La scuola media: l'invenzione peggiore

di biberon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - breve introduzione/ la corsa a tre gambe con le prof ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - mensa ***
Capitolo 3: *** Le lezioni di matematica ***
Capitolo 4: *** I film in classe e orzobimbo ***
Capitolo 5: *** La corsa il tempo ***
Capitolo 6: *** A.A.C ***
Capitolo 7: *** Ballo Natalizio ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - breve introduzione/ la corsa a tre gambe con le prof ***


Breve introduzione:
Dopo la mia traumatica esperienza delle medie ho deciso di condividere con voi un manuale di sacra sopravvivenza. Scherzi a parte, qui sono raccolti i dettagli e particolari orribili, disgustosi, tremendi, peggiori che possiate immaginare … sulle scuole medie!
Avvertimento: non potrò aggiornare per la prossima settimana, sarò in montagna senza wifi. Alla prossima, allora.

 
 
La corsa a tre gambe con la prof:
Esiste una malattia, pericolosa quanto comune, chiamata “NONHOVOGLIADIALZARMIDALLETTOALMATTINOSI”
 
Scheda medica:
La nonohovogliadialzarmidallettoalmattinosi si manifesta soprattutto sui ragazzi daglu undici ai sedici anni, e colpisce in particolar modo i ragazzini delle medie.
Sintomi: occhiaie, imprecazioni, ciabatte che volano, tonfo sordo (prodotto da chi cade dal letto nel tentativo di alzarsi con gli occhi ancora mezzi chiusi, sporche bugie (mamma, mamma, non mi sento bene oggi, posso restare a letto?) rabbia, perdita di oggetti, disperazione (non voglio andare a scuolaaaaaaaaaa) , capelli strappati, lusinghe (mamma, sei stupenda oggi! A proposito, posso restare a casa da scuola?) suppliche (mamma ti prego non farmi andare a scuola!!! Ti imploro, mi metto in ginocchio adesso!) urla (NON VOGLIO ANDARE A SCUOLA!) discorsi da emo (ecco. Odio la mia vita. Oggi andrò a scuola come ogni fottuto giorno. Odio la mia vita. Voglio ammazzarmi. Odia la mia vita. Mi prenderanno in giro. Odio la mia vita. Non ho fatto i compiti. Odio la mia vita. A proposito, vi ho già detto che odio la mia vita?) scavarsi la fossa (mamma, non ho fatto i compiti, ti prego fammi restare a casa!) fare rivelazioni shockanti ai genitori in modo che si dimentichino di portarti a scuola (mamma, sono in cinta da una lumaca mutante.”  “e allora”  “la lumaca era presbite.” “OMIODIO!”) inizare a farneticare nella speranza che i genitori portino il figlio/a all’ospedale invece che a scuola (Mamma, mamma, mi sono messo le mutande della vicina come strato di pelle supplementare per sembrare più grassa e per nascondere la scritta “POPEYE” che mi sono tatuata sulla natica destra!)  e molti altri sintomi di questo genere.
Quando si manifesta: ogni mattina.
Cura: pensare che prima o poi le medie finiranno.
 
Una volta superato lo shock di questa malattia e aver compreso che è impossibile convincere i genitori a farsi lasciare a casa, si passa alla fase successiva: la fatidica CORSA A TRE GAMBE CON LA PROF.
Che in realtà non centra nulla con le tre gambe, era solo un modo di dire.
Arrivate a scuola, stremati, siete ancora in convalescenza dalla nonohovogliadialzarmidallettoalmattinosi e ad un tratto noti che la prof è qualche metro davanti voi  e sta per entrare in classe.
Non volete entrare dopo di lei per evitare l’ennesima nota, così accellerate  il passo e le vai avanti di qualche centimetro.
Lei ti nota e acellera anche lei per non farvela passare liscia.
Allora voi acellerate di più sperando di spuntarla, e si va avanti così finchè non arrivate in classe dopo che la gara si è trasformata in una vera e propria corsa.
Voi vi sedete al vostro banco, soddisfatti di averla spuntata ancora e di aver vinto, alchè lei allunga la mano verso il vostro banco e dice: “Consegnami il diario.”
“Perché mai, prof?”
“Nota.”
“Ma se sono arrivato prima di lei?!”
La nota ve la beccate comunque, perché non si corre nei corridoi.
Morale: se ti devono punire o gli stai sui gabbasisi, per punirti i prof un modo lo trovano sempre. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - mensa ***


Angolo della'utrice: AVVERTENZA SPECIALE: capitolo non adatto ai deboli di stomaco. Davvero ... stomachevole! X,D scherzi a parte, contiene riferimenti a angoli oscuri della mensa ... leggete e saprete, ma non se siete deboli di stomaco.


Mensa.
 
Dopo un’estenuante quanto noiosa mezza giornata di tortur … (coff coff) scuola orripilan … (coff coff) normale (coff coff. No, sl serio, mi si deve essere incastrato qualcosa in gola.), vai a mensa, affamato come se stessi su un’isola deserta da tre giorni.

E lì ti aspetta qualcosa di incredibile, strabiliante, qualcosa che va contro la scienza, la fisica, la chimica e tutte quelle cose che insegnano i prof mentre tu pasticci sul quaderno: la mensa.

L’aula mensa è grande, per lo meno.

Da fuori non sembra neanche tutto sto’ granché.

Bene, poi entri e ti accorgi che Dante ci era andato leggero, con la descrizione dell’inferno.

I tavoli solitamente sono divisi in tre categorie: popolari, sfigati, e quello al centro si divide in due: strambi e normali.

Ti siedi al tavolo dei normali, il più lontano possibile dagli strambi, specialmente quando noti che uno dei tuoi compagni sta prendendo furiosamente a coltellate un pezzo di pane urlando “Muori bastardo infido” (oltretutto, senza sapere nemmeno cosa significhi infido. Probabilmente è convinto che si tratti di una rara razza di cane giapponese).

Ti avvicini lentamente, muovendo centimetro dopo centimetro la sedia, che quando si muove fa un rumore simile alle urla furiose di una donna con le doglie, e ti avvicini sempre di più al muro.

Quando ormai i tuoi capelli sono a pochi centimetri dal muro ti fai una domanda: che cos’è quella strisciata marrone spessa e appiccicosa attaccata sul muro?!

Capisci che è meglio non farsi domande e ti scosti giusto un po’.

Dopodiché, uno dei ragazzi popolari (o ragazza, se sei un maschio) ti si avvicina e ti chiede se gli puoi dare il tuo panino.

Incantata lo/la fissi con aria sognante e metti le dita sotto la sedia.

UN ERRORE MADORNALE.

E poi dici, dimenticandoti di chi hai di fronte: “Perché ho le dita INCOLLATE al sotto della sedia?!”

Il tipo o la tipa ti si allontana con la faccia tipo “non avrei mai dovuto venire al tavolo degli strambi” e tu corri in bagno per cercare di disinfettarti le mani dal tocco letale delle caccole-sotto-le-sedie. Ci sarebbe qualcosa da dire sui bagni, ma lo lascio al prossimo capitolo.

Torni nell’aula mensa e vedi che stanno arrivando le commesse con dei piatti fumanti di minestra.

Hanno tutte in testa delle cuffiette ridicole e le loro dita sono igeniche quanto uno sturalavandini usato come stuzzicadenti di un ratto di fogna.
Cominciano a dire, con la loro voce morbidamente ODIOSA, “Attenti, manine dietro la schiena, scotta, soffiate.”

A questo punto, con il sistema nervoso più spinto che urtato vorresti alzarti e urlare “NON HO TRE ANNI SONO ALLE MEDIE!”

Invece ti limiti a stare lì a fissare quella zuppa di dubbia provenienza che emana un odore simile ai succhi gastrici e alla benzina.

Pensiero:

Perché il mio piatto si sta sciogliendo?

Quella non è mica una saponetta? (riferendosi a qualcosa di solido e rosato nel tuo piatto)

Poi parte la grande caccia effettuata dai tuoi compagni.
Gioco:

Regolamento:
All’arrivo della zuppa tutti i partecipanti dovranno aspettare il via del capogruppo per inizare a giocare.
Ciascuno dovrà cercare, con l’ausilio del solo cucchiaio, corpi estranei all’interno dei proprio piatto. Al termine della gara, ognuno esporrà il proprio bottino.
Chi vince avrà diritto alla doppia porzione di dolce.

Punteggio:

Etichetta di un capo vestiario 10 pt.

Pezzo di plastica 20 pt.

