Tris e la maledizione della trisavola

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tris ***
Capitolo 2: *** ... e la dhampiresa velenosa! ***
Capitolo 3: *** ... e la maledizione della trisavola ***
Capitolo 4: *** ... e il problema della coda! ***
Capitolo 5: *** ... e il fratello gemello! ***
Capitolo 6: *** ... e i giochi degli adulti! ***
Capitolo 7: *** ... e la domanda peggiore! ***
Capitolo 8: *** ... e il mostro che vive sotto il letto! ***
Capitolo 9: *** ... e l'amore di Kley! ***



Capitolo 1
*** Tris ***


Ehh, salve a tutte! Storiella corta (ci provo), è da un po' che non mi cimento con un'originale... fatemi sapere cosa ne pensate. Vai col cast: Charlie Bewley (su Nashville è niente male davvero! ^^) per Konstantin, Jane Levy (Suburgatory) per Tris e Tupac Shakur per Firoze.
Buona lettura!



Sei dentro per droga?”

Eh?”

Ho detto, sei dentro per droga?”

Tu per cosa sei dentro?”

Per droga.”

Sbuffo e tiro su le gambe. I polpacci gridano una protesta sommessa. Lascio scivolare di nuovo le caviglie in avanti. Il ragazzo mi guarda dall’alto, dall’ultima sedia di una fila di quattro. Ha i jeans che finiscono ben sotto le scarpe e il tessuto è stracciato ai talloni. Una catena metallica penzola dal passante anteriore e sono certa finisca agganciato al portafogli. Una vecchia maglietta dei Pantera. Il solito giubbottazzo di pelle liso sui gomiti e con le tasche sformate. Anche io andavo in giro conciata così. Poi ho messo ‘la testa a posto’: vesto sempre male ma ho dipinto i capelli di rosa. “Hanno sbagliato, stavolta” sbuffo trascinando indietro il ciuffo della fronte. La mamma mi ucciderà.

Io non corro, è stancante e fa ballare le tette ma sto ingrassando e il dottore mi ha prescritto un rigido regime alimentare e tanta attività fisica. Ho una strana malattia non ben identificata, ma per loro, finché non vomito sangue è tutto a posto.

Le stronze fighette del liceo mi prendono per il culo quando attraverso i corridoi. Un anno fa, ho piazzato un serramanico senza filo sotto il naso della più civetta. Volevo solo spaventarla, (quell’affare non taglia neppure per i fili penzolanti dei maglioni!) ma la stronzetta ha spifferato tutto al preside e sono stata sospesa a pochi mesi dagli esami. Ho perso l’anno. Mia madre non mi ha rivolto la parola per tutta l’estate.

E devi startene seduta sul pavimento?”

Il ragazzo di colore ha il cranio rasato e il pizzetto. Le dita piene di anelli. Due orecchini al lobo sinistro. Mi fa un cenno col capo e sospirando mi alzo e traballo fino alla seduta libera accanto alla sua. “Aspetti il tuo avvocato?”

Più o meno...”

Non sono stato un buon affare nel mercato delle adozioni. Scommetto che quei due si stanno pentendo di aver scelto la mela più bacata del mucchio. “Triska.”

Jon. Senza h.”

Ciao, Jon senza h.”

Ci stringiamo la mano nel momento esatto in cui il padre adottivo si affaccia nella stanzetta in cui siamo alloggiati. Noto subito il suo sguardo cadere sulle mani unite. Vedo altra delusione sul volto.

Andiamo.”

Giro il marsupio attorno alla vita e tiro su il cappuccio della felpa. Jon si infossa ancora più nella sedia. Ci salutiamo con un altro cenno invisibile. Cammino a testa bassa dietro mio padre, evitando di lanciare occhiate intorno a me. Entriamo in macchina e lui chiude la portiera con un gran tonfo. Ora parte la ramanzina.

Non siamo più disposti a tollerare le tue stravaganze!”

Stravaganze?! Stavolta non centro niente! Uno stronzo ha provato a scipparmi l’Ipod ed io mi sono difesa! “Ho solo applicato alla lettera il corso di autodifesa che la mamma…”

Lo hai ferito e sfregiato.”

E allora? Se lo merita! Dovrebbero essere fieri che la loro ‘bambina’ sia in grado di cavarsela da sola! Il bastardo ha strappato il filo delle mie cuffiette, sono priva della paghetta da mesi, non posso ricomprarle ed isolarmi dal mondo attraverso la musica è l’unico modo che ho di sopravvivere. Cristo, ho quasi diciotto anni e sono la pecora nera della scuola! Ingoio la valanga di ovvietà e alzo il mento. “Ora ci penserà due volte, prima di aggredire una ragazza.”

Ha sporto denuncia, dovrai comparire di fronte al giudice” mormora, funereo.

Arriviamo a casa e ancora non mi sono ripresa dalla shock. Se il figlio di puttana avesse cercato di stuprarmi e gli avessi staccato le palle a morsi, mi avrebbe accusata di lesioni personali?

Niente tv per un mese.”

Non la guardo, la tv…” borbotto scendendo dalla macchina. La mamma sta facendo finta di mettere in ordine la sua agenda. La saluto a mezza bocca. Non mi risponde. Stringo le labbra e salgo le scale fino alla mia cameretta, due gradini alla volta. Sento uscire dalla bocca dell’uomo che ha pagato la mia adozione ‘quei capelli devono sparire’ e penso ‘che si fotta!’ Sto già cercando la mia sacca sotto il letto, quando la porta si spalanca e mio padre mi sorprende in ginocchio e con il braccio ficcato sotto la reversina della coperta.

Triska, hai quasi diciotto anni. Sei un’adulta e la prossima volta che finirai in galera, verrai processata come un’adulta.”

Li vedo anche io, quei telefilm. “Beh, meglio per voi, no? Un pensiero in meno al mattino” soffio crudele afferrando la sacca e tirandola fuori. Il ceffone che mi arriva non fa più male del pugno allo stomaco del rapinatore. Solo che questo brucia di più.

***

Ha detto bene il vecchio. Se l’appello del giudice non viene fissato prima di due mesi, sarò processata come un’adulta. Porca puttana. Sfoglio il calendario guardando il cerchio colorato attorno alla data del mio compleanno. Scommetto che non riceverò regali, quest’anno. Ho accantonato il solito desiderio ‘mollo tutto e me ne vado' e rificcato la sacca sotto il letto. Aspetto che tutti siano andati a dormire ed esco di soppiatto, mollando lo skateboard a terra solo quando solo molto lontana da casa. Lo so che tutti mi ridono dietro, quando lo uso, ma i vecchi non ci pensano proprio a procurarmi un mezzo di locomozione adeguato. So guidare… più o meno. In teoria so farlo, mi manca la pratica e il foglio rosa. Arrivo al Old Wild Jack a mezzanotte passata. C’è un nuovo gruppo metal che suona, stasera. Ci sono i motociclisti con le pupe da sballo sul sedile posteriore delle moto. C’è il buttafuori amico che mi lascia passare perché condividiamo la triste storia dell’orfanotrofio e poi, davanti a me, c’è il ragazzo più bello che abbia mai visto in vita mia. Dio, ti prego fa che sia di queste parti e non un fomentato che segue i gruppi musicali ovunque vadano! Giro attorno ad una colonna pelosa con il giubbotto di pelle e la scritta Harley Davidson sulle spalle, saluto le ragazze del bar con una smorfia e mi avvicino di soppiatto al ragazzo che sta appoggiato al bancone. Muove la testa su e giù seguendo il ritmo sincopato imposto dalla band. Quando si accorge di avere il bicchiere vuoto, fa un cenno a Melanie. Lei mi guarda e alza le sopracciglia e gli angoli della bocca. Pensa la stessa cosa che penso io: carino da morire!

Sono bravi, eh?”

Lui mi lancia un’occhiata distratta e annuisce, allontanandosi e portando via il bicchiere. Melanie mi guarda. Alzo le spalle ma il rifiuto un po’ mi ferisce. A nessuno piace la stramboide grassa con i capelli rosa.

Dai, non sei grassa...”

No, eh?”

Sei… in via di definizione!”

Melanie è una bionda naturale con il faccino a cuore. Potrebbe avere chiunque, ma sta con Derek da sei anni e sembra proprio felice. Dice che le cose migliorano, crescendo. Lei ha venticinque anni e il fisico di un’acciuga sotto sale. Scommetto che i suoi non le hanno mai detto che è ‘un’enorme delusione’. Io mi guardo allo specchio e vedo una triste ragazzina. Di bello ho solo gli occhi, una via di mezzo fra il blu e il viola. Guardo le mani di Melanie, perfette, lunghe, le unghie smaltate di nero. Guardo le mie: un disastro di pellicine strappate e croste insanguinate. Stringo i pugni e poggio i gomiti sul bancone, dondolando un po’ avanti. Poi, con un giravolta forzatamente disinvolta, mi rimetto a guardare lo show. Scrocco una birra gratis e ascolto la musica dal mio angoletto, il piede che muove lo skateboard piano piano. Quando finisce la scaletta, la band si fionda al bar per una gran bevuta. Mi sento di troppo, ingombrante e completamente fuori posto. Raccolgo il mio futuristico mezzo di locomozione e cerco di farmi spazio fra la folla senza farmi notare dal boss. Se mi becca con la birra in mano…

A-ah!”

Merda! Mi arresto appena sento la felpa tirare sulla schiena. “Ciao, capo…”

Non ti avevo detto di squagliarti, ragazzina?”

L’Old Wild Jack è di proprietà di Jack Tredenti. Non che abbia davvero tre denti, ma gli piace farsi chiamare così. Saltello indietro fino ad arrivare faccia a faccia con lui. L’ultima volta, il fiato puzzava di tabacco. Noto che è insopportabile anche stavolta. Quell’uomo non deve tenere particolarmente all’igiene personale. Mi strappa la birra di mano e mi lascia andare. Jack Tredenti è alto poco più di un metro e sessantotto centimetri ma si crede un gigante. Gloria e onore ad un uomo così sicuro di se.

Fila, topetta.”

C’è andato gentile, stavolta. Melanie dice che posso tornare quando voglio, che Jack ha piacere di vedermi perché quando sono al locale, ha la certezza che mi sto tenendo lontano dai guai. Peccato che nell’ultimo anno, mi abbiano raggiunto ovunque andassi.

***

La mattina dopo mi guardo alla specchio e mi scopro stufa della capigliatura rosa. Esco di casa dicendo di andare a scuola, invece rubo un flacone di tinta scura al supermercato e mi rinchiudo a casa di Fin. La madre fa la parrucchiera, perciò è pratica di quella roba. Finnicella mi batte di tre lunghezze: i suoi capelli sono un arcobaleno di viola, blu e rosso sapientemente armonizzati. Ha la pretesa di studiare stregoneria, perciò sta sempre su Internet a cercare incantesimi magici. Tutto quel che riesce a fare, è sprecare una gran quantità di candele.

Mi piacevi di più a colori” decreta dopo avermi lavato la tinta dalla testa. Mentre lo faceva, guardavo i rivoli scuri che colavano nella vasca da bagno, raggiungendo lo scarico e perdendosi nel buco nero. E se quella roba arriva il mare e avvelena tutti i pesci? Quanto torno a casa, la mamma mi ferma a guardarmi sul pianerottolo. Sì, mi hanno anche sequestrato le chiavi di casa. E’ arrabbiata perché è stata avvertita dalla scuola che ho marinato. Ma tanto, ormai…

Avresti potuto dirmelo” mormora lasciandomi passare. “Ti avrei fissato un appuntamento nel salone di Sabine.”

Mi detesta. Dice che spavento le clienti” borbotto lasciando scivolare dalla spalla lo zaino con i libri. “Lo dirai a papà?”

Non glielo dirò ma voglio che getti quei jeans.”

Mai! Sono gli unici che mi entrino e che mi facciano sentire un minimo carina. Il mio silenzio si protrae.

Facciamo un patto. Io non ti dico come comportarti e come vestire… e tu righi dritto due mesi, fai la tua scenetta di fronte al giudice e concludi l’anno senza complicazioni.”

Più facile a dirsi che a farsi. Annuisco, un po’ colpevole. La mamma mi porge la mano, come fanno gli adulti nei telefilm. Esito, poi gliela stringo.

Ora fa i compiti. Si cena fra un’ora.”

***

Due mesi dopo, sono agghindata di tutto punto, ho il musetto della brava ragazza accusata ingiustamente e, miracolo dei miracoli, la sfiga non si è accanita su di me. Niente incidenti fuori e dentro scuola, niente aggressioni in palestra, neppure una parola scortese nei miei confronti. Sembra che tutta la città sia coalizzata per darmi una mano. Però ci credo poco nei lunghi periodi di serenità. Ho imparato che la tranvata arriva tutta insieme e quando meno te l’aspetti. Tre giorni dopo, festeggio il mio diciottesimo compleanno. La mamma prepara la torta (dietetica, sono dimagrita quasi quattro chili), Fin porta i palloncini e il mio skateboard viene rimpiazzato da una coupè usata. Papà mi mette seduta e sciorina il discorsetto sulla responsabilità, ma io vedo solo il mostro rosso parcheggiato nel vialetto e sento prudere le mani. Parla di lezioni di guida e foglio rosa ed io non ho il coraggio di dirgli che già so guidare grazie a Melanie. Farebbe troppe domande, perciò mi limito ad annuire e a promettere che seguirò diligentemente le lezioni. La sera in cui succede il patatrac, i miei sono fuori per il lutto improvviso di una parente lontana. Finnicella mi chiama sul cellulare (ho anche il cellulare, ora!) e legge il flyer che ha trovato in bacheca a scuola. Il party è in un locale della città confinante. Possiamo andarci in macchina e dividere la benzina. Che ne pensi? Eh, Tris?

E’ una cattiva idea” rispondo a mezza bocca, coprendo un po’ il microfono. “Ok… ti passo a prendere alle sette…”

Ok!” urla e riaggancia e un brutto brivido mi corre giù per la schiena. Hanno detto che finché non vomito sangue va tutto bene. Ma che devo fare per la vista annebbiata e il resto? Misuro la febbre, ho una lieve alterazione. Forse è il ciclo. I ritardi sono diventati anticipi sconcertanti e sono così abbondanti da togliermi le forze e persino il colorito. Sta a vedere che mi trasformo in una non-morta a un momento all’altro…

***

No, sei fresca.”

Eppure ho il batticuore, le mani sudate e tremo dalla testa ai piedi. Sta peggiorando, non avrei mai dovuto uscire di casa. Il guaio è che Fin non sa guidare e se mi fermano in queste condizioni, mi ritirano a vita la patente che ancora non ho preso. Il party si è rivelato un mezzo disastro. Persino la birra era scadente.

Ce la fai?”

Più o meno...”

Tremo come una pazza, neppure fossi rinchiusa in una cella frigorifera. Urto un tipo che sta defilandosi dal locale come noi ma non ho la forza di scusarmi. Continuo a guardare il terreno, perché le persone si muovono troppo in fretta per i miei sensi alterati. Fin mi prende per le spalle. Brava, stavo per finire lunga distesa…

Che la tua amica? E’ drogata?”

Le canne non sono davvero droga. Alzo la testa e mi accorgo che non è Fin a sostenermi ma un ragazzo che non conosco. Carino. Al di fuori della mia portata. Sento Finnicella risponde al posto mio.

Tu hai visto droghe girare a questa festa?”

Il ragazzo mugola un ‘magari’. Mi concentro a fissare la sua maglietta. “Ho una malattia del sangue…”

AIDS?”

No… è genetica…”

Sento il mento sollevarsi – troppo in fretta, mi viene la nausea! – e intravedo due occhioni azzurri che mi scrutano incerti. Ti conosco, ti ho visto… ti ho visto, sì…

L’ondata sale di colpo e faccio appena in tempo a scansarlo. Mi piego e vomito pure l’anima. Non ho bevuto un goccio, ne mangiato alcunché, ma il colore non lascia dubbi. Gli occhi mi si riempiono di lacrime e balbetto un ‘merda’ con le labbra sporche di sangue. Credevo scherzassero. Credevo fosse un modo di dire! “Fin…”

Ti prendo dell’acqua… occazzo, Tris!!”

Cellulare… tasto tre… Chiama il dottore…”

*^*^*

La prima volta che l'aveva visto, aveva avuto sedici anni.

Era successo al centro commerciale, mentre ciondolava fra le scansie poco illuminate del reparto vinile di un negozio di musica. Triska ricordava di averlo notato nel reparto gothic metal. Era carino e il suo sguardo aveva vagato un po' troppo sui capelli castani chiari fino alla barbetta folta sul mento. Il ragazzo le aveva strizzato l'occhio, fatto la linguaccia ed era svanito in un battito di ciglia.

L'anno dopo si stava rifornendo – non proprio legalmente – di braccialetti e orecchini, quando l'aveva visto, fermo sul marciapiede al di là della vetrina del negozietto. Due fossette si erano formate sulle guance quando aveva sorriso, disarmandola. Non era uno di quei sorrisi che ti fa innamorare, no. Era simpatico, accattivante. Sexy. Triska non era riuscita a fermarlo neppure quella volta.

A diciotto anni e un giorno, Tris l'aveva sognato: il ragazzo l'attendeva seduto sui gradini della villetta. Aveva fatto amicizia con Pato, il cane scemo della mamma. Triska si era bloccata in mezzo al vialetto, l'ospite si era alzato, strofinando una mano sul fondoschiena per ripulire i jeans dall'eventuale sporcizia. Cosa rara e del tutto improbabile. Sua madre tirava la casa così a lucido che si poteva quasi mangiare sui pavimenti!

Ti ricordi di me?”

La sua voce era gentile, chiara. Tris aveva sentito un nodo sciogliersi ed era finalmente riuscita a sorridergli.

Mi aiuterai?”

A fare che?

Solo una volta.”

Il ragazzo l’aveva baciata, ma come succede sempre nei sogni, Tris non aveva provato niente. Solo una nostalgia infinita al risveglio.

*^*^*

Come ti senti?”

Schifosamente. Mi fa male il braccio dove è conficcato l’ago della flebo, gli occhi - sebbene mi abbiano assicurato che le luci sono ridotte al minimo - e la gola sta bruciando. Tutto il mio corpo sembra andare a fuoco. Tranne i piedi. Quelli sono freddissimi. “Sto morendo?”

Ti abbiamo fatto una trasfusione di sangue e ti stiamo reidratando.”

Sto morendo, sì o no?”

Sei stabile.”

Non è una risposta…”

Non ho la risposta, Tris.”

Allora dirlo, diamine.

Abbiamo avvertito i tuoi genitori, stanno tornando a casa. Puoi vedere i tuoi amici, ma solo per cinque minuti”

Amici?

Il dottore lascia la porta aperta e appena Finnicella mette dentro la testa, sento gli occhi riempirsi di lacrime. L’imbarazzo cresce quando noto il ragazzo dagli occhi azzurri fermo sulla soglia. E’ serio. Forse non gli piacciono gli ospedali.

Konstantin ci ha portate all’ospedale.”

Grazie…” mormoro con la voce che gratta la gola. “Mi prendi un po’ di acqua?”

Il ragazzo si scansa da un lato quando Fin vola in corridoio in cerca di una brocca di acqua. Infila le mani in tasca e avanza cauto verso il letto. “E’ sempre così?”

E’ la prima volta” sussurro cercando di immaginare il mio aspetto. Non sono una gran bellezza, ma ora devo essere proprio orribile. Sento le guance appiccicose di lacrime, di conseguenza anche il mascara deve essere andato. Il ragazzo sorride all’improvviso e due fossette gli scavano le guance. “Sei bellissima, non angustiarti.”

Ma come parla? E come fa a sapere a cosa stavo pensando? “Sei straniero?”

Di origini slave, ma vivo in questo paese da molti anni.”

Quanti ne avrà? Neppure venticinque, penso analizzando ogni centimetro di pelle.

Stai sudando.”

Sono i piedi freddi ad uccidermi…”

Konstantin siede ai piedi del letto ed infila le mani sotto la coperta. Sgrano gli occhi. Ma che fa?! Sto per protestare quando le sue mani bollenti strusciando i dorsi del piedi in modo alternato e accurato. E’ la cosa più assurda e imbarazzante che mi sia mai capitata! Vuoi vedere che è un feticista… ma Fin quando torna?! “Ehm… non c’è bisogno…”

Ti infastidisce?”

Sì, cazzo! Mi imbarazza e mi fa sentire…

Konstantin mi guarda, bloccando il movimento. Le sue mani sulle caviglie fanno pulsare le vene fino… oh, merda! Arrossisco, nervosa. 

Mi aiuterai, Tris?”

Mi aiuterai?

Una valanga di immagini mi sommerge: C’è sempre stato un uomo biondo accanto a me. Fin da quando ho memoria, ricordo il suo sorriso, lo sguardo chiaro, le fossette…

Chiudo gli occhi quando le sue labbra toccano le mie. Esalo un gemito sorpreso e le sue mani si infilano fra i miei capelli, bloccandomi la testa. Resto immobile, completamente annientata dal gesto e dalla sorpresa. Al primo bacio se ne aggiunge un altro, più lento e morbido. Il primo è stato di prova. Ha captato la mia disponibilità ed ora sta esplorando il territorio. Il suo odore è fantastico e porta alla mente altri ricordi. Quando la punta della lingua tocca la mia, la scarica arriva ovunque. Ho già baciato un ragazzo – a quindici anni, al campeggio, per penitenza – ma non era stato così. Me lo godo per un po’, cerco di ricambiarlo ma non sono certa di farlo bene, le sue labbra abbandonano le mie, si spostano piano piano sul collo e poi risalgono il mento. “Solo una volta…” sussurra vicino al mio orecchio.

Ok, è decisamente troppo. Non riesco a respirare e neppure a muovermi. Reagisco solo quando mi tocca il seno. Gli blocco il polso e guardo la sua mano, stretta attorno al seno sinistro. Fammela imprimere nella testa perché non succederà mai più. “Smettila” gorgoglio con la gola chiusa e un bel po’ impaurita. Ma dove sta prendendo l’acqua, Fin? In Siberia?! “Tu non puoi pretendere… io non ho… non sono…”

Konstantin gira il polso, intrappola il mio e lo spinge sul cuscino. Sorride. Cazzo… mi trema tutto, persino lo scheletro.

