Baby, It's Never Enough...

di sarettafly94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Baby, It's Never Enough... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Baby, It's Never Enough... ***


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James Sullivan e Cassie Haner, rispettivamente migliore amico e sorella minore di Brian Haner, non erano mai andati troppo d'accordo! Nessuno sapeva da cosa nascesse la loro discordia, certo era che se i due fossero stati per più di qualche minuto nella stessa stanza, avrebbero iniziato a scannarsi a vicenda!
Il che, accadde appena la giovane Haner mise piede nella sala della casa di Matt, accompagnata da una raggiante Valary.
-Sai Cassandra, vestita in quella maniera risveglieresti anche un morto!- Sorrise Jimmy, fissando la morettina che condivideva il sangue col suo migliore amico, mentre lei diventava leggermente rossa e gli lanciava un occhiataccia.
-Sai Jimmy, è strano sentir uscire dalla tua bocca un complimento rivolto a Cassie.- Puntualizzò Zacky, osservando quella che ormai era un pò la sorella di tutti.
James sorrise beffardo.
-Non ho mai detto che quello fosse un complimento Zacky, semplicemente penso che i morti si risveglierebbero per scappare da lei.- Concluse James, ridendo spudoratamente in faccia alla giovane.
-Cos'è James, la ragazza di ieri sera non era soddisfatta ed ora cerchi di sfogare le tue frustrazioni morali su di me?- Chiese Cassie, osservando con compassione il ragazzo tatuato che si trovava a qualche metro da lei, suscitando delle risatine dai ragazzi.
-La tua è sola invidia Haner, e la ragazza di ieri è rimasta più che soddisfatta, infatti mi ha chiesto un altro giro che si terrà esattamente...- Jimmy guardò con fare professionale l'orologio che spiccava sul suo polso sinistro - tra due ore!- Guardò la ragazza con aria superiore.
-Sono contenta per te, ma ora tocca a me godermi il mio giro, torno questa sera, non aspettarmi Brian! Esclamò la giovane, mentre si avvicinava al fratello per scoccargli un bacio sulla guancia.
-Calma Cassie, non pensare minimamente di uscire vestita con quel...vestito.- Sputò fuori Brian, rivolgendosi con disprezzo al vestitino che "copriva" il fisico slanciato e fin troppo magro della sorella.
-Avanti amore, ha quasi vent'anni, lasciala in pace.- Disse Michelle, correndo in difesa della ragazza.
-Non esiste, Brian ha ragione, vai subito a cambiarti, sono sicuro che la felpa che ti ho regalato ti starà benissimo.- Intervenne serio Matt.
-Ma dai, esco con Malcom, cosa volete che succeda?- Chiese ironica Cassie.
-Appunto per quello. Malcom non ci piace, è un pervertito.- Sentenziò Johnny, rischiando di ribaltare la bottiglia di birra che stringeva nella mano destra.
-Senti da che pulpito arrivano gli insulti! E' giovane, bella e con un gran fisico, è giusto che si faccia notare.- Lacey prese le difese della piccola Haner.
Cassandra era allibita.
-Ora non posso neanche vestirmi come voglio? Maledizione, in cinque contro una non vale, siete degli stronzi!-
-Siamo degli stronzi fighi, e tu sei solo una ragazzina che gioca a fare la donna matura.- Il solito James, che non perdeva occasione per offenderla.
-Non è giusto maledizione, me ne vado in camera.- Sfuriò Cassie, camminando malferma sul tacco 12 gentilmente prestato da Gena.
L'avevano sempre trattata come la sorellina minore, cosa che effettivamente era, ma da quando aveva compiuto sedici anni ed i ragazzi avevano cominciato a notarla, gli Avenged Sevenfold erano diventati oppressivi, logorroici, gelosi ed iperprotettivi.
E a lei, che aveva quasi vent'anni, la cosa iniziava a stare stretta.
-Siete degli idioti.- Sentenziò Valary, sedendosi tra Gena e Matt.



No, decisamente no.
Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da quegli stronzi impiccioni.
Lei e Malcom avevano un appuntamento, ci sarebbe andata a tutti i costi.
Uscì silenziosamente dalla camera che aveva nella casa di Matt e Valary.
Avevano deciso di trasferirsi per qualche mese a casa Sanders per la produzione del nuovo album, e lei, in quanto corista ed occasionalmente pianista della band, non se lo era fatto ripetere due volte, così nel giro di venti minuti aveva preparato un paio di valige e si era sistemata da Valary.
Imboccando con discrezione il corridoio che portava a tutte le camere della grande villa a due piani, decise che sarebbe uscita dalla finestrella della cantina.
La porta principale era troppo rischiosa, e se l'avessero scoperta, si sarebbero arrabbiati parecchio.
Con un'abilità impressionante, scavalco la ringhiera della scala, calandosi non senza fatica al piano inferiore per evitare di essere vista dalla sala.
Quando toccò terra, si accorse di aver lasciato la borsa vicino alla porta.
"Merda", si limitò a pensare.
Pazienza, con Malcom la borsetta sarebbe stata solo di ingombro.
Evitando ogni possibile rumore, aprì la porta del sottoscala che conduceva alla cantina e, chiudendola con altrettanta discrezione, si fiondò giù per le scale aprendo una seconda porta.
"Obbiettivo raggiunto", pensò sorridendo beffarda.
Non restava altro che scavalcare la finestra e raggiungere Malcom.


-Ho sete.- Si lamentò Jimmy. 
-Vai a prenderti da bere.- Rispose incurante Zacky.
-Ma non ho voglia di alzarmi.- Si lamentò il batterista.
-Nemmeno noi, quindi o ti alzi, o morirai disidratato.- Lo sbeffeggiò Brian.
-Fanculo, mi alzo e mi prendo da solo la birra, perchè nessuno in questa casa è interessato a me.- Annunciò con fare teatrale.
Matt e Johnny si lanciarono uno sguardo d'intesa.
-Credo che tu debba andare in cantina, qui non ne abbiamo più.- Lo informò Matt, stranamente troppo serio. Jimmy non ci fece troppo caso.
-Me ne vado in cantina a prendere la birra...chissà, magari cadrò e mi romperò una gamba!- Jimmy parve ignorato da tutti, troppo presi a guardare un film d'avventura. Il batterista si alzò, lasciando la stanza con passo strascicato.
-Io vado al bagno.- Proclamò Johnny, fissando Matt negli occhi.
-Fa pure Johnny, conosci la strada!- Esclamò Matt, rispondendo all'occhiata del bassista.



