The Jackson Games

di ChrisAndreini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Mietitura ***
Capitolo 2: *** Gli altri tributi ***
Capitolo 3: *** La sfilata ***
Capitolo 4: *** L'allenamento ***
Capitolo 5: *** Sospensione storia per un po' ***



Capitolo 1
*** La Mietitura ***



La mietitura

 

Mi chiamo Percy Jackson, ho 14 anni e vivo a Panem, nel distretto 4 con mia madre, Sally Jackson. Mio padre è disperso, dato per morto mentre pescava, non l’ho mai conosciuto.
La mia vita fa schifo!
Non sono l’unico a pensarla così, e probabilmente sono anche una delle persone a cui va meglio, perché vivo in uno dei distretti più avvantaggiati e con meno difficoltà economiche. 
Sarebbe pure accettabile, se ogni anno non ci fossero gli Hunger Games. Nel nostro distretto ci esercitiamo fin da piccoli, ma io non ho mai preso parte agli allenamenti perché mi sembra un ingiusto vantaggio.
Comunque in in giorni come questi vorrei davvero essermi allenato.
Perché anche solo l’idea di essere estratto mi fa accapponare la pelle.
Ma procediamo con ordine: gli Hunger games sono reality dove due ragazzi per ogni distretto (sono 12) si sfidano in un duello mortale dove solo uno sopravvive.
Possiamo rimanere nell’arena per anche due settimane, finché non muoiono tutti, ed è piuttosto terrificante vedere morire conoscenti e amici per il divertimento di Capitol City. Secondo mia mamma hanno preso l’dea da un vecchio mito greco, su un labirinto e dei ragazzi che venivano sacrificati. Ma non credo che i potenti perdano tempo a vedere miti di mille e mille anni fa.
Non so neanche perché mamma vuole che studia queste robe, non servono a niente, oltre al fatto che sono dislessico, e con tutti quei nomi mi viene un forte mal di testa.
Ma tralasciando le manie di mia madre, sarà il caso che vi spieghi che giorno è oggi: è il giorno della mietitura.
I ragazzi vengono estratti da urne contenenti i nomi, e lo sfortunato estratto dovrà andare a morire.
Probabilmente hanno capito che non potevano semplicemente chiedere: -Hey! Stiamo cercando volontari da far morire in modo cruento per il beneficio di una decida di persone potenti, chi si offre volontario?-
Il problema e che non si può scampare alla mietitura, a meno che qualcuno non si offra volontario al tuo posto, cosa che per fortuna, o stupidità, succede spesso.
Ma questa è un’edizione della memoria, e le regole di quest’anno prevedono che non ci si può offrire volontari, e che moriremo tutti, per far capire che non ci si può ribellare a Capitol City e roba varia.
Quindi ribadisco che è una cosa davvero terrificante.
Ah, le regole prevedono che se passano due settimane e si è ancora vivi, Capitol potrà concedere la grazia ad un ragazzo o una ragazza, quindi la nostra vita sarà legata all’impressione che faremo.
Io non faccio una buona impressione su nessuno, sono dislessico, iperattivo, e non riesco a concentrarmi.
L’unica persona che si avvicina a me a scuola è Rachel, una mia compagna di classe dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Il punto di tutta questa spiegazione è che sono di fronte al palazzo di giustizia, e una donna sta per estrarre il nome del tributo maschio che parteciperà a questa carneficina.
Gira i foglietti, mettendoci qualche secolo, tanto che alcuni che tenevano il respiro sono svenuti per mancanza d’aria, ma alla fine caccia il biglietto.
Lancio una breve occhiata a mia madre, i nostri occhi si incrociano per un millesimo di secondo, prima di sentire il nome chiamato dall’arpia:
-Perseus Jackson- la sua voce risuona per tutta la piazza.
Sposto lo sguardo verso il palco, mentre la donna ripete:
-Perseus Jackson, coraggio!-
Rimango bloccato, pietrificato dall’orrore, mentre un ragazzo sui sedici anni mi spinge in avanti.
Non faceva così il duro prima!
Avanzo qualche passo incerto, per poi muovermi più svelto, attento a non incrociare lo sguardo di mia madre.
Salgo sul palco ancora piuttosto intontito, e la donna mi presenta e passa alle ragazze.
Gira i fogli con aria di chi sta pescando i numeri per la tomba e cerca di far vincere il suo migliore amico.
Finalmente estrae il biglietto per le ragazze, e lo legge davanti a tutti:
-Rachel Elizabeth Dare- dice ad alta voce.
Non è possibile, la mia unica amica, sempre che così si possa definire.
La osservo con aria avvilita, poi l’arpia ci fa stringere la mano.
Distolgo lo sguardo e vedo mia madre.
Trema e non riesce a trattenere le lacrime. Un uomo le sta vicino e le dà delle pacche sulla spalla, sussurrandole parole di conforto.
E’ il vecchio pescatore, non lo si vede mai a riva e vive sulla sua barca.
Non pensavo che si conoscessero, ma da come mamma lo allontana non devono essere molto amici.
I pacificatori ci spingono dentro il palazzo di giustizia e ci lasciano ognuno dentro una delle stanza, con decorazioni di conchiglie.
Mi siedo sul letto scomodo, obbligandomi a rimanere calmo, ma provateci voi se vi dicessero che morirete da qui a due settimane, non è una cosa così rilassante.
Per di più con l’unica persona che mi abbia mai trattato con un minimo di amicizia.
Tanto moriremo entrambi, non devo tanto preoccuparmi per questo.
Mi spaventa la reazione di mia madre, ha già avuto di suo una vita difficile. I genitori sono morti, anche se non mi ha mai voluto dire in che modo, suo zio non aveva molta cura di lei, ed io non sono una vera soddisfazione.
-Percy!- Sally Jackson entra nella stanza, stritolandomi in un abbraccio.
In una situazione normale mi sarei imbarazzato, ma non è assolutamente una situazione normale, quindi mi limito a stringerla a mia volta.
Non vi ho detto una cosa su mia madre: è la persona migliore del mondo.
-Percy, sii forte, affronta con coraggio questa cosa, e promettimi che non diventerai mai spietato e desideroso di sangue…-
-Mamma, calmati, c’è più probabilità di venire ucciso subito- pensavo che avrebbe pianto più forte, ma si limitò guardarmi dritto negli occhi:
-Tu non morirai subito, devi credere in te stesso, e ricordare chi sono i veri nemici-
I suoi occhi rispecchiano una tristezza infinita, come quando parla di mio padre, e capisco che lei sa già che non tornerò, e cerca solo di darsi qualche speranza. Decido di assecondarla.
-Tornerò, mamma, ci proverò con tutte le mie forze-
Poi ripenso al vecchio pescatore e chiedo:
-Mamma, a proposito, perché il vecchio pescatore è venuto vicino a te alla mietitura?-
La mamma arrossisce leggermente, poi risponde evasiva:
-Eravamo amici, tanto tempo fa- 
-Quanto tempo fa?-
-Ti ho portato dei biscotti azzurri, per il viaggio, dovevamo mangiarli dopo la mietitura, ma le cose sono andate come sono andate, quindi…- faccio finta di non notare il cambio di discorso improvviso, e guardo i dolci con un certo desiderio.
-Tienili tu, lì avrò da mangiare fino a scoppiare, mangiane anche per me- 
-Il tempo è scaduto- un pacificatore entra per accompagnare mamma alla porta, e lei mi dà un ultimo bacio sulla fronte, riprendendo i biscotti
-Abbi cura di te, Percy!-

