Frozen

di The Princess of Stars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo (II) ***
Capitolo 3: *** Calda Incoronazione; Ricevimento Sottozero ***
Capitolo 4: *** "Il Freddo E' Parte di Me" ***
Capitolo 5: *** Alla Ricerca di Elsa ***
Capitolo 6: *** Riunione Familiare ***
Capitolo 7: *** Attacco al Castello ***
Capitolo 8: *** Due Cuori di Ghiaccio ***
Capitolo 9: *** La Fuga ***
Capitolo 10: *** Pensieri ***
Capitolo 11: *** Un Primo Addestramento ***
Capitolo 12: *** Promesse e Legami ***
Capitolo 13: *** "Diversa" non "Mostro" ***
Capitolo 14: *** Riconciliazione... forse... ***
Capitolo 15: *** Ritorno al Castello ***
Capitolo 16: *** La Fenice di Arendelle ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***
Capitolo 18: *** NUOVE FANFICTION HELSA! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao ragazzi! Come va? Ho visto Frozen recentemente e, come dire, l'ho adorato subito e ovviamente è successa la cosa che temevo... mi è venuta in mente una fanfiction sul genere "What if?". Mia madre la chiama creatività, io follia XD. Vabbè intanto ho messo il prologo, spero che vi piaccia! In quanto alle mie altre storie spero di continuarle appena mi tornerà il feeling (non so come altro chiamarlo). Alcune cose della storia potrebbero risultarvi forse un po' assurde (ma si può sorvolare... è una fanfiction su un regno immaginario) ed Elsa ed Anna forse un po' fuori dal personaggio (ogni tanto mi lascio prendere la mano) e spero che i nuovi personaggi vi possano piacere!
Spero che questa storia vi piaccia e buona lettura! ;-)



Prologo

Ad Arendelle non ci sono sempre state due principesse, in origine erano tre… questa è la loro storia.
Erano esattamente le tre del pomeriggio. L’ora in cui d’estate fa più caldo in assoluto nel regno di Arendelle. La piccola Elsa correva il più veloce possibile per il corridoio cercando d’urgenza la sorella. Finalmente era riuscita nel suo intento e voleva mostrarle la sua opera prima che si disfacesse.

“Crystal! Crystaaaaal!!!! Ce l’ho fatta!” diceva la bambina ottenendo sguardi straniti dalla servitù “Crystal! Dove sei?!” gridava non trovando la sorella.

“Elsa! Che hai da strillare?” disse una voce familiare aprendo una porta. La bambina frenò di colpo e voltandosi vide Crystal. Corse subito da lei prendendola per mano.

“Dai vieni! Ci sono riuscita!”

“Non ci credo”

“Muoviti! Prima che si sciolga” disse Elsa trascinandosi dietro Crystal.Le due bambine corsero per i corridoi del palazzo scendendo fino nel giardino lì, dove una volta c’era  il recinto di sabbia, buona parte era ancora ricoperto di neve e in mezzo troneggiava un pupazzo di neve ancora 'in vita'.

“Crystal, lui è Olaf e ama i caldi abbracci” presentò Elsa. Un sorriso apparve sul volto della sorella maggiore.

“Ciao Olaf” disse Crystal salutando il pupazzo, il quale non rispose. La bambina guardò la piccola biondina con un sorriso “Sei stata brava. Se mi fai un blocco di ghiaccio ti faccio vedere che ho imparato a fare” disse Crystal abbassandosi. Elsa annuì, si avvicinò al recinto di sabbia e cominciò a muovere le mani in modo fluido creando piano piano un cubetto di ghiaccio che si ingrandiva sempre di più fino a che non glielo porse fiera del suo lavoro. Il cubetto era diventato della grandezza della sua mano… cioè di una bambina di 4 anni.

“E con questo che ci faccio? Un ciuccio per Anna?” disse la bambina più grande. Anna era la loro sorellina minore che aveva appena fatto 1 anno.

“Non lo so fare più grande” disse Elsa rattristita. Crystal si morse il labbro capendo di essere stata un po’ brusca. Elsa era ancora alle prime armi e lei con tre anni di esperienza in più voleva insegnarle a usare i poteri, nonostante fossero l’esatto opposto dei suoi.

“Vabbè, forse ad Anna può piacere un ciuccio di ghiaccio con questo caldo” disse Crystal. Elsa sorrise e le porse nuovamente il cubetto. Con un veloce movimento del dito, la punta dell’indice di Crystal prese fuoco e con delicatezza, per non scottare la manina della sorellina riuscì a far sciogliere il ghiaccio fino a dargli la forma di un ciuccio.

“Wow…” disse Elsa ammirando il controllo del potere della sorella “Portiamolo ad Anna!”

“Con questo caldo mi sa che non ci arriva da Anna, tienilo freddo” disse Crystal e subito le due bambine corsero nella loro stanza dove si trovava la culla della sorellina. Le due si avvicinarono alla culla ma nonostante Crystal fosse alta ancora non ci arrivava a vedere dentro. Le due bambine però si erano industriate per riuscire a vedere come stava e che faceva la neonata dentro la culla. Crystal si inginocchiò a terra mentre Elsa, avendo bisogno di due mani per mantenersi in equilibrio,  le diede il ciuccio raccomandandole di non scioglierlo e le salì a cavalcioni sulle spalle e poi la grande si rialzò in piedi.

“Ciao Anna, come stai?” disse Elsa. Appena vide la sorella, gli occhioni azzurri della piccolina s’illuminarono mentre allungava le braccine per farsi prendere in braccio. Le tre bambine si assomigliavano molto eccetto per i capelli, quelli di Elsa erano di un biondo molto chiaro quasi platino, quelli di Anna erano rossi e quelli di Crystal erano neri. “Crystal e io abbiamo qualcosa per te” disse Elsa sorridendole ma quando chiese a Crystal il ciuccio di ghiaccio, tutto quello che le era rimasto in mano era acqua.

“No!” esclamò Crystal.

“Te lo avevo detto di stare attenta tenerlo!”

“Stai zitta, Elsa” rispose la grande imbronciata.

“Scusa, Anna. Crystal ha sciolto il tuo regalo”

“Lo sai che sono molto più calda di te, è colpa tua”

“No, è tua!”

“Tua!”

“Tua!”

“Tua all’infinito” disse Crystal trattenendo un sorrisetto di vittoria.

“Mettimi giù. Ciao Anna” disse salutando la piccolina, ma imbronciata. Crystal si abbassò e fece scendere la  sorellina che non appena le scese dalle spalle scappò venendo rincorsa. Le due bambine corsero per il palazzo ricevendo di tanto in tanto gli sguardi inteneriti dei domestici. Correndo, Crystal si accorse che stavano per passare vicino alla stanza piena di quadri in cui erano solite giocare. La bambina accelerò la corsa e prese Elsa per una mano guidandola verso la stanza. Le due entrarono e  subito Elsa si mise in posa per giocare al loro gioco preferito. Era una specie di Air-hockey in cui palla e racchette erano i loro poteri, loro lo chiamavano "Ghiaccio-Tennis" o "Fuoco-Pong".

“Pronta?” disse Crystal. Elsa annuì e la bambina le lanciò una pallina di fuoco, Elsa rispose al colpo trasformando la palla di fuoco in ghiaccio che quando tornò a Crystal ritornò ad essere fuoco. Il via vai rimase pacifico finché le bambine non iniziarono a prenderci gusto e la partita si fece più intensa. Fino a un paio di anni prima era un gioco più innocuo, perché le palline si spegnevano una volta toccata una parete o il pavimento, ma i loro poteri aumentavano e loro non se ne accorgevano subito.
Era nuovamente il turno di Elsa che cominciava a stancarsi poiché i tiri di Crystal, oltre ad essere più forti, erano sempre meno centrati verso di lei che si era ritrovata a correre da un lato all’altro della stanza.

“Fai piano, Crystal” disse Elsa prima di colpire la pallina, ma anche il colpo di Elsa questa volta fu molto laterale, tanto che l’altra bambina per colpire la pallina di ghiaccio era saltata e lo aveva colpito con forza. Questa volta Elsa non fu abbastanza veloce da prenderlo che la pallina di fuoco colpì un divano che stava adagiato alla parete dietro Elsa, ma questa volta non si spense e il divano cominciò a prendere fuoco.

“Spegnilo, Elsa! Sbrigati!” disse Crystal allarmata. La bambina più piccola tentò di lanciare qualche incantesimo di ghiaccio per spegnere il fuoco che stava piano piano bruciando tutto il divano. Ma il poteri di Elsa erano ancora deboli, era troppo piccola.

“Non ci riesco!” disse la piccola.

“Togliti di lì!” disse la grande prendendola per mano e spostandola più lontano. Crystal tentò di fare qualche incantesimo anche lei per cercare di spegnere l’incendio che stava per divampare, ma invece peggiorò la situazione.

“Ahi! Crystal! Lasciami! Mi scotti! Bruci!” disse Elsa dimenandosi. Crystal le lasciò subito la mano spaventata di farle male.

“MADRE! PADRE! FERDINAND!” chiamò Crystal “Elsa andiamo” La biondina corse subito dietro la bruna che aprì la porta per farle uscire.

“Cos’è questa puzza di bruciato?!” disse la voce del re. Le bambine lo videro arrivare accompagnato dalla regina e dal maggiordomo-consigliere. Corsero subito verso di loro e si affacciarono alla stanza.

“Ferdinand! Chiama il resto dei domestici e portate dell’acqua, subito!” ordinò il re. La regina nel frattempo aveva preso le bambine e le aveva portate via. L’incendio fortunatamente fu spento prima che fosse troppo tardi, non ci furono danni gravi eccetto il divano da ricomprare e risistemare la carta da parati bruciata, ma nonostante i non gravi danni, le bambine erano ancora in attesa della ramanzina del padre. La regina le aveva già sgridate tutte e due, ma allo stesso tempo tranquillizzandole, dicendogli di non fare più quel gioco perché ormai stava diventando grandi e rischiavano di farsi male… per l’ennesima volta. Quando si spalancarono le porte della camera delle bimbe le due sorelline si prepararono all’arrivo del padre.

“Crystal! Che cosa hai fatto?!” tuonò il re. Sentendo che il padre stava per prendersela solo con la sorella, Elsa tentò di parlare ma fu zittita dalla saetta che partì dagli occhi della sorella.

“Non l’ho fatto apposta, padre. Stavamo giocando e ho sbagliato mira”

“Peggio, Crystal! E se Elsa lisciava la palla e la colpivi?! Potevi uccidere tua sorella!”

“Caro, non essere troppo duro con loro. Stanno ancora imparando controllare i poteri” disse la regina.

“Io non me la prendo tanto con Elsa, ma con Crystal!” disse il re voltandosi nuovamente verso le bambine. Crystal teneva la testa bassa ma teneva Elsa dietro di sé come per proteggerla. “Sei la più grande!” continuò loro padre “Dovresti aver ormai imparato che il fuoco è pericoloso! Sei un’irresponsabile!”

“Caro, ha solo 7 anni” tentò la regina.

“Non importa! E’ la futura regina di Arendelle ma con questo comportamento rischia solo di distruggere tutto! Non potrà mai essere una regina!”

“Ma padre, Crystal mi aiuta tantissimo a usare i miei di poteri” disse la vocina di Elsa, togliendosi da dietro la sorella “Guarda, ho imparato a fare piccole nevicate al chiuso” disse mostrandogli come faceva, ma il padre notò subito qualcosa di strano nella manina della piccola.

“Elsa perché hai la mano rossa?” disse il padre prendendole la mano.

“Non l’ho fatto apposta, avevo paura e ho preso Elsa per mano per spostarla da vicino il divano. Non volevo scottarla” disse Crystal.

“Ma l’ho già ghiacciata con la magia” disse subito Elsa.

“Sei un disastro, Crystal! Un pericolo pubblico! Elsa è più piccola di te e li controlla meglio! Guarda cosa le hai fatto!” tuonò il re.

“Caro, adesso basta. Stai esagerando” disse la regina e in quel momento si udì un pianto dalla culla “E hai svegliato Anna” disse la regina avvicinandosi alla culla. Il re guardò di nuovo le bambine. Crystal con il capo basso e gli occhi fissi a terra. Elsa invece le era tornata vicino e la teneva a braccetto. L’uomo fece un sospiro e si passò una mano tra i capelli rossi, perfettamente pettinati “Abbiamo finito. Non fate quel gioco mai più” disse il re e seguì la regina con Anna in braccio, fuori dalla stanza. Le due bambine rimasero in silenzio. Elsa non disse niente, di solito era Crystal a rompere il ghiaccio, letteralmente, con qualche battutina, ma questa volta niente. Invece la bambina più grande si allontanò dalla sorella e si andò a rannicchiare vicino al suo letto, appoggiando i gomiti alle ginocchia.

“Nostro padre ha ragione, non sarò mai una regina se non controllo i poteri” disse Crystal abbattuta.

“Ma tu imparerai. Non sei un disastro” disse la piccola.

“Sì invece”

“No! Il cespuglio di rose della moglie di Ferdinand è stata la candela che avevano messo alla finestra a dargli fuoco”

“No, veramente stavamo giocando a fuoco-pong ed è stata la mia palla di fuoco ad accendere la candela e farla cadere nel cespuglio”

“Ah… e la barca del padre di Hans? Il principe delle Isole del Sud? Sono tornati a casa tardi perché è scoppiata una lanterna nella barca”

“Guarda che lo so che hai detto tu ad Hans di dire così. Sai che ci ha viste mentre ti facevo vedere che avevo imparato a fare i fuochi d’artificio”

“Uhm… e il cuoco? Stava troppo vicino al forno quando si è alzata la fiamma. Non è colpa tua se si è bruciato il sedere… anche se poi è venuta male la torta di cioccolato”

“E secondo te perché si è alzata la fiamma? Volevo assaggiare la torta e sono entrata in cucina”

“Ah…” concluse Elsa. Crystal sospirò abbattuta. “Ma tu sei comunque fantastica! Mi fai vedere tante belle cose con la magia e mi insegni a farle con il ghiaccio. Se li controllo bene è perché c’è la mia sorellona che mi aiuta” disse Elsa facendo gli occhioni a Crystal. La bambina le fece un sorriso.

“Dammi la mano” disse prendendo la manina scottata della piccola “Ieri ho letto sul mio libro di magia che il fuoco è l’elemento della fenice”

“Cos’è una fenice?” chiese Elsa perplessa.

“Un uccello di fuoco che nasce dalle proprie ceneri e ha poteri curativi” spiegò la bruna che delicatamente mise l’altra mano sopra quella della sorellina. Le ci volle un momento di concentrazione, poi una leggera luce apparve dal suo palmo. “Come va la mano?” chiese. Elsa si guardò il palmo e vide che la scottatura era sparita.

“Bene” le rispose sorridendole.

“Il libro dice anche che quando si impara ad usare bene i poteri, ci si può trasformare nell’animale dell’elemento” continuò Crystal.

“Ficoooo…” disse Elsa ammirando la conoscenza della sorella “E qual è l’animale del ghiaccio?” chiese tutta emozionata.

“E’ un animale bellissimo e molto potente… è il terrore dei ghiacci… velocissimo nell’acqua… le ali nere e la pancia bianca come la neve…  e zampe agilissime” cominciò Crystal con tono teatrale. Elsa la guardava con la bocca aperta sempre più emozionata ad ogni parola.

“Che animale è?” chiese tutta eccitata.

“Il pinguino” e il mito si sfasciò.

“Antipatica” brontolò Elsa “Dai! Che animale è?”

“Non lo so” rispose Crystal ridendo.

“Cattiva!” fece Elsa saltandole addosso.

“E guerra sia!” fece Crystal cominciando a fare il solletico ad Elsa.

 



Quella notte, fu una notte dell’equinozio, una serata stupenda. L’aurora boreale illuminava il cielo e l’atmosfera era magica. Nel palazzo le principessine dormivano beate, o almeno quasi tutte. Crystal dormiva tranquilla quando una testa bionda spuntò vicino al suo letto.

“Crystal, psst!” chiamò la bambina salendo sul letto e mettendosi a cavalcioni sulla sorella. “Svegliati su!”

“Elsa! Torna a dormire” brontolò l’altra.

“Non ce la faccio…” disse la bimba spalmandosi di schiena sulla sorella “C’è troppa luce fuori. Giochiamo un po’!”

“Va a giocare da sola” disse Crystal buttando Elsa giù dal letto. Elsa rimase un momento imbronciata, ma poi le venne in mente un’idea. Risalì nuovamente sul letto e a cavalcioni sull’altra bambina.

“Lo facciamo un pupazzo di neve?” suggerì in modo persuasivo, ma quella era la parolina magica. Poco dopo si ritrovarono a correre per il palazzo e nella loro solita stanza.

“Dai Elsa, fammi vedere la nevicata” disse Crystal. Elsa cominciò a muovere le mani in modo fluido finchè non formò una palla di neve, nel frattempo Crystal fece un’a pallina di fuoco più piccola. Si guardarono e al cenno di capo di Crystal lanciarono entrambe l’incantesimo. La magia di Elsa fece la neve e quella di Crystal tante piccole scintille che fecero un arcobaleno quando la luce passò attraverso i cristalli di ghiaccio.

“Miticoooo!” disse Elsa entusiasta. E subito lanciò altri incantesimi di neve creando dei montarozzi qui e là fino a coprire tutto il pavimento.

“Guarda qui” Disse Crystal abbassandosi al livello della sorellina e poi lanciò una velocissima vampata di fuoco che sciolse la neve fresca, ma mantenne lo strato di ghiaccio. Elsa rise contenta e scivolando sul ghiaccio. Le due bambine fecero il loro pupazzo, si lanciarono delle palle di neve, combinando i poteri fecero (o almeno tentarono di fare) delle sculture di ghiaccio, il tutto nel massimo del divertimento. Fecero anche degli scivoli combinando i poteri. Stavano all’ennesima discesa, Elsa stava avanti, tenuta dalla sorella che stava seduta dietro di lei. Quando arrivarono a fine scivolo, Crystal lasciò Elsa e la bambina volò dentro un montarozzo di neve. La biondina saltò fuori lanciando la neve e ridendo. Poi saltando fece un montarozzo e Crystal con una vampata rapida di fuoco lo fece diventare uno scivolo su cui cadde Elsa ridendo.

“Prendimi!” esclamò Elsa.

“Presa!” fece Crystal creando un altro scivolo.

“Ancora!” Fece Elsa andando sempre più veloce, facendo montarozzi sempre più alti e di conseguenza scivoli sempre più alti.

“Aspetta!”

“Yu-huuu!”

“Piano, Elsa!” disse Crystal allarmata, ma all’ultimo montarozzo, la bambina più grande scivolò sul ghiaccio quando lanciò la vampata di fuoco e il montarozzo risultò appuntito, invece che un innocuò scivolo ed Elsa stava per caderci sopra. “ELSA!” gridò Crystal lanciando un incantesimo in un disperato tentativo di salvare la sorella, ma se la salvò dal pezzo di ghiaccio appuntito fu perché il colpo centrò la bambina che cadde sulla neve. Il panico s’impossessò di Crystal.

“Elsa!” gridò avvicinandosi a lei e prendendola tra le braccia.

“Ahi” mormorò Elsa.

“Come stai?” chiese allarmata l’altra.

“Mi fa tanto male la testa… mi gira, mi fa male… fallo smettere, ti prego” supplicò la bambina sentendo un dolore crescente nella testa, tanto da farle lacrimare gli occhi.

“MADRE! PADRE!” chiamò Crystal spaventata e mettendosi a piangere e mormorando scuse. Nel frattempo tutto il ghiaccio e la neve nella stanza cominciarono a sciogliersi, il pupazzo di neve si ruppe e la stanza piano piano cominciava a scaldarsi.

“Ahi... Mi fa tanto male…” mormorava la piccola.

“Shh… tranquilla, Elsa. Ci sono io” disse Crystal e in quel momento si spalancarono le porte.

“Crystal! Che cosa hai fatto?! Che è successo ad Elsa?!” disse il re avvicinandosi alle figlie.

“E’ stato un’incidente! Mi dispiace Elsa” disse la bambina rivolgendosi alla sorella che si strinse ancora di più a lei. La regina s’inginocchiò e la prese in braccio.

“Scotta da morire” disse la donna.

“So dove dobbiamo andare” disse il re. In poco tempo furono tutti e quattro su dei cavalli e si diressero nel cuore della foresta di Arendelle. Una volta giunti a destinazione, la famiglia reale si addentrò nella tana dei troll. Gli unici in grado di aiutarli.

“Vi prego, aiutateci!” disse il re “E’ per mia figlia” ad un tratto, quelle che sembravano rocce  si mossero rotolando verso di loro e quando si alzarono in piedi mostrarono il volto dei troll, delle piccole creaturine cicciotte con nasoni e grosse orecchie, creature dal carattere curioso.

“E’ il re!” disse uno sorpreso

“E c’è anche la regina!” esclamò un altro. Ad un certo punto si fece vedere un altro troll, il più anziano. Il troll chinò il capo in segno di rispetto verso il re e poi si voltò verso Crystal.

“Maestà” disse il troll e poi prese la mano di Crystal “E’ nata con i poteri o è un maleficio?”

“Ci è nata, anche sua sorella, e si intensificano” rispose il re.

“Vediamo” disse troll avvicinandosi ad Elsa ancora dolorante. “E’ una fortuna che non sia il cuore e che abbia i poteri anche lei. Per rimuoverlo in entrambi i basterebbe la collaborazione di entrambe; Elsa è troppo piccola per farlo, ma essendo Crystal abbastanza grande si può provare e dalla testa è più facile rimuovere il fuoco” disse.

“Fate ciò che dovete” disse il re.

“Vieni Crystal, ho bisogno del tuo aiuto. Dammi la mano” disse il troll mettendo la mano della bambina sulla fronte della sorella e appoggiandoci sopra la sua “Cerca di controllare il fuoco nella testa di tua sorella. Devi provare a richiamarlo a te” Crystal si concentrò. Sentiva il suo potere scorrere dentro di lei  finché lo sentì sul suo palmo. Il fuoco era uscito dalla testa di Elsa e tornato dentro di lei. Lei e il troll rimossero le mani dalla bambina.

“Come ti senti?” chiese timidamente Crystal prendendole una manina.

“Meglio” disse Elsa facendole un sorriso. Crystal però era rimasta molto scossa dall’evento. Quella notte, quando tornarono a palazzo, Crystal non riuscì più a prendere sonno. Era rimasta come traumatizzata da quell’incidente. Voleva salvare Elsa ma non voleva farle male… per l’ennesima volta. Ci sono stati altri episodi in cui le sorelline giocando di erano fatte male, ma niente di grave. Elsa si era scottata un paio di volte, Crystal aveva preso una palla di ghiaccio in un occhio, quando Elsa gelava troppo la neve, cosine così. Quei due eventi in una giornata, l’incendio e aver quasi ucciso sua sorella l’avevano terrorizzata. Fu così che la bimba si decise. Non avrebbe mai più fatto del male a nessuno. La piccola si alzò dal letto e prendendo una sediolina si diresse prima verso la culla di Anna, salì sula sedia e guardò la sorellina che dormiva.

“Ciao, Anna. Ti voglio bene” disse sottovoce, poi non potendo arrivare fin giù, si baciò due dita e poi le mise sulla fronte di Anna come per mandarle un bacio. Poi scese dalla sedia, la rimise a posto e poi si avvicinò al letto di Elsa e si sedette accanto a lei. La guardò triste mentre le riaffioravano i ricordi di quella giornata. “Mi dispiace per averti fatto male… non lo farò mai più” disse la bambina sottovoce, poi si abbassò e le diede un bacio sulla fronte. “Ti voglio bene” disse, poi scese dal letto e in punta di piedi si fece strada per il castello fino ad arrivare alle stanze della servitù. Si diresse versi la camera di Graham, il figlio del maggiordomo-consigliere Ferdinand. Era un bambino che aveva circa la sua età, forse aveva un anno in più. Era l’amichetto fidato di Crystal, sempre pronto ad aiutarla. La bambina bussò alla porta e il bambino le aprì quasi subito. Quando vide la principessina rimase sorpreso.

“Crystal, che ci fai qui?” chiese assonnato.

“Mi devi aiutare” disse la piccola “Posso entrare?” chiese. Il bambino si spostò e la fece entrare, sorpreso da quella risposta. “Hai dei vestiti da prestarmi?” chiese la bambina. La fuga. Questa era stata la sua decisione. Graham sorpreso le chiese il motivo. Crystal gli spiegò la vicenda ma nonostante il bambino cercasse di dissuaderla da quest’idea, Crystal era ormai decisa. Graham le prestò degli abiti e poi l’aiutò a preparare una borsa con dentro cibo, acqua e qualche altra cosa tra cui il libro sui poteri. Quando Crystal finì di prepararsi tornò davanti alla stanza di Graham che la guardava triste.

“Grazie, Graham” disse Crystal dando un abbraccio al bambino.

“Dove vai?” le chiese lui.

“A imparare a usare i miei poteri, senza fare male a nessuno”

“Ma dove?”

“Io mi fido di te Graham, ma non voglio che ti scappi di bocca” L’altro bimbo guardò il pavimento triste.

“Tornerai? Sei la futura regina” La bambina sembrò pensare un momento.

“Ci rivedremo” disse la piccola alla fine. I bambini si scambiarono un altro abbraccio e poi Graham tornò nella sua stanza. Crystal si avviò invece verso la cucina dove sapeva esserci una porta da cui poteva scappare. Giunta nella cucina, la bambina si assicurò di fare il minor rumore possibile. Arrivò davanti alla porta e la aprì. Rimase ferma un istante ancora per immagazzinare la scelta che stava facendo. Le si spezzava il cuore all’idea di lasciare Graham, le sue sorelle e la sua casa, ma non voleva che ciò che era accaduto quel giorno succedesse di nuovo.

“Crystal? Che stai facendo?” disse una vocina. La bambina si voltò incontrando gli occhioni azzurri della sorella.

“Elsa torna a letto” disse la bambina più grande. Elsa la guardò un momento e poi notò l’abbigliamento e la borsa e allora capì.

“Non andare via” la supplicò.

“Mi dispiace, ma nostro padre ha ragione, sono un pericolo pubblico, non sarò mai una regina, sono un disastro. Non posso restare qui”

“Sì invece! E poi cos’è un pericolo pubblico?”

“Una persona che ha dei poteri, non li sa controllare e fa male a sua sorella” disse Crystal bruscamente.

“Ma-”

“No, Elsa. Prenditi cura di Anna, adesso sei tu la sorella maggiore” A quelle parole le lacrime affiorarono negli occhi della piccola, mentre Crystal combatteva per trattenere le sue.

“Non voglio che vai via!”

“Addio, Elsa” La bambina si voltò, ma la sorellina subito le corse incontro abbracciandola forte e piangendo.

“No! Non andare via! Non voglio! Ti prego, Crystal!” Per la bambina più grande le ci volle tutta la sua forza di volontà per non abbracciare la sorellina e dirle che non se ne sarebbe più andata.

“No, Elsa. Io devo andare via” disse Crystal tentando di togliersi di dosso le braccine della sorella.

“No! No! AHIA!” la biondina saltò via quando per toglierle il braccio Crystal le toccò la mano. Elsa si tenne la manina, con gli occhi pieni di lacrime. Crystal fece un passo indietro verso la porta anche lei tenendosi la mano, avendo scottato la sorellina di nuovo.

“Scusa” disse Crystal, ma Elsa non si arrese, le venne di nuovo incontro e l’abbracciò forte come prima.

“Non andare! Ti prego! Resta!”

“Lasciami, rischio di scottarti” disse l’altra.

“Non mi importa! Resta!”

“Lasciami andare, Elsa!” Crystal con tutta la sua forza mise le mani quasi incandescenti sulla sorella e la spinse via facendola cadere seduta. Elsa la guardò ferita. Ci fu un momento di silenzio, la bruna poi guardò la piccola con aria triste e colpevole “Io non voglio farti del male…” disse Crystal  “Addio, Elsa” poi, con grande coraggio, la principessina si voltò e corse fuori della porta il più veloce possibile, imponendosi di non guardarsi indietro, mentre udiva la voce disperata della sorella che la chiamava. Quella notte fu l’ultima volta che Elsa vide sua sorella maggiore.
Le ricerche da parte del re partirono immediatamente. Ci furono valanghe di volontari che andarono a cercare la principessina, ma di lei non c’era più traccia. La ricerca durò mesi, ma la Principessa Crystal di Arendelle era sparita. Seguì un periodo di lutto nel castello, Elsa fu quella che ne risentì di più, fu quella che sentì la sua mancanza più di chiunque altro. Alcuni diedero Crystal per morta, altri la davano semplicemente per dispersa. Ma Elsa sapeva che era viva ed era là fuori da qualche parte. Si domandava come stava, che faceva e si domandava come avrebbe fatto adesso senza la sua sorellona che le insegnava ad usare i poteri. Una volta Elsa passò vicino alla culla di Anna sentendola piagnucolare, prese una sedia, la mise vicino alla culla e ci salì sopra. Sembrava che anche Anna sentisse la mancanza di Crystal. La bambina guardò la piccola e le tese una mano che la piccolina afferrò. In quel momento accadde qualcosa di strano, come se in Elsa fosse scattato qualcosa. Fu il momento in cui la piccola accettò la nuova situazione: ormai Crystal non c’era più e lei doveva prendere il suo posto. Era lei la sorella maggiore adesso.
 



Et voilà! Ecco il prologo un po' triste ma spero vi sia piaciuto, ditemi cosa ne pensate, un bacio e al prossimo capitolo! ;-)

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Capitolo 2
*** Prologo (II) ***


3 anni dopo...

Crystal stava imparando eccome ad usare i suoi poteri e stava imparando anche tante altre cose. Era andata dai troll. Ascoltati i motivi della sua fuga, loro l’accolsero come una figlia con un accordo collettivo di non consegnarla al re a meno che non volesse tornare lei e il troll più anziano, Granpapà, capì subito perché la principessina era lì e mai una volta tentò di dissuaderla dalla sua decisione. Anzi ammirò il coraggio della bambina e l’aiutò a controllare i suoi poteri lui le diede le basi, ma poi spettava a lei capire come incanalare tutto quel potere che cresceva con lei. Sotto il consiglio di Granpapà la bambina si dirigeva tutti i giorni sulle montagne innevate di Arendelle ad imparare il controllo del suo dono tramite la pratica; il suo poi libro la aiutava tanto Il freddo non era un problema; il caldo era parte di lei e a meno che non fosse troppo freddo non lo sentiva quasi per niente. Oltre al controllo dei poteri, aveva imparato tante cose: arrampicarsi, trovare cibo, riconoscere le piante velenose da quelle innocue e curative e a trovare ripari, anche se la ospitavano i troll. Di giorno saliva sui monti e lì nella neve poteva esercitarsi quanto voleva senza rischi. Una cosa che le piaceva fare era andare ai laghi ghiacciati e guardare i consegnatori di ghiaccio, che prelevavano il ghiaccio dalla superficie dei laghi e lo lavoravano per poi portarlo e venderlo in città,e  ascoltare i loro canti. La sua notte preferita in cui adorava guardare i consegnatori era la notte dell’equinozio perché l’aurora boreale illuminava il cielo ed era uno spettacolo magnifico.
Durante una di queste sere Crystal notò qualcosa di diverso, vide che tra i consegnatori c’era anche un bambino biondo che sarà stato intorno all’età di Anna adesso, accompagnato da un cucciolo di renna, che cercava anche lui disperatamente di prendere un cubetto di ghiaccio senza riuscirci. Riuscì nell’intento solo quando gli altri consegnatori ebbero quasi finito; prese il suo cubo e lo caricò su una piccola slitta. Il bambino seguì gli altri consegnatori e Crystal scese a valle per tornare dai troll. Mentre tornava, nel frattempo il bambino che stava seguendo i consegnatori giù dalle montagne, fermantosi per risitemare il ghiaccio sulla piccola slitta, aveva perso di vista gli altri consegnatori e si era perso. Il piccolo vagava con il suo cubetto di ghiaccio e la sua renna in cerca di un riparo per la notte, ma non sembrava trovarne uno buono. Ad un certo punto il bambino sentì un ramo scricchiolare poi vide una luce avvicinarsi, il piccolo si spaventò e la rennina si nascose dietro di lui tremante, ma poi quando la luce fu abbastanza vicina, rivelò il volto di una bambina più grande di lui, bruna con due brillanti occhi azzurri.

“Ciao” disse il bambino timidamente.

“Ciao” rispose l’altra bambina. Il piccolo le fece un sorriso, poi notò che la luce non veniva da una lanterna, ma direttamente dalla mano infuocata della bambina. Il piccolo stava per strillare se non fosse per il fatto che la ragazzina se ne fosse accorta e avesse subito spento la mano. “No! Non spaventarti! Non ti farò del male!” disse lei. Il piccolo strozzò in gola il grido che gli stava per partire.

“Io?! Nonono! Non ho paura! Perché dovrei? Vedo tutti i giorni persone che sparano fiamme dalle mani!” disse il biondino mezzo isterico.

“Scusa, non volevo spaventarti” si scusò la ragazzina “Che fai qui da solo? Ti sei perso?”

“Sì, e tu?”

“Io vivo qui, tornavo a casa. Se vuoi ti riporto in città, la tua famiglia sarà in pensiero” disse lei abbassandosi a livello del bambino.

“Non ho una famiglia, io e Sven siamo soli” disse il bambino indicando la renna. La ragazzina sembrò capire, sapeva ormai cosa si provasse ad essere soli.

“Venite con me allora, ai miei amici non dispiacerà” gli disse tendendogli la mano. Il bimbo sorrise, guardò la renna e quando allungò la mano per prendere quella della ragazzina di botto si fermò ricordandosi che prima era in fiamme.

“Tranquillo, non ti faccio niente” disse lei con un sorriso. Lui allora si fidò e le diede la mano senza scottarsi. “Come ti chiami?”

“Io sono Kristoff, lui è Sven”

“Piacere, io sono Crystal” disse lei con un sorriso, poi i tre s’incamminarono verso il cuore della foresta chiacchierando allegramente e facendo amicizia.

Intanto a palazzo le principessine dormivano beate, o almeno una. Elsa dormiva tranquilla quando una testa rossa spuntò vicino al suo letto.

“Elsa, psst!” chiamò la bambina salendo sul letto e mettendosi a cavalcioni sulla sorella. “Elsa. Sveglia! Sveglia! SVEGLIATI!”

“Anna! Torna a dormire” brontolò l’altra.

“Non ce la faccio…” disse la bimba spalmandosi di schiena sulla sorella “Si è svegliato il cielo! Perciò io sono sveglia, dobbiamo giocare!”

“Va a giocare da sola” disse Elsa buttando Anna giù dal letto. La piccolina rimase un momento imbronciata, ma poi le venne in mente un’idea. Risalì nuovamente sul letto e a cavalcioni sull’altra bambina.

“Lo facciamo un pupazzo di neve?” suggerì in modo persuasivo, ma quella era la parolina magica. Poco dopo si ritrovarono a correre per il palazzo e nella loro solita stanza dei giochi, quella in cui erano solite giocare Elsa e Crystal.

“Fai la magia! Fa la magia!” disse Anna. Elsa cominciò a muovere le mani in modo fluido finché non formò una palla di neve mentre Anna la guardava ammirata.

“Pronta?” disse Elsa sorridente. Gli occhioni di Anna brillarono ancora di più e la piccola annuì. Elsa allora lanciò l’incantesimo e la palla di neve scoppiò facendo nevicare dentro la stanza.

“E’ STUPENDOOOO!!!” esclamò Anna emozionata.

“Guarda qui” disse Elsa abbassandosi al livello della sorellina  e poi pestò a terra con un piede e gelò tutto il pavimento facendo una pista di ghiaccio. Anna rise contenta e scivolando sul ghiaccio. Le due bambine iniziarono subito a giocare e fecero il loro pupazzo di neve.
“Ciao, io sono Olaf e amo i caldi abbracci” disse Elsa facendo un vocione quando terminò il pupazzo.

“Ti adoro Olaf!” disse la piccola Anna abbracciando il pupazzo. Le bambine cominciarono a giocare con il pupazzo, Anna lo teneva ed Elsa coni suoi poteri le faceva pattinare. Elsa fece anche degli scivoli! Stavano all’ennesima discesa, Anna stava avanti, tenuta dalla sorella che stava seduta dietro di lei. Quando arrivarono a fine scivolo, Elsa lasciò Anna e la bambina volò dentro un montarozzo di neve. La rossa saltò fuori lanciando la neve e ridendo. Poi saltò e la sorella le fece un blocco di neve sotto i piedi.

“Attenta” disse ironica Elsa con un sorriso.

“Prendimi!” esclamò Anna saltando.

“Presa!” fece Elsa creando un altro blocco.

“Ancora!” Fece Anna andando sempre più veloce, con Elsa che faceva blocchi sempre più alti.

“Aspetta!”

“Yu-huuu!”

“Piano, Anna!” disse Elsa allarmata, ma all’ultimo blocco, la bambina più grande scivolò sul ghiaccio e non riuscì a fare il blocco in modo che la piccola non cadesse da così in alto. “ANNA!” gridò Elsa lanciando un incantesimo in un disperato tentativo di salvare la sorella, ma se la salvò dalla caduta fu perché il colpo centrò la bambina che cadde sulla neve. Il panico s’impossessò di Elsa che corse subito dalla sorellina.
“Anna” chiamò sottovoce la bambina prendendola piccola tra le braccia. Anna non si mosse e una ciocca dei suoi capelli divenne bionda quasi bianca. “MADRE! PADRE!” chiamò Elsa spaventata e mettendosi a piangere. Nel frattempo la stanza cominciò a gelarsi ancora di più, tanto che il pupazzo di neve si ruppe per la velocità con cui si stava gelando la camera. “Tranquilla, Anna. Ci sono io” disse Elsa abbracciandola e in quel momento si spalancarono le porte.

“Elsa che cosa hai fatto?! Non lo domini più!” disse il re avvicinandosi alle figlie preoccupato.

“E’ stato un’incidente! Mi dispiace Anna” disse la bambina rivolgendosi alla sorella che si strinse ancora di più a lei. La regina s’inginocchiò e la prese in braccio.

“E’ fredda come il ghiaccio” disse la donna allarmata.

“Dobbiamo tornare dai troll” disse il re. In poco tempo furono tutti e quattro su dei cavalli e si diressero nel cuore della foresta di Arendelle lasciando una scia di ghiaccio al loro passaggio.

Nel frattempo Kristoff, Crystal e Sven si stavano avvicinando al rifugio dei troll quando Crystal udì un rumore. Si appostarono tutti e tre dietro una roccia e videro delle figure avvicinarsi. La ragazzina disse allora a Kristoff di fare un pezzo di strada senza di lei, temendo che fossero guardie o altri gruppi di volontari che dopo 3 anni ancora la cercavano. Crystal prese una strada opposta mentre Kristoff seguì quella che stavano prendendo come gli aveva detto di fare, stranito da quel comportamento. Ma mentre il bambino avanzava, vide i due cavalli di prima correre verso di lui. Il biondino si nascose aspettando che i cavalli passassero, quando lo fecero ciò che lo colpì fu la striscia di ghiaccio dietro uno dei due cavalli.

“Ghiaccio?!” si domandò stupito il piccolo e subito seguì la traccia fino a che non giunse nel cuore della foresta.  Si nascose dietro un masso e con sua sorpresa vide la famiglia reale.
 
“Vi prego, aiutateci!” disse il re “E’… è per mia figlia” ad un tratto, quelle che sembravano rocce  si mossero rotolando verso di loro e quando si alzarono in piedi mostrarono il volto dei troll.

“E’ il re!” disse uno sorpreso

“E c’è anche la regina!” esclamò un altro. Ad un certo punto si fece vedere un altro troll, il più anziano. Il troll chinò il capo in segno di rispetto verso il re e poi si voltò verso Crystal.

“I troll?” disse Kristoff sorpreso, e la roccia su cui si erano appostati si mosse rivelandosi essere un troll femmina.

“Sshh… cerco di sentire” disse il troll e fu in quel momento che Sven la leccò sulla guancia “Cariiini! Vi terrò con me” disse e Kristoff subito si ricordò di Crystal.

“Ma…veramente…io-”

“-Shh!! Me lo dirai dopo, fammi ascoltare” Forse perché preso dagli eventi e dalla felicità di aver trovato una famiglia, Kristoff non raccontò mai a Crystal di quell’episodio, nemmeno quando arrivò anche lei dai troll non appena la sua famiglia se ne era andata.

 “Maestà” disse il troll più anziano in segno di rispetto e poi prese la mano di Elsa “Sento un’aura più forte dall’ultima volta”

“Sì i suoi poteri sono aumentati” rispose il re.

“Vediamo” disse troll lasciando Elsa e avvicinandosi ad Anna. “Lei non ha poteri, è una fortuna che non sia il cuore , con il cuore non si ragiona facilmente, ma con la testa si può provare”

“Fate ciò che dovete” disse il re.

“Vi consiglio di rimuovere tutta la magia, perfino il ricordo di essa per sicurezza” disse il troll facendo una magia “Ma non vi crucciate, lascerò il divertimento” poi toccò la testa di Anna e la faccia dolorante della piccola divenne sorridente. “Se la caverà” concluse il troll.

“Ma non ricorderà più che ho i poteri” disse Elsa triste.

“E’ per il suo bene” la rassicurò il padre. Da quando la sua primogenita era scomparsa, il re era diventato più gentile con Elsa, è vero, lei non era pasticciona come la sorella maggiore, ma dal suo atteggiamento un po’ brusco nei suoi confronti era come se il re si fosse accorto del suo errore, come se la fuga di sua figlia fosse stata colpa sua. Il che in parte lo era, se fosse stato meno brusco e avesse aiutato Crystal forse lei sarebbe ancora con loro.

“Ascoltami Elsa” disse il troll “Il tuo potere crescerà con te” disse formando delle figure con la magia “C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo. Tu devi imparare a controllarli, la paura sarà tua nemica” La bambina si spaventò a quella frase e si rifugiò dal padre.

“No, noi la proteggeremo” disse il re “Imparerà a controllarli ne sono sicuro” disse. Ma non è chiudendo, le porte, ridurre i domestici, limitare i contatti con le persone e celarlo a tutti che si impara a controllarli.
Passarono gli anni. Anna era sempre la solita ragazzina allegra, felice e pasticciona di sempre e costantemente cercava la sorella… ma i poteri furono celati anche a lei. Ormai vedeva Elsa molto raramente e quelle poche volte che la vedeva lei si rifugiava nella sua nuova camera. Anna voleva un gran bene alla sorella e continuava a chiedersi che cosa le avesse fatto senza riuscire a darsi una risposta. Elsa dall’altro canto viveva nel terrore. Il terrore che il suo segreto venisse scoperto, che facesse di nuovo male ad Anna e ai suoi genitori, gli unici che vedeva quasi tutti i giorni. Come aveva detto il troll i poteri crescevano con lei e ogni volta che Elsa si accorgeva di questo si spaventava ancora di più. Portava sempre i guanti per il terrore di gelare qualunque cosa toccasse ed era arrivata al punto di non farsi sfiorare da nessuno per paura. Ma Elsa non era sola.
Diventata adolescente, Crystal mantenne la sua promessa fatta a Graham, era tornata a palazzo più volte e Graham le era rimasto fedele. Infatti era grazie a lui che la ragazza riusciva ad entrare e uscire senza farsi riconoscere e vedere. Il ragazzo oltre che lavorare a palazzo aveva cominciato a fare l’attore teatrale per vivere; grazie a Graham, che le prestava costumi di scena, Crystal riusciva a restare in incognito.Dovendosi occupare oltre che dei suoi poteri, anche di Kristoff e Sven (con cui nel tempo aveva stabilito un forte legame affettivo), nonostante venisse aiutata da Mamma Troll,  visitava il palazzo molto raramente, volendo anche restare in incognito, ma ogni volta che lo faceva vedeva che la situazione di Elsa peggiorava. Vivendo nella foresta e dilettandosi in attività diverse da quelle di Kristoff, anche se lo aiutava spesso con la vendita del ghiaccio, aveva imparato ad usare la spada, anzi se ne era forgiata una da sola con i suoi poteri ed era ormai diventata un’acrobata provetta, grazie a tutte le volte in cui dovette tirare fuori dai guai l’amico pasticcione. Era sfruttando questa sua abilità nell’arrampicarsi che Crystal controllava le sorelle, saliva o su un albero vicino alla finestra o su una finestra stessa e le osservava. Più volte Crystal controllò Elsa, ma ogni volta vide la situazione peggiorare. La ragazza ancora aveva problemi a contenere i suoi stessi poteri, si accorgeva che erano sempre più forti più passava il tempo, ma aveva capito come imparare a controllarli e Granpapà l’aiutava nel modo opposto in cui il re tentava di aiutare Elsa

“Non reprimere il tuo potere. Liberalo! Non temere il fuoco, deve essere il fuoco a temere te. Affrontalo” le diceva Granpapà mentre la addestrava “Sei tu che comandi, non i tuoi poteri. Non devi avere paura. Più hai paura più il tuo potere avrà il sopravvento” questi erano gli insegnamenti del troll.

“Devi celarlo, domarlo, non mostrarlo” questo era l’insegnamento in buona fede del re “Mettiti i guanti, nascondilo. Non dirlo a nessuno. Non farlo vedere. Devi sempre essere una brava bambina. Se sei brava nessuno lo saprà. Riguardati, tu sola lo sai. Fai in modo che non si scopra mai perché la gente non perdonerà” diceva il re. Elsa ci provava, ma più vedeva il suo potere crescere, più aveva paura di far conoscere il suo segreto.
Crystal tentò più volte di aiutare Elsa cercando di indirizzare suo padre sul cosa fare, ma sembrava non funzionare. O il re ignorava i suoi consigli oppure non riusciva a vedere le tracce. Il suo primo tentativo fu trovare dei libri in biblioteca che parlassero dei poteri sul ghiaccio. Non c’era molto ma era utile. Con l’aiuto di Graham la ragazza si era imbucata nella biblioteca del palazzo e insieme cercarono qualche informazione che potesse aiutare Elsa, quando ci riuscirono, misero  un segnalibro sulle pagine utili e Graham mise i libri nel punto più facile da trovare. Il tentativo non servì a nulla, il re non scendeva mai nella biblioteca. Il suo amico allora ebbe un’idea pensò che se il re non guardava mai nella biblioteca allora forse poteva andare a cercare nell’archivio. Ad un’altra visita di Crystal i due entrarono nell’archivio e misero i libri dove era più facile vederli… il re trovava rimedi fai-da-te.

“I libri sono sottovalutati” aveva protestato Crystal.

“Anche tu hai usato creativamente il metodo fai-da-te” le rispose Graham.

“Ma mio padre non sa cosa significhi avere poteri… si sbaglia. Non è così le insegnerà a domarlo” disse con un sospiro. A circa 17 anni, Crystal si addestrava ormai da sola. Granpapà le aveva dato tutte le basi, stava a lei imparare e domare il fuoco perenne dentro sé, ma appena poteva andava a palazzo a controllare la situazione. Come la presenza invisibile che era diventata, Crystal non si arrese mai ad aiutare Elsa e tentò di dare consigli direttamente al re senza farsi vedere. In un’altra visita, con un altro travestimento ottenuto con l’accesso ai magazzini del teatro (cortesia di Graham), Crystal si era imbucata a palazzo e nella stanza di suo padre. Lì mise una lettera nella tasca della giacca del re in cui consigliava di togliere i guanti ad Elsa poiché non era celando i suoi poteri che l’avrebbe aiutata. Il re lo trovò, ma rimase perplesso da quella lettera non firmata, fu tentato di seguire quelle istruzioni ma non servì a nulla… ignorò il primo consiglio. Crystal fece altri tentativi, altre lettere. Durante gli anni, suo padre ogni tanto tentò di cambiare il suo metodo, ma quando lo faceva, Elsa, spaventata da quei cambiamenti, congelava tutto e il re tornò al vecchio metodo. Crystal allora tentò di applicare lo stesso metodo con la regina. Sperava che sua madre riuscisse a convincere il re. Sua madre fece una cosa inaspettata, parlò poco con il re e diede i consigli suito ad Elsa. Lei tentò di seguire i consigli della mamma, ma suo padre accortosi che erano le stesse cose che avevano tentato, parlò con la regina e decisero che fosse meglio continuare come facevano perchè Elsa ormai viveva nella paura e si affidava completamente al padre. Crystal tentò allora di arrivare direttamente ad Elsa. In quelle rare visite che faceva a palazzo le lettere le dava alla sorella, di nascosto e mai firmate. Elsa era tentata, ma non seguì mai quei consigli spaventata dal suo potere crescente.

Raggiunti i 18 anni, Elsa finalmente aveva più controllo dei suoi poteri e faceva meno danni, ma per questo dovette pagare un prezzo: diventare una ‘principessa modello’, estremamente trattenuta, evitando ogni tipo di contatto fisico, indossando sempre i guanti e con ormai gli insegnamenti del padre fissi nella mente, è vero che finalmente tutto quel potere cominciavano a stabilizzarsi ma ciò non le faceva meno paura… e Crystal quasi non la riconosceva più, ma sapeva perché ormai aveva imparato a comportarsi così.
Un giorno però la vita delle due principesse a palazzo cambiò quando i loro genitori dovettero partire  per un viaggio importante. Dovevano tornare entro due settimane, ma non tornarono più… la nave era affondata in una tempesta.
Seguirono dei giorni di lutto nel regno per la perdita dei monarchi ma Elsa ed Anna rimasero separate. Dopo i funerali, Anna si diresse verso la stanza di Elsa e bussò per l’ennesima volta.

“Elsa… puoi lasciarmi entrare?” disse la ragazza “Prime eri sempre accanto a me… la gente mi dice ‘abbi coraggio’… io sono qui per te, ma fammi entrare” continuò con un’amara dolcezza “Ed ora che faremo? Abbiamo solo l’un l’altra, siamo io e te…” la sorella non le rispose, chiusa nella stanza. Anna si lasciò scivolare giù sulla porta sedendosi a terra abbracciandosi le ginocchia “Ora tu mi manchi troppo” e una lacrima le scese sulla guancia. Elsa dall’altra parte, nella sua stanza ormai di ghiaccio, aveva ascoltato tutto ed ad ogni parola le si spezzava sempre di più il cuore.

“Dove sei finita Crystal?” sussurrò Elsa con voce rotta “Aiutaci…” Ma Crystal c’era, Elsa non poteva saperlo, ma lei c’era e vedere le sue sorelle così, la faceva stare male. Il suo cuore era diviso in due. Parte di lei voleva mostrarsi, correre da loro, abbracciarle, consolarle, dirgli che andrà tutto bene, ma l’altra metà le diceva che non poteva farlo e lei lo sapeva. Quel giorno, sulla sua via del ritorno alla foresta, passando vicino ad un vicolo della città un giovane incappucciato le prese una mano all’improvviso tirandola dentro la stradina. Ovviamente la persona si scottò e Crystal fu subito pronta all’attacco.

“Ow! No, ferma, ferma! Sono io” disse il giovane che l’aveva tirata abbassandosi il cappuccio, rivelando un ragazzo molto alto con capelli castani e rari occhi viola. Crystal subito abbassò la guardia.

“Graham! Non farlo mai più” disse lei.

“Scusa” disse il ragazzo scuotendo la mano scottata.

“Che c’è?” gli chiese lei con voce bassa.

“Sei stata a palazzo, vero?” lei annuì “Crystal… devi tornare. Arendelle è senza monarchi, il regno ha bisogno di te”

“Ma io sono morta ormai per Arendelle, per il regno la regina è Elsa adesso, devono solo aspettare che compia la maggior età”

“Se tu tornassi nessuno si opporrebbe a farti salire al trono”

“Ma non lo capisci?! Io non voglio il trono! Io non sono una regina! Io non sono in grado di fare la regina. Fino a 7 anni sono stata una serie di delusioni per mio padre, una combina guai, ho quasi dato fuoco al palazzo più volte, rischiato di far scoppiare una guerra con le Isole del Sud, ho scottato più volte mia sorella- l’ho quasi uccisa, per la miseria! Ho 21 anni e ancora a malapena riesco a contenere i miei poteri, non sono riuscita ad aiutare Elsa, non riesco a spingerla a riavvicinarsi ad Anna, i miei genitori sono morti e la mia vita ormai è una fuga perpetua… mi aggiro per il regno di cui dovrei prendere il comando come se fossi una ladra- Che razza di regina sono io, Graham?!”

“Chi ti sta inseguendo, Crystal?! Stai scappando da niente!”

“Tu non puoi capire… tu non hai poteri che possono essere distruttivi come i miei” disse ricordandosi tutti i rimproveri di suo padre e tutti gli incidenti. Sei un disastro! Sei un’irresponsabile! Sei un pericolo pubblico! Non sarai mai una regina! Elsa è più piccola e li controlla meglio di te! Sei pericolosa! Penso sempre tu possa non combinare guai ma appena mi giro mandi a fuoco qualcosa!

“Ma le tue sorelle hanno bisogno di te” disse Graham “Hai visto come stanno. Anna vuole sua sorella maggiore, Elsa è sempre rintanata in quella stanza, ma anche lei vuole sua sorella grande. Devi tornare indietro. Se non vuoi farlo per il regno, o per me, torna per loro” ci fu un momento di silenzio.

“Ci provo ad aiutarle ma fallisco sempre e poi…” fece una pausa “Anche Kristoff ha bisogno di me” disse la giovane. La sua risposta sembrò innervosire Graham ancora di più.

“Kristoff...” disse lui guardando a terra, poi gli occhi viola del ragazzo incontrarono nuovamente quelli azzurri della principessa “Quanti anni ha adesso, 16? Dimmi, quando Kristoff diventerà un uomo e tu imparerai ad usare i tuoi poteri, dietro a quale scusa ti nasconderai? Sei cambiata da quando te ne sei andata. Fai tanto la cinica priva di emozioni, ma lo so che non è così perché ti conosco, sai qual è la realtà? Tu hai paura. Non dei tuoi poteri, non della reazione dei cittadini, non di Anna. Tu sai che se rispunterai fuori, Anna ti accoglierà a braccia aperte… tu hai paura di Elsa” Crystal rise senza umorismo.

“E sentiamo, perché dovrei avere paura di Elsa?”

“Perché l’hai abbandonata. Quando sei scappata sono state le sue grida a svegliare tutto il castello. Le grida di una bambina disperata che ti chiamava, che non voleva che sua sorella l’abbandonasse” ci fu un momento di silenzio “Qual è il vero motivo per cui te ne sei andata?”

“E tu perché mi hai aiutata?” ribatté Crystal “Potevi tranquillamente rifiutarti e svegliare tutti per dare l’allarme ma mi hai lasciata andare”

“Ero un bambino”

“E adesso sei un uomo, perché continui ad aiutarmi? A quest’ora potevo già essere tornata a palazzo, ma tu continui a permettermi di fare dentro e fuori. Se vuoi tanto che torni, perché non mi consegni alle guardie?” disse Crystal. Graham stava per parlare ma qualunque cosa stesse per dire gli morì in bocca. “Anzi, vuoi che torni? Va bene! Sono qui, disarmata e ferma, tutto quello che devi fare è prendermi e portarmi a palazzo o chiamare le guardie, io starò qui. Avanti fallo” Graham la guardò sorpreso da quelle parole. Si trovò diviso in due. Una parte di lui gli diceva di consegnarla alle sorelle, ma l’altra parte gli diceva di lasciarla fare. Il ragazzo non fece niente.

“Quando tornerai?” le chiese in fine, guardando a terra.

“Non lo so… appena potrò… ma di sicuro ci vedremo all’incoronazione di Elsa” disse la ragazza “Vorrei riuscire a vedere a un tuo spettacolo” disse con un sorriso. Anche il servo se ne lasciò scappare uno, ma poi si avvicinò all’amica abbracciandola. Crystal ricambiò l’abbraccio.

“Abbi cura di te e… condoglianze. Cercherò di sorvegliare Anna ed Elsa in tua assenza” disse lui tenendola stretta a sé.

“Grazie Graham” disse la principessa, stampandogli un bacio sulla guancia, poi quando si lasciarono, si voltò e se ne andò… di nuovo.
 
Ciao gente! Come vi è sembrata la seconda parte del prologo? Pallosa? Vi ha incuriositi? Personalmente, io mi sono rotta a scriverla, ma adesso inizia la vera avventura! Fatemi sapere se vi è piaciuta con un commentino e se il commento sarà una critica costruttiva è molto ben accetta ;-)
Al prossimo capitolo!
Un bacio
Stella

 

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Capitolo 3
*** Calda Incoronazione; Ricevimento Sottozero ***


3 anni dopo...

Era tanto che Arendelle non era così affollata. Tutti si stavano preparando per il grande giorno. Quel giorno Elsa compiva 21 anni, aveva raggiunto la maggior età ed era giunto il momento dell’incoronazione. In città si stavano mettendo festoni e decorazioni, i musicisti si preparavano portando i loro strumenti, i nobili dei vari regni approdavano al porto con le loro navi, tra cui il Principe Hans delle Isole del Sud, il quale era molto entusiasta di vedere le principesse, soprattutto quella che a breve sarebbe diventata regina; il giovane principe era venuto accompagnato da due dei suoi fratelli, due bei giovani come lui. Un altro ospite era il Duca di Whiselton, il miglior alleato commerciale di Arendelle, il quale non vedeva l’ora di entrare nel palazzo e scoprire i segreti di Arendelle sul perché le porte fossero rimaste chiuse tanto a lungo. Anche Kristoff era venuto in città per vendere il suo ghiaccio con Sven e Crystal, approfittando della giornata. Quella sera sarebbero state aperte molte bottiglie di vino e spumante e con il caldo estivo serviva ghiaccio.

“Figliolo, dammi due sacche di ghiaccio” disse un uomo al biondo.

“Certo signore, blocco intero, cubetti o rotto?” rispose Kristoff tagliando in due il cubo grande di ghiaccio.

“A cubetti, grazie”

“Okay, tra un attimo saranno pronte” disse lui prendendo il ghiaccio dalla slitta “Crystal, due sacche di ghiaccio a cubet-…” si voltò “… -ti” Crystal non c’era “Accidenti a te a ai tuoi poteri…” brontolò sottovoce.

“Qualche problema ragazzo?”

“No! Niente! E’…*sgrunt*… mia sorella che se la svigna” disse lui imbronciato. L’uomo rise e pure Sven mentre Kristoff si occupò da solo del cliente.
C’era molto movimento in città, tutti si dirigevano verso il palazzo poiché a breve le porte sarebbero state aperte. Ma in contrasto al movimento e il frastuono che c’era in città… Anna ancora se la dormiva beatamente con tutti i capelli scompigliati e stravaccata sul letto con un piede penzolone fuori, russando leggermente.

“Altezza!” chiamò Ferdinand da fuori la porta. “Principessa Anna!”

“Eeehh?” chiese Anna svegliandosi

“Mi spiace svegliarvi, altezza”

“Ma no! Per niente” sbadigliò sonoramente “Sono sveglia da ore” disse appoggiandosi a una mano e riaddormentandosi mentre piano piano le cadde la testa dalla mano che la risvegliò “Chi èèèèè?”

“Sono sempre io, altezza. Tra poco le porte saranno aperte, dovete prepararvi”

“Ma certo” fece Anna mezza addormentata “Prepararmi per cosa?”

“L’incoronazione di vostra sorella, altezza”

L’incornazione… di mia sorella…” Anna aprì un occhio e vide il suo vestito… e quello sembrò accenderle una lampadina. “C’E’ L’INCORONAZIONE!” esclamò improvvisamente sveglia. Come un razzo Anna si preparò più veloce della luce e corse come un fulmine fuori dalla stanza. Si era messa un grazioso vestito verde con le maniche corte e si era legata i capelli con una trecca che le cingeva la testa a mo’ di corona e teneva il resto legato dietro con un nastro verde, lasciando la frangia sciolta.
Uscita dalla stanza si mise a correre per la città saltellando felice e cantando tra sé e sé. Era la prima volta in anni che aprivano le porte del palazzo ed Anna non stava più nella pelle. Voleva conoscere gente, voleva ballare, voleva divertirsi, ma soprattutto voleva incontrare Quello Giusto. Fece un salto nel mercato, vicino al cantiere, ammirando la preparazione per l’incoronazione. Poi si diresse al porto praticamente saltellante quando all’improvviso sbatté contro un cavallo, inciampando cadde dentro una barca che rischiò di cadere in acqua se il cavallo non avesse bloccato la barca con lo zoccolo.

“Ehi!” protestò Anna togliendosi l’alga che le era finita in testa.

“Sono desolato, vi siete fatta male?” chiese il cavaliere… un bel cavaliere. Aveva i capelli castani corti e ben pettinati, occhi verdi stupendi, l’unica cosa erano i basettoni, ma era talmente bello che chiunque se li sarebbe dimenticati… subito. Indossava una giacca bianca con gli alamari in oro e una medaglietta attaccata con lo stemma delle Isole del Sud, la camicia e il gilet blu e il cravattino bordeaux, i pantaloni aderenti blu e gli stivali.

“A-ha… ciao” disse Anna con un sorrisetto, colpita dal bell’aspetto del ragazzo che scese da cavallo per aiutarla ad alzarsi “Ehm… t-tutto bene. Non è successo niente. Non guardavo dove andavo” disse la principessa.

“Oh, grazie al cielo” disse lo sconosciuto porgendole la mano con un sorriso perfetto. Che fai? Parli? Non me ne sono accorta… pensava Anna irradiata da quel sorriso fatto di perle. Accettò la mano non togliendo i suoi occhi azzurri da i suoi verdi. Lui subito si schiarì la gola e l’aiutò a mettersi in piedi.

“Principe Hans delle Isole del Sud” si presentò con un inchino del capo.

“Principessa Anna di Arendelle” disse lei. Lui la guardò stupito.

“Principessa? Milady!” disse inginocchiandosi. Anche il suo cavallo si inginocchiò facendo inclinare la barca e Hans volò addosso ad Anna, lunghi sulla barca. Lui fece appena in tempo a prendere i bordi della barca per reggersi ed Anna si aggrappò sulla prima cosa che le capitò: la giacca e il collo di Hans.

“Oh – ciao! Sono sempre io” In quell’istante il cavallo di Hans si accorse di aver fatto inclinare la barca e poggiò a pieno lo zoccolo, facendoli volare dall’altra parte, stavolta Anna addosso ad Hans.

“Umf! Per Bacco!” esclamò Hans.

“Ops! Imbarazzante” disse Anna rialzandosi “No! Non che tu sia imbarazzante, voglio dire noi siamo imbarazzanti-cioè io sono imbarazzata! Tu sei bellissimo- aspetta- che?!” Hans sorrise e l’aiutò ad alzarsi.

“Mi scuso per aver urtato la principessa di Arendelle con il mio cavallo” disse lui “E da quanto è successo da allora”

“Ah, no! Non devi scusarti!” disse Anna scendendo dalla barca “Non sono quel tipo di principessa! Se avessi urtato mia sorella Elsa sarebbe stato un- OH MAMMA!- perché lei è…” si ritrovò faccia a faccia con il cavallo di Hans  “Ciao” disse grattandogli leggermente il mento per poi spostarsi. “Ma per tua fortuna sono solo io” Hans rise leggermente.

“Solo tu?” Anna non disse niente e sorrise. Lui ricambiò il sorriso.

“A proposito di Elsa, come sta tua sorella?” le chiese Hans.

“Ah…ehm… bene!… credo!… cioè, non lo so… penso bene” disse Anna frettolosa, fortunatamente per lei, prima che la situazione si fece più imbarazzante, sentii le prime campane suonare, ciò significava che doveva assolutamente andare alla cattedrale della città, dovendo essere la prima ad esserci insieme al vescovo, per attendere l’arrivo della regina. “Le campane! L’incoronazione!” esclamò indietreggiando e inciampando quasi su un palo “Io… devo andare! Io- è meglio che vada! Ehm…a-addio!” disse e scappò via. Hans la salutò e in quel momento un grosso uccello piombò come un razzo addosso ad Hans prendendogli la medaglietta

“EHI!” protestò. L’uccello rimase in volo sul posto per un momento e Hans si accorse cosa gli aveva rubato. “Ma che-?! TORNA SUBITO QUI!” gridò il giovane rincorrendo l’uccello. Rincorse l’animale il più velocemente possibile cercando di non travolgere i passanti al suo passaggio. La corsa continuò freneticamente finché Hans non si ritrovò nei giardini reali, dove si trovava Elsa. Anche lei era pronta per l’incoronazione ma voleva stare da sola per cercare di rilassarsi un momento.

"Devo celarlo, domarlo, non mostrarlo. Se sono brava nessuno lo saprà” si diceva tra sé e sé. Ma sapeva di essere troppo tesa e che doveva rilassarsi e tentò di farlo nel silenzio dei giardini che venne rotto quando arrivò Hans inseguendo l’uccello.

“Ridammi la medaglietta!” disse Hans che era riuscito ad agguantarla ma il pennuto era forte.

“Ma che-?” borbottò Elsa sentendo il frastuono, poi arrivò Hans che stava facendo un tira e molla con quella specie di falco. Elsa rimase alquanto sorpresa dalla scena, ma non batté ciglio osservando la scena che in tutta sincerità la divertiva pure.

“MOLLALA!” diceva Hans cercando di riprendersi la medaglietta, ma l’uccello con uno strattone improvviso se lo portò dietro facendolo inciampare e lasciare la medaglietta. Hans cadde a terra a faccia in giù, senza vedere che l’uccello aveva fatto cadere la medaglietta ai piedi della regina “Accidenti” borbottò. Elsa si sforzò molto per non ridere, ma il pennuto appollaiatosi su un ramo, no. Hans alzò la testa e fulminò con lo sguardo l’uccello, ma l’animale continuò a ridere. Il principe si alzò spolverandosi la giacca e avvicinandosi all’uccello, non notando la regina “Ti liquido con tre parole, rapace: pranzo-è-servito” e fece per acchiappare il pennuto quando-

“Hans” chiamò Elsa riconoscendolo. Lui si voltò e la vide. I capelli biondi erano raccolti esattamente come quelli di Anna, ma senza fiocco, aveva un vestito nero e azzurro a maniche lunghe con dei guanti azzurri e un mantello viola scuro che faceva pandan con l’abito. Lui rimase colpito appena la vide, da bambina era sempre stata carina ma adesso era molto più bella. Fine ed elegante come sempre, ma un po’ troppo seria… pensò.

“Elsa” disse con un filo di voce, poi si ricompose subito e il pennuto ne approfittò per scappare, ma non vide la colonna con l’edera rampicante dietro di sé e ci sbatté contro, ma fortunatamente dopo un breve svolazzamento sgangherato riuscì a riprendere il volo ed ad andarsene osservato dai due. “Certo che quell’uccello è strano” disse Hans. Quell’uccello era anche un ben esemplare anche se non capiva di che razza, un rapace: sicuro ma aveva un piumaggio strano per un rapace. Erano colori sfumati dalla testa al petto era rosso fuoco, il corpo sfumava in un arancione intenso  poi la coda sfumava nel giallo. Altra cosa strana dell’uccello erano gli occhi, non erano gialli, erano azzurri. L’osservazione di Hans si interruppe quando notò che Elsa stava al suo fianco e si schiarì la voce e si inchinò.

“Regina” salutò

“Non essere così formale, ci conosciamo” disse Elsa con un mezzo sorriso “Questa è tua?” disse mostrandogli la medaglietta.

“Ah, sì quella specie di aquila me l’aveva rubata ecco il perché di tanto frastuono” disse il principe arrossendo leggermente.

“Ho notato” Hans rise leggermente grattandosi dietro il collo. "Ecco, tieni" disse la bionda e gli riattaccò la medaglietta alla giacca. Si guardarono unmomento , poi ELsa si accorse della vicinanza e si allontanò.

“Ehm… come stai? E’ tanto che non ci vediamo e parliamo. Ti trovo bene” disse Hans una volta schiaritosi la voce.

“Grazie, tutto bene” disse la giovane con un leggero chinarsi del capo. Rimasero un momento in silenzio guardandosi negli occhi.

“Allora…” iniziò Hans impacciato “come ci si sente a diventare regina?” le chiese per rompere il ghiaccio.

“Un po’ agitata… molto agitata e nervosa… parecchio…  non vorrei inciampare e fare brutte figure” O peggio, mostrare i miei poteri… ma quello non lo disse.

“Tu non sai fare brutte figure, ma certamente farai una bella entrata! Il tuo vestito è molto bello”

“Grazie” disse Elsa arrossendo “Anche tu non sei male” No, infatti, sei un figo! Ma quello non lo disse.

“Grazie” ci fu un momento di pausa “Ti ricordi quella volta, quando eravamo piccoli che io e mio padre dovevamo tornare a casa e tua sorella ha mandato a fuoco la nostra nave? Tu mi hai visto e mi hai rincorso fino a qui per chiedermi di dire qualcosa  a mio padre per non mettervi nei guai”

“Ah, sì! Accidenti quanto correvi!”

“Beh, io sono contento che fossi tu e non Crystal. Mi metteva in soggezione”

“Inizialmente faceva quest’effetto anche a Graham, il figlio del maggiordomo poi sono diventati amiconi” disse ricordandosi, ma nel ricordo pensò a sua sorella “Già…” disse improvvisamente rattristita. Hans se ne accorse.

“Mi dispiace, non volevo aprire una ferita ancora aperta” disse Hans imbarazzato “Non pensavo fossi ancora in lutto-”

“Io non sono mai stata in lutto. Si è in lutto quando una persona muore; Crystal non è morta” disse Elsa irrigidita.

“Elsa, sono passati 17 anni, sono tanti, e Crystal non si è più vista da quando è sparita”

Morire e sparire sono due cose molto diverse, Hans” disse Elsa “Crystal è viva, me lo sento”

“Eri veramente legata a lei… scusa per prima”

“No, tranquillo. Se non altro, devo ringraziarti” Hans rimase sorpreso.

“Per cosa?”

“Per essermi stato vicino quando è sparita Crystal. La tua famiglia è spesso venuta qui per darci sostegno, me lo ricordo. Non facevi altro ce cercare di tirarmi su di morale invitandomi a fare giochi, andare in giro per i giardini e spesso trascinandomi in fughe dai tuoi fratelli” Hans ridacchiò al ricordo di quando erano bambini, quando i suoi fratelli li prendevano in giro dicendo cantandogli canzoncine e dicendo che erano fidanzati. “Grazie” disse con un cenno di capo.

“Di niente” rispose sorridendole e guardandola negli occhi. Poi udì le seconde campane. Elsa si lasciò scappare un sospiro… il dovere la chiamava.

“Devo andare, ci vediamo al ricevimento” disse e se ne andò. Hans la salutò con la mano e poi si affrettò anche lui alla cattedrale, senza accorgersi che due figure avevano osservato la scena.


Durante l’incoronazione tutti i nobili e i servitori più fidati si erano riuniti nella cattedrale, mentre il popolo aspettava fuori. Il coro della cattedrale eseguiva i suoi canti mentre Elsa fece la sua entrata, durante la celebrazione e infine quando il vescovo le mise la corona sulla testa. Poi arrivò il fatidico momento per Elsa. Il vescovo le porse lo scettro e la sfera d’oro che la neo-regina doveva prendere in mano durante la proclamazione. Elsa fece per prenderlo quando il vescovo la fermò.

“Maestà, i guanti” indicò il vescovo sottovoce. Elsa esitò ma si tolse i guanti, ora doveva prenderli in mano, esitò nuovamente ma poi li prese e il vescovo iniziò a sciorinare tutta una formula nell’antica lingua di Arendelle. Furono pochi secondi che ad Elsa sembrarono perenni, sbirciò gli oggetti che aveva in mano e vide che già si stavano ghiacciando… tentò di sopprimere il panico perenne. “… Elsa, Regina di Arendelle”  finì e la regina subito poggiò i due oggetti che le sembravano avere un peso insostenibile e si rimise i guanti. Tutti in sala cominciarono ad acclamarla urlando “Lunga vita alla regina!- Evviva la regina!” Anna zompettava sul posto battendo le mani emozionata, Hans sedeva vicino ai suoi due fratelli e batteva le mani acclamando la regina, i suoi occhi verdi brillavano quando la guardava… e anche qualcun altro se ne era accorto. Graham applaudì alla sua regina ma poi gli cadde l’occhio su una giovane donna dai capelli neri lunghi fino alle spalle con due piccole trecce che partivano ai lati della testa e si univano dietro, cingendole la testa a mo’ di corona e gli occhi azzurri come quelli della regina e della principessa. Indossava un vestito rosso con la scollatura a barca con dei piccoli ricami neri a tema floreale sul fianco e la scollatura e una cintura di stoffa nera. La ragazza lo vide e gli fece l’occhiolino, lui le fece un mezzo sorriso scuotendo la testa. All’uscita dalla cattedrale Graham si avvicinò alla giovane facendo finta di niente.

