Shade Town

di Hana S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap 1 ***
Capitolo 2: *** cap 2 ***
Capitolo 3: *** cap 3 ***
Capitolo 4: *** cap 4 ***
Capitolo 5: *** cap 5 ***
Capitolo 6: *** cap 6 ***
Capitolo 7: *** cap 7 ***
Capitolo 8: *** cap 8 ***
Capitolo 9: *** cap 9 ***
Capitolo 10: *** cap 10 ***



Capitolo 1
*** cap 1 ***


Entrò il professore di Scienze «Shurororororo, buongiorno a tutti ragazzi, tutti pronti per la prova in laboratorio» il suo viso era raggiante, finalmente poteva portarci in quello squallido laboratorio di secondo ordine per la lezione; a differenza sua i visi della maggioranza della classe era annoiato e si levarono vari “No” oppure “Che strazzio prof!” notai solo Law particolarmente interessato, si voltò e mi strizzò l’occhio con il suo solito sorriso agghiacciante, sapevo benissimo che ne avrebbe approfittato per rubare qualche strumento da portarsi a casa. Ci dirigemmo al piano inferiore, sembrava una marcia funebre più che una classe che si spostava in un’altra aula.

«Cosa! Non hanno ancora finito!?»  gli occhi del prof gli uscirono, quasi, dalle orbite mentre parlava con il bidello, Kuro alzò le braccia, ovviamente lui non poteva farci niente.

 

«Non è colpa mia, a quanto pare le lezioni della professoressa Monet sono interessanti»

«So io cosa sono interessanti di lei» gridò qualcuno, riconobbi la voce del  preside Marshall D. Teach, quando hai un  preside come lui, capisci perché la scuola è considerata una delle peggiori della regione.

«Non Preoccuparti Caesar adesso ci penso io» detto questo si diresse verso il laboratorio e busso pesantemente contro la porta «Allora ci sbrighiamo o no? La campanella è suonata da un pezzo, qui c’è gente che aspetta»

La porta si apri e fece capolino la prof «Mi dispiace Teach, adesso leviamo le tende» poi si voltò verso gli alunni ancora nell’aula «Forza ragazzi lasciamo libero il laboratorio»

«Law la prof Monet a chi insegna quest’anno?» mi sorse spontanea la domanda

«Cosa diavolo vuoi che ne sappia io?» gentile come al solito. Sentii che qualcuno mi saltava sulla schiena, era Bonney «Io  … lo …so» scandì e poi mi fece la linguaccia, avevo un dubbio «La 5^C altrimenti conosciuta come la classe peggiore dell’istituto»  improvvisamente diventai rossa come un pomodoro, “Allora c’è anche lui” fu il mio primo pensiero. Law mi guardò incuriosito e mi chiese a cosa era dovuta la mia reazione, ma Bonney subito lo scacciò .

«Via, via non sono cose che ti interessano Traf - impiccione» era aggrappata solo per un braccio al mio collo e mi stava soffocando, riuscii a liberarmi e lei piombò con il sedere sul pavimento, mentre io caddi in avanti e urtai qualcuno. La persona contro cui ero finita non ci pensò due volte a stringermi a se, capii subito che era lui, quante volte mi aveva abbracciata così. Alzai lo sguardo e vidi i suoi magnifici capelli rossi, poi i nostri occhi si incontrarono «Non riuscivi più a starmi lontano?» ricambiai con un sorriso da perfetta ebete, adesso se ci ripenso me ne vergogno; ma quegli occhi mi avevano incantato. Senza badare a quelli intorno a noi mi baciò, più io cercavo di allontanarlo, più lui mi stringeva a se; ero tutto un fuoco per l’imbarazzo. Dopo qualche secondo mi lasciò, c’era il più completo silenzio intorno a noi.

«Zehahahaha!»  il preside ci prese sottobraccio «Allora è vero quello che si dice in giro, mi meraviglio di te Kidd, strano che ti sei legato ad una ragazza così semplice» decisi di considerare le parole del preside come un complimento.

«Mi è piombata addosso e io l’ho presa» fu la risposta seccata di Kidd, non sopportava tanto il preside  … a dire il vero c’erano ben poche persone che sopportava.

«Signor Eustass, è questa la verità?» la prof Monet si avvicinò a noi «Pensavo di esserci solo io nel suo cuore»

«Mi dispiace prof lei è solo la seconda» si alzarono delle risatine dal resto della classe, che diavolo faceva Kidd durante le ore di scienze, lo guardai talmente male che anche un cieco se ne sarebbe accorto.

«Dai Melody, con lei non faccio le cose che facciamo noi due non ti preoccupare»

Sentii caldo improvvisamente, cosa diavolo avremmo fatto noi due? Sentii gli occhi di tutti su di me, volevo sprofondare.

«Hei! Qui c’è qualcuno che vorrebbe cominciare la sua lezione» il prof stava dando fuori di matto. In un attimo tutto tornò al suo posto, la quinta  se ne andò«A dopo bellezza» fu il romantico saluto di Kidd, subito scimmiottato dai suoi amici, cosa che lo faceva meravigliosamente infuriare.

 Prima che potessi varcare la soglia dell’aula qualcuno mi afferrò e mi mise con le spalle al muro, era Law e mi stava guardando in malo modo.

«Allora è vero che stai con lui!» mi spingeva contro il muro tenendomi per le spalle.

«Si qualche problema?» non avevo mai risposto così stizzita a Law e un po’ mi dispiacque.

«No … » mi abbracciò, cosa che non aveva mai fatto «… ma promettimi che se ti farà del male chiederai subito aiuto, io verrò senz’altro … » mi staccai da lui, pensavo di aver ragione ad arrabbiarmi.

«So che non è un tipo facile, ma si è sempre comportato bene con me, non mi farebbe mai niente» detto questo entrai in classe, anche perché il professore ci aveva già richiamati. Law si sedette al primo banco vicino a Bonney, io invece andai all’ultimo banco vicino alla finestra, ero arrabbiata con Law e credevo che tutti se la prendessero troppo con Kidd dovevo sbollire in pace.

La lezione andò avanti normalmente, nessuno seguiva, Bonney dava fuori di matto perché non capiva, Law cercava di aiutarla ed io prendevo appunti, finalmente suonò la campanella dell’intervallo e tutti si precipitarono nel corridoio. Io e Law non proferimmo parola per tutta la durata della pausa, cosa strana visto che eravamo capaci di parlare per ore.

Ci stavamo dirigendo verso la palestra, io ero in fondo al gruppo, non avevo voglia di parlare con nessuno, improvvisamente fui trascinata per un braccio nel bagno dei ragazzi.

«Non ti sei fatta vedere prima »

«Beh … non ci siamo mai incontrati durante l’intervallo pensavo che …»

«Adesso lo sanno tutti, possiamo stare insieme quando e dove vogliamo» avvicinò le sue labbra alle mie, mi cadde la borsa di mano quando mi strinse a se, ci baciammo. Avrei voluto che quell’attimo durasse per sempre, ma fui richiamata alla realtà da una voce familiare.

«Tu lasciala!» Law mi strappo dalle sue braccia e si mise fra di noi.

«Trafalgar …» Kidd lo afferrò per il collo della camicia e lo sollevò da terra, mi precipitai a implorarlo di non fare stupidaggini.

«Ti prego Kidd lascialo» tenevo un suo braccio cercando di fargli mollare la presa, poi successe quello che non mi sarei mai aspettata, Kidd mi scaraventò per terra, probabilmente si accorse di ciò che aveva fatto perché lasciò Law e rimase immobile. Law mi afferrò per il braccio e andammo via, andavamo verso l’infermeria.

«Law sto bene non mi sono fatta niente»

«Io lo sapevo» si voltò verso di me e i suoi occhi glaciali m penetrarono nei miei «Questa dannata città non è grandissima, ci conosciamo tutti e tutti sanno che razza di persona è Kidd, suo padre era un ubriacone se ne è andato quando aveva sei anni, sua madre sappiamo bene che razza di reputazione ha e i suoi amici sono considerata dei teppisti … perché Melody … perche ti sei messa con lui?» era rosso in volto, capivo da come mi stringeva il braccio che era furibondo, abbassai lo sguardo.

«Non voglio che ti preoccupi per me … e poi lui non è cattivo» sentii la rabbia aumentare nel mio amico.

«Come vuoi» mi lasciò andare e si incamminò verso la palestra, lo sentii alle mie spalle «Vivi la tua vita come ti piace, solo non venire a piangere da me quando ti andrà male» mi sembrava più un augurio che un avvertimento, mi si inumidirono gli occhi e la vista mi si offuscò, piansi amaramente, sola nel corridoio.

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Ok per il primo capitolo i pensieri riportati sono solo quelli di Melody, come una piccola introduzione, dal prossimo si aggiungeranno quelli degli altri protagonisti. … Sto scrivendo troppe storie … aiuto.

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Capitolo 2
*** cap 2 ***


MELODY

La lezione di ginnastica inizia in ritardo, con la scusa di un malessere giustifico il fatto che non partecipo, fanno una partita a basket, dannazione amo il basket, ma non ho proprio voglia di fare ginnastica.

Guardo i movimenti di tutti, Bonney è sempre in fallo e si arrabbia come una bestia, invece Law se riesce a mettere le mani sulla palla corre dritto al canestro e fa punto; è molto serio, ma anche affascinante tutto sudato per la partita.

«Law sei fantastico» la solita oca che lo osanna; Perona fa il filo a Law dalle medie, ma lui non la calcola proprio; le arriva una pallonata in faccia.

«Scusa, non l’ho fatto apposta …» Bonney fa l’innocentina, ma so benissimo che aveva preso bene la mira.

«Idiota l’hai fatto apposta» la dark si scaglia contro Bonney ed inizia la lotta, mentre tutti le incitano, soprattutto i maschi, amavano vedere due ragazze che si strappavano le magliette a vicenda. Interviene il prof Burjess a rimettere ordine.

«Se avete dei conti da regolare fatelo fuori dalla mia palestra!»  il prof è un uomo molto alto e muscoloso, famoso in città per le sue vittorie nel mondo del wrestling; però raggiunto l’apice del successo si era ritirato per fare l’insegnante, nessuno lo aveva compreso, ma lui amava quella vita, in più gestiva anche una palestra la sera e nel fine settimana.

Perona e Bonney furono costrette a rimanere dopo le lezioni per ripulire da cima a fondo tutta la palestra, povere.

Cammino nel cortile, tutta sola, quando Law si avvicina.

«Scusa»

«Non ti preoccupare Law, sei il mio migliore amico è ovvio che tu ti preoccupi per me»

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TRAFALGAR LAW

La guardo sorridermi, come è bella, voglio stringerla a me, dirle di lasciare quell’idiota e mettersi con me, voglio essere io a baciarla a consolarla … ad amarla. L’avrei resa felice ora e sempre …

«Melody ti va di …» sono bruscamente interrotto da Bonney che mi piomba addosso.

«Hei Traffy oggi mi devi … per … forza … aiutare»

«Cosa vuoi ancora?»

«Tra una settimana c’è la verifica di mate … non posso prendere meno di sei o me la rimanda all'anno prossimo quell’idiota di Van Ooger! Devi aiutarmi, devo essere preparata al meglio, poi … penserò a ripagarti con gli interessi …» disse queste ultime parole in modo ambiguo tanto da farmi infuriare e la allontanai da me, non volevo che Melody sapesse cosa c’era fra me e Bonney, anche perché non è amore.

«Cos’è questa storia Traffy?» anche Melody ci si mette a prendermi in giro, ma non riesco ad arrabbiarmi con lei anche perché in questo momento è Bonney ad avermele fatte girare.

«Tra un’ora vieni a casa mia, porta tutto il necessario …» mise le sue braccia intorno al mio collo e bisbigliò nel mio orecchio

«Anche quel completino che ti piace tanto? Se lo vuoi sapere lo indosso già …»

« … il necessario per studiare» guardo Melody, speravo non avesse sentito Bonney e probabilmente era così; prese il cellulare che aveva iniziato a suonare; sorrise mentre si portava una ciocca dietro l’orecchio.

«Chi è … il tuo amorino?» Bonney è odiosa quando fa così.

«No, hanno cambiato i turni a papà, stasera non viene a cena»

«E questo ti rende felice»

«No è che da quando gli ho insegnato come inserire le emotion i suoi messaggi sono costituite da più faccine che da testo » ci mostrò lo schermo, era vero.

Messaggio: Scusa tesoro, mi hanno cambiato turno, stasera non ceniamo insieme (più una serie di faccine che mostravano il dolore e la frustrazione interna di quell’uomo ).

Trovo abbastanza imbarazzante quel messaggio scritto da un adulto.

«Io vado, a domani e  … Bonney, non fare uscire dai gangheri Law ok?»

«Yes my lord» detto questo mi stringe ancora di più. Vidi la ragazza che amavo allontanarsi, abbasso lo sguardo.

«Andiamo prima che Perona si accorga che sono scappata» Bonney mi teneva per un braccio, costringendomi a correre fuori dalla scuola insieme a lei.

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JEWELRY BONNEY

Mi affascinava guardarlo così serio intento a spiegarmi quelle assurde regole, mi faceva impazzire la sua voce, quegli occhi grigi e quelle mani che più volte mi avevano stretto, sapevo che non mi amava e io di certo non amavo lui, ma non mi importava.

«Con questo abbiamo finito» guardò l’orologio erano le nove di sera, ancora una volta ero riuscita a tirarla per le lunghe, accarezzai quei morbidi capelli neri e quando i nostri sguardi si incontrarono lo baciai, il resto venne da se.

Mentre ci rivestivamo non proferimmo parola, e in silenzio uscii dalla sua stanza, tanto sapevo dove era l’uscita e mi incamminai. Fuori ormai è buio pesto, alzai lo sguardo verso la stanza di Law, le luci erano già spente presi la bici e andai a casa, mi sembrò di vedere un’ombra ma non vi badai. Passai davanti alla casa di Melody, c’era qualcuno nel giardino, lasciai la bici e silenziosamente mi avvicinai.

Mi sembrava la recita di fine anno, Melody affacciata alla finestra e Kidd dal giardino le parlava, la casa di Melody era tutta su un piano quindi era faccia a faccia con il suo tesorino, volevo farli uno scherzo, ma sentii un movimento dietro di me, mi voltai, ma non c’era nessuno. Ero un po’ spaventata, ma anche troppo curiosa di sapere cosa stava succedendo.

«Mi dispiace Melody, ma Trafalgar non si doveva intromettere, mi da sempre sui nervi e detesto che ti giri intorno» allora è vero che i due si odiano.

«Noi due siamo amici fin da piccoli,  mi considera come una sorella» se Melody sapesse quante volte Law pronuncia il suo nome quando è con me, credo cambierebbe idea «Non puoi chiedermi di lasciare i miei amici, sono troppo importanti per me, se mi ami veramente accetterai loro come io ho accettato Killer e tutti gli altri» Killer? Non ricordo mai il suo vero nome, ormai lo chiamiamo tutti così quell’esaltato con la fissa per gli Horror.

«Melody» oh! Le tiene le mani che carino «Ti prometto che cercherò di controllarmi» si, si, certo come no! Kidd che si contiene? Avrei più probabilità io di prendere dieci nella verifica di mate, ma per favore!

«Giuralo»

«Lo giuro»

Che scena smielata, si baciano che belli, certo sono molto diversi, ma stanno bene insieme. Che fa Kidd, se ne va? Ma non entra? Che delusione. È in moto, adoro la sua moto, se non fosse il ragazzo di Melody mi farei sotto io, è sfrecciato via e Melody è rientrata, uffi! Tanto vale tornare a casa. Vedo ancora quell’ombra e questa volta l’ho riconosciuto … Law che ci fai qui? Credo di aver assunto un’espressione a dir poco scema.

