The 26th Arena: L'Arena delle Meraviglie

di Paradox Machine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mietiture - parte 1 ***
Capitolo 3: *** Mietiture - parte 2 ***
Capitolo 4: *** Scuse e interruzione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Si sente nell’aria, da giorni, il fermento di Capitol City per gli imminenti Hunger Games. L’ultima edizione, la venticinquesima, quella della memoria, è stata uno spettacolo grandioso. Tutti si aspettano grandi cose da quella in arrivo.
Dalla finestra del suo studio, il presidente Winter ammira il roseto che circonda il retro del palazzo, un capolavoro fiorito più splendido che mai. Non è sconosciuta, nella capitale, la sua passione per quei fiori e la sua speranza che i presidenti futuri continuino a coltivarla.
"Che ne dice, Saxon, cosa gliene pare? Non le trova magnifiche, quelle rose?"
Il capo stratega si esprime in un cordiale sorriso: le trova disgustose. "Sono davvero incantevoli." Non è mai riuscito a capire come quei fiori possano piacere a qualcuno, soprattutto quelli bianchi. Agli ulteriori commenti floreali del presidente si limita ad annuire sorridendo.
"Allora Saxon, veniamo a noi." Winter si sistema meglio sulla sedia "I ventiseiesimi Hunger Games si avvicinano."
Saxon mantiene la sua espressione cordiale. Siamo arrivati al punto, finalmente.
"L'ultima edizione è stata ... a dir poco entusiasmante. Non trova?"
Il capo stratega annuisce. Sa dove il presidente vuole andare a parare.
"Sarebbe un peccato se quest'anno il pubblico si annoiasse ... - Winter rivolge un  sorriso smagliante e quanto mai allusivo all'uomo che ha davanti - ... proprio ora che i distretti iniziano ad acquietarsi. Sa come si dice: panem et circenses!" Detto questo scoppia in una fragorosa risata, alla quale si unisce l'onnipresente sorriso di Saxon; sa bene, quest'ultimo, che c'è in gioco la sua testa.
Calmata la risata, il presidente si sistema la cravatta e voltandosi di nuovo verso la finestra e congiungendo le mani arriva finalmente alla domanda che Saxon si aspettava "Sono i suoi primi Hunger Games da capo stratega, vero?"
Il capo stratega annuisce e mantenendo la calma risponde "Si." Poi aggiunge "Ho già in serbo alcune idee, per questa edizione, che faranno diventare matta la gente."
Winter fa una risatina e torna a guardare Saxon sorridendo "Oh, non intendevo certo mettere in dubbio la sua validità. Mi sono state dette talmente tante cose a dir poco mirabolanti riguardo la sua persona ... solo, non vorrei che si sentisse, come dire, intimorito, ecco, dal dover operare dopo un'edizione della memoria. - l'uomo fa una pausa, per dare il tempo al capo stratega di capire tutto ciò che quelle parole nascondono - Come ben sa, non tutti ce la fanno."
Saxon ha capito benissimo a chi si riferisce il presidente: il suo predecessore non ha certo deciso di andare in pensione. Girano strane storie su un suicidio ...
Il capo stratega sorride e questa volta non deve nemmeno sforzarsi di farlo.
"Non si deve preoccupare, sono più che sicuro che la lascerò a bocca aperta. Questa arena le farà perdere la testa."
L'espressione del presidente è incuriosita "E possiamo dare un nome a questo capolavoro?"
Il capo stratega si rilassa: "Oh sì. Io la chiamo ... - prende un bel respiro -
L'arena delle meraviglie."

 
Regolamento per partecipare all’interattiva “The 26th Arena: L’Arena delle Meraviglie”
 
Benvenuti, benvenuti, benvenuti in questa interattiva.
I ventiseiesimi Hunger Games stanno per iniziare!
E' tutto pronto ma manca ancora un'ultima cosa, la più importante: i tributi.
E questa volta sarete voi a consegnarli nelle mani di Capitol City!
Basta seguire le semplici istruzioni che seguono per creare il vostro tributo e diventare il suo sponsor.
Appena tutte le schede saranno raccolte i giochi potranno iniziare.
Felici Hunger Games e possa la buona sorte essere sempre in vostro favore.
 
  • Compilate la scheda [Nome, cognome ed età; Distretto; Descrizione fisica; Carattere; Famiglia e storia; Abilità e debolezze; Rapporto con il mentore e Capitol City] ed inviatela per Messaggio privato. Per recensione potete solo prenotare i tributi (massimo 2 a testa, stesso distretto o diversi). Specificate anche, nella scheda, se è volontario o meno (vale anche per i tributi dei distretti favoriti)
  • Potete darci delle preferenze sulle alleanze dei vostri tributi (con l’invio della scheda del tributo o anche una volta pubblicate le interviste), per un massimo di 2 a testa, esclusi i favoriti (in caso di esplicita richiesta, c’è la possibilità da parte dei tributi dei distretti 1, 2 e 4 di non far parte dell’alleanza dei favoriti). Gli innamoramenti tra tributi sono limitati a uno. Se ci saranno più richieste vedremo come regolarci. Quelli tra tributo e mentore idem. Potrebbero esserci delle eccezioni, ma non è detto. Per fidanzati/e a casa non c’è problema di numero.
  • Ulteriori informazioni sugli sponsor, le interviste etc. saranno mandate via messaggio privato una volta ricevute le schede.
TRIBUTI DISPONIBILI:
_1 maschio             _1 femmina
_2 maschio             _2 femmina
_3 maschio             _3 femmina
_4 maschio             _4 femmina
_5 maschio             _5 femmina
_6 maschio             _6 femmina
_7 maschio             _7 femmina
_8 maschio             _8 femmina
_9 maschio             _9 femmina
_10 maschio           _10 femmina
_11 maschio           _11 femmina
_12 maschio           _12 femmina