Capelli = 1= 5 punti, 2 = 1° punti, etc a seconda dle numero di capelli

Ciglia 30 pt

Inchiostro 50 pt

Forfora 60 pt

Generi di alimenti provenienti da altri piatti (es pesce, pomodoro etc) 30 pt

Pezzo di stoffa 70 pt

Unghia 80 pt

Pelle morta 80 pt

Lente di vetro 90 pt

Moneta da un centesimo 100 pt
 
Lo so.
Che schifooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!
Poi arriva il dolce.

Yum, budino al cioccolato.

No.

La tua reazione?

“NO. Budino al cioccolato? NO.”

Perché?

Appena arrivano i vasetti tutti i maschi, indipendentemente dal loro tavolo, li aprono quasi contemporaneamente, ne versano metà dentro il bicchiere dell’acqua e li mescolano con il coltello finché non diventa acqua marrone simile a diarrea.

E poi?

Inseguono tutte le femmine della classe e le spruzzano, alcune gridano, altre piangono, la prof è in bagno.

Risultato?

L’inferno!

Così tu ti nascondi sotto il tavolo per non far parte di questa orribile mischia, e indovina?

Scopri un mondo.

Sotto quei tavoli c’è di tutto: pezzi di mele, posate, acqua rovesciata, togliali bucati, il pezzo di pane che il tuo compagno prenedeva a coltellate …

Poi senti un tonfo sordo dietro di te.

Ti giri, guardi il sotto del tavolo, eh … sì.

Una lunga, disgustosa, vomitevole stalattite di caccole secche.

:,(
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Le lezioni di matematica ***


Premetto che se qualcuno di voi appartiene a queste categorie la mia intenzione non è certo di offenderlo, ma solo di far sorridere chi legge.

Capitolo 3, le ore di Matematica.
Se c’è una cosa insopportabile sono le ore di matematica.
Principalmente perché la classe si divide in una serie di categorie e sottocategorie (sotto nel senso SOTTO la media intellettiva delle persone normali) a seconda del tipo di carattere.
Suona la campanella, tu entri, e sai già che non sarà un’ora facile.
PDS= prosciugamento di sangue.
Quello che affluisce al cervello.
Le ore di matematica dovrebbero essere molto istruttive e aumentare le capacità intellettive, ma per colpa di come sono eseguite (sia dai prof scadenti che dagli alunni … lasciamo stare) hanno la capacità di trasformare le persone normali, magari VERAMENTE interessate a fare matematica in vegetali che vogliono solo uscire al più presto da quell’aula piena di orrori.
Ma vediamo ora meglio le categorie: (ci tengo a precisare che se qualcuno appartiene ad una di queste categorie non si deve offendere, questi sono stereotipi portati all’estremo, una forma di satira per la vostra gioia (come no))
 
I secchioni:
Capaci di sopportare fino a cinque ore di nozionismo della stessa materia di fila da soli nella propria stanza nel tempo libero, i secchioni  possono essere di tutti i generi. Generalmente ci sia aspetta che un secchione sia il classico acneico nano con occhialoni e apparecchio. (E qui dico una cosa. Qualcuno dovrebbe spigarmi che diavolo c’entra la miopia con la voglia di studiare.) Questi esseri sono in grado di imparare a memoria libri interi, virgole e punti compresi, ma se farete loro una domanda che non sia tra quelle proposte dal libro, del tipo “cosa ne pensi della democrazia?”, cadono in un mare di circonlocuzioni indecifrabili per farvi giungere ad una semplice conclusione. Non hanno capito nulla, hanno solo imparato decine e decine di pagine fruscianti per la gioia della prof (ma un po’ meno per chi ascolta.)
A volte possono anche essere tra il gruppo dei fighetti, e sfoggiare il loro dieci come un premio nobel (forse per la memoria, più che altro.)
 
I ruffiani:
Coloro che appartengono a questa categoria possiedono uno speciale potere magico: la capacità di portare dalla propria parte chiunque in qualsiasi situazione per qualsiasi motivo.
Di solito si trovano nei primi posti e sono in possesso di un corredo completo “ruffianeria”, un po’ come quelli che allegano alle barbie nelle confezioni speciali da 50 euro (cinquanta euro per un pezzo di plastica con gli occhi inquietanti?!)
Ruffianetor: grazie a questo speciale prodotto potrete avere anche voi a portata di mano qualcuno che vi sostenga e vi faccia complimenti. Ruffianetor è comodo, leggero, facile da trasportare e ti segue ovunque! Ruffianetor: per chi vuole sentirsi idolatrato, sempre!
(batterie non incluse nel prezzo)
 
Il corredo speciale è composto da:
Matite colorate (per colorare meglio i disegni dei compagni in difficoltà, ovviamente per pura bontà d’animo (SESE)
Smartphone (per farsi le foto insieme alla prof)
Gessi personali (in caso finissero, non vorrei mai che si sospendesse la lezione *fa gli occhioni dolci alla prof*
 
I trasgressivi:
I trasgressivi sono coloro che sotto la parola figo, di solito abbinano lanciare pezzi di carta premasticata o gomme da masticare sulla nuca di coloro che sono nella fila di banchi di fronte a loro.
Di solito pesano dai 45 agli 80 chili tra muscolatura e grasso corporeo, e si possono trovare negli ultimi banchi in fondo, il più lontano possibile dalla prof.
Spesso si tirano oggetti pericolosi come coltellini o accendini da un banco all’altro, e passano le lezioni cercando di scavare città futuristiche per talpe in miniatura dentro i banchi (avete presente quei grossi buchi che si trovano ogni tanto???)
La loro particolare abilità sta nello sputare pezzi di carta bagnata di saliva sui muri, sul soffitto e sui vetri. (non scherzo, esistono DAVVERO. Lo so per esperienza.)
Così, quando un giorno comune ti senti atterrare un pezzo di carta dura e secca in testa sai di che cosa si tratta.
 
L’autodidatta:
Questa creatura mitologica è molto rara e quasi in via d’estinzione, ma è una fortuna per l’umanità data la sua aggressività, spesso letale.
Più o meno a tre quarti della lezione di matematica, quando la prof spiega un nuovo concetto, si può assistere a un fenomeno incredibile, nelle classi in cui sono presenti questi individui:
molta gente sprofonda, si lascia scivolare fino al pavimento usando la sedia come scivolo, altri si fanno una barricata di quaderni, qualcuno si nasconde dietro l’astuccio, circa metà classe chiede di andare in bagno, certa gente cerca di provocarsi il vomito per andarsene dalla classe e c’è addirittura chi cerca disperatamente una via di fuga dalla finestra.
Perché? Perché queste creature hanno come unico scopo ed obbiettivo contestare qualsiasi cosa venga detto dalla prof in qualsiasi momento.
Facciamo un esempio: il teorema di pitagora.
È un teorema. Di pitagora.
Come può uno di terza media mettersi a contestare una cosa del genere? Tutte le altre categorie si limitano a d ascoltare, non ascoltare o imparare a memoria senza capirci nulla.
Invece questi esseri, per dimostrare la loro intelligenza superiore in qualsiasi circostanza cercano di trovare un motivo del tutto illogico per cui IL TEOREMA di PITAGORA, ad esempio, dovrebbe essere sbagliato. E partono con dei discorsi e dei pipponi mentali di muniti e minuti, durante i quali la gente perde il senso del tempo e della vita e farebbe di tutto per fuggire. Al prof è obbligata ad ascoltare i discorsi (che non conducono a nulla) di queste “persone” e ad annuire muovendo sue giù la testa come quei pupazzetti che si trovano sul cruscotto delle macchine.
Scommetto che preferirebbero vendere orologi rubati in piazza del duomo a Milano piuttosto che essere lì in quel momento.
 Se mi sono dimenticata qualche categoria illuminatemi :)
 
 

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Capitolo 4
*** I film in classe e orzobimbo ***


Se ho fatto errori di battitura vi prego di scusarmi, oggi la tastiera faceva i capricci!
Tasiera: stai insinuando che io sono lagnosa?
Vabbé.
Eccovi la storiella, che è meglio.




Eccomi ancora qui, per la vostra gioia! (Sì, come no.)
A esporvi una delle mie perle di saggezza. Che alla fine si uniranno, producendo una lunga collana di sapienza … (Sei per caso nel momento Confucio, eh?)
Questi irritanti commenti tra parentesi sono opera del mio ospite speciale.
Già, perché in questo nuovo “episodio” ho deciso di farvi una sorpresa!
È qui insieme a noi l’egregio professor. Ocagatoh Nellaturcha, il famoso studioso di psicologia con la madre araba, il padre serbocroato e il postino tibetano.
Professore: che c’entra il postino?
Ops, ho parlato troppo.
Il professore oggi, come introduzione della nostra puntata, è venuto qui per illuminarvi con una tesi che ha stilato dopo lunghi e lunghi hanni di ricerca e duro lavoro.
Professore: è con grande onore che mi accingo a presentarvi il frutto di tanto sacrificio …
Ho le lacrime agli occhi.
E anche se potrebbe sembrare il mio solito sarcasmo satirico, non lo è.
(Va bene, lo è.)
 Professore: dopo decine e decine di anni di studio approfondito sono arrivato alla seguente coclusione.
*gli si lucidano gli occhi* *sospira* *breve applauso generale motivato solo dall’omaggio di adesivi fosforescenti di Pamela Anderson, disponibili all’uscita sul retro*
Professore: sono arrivato alla coclusione che …
La scuola media è una vera ------------------------------------

 
 
 
 
 
Censurone di quelli che si sentono al grande fratello, simile alla fusione malriuscita (nel tentativo di creare un nuovo disco di rap futuristico) tra il richiamo d’amore di un delfino eccitato e un procione con le convulsioni.
 
