Reality F.E.M

di ScandalousLaRabiosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi arrivati a Genova. ***
Capitolo 2: *** Una sorpresa vicino al muro. ***
Capitolo 3: *** Figuracce che ti aspettano dopo la scuola... ***
Capitolo 4: *** Biiip impazziti, irruzioni e urla. ***
Capitolo 5: *** Problemi ***
Capitolo 6: *** Anomalie climatiche ***



Capitolo 1
*** Nuovi arrivati a Genova. ***


 Genova, un freddo e cupo pomeriggio di aprile.

Le strade della mattina sembrano deserte: tutti sono al lavoro o a scuola, e il pessimo tempo, ghiacciato e secco, non rendeva gli abitanti di buon umore, specialmente se si pensava che il tempo fosse rimasto lo stesso di gennaio.

Non si erano registrate temperature così basse in quella stagione da tanto tempo, più di decenni.

Eppure c'erano persone così allenate che non avevano bisogno di imbaccucarsi come eschimesi, perchè il freddo non esordiva minimamente sulle loro pelli.

Specialmente se quelle persone erano appena arrivate da un portale interdimensionale e avevano un fisico allenatissimo per le mille battaglie che avevano affrontato.

Un lampo rosso colpì in pieno uno schermo elettrico pubblicitario in cima ad un palazzo, in una maniera tanto rapida che nessuno lo vide così chiaramente da poter dire se ci fosse davvero stato.

Le immagini smisero di comparire in sequenza, dando solo forme grige che si allungavano e deformavano ad un ritmo irregolare, finchè fuori da esso non vennero sputati fuori due uomini e un ragazzo, i quali atterrarono sul soffitto senza il minimo sforzo.

-Uff... Wow! Che vista!- esclamò il primo uomo, guardando la città e gran parte del Porto Antico che si stagliava sotto di esso.

Il ragazzo più giovane tirò fuori da un borsone un piccolo palmare.

-Siamo a Genova, nella dimensione di Fede, Elena e Marta. Il viaggio è andato a buon fine.

-Lo sarà soltanto quando le troveremo e risolveremo questa brutta situazione dimensionale.- protestò il terzo con fare burbero, incrociando le braccia al petto.

-In questa dimensione hanno tutti aure molto basse, quindi non sarà una passeggiata trovarle.- disse il primo con fare pensieroso, cercando già di captare l'aura delle ragazze.

-Potremo iniziare le ricerche da Elena. Lei aveva imparato a volare, e ciò aveva alzato di molto la sua aura.- disse il ragazzo iniziando anche lui a cercarle.

Il secondo uomo indicò un punto verso i monti.

-Di la si avvertono già due aure familiari.

-Elena e Fede.- confermò il ragazzo:-Anche se sono in punti diversi....

-E da quella parte dovrebbe esserci Marta.- disse l'uomo, indicando un punto poco distante indicato dal suo compagno.

-Essendo in tre posti differenti, io proporrei di dividerci, per fare prima.- propose il ragazzo.

-Si, è una buona idea.- concordò l'uomo che era anche suo padre:-Io vado a prendere Fede.

-Io Elena.- continuò il figlio.

-E a me resta Marta.- finì l'ultimo rimasto.

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Capitolo 2
*** Una sorpresa vicino al muro. ***


Si sedette con calma al suo posto, aspettando la fine della ricreazione.

Storia dell'arte, in quell'ora avrebbe interrogato. E lei non aveva il voto.

Prese il diario sul banco e lo aprì alla pagina del giorno, controllando gli argomenti che ci sarebbero stati da studiare.

Per l'ennesima volta in quella giornata, si bloccò a fissare quelle poche parole scritte a matita di fianco al numero del giorno, con una strana morsa al petto: un anno.

Vista da fuori, da una qualunque altra persona, probabilmente quelle due parole potevano essere interpretate come un anno di fidanzamento, un anno da quando aveva conosciuto la propria migliore amica, un anno da un concerto... e avrebbe tanto voluto fosse così.

Peccato che un anno stava per un anno da quando lei e le sue amiche erano tornate.

Quel giorno avevano vissuto l'avventura più grande della loro vita, che in quella dimensione sembravano appena cinque minuti, ma che laggiù era durata una settimana intera.

Una settimana intera nel Dragon World.

Chiunque nella sua dimensione aveva sognato almeno una volta di combattere di fianco ad un loro eroe immaginario e probabilmente in pochi ci avrebbero sperato fino in fondo, crescendo.

Ma loro ne avevano avuto l'opportunità, quella di vivere per un po' laggiù, conoscere i personaggi, avventurarsi per tutti i luoghi più vari, provare oggetti futuristici e vedere i dinosauri.

Avevano vissuto più di quanto avessero mai potuto desiderare, eppure capitava ancora che volessero tornare, anche solo per fare un saluto.

E' proprio vero che le persone non si accontentano mai di ciò che hanno. Sono stata nell'aldilà di fianco a Goku, ho vissuto sul pianeta di Re Kaioh, ho percorso il serpentone, ho lottato contro Cell e Freezer.... sbuffò: questi pensieri non la fecero sentire comunque meglio.

Goku era stato un fratello maggiore per lei, un amico prezioso che sapeva non avrebbe più ritrovato, e l'idea di non rivederlo più la faceva star male spesso. In fondo non smetteva mai di mancarle.

Il tempo aveva reso molte cose sfocate, quasi tutta quell'assurda avventura fosse stata tutta un sogno.

E sarebbe stato facile pensare che lo fosse stato, ma purtroppo sapeva che non era così.

Ormai quasi meccanicamente si guardò le mani: intorno alle dite, su buona parte dei palmi, vi erano sottili linee bianche. E anche se non poteva vederle, sapeva che sulla spalla destra vi era una spessa e irregolare linea chiara e sulla sua gamba piccole macchie biancastre.

Tutte cicatrici che si era portata dietro da quel mondo.

Sua mamma l'aveva vista nello stato in cui era tornata a casa e per poco sveniva li in cucina.

Le aveva raccontato tutto, di come era entrata nella televisione attraverso un portale, come aveva conosciuto Goku... tutto per filo e per segno.

Chiunque avrebbe pensato che Fede fosse impazzita, ma visti i cinque minuti in cui era sparita, non vi era altra spiegazione logica su cosa fosse successo.

Era stata portata a far mettere dei punti al taglio al braccio e la famiglia era stata informata di ciò che le era successo.

Le uniche persone a sapere cosa fosse successo veramente a lei e alle sue amiche erano le loro rispettive famiglie. Per le ferite, alle altre persone avevano raccontato una storia diversa e più credibile.

E ora eccola li, in una nuova classe in prima superiore, senza nessuno con cui esprimere le proprie malinconie. Certo, compagni molto simpatici, ma nessuno come le sue amiche.

Le vedeva fuori da scuola, ma le mancava averle in classe tutti i giorni...

