momento. Velocemente Ace e Sabo portarono via Rufy, che cercava di attaccare il grande mammifero. -Lasciatemi! Quella si è presa il nostro pranzo!- si dimenava tra le loro braccia deluso. -Uffa! Proprio ora che ne avevamo pescato uno grande! - si lagnò ancora. Sabo lo consolò -Non arrabbiarti Rufy...possiamo sempre prenderne un altro- disse sorridendo. Al bambino tornò il sorriso -Va bene...- disse. Ace lo prese sulle proprie spalle e si incamminarono tutti di nuovo al fiume. Quella giornata non l'avrebbe scordata mai. Anche il solo fatto di passare il tempo con loro rendeva il bambino felice e appagato, qualunque cosa facessero. Dall'andare a divertirsi, a lavorare o scappare dai soliti brutti ceffi che gli davano la caccia. La sua vita non avrebbe potuto essere più perfetta. Con il viso appoggiato alla testolina di Ace, si rilassò pronto ad una nuova avventura. Teneramente sorrise -La perfezione esiste-. Autrice: Grazie di aver letto e spero sia piaciuta ^.^ Vi prego continuate a seguirmi mi date un grande piacere! Soprattutto grazie delle bellissime recensioni che mi lasciate XD Scusate se è un po' cortina. Baci <3

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Capitolo 7
*** Mi andava così ***


Quel giorno era iniziato con una prospettiva boriosa e si prospettava andasse avanti nella monotonia assoluta. Era un bel pomeriggio d'estate, le cicale cantavano e l'afa rendeva impossibile qualsiasi tentativo di divertimento. -Ace...Sabo...ho caldo- piagnucolò il piccolo Rufy, sdraiato sul pavimento della casa sull'albero. I due fratelli non erano da meno: grondavano anch'essi di calore. -Lo sappiamo...Rufy- disse Sabo mestamente. -Perché non andiamo a fare il bagno al fiume?- chiese speranzoso Rufy.

-Ma sei impazzito...tu non puoi nuotare!- gli fece notare Ace. -Eddai!- lo implorò Rufy. -Va bene, va bene...ma se cadi di nuovo in acqua non vengo a ripescarti- sentenziò Ace. -Tanto ci pensa il fratellone Sabo!- ribatté il bambino facendogli una linguaccia e nascondendosi nel morbido abbraccio del bimbo biondo. Si alzarono di malavoglia e Rufy riacquistò l'iperattività di sempre. -Andiamo...andiamo!- urlò prendendo per mano i due fratelli, trascinandoli nel folto della foresta. Zompettando veloce, Rufy arrivò per primo presso il grande fiume. Lo sciabordio dell'acqua copriva gli altri rumori. La grande cascata batteva sulle rocce e schizzava gocce fresche addosso ai bambini. Gli occhi di Rufy brillavano al pensiero di immergersi e trovare finalmente un po' di sollievo. Il bambino si lanciò verso l'acqua, ma venne fermato dalle mani dei fratelli che lo rimisero in riga. -Calmati scimmietta!- lo rabbonì Ace, caricandoselo sulle spalle. I bambini si avviarono verso la grande cascata. -Dove andiamo?- chiese confuso Sabo, grattandosi la testolina. -L'altro giorno ho scoperto questo posto, poi mi sono dimenticato di dirvelo- disse Ace ostentando un sorrisetto. Il piccolo Rufy si era accoccolato sulle sue spalle e per colpa del calore si stava addormentando. Si diressero verso una piccola apertura presso la cascata e la oltrepassarono. Si ritrovarono in una piccola grotta. L'atmosfera era idilliaca, la luce filtrava e colpiva piccole pietre lucide che brillavano quanto pietre preziose. -Wow!- esclamarono Rufy e Sabo, alla vista dal delicato gioco di luci che permetteva l'intera illuminazione della grotta. I bambini si lasciarono cadere sul terreno e si godettero l'aria fresca che aleggiava. Rufy saltellò fino ad arrivare vicino ad Ace e Sabo e gli saltò addosso, buttando entrambi a gambe all'aria. -Ma che fai!- sbottarono entrambi. -Mi andava così- sorrise il bambino abbracciandoli entrambi. -Ah, ti andava così eh?- ribatté Ace prendendo il bambino e solleticandogli il pancino. -Ahahahahaha!- rise Rufy cercando di divincolarsi. Sabo ridacchiando anch'esso, osservando la buffa scena. Ace pizzicò la piccola guancia del bambino sorridente e poi vi appoggiò la propria cullandolo teneramente.

-Sembrate due sposini...- li canzonò Sabo con espressione divertita. -Che hai detto!?- si arrabbiò Ace -Ce n'è anche per te!- aggiunse acchiappando il fratellino e iniziando a fargli il solletico, senza toglierli però un bello scappellotto. Sabo rideva e i due fratelli con lui. Affaticati si accoccolarono contro una parete, l'uno contro l'altro. -Questo sarà il nostro posto segreto...- disse Rufy cominciando a sognare magiche avventure. Ace ridacchiò -Certo, certo...- disse scompigliando la zazzera corvina del bambino. Rufy si sistemò meglio fra loro e sospirò sorridendo. Verso sera Ace e Sabo si incamminarono verso casa, trascinando un Rufy alquanto capriccioso. -Non voglio andare! Voglio rimanere qua!- urlò il bambino. -Rufy muoviti, torniamo domani- sentenziò Sabo. -Forza!- disse Ace caricandoselo nuovamente sulle spalle -Te lo promettiamo- aggiunse. -Va bene...- asserì Rufy abbracciando il fratello maggiore. -Vi voglio tanto bene...- disse in un sussurro il bambino. -Anche noi, tanto- ricambiarono i fratelli. Rufy si mise a ridere. La cristallina risata venne trasportata dal vento sempre più in alto, là dove riecheggiano quelle degli angeli.