Bene, dopo il mio solito proloquio verbale del tutto immotivato (J) posso passare al tema della puntata di oggi:
I film a scuola.
Ora, sembra un argomento del tutto banale.
Ma vi assicuro, non lo è.
Prima di tutto, la situazione allucinante che si crea è in parte colpa della prof.
La prof che sceglie sempre film sulla storia (lacrime e sangue per chi guarda), che parlano di pomposi politici grassi di destra, sinistra, ovest est e su e giù storici e di paladine della giustizia come giovanna d’arco.
 
Esistono, anche in questo campo, tre categorie di film che ti fa vedere la/il prof:
 

 
  1. il documentario:
Parola che già di per sé incute più timore che una raccolta di libri di Stephen King in un unico manuale di circa 200000 di pagine (da portare a schiena.)
Può provocare asma, sonno improvviso, attacchi epilettici e coma.
 
       2) Il film in un’altra lingua:
Di solito le prof di lingue (spagnolo, francese, tedesco, inglese) pensano che tutti capiscano tutti e siano alunni modello. (per questo prendono sempre dieci, NON perché hanno copiato da quello di fianco. Non sia mai, il livello etico degli studentio supera quello di Martin Luter King. ATTENZIONE: SARCASMO IN modalità ON).
Quindi mettono questi pepponi allucinanti in un’altra lingua SENZA, E RIPETO SENZA I SOTTOTITOLI.
Che, per me e per tutti, corrisponde alla lettura del corano al contrario dal DJ di Gangnam style.
 Questi si dividono a loro volta in due sottocategorie:
- quelli a cui interessa              VERAMENTE il film, quindi si prendono una sedia pieghevole, si piazzano davanti allo schermo e disattivano le loro loro funzioni intellettive (ammesso che ne abbiano veramente) per tutta la durata della “poiezione.”
- quelli a cui interessa VERAMENTE che TU capisca il film, quindi stoppano ogni dannatissima scena e ti fanno la traduzione del film, fottuta parola per fottutissima parola.
 

 
  1. Il cartone illustrativo:
di solito sono usati dalle prof di scienze e religione.
Per quanto riguarda scienze ci sono filmati con gli stessi personaggi ogni volta, globuli rossi tondeggianti simili ai risultati dell’accoppiamento tra specie diverse di animali in via d’estinzione.
Non so se li avete mai visti, ma questi filmati sono in circolazione da quando mio nonno era piccolo.
Forse anche prima.
Peggio di Beautiful: non muiono mai.
 
I documentari di religione parlano della persecuzione dei cristiani e di mosé, e sono fatti da figure che muovono solo gambe e braccia come marionette.
Risalgono all’epoca in cui per fare una scena ci volevano almeno cinquecento disegni con ogni volta una posizione LEGGERMENTE diversa.
E credetemi, si vede.
Tipo quei librettini che uno si compra alla cassa quando si vergogna di uscire da un supermercato nella corsia “uscita senza acquisti”.
Libri che di solito vengono usati da individuo con il quoziente intellettivo pari a quello del mio circeto (che, per inciso, è morto tre anni fa.) che li fanno scorrere all’indietro per vedere la scenetta rappresentata all’indietro.
Lo fanno decine e decine di volte.
E ogni volta ridono.
 
 
Il resto della colpa va agli alunni:
prima di tutto hanno la capacità strabiliante di posizionarsi ovunque pur di vederci.
Sotto i banchi, sulle sedie, sui banchi, per terra, sulla cattedra, sotto il televisore, sotto la sedia, in bilico su due banchi uniti o persino su una pila di libri …
 
Appena inizia il film e la prof si gira per guardare comincia a scatenarsi l’inferno.
 
Le ragazze “popolari” iniziano a commentare tutti gli attori maschi e danno un voto di viso e di fisico ad ognuno.
Persino nei cartoni.
Persino se c’è un esercito di uomini.
Potete stare certi di una cosa: nessuno, nessuno sfuggirà al loro sadico giudizio.
 
 
Poi ci sono quelli che amano fare sport.
Spiego un po’ meglio.
Tu sei seduto in prima fila, e dietro di te ci sono quattro persone.
Mettiamo che si chiamino X Y Z e Q. (peggio della nozionistica matematica. Sigh.)
 
Guardi un pezzetto di film, poi senti dei fruscii e ti giri.
Guardi bene.
Ma come, X non era a destra di Z?
Capito?
Sembra di stare al festival della Taranta.
Queste persone, dotate di capacità ancora sconosciute per noi plebei della conoscenza, sono in grado di eseguire fino a 45 spostamenti in un’ora.
Passeranno tutte le posizioni della classe, per poi tornare al posto inizale.
Perché lo fanno? Nessuno sa perché.
Una missione divina? Mandati di Alien? Comandati da esseri superiori? Vogliono entrare nel cerchio, stile “Now You see me”? (film sulla magia uscito da poco al cinema.)
Nessuno lo sa.
 
Poi ci sono i sordi, ovvero quelli che credono che nessuno li senta, credono di parlare a bassa voce ma in relatà urlano come forsennati (l’ho detto che sono sordi.)
E parlano di QUALSIASI COSA.
Dal calcio alle boyband, da Michael Jackson alla cottura delle patate, da Justin Bieber al lattaio sotto casa.
Si sente di tutto.
 
Poi ci sono i nerd, che non hanno affatto voglia di vedere il film (come gli altri, del resto) e si mettono  agiocare a Yu – ghi – Oh.
Perciò, mentre tu cerchi di ascoltare, volano frasi come “Metto in campo il mostro” “Ho fatto duemila punti” ecc ecc.
 
Poi ci sono i menefreghisti.
Ovvero, quelli che parlano al  telefono come se si trovassero in una cabina telefonica londinese all’ora di punta, (cioè urlando) più che in una classe in un’ora di lezione.
E solitamente chiedono alla madre cosa cucinerà per pranzo.
 
Le mammolette.
Sono quelle persone (specialmente ragazze) che pur di attirare l’attenzione si mettono a piangere e urlare appena vedono del sangue, dicendo frasi tipo “Non ce la faccio … l’ostentazione all’omicidio …” nella speranza di farsi notare, con i loro paroloni di cui non conoscono neppure il significato, dai ragazzi carini. Indovinate che fanno i ragazzi carini? Esatto. Se ne fregano.
 
E ancora, i delinquentelli.
Detti anche psicopatici o trasgressivi, sono coloro che durante la proiezione si lanciano oggetti di ogni tipo, dai coltellini all Hotweels. (si scriverà così???)
 
 
E poi ci sono quelli come te e come me.
Quelli che vorrebbero cercare di capirci qualcosa.
Ma ora, ti farò una domanda.
Secondo te, è possibile capirci qualcosa in una situazione del genere?
Duepunti:
 
“Ti ucciderò, Giovanna D’arco! Io sono sir Tomas di …” (interruzione fastidiosa) “No c’è ma lo sai chi si è messo con la Margherita?!” “Cioè, dimmi un po’!” “C’è, il tony!” “No, c’è!” “Io riprenderò il potere della Francia …” (interruzione) “Io ti scambio il mio mostro e metto in campo ciccia potenza per papero bitorzoluto …” “Dio è con la Francia!” (interruzione) “Waaaaa! Ho paura! Sangue ovunque, ostentazione alla violenza …” “Io combatterò per livere la patria” (interruzione) “Mamma, non mi piace la pasta coi broccoli! Eh?! Urla più forte, che non ti sento! No! O fai quella al pomodoro o non mangio!” “Io, Giovanna d’Arco, sono pronta a combattere per la mia patria …” (ENNESIMA interruzione) (fruscio dell’ennesimo amantre dello sport che si sposta ANCORA  una volta)
Ah, tutte le frasi provenienti dal film sono la voce della prof.
Quello vero è in francese/tedesco/inglese/spagnolo = (corano letto al contrario da PSY).
 
