Beyonde eternity...forever I and You di pamagra (/viewuser.php?uid=8672)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Suicide ***
Capitolo 2: *** Carlisle ***
Capitolo 3: *** Trasformazione ***
Capitolo 4: *** Risveglio ***
Capitolo 5: *** Caccia ***
Capitolo 6: *** Incomprensioni e chiacchiere ***
Capitolo 7: *** Decisoni ***
Capitolo 8: *** Padre e figlio ***
Capitolo 9: *** Bolle di pensiero e di sapone ***
Capitolo 10: *** Una storia davanti al fuoco ***
Capitolo 11: *** Bloody twilight ***
Capitolo 12: *** Apatia ***
Capitolo 13: *** Ciò che serviva ***
Capitolo 14: *** Kiss ***
Capitolo 15: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 16: *** Natale ***
Capitolo 17: *** Lost memories...lost innocence ***
Capitolo 18: *** Il curioso caso di Charles Evensone ***
Capitolo 1 *** Suicide ***
"Sei un angelo?”
Sentì il vento frustarle
il viso,un toccasana sulle guance
accaldate e solcate da lacrime salate. L’abito bianco lungo
fino ai piedi
ondeggiava per via delle raffiche di vento,il pallore del volto,gli
occhi
arrossati di pianto,i lunghi capelli color caramello lasciati in balia
del
vento furioso,la fragilità che quel corpo bello e tuttavia
sofferente emanava
contribuivano a renderla simile ad una creatura eterea,
perché pur nella
disperazione la bellezza del suo incarnato non cessava di esistere e di
abbagliare coloro che la osservavano.Ma no c’era nessuno
sulla scogliera in
quel momento. Sentì il mare,oscuro e minaccioso come il
cielo sopra di lei,
abbattersi furioso sugli scogli sottostanti,
la spuma bianca appena visibile in
quel lembo di stoffa blu
e nero,che con i suoi colori e la sua forza sembrava chiamarla a
sé, sentiva il
richiamo del mare che come una dolce nenia tentava di incantarla,eccolo
di
nuovo:l’onda si abbatte e il suo nome sussurrato dalle
creature marine…
Pazzia…perché
non è il richiamo del mare,bambina,è la
morte…Ascoltala,senti
il sussurro sul tuo collo,la sua lama si avvicina alla tua
pelle,ascoltala
bambina,abbandonati ad essa,è così
dolce,così suadente,abbandonati e cesserai
di soffrire…Solo l’oblio ti darà la
pace che cerchi…Ascoltala…
Un sospiro le sfuggi dalle labbra
secche e screpolate,rese
pallide dal freddo che le scuoteva il corpo e l’anima,un
freddo che penetrava
dentro e risucchiava ogni cosa,lasciando al suo posto una landa gelida
e
desolata,arida,impossibile da risanare. Voleva solo trovare
pace,nient’altro,solo pace e riposo,perché il
dolore che sentiva dentro non
cessava di darle tregua,come una lama ad ogni respiro,ad ogni ansito
del suo corpo,si
conficcava nel cuore,facendolo sanguinare copiosamente.La certezza che
era
successo l’assalì nuovamente e un singhiozzo le
sfuggì dalle labbra,mentre
lacrime di fuoco le solcavano le guance,le
sfiorò…credeva di aver pianto tutte
le sue lacrime invece scopriva che erano ancora
lì,infide…brucianti…a
ricordarle quanto orribile fosse stata la sua vita
Non
c’è più…è
morto…il mio bambino è morto…il mio
Thomas…non
tornerà…morto…non
tornerà…Thomas…
Sentì un tuffo al
cuore,suo figlio era morto, un’infezione…così
avevano detto i
medici,qualcosa era andato storto durante il parto e quando i medici se
ne
erano accorti era troppo tardi…
Ricordava ancora quando
l’aveva visto la prima volta:tutto
rosso,grinzoso,urlante,eppure le era parsa la creatura più
bella che Dio avesse
creato..così piccolo,fragile,così bisognoso di
cure,di amore,con gli occhi
annebbiati ancora dal dolore,aveva sussurrato il suo nome e poi lo
aveva
accarezzato…che pelle morbida,così
delicata,tenera…appena lo aveva sfiorato,il
piccolo aveva smesso di piangere,si era calmato al tocco della sua
mamma… Era
rimasta giorni e guardarlo nella sua culletta,la copertina azzurra che
lo
copriva e che lasciava scoperte solo le mani,dalle dita lunghe e
sottili,mani
che lei aveva stretto per giorni,trasmettendogli tutto
l’amore di cui era
capace..
Poi una mattina,i medici,le sue urla
e poi…il silenzio,così
lacerante da distruggere la sua anima…desiderava porre fine
a tutto quel
dolore,straziante,devastante,assassino. Avanzò sulla
scogliera,fino a sentire
il vuoto a pochi cm di distanza…non le importava del
dolore…non era nulla a
confronto a ciò che stava provando ora…Si
lasciò cadere,senza rumore,silenziosa
come un fantasma,abbracciando il richiamo del mare
Sentì il vento sul
viso,tra i capelli e sorrise…basta
sofferenza…solo
quello…Sentì qualcosa di duro perforarle i
polmoni,,poco sotto il cuore,il
respiro le si spezzò , sentì il sangue
fuoriuscire da ogni ferita,l’aria
mancarle e poi il contatto con l’acqua
salata…faceva male…ma poteva
sopportare…bruciava…ma voleva farcela
perché così avrebbe rivisto il suo
Thomas…Poi mentre quell’oscurità di
acqua nera le si chiudeva sopra rivide un
ricordo che credeva fosse ormai sepolto da tempo…
“Sei un angelo?”
Il suo sorriso…bello da mozzare il
fiato…
La
sua voce…coro
angelico…
I suoi capelli…oro colato…
I suoi occhi…caldo miele…
“No…non sono un angelo”
Come poteva non esserlo…
“Qual
è il tuo nome”
“Esme…mi chiamo Esme”
“Io
sono
Carlisle”
Angelo dagli occhi di
miele…
Carlisle,Carlisle,Carlisle…occhi
color miele…il suo sorriso…poi l’oblio…
Wow…ecco
allora…non vi chiedo di essere clementi,ditemi
sinceramente cosa ne
pensate,commentate,commentate,commentate…è la mia
prima
fanfiction,quindi NON abbiate pietà
Che dire spero vi piaccia!! Adoro il
personaggio di Esme e
ancor di più quello di Carlisle,ditemi
cosa ne pensate!! Baci Maria!!
