HERO di Sarakey (/viewuser.php?uid=29544)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mondo nuovo, tutto per me! ***
Capitolo 2: *** Io sono Bill... ***
Capitolo 3: *** Americana...io non sopporto gli Americani! ***
Capitolo 4: *** Una gita culturale (prima parte) ***
Capitolo 1 *** Un mondo nuovo, tutto per me! ***
Premetto che tutti i
personaggi (quelli che esistono veramente, naturalmente) non mi
appartengono e la storia non è stata scritta a scopo di
lucro.
Allora ragazze, stavolta io ho cercato di impegnarmi di più
e spero che si veda almeno un pochino.
Vi lascio a questa storia nata per caso, nel cuore della notte, da un
sogno che ho fatto.
Spero che possa piacere, come sempre spero di ricevere qualche commento!
Un grazie in anticipo è d'obbligo.
HERO
1.UN
MONDO NUOVO,TUTTO PER ME.
Una
mano bianca sfiorava il colletto di una camicia ben stirata, ripiegata
e posta con cura dentro una valigia di pelle nera.
Un paio di occhi vispi che ripercorrevano la stanza piena di piccoli
oggetti, piena di ricordi.
Un piccolo letto, ricoperto da una trapunta di satin rosa. Tanti
peluches accatastati accanto al cuscino, silenziosi compagni di giochi
che le avevano fatto compagnia.
Le piccole ampolle di profumo, ormai completamente evaporato, che
riempivano gli scaffali di un armadio a muro. Era l'unica cosa che le
rimaneva di sua madre, quella, una piccola collezione di essenze
profumate che sapevano di casa.
"Non ti vedo particolarmente ansiosa di partire" una ragazza bionda si
voltò verso la porta.
Strinse le spalle magre abbozzando un sorriso forzato.
"Mi dispiace lasciare qui tutte le mie vecchie cose!" ammise nostalgica.
"Hero, sei grande ormai! Hai 16 anni e io sono troppo vecchio per stare
dietro a una ragazzina!" disse l'uomo entrando nella stanza.
"Lo so William, lo so!" lo vide avvicinarsi per poi avvolgerla in un
caldo abbraccio.
Lui era l'unica persona che le era stata sempre accanto fin da quando
era nata. L'unico che in fondo era stato in gradi di capire le sue
paure e i suoi disagi.
"Ho promesso ai tuoi genitori che mi sarei preso cura di te, e in
questi anni ho cercato di fare del mio meglio Hero ma, capisci anche tu
che hai bisogno di un'istruzione come si deve, vero?" una domanda
superflua.
Certo che lo sapeva, conosceva alla perfezione il volere dei suoi
genitori, morti ancor prima che lei riuscisse a parlare.
Desideravano il meglio per la loro unica figlia, un'istruzione con i
contro fiocchi in un College Inglese molto rinomato che offriva a tutti
gli iscritti le credenziali necessarie per entrare a far parte in un
mondo fatto per pochi, un mondo d'elite.
"Si, non ti devi preoccupare Will, andrà tutto bene. Me la
saprò cavare!"disse sicura. L'ultima cosa che voleva era
creare problemi o far nascere rimorsi nell'unica persona che le avesse
mai voluto bene.
"E' così che ti voglio signorina e adesso" aggiunse
sciogliendo l'abbraccio "cerchiamo di riempire queste valigie!" si mise
a trafficare con le sue cose mentre lei lo fissava squotendo divertita
la testa. Le sarebbe mancato il suo William!
Le valigie erano state accuratamente riempite e accatastate nel grande
suv, l'autista stava accompagnando Hero all'aeroporto, dove l'aspettava
un volo diretto per Londra.
Lasciare New Youk era difficile per lei, anche se non le era stata
permesso di girovagare per la città come invece avrebbe
tanto voluto, Will aveva sempre cercato di "proteggerla" dal mondo
esterno lasciandola vivere ignara di tutte le cose meravigliose che
invece poteva vedere la fuori. Andare via cosi, lasciare una
città sua, solo per metà, le faceva nascere un
vuoto dentro.
Scese dalla macchina non appena questa si fermò nel grande
parcheggio. Will era già sceso, anticipandola, e aveva
cominciato a scaricare i bagagli sul marciapiede, proprio vicino
all'entrata.
Hero si mise vicino a quelle borse, e non potè fare a meno
di pensare che la dentro ci fosse tutta la sua vita. Tutto quello che
le sarebbe rimasto in una scuola lontana da tutto e da tutti
era proprio li.
Si stupi di possedere così pochi oggetti che le ricordassero
casa.
"Ehy, ti sei incantata?" le chiese William riportandola alla
realtà.
"No, stavo pensando!" rispose sorridente. Will le scompigliò
i capelli mentre assieme osservavano l'autista che sistemava le valigie
su uno dei carrelli.
Non appena tutto fu sistemato entrarono.
La procedura standard per l'imbarco dei bagagli e il check in
durò, come previsto, un paio di ore scarse.
Era arrivato il momento dei saluti e lei non se ne era resa nemmeno
conto. Solo quando William la strinse da dietro capì che era
ora.
Si voltò verso di lui stringendolo, senza nascondere le
lacrime che silenziose le percorrevano il viso.
"Mi mancherai piccola!"
"Tu di più!"
"Ti verrò a trovare per Natale, promesso!" aggiunse
passandole una mano tra i capelli biondo cenere.
Sciolsero l'abbraccio e Hero sorrise "Ricorda che hai promesso!"
"Non mancherò per niente al mondo!" le asciugo una lacrima
con il dorso della mano.
L'alto parlante annunciò il suo volo, a malincuore
imboccò il lungo corridoio del gate 57. Arrivò
davanti all'Hostess in Blu alla quale porse il biglietto, si
voltò un ultima volta ma Will non c'era più.
Ora cominciava una nuova vita.
Il volo durò 16 lunghe, interminabili, ore!
Quando una donna sulla trentina annunciò che avevano
toccato, sani e salvi, il suolo inglese non ci credeva nemmeno!
Recuperare tutte le valige completamente da sola poi non era stato per
niente facile, per poco non si ammazzava sul rullo trasportatore.
Aveva messo alla meglio tutto su di un carrello e lo aveva spinto, non
con poca fatica, verso l'uscita.
Non appena varcò la soglia degli arrivi la sua attenzione fu
catturata da una donna.
Una bella donna, alta snella , dal portamento come dire...Inglese.
Reggeva in mano un cartello con scritto a caratteri cubitali il suo
Cognome.
Hero si avvicinò trascinando il carrello stra colmo.
"Tu devi essere Hero Wilder, vero?" si limitò ad annuire
pensando all'accento strano che avevano gli Inglesi.
"Perfetto, io sono la Signorina Smith. Insegno Letteratura Inglese"
disse tendendole la mano " Molto piacere!"
"Piacere!"
"Dai prendiamo la tua roba e andiamo, fuori ci aspetta una macchina!"
l'aiutò a trasportare tutti i bagagli.
All'uscita trovarono una grande automobile nera, Hero pensò
fosse d'epoca, non aveva mai visto un'auto così.
Assieme all'autista sistemarono le valigie nel baule e una volta preso
posto all'interno della vettura partirono.
"Il viaggio è andato bene?" disse la donna interrompendo il
silenzio che da venti minuti regnava nell'abitacolo.
"Si, lungo, ma è andato bene!"
"Vedrai che ti trovarai bene da noi! Ci sono molte persone
interessanti, compagni con i quali ti potrai confrontare. Sono sicura
che una ragazza bella come te si integrerà alla perfezione!"
Non sapeva come rispondere e si limitò quindi a sorriderle
cercando di sembrarle il più cordiale possibile.
Hero si concentrò sul paesaggio che le scorreva sotto gli
occhi,felice che la conversazione fosse terminata.
Tutto era così diverso da come se lo immaginava, era
abituata a vedere grandi palazzi, case ovuque stipate in anguste viuzze.
Qui era, invece, tutto verde. Di case se ne vedevano di rado, qua e la,
sparse per il territorio.
Il tempo era uggioso, come se nell'aria ci fosse una costante coltre
d'acqua che circondava il tutto. Ma le piaceva, lei amava la pioggia!
La strada, prima perfettamente asfaltata, ora era sterrata.
Stavano percorrendo un lungo viale alberato, una strada secondaria
evidentemente poco battuta.
Hero si sporse sul sedile anteriore per vedere meglio ciò
che i folti alberi celavano.
Un castello, è questa la prima cosa che le venne in mente
quando vide la struttura che ospitava il collegio.
Un'imponente edificio grigio, lo stile era decisamente Barocco. A dir
poco sfarzoso.
Tutto attorno la florida vegetazione, che al primo colpo d'occhio
poteva sembrare selvaggia, ospitava invece un campo da calcio.
Percorsero tutto il viale che costeggiava una fontana posta proprio
davanti all'ingresso.
Quando la macchina si fermò Hero non potè fare a
meno di notare che la sua accompagnatrice l'osservava compiaciuta.
"Vedo che ti piace!" disse.
"Si, molto!"ammise lanciando un ultima occhiata alla scuola.
"Perfetto, ne sono più che felice!"
Assieme scesero dalla macchina mentre l'autista scaricava in silenzio i
bagagli.
Mentre la Sig. Smith dava indicazioni a quel pover uomo, Hero si
voltò verso l'edificio dedicandogli finalmente la giusta
attenzione.
Saranno stati almeno 5 piani quelli, c'erano un sacco di finestre
alcune arricchite da vetri colorati blu e rossi.
L'idea di vivere li per un po' non le dispiaceva affatto, anzi, trovava
la cosa estremamente affascinante.
"Hero, seguimi!" si voltò verso la donna.
Assieme varcarono la soglia e percorsero un lungo corridoio.
"I bagagli sono stati portati nella tua stanza che, naturlamente,
condividerai con un altra stundetessa" le disse allungando il passo
"Ora incontrerai il preside della scuola che ti darà, come
di consueto, il suo benvenuto. Ti raccomando di essere estremente
....Inglese!" lo disse con un sorriso complice dipinto sulle labbra "Il
Signor Scott è un uomo anziano e non ama particolarmente gli
Americani, ma sono sicura che tu gli andrai a genio!" si
fermò davanti a una grande porta di legno scuro appoggiando
la mano sulla maniglia.
Odiava quella maledetta scuola, odiava gli Iglesi e odiava quel
maledetto castello stra colmo di statue dal gusto improponibile.
Se avesse potuto sarebbe scappato a gambe levate ma il pacchetto
comprendeva delle opzioni alle quali non poteva rinunciare.
Come prima cosa suo fratello ,gemello, che era stato rinchiuso in quel
buco dimenticato da Dio assieme a lui e senza il quale non poteva
vivere.