 

Angolino: Grazie di aver letto anche questa schifezza ^.^ Ma come farei senza di voi? Grazie a tutti quelli che recensiscono ma anche a chi legge e basta. Domo arigatou. Purtroppo per problemi forse non riuscirò a postare prima della prossima settimana. Se riesco tanto meglio. Grazie a tutti ç__ç ( Perdonatemi se ho messo qualche battuta strana il fatto è che non dormo molto... <.<)

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Capitolo 8
*** Suggestione ***


La pioggia scrosciava incessante, ormai da giorni. I rivoli d'acqua colmavano la strada, trasformandola in un pericoloso pantano. I lampi accecanti squarciavano il cielo coperto di scure nubi. Durante questi ultimi, il paesaggio diveniva completamente bianco. Subito dopo, un violento tuono riempiva l'ambiente. Il piccolo Rufy osservava la pioggia cadere e bagnare la foresta, seduto sulla veranda, a riparo del tetto. Osservava rapito, lo scenario inspirando il dolce profumo umido della terra e dell'erba zuppa, aleggiante nell'aria. -Rufy!- lo chiamò Ace dalla cucina. -Arrivo...Mangiare, mangiare!- urlò correndo precipitosamente dal fratello. Nella foga travolse Sabo, che stava trasportando un vassoio recante tre bicchieri colmi d'acqua. Il vassoio volò dalle mani del bambino e i recipienti con lui, rovesciando il loro contenuto sulla testolina di Ace, che stava tranquillamente finendo gli ultimi preparativi. Scocciato, il bambino si voltò verso i fratelli e senza proferire parola alcuna, indicò loro i due usuali sgabelli. I due bambini, dapprima attoniti, si diressero ubbidienti verso i due soliti sgabelli. Ace tornò alle sue occupazione, mentre i fratelli, passato il disagio, iniziarono subito a fare baccano. -Voglio vedere quel film horror che danno in TV questa sera...- proferì serio Rufy. -Meglio di no...ti spaventeresti sicuramente- lo contraddisse Sabo -Io invece, non mi faccio intimorire da nulla- aggiunse spavaldo, puntandosi un dito al petto e assumendo un'espressione orgogliosa. -Figurati!- ribatté Rufy, riservandogli un leggero spintone. -Ah! Si!?- rispose Sabo, irritato. -Basta!- sbottò Ace, sedendosi di fronte ai fratelli e osservandoli di sottecchi. -Scusa Sabo...- disse Rufy pentito dei capricci appena fatti. -No, scusa tu, Rufy- sorrise Sabo scompigliandogli i neri capelli. -Così va meglio...- disse Ace sorridendo anch'esso -Però non voglio che guardiate quel film- aggiunse calmo. -Perché?!- domandarono all'unisono i bambini delusi. -Perché vi conosco e non è una buona idea. Chiudiamo qui la questione- imperò Ace alzandosi e una volta finito di dettare legge, iniziò a sparecchiare. I bambini incrociarono le braccia e gonfiarono le rosee guance, indispettiti. Quella sera i bambini attesero pazienti che Ace si addormentasse, per sgattaiolare in cucina e dare uno sguardo al film tanto agognato. Rapiti dall'avvincente storia e coprendosi gli occhi di tanto in tanto, per colpa di scene molto spaventose, si presero un bello spavento quando improvvisamente saltò la corrente. Saltarono sorpresi, stringendosi uno con l'altro, osservando l'ambiente circostante decaduto nell'oscurità più assoluta. Cautamente si alzarono, protendendo le manine in cerca di un appiglio per tornare in camera da Ace, che ignaro di tutto si era alzato, causa un improvviso languorino notturno. Tutti conosciamo l'effetto causato da un film di paura su due ingenui bambini, infatti sfortuna vuole, che Ace venne scambiato per uno dei mostri del film e attaccato senza ritegno dai due bambini. Preso alla sprovvista, il povero Ace, si ritrovò con un grande bernoccolo in testa, prima di riuscire a tranquillizzare e fermare i due tifoni. -vi avevo detto di non guardare quel film!- disse irritato Ace ai due fratelli, portandosi una mano alla testa. -Come fai a sapere che l'abbiamo visto?- chiesero sorpresi i bambini. -Ci sono due ragioni, uno: me lo avete appena confermato e due: solo voi potevate combinare questo solamente per un film- disse indicando il bernoccolo che svettava sulla sua testolina. -Scusaci...-risposero i due bambini all'unisono. -Vado a prendere la cassetta del pronto soccorso- proferì Sabo sparendo alla sua ricerca. -Faceva tanta paura...- confessò Rufy, congiungendo i due ditini di fronte al paffuto visino -Scusa ancora- aggiunse, osservando il fratellone con occhi innocenti. A quella vista, Ace non resistette e lo abbracciò forte -non fa niente- rispose. Rufy, tra le braccia di Ace, lo strinse forte, arpionandogli la maglietta con i pugnetti. Ace era ancora intento a coccolarlo e gli posò un tenero bacio sulla fronte. Rufy chiuse gli occhietti, crogiolandosi in tutte quelle sospirate attenzioni, sorridendo. -Non volevamo farti arrabbiare, fratellone- sussurrò Rufy dolcemente. Ace poggiò la guancia sulla tenera testolina del bambino. -Lo so, lo so- rispose in un soffio -non vi cambierei per nulla al mondo. Piccole pesti...- aggiunse sorridendo. Quando Sabo ritornò, applicarono un grande cerotto sul bernoccolo di Ace e filarono dritti a dormire come ordinò quest'ultimo. Dopo nemmeno una manciata di minuti, Ace avvertì dei passetti avvicinarsi al suo futon, -Fratellone...- sentì la voce di Rufy sussurrare cautamente. -Posso dormire con te?- chiese il bambino, aspettando titubante una risposta. -Ma certo- rispose con la voce impastata dal sonno Ace. Alzò le coperte e sentì il fratellino intrufolarvisi sotto. Subito lo strinse con le braccia, in cerca di affetto. Lo strinse accarezzandogli la piccola guancia finché non si assopì. Si abbandonò anch'esso al sonno cullato dal dolce suono del respiro del fratellino e la sua rassicurante presenza. Ne era sicuro, sarebbe rimasto con lui per sempre, a qualunque costo.

