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Ero l'angioletto più felice di tutto l'anti-paradiso! Avevo, in modo eccellente aggiungerei, svolto la mia prima missione e stavo per essere ammesso al Paradiso. Non stavo più nella tunica dall'emozione... quando arriva Pier e mi dice che hanno un altro lavoretto per me! Mi vogliono prendere in giro!? Non si era mai parlato di lavoretti aggiuntivi nel contratto originale. Voglio un avvocato!! Anche se devo dire che tornare sulla Terra non mi dispiace affatto...
-E sentiamo, in cosa consiste questo lavoretto?- chiedo, con molta poca convinzione.
-Nulla di serio...- inizia Pier -Dovresti esserein grado di terminarlo in poco più di un mese.-
Inarco un sopracciglio incuriosito. -Cos'è qualche ripensamento alla mia promozione?- Chiedo, temendo un po' la risposta.
Le labbra di Pier si rilassano in un sorriso che mi conforta. -Niente affatto caro ragazzo. Tu hai dimostrato di meritare pienamente l'ingresso in Paradiso. Solo che in questo periodo il personale scarsegga, e avermmo pensato di chiedere a te questo piccolo favore.-
-Di cosa si tratta?-
-Quanta impazienza ragazzo mio. Si tratta semplicemente di aiutare un ragazzo in camp semtimentale.- dice, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Roteo gli occhi -Posso almeno sapere il nome della persona in questione?-
-Mi dispiace, ma devi chiedere a Nick per questo. E' lio ad avere il fascicolo.- detto questo si allontana, e mi sembrava stesse sorridendo.
Sospiro, mi toccherà chiedere a Nick a quanto pare... mi avvio verso il suo "Ufficio", se ufficio si può chiamare un ammaso di nuvole messe a forma di cubo che si possono attraversare. Entro e lo trovo seduto alla sua scrivania... a fare nulla!
Alza lo sguardo e mi fissa. -Non si usa bussare?- chiede, indicandomi una spacia di porta disegnata. Sospiro di nuovo, esco e faccio finta di bussare. Meglio tenermelo buono se voglio sperare di avere più informazioni che l'ultima volta.
-Toc toc...-
-Avanti- Sembra un po' il mio capo, la stessa voce irritante da so-tutto-io, solo che non perdeva così tante piume!
-Cosa sai dirmi del lavoro che devo fare?- chiedo, senza troppi preamboli.
-Buogiono anche a te Derek, sono lieto di vedere che le buone maniere sono ancora vive e vegete in te...-
-Ciao carissimo, come va il lavoro? Ti vedo in formissima. Sei per caso dimagrito?- dico, con il tono più ambiguo che potessi fare, poi mi schiarisco la voce. -Abbastanza per il signore? Ora posso avere le mie informazioni?-
-Sempre il solito umorismo di cattivo gusto vedo... non cpsico prorpio perche le Alte Sfere ti considerino degno di un simile privilegio come quello di raggiungerle.- scuote la testa. - Comunque la tua accia mi sta facendo innervosire. Tieni.- Dice, porgendomi una cartella di carta. -Questo è il fascicolo che riguarda il tuo lavor. ed ora vattene, non voglio vederti per almeno un millennio!-
E, non so come, mi ritrovo fuori dal suo ufficio. Alzo le spalle, ormai ho rinuncato a comprendere le dinamiche di questo luogo. Ora devo solo trovare un luogo tranquillo dove leggere quei fogli.
Dunque... vediamo un po' con chi avrò a che fare... Apro la catella e ne estraggo il primo foglio. Vi è la foto di un ragazzo, all'apparenza molto giovane. Capelli corti biondi, occhi scuri... un tipo qualunque aquanto pare.
Adrian Collins, nato a Bufalo il 18 novembre del 1987... un ragazzino insomma! Vive a New York. Come, anche lui!? Ed io che speravo di poter vedere il mondo... invece sono sempre nella mia città... pazienza, me ne farò una ragione. Lavora alla "Federlines Ldt". Questo nome non mi è nuovo, chissà dov'è che l'ho già sentito... vabbè, non è il momento di pensarci!
Dunque... il suo problema è la timidezza. Sgrano gli occhi: esisitono ancora ragazzi timidi nel ventunesimo secolo?! Deve essere l'ultimo della specie...
Ad un tratto mi ritrovo Pier davanti e mi sfila il fascicolo dalle mani prima che finissi di leggere... che gli salta in mente!?
-Forza ragazzo! Hai già sprecato fin troppo tempo. Prendi questo e vai.- mi dice, porgendomi il cellulare divino. -Hai tempo fino al...- guarda l'orologio, magicamente comparso sul suo polso -... diciamo 31 marzo 2014 alle vent'uno.-
-Perfetto... quindi oggi è il...- Ma prima che riesca a finire la frase sento le nuvole macarmi sotto i piedi e cado giu. E' quando ora che la smettano con questa cosa!!
N.d.A.: Salve a tutti/e!!^^ Questo è il sequel di "Un Cupido un po' speciale". Il capitolo non è un granchè, ma il personaggio di Derek mi era rimasto così nel cuore che mi spiaceva metterlo nel dimenticatoio... Scusate i numerosissimi errori che impestano il capitolo ç.ç
Spero che sia riusicto a straparvi qualche risata^^
Ok... sono in un punto imprecisato della città.. di nuovo! Questa volt, però, so esattamente come trovarlo, basta usare il cellulare! lo estraggo dalla tasca e dire il suo nome! Adrian Collins! Ed ecco quela belissima freccettina compariresul display. Adoro la tecnologia del Cielo!
Inizio a camminare, certo che è rilassante sapere che questa volta non rischio la dannazione eterna in caso di fallimento... oppure si?! Mi blocco. Non ho chiesto cosa sarebbe accaduto nella remotissima, spero, possibilità che non riesca a terminare la missione. devo iniziare a scrivere dei post.it!
Sospiro. Potrei chiamare Nick, ma la sua voce da volatile saccente mi rovinerebbe questa bellissima giornata di... pioggia... Il lato positivo del non essere più in vita, però, è che non ho più bisogno di un ombrello! In fondo siamo a Febbraio, ed è normale che... Aspetta un momento! Giro la testa di scatto verso il gigantesco orologio digitale per guardare meglio la data: 14 febbraio 2014. Il giorno di San Valentino!? Ecco perchè i bambini cicciottelli con il pannolone non erano in giro a scorrazzare come al solito! Oggi, finalmente, lavorano. Quindi ho esatatmente 49 giorni per compiere la missione... Be' se questo adrian non è testardo come Will potrei anche riuscirci.
Mi blocco davanti ad uno dei palazzi più chic che abbia mai visto. Devo essermi sbagliato: questo è il qualrtiere più lussuoso di tutta New York... Il mio portetto non può vivere qui, ma a quanto pare, stando a questo celulare, è proprio così.
Benissimo, il luogo l'ho trovato, ora resta da cercare la persona. Chissà a quale piano abita... La freccia sta indicando di salire. Addirittura ai piani superiori, questo tipo se la deve pasare davvero bene, non capisco il motivo della sua timidezza.
Inizio a "salire" le scale, fino ad arrivare al settimo piano. a quanto pare sono giunto alla meta. Entro nell'apartamento. A questo ragazzo devono piacere davvero molto centrini e merletti... dato che neha tappezzato il salotto, sembra quasi la casa di mia nonna. A proposito.. chissà come sta quella cara vecchietta? Dovrei visualizzrala un po' più spesso. Ma che faccio!? Non è questo il momento per questo genere di cose!
C'è una porta chiusa, forse è lì dentro. Prendo il coraggio per attraversare quell'amasso di germi batteri dentro il legno e entro in quello che si direbbe un bagno. Ho sbagliato stanza accidenti! Sento, però, l'acqua della doccia andare, forse si sta lavando. Mi volto e vedo un'ammaso di pelle informe uscire dal box! Chiudo gli occhi alla svelta eed esco dalla stanza con il cuore in gola. Se potessi rimetterei perfino l'anima! Mai vista cosa più disgustosa! L'ultimo dei miei desideri era quelo di vedere una donna anziana nuda usciredalla doccia!Faccio due respiri profondi e cerco di riprendermi. Vorrei potermi cavare gli occhi e passarli nel disinfettante! Evidentemente questo non è l'appartamento di Adrian. Esco in fretta dalla casa e salgo un altro piano.
Sono, ormai, all'ultimo piano del palazzo. L'appartamento di adrian dovrebbe essere vicino. Il cellulare mi indica una porta verde. Tremo al pensiero di cosa possa esserci dall'altra parte della soglia, ma l'unico modo per sapere se il luogo è esatto è quello di entrare. Faccio un porfondo respiro e entro.
All'apparenza sembra tutto normale: niente centrini o fronzoli del genere. Sembra proprio l'ìappartamento di un uomo. Tiro un sospiro di sollievo, forse non troverò altre brutte sorprese.
Passo quello che sembra un piccolo atrio e mi ritrovo in un salottino. L'arredamento, devo dire, è molto più accogliente di quello della casa di William. Si vede che questo Adrian è molto più socievole del mio caro amico... non che ci volesse molto.
Mi sembra di vedere qualcuno seduto ai pedi del divano... deve essere lui! Rifletto un momento... come posso presentarmi? Con Will ero apparso sulla poltrona ed avevo inizato a parlargli, ma non mi piace essere ripetitivo nelle cose... devo studiarmi qualcosa di nuovo e d'effetto... ma cosa?
N.d.A.: Ecco il secondo capitolo!!^^ Scusate l'insensatezza della trama ç.ç Ho cercato di dargli più senso possibile, ma sono diventata un p' analfabeta -.-''
Voglio ringraziare tutti i lettori/lettrici del primo capitolo. Un ringraziamento a dolcemary e virgi_chan_12 che hanno lasciato una recensione^^ E un grazie a ChrisAndreini che l'ha inserita tra le seguite!^^
Spero che il capitolo vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Ok... sono quasi due ore che sto qui seduto a guardare il cellulare... dubito che riesca a chiamarla da solo, se no a quest'ora lo avrebbe già fatto. Forza Collins: prendi in mano questo aggeggio e chiamala! Fai l'uomo per una volta nella tua vita!
Prendo il ricevitore, digito il numero... il primo squillo... il secondo e... butto giù come un codardo! Mi prendo la testa fra le mani e infilo le dita tra i capelli. Sono proprio un fallito! Aveva ragione mio fratello quando mi diceva che non avrei mai combinato nulla con le donne! Avrei voglia di piangere...
-Giornata no, vero ragazzo?- Sobbalzo. Di chi era quella voce? Sono più che sicuro di essere solo in casa... Mi volto di scatto e vedo un ragazzo appoggiato allo stipite della porta.
-T...tu chi sei?- chiedo, impaurito. La porta era chiusa a chiave, ne sono sicuro!
Mi porge la mano, come per stringergliela. -Piacere, sono Derek Palmer. E sono il tuo angelo custode...- Sgrano gli occhi . Un angelo custode?
-Quindi tu saresti un angelo?- Chiedo, incuriosito ed emozionato.
-Sì. Lo so che sembra una cosa folle, ma io...-
Schizzo in piedi e salto sul divano urlando. Non riesco più a contenere l'emozione! -Non ci posso credere! Le mie preghiere sono stare avverate allora!-
Lui mi guarda stralunato. -Vuoi dire che mi credi?-
-Certo che ti credo! Sono anni che prego per avere un aiuto per risolvere il mio problema, e tu sei la risposta!- Non sto più nella pelle! Finalmente potrò superare questo mio blocco! -Tu sei stato inviato qui per questo, giusto?-
Lui mi sguarda sempre più sbalonrdito. -Ma davero mi credi?-
-Certo! Altrimenti non mi spiego come tu abbia fatto ad entrare in casa senza che ti sentissi!- rispondo. Come può essere lui così scettico!
-Ok... Comunque sì, il mio compito è quello di darti una mano con la tua immensa timidezza caro Adrian.-
Non ci credo!! Sono davvero un ragazzo fortunato!
(Derek)
Ok... questo tipo è completamente fuori di testa! Almeno, però, è stato facile convincerlo e non mi ha preso per un'allucinazione...
-Bene..- inizio. Ho bisogno di sapere di più su di lui e sulla ragazza in questione. Pier mi ha strappato il fascicolo di mano prima che lo potessi leggere tutto... -Parlami della tua situazione.-
Mi guarda perplesso. -Scusa, ma non dovresti sapere già tutto?-
-Ehm...- Colto in flagrante. -Be'... ecco... vedi io...-
-Ah capisco... dovevi essere molto impegnato con altre faccende importanti da risolvere. Come sono fortunato, il mio angelo custode si occupa di questioni a livello mondiale!-
Secondo me questo si è fumato la cicoria... però mi risparmia un bel po' di fatica nell'inventarmi spiegazioni... -Esatto... -
-Be' vedi... c'è una ragazza, anzi, più precisamente una donna. Lavora nel mio stesso ufficio e dal primo momento che l'ho vista tutte le altre per me sono sparite. Nessuna è bella come lei...-
Ci mancano solo i cuoricini al posto degli occhi e lo sfondo rosa sfumato e sembra una dichiarazione d'amore di un cartone animato... Mi sento quasi in imbarazzo.
-E lei com'è?- gli chiedo, cercado di cambiare l'atmosfera, fin troppo sdolcinata, che si respira in questa stanza.
-Lei? Lei è bellissima, basta la sua sola presenza ed illuminare la giornata più tetra. E' la donna più perfetta che abbia mai camminato su questa terra...-
Appoggio il mento sulla mano... ho paura che la tirerà per le lunghe. Dopo questo bellissimo discorso di sicuro mi verrà il diabete.
Passano venti minuti prima che Adrian finisca il suo monologo degno della più romantica delle commedie.
-Possiamo dire che ti ha stregato?- dico, alla faccia della sintesi.
-Esatto. Sono il suo schiavo.-
-Perfetto...- da non so dove tiro fuori un taccuino e annoto: Innamorato pazzo, con la seconda parola sottolineata venti volte. -Ora devo solo sapere un piccolissimo particolare che ti sei scordato di dirmi... La ragazza come si chiama?- Sì, perchè tra un "è bellissima" di là e un "è meravigliosa" di qua, il nostro Romeo si è dimenticato di dirmi il nome della sua Giulietta....
-Ah Giusto, che sciocco...- Puoi dirlo forte ragazzo! -Lei si chiama Elisabeth Lewis.-
-Ok... quindi lei è...- mi blocco un momento ripensando a quel nome. Non può essere lei! -Come hai detto scusa?-
-Come hai detto?- chiedo, incredulo. Non può trattarsi della stessa persona. Pier non mi farebbe mai una carognata del genere.