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Capitolo 2 *** Carlisle ***
Ashland- Ospedale
“Apra bene la
bocca…ecco…così…si…ah…direi
che ha le tonsille
un po’ gonfie…e la gola arrossata,ma non
c’è da sorprendersi,con questo
tempaccio è naturale prendersi un malanno,ma non
è nulla di grave,le prescrivo
subito qualcosa e per qualunque problema,non esiti a ritornare, signora
O’Connell”l’affascinante quanto
estremamente giovane dottore,era la persone più
gentile e amabile che la signora O’Connell avesse mai
incontrato sei suoi 50
anni,e dire che ne
aveva incontrati di
dottori ma nessuno così bello come il dottor Carlisle
Cullen. Lo osservò ancora
una volta,cercando di non farsi vedere:si era alzato dalle sedia posta
davanti
al lettino,su cui l’aveva visitata e piegatosi in avanti
stava scrivendo
qualcosa su un blocco posto sulla scrivania di legno chiaro,alla destra
del
lettino e lei poteva così ammirare il fisico slanciato e
muscoloso,celato
leggermente dal camice bianco che il dottore indossava e che
contribuiva a
renderlo ancora più simile ad un angelo sceso dal cielo;i
capelli color oro
erano accuratamente pettinati e qualche ciocca scendeva ad accarezzare
la
fronte alta e nobile, e a sfiorare leggermente gli splendidi occhi
color
miele,caldi quasi quanto la sua voce,il colore era insolito eppure non
stonava
affatto con tutto il resto,le labbra sottili,la pelle marmorea,di una
bellezza
irreale e splendente,così struggente da far male al cuore.
Quando il dottore si
girò e la fissò con un sorriso dolce,la signora
O’Connell si ritrovò ad
arrossire come una quindicenne e distolse lo sguardo puntandolo sulle
sue
scarpe che mai prima di allora le erano parse tanto interessanti.
“Ecco a lei,signora e si
ricordi tre volte al giorno per una
decina di giorni…Buona giornata” Carlisle
accompagnò la signora fuori dalla
porta non appena la donna svoltò l’angolo chiuse
con un sospiro la porta
dell’ambulatorio,poi guardò l’orologio
attaccato alla parete bianca e iniziò a
togliersi il camice, ma non riuscì a sfilarsi neanche una
delle maniche che
qualcuno bussò.Accigliato lo indossò,forse era
uno dei casi dell’ultimo momento
“Avanti”,la porta
si aprì ed entrò una giovane
infermiera,una delle ultime assunte dall’ospedale,aveva
lunghi capelli castani
raccolti in una coda e dolci occhi nocciola,reggeva una cartella
clinica che
teneva appoggiata al petto e con la quale si copriva parte del
viso,probabilmente perché arrossato,Carlisle
sospirò e si passò una mano fra i
capelli,gesto che mandò la ragazza in iperventilazione,con i
capelli
leggermente spettinati somigliava tantissimo a quella star del cinema
che aveva
visto sul giornale l’altro ieri,sospirò estasiata
e fissò gli occhi dorati del
dottore con aria sognante
“Allora…ehm…Eveline c’è
qualcosa che non va?”
“Si…si ricorda
il mio nome???!!!” la voce della ragazza salì
di un’ottava,Carlisle annuì
“Certo…ce
l’hai scritto sul cartellino” e annuì
comprensivo.
La ragazza arrossì ancora
di più e
rispose in un sussurro
“Il dottor Worren mi ha
detto di dirle se lei può…recarsi
all’obitorio-e un brivido le percorse la schiena- hanno
portato il corpo di una
donna che sembra si sia suicidata” parlò in fretta
per dimenticare la
figuraccia fatta e poi chinato il capo senza aspettare una risposta
uscì dalla
stanza chiudendola un po’ troppo rumorosamente.
Carlisle guardò nuovamente
l’orologio e poi si diresse a grandi
passi fuori dalla stanza,attraversò il corridoio cercando di
ignorare le
occhiatine maliziose,delle infermiere,delle vecchiette e di tutti gli
esseri di
sesso femminile che incontrava. Scivolò silenzioso per
diverse rampe di
scale,salutando qualche collega che incontrava,ad ogni
scalino,l’aria sembrava
raffreddarsi e le persone diminuivano;svoltato l’ultimo
angolo si trovò davanti
la porta dell’obitorio,con un gesto la spinse e si
trovò in un corridoio
illuminato da lampade a gas,che gettavano ombre sulle pareti,si diresse
verso
una porta alla fine del corridoio e mentre la spingeva lo
sentì:intenso,dolce,delizioso,odore di sangue.
Arricciò il naso e scosse la
testa,era da tanto che non sentiva un profumo
così…dissetante, si
passò una mano sul viso e fece dei respiri
profondi…pessima idea,l’odore lo colpì
ancora di più.
Lo seguì fino ad una
piccola stanza,dove sopra un tavolo di
metallo era stato sistemato il corpo di una donna:la veste imbrattata
di
sangue,il volto esanime,i lunghi capelli color caramello sparsi sul
tavolo,l’odore proveniva da lì. Le si
avvicinò cercando di essere
cauto,quell’odore gli era familiare,molto familiare,si
avvicinò ancora e
allungò una mano per prendere tra le dita una ciocca di
capelli della
donna,erano morbidi e segosi,anche se leggermente umidi,li
accarezzò e poi
passò al viso:fu come ricevere una
pugnalata…Dio…quel viso lo
ricordava…era il
suo viso…anche se imbrattato di sangue,anche se con
un’espressione di pura
sofferenza,quel viso l’avrebbe riconosciuto
ovunque,l’avevo avuto negli occhi
per più di 8 anni,nell’attesa di incontrarla,non
aveva fatto altro che
riguardarlo,temendo che la sua memoria potesse cancellarlo,cercandolo
in ogni
donna che potesse solo vagamente somigliarle,custodendolo come il
più prezioso
dei suoi ricordi.
