Frozen Heart

di MeiRivaille97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. [FINE] ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


-Elsa no! - sentii urlare da fuori il mio castello. 
-Stavo per uccidere quegli uomini, stavo davvero per farlo? – pensai incredula, ma quella voce mi bloccò. Sentii il mio potere fermarsi, come se mi stesse congelando dall’interno. 
-Che cos’è questa sensazione? – mi chiesi guardandomi intorno. Gli uomini di Arendelle iniziarono ad avvicinarsi, con le spade puntate verso di me. 
-Stanno davvero per uccidere la loro regina? Mi odiano così tanto? – pensai con le lacrime agli occhi.
La rabbia nei loro occhi e una spada vicinissima al mio petto. Chiusi gli occhi e sorrisi, pensando che finalmente tutti sarebbero stati felici della mia scoparsa. 
-Perdonami Anna – sussurai, abbassando la testa e cadendo di ginocchi a terra.
All’improvviso, una folata di vento. All’interno della stanza nevicava e il freddo diventava sempre più intenso. 
-Oh no! Un altro mostro ed è suo complice!- urlavano gli uomini.
Aprii lentamente gli occhi. Vidi terrore nei loro occhi, le loro spade erano congelate. Nell’arco di qualche secondo, tutti avevano lasciato quella stanza. 
Non capii nulla di ciò che era successo. Il mio potere era davvero così pericoloso da non accorgermi di aver causato quella bufera?
Mi alzaii, mi tremavano le gambe. Mi guardai intorno, c’era una fitta nebbia. Cominciai a camminare faticosamente verso il balcone, ma vidi tra la nebbia una figura. C’era ancora qualcuno lì. 
-Che cosa ci fai ancora qui? Vattene via! Non hai paura di me? Non hai paura che possa farti del male? – gli urlai contro. 
-Tsk – fece un verso – Preferirei essere ferito da te piuttosto che andarmene – rise. 
Di nuovo quella voce, il mio cuore diventò pesante. 
-Chi sei? – urlai, stringendo la mano verso il petto. 
-Certo, scusami. Non mi sono ancora presentato – iniziò a camminare verso di me – Il mio nome è Jack Frost, vostra maestà – disse con un filo di ironia, inchinandosi e porgendomi la mano. 
-Alzati. Non essere così formale – dissi incrociando le braccia. Feci un passo indietro, era troppo vicino. 
Non capivo perchè non avesse paura. Non capivo perchè mi stava così vicino. 
Alzò la testa e iniziò a fissarmi. Un giovane ragazzo, poteva avere la mia età. Capelli bianchi come la neve e occhi azzurri come il mare. Indossava una semplice felpa e dei pantaloni color nocciola, non portava nulla ai piedi. 
-Hai detto Jack Frost, giusto? Che cos’è quel bastone che ti porti dietro? E poi non hai freddo? – chiesi curiosa indicando i piedi.
-Oh, è davvero curiosa, maestà – rise.
-Come ti perm- mi interruppe.
-Bhè sai, potrei dirti tutto di me, ma ci vorrà un pò di tempo – disse mettendosi il bastone sulle spalle. 
-Vai al punto – dissi seccata.
-Ok, sai io ho una certa familiarità con il freddo e la neve – rise – Devi sapere che io sono un Guardiano, più precisamente sono la personificazione dell’invero- cominciò a fissarmi divertito. 
-Mi prendi in giro? – cominciai a ridere. 
Fece una strana faccia, quasi seccata dal fatto che non gli credessi. Non so perchè ma quel ragazzo riuscì a farmi ridere. Non lo facevo da così tanto tempo che ormai avevo dimenticato cosa significasse.
Tossii. –Dunque se è come dici tu, che sei un guardiano delle nevi o cose del genere, perchè non mi dai una dimostrazione? - dissi continuando a ridere e chiusi per un attimo gli occhi. 
-Come vuoi tu, mia cara Elsa – disse con tono antipatico. 
Di nuovo quella folata di vento. Nella stanza ricominciò a nevicare. 
Aprii immediatamente gli occhi. Jack fece nevicare muovendo solo quel suo bastone di legno. 
-E’ impossibile – sussurrai incredula. 
Non ero stata io precedentemente, ma lui. La neve creata da lui sfiorava il mio viso e le mie mani. 
-Adesso mi credi Elsa? – disse avvicinandosi al mio viso. 
-Come fai a sapere il mio nome? Come riesci a far nevicare? Chi sei tu in realtà? – gli sussurrai. Era così vicino che avrebbe potuto sentire il mio respiro. Eppure tutto ciò non mi dava fastidio. Ero curiosa, ma forse la cosa che mi piaceva di più era il fatto che avevo incontrato qualcuno come me. 
-Elsa, io so tutto di te – disse sorridendo. 

