Helen Deathly

di Moon Crash
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La bambina che non sopravvisse ***
Capitolo 2: *** Il mondo magico ***



Capitolo 1
*** La bambina che non sopravvisse ***


Erano le sette e trenta del 28 Agosto quando suonò la sveglia nella camera di Helen. La spense e ritornò sotto le coperte. Le imposte appena appoggiate lasciavano entrare un pò di luce illuminando la camera della ragazza. C'era una scrivania bianca addossata al muro con sopra i colori che Helen aveva usato la sera prima per terminare il ritratto del suo attore preferito. Qualcuno bussò alla porta. Helen si tirò su e sbadigliando invitò la persona che aveva bussato ad entrare. Sulla soglia della porta c'era una donna che non dimostrava più di 35 anni , alta e magra, indossava un vestito lilla e un enorme collana di perle. Camminò fino alla scrivania e sorrise all'ipeccabile disegno della sua nipotina.
Helen infilò le ciabbatte e aprì la finestra , il caldo estivo entrò nella camera.
-Buongiorno dormigliona.- le disse la zia.
-Dormigliona? Sono appena le sette e trentacinque ! Perchè hai impostato la sveglia così presto?- chiese ancora mezza addormentata.
-Come perchè? Ancora dormi? è il 28 agosto tesoro! è il tuo compleanno ! AUGURI!.-
D'un tratto Helen sembrò sveglia come non mai . Corse ad abbracciare la zia che si lamentò, ridendo , si avergli spettinato tutti i capelli.
Scese le scale per andare a salutare lo zio in soggiorno . Come al solito era seduto sul divano a leggere il giornale e a sorseggiare una tazza di caffè caldo.
Poi tornò in camera sua , al terzo piano della casa, a vestirsi. La scelta fu più difficile del previsto ma alla fine trovò un vestito che sembrava la pena mettere per il suo undicesimo compleanno. Pettinò i suoi lunghi capelli biondi e indossò un paio di scarpe .
Alle nove era pronta per uscire a fare compore , tradizione di tutti gli anni , in compagnia della zia .
Helen viveva con in quella casa da tutta la vita e non aveva mai conosciuto i suoi genitori che pare fossero morti una decina di anni prima in un incendio. Ma gli zii non le avevano mai fatto mancare niente, l'aveva sempre trattata come fosse loro figlia.
La zia la raggiunse nell'ingresso quando dalla buca delle lettere nella porta cadde una lettera . Helen la raccolse . A quanto pare era per lei .
-Chi ti scrive tesoro?- chiese la zia sorridente .
- Non lo so , c'è solo scritto che è per me.- disse mostrando la lettera .
Alla vista di quella busta ingiallita e del suo sigillo rosso la zia divenne pallida come un fantasma affrettandosi a chiamare il marito.
Helen aprì la lettera ma non fece in tempo a leggerne una parola che lo zio gliel' aveva strappata di mano con un espressione terrorizzata in volto.
Notando la confusione della nipote si diede un contegno e disse :- Dice che hai vinto una borsa di studio per una scuola , ma la conosco , è di basso livello.-
Helen annuì e fece per uscire ma la zia l'avvisò che prima doveva fare due chiacchiere con il marito.
Helen tornò nella sua camera e si sedette vicino al suo piano. Suo zio le aveva mentito , l'aveva capito da come aveva sorriso, un sorriso falso , senza vera felicità.
E poi come aveva fatto a vincere una borsa di studio se non aveva fato nessuna rischiesta o concorso?
Camminò verso il muro e salì in piedi sul letto svitando la grata dell'aria ed infilandocisi dentro. Arrivò fino alla parte opposta della casa dove i due zii stavano discutendo nello studio dello zio.
- Non possiamo mandarla in quella scuola ! Non sappiamo cosa potrebbe capitarle lì , da sola. - urlava lo zio.
- Non le capiterebbe niente ! Quella scuola è il posto più sicuro in cui possa stare!- contrabbatteva la zia.
- E tu come fai a saperlo?-
-Sai benissimo che anche io ho studiato lì!-
- Ma cara , Helen è diversa da te . E poi cosa farebbe tutto l'anno rinchiusa in quella scuola? Helen non è brava a farsi degli amici e se volesse tornare a stare nel nostro mondo non sarebbe più la stessa dopo aver avuto un esperienza lì.-
-Lei è iscritta a quella scuola da quando è nata. Lei andrà in quella scuola!.-
-Sono iscritta dove per la precisione?.- chiese non riuscendo più a trattenersi.
I due si voltarono verso la grata .- Quante volte ti ho detto di non infilarti lì dentro?- chiese lo zio severo.
-Rispondimi. Chi mi ha mandato quella lettera? Dove sono iscritta dalla nascita?-
Contrariato lo zio fece un cenno di assenso alla moglie. Lei porse la lettera alla nipote.
- Carissima sign.a Helen Deathly- lesse ad alta voce- lei è stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.... MAGIA E STREGONERIA? è UNO SCHERZO?-
-Niente scherzi , Helen , tu sei una strega , come me- disse la zia tirando fuori dalla borsetta firmata un bastoncino di legno .
- Ah , e suppongo che quella sia una bacchetta magica .- disse Helen tutt'altro che convinta.
-Esatto e tu il primo settembre parti per Hogwarts quindi dobbiamo andare a comprarti l'occorrente scolastico, libri bacchetta e tutto il resto.-
-Quindi esistono anche negozi per streghe , ok- disse Helen sempre meno convinta.
La zia fece una smorfia , poi afferrò il braccio di Helen e lo poggiò sul suo .- Arreggiti forte.- l'avvisò e prima che la ragazza potesse parlare si materializzò in una stradina sconosciuta dove uomini e donne sfogiavano i loro vestiti più strani : da alti cappelli a punta a pelliccie di animali mai visti.
-Dove siamo e .. come ci siamo arrivati?-domandò Helen che non poteva più dubitare delle parole della zia.
- Ci siamo appena materializzate  a Diagon Alley.-