 
 
 
 
Professore: in conclusione, c’è  un bordel …
Io: grazie professore per il suo linguaggio così ricco e colto.
Professore: e vi darei anche uno dei miei consigli …
Io: ma prego, cìillumini NUOVAMENTE … (sarcasmo in modalità: on)
Professore: sapete che dovete dire a questa gente?
Io: (occhi lucidi dalla commozione) (preparandomi a una frase in stile Shakspeare)
Professore: Ma nun scassate u’ cazzu e andate a lavorare brutti figli d’ugna cagna assietata …
Io: Grazie, grazie, basta così. Signori e signori, il professor. Ocagatoh Nellaturcha!
 
(Musichetta)
 
 
Io: ci vediamo domani per un’altra puntata di … La scuola media, l’invenzione peggiore. Buona serata a tutti!
 
 
Questo programma è stato offerto da: Orzobimbo.

 
 
 
 Intervistatore: cosa mangi?
Signora: orzobimbo!
I: cosa bevi?
S: orzo bimbo!
 I: cosa ti sniffi?
S:orzobimbo!
I: con cosa ti vesti?
S: orzobimbo!
I: qual'è il tuo film preferito?
S:orzobimbo!
I il tuo attore preferito?
S:orzobimbo!
I: con chi hai tradito tuo marito?
S:orzobimbo!
I: cosa ti inietti nelle vene?
S:orzobimbo.

Etc. etc.
Qualcuno mi dica com'è possibile che in quella fottutissima pubblicità lei risponda sempre e comunque orzobimbo, indipendentemente dalla domanda.
E che due angurie!

Epilogo:
I: Un ultima domanda : cosa dai da mangiare a tuo figlio?
(Indovinate un po'?!)

S: Plasmon.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** La corsa il tempo ***


“Salve a tutti e benvenuti a questa nuova specialissima puntata!” *si asciuga gli occhi con un fazzolettino* *ha un fremito* *bisbiglia imprecazioni*
Io: (rivolta al tecnico) John, questo collirio fa schifo! Guarda qui, neanche una lacrima! Che cosa penseranno i miei amati ascoltatori?
Jimmy (il cameraman): ehm …
Io: Che diavolo c’è, essserino indegno?
Jimmy: Non so come dirtelo, ma …
Io: Se mi stai per chiedere di uscire la risposta è no! Sono troppo impegnata, ho tanto a cui pensare … scusa, Jimmy, tu sei anche un ragazzo carino, ma non posso proprio. Poi ci potrebbero essere menate, se restassimo insieme per troppo … chi portrebbe i figli a scuola? Con che soldi pagheremmo la casa? E tutti quegli anni insieme! Dovremmo coordinarci … ti avverto, io amo il burro d’arachidi! E so che tu lo odi, perciò le cose non possono funzionare! Inoltre io esigo che chiunque voglia stare con me elimini i peli dal sapone dopo aver fatto la docc …
Jimmy: Veramente stavo cercando di dirti che … ehm … come dire … siamo in onda da circa cinque minuti.
Io: CHE COOOOOOOOSA?!
 
Ecco, dopo questa brillante figura di Emmental (per così dire), possiamo passare all’argomento di oggi.
Ah, mi dispiace comunicarvi che il prof. Oggi non potrà essere presente, per colpa di una piccola costipazione …
Prof: Chi cavolo ti ha detto questa c*******?!
Io: Prof! Salve! Che gentile a venire anche se malato!
Prof: Ma io non sono malato.
Io: E allora come mai il postino mi ha detto che lei era in ritardo?
Prof: Quale postino?!
Io: Non gliel’hanno ancora detto?
Prof: Che cosa?
Io: Niente.
Prof: Ma …
 
Capitolo ... LA corsa contro il tempo
 
Oggi ho deciso di presentarvi un prequel (come si scrive?!?!?!) della prima puntata, “corsa a tre gambe con la prof”.
Di che si tratta?
Un prequel è un film che viene prima del film. Cioè, che cerca di spiegare cosa è avvenuto prima o perché certi eventi sono accaduti …
Più semplicemente è ciò che fanno i registi quando hanno bisogno di altri milioncini per l’installazione della quinta jacuzzi nella camera della loro figlia minore,  ma hanno finito i pepponi mentali sui film degni degli oscar.
E così si armano di cucciaini in plastica bianca e vanno a grattare il fondo del barile, finché al barile non prude più.
 
 
È buio.
È mattina presto.
Tic tac, tic tac.
Che cos’ questo suono?
Non dirmi che …
Ebbene, sì.
No.
Ancora cinque minuti …
 
“Tesoro, alzatiiiiii!” cinguettio della madre.
Tu ti alzi lentamente, gli occhi impastati e la gola secca.
Come ogni santa persona quando si alza al amttino, sei impresentabile.
Vai in bagno strascicando i piedi, lanci un’occhiatina distratta all’orologio e …
Per poco non sprofondi nel wc.
Le otto meno un quarto
E tu devi essere a scuola alle otto in punto.
Panico più totale e completo.
In questo caso dovremmo parlare delle ragazze, ovvero le più lunghe a prepararsi.
 
Fase 1)
Colazione:
corri in cucina come una forsennata e ti accorgi che il latte non è nemmeno scaldato.
Pazienza, dici.
Te ne versi un po’ freddo di frigo nella tazza e fai per berlo, quando sopraggiunge tua madre che ti dice “se non lo scalderai starai male…” ETC ETC. Accendi il fuoco, metti il latte in un pentolino e fuggi via.
Poi corri in bagno ed estrai la piastra dal contenitore.
Il foglietto delle istruzioni cade sotto un mobile, e tu cerchi di recuperarlo (imprecando in rumeno).
Decidi di fare l’autodidatta (NON come quello nelle lezioni di matematica) e la colleghi.
Forse sulla confezione c’era scritto “lasciarla riscaldare finché la luce non diventa blu?”
Boh.
Non hai tempo per leggere!
Apri in due la piastra, ci metti uan ciocca di capelli, la passi.
Niente, restano crespi e freddi.
Ops!
Forse perché la spina andava collegata alla corrente?
AAAAAAARG!
Mentre la passi di nuovo sui capelli senti il telefono vibrare nella tasca.
Chi sarà a quest’ora?
“Sì, pronto.”
“Ciao, cara, sono io!”
“Potresti aspettare un attimo, sono occupata …”
“Ma devi sapere l’ultima!”
“E quale sarebbe?”
“La Jenny si è messa col Fede!”
Tu vorresti uralre che non te ne frega nulla della Jenny e del Fede, ma rimani zitta.
“E …?”
“Si sono baciati fuori da scuola e una prof li ha sopresi ..”
“Scusa un attimo … cos’è questo odore di bruciato?”
“Quale odore di bruciato?”
Giri lo sguardo e vedi un leggero filo di fumo che conduce … ai tuoi capelli.
“Cristo!” tisfugge, e attacchi il telefono.
Pochi secondi dopo tieni stretta tra le dita una ciocca di capelli che ti sei appena “potata” con la piastra.
Ti accorgi che è veramente troppo tardi per rimediare.
Provi a spazzolare i capelli, ma la spazzola incespica e rimane incastrata, pendendoti dalla nuca.
Provi a staccarla ma non ci riesci.
Poi senti un rumore sfrigolante provenire dalla cucina.
Ti batti una mano sulla fronte.
“Il latte!” esclami.
Corri a perdifiato in cucina, ma ormai è troppo tardi: la schiume del latte ha strabordato dal pentolino e bagnato il parquet, che si sta sollevando lentamente e sembra ondulato.
ARRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRG!”
Pulisci tutto, spegni il latte e provi a berlo.
“BUUUUUUUUUUAHRG!”
È rovente.
Lo sputi e … devi pulire di nuovo tutto quanto.
DIODIQUELDIODIQUELDIODIQUELDIODIQUEL …
Vai in camera per provarti varie t-shirt.
Metti un paio di slip troppo stretti e dei pantaloni che ti strizzano le cosce, non hai tempo.
Cavolo! Le otto meno sei!
Butti tutte le cose che hai nell’armadio a terra.
Non c’è n’è nessuna che tu abbia il tempo di mettere!
Decidi di restare così come sei.
Ti passi il mascara davanti allo specchio del soggiorno …
Le otto meno cinque.
Sbavi.
Oh, no!
Non hai tempo per pulirti, così esci di casa somigliando ad un panda (per via della strisciata nera), un panda che indossa delle enormi pantofole a forma di coniglietto e la maglietta del pigiama.
Corri verso la metropolitana, con la schiuma del latte ancora alla bocca che ti fa sembrare in preda a un attacco epilettico, gli occhi venati e la spazola che pende dai capelli arruffati.
Guardi il tabellone: tre minuti di attesa.
Ti siedi su una panchina e ti accorgi che in cinque secondi si svuota e tutti quell che erano seduti si sono allontanati.
Sarà forse colpa delle tue ascelle che puzzano di cadavere in decomposizione?
Sali sulla metro, attacchi la mano al palo e …
Cacchio, c’era sopra un gomma da masticare.
Cerchi di grattartela via dal palmo e ti accorgi che è piena di capelli.
AAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRG!
Ti buttì giù.
Hai esattamente un minuto per essere in quella dannata classe.
Correndo come un maratoneta allo sprint finale ti precipiti al portone …
Oddio, è già chiuso.
Che abbia impostato male l’orologio?
“Mi scusi …” fai ad una bidella “non dovrebbe suonare ora, la campanella?”
“Quale campanella?”
“Quella per entrare a scuola.”
“Non prendermi in giro. Oggi è sabato.”
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGG!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
 
 
Ehm … forse ho esagerato un po’?
 
