Future survive with the past di Anna_Writer (/viewuser.php?uid=49526)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo: IL ROMBO DEL TUONO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:RIMORSI ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3:L'ALBA DEL GIORNO DOPO ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: MEMORIES ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: VESTITI E INTRIGHI ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: SOTTO L'OMBRA DELLA LUNA SCINTILLANTE ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: LEAVING ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: LET'S GO ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: SCAVANDO NEL PASSATO ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: La verità per Tom ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: SUFFER WELL ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: PARTENZE ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: AMORE E ODIO ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: SPECCHIO O MURO? ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: LE FACCE DELL'AMORE ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: IL BACIO DI GIUDA ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: PSICOLOGIA E PERSUASIONE ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: L'INIZIO DELLA FINE ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: THE LAST TEARS ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: EPILOGO ***
Capitolo 1 *** Capitolo primo: IL ROMBO DEL TUONO ***
FUTURE SURVIVE WITH THE PAST
Questa
è la mia prima fan fict, spero che vi piaccia ^^, sono
fan dei Tokio Hotel e quindi la mia prima fan fic la dedico a loro.
Recensite
in tanti e criticate eh? Buona lettura di:
FUTURE SURVIVE
WITH THE PAST
Capitolo 1: IL
ROMBO DEL TUONO
L’ennesima
litigata
con mia madre per i compiti di matematica. Ero stufa di dover sentire
le sue
offese ripetendomi che ero una stupida, che non avrei mai concluso
nulla nella
vita, che la matematica era tutto. Beh io non so che concezione del
tutto
avesse mia madre, ma di certo non la mia. Nonostante fosse sera, circa
le
sette, presi l’i-pod l’accesi e senza percepire le
urla che venivano da casa
mia, me ne andai a fare una passeggiata fino a che l’aria non
si fosse calmata;
avevo poche cose con me: qualche soldo, le chiavi e un coraggio che non
avevo
mai percepito addosso. La serata era torrida, pur essendo soltanto
maggio, ma
nonostante tutto enormi nubi color carbone coprivano
l’orizzonte, annunciando
l’arrivo di un forte temporale estivo,
“io
odio i
temporali”, pensai “tornerò a casa prima
che inizi a diluviare” tentando di
convincere me stessa che mia madre fosse solo un po’
stressata e che l’avrei
perdonata, purtroppo non era così, non ci volevo
più credere, non volevo più
essere lo zerbino di nessuno. Quel cielo rispecchiava la mia
personalità: falsa
all’esterno dicendo e tentando di essere felice, ma nera come
la pece
all’interno, dopo tutto il dolore che avevo dovuto provare.
Non mi riferisco
solo a mia madre, per carità, ma a tutte quelle persone dal
doppio volto che ho
avuto il dispiacere di conoscere, tutte quelle false amiche che
dicevano di
volermi bene, ma alla prima occasione mi voltavano le spalle per stare
con
quelle più cool, più belle, più
popolari, solo perché io non lo ero. Perché ero
“secchiona”, sfigata e non la davo a tutti.
Ormai
ero stufa
di tutta quella falsità che mi circondava, pur facendone
parte anch’io, visto
che non mi arrabbiavo mai con nessuno e facevo finta di nulla, che
tutto fosse
perfetto.
Stavo
ascoltando
“Pure Morning” dei Placebo, quando percepii la
presenza di qualcuno dietro di
me. Feci l’indifferente. Subito dopo le prime gocce
iniziarono a bagnarmi,
quindi mi sedei su una panchina sotto un cornicione per ripararmi. Il
mio
inseguitore mi imitò, ero leggermente preoccupata, misto
eccitata perché
nessuno mi aveva seguito prima d’ora.
“ora
saluto” ma
mi precedette
< Ciao > disse con
voce tremante, quasi
rotta dal pianto < Non volevo…. Farti…
paura > parlava con un italiano
quasi azzardato.
<
Ciao, non ti
preoccupare, avevo la musica e non ti
ho sentito, tutto qui > ribattei, quel tipo mi faceva sentire
calma.
<
Oh, gut…
cioè bene… > trattenne un gemito <
brutta giornata eh? >
“Brutta
giornata???!!!!!!! Chi sei? Cosa vuoi? Perché piangi?
Perché mi attiri così
tanto?”
<
si infatti
> mi limitai< giornata
di cacca,
come l’umore di mia madre >
Sentii
che gli
scappò una risata, ma la trattenne.
<
qualcosa
non va ? >
<
no… tu
piuttosto, tu perché piangevi prima? >
il suo sguardo si incupì, aveva due occhi
enormi color nocciola che
comunicavano un dolore immenso, una faccia angelica circondata da
lunghi
capelli corvini, con qualche meches qua e là,
e due labbra così languide, piegate
all’ingiù e leggermente trattenute
all’interno, quasi involontariamente.
<
TI
INTERESSA? > rispose irato
<
NON CAPISCO
PERCHÈ TU DEBBA FARTI GLI AFFARI MIEI E IO NON POSSA FARMI I
TUOI!! > urlai
<
O SCUSA
MISS SE TI HO VISTO PER STRADA E TI HO CHIESTO COSA…..
NON………….. ANDASSE >
rispose stentato.
<
E io che ho
fatto?????????????????? >risposi abbassando
il tono
<
scusa, hai ragione
è che non mi piace parlare
del passato, soprattutto del MIO >
<
comunque
perché sei qui? > gli chiesi.
<
avevo,
avevo fam… voglia di fare una passeggiata >
“Avevo fame cazzo, avevo fame e
a quest’ora ci sono quei coglioni che fanno jogging lungo
l’Adigetto perché c’è
fresco e mi sei capitata a tiro tu! Vattene se vuoi vedere
l’alba domani”
<
ah… io
stavo scappando di casa e da questa merda di città >
dissi, stranamente
orgogliosa di ciò che stavo facendo <
hai voglia di mangiare qualcosa? C’è
un ottimo ristorante che fa carne
al sangue qui dietro >
<
SANGUE?
> urlò < SANGUE! >
All’improvviso
un lampo attraversò i miei occhi, fu il più lungo
di tutta la mia vita. Il
cuore smise di battermi, il sangue mi andò alla testa e il
mio respiro si fece
molto affannoso e si diradò. L’inseguitore mi
prese il polso di scatto, mi
attirò a sé, scosto i miei capelli con un gesto
automatico, ma infondo dolce e
tastò il mio collo, il suo profumo mi arrivò al
naso: era una fragranza
delicata ma maschile. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena
quando la sua
lingua sfiorò appena il bordo del mio collo, volevo dire
qualcosa, ma le parole
mi si bloccarono in gola, quando due canini affondarono nelle mie vene
e
iniziarono a succhiarmi tutto il sangue che avevo in corpo. Cercai di
gridare
aiuto, ma persi lentamente i sensi. L’ultima cosa che
ricordai di quella sera
erano le sue lacrime sgorgarmi addosso e le sue mani avvolgermi. All’improvviso
il rombo di un tuono
assordante squarciò l’aria e il buio mi
avvolse.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2:RIMORSI ***
Chapter 2
Capitolo
2: RIMORSI
Non
so quale miracolo mi permise di alzarmi dopo quell’evento.
Avevo combattuto
contro la morte e qualcuno aveva deciso la mia vittoria. A
così stretto
contatto con la fine. Non mi sentii mai così attaccata alla
vita come in quel
momento.
< Cosa
succede qui! > Urlò una voce indistinta
< ODIO
QUELLO CHE SONO! QUESTA RAGAZZA NON SI MERITA… >
< Di
morire? Strano che tu non lo abbia detto di tutte le altre vittime
>
Rispose calma l’altra persona.
< Diamine
Karl! Non posso fare a meno del sangue, il mio pentimento non serve a
placare
la mia fame! >
< E
dimmi, cos’ha questa ragazza di diverso? >
< NON
LO SO! Ma mi ha..fatto pietà! Era così dolce,
così abbandonata, come
me! >
< SAI
QUANTE PERSONE LO SEMBRANO! > Karl alzò il tono
<
Che c’è? Ti da fastidio se non uccido qualcuno?
>
< non
è questo, ma se continuerai a rinnegare la tua anima da
vampiro, presto
morirai! E io non voglio, sei come un fratello per me! > rispose
< non
mi parlare di FRATELLI! Io non ho più né amici,
né famiglia, né niente! >
< Me
ne vado, finchè sei così agitato >
sospirò < guarda, la tua amica
si sta alzando… >
Karl
chiuse la porta e se ne andò.
Sbattei
le palpebre, come per rassicurarmi di essere sveglia. Avevo un dolore
lancinante al collo e appena riacquistai le mie facoltà
mentali mi accorsi di
avere una flebo piena di sangue attaccata al braccio. Mi guardai
intorno, ero
in uno stanzone con alcune barelle, senza finestre e un kit medico.
Supposi che
fosse un’infermeria; le mura erano grigie e con della muffa
ai lati delle
pareti, in alcuni comodini c’erano delle lampade accese, che
facevano una
flebile luce, che mi permise di vedere il mio inseguitore seduto vicino
a me,
con gli occhi carichi di lacrime.
< Come
stai? > mi disse
Aspettai
qualche secondo, mi sembrava di non capire niente, prima di rispondere
< Bene, suppongo >
< Grazie
a Dio! Ti prego perdonami per ciò che ti ho fatto, ma quando
hai detto, sangue,
non ci ho visto più.. purtroppo, credo tu abbia capito che
sono un vampiro, ma non
ho ancora accettato la mia condizione, non
volevo farti del male, o meglio, io non volevo, il mio io vampiro
sì.
Non ti ho morsa fino alla fine, appena ho potuto ho staccato i denti e
ti ho
portata sino a qui, fortuna che il mio amico Nero mi ha aiutato a
metterti
sotto flebo.. >
<
Ehi respira! Sono ancora qui, per tua fortuna non mi devi pagare il
funerale! > calò un silenzio tombale “brava
Anna, no dico, complimenti,
il tuo umorismo fa crepare”< stavo scherzando! >
Troppo
tardi, il personaggio misterioso era scoppiato in lacrime e io lo
imitai. Era
tutta l’agitazione messa insieme, al dolore, alla paura, alla
gioia di essere
viva. Ad un certo punto con un lembo della sua felpa nera si
asciugò il viso e
con un pollice tremante, tentò di asciugarmi gli occhi, ma
non riuscivo a
smettere di piangere.
< Stai
tranquilla, va tutto bene, ci sono io qui con te >
“Bella
consolazione, mi hai quasi ammazzato, sono tranquilla adesso!”
< Ehm…
io…sigh …sob… > farfugliai
qualcosa di incomprensibile < ho paura…
io non voglio… morire… scusami… ma
io… >
< Non
ti preoccupare, non ti ucciderò, ti giuro che non lo
farò stai
tranquilla. > mi prese il volto tra le mani e con la sua felpa
mi asciugò
alla meno peggio < dimmi come ti chiami >
< Anna >
risposi mentre smettevo di singhiozzare< e tu? >
< che
bel nome! Quattro lettere come il mio!... >disse <
piacere,
Bill >
< ma
allora sei straniero!? >chiesi
< si
sono tedesco, ma per problemi di sicurezza, sono dovuto venire qui, in
Italia >
< problemi
di sicure… >
< quanti
anni hai?>
Era
evidente che non ne voleva parlare, appena gli si chiedeva qualcosa del
suo
passato il volto si oscurava e cambiava argomento. Decisi di non
continuare il
mio discorso, sarebbe arrivato tutto a tempo debito.
<14,
precisamente 15 il 1 di settembre > dissi indifferente
< davvero?
Anche io e il mio
gem… anche io sono
nato quel giorno >
< quanti
anni hai tu, Bill? >
< 18,
precisamente 19 il 1 di settembre > mi disse sorridendo,
finalmente la
tempesta stava passando tra noi due.
< Come
fai a essere un vampiro! Io non ci credevo ai vampiri! Sei andato al
castello
del mio amico Dracula? Mi ha detto che c’erano gli sconti per
i
soggiorni! >
rise
< poche! >
risposi divertita
< comunque >
la voce tornò seria < mentre ero per strada un
vampiro mi morse, non so
come, non so perché, ma invece di morire, appena mi alzai
dopo il trauma,
sentii che era avvenuto qualcosa in me, avevo perso il calore corporeo
e i miei
canini si erano affilati in modo pauroso. Ero diventato un vampiro. Lo
capii
quando tentai di mordere una persona a me molto cara, che per la mia
incolumità, mi mandò in questo posto. In
verità credo l’abbia fatto perché
credeva che fossi pazzo e voleva salvarsi il culo > un sorriso
amaro
raggiunse le sue labbra.
< va
bene Bill, non ti preoccupare, non devo scrivere un verbale su di te,
almeno,
non tutto oggi! >
Rise
< ora
sarà meglio che torni a casa, mia mamma sarà
infuriata! >
< se
ti rompe ancora, chiamami! > disse < senti Anna, ti va
di…
venire.. >
<
… a trovarti? Assolutamente sì! Mi sei simpatico
e poi rischiare la vita ogni
giorno, mi farà capire cosa provano i militari! >
< grazie,
sono sempre solo… comunque non ti morderò, giuro!
>
< parola
di boy scout? >
< parola
di boy coso >
Risi..
Presi
le mie cose, e mi avviai verso l’uscita. Non so per quale
motivo, ma avrei
voluto non andarmene mai, e restare con Bill a parlare di tutto. Con
lui mi
sentivo libera, ero me stessa e non dovevo interpretare nessuna parte.
Provai
un sentimento così forte, che mi trattenni qualche minuto
prima di uscire,
aspettando invano che mi fermasse e mi stringesse a sé come
la notte appena
finita. Stava nascendo qualcosa in me, di cui ero ignara anche io.
Rabbrividì
quando la sua mano mi fermò di colpo, provai paura ed
eccitazione, sentendo che
era così vicino a me. Non mi morse, mi porse soltanto la
borsetta che avevo
dimenticato e dopo avermi augurato la buona notte mi baciò
sulla guancia, nel
modo più tenero possibile. Appena varcai la soglia di
quell’edificio dove
stava, la luna era alta nel cielo e illuminava tutta la strada, un
nuovo
cammino stava iniziando per me e Bill, una nuova vita, che ci avrebbe
portato a
nuove scoperte, a nuovi dolori e nuove emozioni.
“appena
arrivo a casa ringrazio mia madre” pensai, col sorriso sulle
labbra. E mi
avviai verso casa.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3:L'ALBA DEL GIORNO DOPO ***
Chapter 3
Rieccomi con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia e recensite in
tanti, baci. Scusate per i disguidi dei dialoghi, lo riposto completo!
Capitolo
3:L’ALBA DEL GIORNO DOPO
La
mattina dopo mi svegliai, mentre il sole filtrava nella fessura delle
mie
tapparelle e mi baciava la fronte. Ancora un po’ stordita
avvertì subito la
ferita nel collo, che mi faceva male come un pugnale trafiggente.
“Oddio è
stra-tardi! Mi sono dimenticata di puntare la sveglia!”
pensai. Infatti erano
quasi le otto e dovevo ancora iniziare a vestirmi. Misi le prime cose
che
trovai nell’armadio e di corsa montai sulla mia bicicletta
che mi avrebbe
portata all’”inferno”. Come mi immaginavo
le mie compagne di classe iniziarono
a fantasticare sul mio morso, ma non gli diedi corda, dato che erano
solo delle
stupide oche. Non riuscì a togliermi dalla testa
l’immagine di Bill per tutto
il giorno: vedevo i miei occhi specchiarsi nei suoi, il suo sorriso
etereo, le
sue mani sul mio viso e i suoi modi così carini verso di
me… finalmente suonò
l’una ed ero così impaziente di andarlo a trovare
che decisi di tornare a casa
un po’ più tardi. Mi avviai nella stradina buia e
deserta dove si ergeva il
“Palazzo dei vampiri” ed intimorita entrai;
l’edificio era completamente privo
di finestre, se non qualcuna sparsa qui e là, ma
assolutamente sbarrata. Non
era raffinato come posto, anzi, le piastrelle erano di un colore
grigiastro e
con qualche macchia e i muri non erano da meno.
“dov’è
la camera di Bill?” mi chiesi tra me e me.
La
riconobbi subito: era l’unica con la porta aperta. Come
camera non era un gran
che, piccola, senza pertugi e illuminata fiocamente da una bajoure
completamente nera; il letto era di grandezza normale, con una coperta
con
fantasia a croci, anch’esse color pece e al centro della
stanza si trovava un
piccolo tavolino sgangherato con alcune sedie, presumibilmente antiche,
di
legno, ai lati.
< Pensavo
che non saresti venuta > disse Bill: era seduto su una di queste
sedie
e stava sfogliando
una rivista musicale
dal titolo “Bravo”. I suoi occhi ancora chini sulle
pagine patinate, leggevano
ansiosi, insistenti , in cerca di carpire qualcosa, di trovare
qualcosa, ma con
scarso risultato a quanto pareva.
< Io
mantengo le promesse … cosa leggi? >
< nulla,
nulla. Una stupida rivista di musica tedesca >
< ti
tieni aggiornato con le tendenze eh? >
< veramente >
“ero io tendenza”< beh sì
… voglio sapere cosa succede a casa > mi
disse con un sorriso mentore. <
com’è andata oggi? >
<
a scuola? Beh le mie compagne continuavano a fantasticare sul mio
morso… su
quale porcheria avessi mai fatto per averlo >
< Se
vuoi glielo mostro, ma credo che non avranno tempo di raccontarlo alle
altre >
<
volentieri! Ne farei a meno di loro >.
Sorridemmo.
<
si vede, che ti stanno proprio simpatiche! >
< si,
voglio bene a loro come i cacciatori vogliono bene alla guardia
forestale >
< Beh
come va la ferita, ti fa ancora male? >
Mi
si avvicinò, e delicatamente scostò le mie
ciocche bionde dal morso. Controllò
con attenzione, sentendo anche il battito cardiaco, toccando
frequentemente il
mio collo, con le sue mani vellutate.
< Ehi,
me sei sotto pressione? Avrai il battito cardiaco a 10'000! >
disse Bill
“Veramente
sei tu che mi fai questo effetto!” pensai. <
No, no Bill, tranquillo
… è
solo che mi fa ancora male >
< Aspetta
prendo una pomata > mi disse sorridendo e uscì dalla
stanza.
Dato
che non avevo niente da fare, presi in mano “Bravo”
e iniziai a sfogliarlo. Mi
incuriosì un articolo:
i
nuovi tokio hotel
Magdeburg
7 luglio 2008.
Dopo
la recente scomparsa del cantante dei
Tokio Hotel B. Kaulitz, gemello del chitarrista Tom, in seguito ad un
suicidio
per problemi di droga, i Tokio Hotel ripartono in quarta e iniziano una
nuova
collaborazione con la cantante tedesca La Fee. Inizieranno una nuova
tournee in
giro per la Germania il prossimo mese…
< CHE
COSA FAI? > urlò Bill
< leggo
la rivista… e a quanto ne ho capito il cantante di
‘sti Tokio Hotel era proprio
messo male >
Bill
sospirò, mi levò il giornale dalle mani e prima
di chiuderlo fissò il suo
sguardo sulla parte “…in
seguito ad un suicidio per problemi di droga…”, e fece un lungo
sospiro sommesso, tentò di nascondere una lacrima
cadente, e ci riuscì. “Bravo gemello.. bella la
storia del mio suicidio, e
intanto tu ti fai La Fee.. sei un coglione” pensò
Bill.
< Senti,
Anna > disse Bill mentre mi metteva la pomata < mi volevo
far
perdonare per ieri, quindi mi chiedevo se stasera, sempre se ti va,
volessi
venire a fare una passeggiata con me >
< si
certo, tanto domani non c’è l’inferno,
è domenica! >
< Molto
bene, allora ti aspetto >
< Non
mancherò > risposi.
Questa
volta non mi salutò come la sera precedente, probabilmente
Bravo aveva lasciato
una ferita nel suo cuore. “Gli manca la Germania,
poverino” pensai, ancora
ignara di quello che avrei dovuto scoprire.
< MALEDETTO! >
imprecò Bill, all’interno della sua camera.
< SEI UN POVERETTO! MI HAI
MANDATO VIA PER SALVARTI, VERO? AVRESTI SEPPELLITO I TOKIO HOTEL
INSIEME A
TUTTI I NOSTRI RICORDI INSIEME! SEI UN BASTARDO, DOPO NEANCHE UN ANNO
DALLA MIA
SCOMPARSA GIÀ TI
SEI RIFATTO UNA VITA E
NON SOLO! QUANTE BALLE RACCONTERAI ANCORA? > e preso dalla foga
Bill
ribaltò il tavolo. Aprì il suo armadio e ne
estrasse un accendino, una forbice,
una maglia extra large e alcune sigarette. Se ne accese una e piano
piano
iniziò a tagliare l’articolo di giornale, pezzo
dopo pezzo, come se volesse
distruggere tutto ciò che era stato; dopo che il giornale fu
in frantumi, prese
la maglia e le diede fuoco. Mentre le due vittime bruciavano di fronte
ai suoi
occhi incandescenti, fece un tiro di sigaretta e con un sorriso fiero e
amareggiato contemporaneamente, si avviò verso
l’uscita per poi completamente
andarsene mentre il passato si inceneriva dietro di lui.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: MEMORIES ***
Chapter4
Capitolo 4: MEMORIES
Una fiamma bruciava su una candela
candida, sul comodino di Bill.
Ardeva come il passato di pochi
giorni
prima.
“Anche tu ti sei scordata
di me”pensava
“sono ormai tre giorni che non vieni… troppa
paura?”
Il moro
sdraiato sul suo piccolo letto, rammentava tutti quelli
che lo avevano
lasciato.
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FLASH BACK
Los Angeles,
California, prima
tournée dei Tokio Hotel in America.
<
Hey
fratellone! Questo posto è una forza! >
urlò una voce in tedesco
nell’immenso corridoio dell’Hilton Hotel di LA.
< L’America
è fighissima e speriamo di trovare anche qualche
fig…. > disse un
ragazzo, sempre in tedesco.
< TOM!!!!!!!!!
Sempre a quello pensi???!!! > rispose il ragazzo di prima.
< Si
è il mio American Dream, Bill > sorrise.
< Ragazzi,
ma questo posto è una favola! > dissero
all’unisono due ragazzi sui
vent’anni.
Le
camere vennero assegnate e ognuno commentava la sua.
< Evvai!
Letto matrimoniale per il dopo-show! Lo staff mi conosce ormai
… > disse
il presunto Tom.
< A
me sempre la camera più piccola, che palle, sono IO che tiro
avanti il
gruppo! > disse
Bill.
<
Normale come… >
< …al
solito Gusty > disse un certo Georg.
Alla
sera ci fu un concerto stupendo, per la
presentazione dell’album in inglese
“SCREAM” della
band, tutto il pubblico
urlava, strepitava e cantava con loro, spesso urlando frasi del tipo
< WIR LIEBE EUCH >, oppure < BILL DU BIST EIN
ENGEL! >
o ancora < TOM BLATTER
DER GITARRE UND FOLGE MIR NACH
>.
La
cosa che stupì più di
tutte era un cartellone con scritto “EUROPEE, DIMENTICATE I
TOKIO HOTEL, ORA
SONO NOSTRI”
< che
cafone ’ste Americane > disse Bill
<
Mmm… >
annuì Tom mentre stava compiendo atti poco casti con una fan.
