Blu

di NoeHP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lovers Opposites ***
Capitolo 2: *** Lost ***
Capitolo 3: *** You've Got the Love ***



Capitolo 1
*** Lovers Opposites ***


Prima di lasciarvi alla lettura del capitolo voglio dire solamente che in esso, sarà presente una scena flashback tra i due protagonisti, riconoscibile perché scritta in corsivo. Detto questo, ci troveremo a fine pagina con l’angolo dell’autrice ^^
 


Le luci soffuse e delicate emanate dal maestoso albero di Natale posto al centro della sede irradiavano la sala riuscendo a filtrare senza compostezza nei posti più remoti, quelli che si trovano tra un armadietto e l'altro.. dove non c’è spazio neanche per la polvere infiltrata. La settimana prima che l’albero fosse completo Jack aveva impartito ordini ben precisi ai membri della sua squadra sull’acquisto dei vari decori, in modo specifico per le palline colorate.
“Dovranno essere Blu. Non m’importa quanto tempo ci impiegherete per trovarle, né quanto ci verranno a costare: Trovate le MIGLIORI palline Blu entro domani...Voglio l’albero di Natale più bello della storia. ”
Nel corso dei giorni, diverse decorazioni erano state appese per tutta la sala; fiocchi e ghirlande si facevano largo tra quelle che sembravano postazioni per computer, e per le scale si avevano luci bianche e  grappi di agrifogli che ricadevano dai lati come se fossero cascate lucenti, intervallate da bacche rosse e foglie verdi.
L’albero ormai completo di qualsiasi ornamento risplendeva, ora che le palline Blu erano state messe qua e là proprio come il capitano aveva espressamente ordinato, le quali motivazioni però erano tutt’ora sconosciute. Era imponente, fermo senza muoversi e rilasciava non solo uno splendido chiarore, ma una strana sensazione di felicità e armonia, e rappresentava, più di ogni altra cosa, ogni singola persona che lavorava là dentro: Jack, Gwen, Tosh, Owen… Ianto.
Gli occhi Blu del ragazzo fissavano l’angelo sorridente con un flauto traverso in mano, posto sulla punta dell’albero. Era la Vigilia di Natale e Ianto Jones non riusciva a capire cosa avesse tanto da ridere quell’angelo sull’ albero. -Non c’è niente da ridere.- Pensò. Sospirava e risospirava; sopracciglia crucciate e aria persa nel vuoto. Lo stomaco in tumulto, il cuore che batteva rapidamente e gli occhi luccicanti di un’aurea magica che il Natale gli trasmetteva, ma sistematicamente anche colmi di malinconia. Il pensiero di Ianto ritornava continuamente ed insistentemente al mese  prima: Sapeva che sarebbe stato meglio non uscire quella sera, si sarebbe risparmiato un sacco di conflitti personali e non solo... infatti eccolo; amareggiato, deluso forse più da sé stesso  che da tutto il resto. Ma ci pensava lo stesso  e… insomma... Jack??? Il suo capo? Il capo più affascinante che  lui avesse mai visto e avuto, o quello più stupido che lui avesse mai conosciuto? No, l'affasciante. Poi dei brividi lungo la pelle, come se l’adrenalina scoppiasse a mille. Davvero si era illuso così tanto?? Veramente era riuscito a credere che tutto sarebbe andato per il verso  buono, almeno per una buona volta? Ed ecco che non riusciva a capire più niente quando ci pensava. Possibile che quell'uomo tanto splendido quanto bastardo avesse quell'effetto tipo calamita? E comunque lo diceva anche Toshiko: gli opposti si attraggono. 
Jack ... Dio, perché ci pensava? Era come se il suo pensiero invadesse i suoi spazi di continuo e molto egoisticamente non lasciasse posto ad altro, se non ad un lacerante mal di testa che durava per tutta la giornata.
-Ridi perché ti stai prendendo gioco di me vero angioletto? Ti faccio ridere eh? Passeremo il Natale insieme stasera…Soli tutti e due-
Silenzio. La base era completamente vuota e silenziosa in quei giorni, ma quella sera Ianto era lì: da solo a festeggiare il Natale che sarebbe arrivato, poiché nessuno aveva chiesto della sua presenza, neanche Jack, l’amante perfetto; lo stesso uomo che lo faceva impazzire, ma che un mese indietro si dimenticò della cena (tra l’altro rimandata un’altra volta) organizzata dallo stesso Ianto per festeggiare il proprio compleanno. La causa dell’assenza di Jack? Una serata passata a casa dell’amica Gwen a giocare ad una specie di Play Station. Quella sera, Ianto rimase nel ristorante fino alle 24-00, pronto ad aspettarlo con una rosa Blu nella tasca della giacca.
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“ Mi dispiace Ianto… per tutto, credimi l’ultima cosa che avrei voluto era farti del male dimenticandomene per la seconda volta. Mi sono scordato di chiamarti, mi dispiace veramente”
“Già… chiamarmi. Fammi indovinare: Per questo non sei venuto, vero? Perché eri troppo impegnato a scherzare con Gwen. Dico bene Jack? ”
 “ So che sei arrabbiato e ne hai tutto il diritto, ma ascolta: ti prometto che non succederà mai più. ”
Ianto voleva morire; Jack voleva scappare. Cercò di avvicinarsi al ragazzo tentando una carezza sulle spalle del ragazzo che si allontanò repentinamente come scottato. Sul volto ormai paonazzo piccole lacrime salate si facevano strada lungo la curve del naso.
“Balle… Balle! Sono tutte delle enormi balle! Non sono intercambiabile Jack! Per quanto mi stia bene tutto quanto, io non riesco a capire. Esatto, non riesco a capire cosa ti salti per la testa. Mi chiami quando ti servo… quando probabilmente devi sfogare le frustrazioni del lavoro: e allora a quel punto io esisto, vero? Nemmeno ti rendi conto che sono una persona reale, una persona fatta di sentimenti, con virtù e difetti. E probabilmente pensavo fosse un pregio stare al tuo fianco, quando adesso credo sia un errore. Amarti è un errore Jack.”
Poi con fare deciso Ianto prese la giacca posata sul ripiano, urtando la tazza colma di thè caldo posata sul tavolo di vetro che si ribaltò sul piano rotolando fino all’estremità delineata da un bordo in legno di Ciliegio per poi cadere bruscamente in terra e frantumandosi in tanti piccoli pezzi di ceramica. La bevanda rovesciata  in parte sulla cattedra e sul pavimento rilasciò un’inebriante profumo di vaniglia.
“Dove stai andando adesso? Ianto per favore…Possiamo far finta di niente”
“ FANCULO JACK! FANCULO NOI, E FANCULO QUESTO POSTO! Prova te a fare finta di niente, a me non interessa. Era il mio compleanno quello che da tempo dovevamo festeggiare! Sono stato tutta la sera da solo, fino alle 24-00 sperando e pensando che da un momento all’altro saresti arrivato. Ma evidentemente mi sbagliavo.” le braccia si agitavano bruscamente.
Le mani di Jack cercarono quelle dell’amante. Inutile.
Gli occhi di entrambi ormai pieni di lacrime. Jones avanzava già verso il grosso portone, Jack con passo rapido lo seguiva.