[TO BE CONTINUED..]

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


-Elsa, io so tutto di te- disse sorridendo. 
-Che vuoi dire? – chiesi. 
Ci sedemmo a terra, lui con le gambe incrociate e io con i ginocchi vicino al petto. 
Cominciò a parlare. Così tante parole, una dopo l’altra, fuoriuscivano dalle sue labbra. Ero come incantata. Le sue mani che gesticolavano, i suoi occhi che ogni tanto incrociavano i miei, causando un sorriso imbarazzato. In quei momenti, sorridevo anche io. 
-Fin da piccola, ti ho osservato. Quando ti chiudevi in te stessa, in quella stanza, io ero lì fuori dalla finestra. Vederti triste era straziante- disse mostrando un espressione triste in volto. 
-E perchè non ti mostravi? – sussurrai. 
Mi guardò e sorrise – Perchè sarebbe stato strano se qualcuno come me sarebbe entrato improvvisamente nella stanza di una bambina. Avresti gridato qualcosa tipo ‘Aaah, un maniaco’ – rise. 
- Ma no – cominciai a ridere anche io, portando la mano verso il viso, come se mi stessi nascondendo – Bhè, forse sarebbe potuto andare davvero così, ma se mi avresti spiegato forse sarebbe andata diversamente, no? – sorrisi. 

Avrei potuto raccontarle tante di quelle cose. Di quella volta che colpì sua sorella e io la guardavo con gli occhi della luna; di quando si chiudeva nella sua stanza congelata e io dalla finestra cercavo di mandargli dei segnali; quando il giorno della festa i cittadini l’hanno attaccata e sarei voluto entrare a difenderla. Avrei continuato a parlare per ore e ore, ma mi limitai a raccontare solo di quell’evento. 
Disse cose senza senso. Era ovvio che avrebbe gridato da piccola alla mia vista, eppure quelle parole mi avevo reso davvero felice. E poi quel suo sorriso. Un momento!
- Lei avrebbe voluto avere la mia compagnia? – pensai. 
Arrossii e cercai di guardare verso fuori, mentre lei mi continuava a fissare con quel sorriso. 
-Jack? – mi chiamò con un tono sospettoso – Che hai? – chiese. 
-No, niente – mi rigirai verso di lei e le sorrisi. 
Ok, cominciai a sentirmi davvero imbarazzato. Mi alzai di colpo, presi il mio bastone e andai verso la finestra. Lei continuava a fissarmi. 
-Te ne stai andando? – chiese con un tono dispiaciuto.
Si alzò di colpo. Si avvicinava velocemente verso di me quando, d’un tratto nel farlo, inciampò sul velo del suo vestito. 
Mi girai di scatto e presi la sua mano. I nostri occhi di incrociarono ancora e iniziò a spuntare un leggero rossore nelle sue guance. Mollò la presa e si aggiustò il vestito e i capelli. 
-Grazie – disse incrociando le braccia. 
Era davvero imbarazzata. Santa Luna, quanto era bella. Quelle sue piccolissime espressioni del viso riuscivano a rendermi così felice. Non era una cosa buona, per niente. 
-Bene Maestà, se permettete io tolgo il disturbo, si è fatto tardi – dissi inginocchiandomi e continuando ad avvicinarmi alla finestra. 
-No aspetta! – disse prendendomi dalla felpa – Cioè devi davvero andare? Perchè se vuoi.. – smise di parlare.
Rimasi scioccato da quel gesto. Il mio cuore darebbe potuto esplodere per l’emozione. Sapevo quello che voleva. Mi spuntò un sorriso e poggiai la mia mano sulla sua. 
-Vuoi che rimango? – sussurrai. 
Mi girai verso di lei e vidi il suo volto coperto da qualche ciuffo di capelli. Annuii e cominciò ad arrossire. 
Sorrisi – Va bene – dissi e e sorrise anche lei. 

