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Note: Efinalmente pubblico questa Hyukbin! *piangeemozionata*
Nulla, non vi annoierò troppo e sarò breve. La storia
dovrebbe contenere in tutto di quattro
capitoli, divisi solo per questione di leggibilità. Molti dei fatti e dei
dialoghi (del 2 e 3 capitolo) sono basati su Myidol,
questo è solo un prologo alla storia, ma i capitoli di mezzo sono più lunghi.
Spero vi piaccia e se vi va lasciate una recensione ^^
Grazie, ovviamente, come sempre a Plubuffy!
Che rivede le mie storie e mi ricatta costringendomi così a scrivere. Ti amo.
Ora voglio l’alpaca però.
Josie.
Do you remember how we
were?
SangHyuk
era sempre stato un ragazzo con moltissima immaginazione. Quand’era piccolo era
sicuro di poter diventare un re o che un giorno avrebbe potuto allevare un
Pokemon, come in uno dei suoi cartoni preferiti.
La sua fervida immaginazione, poi, lo aveva continuato ad
accompagnare durante gli anni. Quando aveva detto ai genitori di voler
diventare un idol, loro avevano riso divertiti
scompigliandogli i capelli, quella doveva essere sicuramente una delle sue
solite trovate, come quando aveva detto di voler diventare un dottore, poi il
giorno dopo un architetto, pittore e così via. Ma poi il suo sogno era
diventato realtà e anche loro stentavano a crederlo.
Hyuk credeva che tutto fosse
possibile, ma mai avrebbe immaginato di pomiciare di notte nel bel mezzo del
salone del dormitorio. Con un ragazzo.
-Hyung…-
mugugnò il maknae soffocato da baci tempestivi e
passionali –H-Hyung, forse prima dovremmo parlarne!-
riuscì finalmente a protestare allontanando il maggiore da sé, seppur di
controvoglia. Hongbin lo guardò interrogativo senza
capire.
-C-cioè, intendo… non lo
abbiamo mai fatto – la voce del maknae si ridusse
in un sussurro timido.
-Cosa?- sul
volto del maggiore comparve un sorriso divertito quando, alla sua risposta, il
volto dell’altro divenne bordeaux, facendo sì che lo trovasse ancora più
carino.
-Parlare!- rispose
indignato Hyuk dandogli una leggera pacca sul
braccio. Hongbin provò a nascondere lo sguardo
divertito ma fallì miseramente quando una risata spontanea sfuggì dalle sue
labbra. Il maknae mise su un tenero broncio. Quello
che intendeva era che mai avevano discusso sul significato della loro
relazione, se così Hyuk poteva definirla, perché non
ne era più tanto sicuro.
La loro relazione clandestina era cominciata esattamente
un mese dopo il debutto: quel giorno avevano avuto la possibilità di rimanere
nel dormitorio tutta la mattinata, gli impegni sarebbero cominciati nel primo
pomeriggio e tutti avevano pensato bene che un po’ di riposo non avrebbe fatto
male a nessuno. Dal canto suo, Hyuk era appena
tornato da scuola dopo una giornata praticamente da dimenticare e l’unica anima
viva in tutta la casa sembrava essere Hongbin.
-Sono tornato, hyung…-aveva detto il maknae
con un sospiro poggiando la cartella su una sedia e sedendosi su quella
affianco – Dove sono gli altri? – solo
allora il visual aveva distolto l’attenzione dalle
sue faccende rivolgendola al piccolo di casa.
- Mh, Ravi si sarà
addormentato di nuovo, mentre gli hyung sono usciti a
fare la spesa – rispose notando per la prima volta lo sguardo afflitto
negli occhi dell’altro, il suo sorriso si addolcì – Com’è andata la giornata? –
Per un momento Hyuk rimase in
silenzio, esitò prima di rispondere –Da
schifo- fu la risposta sincera. Hongbin aggrottò
le sopracciglia perplesso – Da quando
sono tornato a scuola alcuni ragazzi continuano a fare commenti maligni nei
miei confronti – si affrettò a spiegare. Inizialmente aveva provato davvero
ad ignorare la cosa come gli era stato detto, in fondo quella era soltanto
gelosia, ma alla fin fine SangHyuk
era un ragazzo di soli diciassette anni e come tale ne era rimasto
profondamente colpito, anche se non aveva smesso di sorridere un attimo.
-Hyuk, stammi bene a sentire…
- Il ragazzo si sedette accanto al maknae
cingendogli le spalle con un braccio – tu
sei una persona fantastica, dovresti ignorarli – potevano sembrare parole
scontate quelle, ma sicuramente le uniche capaci di tirare su il morale del
minore.
-Ma…-tentò di protestare invano, ma Hongbin lo zittì immediatamente con un gesto della mano.
-Sul serio, sei
pieno di talento! Sai ballare, sei simpatico e a scuola hai ottimi risultati,
inoltre sei carino- Hyuk arrossì di botto a tutti
quei complimenti guardando ipnotizzato il suo hyung,
il suo volto sembrò essergli troppo vicino, il maknae
riuscì a sentire il suo cuore accelerare prepotentemente e trattenne il
respiro. D’istinto Hongbin si sporse verso di lui
depositando un bacio a metà labbro, così leggero che il ballerino si cominciò a
chiedere se fosse capitato per caso o fosse stato tutto frutto della sua
immaginazione, eppure avrebbe giurato di aver notato uno sguardo strano nei
suoi occhi.
-Hyung…-provò a interrompere quel silenzio
imbarazzante che si era creato tra i due. Hongbin era
ancora troppo vicino a lui e, stranamente, non riusciva a staccargli gli occhi
di dosso.