Non c’è fretta” sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra.

Tris?”

Trasalgo e mi aggrappo al materasso. Fin?!

Ti eri imbambolata.”

Mi guardo attorno, stordita. “Dov’è andato?!”

Chi?”

Konstantin” sussurro e i ricordi mi piombano di nuovo addosso. “Il ragazzo che ci ha portato qui…”

L’ambulanza ti ha portato qui. Lui si è limitato a chiamarla dal tuo cellulare.”

Cosa?! La guardo, sempre più spaventata. Non posso essermi sognata tutto, non è possibile! Sento ancora il suo odore nel naso e le mani che massaggiano i piedi!

Hai freddo? Prendo un’altra coperta?”

Non ho freddo. Sto andando a fuoco. “Dov’è il mio cellulare?”

Fin si guarda attorno come una spia cospiratrice e me lo passa di soppiatto. “Non vorrai far saltare qualche peacemaker, vero?”

No no, penso scorrendo le ultime chiamate. Il 911. La mamma subito dopo. Apro la rubrica pigiando la K. Eccolo lì. Konstantin. L’uomo biondo che ha disincastrato la palla dai rami del sicomoro quando avevo sei anni. Che mi ha insegnato ad andare dritta in bicicletta a sette. Che portava il pane per le trote dello stagno, a otto. Sono cambiati i vestiti, il taglio di capelli… lui è sempre rimasto lo stesso. Non è possibile!

 


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Capitolo 2
*** ... e la dhampiresa velenosa! ***


Ciao Yuki, ben ritrovata. Sono contenta anche io di aver idee per una storia Originale, ultimamente mi ero buttata giù, non riuscivo a scrivere nulla che non fosse legato ad un contesto preesistente. Devo ringraziare anche uno stupidissimo filmetto anni 80 che ho rivisto poco tempo fa in streaming, in cui i due protagonisti erano seduti in un commissariato e parlavano della loro vita. Da lì si è svolta tutta l'idea. Spero che i successivi capitoli non deludano. Un bacio.
Sonne: quando mi dite che le storie vengono lette tutte d'un fiato, penso 'wow, ci sono riuscita!' ^^ Catturare l'attenzione già dal primo capitolo è la cosa migliore, anche se io preferisco la 'lunga distanza' (ho pochissime one shot nella mia produzione) per rendere al meglio un personaggio. Tris e Konstantin ce ne mostreranno delle belle... una protagonista adolescente ha reazioni/giudizi su situazioni e persone che sono completamente differenti da quelle di un adulto e certo più veritiere e sorprendenti. Buona lettura!



Se ci fossero delle regole, le staremmo infrangendo tutte.”

Konstantin sporge le labbra, estrae una carta nel mazzo e la posa sul tavolino. E' insoddisfatto, poco concentrato. Il suo avversario è uno strano turco dalla pelle scura. Porta gioielli alle dita e alle orecchie. Veste semplicemente, non ha tratti distintivi. Solo il naso è un po’ largo, come quello di un afroamericano.

L’ombra sta cominciando ad abbandonare il suo corpo.”

Alla buon'ora...”

E' spaventata.”

Chi non lo sarebbe?”

L’uomo di origine balcaniche è attratto dalla freddezza dell’altro. In 41 anni non ha mai perso la propria identità. Si è conservato semplice e diretto. La crudeltà non l’ha mai interessato.

Quando acquisirà senno della propria identità, cercherà di ucciderti. Passo.”

Credo di poterla gestire senza che nessuno cada in disgrazia.”

Non sei preoccupato per il vostro idilliaco rapporto a distanza?”

Cazzo se si!

Giocherai la carta del fascino con lei?”

Konstantin sorride, ma è un sorriso forzato. “Questo, mio caro Firoze, non ti riguarda affatto. Vedo.”

***

Dove vai?”

A correre.”

Sta attenta… e non sudare.”

Solo una madre può dire una cosa del genere. Come temevo, la crisi ha fatto sì che i miei accorciassero il guinzaglio. Sono rimasta in ospedale due giorni e poi sono stata rispedita a casa senza una diagnosi. Le assenze a scuola sono diventate troppe e di certo perderò l’anno anche stavolta. Papà ha deciso di farmi dare l’esame privatamente, ma questo significa sgobbare il doppio. Uffa!

Finnicella mi ha regalato le cuffiette nuove per l’Ipod. I chili persi sono diventati cinque. Comincio a piacermi. Il mio corpo si sta delineando. Ho molta più forza nelle braccia, rispetto a prima. Faccio le flessioni e gli addominali. Un sacco di stretching. Quando termino la sessione di allenamento, mi stravacco su una panchina del parco. E’ venerdì e non ho scuola, domani. Non devo correre a casa a fare i compiti. Continua a girarmi in testa una frase della psicologa del consultorio ma la mia malattia non può essere 'un fatto nervoso'. Da quando lo stress ti fa vomitare sangue? Quella scema non capisce un'acca!

Ciao.”

Apro gli occhi e il cuore mi finisce in gola. Konstantin! Sento la tensione salire di colpo. Mi raddrizzo a sedere e lui si accomoda accanto a me. Sorride, fa una panoramica del mio corpo nascosto dalla tuta larga e sudaticcia e, per la seconda volta, mi vergogno del mio stato. “Stavolta sei vero o sei un’allucinazione?”

Konstantin mi prende la mano, posandola sul torace. Sento la clavicola sotto i polpastrelli, la cassa toracica che si alza e si abbassa mentre respira. Morde il labbro inferiore, ha l'aria indecisa. Ma quanto è sexy? Stringe la mano attorno alla mia e la porta alla labbra. Non trattengo il respiro perché ho smesso di respirare da un pezzo. Si avvicina. Perché si avvicina così tanto?! Tiro indietro il collo e piego un po' la schiena, puntando la mano libera contro la panchina. Ma che vuole questo da me?!

Tris, devo dirti una cosa e devi ascoltarmi molto attentamente” mormora facendomi sgranare gli occhi. E' una candid camera?

Ma quanto sei ridicolo!”

Trasalgo quando sento la voce alle mie spalle. Strappo la presa dalla sua e mi volto di scatto. E’ il ragazzo che ho incontrato in prigione. Sti due si conoscono? “Ciao Jon! Ti hanno scagionato?”

Il nero fa una smorfia, si accomoda a sua volta ed io mi sento presa fra due fuochi. Quando si rivolge a Konstantin, sprofondo nella panchina osservandoli a turno.

Non avevamo stabilito delle regole, noi due?”

E' una lotta per la sopravvivenza, Firoze.”

Non si chiama Jon? Non voglio restare in mezzo ai due litiganti. Struscio i palmi delle mani bagnate sui pantaloni e mi alzo con fare casuale. “O mi fate capire che sta succedendo oppure me ne vado.”

Jon mi guarda dritta negli occhi. Ha qualcosa di strano, a parte le iridi nere. Sono davvero belle. Konstantin ha la pelle chiara, i capelli tagliati corti e la barbetta rada sulle guance. Vicini fanno un bel contrasto.

Tu non sei un normale essere umano. Sei un Dhampir. Sei nata dall’unione di un vampiro e una donna umana. Il termine esatto è Dhampiresa.”

Che cazzo ha detto?

Konsta è un vampiro appartenente alla famiglia di tuo padre.”

Apro bocca per dire la mia, ma le parole restano arrotolate sulla lingua. Esalo un “a-ha...” ridicolo.

Anche io sono un Dhampir. Le crisi – per inciso, non hai alcuna malattia - sono frutto del tentativo di abbandono dell’ombra dal tuo corpo.”

Perchè? Non le piace stare con me?

Un Dhampir è un cacciatore di vampiri, è fondamentale che non possegga ombra. Non c’è possibilità d’inchiodarla a terra, durante la battaglia.”

Si può fare questo ad un’ombra?

Konstantin sposta lo sguardo da me a Firoze. Mi indica col mento, divertito. “Messa in questi termini dovrebbe crederti?”

Crederà a ciò che vedrà con i suoi stessi occhi.” Il nero mi lancia una lunga occhiata sostenuta, poi prosegue. “Se non smetti di opporti, la trasformazione non si completerà mai e tu morirai.”

Voi fumate roba strana...” borbotto sentendo una vampata gelida che mi attraversa la schiena. “Se non ve ne andate subito... chiamo... la polizia...” mi gira la testa, cazzo! Sento la pressione abbassarsi e le gambe tremare. Muovo un passo laterale ma appena il sapore acido dei succhi gastrici raggiunge la gola mi fermo, cercando di non vomitare.

Calmati. Ascolta il suono della mia voce e respira… dentro… fuori…”

Konsta, non è una preparazione al parto. Non puoi impedirlo con un po' di training autogeno.”

La nausea sale di nuovo, porto una mano alla bocca e cerco di trattenermi.

No. Lo renderai solo più difficile e doloroso. Abbandonati.”

No, non voglio... non.... mi piego e vomito di nuovo roba nera. Mi sento morire di vergogna mentre le lacrime vengono giù a fiumi. Quando ho finito, frugo in tasca in cerca di un fazzoletto. Non oso guardarli, ma nessuno dei due sta fissando me. Stanno osservando la mia ombra e la schifezza che ci ho spiattellato sopra... oh... ma che... è come l’ombra di Peter Pan! Si muove da sola... e... si sta dissolvendo... fra le altre... oh... e ora… ora come faccio?

Sono indecisa se scoppiare a piangere come una bambina, svenire o chiamare la mamma. Occhieggio i piedi di Jon. Non vedo alcuna ombra. Lo guardo. Lui mi osserva con le mani affondate nelle tasche. Konstantin, invece, sembra proprio seccato.

Complimenti, ora ufficialmente un Dhampir” annuncia con voce distorta fissando un punto invisibile. Strofina le dita sulla fronte ed impreca a bassa voce, guardando l'amico. “Ho detto 'porca puttana'!”

Ti ho sentito e ti ho ignorato. Sapevi sarebbe accaduto, dovevi muoverti prima.”

Ma di cosa stanno parlando? Il cuore ha smesso di battere in quel modo assurdo ma io non ho smesso di piangere. Nessuno si cura di me, perciò tiro su il cappuccio della felpa, infilo le cuffiette nell'Ipod e prendo la strada di ritorno. E' assurdo che sia io a dirlo ma... voglio la mamma!

***

Ho fatto la doccia e sono di fronte all’armadio traboccante vestiti. Ogni due per tre, sbircio i piedi cercando la mia ombra. Ho provato a mettermi sotto la luce diretta, ma niente. Neppure un’ombrina piccina. Lo stomaco in subbuglio si è fermato. Ho lavato i denti due volte per cancellare il saporaccio dei succhi gastrici. Continuo a frugare fra gli abiti. Non ho niente da mettere. Perchè ho tutte queste felpe nere? La mamma si ferma sulla porta della camera, guardandomi incuriosita. Ha i capelli dorati (la sua parrucchiera è più brava della mia) e gli occhi verdi. Abbiamo altezza e numero di scarpe completamente differenti.

Stai cercando qualcosa?”

Qualcosa che non indosso tutti i giorni…” mugolo, chiudendo l'anta.

La mamma molla la cesta vuota nel corridoio ed entra nella mia stanza. La sua ombra viene proiettata sul muro dalla luce della lampada. Se Jon ha ragione su tutto, ha ragione anche su Konstantin. Cazzo...

Ho il pomeriggio libero, possiamo fare un po’ di shopping insieme” mormora sedendo ai piedi del letto.

Sono anni che tenta di sgombrare il mio armadio e infilarci vestiti nuovi. Sono mentalmente e fisicamente debole per ribellarmi. Mi aggrappo alla sua proposta. Sembra più sensata delle rivelazioni del nero. “Ok…” sussurro decidendo di fare qualche ricerca su Internet. Mi fiondo verso di lei e poso la testa sulle sue gambe, come quando ero bambina. Lei resta interdetta, poi mi accarezza i capelli.

Ti voglio bene” sparo, aggrappandomi al bordino del suo golf. Lei struscia la mano più forte e mi scrolla la spalla. E' il suo modo di rispondere alla figlia adolescente che le da solo preoccupazioni.

***

Molto meglio, vero?” Sabine infila le mani nei capelli e li lascia spiovere sulle spalle. “Ti piace, cara?”

Non lo so. Mi sento strana, conciata così. I miei capelli hanno finalmente un taglio e un colore che, a sentire Sabine, si adatta perfettamente alla carnagione. Due ore fa ho vomitato roba nera e la mia ombra ha preso il volo. Non riesco a pensare ad altro. Annuisco per farla contenta.

Ora sistemiamo le sopracciglia e poi passiamo alle mani.”

Auguri, penso restandomene buona sulla sedia inclinata mentre mi sfoltisce le sopracciglia. Le mie unghie sono un incubo. La mamma ha colto al volo l’occasione di sbarazzarsi della vecchia me ed io la sto lasciando fare perché sono troppo stordita dagli avvenimenti. Essere un Dhampir ha degli obblighi? Devo attrezzarmi di paletti e mettermi ad uccidere vampiri? Ma poi esistono davvero, i vampiri? Finchè non vedo i famigerati denti, non ci credo.

Quando usciamo dal centro estetico, le sopracciglia sono la metà, le unghie fanno un po’ male e continuo a pressare i polpastrelli fra loro. Ci hanno spalmato un gel sopra e le hanno cotte in un fornetto, tipo quello delle bambole. L’aiutante di Sabine ha detto che non poteva fare un granché al momento, ma che bastava farle crescere un mese o due per ottenere una manicure decente. Mi piacciono e non mi fanno sentire a disagio, perciò sono ok. Volevano farmi la ceretta ma ho rifiutato. Non voglio disperdere pezzi di me per tutta la città.

Quando entriamo nel centro commerciale, la mamma mi tira da tutte le parti. Non ho idea di cosa mi stia bene e cosa no. Io non indosso quella roba attillata, solo vecchi jeans stra-usati e t-shirt. Ehi, questa scollatura non è troppo profonda? “Mamma, bastano un paio di je…”

La genitrice mi fulmina con un’occhiata ed io chiudo la bocca. La commessa è giovane e mi passa leggings, stivaletti bassi e maglietta lunga con cintura annessa. Li provo, arresa ad una forza superiore. Lo specchio dice che sto bene. Passo le mani fra i capelli e le unghie nuove dal gel profumato brillano un poco. Sono carina. Prendo tutto quello che mi ha suggerito la ragazza ed esco dal negozio con un sorriso stupido. Sono carina!

***

Smetti di ridere!”

Fin ha i crampi allo stomaco e nessuna intenzione di fermarsi. Ho quasi smesso di pensare ai due sciroccati e alla storia dell’ombra, ho scroccato alla mamma il permesso di uscire per una pizza con l’apprendista strega, ma non mi aspettavo che si comportasse come le stronzette del liceo. Le mollo un calcio sotto il tavolo.

Ahio! Mi hai fatto male, stronza!”

Mi fai sentire ridicola!” sibilo. “Dovevo fare qualcosa di drastico per uscire dal mio maxi coma!”

Uniformarti alla massa la chiami terapia shock?”

Stai bevendo Coca Cola, non per dire. Attacco la pizza e la mastico velocemente, sperando di smaltire il nervosismo per tutte quelle novità. “Tu che studi da strega, sai niente di vampiri e cacciatori di vampiri?”

Non mi interesso di quelle cazzate. E’ uscito un nuovo film al cinema con quell’attore che ti piace tanto?”

Quant’è acida oggi! “Era tanto per fare conversazione...”

Tu non parli se non hai qualcosa da dire.”

E ne avrei di cose da dire, penso smettendo di masticare. La guardo, indecisa. Fin raccoglie una rotella di wurstel caduta dalla fetta e la ficca in bocca. Sono tentata ma lascio perdere. Non capirebbe. Non ci ho capito niente neppure io.

***

Mi rovino gli occhi sul cellulare per cercare le notizie su Internet. Non ho un pc, non ne ho mai avuto bisogno. Non ho neppure un profilo Facebook perché non avrei amici da inserire. Solo Fin e Melanie. Di storielle sui vampiri ne trovo a bizzeffe e, a quanto pare, basta accendere la tv per incappare nella serie del momento. Dei Dhampir si parla poco. Non vanno ancora di moda. Scopro che il vampiro del folclore serbocroato è una specie di maniaco sessuale ed e' in grado di avere figli. Qualunque colpo vibrato da un Dhampir contro un vampiro e' mortale. Spesso muore il Dhampir stesso, in altri casi "muore" unicamente il mezzo vampiro che e' in lui, ed egli torna a essere un normale essere umano. Il sangue di un Dhampir è acido, perciò non corre il rischio di essere morso.

E' per quello che Konstantin era così seccato? Mi aveva messo gli occhi addosso? Certo, devo essere una tentazione, cicciottella come sono. Mi addormento sopra le coperte e quando mi sveglio, è sabato mattina. Sono ancora carina. Le unghie sono ancora attaccate alle mie dita. I vestiti nuovi sono appesi nell'armadio che mamma ha provveduto a svuotare dopo cena. La vecchia me giace ordinatamente piegata in tre sacchi dell'immondizia neri, in attesa di essere portata al macero. L’ombra è sempre assente. Se ci penso, mi viene da piangere. E' meglio fare colazione…

La telefonata di Konstantin giunge mentre sto vestendomi. Mi chiama altre due volte, prima che decida di rispondere. “Ciao...”

>Stai bene? Hai dormito un po'?<

Sì…” borbotto ferma di fronte allo specchio, scrutando le mie reazioni. Sono arrossita e non fa così caldo. Che gli importa della mia salute?

>Dobbiamo parlare, ti aspetto al parco<

Sgrano gli occhi e li giro nella stanza. “Non... non possiamo parlare qui... adesso?”

Non risponde. Mi sa che questo si è fatto dei piani che sto mandando all'aria. “Non puoi dirmelo per telefono?”

>Non avrai mica paura di me?<

Un po' sì. Comincio a credere alle cose che mi hanno detto. Siedo sul letto e dondolo le gambe. “Mh...”

>Oh, ma dai!<

Mh... ok...” mugugno poco convinta. Magari mi porto una treccia d'aglio dietro. “Però non al parco...”

***

Il negozio di dischi vintage ha appena aperto. Quando entro, l'odore delle vecchie copertine mi rimette a posto col mondo. Mi sento a casa. Che strano, non ho mai prestato tanta attenzione ai luoghi, prima di oggi. Konstantin arriva mentre sto studiando la scaletta de The Immaculate Collection di Madonna. Mi guarda, fa una panoramica dell'interno e torna fuori. Guarda l'orologio e affonda le mani nelle tasche, sbirciando il via vai delle persone. Non mi ha riconosciuto? Poso l'album che comunque non potrei comprare ed esco fuori. “Ehi.”

Sento il suo sguardo fare su e giù. Alza un sopracciglio e si schiarisce la voce. “Ehi.”

C’è stato un incidente con un negozio e la carta di credito della mamma…” borbotto tirando indietro la frangetta che hanno allungato artificialmente. Prima era un mozzicone di tre centimetri. “Faccio schifo?”

Stai bene.”

Non si direbbe da come mi guarda. “Bugiardo!” sbotto dandogli una spallata e tornando nel negozio di dischi. Riprendo a frugare nel mio reparto preferito. “Di cosa volevi parlarmi?”

Non giunge risposta, perciò mi volto e lo scopro assorbito nello studio della biografia di Lou Reed. Era era proprio pressante questo bisogno di parlare...

***

Non posso leggerti nel pensiero. Non più.”

Ci abbiamo messo un po' ad arrivare a quel punto. Ci abbiamo girato intorno finché non è stato più possibile rimandare. Tiro una riga sul blocco e passo alla richiesta successiva. Me le sono appuntate, le domande. “Ti sbottoni anche se siamo in due fazioni diverse?”

Non stai facendo le domande giuste.”

Tipo quanti anni hai e quante donne hai avuto?” mormoro posando il blocco sul tavolino del Mc Donald's. “Non credo siano affari miei.”

Tipo da dove vieni, chi sono tuo padre e tua madre, che cosa succede se un vampiro ti morde…”

Succhio un po' di shake alla fragola e sfoglio una pagina indietro. “Muore avvelenato dal mio sangue” recito tappando col polpastrello l'entrata della cannuccia. La estraggo dal bicchiere e succhio il liquido pastoso dall'estremità opposta. Konstantin mi guarda con le sopracciglia aggrottate. Che c'è? Lo shake lo inghiotto così, allora?

Conosci i miei genitori?”

Sì.”

Sono vivi?”

Entrambi.”

Wow! “Stanno insieme?”

No.”

Perché mi hanno dato in adozione?”

Per un buon motivo.”

Conosci il motivo?”

Se smetti di pomiciare con quell'affare, te lo dico.”

Eh?! Sgrano gli occhi e guardo il bicchiere. Infilo la cannuccia nell'apposito foro e sposto il bicchiere da un lato, spiandolo da sotto la frangetta. Konstantin sbuffa e si addossa alla sedia, allungando le gambe. I suoi jeans mi sfiorano i polpacci provocandomi un brivido. Ricordo come sono vestita: maglia lunga un po' scollata, calzoncini svasati, calze pesanti e stivaletti, una combinazione scelta dalla commessa e approvata senza indugi dalla genitrice. Sulla sedia accanto alla mia penzola una giacchetta dal taglio corto e una borsetta poco pretenziosa. Ho un braccialetto rigido al polso sinistro e un anello al medio destro. E' l'unico dito su cui tolleri portare anelli. Non ho i buchi alle orecchie. Non credo li farò, in futuro. Mi concentro sul presente: ho le unghie smaltate, i capelli con un taglio vero, sono più magra di una settimana fa. C'è un ragazzo carino in mia compagnia. “Il nostro bacio era un’illusione mentale?”

Purtroppo.”

Ho sentito bene? Ha detto purtroppo?

Konstantin sospira e sposta il tavolo da un lato. E' di metallo, pesa parecchio e lui ha usato una mano sola. Afferra la mia sedia e mi tira verso di se. “Non posso baciarti davvero, sei velenosa.”

Io... io non sono velenosa...” bisbiglio sentendo gli occhi riempirsi di lacrime. “Stronzo...”

Non è una cattiveria, è la pura verità.”

Jon appare dal nullo, provocandomi un altro colpo al cuore. All'improvviso la giornata è rovinata e tutto il buonumore volatilizzato.