Seconda cosa le ragazze, il vantaggio di frequentare un College di
quella portata era che i ragazzi che lo frequntavano erano, per la
maggior parte dei cessi, mentre le ragazze erano delle fighe assude.
Inutile dire che lui, essendo un ragazzo prestante, risquoteva non poco
successo tra quelle mura.
Il terzo vantaggio ancora non l'aveva scoperto, ma non sempre ci devono
essere tre punti in una lista.
"Tom la smetti di fumare sul mio letto? Se trovano un atra bruciatura
tra le mie lenzuola son cazzi!" disse un ragazzo moro, 18 anni appena
compiuti, che stava in piedi proprio di fronte a lui.
"Relax, Bill, relax...ti stai facendo venire un infarto per niente. E
poi, sei tu che hai voluto il letto vicino alla finestra"
aspirò profondamente dalla sua malboro per poi soffiare via
il fumo "lo sai che da qui c'è una perfetta visuale sul
campo da calcio? Le ragazze del terzo anno si stanno allenando...."
aggiunse compiaciuto.
"Non me ne frega un cazzo Tom, dai alzati che voglio sdraiarmi sul MIO
letto!" era come se avesse parlato al muro.
Tom era praticamente incollato alla finestra, stava scrutando qualcosa,
e doveva essere qualcosa di molto interessante dal momento che aveva
spento la sigaretta per dedicarvi completa
attenzione .
Bill si avvicinò al gemello seguendo io suo sguardo "Ma che
stai guardando?" gli chiese infine.
Tom gli indicò l'igresso dell'edificio, proprio davanti alla
grande fontana c'era la vettura della scuola e davanti alla macchina
una ragazza.
"Oddio, carne fresca!" commento Tom leccandosi il piercing che, il
preside gli aveva concesso di tenere.
"Si, come no Tom. Aspetta e spera quella non te la darà
mai!" diede una botta sulla spalla del fratello per poi tornare alle
sue faccende.
"Vedremo!" disse scrutandola nei minimi particolari "La divisa le
starà da Dio ci scommetto l'osso del collo!"
"Anche a me la divisa sta da Dio!" agginse Bill facendo un giro su se
stesso "Me la sono fatta fare su misura quest'anno!"
Il moro portava una camicia bianca che gli calzava alla perfezione, sul
petto l'emblema dell'istituto, un leone a due teste ricamato di vedre.
I pantaloni neri gli fasciavano le lunghe gambe magre, ai piedi un paio
di scarpe nere di vernice.
"In effetti CI sta bene!" ammise Tom "Ma ammettilo, quelle gonnelline
scozzesi sopra le gambe giuste ti fanno venire di quei pensieri...."
"Non aggiungere altro ti prego!" disse alzando la mano per zittirlo
mentre percorreva la loro camera a grandi falcate per raggiungere
il bagno.
"Si, si. Fai come ti pare Bill tanto lo so che ti sei scopato Ellen
negli spogliatoi!" disse quando già la figura del gemello
era scoparsa.
Bill si affacciò alla porta sfoggiando uno sguardo sorpreso
"E tu come cazzo fai a saperlo?" chiese.
"Questa scuola non ha segreti per me, dovresti saperlo!" si
alzò dal letto infilandosi svogliatamente la giacca nera "E
adesso se non ti dispiace ho una biondina da conoscere!" prese la porta
lasciando il gemello nella stanza a rimuginare. Ma come cavolo faceva
Tom a sapere sempre tutto?
Quando la Signorina Smith aprì la porta Hero si ritrovo in
un enorme biblioteca. Grandi scaffali,alti quanto le pareti,
circaondavano una scrivania alla quale era seduto un uomo sulla
sessantina.
Era abbastanza cicciottello. Un paio di folti baffi bianchi gli donaba
un aspetto austero ma nel complesso sembrava essere un uomo gradevole.
"Buongiorno preside Scott!" disse la donna.
"Buondì professoressa!" rispose l'uomo alzando lo sguardo da
alcuni docimenti posto sulla scrivania.
Fissò Hero per qualche istante per poi sorriderle dolcemente.
"Tu devi essere Hero Wilder"
"Si, signore!" rispose la ragazza "Molto piacere!"
"Il piacere è tutto mio signorina. Sono felice che il tuo
tutore abbia deciso di farti studiare qui. Sai i tuoi genitori hanno
studiato qui quando avevano la tua età!" la sapeva quella
storia, Will gliela raccontava prima di andare a dormire fin da quando
era in fascie.
"Non voglio certo trattenerti qui a parlare con me" agginse sorridendo
"La Sig, Smith ti accompagnerà nella tua stanza. Ho
già informato la tua comagna del tuo arrivo e
sarà più che felice di spiegarti come funzionano
le cose qui. Vedrai, niente di che, le regole sono poche ma necessarie.
Sono sicuro che le seguirai alla pefrezione!"
Mentre percorreva quei corridoi che, sapeva ricchi di storia, aveva
incrociato inevitabilmente alcuni degli studenti.
La fissavano come si faceva di consueto con "la nuova arrivata".
Camminarono per un bel po' e la professoressa gli aveva spiegato che
per questioni di privacy avevano diviso i dormitori in due ale, quella
maschile e quella femminile.
Persorsero un ultimo corridoio e la donna le indicò una
porta di legno scuro, indentica a tutte quelle che aveva visto durante
il tragitto.
"Questa è la tua camera, ti lascio sola adesso ho delle
faccende da sbrigare. La tua compagna ti aspetta. Buona fortuna!" le
sorrise e se ne andò ripenrcorrendo il lungo corridoio a
ritroso.
Hero si fece coraggio, bussò lievemente alla porta e subito
dopo una ragazza dagli occhio scuri le aprì sorridendole
gioviale.
"Ohi, ciao! Tu devi essere Hero!" la invitò ad entrare. Anzi
per l'esattezza l'afferrò per un braccio trascinandola
dentro con forza.
"Si, sono io!"
"Oh, bene io sono Samanta. Oddio meno male che sei bella, non avrei mai
sopportato di dividere la stanza con una ragazza brutta" disse con
sincerità squadrandola da capo a piedi "Si" sentenzio quindi
"Sei proprio molto bella, mi darai del filo da torcere. Ci scommetto!"
Hero non sapeve che rispondere, Samanta era cosi diretta in tutto
quello che faceva e diceva. Mentre lei era cosi introversa.
"Bhe, non dici niente?"
"Ah, si scusa. Grazie mille per complimento!" si affrettò a
dire Hero.
"Di poce parole vero? Io sono il tuo esatto opposto ma col tempo,
vedrai, parlerai a macchinetta come me. Dicono che sono contagiosa!"
Le sorrise per poi indicarle un letto disfatto sul quale erano state
appoggiate delle valigie che riconobbe essere le sue.
"Hanno portato qui tutta la tua roba, il letto è da rifare
se vuoi ti do una mano. Le lenzuola sono nell'armadio!"
"Oh, ti ringrazio, sei gentile!" assieme recuperarono delle lenzuola
pulite dall'armadio a muro e poi cominciarono a sistemare il letto.
"Vedrai che ti troverai molto bene qui" disse Sam mentre infilava la
fodera al cuscino "Ci sono un sacco di bei ragazzi. Oddio, tu non hai
ancora visto Bill" Hero la vide alzare gli occhi al cielo con
aria sognante" Dio, sarei disposta a tutto pur di farmi Bill
almeno una volta" si lascio cadare sul letto stropicciando le lenzuola
appena sistemate e chiuse gli occhi vagando tra i suoi pensieri.
"Bill? Chi è Bill?" Sam si issò sui gomiti
lanciadole uno sguardo complice
"Oh, lo vedrai mia cara. Eccome se lo vedrai. Sono sicura che tu sei il
suo tipo, da un po' di tempo a questa parte si interessa alle
verginelle e tu hai tutta l'aria di essere una di quelle..." Hero
arrossì, se possibile, fino alla punta del lunghi capelli
biondi.
"Si" Sam si mise a ridere di gusto "Lo sapevo, sei vergine!!! Ti
consiglio di non sbandierarlo ai quattro venti!"
Come se lei andasse in giro a urlarlo per i corridoi.
"Se, comunque, vuoi sbarazzarti di questo ingombrante problema" ah,
bene! Adesso la sua verginità era anche un problema
"C'è sempre Tom!"
"E adesso chi è Tom?" le chiese sdraiandosi accanto a lei
sul suo letto.
"Oh, solo il gemello di Bill. Si è fatto praticamente tutta
la scuola, comprese alcune delle professoresse!" Hero sbarrò
gli occhi all'istante.
Non aveva mai sentito una cosa simile in tutta la sua vita...uno
studente che va con un insegnante!
Anche se quella scuola le piaceva parecchio non riusciva a immaginarsi
catapultata in un mondo così diverso da l suo.
Aveva proprio una mentalità diversa da quella dei ragazzi
che frequentavano il collegio.
E sdraiata li sul suo nuovo letto, scrutando il soffitto bianco della
sua camera, non potè fare a meno di chiedersi come sarebbero
andate le cose ora che era sola.
Un capitolo
intrduttivo, niente di spaciale.
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Capitolo 2 *** Io sono Bill... ***
Tom
si aggirava tra i corridoi della scuola pensando a come incontrare "per
caso" la ragazza nuova.
Quella piccolatta bionda che aveva appena visto dalla sua stanza.
Sapeva a chi poteva rivolgersi, una ragazza del quarto anno con la
quale si divertiva spesso e volentieri ma della quale non si ricordava
minimamente il nome.
Era sempre stato uno dei suoi problemi quello, non si ricordava i nomi
delle ragazze. Non che loro si lamentassero eccessivamente, anche se
poteva capire che essere chiamate con un nome diverso durante
l'amplesso non era il massimo!
Non si ricordava il nome, ma la camera la conosceva bene, si trovavano
li durante i loro incontri dopo tutto aveva passato delle belle ora
rinchiuso li dentro.
Si diresse così verso l'ala femminile dell'edificio, inutile
aggiungere che fosse la parte della scuola che preferiva.
Percorse i lunghi corridi salutando le ragazze che incrociava con un
cenno della mano e alle più fortunate spettava anche un
altaza di sopracciglia.
Arrivò alla camera della ragazza aprendo la porta, senza
nemmeno bussare, non l'aveva mai fatto in vita sua!
Si ritròvo davanti una scena che lo stuzzicava non poco,
infatti sul primo letto ,quello più vicino all'entrata erano
sdraiate due ragazze.
"Mi stavate per caso aspettando?" chiese richiudendo la porta alle sue
spalle esattamente come se quella fossa camera sua.