“ Io farò migliaia di cazzate, ma MAI ti ho messo al secondo posto Jack. Neanche per una cazzata di motivo e tu nemmeno l’hai notato. Ah, dimenticavo… mi prendo una settimana di libertà… Il tuo cagnolino si è stancato. Non mi cercare perché non sarò reperibile, almeno non per te. Buon Natale.”
L’ultimo sguardo decisivo poi il grosso portone si chiuse portando il ragazzo al piano di sopra.
“Ianto…” sussurrò il Capitano.





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Angolo dell’autrice:
Buona sera a tutti! :) 
Dunque; da dove partire? Bene, la ff è nata così, per puro caso. Semplicemente ho voluto scrivere di Jack e Ianto, coppia che in Torchwood adoro! **
Personalmente ho cercato attenermi quanto più possibile ai caratteri dei due personaggi, e spero di esserci riuscita almeno un pochino. Perciò se volete farmi sapere cosa pensate della storia, basterebbe una piccolissima recensioncina! ^^
Ringrazio in anticipo tutte le persone che spenderanno un po’ del loro tempo a leggere, inoltre volevo aggiungere che questa “piccola” long fic, si dividerà in 3 capitoli, poiché anche se la mia idea era quella di una one-shot, devo ammettere che è venuta più lunga del previsto :P
Un’ultima cosa. Jack parla di “Palline di Natale Blu”. Il colore che lui sceglie, ma che non ne confesserà mai il perché della scelta, si tratta del colore degli occhi di Ianto, cioè Blu. Con questo finisco il mio discorso, buon proseguimento e un saluto a tutti :) 
NoeHP