< Bene,
noi vi lasciamo soli > dissero Gustav e Georg.
<
Sorry, it’s late, I must go! Tom you’re the best!!!
> disse la fan strizzando l'occhio, e se ne andò.
< Tom,
ti ha tirato il pacco, la tipa! > rise Bill
< Non
ancora, purtroppo > disse sarcasticamente il ragazzo.
Il
gemello lo guardò inorridito e schifato.
< Beh
grande show stasera! Hai cantato da dio, a parte le solite 5000
stonature in
“By your side” > sorrise.
< Grazie
Tomi, sempre buono come al solito > disse Bill
< Gemello,
io scherzo! Lo sai che ti vorrò sempre bene e che nulla si
anteporrà a te,
siamo legati dal sangue! >
FINE
FLASH BACK
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“io
scherzo… nulla si anteporrà a te…
SIAMO LEGATI DAL SANGUE” pensava Bill.
Lacrime
nere iniziarono a sgorgare sul suo viso di porcellana, e rabbuiavano il
cuore
ormai di pietra del ragazzo. Proprio
di sangue parlava il gemello, sangue che li univa, sangue che li aveva
separati
per sempre, o forse no. Giovani ricordi accavallavano la mente del
moro,
ricordi di felicità, gioia, famiglia, amore, che gli
sembravano sentimenti così
lontani da lui, così sconosciuti, così opachi,
così falsi. L’unica persona che
sapeva dargli o toglierli il sorriso era Tom, il suo gemello omozigote,
quindi
uguale a lui in tutto e per tutto; la persona più importante
della sua vita,
che l’aveva rinnegato e eliminato dalla sua vita. Ora
l’unica persona che
poteva consolarlo era lei, ma dov’era?
“questo
è il mio destino, stare solo, solo con me stesso e il mio
guscio, dopo che
tutti mi
avete
lasciato….” Singhiozzò Bill.
Con un
soffio spense la luce, mentre i gemiti procurati dal pianto si facevano
sempre
più silenziosi, diminuendo poco per volta, fino a che non si
tramutarono in un
respiro tormentato di un sonno profondo: stava avendo un incubo,
peccato che
fosse soltanto il sogno della sua realtà. I fantasmi del
passato erano appena
arrivati.
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Eccomi
con un nuovo capitolo! Sono davvero contenta di avere delle lettrici
:). Vorrei ringraziare Colinde, _TomSimo_ e Fee 17 per il loro
supporto. Mi auguro di conquistare nuovi/e lettrici/ori, grazie di
cuore a tutti/e quelle che hanno letto, leggono e leggeranno. AL
PROSSIMO CAPITOLO!!! Anna.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: VESTITI E INTRIGHI ***
Chapter 5
CAPITOLO 5:
VESTITI E INTRIGHI
La mattina dopo, Bill si svegliò grondante di sudore, con il
cuore a mille.
Non era la prima volta che succedeva, anzi era un'altra che si
aggiungeva a
tutte le notti passate ad avere incubi.
"Non si può andare avanti così"
piagnucolò il ragazzo.
Era ormai passata una settimana da quando non andavo da lui,
finchè un
giorno...
< Bill! Dio perdonami! Ho avuto dei problemi a casa, mia mamma
non voleva
che uscissi perchè diceva che andavo fuori troppo....>
Il moro mi guardava come un cucciolo che era stato appena salvato da
morte
certa.
I suoi occhi nocciola erano dilatati ed erano grandi come
delle monete.
Non si trattenne dall'abbracciarmi.
< Pensavo non venissi più > disse con voce
rauca, dovuta al sonno.
< Mi dispiace, non succederà mai più!
> sussurrai.
< Arrivo subito, vado a fare colazione > disse Bill.
< Mi astengo dal chiederti con cosa >
< Meglio >
Lasciò la stanza barcollando, ancora mezzo
addormentato.
Di quanto mi era mancato, me ne resi conto solo quando fui da sola a
pensare
nella sua stanza.
"Chissà cosa gli sarà successo...." pensavo,
focalizzando la sua
immagine di pochi istanti fa, nella mia testa.
Poco dopo rientrò. Inorridì alla vista di un
canino sporgente dalle perfette
labbra, con qualche rimasuglio di sangue sopra e sui bordi della bocca;
si accorse di essere sporco e si pulì con una candida mano.
< I miei genitori sono fuori per due giorni, cioè
tornano domani, così posso
venire quando voglio! >
< è fantastico, stasera c'è una sorta di
festa qui, un ballo. e potresti
partecipare! >
< Non ho i vestiti, le scarpe, nulla > dissi
< Non ti preoccupare, ti aiuteranno le mie amcihe Pam e Susie,
sono delle
vampire ma... ti puoi fidare >
Non era molto convinto.
< Bene, dove sono?>
< Ora te le presento .... PAAAAAAAAAM! SUSIIIIIIIIIIEEEE!!!
> urlò
Due ragazze alte e slanciate apparvero davanti ai mei occhi. Una aveva
lunghi
capelli blu elettrico, lunghi fino al ginoccio, era
vestita con un
top nero, bordato di bianco e dei lunghi jeans di pelle coperti da
metà gamba
in giù da stivali, anch'essi di pelle, bianchi.
L'altra invece era un po' più bassa, con capelli corti a
caschetto rossastri,
con alcune meches più chiare.; indossava un lungo vestito
nero, con dei ricami
di pizzo qua e là.
< Lei è Pam > disse Bill indicando la ragazza
con i capelli blu, <
mentre lei è Susie>, indicando l'altra ragazza.
Pam aveva uno sguardo magnetico: due occhi color ghiaccio, contornati
da spessa
matita blu, che creava un contrasto a dir poco notevole.
Susie invece non
era bellissima e aveva lo sguardo un po' svampito.
< Che c'è, morettino? > disse in tono seccato
Pam, squadrandomi da capo a
piedi.
< Dovete aiutare la mia amica a prepararsi per il ballo>
rispose Bill.
Pam e Susie si scambiarno un'occhiata e scoppiarono a ridere.
< Lo prendo come un no > dissi.
< No, no > sghingnazzò Pam < vieni con
noi >
E mi strattonò per un braccio.
Non mi fidavo molto di loro.
Mi portarono in una stanza tuuuutta rosa: mobili rosa, pareti rosa,
tappeti
rosa era tutto così rosa, che veniva il mal di testa.
Non mi fecero parlare, mi sederono su uno sgabello e mi dissero di
aspettarle.
Dopo poco tornarono, con alcuni vestiti da sera.
< Su provali! > esordì Susie.
< Ok > dissi.
Il primo era rosso fuoco, tipo Jessica Rabbit, me lo provai. I commenti
non
furono dei migliori.
< Sembri un peperone biondo >disse Pam
< Ti ingrassa! > urlò Susie
< No, no, no, no> dissero all'unisono.
Nel camerino di prova pensai "Ti credo che mi sta male.... Sembro la
brutta copia del pomodoro della pubblicità del
Parmigiano!!!!"
Il secondo era di un verde scialbo, lungo fino al ginocchio, tutto a
fiori. Non
so se si divertissero a prendermi per il naso.
< Se ti butti in un campo di fiori, ti mimetizzi >
scoppiò a ridere Pam
< Eh si tesoro > si unì Susie.
"Neanche mia nonna si veste così male" dissi tra me e me.
Il terzo abito però... Era azzurro, molto chiaro, lungo fino
alle caviglie.
Sembrava un abito principesco: il busto molto stretto, mentre la gonna
si
apriva in una gonna, che sembrava una cascata di acqua limpida.
Devo ammettere che mi andava bene a pelo, però era
bellissimo.
< Ci siamo cara > disse Pam.
Susie si stava mangiando le unghie, alzò lo sguardo e
annuì, poi riprese il suo
lavoro.
< WOW > dissi ad alta voce.
< Feeeeeeerma, lo rovini, siediti che ti facciamo i
capelli> disse Susie.
Alla fine si erano rivelate simpatiche.
< Bill non parlava da quando era venuto qui, solo qualche parola
con Karl,
ma nient'altro... Karl è felice di vederlo meglio>
disse Pam.
< Credo di aver rotto solo il guscio superficiale, appena si
parla di
Germania, cambia argomento >
< .... > esitò Pam < pensavamo sapessi
qualcosa del suo passato almeno
tu >
< No, è troppo introverso e non voglio fare
l'impicciona di turno >
risposi.
< Non è questo il punto, devi parlarci tu >
disse Pam.
Da quel momento in poi, non parlai più fino alla
fine.
Dopo una quindicina di minuti alzai gli occhi e rimasi senza fiato.
Un perfetto chignon alloggiava sulla mia testa, arricchito di perline
biancheggianti.
< Che lavoro eccellente!!!!!!!!! > gridai.
Pam si passò le dita sulla scapola con un sorriso
a 32 canini.
< Bene ragazza, qui abbiamo finito, ora sta a te conquistare la
folla
>
< Un'ultima domanda > dissi < Qual è il
motivo della festa? >
< Più che una festa è una camera
ardente > stentò a rispondere Pam.
Rimasi a bocca aperta, ma decisi di non fare domande. Le ringraziai e
uscii
dalla stanza.
Pam mi imitò ma sentii qualcuno stringermi le mano e
riportarmi all'interno.
< Senti biondina dei miei stivali, tu devi stare
lontano da Bill,
capito? Lui non ti ama, ti sta usando perchè si sente solo
> sussurrò una
voce indistinta.
C'era buio e non capivo chi mi stesse parlando.
< Si, ha ragione, se ti avvicinerai a Bill un'altra volta,
saremo costretti
a succhiarti il sangue in modo che tu non possa fare
più nulla per lui.
> aggiunse una voce femminile.
< Chi siete? > urlai.
< Chiudi quella maledetta fogna e ascolta: noi
ci siamo presi cura di
Bill fino ad ora, noi abbiamo fatto tutto per lui.
Tu sei soltanto una
piccola impicciona capitata qui per chi sa quale sfortuna >
< .... > avevo il cuore in gola.
< Quindi leva le tende al più presto, intesi?
> chiese una voce maschile.
Annuii anche se non avevo la minima intenzione di andarmene.
< Vedo che hai almeno un po' di buon senso e di cervellino
> disse la
voce femminile.
< Senti, chiunque tu sia non ti permettere di parlarmi
così! > ribattei.
< Peccato che io possa decidere della tua vita e della tua
morte, Anna >
disse la femmina.
< Addio > dissero all'unisono e una lunga unghia fredda
attraversò il mio
collo.
Ero spaventata, loro mi avrebbero fatto del male se non avessi
rispettato i
patti, ma ormai avevo scelto di stare con Bill.
Feci un lungo respiro, mi feci aria con una mano e mi incamminai verso
la
stanza del moro.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ritorno
con un capitolo diciamo meno impegnativo degli altri, volevo farvi
respirare
per non andare in depressione visto che sono d'accordo con _TomSimo_
che c'era
troppa tristezza
nei capitoli precedenti, ma non riponete i fazzoletti, i prossimi
saranno di
nuovo "pesanti". Al prossimo capitolo Baci, Anna_Writer...
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: SOTTO L'OMBRA DELLA LUNA SCINTILLANTE ***
Chapter 6
Capitolo 6:
SOTTO L'OMBRA DELLA LUNA SCINTILLANTE
Bill era stupendo. Indossava un gessato bianco con delle righe nere
abbinato a
delle scarpe a punta nere.
Sembrava più tranquillo della mattina e le sue occhiaie
violacee erano sparite
coperte da uno spesso strato di matita nera.
Mi accompagnò in un enorme atrio, dalle pareti sempre
grigiastre ma ornato a
festa, sebbene gli addobbi fossero scuri: palloncini neri e grigi,
festoni
color pece e tovaglie viola scuro.
"Più che una festa è una camera ardente" le
parole di Pam mi
echeggiavano in testa, insieme a quelle dei due misteriosi personaggi
di poco
prima .
Mi avvicinai alle vivande, ma purtroppo c'era solo sangue.
Un grande stereo dava un po' di tono alla serata: si ascoltavano
Within'
Temptation, Evanescence e alcuni gruppi gothic rock.
Gli ospiti erano tutti vestiti di scuro e con delle facce cadaveriche,
come se
stessero aspettando qualcosa di molto brutto.
Cercai di non dare a vedere che avevo paura, per rispetto nei confronti
di
Bill.
< Ti piace? > mi chiese
< Ehm... si! > mentii
< Ne sono felice> sorrise.
risposi al sorriso.
< Devo farti conoscere una persona >
Mi prese per un braccio e mi accompagnò in una angolo della
stanza.
Un ragazzo alto, che avrà avuto più o meno
l'età di Bill era appoggiato alla parete,
un sorriso malinconico stampato in faccia e una sigaretta sporgente
dalle
labbra.
< Karl, lei è Anna > esordì Bill.
Si voltò e mi fece un cenno con il capo, poi si
voltò a fissare una crepa nel
muro abbastanza profonda che dava uno squarcio di cielo.
< Stai tranquillo Karl > sussurrò Bill e gli
mise una mano sulla spalla.
Karl lo fulminò e gli fece cenno di andarsene <
Và prima che sia troppo
tardi >
In men che non si dica Bill mi fece un cenno e io lo seguii.
Salimmo una scala pericolante di legno. I gradini scricchiolavano sotto
i
nostri piedi: l'unico rumore in tutto l'edificio; la musica si era
fermata e
non si udiva nient'altro
< Che succede? > chiesi
< Siediti >
Arrivammo in cima al palazzo, dove si trovava una terrazza enorme, che
dava sul
centro città. Le mattonelle erano cangianti ed erano
illuminate dalla luna
nascente. Mi sedei su uno dei bordi del parapetto, con il batticuore.
< Dimmi che succede! >
< Tra poco ci sarà un massacro >
< Perchè?? >
< La luna piena... ci fa diventare famelici... Karl organizza
questa
"festa" ogni anno... non vuole che uccidiamo abitanti inutilmente,
potremmo farli fuori tutti, così ci mangiamo tra di noi
> disse Bill.
< Oh mio Dio. E' terribile e tu? >
< Non lo so cosa farò... Tra pochi secondi lo
scoprirai >
Sembrava indemoniato, gli occhi erano diventati neri e continuava a
toccarsi i
canini.
Cercai di scappare, ma mi trattenne. Era troppo tardi. La luna piena
torreggiava sotto la nostra testa. Mi tappò le
orecchiè con le mani, perchè
urla di dolore e disperazione giungevano dal piano di sotto. Era
straziante in
ogni senso e Bill si mise a piangere, sentendo a piene orecchie tutte
quelle
grida. Mi strinsi a lui piena di paura, ma Bill era come paralizzato
dalla
luna.
< BILL! > urlai. Non ebbe effetto, tentai di scuoterlo,
di portarlo via,
ma era immobile.
< Vai... vai in camera mia, altrimenti.... sei in pericolo
>
< No, non ti lascio >
Gli presi una mano e lo trascinai a forza lontano da quella
maledizione,
all'ombra della luna scintillante.
Finalmente eravamo per le scale, e Bill sembrava rianimarsi.
< Grazie, grazie > mi disse.
< Taci, andiamo via > lo zittì.
Scendemmo più veloce della luce, ma mi bloccai alla vista
della sala. Centinaia
di vampiri accasciati al suolo, con le facce cadaveriche e violacee. Le
vene
spuntavano dai magri colli , ormai vuote, senza vita e straziate in un
modo
pietoso. Alcuni avevano gli occhi aperti e vitrei, fissati in
un'espressione di
dolore ancora gonfi e rossi.
< Andiamo via > mi disse Bill.
Ma ero pietrificata alla vista di quell'orrore, di quel cimitero. "Ora
capivo quello che intendeva Pam". Una festa, per ricordare i vampiri
che
sarebbero morti, uccisi da loro simili.
Bill mi abbracciò e mi portò via.
Tremava anche lui di paura.
Mi accompagnò nella sua stanza e disse che avrei potuto
dormire sul suo letto
per quella sera, tanto non aveva sonno.
Appena fui addormentata, si diresse verso l'atrio dove trovò
Karl che era in
piedi inespressivo in mezzo alla calca di cadaveri.
< Dobbiamo andarcene Bill. I nostri compagni stanno compiendo
una strage per
le strade della città. E' troppo pericoloso restare >
Bill si accasciò al suolo mentre singhiozzava <
Ancora.... perchè deve
essere sempre così?>
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: LEAVING ***
Chapter 7
Capitolo 7: LEAVING
Il cielo si era scurito, improvvisamente, e non annunciava nulla di
buono.
L'oscuro circondava tutto il palazzo e le prime gocce di pioggia
iniziavano a
picchiettare ripetutamente sulla strada, dapprima lentamente e poi con
un ritmo
più serrato.
Bill era ancora piegato in due nell'enorme stanza, faccia a faccia con
i
cadaveri dei suoi amici, le mani affondate nei capelli corvini e le
incessanti
lacrime che bagnavano il pavimento.
Il suo cuore stava smettendo di battere, straziato com'era dal dolore
di dover
partire.
Karl gli si avvicinò e lo abbracciò velocemente
poi sussurò < Prepara le tue
valigie, partiamo tra poco >
Bill lo guardò con occhi tremanti, il poco trucco che aveva
era colato sul suo
viso tracciando linee nere fino al mento che gocciolavano sul nudo
cemento e le
parole gli si bloccavano in gola, emettendo solo brevi e strozzati
singulti.
"Perchè mi sento così?" disse tra sè e
sè il moro.
Dover partire ancora, dopo essersi rifatto una vita, dover disfare
tutto di
nuovo, ricominciare e tutto questo per quanto ancora?
Era destinato a vagare come un'anima in pena nell'inferno della vita,
costantemente seguito dal suo passato per sempre?
I ricordi lo avrebbero perseguitato fino a che non si sarebbe scontrato
con il
suo passato, con quella parte del suo passato che
lo tormentava.
Ma non ne aveva coraggio, era come una fiamma esposta al vento,
tremante e
insicura, che era in bilico tra lo spegnersi e il tremare a vita.
In fondo sapeva qual'era il vero motivo della sua paura di andarsene.
Lei. Lei era l'unico problema di Bill in quel
momento, l'unica certezza
dopo tanto tempo di instabilità.
Sarà stato per quei suoi occhi azzurri in cui ci si poteva
riflettere, per il
suo sorriso, per il suo viso, per la sua personalità, per il
suo carattere
ridente, che non riusciva a collocarla nella sua parte di cervello "Bei
ricordi finiti" dove aveva collocato Tom, la
Germania, i Tokio
Hotel, così indelebili, indimenticabili.
Non riusciva ad alzarsi, appoggiò una mano sul muro e a
stento rialzò il suo
esile corpo dal baratro.
I capelli cadevano sui suoi occhi bruni e gli impedivano di vedere dove
stesse
andando.
Barcollando raggiunse la sua camera, tirò su con il naso e
si asciugò gli occhi.
Guardò con circospezione tutto l'ambiente, come se fosse
stata la prima volta
che camminava lì dentro.
I suoi occhi vagavano senza meta, ricordando tutti i pochi ma bei
momenti in sua
presenza, esalando ogni respiro, ogni fragranza, ogni momento.
Non riuscì a non posare lo sguardo su di lei.
Avvolta nel suo vestito fiabesco, i capelli biondi arruffati sul
cuscino la
bocca in una smorfia sorridente.
< Ti ricorderò così > disse.
Restò a fissarla come incantato, invidioso della sua quiete.
Cercava di scacciare
quel sentimento, che bussava ripetutamente al suo cuore.
" Io non riesco ad amare e a volere bene più a nessuno" si
ripeteva
"Nessuno mi vuole bene e io non voglio bene a nessuno".
"Il mio cuore si è pietrificato quella sera". Si
alzò faticosamente
dalla sedia e aperto un armadio ne estrasse una borsa da viaggio
bianca,
abbastanza grande. Iniziò a sistemare meticolosamente tutte
le sue t-shirt, i
suoi pantaloni, le sue felpe, i giubbotti e le scarpe; ognuno di essi
aveva un
odore ed un ricordo diverso: la maglietta del suo primo concerto, la
prima
maglietta modificata da lui, la felpa del dopo show, la felpa nuova
tutta
strappata a causa delle fans isteriche.
Com'era bello. E ora dover guardare i giornali, i vecchi
giornali, con
il suo sorriso mozzafiato, in tutta la sua bellezza, per mantenere
vivido il
suo passato.
Ogni superficie morbida con cui avveniva un contatto, trasmetteva a lui
una
diversa sensazione, emozione, situazione.
E adesso, di nuovo lì a distruggere tutto quello che aveva
costruito.
Fissava attonito la borsa, piegata sul tavolo.
"Non posso andare via così" pensava.
Strappò un pezzo di carta e con calligrafia incerta scrisse:
Ciao, quando ti
sveglierai non sarò
già più qui. Dobbiamo andarcene, non sono stato
io a decidere, è stato Karl. Mi
dispiace, mi dispiace da morire, stavo così bene insieme a
te, finalmente il
mio cuore aveva rincominciato a pulsare, ma nulla è eterno.
Avevo giurato al mio cuore che non avrei più voluto bene
A nessuno, ma è stato impossibile con te.
Ti prego non arrabbiarti, sarei rimasto qui, se avessi potuto.
Non so dove andiamo, non credo che torneremo qui.
Cercherò di scriverti delle lettere.
Addio
Tuo,
Bill
Appoggiò
delicatamente il biglietto sul comodino, per non fare rumore e accanto
ad esso
mise un orsacchiotto < era il mio
portafortuna > sorrise.
Con una mano gelida spostò il ciuffo di capelli dalla fronte
e le schioccò un
semplice bacio.
Si diresse alla porta, ma dandole un'ultimo sguardo, le si
riavvicinò, le prese
il mento tra le mani e le sue labbra raggiunsero quelle della ragazza.
Rimase lì per un tempo che gli sembrò infinito,
con la tentazione di restare ad
aspettare che si svegliasse e portarla via con sè.
La abbracciò e senza voltarsi indietro camminò
verso la porta d'uscita, con
Karl e alcuni compagni al suo fianco.
Sembrò attraversare quei corpi, la sua anima era dentro a
quella stanza insieme
a lei.
Prese posto all'interno di un pulmino sgangherato e chiuse gli occhi,
sperando
che fosse tutto un incubo e che lui potesse svegliarsi ancora
lì.
"Lo sai benissimo che non le vuoi bene" pensò Bill "tu....tu
le
vuoi molto più che bene.... La perderai per sempre"
< è giusto così > si
rispose. E il veicolo partì per una meta
sconosciuta..
------------------------------------------------------------
La mattina seguente, mi ritrovai nel letto di Bill arruffata nelle sue
coperte.
Mi stiracchiai per bene, cercai di sistemare i capelli e tolsi
quell'ingombrante vestito di dosso optando per i vestiti che indossavo
il
giorno prima.
L'orologio del cellulare segnava le 10.00 della mattina e molte
chiamate perse
dai miei genitori, ma nulla era più importante di passare
una serata con Bill.
"Chissà dove si è cacciato! Sarà
andato a fare colazione..."pensai.
Ad un certo punto il mio sguardo cadde sul comodino dove si trovavano
un
orsacchiotto e un biglietto.
"Wow, un regalino di Bill" pensai eccitata.
Una rapida letta al biglietto una, due, tre, quattro....cento volte.
Il cuore aveva smesso di battere.