-Va bene lasciarsi trasportare dall’emozioni, va avevo chiesto ad un ragazzo di stare con me la notte! Stupida, che stupida! – cominciai a borbottare dentro di me. 
-Elsa, che succede? – rise vedendomi strana. 
-Niente! – gli lanciai della neve.
Lo colpii in faccia ed era tutto ricoperto dalla neve. Cominciai a ridere come una stupida guardandolo. 
Cominciò a levarsela e iniziò a ridere anche lui.
-Meno male! Pensavo te l’avresti pres- qualcosa mi colpì in faccia. Lo vidi piegato sul suo bastone che faceva saltare su e giù una palla di neve. 
-Pensavi non mi sarei vendicato? – rise. 
Sorrisi. Cominciammo una vera e propria battaglia di palle di neve, a tal punto che la stanza si ricoprì di neve. Poco dopo ci trovammo sdraiati a terra ed esausti. Litigavamo su chi avesse vinto, ma non in modo serio, continuavamo a ridere. 
Rimanemmo seduti a terra mentre guardavamo fuori la luna. Fu una bella sensazione una di quelle mai provate prima. 
-Elsa io – sussurrò. Poco dopo poggiò la sua testa sulla mia spalla. Si era addormentato. 
Non so perchè ma sentendo quelle sole due parole il mio cuore iniziò a battere. Nervosismo o qualcos’altro? 
So solo che in quel momento ero davvero felice. Poggiai la mia testa sulla sua e sorrisi. 
-Buona notte Jack- sussurrai e chiusi gli occhi.

[TO BE CONTINUED..]

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


[Ricordati qual è la tua missione. Devi solo sistemare le cose. Non fare cavolate Jack, stai al tuo posto!]

Mi svegliai di colpo dopo aver sentito nel sogno quelle parole. Nel muovermi, scossi la testa di Elsa e la poggiai sulle mie gambe. Aveva la mano vicino alla bocca e sorrideva nel sonno. Era accovacciata su se stessa, mostrava così tanta tenerezza, paragonabile ad una bambina. 
Mi provocò un sorriso guardandola. La presi in braccio, la portai nella sua stanza e la coprii con un lenzuolo. 
Nel chiudere la porta, mi soffermai a guardare quella ragazza e ancora una volta, mi provocò un sorriso. 
Volai via dalla finestra. Il vento che accarezzava il mio volto e tutta quella neve che ricopriva il bosco, rendeva più magica quella notte. Alzai gli occhi in cielo, la luna mi chiamava. 
-Cosa devo fare? Se continuo così io.. – le chiesi arrabbiandomi con me stesso. 

[ Jack fai ciò che ti senti di fare ] mi rispose.
 