La campana della fine della ricreazione suonò, riportandola alla realtà.

Strinse un'ultima volta i pugni e sospirò.

Ancora due ore e sarai fuori.

 

Si mise la cartella in spalla, mischiandosi alla folla di studenti ansiosi di uscire e tornare a vivere.

Si avvolse la sciarpa intorno al collo con un altro giro.

Per quanto fossero già ad aprile, faceva ancora un freddo invernale, quasi fossero a metà dicembre. E non solo a Genova, ne in tutta Italia: ma in quasi tutto il mondo! Nessuno ne sapeva spiegare il motivo, ma ogni giorno sembrava che l'oscurità dovesse calare per sempre su quel mondo. Nonostante il 22 dicembre 2012 fosse passato già da un pezzo.

Eppure Fede continuava ad avere una brutta sensazione addosso, da quando quell'anomalia climatica era cominciata. Forse era pura immaginazione, ma il fatto che il suo sesto senso si fosse sviluppato con il loro viaggio nel Dragon World era più che concreto.

Un braccio intorno alle sue spalle la fece sussultare.

-Aaaah, quella stronza della prof, almeno un 6 poteva darmelo!- si lamentò Fabiana mettendo su il suo solito broncio da arrabbiata.

-Ma come? Hai ripassato tutta la mattina e mi hai ripetuto la lezione cinque volte! Non mi sembra che tu l'abbia detta così male...

-Bah! Valla a capire quella! È chiaro come il sole che le sto antipatica.

Uscirono dall'ingresso principale, sbucando per il cortile, dove gli studenti si stavano riunendo in gruppetti a parlare e bisbigliare, in un comportamento quasi ansioso. Tutto intorno si respirava un'insolita aria sorpresa e sbigottita insieme.

-Non ti sembrano tutti un po' strani qui intorno?- chiese a Fabiana, ancora intenta ad attribuire alla prof i nomi più coloriti che conosceva.

La ragazza occhialuta si guardò intorno, osservando tutti i ragazzi nelle vicinanze.

-O c'è una rissa da qualche parte, oppure qualcuno si è accaparrato un sacco di pettegolezzi curiosi.

Alice venne loro incontro, tornando sui propri passi, spingendosi oltre la calca che andava verso le strade.

-Ma che sta succedendo qua intorno?- le chiese Fabiana.

-Non l'avete visto quello appoggiato sul muro di fianco al cancello?- chiese loro a bassa voce la compagna minuta.

-Difficile da qua.- disse sarcastica Fede, cercando di alzarsi sulle punte.

-Beh, tra poco lo vedrete. Non so chi si creda di essere, ne come stia, ma sembra uscito da Dragon Ball!

Fabiana le diede una gomitata:-Allora sarà degno della tua stima!

Un cosplay in cortile? Strano.. E se fosse...? No, impossibile... si ammonì da sola.

E finalmente giunsero davanti al muro, davanti all'oggetto di così tante attenzioni.

Aveva perso ogni speranza, ma ogni tanto le piaceva anche solo pensare che i saiyan fossero tornati per loro.

E finalmente arrivarono di fronte alla murata che limitava il cortile.

Il cuore di Fede perse un battito, il tempo parve andare a rallentatore, mentre tutto ciò che sentiva era solo il sangue che le pulsava nelle orecchie.

Appoggiato li al muro, con aria molto disinvolta, vi era un ragazzo, forse un uomo, con le braccia incrociate al petto. Era vestito molto leggero, per quelle temperature, con una tunica arancione e blu ben nota, che lasciava intravedere il fisico scultoreo. I capelli neri sparati in tutte le direzione, come un ciuffo d'erba di carota.

-Non è possibile...- mormorò paralizzata.

Sbattè più volte le palpebre, cercando di autoconvincersi che fosse solo frutto della sua immaginazione.

Eppure lui era ancora li, sempre nella stessa posa.

Quasi avesse percepito il suo sguardo in particolare, si voltò e i loro occhi si incontrarono.

Lui sorrise felice, con una luce abbagliante negli occhi, per quanto fossero scuri.

-Fede...- riuscì a leggere sulle sue labbra.

Lasciò che lo zaino le cadesse dalle spalle e, libera da quel peso, gli corse incontro, incurante degli sguardi altrui.

Saltò con le braccia al collo del ragazzo, ridendo e piangendo insieme.

-GOKU!- singhiozzò felice, mentre la stretta familiare del saiyan l'avvolgeva, sollevandola da terra.

Il guerriero la prese per i fianchi e la sollevò in alto, come aveva già visto fare con Chichi in altri episodi.

-Fede! Quanto tempo! Accipicchia se sei cambiata!

-Tu invece rimani sempre uguale, non sei cambiato di una virgola!

Goku la rimise a terra, sorridendo.

-Sono tornato da pochi mesi dall'aldilà, in fondo non sono invecchiato tanto.

La ragazza lo abbracciò di nuovo. Ancora non poteva crederci, era stata una sorpresa davvero grande.

-Cosa ci fai qui?- alla fine la domanda le venne in mente, non smorzando però il suo umore.

Il saiyan tornò serio.

-Beh, ci sono stati degli svolgimenti che ci hanno obbligati a venire qui a prendervi, cose abbastanza serie, sembra.

-Ci? Chi è venuto con te?

-Gohan e Vegeta. Sono andati a prendere Elena e Marta.

Un'altra notizia che la riempì di gioia, specialmente pensando alla reazione che avrebbero avuto le sue amiche, almeno grande quanto la sua.

-Che dici di andare a casa mia? Così almeno parliamo un po' e aspettiamo che arrivino anche gli altri... Avverto Marta ed Elena con un messaggio.- E ci allontaniamo da tutte queste persone che ci crederanno dei pazzi, aggiunse mentalmente.

-Si, mi pare un'ottima idea.- assunse un'espressione pensosa.- Hai del cibo a casa? Sto morendo di fame!

Fede ridacchiò, pensando che in fondo fosse strano che il saiyan si fosse lamentato solo in quel momento.

-Certo, tutto quello che vuoi.

Raccolse il suo zaino da terra, che era rimasto a terra tra Fabiana e Alice e davanti ad un sacco di altri adolescenti imbambolati davanti alla scena che si era appena svolta davanti ai loro occhi. Erano tutti così sbigottiti che sembrava che Emma Watson fosse appena corsa incontro ad Angelina Jolie e le avesse dato un lungo bacio appassionato.

-Ci vediamo domani, ragazze, io devo proprio scappare.- salutò nel modo più disinvolto che le riuscì, allontanandosi in fretta con il suo amico.

-Meglio che ci spostiamo a piedi o in autobus, da queste parti non è tanto comune vedere una persona volare..

Goku continuò a fissarla, quasi in trance.

-Che c'è?

Il ragazzo sorrise.