Senza pensarci un secondo uscii dalla stanza con il cuore in gola e
iniziai a
correre sempre più veloce, urlando disperatamente il suo nome
< BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIILL,
BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIILLL DOVE
SEI?????????>
La mia voce risuonava all'interno dell'edificio, vuoto.
Urlavo e urlavo a perdifiato e come risposta ottenevo solo la mia
domanda.
I miei passi e le mie urla si sperdevano nel vuoto.
Dopo aver percorso varie volte tutti i corridoi mi fermai, senza fiato,
allo
stremo delle forze e pervasa dalla stanchezza mi gettai a terra.
La testa rimbombava, piena di pensieri, incapace di agire. Avevo perso
il
controllo di me stessa.
"Dove sei? Ti prego dimmi che ci sei, dove cazzo sei??"
Era inutile, non c'era e non sarebbe mai tornato.
Priva di forze adagiai la testa al suolo, potevo sentire il gelido
cemento, che
mi ricordava le sue gelide mani.
Stavo tendendo le mani all'ignoto, a Bill che se ne era andato per
sempre.
Non c'era più ragione di alzarsi.
Stordita avvicinai l'orsetto di peluches al mio cuore "Tu sei qui lo
sento".
E piansi finchè non mi addormentai.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: LET'S GO ***
Chapter 7
Capitolo 8:
LET'S GO
Erano passate due settimane dalla partenza di Bill e non c'era giorno
senza che
il suo viso mi apparisse davanti agli occhi,
come un miraggio irraggiungibile, così lontano in
un luogo sconosciuto.
Ormai avevo perso le speranze di rivederlo e non avevo il coraggio di
calpestare ancora il pavimento del "Palazzo dei vampiri".
I giorni passavano molto lentamente e cresceva in me il dubbio che Bill
fosse
stata tutta una mia creazione dettata dalla solitudine.
Ma avevo ancora la sua firma sul collo, che accarezzavo incessantemente
per
sentirlo vicino.
Un giorno passai davanti al rinnegato edificio e mi
incuriosì una busta quasi
infilata sotto la porta.
Senza pensarci l'aprii e lessi a bassa voce:
10/08/2008
Cara Anna,
se stai leggendo questa lettera allora vuol dire che non mi hai
dimenticato,
come del resto ho fatto io.
Ci siamo trasferiti in un paesino schifoso e tutti i nuovi vampiri sono
dei
rompiscatole. Mi manchi.
Mi manchi tanto. Non riesco a parlare neanche più con Karl.
So che sarai arrabbiata e sconcertata della mia partenza, ma non ho
potuto fare
altrimenti.
Spero che tu possa essere felice, dato che io non lo sarò
più.
Bill.
"Come posso dimenticarti?" pensai.
Tirai un calcio al muro.
< Come puoi solo pensare che riesca a dimenticarti! >
urlai e alcuni
ragazzini mi guardarono con l'aria "ma quella è pazza".
< E voi che volete? > li incenerii.
Mi tranquillizzai e iniziai a pensare ad un modo per andare da lui.
Avevo capito che non potevo vivere senza e c'era qualcosa che non
andava.
L'indirizzo sulla lettera non c'era, non sapevo dove fosse e per di
più non
aveva un cellulare.
Aprii la porta cigolante, ed entrai nei bui corridoi, in
cerca di qualche
indizio.
Perlustrai più volte le camere, ma erano tutte vuote.
L'unico posto era l'armadio di Bill, ma pensavo che fosse vuoto.
Lo aprii. Effettivamente era vuoto, a parte qualche ragnatela e il
rispettivo
padrone.
E invece no: intorcigliato in un filo bianco c'era un pezzetto di carta
colorato, protetto da un bruttissimo ragno.
"No ti prego, i ragni no... è per Bill" mi feci forza e
allungai una
mano tremante.
Venni a contatto con la superficie pelosa del ragno, l'afferrai e
ritrassi la
mano.
Il piccolo animaletto camminava sul mio braccio. Urlai di paura e con
un tonfo
secco lo schiacciai contro il muro.
Poco dopo mi concentrai sul biglietto, era un frammento del giornale
"Bravo"! Su di esso c'era scritta la via della redazione e il numero
di telefono.
Lo presi e andai in biblioteca.
< Buongiorno > dissi.
< Salve >
< Avrei bisogno di una guida turistica dettagliata e di un
atlante sulla
Germania >
< Aspetta lo cerco nell'archivio >
Annuii. Non c'era tempo da perdere, forse avrei trovato qualche notizia
su Bill
in Germania, magari era tornato lì dalla sua famiglia.
Dovevo procurarmi un mezzo di trasporto, dei soldi e una scusa
abbastanza
plausibile per i miei genitori per sparire dalla circolazione per un
po'.
La bibliotecaria tornò con in mano due libri, uno molto
grande e l'altro
abbastanza piccolo.
< In questo c'è una guida per tutte le mete
turistiche, ristoranti,
attrazioni, mezzi di trasporto > indicò quello
piccolo.
< Mentre questo è un atlante stradale dotato di
cartine delle maggiori città
tedesche >
< Grazie mille, quando scade il prestito?> chiesi
< Tra un mese >
"Spero di farcela" < OK, arrivederci > risposi.
< Ciao >
"E ora hai 10 minuti per farti venire in testa qualcosa per partire....
Vediamo... fuga da casa: no avrei la polizia addosso dopo un paio di
giorni...Dormire da un'amica: no non posso accamparmi nelle case
altrui"
Ad un certo punto mi colpì un grande cartellone :
RITIRO SPIRITUALE A SAPPADA CON LA CHIESA DUOMO
ISCRIZIONI DAI 13 ANNI AI 17 ANNI, DUE SETTIMANE IMMERSO NEL VERDE!
PER ISCRIVERTI VIENI IN CANONICA COSTA SOLO 250,00 €! dal
19/08 al 2/09
"BINGO!"
--------------------------------------------------------
< Ehm... mamma > dissi.
< dimmi tesoro...> disse interrogativa.
< C'è un ritiro spirituale con il Duomo che parte il
19 e io ed Emma
vorremmo andarci insieme... costa 250,00 € e se vuoi li metto
io!>
< Ma no, è un'idea fantastica! Chiamo i suoi
genitori...>
< NO! Sono... sono in.... America in vacanza e Emma è
con sua nonna; hanno
già dato l'Ok >
< Beh allora tieni i soldi e vai ad iscriverti >
< Grazie!!!!!!>
Mi diede 250 € ed io li usai per comprare un biglietto
dell'aereo, e uno per la
corriera che mi avrebbe portato dall'aeroporto di Berlino al centro.
L'aereo
sarebbe partito da Bologna e avrei preso un autobus per raggiungerlo.
Tutto
questo in meno di 24 ore. "Il tempo necessario per imparare un po' di
tedesco e studiare le guide" pensai.
--------------------------------------------------------
Il giorno della partenza era tutto calcolato, come da previsione i miei
genitori se ne andarono vedendo la mia amica Emma e una calca di
ragazzi nostri
amici e io presi l'autobus senza alcun problema.
Fortunatamente mia mamma si era bevuta la scusa che non si poteva
portare il
cellulare ,che altrimenti ci avrebbe distratto e non sarebbe
più stato un
ritiro spirituale, così presi un altro numero , di
modo che non avrebbe
telefonato; avevo inoltre preso i 700 € che avevo risparmiato
più il resto dei
soldi dell'iscrizione.
"Vedrai Bill, tornerò da te" dissi, con la stessa canzone
del nostro
incontro dentro alle orecchie. Raggiunto l'immenso aeroporto di
Bologna,
aspettai davanti al check-in per due ore. Finalmente mi imbarcai verso
l'una e
mi addormentai mentre decollavamo. Quando riaprii gli occhi non ero
più in
Italia.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: SCAVANDO NEL PASSATO ***
Chapter 9
Capitolo 9: SCAVANDO NEL PASSATO
Il tempo
a Berlino era
splendido e il sole bruciava nel cielo.
Attesi un'ora per prendere i bagagli, che per fortuna arrivarono
integri, e mi
guardai intorno con circospezione cercando un ufficio informazioni.
Fortunatamente era vicino al noleggio di auto con una bellissima I
sopra.
< Guten Tag > mi disse l'impiegata.
< Buongiorno > dissi iniziando a parlare inglese.
< Lei è straniera? > mi imitò.
< Si e volevo sapere dov'è la fermata della corriera
che porta a Berlino
centro >
< Nel Platz Ost >
< come scusi? > la guardai con sguardo assente.
< Nel piazzale est, la corriera sta partendo proprio ora >
< Oh Dio! Arrivederci e grazie!!! > e corsi via.
L'aereoporto era immenso e avevo paura di perdermi, buttai a terra vari
carrelli
pieni di bagagli e qualcuno mi urlò qualche parolaccia in
tedesco. ma continuai
a correre.
Finalmente arrivai a un cartello con scritto PLATZ OST e con varie
corriere.
Lessi attentamente le scritte finchè non trovai BERLIN e mi
sedei a bordo.
Una guida iniziò a parlare in inglese con un
accento molto tedesco,
illustrando il percorso che avremmo fatto.
"Porca vacca... ho sbagliato corriera" pensai "E adesso mi devo
sorbire il giro della città! Beh di certo troverò
più facilmente la via di
"Bravo"".
La strada correva velocemente sotto le ruote e forse ogni centimentro
passato
era un centimetro più vicino a Bill.
Dov'era? Cosa faceva? Stava bene?.
Queste domande mi tartassavano le meningi, soprattutto
perchè non sapevo se
fosse veramente lì.
Ad un certo punto la corriera si fermò davanti ad un'enorme
piazza e la guida
iniziò a spiegare tutta la sua storia.
Non ascoltai e con passo furtivo inizia ad allontanarmi dal gruppo: un
passo,
due passi, tre passi, 10 metri. Mi nascosi dietro un albero e presi
l'atlante
dallo zaino.
Pesava si è no una decina di kg, però c'era ogni
singolo vicolo.
"Allora, allora, allora... dove sono? Bella domanda, meglio chiedere a
qualcuno"
Passò una ragazza con lunghi capelli biondi.
< Ehm.... mi scusi, sa dov'è la redazione del
magazine "Bravo"?
> chiesi, sempre in inglese.
< Ja, si, devi prendere l'autobus della linea 9 e fermarti nella
Straße con
un grande palazzone. Credo sia la terza fermata. Passa proprio qui tra
pochissimo > indicò una fermata dell'autobus <
non ricordo la via della
redazione, ma chiedi pure al conducente > aggiunse.
< Grazie signorina > risposi.
E mi avviai verso una panchina coperta.
Il sole era cocente e per di più avevo i bagagli da portare
e non sapevo dove
dormire. Quel viaggio sarebbe stato l'inferno.
Poco dopo arrivò un autobus semi vuoto, salii e chiesi
< scusi, ferma alla
redazione di Bravo? >
< Si, ti avverto io quando arriviamo, siediti qua > disse
indicando una
seggiola < e sono 2 € per il biglietto >
Pagai e aspettai in silenzio. Berlino era proprio bellissima. Sarebbe
stata
ancora più bella con Bill al mio fianco.
Dopo una decina di minuti il conducente fermò l'autobus e
disse che eravamo
arrivati.
Scesi e mi ritrovai di fronte ad un palazzo altissimo; sopra l'entrata
un'insegna luminosa annunicava l'arrivo alla tanto attesa
redazione.
" E adesso come cavolo entro?"
In effetti non ci avevo pensato, non è da tutti i giorni far
entrare una
ragazzina qualsiasi nell'archivio per trovare informazioni sui Tokio
Hotel.
Entrai e dissi alla segretaria < Salve, sono la figlia del
custode
dell'archivio > mentii spudoratamente.
< Perchè parli in inglese? >
"Cazzo" < Ehm... sono tornata da un campo scuola e voglio far
sentire ai miei come parlo bene!>
< Ragazzi...> sussurrò
< Beh allora l'archivio è al secondo
piano, prima porta a destra >
< Danke > e strizzai l'occhiolino.
Ricambiò con un sorriso sforzato.
"Che fessa! Si è bevuta la storia!" pensai.
Seguii le indicazioni e superando alcuni impiegati mi ritrovai davanti
ad una
porta chiusa "sächlich" c'era scritto in una targhetta d'oro.
Presi in mano la maniglia e la abbassai lentamente, la porta fece un
lieve
cigolio e si richiuse alle mie spalle.
L'archivio era una stanza molto grande, tutta divisa in sezioni: tutti
i dodici
mesi dell'anno. La polvere danzava tra i raggi del sole che filtravano
da una
piccola finestra
Iniziai a scorrere su una scala l'anno 2005 e tutti i giornali
parlavano del
gruppo Tokio Hotel.
Ne presi uno a caso. Caddi dallo stupore. Un ragazzo simile a Bill, con
i
capelli più corti, copriva la prima pagina insieme ad altri
tre ragazzi, uno
dei quali era identico a Bill.
"Non è possibile" pensai.
Sfogliai velocemente tutte le pagine, fino ad arrivare a quella
dell'articolo.
TORMENTONE
TOKIO HOTEL: ARRIVANO I QUATTRO RAGAZZI DELLA GERMANIA DELL'EST.
Arrivano
da Magdeburg i quattro componenti del
gruppo che ha sconvolto la Germania. I TH formati da Bill Kaulitz
(voce) Tom
Kaulitz (chitarra) Gustav Schafer (batteria) e Georg Listing (basso)....
<
Bill
Kaulitz > lessi ad alta voce. < BILL, non è
una coincidenza, lui è lo
stesso Bill che ho conosciuto io, solo più felice >
I miei occhi si fermarono molto tempo sull'immagine, era
così bello, sorridente
e adesso il suo sguardo era vuoto.
Cercai altri numeri : "TUTTO
SUI TOKIO HOTEL", "TOKIO HOTEL MANIA", "I TOKIO HOTEL DALLA
A ALLA Z", "SIAMO PRONTI PER IL NUOVO TOUR", "NUOVO ALBUM
ANNUNCIATO". Finivano
i numeri del 2005 e iniziava il 2006: "SCHREI SO LAUT
DU KANNST", "URLA CON
NOI", "RETTE MICH...", "NUOVO TOUR", "VOGLIAMO
CONQUISTARE L'EUROPA". Poi nient'altro,
fino a gennaio 2007 "ZIMMER 483, WIR
WOLLTEN NUR
TOKIO HOTEL", "SCANDALO TOKIO HOTEL", "BILL NEL NOSTRO
CUORE" e poi
c'era il numero che
leggeva Bill quel giorno.
Fortunatamente avevo studiato tedesco a scuola e riuscivo a
tradurre
abbastanza bene.
"Scandalo Tokio Hotel? Cosa può essere mai
successo dopo un successo
così grande?"
Presi il giornale ed iniziai a leggere l'articolo:
....Troppo
giovani? Probabilmente sì. Il successo dà
alla testa e questo lo sanno molto bene i gemellini Kaulitz, idoli
delle
teenager tedesche. Vediamo le foto che ritraggono i bellissimi
diciottenni
con sigarette, alcool, ma soprattutto mentre sniffano della droga ad un
party,
circondati da ragazze non proprio vestite. Non ce lo saremmo mai
immaginati,
visto che sembravano dei ragazzi perbene
ma purtroppo non è così. Speriamo che perdano
l'abitudine, altrimenti
potrebbero dare un brutto esempio alle giovani ragazze fans del gruppo
e
perdere l'appoggio dei genitori in questa scalata al successo....
L'articolo
continuava ma non continuai
a leggere. Ero attonita e le lacrime stavano per scoppiare. Bill e
droga. Due
termini che non avrei mai associato.
Il ragazzo dal viso di porcellana si drogava, beveva?.
"Oh mio Dio" e scoppiai in lacrime, aprendo il giornale
seguente.
...<
Sono sconvolto, per piacere, non voglio rilasciare nessuna
dichiarazione, mio
fratello è morto e non me la sento di parlare > dice
afflitto Tom, il
gemello di Bill, morto pochi giorni fa in seguito a suicidio. Purtroppo
Bill
non ha retto alla vita mondana e ha dovuto rifugiarsi nella droga per
sopravvivere, racconta Tom. E quella l'ha portato nel
baratro, I funerali
domani alle 16.00...
"Ma... ma Bill
non
è morto! Bill è vivo e vegeto!" all'improvviso
ricordai cosa mi aveva
raccontato Bill un mese prima "...ho capito di essere un vampiro quando
ho
cercato di mordere una persona
a me molto cara..." : Tom. E Tom non aveva capito cosa diamine fosse
successo al gemello.
"Ma è terribile! Povero cucciolo.... e chissà
quanto si è sentito male
quando è partito! DEVO trovarlo!" dissi a me stessa.
All'improvviso un omone grande e grosso mi prese per le spalle e mi
trascinò
via.
< BUTTATELA FUORI! > urlò la segretaria e mi
venne vicino < Non sono
mica nata ieri sai piccoletta, soprattutto perchè la signora
che si occupa
dell'archivio ha 70 anni ed è sterile! >
Iniziai a ridere < Grazie lo stesso, ho trovato quello che
cercavo >
Stupita dalla mia risata, con una faccia indignata, se ne
andò.
L'omone mi lasciò sulla soglia della porta scorrevole e mi
disse < Se ti
capitasse di tornare, gira al largo da questa via >
Annuii. Ora dovevo andare da Tom. Lui sapeva di certo dove fosse Bill.
Mentre camminavo a testa bassa, mi scontrai con una bella ragazza, che
avrà
avuto più o meno l'età di Bill.
< Ma lo sai chi sono io???? > urlò in tedesco.
< Come scusi? > chiesi in inglese.
< Sono LaFee dei Tokio Hotel! >
Inizia schiarendomi la voce < Signorina LaFee! Proprio lei
cercavo... Sono
di Pop's un giornale italiano e dovrei farle un'intervista >
< Ooooh certamente, seguimi nel mio appartamento!
Così incontrerai anche gli
altri componenti e il mio Tommuccio! >
"è fatta" pensai.
E la seguii lungo le affollate strade di Berlino.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: La verità per Tom ***
Capitolo 10
Capitolo 10:
LA VERITA' PER TOM
L'incontro con LaFee era capitato al momento giusto, anche se non
sapevo
proprio come affrontare Tom, ero certa che non fosse come Bill.
Seguii la ragazza a testa bassa, pensando al discorso che avrei dovuto
fare e
come mi sarei potuta sbarazzare di lei.
Dopo qualche decina di minuti arrivammo davanti ad un altissimo
grattacielo,
che avrà avuto più di dieci piani.
< Questa è la nostra maison,
abitiamo nell'attico all'ultimo piano
> mi disse.
< Bene > risposi con un sorrisetto falso.
Mentre l'ascensore ci stava portando su, LaFee mi tempestò
di domande, ma non
risposi nemmeno ad una sentendo solo un acuto < Bla bla
bla?....bla? >
Quella salita fu la più lunga della mia vita, avevo per la
prima volta un senso
di claustrofobia e appena arrivammo davanti alla porta di casa, mi
sentii
affogare in un mare senza via d'uscita.
La giovane mi disse di accomodarmi e mi chiese se desiderassi qualcosa
da bere,
ma negai con il capo.
Estrasse dalla tasca un LG ultrasottile e iniziò a parlare
vorticosamente, con
l'eccitazione nella voce.
< I ragazzi arrivano tra poco > mi sorrise.
"Benone" pensai.
Poi escogitai un piano.
< Mi scusi, potemmo fare un giro della casa? Così
scatto qualche foto >
Annuì.
Era in stile moderno, monocolore, infatti era tutto immacolato, pareti,
divani,
tende. Sembrava di essere in un immenso flash.
I mobili erano scelti accuratamente, per ogni zona si poteva notare uno
stile
diverso, come in una casa delle bambole.
Mi colpì una porta dove c'era una targetta che citava
"Camera di
LaFee", da dove spuntava una scritta cancellata che inziava per B.
B di Bill, era la stanza di Bill.
< Chi c'era in quella stanza? >
< Il fratello morto di Tom. >
La guardai con espressione stupita e le indicai di proseguire.
Arrivammo di
fronte ad uno stanzino apparentemente piccolo, con la porta chiusa.
Le chiesi cosa ci fosse all'interno e mi rispose che era un semplice
sgabuzzino.
< Sa che gli sgabuzzini sono molto fashion? >
< Mi sta prendendo in giro, vero? >
< Assolutamente > "si" < no! >
< Mi dica perchè! >
< Perchè è uno tra gli spazi
più intimi e piccoli della casa, riflette lo
stile di vita della famiglia. Ad esempio se è ordinato,
l'unità familiare
conduce una vita serene e tranquilla, mentre se è disordinato
la famiglia vive male >
< Davvero? > mi chiese poco convinta.
< Beh se vuole essere considerata "out" dagli altri vip, ci sta
riuscendo benissimo. Io non ho tempo da perdere. >
"Fa che mi creda, fa che mi creda"
Mi stavo avviando verso l'ingresso quando LaFee disse: < E va
bene, va bene,
le farò vedere il ripostiglio >.
Neanche il tempo di aprirlo, che un secondo dopo l'avevo già
spinta all'interno
e chiusa a chiave.
< MA COSA!? ORA CHIAMO LA POLIZIA! MI SENTE??? >
strepitava e calciava la
porta.
< Mi dispiace signorina, ma il ripostiglio è osceno,
avrà un po' di tempo
per riflettere su come vive! > ghignai.
Urlava e scalciava come un bambino che fa i capricci, fortunatamente lo
sgabuzzino era molto lontano dalle camere e si sentiva poco.
Con un po' di musica si sentì ancora meno.
Stavo entrando nella stanza di Bill quando una chiave girò
quattro volte nella
toppa.
Un brivido mi assalì e mi sedei sul divano bianco.
Un ragazzo alto, bello con dei lunghi rasta biondo scuro, nascosti in
un
cappuccio impermeabile azzurro, due grandi lenti poggiate sugli occhi
con un
sorriso uguale a quello di Bill entrò nell'attico, seguito
da altri due ragazzi
leggermente più bassi, anch'essi incappucciati.
Mi squadrò da capo a piedi, si consultò con gli
altri, e rivolgendomi un sorriso
gentile mi chiese < Sei tu la giornalista? >
Feci cenno di sì, paralizzata dalla somiglianza con il dolce
vampiro.
< Ehm... LaFee è uscita, mi ha chiesto di iniziare
senza di lei > dissi.
< Strano > mi rispose Tom sedendosi accanto a me.
< Vorrei prima fare delle interviste personali, quindi se non vi
dispiace
ognuno in camera sua > sorrisi.
Eseguirono il mio ordine e raggiunsero le loro stanze velocemente.
Aspettai qualche secondo prima di dirigermi da Tom. Come potevo dirgli
che il
suo gemello era un vampiro e che mi doveva aiutare a trovarlo?
Bussai, mi disse di entrare.
< Iniziamo? >
< Si, e per favore tenga le orecchie ben aperte e mi ascolti
> feci un
sospiro.
Mi guardò perplesso, si tolse i grandi occhiali e mi
guardò dritto negli occhi.
Più aggressivi di quelli di Bill, ma belli allo stesso modo.
< Mi faccia indovinare, lei non è una giornalista,
vero? >
< No... > risposi.
< Fuori da casa mia! > ringhiò.
< Ti prego Tom, ascoltami, Bill... >
< Come prego? >
< Bill... >
< Senti, se sei una sua fan vai in cimitero! >
< IL PROBLEMA E' CHE NON SO IN CHE CIMITERO SIA ADESSO! >
gli urlai.