“Ti dona l’abito di Giulietta” disse il servo.

“O questo o quello di Mirandolina. L’abito di Giulietta mi sembrava più adatto” disse Crystal. Nessuno l’avrebbe riconosciuta, ormai erano passati troppi anni. Forse l’unica da poterla riconoscere poteva essere Elsa poiché Anna era troppo piccola, ma Crystal era sicura che anche se avesse girato a viso scoperto, nessuno avrebbe gridato ‘principessa Crystal a ore 12!’

“Che spettacolo farete?” chiese Crystal.

“Sogno di una notte di mezza estate. Io sarò Puck” rispose Graham.

“Puck? Non me la bevo”

“Perché?”

“In tutti gli spettacoli che hai fatto mi hai detto di interpretare sempre il bellone di turno”

“Si vede che ero più adatto a Puck oppure che gli altri ragazzi sono più bravi e/o più belli”

“Sul ‘più bravi’ devo ancora vedere, ma sul ‘più belli’ non ci conterei” Graham si fermò bloccandola con un braccio.

“Era un apprezzamento quello che mi è giunto alle orecchie?” disse trattenendo un sorrisetto.

“Goditi il momento perché non li faccio spesso” disse Crystal allontanandosi

“Me ne sono accorto”  disse lui seguendola. Guardandola un momento Graham dovette ammettere che Crystal non era niente male. Era alta, più alta delle sorelle che erano più piccoline, Anna era proprio minuta. Fisico atletico e due occhi intelligenti che analizzavano costantemente tutto e tutti. Da piccolo quegli occhi intensi lo mettevano in soggezione, la temeva un po’, poi l’ha vista con le sorelle e ha imparato a conoscerla. Era difficile decidere chi fosse più bella tra le tre sorelle.
Anche Crystal aveva guardato Graham (ovviamente) e il suo pensiero era esattamente quello di Anna quando incontrò Hans: era un gran figo. Alto, longilineo, fisico da statua greca, occhi stupendi… sì, un figo.
Crystal non restò a lungo in città, riuscì finalmente a vedere uno spettacolo del suo amico fidato ma non restò per il ricevimento. Prima di tornare da Kristoff si avviò verso i magazzini del teatro e si cambiò rimettendosi i suoi vestiti, poi andò dal suo migliore amico e la sua renna. Nel frattempo Kristoff aveva ricaricato la slitta ed aspettava la sua amica per tornarsene sulle montagne. Mentre sistemava le briglie di Sven, la renna gli diede un buffetto sul braccio con il muso.

“E tu cosa vuoi?” disse il ragazzo guardando la renna “Uno spuntino. Va bene” disse dandogli una carota che Sven mise tutta in bocca. “No! Non ci provare! Dividiamo” Sven aprì la bocca restituendogli la carota e Kristoff la prese e gli diede un morso.

“Ma che schifo!” disse una voce femminile. I due si voltarono e videro Crystal arrivare “Ma non pensi a quanti germi ci possono essere nella bocca di una renna? E’ possibile che continuiate a farlo?!”

“Non sai cos’è la vera amicizia, Crystal. Gli amici veri condividono tutto senza distinzioni di alcun genere. Se fossi meno schizzinosa lo faresti anche tu”

“Preferisco rimanere schizzinosa”

“Che fine hai fatto? Ho dovuto vendere il ghiaccio tutto da solo e… perché hai dei rami e dell’erba  addosso?” disse Kristoff salendo sulla slitta. La ragazza si passò una mano tra i capelli togliendosi i rametti e si spolverò gli abiti dall’erba.

“Lasciamo perdere. Non mi sembra che la tua vendita del ghiaccio sia andata male. La slitta è vuota”

“Già, domani dobbiamo andare a prendere altro ghiaccio. Non sparisci di nuovo, vero?”

“No, tranquillo. Domani avrai i miei poteri a disposizione” disse salendo sulla slitta accanto a Kristoff.

“Buono a sapersi. Vai Sven” la renna partì e i due tornarono tra le montagne.
 



Nel frattempo a palazzo si stava festeggiando l’evento  tra danze, brindisi e chiacchiere tra nobili. L’orchestra suonava musiche allegre e tutti attendevano l’arrivo della regina e della principessa. Ad un certo punto le danze si interruppero e accompagnato dalle trombe, Ferdinand annunciò l’arrivo delle sorelle.

“La regina di Arendelle, Elsa” annunciò mentre la giovane regina faceva il suo ingresso con portamento regale. “E la principessa di Arendelle, Anna” la quale come suo solito entrò di corsa e impacciata fermandosi a buona distanza dalla sorella. Il maggiordomo, con grande pazienza, la prese e la guidò vicino ad Elsa

“Sicuro? Perché non credo che dovrei- OK” disse Anna frettolosa, ma fece comunque mezzo passo più lontano da Elsa. Ripresero subito le danze, ma mentre la gente festeggiava allegra, le due ragazze rimasero in silenzio. Anna si sentiva molto a disagio; la sorella di cui aveva desiderato per anni l’attenzione era lì a pochi centimetri da lei e non sapeva più come comportarsi. Stranamente fu Elsa a fare il primo passo.

“Salve” disse la regina.

“Salve, a me?” disse Anna sorpresa, Elsa annuì con la testa “Oh-ehm… salve” Silenzio.

“Sei molto bella” disse Elsa.

“Grazie! Tu sei spaventosamente bella!- cioè- non ne senso ‘da spavento’ solo… più bella!” disse la sorellina facendole scappare un sorriso.

"Grazie... allora…” iniziò Elsa “E’ così un ricevimento”

“E’ più caldo di quanto pensassi”

“Cos’è questo profumino invitante?” le due ragazze annusarono l’aria riconoscendo a cosa apparteneva l’odore “Cioccolato!” dissero in coro ridendo tra loro. Anna stava per continuare la conversazione quando Ferdinand le interruppe per presentarle uno degli ospiti. Era un uomo anziano, magro e più basso di Anna con i capelli bianchi tirati indietro, gli occhiali e dei folti baffi bianchi. Vestiva di nero con degli alamari in oro e una fascia rossa, con delle medagliette pendenti dalla giacca.

“Maestà” iniziò “Il Duca di Baferton”

Whiselton!” corresse l’omino “Duca di Whiselton, vostra Maestà” si ripresentò avvicinandosi ad Elsa “Come vostro maggiore alleato commerciale, mi sembra quantomeno doveroso invitarvi al vostro primo ballo da regina” disse con un inchino. Seguì con una serie di strani movimenti saltellanti che per lui dovevano essere danza fino ad inchinarsi nuovamente e far rovesciare il parrucchino. Le due sorelle tentarono di trattenersi dal ridergli in faccia limitandosi a ridacchiare silenziose, scambiandosi un'occhiata. Elsa poi si schiarì la voce, ricomponendosi.

“Grazie, purtroppo non ballo” disse rifiutando garbatamente il suo invito “Ma mia sorella sì”

“Oh! Ragazza fortunata allora!” disse il duca prendendo a braccetto Anna.

“Ma- non credo che-!” tentò di protestare ma fu presto portata sulla pista da ballo.

“Se svenite avvertitemi, vi prenderò in braccio!” diceva lui. Elsa intanto la salutava con la mano.

“Scusa” disse la regina a cui in fondo la cosa non dispiaceva per niente anzi, si stava divertendo forse troppo. Mentre altri ospiti passavano a salutarla, teneva d’occhio Anna che probabilmente si stava sentendo molto imbarazzata ad aver quel vecchietto che le saltava goffamente intorno come una molla. Ad un certo punto le fece un casquè ed Anna fulminò Elsa che ridacchiava. Fortunatamente quando la melodia finì Anna tornò massacrata dalla sorella. “Beh, molto agile!” disse Elsa.

“Specie per un uomo coi tacchi alti” aggiunse Anna col fiatone.

“Sei tutta intera?”

“Sì. Io… non mi sono mai sentita meglio, è così bello!” disse guardando la sorella maggiore “Vorrei tanto che fosse così sempre”

“Anch’io” disse Elsa, ma poi il suo sorriso sparì “Ma non  posso” disse guardando via.

“Perché no? Insomma-”

“Non posso e basta!” disse Elsa scansandosi quando la sorella tentò di toccarle un braccio. Elsa le diede le spalle ed Anna non insistette.

“Scusa, con permesso” disse la rossa e si allontanò. Elsa non disse niente, ma guardò tristemente la sorella andarsene a capo basso. Ad Anna veniva da piangere, per un momento aveva pensato di poter passare una bella serata in compagnia di sua sorella e invece, Elsa l’aveva respinta di nuovo. Non guardò dove camminava e all’improvviso quando uno dei lord si inchinò le diede una spinta facendola inciampare, ma l’impatto con il pavimento non avvenne poiché qualcuno l’aveva presa prima che cadesse.

“Ti ho presa, grazie al cielo” disse Hans con il suo sorriso perfetto.

"Hans" disse la principessa riconoscendolo subito. Il principe la ritirò su e subito iniziarono a ballare il walzer che i musicisti stavano suonando, sotto lo sguardo di Elsa. Hans e Anna ballavano bene insieme, lui era un ottimo ballerino e la ragazza cominciava a pensare che la serata forse non sarebbe stata poi così male. Dopo qualche danza lei e Hans si misero a chiacchierare conoscendosi meglio. Anna era molto allegra e spiritosa, Hans si trovava bene con lei e Anna trovava lui molto gentile e affascinante. I due a un certo punto decisero di andare a fare una passeggiata e si diressero verso  i giardini reali dove Hans aveva prima parlato con Elsa. I due proseguirono la loro passeggiata fino alla balconata del giardino continuando a chiacchierare e scherzare, Anna sfidò il principe a mangiare il suo panino in un boccone.
“Ce l’hai fatta!” esclamò quando lui ci riuscì “Scusa, continua. Quanti hai detto che sono i tuoi fratelli?”

“Dodici e tutti più grandi di me” disse il principe “Tre di loro finsero che io fossi invisibile, per 2 anni”

“E’ orribile!”

“Ma i fratelli fanno così”

“Anche le sorelle… Elsa ed io eravamo così unite da piccole, poi mi ha esclusa dalla sua vita e io non ho mai saputo perché”

“Così, di punto in bianco?” chiese Hans sorpreso. La principessa annuì “Strano, non è da Elsa” disse lui.

“Tu la conosci?” chiese Anna sorpresa dalla novità.

“Sì. Tu all’epoca eri troppo piccola per ricordarti di me. Ero amico di Elsa quando eravamo piccoli, ci siamo conosciuti quando mio padre venne qui per… qualche cosa tra re, e io ed Elsa abbiamo fatto amicizia” spiegò lui “Stavamo spesso insieme. La maggior parte delle volte scappavamo dai miei fratelli che per prenderci in giro dicevano che eravamo fidanzati” Anna sorrise
“Tipico”

“Il nostro luogo di giochi preferito era questo giardino, in particolare la fontana lì” indicò Hans.

“Perché la fontana?”

“Perché era estate quando ci siamo conosciuti e una volta ce l’ho buttata dentro. Lei ha ricambiato subito il favore” disse Hans sorridendo al ricordo. Anna rise.

“Non riesco proprio a vedercela Elsa in una fontana!” disse la principessa ridendo.

“Invece avresti dovuto vedere come si era arrabbiata!”

“Arrabbiata ce la vedo” e risero tutti e due.

“L’ultima volta che la vidi prima di oggi, fu poco tempo dopo la morte dei vostri genitori -la mia famiglia venne in visita per porvi le condoglianze ma tu quel giorno eri fuori, per questo non ci siamo incontrati- mi ha salutato, abbiamo scambiato due parole, ma l’ho trovata molto distante, penso fosse per il lutto, ma eravamo amici… mi aspettavo come minimo un abbraccio e invece… niente...” disse con la voce velata di tristezza.

“Anche con me… da quando mi ha esclusa dalla sua vita, più volte mi è capitato di incontrarla quelle rare volte che stava fuori, ma ci scambiavamo due parole e poi lei se ne andava a rintanarsi nella sua stanza e questo è andato avanti per anni…” disse Anna triste

“Hai idea del perché ti abbia esclusa?” le chiese improvvisamente. Anna scossa la testa.

“No. So solo che oggi per un momento pensavo ci fosse stato un riavvicinamento e invece non si è fatta neanche sfiorare” Hans le prese una mano.

“Io non ti escluderei mai dalla mia vita” disse. Gli occhi chiari di Anna brillarono non appena lui disse quelle parole. I due rimasero insieme quasi per tutta la sera. Anna gli mostrò il palazzo tra risate e qualche flirt. Hans la seguì tutto il tempo, si trovava molto bene con lei, non le dispiaceva affatto la sua compagnia, nonostante sapesse il perché fosse giunto lì ad Arendelle. Quando i due principi giunsero in un’altra parte del giardino dove si vedeva la bellissima luna piena, Hans alla fine disse una cosa che fremeva nel dire.

“Posso dire una follia?” chiese il principe. Anna sorrise e lui le prese la mano e si inginocchiò davanti a lei. Anna sgranò gli occhi appena fece quel gesto. “Vuoi sposarmi?” le chiese con un sorriso.

“Posso dire una follia ancora più folle?” disse la principessa “SI’!” esclamò. Così, i due principi appena fidanzati, si diressero di nuovo verso il banchetto a cercare Elsa e i due fratelli di Hans con cui era venuto. Per primi trovarono i due uomini che parlottavano tra loro. Quando li videro gli fecero un sorriso ad entrambi. Erano più alti di Hans e più grossi, vestiti in modo molto elegante. Avevano entrambi i capelli castani come Hans, ma uno aveva gli occhi verdi e la barba, l’altro aveva occhi marroni ed il pizzetto.

“Hans, fratellino! Ci stavamo chiedendo dove fossi” disse quello con gli occhi verdi.

“Anna, ti voglio presentare i miei fratelli: Kyle” disse indicando quello che aveva appena parlato “ e Robert” disse indicando l’altro “Kyle, Robert, vi presento la Principessa Anna di Arendelle” Anna fece un piccolo inchino col capo.

“Molto lieto, principessa” disse Kyle inchinandosi

“Incantato” disse Robert facendole il baciamano con un inchino.

“Il piacere è tutto mio” disse Anna.

“So che vi può sembrare tutto molto improvviso” iniziò Hans nervoso... molto nervoso...

“E strano” aggiunse Anna tenendo il braccio di Hans

 “Ma… vorremmo chiedere la vostra benedizione per il nostro matrimonio” disse il principe. I due uomini si guardarono, si scusarono un momento e parlottarono tra di loro. Anna ed Hans si guardarono nervosi, poi i due si voltarono.

“Ma certo!” disse Robert facendole un altro splendido sorriso

“Benvenuta nella famiglia” disse Kyle aprendo le braccia. Anna stava zompettando sul posto dalla gioia.

“Grazie! Grazie! Grazie!” disse abbracciando i due fratelli di Hans “Adesso dobbiamo andare da Elsa” disse lei, prese per mano il fidanzato e andarono a cercare la sorella sotto gli sguardi dei fratelli di Hans. I due dovettero girare intorno ad un paio di persone prima di trovare la regina.

“Eccola lì!” disse Anna “Elsa! -voglio dire- Regina!”

“Maestà” salutò Hans. Elsa chinò il capo in saluto ma rimase sorpresa dal vederli tenersi per mano e Anna tenerlo stretto per un braccio. E’ vero che Hans già l’aveva vista, ma era come se fossero due sconosciuti.

“Noi vorremmo-” si interruppero quando si accorsero di aver parlato insieme e si fecero un sorriso

“La vostra benedizione” disse lui

“Per..” continuò Anna appoggiando la testa alla spalla di Hans

“Il nostro matrimonio” dissero in coro

“Che?!” esclamò Elsa spiazzata “Matrimonio?!”

“Sìììììì” disse Anna emozionata.

“Perdonate, sono confusa” disse la regina aggrottando appena le sopracciglia.

“Beh, anche noi lo siamo, bisogna ancora decidere dei dettagli. Ci vorrà qualche giorno per preparare la cerimonia” disse la principessa “Ci saranno ovviamente la zuppa, l’arrosto, il gelato e poi-Aspetta!” esclamò guardando il fidanzato “Ma vivremo qui?”

“Qui?” disse Elsa sgranando gli occhi.

“Assolutamente sì!” disse Hans prendendole le mani.

“Anna!” protestò Elsa

“Ehi! Possiamo invitare i tuoi dodici fratelli a stare con noi-” continuò la principessa

“CHE COSA?! Nonononono!”

“-ovviamente il posto c’è! Non so se alcuni di loro”

“Calma! Un momento!” disse Elsa ottenendo la loro attenzione “Qui non viene a stare nessuno e non ci sarà alcun matrimonio”

“Aspetta- che?!” disse Anna sorpresa.

“Posso parlarti, per favore… in privato” aggiunse Elsa dopo aver mandato un’occhiata ad Hans.

“No” rispose Anna tornando al fianco del principe “Quello che devi dire puoi dirlo a tutti e due”

“Va bene” disse Elsa tentando di trattenere l’irritazione “Non puoi sposare un uomo che conosci appena e la stessa cosa vale per te Hans. Lo so che già conoscevi Anna di vista, ma siete due sconosciuti. Sono sicura che quando vi siete incontrati non vi sarete neanche riconosciuti”

“Puoi invece!” disse Anna “Se è vero amore”

“Anna, che cosa sai tu del vero amore?”

“Beh, molto più di te! Tu sai solo chiudere le porte in faccia” Elsa rimase molto ferita da quella frase.

“Avete chiesto la mia benedizione e la mia risposta è no” disse con calma dolorosa, poi guardò Hans con uno sguardo che lui non si sarebbe mai aspettato di vedere nei suoi occhi “Da te, Hans, non me lo aspettavo” fece una pausa “E ora… con permesso” chinò il capo in segno di saluto e fece per allontanarsi. Hans tentò di parlare.

“Elsa, posso parlarti un momento?”

“No, non puoi! E io ritengo che tu debba andare-” ma il principe non si trattenne.

“Capisco chiudertii in te stessa per la scomparsa di tua sorella maggiore e la morte dei tuoi genitori, ma adesso esageri!” disse il principe. Elsa alzò la testa di scatto e si voltò verso Hans con sguardo... tradito.

“Sorella maggiore?!” esclamò Anna “Ma di cosa stai parlando Hans?” Lui guardò sorpreso Anna e poi Elsa ad occhi sgranati e poi vide il suo sguardo.

“Non le hai mai parlato di Crystal” disse quando la realizzazione lo colpì come un trapano. Anna la guardò ferita. La giovane regina gli diede le spalle e si rivolse alle guardie.

“La festa è finita. Chiudete le porte” ordinò. Anna subito le andò dietro

“Elsa, no! No, aspetta!” e per bloccarla le prese un polso sfilandole involontariamente il guanto.

“Ridammi il guanto!” disse Elsa tentando di riprenderselo.

“Tutti questi segreti! Elsa ti prego! Non posso più vivere così, io!” disse con la voce spezzata. Elsa incrociò le braccia e le ci volle tutto il suo coraggio per dirle due parole.

“Allora vattene” Anna rimase ancora più ferita di quanto non lo fosse già. Elsa guardò a terra triste e si allontanò.

“Ma che cosa ti ho mai fatto?!” gridò la principessa

“Basta Anna” la supplicò la sorella allontanandosi con il cuore spezzato.

“No! PERCHE’?! Perché non mi hai detto che avevamo un’altra sorella?! Perché mi respingi?! Perché respingi tutti?! DI CHE COSA HAI TANTA PAURA?!” ed Elsa scattò.

“HO DETTO: BASTA!!” e nel voltarsi con la rabbia, un raggio blu le partì dalla mano senza guanto, formando una barriera di appuntite stalattiti di ghiaccio che la dividevano dagli ospiti. Ci furono sussulti di sorpresa e stupore e tutti guardarono la regina che aveva appena fatto una magia. Hans era rimasto senza parole… ora gli era tutto chiaro.

“Stregoneria” disse il Duca di Whiselton nascondendosi dietro ai suoi due tirapiedi “Sapevo che c’era sotto qualcosa di losco qui”

“Elsa…” mormorò Anna. La regina spaventata corse via , ma aperte le porte dell’uscita si trovò faccia a faccia con il popolo che la invitava a venire tra loro acclamandola. Lei si mischiò tra la folla che le si avvicinava. Si guardò intorno indietreggiando nel panico finché non toccò con la schiena una fontana, ma quando ci poggiò la mano, la fontana si ghiacciò completamente, lasciando il popolo impaurito e a bocca aperta. Tutti si allontanavano da lei. Ad un tratto udì il Duca indicarla e ordinare ai suoi scagnozzi di prenderla.

“Vi prego, state lontani da me! State lontani!” disse Elsa spaventata ma dalla mano le partì un altro potente raggio di ghiaccio che colpì la scala dove stavano il Duca e i suoi scagnozzi ghiacciando il pavimento e facendoli scivolare

“Mostro! MOSTRO!” urlò il Duca indicandola. Elsa terrorizzata corse via con la folla che al suo passaggio si cansava impaurita.

“Elsa!” la chiamò Anna.

“Elsa ferma!” udì la voce di Hans. Ma lei continuò a correre fino ad arrivare al porto, sentì Anna chiamarla di nuovo. Ma lei indietreggiò ancora e udì qualcosa congelarsi. Si accorse che era l’acqua sotto i suoi piedi e vide una via di fuga.

“Elsa, aspetta! Ti prego!” la chiamava disperata Anna e in quel momento la regina ebbe un flashback…
 


"Non voglio che vai via!
“Addio, Elsa” La bambina si voltò, ma la sorellina subito le corse incontro abbracciandola forte e piangendo.
“No! Non andare via! Non voglio! Ti prego, Crystal!”


“Lasciami, rischio di scottarti” disse l’altra.
“Non mi importa! Resta!”
“Lasciami andare, Elsa!” Crystal mise le mani quasi incandescenti su di lei e la spinse via facendola cadere seduta. “Io non voglio farti del male…” disse Crystal con aria triste e colpevole.



Elsa si fece coraggio e come Crystal fece anni fa, fece anche lei, correndo sull’acqua che si gelava al suo passaggio. Anna ed Hans si fermarono lì al porto. Anna guardava la figura della sorella allontanarsi sempre di più e al suo passaggio gelare tutto… ma non gelò solo il suo passaggio. Il fiordo fu ricoperto di ghiaccio, la terra fu ricoperta di neve e iniziò a nevicare. Elsa aveva portato un inverno perenne ad Arendelle.
I due principi tornarono davanti al castello dove si erano radunati tutti. Trovarono il Duca che stava sproloquiando accuse ad Elsa e quando vide Anna si nascose dietro ai suoi tirapiedi.

“Tu lo sapevi?” chiese Anna ad Hans.

“No” ripose il principe “Tu lo sapevi?” Anna fece una pausa e Hans capì la risposta.

“No”

“Voi?!” disse guardando male la principessa “Siete una strega anche voi? Siete un MOSTRO anche voi?”

“Cosa?! No!” disse Anna “Ma che dite? Sono una persona comune”

“Sì comune, è vero” aggiunse Hans. Anna lo guardò “In senso buono”

“Molto buono- Infatti!” dissero due voci. Erano i fratelli di Hans.

“E mia sorella non è un mostro!” disse Anna

“Stava per uccidermi!” disse il Duca.

“Siete scivolato sul ghiaccio” ribatté Hans

“Il suo ghiaccio”

“Lei vi ha avvisato di starle lontano” disse Kyle.

“E’ stato un incidente!” disse Anna prima che cominciassero a scannarsi “Era spaventata; non voleva farlo. Non voleva fare niente di tutto questo! Stasera è stata colpa mia. L’ho esasperata, perciò… sono io che devo andare a cercarla”

“Che cosa?!” esclamarono gli uomini in coro

“Portatemi il mio cavallo, per favore” ordinò Anna. Hans però le corse dietro.

“No, principessa!” disse Robert “E’ troppo pericoloso”

“Elsa non è pericolosa” rispose Anna e prima che Hans potesse parlare Kyle lo precedette.

“Almeno lasciate che Hans vi accompagni” disse Kyle guardando il fratello.

“No” disse Anna “Andrò da sola”

“Ma Anna-” la principessa interruppe il fidanzato.

“No, tu devi restare qui per governare Arendelle” disse mettendosi il mantello che le porse Ferdinand.

“Sul mio onore” disse lui mentre lei salì a cavallo.

“Lascio il Principe Hans in carica” annunciò Anna.

“Riportala indietro ma stai attenta. Non voglio che involontariamente ti faccia del male”

“E’ mia sorella… non mi farebbe mai del male” disse Anna e partì al galoppo alla ricerca di Elsa.
 


Hola amigos! Que pasa? Vi è piaciuto questo primo capitolo? Come vi è sembrato Hans e il suo rapporto con Elsa? Come vi è sembrata Crystal al momento? E' vero, è poco ma mi piacerebbe sapere la prima impressione che vi ha fatto. Fatemi sapere se vi è piaciuta questa storia con una bella recensione e se avete consigli per aiutarmi a migliorare la storia o sospetti su come si svolgerà fatevi avanti e ditemelo che sono curiosa ;)
Al prossimo capitolo!
Un bacio
Stella


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Capitolo 4
*** "Il Freddo E' Parte di Me" ***


Elsa non aveva smesso di camminare da quando era scappata dal palazzo e non aveva mai guardato indietro. Si era incamminata verso le montagne dove la neve era perenne, salendo sulla montagna più alta di tutte. Era sola ma si sentì come sollevata non appena si era allontanata da tutti, da Anna e da Hans. Si guardò intorno e vide solo neve che copriva il suolo. Dentro di lei c’era una tempesta che irrompeva nel suo cuore e non sarebbe stata la sua voltontà a fermarla. Elsa pensò a suo padre, a quegli anni di prigionia, agli insegnamenti ricevuti.

'Respingili. Celalo. Domalo. Non mostrarlo. Devi sempre fare la brava bambina. Se sei brava nessuno lo saprà’ Ci ho provato, padre pensava Elsa triste. Pensò a tutti i suoi sforzi, a tutto quello che aveva sacrificato per nascondere il suo potere... tutta quella fatica per nulla, perché ormai la gente lo sapeva. Come accadde anni prima anche ora scattò qualcosa in Elsa. Ora era sola, non doveva più nascondersi.
Per anni ho conservato tutte le bugie, ma per il mondo è solo colpa mia. Adesso... basta. Ora non mi nasconderò più' pensò la giovane regina. Elsa si tolse l’altro guanto e lo gettò via pensando una sola cosa: basta.
'D’ora in poi mi lascerò guidare dal cuore. Dimenticherò gli insegnamenti di mio padre e cambierò. Resterò qui e non me ne andrò più. Che continui pure la tempesta' poi si tolse anche il mantello.
'Il freddo tanto non mi ha infastidita mai' pensò con un sorriso. Procedeva la sua salita sul monte innevato con un sorriso sulle labbra e accelerando il passo.
Forse ho fatto bene a scappare, adesso le paure che avevo prima smetteranno di perseguitarmi.
Certo, questo può sembrare un salto enorme, ma sono decisa ad affrontarlo' La giovane si avvicinò ad un dirupo e usò i suoi poteri per creare una scala di neve fresca per arrivare dall’altra parte.
'Adesso vediamo che so fare. I miei poteri non sono un difetto, sono una virtù! Non ho più intenzione di trattenerli, ora non ho più ostali davanti' Mise un piede sulla scala che divenne ghiaccio. Elsa sorrise e avanzò di corsa usando i suoi poteri per creare la scala.
'Adesso posso finalmente essere me stessa! Sono libera! E’ questo il mio posto' La ragazza pestò a terra con il piede e formò un fiocco di neve di ghiaccio e poi usando i suoi poteri iniziò a costruire il suo nuovo castello di ghiaccio. Il ghiaccio aumentava intorno a lei e con i suoi poteri e la sua immaginazione cristallizzava tutto quello che voleva. Fece un enorme castello a due piani con una sala del trono in cui creò un bellissimo lampadario di ghiaccio. Poi, finito il castello, Elsa si tolse la corona…
'Non tornerò mai più indietro. Il passato è storia…' lanciò via la corona e si sciolse i capelli raccolti, lasciando la treccia, portandosi indietro la frangia. Con i suoi poteri cambiò forma al suo vestito. L’abito divenne color azzurro ghiaccio, con una scollatura a barchetta, lo spacco sopra il ginocchio destro e un lungo velo decorato con dei fiocchi di neve, attaccato al vestito sulle scapole.
'Ora la ‘ragazza perfetta’ è sparita. Finalmente posso mostrarmi alla luce del sole senza paura. Gente! Ecco qui la tempesta che non si fermerà. Il freddo è parte di me' E quest’ultimo pensiero, Elsa si ritirò con un sorriso di vittoria nella sua nuova casa.
 


Hola! Ecco un altro capitolo! Lo so è breve, ma penso che vada bene così. Una fatica a mettere le parole della canzone tra l'italiano e l'inglese senza fare rime, ma spero di esserci riuscita ;)
Ditemi come vi è sembrato questo capitolo con una bella recensione e al prossimo capitolo! ;)
Un bacio
Stella

 

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Capitolo 5
*** Alla Ricerca di Elsa ***


Nel frattempo, giù nella foresta gelata di Arendelle, Anna e il suo cavallo girovagavano alla ricerca della sorella scomparsa, senza avere la minima idea di dove andare.

“Elsa!” chiamava la principessa “Elsa! Sono io: Anna, la tua sorellina che non voleva farti congelare l’estate! Mi dispiace! E’ tutta c-colpa mia” disse Anna. Si udì nelle montagne un ululato e il cavallo cominciò ad infastidirsi “Certo, niente di tutto questo sarebbe successo se mi avesse rivelato il suo segreto e che avevamo una sorella più grande di noi… che altezzosa!” borbottò ma in quel momento cadde da un ramo della neve. Il cavallo si imbizzarrì e disarcionò la principessa che cadde nella neve, precisamente sotto un albero piegato dal peso di essa. Il suo cavallo fece dietro-front e scappò via al galoppo.  “No! Fermo! Torna indietro!” chiamò Anna, ma il cavallo era andato. La ragazza stava già surgelando. Tentò di usare l’albero sopra di sé per tirarsi su, ma smosse della neve che fece raddrizzare l’albero e cadere altra neve sopra di lei ricoprendola fin sopra la testa. “Davvero?” borbottò. La principessa dopo svariati minuti riuscì finalmente a tirarsi fuori di lì e continuò a camminare avanti nell’alta neve fresca continuando a cerca la sorella. Giunta la sera, Anna stava ancora camminando nella brina con il vestito estivo mezzo sollevato per riuscire a camminare nella neve alta. La ragazza pensò che probabilmente si sarebbe trasformata in ghiacciolo se avesse continuato così. “Neve! Doveva essere neve!” brontolò “Lei non poteva certo avere una magia tropicale che ricoprisse il fiordo di sabbia bianca e caldo…” poi alzò lo sguardo e vide la luce: del fumo “… fuoco! Ha-ha” fece un passo per poi scivolare nella neve, il mantello le si impigliò in una radice e le cadde nel ruscello freddissimo. L’acqua era così fredda che appena si alzò le si ghiacciò a gonna. “Freddofreddofreddofreddofreddo….” continuava blaterare sentendosi gelare. Camminò avanti dove aveva visto il fumo per poi giungere alla casetta da cui doveva provenire. La ragazza procedette fino ai gradini e dopo aver slanciato una gamba e poi l’altra per salire l’unico gradino a causa del vestito gelato si trovò sotto le due insegne. Alzò il braccio e con un saltello fece cadere la neve da quella più grande.
“Emporio Querciola Vagabonda” lesse e poi cadde la neve dall’insegna più piccola che illuminò la sua giornata “e SAUNA!” . Entrò senza troppe domande. L’emporio era piccolo e alla cassa c’era un uomo con dei grossi baffi, vestito con un cappellino un maglione variopinto, con un simpatico sorrisetto sulla faccia.

“Ciao! Benvenuta a Emporio di Querciola” disse l’uomo “Vuoi provare crema solare di mia invenzione? Ja?” disse con un accento tedesco.

“Ehm… grazie. Al momento avrei bisogno di scarponi. Scarponi pesanti e abiti” disse Anna.

“Quelli zono ne reparto invernale” Anna si voltò e vide che era praticamente vuoto, ma fortunatamente per lei c’era quello di cui aveva bisogno.

“Bene, grazie” disse avvicinandosi e prendendo gli articoli: un abito a maniche lunghe blu, degli stivali e un mantello viola con tanto di guanti e cappello. “Mi chiedevo se…” iniziò “per caso, un’altra giovane fanciulla… la regina magari… fosse passata di qui” disse al commesso.

“L’unica pazza ad uscire con la tempesta sei tu” disse e in quel momento entrò un’altra persona nell’emporio. Alto con le spalle larghe e con giaccone, pantaloni, stivali, guanti, cappello, metà faccia, i capelli che fuoriuscivano dal cappello e bandana ricoperti di neve. “Tu e il montanaro” disse il commesso “Vuoi provare protezione solare di mia invenzione?” disse il commesso. Il montanaro si avvicinò ad Anna che indietreggiò sentendosi un po’ in soggezione.

“Carote” disse lui “Dietro di te” specificò, Anna subito si spostò impacciata. Lui si abbassò, prese le carote e le mise sul tavolo del commesso.

“Una tempesta coi fiocchi a Luglio, ja?” disse il commesso “Chizà da dove viene?”

“Dalla Montagna del Nord” ripose l’uomo prendendo nel reparto invernale una corda e un piccone e mentendoli sul tavolo. Intanto ad Anna le si accese la lampadina, forse era lì che si trovava Elsa.

“Zono quaranta” disse il commesso

“Quaranta?! No, dieci!” disse il montanaro

“Oh no, caro, no ci ‘ntendiamo. Questi zono parte de le profiste invernali. Quando per domanda no c’è offerta c’è un grosso problema”

“Vuoi parlare del problema di domanda e offerta? Io vendo ghiaccio per vivere”

“Oh, commercio duro da portare avanti!” disse Anna ricevendo un’occhiataccia dal montanaro “Insomma è una situazione… congelata” L’individuo ricoperto di neve si rivolse nuovamente al commesso.

“Dieci è tutto quello che ho! Vienimi incontro” disse

“Ma certo. Per dieci ci sono le carote e niente di più, ma ci aggiungo visita a sauna di Querciola. Yu-huu! Ciao familia” disse salutando una famigliola dentro la sauna.

“Dimmi” disse Anna all’altro cliente “Ma quello che accadeva sulla Montagna del Nord sembrava come… una magia?” Il montanaro seccato ti abbassò la bandana dalla faccia, rivelando il volto di un giovane.

“Sì!” rispose seccato “E ora spostati, così sistemo questo furfante” A quelle parole il commesso si alzò rivelando essere un omone che mangiava in testa pure al montanaro.

“Che coza hai ozato dirmi?” Ma non gli diede il tempo di rispondere. Prese il ragazzo se lo caricò su una spalla, uscì dall’edificio e lo lanciò nella neve facendolo cadere a faccia in giù e poi rientrò. Il ragazzo si rialzò e la sua renna che lo aspettava fuori andò ad annusarlo alla ricerca di carote.

“No, Sven. Non ti ho preso le carote” disse Kristoff abbattuto “Ma ho trovato un posto per dormire ed è gratis” disse indicando le stalle vicino all’emporio. Sven lo guardò perplesso “Tranquillo, Crystal ci troverà. Sarà andata a vedere se qui intorno ci sono laghi. Almeno domani non dobbiamo andare chissà dove a prendere ghiaccio” Il ragazzo si alzò ed andò a sistemarsi con la renna dentro la stalla.

“Mi zguso per cotanta violenza” disse il commesso intanto ad Anna dentro l’emporio “Ti faccio lo zgonto su cappello e guanti e addio senza rancore” disse “L’abito e li scarponi, ja?” Anna sembrò pensarci un momento ma poi le venne in mente un’idea migliore.

Dentro la stalla intanto, Kristoff e Sven si erano preparati per passare la notte. Kristoff si era tolto la neve dai vestiti scuri e stava suonando con la chitarra una ninnananna alla sua renna mente Sven tranquillamente mangiava del fieno lì nella stalla vuota. Si erano messi accanto alla luce di una lanterna e se ne stavano comodi e sul punto di addormentarsi quando Anna fece la sua entrata.

“Bella canzoncina” disse sorridente ma facendo sobbalzare i due.

“Sei solo tu… che vuoi?” chiese bruscamente quando vide la ragazza che si era messa gli abiti appena comprati e messa i capelli in due trecce che le cadevano sulle spalle.

“Voglio che mi porti sulla Montagna del Nord” Kristoff  la guardò momento, poi vide una figura dietro di lei avvicinando si a gran velocità.

“Ti consiglio di spostarti” disse

“Perché?”

“3… 2… 1…” Anna si voltò per poi spostarsi come un razzo quando un rapace dallo strano piumaggio sfumato di rosso piombò nella stalla volando sotto al naso dei tre. Il rapace tentò di rallentare il suo atterraggio, ma appena toccò terra inciampò ruzzolando fino a schiantarsi su una trave portante, a testa in giù e ali aperte. “Ma tu sei pericolosa!” disse Kristoff allo strano uccello. Anna poté guardare meglio il rapace con tutte le sfumature di colore del piumaggio dal rosso fiamma al giallo e rimase colpita dagli occhi azzurri. Poi accadde qualcosa che la spiazzò ancora di più. Non appena l’uccello si mise in piedi, venne avvolto da una fiamma che crebbe avvolgendolo e quando la fiamma si spense apparve una giovane donna. Alta, atletica, che indossava degli stivali e pantaloni aderenti neri, una maglia con il collo leggermente a V, di cotone lunga fino a metà coscia, tenuta al bacino da una cintura nera a cui teneva attaccato una spada… e portava le maniche rigirate fino ai gomiti! La donna aveva i capelli fino alle spalle con due piccole trecce che partivano ai lati della testa e si univano dietro, cingendole la testa a mo’ di corona e gli occhi azzurri. La giovane non guradò Anna che era rimasta a bocca aperta per quello che aveva visto.

“Scusa, non è stato uno dei miei atterraggi vellutati” disse la ragazza facendo finta di non aver visto Anna e di non averla riconosciuta, avvicinando si all’amico e togliendosi dei pezzetti di fieno di dosso. Fingere di non conoscerla le faceva male. Avrebbe voluto abbracciarla, rivelarle chi fosse, ma preferì mantenere l’anonimato.

Vellutati? I tuoi atterraggi non sono mai vellutati!” rispose il ragazzo ignorando Anna.

“M-m-ma tu sei- che?! –COSA?!” farfugliò Anna “Prima eri un pappagallo, adesso sei una persona, ma cosa-?!” poi notò il suo abbigliamento estivo “E non hai freddo?!” Lei scrollò le spalle.

“In effetti fa un po’ fresco. Kris, la giacca?” chiese lei.

“Per avere freddo te deve proprio surgelare” commentò Kristoff prendendo la giacca di pelle nera che aveva a fianco e passandogliela.

“Ho detto che fa fresco, non freddo” poi si voltò verso Anna “E tanto per la cronaca: ero una fenice” disse la fanciulla alla principessa, abbassandosi le maniche e mettendosi la giacca.

“Una fenice? Cos’è una fenice? No, aspetta, non importa” disse Anna riprendendo la concentrazione “Non ero venuta qui per fare l’ornitologa” La ragazza intanto guardò la sorella minore divertita, mentre, dopo aver accarezzato la testa della renna, si stese sul fieno tra i due usando l'addome di Kristoff come cuscino. Anna intanto si rivolse nuovamente verso il biondo. “Mi portereste sulla Montagna del Nord?” chiese nuovamente. I montanari si scambiarono un’occhiata poi, il biondo prese il suo berretto e se lo mise in faccia, mentre la ragazza si fece più comoda.

“Noi non ti portiamo da nessuna parte” rispose lui.

“Bene… riformulo” e la principessa gli lanciò un sacco che sarebbe atterrato sulla faccia della bruna se non si fosse spostata all’ultimo secondo , infatti cadde sull’addome del biondo “Portatemi sulla Montagna del Nord" ordinò imitando il tono autorevole di Elsa "… per favore” bisbigliò alla fine Anna. Kristoff aprì la sacca e lui e la sua amica videro che dentro c’erano una fune e un piccone. Il ragazzo guardò la montanara come per dire Che si fa, capo?

“Beh, grazie per gli attrezzi, ci servivano” disse la giovane “Ma niente da fare” rispose e i due si rimisero nella posizione di prima.

“Per favore, io so come fermare l’inverno” disse la principessa “Ho bisogno di qualcuno che mi guidi, è colpa mia se mia sorella Elsa ha gelato tutto, devo andare a cercarla” A quelle parole la bruna riaprì gli occhi e guardò sorpresa la rossa, ma per qualche motivo se lo sentiva.

“Elsa?” chiese.

“Sì” confermò la principessa “Per favore, aiutatemi” Kristoff intanto si era ritirato su. La ragazza lo guardò e si scambiarono una conversazione silenziosa. Kristoff sembrò desistere aggrottando le sopracciglia e scuotendo appena il capo. Ma la ragazza lo guardò negli occhi senza batter ciglio anzi annuendo con il capo, lui allora fece un sospiro capendo di aver perso. Lei gli sorrise e gli diede un veloce abbraccio stampandogli un bacio sulla guancia.

“Partiamo all’alba” disse lui rimettendosi giù “E hai dimenticato le carote per Sven” volò un altro sacco che lo prese in testa.

“Ops! Scusa! Scusa! Non volevo” disse frettolosa Anna, ma poi si schiarì di nuovo la voce “Partiamo subito… subitissimo” aggiunse imitando nuovamente Elsa e fece per allontanarsi quando l’altra ragazza le disse di aspettare un momento. La principessa tornò nella stalla e la giovane si alzò in piedi per andare a presentarsi; se avrebbe incontrato Elsa l’avrebbe smascherata lei, era meglio rivelarsi subito. Kristoff  intanto si divise una carota con Sven mentre le due non lo guardavano, ma osservandole non si trattenne.

“Sapete” disse “Voi due vi assomigliate parecchio”

“Stavo per dire la stessa cosa! Che buffa cosa”

“Noi siamo Sven” disse indicando la renna “Kristoff” indicando il biondo poi strinse la mano ad Anna “ e io sono Crystal”

“Principessa Anna di Arendelle” poi le si accese una lampadina ricordandosi quello che aveva detto Hans al banchetto “Aspetta… Crystal? Nel senso… nostra sorella maggiore? Quella scomparsa? Quindi… la primogenita della famiglia reale?!”

Primogenita della famiglia reale?!” disse Kristoff che poi scoppiò a ridere “Principessa, penso tu abbia appena preso un grosso granchio”

“No, Kristoff” disse Crystal “Il grosso granchio lo stai prendendo tu” Le risate del biondo si interruppero di botto.

“Aspetta! Tu mi stai dicendo che sei la prima principessa di Arendelle, quella che doveva essere regina al posto di Elsa, e NON ME LO HAI MAI DETTO?!”

“Te lo sto dicendo adesso” rispose Crystal.

“MA TU HAI IL POTERE!” disse lui che fu ignorato e si mise a parlottare con Sven che sembrò sorpreso quanto lui.

“Perché sei scappata anche tu?” le chiese Anna. Crystal le andò a fianco e con un gesto della mano le partì una delicata magia di fuoco che formò delle immagini, ma no erano immagini qualunque, in quelle immagini Crystal ricostruì l’incidente con Elsa e la sua fuga e poi la magia di fuoco scomparve. Anna capì tutto.

“Forse non me ne dovevo andare, ma qui ho imparato a controllare i miei poteri” disse Crystal “Ho imparato addirittura a trasformarmi in fenice, l’animale della mia magia, il fuoco”

“Peccato che non hai imparato ad atterrare” borbottò Kristoff.

“Dettaglio irrilevante” rispose Crystal che poi si rivolse nuovamente ad Anna “Io non me ne volevo andare, ma non volevo più fare male ad Elsa e quando saresti cresciuta a te. Avevi appena 1 anno quando me ne sono andata ma appena sono stata in grado di farlo non vi ho più perse d’occhio. Quando potevo, venivo a palazzo e ho tentato di aiutarvi… ma non ci sono riuscita” Anna sembrò illuminarsi.

“Eri tu che dicevi a Graham di consigliarmi di uscire… erano gli orari in cui usciva dalla stanza Elsa. Lo facevi per farci incontrare”

“Quindi tutte le volte che sei sparita…” iniziò Kristoff  “… era perché andavi a vedere come stavano” Crystal annuì.

“Ma perché non ti sei mai fatta vedere e ti appoggiavi a Graham? Per tutto questo tempo lui sapeva dov’eri?”

“No, non gliel’ho mai detto” disse l’altra “Ormai io sono morta per Arendelle , ho lasciato il trono ad Elsa. È lei la regina adesso, io è come se avessi abdicato e poi non sono in grado di farlo. Nostro padre me lo diceva sempre, perché non facevo altro che mandare a fuoco tutto e poi quelle volte che sono tornata ho visto cosa insegnava nostro padre ad Elsa… non è così controllerà i suoi poteri” fece una pausa poi guardò il suo amico “ Kristoff, Sven, andiamo. Dobbiamo muoverci”

“Eccomi, capo” disse il biondo alzandosi sbuffando e uscendo per attaccare la slitta e metterci le cose. Anna intanto rimase lì ferma un momento cercando di immagazzinare queste nuove informazioni. Aveva una sorella più grande Elsa, che controllava il fuoco e da piccola è scappata di casa,  ma le è sempre stata a due passi e non si è fatta mai viva… e adesso stavano lì con lei. Cominciò a capire da cosa venne quella chiusura di Elsa. Era già stata abbandonata una volta ma adesso anche lei lo aveva fatto. La storia si è ripetuta. Aveva sentito nella voce di Crystal come un’aura di tristezza e forse pentimento, era il tono di una che aveva sofferto. Forse Elsa si era sentita così ad andarsene, e forse si era sentita come si sentiva Anna quando venne abbandonata da Crystal, ma adesso loro sorella maggiore era lì e aveva  intenzione di aiutarla a riunirle. Appena Kristoff finì di attaccare Sven alla slitta i quattro partirono a gran velocità: Anna seduta avanti vicino a Kristoff e Crystal dietro.

“Tieniti forte dobbiamo andare veloci” disse Kristoff mentre Anna si divertiva.

“Amo la velocità” disse appoggiando i piedi sulla slitta

“No, no, no, no! Metti giù i piedi” disse Kristoff togliendole i piedi da lì “E’ stata appena laccata! Scusami, sei cresciuta in una stalla?” poi sputò dove Anna aveva messo i piedi e parte dello sputo volò nell’occhio della ragazza.

“No, sono cresciuta in un castello” disse lei pulendosi la faccia schifata.

“Bonjour finesse!” disse sarcastica Crystal al gesto dell’amico che la ignorò.

“Allora dicci” disse Kristoff  “Perché la regina ha avuto questa crisi agghiacciante?”

“E’ stata tutta colpa mia” disse Anna “Mi sono fidanzata e nonostante lei lo conoscesse si è subito infuriata perché io lo avevo appena conosciuto- sapete, in quello stesso giorno- e lei ha detto che non avrebbe benedetto il matrimonio e-”

“-scusa” la interruppe Kristoff  “Hai conosciuto un uomo e ti ci sei fidanzata nello stesso giorno?”

“Sì” confermò Anna lasciando allibiti i due “Comunque. Io mi sono arrabbiata e lei si è arrabbiata e così voleva andar via, così io le ho strappato il guanto-”

“Vuoi dirci che hai conosciuto un uomo e ti sei fidanzata con lui IN QUELLO STESSO GIORNO?!” esclamarono in coro sia il biondo che Crystal avvicinandosi shockati.

“Sì, prestate attenzione” disse Anna continuando la storia “Ma il fatto è che lei indossa i guanti sempre, perciò credevo... che fosse fissata con lo sporco!”

“I tuoi genitori non ti hanno messo in guardia contro gli sconosciuti?” chiese Kristoff. Silenziosa Anna incontrò gli occhi marroni del ragazzo e quelli azzurri della sorella appena trovata, poi si scansò dai due.

“Sì… certo” loro scossero la testa “Ma Hans non è affatto uno sconosciuto”

“Ah sì?” fece Kristoff  “E qual è il suo cognome?”

“Ha… delle Isole del Sud

“Hans? L’amichetto di Elsa?” disse Crystal sorpresa.

“Sì lui” disse Anna

“Da Hans non me lo aspettavo” disse a bassa voce Crystal ma per sua sfortuna Anna la sentì. E’ la stessa cosa che ha detto Elsa… pensò

“Cibo preferito?” chiese Kristoff

“Le tartine” rispose Anna

“Nome del suo migliore amico?”

“Probabilmente John?”

“Numero di fratelli?”

“Dodici”

“Colore degli occhi?”

“Da sogno!”

“Numero di scarpe?” interruppe Crystal

“Il numero di scarpe non conta” le rispose Anna

“Hai mai cenato con lui?” disse Kristoff  “E se non sopportassi il modo in cui mangia? E se scoprissi che si scaccola?”
“Si scaccola?!”

“E poi se le mangia…”

“Scusate tanto, signore, lui è un principe” disse Anna schifata.

“I maschi lo fanno tutti” concluse il biondo.

“Ma che schifo!” commentò Crystal

Esatto!” disse secca Anna.

“Non so se è più disgustoso scaccolarsi e mangiarsele o condividere le carote morse da una renna”

“Ma che orrore!” disse la rossa ancora più disgustata

“Visto, Kristoff? Non sono l’unica a pensarlo” commentò la bruna con un sorrisetto.

“Schizzinose che con comprendono la vera amicizia” rispose lui. Anna scosse la testa cercando di dimenticare quell’argomento.

“Va bene, non conta molto” disse la rossa “E’ vero amore!”

“A me non sembra vero amore” disse Kristoff.

“Tu sei una specie di esperto in amore? Immagino di sì. Com’è che siete amici così… stretti?” disse guardando la sorella maggiore.

“Sai che sono anni che me lo chiedo pure io? Com’è che siamo amici stretti? Siamo amici stretti” rispose Crystal.

“Ha-ha… simpatica” rispose sarcastico Kristoff  “E comunque no… ma Crystal e io abbiamo degli amici esperti”

“Voi due avreste degli amici esperti in amore? Non me la bevo” disse Anna. La bruna nel retro iniziò ad agitarsi notando qualcosa che non andava. Fece pat-pat sulla spalla del compagno facendogli cenno che c’era qualcosa di strano. Kristoff fermò la slitta dicendo ad Anna di stare zitta. “No, no, no. Li voglio conoscere questi amici esperti in amore-”

“Sono serio, zitta” disse mettendole una mano sulla bocca per farla tacere. Il ragazzo prese la lanterna e cominciò a guardarsi intorno, mentre Crystal infiammò una mano e fece lo stesso e notò delle figure dietro di loro. Mise una mano sulla spalla di Kristoff per fargli vedere.

“Sven, corri” ordinò lei. La renna subito parti al galoppo mentre le figure minacciose li inseguivano.

“Che cosa sono?!” chiese Anna preoccupata.

“Lupi” rispose Kristoff.

“Lupi?! Che facciamo?”

“Tu niente. Ci pensiamo noi. Non cadere e cerca di non farti mangiare”

“Ma io voglio aiutarvi” disse lei cercando di prendere qualcosa dietro la slitta solo per essere acchiappata dal biondo ed essere spinta via dalla sorella che era pronta a lanciare palle di fuoco.

“No”

“Perché no?”

“Perché non ci fidiamo del tuo giudizio” disse Crystal

“Come, prego?” Crystal lanciò una palla di fuoco tentando di allontanare i lupi e Kristoff diede un calcione una delle fiere che si era avvicinata

“Chi sposa un uomo che ha appena conosciuto?!” disse lui

“Per di più l’amico di tua sorella! E se Hans piacesse ad Elsa?” aggiunse Crystal lanciando un altro raggio.

Elsa? E’ diventata emotivamente stitica!”

“Ah, allora è proprio tua sorella minore!” disse Kristoff provocando Crystal.

“Quello che abbiamo io e Hans è VERO AMORE!” esclamò Anna prendendo la chitarra da dietro e puntandola contro il biondo che non appena si sporse fuori dalla slitta, lei colpì il lupo che stava per morderlo, ma venne subito agguantato da un altro.

“Christopher!” chiamò Anna

“MI CHIAMO KRISTOFF!- AHI!” rispose lui agguantando una corda della slitta mente un lupo gli morse una chiappa. Anna vide subito un sacco a pelo arrotolato e le venne in mente un’idea. Lo prese e lo porse a Crystal che era presa dal tenere i lupi lontani dal compagno e dalla slitta.

“Accendilo!” disse Anna. Crystal si voltò e accese il sacco a pelo che prese subito fuoco, senza nemmeno guardare.

“Fatto! Aspetta-che?!” ma quando guardò che fece Anna, lei aveva già lanciato l’oggetto infuocato verso Kristoff prendendo in pieno i lupi e dandogli il tempo di tornare sulla slitta.

“Stavi per uccidermi!” le disse Kristoff prendendo le mani delle due ragazze che lo aiutarono a salire.

“Ma ti ho salvato!” rispose Anna con un sorrisetto i tre si voltarono e videro che davanti a loro li stava aspettando un bel salto.

“Preparati a saltare, Sven!” disse Anna alla renna.

“Tu non gli dici quello che deve fare” disse Kristoff dandole il sacco con le carote “Do io gli ordini” poi la prese e la lanciò in groppa alla renna

“Non credo proprio, bello mio” disse Crystal dando a Kristoff un'altra sacca “Tieni forte Anna” ordinò e gli lanciò un rapido incantesimo di fuoco sul didietro per farlo saltare sulla renna. Poi Crystal si arrampicò sulla punta della slitta e con la spada tagliò la fune che legava Sven. “SALTA, SVEN!” ordinò e rimise la lama nel fodero. Arrivati in punta del precipizio, la renna fece in grosso salto arrivando fino dall’altra parte. La slitta con Crystal sopra, volò subito dopo e la ragazza con un salto prontamente si tramutò in fenice arrivando dall’altra parte… schiantandosi dentro la neve ai piedi di Sven, con tutte le ali dentro a zampe per aria.

“Tutto bene, Crystal?” chiese Anna. La fenice rispose con un cinguettio stordito. Poi tentò di uscire fuori dalla neve, ma era incastrata… trasformarsi avrebbe solo peggiorato la situazione, meglio scaldarsi e sciogliere la neve, ma questo la sua sorellina non poteva saperlo. Anna scese dalla renna e si avvicinò al rapace tentando di tirarla fuori, ignorando i versi che emetteva pensando fossero dei semplici ‘ahi’, ‘fai piano’, ‘attenta alle piume’, quando invece erano un ‘mollami', 'lasciami faccio da sola’. Ma fortunatamente per lei riuscì a tirarla fuori, mentre Kristoff si era avvicinato al bordi del dirupo per vedere la sua slitta andata in fiamme con la lanterna.

*Sigh* Avevo appena finito di pagarla” disse. Poi il terreno sotto di lui iniziò a cedere. Lui subito schizzò in piedi, ma scivolando cominciò a cadere giù con la neve finché non si vide un piccone arrivare addosso e conficcarsi davanti a lui.

“Afferra!” gridò Anna “Tirate! Tirate!” esortava gli altri due finché non tirarono su il consegnatore di ghiaccio. Kristoff si voltò sul posto coprendosi con un braccio il volto e alzando l’altro verso Crystal affinché gli prendesse la mano come sostegno morale. Era un’abitudine che aveva fin da piccolo, quando era distrutto dalla stanchezza o scosso voleva che la sua migliore amica gli tenesse la mano, lo rilassava. Anna si sporse appena e vide la slitta distrutta.
“Ti ricomprerò la slitta e quello che c’era dentro” disse la principessa dispiaciuta “E… capirò se non mi aiuterete più” disse e si allontanò. Crystal guardò la ragazza andare e si inginocchiò vicino a Kristoff sussurrando i suo nome gentilmente. Sven si avvicinò a lui e gli diede un buffetto sul braccio.

“Certo che non la voglio aiutare più, ragazzi” disse lui poi lasciò la mano di Crystal e si tirò su “Anzi, tutta questa storia mi ha convinto a non aiutare mai più nessuno”

“E’ mia sorella, Kris” disse Crystal

“E io e te è come se lo fossimo”

“Kristoff ascolta…” si interruppe al cambiamento di faccia del suo amico “No, no- No!- NO!- Non farmi quegli occhioni da cucciolo bastonato!” Kristoff insistette invece e Crystal usò la sua arma segreta.

“Sven pensaci tu” disse lei alzandosi e raggiungendo Anna che stava ancora decidendo che direzione prendere. Si avvicinò a lei e la fermò.

“Volete ancora accompagnarmi?” chiese tutta emozionata

“Aspetta, Sven lo convincerà” rispose lei guardando i due, poi la bruna alzò tre dita, poi due, poi una.

“ASPETTA” disse Kristoff “Veniamo con te”

“DAVVERO?!” esclamò Anna guardando la sorella, contenta “Cioè-” riprese ad imitare Elsa “Vi permetto di accompagnarmi” disse e si avviarono. Il ragazzo fece un sorriso scuotendo la testa e raggiunse le due sorelle che già si erano incamminate tenendosi a braccetto.
 
  Ecco un'altro capitolo! Come vi è sembrato? Come vi sembra Crystal e il suo rapporto con Kristoff? L'incontro tra le due sorelle?
Fatemi sapeve il vostro pensiero su questo capitolo con una attesa e gradita recensione ;)
Al prossimo capitolo!
Un bacio
Stella

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Capitolo 6
*** Riunione Familiare ***


Il quartetto camminò tutta la notte per le montagne, chiacchierando tra loro per farsi compagnia e le due sorelle per conoscersi meglio. Ogni tanto Sven aumentava il passo per giocare e Crystal lo accontentava andandogli dietro, lasciando Kristoff e Anna a parlare. Ad un certo punto, saliti su un monte dal panorama stupendo , i quattro riuscirono a vedere Arendelle che era completamente ghiacciata. Crystal si voleva dare un cazzotto in testa per non esserci arrivata subito che la responsabile dell’inverno fosse sua sorella… se lo sentiva che prima o poi avrebbe perso il controllo.

“Elsa riporterà l’estate. Tu puoi aiutarla, con i poteri, vero Crystal?” chiesa Anna anche se forse tentava di rassicurare più sé stessa.

“Ci posso provare” disse lei.

“Sei sicura che Elsa riporterà il caldo?” le chiese Kristoff guardando il regno sotto la neve.

“Sì…” risposero le due sorelle “La Montagna del Nord è laggiù?” chiese Anna. Il ragazzo rise e le prese la mano con cui indicava.

“Forse volevi dire: lassù” disse indicando la nuova direzione e lasciando la principessa a bocca aperta. La Montagna del Nord era ENORME e c’era una tempesta coi fiocchi che copriva la punta “Crystal, puoi vedere se lì sopra ci sono tracce di Elsa? Se ci siamo sbagliati qui siamo a buon punto per tornare indietro” suggerì Kristoff.

“Ci penso io” disse e si trasformò nuovamente in fenice levandosi in cielo e dritta verso la montagna del Nord. Kristoff ed Anna rimasero soli con Sven che si era appollaiato per terra leccando i fiocchi di neve sul naso. Tra i due compagni ci fu un momento di silenzio, poi Anna ruppe il ghiaccio.

“Allora, Kristoff…” iniziò “Da quanto stai con Crystal e Sven?” chiese. Lui le fece un sorriso.

“Sven stava con me fin da quando ero piccolo, non ho idea di chi abbia trovato chi” rispose lui “Per quanto riguarda Crystal l’ho conosciuta quando avevo 4 anni, è apparsa una notte in cui mi ero perso e mi ha subito accolto. Io dico che Crystal è la mia migliore amica, ma in realtà è più una sorella e non hai idea di quante volte abbia tirato fuori dai guai me e Sven con i suoi poteri" Anna sorrise "Inizialmente, quando ero piccolo, odiavo il fatto che sparisse di giorno per andare nelle montagne, ma poi quando sono diventato più grande mi ha portato con sé e l’ho vista allenarsi. Lì capii perché non voleva che venissi con lei... c'è bellezza nel suo potere, ma al contempo è fortemente distruttivo. Ci sono voluti anni prima che imparasse a controllare a pieno i poteri o almeno controllarli abbastanza senza bruciare niente” Anna annuì, ma poi le venne in mente cosa era accaduto all'incoronazione.

“Ma allora perché Elsa non mi ha mai parlato di lei?” chiese triste. Kristoff pensò un momento prima di parlare ma vennero interrotti dalla fenice che si sfracellò come un piombo addosso al biondo, tanto da perdere un paio di piume. Anna fece appena in tempo a scansarsi. Crystal riprese la sua forma umana addosso all’amico.

“Ti odio” le disse Kristoff mezzo rimbambito.

“Scusa” disse Crystal spostandosi.

“Vi hanno mai detto che siete una sitcom?” disse Anna ridendo. I sue amici la guardarono alzando un sopracciglio, mentre Sven se la rideva.

“Perché così presto? So che sei veloce, ma non penso ci voglia così poco per andare e tornare” disse Kristoff togliendosi la neve di dosso mentre la bruna faceva altrettanto.

“C’è troppo vento lassù. Non vedo niente e non riesco a volare” spiegò.

“Avrà fatto una bufera intorno a dove si nasconde per non farsi trovare dai falchi degli esploratori, non si aspetta il nostro arrivo” disse Anna. I quattro si fecero un cenno e proseguirono il viaggio. Camminarono a lungo finché giunsero ad un laghetto in mezzo a un boschetto di salici che per il freddo si erano ghiacciati, realizzando così uno spettacolo magnifico. “Wow” ammirò Anna “Chi l’avrebbe mai detto che l’inverno fosse così bello?”

“Sì, l’inverno è molto bello” disse una voce sconosciuta. I quattro sobbalzarono guardandosi intorno e Crystal preparando una sfera di fuoco per attaccare. “Ma è tutto così bianco. Ci vorrebbe un tocco di colore, magari di verde o di rosso. Oppure di giallo- no, il giallo no sulla neve” disse la voce. I quattro si voltarono e videro un piccolo pupazzo di neve senza naso. “Ciao!” salutò.

“AAAAHHH!” gridò Anna dandogli un calcio e facendogli saltare la testa che finì in mano a Kristoff.

“Ehilà!” fece il pupazzo

“Fai spavento” rispose lui ripassandolo ad Anna che lo ripassò a Kristoff che lo ripassò ad Anna, mente Crystal e Sven osservavano lo spettacolo divertiti.

“Ha un corpo!” esclamò Anna lanciando la testa sul corpo. Solo che finì sottosopra.

“Ehi, perché state appesi a testa in giù come pipistrelli?” chiese il pupazzo confuso. Anna accorse a raddrizzargli la testa. “Ecco, ora va molto meglio! Adesso sono perfetto”

“Quasi” disse Anna prendendo una carota dal sacco ma la infilò con troppa forza nella testa, tanto che gli fuoriuscì da dietro. “Ops! Scusa! Tutto bene?”

“Stai scherzando? Sto… UNA MERAVIGLIA!” rispose il pupazzo con allegria “Ho sempre voluto un nasino. Quanto è cariiino! Sembra un piccolo unicorno” disse ma poi Anna spinse la carota più avanti facendo fuoriuscire il naso come doveva. “Wow! Mi piace ancora di più!” esclamò “Ricominciamo da capo: io sono Olaf e amo i caldi abbracci” Le due sorelle rimasero sorprese.

“Olaf?” disse Anna guardando l’altra ragazza.

“Ma certo… Olaf!” esclamò l’altra.

“E voi siete?” chiese il pupazzo.

“Io sono Anna, questa è mia sorella Crystal” presentò.

“E chi è quella specie di somaro, lì?” chiese il pupazzo allontanandosi dal montanaro e la renna.

“Quello è Sven”

“Ah… e la renna invece?”

“Sven?” disse Anna perplessa.

“Ah! Hanno lo stesso nome! Okay, sarà molto più facile per me adesso”

“Olaf” chiamò Crystal “Ti ha fatto Elsa?”

“Sì, perché?”

“Sai dov’è?” chiese Anna.

“Sì, perché?”  Kristoff gli staccò il rametto che gli faceva da braccio, incuriosito.

“Pensi di poterci portare da lei?” chiese Crystal

“Sì, perché?” e poi il rametto diede uno schiaffo a Kristoff. “Stai buono, Sven, sto cercando di conversare” e si rimise il braccio a posto “Sì, perché?”

“Te lo dico io perché” disse il biondo “Abbiamo bisogno che Elsa faccia tornare l’estate”

“L’estate?” disse lui imbambolato “Non so perché ma ho sempre amato l’idea dell’estate, del sole e del caldo-”

“Davvero? Non hai molta esperienza col calore”

“No. Ma a volte chiudo gli occhi e immagino a come possa essere l'estate..." disse sognante "Ma che ci facciamo ancora qui? Elsa è da questa parte! ANDIAMO DA ELSA E FACCIAMO TORNARE L’ESTATEEEE!!!” disse Olaf e si incamminò prendendo per mano Anna e la sorella, Sven li seguiva subito dopo, di tanto in tanto cercando di mangiarsi il naso di Olaf. Kristoff rimase un momento indietro a bocca aperta.

“Qualcuno glielo deve dire” disse tra sé e sé.
 



Nel frattempo ad Arendelle, la gente aveva freddo, non aspettandosi un inverno così improvviso e così gelato. C’era chi si industriava nella foresta per prendere più legna possibile per i camini, chi in casa cercava abiti pesanti. Il Principe Hans e i suoi fratelli giravano per la città aiutando i cittadini e fornendo loro coperte e pasti caldi.

“Chi ha bisogno di una coperta?” chiese Hans ad alta voce. Una donna anziana si avvicinò a lui grata.

“Arendelle è in debito con voi sire” disse la donna Hans rispose con un cenno del capo.

“Il palazzo è aperto, ci sono zuppa e glog caldo nel grande salone” annunciò il principe, poi diede ad un soldato le coperte dicendogli di distribuirle.

“Principe Hans!” chiamò il Duca di Whiselton seguito dai suoi scagnozzi “Dovremmo stare qui a gelare mentre voi regalate tutti i beni commerciabili di Arendelle?!” disse il Duca infuriato. Robert precedette Hans nella risposta.

“La Principessa Anna ha dato ordini precisi-”

“E c’è anche un’altra cosa, Principe Robert” interruppe il Duca “Non pensate che la cara principessa del vostro fratellino possa cospirare con la strega?” Hans lo fulminò con lo sguardo.

“Non osate parlare così della regina e dubitare della principessa. Ha lasciato me in carica e io non esiterò a difendere Arendelle dal tradimento” disse Hans arrabbiato

“T-tradimento?!”

“Io non dubiterei nemmeno di Hans. E’ un uomo di parola, non lo sfidate” aggiunse Kyle. Ad un certo punto si udì il nitrito di un cavallo e il destriero di Anna si fece strada imbizzarrito. Hans corse subito a calmarlo, ma il cavallo era senza il suo cavaliere.

“La principessa Anna è in pericolo” decretò il principe “C’è bisogno di volontari che vengano con me e mi aiutino a trovarla. Nel frattempo lascio in carica mio fratello, il Principe Robert fino al mio ritorno” Molti volontari si fecero avanti tra soldati e cittadini.

“Io offro due volontari, Milord” disse il Duca, poi di soppiatto disse ai suoi scagnozzi “State pronti e se incontrerete la regina… ponete fine a quest’ inverno”
 



Anna, Crystal, Kristoff, Sven e Olaf erano quasi arrivati a destinazione. Anna nella sua mente si stava preparando tutto un discorso da fare alla sorella nel tentativo di farla tornare, mentre Crystal si stava preparando psicologicamente all’incontro, non aveva idea di come si sarebbe dovuta comportare e non aveva idea di come potesse essere  la reazione di Elsa.

“Allora” disse Kristoff avvicinandosi ad Anna “Come pensi di convincere tua sorella a sciogliere quest’inverno?”

“Beh, ho intenzione di parlare con mia sorella” disse Anna.

“Vuoi dire che il mio commercio di ghiaccio dipende dalla chiacchierata con vostra sorella?” disse

“Sì”

“E quindi non hai alcuna paura di lei?”

“Perché dovrei averne?

“Sì, scommetto che è la persona più carina, gentile e affettuosa del mondo” disse Olaf non accorgendosi di essersi infilzato da solo con una stalattite “Oh, guardare mi sono stalactittato” disse con un sorriso allegro. I quattro giunsero fino ad una parete al fianco del monte.

“E’ troppo ripido” disse Kristoff “Ho solo una fune e Anna non sa scalare le montagne. Crystal dalle una mano”

“E chi dice che non so scalare le montagne?” disse Anna. Kristoff alzò la testa dalla sacca e notò due cose:
1) Crystal era sparita di nuovo
2) Anna stava salendo la montagna.

“Che stai facendo?” le chiese

“Sto andando… a trovare… mia… sorella” disse Anna faticando per tirarsi su.

“Ti ucciderai così” disse osservandola con una calma allucinata. Mentre Anna si stava ammazzando di fatica a ogni passo “Io non metterei il piede lì” Anna allora cambiò posizione “Neanche lì”

“Mi distrai!” disse Anna.

“Come fai a sapere che Elsa vorrà vedervi?”

“Crystal rispondigli tu” disse lei.

“Crystal ha preso il volo” la informò Kristoff.

“Va bene. Adesso ti ignoro e basta perché mi deconcentri- ouff!-”

“La maggior parte delle persone che si rifugiano in montagna vogliono stare da sole”

“Nessuno vuole stare solo” disse acchiappando un’altra sporgenza “A parte forse te”

“Io non sono solo” protestò Kristoff “Io e Crystal abbiamo degli amici”

“Gli esperti in amore?”

“Sì, gli esperti in amore” Anna mise un piede da una parte ed uno dall’altra ritrovandosi in una mezza spaccata sulla parete.

“Ti prego dimmi che sono quasi arrivata” Se Kristoff avesse allungato un braccio sarebbe arrivato a toccarle il piede “L’aria non ti sembra più rarefatta quassù?”

“Resisti” disse Kristoff paziente con un sorrisetto andandole sotto.

“Ehi Sven!” chiamò Olaf “Non sono sicuro che questo risolva il problema, ma ho trovato una scala che porta esattamente dove volete andare"

“Haha! Grazie al cielo!” esclamò Anna “Prendimi!” e si lasciò cadere Kristoff prontamente l’acchiappò al volo “Grazie!” disse facendogli pat-pat sul petto per poi scendere a terra “E’ stata una folle prova di fiducia” disse allontanandosi sotto lo sguardo di Kristoff. I due giovani, il pupazzo e la renna  giunsero fino ad una scala che portava ad un immenso e spettacolare castello di ghiaccio.

“Wow” fece Anna ammirando la bellezza dell’edificio

“Ecco, questo è ghiaccio” disse Kristoff “Voglio piangere”

“Fa pure, non  ti giudicherò” Mentre il biondo ammirava il castello, intanto Sven fece per salire sulle scale solo per slittare al quarto gradino. Il suo amico lo aiutò subito a scendere dicendogli di restare lì e poi anche lui seguì Olaf e la principessa. Arrivati davanti alla porta principale, Anna si fece avanti per bussare ma esitò. Le affiorarono alla mente tutti i ricordi di tutte le volte che in quegli anni lei aveva bussato alla porta di Elsa e la trovò chiusa.

“Bussa” disse Olaf aspettando che Anna bussasse “Dai bussa” Anna esitò “Perché non bussa?” Anna esitò e il pupazzo si rivolse a Kristoff “Secondo te sa bussare?” poi la fanciulla si decise e bussò alla porta che si spalancò. Anna fu sollevata.

“E’ aperto… mai successo” commentò poi si ricordò del montanaro con lei “Ehm… forse è meglio che tu resti qui”

“Cosa?!”