Prof: Queste cose capitano solo a te.
Io: Non è vero!
Prof: Invece sì. E sai un’altra cosa?! Ti sei dimenticata di dire che non ti sei tolta le caccole dagli occhi.
Io: Ma io non ho caccole negli occhi!
Jimmy: Scusate se v’interrompo, ma …
Prof: STA ZITTO!
Io: ZITTO!
Prof: Tu puzzi di morto, non le tue ascelle!
Io: E lei si depila!
Prof: e tu ti devi depilare tutti i giorni perché sei peggio di cichita!
Io: a proposito di cichita … parla lei, che ama le banane!
Prof: mi stai dando del ricch …
Jimmy: scusate, ma …
Io: che vuoi?!
Jimmy: siamo ancora in onda.
 
*Fa il gesto di svenire*
*il prof alza il dito medio verso la telecamera*
* Biberon cerca di fermarlo*
*lui le mostra il sedere*
*lei si piega in due per vomitare*
*dal pubblico provengono fischi e imprecazioni*
 
Jimmy: e per oggi è veramente tutto! Tornate domani per un’altra fantastica puntata di … “Scuola media, l’invenzione peggiore! O era la cosa peggiore? O gli anni peggiori? O …?
 
Pubblico: come presentatore fai schifo! BUUUUU!
 
*singhiozza*
 
“Il professore mi picchia*
Io: come ha detto lui! CI si vede, a domani, belli!
*saluta la telecamera*
*il professore le si getta addosso*
*la telecamera cade a terra e si spacca il vetro*
* tutto si fa nero*
 
Che situazione di …
 
 
AAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRG!
 

 

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Capitolo 6
*** A.A.C ***


Ciao a tutti, cari amici, e benvenuti a questa ritardataria puntata di “La scuola media: l’invenzione peggiore!”
Oggi voglio parlarvi di qualcosa di davvero straordinario: come potete ben vedere dal titolo del capitolo, vi parlerò di A.A.C, ovvero, Attività Alternative in Classe.
Già, perché solo gli stolti possono pensare che in una lezione “normale” di scuola media vada tutto come dovrebbe …
Es. La prof spiega, gli alunni parlano tra di loro ascoltano.
No, non va assolutamente così.
Perché, come disse Yoda una volta, l’apparenza inganna …
Yoda: io non l’ho mai detto.
Io: Cristosanto che cos …?!
Jimmy: E QUELLO CHE DIAVOLO è?!
Prof.: è il mio animale da compagnia.
Io: Cioè, mi faccia capire. Lei si porta in studio e in giro una palla di rughe verde e pelosa come animale da compagnia?!
Prof: Sì.
Io: E sostiene di essere una persona normale?!
Prof: sì.
Io: Beh, mio caro amico … c’è una cosa, da dire …
Prof.: sì?
Io: SI SBAGLIA DI GROSSO! Porco di un LURIDO ESCREMENTO PRESSURIZZATO DI ESCHIMESE IN COMA, PORTI VIA QUEL COSO VERDE!
Yoda: ehi, come ti permetti?! Guarda che uso la forza per farti uno sparti culo!
Io: Oh mio Dio …
Cosetto pelo setto, sia che faresti colpo soltanto su Yunior?
Yoda: e chi è Yunior?!
IO: il coso verde di dragon ball …
Prof: cosa intendi per coso? (occhiatina ammiccante)
Io: su di dosso, maniaco …
Yoda: ehm …
Io: che c’è?!
Yoda: chi diavolo è quello?!
*Parte una musichetta sexy da film bollino rosso, quando i protagonisti entrano “per sbaglio” in un sexy shop*
 
Yunior: Oh … Yoda, sei così sexy … hai un prfumo … davvero sensuale … mhm …
*Mostra i muscoli*
*Yoda ha un espressione traumatizzata, come quando ti accorgi, al supermercato, dopo aver fatto mezz’ora di coda, che quella cassa era chiusa*
Yoda: AHHHHHHHHHHHHHHH!
 

 
Come stavo dicendo, oggi parleremo delle attività alternative.
Cosa sono le attività alternative?
*Parte la musichetta da saloon*
Partiamo con l’esempione!
 
 
Tu sei seduto/a in classe.
Mettiamo che ti trovi al primo banco, insieme ad un vicino che sembra essere normale.
Quando la lezione è iniziata da dieci minuti giri leggermente la testa e tyi trovi davanti ad un nuovo mondo: che in confronto “I robot” e l’armadio de “Le cronache di Narnia” sono niente.
Anche qui, i tuoi compagni si dividono in categorie. Anzi, più che categorie, ognuno di loro è una creatura speciale, che ha persino un nome scientifico. Talvolta possono essere presenti anche gruppetti di più esemplari.
 
“Benvenuti su Nathional Geographic … oggi vi parleremo di alcune delle creature più rare (per fortuna) (coff coff) dell’intero pianeta … le creature sotto citate stanno tutte quante, per fortuna non in branco ma singole, nella classe della povera Biberon …
 
 
“L’artista incallito”
La sua particolarità è quella di creare interessanti composizioni scultoree molto vivaci e colorate utilizzando materiali di cancelleria come matite, penne, evidenziatori …
Talvolta si cimenta in nuovi esperimenti, come l’utilizzo di compassi e forbici, che usa anche per difendersi violentemente da chiunque osi commentare le sue produzioni …
 
“L’acchiappa insetti”
 
È solito aggirarsi per la classe con fare sospettoso, camminando a piccoli passi, lentamente … e zack! Afferrano una mosca, un moscerino, un ape, tutto a mani nude.
Per poi potersi vantare con le ragazze o i ragazzi che reputa carini/e per guadagnare qualche punto.
 
“Il nottambulo.”
Dorme.
 
“Il pensatore.”
Passa un buon 85% delle sue giornate a fissare il vuoto con gli occhi leggermente vacui, talvolta con un filappero di bava appeso sul mento, a riflettere sul significato della vita. E non sul nuovo distributore di merendine che hanno appena installato in aula mensa.
 
“Lo psicopatico violento”
 
Solitamente fa a pezzi la propria gomma con oggetti affilati (riesce a consumarne circa 150 l’anno, su una media di duecento giorni scolastici).
Spesso mentre compie questi atti di vandalismo sulla cancelleria sussurra frasi come “Infida pagherai per ciò che hai fatto.”
 
“Il super-eroe”
 
Passa le ore di lezione a mimare super eroi (solitamente della marvel).
Il caso più ricorrente è quello di spiderman: per infastidire il compagno di fronte quest5o esemplare “spara ragnatele” sulla nuca del compagno con le mani, mimando il gesto e il suono che secondo lui dovrebbe fare uno spara-ragnatele meccanico.
 
 
“Art attak”
Colora tutte le “o” del libro di testo, con evidenziatori o pennarelli.
Tutte.
Appartiene a una specie fatta di esseri senzienti.
Niente e nessuno sfuggira al suo tratto malefico.
 
“Il bipolare”
Picchia il calorifero usando le mani, i piedi, le spalle e ogni parte del corpo che crede possa provocare doloread un oggetto inanimato. Si ferma a intermittenza per dire cose romantiche come “Ti amo, sei la mia stellina”, oppure “Sei in calorifero più puccioso del mondo!”
 
“Magneto”
Stacca e attacca calamite rettangolari dalle parti metalliche del banco.
Per tutto il giorno.
 
“L’avitore”
Crea areoplanini di carta con le pagine del quaderno (piene di appunti), e ogni volta che ne finisce uno tocca la punta ed urla “CHE MALE!” interrompendo la lezione.
Ad ogni. Fottuto. Areoplanino.
 
“Il regista”
È solito inscenare commedie, tragedie, film d’azione, horror, gialli … insomma, ogni genere cinematografico utilizzando come cast omini di carta bianca da lui creati. Si può osservare mentre finge di riprendere con le mani (mettendole in modo che sembrino nuna telecamera) un film d’amore facendo pomiciare due omini pieni di schotc. Talvolta può capitare che faccia anche veri e propri dialoghi.
 