-Siamo tornati!- Hongbin e Hyuk si ritrassero
d’istinto al suono della voce dei loro hyung e,
contemporaneamente, si alzarono di scatto cominciando a preparare la tavola
come se non avessero fatto altro fino a quel momento.Dopo quel giorno, comunque, i due non ne avevano fatto
praticamente più parola e il tutto era passato come una cosa casuale. In fondo
non c’era bisogno di rovinare il loro rapporto per una sciocchezza simile, no?
Entrambi erano tornati alla vita frenetica di sempre e il
loro rapporto sembrò non essere variato, tutto però finché non c’era stato un
secondo bacio molto meno casuale del primo, avevano appena finito di esibirsi
e, in preda all’eccitazione nell’abbracciarsi c’era stato il secondo sfiorarsi
di labbra. Le cose, però, erano degenerate una notte in cui nessuno dei due
riusciva a chiudere occhio.
Si erano seduti insieme sul divano e si erano trovati a
guardare uno di quei noiosissimi film romantici attraverso lo schermo piccolo
del pc. Era stato interessante, per i primi dieci
minuti, ma poi le scene avevano cominciato ad essere statiche e nessuno dei due
riusciva a prestare pienamente attenzione a quello che i due protagonisti si
stavano dicendo finché la scena non aveva preso una piega insolita: i due
protagonisti, in un impeto di coraggio, si erano riusciti a confessare il
proprio amore e finalmente a baciarsi.
SangHyuk
arrossì pesantemente distogliendo lo sguardo dallo schermo al volto assorto del
suo compagno. Hongbin, probabilmente sentendosi
osservato, si girò d’istinto rivolgendo uno sguardo interrogativo al maknae che invece lo stava fissando. L’atmosfera d’un
tratto divenne pesante, il film sembrò aver perso tutta la sua importanza
perché entrambi ormai si stavano fissando in un silenzio cariche di
aspettative. In un impeto di coraggio, Hyuk si sporse
verso il visual annullando finalmente quella piccola
distanza che li separava. I due si presero del tempo per esplorare con calma
ognuno la bocca dell'altro finché un po’ timidamente Hongbin
non gli chiese l’accesso che, ovviamente, non gli venne negato. Quello, era
stato il primo di una lunga serie di baci, scambiati furtivamente tra uno stage
e l’altro o ogni qual volta avessero un minimo di tempo a disposizione.
-Va bene, va bene.
Di cosa vuoi parlare?- acconsentì Hongbin
allontanando il suo corpo da quello di Hyuk e
appoggiando la schiena in modo arrendevole contro il divano.
-Hyung… - Il maknae
si aprì in un sorriso smagliante a quella piccola vittoria - Ti ricordi com’eravamo?-
Note: Volevo solo ringraziare tutti quelli
che han letto, recensito, o aggiunto tra preferiti/seguiri/ricordate
la mia ff. Grazie mille, sinceramente ho avuto più recensioni di quel che
credevo! *^*
Volevo
ringraziare come sempre Giusa la mia beta che sopporta e corregge
le mie ff e Decla che mi sopporta e anche lei minaccia
la mia vita *-*
Nell’altro
capitolo ho dimenticato di ringraziare Ele, che mi ha aiutato ad uscire fuori da
un impiccio del prologo! Grazie *^*
Josie.
Do you remember how we
were?
La sala prove era ormai diventata un vero e proprio luogo
di tortura per il povero maknae, SangHyuk era stanco di tutto questo provare, erano ore
che lo faceva e continuava a sbagliare ogni volta lo stesso identico passo
trascinando i suoi compagni indietro con sé. Sul volto degli altri era ormai
chiaro il segno della stanchezza, della paura per l’imminente debutto e
l’amarezza per aver perso due dei compagni originari. Si era accorto di come lo
guardavano, non era mica scemo, Taekwoon gli faceva
ancora un po’ paura, ma almeno poteva consolarsi pensando che era così con
tutti, mentre con Hongbin invece era tutto un altro paio
di maniche e non aveva la più pallida idea di come avvicinarsi, per non parlare
dello sguardo di pietà che sembrava rivolgergli il leader ogni volta.
Il ragazzo comprendeva tutto ciò e se ne dispiaceva, in
fondo aveva tanta voglia di debuttare e invece tutto quello che stava facendo
era creare ulteriori problemi, lui stesso cominciava a pensare che quella era
stata un’ingiustizia, era giusto che
fosse in questa band? Gli altri membri avrebbero potuto dare molto di più
di un ragazzino di nemmeno diciassette anni con pochissime esperienze alle
spalle. Aveva più volte espresso i suoi dubbi al riguardo in quei giorni, ma i
suoi hyung si erano sempre curati di rassicurarlo.
-SangHyuk- N lo richiamò per l’ennesima
volta. Automaticamente tutti smisero di ballare e si voltarono a guardarlo
frustrato per via della stanchezza, nessuno aveva voglia di ricominciare la
coreografia di nuovo. Arrossì furiosamente provvedendo immediatamente a
nascondere il suo sguardo da quello preoccupato del leader. Era stanco,
spossato, il povero maknae quasi non si reggeva in
piedi a causa di quei ritmi impossibili da sostenere, ed era ormai evidente a
tutti che la testa l’avesse da un’altra parte - non è molto da quando hai cominciato a fare pratica, giusto?-
Prese un bel respiro per ricacciare indietro il grosso
magone che si era formato in gola e non gli permetteva di parlare –Sì- Fu l’unica cosa che riuscì a
rispondere alla fine, se avesse detto solo una parola in più probabilmente quel
magone si sarebbe sciolto per lasciar spazio a lacrime di amarezza.