-Niente...- le avvolse un braccio intorno alle spalle:- Stavo solo pensando che mi sei mancata tanto, Fede.

La ragazza sentì il cuore scaldarsi, mentre le guance le diventavano pian piano color porpora e si scioglieva in quell'ala protettiva.

-Anche tu mi sei mancato, Goku.

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Capitolo 3
*** Figuracce che ti aspettano dopo la scuola... ***


Fece scattare la penna freneticamente, mentre cercava di ragionare.

Erano già a metà del tempo, ma non era ancora riuscita a tirare fuori le formule giuste.

Matematica. Quanto odiava quella materia.

Come se non bastasse la prof aveva pensato bene di dar loro solo un'ora, visto quanto la considerava facile.

Sarebbe tornata indietro nel tempo solo per mettere al rogo il tizio che l'aveva introdotta come materia scolastica.

E a questo punto non sarebbe poi una cosa così impossibile... ragionò, passandosi una mano tra i capelli.

Non riusciva a concentrarsi normalmente per matematica, poi in quel giorno figurarsi!

Era stata Fede a ricordarle che era già passato un anno dal loro ritorno dal mondo di Dragon Ball, e forse non avrebbe dovuto farlo, visto che ora era continuamente attenagliata dalla malinconia.

Spostò il suo sguardo fuori dalla finestra, rimuginando su quanto fosse stato bello passare anche solo una settimana là.

Conoscere i Son, avere a che fare con i dinosauri, aveva combattuto un super cattivo, aveva utilizzato un fagiolo magico di Balzar, aveva imparato a volare, una cosa che le era tornata parecchio utile.

Era stato molto bello scoprire che riusciva a volare anche nella sua dimensione, così almeno poteva dormire di più senza arrivare tardi a scuola e capire in che posto era se le capitava di perdersi. E poi era molto divertente andare a trovare Marta e Fede, presentandosi dalla loro finestra (magari al terzo piano). Però non poteva volare in casa, altrimenti ai suoi genitori sarebbe venuta una crisi di nervi: già era difficile accettare che loro figlia fosse stata in un'altra dimensione e che fosse tornata a casa trasandata, sporchissima di sangue e con ai piedi delle assurde scarpe a punta, figurarsi se si fosse messa a volare davanti ai loro occhi.

Si mise la penna tra naso e labbra, giocando da sola a non farla cadere.

Forse così si sarebbe distratta da tutta quella faccenda che le ronzava in testa.

Anche se non riusciva a togliersi dalla testa i volti di Chichi, Goten... e poi c'era Gohan... Non l'aveva mai sopportato tanto quando aveva seguito la serie prima dell'apertura del varco, ma le circostanze erano cambiate da quando si erano conosciuti e lui aveva iniziato a confidarsi con lei e a insegnarle a volare.

E poi, prima che tornassero, c'era da contare il bacio che si erano dati...

Arrossì per l'ennesima volta, come quando pensava a quel ricordo.

-Avete ancora venti minuti.- annunciò la prof con la sua solita voce arcigna.

Tutti si affrettarono a fare più veloce presi dal panico. L'avrebbe fatto anche lei, normalmente, ma quella volta proprio non le riuscì e fece semplicemente ciò che le riusciva e scribacchiò qualcosa su ciò di cui non era sicura.

 

-Come ti è andata?- le chiese Mati mentre si preparavano ad uscire.

Lei era l'unica compagna delle medie che si era ritrovata in classe, anche perché le altre avevano scelto indirizzi differenti.

Era una ragazza intelligente e studiosa, molto difficile che prendesse un'insufficienza. Sempre vestita sportiva e con i boccoli castano chiaro tenuti molto spesso in una coda.

-Beh, semplicemente uno schifo.- disse con uno sbuffo.

-Senti, ma si può sapere che vi prende a tutte?

Elena inarcò un sopracciglio.

-In che senso?

-Nel senso che è da due giorni che vi comportate in modo strano! Te è tutto il giorno che stai da sola a sospirare e a fissare il vuoto e ogni tanto arrossisci da sola! Fede ieri l'ho sentita per telefono e anche lei era con la testa fra le nuvole più del solito e ad un certo punto la voce le se è incrinata. E poi Marta l'ho incrociata stamattina sull'autobus e mi pareva parecchio scazzata. Diciamo che non aveva affatto un umore migliore del vostro, quando le ho rivolto la parola credevo volesse mangiarmi!

Wow... Non pensavo che questo malumore si vedesse così tanto...

-Sul serio, è successo qualcosa di cui mi devo preoccupare?- le chiese mentre prendevano il portone dell'ingresso, insieme agli altri studenti.

-No niente. Non so cosa sia successo alle altre, per quanto siano mie grandi amiche, ma il mio è semplice umore da fase preciclo. Marta e Fede non mi hanno parlato di niente.- mentì spudoratamente.

Elena, quanto le sue compagne, odiava dire bugie alle loro amiche più strette, ma in questo caso era stato molto necessario. Nessuno doveva sapere della loro avventura nel Dragon World.

La tasca del cappotto le vibrò.

Estrasse il cellulare. Era un messaggio da Fede: Ci vediamo dopo pranzo a casa mia. È un'emergenza e sai di cosa parlo.

Veramente non aveva idea di che parlasse, ma iniziò a preoccuparsi per un messaggio così frenetico, senza neanche una faccina o un saluto.

Una risata percosse la piccola folla in un angolo vicino al cancello.

-Oddio...- mormorò Mati al suo fianco.

Elena alzò lo sguardo dal cellulare, per trovare uno spettacolo che le fece toccare il pavimento con la mascella e quasi cadere il telefono dalla mano.

Sopra il muretto che affiancava il cancello basso, vi era una persona vestita con un'improbabile veste nera e verde, un mantello rosso che si gonfiava nell'aria gelida di quel periodo, una calzamaglia sotto il completo nera, guanti e stivali bianchi. Il volto non era facile distinguerlo, perché portava grandi occhiali da sole e una bandana bianca gli ricopriva la testa.

Il ragazzo aveva delle movenze assurde, e urlava alla piccola orda cose strambe come:-Non avete più niente da temere, giovani studenti, Great Saiyaman è qui per salvarli dai malvagi di questa città!- con una teatralità quasi ridicola.

Molti cercavano di trattenere una risata, altri ridevano apertamente e altri ancora si stavano interrogando se quello non fosse davvero chi loro pensavano.

Eppure la voce alta, il costume, la corporatura, i lineamenti e i movimenti per Elena erano inconfondibili: sotto quel costume ben noto vi era Gohan.

Adesso capisco quale sia l'emergenza, pensò.

Si era immaginata diverse volte un ritrovo con Gohan, e sinceramente aveva sempre pensato che sarebbe stato qualcosa di romantico, come lei che gli correva incontro, lui che l'abbracciava timido, ma che alla fine l'avrebbe guardata con occhi dolci, per poi ritrovarsi a contatto con le labbra... Okay, si stava decisamente rammollendo.

