Giovane Thane prima missione impossibile

di Ixumy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un compagno per un assassino? ***
Capitolo 2: *** Giorni d'attesa parte 1 ***
Capitolo 3: *** Giorni d'attesa parte 2 ***
Capitolo 4: *** In missione ***
Capitolo 5: *** Dalla padella alla brace ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Un compagno per un assassino? ***


Un giovane drell si reggeva severo davanti ad una porta chiusa dall’aria semi trasparente, opaca. Si poteva intravedere un’enorme stanza con alcune sagome attraverso ad essa. Il tutto aveva un colore bluastro molto chiaro, in contrasto con le vesti grigio scuro del giovane asassino.
Fuori dall'edificio pioveva, come era solito su Kahje. 
Non riusciva a chiudere occhio da un paio di giorni, appena le palpebre si chiudevano poteva vedere quegli occhi scarlatti fissarlo, gli stessi di una settimana prima. Quello sguardo, o meglio, il ricordo di quello sguardo lo scaldava e gli faceva venire i brividi allo stesso tempo. Non gli era mai successo. Era ossessionato da quel ricordo: chi era quella donna? Chi sarebbe stato così coraggioso dal mettersi tra un assassino e la sua preda senza neanche conoscere l’uomo che da li a poco sarebbe morto?
Si strofinò gli occhi stanchi con la mano destra chiedendosi anche il motivo della convocazione dagli hanar: solitamente lo chiamavano per qualcosa di improtante o di grave. Riusciva a pensare solo ad una risposta, visto che non era riuscito a portare a termine l’ultima missione per paura di colpire quella drell dagli occhi rossi.
Questa volta ti sei ficcato in un bel guaio, Thane ” pensò tra se e se.
 
L’enorme porta si aprì con un fischio. Si fece avanti.
C’erano tre hanar, quelli che erano soliti dargli missioni . Era solo la seconda volta che li vedeva di persona, ancora gli incutevano una leggera paura, senza un apparente motivo.
La creatura rosea al centro degli altri due avanzò cordialmente.
« Krios, suppongo ci siano state delle complicazioni riguardo la sua ultima missione. » disse con una voce simile ad un sussurro appena accennato. Non sembrava arrabbiato.
« Chiedo scusa, io.. » riuscì a rispondere Thane con un filo di voce, il seguito della frase gli si smorzò in gola.
« Non c’è di che preoccuparsi. E’ sempre stato un ottimo lavoratore, dopo tutti questi anni è la prima volta che non porta a termine una missione. Non siamo arrabbiati, Krios. »
Un incontrollato sospiro di sollievo svuotò completamente i polmoni del giovane dall’aria trattenuta fino a quel momento.
Si udì un fischio.
L’hanar a destra del trio si rivolse verso lo stesso lato della stanza, dove si ergeva un’altra porta che fino a quel momento Thane non aveva notato.
Un Krogan dalla pelle rossissima con una pesante armatura entrò con passo lento e pesante e il volto ricco di cicatrici, tirato da uno sguado furente.
« Lieto di vedere che è riuscito a trovare del tempo per venire fin qui a conoscere il suo futuro collega.» disse il mollusco di mezzo.
Collega?”
Thane e il krogan si scambiarono un veloce sguardo.
« Krios, la sua prossima missione si svolgerà al fianco di Rusherot. Vi dirigerete su Omega, dove vi aspetta un umano. Avrete da lui tutte le informazioni necessarie. Potete andare. Che gli Illuminati possano proteggervi. »
Rusherot si diresse borbottante alla porta d’uscita, seguito dal drell.
 
L’intero viaggio da Kahje verso Omega fu un silenzioso scambio di sguardi interrotto solo dal borbottare del krogan. Thane poteva giurare di non aver mai conosciuto in vita sua qualcuno capace di imprecare sotto voce così tanto senza motivo prima di aver conosciuto quell’elemento.
 
La navetta finalmente si fermò, erano attraccati su Omega. Thane scese quasi di corsa in cerca di aria e altre persone, o meglio, lontananza da quell’individuo: preferiva lavorare da solo, lo sapevano tutti! Che gli era venuto in mente a quei malati di metterlo in coppia con uno così scontroso come quel “Rusherot”?
Appena poggiò piede fuori dal portellone dell’hangar d’attracco, un umano incappucciato si avvicinò a lui.
« Sei il drell mandato con Rusherot? » chiese a bassa voce con fare minaccioso. Aveva la voce roca, consumata dagli anni.
Thane annuì, mentre si immaginava in quanti modi avrebbe potuto atterrarlo o bloccarlo contro il muro, scartando subito i poteri biotici ancora poco controllabili.
Col solito passo pesante, arrvò anche il krogan.
« Facciamo in fretta. » disse con voce molto scocciata.
L’umano si guardò intorno. C’erano solo due persone in lontananza.
« Non qui. Seguitemi. » disse infine subito prima di avviarsi verso un posto ai due ignoto.
Non potevano farmi chiamare al factotum come al solito? Non solo sono in squadra con un odioso krogan, mi fanno fare anche cinquanta giri diversi per avere un solo incarico! Forse mi stanno veramente punendo per non aver portato a termine la missione dell’altro giorno...” pensò Thane nervoso e sconsolato coprendosi capo e volto col cappuccio dell’abito da assassino che gli era solito portare. Non amava farsi vedere in volto, sprattutto prima e durante una missione.
 