-Ma c’erano membri
che sono molto più bravi di te nel ballo – continuò il leader con fermezza
ma allo stesso tempo con tatto in modo da non ferire il minore. Aspettò un
cenno da parte di quest’ultimo, che non tardò ad arrivare, prima di continuare
con il suo discorso. Il suo non era un rimprovero, o meglio in parte non lo era
e voleva che fosse chiaro, voleva solo incoraggiarlo e cercare di capire cosa
non andasse. Tutti erano sotto pressione, questo era ovvio, ma di questo passo
non avrebbero mai potuto debuttare.
-Ma sono stati eliminati
e tu sei entrato, devi ricoprire completamente questa posizione quindi devi
duplicare per davvero i tuoi sforzi– Hyuk alzò lo
sguardo giusto per vedersi rivolgere un sorriso di incoraggiamento da parte di
N, ma anche per notare uno scambio di sguardi eloquente tra Hongbin
e Ken.
Sospirò, tornando ad abbassare nuovamente lo sguardo –Okay – anche questa volta l’unica cosa
che disse fu una sentenza. Le prove cominciarono immediatamente e il maknae fece il possibile per non cedere anche questa volta,
ma dopo un’ora i risultati sembrarono invariati e solo quando tutti, stremati e
sudati, si lasciarono cadere sul pavimento, N capì che le prove per quella sera
non avrebbero portato da nessuna parte. Non con un team così demoralizzato
almeno.
-Va bene ragazzi,
tra due ore dobbiamo essere allo studio di registrazione. Prendete le vostre
cose, si torna al dormitorio- A quella rivelazione tutti si lasciarono
sfuggire un sospiro di sollievo, tranne SangHyuk che invece era rimasto quieto al suo posto cercando di
regolarizzare il respiro che invece non ne voleva sapere di calmarsi.
-Tutto okay, maknae?- Ravi si avvicinò al
più piccolo che sobbalzò quando invece si trovò avanti le gambe del rapper. SangHyuk alzò il capo e gli
restituì uno sguardo spaesato, sbattendo gli occhi più volte, quand’è che si
erano alzati tutti? Il ragazzino annuì e sussultò sorpreso quando la mano
amichevole del compagno si tese davanti ai suoi occhi. Accolse l’invito e
l’afferrò alzandosi, sorridendo forse per la prima volta da quando il suo
inferno personale era cominciato.
Il viaggio in macchina fu altrettanto poco piacevole per
il ragazzo. Taekwoon si infilò le cuffie nelle
orecchie e si perse ad osservare la strada che scorreva attraverso il
finestrino come al solito, Ravi si addormentò quasi
subito, così come Ken che, esausto, non aveva proferito nemmeno una parola come
invece era sua abitudine fare, N e Hongbin, invece,
non sembravano in vena di chiacchiere. Anche SangHyuk non riuscì a resistere al torpore della macchina e,
dopo una lunga lotta contro l’insistente richiesta del suo corpo di riposarsi,
cadde in un sonno ristoratore che venne interrotto, però, venti minuti dopo
dalla voce gentile di N che annunciava il loro arrivo al dormitorio.
Ancora stanchi e assonnati per quella giornata
interminabile, si mossero pigramente verso l’ascensore e quando entrarono
finalmente nel dormitorio il primo ad avere il “diritto al bagno” fu N. I
restanti membri, invece, nell’attesa si sentirono ognuno libero di occupare il
proprio tempo come meglio poteva. Non appena entrati in camera, per esempio, Ravi e Ken si erano distesi sfiniti sul pavimento perché il
divano era già stato occupato da Leo, Hongbin invece,
preso dalla sua mania da casalinga, si era messo a sistemare ciò che gli altri
avevano lasciato in giro. In un primo momento Hyuk
rimase impalato sulla porta indeciso sul da farsi, solo dopo cinque minuti
buoni alla fine entrò anche lui nella stanza e dopo aver preso l’accappatoio,
biancheria pulita e dei vestiti andò a rifugiarsi sul divano in precedenza
occupato da Leo. Evidentemente il leader aveva fatto in fretta. Un po’ per
stanchezza ma un po’ anche per noia, SangHyuk non si accorse nemmeno di essersi nuovamente
addormentato, almeno finché non senti qualcuno chiamare il suo nome.
-SangHyuk-ah…-il
maknae si lamentò nel sonno girandosi più comodo su
un lato –SangHyuk-ah!- ritentò.
Il ragazzo finalmente aprì gli occhi, e la prima cosa che riuscì a vedere fu un
fisico niente male avvolto in un asciugamano e ancora bagnato da goccioline
d’acqua, doveva essere appena uscito dalla doccia. Il ballerino avvampò
scattando in piedi per trovarsi davanti nientedimeno che il viso di Hongbin.
-Ti sei
addormentato, manchi solo tu- lo informò quest’ultimo fissandolo
freddamente. Il maggiore fece per andarsene ma si fermò nuovamente quando il
minore richiamò la sua attenzione.
-Hyung…-SangHyuk prese un bel respiro
cercando di racimolare quanto più coraggio possibile –So che avreste preferito tutti Nackhunhyung… mi dispiace- la sua voce fu quasi un sussurro.
Lo sguardo, in un primo momento sorpreso, di Hongbin
si trasformò nuovamente in quello freddo e pianificato.
-Non lo nego,
sicuramente sarebbe stato meglio, ma ora sei qui eprendi la cosa seriamente, non riguarda solo te- e se ne andò
lasciandolo a fissare frastornato il punto in cui era sparito.