Maledizione, la finestra era stata chiusa con un lucchetto bloccando la fuga romantica di Cassie.
Beh, romantica era un parolone, considerato che tra lei e Malcom non c'era praticamente nessun sentimento. Sbuffando inviperita, tirò un pugno al muro sbucciandosi le nocche, fino a quando non sentì la porta della cantina aprirsi.
Si nascose dietro uno scaffale pieno di cibo.
-Stronzi sfruttatori.- Sproloquiò James, rivolto agli amici.
A Cassie venne la pelle d'oca, al solo pensiero che Jimmy potesse scoprirla.
Avrebbe spifferato tutto agli altri, e sarebbe sicuramente finita nei guai, anche belli grossi.
-Dove cazzo siete birre?- Chiese Jimmy al vuoto, per poi notare le bottiglie vicino allo scaffale dove Cassie era nascosta.
Improvvisamente la ragazza vide Johnny chiudere la porta dalla quale Jimmy era da poco entrato, per poi sentire chiaramente una serratura chiudersi.
-Maledizione, cosa cazzo succede?- Urlò il batterista, correndo alla porta nella vana speranza che i suoi presentimenti fossero errati.
No, non lo erano per niente.
Si ritrovavano chiusi a chiave in una cantina, senza cellulare e senza musica, da cui anche se si urlava con un megafono, era impossibile essere sentiti.
Arrendendosi allo scherzo di quello stronzo di Christ, perchè era sicuro fosse quel nano da giardino l'artefice della bravata, si avvicinò allo scaffale che orgogliosamente mostrava le birre, mantenute fresche dall'ambiente della cantina.
Improvvisamente sentì qualcosa che si schiantava al suolo e un'imprecazione soffocata.
Aggirando lo scaffale, si ritrovò dinnanzi la persona che meno desiderava vedere.
-Tu- Soffiò fuori, un tono ricco di disprezzo.
-Si cazzo, proprio io.- Rispose scocciata Cassandra.
-Cosa diavolo ci fai qui in cantina?- Chiese Jimmy perplesso.
-Avevo caldo, e visto che non posso uscire vestita come voglio sono venuta qui.-
-Non ti bastava il condizionatore?-
-Non mi piace l'aria artificiale.- Mentì la giovane.
-Stavi cercando di scappare dalla finestrella, vero?- Chiese Jimmy, scrutandola con quelle pozze di cielo che aveva al posto degli occhi.
-E tu come lo sai?- Doveva immaginarselo, Jimmy era troppo intelligente per credere ad una scusa del genere.
-Chi pensi che abbia messo il lucchetto sulla finestra? Nelle ultime due settimane ti ho vista rientrare tutte le mattine da questa finestra, la mia camera è proprio sopra.-
-Capisco. Volevo vedere Malcom, ma a quanto pare sono bloccata qui con te...che fregatura.- Mormorò la giovane.
-Ci sono un sacco di persone che vorrebbero rimanere chiuse con me in una cantina, e tu hai il coraggio di lamentarti?- La sbeffeggiò il batterista.
-Sai com'è, se non fosse stato per voi, a quest'ora io e Malcom ci staremmo divertendo.- Rispose indignata.
-Malcom di qua, Malcom di la, non piace a nessuno quel coglione. Credi forse che nessuno di noi si sia informato su chi sia e cosa faccia? Non ti sei mai chiesta perchè non si faccia vedere in questo quartiere, o perchè quando sei in giro con noi lui sparisca misteriosamente?- Chiese James, con un tono stranamente severo.
-Non ci credo, non questa volta. Maledizione James, devi starne fuori da queste faccende.- Sbuffò irritata la giovane.
Tra lei e Jimmy c'era sempre stata una grande amicizia, fino all'estate di due anni prima, quando Jimmy aveva preso a pugni il suo ormai ex ragazzo, solo perchè "aveva osato metterle le mani nel posto sbagliato", testuali parole del batterista.
-Cazzo Cassie, non posso starne fuori.- Si giustificò nervoso il ragazzo.
-Perchè maledizione? Perchè tu puoi farti tutte quelle che vuoi e io non posso?-
-Perchè tu sei troppo preziosa per sprecarti con il primo che passa, e perchè in un certo senso, tu mi ispiri sessualmente!- Confessò James.
-Cosa cazzo stai dicendo? Da quanto va avanti questa storia?- Chiese turbata Cassie.
-Va avanti da quattro anni ormai, quattro fottutissimi anni in cui vorrei scoparti in ogni posizione.- Sbraitò il moro.
-Perchè non mi hai mai detto niente?- Domandò Cassie, nella voce un tono di comprensione.
-Avevi sedici anni Cassie, io ne avevo ventidue. Come pensi l'avrebbero presa i ragazzi o tuo padre? Cosa pensi che mi avrebbe fatto tuo fratello?- Rispose Jimmy, apparendo sconsolato.
-Perchè me lo dici solo ora?- -Perchè è giusto che tu lo sappia, hai quasi vent'anni, io ne ho ventisei, dobbiamo ragionare da adulti!- Disse serio il ragazzo, mentre Cassie lo fissava.
-Fanculo, siamo tutto tranne che adulti.- Terminò James, avventandosi sulle labbra della giovane.
-Tutto questo è sbagliato.- Provò a dire lei, senza staccarsi da Jimmy.
-Per una volta, non finiremo all'inferno.- Jimmy iniziò a slacciarsi i pantaloni, mentre Cassie si sfilava gli slip e si alzava il vestitino.
-Non ho il preservativo.- La informò James.
-Prendo la pillola.- Rispose lei.
-Questo tuo fratello lo sa?- Domandò James eccitato.
-Ci sono tante cose che mio fratello non sa di me.-
Quando James entrò in lei, Cassie si lasciò scappare un leggero urletto di sorpresa. Il ragazzo la spinse contro la parete e la prese in braccio.
Le spinte di Jimmy divennero presto potenti e veloci, lasciando Cassie sorpresa per la sua esperienza. Nessuno lo sapeva, ma lei era vergine di segno e di fatto, o almeno lo era fino a qualche minuto prima.
Con nessuno dei suoi ragazzi aveva mai fatto il grande passo, Malcom compreso.
Infatti, quando Jimmy si sfilò da lei, se ne accorse subito.
-Porca puttana Cassie, tu sei vergine!- Sbiancò il ragazzo.
-Tecnicamente non lo sono più.- Mormorò rossa in viso, non solo per la vergogna.
-Maledizione, ho combinato un casino, perchè non mi hai detto niente?- Si infuriò il giovane, sistemandosi i pantaloni.
-Io ho detto che era sbagliato.- Si lamentò la mora.
-Maledizione, se tuo fratello lo scopre mi ammazza. Non lo deve sapere nessuno, hai capito? E' stato solo un errore, cazzo.-
-Già James, hai ragione, io sono solo un errore- Disse lei mogia, mentre si risistemava -Non preoccuparti, non ti darò motivo di vergognarti perchè sei stato con me, nessuno saprà nulla.-
-L'unica cosa di cui mi vergogno è di averti portato via la verginità.- Ribattè James.
-Non importa, tanto prima o poi sarebbe successo.- Concluse lei.


-Avete visto quell'idiota? Poteva prendere la barca e scappare.- Si lamentò Zacky, mentre criticava l'eroe di turno del film.
-Non capiscono niente, sono solo dei montati di testa- Concordò Brian -A proposito, che fine ha fatto Jimmy?- -L'ho chiuso in cantina.- Disse Johnny tranquillo.
-Penso che sia incazzato Johnny!- Esclamò Matt, accoccolato a Valary.
-Non fare il santo Sanders, tu mi hai retto il gioco con la storia delle birre.- Lo apostrofò il bassista.
-Penso che sia ora di liberarlo...- Intervenne Michelle.
-Già.- Concordarono Gena, Lacey e Valary in coro, per poi scoppiare a ridere per la loro sincronia.
-Chi viene con me?- Chiese Zacky, alzandosi per "sprigionare" l'amico.
Tutti si alzarono per seguirlo.
-Non voglio perdermi la sua faccia.- Disse un Johnny su di giri.
-Non voglio perdermi la tua quando ti ammazzerà.- Rispose Brian, saltellando sul posto.


Senza fare il minimo rumore, i ragazzi percorsero la scala che conduceva alla cantina.
Facendo altrettanto silenzio, girarono la chiave per aprire la serratura, e quando la porta fu spalancata, vennero travolti da due uragani che si insultavano pesantemente.
-Siete dei bastardi, e tu fottuto Christ, la pagherai cara, per colpa tua ho passato il pomeriggio con questa vipera.- Sbraitò Jimmy.
-Sei soltanto uno stronzo Sullivan, una puttana da bordello che non merita neanche un minimo della mia attenzione.-
-Cosa cazzo ci fai tu qui?- Chiese Brian, rivolto alla sorella.
-Sta zitto Brian, almeno tu lasciami stare.- Rispose infuriata la giovane, correndo su per le scale.
-Si Cassandra, scappa, è l'unica cosa che sai fare!- Urlò James, contro la ragazza.
Lei si fermò improvvisamente al penultimo gradino della scalinata e , girandosi con una lentezza disarmante, guardò James dritto negli occhi, quelle due pozze di petrolio talmente tanto scure, che Jimmy ne fu quasi intimorito.
-Scappo James, perchè è l'unico modo che ho per salvarmi dai bastardi come te. Ci vediamo domani.- Concluse lei, sbattendo la porta mentre usciva di casa.
-Cosa diavolo è successo Jimmy? Cos'hai fatto a mia sorella?- Domandò Brian minaccioso.
-Lascia stare Bri, lascia stare.- Terminò James, lasciando l'abitazione e i ragazzi completamente allibiti.





ANGOLO DELL'AUTRICE
Salve a tutti...sono nuova in questo Fandom, ma qualcuno dovrebbe già conoscermi per via delle recensioni. Ad ogni modo, questo è un piccolo anticipo, consideratelo una specie di prologo della storia che ho in mente (dove tutto si svolgerà a partire da quello che succede in questa One Shot), sempre che questa vada bene, altrimenti abbandonerò il progetto, ditemi Voi!
Ringrazio chiunque darà una sbirciata a questo pasticcio...
Se Vi fa piacere lasciatemi una recensione, sono molto gradite, e soprattutto vorrei capire se scrivere una Long Fic basata su questi avvenimenti oppure ritirarmi in un angolo buio piena di pomodori marci!
Baci, Sara :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Miei cari lettori, inizio col ringraziarvi per aver recensito, preferito, seguito e ricordato questa storia!
Non pensavo potesse essere accolta così bene, per cui ho deciso di cimentarmi nella mia prima Long Fic in questo Fandom...
Mi auguro di non deludere nessuno, per qualsiasi problema potete contattarmi, sono a Vostra completa disposizione!
Un bacio a tutti e ci vediamo giù :)
Ps. La canzone che da il titolo a questa storia è Never Enough degli L.A. Guns...