Però non avrebbe mai immaginato di incontrarlo in un modo così imbarazzante. Non le sarebbe mai corsa incontro conciato in quello stato, specialmente se stava facendo quella figura davanti a tutta la sua scuola.

-Quello non è...?- cercò di chiederle Mati.

-No, non lo è. Starà pubblicizzando qualcosa.- rispose secca, pensando ad un modo veloce per toglierlo da li senza che gli altri pensassero che avesse un legame con uno squilibrato del genere.

Corse dentro la struttura prima che la gente fosse uscita del tutto e la scuola chiusa.

Si chiuse in un bagno, ficcò il cappotto dentro la cartella, facendocelo stare alla bell'e meglio, e si tirò su il cappuccio della felpa, chiudendolo fino a sembrare Kenny di South Park.

Sapeva già che sarebbe morta dal freddo, ma non aveva scelta.

Si mise i guanti proteggendosi almeno le mani e partì alla carica.

-Ma guarda te che mi tocca fare!- imprecò.

Uscì dalla finestra e corse fino al muretto, sentendo già il freddo che le pungeva il corpo anche attraverso i vestiti.

Salì e afferrò Gohan per il mantello.

Il ragazzo si voltò e la guardò sorpreso.

-Hai fatto la tua figura, caro Great Saiyaman, ora basta attirare l'attenzione, prima che tiri fuori una forza più pericolosa di quella di Cell e tua madre messe assieme.- gli sibilò in faccia.

Il ragazzo la fissò un attimo senza dire niente, poi si grattò la testa con il tipico fare impacciato dei Son.

-Ehm.. e tu chi saresti?

Trattenne l'impulso di di cascare dalla sua postazione o di battersi un palmo dritto sulla fronte.

Non c'era tempo nemmeno per quello, visto che l'attenzione di tutti era ancora su loro due.

-Babbo Natale in sella al Bian Coniglio. Secondo te?

Lo prese per il colletto e lo trascinò in strada.

-Ora andiamo, prima che ci inseguano.

Qualcuno cercò di fermarli con una battuta o una domanda, forse per farsi due risate, più che perché avessero capito che quello che avevano di fronte fosse il vero Son Gohan, ma se li levarono di torno prendendo a correre, prima che il ragazzo potesse ingenuamente iniziare a rispondere.

Quando furono abbastanza distanti, si fermarono in un parco deserto e riprese fiato. Se non altro si era scaldata.

-Scusa, ma perché mi hai trascinato via?

-Perché ti stavi mettendo troppo in mostra!

-Ma sono stati loro a chiedermi chi ero. Io ho solo risposto.

-Certo, con delle simpaticissime mosse imbarazzanti che nemmeno la Squadra Ginew avrebbe riprodotto...- borbottò.

-Conosci la Squadra Ginew?!- si mise in posizione di difesa:-Si può sapere chi sei?!

Adesso si concesse una manata sulla fronte, mugugnando frasi incredule.

A quel punto si tolse il cappuccio, rivelando la sua espressione esasperata.

-Ma vuoi sul serio fare lo scienziato?! SONO IO, EINSTEIN!

Il ragazzo si tolse gli occhiali da sole, rivelando i suoi occhi spalancati per la sorpresa.

-ELENA! Non ti avevo affatto riconosciuto!

-Uhm... Ho notato.- incrociò le braccia al petto.

Ora avrebbe dovuto sbollire l'umiliazione e l'incredulità per evitare di rifilargli frecciatine sarcastiche e per essere davvero felice di vederlo.

-Ma... accidenti come sei cambiata!- le passò una mano tra le punte rosa Big Bubble.

Si, per festeggiare l'inizio delle superiori si era fatta la frangetta,aveva lasciato crescere i capelli e aveva optato per lo shatush rosa. Il risultato era stato più che soddisfacente.

-Non è vero, ho semplicemente accentuato il mio stile. E poi è passato un anno, è naturale che sia cresciuta.- lo fissò con occhio critico:- E poi perché ti sei conciato così?

Gohan si battè una mano sul petto, orgoglioso.

-Questa è la mia tuta da super eroe, così la gente non mi riconosce! Non trovi che mi doni?

Preferì non commentare, anche perché sapeva che tanta gente glielo aveva rinfacciato, eppure lui continuava a conciarsi così. Bulma non poteva proprio progettare niente di più guardabile?

Forse avrei dovuto dirglielo prima di partire di reprimere l'impulso di vestirsi in modi imbarazzanti... pensò passandosi una mano tra la frangia.

-Fidati, attireresti l'attenzione anche senza quel costume addosso. Non ti conviene conciarti in questo modo e atteggiarti... come è solito fare Great Saiyaman.

Lo sguardo del mezzosangue si fece interrogativo.

Elena sospirò.

-Cambiando discorso, come mai sei qui?

-Ah si, io, papà e Vegeta siamo venuti a prendervi per una strana anomalia, per la quale abbiamo bisogno del vostro aiuto. Però i dettagli preferiremo parlarvene quando saremo tutti riuniti.- il ragazzo accarezzò la tracolla di una sacca che prima Elena non aveva notato.

-Si, direi che Goku è già arrivato da Fede.- guardò l'ora sull'orologio da polso:-Abbiamo tempo per andare a casa mia a mangiare qualcosa, poi ci vedremo a casa di Fede.

L'espressione del ragazzo si illuminò.

-Che bello si mangia!

Allora Elena riuscì a ridacchiare.

Riprese il cappotto e se lo mise, visto che il freddo era tornato a ferirla.

-Bene, volando arriveremo a casa mia in pochissimo tempo, basta andare abbastanza alto da non essere visti.

Fece per sollevarsi dal terreno, ma il ragazzo la trattenne per un braccio.

Lo fissò interrogativa, ma prima che potesse chiedergli qualsiasi cosa, il ragazzo la baciò improvvisamente.

Quando si staccò, la fissò con un timido sorriso e le guance arrossate, non certo per il freddo.

-Sono felice di rivederti, Elena.

Lei abbassò lo sguardo, con la cassa toracica che cercava di trattenere i suoi battiti cardiaci impazziti, mentre sapeva di avere il viso più colorato di quanto il vento potesse renderlo.

-Su, forza, andiamo.- disse voltandosi dall'altra parte.

Ma non lasciò la sua mano mentre prendevano il volo.

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Capitolo 4
*** Biiip impazziti, irruzioni e urla. ***


Latino. Latino. Latino.

Due ore consecutive solo di latino.

Le stava esplodendo il cervello.

Spiegazioni su spiegazioni che capiva, certo, ma erano troppe per essere assimilate tutte insieme. Anche prendere appunti stava diventato un'impresa. Ma niente: la professoressa era lanciata e non sembrava avere intenzione di chiudere il discorso.