L’umano scortò i due in una stanza di un alloggio apparentemente affittato dallo stesso. Si sedette e fece accomodare gli altri con un cenno.
« Qui possiamo parlare con calma. » affermò accavallando le gambe e intrecciando le dita sul ginocchio.
« Facciamo in fretta: che dobbiamo fare? » grugnì il krogan.
« Distruggere la base di una banda di mercenari dall’interno. Non avete possibilità di rifiuto, a meno chè voi non vogliate almeno una minima possibilità di vivere ancora a fine missione. »
Per gli dei, che intende dire?”
Rusherot ghignò. « Tranquillo, a me piace distruggere. Dammi i dettagli e vado subito. »
L’umano tirò fuori un pad dalla tasca del cappotto, il volto venne illuminato di una luce arancione che rendeva possibile distinguere meglio i tratti fini e taglienti del suo viso e i piccoli occhi circondati da profonde rughe.
« Vi avverto subito, se non collaborerete potrà essere un viaggio di sola andata. »
« Una missione suicida?! » chiese stizzito Thane
« Qualcosa del genere. Vedete.. » disse porgendo il pad all’assassino e al krogan. Sopra c’era una mappa molto dettagliata di una serie di stanze. Da una delle centrali dei cerchi concentrici si  muovevano da un punto preciso all’esterno per alcuni  centimetri. « ...Se non sapete muovervi in fretta potreste essere colpiti in pieno dall’esplosione. »
« Esplosione? » chiese di nuovo il drell senza alzare lo sguardo dall’apparecchio.
« Esattamente. Dovrete portare con voi questo gioiellino. » continuò porggendo loro una sorta di pacco di cartoncino e nastro isolante con un display attaccato sopra: doveva essere una bomba artigianale, pensò Thane. « Dovrebbe avere un raggio d’esplosione di circa 2 chilometri, impostato su due minuti per l’esplosione. Voi dovrete solo tenere un dito per qualche secondo sullo schermo, finchè non sentite un “tic!”. »
« Poi? » chiese il krogan.
« Credo che il resto sia ovvio... »affermò l’umano. Sembrava quasi divertito. « Allora, ci state? Tutto chiaro? »
L’assassino osservò a lungo la mappa. Mancavano i condotti d’aria, passaggio da lui preferito per le innumerevoli vie percorribili senza farsi notare.
« Avanti, mettetela così: se non tornate vivi sarete ricordati come eroi! In caso contrario vi pagherò profumatamente. » continuò l’umano rompendo il breve silenzio.
« Non mi basta, voglio i condotti. »
L’affermazione del drell lasciò quasi di stucco l’uomo, che appena si riprese fece per accendere il suo factotum. « Chiedo scusa, mi ero dimenticato di metterli nel pad. »
Thane accese il suo e lo osservò finchè non arrivò una notifica.
“Condivisione file in corso... Accettare? SI NO”.
Dopo aver accettato l’intra mappa dei condotti saltò fuori.
« Ho una piccola cosa da dirvi. » disse l’umano alzandosi dalla sedia. « L’attacco alla base avverrà tra quattro giorni, in quelli precedenti voi dovrete rimanere qui per conoscervi al meglio e studiare un piano d’azione. Ricordate che senza lavoro di squadra non resisterete a lungo. » poi uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
Quattro giorni col krogan?? Arashu, dammi la forza di non farlo fuori la prossima volta che incontro quell’umano, proteggilo da me per favore.” Pensò tra se e se il drell, rassegnato.

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Capitolo 2
*** Giorni d'attesa parte 1 ***


Quella notte non chiuse occhio, non poteva fare a meno di ricordare quella donna con gli occhi scarlatti. Si scoprì ansimante e col cuore a mille: che gli succedeva? Voleva vederla di nuovo, voleva spiegarle tutto, non voleva che lei fosse arrabbiata a causa sua... Ma perchè sentiva questo bisogno?
L’unica cosa che riuscì a fare per il resto della nottata fu meditare seduto sul letto e, di tanto in tanto, notare divertito il vibrare del muro adiacente alla stanza dove dormiva il krogan ogni volta che quest’ultimo russava.
Non poteva fare a meno di ammettere che la pelle nera stava benissimo sui krogan. O era rossa? C’erano veramente krogan neri o era solo lui a vederli così, come tutti quelli che hanno fatto gli impianti agli occhi per comunicare meglio con gli hanar?
Quella domanda gli riempì la mente. Tanto avrebbero dovuto conoscersi almeno un minimo per poter portare a termine la missione, questo era un buon discorso per rompere il ghiaccio. Almeno sperava.
Rompere il ghiaccio.. Già... Come avrebbe potuto fare con quella drell? Non poteva di certo presentarsi dicendo “Ehi, ciao! Sono quel tizio che l’altro giorno voleva far fuori il turian che hai difeso, ti ricordi di me?”
Sto di nuovo pensando a lei...” pensò mentre la sua mano destra gli si schiaffò automaticamente in faccia.
Sospirò cercando di svuotare la mente per riprendere la meditazione. Prima di riuscirci una sola domanda gli occupò i pensieri per un attimo. “Ma poi.. Come si chiama?”
 