-Non sei mai di aiuto – dissi ridendo. 
Salii sulla cima di un albero e mi misi ad osservare il luogo. Vidi Arendelle, il regno di Elsa. La sua casa. 
Era quello il posto dove doveva stare. Non qui. Non qui da sola, non con me.
Portai la mano al petto e la strinsi. Avevo preso la mia decisione. 
Volai verso Arendelle e andai alla finestra di Anna, la sorella minore di Elsa. Dormiva, ma questo di certo non mi avrebbe fermato. Bussai e iniziò a muoversi. 
-Anna! Annaa! – cominciai a chiamarla, ma non si svegliava. 
Decisi di entrare e svegliarla io stesso. La iniziai a muovere, ma la sua unica risposta era qualche verso o ‘altri cinque minuti’ . Mi stava dando davvero da fare quella ragazzina. 
-E va bene. A mali estremi, estremi rimedi no? – risi. 
Cominciai a far nevicare nella stanza, ma in modo leggero. Iniziò ad arricciare il naso e a muoversi. Quella scena iniziava davvero a divertirmi.
-Freddo, freddo, freddo! – urlò sobbalzando dal letto. Si piegò su stessa ma era sveglia, stava pensando.
-Elsa? – sussurrò – Sei tu? – iniziò a guardarsi intorno. 
-Bhè principessa, in verità sono Jack. Jack Frost piacere – le porsi la mano . 
Mi guardò sospettosa. Si stava chiedendo se stava sognando o no, lo capivo benissimo. Avrebbe potuto gridare ma non l’ha fatto. Così decisi di stare al gioco, era meglio. 
-Anna domani tua sorella tornerà qui ad Arendelle. Fai capire a tutti che lei è innocente e, chi ti andrà contro, cacciali via. Lei ha bisogno di tornare in un posto dove sa di trovare calore e amore – dissi con serietà.
-E tu chi sei? – chiese sospettosa. 
-Sono soltanto un sogno, ma ascoltami perchè ti sto dicendo cosa accadrà domani. Fai come ti dico, ti riporterò indietro tua sorella- risposi. 
Mi guardò incuriosita, ma mi stava credendo. –Grazie – mi disse sorridendo. 
-Buona notte Anna – le lanciai una palla di neve e si riaddormentò. 
Chiusi lentamente la sua finestra e volai via. Dovevo tornare da Elsa. Intanto si era fatto già mattino. 

[Stregoneria. Prendete la strega!]
[Elsa, perchè mi odi? Che cosa ti ho fatto?]

-Bastaa!- urlai svegliandomi e alzandomi di colpo. Riappoggiai la testa sul cuscino e coprii gli occhi col braccio. La porta lentamente si apriva. Un piccolo coniglio fatto di neve saltellava in aria e si avvicinava verso di me. Mi guardò con occhi teneri e iniziò ad accarezzarmi con la sua zampetta, poi scomparve.
Che cosa era? Non lo sapevo. Non sapevo nemmeno se era mattina o pomeriggio. Le nuvole coprivano il sole, mentre continuava a nevicare. Mi guardai intorno. 
-Che ci faccio qui? – mi chiesi. 
Mi soffermai ad osservare quel lenzuolo e quella cesta sul pavimento pieno di cose buone da mangiare. Sgranai gli occhi e iniziai a ricordare a ciò che era successo prima. 
-Jack! – gridai. La sera prima voleva andarsene e io lo fermai. Che stanotte se ne sia davvero andato? 
Cominciai a cercarlo per il castello e non riuscivo a trovarlo. Tornai nella stanza dove la sera prima stavamo osservando la luna, ma lui non c’era. 
-Jack, mi hai abbandonato anche tu? – sussurrai e i miei occhi diventarono lucidi.
Improvvisamente un soffio di vento veniva dalla finestra e vidi quel ragazzo camminare in equilibrio sul muretto.
-Vostra maestà, è vero che adesso siete sola per i fatti vostri, ma non è un pò tardi alzarsi a quest’ora? – disse con ironia e sorrise. 
-Stupido! Pensavo fossi andato via – dissi tirandogli una palla di neve. 
Se la tolse dalla faccia, mi fissò arrabbiato ma non fece nulla.
-E va bene, per questa volta te la faccio passare liscia – disse girando intorno a me col bastone sulle spalle.
Lo iniziai a fissare con un sorriso e mi guardò sorpreso. 
-Grazie Jack – dissi abbassando lo sguardo e portando le mani verso il petto. 
Il mio cuore batteva forte, davvero forte. Forse lui era riuscito a portare il calore in questo cuore di ghiaccio. 
Rialzai lo sguardo e lo vidi preoccupato. I suoi occhi erano spaventati e non capivo il perchè.
Si girò, era furioso e teneva lo sguardo basso. Stringeva il bastone sempre più forte. 
-Elsa, devi tornare da tua sorella. Devi tornare ad Arendelle – sussurrò. 
-Jack, che sta succedendo? – le mie mani cominciarono a tremare. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