Sam, sentendo quella voce, si alzò di scatto dal letto
avvicinandosi al ragazzo "Ciao Tom, che sorpresa!" disse baciandolo
approfonditamente mentre lui le palpava spudoratamente le natiche.
Hero si sentiva in imbarazzo, da quando in qua si saluta a quel modo un
ragazzo che non è nemmeno il tuo fidanzato? Davanti a una
sconosciuta per giunta!
Quando interruppero il contatto Tom fissò Hero torturandosi
il piercing sul labro "Pensavo di venire qui per chiederti una cosa ma
come al solito mi ha preceduto piccola!" disse a Sam staccandosi da lei
per andare incontro al nuovo acquisto della scuoa.
"Si" rispose Sam "Lei è Hero. E se te lo stai chiedendo, si!
L'ho già messa in guardia su di te!" Tom si voltò
verso la ragazza sorridendo
"Perfetto così mi risparmi le presenzazioni!"
fissò Hero compiaciuto tendendole una mano.
Hero la strinse titubante "Piacere!"
"Oh, il piacere è tutto mio!" quel ragazzo la metteva a
disagio. Non le piaceva essere passata ai raggi X da uno come lui.
"Credo che la signorina qui, non faccia per te!" commentò
Sam sedendosi ancora sul letto.
"E perchè mai, sentiamo..." chiese Tom seguendola a ruota
sul comodo materasso.
"Oh, diciamo che è troppo vergine per i tuoi gusti!" il
ragazzo rimase piacevolmente sorpreso. Hero era una ragazzada 9, essere
il primo non poteva che essere un onore per lui.
"Non vedo dove sta il problema" commentò quindi Tom
portandosi le mani dietro alla nuca "Sono un ottimo insegnante, io!"
Hero non poteva credere che per loro fosse tutto così
semplice e in qualche modo scontato.
Insomma li sembrava non esistere pudore e andava benissimo per tutti,
tranne che per lei naturalmente.
Se solo Will avesse saputo in che posto l'aveva spedita sarebbe venuto
di persona a riprenderla, l'avrebbe scommesso!
Dal canto suo Sam, si sentiva messa da parte. Certo, era vero che Tom
si ostinava a chiamarla Sally e che veniva considerata la sua
"puttanella" da oltre un anno, ma si era affezionata a quel ragazzo
anche se le era difficile ammetterlo e non sopportava l'idea che Hero
in soli 10 minuti l'avesse monopolizzato a quel modo.
Sapeva che per Tom quello era un bocconcino più che
prelibato e che non se lo sarebbe fatto sfuggire facilmente.
Le uniche ragazze che Tom non toccava nemmeno col pensiero erano quelle
con cui era stato il fratello.
Era vero, si, che quei due ci davano dentro ma avevano una sorta di
patto segreto: non ci si scambiavano le ragazze, per nessuna ragione al
mondo!
Sam non aveva mai capito l'utilità di questa tacita regola
ma le andava bene così, aveva avuto Tom e le bastava.
Bill era il sogno irraggiungibile di tutte le ragazze della scuola, si
concedeva a poche il signorino e, stando ai racconti delle
"superstiti", stare con lui era devastante.
Anche questo era un mistero, tutte usavano quella parola ma nessuna era
in grado, o forse non lo voleva e basta, di spiegare com'erano andate
le cose esattamente.
In fondo Tom non era male, con lui ci si divertiva e si soffriva il
minimo indispensabile, sentimentalmente parlando.
Tom si alzò dal letto ingranando la quarta per raggiungere
velocemente la porta "Ragazze è stato un piacere stare con
voi cinque minuti" disse sorridendo "Ma ho un imegno improrogabile che
mi attende, quindi" e si rivolse a Hero "E' stato un piacere Mary e"
mandò un bacio volante a Sam "Con te ci si vede presto
spero! Ciao belle!" e scoparve come se n'era venuto lasciandole di
sasso a fissare la porta.
"Mi ha chiamata Mary?" chiese Hero stupita. Se si scordava il suo nome
che almeno ne scegliesse uno con qualche assonanza.
Sam le sorrise con quell'aria di chi la sa lunga "Chiamano Mary le
ragazze vergini, Mary come Maria Vergine!" le spiegò "E
adesso siamo sicuri che il tuo nome non se lo scorderà per
un po'!".
Bill se ne stava sdraiato sul suo comodo letto leggendo un libro,
godendosi quei rari momenti di pace durante i quali Tom si
volatilizzava preferendo altre compagnie alla sua.
Adorava Tom e non poteva vivere senza di lui ma aveva disperato bisogno
di staccare qualche volta, sopportarsi a vicenda era difficile
perchè entrambi possedevano caratteri forti ma diversi che
spesso non andavano d'accordo.
Crearsi degli spazi manteneva l'equilibrio!
Erano già passate un paio d'ore da quando il gemello aveva
lasciato la loro camera con l'intento di scoprire qualcosa sulla
ragazza nuova, non che la cosa lo interessasse in qualche maniera.
Si interessava di rado alle ragazze, pensava che solo alcune
meritassero attenzione, solo quelle che lui giudicava in qualche modo
speciali rispetto alla massa.
Non si innamorava, ovvio, ma gli piaceva farlo credere
perchè si sa: una ragazza che crede di essere amata
è meno petulante di una che invece sa di essere usata.
Sapeva benissimo che col suo comportamento aveva fatto soffrire ragazze
che, in fondo, non se lo meritavano affatto ma non ne aveva alcun
rimpianto.
In quegli anni aveva avuto un'ideale ben precisa di ragazza, una sorta
di standard nel quale rientravano tutte le sue ex fiamme.
La porta della sua camera si spalancò di colpo mostrando un
Tom con le braccia alzate e uno sguardo trionfante in volto.
"Che scopata ragazzi!"
"Che finezza aggiungerei!" disse Bill alzando scettico lo sguardo verso
di lui "Sentiamo chi sarebbe la fortunata?" chiese.
"Non ricordo il nome, una del primo anno comunque" rispose richiudendo
la porta dietro di lui e lasciandosi cadere, esausto, sul letto.
"Andiamo bene, se te le cerchi ancora più piccole ho
l'indirizzo di un buon asilo!" era inutile cercare di capire Tom certe
volte, persino per lui che era il gemello.
"Oh Bill, una figa è una figa. Non giriamoci tanto in torno
perpiacere!"
"Si, si, come ti pare" meglio chiudere il discorso "Allora scoperto
niente della nuova arrivata?"
Tom si mise a sedere di scatto voltandosi verso di lui "Oh, cazzo me
n'ero dimenticato. Bill abbiamo per le mani una Mary con la M
maiuscola!"
"Ma senti...e tu come fai a saperlo?" chiese alzandosi dal letto per
riporre, con cura, il libro di Baudelaire.
"E' in stanza con..." alzò gli occhi al cielo per cercare di
ricordarsi il nome di quella ragazza del quarto anno "Sally!" Bill si
voltò verso di lui appoggiandosi alla scrivania.
"Sally? Non so chi sia..."
"Credo che non sia il suo vero nome in effetti. Ad ogni modo la conosco
bene, sono stato in camera sua oggi e c'era anche la nuova ragazza!"
"E ti ricordi qual'è il vero nome di questa presunta Mary?"
chiese il moro.
"No, è un nome strano ma l'ho rimosso!" disse Tom senza
ombra di pentimento nelle parole.
"Bhe come tutte del resto, non mi meraviglia affatto!"
"Ad ogni modo credo che a te piacerà. E' proprio il tuo
tipo!"Bill lo fissò sorpreso. Non aveva mai sentito dire una
cosa del genere a Tom.
"Non ho voglia di vedere nessuna adesso!" disse prendendo una sigaretta
dal pacchetto sulla scrivania.
"Lo dici come se non spettasse anche a lei decidere. Dai per scontato
che ti cadrà ai piedi?" questa poi.
"Scusa ma hai mai visto una ragazza dirmi no?" domanda più
che retorica.
"No, ma credo che con lei sarà difficile!"
"Sarà difficile per te dal momento che sei tu a volerci
provare!"
Hero era nella bibblioteca della scuola. Mrs. Smith le aveva
consegnato, quella mattina, divisa e una lunga lista di libri che le
sarebbero stati indispensabili per recuperare il mese di scuola che
aveva perso.
Non riusciva a credere di dover leggere così tant, insomma,
i ragazzi di quella scuola sembravano aver tempo per fare altro, anzi a
parer suo si divertivano tutto il tempo.
E com'era possibile con una tale mole di lavoro?
Mentre si poneva questi interrogativi , che non avrebbero mai avuto
risposta, percorreva i lunghi scaffali alla ricerca di una copia
dell'Apologia di Socrate.
Non si era nemmeno accorta che qualcuno la stava osservando
attentamente.
"Tu chi sei?" una voce vellutata la fece voltare verso la finestra,
proprio li appoggiato al sifone c'era un ragazzo che sfogliava un libro
malandato.
"Scusa?" chiese Hero avvicinandosi con la lista delle letture ben
stretta tra la mani.
"Ti ho chiesto chi sei?" disse il suo interlocutore alzando lo sguardo
da quelle pagine logore per fissarle meglio il viso "Non ti ho mai
vista prima"
Hero dovette riprendersi non poco prima di rispondere, quel moro era il
più bel ragazzo che avesse mai visto.
"Scusami" disse "Mi chiamo Hero, sono arrivata ieri!" la voce non le
tremava come credeva.
"Ah" fu il solo commento di lui che ritornò a leggere
voltandosi un poco verso la luce che filtrava dal vetro colorato della
finestra.
"Ehm, tu...mi potresti dire il tuo nome?" disse la ragazza. Fin'ora
tutti si erano presentati senza troppe cerimonie a differenza di lui.
"Io sono Bill!" rispose semplicemente "E adesso scusa ma sto leggendo,
quindi..." distolse lo sguardo dal libro giusto un
secondo e alzando una mano le fece segno di girare a largo.
Hero non aggiuse altro, lo guardò ancora una volta e poi si
voltò imboccando la corsia successiva.
Bill...forse quel ragazzo era lo stesso Bill del quale le aveva parlato
Sam -Lo vedrai, eccome se lo vedrai- le aveva detto la ragazza.
Bhe doveva ammettere che era davvero un bel ragazzo ma non lo trovava
particolarmente loquace, anzi.
Per di più non aveva trovato il libro, adesso non poteva
nemmeno studiare in santa pace.
Decise che sarebbe stato meglio tornare più tardi con Sam
sicuramente lei avrebbe potuto esserle d'aiuto.
Quando Hero ritornò nella sua camera la ritrovò
completamente sottosopra. I vestiti erano sparsi per tutto il pavimento.
"Sam! Dove sei?" chiese raccogliendo una minigonna nera che impediva
alla porta di aprirsi completamente.
