Gocce di memoria

di giapponesina6
(/viewuser.php?uid=486921)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel luogo da mille ricordi ***
Capitolo 2: *** Una dimenticanza fatale ***
Capitolo 3: *** Un luogo ricco di ricordi ***
Capitolo 4: *** Luci e ombre ***
Capitolo 5: *** Un incontro del cuore ***
Capitolo 6: *** Ferite aperte ***
Capitolo 7: *** Un bacio dal sapore familiare ***
Capitolo 8: *** ricordi troppo importanti ***



Capitolo 1
*** Quel luogo da mille ricordi ***


Eccomi qui con una nuova storia, so che molti di voi avete chiesto una continuazione dell'altra, ci stolavorando, ma nel frattempo avevo cominciato a lavorare su questa  e mi ha rapita molto. Devo ammettere che mi sono innamorata di qeusta storia, soprattutto di alcune scene, spero possa trasmettere le stesse cose anche a voi. Buona Lettura.



Era una splendida giornata di primavera, nell’aria vi era un dolce profumo di ciliegio, aleggiava per le strade della regione di Kalos. In una camera piccola, una graziosa ragazzina da lunghi capelli biondi, era intenta a scegliere il cappello che avrebbe indossato per quel viaggio tanto importante. Finalmente il ragazzo si era deciso ad acconsentire al suo desiderio di riportarla a Kanto, dove l’aveva incontrato per la prima volta.
Era lì che aveva intenzione di dichiarargli i suoi sentimenti, proprio nel posto dove aveva incontrato i suoi occhi la prima volta. Dove l’aveva aiutata e stretta tra le sue braccia.
Serena arrossì in volto al pensiero di quel momento. Per anni aveva atteso di rivederlo e ora finalmente l’aveva ritrovato.
< Ecco credo che indosserò questo > strinse tra le mani un cappello color pesca lo provò e le stava d’incanto.
Girò su stessa e sorrise nel veder la sua immagine allo specchio con quell’accessorio, le dava davvero un’aria elegante. Ritornò alla realtà solo nel momento in cui lui bussò alla sua porta.
Vederlo, ogni volta le provocava un tumulto al cuore.
< Ma Serena non sei ancora pronta, il nostro aereo partirà tra meno di un’ora >
< Dammi solo altri cinque minuti. >
< Ancora? > anche il Pokemon giallo era incredulo della cosa.
< E va bene andiamo > prese la sua valigia dal letto e si recò verso la porta, il ragazzo la seguì con aria rassegnata.
 
Il ragazzo non era più nella pelle nel ritornare nella sua regione di Kanto, ormai erano trascorsi diversi mesi da quando aveva deciso di intraprendere il viaggio verso Kalos. Il suo primo pensiero fu rivolto a sua madre, di sicuro sarebbe tanta contenta di vederla e poi avrebbe avuto occasione di rivedere anche i suoi vecchi amici Brock, Tracey e Misty.
Già proprio lei.
Si era chiesto più volte come le stessero andando le cose in palestra, anche perché da quando era arrivato lì a Kalos non aveva avuto più modo di mettersi in contatto con lei.
La ragazzina seduta sul seggiolino di fianco al suo lo osservava mentre lui aveva lo sguardo fisso sull’oblò.
< Qualcosa non va Ash? >
Lui sobbalzò alla frase dell’amica, quasi non aveva notato che lei gli stesse parlando.
Era successo di nuovo.
< No nulla, sono solo contento di fare rientro a casa. > tornò a guardare dal finestrino.
Lei lo guardò con aria preoccupata, non era la prima volta a sorprenderlo immerso nei suoi pensieri. Ci fu un episodio simile quando l’aveva trovato a fissare uno strano amo a forma di ragazzina. Le era sembrato molto strano, ma lui si era limitato a dirle che era una vecchia storia. Lei ovviamente non aveva insistito.
< Sai non vedo l’ora di rivedere il professor Oak, chissà se si ricorderà di me durante quel campo estivo, tu cosa ne pensi? >
< Non saprei, il professor Oak ha una buona memoria su tutto quello che riguarda il mondo dei Pokemon, per il restante non è una cima > le sorrise.
Lei arrossì leggermente.
Finalmente avrebbe rivisto il luogo dove si erano incontrati per la prima volta e avrebbe potuto dichiarargli i suoi sentimenti.
 