Il primo giorno fu un continuo scambio di sguardi, mentre il krogan controllava scrupolosamente le sue armi una ad una e il drell si allenava menando colpi all’aria.
 
La notte seguente Thane non riuscì di nuovo a dormire: si malediva continuamente per non aver aperto bocca con Rusherot e per continuare a pensare alla drell. Forse aveva bisogno di una vacanza? Quanto tempo era passato dall’ultima volta che era andato alla cittadella per piacere e non per lavoro? Persino lui aveva difficoltà a ricordarlo con precisione.. Faceva molto prima a contare le volte in cui ci andò per lavoro.
Poco prima di meditare sperando di riposare un po’ la mente, fece una veloce preghiera ad Arashu per  la protezione di quella donna. Non sapeva perchè, ma lo fece sentire un po’ meglio.
 
Il secondo giorno Thane era fisicamente e mentalmente a terra: erano giorni che non dormiva.Rimase fermo per alcune ore a fissare la tazza con la tisana con cui gli era solito far colazione, senza fare niente. Non pensava a nulla, se non che era particolarmente interessante l’azzurro chiaro che copriva l’intera tazza.
Rusherot rimase a guardarlo per alcuni minuti, senza che l’altro se ne rendesse veramente conto: sentiva una presenza guardarlo, ma non lo calcolava minimamente... Quella tazza era parecchio interessante!
« Hai intenzione di andare avanti ancora per tanto, drell? » chiese curioso.
La risposta fu un leggero su e giù della testa di Thane.
« Perchè? »
La stessa risposta di prima.
« Mi stai ascoltando? » chiese stizzito.
Sempre la stessa risposta.
« Come ti chiami, drell? »
Thane annuì ancora.
« E’ vero che voi drell siete degli idioti senza spina dorsale? »
Di nuovo la stessa risposta.
Il krogan se la rise tra se e se. « Mi offrirai da bere a fine missione, vero? »
Un altro su e giù della testa.
« Mi pagherai anche una casa su Illium, vero? » continuò divertito Rusherot.
Solita risposta. Questa volta però andò avanti a lungo: sembrava avere una molla al posto del collo.
« Ok, ora basta giocare. Come ti chiami? »
Continuava ad annuire, concentrato solo sulla tazza.
« Ma sei vivo? » chiese con un velo di preoccupazione punzecchiandolo sulla spalla col dito.
Thane saltò sulla sedia, guardò il krogan e si strofinò gli occhi col dorso della mano.
« Sì? » chiese con uno sbadiglio.
Rusherot si alzò dal tavolo arrabbiato borbottando « Vai a farti mangiare da un varren. » .

Ma che ho fatto?” si domandò Thane confuso assumendo un’espressione particolarmente buffa.
 
Il mattino era stato parecchio morto per i due. Nelle restanti ore del giorno studiarono le mappe che interessavano a loro, o almeno ci tentavano... Rusherot non riusciva a capire bene i comandi del datapad lasciato dall’umano e Thane stava cercando di capire cosa non andava nei condotti: c’era qualcosa di strano, ma non riusciva bene a capire cosa. I suoi pensieri vennero interrotti dal richiamo del krogan.
« Senti, ma come ti chiami? » chiese curioso, mentre continuava a guardare il pad.
Thane alzò un attimo lo sguardo, per poi posarlo di nuovo sulla mappa emessa dal factutom.
« Thane Krios. Tu? »
« Urdnot Rusherot. » rispose con una punta d’orgoglio sul cognome che fece scappare una risatina al drell.
Seguì di nuovo qualche minuto di silenzio.
« Perchè fissi così tanto quelle mappe? Cosa ti serve passare dai condotti? » chiese il krogan.
« Sono comodi, veloci e nessuno riesce mai a capire dove mi trovo veramente. Inoltre, se si ha un po’ di fortuna, possono dare anche un’ottima posizione per usare il fucile da cecchino. »
« Mhf! Io preferisco entrare dalla porta principale e lanciare qualche razzo. »
Thane si lasciò sfuggire uno sguardo inquietato.
« Questo non dovrebbe essere il momento in cui mi dici “Ricordami di non farti mai arrabbiare.”? »disse scherzoso Rusherot
« Al massimo quello dovresti dirlo tu a me. » rispose il drell con tono di sfida poggiando la testa sulla mano sinistra chiusa a pugno, il gomito poggiato sul tavolo.
Il krogan scoppiò a ridere di gusto. « Non ho mai conosciuto un drell sfacciato come te! »
« A si? Quanti drell hai conosciuto oltre a me? »
« Due. Uno era morto ancora prima di girarsi e all’altro ho pagato da bere dopo aver perso una scommessa. »
« Che genere di scommessa? »domandò Thane incuriosito staccando gli occhi dal factotum.
« Dovevo rimorchiare una asari. Avevo scommesso che chiunque, a patto che avesse la pelle rossa o rosa, poteva rimorchiarne una. » rispose ridacchiando con un velo di vergogna.
« HAI LA PELLE ROSSA?! » Thane si scoprì alzato in piedi, con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Rusherot indietreggiò con la schiena a occhi sbarrati. Non ci volle molto prima che scoppiasse a ridere battendo il pugno sul tavolo. Sembrava una iena terrestre con la voce più profonda quando rideva così forte.
« Che razza di reazione è?! » chiese cercando di riprendere il fiato.
Il drell si rimise a sedere lentamente imbarazzatissimo, in seguito divertito per la sua stessa figuraccia.