Si risistemò il ciuffo indietro con la mollettina, rinunciando a prendere appunti.

Dannazione a Fede e alla sua osservazione che oggi sia già un anno. Pensò, essendo ben consapevole che era quello a farle sembrare tutto così insopportabile.

Fede era sempre stata una ragazza malinconica, quando ci si metteva, poi era anche brava con i suoi discorsi strappalacrime, quindi figurarsi per questa cosa!

Picchiettò la penna sul banco, cercando di consolarsi con il fatto che la penultima ora fosse già suonata. Poteva sopportarla ancora un'ora.

Forse potrei dire di star male per uscire prima...

Purtroppo usciva un'ora dopo rispetto alle sue amiche.

Appena fosse stata a casa avrebbe chiamato Elena e Fede, decise. Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare del Dragon World e di tutte le sue meraviglie.

Aveva bisogno di parlare di Vegeta e di quanto le mancasse.

Si, perché in realtà era lui la persona che più voleva vedere in quei giorni.

Anche senza guardare la serie tv aveva i lineamenti del principe dei saiyan marchiati a fuoco nella sua mente. Avrebbe potuto disegnarlo li, sedutastante.

Facendo molta attenzione che nessuno le stesse prestando attenzione, frugò dentro il suo zaino fino a trovare il piccolo oggetto dal quale non si separava mai.

Un giorno me lo restituirai, aveva detto il principe dei saiyan, quasi fosse stato possibile.

Passò le dita sul metallo bianco e sulla lente verde dello scouter, tirando un piccolo sospiro.

Fede si era portata dietro le cicatrici di quelle avventure, Elena il poter volare senza limiti e lei il rilevatore che un tempo era stato di Radish, ma che Bulma aveva riparato e usato per la loro ultima avventura prima di tornare a casa.

Una voce arrabbiata riecheggiò per tutto il corridoio fuori dalla porta, bloccando la spiegazione della professoressa e attirando l'attenzione di tutta la classe, compresa la sua.

-Ma quale autorizzazione! Senta un po', non può dirmi cosa posso o non posso fare, chiaro?!- era una voce da uomo parecchio scocciata, che sicuramente aveva attirato l'attenzione di tutto il piano terra e non solo.

Lo scouter che aveva tra le mani iniziò a suonare con un insistente Biiiip. Imprecò tra i denti e, non riuscendo a spegnerlo, lo ricacciò in fondo alla cartella, appallottolandolo nella felpa.

Almeno così riusciva a sentirlo solo lei, visto che la sua compagna di banco quel giorno era malata.

La professoressa provò a continuare a spiegare, ma quella voce arrabbiata continuava a suonare per tutta la scuola, interrompendola ogni volta.

Alla fine, con uno sbuffo e un'imprecazione trattenuta, uscì e andò a vedere cosa stava succedendo.

Tutti i suoi compagni iniziarono a parlare e commentare a volumi più forti o meno, mentre lei si precipitava a riprendere il rilevatore, che continuava a suonare.

Mentre immergeva le mani sempre più a fondo, le capitò tra le mani il cellulare vibrante.

Un messaggio da parte di Fede: Ci vediamo dopo pranzo a casa mia. È un'emergenza e sai di cosa parlo.

Visto dal modo in cui era scritto sembrava una faccenda molto seria, anche se Marta non aveva idea di cosa stesse parlando. Le avrebbe risposto dopo, visto che adesso aveva un problema più importante.

Quando trovò lo scouter si mise sotto il banco e se lo sistemò all'orecchio, con la lente sull'occhio.

Numeri e lettere gialle iniziarono a lampeggiare sul vetro e una freccia e un mirino indicarono con chiarezza che c'era una grande forza fuori dalla porta.

I numeri di rilevamento potenza continuavano a crescere, superando i famosi novemila che avevano reso famoso Vegeta.

Marta iniziò a preoccuparsi: non poteva esserci una forza così grande nella loro dimensione, a meno che non fossero arrivati gli alieni, cosa di cui dubitava, anche se non impossibile.

Forse il rilevatore era semplicemente rotto, visto quanto fosse vecchio.

Lo rimise dentro la cartella, aspettando il ritorno dell'insegnante.

-Non osi! Lei non ha il permesso di entrare nelle classi senza autorizzazioni!- sentì la voce della prof sempre più vicina e furiosa, seguita dal suono diretto dei suoi passi.

La porta si aprì con suono secco, andando a sbattere contro il muro e attirando l'attenzione di tutta la classe.

-Sa che le dico?! Che la mia pazienza ha un limite, e che nessuno da ordini a me!

Marta si tenne saldamente al banco per non scivolare del tutto dalla sedia.

Sulla soglia dell'aula, a sbraitare contro l'insegnante di italiano e latino, vi era un uomo in tenuta blu, con stivali e guanti bianchi, una vena rigonfia pulsante sulla fronte e capelli neri, simili ad una fiamma, immuni alla gravità.

-Vegeta...?- mormorò piano Marta con voce strozzata, rimettendosi dritta.

-Se vuole prelevare uno studente, deve avere avere il permesso di un genitore o l'alunno deve avere un'autorizzazione, sono le regole della scuola!

Il principe sbuffò.

Se continua così, non credo che la prof farà una bella fine... Marta provò a guardare fuori dal corridoio, ma non sembrava ci fossero altre persone con lui, ciò voleva dire che aveva piede libero riguardo a scenate ed esplosioni d'aura.

Anche la bidella sul piano si unì alla discussione, mentre i suoi compagni tiravano fuori cellulare e facevano foto e video di nascosto al nuovo pazzo entrato in classe o al cosplay improbabile e fatto benissimo del principe Vegeta o a Vegeta in carne ed ossa.

Si stava mettendo decisamente male, insomma.

-Basta! Non sprecherò un secondo in più del mio tempo qui!- e detto ciò si diresse a grandi passi verso il fondo della classe. E i suoi occhi si posarono inevitabilmente su Marta.

-Oh no...- disse piano.

-Non si avvicini o chiamo la polizia!- lo minacciò la bidella con il dito puntato.

-Vegeta, ti prego, aspetta...- cercò di dirgli Marta, prima che combinasse qualche guaio.

In una frazione di secondo, il saiyan si caricò la ragazza in spalla neanche fosse un sacco di patate.

-Kyah!- lanciò un gridolino di sorpresa, non proprio da lei.

Ora tutta l'attenzione dei compagni era rivolta anche sulla loro compagna. E sapeva benissimo che non sarebbe stato piacevole aprire il suo Facebook...

-No, no, aspetta!- cercò di protestare, ma la presa ferrea sulle sue ginocchia non le dava una grande possibilità di scesa.

-Non ti ci mettere anche te! Abbiamo fatto tutto questo viaggio solo per venirvi a raccattare e non voglio sentire proteste!- la ammonì Vegeta, cercando di andare verso la porta, ma sovrastato da insegnante e bidella.