“L’ultima volta che le ho presentato un ragazzo ha congelato tutto”

“Oh, ma smettila! E’ un palazzo fatto di ghiaccio! Il ghiaccio è la mia vita!”

“Addio Sven” fece Olaf solo per venire fermato da Anna “Anche tu, Olaf”

“Anch’io?”

“Sì, lasciateci sole solo  un minuto” disse e poi entrò nel palazzo con le porte che si chiusero alle sue spalle. Il palazzo era meraviglioso. C’era un’enorme rampa di scale di ghiaccio che portava ad un altro piano.

“Elsa! Elsa, sono io: Anna” disse la ragazza.

“Anna?” ripeté una voce familiare. Elsa apparve in cima alla rampa di scale venendo colpita in pieno dalla luce di una finestra del castello, che fece brillare il suo nuovo abito.

“Wow, Elsa… sei… cambiata. In meglio, davvero!” disse Anna “E questo posto è meraviglioso”

“Grazie” disse Elsa “Non mi rendevo conto di cosa fossi in grado di fare”

“Mi dispiace per quello che è successo. Se avessi saputo, io-”

“-No, no. Tutto bene. Non devi chiedermi perdono. Sono io lo devo chiedere a te, per non averti mai parlato di Crystal”

“Non c’è bisogno di scusarti, mi ci è voluto un po’ ma poi ho capito perché non lo hai fatto” Elsa le fece un sorriso, stava per parlare quando un rapace entrò nella stanza volando verso di Anna che si preparò all’impatto, ma invece il rapace le si appollaiò sull’ avambraccio senza schiantarsi.

“Ah, eccoti qui!” disse Anna accarezzandogli la testa “Poi mi spiegherai perché i tuoi atterraggi sono orrendi ma riesci ad appollaiarti senza problemi”

“E quel pappagallo come ci è arrivato qui?” chiese Elsa sorpresa dall’uccello che la guardò male. Anna rise.

“Non è un pappagallo, è una fenice” disse la piccola. Gli ingranaggi cominciarono  ruotare nel cervello della regina.

“Una fenice?”

“E’ il momento, vai” disse Anna all’uccello che scese dal braccio di Anna e si trasformò. Ad Elsa le ci volle un momento per ricordare, ma le fu subito tutto chiaro, riconobbe subito chi aveva davanti.

“Non ci posso credere” disse stupita.

“Ciao, Elsa” disse l’altra con un sorriso timido, lasciando Elsa sbalordita

“Crystal, sei davvero tu? Sei... diversa” disse avvicinandosi incredula, la bruna guardò i suoi indumenti.

“La vita di montagna richiede un altro tipo di abbigliamento, ma confesso che è più comodo. Potrei dire lo stesso di te, l’ultima volta che ti ho vista eri molto bella ma preferisco questo look, è molto più… Elsa” disse lei, la bionda però si riprese dalla sorpresa iniziale e guardò duramente Crystal.

“Hai una bella faccia tosta per farti rivedere…”

“Hm… Mi aspettavo peggio” commentò la sorella maggiore. Elsa la ignorò e guardò Anna.

“Devi andartene da qui. Il tuo posto è ad Arendelle” disse alla sorellina.

“Il nostro posto è ad Arendelle” disse Anna.

“No, Anna. Il mio posto è qui da sola, dove posso essere me stessa… senza fare ma a nessuno” poi guardò Crystal e il suo sguardo si fece più severo “E sicuramente Arendelle non è più il suo”

“Veramente, a proposito di Arendelle-”

“-58, 59, 60!” disse il pupazzo entrando nella stanza “Ciao! Io sono Olaf e amo i caldi abbracci!” disse festoso, avvicinandosi alle due principesse.

“Olaf?” disse Elsa sorpresa

“Sì, mi hai fatto tu. Non te lo ricordi?” le disse il pupazzo.

“E sei vivo?” disse lei stupita.

“Ehm… credo di sì” Elsa  si guardò le mani sorpresa dalla notizia.

“Sembra quello che abbiamo fatto da piccole” disse Anna.

“E quello che ti sei tanto impegnata a fare nelle giornate d’estate” aggiunse Crystal inginocchiandosi vicino al pupazzo.

“Sì, è vero” commentò la regina con un leggero sorriso

“Elsa eravamo così unite” disse Anna “Possiamo esserlo di nuovo, tutte e tre” Il sorriso della regina scomparve quando guardando la ciocca bionda quasi bianca tra i capelli di Anna fu investita da un flashback di quando erano bambine.
 


Prendimi!” esclamò Anna saltando.
ANNA!gridò Elsa lanciando un incantesimo in un disperato tentativo di salvare la sorella, ma se la salvò dalla caduta fu perché il colpo centrò la bambina che cadde sulla neve. Il panico s’impossessò di Elsa che corse subito dalla sorellina. “Anna” chiamò sottovoce la bambina prendendola piccola tra le braccia.


Il suo sguardo poi si spostò su Crystal e fu travolta di nuovo dal ricordo della notte in cui sua sorella scappò.


“No! Non andare via! Non voglio! Ti prego, Crystal!” disse la piccola Elsa abbracciando forte la sorella
Lasciami, rischio di scottarti” disse l’altra.
“Non mi importa! Resta!”

” Crystal mise le mani quasi incandescenti su di lei e la spinse via facendola cadere seduta. Poi un silenzio colmato solo dallo sguardo addolorato di Elsa e quello colpevole di Crystal, poi la grande si voltò e corse via. Elsa si alzò e si affacciò alla porta con le lacrime che scendevano dagli occhi come cascate, chiamando disperata la sorella.


Elsa poi si riprese dal suo trance temporaneo, colta da un senso di colpa nei confronti di Anna e di rabbia in quelli di Crystal.

“No, non possiamo” disse la regina “Addio, Anna” disse ritirandosi per tornare al piano superiore e completamente ignorando Crystal.

“Elsa, aspetta” disse Anna. Anche Crystal si era alzata per seguire Elsa, ma Anna le mise una mano sulla spalla per bloccarla. Era meglio se ci parlava lei con Elsa.

“No! Cerco solo di proteggerti” disse la bionda

“Non devi proteggermi, io non ho paura” disse la rossa andandole dietro. Crystal voleva andare ma aveva capito che era meglio se ci parlava Anna con Elsa. Aspettò che le due sorelle si allontanassero per poi seguirle; anche lei doveva parlare con Elsa. “Non escludermi di nuovo dalla tua vita. Non devi più scappare adesso che lo so. Possiamo aiutarti per davvero e se non ti fidi di Crystal, fidati di me. Per tutto questo tempo, l’unica cosa che volevo era starti accanto. Insieme risolveremo tutto!” disse Anna finendo di salire la rampa di scale. Crystal intanto dalla distanza ascoltava e non poté fare a meno che ammirare le parole di Anna. “Adesso è tutto diverso. Io conosco il tuo segreto, ho capito perché non mi hai mai parlato di Crystal, so perché ti sei nascosta tutti questi anni e adesso non sei più da sola, Crystal ed io ti saremo vicino” disse la piccola per rassicurarla. Elsa si lasciò sfuggire un leggero sorriso alle sue parole.

“Anna” cominciò Elsa “tu chiedi troppo. Fidati quando ti dico che qui non c’è nulla per te”

“Sì, ma-”

“-Lo so, tu pensi di potermi aiutare, ma starai sicuramente meglio senza di me” disse lei affacciandosi al balcone che aveva creato, seguita da Anna “Fidati, se tu torni ad Arendelle non ti dovrai più preoccupare di niente, se io resto qui sarà meglio per tutti e Crystal se ne tornerà per i fatti suoi perché tanto a lei non importa niente di noi” concluse la ragazza allontanandosi dalla sorella. Fu quello il momento in cui Crystal decise di fare la sua entrata.

“Sai che non è così” disse Crystal guardando Elsa. La bionda la guardò indurendo lo sguardo.

“Potevi pensarci prima di scappare” rispose acida Elsa.

“Io ci tengo a voi, ma non parlavo di me”

“Allora cosa ‘non è così’?”

“Ho l’impressione che tu non lo sappia” disse Anna. Elsa guardò le due sorelle confusa e incuriosita.

“Allora parlate”

Tu hai sommerso Arendelle di neve con la tua bufera che tu hai causato con i tuoi poteri” disse secca Crystal. Elsa sgranò gli occhi.

“Complimenti per tatto, Crystal” commentò Anna guardandola male.

“Che cosa?” disse Elsa spaventata.

“Hai portato un’ inverno perenne… ovunque” disse timidamente Anna

“Ovunque?!” esclamò Elsa ancora più intimorita.

“Ma non fa niente, puoi sciogliere tutto” disse Crystal notando la neve che stava cadendo dentro il palazzo, Elsa si stava spaventando e i suoi poteri agivano da soli.

“No, non posso! I-io non… non so come fare!”

“Ti aiuterò io. Se combiniamo i poteri possiamo farcela”

“No! L’ultima volta che abbiamo combinato i poteri hai visto com’è andata!”

“Invece sì che potete. Io so che potete!” disse Anna “Elsa, io e Crystal ti staremo accanto, non dovrai più scappare. Potrai tornare a casa serena” Elsa però si voltò triste e la tempesta che si stava per formare in quel piano del palazzo si faceva sempre più forte.

“No, io non avrò mai la libertà” disse Elsa rassegnata “Non c’è via di fuga dalla tempesta dentro di me, sono in trappola e nulla cambierà. Non so controllare la maledizione!”

“Puoi contare sul nostro aiuto” insistette Anna “Non sei più da sola ormai” disse Anna avvicinandosi, ma la tempesta stava aumentando sempre di più. Anche Crystal si fece strada verso Anna nella tormenta, si sentiva che qualcosa stava per andare storto.

“Anna, ti prego, volete salvarmi ma non potete!” esclamò Elsa rifiutandosi di ascoltare “Andatevene o peggiorerete la situazione”

“Tranquilla. Non farti prendere dal panico” disse Crystal.

“Ho tanta paura” si disse da sola Elsa passandosi impaurita una mano tra i capelli.

“Elsa, potete farcela. Funzionerà” disse Anna. Elsa alzò lo sguardo notando per la prima volta la bufera che all’aumentare del potere che sentiva dento di lei diventava sempre più forte.

“Non siete al sicuro qui, andatevene!” le supplicò.

“Anna, vattene da lì!” le disse Crystal che a malapena vedeva la figura di Elsa dall’intensità della tormenta. Ma Anna non l’ascoltò.

“Elsa, se uniremo le forze ce la possiamo fare! Possiamo fermare questa tempesta” ormai parlava a voce alta a causa della tormenta. Ad Elsa le tremavano le mani, sentiva la tormenta dentro di lei che doveva liberarsi finchè non lo fece.

“IO NON POSSO!!” urlò Elsa voltandosi. La bufera l’avvolse in un turbinio di fiocchi e vento gelido, dalla quale improvvisamente si sprigionò in un onda ghiacciata potentissima. Crystal subito si lanciò verso Anna facendo uno scudo con i suoi poteri per proteggerle entrambe, ma l’ondata riuscì a rompere la barriera e a colpirle entrambe nel petto. Ci fu un istante di silenzio. Elsa dava le spalle alle sue sorelle mentre mille pensieri le si affollavano nella mente. Anna e Crystal erano rimaste un momento sbigottite dall’impatto, entrambe si misero una mano sul cuore sentendosi improvvisamente affaticate e mancare l’aria. Crystal riuscì a mantenersi in piedi, ma Anna si inginocchiò a terra nonostante avesse subito afferrato il braccio della sorella. Elsa si voltò e si spaventò vedendo le sue sorelle colpite dall’onda d’urto che lei stessa aveva provocato.

“ANNA!” udirono la voce di Kristoff che si precipitò nella stanza a soccorrerla seguito da Olaf “Come ti senti?”

“Sto bene” disse Anna, poi si alzò e il suo sguardo incontrò quello di Elsa “Sto bene” ripeté. Il ragazzo allungò una mano verso la spalla di Crystal che gli rispose con un cenno di capo.

“Chi è lui?” esclamò Elsa “Aspetta, non- n-n-non importa, solo… dovete andare via”

“No, io lo so che insieme possiamo trovare una soluzione” disse Anna decisa.

“COME?! Che potere hai tu per fermare quest’inverno? Per fermare me?!”

“Ragazze, penso che sia meglio andare” disse il biondo notando che il colore azzurro chiaro delle pareti di ghiaccio del castello stavano diventando blu scure.

“No, noi non ce ne andiamo senza di te, Elsa” insistette Anna.

“Sì, invece andate” disse Elsa. La regina stava per lanciare un incantesimo quando le mani le furono colpite da un rapido raggio di fuoco che la bloccarono. Elsa guardò stupita l’unica responsabile di quel colpo.

“Adesso basta scappare Elsa” disse Crystal seria “Hai ragione, Anna non ha alcun potere per fermarti, ma io sì” Elsa la guardò minacciosa.

“Ma proprio tu mi dici di non scappare, quando tu sei stata la prima a farlo?!” le rispose cominciando ad arrabbiarsi.

“E proprio tu vuoi rinfacciarmelo quando hai fatto la stessa cosa?” rispose severa Crystal. Le due sorelle si guardarono negli occhi sfidandosi.

“Io l’ho fatto perché i miei poteri sono stati scoperti e non riesco a controllarli. Io non voglio fare male a nessuno. Qual è il tuo motivo?”

“Secondo te quale poteva essere? Il fuoco è molto più distruttivo del ghiaccio e tu lo sai. Me ne sono andata per gli stessi motivi che hai detto prima ad Anna: io volevo continuare ad essere me stessa senza fare male a nessuno, esattamente come te”

“Non ti azzardare a rigirare la frittata, Crystal!”

“Io non sto rigirando nessuna frittata, Elsa” Anna era tentata di intervenire, ma con Kristoff che la tirava a sé per indietreggiare capì che era meglio restare in silenzio. Loro due si dovevano parlare, ma aveva come il presentimento che sarebbe finita male. “Io volevo imparare a controllare i miei poteri” continuò Crystal.

“Potevi restare! Nostro padre avrebbe aiutato anche te” ribatté Elsa

“Sì e guarda che bel risultato che ha ottenuto con te” disse Crystal sarcastica “Tu hai portato un inverno perenne, io magari causavo un’eruzione vulcanica. Con la neve perenne si sopravvive con abiti più caldi e un caminetto, e con la lava che fai? Ti costruisci un igloo? In cuor mio sentivo che nostro padre non ci avrebbe aiutato nel modo giusto”

“Tutto quello che nostro padre ha fatto e mi ha insegnato era per il mio bene e quello di Anna” rispose Elsa ferita ma anche furente.

“No, Elsa. Nostro padre lo ha fatto in buona fede, lui credeva di fare il tuo bene, ma ti ha insegnato ad avere paura del tuo potere. A me invece i troll hanno insegnato ad affrontarlo e a controllarlo con la pratica. Io ora so controllare il mio dono mentre tu non ci sei riuscita”

“Allora perché non mi hai aiutata?!” sbottò Elsa “Tu te ne sei stata tra le montagne a giocare col fuoco mentre io sono rimasta a palazzo ad aspettare che tu riapparissi per aiutarmi con i poteri, come un’idiota”

“Ma adesso sono qui per aiutarti”

“Sono passati 17 anni, Crystal!” disse Elsa con tono accusatorio “17 anni in cui tu potevi tornare, essere presente e fare qualcosa se credevi che nostro padre stesse sbagliando” fece una breve pausa “Io ti ho sempre messa su un piedistallo. Tu per me sei sempre stata una guida. Se quando eravamo piccole usavo bene i miei poteri era perché tu eri il mio esempio” a questo Crystal rimase sorpresa, ma non lo volle dare a vedere “Ma tu… sparire dalla circolazione per 17 anni e scappare durante la notte nonostante ti abbia supplicata in ginocchio di non andartene, questo una guida non lo fa!”

“Io volevo proteggervi!” gridò Crystal arrabbiandosi.

“IO NON VOLEVO ESSERE PROTETTA!” urlò Elsa adirata “Questo era un percorso che dovevamo fare insieme, io, te e Anna che è il nostro unico riferimento rispetto al mondo reale. Noi avevamo bisogno di te!” fece una pausa, sentendo le lacrime minacciare di caderle dagli occhi “Io volevo mia sorella. Io volevo che tu mi fossi accanto. Avevo bisogno del tuo aiuto…” disse con voce rotta guardando a terra, ma poi risollevò lo sguardo arrabbiato contro la sorella “… volevo che tu ci fossi e invece non c’eri” Crystal la guardò negli occhi e il suo sguardo si addolcì un momento.

“Io c’ero Elsa” disse lei “Appena ho potuto io sono venuta. Tutti questi anni io vi sono stata accanto”

“E allora perché non hai mai tentato di aiutarmi?” disse lei acida

“Io l’ho fatto per anni”

“E sentiamo, come? Non mi sembra di averti mai vista”

“Secondo te chi ha messo i segnalibri sulle pagine che parlavano dei poteri di ghiaccio?!” sbottò Crystal “E come pensi che siano giunti nell’archivio del castello? Chi ti ha mandato quelle lettere che ti consigliavano altri metodi per usare i tuoi poteri? Chi pensi abbia suggerito a nostra madre altri rimedi? Chi ha detto a nostro padre di toglierti i guanti e tanto altro? Chi diceva a Graham di consigliare ad Anna di farsi un giro nei giardini quando uscivi tu?”

“Sei stata tu…come ho fatto a non pensarci?” balbettò con aria stupita.

“Già” aggiunse Crystal “E’ vero, le mie visite erano molto rare e quando venivo il resoconto di quello che facevate me lo faceva Graham, ma non puoi dire che non c’ero”

“Perché non sei mai tornata, allora?” le chiese Elsa. Crystal ci rifletté un momento. Guardò Anna, poi Kristoff, poi rivolse di nuovo verso Elsa.

“Perché avevo paura di te” le rispose prendendo la sorella alla sprovvista.

“Di me?!”

“Di questa conversazione” specificò Crystal “Non avevo idea di come avresti reagito. Volevo tornare, io ho sempre voluto tornare, ma non senza il controllo dei poteri. Il controllo l’ho ottenuto, ma per l’apprendimento il prezzo è stato il tempo e la tua rabbia nei miei confronti” fece una pausa “Anche tu adesso sei scappata, anche tu hai abbandonato Anna. Sapevi come ci si sentiva ad essere lasciati indietro e sei scappata comunque perché avevi paura… adesso saprai anche come mi sono sentita io ad andarmene,  mentre sentivo te che mi chiamavi”

“Io ti avrei accolta a braccia aperte se fossi tornata” disse Elsa con mestizia “Ma ciò non toglie che io avrei voluto rivederti almeno una volta. Se mi avessi spiegato le tue ragioni avrei capito. Non ti avrei rivelata a nostro padre ma avrei seguito te come ho sempre fatto”

“Mi dispiace, Elsa” disse Crystal facendo una pausa “Questo castello è un modo carino per dire che stai in prigione, lo sai? Non sarai mai libera finché non tornerai ad Arendelle e affronterai i tuoi poteri” disse la bruna “Per Arendelle la regina è una e quella regina sei tu, devi dimostrare al popolo che può fidarsi di te sciogliendo quest’inverno. Possiamo farlo insieme” guardò Anna “ed essere sorelle come prima, tutte e tre” guardò nuovamente Elsa “Noi non ce ne andiamo da qui senza di te” disse seria.

“E io vi ripeto che invece sì, perché io non posso sciogliere questo inverno. Non so come fare! Se non ve ne andrete con le buone, non mi lasci altra scelta Crystal” disse Elsa preparandosi a combattere.

“Vuoi giocare con il fuoco, Elsa? E va bene. Giochiamo con il fuoco. Unica regola, niente aiuti da altri” disse Crystal lanciando un’occhiata ai compagni, infiammando le mani.

“Si può fare” rispose Elsa

“No! Ragazze, che state facendo?! Non direte sul serio?! Ferme!” disse Anna precipitandosi verso di loro, ma Kristoff la bloccò.

“No, Anna. Resta qui! Ormai non le puoi più fermare” disse Kristoff trattenendola e preparandosi a vedere uno scontro. Le due sorelle si guardavano negli occhi. Azzurro e azzurro. Si guardavano studiando ogni possibile mossa. Elsa fu la prima ad attaccare, lanciando un raggio di ghiaccio contro Crystal che subito lo bloccò con la mano in fiamme. Nessuna delle due voleva arrivare a tanto, ma nessuna lasciava altro modo all’altra. Elsa partì con un’altra serie di attacchi, ma Crystal prontamente li bloccò con i suoi poteri, poi lanciò lei una palla di fuoco contro Elsa che con il ghiaccio riuscì a bloccarla. La bruna corse verso la sorella che preferiva restare immobile sul posto e colpire da lì. Elsa alzò del ghiaccio sulla via di Crystal, ma lei o sfruttava il ghiaccio sotto ai suoi piedi per scivolare altrove oppure lo squagliava con i suoi poteri. Crystal lanciò un raggio infiammato contro la sorella che lo bloccò con uno scudo di ghiaccio, poi la bruna improvvisamente fermò l’attacco e quando Elsa prontamente le scagliò contro un colpo ghiacciato, lei si inginocchiò scivolando sul ghiaccio, schivò il colpo e sfruttando la scivolata fece un salto e si tramutò in fenice per poi rompere la guardia di Elsa colpendole un braccio con il corpo. Crystal si alzò in volo, muovendosi ad una velocità impressionante e schivando tutti i colpi di Elsa, riuscendo a colpire lei. L’obbiettivo di Crystal era di riuscire a stancarla il più possibile per poi portarla con loro ad Arendelle, perciò non la colpì mai con gli artigli delle zampe o il becco, sempre con il corpo, ma velocità sufficiente a generare un impatto. Inizialmente sembrava riuscire nel suo intento, fece centro tre, quattro, cinque volte, poi all’ennesima che sperava fosse la finale, Elsa creò all’ultimo minuto uno scudo di ghiaccio che non appena Crystal colpì volò dall’altra parte della stanza sbattendo sul muro. Appena fu a terra si ritrasformò in umana, scosse la testa per riprendersi, ma subito saltò all’attacco di nuovo sparando un potente raggio di fuoco con una mano. Elsa lo bloccò con uno di ghiaccio e le due si ritrovarono a spingere l’una contro l’altra con i loro poteri. Elsa ci mise anche l’altra mano tanto era forte il raggio di Crystal. Poi la bruna mollò all’improvviso spostandosi di corsa verso la sorella. Elsa tentò ancora di colpirla con i suoi poteri bloccandola in una stretta scatola di ghiaccio che la fermò, per poi farla mutare in uno spesso e stretto bozzolo lasciando la testa della sorella fuori. Poi quando si fermò pensando di averla bloccata, Crystal aumentò la sua temperatura corporea il più possibile e sprigionando il suo potere per liberarsi spaccò il bozzolo.

“Bel tentativo, sorellina” disse lei per poi ripartire all’attacco. Si scambiarono dei colpi finché Elsa non si trovò la sorella a pochi metri di distanza. La regina le lanciò un altro colpo di ghiaccio, ma Crystal con il suo potere lo deviò e subito lanciò un altro colpo alla sorella per distrarla e mentre  lei lo bloccò, Crystal le saltò addosso buttandola a terra. Elsa da terra, con la mano destra, tentò di colpirla con il ghiaccio, ma Crystal si spostò afferrandole il braccio per poi rotolare verso sinistra in modo da storcerlo e farla voltare, poi con rapidità fulminea le prese il gomito per farla alzare per poi metterle il braccio dietro la schiena e la mano libera intorno al collo e con il piede le fece piegare il ginocchio per poi farla cadere seduta a terra. Si trovarono in una situazione di stallo. Anna, Kristoff e Olaf osservavano dalla distanza con il cuore in gola.

“Lasciami Crystal, rischio di congelarti” le disse Elsa ormai terrorizzata dal contatto fisico e dimenandosi, ma più si muoveva più Crystal stringeva la morsa.

“Io sono la Regina del Fuoco, non puoi congelarmi” le disse la sorella “Ora ti lascio andare. Ma tu verrai con noi, o ad Arendelle ti ci porto di peso” le disse Crystal sentendo Elsa dimenarsi di meno.

“Okay” disse la sorella annuendo. Anna, Kristoff e Olaf tirarono un sospiro di sollievo. Crystal lasciò Elsa che però non appena fu in piedi la colpì con una sfera di ghiaccio spingendola verso i suoi compagni.

“Crystal!” esclamarono i tre non appena la videro a terra. Lei però si rialzò e guardò Elsa sorpresa.

“Non mi piace barare” disse Elsa “Ma questa volta farò un’eccezione” disse e con i suoi poteri colpì il pavimento da cui uscì fuori un enorme mostro di neve. In pochi secondi gli ‘ospiti’ furono fuori dal castello.

“Fermo! Mettici giù!” gridò Anna.

“Andate via” rispose il mostro lanciando i tre e facendoli scivolare giù dalle scale. Anna, Kristoff e Crystal scivolarono giù, sotto lo sguardo divertito di Sven mentre Olaf arrivò a pezzi. Prima, il mostro lanciò la testa che si conficcò nella neve sopra un masso dietro le spalle dei tre.

“Occhio!” disse Olaf. I ragazzi si abbassarono e arrivò la testa “Chiappette in arrivo!” i tre si riabbassarono e arrivò anche il corpo. Anna guardò il mostro arrabbiata. Prese della neve e cominciò a fare una palla.

“Maleducato, non si tirano le persone!” gridò avanzando minacciosa.

“Ehi! Nononono!” esclamò Kristoff bloccandola “Furia scatenata! Da brava, rilassati! Vedi di calmarti! Calmati adesso, calmati” Anna smise di dimenarsi.

“Va bene, d’accordo”

“Lascia in pace il mostrone di neve”

“Sono caaaalma

“Brava” ma Anna si voltò nuovamente e lanciò la palla di neve.

“No, sta buona!” La palla piano piano volò per rompersi delicatamente sulla spalla del mostro che ruggì adirato sfoderando artigli di ghiaccio.

“Ecco, adesso lo hai fatto arrabbiare” esclamò Kristoff.

“Lo distraggo io, voi andate” disse Olaf. Crystal si trasformò in fenice mentre Kristoff spinse via Anna per la corsa, ma i tre furono seguiti da il corpo di Olaf  “Nonono! Non voi! Distrarlo sarà molto più dura” commentò il pupazzo. I due ragazzi e il rapace si erano lanciati in una corsa frenetica per scappare al mostro. I due si buttarono giù da una discesa scivolando a gran velocità mentre Crystal li seguiva volando. Una volta arrivati giù, comunque, il mostro con un salto li raggiunse subito e stava per acchiapparli se non fosse stato per la velocità fulminea con cui la fenice colpì il mostro. La principessa e il montanaro ebbero il tempo di allontanarsi entrando in un boschetto innevato sulla montagna.

Regina del Fuoco fa qualcosa!” esclamò Kristoff. Crystal allora per fargli guadagnare tempo fece un’inversione a U e a gran velocità si diresse contro il mostro colpendolo più volte come un missile finchè lui con una manata non la scaraventò addosso a Kristoff che prontamente l’acchiappò. “Crystal, tutto bene?” le chiese correndo. Lei scosse la testa e riprese il volo contro il mostro per rallentarlo. Intanto Anna vide un albero piegato dal peso della neve e le venne in mente un’idea. Il biondo lo oltrepassò, ma lei si fermò e chiamò la sorella per attirare la sua attenzione. Crystal riuscì ad attaccarsi con gli artigli alla fronte del mostro, per poi volare via appena Anna tolse quel poco di neve che bastava per far raddrizzare l’albero che colpì in piena faccia il mostrone di neve. La fenicie fece un cinguettio vittorioso e volò vicino ai compagni.

“YU-HUU!!” esultò Anna “L’ho battuto!”

“Grande!” esultò Kristoff. Poi si bloccarono all’improvviso quando si ritrovarono un dirupo sotto i piedi. Crystal continuò a svolazzare.

“E’ un salto di 30m!” disse Anna.

“Diciamo 60m” commentò Kristoff che subito prese la fune che aveva nella borsa e ci legò sia sé stesso e poi Anna. Poi tirato fuori il piccone cominciò a scavare.

“Che stai facendo?” chiese Anna

“Scavo un ancoraggio per la fune” disse Kristoff.

“Certo… e se cadiamo?”

“Ci sono 5m di neve fresca lì sotto, sarà come atterrare su un cuscino, o almeno spero” Intanto Crystal vedendo degli alberi muoversi tornò indietro per cercare di rallentare il mostro. “Vai Anna. Al tre” disse Kristoff lanciando l’altro capo della fune giù dalla rupe.

“Certo, dammi il via”

“Uno”

“Sono pronta!”

“Calmati- due”

“Sono NATA pronta, sì!” e in quel momento volò un abete nella loro direzione, a pochi metri da Kristoff. “VIA!” gridò Anna saltando giù.

“Ma che- AAHH!” anche Kristoff  le andò dietro, fermando si a mezzaria grazie alla fune “E’ andata” commentò lui. Mentre loro scendevano, però prima del mostro arrivò Olaf completamente smontato come un Transformer.

“Oh, mammetta sono fuori forma” disse, poi si scambiò il blocco del torace con quello dalla pancia, si rimise il braccio che era finito sulla pancia, sul blocco del torace e il naso che gli era finito a lato della tempia, al suo posto “Ecco, adesso va meglio. Ehi Anna! Sven! L’abbiamo seminato alla grande il pupazzone! Ci ha pensato Crystal-pappagallo!” E in quel momento il pupazzone arrivò dietro di lui. “CIAAAAO! Stavamo giusto parlando di te!” disse Olaf “Solo cose belle, solo cose belle” ma il mostrone aveva visto la fune con cui si stavano calando i due e avanzò minaccioso “NOO!” esclamò Olaf acchiappando un cristallo di ghiaccio attaccato al ginocchio del mostro che se lo portò appresso “Non ti sposto di una virgola, vero?” disse Olaf. Il mostro invece scalciò e lo lanciò di sotto.

“OLAF!” gridò Anna vedendo il piccoletto cadere di sotto e rompersi nuovamente sbattendo sulla parete del dirupo.

“Tenete duro amiciiiiii!” e il pupazzo sparì nella neve. Gli altri due intanto si calavano finchè qualcosa non li bloccò, anzi, iniziò a tirarli su: era il mostrone. Nella salita rapida, Kristoff sbattè la testa sulla parete del dirupo ma fu solo appena rintronato. Crystal intanto vedendo che il mostro aveva sollevato i suoi amici altezza bocca, temendo il peggio si precipitò in volo verso di loro. Ma quando il mostro aprì bocca per parlare, l’aria fu talmente tanta che nemmeno la fenice riuscì ad avvicinarsi, anzi, le fece perdere il controllo mandandola a schiantarsi giù nella neve.

“Non tornate PIUUUUUUUUUU’!!!!!!!!!!!!!” urlò il mostro.

“Ci hai convinti” disse Anna, prese il coltello dalla cintura di Kristoff e tagliò la fune facendoli cadere giù fino nella neve, ma nessuno si sfracellò.

“Ehi!” esclamò Anna “Avevi ragione! E’ come atterrare su un cuscino” Poi sentì qualcuno piagnucolare “Olaf!” esclamò.

“Non mi sento più le gambe, non mi sento più le gambe!” gridò il pupazzo muovendo dei piedi. Kristoff sbucò fuori dalla neve tossendo.

“Quelle sono le mie gambe” disse il ragazzo che poi vide il corpo di Olaf.

“Ehi, acchiappi il mio popò?” disse Olaf. Kristoff vide il didietro vagante del pupazzo e lo acchiappò rimettendoci sopra la testa “Ah, mi sento molto meglio” In quel momento la renna Sven si avvicinò a loro e tentò di mangiarsi il naso di Olaf, mancandolo quando il pupazzo voltò la faccia.
“Ehi! Sven ci ha trovati!” disse allegro e poi abbracciò il muso della renna “Chi è la mia rennetta dolce?”

“Non parlargli così” disse Kristoff separandoli. Intanto Anna tentava di uscire dalla neve senza riuscirci. Kristoff si alzò e subito andò da lei tirandola fuori dalla neve in cui si era conficcata fino alla vita. “Tutto bene?” le chiese.

“Sì” gli rispose Anna con un sorriso. I sue si guardarono un momento negli occhi.

“Come va la testa?” disse toccando dove aveva sbattuto e sentendo un ficozzo.

“Va bene, ho… ho il cranio tosto”

“Io non ce l’ho il cranio” disse Olaf  “e le ossa nemmeno” I due scossero la testa e si guardarono un momento sorridendosi, contenti che nessuno dei due si fosse fatto male.

“Oooooh, io sto beeeene! Tranquilli!” disse sarcastica Crystal uscendo fuori dalla neve scrocchiandosi la schiena “Ma sono toccata dalla vostra preoccupazione” disse avvicinandosi ai due che di tutta risposta scossero la testa.

“Bene e ora… che facciamo?” chiese Kristoff ad Anna

“Che facciamo?” ripetè Anna, che poi venne travolta dalla realizzazione “Oooohhhh! Che cosa faccio io?! Ci ha cacciate via! E io non posso tornare ad Arendelle con questo tempaccio, e poi c’è la tua vendita del ghiaccio e-” Kristoff le sorrise.

“Ehi, non preoccuparti per la mia vendita del ghiaccio-” poi il suo sguardo addolcito cambiò all’improvviso

“-pensa ai tuoi capelli” finì Crystal per lui

“Cosa?” esclamò Anna “Sono appena caduta da una rupe, dovreste vedere i vostri!”

“No, i tuoi stanno diventando bianchi” disse Kristoff.

“Bianchi?! Ma cosa- Oh mio…” Anna si prese una treccia e vide che una grossa ciocca era diventata bianca. Guardò Crystal e non vide nulla di diverso in lei.

“E’ perché lei ti ha colpita, vero?” chiese Kristoff.

“Mi invecchiano?” fu la risposta di Anna che spiazzò la sorella rimasta silenziosa. Kristoff rimase un momento perplesso.

“No” rispose.

“Hai esitato” disse Olaf.

“No, non è vero”

“Ma perché a Crystal non è successo, niente? Ha preso anche lei” disse Anna.

“Infatti” disse la bruna “Ho creato uno scudo per proteggerci entrambe ma l’ondata l’ha rotto”

“Forse i tuoi poteri sono diventati abbastanza forti da proteggerti da soli” suggerì Kristoff  “Anna, hai bisogno di aiuto” disse Kristoff incamminandosi seguito dagli altri

“E dove andiamo?” chiese Olaf.

“A trovare i nostri amici” disse il biondo.

“Gli esperti in amore?” chiese Anna

“Sì, gli esperti in amore e tranquilla, loro ti cureranno”

“E tu come lo sai?”

“Perché gliel’ho già visto fare una volta”

“Hanno curato anche Elsa la notte in cui me ne sono andata” aggiunse Crystal con un velo di tristezza. Il gruppo si incamminò seguendo Kristoff. Dovevano andare dai troll.
Intanto nel suo castello, Elsa stava ancora cercando di digerire la notizia dell’inverno perenne. Faceva avanti e indietro nella sala in cui aveva affrontato Crystal. Le pareti di ghiaccio erano diventate rosse, dagli archi di sostegno fuoriuscivano delle grosse stalattiti che puntavano contro di lei dalla distanza.
“Cerca di dominarti” si diceva Elsa agitata “Controllati” si strinse le tempie con le mani “Niente emozioni, niente emozioni, niente emozioni- NIENTE EMOZIONI!” poi udì un suono e vide le stalattiti. Elsa si guardò intorno e si ricordò le parole di Crystal. Sua sorella aveva ragione… il suo splendido castello era in realtà una bellissima prigione.


Salve gente! Ecco il capitolo 6! Come vi è sembrato? Dos pelotas o interessante? L'incontro delle tre sorelle e lo scontro tra Crystal ed Elsa (verbale e il combattimento)? Ditemi come vi è sembrato con un commento e al prossimo capitolo! ;)
Un bacio
Stella

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Capitolo 7
*** Attacco al Castello ***


Nel frattempo il gruppo era quasi a destinazione. Crystal camminava avanti al gruppo pensierosa, Sven la seguiva con Olaf sdraiato sulla groppa che guardava l’aurora boreale e Kristoff e Anna che chiudevano la fila.

“Sven, guarda… si è svegliato il cielo” disse Olaf alla renna. Anna intanto cominciava a sentire freddo e Kristoff accortosi di ciò, si trovò in una situazione un po’ di imbarazzo. Come prima cosa gli venne da mettere il braccio intorno alle spalle della ragazza, ma poi si trattenne. Vide la soluzione in un piccolo geyser fumante. Lui la condusse lì e le permise di scaldarsi.

“Allora” disse lui “Riguardo ai miei amici- beh, io dico amici, ma sono più come una famiglia- comunque, quando ero piccolo, Sven e io eravamo soli”

“Davvero?” disse Anna

“Sì. Loro ci accolsero la stessa notte in cui incontrai Crystal e salta fuori che lei già viveva con loro. Comunque, non voglio spaventarti, possono essere leggermente sfacciati e… chiassosi- molto chiassosi- e anche testardi a volte…” Anna lo guardò intenerita “…e un po’ prepotenti e… pesanti… davvero pessanti. Cosa che- capirai- sono buoni- hanno buone-”

“Kristoff” interruppe Anna mettendogli una mano sulla spalla “sembrano meravigliosi” Lui le sorrise.

“Bene… allora” il ragazzo si fece avanti una volta arrivati nel cuore della foresta “Ti presento la mia famiglia” disse lui mostrandole dei grossi massi sul suolo.

“Anna, ti presento la mia famiglia adottiva… non spaventarti” disse Crystal unendosi al biondo.

“Ehilà! – Ciao, ragazzi!” dissero i due salutando i massi. Anna e Olaf rimasero senza parole.

“Sono… rocce?” disse la rossa allibita.

“Sono completamente pazzi” disse Olaf a bassa voce “Io li distraggo tu scappa. CIAO FAMIGLIA DI SVEN E CRYSTAL! MA CHE PIACERE CONOSCERVI” disse il pupazzo “Io ti voglio bene, Anna, voglio che tu scappi- HO SENTITO CHE SIETE ESPERTI IN AMORE – Perché non scappi?”

“Ah… certo...” disse Anna riprendendosi dallo shock “Bhe... i-io andrei…”

“No, Anna aspetta!” disse Kristoff e all’improvviso le rocce cominciarono a muoversi e a rotolare verso i due ragazzi.  Le rocce poi si alzarono in piedi rivelando dei piccoli troll.

“CRYSTAL E KRISTOFF SONO TORNATI!!” annunciò Mamma Troll e tutti chi altri acclamarono ripetendo l’annuncio e commentando guardandoli.

“Come sono cresciuti!” commentò uno

“Come è diventata bella Crystal!” disse la vocina di una piccola troll.

“Kristoff, come sei diventato grande!” aggiunse un’altra.

“CRYSTAL E KRISTOFF SONO TORNATI!!!” disse Olaf “Aspetta- Kristoff?” Anna intanto osservò la scena.

“Crystal, fatti vedere! Come sei cresciuta!” disse un troll prendendola per mano e farla inginocchiare.

“Kristoff, togliti i vestiti te li lavo” disse Mamma Troll. Lui subito si acchiappò i pantaloni.

“No! I vestiti me li tengo” disse lui “Sapete, è bello vedervi tutti, ma dov’è Granpapà?”

“Sta dormendo” rispose un piccolo troll “Ma guardate, mi è cresciuto un fungo”

“Io ho avuto il mio primo cristallo di fuoco” disse un altro piccolo.

“Io ho espulso un calcolo” disse un troll

“Kristoff, prendimi in braccio!” disse un piccolino saltandogli tra le braccia.

“Ehi! Stai diventato grande!” disse Kristoff sorridente.

“Crystal, fai la magia, fai la magia!” disse un altro piccolo saltandole sulla schiena e allora la ragazza creò una palla di fuoco che si divise in scintille e dalle scintille creò delle figure prima di un’aquila, poi di un gatto e infine di un drago con tanto di fuoco, lasciando i piccoli troll entusiasti. Anna intanto li guardava intenerita da quella scena, dal vedere Kristoff comportarsi in modo così dolce con i piccoli.

“Troll…” sussurrò capendo cosa fossero “Sono troll!” Ma questa volta la sentirono e si voltarono tutti verso di lei, facendo calare il silenzio.

“KRISTOFF HA UNA RAGAZZA!!” dissero i troll che presero Anna e passandosela la lanciarono in braccio a Kristoff.

“Che-che succede?” chiese Anna sorpresa mentre lui la rimise giù.

“Io ho imparato a lasciarli fare” disse lui, mentre Crystal scosse la testa divertita. Mamma Troll fece inchinare Anna prendendole il volto tra le mani esaminandola.

“Allora, vediamo: occhi brillanti, naso libero, dentatura perfetta… assomigli un po’ troppo a Crystal, ma comunque: sì! Andrà benissimo per il nostro Kristoff!” annunciò.

“Cosa?! NO!” dissero i due in coro

“Ti sei fatta un’idea sbagliata. Io non l’ho portata qui per questo” disse Kristoff

“Giusto" disse Anna "Noi non siamo- cioè- io non-”

“Qual è il problema, tesoro?” disse Mamma Troll alla ragazza “Ah, forse ho capito” e subito andò vicino alla bruna rapidamente e salita sulle spalle di altri due troll si avvicinò a lei, guardandola autoritario “Crystal!” e le diede uno scappellotto dietro la testa.

“Ahia!” protestò lei.

“Perché non vuoi dare la tua benedizione al tuo fratellino di spirito e la sua ragazza?” chiese autorevole.

“Mamma Troll, io do molto volentieri la mia benedizione” disse lei guardandoli.

“CRYSTAL!” protestarono i due con gli occhi sgranati.

“Se solo fossero fidanzati. Lei è già impegnata con un altro” specificò la bruna. Il silenzio “Altra cosa” aggiunse lei “Amici, vi presento la Principessa Anna di Arendelle, sorella della Regina Elsa, mia sorella. Anna, ti presento il resto della mia altra famiglia” presentò. I troll la guardarono e subito cominciarono altri festeggiamenti che non permisero ai ragazzi di spiegare perché fossero lì finché i festeggiamenti furono interrotti quando Anna non si sentì improvvisamente debole da non reggersi in piedi.

“Anna!” esclamò Kristoff prendendola prima che cadesse a terra “E’ fredda come il ghiaccio!” In quello stesso momento, Crystal sentì una fitta al cuore e cadde in ginocchio, dolorante, si sentì come congelare dentro.

“Crystal!” chiamò Kristoff con gli altri troll che accorsero a lei. Fu in quel momento che arrivò un altro troll, i più anziano.

“Qui c’è una strana magia” disse serio.

“Granpapà!” esclamò Kristoff.

“Presto portatele da me” i Kristoff aiutò Anna ad avanzare verso Granpapà, mentre i troll aiutarono Crystal che piano piano sentiva il forte dolore iniziale affievolirsi, ma la sensazione di freddo nel petto le rimase. Il troll prese le mani delle due ragazze e capì cos’era successo “Anna, Crystal, la vostra vita è in grave pericolo avete del ghiaccio nel cuore, è stata vostra sorella a metterlo. Se non verrà rimosso vi congelerà, per sempre”

“Cosa? No” disse Anna debole

“Ma tu puoi salvarle” disse Kristoff speranzoso.

“Non posso, mi dispiace Kristoff. Se fosse nella testa sarebbe facile, ma nel caso di Anna solo un atto di vero amore può sciogliere un cuore ghiacciato” poi si volse verso la bruna tenendole le mani “Crystal, figliola, nel tuo cuore adesso si sta svolgendo una battaglia tra il fuoco che arde dentro di te e il ghiaccio di tua sorella. Sentirai dei forti dolori al petto ogni qual volta che il ghiaccio sta vincendo sul fuoco. Sarà un dolore iniziale, forte e straziante, ma ti riprenderai, ma sarai sempre più debole. Con i tuoi poteri tu hai una doppia via: o un atto di vero amore oppure unire i tuoi poteri con quelli di Elsa e togliere il ghiaccio. Anna non ha poteri per questo la sua unica speranza è l’atto di vero amore”

“Il bacio del vero amore” disse Mamma Troll. Crystal ed Anna guardarono Kristoff.

“Anna, dobbiamo riportarti da Hans” disse il biondo.

“Hans” mormorò la ragazza. I tre si diressero verso Sven e Kristoff aiutò Anna a salire prima di farlo lui stesso per tenerla calda con il suo corpo.

“Aspetta un attimo” disse Crystal e con le mani fece una strana magia facendo una piccola palla di fuoco che emanava un bel calore invitante “Tieni Anna, questa fiamma ti terrà calda senza bruciarti. Tienitela stretta e non perderla” disse Crystal dando la sfera alla sorella, poi le allungò una mano verso il viso portandola giù e le diede un veloce bacio sulla guancia.

“Crystal, ma tu non vieni con noi?” chiese Anna sorpresa, prendendo il fuoco.

“No, io torno da Elsa” disse lei decisa.

“Cosa? Crystal! E il tuo cuore?!” esclamò Kristoff.

“Io starò bene, non preoccupatevi per me” disse lei “Andrò da Elsa, uniremo i poteri, toglieremo il ghiaccio dal mio cuore, torneremo ad Arendelle e faremo tornare l’estate”

“Ma Crystal! Ad Arendelle c’è-”

“- se Elsa non sa usare i suoi poteri è perché io non gliel’ho insegnato. Io devo tornare, non per il mio cuore… devo salvare Elsa dalle sue paure”

“Non ti schiantare mentre sei in volo” disse Kristoff.

“E attenta a dove atterri” aggiunse Anna con un mezzo sorriso.

“Abbi cura di mia sorella” di raccomandò Crystal. Kristoff annuì e appena Olaf salì in groppa a Sven, Crystal si trasformò e prese il volo, mentre i tre partirono al galoppo.

“Andiamo a baciare Hans!” esclamò Olaf allegro “Ma chi è questo Hans?”
 


Hans era appena giunto al castello di Elsa, deciso e pronto a tutto, come suo fratello e gli scagnozzi del Duca. Hans rimase veramente colpito da quel magnifico castello. Ancora non riusciva a credere che quello lo avesse fatto Elsa. Avrebbe voluto vederlo più a lungo ma aveva un compito. Scese da cavallo e suo fratello Kyle fece lo stesso. I due si scambiarono un’occhiata e poi Hans diede i suoi ordini.

“Siamo qui per trovare la principessa Anna” disse il giovane “ma che non venga torto un capello alla regina Elsa" disse lanciando un'occhiata al fratello.

"Sì, signore" risposero i volontari. Hans fece un passo avanti, ma la roccia che stava ferma immobile davanti alle scale era in realtà il pupazzone di neve che aveva creato prima Elsa. Il mostrone saltò all’attacco, ruggendo e mostrando i suoi aculei di ghiaccio, non appena i soldati spararono le frecce con le balestre. Il pupazzone diede una manata ai soldati sbattendo Kyle e alcuni soldati a terra, ma Hans rotolò e riuscì a schivare, mentre vide Elsa chiudere il portone, ma non fu l’unico. I due tirapiedi del Duca già si erano lanciati all’inseguimento. Mentre il principe combatteva con il fratello e i volontari contro il mostro, loro sfondarono la porta ed entrarono nel castello. Appena furono dentro si guardarono intorno e videro la regina salire le scale per il piano di sopra. I due loschi tirapiedi la seguirono. Arrivata alla stanza del piano superiore Elsa non ebbe più via di fuga se non combattere per scappare, ma lei non voleva combattere. Crystal aveva dei poteri e poteva difendersi, ma quei due erano persone comuni. I due uomini entrarono nella stanza e uno dei due le puntò contro la balestra.

“No, vi prego” supplicò Elsa, ma lui sparò la freccia e non appena Elsa si colpì il volto si alzò una parete di ghiaccio davanti a lei che bloccò la freccia. I due però non si arresero e cominciarono a girarle intorno. “State lontani!” disse Elsa sparando raggi di ghiaccio.
  Crystal intanto volava, e da quando si era ripresa da quel primo colpo di dolore al cuore, iniziò ad accorgersi di essere più debole di prima, ma nonostante ciò non avrebbe permesso al suo cuore di fare cilecca quando ne aveva bisogno. Mentre lei volava verso il castello di Elsa, Hans combatteva contro il mostrone. Il principe sfruttò la distrazione che gli procurò il fratello per attaccare e tagliò una gamba al mostro e immediatamente corse sulla scala, ma il mostro pur di non farlo proseguire si buttò sulla rampa, ma mentre lui andò giù, Hans rimase attaccato alla ringhiera. I volontari subito lo aiutarono a salire, mentre suo fratello si precipitò nel palazzo, per poi venire raggiunto dal fratello. Nel frattempo Elsa era circondata dai due, uno a destra e uno a sinistra. Il primo alzò la balestra per colpirla, ma lei riuscì a bloccarlo e ad appenderlo al muro con degli spuntoni di ghiaccio e uno che puntava pericolosamente alla gola. Quando l’altro tentò di colpire, lei subito con un colpo gli fece volare la balestra, poi per non farlo scappare, sollevò una parete alla sua destra, una alla sua sinistra e poi creò un grosso cristallo di ghiaccio che usò per spingerlo e schiacciarlo contro la parete, spingendolo con un vento freddo. L’uomo oppose resistenza, ma la parete dietro di lui si ruppe e il ghiaccio continuò a spingerlo sul balcone, minacciando di farlo cadere di sotto. In quel momento entrarono nella stanza Hans, Kyle e i volontari e si trovarono davanti a quella scena. Ma non arrivarono solo loro.

“ELSA! Ferma, ti prego! Non farlo!” chiamò Hans “Non essere il mostro che tutti temono! Tu non sei così!” disse il principe. Elsa si voltò e quando i loro sguardi si incontrarono, la regina smise subito di spingere l’uomo giù dal balcone con il ghiaccio, rendendosi conto di cosa stava facendo. Ma l’uomo che aveva bloccato non si arrese, puntò la balestra carica contro la regina. Hans lo vide ma Kyle con velocità fulminea, precedendo il fratello alzò la balestra dell’uomo prima che potesse colpire Elsa, ma la freccia colpì l’attaccatura al soffitto del lampadario di ghiaccio che stava sopra di Elsa e stava per caderle addosso.

“ELSA!” gridò Hans. In quell’istante Crystal entrò nella stanza alla velocità della luce nella sua forma di fenice e ritrasformatasi a mezz’aria, con la forza della caduta spinse Elsa a terra e prima che il lampadario le schiacciasse, proteggendola con il suo corpo aprì le braccia e creò uno scudo di fuoco che non solo sgretolò fino a sciogliere il lampadario di ghiaccio ma anche le pareti circostanti iniziarono a sciogliersi. La forza dell’impatto prese molte energie da Crystal che già sentiva il gelo nel petto aumentarle. Quando il lampadario fu completamente distrutto, Crystal lasciò lo scudo ma si sentì prosciugare le forze. Elsa alzò lo sguardo incrociando quello della sorella. Crystal l’aiutò a tirarsi su e poi si misero entrambe in guardia, schiena a schiena. I soldati intanto le avevano circondate.

“Elsa, Crystal, non complicate le cose. Non vi vogliamo fare del male” disse il principe Hans a cui bastò quello scudo di fuoco per riconoscere Crystal.

“Ah, sì? Dillo a tuo fratello” ribatté Crystal infiammando le mani e lanciando un'occhiataccia a Kyle.

“Prendetele!” ordinò Kyle e i soldati si fecero avanti. Le due sorelle combinarono i loro poteri e tecniche di combattimento. Elsa rimaneva ferma immobile lanciando incantesimi di ghiaccio, mentre Crystal andava contro il nemico, sfruttando il ghiaccio sotto i suoi piedi, ma senza lasciare il fianco della sorella, o meglio, le girava intorno. Crystal sfruttava le sue capacità atletiche, Elsa giocava di difesa.  Le due sorelle non avevano bisogno di comunicare, era come se una già sapesse che faceva l’altra. I soldati lanciavano frecce che o venivano bruciate o bloccate dal ghiaccio. Altri si fecero avanti con le spade, ma le due li riuscivano a disarmare e a farsi indietro. Kyle caricò contro Crystal e lei rimase immobile pronta a riceverlo con una palla di fuoco. Ma in quel momento sentì una stretta al cuore così forte da farla cadere a terra dolorante stringendosi una mano sul cuore. Sentiva il freddo dentro di sé diventare più forte. Crystal vide la porta, l’unica via di fuga per Elsa, c’erano dei soldati e allora capì cosa fare per tentare di far scappare la sorella.

“Elsa, scappa!” disse lei dolorante e con le sue ultime forze lanciò una palla di fuoco verso quei soldati che si spostarono liberando la porta. La regina vide la sorella a terra. Le sue gambe la volevano portare verso di lei ma, prima che potesse andare da lei, la bruna gridò: “Vattene da qui!” Elsa allontanò un ultimo soldato e nascondendo il dolore che stava provando nel compiere quel gesto scappò. Crystal si voltò e l’ultima cosa che vide fu l’elsa della spada di Kyle, prima di venir inghiottita dal buio.

“Kyle che cosa hai fatto?!” esclamò Hans soccorrendo Crystal.

“L’ho solo messa fuorigioco per un po’. Svolgi il tuo compito, va a prendere la regina!” disse brusco Kyle “SOLDATI! PRENDETE LA REGINA!”

"Non c'è bisogno di fargli del male pe fermarla! La posso parlare, Elsa non è cattiva, mi ascolterà!" Kyle si accovacciò vicino a lui afferrandolo per la collottola. Da lontano poteva semrare un gesto affettivo, ma Kyle aveva delle tenaglie per mani e stava stringendo con forza.

 "Senti, ragazzino, mi hai rotto le scatole con la tua cottarella che ti porti avanti dalla prima volta in cui hai messo piede qui e ti ricordo che hai chiesto tu alla sorella di sposarti. Quella lì sta dando di matto e adesso fa il tuo dovere e prendi la regina" gli disse tra i denti, vicino all'orecchio, poi lo lasciò. I due fratelli si scambiarono un’occhiata e poi Hans si lanciò all’inseguimento di Elsa, la quale stava scendendo la rampa di scale, mentre dei soldati le sparavano frecce. Alcune la mancavano altre le deviava con i suoi poteri. Le mancavano quattro gradini al piano inferiore.

“Elsa! Fermati!” gridò Hans “Cessate il fuoco!” ordinò ai suoi soldati. Elsa si bloccò incrociando lo sguardo di Hans, ma qualcuno sparò un’altra freccia dritta verso la regina. “ELSA, ATTENTA!”
La regina vide la freccia all’ultimo secondo ma spostandosi all’indietro per mancare la freccia, scivolò sul ghiaccio della scala cadendo giù e sbattendo la spalla su un gradino e la testa sul pavimento, perdendo conoscenza. Hans si diresse subito giù per le scale a soccorrere Elsa. Il ragazzo si inghinocciò preoccupato a fianco a lei controllandole la testa, ma per fortuna nessuna ferita, solo una gran craniata. Hans  tirò un sospiro di sollievo, poi le mise una mano dietro la schiena e una dietro alle ginocchia prendendola in braccio e alzandosi.

 "Prendete gli uomini del Duca e torniamo in città, loro due si faranno una piccola sosta nelle prigioni per aver disobbedito ai miei ordini" disse il principe. Dei soldati al piano superiore subito si occuparono dei due uomini, ammanettandoli. Intanto Kyle era sceso le scale tenendo con sè una Crystal già in manette e priva di conoscenza. "Kyle, non c'è bisogno delle manette. Con quella botta che le hai dato dubito si riprenderà prima dell'arivo in città"

 "La cautela non è mai troppa" ripose lui uscendo dal palazzo di ghiaccio. Hans lo seguì fuori fino al suo cavallo. Kyle intanto sistemò Crystal sulla piccola slitta in cui dovevano mettere Elsa una volta catturata "Non voglio impicci mentre cavalco, e visto che questa slitta non è un due posti, a te non dispiace tenerti la regina mentre torniamo, vero?" fece Kyle.

 "No, nessun problema" rispose Hans. Il ragazzo prima sistemò Elsa sulla sella, poi salì a cavallo tenendo le redini con una mano ed Elsa stretta a sè con l'altra. Poi, non appena i soldati caricarono i due scagnozzi del Duca come salami, su dei cavalli la squadra di volontari capeggiata dai due principi si mise sulla via del ritorno. Giunti ad Arendelle, alla vista della regina, il popolo rimase muto ma i nobili ebbero reazioni miste. Alcuni erano perplessi, altri preoccupati, il Duca la voleva morta (ma questo è lapalissiano), altri rimasero muti e pensierosi. Hans non avrebbe voluto, ma le circostanze non gli davano scelta. Portò lui stesso Elsa nelle segrete, in una stanza isolata dalle altre. Entrato nella cella, quasi come se avesse un radar cerca-metalli, vide le manette. Un paio di manette fatte in modo tale che le mani di chi le aveva fossero completamente bloccate. Erano come due grossi tappi di metallo con delle catene attaccate al muro. Hans si avvicinò al lettino e ci posò delicatamente la ragazza,  poi si avvicinò alle manette a terra e una volta prese, facendosi coraggio, ci mise dentro le mani della regina, poi notando la coperta, la prese e coprì il corpo di Elsa. Hans rimase lì un momento guardandola e sentì come una morsa nel suo cuore, ma non una morsa fisica come quella di Crystal. Poi il ragazzo le spostò una ciocca di capelli biondi dal viso, si chinò e le diede un bacio sulla guancia.

 "Mi dispiace, Elsa" disse sottovoce. Poi si alzò e se ne andò dalla cella chiudendola dietro di sè. Doveva sbrigarsi, sapeva cosa aspettava Crystal al suo risveglio e il minimo che poteva fare per Elsa, era tenere buoni i nobili, il Duca e i suoi fratelli.
 


Allora... com'era il capitolo? Ditemi se vi è piaciuto con un commentino e soprattutto ditemi come vi sono sembrati fino adesso: a) I personaggi (Anna, Elsa, Crystal, Hans e blablabla) e come interagiscono tra loro   b) I fratelli di Hans? c) L'attacco al castello? d) Non lo so, quello che vi viene in mente XD
 Che dite? Ci arriviamo a 16 commenti? Potrei pensare di pubblicare subito il prossimo capitolo ;-)

  Al prossimo capitolo!
  Un beso!
  Stella

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Capitolo 8
*** Due Cuori di Ghiaccio ***



Eccomi tornata con un nuovo capitolo di 'Frozen'! Scusate la lunga attesa ma avevo finito la storia e non essendo soddisfatta del risultato ho cancellato il finale e ho cambiato tutto. Sono stata quindi particolarmente impegnata a riscrivere tutto e a pensare cosa scrivere. Comunque... basta ciarlare! Andiamo avanti con la storia! :)
Poi ditemi cosa ne pensate, magari riuscirò a trarre ispirazione dalle vostre recensioni ;)
Buona lettura! 


Quando si riprese, Elsa si trovò in posto molto diverso dal suo castello, questa era una prigione, una vera. La bionda si alzò dal lettino su cui giaceva e guardandosi intorno vide l’unica finestra da cui penetrava un po’ di luce. Elsa subito si alzò e corse verso la finestra quando venne fermata bruscamente da qualcosa che la tratteneva. Si accorse per la prima volta di avere le mani bloccate dentro delle singolari manette attaccate al muro da catene fatte in modo tale che non potesse sparare raggi di ghiaccio. Scavalcò una catena per potersi avvicinare di più alla finestra e guardò fuori. Arendelle era completamente ghiacciata, come avevano detto Anna e Crystal.

“Oh, no… che cosa ho fatto?” disse Elsa impaurita. In quel momento sentì delle chiavi e una porta aprirsi. Si voltò e vide che Hans era entrato nella cella. “Perché mi hai portata qui?” disse Elsa guardandolo male.

“Non potevo lasciare che ti uccidessero” disse lui.

“Ma io sono un pericolo per Arendelle” rispose lei “Va’ da Anna”

“Anna non è tornata” Elsa guardò fuori dalla finestra preoccupata per la sorella.

“E Crystal? Dov’è Crystal? Come sta?”

“Crystal la stanno interrogando” rispose Hans con un velo di agitazione “E ho paura che possa mettersi male”. Elsa si innervosì ancora di più.

“Chi? Interrogando su cosa? Perché?!”

“I miei fratelli e il Duca di Whiselton sono convinti che stesse complottando con te, a causa dei suoi poteri e il modo pronto in cui ti ha salvata nel tuo palazzo. Ho provato a convincerli del contrario, ma gli altri nobili sono dell’idea che anche lei centri qualcosa con questo inverno. Pensano che lei sappia come scioglierlo, come te”

“Ma Crystal non può farlo- cioè sì- può, ma brucerebbe tutto nel tentativo, l’inverno l’ho causato io, lei non può farci niente”

“Elsa, Crystal non parla, anzi, fa peggio, non rivela chi è-”

“- fallo tu! Tu l’hai riconosciuta! Dillo che è la principessa!-”

“- sfotte il Duca” la interruppe Hans “ Poi provoca i miei fratelli e quelli non hanno molta pazienza… non so quanto possa andare avanti prima che arrivino alle mani. E fidati, visto che ha i poteri e ti ha aiutata, non si faranno molto scrupolo. Io non posso fare nulla, mi sono ritrovato costretto ad accordare l’interrogatorio” fece una pausa “Io ti voglio aiutare Elsa, ma tu devi fermare l’inverno. Devi riportare l’estate, ti prego”

“Ma non lo vedi? Non posso, Hans” rispose Elsa triste e sconfitta.

“Sì, invece. Io so che puoi” disse allungando una mano verso il suo viso, ma Elsa si ritrasse.

“Non mi toccare. Non voglio farti del male…” lui lasciò cadere la mano “Non so come fare” lui sembrò capire in che dilemma si trovasse la regina e non insistette “Devi convincerli a lasciarci andare, tutte e due”

“Farò tutto il possibile” disse lui poi con un ultimo sguardo si voltò e aprì la porta della cella per uscire, ma appena lo fece udì la voce del Duca che con i suoi due fratelli portavano una persona verso la cella. Era Crystal che, nonostante avesse manette uguali a quelle di Elsa, con l'eccezione della catena attaccata al muro, e la stessero portando nella cella,  aveva sul volto un soddisfatto sorrisetto di vittoria.

“Portate via quest’altra strega!” strepitava il Duca “Questa insolente strega del fuoco! Questa... insopportabile, strafottente, tronfia-”

“-acida, impertinente, cinica?” suggerì Elsa da dentro la cella.

“Ecco la prova che le due si conoscono” disse Robert.

“Sette aggettivi, tutti azzeccati” commentò Kyle.

“Ma che bravo! Sai contare fino a sette!” disse Crystal che poi vide Hans e lo fulminò con lo sguardo “Tu” disse minacciosa “Tu brutto Casanova, Don Giovanni da strapazzo, doppiogiochista, figlio di un-” la linea di insulti che Crystal stava per fare ad Hans, oltre che saltargli al collo, fu interrotta quando i due fratelli del principe la buttarono dentro la cella con Elsa, poi chiusero la chiave e se ne andarono.

“Tutto bene?” le chiese Elsa notando un graffietto sullo zigomo della sorella.

“Ah, benissimo” disse sarcastica Crystal “Torno a casa mia e come prima attività:  interrogatorio legata a una sedia con tanto di manette, accompagnato da un Servizio-Sberle gratuito. Una favola, davvero!" poi si strofinò la guancia con l'avambraccio "Quel tappo del Duca non avrà tanta forza, ma il suo sigillo fa male” aggiunse.

“Perché non gli hai detto che sei la principessa?” disse Elsa innervosita.

“Tu sei la regina e stiamo sulla stessa barca”

“Ma tu sei la principessa scomparsa! Se glielo dicevi ti avrebbero permesso di parlare”

“Ah, ma loro mi hanno fatta parlare, ero io che non avevo la risposta giusta” disse Crystal “Comunque bella sorpresa quella di Hans, conosce i tuoi gusti in quanto alloggi”

“Non eri tu che dicevi che il mio castello di ghiaccio è un modo più carino per dire che sto al fresco”

“Era una battuta?”

“No, una freddura. Là c’è il ghiaccio” rispose Elsa. Crystal fece un sospiro.

“Dobbiamo trovare un modo per uscire e trovare Anna e Kristoff, sono gli unici in grado di aiutarci… e poi non mi va di deteriorare in carcere” disse la bruna avvicinandosi alla porta.

“Ancora non ci credo” disse Elsa sedendosi sul lettino “poco fa ero fuori, serena, libera… un fiore. Poi-”

“-poi non ti hanno dato l’acqua e ti è appassito il cervello” Elsa la fulminò.

“E tu sei sempre la solita, Cactus”

“Almeno io da lontano sembro una persona e non un tubino di glitter”

“Ma avevi detto che il mio vestito ti piaceva!”

“Infatti mi piace… ma da lontano sembri un tubino di glitter” le rispose Crystal come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Elsa lanciò un’occhiataccia alla sorella “Elsa, devi aiutarmi” disse Crystal tornando seria e avvicinandosi ad Elsa che si preparò ad ascoltare. “Quando hai perso il controllo dei poteri” iniziò Crystal “Hai liberato una forte ondata di ghiaccio. Io ho creato uno scudo per proteggere me ed Anna, ma l’ondata ha rotto lo scudo e…” Crystal si interruppe ed Elsa sembrò capire.

“Vi ho colpite” disse lei spaventata. Crystal annuì. Elsa rimase immobile temendo di fare la prossima domanda. “Dove?”

“Al cuore” Fu come se qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco e tutta l’aria le fosse uscita. Stava in apnea. Non ci voleva credere… si ricordava fin troppo bene quello che le aveva detto il troll: il cuore era molto più difficile della testa da curare.

“Io ho dei poteri e ho una doppia via. Una di queste e combinare i nostri poteri insieme e rimuovere il ghiaccio dal mio cuore, l’altra invece è l’unica per Anna”

“Cioè?” chiese Elsa agitandosi

“Un atto di vero amore” spiegò lei “Ad Anna ci sta pensando Kristoff, la sta portando da Hans ma…”

“Ma…” Crystal guardò la sorella, cambiando idea su quello che stava per dire “Io ho bisogno del tuo aiuto. So che puoi aiutarmi”

“Ma come? Non ho idea di come toglierti il ghiaccio” disse Elsa

“Dovremmo collaborare, io l’ho già fatto ti ricordi? Quando ti ho tolto il fuoco dalla testa. Ti dirò io cosa fare” disse Crystal guardando la sorella negli occhi. Elsa per una volta mise da parte le sue paure e si decise subito.

“Va bene, proviamo” disse Elsa “Ma abbiamo un piccolo problema” disse mostrando le manette che avevano entrambe.

“No, se riesco a scioglierle- AH!” Crystal si inginocchiò a terra dolorante sentendosi ancora più debole quando un dolore lancinante le strinse il cuore.

“Crystal!” esclamò Elsa impaurita. La ragazza sentì un dolore fortissimo al petto, come un crampo che poi, quando finalmente finì, la faceva sentire più debole. Elsa si sentiva impotente. Era arrabbiata con lei, ma vederla soffrire così per causa sua e non poter fare niente, nemmeno aiutarla ad alzarsi a causa delle manette, la faceva sentire inutile e colpevole. Poteva solo stare lì e guardarla dolorante. Crystal poi rimase immobile per qualche secondo, fece un respiro e poi si alzò in piedi.

“E’ passato. Sto bene” disse la ragazza riprendendosi.

"No, Crystal. Tu non stai bene. Non devi sforzarti con la magia" disse Elsa preoccupata.

"Non abbiamo altra scelta" disse l'altra. Le due sorelle si scambiarono un'occhiata. Elsa sapeva che Crystal aveva ragione, non avevano altra possibilità.

“Inizia a sciogliere le manette, io proverò a romperle con il ghiaccio” disse Elsa e le due si diedero da fare.
 


Nel frattempo Kristoff e Anna stavano cavalcando Sven a tutta velocità mentre Olaf scivolava sulla pancia a loro fianco. Anna era sempre più fredda e Kristoff stava usando il suo corpo per scaldarla tenendola stretta, in caso la palla di fuoco di Crystal non bastasse. Giunti dentro la città, Olaf prese una buca e sparì deviando il percorso, ma si diedero appuntamento per più tardi.

“Sta nascosto, Olaf” disse il biondo.

“Certo! Ci vediamo dopo” disse il pupazzo “EHILA!”

“AAAAAAHHHHH!!!!!!!! - AIUTOOO!!!!!!” gridarono dei passanti appena lo videro.

Kristoff intanto era riuscito ad arrivare davanti alle porte del palazzo. Le sentinelle già che ordinavano di aprire le porte per l’arrivo della principessa i cui capelli erano quasi completamente bianchi. Kristoff scese dalla groppa di Sven con Anna tra le braccia.

“T-tu stai bene?” chiese lei. Kristoff la guardò con un caldo sorriso.

“Non preoccuparti per me” In quel momento si aprirono le porte e Ferdinand e due serve accolsero la principessa.

“Anna! Piccola mia!” esclamò una.

“Eravamo tanto in pensiero” disse l’altra.

“Mettetela al caldo e trovate il Principe Hans subito” disse Kristoff.

“Lo faremo, grazie mille” disse Ferdinand.

“Fate in modo che si rimetta” disse Kristoff. Allontanandosi, gli occhi azzurri di Anna incrociarono quelli marroni di Kristoff, poi le porte furono chiuse dividendoli. Kristoff chinò la testa tornando verso Sven, gli fece una carezza e poi si allontanarono dal palazzo. Kristoff aveva mille pensieri per la mente e Sven lo capì nonostante fosse una renna: un atto di vero amore era appena stato fatto… ma non da Anna.
 



“Io torno lì a cercare la Principessa Anna” disse Hans nel salotto in cui parlava con i nobili. Doveva andare e lui lo sapeva. Quello di Hans era un dovere… lui doveva trovare Anna.

“Io ti accompagno” disse Robert.

“No, Principe Hans” disse un nobile.

“Se le dovesse accadere qualcosa io-”

“Se dovesse succedere qualcosa alla principessa, solo voi potreste salvare Arendelle” disse un altro nobile. Hans rimase un momento senza parole, non sapendo come agire.
“Signori, permettete a me e mio fratello di andare a recuperare la principessa. Nostro fratello maggiore Kyle potrà fare le veci di Hans fino al suo ritorno” disse Robert scambiandosi un’occhiata col fratello.

“Il principe Hans è qui” disse la voce di Ferdinand da dietro la porta che quando fu aperta rivelò Anna accompagnata dal consigliere e le serve “Principe Hans!” chiamò Ferdinand. Appena Hans vide Anna le corse subito incontro sostenendola.

“Anna” esclamò, ma appena la toccò sentì che c’era qualcosa che non andava “Ma sei ghiacciata!”

“Hans devi baciarmi” furono le prime parole di Anna.

“Che cosa?!” disse lui preso alla sprovvista.

“Subito! Subito!” insistette lei mettendogli le mani intorno al collo per portarlo a sé.

“Oh, ehm… vi lasciamo soli” disse una serva e subito furono tutti fuori.

“Che cosa è successo laggiù?” le chiese Hans.

“Elsa mi ha colpita con i suoi poteri” rispose Anna.

“Dicevi che non ti avrebbe fatto del male”

“E’ stato un incidente” e poi sentì anche lei un colpo al cuore indebolendosi, Hans subito la prese in braccio e la stese sul divano davanti al fuoco. “Mi ha gelato il cuore. Io non ho i poteri come Crystal. Per salvarsi, lei ha bisogno che Elsa l’aiuti a togliere il ghiaccio combinando i poteri, io posso essere salvata solo un atto di vero amore” Hans s’illuminò.

“Il bacio del vero amore” Il cuore di Anna cominciò a battere a mille e anche quello di Hans batteva forte. Lui esitò, ma poi le portò delicatamente una mano al viso, lentamente si abbassò per baciarla chiudendo entrambi gli occhi, ma quel bacio non ci fu mai. Hans si era bloccato improvvisamente.

“Non posso, Anna” disse lui fermandosi “Non posso” disse Hans allontanandosi e passandosi una mano tra i capelli.

“Cosa?” disse Anna sorpresa. Hans alzò lo sguardo e voltandosi verso di lei.

“Io non posso” ripeté “Non posso… baciarti… e non posso neanche sposarti” disse lui.