Il ragazzo fece in fretta e furia la doccia e rimase
altrettanto silenzioso durante il tragitto il macchina. Il maknae
provò a distendere la propria mente ascoltando un po’ di musica, ma l’immagine
di Hongbin appena uscito dalla doccia e le sue parole
così dure, eppure così sincere, tornavano prepotentemente ad affollargli la
testa. Si ritrovò più volte ad arrossire come un deficiente e, una volta
arrivati allo studio, se c’era una cosa che non aveva dimenticato, quello era
ciò che era successo nemmeno un’ora prima al dormitorio.
Tra l’altro nemmeno le registrazioni sembrarono sortire
l’effetto desiderato, e non solo per lui. Hyuk era
stato teso e in silenzio per tutto il tempo mentre i suoi hyung
venivano ammoniti l’uno dopo l’altro anche se alla fine tutti erano riusciti a
fare un buon lavoro. Quando era toccato a lui, poi, le cose non erano
decisamente migliorate. Aveva alzato lo sguardo verso il vetro che lo divideva
dall’altra stanza, per incontrare quello di Hongbin
che lo fissava di rimando, rendendolo ancora più ansioso di quanto già lo era,
voleva splendere agli occhi dei suoi hyung.
Il tipo non esitò nemmeno un attimo a rimproverare il
minore forse anche più degli altri. Il suo canto era privo di entusiasmo, gli
era stato detto, manco stesse leggendo per una veglia funebre.
-SangHyuk, chi ti ha
detto come cantare?- il ragazzo non rispose e si limitò ad abbassare la
testa, cercando di trovare la forza per rispondere. N gli diceva sempre che se
un sunbae faceva una domanda, era mal educazione non
rispondere. Bisognava sempre farlo, per quanto aspra potesse essere.
-Sono stato io- Ken
provvide a salvarlo. SangHyuk
gli restituì uno sguardo misto tra grato e dispiaciuto. Non avrebbe mai voluto
che i suoi hyung venissero coinvolti in una sua
mancanza, eppure il maggiore incassò tutto il rimprovero senza dire una parola.
Il maknae si sorprese anche nel non scorgere odio nei
suoi occhi, ma solo sincera preoccupazione. La ripresa delle registrazioni non
portò per nulla a un miglioramento, la sua voce sembrò comunque tesa e non
mancò di lanciare occhiate preoccupate attraverso il vetro ogni tre per due.
Alla fine il produttore si vide costretto a fermare di nuovo e il rimprovero
cominciò di nuovo per quella che a Hyuk sembrò la
mezz’ora più lunga della sua vita.
-Registrare è
impossibile in questo modo- concluse poi alzandosi e chiudendo la porta
dietro di sé. Il silenzio immediatamente calò nella stanza. Il maknae non appena si girò verso di loro ebbe il bisogno di
inchinarsi più volte in segno di scuse. Solo all’ennesimo inchino Ken gli
circondò le spalle con il braccio facendolo tirare su.
-Va tutto bene, Sanghyukkie…-sospirò lanciando un’occhiata di
ammonizione agli altri –Domani
continueremo a provare- provò a consolarlo quando notò i suoi occhi già
umidi e il suo sguardo ostinatamente basso.
-Come puoi dire
che va tutto bene?!- scoppiò Hongbin esasperato
non riuscendo più a trattenere la sua rabbia. Lo sguardo di N fu un eloquente
richiesta di tacere e, il visual, dopo aver lanciato
uno sguardo di fuoco nella sua direzione (ah, se gli sguardi potessero
uccidere!), senza dire nemmeno una parola uscì dalla stanza sbattendo la porta
dietro di sé. Hyuk tenne duro per trattenere le
lacrime.
-Forza SangHyuk, non ti abbattere,
andrà meglio- una volta arrivati al dormitorio era toccato a Ravi consolare il povero maknae
sull’orlo delle lacrime. –Forza, vieni a
mangiare. Leo hyung ha preparato la cena – ed era
stato davvero difficile convincerlo ad uscire dalla camera, ma alla fine con
l’aiuto di N erano riusciti a tirarlo fuori e a farlo sedere almeno a tavola.
Durante la cena l’atmosfera era stata davvero tesa,
almeno finché Ken, preso da uno dei suoi soliti scleri,
cominciò a canzonare Leo con la sua solita Kenjumma
facendo sbellicare N dalle risate. L’umore di tutti, tranne quello di Hyuk, sembrò a grosso modo essersi ripreso.
-Taekwoonhyung!- il main vocalist si aggrappò alla spalla di quest’ultimo con
occhi dolci –Il tuo ramen
era squisito!- trillò con la sua voce già di per sé alta. Leo si limitò a
lanciargli una delle sue solite occhiate prima di scollarselo di dosso con una
scrollata di spalle. –Taekwoonhyung! Ti pare
questo il modo di trattare un’ajumma?!- la sua
voce questa volta divenne anche più acuta del normale. Leo sbuffò mettendosi le
cuffie del suo ipod nelle orecchie ignorando tutti i
successivi schiamazzi che quel gesto aveva comportato, mentre N, dal canto suo,
rideva talmente forte da non riuscire a respirare quasi. Se c’era una cosa che
li caratterizzava, quello era il loro essere perennemente rumorosi in qualsiasi
momento.
-Hyung…-tutto ad un tratto Hyuk,
che fino a quel momento era stato silenzioso quanto Hongbin
e aveva provato ad attirare quanto meno attenzione possibile, la richiamò tutta
su di sé soltanto con il gesto di alzarsi e chiamarli. Arrossì quando notò
cinque paia di occhi fissarlo –Sono un
po’ stanco, vado a riposare. Scusatemi – E, dopo essersi inchinato per
l’ennesima volta, sparì attraversando la porta della camera.