 

 

 

 

(A.A.)
E dopo il successo dei Potter Games ecco a voi… I Jackson Games.
Spero siate interessati e che il capitolo vi piaccia.
Spero di aggiornare il prima possibile.

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Capitolo 2
*** Gli altri tributi ***



Gli altri tributi 

 

Le altre visite sono state deludenti, o meglio, inesistenti, gli unici che sono venuti al mio capezzale sono stati i genitori di Rachel, ma non è stata una visita allegra. Pensavano fossi uno di quei tributi che si allenano fin da piccoli e mi hanno proposto uno scambio: se aiutavo Rachel e morivo per lei, avrebbero dato tantissimi soldi a mia madre.
Gli ho detto in tutta franchezza che non conosco niente di armi o robe del genere, e se ne sono andati delusi. D’altronde credo che abbia più possibilità lei di me, e ho provato a dirglielo prima che se ne andassero.
E’ una bravissima pittrice, quindi può imparare molte tecniche mimetiche, in più ha una vista acuta, e un caratterino tutto pepe.
Oro sono sul treno che ci porterà alla capitale, non sbagliavo dicendo che avrei avuto da mangiare fino a scoppiare, infatti al nostro arrivo abbiamo trovato le tavole imbandite.
Ci vorrà un giorno per arrivare e tra qualche minuto vedremo le mietiture negli altri distretti, ma sono terrorizzato all’idea.  Per la prima volta vedremo chi dovremo uccidere o chi ci ucciderà, ed è davvero spaventoso.
-Percy, inizia tra un minuto, Joseph e Isabelle ci stanno aspettando-
Joseph è il mio mentore, Isabelle la sua, hanno vinto rispettivamente nella 94^ e nella  88^ edizione, ma non sono molto bravi a dare consigli.
Mi avvio insieme a Rachel. Noto che è piuttosto tesa, ha i capelli legati in una coda e si tortura le mani.
-Andrà tutto bene- cerco di essere convincente, ma qualcuno dovrebbe convincere me per primo, perché credo di essere più spaventato di lei.
Lei mi guarda e mi volge un sorriso tirato:
-Grazie Percy, apprezzo il conforto, ma…-
Prima che possa continuare la frase entriamo nella stanza, e i nostri mentori ci chiamano a gran voce invitandoci a sederci accanto a loro.
- Svelti sedetevi, Sta per iniziare-
Il tempo di sedersi che lo stemma di Capitol City illumina lo schermo, e parte l’inno.
Poi iniziano le mietiture.
Nel distretto 1 sono due fratelli: la ragazza ha i capelli neri mentre il ragazzo biondi, ma gli occhi sono gli stessi, come del cielo in tempesta.
Dal distretto 1 vengono di solito ragazzi addestrati, ma non credo che siano contenti di essere stati estratti.
Che sfortuna! Si conoscono da tutta la vita e almeno uno di loro morirà con certezza.
Dal distretto 2 vedo una ragazza dura, si vede che è addestrata, mi ricorda una bulletta della mia scuola, solo che i suoi capelli sono spaghetti marroni, non rossi.
Dal distretto 3 viene una ragazza bionda con gli occhi grigi come nuvole temporalesche. Sembra una ragazza piuttosto intelligente e mi colpisce il suo autocontrollo quando viene chiamata.
Tutto il contrario di me, rivedendomi allo schermo mi stupisco di quanto sembro idiota. Cioè, nessuno finora ha avuto una faccia tanto terrorizzata.
Rachel alla mietitura sembra tranquilla, più o meno, come se se lo aspettasse.
Dal distretto 5 ci sono due ragazzi piuttosto normali, non colpiscono per qualcosa, e non li ricordo tanto facilmente, ma sono quasi sicuro che uno di loro si chiami Lee.
Dal 6 noto un ragazzo dai capelli biondi e una cicatrice lungo il viso, accompagnato da una ragazza dai tratti serpentini.
Il ragazzo sembra contento di essere lì, e sorride beffardo. Avessi io tutta quella sicurezza!
Dal distretto 7, pieno di ragazzi robusti, il tributo maschio è un ragazzo mingherlino dalle dita sottili.
Dal distretto 8 la ragazza è molto bella, ma non vuole darlo a vedere, con capelli castani e piccole trecce scalate in modo bizzarro.
Dal distretto 9 vedo un ragazzo robusto, anzi, gigante, che però sembra piuttosto infantile. Mi fa tenerezza, nonostante la mole.
Dal distretto 10 viene una ragazza sicura di sé e un ragazzo insicuro, che vedo zoppicare, come se ogni passo gli costasse una fatica immensa.
Dal distretto 11 due gemelli: Castore e Polluxe. Dovrebbero fare una nuova regola: se esce un fratello, l’altro è esonerato dai giochi. Come si fa a uccidere o veder morire un fratello?!
Dal distretto 12, come a portare sfortuna, ci sono altri due fratelli: Bianca e Nico. Sono così tristi che mi chiedo cosa si provi, io non ho né fratelli, né sorelle, ma deve essere una cosa davvero orribile.
La cosa più brutta di tutto è che i nostri mentori ci danno consigli ogni tributo che vedono:
“Devi uccidere il minore, il maggiore resterà così scioccato che sarà una facile preda”
“I forti si battono con l’astuzia, i deboli con la forza”
“Cerca di essere il migliore, ma evita di fare amicizia, quello rende deboli”
Alla fine non ce la faccio più, quando l’ultimo tributo viene estratto mi alzo di scatto dal divano e mi avvio in camera per riposare.
Domani mattina tardi, verso le 11.30 dovremmo arrivare a Capitol City e voglio riposare un po’.
Mi addormento, con i vari tributi che escono ed entrano nei miei sogni, la ragazza del 2 che mi sfida ai duelli:
-Ce n’è quante ne vuoi pivello-
Il ragazzo del 9 che mi regala un orologio fabbricato nel centro addestramento, il ragazzo del 10 che mi porge una lattina, e, in particolare, la ragazza del 3, che mi  squadra con aria critica e commenta:
-Un po’ gracilino testa d’alghe!-

