Future survive with the past

di Anna_Writer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo: IL ROMBO DEL TUONO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:RIMORSI ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3:L'ALBA DEL GIORNO DOPO ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: MEMORIES ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: VESTITI E INTRIGHI ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: SOTTO L'OMBRA DELLA LUNA SCINTILLANTE ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: LEAVING ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: LET'S GO ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: SCAVANDO NEL PASSATO ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: La verità per Tom ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: SUFFER WELL ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: PARTENZE ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: AMORE E ODIO ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: SPECCHIO O MURO? ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: LE FACCE DELL'AMORE ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: IL BACIO DI GIUDA ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: PSICOLOGIA E PERSUASIONE ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: L'INIZIO DELLA FINE ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: THE LAST TEARS ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo: IL ROMBO DEL TUONO ***


FUTURE SURVIVE WITH THE PAST

Questa è la mia prima fan fict, spero che vi piaccia ^^, sono fan dei Tokio Hotel e quindi la mia prima fan fic la dedico a loro. Recensite in tanti e criticate eh? Buona lettura di:

FUTURE SURVIVE WITH THE PAST

 

Capitolo 1: IL ROMBO DEL TUONO

L’ennesima litigata con mia madre per i compiti di matematica. Ero stufa di dover sentire le sue offese ripetendomi che ero una stupida, che non avrei mai concluso nulla nella vita, che la matematica era tutto. Beh io non so che concezione del tutto avesse mia madre, ma di certo non la mia. Nonostante fosse sera, circa le sette, presi l’i-pod l’accesi e senza percepire le urla che venivano da casa mia, me ne andai a fare una passeggiata fino a che l’aria non si fosse calmata; avevo poche cose con me: qualche soldo, le chiavi e un coraggio che non avevo mai percepito addosso. La serata era torrida, pur essendo soltanto maggio, ma nonostante tutto enormi nubi color carbone coprivano l’orizzonte, annunciando l’arrivo di un forte temporale estivo,

“io odio i temporali”, pensai “tornerò a casa prima che inizi a diluviare” tentando di convincere me stessa che mia madre fosse solo un po’ stressata e che l’avrei perdonata, purtroppo non era così, non ci volevo più credere, non volevo più essere lo zerbino di nessuno. Quel cielo rispecchiava la mia personalità: falsa all’esterno dicendo e tentando di essere felice, ma nera come la pece all’interno, dopo tutto il dolore che avevo dovuto provare. Non mi riferisco solo a mia madre, per carità, ma a tutte quelle persone dal doppio volto che ho avuto il dispiacere di conoscere, tutte quelle false amiche che dicevano di volermi bene, ma alla prima occasione mi voltavano le spalle per stare con quelle più cool, più belle, più popolari, solo perché io non lo ero. Perché ero “secchiona”, sfigata e non la davo a tutti.

Ormai ero stufa di tutta quella falsità che mi circondava, pur facendone parte anch’io, visto che non mi arrabbiavo mai con nessuno e facevo finta di nulla, che tutto fosse perfetto.

Stavo ascoltando “Pure Morning” dei Placebo, quando percepii la presenza di qualcuno dietro di me. Feci l’indifferente. Subito dopo le prime gocce iniziarono a bagnarmi, quindi mi sedei su una panchina sotto un cornicione per ripararmi. Il mio inseguitore mi imitò, ero leggermente preoccupata, misto eccitata perché nessuno mi aveva seguito prima d’ora.

“ora saluto” ma mi precedette

<  Ciao > disse con voce tremante, quasi rotta dal pianto < Non volevo…. Farti… paura > parlava con un italiano quasi azzardato.

< Ciao,  non ti preoccupare, avevo la musica e non ti ho sentito, tutto qui > ribattei, quel tipo mi faceva sentire calma.

< Oh, gut… cioè bene… > trattenne un gemito < brutta giornata eh?  >

“Brutta giornata???!!!!!!! Chi sei? Cosa vuoi? Perché piangi? Perché mi attiri così tanto?”

< si infatti > mi limitai<  giornata di cacca, come l’umore di mia madre >

Sentii che gli scappò una risata, ma la trattenne.

< qualcosa non va ? >

<  no… tu piuttosto, tu perché piangevi prima?  >                                                                      il suo sguardo si incupì, aveva due occhi enormi color nocciola che comunicavano un dolore immenso, una faccia angelica circondata da lunghi capelli corvini, con qualche meches qua e là,  e due labbra così languide, piegate all’ingiù e leggermente trattenute all’interno, quasi involontariamente.

< TI INTERESSA? > rispose irato

< NON CAPISCO PERCHÈ TU DEBBA FARTI GLI AFFARI MIEI E IO NON POSSA FARMI I TUOI!! > urlai

< O SCUSA MISS SE TI HO VISTO PER STRADA E TI HO CHIESTO COSA….. NON………….. ANDASSE > rispose stentato.

< E io che ho fatto?????????????????? >risposi  abbassando il tono

<  scusa, hai ragione è che non mi piace parlare del passato, soprattutto del MIO >

< comunque perché sei qui? > gli chiesi.

< avevo, avevo fam… voglia di fare una passeggiata > “Avevo fame cazzo, avevo fame e a quest’ora ci sono quei coglioni che fanno jogging lungo l’Adigetto perché c’è fresco e mi sei capitata a tiro tu! Vattene se vuoi vedere l’alba domani”

< ah… io stavo scappando di casa e da questa merda di città > dissi, stranamente orgogliosa di ciò che stavo facendo <  hai voglia di mangiare qualcosa? C’è un ottimo ristorante che fa carne al sangue qui dietro >

< SANGUE? > urlò < SANGUE! >

All’improvviso un lampo attraversò i miei occhi, fu il più lungo di tutta la mia vita. Il cuore smise di battermi, il sangue mi andò alla testa e il mio respiro si fece molto affannoso e si diradò. L’inseguitore mi prese il polso di scatto, mi attirò a sé, scosto i miei capelli con un gesto automatico, ma infondo dolce e tastò il mio collo, il suo profumo mi arrivò al naso: era una fragranza delicata ma maschile. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena quando la sua lingua sfiorò appena il bordo del mio collo, volevo dire qualcosa, ma le parole mi si bloccarono in gola, quando due canini affondarono nelle mie vene e iniziarono a succhiarmi tutto il sangue che avevo in corpo. Cercai di gridare aiuto, ma persi lentamente i sensi. L’ultima cosa che ricordai di quella sera erano le sue lacrime sgorgarmi addosso e le sue mani avvolgermi.  All’improvviso il rombo di un  tuono assordante squarciò l’aria e il buio mi avvolse.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:RIMORSI ***


Chapter 2

Capitolo 2: RIMORSI

Non so quale miracolo mi permise di alzarmi dopo quell’evento. Avevo combattuto contro la morte e qualcuno aveva deciso la mia vittoria. A così stretto contatto con la fine. Non mi sentii mai così attaccata alla vita come in quel momento.

< Cosa succede qui! > Urlò una voce indistinta

< ODIO QUELLO CHE SONO! QUESTA RAGAZZA NON SI MERITA… >

< Di morire? Strano che tu non lo abbia detto di tutte le altre vittime > Rispose calma l’altra persona.

< Diamine Karl! Non posso fare a meno del sangue, il mio pentimento non serve a placare la mia fame! >

< E dimmi, cos’ha questa ragazza di diverso? >

< NON LO SO! Ma mi ha..fatto pietà! Era così dolce, così abbandonata, come me! >

< SAI QUANTE PERSONE LO SEMBRANO! > Karl alzò il tono

<  Che c’è? Ti da fastidio se non uccido qualcuno? >

< non è questo, ma se continuerai a rinnegare la tua anima da vampiro, presto morirai! E io non voglio, sei come un fratello per me! > rispose

< non mi parlare di FRATELLI! Io non ho più né amici, né famiglia, né niente! >

< Me ne vado, finchè sei così agitato > sospirò < guarda, la tua amica si sta alzando… >

Karl chiuse la porta e se ne andò.

Sbattei le palpebre, come per rassicurarmi di essere sveglia. Avevo un dolore lancinante al collo e appena riacquistai le mie facoltà mentali mi accorsi di avere una flebo piena di sangue attaccata al braccio. Mi guardai intorno, ero in uno stanzone con alcune barelle, senza finestre e un kit medico. Supposi che fosse un’infermeria; le mura erano grigie e con della muffa ai lati delle pareti, in alcuni comodini c’erano delle lampade accese, che facevano una flebile luce, che mi permise di vedere il mio inseguitore seduto vicino a me, con gli occhi carichi di lacrime.

< Come stai? > mi disse

Aspettai qualche secondo, mi sembrava di non capire niente, prima di rispondere < Bene, suppongo >

< Grazie a Dio! Ti prego perdonami per ciò che ti ho fatto, ma quando hai detto, sangue, non ci ho visto più.. purtroppo, credo tu abbia capito che sono un vampiro, ma  non ho ancora accettato la mia condizione, non volevo farti del male, o meglio, io non volevo, il mio io vampiro sì. Non ti ho morsa fino alla fine, appena ho potuto ho staccato i denti e ti ho portata sino a qui, fortuna che il mio amico Nero mi ha aiutato a metterti sotto flebo.. >

<  Ehi respira! Sono ancora qui, per tua fortuna non mi devi pagare il funerale! > calò un silenzio tombale “brava Anna, no dico, complimenti, il tuo umorismo fa crepare”< stavo scherzando! >

Troppo tardi, il personaggio misterioso era scoppiato in lacrime e io lo imitai. Era tutta l’agitazione messa insieme, al dolore, alla paura, alla gioia di essere viva. Ad un certo punto con un lembo della sua felpa nera si asciugò il viso e con un pollice tremante, tentò di asciugarmi gli occhi, ma non riuscivo a smettere di piangere.

< Stai tranquilla, va tutto bene, ci sono io qui con te >

“Bella consolazione, mi hai quasi ammazzato, sono tranquilla adesso!”

< Ehm… io…sigh …sob… > farfugliai qualcosa di incomprensibile < ho paura… io non voglio… morire… scusami… ma io… >

< Non ti preoccupare, non ti ucciderò, ti giuro che non lo farò stai tranquilla. > mi prese il volto tra le mani e con la sua felpa mi asciugò alla meno peggio < dimmi come ti chiami >

< Anna > risposi mentre smettevo di singhiozzare<  e tu? >

< che bel nome! Quattro lettere come il mio!... >disse < piacere, Bill >

< ma allora sei straniero!? >chiesi

< si sono tedesco, ma per problemi di sicurezza, sono dovuto venire qui, in Italia >

< problemi di sicure… >

< quanti anni hai?>

Era evidente che non ne voleva parlare, appena gli si chiedeva qualcosa del suo passato il volto si oscurava e cambiava argomento. Decisi di non continuare il mio discorso, sarebbe arrivato tutto a tempo debito.

<14, precisamente 15 il 1 di settembre > dissi indifferente

< davvero? Anche io e  il mio gem… anche io sono nato quel giorno >

< quanti anni hai tu, Bill? >

< 18, precisamente 19 il 1 di settembre > mi disse sorridendo, finalmente la tempesta stava passando tra noi due.

< Come fai a essere un vampiro! Io non ci credevo ai vampiri! Sei andato al castello del mio amico Dracula? Mi ha detto che c’erano gli sconti per i soggiorni! >

rise

<  poche! > risposi divertita

< comunque > la voce tornò seria < mentre ero per strada un vampiro mi morse, non so come, non so perché, ma invece di morire, appena mi alzai dopo il trauma, sentii che era avvenuto qualcosa in me, avevo perso il calore corporeo e i miei canini si erano affilati in modo pauroso. Ero diventato un vampiro. Lo capii quando tentai di mordere una persona a me molto cara, che per la mia incolumità, mi mandò in questo posto. In verità credo l’abbia fatto perché credeva che fossi pazzo e voleva salvarsi il culo > un sorriso amaro raggiunse le sue labbra.

< va bene Bill, non ti preoccupare, non devo scrivere un verbale su di te, almeno, non tutto oggi! >

Rise

< ora sarà meglio che torni a casa, mia mamma sarà infuriata! >

< se ti rompe ancora, chiamami! > disse < senti Anna, ti va di… venire.. >

<  … a trovarti? Assolutamente sì! Mi sei simpatico e poi rischiare la vita ogni giorno, mi farà capire cosa provano i militari! >

< grazie, sono sempre solo… comunque non ti morderò, giuro! >

< parola di boy scout? >

< parola di boy coso >

Risi..

Presi le mie cose, e mi avviai verso l’uscita. Non so per quale motivo, ma avrei voluto non andarmene mai, e restare con Bill a parlare di tutto. Con lui mi sentivo libera, ero me stessa e non dovevo interpretare nessuna parte. Provai un sentimento così forte, che mi trattenni qualche minuto prima di uscire, aspettando invano che mi fermasse e mi stringesse a sé come la notte appena finita. Stava nascendo qualcosa in me, di cui ero ignara anche io. Rabbrividì quando la sua mano mi fermò di colpo, provai paura ed eccitazione, sentendo che era così vicino a me. Non mi morse, mi porse soltanto la borsetta che avevo dimenticato e dopo avermi augurato la buona notte mi baciò sulla guancia, nel modo più tenero possibile. Appena varcai la soglia di quell’edificio dove stava, la luna era alta nel cielo e illuminava tutta la strada, un nuovo cammino stava iniziando per me e Bill, una nuova vita, che ci avrebbe portato a nuove scoperte, a nuovi dolori e nuove emozioni.

“appena arrivo a casa ringrazio mia madre” pensai, col sorriso sulle labbra. E mi avviai verso casa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3:L'ALBA DEL GIORNO DOPO ***


Chapter 3 Rieccomi con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia e recensite in tanti, baci. Scusate per i disguidi dei dialoghi, lo riposto completo!

Capitolo 3:L’ALBA DEL GIORNO DOPO

La mattina dopo mi svegliai, mentre il sole filtrava nella fessura delle mie tapparelle e mi baciava la fronte. Ancora un po’ stordita avvertì subito la ferita nel collo, che mi faceva male come un pugnale trafiggente. “Oddio è stra-tardi! Mi sono dimenticata di puntare la sveglia!” pensai. Infatti erano quasi le otto e dovevo ancora iniziare a vestirmi. Misi le prime cose che trovai nell’armadio e di corsa montai sulla mia bicicletta che mi avrebbe portata all’”inferno”. Come mi immaginavo le mie compagne di classe iniziarono a fantasticare sul mio morso, ma non gli diedi corda, dato che erano solo delle stupide oche. Non riuscì a togliermi dalla testa l’immagine di Bill per tutto il giorno: vedevo i miei occhi specchiarsi nei suoi, il suo sorriso etereo, le sue mani sul mio viso e i suoi modi così carini verso di me… finalmente suonò l’una ed ero così impaziente di andarlo a trovare che decisi di tornare a casa un po’ più tardi. Mi avviai nella stradina buia e deserta dove si ergeva il “Palazzo dei vampiri” ed intimorita entrai; l’edificio era completamente privo di finestre, se non qualcuna sparsa qui e là, ma assolutamente sbarrata. Non era raffinato come posto, anzi, le piastrelle erano di un colore grigiastro e con qualche macchia e i muri non erano da meno.

“dov’è la camera di Bill?” mi chiesi tra me e me.

La riconobbi subito: era l’unica con la porta aperta. Come camera non era un gran che, piccola, senza pertugi e illuminata fiocamente da una bajoure completamente nera; il letto era di grandezza normale, con una coperta con fantasia a croci, anch’esse color pece e al centro della stanza si trovava un piccolo tavolino sgangherato con alcune sedie, presumibilmente antiche, di legno, ai lati.

< Pensavo che non saresti venuta > disse Bill: era seduto su una di queste sedie e  stava sfogliando una rivista musicale dal titolo “Bravo”. I suoi occhi ancora chini sulle pagine patinate, leggevano ansiosi, insistenti , in cerca di carpire qualcosa, di trovare qualcosa, ma con scarso risultato a quanto pareva.

< Io mantengo le promesse … cosa leggi? >

< nulla, nulla. Una stupida rivista di musica tedesca >

< ti tieni aggiornato con le tendenze eh? >

< veramente > “ero io tendenza”< beh sì … voglio sapere cosa succede a casa > mi disse con un sorriso mentore. <  com’è andata oggi? >

<  a scuola? Beh le mie compagne continuavano a fantasticare sul mio morso… su quale porcheria avessi mai fatto per averlo >

< Se vuoi glielo mostro, ma credo che non avranno tempo di raccontarlo alle altre >

<  volentieri! Ne farei a meno di loro >.

Sorridemmo.

<  si vede, che ti stanno proprio simpatiche! >

< si, voglio bene a loro come i cacciatori vogliono bene alla guardia forestale >

< Beh come va la ferita, ti fa ancora male? >

Mi si avvicinò, e delicatamente scostò le mie ciocche bionde dal morso. Controllò con attenzione, sentendo anche il battito cardiaco, toccando frequentemente il mio collo, con le sue mani vellutate.

< Ehi, me sei sotto pressione? Avrai il battito cardiaco a 10'000! > disse Bill

“Veramente sei tu che mi fai questo effetto!” pensai. <  No, no Bill, tranquillo …  è solo che mi fa ancora male >

< Aspetta prendo una pomata > mi disse sorridendo e uscì dalla stanza.

Dato che non avevo niente da fare, presi in mano “Bravo” e iniziai a sfogliarlo. Mi incuriosì un articolo:

i nuovi tokio hotel

Magdeburg 7 luglio 2008.

Dopo la recente scomparsa del cantante dei Tokio Hotel B. Kaulitz, gemello del chitarrista Tom, in seguito ad un suicidio per problemi di droga, i Tokio Hotel ripartono in quarta e iniziano una nuova collaborazione con la cantante tedesca La Fee. Inizieranno una nuova tournee in giro per la Germania il prossimo mese…

< CHE COSA FAI? > urlò Bill

< leggo la rivista… e a quanto ne ho capito il cantante di ‘sti Tokio Hotel era proprio messo male >

Bill sospirò, mi levò il giornale dalle mani e prima di chiuderlo fissò il suo sguardo sulla parte “…in seguito ad un suicidio per problemi di droga…”, e fece un lungo sospiro sommesso, tentò di nascondere una lacrima cadente, e ci riuscì. “Bravo gemello.. bella la storia del mio suicidio, e intanto tu ti fai La Fee.. sei un coglione” pensò Bill.

< Senti, Anna > disse Bill mentre mi metteva la pomata < mi volevo far perdonare per ieri, quindi mi chiedevo se stasera, sempre se ti va, volessi venire a fare una passeggiata con me >

< si certo, tanto domani non c’è l’inferno, è domenica! >

< Molto bene, allora ti aspetto >

< Non mancherò > risposi.

Questa volta non mi salutò come la sera precedente, probabilmente Bravo aveva lasciato una ferita nel suo cuore. “Gli manca la Germania, poverino” pensai, ancora ignara di quello che avrei dovuto scoprire. 

< MALEDETTO! > imprecò Bill, all’interno della sua camera. < SEI UN POVERETTO! MI HAI MANDATO VIA PER SALVARTI, VERO? AVRESTI SEPPELLITO I TOKIO HOTEL INSIEME A TUTTI I NOSTRI RICORDI INSIEME! SEI UN BASTARDO, DOPO NEANCHE UN ANNO DALLA MIA SCOMPARSA GIÀ  TI SEI RIFATTO UNA VITA E NON SOLO! QUANTE BALLE RACCONTERAI ANCORA? > e preso dalla foga Bill ribaltò il tavolo. Aprì il suo armadio e ne estrasse un accendino, una forbice, una maglia extra large e alcune sigarette. Se ne accese una e piano piano iniziò a tagliare l’articolo di giornale, pezzo dopo pezzo, come se volesse distruggere tutto ciò che era stato; dopo che il giornale fu in frantumi, prese la maglia e le diede fuoco. Mentre le due vittime bruciavano di fronte ai suoi occhi incandescenti, fece un tiro di sigaretta e con un sorriso fiero e amareggiato contemporaneamente, si avviò verso l’uscita per poi completamente andarsene mentre il passato si inceneriva dietro di lui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: MEMORIES ***


Chapter4

Capitolo 4: MEMORIES

Una fiamma bruciava su una candela candida, sul comodino di Bill.

Ardeva come il passato di pochi giorni prima.

“Anche tu ti sei scordata di me”pensava “sono ormai tre giorni che non vieni… troppa paura?”

Il moro  sdraiato sul suo piccolo letto, rammentava tutti quelli che lo avevano lasciato.

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 FLASH BACK

Los Angeles, California, prima tournée dei Tokio Hotel in America.

 < Hey fratellone! Questo posto è una forza! > urlò una voce in tedesco nell’immenso corridoio dell’Hilton Hotel di LA.

< L’America è fighissima e speriamo di trovare anche qualche fig…. > disse un ragazzo, sempre in tedesco.

< TOM!!!!!!!!! Sempre a quello pensi???!!! > rispose il ragazzo di prima.

< Si è il mio American Dream, Bill > sorrise.

< Ragazzi, ma questo posto è una favola! > dissero all’unisono due ragazzi sui vent’anni.

Le camere vennero assegnate e ognuno commentava la sua.

< Evvai! Letto matrimoniale per il dopo-show! Lo staff mi conosce ormai … > disse il presunto Tom.

< A me sempre la camera più piccola, che palle, sono IO che tiro avanti il gruppo! >  disse Bill.

<  Normale come… >

< …al solito Gusty > disse un certo Georg.

 Alla sera ci fu un concerto stupendo, per la presentazione dell’album in inglese “SCREAM”  della band, tutto il pubblico urlava, strepitava e cantava con loro, spesso urlando frasi del tipo < WIR LIEBE EUCH >, oppure < BILL DU BIST EIN ENGEL! > o ancora < TOM  BLATTER DER GITARRE UND FOLGE MIR NACH >. La cosa che stupì più di tutte era un cartellone con scritto “EUROPEE, DIMENTICATE I TOKIO HOTEL, ORA SONO NOSTRI”

< che cafone ’ste Americane > disse Bill

< Mmm… > annuì Tom mentre stava compiendo atti poco casti con una fan.

< Bene, noi vi lasciamo soli > dissero Gustav e Georg.

< Sorry, it’s late, I must go! Tom you’re the best!!! > disse la fan strizzando l'occhio, e se ne andò.

< Tom, ti ha tirato il pacco, la tipa! > rise Bill

< Non ancora, purtroppo > disse sarcasticamente il ragazzo.

Il gemello lo guardò inorridito e schifato.