Era furioso e leggeva la paura nei miei occhi, giocandola a suo favore.
< Senti, piccola, Bill è morto mettitelo in testa. E
se tu vedi gli spettri
non è affar mio >
Estrassi l'orsetto dal mio zaino e dissi: < credi ancora che io
veda gli
spettri? > porgendoglielo.
Rimase sgomento e con furia mi diede uno schiaffo.
< Tu l'hai rubato! Ladra! > disse.
< Tom, lo sai che Bill è ancora vivo! Leggi il
biglietto! >
Prese con foga il pupazzo e stropicciando il pezzo di carta lesse
lentamente le
parole che mi aveva scritto.
I suoi occhi si rabbuiarono e si mise a sedere sul letto.
< Quanto denaro vuoi? > chiese.
< Tom, io non voglio denaro, voglio Bill >
< Mi dispiace, non so dove sia e poi perchè ti
interessa tanto un
omosessuale? >
< Stiamo parlando dello stesso Bill? >
< Si, non ti ha detto che ha cercato di baciarmi un anno fa? Sul
collo? >
Ingoiai amaramente e ribattei: < Non era un bacio Tom. Ora
giurami che mi
crederai >
< No >
< Ok, Bill è un vampiro e quella sera ha tentato di
morderti e non di
baciarti >
Scoppiò in una risata isterica.
< Non mi credi? >
< No >
Scostai i capelli dal collo presi le sue mani e le misi vicino ai due
buchi.
< Un saluto da tuo fratello > gli dissi.
< Non.... non è possibile! >. Tastò
a destra e a manca cercando una
soluzione logica.
< Tom è la cruda realtà, Bill è
un vampiro >
< Oh mio Dio....> rimase senza parole per qualche
secondo. < E io l'ho
sbattuto via di casa? Da solo, con un problema
così grave? Sono un
coglione >
< Sì lo sei, ma se mi aiuterai a trovare Bill, ti
perdonerà, sono sicura.
Non hai un indirizzo, un telefono, lettere? > chiesi.
< Lettere? Sì tutte le lettere che Bill mi ha
inviato, sono sigillate in
quell'armadio > Si alzò e prese un pacco spesso di
lettere.
< Non le ho mai aperte, credevo che mi amasse, più di
un fratello
intendo, e sono stato spaventato. Un incesto? No mai >
confessò.
Con un tagliacarte le aprimmo una ad una e Tom iniziò a
leggere.
I suoi occhi ripresero vita e bruciando una riga dopo l'altra le lesse
tutte.
Lo sguardo mesto, pentito, di qualcuno che aveva perso la retta via e
l'unica
persona che gliela avrebbe potuta indicare.
Poi pianse. Un pianto silenzioso, di espiazione e iniziò a
rileggere tutto, per
cercare di capire dove fosse Bill.
Stava rovinando tutto, bagnando e piegando le lettere, così
ad un certo punto
gliele tolsi di mano e lo abbracciai stretto.
Si strinse a me come un neonato e gli sussurrai < Tom, va tutto
bene, lo
ritoveremo però mi devi aiutare >
Annuì e asciugandosi gli occhi mi ringraziò, poi
si alzò e uscì. Poco dopo
rientrò con una Gibson sotto braccio.
< Era la preferita di Bill, questo è il mio bagaglio
>
< Ok, partiamo domattina, sono leggermente stanca, in mezza
giornata mi sono
girata tutta Berlino! >
Sorrise.
< Tom, posso dormire in camera di Bill? >
< Beh se LaFee vuole >
< Chiediglielo, è nella sua maison,
ovvero lo sgabuzzino >
Scosse la testa e mi rivolse un'occhiata divertita < Ora capisco
perchè
piaci a Bill >
Avvampai di rossore e mi avviai verso la camera, dando la buona notte a
Georg e
Gustav.
Mentre mi infilavo sotto le coperte sentii delle urla provenienti da
LaFee e
Tom che rispondeva con queste parole < Io sono Bill e lui
è me, abbiamo
bisogno l'uno dell'altro e tu te la caverai >
La porta sbattè e si aprì la mia:
< Buona notte, sai nelle lettere
c'era scritto che... >
< No > dissi < Bill mi dirà quello che
c'era scritto >
< Ok, buona notte Anna >
< Buona notte Tom e grazie dell'ospitalità >
< No, grazie a te. Se non fossi andata da Bill ogni giorno a
fargli
compagnia, adesso dovresti davvero andare in cimitero >
< Basta parlare di cimiteri ok? E adesso dormiamo,
domani ci attende
un lungo viaggio >
< Agli ordini! > disse.
Socchiuse la porta e dopo qualche minuto mi addormentai nel letto di
Bill.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: SUFFER WELL ***
Chapter 11
Volevo ringraziare molto: fabiolita, selina89, _TomSimo_ e Colinde per
le loro recensioni!!!!
Quello che leggerete nel prossimo capitolo è frutto della
mia fantasia e non ha nulla a che vedere con il carattere di Bill
Capitolo 11:
SUFFER WELL
Un pianoforte a
coda cullava il silenzio di quell'edificio.
Poche note, malinconiche, molto malinconiche.
La canzone tuonava da quasi un mese, era impossibile non sentirla.
Forse le sue
dita erano meccaniche.
O forse stava impazzendo del tutto, fatto sta che da quando erano
lì, lo
strumento era stato straziato giorno e notte, senza pausa o respiro.
Niente luce, totalmente buio, ma le note erano scolpite nella sua
testa,
avrebbe potuto suonare anche ad occhi chiusi a testa in giù.
Era iniziato tutto dall'arrivo in quel paesino sperduto, da quando
aveva visto
una ragazzina bionda girare per strada una sera.
Probabilmente il suo corpo è ancora lì, nella
pozza di sangue dove l'aveva
lasciata.
Quella notte, era assetato di sangue, in astinenza da troppo tempo.
In mezzo alle urla di dolore, il vampiro stranamente godeva e non si
diede pace
finchè dopo pochi istanti la giovane ebbe occhi bianchi e
bocca chiusa.
Quella stessa sera, dopo un uragano di rimorsi, si interrogò
sul perchè di quel
gesto stupido, e sul fatto che si sentisse così tremedamente
bene.
Come poteva sentirsi bene, dopo aver deciso la morte di un'indifesa
fanciulla?
Sangue giovane, buono, fresco come acqua di sorgente, ecco
perchè.
Non lo sapeva, ma quel sangue, gli faceva ricordare un buonissimo
sangue.
Iniziò a ricordare qualcosa che aveva tentato, ma allo
stesso tempo temuto di
rimuovere, ma per dar forza a se stesso si convinceva di un pensiero
fisso:
"Se il tuo amore è sbagliato, non c'è altra
scelta che la
separazione":
"Geh,
lass uns hinter dir und mir
Versuch nicht zu verstehen
Warum es nicht mehr geht
Geh, versuch uns beide zu verlier´n
Für uns wird´s erst weitergehen
Wenn wir uns nicht mehr sehen
Geh
Geh"
Bill, aveva una voce limpida e sicura, ma nello stesso tempo
malinconica e
sofferente.
Dalle note di "Geh" dei Tokio Hotel, si capiva esattamente come si
sentisse.
Riusciva a reggere lo sforzo dell'anoressia in un modo pauroso, non
beveva da
un mese, ma non si era mai fermato, come se avesse avuto la convinzione
che un
giorno le sue grida interne di tristezza potessero arrivare anche a
lei, e che
potesse finalmente rivederla.
Ma ogni giorno che passava, si convinceva che non fosse destino, che
probabilmente lei l'aveva dimenticato e lui la stava dimenticando.
Contro la sua volontà.
Un giorno davanti alla porta sbarrata della stanza, due figure
longilinee
discutevano silenziosamente origliando la triste lirica.
< Ma cos'è? > disse sottovoce una voce
femminile.
< E io che ne so > rispose un giovane alzando le spalle.
< Sei d'aiuto. > rispose acida la donna.
< Pam, l'unico che sa è Karl, ma non vuole parlare.
>
< Brutto pezzo di malta >
Il ragazzo soffocò una risatina.
< Secondo te, perchè non ci vuole parlare, Nero?
>
< Non lo so, ma a quanto pare sembra felice della situazione!
>
Pam sbarrò gli occhi e iniziò ad imprecare
Karl sembrava il migliore amico di Bill ed era
felice di sentirlo
morente?
< Secondo te che si può fare? > chiese Nero.
< Non lo so... Se abbattessimo la porta e lo togliessimo dal
piano, cadrebbe
in un una forte depressione >
Il ragazzo annuì.
< Andiamo verso la camera di Karl e sentiamo quello che dice
>
< Origliatori professionisti > rise Nero.
Pam gli diede un buffetto sulla guancia e iniziò a camminare
con passo da
gatta, scivolando attraverso i corridoi, oltre ai suoi passi si sentiva
soltanto la voce di Bill.
Poco dopo giunsero di fronte ad una porta di legno, mezza mangiata
dalle
termiti.
<.......... eh sì sorellina, questa volta siamo stati
ingegnosi, ti basterà
andare da lui....ammiccante e dire che.... di mettersi il cuore in pace
e di
amarti alla follia. Tra poco..... giusto.... >
Una risata squillante giunse alle loro orecchie, ma le voci erano in
parte
sormontate dalla musica e dal temporale che si stava scaricando
all'esterno,
quindi non colsero il significato in pieno.
Probabilmente Karl, stava discutendo con sua sorella del ragazzo che le
piaceva
in quel momento.
< Nulla di interessante.... allora è meglio andare
dal diretto interessato!
> sussurrò Nero.
< Vai tu, ovvio > disse di nuovo il ragazzo.
Prima che l'amica potesse rispondere dei passi si avvicinavano a loro,
quindi
si allontanarono in fretta, nascondendosi dietro ad una armadietto,
vicino alla
stanza del moro.
Dopo essersi accertati del fatto che i passi fossero lontani, Pam
bussò un paio
di volte, accorgendosi con suo grande stupore che la porta era aperta.
"Geh... Geh!"
< Bill..... calmati! è un mese che suoni
senza fine! >
Come risposta il vampiro alzò il volume della voce
aggiungendo qualche accordo.
< Bill!!!! Santo cielo mi rispondi??? >
Niente. La ragazza gli si mise davanti. Urlò per un quarto
d'ora buono, ma il
ragazzo sembrava sordo.
Pronunciò una semplice frase : < C'è Anna
>
Sentendo quelle parole, le dita ancora piegate si alzarono
automaticamente e
con sguardo vuoto osservò la ragazza.
< Bill, ora ascoltami > si sedette al suo fianco.
< Dov'è? >
< Devi bere del sangue, fidati di me! >
< Dov'è? > Sospirò il ragazzo.
< Bill taci... >
< DOV'È ???? >
urlò arrabbiato il ragazzo.
< Scusami Bill, ma non c'era altro modo di... >
< USI IL DOLORE ALTRUI PER SENTIRTI IN PACE CON TE STESSA?
Brava, ci hai
provato, ma non azzardarti a tirare in ballo lei>
E la scaraventò contro il muro.
< Mmhm, Bi..ll > mugugnò la ragazza.
La testa di Pam pulsava, ma non si perse d'animo.
Andò di nuovo da Bill e tentò di parlargli, ma
ottenne soltanto un dito medio
davanti agli occhi. E Bill riprese a cantare.
Si alzò e raggiunse Nero, fuori.
< Tutto bene? >
< Si si... > disse flebilmente Pam.
Il ragazzo biondo l'abbracciò e la cullò per un
po'.
Alchè Pam arrossì come un peperone e si
scansò velocemente.
< Hai carta e penna? > chiese.
Nero scosse il capo, poi si illuminò. Disse si aver
intravisto dei fogli sul
tavolo di una loro compagna.
Camminarono fino alla stanza e ottenendo la carta Pam scrisse un breve
messaggio. Lo mise in una busta e ordinò ad un suo amico
"normale" di
comprare un francobollo e di inviare la lettera.
" Dobbiamo muoverci, altrimenti Bill morirà"
pensò tra se e se la ragazza.
"Speriamo che legga la lettera".
Dopo di che si avviò verso la sua stanza, a passi lenti,
frastornata e seguita
da mille versioni dello stesso malinconico ritornello.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12: PARTENZE ***
Capitolo 12
CAPITOLO 12:
PARTENZE
Una luce fioca attraversava appena la tenda bluastra semi-aperta.
Sbattei gli occhi un paio di volte prima di capire dov'ero:
Rosenthaler Straße, Berlino, Germania.
Ciò che era successo era a dir poco strano: avevo visitato
metà Berlino,
sconvolto la vita di un chitarrista dicendogli che il suo gemello era
un
vampiro e rischiato di essere denunciata da LaFee e da "Bravo".
Wow, chissà cos'avrei combinato in un mese se non avessi
trovato Tom.
Fortunatamente sembrava tutto a posto.
Mi alzai inciampando con classe sul tappeto sottostante, dopo la mia
imprecazione, un ragazzo biondo con lunghi rasta si affacciò
alla porta e
sorrise.
Mi alzai timidamente e sorrisi anche io.
< Mi dispiace, ho rovinato la vostra band > dissi.
< Quale band? I
Tokio-Hotel-che-senza-Bill-non-sono-un-cavolo-perchè-non-siamo-più-il-gruppo-di-prima?
> rispose sarcastico.
< Beh, in un certo senso... > risposi.
< Non ti preoccupare, se è successo questo ci
sarà un motivo. >.
Chiuse definitivamente il discorso e mi indicò il bagno.
In realtà sembrava ferito, ma allo stesso tempo felice
dell'addio della
cantante della sera prima.
Si vedeva che non riusciva a stare senza di Bill.
Se ne andò e mi lasciò sola con il mio turbamento
psicologico quando mi guardai
allo specchio.
"C'è di peggio, c'è sempre qualcosa di peggio"
pensai tra me e me.
Sollevai la leva del rubinetto e lo schiaffo dell'acqua sulla ceramica
mi
ricordò cosa c'era di peggio: Bill non era lì e
non sapevo dove fosse.
"Grandioso! Non ce la faccio più, è quasi un mese
che non ho sue notizie e
nonostante speri con ogni parte di me stessa di trovarlo non
c'è verso"
Mi bagnai le mani e mi sciaquai leggermente il viso, poi mi asciugai,
mi lavai
i denti senza troppa cura e notai una piastra nera, professionale,
dimenticata
su una mensola.
Mi avrebbe fatto comodo. La accesi e dopo qualche minuto iniziai a
domare i
miei capelli, che nonostante fossero lisci, facevano schifo.
Ad un certo punto sentii sussultare dietro di me.
< Che c'è sto andando a fuoco? > dissi
ironicamente alla persona dietro
di me.
< No, quella era la piastra di Bill e non la usiamo
più da 1 anno >
rispose con voce calda e bassa Georg.
< Oh cazzo, mi dispiace! Ora la spengo! > dissi allarmata.
< Ma no no, è solo che è strano...
Sembravi Bill alla mattina: capelli
perfetti ma nessuno gli negava 20 minuti di piastra, che sagoma!
>
Abbassai lo sguardo accennando un sorriso, e staccai la spina
velocemente, come
per scusarmi.
< Tom ci ha detto che partirete per un po', cuginetta Kaulitz!
>
"Eh?" < Sì.. sì sì mia...
sorella si è laureata e dobbiamo tornare
a Magdeburg per la festa! Tom non poteva mancare >
Il ragazzo alzò le spalle e se ne andò a riferire
tutto a Gustav. In cinque
minuti mi vestii con una t-shirt e dei jeans e "presi in prestito" la
piastra.
< Di certo farai comodo a Bill > la rassicurai con un
sorriso.
La misi nella mia valigia e mi coricai in attesa di ordini da Tom.
La stanza era molto bella, ordinata e vissuta, ma non da LaFee, di
certo lei
andava a far visita ad un altro letto.
C'erano alcuni poster di Nena sulle pareti, qualche giornale sparso qui
e là
nei casetti del comodino e dietro ad una lavagnetta c'erano delle
scritte in
kajal.
"Ich
muss durch den Monsun
Hinter die Welt
Ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr fällt
Gegen den Sturm am Abgrund entlang
und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran
Irgendwann laufen wir zusamm
durch den Monsun
"
Durch den Monsun, geschrieben zu 2 in der nacht inspiriert durch einen
traum
<
Che bella canzone!
Certo che per scriverla in kajal in camera doveva essere proprio
ispirato >
sorrisi.
Tom entrò e si mise dietro di me < Bella vero?
>
< Si cugino > risposi.
< Eh si > sorrise < non fai colazione? >
< No, dobbiamo partire >
< Per dove? Sai dov'è Bill? >
< No, andiamo nel buco del Veneto: Rovigo. Lì ci
siamo conosciuti e magari
mi ha scritto qualche lettera. >
< Ok, come ci andiamo? > chiese Tom.
< Avevo pensato in triciclo ma mi sembra troppo costoso >
< Si infatti e poi chi è che sa guidare un triciclo?
> mi rispose
sarcasticamente divertito. < Useremo la mia Cadillac >
< Però! Molto meglio di un triciclo. E hai il tomtom
in macchina? > Mi
battei una mano sulla fronte < Che domanda idiota! Nella
macchina di Tom è
ovvio che c'è il tomtom >
< Bill non mi aveva scritto che ti drogavi >
< Sono drogata da queste parole > dissi indicando la
parete.
Annuì con il capo e prese la mia valigia, poi si
caricò la Gibson in spalla e
salutò i compagni, che ricambiarono.
Uscimmo velocemente dalla porta e scendemmo le scale con foga,
inciampando più
volte,
La Cadillac scintillante ci aspettava davanti alla porta, insieme a
un'orda di
paparazzi.
"Oh merda i paparazzi no!" urlai dentro me.
Tom mi fece cenno di salire, ma quei tipacci mi braccarono a pochi
centimetri
dalla portiera, dando collegamenti a telegiornali e iniziando a fare
domande.
< LaFee ha detto.... LaFee ha fatto.... Ma è sposata
con Tom?... è vero che
è incinta?.... >
Mi spazientii e urlai: < E CHE CAVOLO SONO SOLO LA CUGINA!
>
La massa iniziò a disperdesi lentamente, con delle facce
lunghe fino alla
strada.
Salii allacciai le cinture e chiesi: < Ma che ore sono? >
< Sembrerà strano ma sono solo le 8 e mezza >
< Beh abbiamo dieci ore davanti > dissi annoiata.
Il viaggio proseguì lentamente, ogni tanto alzavo lo sguardo
dal libro che
stavo leggendo e facevo due parole con Tom.
Lui era molto silenzioso, ma non rispettava i limiti di
velocità, infatti il
minimo a cui andavamo erano i 200 km/h.
Avevo una paura tremenda ma non mi lamentai neanche un secondo,
perchè stavo
pregando che a casa ci fosse una lettera di Bill.
Dopo 4 ore circa avevo un mal di testa terribile e molta nausea a causa
della
lettura.
Tom mi guardò per un secondo e rallentò.
< Tutto ok? >
<
Sì sì, parliamo un po'
così mi distraggo >
< I tuoi genitori sanno di Bill? Dove sei adesso per loro? Come
hai
conosciuto mio fratello? >
< Non mi avevi detto che lavoravi per l'FBI, comunque nessuno sa
di Bill,
per i miei genitori sono a Sappada in un campo scuola e alla terza
domanda non
rispondo altrimenti piangerei >
< Scusa... ti manca? >
< Da morire ed è strano perchè non ci
conoscevamo da chissà quanto, non lo
so... mi è piaciuto da subito! >
< Se ti va metto su un po' di Tokio Hotel...>
Annuii automaticamente, non vedevo l'ora di sentire la sua voce ancora.
Il ragazzo aprì uno scompartimento lettore di CD,
inserì un disco e schiacciò
Play.
Dopo qualche secondo la Track 2 echeggiava nell'abitacolo.
Mi vennero le lacrime agli occhi e nessuno le fermò: era
Durch den Monsun,
avevo riconosciuto il ritornello, anche se la voce di Bill
era più giovane.
Tom sorrise compiaciuto anche se sembrava a disagio. Lasciammo che il
CD
scandisse il nostro viaggio, ma dopo un'ora o poco più era
finito.
Era stranissimo come quelle canzoni descrivessero le emozioni che ogni
adolescente provava ogni giorno.
Dopo quell'ora che era passata velocissima, il ragazzo con i rasta
aprì uno
scomparto pieno di dischi. Disse che potevo ascoltarli tutti, avevamo
tempo a
sufficienza.
Senza pensarci un minuto iniziai a divorare ogni parola e ogni nota che
usciva
dalla piccola autoradio.
Con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al sedile. Quella musica non
era
semplice musica, era vita.
Peccato che dopo il terzo CD non sentii più nulla: mi ero
addormentata.
All'improvviso percepii Tom vicino a me < Sveglia! Ci siamo!
>
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti una familiare piazza: c'eravamo
davvero.
< Che ore sono? > chiesi roca.
< Sono le 17, ci abbiamo impiegato meno del previsto! E ora vai
in quel
posto... >
Lo guardai incredula, avevo creduto che mi avesse detto va al diavolo,
invece
voleva che andassi al "Palazzo dei Vampiri".
Feci cenno di sì con la testa e con lui al fianco mi avviai.
Sembravano 200 km invece di 200 m. Davanti alla porta c'era un
microscopico
biglietto:
Sillamäe,
L. Tolstoi 500 metri dal centro, è in Estonia! Baci, Pam.
< Cos'è?
> chiese agitato Tom.
< La strada per Bill! Si trova a Sillamäe in Estonia!
>
< FANTASTICO! > e mi abbracciò con foga,
ricambiai ma quando mi accorsi
di quello che facevo mi allontanai imbarazzata.
Per la seguente mezz'ora discutemmo su come raggiungere l'Estonia, Tom
voleva a
tutti i costi andare in macchina, ma ci voleva un giorno e 7 ore ed era
troppo.
Ero impaziente e avevo una voglia smisurata di riabbracciare Bill. Gli
promisi
che gli avrei presentato una bella vampira se fossimo andati in aereo e
accettò, disse che gli piaceva chi mordeva.
Lo guardai preoccupata, sembrava molto stanco, sarebbe riuscito a
guidare fino
all'aeroporto di Bologna?
Il rischio era alto, quindi lo accompagnai dentro e lo sistemai nel
letto di
Bill.
Dormì fino alle 2 di notte, io invece non chiusi occhio, ero
troppo agitata e
troppi ricordi destavano quelle mura.
Quando sbadigliò sussultai un momento, nell'ombra mi
sembrava di aver visto il
volto di Bill, ma era a 2000 km di distanza.
< Buongiorno! >
Gli sorrisi, non troppo convincente.
Si avvicinò paurosamente e mi sussurrò
all'orecchio < c'è qualcosa che non
va? >
<
No > risposi per
tagliare corto.
Mentre dormiva mi ero cambiata ed ero pronta ad andare.
< Su andiamo >
Ringraziai e con passo svelto andai verso la macchina. Un foglietto era
incastonato al tergicristallo.
< Porca p*****a! Una multa di 300 € perchè
ho parcheggiato in sosta vietata!
Per poco non ci portano via la macchina! >
Non ero capace di incavolarmi, salìì senza aprire
bocca.
Il viaggio fu silenzioso, senza musica, la tensione era nell'aria e
combatteva
con la gioia.
< E i biglietti? > chiesi.