Avevamo stabilito di non incontrarla separatamente. L'avevamo fatto o no, Konsta?”

Tu l'hai proposto, io non ho mica acconsentito!”

Guardo Konstantin furiosa e poi fisso il nero che è seduto sulla mia giacchetta. “Io non sono velenosa e voi siete solo due grandissimi stronzi!” esclamo tirando indietro la sedia. “Vi odio!”









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Capitolo 3
*** ... e la maledizione della trisavola ***


Entra in scena un nuovo personaggio. Eva ha il volto di Kaniehtiio Horn (Hemlock Grove) ;)


Siediti.”

Le ginocchia si flettono al comando e torno a sedere compostamente di fronte a Jon. “Non sono velenosa..." mugugno mettendo il broncio. Konsta batte il pugno sul tavolino e mette i piedi sulla sedia vuota di fronte a se. "Lo fa di nuovo..." borbotta guardandomi con aria cattiva. Non ho ben capito se gli piaccio o gli sto sul...

Konsta, va a fare un giro.”

Non ne ho voglia.”

Jon lo fissa senza battere le ciglia per almeno un minuto. Alla fine, il biondino esce di scena non senza avermi lanciato uno sguardo sostenuto. Lo spio finchè non scompare al piano inferiore del centro commerciale. Io non lo capisco questo...

Parliamo un po'.”

Di cosa?” borbotto sporgendomi dalla balaustra per scoprire in che negozio va a nascondersi.

Del tuo retaggio. E' fondamentale che tu conosca tutti i dettagli.”

Devo proprio? Dondolo sulle gambe e torno a sedere. Jon prende il mio silenzio dubbioso come un assenso.

La discendenza di tua madre ha sempre avuto una grande attrattiva per i vampiri della famiglia di Konstantin. Periodicamente le due razze si sono mescolate, dando origine a dhampir che sono stati uccisi alla nascita. Eva si è fatta trasformare in cacciatrice poco prima della tua nascita per impedire al vampiro che ti ha generato di tornare a completare il lavoro. L’adozione ti ha salvato la vita. Konstantin fa parte di un ramo cadetto della famiglia del terzo fratello di Sigur e si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato.”

Eva? Sigur? Che razza di nomi. Spio la postura del turco. I maschi siedono tutti nello stesso modo.

Sai come si prepara un maleficio, Tris?”

Scuoto la testa e stringo le ginocchia fra le mani.

Si versa un sacco di sangue innocente.”

Rabbrividisco e mi sembra quasi di vedere la scena. Una camera scura, un tavolaccio insanguinato, un pentolone che ribolle...

La tua trisavola praticava la magia nera e per anni ha raccolto i resti delle vittime di Sigur, morte con la bestemmia sulle labbra e l'agonia nell'anima...”

Paura. Mi stringo nelle spalle.

Sigur ha fatto sì che la maledizione destinata a lui, si abbattesse sulla testa di un sempliciotto innocente.”

Konstantin?”

Il più stupido essere vivente mai generato da grembo umano.”

Mi viene da ridere per come lo ha detto.

Jon accavalla una gamba, portando la caviglia sul ginocchio. “Quando Triska si è resa conto di essere stata giocata, era troppo tardi.”

Mi chiamo come la nonna?”

Per volere di tua madre. Sigur sa che sei viva ma ha paura di te.”

Mi indico, sconcertata. Io non spavento neanche il cucciolo del vicino!

Teme tu abbia ereditato i poteri della trisavola oltre a quelli del dhampir.”

Che culo...” sussurro, agitata. “Ma Konstantin...”

Tornerà essere umano quando una fanciulla della discendenza materna si concederà a lui spontaneamente.”

Smetto di respirare e lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite.

Quando una maledizione viene lanciata, non può essere sciolta, ma può essere aggirata. I tuoi umori sono velenosi per la sua razza. Non c’è alcuna possibilità per il nostro amico di esaudire il suo desiderio, ormai.”

Ora posso dare un giusto senso alla frase 'dovevi pensarci prima': prima che diventassi un dhampir. Affondo le mani fra le cosce e muovo debolmente un ginocchio. Le cattive notizie sono vigliacche, non giungono mai sole. Mio padre è uno stupratore seriale e mia madre sarà chissà dove ad uccidere vampiri. Mi piace un ragazzo e scopro che è un poveraccio sotto maledizione. Poi vengo a sapere che anche lo scambio di saliva equivale ad una boccata di acido, per lui. Gratto la cucitura dei pantaloncini. “Ripetilo da capo...”

La maledizione avrebbe dovuto trasformare Sigur in un essere umano.”

Ok...”

Agendo su un essere umano, ha sortito l'effetto opposto.”

Konstantin è stato trasformato in vampiro.”

Esatto. L'ultima vittima di Sigur, Eva, sarebbe stata la sua carnefice...”

Ho capito il punto.” Ho capito eccome!, penso stizzita. Sembrava troppo bello per essere vero: non è attratto da me, ha il suo tornaconto!

A parte tua madre, non ci sono altre donne nella famiglia. Eva è stata trasformata in cacciatrice e, come tutti i cacciatori, non può restare nella stessa stanza con un vampiro senza desiderare smembrarlo in tanti pezzi sanguinolenti...”

mentre io sono una dhampiresa nociva, il che ci porta al corollario finale: Konsta è fottuto. Non posso dire di essere dispiaciuta per lui. “Ma la nonna è ancora viva?”

Nessuno lo sa. Se nessuno lo sa, Sigur non può scoprirlo.”

E la mamma?”

Vorrebbe incontrarti.”

Alzo la testa di scatto. Non mi ero accorra di aver mordicchiato per tutto il tempo la pellicina del pollice, fissando come una scema la superficie del tavolino. “Davvero?! Quando?”

Jon infila la mano in tasca e prende il cellulare. Trattengo il respiro.

Sei proprio sicura?”

La testa si muove su e giù senza esitazione. Jon mi passa il telefono con due dita. Mi accorgo in quel momento di aver aperto una ferita sul lato dell'unghia. Beh, guarirà.

Cerca sotto la 'E'.”

***

Quando torno a casa, la mamma apre la porta con il volto scuro. Annuncia che papà non è ancora tornato dal campo di golf e che ceneremo tardi. Mangiamo nel silenzio più assoluto. Di solito mi disinteresso del rapporto genitori/figli, stavolta non riesco a non domandare 'che sta succedendo?' La mamma lascia cadere la forchetta nel piatto e si alza per riempire la brocca d'acqua. Papà non distoglie lo sguardo dal cibo.

La tua madre biologica ha richiesto un incontro.”

Ecco perché aveva il telefono sempre occupato. Jon ha provato tre volte prima di mandarle un sms. “Ah...”

All'orfanotrofio ci avevano detto che era un'adozione chiusa....”

... significa che lei non avrebbe mai cercato di mettersi in contatto con te” specifica papà come se fossi deficiente e non sapessi 'ste cose.

Forse ha tenuto il conto degli anni e si è resa conto che sono maggiorenne” tento, cercando di apparire svagata. La mamma mi guarda come se l'avessi tradita.

Tu vuoi incontrarla?”

Se dico sì, la ferisco. Ci metto una pezza. “Siete voi i miei veri genitori.”

Gli occhi di mamma si inchiodano nei miei. E' la prima volta che mi accorgo di quanto bene provi per me. “Li lavo io, i piatti, stasera...”

***

Sono talmente nervosa e agitata che devo fare qualcosa di matto per tornare alla normalità. Esco in piena notte e corro al Old Wild Jack con lo skateboard. Appena entro, qualcosa mi gira nettamente verso sinistra. E' una specie di richiamo fortissimo, non riesco ad oppormi. Individuo Konstantin boccheggiare sul collo di una bottiglia di birra e ne noto altre sul tavolo. Non sa che chi beve da solo ha molti segreti da nascondere? Calpesto il pavimento cosparso di gusci di arachidi fresche e lo scricchiolio lo desta dal torpore.

Ehi...”

Mi passa la birra e affonda il mento sulle mani. Alzo le sopracciglia per una frazione di secondo. Dovrei essere furiosa per lo scherzo che mi ha giocato con quel finto bacio? “Jon mi ha raccontato tutto.”

Lui mi guarda con occhi assonnati. “Me l'ha detto...”

Era quel che non riuscivo a ricordare, vero?”

La tua natura ti impediva di farlo…”

e per un buon motivo. Resto un po' ad ascoltare la musica rock, studiando il nemico. Lo ricordo come una presenza costante della mia vita. Perché non ci ha provato prima? A quindici anni ho preso quella botta clamorosa per Clay che mi ha lasciata senza fiducia negli esseri umani per un anno intero. Cioè, poteva proporsi come spalla su cui piangere... “Hai un lavoro? Studi? Come passi le giornate?”

Konsta si riprende la bottiglia e mi lancia un'occhiataccia. “Cazzi miei.”

Ma che stronzo! Faccio una smorfia girando la testa verso la cameriera che sta giungendo nella nostra direzione. Vediamo se lei mi riconosce. “Ciao!”

Melanie afferra tre bottiglie vuote e passa uno straccetto sul tavolo. “Ciao a te, bellezza. Che ti porto?”

Ma... non mi ha riconosciuto? “Posso entrare nei locali, finire in galera, rimediare una pistola ma non posso ancora comprare alcolici, Mel.”

Melanie sgrana gli occhi e mi guarda davvero. Sorride da un orecchio all'altro. “Stai benissimo! Che hai fatto ai capelli? Wow! Aspetta che ti veda Jack!”

Shhh! Se mi becca, mi butta fuori un'altra volta! Non ho l'età legale per stare qui!”

Ma non hai diciotto anni?”

Ah già!

Ti porto una birra, offre la casa. Ehi, auguri in ritardo!”

Grazie!”

Sento un cinguettio nell'orecchio sinistro che suona tanto di presa per il culo. Guardo il vampiro ubriaco e gli mollo un calcio sotto il tavolo. Più lo guardo, più i ricordi affiorano alla mente. Avevo dieci anni ed stavo giocando in giardino. Sono sfuggita all’attenzione materna per quasi mezz’ora e sono caduta dall’albero, rompendomi un polso. Quando sono tornata dal pronto soccorso, non la finivo più di piangere per il dolore. Konstantin è entrato in camera mia e mi ha letto una storia… ehi, aspetta un po’! Come ha ottenuto l’accesso?! “Ti sei introdotto in casa mia!”

Non l'ho mai fatto.”

Bugiardo. Avevo dieci anni e il gesso al braccio!”

Konsta fa una smorfia. Sembra proprio che non digerisca la mia presenza, ne il fatto che cerchi di fare conversazione.

E' successo solo una volta, non rompere i coglioni” soffia, irritato. “Ho altro da fare, nella vita.”

Finisce la quarta pinta e sbatte la bottiglia sul tavolo. Mi viene in mente che abbiamo bevuto dalla stessa bottiglia, di conseguenza ci siamo scambiati un minimo di saliva e nessuno dei due sta soffrendo le pene dell'inferno. Secondo me, la storia degli umori è una cazzata. Non sarò io a farglielo notare. Può crepare, per quel che me ne importa!

Che hai da guardare?”

Ma sei davvero un vampiro?”

Vuoi vedere i denti?”

Sì” mormoro voltandomi completamente dalla sua parte. “Mostrameli.”

Konstantin mi studia per un lunghissimo momento, poi schiocca le labbra. “Maccerto...”

Quanti anni hai? Duecento? Trecento?”

Che te ne importa?”

Quante donne hai avuto?”

Non sono affari tuoi.”

C'è una domanda a cui ti andrebbe di rispondere?”

No.”

Gli faccio un bel sorriso che dura tre secondi. “Coglione.”

Sento la sedia spostarsi da un lato, oscillo perdendo un po' di equilibrio e appena il suo braccio gira attorno alla mia vita, sento il cuore aumentare le pulsazioni. Melanie arriva con la mia birra, mostra i pollici all'insù e si dilegua, rapida come un battito di ciglia. Non ha capito niente! Un altro movimento ben calibrato e finisco sulle sue gambe, incastrata contro il tavolino.

Non posso neppure morderti, è frustrante...”

Mi sta trattando come se fossi uno straccio da spolvero! Ahi, i capelli! “Ahia!” esclamo quando li afferra nella lunghezza. “Mi fai male, cazzo!”

Tu non conosci il vero dolore, non lagnarti.”

Ma chi si crede di essere?! “Ho diciotto anni, vado al liceo e sono grassa... non sai quanto ti sbagli!” gli sibilo sul muso sperando di essere udita con tutto questo frastuono.

Konstantin allarga le narici e mi fissa. Avrà i suoi motivi ma non è giusto che sfoghi la rabbia su di me!

La ferita sul pollice è di nuovo aperta, volevo mettere un cerotto ma l'ho dimenticato sul bordo del lavandino. Konsta segue la direzione del mio sguardo ed esala un “ah... certo...” Mi afferra il polso e lo allontana dal viso con uno strattone. “La dhampiresa è velenosa...” sussurra toccandomi le labbra col pollice. Immediatamente le sento farsi pesanti e gonfie per la voglia di essere baciata. Faccio fatica a tenere gli occhi aperti. Esalo un gemito e gli sfioro il polpastrello con la punta della lingua. Così, senza pensarci. La musica della band mi rimbomba dentro, le luci sembrano più basse e, nella penombra, Konstantin sembra meno minaccioso.

Troverò un modo...” bisbiglia all'improvviso, scivolando con lascivia il dito nella mia bocca. Lo lecco e lo succhio, ignorando le cavolate che dice. Non riesco a smettere, è come se fosse qualcun altro a comandare il mio corpo. Qualcuno che sa esattamente quello che vuole e ha molta più esperienza di me.

Cazzo se lo troverò...”

Un brivido mi attraversa tutta mentre lui mi guarda come se fossi un pezzo di carne succulento. Deve piacergli perché sento il suo respiro approfondirsi. Muove una gamba per farmi scivolare verso di lui. I rumori della band si annullano un po' alla volta, finché non sento solo la pressione del suo corpo e le mani che mi accarezzano la schiena. Si infilano prima sotto il bordino della maglietta, poi scendono oltre la cintura, sfiorando le mutandine. La botta che mi arriva non la quantifico e non la assorbo per niente. Improvvisamente ho paura, come una qualsiasi ragazzina che non è preparata al sesso.

Te lo dicevo che l'aria era fetida...”

Konsta!”

Mi volto, provando una nostalgia incredibile. Jon... e la donna che è con lui... “mamma?”

***

Eva ha i capelli lunghi e castani, gli occhi scuri. Sembra poco più grande di me. E' alta come Jon ed emana forza e carisma. E' carina, ma credo d'aver preso dal genitore sanguinario. Konstantin rovescia il tavolo prima che riesca ad aggiungere un'altra parola. Eva fa un salto indietro, Jon si sposta lateralmente ed io mi ritrovo ancorata al vampiro. Che vuole, perché non mi lascia?! “Lasciami...” farfuglio cercando di liberarmi. “Mollami, scemo!”

Eva gli arriva sotto il naso e lo prende per la gola, sbattendolo contro il muro. Apro la bocca per la sorpresa: è fichissimo, voglio farlo anche io!

Konstantin le afferra il polso e lo spezza, facendola gridare. La gente si allarga per lasciar posto ai due litiganti e so per certo che Jack Tredenti sta già chiamando la polizia. Se mi arrestano, con i miei precedenti mi sbattono in galera e buttano via la chiave. “Jon, io devo andare via.”

Vai, ci penso io.”

Recupero lo skateboard da dietro il bancone, Melanie mi fa svicolare dall'uscita usata dai fornitori e anche se tento di camminare lentamente e ignorare le sirene della polizia, penso che da un momento all'altro mi piomberanno addosso. Invece, arrivo a casa e nessuno si è accorto di niente. Vado a letto preoccupata e non dormo un granché. Ho visto la ferocia di Eva e ho visto la trasformazione di Konstantin mentre si battevano. Non ho più alcun dubbio che sia un vampiro... e non credo che dimenticherò mai questa serata.

***

La mattina dopo ho la febbre. Un febbrone del genere non mi veniva dalla terza media, tanto che la mamma manda anche a chiamare il medico. Mi danno un antipiretico e mi dicono di restare a letto. Obbedisco volentieri, cerco di dormire ma appena chiudo gli occhi ho strane visioni. Del passato, del futuro... sento la testa scoppiare e mi ritrovo a farfugliare un po' di nomi. Nomi strani, nomi che non saprei pronunciare se li trovassi scritti. La mia mente va in blackout e quando mi sveglio, sono le tre del pomeriggio del giorno dopo. Di quale mese? Di quale anno?

Mi avvolto nella vestaglia ed arrivo in cucina. La mamma si prodiga con la colazione ma il massimo che posso fare, è ingoiare un po' di latte. Canticchio una canzone che mi cantava sempre da piccola, poi mi accorgo che le parole non sono nella mia lingua. Ho un brivido. “Quando mi avete preso all'orfanotrofio, quanti mesi avevo?”

La mamma impiega un po' a rispondere. “Tris...”

Lo sai o no?”

No.”

Lei finisce di asciugare le stoviglie e si siede di fronte a me. “Nessuno sa come ci sei arrivata. Ti hanno trovato nella culla, un giorno. Potevi avere un mese o due...”

Quindi la data di nascita è sbagliata.”

E' un problema?”

Sì, se ti dicono che sei un dhampir e che potresti aver ereditato i poteri della trisavola cazzuta. “No” sussurro e la guardo col broncetto. “Ti voglio bene.”

Ti misuro la febbre.”

Giuro, è l'ultima volta che mi sbottono con questa donna! Ma chi c'è in giardino? Sposto le tendine e quasi mi cade la mascella. “Mammaaaaa!!! C'è un tipo in canotta che sta rovinando le petunie!”

E' il nuovo giardiniere. Verrà un paio di volte a settimana. Ho troppe cose da fare per curare anche l'orto di tuo padre.”

Konstantin è il nuovo giardiniere?! Ignoro il tremore alle gambe e do un colpo al vetro. Lui alza la testa, mi strizza l'occhio ed io gli mostro il dito medio. Torno in fretta in camera mia e mi affaccio alla finestra. “Ehi! Che bizzarria è questa?”

Volevi sapere cosa faccio per vivere...”

Il giardiniere?!”

Che c'è di male? E' rilassante.”

E sorride, l'imbecille! “Mi stai tenendo d'occhio?”

Ho sempre badato a te.”

Per un unico riprovevole motivo!”

Lui molla le cesoie a terra, si guarda attorno e appoggia una mano sul muro. E poi l'altra. Sta salendo... ma come fa... ma... ma i vampiri non bruciano col sole?! Abbasso di colpo il saliscendi e metto la sicura ma dopo un attimo il gancetto di muove da se e il vetro si riapre. Senza che io abbia toccato alcunché. Cazzo... ha pure i poteri telecinetici...

Konsta scavalca agilmente la finestra e struscia le mani sui jeans per pulirle. “Passata, la febbre?”

Guarda che urlo...” borbotto facendo un passo indietro.

Lui alza le sopracciglia e le fossette appaiono ai lati della bocca. Eh sì, non è sto granché come minaccia... sembra più un miagolio. “Passata.”

Strascichi del cambiamento.”

Grazie della spiegazione. Ora puoi anche andartene, penso tirando i capelli dietro un orecchio. “Ho avuto degli incubi...”

Racconta.”

Konsta sorride di nuovo e si siede ai piedi del mio letto. Se entra la mamma e lo scopre... “Non dovresti tornare giù a far finta di lavorare?”

Sto lavorando davvero” sussurra con un bel sorriso che mostra le fossette. Mi piace. Konsta mi piace più di quel che sono disposta ad ammettere. “Non dovresti bruciare, al sole?”

Dovrei.”

Il sorriso di Konstantin scompare lentamente. Ho quasi il dubbio di averlo immaginato.

E' una maledizione con i controcazzi, Tris...”


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Capitolo 4
*** ... e il problema della coda! ***


Yuki: magari! Mi piacerebbe proprio ma quando rileggo le storie passate penso 'ma a chi interesserebbe pubblicare questa cavolata?' Tornando a noi, la fict è corta e già nel prossimo capitolo verranno svelate parecchi retroscena. Dalla regia mi dicono di cucirmi la bocca, perciò... buona lettura!



E' una maledizione con i controcazzi, Tris...” Konsta fissa un po' il pavimento, poi alza lo sguardo.“Non mi è concesso riposare. Il giorno è uguale alla notte. Non dormo mai. Ho sempre fame.”

Mi ricorda l'afterhour con Fin, quando siamo scappate dal campeggio estivo. Ci eravamo strafatte di canne con conseguente fame tossica debilitante.

Perdona la mia insistenza” sussurra allungando la mano. “Ma ho bisogno di te.”

*^*^*

Ricapitoliamo per gli assenti.

Mi chiamo Tris, ho appena compiuto diciotto anni, sono in leggero sovrappeso dalla prima superiore e non sono tanto normale. Ho vomitato sangue per due giorni e la mia ombra è in vacanza chissà dove. Un negretto niente male che somiglia a Tupac, mi ha raccontato una storia strampalata sulla mia famiglia biologica, ha detto di essere un dhampir e ha insistito sul fatto che lo fossi anche io. Il tipo carino che vedete seduto ai piedi del mio letto, invece, afferma di essere un vampiro e sta cercando di convincermi a fare sesso con lui per spezzare una maledizione. Di Konsta posso dire poche cose: è un fico senza coscienza di se, quando si ubriaca diventa irritante e maleducato e, ultimo ma non meno importante, mi fa morire come strascica la 's' del mio nome. Vi siete intrippati mentre raccontavo, vero?

*^*^*

Non ero velenosa?”

Tris, non giriamoci intorno.”

Lui si alza dal letto ed io faccio un innocente passo indietro.

Pensavi che non me ne sarei accorto?”

La mamma bussa alla porta e, come al solito, entra senza essere stata invitata. Annuncia che sta uscendo, chiede se può lasciarmi sola. Vorrei scuotere la testa e urlare 'nonononoseipazzarestaqui!', ma riesco solo a fissarla imbambolata. E' abituata alle mie stranezze, non fa tanto caso alle risposte mancate. Dice che farà un po' tardi e che mi ha lasciato qualcosa in cucina, se mi viene fame. Soffio un 'a-ah' e quando la porta si chiude, mi chiedo se Konsta sia diventato invisibile, sia aggrappato al soffitto o solo nascosto dietro la porta. Porta, appunto. Mi guarda, in attesa di una risposta. Apro e chiudo i pugni, nervosa. “Ci penso, ok?!” esclamo con voce distorta. “Ora schizza via. Voglio fare una doccia e tornare umana!”