< Beh grande show stasera! Hai cantato da dio, a parte le solite 5000 stonature in “By your side” > sorrise.

< Grazie Tomi, sempre buono come al solito > disse Bill

< Gemello, io scherzo! Lo sai che ti vorrò sempre bene e che nulla si anteporrà a te, siamo legati dal sangue! >

 

FINE FLASH BACK

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“io scherzo… nulla si anteporrà a te… SIAMO LEGATI DAL SANGUE” pensava Bill.

Lacrime nere iniziarono a sgorgare sul suo viso di porcellana, e rabbuiavano il cuore ormai di pietra del ragazzo. Proprio di sangue parlava il gemello, sangue che li univa, sangue che li aveva separati per sempre, o forse no. Giovani ricordi accavallavano la mente del moro, ricordi di felicità, gioia, famiglia, amore, che gli sembravano sentimenti così lontani da lui, così sconosciuti, così opachi, così falsi. L’unica persona che sapeva dargli o toglierli il sorriso era Tom, il suo gemello omozigote, quindi uguale a lui in tutto e per tutto; la persona più importante della sua vita, che l’aveva rinnegato e eliminato dalla sua vita. Ora l’unica persona che poteva consolarlo era lei, ma dov’era?
“questo è il mio destino, stare solo, solo con me stesso e il mio guscio, dopo che tutti mi
avete lasciato….” Singhiozzò Bill. Con un soffio spense la luce, mentre i gemiti procurati dal pianto si facevano sempre più silenziosi, diminuendo poco per volta, fino a che non si tramutarono in un respiro tormentato di un sonno profondo: stava avendo un incubo, peccato che fosse soltanto il sogno della sua realtà. I fantasmi del passato erano appena arrivati.

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Eccomi con un nuovo capitolo! Sono davvero contenta di avere delle lettrici :). Vorrei ringraziare Colinde, _TomSimo_ e Fee 17 per il loro supporto. Mi auguro di conquistare nuovi/e lettrici/ori, grazie di cuore a tutti/e quelle che hanno letto, leggono e leggeranno. AL PROSSIMO CAPITOLO!!!  Anna.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: VESTITI E INTRIGHI ***


Chapter 5

CAPITOLO 5: VESTITI E INTRIGHI
La mattina dopo, Bill si svegliò grondante di sudore, con il cuore a mille.
Non era la prima volta che succedeva, anzi era un'altra che si aggiungeva a tutte le notti passate ad avere incubi.
"Non si può andare avanti così" piagnucolò il ragazzo.
Era ormai passata una settimana da quando  non andavo da lui, finchè un giorno...
< Bill! Dio perdonami! Ho avuto dei problemi a casa, mia mamma non voleva che uscissi perchè diceva che andavo fuori troppo....>
Il moro mi guardava come un cucciolo che era stato appena salvato da morte certa.
I suoi occhi nocciola erano dilatati  ed erano grandi come delle monete.
Non si trattenne dall'abbracciarmi.
< Pensavo non venissi più > disse con voce rauca, dovuta al sonno.
< Mi dispiace, non succederà mai più! > sussurrai.
< Arrivo subito, vado a fare colazione > disse Bill.
< Mi astengo dal chiederti con cosa >
< Meglio >
Lasciò la stanza  barcollando, ancora mezzo addormentato.
Di quanto mi era mancato, me ne resi conto solo quando fui da sola a pensare nella sua stanza.
"Chissà cosa gli sarà successo...." pensavo, focalizzando la sua immagine di pochi istanti fa, nella mia testa.
Poco dopo rientrò. Inorridì alla vista di un canino sporgente dalle perfette labbra, con qualche rimasuglio di sangue sopra e sui bordi della bocca;
si accorse di essere sporco e si pulì con una candida mano.
< I miei genitori sono fuori per due giorni, cioè tornano domani, così posso venire quando voglio! >
< è fantastico, stasera c'è una sorta di festa qui, un ballo. e potresti partecipare! >
< Non ho i vestiti, le scarpe, nulla > dissi
< Non ti preoccupare, ti aiuteranno le mie amcihe Pam e Susie, sono delle vampire ma... ti puoi fidare >
Non era molto convinto.
< Bene, dove sono?>
< Ora te le presento .... PAAAAAAAAAM! SUSIIIIIIIIIIEEEE!!! > urlò
Due ragazze alte e slanciate apparvero davanti ai mei occhi. Una aveva lunghi capelli  blu elettrico, lunghi  fino al ginoccio, era vestita con un top nero, bordato di bianco e dei lunghi jeans di pelle coperti da metà gamba in giù da stivali, anch'essi di pelle, bianchi.
L'altra invece era un po' più bassa, con capelli corti a caschetto rossastri, con alcune meches più chiare.; indossava un lungo vestito nero, con dei ricami di pizzo qua e là.
< Lei è Pam > disse Bill indicando la ragazza con i capelli blu, < mentre lei è Susie>, indicando l'altra ragazza.
Pam aveva uno sguardo magnetico: due occhi color ghiaccio, contornati da spessa matita blu, che creava un  contrasto a dir poco notevole. Susie invece non era bellissima e aveva lo sguardo un po' svampito.
< Che c'è, morettino? > disse in tono seccato Pam, squadrandomi da capo a piedi.
< Dovete aiutare la mia amica a prepararsi per il ballo> rispose Bill.
Pam e Susie si scambiarno un'occhiata e scoppiarono a ridere.
< Lo prendo come un no > dissi.
< No, no > sghingnazzò Pam < vieni con noi >
E mi strattonò per un braccio.
Non mi fidavo molto di loro.
Mi portarono in una stanza tuuuutta rosa: mobili rosa, pareti rosa, tappeti rosa era tutto così rosa, che veniva il mal di testa.
Non mi fecero parlare, mi sederono su uno sgabello e mi dissero di aspettarle.
Dopo poco tornarono, con alcuni vestiti da  sera.
< Su provali! > esordì Susie.
< Ok > dissi.
Il primo era rosso fuoco, tipo Jessica Rabbit, me lo provai. I commenti non furono dei migliori.
< Sembri un peperone biondo >disse Pam
< Ti ingrassa! > urlò Susie
< No, no, no, no> dissero all'unisono.
Nel camerino di prova pensai "Ti credo che mi sta male.... Sembro la brutta copia del pomodoro della pubblicità del Parmigiano!!!!"
Il secondo era di un verde scialbo, lungo fino al ginocchio, tutto a fiori. Non so se si divertissero a prendermi per il naso.
< Se ti butti in un campo di fiori, ti mimetizzi > scoppiò a ridere Pam
< Eh si tesoro > si unì Susie.
"Neanche mia nonna si veste così male" dissi tra me e me.
Il terzo abito però... Era azzurro, molto chiaro, lungo fino alle caviglie. Sembrava un abito principesco: il busto molto stretto, mentre la gonna si apriva in una gonna, che sembrava una cascata di acqua limpida.
Devo ammettere che mi andava bene a pelo, però era bellissimo.
< Ci siamo cara > disse Pam.
Susie si stava mangiando le unghie, alzò lo sguardo e annuì, poi riprese il suo lavoro.
< WOW >  dissi ad alta voce.
< Feeeeeeerma, lo rovini, siediti che ti facciamo i capelli> disse Susie.
Alla fine si erano rivelate simpatiche.
< Bill non parlava da quando era venuto qui, solo qualche parola con Karl, ma nient'altro... Karl è felice di vederlo meglio> disse Pam.
< Credo di aver rotto solo il guscio superficiale, appena si parla di Germania, cambia argomento >
< .... > esitò Pam < pensavamo sapessi qualcosa del suo passato almeno tu >
< No, è troppo introverso e non voglio fare l'impicciona di turno > risposi.
< Non è questo il punto, devi parlarci tu >  disse Pam.
Da quel momento in poi,  non parlai più fino alla fine.
Dopo una quindicina di minuti alzai gli occhi e rimasi senza fiato.
Un perfetto chignon alloggiava sulla mia testa, arricchito di perline biancheggianti.
< Che lavoro eccellente!!!!!!!!! > gridai.
Pam si passò le dita sulla scapola con un  sorriso a 32 canini.
< Bene ragazza, qui abbiamo finito, ora sta a te conquistare la folla > 
< Un'ultima domanda > dissi < Qual è il motivo della festa? >
<  Più che una festa è una camera ardente > stentò a rispondere Pam.
Rimasi a bocca aperta, ma decisi di non fare domande. Le ringraziai e uscii dalla stanza.
Pam mi imitò ma sentii qualcuno stringermi le mano e riportarmi all'interno.
< Senti biondina dei miei stivali, tu devi stare lontano da Bill, capito? Lui non ti ama, ti sta usando perchè si sente solo > sussurrò una voce indistinta.
C'era buio e non capivo chi mi stesse parlando.
< Si, ha ragione, se ti avvicinerai a Bill un'altra volta, saremo costretti a succhiarti il sangue in modo che tu non  possa fare più nulla per lui. > aggiunse una voce femminile.
< Chi siete? > urlai.
< Chiudi quella maledetta fogna e ascolta: noi ci siamo presi cura di Bill fino ad ora, noi abbiamo fatto tutto per lui. Tu sei soltanto una piccola impicciona capitata qui per chi sa quale sfortuna >
< .... > avevo il cuore in gola.
< Quindi leva le tende al più presto, intesi? > chiese una voce maschile.
Annuii anche se non avevo la minima intenzione di andarmene.
< Vedo che hai almeno un po' di buon senso e di cervellino > disse la voce femminile.
< Senti, chiunque tu sia non ti permettere di parlarmi così! > ribattei.
< Peccato che io possa decidere della tua vita e della tua morte, Anna > disse la femmina.
< Addio > dissero all'unisono e una lunga unghia fredda attraversò il mio collo.
Ero spaventata, loro mi avrebbero fatto del male se non avessi rispettato i patti, ma ormai avevo scelto di stare con Bill.
Feci un lungo respiro, mi feci aria con una mano e mi incamminai verso la stanza  del moro.
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Ritorno con un capitolo diciamo meno impegnativo degli altri, volevo farvi respirare per non andare in depressione visto che sono d'accordo con _TomSimo_ che c'era troppa tristezza
nei capitoli precedenti, ma non riponete i fazzoletti, i prossimi saranno di nuovo "pesanti". Al prossimo capitolo Baci, Anna_Writer...




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Capitolo 6
*** Capitolo 6: SOTTO L'OMBRA DELLA LUNA SCINTILLANTE ***


Chapter 6

Capitolo 6: SOTTO L'OMBRA DELLA LUNA SCINTILLANTE
Bill era stupendo. Indossava un gessato bianco con delle righe nere abbinato a delle scarpe a punta nere.
Sembrava più tranquillo della mattina e le sue occhiaie violacee erano sparite coperte da uno spesso strato di matita nera.
Mi accompagnò in un enorme atrio, dalle pareti sempre grigiastre ma ornato a festa, sebbene gli addobbi fossero scuri: palloncini neri e grigi, festoni color pece e tovaglie viola scuro.
"Più che una festa è una camera ardente" le parole di Pam mi echeggiavano in testa, insieme a quelle dei due misteriosi personaggi di poco prima .
Mi avvicinai alle vivande, ma purtroppo c'era solo sangue.
Un grande stereo dava un po' di tono alla serata: si ascoltavano Within' Temptation, Evanescence e alcuni gruppi gothic rock.
Gli ospiti erano tutti vestiti di scuro e con delle facce cadaveriche, come se stessero aspettando qualcosa di molto brutto.
Cercai di non dare a vedere che avevo paura, per rispetto nei confronti di Bill.
< Ti piace? > mi chiese
< Ehm... si! > mentii
< Ne sono felice> sorrise.
risposi al sorriso.
< Devo farti conoscere una persona >
Mi prese per un braccio e mi accompagnò in una angolo della stanza.
Un ragazzo alto, che avrà avuto più o meno l'età di Bill era appoggiato alla parete, un sorriso malinconico stampato in faccia e una sigaretta sporgente dalle labbra.
< Karl, lei è Anna > esordì Bill.
Si voltò e mi fece un cenno con il capo, poi si voltò a fissare una crepa nel muro abbastanza profonda che dava uno squarcio di cielo.
< Stai tranquillo Karl > sussurrò Bill e gli mise una mano sulla spalla.
Karl lo fulminò e gli fece cenno di andarsene < Và prima che sia troppo tardi >
In men che non si dica Bill mi fece un cenno e io lo seguii.
Salimmo una scala pericolante di legno. I gradini scricchiolavano sotto i nostri piedi: l'unico rumore in tutto l'edificio; la musica si era fermata e non si udiva nient'altro
< Che succede? > chiesi
< Siediti >
Arrivammo in cima al palazzo, dove si trovava una terrazza enorme, che dava sul centro città. Le mattonelle erano cangianti ed erano illuminate dalla luna nascente. Mi sedei su uno dei bordi del parapetto, con il batticuore.
< Dimmi che succede! >
< Tra poco ci sarà un massacro >
< Perchè?? >
< La luna piena... ci fa diventare famelici... Karl organizza questa "festa" ogni anno... non vuole che uccidiamo abitanti inutilmente, potremmo farli fuori tutti, così ci mangiamo tra di noi > disse Bill.
< Oh mio Dio. E' terribile e tu? >
< Non lo so cosa farò... Tra pochi secondi lo scoprirai >
Sembrava indemoniato, gli occhi erano diventati neri e continuava a toccarsi i canini.
Cercai di scappare, ma mi trattenne. Era troppo tardi. La luna piena torreggiava sotto la nostra testa. Mi tappò le orecchiè con le mani, perchè urla di dolore e disperazione giungevano dal piano di sotto. Era straziante in ogni senso e Bill si mise a piangere, sentendo a piene orecchie tutte quelle grida. Mi strinsi a lui piena di paura, ma Bill era come paralizzato dalla luna.
< BILL! > urlai. Non ebbe effetto, tentai di scuoterlo, di portarlo via, ma era immobile.
< Vai... vai in camera mia, altrimenti.... sei in pericolo >
< No, non ti lascio >
Gli presi una mano e lo trascinai a forza lontano da quella maledizione, all'ombra della luna scintillante.
Finalmente eravamo per le scale, e Bill sembrava rianimarsi.
< Grazie, grazie > mi disse.
< Taci, andiamo via > lo zittì.
Scendemmo più veloce della luce, ma mi bloccai alla vista della sala. Centinaia di vampiri accasciati al suolo, con le facce cadaveriche e violacee. Le vene spuntavano dai magri colli , ormai vuote, senza vita e straziate in un modo pietoso. Alcuni avevano gli occhi aperti e vitrei, fissati in un'espressione di dolore ancora gonfi e rossi.
< Andiamo via > mi disse Bill.
Ma ero pietrificata alla vista di quell'orrore, di quel cimitero. "Ora capivo quello che intendeva Pam". Una festa, per ricordare i vampiri che sarebbero morti, uccisi da loro simili.
Bill mi abbracciò e mi portò via.
Tremava anche lui di paura.
Mi accompagnò nella sua stanza e disse che avrei potuto dormire sul suo letto per quella sera, tanto non aveva sonno.
Appena fui addormentata, si diresse verso l'atrio dove trovò Karl che era in piedi inespressivo in mezzo alla calca di cadaveri.
< Dobbiamo andarcene Bill. I nostri compagni stanno compiendo una strage per le strade della città. E' troppo pericoloso restare >
Bill si accasciò al suolo mentre singhiozzava < Ancora.... perchè deve essere sempre così?>

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: LEAVING ***


Chapter 7

Capitolo 7: LEAVING
Il cielo si era scurito, improvvisamente, e non annunciava nulla di buono.
L'oscuro circondava tutto il palazzo e le prime gocce di pioggia iniziavano a picchiettare ripetutamente sulla strada, dapprima lentamente e poi con un ritmo più serrato.
Bill era ancora piegato in due nell'enorme stanza, faccia a faccia con i cadaveri dei suoi amici, le mani affondate nei capelli corvini e le incessanti lacrime che bagnavano il pavimento.
Il suo cuore stava smettendo di battere, straziato com'era dal dolore di dover partire.
Karl gli si avvicinò e lo abbracciò velocemente poi sussurò < Prepara le tue valigie, partiamo tra poco >
Bill lo guardò con occhi tremanti, il poco trucco che aveva era colato sul suo viso tracciando linee nere fino al mento che gocciolavano sul nudo cemento e le parole gli si bloccavano in gola, emettendo solo brevi e strozzati singulti.
"Perchè mi sento così?" disse tra sè e sè il moro.
Dover partire ancora, dopo essersi rifatto una vita, dover disfare tutto di nuovo, ricominciare e tutto questo per quanto ancora?
Era destinato a vagare come un'anima in pena nell'inferno della vita, costantemente seguito dal suo passato per sempre?
I ricordi lo avrebbero perseguitato fino a che non si sarebbe scontrato con il suo passato, con quella parte del suo passato che lo tormentava.
Ma non ne aveva coraggio, era come una fiamma esposta al vento, tremante e insicura, che era in bilico tra lo spegnersi e il tremare a vita.
In fondo sapeva qual'era il vero motivo della sua paura di andarsene.
Lei. Lei era l'unico problema di Bill in quel momento, l'unica certezza dopo tanto tempo di instabilità.
Sarà stato per quei suoi occhi azzurri in cui ci si poteva riflettere, per il suo sorriso, per il suo viso, per la sua personalità, per il suo carattere ridente, che non riusciva a collocarla nella sua parte di cervello "Bei ricordi finiti" dove aveva collocato Tom, la Germania, i Tokio Hotel, così indelebili, indimenticabili.
Non riusciva ad alzarsi, appoggiò una mano sul muro e a stento rialzò il suo esile corpo dal baratro.
I capelli cadevano sui suoi occhi bruni e gli impedivano di vedere dove stesse andando.
Barcollando raggiunse la sua camera, tirò su con il naso e si asciugò gli occhi.
Guardò con circospezione tutto l'ambiente, come se fosse stata la prima volta che camminava lì dentro.
I suoi occhi vagavano senza meta, ricordando tutti i pochi ma bei momenti in sua presenza, esalando ogni respiro, ogni fragranza, ogni momento.
Non riuscì a non posare lo sguardo su di lei.
Avvolta nel suo vestito fiabesco, i capelli biondi arruffati sul cuscino la bocca in una smorfia sorridente.
< Ti ricorderò così > disse.
Restò a fissarla come incantato, invidioso della sua quiete. Cercava di scacciare quel sentimento, che bussava ripetutamente al suo cuore.
" Io non riesco ad amare e a volere bene più a nessuno" si ripeteva "Nessuno mi vuole bene e io non voglio bene a nessuno".
"Il mio cuore si è pietrificato quella sera". Si alzò faticosamente dalla sedia e aperto un armadio ne estrasse una borsa da viaggio bianca, abbastanza grande. Iniziò a sistemare meticolosamente tutte le sue t-shirt, i suoi pantaloni, le sue felpe, i giubbotti e le scarpe; ognuno di essi aveva un odore ed un ricordo diverso: la maglietta del suo primo concerto, la prima maglietta modificata da lui, la felpa del dopo show, la felpa nuova tutta strappata a causa delle fans isteriche.
Com'era bello. E ora dover guardare i giornali, i vecchi giornali, con il suo sorriso mozzafiato, in tutta la sua bellezza, per mantenere vivido il suo passato.
Ogni superficie morbida con cui avveniva un contatto, trasmetteva a lui una diversa sensazione, emozione, situazione.
E adesso, di nuovo lì a distruggere tutto quello che aveva costruito.
Fissava attonito la borsa, piegata sul tavolo.
"Non posso andare via così" pensava.
Strappò un pezzo di carta e con calligrafia incerta scrisse:

Ciao, quando ti sveglierai non sarò già più qui. Dobbiamo andarcene, non sono stato io a decidere, è stato Karl. Mi dispiace, mi dispiace da morire, stavo così bene insieme a te, finalmente il mio cuore aveva rincominciato a pulsare, ma nulla è eterno.
Avevo giurato al mio cuore che non avrei più voluto bene
A nessuno, ma è stato impossibile con te.
Ti prego non arrabbiarti, sarei rimasto qui, se avessi potuto.
Non so dove andiamo, non credo che torneremo qui.
Cercherò di scriverti delle lettere.
Addio

Tuo, Bill

Appoggiò delicatamente il biglietto sul comodino, per non fare rumore e accanto ad esso mise un orsacchiotto < era il mio portafortuna > sorrise.
Con una mano gelida spostò il ciuffo di capelli dalla fronte e le schioccò un semplice bacio.
Si diresse alla porta, ma dandole un'ultimo sguardo, le si riavvicinò, le prese il mento tra le mani e le sue labbra raggiunsero quelle della ragazza.
Rimase lì per un tempo che gli sembrò infinito, con la tentazione di restare ad aspettare che si svegliasse e portarla via con sè.
La abbracciò e senza voltarsi indietro camminò verso la porta d'uscita, con Karl e alcuni compagni al suo fianco.
Sembrò attraversare quei corpi, la sua anima era dentro a quella stanza insieme a lei.
Prese posto all'interno di un pulmino sgangherato e chiuse gli occhi, sperando che fosse tutto un incubo e che lui potesse svegliarsi ancora lì.
"Lo sai benissimo che non le vuoi bene" pensò Bill "tu....tu le vuoi molto più che bene.... La perderai per sempre"
< è giusto così >  si rispose. E il veicolo partì per una meta sconosciuta..
                                                          ------------------------------------------------------------
La mattina seguente, mi ritrovai nel letto di Bill arruffata nelle sue coperte.
Mi stiracchiai per bene, cercai di sistemare i capelli e tolsi quell'ingombrante vestito di dosso optando per i vestiti che indossavo il giorno prima.
L'orologio del cellulare segnava le 10.00 della mattina e molte chiamate perse dai miei genitori, ma nulla era più importante di passare una serata con Bill.
"Chissà dove si è cacciato! Sarà andato a fare colazione..."pensai.
Ad un certo punto il mio sguardo cadde sul comodino dove si trovavano un orsacchiotto e un biglietto.
"Wow, un regalino di Bill" pensai eccitata.
Una rapida letta al biglietto una, due, tre, quattro....cento volte.
Il cuore aveva smesso di battere.
Senza pensarci un secondo uscii dalla stanza con il cuore in gola e iniziai a correre sempre più veloce, urlando disperatamente il suo nome
< BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIILL, BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIILLL DOVE SEI?????????>
La mia voce risuonava all'interno dell'edificio, vuoto.
Urlavo e urlavo a perdifiato e come risposta ottenevo solo la mia domanda.
I miei passi e le mie urla si sperdevano nel vuoto.
Dopo aver percorso varie volte tutti i corridoi mi fermai, senza fiato, allo stremo delle forze e pervasa dalla stanchezza mi gettai a terra.
La testa rimbombava, piena di pensieri, incapace di agire. Avevo perso il controllo di me stessa.
"Dove sei? Ti prego dimmi che ci sei, dove cazzo sei??"
Era inutile, non c'era e non sarebbe mai tornato.
Priva di forze adagiai la testa al suolo, potevo sentire il gelido cemento, che mi ricordava le sue gelide mani.
Stavo tendendo le mani all'ignoto, a Bill che se ne era andato per sempre.
Non c'era più ragione di alzarsi.
Stordita avvicinai l'orsetto di peluches al mio cuore "Tu sei qui lo sento".
E piansi finchè non mi addormentai.