< Sta tranquilla, ieri ho telefonato ad un amico che ce li ha
procurati, il
volo per Tallinn parte tra mezz'ora e l'aereo è semi-vuoto,
andiamo al check-in
>
Ci avviammo carichi di bagagli, la signorina con un sorriso ci fece
imbarcare e
ci permise di mettere le valigie in ritardo nel camioncino.
Nonostante fosse il 21 agosto un vento freddo ci coccolava le guance
che
divennero rosse.
Salimmo la scaletta e prendemmo posto in centro. Alzai il finestrino e
guardai
di nuovo fuori mentre partivamo: in tre giorni due aerei.
Tom mi scrutava, voleva alleviare il nervosismo, ma non ci
riuscì. In fondo
anche lui era teso come le corde di un violino, anzi di una Gibson.
Finalmente dopo ore che sembravano secoli, calpestammo di nuovo la
terra nel
suolo estone.
Il sole stava per alzarsi dall'orizzonte e tingeva tutto di rosso. Il
paesaggio
era mozzafiato e si rifletteva nei miei occhi azzurri.
Ad un certo punto però il biondo mi si mise davanti <
Il bus non ci aspetta
>
Con un sorriso a 32 denti lo seguii. Presi posto in fondo e mi
addormentai,
probabilmente con la testa sulla sua spalla. Ma non fece nulla.
Dopo un viaggio di 2 ore e 44 minuti eravamo arrivati finalmente a
Sillamäe.
Finalmente da Bill.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13: AMORE E ODIO ***
Chapter 13
Capitolo 13:
AMORE E ODIO.
Non ci credevo nemmeno, ero nel centro di Sillamäe e a meno di
500 metri si
trovava la persona che desideravo e che avevo paura di incontrare di
più.
Il cuore mi batteva all'impazzata e sembrava stesse per uscire.
Io e Tom camminavamo affannosamente per le strade con una piccola
piantina che
era allegata al biglietto e chiedemmo varie volte le indicazioni per
Via
Tolstoi.
< Non lo troveremo > dissi.
< Stai tranquilla, non è così grande
questa città! > rispose.
Annuii tentando di tranquillizzarmi. Finalmente trovammo Via Tolstoi e
il
vicolo dove si trovava il "Palazzo dei Vampiri 2".
Esitammo qualche minuto prima di entrare, avevamo tutti e due paura,
che
tentava di collassare la gioia di rivedere Bill.
Ad un certo punto una folata di vento spalancò la porta
facendola sbattere, era
un segno.
A passi lenti mi avvicinai, seguita dal biondo e appena varcata la
soglia
chiusi la porta.
Era tutto buio, se non per pochi candelabri distribuiti nei corridoi.
Non ero pronta ad affrontare Bill, quindi cercai Pam.
L'orologio segnava le 12 contando il fuso orario.
Passeggiavo in avan scoperta nel gelido palazzo, tentando di
riconoscere la sua
voce; purtroppo c'era un rumore procurato da un piano lontano e facevo
fatica a
distinguere le voci.
Poi dopo vari tentativi, un ragazzo alto di una bellezza incredibile mi
si
avvicinò, aveva degli occhi verdi profondi e capelli
biondissimi.
< Pam non c'è > disse.
< Come... > tentai di rispondere ma fu più
veloce.
< Scusa la maleducazione, sono Nero! Mi ricordo, Pam mi ha
parlato molto di
te... Anna? >
Quelle parole mi trafissero: perchè lei e non Bill?
< Sì, sono io e lui è Tom > dissi
indicandolo alle mie spalle.
< Piacere > tese la mano che venne prontamente stretta
< Potevi
fare a meno di portarti dietro la tua nuova fiamma >
sussurrò.
< Lui è il fratello gemello di Bill > sorrisi
< Non è qui per me >.
Mi guardò sbalordito, voleva aggiungere qualcosa ma tacque.
< Nero, sai benissimo perchè sono qui, volevo prima
parlare con Pam per
ringraziarla >
Un abbraccio mi strinse da dietro le spalle, rabbrividii al pensiero
che
fosse... Pam.
< Grazie al cielo > urlò < Sapevo che
saresti venuta! >
Le sorrisi e le presentai Tom, fu sorpresa e contenta di conoscerlo.
Parlammo per qualche minuto, poi mi rivolse la domanda fatale <
Allora, ti
porto da lui? >
Acconsentii senza pensarci, poi sussurrai qualcosa a Tom in inglese
<
Aspettami qui, non ti faranno del male, a meno che tu non metta in
bella mostra
il collo >
Sorrise e annuì, poi prese posto in un piccolo divanetto e
iniziò a mostrare la
sua chitarra a Nero.
Il tragitto con Pam fu breve, senza tante parole se non qualche
monosillabo per
rispondere alle sue domande.
Mi condusse di fronte ad una porta: da lì proveniva la dolce
melodia di prima,
incentivata da una voce che riconobbi all'istante.
Feci un respiro e dissi alla vampira di andarsene. Ascoltai per molto
la
musica, per riconoscere ciò che stava cantando: Geh.
Posai un palmo sulla maniglia, e la abbassai lentamente. Era a pochi
passi da
me. Non alzò nemmeno lo sguardo.
Preparai mentalmente un discorso da fare, ma ogni parola si sgretolava
nella
mia testa, volevo soltanto dirgli che c'ero e c'era anche Tom.
Mi schiarii la voce: nessuna reazione, voleva evitarmi? Non si
ricordava di me?
Scacciai i pensieri dalla testa e decisi di fare una cosa stupida ma
efficace.
Iniziai a duettare con il moro. La canzone si affievolì ad
ogni parola, fino a
diventare un silenzioso sottofondo, che cessò subito.
Poi un silenzio interminabile, che faceva più rumore di
qualsiasi altra cosa.
Feci un passo avanti, e mi fermai. Sembrava di giocare a "Un, due
tre...
Stella!".
Sospirai e aprii la bocca, ma non uscì nulla. Mi avvicinai
ancora, ancora e
ancora. Era a pochi centimetri.
<... Bill > dissi impulsivamente.
Niente, ancora niente: era diventato sordo? Non mi voleva vedere?.
< BILL > ripetei quasi urlando.
Lo scatto fu immediato. Mi persi nei suoi occhi nocciola, quasi neri, e
lui si
perse nei miei.
Sentivo le gambe solidificarsi e unirsi al pavimento: non riuscivo a
muovermi.
Ci fissammo per tanto tempo, tutto quello arretrato.
L'istinto mi suggerì di andargli vicino, ma il corpo non
rispondeva. Neanche
lui sembrava volersi spostare.
Alla fine non riuscii a resistere, mi avvicinai e mi sedei accanto a
lui.
Non mi staccò gli occhi di dosso. Alla fine il suo viso era
praticamente sul
mio.
<... Bill, sono qui > lo fissai.
< No, sei un'illusione > rispose.
Gli accarezzai la guancia. < Lo credi ancora? Io sono qui, sono
qui, sono
con te >
Era sbalordito, una giostra di emozioni gli balenò nel
volto, poi disse con un
filo di voce < Non ci credo, non può essere >
Non risposi, ora toccava a lui dire qualcosa.
< è impossibile, tu... tu sei veramente qui? >
< Bill, se questo è un modo di dirmi Va
allora me ne vado > dissi
con un tono di disperazione nella voce.
Afferrò velcoemente il mio polso e mi attirò
verso di se.
Dopo un secondo, mi strinse nelle sue braccia, potevo sentire il suo
petto
sulla mia guancia.
< Bleib > disse < La canzone
finisce con Resta >
< Lo so, ma tu non l'hai cantato >
Emise una risata quasi impercettibile < Lascia perdere quello
che ho
cantato, ora sei qui e non conta nient'altro >.
Tirai un sospiro di sollievo. < Pensavo che ti fossi dimenticato
di me >.
< Come possono le stelle dimenticare il loro cielo? >
rispose.
Arrossii a tal punto che mi sentivo bruciare.
Bill mi guardò e sorrise, poi mi strinse più
forte a se. Lo abbracciai anche io
e sentii un calore familiare e un leggero imbarazzo: stavo esagerando?
< Mi dispiace, mi dispiace da morire, non sarei dovuto partire
così; dovevo
affrontarti faccia a faccia, vero? Mi odio! Karl era così
impaziente, non ho
potuto, anzi non ho voluto oppormi... Sono un codardo >
< Finito? > chiesi ironica. Mi guardò con un
misto di divertimento e
disapprovazione.
< Si si scusa se mi preoccupo > disse mettendo un finto
broncio.
< Non è questo il punto, non voglio vederti triste
proprio adesso e non ho
la minima voglia di litigare >.
Sorrise e annuì. < Mi sei mancata da morire, anche se
sono già morto, > rise
alla sua battuta, ma il gelo calò perchè io non
risi affatto <... ma come
hai fatto ad arrivare fin qui? >
< è una lunga storia, il riassunto è: ho
girato mezza Germania per trovarti,
ho rischiato due denunce, ma Pam mi ha scritto una lettera con
l'indirizzo e
tutto ed eccomi qui... Ti racconterò più
dettagliatamente dopo > risposi.
< E tu come te la sei passata? > chiesi.
< Ehm... appena arrivati ho... mangiato una ragazzina uguale a
te, mi sono
venuti i sensi di colpa, ho quasi ucciso Pam ed è da un mese
che suono al piano
sempre il solito ritornello e pregavo che fossi qui con me >.
Il mio viso si rabbuiò, pensavo a quella povera ragazza
uccisa, e nessuno
scoprirà mai chi è stato.
Capendo il disagio mi accarezzò dolcemente la testa , e
appoggiò il suo capo
sul mio.
Restammo zitti per un po', non mi sarei mai mossa da quella posizione.
< Anna? > Alzai lo sguardo < grazie di essere qui
> disse con un
sorriso angelico.
< Bill? > mi fissò < grazie di non
esserti mosso da qui >. Rise
fragorosamente.
< Se non sbaglio è da un mese che non bevi. Su su
forza vai, non mi
piacciono gli zombie >
< No! Non ti liberi così facilmente di me! >
sorrise.
< Ci provo... Non essere ridicolo, v-a-i a -b-e-r-e >
scandii le ultime
parole. Si arrese e andò verso la porta.
< Non ti muovere di mezzo centimetro > ordinò.
Annuii per risposta.
Mi sembrava tutto un sogno, finalmente dopo un mese ero di nuovo da
Bill e
sentivo che mi stavo innamorando di lui.
Tornò dopo qualche minuto: il viso aveva ripreso un
po' di colore e gli
occhi erano di un marrone brillante.
< E ora, se vuole seguirmi, la rapisco per qualche secolo
> mi porse la
mano bianca e fredda.
< Volentieri > Afferrai la sua mano.
Vagammo per i bui corridoi mano nella mano, ogni tanto mi sorrideva e
ricambiavo con timidezza.
Arrivammo in una stanza uguale a quella che aveva lui al "Palazzo dei
Vampiri 1" e mi accomodai su un piccolo letto, mi raggiunse subito.
< è piccolo per te, questo letto! A proposito ti sei
alzato ancora? Non ti
bastava il tuo metro e 83? Vuoi farmi sentire un tappo! >
Mi chiuse la bocca con un dito e con un sospiro mi disse di tacere.
Parlavo
decisamente troppo.
Mi scusai, ma lui fece finta di non aver sentito, mi prese la mano e la
strinse
con la sua, con l'altra invece girò il mio volto verso il
suo e lo accarezzò.
Quella situazione mi aveva messa un po' in contropiede, ero troppo
timida.
Si avvicinò lentamente, le labbra erano perfette non troppo
carnose, aveva gli
occhi chiusi.
Li chiusi anche io e..."Tom" pensai, mi ero completamente scordata di
lui.
Aprii gli occhi e mi allontanai, mi guardò con sguardo
interrogativo < Non
fraintendere, prima devo dirti una cosa > dissi.
< Non puoi aspettare? Non mi sembra il momento giusto >
rispose.
< Lo so, però se fossi andato avanti non mi sarei mai
più ricordata di
quella cosa, ed è importantissima per te! >
Fece un cenno con il capo. Lo presi per mano e quasi di corsa
raggiungemmo la sala comune dove ci aspettavano Nero, Pam e Tom.
La ragazza ci vide subito e diede una gomitata a Nero, con un sorriso
stampato
in faccia. Il ragazzo reagì alla stessa maniera.
Feci segno a Tom di uscire, mentre Bill aspettava fuori. < Vieni
> dissi.
Quando fu fuori diedi un colpo a Bill che si girò di scatto
e incrociò gli
occhi del fratello.
Mi stava stritolando la mano.
Il biondo si avvicinò al gemello e gli porse una mano.
< Allontanati prima che ti uccida > ringhiò.
Non diede il tempo di rispondere all'altro che si scagliò su
di lui con tutta
la sua forza, i canini impazienti uscivano dalla bocca.
Lo riempì di pugni, calci e insulti in tedesco, Tom era
inerme, non riusciva a
opporsi alla stretta del fratello.
Poi con un sibilo Bill gli mise i denti in gola e il biondo
urlò in un modo
straziante.
< BILL FERMATI > urlai senza risultato. Mi avvicinai ai
due e presi Bill
per un braccio: con tutta la forza che avevo lo spinsi e lo staccai da
Tom, con
il risultato che si scagliò su di me.
Aveva gli occhi rossi, assetati di sangue e le labbra ancora
gocciolanti <
Lui deve morire > sussurrò.
< No! Ricordi cosa dicevi nelle interviste? Se Tom fosse morto
saresti morto
anche tu, siete la stessa persona e non puoi vivere senza di lui! Lo
sai! >
dissi tentando di convincerlo.
Con un sospiro ritrasse i denti e si gettò a terra, feci lo
stesso per poterlo
vedere in viso < Non ti preoccupare, è stata logica
la tua reazione >. Lo
abbracciai fortissimo.
Si unì all'abbraccio e con un filo di voce mi disse
all'orecchio < E se non
ce la facesse? >
< Ce la farà, Nero e Pam l'hanno già
portato in infermeria, ce l'ho fatta
anche io > risposi.
< Se non ci fossi... >
< Ci sono >
< Hai ragione, voglio andare da Tom > quando
pronunciò il nome una
lacrima gli rigò il volto.
Mi affrettai ad asciugarla e insieme a lui mi avviai verso l'infermeria.
I due vampiri uscirono con un volto sollevato e dissero che era ancora
in vita
ed ora stava riposando.
Il moro era felicissimo.
Appoggiò la sua fronte sulla mia e mi
baciò i capelli. < Non ti
lascerò mai più > sussurrò.
< Giura > ordinai
< Giurin giurello >.
Pam disse che Tom era sveglio, allora Bill mi prese la mano e ci
avviammo verso
il discorso che avrebbe fatto più bene e più male
ai gemelli.
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Scusate
per i tantissimi dialoghi, ma è dalla 2a elementare da
quando faccio i temi che
non sopporto il discorso indiretto, perchè secondo me non
rende bene il
significato di ciò che si dice. Per questo vi chiedo scusa
se il capitolo vi
sembra troppo pesante! Finalmente nella storia Bill e Anna si sono
ritrovati,
dato che è da 6 capitoli che lo cerca ;-)... Per ora va
tutto bene, ma per
quanto ancora? Recensite in tanti e al prossimo capitolo!!... Anna...
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14: SPECCHIO O MURO? ***
Chapter 14
Capitolo 14:
SPECCHIO O MURO?
Entrammo nella piccola sala e Tom posò subito gli occhi sul
fratello.
Bill prese posto su una poltrona vicino al letto del biondo e gli prese
la
mano.
Io mi allonatanai, ma il moro mi fece segno di avvicinarmi,
così mi sedei sull'inferriata
ai piedi del lettino.
< Scusami fratellino, non avrei voluto mandarti via, ma ho
capito male il
tuo comportamento quella sera, non ti ho mai risposto alle lettere...
come
minimo dovresti odiarmi > disse Tom.
Bill scosse il capo e rispose < Non ti odierò mai
Tomi, noi siamo la stessa
persona.. se ti odiassi, odierei me stesso e non riuscirei a convivere
con
questo peso >.
< Sei troppo buono, io non ho fatto nulla per cercarti! Sono
sempre il
solito impulsivo, cretino Tom >.
< Non dire così! In cuor mio sapevo che un giorno o
l'altro saresti venuto,
anche se avessi dovuto aspettare anni >.
< Cosa farei senza di te? > chiese il biondo.
< Assolutamente niente > sorrise Bill.
< Il merito però è tutto suo >
disse indicandomi.
< Ma per piacere! Ho fatto solo quello che era giusto:
ricostruire lo
specchio > dissi.
Mi guardarono in modo interrogativo.
< Siete la stessa persona, no? Quindi se vi parlate è
come guardarsi allo
specchio >
Annuirono come per confermare di aver capito, anche se non ero molto
sicura.
< Io esco, dovete parlare di molte altre cose > dissi
andando verso la
porta e ignorando chi mi chiese di restare.
< Siamo soli > disse Tom.
< Lo vedo... Ora dimmi perchè mi hai sbattuto fuori
casa, fuori dalla tua
vita, fuori dalla mia vita! > rispose
alterato Bill.
< Credevo che ti fossi innamorato di me. Lo so che
può sembrare stupido, ma
tu sei sempre stato così dolce e sensibile, e il fatto che
dicessi sempre che
io ero la persona più importante per te, unita al fatto che
hai tentato di mordermi
che io ho interpretato come un bacio, mi ha spaventato,
perchè io non proverò
mai amore per te, cioè solo amore fraterno. Non volevo che
la stampa facesse
false storie e allora ti ho mandato via... >
< Tu ti sei preoccupato più per la
pubblicità che per me?? Non ti sei
sforzato di chiedere cosa mi stesse succedendo e hai fatto la cosa
più
impulsiva e idiota del mondo! Hai fatto credere che fossi morto!
>
< Diamine Bill lo so! E mi dispiace tanto, ma tu sei un vampiro
e se anche
non avessimo litigato, cosa avresti fatto? Ti saresti sciolto al sole
alle
prime luci della mattina? > disse sorridendo.
Il moro era bianco come il gesso, un' espressione vuota. Si trovava
davanti al
suo gemello, ma più che uno specchio vedeva un muro.
Tom aveva venduto la sua morte alla stampa, e non si era rifatto vivo,
aveva
avuto bisogno della spinta di qualcun altro.
Purtroppo la triste verità era che forse Tom non l'avrebbe
mai cercato, se il
prezzo fosse stato perdere fama e denaro.
Anna l'aveva incitato e Tom aveva accettato, ma se lei non fosse mai
andata da
lui?
Bill rabbrividì al pensiero, perchè teneva
veramente a chiarire con suo
fratello, ma quest'ultimo era cambiato.
< Bill? > disse Tom, svegliandolo dai suoi ragionamenti.
< Si scusa... Comunque, non mi sarei sciolto al sole! >
< Ah ecco > rise Tom.
< Tu hai deciso della mia vita, hai rifondato i Tokio Hotel con
LaFee, mi
hai cancellato dal mondo. Allora perchè sei qui? >
disse con voce piatta
Bill.
Il gemello rimase sconcertato da quelle parole, voleva rispondere ma
non sapeva
come.
Non trovava il modo esatto per dire a Bill ciò che voleva
sentirsi dire.
"Avevi scoperto tutto fratellino... E la tua trasformazione ha
giocato
a mio favore. Posso sembrare cattivo, ma i soldi mi servono per pagare
ciò che
voglio"
< Bibi, sono venuto qui per te. Anna mi ha fatto
capire che avevo
sbagliato, e per questo eccomi a chiederti scusa, lo sai che ti voglio
bene
> disse con voce da agnellino.
Il moro si addolcì subito, ma sostenne di nuovo
ciò che aveva chiesto < Tom,
per favore, voglio sapere perchè mi hai fatto questo >
< Cavolo Bill, sei proprio un testardo! Te l'ho già
detto e per quanto
riguarda LaFee è stata solo una storia veloce, ma lei canta
benissimo e così ho
tentato di... >
< Alt, stop! Hai già detto troppe cazzate fino ad ora
> rispose rigido
Bill.
< Ti ho fatto solo un favore io. Ho
distrutto l'irrecuperabile. Ti ho
allontanato dallo showbiz prima che ti travolgesse, la tua vita era
finita per
sempre, insieme al il tuo successo. > annuì il biondo.
< Ma ti stai sentendo? Credevo che il successo importasse zero
per noi...
>
< Per TE! > Ribattè
aspramente il fratello < Smettila di
parlare sempre di noi: noi qui, noi là! Parla per te una
volta tanto, non tutti
la pensano al tuo stesso modo >.
Bill tacque, non riconosceva la persona che aveva davanti.
C'era qualcosa che non andava, già da molto tempo prima. La
fama gli aveva dato
al cervello da qualche anno a quella parte.
Lo specchio si era disintegrato, per sempre.
Voleva piangere, ma non davanti a Tom, per dargli la soddisfazione di
dimostrarsi debole.
Sviò il discorso per non pentirsi di non averlo ucciso
< Beh... Come siete
arrivati fin qui? > chiese.
< Anna è venuta in Germania due giorni fa, anche se
sembra che sia passato
un secolo, ha incontrato LaFee fuori dalla redazione di Bravo, si
è
"intrufolata" in casa nostra e mi ha detto la verità su di
te, e
anche che ti cercava da un mese... Così ho pensato subito di
venire da te >
fece una pausa < La vampira sexy aveva scritto una lettera con
l'indirizzo,
ed eccoci qui! >
< Wow, si è data così tanto da fare...
> "Almeno sono importante per
qualcuno" pensò Bill.
< Ti piace? > chiese Tom curioso.
Bill divenne viola e con un sussurro disse < Sì
> prese fiato <
Stavamo per baciarci, ma si è ricordata di te > disse
scocciato.
< Oh, mi dispiace se si è tirata indietro, ma sapeva
già chi è il più
esperto dei due Kaulitz > disse con un sorriso smagliante.
< Già... credo che tu debba riposare, buona notte
>
Tom si girò nell'altro fianco e dopo qualche minuto russava
già.
La mano di Bill era rimasta vuota e lui aveva capito che non si sarebbe
riempita mai più.
Con passo lento si diresse verso la porta, la testa scoppiava di
pensieri
negativi.
Avete mai letto "Il Giardino segreto"? Il secondo capitolo si
intitola "Mary, Mary pensieri neri". In questo caso è "Bill,
Bill pensieri neri".
Uscì e gli chiesi come fosse andata.
< Ho solo voglia di piangere > rispose.
< Perchè? > Gli chiesi allarmata.
< Lo specchio si è rotto >
< Mi dispiace Bill, cosa è successo? >
< Dimmelo tu! Che cazzo ci fai qui, se stai con lui? Volevi
dimostrarmi che
dimenticare è facile? > disse arrabbiato Bill.
< Come prego? Io non sono mai stata con Tom! Te lo giuro, fidati
di me! Ho
percorso mari e monti per te! > risposi con le lacrime agli
occhi.
< Certo, certo > disse con arroganza.
< Ok Bill, non so cosa ti stia succedendo, ma non mi ritengo
così cretina da
andare da una persona che cerco da tempo per rovinargli la vita! E se
stessi
con Tom, perchè ho sempre dormito con Sunny? >
< E chi sarebbe questo? > sbarrò gli
occhi.
< L'orsacchiotto che mi hai regalato un mese fa > gli
occhi bruciavano.