Umana?”

Ma deve proprio sottolinearlo?!

***

Di solito l'acqua calda mi rilassa da matti, stavolta spreco tutto il tempo a rimuginare la proposta di Konstantin e le sue implicazioni. Mentre picchietto il tallone nella vasca da bagno, il ginocchio muove l'acqua che disegna cerchi sulla superficie. Non sono mai stata una fissata con il grande amore e l'aspettare, mi sono infatuata un mucchio di volte ma il mio aspetto ha sempre fatto scappare i ragazzi. Sono curiosa e su di giri come tutte le adolescenti, ma non posso 'concedermi'! Prima cosa, è un termine orribile e sembra di fare un favore a qualcuno, secondo, Konsta è uno stronzo. Mi disprezza. Ho visto la sua espressione con la coda dell'occhio mentre chiudevo la porta del bagno. Mi ha fatto sentire come la matrigna cattiva di Biancaneve. Esco dall'acqua, infilo l'accappatoio ma c'è una cosa strana che tende il tessuto... ma che diavolo è? Poco dopo, il mio urlo risuona nell'abitazione tanto che Konstantin si precipita in casa e spalanca la porta del bagno. Grido di nuovo, stavolta per l'imbarazzo. “Ma sei scemo?!”

Hai urlato come se ti stessero scannando!”

Chiama Jon, fallo venire qui subito!”

Jon ha da fare, non ti vado bene io?”

Va bene chiunque sappia spiegarmi perché ho la coda! Ho la CODA!! Ho una fottuta coda... oddio oddio, ho la coda...” piagnucolo d'un tratto nascondendo il viso fra le mani. “Come faccio se i miei se ne accorgono? Come cazzo faccio con questa cazzo di coda?!”

Lo chiamo, smetti di urlare.”

Ho la coda, cristo santo...” piagnucolo posando la fronte contro le maioliche. “Sono un mostro...”

Beh, poteva andare peggio.”

Giro la testa lanciandogli un'occhiata furiosa e giuro su dio che se dice un'altra stronzata, lo tolgo dal mondo con un gavettone di sangue dhampiresco!

Potevi perdere la consistenza ossea” conclude portando il cellulare all'orecchio.

***

Non mi piace la sua espressione dubbiosa. Non ha detto una parola da quando è arrivato, si è limitato a chiedere a Konsta cosa stesse architettando e lui ha alzato un dito medio in risposta. “Come faccio a mandarla via?!”

Che stavi facendo quando è comparsa?”

Niente... ero sotto la doccia!” esclamo con voce lacrimosa. “L'acqua era calda, è un dettaglio fondamentale?”

Mh... no.”

Dio, voglio morire!” singhiozzo dando un'altra testata al muro. “Tu ce l'hai?”

Jon scuote la testa, appoggiandosi al lavabo col bacino. “Sempre 'sentito dire', mai vista dal vivo. Non ti è capitato qualcosa di strano, in questi giorni?”

Ho avuto la febbre e un sacco di incubi...”

Jon gioca col pizzetto e aggrotta le sopracciglia. “Che tipo di incubi?”

In lingua, senza sottotitoli.” Lo guardo, trepidante. “La trisavola ha maledetto anche me?”

Mh... devo fare qualche ricerca...”

Toc toc toc

La porta si apre piano e Konstantin infila la testa dentro. “E' già strisciata giù per le tubature?”

E' ritardato, non sa quando tacere! “Tu apri bocca e dici solo stronzate!”

Konsta assottiglia gli occhi e indurisce la mandibola. Eccolo lì, lo sguardo d'odio. Il vampiro smette di fissare me e si rivolge al turco. “Qual è il problema? Tagliala.”

Jon scuote la testa, arreso. “Ha ragione. Sei ritardato.”

La coda non serve a nulla. La stressa e basta.”

Mi stressa da morire, infatti. Con cosa la tagliamo?”

Jon è esterrefatto e mi guarda con gli occhi sgranati. “Guarda che farà un male d'inferno! E' innervata, sarà come amputarsi un braccio!”

Cazzo, io non ho neppure i buchi alle orecchie per paura del dolore. Strofino la fronte con le dita. “E non possiamo usare un anestetico?”

Jon apre bocca per dire qualcosa ma la richiude subito dopo. Konsta lo guarda sollevando le sopracciglia. “Chi è quello tardo, ora?”

***

Io non te la taglio, la coda!”

Lo faccio io.”

Tu non ti azzardare ad avvicinarti!”

Mi rifiuto di farmi vedere seminuda da Konstantin. Mi tengo parecchio lontana da lui e non do mai le spalle a nessuno. “Non conoscete un chirurgo con la licenza scaduta che pratichi operazioni illegali per quattro soldi?!”

Eva è brava con i coltelli. Vedo se è libera.”

Jon si allontana per fare la sua telefonata e per cercare l'anestetico e Konstantin fa una panoramica della mia stanza. “Dove hai riposto tutti i peluche?”

In garage” borbotto appoggiando la schiena al muro, con le mani dietro il bacino. “Domattina mi sveglierò con le squame?”

Con voi mezzosangue non si può mai dire.”

Se scopro che la trisavola mi ha maledetto per colpa tua, ti mordo.”

Konstantin mi afferra per il nodo della cintura e mi tira verso di se. “Guarda che io me ne stavo bello bello per i fatti miei, quando la vecchiaccia ha scagliato la maledizione!”

Già, non è colpa sua.

Lo vedo che hai paura” borbotta lasciandomi andare. “Tris, devi accettare il fatto che sei un dhampir...”

... con la coda” rantolo con gli occhi lacrimosi. “Jon non ce l'ha... perché io sì?!”

Konsta fa una smorfia. “Forse dai jeans non si vede.

Tiro su con naso e mi tasto. E' una piccola escrescenza sul coccige, lo intuisco dalla forma. Abbasso la testa e prendo un respiro profondo. “Senti, ci ho pensato...”

Lo sguardo di Konsta si fa attento e guardingo. Apro bocca e la richiudo. Le sue palpebre si assottigliano: mi sfida a negargli ciò che vuole da lungo tempo. Sospiro di nuovo. “Ok. Io... mh...”

Konsta mi tira indietro la testa prendendomi per i capelli. Brividi, brividi ovunque. Lo guardo dritta negli occhi: ha l'aria concentrata, non riesco a capire cosa stia facendo. Dopo poco, si sgonfia come un palloncino. Sbuffa. “Non funziona, certo...”

Cosa?”

Konsta muove una mano nel vuoto e mi lascia andare. “Come dhampir sei immune al mio potere. Non posso controllarti la mente e costringerti a fare ciò che voglio” mormora e il sangue mi si gela nella vene. Non credo abbia percepito il mio disagio, però mi guarda, sorridendo. “Non posso sentirti, ma posso udire il battito del tuo cuore. E' accelerato e profondo” sussurra. “Oserei dire eccitato.”

O preoccupato” bisbiglio mentre mi sfiora il mento e si avvicina a me. “Se potevi farlo, perché...”

... ho procrastinato?”

Konsta solleva una ciocca di capelli e la porta dietro la mia spalla. Poi mi prende la mano accarezzando le dita. Il solletico si spande per tutto il braccio. Comincio a sentire un fastidio alla zona lombare, mi tasto e ho l'impressione che quell'affare si sia sviluppata. Perdo un battito. Sento una vampata di calore al viso e una sensazione di disagio alla pancia. Forse dovrei vestirmi, sto tremando. Ma come faccio, con quest'affare?!

Tris, ti sta scoppiando il cuore. Calmati.”

Sento il battito fin nelle orecchie, non riesco a capire cosa mi sta dicendo, vedo solo le sue labbra muoversi. Capisco qualcosa come 'fa male?'.

E' sgradevole...” farfuglio trattenendomi dal toccare la coda per evitare la scarica elettrica che mi ha attraversato le gambe quando l'ho sfiorata la prima volta. Konsta struscia le dita fra i capelli, solleticandomi la nuca. E' una sensazione famigliare che mi fa abbassare le difese al minimo. Abbassa la testa e mi bacia senza alcun indugio. Non salta via ustionato e neppure io. Giro le braccia attorno al suo collo e mi alzo sulle punte dei piedi. Konstantin mi accarezza la schiena per tutta la lunghezza, fermandosi sui fianchi. Quando mi sfiora il seno, trattengo il respiro. Il fuoco liquido mi scalda lo stomaco e scivola in basso, in tanti rivoli minuscoli che colpiscono tutti i centri nervosi. Il disagio alla zona lombare aumenta e ho paura che tocchi la coda accidentalmente, perciò lo lascio andare e faccio un ampio passo indietro, cercando di non barcollare.

La tua risposta?”

Non sono più collegata al resto del mondo, ma rinchiusa in una bolla galleggiante nel vuoto. Le ultime parole mi riempiono il cervello e si spandono comprimendo la materia grigia. La mia risposta a cosa?

Konstantin mi solleva e gira su se stesso. Lo schiaffo di realtà mi colpisce quando affondo nel letto, fra le coperte. Konsta si infila fra le mie gambe e si appoggia sui gomiti, giocando con i capelli.

La tua risposta?” domanda di nuovo sfiorandomi le labbra con le dita.

Apro bocca per rispondere ma non esce una sillaba, solo uno strano verso cigolante. Inghiotto, ho la gola secca. Sento la coda pulsare. Quando chiude la labbra attorno alle areole, la pelle d'oca arriva fino alle palpebre. Mi perdo, non riesco a tenere gli occhi aperti... “Ko...”

Lui torna da me, preme la bocca sulla mia, la sua lingua mi cerca. Anche se non ho più un milligrammo di forza in corpo, lo abbraccio, ricambiando il bacio. Intreccio una gamba alla sua... e l'urlo arriva prima ancora che me ne renda conto, non carica e non ti da il tempo di capire perché fuoriesca in quel modo. Mi ha sfiorato la coda e sono saltata... come se tutte le zone erogene del mio corpo fossero migrate in quel punto! Non riesco quasi a respirare tanto è stata forte la botta. Sento un disagio pazzesco addosso. Ho i brividi e sono...

Tris, sei bagnata...” sussurra con voce strascicata e sexy.

Una sensazione del genere non l'ho mai provata prima d'ora. Sono seriamente terrorizzata da me stessa: prima il sangue velenoso, poi la coda...

Come è stato?” sussurra, complice, spostando lo sguardo dal mio corpo agli occhi. Un strano ghigno gli deturpa per un istante le labbra. Intimorita, gli afferro il polso senza pensarci. Konsta mi guarda. Un altro momento di sfida.

Non hai ancora sviluppato la forza del dhampir.”

E' una minaccia? Un avviso? Perché me lo dice? Non ho mai pensato di essere più forte di lui. “Non mi piace...” sussurro con voce stirata e flebile “non toccarla... ti prego...”

Non è dolore quello che provi.”

Come fai a saperlo, tu non ce l'hai...” rantolo sentendo la schiena inarcarsi e le sue labbra posarsi sulla clavicola. Muove il bacino contro il mio. Chiudo gli occhi ed esalo un gemito. Una frustrata di piacere lancinante mi provoca la pelle d'oca, arrossandomi il viso e facendomi mugolare. Non mi piace, cioè mi piace... oh dio, non capisco più niente!

Sei bellissima...”

Affondo il viso contro il suo torace. Konsta continua a manipolarmi come se fossi fatta di plastilina. Sto boccheggiando e non proprio silenziosamente. La schicchera finale mi tende tutta e mi lascia senza respiro, la testa annebbiata e le membra deboli. La sensazione è... bellissima... e orribile... è come aver nuotato troppo per raggiungere una riva intravista all'orizzonte... come la pioggia sulla schiena quando hai dimenticato l'ombrello... un senso di incompletezza e tristezza mi avvolge, stringendomi il cuore. Quando chiudo gli occhi, due lacrime si affacciano oltre le ciglia. Ne seguono altre che si rincorrono, fino a morire sulla coperta. Quando mi calmo mi isolo dal mondo, come sempre quando c'è qualcosa che mi ferisce, non mi piace o non capisco. Konsta sussurra qualcosa ma io lo ignoro. Alla prima domanda non rispondo – non l'ho neppure udita, persa nel mio deserto sensoriale - alla seconda mugolo qualcosa di vago, alla terza il grugnito non prende forma. Lui non insiste e si congeda con un bacio sulla tempia. Tiro la coperta sulle spalle e serro gli occhi. Quando mi sveglio sono sola e nuda, sotto le lenzuola. Mi tasto in cerca della coda. Non c'è più. Sento dei rumori proveniente dal basso, infilo la solita tuta e mi affaccio sulle scale. La mamma sta riordinando la spesa e ha acceso la tv su una soap brasiliana che vede a mesi alterni. Mi aggredisce con la solita sfilza di domande.

Se sveglia? Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa?”

Non ho fame, ho lo stomaco chiuso. Voglio solo fare un altro bagno caldo e rintanarmi a vita sotto le coperte. “Se mi crescesse la coda, sarebbe un problema?”

Finché non ti cresce un'altra testa...”

Eh... chi può dirlo... magari domani...



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Capitolo 5
*** ... e il fratello gemello! ***


Ho perso un altro chilo. Chissà dove vanno a finire quando mi abbandonano. Tornare a scuola dopo tutti quei giorni di assenza, è uno shock. Non capisco granché delle lezioni, sono rimasta indietro e fatico a non perdere il filo. I compagni mi guardano in maniera strana. Qualcuno commenta come sono vestita (jeans aderenti neri, stivaletti neri con borchiette, maglietta scollata con disegni tribali e golfino a tinta unita). La maggior parte non sa neppure che io esista. Faccio comunella con Fin e Steffy, la figlia dell'insegnante di Scienze Naturali del liceo accanto, fumiamo un po' di erba di nascosto all'ora di pranzo e mastichiamo dentifricio per mandare via la puzza. Siamo amiche per un sacco di buoni motivi e non ci stracciamo le palle con le menate sulla moda, l'ultimo attore di Hollywood e il ballo di fine anno. Finnicella ha cambiato taglio. Ha i capelli rasati da un lato, un ciuffo punk e la cascata laterale sopravvissuta è color viola. Le sopracciglia sono folte ma curate. Sta replicando a suo modo il look Cara Delevingne. Ma lo negherebbe anche sotto tortura.

Steffy indossa una maglietta tagliata sull'ombelico, un sacco di croci, Converse e jeans neri logori come sempre. Sembra una cavalletta, tanto è spigolosa e ossuta. Mi scruta dall'alto in basso, invece di ignorarmi dopo il solito 'ehi' di benvenuto. La sua voce è roca per le troppe sigarette e per aver urlato la sera prima con la matrigna. Non ha preso bene il divorzio dei suoi.

Che hai?”

La domanda mi coglie in contropiede. Abbasso lo sguardo sull'erba malaticcia del giardino esterno al liceo. “Niente.”

Steffy fa roteare il mozzicone di canna e si scusa per non essere passata per un saluto. So che odia gli ospedali e non gliene faccio una colpa. Li odio anche io. Quando suona la campanella che mi ricorda di andare dal Preside per i certificati medici, Steffy scompare in classe, io mi alzo spazzolando accuratamente il fondoschiena, solo Fin resta seduta a gambe incrociate con un filo d'erba arrotolato fra le dita.

Che c'è?”

Sei cambiata... e non parlo dei tuoi stupidi capelli...”

Non so cosa rispondere. Mi limito a guardarla. Fin torna in piedi con un saltello, afferra lo zainetto e se ne va senza salutare. Lascio ricadere le braccia, angosciata all'idea di aver perso la mia migliore amica. Come faccio a spiegarle cosa sono diventata? Come faccio senza prove?! Col Preside non va tanto meglio. Non mi riconosce subito. Toglie e rimette due volte gli occhiali, prima di parlare. “Signorina Shady...”

So di avere troppe assenza per superare regolarmente l'anno. Darò l'esame da privatista.”

A parte questo, la sua vita ha subito un cambiamento di cui vorrebbe parlare con me o con la psicologa?” mormora mettendo a posto le sue carte.

Come no. Sono un dhampir con la coda.

***

Odio l'ora di ginnastica, mi prendono sempre tutte in giro perché sono.. ehi, non sono più grassa come prima! Mollo la tuta lunga e infilo quella corta. Quando esco in campo, qualcuno mi fischia dietro. Alzo lo sguardo verso le gradinate e scruto la donna che se ne sta stravaccata su di esse. Eva?! Ma come ha fatto ad entrare? Salgo in fretta verso di lei. “Non puoi stare qui, devi andartene” mormoro guardandomi attorno e schermando il sole con una mano.

Ti ho messo al mondo dopo un travaglio durato sette ore e mi liquidi così? Figlia ingrata!”

Sta scherzando, ma l'insegnante di ginnastica si è accorta di noi. Quella è un'arpia capace di tutto, anche di chiamare i miei genitori!

Firoze mi ha avvertito del problema della coda. Ho fatto un po' di chiamate, ma nessuno ha saputo darmi una risposta esauriente e sensata.”

Chi è Firoze? Ah, Jon. “Non ce l'ho più, è sparita dopo un po'.”

E come...”

Ne parliamo dopo! Ora devo correre quei maledetti cento metri per dimostrare qualcosa a qualcuno!” esclamo facendo un passo indietro. Ha ragione il Preside, qualcosa è cambiato dentro di me. Sono sicura che centri la coda. O Konstantin.

***

Sei nata il 25 Febbraio alle 07:31 del mattino.”

Aggiorno la mia data di nascita sul calendario del cellulare. Sono dei Pesci, non del Toro. Mi ero affezionata a quel segno zodiacale. Eva infila una patatina in bocca e la mastica con piacere. Abbiamo gli stessi gusti in fatto di junk food. “Quell'uomo...”

Tuo padre? Sigur.”

Lo amavi?”

Eva sogghigna e ingoia un sorso di Pepsi. “Era una passione travolgente, non riuscivamo a staccarci le mani di dosso. Sono rimasta incinta per distrazione.”

Quindi non lo stai cercando per ucciderlo...”

Non lo sto cercando affatto. Tuo padre non aveva il dono della fedeltà ed io ero stanca di dividerlo con le altre.”

Jon mi ha detto che sei diventata una cacciatrice per impedirgli di...”

Eva smette di mangiare e sposta il piatto vuoto dell'hamburger da un lato. Congiunge le mani e si protende verso di me. “Un uomo incapace di amare la propria figlia, è un uomo che vale la pena perdere. Chiaro?”

Annuisco, guardandola negli occhi. Questa rimetterebbe in riga un plotone di Marines. “La trisavola è viva?”

Forse sì, forse no.”

Hai una foto di mio padre?”

Non esistevano gli smartphone, all'epoca.”

Neppure una descrizione vaga? Poso la bocca contro i pugni chiusi. “Credi abbia voglia di conoscermi?”

Eva stringe impercettibilmente gli occhi e scuote la testa, continuando a fissarmi in maniera strana. Mi mette a disagio. “Uhm, vado un attimo in bagno...”

In bagno mi infilo in una cabina, non devo fare pipì ma conto lo stesso un minuto, prima di uscire. Quando mi guardo allo specchio, cerco tracce del misterioso cambiamento che... Eva spalanca la porta come una furia e mi fa saltare di paura. Si guarda attorno e annusa l'aria, premendo il dorso del polso contro le narici. “C'è un vampiro nelle vicinanze. Lo percepisci?”

Io sento solo il rumore dello sciacquone. Scuoto la testa. Eva resta in allerta e fissa le finestre dietro di me. “Se n'è andato. Usciamo di qui.”

Quando torno al tavolo, Jon è sparito e c'è un milk shake alla fragola ad aspettarmi. Eva siede di fronte a me con atteggiamento sospettoso e ogni tanto vedo le narici allargarsi e la sua attenzione svanire.

Hai già avuto le mestruazioni?”

Dovrei averle a giorni. E' importante?

I cambiamenti che stanno avvenendo in te sono quasi impercettibili, ma fra pochi giorni ci sarà luna piena ed allora la musica cambierà, bambina...”

Impercettibili?! Mi è cresciuta la coda, cazzo!

Quando le mestruazioni coincidono con la luna piena, si parla ciclo della Luna Rossa. Ciò significa che l’ovulazione è avvenuta nell’oscurità della Luna Nuova e le energie interiori sono state rilasciate mentre la luce lunare aumentava. Viene anche chiamato 'ciclo della donna malvagia', la donna che utilizza le sue energie sessuali per scopi non legati alla procreazione.”

Cavolo, è intrigante!

Eva si sporge in avanti e mi prende le mani. “Puoi dire di conoscere te stessa?”

Non sono mai andata troppo sotto la superficie, a dir la verità. Penso a quel che ho provato con Konstantin e mi rendo conto di non conoscere per niente il mio corpo e le sue reazioni. Ma è normale, no? Faccio una smorfia e abbasso lo sguardo sulle sue dita. Sono lunghe e sottili, prive di smalto.

Le prossime mestruazioni segneranno un passaggio nella tua vita di dhampiresa. Non spaventarti, tesoro, e non cercare di combattere la tua femminilità.”

Perché dovrei? Ne ho così poca. “Non è vero che gli umori dei dhampir sono nocivi per i vampiri...”

Quella fandonia l'abbiamo messa in giro per evitare accoppiamenti fra le due razze. La Natura è stronza, non sai mai cosa può uscirne fuori” sussurra guardandomi negli occhi. “Sei stata a letto con Konsta?”

No!” esclamo arrossendo. “Neanche lo conosco!”

Non ti serve conoscere qualcuno per finirci a letto. Se proprio vuoi farlo, usa una precauzione e non farti mordere. Il sangue di un dhampir è velenoso. Legalo al letto.”

Si vede che non mi ha cresciuto lei! “Hai troppa fantasia...”

I geni sono quelli di Sigur. E' attratto da te come una calamita. È questione di tempo.”

Ah sì?!

Mi chiedo perché non si sia mosso prima.”

I ragazzi non mi guardano, non sono questa gran bellezza.”

Veramente quei due ti stanno fissando da quando siamo entrate, e quello là sta scrivendo un bigliettino col suo numero di telefono.”