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Capitolo 8
*** Capitolo 8: LET'S GO ***


Chapter 7

Capitolo 8: LET'S GO
Erano passate due settimane dalla partenza di Bill e non c'era giorno senza che il suo viso mi apparisse davanti agli occhi,
come un miraggio irraggiungibile, così lontano in  
un luogo sconosciuto.
Ormai avevo perso le speranze di rivederlo e non avevo il coraggio di calpestare ancora il pavimento del "Palazzo dei vampiri".
I giorni passavano molto lentamente e cresceva in me il dubbio che Bill fosse stata tutta una mia creazione dettata dalla solitudine.
Ma avevo ancora la sua firma sul collo, che accarezzavo incessantemente per sentirlo vicino.
Un giorno passai davanti al rinnegato edificio e mi incuriosì una busta quasi infilata sotto la porta.
Senza pensarci l'aprii e lessi a bassa voce:

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              10/08/2008
Cara Anna,
se stai leggendo questa lettera allora vuol dire che non mi hai dimenticato, come del resto ho fatto io.
Ci siamo trasferiti in un paesino schifoso e tutti i nuovi vampiri sono dei rompiscatole. Mi manchi.
Mi manchi tanto. Non riesco a parlare neanche più con Karl.
So che sarai arrabbiata e sconcertata della mia partenza, ma non ho potuto fare altrimenti.
Spero che tu possa essere felice, dato che io non lo sarò più.
                                                                                                                                                            Bill.

"Come posso dimenticarti?" pensai.
Tirai un calcio al muro.
< Come puoi solo pensare che riesca a dimenticarti! > urlai e alcuni ragazzini mi guardarono con l'aria "ma quella è pazza".
< E voi che volete? > li incenerii.
Mi tranquillizzai e iniziai a pensare ad un modo per andare da lui.
Avevo capito che non potevo vivere senza e c'era qualcosa che non andava.
L'indirizzo sulla lettera non c'era, non sapevo dove fosse e per di più non aveva un cellulare.
Aprii  la porta cigolante, ed entrai nei bui corridoi, in cerca di qualche indizio.
Perlustrai più volte le camere, ma erano tutte vuote.
L'unico posto era l'armadio di Bill, ma pensavo che fosse vuoto.
Lo aprii. Effettivamente era vuoto, a parte qualche ragnatela e il rispettivo padrone.
E invece no: intorcigliato in un filo bianco c'era un pezzetto di carta colorato, protetto da un bruttissimo ragno.
"No ti prego, i ragni no... è per Bill" mi feci forza e allungai una mano tremante.
Venni a contatto con la superficie pelosa del ragno, l'afferrai e ritrassi la mano.
Il piccolo animaletto camminava sul mio braccio. Urlai di paura e con un tonfo secco lo schiacciai contro il muro.
Poco dopo mi concentrai sul biglietto, era un frammento del giornale "Bravo"! Su di esso c'era scritta la via della redazione e il numero di telefono.
Lo presi e andai in biblioteca.
< Buongiorno > dissi.
< Salve >
< Avrei bisogno di una guida turistica dettagliata e di un atlante sulla Germania >
< Aspetta lo cerco nell'archivio >
Annuii. Non c'era tempo da perdere, forse avrei trovato qualche notizia su Bill in Germania, magari era tornato lì dalla sua famiglia.
Dovevo procurarmi un mezzo di trasporto, dei soldi e una scusa abbastanza plausibile per i miei genitori per sparire dalla circolazione per un po'.
La bibliotecaria tornò con in mano due libri, uno molto grande e l'altro abbastanza piccolo.
< In questo c'è una guida per tutte le mete turistiche, ristoranti, attrazioni, mezzi di trasporto > indicò quello piccolo.
< Mentre questo è un atlante stradale dotato di cartine delle maggiori città tedesche >
< Grazie mille, quando scade il prestito?> chiesi
< Tra un  mese >
"Spero di farcela" < OK, arrivederci > risposi.
< Ciao >
"E ora hai 10 minuti per farti venire in testa qualcosa per partire.... Vediamo... fuga da casa: no avrei la polizia addosso dopo un paio di giorni...Dormire da un'amica: no non posso accamparmi nelle case altrui" Ad un certo punto mi colpì un grande cartellone :
RITIRO SPIRITUALE A SAPPADA CON LA CHIESA DUOMO
ISCRIZIONI DAI 13 ANNI AI 17 ANNI, DUE SETTIMANE IMMERSO NEL VERDE!
PER ISCRIVERTI VIENI IN CANONICA COSTA SOLO 250,00 €! dal 19/08 al 2/09
"BINGO!"
                                                        --------------------------------------------------------
< Ehm... mamma > dissi.
< dimmi tesoro...> disse interrogativa.
< C'è un ritiro spirituale con il Duomo che parte il 19 e io ed Emma vorremmo andarci insieme... costa 250,00 € e se vuoi li metto io!>
< Ma no, è un'idea fantastica! Chiamo i suoi genitori...>
< NO! Sono... sono in.... America in vacanza e Emma è con sua nonna; hanno già dato l'Ok >
< Beh allora tieni i soldi e vai ad iscriverti >
< Grazie!!!!!!>
Mi diede 250 € ed io li usai per comprare un biglietto dell'aereo, e uno per la corriera che mi avrebbe portato dall'aeroporto di Berlino al centro. L'aereo sarebbe partito da Bologna e avrei preso un autobus per raggiungerlo. Tutto questo in meno di 24 ore. "Il tempo necessario per imparare un po' di tedesco e studiare le guide" pensai.
                                                      --------------------------------------------------------
Il giorno della partenza era tutto calcolato, come da previsione i miei genitori se ne andarono vedendo la mia amica Emma e una calca di ragazzi nostri amici e io presi l'autobus senza alcun problema.
Fortunatamente mia mamma si era bevuta la scusa che non si poteva portare il cellulare ,che altrimenti ci avrebbe distratto e non sarebbe più stato un ritiro spirituale,  così presi un altro numero , di modo che non avrebbe telefonato; avevo inoltre preso i 700 € che avevo risparmiato più il resto dei soldi dell'iscrizione.
"Vedrai Bill, tornerò da te" dissi, con la stessa canzone del nostro incontro dentro alle orecchie. Raggiunto l'immenso aeroporto di Bologna, aspettai davanti al check-in per due ore. Finalmente mi imbarcai verso l'una e mi addormentai mentre decollavamo. Quando riaprii gli occhi non ero più in Italia.




                      

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: SCAVANDO NEL PASSATO ***


Chapter 9

Capitolo 9: SCAVANDO NEL PASSATO
Il tempo a Berlino era splendido e il sole bruciava nel cielo.
Attesi un'ora per prendere i bagagli, che per fortuna arrivarono integri, e mi guardai intorno con circospezione cercando un ufficio informazioni.
Fortunatamente era vicino al noleggio di auto con una bellissima I sopra.
< Guten Tag > mi disse l'impiegata.
< Buongiorno > dissi iniziando a parlare inglese.
< Lei è straniera? > mi imitò.
< Si e volevo sapere dov'è la fermata della corriera che porta a Berlino centro >
< Nel Platz Ost >
< come scusi? > la guardai con sguardo assente.
< Nel piazzale est, la corriera sta partendo proprio ora >
< Oh Dio! Arrivederci e grazie!!! > e corsi via.
L'aereoporto era immenso e avevo paura di perdermi, buttai a terra vari carrelli pieni di bagagli e qualcuno mi urlò qualche parolaccia in tedesco. ma continuai a correre.
Finalmente arrivai a un cartello con scritto PLATZ OST e con varie corriere. Lessi attentamente le scritte finchè non trovai BERLIN e mi sedei a bordo.
Una guida iniziò a parlare in inglese  con un accento molto tedesco, illustrando il percorso che avremmo fatto.
"Porca vacca... ho sbagliato corriera" pensai "E adesso mi devo sorbire il giro della città! Beh di certo troverò più facilmente la via di "Bravo"".
La strada correva velocemente sotto le ruote e forse ogni centimentro passato era un centimetro più vicino a Bill.
Dov'era? Cosa faceva? Stava bene?.
Queste domande mi tartassavano le meningi, soprattutto perchè non sapevo se fosse veramente lì.
Ad un certo punto la corriera si fermò davanti ad un'enorme piazza e la guida iniziò a spiegare tutta la sua storia.
Non ascoltai e con passo furtivo inizia ad allontanarmi dal gruppo: un passo, due passi, tre passi, 10 metri. Mi nascosi dietro un albero e presi l'atlante dallo zaino.
Pesava si è no una decina di kg, però c'era ogni singolo vicolo.
"Allora, allora, allora... dove sono? Bella domanda, meglio chiedere a qualcuno"
Passò una ragazza con lunghi capelli biondi.
< Ehm.... mi scusi, sa dov'è la redazione del magazine "Bravo"? > chiesi, sempre in inglese.
< Ja, si, devi prendere l'autobus della linea 9 e fermarti nella Straße con un grande palazzone. Credo sia la terza fermata. Passa proprio qui tra pochissimo > indicò una fermata dell'autobus < non ricordo la via della redazione, ma chiedi pure al conducente > aggiunse.
< Grazie signorina > risposi.
E mi avviai verso una panchina coperta.
Il sole era cocente e per di più avevo i bagagli da portare e non sapevo dove dormire. Quel viaggio sarebbe stato l'inferno.
Poco dopo arrivò un autobus semi vuoto, salii e chiesi < scusi, ferma alla redazione di Bravo? >
< Si, ti avverto io quando arriviamo, siediti qua > disse indicando una seggiola < e sono 2 € per il biglietto >
Pagai e aspettai in silenzio. Berlino era proprio bellissima. Sarebbe stata ancora più bella con Bill al mio fianco.
Dopo una decina di minuti il conducente fermò l'autobus e disse che eravamo arrivati.
Scesi e mi ritrovai di fronte ad un palazzo altissimo; sopra l'entrata un'insegna luminosa  annunicava l'arrivo alla tanto attesa redazione.
" E adesso come cavolo entro?"
In effetti non ci avevo pensato, non è da tutti i giorni far entrare una ragazzina qualsiasi nell'archivio per trovare informazioni sui Tokio Hotel.
Entrai e dissi alla segretaria < Salve, sono la figlia del custode dell'archivio > mentii spudoratamente.
< Perchè parli in inglese? >
"Cazzo" < Ehm... sono tornata da un campo scuola e voglio far sentire ai miei come parlo bene!>
< Ragazzi...> sussurrò < Beh allora l'archivio è al secondo piano, prima porta a destra >
< Danke > e strizzai l'occhiolino.
Ricambiò con un sorriso sforzato.
"Che fessa! Si è bevuta la storia!" pensai.
Seguii le indicazioni e superando alcuni impiegati mi ritrovai davanti ad una porta chiusa "sächlich" c'era scritto in una targhetta d'oro.
Presi in mano la maniglia e la abbassai lentamente, la porta fece un lieve cigolio e si richiuse alle mie spalle.
L'archivio era una stanza molto grande, tutta divisa in sezioni: tutti i dodici mesi dell'anno. La polvere danzava tra i raggi del sole che filtravano da una piccola finestra
Iniziai a scorrere su una scala l'anno 2005 e tutti i giornali parlavano del gruppo Tokio Hotel.
Ne presi uno a caso. Caddi dallo stupore. Un ragazzo simile a Bill, con i capelli più corti, copriva la prima pagina insieme ad altri tre ragazzi, uno dei quali era identico a Bill.
"Non è possibile" pensai.
Sfogliai velocemente tutte le pagine, fino ad arrivare a quella dell'articolo.

TORMENTONE TOKIO HOTEL: ARRIVANO I QUATTRO RAGAZZI DELLA GERMANIA DELL'EST.
Arrivano da Magdeburg i quattro componenti del gruppo che ha sconvolto la Germania. I TH formati da Bill Kaulitz (voce) Tom Kaulitz (chitarra) Gustav Schafer (batteria) e Georg Listing (basso)....

< Bill Kaulitz > lessi ad alta voce. < BILL, non è una coincidenza, lui è lo stesso Bill che ho conosciuto io, solo più felice >
I miei occhi si fermarono molto tempo sull'immagine, era così bello, sorridente e adesso il suo sguardo era vuoto.
Cercai altri numeri
: "TUTTO SUI TOKIO HOTEL", "TOKIO HOTEL MANIA", "I TOKIO HOTEL DALLA A ALLA Z", "SIAMO PRONTI PER IL NUOVO TOUR", "NUOVO ALBUM ANNUNCIATO". Finivano i numeri del 2005 e iniziava il 2006: "SCHREI SO LAUT DU KANNST", "URLA CON NOI", "RETTE MICH...", "NUOVO TOUR", "VOGLIAMO CONQUISTARE L'EUROPA". Poi nient'altro, fino a gennaio 2007 "ZIMMER 483, WIR WOLLTEN NUR TOKIO HOTEL", "SCANDALO TOKIO HOTEL", "BILL NEL NOSTRO CUORE" e poi c'era il numero che leggeva Bill quel giorno.
Fortunatamente avevo studiato tedesco a scuola e riuscivo a tradurre abbastanza bene.
"Scandalo Tokio Hotel? Cosa può essere mai successo dopo un successo così grande?"
Presi il giornale ed iniziai a leggere l'articolo:


....Troppo giovani? Probabilmente sì. Il successo dà alla testa e questo lo sanno molto bene i gemellini Kaulitz, idoli delle teenager tedesche. Vediamo le foto che ritraggono i bellissimi diciottenni
con sigarette, alcool, ma soprattutto mentre sniffano della droga ad un party, circondati da ragazze non proprio vestite. Non ce lo saremmo mai immaginati, visto che sembravano dei ragazzi perbene
ma purtroppo non è così. Speriamo che perdano l'abitudine, altrimenti potrebbero dare un brutto esempio alle giovani ragazze fans del gruppo e perdere l'appoggio dei genitori in questa scalata al successo....

L'articolo continuava ma non continuai a leggere. Ero attonita e le lacrime stavano per scoppiare. Bill e droga. Due termini che non avrei mai associato.
Il ragazzo dal viso di porcellana si drogava, beveva?.
 "Oh mio Dio" e scoppiai in lacrime, aprendo il giornale seguente.

...< Sono sconvolto, per piacere, non voglio rilasciare nessuna dichiarazione, mio fratello è morto e non me la sento di parlare > dice afflitto Tom, il gemello di Bill, morto pochi giorni fa in seguito a suicidio. Purtroppo Bill non ha retto alla vita mondana e ha dovuto rifugiarsi nella droga per sopravvivere, racconta Tom.  E quella l'ha portato nel baratro, I funerali domani alle 16.00...

"Ma... ma Bill non è morto! Bill è vivo e vegeto!" all'improvviso ricordai cosa mi aveva raccontato Bill un mese prima "...ho capito di essere un vampiro quando ho cercato di mordere una persona
a me molto cara..." : Tom. E Tom non aveva capito cosa diamine fosse successo al gemello.
"Ma è terribile! Povero cucciolo.... e chissà quanto si è sentito male quando è partito! DEVO trovarlo!" dissi a me stessa.
All'improvviso un omone grande e grosso mi prese per le spalle e mi trascinò via.
< BUTTATELA FUORI! > urlò la segretaria e mi venne vicino < Non sono mica nata ieri sai piccoletta, soprattutto perchè la signora che si occupa dell'archivio ha 70 anni ed è sterile! >
Iniziai a ridere < Grazie lo stesso, ho trovato quello che cercavo >
Stupita dalla mia risata, con una faccia indignata, se ne andò.
L'omone mi lasciò sulla soglia della porta scorrevole e mi disse < Se ti capitasse di tornare, gira al largo da questa via >
Annuii. Ora dovevo andare da Tom. Lui sapeva di certo dove fosse Bill.
Mentre camminavo a testa bassa, mi scontrai con una bella ragazza, che avrà avuto più o meno l'età di Bill.
< Ma lo sai chi sono io???? > urlò in tedesco.
< Come scusi? > chiesi in inglese.
< Sono LaFee dei Tokio Hotel! >
Inizia schiarendomi la voce < Signorina LaFee! Proprio lei cercavo... Sono di Pop's un giornale italiano e dovrei farle un'intervista >
< Ooooh certamente, seguimi nel mio appartamento! Così incontrerai anche gli altri componenti e il mio Tommuccio! >
"è fatta" pensai.
E la seguii lungo le affollate strade di Berlino.






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Capitolo 10
*** Capitolo 10: La verità per Tom ***


Capitolo 10

Capitolo 10: LA VERITA' PER TOM
L'incontro con LaFee era capitato al momento giusto, anche se non sapevo proprio come affrontare Tom, ero certa che non fosse come Bill.
Seguii la ragazza a testa bassa, pensando al discorso che avrei dovuto fare e come mi sarei potuta sbarazzare di lei.
Dopo qualche decina di minuti arrivammo davanti ad un altissimo grattacielo, che avrà avuto più di dieci piani.
< Questa è la nostra maison, abitiamo nell'attico all'ultimo piano > mi disse.
< Bene > risposi con un sorrisetto falso.
Mentre l'ascensore ci stava portando su, LaFee mi tempestò di domande, ma non risposi nemmeno ad una sentendo solo un acuto < Bla bla bla?....bla? >
Quella salita fu la più lunga della mia vita, avevo per la prima volta un senso di claustrofobia e appena arrivammo davanti alla porta di casa, mi sentii affogare in un mare senza via d'uscita.
La giovane mi disse di accomodarmi e mi chiese se desiderassi qualcosa da bere, ma negai con il capo.
Estrasse dalla tasca un LG ultrasottile e iniziò a parlare vorticosamente, con l'eccitazione nella voce.
< I ragazzi arrivano tra poco > mi sorrise.
"Benone" pensai.
Poi escogitai un piano.
< Mi scusi, potemmo fare un giro della casa? Così scatto qualche foto >
Annuì.
Era in stile moderno, monocolore, infatti era tutto immacolato, pareti, divani, tende. Sembrava di essere in un immenso flash.
I mobili erano scelti accuratamente, per ogni zona si poteva notare uno stile diverso, come in una casa delle bambole.
Mi colpì una porta dove c'era una targetta che citava "Camera di LaFee", da dove spuntava una scritta cancellata che inziava per B.
B di Bill, era la stanza di Bill.
< Chi c'era in quella stanza? >
< Il fratello morto di Tom. >
La guardai con espressione stupita e le indicai di proseguire. Arrivammo di fronte ad uno stanzino apparentemente piccolo, con la porta chiusa.
Le chiesi cosa ci fosse all'interno e mi rispose che era un semplice sgabuzzino.
< Sa che gli sgabuzzini sono molto fashion? >
< Mi sta prendendo in giro, vero? >
< Assolutamente > "si" < no! >
< Mi dica perchè! >
< Perchè è uno tra gli spazi più intimi e piccoli della casa, riflette lo stile di vita della famiglia. Ad esempio se è ordinato, l'unità familiare conduce una vita serene e tranquilla, mentre se è disordinato
la famiglia vive male >
< Davvero? > mi chiese poco convinta.
< Beh se vuole essere considerata "out" dagli altri vip, ci sta riuscendo benissimo. Io non ho tempo da perdere. >
"Fa che mi creda, fa che mi creda"
Mi stavo avviando verso l'ingresso quando LaFee disse: < E va bene, va bene, le farò vedere il ripostiglio >.
Neanche il tempo di aprirlo, che un secondo dopo l'avevo già spinta all'interno e chiusa a chiave.
< MA COSA!? ORA CHIAMO LA POLIZIA! MI SENTE??? > strepitava e calciava la porta.
< Mi dispiace signorina, ma il ripostiglio è osceno, avrà un po' di tempo per riflettere su come vive! > ghignai.
Urlava e scalciava come un bambino che fa i capricci, fortunatamente lo sgabuzzino era molto lontano dalle camere e si sentiva poco.
Con un po' di musica si sentì ancora meno. 
Stavo entrando nella stanza di Bill quando una chiave girò quattro volte nella toppa.
Un brivido mi assalì e mi sedei sul divano bianco.
Un ragazzo alto, bello con dei lunghi rasta biondo scuro, nascosti in un cappuccio impermeabile azzurro, due grandi lenti poggiate sugli occhi con un sorriso uguale a quello di Bill entrò nell'attico, seguito da altri due ragazzi leggermente più bassi, anch'essi incappucciati.
Mi squadrò da capo a piedi, si consultò con gli altri, e rivolgendomi un sorriso gentile mi chiese < Sei tu la giornalista? >
Feci cenno di sì, paralizzata dalla somiglianza con il dolce vampiro.
< Ehm... LaFee è uscita, mi ha chiesto di iniziare senza di lei > dissi.
< Strano > mi rispose Tom sedendosi accanto a me.
< Vorrei prima fare delle interviste personali, quindi se non vi dispiace ognuno in camera sua > sorrisi.
Eseguirono il mio ordine e raggiunsero le loro stanze velocemente.
Aspettai qualche secondo prima di dirigermi da Tom. Come potevo dirgli che il suo gemello era un vampiro e che mi doveva aiutare a trovarlo?
Bussai, mi disse di entrare.
< Iniziamo? >
< Si, e per favore tenga le orecchie ben aperte e mi ascolti > feci un sospiro.
Mi guardò perplesso, si tolse i grandi occhiali e mi guardò dritto negli occhi.
Più aggressivi di quelli di Bill, ma belli allo stesso modo.
< Mi faccia indovinare, lei non è una giornalista, vero? >
< No... > risposi.
< Fuori da casa mia! > ringhiò.
< Ti prego Tom, ascoltami, Bill... >
< Come prego? >
< Bill... >
< Senti, se sei una sua fan vai in cimitero! >
< IL PROBLEMA E' CHE NON SO IN CHE CIMITERO SIA ADESSO! > gli urlai.
Era furioso e leggeva la paura nei miei occhi, giocandola a suo favore.
< Senti, piccola, Bill è morto mettitelo in testa. E se tu vedi gli spettri non è affar mio >
Estrassi l'orsetto dal mio zaino e dissi: < credi ancora che io veda gli spettri? > porgendoglielo.
Rimase sgomento e con furia mi diede uno schiaffo.
< Tu l'hai rubato! Ladra! > disse.
< Tom, lo sai che Bill è ancora vivo! Leggi il biglietto! >
Prese con foga il pupazzo e stropicciando il pezzo di carta lesse lentamente le parole che mi aveva scritto.
I suoi occhi si rabbuiarono e si mise a sedere sul letto.
< Quanto denaro vuoi? > chiese.
< Tom, io non voglio denaro, voglio Bill >
< Mi dispiace, non so dove sia e poi perchè ti interessa tanto un omosessuale? >
< Stiamo parlando dello stesso Bill? >
< Si, non ti ha detto che ha cercato di baciarmi un anno fa? Sul collo? >
Ingoiai amaramente e ribattei: < Non era un bacio Tom. Ora giurami che mi crederai >
< No >
< Ok, Bill è un vampiro e quella sera ha tentato di morderti e non di baciarti >
Scoppiò in una risata isterica.
< Non mi credi? >
< No >
Scostai i capelli dal collo presi le sue mani e le misi vicino ai due buchi.
< Un saluto da tuo fratello > gli dissi.
< Non.... non è possibile! >. Tastò a destra e a manca cercando una soluzione logica.
< Tom è la cruda realtà, Bill è un vampiro >
< Oh mio Dio....> rimase senza parole per qualche secondo. < E io l'ho sbattuto via di casa? Da solo, con un  problema così grave? Sono un coglione >
< Sì lo sei, ma se mi aiuterai a trovare Bill, ti perdonerà, sono sicura. Non hai un indirizzo, un telefono, lettere? > chiesi.
< Lettere? Sì tutte le lettere che Bill mi ha inviato, sono sigillate in quell'armadio > Si alzò e prese un pacco spesso di lettere.
< Non le ho mai aperte, credevo che mi amasse, più di un  fratello intendo, e sono stato spaventato. Un incesto? No mai > confessò.
Con un tagliacarte le aprimmo una ad una e Tom iniziò a leggere.
I suoi occhi ripresero vita e bruciando una riga dopo l'altra le lesse tutte. Lo sguardo mesto, pentito, di qualcuno che aveva perso la retta via e l'unica persona che gliela avrebbe potuta indicare.
Poi pianse. Un pianto silenzioso, di espiazione e iniziò a rileggere tutto, per cercare di capire dove fosse Bill.  
Stava rovinando tutto, bagnando e piegando le lettere, così ad un certo punto gliele tolsi di mano e lo abbracciai stretto.
Si strinse a me come un neonato e gli sussurrai < Tom, va tutto bene, lo ritoveremo però mi devi aiutare >
Annuì e asciugandosi gli occhi mi ringraziò, poi si alzò e uscì. Poco dopo rientrò con una Gibson sotto braccio.
< Era la preferita di Bill, questo è il mio bagaglio >
< Ok, partiamo domattina, sono leggermente stanca, in mezza giornata mi sono girata tutta Berlino! >
Sorrise.
< Tom, posso dormire in camera di Bill? >
< Beh se LaFee vuole >
< Chiediglielo, è nella sua maison, ovvero lo sgabuzzino >
Scosse la testa e mi rivolse un'occhiata divertita < Ora capisco perchè piaci a Bill >
Avvampai di rossore e mi avviai verso la camera, dando la buona notte a Georg e Gustav.
Mentre mi infilavo sotto le coperte sentii delle urla provenienti da LaFee e Tom che rispondeva con queste parole < Io sono Bill e lui è me, abbiamo bisogno l'uno dell'altro e tu te la caverai >
La porta sbattè  e si aprì la mia: < Buona notte, sai nelle lettere c'era scritto che... >
< No > dissi < Bill mi dirà quello che c'era scritto >
< Ok, buona notte Anna >
< Buona notte Tom e grazie dell'ospitalità >
< No, grazie a te. Se non fossi andata da Bill ogni giorno a fargli compagnia, adesso dovresti davvero andare in cimitero >
< Basta parlare di cimiteri ok?  E adesso dormiamo, domani ci attende un lungo viaggio >
< Agli ordini! > disse.
Socchiuse la porta e dopo qualche minuto mi addormentai nel letto di Bill.