Siccome non era poi così tardi, gli altri hyung rimasero tutti ancora nella stanza a parlare, se
quello di Leo si poteva definire parlare dato che, una volta finito di
mangiare, era tornato nel suo stato vegetale.
-Hongbin-ah, vai a prendere la tua macchina
fotografica!- chiese improvvisamente N. Il più giovane annuì in risposta
precipitandosi verso la stanza per poi rallentare nel momento in cui aveva
aperto la porta per non svegliare il maknae che
probabilmente già stava dormendo. Il ragazzo non prestò nemmeno la minima
attenzione all’altro mentre con cautela si chinava per recuperare l’oggetto
richiesto, almeno non lo fece finché il corpo semicoperto del maknae non si mosse inconsciamente nel sonno. Hongbin scattò dritto per accertarsi che l’altro stesse
davvero dormendo. Ma cosa stava combinando? Perché si muoveva in quel modo?
Solo quando, incuriosito, si avvicinò per guardarlo notò che SangHyuk stava ballando nel
sonno e che quei passi erano esattamente i passi del ballo che avevano provato
fino allo sfinimento quella mattina, ma che era stato proprio lui a sbagliare. Hongbin sospirò, in fondo era stata una giornata pesante
anche per lui. Mosso da un moto di pietà coprì finalmente il più giovane prima
di recarsi nell’altra stanza con la sua macchinetta tra le mani.
Note:Salve, scusate il ritardo, anche se so
che non frega a nessuno.
Ma qui ci siamo fatte prendere dalla pigrizia, perché mancava solo correggerlo.
Beh, questo è l’ultimo capitolo poi dopo di questo abbiamo l’epilogo ed è
finita.Beh, sì, è stata breve ma
ringrazio tutte le persone che han recensito e aggiunto tra
preferiti/seguiti/ricordate o qualsiasi altra sezione esista. Come al solito
grazie alla mia beta Plubuffy.
Josie.
Do yourememberhowwewere?
Nei giorni a seguire le prove erano andate avanti senza
nessuna possibilità di pausa. SangHyuk aveva provato a dare il massimo, impiegando tutte le
sue energie per una buona riuscita, ma per quanto si impegnasse i risultati non
erano comunque stati poi così soddisfacenti. Era frustrante! Aveva provato per
ore da solo in quella sala prove e tutto era risultato perfetto, ma quando
arrivava l’ora di dimostrare ai suoi hyung quanto
valeva andava sempre qualcosa storto e bisognava ricominciare dall’inizio. Il
ragazzo era esausto, provare gli costava fatica e altro dolore. Forse avrebbe
dovuto dar retta ai suoi compagni e continuare solamente con lo studio nel
quale, in fondo, era bravo.
Avevano da poco preso una pausa quando il presidente fece
la sua comparsa nella sala prove. Tutti si scambiarono sguardi preoccupati e
interrogativi prima di inchinarsi educatamente. Perché si era scomodato per
parlare con loro? Il pensiero di tutti corse immediatamente al giovane maknae. Nonostante notò gli sguardi diretti al più giovane
l’uomo di posizionò davanti a loro e, con uno sguardo indecifrabile, li squadrò
uno a uno.
-È difficile?-domandò sorprendendo tutti.
-Non lo è- Ken
fu l’unico a rispondere.
-Non lo è?- domandò
ancora
-Un po’.. – fu
sempre lo stesso membro a rispondere. Fortuna che a lui le parole non mancavano
mai.
-SangHyuk?- il
presidente appellò quasi inaspettatamente il maknae.
Quest’ultimo guardò N con una leggera nota di panico prima di tornare a posare
lo sguardo sul suo interlocutore… rimanendo in
silenzio.
-Quando fai
qualcosa in un team è come essere in uno sport di squadra. Il lavoro di squadra
è importante- SangHyuk
sentì come se quello fosse l’ennesimo rimprovero. Guardò dispiaciuto i suoi
compagni mordendosi forte la lingua. Il presidente continuò con il suo
discorso, ma la mente del giovane imboccò tutt’altra via. Solo quando, di
sorpresa, ricevette una gomitata nel fianco da parte di Ravi,
si degnò di cercare di afferrare il discorso -Credo che avete bisogno di fare qualcosa per rafforzare il vostro
lavoro di squadra- aveva esordito alla fine. Lo sguardo di tutti si
incontrò interrogativo, ma nessuno si degnò di fornire loro ulteriori
spiegazioni. Non appena il presidente uscì dalla stanza le voci dei ragazzi
esplosero all’interno della sala prove.
-Che potrà mai
essere?- esplose Ravi curioso.
-Ohh, ottokajiii?!-
cominciò Ken girando su sé stesso eccitato.
-Non resisterò
fino a domani!- piagnucolò N invece come un bambino
Hyuk e Hongbin
sembrarono gli unici due pensierosi, mentre Leo dopo quel breve stacco aveva
semplicemente ripreso a fare quello che era stato interrotto, ovvero le prove.
-E allora?
Riprendiamo?- aveva “urlato” con la sua soffice voce. Nessuno aveva avuto
poi il coraggio di contraddirlo. Così le prove erano durate fino a tardi non
dando il tempo nemmeno di pensare a cosa sarebbe successo l’indomani che, una
volta arrivati al dormitorio, erano crollati praticamente tutti, troppo
stremati anche solo per pensarci.
Mettere piede fuori dal dormitorio, o almeno per non
andare alla sala prove per una volta, fu un gran sollievo che riuscì a grosso
modo a risollevare l’umore generale. Ken sembrava eccitato come sempre e non
riusciva a smettere di parlare per nemmeno un secondo, seguito da un
altrettanto pimpante N che non aveva lasciato il povero maknae
in pace nemmeno un attimo.