Guardo alle mie spalle. A me sembra che stia facendo tutt'altro. Tipo leggere una rivista. Ecco, ora si alza e se ne va... ma prima lascia scivolare sul tavolino un biglietto pieno di cifre. Che umiliazione! Eva legge 'alla ragazza dai capelli neri' e sporge le labbra. Lo accartoccia e lo getta nel piatto. “Beh, mi sono sbagliata.”

Sono abituata, sono praticamente invisibile.”

Che te ne importa di quel che pensano gli altri! Alla tua età avevo già una figlia e scovavo vampiri in Bosnia.”

Wow! Deve aver fatto una vita da sballo! “Insegnami a cacciare i vampiri.”

Eva tira indietro la testa e la scuote, perplessa. “Perché vorresti fare una cosa del genere? E' sporco e doloroso.”

Batto le palpebre restando a bocca aperta. “Ma allora... che motivo ho di essere quel che sono?”

Che motivo ha il mare di esistere? Non c'è una ragione per tutto.”

Quindi non sono destinata a qualcosa? Non ho una missione da svolgere?”

Non riesco a digerire la notizia. Cazzo! Tutto questo casino per niente?!

***

Ho appioppato una scusa ai miei – cinema con Fin - ed ora sono al Old Wild Jack nascosta fra due bestioni. Le vecchie abitudini sono dure a morire. Ho percepito la presenza di Konstantin appena entrata ma non sono certa di voler scambiare due parole con lui. Com'è, dite? Come avere una freccia luminosa che ti indica la direzione. Vorrà dire che il mio istinto di dhampiresa sta acuendosi e che fra poco non potrò fare a meno di corrergli dietro con un paletto. Mh... no, forse quello lo fanno solo i cacciatori. Una parte di me è indignata per essere stata ignorata dopo il pomeriggio passato insieme, il resto mi grida di scovare la bara fetida in cui si nasconde e insegnargli l'educazione ma è in compagnia di una brunetta tutte curve e poco cervello, una che ho visto più volte e con mini ben più corte di quella che indossa stasera. Guardo le mie gambe coperte da un paio di calze pesanti, e tiro giù gli shorts, sentendomi a disagio. E' solo questione di abitudine, penso attirando l'attenzione di Melanie con un'occhiata disperata. Più fa lo scemo con la moretta, più sento la gelosia divorare lo stomaco e il fegato. E' buffo, ma la memoria sta tornando un po' alla volta. Ora ricordo di aver visto Konstantin la prima volta che sono entrata all'Old Wild, a sedici anni e mezzo. Aveva una maglietta dei Grateful Dead e jeans stracciati al ginocchio. Si era spostato per farmi passare, oscurando la vista ai buttafuori. Se mi concentro, le immagini si dispongono ordinatamente l'una accanto alle altre. E' sempre stato qui a giocare a carte, ascoltare musica e farsi di alcool. Credo che alla lunghi stanchi, no? Non ha uno scopo nella vita? Che so... nutrirsi di vergini? Volto la testa piano piano e mi viene un colpo al cuore: se ne stanno andando insieme. Oh... allora vuol dire... ah... ok... mh...

Melanie mi guarda e butta un occhio alla porta. “Che testa di cazzo.”

E' attratto da te come una calamita. È questione di tempo. Bah!! Spero che il suo sangue sia rancido e gli vada di traverso!, penso calciando il bancone con stizza. Non riesco a stare ferma, così cinque minuti dopo esco dal locale e mi guardo intorno. Destra, penso assecondando l'impulso. Per tutto il tempo che mi ci vuole a raggiungerli, apro e chiudo i pugni, desiderando strangolarlo. Quando sento i gemiti, alzo gli occhi al cielo. Dio, fammi perdere l'udito in quest'istante!, penso nascondendomi finché non odo un rumore diverso dagli altri. Sporgo la testa nel vicolo.

Che cosa vuoi dhampiresa?”

Konsta mi scruta, immerso nel buio, e non riesco a scorgere bene la sua espressione. Ora sono la dhampiresa. Non sono più Tris con la 's' strascicata e sexy.

Eva mi ha detto che non ho nessuno scopo nella vita. Non c'è motivo perché io sia così come sono...”

Konsta emette un placido 'mh' ma non esce dall'ombra. La luce del lampione illumina solo una spalla e parte dei capelli. E' inquietante e un brivido di paura mi attraversa. “Dai, esci di lì...”

Sicura?”

La sua voce ha una strana vibrazione che mi risuona dentro. Indovino il movimento quando passa il dorso della mano sulle labbra. Lo lecca e un altro cigolio sinistro mi scaraventa in un pozzo nero di terrore. “L'hai... uccisa?”

Si.”

Ma... ma come... “Perchè...” balbetto, spaventata.

Siamo fetidi non-morti e viviamo in bare ricolme della terra in cui siamo stati seppelliti...”

E' una cantilena terrorizzante, non la sopporto...

Prosciughiamo le vittime prescelte fino all'ultima goccia di sangue...

E' come una scena horror senza fine...

Siamo in grado di camminare sui muri e possiamo assumere le sembianze del tuo migliore amico...”

E' come stare sdraiate sul lettino del chirurgo, dissezionata e senza anestesia. Ansimo di paura e faccio un passo indietro ma le gambe non rispondono e mi ritrovo a sbattere la schiena contro il muro. Basta...

... e piantarti un paletto nel cuore prima che te ne renda conto...”

Spingo i palmi delle mani contro le orecchie e scivolo lungo il muro. Non ce la faccio... non ce la faccio...

Sei davvero un idiota!”

Il coltello a serramanico scatta lungo la coscia. E' senza filo, ma lo porto con me per spaventare eventuali aggressori. Lo brandisco come se fosse una spada. Konsta mi strappa il serramanico dalle dita e ci passa il pollice sopra. “E a che cosa ti serve, ridotto così?” Lo lascia cadere fra i rifiuti e mi afferra sotto le ascelle. Sono annichilita dalla paura e sto per farmela sotto. Una risata di cuore riempie il vicolo e la strada e un vampiro biondo terribilmente rassomigliante a Konstantin balza fuori, tenendosi la pancia. “Guarda che faccia...” ridacchia indicandomi. “Scommetto che se l'è fatta sotto!”

Quasi” biascico e Konsta smette di indirizzargli sguardi truci e indurisce la mascella. “Kley...”

Mettiti nei miei panni! Quando ricapita di terrorizzare un dhampir alle prime armi?!”

Oh dio, si somigliano così tanto che faccio fatica... oh, mi scappa a pipì!

***

Quindi voi siete...”

Gemelli.”

Wow! Avrei voluto un fratello o una sorella anche io, ma la mamma aveva difficoltà a concepire e ha adottato me. Non so bene come sia andata poi, credo che lo Stato gli abbia negato una seconda adozione. Poso i gomiti sul tavolino e mi sporgo in avanti. “Ma siete tutti e due... cavolo!”

Non potevo lasciarlo affrontare l'eternità da solo!”

Balle. Lo trovavi divertente, hai approfittato del mio momento di debolezza e ti sei fatto trasformare.”

L'Eternità è una figata. Sei tu che fai di tutto per non vedere il lato positivo!”

Quale lato positivo?”

La giovinezza. Le ragazze. Il sesso.”

Key sorride. Ha le fossette anche lui ma l'aria molto più allegra di Konstantin che non sembra felice di trovarsi in nostra compagnia. Continua a lanciarmi occhiate strane e sembra gli scotti la sedia sotto il sedere. Si alza di scatto e sparisce in direzione del bancone. Lo guardo, stupefatta. Kley attira la mia attenzione con uno schiocco della lingua. “Fa sempre così. Gli pesa, questa storia della maledizione.”

Già...” sussurro scrutando ogni centimetro del suo volto. “Quanti anni hai?”

Lui sorride e ammicca. “Ora chiedimi quante donne ho avuto.”

Sorrido a mia volta. “E' un numero a tre cifre?”

Kley sogghigna e mi prende i polsi tirandomi in avanti. Avvampo e perdo un paio di battiti del cuore. Mi sfiora l'orecchio con le labbra e i brividi arrivano fino al seno.

E il tuo numero, dolce donzella?”

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Capitolo 6
*** ... e i giochi degli adulti! ***


Ciao Kithiara, quanto tempo! ^^ Hai centrato il punto, i miei personaggi hanno cominciato a fare come gli pare e la storia si sta allungando. Sono contenta di come sta venendo. Non è ne pesante, ne smielata. Ho già pronti due capitoli e altri tre sono in fase di aggiornamento. Buona lettura!


Come direbbe Finnicella, è 'il classico fighetto che se la sente calda e prova a girarti su un dito per una sveltina contro il muro'. Parole sue, io non ho mai avuto l'occasione di essere 'girata', perciò non so dirvi. Quando mi rendo conto di avere il viso in fiamme, il tremore all'inguine e le unghie conficcare nel suo avambraccio, cerco di riassumere il solito atteggiamento da 'odio il mondo': sguardo assente al limite della noia, palpebra semichiusa, broncio fino a terra. Kley sorride, batte una mano sulle mie – un gesto che sembra voglia dire 'sta tranquilla, scherzavo' – e vedo nei suoi occhi una luce strana che mi intimidisce. All'improvviso, non c'è fibra del mio corpo che non desideri stare con lui. Cerco di sbrogliare i nostri sguardi ma è come se una morsa alla testa mi impedisse di girarla altrove. Noto un bel po' di differenze, ora che sono costretta allo studio. Non sono gemelli omozigoti. Kley ha i capelli più lunghi e un biondo tendente al castano. Era la luce diffusa che li rendeva dorati come quelli di Konsta. L'azzurro dei suoi occhi è più cupo, ma forse sono solo le ombre del locale che ne virano il colore. Il naso ha una forma diversa e le labbra sono più... più...

Una foresta vetrosa composta da quattro bottigliette di birra compare all'improvviso, interrompendo il contatto visivo. Mi tiro indietro con troppo vigore, inclinando la sedia e rischiando di cadere a terra. Kley solleva le sopracciglia e mi guarda, perplesso. Konsta ci scruta incazzato, come al solito quando ha bevuto troppo.

Abbiamo ospiti.”

Seguo la direzione dello sguardo di Kley e lo sento rantolare di dolore. “Eva, quanto tempo...”

Mai abbastanza. Ciao, tesoro. Che fai in compagnia di questi due tipacci?”

Non so se essere felice o depressa per la doppia razione materna che mi è toccata. Stringo le labbra e la saluto con un gesto della mano. Poi mi attacco alla bottiglietta, bagnandomi appena le labbra. Cazzo che disagio...

Veloci. I filtri hanno una durata limitata.”

Eva muove il naso e nelle sue narici posso vedere i due filtrini che le impediscono di rilevare l'odore dei vampiri. Uh, geniale.

Allora ti libero della mia presenza...”

Sta giù!”

Eva lo ferma con un'occhiata mentre Kley è già a metà. Torna a sedere con un altro rantolo di insoddisfazione. Ci guardiamo e di nuovo... ohh, smettila, Tris!

Ho saputo da fonti certe che Sigur sta arrivando in città per reclamare i suoi diritti paterni.”

Ma dai? “Questo vuol dire che conoscerò...”

No!”

Eh, che coretto! Ma che hanno, tutti e tre? “E perché...”

Non dovete neppure respirare la stessa aria, voi due” insiste, seccata. “Con lui me la vedrò io.”

Tzè... quello ti fa un po' di moine e tu ci caschi come una pera.”

Eva si gira in direzione di Kley e lo fissa, arrabbiata. “Non è vero!”

Non riesci a tenerti i vestiti addosso” sussurra aprendosi in un sorriso che scalda anche me. Mi schiarisco la voce e cerco distrazione altrove. Sento lo sguardo di Konsta su di me. Lo sbircio di soppiatto. Sembra... mh... non lo so. Rassegnato? Ci studiamo un po' mentre i due battibeccano come ragazzini. Konsta mi fa un cenno e subito lo seguo fuori dal locale. L'aria fredda della notte cancella un po' di imbarazzo. Spero voglia parlare del pomeriggio passato insieme... insomma, non si è più fatto vivo ed io...

Volevo scusarmi con te per quanto è accaduto. Ho dovuto prendere una serie di decisioni in fretta e senza ragionarci troppo sopra” spara a raffica, come se non avesse la forza di fare pause. “Ci ho provato, piccola. Sono andato contro tutti i miei principi morali ma non ci riesco proprio. Preferisco restare così che arrecarti un danno.”

Alzo lo sguardo dal marciapiede ma subito lo sposto su una moto parcheggiata all'entrata. Preferisce la maledizione a me. La delusione mi salta addosso come una bestia in agguato e fa più male di un compito di matematica a sorpresa. Sembrava troppo bello per essere vero. Konsta si avvicina ed io faccio un passo indietro. Apro e chiudo i pugni per smaltire il nervosismo, la lingua incollata al palato per non piangere.

Ora non riesci a capire, ma arriverà il momento in cui mi ringrazierai di non averti privato della felicità di...”

Quale felicità?” mormoro, interrompendolo. “La mia vita fa schifo.”

Non fa schifo e non sarò io a peggiorarla. Potrai sempre contare su di me. Tris, io ti voglio bene.”

Bel discorsetto. Se l'è preparato fra una birra e l'altra? “Fatti un'altra bevuta, non sei abbastanza ubriaco.” Stringo le chiavi della macchina e scappo in direzione del bolide. Mi chiudo dentro e metto in moto, ma le lacrime mi appannano la vista e rinuncio a partire. Non è successo nulla che non sia già successo in passato. Manderò giù anche questa delusione e... salto per la sorpresa quando una nocchia picchietta il vetro. Riconosco Kley dai vestiti, passo le dita sotto gli occhi e tiro giù il finestrino. “Che vuoi?”

Il tuo numero di telefono.”

Il mio... che deve farci col mio numero di telefono?

Kley si piega verso di me, posando le braccia sul tettino. Inspiro del profumo, ma non ho voglia di chiedermi cosa sia.

Cambio di programma. Ora sarò io a prepararti.”

Prepararmi? A fare che?

***

"La prima cosa che devi sapere, è che i vampiri sono tutto fuorché romantici. Io ti sembro romantico?"

A me sembra un fico da paura. Ha tutto quello che manca a Konstantin: sicurezza in se stesso e un paio di occhiali da sole. A differenza del fratello, Kley non passa inosservato. Siamo al parco e mi sento quasi a disagio a vedere come le ragazze rallentano nelle sue vicinanze. Alcune fanno più volte il giro della pista, pur di gettargli una seconda occhiata. Scuoto la testa, muta.

Risposta sbagliata. Posso essere tutto quel che desideri. Posso leggerti il pensiero e regalarti la migliore nottata della tua vita, prima di ucciderti.”

E' necessario?”

E' consigliato. Il mio motto è: 'se respira, vale la pena di essere mangiato'. Il tuo qual è?”

Non ho un motto.”

Sbagliato di nuovo. Inventa una storia, un passato misterioso. Metti in giro voci. I vampiri devono cagarsi sotto quando odono il tuo nome. Io ti guardo e cosa vedo?”

Lo spuntino della mezzanotte?”

Ah, sei dolcissima...”

Mi sta prendendo per il culo? Aggrotto la fronte e punto i talloni contro la seduta della panchina, imbronciata. Perché devo restare a sentire 'sto tipo cianciare stronzate quando potrei essere a letto con il barattolo della Nutella a smaltire l'ennesima delusione?

Non lo puoi fare, questo lavoro. Sei troppo carina.” Kley posa i gomiti sulle ginocchia e mi guarda di traverso. “Ma non ti ricordi proprio di me?”

Scuoto la testa e torno a fissare il vuoto, alzando il solito muro di indifferenza che con gli adulti funziona da dio.

Avevi quattordici anni e ti eri appena schiantata contro una macchina.”

Lo guardo e la mente fluisce via. Sento una pressione alla fronte e la sensazione di essere riempita a forza. Stavo tornando a casa da un rave, fatta come una pigna. Avevo bevuto, fumato e pomiciato con uno conosciuto alla festa. Qualcuno aveva rubato una bicicletta e l'aveva abbandonata su un prato poco distante. Sulla via del ritorno, ero stata travolta da una macchina. Una volta accertato dai medici il mio stato alterato dalle droghe, il conducente aveva sporto denuncia. Mi avevano appioppato i servizi sociali per sei mesi. Ero stata fortunata. Kley – a quel tempo pensavo fosse Konsta - mi aveva soccorsa mentre ero quasi svenuta e mi aveva fatto bere... “sangue di vampiro...” sussurro, raggelata. “Ma che schifo!”

Il sangue di un dhampir è nocivo per un vampiro, ma quelli della tua razza abusano del nostro per le loro pozioni guaritrici. Anche le streghe hanno il loro bel daffare a prosciugarci, se gliene capita l'occasione.”

Quindi se non mi avesse aiutato, sarei morta. Un brivido mi attraversa tutta. “Vi siete alternati, tu e...” mi interrompo e sospiro, depressa “... tu e Konsta?”

E' capitato. Il più delle volte ho badato a te a distanza. Non ti ho mai raccontato la favoletta della buonanotte. Non sono coinvolto come mio fratello.”

Tuo fratello mi ha fatto sentire un cesso.

L'imposizione della vecchia strega gli risultava insopportabile ma ha finito per affezionarsi a te. Gli piacevi perché non piangevi mai e cercavi sempre di capire il motivo delle cose. Konsta è un po' sentimentale. Atipico per un vampiro.”

E tu? Che tipo di vampiro sei?”

Kley solleva le sopracciglia, si lecca le labbra e non risponde. Sogghigna. “Fai domande strane, amica mia. Mettiamola così: sono il bastone della sua eternità. Non potevo lasciare quel fannullone ad affrontarla da solo.”

Hai scelto di diventare un vampiro?” Ma è matto? La consapevolezza che prima o poi tutta questa sofferenza finirà, è l'unica cosa che mi fa alzare dal letto! “Ma c'è differenza fra voi?”

Un gran differenza. Io sono morto e risorto. Ho visto la grande luce bianca e ho attraversato il tunnel.”

E come è stato?”

Una passeggiata di salute.”

Bugiardo. Kley sorride di nuovo e gratta un angolino del mento. “Una bella botta” ammette, abbassando la voce. “Non toccherei l'argomento con lui, è piuttosto suscettibile.”

La curiosità schizza in alto e mi ritrovo completamente voltata dalla sua parte con aria interessata.

Voi donne... se vi dicono che non dovete fare qualcosa...”

Sono un'adolescente, non dovete dirmi di non fare le cose. Avanti, spara.”

Non chiedergli di vedere i denti. Non li ha.”

Ecco perché si arrabbiava tanto!

Non è in grado di leggerti nella mente, ne di ammaliarti. Una misura di sicurezza inserita nella maledizione per impedirgli di portarti a letto quando più gli pareva.”

Mi scappa una risatina nervosa che acuisce il malumore.

Kley alza le spalle. “Beh, originariamente era tarata su misura per Sigur...”

Ma che ha di speciale questo tipo? E' tipo una rockstar per vampiri?”

E' una rockstar per tua madre. Farebbe qualsiasi cosa per lui.”

Già. La passione travolgente. Mi esce un 'mh' dubbioso. “Non mi è mai capitato di perdere la testa per qualcuno...”

E Konsta?”

Ma sei stronzo, eh? “Lui non è in grado di comandarmi... e tu?”

Kley guarda in alto, il sole è completamente schermato dai rami fitti degli alberi. Toglie gli occhiali e li infila nella maglietta. “Perché questa domanda? Non ti fidi di me?”

Mai mangiato insieme, tu ed io.”

Il tipo che si professa vampiro mi guarda e per un lungo momento non sa cosa dire.

Sei sempre così sospettosa?”

Sempre.” Bugia. Ho deciso di cominciare a diffidare dalla gente da stanotte. Tanto non dormivo. Arrotolo le maniche della maglietta e le tiro in avanti, svelando il mio nervosismo. Deve essere così, perché Kley fa per dire qualcosa ma io salto via dalla panchina e lo guardo immusonita. “Come facciamo ad aggirare la maledizione?”

Tris...”

Non strascica la 's' come Konsta. Non mi fa lo stesso effetto.

Lo so che alla tua età non basta, però lui ti vuole bene e te ne vorrà sempre.”

No, non mi basta. “La mia età? Ma tu quanti anni hai?”

Quarantuno.”

Pensavo di più. Per la pedanteria, intendo.”

Kley sorride a denti stretti e vedo emergere la parola 'stronza' fra i suoi lineamenti. “Devi fartela passare alla svelta, perché una delle caratteristiche di Sigur è quella di assumere le sembianze della persona che ami di più per arrivare dritto allo scopo.”

Che scopo? Guardo Kley negli occhi e un mano fredda si impossessa della mia anima strizzandola come un panno bagnato.

Klemen!”

Sobbalzo, quando sento la voce infuriata di Eva dietro la mia testa. Ma questa arriva sempre all'improvviso?

Non doveva saperlo!”

Certo, teniamola all'oscuro... così quando si troverà nella merda fino al collo non saprà reagire.”

Merda fino al collo?

Sigur non merita di tornare umano e morire. Deve soffrire e pagarla cara per tutte le corna che mi ha messo!”

Solo il dhampir che ha creato può ucciderlo, l'hai dimenticato nella tua foga di donna oltraggiata?”

Devo ucciderlo? È questo il modo per aggirare la maledizione?! “Se muore...”

La maledizione si dissolverà e Konsta tornerà umano” borbotta Eva in fretta. Ho l'impressione che mi nasconda qualcosa. “Che altro?”

Riprenderà ad invecchiare e morirà quando giungerà la sua ora.”

Cerco lo sguardo di Kley ed ignoro la risposta di Eva. “Che altro?”

Quando un dhampir uccide il genitore vampiro, possono accadere due fatti. Può morire la sua parte sovrannaturale...”

... ed è esattamente quello che succederà!” lo interrompe Eva, trafelata. “Tris, ti prometto...”

Sta zitta, mamma!” urlo all'improvviso, fissando gli occhi di Kley. “Continua.”

Potresti perdere la vita.”

Non capita mai!”

Perché nessun vampiro si avvicina al dhampir che ha creato!” esclama, guardando subito me. “Sigur potrebbe togliersi la vita in mille altri modi, ma vuole rompere la maledizione solo per fare un dispetto alla vecchia Triska. Deve dimostrare di averlo più grosso, se mi passi il termine.”