 

 

 

(A.A.) 
un po’ corto, ma il prossimo sarà più lungo e più pieno.
Provate voi a scrivere con vostra sorella che vi tiene il fiato sul collo e vi obbliga a darle il computer per sparare musica spaccatimpani a tutto volume.
Ma tralasciamo, al prossimo capitolo, e ricordate che una recensione è sempre gradita.

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Capitolo 3
*** La sfilata ***


La sfilata

 

Non mi piacciono le notti insonni, specialmente quando il giorno dopo devo fare una sfilata in costume su delle bighe, ma la sfortuna vuole che oggi sia uno di quei giorni in cui uno zombie è molto più sveglio di me.
Nonostante la mia stanchezza, però, resto sempre molto iperattivo, cosa che non darà molti vantaggi per quando starò sdraiato per farmi fare i vari trattamenti.
Io e Rachel stiamo facendo colazione, tra pochi minuti dovremmo arrivare a Capitol City, ma a malapena ci penso.
Rachele sembra stanca quanto me, e le chiedo sbadigliando:
-Notte insonne?-
-Non proprio, strani sogni, niente di importante- risponde evasiva, continuando a mangiare cialde.
Io guardo il mio piatto, pensando alle cialde azzurre che mia madre ha fatto una volta a capodanno. Quanto mi manca!
Ho appena ingoiato l’ultimo boccone quando il treno si ferma, e ci chiamano per scendere. 
I miei preparatori sono inquietanti: tre donne vecchie e brutte sulla cinquantina, che ricordano rapaci pronti a divorarti.
Mi fanno trattamenti e robe varie, che, devo ammetterlo, mi fanno piuttosto schifo, con un sorriso, anzi un ghigno, malefico sul volto, poi mi portano nella casa dove incontrerò la mia stilista.
Mi aspetto un’altra vecchietta raggrinzita, ma dalla porta entra una giovane ragazza dai capelli ambrati e gli occhi verdi sorridenti. 
Si avvicina saltellando e mi stringe la mano. 
-Ciao Percy, io sono Juniper, e sarò la tua stilista. Come sai ci sarà la sfilata tra poche ore, e dovete vestirvi con abiti del vostro distretto…-
Mentre parla il mio sguardo si posa sul ginepro appena fuori dalla finestra.
E’ strano che ci mandino nella casa della nostra stilista, sarebbe molto più semplice se venissero loro da noi.
-Allora Percy, pronto?- chiede allegra.
-Ehm… più o meno- NO.
-E’ comprensibile la tua ansia, ma non preoccuparti, almeno per oggi andrà tutto bene.
Mi fa l’occhiolino e mi accompagna in un’altra stanza.
Lì vi trovo un vestito molto singolare, ma di certo non banale.
E’ una tuta completamente azzurra, e con tubi a malapena visibili dai quali spunta acqua, e sembra una cascata fatta vestito, e, quando l’avrò indossato, fatta persona.
-Che ti sembra?- chiede Juniper speranzosa.
-E’…- non trovo parole per descriverlo: singolare non sta bene, interessante sembra che lo trovi brutto, bello è riduttivo…  -bagnato- dico infine, e mi pento del termine poco elegante, ma, diciamocelo, è la verità.
Juniper scoppia a ridere, per fortuna non sembra offesa -Sai, hai proprio ragione, è senz’altro bagnato, ma è questo il bello, dai, cambiati-
E mi lascia solo nella stanza.
Dopo essermi cambiato ed aver dato gli ultimi ritocchi ci avviamo verso il luogo della sfilata, dove incontro Rachel. L’azzurro del vestito crea uno strano contrasto con il rosso dei capelli. Sembra l’acqua mista al fuoco.