Durante il tragitto un po’ per noia e un po’ per alleviare
la curiosità, i ragazzi proposero il gioco della “telepatia”. I primi a
parteciparvi furono Ravi e Ken che, tra una battuta e
l’altra fecero ridere persino il preoccupatissimo SangHyuk.
-Il prossimo team è…Hongbin e SangHyuk-annunciò improvvisamente N cauto. I due maknae rimasero congelati sui propri posti e l’atmosfera,
fino a quel momento giocosa, divenne fredda. Fortuna che a spezzare questa
tensione fu una battuta di Ken seguita ovviamente da altre a raffica da parte
di N e Ravi.
Quando venne il momento di mettersi uno di fronte
all’altro con le mani congiunte i due sembrarono altamente a disagio, e questa
volta la cosa non sfuggì decisamente a nessuno dei loro hyung.
Hongbin sembrava addirittura non riuscire a guardare
nella direzione del più grande senza arrossire furiosamente o lanciare uno
sguardo che Hyuk riusciva a definire in un unico
modo: freddo.
-Qual è il gruppo
sanguigno di SangHyuk?-
fu la prima semplice domanda alla quale, però Hongbin
non seppe rispondere.
-Come avrei potuto
saperlo?- rise imbarazzato Hongbin. SangHyuk sembrò invece ferito da
questo tipo di comportamento. Alla domanda sul colore preferito del più grande,
invece, il maknae seppe rispondere correttamente
rendendo, se possibile, l’aria ancora più pesante tra i due. Il viaggio
continuò indisturbato e, come prima, ognuno tornò ai proprio posti, quello di Hyuk a un sediolino di distanza dal visual.
Stargli intorno per più di cinque minuti era quasi impossibile da sostenere per
il cuore del poveretto che, puntualmente, cominciava a battere all’impazzata.
Si sentiva come se avesse dovuto agire in modo cauto nei suoi paragi, a dire il
vero aveva paura di ricevere un’altra di quelle occhiate gelide o, nel peggiore
dei casi, una ramanzina.
Fortunatamente il viaggio durò solamente altri dieci
minuti che per Hyuk parvero un’eternità. Quando
scesero finalmente dalla macchina sul volto tutti avevano lo stesso sguardo
confuso cercando risposte ognuno negli occhi degli altri.
-Bunjeejumping – aveva
annunciato fiero il manager trattenendosi dal ridere nello scorgere sguardi di
puro terrore sulla faccia di alcuni dei membri, ma il vero e proprio caos si
stabilì quando, una volta saliti con l’ascensore, bisognò decidere chi sarebbe
stato il coraggioso a buttarsi per prima.
-Taekwoon sarà il primo a saltare- annunciò una
ragazza.
-Perché io?- protestò
il diretto interessato prendendo per la prima volta parola.
-Devi andare
primo- rispose lei semplicemente.
-Non voglio- Si
lamentò Leo con un tono di voce stranamente udibile.
-Perché?- chiese
quindi l’altra tentando di nasconde un principio di risata.
-Non voglio – Si
impose facendo ridere i restanti membri per il suo comportamento strano.Per cinque minuti buoni si creò un
vero e proprio disordine che si stabilì affibbiando la scelta del povero
sfortunato a una partita di carta, sasso e forbici, che Ravi
si ritrovò a perdere.
-No, no!- Ravi si inginocchiò a terra disperato aggrappandosi al
braccio di N, proprio come il leader prima aveva fatto con lui nell’ascensore –Non posso farcela, perché devo essere il
primo?- piagnucolò.
-Va bene se salto
io per primo?- Dopo una lunga riflessione, o almeno così gli era sembrata
anche se erano passati appena cinque secondi, SangHyuk si propose.
-SangHyuk ha detto
che vuole andare primo!- la voce di N seguì immediatamente la sua. Il cuore
del maknae perse per un momento un battito e un
leggero tremolio gli percorse tutto il corpo. Era spaventato.
-Puoi farcela!- lo
incitò il leader. –Fighting!- urlarono invece Ravi
e Ken.
Il ballerino indossò le apposite attrezzature di
sicurezza e si avvicinò al bordo titubante guardando in basso e immediatamente
una morsa gli attanagliò lo stomaco rendendogli le gambe molli. Chiuse gli
occhi per un momento cercando di stabilizzarsi ma non mostrò nessun segno di
cedimento, doveva farcela, ne valeva del suo orgoglio. Doveva farlo per sé stesso e per liberarsi da tutta l’ansia di quel
periodo, doveva farlo per i suoi hyung che in quel
momento lo stavano guardando alcuni di loro quasi scettici. Una scarica di
coraggio che prima non aveva mai percepito si impossessò delle sue gambe e senza
esitazione in un attimo si lanciò nel vuoto. Fu come se tutte le sue
preoccupazioni l’avesse lasciate lì sopra insieme a tutti i membri, SangHyuk finalmente si sentì
libero da qualsiasi peso, si sentiva leggero sospeso nell’aria. Per la prima
volta si sentì felice e comprese, finalmente, che ce l’avrebbe fatta, voleva
essere guardato.
-Sembra figo!- boccheggiò Ravi
aggrappandosi alla barriera guardando la veloce discesa del suo compagno. Ed
era vero, il maknae si era lanciato nell’aria con
tale leggerezza che quasi sembrò che da un momento all’altro il vento l’avrebbe
alzato e avrebbe spiccato il volo. Hongbin non riuscì
a fare altro che tacere e guardare a bocca aperta concordando silenziosamente
con il suo amico, anche se per nulla al mondo lo avrebbe ammesso, Hyuk era stato figo.