E' un giochetto fra adulti... e chi se ne frega se qualcuno ci rimette. Ho un attacco di nausea e mi gira la testa. Mi siedo sulla panchina prendendo la testa fra le mani. Eva si getta ai miei piedi, farfugliando scuse e promesse varie ma io non la ascolto. Mi tappo le orecchie con le mani e canto ad alta voce una canzoncina scema stonando tutta la melodia. Ora penso che la cosa peggiore non l'ho fatta drogandomi o finendo in un istituto di correzione.

La cosa peggiore l'ho fatta crescendo.

***

Mi sono rifugiata da Finnicella per non stare sola. E' tutto il pomeriggio che cerca informazioni sulle streghe Wicca su Internet mentre io sfoglio riviste di nails art che la madre ha portato a casa. Vuole aprire un nuovo negozio dedicato alla moda del momento e ha qui la sua prima cliente. Con la coda dell'occhio vedo Iggy, l'iguana di Fin, muoversi strisciando lungo il muro. Mi ricorda la scalata di Konstantin fino alla mia stanza. Per la cronaca, l'iguana non è un animale socievole. Non pensate di prenderne uno, non vi farà le feste, rientrando a casa.

Ora me lo dici che hai?”

Vorrei rispondere niente ma non mi sembra giusto escluderla. E' la mia migliore amica. “Ho conosciuto la mia madre biologica... e – come cazzo faccio a raccontarle quella parte?! - e mi sono illusa su un ragazzo che mi piaceva... come al solito.”

Com'è, tua madre?”

Carina. Non ci somigliamo molto. Devo aver ripreso dall'inseminatore.” Ho deciso di chiamarlo così perché ho un padre vero che mi vuole bene e non si comporterebbe mai in modo malato.

A-ah...”

Forse conoscerò anche lui” borbotto tormentando le pellicine delle labbra. “Non ne ho voglia.”

Non sei costretta, no?”

Giro una pagina della rivista. Non voglio toccare l'argomento. “Secondo te, perché non piaccio ai ragazzi?”

Non credi in te stessa.”

Alzo lo sguardo da un disegno di notevole bellezza. “Tu credi in te stessa?”

Me ne andrei in giro conciata così?”

Fin ha parecchi spasimanti al seguito. Anche se hai i capelli viola e il cranio rasato per metà.

Chi ha scelto i vestiti che indossi? Tua madre?”

Praticamente.

Ti trovi a tuo agio?”

Insomma. A volte sì, a volte no. Quando un ragazzo mi guarda mi fa piacere, se lo fa un adulto vorrei rifugiarmi sotto un sasso.

Gli uomini sono fondamentalmente stupidi ma se dimostri sicurezza in te stessa, li metti a loro agio e riescono addirittura a chiederti un appuntamento. Devi mantenere il controllo e portarli a fare quel che vuoi tu.”

Non sono capace.”

Ci hai mai provato?”

***

D'accordo il discorso sulla sicurezza... ma non sarà che ho troppi capelli? Mi piazzo di fronte allo specchio e li arrotolo in una mano, lasciando qualche ciocca dondolare di fronte al viso. La mamma bussa ed entra senza attendere risposta. Ha una montagna di vestiti stirati in mano. Li abbandona sul mio letto e mi guarda di sfuggita, vede le forbici pronte sulla scrivania e si ferma. “Non vorrai tagliarli!”

Beh, pensavo... ho troppi capelli...”

Chi ti ha messo in testa questa sciocchezza?”

Lei ride della mia nuova stranezza ed io lascio cadere le braccia. “Non capisci il mio dramma...”

Spiega il dramma.”

Il solito. Non piaccio ai ragazzi.”

Troverai qualcuno che impazzirà per te, ma nel frattempo non infierire su quei poveri capelli. Sono così belli e folti...” mormora facendomi una carezza che mi rimette al mondo. “Non troppo presto, eh? Tuo padre ed io non siamo pronti.”

Ho diciotto anni...”

E allora? Sei una bambina!”

Sì, bambina! Dillo al porco incestuoso che mi ha generato! “Se un giorno si presentasse un uomo che mi somiglia dichiarando di essere mio padre, non farlo entrare. Per nessuna ragione al mondo.”

Vedo la mamma mutare espressione in un istante. Gela completamente e smette di accarezzarmi i capelli.

Non voglio conoscerlo. Mi hanno dato via, non hanno alcun diritto su di me.”

Va bene, tesoro...”

Loro non c'erano quando stavo male o imparavo ad andare in bicicletta. Non possono piombare nella mia vita e sconvolgerla” rantolo sentendo il pianto pressarmi la gola. “Non possono farlo...”

La mamma mi abbraccia ma la pesantezza dentro non passa neppure dopo un pianto a dirotto come quello che si abbatte sul suo golfino. Per cena è tutto finito, ma alle undici sono di nuovo di fronte allo specchio con le forbici in mano. Mi arriva un messaggio sul cellulare. Il pop up si apre su una sola parola.

Apri la finestra.

Sollevo il saliscendi e guardo di sotto. Nessuno. Giro la testa verso destra ed inghiotto la sorpresa. Kley se ne sta seduto nel bilico del nulla. Non voglio sapere come fa e neppure perché è qui. “Ciao.”

Mi fai entrare?”

Non voglio vampiri dentro casa.”

Ehi, io sono amico tuo!”

Batto le palpebre, alzo lo sguardo verso la luna quasi piena e solo allora si accorge che ho pianto.

Che c'è, piccola?”

Non sono la tua piccola. Sono la piccola di Konsta, ok?! “Che vuoi?”

Invitarti ad uscire.”

Eh? Lo guardo, stupefatta. “Perché?”

Così ti svaghi un po'.”

Ed uscire con te dovrebbe svagarmi?”

Male non fa.”

Non fa un grinza. Lo studio, assottigliando lo sguardo. Sembra sincero ma non mi fido lo stesso. “Ho bisogno di tempo per prepararmi. Un mucchio di tempo.”

Kley alza il pollice e si da una piccola spinta in avanti, atterrando come un gatto, senza fare rumore. Preparo il letto al solito modo, con i cuscini, in modo che nessuno si accorga che sono sgattaiolata via, apro l'armadio e tiro fuori le cose che mi piacciono di più. Jeans aderenti con un taglio a metà coscia, stivaletti neri e giubbettino di ecopelle. Borsetta a tracolla e maglietta piena di luccichini. Abbandono l'idea di sfoltire la chioma a forbiciate, mi trucco un po' e passo il gloss sulle labbra. Non mi sta male, ma sembra sia appena stata baciata. Lo tolgo con un fazzolettino e senza pensarci lo infilo nella tasca del giubbotto. Ora sorge un problema. Mi affaccio alla finestra e attiro l'attenzione di Kley. “Ehi! Non posso uscire finché i miei non sono andati a letto.”

Salta.”

Salto? Se salto mi rompo un osso.

Ti prendo io.”

Speriamo che lo faccia davvero.

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Capitolo 7
*** ... e la domanda peggiore! ***


Cos'è, questa roba?!”

Ti sei persa un decennio fichissimo, Tris!”

Ha un ritmo completamente diverso da quello a cui sono abituata. La musica metal non è così... wow! Con questa puoi ballare davvero! Muovo la testa prima impercettibilmente, poi Kley mi trascina in mezzo alla pista – ma sei matto?! Io sto sempre ai bordi! - faccio per allontanarmi e lui mi prende per il polso. “Sei troppo timida, amica mia.”

Non mi piace essere al centro dell'attenzione!” urlo per sovrastare la musica. Ma che urlo a fare? Ci sente meglio di me, è un vampiro.

Non raccontarmi stronzate, ho avuto diciotto anni anche io.”

Mille anni fa.”

Kley mi allunga una pacca sul sedere ed io salto con un urletto. Ora gli rientro la faccia con un pugno! Preparo un insulto e lui mi sorride con tutta la faccia. “Non sono stato io!”

E' troppo scemo per arrabbiarmi. Strofino il collo con una mano e accenno un passo. Vediamo di fare quello che fanno gli altri e speriamo che nessuno mi rida dietro.

***

Sarà la stanchezza, l'isteria accumulata o gli stupidi balletti fatti in quella specie di discoteca balzata fuori dalle nebbie del tempo, ma non riesco a smettere di ridere! Mentre cerco un fazzolettino in tasca, impugno le chiavi di casa, il cellulare e il gloss, scarico tutto sul tettino della macchina e finalmente posso rimediare al disastro provocato dalle lacrime.

Cos'è?”

Il microvasetto che racchiude il gloss. Me lo sono portata appresso senza motivo. Kley lo apre e lo annusa, alzandolo verso la luce dei lampioni per capire di che colore è. “Si mangia?”

Si spalma. E' una specie di rossetto.”

Mettilo.”

Sollevo le sopracciglia perplessa, ne prendo un po' con l'anulare destro e lo spalmo alla cieca.

Mmmmh, sexy!”

E' solo un balsamo costosissimo che pretende di fare miracoli!” esclamo con un risolino nervoso, strofinando il dito sul fazzolettino di carta.

Ti fa passare tutti gli esami, ti trova un lavoro e pure il fidanzato?”

Se è così, ho letto male le istruzioni” rido, infilandolo in tasca. “Sexy...”

Molto. Mi piace come si modellano le tue labbra sotto la pressione del dito, mi chiedo come sarebbe baciarti e se sono così morbide come penso...”

Batto le palpebre una volta sola, annichilita. Ma dice a me?

... e il modo in cui l'hai fatto... dolcemente, usando il dito più debole della mano...”

L'anulare è... oh, non lo sapevo.

Kley intreccia le dita alle mie e la porta vicino al collo, scivolando lungo il polso. Poi mi accarezza una guancia, fermandosi sul mento. “Hai allestito una trappola invitante, amica mia... ora capisco perché la tua bocca è sempre nuda...”

Nuda? Esalo un gemito e mi allontano, tenendolo a distanza col braccio teso. “Senti... capisco che tu stia facendo il tuo lavoro di vampiro...”

Kley inarca un sopracciglio, interrogativo.

... ma non provarci con me, tanto il mio sangue non lo puoi bere... ok?”

Sono stata chiara e coincisa, eppure lui si mette a ridere sommessamente. “Hai la sindrome di Groucho, amica mia. Hai preso talmente tante porte in faccia che non riconosci l'interesse vero quando te lo trovi di fronte?”

Sindrome di chi? Non parlare delle mie porte, testa di cazzo! “Perché mi hai chiesto di uscire?”

Per conoscerti meglio. Mi piacerebbe passare del tempo insieme. Normalmente. Senza azzannarci a vicenda” mormora, sorridente.

Definisci normale” insisto sempre più confusa. “Cosa è normale per te?”

Una passeggiata, un cinema, una cena a due...”

Non esco con la copia di Konstantin. Cioè... che abbiamo da dirci noi due? Cavolo, mi fa male lo stomaco... “N-no, non esco con te” sussurro facendo un passo indietro. Ho la gola contratta e i nervi a fior di pelle. Cammino in direzione della strada aperta. Sono appiedata visto che non potevo allontanare il bolide senza destare sospetti. Kley lo sapeva e si è presentato munito di automobile. Mi chiedo come abbia ottenuto la patente.

Che cosa ho detto per disturbarti così?”

Sussulto quando me lo ritrovo di fronte. Non ho ben capito se hanno il dono del teletrasporto o si muovono molto velocemente, lui e Konsta. Sarebbe una figata in entrambi i casi. Prendo tempo, mi sento davvero in imbarazzo in questo momento. “Come faccio a sapere che non sei Sigur che cerca di fottermi?”

Sigur ti avrebbe già fottuto.”

Allora dimmi qualcosa che potrebbe sapere solo il vero Kley.”

A quindici anni hai rubato un cd in un negozio di musica.”

Titolo.”

Violator, dei Depeche Mode...”

Mai rubato...”

... ma ci hai ripensato e hai preferito portarti via 69 Love Songs, dei The Magnetic Fields.”

Stringo le labbra. Neanche lo ricordavo.

Ti eri fissata con The Book of Love, l'hai ascoltata per circa un mese, poi sei passata a 'Chicken with its head cut off'. Altri due mesi.”

L'ultima canzone inserita nell'Ipod?”

E' una domanda stupida. Chiunque può frugare nel tuo Ipod e scoprirlo.”

Giusto. Inghiotto ma continuo sulla linea dura. “Ce l'hai una casa o vivi davvero in una bara piena di terra?”

L'una e l'altra” mormora, continuando il testa a testa. “Vuoi vederle?”

***

Accetto, ma sono costretta a tenermi la curiosità per tutto il giorno. Con la scusa dell'allenamento extra scolastico in previsione delle gare di atletica, mi dirigo verso l'indirizzo incriminato. Non noto nulla di inquietante. Una via di negozi alla moda, un panettiere, il giornalaio. Suono il citofono e la porta esterna scatta da sola. Quando Kley apre la porta, noto che è a piedi nudi e ha i capelli bagnati. Non è uguale a Konsta, è più... sexy. E' uno schianto.

Vediamo questa bara.”

Buongiorno anche a te” mormora lasciandomi passare. “Ci dai dentro con lo sport per scaricare lo stress?”

No, per dimagrire” mormoro lasciando la sacca con il cambio all'entrata. “Mi sono iscritta alle gare scolastiche per dimostrare qualcosa a qualcuno.”

Kley mi guarda da capo a piedi. Sorride. “Vuoi un integratore?”

No, voglio solo vedere la bara.”

Non ci credi finché non vedi, eh?”

Esatto. Ho ancora i dubbi che Konsta sia un vampiro, figuriamoci se...” mi blocco all'entrata di una stanza e guardo in basso. Cazzo, ma allora è vera! Sembra più una cassa, che una bara da funerale. Che odore di terra... “E tu dormi qua dentro?”

A volte.”

Perché?”

Una necessità.”

Nudo o vestito?”

Nudo.”

Dev'essere un casino con lo scarico della doccia...” mormoro continuando a guardarla. Ma tu guarda che roba... ma come ha fatto a trascinarla dentro senza destare sospetti?

Soddisfatta, la curiosità?”

Ho un mucchio di domande, ma non so da dove cominciare. Esco dalla stanza, getto un'occhiata all'appartamento – arioso, pieno di luce, ordinato – individuo una libreria piena di cd e vinili e mi fermo. I vinili mi piacciono perché sono grandi, pesanti e mi intriga l'idea che un solco quasi invisibile sprigioni tanta bellezza grazie ad una puntina di diamante. Titoli che conosco, album solo sentiti nominare, cd appena usciti. Mi inginocchio per raggiungere quelli più bassi e gli occhi mi brillano quando trovo l'intera discografia di Madonna e... oh mio dio! La prima versione di A kind of magic dei Queen! “Wow!”

Me l'ha regalato Konsta. Era la colonna sonora di un film.” Kley sorride, mostrando la cassetta con un titolo scritto a mano, in stile gotico. “Ironico, ora come ora.”

Highlander, l'ultimo immortale. Non l'ho mai... ma dove è saltata fuori? Da una capsula del tempo? “Hai un mucchio di VHS!”

Un'altra cosa che dovresti sapere. Noi vampiri siamo collezionisti” mormora rimettendo a posto il film. “Non dovrei parlare con te di questo.”

Giusto. Non si rivelano i segreti ai nemici.”

Kley sorride. “Noi non siamo nemici.”

Sorrido anche io. “Mi è stato pronosticato un futuro prossimo piuttosto interessante.” Il sole ha raggiunto uno strano punto e si riflette sui vetri delle finestre del salotto, illuminando l'appartamento e colpendo lo specchio posto all'entrata. Gli lancio un'occhiata distratta, fisso il vampiro di fronte a me e poi guardo di nuovo lo specchio. Ma dove...?

I vampiri non si riflettono negli specchi” mormora prima che apra bocca. “Somara.”

L'avevo letto su Internet ma non pensavo fosse vero. “Non insultarmi, non ho un libro dove studiare queste cose.”

Kley mi mostra una videocamera montata su un treppiede e collegata alla tv e nel frattempo spiega che non sarebbe compito suo istruirmi. A sentire Eva, toccava a Jon, ma Jon è stato trattenuto altrove per una faccenda seria, così ha passato la patata bollente alla donna che l'ha subito ribaltata ai due fratelli. Non so se sentirmi più ferita dal comportamento della pseudo madre o ringraziarla per avermi dato in adozione.

Questo l'ho scoperto in un negozio di elettronica. Al contrario degli specchi, sembra che le apparecchiature digitali siano molto più indulgenti con noi creature senz'anima.”

Kley pigia un pulsantino e quando la videocamera si accende, non sta riprendendo solo me, ma anche il vampiro al mio fianco. “Fico.”

Utile per radersi... e quando non ne ho voglia, c'è un simpatico barbiere all'angolo che fa il suo lavoro da trenta anni e ha il tocco magico” conclude avvicinando la testa alla mia. Lo sbircio gettando allo stesso tempo un'occhiata alla tv. Kley mi guarda in un modo che... “E' una battuta?” sussurro uscendo dall'inquadratura ma continuando a fissare lo schermo. “Tu non possiedi l'anima?”

E tu ci credi nell'anima?”

Io sono atea.”

Allora di cosa ti impicci?”

Quanto mi irrita quando sorride in quel modo! “Spegni la telecamera.”

Non sta registrando.”

Tu spegnila lo stesso.”

Kley mi guarda dall'alto in basso e si sbarazza di tutta l'attrezzatura. “E' un oggetto inanimato, Tris. Non può nuocerti.”

Non mi piacciono le videocamere, non mi piace essere ripresa. Non sono fotogenica e la telecamera ingrassa, lo sanno tutti.”

Mh. Il motivo vero?”

E' come spiare dal buco della serratura...” farfuglio tentando di farmi capire. “Ti chiedi 'sono io, quella?” sussurro immersa nei pensieri. “Ho detto io quelle cose...”

... è stata colpa mia'?” mormora concludendo il mio pensiero. “E' la domanda peggiore quando la qualità è in HD.”

Non fa dell'ironia, ha centrato perfettamente il problema. Annuisco, pigiando le dita contro le palpebre. “Lo sapevi che... che se la prima lacrima scende dall'occhio sinistro... stai provando dolore?”

Kley scuote la testa e mi avvicina, le mani infilate nelle tasche posteriori. Non è una posa casuale, sta mostrando apertura, così che possa fidarmi e raccontargli tutti i miei segreti. Mi mordo le labbra ma sento lo stesso il mento tremare.

Konsta ed io ci siamo divisi i compiti, è vero, ma questo non ti autorizza a frignare nel mio appartamento senza motivo. Ti è toccata la paglia corta, oggi. Prendi la tua roba ed usciamo.”

Usciamo? E dove andiamo? “Guarda che io devo allenarmi davvero...”

***

Sei troppo lenta, amica mia!”

Oddio... non ce la faccio più! Mi fermo in mezzo alla pista, ansimando come un rottweiler sotto il sole. Kley mi lancia una bottiglietta d'acqua che finisce ai miei piedi. Ora svengo... o vomito... finisco ginocchioni a terra, mi strozzo con l'acqua e tossisco tanto da lacerarmi i polmoni. “Basta... non ce la faccio più...” ansimo stramazzando del tutto.

Sei morta?”

Sì... posa i fiori e vattene...” rantolo prendendo aria a boccate.

Ti sei accorta di correre in apnea?”

No...”

Una buona respirazione è fondamentale, negli allenamenti.”

Per cosa...”

Per non ridurti in questo stato.”

Apro gli occhi, schermando la luce calante con una mano. Cristo, non è nemmeno sudato! “Ma ce li hai i pori, tu?!”

Kley sogghigna e mi porge la mano. Lo scaccio con un gestaccio. “Voglio morire qui!”

Proprio adesso che la vita comincia a movimentarsi?”

Avevo già una vita movimentata!”

Stronzate. Ti sballavi per sentire e finivi col non sentire niente, neppure te stessa. In piedi.”

Ma che vuole, perché mi tartassa l'esistenza?! Faccio uno sforzo sovrumano, cerco di convincere le ginocchia a collaborare, ma sono piena di acido lattico e il crampo mi coglie alla sprovvista, facendomi gridare. Il polpaccio, porc... “Argh!” Mi raggomitolo in preda a dolori lancinanti, come se una pressa enorme mi stesse schiacciando. Sento la voce di Kley provenire da un altro mondo, sento dolore alle orecchie, alla testa, agli occhi, sento il corpo farsi di gelatina come se... come se...

Potevi perdere la consistenza ossea.

NO!NO!NO!NO!NO!

***

Mi sveglio dall'incubo il momento in cui cado dal letto e i macchinari lanciano un urlo di avvertimento all'infermiera del turno di notte. Mi fanno male le braccia, ci vedo in modo strano e sento un odore nauseabondo. Medicinali, alcool...

Seguo con la vista appannata il filo trasparente che parte dal mio braccio e sparisce nella flebo. Strappo l'ago e una goccia di sangue spilla dalla ferita. Si chiude quasi subito. Lecco il gocciolina per sentire se il sapore è cambiato. Sa di ferro e desolazione. L'infermiera arriva mentre sto cercando di togliermi i capelli dalla faccia. Dice qualcosa che non capisco, sembra un'altra lingua. Fisso il naso grande, la fronte scoperta e gli occhi incavati della donna e le dico di piantarla. Lei si immobilizza e lascia ricadere le braccia. “I miei vestiti” dico. Lei si avvicina all'armadio chiuso e li posa sul letto. “Ora vattene. Tu non mi hai visto.”

Non ti ho visto” sussurra come un'automa.

Mi vesto il più velocemente possibile, cammino lungo il corridoio deserto, passo di fronte al guardiano notturno e lui non dice niente. Continua a leggere la rivista e ad addentare il suo spuntino. Durerà molto, se mangia così piano.

Barcollo lungo la strada, tenendomi il più vicino possibile alle macchine parcheggiate. Poi è come se una voce mi guidasse verso il parco. Il cancello è chiuso, lo scavalco senza neanche alzare una gamba. Mi dirigo verso la fontana e infilo le mani nell'acqua gelida, bagnandomi il viso e i capelli. Quanto rumore... non ho mai fatto caso a tutti gli animali che dominano la notte. Mi appoggio ad un albero e scivolo fino a terra. Infilo le mani fra l'erba un po' secca. Viene via facilmente. Scavo una buca e quando decido che è abbastanza grande per me, mi ci corico dentro, il braccio piegato come cuscino. Chiudo gli occhi, i rumori si attenuano fino a sparire. E' un brutto sogno e domani mi sveglierò. E un brutto sogno. Non sono morta. Non ancora.