 
Nella palestra di Cerulian, la giornata, trascorreva come le altre. Misty aveva appena finito un incontro di Pokemon e lo sfidante si era ritrovato battuto e senza medaglie.
< Dovresti essere un po’ più clemente con questi allenatori > irruppe Tracey nella sala dove si trovava lei.
< Fuori da qui non troveranno nulla di gentile questi ragazzini > disse lei con tono alquanto scocciato.
< Perché dici così, non tutti avranno la sfortuna di incontrare una ragazzina ostinata e antipatica come te durante il viaggio > le fece la linguaccia.
< Mi chiedo come mai allora tu hai deciso addirittura di seguire quel tipo di ragazza nella sua palestra > questa volta fu lei a fargli la smorfia.
< Questa nave aveva bisogno di un capitano >
< Spero solo che non affondi >
Lu punse dritto allo stomaco. Lei quando voleva sapeva essere dannatamente crudele quanto bella.
La ragazzina prese a sciogliersi lo chignon e i suoi lunghi capelli rossi le caddero sulla schiena, indossò una tuta sul costume e si diresse verso la sua stanza.
< Ero venuto qui per dirti una cosa molto importante, o meglio che per te è molto importante, ma visto e considerato il modo in cui mi tratti, credo che lo dirò a qualcun altro > disse in tono infastidito.
< Di cosa si tratta? > lei lo guardò dritto negli occhi.
E solo gli dei sanno quanto possano essere dannatamente convincenti qui suoi occhi verdi.
< Ho una notizia che ti rallegrerà mia cara. >
< Hai deciso di andartene >
Il ragazzo deglutì nervosamente.
< Ma Misty? >
< Scherzavo Tracey, ovviamente >
< Non immagini neanche di cosa possa trattarsi? > voleva tenerla sulle spine.
< Se lo sapessi non staresti qui a supplicarmi di indovinare. Coraggio spara il rospo. > un pensiero le aleggiava nella mente, ma ovviamente non poteva trattarsi di quello. Lui era troppo distante.
< Eppure sono convinto che nel tuo cuore speri che sia proprio quello a cui stai pensando. Non ho forse indovinato? >
Lei arrossì.
< Tracey non ho tempo da perdere, quando avrai intenzioni di dirmi di cosa si tratta mi troverai in camera mia >
< Si tratta di Ash >
Nel sentir pronunciare il suo nome la terra le venne meno sotto i piedi.
Come per incanto il respiro le venne a mancare  e il cuore prese a batterle all’impazzata.
< Ash? > pronunciò con un filo di voce.
< Già proprio lui. Ho sentito Brock questa mattina e mi ha riferito che Ash sarà qui a breve, per non so quale strano motivo >
Non poteva essere vero. Non lo vedeva da così tanto tempo, forse erano passati anni dall’ultima volta che si erano visti e poi da quando era partito per Kalos avevano perso ogni tipo di rapporto telefonico, causa la dannata distanza.
< Perché non mi ha avvertito? >
< Molto probabilmente voleva farti una sorpresa, Brock mi aveva detto di non dirti nulla, ma non ho saputo resistere. >
< Ash sta venendo qui a Kanto? >
< Ma mi ascolti? Ti ho appena detto che sta per tornare, credo che adesso dovrebbe già essere in viaggio >
lo lasciò lì impalato come uno stupido. Ma lui sapeva benissimo che la cosa aveva riaffiorato emozioni assopite da tempo e che ora lei aveva bisogno di starsene un po’ sola.
 
 
Quella notizia era arrivata come un fulmine a ciel sereno. Proprio ora che era riuscita a voltare pagina e cercare di non pensare più a lui. Era tornato a darle tormento nei suoi pensieri era stata la causa delle sue notti passate in bianco e delle tante lacrime versate.
Finalmente l’avrebbe rivisto.
Aveva aspettato quel momento da così tanto tempo che ormai le appariva come un sogno lontano, o un’illusione. Era arrivata al punto di chiedersi se il suo viaggio con Ash era stato reale o solo frutto della sua immaginazione.
Ma quelle sensazioni non potevano essere fantasie.
Quello stomaco in subbuglio ad ogni suo sguardo era anche fin troppo reale.
Aprì un cassetto e ne tirò fuori una foto. Ritraeva lei e Ash nel giorno delle premiazioni della lega di indago plateau. Era passato così tanto tempo e lei era così diversa.
Vide la sua immagine riflessa nello specchio, quella ragazzina, maschiaccio, dai capelli corti aveva lasciato il posto ad una ragazza bellissima.
< Chissà se anche lui è cambiato > ma osservando quella foto sapeva in cuor suo che il suo Ash non sarebbe mai cambiato.
 