"In bagno!!!" urlò l'altra. La porta del bagno si
aprì, Sam aveva una gamba nel lavandino completamente
cosparsa di schiuma e se la stava radendo con una lametta.
"Mi sto facendo i peli!" le disse sorridendole.
"Ma che è successo in camera, è esploso
l'armadio?" Sam scosse la testa divertita.
"Stasera mi vedo con Tom, stavo sciegliendo cose indossare!"
"Ah, e cosa hai deciso di mettere?" chiese Hero appoggiandosi allo
stipite della porta mentre osservava l'altra sciaquarsi il polpaccio.
"Credo che opterò per la minigonna di pelle e la giacca
nera. Tu che mi racconti?"
"Niente di che, sono stata in biblioteca per cercare qualche libro, ho
incontrato un tipo strano!" confidò mentre Sam le rivolgeva
uno sguardo curioso.
"Che tipo strano?"
"Ha detto di chiamarsi Bill, forse è quello di cui mi hai
parlato ieri!" disse Hero.
La mora sbarrò gli occhi sorpresa "Come Bill? E ti ha
parlato?"
"Si, cioè no!" Sam la spinse fuori dal bagno e la fece
sedere sul letto posizionandosi davanti a lei.
"Ma come? Adesso tu mi dici esattamente cosa è successo!"
"Mi ha solo chiesto chi ero e poi mi ha cacciata perchè
doveva leggere..."
"Maddai, oddio!!!" Sam si portò le mani alla bocca "Io c'ho
messo un anno per farmi dire ciao!"
Il cellulare posto sul letto annanto alla regazze si mise a suonare, la
suoneria di Dirty Dancing era alquanto discutibile secondo Hero.
"Mi è arrivato un messaggio!" disse Sam afferrando il
telefono. Lesse quasi trattenendo il respiro "Oddio non è
possibile!"
"Cosa?" chiese curiosa la bionda.
"Tom vuole fare un bagno in piscina stasera!" lo disse con una strana
luce negli occhi.
"C'è una piscina?"
"Si, è al coperto, molto carina non la usiamo quasi mai da
quando hanno cambiato l'insegnante di educazione fisica. Quello nuovo
è fissato con il calcio! Ma non è questa la cosa
importante, Tom vuole che vieni anche tu!"
"IO???"
"Si, e a quanto pare ci sarà anche Bill! Oddio Hero non
possiamo dire no, ti prego...." e come si poteva resistere a quel
faccino?
"Io non vorrei ma se proprio ci tieni..." Sam le abbracciò
il collo stringendola a se
"Sei la migliore! Adesso scegliamo il bikini!" si alzò dal
letto andando verso l'armadio a muro
"Bikini?" chiese Hero "Io non ne ho!" Sam si voltò
scandalizzata verso di lei
"Come non ne hai?"
"Scusa io pensavo di venire a studiare, non di fare un concorso di
bellezza..."
Lo so, lo so
vi ho fatte aspettare una settimana per un capitolo alquanto scadente e
corto ma...capitemi ho gli esami fra poco e me la sto facendo sotto!!!
Detto questo passo ai ringraziamenti
ElianaTitti: come al solito le tue recensioni sono GRADITISSIME, ormai
le aspetto con ansia! Sono felice che la storia ti abbia coinvolta
almeno un pochino, magari sono riuscita a catturare la tu attenzione
anche con questo capitolo, chi lo sa?!?!
Sam è un personaggio contorto ma ti posso anticipare che tra
lei e Hero non ci sarà mai competizione di alcun genere.
Il nome Hero, che ho deciso di dare alla protagonista, l'ho preso dal
mio lobro preferito!!! Io adoro questo nome!
Il solo fatto che tu mi lasci sempre una recensiome mi rende
felicissima adesso che hai anche messo la storia tra i preferiti non so
proprio che dire, sono onorata!
Non ho un modo di scrivere particolare ne tanto meno bello, sto
cercando di imparare da i miei errori questo si e spero che i risultati
ci siano!
Il fatto di scrivere un AU non mi ha mai sfiorato la testa ma quando ho
pensato a questa non ho saputo resistere, se piace ne sono
più che felice!
(Grazie per la recensione in Ice Actually, mamma mia è
lunghissima!!!!)
SISSINA: wow bene, sono felice che ti piaccia!
annuk: Grazie, sono ultra felice che ti piaccia questa storia! Lo so,
gli errori di distrazione sono una croce che mi porto appresso da
molto, prometto che ci starò più attenta e voi
picchiatemi se necessario!!!
SusserCinderella: Non so se il mio intento fosse esattamente quello di
far ridere ma grazie! Credo che dopo questo capitolo si capiscano le
coppie. p sbaglio?
Prinzesschen: ohi ciao, si in effetti non ci sentiamo da molto! Bhe che
dire, grazie! Ho scelto di fare una storia diversa perchè
non ce la faccio più a vederli come star almeno
così possono svillupparsi vicende un tantino diverse. Fammi
sapere che ne pensi di questo capitolo!
SiSi: Grazie, spero di non averti deluso con questo capitolo. Fammi
sapere mi raccomando!
kiki91: Sisterrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr ti lovvo troppo! Meno male che ci
sei tu che mi lasci i commentini!!!! Dai dai che appena ci vediamo
facciamo la scena alla dirty dancing (io faccio patrik hihih)
Un bacione a tutte!!!!!
Ribadisco che non è come lo volevo ma spero che qualcuno
abbia pietà di una povera ragazza e mi lasci un commentino!
Alla prossima!!!!!
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Capitolo 3 *** Americana...io non sopporto gli Americani! ***
3_Americana...io
non sopporto gli Americani!
Tom era sdraiato come al solito
sul letto di Bill quando questo fece rientro nella loro camera.
Vide il moro alzare gli
occhi al cielo rassegnato per poi dirigersi verso il bagno.
"Dove sei stato?" chiese
il biondo quasi urlando dal momento che c'era una spessa porta di legno
a separarli.
"In bibblioteca, come
sempre!" rispose l'altro ricomparendo sullo stipite mentre si passava
un asciugamano sulla mani bagnate "Ho visto la tua Mary" aggiunse con
noncuranza lanciando la salvietta dentro al bagno per poi richiudere la
porta.
Tom sembrò
molto interessato dall'argomento, si mise a sedere "Bene, e come ti
sembra?" chiese incuriosito.
Bill si mise a sedere
sul piccolo davanzale di marmo bianco che sporgeva da sotto la finestra
accendendosi una sigaretta slim "Niente di eccezionale!"
sentenziò quindi soffiando via una nuvoletta di fumo.
"Come? Ma sei sicuro di
aver visto la stessa ragazza?"
"Si chiama per caso
Hero?" fu come se una lampadina si accendesse sulla testa di Tom.
"Ecco com'era quel nome
strano, si è lei!" disse alzandosi per avvicinarsi al
gemello "E sentiamo, perchè non la trovi attraente?"
"Non ho affatto detto
che non la trovo attraente!" rispose Bill scocciato "E' bella ma, ha un
accento strano e non mi ha colpito, tutto qui. Ci sono criteri da
seguire che vanno ben oltre la bellezza Tom!" il biondo
sbuffò sonoramente cominciando a camminare avanti e indietro.
"Maddai, che palle con
sta storia del criterio. Non tutte le ragazze devono essere speciali.
Ci sono solo due categorie: scopabili e non scopabili!"
affermò con convinzione bloccandosi e puntandogli un dito
contro con fare da esperto "E credimi quella Hero è
scopabile! E poi ha un accento strano perchè è
americana!" questa volta fu il turno di Bill di sbuffare.
"Americana, ti
pareva...io non sopporto gli americani!"
"Ad ogni modo"
tagliò corto Tom "Stasera mi vedo con Sally e le ho detto di
portarla, naturalmente ci sarai anche tu!" ci tenne a puntualizare.
Bill, che era assorto a
fumare, quasi si strozzò appresa la notizia.
"Come io? Ma...come ti
sei permesso di fare inviti a mio nome?" si alzò mettendosi
davanti all'altro che lo guardava sorridendo.
"Oh, Bill...l'ho fatto
per te. Non vedi una passera da mesi. Devi darti una regolata vecchio
mio o le palle ti scoppieranno mentre dormi!" gli disse dangogli una
fraterna pacca sulla spalla.
"Sei così
scemo certe volte, come cazzo ho fatto a non ammazzarti durante quei
nove mesi...probabilmente la metà dei calci che ho dato a
mamma erano per te!"
Tom annuì
sicuro "Cosa ti costa venire?"
"Niente, ma non sopporto
che fai le cose a mio nome. E poi quella non mi piace!" rispose il moro
mattendosi le mani sui fianchi.
"Ok, se proprio ti fa
schifo basto io ad accontantere entrambe. Di certo non mi tiro
indietro!"
"Si può
almeno sapere dove andiamo, di grazia?"
"In piascina!" se prima
Bill non era propenso ad andare ora era decisamente contrario.
"In piscina??? Tu sei
pazzo, io non vengo!"
Hero era seduta sul
letto di Sam in attesa che la sua compagna uscisse dal bagno nel quale
si era rinchiusa più di mezz'ora prima per provarsi tutti i
bikini che aveva ripescato dall'armadio.
La bionda ne aveva
già visti tre ma riteneva che fossero troppo...troppo, ecco!
Ormai si era rassegnata,
sapeva che Sam sarebbe andata all'appuntamento mezza nuda dopotutto era
in piscina, non ci si può andare vestiti, ma la cosa le dava
fastidio dal momento che lei ci sarebbe andata col suo fidato costume
intero.
Quando Hero
sentì un "Allora come sto?" distolse la mente dai suoi
pensieri e seguì la figura dell'amica camminare sicura verso
di lei.
Sam fece un giro su se
stessa, indossava un costume striminzito ma decisamente carino. Era
rosa pallido con con i bordi ricoperti di strass dello stesso colore.
"Dici che può
andare?" le chiese.
"Si, questo si!" disse
sincera Hero. Sam corrugò la fronte mettendosi davanti allo
specchio dove prese a fissarsi minuziosamente.
"Mha, non so proprio se
a Tom piace il rosa..." commentò passandosi le mani sul
ventre piatto.
Dentro di se Hero non
potè fare a meno di pensare che tanto il costume l'avrebbe
indossato per poco, dal momento che Tom gliel'avrebbe strappato via!
Di certo non diede voce
a quei pensieri tenendoli gelosamente per se.
"Tu cos'hai deciso di
mettere?" chiese infine Sam sedendosi sul letto accanto a lei.
"Il mio costume intero!"
rispose prontamente Hero.
Sam sbarrò
gli occhi schifata "Nonononono! Sei pazza? Un costume intero?" la
bionda roteò gli occhi al cielo.