***

Chi sei?”

Apro gli occhi su un visetto infantile. La bambina tiene un dito in bocca, indossa un vestitino estivo – ma non siamo in inverno? Non sta cadendo la neve? Ho così freddo – mi guarda ancora e scappa via, urlando 'mamma'. Frastornata, mi metto a sedere e mi accorgo di essere sporca di terra e scarmigliata. Le mie povere unghie, tutte rotte e... come sono lunghe...

Signorina, sta bene?”

Alzo la testa, guardo il poliziotto apparso dal nulla. Annuisco.

A me non sembra. Ora la portiamo in ospedale, ma prima ci fermiamo al commissariato per degli accertamenti.”

Mi aiutano ad alzarmi, non faccio resistenza e non dico nulla. Mi trascino inciampando nei miei piedi. Le scarpe fanno male, sembrano di una misura più piccola della mia. Siedo sul sedile posteriore – non è la prima volta – e spio la nuca del poliziotto.

Non ha documenti con se?”

No, ma hanno denunciato una fuga dall'ospedale, stanotte. Una ragazzina di diciotto anni.”

Ragazzina a chi?

Non le somiglia molto.”

Oh, bene. Non somiglio più a me stessa. “Agente...”

I due uomini si voltano all'unisono. Mi arrampico sulla grata divisoria. “Mi ha già arrestato una volta... però avevo i capelli rosa...”

***

Non è mia figlia, vi dico!”

Le impronte digitali confermano la sua identità. Triska Shady, di anni diciotto. Vive al numero 65 di *** Lane. Genitori adottivi, Dorotea Park e William Shady. Genitori naturali, Eva Nilsson e Sigur... mh, mi scusi ma non riesco a pronunciarlo.”

Posso sentire lo sbigottimento della mamma da qui. Guardo la porta che ci divide e tiro indietro i capelli che ricadono sulla faccia. Sono stati gentili a fornirmi di vestiti puliti, ma vorrei fare una doccia per togliermi l'odore di terra di dosso. Mi annuso il braccio, poi lo lascio ricadere. Fisso la parete bianca della stanza d'ospedale. L'agente mi ha creduto, quando gli ho parlato dei capelli rosa. Si è ricordato della malattia del sangue. Anche il medico ha confermato la patologia della Tris che nessuno sembra riconoscere. Mi fa male la bocca. E' come se le labbra fossero aumentate di volume. Scendo dal letto e mi avvicino alla porta, in tempo per udire la mamma gridare contro il poliziotto. La spalanco, lei mi guarda allibita. Non mi ero mai accorta che fosse così bassa.

Davvero, ho troppi capelli” sussurro e lei impallidisce. “Pensi che Sabine riesca ad infilarmi fra una cliente e l'altra?”

Annuisce ma non mi tocca. Mia madre ha paura di me.

***

Quando sono di nuovo a casa, resto mezz'ora sotto la doccia. Poi prendo coraggio e mi guardo allo specchio. Quella non sono io. Non sono così alta, non ho quella bocca, non ho mai pompato gli zigomi. Per fortuna le tette sono rimaste. Il resto è diminuito in modo impressionante. Posso vedere i muscoli delle cosce quando muovo le gambe. Il ventre è una tavola piatta. I capelli sono davvero troppo lunghi. Infilo i soliti vestiti che risultano corti ora. Mi sento un gigante vestito da nano. Ma questa stanza è sempre stata così incasinata? Comincio a riordinare, per tenere occupate le mani e quando un sassolino urta il vetro della finestra, guardo in basso. Poi guardo a destra. Kley, come al solito seduto nel nulla.

Posso entrare?”

Annuisco, lasciandogli spazio. Lui si infila dentro e mi guarda a lungo. Solleva le sopracciglia. Non sa cosa dire.

Che cosa è successo?” domando, ma ho paura e mi stringo nelle braccia.

Sei svenuta, ti ho portato in ospedale. Sono tornato la mattina all'alba ma tu non c'eri più.”

Sono andata al parco... faceva freddo... troppi rumori...” sussurro strofinando il collo. “Ho dormito in una buca...”

Gli mostro le mani, le unghie rotte. Kley le prende e le volta osservando i palmi. “L'hai scavata tu.”

Non è una domanda. Annuisco. “Che cosa mi è successo?”

Crediamo che l'insorgere della luna piena abbia liberato qualcosa in te. Tris, non ti offendere ma fino a ieri non dimostravi la tua età anagrafica, sembravi molto più piccola, come se la tua crescita fosse bloccata per impedire alla natura dhampir di prendere il sopravvento.”

Ho fatto qualcosa all'infermiera...” bisbiglio, avvicinandomi per ricevere altro calore. “Le ho ordinato delle cose e lei le ha fatte... senza fiatare.”

Se tu fossi stato un vampiro, sarebbe stata la normalità.”

E se vi foste sbagliati... se... se fossi anche io, un vampiro...”

Devi morire e risorgere e non mi risulta che...” Kley si interrompe e mi guarda, bianco come un cencio. “Quando ti ho dato il mio sangue, eri viva.”

La mamma ha detto che...” mi umetto le labbra, fissando il vuoto con gli occhi pieni di lacrime “... quando ho avuto l'incidente... per tre minuti...”

Kley sgrana gli occhi e mi scuote. “Per tre minuti... COSA?!”


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Capitolo 8
*** ... e il mostro che vive sotto il letto! ***



Caterina Noxon, Mr Darcy: i colpi di scena sono diluiti, presto ce ne saranno altri. Che dite, ce la farà la povera Tris a sopravvivere anche a questo? Sembra che la ragazza sia dotata di un senso dell'umorismo straordinario, quando non si piange addosso. La canzone di Elisa che ho inserito è un tributo ad una parte della mia vita che se n'è andata, portando con se una consapevolezza nuova. Un po' come sta succedendo alla nostra protagonista. Sarà maggiormente chiaro a fine capitolo. Buona lettura e grazie per aver recensito.


Un periodo difficile stava scorrendo
I miei occhi non riuscivano a vedere le stelle brillare
Il mio cuore non riusciva a sentire la bellezza del sole che sorge(va)
E sono persa come una bottiglia che galleggia nel mare... per sempre
Qualcuno raccoglierà la mia speranza?
Qualcuno ci proverà?*


Oggi gran riunione al completo. Ho saltato la scuola per alcuni esami ospedalieri. Sono andata sola perché la mamma non poteva prendere il permesso a lavoro e papà è dovuto andare fuori per un convegno. Solita routine. Analisi delle urine, analisi del sangue, TAC, etc.

Siamo nell'appartamento di Kley, Jon è tornato dal suo misterioso viaggio, Eva sembra aver dormito sui carboni ardenti tanto è isterica, Kley si batte il petto per qualcosa che potrebbe aver fatto e Konsta... beh, lui continua a guardarmi come se fossi una completa estranea. Io continuo a frugare fra i vinili di K, passo al piano inferiore e tiro fuori cd di gruppi mai uditi primi. “Quindi cosa sono? Un dhampir o un vampiro?”

Non lo sappiamo.”

Negli specchi mi rifletto.”

Ti sei mossa alla velocità della luce. Questo un dhampir non può farlo.”

Sbircio Jon con la coda dell'occhio, prendo un cd e lo infilo nel lettore. Non riesco a staccarmi da questa parete e ogni tanto cado in contemplazione.

Ha dormito nella terra.”

Metto le cuffie e spingo play. Leggo di labbra di Kley mentre lo dice. Lui mi guarda, ansioso. “Tris, potresti posare quella roba e dedicarci la tua attenzione per cinque minuti?”

Vorrei farlo ma non ci riesco” ammetto. “Ehi, Schianto. Questo si trova in commercio?”

Gli mostro la facciata della custodia del cd, lui mi guarda in maniera strana. Sembra sorpreso. E va bene, lo comprerò quando avrò i soldi.

Eva tamburella i polpastrelli fra loro, non mostra la stessa pazienza di K. “Tesoro, stiamo cercando di risolvere un tuo problema...”

Hai rimbalzato la patata bollente a due vampiri che, in teoria, dovrebbero essere gli ultime creature di queste mondo interessate a prendersi cura di me.”

Eva si fa quasi cinerea e non apre più bocca. Tolgo il cd e ne inserisco un altro. Konsta spinge la lingua nella guancia e fa per dire qualcosa ma ci ripensa. Kley non mi stacca mai gli occhi di dosso. “Possiamo fare una prova.”

Eva gli getta un'occhiata preoccupata. “Non mi sembra il caso di fare esperimenti con le vostre vite.”

Che esperimento?” domando passando all'ennesimo cd. Devo ascoltarli tutti, non posso smettere prima di aver dato fondo alla sua collezione.

Kley sorride e si alza dalla poltrona con un saltello. “Ti mordiamo e vediamo cosa succede.”

Ma sono matti? Guardo i due fratelli, spingo play e poi stop. Un altro cd. Ne ho ancora tanti da ascoltare.

Konsta si stacca dal muro e si avvicina a me. “E' ossessionata.”

Lo guardo di sfuggita e passo ad una nuova traccia. “Non è vero.”

Fuori voi. Vi chiamiamo se troviamo qualcosa di interessante.”

Vedo Eva schizzare via dalla stanza, forse i filtri hanno cessato l'effetto. Jon esita a lungo, prima di obbedire. Konsta mi sfila le cuffie dalla testa e le appoggia sul lettore cd. Batto le palpebre e mi allungo per riprenderle, ma lui mi blocca le braccia dietro la schiena. Mugolo e continuo a fissare il tastino illuminato della pausa.

Scusa, Tris.”

Scusa che?

Konsta sposta i capelli dal collo e mi bacia dolcemente. Esco dalla catalessi musicale con un sussulto e mi divincolo, spingendolo via. “Ma che fai?!”

Ti distrae.”

Mi volto di scatto, ritrovandomi Kley a due centimetri dalla faccia.

La paglia più corta è toccata a me.”

Anche la voce è diversa. Quella di Kley è più bassa e mi fa... cazzo... faccio un passo indietro e mi ritrovo bloccata da Konsta. Mi sento in trappola. “Volete proprio le botte, voi due?!”

L'aggressività è tipicamente maschile...” conferma il vampiro dietro di me. “Dhampir.”

... ma si bagna come una donna.”

Che... che ha detto? Sento i miei lineamenti deformarsi per lo stupore, l'imbarazzo e... uh, mi fa male la bocca. Il peggior mal di denti istantaneo della mia vita.

Oh!” Kley fa un salto indietro e sgrana gli occhi. “Porca vacca! Togliti di lì!”

Mi sta scoppiando la testa per il dolore. Stringo le tempie fra le mani e il battito assordante del cuore si affievolisce fino a svanire. Ora respiro regolarmente e l'adrenalina che mi ha incendiato le vene sembra sia stata drenata via dal mio corpo. Resto ginocchioni a terra, tirando indietro i capelli che sono caduti sulla faccia. Konsta è il primo ad avvicinarsi.

Come ti senti?”

Mh... non so. Stanca. Un po' triste. La sensazione di pericolo è passata, però. “Scusa se sono stata stronza con te... anche io ti voglio bene.”

Eh... meno male...”

Non avete bisogno di mordermi per avere il mio sangue... mi basta un serramanico sterilizzato e un'anestesia totale.”

***

Basta una goccia per provocare una piaga dolorosa nel dito di Kley. Lui soffia di dolore, stringe il polso con la mano e apre e chiude le dita, cercando di far passare il dolore. “Cazzo...”

Pensare che volevi mordermi. Sei proprio un genio del male” borbotto posando la guancia contro il pugno chiuso. Una gocciolina fa tutto quel danno? Forte. “Allora cosa sono? Un dhampir o un vampiro?”

Qualcosa di mai visto prima” rantola il moribondo continuando a scuotere la mano.

Facciamo un'ultima prova prima di affibbiarle l'etichetta di mostro.”

Konsta mi piazza davanti una sacca di sangue e mi invita a servirmi. Ma sta scherzando? E dove l'ha presa, quella roba? “No, non lo faccio... e non chiamarmi mostro.”

Io ho quasi perso un dito per te, vedi di ricambiare il favore.”

Tu sembravi aver visto il diavolo in persona” sibilo a Kley aprendo la sacchetta. Ci infilo il dito dentro, esitando per paura che faccia lo stesso effetto corrosivo. Niente. Guardo il polpastrello rosso e lo mostro ai due fratelli.

Non devi giocare con la mia scorta, devi berlo.”

Che schifo... lo lecco con la punta della lingua. Mh... strano. Non sa di sangue. Sa di gelato alla vaniglia. Schiocco la lingua sorridendo. “L'hai aromatizzato o cosa?”

Kley esala un gemito, Konsta tira indietro la testa e in quel momento, sembrano uno la fotocopia dell'altro.

Questo è un cazzo di casino, fratello...”

Perché? Infilo un'alta volta il dito nella sacca e lo lecco per tutta la lunghezza. “Hai una cannuccia? No lascia, la trovo da me.”

Quell'affare mi ha aperto una voragine nello stomaco. Trovo le cannucce, apro il frigo e tiro fuori tre birre, dell'affettato e infine i panini che usano da Mac Donalds. “Perché un vampiro ha tutta questa roba?”

Perché ha un sacco di amici scrocconi che piombano qui a tutte le ore” sospira il padrone di casa allungando le gambe. “Il cibo è la prova del nove.”

La seconda prova del nove?” ribatte Konsta quando scarico tutto sul tavolo.

***

Divoro i panini, la birra e quantità smodata di sangue. E ho ancora fame. “Ho voglia di pizza. Posso ordinare una pizza?”

Kley è annichilito e Konsta commenta a bassa voce di non aver mai visto nessuno ingurgitare tanto cibo tutto insieme.

Sto crescendo...” mi difendo piluccando le briciole del panino. Sposto la sedia vicino a Kley e mi interesso di cosa sta scrivendo. “Che fai?”

La lista della spesa. Studia e trai le tue conclusioni.”

Mi passa un foglio dove ha elencato le mie caratteristiche. Da una parte c'è scritto 'vampiro' dall'altra 'dhampir'. “Che vuol dire questo simbolo?”

E' la formula della velocità della luce. Somara.”

Non è colpa mia se ho lacune nell'istruzione. Sto sempre in ospedale...” borbotto leggendole una ad una con il dito mignolo ficcato in bocca. “Ho i denti?”

E belli grossi... come quelli di un animale.”

Perché l'hai messo in mezzo alle due colonne?”

I dhampir posso assumere forma animale ma non hanno i canini come i vampiri” interviene Konsta leggendo sopra la mia spalla. Gli tiro una schicchera sul naso. “Ossessionata dalla musica... non sono ossessionata!” esclamo. “Sono appassionata.”

Sei ossessionata” insiste Kley mettendo da parte il blocchetto. “Bevi sangue come un vampiro e ti nutri di cibo come un qualsiasi dhampir. Sei forte come un mezzosangue e veloce come un succhiasangue. Trai da te le conclusioni.”

Struscio le mani sulle cosce e li guardo, intimidita. “Sono un mostro?”

Però carino.”

Sorrido a Konsta con un angolo della bocca, poi guardo Kley e sento l'impellente bisogno di restare sola con lui. Schianto si fa evasivo e tira indietro la sedia. “Non ho tempo. Devo andare a lavoro.”

Ma io non ho detto niente!

Kley si immobilizza e mi guarda. Poi osserva il fratello, stupito come lui. “Non l'ha detto...?”

Non ha aperto bocca.”

Il vampiro sospira, esausto. “Aggiungi telepatia. In una colonna qualsiasi... tanto...”

***

Che lavoro fai?”

Se te lo dico non ci credi.”

Allaccio la cintura di sicurezza e guardo il tetro conducente. “Prova.”

Sono un medico, lavoro in un'ospedale.”

Scoppio a ridere. “Tu salvi la vita della gente?!”

Kley fa una smorfia che sembra voler dire 'lo sapevo'. “Pronto soccorso, così ho accesso alla banca del sangue e rifornisco Konsta di nutrimento. Come credi riesca a sopravvivere, un vampiro senza denti?”

Che ne so?! Magari gli chiede gentilmente di incidersi una vena! “Hai le prove per dimostrare che ciò che dici è vero?”

Vuoi vedere il diploma, conoscere i colleghi o dare un'occhiata al mio profilo Facebook?”

Hai un profilo Facebook?”

Chi non ce l'ha? Avevo anche una fidanzata fino a due anni fa.”

E dove è finita? Te la sei mangiata?”

Schianto mi lancia un'occhiata che... cazzo, mi sa che ho toccato un tasto dolente!

No, ha cominciato a parlare di matrimonio e figli e sono stato costretto a lasciarla. E un po' difficile spiegare all'amore della tua vita che non invecchierai mai e che tuoi figli cercheranno di ucciderti nel sonno, una volta raggiunta la maggiore età.”

Era l'amore della tua vita?”

Era.”

Non l'hai più vista?”

Mi ha spedito l'invito al suo matrimonio, sei mesi fa.”

Carina.

Quindi va sempre così? Non cambia mai, a qualunque età” commento osservando il semaforo rosso. Questa via la conosco. “Anche Konsta ha subito una delusione simile? E' per questo che si alcolizza?”

Konsta non sa cosa fare di se stesso. Proteggerti gli ha dato uno scopo di vita. Poi è venuta fuori la postilla della maledizione e gli è crollato il mondo addosso.”

Va bene, sono una stronza per come l'ho trattato e per tutto il male che ho pensato di lui.

Sei finita nel mio pronto soccorso, a quattordici anni. Ti ho riconosciuto e ho posto rimedio. Tienilo per te, non si perdonerebbe mai una simile svista.”

L'avevo intuito, per quello ho chiesto un colloquio privato. Ehi, ma lavora nel mio ospedale! Scendo dalla macchina e lui mi blocca mentre sto chiudendo la portiera. “Tris, hai capito che potrebbe essere colpa mia?”

Sento i nervi a fior di pelle ma per una volta, non sono i miei.

Il mio sangue potrebbe aver alterato il tuo normale sviluppo, cosa che non si verifica mai in un normale essere umano.”

Di nuovo quella parola. Normale.

Forse, se il tuo cuore non si fosse fermato, tutto questo non sarebbe successo. Forse...”

Ti prendi sempre la responsabilità di tutto, vero?”

Kley mi guarda, batte le palpebre e quel movimento sembra tanto un 'sì.' “Non era mia intenzione...”

Ti credo” lo interrompo, prima che ricominci la solfa di 'se' e 'ma'.

Non succede mai.”

Perché nessun vampiro si sognerebbe di aiutare un dhampir...” sussurro guardandolo negli occhi. Sorrido, agganciando la sua giacca. “Ti va di uscire con me, qualche volta? Prometto che non mi trasformerò in un'animale. Niente coda.”

No, non voglio peggiorare le cose.”

Cazzo, che botta! E' come se mi avessero colpito alla schiena all'improvviso. Sento la delusione alterarmi i lineamenti. Sembrava troppo bello per essere vero... ma allora perché me l'ha chiesto, la prima volta?

Tu mi piaci, voglio conoscerti ma non succede mai che un vampiro e un dhampir escano insieme. Di solito si rincorrono per uccidersi.”

Mi sto scoraggiando. Abbasso le spalle e lui mi solleva il mento. Quanto è sexy, porca miseria. Non lo chiamo Schianto per niente.

Potrebbe succedere di perdere il controllo” sussurra, tutto carino. Lo odio, me lo fa apposta!

Ed è un male?”

Ci scapperebbe il morto” mormora indicandosi. “Ti morderei ed il tuo sangue mi corroderebbe... oppure potresti essere tu a farlo e Konsta dovrebbe portare fiori sulla mia tomba per il resto della sua vita.”

Ho capito. Sono un pericolo ambulante. Faccio un passo indietro, accigliata e delusa. “La prossima volta pensaci due volte, prima di giocare al giochino della seduzione...”

Non l'ho mai fatto” mormora con voce dura. “Quel che ti ho detto, lo pensavo davvero.”

Se per te è normale farmi sentire donna e poi mollarmi come uno stronzo... no, non l'hai mai fatto...”

***

Disfunzione ormonale. Ecco come la scienza da una spiegazione alla mia crescita improvvisa. Ho dovuto buttare tutte le scarpe e metà dei vestiti, per colpa di quei dieci centimetri in più che mi rendono irriconoscibile alla mamma. Insiste a guardarmi come se fossi un'estranea, sento il suo sguardo su di me, durante la cena, non si infila più in camera mia senza prima aver udito 'avanti' e non mi domanda più niente. Ne della scuola, ne delle crisi esistenziali. Non ha fatto una piega quando le ho detto che volevo andare al salone di Sabine per tagliare i capelli e rimettere a posto le unghie. Non mi ha neppure accompagnato. Papà sembra tremendamente a disagio. Solo una volta mi ha chiesto di non girare per la cucina in mutandine e magliettina. Fa caldo, cosa dovrei indossare? Una muta da sub? Finnicella cerca spiegazioni nel suo libro di incantesimi. Ha inventato una storia e ci ha creduto. Steffy si è accesa una sigaretta e me l'ha passata. Ho scosso la testa, nauseata dall'odore. Lei ha detto solo 'sembri rifatta' e null'altro. E' vero, sembro rifatta. Non mi riconosco più.

Sai questo cosa vuol dire?”

Cosa?”

Steffy ha sbuffato il fumo dopo un tiro da professionista e mi ha guardato, ammiccando. “Vuol dire che puoi comprare la birra senza bisogno di mostrare un documento.”

Finisce l'anno e scopro che sono stata ammessa agli esami finali come tutti gli altri. Qualcuno deve aver avuto pietà di me. Forse i certificati medici hanno fatto il grosso. Kley ha ragione, ho delle enormi lacune nella mia educazione ma ora, come apro un libro, assimilo tutto quello che c'è da sapere, rispondo alle domande delle prof senza neppure pensarci e finisco i test multipli in cinque minuti senza dover riguardare le domande. Non prendo il massimo, ma è comunque un ottimo voto e mi permette di inviare richieste ai college di un certo livello. Papà è orgoglioso, ma sempre in imbarazzo. La mamma sorride, tirata. Sono sempre più certa che siano pentiti di avermi adottato. L'estate passa senza incidenti, senza visite inopportune da parte di Sigur, senza più sms di Kley, ne improvvisate di Eva. Solo Konsta mi resta accanto come al solito. Solo un vero amico lo farebbe.