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Capitolo 2
*** Mietiture - parte 1 ***


E' il momento. Tra un attimo l'attenzione sarà tutta per lei. Controlla un'ultima volta le pietruzze  dorate incastonate nei suoi tacchi, sistema il tulle dorato sul sottogonna, ammirando deliziata le carte dorate che lo compongono, aggiusta il cerchietto d'oro tra i capelli vaporosi. Si dia inizio allo spettacolo.
Il Distretto 1 applaude l'arrivo di Chanto sul palco, la "dame d'or", come l'hanno soprannominata a Capitol City per via della sua smodata passione per l'oro. La capitolina fa un paio di inchini e giravolte, felice di essere finalmente lei a condurre la mietitura del distretto più ambito. Si schiarisce la voce "Un nuovo anno è arrivato e con esso una nuova edizione degli Hunger Games! - un nuovo scroscio di applausi - Prima di dare il via alle mietiture, ecco il tradizionale messaggio di Capitol City ai suoi amati distretti."
Lo schermo bianco si accende e la capitolina si fa da un lato. Mentre le parole sulla clemenza di Capitol City risuonano nell'aria, Chanto annuisce convinta: anche questa volta le sue unghie sono perfette. In fondo, tutto in lei è perfetto, tutto nell'oro è perfetto, non esiste metallo che sia più regale e luccicante.
Chanto si accorge all'improvviso che il filmato è terminato. Torna al centro del palco con una risatina, applaudendo. "Meraviglioso, meraviglioso! Ma non è finita qui, il nostro stratega John Saxon ha una sorpresa per noi: - lo schermo si riaccende e vi compaiono i simboli dei dodici distretti - la mietitura sarà in diretta tra tutti i distretti!"
Prima un momento di sconcerto, ed ecco che ancora una volta il distretto uno prorompe in applausi e grida di approvazione.
Il primo simbolo sullo schermo che si illumina è quello del primo distretto, al quale segue l'immagine in diretta del palco.
" Allora, allora, allora - Chanto si avvicina alla boccia roteando delicatamente il polso - iniziamo con le si-"
"Noah Years volontario per il Distretto 1." Una voce rimbomba nel silenzio, mentre un ragazzo alto e muscoloso si fa largo verso il palco. Nell'avvicinarsi fa l'occhiolino ad una ragazza dai tratti asiatici "Che peccato non poter condividere questo palco." La ragazza scuote la testa infastidita.
Chanto guarda Noah basita, non le è mai successo di venire interrotta così. Scocca un’occhiataccia al ragazzo "Bene, un volontario. Vuoi dire qualcosa?"
Il ragazzo le sorride "Mi dai il tuo numero, splendore?"
La capitolina inorridisce: questa è un'assoluta mancanza di rispetto. A quanto pare non è l'unica che vorrebbe incenerirlo con uno sguardo: un ragazzo sta imprecando in mezzo alla confusione della folla guardando Noah con odio, avrebbe dovuto offrirsi lui e invece quel bastardo gli ha fregato il posto.
La capitolina si avvicina indispettita alla boccia con i nomi delle ragazze e torna ad infilarvici la mano, ma senza ulteriori preamboli "Sibylle Dorian."
La ragazza estratta non fa in tempo a stupirsi, che una mano si alza. "Shay Linn volontaria come tributo per il Distretto 1."
Si alza un mormorio in mezzo alla folla, dovuto alla sorpresa di vedere la ragazza asiatica offrirsi ora, prima di avere compiuto 18 anni. Solo due persone sembrano avere capito, un ragazzo, che la fissa confuso e con riconoscenza, e un uomo alto e molto somigliante alla ragazza, fiero per quel gesto di forza, una vera prova della potenza dei Linn. Questo le fa un cenno di approvazione, mentre Shay sale sul palco.
Chanto, sorridendo, le si avvicina "Vuoi dire qualcosa sul tuo gesto coraggioso?"
La ragazza alza le spalle "Sono una Linn, non perderò."
La freddezza della risposta lascia la capitolina senza parole, per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Con un sorriso tirato, si rimette al centro del palco, dove invita i tributi a stringersi la mano.
Noah, nel prendere la mano di Shay, le rivolge un'occhiata tanto stupita quanto divertita, subito fulminata da un silenzioso"non sono fatti tuoi" degli occhi rossi di lei.
Chanto, riacquistata un po' dell'iniziale sicurezza, ricomincia a parlare, a fare inchini, a ringraziare la capitale. "Possa la fortuna essere sempre a loro favore. È stato un vero onore avere presenziato la mietitura in questo distretto, il fiore all'occhiello di Capitol City, il pupillo di Panem, la punta di Diaman-"
L'espressione della capitolina nel momento preciso in cui le viene spento il microfono suscita le risatine di diversi presenti nel pubblico e, mentre il collegamento passa al distretto seguente, un altro accompagnatore accoglie la diretta con un ghigno feroce, che lascia per un momento scoperti i canini e le pietruzze rosse incastonatevi, come semi delle carte.
Nella sua mise da Re e con i suoi 56 anni, l'accompagnatore più amato ed anziano di Panem fa il suo ingresso sul palco. Yana è il sovrano dei presentatori, nessuno, assolutamente nessuno, avrebbe potuto indossare quel completo di pelliccia e velluto rosso, quella parrucca gonfia e quella barba così strana, e risultare comunque carismatico e feroce quanto lui.
L'uomo si permette di far scorrere lo sguardo con lentezza sulla folla: il Distretto 2, la culla di molti di quelli che fin'ora sono tornati vincitori, la patria di vere e proprie macchine da guerra. Un tempo lo eccitava stare su quel palco, respirare la tensione e il desiderio di quei ragazzi che da lì a poco si sarebbero offerti per andare al macello. Ora, dopo tanti anni, la cosa lo ha stancato, non trova più il brivido di avere il fato di una persona tra le dita. Quasi, lo annoia.
Fa un breve e "appassionato" discorso sulla sua carriera, dicendo che ormai è giunto il tempo per lui di lasciare la sua ereditá a qualcuno più giovane. Pensione, una dolce e meritata pensione, da cui certamente rimpiangerá i bei tempi passati.
Applausi. Sorride, è sempre stato un grande attore.