 
Nella città di Pallet c’era una certa agitazione in casa Ketchum. La donna era così ansiosa di riabbracciare il suo piccolo bambino. Nonostante ora avesse ben 17 anni per lei restava un bambino.
Il giovane allevatore di Pokemon aveva deciso di rimanere lì in assenza di Ash, per fare compagnia alla donna ed esserle utile nelle faccende domestiche.
< Dovrebbe arrivare a momenti vero Brock? >
< La conversazione che abbiamo avuto a telefono era molto disturbata, sono riuscito solo a capire che sarebbe stato per oggi, spero di aver capito bene >
< Spero tanto che si tratterrà più del solito e che non faccia come l’ultima volta >
< Delia sai benissimo che Ash ha un sogno da realizzare e che restando qui troppo a lungo finirebbe solo col tardare i tempi >
< Lo so benissimo. Sono già passati sette anni da quando decise di intraprendere il suo viaggio per diventare il maestro di Pokemon numero uno al mondo > il suo sguardo cadde su tutti i trofei e le medaglie conquistate dal figlio.
< Ash ha sempre avuto la determinazione e un forte senso di protezione verso i Pokemon che lo distinguevano dagli altri. La realizzazione del suo sogno non è lontana >
La donna si  asciugò gli occhi, la commozione era tanta al pensiero di rivederlo.
< a proposito hai avvistao Misty? Credo che le faccia piacere rivederlo >
< Ho avvertito Tracey, gli avevo chiesto di non dirle nulla per farle una sorpresa, ma conoscendolo di sicuro gliel’avrà raccontato. >
< Inizialmente lei era sempre qui a farmi compagnia. Quando si separò da voi passava le sue giornate ad aspettare sue notizie, non facevo che ripeterle che doveva pensare alla sua vita e realizzare i suo progetti. Fino a quando capì che venendo in questa casa i suoi ricordi sarebbero stati troppo vivi in lei >
< Già, Misty è molto legata ad Ash e diciamo che tuo figlio non è molto concentrato su queste cose >
< Tutto suo padre > sorrise e lui le ricambiò il sorriso.
 
 
Erano appena le 9, ora locale, finalmente dal finestrino si intravide la regione di Kanto. Il ragazzo sospirò mentre l’aereo si preparava all’atterraggio. Fare rientro procurava in lui svariati ricordi. Era trascorso così tanto tempo da quando aveva intrapreso il suo viaggio.
Stranamente il suo pensiero cadde nuovamente su quella ragazzina di Cerulian, le mancava terribilmente, più di tutti gli altri, ma non ne afferrava il motivo.
Rivolse lo sguardo al suo fedele Pokemon.
< Siamo tornati a casa pikachu > il suo Pokemon gli sorrise teneramente.
Ash notò che la ragazzina stava ancora dormendo. Avrebbe dovuto abituarsi al jet lag il prima possibile per stare ai suoi ritmi.
La svegliò delicatamente.
< Cosa c’è? > disse in tono assonnato.
< Stiamo per atterrare Serena >
< Siamo già arrivati? Ma ho dormito tutto il tempo, ti sarai annoiato, scusami >
< Diciamo che non sei per niente di compagnia > le sorrise.
E lei mortificata arrossì.
Atterrati, si affrettarono a ritirare i bagagli, per poi mettersi in cammino verso casa. Avrebbero dovuto attraversare la foresta di Viridian e quel luogo suscitava in entrambi troppi ricordi del passato.
< Caspita Ash, questa foresta è davvero bellissima >
< Ricordi alla perfezione il nostro incontro, ma ti sfugge una cosa >
< Quale? >
< Questa è la foresta in cui ti trovai, dopo essere stata colpita da quel poliwag >
< Vuoi dire che è questa quella foresta? > arrossì in volto al pensiero di recarsi sul luogo del loro primo incontro.
Tra le sue braccia.
< Già >
< Allora possiamo subito recarci sul luogo dove ci siamo incontrati? >
< Avremmo tanto tempo a disposizione, anche perché si trova dall’altro capo della foresta, dove di solito si teneva il campo estivo del professor Oak >
< Va bene > lei parve delusa della risposta, ci teneva veramente tanto a rivivere quel ricordo ora, nuovamente con lui a distanza di anni.
Ash parve accorgersi del suo cambiamento e le sorrise.
< Ti ho detto che ti ci porterò, ora non essere triste, anche se non capisco proprio perché ci tieni tanto >
Lei gli sorrise.
< Per me è importante, poi te lo spiegherò >
La guardò stranito, quella ragazzina era davvero strana, ma le voleva bene davvero.
Il camminare per quella foresta provocò in Ash forte emozioni.
Era lì che aveva catturato il suo primo Pokemon e dove non faceva altro che litigare con Misty.
Era successo di nuovo.
Ogni dettaglio le faceva tornare alla mente la ragazza. Pensò che fosse del tutto normale, anche perché ci aveva passato talmente tanti giorni con lei in quel bosco. Mentre era assorto dai suoi pensieri finalmente all’orizzonte apparve Pallet.
La cittadina aveva sempre un’atmosfera serena e tranquilla, del resto non era molto grande, non ospitava nemmeno una palestra. Ma era casa sua.
< Finalmente siamo arrivati > cominciò a correre verso la città, Serena faticò a stargli dietro, ma immaginava come doveva sentirsi Ash nel tornare nella sua terra.
 