-Metta subito giù la ragazza!- gli ordinò la prof, puntandogli il dito contro il petto.

I due ripresero a litigare sul fatto che lei dovesse rimanere in classe e che la donna non doveva permettersi di toccarlo così.

Emergenza... Si, direi che Fede intendeva qualcosa del genere...

-Vegeta... Vegeta... Vegeta...- cercò di richiamarlo più volte lei, senza però riuscire ad avere udienza.

Ho uno strano senso di dejà vu... pensò.

Alla fine, al limite della pazienza, tirò la prima ciocca di capelli del principino che le capitò a tiro.

-VEGETA!-urlò.

Il saiyan le bloccò il polso torturatore, fissandola con gli occhi a fessura.

Uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque, ma per fortuna Marta era “immune” al suo sguardo truce, che sostenne senza problemi.

Tutti nell'aula trattennero il fiato.

-Cosa. C'è?- chiese sibilando Vegeta.

La ragazza si mise dritta, poggiandosi alla sua spalla, e gli rivolse il suo miglior sorriso zucchero e miele, pieno di irritazione a stento repressa.

-C'è che se mi metti giù, forse, e dico forse, riesco a farci uscire senza troppi problemi.

Continuò a fissarlo, finchè lui non tirò un sono sbuffo e la rimise a terra, facendo tornare a respirare tranquillamente tutti.

-Mocciosa.- borbottò.

-Principino dei miei stivali.- sussurrò di rimando, prima di trovare una scusa convincente per calmare le acque.

 

-Mi devi un grandissimo favore!- gli ridisse per l'ennesima volta mentre si dirigevano in strada. Si stava ancora sistemando la sciarpa.

Grazie al cielo era riuscita ad inventare una buona scusa sul momento: aveva detto che quell'uomo era suo zio, un tipo un po' strano e appena uscito da una crisi di nervi, venuto a prenderla perché lei non si sentiva tanto bene e aveva mandato un messaggio ai genitori, i quali avevano mandato lui. Si era scusata per aver usato il cellulare e aveva recitato tutto a dovere, promettendo di portare la giustificazione e tutto il giorno seguente.

Se sarò a scuola, domani... pensò mettendosi meglio la cartella sulle spalle, anche se di certo il giorno dopo non sarebbe stata assente per un semplice mal di pancia...

-Per cosa? Per averti tirato fuori da quella struttura prima?- chiese lui a pochi passi da Marta, camminando con disinvoltura e trattenendo una certa irritazione per il tono che la ragazza gli stava rivolgendo.

-No, per essere riuscita a tirarci fuori da quella storia senza che qualcuno chiamasse la polizia!

-E tu credi davvero che un paio di comuni esseri umani avrebbero potuto anche solo sfiorarmi?- chiese lui con il suo solito tono di superiorità. Forse l'aveva offeso...

-E' proprio perché non possono sfiorarti che è stato il caso di evitare! Da queste parti uomini con la vostra forza non sono quelli che propriamente vengono considerati “normali”, e fidati che qua la cosa non la lascerebbero passare tanto liscia, specialmente se sono coinvolti dei poliziotti.

-Ho l'impressione invece che tu stia sottovalutando il mio potere...- continuò lui stizzito.

Aveva iniziato con uno dei suoi soliti “attacchi di protagonismo melodrammatici in cui tutti devono riconoscere la sua forza altrimenti scoppia a piangere”. Okay, forse non si sarebbe proprio messo a piangere, ma il concetto era quello.

Marta alzò gli occhi al cielo, trattenendo a stento un sorriso. E per quanto il saiyan potesse infastidirsi o rimanere indignato, decise di fare una piccola pazzia e prenderlo a braccetto.

Vegeta la guardò con un sopracciglio inarcato molto interrogativo, ma non si ritrasse.

-Oh, tranquillo, so bene quanto tu sia forte. Sei pur sempre il principe della beneamata razza saiyan!

Una scintilla d'orgoglio brillò più intensa nei suoi occhi neri. Non dovevano dirglielo in tanti, a casa.

-Io ho fame, che dici di andare a mangiare a casa mia e poi di vederci con gli altri? Fede mi ha già detto che ci sono anche gli altri.

Da bravo scimmione quale era, non gli dispiacque l'idea di un buon pranzo, anche se Marta sapeva di aver appena condannato le sue dispense.

-Un buon pasto non fa mai male....- disse l'uomo guardando dritto davanti a sé.

Marta sorrise ancora di più, tenendosi stretta al suo braccio d'acciaio.

Visto che io non potevo restare nel Dragon World, è venuto lui da me... E' venuto a riprendersi lo scouter, come promesso... pensò sognante.

Anche se sapeva che in parte quel pensiero era vero.

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Capitolo 5
*** Problemi ***


Goku mandò giù un altra bistecca quasi fosse stata una pastiglia per la gola.

Va bene che si trattava di un saiyan, ma il modo in cui riusciva a trangugiare tanto cibo la faceva quasi preoccupare.

Meno male che la mamma ha fatto tanta spesa, ieri... pensò con un sospiro Fede, mandando giù l'ultima forchettata di insalata e alzandosi per prendere altro da mangiare per il suo amico, poco prima che lui dicesse:-Ancora!

Le uova avevano appena smesso di cuocere e levò il pane dal forno. Era la prima volta che cucinava così tanto.

-Rimpiango i piatti che Re Kaioh riusciva a far apparire con uno schiocco delle dita.- disse con un sorriso, mentre il saiyan si avventava sulla nuova porzione.

-Quelli sono deliziosi, ma i cibi del mondo terreno rimangono i migliori!- la ragazza faticò a capire cosa disse Goku con la bocca piena.

-Passando ad un discorso più serio- iniziò lei:- quanto tempo è passato da voi da quando ce ne siamo andate?

Solo allora il ragazzo staccò il viso dal piatto e si fissò le dita con sguardo molto impegnato, mentre queste si alzavano e si abbassavano di continuo.

Ah, già: i calcoli non sono mai stati il suo forte.... ricordò Fede, realizzando quanto forza e intelligenza difficilmente convivessero nello stesso corpo. E Goku ne era la prova vivente.

-Se non sbaglio dovrebbero essere passati due anni....- borbottò, con lo sforzo fatto ancora nello sguardo.

-Due anni, eh?- ripetè, incrociando le braccia al petto:-Quindi suppongo che abbiate già sconfitto Majin Bu.

Goku la fissò per un attimo stupito, per poi rilassare il volto e piegare le labbra in un sorriso che chiunque avrebbe trovato irresistibile.

-Ah, come ho fatto a non pensarci? Quello che tu mi avevi sempre detto...