Si avvicina alle bocce, con un gesto teatrale infila la mano nel contenitore dei nomi femminili. Un nome, che quasi sicuramente non corrisponderá al tributo di quest'anno.
Una ragazzina con i capelli corti a caschetto non presta molta attenzione e la sua mano si alza decisa. "Karen Wilson volontaria per il distretto 2."
Yana nota il sorriso seminascosto che campeggia sul viso della ragazza nel farsi largo tra la folla: è una calcolatrice, una che studia le mosse dell'avversario e lo annienta senza pietà. Non può fare a meno di sorridere a sua volta, consapevole di avere la stessa espressione del tributo femmina del Distretto 2.
Una volta accolta sul palco laragazza, l'accompagnatore si avvicina alla boccia con i nomi maschili e con un gesto teatrale vi infila la mano.
Un boato improvviso e la puzza di bruciato: la parrucca di Yana è esplosa. Per qualche minuto la confusione regna sovrana, si tenta di capire cosa sia successo. L'unica cosa che importa all'uomo, in questo momento, è solo trovare il povero imbecille che ha osato fargli uno scherzo del genere.
"È stato Jan!"
Non è possibile capire chi lo abbia urlato, ma i pacificatori impiegano un attimo a rintracciare "Jan", il furbetto che si è divertito. Si divertirà molto meno tra poco: Yana fa un gesto ai pacificatori di portarlo sul palco. Con un sorriso tutt'altro che benevolo, l'accompagnatore esclama: "Vedo che abbiamo un volontario."
In tutta risposta, il ragazzino gli rivolge una smorfia divertita e malandrina. Con poca grazia, è spinto verso Karen.
Yana riprende la parola: "La mietitura del Distretto 2 è giunta al termine. I tributi si stringano la mano...-rivolge un'occhiataccia al ragazzo -e possa la fortuna essere sempre a vostro favore."
Con un inchino, la diretta dal Distretto 2 si interrompe e passa a quello seguente.
Il deciso ticchettio di un paio di tacchi 14 è il marchio di fabbrica dell'accompagnatrice del Distretto dell'elettronica. Anche quest'anno Astrid non si smentisce, impeccabile negli abiti e nell'acconciatura: il cappellino viola, decorato da un raffinato fiocco composto da carte da gioco, appoggiato di lato sui capelli rossi naturali, in parte liberi sulle spalle in morbidi boccoli, in parte intrecciati. Il vestito, stretto, esalta la sua figura e gli stivali sopra al ginocchio la fanno apparire ancora più alta e slanciata. Con eleganti e misurati cenni del capo, ringrazia il pubblico per gli applausi e richiama il silenzio. Le viene portata la boccia per l'estrazione delle signore. Con voce chiara, annuncia: "Celine Zegers."
Una ragazza alta e bionda sgrana gli occhi, mentre un mormorio dispiaciuto si insinua sulle bocche di molti. La ragazza stringe la catenina che porta al collo e avanza sicura verso il palco. Nel salire, scambia uno sguardo con il sindaco Zegers: non c'è affetto.
Astrid la invita a dire qualcosa: una ragazza tanto amata e odiata assieme è piuttosto interessante. Celine incrocia lo sguardo di un ragazzo. Gli lancia un bacio, che lui prende con gli occhi colmi di lacrime. La folla scoppia in un applauso, sotto le occhiate infastidite del sindaco.
Il sorriso di Astrid è sincero: le piace avere un distretto che esprime affetto per i propri tributi, non come l'1 o il 2.
Le viene portato il contenitore dei nomi maschili.
"Raiden Gordon."
È un ragazzino dai capelli rossicci, magrolino, a farsi avanti. Non ha nulla di particolare il suo viso, se non un'apparenza di indifferenza. Mentre avanza non fa una piega. Alla richiesta di dire qualcosa, alza le spalle e rifiuta, ma l'accompagnatrice scorge un'occhiata fugate verso una coppia in piedi dietro alle transenne.
I due tributi si stringono le mani, sotto lo sguardo curioso di Astrid, che augura loro buona fortuna e passa la diretta al distretto seguente, pronta a ridere di fronte all'ennesima trovata di Atlantis, l’host del 4.
Le risate, appena trattenute, iniziano da subito, quando dal palco vuoto si sentono dei rumori e degli urletti. "Imbecilli, di là non ci pass...aaaaaa, attenti! Cado!"
Finalmente si vede apparire Atlantis, cementificato fino al busto in una scultura di calce e carte da gioco, sorretto da un gruppo di pacificatori piuttosto contrariati. L'accompagnatore, finalmente poggiato a terra, inizia a lanciare baci e sorrisi alla folla, che non sa davvero se ridere o piangere: magari a Capitol City un narciso innamorato di se che entra al galoppo di un cavallo dipinto o immerso in vasche di pesci tropicali è un partito piuttosto desiderabile, ma per la gente del distretto della pesca, abituata ad essere schietta, è sempre sembrato ridicolo.
Il ragazzo si liscia i capelli, modellati in alla foggia di un'onda: lui è lì perché il destino ha voluto che ci fosse. Chi altri avrebbe potuto rappresentare meglio quel distretto? Se non fosse stato per il fatto di essere un capitolino, avrebbe sicuramente sposato una fanciulla del 4...ma dato che non è possibile, si accontenta di una sirenetta di Capitol.
Con un cenno seccato chiama a se i pacificatori, che lo trasportano di peso fino alla boccia contenente i nomi femminili; avrebbe potuto fare installare i due contenitori nella scultura, per comodità, ma non sarebbe stato elegante...non ammetterà mai, né con se stesso, né con nessun altro,  che semplicemente non ci ha pensato.
Con gesti plateali ed esagerati, allunga la mano ed estrae il nome: "Ariel Years."
Tutti i visi si voltano verso una ragazzina, sul cui viso passano in un istante una moltitudine di emozioni differenti: paura, coraggio, dolore, l'ombra di un sorriso amaro.
Nel vedere salire sul palco la loro cantante preferita, le teenager di Capitol City impazziscono. Anche Atlantis la riconosce, l'ha già incontrata a una serata a Capitol; la invita a dire qualcosa, ma Ariel rifiuta, lanciando un'occhiata basita all'improponibile mise del ragazzo, che non se ne cura particolarmente, e barcolla pericolosamente mentre i pacificatori lo portano dall'altra parte del palco per l'estrazione del tributo maschile.