Acceso da quella dimostrazione di coraggio da parte del
più piccolo del gruppo, Hongbin si propose per
secondo sorprendendo ancora una volta tutti. Dopo un po’ di esitazione, perché
si fosse proposto nemmeno lui lo sapeva, anche lui seguì le orme del maknae raggiungendolo immediatamente giù.
- Sei stato bravo,
hyung!- si era poi complimentato l’altro ancora
tutto pimpante, ricevendo in risposta solo un sorriso imbarazzato. Fortuna che
subito dopo arrivò Leo a trarre in salvo il visual,
anche se SangHyuk non
poteva ritenere proprio fortuna trovarsi da solo con gli unici due membri della
band con il quale non aveva stabilito ancora un legame. Solo quando finalmente
arrivò Ravi si sentì libero di tornare a respirare, a
seguirlo subito dopo ci fu Ken e, dopo qualche lamentela da parte sua, il
leader.
Finalmente riuniti i sei ragazzi si guardarono forse con
una nuova complicità, e, dopo le parole di incitamento di N, i ragazzi di
strinsero in un unico e caloroso abbraccio. Hyuk
sgranò gli occhi sorpreso quando notò le braccia di Hongbin
strette intorno alla sua esile figura. Si irrigidì per un momento.
-Andiamo avanti
insieme- a quelle parole il minore si sciolse in un sorriso dolce e, per la
prima volta, ricambiò in modo impacciato quell’abbraccio. Le cose sembrarono
più o meno tornate al loro posto quando fu comunicato ai sei ragazzi che
l’ultima missione consisteva nel dividere i ragazzi in tre coppie e, legate per
un piede, avrebbero dovuto sostenere una conversazione intima, ma le cose
degenerarono nel momento in cui furono comunicate quale sarebbero state le
divisioni. Ken e N, Ravi e Leo e, infine, Hyuk e Hongbin. L’espressione
rilassata di entrambi si rabbuiò nuovamente in un istante.
SangHyuk
lanciò un’occhiata disperata a N quando lo vide allontanarsi non senza un
briciolo di preoccupazione. I due ragazzi rimasero a guardare come le altre due
coppie si stessero allontanando e, solo dopo un momento di imbarazzante
silenzio decisero di sincronizzare i loro passi e muoversi da un’altra parte
finendo poi per sedersi solo qualche metro più in là, arresi dall’inevitabile
destino.
Hyuk arrossì furiosamente
guardando come i cameraman, famelici, aspettavano una loro qualsiasi mossa in
un silenzio che, lo sapeva, prima o poi lo avrebbe fatto impazzire –Dovrei mantenerla io?- per la seconda
volta, quel giorno, ebbe il coraggio di fare il primo passo.
-Tieni…-si era limitato a rispondere il visual porgendogli la telecamera che gli era stata data per
filmare i due rendendo, se possibile, ancora il tutto più imbarazzante –C’è qualcosa che vorresti dire?- lo esortò.
Il maknae sembrò riflettere
seriamente se fosse il caso di rispondere o meno alla domanda ma, come se non
riuscisse più a reprimere i suoi sentimenti, cominciò con il tirare fuori la
questione principale.
-C’è qualcosa in
cui credi che io debba cambiare?- concluse guardando timidamente il suo
vicino, Hyuk lesse esitazione nei suoi occhi –Parla sinceramente – disse con torno
fermo.
-Onestamente
mentre ti allenavi continuamente sembrava che non potessi concentrarti affatto
e per questo non sapevo come aiutarti- le parole di Hongbin,
a differenza di quelle dell’altro sembrarono più incerte e selezionate, ancora
cariche di un imbarazzo che, sinceramente, non sapeva se fosse riuscito a
superare tanto facilmente. Doveva ammetterlo, vedere quel ragazzo corrergli
dietro per essere accettato nonostante tutto quello che incontrava erano solo
rifiuti era da ammirare.
-… avevo paura di diventare un peso - Dopo
aver sentito le parole del più giovane si era sentito terribilmente in colpa
per averlo trattato in quel modo. Forse era stato troppo duro nei suoi
confronti, doveva ammetterlo, tutto quello che aveva fatto era sommergerlo di
critiche senza mai fermarsi un momento per capire come il maknae
si sentisse realmente, in fondo stava già cercando di fare il suo meglio senza
che tutti si mettessero ad attaccarlo. Sicuramente ricevere costantemente critiche
non lo aveva aiutato a migliorare, Hongbin sapeva
bene quanto facessero male, come quando era ancora un trainee
e aveva pensato di mollare tutto ma era stato trascinato immediatamente
indietro dal loro leader N. Hyuk non faceva parte del
team originale e lui non aveva mai fatto nulla per metterlo a proprio agio, e
solo grazie a quei silenzi imbarazzati tra di loro il ragazzo se n’era reso
finalmente conto. Sospirò.
- Dovresti
deciderti in fretta, impostare gli stessi obiettivi è solo l’inizio, quando ti
senti così dovresti dirci qualcosa, così noi possiamo supportarci a vicenda
mentre ci alleniamo –le parole del visual furono
sincere come non lo erano mai state -Tu
sei più piccolo, devo essere stato duro con te- mormorò infine più a se
stesso dimenticandosi per un momento delle telecamere prepotentemente puntate
su i loro volti.
-No, non è così- tagliò
corto SangHyuk con urgenza.
Hongbin si lasciò un sfuggire un sorriso amaro, come
aveva potuto far del male a un ragazzo del genere? Nonostante tutto quello che
aveva ricevuto era un continuo rifiuto continuava a insistere che fosse tutto
apposto.