"Oddio e che
sarà mai? E poi è l'unico costume che mi sono
portata" ammise per poi alzarsi e recuperarlo dall'armadio.
Estrasse un semplice
costume nero da uno dei cassetti e lo sottopose all'attento esame di
Sam che cominciò a rigirarselo tra le mani cercando
disperatamente di trovarci qualcosa di bello.
"E' decisamente poco
sexy!" ammise infine restituendolo alla proprietaria.
"Non voglio essere sexy
e poi io non voglio venire!"
Erano le 22 passate
quando bussarono alla porta delle ragazze. Sam si affrettò
ad aprire.
Rimase sorpresa quando
vide solo Tom che, appoggiato allo stipite della porta, le sorrideva
con un asciugamano appoggiato sulla spalla.
"Ciao bellissima, siete
pronte?" le chiese lui cercando di fare il meno rumore possibile.
Sam fece segno a Tom di
entrare nella stanza "Ma Bill dov'è?"
Tom salutò
Hero che stava seduta sul letto a gambe incrociate poi disse "Ha detto
che non se la sentiva di venire"
La notizia non scosse
per niente la bionda, anzi quasi se l'aspettava e non poteva esserne
più che felice dal momento che anche lei non aveva
nessunissima voglia di andare in piscina con quei due.
"Bene, allora io mi
infilo il pigiama e vado a letto. Buon divertimento!" disse Hero
alzandosi dal letto.
Sam strabuzzò
gli occhi interdetta "Come non vieni?"
"Sarei di troppo e poi
non ho voglia, dai andate e non pensate a me!"
"Guarda che se vuoi
venire per me non c'è nessun problema" aggiunse Tom
squadrandola per bene "Anzi è un piacere, potremmo
divertirci assieme, non credi?"
Cosa dava tanta
sicurezza a quel ragazzo Hero non l'avrebbe mai capito ma doveva
ammettere che il suo atteggiamento era a dir poco irritante.
"Scusami" rispose
cercando di essere il più gentile possibile "Preferisco
rimanere qui e lasciarvi alla vostra serata!"
"Ti sei per caso offesa
perchè Bill ha deciso di non venire?" indagò il
ragazzo con un ghigno dipinto sul volto.
"No, ma tanto che serve
risponderti. Lo so bene cosa pensi, credi che adesso io mi rinchiuda
qui dentro per piangermi addosso strafogandomi di caramelle...ti lascio
andare con la coscienza pulita, tuo fratello non mi piace!"
Non era mai stata
così decisa prima di allora, Tom era in grado di tirare
fuori un lato di lei che non era mai emerso prima.
"Oh, bene! Meglio cosi!"
disse il rasta passando il braccio sulle spalle magre di Sam senza
mancare di guardarle per bene nella scollatura della maglietta che
indossava "Che dici dolcezza, lasciamo sola la tua amichetta?"
Sam cercò lo
sguardo di Hero, voleva una conferma o quasi un permesso per andare con
Tom. Quando vide il sorriso rilassato di Hero puntato verso di lei
raccolse la salvietta da terra pronta a lasciare la stanza.
"Mi porto il cellulare,
per qualsiasi cosa chiama!" disse Sam sventolando in aria il motorola
rosa metallizzato.
"Tranquilla,
divertitevi!"
"Non sai quanto!" disse
Tom trascinando Sam fuori dalla camera.
Mentre camminava per i
corridoi di quel vecchio edificio stretta a Tom, Sam non poteva fare a
meno di pensare a Hero. Tom la voleva portare con loro e sapeva bene il
perchè, sapeva che Hero era una preda succulenta per lui.
"C'è qualcosa
che non va?" le chiese Tom stringendola di più a se mentre
superavano in silenzio l'ala est.
"No, tutto a posto!"
"Sei preoccupata per la
tua amichetta?" chiese con fare divertito, sembrava troppo bello per
essere vero....avere una normale discussione seria con Tom.
"No.." rispose Sam
stancamente, come se tutto quello sfottere gratuito le stesse dando sui
nervi solo ora.
"Se non vuoi venire con
me basta che lo dici subito" aveva proprio un carattere intrattabile
quel ragazzo, bastava rispondergli con un tono che non gli andava a
genio che subito quello ti si rivoltava contro.
"No Tom, sono felice di
essere qui!" si affrettò a dire la mora.
"Ma...?" la
incalzò lui.
"Ma...non lo so. Ormai
ho quasi 18 anni, questa situazione sta cominciando a pesarmi addosso"
"Quale siatuazione?"
cercò di indagare il rasta.
"Questa situazione
Tom....ma non ci vedi?" disse fermandosi di botto e allargando le
braccia, staccandosi da lui.
"Non ti seguo" anche lui
si era fermato, aveva un punto di dimanda dipinto in faccia!
Vide Samantha squotere
la testa rassegnata, quella discussione era come un disco rotto che si
ripete e si inceppa sempre nello stesso punto, all'infinito.
Ci si ritrovava sempre
nello stesso punto stando con Tom, era quello il problema,
non si facevano ne passi avanti ne passi indietro.
Si rimaneva li, sospesi
nella stessa identica situazione, finchè lui non si stufava
e proseguiva da solo per la sua strada lasciandoti solo uno sbiadito
ricordo a farti compagnia.
"Lascia stare!" aggiunse
infile lei riavvicinandosi "Andiamo adesso!" si incamminò a
passo spedito e lui la seguì in silenzio.
Certo che le ragazze
sono parecchio strane...penso Tom fissando seguendo la sua compagna con
la coda dell'occhio.
Arrivarono davanti alla
porta anti panico che collegava la piscina al lungo corridoio.
Tom estrasse della tesca
del costume una chiave nuova, di metallo con attaccato un portachiavi
rosso di plastica.
Senza dire niente
aprì la porta trascinando dentro la mora al suo fianco.
Si ritrovarono immersi
nella più completa oscurità. ma Tom conosceva
bene quel posto, ci era stato con un sacco di ragazze.
Prese Sam per mano e la
condusse non lontano da li. La ragazza lo sentì trafficare,
un rumore metallico come di una scatola che si apre dopo
dichè la stanza fu invasa da una luce tenue.
Dei faretti posti alla
base dei muri, direzionati verso il soffitto, irradiavano fasci sottili
di luce bianca.
La ragazza
appoggiò l'asciugamano a una delle panchine di legno che
circondavano la piscina, si tolse maglietta e pantaloni mostrando il
fisico asciutto, a poi appoggiò gli abiti li accanto.
Si voltò
verso Tom che era rimasto a fissarla compiaciuto mentre lei si
spogliava "Allora, che aspetti un ivito scritto?"
Un altro ghigno, un
altra leccatina al piercing "Tu vai, io ti raggiungo!" la
seguì con lo sguardo mentre si calava dolcemente dalla
scaletta cominciando a togliersi la maglia che portava e lasciando
tutta la sua roba accanto a quella della ragazza.
Sam era già
in acqua, appoggiata con i gomiti al rubido bordo di marmo, quando Tom
decise di esibirsi in uno dei suoi collaudati "impatti": un tuffo a
bomba.
Era estenuante sorbirsi
un comportamente così infantile da parte di un ragazzo ormai
grande e grosso come lui, ma Sam doveva ammettere che tutto quello che
sopportava ogni giorno era ripagato a pieno dalla visione di lui che
riemergeva dall'acqua!
I rasta sciolti e
bagnati gli ricadevano sulle spalle poco muscolose, si
avvicinò alla ragazza camminando lentamente.
Una volta arrivato a
destinazione appoggiò le mani sul bordo bianco, in mezzo
alle braccia lei...
"Allora" disse
avvicinando il naso quasi perfetto alla guancia di Sam "pentita di
essere qui?"
"No, e lo sai..."
rispose passandogli le mani dietro alla schiena, avvicinandolo di
più.
Allora,
mi dovete scusare per l'enorme ritardo...
Prometto che i prossimi capitoli vi faranno penare di meno!
Passiamo ai ringraziamenti (altrimenti non finisco più)
SusserCinderella: Ciao bellissima!WOW in missione speciale per me o.o
LUSINGATA! Sono felice che fino a qui la storia ti sia piaciuta, spero
che continuerai a leggere e mi raccomando sempre sincere nelle
recensioni (se fa schifo ditemelo, please!) Un bacione!
Kiki91: Ciao Sister! ahahahaha spero con tutto il cuore che Bill legga!
Non mi va di seguire un gruppo dove il cantante è
analfabeta! Il cubo in caldo te lo terrei se non fosse che il
caro acio è andato a Barcellona in vacanza con i suoi amici
sgangherati...ti darò notizie su di lui molto presto!
ElianaTitti: Ciao tesoro, è strano rispondere a questa
recensione perchè in questo esatto momento sto parlando con
te su msn!
Allora per quanto riguarda "La maledizione del secondo capitolo!" mi ha
perseguitata per dei mesi, sono stata ben attenta a mantenere la stessa
qualità sia nel primo che nel secondo perchè ci
tengo che questa storia esca nel migliore dei modi!
Come ben sai, in questo periodo, provo del rancore verso Bill...in
questa storia stò cercando di fare uscire allo scoperto un
NUOVO BILL, quello che io vedo sotto quella spessa matita nera.
Adesso scusa ma non posso rispondere per intero alla tua recensione o
non finirò mai (tanto ci sentiamo su msn mi puoi chiedere
quello che vuoi!).
Non me ne volere ti prego!
Sisi: essi Bill misterioso...spero che il capitolo ti piaccia!
_ToMsimo_ inverti le coppia che hai detto e ci siamo...Sam non potrebbe
mai stare con Bill, hanno caratteri troppo diversi ma...chi lo sa?
Annuk sono felicissima che la storia ti piaccia cosi tanto! Lo so, p un
mio odiato vizio lasciare i capitoli in sospeso (lo faccio anche nel 3)
ma spero che vi piacciano lo stesso...
Sam è un personaggio che, vedo, sta simpatico a molti...la
competizione tra lei e Hero c'è, in minima parte...ma presto
tutto il quadro sarà mostrato, non temere!
Lo so, LO SO gli erroracci...mi ammazzerei giuro ma proprio ci sono
questi errori di battitura che mi perseguitano...Ti prego personami,
altrimenti assumerò una santa ragazza che legge prima che io
posti cosi evitiamo sti errori! Grazie mille per aver commentato sei
stata carinissima!
valux91: Mettere sotto una nuova luce Bill è la mia missiona
segreta! hihihi si lo so quel ragazzo sarebbe sexy anche con una
badilata di letame in testa (invidia!).
Spero che leggerai ancora, un bacione!
Ragazze un bacione a tutte, so che il capitolo fa un po schifino ma
abbiate pietà di me!
un abbraccio stritolatore!