"Kyle Rivers."
Si crea il vuoto attorno al ragazzino, che non si premura di nascondere la sua espressione stordita, che in poco diventa una smorfia arrabbiata. Sale sul palco con un passo deciso, la testa alta, negli occhi rabbia. Scambia uno sguardo d'intesa con un ragazzo, che gli mima qualcosa, un incoraggiamento.
Alla richiesta di Atlantis di dire qualcosa, Kyle gli rivolge il suo sguardo peggiore.
L'accompagnatore è quasi allibito: inizia a lamentarsi che non ci siano stati volontari, che non abbiano voluto dire nulla... In quel momento esatto, nel Distretto 5, Lazarus si lamenta per altro: lui avrebbe dovuto essere a casa, a vedere la diretta dalla sua poltrona, ad ammirare l'amatissima moglie sul palco del distretto. Perché è questo che fanno, si danno il cambio; un anno a testa avevano detto, uno a testa. E invece no, lui è lì, mentre la sua dolcissima metà è in ospedale, pronta a partorire da un momento all'altro il loro tredicesimo pargolo. Salire sul palco con il muso lungo, è una vergogna per un uomo che ama il suo lavoro e la propria moglie, ma questa volta andrà così. Mentre la caduta dal palco di quel buffone di Atlantis viene tagliata e la diretta passa al 5, Lazarus si mette in testa la bombetta e sospira, salendo sul palco: lo show deve continuare.
Con un sorriso compiaciuto, accoglie le occhiate sbalordite della gente: vestiti di bianco con ricamati su calzoni, camicie e vestitini i semi delle carte, i figli dell'accompagnatore si dispongono in scala dietro a lui, l'asso. Oro e buffoni vestiti da re e cementificati non gli fanno un baffo. Spera vivamente che la sua adorata li stia guardando.
Con un gesto, senza preamboli e parole inutili, chiama la sua bimba più piccola, di quasi tre anni, che gli porta la boccia per l'estrazione femminile.
"Suri Delph."
Lazarus la individua subito: occhi sgranati,  pugni stretti. La ragazzina, mora e piccolina, si fa avanti con meno decisione di quanta vorrebbe, forse a causa della vista dell'uomo ubriaco che dovrebbe essere suo padre. Sale sul palco, non più intimorita, ma solo molto triste, ed indignata.
Lazarus ignora il classico "vuoi dire qualcosa", perché tanto lo sa già che non c'è nulla da dire in simili casi, per cui meglio risparmiare tempo ed andare avanti.
Un maschietto gli porta la boccia con i nomi maschili: "Aaron Foster."
Una ragazza scappa piangendo, mentre il ragazzo, salendo sul palco, finge di non averla vista, ostentando un sorriso tranquillo e canzonatorio, che non inganna certo Lazarus: anni e anni di mietiture, ormai sa leggere quello che si cela negli occhi dei suoi tributi.
Poggia sulle spalle dei due le mani e, per farsi sentire solo da loro, sussurra: "Io non ho tempo e voi non avete voglia: stringetevi le mani e facciamola finita."
I due ragazzi si stringono le mani e Lazarus si permette di dare un'ultima sbirciata alle loro faccie: anche il più forte nasconde delle debolezze, che non vuole vedere, e chi sembra più innocuo può dimostrarsi invece straordinariamente forte, tutto sta nel controllare la rabbia... Un pacificatore sussurra qualcosa all'uomo: la moglie è entrata in travaglio. Lazarus corre giù dal palco, affidando la preziosissima prole ai dei pacificatori alquanto allibiti, di fronte ad un pubblico ancora più basito.
Dal palco del Distretto 6, Cybera ride per la scena, estremamente tenera, poi con un sorriso timido si presenta: è alla sua prima mietitura. Non è certa se stia bene o meno: la povertà del Distretto, che non è nemmeno uno di quelli messi peggio, la fa vacillare. Il confronto con gli eccessi della capitale le fanno girare la testa. Prende un bel respiro e spera sinceramente che la sua semplicità possa colpire la gente: un vestito rosso, con pochi fronzoli, delle calze decorate da minuscoli semi di carte, come il trucco leggerissimo che le circonda gli occhi, paperine nere ed una treccia bionda attorno al capo. Nulla a che fare con la folla che ha di fronte, ma nemmeno con le improponibili mise della capitale.
Si avvicina alla boccia dei nomi femminili e si sente in colpa: 18 anni, potrebbe esserci il suo nome lì. Prima di leggere il nome, prende un bel respiro: "Lindsay Margotte."
È quasi un urlo: il nome Roxanne O'Meill risuona nell'aria. Una ragazza si volta a guardare un'altra, che si avvia sul palco. Alta, capelli rossi legati, ammicca a Cybera, che arrossisce vistosamente. La ragazza che ha di fronte è sexy e sicura, provocante. Se avesse l'occhio di Lazarus, o di Astrid, avrebbe letto anche qualcos'altro nelle profondità dei suoi occhi azzurri: sacrificio.
Cybera si avvicina titubante per estrarre il tributo maschile e di nuovo il senso di colpa rende la sua voce meno sicura: "Ronan Sterling."
Nessuno si muove. Cybera ripete il nome, più volte. In risposta riceve altro: "Noel Gavin Sterling volontario."
Due alla sua prima mietitura, in un distretto come il 6: Cybera trema appena, non capisce se siano matti o se c'è qualcosa sotto. Accoglie sul palco un ragazzo alto e spigoloso, che continua a spostare lo sguardo da una ragazzina molto arrabbiata che cerca di farsi largo tra la folla e un donna che stringe un ragazzo uguale a lui, ma con l'aria assente.
La capitolina fa avvicinare i due tributi, che si scambiano uno sguardo tanto profondo da spaventare Cybera, che non riesce assolutamente a comprendere. Sa solo che le dispiace, le dispiace terribilmente. Vorrebbe che qui maledetti giochi finissero, una volta per tutte, vorrebbe che i ragazzini che condanna a morte potessero vivere vite felici. Vorrebbe...
Fa stringere loro la mano e, mentre la diretta finisce e passa ad un altro distretto, lei mormora un terribile "mi dispiace".
 