“Hans di cosa stai parlando?” Il principe fece un respiro profondo.

“Come 11° e 12° nella linea di successione, Kyle e Robert non hanno speranze. Sanno che devono sposare l’erede di qualche regno per salire al trono” iniziò a spiegare Hans.

“Cosa?”

“Tu ed Elsa eravate le uniche due eredi disponibili, quindi si sono accordati che Kyle avrebbe sposato Elsa  Robert avrebbe sposato te, per poi vivere qui tutti e quattro qui, governando loro due sotto una monarchia solo apparente . In poche parole, Kyle avrebbe dato il 100% degli ordini, ma il 50% sarebbero stati di Robert.”

“Hans, ma tu cosa c’entri in tutto questo?” gli chiese Anna, confusa e stupita. Il cuore di Hans batteva forte, ma lo faceva sentire anche sollevato dal dover rivelare quel segreto.

“Io ed Elsa siamo coetanei e già la conoscevo, ero quello con cui lei aveva legato di più, eravamo amici. Il mio compito era quello di ingraziarmi Elsa dopo gli anni di separazione e di conoscere te per poi presentarvi ai miei fratelli. Il giorno dell’incoronazione ho incontrato te e pensavo che tutto sarebbe andato secondo i piani. Ma quando ho rivisto Elsa io… non lo so… io… ” Hans prese fiato passandosi nuovamente una mano tra i capelli “Mi dispiace, Anna. Io non sono il tuo vero amore” disse lui.

“Tu sei innamorato di Elsa” disse Anna capendo. Lui la guardò e i suoi occhi verdi confermando il suo sospetto “Lo sei sempre stato”

“Dal primo momento” le ripose Hans

“Perché allora mi hai chiesto di sposarti?” gli chiese Anna. Hans fece un respiro profondo.

“Io sto bene con te. Sei allegra, sei spiritosa, sei intelligente, sei bellissima e qualunque ragazzo sarebbe fortunato ad averti, ma tra noi non c’è quella scintilla. Speravo che con te sarei riuscito a dimenticare Elsa, visto che mi ha fatto notare in modo chiaro che non mi vuole… speravo che col tempo avrei imparato ad amarti come dovevo… per un attimo mi sono dimenticato del piano di Kyle e Robert e… ti ho chiesto di sposarmi” disse lui abbassando lo sguardo “Mi dispiace, Anna” Anna sul momento ci rimase un po’ male, ma più che altro si sentì confusa… forse avrebbe dovuto rimanerci molto peggio, ma in realtà l’unica cosa che era stata colpita era il suo orgoglio femminile. Anna lo guardò negli occhi cercando l’ombra di una qualche bugia, ma era sincero. Gli dispiaceva di averla illusa, ma non poteva nemmeno continuare a ingannarla e farle credere di amarla quando non era così. Anna gli sorrise appena e gli prese la mano.

“Vai da Elsa, sta in un castello di ghiaccio sulla Montagna del Nord” disse lei. Hans tirò un sospiro di sollievo e le sorrise, poi si ricordò di un dettaglio importante.

“Anna, Elsa e Crystal sono-”

“Hans dietro di te!” esclamò la principessa e un uomo diede al principe una botta in testa con l’elsa della spada, facendolo cadere a terra rintontito “Kyle” disse Anna riconoscendolo.

“Salve, Anna, come vi sentite? Infreddolita?” disse lui rimettendo la spada nel fodero “Dovevo immaginare che questo rammollito di mio fratello avrebbe vuotato il sacco prima o poi"
Hans si alzò scuotendo la testa, ma poi Robert saltò fuori dal nulla ributtandolo a terra, lanciandogli un pugno e poi tappargli la bucca con la mano mentre Hans tentava di liberarsi.

"Ben fatto, Robert" disse Kyle. Anna era rimasta pietrificata e si sentiva abbastanza inutile in quel momento. "Eravamo passati a controllare e abbiamo sentito che Elsa ti ha gelato il cuore e anche la storiella mielosa che ti ha raccontato" continuò Kyle "Sì, è vero il piano era che tu sposassi Robert e io Elsa, ma poi lui ti ha fatto quella richiesta di matrimonio e noi abbiamo pensato a un' idea migliore e devo ammettere che dalla situazione iniziale, le cose sono solo che migliorate” in quel momento Hans si liberò dal fratello, riuscendo a spingerlo via, poi alzò da terra e si avventò sull'altro fratello che si era avvicinato ad Anna, ma Kyle si liberò dalla presa e gli sferrò un pugno che Hans bloccò, ma mancò il secondo colpo che lo prese nello stomaco. Robert intanto da dietro si era rialzato e aggauntato lo buttò a terra. Anna voleva correre in soccorso di Hans, ma era troppo debole per farlo, riuscì solo a cadere dal divano. Non riusciva nemmeno ad alzare la voce per quanto stava gelando.
Kyle infine sferrò un ennesimo pugno nello stomaco di Hans, lo alzò e lo spinse verso Robert che e lo lanciò a terra vicino ad Anna facendogli sbattere la testa sul bracciolo del divano. Kyle si avvicinò a lui, tirò fuori dalla tasca una cordicella e ci legò il fratello al divano, mentre Robert poi prese il fazzoletto che aveva sporgente dal taschino della giacca e glielo mise in bocca legandolo dietro alla nuca. Finita l'opera si allontanarono da lui soddisfatti. Anna si avvicinò al principe soccorrendolo.

“Hans! Hans riprenditi” disse Anna con quella poca voce che aveva, ma lui era mezzo stordito dalle botte. La ragazza cercò di sciogliergli il nodo, ma non riusciva a tirarsi su.

“Ora va meglio” disse Robert “Tornando a cosa stava dicendo Kyle… come ti diceva prima Hans, noi tre dobbiamo sposare l’erede di qualche altro regno per la corona. Ci eravamo messi d’accordo per farlo con le buone, ma poi Hans ha fatto la sua richiesta di matrimonio e tu avevi una tale sete d’amore da sposarlo senza che lui facesse niente! Pensavamo io e Kyle, dopo che vi foste sposati, di architettare un piccolo incidente per il tuo sposino”

“Cosa?! E’ vostro fratello!” disse Anna stupefatta dalle parole di Robert.

“E quello che ci voleva mandare a monte i piani” aggiunse Kyle facendo un sorrisetto malizioso “Comunque" Riprese il fratello maggiore "Dopo l’incidente di Hans si sarebbe dovuto fare avanti Robert, a dare sostegno morale a te ormai giovane vedova. Così avremmo sistemato tutto e in più ci saremmo tolti un rompiscatole di torno, due piccioni con una fava. Tanto Hans è sempre stato l’ultima ruota del carro, guardalo, non riesce nemmeno a difendersi da solo” Il principe intanto chiuse la tenda della finestra. Mentre Robert si avvicinò alla candela vicino al divano e la spense

“Comunque" disse Robert "Poi c’è stata la complicazione di Elsa, ma nessun problema. Ho rinunciato a sposarti e lo avrebbe fatto Kyle, a patto che una volta diventato re, Arendelle sarebbe diventata una diarchia, così ci sarebbero stati due re di pari diritti, doveri e poteri” Poi Kyle spense il fuoco facendo diventare la stanza buia e gelida.

“Kyle! No! Fermo!” disse Anna sentendo ancora più freddo.

“Elsa ha reso tutto più facile" disse Kyle "Si è condannata da sola e tu sei abbastanza stupida da andarle dietro. Ora tutto quello che dobbiamo fare, è uccidere Hans ed Elsa e far tornare l’estate” concluse con arroganza. Poi entrambi gli uomini videro che Anna teneva qualcosa di luminoso stretto a sé.

“E questo cos’è?” fece Robert abbassandosi e prendendo la sfera di fuoco che Crystal aveva fatto per la sorella. Anna era talmente debole da non riuscire nemmeno ad opporre un minimo di resistenza “Ma che carino!" disse passandolo al fratello

"Questo non ti serve” disse l'altro e se lo mise in tasca.

“Voi non siete all’altezza di Elsa e Crystal” di Anna.

“No” disse Robert sollevandole il mento con una mano “Tu non sei all’altezza di Elsa e Crystal” poi si rialzò guardandola con condiscendenza. “Noi al contrario, siamo gli eroi che salveranno Arendelle dalla distruzione”

“Non riuscirete a farla franca” Kyle aprì la porta prendendo la chiave e inserendola all’esterno. La guardò e le fece lo stesso sorriso di Hans, ma in quel sorriso, c’era malizia esattamente come in quello di Robert.

“Ci siamo già riusciti” disse Kyle e, usciti, chiusero la porta a chiave da fuori. Anna lasciò il fianco di Hans trascinandosi verso la porta fino ad arrivare alla maniglia che non si apriva.

“Aiuto” sussurrava senza forze “Vi prego aiutatemi” L’ultima ciocca di capelli rossi della ragazza divenne bianca e Anna si sentì mancare le forze ancora di più, lasciandosi cadere vicino alla porta, mentre il suo corpo diventava sempre più freddo. Sentì un rumore e vide Hans muoversi. Lui la guardò e scosse il capo indicando verso di sé. Anna capì e si trascinò infreddolita verso di lui. Il ragazzo rimase fermo, mentre la ragazza gli cinse la vita con le braccia fredde e gli appoggiò la testa sul petto. Anna gli fu grata appena sentì quel po’ di calore corporeo che lui le stava offrendo, ma al momento era bloccati e nessuno poteva aiutarli.
 



“Accidenti a lui e a queste manette!” protestò Elsa che non riusciva a liberarsi nonostante stesse gelando le manette. Crystal rimase silenziosa mentre tentava di scaldare le sue abbastanza da renderle malleabili “Se prendo quel nano di un duca io lo… lo… lo prendo e lo… lo…”

“Tu cosa?” brontolò paziente Crystal

“Eh, non riesco dirlo figurati a farlo!”

“Appunto” Elsa poi sgranò gli occhi quando notò che le manette già erano diventate roventi.

“Crystal, attenta alle tue mani! Le manette sono incandescenti. Ti scotterai!” Crystal non resistette alla tentazione.

“Ah! Ahi! Aaahhh! Non preoccuparti per me!” disse sfoderando tutte le sue abilità di attrice.

“Ferma! Smetti di scaldarle! Troviamo un altro modo per liberarti!” esclamò Elsa preoccupata e intanto le pareti iniziarono a ghiacciarsi.

“Aaahhh!!! Lo faccio per te!”

“No! Ferma!” Elsa si avvicinò a lei portando le catene ghiacciate verso le mani della sorella per raffreddarle, ma Crystal si scansò di scatto, allontanando le mani.

“Va de retro con quelle manacce surgelate! Non ti permetto di buttare all’aria tutto il mio lavoro!”

“Ma facevi finta?!” Crystal rispose con un sorrisetto innocente “Crystal!”

"Scusa, non ho resistito..." Poi fece un sorrosetto "Aww... allora ti preoccupi"

"Argh... falla finita cinica esibizionista! Non esagerare che rischi di bruciarti"

“Ma hai notato che razza di scollatura che porti te a 20° sottozero?” le rispose la sorella “Non ti preoccupare, come il ghiaccio non ti fa niente lo stesso è per me con il fuoco” Poi Crystal avvertì un dolore al petto e la sorella se ne accorse.

“No, non di nuovo!” esclamò Elsa appena Crystal avvertì la forte morsa. La ragazza smise improvvisamente di scaldare le manette che le bloccavano le mani. Ormai erano incandescenti, ma non abbastanza da essere allentate.

“Sto bene, Elsa” disse Crystal, quando in realtà non si sentiva bene affatto. Ancora non sentiva freddo, ma ci mancava poco e appena riprese a scaldare le manette si dovette sforzare un po’ più di prima per riuscire nel suo intento. “Accidenti… ogni volta che mi vengono questi ‘attacchi di cuore’ sono sempre più debole” disse lei sentendosi un po’ più affaticata di prima.
“Resisti, Crystal. Non devi per forza scioglierle, basta che ti liberi” le disse Elsa incoraggiandola “Puoi farcela” le disse. Le due sorelle si guardarono un momento e poi Crystal riprese con tenacia a scaldare le manette, mentre Elsa tentava di ghiacciarle abbastanza da romperle.
 



Kyle e Robert intanto si trovavano davanti la stanza dove tutti gli altri nobili stavano discutendo sul da farsi. Prima di entrare,i due si lanciarono un’occhiata d’intesa: si sarebbero occupati dopo di Hans. Poi Kyle fece un respiro ed entrambi con faccia da lutto, entrarono nella stanza e chiusa la porta dietro di sé e cominciò la scena.

“Principi, che sono quelle facce? Che è successo?” chiese un nobile aiutando Kyle a stare dritto, mentre l’espressione di Robert era pari a quella di uno che aveva appena visto un fantasma.

“Siamo passati a vedere come stava la principessa e…" Kyle s'interrruppe "La principessa Anna è…"

"...morta” disse Robert. I nobili esclamarono frasi di sorpresa chiedendo al principe che cosa fosse successo.

“E’ stata uccisa… dalla Regina Elsa” disse Kyle sedendosi per la commedia.

“Cosa?!” esclamò il Duca stupefatto, insieme ad altri nobili “Dalla sorella?!”

“Almeno lei e nostro fratello hanno pronunciato i voti coniugali… prima che spirasse tra le braccia di Hans”

“E il Principe Hans, è con lei?” chiese un nobile.

“Si, neanche la morte li ha separati” disse Kyle

“Che cosa?! Che è successo al Principe?!” esclamò un altro.

“Sì, che è successo?” chiesero gli altri. Li Robert mischiò il vero e il falso… principalmente il falso.

“Mio fratello minore è sempre stato un ragazzo molto fragile. Io non ho mai visto Hans così innamorato come lo è stato di Anna. Le nostre famiglie sono sempre state amiche e noi spesso venivamo qui, Hans è praticamente cresciuto insieme alla regina e la principessa. Appena Anna ha spirato il suo ultimo respiro, Hans ha cominciato a piangere disperato. Kyle l'ha abbracciato tentando di consolarlo, ma non pensavo che lui tenesse così tanto a lei, che fosse così innamorato, e che il suo cuore potesse essere così fragile… è morto per il dolore”

“Povero ragazzo…” disse uno dei nobili.

“E c’è di più… abbiamo scoperto chi è la ragazza nella cella con la regina” disse il principe “E’ la Principessa Crystal, primogenita della famiglia reale di Arendelle”

“La principessa scomparsa?!” esclamò un nobile “Ma credevo che fosse morta”

“E invece no…" disse Kyle "Ho visto sul monte di cosa è capace… lei ha dei poteri sul fuoco ed è un’atleta eccezionale. E’ più pericolosa della regina e da quello che ha fatto mi sembra disposta a tutto per proteggerla” disse Kyle

“Ora non c’è più alcun dubbio” disse il Duca di Whiselton “La Regina Elsa è una minaccia e noi siamo in grave pericolo. Soprattutto finché sta nella cella con l’altra strega”

“Principe Kyle” disse un nobile “Arendelle ha bisogno di una guida e in quanto maggiore tra voi due, Arendelle si affida a voi” Kyle prese un respiro e recitò la sua sentenza.

“Con il cuore a pezzi… io accuso la Regina Elsa di Arendelle di alto tradimento e la condanno a morte” disse il principe.

“E per quanto riguarda la sorella?” chiese Robert

“Vedremo in seguito. Al momento è Elsa che ha commesso un delitto, dobbiamo prima scoprire se la ragazza ne è al corrente e l’ha aiutata… se risulterà colpevole, la pena sarà la medesima” Tutti i nobili furono d’accordo. Nessuno notò le occhiate che si mandarono i due fratelli.
 


DUH-DUH-DUH-DUUHHH!!! Per questo capitolo è tutto! Ditemi cosa ne pensate con una bella recensione e al prossimo capitolo! :)

 

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Capitolo 9
*** La Fuga ***


Attenzione!!!! Attenzione!!! LEGGERE SUBITO!!!! 
 Non so più quando potrò aggiornare. So che vi ho fatto attendere molto, ma ultimamente ho trascurato questa storia nella speranza di andare avanti nella scrittura e di farmi venire in mente qualcosa di interessante, intelligente, avvincente, qualcosa di Fico e non mi è venuto in mente niente (10 punti a chi coglie la citazione). Quindi questo capitolo potrebbe anche essere l'ultimo per moooolto tempo. Quando riuscirò ad andare avanti pubblicherò qualcos'altro ma spero di non essere linciata per la lunga attesa. (La.... LE lunghe attese degli ultimi tempi)
Ultima cosa e poi procedete pure con la lettura:
RECENSIONI!!! DI QUELLE LUNGHE E SUCCULENTE (ma anche quelle corte se volete)!!! VI PREGO!!! LE VOSTRE RECENSIONI SONO LA MIA LINFA VITALE!!! (Okay, forse esagero, ma avete capito)
E con ciò... BUONA LETTURA! ;)


Nelle segrete, Elsa guardò fuori dalla finestra e vide che si stava formando una tempesta di neve. La cosa la turbò così tanto che anche le pareti della cella cominciarono a ghiacciarsi. Crystal intanto ce l’aveva quasi fatta. Le manette erano più malleabili e la ragazza cominciò a darsi da fare con i polsi finché alla fine non riuscì a liberare una mano dalla manetta incandescente e poi liberò l’altra.

“Ce l’ho fatta” disse e subito si alzò avvicinandosi alla sorella. “Li apro io. Tu raffredda il più possibile le mani” le ordinò. Elsa le diede le mani bloccate cercando di tenersele fredde mentre Crystal con un dito lanciò un raggio molto concentrato di fuoco incidendo le manette per aprirle, poi sentirono un rumore di chiavi. Il cuore di Elsa batteva fortissimo e Crystal riuscì appena ad aprire una manetta quando la porta si spalancò. La bruna prontamente si voltò e sparò una sfera di fuoco all’aggressore, che fortunatamente per lui la mancò.

“Graham!” esclamò Crystal riconoscendolo “Ti avevo detto di non farlo più!” disse lei lasciando un momento Elsa e avvicinandosi a lui.

“Avevi detto di non trascinarti più in un vicolo all’improvviso, non di non venire salvarti” disse il ragazzo non togliendo i suoi occhi viola da lei e avvicinandosi l’abbracciò forte. Crystal
ricambiò l’abbraccio, contenta di vederlo. Poi lui si staccò accorgendosi di una cosa.

“E’ una mia impressione o tu di solito sei più calda?” disse Graham.

“Non ho tempo per spiegare. Hai le chiavi per la manetta di Elsa?” chiese Crystal avvicinandosi alla sorella con lui.

“Sì, eccole” disse liberando l’altra mano della regina

“Quindi sei stato tu ad aiutarla a fare dentro e fuori dal palazzo senza farsi vedere” disse Elsa guardando male il servitore.

“Quale altro ‘Graham, figlio di Ferdinand’ conosci?” disse Crystal sarcastica. Elsa le lanciò un’occhiataccia, poi guardò male il servitore, lui le rispose con un sorrisetto innocente, ma poi lo sguardo di Elsa si addolcì.

“Per tua fortuna siamo amici” disse Elsa. Graham tirò un sospiro di sollievo mentre Crystal lo guardava sorridendo appena. Poi il ragazzo sembrò ricordarsi di una cosa importante.

“Dobbiamo sbrigarci e uscire di qui. La vostra situazione ha preso una brutta piega” disse Graham

“Che altro è successo?” disse Elsa allarmata.

“Stavo passando davanti alla stanza dove si radunano i Lord e ho sentito delle cose. Tutto quello che so è che il Principe Kyle delle Isole del Sud ha preso il comando di Arendelle  e vi ha condannata a morte, mia Regina. Siete stata accusata di alto tradimento” disse ad Elsa.

“Che cosa?!” esclamarono le due sorelle “E Hans? Hans non ha detto niente? Almeno per Elsa?” chiese Crystal

“Non ho sentito la voce di Hans, ma Crystal, sei in pericolo anche tu e sanno chi sei” continuò il giovane “Se quelli per qualche motivo si convincono che sei coinvolta nel ‘delitto’ di Elsa, faranno fuori anche te, a proposito, ecco la spada” disse lui dandole la spada dentro al fodero. Crystal era talmente sollevata dal vederlo che neanche si era accorta che le avesse riportato l’arma.

“Oh, ma che bel rientro a casa!” disse Crystal sarcastica riattaccandosi la spada alla cintura e i tre uscirono dalla cella avviandosi su per le scale percorrendo il piano superiore delle prigioni.

“Dobbiamo andare a prendere Anna” disse Crystal mentre camminavano.

“E se il tuo amico non l’ha ancora portata?” disse Elsa.

“Voi due dovete sparire di qui. Ci penso io a mandarvi Anna e Kristoff” disse Graham. Elsa affrettò il passo andando avanti a Crystal. Stavano per girare l’angolo quando Elsa mise un braccio davanti a Crystal che lo mise davanti a Graham e si fermarono nascondendosi dietro alla parete. Elsa aveva visto un paio di guardie che stavano pattugliando il corridoio. Crystal si fece un po’ più avanti per analizzare la situazione quando Elsa usò i suoi poteri ghiacciando una parte del pavimento in silenzio e poi uscì dal nascondiglio prima che Crystal la potesse fermare. I due soldati subito le corsero incontro, ma slittarono sul ghiaccio dando una gran testata sul pavimento. Crystal e Graham uscirono fuori dal nascondiglio.

“Arguta” complimentò Graham.

“Grazie” rispose Elsa mentre Crystal passò avanti e quando sciolse il ghiaccio i tre superarono le guardie. I ragazzi si avviarono verso l’uscita delle prigioni, corsero per i corridoi mettendo fuori combattimento tutte le guardie che li intralciavano collaborando, Elsa con i poteri, Graham e Crystal con attacchi a sorpresa in due, finché non arrivarono alla mensa dei soldati che era attaccata alle prigioni. Erano state costruite così apposta, sia per entrare che per uscire bisognava passare per la mensa brulicante di soldati. I tre si nascosero dietro la parete osservando la situazione. Poi Crystal estrasse la spada dal fodero passandola a Graham.

“Tieni, prendi questa, ti servirà” disse Crystal passandogli l’arma.

“Lo sai che non riusciremo ad impedirgli di dare l’allarme” disse Graham impugnando la lama.

“Lo so, ma è l’unico modo per scappare anche se pericoloso. O la va o la spacca”

“Non avrete intenzione di andare lì e affrontare tutti quei soldati?!” esclamò a bassa voce Elsa.

“Ehm… sì?” rispose Crystal sarcastica.

“Ma tu stai fuori! Hai visto quanti sono?! Ci deve essere un altro modo per passare” disse Elsa guardando male la sorella

“Hai qualche altra idea?”

“Non ancora, ma-”

“-E allora chiudi la bocca!”

“Non ho intenzione di usare i miei poteri contro chi non ne ha. Ho dei valori morali, io

“Mi dispiace per te e i tuoi valori morali, ma lo devi fare. Usa i tuoi poteri e aiutaci; smetti di cercare di sopprimerli. La legge dei fuggitivi segue tre principi: scappa, renditi invisibile e non farti prendere e per non farsi prendere ogni mezzo è buono.”

“Uccidere compreso?” fece Elsa, certa di metterla a tacere.

“Sì, se necessario” disse cinica Crystal “Quindi, se le circostanze lo richiedono, abbiamo due opzioni: o tu li congeli o io li brucio. Vuoi risparmiagli spasmi e atroci sofferenze? Scegli
la 1” quella messe a tacere fu Elsa, colpita da quelle parole. Graham decise che era meglio dire qualcosa per distrarle dalla discussione.

“Regina Elsa, dovete scegliere, o restate qui e noi apriamo la strada o ci aiutate con i vostri poteri” disse Graham. Elsa pensò un momento e anche se temeva di poter fare seriamente male a qualcuno poi si decise.

“Andiamo. Ma Graham, sono anni che te lo dico e non te lo voglio più ripetere: chiamami Elsa” e detto questo, i tre uscirono dal nascondiglio e affrontarono i soldati… o la va o la spacca ma anche se Elsa stava combattendo, collaborando con la sorella, la tempesta fuori rispecchiava il suo stato d’animo.
 



Da quando aveva lasciato Anna da Hans, Kristoff aveva camminato a testa bassa fino ad arrivare all’entrata della foresta finché Sven, non potendone più di quel silenzio e di vedere il suo amico così, decise di fare qualcosa. Si piazzò davanti a lui agitando le corna e dicendogli di tornare indietro con dei versi. Inizialmente Kristoff fece finta di non capire, ma quando la renna lo prese di peso sulle corna e lo buttò a terra davanti a sé, allora scattò anche il ragazzo.

“No, Sven! Non torniamo indietro! Lei è con il suo vero amore adesso” disse il biondo. La renna lo guardò come per dire Davvero? Kristoff capì quell’occhiata e non voleva ammettere che Sven avesse ragione. Poi si sollevò un forte vento freddo. Il ragazzo si voltò non capendo perché il vento fosse particolarmente forte e così improvviso e si voltò verso la città che stava venendo avvolta da una nube di neve.
 “Anna” fu l’unica cosa che disse Kristoff prima di schizzare come un ghepardo giù per la montagna. Sven gli corse dietro, il ragazzo gli montò in groppa e subito corsero verso la tormenta.
 



Anna stava gelando, nonostante Hans provasse a scaldarla con il suo corpo e lei lo tenesse stretto. Lui la sentiva infreddolirsi sempre di più, non era riuscita nemmeno a slegargli il tovagliolo dalla bocca da quanto era debole e fredda. Hans alzò un momento lo sguardo e poi vide dal soffitto formarsi del ghiaccio. Alzò un paio di volte la spalla per ottenere l’attenzione di Anna, poi le fece cenno di guardare su con lo sguardo e anche lei vide il ghiaccio. Ad un tratto sentirono qualcuno muovere la maniglia.
“Aiuto…” sussurrò Anna debolmente. Poi la porta si aprì rivelando un allegro pupazzo di neve che l’ aveva scassinata con il suo naso di carota. Lui poi li vide, incontrò lo sguardo sorpreso di Hans che stava imbavagliato e poi vide la figura fredda di Anna che cercava di scaldarsi accanto a lui. Olaf poi vide il caminetto e dirigendosi subito verso di esso accese il fuoco. Anna lo vide e nonostante gli fosse grata per quel gesto subito si preoccupò per il pupazzo di neve “Olaf, vattene via da lì”

“Caaaaaavolo” fece il pupazzo estasiato dal caminetto “Allora è questo il caldo… lo aaaaaamo” poi un braccio di legno prese fuoco appena e Olaf lo spense “Ow, ma non si tocca!” disse andando verso Anna e aiutandola ad avvicinarsi al fuoco. Poi il pupazzo si diresse verso il principe gli tolse il fazzoletto dalla bocca.

“Grazie” disse Hans riuscendo finalmente a parlare

“Ciao! Io sono Olaf e amo i caldi abbracci e tu sei…?”

“Principe Hans” disse il ragazzo.

“Ah! Fantastico!” disse il pupazzo e tornò vicino ad Anna davanti al camino “Allora, piccioncini… come è stato quel bacio? E perché Hans era imbavagliato?” chiese Olaf.

“Non c’è stato nessun bacio. Ci sbagliavamo su di noi” disse Anna “Quello che abbiamo non è vero amore”

“E i miei fratelli ci hanno bloccati qui e adesso saranno andati dagli altri nobili per proseguire i loro piani. Se solo riuscissi a liberarmi!” disse Hans tentando di liberarsi dal nodo della corda.

“Ma ci siamo precipitati fino a qui per questo!” disse deluso Olaf alla notizia.

“Olaf devi andartene. Ti scioglierai” disse Anna.

“Non me ne andrò da qui finché non troveremo un altro atto di vero amore per salvarti” disse il pupazzo “Qualche idea Hans?” chiese al ragazzo.

“Non ho mai avuto il coraggio di dire ad Elsa che la amo… non ho idea di cosa possa essere un atto di vero amore…” disse Hans depresso. Poi Olaf si accorse della corda e liberò il ragazzo. “Grazie, amico” disse lui.

“Nessun problema” poi il pupazzo e il principe si avvicinarono ad Anna. Olaf sedendosi davanti alla ragazza e Hans accovacciandosi dietro a lei e abbracciandola per scaldarla anche con il suo corpo. “Anna, tu hai qualche idea?” le chiese Olaf.

“Non so neanche cosa sia l’amore” rispose lei senza guardare Hans negli occhi, ma grata per quel calore.

“Fa niente! Io sì” disse Olaf.

“L’amore” iniziò Olaf “E’ mettere il bene di un altro prima del tuo, sai… come Kristoff che ti ha portata qui da Hans rinunciando a te per sempre” disse Olaf. Hans sembrò illuminarsi.

“Kristoff… mi ama?” disse Anna stupita.

“Cavolo, ma tu davvero non sai niente dell’amore” disse Olaf risistemandosi il naso che gli stava cadendo.

“Olaf, ti stai sciogliendo” disse Anna.

“A volte vale la pena sciogliersi per qualcuno” disse Olaf. Hans ed Anna si scambiarono uno sguardo d’intesa, mentre il volto di Olaf cominciava a cedere “Sì, ma questo non è il momento adatto” disse tenendosi la faccia. In quel momento si spalancò la finestra ed un’ondata di gelo entrò nella stanza, raffreddando Anna. Hans la strinse a sé.

“Olaf, la finestra” disse Hans. Il pupazzo subito si affrettò ad andare a chiuderla ma poi vide qualche cosa. Prese una stalattite e tolta la punta ci guardò attraverso usandola come cannocchiale.

“Ehi! Laggiù ci sono Kristoff e Sven! Vengono verso di noi!” esclamò il pupazzo “E si avvicinano velocemente. Hm… forse mi sbagliavo… Kristoff non ti ama a tal punto da rinunciare a te per sempre” disse il pupazzo. Anna si illuminò.

“Hans, Olaf aiutatemi” disse Anna sentendo come una nuova energia dentro di lei, una volta capito cosa doveva fare.

“No, tu resta qui a scaldarti. La tempesta peggiorerà la tua condizione, non puoi uscire” disse Olaf correndo da lei per trattenerla mentre Hans stava per aiutarla ad alzarsi.

“Olaf, lei deve andare da Kristoff” rispose il principe.

“Perché?” chiese il pupazzo. Ad Anna bastò uno sguardo per fargli capire.

“Ah! Ci sono! Ecco il tuo atto di vero amore che galoppa in sella ad un grande e puzzolente re delle renne! Andiamo!” disse Olaf aiutandola ad alzarsi, mentre Hans la aiutava a stare in piedi. 

“Olaf” disse il principe “Portiamo Anna da Kristoff. Io poi tornerò di corsa da Elsa, potrebbe essere in pericolo” disse il principe. Anna lo guardò perplessa e Hans le spiegò tutto subito: l’attacco al castello, l’arrivo di Crystal e dove stavano le due ragazze adesso. Ad Anna fu subito chiara la preoccupazione di Hans.

“Vengo con te” disse Anna.

“No, tu vai da Kristoff”

“Io non me ne vado senza le mie sorelle” disse lei. Anna era cocciuta e Hans lo aveva capito, ma quando stette per protestare, sul soffitto si formarono enormi e minacciose stalattiti.

“Andiamo” disse Anna e i tre si precipitarono fuori dalla porta. Ma ad un tratto altre stalattiti bloccarono una via del corridoio. I tre allora si voltarono e camminarono rapidi verso l’altra parte cercando l’uscita dal palazzo.
 



“Forza, Sven più veloce!” ordinò Kristoff e la renna aumentò ancora di più il galoppo. Galoppava e galoppava verso il palazzo, affrontando il vento freddo e la neve negli occhi. Kristoff passò vicino ad una nave sul fiordo, ma mentre correva, questa per la forza del vento si ribaltò. Il ragazzo fece appena in tempo a scappare da sotto di essa, ma l’impatto crepò il ghiaccio che iniziò a rompersi finché davanti a lui non si aprì un grosso buco nel ghiaccio. Kristoff si preparò al salto, ma Sven aveva altri piani. Deciso, la renna accelerò ancora di più e saltò, ma all’atterraggio s’impuntò sulle zampe anteriori, catapultando Kristoff al sicuro sul ghiaccio integro mentre lui cadde in acqua.
“SVEN!” chiamò Kristoff non vedendo il suo amico, ma per fortuna la renna riuscì a risalire in superficie e salire sulla sponda scrollandosi l’acqua di dosso e pronto di nuovo alla corsa. “Sei un grande” disse il biondo e rimontatogli in groppa la renna partì di corsa a cercare Anna.
 



Intanto nel palazzo Crystal, Elsa e Graham erano riusciti a superare la mensa dei soldati, ma avevano dato l’allarme e li stavano cercando. Al momento nessun soldato gli stava alle calcagna, ma dovevano uscire da lì e andarsene prima di venir trovati di nuovo.

“Questa è l’ultima volta che uso i miei poteri sui miei sudditi!” protestò Elsa.

“Ma datti pace! Non abbiamo ucciso nessuno. La tua coscienza è rimasta immacolata” rispose Crystal come se la situazione fosse una cosa da niente.

“Ma abbiamo i soldati alle calcagna è ci è saltato il fattore incognito” disse Graham.

“Grazie del supporto, Graham”

“Te lo avevo detto che era una pessima idea assalire i soldati per farci strada” accusò Elsa.

“Stai zitta, Elsa” rispose Crystal acida.

“Ragazze, non mi sembra il momento di litigare. Risparmiate il fiato per combattere se ci trovano” Elsa e Crystal tacquero e continuarono a correre.
Intanto Anna, Hans e Olaf camminavano svelti nel palazzo cercando un uscita, entrambi aiutando un’Anna congelante a camminare svelta. Ad un tratto sentirono una porta aprirsi e udirono una voce maschile che non riuscirono ad identificare e Hans subito fece nascondere Anna e Olaf dietro un angolo del muro.

“State nascosti” disse Hans spostandosi più avanti e appostandosi all’angolo per poi svoltare nel corridoio che portava più vicino all’uscita, temeva potesse essere Kyle o Robert. Non si sporse per vedere chi fosse, per non rischiare di essere visto e intanto Anna e Olaf dal nascondiglio osservavano il principe appostato, pronto all’attacco. Hans sentì i passi avvicinarsi e quando furono abbastanza vicini saltò fuori dal nascondiglio atterrando la prima delle tre persone che stavano per passare. Non c’era molta luce e Hans non vide subito chi aveva atterrato, anzi, caduto a terra sopra l’avversario, Hans gli mollò subito un pugno in faccia, ma poi vide in volto chi aveva colpito.

“Crystal?!” esclamò preso alla sprovvista e subito venne agguantato da qualcuno che lo sollevò dalla ragazza  sbattendolo al muro mentre Elsa si avvicinò subito alla sorella che si era messa seduta tenendosi il volto con una mano. Graham alzò il pugno e colpì il principe ma quando stette per tirarne un altro

“Fermo, Graham!” disse Elsa. Il servitore si bloccò e Hans ne approfittò per provare a liberarsi, ma Graham lo trattenne inchiodato al muro. Elsa si rialzò, vedendo che Crystal stava bene, nonostante lo zigomo dolorante e si avvicinò al principe.

“Elsa?! Ma voi due eravate nella prigione!” esclamò il principe.

“Tu mi devi una spiegazione” disse secca Elsa.

“Eh?” fu l’intelligente risposta di Hans

“Perché non hai fatto niente quando i tuoi fratelli mi hanno condannata a morte? Io mi fidavo di te, avevi detto di volermi aiutare e non hai fatto niente!”

“Come potevo? Kyle mi ha rinchiuso in uno dei salotti, legato a un divano e imbavagliato mentre Anna stava congelando. Lui e Robert mi vogliono morto quanto te” Elsa lo guardò stupita, mentre Graham lo tenne ancora inchiodato al muro con sguardo severo, ma quello che disse Hans gli fece cambiare espressione. C’era qualcosa in quei due uomini che non lo convinceva. Era solo un’impressione, ma avevano un qualcosa che non gli ispirava fiducia. Ogni tanto li aveva visti ammiccare tra loro e il loro atteggiamento cortese e riservato, la loro dizione perfetta e il modo calmo di parlare, stranamente lo infastidiva eppure, tra Elsa e la nobiltà di Arendelle ed estera, era abituato al parlare forbito degli aristocratici.

“Hans, non mentire. Perché non hai mantenuto la parola?” disse Elsa seria.

“Sto dicendo la verità. Dovresti saperlo, avevo delle motivazioni per cui scappare con i miei genitori e venire qui da te appena potevo”

“Tu seriamente, vuoi che creda che i tuoi fratelli ti abbiano rinchiuso in una stanza e ti vogliano morto? So che ti davano spesso il tormento, ma questa è un'esagerazione! E poi, scusate tanto, principe, ma non eri con Kyle quando mi avete aggredita al castello?” disse Elsa con amaro sarcasmo.

“Ti ricordo che Kyle le ha fatto cadere un lampadario addosso e sono sicura che non è stato un incidente” disse Crystal avvicinandosi a loro.

“Elsa… Crystal…” chiamò una voce debole. I tre si voltarono e videro Anna camminare verso di loro, sorreggendosi ad Olaf  “Crystal, ho troppo freddo... ti prego, abbracciarmi” supplicò Anna. Crystal si fiondò subito dalla sorellina che portatasi le mani al petto per il freddo, si lanciò tra le braccia della calda sorella maggiore. Si sentì subito meglio non appena l’avvolsero le braccia della sorella, stringendosi a quel calore e appoggiandole la testa alla spalla. Il fatto che Crystal fosse così calda era legato ai suoi poteri, e nonostante il cuore ghiacciato le avesse comunque abbassato di poco la temperatura naturale, il suo calore era comunque superiore a quello delle persone comuni.

“Accidenti, Anna, sei gelata!” esclamò Crystal sentendola ancora più fredda. Elsa non poté fare altro che stare lì a guardare e sentirsi in colpa. Avrebbe voluto andare lì e abbracciare anche lei la sua sorellina, ma aveva paura di farle del male toccandola e peggiorare la situazione era l'ultima cosa che aveva intenzione di fare.

“Hans sta dicendo la verità… Kyle… ci ha assalito… e rinchiuso nella stanza… e mi ha portato via… la sfera di fuoco…” disse la ragazza debolmente.

“Dobbiamo andarcene da qui, subito” disse Graham lasciando andare il principe.

“Prima dobbiamo portare Anna da Christopher” disse Hans.

Kristoff” corressero Olaf, Anna e Crystal.

"E' uguale" rispose lui.

“Stava venendo verso il palazzo con Sven, se ci sbrighiamo lo raggiungiamo” disse Olaf.

“Non possiamo restare qui a lungo” disse Graham “abbiamo bisogno di un posto per nasconderci. Ci stanno cercando le guardie-”

“-perché la pazza piromane" interruppe Elsa, fulminando Crystal "Invece di essere paziente inventarsi un piano, si è dovuta aprire la strada nella mensa dei soldati a suon di palle di fuoco”

“Come se tu non avessi partecipato” rispose Crystal innervosita, è vero non aveva pensato, ma si stava veramente stufando a sentirselo rinfacciare da quando erano usciti da lì.

“E che altra opzione mi hai lasciato?!”

“Stare indietro mentre io Graham aprivamo la strada”

“Sì, come no? Guarda che-”

“Vi prego… non litigate” disse la debole voce di Anna che si strinse ancora di più a Crystal sentendo la sua temperatura corporea aumentare per il nervoso. Entrambe le sorelle tacquero ma si lanciarono comunque un’occhiataccia.

“Crystal, conosci qualche posto sicuro?” le chiese Hans. La ragazza sapeva già dove andare. Anna aveva bisogno di Kristoff che le stava cercando, ma protrarre la permanenza a palazzo era pericoloso e poi, forse Granpapà non era in grado di toglierle il ghiaccio dal cuore, ma forse conosceva un modo per posporre il più possibile il congelamento. La ragazza guardò Anna, poi Elsa e poi Olaf.

“I troll” disse Olaf capendo.

“Elsa, conducili alle stalle prendete una slitta e cominciate a muovervi, io troverò Kristoff e vi raggiungeremo lì” disse Crystal formando intanto un’altra sfera di fuoco e dandola ad Anna che subito la prese e se la strinse al petto senza staccarsi dalla sorella.

“Crystal, tu non puoi andare” disse Olaf attirando la loro attenzione “Vado io a cercare Kristoff”

“Olaf, io mi posso trasformare in fenice e sono molto più veloce di te” disse la ragazza.

“Guarda fuori dalla finestra. C’è una tormenta che non ti permetterà di volare e poi potrebbe peggiorare anche la tua situazione”

“Che situazione?” interruppe Graham preoccupato. Crystal scosse la testa ignorando la domanda.

“Olaf ha ragione, rischi troppo” disse Hans

“E poi” aggiunse Olaf “Solo tu puoi scaldare Anna” Crystal abbassò lo sguardo verso la ragazza che alzò la testa per incrociare il suo sguardo. Quegli occhioni azzurri che erano soliti esplodere di allegria, energia e vivacità, erano deboli e spenti, che quasi la supplicavano di non lasciarla. Poi la piccola abbassò lo sguardo appoggiandole nuovamente la testa alla spalla.

“Vai Olaf” disse Crystal. Il pupazzo di neve annuì e si allontanò lasciando i ragazzi

“Graham, tu e Hans andate avanti, conducilo alle stalle. Io resto con Crystal e Anna, vi raggiungiamo lì” disse Elsa, il servo annuì e si incamminò facendo strada con Hans che, anche se un po’ riluttante a lasciarle sole, gli fu subito dietro. I due ragazzi sparirono dalla vista in poco tempo, mentre le ragazze li seguivano piano. Anna non riusciva a correre, avrebbe voluto, ma non ce la faceva. Si sentiva un peso inutile che stava solo rallentando le sorelle che non si rivolsero mai la parola. Erano lente. Elsa avrebbe potuto correre, ma le restava vicino guardandosi intorno, allarmata per l’arrivo di guardie, Crystal invece, non demordeva e l’aiutava a camminare il più in fretta possibile e non la lasciava mai per tenerla calda, anzi Anna cominciava a sentire il calore proveniente dalla sorella aumentare gradualmente. Capì che stava alzando la sua temperatura corporea, ma c’era qualcosa nella sua espressione che la fece preoccupare. Il volto era leggermente rigido e concentrato, ma allo stesso tempo attento ad ogni minima cosa.

“Elsa, stiamo andando troppo piano” disse Crystal fermandosi.

“Ce la fai a prenderla in braccio?” suggerì Elsa.

“Penso di sì” rispose la sorella maggiore poi, abbassandosi e messo un braccio dietro alle ginocchia già semi-piegate di Anna, rialzandosi la prese in braccio, aiutandosi un paio di volte con un ginocchio per tenerla su e afferrarla meglio. Anna si strinse a lei senza dire niente e le tre, a passo più rapido, si avviarono nuovamente verso le stalle. La buona notizia fu che non trovarono e non furono trovate da soldati o dai nobili, la cattiva notizia fu che per arrivare alle stalle bisognava fare un pezzo di strada all’aperto. Le ragazze arrivarono davanti alla porta d’uscita, ma quando Elsa l’aprì rimase paralizzata dallo spettacolo davanti a sé. Aveva creato una tempesta di neve coi fiocchi, letteralmente. Un vento forte e gelido, chicchi di grandine grossi come sassi, e fiocchi di neve veloci e violenti all’impatto, non si vedeva quasi nulla, ma stranamente Elsa si sentiva comunque in grado di orientarsi, nonostante non si vedesse niente; era nel suo elemento e nemmeno sentì la folata di vento freddo quando aprì la porta.

“Elsa, devi calmare la tempesta” disse Crystal dietro di lei.

“Non posso! Lo vuoi capire che non so come si fa?!” disse Elsa.

“Sì che puoi. Tu hai creato la tempesta, tu puoi fermarla”

“Come?! Ho già fatto abbastanza danni! Usare i miei poteri peggiorerà solo le cose”

“Concentrati. Fai scorrere il tuo potere, controllalo. Sei tu la Regina delle Nevi, sei tu che comandi non i tuoi poteri. Non avere paura” Elsa esitò, ma poi provò a concentrarsi. Sentì il suo potere scorrere in lei, chiuse gli occhi per concentrarsi meglio. Inizialmente la tempesta non cambiò di una virgola, ma poi gradualmente divenne un po’ meno forte, ma era ancora una bella tormenta. Elsa era riuscita a calmare un po’ il vento e la grandine non c’era più, ma la neve era ancora fitta e la temperatura sottozero. La ragazza sentiva ancora il vento soffiare con forza e si sforzò a provare a calmarlo, senza successo.

“Non ci riesco” disse aprendo gli occhi.

“Almeno non c’è più grandine e hai placato un po’ il vento”

“Capirai che differenza! Io non li sento, ma ci saranno ancora 20° sottozero!”

“Sempre meglio di quella sottospecie di macigni di grandine che c’erano un attimo fa” ci fu un momento di silenzio, ma poi ad Elsa venne in mente un’idea. Una luce azzurrina le avvolse le mani, poi si voltò verso la sorella e le disse di avvicinarsi. Non appena Crystal le fu vicino, con Anna in braccio,  la giovane con elegante movenza aprì le braccia e creò uno scudo grande abbastanza da proteggerle tutte e tre dalla violenta grandine. Elsa sorrise al suo piccolo successo.

“Ottima idea” complimentò Crystal.

“Andiamo, ti guidi io” disse Elsa e le sorelle uscirono dal palazzo e verso le stalle. Faceva molto freddo. Se non fosse per il fatto che aveva alzato la sua temperatura corporea, anche Crystal a causa del cuore ghiacciato l’avrebbe sentito, e non sarebbe stata una cosa buona. Anna sentì il freddo inizialmente, ma il calore della sorella maggiore, la sfera di fuoco che teneva in mano e lo scudo di Elsa fecero sì che la sua situazione non peggiorasse. Elsa le guidò senza problemi fino alle stalle. I ghiaccio e la neve erano il suo elemento, sapeva come muoversi, era come se vedesse attraverso la bufera. Rapidamente furono davanti la porta delle stalle, Elsa dissolse lo scudo e velocemente aprì la porta lasciando che Crystal e Anna entrassero per prime, poi una volta dentro la richiuse dietro di sé. Le tre subito vennero accolte da Hans e Graham che già stavano sistemando la slitta con dei cavalli.

“Eccole!” esclamò Hans sollevato al loro arrivo

“Dimmi che non è peggiorata la situazione di Anna” disse Graham vedendo Crystal trasportare la sorella.

“No, dovevamo solo andare più in fretta” rispose lei avvicinandosi.

“Grazie al cielo” fece Hans “la slitta è pronta”

"Ottimo! Mi fanno male le braccia, Anna pesa" disse Crystal camminando verso la vettura. Anna alzò lo sguardo verso la sorella che la trasportava.

"Esagerata..." sussurrò, lasciandosi scappare un piccolo sorriso.

“Allora” iniziò Elsa prendendo in mano la situazione “Graham, guida tu. Hans, tu stai in guardia e proteggi la slitta. Crystal, tu-”

“-io sto qui dietro e scaldo Anna” interruppe Crystal posando la sorellina sulla slitta e posizionandosi accanto a lei in modo tale da permetterle di appoggiarsi completamente a lei.

“Graham, ti indico io la strada” disse Elsa sedendosi davanti accanto a Graham, mentre Hans andò ad aprire la grande porta delle stalle per poi salire sulla slitta.

“Te lo ricordi?” disse Crystal sorpresa. Elsa rimase silenziosa un momento.

“Certe cose non si dimenticano mai” rispose lei con un ombra di tristezza negli occhi. Crystal subito si sentì in colpa. A quanto pare, Elsa non ce l’aveva con lei solo per essersene andata… peccato che Elsa stava pensando alla seconda volta in cui si recò dai troll. Vedendo la tormenta fuori della porta, Crystal subito si tolse la giacca e la posò sopra Anna.

“T-tu… non hai… f-freddo?” le chiese la sorellina inclinando la testa per guardarla in faccia.

“Non preoccuparti per me, pensa solo a scaldarti” le disse Crystal stringendo di nuovo le braccia intorno a lei. Anna annuì e le riappoggiò la testa sulla spalla. Graham allora, schioccò le redini e i cavalli uscirono dalla stalla. Il gruppo fu subito accolto da un vento gelido e neve, Hans e Graham erano fortunati ad essere ben coperti, ma il freddo lo sentivano anche loro. Crystal mise una mano calda sulla guancia di Anna poiché il viso era l’unica parte scoperta. Non appena furono fuori, l’improvvisa folata di vento freddo fece sentire a Crystal gli effetti del cuore ghiacciato. Sentì la morsa fredda al cuore, ma non volendo far preoccupare gli altri fece di tutto per non darlo a vedere, soffriva in silenzio, ma il fatto che Anna le stesse praticamente sdraiata addosso non le rendeva certo facile la cosa, infatti Anna se ne accorse. Capì subito che stava avendo un’altra stretta al cuore, non solo per l’abbassarsi, anche se di poco, del calore che emanava, ma aveva sentito l’improvviso contrarsi del suo corpo. La sentiva tesa e rigida, soprattutto dalla stretta delle braccia. Poi per fortuna, quando sentì le braccia della sorella rilassarsi con il resto del corpo, si tranquillizzò anche lei. Era passato, ma questo significava che Crystal era ancora più debole, infatti dovette metterci un po’ più impegno di prima per aumentare la sua temperatura.
Hans intanto si guardava intorno per vedere se si avvicinavano guardie o se per caso Kyle e Robert già gli stavano alle calcagna e infatti fu così. Kyle e Robert avevano ricevuto l’allarme della fuga della regina e della principessa e già si erano precipitati a cercarle. Ma prima, i due fratelli si diressero nella stanza dove Kyle aveva lasciato Hans ed Anna e quando la trovarono aperta e vuota, si infuriarono. Kyle si diresse subito dai nobili per distrarli e tenerli buoni, mentre Robert armandosi velocemente di spada e balestra, andò da solo a cercare Hans ed Anna. Sapeva che non potevano essere lontani, ma doveva prenderli di sorpresa e fare un lavoro pulito. La sorte gli fu sfavorevole quando li trovò poiché erano con Crystal, Elsa e Graham. Robert li aveva seguiti di soppiatto fino alle stalle e quando uscirono loro, lui rapidamente prese il suo cavallo a cui fortunatamente non era ancora stata tolta la sella e si lanciò all’inseguimento nella tormenta. Non si vedeva quasi niente, ma l’uomo non demorse e seguì la slitta finché al momento opportuno, con una mano tenne le redini del cavallo e con l’altra scagliò una freccia con la balestra colpendo il bordo della slitta vicino ad Hans.

“State giù!” gridò Hans quando suo fratello scagliò un’altra freccia. Che andò a conficcarsi nel sedile davanti ad Anna e Crystal, non appena quest’ultima strinse Anna a sé e si sdraiò nel sedile per evitare le frecce. Robert aumentò la velocità del cavallo, mettendosi più laterale e scagliò un’altra freccia che si conficcò vicino a Graham, qualche centimetro e gli si sarebbe conficcata nella gamba. Partì un’altra freccia che per poco non colpì Hans.

“Hans! Abbassati!” disse Elsa tenendo la testa bassa quando un’altra freccia colpì la slitta.

“Non mi sono mai sentito più inutile!” disse Hans abbassandosi nella slitta.

“Una spada contro una balestra è inutile!” protestò Graham e un’altra freccia si conficcò tra lui ed Elsa.

“ELSA FA QUALCOSA!” disse Graham che tentava di guidare la slitta.

“Tu pensa ad andare dritto verso la foresta. Crystal sparagli una palla di fuoco!” disse Elsa alla sorella.

“Ma ci sei o ci fai?! Guarda come sto! Mi spieghi come faccio?!” rispose la sorella. Un’altra freccia colpì la slitta vicino a Graham.

“ELSA!! Questo mi ha preso di mira e già non vedo niente con questa cavolo di bufera!” gridò Graham. La ragazza però non rispose, si abbassò nuovamente alla freccia seguente. “ELSA!!!”

“HO CAPITO! Quando cominci a vedere gli alberi del bosco, gira a sinistra. Lì il ghiaccio è sottile!” rispose la regina mettendosi in piedi sul posto. Robert era pronto a scagliare un’altra freccia, ma Elsa fu più veloce e gli lanciò un colpo di ghiaccio, per sua fortuna mancandolo. Lui le sparò un’altra freccia, ma lei riuscì a bloccarla con i suoi poteri.

“Tenetevi!” disse Graham facendo girare a sinistra i cavalli, di scatto. Elsa scagliò un altro colpo centrando in pieno la balestra di Robert, facendogliela cadere dalle mani, ma non appena il servitore fece girare di colpo la slitta, Elsa perse l’equilibrio, cadendo all’indietro, fuori dalla slitta, ma fortunatamente per lei, Hans l’acchiappò al volo per una mano.

“Presa!” esclamò il ragazzo tirandola di nuovo sulla slitta.

“Hans, attento!” esclamò Elsa. Il ragazzo fece appena in tempo a voltarsi e a parare il colpo Robert tentò di scagliargli con la spada.  Suo fratello si era avvicinato con il cavallo e si era sporto per raggiungerlo con la lama. Hans lasciò la mano di Elsa e cominciò a duellare con il fratello, o almeno tentavano… era un po’ difficile duellare in movimento, uno su un cavallo, uno su una slitta, e in mezzo ad una violenta tormenta e in più, non erano più soli.
Kyle era riuscito a dare abbastanza direttive da mantenere impegnati tutti gli aristocratici e aveva lasciato il comando delle operazioni interne alla città al Duca di Whiselton. Lui intanto, senza farsi vedere si era armato anche lui di balestra e spada, era entrato nelle scuderie e sellato il suo cavallo uscì alla ricerca della regina. Si vedeva poco nella tormenta, ma fu un'altra cosa a guidarlo, quando senza saperlo si era avvicinato sufficientemente. Seguì la traccia e li trovò.
Appena vide la slitta, con una mano prese le redini e con l’altra la balestra. Non era stato ancora visto. Hans era troppo impegnato a combattere con Robert, Graham stava cercando di vedere dove stesse andando, Crystal stava tenendo Anna e gli dava le spalle e Anna anche se era volta verso di lui, aveva gli occhi mezzi socchiusi, sia per la neve che per la debolezza. Elsa era di spalle, con una mano pronta a scagliare un colpo, ma immobile aspettando con ansia il momento giusto per non colpire Hans e non farlo ferire dato lo spazio ristretto. Kyle alzò la balestra calibrando bene dove avrebbe dovuto mirare tenendo conto del forte vendo e della slitta in movimento, pronto a colpire la Regina delle Nevi, gli sarebbe bastato un colpo.
Sulla slitta, Elsa era ignara del pericolo imminente, Crystal invece stava facendo un lavoro di multitasking per cui dopo si era ripromessa di farsi i complimenti a causa del cuore di ghiaccio: teneva Anna, stava alzando la sua temperatura corporea e con una mano pronta a colpire, di nascosto, anche lei stava attendendo che Robert fosse aperto per colpirlo e scappare. Graham, aveva appena svoltato e stavano per entrare nella foresta. Anna per un momento aprii gli occhi e vide una figura dall’altra parte. Le ci volle qualche istante, poi lo riconobbe e vide Kyle con la balestra pronta a fare fuoco. Anna era debole al momento, ma era perfettamente lucida le ci volle poco a capire cosa stava per succedere. Quel momento andò come a rallentatore. Nell’esatto momento in cui Kyle premette il grilletto della balestra, Anna in uno scatto di adrenalina, sfuggì all’improvviso alla presa di Crystal, facendole partire il colpo che miracolosamente mancò Hans e fece cadere da cavallo Robert, e si fiondò su Elsa spingendola sul sedile davanti a lei facendosi trafiggere nello stomaco dalla freccia. Non appena Elsa cadde sul sedile, la sua attenzione per un momento fu distolta dalla situazione e con un’ondata di potere si placò la tempesta e l’ondata stessa fece cadere da cavallo anche Kyle. Sulla slitta rimasero tutti un po’ sballottati, lasciando correre un po’ i cavalli che li fecero entrare nella foresta. Graham riprese subito le redini e fermò la slitta. Elsa poi vide la sorellina che l’aveva appena salvata.

“ANNA!” gridarono lei e Crystal avvicinandosi a lei. Graham si voltò arrampicandosi sul sedile per vedere che cosa fosse successo, non aspettandosi quella scena. Anna a terra, trafitta da una freccia, Elsa in lacrime al suo fianco, tenendole la testa sollevata e Crystal con lo sguardo per la prima volta paralizzato. “Anna, resisti! Ti salveremo, ma tu tieni duro” diceva Elsa in lacrime.

“Elsa…” chiamò con la voce tremante Anna.

“Ho passato 14 anni a cercare di proteggerti da me stessa, non ho alcuna intenzione di perderti adesso! Graham, fai partire la slitta! Subito!” gridava Elsa disperata.

“Elsa” ripeté Anna con un po’ più di voce.

“Graham! Sbrigati!- Parti!” ordinarono Crystal e Hans.

“Mi dispiace, Anna. Mi dispiace tanto, non volevo chiuderti le porte in faccia. Ma tu ti prego, non morire!” disse Elsa piangendo e stringendola forte.

“Elsa!” la chiamò Anna portandole una mano sul viso costringendola a guardarla negli occhi “Lo so perché mi hai esclusa così dalla tua vita, non te ne faccio una colpa” disse con la voce debole “Ma io non sto morendo!” disse prendendo i compagni di sorpresa. Anna infatti si alzò seduta e si tolse la freccia dallo stomaco… non c’era neanche una goccia di sangue.

“Ma che-?!” balbettò Graham non capendo come fosse possibile. Anna, incredula a sua volta, si tastò dove doveva esserci la ferita, allargando un po’ il buco creato dalla freccia nei vestiti e vide che sotto la ferita era già scomparsa, come se non fosse mai stata colpita.

“Crystal, Elsa… non sento più così freddo” disse Anna.

“Anna, i tuoi capelli” le fece notare Hans.

“Che hanno? Mi invecchiano davvero?!”

“No, stanno tornando rossi” disse Crystal. Anna si prese una treccia e la vide cambiare di nuovo. I suoi capelli erano piano piano tornati rossi eccetto una piccola ciocca. Improvvisamente, sentì come qualcosa muoversi nel petto, poi le apparve una luce blu ghiaccio dentro al petto, sul cuore, che brillava sempre di più finché la luce non uscì completamente dal corpo, andò in aria ed esplose con una sottile e innocua brina. Anna non aveva più freddo come prima, i capelli le erano ritornati rossi e il colorito alle guance, sentiva il calore nel suo corpo, si sentì tornare le energie… si sentiva energica come prima.

“Anna…?” fece incerto Hans.

“Il ghiaccio” disse lei “Non lo sento più” Elsa e Crystal sorrisero felici e prima che Crystal potesse abbracciare la sorellina, Elsa le si fiondò addosso e l’abbracciò strettissima, Anna la strinse a sua volta felice di riabbracciare la sorella dopo anni. Erano precisamente 14 anni che non lo faceva, che non la sfiorava nemmeno per un amichevole pat-pat su un braccio e l’ultima volta che aveva provato a prenderla a braccetto, Elsa l’aveva respinta. Era quasi incredula ad essere riuscita finalmente a riabbracciarla.

“Volevi sacrificarti per me?” chiese Elsa incredula, tenendole le mani. Anna le fece un sorriso.

“Io ti voglio bene” rispose Anna. Elsa le sorrise e la riabbracciò. Hans sorrise alla vista e anche Graham, contento che la sua principessa stesse bene. Anche Crystal aveva un sorriso sulle labbra, ma era un sorriso come malinconico. Graham se ne accorse. Crystal avrebbe voluto partecipare a quell’abbraccio, ma in quel momento si sentiva come di troppo. Graham le mise una mano sulla spalla, lei si voltò verso di lui e gli sorrise appena. Elsa ed Anna si staccarono dall’abbraccio e poi Anna guardò Crystal con sguardo di attesa, stava per parlare, ma venne stretta anche da Hans.
Elsa venne di nuovo colpita da quella strana sensazione che aveva provato alla sua incoronazione quando li aveva visti danzare e quando erano venuti a chiedere la sua benedizione per il loro matrimonio. Sei gelosa! le diceva una vocina nella testa No! Io non sono gelosa! Io e Hans siamo sempre stati solo amici e, che io lo voglia o no, lui è il fidanzato della mia sorellina... e poi non è il momento per farmi distrarre da questi stupidi pensieri! Ad un tratto, sentirono le voci di Kyle e Robert. I ragazzi si voltarono e li videro di nuovo in groppa ai cavalli, galoppandogli contro.

“Okay, è ora di andare” disse Graham tornando al posto di guida.

“Aspetta” fece Elsa. Graham si fermò volgendosi indietro. “Crystal, si stanno avvicinando in un punto dove il ghiaccio è sottile” la informò scambiandosi un’occhiata di intesa. Lo sguardo di Crystal si illuminò.

“Fagli fare un bel bagno!” disse Anna alzandosi ad osservare la scena, energica. La bruna si mise in posizione preparando il colpo. Loro intanto si avvicinavano aspettandosi un colpo diretto su di loro, ignari di cosa stava per succedere realmente.

“Caricare…” fece Hans, mentre la mano di Crystal si illuminò di una luce rosso fiamma “Puntare…” la ragazza prese la mira e al momento giusto…

“Fuoco!” Elsa diede il segnale e Crystal sparò un colpo di fuoco che appena toccò il ghiaccio fece una piccola esplosione che lo sciolse sotto i piedi dei cavalli dei due uomini, che caddero in acqua urlando ingiurie contro di loro cercando di tirarsi fuori dall’acqua gelida.

“Parti Graham, parti!” ordinò Elsa e il ragazzo eseguì.

“Buon bagno! Spero che l’acqua non sia troppo fredda!” esclamò Hans contro i fratelli.

“HAAAAAAANS!!!! - NON CI SCAPPERETE COSI’!!!” gridarono furibondi i due.

“HA! Vi abbiamo preso a calciiii!” li canzonò Anna. Poi i ragazzi si voltarono guardandosi compiaciuti.

“Bella mira” disse Elsa alla sorella maggiore.

“Grazie” rispose l’altra compiaciuta.

“Elsa, dove devo andare?” chiese Graham.

“Aspetta, Elsa, tu usa i tuoi poteri per far perdere le nostre tracce” disse Anna “Io… non mi ricordo come si arriva dai troll, quindi…” si voltò verso Crystal.

“Ti guido io” disse la ragazza. Intanto Elsa andò a sistemarsi sul sedile posteriore sporgendo un braccio fuori dalla slitta e lasciando cadere una scia di neve dalla mano, abbastanza densa da coprire le loro tracce. Hans e Anna si sedettero accanto a lei, ammirando il suo potere affascinati mentre la slitt ali portava sempre di più nel cuore della foresta, lontano dal palazzo.
 


Fine capitolo 9! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi possa bastare pe rla lunga attesa che dovrete affrontare. Spero abbiate letto la noticina a inizio capitolo, recensite datemi un vosto parere, mi scuso per queste attese che sono lunghe e stanno diventando un po' troppo frequenti e... basta.
Al prossimo capitolo! ;)
Baci
Stella

 

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Capitolo 10
*** Pensieri ***


E come promesso ecco il capitolo 10! Ancora chiedo umilmente perdono per le lunghe attese, quindi, per la pazienza, vi vogli premiare con un capitolo bello lungo e spero... interessante. VI PREGO RECENSITE!!! HO BISOGNO DELLE VOSTRE RECESIONI PER CONTINUARE! MI DANNO LA CARICA!!

ATTENZIONE!! Per chi non lo sapesse, poichè io sono una gran PIPstar nel disegno, volevo chiedere a voi lettori se potevate mandarmi delle fanart su questa storia. Possono essere quello che volete: un momento che vi ha toccato, una scena della vostra parte preferita il ritratto di uno dei personaggi, quello che volete, ma inerente alla storia. Chi è interessato, una volta fatta la fanart, io ne sceglierò alcune e le metterò a inizio e fine del capitolo a cui si riferiscono.
Detto ciò... Buona lettura! ;)

 


Era un po’ che i ragazzi viaggiavano sulla slitta. Elsa era riuscita a resistere a cancellare le tracce con i suoi poteri fino a sera, spingendosi oltre il suo limite di resistenza e la stanchezza si era fatta sentire. Anna più volte le disse che ormai non c’era più bisogno di nascondere le tracce e che poteva fermarsi, anche Hans e Crystal ci provarono, ma Elsa imperterrita continuò il lavoro. Calata la sera, la ragazza era crollata senza che gli altri se ne accorgessero, Anna stava per seguirla a breve. Fu Hans il primo a farci caso quando, ripetendole per l’ennesima volta di rilassarsi, non ottenne risposta. Si avvicinò e si accorse che la regina si era addormentata con un braccio allungato sulla slitta e la testa appoggiata sull’altro braccio che fino a poco tempo fa le aveva fatto da sostegno. Facendo attenzione a non svegliarla, provò a spostarla per metterla più comoda.

“Anna” chiamò Hans attirando l’attenzione della principessa assonnata, cogliendola nel mentre di uno sbadiglio poco principesco. Lei si voltò e vide che Hans era alle prese con un’ Elsa addormentata. Sorrise intenerita. “Mi aiuti a spostarla? Non la voglio svegliare” disse sottovoce il ragazzo. Anna ridacchiò.

“Al momento credo che nemmeno un Martedì Grasso possa svegliarla. Guardala, è distrutta” disse aiutandolo a sistemare meglio la sorella. Crystal si voltò un momento per controllare e poi si voltò di nuovo a chiacchierare a bassa voce con Graham. Elsa intanto fu spostata in modo tale che potesse stare più comoda. Hans ringraziò Anna sottovoce e la principessa gli rispose con un sorriso, poi si avvicinò alla sorella, le poggiò la testa sulla spalla e un braccio intorno alla vita per poi raggiungerla nel mondo dei sogni. Il principe sorrise alla vista, poi si voltò verso Graham e Crystal. Gli parve strano come Crystal sembrasse stare tanto bene anche se, a quanto pare, anche lei aveva il cuore ghiacciato. La ragazza non sembrava essere in nessuna delle condizioni in cui si trovava precedentemente Anna, né un capello bianco, né stanchezza, né un brivido, anzi si era addirittura tolta la giacca di pelle per coprirci Anna ed era rimasta con una semplice maglia di cotone col collo a V. Hans poi volse lo sguardo verso Graham. Aveva un bel destro quel ragazzo! Ma se lo meritava, anche se non aveva visto di aver colpito Crystal, lì  nel palazzo.
Graham era veramente un servitore fedele. Non sapeva se anche lui fosse già al corrente dei poteri di Elsa, ma probabilmente sì, visto che quando erano più piccoli più volte il ragazzo, quando lui gli chiedeva di Elsa, gli aveva risposto con la solita frase “La Principessa non vuole essere disturbata”. Infatti era così. Come Graham sapeva dei poteri di Crystal, sapeva anche di quelli di Elsa. Fatto sta che il principe ammirava quel ragazzo anche se lo conosceva appena e ammirava la sua lealtà nei confronti delle sue principesse e la sua regina. Il principe fu presto colto da un altro pensiero. Adesso Anna, Elsa e Crystal si sarebbero dovute riprendere il regno, ma come potevano fare? I suoi fratelli controllavano Arendelle, loro erano due principesse, una regina, un principe, un boscaiolo, un servo e un pupazzo di neve. Sembravano l’inizio di un’orrenda barzelletta. Come avrebbero salvato Arendelle da quegli psicopatici di cui lui si vergognava di essere imparentato?
Anna era una pasticciona e una gran maldestra, quindi era meglio non darle armi, e poi Anna era ‘l’anima felice’ del gruppo, era l’unica che vedeva del buono in tutto e tutti. Era innocente e toglierle quest’innocenza dandole un arma per combattere, non se lo sarebbe mai perdonato e nemmeno Elsa e Crystal.

Elsa era troppo buona anche per la sua stessa sicurezza, non avrebbe mai fatto del male a una mosca di proposito, nemmeno per difendersi… beh, considerando l’accaduto nel suo castello, forse per difendersi sì, ma Hans non ne era più tanto sicuro; inoltre non sapeva controllare i suoi poteri e si rifiutava di usarli. Il principe poteva anche capire il perché: dopo aver congelato il regno, aver quasi ucciso la sua adorata sorellina e avere la sorella maggiore ancora a rischio, gli sembrava più che normale che avesse paura. C’era comunque  qualcosa che non lo convinceva. Perché Elsa si era chiusa in sé stessa ed isolata dal mondo così tanto? Lo si leggeva nei suoi occhi che non era felice, non stava bene. Dopo aver visto l’affetto con cui Elsa aveva abbracciato Anna era ormai più che certo che anche lei aveva sentito la mancanza della sua sorellina. Lui conosceva Elsa prima che si rinchiudesse nella sua stanza e se la ricordava essere più allegra e sorridente, si ricordava come i suoi occhi azzurri brillassero ogni volta che parlava di qualcosa che le piaceva, come la geometria, o i suoi libri, o le sue 'avventure' con la sorella maggiore, come era solita prenderlo in giro senza malizia… gli mancava il suo sorriso. Poi di punto in bianco l’aveva ritrovata diversa, bellissima, ma diversa: più seria, più matura, aveva mantenuto la sua eleganza e finezza ma nei suoi occhi c’era insicurezza e paura. Hans non aveva più dubbi, tra Anna ed Elsa era successo qualcosa che aveva a che vedere con i poteri della regina. Una volta soli le avrebbe parlato, magari l’avrebbe aiutata a lasciarsi andare e tornare ad essere l’Elsa di prima, l’Elsa di cui si era innamorato. Solo due cose non erano cambiate di lei, il suo coraggio e il suo affetto per le sorelle. A questo pensiero, Hans non poté fare a meno che sentirsi diviso tra l’ammirazione e l’amore, e l’invidia. Ammirava Elsa per quello che aveva fatto per Anna e che Anna aveva capito: Elsa aveva avuto il coraggio di sacrificare la sua felicità per assicurarsi di non fare del male alla sorella, isolandosi dal mondo e in più aveva accettato il ruolo di regina che le aveva lasciato Crystal. Ma invidiava Elsa per una cosa sola, una cosa che lui sapeva nessuno aveva mai provato e mai proverà per lui: un sentimento di amore incondizionato. Nessuno gli aveva mai dato retta a casa, i suoi fratelli lo tormentavano, i suoi genitori lo ignoravano, l’unica cosa che riusciva ad ottenere erano i viaggi ad Arendelle perché i suoi sapevano della sua amicizia con la principessa e sapevano che non lo avrebbero né visto né sentito una volta arrivati. Invidiava Elsa per il suo legame con Anna e Crystal. A loro non importava se due avevano i poteri e una no, se non li aveva nessuna, se li avevano tutte e tre o se una era una regina, una era una guerriera e l’altra era una pasticciona ottimista. Erano sorelle e nel bene o nel male si sarebbero comunque volute bene incondizionatamente. Elsa e Crystal potevano essere in conflitto al momento, o meglio, Elsa poteva essere arrabbiata con Crystal, ma era diverso. Quando le aveva conosciute da piccole, erano legate tanto quanto Elsa lo era al momento con Anna. Crystal era il mito di Elsa e lei non faceva altro che parlargli di lei e di come sarebbe voluta diventare come sua sorella. Quando se ne era andata, Elsa si era sentita abbandonata, era stata delusa dal suo mito e lui conosceva bene la delusione e l’abbandono. Ma loro due si volevano bene, anche se al momento erano in conflitto. C’era comunque questo amore incondizionato che legava quelle tre sorelle. Una cosa sola lo preoccupava: Elsa e Crystal erano due esatti opposti. Una era il ghiaccio, l’altra era il fuoco. Sono due elementi opposti che si annullano a vicenda; in una teoria crudele le due sorelle erano nate per essere le più grandi delle rivali. Ma loro avevano trovato una loro armonia che con la fuga di Crystal avevano perso. Che cosa sarebbe potuto succedere se non avessero più ritrovato quest’armonia? A quanto pare Anna era l’unica che riusciva a tenerle buone perché entrambe tenevano a lei, ma se non fosse bastata la presenza di Anna?