 

Angolino: Grazie per aver letto anche questa storia ^.^ Sono riuscita a postare finalmente...

Grazie mille a tutti i recensori, mi rendete felicissima e alimentate la mia voglia di scrivere.

Grazie ancora ^.^ Alla prossima...

Baci...Chuu!...Anne <3

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Capitolo 9
*** Gatti e dolci ***


Il silenzio regnava sovrano nella grande foresta. Il sole stava tramontando e tingeva il paesaggio di un tenue color arancio. La leggera brezza accarezzava le folte degli alberi, scompigliando le dorate spighe di un campo di grano, all'interno del quale si scorgeva un cappello di paglia muoversi veloce. Sotto a quest'ultimo, il piccolo Rufy si stava sbrigando a tornare a casa dai fratelli. Euforico muoveva veloce i piedini che battevano sulla nuda terra producendo un rumore sordo, testimone del suo passaggio.

All'improvviso un tenue suono si alzò nell'aria. Il bimbo si arrestò guardandosi intorno cercando la fonte di quel rumore. Attirato dai rumori, giunse ai piedi di un grande albero. Tra le nodose radici, il piccolo Rufy scorse qualcosa che si muoveva. Incauto si precipitò a soddisfare la sua infantile curiosità. Quello che trovò fu un gattino, raggomitolato su se stresso, tremante e smarrito. Teneva gli occhietti semichiusi e miagolava continuamente. Rufy non perse tempo e si tolse la maglietta per avvolgercelo e portarlo a casa. Prime però, si fermò per constatare che non ci fosse la mamma da qualche parte, ma l'esagerata magrezza della creaturina lo convinse a portarlo immediatamente con sé. Arrivando tutto trafelato nei pressi dell'abitazione iniziò a chiamare i fratelli -Ace! Sabo!- I fratelli uscirono sulla veranda e videro il loro fratellino correre portando fra le bracia un piccolo fagotto. Quando arrivò, i loro volti si illuminarono alla vista del gatto. Esaltati prepararono immediatamente un comodo giaciglio dove sistemarlo e ace scaldò un poco di latte per nutrirlo. Inteneriti e confusi cercarono di tranquillizzarlo. L'animaletto trangugiò avido il glabro pasto ed esausto si addormentò. Sognanti e rapiti dalla dolce bestiola, che riposava ormai serena, i bambini rimasero ad osservarlo a lungo. Quando il buio calò, Ace si alzò -Rufy...ci hai procurato un bel grattacapo- disse grattandosi la testolina pensieroso. Nonostante un'aria dubbiosa non riusciva a smettere di sorridere. -Forza...lasciamolo riposare. Si è già fatto tardi...mi pare di aver scordato qualcosa, ma non ricordo...- aggiunse pensieroso. I due bambini lo guardarono con aria supplice. -Ma io voglio restare qui...- piagnucolò Rufy, implorandolo con i suoi grandi occhi dolci. -Ma si, dai! Possiamo portare qui i futon- asserì Sabo euforico. -Si! Ti prego fratellone!- gridò Rufy saltando addosso al fratello , stringendolo forte. -Va bene, va bene...- acconsentì ace sorridendo, accarezzandogli la testolina. Si scostò un poco per prendere tra le dita le rosee guance del bimbo e pizzicarle leggermente, vezzeggiandolo. Aiutato da Sabo, trasportò i futon in sala, mentre Rufy saltellava allegramente intorno a loro. Improvvisamente si arrestò e rivolse lo sguardo al proprio pancino che emise in sonoro gorgoglio, reclamando cibo. Ace si batté una manina sulla fronte -Oh no! La cena!- urlò e corse sbrigativo verso la cucina. Trafelato aprì il forno e una nuvola di fumo riempì la stanza. Tutto fumo e niente arrosto. Questa frase da interpretare letteralmente, diceva tutto da sé. Sconsolato aprì la finestra e si accasciò a terra tenendosi la testolina tra le mani. Un rumore di passetti annunciò l'arrivo dei fratellini che emisero un sonoro motto sorpreso alla vista del disastro -No! La cena!- esclamando vedendo la telia bruciacchiata. -Ora come faremo! Moriremo di fame!- si lamentò Rufy, esibendosi in un lapsus di amletica disperazione. -Smettila, non moriremo di fame- lo rimbeccò Sabo. -Faremo così...andrò al supermercato, sperando di arrivare prima che chiuda- propose Ace alzandosi. -Vengo anche io!- lo pregò Rufy appendendosi al suo collo. -Va bene...ma mi devi ubbidire perché dobbiamo fare in fretta- lo avvertì Ace staccando il bimbo da sé. -Andate, ma sbrigatevi...- li incitò Sabo passandosi una manina sul pancino. I due fratellini si sbrigarono ad uscire. Ace teneva la manina di Rufy stretta nella sua, mentre correvano giù per il pendio della collina. Il cielo presentava ancora un accenno delle delicate sfumature rossastre e rosee, tipiche del tramonto. Entrarono ansimanti nello stabile, ma Rufy corse subito verso il reparto dolci, ignorando le raccomandazioni impartitegli precedentemente. -Fratellone! Fratellone! Voglio quello!- frignò indicando un enorme e colorato lecca-lecca. Si portò il dito indice alla minuta bocca, assumendo un'espressione supplice ed innocente, guardando il fratello con un paio di occhioni grandi e lucidi, dondolandosi sulle minute gambine. Ace chiuse gli occhi cercando di ignorare quella manina che si arpionava ruffiana alla sua maglietta. -Rufy...dobbiamo fare in fretta e comunque, quel lecca-lecca ti farebbe venire solo le carie ai denti e poi chi ti sente quando avrai male...io no, perché ti ho avvertito- cercò di giustificarsi il fratellone, sforzandosi di ignorare l'espressione puccia del bimbo. -Eddai!...- continuò imperterrito Rufy cercando di intenerire maggiormente il fratello. Ace aprì leggermente uno degli occhietti sperando che il bambino avesse cancellato quell'espressione adorabile dal suo visino. Un sospiro rassegnato si disperse nell'aria all'intero del locale.

