I figli seguono sempre le orme dei genitori

di shinya_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione (non è un capitolo) ***
Capitolo 2: *** Willow ***
Capitolo 3: *** Willow ***
Capitolo 4: *** Willow ***
Capitolo 5: *** La lettera di Alex ***



Capitolo 1
*** Introduzione (non è un capitolo) ***


Ciao a tutti, questo non è un capitolo, è un'introduzione (i capitoli arrivano subito dopo questo). Non voglio dilungarmi troppo: sono rimasta male quando ho visto che non esisteva nessuna ff su Angel di L.A Weatherly e mi è venuta voglia di scrivere. Spero vi piaccia e.... Buona lettura !!!!!
ps aspetto recensioni

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Capitolo 2
*** Willow ***


-Jackson!? Sbrigati altrimenti ti lascio qui!- urla mia figlia dal fondo delle scale.Siamo nel 2031, sembra impossibile ma dopo 3 anni dalla grande battaglia avevo scoperto di aspettare Jackson. Ricordo che dopo aver fatto il test avevo paura, sia io che Alex. Ma la mia gravidanza non fu così tanto diversa da quella di qualsiasi altra donna. Comunque dopo nove mesi di snervante attesa il 15 maggio 2013 strinsi tra le braccia un bellissimo fagotto tutto blu, Jackson Peter Kylar. Fatto sta che dopo due anni scoprii di essere di nuovo in dolce attesa. A differenza di quella precedente, la gravidanza mi diede non pochi problemi. Minacciai più volte l'aborto ed ebbi spesso la febbre ma alla fine ebbi la mia principessina Cassandra Joe Kylar. Jake è praticamente identico a me, occhi verdi e capelli biondi, passione per i motori, ribrezzo per le armi e la guerra. Quando guardo Cassie, invece, vedo Alex, stesso carattere dinamico, ottimista, deciso ma anche dolce e premuroso, lei come suo padre si diverte al tiro a segno (è anche nella squadra di Pawntucket). Alex... -Mamma...- la vice di Cassie mi riporta alla realtà -...tutto bene?- chiede avvicinandosi a me. -Sì... non ti preoccupare Cassie-. -Ok... io... non venirmi a prendere oggi a scuola ok? Il Grande Capo mi ha chiesto di andare-. -Ma oggi non saltava?- mi stupisco. -No, il Grande Capo mi ha chiesto di insegnare ai ragazzini nuovi- sembra triste. -Oh... ma... a che ora torni-. -Non lo so... ma...- viene interrotta dal campanello -... ciao mamma scappo-. -Fai attenzione!- urlo ma so già che lo farà. Subito dopo anche Jake se ne va. Sono sola ed il mio pensiero viaggia inevitabilmente alla mia piccola Cassie. Cassie è nata in un periodo dolente, Alex era stato "assunto" da un dipartimento della CIA che si occupa della difesa del paranormale (DP), in qualche modo legato al Protocollo Angelo. Ho passato pochissimo tempo della mia gravidanza in sua compagnia, ero molto triste. Sono stati i mesi più brutti della mia vita, allietati solo da quella vita che cresceva dentro di me e, ovviamente, da Jake che non mi lasciava mai. Il colpo di grazia lo ricevetti ad un mese dal parto {flashback[(Suona il campanello -Mamma chi è?- chiede Jake ingozzandosi di cereali. -Non so chi può essere alle otto del mattino- rispondo ancora mezza assonnata. Apro la porta e, con mia grande sorpresa, mi trovo davanti Kara e Seb. -Kara! Seb!- li abbraccio entrambi facendo attenzione al mio ingombro. -Avanti entrate...- mi sposto per permettere il loro passaggio -...mi dovete raccontare tutto-. Sui loro volti però non c'è il solito sorriso, ma un sorriso tirato. -Willow...- mi chiama Kara -... sono stata incaricata di portarti una notizia-. -C... che notizia? R... riguarda Alex- l'ansia inizia a salirmi. Abbassano lo sguardo, entrambi. -Willow... Alex... lui... non tornerà più, è disperso. A quel punto non riesco più a trattenermi, scoppio a piangere...)]fine flashback} ora la mia Cassie aveva 14 anni, ma non li dimostrava sembrava più matura (sia fisicamente che moralmente), ha dei lunghi capelli neri ricci che le arrivano fino a metà schiena e degli occhi grigio tempesta come Alex, fisico atletico costantemente pronto a scattare. Era stupenda e, cosa più importante, era mia.