-Elsa, devi tornare da tua sorella. Devi tornare ad Arendelle – sussurrò. 
-Jack, che sta succedendo? – le mie mani cominciarono a tremare.
Perchè proprio lui mi stava cacciando via? Perchè voleva che tornassi in questo posto?
Mi guardò con lo sguardo triste e pensieroso. 
-Tutti hanno bisogno di te. Sei la loro regina e devi aggiustare le cose- disse con lo sguardo basso. 
-No.. Io non voglio tornare! – dissi stringendo le mani a pugno. La voce mi tremava.
Mi voltai e andai per scappare quando lui prese la mia mano e mi fermò.
-Io.. Voglio solo che tu sia felice – sussurrò.
-Ma non lo sarò mai lì. Nessuno mi accetta! – urlai. 
Si avvicinò alla parete più vicina e tirò un pugno. Subito dopo si piegò in due e coprì il viso con le mani. 
-Jack.. – mi avvicinai. 
Iniziò a singhiozzare. Stava piangendo.

Lei non voleva tornare e capisco il perchè. Non potevo nemmeno dirle che ho parlato con sua sorella, si sarebbe sicuramente arrabbiata. 
Non riuscii più a reggere i sensi di colpa, tanto che cominciai a piangere dal nervosismo. Era colpa mia. E’ sempre stata colpa mia. 
-Jack.. – disse avvicinandosi verso di me. 
Non riuscii a dissi nulla. Le mie lacrime continuavano a scendere. Non volevo si avvicinasse, ero troppo nervoso ma non riuscivo a far uscire una parola.
Era vicinissima, stava per toccarmi la spalla. Sobbalzai e mi allontai. Decisi di scappare via, dovevo andarmene. Volaii velocemente via dalla finestra. Veloce, sempre più veloce. Senza meta.
Mi fermai di scatto lì in aria. La mia testa stava per scoppiare, pensieri sopra pensieri invadevano la mia mente. 
Il pensiero più straziante era lei. Era la sua voce. Strinsi le tempie con le mani, non riuscivo più a sopportarlo. 
Improvvisamente, qualcosa freddo mi colpì in pieno volto. –Neve? – pensai. 
-Jack!- sentii urlare da dietro. 
Era Elsa. Mi stava seguendo e, grazie a un ponte di ghiaccio costruito al momento, riuscii a starmi dietro.
Si fermò vicino a me, riuscivo a vedere nei suoi occhi tristezza e disperazione.
-Perchè mi stai cacciando? Perchè vuoi abbandonarmi anche tu? – disse con gli occhi lucidi. 
Sorrisi – Io non voglio abbandonarti, ma voglio che torni ad Arendelle. E’ quello il tuo posto – dissi voltandomi. 
-Allora vieni con me! Il mio posto è dove sei tu! – urlò di scattò stringendo la mano sul petto. 
Rimasi scioccato da quella dichiarazione improvvisa. Il mio cuore tremò sentendo quelle parole. Non sapevo se essere felice o triste. Iniziai a provare una sensazione davvero strana. 
-Bhè, ci sono caduto davvero – sussurrai e sorrisi. 
-Jack? – chiese intristita. 
La strinsi forte a me. Non riuscii più a controllarmi. Avrei voluto stringerla per sempre a me. La guardai e sorrisi. Si staccò e iniziò ad arrossire, sicuramente stava ripensando alle parole che le erano scappate. 
Le porsi la mano – Torniamo insieme ad Arendelle, ti va? – arrossii. 
Mi guardò sorpresa e arrossì anche lei. 
-Si, andiamo – disse convinta e sorridendo. 
La presi sulla schiena e volammò insieme verso il suo regno. Verso il regno della mia regina.