Kristoff non lo conosceva, ma un boscaiolo/consegnatore di ghiaccio/quello-che-era, che cosa poteva fare? Sicuramente sarà grosso e saprà maneggiare un piccone o un ascia, pensava Hans, ma non è addestrato al combattimento. In sintesi, gli unici in grado di combattere veramente erano lui, Graham e Crystal, ma anche qui: Graham sicuramente avrà fatto il servizio militare obbligatorio per tutti i ragazzi, pensava, ma essendo un servo probabilmente finita la leva, saranno finiti gli allenamenti, e le conoscenze di scherma saranno andate nel Dimenticatoio.
Crystal era una guerriera. Questo era stato il suo primo impatto su di lei e non aveva alcun dubbio su ciò. Cinica, sprezzante del pericolo, scaltra, pragmatica stratega, grintosa e determinata, non aveva paura di niente e nessuno, e, come se non bastasse, era un’atleta formidabile, sapeva usare i suoi poteri con maestria e dalla spada che portava era certo che la ragazza fosse una spadaccina provetta anche se non l’aveva mai vista usare la lama. Insomma l’impressione che aveva dato ad Hans era quella di una Guerriera con la G maiuscola. Anni fa aveva letto una saga di libri che parlavano di un’eroina greca: Xena, ‘l’invincibile principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie’ citando l’introduzione. Una donna bellissima e guerriera invincibile, e Crystal gliela ricordava molto. Hans era sempre stato dell’idea che una donna vestita da uomo non potesse assolutamente essere attraente, Crystal gli distrusse il mito. Atletica e intraprendente, con due occhi pazzeschi identici a quelli di Elsa, quella ragazza riusciva ad avere fascino anche in combattimento. In viaggio, Anna gli aveva spiegato in breve chi fosse Kristoff e Hans non si sarebbe certo meravigliato se fosse saltato fuori che il consegnatore di ghiaccio, crescendo, ci avesse fatto un pensierino su di lei. Hans non si vergognò minimamente a fare quegli apprezzamenti mentali. Solo perché era innamorato di Elsa, non significava che fosse improvvisamente diventato cieco. Ma tornando a monte, nonostante Crystal fosse una guerriera, quanto poteva resistere con il cuore congelato? Gli atti di vero amore non cadono dagli alberi. Sarebbe stata solo questione di tempo prima che si congelasse anche lei.
Hans si volle dare una sberla in quel momento. Non solo stava pensando prima ad un’emergenza secondaria, ma stava pensando a fare un lavoro di forza, mentre per riprendere Arendelle bisognava agire d’astuzia. Doveva escogitare qualcosa, doveva pensare e rendersi utile. Già si era sentito un mammalucco rammollito a farsi pestare dai suoi fratelli davanti ad Anna e a non essere riuscito a proteggere più di tanto la slitta.
In mia difesa, mi avevano preso alla sprovvista e io non avevo una balestra, pensò lui, ma il suo dibatto mentale non gli sollevò il morale. Doveva fare qualcosa. Improvvisamente gli venne un’idea, rischiosa, ma che poteva funzionare. Il principe decise di esporla ai compagni una volta arrivati a destinazione, al momento anche lui era stanco e il sonno si faceva sentire. Hans si fece comodo sulla slitta, lanciò un’occhiata alle due sorelle addormentate, poi al servitore fedele e alla guerriera, poi chiuse gli occhi e anche lui si addormentò.

Gli unici rimasti svegli sulla slitta erano Graham e Crystal. Nonostante avessero chiacchierato un po’, tra i due era calato un lungo silenzio. Crystal era assorta nei suoi pensieri e ogni tanto si guardava intorno per dare direzioni a Graham. Il ragazzo invece stava aspettando con ansia che gli altri si addormentassero per fare a Crystal la fatidica domanda.

“Dicevi sul serio prima nel palazzo?” disse Graham attirando l’attenzione di Crystal. Non era quella la fatidica domanda, ma un piccolo dubbio che voleva chiarire “Davvero saresti stata disposta a uccidere per aprirci la strada?” le chiese.

“No, mi serviva una frase ad effetto. Altrimenti chi la smuoveva Elsa?” rispose lei con un sorrisetto. Graham si lasciò scappare un sorriso, scuotendo la testa. “E poi, quei soldati sono miei sudditi, non posso fargli del male, o almeno non troppo. Abbiamo bisogno di alleati, non di nemici”

“Non penso funzioni così” disse lui.

“Lo so, ma se li facessimo fuori ogni volta che ci corrono dietro per ordine di Kyle e Robert, la cosa sarebbe molto controproducente”

“Effettivamente gli altri sudditi non penso si fiderebbero di noi” commentò lui. Poi fece la ‘fatidica domanda’. “Che ti è successo?” le chiese improvvisamente il servo. Crystal si voltò verso di lui chiedendogli di ripetere la domanda “Che ti è successo? Prima, quel pupazzo di neve e Hans hanno detto che non potevi andare a cercare Kristoff ‘nella tua condizione’. Che è successo?” chiese nuovamente lui. Crystal esitò prima di rispondere.

“Un piccolo incidente” rispose lei

“Di che tipo?” insistette Graham. Lei rimase in silenzio “Crystal, dimmelo”

“Va bene… tanto prima o poi lo avresti scoperto…” brontolò “Elsa mi ha gelato il cuore…” confessò lei.

“Che cosa?!”

“Shhh!!!” i due si assicurarono che gli altri stessero ancora dormendo.

“E’ stato un’incidente. Ha perso il controllo e ha colpito sia me che Anna, nonostante io abbia cercato di proteggerci entrambe. Almeno Anna adesso sta bene”

“E tu?”

“Io posso aspettare il nostro arrivo. Una volta arrivati Elsa mi aiuterà a togliere il ghiaccio e fatto ciò potremmo organizzarci per andare a prendere a calci nel deretano quei due usurpatori” Graham non era del tutto convinto del piano. Sapeva che Elsa non sapeva ancora controllare i suoi poteri. Quella fu la prima volta che egli dubitò di un piano di Crystal, ma nonostante i suoi dubbi lasciò cadere l’argomento.

“Quindi, alla fine hai deciso di riprendere il trono” disse Graham. Crystal lo guardò aggrottando le sopracciglia. Graham non si riferiva solo al regno e lo aveva capito bene.

“No” fu la sua risposta secca.

“Crystal-”

“Graham, ne abbiamo già parlato. E’ da quando sono morti i miei genitori che ne parliamo. Io non tagliata per fare la regina. Io non sono una regina. Quando riprenderemo Arendelle la corona tornerà ad Elsa, lei riuscirà a scogliere questo inverno e tutto tornerà come prima” disse lei interrompendolo.

“Quindi una volta che sarà tutto finito tu tornerai qui sulle montagne?” le chiese lui guardandola male. Crystal guardò altrove, non riuscendo ad incontrare gli occhi viola del ragazzo.

“Non lo so, Graham… mi sento divisa in due” confessò la bruna facendogli cenno di girare. “Da una parte vorrei tornare a casa, ma dall’altra… diciamo che preferisco i miei incantesimi a quello che mi aspetta a palazzo” disse lei con un sorrisetto. Graham la guardò male, il sorriso di Crystal scomparve e la ragazza fece un sospiro nascondendo il volto tra le mani “E’ complicato…” disse abbattuta. Lo sguardo di Graham si addolcì. Il ragazzo allora mise le redini in una mano e allungò l’altra sulla spalla di Crystal che alzò subito lo sguardo verso di lui.

“Se Elsa si riscatterà salvando il regno, tu farai lo stesso aiutandola” disse lui.

“Spesso ritorno a pensare a quello che ho fatto 17 anni fa e a quello che mi ha detto Elsa al suo castello…” disse Crystal “Penso a quello che mi ha detto e in parte ha ragione. Mi sarei potuta mostrare a lei e Anna, avrei potuto aiutarle meglio e adesso non saremmo in questo casino… mi ha detto che lei mi ha sempre messa su un piedistallo... e io l’ho delusa”

“Te l’ha detto apertamente?”

“No, ma il sottotitolo era quello…” la ragazza si voltò dietro per vedere nuovamente le sue sorelle che dormivano abbracciate, o meglio, Anna abbracciata ad Elsa, ed Hans che dormiva appena più in là.

“Non per mettere il dito nella piaga, ma in fin dei conti è meglio così. Sinceramente, preferisco l’inverno perenne al cataclisma vulcanico” Crystal non poté fare a meno che abbozzare un sorriso che sparì quasi subito.

“Ma io l’ho abbandonata, Graham. Elsa aveva bisogno di me e io non c’ero come avrei dovuto. Avrei dovuto prendere in mano la situazione, diventare regina e aspettare che diventasse maggiorenne per poi darle il trono. Elsa aveva ragione, questo era un percorso che dovevamo fare insieme: io, lei e Anna, che è il nostro unico punto di riferimento rispetto al mondo reale… ho fatto un casino, Graham… tutto questo è solo colpa mia…”

“Andrà tutto bene, Crystal” disse lui guardandola negli occhi “Vedrai… Le ci vuole solo un po’ di tempo. Tu insegnale intanto l’indispensabile di quello che deve sapere e vedrai che si risolverà tutto” Crystal gli sorrise e avvicinandosi a lui guardò nuovamente dietro e notò una cosa. Elsa aveva ancora quella collana. Era un piccolo ciondolo d’argento con la forma di un fiocco di neve. Glielo aveva regalato lei per Natale quando erano piccole, o meglio, lei e loro madre glielo avevano regalato. La regina Idunn era andata in città per prendere dei regalini per loro e Crystal aveva insistito per andare con lei e fare dei regalini per Elsa e la piccola Anna. Lo aveva scelto lei quel ciondolo e Elsa, nonostante il rancore nei suo confronti, lo portava ancora. Graham se ne accorse e senza saperlo entrambi per un momento furono investiti dallo stesso ricordo…

 

4 anni prima…

A Elsa questo non piacerà… aveva pensato Graham quando ricevette l’ordine del re. Lui e un suo amico servitore si diressero subito verso la cappella interna del palazzo. Entrato nella stanza, guardò verso l’altare dove accanto era stanziato un dipinto raffigurante il volto di Crystal quando era bambina, accanto al quadro c’erano, come al solito, delle candele accese e dei fiori ai lati. Era stato fatto in memoria della principessa scomparsa. L’amico di Graham si guardò intorno e fece un fischio ammirando la piccola cappella.

“Non ci sono mai entrato qui... bella!” poi vide il dipinto “Immagino sia quello”

“Diamoci da fare, prima finiamo meno possibilità abbiamo che le principesse vedano che stiamo facendo” disse Graham. Soprattutto Elsa… aggiunse nella sua mente. I due ragazzi si avvicinarono all’altare e si diedero da fare. In poco tempo avevano portato via sia le candele che i fiori, mancava solo il quadro. Mentre l’altro ragazzo portava via le ultime candele, Graham era già davanti al quadro. Si chinò per afferrare la base della cornice, quando notò una cosa ai piedi del dipinto: una collanina d’argento con un fiocco di neve. L’avrebbe riconosciuta ovunque, era il regalo di Natale di Crystal per Elsa di 13 anni prima. Sapeva che il re aveva detto di portare via tutto e liberarsene, ma Graham decise che non avrebbe buttato via quell’oggetto che sapeva essere importante per la sua principessa. Graham prese la collana e se la mise in tasca un attimo prima che arrivasse il compagno. I due ragazzi allora, presero il dipinto e lo portarono fuori, ma la fortuna non gli sorrise… Elsa arrivò in quel preciso istante, tornata da una delle sue rare passeggiate fuori dalla sua stanza e sfortunatamente, li vide e marciò in fretta verso di loro.

“Ehi! Ehi, voi due!” esclamò la principessa attirando l’attenzione dei due “Che state facendo?!”

“Re Adgar ha ordinato di toglierli dalla cappella” spiegò Graham chiedendole scusa con lo sguardo.

“COSA?!”esclamò Elsa “Non puoi farlo! Crystal era tua amica, Graham! Rimettete subito tutto a posto” ordinò.

“No, vostra Altezza” A quella risposta Elsa rimase stupita. Graham non aveva mai e poi mai disubbidito ad un suo ordine “Re Adgar ha detto che in caso vi avessimo incontrata e ci aveste detto di rimettere a posto, di non ubbidirvi”

“Che cosa ci dovete fare?” chiese Elsa guardandolo male.

“Dobbiamo liberarcene” disse Graham ripetendo le parole del re “Mi dispiace, Principessa, ma sono ordini di vostro padre” spiegò lui.

“Okay, questa è una FOLLIA!” disse arrabbiata Elsa girando i tacchi e allontanandosi fortunatamente riuscendo a contenere il ghiaccio.
Nel frattempo, Crystal stava appollaiata sul ramo di un albero accanto alla finestra dello studio di suo padre. Aveva appena finito di controllare Anna per vedere come stava e stava cercando Elsa. Si era fermata un attimo davanti lo studio osservando da fuori suo padre. Un senso di forte rancore le rodeva lo stomaco, ma poi si decise a muoversi. Stava per arrampicarsi altrove quando si spalancò la porta dello studio del re ed entrò Elsa furibonda. Crystal subito si bloccò pronta ad ascoltare.


“Quando si entra in una stanza si è soliti bussare” disse il re continuando a cercare qualcosa nella libreria.

“Non avevi alcun diritto di togliere quel memoriale!” accusò Elsa.

“A dire il vero sì, l’ho appena fatto. C’è stato 13 anni, sono anche troppi” rispose l’uomo.

“Ma per piacere! Tu non vuoi più quel memoriale perché sei uno stronzo dal cuore di ghiaccio!” esplose lei.

“Che cosa hai detto?” disse il re voltandosi minaccioso

“Elsa che dice ‘stronzo’?” bisbigliò Crystal sorpresa“ ‘Stronzo’?!” ripeté incredula, continuando a seguire la conversazione.

“Ho detto che sei un misero… egocentrico… stronzo!” continuò Elsa “Che non vuole avere intorno più nulla che gli ricordi della figlia che ha perso perché sa che se Crystal è scappata, è stata solo colpa sua!”

“Non mi piace il tuo atteggiamento, signorina-”

“-Non me ne frega un benemerito accidente di cosa non ti piace! Tu non puoi più comandarmi a bacchetta. Vedi, padre, io ormai sono cresciuta, posso decidere da sola. Sono più che in grado di dare voce ai miei pensieri e già che ci sono, posso anche finalmente dare voce a quelli che Crystal non ha mai potuto esprimere” disse Elsa avvicinandosi minacciosa al padre, lasciando una scia di ghiaccio dietro di sé “Crystal ti ha odiato, da quando hai cominciato a punirla e denigrarla per qualunque cosa. Tu sei stato un pessimo padre per lei, che per ogni istante della sua vita ha pensato che i poteri di sua figlia fossero una disgrazia. Io non ti ho mai sentito dirle qualcosa di carino!”

“Se fossi in te sceglierei le mie prossime parole molto attentamente” disse Adgar minaccioso

“Che succede se no? Che puoi farmi ancora?! In prigione ci sono già e Anna e Crystal già me le hai tolte” E lì partì uno schiaffo che risuonò per la stanza. Elsa si tenne la guancia guardando il padre con occhi sgranati e increduli. Crystal era rimasta di stucco come lei, ma le mani minacciavano di infiammarsi da un momento all’altro per la rabbia. A stento si trattenne ferma sul ramo ad osservare.

“Non azzardarti mai più a parlarmi così” disse l’uomo “Io vi ho lasciate fare per conto vostro ma non avete fatto altro che combinare guai. Vuoi passare del tempo con Anna? Vuoi uscire da quella stanza? Allora impara a controllare i tuoi poteri e non disubbidirmi. Se hai un rimedio migliore fa pure, ma non venire a piangere da me quando combinerai qualche altro disastro” il re fece una pausa ricomponendosi “E adesso puoi uscire da dove sei entrata” Elsa lo guardò ferita. Suo padre è sempre stato un po’ freddo e distaccato da lei, ma non era mai stato così… cattivo e tanto meno l’ aveva presa a schiaffi. Elsa trattenne le lacrime e uscì subito dalla stanza, seguita da una scia di ghiaccio. L’odio e il rancore di Crystal avevano superato il limite e senza togliere lo sguardo dal re, lentamente portò una mano alla cintura estraendo la spada. La ragazza era livida dalla rabbia e dall’odio, la sua temperatura corporea aveva superato di gran lunga i gradi umanamente raggiungibili e stringeva l’impugnatura della spada con una tale forza da far diventare bianche le nocche. Stava per sfondare il vetro con i suoi poteri e fare l’errore più grande della sua vita. Doveva solo avvicinarsi per saltare dentro con rapidità. A salvarla fu sua madre, la regina Idunn, che in quel momento entrò nello studio visibilmente arrabbiata, il che fu una sorpresa sia per Adgar che per Crystal. La regina Idunn era una donna dolce, affettuosa e spesso timida, mai nessuno l’aveva vista arrabbiata.

“Che cosa le hai fatto?” disse la regina con autorità.

“Eh?” fece il re

“Ho incontrato Elsa qui fuori, quasi in lacrime e con una guancia rossa. Che cosa le hai fatto?” ripeté la donna.

“Le ho semplicemente ricordato che i suoi poteri sono pericolosi e che quando io do un ordine non deve disubbidire. In sintesi l’ho rimessa al suo posto” rispose l’uomo mascherando il suo stupore. In 22 anni di matrimonio, sua moglie non gli aveva mai parlato con tono così severo.

“E c’era bisogno di darle uno schiaffo?! Sai quanto Elsa sia sensibile, ha già fatto un grande passo avanti a non aver congelato tutto e a non aver congelato te. Sai che quel memoriale era importante per lei. Come hai potuto toglierlo?”

“Idunn, per favore-”

“-No, Adgar. Tu adesso mi ascolti bene, perché questa volta hai davvero esagerato” interruppe la regina “Perché riesci ad essere gentile, dolce e sereno, solo con Anna? Perché sei così… freddo con Elsa? Io vedo che ci provi ad essere carino con lei, ma sei sempre molto distaccato. Perché stavolta sei esploso così? Non ti è bastato perdere Crystal?”

“Ho fatto togliere quel memoriale perché è ora di voltare pagina e andare avanti. Non fa bene a nessuno di noi. Anna comincerà a fare domande, Elsa congela qualunque cosa appena la pensa e tu non riesci a cambiare pagina. Nostra figlia è morta, Idunn, non tornerà”

“Crystal è scappata e non ritrovata. Non è morta” ribatté decisa la regina

“Idunn, sii ragionevole! Come può una bambina come lei sopravvivere da sola?”

“Perché è speciale, Adgar! Perché non lo vuoi capire?!” la regina fece una pausa seguita da un respiro profondo “Tu avevi una figlia che ha sinceramente e profondamente creduto di non piacerti- voglio dire- Crystal parlava, si impegnava con i suoi poteri, cercava di comunicare, ma perché tu non l’hai mai… ascoltata? Io mai una volta ti ho sentito dirle qualcosa di carino da quando si sono manifestati i suoi poteri. Perché non le hai mai fatto capire di essere importante per te almeno una volta?” senza accorgersene Idunn stava alzando la voce ad ogni parola.

“Che significa? Mi stai dicendo che non le volevo bene? Per la miseria, Idunn! Era mia figlia!” rispose il re alzando la voce.

“Allora perché non le hai mai dimostrato di tenerci a lei? L'ultima volta che l'hai tenuta in braccio è stato quando aveva 7 mesi, il giorno in cui si sono manifestati i suoi poteri. Da quel giorno non l'hai mai abbracciata, non le hai mai detto un 'ti voglio bene' , passavi pochissimo tempo con lei. Crystal ti ha cercato in tutti i modi, sentiva il tuo distacco e tu il massimo che facevi per mostrarle affetto era un raro pat-pat sulla testa”

“Ho tentato di aiutarla con il suo problema! Non ti basta?”  disse arrabbiato ma insicuro il re. La regina scosse la testa.

“No, Adgar… non mi basta… perché tu non hai tentato di aiutarla” disse la regina Idunn “Vedi, tu non le hai regalato quel libro sulla magia… io l’ho fatto, io te l’ho dato affinché tu glielo regalassi. Tu non la incoraggiavi a usare i poteri… io lo facevo. Tu hai sempre tentato di sopprimere i suoi poteri e stai riproponendo lo stesso ad Elsa che-” la regina si bloccò improvvisamente quando capì tutto “Tu non le accetti” accusò.

“Cosa?” rispose lui sgranando gli occhi. Appena udì quello che disse la regina, Crystal si sentì crollare un muro di piombo addosso e non solo per aver scoperto che il suo amato libro di magia non fosse stato realmente un regalo di suo padre.

“Tu non accetti il fatto che Crystal ed Elsa siano diverse” continuò la regina. Un altro muro di piombo cadde sulla testa di Crystal. Aveva capito già da tempo la verità, ma per qualche motivo si era aggrappata a una lontana speranza che non fosse così, di sbagliarsi, ma sentire sua madre accusare il re di non accettare la diversità delle sue stesse figlie le aveva distrutto e polverizzato quella remota speranza di essere in errore.

“Perché non le vuoi accettare? Sono le tue figlie!” infierì la regina.


“I loro poteri sono solo fonte di guai! Quelli di Crystal in particolare. Elsa all’inizio era già più capace, Crystal era un caso perso, portava solo distruzione ed era pericolosa per tutti” rispose acido il re.

“Elsa era più capace perché c’era Crystal a guidarla! Tu non solo non le accetti, ma tu hai paura di loro perché sono diverse!”

“Hanno una maledizione, Idunn! Crystal ha quasi ucciso Elsa ed Elsa ha fatto lo stesso con Anna! Qualunque cosa toccano una lo ghiaccia e l’altra lo brucia!”

“Il loro è un dono che stanno imparando ad usare! Elsa e Crystal sono perfettamente normali, hanno solo bisogno di qualche attenzione in più” disse la regina cercando di farlo ragionare “Adgar” disse con tono più tranquillo ma sempre autoritario “Elsa e Anna non posso più vivere così. Non gli fa bene a nessuna delle due. Riproporre ad Elsa lo stesso trattamento che avresti riservato a Crystal non serve a niente. Li hai letti quei messaggi, perché non provare?”

“Perché non mi fido! Elsa è mia figlia, so io cosa è meglio per lei e non mi fido di un bigliettino che possono aver scritto Ferdinand, o suo figlio, o sua moglie. Loro non ne sanno niente”

TU che ne sai, Adgar?” disse la regina fulminandolo “Che poteri hai tu per sapere cosa fare? L’unica persona che può veramente aiutare Elsa è Crystal, e lo sai!”

“Nostra figlia è morta, Idunn! Fattene una ragione!” abbaiò il re.

“Per la miseria, Adgar! Come fai ad essere così cieco?! Come fai a non capire che l'autore di quei messaggi-” Idunn si bloccò capendo di stare per parlare troppo. Fece un respiro e riprese “Elsa è anche mia figlia e penso di avere anch’io voce in capitolo”

“Idunn, basta così” fece il re “Volente o nolente, Elsa continuerà col nostro metodo anche se pensa di averne trovato un altro”

“Non penso proprio” si impuntò la regina “Se Elsa troverà da sola un’altra soluzione la seguiremo”

“Ho detto basta così”

“Perché? Perché sai che ho ragione?” disse la regina con amara ironia.

“Sono il re e devi ascoltare i miei-”

“-Re e Regina sono uguali ad Arendelle!” lo interruppe lei “ora sei tu che devi ascoltare me” disse Idunn con un’inaspettata autorità “Elsa è adulta” riprese la regina “Ed è in grado di decidere da sola” ci fu una pausa “Non fare con lei lo stesso errore che hai fatto con Crystal. Io non ho alcuna intenzione di perdere le mie figlie. Elsa è tanto dolce e tranquilla, ma anche lei ha un limite di sopportazione. Potai pure tentare di nasconderlo, ma tu hai paura di lei ed Elsa lo percepisce come lo percepiva Crystal. Con Elsa sei a malapena meno rigido, ma non basta. Devi comportarti con lei come ti comporti con Anna, perché quando Elsa non ne potrà più e se ne andrà, stai pur certo che Anna la seguirà. Tu pensi di aver perso Crystal quando è scappata, ma in realtà l’hai persa molto prima e lo stesso sta per succedere con Elsa” lo rimproverò la regina, le cui parole sembravano aver colpito il re come una spada sul collo “Cambia il tuo atteggiamento e sistema questa situazione, Adgar, una volta per tutte e fallo subito!” detto ciò la regina girò i tacchi e uscì dallo studio lasciando da solo il re.

Crystal era rimasta decisamente scossa da quella conversazione, colpita dalle parole di sua madre e dalla forza con cui aveva rimesso in riga quell’uomo che lei  da tempo non identificava più come suo padre. Pi volte aveva pensato ad un ritorno, ma dopo aver udito questa conversazione, ormai i pensieri che per anni aveva cercato di reprimere la investirono di nuovo come un fiume in piena. Se fosse tornata, lei e Adgar non avrebbero mai potuto ricostruire un rapporto che non hanno mai avuto. Se tornado un giorno sarebbe arrivato il tanto atteso e bramato 'ti voglio bene' del re, non ci avrebbe creduto. Ormai era arrivata al punto in cui il 'ti voglio bene' di quell'uomo le sarebbe sembrato una bugia. Se da un lato sentiva il rancore per il re crescere a dismisura, dall’altro era felice di sapere che sua madre fosse dalla sua parte e che la credesse ancora viva. Guardò in basso a sinistra e si accorse di avere ancora in mano la spada. Rimise l’arma nel fodero e silenziosamente scese dall’albero su cui si era appostata, prima di andarsene doveva parlare con Graham per la prossima visita, che per cause di forza maggiore, sarebbe avvenuta un anno dopo, una settimana prima della partenza dei monarchi.
Finito il suo lavoro con il memoriale, Graham fu subito chiamato nelle cucine per un lavoretto veloce. Finito di corsa il lavoretto, andò verso il ripostiglio per mettere via delle cose, ma quando stava per allontanarsi per andare a vedere come stava Elsa, si sentì chiamare. Crystal era appostata vicino alla porta sul retro. Graham si avvicinò subito a lei.

"Hai la faccia sconvolta. Che è successo?" le chiese lui prendendole le mani.

"Due conversazioni poco piacevoli" disse lei, poi scosse leggermente la testa "Non ne voglio parlare ora"

"Quando vuoi, io sono qui" disse lui con un sorriso, strofinandole il dorso delle mani col pollice.

"Graham, devo vederla" disse Crystal all'improvviso.

"Elsa? Stavo per andare a vedere come stav-"

"No, non Elsa" disse Crystal, puntando i suoi occhi azzurri contro i suoi viola "Devo vedere mia madre. Devo parlare con lei" Graham le fece un sorriso.

"Fammi sapere quando tornerai, ci penserò io a farvi incontrare" disse lui. Si guardarono un attimo, poi sentirono delle voci. Crystal rapidamente si alzò sulle punte, gli scoccò un bacio sulla guancia, lasciando che lui le desse un veloce abbraccio e sussurò un frettoloso saluto che Graham ricambiò, poi tirò su il cappuccio del mantello e rapidamente tornò verso le montagne.


Graham invece, per non avere ulteriori impedimenti, scappà di corsa dalla cucina e andò verso la stanza di Elsa, facendo attenzione a non trovarsi faccia a faccia con Anna. Giunto alla porta bussò, ma non ottenne risposta, accostò l’orecchio alla porta e a malapena sentì dei singhiozzi provenire da dentro. Non ebbe bisogno di girare il pomello per sapere che la porta fosse chiusa a chiave. Si tolse dal farsetto smanicato la spilla della servitù reale e infilandola nella serratura, dopo averci smanettato un momento, sentì un doppio CLICK. Si rimise la spilla e aprì la porta entrando nella stanza chiudendo la porta dietro di sé e richiudendola a chiave. Non era la prima volta che si era ritrovato a scassinare la serratura della porta di Elsa, in genere dopo piccoli incidenti di congelamento vari. La stanza era gelida, le pareti  erano ghiacciate come il pavimento, fiocchi di neve cadevano lentamente a terra. Elsa stava seduta sul letto dandogli le spalle, piangendo silenziosa. Graham silenziosamente si avvicinò a lei e tirò fuori dalla tasca la collanina per poi allacciargliela al collo e delicatamente spostandole i capelli sopra la catenina una volta allacciata. Sorpresa, Elsa si portò una mano al collo e quando sentì sotto le dita il fiocco di neve, riconobbe subito l’oggetto.

“Grazie” disse Elsa con un filo di voce. Graham, allora si sedette sul letto dietro di lei mettendole una mano sulla spalla in segno di conforto. Elsa allora si voltò incrociando il suo sguardo. Poi, il servo delicatamente le portò una mano sul viso asciugandole le lacrime per poi avvicinare il volto di lei al suo e baciarle la fronte. A quel gesto, Elsa abbassò lo sguardo, ma invece di spostarsi si voltò nuovamente appoggiando la schiena al petto di Graham che le cinse la vita con le braccia appoggiandole il mento sulla spalla.

“Perché tu sì?” gli chiese Elsa all’improvviso. Graham sapeva perfettamente di cosa stesse parlando. Dal canto suo, Elsa sapeva già la risposta, ma voleva sentirselo dire. Voleva che lui glielo dicesse.Voleva sentirlo dire dall'unico amico di cui poteva fidarsi.

“Io non ho paura” rispose Graham con sicurezza. Era vero, lui non aveva paura affatto, non temeva il fuoco di Crystal come non temeva il ghiaccio di Elsa. Ma questo non significava che non sentisse caldo o freddo, infatti venne presto colto da un brivido di freddo, ma non per Elsa, per la stanza. Elsa stranamente non era affatto fredda era della temperatura corporea di una persona comune forse poco più bassa ma nella norma.

“Dovresti uscire, non voglio farti ammalare” disse Elsa accorgendosi del brivido di Graham. Lui di tutta risposta la baciò sulla guancia. Rimasero così abbracciati per qualche minuto, ma nonostante Elsa avesse smesso di piangere, Graham sapeva che la ragazza aveva ancora la testa sulla probabile conversazione poco piacevole avuta col padre. Il ragazzo allora si alzò, fece il giro del letto e si mise davanti ad Elsa e le prese le mani tirandola su, incrociando lo sguardo incuriosito della principessa. Graham poi la guidò al centro della stanza e una volta fermati, con una mano tenne la sua e con l’altra prima le prese la  mano libera e se la mise su una spalla, poi le mise la sua alla vita.

“Non so ballare” disse subito lei capendole intenzioni di Graham.

“Ti dico io cosa fare, è semplice” disse lui e iniziò a spiegarle i passi. In poco tempo i due si ritrovarono a ballare nella stanza senza musica. L’unico suono era quello delle loro risate ogni volta che si impicciavano perché Elsa si perdeva o perché Graham andando troppo veloce le aveva schiacciato un piede. Graham era fatto così, quando qualcuno a cui lui voleva bene stava male il suo obiettivo era di farlo sorridere ed Elsa era sua amica. Graham mentre ballavano la fece girare su sé stessa  più volte ed Elsa gli sorrise dimenticando per un momento cosa fosse successo prima con suo padre. Solo per un’istante riuscirono a ballare un walzer decente che fu presto rovinato quando Graham se ne uscì con una stupidaggine e ridendo si abbracciarono ballando, poi dopo un momento di silenzio, i due si fermarono. I ragazzi alzarono la testa e si trovarono a guardarsi negli occhi l’uno con l’altra, viola e azzurro.

“Riuscirai a controllare i tuoi poteri, Elsa. So che puoi farcela” le disse Graham con tono dolce, spostandole la frangia da davanti gli occhi e sistemandole una ciocca bionda dietro l’orecchio, ma le  tenne la mano sulla guancia.

“Grazie, Graham” rispose Elsa. Ci fu un attimo di silenzio in cui nessuno dei due disse niente, ma continuarono a guardarsi. Lentamente, molto lentamente, Graham, col cuore che batteva all’impazzata, si abbassò verso di lei e appoggiò la fronte alla sua. Elsa aveva il cuore che le batteva a mille, ma non si spostò, ed esitando lentamente gli andò incontro. Erano vicinissimi, chiusero gli occhi e ...

 
 
“Siamo arrivati” disse Crystal richiamando l’attenzione di Graham. Lui fermò i cavalli e guardandosi intorno, si trovò nella Valle della Roccia Vivente, il luogo abitato dai troll.

“Ma dove sono i troll?” chiese Graham. Di tutta risposta le rocce sparpagliate per la valle cominciarono a tremare e a rotolare circondando la slitta.

“Ehm… Crystal?” fece Graham allarmato, e in quel momento le rocce si rivelarono essere i troll.

“CRYSTAL E’ TORNATA!” strillarono tutti in coro, festosi facendo saltare come molle Hans, Anna ed Elsa, svegliandoli. Nessuno dovette dire niente, i cinque scesero dalla slitta e furono trascinati da Granpapà che li attendeva con Kristoff e Olaf.

 

Ed ecco qua! Fine Capitolo 10! Allora? Che ne pensate? Bello? Brutto? Interessante? Palloso?
Povere ragazze... a volte mi sembra di essere troppo sadica con loro.
OO-HO! Crystal dopo anni voleva incontrare Idunn! Come pensate sarà stato l'incontro?
DUUH-DUUH-DUUUHHH!!
Graham! Elsa! Che cosa succede?! C'è qualcosa che noi non sappiamo? O meglio.... che Crystal non sa?
Fatemi sapere come vi è sembrato il capitolo, commenti costruttivi, lunghi e succulenti sono ben accetti. Spero abbiate gradito, se non avete letto la nota iniziale tornate su e leggete l'annuncio.
VI PREGO RECENSITE! Sono assuefatta dalle vostre recensioni, sono la mia linfa vitale!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al Capitolo 11!

Baci

Stella

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Capitolo 11
*** Un Primo Addestramento ***


Ciao ragazzi!!! Come va? Eccomi tornata con la storia! Ecco come regalo di Natale per la vostra pazienza un'altro capitolo del re-make di 'Frozen'!!! Avevo intenzione di farlo più lungo, ma alla fine ho deciso di fare due capitoli più brevi in quanto più funzionali.
Adesso la smetto ciarlare e buona lettura!

 

Quando Kristoff vide Anna, subito si fiondò preoccupato verso di lei. La ragazza non fece in tempo a parlare che lui subito la tirò a sé in un abbraccio stretto. Non appena ci fu quel contatto, e sentite le esultanze di sottofondo del pupazzo di neve, che se ne era accorto subito, Kristoff si notò realmente per la prima volta che Anna non era più fredda come prima, così le prese i volto tra le mani e partì l’interrogatorio di terzo grado. I ragazzi in breve (con qualche intermezzo di accenno al litigio tra Crystal ed Elsa, prontamente placato da Anna) gli spiegarono cosa fosse successo a palazzo e sulla slitta e di come Anna avendo visto Kyle dall’altra parte delle slitta, si era presa una freccia nello stomaco per salvare Elsa, compiendo così il suo atto di vero amore. Quando Kristoff venne a sapere che Anna era salva si sentì nettamente più sollevato, ma il suo sollievo si tramutò in una sorta di tristezza quando Anna gli presentò Hans, ma i due principi non ebbero il tempo di annunciare la rottura del fidanzamento, che il consegnatore di ghiaccio si era già rivolto verso Crystal per sapere se anche lei si fosse salvata in qualche modo. Non ci fu molto dialogo tra i due, solo scambio di sguardi e un mezzo sorriso rassegnato della ragazza. Granpapà si fece subito avanti con parole di conforto per Crystal, ma la ragazza, nonostante fosse grata del sostegno, riportò subito l’attenzione sul problema principale, ossia riprendere Arendelle e riportare l’estate. Il gruppo si era radunato nella parte più interna della Valle, intorno ad un grosso macigno che poteva fare tranquillamente da tavola, e cominciarono subito a discutere sul da farsi. Fu quando Kristoff venne chiamato da Bulda (Mamma Troll) per un ‘compitino veloce’, come lo aveva chiamato lei, e Anna si allontanò un momento per parlare in privato con Granpapà che, visto il momento di pausa, Crystal ed Elsa cominciarono una conversazione inizialmente civile, che, nonostante gli sforzi di Hans e Graham… purtroppo non finì troppo bene.

“Ma perché l’hai fatto? Perché?!” disse Kristoff con tono di rimprovero una volta che i due si erano allontanati dalla ‘scena del crimine’.

“Perché mi ha fatta arrabbiare, semplice” rispose Crystal tentando di nascondere il tono mortificato della voce “O la mandavo a quel paese e la finivo lì o le bruciavo un piede… e le ho bruciato un piede” Kristoff fece un sospiro coprendosi il volto con una mano in gesto di commiserazione. “E poi non pensavo di scottarla così tanto!” aggiunse “Voglio dire- ci ha congelato il cuore, ha costruito un castello di ghiaccio, scatenato una bufera di neve, congelato l’estate, portato un inverno perenne… e si scotta per un po’ di calore? Ma che razza di Regina delle Nevi è?”

“Le hai sparato una fiammata su un piede!”

“E’ stato un colpo rapido! Neanche tu ti saresti scottato!” ribatté Crystal “Ma Anna prima mi ha detto che-”

“-aspetta, aspetta! Anna?! In quei due secondi che sono andato da Elsa, Anna è passata qui?” disse Kristoff allarmato.

“Sì, Anna mi ha detto che le fa male a mettere la scarpa… Ma ha cominciato lei con i poteri!” tentò di difendersi Crystal, anche se sapeva che il comportamento di nessuna delle due era giustificabile.

“No, Cry… non ci siamo” disse Kristoff alzandosi dal tronco su cui si era seduto, avvicinandosi alla ragazza e quando riaprì bocca, disse una frase che Crystal stava veramente iniziando ad odiare. Era la frase che le rivolgeva sempre quando stavano per fare una litigata, ossia quando stavano per partire i ragionamenti contorti e spesso senza capo ne coda tutti incentrati su di lui. Il biondo si fermò davanti a lei e poi la pronunciò:

“Ascoltami bene un momento-”

“-Kristoff, io ti ammazzo!!”

 “
Se Anna ti ha detto questo” riprese Kristoff alzando gradualmente la voce “Significa che Anna sa che tu, la sorella estranea e praticamente più mia sorella che sua, ha bruciato e litigato nuovamente con Elsa, la sua sorella adorata. Si sono parlate e se questa tua cavolo di impulsività e tendenza all’indole violenta diminuiscono le mie probabilità di farmi la mia prima storia seria con Anna, alla faccia del Bell’Imbusto Basettato, io ti ammazzo!”

“Ma che c’entri te?!” esclamò Crystal innervosita. Intanto, sulla ‘scena del crimine’, Elsa, Anna, Hans e Graham parlavano tra loro, per cercare di distrarre Elsa dalla lite appena avuta, aiutando Bulda a controllare i piccoli troll. Nonostante non si capisse molto di quello che dicevano, riuscivano comunque a sentire gli ululati dei due ‘fratelli’ che ormai erano partiti per la tangente. I quattro si guardarono interdetti.

“Dite che dovremmo andare a vedere che succede?” chiese Graham

“Nooo” rispose Mamma Troll tranquilla.

“-che sono un pazzo psicopatico, proprio come te!” gridava Kristoff in lontananza.

“Se c’è un pazzo psicopatico, storicamente quello sei tu, non io. Per non parlare del fatto che condividi le carote morse da una renna!” rispondeva Crystal

“Se sentite il tono del litigio” disse Bulda con serenità distraendo gli altri dagli strepiti assatanati dei due “Non è un litigio feroce” e intanto Crystal e Kristoff…

“E non dimentichiamoci di quella volta in cui hai voluto farla nella foresta, invece di aspettare di arrivare alla locanda-” urlava Crystal

“Crystal, se ti fai uscire di bocca questo episodio davanti ad Anna io… Ti- ti faccio a pezzi come Dioniso viene fatto a pezzi dalle Baccanti! CHIARO!?!?!” rispose lui

“MA CHE TI URLI?! E, per carità, lascia in pace Euripide. E per la cronaca, Penteo viene fatto a pezzi dalle Baccanti-”

“-Chi se ne frega! E’ uguale!”

“Non è uguale! Beata ignoranza!

“Ma fanno così spesso?” chiese Elsa che si stava tenendo un impacco di ghiaccio self-service sul piede scottato.

“Ogni santo giorno, poi 5 minuti e fanno pace” rispose Mamma Troll con un sorriso di nonchanlance.

“A me ricordano Caino e Abele” disse Anna, con una calma allucinata. Poi guardò verso Elsa “Ah, no… Caino e Abele siete voi”

“Anna, per favore, non mettertici anche tu” rispose Elsa guardandola con ammonimento.

“Beh, non è che abbia tutti i torti” disse Hans, mettendole una mano sulla spalla.

“Hans!” protestò Elsa.

“Elsa, per tutto il tragitto nel palazzo non avete fatto altro che punzecchiarvi e litigare” aggiunse Graham “Vi avrò detto almeno 50 volte di smetterla. Sono dovuto letteralmente mettermi in mezzo a voi per paura che cominciaste ad azzannarvi, e se vogliamo dirla tutta, sei sempre te che cominci” la sgridò il ragazzo.

“No, scusate- un momento. Lei è quella che mi brucia un piede e
io ricevo la ramanzina!?” disse Elsa, offesa.

“Quel frastuono che hai sentito, tecnicamente doveva essere Kristoff che faceva la ramanzina a Crystal” disse Bulda, anche lei rimproverando Elsa.

“Capirai!” protestò la ragazza.

“Elsa, se tu non l’avessi provocata e non le avessi tirato una palla di ghiaccio in faccia, lei non ti avrebbe avvampato un piede” disse Hans “Adesso quando quei due tornano, tu chiami Crystal…”

“… e ti scusi” disse dall’altra parte Kristoff a Crystal, a cui stava facendo lo stesso discorsetto. La ragazza sbuffò, per l’ennesima volta. Era lei la maggiore, doveva essere lei a fare quel discorsetto a Kristoff, non il contrario! Nonostante ciò, brontolò un ‘d’accordo’ e i due si incamminarono di nuovo verso i compagni, ma poi un pensiero fece mutare il broncio di Crystal in un sorrisetto. La ragazza lanciò un’occhiata a Kristoff.

“E così…” cominciò lei “vorresti che la tua prima storia seria fosse con Anna, alla faccia del Bell’Imbusto Basettato” disse citandolo. Kristoff divenne rosso come un pomodoro, ma la guardò incredulo.

“Oh, mio Dio! Di tutta la ramanzina ti è rimasto in testa solo questo?” fece lui cercando di nascondere l’imbarazzo.

“Beh, Anna è la mia sorellina, che ti aspettavi? Che ti lasciassi passare così inosservata una frase del genere?” Kristoff roteò gli occhi e poi rivolse lo sguardo timido verso l’amica.

“Mi stai guardando come se fossi il boia alla tua esecuzione, che mi vuoi chiedere?” fece Crystal notando lo sguardo del montanaro. Kristoff si schiarì la voce, grattandosi il dietro del collo impacciatamente.

“Ecco… tu… t-tu che dici a riguardo?” chiese infine Kristoff.

“Che lo sapevo già” rispose lei con un sorrisetto.

“Davvero?” fece lui sorpreso “Si nota tanto?”

“Kris, vedo come la guardi, ho visto come eri preoccupato quando si stava congelando, ho visto come l’hai abbracciata appena siamo arrivati, e poi, tu eri pronto a rinunciare a lei per sempre riportandola da Hans” disse Crystal sorridendogli “Ti sono infinitamente grata per questo e sono orgogliosa di te” aggiunse mettendogli un braccio intorno alla vita, mentre Kristoff le mise il suo intorno alle spalle

“Davvero?”

“Sì, Anna è davvero fortunata” disse sincera Crystal con un sorriso. Kristoff le sorrise strofinandole la mano sul braccio con affetto.

“Pensi che abbia qualche possibilità?”

“Ne sono sicura. Ascolta, non so cosa sia successo di preciso a palazzo, ma se Hans e Anna cercavano te credo che ci sia un motivo” Kristoff però, invece di essere rassicurato, venne come colpito da un fulmine quando lei menzionò il principe a cui Anna era promessa sposa. Olaf aveva farfugliato qualcosa a riguardo, ma era troppo preoccupato per stare ad ascoltare.

“Ora che lo nomini, come faccio con il Bell’Imbusto Basettato?” disse Kristoff  preoccupato “Lui è più bello, sicuramente più affascinante, colto, ricco, io sono solo un montanaro ignorante che vende ghiaccio per vivere. Come faccio a competere con un principe?!” disse abbattuto.

“Perché ti butti giù così?” fece Crystal “Anche tu sei carino-”

“Appunto, carino… il mio naso è troppo grosso” borbottò lui.

“Ti caratterizza” ribatté lei “Poi, anche tu sei affascinante”

“Ho sputato sulla slitta e parte del mio sputo è volato in faccia ad Anna… davvero affascinante…”

“A parte quello. Sei affascinante a modo tuo.”

“Sono comunque un ignorante…”

“Almeno se ti parlo di Kant e Schopenhauer sai chi sono”

“Ma perché tu mi ci hai rotto le scatole per anni! E poi non è che conosco il loro pensiero, solo informazioni sparse. Io e Anna siamo così diversi, io sono quello che sono e lei… a me sembra perfetta”

“Beh, Anna a volte sbaglia i congiuntivi” disse Crystal

“Anch’io lo faccio. E poi? Niente!”

“Che è bassa e senza curve l’hai dimenticato?”

“Pff! Capirai!” brontolò Kristoff  “Anna è bellissima, ma non è certo per il suo aspetto fisico che mi sono innamorato di lei. Queste sono solo cose superficiali!”

“Kris, anche i tuoi difetti sono solo cose superficiali! Sei un ragazzo bello e intelligente che sa molte più cose di quanto crede” sbottò lei “Tu conosci le montagne come il palmo della tua mano, sai commerciare, conosci alla perfezione le piante curative e velenose anche meglio di me, sai riconoscere le zone ghiacciate pericolose da quelle sicure, sai come creare rifugi di fortuna, anche quello è sapere. Sei leale, sei coraggioso, sei buono, sai prenderti cura degli altri. Sei un po’ irritante e brontolone e sicuramente non conosci un minimo di galateo ma su questo si può sorvolare. Il punto è che quello che conta è ciò che c’è dentro, non quello che appare fuori e se Anna se ne è già accorta, allora non hai nulla di cui temere da Hans” disse Crystal.

“E se Anna non se ne è ancora accorta?” chiese Kristoff.

“Allora fa in modo che se ne accorga”

“Ma Anna è fidanzata con-”

“-MA CHI SE NE FREGA DEL FIDANZAMENTO! Finché non vedi una fede al dito tu non devi mollare! Chiaro? E al momento, io non vedo nemmeno un anello di fidanzamento a dirla tutta” Kristoff rimase in silenzio un secondo, poi alzò la testa e guardò la sua migliore amica con una nuova luce nei suoi occhi.

“Sai che ti dico? Hai ragione! Finché Anna non porterà una fede al dito io non mi arrendo. Se mi vorrà, bene. Se non mi vorrà, pace. Almeno ci avrò provato” disse il ragazzo.

“Bravo! Così ti voglio!” disse Crystal, fiera “Ma ti avverto: se tu le spezzi il cuore-”

“-si lo so. Tu ed Elsa mi spezzate le gambe”

“Hai capito” confermò lei con un sorrisetto. E poi ad Hans ci penso io… all’incoronazione non l’ho guidato da Elsa per niente pensò Crystal tra sé e sé.

“Anch’io ti voglio bene” rispose Kristoff, dandole un veloce abbraccio, tenendole il braccio intorno alle spalle mentre camminavano “Hai detto ‘bello e intelligente’” disse poi Kristoff con un sorrisetto.

“Eh?” fece Crystal.

“Hai detto che sono un ragazzo ‘bello e intelligente” ripeté lui. Crystal fece un sorrisetto scuotendo la testa leggermente.

“Si parlava di Hans. Lapsus linguae, capita” cercò di liquidarlo la ragazza, cercando di allontanarsi, ma Kristoff la tenne a fianco a sé.

“Hai detto ‘bello e intelligente’” continuò lui “Ammettilo”

“Lapsus” insistette lei.

“Ammettilo”

“E’ stato un lapsus”

“Ammettilo!”

“No!” e continuarono così finché non raggiunsero gli altri. Dire che i loro amici erano rimasti allibiti quando li videro arrivare allegri, sorridenti, scherzosi e Kristoff con un braccio intorno alle spalle di Crystal e lei con un braccio intorno alla vita di Kristoff, era un sottovalutare. Anna ed Elsa si guardarono perplesse, Hans e Graham fecero altrettanto, Mamma Troll rimase indifferente.

“Bulda” fece sottovoce Anna, accovacciandosi accanto al troll “Un conto è fare pace… questa è schizofrenia”

“No, è tutto normale, tesoro” la rassicurò la troll con nonchalance.

“Okay, la pausa è finita” fece Kristoff avvicinandosi a loro, non staccandosi da Crystal “Allora, noi abbiamo un grosso problema-”

“-Vi siete baciati?” fece Hans

“NO!!” gridarono i due in coro, sbiancando terrorizzati “MA TI PARE?!- MA QUANDO MAI?!” protestarono.

“Ma come ti salta in mente?! Io e Kristoff?!” protestò Crystal

“Infatti! Cioè- guardala! E’ un torsolo!” disse lui, Crystal lo fulminò.

“Accidenti, Kris! Tu sei bello e intelligente e io sono un torsolo, grazie!” fece sarcastica Crystal.

“Ha! Allora ammetti di aver detto che sono bello e intelligente!” esclamò Kristoff con un sorrisetto.

“Sei insopportabile!” rispose acida Crystal staccandosi da lui e avvicinandosi ad Anna.

“Aspetta, dove vai?” fece Kristoff tentando di riabbracciarla.

“Non ti voglio più abbracciare” fece Crystal scansandosi

“COMUNQUE!” intercedette Elsa, prima che si dilungassero maggiormente “Abbiamo due grossi problemi: scongelare Crystal e riprendere Arendelle. Non abbiamo tempo da perdere con queste stupidaggini. Allora, punto della situazione?”

“Il punto della situazione è che adesso io, Graham e Hans ce ne andiamo da Granpapà e discutiamo del piano, mentre voi tre parlate, visto che Crystal avrebbe qualcosa da dire. Torniamo tra poco con Granpapà” disse Kristoff lanciando un’occhiata all’amica.

“Nessun problema. Anche Elsa avrebbe qualcosa da dire” disse Anna, lanciando la stessa occhiata alla sorella che roteò gli occhi. Gli altri due ragazzi colsero il messaggio e seguendo Kristoff, lasciarono da sole le tre sorelle. Non appena i ragazzi si allontanarono, calò il silenzio tra le ragazze. Anna era in attesa guardando avanti e indietro tra Elsa e Crystal, le altre due invece non osavano guardarsi e quando incrociarono lo sguardo di Anna lei gli fece cenno di farsi avanti, ma entrambe la ignorarono. Fu la grande a farsi avanti per prima, cedendo allo sguardo esortatore della piccola.

“Scusa” dissero invece entrambe allo stesso tempo, si scambiarono un piccolo sorriso.

“Scusami, non avrei dovuto provocarti e scusa per averti lanciato una palla di ghiaccio in faccia” disse Elsa.

“No, scusami tu. Non avrei dovuto perdere le staffe così e mi dispiace di averti bruciato un piede” si scusò Crystal. Poi guardò verso Anna.

“Pace?” disse offrendo la mano ad Elsa. L'altra però stava esitando a stringergliela. Crystal capì perché indugiava e invece di ritrarre la mano gliela allungò di più, incrociando il suo sguardo con un piccolo sorriso per incoraggiarla. Elsa si voltò verso Anna che a sua volta le fece un sorriso di incoraggiamento, Elsa si voltò nuovamente verso Crystal e poi le strinse la mano.

“Pace” disse ritraendo subito la mano, ma alle due sorelle bastò che lei accettasse la stretta.

“Come sta il tuo piede?”  le chiese poi la maggiore. La bionda alzò lo sguardo incrociando gli occhi azzurri della sorella.

“Stava meglio prima” rispose con un pizzico di ironia per sdrammatizzare. Anna rimase in silenzio a braccia incrociate, come Crystal, e le osservava.

“Posso?” fece la bruna inginocchiandosi davanti ad Elsa. L’altra esitò un momento, ma poi si tolse l’impacco di ghiaccio dal piede mostrandole il piede scottato, per fortuna niente di troppo grave, ma era un po’ gonfio.

“Ma tu non avevi un graffio con un livido sul viso, poco fa?” disse Anna guardando la sorella maggiore. Crystal le fece un sorriso, poi delicatamente passò una mano sopra la scottatura di Elsa e come era successo 17 anni prima, la scottatura guarì.

“La fenice è l’animale del mio elemento” spiegò Crystal “Una delle sua caratteristiche è che ha lacrime curative, quindi…”

“Tu guarisci e puoi guarire” concluse Anna “Forte!” esclamò. Crystal le sorrise.

“Solo alcuni tipi di ferite, ma sì, ho questa capacità” disse la bruna guardando l’altra sorella

“Grazie” fece Elsa riemettendosi la scarpa di ghiaccio.

“Allora perché non riesci a guarire il cuore ghiacciato?” chiese Anna perplessa.

“Cosa buffa riguardo ai nostri poteri, Annina” disse Crystal “Non possiamo fare incantesimi su noi stesse”

“E il suo vestito?” chiese Anna.

“Ho fatto un incantesimo sul mio vestito, non su di me” spiegò Elsa. Crystal annuì come per confermare, ma poi il piccolo sorriso che aveva prima sul volto sparì.

“Quel graffio sarebbe dovuto sparire molto prima, praticamente appena fatto” disse alzandosi in piedi “Non guarisco più come prima, anch’io comincio a risentire gli effetti del ghiaccio. Elsa, devi togliermi il ghiaccio dal cuore, so come fare, tu devi solo fare quello che ti dico. Ma prima le basi, ok?” le chiese incrociando il suo sguardo. Elsa ricambiò lo sguardo ma questa volta non c’era insicurezza, ma determinazione. Avrebbe tolto quel ghiaccio dal cuore di sua sorella.

“Proviamo” disse decisa. Anna non poté fare a meno che sorridere al vederle finalmente collaborare. Crystal disse ad Anna di stare indietro, per sicurezza, poi disse ad Elsa di avvicinarsi e di partire con delle basi veloci, dicendole di creare un cumulo di neve. Lei eseguì e poi Crystal le disse di scioglierlo. Questa volta la ragazza non protestò, ma non successe niente.

“Puoi farcela” le disse Crystal mettendole una mano sulla spalla. Anna intanto si era accomodata su un tronco, osservando le due sorelle che si stavano dando da fare per sciogliere quel cumulo di neve. Pochi secondi dopo venne raggiunta dai ragazzi e Granpapà.

“Le hai lasciate da sole e non si sono ancora scuoiate a vicenda? E’ un passo avanti!” osservò Graham sarcastico.

“Hanno fatto pace… almeno per la lite di prima” rispose Anna.

“Vedo che Crystal si è già messa all’opera. Elsa come sta andando?” chiese Hans osservando le ragazze.

“Hanno appena cominciato” disse Anna “Sono preoccupata. Adesso non ci sta inseguendo nessuno, potrebbero toglierle il ghiaccio dal cuore, perché non lo fa? Basta che Crystal dia gli ordini e che Elsa esegua. Le lezioni di magia possono aspettare!”

“Stai tranquilla. Crystal sa quello che fa” disse Granpapà “Quando era piccola, sono stato io a darle le basi per usare i suoi poteri, ma è durato poco, poi ha fatto tutto da sola. Adesso sta cercando di mettere Elsa a suo agio facendole sciogliere quel cumulo, poi potranno procedere con la rimozione del ghiaccio. Tua sorella deve essere più rilassata quando usa i poteri, quando scioglierà quel cumulo e poi altri, si sentirà sicuramente più a suo agio con i poteri, allora potrà passare a cose più serie”

“E smettila di pensare!” sbottò Crystal in quel momento, attirando l’attenzione degli altri.

“Mettitelo in testa: non sì può sciogliere!” rispose Elsa alterata.

“Oh, Gesù! Non di nuovo!” disse Anna, schiaffandosi una mano sul viso, esasperata.

“Ma non è possibile! Ancora?!” protestò Kristoff incredulo mentre le due sorelle bisticciavano pericolosamente.

“Io le separo ora” disse Graham.

“Io ti seguo” aggiunse Hans.

“Buoni, voi due!” fece Granpapà fermandoli “Lasciate che se la vedano da sole” aggiunse osservando la scena.

“Non ci riesco!” protestò nuovamente Elsa che non riusciva a sciogliere il cumulo, nonostante si stesse concentrando.

“Perché continui a pensare! Smettila!” la riprese Crystal “Devi concentrarti, ma non su cosa devi fare! La magia non è una cosa razionale! La magia è un’ emozione! La devi sentire dentro di te! Devi sentire qualcosa che ti motivi, concentrati su quello e sciogli quel cumulo” a quelle parole Kristoff rimase interdetto, spesso la ragazza gli aveva detto cosa le diceva Granpapà durante l’allenamento, ma questa non se la ricordava.

“Granpapà, tu non glielo hai insegnato così” disse Kristoff. Il vecchio troll sorrise.

“Era esattamente quello che volevo sentire da lei” disse con una punta di orgoglio. I ragazzi guardarono verso le due in attesa, Elsa rivolse la sua attenzione nuovamente verso il cumulo concentrandosi, poi con movenza elegante puntò le mani verso il cumulo di neve. I palmi delle mani brillarono di un’aura blu-ghiaccio, liberando verso il cumulo una leggera brina a spirale che poi si avvolse intorno al cumulo. La neve, non appena la brina la sfiorò, si unì ad essa seguendo il suo corso fino a formare un piccolo fiocco di neve che si dissolse nell’aria, non lasciando neanche un granello di ghiaccio sul suolo.
Il volto di Elsa si illuminò con un gran sorriso. Era riuscita a sciogliere la neve, ce l’aveva fatta. Si voltò indietro verso la sorella maggiore che le fece un altro sorriso come per dirle ‘Visto?’. La ragazza poi si voltò verso la minore che le fece anche lei un sorriso orgoglioso, poi spostò poi lo sguardo su Hans che le fece anche lui un sorriso accompagnato da un occhiolino di incoraggiamento, poi incrociò lo sguardo di Graham per un istante.

“Brava” disse Crystal attirando nuovamente la sua attenzione “Riproviamo un paio di volte e poi passiamo a qualcosa di un po’ più difficile” e detto ciò riprovarono l’esercizio altre volte e man mano Elsa cominciò a sentirsi più sicura di sé. Poi cambiarono esercizio, Crystal appiccò dei piccoli incendi che Elsa spense sparandoci sopra grossi cumuli di neve che poi doveva sciogliere. Non li scioglieva ancora all’istante, ma ci stava prendendo la mano, poi Crystal cambiò ancora esercizio.

“Bene, questo è l’ultimo esercizio, tre volte dovrebbe bastare” disse la ragazza, avvicinandosi ad un grosso masso “Mettiti qui” disse alla sorella. Elsa subito la seguì e si posizionò davanti a lei dando le spalle al masso. Crystal poi la sistemò meglio spingendola appena di più indietro cosicché Elsa avesse la schiena a contatto con il masso, poi con un colpetto del piede le fece cenno di allargare un po’ i suoi. Poi, prima che Elsa potesse rendersi conto di cosa stava per fare, con tre colpi secchi, Crystal le immobilizzò piedi e busto con delle catene di fuoco.

“Aspetta! Ma che fai?!” sussultò Elsa, agguantando la sorella per un lembo della giacca, con una mano, mentre l’altra ragazza le prese l’altra.

“Calma. Non ti faccio del male” disse Crystal, rassicurandola. Elsa allora mollò la presa e si lasciò immobilizzare.

“Bene, ora che sono legata come un salame, che devo fare?” fece Elsa.

“Adesso, Elsina bella…” fece Crystal prendendole il volto tra le mani, poi, abbassandosi un po’ per guardarla negli occhi, dal viso le mise le mani sulle spalle “Ti liberi” concluse allontanandosi con un sorrisetto. Elsa la guardò stranita.

“Che? Ma non riesco a muovermi! Come faccio?!”

“Depilando scoiattoli!” disse Crystal sarcastica “Usa i poteri! Un po’ di fantasia, Elsa! Non stiamo qui a pettinare le vongole”

“Ha-ha-ha… sei una str-!” Elsa si bloccò prima di imprecare, ma Crystal già aveva capito, e le fece un sorrisetto divertito.

“Elsa, non mi sembrano questi vocaboli consoni ad una regina” sfotté la maggiore.

“Sei una strega” disse l’altra pur di non darle l’ultima parola.

“Beh, notizia dell’ultimo minuto, Elsa cara” fece Crystal avvicinando il volto al suo “Noi siamo streghe!” disse lei allontanandosi.

“’Noi’ chi?… ‘noi’ chi? Pure megalomane sei diventata! Plurale maiestatis!” brontolò l’altra.

‘Noi’: io e te” specificò Crystal.

“Io non sono una strega” disse Elsa guardando male Crystal. Lei non diceva sul serio quando le aveva dato della strega, voleva solo non andare nel turpiloquio, Crystal invece no. Aveva detto quella fase apposta.

‘Strega’, ‘maga’, ‘incantatrice’, scegli tu il termine, ma ciò non cambia che questo è quello che siamo. Siamo umane… ma siamo diverse” disse Crystal.

“Molto diverse” aggiunse Elsa guardandola freddamente negli occhi.

“Datti da fare. Liberati” ordinò Crystal allontanandosi. Elsa cominciò a darsi da fare. Volse verso di sé le mani, che si illuminarono di quell’aura azzurra, poi come dei piccoli raggi ghiacciati le partirono dai palmi e percorrendole gli avambracci andarono sulla prima catena fiammeggiante, avvolgendola, ma la fiamma ruppe subito il ghiaccio. Elsa tentò più volte, ma o il ghiaccio evaporava al primo contatto, o le fiamme lo rompevano

“Aiutami. Non ci riesco” disse Elsa

“Sai già quello che devi fare, il problema è che hai paura. Ma questo è esattamente quello che devi fare: aumenta l’intensità del ghiaccio, ghiaccia e rompi quelle catene” disse Crystal.

“Non voglio rischiare. Potrei perdere il controllo” disse Elsa agitandosi.

“Elsa, sei tu che comandi non i tuoi poteri! Non reprimerli, liberali. Affrontali” disse la maggiore. La regina chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, ma il ghiaccio non riusciva a spezzare le catene.

“Non pensare!” la sgridò ancora Crystal “La magia è un’emozione, mettitelo in testa! Devi sentire qualcosa che ti motivi. Non importa quale emozione, ma deve motivarti. Perché vuoi liberarti da quelle catene? Pensa a Robert e Kyle, pensa a salvare il tuo popolo, pensa a come potrai riprendere il tuo trono. Pensa ad Adgar!”

“Lascia nostro padre fuori” disse Elsa minacciosa.

“No, invece. Dovrebbe motivarti. Questa è opera sua” disse Crystal fredda, doveva motivarla in un modo o nell'altro. Elsa doveva provare un'emozione abbastanza forte da riuscire a spezzare quelle catene e se la rabbia era l'emozione più facile da farle provare allora lo avrebbe fatto. Se per motivarla doveva essere crudele lo sarebbe stata. Non ne valeva solo del controllo dei poteri di Elsa, ne valeva della salvezza di Arendelle, perchè solo Elsa avrebbe potuto scongelare quell'inverno e per farlo doveva imparare ad usare la magia.

“Nostro padre voleva solo il nostro bene” rispose Elsa.

“No, ti sbagli e tu lo sai. Ci ho pensato su e non è vero che lui ha cercato di aiutarti… di aiutarci. Guarda come ti ha ridotta!” accusò Crystal “Se ti avesse incoraggiata adesso non staremmo qui”

“Cercava di proteggerci!” insistette l’altra.

“Se è stato così bravo allora, sciogli quelle catene e liberati” provocò la maggiore. Gli altri le osservavano con il cuore in gola quando videro Elsa tentare nuovamente di liberarsi senza successo “Vedi! Questo lo chiami ‘proteggerti’? Isolandoti ha fatto solo danni, ma sai perché l’ha fatto? Ti sei mai chiesta perché non ha mai provato a cambiare metodo?”

“Lui almeno ci ha provato ad aiutarmi! Tu sei scappata!”

“Lui non ha mai provato ad aiutarti, Elsa! Adgar ha sempre voluto sopprimere i nostri poteri! Li considerava una disgrazia, una maledizione! Lui non ti accettava perché sei diversa! Non l’ha mai fatto” tuonò la maggiore sbattendole in faccia la realtà “Anna ci accetta, Hans ci accetta, Graham ci accetta, nostra madre ci accettava! Lui non l’ha mai fatto e tu lo sai!” Elsa non rispose e provò di nuovo a liberarsi pur di dimostrarle il contrario, ma non ci riuscì. Non è abbastanza motivata… pensò Crystal, poi spostò lo sguardo su Anna, poi su Graham e poi su Hans. A mali estremi, estremi rimedi pensò.
“Hans, vieni qui” chiamò la ragazza. Il principe la guardò sorpreso ma si avvicinò a lei. Crystal gli si mise di fianco prendendolo per un braccio con una mano e portando l’altra dietro al collo, sotto lo sguardo arrabbiato e vigile di Elsa.

“Che devo fare?” chiese Hans.

“Motivarla” rispose Crystal. Hans la guardò stranito e sentendosi in difficoltà, sentando la sua mano dietro al collo “Dopo ti curo.
Mi farò perdonare, promesso.

“Crystal-?!” fece lui preoccupato.

“Scusa” e arroventò una mano. Hans gridò di dolore, inginocchiandosi a terra, sentendosi addirittura cedere le ginocchia. Ma la bruciatura durò un istante.

“CRYSTAL!!” gridarono gli altri, già pronti ad andare a fermarla.

“Lasciatela fare!” disse Granpapà fermandoli.

“Crystal sei impazzita?! Lascialo!” gridò Elsa dimenandosi per liberarsi.

“E tu spezza le catene” disse la maggiore con sfottò.

“Crystal, se ti azzardi ancora a fargli del male, ti giuro che-”

“Che cosa?” e scottò ancora il collo del ragazzo che gridò di dolore ma non oppose resistenza, sapeva quello che stava facendo Crystal, ed era indispensabile. Elsa tentò ancora di liberarsi, ma senza successo. Crystal ustionò il povero principe per una terza volta, ma nonostante i suoi sforzi, Elsa non riusciva  a liberarsi. Crystal con un veloce gesto della mano guarì la scottatura di Hans e lo aiutò a tirarsi su.
“Possibile che neanche lui riesca a motivarti abbastanza?” disse la maggiore nascondendo l’esasperazione.

“Ti giuro, Crystal, appena mi libero da queste catene io ti-”

“Ti sto aspettando! Liberati!” ma di nuovo niente “Forse dovrei andare a prendere Anna e fare qualcosa di più che una piccola scottatura sul collo” la provocò. Elsa sgranò gli occhi incredula.

“Non ti azzardare!!” gridò l’altra.

“Vieni a fermarmi” disse Crystal e infuocando una mano si avvicinò ad Anna. La minore sapeva che cosa avrebbe fatto, l’avrebbe guarita dopo, ma l’idea di farsi bruciare una mano o il collo non le piaceva, ma era per aiutare Elsa, ed era pronta. Non si mosse, aspettando la maggiore.

“Crystal! Non la toccare! Ti giuro- se ti azzardi a farle del male io ti congelo!” gridò Elsa tentando di liberarsi, ma Crystal non rispose, anzi si avvicinò ancora più in fretta ad Anna, ma quando stette per mettere una mano incandescente sulla gola della minore, non riuscì a toccarla, perché venne scaraventata su un albero da un raggio di ghiaccio. Crystal scosse la testa e quando alzò lo sguardo vide che Elsa si era liberata e aveva una mano puntata verso di lei, ponendosi davanti alla sorellina, minacciosa. Crystal sorrise e si alzò in piedi.

“Era ora! Brava, ce l’hai fatta” disse Crystal orgogliosa. Elsa però scosse la testa, forse in critica a Crystal, forse in critica a sé stessa. La bionda guardò Anna e Hans chiedendo preoccupata se stessero bene, poi si voltò di nuovo verso Crystal, la quale però aveva iniziato a sentirsi strana. Sentì come qualcosa pizzicarle alla mano sinistra, ma più che altro come bruciarle, inoltre stava cominciando a girarle la testa. Si guardò la mano che le faceva male e piano piano il bruciore aumentava in una zona precisa che si estendeva tra il palmo sotto al pollice e il polso, e notò che aveva cominciato a tremare appena.

“Allora, riproviamo?” chiese Elsa più sicure di sé. Crystal si volse di nuovo verso la sorella.

“Più tardi. Facciamo una pausa” disse Crystal, dandole le spalle e allontanandosi, ma non riuscì a fare mezzo passo che sentì una fitta alla mano che la fece sobbalzare per il dolore.

“Crystal, tutto bene?” le chiese Graham preoccupato. Crystal però non rispose, la vista le si stava offuscando e il volto stava diventando pallido, guardò nuovamente la mano che bruciava sempre di più.

“Sto bene” rispose, poi gli volse nuovamente le spalle, ma quando guardò nuovamente la mano, vide che come una figura le si stava formando sulla pelle, come una bruciatura, poi di punto in bianco, un’esplosione di luce fu l’ultima cosa che vide. Sentito il botto e vista la luce, gli altri, si voltarono e la videro cadere a terra a peso morto.

“Crystal!” gridò Graham appena la vide cadere.

“Oh mio Dio!” fece Elsa correndo preoccupata verso di lei con il servitore.

“Crystal!” gridarono Anna e Kristoff seguendo di corsa gli altri due, seguiti da Hans e Granpapà e ben presto anche dagli altri troll assieme ad Olaf. Graham per prima cosa le mise due dita sulla giugulare per sentire i battiti del cuore, ma subito dopo Kristoff  fece scansare lui e tutti gli altri, poi prese il braccio di Crystal mettendoselo intorno alle spalle, poi passandole un braccio dietro la schiena e l’altro sotto le ginocchia la sollevò da terra e subito seguì Granpapà, portando la ragazza nel rifugio del troll per soccorrerla, lasciando fuori i due ragazzi e le sorelle preoccupate.

 
DUN-DUN-DUN!!! Che cosa sarà successo alla nostra Crystal?
Allora, che ne pensate? Bello? Brutto? Palloso? Dite che Crystal sia stata troppo cattiva con Elsa?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, commentate e fatemi sapere perchè spesso traggo ispirazione dai vostri commenti.
Buon Natale! Buon Anno! E buone feste!
Baci
Stella
 

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Capitolo 12
*** Promesse e Legami ***


Ciao ragazzi! Eccomi tornata con un nuovo capitolo, spero vi piaccia, perchè a dirla tutta è l'unico modo che ho trovato per scongelare Crystal.
Buona lettura!

 

I suoi genitori sarebbero partiti tra una settimana. Era un viaggio breve, ma dentro di lei, Crystal ebbe come la sensazione che se non avesse incontrato sua madre ora, non ne avrebbe mai più avuto l’occasione. Più si avvicinava la partenza dei genitori, più Crystal sentiva come un macigno sopra al cuore che pesava sempre di più.
Si svegliò all’alba. Guardò alla sua destra e vide che Kristoff e Sven ancora dormivano profondamente, Sven accanto a loro e Kristoff abbracciato a lei; come al solito nel sonno l’aveva abbracciata come un orsacchiotto. Era un’abitudine che aveva fin da piccolo. Con 6 anni di differenza, quando si erano conosciuti, Crystal superava di parecchio Kristoff, lui le arrivava alla spalla e quando dormivano, lui l’abbracciava sempre. Se prima era un modo per prendere sonno perché si sentiva protetto da questa ‘sorella maggiore’, adesso che lui era cresciuto moltissimo, che si era irrobustito per il continuo sollevare di pesanti blocchi di ghiaccio, ed essendo ora lui a mangiare in testa a lei, non c’era più questo bisogno di sentirsi protetto, ma era ormai un’abitudine e anche se si addormentavano spalla a spalla, o uno da un lato e uno dall’altro, alla fine Crystal si svegliava sempre con Kristoff addosso che l’abbracciava nel sonno.
Crystal, con attenzione, spostò il braccio muscoloso di Kristoff e silenziosamente sgattaiolò via. Sapeva già cosa sarebbe andata a fare. Doveva innanzitutto andare da Graham e poi pensare a cosa dire a sua madre.
Raggiunto il palazzo, la ragazza si diresse subito verso le stanze dei servitori e in poco tempo si trovò davanti a quella di Graham. Bussò piano e poco dopo si trovò faccia a faccia con il servitore assonnato, spettinato e, particolare che la colse di sorpresa, fu l’assenza della camicia.