“Esme…”sussurrò
il suo nome e per un attimo gli sembrò di
notare un’impercettibile movimento nelle sue palpebre,ma
pensò che fosse solo
un gioco di luce,causato dalla presenza delle lampade nella stanza.
Avvicinò le
labbra alla sua fronte e depose un bacio sulla pelle gelata e
inspirò il suo
profumo,leggermente alterato dalla presenza di acqua
salata,accarezzò con una
mano il suo volto,lì dove il sangue non c’era e si
sorprese a pensare che anche
così pallida e fredda,era sempre bella,poi un permisero
attraversò la sua
mente: Esme era pallida,fredda e distesa su quel
tavolo,nell’obitorio…
“O mio
Dio…Esme…Apri gli occhi, Dio,no…non
ora,l’ho
ritrovata,non portamela via,ti prego…” Continuava
a muovere le mani sul
suo viso,tentando di rianimarla,ma sembrava
inutile…
Tum…tum…
Carlisle alzò lo sguardo
dal suo volto e si fermò ad
ascoltare…
Tum…tum…
Lo sentiva,debole,fioco, ma lo
sentiva..il suo cuore…Esme
era viva…come fosse possibile,non lo sapeva…ma
era viva…riprese a respirare e
il suo profumo lo
invase,inspirò come
per prendere coraggio,c’era un solo modo per salvarla e il
solo pensiero lo
riempiva di disgusto…non poteva…
Non
poteva[ Ma si che puoi]
È
sbagliato[Non lo è]
Soffrirà[Ma
poi sarà
tua]
Mi
odierà[No…ti
ringrazierà per ciò che hai fatto]
Non
sarà mai mia, non
posso condannarla[Le insegnerai e sarà sempre tua]
Si passò una man tra i
capelli, avrebbe voluto salvarla,ma
questo implicava la sua trasformazione in vampiro,non
poteva…però c’era
qualcosa in lui che desiderava vederla viva…anche se non con
lui,gli sembrò che
il cuore sanguinasse a quel pensiero,ma voleva vederla sorridere,voleva
sentirla ridere…come tanto tempo fa…le
sfiorò il viso,le scostò i capelli dal
collo e poi la prese in braccio,baciandole lievemente la
fronte,sussurrandole
parole dolci,per farla resistere
“Ti
prego…resisti…devo salvarti…ma tu
resisti…Ti prego”. Si
diresse velocemente all’esterno
dell’edificio,nascondendosi nelle ombre della
sera quando vedeva arrivare qualcuno,confondendosi nel
buio,arrivò,correndo ad
una velocità inumana fino ad una casa leggermente fuori
città,a due piani,una
villetta con giardino circondata dal verde della foresta che cresceva a
sud di
Ashland. Aprì la porta tenendo Esme ancora tra le braccia e
si trovò davanti il
viso di un ragazzo bellissimo e sorpreso
“Carlisle…cosa
hai fatto?”
“Edward…a dopo
le spiegazioni…devo salvarla” il tono
disperato di suo padre lo costrinse a mettere a tacere i suoi dubbi,non
pensò
di leggere la sua mente,perché il dottore non faceva che
ripetere un nome:Esme
e persino nei suoi pensieri c’era un tono di voce disperato e
angosciato.
Edward lo vide salire di corsa le scale e dirigersi verso la sua camera
da
letto.Lo sentì trafficare con qualcosa e poi chiaro e
distinto,sentì i denti di
Carlisle affondare nel collo della donna sconosciuta…
Allora,ecco il secondo
capitolo:volevo ringraziare:
Wind
Alice brendon cullen: certo che puoi
chiamarmi mary ^__^
Princesselisil
Per i loro commenti,grazie
infinite!!spero che questo cap vi
piaccia!!
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Capitolo 3 *** Trasformazione ***
Sentì qualcosa di affilato
reciderle la pelle e subito un
liquido caldo le colò sul collo,bagnandole i capelli e la
pelle,anche nel
delirio del dolore avrebbe riconosciuto quell’odore
così particolare…ruggine
e sale…,era sangue e cosa
peggiore era il suo…Non ebbe il tempo di rendersene conto
che un fuoco cominciò
a sprigionarsi nel punto in cui aveva sentito la pelle
strapparsi…devastante,disgustosamente
cocente…quel fuoco le fece perdere ala
testa e preda del dolore più lancinante lanciò un
grido disperato…le corde
vocali protestarono ed Esme sentì che stavano per
rompersi…decisamente l’acqua
di mare non le aveva fatto bene…il fuoco si
propagò,lo sentiva scorrere al
posto del sangue,bollente, le incendiava i sensi e le ottenebrava la
mente e il
dolore si andava a sommare a quello provocato dalla caduta in
mare…sentì il
respiro spezzarsi e le ossa sembrarono scricchiolare,sentì i
tendini di ogni
singolo muscolo chiedere pietà e un altro urlo
squarciò l’aria intorno a lei…le
sembrava di aver sentito qualcuno muoversi alla sua destra e cerco di
voltare
il capo…pessima idea…i muscoli del collo
sembravano essersi atrofizzati e il
movimento le costò l’ennesimo urlo…una
voce le sussurrava di calmarsi,che tutto
sarebbe passato..ma come poteva l’inferno cessare di
esistere?…Avvertì qualcosa
di freddo scivolare lungo il suo braccio e poi posarsi delicatamente
sulla sua
mano stretta a pugno…le dava sollievo,era fredda e
dura,sembrava pietra
viva…sentì una voce,dolce e
familiare…l’aveva già sentita,ma non
ricordava dove,il
dolore le annebbiava la mente…
“Fallo…fallo
smettere…” la voce le uscì
fioca…dominata dal
dolore
“Passerà…ti
prego resisti…passerà…” era
così
dolce,somigliava al coro degli angeli,voleva aiutarla,le aveva detto di
resistere, che tutto sarebbe passato…ma come poteva
l’inferno avere
fine?…l’ennesimo urlo la portò ad
inarcare la schiena e le ossa rotte dalla
caduta protestarono,provocandole una nuova ondata di dolore e un altro