Image and video hosting by TinyPic Cassandra Rose Haner


Due fottute settimane.
Due maledettissime settimane in cui Jimmy e Cassie non si parlavano, si evitavano completamente se non per insultarsi pesantemente e litigare, il tutto condito da lanci di oggetti e, nel caso di Cassie, attacchi fisici alla persona di Jimmy.
Tranquillamente accomodato al tavolo della cucina, Brian consumava la sua colazione pensando, rimuginando su quale potesse essere il motivo di così tanto astio, o meglio odio, tra sua sorella e il migliore amico.
Guardò l'orologio appeso alla parete, rendendosi conto di quanto fosse strano per lui essere già in piedi alle 6.30 del mattino.
Un vero e proprio miracolo, considerando che generalmente non si svegliava prima delle 10.30!
Mentre terminava il pasto, decise di accendere la televisione presente nella cucina, quando la porta di casa Sanders si aprì rivelando una figura particolarmente instabile che cercava, aggrappandosi all'uscio, di entrare in casa.
Rimase sorpreso quando nella figura identificò sua sorella, ubriaca e con una minigonna inguinale che traballava su quelle scarpe troppo alte, probabilmente causa del sangue che fuoriusciva dal ginocchio destro.
Rimase ancora più sorpreso nell'accorgersi di quanto fosse dimagrita, indubbiamente a causa di tutti i pasti che ultimamente continuava a saltare.
Si infuriò quando rivide l'orologio, rendendosi conto solo in quel momento che Cassandra aveva passato la notte chissà dove, con chi, ma soprattutto a fare cosa.
Si lanciò dalla sedia e correndo in contro alla mora, iniziò ad urlarle in faccia.
-Dove cazzo sei stata fino ad ora?-
Cassie parve sorpresa nel vedere suo fratello che, piuttosto arrabbiato, la strattonava per le spalle rischiando di farla cadere.
Biascicando le parole, iniziò a sbeffeggiarsi del fratello maggiore.
-Tu sai chi sono io, io so chi non sei tu...- Rise, improvvisando un motivetto assurdo.
-Cazzo Cassandra, sei ubriaca, cosa stai combinando?- Chiese Brian sull'orlo di una crisi di nervi.
Nel frattempo i ragazzi, sentendo l'urlo di Brian, erano scesi in cucina, trovandosi dinnanzi una scena pietosa.
-Sta zitto Brian, non te ne importa nulla di me, quindi torna a scoparti la tua ragazza e lasciami in pace.- Sbraitò Cassie, spintonando il fratello.
Al che il chitarrista, perse la pazienza.
Caricando la mano destra, colpì con uno schiaffo la guancia della sorella che, già instabile per colpa dell'alcool, cadde rovinosamente a terra.
-Cosa cazzo fai Brian, sei impazzito?- Intervenne Matt, mentre Zacky e Valary aiutavano la giovane a rialzarsi.
Cassie aveva gli occhi lucidi, ma nonostante tutto, impedì alle lacrime di uscire.
-Malcom aveva ragione, a voi non importa nulla di me, lui è l'unico che mi vuole bene.-
-Cassie, tesoro, cerca di ragionare, quel Malcom ti sta solo portando sulla brutta strada, tutti noi ti vogliamo bene, non lo capisci?- Domandò paziente Michelle, attaccata ad un Brian apparentemente pentito.
-Non parlare Michelle, mi hai portato via mio fratello.- Mormorò la giovane, inciampando su qualche parola.
Michelle sobbalzò leggermente, ma sapeva che quelle parole non erano opera della mente di Cassie.
Quel Malcom la stava rovinando.
-Vi odio tutti.- Urlò Cassandra, liberandosi da Zacky e Valary, dirigendosi instabile verso la porta di casa.
-Me ne vado, torno dall'unica persona che mi vuole.- Sibilò tra le lacrime.
E a quel punto Jimmy, che aveva fissato in silenzio la scena, esplose.
-Oh no, ragazzina. Se questo è il tuo piano, cambia programma. Te ne vai dritta a letto.-
Cassandra arrancò verso la porta, ma nonostante gli sforzi che in quel momento le risultavano disumani, Jimmy riuscì a prenderla senza troppi problemi.
-Non mi toccare Sullivan, vai a soddisfare una delle tue ragazze!- Piagnucolò la giovane!
-Chi soddisfo non ti riguarda.- Rispose lui malamente.
-Avanti Jimmy, sei deluso perchè non tutte le ragazze rimangono soddisfatte dalle tue prestazioni?- Chiese Cassie, irriverente.
Jimmy sbiancò leggermente, intendendo subito a cosa la giovane si riferisse, ma il suo orgoglio non gli permise di rimanere indifferente alla frecciatina.
-Non è colpa mia, se alcune sono frigide.- La schernì.
-Sei proprio uno stronzo Sullivan. Ed ora lasciami, Malcom mi aspetta. A proposito, lui si che ci sa fare con le donne.- 
Jimmy perse completamente le staffe.
-Ora basta Haner, si fa quello che decido io!- Esclamò convinto, caricandosi la giovane su una spalla.
-Mettimi subito giù stronzo, non mi devi toccare.- Si mise a sbraitare Cassie.
Dimenandosi senza troppo successo, venne trasportata a forza da Jimmy al piano superiore.
Quando raggiunsero il corridoio, Cassie venne colta da una nausea improvvisa.
-Jimmy, ti prego mettimi giù, credo...- James la interruppe bruscamente.
-Non ci penso minimamente, non voglio che tu riveda quel Malcom, mi da fastidio.-
-James, devo vomitare.-
A quelle parole, Jimmy si fiondò nel bagno più vicino, arrivando appena in tempo perchè Cassie potesse rigettare nel wc.
Jimmy le tenne i capelli con le mani, passandole ripetutamente una mano sulla schiena.
-Sta tranquilla, starai meglio. Succede anche a me.- Cercò di consolarla lui, mentre lei scoppiava a piangere, probabilmente iniziando a tornare in se.
-E' tutto sbagliato James, niente va come dovrebbe andare. Sto combinando un gran disastro, ma non riesco ad uscirne.- 
Jimmy iniziò a preoccuparsi.
Cassandra non si cacciava mai nei guai, e se lo faceva, era solo perchè qualcuno la coinvolgeva in qualche casino.
-Cosa stai combinando Cassie? Sai che a me puoi dirlo, ti aiuterò io, qualunque cosa sia.-
Cassandra non sembrava convinta, ma Jimmy voleva sapere quale fosse il problema della ragazza, quindi ritentò.
-Avanti piccola, sai che per te ci sono sempre. Non ti ricordi quando io e i ragazzi abbiamo picchiato quel bulletto che ti rubava la merenda?- Chiese il batterista, ricordando i vecchi tempi.
A quel punto la mora cedette.
-Non sto con Malcom per piacere, ma perchè è nei guai. Ha bisogno di soldi, la droga lo sta distruggendo, e tre giorni fa mi ha fatto una proposta.-
-Maledizione Cassie, in che guaio ti stai cacciando? Lo avevo avvertito di starti alla larga.- Sibilò nervosamente il ragazzo.
-Lo so, ma ha bisogno del mio aiuto. Mi ha chiesto di andare a vivere a casa sua, ma ho paura Jimmy. Quando è in crisi di astinenza, diventa incontrollabile. Questa notte ero da lui ha dormire, ma ha avuto una crisi e sono dovuta scappare, sono andata al Johnny's e ho bevuto perchè non volevo ricordarmi quello che mi ha detto. Non voglio più stare con lui, ma ho paura che reagisca male.-
Merda , merda e ancora merda.
Cassandra non aveva mai paura, ma se temeva questo ragazzo, Jimmy non osava immaginare cosa le avesse fatto.
Ecco spiegati i lividi che ultimamente le comparivano un pò troppo spesso sul corpo.
Jimmy andò su tutte le furie, ma per evitare di spaventare Cassie ancor più di quello che era, cercò di mantenere la calma, una calma innaturale persino per il più santo dei santi.
-Non ti preoccupare Cassandra, penso io a tutto.-
-Ti prego Jimmy, non voglio che tu finisca nei guai per colpa mia.-
-L'unico che finirà nei guai, sarà quel coglione.- 
Per lui e i ragazzi sarebbe stato un gioco da ragazzi sistemare Malcom.
Cassandra si alzò da terra e si lavò i denti.
-Andiamo a letto Cassandra, se il buongiorno si vede dal mattino, è meglio che questa giornata scorra senza di noi.-