Sara
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Capitolo 4 *** Una gita culturale (prima parte) ***
Ragazze mi dispiace tantissimo per
l'imperdonabile ritardo....spero mi possiate perdonare!
Vi lascio questo capitolo, spero che vi piaccia (almeno un pochetto)....
Non so quando potrò postare ancora....alla prossima!
Sara
Una
gita culturale (prima parte)
Quella
mattina Hero venne svegliata dalla luce fastidiosa del sole che
filtrava dalle consumate ante di legno di quella vecchia scuola.
Scostò le coperte poco pesanti per scoprire due gambe
bianche e magre, scese dal letto avvicinandosi piano a quello della sua
compagna di stanza.
Sam dormiva profondamente, ancora vestita. I capelli erano arruffati e
ancora bagnati sul cuscino e la signorina non aveva nemmeno avuto il
buon senso di infilarsi sotto la trapunta.
"Sam, alzati" le disse passandole una mano sulla spalla. La
mora storse il naso infastidita voltandosi dall'altra parte.
"Lasciamo dormire, è domenica!"
"Ma almeno vai sotto le coperte..."
"NO!" ormai aveva capito che parlare con Sam a quell'ora del mattino
era inutile.
Hero andò in bagno trascinando i piedi e una volta dentro vi
ci si chiuse, le ci voleva una bella doccia.
Si spogliò in fretta per poi rifiugiarsi sotto al caldo
getto d'acqua che inondava la cabina ripensando a casa.
Le mancava terribilmente la sua New York, William, tutto.
Cercava di non pensarci troppo spesso, insomma prima o poi avrebbe
dovuto cavarsela da sola ma ancora non si sentiva pronta e in quella
scuola sembrava che nessuno volesse darle una mano.
Si, Sam era sua amica ma di una persona che conosci da due giorni di
quanto ti puoi fidare?
Inoltre l'unico appuntamento che aveva ricevuto da quando era li si era
risolto con un'enorme, colossale, buca!
Non che le fosse dispiaciuto lasciare Tom e Sam da soli...ma, nel
profondo, il fatto che Bill avesse deciso di non andare le dava
fastidio.
Lei aveva fatto uno sforzo, si era preparata ed era disposta ad andare
anche se non ne aveva voglia, mentre lui aveva abilmente schivato
l'uscita a quattro e tanti saluti.
Dopotutto cosa poteva aspettarsi da un ragazzo come lui, abituato ad
avere 10 ragazzine che ti seguono bisbigliando per i corridoi? Niente!
Non riusciava a spiegarsi come tutta la scuola lo definisse un ragazzo
sensibile e altruista, lei dietro a quella massa di capelli scuri non
vedeva altro che un ragazzo che cerca di fare l'uomo.
Era a dir poco fastidioso aver puntato addosso quello sguardo di chi la
sa lunga, di chi si crede migliore degli altri. Era ufficiale, Bill non
le piaceva!
Uscì dalla doccia, si mise un asciugamano addosso e
passò una mano sullo specchio appannato fissando la sua
immagine riflessa quando qualcuno bussò alla porta.
"Hero, apri devo fare pipì!" disse Sam dall'altra parte. Non
appena aprì la porta Sam entrò senza tanti
complimenti e si sedette sul water.
"Oh, grazie me la stavo facendo sotto".
"Allora" cominciò l'altra "Com'è andata ieri
sera?" chiese.
"Bene, bene, come al solito" strano, Hero pensava che a quella domanda
Sam sarebbe partita in quarta raccontandole ogni particolare della
serata tanto agognata con Tom invece sembrava che quasi non ne volesse
parlare.
"Strano!" commentò quindi dando voce ai suoi pensieri
"C'è forse qualcosa che mi sono persa? Ieri pomeriggio non
aspettavi altro che l'appuntamento con Tom..."
"Non so che dirti Hero" disse la mora tirando lo sciaquone
"è stata una serata uguale alle altre. Ci siamo divertiti,
come sempre, non c'è molto da dire"
"Ma non sembrai molto felice, o sbaglio?" assieme raggiunsero la loro
camera e, mentre Hero era intanta a vestirsi, l'altra la osservava
seduta a gambe incrociate sul letto.
"Mannò, sono felice solo che sono tanto stanca!" ammise
portandosi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che era nato su
quelle labbra.
"Si vede, non ti sei nemmeno tolta il costume!" disse Hero insicando la
striscia del costume rosa che faceva capolino sulla scapola che la
maglietta troppo striminzita di Sam non copriva.
"Eh si, adesso mi faccio una bella doccia anche io. E poi oggi ti
faccio fare un bel giro della scuola, così conosci un po' di
gente".
"Allora" disse Sam alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di quella
giornata d'autunno "Cosa ti va di fare?"
"Non lo so" rispose l'altra "L'altro giorno mi sono persa in
biblioteca, fai tu. Non conosco niente qui!" vide Sam annuire.
"Direi di cominciare dalla sala comune, li ci si ritrova un po'
tutti...ci sono divani, una macchinatta del caffè e l'unica
televisione della scuola. Insomma è l'unica stanza
dell'edificio che ti ricorda che siamo nel ventunesimo secolo!" sorrise
a quell'affermazione. A Hero non dispiaceva affatto rinunciare a
televisione e altre comodità, trovava il "clima" della
scuola assolutamente appropiato e quasi affascinante.
Assieme si diressero alla sala comune sotto lo sguardo non molto
amichevole di qualche ragazza che incrociavano per i corridoi.
"Oh, lasciale perdere" commentò Sam lanciando uno sguardo di
sfida a un gruppetto di ragazzine che sghignazzavano indicandole "Sono
solo invidiose di te!"
"Di me?" chiese stupida la bionda.
"Certo...a quest'ora anche i muri sapranno che Bill ti ha chiesto di
uscire!" ah, molto bene!!! "Non te ne devi meravigliare, qui non
c'è altro da fare, la gente adora spettagolare...soprattutto
le persone che non hanno una vita loro!" cercò di
rassicurarla.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono. Hero pensò che
quella era la stanza più grande che avesse mai visto in vita
sua.
Le pareti erano di libri, degli scaffali di legno scuro a due piani
ricoporivano le vecchie mura.
Al centro della stanza dei divani di pelle verde scura e lei aveva
contato almeno quattro camini.
Era abbastanza affollata, la maggior parte degli studenti attorinava il
grande schermo della televisione al plasma. Il fatto che stessero
guardando il telegiornale la stupì non poco.
"Oh, cazzo!" la voce di Sam la riportò alla
realtà.
"Che c'è?" chiese voltandosi verso la mora.
"C'è Tom!!!" disse indicando una figura che si stava
avvicinando a loro.
"Qual'è il problema, scusa?"
"Oh, Hero non sai proprio niente allora...mai, e dico MAI, incontrare
il tuo compagno di giochi il giorno dopo!"
"E perchè?" chiese la bionda sospirando, c'erano troppo
regole per i suoi gusti!
"Te lo spiego un'altra volta" riuscì a dire l'altra prima
che Tom si avvicinasse troppo.
"Buongiorno!" disse sorridendo alle nuove venute.
"Ciao!" risposero assieme.
"Cosa ci fanno due belle ragazze qui a quest'ora?" si poteva essere
più insulsi?
"Sto facendo fare un giro della scuola a Hero!" rispose Sam mentre
salutava da lontano una ragazza dai capelli fastidiosamente rossi che,
dal fondo della sala sventolava le braccia per attirare l'attenzione.
"Oh, bene!" si avvicinò alla mora passandole un braccio
attorno alla vita "Perchè non lasciamo questo compito
ingrato al mio adorato fratellino?" chiese.
Hero sbarrò gli occhi e, posizionandosi dietro a Tom,
cominciò a fare di no con la testa -No, Sam NO!!!!-
pensò.
"Ma veramente Tom, non so..." disse l'interpellata.
"Dai" le passò un indice sulla guancia liscia
"Così noi due stiamo un po' soli, che ne dici?"
"Si, ma tuo fratello non è qui. Prima che tu lo
avverta sarà già l'ora di pranzo!"
cercò una scusa.
"Dai, Bill è in camera...andiamo assieme a chiamarlo!" dire
di no a quegli occhioni era troppo difficile.
"O,ok" disse Sam mentre da sopra la spalla del ragazzo aveva visto
distintamente Hero passarsi entrambe le mani sul viso irritato.
C'era voluto poco tempo per raggiungere la camera dei gemelli, troppo
poco perchè Hero riuscisse a trovare una scusa plausibile
per svignarsela.
Tom stava già bussando alla porta da un po' quando un Bill
abbastanza irritato mostrò il suo bel visino alla strana
compagnia.
"Che cazzo vuoi TOM?" disse il moro appoggiandosi stancamente allo
stipite della porta.
"Ohi, non vedi che ci sono due donzelle, modera i termini!" Bill
sbuffò sonoramente indugiando lo sguardo sulle ragazze.
"Bene, quindi...dai non ho tempo da perdere"
"Io e Sam vogliamo farci un giro" disse Tom mettendo un braccio sulle
spalle della ragazza "Ma non vogliamo lasciare Mary tutta sola. Te la
affidiamo, mi raccomando fate i bravi bambini!" si stava già
incamminando dalla parte opposta quando Bill lo prese per il polso
costringendolo a voltarsi.
"Non se ne parla nemmeno, da quando in qua devo fare il baby sitter???"
era incazzato nero.
"Dai Bill, ti chiedo solo questo favore..."
"Oh ma che palle, ok!"
"Lo sapevo che non potevi dirmi no!" disse il rasta sorridendo "Adesso
noi andiamo" prese Sam a braccietto e si allontanarono assieme.
Hero era a disagio, con tutte le persone di quella scuola doveva
trascorrere la giornata con l'unica che non sopportava?
"Senti, anche a me non va di passare la giornata con te quindi...se ti
fa comodo dirò a Tom che sei stato una guida coi contro
fiocchi...Ciao!" disse la ragazza che già stava per
tornarsene nella sua camera.
"Non dire cazzate...entra dai!" Bill le fece segno di entrare nella sua
stanza spostandosi dalla porta "Non voglio averti sulla coscienza
ragazzina!"
Non commentò l'ultima frase, ne tanto meno quel "ragazzina"
che tanto le aveva dato fastidio. Fece semplicemente quello che gli era
stato detto di fare, entrò nella camera dei gemelli sezna
fiatare.
Era un po' in disordine, i vestiti giacevano alla rinfusa per tutta la
stanza ma la scrivania era abbastanza ordinata, una fila di
libri ne delineava il contorno.
"Stavo leggendo" disse Bill recuperando il libro aperto sul suo letto e
risistemandolo assieme agli altri.