-Elisabeth Lewis... c'è qualcosa che non va?- mi chiede Adrian. Devo avere una faccia davvero sconvolta se perfino un ragazzino appena incontrato si accorge del mio turbamento.
-No, no... tutto bene... solo hai delle altre informazioni su di lei?- chiedo, sperando di sbaglarmi. -Ad esempio la data di nascita; il colore degli occhi, i capelli. Qualcosa del genere!-
Gli occhi gli si illuminano, non ricomincerà con i suoi sproloqui romantici! Ho paura di essermi rovinato con le mie stesse mani... -I suoi capelli sono lunghi e setosi, di un castano così chiaro da sembrare miele di acacia. Gli occhi sono cosi grandi e scuri da perdercisi dentro da quanto sono intensi. E il fisico poi, anche se non è molto alta è ben proporzionata... forse nell'ultimo anno e mezzo è un po' dimagrita...-
-Sì,sì... tutto molto bello e carino, ma la data di nascita?- chiedo spazientito. Adesso capisco quello che William provava quando facevo le mie sceneggiate.
-Mmh... mi sembra che sia nata qui a New York il 3 febbraio dell'81. Me lo ricorodo perchè in ufficio le abbiamo organizzato una piccola festa a sorpresa. Sai ci abbiamo messo un po' prima di scoprire che il suo gusto preferito è...-
-La vaniglia...- finisco per lui la frase, sedendomi e prendendomi la tetsa fra le mani.
Lui mi guarda stanito. -Esatto... sei davvero bravo nel tuo lavoro sai!- Sorride.
-Già...- dico atono. Non posso crederci. Come ha potuto Pier farmi questo! Capirei Nick, ma da Pier non me lo sarei mai aspettato! eco perchè aveva così tanta fretta di togliermi il fascicolo dalle mani. Sapeva che non avrei accetto se avessi saputo che la donna in questione era la mia ex fidanzata Elisabeth!
Guardo nuovamente Adrian. Non si può dire che sia un brutto ragazzo, ma si vede lontano un miglio che una pecora ha può fegato di lui. Se non cambia col cavolo che riusicrà a conquistare Betty... e poi chi assicura ai miei cari amici lassù che io, l'ex fidanzato, aiuti questo a conquistare l'unica donna che abbia amato?! Di sicuro non sono mai stati innamorati!
Ok, è vero che sono stato io a lasciarla, ma questo non vuol dire che abbia smesso di provare dei sentimenti per lei! Suvvia, sono pur sempre un uomo!
-Quindi... cosa mi consigli di fare?- ricomincia Adrian. Mi ero dimenticato della sua presenza.
-Ehm... - ed ora che faccio? L'impegno l'ho preso e lo devo portare a termine, ma come li vedo quei due mi sentono! -Per prima cosa dovrei vedere come ti comporti in sua presenza... lunedì mattina verrò con te in ufficio e valuterò la situazione...- e soprattutto vedrò se davvero ho ragione...
Il lunedì è arrivato. Con Adrian ci dirigiamo verso il suo ufficio. Sono agitato come un bambino il primo giorno di scuola. Spero con tutto il cuore di essermi sbagliato.
-Allora sei sicuro che nessuno ti possa nè vedere, nè sentire?- mi chiede, per l'ennesima volta. Ci ho messo tutto il weekend per spegarglielo!
-Sì! Ricordati di parlarmi attarverso il pensiero, non vorrei ti portassero in una casa di cura.- William sarà stato pure un orso, ma almeno capiva al volo quello che gli dicevo. Come mi manca quel ragazzo!
Entriamo nel palazzo, che ha l'aria molto famigliare... inizio ad avere i sudori freddi... saliamo sul'ascensore e andiamo al terzo piano. Le porte si aprono e ecco comparire un via vai di persone vestite impeccabilmente, tutte con auricolari e fogli da firmare. Quanto mi manca l'atmosfera dell'ufficio! Il ticchettio delle ddita che digitano sulla tastiera, l'odore dell'inchiostro della stampante e della carta... che nostalgia.
Mi volto verso Adrian, che inceve sembra un po' impaurito.
-Che hai ragazzino?- gli chiedo, un po' divertito.
"Niente... solo che l'ufficio mi mette un po' di soggezione..." Miracolo! Ha capito che deve solo pensare per parlare con me!
-Suvvia! Cerca di non darlo così a vedere almeno! A nessuna donna piacciono gli uomini così isicuri!-
"S...sì hai ragione..." detto questo si avvia verso il suo box. Lo seguo lanciando sguardi agli altri dipendenti intenti a lavorare. Mi manca davvero questo mondo!
"Eccola..." mi avverte Adrian "Sta arrivando!"
Mi volto verso la portae la vedo. Il cuore mi salta in gola. E' prorpio lei... In questo momento vorrei sparire.
"Che ti avevo detto: non è uno schianto?" Annuisco senza proferire una parola.
Elisabeth si avvicina alla scrivania di Adrian. Aveva ragione... è dimagrita davero tanto.
-Dille qualcosa!- intimo al ragazzo, che è rimasto come imbambolato.
-C...ciao Elisabeth... passato bene il San Valentino.- Lei sembra fulminarlo con lo sguardo.
-Invece di perdere tempo con queste sciocchezze Collins, faresti meglio a terminare quella relazione. La voglio sulla mia scrivania entro le quattro di questo pomeriggio-
Rimango impressionato... non c'è dubbio che si tratti di Betty, ma non l'avevo mai sentita rivolgersi in questo modo con nessuno. Nemmeno con me era mai stata così scorbutica, e dire che gliene avevo date occasioni per incazzarsi...
-C...certo Elisabeth... mi metto subito a lavoro...-
Betty si allontanò. Non mi è riuscito di distogliere lo sguardo dal suo fondoschiena se non dopo che ha svoltato l'angolo... altro che angioletto! Mi volto verso Adrian, anche lui con lo sguardo perso. Provo un insenstato scatto di gelosia. So bene che dovrei essere estraneo a questo genere di sentimenti ora, ma lei rimane pur sempre la mia Betty.
-Ma si comporta sempre così?- chiedo, per smorzare il silenzio.
"Solo in questo periodo dell'anno... e i primi giorni di aprile. Per il resto dell'anno è la persona più disponibile di questa terra. La più..."
-Ok, ok ho capito. ti prego non ricominciare!- Lo zittisco prima che mi esponga un altro poema epico su di lei. Credo di sapere il motivo si comporta così solo in determinate occasioni... e credo proprio di esserne la causa.
"E o non è la donna più bella di questo mondo?"
Senza rendermene conto annuisco.
N.d.A.: Ciao a tutti!! Volevi in anzi tutto scurasmi peril clamoroso errore fatto nel capitolo 3, ho provveduto ad aggiungere la parte mancante, e mi scuso anche per i moltepluci errori presenti nei capitoli.
Volevo, poi, ringraziare chi ha letto i capitoli!^^ Grazie a dolcemary, fly90, virgi_chan_ per aver recensito i capitolo, e a Chrisandreini e Taffy11 per averla inserita tra e seguite.
Infine auguro a tutti quanti un felice 2014!!^^ Tantissimi auguri a tutti gli iscritti di EFP da SoGi!!
Derek non ha più parlado dal momento in cui ha visto Elisabeth. Di sicuro sta escogitando un piano d'azione. Deve essere davvero uno degli angeli custodi più valenti del Cielo.
Per non disturbarlo vado in salotto ed accendo la tv, si è sistemato su una sedia in cuicna e sembra davvero concentrato. Devo aver fatto qualcosadi molto buono per meritare un angelo così stupendo.
Accendo il televisore, sono le otto ed è tempo della nuova puntata della telenovela "Te quiero mucho"! Non me ne sono mai perso una puntata da quando era piccolo. Chissà se Il figlio di Carmela e Raul, Ricardo, Ha confessato a Sabrina i suoi sentimenti.
Con la coda dell'occhio vedo una figura alla mia destra. Faccio un piccolo sobbalzo: è Derek! Da dove ha preso quei pop corn?
-Tu guardi le telenovela?- chiedo, incuriosito. Non sapevo che anche gli angeli avessero dei vizi...
-Certo. Le vicende di Raul e Carmela mi intrigano da più di un anno! solo che non capisco un acca di spagnolo...-
Lo guardo perplesso. -Io ho sempre sentito dire che gli angeli capiscono tutte le lingue del mondo...-
Derek rotea gli occhi, senza però distoglierli dallo schermo -Non devi credere a tutto ciò che senti dire in giro. Se ti dicessero che... mangiare la lanuggine allunga la vita cosa faresti? Ti metteresti a frugare sotto il divano in cerca di sporcizia? Non credo proprio!-
-Perchè sei così acido?- chiedo. Sembra diverso stasera. -Ti ho fatto percaso qualcosa senza accorgermene? Se è così ti chiedo scusa...-
-Non devi scusarti per tutto...- dice, prendendosi una manciata di pop corn. -E poi non mi hai fatto nulla, non ti preoccupare.-
Tiro un sospiro di sollievo. Odio fare dei torti alle persone, figuriamoci a chi è venuto apposta per darmi una mano!
-E un'altra cosa...- continua Derek -Smettila di essere così sdolcinato, ti prego. Sento che mi sta per venire un eccesso di zuccheri...-
Abbasso lo sguardo mortificato. In molti mi hanno fatto notare questo difetto, ma non credevo potesse essere così irritante...
-Eh...- sospiro -Questo è sempre stato un problema... vorrei che tutti fossero felici. So di essere un po' troppo sdolcinato, ma è nel mio carattere... Negli anni ho tentato di migliorare, ma...- mi volto verso Derek e noto che si è addormentato...
Sospiro rassegnato... mi alzo e mi dirigo verso la camerada letto. Forse per lui è stata una giornata stressante... anche se non credevo che gli angeli potessero sentire la stanchezza. Quante così sto scoprendo in questo periodo!
Apro gli occhi... finalmente il rompiscatole se n'è andato! Non ne potevo più di tutte quelle chiacchiere. Altro che timido! E' fin troppo loquace con me. Ed io che credevo di avere a che fare con un altro orso!
Mi lascio andare sul divano. Ho bisogno di riflettere da solo. Altro che riposare in pace! Ero molto più tranquillo da vivo che ora!
Mi prendo la testa fra le mani. Non credo di avrelo mai fatto così tante volte come ora... A mia discolpa posso dire di non essere mai stato in una situazione assurda come questa: quale ex che si rispetti aiuterebbe un altro a conquistare la vecchia fiamma?
Ecco perche Pier era consì convinto che in poco tempo avrei terminato la missione... consco fin troppo bene Betty per non andare a colpo sicuro... meriterei di diventare Arcangelo solo per sopportare tutto questo! Altro che aspettare più di un anno prima di poter andare in Paradiso!
Secondo me questo è stato tutto un piano di Nick per dimostrare il mio egoismo. Altrimenti come si spiegerebbe questa cattiveria?
Guardo la porta chiusa della stanza di Adrian. E' un ragazzino e un po' rompiscatole, è vero, ma è anche una persona di cuore e sono certo che i suoi sentimenti siano sinceri.
In quel momento squilla il cellulare. Parli del diavolo...
-Non osare pensare a quell'individio!- starnazza Nick dall'altro capo. Al telefono la sua voce risulta ancora più irritante di quanto non sia dal vivo, incredibile!
-Cosa vuoi?- dico, molto, ma molto poco contento della chiamata.
-Solo chiederti come stia procedendo laggiù. In questi due giorni mi sembra tu abbia battuto un po' la fiacca.- Se potessi lo spennerei e lo farei in padella! -Mi sono attrezzato sai... ora riesco a sentire i tuoi pensieri anche atraverso il telefonino.- sogghigna. Perfetto... ora ho perso anche la mia ultima valvola di sfogo. Voglio piangere!
-Per tua informazione, non ho battuto la fiacca! Solo che nel weekand gli uffici sono chiusi e non potevo vedere la ragazza in questione!- dico in mia difesa, anche se è la pura e semplice verità.
-Bubbole! Conoscevi benissimo la ragazza! Se non sbaglio era la tua fidanzata!-
Lo sapevo! Quel pennuto era a conoscenza di tutto! -Tu non c'entri nulla con la scelta del sottoscritto per questo incarico, vero?- chiedo, presumendo di conoscere già la risposta.
-Affatto. -risponde sincero. Certo! Se questa è la verità io mi chiamo Melinda! -Uff.. senti Melinda, io non c'entro nulla con questa storia. E' stato Pier a proporti, e gli altri l'hanno trovata un'idea eccelente. E se devo essere onesto non ne capisco il motivo.-
Resto basito... l'idea è stata di Pier?!-Perchè l'ha fatto!?- chiedo. Ogni traccia di ironia sparisce dal mio tono. Non sono in vena di scherzare adesso. Basta prese per il culo!
-Ma Derek...- interrompe i miei pensieri Nick.
-Sì, esatto. Voi lassù mi state prendendo per il culo da quasi due anni! E ora, visto che non potete negarmi la ricompensa che, ovviamente secondo voi non merito, mi affidate una missione che sapevate non sarei riuscito a svolgere con lucidità!- Sto urlando. Non sono mai stato così incazzato in tutta la mia vita, anzi morte! -E voi sareste i respinsabili delle anime destinate al Paradiso?! Bella roba!-
Ok... forse ho leggermente esagerato con le parole, ma non sopporto chi mi prende in giro.
-Ti sei calmato?- mi chiede Nick, con voce atona. Sembra non aver sentito il mio discorso di prima.
-Sì...- Rispondo, poco convinto.
-Questa non è una presa in giro Derek.- Continua, calmo, fin troppo calmo per i miei gusti. -Pier voleva semplicemente assicurarsi di aver ragione nei tuoi confornti.-
-Che intendi?-
-Vedi, non tutti, al momento della tua morte erano sicuri meritassi la possibilità di riscattarti, ma Pier ha così tanto insistito che ti è stato concesso questo grande onore. Hai dimostrato di essere cambiato, William ha scelto di vivere con la donna che ama ed è felice, malgrado sia stato licenziato e abbia perso tutti i suoi vantaggi.-
E sapesse la fatica che ho fatto per fargli capire che i soldi da soli non comprano la felicictà! Nemmeno tutti i soldi del mondo avreberi ripagato una via passata con Barbie!
-E questo cosa c'entra con questo bello scherzetto?- chiedo, più confuso di prima.
-Semplice: dovrai dimostrare di saper anteporre i sentimenti degli altri ai tuoi. Pier sa perfettamente ciò che provi per lei, e voleva metterti alla prova.-
-E se fallissi?- lentamente mi sto rendendo conto che questa possibilità non è poi così remota...