 

 

Una volta fuori, Ace camminava veloce verso casa, tenendo stretta la manina del fratellino che entusiasta, rivolgeva tutta la sua preziosa attenzione al grosso dolciume che alla fine era riuscito ad estorcere. -Grazie fratellone- biascicò tenendo il lecca-lecca in bocca. -Riesci sempre a farla franca, piccola peste...- ridacchiò pizzicandogli la guancia. Rufy smise momentaneamente di mangiare , precipitandosi a schioccare un grosso appiccicoso bacio sulla guancia del fratello. Ridacchiando nuovamente, Ace se lo mise sulle spalle -Sei tutto appiccicoso!- disse continuando a camminare.

Quella scimmietta aveva il potere di stregarlo, constatò tra sé, accennando un sorriso.

 

To be continued...

 

 

Autrice: Chiedo enormemente scusa se non ho postato prima, ma il mio computer è in palla. Devo usarne uno provvisorio (non mio) e non sempre è disponibile ç__ç

La continuazione spero di riuscire a postarla presto...abbiate pietà dell'anima mia...

Comunque......grazie a tutti quelli che mi seguono e sopportano ^.^

A presto minna-san! Domo Arigatou!

Anne <3

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Capitolo 10
*** Nomi improponibili ***


Rufy saltellava allegro per la casa, continuando sempre a mangiare il grosso dolciume. Urlava discontinuamente, con quella sua vocina fanciullesca. -Fame! Fame! Fratellone sbrigati!- disse rincorrendo Sabo in sala, per poi saltargli sulle spalle. -Ehi!- protestò il bimbo biondo crollando a terra, fermando la caduta con i palmi delle manine. -Cavallo! Cavallo!- urlò di nuovo Rufy, che era finito a cavalcioni sul fratello e spiaccicò l'enorme lecca-lecca sulla guancia di Sabo. -Ah!- proferì il bimbo alzandosi, facendo cadere Rufy sul sederino, staccandosi di dosso la dolce arma. -Nooooo...sono tutto appiccicoso!- piagnò passandosi una mano sulla guancia. Constatando poi con orrore che non si staccava. -Ace!- chiamò. Il fratellone accorse e si batté una mano in fronte. -Rufy! Che hai combinato?!- esplose, mentre sulla sua fronte una vena iniziava a pulsare. Prese Rufy in braccio, che stava massaggiandosi il punto dolente e lo sbarellò sul divano, correndo immediatamente ad aiutare Sabo. Afferrò il braccio del bimbo e iniziò a tirare cercando di liberarlo. -Ahia! Così mi strappi il braccio!- protestò Sabo. Al limite dello sforzo la mano si staccò dalla guancia con un grosso ciocco. Ace perse l'equilibrio, in contemporanea con ilo fratello e finirono entrambi a gambe all'aria, provocando una risata incontrollata di Rufy. Il fratellone si rialzò e li acchiappò entrambi per un orecchio -Fate silenzio! O volete svegliare il gattino?- li rimproverò sottovoce, facendoli sedere sui soliti sgabelli. I bimbi si portarono una mano alla bocca scuotendo la testa. Ace tornò alle sue faccende, non prima però di aver confiscato il grosso dolciume, arrecandogli una sonora esclamazione contrariata. Rufy aveva già iniziato a sbuffare. -Che nome diamo al gattino?- disse improvvisamente Sabo. A Rufy si illuminarono subito gli occhietti -Lo scelgo io, lo scelgo io!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Ovviamente tutti i rimproveri contro i loro urli erano risultati nulli. -Silenzio!- gli intimò nuovamente Ace -Se non sono nomi inutili, va bene...- acconsentì poi. -Allora...- disse pensieroso Rufy, grattandosi la testolina -...Super Robottone!- disse battendosi il petto soddisfatto. -No!- sbottò Ace, lanciandogli la prima cosa che gli capitava sotto tiro, in questo caso la sua ciabatta, prendendolo in piena fronte -Avevo detto niente nomi stupidi! E tu cosa fai?! Tiri fuori uno dei nomi più improbabili dell'universo!- strillò rimettendosi poi al lavoro. -Uffa!- si lagnò il bimbo.