-Potresti girarti? Mi devo cambiare.- Chiese Cassandra, mentre Jimmy sedeva sul suo letto.
-Non c'è niente che io non abbia già visto.- Sbuffò lui, voltandosi lentamente.
-Mi gira ancora la testa.- Lamentò la giovane.
-Lo credo bene, un'ora fa eri in uno stato pietoso. Ti riprendi in fretta però, questo è un bene.-
-Dopo tutto quello che ho vomitato, come potevo non riprendermi?-
-Mi sorprende che tu non sia entrata in coma etilico.- 
-Quello che so con certezza, è che per un bel pò di tempo, io e l'alcool staremo lontani.-
-Lo spero per te piccola...hai trattato piuttosto male i ragazzi, penso che più tardi, tuo fratello ti farà un discorsetto dei suoi.- Rise Jimmy, nonostante sapesse che i ragazzi non erano per niente contenti degli atteggiamenti di Cassie.
-Merda, non mi ricordo nulla. Sono stata tanto cattiva?-
-Hai detto a Michelle che ti ha rubato Brian, poi hai detto che odiavi tutti!-
-Cazzo, non direi mai una cosa simile.-
-Però l'hai fatto.-
-Non sai quanto me ne pento! Devo essere caduta come un idiota.- Mormorò Cassie, fissando il ginocchio ammaccato.
-Si, peccato che mi sia perso la scena.-
-Sai che meraviglia vedermi starnazzare a terra. Devo aver picchiato anche la guancia, mi fa male!- Si lamentò Cassandra.
-No, tuo fratello ti ha dato uno schiaffo, non ha preso bene quello che hai detto a Mich!- Esclamò James.
-Capisco. Me lo merito, avrebbe dovuto darmene due per quello che le ho detto.-
-Nah, si è pentito subito.-
-Perchè stiamo parlando senza insultarci, senza lanciarci oggetti e senza che io ti salti addosso e inizi a picchiarti?- Chiese sbalordita la giovane.
-Tu non mi picchi, sono io che non reagisco! E poi non dobbiamo litigare sempre, ci prenderanno per pazzi.- Si limitò a dire James.
-Ma tu mi offendi, non posso ignorare sempre quello che mi dici.-
-Aventi Haner, io non lo facciò per offenderti...lo faccio solo per provocarti! Sei più sexy da arrabbiata.- Rise il giovane, fissando una Cassie coperta solo da slip e una maglietta striminzita.
-Io lo faccio perchè mi diverte farti innervosire, e perchè sei stronzo.-
-Chi non è stronzo, in questo mondo assurdo?- Chiese Jim.
-Matt per esempio, o Valary, oppure Lacey. Sono tra le persone più buone che io conosca.- Rispose Cassie.
-Sai, tutti mi hanno sempre detto che sono cattivo, insomma anche il riformatorio mi ha espulso. Eppure sono circondato da persone fantastiche, una migliore dell'altra, e ogni giorno mi chiedo come possa essere capitata a me, questa fortuna.- Confessò James.
-Non sei mai stato cattivo, forse un pò stronzo, ma mai cattivo.- Lo rassicurò Cassie.
-Me ne torno a letto piccola, mi è venuto sonno.- 
-No, resta qui, non mi va di dormire da sola.- Disse Cassandra, cercando di nascondere l'imbarazzo con una voce indifferente.
-Non ti da fastidio dopo quello che è successo in cantina? O dopo le nostre litigate?- Domandò James.
-Quello che è successo, è rimasto in cantina. E poi ora non stiamo litigando, ma se non ti fa piacere puoi tranquillamente...-
Cassie non fece tempo a finire la frase, che James era già sotto le coperte e picchiava una mano sul materasso, invitandola a sdraiarsi.
La ragazza si buttò sul letto, accolta dalle braccia del ragazzo che le aveva tolto la verginità.
Jimmy le schioccò un bacio tra i capelli, per poi intrecciare le loro mani.
-Non voglio più litigare con te.- 
-Lo sai che è impossibile, vero?- Chiese Cassie.
-Si, lo so, ma mi piace pensare positivo.-
Prima di addormentarsi, Cassie chiamò Jimmy.
-Che succede?- Domandò il ragazzo, la voce impastata dal sonno.
-Anche i ragazzi sono fortunati ad avere te, nonostante tutto io ti voglio sempre bene!-
-Ti voglio bene anche io.- Rispose Jimmy, prima di addormentarsi.






ANGOLO DELL'AUTRICE 
Buondì a tutte Voi, o meraviglie...
Dunque dunque, i due si odiano, i due si vogliono bene, hanno una relazione alquanto strana...
Non penso ci sia molto da aggiungere, per cui mi limito a ringraziare TUTTI, a partire da chi recensisce, fino ad arrivare ai lettori silenziosi.
Spero che il capitolo e l'immagine di Cassie vi piacciano, chiedo scusa per gli errori!
Un bacio, Sara :)
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Quando Cassie si svegliò, una strana fame, assolutamente estranea ai suoi tipici post sbornia, si impossessò del suo stomaco causandole i crampi.
Crampi che le intorpidivano anche il braccio destro, considerando che Jimmy ci stava dormendo sopra.
Girando leggermente la testa, si accorse che la sveglia presente nella sua camera segnava le 11.35!
La casa le pareva silenziosa, quindi ipotizzò che i ragazzi dovevano essere ancora a letto.
Pensò di scendere in cucina e preparare lei il pranzo.
Se lo meritavano, dopo quello che aveva combinato quella mattina.
Muovendosi più piano possibile per non svegliare Jimmy, cercò di alzarsi dal letto, spostando il braccio tatuato del batterista che in quel momento sostava sul suo ventre.
Stava per riuscire ad alzarsi, quando Jimmy, con la voce impastata, la chiamò.
-Cassie, dove cazzo stai andando?-
-Vado in cucina a preparare il pranzo, è quasi mezzogiorno! Ti va qualcosa in particolare?-
-Nella lista delle preparazioni, c'è una scopata mattutina?- Chiese James, aprendo leggermente gli occhi.
-Non ci sono gli ingredienti per quello.- Rise Cassie, vestendosi.
-Allora per questa volta mi fiderò della cuoca. Vado a farmi una doccia, scendo tra poco.- Disse Rev, alzandosi dal letto.
-Ok.-


Non avendo trovato quasi nulla di commestibile, Cassandra aveva messo in forno delle pizze e preparato una gran quantità di insalata mista.
Sicuramente non avrebbero avanzato nulla, considerando lo stomaco dei ragazzi.
Preparò la tavola con cura, lavò e riordinò le cose che aveva sporcato, poi si spostò in sala accendendo la TV sul canale musicale.
Il programma stava passando Helena dei Misfits, una delle canzoni che più amava di quel gruppo.
Torturandosi le pellicine di un dito, si mise a cantare a bassa voce, fino a che i ragazzi non scesero in contemporanea in cucina salutandola.
Tutti tranne suo fratello.
Senza esitare, prese parola.
-Jimmy mi ha raccontato tutto, volevo scusarmi con voi per come mi sono comportata.-
I ragazzi la fissarono allibiti.
-Hai detto Jimmy?- Chiese Zacky, gli occhi sgranati.
-E non vi siete insultati?- Si aggiunse Johnny.
Il diretto interessato, spuntò dalla porta della sala.
-Non è che tutte le volte ci dobbiamo insultare, e poi credo che le nostre incomprensioni si siano risolte, giusto Cas?- Domandò il batterista, chiedendo conferma alla ragazza usando il soprannome che qualche anno prima le aveva affibiato.
-Credo che tu abbia ragione James, per quanto mi riguarda è tutto risolto.-
-Molto bene, queste sono le situazioni che piacciono a me. Ma adesso avrei fame, cos'è questo profumino?- Intervenne Matt.
Lacey e Gena annuirono, mentre Valary e Michelle sghignazzavano divertite, senza apparente motivo.
-Va bene, tiro fuori la pizza dal forno, dovrebbe essere pronta.-
Cassie rimase male per il comportamento di suo fratello, ma conoscendolo, nel giro di qualche minuti sarebbe scoppiato.
Il che avvenne, mentre lei inseriva la mano nel forno per estrarne una teglia.
Ed immancabilmente, a causa della distrazione, perchè non avrebbe mai ammesso che suo fratello arrabbiato la spaventava, si ustionò il braccio sinistro.
-Maledizione Brian, non potevi aspettare un minuto?- Chiese Cassie, portando il braccio ustionato sotto l'acqua del lavandino.
-Non cazzo, non potevo aspettare un fottuto minuto. Ti rendi conto di quello che hai fatto questa notte?- Sbraitò Synyster, alzandosi di colpo dalla sedia e raggiungendo la sorella.
Temendo in uno scatto d'ira come quello di qualche ora prima, Jimmy e Matt si alzarono pronti a tenere Brian, sicuri che qualunque gesto avesse compiuto, la reazione della piccola Haner sarebbe stata sproporzionata, peggiorando ulteriormente la situazione.
Invece, demolendo le aspettative che già allarmavano il gruppo di amici, Brian prese il braccio della sorella e ne esaminò l'ustione.
Con grande probabilità sarebbe rimasta la cicatrice, ma poco importava, considerando quelle già presenti sul corpo di Cassandra, causa di cadute, sbucciature, e dell'incidente in cui, a soli tredici anni, la ragazza era stata coinvolta.
Un flashback, riportò Brian al giorno in cui il suo mondo era quasi crollato.