Si portò una mano alla bocca, si morse il labbro e si prese
la testa fra le
mani. < Scusa >
< Non ti preoccupare, lo so che ci tenevi >
< Tom non è più Tom, mi sento che
succederà qualcosa di brutto > disse
Bill.
< No, ci sono io qui con te... Non è necessario che
tu stia sempre con gli
altri... > misi il broncio.
< Non ti dò torto, su forza oggi è tutto
per noi >
< Ora sì che si ragiona > risposi.
Per tutto il pomeriggio chiaccherammo e scherzammo insieme.
Gli restituii anche sua moglie Mrs. La Piastra.
Quando la vide saltò come un bambino davanti ai giocattoli e
si stirò i capelli
per una o due ore.
Alla sera mi fece sentire qualche canzone dal vivo suonata al piano e
accompagnata dalla Gibson a freccia di Tom.
Bill non voleva prendersela con il fratello, perlomeno non in quel
momento, ma
coglieva ogni occasione per prendermi la mano.
Verso mezzanotte, Tom se ne andò nella sua stanza, con il PC
portatile di un
vampiro e alcuni DVD.
Io e Bill restammo soli a guardare il cielo da una finestrella in
camera sua.
Centinaia di stelle brillavano nel cielo, ma la più bella
era vicino a me.
Dopo aver sentito per la millesima volta la parte in cui chiudevo LaFee
nello
sgabuzzino a casa sua, e dopo aver riso come un matto per tre quarti
d'ora si
fece serio.
< Ascoltami bene. Ti devo ringraziare per tutto quello che hai
fatto per me,
per avermi cercato, per avermi portato mio fratello, per essere qui con
me
stasera >
< Mmm... il conto è di 100 milioni di euro in
contanti > dissi seria.
< Scheiße!!! > urlò.
< Stavo scherzando >.
< Tanto non ti avrei nemmeno pagata! > rispose.
< Ora però voglio essere seria anch’io:
Bill ho fatto tutto questo con
piacere, l'avrei fatto in ogni caso >.
Sorrise mimando commozione.
< Scusami, ma sono stanca è da due giorni che non
dormo > sbadigliai.
Annuì e mi accompagnò a letto.
< E tu? > chiesi.
< Dormo nella bara che ho nell'armadio > disse
indicandolo.
< Si certo! >
< Se non è un disturbo, potrei dormire nel mio letto,
solo dormire ovviamente
> disse.
< Era ovvio... Beh certo che puoi venire, a tuo rischio e
pericolo perchè
parlo nel sonno > ribattei.
< E io russo, quindi > disse a mo' di sfida.
Annuii e gli feci posto tra le coperte.
In Estonia faceva un freddo notevole, avevamo il piumone ad agosto!
Il moro si sdraiò accanto a me, eravamo faccia a faccia.
< B-buona n-notte Bill > balbettai.
<‘Notte Anna > rispose arrossendo.
Dopo qualche ora, il vampiro era già nel mondo dei sogni,
mentre io fissavo il
soffitto, troppo tesa per dormire.
Improvvisamente mi cinse i fianchi e disse con un filo di voce <
Vuoi
dormire sì o no? > sorridendo.
Feci di si con la testa e senza vedere altra soluzione appoggiai al
capo al suo
petto.
Mi diede un rapido bacio nei capelli e disse < A domani >.
Ma era troppo tardi, perchè ero già nel mondo dei
sogni, popolato da lui.
-------------------------------------------------------------------------------------------------
RINGRAZIAMENTI:
_TomSimo_:
Grazie per recensirmi sempre, per avermi messo tra i preferiti e per
gli auguri di buon onomastico!
fabiolita:
Grazie per avermi messo tra gli autori preferiti e grazie anche per le
recensioni!
Colinde:
Grazie per avermi messa tra i preferiti e per recensire sempre dato che
stanno sparendo tutti i lettori a parte te e _TomSimo_ ^^"
Ci vediamo al prossimo
capitolo! Baci.
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15: LE FACCE DELL'AMORE ***
Chapter 15
Capitolo
15: LE FACCE DELL'AMORE.
Procedeva tutto nel migliore dei modi: Bill e Tom avevano
apparentemente fatto
pace, anche se il moro era sempre sulla difensiva.
Si raccontavano le ultime novità sulla musica e Bill aveva
composto alcune
canzoni, che cantò a Tom.
Purtroppo sembrava che l'entusiasmo dai suoi occhi se ne stesse
andando, per
lasciare posto alla tristezza.
Lo sguardo era perso nei suoi pensieri, a volte scuoteva la testa,
sorrideva o
sospirava.
Questo confermava che non era lì con la mente ma solo con il
corpo.
I gemelli erano molto diversi,potrebbe sembrare un
controsenso, ma
osservandoli da vicino tutti i giorni, avevano un carattere e una
personalità
differenti.
Un giorno perplessa dalle continue smorfie di Bill, mi avvicinai e gli
dissi
< C'è qualcosa che non va? >
Negò, ma si intuiva che non era vero.
Non parlò per qualche ora, ascoltando le chiacchere degli
altri vampiri e
evitando qualsiasi entrata nella discussione.
< Posso parlarti? > mi chiese.
< Ma certo > risposi.
< Stasera, andiamo via da qui per favore, mi sento soffocato
>.
Accettai immediatamente e dopo la consueta cena vegetariana per me e al
sangue
per lui ci incamminammo.
Il viso di Bill era pallido, più di quanto non fosse
già, e gli occhi erano
contornati da uno spesso strato di matita e eyeliner neri, per coprire
le
occhiaie.
Era stato strano negli ultimi tempi: non sorrideva più, era
silenzioso e
lunatico.
Camminammo per qualche kilometro, prima di raggiungere un piccolo
laghetto
naturale circondato dalla vegetazione.
Il posto era stupendo e la luna si rifletteva sull'acqua limpida: era
più
accecante di qualsiasi altra luce.
Bill e io ci sedemmo su un tronco alle rive del laghetto e per un po'
restai
meravigliata a guardare il paesaggio.
< Ti piace? > mi chiese.
Affermai e gli chiesi a mia volta < Come hai scoperto questo
posto? >
< Sai, alla notte abbiamo due alternative noi vampiri: o
cacciamo o
girovaghiamo facendo finta di andare a caccia > sorrise <
io ho scelto la
seconda >.
< Di cosa mi dovevi parlare? > dissi.
< Beh, come ben sai ho dei dubbi su Tom. Sul suo comportamento.
Secondo me è
cambiato, ma c'è una cosa che non ricordo, della notte in
cui mi sono
trasformato e che Tomi mi ha sbattuto fuori di casa; è
tuttto molto vago, però
sono sicuro di aver visto una cosa che non dovevo vedere >
deglutì e
proseguì < Mi pare che ci fosse mio fratello con
qualcosa in mano e che
abbia detto qualcosa a proposito del fatto che sarebbe stata l'ultima
volta,
che non dovevo dirlo a nessuno... Quindi il punto è: hai
notato niente di strano
a casa nostra? > mi chiese speranzoso.
Cercai di rimuginare se nell' attico immacolato ci fosse
qualcosa di
sospetto, ma avevo un buco nero nella mente.
< No mi dispiace. Era tutto perfetto e lindo > risposi.
< Fa niente > rispose abbattuto. < Un giorno mi
ricorderò qualcosa
> e iniziò a pensare.
Volevo trovare un modo per farlo tranquillizzare da quei pensieri.
Peccato che per ogni argomento che pensassi ci fosse un collegamento
con Tom.
Poi ad un certo punto Bill riprese la parola e disse <
Veramente... Questa
non è l'unica cosa che devo dirti >.
Rimasi stupita da quell'affermazione, ma tacqui e ascoltai.
< Uff, non so proprio come dirtelo > sorrise e
posò lo sguardo su un
fiordo lontano.
< Su Kaulitz, una star come lei che cantava davanti a migliaia
di persone ha
paura di parlare con me? > dissi scherzosamente.
Putroppo il vampiro non la vide così, i suoi occhi si
scurirono e l'espressione
si fece più triste.
< Scusami, ho il tatto di due elefanti uno sopra l'altro
> dissi.
Abbozzò una risata e mi fissò < Sicura che
gli elefanti siano così dolci e
carini? >
Arrossii e abbassai lo sguardo.
< Io ho sempre vissuto con il terrore di non innamorarmi mai
> disse con
voce piatta < perchè ero spaventato dal pensiero che
se ci fosse stata una
ragazza al mio fianco sarebbe stata con me solo perchè amava
il mio personaggio
e non me > scosse la testa e riprese < tu invece sei
stata l'unica che ha
attraversato mari e monti letteralmente per me > posò
lo sguardo sul
riflesso della luna sul laghetto < ma tu non sapevi che io ero
Bill Kaulitz,
per questo è nato tutto dal tuo cuore... non so se mi
spiego. Quando ti ho
vista qui, ho capito che tu non sei venuta qui per il cantante dei
Tokio Hotel,
nonostante tu sapessi tutta la verità, ma sei venuta qui per
me >.
Il cuore rimbombava dentro di me, avevo così tanti pensieri
per la testa che
nessuno aveva un senso.
Vedevo soltanto lui e sentivo soltanto la sua mano nella mia, fredda e
marmorea
ma allo stesso tempo calorosa e fragile.
Dopo qualche secondo interminabile respirò e disse <
Per tutto ciò, non
posso più negare a me stesso quello che provo >.
I suoi occhi nocciola erano semi-chiusi illuminati da una luce che non
gli
vedevo da tempo.
Ad ogni parola si avvicinava sempre di più, e quando fu a
pochi centimetri da
me, con il palmo della mano mi accarezzò una gota.
Mi fissò, le sue labbra erano vicinissime alle mie e con un
sussurro disse <
Ti amo >.
Rimasi sconcertata ma non mi volevo tirare indietro perchè
lo amavo anche io.
Non ci fu tempo di rispondere, perchè le nostre labbra si
possedevano già.
Le sue labbra fredde a contatto con le mie calde furono una sensazione
indescrivibile.
Mi prese la testa con una mano, mentre con l'altro braccio mi strinse a
se, io
gli gettai le braccia al collo.
Le nostre bocche si muovevano contemporaneamente in una dolce danza
d'amore.
Avevo le mani dentro ai suoi capelli da porcospino e lo attiravo a me
sempre
più forte cosicchè non si staccasse mai.
Poi sentii qualcosa di gelido: il suo piercing mi massaggiava
delicatamente la
lingua.
Un brivido mi percosse e sussultai un momento, Bill delicatamente
sfiorò il mio
mento e allontanandosi lentamente mise fine al primo bacio
più bello della mia
vita.
Le nostre labbra erano ancora a contatto ma riuscii a mormorare
< anche io
>.
Il moro sorrise e richiuse gli occhi, appoggiò la testa
sulla mia e mi
abbracciò.
< Finalmente sono felice > sospirò con un
timbro gioioso.
< Ho raggiunto il mio obiettivo > risposi.
Intanto
nella sede dei vampiri...
Due
vampiri discutevano animatamente in una stanza.
< Perchè?! Perchè è venuta
qui?! > urlò una voce femminile.
< Calmati! Non lo so cos'abbiamo sbagliato... > rispose
una voce
maschile.
< Cosa hai sbagliato vorrai dire! Se
avessimo fatto come avevo detto
io ora non ci sarebbe nessuna complicazione. >
ribattè la donna.
< Ah certo, uccidere Anna di punto in bianco sarebbe stato
meglio vero? Bill
non ti avrebbe mai chiesto perchè! > disse con voce
piatta l'uomo.
< Se l'avessimo uccisa il giorno della festa, avremmo avuto la
scusa di dire
che era stato qualcun altro, tipo Nero, così avrebbe avuto
uno scocciatore in
meno >.
< Mmm, non penso che ci avrebbe mai creduto > rispose
acida la voce
maschile.
< Ora Bill sarebbe tutto mio! > mugugnò la
donna.
< L'unica cosa che ci resta da fare è adottare il
piano B >
< Cioè? > chiese curiosa la femmina.
< Adesso abbiamo a disposizione Tom. Ho delle notizie molto
succose sul suo
conto, una dipendenza che se messa alle strette darà buoni
frutti. Basterà
proporgli uno scambio equo e cadrà ai nostri piedi >
rise sommesso.
< E cosa dovremmo proporgli?> chiese la donna con un
sorriso ammiccante.
< Di convincere Bill ad uccidere Anna > rispose.
< Tu sei fuori di testa! Non accetterà mai! Fai
proprio dei piani del cazzo,
scusami se te lo dico! > disse aspramente la voce femminile.
Il vampiro maschio scosse il capo e disse: < Sorellina... Tra
qualche giorno
convocherò Tom e scoprirai che Bill, anche se
bisognerà usare metodi forti,
accetterà: perchè per lui fare musica
è la cosa più importante >
< Uffa! Non capisco > sbuffò la femmina.
< Bill non può fare nulla, dato che non è
un mortale e soffre il sole.
L'unico modo per tornare a cantare sarebbe riprendere le sembianze
umane, no?
>
Lei annuì e il vampiro continuò < Per
questo basterà inventare una semplice
balla: la morte di quella guastafeste in cambio del ritorno di Bill
alla vita
normale> disse l'uomo.
< è la verità? > chiese.
< No, ma lui non lo sa >.
< E quando lo scoprirà? >
< Smettila di fare domande, tra qualche giorno scoprirai tutto.
Dobbiamo
parlare il meno possibile. Non si è mai al sicuro >
sentenziò l'uomo.
La donna fece un cenno con il capo come per scusarsi, poi tutti e due
scomparvero nell'ombra della notte.
----------------------------------------------------------------------------------------
Salve ragazze, adesso un po' di ringraziamenti!^^
Colinde: Io non credo che tu sia una deficiente, lo so. XD no dai
scherzo, comunque sono felice che ti sia piaciuto il capitolo e anch'io
se fossi stata l'Anna della fan fict avrei perso i sensi come minimo un
miliardo di volte. Divertiti insieme alle zecche e ai cinghiali , ma
torna presto!!!
_TomSimo_: Oddio, sei sempre la prima a recensire! Cosa posso dire se
non: grazie un miliardo? Quindi grazie un miliardo! Sono felice che ti
piaccia e che mi consideri brava a scrivere! Baci!
selina89: non ti preoccupare, sei perdonata :). Grazie per la
recensione e per tutti i complimenti, spero che continuerai a seguirmi!
Bene ragazze, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ci vediamo al
prossimo! Bacioni!
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Capitolo 16 *** Capitolo 16: IL BACIO DI GIUDA ***
Chapter 16
Capitolo 16: IL
BACIO DI GIUDA
Era il 28 agosto e un forte vento sibilava tra le inferriate delle
finestre.
Le porte cigolavano in ogni momento e le nuvole grigie alte nel cielo
non
annunciavano niente di buono.
Tutto questo si adattava perfettamente a quel giorno: il giorno X.
Karl stava fumando lentamente una sigaretta, seduto su una sedia con i
piedi
appoggiati alla sua scrivania, mentre Susie era appoggiata al muro e
batteva
con i piedi con fare nervoso.
Si udivano soltanto i tuoni in lontananza e i respiri aritmici dei due
vampiri.
Quando la porta si spalancò il vampiro si mise a sedere e
con un cenno disse
alla persona affacciata di andare.
Il tempo stava per scadere, di lì a poco avrebbero tentato
il tutto per tutto
con Tom Kaulitz.
Karl aprì un cassetto e ne estrasse una scatoletta di legno,
la merce di
scambio.
Susie, invece cominciò a camminare avanti e indietro per la
stanza.
< Ti prego smettila, fallo per i miei nervi > disse
scocciato Karl.
La vampira si fermò, sbuffò e si mise a sedere
sul bracciolo della sedia del
fratello.
< Andrà tutto bene > disse lui e diede un
rapido bacio alla sorella.
Poco dopo la porta si aprì. Al suo interno c'era Tom con
grandi occhiaie
violacee.
< Che cazzo volete? Sono solo le 6 di mattina! >
urlò arrabbiato.
< Signor Kaulitz, la prego si sieda, dobbiamo discutere di una
cosa molto
seria > disse Karl molto educato.
Il biondo fece pochi passi e si accomodò sulla poltrona
più vicina, mentre la
porta sbatteva dietro di lui.
< Piacere, io sono Karl > disse.
< Ed io sono Susie, sua sorella > gli fece eco la donna.
< Quale onore, beh fate in fretta a parlare > disse
spazientito Tom.
< La prego di non essere così sgarbato... comunque
lei è qui per un motivo
ben preciso > tuonò Karl.
Tom girò un poco gli occhi e fece cenno ai vampiri
di proseguire.
< Vede, abbiamo riscontrato alcuni problemi di percorso, se
così si possono
chiamare > iniziò Susie.
Il vampiro la zittì con un indice e proseguì
< In parole molto povere è la
verità, e per questo abbiamo bisogno che lei li elimini
>.
< Spiegatevi vampiri > Tom
pronunciò quella parola con disgusto.
< Quando lei ha cacciato da casa brutalmente Bill, noi l'abbiamo
protetto e
curato, e l'abbiamo fatto entrare nella nostra confraternita di vampiri
>
disse Karl.
Per un momento Tom fissò torvo Karl e fece per andarsene, ma
Susie lo bloccò.
< Non le sto facendo una critica, per carità!
Comunque nel tempo Susie ha
iniziato a provare qualcosa per Bill che è
più che amicizia, diciamo
amore >.
La giovane donna arrossì e distolse lo sguardo dal biondo,
che invece la fissò.
< E dimmi, che ci posso fare io? > chiese il Kaulitz.
< Non ho ancora finito! Il problema è che quando
tutto sembrava andar bene
ecco che arriva Anna a rovinare tutto > disse Karl con un tono
di voce di
rimprovero.
< Senti bello, Anna è la cosa migliore che sia
capitata a Bill! Ora è
felice! > urlò il ragazzo.
I vampiri fecero una smorfia < Non sarà mai felice
con una mortale >
rispose Karl e scosse la testa < è lei il nostro
problema >.
< Ripeto: ed io cosa posso fare? > disse seccato il
biondo.
< Ucciderla > disse Susie.
< Ma voi siete pazzi! Addio! > sentenziò Tom,
andando verso la porta.
< Sicuro che non vuole sapere la ricompensa? > chiese
malizioso il
vampiro.
Tom si bloccò di scatto "No Tom che non la vuoi
sapere, no no e
no!!!" pensò.
Però il suo corpo non obbedì: si diresse a passo
fermo verso la scrivania e
sporse la testa verso Karl, appoggiando le mani al legno. <
Sentiamo >
sussurrò.
< Sapevo che sarebbe stato ragionevole! Ma prima il nostro piano
>
rispose Karl.
Tom annuì e rimase fermo.
< Allora piccola premessa: ho delle notizie molto succose sul
suo conto che
potrebbero scatenare chissà quale tragedia mediatica se
diffuse sul web: ho
anche le prove > disse con voce piatta il vampiro.
Il biondo cercò di dire qualcosa ma non gli uscì
niente.
< Sa, ho valutato l'ipotesi che un giorno lei ci sarebbe tornato
utile e per
questo ho fatto qualche ricerca. Però il mio informatore ha
scoperto qualcosa
di scottante, caro il mio Kaulitz > proseguì Karl
fissandolo < E per
questo se ci tradisse rivelando a Bill il piano,
io diffonderò ciò che ho
scoperto su internet e consegnerò le informazioni alla
stampa > ghignò.
< BASTARDO! > urlò Tom < NON
FARO' MAI CIO' CHE MI DITE!!!!!
>.
< Lei ci perde e non io > disse sventolando un floppy
< Questo è la
sua rovina >.
Il biondo fissò a lungo il piccolo quadrato nero, e concluse
amaramente che
anche se avesse dovuto perdere l'amore del gemello per sempre, avrebbe
tenuto
la fama.
Quindi tornò al suo posto e chiese < Almeno mi dica
cosa c'è di tanto
pericoloso >.
< Mmm... le cito qualche nome: Berlino, club "Arena" 12/04/2007
Foto di Tom Kaulitz alle prese con tre belle conigliette e un bel po'
di
ecstasy, Parigi 5/07/2007 Foto di Tom in un vicolo che compra
varie pasticche.
Vogliamo continuare? Berlino 8/08/2007 Foto di Tom che sniffa
cocaina in
casa beccato dal fratello Bill, che sbatte fuori di casa. >
disse con tono
acido il vampiro.
Tom strabuzzò gli occhi e si lasciò cadere sulla
poltrona più vicina.
Immagini di party, belle donne e droga gli si accavallarono nella mente.
Ormai era finita: se Karl avesse messo quelle foto in giro l'avrebbero
arrestato.
< E vogliamo parlare delle siringhe trovate in camera sua la
settimana
scorsa? > tuonò Karl.
Quello fu il colpo finale. Tom si mise una mano sul viso e
iniziò a maledirsi
in tutte le lingue del mondo.
Non c'era modo di scagionarsi, era tutto vero. Ormai era entrato in una
strada
senza via d'uscita e non poteva fare altro che accettare.
< Ok, farò come dici, ma ti prego non dire niente a
nessuno. Sarò una tomba
riguardo al piano > sussurrò.
< Molto bene > dissero all'unisono i due vampiri
strizzandosi
l'occhiolino.
< Devi convincere Bill a uccidere Anna. > disse Susie.
< Si certo, la ucciderà subito poiché ieri
le ha dichiarato il suo amore
> disse sarcastico Tom.
Susie incassò il colpo e si mise a tacere, perdendo qualche
lacrima in un
angolo.
< Devi dire a Bill che l'unico modo per tornare normale
è uccidere la
persona più cara che si ha al mondo, che in questo caso
è Anna. Convincilo che
se lei morirà lui tornerà a cantare come prima
> disse Karl.
< Scusa deficiente. Ma se io ho detto che era morto, abbiamo
fatto pure i
funerali! Mica la gente è imbecille! > disse Tom con
un tono di ovvietà.
< Vedi Signor Sotuttoio il fatto è che Bill non
tornerà mai normale, quindi
il problema non si presenterà > urlò Karl.
< Comunque dato che durante il
giorno non costruisco castelli di carta, ho preparato due carte
d’identità
false: gli dirai che avrete due nuove identità a patto di
cambiare il vostro
look. Accetterà vedrai >.
< è da quasi 19 anni che Bill mi rompe le palle con
la storia del vero amore
e ora che l'ha trovato, la uccide? Ovvio, è un cretino
secondo voi > ringhiò
Tom.
< Senti: per Bill la cosa più importante è
fare musica! Accetterà anche se
dopo molte percosse. > disse Karl.
< Ma perchè non la uccidete voi? Povero cucciolo!
> disse con pena Tom.
< Lo scopo del piano è che Bill si innamori di Susie,
quindi deve essere
triste per qualcosa in modo che lei lo consoli no? > rispose il
vampiro.
< E se la uccidessimo noi, Bill ci odierebbe. In questo caso
odierà solo te
>.
< Fanculo! > disse spazientito il ragazzo.
Però una vocina dentro di lui gli urlava di accettare subito
e di vedere la
ricompensa e che alla fine di questa vicenda sarebbero stati tutti
felici: lui,
Bill, Karl e Susie.
Purtroppo si convinse anche lui di questo, assetato di quello che aveva
anteposto ad ogni altra cosa: la droga.
< Se non dovesse accettare, basterà dirgli la frase
magica: "Anna è
d'accordo perchè ti vuole felice" > rise
istericamente Susie.