 
 
Misty aveva preparato una piccola borsa da portare con sé, del resto non si sarebbe trattenuta troppo, aveva i suoi impegni con la palestra. L’avrebbe rivisto, salutato, chiesto come gli andavano le cose e poi si sarebbero salutati come due vecchi cari amici.
Ma non era così che volevano andassero le cose.
Si voltò verso Psyduck che la guardava con uno sguardo ancora più perso del solito.
< Payduck a volte ti invidio terribilmente. Soffri per un mal di testa ma poi dopo un po’ di dolore tutto passa. Mentre per me la sofferenza è perpetua. L’unico modo sarebbe parlargli e dirgli tutto quello che provo. Ma se poi mi prende per una stupida, perché mai lui dovrebbe provare qualcosa per me? > i dubbi l’affliggevano.
Erano sempre stati loro la causa del suo silenzio.
Prese la sua borsa e si precipitò giù.
Fu sua sorella Daisy a bloccarla.
< Dove hai intenzione di andare sorellina? >
< Ecco io >
< E gli incontri di oggi? >
< Credevo che potevate sostituirmi per un paio di giorni. Solo un paio per favore Daisy >
< Non se ne parla proprio, sai benissimo che domani avremo il debutto di un nuovo spettacolo, come credi che dovremmo dividerci per occuparci anche della palestra? >
< Ma si trattava solo di due giorni, ho davvero una cosa importante da fare >
< Mi spiace signorinella >
< Prenderò io il posto di Misty in questi giorni > interruppe il ragazzo.
< Tracey? >
< Tu Tracey? Ne saresti capace? >
< Alleno Pokemon da molto tempo, forse sono un po’ fuori forma, ma non credo che sarà difficile compararmi ad allenatori in erba > sorrise.
< Se te ne occuperai tu va bene, ma bada solo un paio di giorni >
< Te lo prometto >
La ragazza dai capelli biondi si congedò.
Misty fissò Tracey con quegli occhi che avevano sempre lo stesso effetto su di lui.
< Non ringraziarmi, so quanto sia importante per te rivederlo >
< Tracey, non saprei proprio come fare senza te >
< Deciditi a parlargli, non mi sacrifico qui in palestra per niente > le strizzò l’occhio.
Lei arrossì, per poi gettarsi tra le sue braccia.
Lo salutò calorosamente e uscì di casa.
Prese a correre verso Pallet.
Verso lui.
 