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Capitolo 3
*** Willow ***


Ora sono sola in casa. I ragazzi sono a scuola e io sono senza lavoro, non mi serve lavorare con il mio stipendio da militare e la pensione di Alex. Non so cosa fare e allora faccio i lavori di casa... stiro, lavo, metto in ordine e disfo le valige che mi aspettano in un angolo della mia camera da letto. La mia camera da letto... odio entrare in quella stanza, è peggio di una tortura! E' la stanza della casa che è più piena di lui. Troppo. Ma nonostante io abbia provato a liberarmi delle cose che gli appartenevano... io... non ci riesco. Mi siedo sul letto, prendo tra le mani la sua foto, quella che lo ritrae nella nostra casetta di montagna alla luce dell'alba, con le montagne alle spalle, e la stringo a me. Mi manchi Alex... penso mentre le lacrime mi rigano il volto. Mi guardo intorno. Le pareti color pesca che trasmettono un senso di tranquillità. Il letto e l'arredamento in noce. Quella stanza apparentemente quasi vuota ma in realtà così piena di ricordi... sia belli che brutti. Le notti che io e Alex passavamo abbracciati a baciarci, sussurrandoci parole d'amore... ma c'erano anche le notti dove si andava oltre ai baci. I giorni che io ho passato a letto a causa delle gravidanze con Alex che mi accarezzava il ventre gonfio che ospitava i nostri due angioletti, sorridendo. Sorrido al ricordo di quei giorni tanto belli, dove i giorni di guerra sembravano terminati, dove sia io che Alex speravamo di passare il resto dei nostri giorni insieme, da marito e moglie quali eravamo. Da famiglia. Ma non fu così. Alex accettò quello stramaledetto lavoro per la CIA, mi dispiace dirlo, ma lui non riusciva a stare senza immischiarsi nel destino del mondo. Lavoro che lo teneva spesso lontano da me, da noi. Nel giro di sei mesi divenne caposquadra, era il migliore. Poi durante il periodo più importante della mia gravidanza, l'ottavo mese, la sua squadra fu scelta per andare in Russia a causa di un tizio che aveva intenzione di riportare in vita i sette dèi del caos. Ed infine la lettera... … la lettera che mi diedero Kara e Seb quando mi diedero la notizia che Alex, per salvare la squadra si era gettato nel portale, richiudendolo definitivamente e salvando l'umanità. Il mondo era salvo ma Alex era disperso in una dimensione parallela. Alex non era tornato, le sue braccia non mi avevano più stretta, non aveva visto Jake crescere e non aveva visto nascere Cassie. Lui non sarebbe più tornato. Passai giorni d'inferno, giorni in cui le cose più importanti erano Jake e Cassie. Quando il 24 dicembre mi si ruppero le acque ero ad Albuquerque, Cassie nacque lì. Quando sentii i suoi primi vagiti ritrovai la vita che avevo perso, quando me la misero in braccio si calmò. Io tremavo, ero molto agitata. Ogni cosa svanì quando incrociai per la prima volta gli occhioni grigio tempesta della mia piccola principessina. Quel giorno il mio campione (Jackson) era rimasto in albergo con Seb e Kara ma il giorno dopo vennero tutti è tre a farci visita. Ricordo come Cassie appena vide Jake protese le braccia verso di lui, anche se non lo conosceva gli voleva già bene. Tutt'ora Cassie vuole molto bene a Jake, anche se dovrebbe essere Jake a proteggere Cassie e non Cassie a proteggere Jake. I giorni si trasformarono in mesi e i mesi in anni. Io seguivo la lettera, Alex aveva detto di dargli l'amore di un padre e di una madre, di amarla come se lui ci fosse stato e io sto facendo del mio meglio. Un giorno, per i 10 anni di Jake, li portai per la prima volta al poligono di tiro di Pawntucket. Jake provò a sparare ma non gli piacque perché non fece centro. Cassie, invece, sembrava già esperta... fece centro al primo colpo. L'istruttore di prova guardò con occhi sbalorditi quella bimba di sette anni e a fine lezione mi disse che Cassie era speciale e di iscriverla al corso perché era una bambina prodigio. Lo feci... sentii che era vero. Alla sua prima gara arrivò terza contro i ragazzi di 12-13 anni esperti. Quello era solo l'inizio. Ne fece altre e oggi la sua camera è piena di medaglie d'oro e d'argento. Oggi quando la guardo addestrare i ragazzi più giovani e d'estate quando è con la squadra mi sembra di vedere Alex, solo che lei è molto più sicura di sé.