-Il tuo ingresso in Paradiso sarà rimandata di un po' di tempo, ma non annullata.- In questo momento Nick sembra quasi umano... non lo riconosco! -Tranquillo. Non ho cessato le ostilità, solo che mi facevi una gran pena e ho voluto arti una mano. Ma non farci l'abitudine.- e riattacca il telefono.
Ora lo riconosco. In fondo è un bravo angioletto... molto, molto in fondo!
Con le braccia incrociate guardo Adrian dormire... certo che russa come un trombone, ed ha il sonno davvero pesante! La sveglia ha già suonato quattro volte e lui non ha fatto nemmeno una piega! Ora, però, è tempo di sveglarsi. Sono le sette passate e, a meno che non voglia arrivare tardi a lavoro, sarà maglio che si alzi.
Mi avvicino al suo orecchio ed inizio a sussurare. -Sveglia. Sveglia bello di mamma che la colazione si fredda...- cerco di imiare il classico tono da "mammina perfetta da reclam anni 50'", ma l'unica cosa che ottengo è un mugugno... -Forza amore di mamma sua... che il pulmino passa fra poco...-
Altro mugugno e si gira dall'altra parte. Mi batto una mano sulla fronte, mi chiedo come facciano le mamme a far alzare i loro figlioli... mi guardo intorno in cerca di un altra idea. Credevo che il pensiero di vedere Betty lo rendesse super recettivo nei confronti della sveglia, invece... Aspetta un momento! Un sorrisetto malviagio si sta dipingendo sul mio volto. Forse ho trovato la soluzione a questo piccolo problema...
Mi schiariscoun po' la voce per trovare l'intonazione giusta. MI chino su di lui e accosto la bocca al suo orecchio: - Adrian... Adrian...- imito alla perfezione il tono di Elisabeth, non credevo di esserne capace anche al di fuori del corpo. Punto per me! -Svegliati Adrian... abbaimo molto lavoro da fare oggi...-
Inizia ad aprire gli occhi, con un sorriso da ebete sulla faccia. Con la mia vocina da mammina no, ma con quella di Betty sì eh... questa me la segno!
-Dov'è Elisabeth?- chiede, con la voce impastata dal sonno.
Guardo la sveglia. -Suppongo a prepararsi per andare in ufficio... cosa che consiglio anche a te di fare.-
Adrian guarda nella mia stessa direzione, poi scatta in piedi e corre in bagno. -Ma è tardissimo! La sveglia non ha suonato!- urla dalla stanza, mentre si sente il rumore dell'acqua che scorre.
-Oh sì invece, circa venti volte. Eppure ieri non hai fatto molta fatica ad alzarti... -
-Beh sai... ero emozionato perchè avresti visto Elisabeth ed ero curioso di sapere cosa avresti inventato. Non potevo dormire in una situazione del genere!-
-Ah giusto... - tipo strano, ma simpatico devo ammetterlo. -E comunque preparati, oggi si parte all'attacco!-
La testa di Adrian sbuca dalla porta del bagno. -Dici sul serio?- Chiede, sbalordito.
-Ovvio! Non mi hanno mica mandato da te per farti da baby sitter, abbiamo molto lavoro da fare!-
-Q...quindi oggi partiamo all'attacco?-
Alzo le spalle. -Direi che abbiamo aspettato abbastanza, no? Non vogliamo che il primo bell'imbusto che te la porti via sotto il naso.- Oppure che io cambi idea... ma questo meglio tenerlo per me. -Dunque vestiti ed andiamo!-
Mi sento come un generale che sta per iniziare una battaglia, e, con le mie infinite conoscenze sul nemico, sono certo di vincere!
N.d.A.: Ciao a tutti/e!! Passate bene le feste? ^^ Alla fine sembra che il nostro Derek abbia scelto di aiutare il giovane Adrian, è un bravo angioletto ^.*
Colgo l'occasione per ringraziare chi legge, segue e recensisce la storia!! Grazie millea tutti per il sostegno che mi date!!^^ Se avete dei consigli sarò davvero felice di sentirli^^
Scusate, inoltre, i numerosi errori presenti nei capitoli... -.-''
Buona lettura a tutti!! A presto!! SoGi
Ehm... avevo detto che la vittoria sarebbe stata facile per caso? Beh... avevo fatto i conti senza l'oste a quanto pare! Siamo appena rientrati in casa. Mi sono accasciato sul divano e ho metto una pezza sulla fronte, sento la testa che scoppia!
-Dai, in fondo non è andata tanto male...- cerca di consolarmi Adrian, quasi ci fossi andato di mezzo io e non lui.
-Non è andata tanto male?- chiedo, di rimando, toglendo la pezzae fissandolo come se fosse un pazzo. - Ricapitolando: ti ho detto di portarle del caffè, nero come piace a lei, e tu gielo hai versato addosso, inzuppando anche la pratica che aveva sulla scrivania; così ti ho dato una mano nel riscriverla. Quando ti sei alzato per prendere la pinzatrice hai aperto la finestra e tutti i fogli sono volati fuori! hai una sfortuna incredibile ragazzo...-
Alza le spalle rassegnato. -Ho passato di peggio in vita mia... se riesco a evitare il pronto soccorso per tre mesi di fila mi ritengo fortunato.-
Sta facendo un faccino così triste che mi viene voglia di abbracciarlo. Che sia quel famoso istinto paterno di cui tanto ho sentito parlare? Ah no, aspetta... quello era l'istinto materno! Bah... più o meno sono a stessa cosa! -Quidi tu non sei estraneo a questo tipo di incidenti? E perchè, di grazia, non mi hai detto nulla?- chiedo, cercando di mantenere la calma. Sento, però, che la rabbia dentro me sta per esplodere come un candelotto di dinamite.
-Credevo lo sapessi... Tu sei il mio angelo custode...-
-E cos'è sempre questa storia?! Prima William, adesso tu! Mi porterete sull'orlo di una crisi di nervi!- Ricado sul divano, portandomi la pezza sulla fronte. Fortuna che sono già morto, o questa storia mi avrebbe ucciso. Giro leggermente la testa verso Adrian. Ha gli occhi bassi e si sta torturando le mani. sospiro. -Senti, scusa... è che sono un po' nervoso in questo periodo...-
-Perchè sei sempre così scorbutico? Cosa ti ho fatto?-
-Ti basta sapere che non è colpa tua...- veramente un po' ri responsabilità c'è l'ha anche lui, ma meglio tralasciare.
-E allora perchè? Ti prego dimmelo...-
Eh... tanto prima o poi lo avrebbe scoperto... -Avrei dovuto dirtelo prima... ecco vedi...- Sto per vuotare il sacco quando il suo cellulare squilla.
Lo prende in mano e controlla il display. -E' Elisabeth... rispondo un momento. Torno subito.-
Rimango un po' impietrito, e confesso che la volgia di predere il cellulare e spaccarglielo sulla testa era molta quando mi ha detti chi era il mittente, ma mi sono trattenuto, da bravo angioletto. Non posso, però, fare a meno di sentire la rabbia montarmi dentro. Perchè Betty lo ha chiamato?
(Adrian)
Non riesco a credere che elisabeth, la regina del mio cuore, mi abbia chiamato! Forse questo è un sogno! Mi dispiace aver lasciato il discorso di Derek a metà, ma non potevo ignorare la chiamata.
Mi alzo dal divano e mi reco in cucina. Prendo un bel respiro e premo il tasto.
-P...pronto?-
-Collins, scusa il disturbo, ma è urgente. La pratica che per ben due volte hai rovinato oggi...-
-Sc..scusa Elisabeth... non l'ho fatto apposta... t...ti ho anche rovinato la camicetta...-
-Fa nulla.- la sento sospirare. Che suono soave! -Dicevo che quella pratica deve essere pronta assolutamente per domani. Ho notato che sei stato molto veloce nel riscriverla, perciò, se non hai altri impegni, dovresti venire a casa mia stasera. Ci lavoreremo insieme.-
Rimango immobile, come per aura che un mio movimento brusco mi svegli da questo sogno che sto facendo. -C...come hai detto?-
-Ti ho detto di venire a casa mia, se puoi, così finiamo il progetto. Parlo arabo forse?- perchè ho l'impressione di parlare con Derek? Hanno lo stesso temperamento... Ma chi se ne importa! Elisabeth mi ha appena chiesto di andare a casa sua ed io penso a queste sciocchezze!?
-C...c...certo.... a...a che ora?-
-Vieni pure per le otto.-
-Ok...-
-Io abito...- ma non le do il tempo di finire che attacco il telefono. A casa di Elisabeth, ma ci pensate!? Ehm... però non le ho fatto dire dove abita... non posso richiamarla, sembrerei uno sciocco. Vabbe', in quanche modo farò!
Torno da Derek. Chissà come rimarrà quando le darò la notizia!
-Derek, non indovinerai mai cos'è successo!!- gli salto addosso, per abbracciarlo, ma gli passo attraverso. Lui sembra rabbrividire.
-Non fare mai più una cosa del genere!- urlo -Ti rendi conto di che shock sia per me?!-
-Scusa... solo che sono eccitatissimo!-
Sbuffa e mi guarda come se fossi impazzito. -E sentiamo, cos'è successo di così eccitante, in dieci minuti...-
-Elisabeth mi ha invitato a casa sua!-
Sbarra gli occhi e mi guarda stralunato. - A casa sua?-
-Sì, alle otto! Non vedo l'ora.- poi mi ricordo del discorso che stava facendo. -Cos'è che mi dovevi dire?-
-Ehm... non mi ricordo... non doveva essere niente di importante...-
-Non
ho capito il perchè ho accettato di accompagnarti!- in realtà
ho accettato perchè non mi, per dirla alla Adrian, eccitava
l'idea di questi due soli, ma anche questo è meglio tenerlo
per me. Ho davvero un bel po' di cose da tenermi dentro, forse dovrei
fare un po' di spazio. In fondo gli organi non mi servono... potrei
sbarazzarmene per far posto ad altro.
-Perchè
io da solo combinerei un disastro... e poi tu sapevi la strada per
casa sua.- si blocca e mi fissa -Com'è che conosci tante cose
su di lei, e niente su di me?-
Ed
ora che mi invento? So che questo sarebbe uno dei numerosi
momentiadatti per confessargli la verità, ma non volgio
rovinargli la serata... appoggio le mani sui fianchi e mi sporgo un
po' in avanti. -Se tu fossi nei miei panni cosa preferiresti? Leggere
il fascicolo di un ragazzo e di una ragazza?- Grande Palmer, continua
così!
-Ma
tu sei un angelo...- E riecco la solita solfa...
-Vero,
ma sono anche un uomo!- Continua così Palmer! Stai andando
forte!
-Diciamo
che ho sempre creduto che gli angeli non avessero preferenze di
questo tipo...-
-Ehi
a cosa credi di più: alle tue supposizioni, o a me, un angelo
in... ectoplasma davanti a te?- stavo per dire in carne ed ossa... ma
sarebbe stato un controsenso.
-Hai
ragione... come mi devo comportare stasera? Non so proprio che pesci
pigliare!-
Voglio
piangere. com'è possibile che non sappia cogliere al volo
un'occasione del genere! -In primis dovresti dimostrarle che sei un
gran lavoratore, e farle vedere in che modo rapido ed efficacie, sai
riscrivere la pratica...-
-Ma
se l'hai scritta tu stamattina! Io ho solo fatto da scrivano...-
Mi
batto una mano sulla fronte. -Non ricordi proprio nulla di quello che
ti ho dettato?-
-Sì...-
bene, forse c'è qualcosa in quel contenitore che chiama
testa...- La data e il luogo.- do una facciata per terra in stile
cartone animato. Anche mia nonna Ha più memoria di lui! La sua
salute mi assilla... devo andarla a trovare un giorno di questi!
-Ti
suggerirò io cosa scrivere...- dico, con la faccia ancora
contro il marciapiede. -Però mi devi promettere di imparare a
scriverle da solo le tue pratiche, ok?-
-Oh
grazie Derek! Vorrei abbracciarti, ma so che non ne saresti
felice...-
-Ecco
bravo, non farlo!- mi rialzo e continuaimo per la strada. Casa di
Elisabeth non è molto distante, dal palazzo di Adrian ci si
arriva benissimo a piedi. Anche lei vive nel quartiere più
lussuoso della città... a proposito... -Com'è che un
novellino, che non sa scrivere una pratica, vive in un appartamento
come quello?-
-Eh
be'... un regalino dei miei...- mi risponde, ridendo nervonamente e
portandosi le mani dietro la nuca.
-Alla
faccia del regalino... non devono avere freddo ai piedi, vero?-
Chiedo, senza mascherare il pizzico di invidia che provo. Forse se i
miei non fossero stati continuamente nelle canne la mia vita sarebbe
stata un po' diversa. Forse sarei morto da vera star, non in un modo
ridicolo come cadere in un locale e sbattere la testa! Guardare dove
metevo i piedi no?
-Non
proprio... hanno una piccola aziendina nel Texas, ma ho preferito non
entrarvi a farne parte. Volevo provare a stare in piedi con le mie
gambe.-
-Capito...-
con le tue gambe ci camminarei, ma dormire dormi nella casetta di
papà e mamma... ma non sono affari che ci interessano questi.
-Comunque... stasera dovrai partire all'attacco, ma niente
stupidaggini. Fai solo quello che ti dico io!-
-Ok
capo!-
(Adrian)
Siamo
davanti alla porta di Elisabeth... che emizione!
-Ricorda:
tranquillo e distaccato ragazzo. Tranquillo e distaccato!- mi dice
Derek, affianco a me.
"Ci
proverò..." annuisce e guarda la porta con me. Poi si
schiarisce la voce.
-A
meno che non avverta la tua presenza... ti consiglio di suonare il
campanello...-
"Ah
....giusto. Che stupido, quasi me ne scordavo..." Lui rotea gli
occhi. sembra più nervoso di me.
Suono
alla porta. In pochi secondi sento dei passi. Deve essere lei!
-Ciao
Collins, sei in anticipo.- mi dice, facendomi cenno di entrare.
-S...sì,
sc...scusa... - Entro in casa. Davvero molto carina. C'è un
piccolo mobile con delle picole statue sopra ed un attaccapanni e la
porta che da nel salotto. Un bel divano ad angolo bianco fa la sua
figura, con accando un cassettone con svariate cornici. Mi perdo ad
ammirare le fotografie. Ce n'è una con una coppia di anziani
signori, devono essere i genitori di Elisabeth, poi una con altre
persone e di un delizioso cagnolino.
Accanto
al caminetto c'è un altro tavolino, con sopra una foto in
primo piano di Derek e una candelina accesa. Proprio un bel gusto
nell'arredare, non c'è che dire! I tappeti persieni poi danno
un tocco in più...
Sbarro
gli occhi un momento: cosa ci fa una foto di Derek in casa di
Elisabeth. Scatto accanto a quella foto e la prendo per poterla
vedere meglio... forse è solo un tipo che gli somiglia!