Presi la mia bici e tornai a casa.

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EUSTASS KID

Il vento mi scompiglia i capelli mentre sfreccio con la moto per le stradine di questa misera città. L’unica cosa che la rende vivibile e quell’angelo, che presto sarà mio. Arrivo a casa, le luci sono ancora accese, che diavolo stanno combinando? Entro Killer e spaparanzato sul divano e guarda la televisione insieme a Heat.

«Ancora Psyco, non ti sei rotto di guardarlo?» accenna solo un ‘no’ con la testa, così vado in cucina dove il resto della compagnia ‘gioca’ a carte.

«È ancora tutto in ordine, strano, partita tranquilla stasera?»

«Abbiamo scoperto chi barava, era Wire, ora è legato come un salame e chiuso nello sgabuzzino» vado a vedere, ed è proprio così, non posso fare a meno di scoppiare a ridere, lo aiuto a liberarsi.

«Ragazzi tutti fuori ora»

«Perché Kidd?, non abbiamo ancora finito»

«Perché è un mio ordine» mi basta tuonare queste parole e tutti si precipitano all’ingresso, salutano in maniera confusa ed escono. Guardo verso il divano Killer è ancora lì.

«E tu?»

Mi indica il televisore «Non è ancora finito!» ci rinuncio e mi siedo con lui, lo fisso per alcuni secondi; c’è chi dice che noi siamo fratelli, ma io non vedo la somiglianza, se mio padre si faceva sua madre non è affar mio, e poi anche se fosse andiamo molto d’accordo.

«Allora come è andata?»

«Male» sprofondo nel divano «Non mi ha fatto neanche entrare, speravo seriamente che lo facesse, le avrei fatto compagnia è tutta sola» Killer non ci riesce e scoppia a ridere ed io lo seguo.

«Tu che stai calmo e seduto a parlare con una bella ragazza senza saltargli addosso alla prima occasione?»

«Melody non sa quello che le aspetta se anche solo una volta commette l’errore di farmi entrare!» ed è vero, aspetto solo l’occasione giusta.

«Ha chiamato tua madre mentre eri fuori» cosa diavolo vuole quella? «Non torna a casa …» non fa in tempo a finire la frase, il cuscino gli è arrivato dritto in faccia.

«Può fare quello che vuole, non mi interessa, tu piuttosto che fai?»

«Rimango qui, ho il frigo vuoto mentre il tuo è pieno poi domani non c’è scuola» si stiracchia gambe e braccia.

«Come se ci importasse»

«L’unica promessa che ho fatto, l’ho fatta a mia madre, che mi sarei diplomato» sapevo quanto Killer tenesse a quella donna, lo aveva tirato su nonostante avesse tutta la famiglia contro, dopotutto aveva solo sedici anni quando è nato.

«Vado a dormire, tu dormi pure sul divano se ti va»

«Vuoi che vengo con te?» chiaramente mi sfotte «Magari ti consolo un po’ dopo la bidonata che hai ricevuto» se potessi lo polverizzerei con lo sguardo.

«Non sei il mio tipo» ridacchio.

«Peccato» è incredibile, non ha mai spostato lo sguardo dal film, è davvero così invasato?

«Sai dove sono coperte e cuscino» mi alzo e me ne vado.

Dalla camera guardo fuori la città, penso a Melody, vorrei veramente essere li con lei! Non ho mai desiderato una ragazza così tanto, perché non cede? Perché mi fa dannare così? Non ho mai rispettato nessuno, perché dovrei cominciare con lei?

Le mando un messaggio smielato, quasi vomito mentre lo scrivo e lei mi risponde con la sua solita dolcezza.

«Presto sarai mia!» sussurro nella notte buia «È questo il mio giuramento».

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Capitolo 3
*** cap 3 ***


MELODY

È domenica! Mi sveglio pimpante, oggi siamo solo noi due, inizio a danzare dalla camera alla cucina e non mi accorgo che qualcuno mi osserva.

«Sei allegra questa mattina» papà mi guarda divertito, seduto al tavolo.

«Si esatto» li stampo un bacio sulla guancia, come ho sempre fatto e come sempre farò.

«Oggi dopo pranzo mi vedo con Kidd» vedo il suo viso rabbuiarsi «Dai papà, bisogna solo conoscerlo, certo, è un po’ ruvido e impulsivo, ma non è cattivo come tutti dicono»

«Sai benissimo che in certe questioni preferisco lasciarti decidere liberamente, ma promettimi che se succede qualcosa sarò il primo a saperlo, non voglio brutte sorprese»

«Insomma!» ora sono seriamente irritata «Smettetela tutti di avercela con lui! È il mio ragazzo …» papà si alza e viene ad abbracciarmi.

«Non avrei mai immaginato che la mia principessa un giorno avrebbe difeso con tutta se stessa un uomo» mi tiene stretta a se, alzo il viso per incontrare il suo sguardo e gli sorrido «Ma giurò. Kidd o non Kidd se qualcuno cancella quel sorriso dal tuo volto, lo disintegro parola di Satch» non posso non abbracciarlo, so che per me ci sarà sempre.

Dopo pranzo mi preparo, calze  autoreggenti grigie con tanto di pizzo; dolcevita nera; vestitino grigio con collo a barchetta e maniche trequarti a palloncino e stivali grigi con tacco. Decido di raccogliere i capelli in una bella coda, anche perché così posso mettere in mostra i miei orecchini, due pendenti a forma di fiocco di neve, regalo di Law.

Esco dalla camera e sento fischiare «Bellezza ti andrebbe di uscire con me?» guardo papà  e scuoto la testa  «Hai veramente intenzione di uscire così o è solo una prova, perché in questo caso è bocciata» sento una punta di gelosia in queste parole, forse era meglio non farsi vedere in minigonna da papà. Non trovo scuse e lui lo capisce dalla mia espressione, ridiamo tutti e due.

«Se ti mette le mai addosso lo uccido»

«Papà!»

«Ok, ok …» alza le braccia al cielo in segno di resa.

«Piuttosto, lavori anche questa notte?»

«Si! Credo andrò a riposare qualche ora prima del lavoro. Probabilmente sarò già in fabbrica quando ritornerai, non lo dai un bacio al tuo vecchio?» senza pensarci due volte gli salto in braccio, come facevo da bambina e gli stampo un bacio sulla guancia «Ammettilo, preferivi che io fossi Kidd, giusto?»

«Se così fosse?» eccolo che rifà lo stupido, facendo finta di piangere, lo abbraccio più forte «Chi si mette con me deve assolutamente sapere una cosa: nessuno riuscirà mai a occupare interamente il mio cuore, perché una parte apparterrà sempre al mio papà» non so quante ragazze di sedici anni si rivolgano così a loro padre, ma per me lui è tutta la mia famiglia, c’è sempre stato lui nei momenti difficili. Sento suonare il campanello e volo alla porta.

«Ciao papà»

«Ciao principessa»

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TRAFALGAR LAW

Mi sveglio tardi e scendo per mangiare qualcosa, credo di avere la faccia di uno zombi, visto come mi guardano i miei.

«Quando siete tornati?»

«Buon giorno anche a te, comunque siamo tornati questa mattina, visto che è domenica ho pensato di lasciarti dormire in pace, anche se dalla tua espressione credo sia  stato un sonno inquieto». Mio padre, semplicemente, accenna un saluto con il capo.

«La Francia è stupenda Law, la prossima volta dovresti venire anche tu in viaggio con noi»

So quanto lei ci tenga, ma non sopporto più i viaggi insieme ormai da parecchio tempo, piuttosto preferisco rimanere a casa «Ci penserò …»

Esco a fare un giro, si gela. Continuo a pensare a Melody e casualmente mi ritrovo nella sua via, davanti a casa sua vedo Kidd e poi lei che esce di casa, è stupenda, credo che parole per descriverla non esistano. Corre incontro al suo ragazzo e gli salta fra le braccia, si baciano. Giro i tacchi e me ne vado.

Entro nell’unico locale decente che c’è in questo schifo di paese, Apoo mi saluta non appena metto piede dentro.

«Hei Law! Tutto solo oggi? Di solito sei accompagnato da due belle ragazze» mi inquietano i suoi movimenti, ma almeno mi distraggono dai suoi discorsi. Mi siedo al solito tavolo nella penombra e osservo lo scorrere del tempo.

«Kidd, avevi detto che oggi saremmo stati insieme … solo noi due!»

«Dai cucciola, non fare così»

Circa mezz’ora dopo vedo Melody, Kidd e compagnia entrare; il modo in cui la stringe a se mi irrita. Si siedono dall’altra parte del locale; ridono e scherzano tutto il tempo; povera Melody, non sopporto che stia con quella gente. Si alza e va in bagno, la sua solita scusa quando vuole liberarsi da una situazione.

Poco dopo Kidd si alza e si avvicina al bancone e lo fisso attentamente. Parla con Apoo, regolamento di conti a quanto posso capire.

«Ora sono qui con la mia ragazza, sono un normale cliente, ma dopo la chiusura ti aspetto fuori, bastardo!»

«Io bastardo? Senti un po’ questo …» Apoo si sporge sul bancone «… tra i due sei tu il figlio di …» non fa in tempo a finire la frase che Kidd lo afferra per la maglietta, è meglio che non faccia cretinate.

«Eustass …» si gira verso di me con quel suo odioso mezzo sorriso.

«Sei anche tu qua? Che coincidenza, controlli che mi comporti bene con lei?» lo detesto.

«No, sono qui per caso, ma non fare cretinate, c’è anche Melody in questo locale, non metterla nei casini»

«Altrimenti che fai?» mi limito a fissare il bicchiere davanti a me, non vale la pena di attaccar briga con lui. Lo sento ridere di gusto, poi torna a sedersi, intanto ricompare Melody.

Non avevo notato come era vestita, le donano proprio quegli abiti e gli orecchini, ricordo ancora quando li comprai, alla gita scolastica dell’anno scorso.

«Belli!» Melody fissa quelli orecchini sulla bancarella «Li compro!» fermo il suo braccio prima che possa prendere il borsellino e porgo al negoziante i soldi.

«Law, ma non devi …» non posso non farlo amore mio.

«Sai che non si rifiutano i regali degli amici» il suo sorriso illumina quella noiosissima giornata al museo.

«Grazie» li indossa subito «Come mi stanno?»

«Su di te, anche uno straccio starebbe bene» Bonney per questa volta ha perfettamente ragione.

«Kidd che fai?» vengo riportato al presente, sento che Kidd toccherà il fondo da un momento all’altro. Tiene Melody per un braccio e dopo una breve occhiata nella mia direzione, la fa sedere sulle sue gambe. La stringe a se, nonostante lei sia imbarazzatissima.

«Capo vuoi che vi lasciamo soli?» iniziano tutti a ridere e questo mi irrita.

«Ti dispiace se rimangono, Melody?» la bacia sulle labbra, un po’ troppo appassionatamente per un locale pubblico e per me.

Mi alzo … la sua mano scorre lentamente sulle sue gambe … esco in tutta furia.

Cammino velocemente, corro via, con il cuore come infilzato da mille spine.

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JEWELRY BONNEY

Passeggiando in paese vedo lo uscire dal locale di Apoo.

«Hei Traffy!» probabilmente non mi ha sentito, ho mi ha volutamente ignorato. Qualche secondo dopo esce anche Melody è visibilmente irritata.

«Dai amore scusa, ci stavamo solo divertendo» Kidd deve averla combinata grossa questa volta, aveva cinque dita stampate sul volto.

«Continua pure a divertirti con i tuoi amici, ma senza di me, devo sbollire» mi avvicino saltellando e le metto le braccia al collo.

«Kidd, l’hai fatta irritare, gira al largo, quando si calma ritornerà vedrai»

«Allora conto su di te» Kidd fissa Melody, ma lei distoglie lo sguardo e si incammina nella stessa direzione di Law.

Procediamo per un po’ in silenzio.

«Quando fa così lo ucciderei!»

«Come? … » che finta ingenua che sono.

«Kidd! Quel cretino, passiamo pochissimo tempo da soli e quando siamo con i suoi amici mi usa per farli divertire … grrr!» a ringhiato veramente? Però, più che una feroce belva sembrava un tigrotto, che tenera.

«Sai come è il livello di quoziente intellettivo dei ragazzi, se poi parliamo di Kidd e i suoi amici …» vediamo come reagisce.

«Come scusa?» si volta verso di me con un’espressione irritata.

«Sono gli elementi peggiori della 5^C, la classe dei teppisti, cosa pretendi?»

«Bonney, Kidd rimane comunque il mio ragazzo, l’unica che può insultarlo sono io!» cucciola che carina quando si arrabbia. Cambia subito espressione e si intristisce, non posso non abbracciarla.

«Voleva solo fare lo scemo, sai come fanno i ragazzi in compagnia, vedrai che ti chiederà scusa» lo ha già fatto moltissime volte, una volta n più non cambia «Cosa fai adesso?»

«Torno a casa, forse è meglio, ciao a domani»

«Ciao tigrotto!»

«Questa è nuova, da quando sarei un tigrotto?»

«Da quando ringhi … Grrr!» si piega dal ridere vedendo la mia imitazione della tigre, sono contenta che sia felice, la mia migliore amica, come farei senza di lei?

Ritorno a casa, e chi mi trovo sull’uscio ad aspettare? Law che accarezza il cane.

«Ciao anima in pena»

«Sei da sola a casa?»

«Si vuoi entrare?» mi avvicino per guardarlo fisso negli occhi «Hai bisogno di riprenderti da qualche brutta esperienza?» lentamente porto le mie braccia intorno al suo collo.

«Apri e piantala di fare la scema!» quanto è sexy quando si arrabbia.

Siamo in camera mia, Law si è già tolto la maglietta, tiene fra le mani la foto che ho sul comodino. Lo abbraccio «Avevamo sette anni, già ti piaceva, volevi sempre stare con lei e odiavi che vi chiamassi ‘fidanzatini’» nasconde la foto nel cassetto e si libera dalla mia presa. Mi fa sdraiare a forza sul letto, siamo faccia a faccia, quello che segue è puro divertimento per me, ma vedo dai suoi occhi che sta male.

«Se ci fosse Melody al mio posto preferiresti, vero?»

«Ti aspetti forse il contrario?»

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EUSTASS KID

Melody non si è più fatta vedere così sono tornato a casa. Sdraiato sul letto fisso il soffitto, perché mi sento uno schifo? Eppure ho sempre fatto così con tutte le ragazze che ho frequentato.

Bussano alla porta «Kidd, posso entrare?» tanto anche se non volessi, Killer entrerebbe lo stesso.

«Se fai di testa tua perché ogni volta, tanto vale che entri e basta!»

«Adorabile come sempre» si siede alla scrivania «Hai una foto tua e di Melody. Da quando sei così coinvolto in questa relazione?»

Mi alzo e osservo la foto, che strano, sorridevo «L’abbiamo fatta dopo un mese che ci frequentavamo, non so perché mi son fatto fare una copia e l’ho messa lì»

«Ti stai rammollendo amico mio … sarà l’età» gli assesto un colpo alla testa, idiota!

«Programmi per questa sera capo?»

«No, ma di uscire non se ne parla, ora vattene!»

Mi devo essere addormentato, fuori è già buio, sono le 9:00. Esco a fare un giro la città è deserta e si gela. Arrivo a casa sua e suono il campanello. Poco dopo siamo faccia a faccia davanti alla porta.

«Melody …» cosa sto facendo? «Mi dispiace …»

«Lo hai fatto perché c’era Law, vero?» come diavolo fa a saperlo?

