~ C h r i s t m a s ~

di Madelyne Scott
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~C: Casa~ HiroMido ***
Capitolo 2: *** ~H: Habitat~ RanMasa ***



Capitolo 1
*** ~C: Casa~ HiroMido ***


~ C h r i s t m a s ~
Neh, bellissimi (?)
Come vi va la vita?
Spero bene, dato che siamo vicini a Natale!
Un paio di spiegazioni in merito a questa raccolta/mini-long, innanzitutto:
- durerà per nove capitoli, dedicati ognuno ad una coppia, più l’epilogo;
- di conseguenza, dovrei terminarla entro Capodanno;
- non saranno tutti sul tema del Natale, diciamo che riguarderanno le settimane pre-natalizie sino al 31 Dicembre;
- alcune delle coppie sono nuovissime per me.
Adesso parliamo di questa in particolare, che per metà ho scritto a scuola -ah, l'ispirazione delle ore di inglese, geometria e algebra!-: era da un po’ che non scrivevo una HiroMido, forse ci ho leggermente perso la mano, ma spero che comunque vi piaccia, almeno un pochino; è la prima volta che ne scrivo una di questo genere, e mi sono sforzata di limitare la tipica malinconia delle mie HiroMido al minimo.
La dedico a tutti coloro che amano a questa coppia, poi verranno le dediche vere e proprie –wtf???-
Ora vi lascio~
Ah, un’ultima cosa: le parole-prompt sono frutto della fantasia della mia compagna di banco, eh uwu
Adesso vado, buona lettura!
Un abbraccio al profumo di anice (???)
Maddy
 
~C: Casa~ HiroMido

Il verde aveva terminato di lavorare abbastanza tardi quella sera, dato che il suo compagno gli aveva praticamente scaricato addosso anche le sue mansioni, nonostante fosse già il ventitré Dicembre: Midorikawa aveva avuto l’impulso di strangolare Kira quando quest’ultimo lo aveva lasciato da solo nell’ufficio dicendo che “Aveva roba da sbrigare”.
- Già mi sente adesso, oh se mi sente! Vedremo quanto gli sarà servito restarsene in panciolle a casa!- borbottò il più giovane, accigliato, le gote leggermente gonfie.
Si scambiò un’occhiata con lo specchietto della macchina, notando che effettivamente il rosso aveva una discreta ragione: nel corso del tempo era davvero diventato molto più simile ad una donna che ad un uomo. Arrossì vistosamente, distogliendo gli occhi, mentre un piccolo dubbio scomodo iniziava a nascergli nel cuore: e se… e se Hiroto stesse con lui per le sue sembianze così femminili?
- Oh, è ridicolo!- si disse Ryuuji, scoppiando a ridere nervosamente – Non… Non può essere, lui è consapevole del fatto che non sono una donna!
Raggiunta la villetta in stile occidentale nella quale lo aspettava il compagno, il giovane esitò prima di abbandonare la vettura. Rimase seduto, le mani strette al volante, mentre osservava le piccole gocce di pioggia che si infrangevano sul parabrezza, scivolando poi lungo il vetro, per finire sul cofano anteriore. Una certa malinconia lo attanagliò allo stomaco, facendogli corrucciare le sopracciglia. Dopo un paio di minuti passati in quel penoso stato di dubbio, Midorikawa decise scendere dall’auto e di andare a controllare cosa mai avesse potuto combinare il suo fidanzato.
- Neh, Mido-chan!- lo accolse il rosso non appena ebbe chiuso la porta, ma il più giovane non rispose. In silenzio, si sfilò il cappotto, poggiandolo sulla sedia, poi si sedette sul divano, nel salotto arredato da lui personalmente. Accese il televisore, passandosi delicatamente due dita sugli occhi, ed attirando l’attenzione del rosso, che si sporse dalla cucina. Sbatté le ciglia, avvicinandosi poi al più giovane, sorridendo con una punta di malizia. Gli si sedette accanto, rivolgendo la sua attenzione allo schermo luminoso.
- Allora, Ryuuji, mi sembri stanco.- notò Kira, voltandosi verso di lui. Ancora, come sola risposta ricevette un silenzio ostinato, con sottofondo il fastidioso mormorio proveniente dalla televisione. Ad un certo punto, l’interpellato fece una smorfia di stizza, per poi socchiudere le labbra, ma continuando ad osservare l’apparecchio.
- Direi che è plausibile, ho fatto il lavoro che avresti dovuto fare tu.- sputò acido, suscitando l’ilarità dell’altro, che scoppiò in una risatina sommessa.
- Credi davvero che io qui non abbia fatto nulla?- domandò, riuscendo finalmente a far votare il verde, beccandosi però un’occhiata diffidente.
- E cosa avresti combinato?- Midorikawa roteò gli occhi in un istintivo moto di esasperazione, perciò non si accorse dello sguardo luminoso rivoltogli dal maggiore. Il rosso approfittò di quell’attimo di distrazione per afferrare velocemente le sue mani olivastre ed alzandosi. Il compagno dovette fare lo stesso, poi lo seguì in cucina, ancora le dita intrecciate a quelle nivee di Kira. Sul suo volto si era dipinta un’espressione stupita, che si accentuò enormemente alla vista del tavolo apparecchiato per due, illuminato dalla luce di una candela rossa al centro di esso e da altre, più piccole e di forma appiattita, sulle credenze e sugli scaffali attorno. Affianco al lume vi era una bottiglia di Champagne, mentre ad ogni posto vi erano due piatti. Il maggiore si voltò, sorridendo dolcemente e abbandonando le mani del fidanzato, il quale restò immobile per una manciata di attimi. Come risvegliatosi, poi, procedette verso la sedia che l’altro aveva allontanato, in un gesto di cortesia che, ricordò Ryuuji, era lo stesso della loro prima cena da fidanzati. Sorrise ed arrossì al pensiero, il calore che gli invadeva il petto, mentre anche Hiroto prendeva posto.
- Allora… Sei davvero convinto che io non abbia combinato nulla?- chiese retorico, le labbra incurvate all’insù.

