Insania di Nocturnia (/viewuser.php?uid=13712)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 stanza - l'orrore d'essere ***
Capitolo 2: *** #2 stanza - la legge è uguale per tutti ***
Capitolo 3: *** #3 stanza - ridi pagliaccio ***
Capitolo 4: *** #4 stanza - natura matrigna ***
Capitolo 5: *** #5 stanza - senza nome, senza volto ***
Capitolo 6: *** #6 stanza - chi di iena colpisce, di iena perisce ***
Capitolo 7: *** #7 stanza - rebus senza soluzione ***
Capitolo 8: *** #8 stanza - sotto al cappello ***
Capitolo 9: *** #9 stanza - calendari vuoti ***
Capitolo 10: *** #10 stanza - neve a primavera ***
Capitolo 11: *** #11 stanza - perle e sangue ***
Capitolo 12: *** #0 stanza - la gatta sul tetto che scotta ***
Capitolo 1 *** #1 stanza - l'orrore d'essere ***
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Disclaimer: Jonathan Crane, Bruce Wayne
e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e
a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata
scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine
lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui
descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non
ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia
autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto
"Si chiudono alcuni matti in una casa di salute, per dare a credere che quelli che stanno fuori sono savi."
- Charles Louis de Montesquieu -
Insania
# tutte le stanze - guarigione dalla sanità
L'Asylum si ricopre di nebbia e ti ricorda un blob informe e
grigiastro, imposte divelte a farti l'occhiolino e cancelli arrugginiti
a sorriderti di sbieco.
La notte è appena calata e si risvegliano i tuoi figli prediletti, accogliendola e facendosene scudo.
Gordon ti fruga ansioso, cercando il tuo prossimo scherzo, il tuo
prossimo delirio e, perché no, persino il tuo prossimo
omicidio-suicido.
Snudi i denti, sorniona, e ti lasci cavalcare da un pipistrello senza speranza e bellissimo nella sua disperazione.
Da madre, ne sei orgogliosa; da nemica, ti chiedi fino a che punto potrà spingersi.
Sorridi: in fondo, sei solo una città di cemento e acciaio.
Un utero che ha ancora molti cuccioli da mettere al mondo.
#1 stanza - l'orrore d'essere
Jonathan Crane disegna figure irreali sulle pareti della cella.
Jonathan Crane fa volare corvi dai mille occhi e vecchie senza naso e senza bocca.
Zia.
Insegue uno spaventapasseri il piccolo Jonathan - il diverso, il brutto, l'inquietante - e cerca la paura per anestetizzare quello che sente nel cuore.
Terrore.
Scivola in un'illusione e ha imparato a nutrire un mostro che dorme
sotto al suo letto da troppo tempo per poter essere ignorato.
Muove le mani - il corpo, la lingua - e vocalizza una nenia infantile e brulicante d'ossessioni.
Pipistrello.
"Hai paura... Crane?"
E l'orrore gli impedisce di rispondere.
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Capitolo 2 *** #2 stanza - la legge è uguale per tutti ***
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Disclaimer:
Harvey Dent, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non
ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso.
L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
scritto
#2 stanza - la legge è uguale per tutti
Siede in silenzio Harvey Dent, una moneta tra le dita e sotto i piedi il terreno incerto della mente.
Testa.
Siede in silenzio e si chiede se giustizia e vendetta non siano solo due facce della stessa medaglia.
Croce.
Halloween è passato da un pezzo, ma è il suo viso a ricordargli che i mostri - quelli veri, quelli di carne e sangue - camminano già al suo fianco, non solo per le strade di Gotham.
E tu quale scegli, pipistrello?
"Abbiamo vinto la guerra."
Sorride Harvey, e gli mostra una metà non ancora spezzata.
"Ma abbiamo perso te."
L'altro - il braccio rotto d'una libra infernale - gli regala solo la disperazione d'una scelta sbagliata.
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Capitolo 3 *** #3 stanza - ridi pagliaccio ***
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Disclaimer: Il Joker, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non
ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso.
L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
scritto
#3 stanza - ridi pagliaccio
Non ha pareti la stanza del clown, perché la sanità mentale non si può intrappolare né contenere.
C'era un micetto nella stanza del re...
Ha la pupilla assente del folle, ma trattiene la scintilla della ragione, un nugolo di lucciole senza ali e senza dimensione.
C'era un micetto nella stanza del re, ed era così bello!
Batte il piede sull'impiantito - uno, due, tre - e riflette una luna
gravida d'incubi che sono solo sogni abortiti troppo presto.
C'era un micetto nella stanza del re, ma al buffone non piaceva: no, proprio per niente.
"Ti manco già, pipistrello?"
E il re l'ha poi tanto cercato, così disperato! ma il micetto, ahimè, lì più non c'è.
Sorride il pagliaccio e si apre una crepa verso l'abisso di Gotham.
"No."
Menzogna.
Sulla cicatrice d'un sorriso, la parodia d'una risata.