urlo…
“Fallo
smettere…fal-lo smettere…ti
prego…ahhhhhhhhhhh!!!” le
parole si persero e il fuoco le divorò la mente,sentiva il
dolore in ogni fibra
del suo cervello,in ogni nervo che disperato implorava
pietà…erano passate solo
delle ore, ma a lei sembrava
un’eternità…Quando riuscì a
socchiudere gli
occhi…si specchiò in due laghi color oro,profondi
e dolci,illuminati dal dolore
e dalla preoccupazione e la sentì di nuovo…la
voce dell’angelo
“Starai bene…te
lo prometto,passerà…ma resisti…resisti
Esme”
l’angelo conosceva il suo nome…era triste per
lei…ma lei non voleva vederlo
soffrire…allungò una mano..voleva
sfiorarlo…il movimento le costò un gemito e
nuove ondate di fuoco…ma sentì la mano
dell’angelo stringere la sua…era così
bello…avrebbe voluto accarezzarlo…era
dolce…le stringeva al mano…e il gelo
provocato dalla stretta le dava sollievo…il fuoco
continuò a divorarle la
mente,ma pian piano,lo sentì sempre più
debole,chiuse gli occhi,non ce la
faceva a tenerli
aperti,però così non
avrebbe visto l’angelo…non
voleva…voleva guardarlo…era così
perfetto..così
dolce…il fuoco bruciava e l’oblio era
così invitante …sentì
l’angelo baciarle
la fronte e accarezzarle i capelli madidi di sudore,poi un pizzicore al
braccio…ed infine …il nulla ad
accoglierla…
Un ringraziamento speciale a Sefiri e
a Yuyutiamo per i loro
commenti e a Wind,summer718,Yuyutiamo per aver inserito la loro fanfic
tra i
loro preferiti:GRAZIEEEEEEEEE
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Capitolo 4 *** Risveglio ***
Bianco. Nulla. Non credeva che la
morte fosse così,sentiva
solo il vuoto intorno a se,sentiva di avere gli occhi chiusi,ma vedeva
solo
bianco e poi c’era quel piccolo particolare che proprio non
riusciva a
capire:il suo cuore non batteva…ed
era strano,perché aveva sempre creduto che anche da
morta,ovunque fosse andata
avrebbe sentito il battito rassicurante del suo cuore e invece riusciva
solo a
sentire quell’opprimente silenzio bianco…aveva
davvero creduto che fosse
diverso…ma in fondo che ne poteva sapere lei?Si muore una
sola volta nella
vita…Però c’era qualcosa di ancora
più strano,riusciva ad avvertire qualcosa di
solido sotto di se,un’altra delle sue convinzioni,credeva che
con la morte
avrebbe fluttuato per l’eterno in una nebbia senza alcun
appiglio fino a
raggiungere un posto nel quale riposare per
l’eternità,magari con il suo
Thomas,sarebbe stato così bello…
“Ehm…secondo te
si è svegliata?”
“Perché?Noti
qualcosa di strano?”
“Mi sembra di aver notato
le dita della sua mano muoversi e
anche le palpebre..dovrebbe essersi svegliata,i tre giorni sono
passati” .Era
la voce più bella che avesse mai sentito,pura musica,
però non era bella quanto
la sua…quanto la voce del suo
angelo…e
ricordò tutto…il vento sferzarle il
viso,l’odore dell’acqua
salmastra,l’impatto
con gli scogli.il sapore del mare,il freddo e poi qualcuno che la
tirava fuori
dall’acqua,la sensazione dell’aria,qualcosa di
affilato reciderle la
pelle,proprio lì…al centro esatto del
collo,l’odore disgustoso del sangue che
le colava sui capelli e il fuoco,bruciante,che le divorava ogni cm di
pelle e
di sangue e un tocco di mani fredde,gelide,ma in qualche modo
rassicurante,il
tocco delle sua labbra-e qui il suo cuore avrebbe dovuto iniziare a
battere,ma
non sentì nulla-e poi la quiete alternata a momenti nei
quali il dolore
ricompariva e più forte che mai la faceva urlare a pieni
polmoni…si rese conto
che non poteva essere morta,non sapeva
perché,forse…lo sapeva e basta… non
era
morta.Però non era neanche viva,perché avvertiva
la presenza del suo cuore,sapeva che era sempre lì,ma non lo
sentiva
battere,che strano, e in qualche modo avvertiva anche la presenza di
tutti
gli altri organi
del suo corpo,ma era
come se non ci fossero e ciò non le causava dolore,solo un
lieve fastidio…Si
decise ad alzare le palpebre e fu come se un pesante velo di nebbia le
fosse
stato tolto dagli occhi,così, portato via dal
vento…ci mise un po’ a
distinguere ogni cosa…stava guardando il soffitto di una
stanza…riusciva a
distinguere ogni venatura del legno di cui erano fatte le
travi…da quando la
sua vista era così acuta? Sentì dei piccoli
passi…sembravano quelli di un
topolino…alla sua destra…si voltò
lentamente…ma vide solo un enorme finestra
leggermente aperta,dalla quale entrava la luce del sole,un lieve
venticello
faceva ondeggiare una tenda bianca…si sentiva leggermente
intorpidita,mosse le
dita della mano e poi lentamente tutto il corpo,si tirò su a
sedere e lasciò
vagare il suo guardo lungo tutta la stanza:la stanza era rivestita da
pannelli
di legno scuro,lucidi e spessi;alla sua sinistra un comodino,con su una
lampada
e un tomo rilegato in pelle nera,una Bibbia.
Davanti a se,la più grande
libreria che avesse mai
visto:centinaia e centinaia di volumi,tutti sistemati ordinatamente sui
grandi
scaffali di legno che raggiungevano il soffitto,vicino alla libreria
una
scrivania,una grande poltrona di pelle nera e alla parete di sinistra,
una
specchiera e poi una serie di quadri di varie dimensioni e con soggetti
diversi,poi un armadio e infine la finestra.