7 Anni prima
Da poche settimane, Brian era riuscito a prendere il tanto agognato diploma.
L'estate si stava dimostrando perfetta, era appena tornato dalle vacanze con i suoi amici, ma non gli importava.
Abitavano tutti piuttosto vicino, li vedeva tutti i giorni, e questo per lui era il massimo.
Stava pensando a Michelle, la gemella della fedanzata di Matt, quando il telefono di casa squillò.
Svogliatamente, si alzò per rispondere, anche se sicuramente sarebbe stata qualche rappresentante dei prodotti di bellezza che sua madre amava acquistare.
Invece si sbagliava.
-Pronto!- Si limitò a rispondere.
-Ospedale di Huntington Beach, parlo con il signor Haner?-
-No, io sono il figlio, può riferire a me.-
-Qual'è il suo grado di parentela con Cassandra Haner?-
A quel nome, i peli di Brian si rizzarono.
-Sono il fratello maggiore, cos'è successo a mia sorella?-
-Sua sorella è stata investita, la preghiamo di raggiungere l'ospedale e di informare i suoi genitori.-
Senza una parola, Brian si fiondò sulla sua macchina, e nel giro di cinque minuti, correva già per la reception dell'ospedale, avvisando i genitori e gli amici.
Qualche istante dopo, erano tutti in ospedale, comprese le ragazze e i Michelle.
Brian Senior stringeva una Susan scossa dalle lacrime, ogni tanto Synyster sentiva delle pacche sulle spalle, senza ben sapere di chi fosse la mano che lo colpiva con gentilezza.
Un medico armato di cartella clinica li raggiunse.
-Siete i signori Haner?- Chiese, leggermente affannato.
-Si, come sta mia figlia?- Domandò Susan, la voce tremante.
Il medico guardò tutti i ragazzi, domandandosi quale di loro fosse il fratello.
Poi lo riconobbe.
Non c'erano dubbi, si somigliavano tantissimo.
Brian Senior intervenne.
-Può parlare anche davanti a loro, sono con noi.-
Il medico prese parola.
-Sono il dottor Harrison, il primario di questa struttura. Vostra figlia è stata investita da un fuoristrada  e trascinata per alcuni metri. Il conducente del mezzo era ubriaco.
Cassandra ha riportato molte contusioni, una frattura scomposta alla gamba sinistra, il bacino è distrutto, le costole e il braccio della parte destra sono rotti, ma ciò che più ci preoccupa sono le lesioni interne. Ha avuto una grave emoraggia interna, ha già subito un trapianto di sangue ed ora è in terapia intensiva.-
Susan scoppiò definitivamente in un pianto disperato, Brian senior a reggerla, mentre Synyster veniva colto da una nausea che rischiò di farlo vomitare nel bel mezzo del corridoio.
-Purtroppo non è tutto- Proseguì il dottore, la voce estremamente dispiaciuta -Per quanto Cassandra possa essere giovane e forte, i danni che ha subito sono estremamente gravi. Mi spiace molto, ma le probabilità che superi la notte sono scarse, quasi nulle.-
A quel punto, Brian scoppiò.
Non si preoccupò di essere davanti ai suoi amici, a sua madre, a suo padre, alla ragazza di cui era innamorato, al medico.
Semplicemente si accasciò contro il muro ed iniziò a piangere.
Sua sorella non poteva morire, era troppo giovane e pura. A tredici anni non si deve morire, si deve solo pensare ad una vita piena e lunga, una vita di cui si andrà sempre fieri.
Senti i ragazzi che lo stringevano, Jimmy che gli diceva che sarebbe andato tutto bene, che non l'avrebbe abbandonato nessuno, e che sua sorella era una dura, una di quelle che nonostante sia ancora troppo giovane, è talmente tanto intelligente e forte da spaccarti il culo.
E, per miracolo, fortuna, o semplicemente troppa voglia di vivere, Cassandra passò la prima notte, quella successiva, gli interventi, la riabilitazione e i medici apprensivi che continuavano a farle ogni tipo di esame.
Otto mesi dopo l'incidente, Cassandra camminava zoppicante per il parcheggio dell'ospedale, incollata al braccio di quel fratello che in quel lungo periodo di reclusione, non l'aveva mai abbandonata, neanche il giorno del suo ventesimo compleanno.
Il fratello che al suo quattordicesimo compleanno le aveva regalato una Gibson Les Paul uguale a quella di Slash, il chitarrista che tanto amava, un fratello che in quei mesi stava avendo successo con la sua band.
Nemmeno i ragazzi l'avevano mai lasciata sola, ogni giorno andavano a trovarla, aveva stretto un bel rapporto anche con le fidanzate degli amici e con Michelle, la ragazza che le aveva regalato un sacco di vestiti.
Ed ora, finalmente, poteva andarsene per sempre dall'ospedale.
Un anno e mezzo più tardi, il suo corpo era completamente guarito, testimoni della sua disgrazia erano solo le ciccatrici fini e irregolari che solcavano quasi invisibili la gamba destra ed il braccio sinistro, segno delle operazioni che aveva subito.


-Non fare mai più una cosa simile, se papà venisse a saperlo...- Cercò di dire Brian, ma fu interrotto dalla sorella.
-Mi darebbe della stupida perchè mi sono fatta beccare da un fratello rompipalle, perennemente mestruato, imperprotettivo, fighissimo, e che amo più della mia stessa vita.
-Fottutissima ruffiana, ti voglio bene.- La abbracciò Syn.
-E scusami per lo schiaffo di questa mattina, mi dispiace. Ed ora fatti disinfettare questa bruciatura.- Ordinò Gates, mentre le ragazze prendevano le teglie di pizza ed iniziavano a servirla.
Cassandra guardò Jimmy seduto al tavolo, sorridendogli.
Aveva come al solito ragione quel fottuto genio, tutto si era appena sistemato.
Il batterista le fece l'occhiolino, e lei lo ricambiò con una linguaccia.
Si, le cose si erano sistemate anche con Jimbo.




Angolo Autrice
Buonasera e Buon San Valentino a tutti (anche se onestamente, questo giorno non mi piace più di quel tanto...)!
Dunque dunque, le cose si "evolvono", per così dire, e finalmente anche Jimmy e Cassie pare abbiano riappacificato!
Non c'è molto da dire, solo vorrei ringraziare chi mi segue, mi recensisce e mi sostiene.
Grazie di cuore :)
Chiedo scusa per il capitolo corto e per eventuali errori, ma ho pochissimo tempo in quanto oggi il mio fratellone compie 22 anni e questa sera mi "costringe" a festeggiare con i suoi amici!
Un bacio a tutti, Sara :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era passata una settimana dal disastro con i ragazzi.
Cassandra si trovava sul Suv di suo fratello, diretta alla spiaggia di Huntington.
Doveva trovarsi con un paio di amiche che, puntualmente, le avevano dato buca.
Le prospettive per il pomeriggio erano alquanto deprimenti, ma poi pensò alla serata che l'attendeva.
I ragazzi l'aspettavano alle 21.00 in un locale vicino al centro.
Svoltò nel parcheggio, spense il Suv e prese un salviettone ed una borsa termica.
Raggiunse la spiaggia e prese posto in una zona leggermente isolata, vicino ad uno scoglio dove i bambini difficilmente giocavano.
Stese il salviettone e vi si buttò sopra, estraendo dalla borsa un panino ed una birra.
Finita il suo pranzo delle 15.30, si buttò subito in acqua, ingnorando bellamente la regola che imponeva di non entrare in acqua dopo mangiato.
Usci dall'acqua e guardando il suo telefono, si accorse che erano già le 19.00
Quando nuotava non si accorgeva nemmeno del tempo che passava.
Raccattò le sue cose e tornò alla macchina poi, sfrecciando per le vie di Huntington, arrivò alla casa dei suoi genitori, fuori casa per il fine settimana.
Si diresse al bagno, fece una doccia, e andò nella sua camera per vestirsi e sistemarsi.
Scrutando nel suo armadio, estrasse dei pantaloncini corti di jeans e un top nero che le laschiava libere parte di pancia e schiena, mostrando al pubblico il suo piercing all'ombelico e il tatuaggio fatto cinque giorni prima che le copriva buona parte della schiena, di cui nessuno conosceva l'esistenza.
Si, Brian si sarebbe decisamente arrabbiato.
Lasciò che i capelli le si asciugassero naturalmente formando delle graziose onde.
Mise un leggero strato di matita, un poco di mascara e, indossando le classiche converse nere e la sua borsa a tracolla, si diresse al locale dove era attesa.