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Capitolo 4
*** Willow ***


Ora sono sola in casa. I ragazzi sono a scuola e io sono senza lavoro, non mi serve lavorare con il mio stipendio da militare e la pensione di Alex. Non so cosa fare e allora faccio i lavori di casa... stiro, lavo, metto in ordine e disfo le valige che mi aspettano in un angolo della mia camera da letto. La mia camera da letto... odio entrare in quella stanza, è peggio di una tortura! E' la stanza della casa che è più piena di lui. Troppo. Ma nonostante io abbia provato a liberarmi delle cose che gli appartenevano... io... non ci riesco. Mi siedo sul letto, prendo tra le mani la sua foto, quella che lo ritrae nella nostra casetta di montagna alla luce dell'alba, con le montagne alle spalle, e la stringo a me. Mi manchi Alex... penso mentre le lacrime mi rigano il volto. Mi guardo intorno. Le pareti color pesca che trasmettono un senso di tranquillità. Il letto e l'arredamento in noce. Quella stanza apparentemente quasi vuota ma in realtà così piena di ricordi... sia belli che brutti. Le notti che io e Alex passavamo abbracciati a baciarci, sussurrandoci parole d'amore... ma c'erano anche le notti dove si andava oltre ai baci. I giorni che io ho passato a letto a causa delle gravidanze con Alex che mi accarezzava il ventre gonfio che ospitava i nostri due angioletti, sorridendo. Sorrido al ricordo di quei giorni tanto belli, dove i giorni di guerra sembravano terminati, dove sia io che Alex speravamo di passare il resto dei nostri giorni insieme, da marito e moglie quali eravamo. Da famiglia. Ma non fu così. Alex accettò quello stramaledetto lavoro per la CIA, mi dispiace dirlo, ma lui non riusciva a stare senza immischiarsi nel destino del mondo. Lavoro che lo teneva spesso lontano da me, da noi. Nel giro di sei mesi divenne caposquadra, era il migliore. Poi durante il periodo più importante della mia gravidanza, l'ottavo mese, la sua squadra fu scelta per andare in Russia a causa di un tizio che aveva intenzione di riportare in vita i sette dèi del caos. Ed infine la lettera... … la lettera che mi diedero Kara e Seb quando mi diedero la notizia che Alex, per salvare la squadra si era gettato nel portale, richiudendolo definitivamente e salvando l'umanità. Il mondo era salvo ma Alex era disperso in una dimensione parallela. Alex non era tornato, le sue braccia non mi avevano più stretta, non aveva visto Jake crescere e non aveva visto nascere Cassie. Lui non sarebbe più tornato. Passai giorni d'inferno, giorni in cui le cose più importanti erano Jake e Cassie. Quando il 24 dicembre mi si ruppero le acque ero ad Albuquerque, Cassie nacque lì. Quando sentii i suoi primi vagiti ritrovai la vita che avevo perso, quando me la misero in braccio si calmò. Io tremavo, ero molto agitata. Ogni cosa svanì quando incrociai per la prima volta gli occhioni grigio tempesta della mia piccola principessina. Quel giorno il mio campione (Jackson) era rimasto in albergo con Seb e Kara ma il giorno dopo vennero tutti è tre a farci visita. Ricordo come Cassie appena vide Jake protese le braccia verso di lui, anche se non lo conosceva gli voleva già bene. Tutt'ora Cassie vuole molto bene a Jake, anche se dovrebbe essere Jake a proteggere Cassie e non Cassie a proteggere Jake. I giorni si trasformarono in mesi e i mesi in anni. Io seguivo la lettera, Alex aveva detto di dargli l'amore di un padre e di una madre, di amarla come se lui ci fosse stato e io sto facendo del mio meglio. Un giorno, per i 10 anni di Jake, li portai per la prima volta al poligono di tiro di Pawntucket. Jake provò a sparare ma non gli piacque perché non fece centro. Cassie, invece, sembrava già esperta... fece centro al primo colpo. L'istruttore di prova guardò con occhi sbalorditi quella bimba di sette anni e a fine lezione mi disse che Cassie era speciale e di iscriverla al corso perché era una bambina prodigio. Lo feci... sentii che era vero. Alla sua prima gara arrivò terza contro i ragazzi di 12-13 anni esperti. Quello era solo l'inizio. Ne fece altre e oggi la sua camera è piena di medaglie d'oro e d'argento. Oggi quando la guardo addestrare i ragazzi più giovani e d'estate quando è con la squadra mi sembra di vedere Alex, solo che lei è molto più sicura di sé.

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Capitolo 5
*** La lettera di Alex ***


Ciao amore,
Sono appena partito da New York.
Ho paura.
So che detto da me sembra ridicolo ma è così... ho tanta paura. Paura di non rivedervi più.
Paura di non poter più stringerti a me, paura di non vedere Jake crescere e molta paura di non poter sentire il primo pianto della mia piccola Cassie.
Ti chiedo solo una cosa: se non dovessi tornare... non ti abbattere, va avanti! Per Jake, per Cassie... e per me.
Se non dovessi tornare... non piangere, non voglio vedere i tuoi magnifici occhioni verdi arrossati. Se non dovessi tornare... non mi dimenticare, continua a rischiarare il mondo con il tuo sorriso e sii felice perché presto ci rincontreremo.
Se non dovessi tornare e non dovessi sentire il primo pianto di Cassie... amala come l'avrei amata io se ci fossi stato, dagli l'amore di una madre e di un padre. Digli che l'ho amata da subito, dal suo primo battito dentro di te e digli che se anche non ci sono io la amo e le sono vicino, SEMPRE.
Per quanto riguarda Jake... beh tutte queste cose le sa, però ripetigliele, digli che le cose che dici a Cassie valgono anche per lui. Digli di esser forte e di non piangere davanti alla prima difficoltà, digli di passar sopra all'ostacolo.
Ti Amo Willow, non lo dimenticare mai....
Tuo
Alex

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