La donna era intenta a preparare del tea, quando bussarono alla porta.
Nel vederlo spalancò gli occhi e un sorriso apparve sul suo volto.
< Ash? >
< Ciao mamma >
Le si gettò incontro e lei prese a stringerlo fortemente.
< Finalmente sei arrivato. Fatti guardare, ti vedo leggermente sciupato, stai mangiando? >
< Mamma sto bene non preoccuparti >
La donna strinse forte anche il piccolo Pokemon.
La ragazzina osservava la scena sull’uscio della porta, in completo imbarazzo.
La donna osservò quella ragazzina dai capelli biondi.
< Chi è questa ragazzina? >
< Che sbadato, quasi dimenticavo. Mamma lei è Serena, viene da Kalos >
< Piacere Serena io sono Delia, la madre di Ash. >
< Il piacere è tutto mio signora. Sono onorata di fare la sua conoscenza, Ash mi ha parlato tanto di lei > era diventata paonazza.
< Spero bene, ma ora accomodatevi stavo appunto facendo il tea >
I ragazzi si accomodarono in salotto e presero a sorseggiare la bevanda ancora calda.
Serena si guardò attorno e vide che c’erano molte foto di Ash esposte, di lui piccolo, lui con sua madre e così via dicendo, ma la sua attenzione fu attirata da una foto in particolare. Era ritratto con una ragazzina dai capelli rossi, la sua espressione era così serena e i suoi occhi esprimevano tanta voglia di vivere. Quella ragazza, quella ragazza lei l’aveva già vista, ma non ricordava dove.
Mentre continuavano a raccontare del viaggio apparve sull’uscio della porta un giovane ragazzo bruno.
< Finalmente sei arrivato? >
< Brock? Ma cosa ci fai qui, credevo che fossi tornato alla palestra? Che piacere rivederti amico >
< Brock mi sta dando un forte aiuto in casa è stato davvero carino > disse la donna.
< È così Brock? Caspita grazie per essere stato di buona compagnia per mia madre >
< L’ho fatto con piacere, ma raccontami, come ti vanno le cose? >
< Abbastanza bene, ma prima vorrei presentarti una persona, lei è serena, una mia amica di Kalos >
< Piacere Serena, io sono Brock un caro amico di Ash >
< Ciao Brock è un piacere conoscerti > la ragazza non riusciva a smettere di imbarazzarsi per ogni simile cosa.
Parlarono per tutta la mattinata fino a quando nel primo pomeriggio Ash decise di portare Serena nel punto dove si erano incontrati.
Lei ovviamente non trattenne l’entusiasmo e gli saltò, letteralmente al  collo.
Si incamminarono verso la foresta.
 
 
La ragazzina dai capelli rossi, dopo un’estenuante cammino, finalmente era giunta a destinazione.
Rivedere quei luoghi le fece riempire gli occhi di lacrime.
Decise di gettare all’indietro quei ricordi e si diresse verso casa Ketchum.
 
La ragazzina non smise neanche per un attimo di parlare. Era come una raffica di vento in piena tempesta e Ash ne era stato colpito in pieno.
< Perchè non provi a respirare un po’ > le disse ridendo.
< Hai ragione forse sto parlando un po’ troppo, ma credimi sono così emozionata di ritornare in questi posti. Ero così piccola e terribilmente impaurita, se non fossi arrivato tu non so come sarebbe finita >
< Sarebbe arrivato il professor Oak nel momento in cui non ti avrebbe visto rientrare >
< Il tutto non avrebbe avuto lo stesso effetto, tu mi hai salvata e reso magico quel momento >
< A volte credo che godi di una fervida immaginazione, io ho fatto così tanta fatica a ricordarmene >
< Perché voi ragazzi siete meno sensibili di noi donne. Semplice > e presero a ridere.
Camminarono abbastanza, ma finalmente giunsero nel posto tanto agognato.
Lei lo riconobbe al primo sguardo, senza che lui le dicesse nulla.
Cominciò a guardarsi intorno, come se fosse stata travolta in un mondo surreale, in una vera e propria favola.
Riusciva a rivivere le sensazioni e gli odori di quel momento anche a distanza di tantissimi anni.
< Allora eccoci arrivati. Contenta ora? >
< Mi sembra di essere tornata nel passato. Ero seduta proprio qui, in questo punto >
< E stavi frignando come una bambina >
< Ma ero una bambina > puntualizzò lei.
Come per rivivere quel momento si sedette a terra a quell’albero e si portò le ginocchia al petto, per poi alzare lo sguardo verso lui.
Ash capì che lei voleva rivivere quel momento e decise di acconsentire alla sua richiesta.
 