 

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Capitolo 2
*** Lost ***


Da quella litigata i rapporti tra loro diventarono sempre più ghiacciati. Niente più incontri nello studio di Jack alle 14-30 p.m., orario nel quale gli altri erano a casa per la pausa pranzo. Niente più messaggi fino a tardi, niente colazione al bar più cool di Cardiff alle 7-30 della mattina, niente più passione. Niente sguardi tra loro; niente. Rimaneva solo un enorme albero di Natale muto che faceva compagnia ad uno Ianto scoraggiato da tutta quella frustante situazione.
Non seppe mai per quanto tempo rimase là in piedi sotto l’albero ma la sua coscienza gli diceva solo che nonostante tutto, nonostante la tristezza, l’amarezza … Infondo l’uomo della sua vita gli mancava terribilmente. E pur di averlo tra le sue braccia almeno per un secondo, quella sera avrebbe fatto qualsiasi cosa. Al costo di capovolgere il mondo per lui: al costo di riuscire a cambiare il moto dei pianeti, delle stelle e della luna. Ianto desiderava terribilmente Jack quella sera.
Poi ci pensò: -Sarà a casa di Gwen a festeggiare in Natale, ne sono sicuro. Ormai mi ha già rimpiazzato.-
Tirando un sospiro si sedette a gambe incrociate accanto all’albero e chinando la testa pigramente chiuse gli occhi pensando a lui.
Era così strano essere innamorato del proprio capo dopo che la stessa e identica persona ha ucciso crudelmente Lisa, la sua ex ragazza… cyber. E più ci pensava più i dubbi, domande senza risposta, affioravano nella mente del ragazzo confuso. Aprì gli occhi e guardò l’orologio al polso: le 23-30 p.m. Tra mezz’ ora sarebbe stato il 25 Dicembre: Natale. Il giorno dove tutti si riuniscono a casa per il mega cenone, stare con gli amici e parenti, giocare fino all’ alba e cantare mentre al pianoforte viene intonata una nuova versione di “White Christmas”, magari quella di Michael Bublé. Invece lui era là: in compagnia solamente di un angioletto tanto splendido quanto beffardo con il suo smagliante sorriso d orato e di plastica.
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“Solo una prova… giuro che non sbaglierò!”
“Spiacente ragazzo ne abbiamo già visti e sentiti altri come te… per quanto ne so, e credimi che ne so, né a me che alla mia squadra serve una persona come te; grazie.”
Il sorrisetto di Jack quella mattina faceva intendere tutto. Loro non avevano bisogno di una persona in più.
“So chi siete e che cosa fate. Voi siete Torchwood: siete autonomi dal governo e da ogni sua legge, lavorate per conto proprio e date la caccia agli alieni che arrivano sulla terra tramite da quella che voi definite la fessura spazio-temporale. Una cosa piuttosto insolita… ma io potrei aiutarvi nella vostra base!” Il ragazzo camminava a passo veloce stando dietro al capitano che camminando guardava il cielo.
“ Non m’interessa il tuo aiuto ragazzo…sbaglio o l’ho già detto?”
“ Solo una prova. Chiedo solo una prova. Io potrei ehm… stare con voi, dare una mano dove e quando serve.”
“ Se ti servono soldi mi dispiace ma non è il posto adatto.”
"Non sono i soldi! Io voglio entrare a far parte di Torchwood!!”
Jack si girò indietro verso il ragazzo fissandolo. “Hai un nome ragazzo?”
“ Ianto… Ianto Jones.” Rispose tirando su la schiena per sembrare più alto e postato. Jack non parlò per qualche minuto rimanendo a guardare la persona davanti a sé. I suoi occhi azzurri, il suo naso non troppo grande ma nemmeno troppo piccolo, le sue labbra. Quel ragazzo avrebbe fatto parte di Torchwood malgrado tutto.
“Allora, sono preso? ”
Jack rinsavì dai pensieri. Poi sbuffò.
“ Domani mattina alle 7-30 davanti al molo. Sii puntuale, Jones.”