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Capitolo 2
*** Il mondo magico ***


Helen era imbambolata a guardare le vetrine dei negozi della via. Erano tutti pieni di oggetti che non aveva mai visto e che le parevano strani. Seguì la zia fino ad un enorme edificio bianco . -Dobbiamo prendere un pò di soldi- disse la zia- è da tanto che non entro alla Gringott!- Helen camminava dietro alla zia lungo il grande atrio della banca dei maghi. Piccoli esseri dalle orecchie a punta e con piccoli occhietti scrivevano e lavoravano affianco a lei. Arrivarono davanti ad una grande scrivania, alta due volte Helen e la zia iniziò a confabulare con il folletto davanti a lei. -La chiave?- Chiese lui squadrando la ragazza. A Helen parve di vedere una certa sorpresa e curiosità nell'espressione apatica dell'esserino , ma le parve essersela immaginata subito dopo. -La chiave tesoro- le disse la zia. -Ma io non ho nessuna chiave.- rispose la ragazza guardandola come se fosse pazza. -Certo che ce l'hai.-replicò la donna- è dentro la borsa!- Helen stringeva in mano una piccola borsa nera che non aveva mai avuto e che non ricordava di aver mai afferrato prima di essere catapultata in quella strana via. L'aprì e dentro vi erano la sua lettera per Hogwarts e una piccola chiave d'argento solcata da piccoli rami neri che si intrecciavano all'interno di un piccolo teschio. Sorpresa, la porse all'ometto che le scortò all'interno della banca. Dopo un giretto su un vagoncino da miniera di carbone, si ritrovarono davanti alla camera 420 . Al suo interno vi erano gioielli e grosse monete d'oro. -Prendine un po' cara - disse la zia:- questo te l'hanno lasciato i tuoi genitori. è tutto di tua proprietà.- Quando uscirono dalla banca entrarono in una miriade di negozi per comprare il necessario per affrontare un anno scolastico. Alla fine aveva comprato una divisa scolastica, un calderone, una ventina di libri, ed altre cose strane. Per ultimo entrarono nel negozio di bacchette, dove un signore dai capelli bianchi stava riordinando delle scatole agitando la bacchetta che aveva in mano. Helen guardava gli oggetti volare da uno scaffale all'altro chiedendosi se un giorno sarebbe stata capace di farlo anche lei. Quando il signore si accorse della loro presenza salutò con un sorriso le due clienti. -Signor Olivander da quanto tempo!- lo salutò la zia. - Signora Hollider! Non la vedevo da quando è venuta a comprare la sua prima bacchetta. Sapevo si fosse sposata con un babbano ma non sapevo avesse una figlia.- rispose Olivander porgendo un segno di saluto alla ragazzina. -Lei è la figlia di mia sorella. Da quando non c'è più me ne prendo cura io.- La faccia di Olivander divenne cupa all'improvviso. -Quindi lei è la figlia di Rosalie Hollider e Argus Deathly....- mormorò tra se e se ma abbastanza forte che Helen lo potesse udire. Fin da piccola a Helen fu attribuito il cognome della zia ''Hollider'' , ma la zia poco prima le aveva spiegato che nel mondo magico era registrata col suo vero cognome. -Helen Deathly..