 

Una volta finito di mangiare, l'ora era già tarda ed Ace spedì i fratellini subito a letto. -Ma io non sono stanco!- piagnò di nuovo Rufy. -Forza...vieni e non fare storie...- disse Ace ormai stanco. Trascinò il fratellino in sala sul proprio futon. Sabo ormai dormiva della grossa, con una bolla che usciva dal piccolo nasino. Il gattino ancora riposava incurante di tutta la cacofonia che producevano i bambini. -Voglio un biscotto!- disse tutto ad un tratto Rufy. -No! Hai appena mangiato!- ribatté Ace irremovibile. -Ma uffa!- protestò il bimbo -Ehi! Perché non lo chiamiamo biscotto?- propose, illuminato da un improvviso colpo di genio. -Direi che può andare...- rispose il fratellone. -Siiii!- festeggiò entusiasta. Sospirò e si accoccolò sul futon del fratello, affondando il visino nel cuscino, mentre Ace era andato un attimo in camera per procuragli un pigiama. Il bimbo si alzò e prese la felpa del fratello, lasciata lì precedentemente da esso. Una volta tornato, Ace si arrestò sulla soglia, fermandosi ad osservare Rufy immerso nella sua felpa e cercava di infilarsela. Ridacchiò e corse ad aiutarlo, essendo troppo stanco per protestare. Il bimbo si alzò il cappuccio dell'indumento e immerse il nasino nel petto del fratello, che dolcemente lo coccolò teneramente. -Non preferiresti il tuo pigiama?- chiese Ace mentre delicatamente scostava il ciuffo ribelle dalla fronte del fratellino. -No- rispose secco il bimbo -mi piace il tuo profumo...- aggiunse arpionando con la manina la maglietta del fratello. Ace arrossì e gli posò un tenero bacio sulla guancia.

 

Autrice: Tadan!! Sono tornata per rompervi altamente con le mie storielle! è_é

A parte gli scherzi...scusate se è corto...<.<

Ace: Sei in enorme ritardo e ancora parli?

Anne: Nuoooo! ç__ç Perché mi fai questo? Io ti voglio tanto bene...*-*

Ace: Si, si come no! Se mi volessi bene non mi avresti storpiato in questo modo...

Anne: Che cattiveria....*scappa in lacrime*

Ace: Ora finisco io i ringraziamenti ^.^ ...Ehi! Niente faccine strane!

Anne: Scusa!!! * scappa di nuovo *

Ace: Quanto rompi...beeeene. L'autrice ringrazia di tutto cuore tutti quelli che la seguono e in particolare gli amati recensori. Un saluto e...Eh no! Quello non lo dico...

Anne: Dillo! O vedi cosa combino nel prossimo capitolo!

Ace: Un bacio enorme a tutti! Chuuu!...<.< Te la faccio pagare...

Love and kiss...Anne <3

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Capitolo 11
*** Cake! ***


Le verdi foglie ondeggiarono sinuosamente cullate dalla dolce brezza primaverile. Tiepida e leggera quest'ultima trasportò sulle proprie ali la voce squillante di un bambino.
-Ace! Sabo! - il bimbo correva a perdifiato su per la scoscesa collina erbosa esibendo un sorriso smagliante.
Trafelato raggiunse la casa sull'albero guardandosi attorno alla ricerca dei fratelli magfgiori.
-Rufy!- la voce del maggiore non si fece attendere, richiamando l'attenzione del bambino che corse sul tetto. I piccoli piedi del bambino batterono veloci sui pioli della scala; una volta in cima si ritrovò faccia a faccia con Ace.
-Cosa c'è?- chiese il magggiore, scrutandolo con aria interrogativa.
-Dov'è Sabo?- disse Luffy guardandosi attorno.
-Non c'è... ha detto che aveva da fare o qualcosa del genere... e comunque, non ti sarai precipitato qui per nulla... cosa è successo?-
-...e dove è andato?- chiese Rufy.
-Non cambiare discorso!!!- si infuriò Ace, colpendo con l'indice la fronte del bimbo facendolo finire a gambe all'aria.
-Ahia! Fratellone!...- piagnucolò Rufy, strofinandosi il punto dolente.
Ace gli si sedette di fronte -Allora...?- chiese sbuffando.
-Allora cosa?- chiese ingenuamente Rufy, facendo irritare maggiormente il fratello.
-sei corso qui urlando, sarà pur successo qualcosa!!!- urlò Ace, incrociando le braccia e puntando un paiuo di occhi severi in quelli del fratellino.
-Oh!Per quello... bhe a quanto pare Dadan e gli altri sono costretti ad andare... non ho capito dove...ma ce li ha mandati il nonno...- rispose titubante Rufy -...saremo soli per un paio di giorni...quindi...- raggiante rufy serrò le manine a pugno, portandole alla bocca, sbattendo le lunghe e folte ciglia, prorompendosi nella sua migliore faccia arruffianata -...quindi posso mangiare caramelle per cena?- sbottò.
L'espressione del fratello passò da imbarazzante sorpresa ad irritato stupore.
-Certo che no! Ruffiano!!- urlò assestandogli un sonoro scappellotto.
-Ma uffa! - Piagnò Ruf, massaggiandosi la nuca minuta e mettendo il broncio -...per favore fratellone!-
Ace sbuffò scompigliando i capelli corvini del bimbo e pizzicandogli dolcemente una rosea guanciotta -Facciamo così...questa sera con i soldi che abbiamo messo da parte, andremo a comprare gli ingredienti e ti farò una torta, ok?-
Rufy sorrise, saltando al collo del fratello e schioccandogli tre grossi baci su una guancia.
-Grazie fratellone! Andiamo, Andiamo! - ridacchiò il bimbo attaccandosi al braccio del maggiore a guisa di piccola scimmia e cominciò a tirarlo verso le scalette che conducevano fuori la casetta sull'albero.
Ace si lasciò trascinare con un radioso sorriso stampato sul bellissimo visino lentigginoso : il suo amato fratellino lo divertiva ogni giorno di più.
Recuperati i soldi, si diressero velocemente al villaggio.
Una volta entrati nel supermercato Luffy afferrò immediatamente un cestino e si buttò a capofitto fra gli scaffali.
-Luffy! Aspettami!- gli urlò dietro Ace. Lo recuperò che cercava di arrivare allo zucchero.
Si precipitò da lui appena in tempo per fermare l'imminente disastro.
Ovviamente Rufy non sapeva ancora controllare il suo potere con la conseguenza di sbagliare sempre mira.
Per poco i pacchi di zucchero non gli finirono addosso.
Con sguardo torvo, Ace scrutò il fratellino che esibiva un sorrisetto imbarazzato, grattandosi la nuca.