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Capitolo 3
*** Mietiture - parte 2 ***


Un porcospino. Ecco quello che ha avuto il coraggio di dire una stupida bimbetta riferendosi al suo outfit. Solo perché l'anno prima non aveva potuto partecipare causa febbre, non avrebbe lasciato il suo vestito a marcire nell'armadio. Dovrebbero anzi apprezzare il suo sforzo per rendere l'abito dell'anno  prima adatto al tema di questa edizione. L'edizione dopo l'edizione della memoria...e Saxon ha avuto pure il coraggio di dire che sarebbe stata migliore. Storie, la verità è che l'anno seguente ad un'edizione come quella passata sarà un flop. E guarda il distretto: boscaioli che non ne capiscono un accidenti di moda. Sistema la parrucca gialla fluo di 60 centimetri, in cui ha infilzato qualche carta da gioco, giusto per non rimanere indietro. Stessa cosa ha fatto con i pantaloni e giacca. In realtà del vestito originale è rimasta solo la camicia gialla col papillon nero. Finirà bene questa edizione e lui potrà tornarsene a casa. Fa in modo, nel suo saluto al distretto, di lasciare intendere chiaramente che non avrebbe voluto essere lì e che il 7 e i suoi abitanti, beh, gli fanno schifo. È un particolare trascurabile il fatto che il distretto ricambi.
 
Infila malamente la mano nella boccia ed estrae.
 
"Brianne Powell."
 
Deve essere quella ragazza là in fondo che sta abbracciando un ragazzo in sedia a rotelle. Che seccatura questi boscaioli. Con un colpetto di tosse impertinente, Bann ripete il nome "Ho detto, Brianne Powell. Ne abbiamo ancora per molto?"
 
La ragazza lo ignora spudoratamente, liquidandolo con uno "zitto, buffone" e stringendo forte il ragazzo, per poi salire come se niente fosse sul palco e rinnovare l'occhiataccia a Bann.
 
L'uomo deve compiere su se stesso un grande sforzo per non iniziare a strillarle contro. Infila, ancora più seccato di prima, la mano nella boccia contenente i nomi maschili. 
 