“Finalmente…è
da un po’ che aspettavamo che ti svegliassi”
Esme si girò verso la voce
e si ritrovò a fissare un ragazzo
poco più che diciassettenne dai capelli bronzei e gli occhi
d’oro,la carnagione
pallida e ombre violacee sotto gli occhi,ma a stupirlo fu
l’intensa bellezza
del suo incarnato e del suo essere,sembrava una statua di
marmo,bellissima e
fredda.Il ragazzo sorrise,una fila di denti bianchi e perfetti,un
sorriso
ammaliante e tremendamente seducente,un sorriso…sghembo, e
poi le sia
avvicinò,cauto,quasi avesse paura che potesse spaventarsi.
“Ciao,io sono
Edward…stai tranquilla,tra un po’
arriverà mio
padre e ti spiegherà tutto,è un po’
difficile da accettare come cosa,ma ti ci
abituerai,anche il sapore…non è
così…si insomma,uno poi si abitua,anche
prima…sai quando…eravamo…sto dicendo
un mucchio di scemenze..vero?” il sorriso
era sparito e ora sul volto gli si leggeva un’espressione
dubbiosa e
imbarazzata.Assolutamente adorabile. Si sentì un
po’ rincuorata nel notare che
non era l’unica ad essere un po’ confusa e un
piccolo sorriso le spuntò sul
volto,era il massimo che potesse fare,era ancora un po’
intontita.Stava per
chiedergli chi fosse suo padre quando un rumore di passi la
bloccò:un uomo
biondo e alto era appena entrato…il respiro le si
spezzò in gola,in tanti anni
non aveva mai dimenticato un particolare del suo aspetto e lui era
lì.identico
a come se lo ricordava,perché il suo
cuore non batteva? Perché non lo sentiva
rimbombare al centro del petto?
Si portò una mano al petto
e sentì il vuoto…che tristezza…
“Sarà per sempre
così…mi dispiace” la voce di Carlisle
le
fece alzare gli occhi su
di lui e su
Edward;avevano entrambi uno sguardo un po’ triste,soprattutto
Carlisle,e la
cosa le dispiaceva,non voleva che lui fosse triste,Edward
inarcò un
sopracciglio e la fissò in modo strano…sembrava
curioso. Esme continuò a
fissare la bellezza struggente di Carlisle e quando fu sicura delle sue
facoltà
mentali parlò
“Perché non sono
morta?” e sorpresa si portò le mani alla
gola, era la sua voce,eppure le sembrava così diversa,era
più melodiosa,più
dolce. Carlisle sorrise nel vedere il suo gesto. Sembrava una bambina.
Il
sopracciglio di Edward si inarcò ancor di più.
“Ti abbiamo
salvata”
“Come mi avete…salvata?Perché
il cuore non batte?”
“Perché sei
morta…per salvarti ho dovuto ucciderti,ho dovuto
uccidere la tua umanità…è per questo
che il tuo cuore non batte…anche il
mio,non batte più da duecentocinquantotto
anni…per salvarti ti ho trasformata
in un vampiro”Carlisle parlò lentamente e la vide
impallidire ancor di più e
spalancare gli occhi,neri per la sete.
“I vampiri non
esistono” rispose Esme immediatamente,quasi
per riflesso incondizionato. I vampiri non esistevano,erano solo
leggenda,ma
allora che motivo c’era di dire una cosa del genere?
“Invece i vampiri
esistono,Esme,noi siamo vampiri-e prima
che potesse interromperlo Carlisle proseguì- mi trovi
cambiato rispetto a dieci
anni fa? Prendi la mia mano,la sentirai fredda,tocca la
tua…sentirai lo stesso
gelo,siamo come rocce fredde,eternamente gelate,se vuoi
un’altra prova,vieni
guardati allo specchio…sei identica a come eri
prima?”Carlisle le porse la mano
e le sentì una che il suo
tocco le
lasciva tracce bollenti sulla pelle,fu solo un attimo e lei si rese
conto che
effettivamente la mano di Carlisle era gelida,come baciata dal tocco
della
morte;anche la sua pelle emanava lo stesso gelo e guardandola la vide
pallida
come non mai,come
quella di Carlisle e
del ragazzo dai capelli bronzei.Si alzò lentamente e non
appena poggiò i piedi
sul pavimento di legno, avvertì i suoi sensi risvegliarsi
dal torpore in cui
erano caduti e si sentì girare la testa…era come
se riuscisse a percepire ogni
forma di vita,anche la più piccola,come se fosse accanto a
lei:i passi dei
topolini, nelle fondamenta della casa,lo squittio degli scoiattoli in
quella
che doveva essere una foresta,il volo degli uccelli…ogni
sensazione,perfettamente amplificata,veniva captata dal suo
orecchio,portò una
mano a sfiorarle e chiuse per un attimo gli occhi,cercando di
trovare…un
qualcosa che le dicesse che era un sogno…il respiro di
Carlisle le solleticò il
volto,leggermente e la fece rabbrividire…aprì gli
occhi e li fissò in quelli
del dottore…non era cambiato per niente,era sempre
bellissimo…come dieci anni
prima…sempre così irraggiungibile…i
suoi occhi però erano strani,credeva
fossero del colore del miele,invece ora sembravano specchi d’ambra
screziati di rosso e nero,le diedero
i brividi. Carlisle la guardò fisso negli occhi e con la
mano destra arrivò a
sfiorarle il volto,in una carezza leggera come ali di
farfalla,tremendamente
inconsistente,ma che lasciò una traccia cocente sulla pelle
di Esme,che si strinse
a lui cercando un appiglio…le gambe
le erano diventata di burro…si sentiva scossa
nell’anima…solo per
una carezza. L’incanto fu spezzato da una
risatina alle loro spalle:Edward; Carlisle le sorrise incoraggiante e
la guidò
davanti allo specchio,quello che vide la lasciò basita:una
giovane
donna,pallida,con occhi neri e lunghi e ricci capelli color caramello
la
osservava nello specchio,si riconosceva,era lei eppure al tempo stesso
non lo
era…c’era un che di perfetto nei suoi
lineamenti,una perfezione molto simile a
quella dei due uomini lì presenti,una bellezza inumana
“Come è
possibile? Vampiri…i vampiri non esistono…dottor
Cullen…o santo cielo”
“Carlisle…chiamami
Carlisle” voleva sentire il suo nome
dalle sue labbra
“Come è
possibile…cosa è successo?”