-Che
stai facendo?- mi chiede elisabeth, con in mano un vassoio con sopra
due bicchieri ed una brocca.
-N...nulla...
solo che questo mi sembra un volto conosciuto... è per caso
una persona famosa?-
Il
suo viso si rabbuia. -In un certo senso sì... nel mondo degli
affari era considerato un vero genio. L'astro nascente della Charles
Michael Ldt... ne era appena divenuto l'amministratore delegato.-
Cerco
Derek con lo sguardo. "E' vero?" lui annuisce
semplicemente.
-E
che fina ha fatto?- chiedo, pura sapendo che è morto, ma
voglio saperne di più.
-Adrian,
ti prego... ti spiagherò tutto io a casa...- cerca di fermarmi
Derek, ma ormai ho deciso.
Lei
alza le spalle e sospire. -E' morto quasi due anni fa... l'avrai di
sicuro sentito al telegiornare: "Derek Palmer muore in un locale
a causa di una brutta caduta." Per una settimana non si è
parlato d'altro...-
Ecco
perchè è così bravo nello stendere relazioni e
pratiche... deve aver fatto i salti mortali per arrivare dov'era
arrivato. La cosa che più mi preme sapere, però, è
un altra... -Perchè hai una sua foto in salotto?-
Derek
sta per aprir bocca, ma gli faccio cenno di tacere. Elisabeth mi
guarda inclinando la testa. -Vuoi che ti risponda o no?-
Arrossisco
un po' e mi porto la mano dietro la nuca. -Certo... certo...-
-Un
tempo eravamo fidanzati, ma poi lui mi ha lasciata e poco tempo dopo
è morto...- si avvicina ad un cassetto e ne estrae un foglio
piegato in quattro. Me lo portge così che possa aprirlo. Si
rivela essere un altra foto: ritrae lei e Derek sulla spiaggia
abbracciati, con il mare come sfondo... insieme erano davvero una
bella coppia. Una coppia da copertina...
Doveva
aver pianto molto su quella foto, vi erano dei piccoli aloni
provocati dalle lacrime.
Guardo
Derek. "Dobbiamo parlare." poi mi volto verso Elisabeth.
-Scusa... dov'è il bagno?-
Sapevo che prima o poi questo momento
sarebbe arrivato... ma avrei voluto essere io a fargli questa doccia gelata.
Seguo un Adrian veramente nero di rabbia in quel bagno... non l'ho mai visto
così.
"Perché non mi hai detto
niente?" mi chiede, più serio che mai.
-Stavo per dirglielo prima a casa, ma poi
il telefono ha squillato e...-
"Potevi dirmelo subito dopo!"
si siete sulla toilette e si prende la testa fra le mani. "Ti rendo conto
che shock è stato vedere la tua foto in questa casa?!" poi sbarra gli
occhi e alza lo sguardo su di me. "Ecco perché sapevi tutto di lei...
altro che aver letto il fascicolo! Tu sai tutto di lei perché eri il suo
fidanzato!"
-Sì, è vero... ma in mia difesa posso
dire che...-
"Ma quale difesa! Ci sono rimasto
davvero male sai?!"
Si sente bussare alla porta. -Tutto bene Collins?
-
-Sì tutto bene grazie. Arrivo subito. -
dice, senza la minima esitazione.
Mmh... interessante. A quanto pare quando
si arrabbia perde tutta la sua timidezza. -Prima che tu mi uccida posso dire
una cosa? -
"Cosa?"
-Ti sei mai accorto di come sei spigliato
quando ti arrabbi? - chiedo, facendo il gesto di appoggiarmi al lavabo.
"Che intendi?"
-Be'... prima Elisabeth ti ha parlato e
tu le hai risposto senza balbettare o roba simile. -
Inarca un sopracciglio. "Vuoi dire
che dovrei essere costantemente furioso per poterle parlare?"
-In quel caso credo che le chance con lei
si estinguerebbero del tutto... ma potresti provare a utilizzare questa tua
grinta anche senza la rabbia. -
"E come faccio? Credi sia una cosa
semplice?"
-Non ho mai detto che sarebbe stato
semplice, ma posso dirti, per esperienza personale, che a Elisabeth piacciono
gli uomini sicuri di sé. -
Sbuffa e si riprende la testa fra le
mani. "E tu dovevi essere davvero sicuro di te, vero?"
-Sì. - rispondo solamente.
"Modesto vedo..."
-La falsa modestia non mi è mai
piaciuta... ma ero anche molto stupido ed egocentrico. Credevo di poter
trattare tutti come zerbini, finendo col ferire l'unica persona che abbia mai
amato... - questa è forse la prima volta che lo dico ad alta voce.
"E glielo hai mai detto?"
-No, ma credo lo sapesse. Sono stato così
idiota da credere che fosse d'ostacolo alla mia carriera e l'ho lasciata.
Chissà cosa mi credevo di essere. -
Adrian si alza e mi si avvicina. Ha uno
sguardo così serio da farmi venire i brividi... "Non c'è un modo perché io
faccia un passo in avanti con lei, ma anche tu abbia la possibilità di parlarle
un ultima volta?"
(Adrian)
Può sembrare un'idea assurda, ma dopo
quello che mi ha detto voglio che Derek parli con Elisabeth un ultima volta.
-Un modo c'è, ma a parlarle sarebbe
comunque la tua bocca, e poi tu non ricorderesti nulla. Diventeresti una specie
di fantoccio nelle mie mani. -
"Non importa." non sono mai
stato più sicuro di una cosa in tutta la mia vita. Anche se questo non
significa che lo abbia perdonato del tutto.
-Se mi avessi già perdonato mi sarei
sorpreso...-
"Allora, qual è questo metodo?"
-Dovrei prendere possesso del tuo corpo.
Sarai sotto il mio controllo al cento per cento. -
"E poi non ricorderei nulla di ciò
che è accaduto vero?" lui annuisce semplicemente. "Non sembra una
cosa molto gradevole..."
Derek sbuffa. -Ti lamenti tu? Sarò io ad
avere una panoramica precisa ed approfondita della tua anatomia interna. Tu
sarai come sotto effetto di anestesia. O meglio il tuo sub-conscio. -
"Elisabeth si accorgerà di
niente?"
-A meno che non abbia un aggeggio che
trova i fantasmi dubito... - incrocia gambe e braccia -Non per dire, è molto
intelligente, ma in quanto ad arguzia non è certo Sherlock Holmes...-
"Ok... allora fallo!" metto le
braccia parallele alle spalle, divarico un po' le gambe e tiro la testa all'indietro,
come se stessi aspettando che qualcosa mi investa.
-Che stai facendo? -
"Mi preparo... non si fa così?"
Derek si mette a ridere. -No, si fa
così...- in un lampo si fionda su di me. Sento il corpo intorpidirsi e,
lentamente, tutto intorno a me si fa buoi...
Avevo giurato a me stesso che mai più
avrei fatto una cosa simile! Detesto infestare i corpi degli altri!
Mi fisso allo specchio... ok: mani e braccia
le muovo secondo il mio volere; le gambe... nemmeno il tempo di provare che mi
ritrovo a terra.
-Tutto bene? - la voce di Elisabeth...
allora è vero che Adrian è un cumulo si sfortuna che cammina!
-Sì... sono solo inciampato nel
tappeto...-
-Ah... ok... sicuro che vada tutto bene?
- ancora? Ma da quando è così premurosa? Di solito avrebbe detto "spera di
non aver rotto niente", oppure "Mi raccomando lascia tutto in
ordine".
Mi guardo un po' intorno e vedo che...
non c'è nessun tappeto. Che figura del ca....volo. Resto pur sempre un angelo
pronto per il Paradiso. Vabbè tanto il danno è fatto. -Sì sì... vengo subito. -
Cerco di rialzarmi. Non ho mai preso il
controllo totale di un corpo... O meglio: l’ho fatto, ma solo due volte… il
primo è stato il signore di mezza età per usare l’elenco telefonico, e la
seconda volta ho preso possesso di William, che era seduto, e l'ho fatto solo
parlare. Mi viene ancora da ridere pensando alla faccia che ha fatto dopo. Bei
tempi!
Ok, sono in piedi. Ora devo solo sperare
che le gambe collaborino. Muovo un passo... poi due... sembra che ci siamo.
Sono fuori dal bagno. Ora devo solo
trovare il modo di raggiungere Betty sul divano.
-C'è l'hai fatta alla fine...- mi dice,
abbozzando un sorriso. Com'è carina quando lo fa... Oh no! Sto diventando come
Adrian!
-Eh be'... sai ho avuto un piccolo
incontro ravvicinato col pavimento...-
Fa una piccola risata. Buon segno, se non
ricordo male. -Ora basta perdere tempo. Dobbiamo finire la pratica...-
-C.... certo...- che classe, balbetto
pure!
Non ci vuole più di mezz'ora per
terminarla, l'ho rifatta solo una volta oggi in fondo no? Anche Betty sembra
sorpresa di come il giovane Adrian sia preparato.
-Non immaginavo fossi così bravo
Collins... sono stupefatta! -
-Be' sai... in... in fondo non era molto
complicato...- in particolar modo se si era amministratori delegati di una
multinazionale...
Lei si sbolla per un momento e mi
fissa... -C… che cosa c'è? - chiedo, un po' in soggezione.
-Nulla è che... il tuo sguardo...-
-Il mio sguardo? -
Lei annuisce. -Sì, quando stavi
lavorando... avevi un'espressione familiare... - poi scuote la testa -Ma forse
me lo sono immaginato... vuoi qualcosa da bere? - afferra i due bicchieri e la
bottiglia di whisky, poi mi guarda. -Preferisci qualcosa di meno forte? -
-Eh... no, no va benissimo...- se devo
essere sincero non so se Adrian beva o meno, ma l'ha voluta fare lui questa
cosa!
Mi porge il bicchiere e lo prendo. Lo
avvicino al suo. -Alla buona riuscita di questo affare! - e butto giù tutto
d'un fiato. Quanto mi è mancato bere!
Poso lo sguardo su di lei e noto che mi
fissa ancora, con la bocca leggermente aperta... cos'ho fatto? -Che qualcosa
che non va? -
-N...no... è che quel modo di bere...
anche quello non mi è nuovo...- Potessi mi prenderei a schiaffi mi prenderei!
Devo cercare di mantenere al minimo i miei comportamenti da Derek con lei... mi
conosce come un libro aperto!
Inizio a ridere nervosamente. -Eh eh...
sai è un modo così comune... di sicuro lo avrai visto in qualche bar...-
Beve il contenuto del suo bicchiere,
anche lei tutto d'un fiato. -Uff.. sarà dal 2011 che non metto piede in un
locale come si deve...- le sue guance iniziano a diventare rosse, l'alcool fa
il suo effetto. E no, cara Betty... non lo reggi proprio... Ma questa è la mia
occasione per chiederle cose un po' più personali.
Prendo la bottiglia e le riempio il
bicchiere. -Oh... e come mai una bella ragazza come te non esce da così tanto
tempo? - posso anche smettere di comportarmi come Adrian, tanto da qui a poco
non si ricorderà nemmeno più con chi è.
-Puff... - poi indica la mia foto, come
se non lo sapessi, bevendo fino all'ultima goccia. Prontamente le riempio il
bicchiere. -Quell'essere che vedi lì! - delle piccole lacrime iniziano a
rigarle il viso. Oh no! Ti prego non iniziare a piangere! -Credevo mi amasse,
invece lui amava solo il suo stupido lavoro! -
Sono cose che già sapevo, ma sentirle
dire da lei mi fa un male incredibile. –E… hai più avuto nessun altro dopo di
lui? – Sono masochista, lo so, ma sono cose che devo assolutamente sapere.
Elisabeth posa lo sguardo sul bicchiere,
nuovamente vuoto. Non ricordavo bevesse così velocemente! – No! Quell’idiota ha
rovinato per sempre la mia vita sociale! –
Addirittura! Va bene, sono sempre stato
un tipo un po’ geloso, ma dire che le ho rovinato per sempre la vita sociale mi
pare un po’ esagerato! – In che senso? Era una specie di tiranno? – No, perché
se mi credeva davvero così non abbiamo mai capito nulla l’uno dell’altra!
-Ma no! – sbuffa e si lascia cadere sul
divano –Solo che Dopo la sua morte ho allontanato tutti gli amici. Sono
diventata asociale. Una vera orsa! – Perfetto… sono stato più un danno da morto
che da vivo… non è da tutti. –Inoltre…- continua lei - … ho scoperto che il
caro estinto non era propriamente solo la sera in cui è morto! –
Deglutisco rumorosamente, per fortuna lei
non sembra avermi sentito. Certo che non ero solo, ero con alcuni colleghi a
festeggiare la mia promozione… giusto? –Cosa intendi? – Sto facendo apparire
Adrian come un vero impiccione, lo so, ma si tratta pur sempre di cose che mi
riguardano!
-A quanto pare il caro Derek si era
intrattenuto con una donna circa una decina di minuti prima che cadesse. – Le
lacrime tornarono a rigarle il volto. –Appena la madre mi ha avvisata di ciò
che è successo sono corsa al Pronto Soccorso… aveva il colletto della camicia
tutto sporco. Subito ho creduto fosse sangue… invece era il rossetto di quella!
– Prende la bottiglia e riempie il bicchiere. Ho paura che domani sarà
intrattabile… poveri colleghi non li invidio proprio! Però… frena un attimo! Ho
detto che si è precipitata appena ha saputo quello che mi era successo?! Sgrano
un poco gli occhi.
-Quindi tu, malgrado io… ehm cioè lui ti
avesse lasciata, sei corsa non appena ti hanno chiamata? –
-Già… bella stupida vero? – tira su col
naso e si asciuga un po’ le lacrime. – Solo, malgrado tutto io lo amavo… lo
avrei aspettato anche cento anni se me lo avesse chiesto. –
Mi prenderei a schiaffi, mi prenderei!
Possibile che fossi così acciecato dal lavoro da non accorgermi di quanto già
non fossi fortunato?Altro che un'altra
possibilità, mi sarei meritato sul serio l’inferno per il solo modo in cui ho
trattato lei, e…
-Sai una cosa? – interrompe il mio flusso
di pensieri mettendomi una mano sulla gamba. Perché all’improvviso sento tutto
questo caldo?
-Tu me lo ricordi molto…- avvicina un po’
di più il suo viso al mio/quello di Adrian.