Parcheggiò il Suv a qualche isolato dal locale, prese la sua borsa e si avviò nel luogo stabilito.
Entrata nel locale, si mise subito in punta di piedi in cerca dei ragazzi, quando li trovò seduti ad un tavolo lontano dalla pista da ballo.
Spintonando leggermente coloro che bloccavano il passaggio, si diresse dai suoi amici e si lanciò su una sedia che probabilmente le avevano riservato.
-Ciao ragazzi.- Salutò con un sorriso.
Un coro di "ciao Cassie ed hey piccola" le pervennero come risposta.
-Come mai questa sera tutta questa nudità?- Domandò Zacky, riservandole un occhiata maliziosa, accompagnata da uno schiaffetto sul braccio da parte di Gena.
-Fa caldo.- Sorrise lei.
Notando che i ragazzi avevano già le loro consumazioni, decise di andare al bancone del bar.
-Ho sete, vado a prendermi da bere.- Disse, cercando di superare con la voce il volume della musica.
 I ragazzi annuirono, chi impegnato a bere, chi impegnato a pomiciare con la fidanzata, così si alzò dalla sedia.
Appena si girò, sentì il richiamo di Brian.
Merda, aveva notato il tatuaggio.
-Cosa ti sei fatta alla schiena?- Chiese il fratello, osservando una parte della croce di Appetite For Destruction.
-Mi sembrava giusto fare un piccolo tributo alla mia band preferita...-
-Piccolo neanche tanto, ma non posso di certo contestare i tuoi gusti.- Disse Brian, annuendo impercettibilmente.
-Gates ha ragione piccola, hai ottimi gusti.- Constatò Matt.
- Sono stata istruita da ottimi maestri.- Sorrise Cassandra, facendo un occhiolino al cantante.
Spintonando nuovamente la folla, arrivò al bancone e ordinò una birra, per poi tornare al tavolo.
Un tavolo che ospitava una persona in più, che le aveva fottuto la sedia, che aveva un vestito orribile, e che stava limonando con Jimmy.
Cercando di rimanere impassibile alla scena, perchè si, si era resa conto che Jimmy non le stava del tutto indifferente, raggiunse gli amici e rubò la sedia vuota di un tavolo accanto al loro.
Sentendo il rumore della sedia che picchiava forse un pò troppo forte la gamba del tavolo, la rossa si staccò da James urlacchiando un "cielo, che spavento".
-Sei arrivata giusto in tempo Cass, questa è Lucinda, un amica di Jimmy.- Sorrise Matt.
La rossa, visibilmente tinta, la scrutò con uno sguardo che passava von estrema rapidità dallo stupore all'invidioso.
-Non c'è bisogno delle presentazioni Matt, io e Lucinda abbiamo già avuto modo di approfondire la nostra conoscenza, forse un pò troppo per i tuoi gusti, non è vero cara?- Disse Cassie, sbeffeggiando la rossa.
-Certe persone non andrebbero mai più viste.- Si lamentò Lucinda.
A quanto pare la voce era rimasta sempre la stessa, fastidiosa e incredibilmente acuta, proprio come quando urlacchiava per il corridoio con buona parte dei capelli in mano a Cassie, segno di un post-rissa.
-Cosa vuoi farci tesoro, il mondo è piccolo! Non sarai ancora arrabbiata per quel piccolo incidente al liceo, vero? Sei più grande di me, dovresti essere anche più matura.- Cassie stava decisamente prendendo in giro la rossa, che ora guardava Jimmy in attesa di aiuto.
Aiuto che non arrivò.
-Sai- Rispose Lucinda, toccando un tasto dolente per Cassie -Pensavo che fossi tu a portarmi rancore, dopo tutto Tyler ti ha scartata per me!-
-Come potrei portarti rancore Lucinda, la colpa è solo di quel ragazzo...il suo difetto peggiore era apprezzare le cose di seconda, forse nel tuo caso terza mano.- Sorrise Cassie, facendole un occhiolino.
-Cosa insinui ragazzina? Mi stai dando della puttana?- Sibilò la rossa.
Brian si schiarì la voce tentando di richiamare la sorella.
-Io non ho detto niente Bri, è lei che ci ha pensato da sola ad insultarsi.- Si giustificò Cassie.
-Ora basta Cassandra, stai esagerando.- Intervenne James, gli occhi minacciosi.
Cassie rimase stupita cercando, con buoni risultati, di non darlo a vedere.
Traccannando la sua birra e buona parte della Tequila di Zacky, si alzò dalla sedia e sovrastando la musica urlò un "mi sto annoiando, vado a ballare".
Senza neanche badare alla risposta dei ragazzi, si buttò in pista sulle note di Cherry Pie degli Warrant.
Gli ammiratori, qualcuno ubriaco, qualcuno brillo, le si accalcarono vicini cercando di attirare la sua attenzione.
I suoi occhi ricaddero su un morettino con gli occhi azzurri, nemmeno troppo bello, ma che comunque attirava la sua attenzione ricordandole James solo per il colore dei capelli.
I suoi occhi non erano minimamente paragonbili a quelli di Jimmy.
Cercando di ignorare la poco simpatica vocina mentale che le sussurava "non è James", si mise a ballare col ragazzo.
Il giovane le urlò qualcosa che doveva probabilmente essere il nome, ma non capendo quello che diceva, si limitò ad annuire.
A quel punto, il ragazzo le si avvicinò all'orecchio.
-Non hai capito, vero? Mi chiamo Marc, tu invece?-
-Rose.- Rispose lei, usando il suo secondo nome.
-Bel nome, come la ragazza che lo porta.-
-Grazie.-
-Ti ho già vista da qualche parte bambolina, ma non so dove.-
-Io vivo quì, mi avrai vista sicuramente.-
-Mi ricordi qualcuno, non saprei. Somigli a qualcuno che conosco.-
-Io non credo.- Sorrise Cassie, evitando il discorso somiglianze.
Era facile vedere Brian in lei, soprattutto in alcune espressioni.
Ma tutte le volte che rivelava l'identità di suo fratello, le reazioni erano solo due: le ragazze cercavano di farsela amica per arrivare ai ragazzi, i maschi invece se ne andavano senza spiegazioni, intimoriti da suo fratello e dagli scagnozzi.
E inevitabilmente lei rideva, perchè se li avessero conosciuti come li conosceva lei, si sarebbero resi conto di quanto i suoi ragazzi fossero perfetti, meravigliosi, altruisti e buoni.
Quasi con tutti, almeno.
-Ora basta con le chiacchiere, balliamo.- Sbraitò il giovane, apparentemente eccitato quanto una ragazzetta alla sola idea di ballare.


-Cassandra sta mangiando ultimamente?- Domandò Lacey, seduta accanto al suo amato nano, mentre fissavano la morettina ballare con un ragazzo già visto.
-Molto meno del solito, e questo ci preoccupa.- Rispose Valary, mentre Michelle annuiva.
-Non dovrebbe andare da un nutrizionista? Se perde ancora peso, rischiamo di non vederla più seriamente.- Intervenne Gena.
-Ne ho già parlato con mia madre, ma Cassie è testarda e non vuole farsi aiutare. La prossima settimana la porterò da un esperto.- Disse Brian.
Effettivamente Cassie era molto magra.
Non che fosse mai stata abbondante, ma fino a qualche tempo prima le ossa del bacino e le costole non erano così evidenti.
-E pensi di riuscire a convicerla a venire?- Domandò ironico Jhonny.
-Questo è poco ma sicuro.- Annui copiosamente Brian.
-E credi che due parole la faranno desistere?- Si intromise Zacky.
-Non ho mai detto che userò le parole.- Li informò Brian.
-Qualcosa mi dice che Cassandra si trasformerà in un sacco di patate, e che quel sacco sarà particolarmente incazzato e sistemato su una spalla di Bri.- Rise Matt.
-Qualcosa mi dice che Bri non ne uscirà indenne.- Bofonchiò un James ridente mentre non perdeva di vista la morettina e provava a scollarsi di dosso Lucinda, effettivamente molto noiosa.
-Qualcosa mi dice che voi quattro aiuterete Brian.- Intervenne Michelle.
-Qualcosa mi dice che le nostre menti sono collegate, piccola.- Sussurrò un Brian particolarmente romantico, mentre scambiava un paio di effusioni con la bionda.
Disperdendosi tra risate, chiacchiere, ed una Lucinda infuriata che se ne ancdava poichè offesa da Jimmy che la invitava "a levare e tende", i ragazzi si resero conto di aver perso di fista la giovane Haner.
Scrutando tra la folla, individuarono la sua testa attaccata ad un muro, col morettino con cui ballava che le ispezionava la bocca.
E quella scena non piacque a nessuno.
-Mia sorella.- Sbraitò un Brian infuriato.
Non fece tempo nemmeno a respirare, che Jimmy stava già spintonando i ballerini improvvisati per raggiungere il morettino e dargli una lezione.
-Merda.- Riuscì solo a dire Matt, prima di partire all'inseguimento di James accompagnato dai ragazzi.