“Ti ho morsa-e le fece
portare una mano al collo e Esme
sentì una lieve cicatrice,più fredda del resto
del corpo,una lieve onda sulla
pelle gelida.
“La trasformazione
è durata tre giorni…tre giorni durante i
quali,il tuo corpo è mutato,ogni tuo singolo organo vitale
si è…arrestato,come
il tuo cuore,perché ora,non ti servono per
vivere…il cibo umano,non è più di
tuo gradimento,l’unica cosa che ti aiuterà a
vivere è…il sangue”
“Non voglio uccidere
nessuno..piuttosto muoio!” balbettò
Esme impaurita…va bene era una vampira,ma neanche
lontanamente avrebbe ucciso
per sopravvivere,piuttosto sarebbe morta di fame..o di sete.
“Non ucciderai
nessuno…noi non beviamo sangue umano,ma solo
quello animale..siamo vegetariani” e Carlisle vide il volto
di Esme
rasserenarsi un po’ ,sarebbe stato difficile da accettare,ma
con il tempo ci
sarebbe riuscita
“Ora..rilassati con un
bagno e poi ti portiamo a
caccia…senti un fastidio alla gola?”
“Prima no,però
ora,mi sembra di cominciare a sentirlo” si
toccò la gola con le mani pallide..era appena accennato,ma
il bruciore si stava
intensificando
“Non abbiamo abiti
femminili,per cui dovrai accontentarti di
questa” e Edward le porse una camicia
bianca…completamente pregna del profumo
di Carlisle,Esme si trattenne dall’aspirarne la fragranza
dolce,ma la tempo
stesso estremamente virile…Edward la guardò con
un sorriso malizioso sulle
labbra. Carlisle la accompagnò fuori dalla stanza e lungo un
corridoio,con una
seria di porte sulla sinistra;l’ultima fu aperta da Carlisle
e Esme guardò
meravigliata l’immensa stanza da bagno,con mattonelle
così bianche e lucide da
brillare,immensi specchi alle pareti e un’enorme vasca da
bagno,estremamente invitante,accanto
ad essa un mobiletto con asciugamani e piccoli contenitori ovali pieni
di sali
da bagno;la fragranza giungeva al suo naso super sviluppato,inebriandola
“Ecco…quando hai
finito…ci vediamo,al piano di sotto,basta
scendere le scale “Esme si affacciò scorgendo una
rampa dall’altro lato del
corridoio e annuì. Poi Carlisle le sorrise e chiuse la porta.
Esme sospirò,un bel bagno
ci voleva proprio.
Bene! Ora che ho completato il quinto
cap mi sento più
tranquilla!Uff..spero possa piacervi,secondo me non è il
massimo e quindi vi
chiedo di essere sincere!! Grazie mille a:
Alice brendon Cullen
Yuyutiamo
Per i loro commenti e a tutte a 5 le
persone che hanno
inserito la fanfic tra i preferiti
Raga vi adoro!!!!Grazie per il
sostegno,Baci alla prox Maria!!
|
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Capitolo 5 *** Caccia ***
Per prima cosa…scusate per
il ritardo!!Ho avuto un po’ di
problemi con il computer e un leggero blocco dello scrittore
=.=’ sono
mortificata
Secondo: volevo ringraziare coloro
che commentano la mia
fanfic e quelli che l’hanno messa tra i
preferiti!!!Grazie,mille volte grazie
per il sostegno che mi dimostrate!!Baciotti Maria
Appoggiò il capo al freddo
bordo della vasca di marmo e
sospirò:era stanca,avvertiva ogni fibra del suo corpo teso e
affaticato
distendersi al contatto con l’acqua calda della vasca,la
schiuma che ricopriva
tutto il corpo lasciando scoperto il collo dalla curva morbida e le
spalle
bianche. Esme alzò una mano e la portò davanti al
viso,osservando con interesse
le goccioline che si rincorrevano sul dorso della mano per poi andare
morire sul
polso sottile sul quale spiccavano lievi le vene di un tenue color
azzurro…nonostante la spossatezza,riusciva a percepire negli
angoli più oscuri
e nascosti del suo corpo,una forza nuova,brutale e potente,un qualcosa
che la
rendeva forte come mai lo era stata;
sospirò…quali conseguenze aveva portato la
sua metamorfosi in vampiro? Cercò di non pensarci e chiuse
per un attimo gli
occhi…forse poteva concedersi di sonnecchiare per un
po’, giusto
il tempo di riprendere le forze…solo
per riprendersi
totalmente…ecco…così…lentamente
scivolare nell’oblio,piano e
sentire i muscoli rilassarsi e rivedere nella sua mente le immagini di
Carlisle…piano,piano,magari l’avrebbe aiutata il
contare le goccioline d’acqua
che lente scivolavano lungo il bordo della vasca…tanto con i
sensi che si
ritrovava…1…2…3…4…5
e via così fino a rendersi conto che per quanti sforzi
facesse,per quanto nella sua mente fosse sempre presente
l’idea del sonno,il
suo corpo sembrava non risponderle,il suo corpo si rifiutava
di cedere al sonno…si alzò di scatto dalla
vasca,avvertendo l’aria fredda sulla pelle ma non
percependola
completamente,perché non riusciva a scivolare nel sonno?Era
una delle
conseguenze dell’essere vampiro?Non capiva…avrebbe
chiesto a Carlisle…sospirò e
uscì completamente dall’acqua
e si
massaggiò la gola, un bruciore sempre più
insistente la stava divorando dentro
e lei sapeva che l’unico modo per placarlo era
soddisfarlo…con il sangue…sentì
uno spasmo alla bocca dello stomaco, ma lo ignorò,aveva
accettato la sua nuova
natura…doveva accettarla.