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Capitolo 4 *** #4 stanza - natura matrigna ***
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Disclaimer: Poison Ivy, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
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L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
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#4 stanza - natura matrigna
Accarezza una primula Ivy, schiudendo la mano e lasciando sbocciare una calla e un'orchidea violacea.
Figli miei.
Accarezza la solitudine Ivy e scruta - sbrana - una vita che le ha lasciato solo cicatrici e brutti ricordi.
Non vi tradirò mai.
E alla fine tutto si riduce a questo: un passo falso, una fiducia svenduta, un amore illuso.
Non vi farò mai del male.
"Ti ho portato un regalo, Ivy."
Proteggili. Proteggi i tuoi bambini.
E fiorisce la gentilezza d'un mostro dal colore della notte.
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Capitolo 5 *** #5 stanza - senza nome, senza volto ***
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Disclaimer: Hush, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
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L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
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#5 stanza - senza nome, senza volto
Gli rimanda un'immagine sbagliata l'altro lato dello specchio, desideri d'un altro uomo e bisogni d'un cuore corroso.
Quanto ti odio.
Percorre suture invisibili e morsi d'una fame insaziabile, una pelle troppo stretta e una vita troppo piccola.
Hai sempre avuto tutto.
Thomas si flette verso il pavimento e compie l'ennesima serie di
addominali, lasciando che il sudore si addensi lungo la schiena.
Sempre il primo, sempre il migliore, sempre...
"Hush."
Bastardo.
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Capitolo 6 *** #6 stanza - chi di iena colpisce, di iena perisce ***
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Disclaimer: Harley Quinn, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
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L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
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#6 stanza - chi di iena colpisce, di iena perisce
Harley rovescia la testa all'indietro e permette alla notte di stringerle la gola - il cuore.
Pasticcino.
Harleen si dimena nella sua testa e la colpisce con ossa - pensieri - consumati da anni di pazzia.
O era sanità mentale? Non ricordo bene.
L'Asylum cigola attorno a lei e riporta indietro una femmina dai sogni troppo grandi e le catene troppo strette.
Harleen? Spiacente, la dottoressa oggi non riceve.
Lascia rivivere un clown di biacca e sangue, la bellezza di un'immagine
in rosso e nero e la fredda consistenza del rasoio sulla pelle.
Mi manchi.
"Harleen."
Silenzio.
"Harley Quinn."
Il pipistrello è sempre stato bravo a indovinare.
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Capitolo 7 *** #7 stanza - rebus senza soluzione ***
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Disclaimer: Edward Nigma, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
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altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
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#7 stanza - rebus senza soluzione
Ci sono sei modi per uscire da questa cella imbottita; sette, se
contiamo la possibilità di uccidere la guardia durante il suo
turno.
Indovina, indovinello: cos'è che ha appena scavalcato il cancello?
Edward si passa una mano tra i capelli umidi, grattando la superficie in pietra con lo sguardo.
Indovina, indovinello: chi è di Gotham il flagello?
La sua mente - il suo straordinario cervello - lo spinge oltre i
confini delle mura dell'Asylum, ma la prigionia della carne lo prostra
al suolo.
Indovina indovinello: di chi è questo gatto così bello?
"Otto, Nigma. Ce ne sono otto."
"Indovina indovinello: a chi pianterei nella pancia un bel coltello?
"Non hai considerato l'ora d'aria."
"Non ha finestre il buco che chiamano stanza ricreativa."
Indovina, indovinello...
"No..." sotto la maschera, il baluginio oltraggiante della derisione "ma il corridoio sì."
Pipistrello.
Zugzwang per te, Nigma.
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Capitolo 8 *** #8 stanza - sotto al cappello ***
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Disclaimer: Jervis Tech, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a
Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non
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L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
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#8 stanza - sotto al cappello
"Sai dov'è la mia Alice?"
Mostra troppi denti la regina di cuori e ride del cappello senza più padrone.
"Posso essere io la tua Alice, Jervis."
Ma c'è ironia in quella proposta, capelli biondissimi e nella mano la drammatica essenza di un clown che non fa ridere.
"Tu non sei Alice!" squittisce Jervis, e cerca la porta come un topo messo in trappola.
"Avanti, cappellaio..." lo
schernisce una faccia biancastra e irta di canini affilati "Alice
può essere chiunque. Certo..." sottolinea lo Squalo Bianco
"chiunque abbia smesso d'andare alle medie, almeno."
Insinuazione. Malattia. Perversione.
Scuote la testa e scivola un cappello invisibile, conigli dagli occhi rossi e orologi che fanno tic tac tic tac.
"No, io... "
"Silenzio. Fate silenzio."
Si volta Jervis e incontra l'inquietante sorriso d'un gatto nerissimo e spietato.
Cheshire?
Si radunano le ombre sul fondo della sala e troppo tardi si accorge dell'errore.
"Nessuna Alice per te, Jervis: non più."
Disprezzo. Disgusto. Rabbia.
Al posto di Alice, una violenza - una giustizia - che non conosce alcuna resa.
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Capitolo 9 *** #9 stanza - calendari vuoti ***
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Disclaimer: Bruce Wayne, Julian Day e tutti gli altri personaggi
appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia
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ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
#9 stanza - calendari vuoti
C'è una data per tutto.