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Capitolo 11
*** Capitolo 11: SUFFER WELL ***


Chapter 11 Volevo ringraziare molto: fabiolita, selina89, _TomSimo_ e Colinde per le loro recensioni!!!!
Quello che leggerete nel prossimo capitolo è frutto della mia fantasia e non ha nulla a che vedere con il carattere di Bill


Capitolo 11: SUFFER WELL

Un pianoforte a coda cullava il silenzio di quell'edificio.
Poche note, malinconiche, molto malinconiche.
La canzone tuonava da quasi un mese, era impossibile non sentirla. Forse le sue dita erano meccaniche.
O forse stava impazzendo del tutto, fatto sta che da quando erano lì, lo strumento era stato straziato giorno e notte, senza pausa o respiro.
Niente luce, totalmente buio, ma le note erano scolpite nella sua testa, avrebbe potuto suonare anche ad occhi chiusi a testa in giù.
Era iniziato tutto dall'arrivo in quel paesino sperduto, da quando aveva visto una ragazzina bionda girare per strada una sera.
Probabilmente il suo corpo è ancora lì, nella pozza di sangue dove l'aveva lasciata.
Quella notte, era assetato di sangue, in astinenza da troppo tempo.
In mezzo alle urla di dolore, il vampiro stranamente godeva e non si diede pace finchè dopo pochi istanti la giovane ebbe occhi bianchi e bocca chiusa.
Quella stessa sera, dopo un uragano di rimorsi, si interrogò sul perchè di quel gesto stupido, e sul fatto che si sentisse così tremedamente bene.
Come poteva sentirsi bene, dopo aver deciso la morte di un'indifesa fanciulla?
Sangue giovane, buono, fresco come acqua di sorgente, ecco perchè.
Non lo sapeva, ma quel sangue, gli faceva ricordare un buonissimo sangue.
Iniziò a ricordare qualcosa che aveva tentato, ma allo stesso tempo temuto di rimuovere, ma per dar forza a se stesso si convinceva di un pensiero fisso: "Se il tuo amore è sbagliato, non c'è altra scelta che la separazione":

"Geh, lass uns hinter dir und mir
Versuch nicht zu verstehen
Warum es nicht mehr geht
Geh, versuch uns beide zu verlier´n
Für uns wird´s erst weitergehen
Wenn wir uns nicht mehr sehen
Geh
Geh
"

Bill, aveva una voce limpida e sicura, ma nello stesso tempo malinconica e sofferente.
Dalle note di "Geh" dei Tokio Hotel, si capiva esattamente come si sentisse.
Riusciva a reggere lo sforzo dell'anoressia in un modo pauroso, non beveva da un mese, ma non si era mai fermato, come se avesse avuto la convinzione che un giorno le sue grida interne di tristezza potessero arrivare anche a lei, e che potesse finalmente rivederla.
Ma ogni giorno che passava, si convinceva che non fosse destino, che probabilmente lei l'aveva dimenticato e lui la stava dimenticando.
Contro la sua volontà.
Un giorno davanti alla porta sbarrata della stanza, due figure longilinee discutevano silenziosamente origliando la triste lirica.
< Ma cos'è? > disse sottovoce una voce femminile.
< E io che ne so > rispose un giovane alzando le spalle.
< Sei d'aiuto. > rispose acida la donna.
< Pam, l'unico che sa è Karl, ma non vuole parlare. >
< Brutto pezzo di malta >
Il ragazzo soffocò una risatina.
< Secondo te, perchè non ci vuole parlare, Nero? >
< Non lo so, ma a quanto pare sembra felice della situazione! >
Pam sbarrò gli occhi e iniziò ad imprecare
Karl sembrava il migliore amico di Bill ed era felice di sentirlo morente?
< Secondo te che si può fare? > chiese Nero.
< Non lo so... Se abbattessimo la porta e lo togliessimo dal piano, cadrebbe in un una forte depressione >
Il ragazzo annuì.
< Andiamo verso la camera di Karl e sentiamo quello che dice >
< Origliatori professionisti > rise Nero.
Pam gli diede un buffetto sulla guancia e iniziò a camminare con passo da gatta, scivolando attraverso i corridoi, oltre ai suoi passi si sentiva soltanto la voce di Bill.
Poco dopo giunsero di fronte ad una porta di legno, mezza mangiata dalle termiti.
<.......... eh sì sorellina, questa volta siamo stati ingegnosi, ti basterà andare da lui....ammiccante e dire che.... di mettersi il cuore in pace e di amarti alla follia. Tra poco..... giusto.... >
Una risata squillante giunse alle loro orecchie, ma le voci erano in parte sormontate dalla musica e dal temporale che si stava scaricando all'esterno, quindi non colsero il significato in pieno.
Probabilmente Karl, stava discutendo con sua sorella del ragazzo che le piaceva in quel momento.
< Nulla di interessante.... allora è meglio andare dal diretto interessato! > sussurrò Nero.
< Vai tu, ovvio > disse di nuovo il ragazzo.
Prima che l'amica potesse rispondere dei passi si avvicinavano a loro, quindi si allontanarono in fretta, nascondendosi dietro ad una armadietto, vicino alla stanza del moro.
Dopo essersi accertati del fatto che i passi fossero lontani, Pam bussò un paio di volte, accorgendosi con suo grande stupore che la porta era aperta.

"Geh... Geh!"

< Bill..... calmati! è un mese che suoni senza fine! >
Come risposta il vampiro alzò il volume della voce aggiungendo qualche accordo.
< Bill!!!! Santo cielo mi rispondi??? >
Niente. La ragazza gli si mise davanti. Urlò per un quarto d'ora buono, ma il ragazzo sembrava sordo.
Pronunciò una semplice frase : < C'è Anna >
Sentendo quelle parole, le dita ancora piegate si alzarono automaticamente e con sguardo vuoto osservò la ragazza.
< Bill, ora ascoltami > si sedette al suo fianco.
< Dov'è? >
< Devi bere del sangue, fidati di me! >
< Dov'è? > Sospirò il ragazzo.
< Bill taci... >
< DOV'
È ???? > urlò arrabbiato il ragazzo.
< Scusami Bill, ma non c'era altro modo di... >
< USI IL DOLORE ALTRUI PER SENTIRTI IN PACE CON TE STESSA? Brava, ci hai provato, ma non azzardarti a tirare in ballo lei>
E la scaraventò contro il muro.
< Mmhm, Bi..ll > mugugnò la ragazza.
La testa di Pam pulsava, ma non si perse d'animo.
Andò di nuovo da Bill e tentò di parlargli, ma ottenne soltanto un dito medio davanti agli occhi. E Bill riprese a cantare.
Si alzò e raggiunse Nero, fuori.
< Tutto bene? >
< Si si... > disse flebilmente Pam.
Il ragazzo biondo l'abbracciò e la cullò per un po'.
Alchè Pam arrossì come un peperone e si scansò velocemente.
< Hai carta e penna? > chiese.
Nero scosse il capo, poi si illuminò. Disse si aver intravisto dei fogli sul tavolo di una loro compagna.
Camminarono fino alla stanza e ottenendo la carta Pam scrisse un breve messaggio. Lo mise in una busta e ordinò ad un suo amico "normale" di comprare un francobollo e di inviare la lettera.
" Dobbiamo muoverci, altrimenti Bill morirà" pensò tra se e se la ragazza. "Speriamo che legga la lettera".
Dopo di che si avviò verso la sua stanza, a passi lenti, frastornata e seguita da mille versioni dello stesso malinconico ritornello.







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Capitolo 12
*** Capitolo 12: PARTENZE ***


Capitolo 12

CAPITOLO 12: PARTENZE
Una luce fioca attraversava appena la tenda bluastra semi-aperta.
Sbattei gli occhi un paio di volte prima di capire dov'ero: Rosenthaler Straße, Berlino, Germania.
Ciò che era successo era a dir poco strano: avevo visitato metà Berlino, sconvolto la vita di un chitarrista dicendogli che il suo gemello era un vampiro e rischiato di essere denunciata da LaFee e da "Bravo".
Wow, chissà cos'avrei combinato in un mese se non avessi trovato Tom.
Fortunatamente sembrava tutto a posto.
Mi alzai inciampando con classe sul tappeto sottostante, dopo la mia imprecazione, un ragazzo biondo con lunghi rasta si affacciò alla porta e sorrise.
Mi alzai timidamente e sorrisi anche io.
< Mi dispiace, ho rovinato la vostra band > dissi.
< Quale band? I Tokio-Hotel-che-senza-Bill-non-sono-un-cavolo-perchè-non-siamo-più-il-gruppo-di-prima? > rispose sarcastico.
< Beh, in un certo senso... > risposi.
< Non ti preoccupare, se è successo questo ci sarà un motivo. >.
Chiuse definitivamente il discorso e mi indicò il bagno.
In realtà sembrava ferito, ma allo stesso tempo felice dell'addio della cantante della sera prima.
Si vedeva che non riusciva a stare senza di Bill.
Se ne andò e mi lasciò sola con il mio turbamento psicologico quando mi guardai allo specchio.
"C'è di peggio, c'è sempre qualcosa di peggio" pensai tra me e me.
Sollevai la leva del rubinetto e lo schiaffo dell'acqua sulla ceramica mi ricordò cosa c'era di peggio: Bill non era lì e non sapevo dove fosse.
"Grandioso! Non ce la faccio più, è quasi un mese che non ho sue notizie e nonostante speri con ogni parte di me stessa di trovarlo non c'è verso"
Mi bagnai le mani e mi sciaquai leggermente il viso, poi mi asciugai, mi lavai i denti senza troppa cura e notai una piastra nera, professionale, dimenticata su una mensola.
Mi avrebbe fatto comodo. La accesi e dopo qualche minuto iniziai a domare i miei capelli, che nonostante fossero lisci, facevano schifo.
Ad un certo punto sentii sussultare dietro di me.
< Che c'è sto andando a fuoco? > dissi ironicamente alla persona dietro di me.
< No, quella era la piastra di Bill e non la usiamo più da 1 anno > rispose con voce calda e bassa Georg.
< Oh cazzo, mi dispiace! Ora la spengo! > dissi allarmata.
< Ma no no, è solo che è strano... Sembravi Bill alla mattina: capelli perfetti ma nessuno gli negava 20 minuti di piastra, che sagoma! >
Abbassai lo sguardo accennando un sorriso, e staccai la spina velocemente, come per scusarmi.
< Tom ci ha detto che partirete per un po', cuginetta Kaulitz! >
"Eh?" < Sì.. sì sì mia... sorella si è laureata e dobbiamo tornare a Magdeburg per la festa! Tom non poteva mancare >
Il ragazzo alzò le spalle e se ne andò a riferire tutto a Gustav. In cinque minuti mi vestii con una t-shirt e dei jeans e "presi in prestito" la piastra.
< Di certo farai comodo a Bill > la rassicurai con un sorriso.
La misi nella mia valigia e mi coricai in attesa di ordini da Tom.
La stanza era molto bella, ordinata e vissuta, ma non da LaFee, di certo lei andava a far visita ad un altro letto.
C'erano alcuni poster di Nena sulle pareti, qualche giornale sparso qui e là nei casetti del comodino e dietro ad una lavagnetta c'erano delle scritte in kajal.

"Ich muss durch den Monsun
Hinter die Welt
Ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr fällt
Gegen den Sturm am Abgrund entlang
und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran
Irgendwann laufen wir zusamm
durch den Monsun
"
Durch den Monsun, geschrieben zu 2 in der nacht inspiriert durch einen traum

< Che bella canzone! Certo che per scriverla in kajal in camera doveva essere proprio ispirato > sorrisi.
Tom entrò e si mise dietro di me < Bella vero? >
< Si cugino > risposi.
< Eh si > sorrise < non fai colazione? >
< No, dobbiamo partire >
< Per dove? Sai dov'è Bill? >
< No, andiamo nel buco del Veneto: Rovigo. Lì ci siamo conosciuti e magari mi ha scritto qualche lettera. >
< Ok, come ci andiamo? > chiese Tom.
< Avevo pensato in triciclo ma mi sembra troppo costoso >
< Si infatti e poi chi è che sa guidare un triciclo? > mi rispose sarcasticamente divertito. < Useremo la mia Cadillac >
< Però! Molto meglio di un triciclo. E hai il tomtom in macchina? > Mi battei una mano sulla fronte < Che domanda idiota! Nella macchina di Tom è ovvio che c'è il tomtom >
< Bill non mi aveva scritto che ti drogavi >
< Sono drogata da queste parole > dissi indicando la parete.
Annuì con il capo e prese la mia valigia, poi si caricò la Gibson in spalla e salutò i compagni, che ricambiarono.
Uscimmo velocemente dalla porta e scendemmo le scale con foga, inciampando più volte,
La Cadillac scintillante ci aspettava davanti alla porta, insieme a un'orda di paparazzi.
"Oh merda i paparazzi no!" urlai dentro me.
Tom mi fece cenno di salire, ma quei tipacci mi braccarono a pochi centimetri dalla portiera, dando collegamenti a telegiornali e iniziando a fare domande.
< LaFee ha detto.... LaFee ha fatto.... Ma è sposata con Tom?... è vero che è incinta?.... >
Mi spazientii e urlai: < E CHE CAVOLO SONO SOLO LA CUGINA! >
La massa iniziò a disperdesi lentamente, con delle facce lunghe fino alla strada.
Salii allacciai le cinture e chiesi: < Ma che ore sono? >
< Sembrerà strano ma sono solo le 8 e mezza >
< Beh abbiamo dieci ore davanti > dissi annoiata.
Il viaggio proseguì lentamente, ogni tanto alzavo lo sguardo dal libro che stavo leggendo e facevo due parole con Tom.
Lui era molto silenzioso, ma non rispettava i limiti di velocità, infatti il minimo a cui andavamo erano i 200 km/h.
Avevo una paura tremenda ma non mi lamentai neanche un secondo, perchè stavo pregando che a casa ci fosse una lettera di Bill.
Dopo 4 ore circa avevo un mal di testa terribile e molta nausea a causa della lettura.
Tom mi guardò per un secondo e rallentò.
< Tutto ok? >

< Sì sì, parliamo un po' così mi distraggo >
< I tuoi genitori sanno di Bill? Dove sei adesso per loro? Come hai conosciuto mio fratello? >
< Non mi avevi detto che lavoravi per l'FBI, comunque nessuno sa di Bill, per i miei genitori sono a Sappada in un campo scuola e alla terza domanda non rispondo altrimenti piangerei >
< Scusa... ti manca? >
< Da morire ed è strano perchè non ci conoscevamo da chissà quanto, non lo so... mi è piaciuto da subito! >
< Se ti va metto su un po' di Tokio Hotel...>
Annuii automaticamente, non vedevo l'ora di sentire la sua voce ancora.
Il ragazzo aprì uno scompartimento lettore di CD, inserì un disco e schiacciò Play.
Dopo qualche secondo la Track 2 echeggiava nell'abitacolo.
Mi vennero le lacrime agli occhi e nessuno le fermò: era Durch den Monsun, avevo riconosciuto il ritornello, anche se la  voce di Bill era più giovane.
Tom sorrise compiaciuto anche se sembrava a disagio. Lasciammo che il CD scandisse il nostro viaggio, ma dopo un'ora o poco più era finito.
Era stranissimo come quelle canzoni descrivessero le emozioni che ogni adolescente provava ogni giorno.
Dopo quell'ora che era passata velocissima, il ragazzo con i rasta aprì uno scomparto pieno di dischi. Disse che potevo ascoltarli tutti, avevamo tempo a sufficienza.
Senza pensarci un minuto iniziai a divorare ogni parola e ogni nota che usciva dalla piccola autoradio.
Con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al sedile. Quella musica non era semplice musica, era vita.
Peccato che dopo il terzo CD non sentii più nulla: mi ero addormentata.
All'improvviso percepii Tom vicino a me < Sveglia! Ci siamo! >
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti una familiare piazza: c'eravamo davvero.
< Che ore sono? > chiesi roca.
< Sono le 17, ci abbiamo impiegato meno del previsto! E ora vai in quel posto... >
Lo guardai incredula, avevo creduto che mi avesse detto va al diavolo, invece voleva che andassi al "Palazzo dei Vampiri".
Feci cenno di sì con la testa e con lui al fianco mi avviai.
Sembravano 200 km invece di 200 m. Davanti alla porta c'era un microscopico biglietto:

Sillamäe, L. Tolstoi 500 metri dal centro, è in Estonia! Baci, Pam.
< Cos'è? > chiese agitato Tom.
< La strada per Bill! Si trova a Sillamäe in Estonia! >
< FANTASTICO! > e mi abbracciò con foga, ricambiai ma quando mi accorsi di quello che facevo mi allontanai imbarazzata.
Per la seguente mezz'ora discutemmo su come raggiungere l'Estonia, Tom voleva a tutti i costi andare in macchina, ma ci voleva un giorno e 7 ore ed era troppo.
Ero impaziente e avevo una voglia smisurata di riabbracciare Bill. Gli promisi che gli avrei presentato una bella vampira se fossimo andati in aereo e accettò, disse che gli piaceva chi mordeva.
Lo guardai preoccupata, sembrava molto stanco, sarebbe riuscito a guidare fino all'aeroporto di Bologna?
Il rischio era alto, quindi lo accompagnai dentro e lo sistemai nel letto di Bill.  
Dormì fino alle 2 di notte, io invece non chiusi occhio, ero troppo agitata e troppi ricordi destavano quelle mura.
Quando sbadigliò sussultai un momento, nell'ombra mi sembrava di aver visto il volto di Bill, ma era a 2000 km di distanza.
< Buongiorno! >
Gli sorrisi, non troppo convincente.
Si avvicinò paurosamente e mi sussurrò all'orecchio < c'è qualcosa che non va? >

< No > risposi per tagliare corto.
Mentre dormiva mi ero cambiata ed ero pronta ad andare.
< Su andiamo >
Ringraziai e con passo svelto andai verso la macchina. Un foglietto era incastonato al tergicristallo.
< Porca p*****a! Una multa di 300 € perchè ho parcheggiato in sosta vietata! Per poco non ci portano via la macchina! >
Non ero capace di incavolarmi, salìì senza aprire bocca.
Il viaggio fu silenzioso, senza musica, la tensione era nell'aria e combatteva con la gioia.
< E i biglietti? > chiesi.
< Sta tranquilla, ieri ho telefonato ad un amico che ce li ha procurati, il volo per Tallinn parte tra mezz'ora e l'aereo è semi-vuoto, andiamo al check-in >
Ci avviammo carichi di bagagli, la signorina con un sorriso ci fece imbarcare e ci permise di mettere le valigie in ritardo nel camioncino.
Nonostante fosse il 21 agosto un vento freddo ci coccolava le guance che divennero rosse.
Salimmo la scaletta e prendemmo posto in centro. Alzai il finestrino e guardai di nuovo fuori mentre partivamo: in tre giorni due aerei.
Tom mi scrutava, voleva alleviare il nervosismo, ma non ci riuscì. In fondo anche lui era teso come le corde di un violino, anzi di una Gibson.
Finalmente dopo ore che sembravano secoli, calpestammo di nuovo la terra nel suolo estone.
Il sole stava per alzarsi dall'orizzonte e tingeva tutto di rosso. Il paesaggio era mozzafiato e si rifletteva nei miei occhi azzurri.
Ad un certo punto però il biondo mi si mise davanti < Il bus non ci aspetta >
Con un sorriso a 32 denti lo seguii. Presi posto in fondo e mi addormentai, probabilmente con la testa sulla sua spalla. Ma non fece nulla.
Dopo un viaggio di 2 ore e 44 minuti eravamo arrivati finalmente a Sillamäe. Finalmente da Bill.