«Gli occhi ce li ho anche io …» due bellissimi occhi «… però credo volesse rimanere solo, almeno così ho capito dalla sua espressione … quante volte di devo ripetere che siamo solo amici io e lui? …» ora è arrabbiata « … quante volte devo supplicarti di lasciarlo in pace? Lui è come un fratello per me, è ovvio che si incavola se tu ti comporti così con me. Tutti i giorni ti difendo davanti a persone che ti vedono solo come un teppista, io voglio credere che in te ci siano anche del buono … l’ho capito da quella volta …»

«Cosa volete?» riconosco quella voce, è la ragazza della 1^A.

«Niente tesoro, solo divertirci un po’, sei stata scortese a dare un pugno al mio amico, ora devi scusarti …» sono in quattro e hanno accerchiato una ragazzina in un vicolo, devono essere alunni dell’altra scuola.

«Dicono che sono peggiori di noi …»

«Tu credi Killer?»

«L’unica cosa da fare è sfidarli»

«Allora andiamo!»

Scendiamo da muretto sul quale eravamo seduti e ci avviciniamo, quello che sembra essere il capo ha afferrato la ragazzina.

«E così i teppisti della Downtown High se la prendono con le ragazzette più piccole … »

«Eustass Kidd … ho sentito ancora parlare di te … finiamo con lei e poi veniamo da voi … avete ancora tempo per scappare» sono molto irritato. Gli strappo la ragazza dalle braccia e inizia la lotta.

Qualche minuto dopo sono tutti al tappeto «Come sospettavo, non valgono niente» guardo quelle ‘carcasse’ doloranti stese a terra.

«Tu sei Kidd della 4^C vero?» guardo quella ragazzina, l’avevo già notata, non se ne vedono di così carine tra le primine «Ti ringrazio»

«La prossima volta vedi di stare attenta … comunque … tutto apposto?» da dove mi è uscito tutto questo interessamento? Anche Killer mi guarda male.

«Si ti ringrazio»

«Hei Melody, finalmente ti ho trovata, muoviti aspettiamo solo te!»

«Arrivo Bonney! … Grazie ancora … Kidd» la sua dolce voce mi trasporta via, rimango immobile mentre la guardo allontanarsi, era una bella mattina di settembre.

Stiamo insieme ormai da sei mesi.

«… ma tu continui a comportarti come un emerito deficiente! Non posso allontanare Law da me, … e non voglio arrivare al punto di allontanare … te» il sangue mi si gela nelle vene, fisso Melody negli occhi, non voglio che mi lasci, perché non voglio? Vedo una lacrima scorrergli sulla guancia, ci abbracciamo.

Sento che lei mi appartiene, non sarà mai di nessun’altro. Ha scelto me, non mi devo preoccupare di Law.

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Capitolo 4
*** cap 4 ***


MELODY

Come al solito sono in piedi prima del suono della sveglia, le 6:30, uffa! La sveglia è alle 7:00! tanto vale alzarsi, in punta di piedi mi dirigo verso il bagno, chissà se papà è arrivato? Mi avvicino alla porta della sua camera e sento russare, sembra una segheria; ridacchio e vado in bagno, mi preparo con molta calma, ho tempo! Poi in cucina trovo un biglietto sul tavolo “Questo è per te, ti voglio bene”  ha fatto un orrendo cuoricino, ma non fa niente è il pensiero che conta. Nel pacchettino sul tavolo trovo un braccialetto rosso, di quelli che trovi nelle bancarelle, lo indosso subito, mi sembra il più bel gioiello del mondo, sorrido pensando a quanto mi voglia bene. Mi infilo le scarpe e apro la porta.

«Ciao mamma» guardo la foto con un viso sorridente appesa all’entrata, mi manca ancora tanto.

Vedo fuori dal cancellino la sua figura, quello strano cappello bianco e maculato, il lungo cappotto nero, Law è sempre in orario, non si può dire lo stesso Bonney, sospiro. Ci incamminiamo verso la casa della nostra amica e continuiamo a parlare, i soliti discorsi: compiti, verifiche imminenti, progetti per il futuro, sogni …

«Allora Bonney è una brava allieva?» si ferma di botto e distoglie lo sguardo da me.

«Bisogna starci dietro» continua a fissare il terreno, penso che lo faccia dannare abbastanza e poi hanno caratteri completamente diversi, penso che si sopportino solo perché sono entrambi miei amici. Gli do una sonora bacca sulla spalla e gli sorrido.

«Sappiamo come è Bonney, ma riusciremo a farla passare anche quest’anno» anche lui mi sorride, non è il solito sorriso inquietante, meno male, forse si sta ammorbidendo anche lui.

Arriviamo sotto casa di Bonney, la chiamo al cellulare sento una voce dall’oltre tomba che mi risponde, sicuramente dormiva ancora. Qualche minuto dopo esce, fortunatamente è ancora inverno e non si veste in modo provocante come al solito, anche se le scollature non mancavano mai ed il suo inseparabile cappello verde, lo indossa sempre, estate ed inverno.

Stiamo camminando verso la scuola, quando sento un rombo dietro di me non posso fare a meno di voltarmi e lo vedo arrivare, senza casco come al solito, sospiro.

«Ciao Melody, Bonney … » gli strizza l’occhio, ma non mi importa « … Trafalgar» lo dice in modo serio, Law risponde solo con un cenno del capo, ma non sembra arrabbiato. Kidd mi porge il casco «Salta su» non ci penso due volte, saluto gli altri e mi scuso.

«Mel non ti preoccupare» Bonney prende sotto braccio Law «Ci facciamo compagnia». Guardo Law che annuisce e mi sorride, ho la conferma che non è arrabbiato. Salto su e partiamo, mi tengo stretta a Kidd, sento sotto le mie mani il suo fisico scolpito, è come se tanti cuoricini volteggiassero intorno a noi, che scema che sono!

 

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TRAFALGAR LAW

La guardo allontanarsi su quella moto con lui, stringo i pugni e vado avanti Bonney è appiccicata al mio braccio.

«Levati!» la scanso violentemente.

«Che c’è Law? A me sembra che quando ti sto appiccicata ti piaccia …» riafferra il mio braccio e mi sussurra nell’orecchio «… altrimenti perché ogni volta mi tieni stretta?» la allontano nuovamente da me.

«Sei solo un passatempo, e poi è l’unico modo che hai per pagarmi le ripetizioni, non le faccio gratis»

«Però a Melody si! Non è giusto uffi» mi blocco di colpo, per un attimo penso al legame che ho con Melody, non potrei mai comportarmi con lei come con Bonney. Io amo Melody.

«Io la amo … » sussurro in questa fredda mattina.

«Eh? Cosa hai detto?»

«Niente … muoviti o facciamo tardi»

Per tutta la strada Bonney non fa che parlare, ma io non riesco a sentirla penso solo all’altra sera, qundo ho visto che si baciavano ...

Corro a perdifiato fino a casa, ho gli occhi umidi. Mi chiudo nel buio della mia camera e mi siedo sul letto, le lenzuola sono ancora disordinate, ormai non ci dormo più in questo letto; lo sistemo e mi sdraio sul divano. Non riesco ad addormentarmi, fissa nella mia mente c’è l’immagine di Kidd che bacia la ragazza che amo, le ha accarezzato i capelli, quei capelli che io non ho mai avuto il coraggi di toccare. Le loro labbra si sono incontrate, ed io ero lì. Potrei strapparmi il cuore solo per non sentirlo più soffrire.

Apro gli occhi e mi alzo, mi avvicino alla finestra. Il gelo ha fatto i suoi ricami sul vetro, quelle fantasie che piacciono tanto a lei, ama l’inverno e la neve; spero che nevichi quest’anno, solo per vederla felice. Ora solo il suo sorriso e la sua voce girano nella mia testa, mi sdraio di nuovo sul divano, ora forse riuscirò a dormire cullato dalla sua immagine.


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JEWELRY BONNEY

Arriviamo a scuola, Law si gira istintivamente verso il parcheggio.

«Dov’è la moto?» lo guardo strano.

«Anche se non ci fosse? Stanno insieme saranno andati da qualche parte, forse finalmente Melody si è decisa a farlo …»

«A fare cosa?» è rosso come un pomodoro, non resisto devo stuzzicarlo.

«Dai Law lo sai benissimo … se vuoi poi le chiediamo di raccontarci tutto » ora è furioso, lo capisco benissimo, voglio proprio vedere cosa combina. Mi molla tutta sola nel piazzale e corre nel parcheggio, andrà a controllare se c’è la moto, che stupido ragazzo innamorato.

Saltello fino all’entrata, che bello mancano ancora cinque minuti, il tempo di arrivare alle macchinette.

«Bonney stronza!» qualcuno mi ha appena insultato, mi giro è Perona, cucciola come è infuriata «Mi hai lasciata sola in palestra, non solo ho fatto anche il tuo lavoro, ma ho beccato una bella strigliata dal prof»

«Scusa piccola dark, avevo di meglio da fare!» le strizzai l’occhio, mi piaceva farla irritare.

«Bonney!» riconobbi subito la voce, quella del ragazzo che mi faceva ripetizione e che io amavo “ripassarmi” qualche volta.

«Che c’è tesoruccio?» Perona era tutta un fuoco; ma era arrabbiata per come io avevo chiamato Law o perché aveva una cotta per lui? Non mi importava più di tanto, volevo solo vederla bordeaux.

«Ho lasciato il cellulare a casa, mi presti il tuo?» non ci potevo credere, Law aveva dimenticato qualcosa a casa, allora non è perfetto come tutti pensano. Il mio sorrisetto divertito doveva averlo infastidito non poco.

«Ti ho chiesto se mi presti il cellulare» ripete più furioso di prima.

«Non vorrai disturbarli spero?» gli porgo il cellulare e lo strappa letteralmente dalle mie mani. Lo guarda e si pietrifica, so il perché e sogghigno.

«Cos’è questa?»

«Non ti piace? Eri così sexy che non ho potuto evitare di fartela»

«Cosa! Fa vedere!» Perona riesce a sottrarre il cellulare a Law solo per qualche secondo prima che la sua legittima proprietaria, cioè io, ne rientrassi in possesso. Era tutta rossa e si teneva il viso con le mani, guarda sottecchi  Law e poi se ne va.

«B-o-n-n-e-y …»

«Come scandisci bene il mio nome» lo so sono profondamente maligna.

«Dammi quel telefono così lo distruggo» si avventa verso il telefono, ma l’unico risultato che ottiene è quello di farlo cadere ai piedi di Melody. Segue un istante di silenzio. La nostra comune amica lo raccoglie.

Lo esamina «Sembra non si sia rot…» è bloccata, si avvicina, mi porge il telefono e se ne va. Anche Law non è messo bene è paralizzato.

«Forse adesso può immaginare cosa facciamo quando siamo soli …» mi allontano, ma è come se qualcosa dentro di me si sia rotto. Mi giro e guardo Law che mi passa davanti e continua in silenzio il suo cammino. Esamino il telefono, la foto sdraiati sul letto lui a torso nudo con un braccio sopra la testa ed io li accanto. La scattai qualche mese fa, ero rimasta a casa sua a dormire e approfittando del suo sonno profondo avevo immortalato quel momento.

Corro in bagno e mi chiudo dentro, sento un peso addosso, ora credo di averla combinata grossa. Nemmeno io volevo che Melody la vedesse, perché piango come una stupida?

 

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EUSTASS KID

Finalmente suona la campanella, non ne potevo più! Prendo velocemente le mie cose e vado via.

«Killer che fai oggi?»

«Domani ho l’interrogazione di storia …» fa un profondo sospiro « … la odio, ma non posso farmela rimandare, mancano solo poche settimane alla fine del quadrimestre»

«Che faccia sconsolata Killer» mi giro attirato da quella dolce voce e la vedo davanti a me. I suoi lunghi capelli castani ed i suoi stupendi occhi marroni mi ammaliano. A volte mi chiedo come una persona così semplice abbia attirato la mia attenzione. Le sorrido e lei ricambia.

«Interrogazione di storia, ma penso che tu non puoi problemi di studio, giusto?» sorride anche a Killer e per un momento vengo trasportato via, una felicità mi pervade; ma chiamo subito i miei sentimenti all’ordine.

«Law e Bonney dove sono?» mi chiedo il perché non sono appiccicati all’amichetta, soprattutto il moro. La vedo cambiare espressione e distogliere lo sguardo.

«Avevano altri impegni; senti Killer … se vuoi posso darti una mano ... Kidd …» è diventata rossa, è ancora più bella «Posso venire da te?» scende il gelo tra noi tre, non si era mai azzardata a venire a casa mia, non mi accorgo dell’espressione stupita che ho sul volto.

«Così posso aiutare Killer a prepararsi … nient’altro …»

«Per me va bene!» da quando Killer prende decisioni? Senza aggiungere altro prende sotto braccio Melody e si avvia all’uscita. Non capisco come mai questo mi faccia ribollire il sangue.

«Killer!» mi ritrovo ad urlare nella hall «Lasciala o giuro che non torni a casa con le gambe intere» si gira verso di me con quel sorriso sornione, cosa ha in mente? In un attimo prende la mia ragazza in braccio e corre via.

«Che fai? Mettimi giù scemo!» non resisto più, devo suonargliele assolutamente! «Fermati bastardo!»

Mentre corro urto contro qualcuno «Guarda dove vai …» mi accorgo che è Trafalgar, ha un espressione stralunata, sembra strafatto. Decido di ignorarlo, anche perché ho un’altra priorità, mi volto e corro via.

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Note:

Ciao a tutti! Ecco un altro capitolo (spero piaccia)

Sistema scolastico completamente inventato.L’anno scolastico va da gennaio a dicembre (non chiedetemi perché). Le vacanze sono così simili alle nostre, unica differenza per quelle estive, che cominciano a fine giugno e il primo di settembre si torna sui banchi.

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Capitolo 5
*** cap 5 ***


Nota (questa volta in cima :D ): Ho riscritto alcune parti del capitolo, non mi piaceva come era uscito la prima volta :P (faceva schifo e non aveva senso), a voi i commenti :)

 

MELODY

Fortunatamente Kidd ci ha raggiunti, povero Killer, le ha prese di santa ragione; oltre al fatto che Kidd gli ha rubato le chiavi della moto ed ora è costretto a farsela a piedi.

Mentre andiamo via non riesco a non pensare a Law e Bonney … sono sconcertata dal loro comportamento, non si sopportano e spesso bisticciano, allora perché fanno … un’inchiodata improvvisa mi riporta sulla terra, sento Kidd imprecare nei confronti di un’automobilista e poi ripartiamo. I miei amici avranno sicuramente i loro motivi, e io non devo intromettermi in certi aspetti della loro vita.

La casa di Kidd si trova in uno dei condomini situati nella periferia della città, posto alquanto squallido.

«Eccoci qua!» varco la soglia e mi ritrovo in un appartamento accogliente.

«Tu vivi qui?» lo guardo stranita «Strano è molto accogliente»

«Cosa ci sarebbe di strano?» deve essere rimasto colpito dalle mie parole.

«Non so, tu sembri più tipo da casa completamente a soqquadro  … qui è tutto in ordine» povero Kidd, cosa diavolo sto dicendo?

«Non è di certo merito suo» mi volto e vedo uscire da un’altra stanza una donna con una sigaretta in bocca, avrà sui 35 anni, porta lunghi capelli rossi ondulati, indossa jeans a vita bassa e una canotta con spalline bianca che le lascia scoperta la pancia; dall’espressione non ho dubbi, è l madre di Kidd.

«Cosa ci fai qui?»

«Ci vivo Kidd, ma non ti preoccupare me ne vado subito, lavoro prima oggi così questa sera sono a casa presto, lei chi è?» mi squadra dall’alto in basso con aria di disprezzo.