Il capitano sorrise mentre si lasciò alle spalle uno Ianto sognante e felice.
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Il cellulare squillò ostinatamente facendo sobbalzare Ianto che mise la mano un po’ tremante nella tasca sinistra senza però trovare nulla. Tastandolo con i polpastrelli nella tasca destra lo tirò fuori e lesse sul display acceso. Mamma.
Buttò giù di colpo rimettendo al suo posto il telefono. Jack, Jack, Jack… dove sei? Guardò l’orologio: 23-42, quasi e 43.
Ok; basta, era finita e poiché Jack non era arrivato neanche negli ultimi dieci minuti, Ianto si guardò intorno come se si aspettasse che l’uomo della sua vita uscisse improvvisamente da qualche parte. Vuoto. Silenzio. In seguito girò dal verso opposto e si diresse verso il grosso bancone di Toshiko dove aveva posato il lungo cappotto. Nonostante tutto cosa si poteva aspettare da un uomo che neanche al compleanno si era presentato?
Un rumore. Il ragazzo si girò di scatto con occhi vigili, la mano già sull’ impugnatura della pistola. Un altro rumore più forte proveniente dalla porta. Ianto impugnò la pistola e dopodichè si diresse lentamente verso l’entrata con gli occhi che scrutavano e il cuore che sembrava scoppiare. Un ladro? Impossibile. Si voltò indietro ma niente.
Successivamente i rumori divennero sempre più intensi.






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Angolo dell’Autrice:
Buonasera a tutti! Eccomi qui con il secondo capitolo di “Blu”… allora che ne pensate? Se volete potete lasciare una piccola recensione, giusto per sapere le vostre idee e darmi consigli!
Ma passiamo alla storia… Qualcuno ha già in mente da dove può provenire il rumore che sente Ianto?? Fatemi sapere!!!!
PS: ricordo a tutti che questo è il penultimo capitolo della mia piccola long, perciò sta per arrivare a termine =)
Bacioni e grazie a tutti, NoeHP ^^

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Capitolo 3
*** You've Got the Love ***


Un delicato profumo di acqua di colonia pervase il centro di ricerca mentre le luci dei vari settori lavorativi improvvisamente si accesero man mano tutte progressivamente. I rumori metallici provenienti dal portone-ingranaggio principale aumentarono il loro ritmo assordante. Successivamente un proiettile lanciato dalla semiautomatica “Beretta M9” di Ianto colpì più volte il materiale freddo, come se potesse servire a fermare chiunque o qualunque cosa stesse procurando tutto quel caos… o forse Ianto sparò semplicemente e automaticamente sulla difensiva anche se cosciente che nulla sarebbe cambiato. 
Silenzio. 
Dopo cinque secondi il ragazzo abbassò lentamente l’arma tenendola comunque tra le mani mentre il respiro iniziava a diventare più regolare e meno affannato; abbastanza riluttante camminò verso il grande l’ingresso cercando di essere silenzioso il più possibile e questa volta rialzando l’M9. Poi il profumo di colonia si fece di nuovo largo tra le narici del ragazzo che aggrottò le sottili sopracciglia guardando quell’inerme ammasso di metallo pesante a forma d’ingranaggio. 
Un lieve rumore dietro l’entrata chiusa. Ianto alzò improvvisamente la pistola caricandola e posando l’indice sul grilletto.
“Cazzo andiamo…” Imprecò con voce sottile.
Rumori di nuovo più forti, sempre più forti. Assordanti.
Respirando Ianto prese la mira e…
“Mi spieghi a chi staresti sparando?!? ” 
Jones si voltò di scatto. Poi il cuore sembrò saltargli in gola e di fretta profondare fino allo stomaco. La salivazione ridotta a zero. I battito cardiaco aumentò rapidamente e gli occhi si illuminarono di una luce magica. 
-Dio… allora esisti davvero?!?- pensò, decidendo di usare un tono serio e impassibile, almeno per il momento. 
“Jack… come hai fatto ad entrare? I rumori provenivano dal portone.” 
“ Ti sei spaventato eh? ” 
“ Io.. io non ho detto niente del genere… ho solo chiesto come hai fatto ad entrare. ”
“ Ho i miei segreti. Adesso perché non abbassi la pistola… per favore? ”
Imbarazzo? Rancore? Indifferenza.  Poi il nulla negli occhi di entrambi. 
“Oh si, certo; Scusa, pensavo fosse qualcuno di estraneo.”  
La voce di Ianto sembrava tremare. Abbassò la pistola e la posò sul tavolo più vicino alla sua portata. Le braccia di Ianto adesso erano conserte. 
“Che ci fai qui? ” chiese il capitano. 
“ Niente. Sono venuto a dare un’occhiata per controllare che fosse tutto apposto. Oggi è Natale e con tutto questo spreco di energia nella città temevo che la base potesse riscontrare dei problemi tecnici. Ma comunque adesso che è tutto apposto e che ci sei tu, io posso anche andarmene a casa.” Il ragazzo distolse rapidamente lo sguardo dall’uomo girandosi nel verso opposto e correndo a prendere il giaccone rimasto ancora sul tavolo di Tosh. 
Jack rimase fermo dove era continuando ad ammirare da lontano ogni singolo gesto del ragazzo. Quel ragazzo che era stato ferito, e che non lo meritava per niente. Quel ragazzo che AMAVA Jack ancora adesso, al costo della sua stessa vita. 
Jack silenzioso si avvicinò lentamente. Adesso riusciva a sentire il profumo di Ianto  e il calore che il suo corpo emanava. 
“ Mi dispiace Jack, ma non posso proprio rimanere. Ho dato appuntamento ad una vecchia amica dicendole che avrei passato il Natale con lei, e adesso si sta facendo tardi.” 
Bugie.
“ Non sei bravo a mentire con me Ianto. Non c’è nessuna amica che ti aspetta, lo so.” Jack afferrò il braccio del ragazzo di fronte a sé e con agilità lo avvicinò quanto più possibile a lui. Jones adesso guardava le labbra dell’uomo muoversi sistematicamente e poi  tirò un respiro profondo per non impazzire. Il cuore arrivato nuovamente in gola batteva veloce e ritmicamente. Poi  la mano del capitano toccò il petto dell’uomo il quale s’immobilizzò sotto il tocco magico dell’amante. 
-Dio ammattirò di questo passo… Ti prego Jack smettila.-  
- Mi sei mancato Jones, non sai quanto mi è fottutamente mancato toccarti.--