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Capitolo 3
*** Giorni d'attesa parte 2 ***


La notte seguente ripensò alla chiacchierata col krogan: non era male, anzi! Era fuori di testa, ma in un modo che gli risultava quasi simpatico. Riuscì anche a dormire, sognando un incontro alla Cittadella che non gli sarebbe dispiaciuto fare: di nuovo quella donna con gli occhi rossi.
 
Il mattino dopo non ricordava bene i dettagli del sogno. Non gli capitava spesso, ma perchè doveva succedergli proprio per un sogno che doveva essere stato così bello?
Distolse il prima possibile quel pensiero mentre guardava la mappa dei condotti d’areazione: qualcosa non quadrava e tra pochissimo sarebbe dovuta iniziare la missione. Provò a ripassare a mente la legenda per la lettura di quel genere di mappe, aguzzò la vista e notò delle incongruenze.
« Qualcosa non va, “Kris”? » chiese Rusherot
« Si dice “KriOs”. Comunque si: qualcosa non va con questa mappa... »
« Suona meglio “Kris”. Cosa non va? »
Thane fece spallucce rassegnato a quel nomignolo, sospirò e bevve un sorso di tisana.
« Stando a queste mappe nessun condotto è connesso a nulla.. E’ come se  alcuni condotti fossero completamente a parte! Altri, invece, sembra che diano aria calda da punti a caso, completamente all’improvviso. »
« Quindi? » domandò il krogan confuso.
« Quindi rischio solo la pelle se mi butto nei condotti senza sapere dove andare. Non capisco perchè ci abbiano detto di dover collaborare. »
« Entriamo in una base di mercenari. Piena di mercenari. » spiegò Rusherot.
« No, non è questo: ho già fatto una cosa simile da solo. Ho avuto problemi, ma ci sono riuscito uscendone sano e sal... » si interruppe da solo a metà parola, un lampo di genio gli illuminò gli occhi e iniziò a contare le stanze raggiungibili dai condotti con tutte le vie aperte.
« Rush, quante stanze ci sono sulla tua mappa? » chiese frettoloso. Sentì il krogan contarle ad alta voce, per poi rispodere confuso. « 17, perchè? »
« Io ne posso raggiungere 21. Ora ho capito tutto! »
Rusherot mugugnò confuso.
« Dobbiamo collaborare per aprirci le strade a vicenda. Tu puoi aprire a me dei condotti per raggiungere le varie stanze, dove io posso aprire delle porte per te. »
« Come fai ad essere sicuro che mi serva aprire delle porte? »
« E’ una struttura all’avanguardia: se entra uno sconosciuto parte l’allarme e si chiudono tutte le porte, magari anche con.. “sbarre” anti esplosioni. »
« Mi apro un varco attraverso il muro, che ci vuole? »
« Quante munizioni hai per il lanciarazzi? » chiese Thane.
« Cinque, perchè? »
« Dovresti rompere ben più di cinque muri per passare prima di trovare la stanza giusta. »
 
La notte Thane la passo a studiarsi ogni singolo passaggio dei condotti.
Il piano era fatto: sarebbero partiti la notte del quarto giorno e appena divisi si sarebbero aperti le vie a vicenda fino alla stanza centrale, dove avrebbero posizionato ed attivato la bomba. Poi sarebbero scappati dalle porte aperte in precedenza sperando di avere gambe abbastanza veloci e nemici in forze poco numerosi. Per il resto, la fortuna e il destino avrebbero deciso per loro.
 