«Piacere di conoscerla signora, mi chiamo Melody Myers …»

«Sei la figlia di Satch?» non faccio in tempo a finire la frase; le casca la sigaretta di bocca per lo stupore e si avvicina mettendomi le mani sulle spalle.

«Si signora …» sono un po’ preoccupata.

«Come ho fatto a non capirlo subito …» ha cambiato espressione, ora è gentile e io mi tranquillizzo «… avete la stessa espressione … però tu ha gli occhi di tua madre … che bello non potevo sperare di meglio!»

«Permesso?» questo è Killer è arrivato a piedi, mi dispiace.

La donna mi abbraccia creando grande stupore nei presenti «Sarebbe bello se mio figlio decidesse di sistemarsi con te …» sento caldo e devo anche essere rossa come un pomodoro e Kidd ha fatto uno strano verso di stupore «… i tuoi mi hanno aiutato tantissimo in passato, sei la benvenuta, ogni volta che tu vorrai venire, la porta sarà aperta …» si gira verso Kidd con sguardo truce «… se ti fa qualcosa che non gradisci vieni subito a dirmelo, ok tesoro?» non ci credo anche sua madre! «Ora vado, mi ha fatto piacere conoscerti» che bel sorriso che ha. Poco dopo saluta tutti ed esce.

«Le hai rallegrato la giornata»

«Tu dici Killer?»

«Sicuro, pensa che pena vedere sempre questo brutto muso ogni volta che torna a casa» indica Kidd alle sue spalle non preoccupandosi di come potrebbe reagire; infatti afferra un cuscino e lo tira all’amico. Sfortunatamente Killer si abbassa e vengo colpita, che male, quanta violenza ha messo nel lancio? Ho il cuscino tra le mani e guardo Kidd, ha un’espressione basita, sarà per via del mio sorrisetto?

«Vuoi la guerra?» così iniziò quella che per molti giorni fu ricordata come “L’epica battaglia in salotto” tra me, Kidd e Killer.

 

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TRAFALGAR LAW

Cammino per la strada, non penso che tornerò subito a casa. Cammino assorto nei miei pensieri, quella cretina, Bonney ti detesto.

«Hei Law» mi volto, che gioia vedere Satch «Cosa fai in giro tutto solo? Non ci sono Bonney e Melody nei paraggi?»

«No» devo proprio sembrare un cane bastonato.

«È successo qualcosa?» credo che sia veramente preoccupato.

«Credo di aver combinato un casino!» ma che dico? È solo colpa di Bonney.

«Ti va di parlarne?» guardo Satch, ha la stessa espressione di Melody.

«Se hai qualche minuto …»

Passeggiamo per il parco, gli racconto che ho combinato un pasticcio, che non volevo Melody lo scoprisse, che vorrei far tornare indietro il tempo e cancellare tutto, che non voglio perdere l’amicizia con Melody e mettere lei contro Bonney.

«Anche se mi ha detto poco, credo che abbiate fatto un gran macello se Melody non vi ha parlato per tutta la mattina … ma ti assicuro, non è il tipo da tenere il muso, quando si arrabbia non è mai per molto tempo, vedrai che presto si sistemerà tutto!» mi mette un braccio sulle spalle, è fortunata Melody ad avere un padre come lui. Lo ringrazio e ci salutiamo, lui si avvia verso casa e io … decido di andare da Apoo, non ho niente da fare.

Esco dal locale e un cretino in moto quasi mi mette sotto, inevitabile un’imprecazione, odio i motociclisti, soprattutto da quando Melody si è messa con Kidd. Chissà come si sente, sento il bisogno di parlarle … controllo nelle tasche, nella cartella, ovunque, ma non lo trovo … e già l’ho lasciato a casa … se avessi preso il telefono non mi sentirei così, non sarebbe successo niente.

Corro da lei, devo chiarire tutto. La casa è buia, probabilmente Satch è già uscito, ma perché Melody non è qui? Provo sul retro, perché lo sto facendo? Di solito se non risponde subito al campanello torno a casa, non so cosa mi spinge, ma devo vederla.

Ma seduta sui gradini trovo la “ragazza-bidone”; quella da cui è partito tutto. Come al solito mangia, la bici buttata nella siepe bassa che confina con l’altra casa e la cartella aperta ai suoi piedi, piena più di schifezze che di libri. Forse non mi ha visto, ma proprio mentre sto per andarmene la sua odiosa voce mi arriva alle orecchie

«Moretto, cosa fai da queste parti?»

«La stessa cosa che fai tu, cerco Melody» le rispondo stizzito, quanto vorrei non aver mai ceduto, avrei voluto che non fosse successo mai niente fra di noi «Senti …» ora voglio guardarla negli occhi.

«Si?» sento nel suo tono che ha voglia di prendermi per il naso.

«Cosa pensi di dire a Mel»

«Semplice, io sono il tuo passatempo e tu sei il mio giocattolo niente di più, non c’è ne amore ne … niente»si è rabbuiata e ora fissa il terreno.

«Bonney, stai bene?» mi avvicino e le metto una mano sulla spalla, senza dire niente mi cinge la vita con le braccia, trema come una foglia e piange, come non ha mai fatto prima.

«Law mi dispiace …» singhiozza «… non volevo che Melody lo scoprisse …» mi lascia e alzandosi incrocia il mio sguardo «Mi dispiace» senza aggiungere altro si mette a correre, lascia bici e cartella e scappa; idiota, non sarò certo io a inseguirla. Non l’avrà fatto apposta, ma ci ha messo in una situazione imbarazzante.

 

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EUSTASS KID

Melody è rimasta quasi tutto il pomeriggio concentrata su Killer, credo di essere un po’ geloso. Incredibilmente sembra che l’idiota abbia imparato qualcosa.

«Se tu tenessi studiato volta per volta il materiale, non ti ritroveresti tante pagine in una sola volta» fa la maestrina,che bella.

«Va bene prof!» che scemo; mi alzo e vado in camera.

«Prendo dei libri e torno, così aiuti  anche me!» sto sorridendo, devo essermi davvero rammollito. Non so il perché ma decido di cambiarmi la maglietta, vado in bagno e la getto nel cesto dei panni sporchi, mi guardo allo specchio, cosa ci avrà trovato Melody in me non lo so.

Mi dirigo in camera la trovo lì, sta osservando la nostra foto, mi avvicino e la abbraccio, sembra un gesto troppo naturale per essere uscito da me.

«Eravamo ai giochi campestri, eri venuto solo perché te lo avevo chiesto io» si volta e sbianca «Perché non hai la maglietta?»

«Ti dispiace?» è tutta rossa, non posso fare a meno di baciarla «Killer che fine ha fatto?»

«E-è t-t-tornato a casa …» ha la voce tremolante, sarà perché siamo soli e mi sto stringendo a lei? La prendo in braccio e mi siedo sul letto «Ora siamo soli, contenta …» avvicino il mio naso al suo « … tigrotto?» trema come una foglia, ci sdraiamo e inizio a baciarla. Rimane un po’ sulla difensiva «Come al soliti devo essere io a prendere l’iniziativa?» due secondi dopo è sotto di me, la guardo negli occhi, sembra spaventata. I suoi lunghi capelli coprono tutto il cuscino, ne prendo una ciocca e li bacio; avvicino le mie labbra alle sue, non ci siamo mai baciati così, finalmente possiamo lasciarci andare. Le sbottono la camicetta, la sento tremare, ancora poco e potrò averla come ho sempre voluto. Fa caldo, molto caldo. Finito con la camicia passo ai pantaloni; si divincola la piccola.

«Cosa c’è?»

«Non lo so … mi sento strana, ho come paura …» la azzittisco mettendole un dito sulle labbra.

«Non devi …»

La porta si apre improvvisamente e si ode un tonfo, voltandomi vedo Killer ed i ragazzi per terra.

«Hola capo … non badare a noi, continua pure»

«Voi …» salto giù dal letto, mentre Melody cerca di vestirsi velocemente «… se fino ad oggi vi siete salvati …» si alzano rapidamente e iniziano a correre «… adesso pregherete di non essere mai nati!» li inseguo, ho solo voglia di riempirli di pugni. Esco sul pianerottolo e sento il rombo delle loro moto, mi sporgo dalla finestra e Killer mi saluta con un cenno della mano.

«A domani capo!»

«Ci vediamo al tuo funerale! Killer, ti conviene non farti vedere a scuola!»

«Non posso! Ho l’interrogazione!» mi sfotte pure!

Abbiamo fatto talmente tanto casino che  gli altri inquilini sono usciti a vedere cosa succedesse.

«Kidd …» mi volto Melody si è già rivestita e ha preso le sue cose « … vado a casa … ciao» fa un piccolo cenno con la mano. Si volta e scende le scale, mi sento un idiota, c’ero quasi! Non avrei mai dovuto dare una copia delle chiavi a lui!

 

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JEWELRY BONNEY

Ho corso a più non posso, non ho il coraggio di affrontare la situazione, sono sempre stata una codarda. Sento una goccia sulla guancia. Maledizione! Comincia a piovere e come per farlo apposta, in men che non si dica, inizia a diluviare.

Corro a ripararmi sotto il portico della vecchia casa abbandonata, entro, aspetterò che spiova.

Tutto sommato è ancora in buono stato, quante volte ci siamo avventurati qua dentro! Io quando venivo sgridata, Melody per venirmi a cercare e Law … beh! Lui era la sua ombra.

 

Qualcuno mi afferra per un braccio e mi stringe a se, vorrei urlare, ma una mano viene premuta contro la mia bocca. Cosa succede? Chi sono? Dannazione non vedo bene, c’è troppo buio!

«Bene,bene l’amichetta di Melody» riconosco questa voce, è uno del gruppo di Kidd.

«Ragazzi mettetela giù!» Killer!?

«Dai, vogliamo solo divertirci …» Cosa!? Continuo a dimenarmi, ma non accenna a mollare anzi, più mi agito più stringela presa. Perché sono entrata?

Un fascio di luce mi arriva al volto, Killer ha spostato una tenda e guarda fuori «Sicuro che nessuno l’ha vista entrare?»

«Sicuro! Ho visto solo lei sulla strada, nessun’altro!» un cretino si portò la mano sul cuore in segno di giuramento.

Vedo il braccio destro di Killer avvicinarsi «Ora ci divertiamo insieme, se fai anche solo una parola su noi e su ciò che ti faremo, sei finita e con te la tua amica …»

Sento una stretta al cuore, ho capito cosa vogliono fare ma … « Melody cosa centra!?» urlo a quell’idiota.

«Se vai alla polizia faremo una visita anche a lei, ma ci penserà Kidd. E potremmo anche rompere qualche osso al tuo amichetto …» sento le risatine degli altri, questo mi irrita «… sapevamo che c’era qualcosa fra di voi, un giorno siete venuti in questa casa, anche quel giorno pioveva, si sente in sottofondo …»

In sottofondo di cosa? Mi ricordo quel giorno con Law, lo stavo portando a casa mia, ma come oggi cominciò a diluviare e così ci siamo riparati qui …

«Forse questo ti porta alla mente qualcosa» avvicina qualcosa al mio orecchio, deve essere un registratore.

«Dai Law, cosa temi?»

«Niente, ma casa tua non è lontana, perché qui?»

«Fuori diluvia e io ho freddo …»

Qualcuno ci aveva registrato, bastardi! E scema io sapevo che, quella volta, non dovevamo rimanere qui, che non era sicuro «Volete forse ricattarmi?»

«Esatto! Cosa succederebbe se tutta la scuola lo sentisse, se tuo padre lo sentisse?» l’ultima frase mi spiazza, sento i brividi aumentare, lo so cosa farebbe; questa volta potrebbe anche rendere realtà le sue minacce …

«Se non impari a comportarti come si deve, giuro, da questa città ti porto via! Ti sbatto in un collegio, forse li non mi darai più problemi, perché devi essere così simile a tua madre?»

«Non parli più ragazzina?» fa il tipo che mi trattiene, ma sento che se aprissi bocca, uscirebbero parole strozzate, anche perché ho paura e inizio a piangere.

«Vi prego …» le sento, calde e amare che scorrono sul mio viso «… lasciatemi andare …» ridono della mia situazione.

«Sei entrata nella nostra tana, povera piccola» Killer si avvicina e afferra il mio mento, riesce così a sollevare il mio viso, ha un  ha un ghigno sulla faccia che non mi piace; non ho via di fuga.

«Killer vuoi cominciare tu?»

«No, fate voi e poi andatevene»

Sto male, vorrei tanto vomitare.  Killer entra nella stanza «Ora sono tutti usciti, ci siamo solo io e te …» si avvicina togliendosi la maglietta.

«Lasciatemi in pace …» sto piangendo « basta, bas…» in un attimo è su di me; voglio tornare a casa.

 

Note (anche a piè pagina):

Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la mia storia e chi l’ha inserita tra le seguite :3 grazie a Miss Asso di Fuoco per i commenti che non fa mai mancare :-* e spero ce ne possano essere anche quelli di altri utenti :D

P.S.

credo che in questo capitolo io sia un po’cattiva :(

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Capitolo 6
*** cap 6 ***


MELODY

Sento tutto il viso in fiamme e credo di essere completamente bordeaux. Accelero il passo; io e Kidd stavamo per fare cosa? No! Non credo di essere ancora pronta e se poi fossi rimasta li tutta notte? Cosa dicevo a papà domani? Se tornava e non mi trovava? Avrebbe messo in allarme mezzo mondo! E poi cosa gli avrei detto? Mi fermo pensando ad un nostro possibile dialogo …

«Mel dove sei stata?! Sono rimasto in pensiero tutta la notte!»

«Sono stata ospite …» la voce mi si strozzerebbe in questo punto.

«Dove di preciso, ho chiamato Bonney e Law e non eri con loro!» mi guarderebbe con sguardo da gendarme, pronto a cavare a forza le parole dalla mia bocca «Dove … sei … stata?»

E come dovrei rispondere?

«Sono stata da Kidd!» perfetto e poi cosa dovrei aggiungere per completare l’opera? «Abbiamo fatto …»

No! No! No! E no! È stato solo un bene che Killer e gli altri siano arrivati all’improvviso! Dovrò scusarmi con Kidd, ma ero troppo imbarazzata per rimanere ancora lì, anche se avrei voluto restare con lui ancora un po’.

Sospiro e riprendo il mio cammino. Davanti a casa vedo Law e mi paralizzo. Altro problema, come comportarmi? … Stupida! Normalmente, ovvio, ciò che fanno nella loro intimità non è affar mio! Anche se rimango un po’ perplessa, ho paura che si facciano solo del male agendo così e che le cose potrebbero precipitare ed uscire dal loro controllo …

Ho ancora più caldo, via un imbarazzo, ne comincia un altro … uffa! Oggi non è giornata e in più ho una strana sensazione, come se stesse per succedere qualcosa di brutto. Ma no! Sarà questo turbinio di emozioni che mi ha mandato in tilt tutto!

Devo restare calme ed essere disinvolta.

«C-ci-ao L-l-law» … no, sul serio? Anche la voce tremolante?

«Mel ti devo parlare»

«Non ti preoccupare Law, indipendentemente da cosa c’è fra voi due i miei sentimenti non cambiano, siete i miei migliori amici e non …» lo guardo bene, credo che non sia preoccupato per il fatto di questa mattina, è sconvolto e credo che abbia corso parecchio.

«Non ti riferisci alla foto, vero?»

«Veramente … » cerca di riprendere fiato «… ero venuto qui per questo e c’era anche Bonney … si è messa a piangere e prima che potessi dire qualunque cosa è scappata, ho provato a seguirla, ma l’ho persa di vista poco prima che cominciasse a piovere … ho paura che sia accaduto qualcosa … non ha neanche il telefono, ha lasciato qui tutto» mi mostra la cartella di Bonney.