-S…sì… per il modo in cui compilo le
pratiche e bevo, giusto? – mi viene fuori una risatina isterica. Inizio ad
avere paura ragazzi…
Lei scuote la testa –Non solo… non so
spiegarti, però siete molto simili…-
-Ah be’…- ma non ho il tempo di ribattere
che lei mi afferra il collo e posa le sua labbra sulle mie… senza riflettere
chiudo gli occhi e rispondo al bacio. Quanto mi era mancato sentirla stretta
fra le mie braccia, sentire il suo profumo, il suo calore…
So
di essere una carogna, di stare facendo un gravissimo torto ad Adrian …
spalanco gli occhi. Adrian! No, non posso fargli anche questa. Con un movimento
fulmineo la stacco e mi alzo dal divano. –Sc…scusa… non so cosa mi sia preso…-
dice, visibilmente imbarazzata.
-Non… non importa…. Adesso è meglio che
vada. – senza aspettare una risposta schizzo fuori dalla porta e mi metto a
correre verso casa di Adrian. Domani ne avrò di cose da raccontare, ma ora
voglio solo farlo tornare a casa, uscire dal suo corpo e ricordare ancora un
po’ quello che ho provato con Betty.
N.d.A.: Salve ai lettori/lettrici. Vi ringrazio per essere arrivati a
leggere fino in fondo questo parto della mia mente malata...mi voglio scusare
per gli errori, sicuramente numerosi, presenti nel capitolo. Inoltre per la
forma in cui è scritta la parte iniziale, in cui Derek parla delle sue
precedenti esperienze come infestatore di corpi… mi sono ricordata alla fine
del capitolo del signore usato all’inizio -.-‘’
Comunque che dite? La storia vi piace? J Spero di
sì, se riesce a farvi fare anche un solo sorriso ha fatto il suo dovere! ;-)
Grazie a chi ha inserito la storia fra le seguite e chi ha recensito, e non
meno importante a chi ha letti i capitolo!! J
Sono le sette del mattino… Adrian dorme come un
ghiro… forse quel bicchiere che ho bevuto ieri sera non gli ha fatto troppo
bene… mi sa che stamattina farò molta più fatica a svegliarlo… anche se… se lo lasciassi
dormire eviterei un bel po’ di spiegazioni… come ad esempio perché, di sicuro,
oggi Elisabeth si comporterà in modo strano con lui… no! Non posso continuare
così, a non prendermi le mie responsabilità. Accipicchia sono un angelo
custode!
Questa volta, però, ho intenzione di provare un
nuovo modo per farlo svegliare. Non mi va di continuare in eterno a fare la
voce di Elisabeth come sveglia. Mi avvicino a lui furtivamente, potrei farlo
anche con la grazia di un elefante dato che nemmeno le cannonate lo
sveglierebbero, ma meglio essere prudenti. Sono ai piedi del letto quando… gli
salto addosso e mi impossesso del corpo.
A quanto pare posso farlo muovere a mio piacere
anche se lui dorme, interessante. Mi avvio verso il bagno, entro nella doccia e
apro l’acqua fredda. Esco appena in tempo per godermi la scena. Mi raccomando
ragazzi, non fatelo a casa, non è una cosa molto carina.
-Ahhhh!!!- lo vedo schizzare fuori dal box e… dire
cose che non è bene ripetere. –Ma sei impazzito!? Potevo rimanerci secco! –
-Come sei melodrammatico! E poi che fine ha fatto
l’Adrian di ieri sera? –
Mi guarda storto – Ha un gran mal di testa… tu ne
sai qualcosa? -
Guardo il soffitto indifferente. – Può essere che
ieri sera tu abbia bevuto qualcosina… -
-Bevuto!? Ma io sono astemio! – dice, gesticolando.
-Nella vita si deve provare un po’ di tutto ragazzo
mio…. E poi, prima che iniziassi il mio lavoro, non mi hai dato molte
indicazioni su cosa fare o non. – scusa pessima, lo so. Datemi un momento per
scaldarmi, è prima mattina!
- Potevi evitare di intossicarmi! E poi ti ricordo
che non sei ancora del tutto perdonato. – Sì, e se sapessi che ieri sera mi ha
baciato… credo che potrei essere il primo angelo ucciso dal suo protetto.
–Allora, che è successo? Le hai parlato? –
-Sì… abbiamo parlato un po’ dei vecchi tempi, ha
bevuto un po’ troppo e… mi ha baciato…- dico quest’ultima parte velocemente
nella vana speranza che lui non la capisca.
-Lei cosa? – ed ecco la mia speranza stramazzare al
suolo stecchita. –Vi siete baciati?!- si mette le mani nei capelli –Non ci
posso credere! Vengo scartato per un fantasma! –
-Tecnicamente io sarei un angelo… vedi i fantasmi
rimangono sulla Terra per vendetta, io invece…- mi fulmina con lo sguardo e
capisco che questo non è il momento per una lezione su angeli e fantasmi.
Glielo spiegherò un’altra volta… -e poi, tecnicamente parlando, lei ha baciato
te, non me. Quindi congratulazioni! Il vostro primo bacio! - dico, lanciando
dei coriandoli.
-E io nemmeno me lo ricordo…-
-Puff… sapessi quante ne ho baciate io e nemmeno so
se erano davvero delle donne…- fa come per parlare – Non voglio approfondire il
discorso! –
-Ok…- poi si blocca –Quindi ora tutto cambierà tra
noi?! Cioè tra Elisabeth e me? Di sicuro sarà imbarazzante incontrarci in ufficio!
–
-Ammesso, e non concesso, che lei lo ricordi…-
-Che vuoi dire? –
-Be’… ha bevuto un po’ anche lei, e non è famosa per
reggere… si può dire che era ubriaca…-
-Hai approfittato di una povera donna che non era in
grado di comprendere ciò che faceva?! –
Alzo i palmi delle mani –Questo mai! E poi,
tecnicamente, è stata lei ad approfittarsi di un povero ragazzo indifeso. –
Scuote la testa. –Poi credo tu abbia buone possibilità con lei, sai? – si
illumina in un momento.
-Che intendi? –
-Che le piaci e che… - posso davvero essere così
meschino e dirgli che uno dei motivi per cui è attratta da lui è che gli
ricorda me?
-E che…. Cosa? Avanti, sputa il rospo! –
Ok, se proprio insisti. –E che le ricordi un po’
me…. In senso buono si intende. –
Si lascia cadere sul pavimento. –Le ricordo te? E
per cosa, sentiamo? –
-Be’… se inizi, e impari, a bere in un certo modo e
ad assumere una certa espressione quando compili delle pratiche… e continuerai
a farle ricordare il sottoscritto. – Se… in fondo deve solo cambiare quasi
radicalmente il suo modo di fare! Cosa da niente.
-Hai detto poco… ma come faccio? –
-Inizierei preparandomi per andare in ufficio… i
ritardi a lavoro non sono un buon modo per far colpo su di lei…-
Guarda l’ora e schizza a prepararsi. E sì… oggi sarà
una lunga giornata…
(Adrian)
Non so per quale miracolo, ma non sono arrivato
tardi. Stamattina ho un po’ di lavoro da sbrigare, e Derek ha promesso di
insegnarmi tutto ciò che sa. Almeno farà qualcosa di utile…
-Ehi, come ti permetti! Io sono utilissimo in
qualunque situazione! –
“Certo… ma non nel dare informazioni sul tuo passato
che possono influire il mio futuro!”
-Uff… ancora questa storia! Ti ho detto che mi
dispiace, avrei dovuto dirti di me e Elisabeth, ma non ne ho avuto prima il
tempo e poi il coraggio. Sono pur sempre un uomo con tutti i difetti del caso! –
“Ok… ma tu vedi di non giocarmi scherzi come questo.
Hai altre cose di cui vuoi svuotarti la coscienza?”
-A parte gli innumerevoli dispetti che facevo ai
miei compagni a scuola… no, direi nulla che possa includerti. –
Alzo lo sguardo e vedo Elisabeth avvicinarsi a me. È
senza alcun dubbio la creatura più bella e sensuale che abbia mai camminato
sulla Terra…
-Meno sdolcinerie! – mi rimbecca subito Derek. Addirittura…
non posso nemmeno più pensarle? –No finché sei in mia presenza. Ho già il mio
bel daffare con te senza dover pensare a curarmi il diabete! – è davvero
lunatico! –Sì, sono lunatico! –
-Collins…- sento la voce di Elisabeth e subito mi
volto verso di lei. Il suo sguardo è diverso dal solito… non so come, sembra
più… imbarazzato? –Volevo ringraziarti per il tuo aiuto di ieri sera. Non tutti
si sarebbero precipitati con così poco preavviso per un lavoro extra… -
-M…ma figurati…- dico imbarazzato –E’ stato un vero
piacere poterti aiutare. Spero di non aver combinato un disastro…-
-Al contrario, era tutto perfetto. Sai, mi hai
davvero stupita, non credevo avessi così tanta esperienza. –
Guardo Derek, che alza le spalle –Visto che quando
voglio so fare il mio lavoro? –
Sono sempre più nervoso… ora che mi invento? –Be’,
sai… ehm… mi sono solo impegnato un po’ più del solito…- non riesco a
trattenere una risata nervosa. Il mio sguardo, involontariamente, cade su
Derek. Continua a fissare Elisabeth. Posso solo immaginare quanto soffra per questa
situazione… di sicuro per lui non è facile…
-Non lo è per niente amico…- poi mi si avvicina e fa
come per darmi un colpo sulla spalla. –Invitala a cena per festeggiare la buona
riuscita del lavoro! –
-Ehm… mi chiedevo… se non hai altri impegni… se
magari tu e io… sai noi potremmo…-Lei mi guarda confusa, certo anch’io lo sarei
se qualcuno mi parlasse come sto facendo io.
-Prendi un bel respiro e calmati. – mi dice Derek. Lo
faccio immediatamente e incredibilmente mi sento più tranquillo.
-Ti… ti andrebbe ne cenare insieme? Per festeggiare….
–
-Certo! – accetta immediatamente, lasciandomi un po’
spiazzato.
-P…perfetto… facciamo stasera? Diciamo passo da te
per le sette? – Mi sento un ragazzino alla prima cotta!
-Ed è quello che sembri…- commenta Derek. Delle
volte potrebbe fare a meno di certe battute! –Non sei il primo a dirmelo. –
-Perfetto. Allora a stasera. – detto questo si
allontana e torna nel suo ufficio. Non ci credo… un appuntamento con Elisabeth
Lewis!
Sono sotto il suo palazzo, tra poco Elisabeth
dovrebbe scendere. Spero di aver fatto bene a venire solo senza Derek. Sarò un
tipo all’antica, ma credo che due persone siano più che sufficienti per un appuntamento,
in tre è sovraffollato!
Certo… senza di lui dovrò fare un po’ più di fatica
per parlarle, ma prima o poi doveva accadere.Prenderò un bel respiro e … cercherò di balbettare il meno possibile!
Chiudo la mano a pugno e me lo do sulla fronte. –Forza…
stasera devi mettercela tutta! – dicendolo mi appoggio alla porta, ma
all’improvviso sento mancare il mio appiglio e… cado giù! Che dolore!
-Ti sei fatto male? – Elisabeth mi si avvicina e mi
aiuta ad alzarmi. La guardo e non riesco a parlare… è un vero schianto stasera!
Indossa un cappotto lungo, sembra color tortora, da cui spunta l’orlo del
vestito nero, un paio di francesine in tono col cappotto e i capelli legati in
un morbido chignon. Sono senza fiato! Non so perché, ma in questo momento penso
a cosa direbbe Derek, forse una cosa tipo “Smettila di commentare come fossi ad
una sfilata e parlale!” e non avrebbe tutti i torti.
-Sei… sei bellissima…- tutto quello che riesco a
dire è… un banale complimento. Che, però, sembra sortire il suo effetto dato il
leggero rossore comparso sulle guance di Elisabeth.
-Ti ringrazio…- non l’ho mai vista così…
imbarazzata? Di sicuro è per quello accaduto la sera prima con Derek. Un po’ mi
infastidisce: è vero che l’idea di farlo parlare con lei un ultima volta è stata
mia, ma non posso dire che il fatto del bacio mi sia andato giù! –Andiamo, non
vorrei arrivare troppo tardi al ristorante. – continua Elisabeth. Sono proprio
un disgraziato… ho lasciato che fosse lei a prenotare un posto. Di solito è
l’uomo a farlo.
Ci incamminiamo, quando la sento appoggiarsi al mio
braccio. Mi pietrifico per un momento, quel gesto, all’apparenza normale per
una coppia di ragazzi, mi ha sorpreso.
-Tutto bene? –
-Ehm… sì, sì… andiamo…- rido nervosamente, mentre
lei mantiene la presa sul mio braccio.
Per fortuna il ristorante non dista molto dal
palazzo di Elisabeth, lo raggiungiamo in poco più di un quarto d’ora. Il maître
ci scorta fino al nostro tavolo, e ora che siamo seduti l’uno di fronte all’altra…
non so che dire! Forse ho fatto un grosso errore a non far venire anche Derek. In
fondo lei non può vederlo e non ne sarebbe distratta, crederebbe di parlare con
me. O meglio sentirebbe i pensieri e le idee di Derek animate dalla mia voce. Un
po’ come nel romanzo “Cyrano de Bergerac”: Derek sarebbe Cyrano e io Cristiano…
se penso a Derek con un naso prominente come quello del personaggio mi viene da
ridere.
-Tutto bene? – mi chiede Elisabeth, forse notando il
mio mutismo… oppure il fatto che mi sono messo a ridere dal nulla…
-Ehm… sì, sì… tutto bene. Davvero un bel ristorante…
- dico, guardandomi un po’ in torno… forse mi sarei dovuto vestire in modo un
po’ più elegante: non credo siamo abituati a clienti che indossano giacca e
pantaloni spaiati… lo dimostra il modo in cui tutti mi stanno fissando. Anzi…
direi che, se il loro sguardo è caduto sul mio abbigliamento, poi è stato
rapito dall’eleganza di Elisabeth. È davvero a suo agio in ogni situazione, a
quanto pare.
Lei alza le spalle. –Abbastanza… sono venuta a cena
una sola volta, ma ricordo che le pietanze erano squisite. – poi si blocca e mi
guarda. – Sono rimasta davvero colpita dalla rapidità in cui hai sbrigato la
faccenda ieri sera. Perché hai tenuto nascoste le tua abilità fin ora? –
Deglutisco rumorosamente… e ora che mi invento? Inizio
a farfugliare qualcosa di incomprensibile…
-I signori hanno già deciso cosa ordinare? – non
sono mai stato così felice di vedere un cameriere in vita mia, lo giuro!
Elisabeth da uno sguardo al menù –Un piatto della
casa, grazie. –
-D…due… la ringrazio…- non so nemmeno di cosa si
tratti, ma non capivo nulla di quello scritto su quel foglio di carta… perché non
ho studiato meglio il francese!?