Il quarto giorno lo passarono quasi solo a studiare le mappe e ripassare il piano, a parte qualche battuta da parte del krogan, forse per rompere un po’ la tensione.
Verso sera, circa un’ora prima di dover partire in missione, Rusherot si fece cupo.
« Kris. »
Thane, in piedi appoggiato al muro intendo a guardare ancora la mappa dei condotti, alzò lo sguardo dal factotum verso il compagno. Lo vedeva chino sulla borsa con uno sguardo vago.
Che cos’ha? E’ agitato per la missione?” si chiese preoccupato.
« Perchè fai l’assassino? E’ una tua scelta? »
Thane alzò le spalle, spense il factotum e sospirò. « Non proprio. »
« Ti piace quello che fai? »
« Non sempre. » Confessò il drell. Sentì come se un peso accumulato da anni si alleggerisse di poco.
« Neanche a me piace molto fare il mercenario. » disse Rusherot. « A volte mi chiedo perchè devo sempre avere lavori che riguardano uccidere delle persone. Mi rispondo che se io non ammazzo loro, loro ammazzerebbero me.. Però... »
« Sai che non è vero. » finì la frase Thane. « Poi ti dici che tanto non saresti capace di fare altro. »
« Già... »
Rusherot chiuse la borsa con le armi e si sedette pesantemente sulla sedia sospirando, tenendo lo sguardo basso.
« Quanto vorrei poter dire che questa missione sarà l’ultima per me. Non perchè voglio morire, ma perchè vorrei una vita semplice e normale. Magari sulla Cittadella. »
Thane scoprì che, nonostante tutto, si somigliavano molto.
« Quando hai ucciso per la prima volta, Kris? » domandò il krogan alzando lo sguardo al compagno.
« A 12 anni, quasi sette anni fa » disse il drell mentre chiudeva gli occhi ripercorrendo con la mente  quel momento.
« Hai solo 19 anni? »
Thane annuì.
« Wow.. » ridacchio il krogan. « Hai un modo di fare più adulto di me e hai 20 anni in meno di me.>
« Tu quando hai ucciso la prima volta, Rush? »
« Quando avevo... poco più di 17 anni se non sbaglio. »
« Sai quante persone sono morte da quel momento per mano tua? » chiese il drell.
Rusherot rispose scuotendo la testa dopo aver pensato qualche secondo.
« Io sì. Ricordo ogni loro nome, volto, razza.. Di alcuni anche la voce. »
Il krogan alzò lo sguardo sorpreso.
« Come fai? »
« Non sapevi che noi drell abbiamo una memoria praticamente infallibile? Alcuni possono anche rivivere i momenti passati ricordandoli, io sono tra quelli. »  si passò una mano sul viso cercando di mandare di nuovo via quel ricordo, ancora troppo pesante da reggere. Quello sguardo spaventato, la mano insanguinata... « Non è sempre un dono, credimi. »
« Per i bei ricordi è la cosa migliore! »  disse Rusherot con fare allegro cercando di tirare su di morale il compagno. Quest’ultimo sorrise leggermente sotto la mano.
QUALI ricordi felici? Lei può essere considerata un ricordo felice?” si chiese Thane prima di prendere le sue armi, il cappotto e la bomba.
« Andiamo, si sta facendo tardi. »  disse con la voce spezzata.
« Agli ordini, Kris! »  rispose scherzoso il krogan.

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Capitolo 4
*** In missione ***