Una volta finito di fare la spesa corsero a casa e Rufy iniziò a saltellare per tutta la cucina -Torta! Torta! Torta!-
Ace ridacchiava mentre si godeva l'allegria del fratellino.
-Fratellone Ace, ma tu sai come si prepara una torta?- chiese pensieroso il piccolo inclinando la testolina.
-Ovvio che... mi sono fatto prestare un libro da Makino- rispose solare Ace.
battendo le manine Rufy, si posizionò su di uno sgabello a fianco del fratello e si sttaccò nuovamente al suo braccio, strofinando le paffute guanciotte su di esso emettendo un versetto vezzeggiativo -Awn! Grazie fratellone!-
Ace arrossì fino alla radice dei capelli e gli diede un tenero bacio sulla fronte.
Prese un grilletto e vi versò i primi ingredienti.
Una volta aggiunto il tutto continuò a girare l'impasto, mantenendo sul volto un'espressione assorta.
-Posso io?- chiese Rufy con occhi sbrilluccicosi.
-...mmm...Va bene, ma stai attento- lo ammonì Ace, lasciando l'impasto nelle mani del fratellino e si accinsea preparare il forno.
Rufy dapprima molto concentrato, spostò involontariamente la prorpria attenzione sul maggiore che in quel momento imburrava una torta.
-Spero che venga buona...- stava dicendo Ace -...visto che è la prima volta che facciamo una torta...ehi! Rufy!-
Il bimbo aveva inclinato troppo il grilletto e una parte dell'impasto stava gocciolando copiosamente sul pavimento.
-Oh no! - sbottò Rufy accorgendosi dell'errore lasciando andare gli utensili. Mentre ace lo raggiungeva, cercò di scendere dallo sgabello ma scivolò sul composto che era gocciolato a terra e finì con la faccia sul tavolato.
Il fratello, che si stava precipitando da lui, finì con lo scivolare anch'egli e sbattere contro il bancone della cucina.
Il grilletto per colpa dell'urto si era rovesciato nuovamente e versò il proprio contenuto sui visi esterefatti dei bambini.
Un tetro silenzio calò nel locale, tra lo sbigottimento generale e la grande delusione.
Trascorsi alcuni attimi rufy scoppiò in una fragorosa e genuina risata -Ahahahahahah!!! Fratellone sei così buffo!-
Ace, passata la confusione causata dalla botta, rise a sua volta pulendosi gli occhietti con il dorso di una manina.
Rufy si gettò sul fratello leccandogli via l'impasto da una guancia.
-Che fai!?! - sbottò Ace, cercando di allontanarlo, trattenendo un sorrisetto di felice imbarazzo.
Rufy ignorò il divieto e gli azzannò teneramente un orecchio.
-Ahia! Rufy!- si lamentò Ace alzandosi.
Rufy si risedette incrociando le esili gambine e dondolandosi osservando con i grandi occhi tutte le mosse del maggiore.
Ace prese un panno e lo ripulì dall'impasto, poi lo prese in braccio e Rufy si aggrappò al suo collo affondando il visino nell'incavo della sua spalla.
Lo depositò sul divano e tornò a ripulire.


Più tardi tenendo Rufy ben lontano dalla cucina,piazzandolo di fronte alla televisione, Ace fece un altro tentativo con gli ingredienti che gli erano rimasti.
Ormai era abbastanza tardi ma lo fece comunque.
-Sarà venuta abbastanza bene- pensò guardando l'impasto che versava nella telia.
Preparò anche il resto della cena e lasciandola poi al caldo nella pentola portò Rufy a fare il bagno.
Una volta finito si diressero in cucina per mangiare.
Successivamente Ace controllò lo stato di cottura del dolce che purtroppo aveva bisogno ancora di qualche minuto di cottura.
-Se non avessi combinato quel casino a quest'ora sarebbe cotto...- rammentò il maggiore al fratellino, che abbassò lo sguardo dispiaciuto.
Subito Ace gli diede un pizzico sul nasino -Ehi non volevo farti abbattere...sarà di sicuro buonissima...e per farti contento, ne potrai mangiare due fette, ok?- sorrise rassicurante.
Il visino del bimbo si illuminò e annuì raggiante.
Si diressero in sala a guardare la televisione, aspettando che la torta finisse di cuocere.
Rufy si sistemò fra le gambe del fratello e avvolto dal suo abbraccio e dalle coperta che si erano sistemati addosso si assopì.
Ace sorrise sentendo il respiro del fratellino che via via si faceva più calmo e regolare, e si rilassò appoggiandosi a lui.