Mi trovavo sulla sua schiena e il vento accarezzava i nostri volti. Il cuore mi batteva davvero forte, così forte, che avevo timore che lui lo sentisse. 
Era diventato buio, ma a distanza si riuscivano a vedere le luci del regno. La paura iniziò ad impadronissi di me. Iniziai a tremare e a stringere la felpa di Jack. 
-Andrà tutto bene – disse poggiando la sua mano sulla mia. 
Mi guardò e sorrise. Il suo sorriso riusciva a placare ogni mio timore o preoccupazione. 
In men che non si dica, ci trovammo davanti al portone principale del regno. Mi tremavano le gambe. 
Jack mi prese per mano e mi guardò con un sorriso. Annuii e strinsi la sua mano. Con un soffio di vento, aprii quelle porte davanti a me. 
In quel momento, il ghiaccio iniziò a sciogliersi e la neve si dissolse nel nulla. Che stava succedendo? 
Mi voltai verso Jack. Porse la mano verso di me e soffiò così forte da spingermi dentro. 
-Jack, che sta succedendo? – urlai. 
-Vai mia regina! Il tuo regno a bisogno di te – fece un finto sorriso e mi salutò con la mano.
Sparì. In quello stesso momento le porte mi chiusero dentro e, nonostante i disperati tentativi, non riuscivo ad aprirla. Mi voltai. 
Vidi tutto il popolo e Anna sorridere, scaturito dalla mia presenza. Tutto quel calore, tutte quelle persone lì presenti ad accogliermi, perchè tutto questo? 
Anna si avvicinò -Ti aspettavo. Tutta Arendelle aspettava il ritorno della sua regina – disse abbracciandomi. 
Si staccò e mi sorrise con gli occhi lucidi. 
-Bentornata Elsa – disse asciugandosi le lacrime.
-Io, non capisco, che sta succedendo? – sussurrai scioccata da ciò che stava succedendo. 
-Bhè sai, ieri notte mi apparve in sogno un ragazzo. Uno strano tipo con i capelli bianchi e gli occhi azzurri, aveva un aria molto immatura e aveva persino il tuo stesso potere – sentendole pronunciare quelle parole, il mio cuore diventò pensante – E mi disse che oggi saresti tornata. Strano, vero? – rise.
Mi piegai in due dal dolore. Capii tutto solo in quel momento. La neve che si sciolse improvvisamente e il mio cuore battere in presenza di Jack. Anna si abbassò e mi guardò preoccupata.
-Anna dimmi, solo un gesto di vero amore può sciogliere un cuore di ghiaccio vero? – dissi guardando la luna con le lacrime agli occhi. 
-Penso di si.. perchè questa domanda? Elsa! Eii, Elsa! – continuò a strattonarmi e a parlare. Ma non ci facevo caso. 
Pensai al suo sorriso. Pensai alla mano di Jack che stringeva la mia. E così, le lacrime iniziarono a rigare il mio viso.

[TO BE CONTINUED..]