“Sì? Che c’è?” fece lui assonnato, coprendo uno sbadiglio con la mano.

“Buongiorno, splendore” disse scherzando Crystal, fu la sua voce a far svegliare Graham che finalmente si rese conto di avesse davanti.

“Crystal?!” esclamò lui imbarazzato.

“Shh!!!” lo zittì la ragazza

“Scusa. Entra” disse lui facendola subito entrare nella stanza. Crystal scosse la testa ed entrò guardandosi intorno. Era umile la stanza, c’erano un letto singolo, un armadio, un tavolino, una finestra  e un’unica altra porta con un piccolo bagno.

“Perché non mi hai detto che saresti venuta? Mi sarei reso più presentabile!” disse lui passandosi una mano tra i capelli nel tentativo di pettinarli e arrossendo per la mancanza della camicia.


“Mi sto lamentando?” disse con un sorrisetto, guardandolo e ammirandolo divertita.

“No, ma- cioè- tu s-sei sempre la pri- la principessa- e- beh- cioè- voglio dire- non è- cioè-”

“Graham, non sono i primi addominali che vedo. Non mi scandalizzo” disse Crystal divertita.

“Ah, ok- aspetta!- Che vuol dire che ‘non sono i primi addominali che vedi’?!” disse lui incredulo.

“Al contrario di me, Kristoff il caldo estivo lo sente, quando non stiamo tra i ghiacciai” disse lei.

“Ah… giusto… Kristoff…” borbottò lui “Allora, adesso mi dirai perché sei qui a quest’ora”

“Esatto. Devo parlare con mia madre e ho bisogno del tuo aiuto” disse lei.

“Non potevi scegliere momento peggiore”

“Si, lo so. La partenza. Ma devo vederla adesso”

“Non è solo la partenza” disse lui.

“Allora, spara e facciamo un piano. Non posso aspettare il loro ritorno” Graham sospirò paziente.

“Posso sedermi?” le chiese.

“Sì”

“Posso mettermi una camicia?”

“No” Graham non disse niente e si sedette sul letto.

“La regina è in partenza” cominciò il servitore “Non è facile fermarla per qualche minuto per parlarle. Devono fare delle trattative urgenti con le Isole Ovest e sia lei che il re sono molto impegnati, inoltre c’è Anna che le sta sempre addosso. Sia a lei che a Re Adgar. Sa che staranno via per due settimane e vuole stare con loro il più possibile prima della partenza. Elsa invece è sempre rinchiusa in camera sua”

“La cosa non mi sorprende… come sta?” le chiese la ragazza.

“Riferendoci alla sua salute, benissimo. Se ci riferiamo al punto di vista emotivo direi male, molto. Avrà pure recuperato un rapporto con suo padre, ma non basta per superare la paura dei suoi poteri e… beh…” Graham lasciò in sospeso la frase  lanciando un’occhiata a Crystal, un’occhiata che la ragazza capì subito e immediatamente i sensi di colpa si fecero sentire. Graham voleva dire: ‘Non basta per superare la paura dei suoi poteri e… il vuoto che hai lasciato tu’.

“Capisco… ascolta, chi sono i servitori più vicini a mia madre, a parte i tuoi genitori?” chiese lei.

“Günter è il valletto personale del re, Amanda è l’ancella personale di tua madre ed io… il tuttofare, nonché attore e i tuoi occhi qui a palazzo, ma quello è un lavoro extra” rispose Graham.

“Ma tu riusciresti ad avvicinarti a mia madre?” le chiese lei con insistenza.

“Sì, posso farlo. Ma, Crystal, non è questo il problema! Il problema è come farti riconoscere senza attirare attenzioni indesiderate” disse il ragazzo alzandosi in piedi facendo un passo verso di lei “Sei l’erede al trono, se qualcuno ti vede e, ipotizzando per assurdo, ti riconosce, tu finisci dritta al cospetto di Re Adgar. Senza tralasciare il fatto che la regina potrebbe non riconoscerti” disse il ragazzo “Te ne sei andata che avevi 7 anni e torni che ne hai 21. Sai che potrebbe succedere” disse lui con dolcezza prendendole le mani.

“Questo lo so” rispose lei guardando un momento in basso “Ma vedrai che non accadrà” disse alzando la testa con determinazione.

“Crystal, io ti vista tutte le volte che hai fatto dentro e fuori di qui, ma lei non ti vede da 14 anni”

“Questo non sarà un problema, so come farmi riconoscere senza fare uso dei poteri” lo rassicurò lei. Graham le fece un mezzo sorriso.

“D’accordo” disse alla fine “Tu lo sai che anche se c'è qualcosa che non condivido pienamente alla fine ti sosterrò sempre in qualunque cosa tu faccia, a meno che quella cosa non sia davvero stupida… allora te lo farò sapere” disse lui con tono scherzoso.

“Grazie al cielo non ho ancora fatto nulla di ‘davvero stupido’” rispose lei allo stesso modo.

“Cosa vuoi che faccia?”

“Se tu puoi avvicinarla devi solo prenderla da parte e portarla alla sala della musica, quella nell’ala Est del castello” spiegò lei.

“Vuoi che resti con te quando le parlerai? Magari anche solo per sostegno?” propose lui. Crystal sorrise alle premure del ragazzo e gli mise le braccia intorno al collo.

“E’ molto carino da parte tua, ma no. E’ una cosa che devo fare da sola. Vedrai che andrà tutto bene” disse lei come per rassicurarlo. Sapeva che Graham era cosciente del fatto che se la regina non l’avesse riconosciuta e avesse pensato che Graham avesse provato ad ingannarla, avrebbe perso il lavoro e sarebbe stato cacciato dal palazzo, ma a lui non importava. Sapeva quanto Graham fosse fedele ai sovrani e sapeva che sarebbe andato in capo al mondo per lei e coloro a cui lui voleva bene, tra cui le sue sorelle, ma almeno per quanto riguardava lei, Crystal non gli avrebbe mai chiesto di farlo, come non gli avrebbe mai chiesto di aiutarla in questo, se non fosse stata sicura che l’incontro avrebbe avuto buon esito.

“Torna a dormire, adesso” gli disse Crystal con un sorriso dolce “Ti aspetta una giornata pesante. Ci vediamo più tardi”


“Okay, ci vediamo dopo” disse lui, poi Crystal si alzò sulle punte e lo strinse in un abbraccio, baciandogli la guancia, poi uscì dalla stanza pensando a cosa avrebbe detto esattamente a sua madre dopo essere stata riconosciuta.
 

Crystal si trovava nella stanza della musica. Quando udì dei passi avvicinarsi e delle voci, si sentì il cuore tremare. Era nervosa e agitata e i mille dubbi che non l’avevano mai sfiorata l’assalirono come minacciosi avvoltoi affamati. Si sedette vicino al pianoforte, a viso scoperto.

“Graham, mi vuoi dire cose succede?” udì dire la voce di sua madre.

“Ve l’ho detto, mia Signora. C’è una persona importate che vuole vedervi” rispose il ragazzo.

“Nella sala della musica dell’Ala Est? Se qualcuno di importante avesse voluto ricevermi l’avresti fatto attendere nella sala del trono, come sai che deve essere”

“Sì, ma in questo caso è meglio così, Maestà”

“Graham…” disse la regina con tono di ammonimento.

“Vostra Grazia, ve ne prego.  Fidatevi di me, mia Regina”

“Graham, io mi fido di te, più volte hai dato prova di lealtà verso me e la mia famiglia, ma so che quello che mi hai detto prima era solo un pretesto per parlarmi da solo senza mio marito e le mie figlie. Non c’è nessun diplomatico, vero?” Crystal non sentì la voce di Graham rispondere subito. Il ragazzo probabilmente stava pensando in fretta ad una scusa, ma prima che potesse rispondere, la ragazza sentì la regina parlare ancora. “Graham ti conosco da quando sei nato, ti ho visto crescere, so quando nascondi qualcosa, non che tu l’abbia mai fatto, ma ora so che fai quando menti. Non hai mai usato così tante volte i miei appellativi. Mi hai chiamata ‘mia Signora’, ‘vostra Grazia’, ‘Maestà’ e ‘mia Regina’ in meno di un minuto. Se non è una captatio benevolentia questa?” disse la regina “Ragazzo mio, sii sincero come sei sempre stato. Cosa sta succedendo qui?”

“Chiedo perdono per avervi mentito” cominciò Graham “E’ vero, Maestà. Non c’è nessun diplomatico. Ma una persona che desidera vedere solo voi, se aprite quella porta vedrete di chi si tratta” Crystal non udì subito una risposta e cominciò a suonare il pianoforte. Era una melodia che conosceva benissimo, era la ninna nanna che cantava sempre a lei e le sue sorelle per farle addormentare. Erano anni che Crystal non metteva le mani su un pianoforte. Aveva iniziato a suonare quando era piccola, come d'educazione per una principessa, ma poi quando scappò di casa, continuò ad imparare ad una taverna in cui spesso lei e Kristoff furono accolti per brevi periodi per rifugiarsi. Erano anche anni che non sentiva più quella canzone, e non l’aveva mai suonata prima, ma come diceva la ninna nanna stessa ‘La preghiera di ogni madre, la conosce ogni figlia’, poi iniziò a cantare. (Ecco il link: 
https://www.youtube.com/watch?v=nYGnB28fdDo . Io ho scritto la traduzione letterale del testo inglese, ma vi consiglio di ascoltarla mentre leggete. E’ “The Prayer” cantata da Celine Dion)


“Io prego che tu sia i miei occhi
e guardi dove vada
e aiutala ad essere saggia
Aiutami a lasciarla andare
La preghiera di ogni madre, la conosce ogni figlia


Falle trovare il suo posto
Guidala con la tua grazia
In un luogo dove starà al sicuro


Io prego che trovi la tua luce
e che la tenga nel suo cuore
quando ogni notte cala l’oscurità
ricordale dove sei
La preghiera di ogni madre, la conosce ogni figlia


Ha bisogno di trovare il suo posto
Guidala con la tua grazia
Dalle fede così starà al sicuro

Falle trovare il suo posto
Guidala con la tua grazia
In un posto dove starà al sicuro”


Quando finì di cantare e suonare, nella stanza ci fu un grande silenzio. Crystal alzò lo sguardo incrociando gli occhi azzurri della madre. La Regina Idunn aveva il cuore che le batteva a mille, ma fece un coraggioso passo avanti, mentre la ragazza si alzò in piedi andandole lentamente incontro. Erano ormai ad un passo di distanza l’una davanti all’altra. Poi Idunn allungò una mano passandola tra i capelli neri di Crystal, ricordandosi di quando le arrivavano quasi a metà schiena quando era piccola, ormai lunghi solo fino alle spalle. Poi le prese il volto tra le mani, non spostando lo sguardo dal suo, osservando quanto fosse cresciuta la sua bambina. Non era più quella principessina magrolina e gracile che aveva bisogno di protezione, che la guardava dal basso verso l’alto alzando le braccine per farsi prendere in braccio. Ormai la superava di quasi metà testa, la regina le arrivava all’altezza degli occhi, come Elsa, che era alta come sua madre, e il suo fisico non era più mingherlino. Si era irrobustita crescendo, era sempre longilinea ma era diventata asciutta e atletica. Non aveva più un vestito principesco, ma con abiti umili maschili. Ma quando la guardò in volto, le sembrò quasi di vedersi allo specchio, tutte e tre le sue figlie avevano preso da lei, ma Crystal era quella che le somigliava di più.

“Crystal…” disse la regina, chiamandola per nome, rompendo quel pesante silenzio,

“Ciao, Mamma” fece Crystal ammiccando un sorriso, mentre le vennero le lacrime agli occhi.

“Sei bellissima” disse Idunn sentendo anche lei le lacrime.

“Anche tu” disse la ragazza mentre una lacrima le cadde dagli occhi.

“Avevi 7 anni quando te ne sei andata… e adesso ne hai fatti 21, esattamente 20 giorni fa” disse la Regina, per poi abbracciarla stretta portandole una mano dietro la nuca, passandole le dita tra i capelli, mentre Crystal ricambiò l’abbraccio nascondendo il volto con gli occhi pieni di lacrime nella spalla della madre. “Non c’è stato un momento in cui non abbia pensato a te” disse la regina lasciando che le lacrime le cadessero dagli occhi. Poi Idunn diede un bacio sulla testa alla figlia “Sapevo che eri viva” disse lei.

“Lo so” disse Crystal. Rimasero abbracciate ancora per qualche secondo, la regina era ancora incredula ad avere finalmente tra le braccia la figlia perduta. Poi la regina si staccò dall’abbraccio con gli occhi che le brillavano di emozione.

“Aspetta che ti veda, Anna! Non starà nella pelle quando verrà a sapere di avere un’altra sorella maggiore! Ed Elsa! Le sei mancata moltissimo, sarà felicissima di rivederti! E tuo padre-”

“No, Mamma” la interruppe Crystal “non sono venuta per restare” disse la ragazza. Il sorriso della regina si spense.

“Cosa?” fece Idunn incredula.

“Dovevo vederti, ti dovevo parlare prima della tua partenza” disse lei

“Dimmi, ti ascolto” fece la regina. Crystal si sedette sulla sedia del pianoforte facendo cenno alla madre di sedersi accanto a lei. La regina si sedette subito vicino a lei, prendendole una mano tra le sue.

“Sono anni che faccio avanti e indietro dal palazzo in incognito” cominciò Crystal “Ero io che ho mandato tutti quei messaggio e suggerimenti per cambiare il metodo di insegnamento dei poteri ad Elsa” Idunn sorrise.

“Lo immaginavo” disse la madre accarezzandole il volto con una mano per poi riportarla a stringerle la mano. Crystal abbozzò un sorriso, poi ricominciò a parlare “Un anno fa, sono stata qui per vedere com’era la situazione e come stessero Anna ed Elsa e ho assistito al litigio che hanno avuto Elsa e il re… e la tua discussione con lui dopo” disse la ragazza passandosi una mano sul volto “Mamma, prima che entrassi tu, stavo per fare l’errore più grande della mia vita…” cominciò a confessare lei “Ero armata… ero- sono- arrabbiata con lui… e quando l’ho visto dare quello schiaffo ad Elsa perché finalmente stava cominciando a farsi sentire… non ci ho visto più. Stavo per fare irruzione e compiere un parricidio…” confessò la ragazza con una lacrima che le cadde dalla guancia per la vergona. La regina era rimasta di stucco, ma non così tanto come avrebbe dovuto. Se lo sentiva. Ormai il grave danno Adgar lo aveva fatto, aveva perso sua figlia e l’aveva persa per sempre. Eccetto che per il legame di sangue, Crystal non aveva niente da condividere con quell’uomo, quell’uomo che era suo padre. La regina continuò a tenerle la mano con la sua e le passò l’altra tra i capelli, per poi riavvicinarla verso di sé e riabbracciandola, stampandole un bacio sulla testa. Crystal non osò guardarla negli occhi.

“Mi dispiace” disse la regina “Mi dispiace che siate arrivati a questo punto” Crystal allora alzò la testa, incontrando lo sguardo materno della regina “Ma forse non è troppo tardi, tuo padre e le tue sorelle sarebbero al settimo cielo se tu tornassi”

“Mamma, io non posso tornare” disse la ragazza “Quando sono scappata pensavo che lo avrei fatto, presto, ma adesso non posso. Nelle montagne ho imparato ad usare i miei poteri, se tornassi qui, il re mi sottoporrebbe subito al trattamento che riserva ad Elsa e io non ho alcuna intenzione di buttare tutto all’aria”

“E’ per questo che te ne sei andata, non è vero?” disse la regina. Crystal si alzò dalla sedia e si allontanò di un paio di passi.

“Ero piccola, all’epoca pensavo di farlo solo per i miei poteri, ma crescendo ho capito che in cuor mio… avevo già capito cosa sarebbe successo” disse la ragazza “Io ci ho provato ad andargli incontro quando ero più piccola, ho continuato a sperare fino alla fine, ma adesso mi sono stufata. Tornare qui significherebbe buttare all’aria tutto quello per cui ho lavorato fino adesso e la cosa peggiore è che non potrò fare niente per oppormi perché verrei subito additata come un mostro. So che dovrei tornare, ma adesso non posso. Sono venuta qui solo per farti vedere che ero viva e che stavo bene” disse Crystal.

“E sono contenta che tu l’abbia  fatto” disse Idunn, guardando la figlia “Ma ripeto, forse non è tutto perduto con tuo padre. Se tornassi, forse sarà disposto ad ascoltarti. Ha fatto dei passi avanti con Elsa, loro il loro rapporto l’hanno recuperato, forse puoi farlo anche tu”

“Recuperare che cosa, Mamma? Io non posso ricostruire un rapporto che non ho mai avuto. Siamo padre e figlia per sangue… ma lui non è mio padre. Non mi accetta come non accetta Elsa, è stato bravo a cambiare il suo atteggiamento con lei, le vuole bene, ma non come ne vuole ad Anna e questo perché non ha accettato la sua diversità. Non si può amare pienamente qualcuno che non si capisce… anche se si tratta della propria figlia” rispose la ragazza. Sentire quelle parole addolorò la regina, era stato stupido cercare di convincerla a sperare in qualcosa che non si sarebbe mai avverato e sapeva che aveva ragione.

“Crystal, se non vuoi tornare per me e tuo padre, torna per Anna ed Elsa” disse sua madre.

“Mamma-”

“No, ascoltami” disse Idunn con dolcezza “Le tue sorelle, che tu lo voglia o no, hanno bisogno di te. Elsa soprattutto, ha bisogno di te. Sei sempre stata la sua guida e lei ti aspetta, aspetta il tuo ritorno. Elsa potrà avere me, Anna, e vostro padre, che le vogliamo bene, ma noi le parliamo spesso attraverso una porta. L’unico veramente a contatto con lei è Graham, ma questo è perché ci sei di mezzo tu. Graham non ha mai avuto paura della tua magia e allo stesso modo non ha paura di quella di Elsa e lei lo sa. Sono amici e si vogliono bene, ma Graham non ha poteri. Lui non sa cosa significhi essere rifiutati e incompresi, non come lo sa lei e non come lo sai tu. Lo stesso vale per Anna, lei non avrà poteri… ma è quello che le fa provare la porta chiusa della stanza di Elsa”
“Vorrei tornare” rispose Crystal “Lo vorrei moltissimo, ma non posso. Ho… ho una responsabilità nelle montagne e anche lui ha bisogno di me” La regina la guardò sorpresa e perplessa, incerta di aver capito bene.

‘Lui’? Una ‘responsabilità’? Crystal, hai un figlio? Sono nonna?” fece la regina. Crystal sgranò gli occhi in shock.

“Cosa? No! Kristoff non è mio figlio! Ha 6 anni meno di me! E’ come un fratello minore!” disse Crystal rassicurando la madre.

“Ah, okay. Meno male” fece la regina, con un sospiro di sollievo, ma poi subito cercò di scusarsi, pensando di aver dato un’impressione sbagliata alla figlia “Per carità- non che non sarei stata contenta di essere nonna, o che tu avessi un figlio- voglio dire- non c’è niente di male, ma… non ti vedo una fede al dito e… insomma…” Crystal roteò gli occhi

“Come sei antiquata! E comunque, non ho avuto tempo per dedicarmi agli uomini. L’unico uomo che riceve le mie attenzioni è Kristoff, e con ‘attenzioni’ intendo stare attenta che in un momento di stanchezza non si sieda su un istrice, o che finisca nella tana di un orso mentre cerca un rifugio per il freddo, o che  faccia uno spuntino con bacche di Belladonna, è bravo a riconoscere le piante velenose da quelle curative, ma con quella ancora si confonde” madre e figlia si lasciarono scappare una risata.

“Devi volere molto bene a questo ragazzo”

“No, è che dopo chi gli deve togliere gli aculei, salvare il didietro suo e di Sven, la sua renna, e fagli un antidoto sono io” disse lei  scherzosa. Ma poi il momento di riso svanì “Mi manca casa, ma non posso tornare adesso. Non so ancora controllare a pieno i miei poteri e tornare qui significherebbe non imparare mai. Quando avrò il pieno controllo dei miei poteri, solo allora potrò tornare” In quel momento nella testa della regina scattò qualcosa, pensò di aver capito perché Crystal voleva il controllo pieno dei poteri o almeno arrivarci vicino prima di tornare.

“Tu vuoi dare una dimostrazione del tuo dono a tuo padre, non è vero?” chiese la regina “Vuoi fargli vedere che i poteri tuoi e di Elsa non sono una minaccia se ben usati, vuoi convincerlo a cambiare metodo” Il silenzio e piccolo cenno della figlia le bastarono per capire di aver fatto centro. “Posso vedere cos’hai imparato?” le chiese la madre con dolcezza. Crystal le fece un sorriso, era il caldo sorriso di suo padre, del re. Il sorriso che faceva ogni volta che Anna gli correva incontro ad abbracciarlo. Crystal poteva non sentirsi più sua figlia, ma che lo volesse o no, quell’uomo era sempre suo padre. Crystal allora andò verso le finestre e chiuse le tende per aver meno luce possibile, poi si avvicinò alla madre e facendo apparire un piccolo fuoco dal palmo, poi soffiò tramutandolo in tante piccole scintille, poi la ragazza con eleganti gesti delle mani fece muovere le scintille per tutta la stanza, gli fece assumere forme di animali, poi le fece spostare verso il soffitto e gli fece prendere forma di costellazioni, mimando il moto dei cieli e le fece vedere tutte quelle piccole cose che aveva imparato nelle montagne. Idunn ammirò la bellezza della magia di sua figlia era certa che anche Elsa sarebbe stata in grado di fare questo, se solo avesse avuto più fiducia in sé stessa. Poggiò una mano sul braccio di Crystal sorridendole.

“E’ bellissimo” disse Idunn. Crystal le sorrise, ma poi notò un taglietto sul dito della mamma.

“E questo?” disse lei facendoglielo notare.

“Che? Oh, questo? Firmavo documenti e mi sono tagliata con la carta” disse la regina. Crystal allora prese la mano della mamma e passando la sua sopra il graffio, lo fece sparire in un istante. Idunn guardò la figlia con ancora più meraviglia.

“Il tuo piano potrebbe funzionare” disse la regina. Crystal si limitò a sorridere “Ma vedi questo è il motivo per cui dovresti tornare e poi, Arendelle avrà bisogno della sua regina” disse Idunn.

“Arendelle ha già la sua futura regina e quella futura regina è Elsa. Io non sono in grado di governare, non sono fatta per stare a palazzo, io non… Adgar ha ragione su questo… io non sono una regina. Le montagne adesso sono più casa mia che qui, credo… non lo so… non sono sicura nemmeno di questo… io non…”

“Crystal… dimenticati per un momento la corona, hai detto che prima o poi saresti tornata, ma tu hai davvero intenzione di tornare a casa e restarci?” chiese poi la regina. Crystal non seppe bene che rispondere. Si trovò per la prima volta senza una risposta.

“Non lo so” disse lei abbassando lo sguardo.  La regina allora si avvicinò a lei e le prese il volto tra le mani.

“Ascoltami, io non ti obbligo a tornare se non sei felice qui. Adesso capisco come ti senti, come ti sei sentita in questi anni. Ti senti come se fossi nell’oscurità, nella sua parte più profonda. Vagare sperduta è ormai l’ultima delle scelte che hai incontrato. E’ diventato il tuo prezzo per il controllo di questo potere. Hai incrociato molte strade e cerchi di non perdere fiducia in te stessa. Così tu corri e vaghi nelle ombre, ti senti distrutta da un amore che pensavi di avere. Ma lui è solo uno dei tanti che chiamerai ‘casa’” la regina fece una pausa e le accarezzò di nuovo i capelli per poi riportarle la mano sulla guancia “Ma in tutto questo, sappi che io sarò qui per te, vicino o lontano, ti veglierò,  qui a palazzo se mi cercherai e quando non ci sarò più o saremo separate…” la regina le puntò un dito sul petto sopra al cuore “… qui dentro” disse lei. Crystal abbassò lo sguardo sentendo le lacrime pregarla di farle cadere. “Adesso tutto ti sembrerà la fine del mondo, ti sembrerà che non ci sia un porto a cui far attraccare la tua nave…" Idunn fece una pausa "Eri la mia principessina… la ragione per cui ho vissuto… e adesso sei una Regina delle Fiamme, ma questo non significa che anche per te non ci sia una luce che, un giorno, ti condurrà ad un’altra vita e vedrai, che forse… un giorno… il rancore che ti porti da anni svanirà dal tuo cuore” la regina fece una pausa “Io non ti obbligherò a niente, non importa quello che scegli tu o Elsa o Anna. Regine, principesse o montanare, voi sarete sempre le mie bambine” Crystal si rese conto di stare di nuovo piangendo quando la mamma le asciugò le lacrime dagli occhi. Poi l’abbracciò nuovamente.

“Ti voglio bene” disse Crystal con voce rotta.

“Anch’io ti voglio bene” disse Idunn con la voce che le tremava. Poi mamma e figlia furono costrette a separarsi dall’abbraccio quando sentirono qualcuno bussare alla porta. Idunn subito pensò che fosse Anna che le cercava, o peggio, suo marito. Non poteva permettere che lui scoprisse che Crystal si trovasse lì.

“Graham” fece Crystal, invece, riconoscendo il bussare Idunn la guardò incuriosita è sorpresa quando vide il servitore affacciarsi dalla porta.

“Avete poco tempo, Sua Maestà il re vi sta cercando, Regina Idunn” disse il ragazzo. Crystal annuì col capo.

“Dacci solo un minuto” disse Crystal, lui annuì, fece un cenno del capo alla regina e riuscì, chiudendo la porta. Crystal si rivolse nuovamente verso la mamma.

“Devi andare via” disse Idunn “Non dirò niente a tuo padre o a Elsa. Questo sarà il nostro piccolo segreto” Crystal le sorrise grata.

“Grazie” disse lei.

“Comunque, riguardo ad Elsa” iniziò la regina “Lei ha bisogno di te, quando era piccola non aveva problemi con i poteri perché c’eri tu ad aiutarla e so che stai ancora tentando di farlo” la regina fece una pausa accarezzando nuovamente il volto e i capelli della figlia “Promettimi una cosa prima andare via” riprese Idunn “Promettimi che quando tornerai, o se qualcosa andasse storto nel mio viaggio-” Crystal inorridì all’idea di un possibile naufragio.

“-Mamma-”

“-Crystal, non possiamo far finta di niente, lo sai anche tu che anche se è un viaggio breve, è questo il periodo in cui iniziano le tempeste, ma è un viaggio urgente e non abbiamo altra scelta” la riprese la regina. Crystal rimase in silenzio. “Quando tornerai o se andasse storto qualcosa nel viaggio, promettimi che aiuterai le tue sorelle. Hanno bisogno di una guida” disse la regina “Veglia su di loro, dagli saggezza, proteggile. Dagli fede, dagli forza, tienile al sicuro sotto la tua ala e guidale finché non troveranno la loro strada… soprattutto Elsa” la regina incrociò lo sguardo con quello della figlia “Crystal, non te lo chiedo per affidarti un dovere, te lo chiedo come madre… di tutte e tre”

“Te lo prometto” disse Crystal, giurando alla madre quello che si era giurata a sé stessa come sorella maggiore.

“Crystal, Maestà” chiamò Graham riaffacciandosi “Mi dispiace, dovete salutarvi, subito”

“Arrivo” disse la regina mentre il ragazzo richiuse la porta, poi si rivolse di nuovo alla figlia e l’abbracciò di nuovo.

“Ti prego, non punire Graham” disse Crystal all’orecchio della madre.

“Non ho mai pensato di farlo” disse Idunn, poi le due si separarono ma tennero ancora l’una le braccia intorno all’altra “E’ un bravo ragazzo, Crystal… non fartelo scappare” disse la regina. Crystal le lanciò un’occhiata.

“Mamma…” brontolò

“Andiamo, Crystal! Secondo te perché in tutti questi anni non ti ha consegnata a noi?” fece la regina.

“Perché si fida di me?” fece ironica lei.

“Anche, Crystal... anche…” disse Idunn dando l’ultimo abbraccio alla figlia. Crystal non disse niente e strinse a sé la madre, ma poi furono costrette a lasciarsi dall’abbraccio. Idunn le diede un bacio sulla guancia e poi uscì dalla stanza, ma quando incrociò Graham, sorprese il ragazzo, che si aspettava un rimprovero, e invece la regina gli fece una carezza materna sul braccio e se ne andò. Graham allora entrò nella stanza avvicinandosi a Crystal.

“Allora, come è andata?” chiese lui.

“Bene” disse Crystal che non riuscì a trattenere le ultime due lacrime “E’ andata bene…” Graham rimase colpito dal vedere quelle lacrime, non aveva mai visto Crystal piangere. Allora si avvicinò a lei prendendole il volto tra le mani e sciugandole le lacrime con i pollici, poi le diede anche lui un bacio sulla guancia e la strinse a sé.

“Hai fatto la cosa giusta” disse Graham “Non te lo dimenticare”…

… e in quel momento, Crystal riaprì gli occhi, riprendendo conoscenza.
 

 
Anna, Elsa, Hans e Graham erano ancora fuori dal rifugio, preoccupati. Granpapà e Kristoff non avevano ancora dato notizie di Crystal.

“Ecco ci mancava solo questa!” esclamò Bulda “La mia piccola Crystal che fa zak! Lei! Che nemmeno la broncopolmonite la mette a tappeto, con quella salute di ferro che ha!” Graham la guardò con gran calma.

“Bulda” fece lui “Crystal è solo svenuta” disse il ragazzo.

‘Svenuta’ lo dici tu, Ragazzo dagli Occhi Violacei. Perché è caduta come sacco di patate!”

“Sì, ma il polso c’era, non ha fatto ‘zak’” disse lui.

“Ma che stanno facendo lì dentro? E’ un’ora che Granpapà e Kristoff sono lì! Perché non ci dicono niente? Potremmo fare qualcosa per dargli una mano” disse Elsa preoccupata. Anna in quel momento si voltò di scatto verso la sorella.

“Tu non pensi di aver già fatto abbastanza?” disse Anna con acidità accusatoria, prendendo tutti di sorpresa.

“Non può essere svenuta per quel getto di ghiaccio con cui l’ho scaraventata via da te. Si è rialzata subito” disse Elsa in sua difesa, sorpresa dall’accusa di Anna.

“E il fatto che il suo cuore sia ancora congelato, te lo sei dimenticata?” disse Anna con lo stesso tono di prima “Se le è successo qualcosa, ti riterrò personalmente responsabile!” disse Anna voltandosi di nuovo.

“Anna!” la rimproverò Hans. La rossa subito si accorse e si pentì di cosa aveva appena detto. Si voltò nuovamente verso la sorella, leggendo nel suo sguardo il rimorso e il senso di colpevolezza che le aveva scaturito la sua accusa.

“Elsa, scusa, mi dispiace! Non volevo-”

“No, hai ragione” disse Elsa “Avrei potuto alzare un muro di ghiaccio invece di colpirla… sono stata un’idiota, è colpa mia se le è successo qualcosa”

“No, non è vero, cercavi di proteggermi. Scusa” disse Anna abbracciandola stretta per consolarla. In quel momento l’entrata del rifugio si aprì ed uscì Kristoff, il cui volto non fu per niente rassicurante per gli altri quattro.

“Allora, come sta? Che è successo?” chiese Graham preoccupato.

“Crystal adesso sta bene, ma deve riposarsi ancora per qualche minuto” disse Kristoff.

“Era il suo cuore?- Che le è successo?” chiesero le due sorelle una dopo l’altra.

“No, il cuore ghiacciato non c’entra, non sei stata tu Elsa e Crystal è in salute…” Kristoff incrociò lo sguardo con le due ragazze “Ma è qualcosa di più grosso” disse Kristoff. I ragazzi e Bulda si lanciarono delle occhiate, cosa poteva esserci di più grosso?
Il gruppo lasciò che Crystal si riposasse ancora per un po’, ognuno pensando a un possibile piano per riprendersi Arendelle, ma in fin dei conti il piano era uno solo, sciogliere l’estate e mettere in luce le vere intenzioni dei due principi. Ognuno se ne stava per sé, eccetto che per Graham che sentiva il bisogno di andare da Elsa a parlarle di una cosa, di quel giorno di qualche anno fa, quando era andato a consolarla dopo il litigio avuto col padre.

“Elsa” le chiamò Graham quando la trovò, seduta su uno dei massi, assorta nei suoi pensieri.

“Oh, Graham! Ciao” disse lei salutandolo.

“Ciao… ti devo parlare” disse lui sedendosi accanto a lei “Si tratta di Crystal e non sto per accusarti nulla” disse lui per rassicurarla.

“Dimmi”

“Ecco… pensi che dovrei dirglielo?” disse Graham imbarazzato. Elsa lo guardò confusa.

“Dirle cosa?”  chiese lei.

“Di… ecco… di quello che è successo 4 anni fa” disse Graham. Elsa afferrò subito il concetto.

“Ah…” fu il suo unico commento.

“Voglio dire… cioè… io… il motivo per cui non ho mai consegnato Crystal a vostro padre è… cioè… non solo perché sapevo che aveva ragione per quei motivi di cui mi diceva… ma… insomma… io-”

“Graham, il fatto che Crystal ti piaccia, e pure tanto, non è una novità. Ci avrò messo 5 secondi ad accorgermene con quell’abbraccio, da come ti sei precipitato in suo soccorso, le occhiate bramose e gli occhi dolci” disse Elsa.

“Beh, mi dispiace dirtelo, ma
purtroppo Crystal non brama” disse Graham.

“Forse lei no, ma tu si” disse Elsa. Graham non rispose, ma Elsa si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.

“Quindi…” disse Graham “Dovremmo dirglielo? Insomma… tu mi hai baciato”  

Tu hai baciato me” puntualizzò Elsa

“E tu hai ricambiato” aggiunse lui “Elsa, io ti voglio bene, davvero. Ma-”

“Graham, lo so. Ne abbiamo parlato quando c’è stato quel bacio. Tu mi sei stato vicino e te ne sono riconoscente. Tu ti sei lasciato prendere dal momento e per quanto riguarda me, tu sei stato il primo ragazzo a mostrare una certa premura per me e-”

“Elsa, ero anche l’unico ragazzo che ti stava intorno 24 su 24, o per farti compagnia o per sorvegliarti per conto di Crystal o per servirti” disse lui. Ad entrambi scappò una piccola risata.

“Fatto sta, che non è successo niente. Siamo amici e questo è l’importante. Non c’è bisogno di dirglielo, poi se vuoi o se non vuoi lo decidi tu, mia sorella è adulta, non è una ragazzina ‘gelosa del passato’

“Quindi a te non dispiace se io e Crystal… insomma-”

“Graham, ma mi stai chiedendo il permesso?!” chiese Elsa alzando un sopracciglio “Se vuoi provarci con Crystal ogni volta che lei sembra farti gli occhi dolci, fa pure” disse lei. Poi la ragazza si illuminò. “Graham! Ho un’idea!” disse Elsa.

“Cosa?” fece lui confuso

“So come sciogliere il cuore ghiacciato di Crystal, senza il rischio che io faccia qualche guaio collaborando con lei per toglierle il ghiaccio!” disse lei.

“Davvero? Come?” fece lui ansioso di sapere come poterla salvare. Elsa lo guardò negli occhi.

“Baciala, Graham” disse Elsa.

“Che cosa?!” fece lui incredulo.

“Per sciogliere un cuore ghiacciato serve un atto di vero amore, il bacio del vero amore è uno di questi” spiegò lei.

“Elsa, quale parte di ‘Crystal non brama’ non hai capito?” rispose lui sconsolato.

“Crystal è molto brava a nascondere i suoi veri sentimenti ed emozioni, da piccola lo faceva sempre quando si trattava di nostro padre” disse lei “A meno che non sia una completa idiota, da non vedere cosa si perde, dopo tutti questi anni in cui tu l’hai aiutata forse avrà cominciato a provare qualcosa per te e a giudicare da come ti ha abbracciato nelle segrete quando ci hai salvate, non credo di sbagliarmi” disse la regina.

“Elsa, ti rendi conto che tu, che non sei mai stata innamorata, stai basando le tue teorie romantiche su me e Crystal da un solo abbraccio?”

“E’ la nostra migliore opzione, Graham. Almeno tenta” lo supplicò Elsa “Non è un ordine, te lo chiedo come amica: ti prego, prova a salvare mia sorella, per favore” gli chiese Elsa prendendogli le mani.

“Ci proverò” disse lui preso un respiro.

“Elsa” chiamò Hans arrivando all’improvviso. Elsa subito lasciò le mani del servitore voltandosi verso il principe, ma per sua sfortuna, Hans aveva visto “Mi dispiace interrompere il momento, ma Crystal sta meglio e Granpapà ci deve parlare” disse un po’ acido Hans. Il tono della voce prese Elsa alla sprovvista, le sembrò strano anche il fatto che Hans guardò storto il servitore, non appena lo raggiunsero per andare nel rifugio di Granpapà, ma non disse nulla. Il principe e la regina camminarono fianco a fianco e Graham si sentiva addosso la tensione tra i due che ogni tanto si guardavano di sfuggita senza parlarsi, oltre che per qualche motivo sentirsi come il terzo incomodo. Il ragazzo allora allungò il passo lasciando soli Hans ed Elsa che però continuarono con il vedo-non vedo, non avendo nessuno dei due il coraggio di guardarsi negli occhi e parlare, finché non raggiunsero gli altri. Il gruppo si riunì nel rifugio di Granpapà pronti a sapere cosa fosse successo alla ragazza. Entrando nel rifugio, tutti subito diressero lo sguardo verso Crystal che stava in piedi nella stanza.

“Crystal!” esclamò Anna appena la vide le corse incontro, per quanto possibile per il poco spazio, gettandole le braccia al collo. Crystal rimase sorpresa da quell’abbraccio così spontaneo di Anna, e dopo un momento di esitazione ricambiò il gesto, stringendo la sorellina. Era la prima volta che Anna l’abbracciava per affetto. L’unica volta in cui la minore l’aveva abbracciata era per scaldarsi, avendo il cuore gelato. Quando gli altri la videro, subito partirono le domande per chiedere come stava e come si sentiva. Anna che non si era ancora staccata dall’abbraccio, nonostante avesse allentato la presa notò la mano fasciata della sorella, quando quest’ultima gliela poggiò sulla spalla.

“Che ti è successo?” chiese subito Anna, staccandosi dall’abbraccio.

“E’ esattamente di questo che dobbiamo parlare” disse Granpapà non permettendo a Crystal di rispondere “Togliti le bende” disse. La ragazza obbedì e si tolse le fasce dalla mano, ma quando scoprì la mano, tutti videro cos’era successo. C’era una bruciatura, ma non una bruciatura qualsiasi, era un simbolo. Era una sorta di teschio dalla forma allungata che le prendeva la zona del palmo tra pollice e polso, e la pelle era ancora rossa e irritata per la scottatura.

“Che cos’è?” chiese Elsa

“Una cosa inquietante, poco ma sicuro” le ripose Hans.

“E’ un marchio, il simbolo della paura” disse Crystal.

“E che significa?” chiese Graham.

“La paura è un altro potere, ragazzi miei, uno dei più rari e antichi” disse Granpapà “Sono poche le persone che hanno poteri e di solito se sono di più in una zona, nascono da uno stesso nucleo famigliare, come voi due” disse il troll indicando Elsa e Crystal “Un potere elementale come il vostro è raro, il potere della paura è estremamente raro e molto pericoloso”

'Potere della paura'?” fece Anna confusa.

“E’ diverso dal potere elementale. E’ un potere emotivo, il più pericoloso di tutti. La paura non è nient’altro che un mezzo per portare disordine e distruzione, è un’arma, ma bisogna saperla usare, è l’unico dei poteri che non ha funzioni positive. Chi controlla il potere della paura, controlla anche la mente degli altri, manipolando le loro paure e timori più profondi” continuò Granpapà.

“Ma se Crystal controlla il fuoco, perché ha questo simbolo sulla mano?” chiese Hans.

“Ogni persona con i poteri ha un compagno” cominciò a rispondere Granpapà “In tutta la mia vita ne ho viste tante, ma mai avrei pensato che avrei assistito a questo. E’ un processo che riguarda solo quelli come Elsa e Crystal,  il cui nome risale a centinaia di secoli fa che viene comunemente chiamato ‘linking’, ossia l’unire in un vincolo, in questo caso un vincolo eterno di vita o di morte. La possibilità che si formi questo legame tra due persone con i poteri è estremamente rara, non si sa quale sia il motivo, è il Fato che decide. Nessuno può farci nulla, come nessuno può scegliere con chi avere il linking. Può capitare a due amici, fratelli o addirittura ai più grandi dei nemici, cosa molto più rara”

“Allora perché a me non è successo niente? Oltre Crystal sono l’unica in tutta Arendelle ad avere poteri” disse Elsa

“E’ quello di cui mi sono meravigliata anch’io” disse Crystal “Ho letto di questo vincolo eterno, non sapevo se mai mi sarebbe capitato, ma ero certa che se fosse successo, la mia compagna saresti stata tu”

“Non sei tu la sua compagna, Elsa” disse Granpapà alla regina “Il legame avviene solo quando c’è un contatto tra i due compagni, un contatto o di poteri o un contatto fisico. E’ un legame eterno, come ha detto Crystal. Voi due siete state a contatto per qualche anno prima che Crystal scappasse, e anche i vostri poteri, se fossi stata tu, innanzi tutto adesso avresti sulla mano il simbolo del fuoco e lei il simbolo dei ghiacci, poi ti sarebbe dovuta succedere la stessa cosa che è successa a Crystal, e questo sarebbe dovuto succedere dopo che ti sei scontrata con Crystal nel tuo palazzo di ghiaccio, come mi ha raccontato Kristoff. Il legame non si forma prima che i poteri siano arrivati ad un certo punto della loro maturazione, ecco perché in caso foste state compagne non si è manifestato prima” spiegò Granpapà “Il linking unisce i due vincolati fino alla morte, ma non solo, quello che sente uno, lo sente anche il compagno, ossia, se uno viene ferito, lo sentirà anche il compagno, se uno è malato il compagno sarà più debole anche se non ammalato. Se uno perde i sensi, li perderà anche il compagno e-”

“-E se uno dei due muore?” chiese Hans dando voce alla preoccupante domanda che si stavano ponendo tutti. Granpapà incrociò lo sguardo del principe.

“Muore anche l’altro” rispose il troll. Era la risposta che temevano tutti.

“Come si spezza il legame?” chiese Anna, che udita la risposta del troll si era stretta al braccio di Crystal.

“Non è facile, affatto. La magia non può spezzare il legame, questo è uno dei più grandi misteri irrisolti della magia. Tuttavia, il legame si spezza solo con la morte di uno dei due o di entrambi” disse Granpapà.

“Aspetta, ma se prima hai detto che se uno muore l’altro lo segue, come fa a salvarsi uno per rompere il legame?” chiese Kristoff anche lui confuso.

“E’ una lotta con sé stessi. Il vincolato deve sapere quanto è forte per riuscire a rompere il legame. Dipende tutto dalla forza d’animo e dalla motivazione che ha per vivere che lo salvano. Non si sa di preciso. Ma tutto dipende dal vincolato” rispose Granpapà “Inoltre, il legame non solo influenza i due compagni per quanto accade a loro, li influenza anche per quanto riguarda i poteri, in quanto non possono uccidersi tra loro. Questo perché la magia non consente a chi la possiede di fare incantesimi su sé stesso. Ma il legame influenza anche il carattere o l’indole con effetti imprevedibili. Ci sono stati casi in cui, gente con i potere con un’indole gentile abbiano fatto cose che se per loro non avrebbero mai fatto, magari perché legate a una persona di indole aggressiva, e viceversa. Alcuni hanno addirittura un legame empatico tra di loro” concluse Granpapà.

“La soluzione mi sembra una molto semplice” disse Kristoff “Dobbiamo trovare il compagno o la compagna di Crystal e tenerlo con noi. Se quei due figli di-”

“EHI!” interruppe Hans fulminando il montanaro “Ti ricordo che, purtroppo, sono i miei fratelli”

“Quei due psicopatici” si corresse Kristoff ottenendo l’approvazione di Hans “Se quei due psicopatici di Kyle e Robert trovano il compagno di Crystal potremmo rischiare e non poco”

“Ma non è detto che loro sappiano qualcosa di questo linking” disse Anna.

“La vera domanda qui, non è come trovarlo, è: chi è?” disse Elsa “Io sono l’unica in tutta Arendelle con dei poteri magici, se ci fosse stato qualcun altro, non pensate che appena rivelati i miei poteri questa persona sarebbe venuta a cercarmi, magari per parlare di essi?”

“Non è di Arendelle” disse Crystal che fino a quel momento non aveva proferito parola. Gli altri si ammutolirono e si rivolsero verso Crystal “Solo una persona è stata abbastanza a lungo a contatto con me” disse lei “Durante l’interrogatorio, una sola persona ad un certo punto si è avvicinata e ha poggiato la mano sulla mia. Quando l’ha fatto ho sentito qualcosa, non so che cosa di preciso, ma come una sensazione strana… erano i poteri. Stava cercando di fare un qualche incantesimo di paura su di me per farmi parlare”

“Crystal, chi è?” disse Anna prendendole il braccio. Il volto della ragazza rimase impassibile, e la sua risposta che mise lasciò tutti in shock, fece capire a Graham che Crystal ora non gli avrebbe mai permesso di scongelare il suo cuore, finchè Arendelle non fosse tornata sotto il dominio di Elsa.

“Il Principe Kyle delle Isole del Sud”

 
DA-DA-DA-DAAAAAA!!!!
E adesso che succederà? A quanto pare Crystal è legata in modo indissolubile con il fratello di Hans, colui che ha portato via il regno alle tre sorelle.
Allora... bello? Brutto? Che ve ne pare? Sì, lo so che sembra Twilight per questo linking, ma non mi veniva termine migliore visto che quello fico di 'imprinting' me lo ha già preso la Meyer.
Come vi è sembrato l'incontro madre-figlia tra Crystal e Idunn. E Graham ed Elsa? E come pensate che risolveranno la situazione? Vi prego fatemi spere con un bel commentino che magari mi ispira qualche nuova idea folle e rivoluzionaria.
Al prossimo capitolo!
Baci
Stella

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Capitolo 13
*** "Diversa" non "Mostro" ***


Ehilà! Eccomi qui! Ed è con somma goduria che vi annuncio di essere una donna matura! Finalmente è finito lo strazio e ho potuto ricominciare a scrivere! Se tutto va bene, riuscirò a finire questo racconto il prima possibile!
E con ciò, buona lettura!


Un giorno. Un altro giorno in cui Crystal lottava contro il cuore di ghiaccio. Un giorno in cui Elsa riprese l’addestramento e Anna che sedava i battibecchi nascenti. Un giorno in cui i ragazzi pensavano ad un piano per riprendersi il regno. Un giorno in cui Hans insieme a Graham e Kristoff si era allenato con la spada per fronteggiare i suoi due fratelli. Un giorno. Il tempo che era bastato a Kyle e Robert per rintracciarli.
Un troll si era precipitato di corsa da Crystal dicendole di aver visto un drappello di uomini armati avvicinarsi. Prima ancora che gli altri potessero registrare quello che stava succedendo, Crystal già si era trasformata in fenice ed era volata via, Kristoff invece aveva cominciato a dire ai troll di nascondersi e a Graham di andare verso la Grande Quercia, a Nord della Valle della Roccia Vivente, e di aspettare Crystal che avrebbe guidato lì i soldati. Anna ed Elsa si erano subito precipitate da lui per sapere cosa fare, ma Kristoff le acchiappò entrambe e le mandò nel rifugio di Granpapà per nascondersi. Nonostante il coraggio mostrato, Anna per ovvi motivi, ed Elsa altrettanto. Kristoff disse anche ad Hans di nascondersi con le ragazze. Il principe gli aveva detto che era assai probabile che i fratelli avessero detto agli altri nobili che fosse morto per il dolore per la perdita di Anna. Dovevano sfruttare questo a proprio vantaggio, ma quello non era il momento. Una volta nascosti i tre, Kristoff raggiunse gli altri.

Dentro al rifugio, sembrava che i caratteri delle due sorelle si fossero invertiti. Anna si era seduta su un piccolo pezzo di tronco che Granpapà usava come sedia, aspettando pazientemente il ritorno degli altri. Sapeva di non essere in grado al momento di affrontare i soldati, nonostante il suo istinto le dicesse di fare qualcosa. Elsa invece camminava avanti e indietro, frustrata per l’essere stata relegata lì dentro a non fare niente a causa dei suoi poteri di cui ancora non aveva il pieno controllo. Ma l’idea di stare lì impotente, mentre sua sorella e il suo amico rischiavano la vita per lei tra l’altro, in quanto regina e responsabile dell’inverno eterno, la mandava fuori di testa. Hans faceva del suo meglio per restare calmo e provare a tranquillizzare Elsa, ma lei non lo ascoltava, e stava cominciando a lasciare una scia di fiocchi di neve dove camminava.

“Io li raggiungo” disse Elsa improvvisamente, dirigendosi verso la porta, con i fiocchi di neve improvvisamente spariti.

“Ma dove vuoi andare?! Quelli stanno cercando te!” disse Anna prendendole una mano e risiedendosi  per aggiungere peso.

“Crystal è lì fuori per proteggere me!” disse Elsa, tentando di liberarsi dalla presa della sorella “Se le dovesse accadere qualcosa-”

“-Crystal è sopravvissuta con niente qui fuori per quasi vent’anni! Sa badare a se stessa” disse Hans cercando di dissuaderla.

“E’ mia sorella! L’ho già persa una volta, e dopo quello che è successo ad Anna, non ho alcuna intenzione di perderla di nuovo!” disse Elsa indicando la sorellina per un momento.

“Elsa, se Kyle è con loro-”

“-Tu resta qui e se succede qualcosa, proteggi Anna” disse Elsa. Hans l’afferrò nuovamente.

“Elsa, ascoltami-”

“-Crystal non è invincibile, come non lo sono io! Lei ha bisogno di me, adesso!”

“Ma lo capisci che è proprio per questo che non puoi andare!” disse lui “Tu non sei immune ai poteri di Kyle! Se mio fratello tenta qualcosa con Kristoff e Graham, sarebbe facile bloccarli per Crystal, ma con te sarebbe tutta un’altra storia” disse Hans prendendole le mani, ma Elsa si scostò e guardò Hans dritto negli occhi.

“Ci provasse” disse con determinazione e prima che il principe potesse fermarla, aprì la porta e uscì, sapendo che sia la sorella che il principe non avrebbero potuto seguirla per non giocarsi il loro ‘jolly’. Anna non aveva proferito parola, ma era rimasta lì con gli occhi sgranati per la sorpresa. Aveva visto qualcosa di diverso negli occhi di sua sorella. Era una nuova luce, una nuova determinazione. Elsa era sempre stata trattenuta e adesso finalmente le sembrava si stesse davvero liberando. Quello che stava per fare era pericoloso, Anna lo sapeva bene ed era preoccupata per Kristoff e le sorelle, ma se era questo quello che serviva ad Elsa per tirare fuori il carattere, non sarebbe state certo Anna a trattenerla di nuovo.

“Io le vado dietro” disse Hans che stava per prendere la porta e uscire. Anna gli prese un braccio e lo trattenne.

“Lasciala andare” disse Anna con voce delicata. Il principe la guardò sorpreso e guardò verso la porta preoccupato.

“Anna sai bene quanto è pericoloso!” protestò lui.

“Lasciala andare” ripeté Anna.

“Ma non possiamo permettere che Kyle le metta l’una contro l’altra!” disse Hans fuori di sé per la preoccupazione, ma Anna strinse la presa sul braccio del ragazzo.

“Hans, Elsa sa che cosa rischia e anche io ho paura, ma sa quello che fa. Elsa è la vera regina di Arendelle, quindi permettile di fare la regina… e lascia che se ne occupi” disse Anna con una saggezza nuova che stupì anche il principe.

“Ma-”

“-Una vera regina non se ne starebbe qui con le mani in mano quando sa di poter fare qualcosa… non se ne starebbe nascosta mentre gli altri muoiono per lei” disse Anna. Hans guardò nuovamente la porta combattuto tra l’ascoltare l’amica o se inseguire Elsa. Ma Anna aveva ragione. Il principe abbassò lo sguardo e quando Anna gli lasciò il braccio si andrò a sedere, pregando che tutto andasse bene.

Nel frattempo, Graham, Kristoff e Crystal erano impegnati con i soldati. Loro volevano trovare la regina e Crystal non aveva alcuna intenzione di permetterglielo. Se la stavano cavando bene al moment. Graham era agile, aveva ottimi riflessi e non si era dimenticato tutto dopo la leva militare. Non aveva una spada ma sapeva cavarsela bene anche con un bastone, un paio di soldati già li aveva stesi. Kristoff invece, faceva ricorso alla forza bruta. Era alto quanto Graham, ma mentre il servitore era atletico e longilineo, il consegnatore di ghiaccio era il doppio di lui per il continuo sollevare di enormi e pesanti blocchi di ghiaccio. Kristoff era armato di piccone e lo sapeva usare anche troppo bene. Lo usava per bloccare colpi, agganciare i piedi dei soldati per farli cadere a terra, per poi stordirli colpendoli alla nuca con la base del piccone. Crystal invece usava la spada e i poteri per quanto possibile. Il terreno sarà stato pure innevato, ma non poteva rischiare di dare fuoco alla foresta. Tuttavia, i soldati, dal canto loro, non erano affatto contenti di trovarsi a fronteggiarla. Tutti coloro che si avvicinavano finivano con il venir presi a calci nel sedere allontanati o storditi.

“Il prossimo?” fece Crystal con sfottò mettendosi apposta con le spalle contro un masso, lasciando che gli uomini la circondassero, ma tuttavia, nessuno si fece avanti.

“Avanti ragazzi! E’ solo una ragazzina!” disse uno.

“Sì, una ragazzina che ci sta facendo il culo!” rispose l’altro acido.

“Ma devo fare tutto da sola?!” disse e con ciò si trasformò in fenice volando via, tuttavia il suo potere non finiva con la trasformazione. In forma di fenice, al suo passaggio rasoterra, Crystal riuscì a sciogliere la neve incendiando l’erba sottostante intrappolando quel manipolo di soldati con le spalle al macigno su cui si era appoggiata lei precedentemente. Una volta finita l’opera soddisfatta si ritrasformò e andò ad aiutare gli altri due.
Kyle era con i soldati e si stava scocciando di vedere i suoi soldati non riuscire a portare a termine un lavoro facile. Dovevano prendere la regina Elsa e ucciderla, e se non l’avessero trovata, avrebbero dovuto catturare Crystal viva. La ragione che Kyle aveva dato ai soldati era quella della sua complicità nei crimini della regina. Ma in realtà il motivo era un altro. Crystal si stava indebolendo e quando si era sigillato il vincolo, Kyle lo stava sentendo, aveva sentito il freddo. Il suo cuore non era ghiacciato, ma quello della sua compagna sì. Se lui voleva vivere, doveva sopravvivere anche lei.
Tramite i suoi poteri, addentrandosi sempre di più nel bosco, Kyle aveva individuato la paura di Elsa e stava per trovarla, ma quando videro la fenice che avevano visto nel castello di ghiaccio, subito la seguirono per catturarla.
Kyle usò i suoi poteri nuovamente, ma l’unico lieve timore che percepiva, era quello dei soldati che si avvicinavano a Crystal per catturarla, fallendo. Il principe Kyle, si infuriò. Avevano perso la Regina delle Nevi. La sua compagna li aveva giocati.
Scese da cavallo e brandendo la sua spada si fece avanti dirigendosi verso Graham.

“Occupatevi di quel gorilla e catturate la Principessa Crystal” ordinò. I soldati impegnati con Graham lo lasciarono ed eseguirono gli ordini del principe. Graham era pronto a fronteggiarlo, ma sapeva bene cosa rischiava. Kyle stava cercando di isolare Crystal e per farlo avrebbe ucciso i due ragazzi.
Graham fu il primo a muoversi. Non poteva aspettare che Kyle usasse i suoi poteri contro di lui. Il principe parò, subito i primi colpi del bastone del ragazzo che con un colpo di spada tagliò a metà. Graham tentò di colpirlo nuovamente, prima con una metà del bastone e poi con l’altra, ma senza successo, rimediando una lieve ferita al braccio. Kyle stava per colpirlo ancora, ma Graham rotolò su un fianco e prese la spada di un soldato che aveva stordito, parando il colpo di Kyle e mollandogli un calcio nello stomaco, facendolo allontanare, senza accorgersi che in quel momento Crystal sentì una fitta allo stomaco dove Graham aveva colpito Kyle. I soldati approfittarono del momento di debolezza della ragazza e in due riuscirono ad agguantarla. Ma Crystal prontamente, incendiò le mani bruciando la gamba di uno dei due soldati che l’avevano presa e poi, il collo dell’altro, con la mano libera. In un attimo era nuovamente pronta a combattere. Si voltò verso Graham e vide che al momento  sembrava non essere troppo in difficoltà. Stavano facendo un continuo colpire e parare.

“Crystaaaal!” sentì chiamare, era Kristoff ed era in difficoltà, disarmato e con troppi soldati addosso. Crystal subito si ritrasformò e volò verso di lui e avvitandosi su sé stessa, produsse una vampata di fiamme che con enorme potenza, sbaragliò tutti i soldati di troppo che si erano gettati su Kristoff. Il ragazzo rimase stupito per un momento. Lui e quei tre soldati che aveva addosso: uno sulla schiena, uno la cui testa teneva incastrata in un braccio e  quello davanti a lui che stava per colpirlo. Kristoff ne approfittò e colpì quello davanti a lui, diede una botta in testa a quello che aveva agguantato e acchiappato quello che aveva sulla schiena lo gettò a terra, riprese il piccone e lo stordì.

“Alla buon ora!” brontolò il biondo.

“Prego” rispose la ragazza e tornarono a combattere contro i soldati. Crystal e Kristoff si misero schiena a schiena, circondati dai soldati. “Al 3 abbassati” bisbigliò Crystal. I soldati intanto si avvicinavano “1…2…” e con un raggio di ghiaccio i soldati vennero sbaragliati prima da un lato e poi dall’altro.  Tutti si voltarono in direzione del raggio e videro Elsa pronta all’azione.

“Cercavate me?” disse lei con sfottò “Provate a prendermi!” disse e i soldati subito si fecero avanti.

“Uccidetela! Ponete fine a quest’inverno!” ordinò Kyle e poi ritentò di colpire Graham, mentre i soldati si fiondarono su Elsa. Con un cenno del capo, Kristoff fece cenno a Crystal che poteva occuparsi dei soldati da solo, e la ragazza subito andò di corsa al fianco della sorella, che parava colpi su colpi e allontanava i soldati con i propri poteri.

“Ti avevo detto di restare nascosta! Ma perché non mi ascolti mai?!” rimproverò Crystal parando un colpo con la spada e allontanando un soldato.

“E tu perché devi fare sempre tutto da sola?!” rispose Elsa e con un raggio di ghiaccio allontanò altri soldati “E poi- qualcosa tipo un- non lo so- ‘mi avevano circondata, grazie per avermi salvato il fondoschiena!’ , un qualcosa di simile no, eh Crystal?”

“Ringrazio di non essere stata congelata di nuovo dalla mia cavolo di sorella minore!”  rispose l’altra.

“Sei incredibile!” disse Elsa infuriata e liberando la sua rabbia incatenando soldati al terreno tramite i suoi poteri.

“Abbassa la testa!” gridò l’altra e parò il colpo che stava per trafiggere Elsa da dietro, allontanando il soldato con un calcio usando la spalla di Elsa come sostegno e scavalcandola. L’altra si rimise in piedi e subito le due sorelle si rimisero a combattere. Graham intanto stava avendo difficoltà. Kyle era forte, aveva dei poteri e lui stava cominciando a stancarsi, nonostante l’adrenalina. Ad un certo punto Kyle lo colpì tre volte, e tutte e tre le volte andò a segno, ferendo Graham alla coscia, al braccio e alla guancia, sullo zigomo. Crystal aveva visto la scena. Era troppo lontana, ma forse c’era un modo.

“Elsa, dammi un pugno in faccia! Forte!” gridò lei mentre Graham passò al contrattacco.

“Che cosa?” fece Elsa, bloccando il suo ultimo soldato.

“Dammi un pugno. Sulla faccia! Non hai sentito?!” rispose lei, mentre Kyle bloccò il colpo di Graham e gli diede una ginocchiata sullo stomaco.

“Io sento sempre ‘dammi un pugno in faccia’ quando parli, ma di solito è il sottotitolo” rispose l’altra, ma poi vide alle spalle di Crystal che Kyle aveva fatto cadere Graham e stava per trafiggerlo, in quel momento capì la il perché della richiesta della sorella e le diede un pugno sulla faccia, come richiesto, con tutta la sua forza. La ragazza a momenti capitombolò a terra, e Kyle si bloccò per il dolore al volto, ma nel momento in cui stava per riprendersi ed uccidere Graham. Crystal si lasciò colpire nuovamente dalla sorella, e poi da un soldato ottenendo una lieve ferita sulla spalla, ma che a momenti poteva costarle caro. Il soldato fu subito bloccato da Elsa. Kyle rimase sbigottito per i forti dolori improvvisi, ma non fece in tempo a riprendersi che Graham gli aveva dato un pugno nello stomaco facendolo cadere a terra.

“Graham! Porca miseria!” protestò Crystal, piegata in due, con una mano sulla spalla, sanguinante e con Elsa che le era venuta in soccorso. I ragazzo dovette fermarsi, per non fare male alla ragazza. Ma Kyle non avrebbe certo esitato a colpirlo una volta in piedi.

“Graham, Kristoff! Occupatevi dei soldati. Lui è nostro” disse Elsa e con la sorella marciarono verso Kyle. Lui fece un ghigno.

“Non potete uccidermi e lo sapete bene” disse lui.

“Non posso farti male solo per questo legame” rispose Crystal fissandolo decisa “Sai com’è? Se uccidessi te, morirei anch’io e sono troppo giovane per quello”

“Già, il suicidio non è nel suo repertorio, ama troppo se stessa” disse Elsa. Crystal si lasciò scivolare la frecciatina della sorella.

“E l’omicidio non è nel tuo Elsa… oppure sì? Dimmi, se Hans non fosse intervenuto nel palazzo, avresti ucciso quei due uomini, vero? Non ti bastava fermarli”

“Elsa, non ascoltarlo” disse Crystal. Elsa per un momento sembrava essere stata presa di sorpresa.

“Ammettilo, li volevi morti. In fondo, noi tre siamo uguali… siamo dei mostri” disse Kyle.

“Lasciala in pace!” disse Crystal e lanciò una palla di fuoco contro il principe, ma il colpo gli passò attraverso senza fargli niente.

“Visto?” fece lui “Se non fosse per il legame, sarei morto adesso. Tua sorella sarebbe un’assassina, come lo saresti tu se non fosse stato per Hans” Crystal in quel momento notò qualcosa nello sguardo di Elsa, i suoi occhi di un azzurro limpido, cominciavano a colorarsi di punti di rosso acceso. Kyle stava usando i suoi poteri su di lei.

“Elsa, non lo ascoltare. Tu sei speciale, non un mostro. Sei diversa da me e Kyle” disse Crystal cercando di distrarla dall’incantesimo.

“No, Elsa, sei esattamente come noi. Questo inverno, è causa tua. Il cuore congelato di tua sorella, è colpa tua! Tutti coloro che moriranno per questo freddo, moriranno per colpa tua! Se non sei un mostro, davvero riusciresti a vivere con tutte queste vite sulla tua coscienza… sempre che tu ne abbia una?”

“Kyle, usa i tuoi trucchetti su di me, ma lascia stare mia sorella!” disse Crystal lanciandogli un’altra palla di fuoco addosso, nella speranza di ridurlo in cenere, ignorando di proposito i fatto che se la cosa avesse funzionato, sarebbe morta anche lei. Le iridi di Elsa, invece divennero sempre più rosse. Immagini del passato le riaffiorarono alla mente. Rivide, quando fece del male ad Anna, rivide l’abbandono di Crystal, rivide suo padre che l’aveva nascosta al mondo e lo schiaffo che le aveva dato, rivide i volti del suo popolo quando i suoi poteri vennero alla luce, risentì il duca di Whiselton chiamarla ‘mostro’. Poi vide altro, vide il suo popolo rivoltarsi contro di lei volendola morta, vide Graham che le puntava una spada contro, vide Crystal che l’abbandonava per poi trasformarsi in una statua di ghiaccio dicendole ‘mi hai delusa’, mentre Anna abbracciava la statua piangendo e che poi voltandosi verso di lei la chiamava ‘mostro’ rinfacciandole di averle chiuso la porta in faccia per tutti quegli anni e di non aver perdonato Crystal, vide Hans che le voltava le spalle andandosene dicendole che nessuno mai potrebbe amare un mostro come lei.
La voce di Crystal era distante ormai, ovattata. Elsa era perduta in un oblio di tenebre e rosso sangue che coloravano le sue paure più forti. Quando si voltò verso Crystal, non vide lei, vide sé stessa, vide il peggio di sé… vide la Regina delle Nevi, quella malvagia. L’unica cosa che voleva fare in quel momento, era distruggere quell’immagine. Ridurla in mille frammenti di ghiaccio. Sentì la sua mano diventare fredda e pronta per scagliare un colpo, sentiva una voce dirle di farlo, di fare a pezzi quel mostro, il mostro che era, che tutti pensavano che fosse e che sarebbe sempre stata. Ma qualcosa dentro di lei le disse che non era quella la risposta.
In un attimo rivide la sua infanzia, rivide le risate con Crystal e con Anna, rivide le creazioni di pupazzi di neve, rivide tutti gli abbracci delle sorelle. Udì nuovamente le parole di sua madre dirle che era speciale, di sua sorella maggiore, rivide Anna che in un atto di vero amore era disposta a sacrificarsi per lei, vide tutte le volte in cui Anna le aveva bussato alla porta in vano, che se da un lato le faceva male, dall’altro significava che non si era mai arresa ed era sempre stata lì per lei, rivide il suo primo bacio con Graham, che anche se era stata una cosa dovuta più all’atmosfera e alla curiosità di un adolescente che ad un vero e proprio trasporto romantico, lui era stato l’unico ragazzo che le voleva bene così come era, poi vide Hans. Vide i loro giochi di quando erano piccoli,  vide quella volta in cui lui in un momento di coraggio, dopo averle regalato un piccolo fiore le aveva dato un bacetto sulla guancia, vide come giorni prima aveva tentato di proteggerla nell’assalto al castello, vide come aveva tentato di avvicinarsi a lei nelle segrete, vide nel suo sguardo tutto, ma non la paura. Hans non aveva mai avuto paura di lei, non ne avrebbe mai avuta, lui l’aveva accetta subito, così come era. Forse non era innamorato di lei, considerando il fidanzamento, ma le voleva bene ed era quello che contava. Poi vide Hans davanti a sé.

“Noi ti vogliamo bene Elsa, non abbiamo paura di te” disse Hans erano le stesse parole che le aveva detto il giorno prima. Erano stati lasciati da soli un momento e dopo l’ennesimo litigio con Crystal, Elsa nuovamente stava ricadendo nel suo 'circolo della paura'. Hans si era avvicinato a lei per parlarle e dopo aver scambiato alcune parole, quelle erano uscite  parole dalla sua bocca.
“Anna e Crystal credono in te e ci credo anche io” disse Hans “Io, Anna, Crystal e Graham ti vogliamo bene e ti accettiamo così come sei… ma non è abbastanza, ci ho messo un po’ ma guardando Crystal ho capito” il ricordo delle parole che vennero dopo la colpì come una scure “Devi amare te stessa, Elsa. L’unico modo per ottenere il pieno controllo dei tuoi poteri, è abbracciandoli perché sono parte di te… e io non ti vorrei diversa per niente al mondo” poi in quel momento l’immagine di Hans si dissolse.
Elsa si voltò di scatto verso Kyle, le iridi della ragazza erano più azzurre che mai, e con una rapidità inaspettata incatenò a terra tutti i soldati e Kyle. Elsa si avvicinò minacciosa al principe.

“Io sono diversa… ma non sono un mostro” disse Elsa, guardandolo dritto negli occhi.

“Ma che cosa?!-”

“Ti vedo sorpreso, Kyle. Qualcosa non va?” sfotté lei.

“Non è possibile! Tutti hanno delle paure e le tue sono troppo evidenti per poter sbagliare! Perché non funziona?!” disse lui fuori di sé.

“Hai ragione, tutti hanno delle paure… solo che stai cercando quelle sbagliate, ecco tutto” disse lei. Crystal le si avvicinò, guardando malissimo Kyle, con uno sguardo oscuro, che Elsa non aveva mai visto in lei.

“Finiamolo” disse in modo tetro.

“Crystal?” fece Elsa sorpresa.

“Finiscilo, Elsa! Uccidilo!” Elsa invece si avvicinò subito a lei prendendole il volto tra le mani e volgendo lo sguardo verso di lei.

“Crystal, guardami. Non sei tu che parli… tu non sei un mostro… non permettere al vincolo di trasformati in tale” le disse. In quel momento qualcosa scattò nello sguardo della sorella, che si era resa conto di quello che era appena successo.

“Il vincolo… sta cominciando a influenzarmi…”

“Tu sei più forte… non permetterglielo” disse Elsa. Fu allora che Crystal si riprese del tutto. Guardò nuovamente Kyle e poi Elsa.

“Andiamo” disse la maggiore. Elsa non disse niente, le fece  una leggera carezza sul viso prima di lasciarla e poi le due ragazze, il servitore e il boscaiolo, sparirono nella foresta, prima che il ghiaccio delle catene dei soldati e di Kyle si sciogliesse.
Anna e Hans erano fuori di testa dalla preoccupazione. Poi Olaf aprì la porta con un enorme sorriso. Erano tornati tutti e stavano bene, o quasi. Anna corse subito da loro e il primo che abbracciò fu Kristoff, che la strinse forte. Hans invece si era fiondato verso di Elsa abbracciandola stretta. Elsa era rimasta sorpresa ma ricambiò il gesto.

“Ce l’ha fatta! Ha sbaragliato tutti i soldati senza fare male a nessuno” disse Graham.

“Kyle ha provato a farle un qualche incantesimo e lei è riuscita a combatterlo, ha usato i suoi poteri un modo pazzesco!” disse Crystal fiera.

“Davvero?” disse Hans con un sorriso, staccandosi appena dall’abbraccio.

“Sì, avreste dovuto vederla. Glie le ha suonate di brutto” disse Kristoff. Anna guardò Elsa fiera, ma prima che potesse andare ad abbracciarla, Hans la strinse di nuovo in un abbraccio sollevandola da terra, girando su sé stesso.

“Ha-ha! Lo sapevo! Sapevo che ci saresti riuscita!” disse sorridendo. Elsa si lasciò scappare una risata per l’entusiasmo del principe. Poi Hans la rimise a terra ma non la lasciò.

“Perché essere diversa da come sono quando quelli che mi vogliono bene non mi vorrebbero in alcun altro modo?” disse lei. Il principe capì subito l’allusione al discorso del giorno prima e fu in quel momento che non si trattenne più, le prese il volto tra le mani e la baciò davanti a tutti. Graham, Crystal e Kristoff erano rimasti sotto shock, Anna ed Olaf erano gli unici che sorridevano. Elsa colta di sorpresa invece, ricordandosi che quello era il fidanzato della sorellina lo spinse via e gli mollò uno schiaffo in piena faccia. Era il momento di Anna ed Olaf a restare di stucco e per gli altri di guardare male Hans che ancora si teneva la guancia e la guardò ferito.

“Ma che cosa ti salta mente?! Tu stai fuori! Con Anna qui presente, ma non ti vergogni?!” gli gridò contro Elsa che non gli diede il tempo di rispondere che subito imbarazzatissima andò dalla sorella. “Anna mi dispiace! Non volevo- non so cosa gli sia passato per la testa-”

“Ma cosa è passato per la testa a te?! E’ stato un momento romantico perfetto e tu lo vai a rovinare così?!” disse la piccola. Quella risposta lasciò tutti di stucco.

“Cosa?!” fece Elsa “M-ma voi…?” Anna capì subito l’equivoco.