Un forte rmore fece svegliare di soprassalto i due bambini. Una spessa coltre di fumo nero aleggiava nella stanza e il rilevatore antincendio duonava rumoroso ed incessante.
I due si guardarono allarmati -Oh no! La torta!-
Si precipitarono in cucina tossendo -Rufy apri la finestra!- urlò Ace correndo verso la fonte del problema. Aprì il forno e tirò fuori la telia rovente. Un'ammasso nero ed avvizzito faceva capolino dal bordo del recipiente, facendo inorridire i due bimbi.
-Uffa...- si lamentò Rufy appoggiandosi alla schiena del fratello.
-Sai Rufy...mi sa che per quanto possiamo provarci...siamo destinati a non mangiare nessuna torta- piagnucolò Ace amareggiato.
Rufy scrollò le spalle -Non fa niente...l'importante è che finalmente posso stare con il mio amato fratellone...- ridacchiò abbracciando il maggiore.
Il bambino guardò il fratello minore che lo stringeva. Sembrava un piccolo gattino. Lo strinse a sua volta, baciandogli la fronte.

ANGOLO AUTRICE:
Bene. So già cosa state pensando. Perché questa BAKA di un'autrice ci ha messo così tanto ad aggiornare? Ebbene devo scusarmi tantissimo gente ma ho avuto dei problemi di salute non indifferenti, non sto cercando scuse...d'ora in poi cercherò di riprendere la mia costanza. ù.ù Dunque...non vedevo davvero l'ora di pubblicare qualcosina e...
Ace: STOP!!!! * alza la mano *
Me: Cosa vuoi? O.o
Ace: Dopo questo schifo hai ancora il coraggio di chiedermi cosa voglio! D:
Me: Ebbene...?
Ace: * schiarisce voce * HAI FATTO UN CASINO E LA TORTA E' BRUCIATA!!...ORA LA FAI TU!! NO, NE FAI DUE! SGOBBA SCHIAVA!!
Me: ç_ç Ma...ma...ma...
Rufy: Autrice Onee-chan!! * zompetta per la stanza * Allora me la fai tu la torta?! *occhioni sbrilluccicosi*
Me: Si, tesorino te la faccio io la torta...piccolo lui...carino... * vaneggia a tempo indeterminato *
...Beeeeeeene, vorrei chiedere ancora scusa per la mia prolungata assenza e ora chiudo perchè a quanto pare devo preparare non una ma due torte!! :D
Baci pucciosi a tutti!
Anne <3

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Capitolo 12
*** Campeggio! ***


-Fratellone mi porti in campeggio?- chiese il piccolo Rufy sbattendo le lunghe ciglia folte. Guardò con aria piena di speranza il fratello. Ace guardò il bambino che ruffiano aveva afferrato il suo braccio e stringendoglielo gli aveva rivolto il suo solito sguardo amorevole al quale non riusciva a resistere. Sicuramente quello non era il momento migliore di andare in campeggio, essendo il periodo delle piogge. Rufy lo pregava con lo sguardo sfruttando il suo potere che ogni volta incantava il fratello. Arricciò le labbra sperando in una sua resa. Sapeva benissimo che gli avrebbe detto di no ma lui voleva davvero andare in campeggio. Volete saperne il motivo?

 

Pochi giorni prima, mentre Ace stava ancora riposando, il minore aveva iniziato a curiosare nella casa dei banditi dove i due bimbi stavano crescendo. Mentre scorrazzava per la casa, inciampò in una trave messa male e fece un enorme capitombolo. Quest'ultima si era scostata ed il bambino vide sotto di essa quella che si sarebbe rivelata una mappa del tesoro! Tutto eccitato la mise da parte volendo fare una sorpresa all'amato fratello. Ora non restava che convincerlo ad accompagnarlo.

 

-Dove vorresti andare in campeggio?- chiese il fratellone.

-A *******...- rispose Rufy abbassando il capo e gonfiando le guanciotte, aspettando la scenata del fratello che giustamente arrivò -Ma sei impazzito? E' dall'altra parte dell'isola e a breve inizierà il periodo delle piogge. Potrebbe succedere qualcosa!- sbraitò Ace, ma come ormai tutti sappiamo bastarono i grandi occhi marroni e lacrimosi di Rufy coronati da un labbro tremante che quest'ultimo acconsentì sbuffando. Si maledisse per non avere autocontrollo ogni volta che il fratellino gli chiedeva qualcosa, qualunque fosse il prezzo.

L'indomani partirono di buon ora. Rufy non faceva altro che pensare alla faccia che il fratello avrebbe fatto non appena gli avrebbe detto del tesoro. Strinse la sua mano e gli gettò un'occhiata di sottecchi. Sorrise sotto i baffi ed il fratello sospettoso lo interpellò -Rufy cos'hai? E' da ieri che sei strano, su dimmi cosa ti prende-

Rufy gonfiò le guance contrariato dai sospetti del fratello si impettì -Guarda che non mi prende niente!- disse. Ace ridacchiò e lo prese fra le braccia facendogli il solletico.

-Fermo fratellone! Ahahaha!- si mise a ridere il bambino sgusciando dalla sua presa. Corse avanti inseguito dal maggiore.

Camminarono a lungo, si fermarono giusto per sbocconcellare (se quello che fa Rufy si può definire così) qualcosa. Il bambino euforico come sempre sgambettava intorno al fratello non vedendo l'ora di arrivare a destinazione.