"Keiros Usher Lockwood."
 
Si crea il vuoto attorno ad un ragazzo magro dai capelli corvini, che stira la bocca in una smorfia cupa, mostrando appena i denti. La gente si sposta, di fronte al suo incedere lento e cauto. È già sulle scale quando si sente un ringhio cupo: due pacificatori stanno puntando le armi verso un giovane esemplare grigio di lupo, che sembra voler seguire il ragazzo. Keiros scoraggia con un'occhiata i due uomini dallo sparare e poi si rivolge all'animale: poche occhiate, mute ma estremamente significative, e l'animale retrocede, raggiungendo un ragazzo, in mezzo alla folla, esistante.
 
Bann sorride e l'ironia della sua voce è come una manciata di spilli sotto a un piede: "Un grazioso animaletto domestico."
 
"Non è un animale domestico- forse lo sguardo minaccioso del ragazzo, o l'essersi ricordato di diver passare diversi giorni assieme a lui, ma la sgradevole espressione che aleggiava sul volto dell'accompagnatore svanisce -È mio fratello."
 
Chi anche avesse voluto ridere, non lo fa.
 
Bann, ormai definitivamente seccato, lascia che i due tributi si stringano la mano e, per fortuna, gli sfugge il sorriso divertito di Brianne.
 
La linea passa al Distretto 8 senza troppi complimenti, ma il palco è vuoto e rimane vuoto per non pochi minuti. Il silenzio, assordante, si riempie del brusio di una folla di persone sconcertate: 5 minuti, 10, 20. Finalmente qualcuno urla che l'accompagnatrice, Vastra, è arrivata. Non che siano contenti, gli abitanti del distretto, che sia arrivata l'ora della mietitura, ma almeno l'attesa è finita. Peccato che ciò che vedono non gli piaccia.
 
Sul palco. Una donna. Nuda.
 
Completamente nuda, semplicemente dipinta di carte, scale reali, tris, solo dei lunghissimi capelli neri, striati di bianco, a coprire le zone che è meglio rimangano nascoste.
 
La gente davvero non sa se ridere, scandalizzarsi o offendersi (non indossare vestiti nel distretto della tessitura è una bella presa in giro).
 
Dal canto suo, la donna è perfettamente a suo agio: né il vistoso ritardo né l'improbabile mise turbano la sua calma serafica.
 
Conoscendola, un pacificatore porta subito la boccia delle estrazioni di fronte alla donna che, prestando più attenzione ai dettagliati decori sulle sue mani che all'estrazione, prende un bigliettino.
 
"Kolisi Rose"
 
Nessuno si fa avanti: non ci sono ragazze con quel nome. Un pacificatore, avvertito in anticipo del tipo con cui aveva a che fare, si avvicina con discrezione alla donna e le fa notare che il nome scritto è diverso: Khalisi Res.
 
Mentre la donna mormora un "è uguale" poco interessato, una ragazzina, con i capelli rossi e il naso cosparso di lentiggini che quasi scompaiono sulla pelle ambrata, sussulta. Aveva sperato che quek nome storpiato non fosse il suo, per quanto simile. Vorrebbe scappare, le ginocchia sono terribilmente vicine a crollare, ma la sua famiglia è lì: sua sorrela, vincitrice, che trema come una bambina. Va verso il palco, ostentando una sicurezza che sa di non avere. I singhiozzi e il pianto disperato del fratellino sono tante pugnalate al cuore.
 
La baccia contenente i nomi maschili viene messa di fronte a Vastra. Serve un altro colpo di tosse del pacificatore per farle notare che in quel momento ha altro da fare che guardarsi le unghie. La donna, come richiamata dal mondo dei sogni, estrae un bigliettino.
 
"Cendry Goderroks...Cedric...una cosa del genere."
 
Cedric Gilderrock non ha bisogno che la donna ripeta il suo nome correttamente: rivolge al fratello uno sguardo significativo e sale sul palco. Non ha paura, sa di potercela fare e di dovercela fare. Ha una famiglia da mantenere. Con sguardo cupo osserva disgustato la donna che ha di fronte, che di nuovo si è dimenticata il luogo in cui si trova.
 
Il pacificatore, con un'espressione tragicomica assolutamente fuori luogo, fa segno ai due tributi di stringersi la mano e, nel farlo, Cedric sente la mano della ragazzina tremare.
 
I tecnici di Capitol City sono ormai rassegnati alle continue distrazioni di Vastra e non aspettano un suo segnale per cambiare distretto, trovando sul palco del 9, già pronto, Harkness. È solo il terzo anno, ma ha già accompagnato in tour una vincitrice, due anni prima. Forse è per questo che, pur trovando profondamente ingiusto questo sadico rito, trova ancora la voglia di fare battute ed occhiolini. Occhiolini a uomini e donne indistintamente...lui non crede in quegli stupidi pregiudizi sui generi. Sorride: il distretto 9 è pieno di splendidi ragazzi e ragazze, ecco perché gli piace tanto. In realtà la tranquillità dei campi di grano è quello che lo spinge ogni anno ad arrivare qualche giorno prima, per godere del silenzio immerso nel sole.
 
La semplicità è quello che rimpiange di più, l'unica cosa che veramente manca a Capitol City. Lui ci prova: pantaloni rossi, camicia bianca, giacca nera. I ricami sul retro della giacca, i quattro semi delle carte, e il papillon fatto di carte da gioco sono il massimo di stravaganza che si è concesso. Inoltre, a lui non serve tanto per apparire bello: ricci neri e occhi azzurri, è a posto.
 