Mi fa un sorriso teso, che ricambio, poi passo lo sguardo sugli altri tributi in preparazione.
I ragazzi del distretto 1 sono vestiti con abiti ornati di pietre preziose, e chiacchierano tranquillamente.
I ragazzi del distretto 2 litigano furiosamente, e, vestiti rosso sangue sembra che si siano accoltellati a vicenda.
I ragazzi del 5 sono brillanti come soli, e devo distogliere lo sguardo.
Il ragazzo del 6 sembra il conducente di un treno, e guarda gli altri tributi con sguardo indagatore, mentre la ragazza lo osserva attenta da lontano.
Il ragazzo del 7 non sembra a proprio agio nel suo vestito da albero, prova a muoversi un po’.
La ragazza dell’8 indossa un vestito colorato, con tanti tipi di tessuti diversi, mentre il ragazzo la guarda sognante, lo ammetto, è carina, molto, ma non è importante.
Il ragazzo del 9 è molto impacciato, molto grosso e davvero infantile dai comportamenti, non fraintendetemi, è un dato di fatto, non una critica. Entrambi i ragazzi sono vestiti in modo da sembrare spighe di grano viventi.
Il ragazzo del distretto 10 osserva affascinato la ragazza, come se fosse un pezzo prelibato di carne, e la ragazza gli lancia occhiatacce esasperate. Sono vestiti entrambi da capre.
I gemelli del 11 fanno buon viso a cattivo gioco, e sono vestiti come acini d’uva.
Invece i fratelli del 12 sembrano molto tristi nei loro vestiti scuri da minatori, coperti di fuliggine. Anche se il ragazzo sembra stia cercando di rallegrare un po’ la situazione.
Infine poso lo sguardo sulla ragazza del 3, che sta osservando il ragazzo del 6. Lei e il suo compagno sono vestiti da fili, e dalla testa partono scintille, spero volute, che a intervalli regolari diventano fiamme.
La osservo per un po’, finché lei non si gira di scatto verso di me, e allora distolgo lo sguardo.
Ha degli occhi grigi davvero belli, lo devo ammettere, come nuvole temporalesche.
Sto per salire sul carro quando sento un urlo levarsi dal carro del 7. 
Il ragazzo del 7 ha preso fuoco, letteralmente, il suo costume brucia e lui corre da tutte le parti urlando.
Gli stilisti cercano una fonte d’acqua, i tributi osservano la scena ammutoliti.
Io mi guardo intorno esterrefatto, poi osservo il mio costume, e mi viene una grande idea. Corro verso il ragazzo in fiamme e attivo il costume. Subito un getto d’acqua lo inonda, e quasi temo che non funzioni, perché non mi sento bagnato, neanche un po’.
Ma l’abito si spegne, e il ragazzo si calma un po’ e si siede sul carro per riprendere fiato.
-Tutto bene, amico?- gli chiedo, per fortuna l’abito non ha bruciato del tutto, e ha ancora qualcosa addosso.
-Si… credo di si… che roba! chissà perché è andato a fuoco?- si chiede, ed io gli prendo la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Sta attento la prossima volta, mi chiamo Percy, comunque, Percy Jackson- mi presento.
-Leo Valdez- mi dice lui alzandosi, poi sorride -Se non altro, ora ho uno pseudonimo per i giochi…- 
-Leo Valdez, il ragazzo in fiamme- concludo per lui, poi disattivo il costume e torno al mio carro. Noto di sfuggita le ragazza del tre che mi osserva critica.