Il cameriere si inchina e ritira le carte. –Gradite
un drink nell’attesa che i vostri piatti siano pronti? –
Elisabeth mi guarda. – Che dici, brindiamo con del
vino? – io annuisco senza proferire parola. Di solito non bevo, ma a quanto
pare Derek le ha dato quest’impressione… -Due bicchieri di Prosecco, grazie. –
Quello fa un altro inchino a ci lascia soli.
-Cosa stavi dicendo? – incalza nuovamente lei. Ed ora
che mi invento?
-Be’… mi… mi sono im...impegnato a…al massimo…- rido
di nuovo nervoso. Ma quando arriva questo vino? Derek mi ha avvertito che non
regge molto bene l’alcol… forse se beve un po’ lascia cadere il discorso.
In men che non si dica, ecco arrivare due calici con
il nostro vino all’interno. Dovrò fare lo sforzo di berne almeno un po’ se non
voglio insospettirla troppo. Ma perché il mio angelo custode, oltre ad essere l’ex
della donna di cui sono innamorato, deve essere anche un esperto bevitore? Aspetta…
com’è che mi ha detto di bere? Sorsi decisi e devo evitare di tossire, se non sbaglio.
Non poteva bere come una persona normale?
Prendo in mano il calice, dopo aver ringraziato l’uomo
che me lo ha offerto dal vassoio, e tento di fare un brindisi. –Al nostro
lavoro… -dico poco convinto. A fare quel brindisi ci dovrebbe essere qualcun
altro, non io, ma Elisabeth sorride e imita il mio gesto. Beviamo un sorso. Che
schifo! Forza Adrian… devi buttarlo giù senza esitazione, non vorrai vanificare
tutti gli sforzi fatti fin ora, no? Forza, uno… due… e tre! Bene, fatto. Il liquido
mi sta scendendo in gola… devo dire che è meglio del previsto. Almeno sono
riuscito a farlo andare giù.
Incredibile, ma dopo un po’ di vino la lingua mi si
è sciolta. Abbiano discusso tranquillamente per tutta la serata. Avrei volentieri
evitato le lumache come piatto principale, ma, a parte questo, non poteva
andare meglio! Anche Elisabeth, non l’ho mai vista sorridere a quel modo. Era radiosa.
Ci avviamo verso il suo palazzo. Anche se non è
molto distante sono più tranquillo ad accompagnarla, malgrado le sue proteste.
-Davvero, non ce n’è bisogno. Ti allunghi solo la
strada. –
-Ah no! Che cavaliere sarei se non riaccompagnassi
la mia dama a casa col buoi? – come sono sciolto! Peccato che questo mio bel
discorso sia rovinato a causa della mia sbadataggine, infatti inciampo e do una
facciata sul marciapiede… che bella figura!
Lei ridacchia un po’. Forse è colpa dei tre o
quattro bicchieri che si è scolata… -Tutto bene? – mi aiuta a rialzarmi. Per una
volta che riesco a darmi un tono inciampo! Povero me!
-Sì, tutto bene…- mi tolgo la polvere sul vestito e
torniamo a camminare. Si appoggia nuovamente al mio braccio. Anzi fa di più
china anche la testa sulla mia spalla, ma questa volta non mi imbarazzo.
Arriviamo davanti al suo portone. Lei si volta e mi
lancia uno strano sguardo. – Grazie per la bella serata Adrian… - è la prima
volta che mi chiama per nome! Il mio cuore fa una capriola! Senza darmi il
tempo di rispondere mi si avvicina e mi bacia… non so descrivervi ciò che provo
in questo momento così agognato. Di solito sarei immobile, ma questa volta la
abbraccio e rispondo al bacio.
Improvvisamente lei spalanca gli occhi e mi fissa.
-Qualcosa non va? – chiedo. Che abbia commesso
qualche errore? Eppure le altre ragazze che ho baciato mi hanno sempre detto
che non me la cavavo affatto male!
Lei scuote la testa. –No no… solo che sembra un po’…
diverso da quello di ieri… -
Sgrano gli occhi. Certo che è diverso! Ieri sera
mica sono stato io a baciarti, ma il tuo ex morto! Ma questo non posso dirglielo…
mi prenderebbe per pazzo…
-Forse è meglio cha vada… siamo entrambi stanchi…-
dico. Non vorrei dover andare, ma se voglio evitare domande scomode è meglio!
-Sì, hai ragione. Ci vediamo domani in ufficio. - mi dà un leggero bacio sulla guancia e entra.
Mi dirigo verso casa con movimenti quasi automatici…
il momento più bello della mia vita, e lei pensava al bacio con Derek…
probabilmente già ieri aveva sentito la somiglianza, ma ora ne sarà ancora più
certa.
Forse non è nel mio destino stare con lei, oppure
dovrei smettere di comportarmi in questo modo e agire da uomo. Sì, è proprio
quello che farò! Dopo una bella dormita, si intende!
N.d.A.:
Salve a tutti/e! Eccomi con un capitolo interamente dedicato al nostro Adrian. E
che Derek non me ne voglia per non avergli dato nemmeno una battuta, in
compenso è stato nominato un sacco di volte! J
Comunque,
a parte i miei sproloqui… spero che il capitolo vi sia piaciuto, e scusate gli
errori presenti all’interno del testo, malgrado le revisioni me ne scappano
sempre troppi.L Colgo l’occasione per ringraziare
chi segue la stria, chi l’ha recensita e in ultimo, ma non per importanza, chi
l’ha letta!! J
Adrian è da poco uscito per recarsi all’appuntamento
con Betty, e mi ha “gentilmente” chiesto di stargli fuori dalle, perdonate il francesismo,
balle questa sera. Cioè, non ha detto proprio così, ma il concetto era quello.
Per essere sicuro che non mi allontani ha persino
acceso sulla mia telenovela preferita, ma non ci capisco più niente della
trama: tutti questi intrighi e casini, quando basterebbe una bella rissa per
mettere tutto a posto. Eppure non riesco a smettere di guardarla, crea
dipendenza!
All’improvviso sento il cellulare squillare. Proprio
ora che Carmelita stava per dire a Raul di essere di nuovo incinta… questi due
prolificano come conigli! L’unica certezza è il mittente della chiamata: di
certo si tratta di Nick!
-Senti pennuto, spero tu abbia una ragione più che
bona per avermi interrotto durante la mia puntata! –
-Ragazzo! – un momento… questa non è la voce di
Nick! Non è la voce di Nick! – Ti sembra il modo di rispondere al telefono
questo! – tuona Pier all’altro capo. Mi prenderei a schiaffi… se sentissi
ancora il dolore.
-Scu…scusi Pier… non mi
ero accorto che fosse lei… - rispondo nervoso. Questa volta l’ho fatta davvero
grossa! Scommetto che Nick se la sta ridendo alla grande vedendo questa scena.
-Di solito tu rispondi in questo modo? – mi incalza.
Se si tratta di chi so io ovvio! Ma non posso certo dirglielo!
-N…no signore… si trattava solo di un innocuo scherzo
tra amici che volevo fare a Nick… - poi mi blocco un momento – Perché ha
chiamato lei signore? – di solito è compito del pennuto farlo. Se è Pier in
“persona” la questione deve essere davvero seria!
-Ah, giusto… i termini sono cambiati. Devi sbrigare
la tua missione entro ehm… che giorno è lì sulla Terra? –
-Eh…- guardo il calendario appeso al muro –
Mercoledì 19 febbraio signore. –
-Ti ringrazio. Credi di riuscire a terminare tutto
per il 25 febbraio? – chiede, come fosse una cosetta da nulla.
-Cosa!? Una sola settimana? Cos’è questa novità?! –
in tutti questi giorni sono usciti insieme, è vero, ma non credo di essere così
bravo da completare tutto in una sola settimana!
-Suvvia ragazzo! Non avevi detto di essere il
migliore? –
-Se l’ho detto mi rimangio tutto! E poi perché così
poco tempo? Mi avevate dato più di un mese per… -
-Le circostanze sono cambiate. Completa il tuo
lavoro entro il 19 febbraio, alle ora 18:27. – Addirittura i minuti contano…
nemmeno fossi di nuovo morto a quell’ora! Eh… credo di avere una sola risposta
da dare…
-Ok… farò del mio meglio per terminarla. Ma se non
dovessi riuscirci? –
-Vedi, un posto di libererà proprio quel giorno, e
non vorremmo lo prendesse un'altra anima più meritevole della tua. –
Oh no! No! No! No! Quel posto deve essere mio ad
ogni costo! –Lo consideri già prenotato dal sottoscritto! –
-Perfetto, allora farò il tuo nome. A presto. – e
riattacca.
Devo riuscire assolutamente a terminare il lavoro.
Non posso sopportare di stare un altro anno o che so io insieme a Nick. Mi
spedirebbero all’Inferno per aver pensato di far fuori un angelo!
L’unico problema è: come faccio a rendere le cose un
tantinino più veloci tra quei due? Se ben ricordo Betty è una che vuole andarci
piano… o almeno così credo, visto che non ha avuto molta esitazione nel baciare
Adrian l’altra sera! La base su cui lavorare è buona, ma non molto solida.
Bisogna rafforzare le fondamenta prima di iniziare a costruire il oro nido
d’amore.
So che penserete che non mi importi più nulla di
Betty. Grosso errore: mi dà un fastidio incredibile anche il solo saperla con
un altro a cena in questo momento, ma, purtroppo, io sono fuori dai giochi
ormai. Tanto vale renderla felice con un bravo ragazzo come Adrian, no? Sempre
meglio che uno di quegli squilibrati che girano al giorno d’oggi… Oh no… sembro
mio nonno! Sto invecchiando precocemente! Mi porto le mani al viso in segno di
disperazione.
All’improvviso sento che le orecchie mi fischiano.
Perché in un momento delicato come questo stanno parlando di me! Hi bisogno di
concentrarmi, ma come faccio con questo rumore nelle orecchie?! Possibile che
la gente mi pensi sempre mei momenti meno opportuni!?
A proposito… anche se non c’entra un granché con il
discorso di prima, chissà come se la sta cavando il giovane Adrian con Betty.
Spero non combini dei casini che potrebbero rallentare il lavoro. Avrei dovuto
insistere per accompagnarlo… se succede qualcosa posso dire ciao ciao al mio
bel posticino. Perché gli ho permesso di andare solo! Perché! Mi inginocchio e
alzo le mani al cielo in segno di disperazione. Come quando nei film dicono
“Maledizione!” dopo che un criminale ha sparato ad un amico. Restando in tema
film: in questo momento mi sento molto il poliziotto che, a un giorno dalla
pensione viene andato in una missione in cui probabilmente verrà fatto fuori.
Ciò che provo può essere espresso in questo modo.
Basta dire sciocchezze. Tutto quello che posso fare
ora è starmene qui seduto ed attendere che Adrian faccia ritorno, e sperare che
tutto sia andato bene! Nel frattempo cercherò di capire cosa succede in questa
stramaledettissima telenovela!
Sono appena rientrato a casa e trovo Derek davanti
al televisore che guarda una televendita di pentole… certo che è proprio
strano.
-Sono tornato…- mi sembra di essere di nuovo un adolescente,
al momento del rientro dopo le uscite con gli amici.
Derek si volta e mi vede. –Finalmente! – mi fa cenno
di sedermi accanto a lui – Vieni qui e racconta tutto a zio Derek, forza! –
faccio come mi dice. Più che sedermi, però mi accascio sul divano. Troppe
emozioni per una sola serata, e la testa mi gira un po’. –Allora, com’è andata?
– ed io che avevo paura di averlo ferito uscendo con Elisabeth, invece mi
sembra entusiasta di sapere… - Certo che sono entusiasta! Poi sono certo che
col vino che hai in corpo sarai sincero al cento per cento! –
Mi tiro leggermente su con la schiena, non è carino
starsene semi-coricati mentre si parla. – Uff… - brontola Derek –Pure da brillo
pensi all’educazione? – scuote la testa.
-Ti prego… non farlo… mi fa venire la nausea vedere
i tuoi capelli ondulare… - non sto per nulla bene. Mi alzo di scatto e corro in
bagno, dove… mi libero di tutto ciò che è all’interno del mio stomaco. Sapevo che
quelle lumache mi avrebbero fatto star male… perché le ho mangiate!
-Ehm…Adrian, tutto bene? – non riesco a rispondere,
al momento sono un po’ preso da ciò che sto facendo.
Dopo alcuni minuti mi riprendo un po’. Mi metto
seduto sul pavimento con Derek vicino a me. –Buttato fuori tutto? – mi chiede,
io annuisco semplicemente, portando la testa fra le ginocchia. Sono davvero
distrutto, non credo di avere la forza per alzarmi. Inizio a sentire la testa
leggera…
-Senti… devo dirti una cosa. Mi hanno chiamato e… -
ma non riesco ad arrivare all’ascolto della frase completa che tutto intorno a
me diventa buoi…
(Derek)
Non ci credo… sì è addormentato nel bagno?! Metto le
mani sui fianchi e sbuffo. Meglio portarlo a letto. Se dorme in questa
posizione domani avrà un mal di schiena terribile.
Odio farlo, ma non posso lasciarlo così. Entro nuovamente
nel suo corpo, come ho fatto stamattina, e mi dirigo verso la sua stanza. Scosto
le coperte e lo faccio adagiare sul materasso. Non mi sorprende che sia stato
male! Da quello che ho visto la dentro ha ingurgitato una quantità sproporzionata
di lumache… Esco dal suo corpo, non prima di averli fatto coprire bene, e poi
mi metto in piedi davanti a lui. Mi sa che dovrò aspettare domattina per sapere
i particolari della serata.
Non posso fare a meno, comunque, di ripensare alla
telefonata di Pier: a quanto pare il Paradiso non è diverso da un’azienda…
chissà se qualche angioletto ha perso le ali ed è per questo che il posto si è
liberato. Lassù sono meglio di un ufficio di collocamento!
Visto che non so che fare uscirò un po’ per una
bella passeggiata… sto diventando claustrofobico a forza di stare chiuso in
queste quattro (si fa per dire con due camere da letto, bagno spaziosissimo,
soggiorno e cucina) mura!
Non ho una meta precisa, girovago per le vie a caso.
Dopo, credo un’oretta circa, mi guardo intorno… non so perché ma questo posto
mi è familiare. Dò un’occhiata più approfondita. Ora ci sono! L’appartamento in
cui William abitava quando l’ho incontrato era da queste parti! Chissà se
riesco a trovare il palazzo…
Inizio la mia ricerca. So che ora abita in
periferia, ma quel luogo è pieno di ricordi. All’improvviso eccolo! Il palazzo,
con il bar in cui lavorava Maya. Mi affaccio alle vetrate. A quanto pare fanno
anche i turni serali.