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. [FINE] ***


« Addio Elsa »
«Jack no! Jaaack»
Mi svegliai di colpo.
-Un altro incubo questa settimana, bene – dissi ironicamente portandomi le mani al viso.
Mi trovavo nella mia stanza, quella in cui sono cresciuta. Le lenzuola erano le stesse, quelle calde di sempre, eppure mi sembravano così estranee.
Passò una settimana da quando tornai ad Arendelle. Una settimana che non uscivo dalla mia stanza. Una settimana che non vedevo Jack.
Mi avvicinai verso la finestra. Poggiai le mani sul davanzale e il ghiaccio iniziò ad espandersi, ma riuscii subito a riportarlo indietro.
Era notte fonda e il mio sguardo si dedicò ad osservare la luna. Tonda, bianca come la neve, era perfetta. Mi ricordò la luna che vidi quella sera con Jack, nel castello di ghiaccio. A quel pensiero, un fitta allo stomaco.
-Perché? Perché pensare a Jack fa così male? – dissi premendo sullo stomaco. Stavo trattenendo le lacrime, ma per quanto ancora potevo trattenerle?
Riportai lo sguardo alla luna. Il suo riflesso riusciva a far luce su tutto il giardino.
Immaginai me e Jack giocare a palle di neve lì, come due bambini piccoli, perché lui riusciva a far uscire il mio lato infantile. Riusciva a farmi divertire.
-Ecco lo sapevo – dissi sorridendo, mentre asciugavo una lacrima scesa in quel momento.
Mi poggiai con la spalla vicino alla finestra  e, a braccia incrociate, continuavo ad osservare l’esterno. Il mio sguardo si soffermò sull’albero di ciliegi che da piccole curavo insieme ad Anna. Ricordo che avevamo fatto tanti capricci per avere quel tipo di albero nel nostro giardino, tanto che i nostri genitori ci permisero di piantarlo e occuparcene.
Dopo quella volta, dopo che tutto il ghiaccio scomparve, l’albero tornò ad avere i suoi colori. 
La luna non riusciva a colpire il fusto, ma solo la parte alta, eppure rendeva il tutto così magico.
-Che cos’è? – notai qualcosa di grosso muoversi lì vicino.
Subito dopo, vidi qualcosa muoversi nell’aria e avvicinarsi alla mia finestra. Era un.. coniglio.. di neve?
Bussò alla mia finestra, come se volesse entrare. Aprii e si avvicinò al mio viso. Lo presi in braccio e riportai il mio sguardo verso il giardino. Il mio cuore iniziò a battere.
Era lì. Da dietro l’albero, spuntò lui. Era lì e mi diceva di scendere con quel suo solito sorriso divertito.
Non persi tempo, aprii subito la porta e corsi giù per le scale continuando a tenere in braccio quel coniglietto. Le lacrime iniziarono a scendere, ma questa volta per felicità. Arrivata alla porta principale del castello, l’aprii di scatto, dopotutto non avevo di che preoccuparmi visto che nel castello avevano tutti un sonno molto profondo.
Uscita, andai subito verso il giardino. Il vento caldo dell’estate sfiorava il mio viso, o forse ero solo io a sentire quel calore?
Mi avvicinai subito verso l’albero di ciliegio, ma non c’era nessuno. Non volevo credere che fosse stato solo una mia illusione. Guardai di nuovo verso la luna, con gli occhi ancora lucidi e gli chiedevo perché si stava prendendo gioco di me.
Poi, da dietro, sentii un soffio freddo e leggero. I petali dei fiori iniziarono a svolazzare in aria, uno si poggio sulle mie mani. Quel venticello sciolse i miei capelli, facendo cadere la treccia di lato. Subito dopo, un soffio caldo sul collo e due mani si poggiarono sulle mie spalle. Non avevo più dubbi. Poggiai le mie sulle sue. Finalmente stringevo di nuovo quelle mani, quelle mani che non volevo più lasciare. Lentamente mi girai e lo vidi. I suoi occhi azzurro e i suoi capelli bianchi, brillavano in quella notte tra il calore estivo e i petali dei fiori di ciliegio in aria. E quel suo sorriso e quelle sue guance leggermente rosse rendevano il tutto più bello.
I miei occhi incrociarono i suoi e sorrisi. Le nostre mani si strinsero sempre più.
-Scusa – disse abbassando lo sguardo.
-Non importa, ora sei qui no? – mi tremava la voce per la felicità.
Alzò di colpo lo sguardo e mi baciò. Il mio primo bacio fu rubato da un ragazzo infantile e immaturo, ma di quale ero pazza. Mi abbracciò, così forte che potevo soffocare, ma ricambiai quel caloroso abbraccio.
Si staccò poco dopo e arrossì. Abbassò di nuovo lo sguardo.
-Elsa, sei felice? – sorrise.
-Sono felice solo se ci sei tu- risposi.
Alzò lo sguardo preoccupato. Guardò subito vero la luna.
-No- sussurrò preoccupato – Non adesso, non puoi farmi questo – urlò verso la luna.
-Jack che succede? – dissi preoccupata.
Lasciò le mie mani e mi coprì, come per proteggermi. La luce della luna si fece sempre più intensa. Strinsi la mano di Jack, avevo paura, ma mi accorsi di una cosa sconvolgente.
-Jack la tua mano! – urlai.
La guardò scioccato, lentamente Jack stava scomparendo.
-No, io voglio stare qui. Voglio stare con Elsa! – continuò ad urlare.
-Jack, che sta succedendo? – tremavo.
-Elsa ricordi quando ti ho detto che ero un guardiano? – annuii, ricordavo quelle parole - Ecco, io non faccio parte di questo mondo. Non faccio parte del tuo mondo. Sono stato mandato qui come guardiano per renderti felice. E visto che hai pronunciato quelle parole, io adesso dovrò scomparire – disse con gli occhi lucidi.
-C-cosa? – portai la mano vicino alla bocca. Tremavo sempre di più.
-Ma io non voglio andarmene! Perché.. IO MI SONO INNAMORATO DI TE ! – urlò. Gli scese una lacrima.
Continuava a scomparire, gambe e metà braccia erano giù scomparse.
-No.. Non puoi lasciarmi. – abbracciai ciò che rimaneva di lui – Io ti amo! – urlai con le lacrime agli occhi.
Un bagliore improvviso, Jack tornò come prima ma si allontanava sempre più da me. Prese la mia mano e mi baciò, questa volta più intensamente. Quelle labbra, quelle lacrime che rigavano il suo viso, quella scena.
-Addio Elsa! – volò via verso la luna.
-Non ti dimenticherò mai Jack! Grazie davvero, di tutto! – urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.
Si girò e sorrise. Poi continuò per la sua strada. 
Caddi di ginocchi con le mani strette verso il petto. Con le lacrime che rigavano il mio viso e il cuore pesante come una pietra.