-Mi dispiace- fu
tutto quello che riuscì a dire alla fine, non aveva nessuna scusa. Rimasero in
silenzio per un paio di minuti riflettendo sulla piega che aveva preso il loro
discorso quando, con tono un po’ incerto il maknae lo
interruppe, guardando perplesso la scena che gli si stava presentando davanti.
-Ma quello non è
Leo hyung? E sta cercando di colpire Ken Hyung…-Il visual alzò
automaticamente lo sguardo giusto per notare come Ravi,
legato per un piede al più grande dei main vocalist,
cercasse di trattenerlo dall’ammazzare l’altro.
-Sarà dura senza
uno dei main vocalist- ci scherzò infine su. I
due ragazzi risero insieme di gusto, lasciando scemare tutti i rancori che fino
a quel momento avevano covato. Hongbin ormai ne era
quasi sicuro, tutto sarebbe andato bene.
Note:Ok, picchiatemi avete ragione, ci ho messo tutto questo tempo per
scrivere questi quattro righi?
Beh.. si, ma tanto a nessuno importa, no? :3 In ogni caso la storia finisce con
questo capitolo.
Grazie a
chi ha commentato fino alla fine e chi commenterà lo stesso anche se ci ho
messo una vita, ma davvero, delle volte altre situazioni mi distraggono e poi
stavo lavorando su una nuova ff sempre sui Vixx :3
Grazie ovviamente alla mia beta plubuffy, che come al solito deve correggere i
miei orrori <3
Ti amo, lo
sai? :3
Josie.
Do you remember how we
were?
La risata di Hongbin scoppiò
allegra nella stanza. Il ragazzo si asciugò gli occhi con il dorso della mano,
aveva riso così tanto che aveva finito con il piangere, la faccia imbronciata
del maknae mentre raccontava quella storia era
davvero troppo esilarante.
-Hyuuung!- SangHyuk mise su nuovamente il tipico broncio bambinesco
incrociando le braccia al petto offeso –Non
è divertente!- protestò.
Un sorrisetto comparve sulle labbra del maggiore –Sì che lo è- sussurrò vicino al suo
orecchio, prima di lasciargli un bacio affettuoso sulla guancia che l’altro
rifiutò con una leggera spinta sul petto facendolo allontanare. Hongbin lo guardò con disappunto.
-Hyung?- azzardò nuovamente con più cautela,
evitando accuratamente il suo sguardo.
-Cosa c’è adesso, Hyuk?- sospirò il visual
ormai arreso all’evidenza che quella sera non ci sarebbe stata nessuna sessione
di coccole, a quanto pare il ragazzo sembrava deciso a non lasciarsi toccare in
nessun modo, almeno finché non avesse ottenuto la risposta che desiderava.
-Cosa siamo… n-noi?- il più giovane esitò sull’ultima parola.
Dal canto suo, Hongbin rimase completamente in
silenzio preso alla sprovvista da quelle parole, sul volto fecero capolino i
primi sintomi d’imbarazzo. Non aveva mai pensato seriamente al significato
della loro relazione, se proprio doveva essere onesto, gli era quasi sembrato tutto
così ovvio, ma certamente non gli sfuggì, però, lo sguardo teso del compagno,
ma allo stesso tempo così speranzoso.
-Nemmeno quando
abbiamo debuttato eri così nervoso- tutto quello che riuscì a fare fu
prenderlo in giro, guadagnandosi un’occhiata mortale da parte sua.
-Ya! Lee Hongbin!- lo
richiamò seriamente Hyuk facendolo ammutolire subito
dopo. A quest’ultimo non sfuggì sicuramente lo sbuffo del visual,
facendogli guadagnare un’altra occhiataccia.
-Noi siamo… io e te, e basta- rispose a questo punto Hongbin avvicinando il suo viso a quello del maknae, ma poi continuò –Tu mi piace, io ti piaccio… quindi possiamo
tornare a baciarci?-
-Ya! Pervertito!- strillò il poveretto,
colpendo il più grande in tutti i punti in cui riusciva a raggiungere, mentre
quest’ultimo tentò disperatamente di schivare i colpi e proteggersi il più
possibile.
-Ouch, Hyuk! Hyuk!!! Mi fai male, fermati- si lagnò riuscendo
finalmente a bloccare le braccia del maknae con le
sue mani. Fu solo allora che Hongbin si protese verso
di lui e, con dolcezza, catturò quelle labbra con le sue scaturendo un debole
gemito di protesta da parte sua che però ben presto si acquietò.
-Cosa state facendo
a quest’ora? Andate a dormire- la voce acuta di N fece immediatamente
sussultare i due maknae che, in imbarazzo, si
separarono l’uno dall’altro in un istante entrambi rossi in viso.
-Hyung! N-Noi…-tentarono
di spiegare i due malcapitati, sovrapponendo ognuno la propria voce sull’altro
facendo arrivare all’orecchio del leader solo un brusio indistinto.
-ORA!- tuonò a
questo punto il maggiore indicando la porta con fare autorevole.Senza osare aggiungerenessun’altra parola per non peggiorare
la loro già precaria situazione, i due ragazzi fuggirono diretti ognuno verso
la propria stanza, Hyuk in quella condivisa con Ravi mentre Hongbin in quella
condivisa con il resto dei suoi hyung.
-Tsk, idioti- mormorò tra sé e sé senza
riuscire a nascondere quel sorrisetto trionfante –E voi due! Domani dovremo fare una lunga chiacchierata, arasso?- aggiunse invece a voce più alta in modo che
quel messaggio raggiungesse entrambi i maknae. N, con
un sorriso di uno che la sapeva lunga, raggiunse la camera in cui Hongbin era sparito cinque secondi prima. L’indomani
sarebbe stata una lunga giornata.