"A quanto pare lo fai spesso" commentò Hero.
"E tu come fai a saperlo?"
"L'unica volta che ci siamo incontrati è stato in
biblioteca, stavi leggendo!" disse la bionda.
"Ah, giusto!" si sedette sul letto incrociando la gambe magre, mentre
lei rimaneva ferma nel bel mezzo della stanza con le braccia incrociate
al petto.
"Puoi anche sederti!" le disse allora attirando la sua attenzione "Mi
metti ansia se rimani li impalata!"
"Sto bene così" quella ragazza era davvero
strana,così diversa dalle altre.
"Fai come vuoi Mary!" si sdraiò sul materasso mattendo le
braccia dietro alla testa.
"Non mi chiamo Mary!!!"
"Ma è così che ti chiamerò!" aggiunse
sicuro e strafottente.
"Sei così maledettamente irritante che mi
tratterrò dal dire cosa penso veramente di te!" si
avvicinò alla porta e infine disse "E adesso se non hai
altro da aggiungere me ne vado!" sul viso del ragazzo comparve un
sorriso sghembo, sembrava quasi che gli piacesse sentire la
verità sul suo conto, sapere quello che REALMENTE pensava di
lui la gente.
"Oh Mary, lungi da me impedirti di esprimerti...sentiamo, voglio sapere
tutto quello che pensi di me!" se fino ad allora dividere una piccola
stanza con lui era stato difficile ora respirare la sua stessa aria era
diventato impossibile per Hero.
All'apparenza era un ragazzo bellissimo, sembrava quasi dolce quando
sorrideva perso nei suoi pensieri, invece quando apriva bocca si
trasformava in uno stronzo di prima categoria. Fu proprio questa ultima
riflessione che convinse Hero, non si voleva trattenere, ogni barlume
di educazione era eclissato nello stesso momento in cui Bill le aveva
rivolto uno sguardo di pura sfida.
Prese aria, incamerandola nei polmoni e vomitò un fiume di
parole che da troppo tempo si ostinava a celare dentro di se.
"Sei una persona orribile, giochi con le persone, le fai soffrire solo
per il puro piacere di farlo e il bello è che invece di
essere punito tutti ti venerano idealizzandoti come ragazzo perfetto.
Tu non sei la perfezione fatta a persona Bill, tu sei un mostro! Hai
l'assurda capacità di mettere in soggezione le persone,
invece di usare questa tua caratteristica in modo positivo ci giochi e
basta e quelli che paghiamo siamo noi...non temere comunque, quando un
giorno te ne starai tutto solo e tutti i tuoi amici ti avranno
abbandonato allora sarò io a ridere di te!!!" spietata,
crudele e terribilmente sincera. Tutto quello che aveva detto lo
sentiva veramente, pensava veramente che Bill fosse un mostro e non si
era risparimata nemmeno una sillaba per farglielo capire.
Lui, del resto era rimasto impassibile come se non gli desse
minimamente fastidio sentirsi dire che era una persona orribile...come
se fosse una rutine per lui.
Si alzò dal letto parandosi di fronte alla ragazza che lo
fissava mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
"Bene" disse lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso "Ti sei
sfogata?" era tutto li? Cioè lei era stata terribilmente
maleducata e a lui non interessava??? Ma come era possibile?
"S.si" rispose titubante sbattendo nervosamente le palpebre.
"Mi fa piacere" si voltò di nuovo verso il letto e prese la
giacca nera che giaceva ai piedi del materasso infilandosela con un
gesto fluido e unico "Adesso possiamo andare a fare questo benedetto
giro" girò su se stesso finendo di allacciarsi i bottoni
dell'uniforme "Sempre se vuoi farti vedere per i corridoi con un mostro
mia cara Mary...."
Tom aveva portato Sam nel parco, anche se fuori minacciava di piovere a
lui non importava, voleva stare solo con lei senza nessun elemento di
disturbo nei paraggi.
Avevano percorso assieme il lungo viale alberato che portava a una
collinetta proprio dietro alla scuola, lì, sapeva di una
panchina ogni tanto andava li a pensare.
Quando arrivarono la mora si sedette senza dire una parola e Tom non
potè fare a meno di guardarla mentre estendeva il suo
sguardo sul paesaggio verde e rigoglioso.
"La smetti di fissarmi!" disse Sam scocciata voltandosi verso di lui
"Mi da fastidio e lo sai!"
"Si!" ammise il rasta abbassando lo sguardo colpevole.
"Tom, perchè mi hai portata qui? Pensavo che fosse un altro
il tuo piano!"decisa, doveva essere così con lui ormai
l'aveva capito da tempo.
"Volveo solo passare un po' di tempo con te...non ho altri scopi...."
Sam si voltò stupita a guardarlo per l'ennesima volta,
quello non era Tom.
"E' successo qualcosa?" gli chiese mentre lui tornava a guardare i
prati verdi davanti a loro.
"No, non volevo rimanere solo oggi..."
"Perchè?" chiese curiosa.
Tom abbassò la testa sorridendo "Se te lo dico dopo devo
ucciderti!" una battutina smentita subito dall'espressione triste che
aveva stampata in faccia.
Sam gli prese una mano intrecciando le lunghe dita di lui con le sue,
Tom alzò lo sguardo verso di lei all'istante rispecchiando
gli iridi castani in quelli scuri e sinceri di Samantha.
"Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io ci sono, se vuoi
rimanere così in silenzio va bene lo stesso...."dov'era
finita la ragazza decisa a non lasciarsi andare?
Era scomparsa nello stesso momento in cui aveva visto scorrere lungo la
guancia destra di Tom una lacrima amara...
Quella mattina Hero venne svegliata dalla luce fastidiosa del sole che
filtrava dalle consumate ante di legno di quella vecchia scuola.
Scostò le coperte poco pesanti per scoprire due gambe
bianche e magre, scese dal letto avvicinandosi piano a quello della sua
compagna di stanza.
Sam dormiva profondamente, ancora vestita. I capelli erano arruffati e
ancora bagnati sul cuscino e la signorina non aveva nemmeno avuto il
buon senso di infilarsi sotto la trapunta.
"Sam, alzati" le disse passandole una mano sulla spalla. La
mora storse il naso infastidita voltandosi dall'altra parte.
"Lasciamo dormire, è domenica!"
"Ma almeno vai sotto le coperte..."
"NO!" ormai aveva capito che parlare con Sam a quell'ora del mattino
era inutile.
Hero andò in bagno trascinando i piedi e una volta dentro vi
ci si chiuse, le ci voleva una bella doccia.
Si spogliò in fretta per poi rifiugiarsi sotto al caldo
getto d'acqua che inondava la cabina ripensando a casa.
Le mancava terribilmente la sua New York, William, tutto.
Cercava di non pensarci troppo spesso, insomma prima o poi avrebbe
dovuto cavarsela da sola ma ancora non si sentiva pronta e in quella
scuola sembrava che nessuno volesse darle una mano.
Si, Sam era sua amica ma di una persona che conosci da due giorni di
quanto ti puoi fidare?
Inoltre l'unico appuntamento che aveva ricevuto da quando era li si era
risolto con un'enorme, colossale, buca!
Non che le fosse dispiaciuto lasciare Tom e Sam da soli...ma, nel
profondo, il fatto che Bill avesse deciso di non andare le dava
fastidio.
Lei aveva fatto uno sforzo, si era preparata ed era disposta ad andare
anche se non ne aveva voglia, mentre lui aveva abilmente schivato
l'uscita a quattro e tanti saluti.
Dopotutto cosa poteva aspettarsi da un ragazzo come lui, abituato ad
avere 10 ragazzine che ti seguono bisbigliando per i corridoi? Niente!
Non riusciava a spiegarsi come tutta la scuola lo definisse un ragazzo
sensibile e altruista, lei dietro a quella massa di capelli scuri non
vedeva altro che un ragazzo che cerca di fare l'uomo.
Era a dir poco fastidioso aver puntato addosso quello sguardo di chi la
sa lunga, di chi si crede migliore degli altri. Era ufficiale, Bill non
le piaceva!
Uscì dalla doccia, si mise un asciugamano addosso e
passò una mano sullo specchio appannato fissando la sua
immagine riflessa quando qualcuno bussò alla porta.
"Hero, apri devo fare pipì!" disse Sam dall'altra parte. Non
appena aprì la porta Sam entrò senza tanti
complimenti e si sedette sul water.
"Oh, grazie me la stavo facendo sotto".
"Allora" cominciò l'altra "Com'è andata ieri
sera?" chiese.
"Bene, bene, come al solito" strano, Hero pensava che a quella domanda
Sam sarebbe partita in quarta raccontandole ogni particolare della
serata tanto agognata con Tom invece sembrava che quasi non ne volesse
parlare.
"Strano!" commentò quindi dando voce ai suoi pensieri
"C'è forse qualcosa che mi sono persa? Ieri pomeriggio non
aspettavi altro che l'appuntamento con Tom..."
"Non so che dirti Hero" disse la mora tirando lo sciaquone
"è stata una serata uguale alle altre. Ci siamo divertiti,
come sempre, non c'è molto da dire"
"Ma non sembrai molto felice, o sbaglio?" assieme raggiunsero la loro
camera e, mentre Hero era intanta a vestirsi, l'altra la osservava
seduta a gambe incrociate sul letto.
"Mannò, sono felice solo che sono tanto stanca!" ammise
portandosi una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che era nato su
quelle labbra.
"Si vede, non ti sei nemmeno tolta il costume!" disse Hero insicando la
striscia del costume rosa che faceva capolino sulla scapola che la
maglietta troppo striminzita di Sam non copriva.
"Eh si, adesso mi faccio una bella doccia anche io. E poi oggi ti
faccio fare un bel giro della scuola, così conosci un po' di
gente".
"Allora" disse Sam alzando lo sguardo verso il cielo plumbeo di quella
giornata d'autunno "Cosa ti va di fare?"
"Non lo so" rispose l'altra "L'altro giorno mi sono persa in
biblioteca, fai tu. Non conosco niente qui!" vide Sam annuire.
"Direi di cominciare dalla sala comune, li ci si ritrova un po'
tutti...ci sono divani, una macchinatta del caffè e l'unica
televisione della scuola. Insomma è l'unica stanza
dell'edificio che ti ricorda che siamo nel ventunesimo secolo!" sorrise
a quell'affermazione. A Hero non dispiaceva affatto rinunciare a
televisione e altre comodità, trovava il "clima" della
scuola assolutamente appropiato e quasi affascinante.
Assieme si diressero alla sala comune sotto lo sguardo non molto
amichevole di qualche ragazza che incrociavano per i corridoi.
"Oh, lasciale perdere" commentò Sam lanciando uno sguardo di
sfida a un gruppetto di ragazzine che sghignazzavano indicandole "Sono
solo invidiose di te!"