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Capitolo 13
*** Capitolo 13: AMORE E ODIO ***


Chapter 13

Capitolo 13:  AMORE E ODIO.
Non ci credevo nemmeno, ero nel centro di Sillamäe e a meno di 500 metri si trovava la persona che desideravo e che avevo paura di incontrare di più.
Il cuore mi batteva all'impazzata e sembrava stesse per uscire.
Io e Tom camminavamo affannosamente per le strade con una piccola piantina che era allegata al biglietto e chiedemmo varie volte le indicazioni per Via Tolstoi.
< Non lo troveremo > dissi.
< Stai tranquilla, non è così grande questa città! > rispose.
Annuii tentando di tranquillizzarmi. Finalmente trovammo Via Tolstoi e il vicolo dove si trovava il "Palazzo dei Vampiri 2".
Esitammo qualche minuto prima di entrare, avevamo tutti e due paura, che tentava di collassare la gioia di rivedere Bill.
Ad un certo punto una folata di vento spalancò la porta facendola sbattere, era un segno.
A passi lenti mi avvicinai, seguita dal biondo e appena varcata la soglia chiusi la porta.
Era tutto buio, se non per pochi candelabri distribuiti nei corridoi.
Non ero pronta ad affrontare Bill, quindi cercai Pam.
L'orologio segnava le 12 contando il fuso orario.
Passeggiavo in avan scoperta nel gelido palazzo, tentando di riconoscere la sua voce; purtroppo c'era un rumore procurato da un piano lontano e facevo fatica a distinguere le voci.
Poi dopo vari tentativi, un ragazzo alto di una bellezza incredibile mi si avvicinò, aveva degli occhi verdi profondi e capelli biondissimi.
< Pam non c'è > disse.
< Come... > tentai di rispondere ma fu più veloce.
< Scusa la maleducazione, sono Nero! Mi ricordo, Pam mi ha parlato molto di te... Anna? >
Quelle parole mi trafissero: perchè lei e non Bill?
< Sì, sono io e lui è Tom > dissi indicandolo alle mie spalle.
< Piacere > tese la mano che venne prontamente stretta < Potevi fare a meno di portarti dietro la tua nuova fiamma > sussurrò.
< Lui è il fratello gemello di Bill > sorrisi < Non è qui per me >.
Mi guardò sbalordito, voleva aggiungere qualcosa ma tacque.
< Nero, sai benissimo perchè sono qui, volevo prima parlare con Pam per ringraziarla >
Un abbraccio mi strinse da dietro le spalle, rabbrividii al pensiero che fosse... Pam.
< Grazie al cielo > urlò < Sapevo che saresti venuta! >
Le sorrisi e le presentai Tom, fu sorpresa e contenta di conoscerlo.
Parlammo per qualche minuto, poi mi rivolse la domanda fatale < Allora, ti porto da lui? >
Acconsentii senza pensarci, poi sussurrai qualcosa a Tom in inglese < Aspettami qui, non ti faranno del male, a meno che tu non metta in bella mostra il collo >
Sorrise e annuì, poi prese posto in un piccolo divanetto e iniziò a mostrare la sua chitarra a Nero.
Il tragitto con Pam fu breve, senza tante parole se non qualche monosillabo per rispondere alle sue domande.
Mi condusse di fronte ad una porta: da lì proveniva la dolce melodia di prima, incentivata da una voce che riconobbi all'istante.
Feci un respiro e dissi alla vampira di andarsene. Ascoltai per molto la musica, per riconoscere ciò che stava cantando: Geh.
Posai un palmo sulla maniglia, e la abbassai lentamente. Era a pochi passi da me. Non alzò nemmeno lo sguardo.
Preparai mentalmente un discorso da fare, ma ogni parola si sgretolava nella mia testa, volevo soltanto dirgli che c'ero e c'era anche Tom.
Mi schiarii la voce: nessuna reazione, voleva evitarmi? Non si ricordava di me? Scacciai i pensieri dalla testa e decisi di fare una cosa stupida ma efficace.
Iniziai a duettare con il moro. La canzone si affievolì ad ogni parola, fino a diventare un silenzioso sottofondo, che cessò subito.
Poi un silenzio interminabile, che faceva più rumore di qualsiasi altra cosa.
Feci un passo avanti, e mi fermai. Sembrava di giocare a "Un, due tre... Stella!".
Sospirai e aprii la bocca, ma non uscì nulla. Mi avvicinai ancora, ancora e ancora. Era a pochi centimetri.
<... Bill > dissi impulsivamente.
Niente, ancora niente: era diventato sordo? Non mi voleva vedere?.
< BILL > ripetei quasi urlando.
Lo scatto fu immediato. Mi persi nei suoi occhi nocciola, quasi neri, e lui si perse nei miei.
Sentivo le gambe solidificarsi e unirsi al pavimento: non riuscivo a muovermi.
Ci fissammo per tanto tempo, tutto quello arretrato.
L'istinto mi suggerì di andargli vicino, ma il corpo non rispondeva. Neanche lui sembrava volersi spostare.
Alla fine non riuscii a resistere, mi avvicinai e mi sedei accanto a lui.
Non mi staccò gli occhi di dosso. Alla fine il suo viso era praticamente sul mio.
<... Bill, sono qui > lo fissai.
< No, sei un'illusione > rispose.
Gli accarezzai la guancia. < Lo credi ancora? Io sono qui, sono qui, sono con te >
Era sbalordito, una giostra di emozioni gli balenò nel volto, poi disse con un filo di voce < Non ci credo, non può essere >
Non risposi, ora toccava a lui dire qualcosa.
< è impossibile, tu... tu sei veramente qui? >
< Bill, se questo è un modo di dirmi Va allora me ne vado > dissi con un tono di disperazione nella voce.
Afferrò velcoemente il mio polso e mi attirò verso di se.
Dopo un secondo, mi strinse nelle sue braccia, potevo sentire il suo petto sulla mia guancia.
< Bleib > disse < La canzone finisce con Resta >
< Lo so, ma tu non l'hai cantato >
Emise una risata quasi impercettibile < Lascia perdere quello che ho cantato, ora sei qui e non conta nient'altro >.
Tirai un sospiro di sollievo. < Pensavo che ti fossi dimenticato di me >.
< Come possono le stelle dimenticare il loro cielo? > rispose.
Arrossii a tal punto che mi sentivo bruciare.
Bill mi guardò e sorrise, poi mi strinse più forte a se. Lo abbracciai anche io e sentii un calore familiare e un leggero imbarazzo: stavo esagerando?
< Mi dispiace, mi dispiace da morire, non sarei dovuto partire così; dovevo affrontarti faccia a faccia, vero? Mi odio! Karl era così impaziente, non ho potuto, anzi non ho voluto oppormi... Sono un codardo >
< Finito? > chiesi ironica. Mi guardò con un misto di divertimento e disapprovazione.
< Si si scusa se mi preoccupo > disse mettendo un finto broncio.
< Non è questo il punto, non voglio vederti triste proprio adesso e non ho la minima voglia di litigare >.
Sorrise e annuì. < Mi sei mancata da morire, anche se sono già morto, > rise alla sua battuta, ma il gelo calò perchè io non risi affatto <... ma come hai fatto ad arrivare fin qui? >
< è una lunga storia, il riassunto è: ho girato mezza Germania per trovarti, ho rischiato due denunce, ma Pam mi ha scritto una lettera con l'indirizzo e tutto ed eccomi qui... Ti racconterò più dettagliatamente dopo > risposi. < E tu come te la sei passata? > chiesi.
< Ehm... appena arrivati ho... mangiato una ragazzina uguale a te, mi sono venuti i sensi di colpa, ho quasi ucciso Pam ed è da un mese che suono al piano sempre il solito ritornello e pregavo che fossi qui con me >.
Il mio viso si rabbuiò, pensavo a quella povera ragazza uccisa, e nessuno scoprirà mai chi è stato.
Capendo il disagio mi accarezzò dolcemente la testa , e appoggiò il suo capo sul mio.
Restammo zitti per un po', non mi sarei mai mossa da quella posizione.
< Anna? > Alzai lo sguardo < grazie di essere qui > disse con un sorriso angelico.
< Bill? > mi fissò < grazie di non esserti mosso da qui >. Rise fragorosamente.
< Se non sbaglio è da un mese che non bevi. Su su forza vai, non mi piacciono gli zombie >
< No! Non ti liberi così facilmente di me! > sorrise.
< Ci provo... Non essere ridicolo, v-a-i a -b-e-r-e > scandii le ultime parole. Si arrese e andò verso la porta.
< Non ti muovere di mezzo centimetro > ordinò. Annuii per risposta.
Mi sembrava tutto un sogno, finalmente dopo un mese ero di nuovo da Bill e sentivo che mi stavo innamorando di lui.
Tornò dopo qualche minuto: il viso aveva ripreso un po' di colore e gli occhi erano di un marrone brillante.
< E ora, se vuole seguirmi, la rapisco per qualche secolo > mi porse la mano bianca e fredda.
< Volentieri > Afferrai la sua mano.
Vagammo per i bui corridoi mano nella mano, ogni tanto mi sorrideva e ricambiavo con timidezza.
Arrivammo in una stanza uguale a quella che aveva lui al "Palazzo dei Vampiri 1" e mi accomodai su un piccolo letto, mi raggiunse subito.
< è piccolo per te, questo letto! A proposito ti sei alzato ancora? Non ti bastava il tuo metro e 83? Vuoi farmi sentire un tappo! >
Mi chiuse la bocca con un dito e con un sospiro mi disse di tacere. Parlavo decisamente troppo.
Mi scusai, ma lui fece finta di non aver sentito, mi prese la mano e la strinse con la sua, con l'altra invece girò il mio volto verso il suo e lo accarezzò.
Quella situazione mi aveva messa un po' in contropiede, ero troppo timida.
Si avvicinò lentamente, le labbra erano perfette non troppo carnose, aveva gli occhi chiusi.
Li chiusi anche io e..."Tom" pensai, mi ero completamente scordata di lui.
Aprii gli occhi e mi allontanai, mi guardò con sguardo interrogativo < Non fraintendere, prima devo dirti una cosa > dissi.
< Non puoi aspettare? Non mi sembra il momento giusto > rispose.
< Lo so, però se fossi andato avanti non mi sarei mai più ricordata di quella cosa, ed è importantissima per te! >
 Fece un cenno con il capo. Lo presi per mano e quasi di corsa raggiungemmo la sala comune dove ci aspettavano Nero, Pam e Tom.
La ragazza ci vide subito e diede una gomitata a Nero, con un sorriso stampato in faccia. Il ragazzo reagì alla stessa maniera.
Feci segno a Tom di uscire, mentre Bill aspettava fuori. < Vieni > dissi.
Quando fu fuori diedi un colpo a Bill che si girò di scatto e incrociò gli occhi del fratello.
Mi stava stritolando la mano.
Il biondo si avvicinò al gemello e gli porse una mano.
< Allontanati prima che ti uccida > ringhiò.
Non diede il tempo di rispondere all'altro che si scagliò su di lui con tutta la sua forza, i canini impazienti uscivano dalla bocca.
Lo riempì di pugni, calci e insulti in tedesco, Tom era inerme, non riusciva a opporsi alla stretta del fratello.
Poi con un sibilo Bill gli mise i denti in gola e il biondo urlò in un modo straziante.
< BILL FERMATI > urlai senza risultato. Mi avvicinai ai due e presi Bill per un braccio: con tutta la forza che avevo lo spinsi e lo staccai da Tom, con il risultato che si scagliò su di me.
Aveva gli occhi rossi, assetati di sangue e le labbra ancora gocciolanti < Lui deve morire > sussurrò.
< No! Ricordi cosa dicevi nelle interviste? Se Tom fosse morto saresti morto anche tu, siete la stessa persona e non puoi vivere senza di lui! Lo sai! > dissi tentando di convincerlo.
Con un sospiro ritrasse i denti e si gettò a terra, feci lo stesso per poterlo vedere in viso < Non ti preoccupare, è stata logica la tua reazione >. Lo abbracciai fortissimo.
Si unì all'abbraccio e con un filo di voce mi disse all'orecchio < E se non ce la facesse? >
< Ce la farà, Nero e Pam l'hanno già portato in infermeria, ce l'ho fatta anche io > risposi.
< Se non ci fossi... >
< Ci sono >
< Hai ragione, voglio andare da Tom > quando pronunciò il nome una lacrima gli rigò il volto.
Mi affrettai ad asciugarla e insieme a lui mi avviai verso l'infermeria.
I due vampiri uscirono con un volto sollevato e dissero che era ancora in vita ed ora stava riposando.
Il moro era felicissimo.
Appoggiò la sua fronte sulla mia  e mi baciò i capelli. < Non ti lascerò mai più > sussurrò.
< Giura > ordinai
< Giurin giurello >.
Pam disse che Tom era sveglio, allora Bill mi prese la mano e ci avviammo verso il discorso che avrebbe fatto più bene e più male ai gemelli.


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Scusate per i tantissimi dialoghi, ma è dalla 2a elementare da quando faccio i temi che non sopporto il discorso indiretto, perchè secondo me non rende bene il significato di ciò che si dice. Per questo vi chiedo scusa se il capitolo vi sembra troppo pesante! Finalmente nella storia Bill e Anna si sono ritrovati, dato che è da 6 capitoli che lo cerca ;-)... Per ora va tutto bene, ma per quanto ancora? Recensite in tanti e al prossimo capitolo!!... Anna...

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: SPECCHIO O MURO? ***


Chapter 14

Capitolo 14: SPECCHIO O MURO?
Entrammo nella piccola sala e Tom posò subito gli occhi sul fratello.
Bill prese posto su una poltrona vicino al letto del biondo e gli prese la mano.
Io mi allonatanai, ma il moro mi fece segno di avvicinarmi, così mi sedei sull'inferriata ai piedi del lettino.
< Scusami fratellino, non avrei voluto mandarti via, ma ho capito male il tuo comportamento quella sera, non ti ho mai risposto alle lettere... come minimo dovresti odiarmi > disse Tom.
Bill scosse il capo e rispose < Non ti odierò mai Tomi, noi siamo la stessa persona.. se ti odiassi, odierei me stesso e non riuscirei a convivere con questo peso >.
< Sei troppo buono, io non ho fatto nulla per cercarti! Sono sempre il solito impulsivo, cretino Tom >.
< Non dire così! In cuor mio sapevo che un giorno o l'altro saresti venuto, anche se avessi dovuto aspettare anni >.
< Cosa farei senza di te? > chiese il biondo.
< Assolutamente niente > sorrise Bill.
< Il merito però è tutto suo > disse indicandomi.
< Ma per piacere! Ho fatto solo quello che era giusto: ricostruire lo specchio > dissi.
Mi guardarono in modo interrogativo.
< Siete la stessa persona, no? Quindi se vi parlate è come guardarsi allo specchio >
Annuirono come per confermare di aver capito, anche se non ero molto sicura.
< Io esco, dovete parlare di molte altre cose > dissi andando verso la porta e ignorando chi mi chiese di restare.
< Siamo soli > disse Tom.
< Lo vedo... Ora dimmi perchè mi hai sbattuto fuori casa, fuori dalla tua vita, fuori dalla mia vita! > rispose alterato Bill.
< Credevo che ti fossi innamorato di me. Lo so che può sembrare stupido, ma tu sei sempre stato così dolce e sensibile, e il fatto che dicessi sempre che io ero la persona più importante per te, unita al fatto che hai tentato di mordermi che io ho interpretato come un bacio, mi ha spaventato, perchè io non proverò mai amore per te, cioè solo amore fraterno. Non volevo che la stampa facesse false storie e allora ti ho mandato via... >
< Tu ti sei preoccupato più per la pubblicità che per me?? Non ti sei sforzato di chiedere cosa mi stesse succedendo e hai fatto la cosa più impulsiva e idiota del mondo! Hai fatto credere che fossi morto! >
< Diamine Bill lo so! E mi dispiace tanto, ma tu sei un vampiro e se anche non avessimo litigato, cosa avresti fatto? Ti saresti sciolto al sole alle prime luci della mattina? > disse sorridendo.
Il moro era bianco come il gesso, un' espressione vuota. Si trovava davanti al suo gemello, ma più che uno specchio vedeva un muro.
Tom aveva venduto la sua morte alla stampa, e non si era rifatto vivo, aveva avuto bisogno della spinta di qualcun altro.
Purtroppo la triste verità era che forse Tom non l'avrebbe mai cercato, se il prezzo fosse stato perdere fama e denaro.
Anna l'aveva incitato e Tom aveva accettato, ma se lei non fosse mai andata da lui?
Bill rabbrividì al pensiero, perchè teneva veramente a chiarire con suo fratello, ma quest'ultimo era cambiato.
< Bill? > disse Tom, svegliandolo dai suoi ragionamenti.
< Si scusa... Comunque, non mi sarei sciolto al sole! >
< Ah ecco > rise Tom.
< Tu hai deciso della mia vita, hai rifondato i Tokio Hotel con LaFee, mi hai cancellato dal mondo. Allora perchè sei qui? > disse con voce piatta Bill.
Il gemello rimase sconcertato da quelle parole, voleva rispondere ma non sapeva come.
Non trovava il modo esatto per dire a Bill ciò che voleva sentirsi dire.
"Avevi scoperto tutto fratellino... E la tua trasformazione ha giocato a mio favore. Posso sembrare cattivo, ma i soldi mi servono per pagare ciò che voglio"
<
Bibi, sono venuto qui per te. Anna mi ha fatto capire che avevo sbagliato, e per questo eccomi a chiederti scusa, lo sai che ti voglio bene > disse con voce da agnellino.
Il moro si addolcì subito, ma sostenne di nuovo ciò che aveva chiesto < Tom, per favore, voglio sapere perchè mi hai fatto questo >
< Cavolo Bill, sei proprio un testardo! Te l'ho già detto e per quanto riguarda LaFee è stata solo una storia veloce, ma lei canta benissimo e così ho tentato di... >
< Alt, stop! Hai già detto troppe cazzate fino ad ora > rispose rigido Bill.
< Ti ho fatto solo un favore io. Ho distrutto l'irrecuperabile. Ti ho allontanato dallo showbiz prima che ti travolgesse, la tua vita era finita per sempre, insieme al il tuo successo. > annuì il biondo.
< Ma ti stai sentendo? Credevo che il successo importasse zero per noi... >
< Per TE! > Ribattè aspramente il fratello < Smettila di parlare sempre di noi: noi qui, noi là! Parla per te una volta tanto, non tutti la pensano al tuo stesso modo >.
Bill tacque, non riconosceva la persona che aveva davanti.
C'era qualcosa che non andava, già da molto tempo prima. La fama gli aveva dato al cervello da qualche anno a quella parte.
Lo specchio si era disintegrato, per sempre.
Voleva piangere, ma non davanti a Tom, per dargli la soddisfazione di dimostrarsi debole.
Sviò il discorso per non pentirsi di non averlo ucciso < Beh... Come siete arrivati fin qui? > chiese.
< Anna è venuta in Germania due giorni fa, anche se sembra che sia passato un secolo, ha incontrato LaFee fuori dalla redazione di Bravo, si è "intrufolata" in casa nostra e mi ha detto la verità su di te, e anche che ti cercava da un mese... Così ho pensato subito di venire da te > fece una pausa < La vampira sexy aveva scritto una lettera con l'indirizzo, ed eccoci qui! >
< Wow, si è data così tanto da fare... > "Almeno sono importante per qualcuno" pensò Bill.
< Ti piace? > chiese Tom curioso.
Bill divenne viola e con un sussurro disse < Sì > prese fiato < Stavamo per baciarci, ma si è ricordata di te > disse scocciato.
< Oh, mi dispiace se si è tirata indietro, ma sapeva già chi è il più esperto dei due Kaulitz > disse con un sorriso smagliante.
< Già... credo che tu debba riposare, buona notte >
Tom si girò nell'altro fianco e dopo qualche minuto russava già.
La mano di Bill era rimasta vuota e lui aveva capito che non si sarebbe riempita mai più.
Con passo lento si diresse verso la porta, la testa scoppiava di pensieri negativi.
Avete mai letto "Il Giardino segreto"? Il secondo capitolo si intitola "Mary, Mary pensieri neri". In questo caso è "Bill, Bill pensieri neri".
Uscì e gli chiesi come fosse andata.
< Ho solo voglia di piangere > rispose.
< Perchè? > Gli chiesi allarmata.
< Lo specchio si è  rotto >
< Mi dispiace Bill, cosa è successo? >
< Dimmelo tu! Che cazzo ci fai qui, se stai con lui? Volevi dimostrarmi che dimenticare è facile? > disse arrabbiato Bill.
< Come prego? Io non sono mai stata con Tom! Te lo giuro, fidati di me! Ho percorso mari e monti per te! > risposi con le lacrime agli occhi.
< Certo, certo > disse con arroganza.
< Ok Bill, non so cosa ti stia succedendo, ma non mi ritengo così cretina da andare da una persona che cerco da tempo per rovinargli la vita! E se stessi con Tom, perchè ho sempre dormito con Sunny? >
< E  chi sarebbe questo? > sbarrò gli occhi.
< L'orsacchiotto che mi hai regalato un mese fa > gli occhi bruciavano.
Si portò una mano alla bocca, si morse il labbro e si prese la testa fra le mani. < Scusa >
< Non ti preoccupare, lo so che ci tenevi >
< Tom non è più Tom, mi sento che succederà qualcosa di brutto > disse Bill.
< No, ci sono io qui con te... Non è necessario che tu stia sempre con gli altri... > misi il broncio.
< Non ti dò torto, su forza oggi è tutto per noi >
< Ora sì che si ragiona > risposi.
Per tutto il pomeriggio chiaccherammo e scherzammo insieme.
Gli restituii anche sua moglie Mrs. La Piastra.
Quando la vide saltò come un bambino davanti ai giocattoli e si stirò i capelli per una o due ore.
Alla sera mi fece sentire qualche canzone dal vivo suonata al piano e accompagnata dalla Gibson a freccia di Tom.
Bill non voleva prendersela con il fratello, perlomeno non in quel momento, ma coglieva ogni occasione per prendermi la mano.
Verso mezzanotte, Tom se ne andò nella sua stanza, con il PC portatile di un vampiro e alcuni DVD.
Io e Bill restammo soli a guardare il cielo da una finestrella in camera sua.
Centinaia di stelle brillavano nel cielo, ma la più bella era vicino a me.
Dopo aver sentito per la millesima volta la parte in cui chiudevo LaFee nello sgabuzzino a casa sua, e dopo aver riso come un matto per tre quarti d'ora si fece serio.
< Ascoltami bene. Ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me, per avermi cercato, per avermi portato mio fratello, per essere qui con me stasera >
< Mmm... il conto è di 100 milioni di euro in contanti > dissi seria.
< Scheiße!!! > urlò.
< Stavo scherzando >.
< Tanto non ti avrei nemmeno pagata! > rispose.
< Ora però voglio essere seria anch’io: Bill ho fatto tutto questo con piacere, l'avrei fatto in ogni caso >.
Sorrise mimando commozione.
< Scusami, ma sono stanca è da due giorni che non dormo > sbadigliai.
Annuì e mi accompagnò a letto.
< E tu? > chiesi.
< Dormo nella bara che ho nell'armadio > disse indicandolo.
< Si certo! >
< Se non è un disturbo, potrei dormire nel mio letto, solo dormire ovviamente > disse.
< Era ovvio... Beh certo che puoi venire, a tuo rischio e pericolo perchè parlo nel sonno > ribattei.
< E io russo, quindi > disse a mo' di sfida.
Annuii e gli feci posto tra le coperte.
In Estonia faceva un freddo notevole, avevamo il piumone ad agosto!
Il moro si sdraiò accanto a me, eravamo faccia a faccia.
< B-buona n-notte Bill > balbettai.
<‘Notte Anna > rispose arrossendo.
Dopo qualche ora, il vampiro era già nel mondo dei sogni, mentre io fissavo il soffitto, troppo tesa per dormire.
Improvvisamente mi cinse i fianchi e disse con un filo di voce < Vuoi dormire sì o no? > sorridendo.
Feci di si con la testa e senza vedere altra soluzione appoggiai al capo al suo petto.
Mi diede un rapido bacio nei capelli e disse < A domani >.
Ma era troppo tardi, perchè ero già nel mondo dei sogni, popolato da lui.