 
~*~*~
 
Dopo che la “romantica cenetta” organizzata dal rosso fu conclusa, i due si ritrovarono nuovamente sul divano. Avevano riso tanto, ma il maggiore aveva notato una punta di tristezza nel comportamento del verde, anche se aveva finto di non averci fatto caso. Eppure, quando furono seduti davanti allo schermo, il più giovane con la testa poggiata sulla spalla del compagno, questi volle approfondire la questione.
- Allora, mi vuoi dire cosa c’è che non va?- cominciò, guardando dritto davanti a sé. L’altro rimase apparentemente impassibile, tuttavia esitò prima di rispondere con un laconico “Va tutto bene.”. Quello lo guardò con la coda dell’occhio, storcendo il naso.
- Non è vero, si vede lontano un miglio.
Il verde deglutì, sollevando il capo e raddrizzandosi, mentre l’interlocutore prendeva a scrutarlo come se volesse leggergli l’animo. Sospirò, chiudendo gli occhi color liquirizia, chiedendosi cosa avrebbe potuto inventarsi e dire al rosso. Sollevate le palpebre, però, ed incrociato lo sguardo serio dell’uomo, tutte le menzogne che gli erano venute in mente si dissolsero come vapore, lasciando libera solo la verità. Riabbassando il viso, iniziando a torcersi le mani, il più giovane si decise.
- Mi è venuto un dubbio.- disse, incerto, attirando l’attenzione di Hiroto.
- Sentiamo.
- Io, prima, pensavo a quanto fossi simile ad una donna, ecco!- rivelato ciò, strinse le palpebre così forte da farsi male, ma il silenzio dell’interlocutore lo spinse a proseguire.
- E quindi… Devo chiederti una cosa.- alzò il volto, serio, e le sue iridi scure si scontrarono e si fusero con quelle cristalline di Kira, che aveva continuato a fissarlo. – Tu non stai con me perché sembro una donna agli occhi altrui, vero?
Se Hiroto non fosse stato seduto, probabilmente sarebbe rovinato a terra.
In un primo momento ebbe l’impulso di ridere a quella domanda scontata e insensata, ma si bloccò notando l’improvviso luccichio che si era fatto strada fra le ciglia del compagno. Senza pensare lo strinse a sé, impedendogli di piangere e contemporaneamente rispondendo silenziosamente alla richiesta; poggiò il mento sul capo dell’altro, cingendo la sua schiena con le braccia.
- Quanto sei stupido.- gli soffiò all’orecchio, sorridendo, e sentì le sue mani stringersi attorno alla sua maglia all’altezza del petto. – Io ti amo per quello che sei, il mio Midorikawa, la mia casa, la mia forza, l’unica persona per cui valga la pena andare avanti, mi capisci? Non m’interessa di quel che può pensare la gente, ok?- detto ciò sciolse l’abbraccio, sollevando con un dito il volto del compagno, per poi unire le proprie labbra con le sue in un bacio casto e dolce. Subito dopo, però, lo spinse delicatamente, facendolo sdraiare sul divano e, con espressione sorniona, prese a baciarlo appassionatamente. Si mise cavalcioni sul più giovane, che manteneva le mani intrecciate dietro al collo candido del rosso, mentre le loro lingue si intrecciavano, scontrandosi nelle loro bocche unite, per abbandonarsi poi per mancanza d’aria. Kira sorrise, leggermente affannato, rimpossessandosi velocemente delle labbra dolci del suo pistacchietto; si sollevò, senza interrompere il contatto, seguito dal fidanzato e, barcollando un po’ –effetto dello Champagne-, raggiunsero la camera da letto. Vi si gettarono, separandosi e riprendendo fiato per una decina di secondi, trascorsi i quali il maggiore iniziò ad armeggiare con la camicia di Ryuuji, il quale si fece spogliare senza obiettare, mantenendo le dita affondate tra le ciocche rosse del compagno.
- A-aspetta, Hiroto!
- Mh, che c’è?
- E-e se arriva M-Masaki? Ah-aah, f-fermo!
- Non ti preoccupare, credo che Kariya non tornerà stasera…