“Olaf! Ma non gli hai detto niente?!” fece Anna al pupazzo di neve.

“Io? Si che l’ho detto, ma non mi hanno ascoltato più di tanto” brontolò il pupazzo.

“Hans! Ma tu non le hai detto niente?!” disse Anna rivolgendosi al principe.

Io? Tu non le hai detto niente!” rispose lui.

“Dirmi cosa?” fece Elsa.

“Questo vuol dire che nemmeno Kristoff lo sa, o Crystal e Graham”

“Che dobbiamo sapere?!” fece Kristoff.

“Ma davvero non gli hai detto niente?!” fece Hans ad Anna.

“Tu non hai detto niente ad Elsa”

“No, aspettate! Ragazzi che sta succedendo qui?!” disse Elsa.

“Hans ed io abbiamo rotto il fidanzamento” confessò Anna. Elsa la guardò non sapendo che dire “Circa, il momento in cui siamo tornati. Non poteva baciarmi perché non avrebbe funzionato in quanto… beh… il suo cuore appartiene a qualcun altro” disse Anna sorridendo alla sorella.

“Q-quindi voi due…?” fece Kristoff.

“Niente più che semplice amicizia” rispose Hans imbarazzatissimo. La tensione era palpabile, per fortuna Crystal riuscì a spezzare l’atmosfera imbarazzante, schiarendosi la gola.

“Ragazzi, mi dispiace rompere l’atmosfera da commedia romantica, ma io ho ancora una spalla grondante sangue. Visto che a momenti ci lascio le penne, se qualcuno gli desse un’occhiata non mi dispiacerebbe” disse ironica.

“Ovviamente se non rechiamo disturbo” aggiunse Graham indicando le sue di ferite. Gli occhi di Anna andarono fuori dalle orbite quando guardando la sorella maggiore per la prima volta, vide la maglia insanguinata di Crystal.

“Oh mio Dio! Ma che ti è successo?!” disse Anna andandole incontro.

“E’ successo che questo genio incompreso, per salvare lui” disse Kristoff indicando Graham con un occhiataccia “A momenti si fa tagliare la testa” spiegò afferrando Crystal per un braccio “Fa vedere” disse.

“Kris, tanto guarisce da sola, va a vedere Graham” disse lei.

“Crystal tu sembri uscita fuori da un libro dell’orrore, io no. Kristoff guarda lei” disse il servitore. Crystal non fece in tempo a protestare, che Kristoff già le aveva tirato giù la spalla della maglia rivelando la ferita che le prendeva verticalmente tutto il deltoide fino alla clavicola.

“Hm… ad una persona normale servirebbero dei punti a te domani si sarà già rimarginata, ma ciò non esclude che ti si possa infettare, vieni che te la disinfetto, e tu Graham, poi tocca a te. Elsa, il tuo ghiaccio mi farebbe comodo. Anna” la ragazza lo guardò in attesa “Tu servi per sostegno morale”

“Io che faccio?” disse Olaf.

“Tu, resta qui, carino e coccoloso, e se qualcuno dei troll vede altri soldati avvisaci subito” istruì Kristoff. Olaf sorrise e trotterellò dai piccoli troll.

“Io… faccio un giro” disse Hans.

“Ecco, bravo” aggiunse Kristoff ottenendo una leggera gomitata sia da Anna che da Crystal, poi lui e le tre sorelle entrarono nel rifugio di Granpapà, mentre Graham aspettava fuori per poi venir chiamato da Bulda per portare una maglia pulita Crystal. Il servitore la seguì.
Nel frattempo, nel rifugio, Elsa raccontava ad Anna cos’era successo lì fuori da quando era arrivata. La rossa ascoltava il racconto, ma ad un certo punto, pur sapendo di non dovere scoppiò in una sonora risata.

“Cioè- per rallentare Kyle ti sei fatta dare da Elsa un pugno in faccia e una ginocchiata nello stomaco?” disse Anna ridendo “Immagino la scena! Elsa che da un pugno a te e lo sente lui!- Cioè- tu le prendi e lui le sente!”

“Le ho sentite pure io e non è stato affatto piacevole…” brontolò la maggiore.

“Però soddisfacente” disse Elsa con un sorrisetto, mentre metteva una leggera brina intorno alla ferita di Crystal, e tenendole giù la spalla della maglia, per aiutare Kristoff
a disinfettarla. Anna le lanciò un’occhiata.

“Senti, Cocca, ti ricordo che posso ricambiarti il fav- Ow!” protestò quando Kristoff le fece abbassare il braccio che stava alzando per minacciare la sorella.

“Sta ferma” disse Kristoff

“Ahi! Mi fai male!” protestò lei “Brucia!”

“La cosa non dovrebbe infastidirti” disse Elsa con un sorrisetto.

“Vuoi provare?” rispose l’altra alzando una mano in fiamme. Anna le poggiò una mano sulla spalla buona.

“Sshh… cuccia…” fece la piccola, zittendo le altre due che cercavano di non litigare solo per lei. In quel momento entrò Graham con la maglia pulita per Crystal. Non
riuscì a chiederle niente in quanto Kristoff decise di andare a vedere le ferite di Graham, facendo continuare Anna, che subito continuò a disinfettare la ferita.

“Ti fa male?” le chiese Elsa.

“Un po’, ma ho fatto una mezza cavolata, qualche centimetro e poteva andarmi molto peggio, quindi meglio così” rispose l’altra.

“Ma smettila di fare la sbruffona” disse Elsa leggermente acida “Non siamo in un libro di mitologia e tu non sei Xena”

“Wow…” brontolò Anna facendo cadere le braccia “Il livello di insincerità tra voi due è ridicolo! Tutt’e due volete apparire per quello che non siete!” disse “Elsa, tu non sei una rompiscatole, fredda e distaccata. E tu Crystal, non sei invincibile! Ragazze, siamo sorelle… un po’ di sincerità, almeno tra noi, su!” disse Anna. Silenzio “Porca paletta..” aggiunse.

“Ahi…” brontolò Crystal quando la piccola, riprese a medicarla.

“Buona…” fece Anna. Silenzio.

“Elsa?” fece Crystal. La sorella la guardò in attesa “Prima… avevo la situazione sotto controllo ma… grazie per avermi aiutata” disse con un piccolo sorriso.

“Prego” rispose l’altra “Vuoi che aggiunga del ghiaccio?”

“Magari…” Elsa fece come disse. Stavolta fu il turno di Anna a sorridere.

“Finalmente! Ci voleva tanto ad essere civili?” e schiaffò il cotone imbevuto di disinfettante sulla ferita della maggiore.

“AHIA! Sei violenta!” brontolò l’altra. Ma le tre non dissero più niente, se non che si lasciarono scappare una piccola risata. Una volta finito di disinfettare Crystal e aver pulito la ferita, Elsa le creò una sorta di cerotto di ghiaccio. L’avvisò che probabilmente le avrebbe fatto male, ma avrebbe aiutato a far sì che non si infettasse, almeno così, quando i suoi poteri avrebbero cominciato a fare il loro dovere, la ferita sarebbe scomparsa senza problemi. Infatti, le fece male, e non poco, ma almeno la ferita era curata, fatto ciò, Crystal si mise l’altra maglia pulita con lo scollo a V, passò nel rifugio suo e di Kristoff e poi andò a cercare Graham. Lo trovò seduto su un masso (vero) ai confini della Valle della Roccia Vivente. Il ragazzo si era offerto per fare da sentinella, una volta finito di medicare la ferita.

“Ehi” fece Crystal sedendosi accanto a lui.

“Ciao” ricambiò il saluto Graham.

“Bel lavoro, oggi… te la sei cavata bene con Kyle” disse lei.

“Beh… se qualcuno non si fosse fatta prendere a pugni dalla propria sorella, dubito che sarei qui” disse lui. Crystal sorrise. Graham poi con un dito le spostò la spalla e vide la ferita.

“Ti fa male?” le chiese.

“Un po’… ma Anna ed Elsa sono state brave… sto meglio. Tu invece?”

“Kristoff non sarà un medico, ma ci sa fare. La guancia e la coscia sono apposto, al braccio mi ha messo qualche punto”

“Togliti la camicia, fammi vedere” disse lei “E non fare battute” aggiunse con un’occhiata ammonitrice, ma scherzosa.

“Okay, come vuoi” rispose lui con una mezza risata e si la camicia. Fortunatamente per lui, la Valle della Roccia Vivente era zona vulcanica, attiva e tutto il suo territorio
era l’unico a non essere innevato e ad essere caldo.
Non appena si tolde la camicia, Crystal diede un’occhiata alla ferita.

“Hai qualcosa di tagliente? A breve i punti non ti serviranno” disse lei. Graham si voltò un secondo e le passò il coltello che gli aveva dato Kristoff per difendersi. Crystal lo usò per tagliare e togliere i punti, poi passò una mano sopra la ferita ed in un momento il taglio scomparve.

“Forte” disse Graham stupito. Crystal sorrise e basta. I due si guardarono un momento, ma poi Crystal prese la camicia che aveva preso dal rifugio suo e di Kristoff e gliela diede.

“E’ una vecchia camicia di Kristoff. Ti dovrebbe stare” disse lei passandogliela e prendendo quella insanguinata. Graham ringraziò e se la mise. Ci fu un momento di silenzio tra i due, poi la ragazza parlò di nuovo.

“Non sei tenuto a farlo” disse lei.

“Hm?”

“Non è la tua battaglia. I tuoi genitori saranno in pena per te. Perché non torni da loro e li porti via dal palazzo? Appena sarà tutto finito, vi faremo richiamare ad Arendelle”

“Sono sempre stato al tuo fianco, Crystal. Non ti abbandono adesso” Crystal lasciò scivolare la sua mano in quella di Graham, con un piccolo sorriso, poggiandogli la testa sulla spalla.

“Stai pensando. Sento le rotelle del tuo cervello girare”

“Sto cercando di formulare un piano… quello che diceva Granpapà è vero… non posso uccidere Kyle, perché non posso fare incantesimi su me stessa. E non posso colpirmi da sola con una spada, perché Kyle non lo farebbe mai… oggi Kyle ha incominciato ad influenzarmi tramite il vincolo… è stata Elsa a fermarmi. Quando mi sono resa conto che era il vincolo a farmi desiderare di ucciderlo, ho come sentito un rifiuto all’idea, questo può solo voler dire che Kyle non si farebbe mai del male da solo” Crystal fece una pausa “Sto cominciando a pensare… che forse la soluzione è una sola”

“Crystal, non pensarci nemmeno” disse lui deciso “Non puoi davvero pensare di farti ammazzare per fare secco lui”

“Quale altra possibilità, c’è Graham?”

“Ne troveremo un’altra, senza doverti…”

“Uccidere? Hai sentito Granpapà, hai visto cosa è successo oggi… non c’è un’altra via… qui non si tratta di me, o di voi. Qui si tratta di Arendelle… e il mio popolo viene prima di me” disse Crystal.

“Puoi… puoi non fare piani?” disse lui.

“Graham-”

“-Per favore? Abbiamo un momento di quiete, e non voglio perderlo parlando di… perdere te…” disse lui. Crystal lo guardò negli occhi. Azzurro e viola si incontrarono, senza distaccarsi l’uno dall’altro. Erano sguardi tristi, mesti, ma non servivano parole. Il messaggio era chiaro, a tutti e due, ma entrambi si dovettero trattenere. Tuttavia, Crystal accarezzò il volto di Graham, passandogli una mano tra i capelli, e poggiando la fronte alla sua. Rimasero in silenzio, poi Crystal appoggiò nuovamente la testa sulla spalla del ragazzo, che appoggiò la sua testa alla sua, stringendole la mano. Entrambi facendo la guardia alla valle.

Dall’altra parte, Elsa stava in piedi vicino al laghetto della valle, creando piccoli fiocchi di neve con i poteri. Dopo quella giornata si sentiva diversa. Si sentì come ridicola a guardare il passato e quello che aveva fatto tutto quel tempo. Aveva passato anni a nascondersi ed oggi le ci era voluto un attimo per affrontare il nemico senza paura. Non aveva avuto paura e quella su cui Kyle aveva tentato di incantarla, si era accorta che erano solo illusioni… illusioni della sua paura.
Era lei la padrona dei suoi poteri, ed era lei a decidere come usarli. Non li avrebbe mai usati per fare del male al suo popolo.
Doveva sciogliere l’inverno, ancora non sapeva come ma ci sarebbe arrivata.

“Elsa” si sentì chiamare. Si voltò e vide Hans che timidamente era andato a cercarla. Elsa si voltò di scatto arrossendo ancora per l’imbarazzo della situazione precedente. Hans tuttavia si fece avanti, andandole accanto. “Avrei voluto esserci oggi ad aiutarvi”

“E far saltare il jolly? Poco astuta come mossa”

“Beh, ma almeno avrei assistito a te che prendi a calci nel sedere mio fratello” Elsa sorrise “Come hai fatto a no cadere preda del suo incantesimo?”

“Ho pensato a voi… ho capito che fino adesso ho vissuto nella paura di illusioni… non mi sono mai accettata per quello che sono… se potete farlo voi, è ora che cominci a farlo anch’io”

“Sapevo che prima o poi ti avrei rivista”

“In che senso?” chiese Elsa confusa.

“Nel senso che ero sicuro che avrei rivisto l’Elsa che ho conosciuto quando ero piccolo, quella sempre pronta a nuove birichinate da ragazzini, quella sorridente, coraggiosa e determinata… la futura regina” disse lui. Elsa gli sorrise, poi Hans si grattò il collo, schiarendosi la voce timidamente.

“Riguardo a prima…”

“Scusa…” fece Elsa timidamente “Se avessi saputo… non ti avrei schiaffeggiato. Ma pensavo fossi fidanzato con mia sorella e, insomma…”

“Stai tranquilla, capisco e non avresti affatto torto- aspetta- non lo avresti fatto?” disse sorpreso.

“No…” rispose Elsa arrossendo ancora di più.

“E sentiamo… perché non lo avresti fatto?” chiese Hans con una nuova sicurezza di sé.

“Anna diceva la verità?” chiese Elsa “Tu non l’hai mai baciata perché… pensavi a… me?”

“Sì…” ammise Hans “Penso a te in quel modo da molto tempo, ma pensavo che tu non mi volessi… adesso che so dei tuoi poteri, capisco che non è per quello che mi avevi allontanato. Comunque, ancora non mi hai risposto. Uno schiaffo me lo hai dato e hai detto che non lo avresti fatto se avessi saputo la verità… posso sapere perché?”

“Beh… perché… non saresti un fedifrago” rispose Elsa incerta, mentre Hans si avvicinava con un sorrisetto.

“Solo?”

“E io non tradirei mia sorella…”

“E…?” insistette Hans mettendole una mano sulla guancia.

“E…  e non farmi dire tutto!” Hans sorrise e la baciò, questa volta venendo ricambiato e senza ricevere schiaffi. Non si dissero nient’altro. Per un momento non c’era nessuno, c’erano solo loro. Si guardarono un istante, con uno sguardo di complicità, poi Elsa gli mise le braccia intorno al collo e lui intorno alla vita e si baciarono di nuovo,  ignari che poco distante da loro della neve ai confini della Valle si stava sciogliendo.

Et voilat! Spero che questo capitolo abbia compensato per la lunga attesa. Come vi è sembrato? Bello? Brutto? Mandatemi qualche recensione costruttiva, perchè mi servono!!! Tipo: dinamiche, personaggi, legami. Cosa ne pensate del fatto che sembra che adesso Elsa si sia finalmente data una svegliata e che Crystal stia pensando di sacrificarsi per il suo popolo?
E con ciò, vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio
Stella

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Capitolo 14
*** Riconciliazione... forse... ***


Eccomi tornata con un'altro capitolo! Vi avviso che siamo arrivati quasi alla fine. Ci sarà un'altro capitolo e poi l'epilogo.
"Ma non vi crucciate" (cit. Granpapà) se qualcuno di voi ha l'account su Fanfiction.net o conosce il sito, vedrà che ho pubblicato un remake del Fantasma dell'Opera con i personaggi di Frozen, e a breve (spero) pubblicherò una fanfiction Helsa (in inglese). Il remake si chiama "The Snow Queen of Arendelle" di ThePrincessofStars.
Detto ciò buona lettura!


Erano passati alcuni giorni dall’attacco alla foresta. In quei giorni, Crystal aveva avuto un altro attacco di gelo al cuore, Kyle lo sapeva, lo aveva sentito. Avevano i giorni contati, entrambi. In quei giorni Hans si era dato da fare, allenandosi con gli altri due ragazzi per prepararsi allo scontro, Hans aveva anche insegnato ad Anna qualche mossa, l’indispensabile di difesa personale, poiché anche lei sarebbe venuta con loro. Per riconquistarsi la fiducia del popolo, non bastava che Elsa sciogliesse l’inverno, era necessario far vedere che Anna era viva e con chi si era schierata. Anche Crystal ed Elsa si stavano dando da fare con i loro poteri, i litigi non mancavano mai e Anna si ritrovava sempre a fare da paciera. Lei voleva bene alle sue sorelle, ma vederle litigare sempre le faceva male. Non c’era quell’unione di cui avevano bisogno in quel momento critico e a volte si chiedeva se mai ci sarebbe stata. Anna aveva paura di una cosa, che la sua famiglia non si sarebbe mai riunita. Una volta finito tutto, Elsa sarebbe tornata a palazzo, Hans si sarebbe unito a loro, anche Graham sarebbe tornato a palazzo. Forse anche Kristoff si sarebbe unito a loro, lei ci sperava, ma Crystal… non ne era poi così certa. In quei giorni la maggior parte degli scontri tra le sorelle erano stati battibecchi minimi, bisticci da sorelle, ma alcuni stavano per degenerare e diventare vere e proprie liti. Anna per fortuna era riuscita ad intervenire, ma la tensione era palpabile, sentiva che prima o poi un litigio pesante ci sarebbe stato. Crystal stava provando in tutti i modi a rimediare al suo errore con Elsa per farsi perdonare. Cercava di insegnarle tutto quello che sapeva sui poteri, forse a volte era un po’ brusca e troppo diretta a dirle cosa pensava, ed era quello che faceva nascere i bisticci, ma Crystal era fatta così, non nascondeva quello che pensava.
Elsa tuttavia sembrava non volerla perdonare. Forse per il troppo orgoglio o forse per ‘punirla’, fatto stava che mai una volta si era avvicinata lontanamente a dare cenni di perdono, non si erano nemmeno mai abbracciate. Nonostante Elsa facesse di tutto per resistere, desiderava quell’abbraccio più di ogni altra cosa, ma non voleva cedere, e nemmeno Crystal. Era un braccio di ferro in cui perdeva il vincitore, senza sapere che Anna, quanto loro, desiderava vedere quell’abbraccio.
Quella sera, si riunirono per discutere del piano per riprendersi Arendelle. Doveva essere una cosa veloce, catturare Kyle e Robert e provare l’innocenza di Elsa facendo vedere che Anna e Hans erano vivi. Tutti i ragazzi si trovarono nel rifugio di Granpapà… o meglio, quasi tutti…

“Ma Elsa e Hans che fine hanno fatto?” chiese Anna mentre aspettavano la neo-coppietta

“Boh” fu l’illuminante risposta di Kristoff.

“Si saranno infrattati…” commentò Crystal con un sorrisetto, guadagnandosi una mezza risata dei due ragazzi.

“Ma come sei delicata, Crystal!” disse sarcastica Anna.

“Vero?” aggiunse la maggiore

“Sì, come una catapulta” ribatté Anna, Crystal si mise a ridere e anche ad Anna scappò un sorrisetto.

“Beh, è bello vedere che almeno con Anna entrambe vadano d’accordo” disse Graham

“Già… Crystal, tu ed Elsa dovreste prendere lezioni di simpatia e gentilezza da Anna, potrebbe esservi utile” disse Kristoff. Crystal ridacchiò poi finalmente la porta si aprì, e scorsero Hans che come un cavaliere teneva la porta per far entrare Elsa.

“Eccoli… parli del diavolo e spuntano le corna con tutta la coda” disse il boscaiolo.

“Scusate…” disse Elsa. Hans mimò la scusa con un cenno della testa.

“Bene” cominciò Crystal “Adesso se Romeo e Giulietta hanno finito di pomiciare-”

“-Non stavamo pomiciando!” disse Elsa imbarazzata.

“Ci siamo baciati qualche volta” aggiunse il principe.

“Hans, non sei d’aiuto!” brontolò la platinata fulminando il principe che in quel momento si era reso conto di quello che aveva detto, arrossendo. A questo punto Graham e Kristoff non si trattennero più e si misero a ridere come idioti, Crystal a stento si trattenne, facendosi scappare qualche risata

“Eddai, ragazzi! Per mezz’ora di ritardo! Come siete maliziosi!” disse Anna per placarli, non rendendosi conto di aver solo fatto un’aggiunta al carico di risate. Poi Crystal si ricompose e riprese l’attenzione dei ragazzi.

“Abbiamo fatto tardi perché stavamo-”

“-Elsa, nessuno di noi vuole sapere i dettagli” tagliò corto Crystal “Abbiamo cose più importanti di cui occuparci”

“Hans ha avuto un’idea, stavamo parlando di questo” disse la regina. Silenzio.

“Ma perché non l’hai detto subito?” fece Crystal. Elsa si trattenne dallo strangolarla, fare dei cloni di ghiaccio e strangolare tutti sui cloni. Si misero tutti intorno al tavolo dove Crystal aveva creato una mappa tridimensionale con delle scintille di fuoco. Hans allora cominciò ad esporre il piano. Ci mise un po’ a spiegare il tutto ma come concluse fu la parte che un po’ sorprese tutti.

“E questo è come si fa” concluse Hans.

“Ma è esattamente quello che si aspettano da noi!” protesto Kristoff.

“Esatto… quindi noi faremo l’inaspettato” disse Hans “Il punto di tutto questo preambolo è evitare di fare tutto quello che vi ho detto. Kyle e Robert sanno che siamo in sei come sanno perfettamente che né io né Anna siamo morti, e noi due sono quelli che temono più di tutti. Sanno che è Anna la carta che farà redimere del tutto Elsa una volta sciolto l’inverno, io sarei solo un’ulteriore conferma della sua innocenza. Kristoff, tu conosci le montagne meglio di chiunque altro, cosa consigli?”

“Noi ci troviamo precisamente qui” disse il biondo indicando il punto preciso sulla mappa “L’unica entrata per il castello è attraverso la città, ma adesso grazie ad Elsa, il fiordo è congelato, quindi possiamo avvicinarci direttamente da lì e qui attireremo Kyle e Robert”

“A loro ci posso pensare io” disse Elsa “Sanno cosa posso fare, ma posso trattenerli. Non sono da sottovalutare i nostri arcieri”

“Loro non saranno un problema” disse Crystal “Li sistemo io”

“Perfetto, Anna, la tua parte è importante” disse Hans “Mentre noi ci occupiamo dei soldati e teniamo impegnati i nostri fratelli, tu dovrei infiltrarti nel palazzo e andare ad avvisare gli altri nobili, perché sicuramente ascolteranno più te che me”

“C’è un problema, l’unica entrata è quella principale come faccio a passare inosservata?” disse Anna.

“Non è l’unica entrata” disse Graham “Ce ne è un’altra. E’ un tunnel che usa la servitù per fare dentro e fuori dal palazzo. Non lo usa più nessuno ormai, visto che ne è stato fatto un altro, ma questo è abbastanza nascosto e sta sul retro del castello. Ti accompagno io, conosco ogni passaggio del castello come il palmo della mia mano”

“Ottimo, bravo Graham” aggiunse Hans “Poi da qui il piano è semplice, appena ci saremo occupati dei soldati fuori, raggiungeremo Anna e Elsa scioglierà l’inverno e il cuore di Crystal. Tutti d’accordo” Tutti sembravano concordare, ma l’unico volto che non sembrava convinto era quello di Anna.

“Elsa, Crystal, voi due non potete separarvi” disse Anna

“Anna ce la caveremo, non preoccuparti per noi” disse Crystal.

“Forse Anna ha ragione” disse Elsa sorprendendoli.

“Elsa, non arrabbiarti, ma tra le due quella che sa usare meglio i poteri senza fare guai sono io” disse Crystal… la premessa fu inutile, Elsa esplose.

“E di chi è la colpa secondo te?! E non azzardarti a tirare in mezzo nostro padre!” disse la bionda prima che Crystal le potesse rispondere.

“Che cosa vuoi da me Elsa? Non è colpa mia se tu e Adgar avete ignorato i miei consigli”

“Io avevo fatto del male ad Anna e non volevo che la cosa si ripetesse, avevo paura di fare del male a lei e agli altri. Lui mi ha isolata per il mio bene, qual è la tua scusa?!” disse lei.

“Il ghiaccio le ha dato alla testa…” disse Crystal incredula “Ricomincia con la storia dell’abbandono…”

“No, non ricomincio un bel niente! Se volevi tanto aiutarmi, veramente, saresti tornata! Ci saresti stata affianco, invece di scappare come una vigliacca!” disse prima di poter bloccare quel fiume di parole, pentendosi subito di averlo detto. Crystal cominciava a perdere le staffe. Si avvicinò alla sorella con fare minaccioso, incrociando le braccia.

“Elsa, spero che tu stia scherzando perché questa volta ti giuro che mi arrabbio davvero” disse Crystal. La temperatura nella stanza rimase costante, perché quanto più Elsa la faceva scendere, tanto più Crystal la faceva salire.

“Ti sembro una scherza, sorellona?” disse Elsa con amaro sarcasmo “Tu dovevi aiutarmi e invece ti sei dileguata piuttosto che affrontare il problema!”

‘Affrontare il problema’?! Io una vigliacca?! Avevo 7 anni e me ne sono andata per imparare ad usare i miei poteri! Tu ne hai 21 e sei scappata per nasconderti! La vera vigliacca, qui sei tu!”

“Crystal-”

“-Kristoff, fatti gli affari tuoi!” abbaiò lei, sorprendendo il ragazzo, per poi rivolgersi di nuovo alla sorella “Io ho sbagliato, ma sto cercando di rimediare! E’ vero, hai ragione ad essere arrabbiata, sarei potuta tornare prima, anch’io sono stata una codarda, avevo paura di affrontarti dopo averti abbandonata, ma adesso sono qui e sto provando a rimediare al mio errore”

“Avresti dovuto pensarci prima! Tu mi hai abbandonata! Ci hai abbandonate! Hai pensato solo a te stessa! Dimmi, quando te ne sei andata, hai pensato ai nostri genitori- non dico nostro padre- ma alla mamma? Ad Anna? A me?! Io ti ho chiamata e tu non ti sei nemmeno voltata! Lascia che ti chieda una cosa, che farai una volta che sarà tutto finito? Tornerai?”

“NON LO SO, ELSA! Vuoi sapere che farò? Non lo so!”

“Eccola lì, un ulteriore conferma… ma d’altronde cosa mi posso aspettare da una che abbandona le sue sorelle quando hanno bisogno di lei? Tu hai rotto il legame che c’era tra noi! La nostra famiglia si è fratturata per colpa tua! Non si può contare su una come te...”

“Elsa, ascolta” iniziò Hans cauto “Sia tu che Crystal avete le vostre ragioni, ma secondo me-”

“-Hans, per favore, non ti intromettere. E poi se Crystal è quello che è non è colpa mia quindi-” Uno schiaffo. Era volato uno schiaffo che aveva lasciato tutti sotto shock. Elsa stavolta non batté ciglio.

“Io non ti permetto di trattarmi così…” disse Crystal con una calma pericolosa, non staccando gli occhi azzurri da quelli di Elsa “… è davvero questo che pensi di me?”

“No, sei tu che me lo hai fatto pensare” rispose l’altra, allo stesso modo.

“Allora ti auguro una bella vita e tanti saluti” rispose Crystal dandole le spalle.

“ADESSO BASTA!” tuonò improvvisamente Anna. Entrambe si voltarono verso di lei, i ragazzi compresi, tutti sorpresi da quella reazione. Anna non aveva mai alzato la voce così. Aveva gli occhi lucidi, come se stesse per piangere “BASTA!” ripeté “IO MI ASPETTAVO QUALCOSA DI MEGLIO DA VOI DUE! Qualcosa di molto meglio! Sono stufa dei vostri litigi! Non ne posso più! Entrambe dite che mi volete proteggere e non volete ferirmi, ma la realtà è le uniche che mi fanno del male siete voi con i vostri continui litigi!-Per la miseria!- Siamo sorelle! Non è solo colpa di Crystal se la nostra famiglia si è fratturata, è anche colpa tua, Elsa! Tu mi hai tagliata fuori dalla tua vita per i tuoi poteri, come Crystal è fuggita per scappare ai modi di fare oppressivi che aveva Papà con lei, per i suoi! Io sono venuta a sapere di avere un’altra sorella a 18 anni! IO HO SEPPELLITO I NOSTRI GENITORI DA SOLA!” Anna fece una pausa lottando contro le sue lacrime “Voi due la dovete smettere di litigare, perché di qualunque cosa si tratti, non sarete mai pienamente d’accordo perché siete due opposti, ma nonostante siate diverse vi completate! Ma non lo capite che è proprio per questo che dovete restare unite?! Crystal, tu sei il fuoco, mentre tu, Elsa, sei il ghiaccio! Voi siete la perfetta unione degli opposti. Da sole non siete invincibili, ma insieme siete inarrestabili! Dovete mettere da parte le vostre differenze e unire le forze altrimenti Arendelle è perduta!” fece una pausa “Come lo sarà la nostra famiglia…” e con queste parole, Anna uscì dal rifugio, non trattenendo più le lacrime. Silenzio.

“Ben fatto, ragazze” fece sarcastico Kristoff prime di uscire e seguire Anna. Crystal non osò incrociare lo sguardo deluso dell’amico. Una volta uscito Kristoff, Crystal uscì dalla porta, Graham la seguì subito.

“Crystal, aspetta-” fece lui cercando di prenderla per un braccio.

“Per favore, Graham, lasciami sola!” disse togliendo il braccio dalla presa del ragazzo, per poi trasformarsi in fenice e prendere il volo. Graham, rimase lì non potendo fare niente, senza nemmeno accorgersi che Granpapà gli era rotolato accanto, su un masso alto fino alla spalla del ragazzo, su cui il troll posò una mano per rassicurarlo. Solo Elsa e Hans erano rimasti nel rifugio.

“Mi ha dato uno schiaffo…” disse Elsa ancora sotto shock per i due exploit appena avvenuti.

“Beh…” disse Hans con sguardo di rimprovero, però le andò accanto abbracciandola, dandole un bacio sulla testa. Elsa però delicatamente si scostò dall’abbraccio
“Scusa, voglio stare sola” disse avvicinandosi alla porta. Il principe la guardò rattristito.

“Elsa-”

“-per favore, solo un minuto” disse. Lui allora le diede un cenno di capo e la ragazza uscì, dileguandosi anche lei da qualche parte nella foresta. Le ragazze erano da sole. Ognuna in un posto diverso. Anna seduta su un masso al confine della valle. Elsa dall’altra parte era seduta su una roccia, davanti al laghetto, con dei piccoli fiocchi di neve che le fluttuavano intorno. Crystal invece era andata molto più lontano, era nella foresta, al freddo, non curandosi del cuore di ghiaccio, seduta su un ramo di un alto albero ricoperto di neve dalla cui vista si poteva vedere la Valle della Roccia Vivente e il castello di ghiaccio di Elsa sulla Montagna del Nord. Anna aveva lasciato cadere le lacrime che aveva trattenuto, mentre Kristoff la abbracciava tentando di consolarla. Elsa lasciò cadere le sue silenziosamente, pensando al dolore che aveva provocato ad entrambe le sorelle. Infine, anche Crystal, su quel ramo, guardando tutto e niente, più si ripeteva di non piangere più le lacrime che aveva trattenuto per 17 anni cadevano; il suo pensiero fu lo stesso di Elsa.

Nessuna della tre sapeva per quanto tempo fosse rimasta lì. Anna assieme a Kristoff e le altre due da sole. Tutte e tre assorte nei loro pensieri. Anna sperava, continuava a sperare che il suo rimprovero facesse pensare le sorelle, sperava in una riconciliazione… tuttavia il loro atteggiamento non faceva altro che farle dubitare di quella speranza. Elsa invece si era finalmente resa conto del suo errore. Voleva sistemare tutto. Se non ci fosse riuscita con Crystal, almeno con Anna lo avrebbe fatto. Dopo una lunga riflessione, Elsa si alzò dal masso e andò a cercare Anna. La trovò dove la ragazza si era appartata a piangere e nonostante le lacrime avessero smesso di cadere, Kristoff era ancora lì ad abbracciarla e darle conforto. Fu il ragazzo ad accorgersi della presenza di Elsa e la fece notare ad Anna. La rossa alzò lo sguardo verso la sorella che a malapena riuscì a guardarla negli occhi.

“Vi lascio da sole” disse Kristoff, fece una leggere carezza sulla guancia ad Anna e poi si alzò passando accanto ad Elsa, facendole una carezza sul braccio andandosene. Quando furono sole, Anna si alzò dal masso avvicinandosi ad Elsa che al contempo si era avvicinata appena. Aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a guardare Anna.

“Scusa…” disse con un filo di voce. Anna le passò una mano tra i capelli e poi sulla guancia, fu allora che Elsa l’abbracciò stretta a sé. Anna ricambiò l’abbraccio stringendola forte mentre Elsa continuava a scusarsi con lei, nascondendo il volto nella spalla della minore. “Ti voglio bene” disse Elsa.

“Anch’io” le rispose Anna stringendola ancora di più. Una volta che allentarono la presa, Anna prese il volto di Elsa tra le mani.

“Perdonerai Crystal?” le chiese la piccola. La maggiore la guardò negli occhi, ma abbassò lo sguardo.

“Proverò ad andare d’accordo con lei… ma perdonarla… non lo so” Anna la guardò con un’occhiata che Elsa capì molto bene “Sono una cretina” interpretò

“Sì, sei una cretina e io spero vivamente che tu sai quello che stai facendo” rimproverò Anna.

Sappia” corresse Elsa, Anna le lanciò un’altra occhiata “Non adesso… per ora voglio almeno tentare di essere civile con lei”

“E’ un passo avanti” disse Anna, spostando le mani dal volto della sorella alle mani, poi le diede un bacio sulla guancia e insieme tornarono al rifugio di Bulda, dove le aspettava la loro branda. Anna fu la prima a sistemarsi togliendosi il mantello che Elsa le mise sopra come coperta, per poi stendersi accanto a lei come la minore le aveva chiesto, lasciando che Anna usasse la sua spalla come cuscino, abbracciandola.

“Elsa” la chiamò la sorella, prima di addormentarsi entrambe. La maggiore aprì gli occhi “So che tu adesso ancora non te la senti di perdonare Crystal, lei aspetterà, ma non dare per scontato che ti aspetti per sempre”

“Da quando sei tu quella saggia?” disse Elsa con un sorrisetto.

“Da quando ho dovuto fare da mediatrice tra ghiaccio e fuoco” disse Anna con altrettanto sorriso, Elsa le sorrise e le baciò la fronte.

“Buonanotte, Anna” disse la maggiore appoggiando la testa alla sua. Silenzio.

“Elsa?”

“Hm?”

“Come bacia Hans?”

“Anna!” protestò l’altra imbarazzata.

“Che c’è? Chiedevo per curiosità!” disse la minore ridacchiando

“Buonanotte!” fece l’altra. Anna ridacchiò e chiuse gli occhi di nuovo.

“Ti ha già chiesto di sposarlo?”

“Annaaaa…”

“Cosa? Te l’ha chiesto?”

“No” rispose Elsa paziente.

“Strano, non ci sarebbe neanche il problema del ‘non sposare un uomo appena conosciuto’

“Aspetterà il momento adatto... non ne abbiamo neanche parlato”

“Tu però gli diresti di ‘sì’, vero?”

“Dormi...” Anna rise.

“Buonanotte!” e questa volta finalmente andarono a dormire.
La mattina successiva Elsa andò in giro a cercare Crystal. La cercò per tutta la valle, ma di lei non c’era traccia. Anche Graham l’aveva cercata, senza trovarla, ma al contrario di Elsa, lui diede ascolto a Granpapà e decise di aspettarla. Elsa non si era fermata un momento a cercare la sorella, ma di Crystal non c’era traccia. Alla fine si ritrovò a chiedere agli altri se l’avessero vista mentre lei la cercava altrove, ma nessuno la vide. L’ultima a cui lo chiese fu Anna che in quel momento stava aiutando Kristoff a risistemare delle cose.

“No, non lo so dov’è Crystal” disse Anna “Aspettala, qui, vedrai che tornerà”

“Anna, io sto cominciando a preoccuparmi. E’ sparita da ieri sera e nessuno l’ha vista e questo può significare tante cose” disse Elsa “Vuol dire che è andata da qualche parte, vuol dire che forse sta facendo qualcosa di nascosto, vuol dire che potrebbe essere scappata un'altra volta, vuol dire che potrebbe stare per fare un assalto al castello da sola per-”

“Vuol dire che è disperata, Elsa!” sbottò Kristoff “Significa che ha pianto tutta la notte perché tu non ti fidi più di lei! E che tu sei una cretina, perché con quel bell’exploit di ieri sera stai buttando all’aria ogni possibilità di riconciliazione con tua sorella! Io e lei non saremo fratelli, ma per me Crystal è come una sorella maggiore, la migliore che potessi desiderare, una guida, e se lei soffre, soffro anche io perché le voglio bene, cosa che tu sembri non volerle più!”

“Esatto” aggiunse Anna “Ecco che cosa vuol dire. E poi- senti- secondo me la stai tirando davvero troppo lunga con questa storia dell’abbandono, che poi tu hai fatto la stessa cosa con me. Io non credo che lei abbia sbagliato ad andarsene, ha sbagliato a non tornare quando avevamo bisogno di lei e Arendelle di una regina, ma sta facendo i salti mortali per rimediare e soprattutto per mettere le cose a posto con te, ma tu continui a respingerla e- guardiamo le cose come stanno- questa volta quella che sta sbagliando sei tu” disse la minore. Ci fu un momento di silenzio.

“Sono davvero riuscita a passare dalla parte del torto…” disse Elsa più a sé stessa che agli altri.

“Scusa, ragioniamoci insieme” disse Anna “L’hai insultata, le hai praticamente detto che non è più parte della famiglia, non credi più in lei, l’hai trattata come la più infima dei criminali- Elsa, che altro volevi fare? Metterla sotto con la slitta?”

“Sì, hai ragione. E’ proprio per questo che la sto cercando, quindi, per favore, ditemi dov’è Crystal!”

“Non lo sappiamo dov’è Crystal! Che palle!” sbottò Kristoff “E almeno per quanto riguarda me, anche se lo sapevo non te lo direi”

Sapessi

“E non mi correggere i congiuntivi pure tu! Va bene?!” Kristoff guardò dietro le spalle di Elsa, si schiarì la gola e fece cenno di guardare dietro di sé. Crystal era lì, accompagnata da Graham che la teneva per mano. In quel momento arrivò anche Hans con la legna per il fuoco e quando vide la scena davanti a sé, si bloccò, pronto a mollare la legna ed entrare in azione in caso di guerra tra la regina e la principessa.

“Devo parlarvi… da sole” disse la maggiore. Anna ed Elsa si guardarono e poi la seguirono. Le tre ragazze si erano dirette verso il laghetto. Una volta arrivate lì, Crystal si mise davanti a loro guardando a terra.

“Anna, devo chiederti scusa per come mi sono comportata… non mi sono accorta che a litigare con Elsa stavo facendo male anche a te, non solo a me stessa. Mi dispiace, ti prometto che non si ripeterà più” disse la maggiore. Anna le sorrise e avvicinandosi a lei le gettò le braccia al collo. Crystal sorrise all’abbraccio della piccola, stringendola a sua volta e accarezzandole la testa. Quando Anna si staccò dall’abbraccio, rimase comunque al fianco di Crystal che si voltò verso l’altra sorella minore.

“Elsa, l’unica cosa di cui mi scuso è per le schiaffo che ti ho dato. Mi ero promessa che non avrei mai fatto come Adgar… e invece mi sono comportata esattamente come lui. Per questo ti chiedo scusa”

“Non scusarti… nostro padre si doveva scusare, ma tu non ne hai bisogno… me lo meritavo” rispose Elsa “Sono io che devo chiederti scusa, ti ho trattata malissimo, mentre tu hai sempre cercato di aiutarmi. Ma non ti sto perdonando… per ora…”

“… lo so” disse Crystal "Ma possiamo almeno tentare di essere civili l’una con l’altra e di andare d’accordo? Una volta io e te eravamo molto unite… magari possiamo provare ad esserlo ancora?” disse offrendole la mano in segno di pace.

“Possiamo provarci” disse Elsa e le strinse la mano. Detto ciò, Anna guardò soddisfatta le due sorelle. Non era una vera e propria riconciliazione, ma era già qualcosa. Anna prese per mano sia Crystal che Elsa e tutte e tre ritornarono dai ragazzi che le aspettavano ansiosi.

“E’ tutto un po’ troppo tranquillo” disse Graham mentre aspettava.

“Forse Elsa ha congelato, Crystal?” disse Hans

“O forse Anna le ha ammazzate tutt’e due e ha risolto il problema” ribatté Kristoff

“No, mi dispiace siamo ancora vive” disse la voce di Crystal, quando le tre ragazze ritornarono.

“Allora…?” cominciò Graham “E’ tutto apposto?” Le sorelle si guardarono.

“Sì” dissero le tre sorelle “Tuttavia, dobbiamo revisionare il piano…” disse Anna con un sorrisetto.

“Domani ci riprenderemo Arendelle” disse Elsa.

“Io non cederò Arendelle a Kyle e Robert. Né regno né trono” disse Crystal con decisione.
Come disse Anna, revisionarono il piano. Erano pronti, e il giorno dopo, Arendelle sarebbe tornata sotto il dominio della legittima sovrana.

 
FINE CAPITOLO! Come vi è sembrato? Spero non sia stato troppo palloso, ma state tranquilli, recupererò con il prossimo capitolo, l'ultimo prima dell'epilogo!
Commenti costruttivi sono bramati e ben accetti!
Al prossimo capitolo!
Baci
Stella

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Capitolo 15
*** Ritorno al Castello ***


Ehilà! Come va? Sapete, mi sa che ho detto una stupidaggine, dopo questo capitolo ce ne sarà un'altro e poi l'epilogo.
Con questo capitolo, riusciamo a portare questa storia a 35 recensioni? A coloro che lo renderanno possibile, manderò un piccolo sneak peek di una delle mie fanfiction Helsa, a cui sto lavorando ;-)
Spero che il capitolo vi piaccia e buona lettura!

 

“Lo sai che è una follia, vero?” disse Kristoff, armato di piccone, al principe che gli stava accanto. Hans aveva già la spada sguainata e aveva appena proposto il piano di approccio.

“Sì…. Ma dobbiamo fargli una sorpresa, no?” ribatté il principe. Anna e Graham stavano dall’altra parte del castello aspettando il loro attacco. L’avvio del piano dipendeva dal consegnatore di ghiaccio e dal principe.

“Giusto…” disse il consegnatore di ghiaccio.

“Bene… Kristoff, sei pronto?” chiese Hans.

“Pronto, tu?”

“Prontissimo”

“Io sono nato pronto”

“Questa è una frase da Anna… ma comunque io sono più pronto di te”

“Non credo proprio…” Silenzio “Stiamo esitando perché non siamo pronti per niente” concluse il consegnatore.

“Sì, infatti… andiamo” concluse il principe e detto ciò, Hans si tirò su il cappuccio della cappa che gli aveva prestato Kristoff, per coprirsi il volto e i due uscirono allo scoperto sbraitando come forsennati per attirare l’attenzione delle guardie, chiamando i principi Kyle e Robert sfidandoli e provocandoli, dicendo che li mandava la regina Elsa e che li "invitava" a lasciare il trono alla legittima sovrana. Le guardie avevano subito avvertito i principi che si erano precipitati lì, aspettandosi di trovare la Regina delle Nevi, ma trovando solo un uomo incappucciato e il consegnatore di ghiaccio che li provocavano.

“Ma non staranno davvero pensando di assaltare il castello in due?!” fece il Duca di Whiselton.

“Robert, andiamo a dargli una lezione” fece il principe Kyle.

“Con molto piacere” rispose il fratello, unico che al di fuori di Kyle che sapesse bene che sotto quel cappuccio si nascondeva Hans. Dovevano farlo fuori, subito, ma vennero fermati dal Duca.
“Principi, è inutile che vi sporchiate la spada con il sangue di un inutile servo e di uno zotico villico. Sono in due, non sono una minaccia” disse il Duca. I due fratelli cominciarono ad innervosirsi.

“Ci stanno sfidando. Non staremo come vigliacchi qui dentro” rispose Robert.

“Ma, Principi, non ne vale la-”

“Principe Kyle! Guardate!” fece improvvisamente un soldato. I due si affacciarono sul muro merlato e videro cosa stava succedendo. Elsa era uscita dal bosco che dava sul fiordo ghiacciato e si era fatta avanti a testa alta. Quando la videro tutti gli uomini capirono che era giunto il momento di entrare in azione.

“Robert, tu guida gli arcieri” fece Kyle “Uomini! Venite con me! Duca, voi e-”

“-Noi altri ci ripariamo!” fece il Duca che fuggì all’interno del castello, seguito dagli altri nobili. I soldati subito seguirono Kyle, mentre gli arcieri aspettarono ordini da Robert. I soldati, armati fino ai denti, guidati da Kyle si fecero avanti sul ghiaccio, pronti alla battaglia. Kyle si sentiva che ci doveva essere qualcosa sotto, ma doveva uccidere Hans ed Elsa, per sciogliere l’inverno e assicurarsi la sua posizione di sovrano di Arendelle, poi avrebbe dovuto cercare la principessa Anna e uccidere anche lei, per davvero. Tuttavia, quando Kyle gridò ai soldati di andare all’attacco, accadde l’inaspettato. Dal bosco che dava sul fiordo congelato erano usciti fuori degli enormi mostri di neve, esattamente come quello che Kyle e Hans avevano affrontato sulla Montagna del Nord, ma questi erano molti di più. I mostri di neve avanzarono minacciosi, schierandosi dietro alla regina. I soldati di Kyle, impauriti cominciarono ad indietreggiare. Kyle non esitò ad usare i suoi poteri, spostando la paura dei soldati su altro, manipolando le loro menti con parole di incoraggiamento da battaglia. I soldati, tutti con le iridi rosse, preda dei poteri del principe rimasero al loro posto e attaccarono.
Una volta partito l’attacco nemico anche Elsa ordinò di attaccare. I mostri di ghiaccio si fecero subito avanti, di corsa urlando e sfoderando gli aculei di ghiaccio, sbaragliando i soldati, ma attenti a non ucciderli, come era il volere della loro regina e creatrice. Hans e Kristoff si erano subito buttati nella mischia, combattendo valorosamente contro i soldati. Elsa invece stava dando il meglio di sé con i suoi poteri, tenendo a bada quelle decine di soldati che le venivano contro, aiutata dai suoi mostri di neve. Nella mischia, Kyle e Hans si trovarono faccia a faccia.

“Ciao, fratellino!” fece Kyle quando vide Hans “Allora, come vuoi morire? Una morte veloce o una morte lenta e dolorosa, magari tra le braccia della  tua amata regina?” fece lui sfottendolo.

“Kyle, non è troppo tardi per fermare questa follia” fece Hans “Elsa può scongelare l’inverno e scongelare il cuore di Crystal. La tua vita dipende da quella della tua compagna”

“Sì, ma c’è un problema…” rispose Kyle “Perderei il trono… e non ho alcuna intenzione di farlo. L’estate tornerà, la mia vincolata sarà salva… ma con la morte della strega” disse e alzò una mano per usare i suoi poteri, ma Hans fu più rapido a parlare.

“Allora mi batterai usando la via del vigliacco? Usando i tuoi poteri come un codardo?” disse Hans facendolo esitare e arrabbiare “Se non ricordo male, per tanti anni tu mi ha detto che eravamo fratelli, ma che io non sarei mai stato alla vostra altezza, che sarei sempre stato l’ultima ruota del carro, il peso morto, l’anello debole. Dimostramelo. Dimostramelo in un duello leale. Niente poteri, vediamo di che pasta sei fatto… o hai paura che ti batta?” Kyle abbassò la mano e alzò la spada.

“Io sono la paura” disse con un ghigno malvagio “Fatti sotto, fratellino” e con ciò Hans attaccò. Mentre Elsa, Kristoff e Hans combattevano sul ghiaccio aiutati dai pupazzoni di neve, Robert ordinò agli arcieri di infuocare le frecce e puntare sui mostri di ghiaccio e la regina.

“Arcieri!” gridò “Caricare… puntare… FUOCO!” tutti gli arcieri scoccarono le frecce e fu in quel momento che da dietro la torre del castello si levò un enorme fenice dalle piume di fuoco che con un colpo di ali bruciò tutte le frecce riducendole in cenere. Questa era la vera fenice che era in Crystal, un’esplosione di fuoco. L’unica somiglianza che aveva con la trasformazione che la ragazza era solita chiamare ‘di incognito’ era la somiglianza ad un’aquila reale e gli occhi azzurri. Questa fenice era enorme con il piumaggio dal colore splendido: il collo color d'oro, rosse le piume del corpo come le piume della coda, che a differenza delle prime a metà diventavano vere fiamme, le ali in parte d'oro e in parte di porpora le cui piume più lunghe erano puro fuoco, un becco lungo e affusolato e lunghe zampe dotate di artigli. I soldati tremarono alla vista. Robert fece del suo meglio per trattenerli, incoraggiandoli a sparare contro l’uccello che si apprestava a distruggere le catapulte con i suoi artigli e a proteggere Elsa incenerendo tutte le frecce che gli arcieri le sparavano contro.

Nel frattempo mentre sul lato Nord del castello si davano battaglia, Graham ed Anna ne approfittarono per avvicinarsi al passaggio di cui parlava il servitore. Non si erano persi l’entrata in grande stile di Crystal, che era infatti il loro segnale. Appena si avvicinarono al passaggio, Graham cominciò a tastare i mattoni per trovando quello che apriva la porta nascosta. Premuto il tasto, la porta si sbloccò e roteò aprendosi, in modo tale che servo e principessa potessero entrare, poi una volta dentro, Graham tirò la leva che azionava il meccanismo di chiusura e si chiuse la porta. I due si ritrovarono al buio, ma Anna prontamente tirò fuori dalla borsa la sfera di fuoco che le aveva dato la sorella maggiore, passandola a Graham. La sfera illuminò il passaggio segreto e si ritrovarono in un tunnel abbandonato, polveroso e pieno di ragnatele.

“Ma da quanto tempo non usano questo passaggio?!” protestò Anna tossendo per la polvere.

“Circa da quando Crystal se ne è andata, hanno aperto un secondo passaggio poco dopo” rispose Graham “Andiamo” disse il servitore, dando la mano ad Anna e guidandola attraverso il passaggio. Camminarono per il lungo corridoio polveroso e freddo, poi arrivarono ad un punto cieco. Graham mise via la sfera di fuoco e guardò un momento Anna.

“Dovremmo andare di soppiatto. Io sono considerato un traditore e dobbiamo arrivare ai nobili senza incrociare Robert o il Duca di Whiselton, non c’è da fidarsi di quel tappetto. La scelta più saggia sarebbe cercare mio padre o mia madre e farci aiutare, ma non voglio metterli in pericolo, dovremmo fare da soli” disse il ragazzo.

“Ti seguo” rispose Anna, Graham le fece un cenno di capo e abbassò la leva che sbloccò la porta che si aprì spostandosi lateralmente. Graham si sporse dalla porta e fece cenno ad Anna di seguirlo. La ragazza uscì dal tunnel e vide che si trovavano nel lavatoio, nell’ala destinata alla servitù. I due si diressero verso la porta, uscendo dalla stanza e ritrovandosi nel corridoio. I due, di soppiatto, corsero subito avanti facendosi strada nel palazzo.

“La cosa non mi piace. Perché non ci sono soldati?” disse Anna cominciando a temere il peggio.

“Tranquilla. La maggior parte sta fuori a combattere contro Crystal ed Elsa, ma non hanno lasciato il palazzo incustodito” disse il servitore, e infatti, non appena i due svoltarono l’angolo, Graham si attaccò ad una parete nascondendosi, tirandosi Anna dietro che si nascose accanto a lui. C’erano due guardie che stavano di turno, Graham stava già formulando un piano per arrivare da loro e metterli fuori combattimento, ma in quel momento entrò una terza guardia.

“Voi due che ci fate qui! Il castello è sotto assedio, muovetevi!” disse la guardia

“Ma, Signore, noi siamo di guardia-”

“NON MI INTERESSA! LA REGINA DELLE NEVI E’ ALLE PORTE! E poi quale intruso dovrebbe passare, qui? Un roditore?! Muovetevi!”

“Sì, Signore!” dissero le guardie e scapparono di corsa verso l’entrata principale. Graham ed Anna si guardarono un secondo e con un cenno reciproco andarono avanti.

Nel frattempo, sul campo di battaglia, Hans e Kyle si stavano battendo con forza l’uno contro l’altro, senza esclusione di colpi, mentre Kristoff ed Elsa si occupavano dei soldati e Crystal li copriva dalle frecce, la fenice tuttavia, non poteva continuare a bruciare frecce, doveva bloccare i soldati. Il suo fuoco non sarebbe servito, avrebbe solo fatto danni, aveva bisogno del ghiaccio. L’uccello di fuoco virò improvvisamente verso il campo di battaglia, volando a pochi centimetri sopra la tesa di Kyle per distrarlo e fermarlo con la forza dell’aria dovuta al battito d’ali. Hans ne approfittò per allontanarsi e andare ad aiutare Kristoff, in difficoltà per il gran numero di soldati. Crystal poi risollevatasi in cielo, dalla bocca sputò fuoco facendo un cerchio intorno ad Elsa, sciogliendo il ghiaccio sul perimetro. Bloccati così i soldati, la fenice piombò giù e, prima che Elsa potesse rendersi conto di cosa stesse facendo la sorella, l’afferrò col becco e rialzatasi in cielo se la mise sulla schiena. Elsa subito prese le piume per reggersi.

“Che stai facendo?!” esclamò Elsa non aspettandoselo e reggendosi forte per non cadere.

Ahi! Non quelle piume! Spostati più avanti! Spostati più avanti! Spostati più avanti! Prendi quelle collo! disse la voce di Crystal, che sembrava più sperare che Elsa facesse quello che aveva detto che un comando.

Ma pensavo non potessi parlare in forma di fenice!” disse Elsa spostandosi in avanti, mettendosi a cavallo della fenice, subito dopo l’attaccatura delle ali, tenendosi al collo dell’uccello di fuoco “Vuoi che ti cavalchi?” disse nel momento in cui si rese conto di stare cavalcando la fenice.

Elsa?! Riesci a sentire i miei pensieri?! Ma tu non hai il vicolo con me! disse Crystal

I tuoi pensieri? Ma non stai parlando?”

No! Non posso parlare in forma di fenice! In quel momento Elsa si illuminò.

“Anna aveva ragione…” disse la regina tra sé e sé.

Cosa?

“Crystal, il linking non c’entra niente! Anna aveva ragione! Io e te non siamo solo opposti, siamo complementari! Il nostro è un legame di simbiosi! La perfetta unione degli opposti!” disse Elsa. Crystal si illuminò capendo che la sorella aveva ragione.

Allora andiamo a dimostrare a Kyle e Robert che si sono messi contro le sorelle sbagliate! Tieniti forte! disse Crystal e volò nuovamente verso gli arcieri, che puntarono le armi su di loro. Gli uomini scoccarono le frecce, ma Crystal con un getto di fuoco le bruciò tutte, fu poi il turno di Elsa, che sparò un getto di ghiaccio, intrappolando gli arcieri. Quella che cadde dopo, fu l’ennesima catapulta che, dopo aver detto alla sorella di tenersi forte, Crystal distrusse con gli artigli. Quando ripresero quota, Elsa si guardò un momento dietro e vide la macchina che temeva di più.

Crystal, la balista!” avvisò.

Reggiti, sarà un volo movimentato! rispose la sorella invertendo violentemente il volo. La fenice volò alta verso la torre, mentre Elsa bloccava gli arcieri con il suo ghiaccio. A pochi metri di distanza dalla torre, Crystal si alzò di quota e scese in picchiata, nello stesso momento in cui la balista fece fuoco. Crystal aprì le ali arrestando violentemente il volo e sputò un fuoco così intenso che oltre che bruciare il legno della enorme freccia, sciolse il metallo della punta.

Ghiacciala, Elsa! disse la fenice e con un raggio di ghiaccio, Elsa congelò la macchina da guerra.

“Andiamo avanti con le prossime!” disse Elsa reggendosi alle piume.

Dentro al palazzo nel frattempo, Graham e Anna si dirigevano verso la sala delle riunioni. Dove dovevano trovarsi i nobili, ma più avanzavano più diventava difficile in quanto le guardie cominciavano ad aumentare. Avevano dovuto prendere la strada più lunga, ma era la meno sorvegliata. Erano appena entrati attraverso la porta dell’ennesimo corridoio quando la porta opposta a loro si aprì ed entrarono due guardie. Graham si fermò appena in tempo e acchiappata la principessa per mano, si andò a nascondere dietro ad una doppia colonna, tirandosi Anna dietro che gli andò a sbattere contro al petto. La ragazza soffocò una protesta, mentre lui col dito le fece cenno di fare silenzio. Per loro fortuna le guardie non li videro e non li sentirono, ma attraversarono il corridoio uscendo dall’altra porta che richiusero dietro di loro. Graham tirò un sospiro di sollievo.

“Fiuùù! C’è mancato poco” disse Anna, sollevata “Andiamo” Graham la raggiunse silenzioso ed ripresero a camminare. I due ragazzi procedettero finché non si trovarono davanti ad un bivio, che in entrambi i casi li avrebbe portati alla sala riunioni. La via più breve tuttavia era a sinistra. Graham disse ad Anna di restare nascosta, mentre lui sarebbe andato a vedere quale delle due vie fosse meno sorvegliata. Il ragazzo si avviò in silenzio per il corridoio di sinistra, mentre Anna rimase nascosta ad osservarlo mentre lui andava. Graham riuscì ad attraversare il promo corridoio. Si sporse per vedere se ci fossero delle guardie, ma in quel momento venne afferrato da un braccio che gli andò intorno al collo, e un altro che gli mise un braccio dietro la schiena.

“Tu sei il servo traditore! Ti ho riconosciuto subito!” disse la guardia, stringendo la presa.

“Avete preso il traditore sbagliato!” disse Graham mentre tentò di liberarsi, ma più lui si dimenava, più l’uomo stringeva la presa alla sua gola, il metallo dell’armatura freddo e doloroso contro la sua pelle. Poi improvvisamente dopo un sonoro e metallico POOM  il soldato cadde a terra svenuto con l’elmo ammaccato. Graham guardò dietro di sé e vide che la sua salvatrice non era altro che Anna armata di candelabro.

“Bel colpo” commentò il servitore stupito dalla forza della minuta principessa

“Grazie!” rispose Anna allegra.

“Il rumore veniva da lì!” disse una voce dal corridoio. Dai passi erano due guardie. I soldati si avvicinarono sempre di più all’angolo dove si trovavano servo e principessa. Poi quando girarono quell’angolo entrambi vennero accolti da un colpo di candelabro in faccia, uno da Graham e uno da Anna.

“Wow! Funzionano bene!” disse Anna ammirando il candelabro e soddisfatta del lavoro fatto.

“Ottimo lavoro! 3 punti per Team Annram!”disse Graham dando il cinque ad Anna, per poi mettere via i candelabri e rimettersi in cammino. Ma mentre Graham stava per lasciare il corridoio, Anna notò qualcosa fuori dalla finestra.

“Graham! Vieni a vedere” disse la principessa, il servitore subito andò da lei e lo vide anche lui.

“Elsa sta cavalcando Crystal!” disse sbalordito, quando vide la regina in groppa alla grande fenice “Avevi ragione, Anna... il loro legame è più forte del vincolo” disse sorridendo fiero. Il sorriso di Anna invece si spense.

“Il vincolo… Kyle è laggiù… Graham, dobbiamo correre, subito! Crystal deve atterrare il prima possibile! Non è detto che Elsa riesca a respingere i poteri di Kyle questa volta!” disse Anna allarmata. Il servitore non se lo fece ripetere due volte e ripresero subito la loro via verso la sala riunioni.

Anna e Graham facevano bene ad avere paura. Kyle, come tutti aveva visto come la Regina delle Nevi stesse cavalcando la fenice e un’idea gli venne subito in mente. Sarebbe stato un incidente: la Regina delle Nevi per fare la sbruffona, cade dalla fenice e muore per l’impatto, sciogliendo l’inverno… Ma prima doveva togliersi di mezzo suo fratello. Hans si era accorto che Kyle era diventato più forte, lo sentiva ad ogni colpo. Kyle stesso si sentiva più forte. Era chiaro ad entrambi che se il potere di Elsa e Crystal aumentava una volta in simbiosi, a causa del vincolo, con l’intensificazione del potere di Crystal, anche Kyle diventava più forte. Il principe tentò con tutte le sue forze di tenere occupato il fratello, ma il maggiore lo bloccava sempre, respingendolo. Poi all’ennesimo colpo, Kyle riuscì a ferire Hans sul braccio.

“Ops!” fece sfottendolo, Hans partì nuovamente all’attacco, ma facendosi sfuggire di proposito l’opportunità per eliminare il suo avversario, per non fare del male a Crystal, venne colpito in faccia da un pugno di Kyle, che poi tentò di attaccarlo, ma Hans fece incrociare le spade con lui.

“Attento, fratellino! Non stiamo più giocando con i bastoni” fece Kyle deridendolo.

“Come se ci foste mai andati piano anche con i bastoni” rispose Hans respingendolo. Il principe attaccò nuovamente, ma l’altro parò il colpo e bloccato un secondo, diede una ginocchiata nello stomaco di Hans e lo fece cadere a terra con una spazzata. Ma Kyle non aveva finito, subito gli fu addosso e gli diede uno, due, tre pugni sul volto, lo prese per la collottola e dopo averlo tirato su lo lanciò con violenza a terra sul ghiaccio, facendogli perdere la spada.
Dall’alto, dopo aver congelato l’ultima macchina da guerra, Elsa aveva visto la scena. Hans era disteso a terra stordito ma tentava di rialzarsi, il sangue gli colava dall’angolo della bocca e dal naso e un livido era ben visibile sulla guancia. Poi, Elsa con orrore vide che Kyle si stava preparando a uccidere il fratello.

“HANS! Crystal, fammi scendere! SUBITO!”  disse Elsa.

Ma cosa-?! Elsa! Dobbiamo finire di bloccare gli arcie- anche Crystal vide che stava per succedere Ti faccio scendere subito! Sta pronta a saltare! disse e la fenice invertì il volo, andando in picchiata contro Kyle, per poi aprire le ali e stordirlo con un violento battito d’aria delle ali, ignorando il dolore alle orecchie, per il colpo d’aria. Elsa invece approfittò del sobbalzo per saltare giù dalla sorella che risalì in volo un momento dopo.

“E’ me che vuoi fatti avanti! Mostrati per quello che sei” disse Elsa con coraggio, per distrarlo dal suo principe. Kyle non si fece sfuggire quella seconda frase. Non poteva permettersi di far scoprire i suoi poteri, combattendo apertamente con essi contro Elsa. Kyle, per una volta si trovò con le spalle al muro, ma poi quando si ricordò dei soldati al suo fianco, ghignò, gli bastò un piccolo cenno della mano che i soldati più vicini a loro si scaraventarono su Elsa distraendola da Kyle. La ragazza riuscì a respingerli tutti senza troppi problemi, ma Kyle le si era avvicinato alle spalle, alzando la spada, nel momento in cui Elsa si voltò, Kyle scagliò il colpo che venne bloccato dalla lama di Hans, che incrociate le spade tentò di spingerlo via, ma Kyle fu più rapido e con un gesto rapido gli trafisse una spalla e lo ferì al ginocchio. Il principe cadde a terra tenendosi la spalla, dolorante. Elsa non se ne sarebbe rimasta con le mani in mano, ma nel momento in cui si precipitò verso il principe, venne bloccata da altri soldati che sotto comando di Kyle, si interposero, tra loro. Tuttavia, il piccolo momento di gloria del principe malvagio fu interrotto, quando Hans si tirò su in piedi con la spada  in mano e con l’altro braccio piegato per la spalla ferita, ma incurante del dolore si fece avanti, con lo sguardo più determinato che mai.

“Non riesco a credere che sia ancora disposto a combattere?! Sei disposto a morire per ‘amore’?!” disse Kyle marcando l’ultima parola con disgusto. Hans lo fece irritare ancora di più quando gli fece un sorrisetto malizioso.

“L’amore può molte cose… ti compatisco per questo, Kyle” disse Hans “Tu non conoscerai mai l’amicizia o l’amore, e questo lo devi solo a te stesso. L’amore può sciogliere un cuore di ghiaccio, anche il tuo… ma non si può sciogliere qualcosa che non c’è” e con questo, i due iniziarono nuovamente a duellare. Elsa non si era fatta sfuggire quell’ultima frase.

L’amore scioglierà… ma certo! L’amore!” esclamò a sé stessa, tornando nuovamente ad occuparsi dei soldati, ma lo aveva capito. Sapeva come sciogliere l’inverno.

 
Hello! Allora, come vi è sembrato questo capitolo? Spero di aver rimediato per quello di prima... considerate le 0 recensioni anche se era importante... Vi invito a recensire il più possibile, perchè VI AVVISO, le recensioni di questo capitolo e di quello precedente, potrebbero farmi cambiare alcune idee... e farvi leggere l'inaspettato (spero).
Recensite (possibilmente in modo costruttivo) e ripeto: a coloro che mi faranno arrivare il racconto ad almeno 35 recensioni, manderò una piccola anteprima di una delle mie fanfiction Helsa a cui sto lavorando.
Spero vi sia piaciuto il capitolo!
Alla prossima! ;-)
Baci
Stella


 

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Capitolo 16
*** La Fenice di Arendelle ***


Hola! Eccoci arrivati all'ultimo capito del racconto! La prossima volta ci sarà l'epilogo del racconto e saremo giunti al termine della storia...
 Spero vi piaccia il capitolo!
Buona lettura!

 

Anna e Graham erano vicinissimi, gli mancavano poche porte e sarebbero arrivati alla sala riunioni. Corsero il più velocemente possibile, ma quando Graham fece per aprire la porta davanti a loro, li attese una spiacevole sorpresa.

“E’ chiusa!” disse il servitore.

“Cosa?! No! Non adesso!” disse Anna.

“Hai qualcosa da infilare nella serratura?” chiese Graham.

“No. La tua spilla?”

“L’ho lasciata nel rifugio. Non me la posso portare-” il ragazzo si bloccò quando sentì un rumore venire dalla serratura. Subito fece cenno ad Anna di nascondersi ai lati, ma quando la porta si aprì rimasero entrambi sotto shock.

“Olaf!” esclamarono quando lo videro entrare.

“Ehilà!” rispose l’allegro pupazzo di neve mentre si rimetteva sul naso la carota che aveva usato come passe-partout.

“Come hai fatto ad arrivare-” Anna si bloccò “-non importa- vieni, dobbiamo andare!” disse e rimettendosi in cammino, con Graham che la seguiva, seguito da Olaf. Grazie ad Olaf riuscirono ad aprire l’ultima porta, e i tre si trovarono fuori dalla porta delle riunioni. Graham fu il primo ad entrare, ma nel momento in cui lo videro i nobili, subito fu additato come il servo traditore, per primo dal Duca di Whiselton. I nobili gli furono subito addosso, non permettendogli di parlare. Graham tentò di liberarsi ma erano troppi.

“LASICATELO ANDARE!” disse Anna facendosi avanti “E’ la principessa che ve lo ordina!” Tutti gli occhi furono puntati su lei e tutti subito lasciarono Graham, sbalorditi.

“Principessa Anna!” esclamò uno accorrendo da lei.

“Principessa, siete viva!” esclamò un altro accorrendo e inchinando il capo.

“Ma i principi Kyle e Robert ci avevano detto che
la regina Elsa vi aveva uccisa !” disse un altro.

“E che il principe Hans fosse morto di dolore per la vostra perdita!” aggiunse un quarto. Solo il Duca di Whiselton rimase pietrificato.

“E voi gli avete creduto?! Sì, mia sorella mi ha colpita, ma è stato un’incidente! Non mi farebbe mai del male! Il Principe Kyle e Robert vi hanno beffato tutti!” disse Anna con un rimprovero.

“Principessa, vi prego di lasciarmi spiegare la situazione. Ascoltatemi-” disse il Duca di Whiselton, ma che fu bruscamente interrotto da Anna.

“-No, adesso voi tutti ascoltate me e vi fate rimproverare e non mi fate passare per cretina! Non tollererò un fiato perché tutto questo è colpa della vostra
ignoranza!” disse Anna furiosa. I nobili non fiatarono “Mia sorella può sciogliere l’inverno e in questo momento è lì fuori a combattere con i nostri soldati per salvarci tutti da due tiranni disposti a uccidere il proprio fratello pur di ottenere questo trono!”

“Il principe Hans è vivo?” disse un nobile

“Certo che è vivo!” disse Anna “Mentre io stavo congelando, lui mi ha svelato tutta la congiura dei suoi fratelli in cui era stato coinvolto. Il nostro fidanzamento era una finzione! Quando ha confessato tutto, i suoi fratelli lo hanno colpito alle spalle, legato e imbavagliato per poi tornare farlo fuori, dopo essersi liberati di Elsa. In questo momento si trova nel campo di battaglia, incappucciato per distrarre i soldati”

“Ma la Regina Elsa-”

“-Ditemi un po’ Duca” tagliò nuovamente Anna “Dopo tutti gli assalti che avete fatto a mia sorella, quanti soldati sono morti? Quanti sono quelli in pericolo di vita?" Silenzio “Nessuno… questo dovrebbe dirvi qualcosa. Il fatto che io sia viva e che lo sia anche il principe Hans dovrebbe dirvi qualcosa. E se vogliamo metterla sul piano di diritti sulla corona, farete un enorme torto al regno se uccidete quel uccello di fiamme, la fenice che protegge Elsa. Quella è mia sorella maggiore, la Principessa Ereditaria Crystal di Arendelle, legittima erede al trono, colei che dovrebbe essere la sovrana di Arendelle, ma ha lasciato il trono in favore di mia sorella Elsa. La Regina Elsa che tanto temete e criticate, senza sapere che l’unico che dovete veramente temere, è il Principe Kyle che ha poteri ben peggiori di quelli delle mie sorelle”

“Che cosa?!” esclamarono in generale i nobili

“Avete capito bene!” disse Anna “Il Principe Kyle ha un potere che controlla la paura, con quel potere può manipolare le menti e trasformare Arendelle in un regno del terrore. E’ lui che va fermato!"

“Anna” chiamò Olaf entrando nella sala suscitando lo stupore degli uomini “Non mi va dimetterti fretta, ma non so quanto Crystal, Elsa, Hans e Kristoff possano resistere ancora con tutti quei soldati”

“E quello che cos’è?! Che stregoneria è mai questa?!” disse il Duca di Whiselton.

“Non è una cosa molto carina da dire…” disse Olaf guardando giù, poi vide gli altri nobili e trotterellò accanto ad Anna “Ciao! Io sono Olaf e amo i caldi abbracci!” disse aprendo le braccette di legno. Anna non era mai stata così contenta di vedere Olaf.

“Ecco! Guardatelo. Olaf è una creazione di mia sorella. Vi sembra forse malvagio?” disse Anna accarezzando la testa del pupazzo di neve.

“Sì, è vero mi ha creato Elsa! E vi assicuro che una delle persone più carine, gentili e affettuose che io conosca” disse il pupazzo di neve torcendosi le manine legnose in modo timido e imbarazzato. Gli altri nobili si guardarono. Anna e Graham rimasero col cuore in gola.