Tom pronunciò il monosillabo che avrebbe creato una
catastrofe più grande di
quanto lui avesse mai potuto pensare < Ok >.
< Ottimo > tagliò corto Karl < fai in
fretta >.
< Ora però voglio la mia parte > disse con un
sorriso Tom.
< Ebbene ecco la tua ricompensa > disse Karl, estraendo
un sacchetto
trasparente pieno di polverina bianca dalla scatolina di legno <
Questo è un
anticipo, il resto a missione compiuta >.
A Tom brillarono gli occhi: un sacchetto pieno di droga soltanto per
lui.
Il suo sogno ora era tra le sue mani, era in astinenza da qualche
giorno e
stava diventando pazzo.
Anzi, lo era già diventato dopo aver accettato quella
proposta.
Guardò Karl negli occhi e disse < Grazie, sono a tua
disposizione >.
Il vampiro lo congedò con un cenno del capo e il biondo se
ne andò verso le sue
stanze.
< Te l'avevo detto > disse gioioso Karl alla sorella.
< Ti adoro > ripose.
< Ed ora per favore PRENDETELI! > urlò Karl.
Susie lo guardò con disappunto. Dalla porta apparvero due
vampiri bellissimi:
alti, biondi occhi rossi, che stringevano due figure longilinee per le
spalle.
< Io non sono un cretino > disse Karl ad una delle due
figure.
Lui per risposta gli sputò in un occhio.
< Beh se è cosi, cari i miei eroi... Etan, Mark
sbattete questi due
traditori nelle prigioni sotterranee > tuonò il
vampiro.
Così si concludeva la mattinata dei perfidi Karl e Susie,
disposti a tutto per
"amore".
Intanto Tom camminava felice per i corridoi, quando si fermò
ad osservare la
stanza comune.
Bill e Anna erano abbracciati sul divanetto a ridere e chiacchierare
tra baci e
carezze.
A Tom venne un colpo al cuore, ossevò il sacchetto di nailon
tra le sue grandi
mani e lo baciò: il bacio di Giuda
--------------------------
Tutto
ciò che ho scritto riguardo a Tom è assolutamente
falso
e con questo capitolo ovviamente non voglio offendere in alcun modo Tom
Kaulitz.
Anche perchè credo che Tom non accetterebbe mai di far
soffrire Bill in un modo così grande.
Comunque piccola nota dell'autrice:
Ed ecco svelati i vampiri cattivi: Karl e Susie. Purtoppo hanno
convinto Tom a convincere Bill ad uccidere Anna, ma secondo voi il moro
accetterà? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!!
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito, che mi hanno messo nei preferiti e che leggono semplicemente! Questa
storia non piace più? Spero di no, per favore recensitemi! ^^
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Capitolo 17 *** Capitolo 17: PSICOLOGIA E PERSUASIONE ***
Chapter 17
Capitolo
17: PSICOLOGIA E PERSUASIONE.
Finalmente il maltempo era del tutto sparito e il cielo sereno
costellava le
nostro giornate.
Eravamo tutti felici: Tom, Bill e io; purtoppo ero da sempre una
pessimista e
avevo paura che quel quadretto si sarebbe distrutto da un momento
all'altro.
Il biondo cercava in ogni modo di allontanarmi dal suo gemello ed era
molto
nervoso. In più avevo notato alcuni buchi nelle sue braccia,
all'altezza del
gomito mentre suonava.
Poi ebbi un flash back: l'articolo di giornale che parlava dei
due gemelli
con la droga. Che Tom si drogasse?.
No era impossibile, anche se tutti i giorni scompariva per qualche
ora.Una mano
esile davanti alla mia faccia mi distrasse dai miei pensieri.
< Ehi, ci sei? > disse Bill dolcemente.
< Ehm... sì, certo! > dissi sorridendogli.
< Allora che ne pensi? > mi chiese Tom tutto sudato dopo
aver suonato per
un'ora, dato che Bill lo fermava ogni 5 secondi.
Sospirai muovendo la testa cercando le parole giuste <
Fantastica! >.
Tom accennò un sorriso e chiuse gli occhi in segno di
comprensione, mentre Bill
ingenuo com'era mi fissò e disse < Bene, grazie
>.
< Scusate ragazzi, devo andare un momento a fare una
commissione! >
dissi.
< Va bene, amore > rispose.
Il mio cuore perse un battito, stava parlando proprio con me o avevo
una delle
gemelle Olsen alle mie spalle?.
No stava parlando con la sottoscritta e a quel piensiero mi temarono le
gambe.
Imbarazzata salutai con un cenno i ragazzi e me ne andai.
< Cavoli, è troppo timida > disse Tom.
< Si è vero, ma mi piace proprio perchè
arrossisce per ogni cosa >
rispose Bill, bevendo un po' di Red-Bull.
A quelle parole Tom si ricordò del suo incarico e a
malavoglia iniziò a parlare
di quello con Bill.
< Allora... oggi hai cantato alla grande! > disse.
Bill annuì compiaciuto sorseggiando un altro po' della
bibita.
< Ti piacerebbe tornare a cantare? >
Il moro tossì, dato che si stava quasi per soffocare.
< Si certo, cantiamo
solo di notte, altrimenti il vocalist diventa cenere >
sbuffò Bill.
< Ne sei sicuro? > chiese ingenuamente il biondo.
< Tomi, sono un vampiro e potrei fare fuori
tutte le fans in un colpo
> rispose con disapprovazione.
< Almeno diranno che hanno avuto le tue labbra su di loro...
anzi lo faranno
scrivere sulla lapide > trattenne un sorriso.
< Sai che non sto ridendo? Rinfacciarmi ogni volta che uccido la
gente non è
piacevole > disse fulminando il gemello.
A quelle parole Tom si avvicinò e abbracciò Bill
e sussurrò < Scusami >.
Il moro strinse il suo abbraccio e per poco non iniziò a
piangere, da quanto
gli mancava.
< Cucciolo, lo sai che abbiamo bisogno della nostra musica vero?
> iniziò
Tom.
Bill fece cenno di sì ed egli proseguì <
delle nostre fans, delle loro
urla... >.
< Mi mancano anche Gusty e ... l'hobbit! Pensa a come sono
ridotto >
disse singhiozzando il moro.
Il biondo sorrise e gli disse < Bill, lo so e per questo ho una
proposta
> rispose.
< No Tomi, non c'è più nulla da fare, e
poi mica i morti resuscitano! >
disse amaramente Bill.
"Cazzo, abbiamo gli stessi pensieri"
riflettè Tom.
< Vedi, io so un modo per farti tornare normale > disse
Tom felice al
fratello.
Il vampiro sgranò gli occhi e si sedette di fronte a lui con
curiosità.
< Ecco, vedi Bill... >.
< Scusa, una domanda: perchè sei così
dolce? > chiese Bill.
"Beh fratellino, ovviamente perchè per convincerti
ad uccidere quella
biondina, mi hanno dato un bel po' di droga e se non ti ricordi l'8
agosto del
2007 mi hai scoperto mentre ne facevo uso" pensò
Tom.
< Sono o non sono il tuo gemello? > disse Tom.
Bill sulla difensiva si alzò e con cattiveria disse <
Tu, sei strano! Ora mi
devi dire cosa c'è! >.
< Oh mamma mia, Bibi... io trovo un modo per salvarti e tu non
ti fidi >
disse il biondo rimproverandolo.
< Esatto > rispose il moro. < Allora dimmi cosa
devo fare > chiese
in tono di sfida
< Devi... devi... mordere la persona che ti è
più cara al mondo > rispose
con un sussurro.
< Cosa, ma sei scemo? Vuoi davvero che ti uccida? >
chiese con un ghigno
il moro.
< Ne sarei lusingato, se fosse vero...ma lo sai che è
Anna la persona più
importante per te in questo momento > ribattè Tom.
Seguì un silenzio interminabile.
Il vampiro aprì bocca più volte, dando solo aria
ai polmoni senza trovare
niente da dire.
< Quindi dovrei ucciderla? > disse retoricamente Bill.
< Sì Bibi >
< NON MI CHIAMARE BIBI, BASTARDO!! Tu sei fuori! Mi stai
chiedendo di
uccidere la persona che amo? > urlò istericamente il
moro.
Tom spinse il fratello su una sedia e iniziò a girargli
attorno.
Dopo un po' iniziò a parlare con un sorriso maniacale
< Svuota la mente e
pensa un momento a ciò che sto per dirti >
Bill non diede nessuna risposta quindi il biondo continuò
< Pensa alla tua
musica, alla cosa che amavi e che ami fuori ogni limite > .
Il vampiro chiuse gli occhi è annuì lievemente.
< E ora pensa a come potresti riaverla di nuovo dentro alla tua
vita >
disse Tom.
< E con questo? Io la a-m-o capisci? No, ovvio che non capisci
> disse
Bill a se stesso.
< La ami più della tua musica? > chiese il
biondo repentinamente.
< No > rispose fulmineo Bill < c-cioè
sì > si corresse.
< Eh no, la prima è quella che vale >
cantilenò il fratello. < Pensa
Bill, a come sarebbe ricominciare tutto di nuovo: nuova vita >
disse ad un
orecchio del moro.
< Nuovo look > sussurrò all'altro orecchio.
< La musica, la sclata al
successo, i premi, nuove fans... > disse Tom
altalenando da un
orecchio all'altro.
Il moro assunse un sorriso compiaciuto, che però
cancellò subito dal volto.
< Ma soprattutto, di nuovo noi due: i gemelli Kaulitz, la coppia
del
successo > sorrise il biondo soddisfatto.
< Tom, io non la ucciderò capito? Io la amo
più di qualsiasi cosa!! >
ribattè il vampiro avvicinandosi al viso di Tom.
< No caro, non la ami più della musica... Non la ami
"al completo"
> disse facendo le virgolette. < lei non è il
tuo vero amore se amì di
più la tua musica >.
< Tom, che cazzo spari? Lo amata dal primo minuto in cui l'ho
vista, è o non
è vero amore secondo te? >
< No, piccolo. Si chiama solitudine. Eri solo e credevi di
amarla, ma tu sei
giovane e non la ami veramente >.
Bill guardò torvo il fratello e cercò di dargli
un pugno, ma Tom lo fermò.
< Vuoi davvero rinunciare a quello che ti ho detto e al tuo vero
amore, per
lei? Stai abbandonando quello che predichi da una vita...>
< Io... Tom... non puoi farmi questo > mugugnò
Bill.
< Un piccolo prezzo per una grande cosa > disse con tono
fermo il
fratello.
< Io voglio calcare i palchi di tutto il mondo, cantare a
squarciagola con
le mie fans, fare tantissimi dischi... > disse Bill con gli
occhi brillanti.
< E allora? Una soluzione c'è. Sei sicuro di voler
rinunciare? > chiese
dolcemente Tom.
Bill sospirò e disse un lieve < No >.
< Vedi cucciolo? è facile! Devi solo morderla e
tornerai ad essere la stella
di sempre! > disse Tom saltellando da una parte all'altra.
< Va bene, ma dopo il nostro compleanno è dopodomani
> rispose Bill.
< Quando vuoi. Lo vedi che non la ami? Farai del bene a te
stesso e a lei
> disse Tom.
< Bene a lei no di certo > disse il vampiro scuotendo la
testa.
< Non ti ho detto che è d'accordo? Ne abbiamo parlato
insieme ieri e lei
vuole solo la tua felcità >
Il moro spalancò gli occhi e fissò il fratello
< Tu menti >.
< Te lo giuro > rispose il biondo incrociando le dita
dietro la schiena.
< Mi fido di te > disse Bill inchodandolo con i suoi
occhi nocciola.
Tom distolse lo sguardo e sorrise.
Restarono per un po' senza dire niente.
Tom era molto soddisfatto del lavoro compiuto e lasciò Bill
da solo per andarlo
a riferire ai vampiri.
< Karl, Susie missione compiuta! > disse gioioso.
La vampira gli saltò al collo ringraziandolo.
disse Karl e gli porse un sacchetto
ancora più grande
pieno di droga.
Tom lo prese e se ne andò..
Intanto nella sala del piano ero ritornata dalla mia commissione.
< Ho fatto tutto amore > dissi a Bill con un sorriso.
Fece un cenno appena, aveva tutto il trucco sbavato e gli occhi rossi.
< Cosa c'è? > chiesi allarmata.
< Niente piccola, mi si è sbavato il trucco sudando
> rispose teneramente.
Mi abbracciò, e disse < Dopodomani è il
nostro compleanno, cosa vuoi fare?
>.
< Caspita, devo tornare a casa il 2! > risposi.
< Beh allora ci faremo un viaggetto io e te domani dopo
mezzanotte e poi
ripartiremo per Rovigo > ribattè con un sorriso a 32
canini.
< Fantastico! > dissi entusiasta.
< Ora potresti ascoltare per davvero la canzone di prima? Te la
suono al
piano. > chiese.
< Si certo, sono tutta per te > risposi.
Il pomeriggio trascorse tranquillamente.
Anche se alle mie spalle stava crescendo un intrigo più
grande di me.
Intanto
nelle segrete del
palazzo...
< Date un po' di pane e acqua a questi poveri succhiasangue
> ghignò
Karl.
< Figlio di... > urlò un prigioniero.
< è troppo tardi ormai, Bill ha accettato >
rispose Karl.
< Balle! > urlò l'altro prigioniero <
Non è scemo e verrà a trovarci!
>.
< Continuate a sperare, poveri... > ribattè il
vampiro andandosene.
I due prigionieri iniziarono a confabulare.
< Come può aver accettato? > chiese uno.
< Non lo so, ma secondo me Bill ha un piano > rispose
l'altro.
< Speriamo, altrimenti avremo sul groppone la vita di
un'innocente >.
< No, vedrai. Lui la ama veramente, non lo farà
> ribattè l'altro.
Con un sospiro i due si accoccolarono nella paglia dentro alla cella e
iniziarono a pregare che Bill non si rovinasse la vita.
---------------------------------------------------------------------------------
Hallo!
Eccomi i nuovo a rompere con queste 2 righe alla fine del capitolo!!
Bene ragazze, siamo arrivati quasi al punto conclusivo della storia,
anche se non so nemmeno io come farla finire :-). Spero che vi sia
piaciuto questo capitolo e spero che recensiate in tanti. Ringrazio chi
ha recensito e anche chi ha letto semplicemente! Ci vediamo al prossimo
capitolo! Tchuss!
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Capitolo 18 *** Capitolo 18: L'INIZIO DELLA FINE ***
Chapter 18
Salve
ragazze! Mi scuso già da
ora per questo capitolo che è un obbrobrio, perdonatemi per
favore ma
l'ispirazione va e viene ç_ç! Ringraziamenti e
Note della sottoscritta alla
fine! Buona lettura!
Capitolo
18: L'INIZIO DELLA FINE
Nella cella c'era freddo molto freddo e buio troppo buio, ma per i
vampiri
questo andava bene.
I topi scorazzavano felici di qua e di là, sotto lo
sguardo disperato dei
due prigionieri affamati.
L'unica cosa che si poteva sentire erano i loro squittii,
perchè i due vampiri
erano agli sgoccioli.
Si stringevano forti l'uno nell'altro per farsi forza, per credere che
ci fosse
ancora qualche speranza, no, non per loro, ma per quello per cui
avevano
lottato duramente.
Non poteva finire così, o forse sì? L'amore
poteva essere così fragile? I piani
spietati di due vampiri potevano essere così efficaci? Forse.
Le ore trascorrevano lentamente e ogni tanto Karl andava lì
per dimostrare che
ce l'aveva fatta, che lui era superiore.
In tutta risposta loro gli sputavano addosso e lui, ancora
più felice, se ne
andava ridendo.
Purtroppo era anche colpa loro se si erano fatti beccare fuori dalla
stanza, ma
non avevano potuto resistere alla voglia di origliare. E avevano fatto
bene.
Volevano uccidere Anna, per fare felice Susie. Che cosa sciocca, ma per
di più
doveva essere Bill a farlo. Colui che la amava.
Ora il problema stava nel fatto che lui aveva accettato, loro non ci
volevano
credere, ma se fosse stato così, avrebbe distrutto l'amore
che i due
prigionieri avevano tentato di costruire.
Ancora mezzo addormentato uno dei due prigionieri si alzò,
si stiracchiò e
fissò inebetito la stanza.
Un paio di occhi di ghiaccio lo stavano fissando a pochi centimetri da
lui <
Ti sei svegliato >.
< Sì Pam, buongiorno > disse Nero sbadigliando.
Il ragazzo fissò a lungo la vampira: la chioma blu elettrico
era tutta
spettinata, gli occhi contornati da due spesse occhiaie e rossi di
pianto.
Lei se ne stava zitta accoccolata sul suo petto, cercando di scacciare
le
lacrime.
< Hai pianto ancora? > chiese teneramente il vampiro.
Pam si limitò ad annuire con la testa e sussurrò
< Sono stanca, voglio
uscire da qui. >.
< Lo so, me lo immagino. Non ti devi disperare però.
>
< Come no? Nero, Bill ha accettato di uccidere Anna, ti rendi
conto? Che
cosa dovrei fare i salti di gioia? Io li ho riuniti e Bill manda tutto
a
p*****e! > urlò la ragazza.
< Tu credi veramente a quello che dice quell'ipocrita di Karl?
> chiese
Nero.
< Sì, lo so che può sembrare stupido ma ci
credo: Tom è la persona che ha
più influenza su Bill di tutti noi >.
< No! Non adesso, fidati! Bill non farebbe mai una cosa del
genere! >.
< Lo pensi davvero? In fondo lui è quello che ha meno
esperienza di tutti
noi vampiri e risente molto della sua vita umana >.
Nero si mise un momento a riflettere: tutto ciò che la
vampira aveva detto, era
vero. Forse Bill aveva voglia di tornare normale, anche se non lo
sarebbe mai
tornato.
Secondo lui però qualcosa non andava, il moro non era quel
tipo di persona
attaccato alla fama e in più si vedeva lontano un miglio che
la amava, per
davvero.
< Pam, hai ragione. Però se Bill la uccidesse
davvero, cosa faresti? Non
puoi tenerci così tanto! Non sei coinvolta in prima persona
> disse il
vampiro.
< Io... ci tengo, tanto... perchè Bill ha bisogno di
lei e perchè lei ha
bisogno di Bill. Quello è un vero amore, e se ti devo dire
la verità, ci tengo
perchè vorrei che fosse così anche per me
>.
Pam s’interruppe un momento, asciugandosi le lacrime <
Dopo cento anni,
però, non ci spero più, ma è giusto
che per loro sia così >.
< E loro cos'hanno fatto per te? > chiese irato Nero.
< Mi hanno ridato la forza di sperare di trovare il vero amore e
di
continuare a cercare > rispose ferma la vampira.
< Quello lo trovi solo dentro di te >.
< Vedi, ho seguito la loro storia dal primo momento e per questo
mi hanno
fatto ricredere: ognuno è destinato a qualcuno lì
fuori > rispose Pam
singhiozzando.
< Tu non puoi fare niente per loro. Solo Bill saprà
come finirà tutto questo
>.
< NO! Io devo trovare un modo per dirgli del piano! >.
Il vampiro fece una smorfia in segno di resa e diede fiducia a Pam.
Si guardarono più volte intorno, ma vedevano soltanto muffa,
paglia e piccoli
topini, inutili per la fuga.
La chiave la portava Karl al collo e la cella era sorvegliata da Etan e
Mark.
< Nero, hai ancora un coltello negli anfibi? > chiese Pam.
Il biondo negò dicendo che gliel'avevano sequestrato prima
di sbatterlo in
galera.
Non c'era via d'uscita, tutte le uscite erano serrate, e uscire
all'aperto
sarebbe stata una condanna a morte.
Poi alla vampira venne un'idea, sebbene fosse un piano difficile da
mettere in
atto.
Nero doveva chiedere qualcosa da bere e da mangiare alle guardie, che
se ne
sarebbero andate per qualche minuto, mentre Pam scassinava la serratura.
Con cosa? Con le sue lunghissime unghie ad artiglio!.
< Avete qualcosa da mangiare e bere? > chiese con voce
roca il vampiro.
I due come previsto si allontanarono, così la vampira si
mise all'opera: fece
passare una pallida mano per le sbarre, la curvò e
cercò la serratura.
Quandò la trovò vi infilò un'unghia e
iniziò a rotearla al suo interno. Dopo
qualche secondo la porta cigolò leggermente e si
aprì.
I due vampiri si diedero il 5, e vedendo tornare le guardie si
nascosero dietro
una colonna e con un calcio li spinsero all'interno, chiudendoli a...
unghia!
La loro fuga silenziosa era iniziata, attraversavano i corridoi come
gatti,
scivolando da un muro all'altro con lo sguardo sempre attento.
Erano arrivati alla porta....
< Salve prigionieri! > disse pimpante Karl.
I due si voltarono e tentarono di aprire la porta, ma
qualcuno li fermò .
< Involontariamente, ho sentito i vostri discorsi patetici
riguardo a Bill e
ad Anna. Beh dato che voi l'avete portata qui, potevate trovare un modo
di
dirle del mio piano, ma mi sono divertito troppo a vedervi fuggire,
quindi non
vi ho fermato. Però non sono un cretino e quelli che avete
sbattuto in cella
non erano Etan e Mark, ma altri due vampiri > disse con un tono
cristallino
Karl.
Etan e Mark, li presero come fossero degli animali e li trascinarono
lungo i
corridoi del seminterrato.
Pam era visibilmente spaventata: era molto pallida e aveva iniziato a
piangere
come un fiume, ma silenziosamente < è finita >
disse.
Non aveva nemmeno la forza di mordere il braccio del vampiro che la
portava e
si era rassegnata al suo destino.
Nero invece era agitato, ma la presa ferra del vampiro lo aveva
bloccato e gli
aveva spaccato qualche costola.
Dopo qualche minuto raggiunsero uno stanzino buio dove furono gettati
con poca
cura e chiusi dentro.
< Ragazzi, avete un ultimo desiderio? > chiese Karl
ridendo.
< Si voglio che tu muoia sotto atroci sofferenze! >
urlò Nero con tutta
la voce che aveva in corpo.
Detto questo si avvicinò a Pam e l'abbracciò,
sussurrandole dolci parole
all'orecchio.
Gli occhi vitrei di lei si posarono sul vampiro, lo fissò
per un tempo quasi
infinito, e meditò sulle sue parole.
Doveva fidarsi di Bill in quel momento più che mai. E lei
sapeva che lui
avrebbe fatto la scelta giusta.
Karl con un cenno diede un ordine ai suoi "scagnozzi" che con un
meccanismo aprirono una finestra nello stanzino buio.
I raggi solari inondarono l'ambiente e i due vampiri che erano
all'interno.
L'ultima cosa che si sentì fu la voce di Nero urlare
< Io ti amo Pam! >.
Poi più nulla, un silenzio inquietante, come dopo un
genocidio in una camera a
gas.
I due vampiri se ne erano andati insieme, e forse Pam aveva realizzato
il sogno
di trovare l'amore della sua vita, anche solo per un istante.
Perchè in quell'istante, la sua vita era stata completa e in
quel momento Nero
aveva capito perchè la vampira fosse così
attaccata al sentimento che c'era tra
Bill e Anna.
Quel "Ti amo" era bastato più di un'eternità di
"Ti voglio
bene". Quel "Ti amo" era la pace eterna per entrambi.
< Sbarazzatevi della loro cenere > disse burbero Karl,
lasciando i suoi
seguaci a lavoro.