Era notte fonda. La base della banda di mercenari era su un singolo piano, come si poteva intuire dalle mappe. Thane stava pregando Amonkira di poter avere mano ferma, passo sicuro e di poter raggiungere senza problemi la stanza centrale, in seguito chiese ad Arashu di difendere la vita di Rusherot. Lo fece istintivamente, forse perchè era l’unico che conosceva a capire veramente come si sentiva.
Intanto il krogan era intendo a rompere la porta d’ingresso con un razzo, senza accorgersi che questa era troppo robusta per cadere ai piedi di un semplice razzo.
Appena l’assassino se ne rese conto lo fermò silenziosamente.
« Che c’è? »  sussurrò Rusherot stizzito
« Farai solo rumore senza rompere nulla se non il pavimento. »
« Come proponi di aprire quella porta allora? »
« Puoi bypassarla. » rispose semplicemente Thane.
Il krogan grugnì. « Ok, facciamo a modo tuo. »
Non ci volle molto prima che il portone d’ingresso si aprisse con calma mostrando una stanza non molto grande con pareti e soffitto giallo senape, pavimenti bianchi e sporchi e arredamenti da poco prezzo di ogni genere. Appena dentro Rusherot iniziò a sparare al soffitto col fucile a pompa urlando come un malato attirando su di se l’attenzione di quei pochi mercenari che girovagavano lì intorno, mentre il drell spariva nelle ombre diretto ai condotti, silenzioso e veloce come al suo solito.
La sparatoria iniziò subito, mentre Thane percorreva più velocemente possibile il condotto cercando di ricordare la strada.
Era uno spazio molto stretto e angusto, la poca luce che entrava arrivava dalle grate mente l’aria era pesante e calda.
Gli spari finirono e ci fù un forte tonfo. Rusherot parlò con la ricetrasmittente al compagno.
« Hai intuito, Kris! Mi hanno chiuso qui dentro. Da te com’è la situazione? »
« Calda, poca aria, poco spazio. Bella sfida, vero? »
« Già! Ma stai risparmiando il fiato nel vero senso della parola? »
« Sì » rispose ansimante mentre correva acovacciato facendosi luce col factotum. Svoltò a sinistra al primo bivio, poi cercò una grata per vedere la situazione: c’erano solo tre mercenari. Tirò fuori la pistola e in tre colpi precisi furono subito fuori gioco.
Aperta la grata, saltò subito giù con un tonfo leggero. La stanza sembrava non avere nessuna porta ma era piena di computer e monitor.
« Com’è la situazione da te, Rush? »
« Tranquilla, non c’è nessuno. Ma c’è rumore dietro la porta... Tu a che punto sei? »
Thane iniziò a cercare dei comandi per aprire le porte smanettando a caso nel computer principale.
« Sono in mezzo a molti computer, ma non riesco a capire che devo fare per aprirti la via. »
« Passo al lancia razzi? » chiese ridendo
« Non ci provare, Rush. » Si aprì una finestra che sembrava fare al caso suo. « Forse ci sono. »
Diede il comando e non ci fu neanche bisogno di mettere una password, forse non si aspettavano la visita di qualcuno così abile da trovare quella stanza.
« Ho la via libera. Grazie, Kris! »
« Non c’è di che. Non vedi nulla per me? »
« Per esempio? » chiese il krogan confuso. Si potevano sentire in sottofondo degli spari, forse qualcuno lo aspettava dietro la porta.
« Non lo so.. Un computer, un bottone, un datapad... Qualsiasi cosa... »
« Aspetta provo a chiedere ad uno di questi moscerini. »
La chiamata si chiuse. Thane ne aprofittò per riprendere fiato e prepararsi ad entrare di nuovo nel canale. L’aria calda che invadeva quelle piccole pareti non erano il massimo per lui, visto che era aria umidificata. Gli bastava stare li per cinque minuti per iniziare a sentirsi male. Ringraziò gli dei di non avere la sindrome di Kepler, sicuramente sarebbe stato molto più difficile resistere li dentro se era malato.
Si strofinò gli occhi con la mano sinistra mentre chiedeva velocemente perdono a Kalihira sperando che potesse dare pace alle anime di coloro che per mano sua e del krogan stavano cadendo quella notte, sussurrando le solite parole della sua preghiera.
Non sapeva se avrebbe avuto modo a fine missione, iniziava ad avere seriamente paura di cosa poteva succedere se non correva abbastanza in fretta da uscire dal raggio d’azione dell’esplosione.
Chiuse gli occhi per scacciare ogni paura e vide di nuovo le iridi scarlatte della drell fissarlo.
Chissà come stava...
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce soddisfatta di Rusherot
« Roger! »
« Che vuol dire? »
« Non lo so, lo dicono gli umani... Comunque ho fatto, il canale è aperto. Muoviti E CREPA! La situazione non è il massimo qui! Ho bisogno che tu mi apra subito la prossima porta, chiudendola appena passo. E CHE TU LA SMETTA DI SPARARMI CONTRO PER DUE SECONDI!! »
Ma urla contro i suoi avversari mentre combatte?”
« M..Mi muovo. Resisti. » rispose Thane
« Roger! PRENDI QUESTO! AHAHAHAHAH! »
Inizio a dubitare che non provi gusto a far fuori la gente...” pensò tra se e se il drell mentre rientrava nel canale. Appena trovato l’orientamento si mosse più velocemente possibile.
Dopo un paio di svolte e alcuni metri dritti, il fiato iniziò a venir meno.
« Kris, quanto ti ci vuole ancora? Io sono già tre stanze più avanti, ho dovuto usare il lancia razzi! Mi scusi, vero? Se ricordo bene devi aprirmi ancora un paio di porte E SE NON SBAGLIO TU DOVRESTI MORIRE! Ehi, Kris? Ci sei? » disse Rusherot alla ricetrasmittente.
« Scusa. »
« Cosa “scusa”? »
« E’ lunga. » rispose ansimante.
« Thane, tutto bene? » chiese il krogan vistosamente preoccupato
L’assassino tossì mentre cercava invano di prendere più aria possibile. « Non proprio, ma sta tranquillo. »

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Capitolo 5
*** Dalla padella alla brace ***