Fede aveva sempre fatto un cenno al saiyan sul fatto che tra un anno da quella volta le cose sarebbero cambiate in meglio, senza però qualche difficoltà. Avendo visto e rivisto tutta la saga svariatissime volte nella sua vita sapeva tutte le battaglie che avrebbero affrontato da li in poi, ma sapeva anche che, per quanto Majin Bu fosse forte, loro avrebbero vinto e Goku sarebbe tornato in vita. Solo che tutto questo non avrebbe potuto dirlo, per ciò si era limitata a fare la misteriosa e dare solo qualche risposta che significava tutto o niente.

-Sia io, che Elena, che Marta l'abbiamo sempre saputo. Però non ci sembrava il caso di svelarvi il futuro che vi attendeva. Quello era già stato compito di Trunks!

Il ragazzo rise alla battuta.

Lei rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, cercando di scorgere le figure di Elena e Marta o comunque di qualche guerriero saiyan familiare.

-Da noi invece il tempo è trascorso diversamente: quando siamo tornate qua erano trascorsi appena cinque minuti, mentre siamo state una settimana nel vostro mondo. E da quella volta qui è passato un anno.

Goku si passò una mano sulla nuca con fare pensieroso.

-Allora il tempo che passiamo qui potrebbe essere un problema per la nostra dimensione...

La ragazza si morse il labbro inferiore, pensando che effettivamente non aveva tutti i torti.

-Il punto è che non abbiamo un'idea precisa di quanta differenza temporale ci sia, è così incasinata, come cosa... E' più facile capire la logica della Stanza dello Spirito e del Tempo...

Prima che il suo amico potesse rispondere, il cellulare di fianco al lavandino iniziò a suonare un riff di pianoforte.

Sul display era comparso il volto sorridente della sua amica Mati.

Perché mai mi dovrebbe chiamare a quest'ora?

Fece scivolare il dito sullo schermo e si portò il telefono all'orecchio.

-Pronto?

-SI PUO' SAPERE CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO A TUTTE?!

Per poco non lasciò cadere il telefono dalla sorpresa del tono così alto della sua amica.

Non era proprio da lei.

-Ehm... C'è qualcosa che non va?- chiese esitante.

-Qualcosa che non va? QUALCOSA CHE NON VA? C'è che Facebook trabocca di foto tue, di Elena e di Marta con strambi tizi che sembrano usciti da Dragon Ball!

Le ultime parole le ghiacciarono il sangue nelle vene.

Foto?

-No, aspetta, com'è possibile?

-Forse perché mentre sono arrivati c'era un sacco di gente. Tra l'altro sembra che in classe di Marta il tipo vestito da Vegeta abbia fatto una bella irruzione...

Che altro potevamo aspettarci da Vegeta? Sospirò.

-Quanta roba c'è?

-Parecchia, tra video e foto. Compagni di classe di Marta, gente della scuola mia e di Elena, ragazzi della tua scuola... Praticamente in bacheca chiunque si ritroverebbe solo quello! E fidati che anche in un mondo di caproni come quello dei social network ci si inizia a fare domande, se tre personaggi di Dragon Ball compaiono in tre scuole diverse lo stesso giorno.

-Oh, porca....- imprecò piano, iniziando a farsi prendere dal panico.

All'inizio non ci aveva dato tanto peso, troppo felice di rivedere Goku, però in effetti ora la cosa stava diventando grave, visto che metà Genova aveva individuato Goku, Gohan e Vegeta. Ecco un altro lato negativo dei social network...

Si passò una mano tra i capelli e il saiyan la fissò preoccupato.

-Fede, Elena non mi risponde al telefono, quindi lo chiedo a te: cosa sta succedendo?

Perfetto. E ora come avrebbe risposto? Era pur sempre una sua amica, di lei si fidava almeno quanto si fidava di Elena e Marta. Però come avrebbe reagito davanti ad una storia tanto assurda? Va bene che la realtà era sotto gli occhi di tutti, ormai, però...

-Mati, senti, è un momento piuttosto delicato questo,e fidati se ti dico che probabilmente non mi crederesti. Quindi, per favore, almeno per il momento fidati di me e delle altre. Ti prometto che appena potrò ti spiegherò tutto.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui Fede non potè fare a meno di incrociare le dita, sperando che il lato comprensivo di Mati emergesse anche in quel momento.

Dall'altro lato della cornetta sentì un sospiro.

-Vabbé, senti, ti prendo in parola, ma fai attenzione: da adesso l'attenzione di tutti sarà praticamente solo su di voi.

Avrebbe voluto abbracciare l'amica in quel momento.

-Grazie mille, Mati! Vedrò di chiamarti al più presto!

Riattaccò senza attendere una risposta. Ora aveva l'urgenza di controllare la situazione su Facebook.

Quando aprì la home, capì che la situazione era peggiore di quel che credeva: anche se continuava a scorrere giù la bacheca, non vi era una foto o uno stato che non fosse sulla comparsa dei tre saiyan. Vi era anche più di un video di un Vegeta infuriato che si caricava Marta in spalla e cercava di uscire dall'aula, foto di lei che saltava in braccio a Goku e diversi scatti e video bizzarri di un Great Saiyaman che viene fermato in una sua ridicola performance da una figura incappucciata che battezzò subito come la sua migliore amica. Per non parlare di tutti i commenti che vi erano per ogni cosa riguardante esse e i dubbi sul fatto che i tre individui fossero davvero i saiyan dell'anime.

-Che succede, Fede?

Era così presa dal vedere tutte quelle notizie che non si era nemmeno accorta che Goku le si era avvicinato.

-Abbiamo un problema...

Il campanello suonò e i due si diressero velocemente all'ingresso.

Finalmente le altre dovevano essere arrivate, anche perché era curiosissima di sapere il motivo per cui i loro eroi fossero giunti nella loro dimensione.

Quando aprì la porta, fu tanto sorpresa che il cellulare le scivolò di mano e Goku la sostenne, avvertendo il suo shock.

Davanti a lei vi era un Gohan piuttosto pesto, sostenuto da entrambi lati da Elena e Marta, una con un livido violaceo sulla spalla e l'altra con il cappotto strappato brutalmente in più punti.

Dietro di loro un Vegeta illeso teneva per una mano un uomo di tagli grossa con un'armatura scura molto singolare e accasciato su se stesso, probabilmente svenuto, sostenuto solo dalla presa del principe, che il suo cervello mise poco a registrarlo come saiyan, per quanto la cosa risultasse assurda.

-Ma cosa...?- chiese quasi senza voce.

-I problemi ora sono due...- mormorò Goku al suo fianco.

 

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Capitolo 6
*** Anomalie climatiche ***


-MA CHE DIAVOLO E' SUCCESSO?!- esplose infine Fede, aiutando le sue amiche a trasportare Gohan sul divano.

Appena il ragazzo si fu seduto, non senza prima lasciarsi sfuggire un piccolo lamento, la ragazza corse in bagno a cercare il kit medico più fornito.