Quando finalmente giunsero nel luogo indicato dalla mappa Ace salì su un grande albero per preparare un rifugio per la notte. Sperava solo che il tempo avrebbe retto.

-Fratelloooooone!- lo chiamò Rufy a squarciagola. Ace saltò giù andando incontro al piccolino che munito di un sorrisone a trentadue denti ed una strana pergamena lo attendeva con trepidazione. Si avvicinò curioso. In lontananza si scorgevano già dei nuvoloni neri.

Il bimbo gli schiaffò in pieno viso la cosiddetta mappa del tesoro.

-Guarda fratellone! Ho trovato questa a casa e volevo farti una sorpresa! Vero che andiamo a cercare il tesoro?!- euforico gli si gettò addosso, abbracciandolo con trasporto. Ace si coprì il viso, arrossendo violentemente.

Rufy, fraintendendo, si incupì -Oh...non dirmi che ho fatto un pasticcio....- piagnucolò con voce tremante e grosse lacrime iniziarono a colare sulle guance piene. Il maggiore, avendo afferrato al volo la situazione, lo abbracciò stretto – Ma no, certo che no...- disse accarezzandogli la testolina -Grazie per la sorpresa!- ridacchiò.

-Domani mattina ci metteremo al lavoro ok?- continuò stringendolo ancora -Ora però devi darmi una mano, perché sta arrivando un grande acquazzone...meno male che abbiamo trovato questo albero enorme.-

Rufy tirò su con il naso ed annuì.

Barricarono come meglio poterono il loro rifugio, appena in tempo perché dopo poco aver finito, la pioggia iniziò a cadere fitta. Si infilarono nella tenda avvolti nei sacchi a pelo. Mangiarono osservando l'acqua che ormai aveva creato un vero e proprio fiume sotto l'albero che li ospitava.

L'indomani mattina Ace si svegliò per colpa di un raggio di sole che lo colpiva in pieno viso. Sentì qualcosa di caldo vicino a sé. Spostò lo sguardo e mise a fuoco a Rufy che durante la notte era entrato nel suo sacco a pelo e si era accoccolato contro il suo petto. La sua manina stringeva la sua maglietta e sentiva il suono regolare del suo respiro. Aspettò ancora un pochino prima di svegliarlo e quando lo fece gli diede un leggero buffetto sulla guancia. Dopo essersi alzati ed aver fatto colazione, si incamminarono dopo aver radunato le loro cose. La mappa segnava un punto sulla costa. Una volta arrivati, trovarono nel punto indicato una grotta proprio ai piedi della scogliera.

Quella zona era pericolosa in quel periodo, per colpa della terra franosa vicino alla scogliera che diventava ancora più instabile con la pioggia.

Scesero cauti. Si fermarono di fronte all'entrata.

-Grazie di avermi accompagnato- disse Rufy guardando il fratello.

Gli prese la mano e sorrise. Ace ricambiò e si incamminarono.

Si addentrarono ed il maggiore accese una torcia. L'acqua gocciolava dalle pareti e dal soffitto rendendo l'ambiente molto umido. Dopo una mezz'oretta di marcia intravidero una luce. Rufy iniziò a correre ed Ace dietro. Si ritrovarono in una radura. Vi era l'erba, alberi da frutto ed una casupola giusto nel centro che recava proprio sul retro un bell'orticello. Il tutto era circondato da pareti di roccia dura. Probabilmente si trovavano nel cratere di un vulcano spento. Quell'isola era una continua sorpresa per loro. Erano capitati letteralmente in un giardino segreto.

-Voi due cosa ci fate qui?!- una voce dietro di loro li fece sobbalzare. Si voltarono e trovarono Dadan che in piedi dietro di loro teneva in mano un vaso di primule. I due all'inizio scioccati, si misero poi a sghignazzare. La bandita si avvicinò loro -Non dite una parola in giro marmocchietti! Ho bisogno di mantenere una certa apparenza. Ora promettetemi di non deridere mai più il mio hobby altrimenti vi caccio di casa!- sbraitò la donna -Siete due pesti...avete trovato la mappa eh?- chiese. Rufy annuì sorridendo.

-Ma la mappa a cosa serviva?- chiese Ace. Dadan sospirò -E' la mappa per un covo segreto, nel caso ce ne fosse bisogno, ma finché non ne abbiamo bisogno posso farne ciò che voglio-

I bambini ridacchiarono e sorrisero.

-Ho nascosto quella mappa a casa come avete fatto a trovarla?- si accigliò la donna.

-Certo se quello era nascondere...l'ha trovata Rufy...- disse Ace sarcastico.

-Zitto marmocchio!- si infiammò lei.

-Possiamo venire qui ogni tanto?- chiese Rufy saltellando entusiasta.

-Ma si, si...- rispose Dadan.

 

Quella sera nel capanno, prima di addormentarsi, come al solito Rufy si infilò nel giaciglio del fratello.

-Grazie fratellone! Mi sono divertito tanto!- lo ringraziò accoccolandosi.

Ace gli diede un tenero bacio sui capelli e coprì entrambi.

-Grazie a te fratellino.-

 

 

Angolino buio dell'autrice:

Ma salve a tutti!

Quant'è che non aggiorno eh... >.>

Mi dispiace ma ci sono stati troppi problemi.

Spero di riuscire ad aggiornare ad intervalli regolari come all'inizio.

Detto questo spero vi piaccia. Credo di essere un po' arrugginita.

Baci, baciotti!

Anne <3

 

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