“Principessa Anna, noi siamo con voi”

 

 Fuori ancora ci si dava battaglia. Crystal bruciava frecce e rompeva le macchine da guerra, Kristoff ed Elsa con i pupazzoni di neve si occupavano dei soldati, Hans e Kyle si davano battaglia. Tutti stavano cominciando a stancarsi, ma dovevano resistere fino all’arrivo di Anna, Graham e dei nobili. All’improvviso Crystal venne colta da un improvviso dolore al petto mentre era in volo. Il suo cuore si stava congelando ancora di più. La fenice sembrò precipitare sul ghiaccio, ma Crystal incurante del dolore riuscì a risollevarsi in volo. Kyle lo aveva sentito e per un momento si sentì più debole. Se Hans non si fosse fermato, lo avrebbe trafitto in quel momento, ma non poteva rischiare di uccidere Crystal. La fenice volava alta nel cielo e poi accadde l’inaspettato. Gli arcieri tentarono nuovamente di colpire la regina con le loro frecce, Crystal, come al solito, con una manovra fece per bruciarle. Ma questa volta, o per la stanchezza, o per il cuore che le si era freddato ancora di più, non prese tutte le frecce, alcune si conficcarono nel terreno, ma una prese Kyle in piena spalla. Il Principe si fermò dolorante, col fiato mozzato e in quel momento, Crystal, sentendo un dolore lancinante e il mancarsi il fiato improvvisamente, perse il controllo e cadde dentro al castello. Tutti, Compreso Kyle guardarono con orrore la scena. Kyle si tolse la freccia dalla spalla con dolore e si levò un grido da parte dell’uccello caduto.

“La fenice…” disse sottovoce “RITIRATA!! RITIRATA!! ARCIERI, CESSATE IL FUOCO!”

“Cessate il fuoco, ma rimanete di guardia!” gridò il principe Robert, mentre il fratello e i soldati subito gli obbedirono e tornarono indietro cercando rifugio nel castello.

“Kristoff, prendilo!” disse Elsa accorrendo in soccorso di Hans che dopo la battaglia, ferito si era inginocchiato a terra riprendendo fiato. Il consegnatore di ghiaccio gli fu subito alle costole, ma non fece in tempo, rimase chiuso fuori dalle porte, quando alcuni arcieri gli scoccarono contro delle frecce per tenerlo lontano dal castello. Kristoff non poté andare oltre, significava morte certa, così si ritirò subito presso Elsa.

“Maledizione! E’ scappato!” disse Kristoff arrabbiato. Elsa fece subito un gesto con il polso e i pupazzoni di neve, subito si misero intorno a loro come un muro per proteggerli “E adesso che facciamo?” chiese il biondo. Elsa non rispose subito, pensierosa, mentre metteva del ghiaccio sulle ferite di Hans, facendo sulla spalla quella sorta di cerotto che aveva fatto a Crystal per bloccare il sangue, scusandosi per il dolore che provocava.. Poi sentirono urlare da dentro le mura. I tre si guardarono interdetti, poi Kristoff si affacciò ad un’apertura tra le gambe di due pupazzi di neve e la vista lo fece sorridere con sollievo.

“E’ Robert! Dei soldati lo stanno arrestando! Ce l’hanno fatta! Anna e Graham ce l’hanno fatta!” disse il consegnatore di ghiaccio.

“Quindi significa… che ci apriranno le porte! Ci siamo riusciti!” disse Hans guardando Elsa con sollievo. La ragazza gli accarezzò il volto, togliendogli il cappuccio.

“Prima fammi sciogliere l’inverno, allora ce l’avremmo fatta davvero” disse con un sorriso “Aspettiamo che ci aprano le porte, devo farlo davanti a loro” Detto questo aspettarono e poi le porte del palazzo si aprirono, i soldati e i nobili uscirono dall’entrata principale aspettandoli sul ponte di pietra sul fiordo ghiacciato. Con un elegante manovra del polso, Elsa sciolse i mostri di neve e i tre li raggiunsero, Kristoff aiutando Hans. Anna e Graham, tuttavia non erano tra loro, ma con loro c’era Olaf.

“Olaf?!” fece Elsa sorpresa dal vederlo lì.

“Ciao, Elsa!” disse il pupazzo andandole incontro abbracciandole le gambe “Hai visto? Non è stato poi così difficile! Anna e Graham hanno detto a questi signori la verità!”

“Allora è tutto vero!” disse uno dei nobili quando vide Hans “Siamo stati ingannati… presi in giro come idioti”

“Dov’è mia sorella?” chiese la regina

“La principessa è al sicuro, vostra Maestà, le abbiamo detto di aspettare nel palazzo, con il vostro fedele servitore” rispose un altro.

“Adesso devi solo sciogliere l’inverno e andrà tutto a posto!” disse Olaf allegro.

“Ha!” esclamò Kyle incatenato accanto a Robert “Ancora credete che possa sciogliere quest’inverno! L’unico modo per portare tutto alla normalità è ucciderla!”

“Tu chiudi quella boccaccia!” disse Hans dolorante, ma furioso. Elsa gli mise una mano sul braccio per tranquillizzarlo, poi si fece avanti, aprì le braccia e la neve cominciò a smuoversi. Elsa alzò le braccia lentamente e in tutta Arendelle, la neve cominciò a sollevarsi dal terreno in forma di una leggera brina, tutti guardarono con meraviglia quello spettacolo incantevole. La neve saliva, il fiordo si scioglieva, le navi galleggiavano nuovamente sull’acqua limpida, la neve sui tetti sparì, i fiori non ancora appassiti si risollevarono dal peso della neve, il calore tornò in tutta Arendelle e il sole estivo splendeva più che mai. Elsa alzò le braccia a cielo unendo le mani, trasformando quelle tonnellate di neve e freddo in un enorme fiocco di neve nel cielo che, non appena la regina aprì nuovamente le braccia con eleganza, si dissolse in minuscola brina. Era tornata l’estate.

“Ce l’hai fatta, lo sapevo!” disse Hans mettendole una mano intorno alla vita.

“Ha-ha!” esclamò Olaf felice “E’ il giorno più bello della mia vita!” disse cominciando a sciogliersi “E molto probabilmente l’ultimo”

“Oh, Olaf! Resisti, piccolo” disse Elsa e con un leggero gesto circolare della mano, ricompose il pupazzo di neve dotandolo di una nuvoletta sopra la testa.

“AHHH! EVVIVA! HO LA MIA NEVICATA PERSONALE!” disse il pupazzo. I tre amici ridacchiarono, ma poi il loro sguardo si posò sui nobili. Loro ancora guardavano sbalorditi il paesaggio intorno a loro, poi il loro sguardo si posò sulla loro regina. I nobili si fecero avanti e si inginocchiarono davanti a lei.

“Siamo stati degli stolti, vostra Maestà” disse un nobile facendosi portavoce degli altri “Non abbiamo avuto fiducia in voi e vi abbiamo accusata di crimini che non avevate compiuto, facendoci ingannare da due usurpatori. E’ con somma vergona per nostra ignoranza e le nostre azioni che chiediamo umilmente il vostro perdono, mia Regina” tutti gli aristocratici rimasero col fiato sospeso in attesa della risposta.

“Concesso” disse Elsa “Adesso alzatevi, vi prego” disse, i nobili obbedirono con sollievo.

“No!” esclamò Kyle furente “Non vi permetterò di rovinare tutto adesso! Ho provato a farlo con le buone, ma ora sono stufo di giocare! Volete che sia il cattivo? Accontentati!” e detto questo, Kyle emanò dal corpo una luce rossa, che fece allontanare spaventati, i soldati da lui, poi tutta la luce si ritirò. Elsa capì subito cosa stava per fare.

“Hans! Kristoff! Olaf! Dietro di me!” disse. I tre obbedirono e in quel momento, Elsa creò uno scudo di ghiaccio, nel momento in cui Kyle liberò un’onda rossa che investì tutti. Nobili e soldati. L’unico che rimase indenne per sua volontà fu il fratello. Gli occhi di tutti, nobili e soldati erano diventati rossi, rossi di terrore, tutti sotto il controllo di Kyle.

“Ritirata!” urlò di nuovo, nel momento in cui Elsa ritirò lo scudo, e come prima, a causa degli arcieri, i tre rimasero chiusi fuori, mentre l’esercito, i nobili e gli impostori rientrarono nel palazzo.

“E adesso? Anna e Crystal sono lì dentro!” disse Kristoff.

“E anche Graham!” esclamò Olaf. Elsa si illuminò.  E guardò il pupazzo di neve.

“Olaf, tu come sei entrato nel palazzo?” gli chiese. Il pupazzo rimase un momento pensieroso poi si illuminò.

“Oh! Ohoho! Lo so! Lo so! Mi sono ricordato! Venite!” disse e li guidò verso l’entrata mentre Elsa attardandosi un momento creò un gigantesco mostrone di neve affinché tenesse impegnati gli arcieri… e sperando anche i soldati, ovviamente con l’ordine di non distruggere mura o cancello e non uccidere nessuno.
I ragazzi e il pupazzo di neve aggirarono il fiordo e si ritrovarono davanti al muro dei giardini reali. L’alto muro che cingeva i giardini era per molti tratti ricoperto di una folta edera che cresceva su di esso. Olaf si avvicinò al muro e scostò l’edera rivelando una crepa nel muro abbastanza grande affinché ci passassero all’interno Olaf, Elsa e forse Hans. Per Kristoff era decisamente troppo piccola.

“Eccola qui!” disse il pupazzo di neve soddisfatto.

“Bravissimo, Olaf!” disse Elsa, dandogli un caldo abbraccio, come ricompensa.

“Lo dicevo che eri affettuosa!” disse il pupazzo felice. Poi prima che la regina potesse entrare attraverso la crepa, Olaf si intrufolò prima uscendo senza problemi, per quanto riguardava testa e corpo, per il suo sedere ci volle un piccolo sforzo. Elsa si fece avanti per passare per seconda. Quando Hans si avvicinò per passare dopo di lei, Elsa lo lo trattenne fuori.

“No, Hans, tu resta qui” disse lei.

“Cosa? Non ci penso proprio!” rispose lui.

“Hans, tu sei ferito. Anna l’ho quasi persa prendendosi una freccia per me, Crystal è intrappolata lì dentro per proteggere me, Graham è intrappolato lì dentro con Anna per aiutare me. Non voglio che anche tu ti sacrifichi per mio conto” disse Elsa decisa.

“Io non ti lascio da sola lì dentro, passa e io ti seguo” disse Hans determinato.

“No, Kristoff tienilo fuori. Appena trovo Graham ti farò venire a prendere e passerai per il passaggio segreto” disse Elsa al consegnatore di ghiaccio.

“Elsa, non fare l’eroina! Non devi dimostrare più niente a nessuno!” disse Hans insistendo.

“Ho tutto da dimostrare… a me stessa” disse Elsa “Io ho ancora paura, Hans. Ho paura di perdere le persone che amo… e non voglio più averne, perché voglio essere certa che il nostro legame sia più forte di qualunque altro potere”

“Lasciala andare, Hans” disse Kristoff. Il principe scosse la testa.

“No. Mi rifiuto di lasciarti sola!” disse lui, ma venne trattenuto da Kristoff.

“Hans, lascia che Elsa vada” ripeté Kristoff  “Lascia che Elsa vada” disse di nuovo mandandogli un’occhiata. Il principe sembrò calmarsi un secondo, Elsa allora approfittò del momento per salire sulle punte, baciare velocemente il suo principe e poi passare oltre la crepa per andare a cercare le sorelle. Hans e Kristoff rimasero fuori finché Elsa non scomparve dalla vista. Il principe si girò verso il biondo.

“Adesso Elsa è andata” disse Hans. Kristoff lo lasciò e si mise con le spalle al muro intrecciando le dita delle mani.

“Scaletta” disse e il principe non esitò un momento, incurante della spalla ferita, a usare l’amico come scaletta per aiutarlo a superare il muro.
 
Dentro al palazzo, intanto, Anna e Graham si erano accorti che qualcosa non andava. Avevano visto Crystal precipitare, e fu quello il segnale d’allarme, ma si tranquillizzarono quando videro tutta la neve sciogliersi e l'estate tornare. Tuttavia, quello che gli fece capire di essere in pericolo fu il fatto che nessuno dei nobili fosse ancora tornato e che dalla finestra li avevano visti muoversi come automi con Robert e Kyle che giravano liberi. Erano già usciti dalla sala riunioni e dovevano uscire dal palazzo per andare ad aiutare Crystal. Poiché la fenice non si era ancora rialzata in volo, non gli ci volle molto a capire che la ragazza era stata catturata e che dovevano liberarla. Anna seguì Graham, in quanto il ragazzo conoscesse il palazzo come il palmo della sua mano molto meglio di lei. Per il primo tratto di strada non avevano trovato guardie, questo significava che i soldati stavano ancora tornando alle loro postazioni. Anna e Graham corsero fino al corridoio che dava alla sala del trono e fu in quel momento che gli si pararono davanti due guardie.

“Va' a liberare Crystal” disse il servitore sguainando la spada che la ragazza stessa gli aveva dato.

“Graham-”

“VAI!” disse lui e i soldati subito gli furono addosso, Anna non se lo fece ripetere e subito andò in cerca della sorella. Crystal infatti si trovava nel cortile del palazzo, legata stretta da molte catene che le bloccavano mani, braccia e gambe. La caduta e il dolore al cuore improvviso l’avevano fatta ritrasformare e i soldati ne avevano approfittato per immobilizzarla. Il primo colpo di gelo e il ferimento tramite Kyle, tuttavia non furono privi di conseguenze. I capelli corvini che per il cuore gelato avevano rivelato solo una folta ciocca bianca, adesso lo erano quasi per metà e la ragazza cominciava a sentire freddo, nonostante il ritornato calore estivo. Provò a sciogliere le catene, ma non ci riuscì, si sentiva sempre più indebolita, ma con tenacia non mollò e continuò a provare, ma più usava i suoi poteri più si sentiva mancare le forze.

“Crystal!” disse una voce fin troppo allegra “Vedo che il ghiaccio sta facendo effetto, ti consiglio di non arrenderti subito, la mia vita dipende da te” disse Kyle avvicinandosi. Crystal non rispose, ma lo guardò con uno sguardo assassino.

“Chissà perché non mi sono fatta togliere il ghiaccio da mia sorella?” disse sarcastica.

“Oh, ma stai tranquilla… presto il tuo cuore si scioglierà e tua sorella non sarà più un problema” disse lui “Dopotutto, siamo vincolati. Perché essere nemici, quando potremmo essere padroni di… tutto! Oggi Arendelle, domani il mondo. Fuoco e Paura, pensa a cosa possiamo fare insieme!”

“Distruggere tutto? No, grazie”

“No… controllare! Unisciti alla mia causa. Se sei in queste condizioni è colpa di tua sorella Elsa. Guarda cosa ti ha fatto! Perché non vendicarsi?”

“Perché non ho nulla di cui vendicarmi”

“Allora tradiscila e libera tutto il tuo potenziale unendoti a me”

“Allearmi con te e tradire il mio popolo e la mia famiglia?” disse Crystal lasciandosi scappare una risata sardonica “… Preferisco morire” rispose guardandolo negli occhi determinata. Kyle sospirò.

“Il tuo carro è attaccato al mio, quindi mi dispiace, ma quella non è un’opzione… Peccato!… dovrò fare tutto da solo…” e detto ciò si allontanò lasciandola sola.

Nel frattempo, Elsa e Olaf si erano infiltrati nel castello, facendo attenzione a non attirare l’attenzione dei soldati. Tuttavia, più tempo passava e più soldati circolavano e infiltrarsi diventava sempre più difficile. Olaf inoltre passava meno inosservato di lei, ma al contrario di Elsa, se veniva colpito si sarebbe tranquillamente riassemblato, e come se non bastasse, la nevicata personale del pupazzo aveva lasciato una leggera scia di neve. Elsa allora disse al pupazzo di separarsi, in questo modo, se qualcuno avesse visto la scia, avrebbe trovato solo un innocuo pupazzo di neve, senza Regina delle Nevi. I due si separarono e seguirono due strade differenti. Ad un certo punto Elsa passò davanti ad una finestra che dava sul cortile del palazzo e vide la sorella maggiore incatenata. Subito corse verso la strada più breve che conosceva verso il cortile, rispetto alla sua posizione ossia quella sulle mura. Ma quando la ragazza fece per aprire la massiccia porta che dava sulle mura, dall’altra parte qualcuno spinse con forza facendole sbattere la fronte sulla porta e cadere a terra. Era Robert che non appena la fece cadere fu subito pronto a trafiggerla, ma Elsa si spostò rapidamente e congelò la spada a terra, rialzandosi. Robert riuscì a togliere la spada da terra e la inseguì subito sulle mura. Ma non era solo, altri soldati si fecero avanti, tutti con le iridi rosse che si lanciarono su di lei con impeto e sete di sangue. Elsa usò i suoi poteri con una nuova maestria, bloccando i colpi e i soldati, ma erano molti. Crystal da sotto aveva visto la sorella combattere sulle mura, e come se non lo avesse fatto fino adesso, tentò ancora di liberarsi, ma questa volta si spinse oltre a quello che era diventato il suo limite e ne seguì un ulteriore stretta al cuore, che fece diventare bianca un’altra ciocca di capelli.
Sulle mura intanto, Elsa stava cercando di immobilizzare il maggior numero di soldati. Era appena riuscita a bloccare l’ultimo soldato, ma per l’ennesima volta, Robert tentò di attaccarla alle spalle, ma questa volta venne bloccato dalla spada di Hans, che venne subito affiancato da Kristoff armato di piccone.

“Elsa, va a liberare Crystal, a lui ci pensiamo noi!” disse Kristoff parando un colpo di Robert. Subito dopo Hans parò un colpo del fratello e con una mossa veloce sfilò dalla fascia che aveva in vita Kristoff, il coltello del boscaiolo e lo passò ad Elsa.

“Dallo a Crystal!” disse principe e detto ciò, Elsa si allontanò.  Hans avrebbe potuto combattere contro suo fratello anche da solo, ma le ferite non glielo permettevano, aveva bisogno di aiuto. Elsa intanto corse verso Crystal, occupandosi dei soldati che le andavano incontro. Hans e Kristoff se la stavano cavando bene contro Robert, ma l’altro principe era un ottimo spadaccino. I tre si batterono senza esclusioni di colpi, ma alla fine dopo l’ennesimo attacco, Hans incrociò le spade con il fratello e invece di fare forza spingendo contro di lui, dopo una spinta iniziale, scivolò di lato facendo cadere il fratello in avanti che non appena si rialzò, per sua sfortuna venne accolto con forza da un pugno di Kristoff, che lo stordì, permettendo al consegnatore di ghiaccio di metterlo fuori gioco per un po’ colpendolo con la parte inferiore del piccone, spedendolo nel mondo dei sogni.
Elsa intanto, durante il loro combattimento, era finalmente riuscita a raggiungere la sorella, bloccando a terra con il ghiaccio, alcuni soldati.

“Crystal! Come ti senti? Hai i capelli bianchi! E la spalla?” le chiese, usando i suoi poteri su ogni serratura delle catene.

“La spalla sta bene, non preoccuparti” rispose la maggiore togliendosi le catene.

“Andiamo, dobbiamo trovare Anna e Graham” disse la bionda aprendo l’ultima catena, e passandole il coltello, ma venne bloccata dalla sorella, che la prese per un braccio.

“No, Elsa, dobbiamo eliminare Kyle, subito! Non possiamo aspettare che il mio cuore si congeli. Colpiscimi ora e facciamola finita” disse Crystal. Elsa la guardò esterrefatta, incredula a quella richiesta.

“Che cosa?! NO!” fece lei togliendole il braccio dalla presa “Dobbiamo andarcene da qui, una volta al rifugio ti toglierò il ghiaccio dal cuore e ci riprenderemo Arendelle”

“Arendelle non sarà mai salva finché Kyle è qui. Guarda cos’è successo! Con i suoi poteri, lui può controllare le menti degli altri e se mi togli il ghiaccio diventerà ancora più forte. Potrai provare la tua innocenza mille volte, ma con quel potere lui può rivoltarci contro
chiunque. L’unico modo sicuro per uccidere Kyle è uccidere me” disse la maggiore. Elsa scosse la testa, pur sapendo che la sorella aveva ragione.

“No! No! Non lo farò!”

“Elsa, non puoi affrontare Kyle! Lui non esiterebbe a ucciderti e con un potere come il suo, usato con una tale maestria, non puoi sconfiggerlo da sola!”

“Non posso farlo! Non mi puoi chiedere una cosa del genere! Sei mia sorella! Non posso ucciderti!” disse Elsa trattenendo le lacrime, sentendo una morsa al cuore per il dolore “Ci deve essere un altro modo!”

“Non c’è un altro modo e tu lo sai! Elsa, qui non si tratta di noi, ma del nostro popolo e io non permetterò che Arendelle viva nel terrore sotto il comando di un pazzo come Kyle! In confronto ad Arendelle la mia vita non conta niente! Il mio popolo viene prima di me… il tuo popolo viene prima di me” disse l’altra con un dolente determinazione. Elsa fece un passo indietro guardandola negli occhi.

“Non lo farò” disse decisa. Lo sguardo di Crystal si irrigidì

“Allora ti costringo io” disse e infiammate le mani cercò di colpirla, ma Elsa prontamente si scostò schivando il colpo, ma non sfruttò l’occasione di un contrattacco e rimase immobile con le mani sollevate, pronta ad usare i poteri. La maggiore tentò di colpirla con il coltello, ma Elsa si spostò e non contrattaccò. Crystal allora le sparò contro un getto di fuoco che Elsa parò con uno scudo di ghiaccio, ma quando finì la fiammata, lei sciolse lo scudo e basta.

“Avanti, Elsa! Colpiscimi!” disse Crystal, ma Elsa invece abbassò le mani, indicando chiaramente che non avrebbe combattuto con lei “Rimettiti in guardia e attaccami! ORA!” disse autoritaria Crystal, ma Elsa non fece niente.

“Dobbiamo trovare Anna, stiamo perdendo tempo” disse la ragazza.

“Non dovrete cercare a lungo” disse la voce di Kyle.

“ANNA!” esclamarono le due sorelle quando videro il principe tenere Anna stretta a sé premendole un pugnale alla gola. Elsa subito alzò le mani contro Kyle, ma lui premette di più la lama contro la gola di Anna costringendola a bloccarsi. Kristoff e Hans si erano avvicinati, ma quando Kyle si fece vedere erano troppo lontani per fare qualunque cosa, ed erano stati visti, ormai.

“Alt! Provaci o fai solo un passo e lei muore. Oppure, provaci pure! Se mi uccidi e morirà anche Crystal, ma tanto, tu non saresti in grado di farlo, non è una cosa ti appartiene, Elsa. ‘Uccidere’ è un concetto che ti è lontano anni-luce” disse sfottendolo, ma Crystal non si lasciò intimorire, scambiò la mano con cui teneva il pugnale e si ferì la mano destra. Il dolore fu improvviso e abbastanza forte che prima che Kyle potesse cominciare a fare il lavaggio del cervello ad Elsa, lui sentì un dolore lancinante alla mano e fece cadere il pugnale. Anna allora gli diede una gomitata nello stomaco e si allontanò di corsa verso Kristoff. Quel gesto sembrò far infuriare Kyle che corse contro di Elsa. La regina si fece avanti alzando le mani per usare i poteri.

“ELSA!” si sentì chiamare, si voltò e vide Crystal che si mise dritta con le braccia leggermente allargate in segno di più completa apertura. Voleva che la colpisse e farla finita una volta per tutte. I loro occhi si incontrarono. Elsa sapeva che Crystal aveva ragione. Lei non poteva sconfiggere Kyle da sola; per avere una possibilità aveva bisogno di Crystal che era legata al loro nemico. Lei era l’unica piccola fonte di protezione per Anna, Hans, Kristoff, Graham e tutto il regno e sapeva che Kyle ne era cosciente. Lui doveva uccidere lei per prima, allora, non avrebbe più avuto ostacoli. Elsa guardò Crystal, poi guardò Kyle che correva verso di lei con una mano che brillava di una pericolosa luce rossa, i suoi occhi iniettati di veleno e furia. Fu allora che Elsa, con il cuore pieno di dolore e le lacrime agli occhi, diede le spalle a Kyle e colpì Crystal nel petto con una stalattite che le passò da parte a parte. In quel momento, mentre Crystal cadde a terra, Kyle arrancò ma fino all’ultimo andò avanti nella speranza di colpirla, ma fu bloccato da Hans che lo fece cadere a terra puntandogli contro la spada, ma Kyle chiuse gli occhi esalando il suo ultimo respiro. In tutto il palazzo i soldati che stavano accorrendo in quel momento improvvisamente si fermarono, i loro occhi tornando del colore normale, rendendosi conto di cosa fosse accaduto. I nobili erano appena arrivati a loro volta e quando videro Kyle a terra senza vita capirono cosa era successo. Lo sguardo di tutti si focalizzò su Crystal. Elsa e Anna erano subito accorse al suo fianco insieme a Kristoff.

“Mi dispiace! Mi dispiace! Perdonami, ti prego!” disse Elsa prendendo il busto insanguinato della sorella tra le braccia, accarezzandole il volto, con le lacrime che le scendevano dagli occhi come fiumi in piena.

“Hai fatto… la cosa giusta… non c’è nulla… da perdonare…” disse Crystal con un filo di voce, sentendo le forze che l’abbandonavano.

“Ti prego, non lasciarci! Tu sei più forte del vincolo, puoi farcela!” disse Anna piangendo, tenendole una mano. La ragazza alzò l’altra mano e accarezzò il volto di Elsa e poi quello di Anna che come la sorella aveva il volto in lacrime. “Sono orgogliosa di voi… di tutte e due… sarete due grandi guide… per Arendelle” poi si volse verso i due ragazzi “Abbiate cura delle mie sorelle… e tu Anna tieni d’occhio Kristoff...” disse ammiccando un sorrisetto, sentendosi le forze mancare sempre di più.

“Te lo prometto” disse il principe. Kristoff invece si fece avanti e le prese il viso tra le mani, guardandola dritta negli occhi, nonostante anche lui si fece scappare delle lacrime.

“Ti voglio bene… tantissimo” disse il ragazzo. Crystal fece un mezzo sorriso.

“Anch’io” rispose e il ragazzo le lasciò il volto. Crystal stava morendo e questo era chiaro, Elsa doveva parlare adesso. La ragazza le accarezzò la guancia facendo sì che la sorella la guardasse.

“Crystal, io-”

“- ti voglio bene” la interruppe la ragazza, ma in quel momento, anche se un po’ malconcio arrivò anche Graham, seguito da Olaf, che con orrore vide la scena davanti a sé.

“CRYSTAL!” gridò precipitandosi accanto a lei e non permettendo ad Elsa di parlare. Il pupazzo di neve era rimasto pietrificato. Appena le fu accanto le prese la mano e le accarezzò il viso “No! No, no! Che cosa è successo?! Perché glielo avete fatto fare?!” disse il ragazzo fuori di sé. Poi vide la stalattite insanguinata, guardò Elsa con gli occhi sgranati, increduli… sconvolti.

“Graham… glielo ho detto io… non arrabbiarti con Elsa… non avevamo scelta… lo sai” disse Crystal, prima che lui se la prendesse con Elsa, con un filo di voce egli occhi socchiusi, non aveva molto tempo. Lo sguardo del servitore passò da una sorella all’altra.

“Tieni duro, ti salveremo! Elsa, fa qualcosa! Dobbiamo bloccare il sangue!”

“Graham…”

“Ti sono stato accanto da quando eravamo piccoli, non ti lascerò morire adesso!” disse il servitore con le lacrime agli occhi.

“Graham…”

“Qualcuno faccia qualcosa! Dobbiamo portarla dai troll! Dobbiamo-”

“Graham!” fece Crystal togliendo la mano dalla presa del ragazzo e mettendogliela sul volto per costringerlo a guardarla negli occhi. Crystal gli fece un piccolo sorriso, accarezzandogli i capelli per l’ultima volta, mentre lui le teneva la mano “Ti amo…” quell’ultima confessione ammutolì il ragazzo, poi la ragazza chiuse gli occhi e Crystal di Arendelle spirò tra le braccia della sorella, dopo essersi sacrificata per il suo popolo.
Fu in quel momento che Elsa e Anna scoppiarono in un pianto disperato. Kristoff teneva Anna stretta a sé, mentre la ragazza piangeva e lui con lei, tentando invano di trattenere le lacrime. Graham da accovacciato cadde a terra distrutto, incrociando le braccia appoggiandole sulle ginocchia e piangendo il suo amore perduto, incurante degli sguardi altrui. Non sentiva più niente, all’infuori di quelle due ultime parole che rimbombavano nella sua testa come tuoni in una tempesta e il suo cuore che si riempiva di vuoto. Elsa stringeva forte il corpo senza vita di Crystal, piangendo disperata, schiacciata dal rimorso e dal senso di colpa, incurante del conforto di Hans che accovacciato accanto a lei la abbracciava, per quanto possibile. Non c’era riuscita. Stava per farlo, voleva farlo e aveva fallito. Doveva solo dire ‘Crystal, ti perdono. Ti voglio bene’ e non ci era riuscita. Sua sorella era morta senza sapere di essere stata perdonata, senza sentire Elsa esprimere il suo affetto per lei un’ultima volta… e l’unica responsabiledi questo era lei, lei e il suo stupido orgoglio.

 

So che appena leggerete questo capitolo vedrò tutti i fan di Crystal sotto casa mia armati di forconi...
Questo è sicuramente il finale più bastardo che io abbia mai scritto. Soprattutto perchè è l'ultimo capitolo.
Beh, allora? Bello? Brutto? Mi volete ammazzare? Guardate che se lo fate non leggerete l'epilogo!
 Allora, ho pubblicato questo capitolo che avevo 33 recensioni... se arriviamo a 37 o 38 pubblicherò l'epilogo.... qundi...

Recensite! Recensite!
E con ciò, ci vediamo all'epilogo! ;-)
Baci
Stella




 

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


Siamo giunti all'epilogo del racconto, spero vi sia piaciuto e spero che questo epilogo non vi deluda.
Buona lettura!


Era passato un anno dal sacrificio di Crystal. Un anno in cui il regno di Arendelle era fiorito sotto la guida della Regina Elsa, che lo governava con saggezza e disciplina. La prima cosa che la regina fece fu interrompere i commerci con Whiselton e rispedire il principe Robert a casa per punirlo. L’ultima notizia di Robert ricevuta era stata data da Hans quando il principe tornò dalle Isole del Sud, dove aveva riportato il fratello; a Robert fu tolto il titolo e fu condannato ai lavori forzati.
Graham per la sua fedeltà alla corona e alla famiglia reale, ottenne una medaglia al valore e il titolo di Cavaliere. Grande novità fu la nomina che ricevette Anna, ossia quella di Consigliere Reale, se la meritava in quanto era stata più che in grado di dimostrare ottime abilità diplomatiche. Kristoff ricevette da Elsa il titolo di Mastro Consegnatore di Ghiaccio di Arendelle, con tanto di medaglia e una slitta nuova, per i suoi servigi e fedeltà alla corona. Lo stesso giorno in cui Anna glielo comunicò, Kristoff finalmente si dichiarò e (chiesto prima il permesso alla principessa) con un bacio iniziò la loro tanto attesa, da entrambe le parti, ‘prima storia seria’.
Quando il principe tornò ad Arendelle, Hans ed Elsa resero pubblica al regno la loro relazione, o ‘corteggiamento’ come lo avevano definito. Mesi dopo, durante il Gran Ballo di Primavera, Hans aveva preso Elsa da parte, sapendo quanto non sopportasse le scene plateali, e una volta giunti ai giardini del palazzo, camminarono fino alla fontana in cui da piccoli lui l’aveva buttata dentro e poi con poche parole, sincere e piene d’amore, Hans tirò fuori dalla tasca una piccola scatola di velluto blu contenente un anello, si inginocchiò davanti a lei e le chiese di sposarlo. Elsa disse di ‘sì’.
Era giunto il giorno delle nozze. Elsa era emozionatissima, ma questo volta l’agitazione era diversa dal nervoso e l’ansia che aveva provato per una vita, era un bella agitazione. Si stava per sposare con l’amore della sua vita e non poteva essere più felice. In quel momento si trovava nelle sue stanze, ancora non si era cambiata, ma si era affacciata alla finestra e guardava con nostalgia la statua rappresentante una fenice che era stata eretta da poco al centro della piazza della città. Aveva visto i volti di tutti, ma ne mancava uno in particolare.

“Ti manca, vero?” disse quella voce che ormai conosceva alla perfezione. La giovane regina si voltò verso colui che a breve sarebbe diventato suo marito con un sorriso melanconico.

“Sì…” rispose con aria mesta. Hans si avvicinò a lei e l’abbracciò da dietro appoggiando il mento alla sua spalla.

“Lo so che non ci credi, ma anche a me” disse lui baciandole la tempia “Dai, su! Una sposa non dovrebbe essere triste il giorno del suo matrimonio, a meno che tu non mi dica che hai dei ripensamenti, allora comincio a preoccuparmi” disse Hans.

“Crystal mi manca, ma non sono triste e non ho ripensamenti” disse Elsa voltandosi tra le braccia del fidanzato mettendogli le braccia intorno al collo “Sono molto felice” disse con un sorriso. Hans sorrise e chinandosi la baciò teneramente.

“E tu che ci fai qui?!” disse Anna, entrando nella stanza e rompendo l’incanto, con il suo bell’abito azzurro da Damigella D’Onore, simile a quello che aveva all’incoronazione“Lo sposo non deve vedere la sposa prima del matrimonio! Porta male! PUSSA VIA! Fuori!” disse la principessa separando la coppia e spintonando il suo a-breve-cognato.

“Okay! Okay! Me ne vado!” disse Hans facendo un attimo resistenza e baciando velocemente Elsa un’ultima volta “Ci vediamo dopo! Ti amo!” disse frettoloso.

“Ti amo anch’io!” rispose Elsa.

“Sì, sì, sì…. Tutto molto romantico… fuori!” e detto ciò Anna spinse Hans fuori dalla stanza chiudendo la porta.

“Elsa!” la rimproverò, scherzosa la sorella “Pensavo che fossi tu quella che rispetta le regole”

“E’ il Vero Amore?” disse Elsa, con un sorrisetto.

“Tra un’ora  vi sposate! Lo spero!” disse Anna ironica.

“Disse colei che lo voleva sposare dieci minuti dopo averci cominciato a parlare”

“Ahia! Colpo basso”

“E ha conosciuto Kristoff il giorno dopo” aggiunse Elsa.

“Ero piccola e ingenua!”

“E’ successo l’anno scorso”

“E non affondare il coltello nella piaga!” disse Anna lasciandosi scappare una risata, seguita da quella di Elsa. Poi le risate si placarono ed Elsa si avvicinò all’armadio da cui tirò fuori l’abito da sposa appoggiandolo dietro alla tenda. Chiacchierando del più e del meno con la sorella, facendo mente locale per accertarsi di aver preso tutto prima di andarsi a cambiare. Ci fu un momento di pausa in cui Anna guardò la sorella indaffarata a prendere le scarpe bianche e a controllare che ci fosse tutto, poi la minore si avvicinò dietro alla sorella cingendole la vita con le braccia e appoggiandole la testa sulla spalla. Elsa con un sorriso mise le mani su quelle della sorella, poggiando la testa alla sua

“Lo sai che a volte mi fa ancora strano poterti abbracciare liberamente?” disse Anna

“A me fa strano potermi fare abbracciare” rispose l’altra.

“E il fatto che a breve sarai sposata ancora di più” pausa “In senso buono, ovviamente!” si affrettò ad aggiungere. Elsa sorrise.

“Pensa a me!” disse lei ridacchiando con la sorella che la lasciò andare, Elsa si voltò un momento e presole il volto tra le mani le diede un bacio sulla fronte
“Dammi una mano a togliere il corsetto” disse sorridente voltandosi nuovamente. Anna l'aiutò e una volta tolto il corsetto, la maggiore andò a cambiarsi. Mentre la sposa si preparava, Anna si mise a curiosare in giro, come se non conoscesse la camera della sorella, in cui in quell’anno si era spesso intrufolata, quando non riusciva a dormire da sola o semplicemente voleva la sua compagnia. Poi andò alla finestra e i suoi occhi azzurri si posarono a guardare la statua nella piazza. Un leggero sorriso passò sulle labbra di Anna, che una volta giratasi verso Elsa che aveva appena finito di cambiarsi svanì per la meraviglia.
Il vestito bianco, che ricordava vagamente il suo vestito di ghiaccio per lo spacco al ginocchio e il fatto che dietro avesse un piccolo strascico, era aderente fino alla vita e più morbido sotto, il corsetto era fatto in modo tale che sembrasse una fasciatura, le maniche corte le ricadevano sulla parte superiore delle braccia, sembravano essere un tutt’uno con la scollatura che al centro presentava un piccolo brillante come punto di luce. Al collo Elsa aveva l’inseparabile catenina a fiocco di neve che anni prima le aveva regalato Crystal, i capelli, che erano perennemente o in uno chignon o in una treccia, erano sciolti con qualche piccolo cristallo di ghiaccio qua e là, cadendo in una cascata di onde sulle spalle e sulla schiena, e con sorpresa di Anna, nonostante ci fosse l’occasione, Elsa non indossò guanti e la cosa la rese molto felice.

“Che c’è?” chiese Elsa quando vide la faccia di Anna, che non riusciva a trovare le parole “Sono i capelli, vero? Ho capito, vado a farmi lo chignon”

“Elsa…sei…” la bloccò Anna “Assolutamente perfetta” disse la piccola non trovando parole migliori. Elsa le sorrise grata, ma prima che potesse proferire parola, Anna le fece cenno di attendere, andò verso un cassetto e prese una piccola scatola verde che aveva ben nascosto “Al tuo vestito manca qualcosa E… ho anche una sorpresa per te, ma prima l’accessorio mancante” disse avvicinandosi di nuovo ad Elsa e poi aprì la scatola rivelando un braccialetto in oro bianco con quattro piccoli diamanti.

“Il braccialetto che ti ho regalato per compleanno” disse Elsa riconoscendolo, poi sorrise quando Anna le prese la mano e glielo mise.

“Ecco qui! Qualcosa di prestato, con qualcosa di nuovo e qualcosa di vecchio” disse con un sorriso.

“Anna, non dovevi”

“Sì, che dovevo!”

“Grazie, ti voglio bene” disse abbracciandola.

“Anch’io” rispose la piccola ricambiando l’abbraccio. “Ora” disse seria “Abbiamo un enorme problema. Tu non hai nessuno che ti accompagni all’altare”

“Anna, non fa niente, ti ho detto che potevi accompagnarmi tu, non è un problema”

“Invece sì che è un problema! Io sono la Damigella d’Onore e non posso accompagnarti, non è nella tradizione-”

“-Scusa, ma da quando ti importa della-”

“-ZUT! Fammi finire” la zittì Anna “Dicevo, visto che nessuno ti accompagnerà, dato che io sono tanto brava e ti voglio tanto bene ho trovato qualcuno che lo farà” Elsa alzò un sopracciglio sospettosa, mentre il sorriso di Anna si allargò sempre di più.

“Chi?”

“Io, ovviamente” disse una voce alle sue spalle, Elsa si voltò di scatto sgranando gli occhi quando vide la persona dietro di lei sorriderle.

“Sorpresa!” fece Anna alle sue spalle.

“Crystal!” esclamò Elsa correndo incontro alla sorella, vestito permettendo.
 


1 anno prima…

Non riuscivano a crederci… eppure l’evidenza era sotto i loro occhi, tra le braccia di Elsa. Crystal era morta e il marchio che rappresentava il vincolo era sparito quando esalò il suo ultimo respiro. Nessuno sapeva chi stava provando il dolore più grande, se le due sorelle, o Graham o Kristoff, e a nessuno importava saperlo. Chi guardava la scena intorno a loro, non osò proferire parola, rispettando il dolore di quelle due persone che in quel momento non erano né una regina né una principessa, erano due ragazze che avevano appena perso per sempre la loro amata sorella maggiore.
Improvvisamente il corpo di Crystal cominciò a brillare di una leggera luce fiamma, che aumentava da intensità. Il bagliore attirò l’attenzione di tutti che sorpresi videro il corpo della ragazza illuminarsi sempre di più. Elsa allentò la presa dal corpo della sorella per vedere cosa stesse succedendo. L’aura di luce aumentava sempre di più, finché con flash il corpo di Crystal fu avvolto da delle fiamme che non ferirono, ma fasciarono il corpo. Improvvisamente dal corpo cinto dal fuoco si levò un alta fiammata che levatasi nel cielo prese la forma di una lucente fenice di fuoco con le ali spiegate per prendere il volo. Le fiamme mantennero quella forma per pochi secondi poi la fenice chiuse le ali come se stesse andando in picchiata e piombò sul corpo di Crystal da cui si sprigionò un bagliore color fiamma che, costringendo gli altri a voltare lo sguardo altrove, in un flash svanì. Spentasi la luce, tutti si guardarono un momento e poi puntarono gli occhi sul corpo della ragazza, i cui capelli erano tornati neri, la pelle riprese il colorito, il taglio sulla mano rimarginato e la ferita dovuta alla stalattite scomparsa. Tutti restarono col fiato sospeso e il cuore che batteva, poi Crystal lentamente aprì gli occhi. Le sue iridi azzurre erano confuse per un momento, ma poi posò il suo sguardo sulle sorelle.


“Elsa?... Anna?...” disse con un filo di voce.

“Crystal?” fece Anna speranzosa. Crystal sorrise.

“Temo sarete ancora inchiodate con me” disse sorridente e tirandosi sui gomiti. Lo sguardo degli altri si riempì di gioia, ma Elsa batté tutti sul tempo.

“TI PERDONO!” fu la prima cosa che disse buttandosi addosso alla sorella maggiore gettandole le bracci al collo, stringendola in quel tanto atteso abbraccio. Crystal, tenendosi su con un braccio, con l’altro l’acchiappò al volo, non stringendola subito per la sorpresa e incredula alle parole sentite. Dopo un momento di esitazione, la maggiore si riprese dallo stupore e anche lei la strinse a sé più forte che poteva, entrambe lasciandosi scappare una lacrima di gioia. Dopo 17 anni quello fu il loro primo abbraccio. Un abbraccio atteso, bramato che sembrava non voler arrivare mai, ma che era finalmente giunto. Gli mancava. Gli mancava ad entrambe quella stretta, quel calore che dava la famiglia, l’abbraccio della propria sorella. Entrambe erano incredule di avere finalmente l’altra tra le braccia. Quando si staccarono dall’abbraccio, Crystal si sedette dritta, ma Elsa non le si tolse da dosso, le prese il viso tra le mani come per accertarsi che davvero fosse viva. Sorridendo, appoggiò per un momento la fronte alla sua, lasciandosi scappare quel sospiro di sollievo che ancora tratteneva.

“Anch’io ti voglio bene” disse Elsa prima di baciarle la guancia e abbracciarla di nuovo. Crystal sorrise e ricambiò il gesto, mettendole una mano sulla testa.

“Io di più” rispose la maggiore, poi il su sguardo si posò su Anna che la guardava. Sorrise anche alla piccola “Anche a te, Annina” disse allungando un braccio. Anna non se lo fece ripetere, le si gettò addosso stringendola forte facendole cadere quasi entrambe. La famiglia si era riunita e loro non potevano essere più felici. Quando le tre sorelle si staccarono dall’abbraccio, Crystal le guardò tutte e due con orgoglio, fece una carezza sul volto di Anna e poi Elsa togliendosi da dosso a lei, l’aiutò a rialzarsi. Crystal si guardò le mani ancora incredula, non riuscendo a spiegarsi come potesse essere ancora viva, ma i suoi pensieri vennero bruscamente interrotti quando Kristoff le mollò un cazzotto ben piazzato sul braccio.

“Ahia!” protestò lei guardandolo male.

“Non farmi mai più una cosa del genere!” disse Kristoff con gli occhi ancora lucidi.

“No, fammi capire. Io ritorno dal mondo dei morti e tu mi picchi?” fece Crystal sarcastica.

“Sì… e adesso ti abbraccio” disse il ragazzo che portandole una mano dietro la nuca se la strinse al petto stringendola forte. Crystal ricambiò subito il gesto stringendolo forte. Kristoff poi la lasciò, accarezzandole il volto.

“Ma cosa è successo?” chiese ancora incredula

“Non importa” disse Hans avvicinandosi a lei sorridente “Ben tornata, Fenice” disse abbracciandola, Crystal ricambiò il gesto, ma le scattò qualcosa in mente.

“Fenice…” ripeté poi si guardò le mani e allora capì “Ma certo… la fenice!” Crystal incrociò lo sguardo delle sorelle che come lei si erano illuminate “A quanto pare non sapevo tutto dei miei poteri” disse sorridendo alle sorelle, poi quando si voltò nuovamente, sentì qualcuno stringerle forte le gambe, abbassò lo sguardo e vide Olaf che l’abbracciava.

“CRYSTAL! SEI VIVA! CHE BELLO! PENSAVO DI NON VEDERTI PIU’! COME SONO CONTENTO!” disse il pupazzo di neve stringendole forte le gambe. Crystal si liberò della presa e si inginocchiò per abbracciare Olaf.

“Anch’io sono felice di vederti, Olaf” disse la ragazza.

“Che bello! I tuoi abbracci sono davvero caldi! Li adoro!” disse il pupazzo facendo sorridere gli altri. Quando Crystal si alzò, una volta lasciato il pupazzo di neve, Graham si era fatto avanti. La ragazza si ricordava fin troppo bene, la bomba che aveva lanciato rivelandogli i suoi sentimenti prima di morire, ma era esattamente quello il punto, glielo aveva detto perché stava per morire… e adesso era viva e lui era davanti a lei. Anna, Elsa e gli altri capirono che era il momento di fare un paio di passi indietro, dandogli ‘privacy’ per quanto possibile, ma tutti guardandoli sorridenti.

“L’hai detto” disse Graham con un mezzo sorriso. Crystal abbassò lo sguardo arrossendo.

“Sì, l’ho detto…” disse lei leggermente imbarazzata.

“Prima di me” Crystal non rispose, ma si sentì comunque imbarazzata “Ti offendi se ti bacio per primo?” disse Graham riottenendo lo sguardo della ragazza. Gli occhi azzurri di Crystal si incontrarono con quelli viola di Graham.

“Mi offendo se non lo fai” rispose sorridente. Graham sorrise e cingendole la vita con le braccia, la baciò mentre lei gli prese il volto tra le mani,  finalmente felice.

 

Oggi…

Elsa corse incontro alla sorella gettandole le braccia al collo in un abbraccio, appena l’altra posò la borsa che portava. Era un anno che non si vedevano. Quando sistemarono la situazione ad Arendelle, Crystal era ancora incerta se tornare nelle montagne o se restare a palazzo. L’unica cosa di cui era certa era che avrebbe ufficialmente lasciato la corona ad Elsa. Si era fermata giusto il tempo per firmare le carte e rendere gli atti pubblici, ma poi partì e Graham insieme a lei, dopo aver ricevuto la nomina. Aveva bisogno di quel viaggio, non solo perché un sogno che aveva nel cassetto era quello di vedere il mondo, ma anche perché doveva capire cosa volesse davvero. Le sue sorelle non obbiettarono la sua scelta di partire, Crystal era uno spirito libero, ribelle, lo sapevano bene, ma tuttavia era responsabile e loro capirono quale fosse il pensiero che l’affliggeva tanto: tornare a palazzo come principessa e adempiere ai propri doveri? Oppure tornare nelle montagne ed essere libera? Alla fine, tuttavia, Crystal capì che la risposta era chiara. Quel viaggio non le era servito per decidersi, ma per fare una cosa che non avrebbe fatto più così spesso: volare.

“Pensavo fossi ancora in viaggio!” disse Elsa abbracciandola.

“E perdermi il matrimonio della mia sorellina? Non ci penso nemmeno!” disse lei allentando la presa.

“Ma quando sei arrivata? Ho visto Graham ieri e mi ha detto che avevate deciso di prendere strade separate- insomma- mi ha fatto capire che vi foste lasciati” disse Elsa confusa.

“No, Graham faceva parte della congiura” disse Crystal.

“Infatti. Ma poi- davvero pensi che lui e Crystal possano lasciarsi?” disse Anna sarcastica.

“In effetti, quando me lo ha fatto pensare è stato un po’ uno shock” aggiunse Elsa “Ma tu come hai saputo della cerimonia? Ti ho mandato una lettere e degli scout a cercarti, ma non ti hanno trovata” Anna si schiarì la voce alzando la mano, Elsa la guardò sorpresa “Come?”

“Primo, perché sono fantastica” disse Anna “Secondo, perché sono la Principessa Anna, Consigliera Reale della Corona di Arendelle, ho i miei metodi” disse sorridendo. Le altre due ridacchiarono. Crystal poi notò la collanina d’argento che Anna portava al collo, il regalo di compleanno che le aveva mandato mentre era in viaggio. Elsa invece notò l’abbigliamento di Crystal.

“Ma hai un vestito!” disse la sposa.

Questo è la prova di quanto ti voglio bene” disse la maggiore fallendo miseramente a nascondere il suo sorriso. Era un vestito rosso molto semplice, le spalline erano come quello di Anna, alla vita era fatto in modo che sembrasse avere un cinturino nero a V, le scarpe nere e al collo anche lei aveva una catenina d’argento, regalo di Graham. Un dettaglio delle scarpe colpì particolarmente Elsa che, un po’ prendendola in giro, glielo fece notare: i tacchi… Crystal non aveva mai messo un paio di tacchi in vita sua.

“Ieri mi ci sono esercitata tutto il giorno come una scema per camminarci, quindi apprezza lo sforzo” disse Crystal sorridendo.

“Apprezzo, apprezzo” disse Elsa sorridendole, però poi il suo sorriso svanì un momento “Partirai di nuovo?”

“In un anno ho conosciuto molte persone e visitato posti meravigliosi… ma Arendelle è casa mia e in quanto principessa ho dei doveri nei confronti del mio popolo, ma non è solo per questo… Kristoff e i troll sono stati come una famiglia per me…” fece una pausa e prese la mano a entrambe le sorelle “… ma non è la stessa cosa… Mi siete mancate, ragazze, e voglio recuperare il tempo perduto, qui, perché il mio posto è ad Arendelle” le sorelle le sorrisero l’abbracciarono.

“Bentornata a casa” disse Anna dando voce anche ai pensieri di Elsa.

“E poi, ammettiamolo” disse Crystal staccandosi dall’abbraccio “Noi tre non siamo persone comuni. Con tutte le avventure che ci aspettano, non resistereste un secondo senza di me” aggiunse la maggiore con un sorrisetto.

“Il tuo ego è veramente spropositato” disse Anna scherzosa.

“Che c’è? E’ vero!”

“Purtroppo ha ragione” disse Elsa cercando di nascondere un sorriso.

"Chi delle due?" chiese Anna

"Entrambe" rispose la platinata.

“Comunque, avrei una sorpresa per te” disse Crystal alla sorella.

“Un’altra?” fece Elsa “Ragazze, davvero, non dovevate!”

“Sì che dovevamo!” disse Anna prendendola per mano mentre Crystal prese dalla borsa un cofanetto in legno, lucidissima, che riempiva tutta la borsa. La maggiore la prese con cura e si avvicinò ad Elsa, porgendogliela.

“Da’ un’occhiata” disse sorridente. Elsa esitò un momento, ma poi aprì il cofanetti e con sua grande meraviglia vide all’interno una splendente corona di diamanti che riconobbe subito, sottile, elegante, ma visibile. Elsa rimase senza parole.

“Quella è…”

“La corona del matrimonio della mamma. Sì” disse Crystal sorridente.

“L’hai trovata…”

Io l’ho trovata! -Ahio!” brontolò Anna non appena Crystal le sbruciacchiò appena il braccio, lanciando un piccolo raggio di fuoco dal dito, guardandola male “…L’idea era di Crystal” si corresse.

“No, ragazze, non posso accettarlo” disse Elsa “Crystal, tu sei la primogenita, questa corona dovevi indossarla tu”

“Veramente la tradizione dice che tutte le donne della famiglia che si sposano la devono indossare il giorno delle nozze, erede al trono o no. Questa corona era della mamma, della nonna, della bisnonna, ma è stata anche della zia della mamma, e così via” Elsa non trovò le parole per rispondere, guardò Anna che sorridente annuiva, stringendole affettuosamente il braccio. Crystal non aspettò che dicesse niente, poggiò il cofanetto, prese la corona e la posò sulla testa di Elsa.

“Mi sono sbagliata prima” disse Anna “Ora sei assolutamente perfetta”

“Concordo, collega” aggiunse Crystal, mettendo la mano in modo che Anna le desse il cinque, come se fossero dei capibanda..

“Che sceme…” borbottò Elsa sorridente andandosi a vedere allo specchio. Quando si guardò ammise, che le sorelle avevano ragione, era perfetta per un giorno perfetto. Elsa si voltò nuovamente verso le sorelle che non avevano perso il loro sorriso.

“Ragazze, io non… non so che dire… sono… veramente felice” disse, le due non risposero e fu allora che Elsa si avvicinò e le abbracciò entrambe. Poi tutte e tre sentirono un odore e si lasciarono dall’abbraccio ma tenendo comunque un braccio intorno alle altre.

“Lo sentite anche voi?” chiese Crystal

“Cos’è questo profumino invitante?” disse Anna, e le tre annusarono l’aria. I loro volti si illuminarono.

“CIOCCOLATO!” dissero in coro, poi scoppiarono in una risata. Quando smisero di ridere, Crystal guardò l’orologio nella stanza, poi si voltò verso Elsa con un mezzo sorriso.

“Sei pronta?” le chiese. Elsa prese un respiro col cuore che le batteva forte.

“Pronta” confermò. Crystal le diede la mano, Anna le passò il bouquet e la prese a braccetto. Le tre sorelle, così, uscirono dalla stanza dirigendosi all’uscita del palazzo dove le aspettava una carrozza che le portasse nella cattedrale dove Elsa era stata incoronata e ora stava per sposarsi. Giunte fuori dalla porta, Anna con un bacetto sulla guancia salutò Elsa e andò a prendere il suo posto nella prima fila in quanto Damigella d’Onore. Quando partì la musica, preso il braccio di Crystal, Elsa camminò verso l’altare dove l’aspettava il suo principe, seguite da Olaf che aveva il compito di portare le fedi, in quanto paggetto. Hans si era cambiato dalla sua visita ad Elsa, indossava degli stivali neri e pantaloni bianchi, sopra la camicia bianca aveva una giacca nera con gli alamari in argento e le spalline bianche, su cui sopra aveva una cintura bianca dalla fibbia d’argento, l’unico punto di colore diverso era il cravattino rosso che si intravedeva sotto la giacca.
Quando la vide, Hans smise di respirare, per un momento il suo cuore saltò un battito. Pensarlo era un conto, ma essere lì era diverso. Non riusciva a credere che quell’angelo che stava camminando verso l’altare stava per diventare sua moglie. Elsa ci mise poco ad arrivare all’altare, con il cuore che le batteva sempre più forte e il sorriso che sembrava non avesse alcuna intenzione di lasciarle il volto. Giunte all’altare, Crystal le diede un bacio sulla fronte e mise la sua mano in quella di Hans, per poi andarsi a mettere in piedi accanto ad Anna, a cui Elsa aveva appena dato il bouquet.
Per l’intera cerimonia, Hans non tolse gli occhi di dosso a Elsa e lo stesso valse per lei. Sembravano impazienti entrambi, volevano che la cerimonia finisse il prima possibile ed essere finalmente sposati. Poi, dopo quello che sembrava un’eternità, il vescovo finalmente dopo avergli fatto dire i loro giuramenti, disse la tanto attesa frase.

“Vuoi tu, Principe Hans Aksel Erelend Christer Westerguard delle Isole del Sud, prendere costei come tua legittima sposa e promettere di amarla e rispettarla finché morte non vi separi?” disse il vescovo. Hans sorrise ancor di più.

“Lo voglio” disse con orgoglio.

“E vuoi tu, Regina Elsa Sylvia Jannike Astrid Lindström di Arendelle, prendere costui come tuo legittimo sposo e promettere di amarlo e rispettarlo finché morte non vi separi?” chiese il vescovo ad Elsa.

“Lo voglio” rispose lei non staccando gli occhi cerulei dal suo Hans. Fu il momento dello scambio degli anelli, per primo andò Kristoff, in quanto testimone dello sposo, diede l’anello di Elsa al prete, che lo benedì e lo diede ad Hans invitandolo a metterlo al dito di Elsa, lui fece come richiesto riuscendo per un pelo a non farlo cadere per quanto fosse emozionato. Poi fu il turno di Anna che in quanto Damigella D’Onore portò l’anello di Hans che, quando Elsa glielo mise al dito, aveva intorno un sottilissimo strato di brina, Hans ridacchiò appena e anche Elsa.

“Con i poteri a me conferitomi dalla Santa Chiesa, io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa”  Hans non se lo fece ripetere due volte. Prese il volto di Elsa tra le mani e la baciò. Tutta la folla esplose in un gioioso applauso, Anna saltellò su e giù per l’emozione abbracciando Crystal, Kristoff e Graham, invece applaudivano, fischiando alla coppia, la servitù lanciò in aria petali di fiori per celebrare gli sposi. Quando Elsa e Hans si separarono, Crystal, in quanto anche principessa, fece l’annuncio finale.

“La Regina Elsa I di Arendelle e il Principe Consorte Hans delle Isole del Sud” disse Crystal annunciandoli per la prima volta al popolo. Principe Consorte, Crystal non si era sbagliata. Elsa voleva condividere la corona con Hans, ma fu lui a rifiutare per proteggerla, in quanto non volsse che la sua famiglia si facesse strane idee avendo un figlio sul trono di Arendelle. Spiegò ad Elsa che quello era il suo modo per dire che non avrebbe più avuto niente a che fare con le Isole del Sud se non come ambasciatore per conto della sua regina.
Quando la coppia uscì, entrambi furono investiti dal boato di gioia dal resto del popolo, oltre che dal riso. Se prima avevano dei dubbi, ora era chiaro che fossero amati dal popolo. Gli sposi passarono sotto il tunnel di spade incrociate fatto dalle guardie reali, fino ad arrivare alla carrozza che li avrebbe portati a palazzo per il rinfresco, tuttavia, prima di avviarsi ci fu il lancio del bouquet, che finì direttamente tra le mani di Graham. Il ragazzo diventò rosso come un pomodoro, guardò Elsa che gli sorrise e gli fece l’occhiolino, mentre accanto a lei Hans gesticolò sorridendo, ma si bloccò subito quando incrociò lo sguardo di Crystal che guardò il suo ragazzo arrossendo. Durante il rinfresco, Elsa e Hans furono ovviamente i primi ad aprire le danze, con il loro primo ballo come coppia sposata, e furono ovviamente bombardati di domande, principalmente riguardanti l’argomento ‘bambini’. Durante i festeggiamenti, tuttavia, alla fine riuscirono a trovare un po’ di pace, Hans a chiacchierare con Graham, che sembrava essere un po’ irrequieto, e Kristoff, prima che venisse rapito da Anna per ballare, ed Elsa a scambiare due parole con Crystal. Le due sorelle chiacchierarono del più e del meno, più che altro Elsa le chiese del viaggio, mentre si gustavano lo spumante; finché lo sguardo di Crystal si fermò su Graham. Il suo sorriso per un momento sembrò svanire, Elsa se ne accorse.

“C’è qualcosa che non va tra te e Graham?” chiese Elsa nel modo più delicato possibile. Crystal distolse lo sguardo da lui.

“No, no. Va tutto bene. Bisticciamo ogni tanto, ma niente di che. Lo vedo agitato, stasera” disse Crystal

“Probabilmente perché è il primo ricevimento a cui partecipa in cui non deve servire nessuno, ma è tra gli invitati. Vedrai che gli passerà” disse Elsa

“Sicuramente, può essere. Ne abbiamo parlato. Lo so che per lui come per Kristoff, questo è un grosso cambiamento e che gli vorrà un po’ per abituarsi, ma per Kristoff è diverso. Lui è diventato Mastro Consegnatore di ghiaccio e i cambiamenti sono minimi, ma per lui è più facile adeguarsi non essendo mai stato in un palazzo. Graham ha sempre vissuto qui ma come servitore e diventando Cavaliere… non è facile vedere le persone con cui hai lavorato insieme per una vita che ad un certo punto cominciano a servirti, perché comunque sono anche tuoi amici” disse Crystal.

“E lui che ha detto?” chiese Elsa.

“Niente di che… che si adeguerà” rispose Crystal guardando in basso. Elsa riconobbe subito quello sguardo.

“Avanti, qual è la frase romantica?” disse lei sorridendo. Lo sguardo della maggiore subito tornò su di lei.

“No, niente!” disse lei imbarazzata.

“Dai, su! Conosco quello sguardo e il fatto che tu sia diventata rossa è un’ulteriore conferma. Qual è stato il modo romantico in cui ti ha detto che si sarebbe adeguato?”

“Non ti riporto la frase esatta perché tu poi mi prendi in giro, ma più o meno ha detto che ci avrebbe fatto l’abitudine perché il suo posto è dove ci sono io” disse Crystal arrossendo.

“Aww… Che cosa romantica!” disse Elsa, con tono a metà tra lo sfottò e l’intenerito.

“Che ‘cosa romantica’?” disse Anna unendosi alle sorelle, dopo aver lasciato andare Kristoff.

“Il fatto che Graham ha detto a Crystal che si sarebbe adeguato a questi cambiamenti perché il suo posto è con Crystal” disse Elsa.

“Aww… ma che dolce!” disse Anna intenerita “Perché Kristoff queste cose a me non le dice mai?” borbottò.

“Perché, Annina, lui è un attrezzo! Ha l’elasticità mentale di una sequoia. Prima di conoscere te, lui neanche sapeva cosa fossero le ragazze! E io non conto”  disse Crystal. Anna la guardò male, mentre ridacchiando Elsa roteò gli occhi bevendo un sorso dello spumante.

“Ma quanto sei… lasciamo perdere” disse la platinata.

“Elsa, stavi per dire una parolaccia?” la provocò Crystal

“Sì, ma io possiedo autocontrollo. Se vuoi ti insegno”

“Uuuh… brucia!” disse Anna, sfottendo la maggiore per la frecciatina di Elsa. Crystal si girò verso la piccola con uno sguardo, aiutato dalla differenza d’altezza, che mise Anna in soggezione e la fece tacere.

“Comunque” riprese la maggiore “Parlando seriamente, Kristoff non sembra, ma è molto timido e non è il tipo che se ne esce spesso con queste cose”

“Beh, al suo compleanno le ha detto ‘ti amo’…” disse Elsa con nonchalance. Crystal guardò Elsa come se avesse appena confessato di essere colpevole di un omicidio di massa, poi si voltò ancora verso Anna.

“Davvero?”

“Beh… sì” disse Anna timidamente.

“E allora di che ti lamenti?! Hai un fidanzato, innamorato, e lui te lo dice, che altro vuoi di più!” Anna rise alla reazione della maggiore.

“Allora brindisi ai nostri ragazzi, già che ci siamo?” disse Elsa alzando appena il calice, Crystal fece lo stesso, mentre Anna riempiva il suo calice

“Ai fidanzati e ai mariti innamorati” disse Crystal e sfiorando l’una il bicchiere dell’altra fecero il brindisi, tuttavia Crystal appena bevve un piccolo sorso dello spumante, notò cosa si era messa Anna nel calice “Tu hai il succo di frutta” disse prendendole il bicchiere prima che la sorellina bevesse lo spumante.

“Ma-ma- uffa! E’ il mio primo bicchiere! Ho 19 anni un sorso lo posso prendere!” protestò la piccola.

“Sì, se reggessi l’alcool” disse Elsa.

“E’ successo una volta sola!”

“Sì, con un bicchiere. E ho fatto bene a dirlo a Crystal”

“Ma-”

“Anna, bevi il succo e non rompere i…” Crystal si bloccò, fulminata dallo sguardo di Elsa “…le scatole” si corresse “Hai ragione, scusa”

“Solo perché sono la più piccola…” brontolò bevendo il suo succo di frutta.

“Ovvio” risposero le altre due. Anna scosse la testa. Fu in quel momento che si avvicinarono Hans e Kristoff, andando ognuno dalla rispettiva ragazza. Chiacchierarono anche loro per un po’, poi iniziata un’altra canzone, poco dopo si fece avanti anche Graham. Su iniziativa di Anna, lei e Kristoff, insieme agli sposini, ma quando Graham invitò Crystal a ballare, ci fu un enorme problema, in quanto lei disse di no. Elsa e Anna provarono a convincerla, ma lei tenendo lo sguardo basso ed evitando di guardare Graham, continuò a rifiutare dicendo di non essere in grado.

“Ragazzi, non lo dice per modestia… è veramente impedita” disse Kristoff per tagliare corto, e prenderla in giro “Una volta abbiamo ballato insieme durante un matrimonio dei troll… avrei preferito colpirmi i piedi con un piccone”

“Ha parlato l’étoile” rispose Crystal.

“Avanti Crystal” disse Elsa “Fallo per me. La tua sorellina che oggi si è sposata” disse facendo gli occhioni da cucciolo.

“No, ti prego non guardarmi così… Annina-” si bloccò quando vide che anche Anna le stava facendo gli occhioni da cucciolo. Guardò Elsa, poi Anna, poi Elsa, poi Anna “Eh no… così non vale!” brontolò, ma poi prese la mano di Graham e tutti e tre andarono a ballare. Kristoff, diceva la verità. Crystal aveva molto il senso del ritmo, ma era sciolta come un manico di scopa, ma questo non fermò Graham dall’aiutarla, alla fine si divertirono e Crystal non risultò neanche così tanto impacciata. Tuttavia, la sua attenzione fu distolta da Graham e dai passi, quando vide che mentre ballavano sia Elsa e Anna che Hans e Kristoff li guardavano in modo strano, con una sorta di sorriso che non volevano mostrare.

“Perché ci guardano in quel modo?” chiese Crystal al ragazzo, Graham guardò i quattro e poi ripose lo sguardo su di lei.

“Non lo so, andiamo a farci una passeggiata?” disse lui, Crystal annuì e i due si allontanarono dalla cerimonia. La loro passeggiata li portò sul balcone della torre est, dove si poteva vedere tutta Arendelle. Era una serata splendida, le stelle brillavano nel cielo e non si vedeva una nuvola. Un leggero e fresco venticello estivo accarezzava il viso di entrambi e si potevano vedere giù nel cortile le luci dei festeggiamenti del popolo. Era una delle parti preferite del castello di Graham e quando era piccola anche di Crystal. La principessa si avvicinò alla balaustra, abbassandosi leggermente e appoggiandosi sugli avambracci incrociati. Graham le fu subito accanto mettendole intorno un braccio. Parlarono un po’, del più e del meno, ogni tanto scambiandosi un piccolo bacio, ma poi rimasero in un confortevole silenzio, ascoltando i suoni di Arendelle. Fu Graham a rompere il silenzio.

“Che ore sono?” chiese sollevandosi dalla balaustra.

“Sarà mezzanotte, mezzanotte e un quarto”

“Perfetto, allora non è più il giorno del matrimonio di Elsa” disse Graham con un sorrisetto.

“Beh… no. Perché?” chiese sollevandosi anche lei dalla balaustra, incuriosita dal comportamento. Con quel ‘perché’ il cuore di Graham cominciò a battere più forte.

“Perché… ti volevo parlare un attimo” disse Graham, che si decise a fare questa cosa in modo perfetto “Quanto tempo è che stiamo insieme, ufficialmente?”

“Un anno” disse Crystal, sempre più incuriosita dal suo atteggiamento.

“E quanto tempo è che ci conosciamo?”

“Praticamente 25 anni, da quando sono nata, ma, scusa- non capisco dove-”

“Ti devo fare una domanda” disse Graham interrompendola, il suo sguardo senza mai lasciare i suoi occhi. Crystal annuì aspettando che parlasse “Tu mi ami?” chiese. Crystal sorrise accarezzandogli il viso.

“Sì”

“Vorresti fare una cosa per me?” chiese lui, portando lentamente una mano in tasca per non farsi vedere.

“Qualunque” rispose Crystal con un sorriso. Graham in quel momento si inginocchiò e tirò fuori una scatola di velluto con dentro un anello.

“Vuoi sposarmi?” chiese col cuore che batteva forte. Il volto di Crystal era illeggibile. Il suo sorriso era scomparso, incredula alle parole sentite, ma poi sorrise come non aveva mai fatto prima.

“Sì…” rispose con il cuore che le batteva fortissimo. Graham le sorrise rilasciando il respiro che non si era accorto di trattenere. Prese l’anello e lo mise al dito dell’amore della sua vita, si alzò in piedi e non fece in tempo a baciarla che Crystal già era salita sulle punte mettendogli una mano sulla nuca per tirarlo a sé e baciarlo, mentre lui la strinse tra le braccia. Fu in quel momento che dal cortile del palazzo vennero sparati i fuochi d’artificio in onore della regina e del suo consorte. Graham e Crystal li ignorarono, ma non fu quello che li fece separare temporaneamente dal bacio.

“Ecco perché Hans stava gesticolando così quando ti è arrivato il bouquet…” commentò Crystal.

“Chi prende il bouquet entro un anno si sposa, la tradizione funziona” ripose Graham per poi baciarla di nuovo. Quando si separarono, non dissero niente, ma rimasero lì sul balcone a guardare i fuochi, l’uno tra le braccia dell’altra.
Quando comunicarono la notizia agli amici, un paio di giorni dopo, fu il caos più totale, come lo era stato per Elsa e Hans. Era questo quello che volevano le tre sorelle e finalmente avevano avuto il loro finale felice. Chiunque potrebbe dire che anche la loro storia finiva che le tre reali avevano trovato il loro per sempre felici e contente in un uomo, ma quella persona si sbaglierebbe.
Anna stava con Kristoff, ma non era lui il suo lieto fine. Il suo lieto fine era riavere la sua famiglia unita e Kristoff faceva parte di quel finale.
Elsa aveva sposato Hans, ma non era lui il suo lieto fine. Il suo lieto fine era vivere in pace con sé stessa nel mondo accettandosi per quello che era e Hans faceva parte di quel finale.
Crystal stava per sposarsi con Graham, ma non era lui il suo lieto fine. Il suo lieto fine era trovare il suo posto nel mondo accettando il ruolo che sua madre già da tempo aveva capito che avrebbe ricoperto, quello di guida per le sue sorelle. Graham faceva solo parte di quel mondo.
Adesso che la loro famiglia si era riunita, le tre sorelle non avevano più ostacolo davanti a loro, perché se vogliamo essere sinceri, Crystal si era sbagliata. Loro tre non erano ragazze ordinarie, questo era vero, ma in quanto reali, con tutte le avventure che la vita di palazzo gli avrebbe tenuto in serbo, non avrebbero resistito un secondo se mancava una qualunque di loro. Il loro legame era speciale, più forte di qualunque altra cosa, perché l’amore incondizionato di una famiglia è la magia più forte che esista.

FINE!

Siamo giunti alla fine del remake di FROZEN! Spero che vi sia piaciuto e di non aver rovinato tutto con questo epilogo. Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno seguito questa storia e messa tra le preferite e chi ha recensito, ringrazio moltissimo anche tutti coloro a cui ho rotto le scatole chiedendo consiglio con un commento su alcune cose (Sapete chi siete ;-) )
Come vi dicevo, sto scrivendo "una" (tre) fanfiction in inglese sulla coppia HELSA e ho deciso che premiarvi per il vostro sostegno e soprattutto pazienza, posterò su questa storia un pezzo del racconto. Quando lo pubblicherè ve lo farò sapere in una nota d'autore in questa storia, mettendovi il link, così potrete andarla a leggere, se volete.
E con ciò, come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate di questo racconto, (recensioni costruttive sono ben accette) e ci vediamo alla prossima storia! :-D
Un bacione ;-)
Stella




 

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Capitolo 18
*** NUOVE FANFICTION HELSA! ***


Ciao a tutti! Questa è una notifica riguardante il mio altro account di fanfiction. Ho appena completato una fanfiction HELSA e ho postato il primo capitolo di una a cui sto lavorando da quasi 3 anni. Sono ENTRAMBE IN INGLESE. Le potete trovare su fanfiction.net
Titoli: "My Life In A Vlog" ; "Beauty and the Beast"
Autore: The Princess of Stars

Spero vi piacciano e se sono di votro gradimento non esitate a lasciarmi un commento come Guest ;-)
Un abbraccio e alla prossima fanfiction in italiano ;-)

Stella

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