 
Delia era intenta a sistemare  la stanza quando bussarono nuovamente alla porta, sapeva benissimo che non poteva trattarsi di Ash, era uscito neanche un trenta minuti prima. Fu incredula nel trovarsela dinanzi. Ancora più sbalordita della sua bellezza.
< Salve signora Ketchum, come sta? > chinò il capo con un’eleganza che non era propria di quella ragazzina che ricordava.
< Misty? Sei proprio tu? Prego accomodati. >
< Grazie >
La ragazza obbedì e la donna le offrì una tazza di tea. Si guardò intorno per vedere se ci fosse anche la minima traccia di Ash.
< Se stai cercando Ash, mi spiace deluderti è uscito pochi minuti fa, doveva recarsi alla foresta di Viridian >
< Alla foresta di Viridian >
< Si non ho capito molto bene il motivo, ma si direbbe che la ragazza che lo sta accompagnando in questo viaggio, da piccola sia stata da queste parti e voleva vedere la foresta >
Quelle parole le andarono dritte allo stomaco. Accanto di Ash c’era un’altra ragazza che per l’ennesima volta non era lei. Il suo sguardo si incupì notevolmente.
< Peccato ero venuta fino a qui per salutarlo >
< Credimi che gli farebbe davvero piacere rivederti e penso che se ti sbrighi riesci a raggiungerlo >
< Ma non saprei in che punto si sono recati >
< Dovrebbe essere nelle parti dove il professor Oak teneva il campo estivo >
Misty non capiva perché quella ragazza avesse quella strana voglia di visitare quel luogo, lei vi era stata molte volte e non ci trovava nulla di straordinario.
Decise che avrebbe ascoltato il consiglio della donna e di raggiungerli.
Pose le sue cose in un angolo della stanza e uscì di casa.
Ancora una volta la sua mente andò a quel maledetto giorno. A quando dovette dirgli addio per occuparsi della sua palestra. E ora un’altra ragazza era al suo fianco. Un’altra ragazza aveva l’opportunità di stargli accanto ogni istante della giornata.
Ne era tremendamente gelosa e anche il suo stomaco risentiva di questo sentimento.
Inconsciamente una lacrima le rigò il volto.
 
 
La ragazza era seduta lì dinanzi a lui con lo sguardo fissò sul suo volto. Quel luogo fuori dl mondo, loro due e i loro sguardi, il loro primo incontro.
Tirò un sospiro di sollievo e cominciò a parlare.
< Sai Ash forse per te non sarà stato un episodio di rilevanza, anche perché lo hai rimosso dalla mente, ma per me il nostro incontro ha segnato la mia vita. Per tutti i miei giorni ho sperato di rivederti e ringraziarti per quel pomeriggio d’estate. Tu hai saputo consolare il mio dolore con un sorriso e in quell’abbraccio mi hai trasmesso emozioni che ancora ora sento sulla pelle >
< Serena? > il ragazzo le si avvicinò, cercando di capire le emozioni della ragazza.
< Da quel giorno non ho fatto altro che pensare a te, al nostro incontro e a quell’abbraccio. Vorrei tanto ritrovarmi tra le tue braccia ed essere consolata dai tuoi sorrisi. Ecco vedi Ash io, io sono pazzamente innamorata di te > disse quelle parole tutte d’un fiato e aveva le lacrime agli occhi.
< Ma cosa stai dicendo? > lui pareva così confuso, mai nessuna ragazza gli aveva detto simili cose.
< So che per te forse sarà stupido, può una ragazzina di soli sei anni provare delle forte emozioni e portarsele dentro fino all’età di sedici anni ed esprimerle nello stesso luogo del loro incontro a distanza di anni? Però è questo quello che sento di fare. Non giudicarmi, cerca di capirmi >
 Per la prima volta in vita sua le parole gli mancarono quella ragazza si alzò d’impulso e gli si gettò tra le braccia. Prese a piangere sul suo petto e lui le passò la mano tra i capelli.
Non riusciva a capire le emozioni di quella ragazzina e non sapeva come comportarsi.
Poi le sue labbra si trovarono su quelle di lui.
 
 
 
 Nella palestra di Cerulian vi era una certa frenesia nell’aria, Tracey aveva appena perso il suo primo incontro della giornata e ovviamente la ramanzina arrivò in maniera istantanea.
< Tracey non avevi detto che sarebbe stato facile come bere un bicchier d’acqua? >
< Devo ammettere che quel ragazzino era particolarmente bravo. >
< Stai sostituendo la capo palestra di Cerulian, cercati di impegnare un minimo, altrimenti ci considereranno una palestra di serie C >
< Dai era solo il primo incontro, non essere così esagerata >
< Ti consiglio di vincere i prossimi sei incontri previsti per oggi >
< Sei incontri? >
< Esatto, a più tardi Tracey >
< Daisy aspetta, come farò ad affrontare sei incontri sono troppi. Dannazione. Spero tanto che Misty faccia in fretta a rientrare, la vedo davvero dura > si diresse verso la palestra.
 