“Il generale”
Inscena, senza però fingere di trovarsi in un film, vere e proprie scene di guerra, mimando il suono di bombe e missili e facen do “volare” con le mani evidenziatori e matite. Può capitare che ne lanci qualcuno.
 
“Quello che mi terrorizza”
Stacca grossi pezzi di carta dai libri, dai quaderni o dalle risme destinate alla stampate, li mette in bocca, li mastica e li sputa sul muro. Dopo mesi si possono vedere pezzi di carta che puzzano di salva rancda incredibilmente solidificati.
 
“Allaccia e slaccia”
Si china ogni più o meno quindici secondi per allacciarsi le scarpe.
E poi le slaccia.
E poi le allaccia.
E poi le slaccia.
E poi le allaccia.
E poi le allaccia.
E poi le slaccia.
E poi le slaccia.
E poi le allaccia.
E poi le slaccia.
E poi le allaccia.
E poi le slaccia.
E poi le allaccia.
Per tutta la lezione.
 
 
 
 
 
Scusate la puntata molto breve, ma, ahimè, ero occupata a scacciare questo mostriciatt …
Yoda: senti, ciccina, punto numero 1, io non sono un coso, punto numero 2, un po’ di rispetto per gli anziani, punto numero 3 …
AIUTAMI! TI SUPPLICO! YUNIOR MI STA LECCANDO!
Io: Cristo …
Prof.: Dacci dentro Yunior! Arf arf arf!
Io: E QUELLO COS’ERA?!
Yoda: Un secondo, ma quello non era Yunior …
Prof: Jimmy, che diavolo stavi facendo?!
Jimmy: Io? Niente … coff coff coff coff coff *arrossisce*
Io: *imbarazzatissima per il comportamento indecente del cameramen*: E PER OGGI è VERAMENTE TUTTO! CI VEDIAMO ALLA RPOSSIMA PUNTATA! Non mancate!
 
 
 
 
*Sigla di spongebob*
Titoli di coda:
 
Conduttrice puzzola in calore: Biberon
Cameraman omossessuale di turno: Jimmy
Animale da compagnia pallottola verde pelosa: Yoda
Presentatrice della National Geographic Gnocca a bestia: Nina
Co-conduttore   figo della Madonna: Professore
Musiche colonna sonora scadente: Steve
Comparse pervertito psicotico: Yunior
Diritti per la comparsa di un personaggio della seria animata Dragon Ball gente che ci ha messo tra le palle il pervertito psicotico: Dragon Ball Corporation
 
INDOVINATE CHI HA MODIFICATO I TITOLI DI CODA?!
un piccolo indizio: Non siamo stati né io, né Jimmy, ne Yunior, né Steve, né Nina, né Yoda
 
Retroscena:
 
Io: Ma che diav …?!
Professore: ehehe!
Io: come si è permesso di modificare i titoli di coda?!
 
 
 
Questo programma è stato offerto da  gente che ci ha messo tra le palle il pervertito psicotico Urina Bloc.
Urina bloc: quando vuoi che le tue urine ti restino dentro.
 
 
 
 
 
Ricetta per Quello che mi terrorizza:
 
Ingredienti:
-Carta per le stampanti (qualche foglio);
-Denti robusti;
-Molta saliva.
 
Preparazione:

Prendete un foglio e dividetelo in cinque strappi. Prendete uno di questi strappi e mettetelo in bocca.

Masticatelo per bene, finché non assume la consistenza molliccia di una purea.

Prendete la mira e sputatelo sul muro della vostra classe.

Aspettate qualche settimana e potrete ammirare il risultato: un blocchetto solido e puzzolente di saliva che al tocco sembra un pezzo del muro, ma che in realtà nasconde molti … segreti!
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 7
*** Ballo Natalizio ***


Allora, prima di leggere questo capitolo dovete sapere una cosa.
Non so perché, ma le scritte dei dialoghi tra me e il prof, cioé i fuori scena, sono venuti scritti enormi in grassotto.
Mi dispiace tantissimo, vi chiedo perdono, non so che cos'abbia questo cavolo di computer.
Non é colpa mia, mi scuso tantissimo.
Ovviamente nei prossimi capitoli il poblema verrà risolto e sarà tutto normale. Vi chiedo di portare pazienza, questa volta, di perdonarmi e valutare il capitolo per il contenuto e non per l'impaginazione.
Scusate ancora e vi prego di non mettere neautra o critica per questo problema, vi ho già detto, non é colpa mia, ma del mio computer scassato e datato.
SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE.
VI PREGO NON METTETEMI CRITICA O NEAUTRA per via di questo. Non ne ho colpa.
Detto ciò, godetevi il capitolo, e Buon Capodanno a tutti!
Un kiss, biberon

Buon Natale!

Salve e benvenuti ad una nuova puntata di …

Scuola media: l’invenzione peggiore.

Vai con la sigla:

“A scuola devo andar,

ma non ci voglio star,

eppure un modo ci sarà,

per potersi divertir …”

Prof.: Scusa un attimo, ma hai chiesto a Peppa Pig di scriverti una sigla?! (sarcasmotime)  Questa canzone fa davvero pena! Sembra scritta da un bambino di sei anni, e anche sordo, per giunta!

Me: Ma la pianti! L’ho scritta io con il sudore della mia fronte e …

Peppa Pig: Hey, Bea, quando mi sganci l’assegno?

Prof: Che cosa?!

Me: Cosa ti avevo detto, Peppa?

Peppa Pig: Di restare nascosta dietro quel sacco della spazzatura?

Me: E allora perché non l’hai fatto?!

Peppa PIg: Cristo Santo! Volevo il mio centone! Devo andare a cerettarmi l’interno coscia, che era peloso come il sedere di Penny cane e ...

Me: NON. VOGLIO. SAPERE. ALTRO. Fuori di qui!

Peppa Pig: Ma …

Me: Vattene ti costringo a mangiare del prosciutto San Daniele!

Peppa Pig: NO! TUTTO MA NON QUELLO!

Jimmy: Le da fastidio mangiare i suoi simili?

Me: No, è che Daniele non le è mai stato simpatico.

*Peppa se ne va*

Prof: Cioè fammi capire. Hai veramente assunto Peppa Pig per scrivere la sigla?

Me: Che vuole?! Hamtaro era occupato …

Prof: A proposito di ceretta all’inguine … non è che dovresti fartela anche tu?

Me: Ma lei che diavolo ne sa?

Prof: Mi chiedevo, no? Pura e semplice curiosità!

Me: Non può saperlo!

Prof: Beh, dipende, se mi fai dare un’occhiatina …

Me: Ma lei è un maniaco!

Prof: Eh?

Me: Maniaco!

Prof: Eh?

Me: MANIACO! MA-NIA-CO! MANIACO!

Yunior: Qualcuno mi ha chiamato?

Jimmy: Ehm, ragazzi, non per interrompere, ma …

Me: Che vuoi?!

Jimmy: Siamo in onda già da dieci minuti.

 