Pensò che la vista iniziava ad appannarsi e anche la luce del factotum non gli fu molto utile: vedeva un punto morto davanti a se. Poco dopo si rese conto che non era la vista a fargli un brutto scherzo, ma il destino: la via era chiusa. C’era una sorta di portellino da dove usciva un leggerissimo filo di aria più fresca, non abbastanza per respirare.
Poggiò la testa sul portello combattendo coi sensi che iniziavano ad andare via per mancanza d’aria.
« Apri... La via... »
« Come faccio, Kris? Non vedo un computer qui in giro.. Perchè? »
« So... Sono bloccato... » disse ansimante.
« Sicuro di aver preso la strada giusta? »
Thane annuì senza pensare che l’altro non poteva vederlo.
« Kris? Sei ancora lì? »
« S..ì... » Iniziò a venirgli la nausea, il cervello martellava pesantemente e dolorosamente, il petto bruciava ad ogni respiro.
« Ok, ok. Cerco subito qualcosa. Resta vivo però, ok? Non mollarmi da solo! Kris, rispondimi! »
Thane diede un colpo di tosse nel tentativo di parlare.
« Resta vivo, NON mollarmi. »
La chiamata si chiuse nuovamente. La mente del drell iniziò a vacillare. Dovette rispondersi da solo a domande per vedere se sapeva ancora chi fosse o dove si trovasse, con non poche difficoltà. Iniziò anche a ripassarsi la strada da percorrere a mente per cercare di rimanere sveglio. Ma tutto quello che faceva non serviva a nulla: mancava l’aria, c’erano troppo calore e troppa umidità. Non riusciva quasi più a respirare. Stava morendo nel modo peggiore che poteva immaginare e quest’idea non lo aiutò a rimanere coscente di se: rischiò di andare nel panico, cosa peggiore da fare in una situazione simile.
Ti prego, Rush, muoviti..”
Chiuse gli occhi, strinse i denti e la mente si fece sempre più vuota e dolorante. Si rese conto che il respiro si fece sempre più lungo e difficoltoso. I polmoni sembravano riempirsi di fiamme.
Poi tutti i dolori sparirono quasi in un attimo. Sentiva solamente il martellare nella testa e il respiro farsi più pesante, perdendo coscienza di ciò che lo circondava.
Quando fù sul punto di crollare definitivamente, la testa cadde a terra. Una superfice fresca. Aria. A poco a poco si riprese. Notò che il portellone non c’era più. Non sapendo per quanto sarebbe stato aperto iniziò subito a muoversi più veloce che poteva, godendosi quell’aria che in quel momento gli sembrava la più pulita che avesse mai respirato in vita sua.
Con qualche colpo di tosse riprese a respirare quasi normalmente.
« Grazie, Rush. Va molto meglio. »
« Si si, prego Kris.. Ora muoviti, che sono io in una brutta situazione! Non hai idea di cosa ho dovuto combinare per aprirti la via! » rispose stizzito il krogan.
« Vado. Tieniti pronto. »
Thane chiuse la chiamata e si mosse rapido verso la prossima stanza. Era simile a quella di prima, ma questa volta era pieno di mercenari a fare da guardia. Posò la pistola, aprì la grata con un calcio e concentrando tutta la mente sulle sue mani creò una piccola barriera bluastra. La lanciò verso il pavimento mentre si calava creando un’onda d’urto che lanciò tutti i poveretti contro il muro facendo perdere coscienza a molti di loro, mentre gli altri erano troppo storditi per agire. Sorrise fiero di essere riuscito a controllare i poteri biotici.
Questa volta sapeva dove andare: si diresse al computer principale, aprì la finestra che gli serviva, diede il comando per aprire la porta per Rush e se ne andò prima ancora che quei pochi tizi svegli potessero reagire.
« Grazie, Kris! Ora sono apposto. »
« Occhi aperti, non dovrebbe mancare molto. Poi dobbiamo cercare una via d’uscita. »
« Quella ce l’ho io! Ho il pass di uno di questi idioti, ce l’hanno tutti quelli con le armi pesanti! Posso andare ovunque. »
« Ma quando...? Non importa. Quindi non ti devo più aprire la strada? » domandò Thane
« Da ora no, ma io devo farlo per te? »
« Se non ti dispiace, Rush. »
Si sentì una risata di gusto dall’altra parte della chiamata, prima che questa si chiudesse.
 
Da quel momento tutto andò liscio come l’olio, in men che non si dica Rush chiamò Thane dicendogli che lo aspettava al punto d’incontro, la stanza centrale.
Non ci volle molto prima che anche il drell arrivò. Tre grate davano una buona visuale della stanza, molto simile all’entrata se non per la maggiore ampiezza e le numerose porte (Nel casino totale riusciì a vederne 5, pensando che ce ne potessero essere una o due anche sotto di lui).
Appena individuato Rush tirò fuori il fucile da cecchino e iniziò a coprirgli le spalle dall’alto.
« Maledizione, c’è anche un cecchino! Ma dove si trova?? » disse leggermente spaventato Rusherot
« Te l’ho detto io che i condotti danno ottimi punti di vista. »
« Sei te, Kris? Sei un cecchino? »
« Ogni tanto.. » rispose orgoglioso il drell.
« Ok, hai vinto. “Ricordami di non farti mai arrabbiare”. »
Thane ridacchiò tra se e se.
Decimati i mercenari nella sala, si sentì un allarme sonoro invadere la sala.
Thane ruppe la grata, scese e posizionò subito la bomba. Tenne il dito fermo sul display e in pochi comparve un numero lampeggiante. Poi questo iniziò a scendere gradualmente.
 