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RINGRAZIAMENTI:

_TomSimo_: Grazie per recensirmi sempre, per avermi messo tra i preferiti e per gli auguri di buon onomastico!

fabiolita: Grazie per avermi messo tra gli autori preferiti e grazie anche per le recensioni!

Colinde: Grazie per avermi messa tra i preferiti e per recensire sempre dato che stanno sparendo tutti i lettori a parte te e _TomSimo_ ^^"

Ci vediamo al prossimo capitolo! Baci.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: LE FACCE DELL'AMORE ***


Chapter 15 Capitolo 15: LE FACCE DELL'AMORE.
Procedeva tutto nel migliore dei modi: Bill e Tom avevano apparentemente fatto pace, anche se il moro era sempre sulla difensiva.
Si raccontavano le ultime novità sulla musica e Bill aveva composto alcune canzoni, che cantò a Tom.
Purtroppo sembrava che l'entusiasmo dai suoi occhi se ne stesse andando, per lasciare posto alla tristezza.
Lo sguardo era perso nei suoi pensieri, a volte scuoteva la testa, sorrideva o sospirava.
Questo confermava che non era lì con la mente ma solo con il corpo.
I gemelli erano molto diversi,potrebbe sembrare  un controsenso, ma osservandoli da vicino tutti i giorni, avevano un carattere e una personalità differenti.
Un giorno perplessa dalle continue smorfie di Bill, mi avvicinai e gli dissi < C'è qualcosa che non va? >
Negò, ma si intuiva che non era vero.
Non parlò per qualche ora, ascoltando le chiacchere degli altri vampiri e evitando qualsiasi entrata nella discussione.
< Posso parlarti? > mi chiese.
< Ma certo > risposi.
< Stasera, andiamo via da qui per favore, mi sento soffocato >.
Accettai immediatamente e dopo la consueta cena vegetariana per me e al sangue per lui ci incamminammo.
Il viso di Bill era pallido, più di quanto non fosse già, e gli occhi erano contornati da uno spesso strato di matita e eyeliner neri, per coprire le occhiaie.
Era stato strano negli ultimi tempi: non sorrideva più, era silenzioso e lunatico.
Camminammo per qualche kilometro, prima di raggiungere un piccolo laghetto naturale circondato dalla vegetazione.
Il posto era stupendo e la luna si rifletteva sull'acqua limpida: era più accecante di qualsiasi altra luce.
Bill e io ci sedemmo su un tronco alle rive del laghetto e per un po' restai meravigliata a guardare il paesaggio.
< Ti piace? > mi chiese.
Affermai e gli chiesi a mia volta < Come hai scoperto questo posto? >
< Sai, alla notte abbiamo due alternative noi vampiri: o cacciamo o girovaghiamo facendo finta di andare a caccia > sorrise < io ho scelto la seconda >.
< Di cosa mi dovevi parlare? > dissi.
< Beh, come ben sai ho dei dubbi su Tom. Sul suo comportamento. Secondo me è cambiato, ma c'è una cosa che non ricordo, della notte in cui mi sono trasformato e che Tomi mi ha sbattuto fuori di casa; è tuttto molto vago, però sono sicuro di aver visto una cosa che non dovevo vedere > deglutì e proseguì < Mi pare che ci fosse mio fratello con qualcosa in mano e che abbia detto qualcosa a proposito del fatto che sarebbe stata l'ultima volta, che non dovevo dirlo a nessuno... Quindi il punto è: hai notato niente di strano a casa nostra? > mi chiese speranzoso.
Cercai di rimuginare se nell' attico  immacolato ci fosse qualcosa di sospetto, ma avevo un buco nero nella mente.
< No mi dispiace. Era tutto perfetto e lindo > risposi.
< Fa niente > rispose abbattuto. < Un giorno mi ricorderò qualcosa > e iniziò a pensare.
Volevo trovare un modo per farlo tranquillizzare da quei pensieri.
Peccato che per ogni argomento che pensassi ci fosse un collegamento con Tom.
Poi ad un certo punto Bill riprese la parola e disse < Veramente... Questa non è l'unica cosa che devo dirti >.
Rimasi stupita da quell'affermazione, ma tacqui e ascoltai.
< Uff, non so proprio come dirtelo > sorrise e posò lo sguardo su un fiordo lontano.
< Su Kaulitz, una star come lei che cantava davanti a migliaia di persone ha paura di parlare con me? > dissi scherzosamente.
Putroppo il vampiro non la vide così, i suoi occhi si scurirono e l'espressione si fece più triste.
< Scusami, ho il tatto di due elefanti uno sopra l'altro > dissi.
Abbozzò una risata e mi fissò < Sicura che gli elefanti siano così dolci e carini? >
Arrossii e abbassai lo sguardo.
< Io ho sempre vissuto con il terrore di non innamorarmi mai > disse con voce piatta < perchè ero spaventato dal pensiero che se ci fosse stata una ragazza al mio fianco sarebbe stata con me solo perchè amava il mio personaggio e non me > scosse la testa e riprese < tu invece sei stata l'unica che ha attraversato mari e monti letteralmente per me > posò lo sguardo sul riflesso della luna sul laghetto < ma tu non sapevi che io ero Bill Kaulitz, per questo è nato tutto dal tuo cuore... non so se mi spiego. Quando ti ho vista qui, ho capito che tu non sei venuta qui per il cantante dei Tokio Hotel, nonostante tu sapessi tutta la verità, ma sei venuta qui per me >.
Il cuore rimbombava dentro di me, avevo così tanti pensieri per la testa che nessuno aveva un senso.
Vedevo soltanto lui e sentivo soltanto la sua mano nella mia, fredda e marmorea ma allo stesso tempo calorosa e fragile.
Dopo qualche secondo interminabile respirò e disse < Per tutto ciò, non posso più negare a me stesso quello che provo >.
I suoi occhi nocciola erano semi-chiusi illuminati da una luce che non gli vedevo da tempo.
Ad ogni parola si avvicinava sempre di più, e quando fu a pochi centimetri da me, con il palmo della mano mi accarezzò una gota.
Mi fissò, le sue labbra erano vicinissime alle mie e con un sussurro disse < Ti amo >.
Rimasi sconcertata ma non mi volevo tirare indietro perchè lo amavo anche io.
Non ci fu tempo di rispondere, perchè le nostre labbra si possedevano già.
Le sue labbra fredde a contatto con le mie calde furono una sensazione indescrivibile.
Mi prese la testa con una mano, mentre con l'altro braccio mi strinse a se, io gli gettai le braccia al collo.
Le nostre bocche si muovevano contemporaneamente in una dolce danza d'amore.
Avevo le mani dentro ai suoi capelli da porcospino e lo attiravo a me sempre più forte cosicchè non si staccasse mai.
Poi sentii qualcosa di gelido: il suo piercing mi massaggiava delicatamente la lingua.
Un brivido mi percosse e sussultai un momento, Bill delicatamente sfiorò il mio mento e allontanandosi lentamente mise fine al primo bacio più bello della mia vita.
Le nostre labbra erano ancora a contatto ma riuscii a mormorare < anche io >.
Il moro sorrise e richiuse gli occhi, appoggiò la testa sulla mia e mi abbracciò.
< Finalmente sono felice > sospirò con un timbro gioioso.
< Ho raggiunto il mio obiettivo > risposi.

Intanto nella sede dei vampiri...
Due vampiri discutevano animatamente in una stanza.
< Perchè?! Perchè è venuta qui?! > urlò una voce femminile.
< Calmati! Non lo so cos'abbiamo sbagliato... > rispose una voce maschile.
< Cosa hai sbagliato vorrai dire! Se avessimo fatto come avevo detto io ora non ci sarebbe nessuna complicazione. > ribattè la donna.
< Ah certo, uccidere Anna di punto in bianco sarebbe stato meglio vero? Bill non ti avrebbe mai chiesto perchè! > disse con voce piatta l'uomo.
< Se l'avessimo uccisa il giorno della festa, avremmo avuto la scusa di dire che era stato qualcun altro, tipo Nero, così avrebbe avuto uno scocciatore in meno >.
< Mmm, non penso che ci avrebbe mai creduto > rispose acida la voce maschile.
< Ora Bill sarebbe tutto mio! > mugugnò la donna.
< L'unica cosa che ci resta da fare è adottare il piano B >
< Cioè? > chiese curiosa la femmina.
< Adesso abbiamo a disposizione Tom. Ho delle notizie molto succose sul suo conto, una dipendenza che se messa alle strette darà buoni frutti. Basterà proporgli uno scambio equo e cadrà ai nostri piedi > rise sommesso.
< E cosa dovremmo proporgli?> chiese la donna con un sorriso ammiccante.
< Di convincere Bill ad uccidere Anna > rispose.
< Tu sei fuori di testa! Non accetterà mai! Fai proprio dei piani del cazzo, scusami se te lo dico! > disse aspramente la voce femminile.
Il vampiro maschio scosse il capo e disse: < Sorellina... Tra qualche giorno convocherò Tom e scoprirai che Bill, anche se bisognerà usare metodi forti, accetterà: perchè per lui fare musica è la cosa più importante >
< Uffa! Non capisco > sbuffò la femmina.
< Bill non può fare nulla, dato che non è un mortale e soffre il sole. L'unico modo per tornare a cantare sarebbe riprendere le sembianze umane, no? >
Lei annuì e il vampiro continuò < Per questo basterà inventare una semplice balla: la morte di quella guastafeste in cambio del ritorno di Bill alla vita normale> disse l'uomo.
< è la verità? > chiese.
< No, ma lui non lo sa >.
< E quando lo scoprirà? >
< Smettila di fare domande, tra qualche giorno scoprirai tutto. Dobbiamo parlare il meno possibile. Non si è mai al sicuro > sentenziò l'uomo.
La donna fece un cenno con il capo come per scusarsi, poi tutti e due scomparvero nell'ombra della notte.

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Salve ragazze, adesso un po' di ringraziamenti!^^

Colinde: Io non credo che tu sia una deficiente, lo so. XD no dai scherzo, comunque sono felice che ti sia piaciuto il capitolo e anch'io se fossi stata l'Anna della fan fict avrei perso i sensi come minimo un miliardo di volte. Divertiti insieme alle zecche e ai cinghiali , ma torna presto!!!

_TomSimo_: Oddio, sei sempre la prima a recensire! Cosa posso dire se non: grazie un miliardo? Quindi grazie un miliardo! Sono felice che ti piaccia e che mi consideri brava a scrivere! Baci!

selina89: non ti preoccupare, sei perdonata :). Grazie per la recensione e per tutti i complimenti, spero che continuerai a seguirmi!

Bene ragazze, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ci vediamo al prossimo! Bacioni!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: IL BACIO DI GIUDA ***


Chapter 16

Capitolo 16: IL BACIO DI GIUDA
Era il 28 agosto e un forte vento sibilava tra le inferriate delle finestre.
Le porte cigolavano in ogni momento e le nuvole grigie alte nel cielo non annunciavano niente di buono.
Tutto questo si adattava perfettamente a quel giorno: il giorno X.
Karl stava fumando lentamente una sigaretta, seduto su una sedia con i piedi appoggiati alla sua scrivania, mentre Susie era appoggiata al muro e batteva con i piedi con fare nervoso.
Si udivano soltanto i tuoni in lontananza e i respiri aritmici dei due vampiri.
Quando la porta si spalancò il vampiro si mise a sedere e con un cenno disse alla persona affacciata di andare.
Il tempo stava per scadere, di lì a poco avrebbero tentato il tutto per tutto con Tom Kaulitz.
Karl aprì un cassetto e ne estrasse una scatoletta di legno, la merce di scambio.
Susie, invece cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza.
< Ti prego smettila, fallo per i miei nervi > disse scocciato Karl.
La vampira si fermò, sbuffò e si mise a sedere sul bracciolo della sedia del fratello.
< Andrà tutto bene > disse lui e diede un rapido bacio alla sorella.
Poco dopo la porta si aprì. Al suo interno c'era Tom con grandi occhiaie violacee.
< Che cazzo volete? Sono solo le 6 di mattina! > urlò arrabbiato.
< Signor Kaulitz, la prego si sieda, dobbiamo discutere di una cosa molto seria > disse Karl molto educato.
Il biondo fece pochi passi e si accomodò sulla poltrona più vicina, mentre la porta sbatteva dietro di lui.
< Piacere, io sono Karl > disse.
< Ed io sono Susie, sua sorella > gli fece eco la donna.
< Quale onore, beh fate in fretta a parlare > disse spazientito Tom.
< La prego di non essere così sgarbato... comunque lei è qui per un motivo ben preciso > tuonò Karl.
Tom girò un  poco gli occhi e fece cenno ai vampiri di proseguire.
< Vede, abbiamo riscontrato alcuni problemi di percorso, se così si possono chiamare > iniziò Susie.
Il vampiro la zittì con un indice e proseguì < In parole molto povere è la verità, e per questo abbiamo bisogno che lei li elimini >.
< Spiegatevi vampiri > Tom pronunciò quella parola con disgusto.
< Quando lei ha cacciato da casa brutalmente Bill, noi l'abbiamo protetto e curato, e l'abbiamo fatto entrare nella nostra confraternita di vampiri > disse Karl.
Per un momento Tom fissò torvo Karl e fece per andarsene, ma Susie lo bloccò.
< Non le sto facendo una critica, per carità! Comunque nel tempo Susie ha iniziato a  provare qualcosa per Bill che è più che amicizia, diciamo amore >.
La giovane donna arrossì e distolse lo sguardo dal biondo, che invece la fissò.
< E dimmi, che ci posso fare io? > chiese il Kaulitz.
< Non ho ancora finito! Il problema è che quando tutto sembrava andar bene ecco che arriva Anna a rovinare tutto > disse Karl con un tono di voce di rimprovero.
< Senti bello, Anna è la cosa migliore che sia capitata a Bill! Ora è felice! > urlò il ragazzo.
I vampiri fecero una smorfia < Non sarà mai felice con una mortale > rispose Karl e scosse la testa < è lei il nostro problema >.
< Ripeto: ed io cosa posso fare? > disse seccato il biondo.
< Ucciderla > disse Susie.
< Ma voi siete pazzi! Addio! > sentenziò Tom, andando verso la porta.
< Sicuro che non vuole sapere la ricompensa? > chiese malizioso il vampiro.
Tom si bloccò di scatto "No Tom che non la vuoi sapere, no no e no!!!" pensò.
Però il suo corpo non obbedì: si diresse a passo fermo verso la scrivania e sporse la testa verso Karl, appoggiando le mani al legno. < Sentiamo > sussurrò.
< Sapevo che sarebbe stato ragionevole! Ma prima il nostro piano > rispose Karl.
Tom annuì e rimase fermo.
< Allora piccola premessa: ho delle notizie molto succose sul suo conto che potrebbero scatenare chissà quale tragedia mediatica se diffuse sul web: ho anche le prove > disse con voce piatta il vampiro.
Il biondo cercò di dire qualcosa ma non gli uscì niente.
< Sa, ho valutato l'ipotesi che un giorno lei ci sarebbe tornato utile e per questo ho fatto qualche ricerca. Però il mio informatore ha scoperto qualcosa di scottante, caro il mio Kaulitz > proseguì Karl fissandolo < E per questo se ci tradisse rivelando a Bill il piano, io diffonderò ciò che ho scoperto su internet e consegnerò le informazioni alla stampa > ghignò.
< BASTARDO! > urlò Tom  < NON FARO' MAI CIO' CHE MI DITE!!!!! >.
< Lei ci perde e non io > disse sventolando un floppy < Questo è la sua rovina >.
Il biondo fissò a lungo il piccolo quadrato nero, e concluse amaramente che anche se avesse dovuto perdere l'amore del gemello per sempre, avrebbe tenuto la fama.
Quindi tornò al suo posto e chiese < Almeno mi dica cosa c'è di tanto pericoloso >.
< Mmm... le cito qualche nome: Berlino, club "Arena" 12/04/2007 Foto di Tom Kaulitz alle prese con tre belle conigliette e un bel po' di ecstasy, Parigi 5/07/2007 Foto di  Tom in un vicolo che compra varie pasticche. Vogliamo continuare?  Berlino 8/08/2007 Foto di Tom che sniffa cocaina in casa beccato dal fratello Bill, che sbatte fuori di casa. > disse con tono acido il vampiro.
Tom strabuzzò gli occhi e si lasciò cadere sulla poltrona più vicina.
Immagini di party, belle donne e droga gli si accavallarono nella mente.
Ormai era finita: se Karl avesse messo quelle foto in giro l'avrebbero arrestato.
< E vogliamo parlare delle siringhe trovate in camera sua la settimana scorsa? > tuonò Karl.
Quello fu il colpo finale. Tom si mise una mano sul viso e iniziò a maledirsi in tutte le lingue del mondo.
Non c'era modo di scagionarsi, era tutto vero. Ormai era entrato in una strada senza via d'uscita e non poteva fare altro che accettare.
< Ok, farò come dici, ma ti prego non dire niente a nessuno. Sarò una tomba riguardo al piano > sussurrò.
< Molto bene > dissero all'unisono i due vampiri strizzandosi l'occhiolino.
< Devi convincere Bill a uccidere Anna. > disse Susie.
< Si certo, la ucciderà subito poiché ieri le ha dichiarato il suo amore > disse sarcastico Tom.
Susie incassò il colpo e si mise a tacere, perdendo qualche lacrima in un angolo.
< Devi dire a Bill che l'unico modo per tornare normale è uccidere la persona più cara che si ha al mondo, che in questo caso è Anna. Convincilo che se lei morirà lui tornerà a cantare come prima > disse Karl.
< Scusa deficiente. Ma se io ho detto che era morto, abbiamo fatto pure i funerali! Mica la gente è imbecille! > disse Tom con un tono di ovvietà.
< Vedi Signor Sotuttoio il fatto è che Bill non tornerà mai normale, quindi il problema non si presenterà > urlò Karl. < Comunque dato che durante il giorno non costruisco castelli di carta, ho preparato due carte d’identità false: gli dirai che avrete due nuove identità a patto di cambiare il vostro look. Accetterà vedrai >.
< è da quasi 19 anni che Bill mi rompe le palle con la storia del vero amore e ora che l'ha trovato, la uccide? Ovvio, è un cretino secondo voi > ringhiò Tom.
< Senti: per Bill la cosa più importante è fare musica! Accetterà anche se dopo molte percosse. > disse Karl.
< Ma perchè non la uccidete voi? Povero cucciolo! > disse con pena Tom.
< Lo scopo del piano è che Bill si innamori di Susie, quindi deve essere triste per qualcosa in modo che lei lo consoli no? > rispose il vampiro. < E se la uccidessimo noi, Bill ci odierebbe. In questo caso odierà solo te >.
< Fanculo! > disse spazientito il ragazzo.
Però una vocina dentro di lui gli urlava di accettare subito e di vedere la ricompensa e che alla fine di questa vicenda sarebbero stati tutti felici: lui, Bill, Karl e Susie.
Purtroppo si convinse anche lui di questo, assetato di quello che aveva anteposto ad ogni altra cosa: la droga.
< Se non dovesse accettare, basterà dirgli la frase magica: "Anna è d'accordo perchè ti vuole felice" > rise istericamente Susie.
Tom pronunciò il monosillabo che avrebbe creato una catastrofe più grande di quanto lui avesse mai potuto pensare < Ok >.
< Ottimo > tagliò corto Karl < fai in fretta >.
< Ora però voglio la mia parte > disse con un sorriso Tom.
< Ebbene ecco la tua ricompensa > disse Karl, estraendo un sacchetto trasparente pieno di polverina bianca dalla scatolina di legno < Questo è un anticipo, il resto a missione compiuta >.
A Tom brillarono gli occhi: un sacchetto pieno di droga soltanto per lui.
Il suo sogno ora era tra le sue mani, era in astinenza da qualche giorno e stava diventando pazzo.
Anzi, lo era già diventato dopo aver accettato quella proposta.
Guardò Karl negli occhi e disse < Grazie, sono a tua disposizione >.
Il vampiro lo congedò con un cenno del capo e il biondo se ne andò verso le sue stanze.
< Te l'avevo detto > disse gioioso Karl alla sorella.
< Ti adoro > ripose.
< Ed ora per favore PRENDETELI! > urlò Karl.
Susie lo guardò con disappunto. Dalla porta apparvero due vampiri bellissimi: alti, biondi occhi rossi, che stringevano due figure longilinee per le spalle.
< Io non sono un cretino > disse Karl ad una delle due figure.
Lui per risposta gli sputò in un occhio.
< Beh se è cosi, cari i miei eroi... Etan, Mark sbattete questi due traditori nelle prigioni sotterranee > tuonò il vampiro.
Così si concludeva la mattinata dei perfidi Karl e Susie, disposti a tutto per "amore".
Intanto Tom camminava felice per i corridoi, quando si fermò ad osservare la stanza comune.
Bill e Anna erano abbracciati sul divanetto a ridere e chiacchierare tra baci e carezze.
A Tom venne un colpo al cuore, ossevò il sacchetto di nailon tra le sue grandi mani e lo baciò: il bacio di Giuda