La sfilata parte bene, ma sono molto teso, dato che ho usato un po’ di riserva per spegnere Leo. Così sto attento ad attivare il costume solo quando il carro parte.
Durante il tragitto vedo molti sguardi critici dal pubblico verso Leo, con il suo costume bruciacchiato, però non sembra importarsene. 
Io e Rachel suscitiamo ammirazione, almeno finché il mio costume non si esaurisce, a metà discorso del presidente.
Nessuno osa soffermarsi sui ragazzi abbaglianti, mentre molti osservano affascinati il distretto 8.
Anche il distretto 1 attira molti sguardi, mentre il 12 sembra ignorato completamente.
Dopo il discorso del presidente torniamo indietro, un carro alla volta, e arriviamo alla rimessa, dove ci attendono i nostri mentori e le nostre stiliste.
Juniper sembra molto interessata al ragazzo del 10, e non mi presta molta attenzione, mentre Joseph mi rimprovera per il comportamento amichevole verso Leo
-Avremmo avuto un tributo in meno, o almeno uno con qualche ustione di terzo grado- commenta contrariato.
Io alzo gli occhi al cielo, e mi limito ad annuire, senza ascoltare una parola. Beh, non è colpa mia se ho un disturbo da deficit dell’attenzione!
Dopo la ramanzina ci accompagnano nelle nostre camere, dove dormiremo.
Io mi faccio una doccia, ripensando alla giornata appena conclus
E’ stata così lenta, però, se ci ripenso, è volata in un soffio.
Mi asciugo e mi metto un pigiama, poi vado a dormire
Però, gli zoccoli del ragazzo del 10 erano davvero realistici.
E con questo ultimo pensiero cado nel sonno.

 

 

 

(A.A)
Ok, non è bellissimo e forse è anche un po’ veloce, ma non è ancora iniziato il bello.
Sottolineo che i gemelli del distretto 11 dovrebbero essere Castore e Polluce, ma siccome sono entrambi maschi ho deciso di cambiare Polluce e farla femmina.
Spero che vi piaccia e aggiornerò presto (almeno spero)

P.s. sono interessata da tutte le recensioni che potete farmi, belle o brutte, lunghe o corte, in buona e in cattiva sorte, salutari o malate eccetera eccetera.

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Capitolo 4
*** L'allenamento ***


L’allenamento

 