"Di me?" chiese stupida la bionda.
"Certo...a quest'ora anche i muri sapranno che Bill ti ha chiesto di
uscire!" ah, molto bene!!! "Non te ne devi meravigliare, qui non
c'è altro da fare, la gente adora spettagolare...soprattutto
le persone che non hanno una vita loro!" cercò di
rassicurarla.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono. Hero pensò che
quella era la stanza più grande che avesse mai visto in vita
sua.
Le pareti erano di libri, degli scaffali di legno scuro a due piani
ricoporivano le vecchie mura.
Al centro della stanza dei divani di pelle verde scura e lei aveva
contato almeno quattro camini.
Era abbastanza affollata, la maggior parte degli studenti attorinava il
grande schermo della televisione al plasma. Il fatto che stessero
guardando il telegiornale la stupì non poco.
"Oh, cazzo!" la voce di Sam la riportò alla
realtà.
"Che c'è?" chiese voltandosi verso la mora.
"C'è Tom!!!" disse indicando una figura che si stava
avvicinando a loro.
"Qual'è il problema, scusa?"
"Oh, Hero non sai proprio niente allora...mai, e dico MAI, incontrare
il tuo compagno di giochi il giorno dopo!"
"E perchè?" chiese la bionda sospirando, c'erano troppo
regole per i suoi gusti!
"Te lo spiego un'altra volta" riuscì a dire l'altra prima
che Tom si avvicinasse troppo.
"Buongiorno!" disse sorridendo alle nuove venute.
"Ciao!" risposero assieme.
"Cosa ci fanno due belle ragazze qui a quest'ora?" si poteva essere
più insulsi?
"Sto facendo fare un giro della scuola a Hero!" rispose Sam mentre
salutava da lontano una ragazza dai capelli fastidiosamente rossi che,
dal fondo della sala sventolava le braccia per attirare l'attenzione.
"Oh, bene!" si avvicinò alla mora passandole un braccio
attorno alla vita "Perchè non lasciamo questo compito
ingrato al mio adorato fratellino?" chiese.
Hero sbarrò gli occhi e, posizionandosi dietro a Tom,
cominciò a fare di no con la testa -No, Sam NO!!!!-
pensò.
"Ma veramente Tom, non so..." disse l'interpellata.
"Dai" le passò un indice sulla guancia liscia
"Così noi due stiamo un po' soli, che ne dici?"
"Si, ma tuo fratello non è qui. Prima che tu lo
avverta sarà già l'ora di pranzo!"
cercò una scusa.
"Dai, Bill è in camera...andiamo assieme a chiamarlo!" dire
di no a quegli occhioni era troppo difficile.
"O,ok" disse Sam mentre da sopra la spalla del ragazzo aveva visto
distintamente Hero passarsi entrambe le mani sul viso irritato.
C'era voluto poco tempo per raggiungere la camera dei gemelli, troppo
poco perchè Hero riuscisse a trovare una scusa plausibile
per svignarsela.
Tom stava già bussando alla porta da un po' quando un Bill
abbastanza irritato mostrò il suo bel visino alla strana
compagnia.
"Che cazzo vuoi TOM?" disse il moro appoggiandosi stancamente allo
stipite della porta.
"Ohi, non vedi che ci sono due donzelle, modera i termini!" Bill
sbuffò sonoramente indugiando lo sguardo sulle ragazze.
"Bene, quindi...dai non ho tempo da perdere"
"Io e Sam vogliamo farci un giro" disse Tom mettendo un braccio sulle
spalle della ragazza "Ma non vogliamo lasciare Mary tutta sola. Te la
affidiamo, mi raccomando fate i bravi bambini!" si stava già
incamminando dalla parte opposta quando Bill lo prese per il polso
costringendolo a voltarsi.
"Non se ne parla nemmeno, da quando in qua devo fare il baby sitter???"
era incazzato nero.
"Dai Bill, ti chiedo solo questo favore..."
"Oh ma che palle, ok!"
"Lo sapevo che non potevi dirmi no!" disse il rasta sorridendo "Adesso
noi andiamo" prese Sam a braccietto e si allontanarono assieme.
Hero era a disagio, con tutte le persone di quella scuola doveva
trascorrere la giornata con l'unica che non sopportava?
"Senti, anche a me non va di passare la giornata con te quindi...se ti
fa comodo dirò a Tom che sei stato una guida coi contro
fiocchi...Ciao!" disse la ragazza che già stava per
tornarsene nella sua camera.
"Non dire cazzate...entra dai!" Bill le fece segno di entrare nella sua
stanza spostandosi dalla porta "Non voglio averti sulla coscienza
ragazzina!"
Non commentò l'ultima frase, ne tanto meno quel "ragazzina"
che tanto le aveva dato fastidio. Fece semplicemente quello che gli era
stato detto di fare, entrò nella camera dei gemelli sezna
fiatare.
Era un po' in disordine, i vestiti giacevano alla rinfusa per tutta la
stanza ma la scrivania era abbastanza ordinata, una fila di
libri ne delineava il contorno.
"Stavo leggendo" disse Bill recuperando il libro aperto sul suo letto e
risistemandolo assieme agli altri.
"A quanto pare lo fai spesso" commentò Hero.
"E tu come fai a saperlo?"
"L'unica volta che ci siamo incontrati è stato in
biblioteca, stavi leggendo!" disse la bionda.
"Ah, giusto!" si sedette sul letto incrociando la gambe magre, mentre
lei rimaneva ferma nel bel mezzo della stanza con le braccia incrociate
al petto.
"Puoi anche sederti!" le disse allora attirando la sua attenzione "Mi
metti ansia se rimani li impalata!"
"Sto bene così" quella ragazza era davvero
strana,così diversa dalle altre.
"Fai come vuoi Mary!" si sdraiò sul materasso mattendo le
braccia dietro alla testa.
"Non mi chiamo Mary!!!"
"Ma è così che ti chiamerò!" aggiunse
sicuro e strafottente.
"Sei così maledettamente irritante che mi
tratterrò dal dire cosa penso veramente di te!" si
avvicinò alla porta e infine disse "E adesso se non hai
altro da aggiungere me ne vado!" sul viso del ragazzo comparve un
sorriso sghembo, sembrava quasi che gli piacesse sentire la
verità sul suo conto, sapere quello che REALMENTE pensava di
lui la gente.
"Oh Mary, lungi da me impedirti di esprimerti...sentiamo, voglio sapere
tutto quello che pensi di me!" se fino ad allora dividere una piccola
stanza con lui era stato difficile ora respirare la sua stessa aria era
diventato impossibile per Hero.
All'apparenza era un ragazzo bellissimo, sembrava quasi dolce quando
sorrideva perso nei suoi pensieri, invece quando apriva bocca si
trasformava in uno stronzo di prima categoria. Fu proprio questa ultima
riflessione che convinse Hero, non si voleva trattenere, ogni barlume
di educazione era eclissato nello stesso momento in cui Bill le aveva
rivolto uno sguardo di pura sfida.
Prese aria, incamerandola nei polmoni e vomitò un fiume di
parole che da troppo tempo si ostinava a celare dentro di se.
"Sei una persona orribile, giochi con le persone, le fai soffrire solo
per il puro piacere di farlo e il bello è che invece di
essere punito tutti ti venerano idealizzandoti come ragazzo perfetto.
Tu non sei la perfezione fatta a persona Bill, tu sei un mostro! Hai
l'assurda capacità di mettere in soggezione le persone,
invece di usare questa tua caratteristica in modo positivo ci giochi e
basta e quelli che paghiamo siamo noi...non temere comunque, quando un
giorno te ne starai tutto solo e tutti i tuoi amici ti avranno
abbandonato allora sarò io a ridere di te!!!" spietata,
crudele e terribilmente sincera. Tutto quello che aveva detto lo
sentiva veramente, pensava veramente che Bill fosse un mostro e non si
era risparimata nemmeno una sillaba per farglielo capire.
Lui, del resto era rimasto impassibile come se non gli desse
minimamente fastidio sentirsi dire che era una persona orribile...come
se fosse una rutine per lui.
Si alzò dal letto parandosi di fronte alla ragazza che lo
fissava mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
"Bene" disse lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso "Ti sei
sfogata?" era tutto li? Cioè lei era stata terribilmente
maleducata e a lui non interessava??? Ma come era possibile?
"S.si" rispose titubante sbattendo nervosamente le palpebre.
"Mi fa piacere" si voltò di nuovo verso il letto e prese la
giacca nera che giaceva ai piedi del materasso infilandosela con un
gesto fluido e unico "Adesso possiamo andare a fare questo benedetto
giro" girò su se stesso finendo di allacciarsi i bottoni
dell'uniforme "Sempre se vuoi farti vedere per i corridoi con un mostro
mia cara Mary...."
Tom aveva portato Sam nel parco, anche se fuori minacciava di piovere a
lui non importava, voleva stare solo con lei senza nessun elemento di
disturbo nei paraggi.
Avevano percorso assieme il lungo viale alberato che portava a una
collinetta proprio dietro alla scuola, lì, sapeva di una
panchina ogni tanto andava li a pensare.
Quando arrivarono la mora si sedette senza dire una parola e Tom non
potè fare a meno di guardarla mentre estendeva il suo
sguardo sul paesaggio verde e rigoglioso.
"La smetti di fissarmi!" disse Sam scocciata voltandosi verso di lui
"Mi da fastidio e lo sai!"
"Si!" ammise il rasta abbassando lo sguardo colpevole.
"Tom, perchè mi hai portata qui? Pensavo che fosse un altro
il tuo piano!"decisa, doveva essere così con lui ormai
l'aveva capito da tempo.
"Volveo solo passare un po' di tempo con te...non ho altri scopi...."
Sam si voltò stupita a guardarlo per l'ennesima volta,
quello non era Tom.
"E' successo qualcosa?" gli chiese mentre lui tornava a guardare i
prati verdi davanti a loro.
"No, non volevo rimanere solo oggi..."
"Perchè?" chiese curiosa.
Tom abbassò la testa sorridendo "Se te lo dico dopo devo
ucciderti!" una battutina smentita subito dall'espressione triste che
aveva stampata in faccia.
Sam gli prese una mano intrecciando le lunghe dita di lui con le sue,
Tom alzò lo sguardo verso di lei all'istante rispecchiando
gli iridi castani in quelli scuri e sinceri di Samantha.
"Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io ci sono, se vuoi
rimanere così in silenzio va bene lo stesso...."dov'era
finita la ragazza decisa a non lasciarsi andare?
Era scomparsa nello stesso momento in cui aveva visto scorrere lungo la
guancia destra di Tom una lacrima amara...
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