Rimasero diversi minuti guardando il loro riflesso negli occhi dell’altro. Immersi nel loro sublime piacere. Poi Jack si avvicinò a Jones, fino a che le loro bocche non si toccarono del tutto. L’unica cosa che Ianto riuscì a percepire furono le morbidissime labbra di Jack, poi la sua parte logica e razionale lasciò il posto ad un sali e scendi di emozioni turbinanti. Si: Ianto si era perdutamente innamorato del suo capo, come Jack aveva follemente perso la testa per il ragazzo, e non potevano nasconderlo ormai. 
Era una cosa magnifica; In quel momento non esistevano che loro. Solo loro. Solo lui, il suo Jack, per sempre. 
D’un tratto le pupille di Ianto si ridussero ritornando alla loro naturale grandezza e nonostante amasse baciare il suo uomo, indietreggiò istintivamente. 
“ No Jack. Non possiamo, e io devo andare.” 
Le risate di Harkness riecheggiarono dispersivamente nell’aria.
“ Ormai è successo Jones, fattene una ragione.”
Ianto si voltò. 
“ E va bene.  Sai cosa penso Jack? Si, penso che questo sia decisamente peggior Natale della mia vita! ”
“ Possiamo rimediare Ianto. Abbiamo ancora poco più di dieci minuti…Possiamo farlo diventare il nostro più bel Natale della nostra vita!” Jack si avvicinò fulmineo al ragazzo.
-Allora aiutami a rimediare Jack, dannazione!- 
“No. Io non credo Jack.” 
Con il respiro corto Ianto si girò, e per la terza o quarta volta cercò di andare a riprendersi il giaccone lasciato sul bancone.
-Oh andiamo Jack. Coraggio; fermami.. che aspetti?-  
 “ Senti… per l’ultima volta: mi dispiace.. ok?? So di aver sbagliato, lo so in pieno. E’ vero; mi sono scordato per ben due volte il tuo invito a cena, so che ci tenevi e non poco, e so anche che il mio comportamento difficilmente si può giustificare. Però voglio dirti una cosa Ianto. Nonostante tutto, ti amo... e sono pronto a farmi perdonare. Perciò adesso prendi le tue cose subito e andiamo, perché sinceramente stiamo perdendo solo tempo. ” 
“ Questa è bella Jack!”
“ Allora vieni o no? ” rispose Jack fissandolo negli occhi questa volta serio.  
“…. Dove dovremmo andare? ” chiese il ragazzo a braccia conserte.
“ Dio Ianto. Non ti basta sapere che verrai con me? ”
 Ianto si bloccò sul posto.
“Certo che no!”
Jack rise.
“ O beh, sei difficile vero?! Hai detto che volevi la cena no?! Bene, a casa mia ci aspetta una bella cenetta preparata con le mie mani… Allora ci stai? Certo non so come sarà venuto il tutto. Spero solo di non avvelenare nessuno!”
Ianto guardò Jack per quelli che sembrarono cinque secondi, con sguardo serio, successivamente un largo sorriso si fece strada tra le sue labbra, mostrando i denti bianchi e perfetti. Alla vista di Ianto ridere, Jack sospirò girando gli occhi al cielo ridendo anche lui. 
Ostilità finita? 
“ Allora, è un si? ” chiese il Capitano mentre rideva. 
Lo sguardo di Ianto emanava luce, un chiarore negli occhi finalmente ritrovato. Adesso si! Si, Ianto era fottutamente felice con Jack accanto.
Il giovane prese il suo capitano per il colletto del giaccone e avvicinandosi lo baciò. Fu un baciò dolce, non lungo, ma intenso. Uno di quei baci che a stento riesci a dimenticare perché troppo raffinati e desiderati da troppo tempo. 
L’orologio al polso di Jack suonò; segno che la mezzanotte era arrivata, e con lei arrivò anche il giorno di Natale. 
I due si staccarono; i loro sguardi incrociati parlavano da soli. 
“ Non ti lascio andare Jack. Mai. ” un sussurro all’orecchio. 
“ Mmm che paroloni… sai Ianto, apprezzo il tuo essere così dolce, ma se non ci     sbrighiamo, la cena è persa, nonostante sia anche tardi. E poi a casa mia ti aspetta anche il tuo regalo, sia di compleanno, che di Natale! ”
“Oh.” Ianto farfugliò qualche parola sconnessa e successivamente si avviò con passo veloce verso il grande portone seguendo Jack. 
“Ehi, Jack! Ormai è passata mezzanotte,  siamo entrati nel 25 Dicembre.. il giorno di Natale. Beh.. perciò Auguri…” tentennando alzò la mano destra  per una stretta di mano. Poi sospirò e lanciò un’occhiata fugace al compagno. 
Con un mezzo sorriso provocatorio, Jack osservò la mano del ragazzo senza però   restituirgli il gentile gesto.  
“ Jones, Ianto Jones, i miei auguri di Natale li avrai a casa, e saranno molto di più che una semplice stretta di mano.” 
Con un sorrisetto malizioso e lo sguardo basso Ianto camminò accanto a Jack. 
“Ah, a proposito: sai giocare vero a Twister?” disse Harkness. 
Ianto si voltò spaesato.
“No. Cosa è? Uno sport? ” 
Jack rise scaltramente…
“Certo Ianto e credimi se ti dico che ci divertiremo con questo nuovo  -sport- . Devo proprio insegnarti tutto eh?”