Oggi ho dormito come un neonato, e sono arrivato tardi all’allenamento.
Ad essere sincero non ho idea di cosa fare, insomma, da che comincio, non so fare niente. 
Decido di iniziare con i nodi, a casa riesco a fare qualcosa di decente, probabilmente perché la pesca è la nostra fonte di soldi e cibo. Resto lì finché non padroneggio un particolare nodo per sollevare in aria il malcapitato che ci finisce in mezzo, poi decido di avviarmi al settore armi, per imparare ad usare la spada, ma vedo che è occupato dal ragazzo del distretto 6, così cerco un’altra postazione, ma il ragazzo mi chiama.
-Percy, giusto? Non devi andartene, c’è abbastanza spazio per entrambi- dice affabile sorridendo. All’inizio non mi sembrava disponibile, ma forse devo ricredermi.
-Ehm… grazie- dico accingendomi a prendere una spada. Ce ne sono molti tipi: spade di bronzo, di ferro, grandi, piccole, pesanti e leggere, ma non trovo nessuna spada abbastanza bilanciata.
Alla fine opto per una spada di bronzo un po’ troppo pesante per me ma piuttosto buona.
Mi soffermo a guardare il ragazzo, cavolo se è bravo!
Per essere un ragazzo del 6 spacca i manichini come fossero fatti di carta.
Si accorge del mio sguardo e si gira verso di me, sorridendo. Ha un sorriso molto strano.
-Vuoi che ti insegno qualcosa?- mi chiede gentilmente -Credevo che nel distretto 4 vi allenaste- mi prende in giro.
-Io credevo che nel distretto 6 non prendeste lezioni private- dico a mia volta.
Lui agita la mano noncurante: -Si cambia, allora, accetti il mio aiuto o no?- 
Io, mio malgrado, accetto.
Non l’avessi mai fatto!
E’ proprio bravo, se non fosse per la mia iperattività e il fatto che non può ancora uccidermi sarei già ridotto a fettine e servito in un hamburger gusto “Percy”.
Dopo una mezz’ora chiedo un po’ di pausa, Luke, così si chiama il ragazzo, prende dell’acqua e se la butta in testa, io lo imito, e subito sento tornarmi le energie, la spada non sembra più tanto pesante e sono pronto a riaffrontare Luke.
Inizialmente ci va leggero, poi, vedendo che sto andando molto meglio inizia ad aumentare il ritmo, e cerca di disarmarmi io prendo mentalmente nota del movimento fatto e approfitto dell’ondata di energia, che sento sta per abbandonarmi, per tentare di disarmarlo a mia volta. 
La sua spada vola in alto, ed io ce l’ho in pugno, ma ormai la forza mi ha abbandonato. Luke mi guarda sconvolto.
-Scusa, non volevo…-
-Scusa? Cavolo, Percy, fallo ancora!-
Non vorrei rifarlo, non mi sento molto in forma, così declino la sua offerta, poso la spada e cerco qualcos’altro da fare. 
Provo ad andare a padiglione del tiro con l’arco, dove vedo i ragazzi del distretto 5 e la ragazza del 10 che tirano perfettamente al centro del bersaglio. A me bastano pochi tiri per capire che non è la cosa che mi riesce meglio, anzi, rischio di colpire Kayla, la ragazza del 5, che si scansa per il rotto della cuffia.
-Scusa, io non volevo- cerco di farmi perdonare, mentre la ragazza controlla la ferita sul braccio.
Sento la ragazza del 10, Zoe, che borbotta qualcosa che assomiglia terribilmente a: -Ragazzi-
Decido di cambiare postazione e mi avvio in quella di riconoscimento piante commestibili.
Lì vi trovo i gemelli dell’11 e la ragazza del 9.
Però la mia memoria non è delle migliori, e decido di abbandonare quasi subito perché tutti quei nomi latini di piante mi fanno venire il mal di testa.
Prima che mi decida a scegliere qualcos’altro dobbiamo andare a pranzo, e decido di non sedermi al tavolo dei favoriti.
Così opto per un tavolino lontano da tutti, certo che nessuno mi noti.
Cavolo, se mi sbaglio!
Prima di tutti arriva il ragazzo del 7, Leo, che si siede tranquillo nel mio tavolo salutandomi allegramente.
Prima che possa rispondere al saluto il ragazzo del 9 si avvicina titubante e si siede a sua volta guardandomi curioso.
E’ proprio grosso, e spero non mi abbia puntato.
Anche Rachel mi raggiunge, e guarda il ragazzo del 9 come se fosse un mostro, stando ben attenta a non stargli vicino e a sedersi  il più lontano possibile da lui.
-Come è andata?- mi chiede esitante.
-Mah, non tanto bene, perché continui a fissarlo?- mi dà fastidio, va bene che è grosso, ma sembra triste al suo sguardo, triste e stupito.
-Non vedi anche tu?- mi chiede con voce strozzata.
-Ne parliamo dopo, ok?- vedo che il ragazzo fa per alzarsi afflitto, ma gli faccio cenno di sedersi.
-Siediti pure, campione, non ti stiamo cacciando- gli dico sorridendo, e lui mi sorride a sua volta.
Cerco di guardarlo negli occhi, ma per qualche strano motivo non mi riesce, così mi accontento dei denti gialli e storti.
-Leo, com’è andata a te la giornata?- chiede Rachel visibilmente contrariata al ragazzo in fiamme.
-Abbastanza bene, ho fatto esplodere un’erba, ma i danni sono risultati minimi- risponde il ragazzo tutto allegro.