Non trattengo un saltino di gioia quando vedo zia
Melinda la cameriera! è in gran forma devo dire. Oltrepasso il vetro… questo
potrebbero pulirlo un po’ meglio, però! Orrore!
Ed eccolo lì: il tavolo di William. Quanti ricordi
mi riaffiorano. Prima ha pensato fossi un ladro, poi un’allucinazione
fastidiosa e infine un angelo incapace… eh sì... bei tempi! Se ripenso alla
faccia che ha fatto quando gli ho detto dell’appuntamento con Maya mi viene da
ridere ancora oggi, e dire che sono stato la sua fortuna!
Chissà come stanno quei due ragazzi? Ho deciso, farò
una capatina da loro. Infondo in questo momento il mio protetto dorme nella
grossa, e sono le… dieci e mezzo di sera. Forse riesco a beccare William mentre
si reca a lavoro.
Mi dirigo verso la periferia della città. Mi sembra
di ricordare che loro abitino in quella zona. Deve essere stato un bel
cambiamento per William, non che prima vivesse nel lusso più sfrenato, ma comunque
abbastanza vicino al centro. Poi sono curioso di vederlo nella sua bella divida
da guardia notturna invece che con uno dei sui soliti completi.
Che scena dolce! Maya gli sta sistemando il colletto
della divisa e… ma è ancora incinta?! Quando ha intenzione di nascere questo
piccolino?!
Non resisto alla tentazione ed entro in casa. Tralasciando
l’orrore dell’attraversare l’interno degli oggetti… devo dire che l’arredamento
non si presenta affatto male. Deve averci pensato Maya, dato il tocco di
colore. William non ha tutto questo gusto!
-Amore… - mi metto ad origliare la conversazione,
anzi… più precisamente sono in piedi tra di loro. A quanto pare Will ha perso
la capacità di vedermi. Peccato, ma avrebbe fatto piacere fare due chiacchiere
col mio vecchio amico. –Dovresti essere a letto! Il bambino potrebbe nascere da
un giorno all’altro… forse è meglio che chiami a lavoro. Non mi sento
tranquillo a saperti sola – come sola!? C’è il tuo vecchio amico Derek qui! Ah…
già non mi vede…
Guardo Maya, che alza gli occhi al cielo. –Sempre troppo
preoccupato. Il medico ha detto che non si muoverà di lì prima di tre
settimane, quindi non dire stupidaggini e va a lavoro papà! – gli dà un bacio. Mi
volto nuovamente verso Will, che sorride. Altro che scenette premeditate, eh? Ancora
adesso mi chiedo come potevi fare una cosa del genere… con una Barbie versione
gigante poi! A giusto… i soldi. Mi scordo sempre questo piccolo particolare.
-Va bene. Allora vado, ma tu diritta a letto
mammina. Non si discute. – le dà un altro bacio.
-Agli ordini. – e lo spinge verso la porta. Mi avvio
verso la via di casa, ma prima mi volto ancora per vederli salutarsi prima che
lui vada. Sono una bella coppia. Come si dice “Dio li fa, poi li accoppia!”
Mentre cammino ripenso alla fatica che ho fatto per
convincere quell’avido di un arrampicatore sociale a scegliere una vita
semplice, ma piena di soddisfazioni. Per essere una prima missione non è stata
per nulla semplice. Tanto che stavo per andarmene all’Inferno di mia spontanea
volontà.
Eppure, malgrado il buon lavoro fatto, non sono
ancora andato in Paradiso… qui c’è qualcosa che non mi quadra per niente! Spero
solo che non cerchino di fregarmi un'altra volta…
N.d.A.:
Salve a tutte/i!! In questo capitolo mi sono lasciata prendere un po’ dalla
nostalgia, ed ho seguito il consiglio di virgi_chan_12, che ringrazio
moltissimo per l’idea ^^, di far rincontrare Derek con William… anche se,
purtroppo, non si possono parlare.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto. La fine di questa storia non è lontana, tenete
duro. Grazie a chi segue, recensisce o legge la storia!!^^
È già mattina e mi sento la testa scoppiare… ma chi
mi ha portato a letto? L’ultima cosa che ricordo è di essermi appisolato sul
pavimento del bagno, poi buio totale…
Vorrei alzarmi, ma appena scosto la schiena dal
materasso avverto un capogiro che mi costringe a coricarmi di nuovo… che cos’ho
combinato ieri sera!?
-Buongiorno Adrian! – la voce di Derek mi rimbomba
come se stesse parlando ad un megafono… che in effetti ha in mano. Ma dove
diamine lo ha preso. –Ti stai godendo i tuoi primi postumi da sbronza? –
-Ti prego… non urlare in questo modo… ho la testa
che mi scoppia… - mi premo il cuscino sulla faccia.
-Suvvia! Pensa che alla mia prima sbronza, mio padre
mi svegliò con il suono di un campanaccio. E per tutto il giorno ha urlato per
parlare con me, battendo in ogni occasione le mani su qualunque superficie. A
confronto un piccolo ed innocente megafono non è nulla, credi? –
-Vuoi dire che ti stai vendicando su di me per
quello che ti faceva tuo padre? – roba da matti!
-Comunque… vista la faccia che hai meglio se chiami
e ti dai malato per oggi… non sia mai che Betty vedendoti si penta di averti
portato fuori… - al suono di quel nome mi rabbuio un momento… ripensare a ciò
che mi ha detto mi fa male. Eppure ho ricevuto un bacio da lei… Derek si blocca
e mi guarda stupito. –Vi siete baciati? –
Oh no… sono sicuro farà una scenata adesso...
–Senti, avevamo bevuto un po’ tutti e due e … -
-Yuuuu!! – fa dei salti alti quanto il soffitto.
–Meglio di quello che speravo! – lo guardo stranito… ma fino a ieri non era
geloso di Elisabeth? Decido, comunque, di seguire il suo consiglio. Oggi
proprio non sarei in grado di far nulla di buono in ufficio. Prendo il telefono
a digito il numero.
-Federlines
Ldt, sono Miranda. – la segretaria di Elisabeth. Non si può definire una
brutta ragazza, ma è acida come il succo di limone!
-Miranda, sono Collins. Oggi non mi è possibile
recarmi a lavoro. Sono bloccato a letto con l’influenza… -
-Ok. Avvertirò la signorina Lewis, non appena
arriverà in ufficio. Si rimetta presto Collins. – detto questo riattacca. Cha
avevo detto? A parte il saluto finale preconfezionato è acida!
Torno a guardare Derek, che non ha ancora smesso di
festeggiare. –Sei impazzito? – gli chiedo, sinceramente preoccupato per la sua
salute mentale. Gli angeli possono impazzire? A guardare lui sì…
Mi guarda stupefatto. –Sono solo felice per te.
Questo è un grosso passo avanti! Pensare che fino a tre giorni fa a malapena le
parlavi! –
-Sì, ma è quasi tutto merito tuo… se non fosse stato
per te lei nemmeno mi avrebbe notato. – mi sto piangendo di nuovo addosso…
forse sono solo un bambino capriccioso.
-Che dici! Tu non sei un bambino capriccioso. Lo
dimostra quello che hai fatto per le l’altra sera. Un bambino capriccioso
avrebbe permesso ad un altro di stare con la donna di cui è innamorato? Non
credo proprio! Quindi smettila di piagnucolare e impegnati. –
Le sue parole mi fanno venire le lacrime agli occhi
dalla gioia. Lui crede davvero in me allora… - Poi ci restano solo sei giorni
per completare la missione…- aggiunge, facendomi cadere dal letto.
-Come solo sei giorni!? – urlo, incredulo. Perché
così poco tempo? Non ce la farò mai!
-Be’… mi hanno comunicato ieri il cambiamento.
Quindi dobbiamo metterci sotto ragazzo mio! – come fa ad essere così ottimista?
–Non sono ottimista, ma non possiamo permetterci il lusso di non esserlo. Se
avessimo più tempo mi metterei lì con te a piangere, ma non ne abbiamo! Per cui
ti consiglio di alzare il tuo dolce sederino e raggiungermi in cucina. Oggi
lezione sulle pratiche! –
Sbuffo – Sono a pezzi Derek… - mi lamento,
gettandomi sul letto di schiena e portandomi il dorso della mano sulla fronte.
-Suvvia, per così poco! – continua – Poi non vorrai
che questa povera anima perda l’occasione di andare in Paradiso, non è vero? –
assume un’espressione molto simile a quella del Gatto con gli stivale del film
“Shrek”. Mi fa una tenerezza! –Allora… farai questo piccolo sforzo per me? –
-Uff… non te lo meriteresti, ma … va bene. – mi alzo
dal letto e vado in bagno. Ho bisogno di darmi una sciacquata al viso prima.
Entro e per poco non cado a terra nel vedere il mio riflesso allo specchio: ho
due borsoni sotto gli occhi! Distolgo lo sguardo in fretta, mi butto un po’ d’acqua
sul viso e lo asciugo. Meglio andare in cucina come ha detto Derek e ascoltare
la lezione…
(Derek)
-Com’è possibile che non capisci quello che devi
fare!?- sbotto dopo venti minuti che ripeto la stessa cosa. Cosa c’è di
difficile nel compilare un contratto! – Avanti, questo dovrebbe essere pane per
i tuoi denti! –
-Non riesco a metterlo in testa, va bene! Ci sono
così tanti punti da inserire e mi confondo! –
-Suvvia! Sono così ovvi che perfino un bambino li
saprebbe! Definire il cliente; l’oggetto del contratto; modalità di pagamento;
la disponibilità o meno dei prodotti; tempi di consegna di essi; il prezzo
cadauno; garanzie sui prodotti nel caso in cui giungessero al destinatario con
vizi di fabbricazione o danneggiati durante il trasporto; metodi di
risarcimento e assistenza e metodi di risoluzione del contratto! Non mi sembra
così difficile da ricordare! – mi giro e vedo Adrian che mi guarda stranito.
-Non ce la farò mai… nemmeno in un milione di anni. –
appoggia la fronte sul tavolo –Come fai a ricordare tutto? –
-Ho fatto tanta di quella gavetta che ho dovuto
allenare la memoria. Pensa che all’inizio mi facevano compilare le fatture e i
DDT…-
Aggrotta le sopracciglia. –Gli insetticidi. –
Come nei cartoni animati finisco a gambe all’aria,
per poi rialzarmi e urlare. –Ma che dici! DDT: Documento Di Trasporto! –
-Ah… hai lavorato un po’ in tutti gli ambiti allora…
-
-Già. Il segreto è non arrendersi mai. Quindi basta
perdere tempo, e mettiti d’impegno! –
Ricomincio lo spiegone. Non so perché, ma credo ci vorrà
un po’ prima che capisca…
N.d.A.:
Salve a tutti/e!! Ehm… scusate per il “momento del prof” di Derek, ma la mia
parte “secchiona” ha rispolverato un po’ di nozioni di diritto e economia delle
superiori ^///^ Che spero di aver ricordato bene… “-.-
se così non è scusate ç.ç
Detto
questo spero che il capitolo vi sia piaciuto. Spero non sia risultato noioso…
Grazie
a chi ha letto gli altri capitolo, chi li ha recensiti e a chi segue la storia!
-Bene, dai… è meglio di quello che credevo. – dico,
guardando il facsimile di un contratto compilato da Adrian. Ci sono volute più
di dieci ore, ma alla fine qualcosa l’ha imparato! In fondo, come si dice “Roma
non è stata costruita in un giorno” … nemmeno in sei giorni se per questo, ma
io non devo costruire Roma! Devo solo aiutare questo ragazzo ad essere un po’
più efficiente nel suo lavoro, e questo è più che fattibile.
-Dici sul serio? – mi chiede meravigliato. Non
sembra molto abituato ai successi.
-Sì, mai stato così serio in vita mia. Hai fatto un
buon lavoro. – se potessi gli darei una pacca sulla spalla, ma meglio limitarsi
alle congratulazioni. –Direi che per oggi possiamo ritenerci soddisfatti.
Continueremo domani. –
-Grazie al cielo… - esclama Adrian –Ho la testa che
mi scoppia! – ah già… mi ero completamente dimenticato del suo piccolo
malessere. Comunque non si è lamentato, e se lo ha fatto io non c’ero.
-Forza, ora ti puoi godere un po’ di meritato
riposo! E domani, quando tornerai dal lavoro, continueremo, felice? –
-Come un tacchino prima del giorno del
Ringraziamento! – questo ragazzo sta diventando un po’ troppo sarcastico per i
miei gusti…
-Oh ho… prendete una bottiglietta, qui si fa dello
spirito! * Pensa meno alle battutine e impegnati di più! Se vuoi che Betty…- ma
non finisco la frase, che qualcuno suona al citofono. Adrian si alza e va a
rispondere.
Possibile che debba sempre essere interrotto da
qualche aggeggio che suona!? La tecnologia ci sta rendendo impossibile
interagirne di persona con gli altri!
Adrian alza la cornetta e sgrana gli occhi, poi si
volta verso di me. –E’ Elisabeth…- sussurra –Che faccio? – oh no… siamo
retrocessi!
-Ah non so… aprirle la porta non sarebbe male! –
avevamo già fatto dei progressi… tutto in fumo a quanto pare!
-S…Sali… - riattacca e mi guarda. –E appena è qui…
che le dico? -
-Figlio mio lasciatelo dire… sei un caso cronico! Ci
sei uscito ieri no? E comportati come hai fatto allora! Se ti ha baciato un
motivo ci sarà… -
-Ecco… a proposito di questo… - alzo un
sopracciglio. Cos’è che non mi ha detto? Devo iniziare a preoccuparmi? –Subito
dopo lei mi ha… ecco… mi ha detto che… non era uguale a quello della sera
prima… ha notati che c’era qualcosa di diverso… -
Strabuzzo gli occhi –E tu che le hai detto?! – sento
che quel bel posticino in Paradiso si allontana inesorabilmente.
-Ehm… nulla… le ho detto che era meglio se andavo a
casa… - dalla tasca tiro fuori un fazzoletto e inizio ad asciugarmi le lacrime,
che se potessi piangerei.
Ecco… il mio posto se ne va… mi viene voglia di
alzare il fazzoletto e muoverlo all’aria, urlando “Addio…Addio… Non ci
rivedremo mai più!” continuando a piangere. Perché, destino crudele, ci vuoi
separare a tutti i costi!
-Derek… Derek ti senti bene? – Adrian mi passa una
mano davanti agli occhi.
Mi getto ai suoi piedi in ginocchio e con le mani
congiunte – Ti prego… ti prego… dimmi che mi stavi prendendo in giro! – mi
vorrei aggrappare ai suoi pantaloni e implorarlo ancora di più. Non è
possibile… ogni volta che sono vicinissimo alla meta… ecco che i miei protetti
combinano un casino!