- continuò Olivander. D'un tratto il mago sembrò risvegliarsi dal suo stato di trans e iniziò a prendere qualche scatola dagli scaffali. Porse la prima bacchetta a Helen. -Undici pollici, flessibile, crine di Unicorno- spiegò lui. Helen agitò la bacchetta e il vaso di fiori affianco al bancone prese fuoco. -NO! Prova questa: dieci pollici, rigida, corda di cuore di drago.- Helen la agitò in aria e il bancone iniziò a tremare. -Neanche questa! - disse Olivander. I tentativi con le bacchette andarono avanti per altri dieci tipi... Poi olivander scomparve dietro alcuni scaffali. Tornò minuti dopo con in mano una scatolina d'argento con dei volti scolpiti sopra che sembra volessero urlare. L'appoggiò sul bancone e con le dita tremanti rimosse il coperchio. Una bacchetta nera, dalla superficie liscia , e dei teschi appena sopra l'impugnatura formata da rami aggrovigliati apparve davanti ai loro occhi. Helen la prese in mano , ipnotizzata dalla magra figura di questa che al suo tocco iniziò a far fuoriuscire fili neri . Raggiungendo il soffitto si tramutarono in piccoli granelli argentati.
-Curioso.- disse Olivander sparendo di nuovo.
I giorni passavano veloci e ormai Helen era elettrizzata all'idea di frequentare una scuola di magia. Passava le ore leggendo i nuovi libri di erbologia e pozioni e l'ultima sera prima della partenza decise di dare un' occhiata a quello di incantesimi.
Era seduta sul letto con i lunghi capelli sciolti e gli occhi azzurri brillanti per l'emozione.
Aveva lasciato quel libro per ultimo perchè sapeva che se avesse letto troppo presto cosa sarebbe stata in grado di fare non sarebbe riuscita ad aspettare per poter provare gli incantesimi.
Lo aprì alla prima pagina e lesse dell'incantesimo 'Wingardium Leviosa' che faceva levitare gli oggetti. Capì che era quello che aveva usato Olivander nel suo negozio e decise di allontanare la bacchetta per evitare che la tentazione di provarlo la intrappolasse. La zia l'aveva avvertita che per i maghi non maggiorenni era assolutamente vietato usare la magia al di fuori di Hogwarts.
La tentazione peròera troppo grande.
Vide un libro sulla scrivania e mormorò :-Wingardium Leviosa- sapendo che senza bacchetta non sarebbe successo niente.
Al contrario il libro prese a levitare in aria fino a raggiungere la mano di Helen.
Lei scese le scale di corsa e raggiunse la sala dove la zia stava leggendo un libro .
-è normale riuscire a fare incantesimi senza la bacchetta?- chiese .
-Non credo sia possibile, penso che possa essere davvero pericolo che qualcuno ci riesca... sarebbe spaventoso-rispose la zia-perchè me lo chiedi?-
-Per curiosità...-



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Salve gente:D grazie per aver letto il secondo capitolo della mia storia
Continuerò a due recensioni :)
A PRESTO
-MoonCrash

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