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Tutto ciò che ho scritto riguardo a Tom è assolutamente falso e con questo capitolo ovviamente non voglio offendere in alcun modo Tom Kaulitz.
Anche perchè credo che Tom non accetterebbe mai di far soffrire Bill  in un modo così grande.
Comunque piccola nota dell'autrice
: Ed ecco svelati i vampiri cattivi: Karl e Susie. Purtoppo hanno convinto Tom a convincere Bill ad uccidere Anna, ma secondo voi il moro accetterà? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!! Ringrazio tutte quelle che hanno recensito, che mi hanno messo nei preferiti e che leggono semplicemente! Questa storia non piace più? Spero di no, per favore recensitemi! ^^

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: PSICOLOGIA E PERSUASIONE ***


Chapter 17 Capitolo 17: PSICOLOGIA E PERSUASIONE.
Finalmente il maltempo era del tutto sparito e il cielo sereno costellava le nostro giornate.
Eravamo tutti felici: Tom, Bill e io; purtoppo ero da sempre una pessimista e avevo paura che quel quadretto si sarebbe distrutto da un momento all'altro.
Il biondo cercava in ogni modo di allontanarmi dal suo gemello ed era molto nervoso. In più avevo notato alcuni buchi nelle sue braccia, all'altezza del gomito mentre suonava.
Poi ebbi un flash back: l'articolo di giornale che parlava dei due gemelli con la droga. Che Tom si drogasse?.
No era impossibile, anche se tutti i giorni scompariva per qualche ora.Una mano esile davanti alla mia faccia mi distrasse dai miei pensieri.
< Ehi, ci sei? > disse Bill dolcemente.
< Ehm... sì, certo! > dissi sorridendogli.
< Allora che ne pensi? > mi chiese Tom tutto sudato dopo aver suonato per un'ora, dato che Bill lo fermava ogni 5 secondi.
Sospirai muovendo la testa cercando le parole giuste < Fantastica! >.
Tom accennò un sorriso e chiuse gli occhi in segno di comprensione, mentre Bill ingenuo com'era mi fissò e disse < Bene, grazie >.
< Scusate ragazzi, devo andare un momento a fare una commissione! > dissi.
< Va bene, amore > rispose.
Il mio cuore perse un battito, stava parlando proprio con me o avevo una delle gemelle Olsen alle mie spalle?.
No stava parlando con la sottoscritta e a quel piensiero mi temarono le gambe.
Imbarazzata salutai con un cenno i ragazzi e me ne andai.
< Cavoli, è troppo timida > disse Tom.
< Si è vero, ma mi piace proprio perchè arrossisce per ogni cosa > rispose Bill, bevendo un po' di Red-Bull.
A quelle parole Tom si ricordò del suo incarico e a malavoglia iniziò a parlare di quello con Bill.
< Allora... oggi hai cantato alla grande! > disse.
Bill annuì compiaciuto sorseggiando un altro po' della bibita.
< Ti piacerebbe tornare a cantare? >
Il moro tossì, dato che si stava quasi per soffocare. < Si certo, cantiamo solo di notte, altrimenti il vocalist diventa cenere > sbuffò Bill.
< Ne sei sicuro? > chiese ingenuamente il biondo.
< Tomi, sono un vampiro e potrei fare fuori tutte le fans in un colpo > rispose con disapprovazione.
< Almeno diranno che hanno avuto le tue labbra su di loro... anzi lo faranno scrivere sulla lapide > trattenne un sorriso.
< Sai che non sto ridendo? Rinfacciarmi ogni volta che uccido la gente non è piacevole > disse fulminando il gemello.
A quelle parole Tom si avvicinò e abbracciò Bill e sussurrò < Scusami >.
Il moro strinse il suo abbraccio e per poco non iniziò a piangere, da quanto gli mancava.
< Cucciolo, lo sai che abbiamo bisogno della nostra musica vero? > iniziò Tom.
Bill fece cenno di sì ed egli proseguì < delle nostre fans, delle loro urla... >.
< Mi mancano anche Gusty e ... l'hobbit! Pensa a come sono ridotto > disse singhiozzando il moro.
Il biondo sorrise e gli disse < Bill, lo so e per questo ho una proposta > rispose.
< No Tomi, non c'è più nulla da fare, e poi mica i morti resuscitano! > disse amaramente Bill.
"Cazzo, abbiamo gli stessi pensieri" riflettè Tom.
< Vedi, io so un modo per farti tornare normale > disse Tom felice al fratello.
Il vampiro sgranò gli occhi e si sedette di fronte a lui con curiosità.
< Ecco, vedi Bill... >.
< Scusa, una domanda: perchè sei così dolce? > chiese Bill.
"Beh fratellino, ovviamente perchè per convincerti ad uccidere quella biondina, mi hanno dato un bel po' di droga e se non ti ricordi l'8 agosto del 2007 mi hai scoperto mentre ne facevo uso" pensò Tom.
< Sono o non sono il tuo gemello? > disse Tom.
Bill sulla difensiva si alzò e con cattiveria disse < Tu, sei strano! Ora mi devi dire cosa c'è! >.
< Oh mamma mia, Bibi... io trovo un modo per salvarti e tu non ti fidi > disse il biondo rimproverandolo.
< Esatto > rispose il moro. < Allora dimmi cosa devo fare > chiese in tono di sfida
< Devi... devi... mordere la persona che ti è più cara al mondo > rispose con un sussurro.
< Cosa, ma sei scemo? Vuoi davvero che ti uccida? > chiese con un ghigno il moro.
< Ne sarei lusingato, se fosse vero...ma lo sai che è Anna la persona più importante per te in questo momento > ribattè Tom.
Seguì un silenzio interminabile.
Il vampiro aprì bocca più volte, dando solo aria ai polmoni senza trovare niente da dire.
< Quindi dovrei ucciderla? > disse retoricamente Bill.
< Sì Bibi >
< NON MI CHIAMARE BIBI, BASTARDO!! Tu sei fuori! Mi stai chiedendo di uccidere la persona che amo? > urlò istericamente il moro.
Tom spinse il fratello su una sedia e iniziò a girargli attorno.
Dopo un po' iniziò a parlare con un sorriso maniacale < Svuota la mente e pensa un momento a ciò che sto per dirti >
Bill non diede nessuna risposta quindi il biondo continuò < Pensa alla tua musica, alla cosa che amavi e che ami fuori ogni limite > .
Il vampiro chiuse gli occhi è annuì lievemente.
< E ora pensa a come potresti riaverla di nuovo dentro alla tua vita > disse Tom.
< E con questo? Io la a-m-o capisci? No, ovvio che non capisci > disse Bill a se stesso.
< La ami più della tua musica? > chiese il biondo repentinamente.
< No > rispose fulmineo Bill < c-cioè sì > si corresse.
< Eh no, la prima è quella che vale > cantilenò il fratello. < Pensa Bill, a come sarebbe ricominciare tutto di nuovo: nuova vita > disse ad un orecchio del moro.
< Nuovo look > sussurrò all'altro orecchio. < La musica, la sclata al successo, i premi,  nuove fans... > disse Tom altalenando da un orecchio all'altro.
Il moro assunse un sorriso compiaciuto, che però cancellò subito dal volto.
< Ma soprattutto, di nuovo noi due: i gemelli Kaulitz, la coppia del successo > sorrise il biondo soddisfatto.
< Tom, io non la ucciderò capito? Io la amo più di qualsiasi cosa!! > ribattè il vampiro avvicinandosi al viso di Tom.
< No caro, non la ami più della musica... Non la ami "al completo" > disse facendo le virgolette. < lei non è il tuo vero amore se amì di più la tua musica >.
< Tom, che cazzo spari? Lo amata dal primo minuto in cui l'ho vista, è o non è vero amore secondo te? >
< No, piccolo. Si chiama solitudine. Eri solo e credevi di amarla, ma tu sei giovane e non la ami veramente >.
Bill guardò torvo il fratello e cercò di dargli un pugno, ma Tom lo fermò.
< Vuoi davvero rinunciare a quello che ti ho detto e al tuo vero amore, per lei? Stai abbandonando quello che predichi da una vita...>
< Io... Tom... non puoi farmi questo > mugugnò Bill.
< Un piccolo prezzo per una grande cosa > disse con tono fermo il fratello.
< Io voglio calcare i palchi di tutto il mondo, cantare a squarciagola con le mie fans, fare tantissimi dischi... > disse Bill con gli occhi brillanti.
< E allora? Una soluzione c'è. Sei sicuro di voler rinunciare? > chiese dolcemente Tom.
Bill sospirò e disse un lieve < No >.
< Vedi cucciolo? è facile! Devi solo morderla e tornerai ad essere la stella di sempre! > disse Tom saltellando da una parte all'altra.
< Va bene, ma dopo il nostro compleanno è dopodomani > rispose Bill.
< Quando vuoi. Lo vedi che non la ami? Farai del bene a te stesso e a lei > disse Tom.
< Bene a lei no di certo > disse il vampiro scuotendo la testa.
< Non ti ho detto che è d'accordo? Ne abbiamo parlato insieme ieri e lei vuole solo la tua felcità >
Il moro spalancò gli occhi e fissò il fratello < Tu menti >.
< Te lo giuro > rispose il biondo incrociando le dita dietro la schiena.
< Mi fido di te > disse Bill inchodandolo con i suoi occhi nocciola.
Tom distolse lo sguardo e sorrise.
Restarono per un po' senza dire niente.
Tom era molto soddisfatto del lavoro compiuto e lasciò Bill da solo per andarlo a riferire ai vampiri.
< Karl, Susie missione compiuta! > disse gioioso.
La vampira gli saltò al collo ringraziandolo.
disse Karl e gli porse un sacchetto ancora più grande pieno di droga.
Tom lo prese e se ne andò..
Intanto nella sala del piano ero ritornata dalla mia commissione.
< Ho fatto tutto amore > dissi a Bill con un sorriso.
Fece un cenno appena, aveva tutto il trucco sbavato e gli occhi rossi.
< Cosa c'è? > chiesi allarmata.
< Niente piccola, mi si è sbavato il trucco sudando > rispose teneramente.
Mi abbracciò, e disse < Dopodomani è il nostro compleanno, cosa vuoi fare? >.
< Caspita, devo tornare a casa il 2! > risposi.
< Beh allora ci faremo un viaggetto io e te domani dopo mezzanotte e poi ripartiremo per Rovigo > ribattè con un sorriso a 32 canini.
< Fantastico! > dissi entusiasta.
< Ora potresti ascoltare per davvero la canzone di prima? Te la suono al piano. > chiese.
< Si certo, sono tutta per te > risposi.
Il pomeriggio trascorse tranquillamente.
Anche se alle mie spalle stava crescendo un intrigo più grande di me.
Intanto nelle segrete del palazzo...
< Date un po' di pane e acqua a questi poveri succhiasangue > ghignò Karl.
< Figlio di... > urlò un prigioniero.
< è troppo tardi ormai, Bill ha accettato > rispose Karl.
< Balle! > urlò l'altro prigioniero < Non è scemo e verrà a trovarci! >.
< Continuate a sperare, poveri... > ribattè il vampiro andandosene.
I due prigionieri iniziarono a confabulare.
< Come può aver accettato? > chiese uno.
< Non lo so, ma secondo me Bill ha un piano > rispose l'altro.
< Speriamo, altrimenti avremo sul groppone la vita di un'innocente >.
< No, vedrai. Lui la ama veramente, non lo farà > ribattè l'altro.
Con un sospiro i due si accoccolarono nella paglia dentro alla cella e iniziarono a pregare che Bill non si rovinasse la vita.
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Hallo! Eccomi i nuovo a rompere con queste 2 righe alla fine del capitolo!! Bene ragazze, siamo arrivati quasi al punto conclusivo della storia, anche se non so nemmeno io come farla finire :-). Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e spero che recensiate in tanti. Ringrazio chi ha recensito e anche chi ha letto semplicemente! Ci vediamo al prossimo capitolo! Tchuss!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: L'INIZIO DELLA FINE ***


Chapter 18

Salve ragazze! Mi scuso già da ora per questo capitolo che è un obbrobrio, perdonatemi per favore ma l'ispirazione va e viene ç_ç! Ringraziamenti e Note della sottoscritta alla fine! Buona lettura!

Capitolo 18: L'INIZIO DELLA FINE
Nella cella c'era freddo molto freddo e buio troppo buio, ma per i vampiri questo andava bene.
I topi scorazzavano felici di qua e di là, sotto lo sguardo disperato dei due prigionieri affamati.
L'unica cosa che si poteva sentire erano i loro squittii, perchè i due vampiri erano agli sgoccioli.
Si stringevano forti l'uno nell'altro per farsi forza, per credere che ci fosse ancora qualche speranza, no, non per loro, ma per quello per cui avevano lottato duramente.
Non poteva finire così, o forse sì? L'amore poteva essere così fragile? I piani spietati di due vampiri potevano essere così efficaci? Forse.
Le ore trascorrevano lentamente e ogni tanto Karl andava lì per dimostrare che ce l'aveva fatta, che lui era superiore.
In tutta risposta loro gli sputavano addosso e lui, ancora più felice, se ne andava ridendo.
Purtroppo era anche colpa loro se si erano fatti beccare fuori dalla stanza, ma non avevano potuto resistere alla voglia di origliare. E avevano fatto bene.
Volevano uccidere Anna, per fare felice Susie. Che cosa sciocca, ma per di più doveva essere Bill a farlo. Colui che la amava.
Ora il problema stava nel fatto che lui aveva accettato, loro non ci volevano credere, ma se fosse stato così, avrebbe distrutto l'amore che i due prigionieri avevano tentato di costruire.
Ancora mezzo addormentato uno dei due prigionieri si alzò, si stiracchiò e fissò inebetito la stanza.
Un paio di occhi di ghiaccio lo stavano fissando a pochi centimetri da lui < Ti sei svegliato >.
< Sì Pam, buongiorno > disse Nero sbadigliando.
Il ragazzo fissò a lungo la vampira: la chioma blu elettrico era tutta spettinata, gli occhi contornati da due spesse occhiaie e rossi di pianto.
Lei se ne stava zitta accoccolata sul suo petto, cercando di scacciare le lacrime.
< Hai pianto ancora? > chiese teneramente il vampiro.
Pam si limitò ad annuire con la testa e sussurrò < Sono stanca, voglio uscire da qui. >.
< Lo so, me lo immagino. Non ti devi disperare però. >
< Come no? Nero, Bill ha accettato di uccidere Anna, ti rendi conto? Che cosa dovrei fare i salti di gioia? Io li ho riuniti e Bill manda tutto a p*****e! > urlò la ragazza.
< Tu credi veramente a quello che dice quell'ipocrita di Karl? > chiese Nero.
< Sì, lo so che può sembrare stupido ma ci credo: Tom è la persona che ha più influenza su Bill di tutti noi >.
< No! Non adesso, fidati! Bill non farebbe mai una cosa del genere! >.
< Lo pensi davvero? In fondo lui è quello che ha meno esperienza di tutti noi vampiri e risente molto della sua vita umana >.
Nero si mise un momento a riflettere: tutto ciò che la vampira aveva detto, era vero. Forse Bill aveva voglia di tornare normale, anche se non lo sarebbe mai tornato.
Secondo lui però qualcosa non andava, il moro non era quel tipo di persona attaccato alla fama e in più si vedeva lontano un miglio che la amava, per davvero.
< Pam, hai ragione. Però se Bill la uccidesse davvero, cosa faresti? Non puoi tenerci così tanto! Non sei coinvolta in prima persona > disse il vampiro.
< Io... ci tengo, tanto... perchè Bill ha bisogno di lei e perchè lei ha bisogno di Bill. Quello è un vero amore, e se ti devo dire la verità, ci tengo perchè vorrei che fosse così anche per me >.
Pam s’interruppe un momento, asciugandosi le lacrime < Dopo cento anni, però, non ci spero più, ma è giusto che per loro sia così >.
< E loro cos'hanno fatto per te? > chiese irato Nero.
< Mi hanno ridato la forza di sperare di trovare il vero amore e di continuare a cercare > rispose ferma la vampira.
< Quello lo trovi solo dentro di te >.
< Vedi, ho seguito la loro storia dal primo momento e per questo mi hanno fatto ricredere: ognuno è destinato a qualcuno lì fuori > rispose Pam singhiozzando.
< Tu non puoi fare niente per loro. Solo Bill saprà come finirà tutto questo >.
< NO! Io devo trovare un modo per dirgli del piano! >.
Il vampiro fece una smorfia in segno di resa e diede fiducia a Pam.
Si guardarono più volte intorno, ma vedevano soltanto muffa, paglia e piccoli topini, inutili per la fuga.
La chiave la portava Karl al collo e la cella era sorvegliata da Etan e Mark.
< Nero, hai ancora un coltello negli anfibi? > chiese Pam.
Il biondo negò dicendo che gliel'avevano sequestrato prima di sbatterlo in galera.
Non c'era via d'uscita, tutte le uscite erano serrate, e uscire all'aperto sarebbe stata una condanna a morte.
Poi alla vampira venne un'idea, sebbene fosse un piano difficile da mettere in atto.
Nero doveva chiedere qualcosa da bere e da mangiare alle guardie, che se ne sarebbero andate per qualche minuto, mentre Pam scassinava la serratura.
Con cosa? Con le sue lunghissime unghie ad artiglio!.
< Avete qualcosa da mangiare e bere? > chiese con voce roca il vampiro.
I due come previsto si allontanarono, così la vampira si mise all'opera: fece passare una pallida mano per le sbarre, la curvò e cercò la serratura.
Quandò la trovò vi infilò un'unghia e iniziò a rotearla al suo interno. Dopo qualche secondo la porta cigolò leggermente e si aprì.
I due vampiri si diedero il 5, e vedendo tornare le guardie si nascosero dietro una colonna e con un calcio li spinsero all'interno, chiudendoli a... unghia!
La loro fuga silenziosa era iniziata, attraversavano i corridoi come gatti, scivolando da un muro all'altro con lo sguardo sempre attento.
Erano arrivati alla porta....
< Salve prigionieri! > disse pimpante Karl.
I due si voltarono e tentarono di aprire la porta, ma qualcuno li fermò .
< Involontariamente, ho sentito i vostri discorsi patetici riguardo a Bill e ad Anna. Beh dato che voi l'avete portata qui, potevate trovare un modo di dirle del mio piano, ma mi sono divertito troppo a vedervi fuggire, quindi non vi ho fermato. Però non sono un cretino e quelli che avete sbattuto in cella non erano Etan e Mark, ma altri due vampiri > disse con un tono cristallino Karl.
Etan e Mark, li presero come fossero degli animali e li trascinarono lungo i corridoi del seminterrato.
Pam era visibilmente spaventata: era molto pallida e aveva iniziato a piangere come un fiume, ma silenziosamente < è finita > disse.
Non aveva nemmeno la forza di mordere il braccio del vampiro che la portava e si era rassegnata al suo destino.
Nero invece era agitato, ma la presa ferra del vampiro lo aveva bloccato e gli aveva spaccato qualche costola.
Dopo qualche minuto raggiunsero uno stanzino buio dove furono gettati con poca cura e chiusi dentro.
< Ragazzi, avete un ultimo desiderio? > chiese Karl ridendo.
< Si voglio che tu muoia sotto atroci sofferenze! > urlò Nero con tutta la voce che aveva in corpo.
Detto questo si avvicinò a Pam e l'abbracciò, sussurrandole dolci parole all'orecchio.
Gli occhi vitrei di lei si posarono sul vampiro, lo fissò per un tempo quasi infinito, e meditò sulle sue parole.
Doveva fidarsi di Bill in quel momento più che mai. E lei sapeva che lui avrebbe fatto la scelta giusta.
Karl con un cenno diede un ordine ai suoi "scagnozzi" che con un meccanismo aprirono una finestra nello stanzino buio.
I raggi solari inondarono l'ambiente e i due vampiri che erano all'interno.
L'ultima cosa che si sentì fu la voce di Nero urlare < Io ti amo Pam! >.
Poi più nulla, un silenzio inquietante, come dopo un genocidio in una camera a gas.
I due vampiri se ne erano andati insieme, e forse Pam aveva realizzato il sogno di trovare l'amore della sua vita, anche solo per un istante.
Perchè in quell'istante, la sua vita era stata completa e in quel momento Nero aveva capito perchè la vampira fosse così attaccata al sentimento che c'era tra Bill e Anna.
Quel "Ti amo" era bastato più di un'eternità di "Ti voglio bene". Quel "Ti amo" era la pace eterna per entrambi.
< Sbarazzatevi della loro cenere > disse burbero Karl, lasciando i suoi seguaci a lavoro.
                                                                                                                       ------------.....------------
< Anna, svegliati! > disse Bill assonnato.
< Mhfmhf.... perchè? > chiesi.
< Perchè io sono sveglio! > rispose sorridente.
Aprii gli occhi e me lo ritrovai a un millimetro di distanza, mi rivolse un dolce sorriso e mi baciò a fior di labbra.
Mi misi a sedere vicino a lui e misi la testa sulla sua spalla.Lui con le sue mani di velluto mi accarezzò e disse < Ti amo >.
< Ti amo anche io, Bill > ribattei abbracciandolo.
Mi guardò con gli occhi lucidi e gli scese una lacrima lungo la guancia.
< Cosa c'è? > gli chiesi stringendolo ancora più forte e posando la testa sull'incavo del suo collo.
< Non mi sembra vero... Tu sei qui e mi dici che mi ami, dopo che credevo di averti persa per sempre >.
< Non ci credo nemmeno io, ma se fosse un sogno non mi vorrei mai svegliare > dissi.
Mi baciò sul collo e un brivido mi percorse, poi avvicinò il suo viso di porcellana al mio e mi baciò con passione.
Mentre riprendevamo fiato Bill mi ordinò di preparare le valigie, dato che il giorno seguente saremmo stati via tutta la giornata e il giorno dopo sarei dovuta tornare a casa.
Gli obbedii e trascorremmo tutto il pomeriggio a fare progetti, anche se quello che aveva in mente rimaneva Top-Secret.
Finalmente il momento arrivò: mancava poco alla mezzanotte, così ci incamminammo per festeggiare forse l'ultimo giorno insieme.
.
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Eccomi qui! Scusate ancora per il capitolo! Mi dispiace di aver fatto morire Pam e Nero, mi piacevano molto come personaggi, però secondo me avevano fatto la loro parte in questa storia e piuttosto che farli marcire in cella per sempre, ho preferito toglierli, ma insieme, perchè sono nati insieme e se ne vanno insieme. Spero che continuiate a leggere anche dopo questo flop, ringrazio chi ha recensito, chi ha letto solamente e anche chi mi ha messo nei preferiti! Al prossimo capitolo! Anna.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: THE LAST TEARS ***