A settembre sbaracco la mia camera e preparo le valige per recarmi al dormitorio del college. Hanno accettato la mia richiesta in tre, ho scelto il più lontano da casa. La mamma si torce le mani, dice che le mancherò, che devo telefonare e tornare a trovarla, ma ho come l'impressione che sia sollevata dalla mia partenza. L'abbraccio senza alcun calore o trasporto. Lei fa lo stesso e sento un guizzo di paura attraversarla. Quando sono sul pullman, infilo le cuffiette e sospiro, chiudendo gli occhi.

Mi piacerebbe essere uno di quei primi giorni estivi pieni di colore, quando tutti son contenti del tuo arrivo, quando tutti ti sorridono nel momento in cui i tuoi occhi incrociano i loro occhi...*”

*Elisa - Broken

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Capitolo 9
*** ... e l'amore di Kley! ***


Il primo mese al college non è accaduto granché. Le lezioni sono noiose, la mia compagna di stanza, una cilena dalla pelle bronzea e capelli lucidi come cristallo, mi rivolge appena la parola. Non sembra timida, piuttosto rispettosa di non disturbare il mio costante silenzio. Konsta viene a trovarmi tre volte e quando scopre l'esistenza di Maya, capisco che l'amico si è innamorato. Normalmente taciturno e poco incline alle confidenze, si rivela loquace, spiritoso, seducente e una marea di altri aggettivi che non sto qui ad elencare. Le differenze fra lui e Schianto si assottigliano.

Kley ha cominciato a mancarmi in maniera drammatica la prima volta che ho visto Konsta baciare Maya alla milionesima festa privata di benvenuto alle matricole (un modo come un altro per scoprire cosa propone il 'mercato' e muoversi di conseguenza). Per un attimo, osservandoli con la coda dell'occhio, ho avuto l'impressione che fosse Schianto quello teneramente abbracciato alla cilena. Mi è arrivato il cuore in gola, è esploso e la gelosia mi ha strangolato, prima di trasformarsi in sollievo per lo scambio di persona. Da quel momento in poi, è stato tutto un susseguirsi di inviti, flirt e ammiccamenti. Quel che è cambiato dentro di me si è riversato fuori, intossicando ogni individuo di sesso maschile e femminile del college. Avete presente le bombe sexy per cui tutti sbavano? Ecco.

Qualche settimana prima, Konsta mi aveva raccontato del loro passato, a partire dalla nascita - il 17 luglio 1972 – avvenuta in una grande città della Slovenia: Lubiana, la capitale. Ha narrato di come siano stati amati, coccolati e viziati dai genitori. Due ragazzini normali che si facevano i dispetti prima di dormire e si difendevano l'un l'altro contro i bulli della scuola. Di come i loro caratteri si siano diversificati, crescendo. Resto piacevolmente sorpresa quando mi parla delle sue esperienze liberali - vegetariano, dio solo sa il perché – la mentalità progressista e l'animo del sognatore.

O come disse nostra madre, 'un fannullone senza ne arte ne parte della vita'.”

Sorrido del termine e penso alla mia, che mi ha chiamato solo una volta per sapere se il viaggio era stato gradevole e la sistemazione dignitosa.

A ventitré anni nostro padre riesce a trascinarmi a casa dei nonni, la parte stramba della famiglia...”

Stramba in quanto vampiri?”

Imprenditori. Gente sempre a lavoro, ventiquattro ore su ventiquattro. Incomprensibile per uno come me.”

Sorrido di nuovo. “Gente normale come i miei genitori.”

Col piccolo difetto di essere vampiri. Mica ce ne accorgiamo subito, no. Deve passare più di un anno prima che il guaio accada.”

Konsta gira il cucchiaino nella tazza di tè. Siamo seduti al tavolino di un bar poco lontano il dormitorio, è quasi Ottobre e le foglie stanno ingiallendo. La profusione di colori mi riempie gli occhi e il cuore.

Mi ero fatto notare dalla bisnonna per colpa del mio stile di vita votato ad un solo dio, il riposo.”

Oh dai, anche a me piace oziare.”

"Ancora non capisco come sia accaduto... mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non ho affrontato lo stesso strazio di Kley, mi sono semplicemente svegliato una mattina ed ero così.”

Porto la tazza di tè alle labbra e ignoro il suo sguardo indagatore. “E' il fratello maggiore, vero?”

Si è sempre sentito responsabile per me... l'ho preso a pugni, quando ho scoperto cosa ha fatto.”

Non poteva lasciarti solo” sussurro osservando una foglia staccarsi dall'albero e volteggiare fino a terra. “Lui come...”

Perché non gli poni le domande personalmente?”

Non ci parliamo più.”

Lo so bene. Avete la stessa espressione quando accennate l'uno all'altra.”

Sento il sangue scaldarmi le guance, ma non arrossisco più come una volta. Sono solo turbata. “Che faccia ho?”

Konsta allunga una mano e prende la mia. “Quella di una donna innamorata.”

Parla per te. Ti ho visto fare lo scemo con Maya” soffio, fulminandolo con un'occhiata veloce. “Ti da fastidio che... noi...?”

Mi dispiace vedervi sospirare. E' uno spreco di tempo e non porta a nessun risultato.”

Kley sospira?”

A modo suo: ha raddoppiato i turni di lavoro.”

Mi umetto le labbra e torno a stringere la tazza di ceramica. “Pensi di chiederle di uscire?”

Konsta alza gli occhi sull'insegna e sorride sotto i baffi. “La prossima volta.”

E' uno spreco di tempo” mormoro strizzando l'occhio. “Cogli l'attimo, certe occasioni non si ripresentano due volte.”

Ha colto l'attimo. La sera stessa, Maya è sparita ed è rincasata all'alba. Potevo sentire il profumo di Ko sui vestiti abbandonati sulla seggiola. Mi sono chiesta se avesse usato un trucco da vampiri per sedurla e mi sono masturbata pensando a Kley.

Ottobre è scorso liscio. Ho trovato lavoro in una libreria, gli assegni dei miei arrivano regolari e Maya sparisce tutti i fine settimana con Konsta, nella casa di lei, al lago. Quando torna, la domenica sera, ha l'aria svagata e innamorata. Deve essere molto dolce, quel vampirucolo senza denti.

In tutte le feste a cui partecipo, devo mettere in conto di sbattere qualcuno contro il muro per calmargli i bollenti spiriti, a fine serata. Sembra che il fascino di cui Madre Natura non mi ha dotato alla nascita, mi sia stato regalato in surplus e con un bigliettino di scuse alla rinascita. Konsta ammette di avere difficoltà a starmi vicino. Dice che se fossi un vampiro sarebbe la normalità, e nel frattempo mi guarda con l'aria di uno che, se potesse, mi succhierebbe come una caramella. Continuo a divorare grandi quantità di cibo senza mettere su un chilo ma non disdegno una bistecca al sangue, di tanto in tanto. Konsta mi ha portato un sacca del pronto soccorso come ulteriore prova. Non ho avuto il coraggio di farlo di fonte a lui ma appena sono rimasta sola, la tentazione mi ha sopraffatto. E' stato come ingoiare un energetico pompato di caffeina. Non ho dormito tutta la notte ma la mattina dopo, ho notato un calo di attenzione nel popolo universitario. Forse è un segno: quando sono 'affamata' scatta un interruttore che mi rende una trappola invitante. L'ho detto a Konsta e lui ha emesso un gemito. Ha usato di nuovo la frase 'normale per un vampiro'. Nella sua visione, oscillo continuamente fra le due nature ma propendo per la realtà vampiresca perché mi risulta più facile accettarla. Gli ho fatto notare che impersonare un dhampir peloso con la coda non rientra nelle aspirazioni di vita di una ragazza, e lui ha sostenuto la tesi del vampiro, adducendo il fatto che ancora non ho provato ad ucciderlo. Tzè! Come se potessi correre dietro al mio migliore amico con un paletto acuminato! Gliel'ho detto e lui mi ha sorriso in un modo mai visto prima, i miei occhi si sono riempiti di lacrime perciò sono stata costretta ad un abbraccio da orso con presa al collo strangolante per mascherare la commozione. L'ho ringraziato per essere entrato nella mia vita ed esservi rimasto, lui mi ha battuto una mano sulla testa e mi ha intimato di lasciarlo. Poi mi ha detto di chiamare Kley e finirla col tritato di cuore e le lacrime si sono seccate all'istante.

A Novembre succede il finimondo. Fra la posta trovo una busta spessa, lo apro e mi viene un colpo. C'è un assegno dentro, un attestato di proprietà e una lettera scritta a mano. Ci metto un po' a tradurre la grafia della penna stilografica ma il succo è che Sigur mi ha trovata e vorrebbe conoscermi. Dopo l'attimo di stupore, si gela il sangue nelle vene. Mi reco al comune della città e scopro che l'attestato di proprietà della casa è vero, l'assegno è coperto e sul mio conto viene versato regolarmente del denaro. E' una somma tale che gli esigui risparmi dei miei svaniscono, al confronto. Ora ho due possibilità. Conoscere Sigur e sperare che tutto quello che i due fratelli hanno scoperto sia vero oppure… guardo la lettera e ripenso a quello che ha fatto Eva per me. Un bel nulla. Non mi ha aiutato quando avevo bisogno di lei, non mi ha più cercato, se n'è lavata le mani. Prendo il cellulare e scelgo una terza possibilità. Ho il cuore in gola quando risponde, ma non ce la faccio ad affrontare questa cosa da sola.

***

Kley ci ha messo poco ad arrivare. Quando ci incontriamo, alla stazione di un benzinaio poco frequentato e a quell'ora chiuso, il cuore riprende a battere come una volta. C'è un'aria cupa, minaccia pioggia, le foglie sono quasi tutte cadute ma l'erba è verde brillante. L'odore è inebriante e mi rasserena. Provo a sorridere sotto il capello di lana e la sciarpona che mi copre il collo, ma mi riesce più semplice un cenno con la mano. Lui scende dalla macchina e non ricambia il saluto, mi prende il viso fra le mani e mi bacia. Il bacio è uno schiaffo improvviso, si abbatte sulle mie labbra come un tornado, mi risucchia, mi avvolge, mi confonde, lento si placa ed infine diventa tenero e dolce, prostrandomi completamente. E' questa la 'passione travolgente' di Eva?

Voglio fare l'amore con te.”

E' la prima cosa che mi dice, guardandomi negli occhi. E la maledizione?, mi domando ancora scossa, mentre lui mi accarezza il viso e lo cosparge di piccoli baci.

Che si fotta...”

***

Potrebbe essere oggetto di battute.

Come fanno l'amore un vampiro e un dhampir?

Facendo molta attenzione.

Sembra che la Natura si stia mettendo d'impegno per non farci uscire dal letto. Ha cominciato a piovere quando siamo entrati in macchina, ci siamo fermati al primo albergo fuori città e quando ha preso a tuonare, eravamo già mezzi nudi.

Kley ha spiato la mia vita da quando avevo un anno. Sa che non sono sessualmente attiva ma non sa che mi sono data da fare, da quando sono arrivata. E' vero, sono stati più quelli 'sbattuti al muro' e lasciati soli a sbollire, che quelli che davvero sono riusciti a tastare parti di me e addirittura baciarmi. Un cuore spezzato si consola fino ad un certo punto e la paura di eccitarmi e scoprire la coda, ha fatto il resto. Ora capisco le parole di Konsta: non voleva privarmi di un avvenimento così bello col ragazzo giusto, ma più avvicina il momento clou, più ho paura di fare casino. Kley mi ha addirittura rimproverato di aver tagliato i capelli, mentre mi spogliava.

Erano della lunghezza giusta.”

Ora non sono più una massa pesante fino alla vita, ma un caschetto che non arriva a sfiorarmi le spalle e che, a sentire la gente, mi da un'aria raffinata ma sbarazzina. Quando gli ho chiesto di spiegarmi il motivo, ci ha infilato le dita dentro e li ha tirati, facendomi piegare il collo. La sensazione si è accumulata nel basso ventre, rendendomi languida e disponibile. Allora ho capito. Gli ho ficcato le unghie nelle spalle e lui mi ha fatto sedere a cavalcioni sul suo bacino. Avevamo ancora un po' di indumenti addosso ma l'eccitazione è schizzata in alto. Kley mi ha premuto contro di se ed ho sentito le sue mani vagare sul dorso delle cosce e sulla schiena. Eccitata, gli ho condotto le mani sul seno. L'ha stretto delicatamente ed io ho sentito le mutandine inzupparsi. Erano sottili e i suoi jeans facevano un sacco di pieghe. Mi sono mossa veloce e dura e l'orgasmo è arrivato subito, lasciandomi tremante e persa. I puntelli che sostenevano l'impalcatura della mia anima ferita dalla lunga assenza, solo venuti giù di colpo, aggiungendo sensazioni spossanti a quelle appena vissute. L'ho stretto forte e ho cominciato a frignare, cercando di non farmi udire. Kley mi ha stretto con tenerezza e mi ha cullato finché non mi sono calmata. Ha aspettato un po' prima di sdraiarmi sul letto e coricarsi di fianco a me. Non dovevo essere un bello spettacolo con gli occhi gonfi e il naso rosso, ho confidato nella penombra, lui mi ha baciato, si è tolto il resto dei vestiti e ha fatto lo stesso con i miei, senza mai interrompere il bacio. Quando mi ha toccato il ventre con le mani calde, ho avuto un sussulto ed è stato come se il precedente orgasmo non fosse mai esistito, come se non ne avessi avuto uno pochi istanti prima. Mi sono avventata su di lui, sdraiandolo sulla schiena e cospargendolo di baci e graffi. Mi ha lasciato fare per qualche minuto, poi mi ha afferrato e condotto alla sua altezza. “Abbiamo tutto il tempo, non c'è fretta...”

La sua voce mi ha riportato sulla terra, sul problema della perdita del controllo. Ho sentito la sua erezione premere conto la coscia e i miei umori aumentare. “Legami al letto...” ho farfugliato e lui ha sgranato gli occhi per un istante. “Non voglio farti male...”

Kley ha inspirato e mi ha rovesciato sotto di se. “Non mi farai male ed io non ne farò a te” ha sussurrato. “Ti amo, Tris...”

L'ho fissato e un tuono si è abbattuto in quel momento, illuminando la stanza. Gli ho sfiorato il mento con le dita e la barba rada ha grattato i polpastrelli, facendomi il solletico. Ha baciato il palmo della mia mano e mi ha accarezzato la guancia. Sono crollata un'altra volta. “Io ci ho provato a non innamorarmi di te... ci ho provato...”

Lui ha sorriso, infilando la gamba fra le mie. Ho voltato su un fianco, guardandolo con le labbra incollate. “Io credo che sia successa una cosa simile anche fra i miei genitori...” Sì, era la cosa più sbagliata da dire, ma l'idea di finire nella tempesta sessuale e perdere il controllo mi ha paralizzato. Kley mi ha baciato e mi ha sussurrato di non pensarci. Le sue carezze si sono fatte più intense, togliendomi il respiro. “Non ti ho chiesto di vederci per questo” ho quasi gridato, con voce distorta mentre finivo seppellita dal suo corpo. “K...”

Non aver paura...” ha bisbigliato nel mio orecchio, bloccandomi i polsi sopra la testa.

Che... che cos'è... questa voce.... “Kley...”

Non ha dato cenni di volersi fermare, mi ha accarezzato lungo gli avambracci ed è sceso lento. Prima il seno, poi la pancia, poi... “Ti devo... parlare... di una cosa....” ho ansimato abbandonandomi fra le lenzuola mentre lui mi spiegava un fatto fondamentale della vita: non importa quanto ti applichi per migliorare. C'è sempre qualcuno più bravo di te, al mondo.

***

Mi sveglio e sta ancora piovendo. Mentre lotto per uscire dal dormiveglia, Kley sospira fra i miei capelli, il braccio ha una contrazione e mi stringe. Arretro la schiena contro il suo torace. E' la pace. La pace perfetta e completa che non ho mai provato nella mia vita. Lo sento muoversi dietro di me, assaporo la carezza, mi volto e lui mi sorride... sexy, assonnato... sexy... “Sei pazzo, potevo morderti...”

Sorride di nuovo con l'aria 'se lo dici tu!' che un po' mi offende. Mi seppellisce nel suo abbraccio, mi bacia a fior di labbra e mugola, soddisfatto. Se vi state chiedendo come fanno sesso un dhampir dal sangue acido e un vampiro, la risposta è 'usando un preservativo'. Nessun trucco, nessuna magia, puro lattice al cento per cento. Che meraviglia, la tecnologia! “Cos'era quella voce? Un trucco da vampiro?”

M-mh.”

Mi ha gelato il sangue nelle vene.”

Kley batte le palpebre e mi guarda, completamente sveglio. Sento le rotelline nel suo cervello scricchiolare in cerca di una spiegazione. Forse è la natura dhampir che mi protegge dai loro imbrogli. Glielo dico e lui fa una smorfia affermando che 'è una spiegazione valida' ma promette di non farlo più. Rispondo che non è un problema, non mi ha spaventato... ma se ci riprova lo impalo con un crocifisso di frassino. Schianto alza una mano come forma di giuramento e mi sbircia con la coda dell'occhio. Che ha da sorridere in quel modo? Questo si è fatto un programma, ve lo dico io.

Dobbiamo trovare quelle catene” sussurra con un sorriso che gli arriva alle orecchie.

Per me o per te?” sghignazzo stando al gioco.

Kley ride di nuovo e alza velocemente le sopracciglia. Due volte.

Vuoi sapere il motivo per cui ti ho chiamato o devi continuare a fare lo scemo a lungo?”

Gli leggo negli occhi la risposta. Scemo al cubo. “Sigur mi ha scritto una lettera, mi ha chiesto di incontrarci. Vuole – cito testualmente - sapere che aspetto ha la bambina che non sapeva neppure di avere.”

Ho catturato la sua attenzione. Kley si fa serio, forse troppo. “E tu vuoi conoscerlo?”

Credo che Eva abbia mentito o taciuto molte verità per lungo tempo. Dai tua figlia in adozione e la registri con entrambi i nomi dei genitori naturali? Permetti a due vampiri appartenenti alla famiglia dell'uomo che disprezzi di vegliare sulla sua crescita? Ma quale madre che dice di essere in pena per la sua piccola lo farebbe?”

Era molto giovane quando ti ha lasciato...”

Io credo che sia una gran bugiarda e basta” ho insistito, mettendomi a sedere. “E' un altro giochetto fra adulti che ha rovinato le nostre esistenze... che c'è?”

Kley mi risponde con la faccia da funerale. “E' stato Sigur a trasformarmi in vampiro, due anni dopo che la maledizione si è abbattuta su Konstantin. Ci ha messo due anni per scoprire che Eva aveva dato alla luce un erede, maledicendolo durante il travaglio.” Ha fatto una pausa per assicurarsi che respirassi ancora e poi ha continuato. “Sigur era il grande amore di Eva e lui la ricambiava a modo suo... fra una donna e l'altra. La bis nonna sapeva che la loro grande passione non sarebbe mai cessata e che i ripetuti incontri amorosi avrebbero allargato la già nutrita famiglia di tuo padre. Ha colto l'occasione durante il parto, ha convinto Eva a trasformarsi in cacciatrice, in modo che le risultasse insopportabile la vicinanza con Sigur, scongiurando ulteriori gravidanze, e ha messo in giro la voce che fosse a letto con una prostituta mentre tua madre partoriva. Non era vero, non quella volta, almeno. Sei stata partorita nell'odio e nel rancore ed Eva non ha potuto fare altro che darti in adozione, sperando che un giorno cercassi tuo padre per ucciderlo e consumare la sua vendetta.”

Perchè non ci pensa lei?”

Kley mi ha guardato ed io ho capito: Eva lo amava ancora. Nonostante tutto.

La maledizione è stata volutamente rimaneggiata. Non sei tu a dover concedere il perdono.”

Perdono?! “Ma non dovevo... concedere me stessa?!”

Kley ha risucchiato le labbra e le ha lasciate andare con uno schiocco. “Se mio fratello avesse messo da parte i suoi principi morali, sarebbe morto avvelenato dal tuo sangue. Un maschio in meno nella famiglia.”

Se lo avesse saputo, non mi avrebbe mai chiesto di farlo!”

Konsta si recherebbe personalmente dalla trisavola per strapparle il cuore. Muore la strega, si dissolve la maledizione. E' per quello che la vecchia vive nascosta. E' solo questione di tempo, ha più di cento anni e la sua ora sta giungendo.”

Perché gli ha imposto di badare a me? Perché ha scelto lui, al posto tuo?”

Non mi ha mai conosciuto, non sapeva del gemello cattivo.” Kley ha sorriso della propria battuta ed io ho pensato 'sexy ed imbecille'.

Ha raggirato la sua mente promettendogli mare e monti. Konsta ha un debole per le creaturine e si affeziona facilmente. In questo modo, la vecchia ha scongiurato la possibilità che un altro membro della famiglia di tuo padre seducesse un'altra donna della propria stirpe.”

Salto a piè pari la parte in cui mi classifichi come una creaturina...” borbotto rannicchiandomi su un fianco. Perché nessuno ti dice che la prima volta è un purgatorio di dolori post coitali? E' per punirti di quel che succede nel mezzo? “Perché non me l'hai detto prima...”

Certe cose vanno dette a tempo debito” sussurra accarezzandomi i capelli con tenerezza. “Sai... tempo fa, ai bordi del mercato di Praga, una vecchia zingara mi ha letto la mano e ha predetto che avrei vissuto un grande amore...”

Un pronostico azzeccato... si è sposata sei mesi fa, il tuo grande amore...”

Non direi. E' proprio qui davanti a me.”

Sento il cuore spappolarsi in una brodaglia di amore e affetto, affondo la faccia nel cuscino e mugolo, annientata dalla sua dichiarazione. “Me lo fai apposta, vero?”


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