«Hai provato a casa sua?» fa segno di no con la testa.

«Iniziamo da li, poi la cercheremo in città!» ci incamminiamo, sento una stretta al cuore e brividi dappertutto.

Suoniamo, ma non risponde nessuno. Controllo nella cartella e … infatti, le chiavi son qui! Le mostro a Law, non può essere tornata a casa. Torniamo indietro, chiedendo a tutti i pochi passanti e negozianti se avessero visto Bonney, ma sembra che di qui non sia passata.

«Forse ha fatto la strada più lunga! L’ho persa di vista al bivio che porta fuori città, dove c’è la casa abbandonata …»

«Non ci andiamo dalle elementari, chissà se è ancora in piedi?!»

«Si, questo posso assicurartelo …» si fa scuro in volto.

«Tutto bene Law?»

«Scusa … andiamo»

Arriviamo alla casa abbandonata, cerchiamo, ma non si trova nessuno. Noto che ci sono mozziconi e bottiglie di birra, sicuramente qualcuno è stato qui. Apro una porta e mi ritrovo in quella che doveva essere una camera da letto, le lenzuola sono disfate e noto, avvicinandomi, che c’è qualcosa sotto il letto.

«Law!» urlo con tutto il fiato che avevo, perché è qui?

«Cosa succede?» mi giro e gli mostro ciò che ho trovato «Allora è stata qui! Ma …» vedo i suoi occhi scorrere tutta la stanza.

 

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JEWELRY BONNEY

Killer è qui, sopra il mio corpo, ma rimane immobile, si limita a fissare il mio volto. Sbrigati, se devi fare qualcosa, fallo! Non farmi soffrire oltre! Mi bacia sento il suo calore, ma non mi stringe a se come facevano gli altri, accarezza il mio viso. Mi guarda con un espressione dolce, che cambia presto e torna nella sua serietà. Si alza e si allontana.

«Non voglio infierire oltre, prendi le tue cose e vattene!»

Mi alzo lentamente, mi sento malissimo, debole. Le gambe sembrano non voler reggere il mio peso e continuo a tremare, mi rivesto in qualche modo ed esco. Tra le lacrime attraverso quella casa e mi ritrovo all’esterno, ormai la luce inizia a sparire piano piano. Killer è sotto il portico e fuma una sigaretta; senza dire niente gli passo oltre.

«Ricordati quello che ti ho detto, non farne parola con nessuno …» il tono della sua voce non è più come prima, sembra quasi … triste; ma non mi importa ora.

Raccolgo le poche forze che mi rimangono e corro via, mi sento male, hanno usato il mio corpo; non mi hanno solamente violentata, hanno ucciso la mia dignità … mi fermo sotto un lampione e cado a terra, non ce la faccio più. Mi raggomitolo, sento le lacrime continuare il loro tragitto sul mio viso, è tutto il pomeriggio che non smettono di scorrere, è tutta la vita che sgorgano dai miei occhi.

Come potrò guardarli in faccia e fare finta di niente? Come posso tacere? Non voglio che possano rifarlo! Non voglio sentirmi ancora così! Ma non voglio che tocchino i miei amici …

Mi si offusca la vista, tossisco. Piango e singhiozzo mentre si avvicina qualcuno.

«Hei! Ragazza, cosa ti succede?»

 

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TRAFALGAR LAW

Mi avvicino a Melody e prendo ciò che aveva fra le mani, guardo ancora la stanza, credo di sapere cosa è successo qua dentro.

«Probabilmente questo è il ritrovo di qualche gruppo, Bonney deve essere entrata e c’era qualcuno …»

«Se ha perso questo …» indica quello che tengo in mano «… Law cosa è successo?» Melody non ce la fa più e scoppia in lacrime, la sua migliore amica probabilmente sta soffrendo e non riusciamo a trovarla; quella stupida! Dove si è cacciata?!

Usciamo e continuiamo a cercarla, non si trova, sembra scomparsa e nessuno riesce a darci una mano!

«Trafalgar! Myers!» mi volto, è il professor Drake che corre verso di noi.

«Professore?» forse una lieve speranza si accende.

«Ragazzi, meno male che vi ho trovato, ero con il professor Hawkins, abbiamo trovato Bonney vicino alla scuola …» io e Melody ci guardiamo, ci sentiamo un po’ sollevati «… ora è in ospedale …»

«Come in ospedale?!»

«Era svenuta, non so cosa sia successo, ho cercato di contattare suo padre, ma è stato inutile. Voi siete suoi amici, ho pensato che fosse giusto informarvi.»

«Grazie professore, non sa quanto l’abbiamo cercata, mi sento un po’ sollevata» guardo i suoi occhi, ora è più serena.

«Ragazzi, voi avete idea di cosa possa essere successo?»

Esitiamo un attimo e spiego al professore cosa è successo oggi, partendo da quando eravamo davanti alla casa di Melody e Bonney è scappata. Accenno solo che è successo un casino questa mattina  e volevamo risolverlo.

«Va bene ragazzi, non serve altro, è meglio se andiamo in ospedale ora» il prof è sempre stato molto gentile con noi studenti e spesso si preoccupa per i nostri problemi. Sento una nota amara nella sua voce.

Mentre entriamo nella Hall dell’ospedale, vedo che ci sono alcuni professori.

«Per fortuna gli hai trovati!» il professor Hawkins si avvicina «Ragazzi, devo parlarvi, sediamoci»

Ci accomodiamo nella sala d’aspetto, parliamo per alcuni minuti. Ci chiede se Bonney di recente ci avesse parlato di qualcuno che le dava fastidio, se aveva problemi con altri studenti … certo, non è la tipa da essere simpatica a tutti, ma non credo che qualcuno la odi profondamente … a parte io …

«Professore!» Melody? «Cosa è successo a Bonney?» sento una strana sensazione; la voce di Melody è strana, strana è questa situazione, strano è che io mi preoccupi per quella! È tutto strano , ma un inquietudine aleggia su di noi.

«La vostra amica … probabilmente … scusate ragazzi, ma è difficile anche per noi» cosa è difficile da dire? «Bonney, stando a quello che hanno detto i medici …» Melody afferra la mia mano e la stringe «… ha subito una violenza sessuale»

Rimango di pietra, no! Non può essere! Non augurerei a nessuna ragazza una cosa del genere!

Melody scoppia a piangere, non l’ho mai vista così, la prendo fra le mie braccia, trema come una foglia. Non ho parole per confortarla, non ne ho per darmi una spiegazione e non riesco a cercarle. Bonney, perdonami, non volevo. Se non fosse stato per me non sarebbe successo niente!

 

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KILLER

Torno a casa, nel silenzio della mia esistenza. Non c’è nessuno e da Kidd non posso tornare, dopo quello che abbiamo combinato io e i ragazzi.

Mi butto sul letto, ho davanti il suo volto spaventato, come ho potuto permettere che accadesse? Come ho fatto a parlarle in quel modo?

Ho ferito l’unica ragazza che non avrei mai voluto far soffrire, l’unica che mi faceva impazzire. Ho sempre odiato che fosse così attaccata a Law, quando ho scoperto che avevano una relazione non ho capito più niente … vibra il telefono, un messaggio.

Da: Kidd

Killer, la mia ragazza mi ha chiamato dall’ospedale. Bonney è stata violentata, credo di sapere chi ci sia dietro. Tu e i ragazzi, vedete di non metterci tutti nei casini, anche se credo che ormai ci siamo dentro fino al collo. Non richiamarmi, non ho voglia di sentire le tua voce, sappi solo che se quella squillo fa il tuo nome, io non potrò aiutarti, ho avuto già abbastanza problemi con la polizia!

 

 

Note:

purtroppo la vita dei tre ragazzi viene sconvolta poco a poco, negli ultimi due capitoli. Si avvicina sempre più una svolta importante.

Ed ora ho una domanda da farvi, avete capito cosa trovano Law e Melody nella casa abbandonata? Potete rispondere lasciando un commento ho inviandomi un messaggio personale. Chi indovina per primo potrà creare un personaggio da inserire nella storia, seguendo una scheda che fornirò io (avevo voglia di coinvolgere qualcuno nella storia). Avrete tempo fino al 1° Settembre, poi svelerò chi è stato il più veloce. Ed in futuro penso di fare altri giochi simili.

Non dimenticatevi di farmi sapere cosa pensate del capitolo o della storia in generale. A presto, ciao!

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Capitolo 7
*** cap 7 ***


MELODY

Fisso il banco vuoto accanto a me, ormai è uscita dall’ospedale da una settimana, ma non viene a scuola, non risponde al telefono e quando vado a casa sua fa finta di non esserci. Suona la campanella, finalmente vado casa!

Ora che ci penso, neanche Kidd e gli altro li ho più visti, mi ha mandato qualche messaggio, ma non lo trovo nemmeno a casa. Qualcuno mi strattona «Melody …» è Law, mi fa segno di seguirlo.

«Perché ci nascondiamo?» mi indica un gruppo di persone davanti a me, degli insegnanti, il preside e … il padre di Bonney?! Quello schifoso finalmente ha deciso di degnare questa misera città, con la sua presenza.

«Cosa ci fa a scuola?»

«È quello che voglio scoprire, andiamo …»

«Da quando c’è questa stanza dietro la presidenza?»

«È un vecchio laboratorio, qualcuno deve averlo mandato a fuoco alcuni anni fa, non ci sono mai stati i soldi per sistemarli» mi volto e vedo molti strumenti bruciacchiati e pieni di polvere, ammucchiati in un angolo; allora l’aula di musica esisteva!

«E … tu come conosci questo posto?» si ferma di botto, ahi! Forse ho toccato un tasto che dovevo lasciar stare.

«Mi portò Bonney, qui …» continua a camminare.

Arrivati davanti alla parete che confina con l’ufficio del preside, Law mi fa segno di rimanere in silenzio e indica uno spiraglio in alto sulla parete. Prende una scala e ci arrampichiamo, il foro nel muro non è nient’altro che una presa d’aria e riusciamo a sentire il discorso dei presenti. Mi sento un po’ male ad origliare, non è da me, ma se il padre della mia amica è qui c’è sicuramente qualcosa di grosso sotto.

«Le dico che a sua figlia è successo veramente qualcosa, i medici lo hanno confermato e anche lei!» è il prof. Drake.

«Ne ho parlato con Bonney, mi ha rivelato che si era inventata tutto. Ha sempre fatto così, è una pianta grane. Voleva sicuramente tirare l’attenzione su se stessa. Per questo non ha esposto subito una denuncia, avrebbe messo nei guai chi non era colpevole» quanto lo detesto!

«Ma aveva segni di una violenza!»

«Si è trattato di un “gioco” finito male, ha detto di aver bevuto insieme ad altri ragazzi e la situazione è degenerata …»

«Non è possibile! L’ho vista io mentre sveniva! L’ho presa in braccio e portata in ospedale! Aveva lividi sulla pelle e tremava! …»

«Si calmi professor Drake …» è intervenuto il preside ha metter tregua, comunque se gli assestava anche un bel colpo, non sarebbe stata una brutta cosa!

«Ora vorrei sapere sig. Jewelry, ha veramente intenzione di trasferire sua figlia? Non crede che questo possa solo farle del male?» alle parole del prof. Hawkins io e Law ci guardiamo in faccia ‘Come!?’

«Si professore, la trasferirò in un collegio dove verrà seguita al meglio, è una testa calda e deve avere vicino  chi saprà domare il suo carattere»

«Allora possiamo procedere con le pratiche, un ultima cosa … è davvero sicuro che sua figlia le stia dicendo la verità?» la prego preside, lo convinca in qualche modo!

«Sono suo padre dopotutto!»

«Allora può firmare queste carte, per il trasferimento …»

«No!» come un fulmine Law scende dalla scala e si fionda fuori della stanza. Oh cavolo! Devo fermarlo; corro per il corridoio, ma non riesco a raggiungerlo.

 

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TRAFALGAR LAW

Mi bolle il sangue, non può portarla via! Abbiamo litigato spesso, a volte ho odiato il suo comportamento, ma è anche colpa mia, se quella notte non glielo avessi chiesto di rimanere con me, non sarebbe mai successo niente!

«Bonney …» devo essere scemo, tutto rosso in viso «Ti va di entrare?» si getta su di me, aggrappandosi al mio collo.

«Si … ragazzo dagli occhi di ghiaccio» le nostre labbra si incontrano.

Volevo solo qualcuno con cui sfogarmi, avevo avuto una discussione al telefono con i miei. Invece di reagire, ho combinato un casino!

Ora sono davanti alla porta della presidenza, i presenti si voltano verso di me.

«Law? Cosa fai ancora qui?» il preside, quasi non lo sento, mi dirigo verso la persona che ora mi interessa e gli stampo il mio pugno sul viso. Avrei continuato se i prof presenti non si fossero messi di mezzo, mi agitavo come una belva e loro mi trattenevano.

«Law!» mi volto e vedo Melody, il suo viso spaventato mi dice che forse, non era il caso … ma come mi sento bene!

«Signorina Myers, che piacere rivederla, ecco Sig. preside, se mia figlia fosse come questa ragazza non avrei alcun tipo di problema» lo odio.

«È vero che vuole mandare Bonney in un collegio?»

«Si, signorina … credo sia un bene anche per voi non averla più in giro combina solo guai» ora si che lo riempio di pugni, se solo i prof mi lasciassero!

«La prego, ci ripensi e poi come è possibile che si sia inventata tutto? »

«Ammiro la vostra bontà d’animo, siete seriamente preoccupata per lei …» sospira «… come avrei voluto che prendesse un po’ del vostro carattere, non avrei sempre inutili problemi» ora non resisto, riesco a liberarmi e lo sbatto sul pavimento, voglio cancellarli quell’espressione da altezzoso che ha sul volto.

«Non mi meraviglierei se foste stato voi, sig. Trafalgar, a ridurre così mia figlia …» il gelo cala nella stanza, ho ancora il pugno sollevato, ma non riesco a reagire. Sa della  nostra relazione?

«Siete meravigliato?» intanto i prof mi hanno riacciuffato «Quella notte non era previsto il mio ritorno, vi sentii nella sua camera, a giudicare da come adesso avete reagito, penso che potreste anche essere stato voi a picchiare e violentare mia figlia» prima che io possa ribattere interviene Drake.

«Lui stava cercando vostra figlia quel pomeriggio! Non approvo ciò che ha fatto poco fa, ma non avete il diritto di avanzare simili accuse!»

Melody si mette fra me e quel verme «Lui è stato con me tutto il tempo, cercavamo Bonney …» Mel, non serve che mi difendi «… ha ragione il professore, non avete diritto di dire certe cose. Law è il mio migliore amico, non farebbe mai cose del genere!»

Melody scoppio a piangere, e questo calmò un po’ tutti. Smise dopo qualche minuto.

«Trafalgar, sei fortunato se non ti sospendo per qualche giorno. Origliavate un colloquio privato e poi la tua reazione era fuori luogo! Come dico sempre, se avete conti da regolare, fatelo fuori dalla mia scuola!» strana filosofia, ma aveva ragione. L’unico risultato che ho ottenuto è stato far piangere Melody, sono un idiota!

 

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SATCH

«Ciao papà» la mia principessa mi schiocca un bacio sulla guancia, come è carina! Mi volto e vedo le lettere sul tavolo, velocemente cerco di nasconderle.

«Cos’erano?» mi chiede incuriosita

«Niente … lavoro, lavoro e sempre lavoro! Sei tornata tardi oggi» si rabbuia e distoglie lo sguardo.

«Ho incontrato il padre di Bonney, vuole portarla via da Shade Town …» vedo i suoi occhi inumidirsi.

«Vuoi parlare?»