Chapter 19

Capitolo 19: THE LAST TEARS
La luna sfavillava alta nel cielo estone, contornata da piccoli banchi di nuvole chiare che sembravano panna montata.
Come un faro nella notte, illuminava il nostro cammino, conferendo una tinta biancheggiante alla strada sotto di noi.
I nostri passi procedevano lenti, come se non  volessero far terminare quel momento, come se sapessero che se non l'avessimo gustato ce ne saremmo pentiti.
Il paesaggio era suggestivo: percorrevamo un sentiero abbozzato di terriccio, vagando per la campagna, accompagnati da un timido ruscello dalle acque cristalline.
Dopo qualche minuto il sentiero terminò e ci ritrovammo a calpestare la tenera erba del prato circostante, che era ricoperta da un leggero strato di acqua, forse un residuo delle precedenti piogge.
Le nostre mani erano intrecciate come un nido e il tepore che procuravano era piacevole per entrambi.
Sbuffai perchè avevo pestato del fango con le scarpe bianche, allora Bill sorridente mi schioccò un bacio sulla guancia e mi rassicurò dicendo che eravamo quasi arrivati.
Qualche centinaio di metri dopo, il vampiro con le sue lunghe dita mi coprì gli occhi e mi ordinò di seguirlo.
Camminavo adagio, tentando di orientarmi con le mani, fino a che improvvisamente inciampai in un tronco caduto, facendo cadere rovinosamente a terra me stessa e il mio accompagnatore.
Scoppiammo tutti e due in una fragorosa risata uno sopra l'altro e Bill con voce soffocata disse < Sorpresa! >.
< Inciampare in un tronco, era questo il tuo piano? > dissi con fare imbronciato, nonostante un risolino posato sulle mie labbra.
< No, scema! Quella è la sorpresa > disse indicando un profilo indistinto in lontananza.
Incuriosita mi avvicinai velocemente e rimasi a bocca aperta: un telo, steso perfettamente, ospitava ogni genere di cibo ed era illuminato da un paio di lanterne.
Un pic-nic, davvero molto romantico. < Fantastico > riuscii a sussurrare.
Bill mi afferrò per i fianchi e disse < Sono contento che ti piaccia, comunque le vivande le ho comprate, quindi le puoi mangiare tranquillamente >.
< Che sollievo, avevo già un piano per fare finta di mangiare! > risposi scherzosamente.
< Diabolica > ribattè con uno sguardo sconcertato, che subito si trasformò in un sorriso che mi lasciò senza fiato.
Era tutto perfetto. Ci sedemmo vicini e iniziammo ad assaggiare il cibo a nostra disposizione, tra una chiacchiera e l'altra.
Il manto erboso era costellato da centinaia di piccolissime lucciole, che lampeggiavano, spostandosi da un posto all'altro.
Il sorriso del moro risplendeva, incorniciato dalle sue perfette labbra non troppo carnose, e velava un piccolo sentimento di infelicità.
Ogni tanto mentre parlava, spontaneamente il sorriso sbiadiva, lasciando solo una cupa smorfia di pensieri, forse troppo lontani o troppo vicini per essere compresi.
Lo fissavo costantemente, immortalando ogni minimo gesto, quando si zittì di colpo. Poco dopo cominciò a ridere.
< Sei tra di noi amore? > chiese.
Solo dopo qualche secondo realizzai la domanda e risposi < Eh?... Sì sì certo, ma perchè ridi? > "perchè lo stai fissando come un ebete da mezz'ora" mi risposi sarcastica.
< A cosa pensi? > chiese Bill, sistemandomi una ciocca ribelle di capelli.
< Voglio ricordare tutto di questa sera, è speciale >  dissi abbassando lo sguardo che venne catturato da una formica.
Mi prese il mento tra le mani e mi guardò < Come sei tenera > disse infine.
< Lo sei an.... > non terminai la frase, in quanto fui sopraffatta da un  dolce bacio.
< Scusami, non ho resistito > disse con voce calorosa e avvolgente.
Mi limitai a guardarlo con occhi sornioni, perdendomi nei suoi, color cioccolato.
Mi prese per mano e mi accompagnò fino a un masso vicino, dove si sedette accanto a me.
Poggiai la testa sul suo petto freddo e iniziò ad accarezzarmi i capelli con il suo palmo felpato, assecondando il ritmo della mia testa che scendeva e saliva con il suo respiro.
Da quel masso si poteva vedere gran parte del panorama che ci circondava: la campagna, la luna, le stelle che formavano un corso scintillante specchiandosi sul torrente, insomma il paese dele meraviglie, con al mio fianco la persona che avevo desiderato con tutta me stessa da qualche mese a quella parte.
Un piccolo pacchetto si intromise nella mia visuale e Bill mi sussurrò all'orecchio < Buon compleanno >.
Era una scatolina, foderata di velluto rosso, con incise alcune parole: "Al sole che non mi brucerà mai".
Con le lacrime che erano già impazienti di sgorgare a fiotti, aprii il pacchettino e rimasi incredula vedendo ciò che c'era al suo interno.
Una collana, d'argento a catena, che era ornata da un piccolo ciondolo d'oro bianco a forma di B.
< Lo so che sarà egoistico, ma la "B" significa che sei del sottoscritto > disse.
Come da copione scoppiai in un pianto a dirotto e lo strinsi al collo quasi stritolandolo. Lui mi abbracciò e il suo viso di porcellana si rigò di lacrime agrodolci.
Con il trucco tutto sbavato mi guardò intensamente e disse < Brava, mi hai rovinato il lavoro di una giornata > indicando gli occhi.
Io risi nel pianto e con voce roca lo ringraziai. Mi asciugai il volto e con una smorfia che doveva assomigliare lontanamente ad un sorriso gli dissi < Bill, io non so cosa dire. è semplicmente stupenda questa collana... sei speciale e questo regalo conta molto per me. Amore, ti amo > sospirai dopo l'ultima frase stupita di essere riuscita a dirla tutta senza avere un collasso.
Il vampiro posò le sue iridi brune su di me, e notai che erano in balia di una tempesta: l'acqua salata che le aveva raggiunte stava mutando i grossi lucciconi, che percorrevano le sue pallide gote.
Si lasciò andare e pianse per un po', accennando dei sorrisi e attirandomi a se. < Che sentimentalone! > dissi baciandolo sul naso.
< Devo dire che mi hai lasciato senza parole >.
< Per tutte le volte che tu mi hai detto ti amo, dovrei già essere annegata in un mare di pianto > ribattei.
< Non lo pensare nemmeno! > mi rimproverò.
< Comunque, sono felice di averti fatto piangere >.
< Sì, quest'ultimo ti amo mi ha davvero perforato il cuore > disse inchiodandomi con lo sguardo.
Poi le nostre labbra si avvicinarono, vogliose le une delle altre e Bill approfondì il bacio, regalandomi una sensazione  favolosa con il suo piercing.
Trascorsi alcuni minuti, mi accoccolai tra le sue braccia crogiolandomi nel calore.
Bill si fece serio e lasciò vagare lo sguardo nell'ambiente circostante, giocherellando con i polpastrelli della mia mano sinistra.
< Ora ascoltami, amore > disse con tono cupo.
< Certo, dimmi > risposi tranquilla, mentre tracciavo linee immaginarie sul suo avambraccio.
< Se dovesse succedere qualcosa, intendo a noi due... >
< Ma... ma sei pazzo? Come puoi dire una cosa del genere, ora? > risposi alterata.
< Calmati Anna, è una possibilità. Se dovessi ad un certo punto non fare più parte della tua vita, non voglio che tu faccia sciocchezze > proseguì con voce lineare.
Incredula lo bloccai con gli occhi, in modo che mi fissasse e iniziai ad avere gli occhi bagnati per l'ennesima volta.
Mi asciugò con il pollice e mi diede un bacio sulla fronte, portandola accanto alla sua. < Ti prego, promettimi che non farai niente che includa la tua morte se non staremo più insieme > mi supplicò.
< No assolutamente no, se te ne vai non ha più senso la mia vita > risposi arrabbiata e sconcertata.
< Non dire assurdità, sei piccola ancora e lo supereresti. Ma ti prego, non dire che ti uccideresti > disse con voce spezzata.
< Io non te lo prometto Bill. Io ti amo, sei la persona più importante per me e se te ne andassi non riuscirei ad andare avanti! >.
< Promettimi solo che non farai l'errore di ucciderti > disse facendo due occhioni da cucciolo.
< Io te lo prometto, ma ora non mi lasci vero? > dissi ansiosa.
< No, non riuscirei neanche se volessi, piccola. Ti amo e non conta nient'altro > rispose baciandomi
                                                  

à    

La mattina sembrava vicina, quindi prendemmo i resti del pic-nic notturno e ci avviammo verso casa, mano nella mano come eravamo arrivati.
Purtroppo le nuvole di panna montata avevano lasciato spazio a nuvoloni grigi che dopo qualche istante ci inondarono di fresca pioggia, che punzecchiava i nostri volti.
Corremmo e ridemmo come dei matti, arrivando al palazzo dei vampiri fradici come due pulcini. Bill amorevolmente mi avvolse in una coperta e mi avvolse in un caloroso abbraccio.
Io gli risposi sorridente e sussurrando < Buon compleanno > gli porsi un pacchetto.
Preso in contropiede dal regalo, prese posto su una sedia e iniziò a scartare meticolosamente la carta.
Dopo alcuni interminabili minuti estrasse un anello d'argento, decorato con alcuni brillantini, che aveva una forma simile ad un microfono. All'interno c'era scritto "tu sei la colonna sonora della mia vita".
Sul suo viso si dipinse una gioia immensa e mi abbracciò travolgendomi e ripetendo all'infinito che l'anello era stupendo e che non se lo sarebbe mai tolto.
Stava per baciarmi quando fissò l'orologio < SIAMO IN RITARDO! > urlò < IL MIO AMICO PETE CI STA ASPETTANDO! >
< Pete? Chi è Pete? Bill! > urlai senza risultato, il moro era già uscito caricandosi valige e tutto quanto in spalla ordinandomi di andare con lui.
Un aereo era parcheggiato su un piazzale non molto lontano dal palazzo e alla sua guida c'era un uomo sulla quarantina, dall'aspetto gentile.
Occupammo posto sull'aereo e allacciammo le cinture.
Bill mi spiegò che Pete era un loro amico di famiglia, che però tutti reputavano pazzo poiché sosteneva che Bill fosse ancora vivo. Per questo il vampiro gli aveva dato la possibilità di essere il pilota "ufficiale" dei vampiri per tutti i loro spostamenti.
< Arriveremo a Rovigo in meno di due ore! Così questa giornata sarà tutta per noi in tranquillità > disse con un sorriso smagliante.
Effettivamente ci mettemmo poco tempo, anche se l'atterraggio fu piuttosto problematico, data la confusione del veicolo e la paura di destare qualche sospetto nella popolazione circostante.
Finalmente sistemammo i bagagli nell’ex stanza di Bill e ci dedicammo all'ozio puro.
Durante tutto il giorno non facemmo altro che chiacchierare, cantare canzoni dei Tokio Hotel e non staccarci l'uno dall'altra, eravamo così mielosi che ci facevamo venire il diabete a vicenda.
Ma quella era la parte bella, la parte più bella del sogno che stavo vivendo, poter sentirmi protetta tra le braccia del ragazzo che amavo.
La sera arrivò velocemente e dopo uno spuntino a base di panini duri come il cemento della sera prima, le mie palpebre non resisterono tanto a lungo.
Mi adagiai sul letto, seguita dalla sagoma perfetta di Bill e dopo averlo baciato, lasciai cadere la testa a peso morto sul cuscino.
Lui mi baciò e con un sospiro mi disse all'orecchio < Ti amo, per sempre >.
< Anch’io > risposi interponendo uno sbadiglio tra una parola e l'altra.
Poi mi addormentai tra le sue braccia.
E fu in quel momento che lui estrasse dalla bocca due canini lucenti, assetati di sangue umano, impazienti di mordere.
Mi si avvicinò e...

 

Salve a tutte le lettrici, si lo so sono cattiva a finire sospeso qui, ma lascio un po' di suspence! Ringrazio babygirlLucy e Marty_Kaulitz per la loro recensione, ringrazio chi ha letto e preferito e chi ha letto semplicemente. Ragazze, purtroppo il prossimo capitolo sarà l'ultimo (salvo problemi o guizzi di ispirazione improvvisa XD). Aspetto tante recensioni! Baci ^^

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: EPILOGO ***


END

Capitolo 20: EPILOGO
Non piangere,
non sono abbastanza forte per vederti piangere. Lo so che detto in questo momento potrà sembrare stupido, ma non voglio che quegli occhi blu si bagnino per me.
Mi dispiace, scriverti una lettera così fredda e impersonale; ma non posso farci niente, perchè l'unico modo di vederti felice era lasciarti.
C'era un intrigo dietro al nostro amore. Non c'è bisogno che tu sappia, ma io avevo scoperto tutto, seguendo quel traditore di Tom e per questo ti ho riportato a casa.
Lo so che mi odierai, ma eri in pericolo vicino a me. Io ho dovuto lasciarti ma sappi che l'ho fatto solo ed esclusivamente per noi.
Avrebbero continuato a tentare di ucciderti e non posso permettermelo. Vedrai che lo supererai, ed io veglierò sempre su di te.
La verità è che ti scrivo perchè non sarei stato abbastanza forte per dirti in faccia la mia decisione.
E perchè so che in un modo o nell'altro mi avresti convinto a non farlo, perchè mi ami molto più di quanto io possa amare te.
La cosa peggiore che potessi farti però l'ho fatta e non me lo perdonerò mai, soprattutto dopo la fantastica serata di ieri.
Ma lo so che farai la scelta giusta e non rinuncerai alla tua vita per seguirmi. Non te lo perdonerei MAI, amore mio. Tu hai promesso.
Sarà triste sentirlo per l'ultima volta qui, in questa lettera, ma te lo dirò ogni volta che vorrai se mi penserai, amore: ti amo.
Per quanto riguarda Tom, non so come stia ma non mi interessa, ci ha tradito e lo odio... in fondo.
La droga era la cosa più importante per lui, ma mi dispiace, l'ho perdonato subito e me ne vergogno, perchè ci ha venduti per un po' di cocaina.
Però io voglio troppo bene a mio fratello per odiarlo, è la mia metà. Ovvio amore che lo sei anche tu, ma io e lui combaciamo perfettamente.
La punizione più dura per lui, comunque, sarà il rimorso di avere rovinato la nostra vita, e la tua soprattutto perchè ha lasciato una ferita indelebile nel tuo cuore
So che è stata una decisione affrettata partire, ma quando mi ha chiesto di ucciderti, sono morto dentro: tutti quelli che mi circondavano erano falsi e ipocriti e anche se ti ho perso per sempre,un giorno mi perdonerai, perchè ti avrebbero uccisa loro e non l'avrei sopportato.
Ma ora basta parlare di me, sarò per sempre la tua ombra fino a che avrai bisogno di me.
Anna, ti prego, ti scongiuro, non fare pazzie per me. La vita ti riserva tante cose ancora, hai solo 15 anni.
Devi realizzare i tuoi sogni, e trovare il tuo grande amore, se stai pensando che ero io ti sbagli, sei ancora piccola per capire cos'è il vero amore con la A maiuscola.
So che odierò quell'uomo, ma se sarai felice lo sarò con te.
Perchè io ti Amo, con la A maiuscola.
Lo so che troverai un motivo per non ucciderti, devi provare tutto dalla vita: felicità, gioia, dolore, tristezza, successo, e io sono stato solo una parte di questo.
Questa lettera sta per finire, ma non il nostro amore. Ti amerò per sempre, sempre, sempre te lo prometto. Io ci sarò e forse un giorno uscirò dalla mia ombra per stare con te, anche se sarà difficilissimo non farlo subito, ma ricorda lo faccio per te. Bene, ora smetto di scrivere, visto che tra poco me ne dovrò andare. Sei qui e parli di un tuo amico e di fare castelli di sabbia con lui. Sorridi, sei stupenda, come sempre.
Come ricordo, oltre questo fantastico anello che mi hai regalato, ho bevuto un po' del tuo sangue, segno inconfondibile della tua presenza dentro me, non ho resistito.
Non ti dimenticherò e so che neanche tu mi dimenticherai.

                                                                                                                                                                                                 Ti supplico, smetti di piangere. Ti amo Bill.




Stringo forte questo pezzo di carta, è passato un anno ormai, ma ancora non riesco a credere che non ci sei più.
Te ne sei andato dopo aver giurato che non l'avresti mai fatto. E invece è successo di nuovo.
Cosa importa la mia sicurezza? Io ho solo bisogno di te, ma ti perdono, non riuscirei ad odiarti.
Quasi me  lo aspettavo dopo tutti quei discorsi, ma non avrei mai voluto che mi lasciassi da sola. Quando ho sentito il letto vuoto sono morta dentro.
Ed ora sono qui. Piove, anzi diluvia. Ci sono tanti lampi e tuoni, ma non ho paura.
Sono fradicia, eppure non mi muovo. Sono seduta sulla tomba di Tom Kaulitz, che è accanto a quella falsa di Bill.
è morto, si è suicidato. Bill aveva ragione, non sarebbe mai riuscito a sostenere un peso del genere.
Tradire e rovinare la vita della tua metà è una pena sufficiente per condannarti a morte. E dire che aveva un disegno chiaro del suo futuro: droga, musica, donne.
Leggo ad alta voce la lettera, piangendo come al solito, voglio che tu soffra quanto ho sofferto io, voglio che tu debba ricostruite i cocci del tuo cuore come ho dovuto fare io, caro Tom.
Appena finisco di leggere un fulmine colpisce un albero vicino a me. Brucia fino a diventare cenere, come te: tu sei quell'albero.
La tua pena più grande sarà vagare lassù, senza mai sentirti completo, senza la tua metà che hai perso quaggiù.
Ed ora dimmi cosa devo fare? Lasciarmi tutto alle spalle? Io ho promesso, e lo farò solo per amore di Bill, perchè una piccola parte di me sa che tornerà.
Mi alzo, a passi svelti raggiungo l'uscita, non c'è motivo di fissare il nome
BILL KAULITZ una volta ancora, su un marmo così freddo e vuoto.
Prima di uscire però riesco a sussurrare una frase che sembrava estinta dal mio vocabolario < Ti amo Bill > e con questo i miei passi iniziano a  navigare nelle pozzanghere, lasciando tracce, che dopo qualche secondo scompaiono, fino a diventare piccoli cerchietti indistinti, cancellando ogni passo verso il passato e disegnandone uno verso il futuro.
< Ti amo anche io, per sempre > disse il mio vampiro custode a bassa voce.

»FINE»

 

Care lettrici, questo era l’ultimo capitolo ç_ç lo so che era un po’ cortino, ma mi è piaciuto molto scriverlo, anche se a mio parere è abbastanza triste. Però, chi lo sa forse in un futuro torneranno insieme, a me piace pensarla così.

Ringrazio le 20 (!) persone che mi hanno messo nei preferiti:

1 - Ciuly
2 - Colinde
3 - darklady92
4 - DarkViolet92
5 - fabiolita
6 - Kikkoletta_93
7 - Lally_the best
8 - Lithia del Sud
9 - martythestrange95
10 - Marty_Kaulitz
11 - mewmina__91
12 - missmar23
13 - nana89
14 - Naoko
15 - ranocchia_32
16 - selina89
17 - sole a mezzanotte
18 - tokiohotellina95
19 - ysellTheFabulous

Chi ha recensito: Colinde, _ToMSiMo_, Fee17, selina89, DarkViolet92, fabiolita,
GaaRa92, babygirlLucy, Marty_Kaulitz, kikka_tokietta, ranocchia_32.
Ringrazio anche chi ha solo letto questa storia e l’ha apprezzata.
Ringrazio i Tokio Hotel (<3) e i Placebo che con le loro canzoni mi hanno dato l’ispirazione per questa prima ff.
Infine (ma non per importanza) grazie di nuovo ai Tokio Hotel, ma ora soprattutto a Bill colui a cui penso prima di dormire e quando apro gli occhi alla mattina, colui che ogni giorno dà ritmo alla mia giornata e mi ha fatto adorare la musica.
Concludo con un GRAZIE generale di nuovo e … ALLA PROSSIMA! Baci

                                                                                                                           Anna_Writer







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