1:59
1:58

« Muoviamoci, dobbiamo uscire da qui! » ordinò Thane.
Corsero come non mai menando colpi a destra e manca aprendosi la strada il più possibile: se non arrivavano almeno alla stanza prima dell’entrata prima dello scadere del tempo per loro era la fine.
Il pass funzionò senza problemi per otto porte di seguito, le gambe si mossero frettolose per altrettante stanze più o meno grandi.
Alla penultima stanza dal “punto sicuro” si ritrovarono davanti a quelli che sembravano essere almeno un centinaio di mercenari, se non di più.
Appena raggiunta la porta, Thane si sentì spingere contro di essa. Cadde indietro mentre questa era aperta e si richiuse lasciando Rusherot dall’altra parte.
« Vai, salvati! Li tengo a bada io, amico. »
« No.. » Il drell si alzò in piedi diretto verso la porta chiusa e inziò a battere pugni su di essa. Il krogan gli stava salvando la vita, ma avrebbe perso la propria. Non poteva accettarlo.« Rush! Non ci pensare nemmeno! Apri la porta! »
« Non posso, Kris: il pass ce l’hai tu. »
Si guardò intorno. La tessera-pass era rimasta bloccata sotto la porta. Provò a tirarla fuori e questa si spezzò. Erano bloccati entrambi. Un brivido percorse la schiena di Thane.
Dei passi rimbombarono nella sala. Il drell si girò e vide un mercenario con un grosso lanciarazzi in mano.
Fulmineo glie lo rubò facendolo fuori con un colpo secco al collo. Puntò la porta con l’arma.
« Ok, facciamo a modo tuo, Rush. Via dal muro. »
« Cosa intendi dire? »
Il colpo partì contro la parete che finì in frantumi in una rumorosa esplosione slogando le spalle all’assassino per il rinculo. Il lanciarazzi era scarico. Rush si affacciò dal buco incredulo.
« Ora che si fa?> chiese Thane lasciando cadere a terra l’arma.
« Il pass? »
« Perso. »
« Prendilo al mercenario, Kris! »
Giusto! Ce ne dovevano avere uno tutti quelli che avevano armi pesanti! Frugò velocemente nelle tasche e in alcune insenature dell’armatura. La schedina saltò fuori subito dopo un “bip” proveniente dalla direzione dove si trovava il krogan.
« Cos’era? »
« Mancano 20 secondi! » rispose Rusherot guardando il factotum, probabilmente stava cronometrando il tempo.
Thane corse subito verso la porta e la aprì. Ce l’avevano quasi fatta.
Raggiunta la porta dopo, raggiunsero anche il punto sicuro dall’esplosione.
Ripresero un po’ di fiato mentre guardavano scappare i mercenari, forse sapevano dell’imminente esplosione.
« Sei il drell più pazzo che io abbia mai incontrato! » disse Rusherot ridendo di gusto.
Si sentì un potente scoppio lontano, un attimo dopo furono entrambi sbalzati via verso l’esterno dell’edificio sfondando l’ultima porta che li divideva dall’entrata.
Si ripresero che erano poco fuori la porta d’ingresso, l’uno ad un paio di metri dall’altro, entrambi a terra e doloranti.
La parete dell’edificio era completamente ridotta in macerie, si vedevano solo una nube e pezzi di armature, pareti, parecchi elettronici e corpi morti.
Il krogan si mise sulla schiena e scoppiò in una fragorosa risata.
Thane, invece, si ritrovò a tremare come una foglia, con un’incredibile voglia di urlare. Si trattenne e cercò di calmarsi respirando profondamente.
« Mai avuto un compagno più fantastico di te, Kris! Se devi fare un’altra missione pazza come questa chiamami! A maggior ragione se sono missioni suicide!! »
« Tu sei... Completamente pazzo. » disse combattendo con le decine di brividi al secondo.
La risposta di Rusherot fu un’altra risata, ancora più di gusto.

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


Tornati all’appartamento trovarono l’umano disposto a pagare migliaia di crediti a testa.
Rusherot accettò subito senza esitare, Thane fu un po’ titubante.
Il krogan lo cinse dalle spalle sussurrando « Hai rischiato la vita per far fuori centinaia di mercenari e vuoi rifiutare questo bel malloppone? Non hai fatto una brutta azione, anzi! Se ti può consolare, ora Omega sarà un po’ più sicura. »
« Sicuro? »
« Certo, Kris! »
« Ok, metta pure i crediti sul mio conto. »
L’uman sorrise. « Felice di fare affari con voi. Non credevo che sareste sopravissuti. »
« Non deve sottovalutare un assassino affiancato ad un “tank”, sono la coppiata vincente! » rispose fiero Rusherot.

Si diressero entrambi verso le navicelle di trasporto, durante il viaggio Thane pensò che era un peccato non sfruttare quel tempo per fare ancora quattro chiacchiere.
« Che farai ora, Rush? »
« Mhf, non lo so... Magari mi trasferisco alla cittadella dopo una visitina a casa. Tu invece, Kris? Che fai ora? »
« Credo che tornerò su Kahje a riposare. Poi forse farò delle.. Ricerche per conto mio. »
« ”Ricerche”? »
Thane annuì. « Sto cercando una persona. Voglio rivederla e parlarle. Mi ha tenuto la mente occupata più del dovuto per giorni interi, forse è meglio che mi tolga questo pensiero. Non so se mi vorrà vedere o no, ma ci proverò. »
Il krogan ridacchiò. « Coraggioso! E chi è? »
« Una donna... »
« In bocca al lupo allora! » disse ridendo.
Arrivarono alle navicelle. Si strinsero la mano, forse più in segno d’amicizia che di rispetto reciproco. Non si sarebbero mai dimenticati di quelle giornate passate in compagnia. Dopotutto quelli erano dei ricordi più che belli.

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