Ciao a tutti.
E, a proposito, buon Natale!
Eh, già, Buon Natale. Mica tanto buono … se vai alle medie!
Andiamo a esaminare una scuola media nel periodo pre- natalizio.
E voi qui penserete: più o meno dal 20 dicembre in poi?
Poveri illusi!
Voi comuni mortali nemmeno potete immaginare ciò che accade in quegli antri oscuri …
Per prima cosa, l’albero di Natale di 2 mt per 6 mt che occupa lo spazio tra il vostro testicolo destro e quello sinistro (Sta in mezzo alle palle! L’avete capita? Ah. Ah. Ah. Ok, mi rititiro) a partire dal 15 NOVEMBRE.
Esatto! Un enorme, fottutissimo albero che occupa tutto l’ingresso e v’impedisce di entrare normalmente.
Immaginate la scena: siete in ritardo, correte a perdifiato, senza nemmeno guardare davanti a voi, e vi compare di fronte un demone gigantesco ricoperto di fuffa, striscette di carta, palline che perdono brillantini, cotone (???) e bamboline dallo sguardo inquietante.
E la preparazione di quest’albero non avviene in silenzio, nella quiete mesta della segreteria verso le sei meno cinque del pomeriggio, realizzata con maestria e garbo dagli universitari dei corsi serali di informatica e desing …
No, la direttrice pensa che ‘sarebbe carino se le decorazioni dell’albero fossero realizzate dalle abili mani dei nostri adorati studenti’.
Beh, volete sapere una cosa?
Ha torto.
Alla grande.
Così, verso il 17 dicembre le classi si animano di palline da decorare, brillantini, ghirlande, colla a caldo … un paradiso, no? NO.
Poi, procedendo verso i piani più alti si possono trovare, attaccate ai vetri, inquietanti figure religiose come crocifissi stortignaccoli e croci che pendono da una parte, che ricordano più i simboli di una setta massonica che delle gioiose decorazioni Natalizie.
Ma non è di questo che voglio parlare, in verità.
Voglio bensì narrarvi le vicende di un particolare evento che si svolge durante le festività … il ballo Natalizio!
Tutti ripongono molte aspettative in questo “party”, ma …
Beh, capirete leggendo.
Tanto per cominciare, fin dal famoso 15 Novembre in cui l’albero fa il suo ingresso nell’atrio, tutte le ragazze più civettuole e frivole iniziano lo shopping frenetico, ovvero la ‘caccia all’abito giusto’.
E si postano foto su face book con sguardi da donne vissute e frasi tipo “Oh, questo stupido ballo scolastico! Non posso andare con felpona e vans?” quando poi sono le prime a spendere tutta la loro paghetta settimanale per un abitino tutto luccicoso.
Tu vorresti fermarle, vorresti dire loro “Ehm, cerca di darti una calmata! Sai che questa è solo una serata di due ore e mezza nemmeno, e che non siamo in un college americano?”
È proprio questo il problema. Molte ragazze sono convinte che siamo nella classica soap opera a puntate ‘molto commovente’ (sarcasmotime), dove la ragazzina timida e impacciata rivela la principessa che è in lei mettendosi in tiro, conquistando il bellone della situazione e battendo la figacciona di turno.
Beh, mi dispiace tanto per loro, ma qui non siamo in america!
E nemmeno in un telefilm.
Perciò, mi permetto di dissentire dalla vostra opinione di dover spendere 350 $ per un vestito nero aderente tutto pizzi e lustrini stile show girl.
E tu come reagisci a ciò?
Se sei una ragazza, cerchi di essere schietta e di non pensare a quanto la cosa possa essere patetica, in quanto realizzata dal tuo team docenti (come amano farsi chiamare i prof in modo pomposo).
Ti vesti soft, magari con una canottiera carina che lascia scoperte le spalle, una gonna niente male, un paio di ballerine carine che hai usato alla cresima e quelle calze stupende che hai comprato l’altro giorno.
Ti trucchi con fondotinta, fard e mascara, o magari eyeliner e roba simile anche qui senza esagerare.
Se sei un ragazzo ti metti una camicia abbastanza decente, dei pantaloni normali e giusto in po’ di gel.
Ma gli altri?!
Tanto per cominciare, nell’avviso che danno il giorno prima noti che il ballo inizia alle sei e mezza e finisce alle otto.
Qui già marca male. Mancano solo un paio di stecche da biliardo, una pista per le bocce, il tavolino del poker e la radio che trasmette le canzoni degli alpini per essere al ‘circolo dei vecchietti allegri’.
Appena varchi la soglia una professoressa che a tutta l’aria di non voler essere lì ti afferra per un braccio e ti scorta come un/una prigioniera fino alle sale superiori, dove ti fa riporre il cappotto e ti chiede di consegnarle il cellulare. Dietro di lei, una bidella dall’aria arcigna segna la tua presenza su un blocchetto nero e mette il tuo cellulare sulla cattedra insieme a tutti gli altri.
Dopodiché vieni scortato in prossimità della palestra, dove si svolgerà l’evento. Ed ecco che lo vedi. Vedi la cosa più caotica, disordinata, orrenda e terrificante del mondo.
Una bolgia infernale dove non t’infileresti nemmeno per un milione di euro.
Dato che la palestra scolastica non è attrezzata per questo genere di eventi, le luci sono state abbassate alla meno peggio è dei lampadari solo uno ne è rimasto acceso. Però vedi, in mezzo alla palestra, un altro lampadario di quelli quadrati a neon, che è mezzo acceso e mezzo spento, quasi lampeggia, che da quel tocco in più di “quantoépateticotuttociò”.
Una schiera di sei o sette prof e seduta su degli sgabellini pieghevoli all’ingresso, per niente interessata a ciò che accade.
Il dj, un bisteccone di terza con una pettinatura che fa molto disadattato sociale con problemi neurologici, ‘riscalda’ l’ambiente con musiche in stile acqua gim per donne oltre i settanta.
Le ragazze, divise a gruppetti, mettono in mostra una serie di abitini sempre più aderenti, scollati e scosciati, nel disperato tentativo di attirare l’attenzione. Inoltre, i vertiginosi tacchi e il trucco inadeguato rendono il tutto ancora più grottesco.
Tu ti metti in fondo alla palestra con il gruppetto di quelli che, come te, ritengono imbarazzante la situazione, e contempli bamboline tiratissime e creste di gel alte quanto l’Empire State Building fino a quando non senti una voce prorompente nel microfono.
“Prova uno due tre, prova …”
Fiiiiiiiiiiiiiiiiii.
E parte un fischio agghiacciante che fa accartocciare tutti come giornali in cui avvolgere le trote al mercato.
“Prova prova … ecco, si è stabilizzato. Diamo il nostro benvenuto, calorosamente, agli animatori!”
A sentire quella parola ogni tua speranza che la serata possa essere quantomeno ai limiti della decenza svanisce nel nulla.
Ed ecco che fanno il loro trionfale ingresso nella palestra due sedicenni brufolose e con le borse sotto gli occhi, che sicuramente sono lì solo per potersi pagare l’università o il nuovo cellulare iper-moderno.
Iniziano a esibirsi nei classici passetti di danza che di solito si fanno nelle feste al Mc Donald dei bambini di otto anni, mentre la musica passa da “Hawaii anni ottanta” a classici tormentoni da discoteca come “Party Rock”. Il volume si alza sempre di più mentre gli animatori tentano di trascinare sotto un occhio di bue d’imbarazzo le ragazzine e una prof tarchiottella trotterella in giro a fare foto dagli-occhi-rossi alla gente che se ne sta confusa nel buio quasi totale.
L’ambiente fa tanto piccolini-che-cercano-di-imitare-i-grandi-dandosi-un-tono.
Poi, verso le sette, la palestra comincia lentamente a svuotarsi e tutti si riversano nell’atrio per gustare il buffé, che poi non è altro che un’accozzaglia disordinata di tavoli coperti da file di bicchierini lucidi in plastica e panettone economico e scadente preso in blocco all’Esselunga.
Tu cerchi di penetrare nella massa di persone sudaticce, mezze nude e accaldate, ma vieni rigettato indietro da spalle, gomiti e ginocchia assassini.
Disperato/a, tenti di aprirti un varco tra un gruppetto di compagni che sembrano essere tra i più normali, ma t’imbatti in troppe schiene e gambe e spalle e gente che ti urta, e decidi di lasciar perdere.
Il tuo piano è semplice: sederti sulle scale e aspettare che la folla scremi un po’.
Ma no. Ancora una volta hai sbagliato a ipotizzare.
Appena un po’ di gente inizia a sciamare nuovamente verso la palestra oscura, ti accorgi che:

 
  1. Tutti i tavoli sono stati completamente ripuliti
  2. Una prof ti sta intercettando per costringerti a tornare all’inferno  in palestra.
Riesci a prendere l’ultima fetta di panettone, grande quanto un ditale e senza canditi, dal bordo del tavolo, a riempire un bicchierino simile a quelli per lo sciroppo di coca cola e a filare via prima che la prof ti ghermisca, ma ecco che ad un tratto una mano grassoccia e fin troppo sudata ti toglie da sotto il naso il minuscolo spuntino monoporzione, che avrebbe, teoricamente, dovuto essere la tua cena.
Cerchi di fuggire prima che possano rubarti ANCHE la bibita, ma urti una lady bon ton di seconda e le versi addosso, per sbaglio, tutto il contenuto del tuo caro bicchiere.
In preda al panico cerchi di ripulirle l’abito corto e aderente da 150$ con uno di quei fazzolettini rigidi da caffetteria che prendi da un tavolo, ma lei ti spinge violentemente via emettendo un suono che sta a metà tra un sibilo e un sordo muggito, esalando parole incomprensibili che non ti fermi a decifrare.
Qualcuno ti afferra violentemente il braccio prima che tu possa di nuovo sparire nel caos totale. Ti volti e ti trovi a pochi millimetri dalla faccia della preside, venuta apposta per il ballo.
“Il tempo del pasto è finito!” guaisce con un accento vagamente tedesco.
Ti trattieni a stento dal risponderle sarcasticamente “sì, furher” e ti getti tra la folla rumoreggiante.
Ad un tratto ti viene un’idea. Una via di fuga geniale e rinfrescante: il giardino.
Provi a uscire dalla porta a vetri, ma è chiusa. Anche quella laterale sembra sprangata.
E così realizzi che sei chiuso lì dentro, non puoi nemmeno rifugiarti in bagno.
Inoltre, si aggiunge il fatto che alcuni dei tuoi ‘amabili’ compagni di classe ti afferrano per braccia, gambe, e qualunque altra parte del corpo e cercano di trascinarti violentemente in ‘pista’ per ballare.
Piccolo dettaglio: tu non sai ballare.
Inizi a muoverti con il tipico ‘apro chiudo’ e ‘avanti e indietro’, che può sembrare una sorta di ballo ipotetico.
E poi accade.
Tutti i gruppetti ti sfaldano rapidamente e le persone si raccolgono a coppie.
Hanno messo un lento.
“Dio, no” pensi tu, “questo è il culmine della serata”.