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Capitolo 2
*** ~H: Habitat~ RanMasa ***


Eeed eccomi qua!
Sì, sono in anticipo di mezz’ora, ma pace.
BUON NATALE, GENTE!
Sappiate che sono felice di aver incontrato così tante persone splendide in questo fandom, e questo capitoletto RanMasa è dedicato a tutti voi!
Lo so, nel titolo c’è ‘Habitat’ e non c’entra molto con la storia, perdonatemi ma era troppo difficile!
Perdonatemi ç.ç
Vi voglio bene ♥♥♥
Maaa piccolo spoiler: ad un certo punto c’è l’inserimento di—
Ok, vi ho detto troppo.
Ora vado, che sto crollando!
Un abbraccio e un bacione a tutti!
Maddy
 
~H: Habitat~ RanMasa

Era appena finito l’ultimo allenamento prima delle vacanze natalizie, e i ragazzi si stavano scambiando gli ultimi saluti e auguri. Kirino, approfittando della confusione, si avvicinò a Masaki, richiamando istantaneamente l’attenzione del celeste.
- Ehm, Kariya-kun…
- Sì, Kirino-senpai?- il kohai lo guardò, fingendo un’espressione spaesata che provocò al rosa un improvviso moto di…
… odio, certo, cos’altro?, dato che si tramutò in meno di cinque secondi in un ghigno divertito.
- Che c’è, vuoi farmi gli auguri più, magari, un regalo?- provocò, avvicinandosi pericolosamente al maggiore.
Pericolosamente perché, se non fosse stato rapido, non avrebbe evitato la cinquina del ragazzo.
- La vuoi smettere una buona volta?- domandò, le gote color peperoncino, suscitando l’ilarità del più piccolo.
- Va bene, va bene, cosa volevi?
Ranmaru abbassò lo sguardo, come improvvisamente attratto dalle proprie scarpe da ginnastica.
- Ehm, pensavo, dato che i miei genitori non sono a casa, di invitarti a fare merenda, ecco.- la semplicità e la timidezza del rosa fecero sorridere Masaki, ma lo nascose prontamente con il tipico ghigno schernitore.
- Se lo dici tu… Allora ci sto, ho fame!- esclamò, voltandosi e dirigendosi verso casa del fidanzato, rimasto immobile e attonito.

 
*~*~*
 
I ragazzi erano seduti al tavolo della cucina del maggiore, uno davanti all’altro, mescolando la cioccolata nelle rispettive tazze. Ad un certo punto Kirino si alzò, raggiunse il frigorifero e ne tirò fuori una bomboletta di panna montata. Gli occhi del kohai si illuminarono.
- Aspetta, Ran-chan, posso metterla io?- chiese raggiante, lasciando stupito il maggiore che, assumendo un’aria perplessa, gli porse la panna, tornando poi a sedersi. Osservò l’altro spremere la schiuma bianca nel recipiente, la lingua poggiata sul labbro superiore, alzarsi, raggiungerlo e fare lo stesso sulla sua cioccolata. Quando ebbe finito avvicinò il viso al suo, un sorrisetto furbo ad illuminargli lievemente il volto, alzando la bomboletta e spruzzando un po’ di panna sul naso del rosa. La tolse con un bacio, irritando il ragazzo.
- Ne volevi un po’ anche tu?- chiese con finta espressione angelica, mentre Kirino afferrava l’oggetto dalle sue dita. Prima che potesse fare nulla il più giovane si ritrovò nella stessa situazione in cui aveva appena messo l’altro, ma rispose prontamente congiungendo le proprie labbra con le sue. Le loro lingue si scontrarono, Masaki sorrise vittorioso, almeno fino a che il rosa non gli lasciò l’impronta della destra sulla guancia.
- Ehi, guarda che non hai le mani leggerissime!- esclamò, passandosi i polpastrelli sul segno rosso, sogghignando per mascherare il bruciore. Ranmaru incrociò le braccia, voltandosi con fare offeso.
- Mi hai fatto male, lo sai?- lo ignorò, massaggiandosi delicatamente il labbro. Kariya roteò gli occhi, andando a sedersi e riprendendo a girare la propria cioccolata.