-D…Derek… non sapevo che fare! Cosa potevo dirle? –
-Una frase ad effetto, tipo “Invece tu baci
esattamente come mi ricordavo” e prenderla di nuovo fra le braccia. È stata lei
a baciarti, no? Non credo avrebbe sgradito! – ho i miei dubbi su ciò che ho
appena detto, ma sarebbe stato comunque meglio che scappare!
Suona il campanello. -È lei… - diciamo all’unisono
Adrian e io.
-Va ad aprire! – gli ordino, mentre vado nella
stanza accanto per sentirli parlare. Lo so che lei non mi può vedere, ma voglio
dare un’occhiata al comportamento di Adrian senza di me. E poi non sono del tutto
certo di cosa potrei fare io… sono una contraddizione “vivente”, lo so!
-C…ciao… che sorpresa… - inizia lui. Forza ragazzo,
un po’ più di convinzione!
-Ciao, Miranda mi ha avvisata che non ti sentivi
troppo bene, ed ho pensato di venire a farti un saluto… ti senti un po’ meglio?
– e riecco il tono di voce che mi ricordavo! Questa è la vera Betty! Non
quell’acida di pochi giorni fa.
-S…sì… grazie… pr…prego,
accomodati. –
-Grazie… - senti dei passi. Credo sia entrata in
casa…
(Adrian)
Trovarmela qui davanti dopo ieri mi mette un po’ in
imbarazzo, ma devo farmi forza. Ma dov’è Derek? Fino a due minuti fa era in
salotto!
Elisabeth si volta e mi guarda negli occhi. –Volevo
anche scusarmi con te per ieri sera… sono stata inopportuna. – credo si
riferisca al commento del bacio… non posso certo darle torto, ma nemmeno dirle
“Hai perfettamente ragione, sei stata una stronza con i fiocchi…” non posso
farlo! Perché il mio angelo custode non è con me quando mi serve il suo aiuto!?
-Nulla… figurati… - Derek! Vieni immediatamente qui!
Sento una voce provenire dall’altra stanza.
–Scordatelo! Devi imparare a camminare sulla tue gambe! –
“Come sarebbe a dire!? Tu non dovresti aiutarmi?”
-È quello che sto facendo. Permettendoti di far da
solo ti sto abituando ad affrontare certe situazioni anche dopo la mia
partenza. –
Adesso doveva darmi una lezione di vita?
-Collins… stai bene? – Ecco, lo sapevo, mi sono
incantato in silenzio un’altra volta. Elisabeth mi mette una mano sulla fronte.
– No, caldo non sei, ma forse è meglio se ti siedi… -
-C…certo. Andiamo in salotto… - ci dirigiamo verso
il divano. Ok Adrian, ora sei solo con lei. Cerca di non combinare casini.
-Adrian, senti io… - è la prima volta che mi chiama
per nome… che suono dolce pronunciato da lei… No! Non ricadere nel vecchio
vizio! –Io… credo che siamo partiti con il piede sbagliato… ecco… intendo dire
che forse…- Elisabeth imbarazzata?! Non l’avevo mai vista così! –Oh, insomma.
Quello che volevo dire è che mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio… se tu sei
d’accordo… - distoglie lo sguardo da me e un leggero rossore le dipinge le
guance.
Sogno o son desto… qualcuno mi dia un pizzicotto, è
troppo bello per essere vero…-Vuoi dire
che vorresti uscire di nuovo con me? – chiedo incredulo.
-Se… se tu sei d’accordo… - accenna un timido
sorriso.
La tiro a me, dimenticando tutto l’imbarazzo, e
l’abbraccio –Certo che lo sono! – lei si scosta leggermente e mi bacia.
-Bel colpo ragazzo! – dice Derek, apparendomi
davanti e alzando il pollice.
(*) Questa è
una frase che a casa mia è ripetuta molto frequentemente da mio padre e mio
fratello durante i loro battibecchi, che mi danno davvero molta ispirazione per
le alcune scene descritte ^.*
Sono già passati cinque giorni. Cinque giorni in cui
Elisabeth e io ci siamo visti praticamente ogni sera. Mentre nel pomeriggio ho
il mio solito impegno con Derek.
Tra poco andrò a prendere la mia… è prematuro dire
fidanzata, giusto?
-Abbastanza… - mi risponde Derek, “seduto” come al
solito sul divano a guardare a TV.
-E come dovrei chiamarla, scusa? –
Alza le spalle. –Betty mi sembra più che sufficiente.
–
Sgrano leggermente gli occhi. –Sei sicuro? Non ti
dava fastidio la chiamassi così? –
Si alza ed incrocia le braccia. – Ormai mi sono
abituato a vedervi fare i piccioncini. E poi se avessi voluto rovinarti la
festa lo avrei già fatto, giusto? –
Non posso dargli torto. Vorrei abbracciarlo in
questo momento, ma so che non gradirebbe la sensazione. Mi volto verso di lui e
lo vedo allargare le braccia. –Forza amico, abbracciami! – gli passo attraverso
nel goffo tentativo di afferrarlo, e lo vedo stringere gli occhi.
-Toglimi una curiosità… cosa si prova quando
qualcuno ti passa attraverso? –
-È una sensazione orribile. Come vedere con una
sonda l’interno di qualunque cosa… fa venire il voltastomaco! –
Annuisco. Mi volto e guardo l’orologio. È tardissimo,
devo correre da… Betty. Guardo Derek che sorride. –Finalmente hai avuto il
coraggio di chiamarla così! –
-Ora è meglio che vada. Ci vediamo dopo Derek. –
-Addio Adrian… - mi blocco. Addio? Che vuol dire?
Lo cerco con lo sguardo, ma lui è sparito… una
piccola lacrima mi riga il volto. –Addio amico mio… -
(Derek)
E rieccomi di nuovo qui nell’anti-Paradiso! Mi guardo
in torno e non c’è nessuno. Come sarebbe a dire!? Io torno da gran vincitore e
nessuno viene ad accogliermi!? Questa la metto in conto con il resto!
Ora devo trovare Pier. L’altra volte sia lui che il
pennuto erano qui ad aspettarmi… ma forse Nick c’era perché sperava che mi
spedissero all’Inferno. Povero illuso!
Mi incammino… spero davvero che le cose tra Adrian e
Betty funzionino. Forse lui è un po’ tonto, ma è un bravo ragazzo. E lei… se
devo essere sincero mi ha già sorpreso il fatto che non le importi che lui sia
più giovane!
Chissà… forse se fossi stato ancora vivo saremmo
tornati insieme, oppure io avrei proseguito a mia vita e Betty avrebbe
conosciuto Adrian in qualche modo. Queste sono domande a cui non troverò mai
una risposta… quello che invece vorrei sapere è dove sono finiti tutti!
Di solito non si può muovere un passo senza
inciampare in qualcuno, oggi invece sembra il centro il giovedì pomeriggio!
-Derek, finalmente sei arrivato! – dice una voce
alle mie spalle. Mi volto ed è Pier. Stavo per chiamare “Chi l’ha visto”!
-Ben trovato Pier. Ha visto? Con un giorno di
anticipo! –
Lui scuote la testa. –Affatto, sei arrivato giusto
in tempo… devo farti i miei complimenti, hai completato la tua missione in
tempo record.
-La ringrazio… - arrossisco leggermente, sempre che
possa arrossire…
-Non montarti la testa! – ed eccolo qui, il mio
pennuto preferito! – Era una missione semplice. –
Lo fulmino con lo sguardo. –E secondo te era
semplice?! Dovevo far in modo che un altro uomo facesse innamorare la mia
ragazza! –
-Ex ragazza Derek. Ex ragazza. L’avevi lasciata, non
scordartelo. – vi prego, trattenetemi o non mi controllo più!
-Comunque sia è stata una persona importante per me!
– concludo, incrociando le braccia e sbattendo un piede. Sembro tornato bambino…
-Oh suvvia ragazzi, non litigate… - si intromette
Pier – Derek. Finalmente ti spetta un posto in “Paradiso” – perché non mi piace
il modo in cui ha pronunciato quella parola? Sembrava una presa per il luogo in
cui non batte il Sole…
-Mi scusi, ma è sicuro che ci sia questo posto? –
non sono più così convinto ora… e lo sguardo di Nick non mi rassicura per
nulla. Perché mi guarda con quel sorrisetto sulla faccia?
-Certo che sono sicuro. Vedi figliolo… ti abbiamo
osservato ed abbiamo capito quale sarebbe per te il “paradiso” adatto… -
Nemmeno il tempo di replicare che mi scaraventano
giù. Oh no! Di nuovo! Ci sarà mai un po’ di pace per meeee….!!!
N.d.A.:
Salve a tutti/e! Ecco il penultimo capitolo. Ed ecco il colpo di scena finale. Chissà
cos’hanno in mente per il povero Derek questa volta…
Colgo
l’occasione per ringraziare chi segue, legge e recensisce la storia!!^^
Basta! Voglio un avvocato! Adesso sono pure al buio,
ma perché devo capitare sempre in situazioni così assurde!
E perché mi sento tirare in questo momento! Mi viene
voglia di piangere!
-Ueeehhhh! Ueeeeehhhh! – Oh no! C’è pure un moccioso nei paraggi! Ma perché
nessuno lo fa smettere. E soprattutto come mai all’improvviso la temperatura si
è abbassata! Cos’è si fa economia sul riscaldamento!?
Aspetta un momento… sento freddo? Com’è possibile
che un’anima senta il freddo!? Apro un poco gli occhi, nemmeno sapevo di averlo
chiusi… forse è colpa della luce che d’improvviso mi ha investito…
C’è un tizio con una mascherina che mi guarda… ma
chi diamine è? Mi guardo intorno e ci sono un mucchio di persone a guardarmi…
-Congratulazioni signora… è un bel maschietto! –
esclama il tizio. Ma che vuol dire… e che vuol fare con quella forbice in mano?
No, no… stammi lontano! Garda che ti pesto! Nemmeno il tempo di finire che
taglia qualcosa.
-Oh… ma com’è agitato questo piccolino… - dice una
donna, e mi sento sollevare. A chi stai dando del piccolino donna! Ho quasi
trentacinque anni! Cosa! Può vedermi! Qualcuno, cortesemente, mi spiegherebbe
che succede?! Ho di nuovo voglia di piangere!
-Ueeehhhh! Ueeeeehhhh! – No! Sono io il moccioso che piange! Vi prego,
ditemi che è un incubo!
-Su piccino… ecco ora ti portiamo dalla mamma e dal
papà, contento? – mamma e papà? Se questo è uno scherzo non è divertente
ragazzi!
Mi appoggiano su qualcosa di soffice, e sento un
odore che mi è familiare. Alzo lo sguardo e vedo due occhi nocciola guardarmi
amorevolmente… non ci credo. Ma è Maya!
-Ciao amore mio… - dice commossa e mi accarezza
dolcemente la testa. Quindi se Maya è la mia mamma… il mio papà è…
Sento un’altra presenza e un’altra mano sulla testa.
–Ehilà giovanotto… benvenuto tra noi… - anche se un po’ incrinata dal pianto
riconoscerei quella voce fra mille! È William! Il mio papà!
Quella che credo essere l’infermiera mi solleva
nuovamente. Proprio ora che avevo trovato la posizione per un pisolino… -Forza
papà, prenda il suo cucciolo. – e che sono ora, un cane?!
Sento cambiare il mio appoggio, da saldo e sicuro
diventa tremante e instabile… Pier, se mi vuole bene, impedisca a Will di farmi
cadere. Sono appena nato!
-S…sicura che non rischio di romperlo? – infermiera!
Infermiera! Mi salvi, c’è un pazzo che dice di essere mio padre, che mi sta
tenendo in braccio!
-Suvvia, non sia sciocco. Basta che gli sollevi la
testa. – sento la mano di Will appena sotto il collo. Devo dire che ha un tocco
davvero delicato.
Finalmente riesco a vedere il mio papi negli occhi. Sono
arrossati dal pianto. Oh… ma che orsacchiotto tenerone! E dire che un tempo era
abominevole!
Si muove verso Maya e si siede accanto a lei. –Sei stata
bravissima amore mio… - si china leggermente e la bacia. Ehi! Attento a non
schiacciarmi! Ci sono anch’io!
La mamma mi poggia una mano sulla testolina pelata,
spero mi crescano in fretta i capelli! –Siamo stati bravissimi vorrai dire. – eh
papà, lo so pure io che i bambini si fanno in due! Un giorno ti spiegherò la
storia delle api e dei fiori, non preoccuparti.
-Come lo chiamiamo? – chiede la mamma. Oh che bello.
Potrei dirlo all’infinito: mamma, mamma, mamma… Però, giusto papi, parliamo di cose serie. Quale
nome mi griderai dietro quando combinerò qualche guaio?
Ci pensa un po’ su. Mi vanno bene tutti, tranne
Nick! Ti prego non Nick!
-Stavo pensando a… - incrocio le dita. Papà, non
farmi già un torto a nemmeno un’ora di vita! Se me lo fai ti giuro… ti giuro
che appena potrò ti prenderò l’auto di nascosto e la farò andare diritta contro
un muro! -… a Derek. Ti piace come nome amore? – Oh… mi sto per commuovere! Avrò
il mio nome! Non mi dovrò abituare ad essere chiamato con un altro nome!
-Derek… - mamma mi guarda negli occhi – Che dici… ti
piace piccolo? – ricambio il suo sguardo e mi sforzo di sorridere, o almeno di
fare una cosa simile ad un sorriso… mi devo riabituare ad avere un corpo tutto
mio. Lei sorride. –Be’, direi che è approvato! – grazie mami!
Oh, vedrete sarò un figlio… più o meno perfetto. Cercherò
di combinare pochi guai, ma sul fatto dell’auto non garantisco nulla. Che bello!
E chi lo avrebbe detto che il Paradiso, per me,
sarebbe stato qui sulla Terra con William e Maya!
Sono sicuro che trascorrerò una bellissima vita con
la mia mamma e il mio papà!
Fine.
N.d.A.:
(Fa spuntare fuori la testa per controllare che nessuno le tiri addosso nulla…)
Ehm… signore e signori eccoci giunti al capitolo finale! Lo so, lo so… l’ho
menata mai tanto per l’ingesso al Paradiso di Derek, e alla fine l’ho fatto tornare
sulla Terra… vi prego non picchiatemi!! Ç.Ç
Spero che la sorpresa finale vi sia piaciuta, se così non è chiedo venia…
Chiedo
scusa anche per gli errori di battitura presenti nell’intera storia.
Grazie
di cuore a chi ha avuto la pazienza di leggere questa storia ^^ Grazie a chi l’ha
inserita tra le seguite e, per ultimi ma non per importanza, a chi ha recensito
i capitolo!