Poi il portone si chiuse dietro loro.








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Angolo dell’Autrice:
Buon pomeriggio ^^
 Innanzi tutto mi scuso con tutti, in particolare con le persone che seguono la ff e che hanno dovuto sopportare il mio ritardo! Mi dispiace tanto!!!
Bhe, siamo arrivati alla fine di questa breve Long e finalmente posso definirmi abbastanza soddisfatta del lavoro  
Parlando della storia, alla fine di tutto Ianto perdona Jack e questo lo rende terribilmente felice! Ho cercato davvero di attenermi alle varie caratteristiche dei due uomini, ma essendoci in ballo i loro sentimenti, penso che i loro punti di forza e debolezza vadano un pochino a neutralizzarsi proprio perché l’amore li ha colpiti. 
Passo a ringraziare tutti coloro che hanno anche solamente letto la ff e ringrazio ancora di più chi ha lasciato una piccola recensione e chi la lascerà in futuro.
Inoltre ringrazio virtualmente Andrea Guerra, un grandissimo compositore che grazie alla sua musica ha aiutato molto questa ff, ma anche il magnifico gruppo, nonché il mio preferito “Florence and the Machine” per avermi aiutata a tirar fuori la storia! Spero di poter parlare ancora di questa fantastica coppia il prima possibile!
Bacioni a tutti, NoeHP :D   

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