Stava andando tutto alla perfezione, si stava divertendo, in più quel Marc non baciava nemmeno troppo male, quando il soggetto in questione le venne letteralmente strappato via dalle braccia.
Non ci fu nemmeno bisogno di alzare la testa, per capire chi avesse lanciato contro il muro accanto a lei il povero Marc.
La voce di James, in versione scream (sicuramente Matt avrebbe apprezzato), si abbatteva sul suo compagno di serata con insulti e parole poco ortodosse.
-Cosa cazzo fai, figlio di puttana!-
-Io non stavo facendo...- La voce di Marc usciva inspiegabilmente tremante e balbettante, così diversa dal tono da duro che aveva usato con lei per buona parte della serata.
-Lascialo James, non stavamo facendo nulla di male.- Cercò di intervenire Cassie, implorando qualunque santo esistente perchè i ragazzi arrivassero in soccorso.
-Sta zitta Cassandra, con te i conti li facciamo dopo.- Urlò un James particolarmente minaccioso.
-Ma avevi detto di chiamarti Ro...- Marc non fece tempo a terminare la frase, che un pugno ben assestato lo colpì sulla mascella.
-James, fermati.- Lo strattonò Cassandra, riuscendo con immensa fatica a farlo girare, mentre Marc si accasciava a terra e i ragazzi comparivano magicamente dalla folla.
-Cazzo Jimmy, sei un coglione.- Lo rimproverò Matt, soccorrendo Marc.
Jame si limitò ad ignorarlo, troppo impegnato a fissare Cassandra.
-Cosa diavolo credi di fare, non ti rendi conto che...- Cassie non riuscì a terminare la frase.
Sotto lo sguardo dei ragazzi, di un Marc malconcio e di una piccola folla in attesa di una rissa, Jimmy prese Cassandra per le spalle incollandola al muro, per poi appoggiare entrambe le mani ai lati della testa della ragazza, sulla muratura rossa del locale.
-Mettiti bene in testa una cosa ragazzina, qualunque stronzo provi a toccarti, dovrà vedersela con me.-
-James, tu non sai cosa stai dicendo, sei ubriaco e...-
-No, sono perfettamente sano, ed ora andiamocene.- Ordinò il batterista, prendendo per mano la ragazza e trascinandosela dietro, sotto lo sguardo sbigottito dei ragazzi, fidanzate annesse.
Passando dinnanzi a Marc, James si fermò fissandolo con un intensità disarmante negli occhi.
Mantenendo ben salda la stretta su Cassie, pronunciò una frase che turbò tutto il gruppo di amici.
-Lei è mia, solo mia e basta.-
Poi, sempre trascinandosi dietro una Cassie ammutolita, uscì dal locale.



ANGOLO DELL'AUTRICE
Miei cari lettori, perdonate il ritardo, ma queste due ultime settimane sono state traumatizzanti dal punto di vista scolastico!
Chiedo scusa per il ritardo.
Ad ogni modo, in questo capitolo si capiscono un paio di cose sui sentimenti dei nostri eroi...
Non credo ci sia altro da aggiungere, se non un perdonate gli errori!
Grazie a tutte le persone che seguono, preferiscono, recensiscono, insomma grazie a TUTTI...
Un bacio, Sara :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Mi fai male James, lasciami il braccio.-
Faticando a capire come avessero potuto uscire così velocemente dal locale, Cassandra cercava invana di mantenere il passo straordinariamente veloce di Jimmy (favorito dalle gambe lunghe) percorrendo la via principale di Huntington Beach.
-Per favore James, mollami.- Piagnucolò la giovane.
Rendendosi conto che le sue proteste erano invane, utilizzando tutta la forza di cui disponeva, riusci a staccarse il polso dalla presa ferrea di Jimmy.
Utilizzando la piccola opportunità di fuga che la sorte le aveva offerto, iniziò a correre verso il Suv di Brian, cercando di estrarne le chiavi situate nella sua borsetta che si era portata dietro per tutta la serata.
Impiegando tutte le forze possibili che possedeva ed ignorando i passanti che la osservavano straniti, cercò di aumentare la velocità della sua corsa.
Vide la macchina in lontananza, ma le sue speranze svanirono quando James la raggiunse e se la caricò su una spalla, ignorando i suoi tentativi di ribellione come se non la sentisse nemmeno.
-Mi dispiace principessa, ma io e te dobbiamo fare i conti.-
-Maledettissimo stronzo, non ti ho fatto niente di male, devi lasciarmi andare.-
-Troppo tardi piccola.-
-No, voglio capire perchè ti comporti così, non ho fatto nulla di male a nessuno.-
James si bloccò, sempre tenendo la giovane sulla spalla sinistra.
-Invece si, Cassandra. Mi ha fatto male vederti con quello.-
Cassie rimase di pietra.
-Ma cosa diavolo ti passa per la testa? Noi due non siamo niente, se non due stupidi che hanno avuto un avventura di venti minuti in una cantina..-
-Ed è qui che ti sbagli, perchè per me quella non è stata solo un avventura.-
-Ti prego James, cerca di ragionare. Io stavo solo giocando, tu invece mi sembravi molto serio con Lucinda.- L'ultima parte della frase, fu pronunciata da Cassie con una nota di acidità.
-Andiamo, quella è solo una puttana. L'ho già mandata a farsi fottere!- Esclamò Jimmy, riprendendo a camminare.
-Al diavolo, l'hai anche difesa. Ed ora mettimi giù, sono capace di camminare. E poi voglio andarmene.-
-No.-
-No cosa?-
-No, non ti metto giù, e no, non ti lascio andare da nessuna parte.-
-Non fare lo stronzo James, non voglio arrabbiarmi più di quello che sono già.- Puntualizzò la giovane, con la voce tremante dal nervoso.
-Perchè piccola, cosa potresti farmi di tanto brutto?- Chiese James con derisione.
-Non provocarmi James, e soprattutto non chiamarmi piccola.-
-Cazzo piccola, così mi fai veramente paura.- Rise James.
E a quel punto Cassandra, perse totalmente la pazienza.
Iniziò a dimenarsi violentemente e a tirare pugni sulla schiena del batterista, ma vedendo che le sue percosse non sortivano nessun effetto, decise di passare ai vecchi rimedi: morsicarlo.
Proprio sullo zero tatuato sulla schiena.
Imprecando per il dolore, Jimmy decise di restituirle il favore.
La morse sul fianco destro, lasciato scoperto dal corto top che indossava.
Cassie urlò di dolore.
-Bastardo, io non ti ho morso così forte.-
-No, non lo hai fatto, ma questo era per farti capire che tu, contro di me, non puoi fare nulla.-
Cassie non riuscì a controbattere, nonostante la voglia di insultarlo fosse incredibilmente troppa.
-Ed ora andiamo a casa, alla macchina di Bri penseremo domani.-



Dopo che Jimmy l'aveva caricata sul suo Hummer e le aveva allacciato la cintura come se fosse una bambina, erano partiti per raggiungere la villa sul mare del batterista.
Jimmy aveva guidato veloce e abile per il traffico notturno di Huntington, dove la vita notturna era pari a quella diurna.
Cassie gli diede mentalmente dello stronzo, ricordando che lui la cintura non l'aveva neanche guardata.
Arrivati a casa, James aprì con il telecomando l'enorme cancello d'entrata, percorrendo un vialetto che portava all'abitazione.
Scese dalla macchina e si diresse verso la porta d'entrata, a qualche metro di distanza da dove aveva lasciato la macchina.
Vedendo che Cassie non accennava a scendere, James si diresse con passo disinvolto verso il lato del passeggero dell'auto, aprendone la portiera.
-Che hai deciso di fare?-
-Non ho intenzione di scendere. Voglio andarmene a casa mia.-
-Peccato che non puoi.- La sbeffeggiò il moro.
-E invece si.- Rispose acida la giovane, prendendo la borsetta ed estraendone il cellulare.
Scarico di batteria.
-Merda, vaffanculo.- Sibilò nervosa.
-Che disgrazia piccola, non puoi andare da nessuna parte...- Disse Jimmy, fingendosi dispiaciuto.
La mora lo guardò con odio, cercando di mantenere la calma.
-Io vado a dormire, la porta è aperta.- Si congedò il giovane.
-Vai a farti fottere.- Rispose Cassandra.