Dice qualche parola, come sempre, fa una qualche battuta, che alleggerisce la tensione senza essere inopportuna: almeno uno dei ragazzi che ha di fronte andrá a morire, rendere un po' meno terribile quel momento è una cosa bella, ridicolizzarlo no. Il sorriso sui visi dei più piccoli, alle loro prime mietiture, gli alleggerisce appena il cuore.
 
Al momento di estrarre i nomi, Harkness si fa improvvisamente serio. Afferra un bigliettino dal primo contenitore.
 
"Zea Ayra Caducea"
 
La ragazzina che si fa coraggiosamente avanti è uno scricciolo, i capelli corti e biondo scuri formano una zazzera disordinata sulla sua testolina. Avanza piano, ha alcune difficoltà a camminare, un leggero tremore da malattia le agita la mano destra. Sale sul palco con l’aiuto di un pacificatore. Harkness ha una stretta allo stomaco a vedere quel visino magro e sofferente, compensato da due occhi marroni estremamente vividi e reattivi.
 
Di nuovo, l’uomo affonda la mano nella boccia di vetro.
 
"Devon Roove."
 
Il cuore del ragazzino sussulta, mentre il suo viso sembra l'indifferenza incarnata. Eppure, Harkness lo vede bene, nei suoi occhi c'è tutto quello che ci si aspetta da qualcuno consapevole di dovere uccidere 23 persone e magari non tornare nemmeno.
 
Il pianto di una bambina è tutto ciò che il ragazzino riesce a sentire mentre inciampa appena in un gradino.
 
Harkness lascia andare un sospiro spezzato: non è giusto; non lo sarà mai.
 
Avvicina i due tributi, prende le loro mani e le unisce, stringendole tra le sue. "Siate forti, siate coraggiosi." un sussurro che solo i due ragazzi possono sentire, un attimo prima di voltarsi verso il loro distretto e salutarlo.
 
L'accompagnatore, 22 anni e già terribilmente stanco, raccoglie un ultimo sorriso, sincero, e a voce alta annuncia: "Signore e signori, ora la donna più bella Panem."
 
Rose, dal canto suo, alza gli occhi e cerca di trattenersi dall'arricciare il naso: l'odore del distretto 10 non è mai stato dei migliori, ma quest'anno hanno montato il palco poco distante da un'allevamento piuttosto grande di suini. Con una classe rimasta immutata nel tempo, proprio come la sua bellezza, avanza sul palco, il voluminoso strascico di tessuto semitrasparente e carte a incorniciare la sua figura alta e slanciata, resa ancora più regale dai capelli acconciati come una corona. In una mano stringe uno scettro, dal quale pensolano le figure delle carte. La sua voce, ferma dopo tutti questi anni, presenta al distretto la nuova mietitura e, con una garbata battuta, si avvicina ai contenitori dei nomi.
 
"Alyssa Kettleburn."
 
La ragazzina, magrolina e dai lunghi capelli, è isolata dal resto dei suoi coetanei. Rose la invita a salire, chiedendosi il perché degli sguardi inquieti di molti dei presenti. Alyssa sale saltellando sul palco, apparentemente tranquilla. Questa calma, quasi indifferenza alla situazione, è già di per se strana, ma a scioccare Rose è la risata della bambina alla sua domanda se volesse dire qualcosa: il cinguettio di un canarino che nasconde l'oscurità del bosco. Una vaga inquietudine si impossessa della donna.
 
Rose allunga la mano nella boccia maschile.
 
"Shasa Stiler"
 
Una voce profonda buca il silenzio.  "Peter Xavier volontario."
 
I due ragazzi si guardano. Quello con i capelli rossi avanza verso il palco, lo sguardo di qualcuno che parla poco,ma che ha già preso una decisione eroica: salvare l’ultima persona che gli è rimasta, l’ultima persona che ama.
 
I ragazzi sul palco si stringono la mano. Peter guarda la ragazzina incerto: sanno tutti chi è e sinceramente non riesce a stare tranquillo.
 
Rose sospira appena e un lacrima sfugge al suo controllo: è il suo ultimo anno come accompagnatrice. È triste per lei, che in quel distretto brutto e puzzolente è sempre stata trattata come una regina dagli abitanti; ecco il perché del suo costume: è una sovrana e la sua ultima apparizione non la farà sfigurare. Anche se lei cerca di nasconderle, il Distretto vede quelle lacrimucce e sa che non la rivedranno più. Non è certo bello il suo compito, ma almeno potranno dire di avere ospitato la più bella donna di Panem.
 
"La più bella donna di Panem" fa il verso River. Infila in bocca un biscotto e lancia un'altra occhiata di traverso a quegli imbecilli dei pacificatori. L'hanno scambiata per una bambina, solo perché non è cresciuta. Eppure la differenza tra lei e quei pezzenti del distetto 11 è evidente.
 
Eppure sembra davvero una bambina, ancora di più con quei codini biondi, le calze decorate di semi delle carte, i pantaloncini e le maniche a sbuffo.
 
Di per sé, River non sarebbe cattiva, ma vivendo a Capitol City i difetti diventano più importanti dei pregi. Per questo, ora, la donna (perché a 30 anni si è donne) prova quasi un piacere sadico nell'estrarre quei nomi che renderanno alcune persone più tristi di lei.
 