------------.....------------
< Anna, svegliati! > disse Bill assonnato.
< Mhfmhf.... perchè? > chiesi.
< Perchè io sono sveglio! > rispose sorridente.
Aprii gli occhi e me lo ritrovai a un millimetro di distanza, mi
rivolse un
dolce sorriso e mi baciò a fior di labbra.
Mi misi a sedere vicino a lui e misi la testa sulla sua spalla.Lui con
le sue
mani di velluto mi accarezzò e disse < Ti amo
>.
< Ti amo anche io, Bill > ribattei abbracciandolo.
Mi guardò con gli occhi lucidi e gli scese una lacrima lungo
la guancia.
< Cosa c'è? > gli chiesi stringendolo ancora
più forte e posando la testa
sull'incavo del suo collo.
< Non mi sembra vero... Tu sei qui e mi dici che mi ami, dopo
che credevo di
averti persa per sempre >.
< Non ci credo nemmeno io, ma se fosse un sogno non mi vorrei
mai svegliare
> dissi.
Mi baciò sul collo e un brivido mi percorse, poi
avvicinò il suo viso di porcellana
al mio e mi baciò con passione.
Mentre riprendevamo fiato Bill mi ordinò di preparare le
valigie, dato che il
giorno seguente saremmo stati via tutta la giornata e il giorno dopo
sarei
dovuta tornare a casa.
Gli obbedii e trascorremmo tutto il pomeriggio a fare progetti, anche
se quello
che aveva in mente rimaneva Top-Secret.
Finalmente il momento arrivò: mancava poco alla mezzanotte,
così ci
incamminammo per festeggiare forse l'ultimo giorno insieme..
-------------------------------------------------------------------------------------------
Eccomi
qui! Scusate ancora per il capitolo! Mi dispiace di aver fatto
morire Pam e Nero, mi piacevano molto come personaggi, però
secondo me avevano
fatto la loro parte in questa storia e piuttosto che farli marcire in
cella per
sempre, ho preferito toglierli, ma insieme, perchè sono nati
insieme e se ne
vanno insieme. Spero che continuiate a leggere anche dopo questo flop,
ringrazio chi ha recensito, chi ha letto solamente e anche chi mi ha
messo nei
preferiti! Al prossimo capitolo! Anna.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19: THE LAST TEARS ***
Chapter 19
Capitolo 19: THE
LAST TEARS
La luna sfavillava alta nel cielo estone, contornata da piccoli banchi
di
nuvole chiare che sembravano panna montata.
Come un faro nella notte, illuminava il nostro cammino, conferendo una
tinta
biancheggiante alla strada sotto di noi.
I nostri passi procedevano lenti, come se non volessero far
terminare
quel momento, come se sapessero che se non l'avessimo gustato ce ne
saremmo
pentiti.
Il paesaggio era suggestivo: percorrevamo un sentiero abbozzato di
terriccio,
vagando per la campagna, accompagnati da un timido ruscello dalle acque
cristalline.
Dopo qualche minuto il sentiero terminò e ci ritrovammo a
calpestare la tenera
erba del prato circostante, che era ricoperta da un leggero strato di
acqua,
forse un residuo delle precedenti piogge.
Le nostre mani erano intrecciate come un nido e il tepore che
procuravano era
piacevole per entrambi.
Sbuffai perchè avevo pestato del fango con le scarpe
bianche, allora Bill
sorridente mi schioccò un bacio sulla guancia e mi
rassicurò dicendo che
eravamo quasi arrivati.
Qualche centinaio di metri dopo, il vampiro con le sue lunghe dita mi
coprì gli
occhi e mi ordinò di seguirlo.
Camminavo adagio, tentando di orientarmi con le mani, fino a che
improvvisamente inciampai in un tronco caduto, facendo cadere
rovinosamente a
terra me stessa e il mio accompagnatore.
Scoppiammo tutti e due in una fragorosa risata uno sopra l'altro e Bill
con
voce soffocata disse < Sorpresa! >.
< Inciampare in un tronco, era questo il tuo piano? >
dissi con fare
imbronciato, nonostante un risolino posato sulle mie labbra.
< No, scema! Quella è la sorpresa > disse
indicando un profilo indistinto
in lontananza.
Incuriosita mi avvicinai velocemente e rimasi a bocca aperta: un telo,
steso perfettamente,
ospitava ogni genere di cibo ed era illuminato da un paio di lanterne.
Un pic-nic, davvero molto romantico. < Fantastico >
riuscii a sussurrare.
Bill mi afferrò per i fianchi e disse < Sono contento
che ti piaccia,
comunque le vivande le ho comprate, quindi le puoi mangiare
tranquillamente
>.
< Che sollievo, avevo già un piano per fare finta di
mangiare! > risposi
scherzosamente.
< Diabolica > ribattè con uno sguardo
sconcertato, che subito si
trasformò in un sorriso che mi lasciò senza fiato.
Era tutto perfetto. Ci sedemmo vicini e iniziammo ad assaggiare il cibo
a
nostra disposizione, tra una chiacchiera e l'altra.
Il manto erboso era costellato da centinaia di piccolissime lucciole,
che
lampeggiavano, spostandosi da un posto all'altro.
Il sorriso del moro risplendeva, incorniciato dalle sue perfette labbra
non
troppo carnose, e velava un piccolo sentimento di infelicità.
Ogni tanto mentre parlava, spontaneamente il sorriso sbiadiva,
lasciando solo
una cupa smorfia di pensieri, forse troppo lontani o troppo vicini per
essere
compresi.
Lo fissavo costantemente, immortalando ogni minimo gesto, quando si
zittì di
colpo. Poco dopo cominciò a ridere.
< Sei tra di noi amore? > chiese.
Solo dopo qualche secondo realizzai la domanda e risposi <
Eh?... Sì sì
certo, ma perchè ridi? > "perchè lo stai
fissando come un ebete da
mezz'ora" mi risposi sarcastica.
< A cosa pensi? > chiese Bill, sistemandomi una ciocca
ribelle di
capelli.
< Voglio ricordare tutto di questa sera, è speciale
> dissi
abbassando lo sguardo che venne catturato da una formica.
Mi prese il mento tra le mani e mi guardò < Come sei
tenera > disse
infine.
< Lo sei an.... > non terminai la frase, in quanto fui
sopraffatta da un
dolce bacio.
< Scusami, non ho resistito > disse con voce calorosa e
avvolgente.
Mi limitai a guardarlo con occhi sornioni, perdendomi nei suoi, color
cioccolato.
Mi prese per mano e mi accompagnò fino a un masso vicino,
dove si sedette
accanto a me.
Poggiai la testa sul suo petto freddo e iniziò ad
accarezzarmi i capelli con il
suo palmo felpato, assecondando il ritmo della mia testa che scendeva e
saliva
con il suo respiro.
Da quel masso si poteva vedere gran parte del panorama che ci
circondava: la
campagna, la luna, le stelle che formavano un corso scintillante
specchiandosi
sul torrente, insomma il paese dele meraviglie, con al mio fianco la
persona
che avevo desiderato con tutta me stessa da qualche mese a quella parte.
Un piccolo pacchetto si intromise nella mia visuale e Bill mi
sussurrò
all'orecchio < Buon compleanno >.
Era una scatolina, foderata di velluto rosso, con incise alcune parole:
"Al
sole che non mi brucerà mai".
Con le lacrime che erano già impazienti di sgorgare a
fiotti, aprii il
pacchettino e rimasi incredula vedendo ciò
che c'era al suo interno.
Una collana, d'argento a catena, che era ornata da un piccolo ciondolo
d'oro
bianco a forma di B.
< Lo so che sarà egoistico, ma la "B" significa che
sei del
sottoscritto > disse.
Come da copione scoppiai in un pianto a dirotto e lo strinsi al collo
quasi stritolandolo.
Lui mi abbracciò e il suo viso di porcellana si
rigò di lacrime agrodolci.
Con il trucco tutto sbavato mi guardò intensamente e disse
< Brava, mi hai
rovinato il lavoro di una giornata > indicando gli occhi.
Io risi nel pianto e con voce roca lo ringraziai. Mi asciugai il volto
e con
una smorfia che doveva assomigliare lontanamente ad un sorriso gli
dissi <
Bill, io non so cosa dire. è semplicmente stupenda questa
collana... sei
speciale e questo regalo conta molto per me. Amore, ti amo >
sospirai dopo
l'ultima frase stupita di essere riuscita a dirla tutta senza avere un
collasso.
Il vampiro posò le sue iridi brune su di me, e notai che
erano in balia di una
tempesta: l'acqua salata che le aveva raggiunte stava mutando i grossi
lucciconi, che percorrevano le sue pallide gote.
Si lasciò andare e pianse per un po', accennando dei sorrisi
e attirandomi a
se. < Che sentimentalone! > dissi baciandolo sul naso.
< Devo dire che mi hai lasciato senza parole >.
< Per tutte le volte che tu mi hai detto ti amo, dovrei
già essere annegata
in un mare di pianto > ribattei.
< Non lo pensare nemmeno! > mi rimproverò.
< Comunque, sono felice di averti fatto piangere >.
< Sì, quest'ultimo ti amo mi ha davvero perforato il
cuore > disse
inchiodandomi con lo sguardo.
Poi le nostre labbra si avvicinarono, vogliose le une delle altre e
Bill
approfondì il bacio, regalandomi una sensazione
favolosa con il suo
piercing.
Trascorsi alcuni minuti, mi accoccolai tra le sue braccia crogiolandomi
nel
calore.
Bill si fece serio e lasciò vagare lo sguardo nell'ambiente
circostante,
giocherellando con i polpastrelli della mia mano sinistra.
< Ora ascoltami, amore > disse con tono cupo.
< Certo, dimmi > risposi tranquilla, mentre tracciavo
linee immaginarie
sul suo avambraccio.
< Se dovesse succedere qualcosa, intendo a noi due... >
< Ma... ma sei pazzo? Come puoi dire una cosa del genere, ora?
>
risposi alterata.
< Calmati Anna, è una possibilità. Se
dovessi ad un certo punto non fare più
parte della tua vita, non voglio che tu faccia sciocchezze >
proseguì con
voce lineare.
Incredula lo bloccai con gli occhi, in modo che mi fissasse e iniziai
ad avere
gli occhi bagnati per l'ennesima volta.
Mi asciugò con il pollice e mi diede un bacio sulla fronte,
portandola accanto
alla sua. < Ti prego, promettimi che non farai niente che
includa la tua
morte se non staremo più insieme > mi
supplicò.
< No assolutamente no, se te ne vai non ha più senso
la mia vita >
risposi arrabbiata e sconcertata.
< Non dire assurdità, sei piccola ancora e lo
supereresti. Ma ti prego, non
dire che ti uccideresti > disse con voce spezzata.
< Io non te lo prometto Bill. Io ti amo, sei la persona
più importante per
me e se te ne andassi non riuscirei ad andare avanti! >.
< Promettimi solo che non farai l'errore di ucciderti >
disse facendo due
occhioni da cucciolo.
< Io te lo prometto, ma ora non mi lasci vero? > dissi
ansiosa.
< No, non riuscirei neanche se volessi, piccola. Ti amo e non
conta
nient'altro > rispose baciandomi
Ã
La mattina
sembrava vicina, quindi prendemmo i resti del
pic-nic notturno e ci avviammo verso casa, mano nella mano come eravamo
arrivati.
Purtroppo le nuvole di panna montata avevano lasciato spazio a nuvoloni
grigi
che dopo qualche istante ci inondarono di fresca pioggia, che
punzecchiava i
nostri volti.
Corremmo e ridemmo come dei matti, arrivando al palazzo dei vampiri
fradici
come due pulcini. Bill amorevolmente mi avvolse in una coperta e mi
avvolse in
un caloroso abbraccio.
Io gli risposi sorridente e sussurrando < Buon compleanno
> gli porsi un
pacchetto.
Preso in contropiede dal regalo, prese posto su una sedia e
iniziò a scartare
meticolosamente la carta.
Dopo alcuni interminabili minuti estrasse un anello d'argento, decorato
con alcuni
brillantini, che aveva una forma simile ad un microfono. All'interno
c'era
scritto "tu sei la colonna sonora della mia vita".
Sul suo viso si dipinse una gioia immensa e mi abbracciò
travolgendomi e
ripetendo all'infinito che l'anello era stupendo e che non se lo
sarebbe mai
tolto.
Stava per baciarmi quando fissò l'orologio < SIAMO IN
RITARDO! > urlò
< IL MIO AMICO PETE CI STA ASPETTANDO! >
< Pete? Chi è Pete? Bill! > urlai senza
risultato, il moro era già uscito
caricandosi valige e tutto quanto in spalla ordinandomi di andare con
lui.
Un aereo era parcheggiato su un piazzale non molto lontano dal palazzo
e alla
sua guida c'era un uomo sulla quarantina, dall'aspetto gentile.
Occupammo posto sull'aereo e allacciammo le cinture.
Bill mi spiegò che Pete era un loro amico di famiglia, che
però tutti
reputavano pazzo poiché sosteneva che Bill fosse ancora
vivo. Per questo il
vampiro gli aveva dato la possibilità di essere il pilota
"ufficiale"
dei vampiri per tutti i loro spostamenti.
< Arriveremo a Rovigo in meno di due ore! Così questa
giornata sarà tutta
per noi in tranquillità > disse con un sorriso
smagliante.
Effettivamente ci mettemmo poco tempo, anche se l'atterraggio fu
piuttosto
problematico, data la confusione del veicolo e la paura di destare
qualche
sospetto nella popolazione circostante.
Finalmente sistemammo i bagagli nell’ex stanza di Bill e ci
dedicammo all'ozio
puro.
Durante tutto il giorno non facemmo altro che chiacchierare, cantare
canzoni
dei Tokio Hotel e non staccarci l'uno dall'altra, eravamo
così mielosi che ci
facevamo venire il diabete a vicenda.
Ma quella era la parte bella, la parte più bella del sogno
che stavo vivendo,
poter sentirmi protetta tra le braccia del ragazzo che amavo.
La sera arrivò velocemente e dopo uno spuntino a base di
panini duri come il
cemento della sera prima, le mie palpebre non resisterono tanto a lungo.
Mi adagiai sul letto, seguita dalla sagoma perfetta di Bill e dopo
averlo
baciato, lasciai cadere la testa a peso morto sul cuscino.
Lui mi baciò e con un sospiro mi disse all'orecchio <
Ti amo, per sempre
>.
< Anch’io > risposi interponendo uno sbadiglio
tra una parola e l'altra.
Poi mi addormentai tra le sue braccia.
E fu in quel momento che lui estrasse dalla bocca due canini lucenti,
assetati
di sangue umano, impazienti di mordere.
Mi si avvicinò e...
Salve
a tutte le lettrici, si lo so sono cattiva a
finire sospeso qui, ma lascio un po' di suspence! Ringrazio
babygirlLucy e
Marty_Kaulitz per la loro recensione, ringrazio chi ha letto e
preferito e chi
ha letto semplicemente. Ragazze, purtroppo il prossimo capitolo
sarà l'ultimo
(salvo problemi o guizzi di ispirazione improvvisa XD). Aspetto tante
recensioni! Baci ^^
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Capitolo 20 *** Capitolo 20: EPILOGO ***
END
Capitolo 20:
EPILOGO
Non
piangere,
non sono abbastanza forte per vederti
piangere. Lo so che detto in questo momento potrà sembrare
stupido, ma non
voglio che quegli occhi blu si bagnino per me.
Mi dispiace, scriverti una lettera così fredda e
impersonale; ma non posso
farci niente, perchè l'unico modo di vederti felice era
lasciarti.
C'era un intrigo dietro al nostro amore. Non c'è bisogno che
tu sappia, ma io
avevo scoperto tutto, seguendo quel traditore di Tom e per questo ti ho
riportato a casa.
Lo so che mi odierai, ma eri in pericolo vicino a me. Io ho dovuto
lasciarti ma
sappi che l'ho fatto solo ed esclusivamente per noi.
Avrebbero continuato a tentare di ucciderti e non posso permettermelo.
Vedrai
che lo supererai, ed io veglierò sempre su di te.
La verità è che ti scrivo perchè non
sarei stato abbastanza forte per dirti in
faccia la mia decisione.
E perchè so che in un modo o nell'altro mi avresti convinto
a non farlo, perchè
mi ami molto più di quanto io possa amare te.
La cosa peggiore che potessi farti però l'ho fatta e non me
lo perdonerò mai,
soprattutto dopo la fantastica serata di ieri.
Ma lo so che farai la scelta giusta e non rinuncerai alla tua vita per
seguirmi. Non te lo perdonerei MAI, amore mio. Tu hai promesso.
Sarà triste sentirlo per l'ultima volta qui, in questa
lettera, ma te lo dirò
ogni volta che vorrai se mi penserai, amore: ti amo.
Per quanto riguarda Tom, non so come stia ma non mi interessa, ci ha
tradito e
lo odio... in fondo.
La droga era la cosa più importante per lui, ma mi dispiace,
l'ho perdonato
subito e me ne vergogno, perchè ci ha venduti per un po' di
cocaina.
Però io voglio troppo bene a mio fratello per odiarlo,
è la mia metà. Ovvio
amore che lo sei anche tu, ma io e lui combaciamo perfettamente.
La punizione più dura per lui, comunque, sarà il
rimorso di avere rovinato la
nostra vita, e la tua soprattutto perchè ha lasciato una
ferita indelebile nel
tuo cuore
So che è stata una decisione affrettata partire, ma quando
mi ha chiesto di
ucciderti, sono morto dentro: tutti quelli che mi circondavano erano
falsi e
ipocriti e anche se ti ho perso per sempre,un giorno mi perdonerai,
perchè ti
avrebbero uccisa loro e non l'avrei sopportato.
Ma ora basta parlare di me, sarò per sempre la tua ombra
fino a che avrai
bisogno di me.
Anna, ti prego, ti scongiuro, non fare pazzie per me. La vita ti
riserva tante
cose ancora, hai solo 15 anni.
Devi realizzare i tuoi sogni, e trovare il tuo grande amore, se stai
pensando
che ero io ti sbagli, sei ancora piccola per capire cos'è il
vero amore con la
A maiuscola.
So che odierò quell'uomo, ma se sarai felice lo
sarò con te.
Perchè io ti Amo, con la A maiuscola.
Lo so che troverai un motivo per non ucciderti, devi provare tutto
dalla vita:
felicità, gioia, dolore, tristezza, successo, e io sono
stato solo una parte di
questo.
Questa lettera sta per finire, ma non il nostro amore. Ti
amerò per sempre,
sempre, sempre te lo prometto. Io ci sarò e forse un giorno
uscirò dalla mia ombra
per stare con te, anche se sarà difficilissimo non farlo
subito, ma ricorda lo
faccio per te. Bene, ora smetto di scrivere, visto che tra poco me ne
dovrò
andare. Sei qui e parli di un tuo amico e di fare castelli di sabbia
con lui.
Sorridi, sei stupenda, come sempre.
Come ricordo, oltre questo fantastico anello che mi hai regalato, ho
bevuto un
po' del tuo sangue, segno inconfondibile della tua presenza dentro me,
non ho
resistito.
Non ti dimenticherò e so che neanche tu mi dimenticherai.
Ti supplico, smetti
di piangere. Ti amo Bill.
Stringo forte questo pezzo di carta, è passato un anno
ormai, ma ancora non
riesco a credere che non ci sei più.
Te ne sei andato dopo aver giurato che non l'avresti mai fatto. E
invece è
successo di nuovo.
Cosa importa la mia sicurezza? Io ho solo bisogno di te, ma ti perdono,
non
riuscirei ad odiarti.
Quasi me lo aspettavo dopo tutti quei discorsi, ma non avrei
mai voluto
che mi lasciassi da sola. Quando ho sentito il letto vuoto sono morta
dentro.
Ed ora sono qui. Piove, anzi diluvia. Ci sono tanti lampi e tuoni, ma
non ho
paura.
Sono fradicia, eppure non mi muovo. Sono seduta sulla tomba di Tom
Kaulitz, che
è accanto a quella falsa di Bill.
è morto, si è suicidato. Bill aveva ragione, non
sarebbe mai riuscito a
sostenere un peso del genere.
Tradire e rovinare la vita della tua metà è una
pena sufficiente per
condannarti a morte. E dire che aveva un disegno chiaro del suo futuro:
droga,
musica, donne.
Leggo ad alta voce la lettera, piangendo come al solito, voglio che tu
soffra
quanto ho sofferto io, voglio che tu debba ricostruite i cocci del tuo
cuore
come ho dovuto fare io, caro Tom.
Appena finisco di leggere un fulmine colpisce un albero vicino a me.
Brucia
fino a diventare cenere, come te: tu sei quell'albero.
La tua pena più grande sarà vagare
lassù, senza mai sentirti completo, senza la
tua metà che hai perso quaggiù.
Ed ora dimmi cosa devo fare? Lasciarmi tutto alle spalle? Io ho
promesso, e lo
farò solo per amore di Bill, perchè una piccola
parte di me sa che tornerà.
Mi alzo, a passi svelti raggiungo l'uscita, non c'è motivo
di fissare il nome BILL
KAULITZ
una volta ancora,
su un marmo così freddo e vuoto.
Prima di uscire però riesco a sussurrare una frase che
sembrava estinta dal mio
vocabolario < Ti amo Bill > e con questo i miei passi
iniziano a
navigare nelle pozzanghere, lasciando tracce, che dopo qualche secondo
scompaiono, fino a diventare piccoli cerchietti indistinti, cancellando
ogni passo
verso il passato e disegnandone uno verso il futuro.
< Ti amo anche io, per sempre > disse il mio vampiro
custode a bassa
voce.
»FINE»
Care
lettrici, questo era l’ultimo capitolo
ç_ç lo so che era un po’ cortino, ma mi
è piaciuto molto scriverlo, anche se a mio parere
è abbastanza triste. Però,
chi lo sa forse in un futuro torneranno insieme, a me piace pensarla
così.
Ringrazio
le 20 (!) persone che mi hanno messo nei preferiti:
1 - Ciuly
2 - Colinde
3 - darklady92
4 - DarkViolet92
5 - fabiolita
6 - Kikkoletta_93
7 - Lally_the best
8 - Lithia del Sud
9 - martythestrange95
10 - Marty_Kaulitz
11 - mewmina__91
12 - missmar23
13 - nana89
14 - Naoko
15 - ranocchia_32
16 - selina89
17 - sole a mezzanotte
18 - tokiohotellina95
19 - ysellTheFabulous
Chi
ha recensito: Colinde, _ToMSiMo_, Fee17, selina89, DarkViolet92,
fabiolita,
GaaRa92,
babygirlLucy, Marty_Kaulitz, kikka_tokietta, ranocchia_32.
Ringrazio
anche chi ha solo letto questa storia e l’ha apprezzata.
Ringrazio
i Tokio Hotel (<3) e i Placebo che con le loro canzoni mi hanno
dato l’ispirazione
per questa prima ff.
Infine
(ma non per importanza) grazie di nuovo ai Tokio Hotel, ma ora
soprattutto a
Bill colui a cui penso prima di dormire e quando apro gli occhi alla
mattina,
colui che ogni giorno dà ritmo alla mia giornata e mi ha
fatto adorare la
musica.
Concludo
con un GRAZIE generale di nuovo e … ALLA PROSSIMA! Baci
Anna_Writer
|
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