I seguenti venti minuti, li passo con mia figlia che si sfoga, non crede ad una sola parola di quell’uomo.

«Penso anche io che Bonney non inventerebbe mai una cosa tanto seria, ma forse lui la vuole proteggere portandola via di qua» era meglio stare zitto, si volta con sguardo assassino e si alza, mi fissa come se avessi detto la stupidaggine più colossale del mondo.

«Papà, non tutti sono come te! Se fosse successa a me una cosa del genere, avresti messo a ferro e fuoco la città per stanare i colpevoli! Ma quell’uomo, non ha battuto ciglio! Probabilmente si è limitato a nascondere tutto, per mantenere il buon nome, come sempre. Non ha mai avuto alcun affetto per sua figlia, vuole togliere quello che per lui è motivo di imbarazzo …» si è calmata e si lascia cadere sulla sedia «… credo che Bonney provi vergogna per ciò che le è successo, sicuramente non vuole farlo sapere ad altri …»

La abbraccio «Tutto si aggiusterà! Non diceva così la mamma?» lei ricambia il mio gesto.

Fisso l’orologio «Fra mezz’ora ho il turno» mi allontano e preparo le mie cose «A dopo principessa!»

«Promettimi una cosa»

«Cosa?»

«Non chiamarmi mai così davanti ad altre persone»

«Dai Mel! Non puoi dirmi così» la faccia da cane bastonato la fa ridere, sono contento, la preferisco così.

Cammino verso la fabbrica “Che fare? Non posso chiederle tanto!”

 

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JEWELRY BONNEY

«Questa è la mia decisione, prepara le tue cose, domani mattina partiamo!» detto esce dalla mia stanza sbattendo la porta. Ora sono sola, mia alzo e obbedisco, cosa posso fare … non ho altra scelta.

Ho preso l’indispensabile, se avrò possibilità gli chiederò di spedirmi le altra cose. Mi volto verso la mensola e mi avvicino, la foto della quinta elementare. Che bella Mel con quei codini! Eravamo tutti sorridenti, vorrei tornare a quegli anni, quando le nostri madri c’erano ancora …

«Bon-bon sbigati tesoro o faremo tardi!» com’era dolce il suo sorriso!

«Mel, ciao!» correvo incontro alla mia amica «Oh!? Buon giorno signora Myers» com’ero formale, mi fa ridere ripensare a quella situazione.

«Ti prego Bonney, chiamami Monika e basta» anche il suo sorriso era dolcissimo.

Ma le ombre del passato, presto ritornano e li rivedo. Ero sotto il tavolo e piangevo, loro urlavano …

«Te lo dico per l’ultima volta, voi restate qui!» ricordo quanta rabbia aveva messo in quelle parole.

«Con te è finita, prendo Bonney e me ne vado, hai capito!»

«Va bene,cocciuta di una donna! Vattene! Ma se ti porti dietro la bambina, te la strapperò … posso contare sui migliori avvocati, e se volessi rifiutarmi di tenerla, finirebbe in una casa famiglia. È questo che vuoi?» faceva sul serio quella volta, non rividi più mia madre.

«Fatti forza piccola mia …» mi abbracciò forte quella gelida mattina nella mia cameretta «… One City, nella capitale! Quando sarai maggiorenne, cercami lì!» detto questo si alzò, prese la valigia e uscì. Papà aveva ottenuto la sua vittoria, ma ancora due anni e andrò a cercarla!

«Aspettami mamma, arrivo presto» prendo la foto e la metto in valigia.

Penso anche ai miei amici, non posso nemmeno salutarli, poi ho un flash …

«Eh!? Perché nel mio giardino? Ci sono posti migliori!»

«Dai Bonney! La vecchia quercia qui ha un foro, ci nasconderemo indizi per le nostre missioni segrete» che fantasia aveva Law.

«E quando qualcuno creerà gli indizi li deve nascondere qui, questo fazzoletto bianco appeso al ramo indicherà agli altri che la squadra dei pirati Heart deve entrare in azione!»

«Mel si dice ciurma di pirati, non squadra»

«Oh è vero, scusa Law» che faccia da pesce lesso che le faceva.

Prendo carta e penna, l’ultima missione dei pirati Heart.

 

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EUSTASS KIDD

«Cosa!? Ti piace quella?» guardo Killer che annuisce, ma allora perché ha permesso agli altri di violentarla?

«Sei un cretino! Ti perdi dietro ad una del genere? Dimenticala …» non fa in tempo a ribattere che entrano gli altri, felici involto. Hanno saputo che la ragazza non ha aperto bocca, stanno già pregustando di ripetere tutto.

«NO!» tuoniamo insieme io e Killer, ci guardano impauriti.

«La ragazza non si tocca, ammetto che forse se lo è meritato. Ma se finisco nei guai per colpa vostra, posso dire addio a tutto quello che ho creato negli ultimi tre anni!» penso a quando uscii di prigione ed ero ancora minorenne; assistenti sociali, la polizia che mi controlla sempre, la scuola che non va e poi la svolta di nome Melody.

«Ora levate le tende, domani a scuola sapremo di più!» quando rimaniamo soli, mi rivolgo ancora a Killer «Se quella fa, solamente una parola con Melody, io ti ammazzo è chiaro? Ci pensavi prima di lasciarli fare!»

«Pensi che avrei potuto fermarli?» mi afferra per la maglietta e siamo faccia a faccia «Sai come sono, se hanno in mente qualcosa lo fanno! E pensavo di divertirmi anche io, ma quando l’ho vista in quella stanza, ha capito cosa avevo combinato …» mi lascia e si risiede sul divano.

«Ora ho qualcosa da fare, non farti trovare qui quando torno!»

Melody è ancora in piedi, siamo faccia a faccia fuori casa sua. Una gelida notte di dicembre, il cielo però è sereno e si scorge anche qualche stella.

«Allora si era inventata tutto?»

«Così ha detto suo padre, ma io ci credo poco … comunque, al telefono hai detto che mi volevi dirmi qualcosa?»

«Si, in effetti …» sono parecchio agitato « … sai, ho trovato un lavoro …» mi salta la collo.

«Wow Kidd, ne ero sicura! Ce l’avresti fatta!» la adoro quando fa così «Inizierai dopo il diploma?»

«Si, è un officina meccanica in un paese qua vicino, ho anche trovato un piccolo appartamento e mi trasferirò là»

«Mi lasci sola?» mi fa il musetto, se continua così la faccio mia qui sotto il portico!

«No, era per questo che sono venuto. Volevo chiederti …» un bel respiro «… vuoi venire a vivere con me?» il silenzio imbarazzante che cala dopo e la sua faccia sorpresa mi mettono a disagio.

«S-so che devi finire la scuola, ma ci penserò io! Ci sono varie linee di autobus che portano da là a Shade Town, p-potresti prendere quelle. Ti prometto che avrò cura di te. Solo …» la abbraccio «… promettimi di pensarci. Ok?»

«O-ok …» la bacio e rimaniamo ancora qualche istante lì, mentre la notte avanza.

 

Note:

Ciao a tutti!

Poiché non molti hanno partecipato a risolvere l’indovinello  *vado in un angolo e mi deprimo* annuncio subito che la più veloce è stata Namimugiwara  e grazie anche a Miss Asso di Fuoco per la partecipazione :-* presto faremo conoscenza dl suo OC. Fatemi sapere cosa pensate del capitolo. A presto :D

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Capitolo 8
*** cap 8 ***


MELODY

Io e Kidd siamo ancora abbracciati, cosa dovrei dire? Andare a vivere con lui? Sono confusa, un giorno forse sarebbe successo, ma pensavo me lo chiedesse dopo il mio diploma. Ci salutiamo e lui torna a casa.

Non riesco a prender sonno e mi sento una stupida! Ne sono successe tante nell’ultimo periodo, è quasi mezzanotte, papà arriverà tra qualche istante, i pensieri si susseguono e mi accompagnano nel mondo dei sogni.

Il suono della sveglia giunge prepotentemente alle mie orecchie, la spengo e mi raggomitolo nelle coperte, non ho voglia di andare a scuola oggi … ma cosa penserà papà non vedendomi in piedi? Non voglio essere costretta a dare spiegazioni o a farlo preoccupare. Sbuffo e mi alzo, l’odore del caffè mi spinge ad andare in cucina. Papà mi propina uno dei suoi larghi e generosi sorrisi, io riesco solo a ricambiare con una smorfia, come se lui non se ne accorgesse! Vero Mel?

«È successo qualcosa?» domanda perplesso, appoggiando un gomito sul tavolo e tenendosi la testa con la mano.

«Niente …» detto mi giro e preparo pane e Nutella, al diavolo le calorie! Voglio mangiarla!

«Pane e Nutella eh? Qui è successo qualcosa, hai litigato con Kidd?» un fulmine a ciel sereno, pensavo di evitare l’ “argomento Kidd” fino a scuola. So che non mi darà tregua fino a che non gliene parlerò, anche se è un argomento tra me e il mio ragazzo, lui è mio padre è giusto che lo sappia.

«Papà …» mi volto e lo fisso «… prometti di non dare di matto?»

Mi guarda preoccupato «Sei incinta?» mi porto una mano alla faccia, era questo che pensava?

«NO!» ammetto che mi piacerebbe diventare mamma, ma voglio aspettare ancora qualche anno. Il suo viso si rasserena «Meno male, non sono ancora pronto a diventare nonno e poi,  non riesco a pensare ad un bambino con l’espressione di Kidd in volto» scoppia a ridere e trascina anche me, anche se mi riprendo subito.

«Mi ha chiesto di andare a vivere insieme a lui …» il suo sguardo attonito mi spinge a ripetere la frase, per essere sicura che capisse bene «… volevo sapere tu cosa ne pensi. Ti prometto che terminerò il liceo, ma mi trasferirei in un paese poco distante e …»

«È da tempo che ci pensate? » lo guardo mentre si fa scuro in volto.

«Papà, me l’ha chiesto solo ieri sera …»

«Prima che tu prenda certe decisioni gradirei essere informato!» è fatta, ora si incavola.

«Ed è proprio quello che sto facendo!»

Non abbiamo mai fatto una litigata del genere, ed è la prima volta che non ascolta ciò che dico. Mi sembra di parlare al muro! Almeno ho capito che non vuole che io me ne vada di casa così presto, ma poteva rimanere più calmo!

«Non volevi continuare gli studi e diventare insegnante? Spiegami come farai!» questa frase mi spiazza, rinunciare al mio sogno o al ragazzo che amo, erano queste le due vie.

«Ora vado a prepararmi, altrimenti arrivo in ritardo a scuola» pronuncio questa frase in uno stato di catalessi totale.

Pochi minuti dopo sono pronta, passo velocemente dalla cucina dove papà è seduto al tavolo e mi da le spalle. «Ciao …» e tutto ciò che la mia voce strozzata riesce a proferire.

Arrivata in fondo alla via incrocio Law, forse e meglio non dire niente a lui.

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TRAFALGAR LAW

Dopo la scuola torniamo a casa insieme, quell’idiota aveva altro da fare, sono felice di non dover godere della sua compagnia. Arriviamo davanti alla casa di Bonney, non abbiamo avuto più sue notizie. Melody si avvicina e suona il campanello.

«Lo sai che non c’è nessuno …» ma lei insiste.

«Lo so bene, ma voglio illudermi che esca tutta arrabbiata urlando: “Chi è quel cretino che si è incollato al campanello”» cala il silenzio su di noi. Mi avvicino al cancello e fisso la casa, tutte le imposte sono chiuse, non c’è segno di vita; i miei occhi scorrono il giardino fino a che …

«Melody!» visto che sobbalza credo non se l’aspettasse una reazione così.

«Law, idiota. Ho il cuore in gola» ma io più di lei, indico all’interno in modo che anche lei guardi in quella direzione. Appeso al ramo basso della vecchia quercia, c’era il fazzoletto bianco che usavamo da bambini.

«Lo sapevo, non poteva andarsene senza salutare!» non ci penso due volte e scavalco il cancello.

«Law, cosa fai?»

Trovo una lettera indirizzata a me e Mel; torno indietro e dopo un bel respiro, Melody la apre. Scrittura disordinata e molte cancellature, è senz’altro di Bonney.

Cari Mel e Law,

 

probabilmente quando troverete questa lettera io sarò già lontana, mi dispiace

di avervi causato dispiaceri e preoccupazioni e per questo vi chiedo perdono,

sopratutto a te Law, per tutto quello che ti ho portato a fare.

Melody, grazie di essere sempre stata mia amica, di avermi sostenuto in tutti i

momenti, anche quelli più bui, come nell'ultimo periodo.

 

Vi ricordate da bambini, quando giocavamo a fare i pirati, vivevamo mille avventure

e affrontavamo sfide inventate e trascritte su pezzi di carta. La vecchia quercia

era la nostra base, il posto migliore dove lasciare indicazioni sulla nostra ultima

missione. Sarà la più lunga ed impegnativa, forse ci porterà lontano per un po' di tempo.

 

Realizzate i vostri sogni! Melody, tu vuoi diventare insegnante e tu Law un chirurgo,

non è vero? Per quanto mi riguarda, voglio aprire un ristornte, (come ben sapete! e

scusate per tutte le pietanze disgustose che vi ho propinato nel corso dei miei

esperimenti). Andrò nella capitale, un giorno, dove spero di rivedere mia madre.

E' lì che ci rincontreremo, passeranno alcuni anni prima di allora, ma sono sicura

che i nostri legami non si scioglieranno e le nostre strade si incroceranno di nuovo!

 

Questa è la missione! Mi impegnerò a fondo per portarla a termine, e sono sicura

che voi farete altrettanto!

 

Gli ultimi eventi sono stati dolorosi per tutti noi, ma il futuro che abbiamo davanti

sarà pieno di gioia! Lasciate quel buco di città al più presto! Io so che in un luogo

dove nessuno conosce il mio passato potrò ricominciare e far conoscere le mie qualità!

 

A presto amici cari

 

Mi sento strano «Bonney …» chiudo gli occhi e ripenso a quella stupida, so già che ci mancherà da morire! Ma vengo interrotto da suono di un singhiozzo, apro gli occhi e vedo Mel piangere. Vado nel panico, solo Bonney era in grado di consolarla! Cosa devo fare?

 

«Mel … almeno sappiamo che starà bene …» sto sparando a caso, l’unica cosa che ottengo è farla piangere di più. Ultima speranza, la abbraccio. Il pianto diminuisce e non trema più.

 

«Andrà tutto bene anche per noi» dalla busta che ho ancora in mano esce un piccolo foglietto.

 

Questo è il numero del collegio, l’ho trovato in un’agenda di mio padre :P Se chiamate e chiedete di me ci metteranno in contatto.

 

«Mel, nessuno potrà mai dividerci!» finalmente sorride.

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SATCH

«Satch, fai una pausa. Oggi sei strano, non riesci a concentrarti. Calmati e poi torna» cammino e penso a Melody, già ho il cuore in fibrillazione quando escono, se dovessero andare a vivere insieme non so come reagirei. Sapere che vivranno nella stessa casa, che passeranno molto tempo insieme e che … dormiranno insieme. Non mi è mai andato a genio quel ragazzo!

«Ciao Satch!» mi volto e vedo una donna dai capelli rossi, non la riconosco subito «Hei? Ci sei? Terra chiama Satch …»

«Scusami non è giornata»

«C’entra Kidd» perché me l’ha chiesto?

«In parte …» mi volto di nuovo, so che la mia faccia oggi non è delle migliori.

«So che mio figli è un ragazzo difficile, ma da quando frequenta Melody, qualcosa in lui è cambiato …» mi volto, Kidd cosa?