Fa roteare la manina nella boccia, gli occhi glaciali che scorrono la folla, soprattutto i bambini atterriti.
 
"Santana Regina Queen."
 
Una ragazza piccola e biondissima si avvicina al palco lentamente. Molto lentamente. È sicura che presto il nome di qualcunaltro risuonerá nell'aria. Un gradino. Il silenzio. Due, tre. Nessuna voce. Sono un lungo sospiro del padre. Un altro gradino. Il palco.
 
River le sorride, poi guarda la folla: "Nessun volontario qui? Nessuno? Avanti, non siate timidi, fatevi avanti." La donna lo vede bene che non c'è nessuno che abbia davvero interesse ad offrirsi al posto della ragazzina: antipatica, imperiosa, capricciosa. River infila in bocca un biscotto, ignorando sia il pensiero che loro due si assomigliano, sia che i dolcetti che ha nel cestino vengono proprio da quel distretto.
 
Estrae allegramente un nome maschile:
 
"Pierre Blackrose."
 
Il ragazzo che si vede arrivare sul palco, la pelle scura tipica di quel distretto, sembra la persona più felice del mondo: negli occhi gli brilla qualcosa come una luce di verità, la certezza che ciò che accadrà è esattamente il meglio. River inarca le sopracciglia, non glimpiace la gente allegra senza un motivo. In risposta, il ragazzo le sorride, un sorriso che non ha nulla di normale.
 
La donna fa una smorfia e, dopo un piccolo inchino, scende dal palco senza troppe cerimonie, lasciando solo una bimba impaurita e un ragazzino folle.
 
Raphala scuote la testa, River dovrebbe sorridere di più, è troppo arrabbiata. Per fortuna che c'è lui, pronto a far sorridere gli abitanti del distretto 12. Anche loro sono sempre troppo tristi. Salta sul palco, convinto di aver trovato il costume migliore di tutti: una carta! Sì, un'idea geniale, senza dubbio. I cittadini non sorridono perché sono timidi, fanno quegli occhioni perché sono persone riservate, mica per altro. Lui ormai li conosce. In realtà ha già pronto il modo per farli ridere, Harkness glielo ha spiegato, come fare: una battutta per alleggerire la tensione. E lui l'ha già pronta: è vestito da 2 picche, perché la sua fidanzata lo ha lasciato proprio prima delle mietiture.
 
Non ridono. Strano, era bella la sua battuta. Ma in fondo li capisce, anche lui è timido.
 
Saltella fino alle boccie per l'estrazione, mentre quell'enorme costume continua a farlo inciampare. Si schiarisce la gola.
 
"Myriam Altava"
 
Una ragazza si muove decisa verso il palco. Capelli biondi, magra. Non è certo tranquilla, ma nel pugno stretto sembra esserci rabbia, forse per quell'uomo dallo sguardo vacuo che la fissa senza sapere cosa fare. O più probabilmente è impaurita perché deve salire sul palco. Non è triste. La tristezza non esiste.
 
Per accoglierla Raphala propone una delle sue battute migliore, ma non capisce il significato dei sospiri secchi che rimbombano nella piazza. Alza le spalle ed estrae il secondo nome.
 
"Marshall Dustfeather"
 
Una ragazza sussulta, mentre Marshall, un ragazzo biondo piuttosto attraente, prende un lungo respiro e sale sul palco. Dovrà vincere, così Ethan potrà guarire, o almeno stare meglio. Le lacrime che riempono gli occhi della ragazza che aveva sussultato spingono Marshall a farle un sorriso. Ingenuamente, Raphala pensa sia stato grazie alle sue barzellette.
 
Fa stringere le mani ai due ragazzi e si prepara alla battuta finale.
 
"Lo sapete qual è il colmo per un minatore-
 
"Popolo di Panem,- la voce ed il viso di Saxon occupano lo schermo, lasciando un povero Raphala convinto lo stesso di aver fatto un buon lavoro -cittadini dei distretti, cittadini di Capitol. Anche quest'anno la mietitura è avvenuta, 24 giovani entreranno nell'arena."
 
"Aspettatevi tutto, non aspettatevi niente. Perché ciò che vedrete quest'anno- il suo sorriso mellifluo fa gelare il sangue a tutti i tributi, anche a quelli più spavaldi -non lo vedrete mai più. "
 
"Felici Hunger Games. Possa la fortuna essere sempre a vostro favore,  nell'Arena delle Meraviglie."



************* l'angolo del pARADOSSO ***************
Ecco la seconda parte delle mietiture. Gli eventuali errori saranno corretti al più presto.
Ringraziamo Mysoul che ha creato gli abiti degli accompagnatori e che si sta ggià occupando dei vestiti per parata e interviste.
Tra poco arriveranno i saluti e in men che non si dica i giochi saranno aperti.
A presto

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Capitolo 4
*** Scuse e interruzione ***


ciao. vi chiediamo scusa per aver interrotto l'interattiva, ma frequentando l'ultimo anno delle superiori non abbiamo molto tempo.
i personaggi che ci avete inviato sono bellissimi e per questo quest'estate riprenderemo l'interattiva e la completeremo. nel frattempo usate pure questi tributi per altre interattive, ne avete il diritoo.
un bacio

pARADOX mACHINE

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