Si avvolse
un asciugamano intorno al corpo e si avvicinò alla grande
specchiera passando
una mano sulla superficie fredda e liscia e si sistemò i
riccioli ribelli
dietro l’orecchio e aggiustandoli con uno sbuffo,questa era
una cosa che non
sarebbe mai cambiata…neanche con la sua non-morte:i suoi
capelli eternamente
indomabili…chissà se a
Carlisle piacciono
così…e con un sorriso iniziò
ad asciugarsi.
“Bambina…eh?”
il tono di Edward aveva qualcosa che non gli
piaceva per niente e quando si girò a fronteggiare gli occhi
d’orati di quello
che considerava suo figlio,represse un gemito di terrore:Edward lo
stava
fissando con uno sguardo così malizioso e inquisitore che
chiunque al suo posto
sarebbe arrossito,ma Carlisle era un uomo-pardon vampiro-tutto
d’un pezzo e si
limitò a restituire al ragazzo un occhiata incuriosita
“Di che parli?” Bravo
Carlisle…fai lo gnorri
“Quando guardavi la
signorina Esme - e Carlisle represse un
risolino alla parola signorina-non facevi altro che pensare che per
come si
comportava era adorabile come una bambina”
nel pronunciare le ultime parole Edward sbatté le ciglia
folte con occhi
languidi e con le labbra mimò un bacio,sghignazzando
“Non so di cosa
parli” Carlisle cercò di ignorarlo
cercò di nascondere i suoi pensieri
Edward stava per aggiungere qualcosa
quando il suo sguardo
si adombrò e guardò contrariato Carlisle.
“Non sono una vecchia
comare”sbottò stringendo le belle
labbra.
“Si
che lo sei…una
vecchia comare impicciona,te l’ho detto tante volte Edward
devi imparare a
controllare il tuo potere,devi cercare di non invadere la privacy
altrui…”
”La verità brucia eh!” la voce di Edward
era gongolante
“Non è questo
!!” Carlisle stava cominciando a pentirsi di
averlo trasformato
“Mi avresti lasciato
morire?Lì…tutto solo…povero piccolo
indifeso diciassettenne?” e Edward gli mostrò due
occhi da cucciolo
bastonato
“L’hai fatto
ancora!Ma allora è un vizio!” Carlisle
sospirò
decisamente stanco di quella discussione
“Comunque è una
bambina con un bel paio di gambe…ed è sempre
un pensiero tuo”
“Edward!!”
l’urlo di Carlisle fece sobbalzare Esme che stava
scendendo le scale.
“Va tutto bene?”
chiese con voce sottile e timida
“Ma certo, scusa Esme
è che noi…” Carlisle si era girato a
guardarla e le parole gli morirono in gola:era bellissima,la camicia le
arrivava appena sopra il ginocchio ma ad ogni minimo movimento si
alzava e
lasciava intravedere le cosce sode e bianche, la camicia le andava
larga e
nonostante lei avesse chiuso tutti i bottoni,spesso le pendeva da una
spalla,lasciando
scoperta la clavicola e il collo;i lunghi capelli ricci e soffici le
ricadevano
sulle spalle in morbide onde. Carlisle si conficcò le unghie
nel palmo della
mano per evitare di allungare una mano e trattenere tra le dita una
ciocca
soffice e profumata.
Esme scese le scale timorosa,ma con
una grazia che non le
era familiare,le ci sarebbe voluto un po’ per accettare i
suoi cambiamenti.Si
fermò a pochi passi da Carlisle e gli sorrise
timidamente,mentre con una mano
si aggiustava la camicia che le penzolava dalla spalla. Carlisle
avvertì un
dolce calore diffondersi in tutto il suo corpo,un profumo dolce e
persistente
gli incendiò i sensi:era il profumo di
Esme…chiuse gli occhi e ne inspirò il
più possibile,poi alzò una mano e con la punta
delle dita le sfiorò una
guancia,la pelle era morbida la tatto e maledettamente
profumata,irresistibile.
Esme chiuse gli occhi per un attimo e sospirò,averlo
così vicino,tanto da
poterlo toccare,era troppo…sentì le gambe molli e
il respiro accelerò,riaprì
gli occhi e si ritrovò in un mare di caldo miele screziato
di onice…era così
caldo…così bello…un solo gesto e
avrebbe potuto incontrare le sue labbra…però
qualcosa la spinse a indietreggiare,per un attimo quegli occhi dolci si
erano
trasformati in un lago di freddo piombo e si era dovuta allontanare.
Carlisle
la fissò confuso e irritato:perché si era
allontanata?
Avrebbe voluto sentirla ancora
vicina,voleva sfiorale la
pelle perdersi nei suoi occhi…un colpo di tosse li
riportò alla realtà e lui si
schiarì la gola
“Andiamo a
caccia” e la prese per mano per condurla fuori
dalla porta. L’aria del pomeriggio era frizzante e fresca,un
toccasana per chi
poteva avvertirla sul viso,Esme si guardò intorno.la casa
enorme per solo due
persone era immersa nel verde,circondata da una foresta di alberi alti
e
antichi,il sentiero davanti alla casa era ricoperto da foglie secche
che alla
luce del sole morente luccicavano come se fossero pietre preziose. I
tre
vampiri rimasero per un secondo a fissare il tramonto che filtrava tra
i fitti
rami degli alberi poi Carlisle si rivolse ad Esme
“Dobbiamo raggiungere il
centro del bosco,lì la selvaggina
abbonda e potrai nutrirti a volontà,per arrivarci dobbiamo
correre,arriveremo
in pochi minuti,la velocità è una delle
caratteristiche derivanti dalla
trasformazione,credi di farcela?”la guardò
preoccupato. Esme lo fissò e poi
annuì,Carlisle le
tese una mano che lei
afferrò corrucciando le sopracciglia
“ Meglio se ti appoggi a
me,non si sa mai,anche se essendo
una neonata la tua forza e velocità sono maggiori delle
mie,quindi potrei
rallentarti,meglio non rischiare,tienimi la mano per
sicurezza”ù
Esme annuì e gliela
strinse,un’espressione decisa sul
volto,poi prese un bel respiro e cominciò a camminare
seguendo Edward che tutto
contento saltava da un punto all’altro della strada,poi come
se ci fosse stato
un tacito accordo i tre aumentarono l’andatura e Esme si
ritrovò a correre
senza rendersene conto tenendo il passo di Edward
e di Carlisle…sentiva una forza incredibile
scorrerle nelle gambe
una forza che lei stava usando poco,cercò di aumentare la
velocità e si ritrovò
al fianco di Edward che le lanciò un’occhiata
divertita e un sorriso,Carlisle
le si affiancò,le loro mani sempre strette…Esme
si sentì libera,il vento tra i
capelli,la camicia che le svolazzava intorno…a questo
pensiero rallentò un po’
nel cercare di aggiustarsela e sentì le risatine di Edward.