*~*~*

- Neh, Masaki-kun, non dovresti tornare a casa, ora? Si fa tardi.- il maggiore guardò l’altro che, seduto accanto a lui, sollevò gli occhi dorati sui suoi celesti e fece schioccare la lingua.
- No, stasera resto qui, non sia mai che arrivi qualcuno e ti stupri.- rispose con noncuranza, per poi ghignare – Sai, Hiroto mi ha chiesto una serata libera… E poi, con te mi trovo a mio agio, come se fossi in un habitat creato apposta per me.
- Un habitat?!?
- Sì, certo: è come se con te tutto si adattasse a me, e non il contrario.
La risata cristallina del rosa attirò l’attenzione del kohai che, approfittando della sua momentanea distrazione ed abbandonando la concentrazione che aveva acquisito tentando di spiegarsi, gli posò il capo sulle cosce. Stupito, Kirino prese a sciogliere lentamente i  nodini dei ciuffi azzurri del fidanzato, le cui labbra si incurvarono in un piccolo sorrisetto beato.
- Ti fa piacere essere coccolato, mh? Potrei iniziare a trattarti come un gattino.- esclamò, scoppiando nuovamente a ridere al sommesso miagolio emesso dal più giovane. Quest’ultimo, come colpito da un fulmine, si sollevò mettendosi a sedere, e quasi non sbatté la testa con quella del senpai.
- Sei più allegro oggi, o sbaglio?- chiese inquisitore, scrutando finemente le iridi cerulee dell’interlocutore.
- È quasi Natale, è normale essere allegri, giusto?- ribatté quello, sorridendo leggermente. Masaki sollevò un sopracciglio, poi il suo sguardo notò l’albero addobbato in un angolo del salone. Chiuse e riaprì le palpebre diverse volte, senza smettere di fissare l’abete in plastica illuminato dalle lucette ad intermittenza che lo cingevano.
- L’ho fatto io, ti piace?
- Da solo?- la domanda affiorò spontanea alle labbra del’azzurro, che torno a guardare il ragazzo; lo vide annuire, il sorriso che si spegneva lentamente.
- Che c’è?- si allarmò il più piccolo, facendo spalancare gli occhi all’altro.
- N-nulla, perch-
Venne interrotto dalle labbra calde e morbide di Kariya che si posavano sulle sue, combaciando in un delicato bacio. Appena si furono separati il minore lo strinse a sé, affondando il viso tra i capelli rosati del fidanzato.
- Mi hai appena detto di essere felice, perciò cerca di restare tale, ok?
Dopo un attimo di stupore Ranmaru ricambiò l’abbraccio, inspirando profondamente per riempire i polmoni del profumo alla menta del compagno, che insolitamente aveva però un retrogusto vagamente dolciastro, come di zucchero filato e pesca.
- Mh, Ran-chan, ho sonno.
- Va bene, andiamo a letto.
- … Ran-chan?
- Sì?
- Posso dormire con te?
- … Perché?
- Domani è  la vigilia, dai!
- Uff, e va bene, però dormi!
- Certo…!

 
- Ohohoh… Buon Natale a tutti!
- Ricordati che non sei davvero Babbo Natale, eh!
- Ssshhh, ho sempre desiderato esserlo!
- Bah… Mi chiedo perché io debba fare Rudolph.
- Perché per arrivare qui dal Polo Sud ci voleva la renna più veloce di tutte!
- Ma non era Blitzen?
- … Lasciamo perdere.
 
- Mh… Ehi, Kirino, vieni qui!
- Cosa… Cosa c’è? Che ore sono?
- Sono le otto del mattino, ma sbrigati!
- Come le otto?
- Muoviti!
- …
- …
- Ehi, ma quei regali?!?
- Io non sono stato!
- Qualcuno è entrato e—
- Calma, Ran-chan, se è tutto a posto potrebbe essere stato Babbo Natale!
- Ma oggi è il ventiquattro!
- Si vede che ha l’orologio sbagliato!

 
 

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