«Prima avevo paura di cosa potesse diventare una volta terminato gli studi, adesso si mette d’impegno. Ha trovato un lavoro e ha deciso di andare a vivere da solo. Un po’ mi dispiace, come mamma, ma credo che questo lo porterà a diventare più responsabile» rimango un po’ perplesso, davvero ha tanta fiducia nel figlio? Anche se devo dire che rispetto a qualche anno fa, ne ha fatti di cambiamenti, poi ho un flash, una cosa avvenuta l’anno scorso.

«Sig. Myers?»

«Si Kidd cosa c’è?»

«Volevo dirle che … io frequento sua figlia» lo presi per la maglietta, questo lo ricordo bene.

«Tu cosa?!»

«Ci tenevo che lo sapesse, ne lei ne sua figlia siete persone che meritano di soffrire. Voglio essere in buoni rapporti con lei fin da subito»

Poi ricordo Melody che cerca di farmi mollare la presa, non ho mai mandato giù che Kidd fosse il suo ragazzo. Ma non si è mai comportato male nei nostri confronti.

«Già, credo anche io che sia cambiato parecchio»

«Sono a casa» nessuno risponde, strano. Vado in camera di Melody e la vedo piangere, penso subito che sia per colpa mia, mi siedo accanto a lei.

«Mel, ti chiedo scusa per la sfuriata di questa mattina, ma credo che sia troppo presto per te lasciare questa casa, e poi …»

«Papà, non ti preoccupare, ho già deciso che non me ne andrò» mi sento rinato «Ma non era per questo che piangevo, Bonney ci ha lasciato una lettera … mi ha fatto ricordare che fino a qualche anno fa avrei fatto di tutto per realizzare il mio sogno, stavo per buttare tutto … anche se voglio bene a Kidd, non sono ancora pronta per lasciare questa casa e poi …» si gira verso di me e sorride «… senza di me saresti una frana colossale» questo è vero, non me la cavo bene con i lavori di casa e sono un disordinato cronico. Abbraccio mia figlia, sta diventando grande e spero che il nostro rapporto rimanga sempre così e che lei si senta libera di parlare sempre con me.

«Ti voglio bene …»

«Anche io papà!»

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KIDD

«Killer te lo dico per l’ultima volta, dimentica quella ragazza. Se davvero le volevi bene non dovevi trattarla in quel modo!» detto questo esco da casa sua e me ne vado. Ho un appuntamento con il mio futuro capo, non voglio fare tardi.

«Bene, questo è il posto dove lavorerai. I documenti sono pronti e conosci anche i tuoi colleghi. Non resta che aspettare la fine del tuo percorso scolastico» che sorriso da ebete che ha quest’uomo.

«La ringrazio» sono abbastanza agitato, non è da me.

Prima di tornare a casa passo vicino all’appartamento che ho visto qualche settimana fa. Vorrei tanto che Melody dicesse ‘si verrò con te’ ma c’è lo scoglio insormontabile di suo padre, se solo fosse più menefreghista avrei già fatto tutto ciò che voglio con quella ragazza.

Salgo in moto e sfreccio via.

 

 

Note:

Ciao a tutti!

Scusate per il ritardo, ma è un periodo incasinato e non so se riuscirò a scrivere e pubblicare nuovi capitoli regolarmente, o comunque senza lasciar passare ere geologiche tra uno e l’altro :P  In più sta diventando veramente difficile partorire nuovi capitoli … promemoria per me: mai più ideare serie lunghe XD Grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa storia. A presto :D

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Capitolo 9
*** cap 9 ***


MELODY

È già trascorso un mese da quando Bonney è partita, sono contenta che si trovi bene. Rileggo il suo messaggio dell’altra sera:

Mel qui è fantastico! Solo la prof di scienze è una rompipalle! Sorrido, non so se dice così solo per rincuorarmi.

Tu come stai? Il tuo Kidd? E Law? Un bacio e Buona Notte stellina mia :-*

Kidd … stringo a me le ginocchia seduta nel mio angolino. Da qualche tempo amavo starmene da sola in camera mia, ad ascoltare i miei pensieri, a piangere. I ricordi vanno subito alla consegna dei diplomi, quella fredda sera di Dicembre …

«Mel, perché sono dovuto venire anche io?»

«Dai Law, non mi andava di venire da sola …»

… be’ … in effetti non ero sola, c’era Kidd con me. Ma portarmi Law significava evitare discorsi che non avevo voglia di affrontare ed avere un aiuto se Kidd e compagnia facevano macelli anche quella sera, cosa inevitabile …

Uscendo dal bagno mi ritrovo davanti un Law sconfortato e prima che possa aprire bocca lo anticipo.

«Non voglio che tu dica niente, mostrami cosa ha fatto»

«O meglio …» sospira «… cosa sta facendo»

Entrando nella palestra dove la scuola aveva organizzato una festa per i diplomati, mi vedo Kidd ubriaco fradicio e a torso nudo sul palco urlare frasi senza senso, mentre uno dei ragazzi della band tenta di dissuaderlo dal continuare; i suoi compari … molto brilli … che infastidiscono gli ospiti e molestano le ragazze, oggetti rotti e cibo sparso ovunque. Sospiro.

Appoggiato al muro vicino alla porta dove mi trovo c’è Killer, mi guarda e scuote la testa; almeno in quella compagnia uno decente c’è.

«Era già fuori di se quando sono uscita dalla sala …» sospiro ancora e sento Law ridere.

«Cosa c’è di divertente»

«Scusa Mel, ma lo immaginavo barcollante che torna a casa senza sapere dove sta andando» ti reca grande soddisfazione sapere che il tuo migliore amico gioisce quando il tuo ragazzo si rende ridicolo e tu sei disperata. Lo guardo male, ma la mia reazione non fa che farlo ridere ancora di più, insieme a Killer alle sue spalle. Però quel ragazzo, da qualche mese non è più lo stesso. Non appena si accorge che lo fisso smette di ridere e si volta.

«Melody, andiamo a fare ordine»

Ripongo la scopa nel ripostiglio. C’è voluto un po’ ma tutto si è calmato.

«Sei bellissima» mi volto, con il cuore in gola per lo spavento. Kidd, forse ha ritrovato un po’ di pudore e indossa di nuovo la camicia, anche se mal abbottonata. Si stacca dal muro dove era appoggiato e richiude la porta dietro di se. Mi avvicino e gli sistemo la camicia, ma presto sento una sua mano scivolarmi sul braccio.

«Molti ragazzi ti guardavano, ero sinceramente geloso …» la mano ha raggiunto la spalla. Ritraggo le mani dalla camicia e le stringo a me. Mi accorgo solo adesso di come il mio vestito sia un po’ troppo aderente e corto, non adatto quando hai davanti un ragazzo ancora sotto l’effetto di alcool.

Fa scivolare le dita sul mio corpo; sento qualcosa di strano dentro di me; sfiora il mio seno, la mia pancia e si ferma alle cosce, dove la gonna del vestito termina. Afferra un lembo della gonna ed inizia a sollevarlo, con uno spintone lo allontano ed abbasso lo sguardo.

«Perdonami Kidd, ma non è il luogo adatto e poi si accorgerebbero presto che manchiamo …»

«Chi? Il tuo amichetto?» lo guardo in faccia, è furente, devo uscire da questa stanza! Come se mi leggesse nel pensiero mi si para davanti.

«Kidd …» mi stringe a se e in un attimo siamo sdraiati per terra. Mi bacia, ma non come fa di solito, sembra che voglia dirmi che è lui a comandare. Se cerco di liberarmi mi stringe di più. «… smettila Kidd! Lasciami!» non qui, non ora! Accarezza la mia gamba e solleva il mio vestito, no!

C’è qualcuno nel corridoio oltre la porta.

Un urlo rompe il silenzio, il mio urlo. Kidd si ferma e mi fissa.

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TRAFALGAR LAW

Prima Bonney e poi Melody, perché fanno del male alle persone a cui tengo di più? Bonney che cela la sua tristezza dietro un finto ottimismo, e so che è così! Non può essersi ripresa in così poco tempo!

Ed ora Melody, però sono felice di una cosa, essere andato con lei alla consegna dei diplomi …

Cammino lungo il corridoi che porta al ripostiglio, strano che Melody non sia tornata! Eppure doveva solo mettere in ordine gli attrezzi che abbiamo usato.

«Hei Law!» mi volto, è Killer «Hai visto Kidd? È passato di qui poco fa» sento un nodo alla gola ed inizio a sudare, il mio sguardo torna a fissare il corridoio, la porta del ripostiglio è chiusa, perché Melody avrebbe dovuto chiuderla? Non c’era necessità!

«Mel …» sussurro, mi sento malissimo ed inizio a correre, Killer mi segue «Melody!» urlo nel corridoio.

Quando afferro la maniglia della porta la sento urlare, bastardo … lasciala!

Entro nella stanza, Mel è sdraiata sul pavimento ed è in lacrime. Kidd è sopra di lei e la fissa, una delle mani appoggiate a terra si leva, ora si sorregge solo con un braccio ed è piuttosto barcollante.

Quello che vedo mi fa ribrezzo, senza badare a noi Kidd la colpisce, uno schiaffo dritto in faccia. Mi lancio su di lui e lo trascino via da Melody, gli assesto un pugno su quella faccia da demente, e lui sembra non gradire.

«Bastardo …» credo che sia questa parola a ferirlo di più e mi afferra per la maglietta. In un attimo Killer ci divide.

«Kidd ora basta!»

«Cosa c’è Killer? Tu ti puoi divertire ed io no?»

«Io non le ho fatto niente!» è la prima volta che vedo Killer piangere, ma non ci bado tanto e corro da Melody. È seduta sul pavimento, ma non piange più.

«Law …» ha ancora il segno rosso dello schiaffo sulla guancia «… andiamo via, per favore»

«Va bene Melody, ti porto via» detto questo la aiuto ad alzarsi e usciamo.

Camminiamo verso casa sua, lei  stringe a se il mio braccio. Perché proprio a lei? Perché anche lei doveva incontrare un farabutto?

«Law …» il suono della sua voce esce strozzato, e poco dopo si mette a piangere. Credo si sia trattenuta fin troppo, le accarezzo i capelli.

«Siamo quasi arrivati»

Sono seduto accanto a lei e le tengo i capelli impedendo che le cadano sul viso, mentre Melody è piegata e continua a vomitare. So che è per la paura e l’agitazione che ha addosso, vorrei fare di più. Quando finalmente finisce la lascio sola, dopo che si è cambiata e pulita esce dal bagno e mi fissa spaventata.

«Vuoi che rimango ancora un po’?» annuisce semplicemente.

Sono appoggiato con i gomiti alla scrivania e tengo la testa fra le mani, bastardo, bastardo, bastardo, bastardo …

«Bastardo!» sento qualcuno dietro di me «Melody, scusa …» scuote la testa e abbozza un sorriso come per dire non fa niente «… torna nel letto» cerco di ricambiare il suo sorriso.

«Ti siedi accanto a me?» sembra una bambina spaventata ed indifesa.

«Va bene»

Mel si addormenta lentamente e cercando di non fare rumore mi alzo ed esco dalla stanza, chiudendo lentamente la porta

«Law …»

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SATCH

Guardo la porta della camera della mia bambina, è una settimana che è chiusa lì dentro. Non voglio obbligarla a tornare a scuola, ma soffro da matti nel vederla così. Vado al lavoro con un nodo alla gola da un mese a questa parte. Esco di casa e più mi allontano più sento il bisogno di tornare indietro entrare in camera sua prenderla e portarla via.

Più mi allontano e più ripenso a quella sera di Dicembre …

Il povero ragazzo sobbalza e si volta.

«Satch …»

«Hanno chiamato dalla scuola, ho chiesto un permesso e mi sono precipitato. Sapevo che eri qui. Grazie»

Ci salutiamo e dopo che è uscito richiudo la porta di casa, non riesco a lasciare la maniglia, mi porto una mano al viso e comincio a piangere «Grazie Law» quel ragazzo, c’era sempre.

Quando Melody si sbucciò le ginocchia cadendo dalla bicicletta a cinque anni.

Quando a sette anni cadde nel lago perché voleva prendere una ninfea per la mamma.

Quando a otto portò a casa il suo primo brutto voto, era inconsolabile.

Quando morì Monika, e lei aveva solo nove anni.

Le lacrime scendono più copiose «Sei un vero amico»

«Papà …» mi volto e la vedo, in piedi avanti a me «… non piangere papà …» i suoi occhi si inumidiscono e comincia a singhiozzare.

Mi aveva già detto queste parole, il giorno del funerale. La stringo a me come quel giorno.

«Come non lo hanno arrestato?»

«Law calmati, la polizia lo ha rilasciato perché … Melody non ha voluto sporgere denuncia»

Lo vedo prima irrigidirsi, poi comincia a dare di matto.

«No! No! No!» continua a camminare avanti e indietro fuori casa.

«Law …» ci voltiamo ambedue, sul ciglio della porta fa capolino Mel.

«Melody, perché?»

«Non era lucido in quel momento, e poi non voglio serbargli rancore visto che non è riuscito ad arrivare fino in fondo …» si morde il labbro ed abbassa la testa «… credo che gli basti, come punizione, non potermi vedere mai più …» per fortuna era andato a vivere in un’altra città, e non le dava più fastidio. Spero che abbia capito cosa ha fatto.

Mi volto verso mia figlia «Mel devo parlarti» credo di aver preso una decisione su cosa fare nell’immediato futuro.

«Come One City?»

«Vedi io e tua madre ci siamo conosciuti li, lei era in visita da parenti ed io lavoravo in città. Ho ricevuto varie lettere nel corso degli anni da ex colleghi ed amici; ma ultimamente mi chiedevano se volessi tornare a lavorare con loro. Questo significherebbe abbandonare Shade Town e …»

«Va bene» devo avere una faccia da idiota mentre la guardo, sono rimasto spiazzato. Mi ero preparato una serie di argomentazioni per convincerla, invece è stata lei a dirmi che è d’accordo.

«Questo vuol dire lasciare la tua vita e cominciarne un’altra»

«Papà, ho detto che va bene» ha il viso più rilassato, sono contento.

«Allora posso contattarli ed accettare la loro proposta?»

«Certamente!»

«E Law?» la vedo sorridere.

«Se gli dicessi che parto sarebbe il primo a dirmi che ho fatto la scelta giusta, e poi fra tre anni probabilmente si trasferirà anche lui, per continuare gli studi, sarà solamente felice di sapere che mi allontano da questo posto»

«Allora non c’è nessun problema, tanto vale che li contatti subito» sono felice, cominceremo una nuova vita lasciandoci alle spalle tutto il male che ci ha portato questa città.

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KIDD

«Eustass Kidd, qua dentro penserai un bel po’ a tutto quello che hai combinato» sento la porta chiudersi dietro di me e la guardia che si allontana.

«È tutta colpa tua Melody, giuro che me la paghi!»

È trascorso un mese dal diploma, lavoro finalmente e questo mi aiuta a non pensare a Melody, anche se la sera, da solo in quell’appartamento è deprimente.

Finito l’orario di lavoro chiudo l’officina e ritorno a casa, quando sento qualcuno che batte la mano sulla mia spalla.

«Capo come butta?» è quell’idiota del mio migliore amico.

«Non c’è male, che si dice in giro?»

«Grazie, anche io sto bene» idiota «Comunque ci sono novità!»

«Riguardano Melody?» lo guardo torvo, non ho molta voglia di parlare di lei. Ma ho ancora la sua figura che nel silenzio e nel buio della notte viene a tormentarmi.