-Elsaa! Che ci fai qui fuori? – Anna corse verso di me – E perché stai piangendo? – disse con aria preoccupata.
-No niente – mi alzai di scatto – Stavo pensando! – sorrisi e asciugai le lacrime – Dai, torniamo dentro! – ripresi la mia compostezza e le accarezzai la testa.
Anna mi sorrise e corse verso il grande portone.
Camminando notai un bigliettino cadere a terra.
-E questo da dove spunta? – lo aprii incuriosita.
Leggendo quel bigliettino sorrisi. Mi diede speranza e voglia di andare avanti. Quello era un bigliettino di neve. Lo soffiai verso l’albero di ciliegio e i petali dei fiori svolazzarono intorno a noi.
Sorrisi e andai verso Anna.


“ELSA,
  NON DIMENTICARMI MAI E CONTINUA A CREDERE IN ME.
  CI RINCONTREREMO PRESTO E STAREMO INSIEME.
  PROMESSO, MIA REGINA.
  CON AFFETTO,
                                   IL TUO AMATO JACK FROST.”
 
-Si, un giorno ci rincontreremo Jack, mio guardiano. 




ANGOLO AUTORE:
A tutti i lettori che hanno seguito la mia fan fiction fino all'ultimo capitolo, dico GRAZIE.
Ammetto che il finale è triste e forse insoddisfacente, ma la mia idea iniziale era quella di mantenere il distacco dimensionale tra i personaggi, visto che sono di due case di animazione diverse.
Spero comunque che vi sia piaciuta, anche perchè penso di scriverne un'altra o anche una one-shot , con un finale allegro e magari con qualche scena p0rn, vedremo.
Amo troppo questi due personaggi, quindi perchè non dover scrivere su di loro? Gne.

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