Non sapeva quanto fosse passato dal momento in cui James se ne era andato in casa, sapeva solo che gli avrebbe volentieri tirato uno dei suoi destri, simile a quello che aveva violentemente colpito il naso di Lucinda, giusto qualche anno prima.
Accendendo la luce del veicolo, notò che James le aveva lasciato l'impronta dei suoi denti dove l'aveva morsa.
-Figlio di...- Si bloccò sul colpo, trattenendo l'insulto che la povera madre di James non si meritava -Quella santa donna che è costretta a sopportarti da 26 maledettissimi anni.-
No, decisamente le cose non andavano bene.
L'ipotesi di una possibile fuga era improbabile, visto che il sistema di sicurezza di Jimmy era a prova di terrorista, e lui non era così stupido da non averlo innestato.
Controllò il quadro della macchina, per vedere le ore.
Segnava le 12.54!
Arrendendosi a quello che la sorte le aveva riservato per la nottata, guardò per un ultima volta la camera da letto di James, illuminata dalla luce della TV, e decise di provare a dormire.
Il che non avvenne.
Appena chiudeva gli occhi, il rumore delle onde, un cane o qualche animaletto notturno, le impedivano di raggiungere il suo obbiettivo.
Comprendendo che quella sarebbe stata una notte insonne, scese dalla macchina chiudendo quanto più silenziosamente possibile la portiera, nella speranza di non destare sospetti nel suo momentaneo rapitore.
Non che le sue intenzioni fossero illecite, ma l'idea di litigarci ancora non le andava per niente.
Si tolse le Converse lasciando che i suoi piedi toccassero l'erba del giardino, poi si diresse verso la piscina sedendosi sul bordo ed immergendo le gambe fino a metà polpaccio.
Iniziò a muovere lentamente le gambe, creando delle piccole ondine nell'acqua, quando il rumore della porta di casa che sbatteva la risvegliò dal suo torpore.
-Non credi che sia ora di entrare in casa? E' l'una e mezza, tuo fratello mi ucciderebbe se sapesse che ti lascio dormire all'aperto.-
-Mio fratello ti ucciderebbe se sapesse che sono qui contro la mia volontà.- Controbatte la giovane.
-Tu non sei qui contro la tua volontà, hai solo accettato un invito fatto con...intensità, ecco il termine giusto.-
-Certo, un invito.-
-Dai, vieni in casa, fa freddo.-
-Siamo in estate James, e siamo in California. Neanche a dicembre fa freddo.-
Preso in contropiede, senza sapere come ribattere, James decise di passare ai fatti: spinse Cassie nella piscina, dove l'acqua non era fredda, ma comunque fastidiosa quando il sole non c'era.
Cassie riemerse lentamente completamente zuppa, cercando di uscire dalla piscina.
Vedendo la giovane in difficoltà, James le corse in aiuto sollevandola per le braccia.
-Sei un fottuto idiota Sullivan, ed io ti ucciderei.- Sbottò velenosa la mora.
-Cosa vuoi che sia un bagnetto notturno.- Rise Jimbo.
Vedendo che la ragazza tremava, Jimmy le mise un braccio sulle spalle.
-Almeno adesso ho la scusa per farti entrare. Dai, andiamo!- Disse il batterista, conducendo in casa la giovane.



-James, dove hai messo l'accappatoio?- Urlò Cassie, dal bagno di casa Sullivan.
-Usa il mio, non so che fine ha fatto quello di tuo fratello.- Rispose James, dalla camera accanto al bagno.
-L'hai usato solo tu?-
-Certo, che domande fai?-
-Sai, con te sono sempre in dubbio...Chissà in quante hanno girato questa casa.-
Cassie senti dei passi che si fermarono dinnanzi la porta del bagno.
-Mi spiace doverti contraddire, ma in casa mia non porto mai nessuna donna, e se non vuoi usare il mio accappatoio, puoi sempre uscire nuda...non mi dispiacerebbe.-
Cassie fece appena in tempo a mettere l'accappatoio, che la porta del bagno si aprì rivelando la figura di James con i pantaloni di una tuta neri e il petto nudo.
La giovane perse un paio di battiti cardiaci, ma cercò comunque di rimanere impassibile di fronte alla vista di Jimbo.
-Perchè arrossisci Cassandra? Per caso ti piaccio?- Domandò malizioso il ragazzo.
-No, ho solo caldo. Hai trovato qualcosa per me?- Chiese Cassie, riferendosi ai vestiti.
-Ho trovato solo queste, credo che tu le abbia lasciate all'ultima festa.- La informò il giovane, mostrandole gli slip bianchi che portava sull'indice.
-Credevo di aver lascito più cose.-
-Invece no, hai lasciato solo questi...-
-Non importa, vanno bene lo stesso. Mi presti una maglietta?-
-Tieni.- Disse il ragazzo, lanciandole una maglietta dei Pantera.
-Potresti uscire un minuto? Devo cambiarmi!- Esclamò la ragazza.
Jimmy usci senza dire nulla, rimanendo comunque fuori dalla porta.
Appena Cassie fu pronta, usci dalla porta del bagno, ritrovandosi James con un piede e la schiena appoggiati al muro, le braccia incrociate e la faccia da sbruffone.
La sua tipica posa da bullo.
-Posso avere un cuscino?- Chiese gentilmente la giovane.
-Perchè?-
-Perchè il tuo divano è comodo, ma con un cuscino è ancora meglio.-
-Ma io non ho mai detto che tu puoi dormire sl divano.-
-E dove dovrei dormire? Sul pavimento? Maledizione, non sono mica ubriaca.- Si lamentò Cassie, sapendo che le sue sbornie si concludevano per la maggior parte delle volte con una dormita sul pavimento.
-Tu dormirai con me.- Ordinò James.
-Io non dormirò con te.-
-O il mio letto, o il pavimento.-
-Al diavolo Sullivan, preferisco di gran lunga il pavimento.-
-Scelta sbagliata principessa, questa notte starai nel mio letto.- Proclamò Jimbo, prendendo la giovane per il braccio e trascinandola nella sua stanza.
Appena fu dentro, chiuse la porta a chiave e spintonò Cassie sulle lenzuola nere, mentre lei borbottava imprecazioni a dirotto.
Il batterista si tolse i pantaloni restando con dei semplici boxer che mandarono in tilt Cassandra.
Cercando di evadere dalla situazione, la giovane si sdraiò sul letto e si copri con il lenzuolo.
-Ho sonno ora, buonanotte.- Disse, dandogli le spalle.
Sentì il materasso che si abbassava dalla parte opposta la sua, poi il lenzuolo che la copriva si scostò leggermente, segno che anche James si era coricato.
-Potresti spegnere la luce? Non riesco a dormire.- Chiese Cassie.
Senza nessuna risposta da parte di James, la luce della camera si spense, rimanendo illuminata dalla sola luce della luna quasi piena.
-Dovremmo informare i ragazzi che questa notte non torniamo da loro.- Disse la mora.
-L'ho già fatto, e tuo fratello mi ha detto di dirti che non è arrabbiato con te.-
-Non vedo perchè dovrebbe esserlo, visto che non ho fatto niente di male a nessuno, nemmeno a te James.-
-Non mi è piaciuto il modo in cui quel tizio ti stava appiccicato. Non mi piace che i ragazzi ti girino attorno.-
-Che ti piaccia o meno Jimmy, io voglio divertirmi, voglio godermi la vita, e tu non puoi impedirmi di farlo.-
-Io non voglio impedirti di fare nulla piccola, voglio solo il tuo bene, come lo vuole tuo fratello e lo vogliono i ragazzi.-
-E allora perchè hai reagito così?-
-Io...non lo so!-
-Già, lo immaginavo.-
-Non mi andava l'idea di vederti con un ragazzo che non fossi io.-
Cassie non rispose.
Non dopo quell'affermazione.
Si limitò a sorridere circondata dal buio della camera.
-Ora dormiamo piccola, domani abbiamo da fare in studio. Buonanotte.- Disse James, abbracciando da dietro Cassandra e schioccandole un bacio tra i capelli.
-Buonanotte James.- Rispose Cassie, intrecciano la sua mano con quella del batterista.






ANGOLO DELL'AUTRICE
Buonsalve a tutti...
Per prima cosa, ringrazio tutti gli amori che mi hanno lasciato una recensione: non potete immaginare quanto mi avete fatta felice!
Ringrazio anche tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano o semplicemente leggono in silenzio questa FF, e noto con grande piacere che sono davvero tanti.
Detto questo, mi scuso per gli errori e mi congedo!
Un abbraccio a tutti...
Sara :)

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