Gli alberi
sfrecciavano loro intorno in una macchia indistinta di verde e
marrone,mentre i
raggi del sole sembravano scomparire,sovrastai dalle tenebre del
crepuscolo e
da grossi nuvolosi neri all’orizzonte.Rallentarono
all’improvviso e si
ritrovarono in uno spiazzo erboso,cespugli bassi che lo
delimitavano,gli alberi
intorno proteggevano quel posto da occhi indiscreti.
Esme si guardò intorno
incuriosita,il bruciore alla gola
tanto intenso da farla star male, stava per chiedere come avrebbe
potuto fare
per catturare una preda quando un odore intenso colpì le sue
narici e la portò
a girarsi verso sinistra…odore di sangue,si
inumidì le labbra e come se non
avesse fatto altro si avvicinò cautamente alla fonte
dell’odore…non sapeva dire
che animale fosse…sapeva solo che aveva l’odore
più buono e squisito che avesse
mai sentito,le sembrava di sentire sulla lingua il sapore del
sangue…sentì in
bocca un liquido amarognolo che sembrava essere prodotto dalle zanne
affilate
che aveva. Si piegò leggermente sulle gambe e
spiccò un salto al di là dei
cespugli arrivando a
pochi metri di
distanza dalla preda:una giovane cerva. Fissò con desiderio
l’animale,completamente
dimentica dei vampiri che guardinghi la osservavano, riusciva quasi a
sentire
il lento scorrere del sangue sotto la pelle
dell’animale…con un balzo le fu
addosso, la povera bestia non ebbe neanche il tempo di spostarsi che le
braccia
di Esme si chiusero in una morsa intorno al suo corpo;tenendola ferma
la
vampira e non Esme,perché sembrava che di Esme fosse rimasto
ben poco, affondò
i denti nel collo dell’animale che iniziò a
dibattersi inutilmente…il sangue le
arrivò in gola dissetandola e diminuendo il bruciore che
aveva sentito…senza
rendersene conto prosciugò l’animale e quando non
rimase più neanche una goccia
un gemito di protesta le sfuggì dalle labbra…ne
aveva ancora bisogno…ne voleva
altro…si voltò in cerca di una prossima preda e
quando un nuovo odore le arrivò
al naso cominciò a correre nelle direzione della
scia,seguita a distanza dallo
sguardo vigile dei due vampiri
Quando si fu saziata,si
appoggiò stancamente ad un
albero,scivolando per terra e portandosi le ginocchia al petto,una mano
salì ad
asciugare un rivolo di sangue che le era colato da un angolo della
bocca…la
sensazione alla gola si era placata,ma ora ce ne era un'altra che
sembrava
divorala dentro,un bisogno che riguardava la sua
anima,se ancora l’aveva. Avvertì i
passi dei due vampiri
avvicinarsi e alzò lo sguardo ad incontrare quello
tranquillo di Carlisle che
la scrutava preoccupato,Edward invece la guardava con un sorriso
soddisfatto
sulle labbra.
“Come ti senti?Hai decimato
la foresta,credo che ora ti sia
passata la fame…”ma si
zittì,perché si era accorto che Esme stava
fissando
Carlisle e nei suoi occhi c’era qualcosa di molto simile alla
tristezza,al
dolore,alla rabbia anche,uno sguardo d’accusa…si
sentì gelare il sangue,perché
riconobbe se stesso quando Carlisle lo aveva trasformato.
Esme si sentiva strana,provava un
vago senso di disgusto al
sapore del sangue ora che l’aveva assaggiato,cosa impossibile
per un vampiro…lo
sentì all’improvviso…un conato di
vomito la piegò in due e riversò sul terreno
una buona parte del sangue che aveva bevuto,sentì
l’esclamazione sorpresa di
Edward,lo scattò repentino che aveva compiuto Carlisle nel
sorreggerla e sentì
anche la sua mente che si ribellava alla sua nuova
condizione…aveva mentito a
se stessa…mentre i conati la sconquassavano sentì
che non poteva accettare la sua
nuova natura,non ci riusciva,sentiva il
sangue scivolarle via dalla bocca e sentiva il suo essere gridare
contro il
mostro che c’era in lei. Continuò a vomitare fino
a sentirsi vuota,si appoggiò
alle spalle di Carlisle e singhiozzò…nessuna
lacrima scese a confortarla…e
questo la rese ancora più infuriata con se
stessa…non poteva piangere…non
poteva morire,perché sapeva che quella forza latente in lei
l’avrebbe
protetta…batté i pugni per terra nel tentativo di
procurarsi dolore,ma riuscì
solo a spaccare il terreno…mentre le sue mani rimanevano
intatte…si odiò…per
ciò che era…per ciò che non era
più…per ciò che aveva
fatto…due braccia solide
l’avvolsero e lei si ritrovò a fissare il volto di
Carlisle solcato da
lacrime,sbatté gli occhi confusa prima di rendersi conto che
pioveva…grosse
gocce di pioggia scivolavano sul volto del vampiro,contribuendo ad
accentuare
l’espressione di sofferenza sul suo volto…
“Perdonami” il
sussurro del vampiro arrivò come un urlo e
lei si odiò ancora…perché lo stava
facendo soffrire…si appoggiò a lui e strinse
tra le dita il maglione che indossava il dottore.
“Portami
via…portami via da tutto questo” un sussurro
tremante nel buio e i tre vampiri scomparvero tra le ombre della notte
verso
casa.
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