Io continuo a mangiare, e chiedo a Rachel:
-A te, invece, come vanno gli allenamenti?-
-Bene, al padiglione della mimetizzazione sono andata piuttosto bene, e… beh, ho fatto solo questo praticamente-
-Bene, e tu, campione?- chiedo al gigante, di cui mi sfugge il nome.
-Bene, ho lanciato qualche peso in giro e ho creato spade e scudi-
-Wow, hai creato spade e scudi, ma come hai fatto, sarebbe interessante provare…- inizia il ragazzo del 7, ma viene interrotto dal suono che annuncia la fine della pausa pranzo.
Io mi alzo mangiando l’ultimo boccone e sto per avviarmi all’area di allenamento quando vengo bloccato dalla ragazza del 2.
-Spostati pivello, non vedi che sto cercando di passare?-
-Sei tu che mi hai interrotto al strada- ribatto.
Forse non è il caso di farsi subito dei nemici, ma comunque non voglio farmi mettere i piedi in testa.
La ragazza sembra furiosa, probabilmente non è abituata ad avere in torno persone che le tengono testa, così la supero e facci per allontanarmi quando lei mi riprende da dietro.
-Credi che abbia finito, pivello, capirai che non è il caso di ribattere con Clarisse-
Sta per tirarmi un pugno sul naso quando accade qualcosa di molto strano.
Sembra che tutte le bottiglie d’acqua della sala si distruggono insieme e si convergono addosso a Clarisse, inzuppandola dalla testa ai piedi.
Io ne approfitto per andarmene, lasciandola lì, inzuppata e furente.
Sento che se rimango il tempo di farle elaborare ciò che è successo ci rimango secco.
Così mi avvio al settore di mimetizzazione, dove incontro Rachel, è davvero brava con queste cose e sembra aver fatto amicizia con l’istruttore.
Io, invece, me la cavo piuttosto male, e decido di optare per la lancia.
Appena mi avvicino sento che non avrei dovuto farlo. Al centro del padiglione, con l’aria di chi non ha fato altro per tutta la vita, c’è Clarisse, quella del pranzo, che usa la lancia in maniera perfetta.
Sto per andarmene, o meglio, scappare a gambe levate, quando lei mi richiama, sfidandomi.
Vorrei declinare gentilmente la sua offerta, ma poi rifletto che tanto non può uccidermi, quindi non corro pericoli di vita, e il mio orgoglio mi fa accettare.
Non dovevo accettare, decisamente non dovevo accettare!!!
E’ bravissima con quella lancia, la rotea, lancia dei colpi fortissimi che mi lasciano del tutto scombussolato.
Ad un certo punto mi ferisce al braccio, e riesco a borbottarle un:
-Vietato ferire- prima di essere nuovamente preso di mira dai suoi colpi.
Non si sa come, lei trova la forza pure di rispondermi.
-Ops, che errore, ma tanto se non muori è tutto a posto!-
“Orgoglio, muori” penso tra me e me, prima di rassegnarmi all’idea che presto sarò davvero affettato e servito in un hamburger gusto “Percy”.
Il caso vuole che la ragazza del 3, passando davanti a noi, mi butti accidentalmente una bottiglia d’acqua in testa, inciampando su una punta di lancia per terra.
Appena sento il contato con l’acqua una nuova forza mi invade, come è successo con Luke prima, anche ora mi sento più forte, colpisco con più foga, e riesco a disarmare Clarisse in pochissimo tempo.
Lei rimane di stucco, come tutti nelle vicinanze.
Io mi sento piuttosto a disagio ad essere osservato dagli sguardi stupiti e furiosi di alcuni favoriti.
Decido di togliere il disturbo, anche perché quella strana forza mi ha ormai abbandonato, e sento di non riuscire a sostenere un’altra lotta.
Mi sto avviando nella sessione delle tecniche di sopravvivenza quando la ragazza del 3 mi raggiunge, e mi guarda sospettosa prima di iniziare a parlare.
-Come hai fatto?- chiede, con tono quasi accusatore.
-Credimi, non lo so- rispondo sinceramente, continuando a camminare.
-Ti volevo chiedere scusa per l’acqua, ma a quanto pare ti ha aiutato- commenta pensierosa.
-Beh, a proposito, grazie!- le dico io.
-Ti è mai successo prima che l’acqua ti aiutasse nelle lotte?- chiede sovrappensiero.
-Beh, non ho mai dovuto lottare, ma immagino di si, quando ho combattuto contro il ragazzo del distretto 6, mi sono sentito pieno d energia-
-Mhhhh!- commenta solo, poi si presenta:
-Sono Annabeth, comunque, Annabeth Chase-
-Percy Jackson- e ci stringiamo la mano.

 

 

 

 

 

 

(A.A.) 
Scusate tantissimissimo per il ritardo stratosferico ma non sapevo che scrivere, comunque sappiate che è uno dei miei capitoli più lunghi quindi siete clementi.
Spero di aggiornare quanto prima.
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** Sospensione storia per un po' ***


Non avendo molte idee per la storia e dovendo fare molte cose, credo che sospenderò per un po' la storia, ma conto di riprenderla quando avrò le idee un po' più chiare.
Non mi vogliate male per questo, e continuate a seguirla, perché prima o poi sono sicura che la riprenderò.
Mi dispiece davvero tanto.
ChrisAndreini

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