Indicata da una croce rossa, un ridicolo segno di pennarello,
c'è una data per ogni cosa, dal vivere come un codardo a morire
come un eroe.
Ha una cella speciale lo strano, fatta di numeri e giorni, mesi senza mai fine e anni che sono grani d'una clessidra invisibile.
Ha un viso regolare Julian, occhi quieti e il timbro monocorde del ragioniere annoiato.
Si massaggia la mascella ricostruita, prezioso dono di Sofia, e non ha
bisogno di un calendario per ricordarsi che giorno è oggi.
"È un piacere rivederti, Batman."
"Non posso dire altrettanto."
Socchiude appena le labbra Julian e si lascia scappare un ah senza alcuna allegria.
"Hai poi deciso il quando, pipistrello?"
Tace il vigilante di Gotham e l'ombra vibra attorno al suo corpo.
"Sì." replica poi Julian "Hai deciso."
"No."
"Io credo proprio di sì, Batman." si alza l'uomo calendario e incrocia i suoi occhi, vuoti riflessi elettronici "E credo anche che lo sappia persino lei." conclude, indicando con il pollice fuori dalla piccola finestra della cella "In fondo, a mammina cara sono sempre piaciuti i colpi di scena; e il tuo sarà proprio con un gran botto."
Sul cuore di Gotham, nell'eco della memoria, una nuova croce comincia a sanguinare.
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Capitolo 10 *** #10 stanza - neve a primavera ***
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Disclaimer: Bruce Wayne, Victor Fries e tutti gli altri personaggi
appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia
è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
#10 stanza - neve a primavera
È gelida la cella di Victor, una bara sempre aperta.
Nora.
Ha le braccia incrociate sul petto e danza con l'ultima neve il suo sguardo.
Ti salverò.
Si crede un dio di bruma e ghiaccio, Victor, invece è solo un
uomo innamorato, troppi rimpianti nel cuore e nessuna pietà
negli occhi.
Il pipistrello non potrà...
"A Gotham siamo in piena estate."
Non può capire.
Sono più simili di quanto si aspetterebbe, lui e Victor.
Anelano a una pace che sa già di morte, lacrime di sollievo e il
caldo d'un sentimento che scivola tra le pareti dell'anima.
"Victor?"
Vattene. Lasciami solo con la mia Nora.
"Che c'è, pipistrello? Ti fa troppo male il cuore per continuare a vivere?"
E l'alba cancella anche l'ultima ombra.
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Capitolo 11 *** #11 stanza - perle e sangue ***
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Disclaimer: Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi
appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia
è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
#11 stanza - perle e sangue
C'è una stanza vuota all'Asylum.
Per me.
Vi si nasconde un bambino spaventato e solo, un filo di perle tra le dita e una chiazza di sangue sul petto.
Per ciò che sono.
Nightwing è un brusio ovattato nelle tue orecchie e piange ancora quel bambino, racchiuso tra un incubo chiamato 'eroe' e una farsa chiamata 'Bruce Wayne'.
Per ciò che rappresento.
Sospira Gotham e ti sfiora il viso con mani che non sono mani, ma
viticci d'una notte che non è ancora finita: che non avrà
mai fine.
Perdonatemi.
E rifiuti l'abbraccio d'un bambino che non voleva altro che essere amato.
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Capitolo 12 *** #0 stanza - la gatta sul tetto che scotta ***
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Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne
e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e
a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata
scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine
lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui
descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non
ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia
autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto
#0 stanza - la gatta sul tetto che scotta
Ha ancora il loro odore addosso, un miscuglio di erbe aromatiche e biacca, disinfettanti da ospedale e kevlar.
Ha l'odore del bisogno e dell'agonia, un bacio esigente e una carezza implorante.
Selina si raggomitola sotto le lenzuola del Manor e lo osserva dormire,
il viso stanco, il corpo segnato da nuove battaglie e nuove punizioni.
"Mi stai fissando."
Sorride la gatta e gli cerca la pelle tesa dell'addome.
"No."
"Bugiarda."
Scivola oltre la linea dell'inguine e sorride al suo gemito trattenuto.
"Selina..."
"Miao."
"Avrei voluto riposare."
"In teoria."
"In teoria." concorda, prima di stringerle i fianchi in una morsa implacabile.
A far l'amore con un pipistrello brutale e pieno di rimpianti, una gatta che non ha mai temuto il sapore della sua pelle.
# tutte le stanze - la pazzia risiede dove la maggioranza vuole
C'era una stanza vuota all'Arkham Asylum.
C'erano un bambino solo e un pipistrello violento, un uomo illusorio e una speranza mortificata.
C'erano.
Poi è entrata una gatta irriverente e assurdamente arrogante, bellissima nella sua forza.
Li ha fissati uno per uno, sfogliandoli nelle infinite declinazioni del sentimento e della sofferenza.
E ha fatto ciò che il tuo ingrato cuore, figlio mio, aveva rifiutato per anni: accettarti.
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