 
 

Yunior: è il mio momento! Yoda, vieni a me!

Yoda: Ma che Cristo stai …

Yunior: E  cinq, sei, sett, otto! Muovi l’anca, dai! Passo, passo! Oh yea! Tatiratatiii … oh … casquet …. Giravolta, falla un’altra volta.

Yoda: Eh, sì, buonanotte, casca in giù dai un bacio a chi vuoi tu …

Yunior: Questa sì che è una buona idea!

Yoda: No,  aspetta un momento, non intendevo dir … uhmp!

Yunior: Mhhh … smark … bac … kiss … ling … saliv …

Yoda: PUUUUUUUUUUUUARGH! COFF COFF!

 
Ci sono coloro che NON hanno voglia di una cosa del genere, e allora si acquattano nei coni d’ombra del bordo sala, schiacciati contro i canestri del basket, che OVVIAMENTE non sono stati rimossi da lì.
 
Arriva un gruppo di tizi del genere mi-credo-un-figo-ma-so-di-non-esserlo-nel-profondo-del-cuore-ma-forse-se-infilo-delle-miccette-nelle-cacche-dei-cani-e-le-faccio-esplodere-quando-passano-le-vecchie-sembrerò-un-duro  e uno di loro s’inginocchia di fronte a te (che tu sia femmina o maschio, non importa) e ti chiede scherzando: “Mi vuoi sposare?” con tutti gli amici che ridacchiando.
Tu indietreggi scuotendo la testa come per dire allontanati-subito-da-me.
Mentre le coppiette volteggiano, tu individui finalmente il ragazzo/la ragazza che ti piace ( a seconda del tuo sesso). Pensavi che non venisse!
Lui/lei, così timido/a e carino/a, molto meglio di quei/quelle superfici aloni/e che piacciono a tutti.
È seduto/a in fondo alla palestra con un suo/a amico/a.
Appena l’amico/a si alza, tu ne approfitti e provi a sederti accanto a lui/lei.
Ma ecco che l’amico/a ritorna improvvisamente, fottendoti alla grande.
Tirando giù al cielo fin troppi santi ti riporti a lato della sala e osservi chi ti sta intorno.
Le coppiette ballano sulle note sdolcinate di una canzone melensa guardandosi languidamente negli occhi (ancora non hanno capito che non si tratta di un telefilm americano) e molti si aggirano senza compagni/e e senza meta spettando solo che la canzone finisca.
Individui un gruppetto di ragazzi che ti aspetteresti di vedere a Quartoggiaro (Milano) a sgozzare un poliziotto e giri alla larga.
Un ragazzo talmente fatto di canne che non sa nemmeno il proprio nome ti saluta con la mano (non hai la più pallida idea di chi sia) e se ne va ciondolando.
Finalmente il lento finisce, e tu guardi l’orologio.
Dieci minuti ancora, e fine della storia.
*Colpo di tosse* *coro di angeli* *colpo di tosse*
E poi senti le note di una canzone.
“No”, ti dici, “è impossibile che l’abbiano messa. Non siamo arrivati a tanto.”
E invece sì, proprio quando pensavi che non potessero toccare più il fondo di così, si sono messi a scavarci dentro nel tentativo di raggiungere l’Ade.
Dopo la musica cocchi-e-ananas e la musica anta-disco-house, ecco che arriva il temuto e infantile …
“Ed ora, ragazzi e ragazzi, scateniamoci tutti insieme con Gioca Jue! (o come si scrive)”.
Tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, camminare! Tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, saluti! Tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, spray! Tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, tataratatatatta, tatatatatta, tatatata, nuotare! Ta,taratataaa, tatatatatatata tumtumtumtum tum, ta,ratatata, tatatatata!
E tutti lì a mimare lo spray e il nuotare, che a te fa tanto venire in mente una pubblicità della chicco o della lisciani giochi.
Finalmente anche questo strazio finisce, e si passa alla conclusione …
“E ora un classico … Gangnam style!”
La musica parte ad un livello assordante, e mentre tu cerchi di arginare la perdita di sangue dai timpani ti aggiri senza speranza e ti ritrovi nel bel mezzo di un vortice di studenti saltellanti come marsupiali …
E proprio quando pensi che non potrà mai peggiorare, ecco che vedi una delle tue prof, tarchiotta e rugosa, truccata e agghindata che pare la madonna del petrolio, ballonzolare come un budino nel tentativo di imitare gli educatori che si dimenano come se avessero un attacco epilettico.
Verso la fine della serata, quando sali per recuperare la tua roba e FINALMENTE andartene, ecco che accadono due cose:

 
  1. La tarchiotta ti costringe a fare una foto ricordo. Perciò ti afferra e ti sbatte tra due stangoni e due soubrette che nemmeno conosci e ti scatta un fotto in cui probabilmente verrai con gli occhi chiusi;
  2. Il gavettone. Alcuni idioti di terza, campioni del mondo di stronzaggine acuta, ti lanciano addosso un fottutissimo palloncino pieno d’acqua, che si sfracella a terra infradiciandoti caviglie e polpacci, e mettendo in fuga un gruppetto di galline con le loro pochette dorate di Gucci
Sempre più scazzato/a, corri sopra nella mucchia di studenti per recuperare la tua roba e ridiscendi, felice di poter tornare a casa.
Ed ecco che ricompare la misteriosa bidella con la sua lista nera, da cui spunta, man mano, le persone che se ne vanno.
Tu resti uno degli ultimi reietti che nemmeno i genitori si degnano di venire a prendere.
E così rimani da solo con il pitbull la bidella, che tamburella sul bancone con aria infastidita.
Si accende una Marlboro e mentre tu soffochi nel suo fumo vedi tua madre che picchia contro la porta.
Fuori piove, e lei, OVVIAMENTE non ha l’ombrello.
Mentre la bidella elimina anche il tuo nome imprecando a mezza voce sul fatto che alla sua età non dovrebbe essere lì’ a fare certe cose e che dovrebbe godersi gli ultimi anni in santa pace perl’amordel cielo, tu ti trascini fuori, ti bagni il resto del corpo (ciò che i vandali non erano riusciti a colpire) e sprofondi nel sedile della macchina con la voglia solo di dormire.
Il bello qual’é? Che sono solo le otto e mezzo di sera.

 
 

Prof.: Una storia davvero toccante, direi?

Yunior: Chi mi ha chiamato?

Io: Nessuno, perch … aspetta un secondo. Prof, per favore, eviti di dire toccante. Attiva gli ormoni di Yunior.

Yoda: Che Dio ne scampi.

Yunior: Ne vuoi un altro po’, Yoduccio?

Yoda: Piuttosto mi faccio un’acconciatura alla” Severus Piton”!

Io: Ma se non hai neanche i capelli!

Yoda: Senti, Medusa … evitiamo certe cose …

Prof.: Beh, in ogni caso … ci credo che nessuno ti ha invitata a ballare!

Io: Mi dispiace per lei che non è riuscito a ballare, ma Piton era già occupato …

Prof: Senti tu ...

Io: Gne gne gne!

Jimmy: Gallina coccodé!

Io: Jimmy, ascolta … Continui a prendere quelle caramelle … colorate … che ti ha dato il dottore, vero?

Jimmy: Simpatica come un’embolia!

Io: Ha parlato il cancro all’utero.

Prof: Senti, alopecia …

Yoda: E per oggi è veramente tutto dal nostro studio!

Yunior: Oh, sì. Mio bel prosciuttone, conduci, conduci tu, che sei così sexy …

Io: Aspetta un secondo … ‘mio bel prosciuttone’?  *espressione atterrita*

Peppa: AHHHHHHHHHHHHHHHHRG! Non dirlo più, ti prego! *corre via piangendo*

Io: Io non ho parole.

Jimmy: Ehm … ragazzi? Siamo ancora in onda.

Io: *fulminando con lo sguardo Jimmy* e per oggi è tutto! Ci vediamo per la prossima puntata di … scuola media: l’invenzione peggiore!

 
 

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