«Lei e suo padre si trasferiscono» cosa? «Ho sentito alcune ragazze che ne parlavano, a quanto ho capito per motivi di lavoro di Satch»

«Si, come no, lavoro …» se spera di allontanarsi tanto facilmente da me si sbaglia, fortunatamente domani è domenica «Andrò a trovarla»

«Sei matto? Satch e Law ti disintegrerebbero»

«Suo padre è al lavoro e di quella mezza cartuccia non ho certo paura»

«Fa come vuoi, beviamo qualcosa?»

È mattina presto quando salto sulla moto e sfreccio verso Shade Town, continuo a pensare a lei, so perfettamente che non vuole vedermi mai più. Ma non è lei a deciderlo!

Lascio la moto e faccio l’ultimo tratto di strada a piedi, non voglio che mi sentano arrivare. Mentre vado sul retro della casa sento che qualcuno canta, la sua voce, inconfondibile. Chiudo gli occhi e ripenso a tutte le volte che l’ho stretta a me, abbracci interminabili e lei mi sussurrava sempre parole cariche di affetto. Anche se il suo urlo, nella mia mente, squarcia questi pensieri. Ci saremmo divertiti, almeno io, se non avesse attirato l’attenzione! E poi c’era Law, sempre fra i piedi.

Metto un piede sui gradini che portano all’ingresso sul retro, quando la porta si apre, non potevo desiderare di più, avevo in mente di scassinarla, ma va bene lo stesso.

Il suo volto spaventato è a dir poco divertente «Ciao bambolina» rientra velocemente, bene si mette in trappola da sola. Prima che possa richiudere blocco la porta ed entro.

Mel indietreggia «Cosa fai qui Kidd, vattene!»

«Puoi urlare fin che vuoi, io non me ne vado …» la afferro per un braccio «… c’è una questione che abbiamo lasciato in sospeso» ora siamo sul divano, nella stessa posizione di quella sera, ma ho intenzione di arrivare in fondo, questa volta.

Ha il volto spaventato, i lunghi capelli castani ricadono sul pavimento, la pelle bianca e profumata e quei suoi occhi nocciola … è bellissima, come sempre. La bacio, ma lei mi respinge.

«Kidd, vattene subito!» le afferro i polsi.

«Non alzare mai più la voce con me, sei l’unica ragazza che voglio e se devo prenderti con la forza, così sia …»

MELODY: Mi sta sollevando il vestito e mi tocca come non ha mai fatto, non riesco a smettere di piangere. Le sue labbra sulle mie, il suo corpo su di me … lasciami, io non ti voglio!

«Papà! Law!»

«Urla pure, non verrà nessuno!» qualcuno bussa alla porta.

LAW: Per essere Gennaio è proprio una bella giornata! Guardo ancora i due biglietti per il concerto di Soul King, non ho tanta voglia di andarci, ma Mel va matta per questo strano tipo. Solo il pensiero del viaggio in treno di due ore, non contando i ritardi che inevitabilmente ci saranno, mi da la nausea. Ma lo faccio per la mia migliore amica …

«Law! …» un urlo mi riporta alla realtà e vedo davanti a casa di Mel il vicino.

«Cosa succede?»

«La sentivo urlare e mi sono precipitato fuori»

Proviamo a forzare la porta ma niente.

«Melody!» guardo dalla finestra, la cucina sembra vuota, ma come il mio sguardo si sposta sulla sinistra il sangue mi si gela. Inizio a picchiare, con forza, contro il vetro. Le inferiate mi impedirebbero di entrare dalla finestra e senza pensarlo due volte, corro sul retro.

MELODY: Non so cosa mi da il coraggio di reagire, ma non voglio dargliela vinta, non voglio che si prenda la mia dignità e la distrugga, come ha fatto con il mio cuore.

SATCH: Che stanchezza il turno sabato notte, mi aspetta una bella dormita! Chissà se Melody è già sveglia, oggi c’è il concerto non sono molto contento che vada così lontano, ma almeno c’è Law con lei. Svolto l’angolo e vedo movimento davanti a casa “Melody” l’unica parola che mi passa per la testa, la persona per me più importante. Inizio a correre

KIDD: Piantala di dimenarti! Per colpa delle tue urla è già arrivato qualcuno, spero solo che non ci sia anche il guastafeste.

«Melody!» parli del lupo … mi volto e vedo Law «Lasciala subito!» mi alzo ed ora siamo faccia a faccia.

«Lo metto a posto e poi sloggiamo di qui, continueremo da un’altra parte …»

MELODY: Non mi piace il suo sorriso, voglio solo andarmene ed impedirgli di fare del male anche ad un mio amico. Cerco di correre da Law, ma Kidd mi afferra e mi strattona, finisco sul pavimento con un tonfo, che botta.

«Law, vattene» è tutto ciò che riesco a dire.

LAW: Capisco poco di quello che sta succedendo, sono accecato da rabbia e disgusto per Kidd e continuo a colpirlo. Lui di rimando mena più forte, ma c’è in gioco una ragazza per me molto importante, non gli permetterò di farle ancora del male. Mi lancio su di lui.

Kidd mi afferra per il collo, se non fosse per Melody che corre e lo spinge, mi avrebbe ammazzato.

Ora si avventa su di lei che è con le spalle al muro, riesco a frappormi appena in tempo e ricevo un pugno allo stomaco.

«Bastardo …» non ho fiato «… l’avresti colpita …» la porta di casa si spalanca.

MELODY: Basta, basta …

SATCH: Entro e vedo una scena che nemmeno nei miei peggiori incubi avrei immaginato.

Melody piena di lividi sule braccia e in faccia, Law piegato in due sul pavimento davanti a lei e Kidd in piedi li davanti, con il pugno ancora chiuso ed un ghigno che non mi piace. Allunga una mano verso mia figlia, questo non può permetterselo! Corro e lo sbatto sul pavimento, sfortunatamente mi afferra e mi trascina con se. Trascorrono alcuni interminabili minuti prima che riescano a dividerci, minuti in cui il solo suono che sentivo erano le lacrime e le urla di Melody.

Non riesco a vedere molto bene, ma non sento più i pugni di Kidd, devo essere appoggiato contro il muro e mi lascio scivolare. Due piccole mani mi sollevano il volto, Melody cerca di parlarmi, ma non sento niente, me le ha suonate per bene.

«... papà! …»

Mi volto verso Kidd che è trattenuto da persone a cui andrà tutta la mia riconoscenza.

«Kidd» lui si volta verso di me «Non osare mai più farti vedere …»

KIDD: Dopo che Satch sviene, entra la polizia. Ora sono fregato, guardo Melody è in lacrime e cerca di far reagire suo padre, Law si stà rialzando. Non credo che questa volta la passerò liscia.

Vengo ammanettato e trascinato fuori «Non è finita!» urlo con tutto il fiato che ho in gola.

MELODY: Papà sta riaprendo gli occhi finalmente, i medici sono stati fantastici. Mi guarda e sorride.

«Ciao tesoro»

«Ciao papà …»

 

Note:

un po’ tragica questa storia, voi cosa pensate? Spero di riuscir a pubblicare con regolarità, anche se la vedo dura D: grazie ancora a chi segue e chi commenta, mi fa piacere ♥

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Capitolo 10
*** cap 10 ***


MELODY

Chiudo l’ultimo scatolone, finalmente ho finito! Dopo domani verranno a caricarli e fra due giorni si parte. L’orologio segna l’una passata, ho sonno. Papà l’ho spedito a dormire da un pezzo, l’hanno dimesso da poco dall’ospedale, non voglio che si affatichi troppo. Mi avvicino alla porta della sua camera, russa da matti hihihih. In camera accendo la luce e mi lascio scivolare lungo la porta chiusa, fino a sedermi per terra; tutti i poster, tutte le foto con miei amici, i miei peluche, i vestiti, tutte le mie cose non sono più dove erano prima. Ho messo nella valigia le poche cose che mi servono in questi giorni, tutta la mia vita è stata inscatolata, ridacchio e non so perché; stringo a me le ginocchia … questa è la casa dove ho passato i primi sedici anni della mia vita. Questa è la casa che mamma e papà hanno scelto per cominciare la loro vita insieme … la mamma … mi manca così tanto, l’avrei voluta vicino in questo periodo, l’avrei voluta sempre vicino. Un nodo alla gola e lacrime che mi scorrono sul viso, sento già che questa casa mi mancherà.

Mi asciugo il viso a vado a letto. Mi giro e rigiro nel letto più volte, sbuffo e mi alzo faccio qualche giro nella stanza. All’improvviso ho un flash, un ricordo della mamma, è come vederla davanti ai miei occhi; era una sera d’inverno e non riuscivo a dormire. Lei venne da me e mi cantò la nostra ninna nanna.

« Il sole splende in cielo lassù

Ed il vento gentile ci canta

Il fiume scorre lento laggiù

E d’amore ci vuole parlare

Gli animali del mondo vedrai

La mamma gli abbraccerà …»

Torno nel letto canticchiandola sottovoce …

«… Ed il tuo pianto cara bambina passi così

Nel palmo della mia mano …»

Mi sistemo sotto le coperte, mi sembra quasi di sentire la voce della mamma …

La luna brilla in cielo lassù

La foresta sussurra un canto

Tu dormi e sogna bimbo mio caro

Amore … buona notte a te

Buona notte amore mio … avevo quasi chiuso gli occhi, li spalanco e mi metto a sedere di scatto; è stato come se lei fosse qui. Mi sento il cuore più leggero e in men che non si dica mi addormento.

«Buona notte mamma …»

---------------------------------

TRAFALGAR LAW

Domenica mattina, casa vuota ormai una costante nella mia vita. Sto per mettermi a far colazione quando suona il campanello, con mia sorpresa mi ritrovo sulla porta Melody e la guardo stralunato.

«Non avrò altre occasioni di fare colazione con te» mi porta sotto il naso il sacchetto con le brioches, profumino invitante.

La invito ad entrare e mangiamo insieme, come al solito non rimaniamo nemmeno un secondo in silenzio. Le dispiace lasciare Shade Town, ma è anche ‘super - eccitata’ per usare parole sue, all’idea di vivere in città. Sono felice di essere stato in questi anni un suo caro amico.

«Ho un regalo da darti» tiro fuori un pacchetto «Il mio regalo d’addio»

«Di arrivederci se proprio!» dice sorridendo «Allora …» pressa la carta del regalo «morbido e piccolo» lo apre «che carino! Law, è stupendo questo peluche* … grazie» sono contento quando riesco a farla sorridere. È quasi mezzogiorno quando si prepara per tornare a casa.

«Allora ciao, Law. Ti aspetto martedì mattina, verrai a salutarmi … non è vero?!» mi scruta con sguardo truce «Perché se non lo farai, non ti perdonerò mai»

Appoggio le mie mani sulle sue spalle «Non ti preoccupare …» la spingo contro il muro e mi faccio più vicino, ad occhi chiusi la bacio.

Vorrei dire che questo sia il momento più bello della mia vita, che la mia felicità è alle stelle, ma non è così. Mi scosto bruscamente da Melody, che rimane immobile e mi fissa.

«Scusa Melody, io …» non riesco a guardarla in faccia, in più devo essere tutto rosso. Cavoli!

«Law non devi scusarti» la guardo mentre sorride «Lo sapevo»

“Cosa?” è l’unico pensiero che mi passa per la testa.

«Lo capivo da come ti comportavi con me, ma sei il mio migliore amico, come un fratello. Non avrei mai potuto amarti con amore diverso da quello che provo verso di te. Penso che anche il tuo amore sia come quello verso una amica …»

Forse è proprio così, credevo di amarti, questa era l’ultima occasione che avevo per dimostrartelo, ma mentre ti baciavo mi sentivo uno schifo …

«Adesso almeno ti sei sfogato, anche tu nel profondo sai che non potremmo mai stare insieme come una coppia. Ed è meglio così, il nostro rapporto è bello così com’è» il suo sorriso fa sparire la vergogna che provo in questo momento «Forse per te sarà difficile accettare i tuoi veri sentimenti, ma per quello che è appena successo, non ho intenzione di prendermela … voi continuare ad essere mio amico?»

La abbraccio «Non vorrei perdere la tua amicizia per nulla al mondo» ci salutiamo e lei si allontana. Sto per chiudere la porta quando mi chiama, sorride verso di me.

«Vieni a salutarmi martedì, mi raccomando!»

Faccio solo un cenno della testa, certo che ci sarò.

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SATCH

Chiudiamo la porta di casa per l’ultima volta «Allora Mel, come ti senti?» mi volto, ma lei è già corsa verso i compagni venuti a salutarla. Chiudo anche il cancello e fisso per l’ultima volta quella mura.

Amore mio, lascio questa casa per sempre, il paese in cui sono cresciuto e torno nella città dove ci siamo conosciuti. La nostra bambina è grande e forte, chissà cosa accadrà d’ora in poi.

«Papà andiamo o no?»

«Arrivo!»

Ciao tesoro mio, state facendo la cosa giusta … mi volto di nuovo, sarà stata la mia immaginazione, ma è stato bello sentire ancora la sua voce.

«Papà!»

«Vengo, vengo …»

Siamo in viaggio « Allora, volevi partire subito e poi sei stata una buona mezz’ora a chiacchierare con Law»

«Potrò sentirlo ancora per telefono, come con Bonney, ma non sarà più lo stesso» stringe a se un curioso peluche.

«E quello da dove viene? Regalo di Law?» fa cenno con la testa che ho ragione.

«Ti dispiace lasciare questo posto, vero?»

«Una parte di me è ancora legata a Shade Town, la mia infanzia qui è stata stupenda! Melody bambina non vuole andare, Melody ragazza … vuole dimenticare gli ultimi avvenimenti»

«Già …»

«Però andrò in una nuova scuola, avrò occasione di conoscere nuove persone …»

«Niente ragazzi per qualche anno, ne ho abbastanza» sento il suo sguardo truce su di me.

«Di questo non ti devi preoccupare, ho chiuso con gli uomini …» silenzio «… proverò con le donne!»

Inchiodo e la macchina dietro di noi ci sorpassa velocemente suonando il clacson «Cosa?!»

«Ahahahahahah dai papà, volevo solo farti venire un colpo ahahahahah»

«Hai il senso dell’umorismo di tua madre! Non lo capirò mai!»

«Credo che per un po’ preferirò la solitudine, piuttosto che vivere di nuovo un’esperienza simile …»

«Se qualcun altro prova di nuovo a farti del male, giuro che non risponderò più delle mie azioni»

«Non ti preoccupare, verrò a trovarti in carcere e ti porterò qualcosa da mangiare»

Ridiamo insieme, come spesso ci capita.

 

MELODY/SATCH

Penso che sarà stupenda la nuova vita.

 

* Indovinate di che peluche si tratta :3 e scrivetelo nei commenti

 

Note:

Ciao a tutti,

finalmente sono riuscita a pubblicare un altro capitolo *yuppy* e con questo concludo Shade Town, per iniziare a scrivere la nuova vita di Melody in un’altra città One City, nuova scuola, nuove conoscenze, amici ed amori ^^ ringrazio chi ha seguito questa storia:

cola23 

Demon Heart 

evelinstar31 

giramondo88 

Ikki 

Miss Asso di Fuoco 

Miss Asso Di Picche 

Namimugiwara 

Sanjina99 

silvermist88 

sunrise_17 

 

Chi l’ha messa fra le preferite:

Caren96

Denice_22 

l0v3 

Miss Asso di Fuoco

Mugiwara_no_Luffa 

Namimugiwara 

 

E tutti quelli che hanno recensito:

l0v3

Kimiko Chan

Miss Asso di Fuoco e Namimugiwara a loro un grazie speciale

runami_ luny99

evelinstar31

Traffy11

 

Spero di avervi citati tutti ^^ e vi aspetto con la prossima fic ONE CITY. La ninna nanna è dell’anime Nadja Applefields (lo adoravo)

A presto :D

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