Aprì la credenza di legno con la croce rossa sopra e iniziò a frugare tra flaconi, scatole di cerotti, disinfettanti... sperando che ci fosse qualcosa che la convincesse per curare un saiyan.

Alla fine decise di prendere quanta più roba riusciva a tenere tra braccia e mani.

Quando tornò in salotto, Goku e Vegeta stavano parlando piuttosto animamente, con il corpo privo di sensi ai loro piedi. Fede già poteva vederci la grazia che aveva usato il principe nel posarlo sul pavimento.

-Non l'avrai mica ucciso, vero?- chiese Goku lanciando uno sguardo accigliato al presunto nemico.

-Pff, ma ti prego. Potrebbe tornarci utile per ottenere informazioni, anche se è stato difficile tenere sotto controllo la mia potenza.- rispose Vegeta incrociando le braccia al petto con aria altezzosa. Alla sua ultima affermazione Marta aveva alzato gli occhi al cielo.

-Siete stati attaccati da questo... saiyan?- chiese incerta Fede alle sue amiche, mentre iniziava a disinfettare i tagli di Gohan. Le faceva strano chiamarlo così, ma non poteva essere di altra razza: quale altro alieno avrebbe potuto portare una simile tenuta, tenere testa a Vegeta e Gohan e per giunta, la ragazza l'aveva notato solo in quel momento, avere una coda arrotolata intorno alla vita?

Ma la domanda più sconcertante era un'altra: cosa ce ne faceva uno nella loro dimensione?

-Questo e un altro che è riuscito a scappare.- disse Elena.

Fede sentì un tuffo al cuore.

-Ce ne era un altro?- chiese con voce strozzata.

Marta annuì piano.

Elena si diresse verso i due guerrieri più potenti di tutti i tempi, con sguardo deciso.

-Credo che ora sia il caso di dirci la ragione che vi ha spinto a venire qui da noi.

-Avevate aspettato che fossimo tutti insieme per raccontarci tutto, no? Direi che ora è il momento.- concordò Marta, seduta di fianco al mezzosangue a dare una mano a Fede.

-Voi sapevate che c'erano dei saiyan anche qui?- chiese quest'ultima, ora più timorosa che mai di conoscere la risposta.

Goku sospirò, grattandosi la nuca, questa volta con fare indeciso.

-No, non sapevamo che ve ne fossero, ma sapevamo altro.

-Un po' più specifico?- chiese Elena.

-E' normale che ci sia una temperatura così bassa?

La domanda alquanto strana di Vegeta fece voltare le tre ragazze nella sua direzione, con uno sguardo alquanto perplesso.

-Come?- saltò su Marta, con un sopracciglio inarcato.

-E' normale che in questo periodo faccia così freddo, che ci siano venti così forti e che sia tempo da neve? Gli alberi hanno già ripreso a fiorire?- chiese ancora.

-Beh, no... E' strano, è vero, ma non mi sembrava una cosa così grande da dovervi far accorrere da un'altra dimensione...- disse Fede.

-In realtà lo è stato perché in tutto il nostro mondo sta succedendo la stessa identica anomalia.- disse infine Goku.

-Anche da noi fa così freddo, c'è neve dove non dovrebbe esserci, i mari stanno ghiacciando, i deserti diventano sempre più umidi e le temperature scendono precipitosamente...

-E questo che vorrebbe dire?- chiese Marta, una strana inquietudine prese il suo stomaco e quello delle sue amiche.

-Che tutto ciò non è assolutamente normale.- disse Gohan con uno sforzo, facendo voltare tutti:-Perché da quando sono iniziate queste stranezze climatiche, un'aura assurda ha iniziato pian piano a diventare sempre più potente, un'aura che non siamo mai riusciti a trovare, perché...

-... l'artefice di tutta questa anomalia non si trovava nella vostra dimensione...- concluse la bionda.

Goku annuì, con l'espressione più seria in volto che la ragazza gli avesse mai visto.

-Qualcuno sta sconvolgendo le condizioni climatiche di tutto il globo, con un marchingegno, molto probabilmente, che ha una qualche proprietà che gli permette di protrarsi oltre le barriere dimensionali, espandendo anche la propria aura.- continuò a spiegare il saiyan più giovane dei tre, che ormai si stava riprendendo del tutto.

-Tu hai mai sentito niente?- chiese Fede ad Elena, la quale si strinse nelle spalle, ora che aveva l'attenzione di tutti addosso.

-Ogni tanto mi è sembrato di avvertire una forte aura, però essendo che non sono tanto potente e che in questa dimensione non succede niente di paragonabile a ciò che accade nel vostro mondo, pensavo che fosse solo la mia immaginazione. Non lo so, forse mi stavo autoconvincendo che il mio fosse tutto solo un effetto placebo dovuto dal desiderio di tornare a Satan City...

-In ogni caso credo che non avresti potuto fare molto anche se ne fossi stata certa.- la rassicurò Marta.

-Allora è per questo che voi siete qui. Per scoprire chi sia questo ipotetico nemico.- affermò la terza ragazza.

-Si, siamo qui per questo.- Vegeta lanciò uno sguardo al corpo del saiyan steso a terra.- E direi che abbiamo fatto più che bene.

-Dal tuo sguardo sembra che tu sia convinto che l'attacco da parte di due saiyan e questa potenza siano strettamente collegati...- commentò la castana bassa.

-Beh, saiyan che attaccano quattro persone in particolare, senza distruggere la città in cui si trovano o altri passanti, dalle mie parti non è considerato un comportamento tanto normale nemmeno in queste circostanze, è come se stessero aspettando l'arrivo di Goku e gli altri...- borbottò Elena, per poi alzare gli occhi sui due guerrieri più potenti dell'universo- Ma, se il vostro scopo è trovare questo arteficie, come farete ad individuarlo su questa Terra, visto che con queste condizioni climatiche la forza combattiva si protrae per tutte le zone colpite dalle nubi...

I tre saiyan si guardarono, fino a quando Goku non iniziò a giocherellare con le proprie dita.

-Beh, si, a questo non avevamo pensato...

Marta si battè una mano sulla fronte.

-Non è possibile...

-Quindi.. come farete a trovare questo nuovo presunto nemico se non riuscite nemmeno ad individuarlo con precisione?- chiese Fede mettendo un cerotto su un taglio sul mento del giovane mezzosangue.

Rimasero tutti per un po' in silenzio, finché uno dopo l'altro non posarono lo sguardo sull'uomo ancora svenuto a terra.

-Credo sia il momento di scoprire cosa ci faccia un saiyan qui.- annunciò il principe riprendendolo dal pavimento.

Elena sospirò.

-Ti prego, dimmi che da bravo assassino professionista quale eri conosci metodi non splatter per farlo parlare, perché sono molto sensibile al sangue e non penso che Fede voglia ripulire tutto il macello...

 

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