 
La ragazza corse fino allo stremo verso la foresta di Viridian, era ancora stranita della richiesta fatta da quella ragazza, cosa mai poteva trovare in quel posto, a parte alberi, piante e Pokemon coleottero. A quel pensiero venne percorsa da un brivido di terrore.
Ripensò a quando Ash catturò caterpie e di quanto aveva insistito per farglielo piacere. Per lui era così importante instaurare un legame con ogni tipo di Pokemon, questo lo rendeva speciale. Arrossì improvvisamente. Finalmente lo avrebbe rivisto. Continuò a camminare a passo svelto, ormai era quasi arrivata nel punto indicatole dalla donna. Ad un tratto si bloccò.
Impallidì nel vedere quella scena.
 
 
Il ragazzo rimase immobile.
Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo del corpo. Era come se quello che stava accadendo non lo stesse vivendo in prima persona. Quella ragazza lo stava baciando. Riuscì a staccarsi per poi guardarla negli occhi.
< Serena ma cosa ti è saltato in mente? >
Lei, imbarazzatissima, non riuscì a reggere il suo sguardo.
La spinse a distanza, quasi come per timore che potesse tornare a fare quello che aveva fatto pochi istanti prima. Non riusciva a capire il motivo che l’aveva spinta a tanto. Era voluta tornare in quel luogo per confessargli il suo amore, ma Ash non ricambiava i suoi sentimenti.
Successe di nuovo.
Ripensò a quella ragazzina di Cerulian, lei non avrebbe mai osato fare tanto, anche se con lei molto probabilmente lui avrebbe avuto una reazione ben diversa.
D’un tratto impallidì.
Quegli occhi verdi lo stavano fissando.
Avrebbe riconosciuto quegli occhi tra milioni, erano i suoi.
< Misty? > riuscì a pronunciare con un filo di voce.
I suoi occhi erano colmi di lacrime, lacrime che non riuscì più a trattenere, poi prese a scappare lontana da quel luogo.
La ragazzina dai capelli biondi non capiva cosa stesse accadendo, pareva quasi come lui avesse visto un fantasma.
< Ash? Cosa ti prende? Gli si avvicinò.
Lui non ascoltò le sue parole, con un gesto scansò con violenza la ragazza e prese a correre. Doveva raggiungerla, ad ogni costo.
 
 
Serena rimase lì incredula di tutto. Si accasciò in terra e si portò le gambe al petto e prese a piangere.
Il destino è davvero beffardo. A distanza di anni si era trovata di nuovo in quel luogo e questa volta a farla piangere era la stessa persona che tempo fa aveva asciugato le sue lacrime.
 
 
Lei corse.
Corse veloce.
Cercò di resistere alla stanchezza, non voleva rivedere quel ragazzo.
Le lacrime le scendevano senza tregua.
Aveva il cuore spezzato in due.
Lui aveva baciato quella ragazza dai capelli biondi.
Ora sapeva perché era importante per quella ragazzina recarsi lì. Tutto era chiaro.
< Perché l’hai fatto Ash? Perché? Hai aspettato di tornare per distruggermi il cuore. ti odio > quelle parole erano dettate da un’immensa delusione.
Lei si accorse che il ragazzo la stava seguendo.
Ma non voleva vederlo.
Non voleva guardare i suoi occhi.
Non era il momento.
Continuò a correre, non facendo caso ad una radice sporgente.
Inciampò per poi cadere e sbattere la testa su un grande masso.
Giaceva lì in terra priva di sensi, e del sangue cominciò a spargersi a macchia d’olio intorno a lei.



Angolo dell'autrice:
Ecco il mio primo capitolo, non mi aspetto grandi cose ma spero di regalarvi un quarto d'ora di relax nel leggerlo. Buona lettura a presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una dimenticanza fatale ***


Spesso il valore delle cose o l’importanza di una persona la si scopre quando ormai è troppo tardi. Perché in fondo la vita è così, siamo continuamente sospesi sul filo su un burrone, tra il vivere e la morte.
Lei giaceva in un letto d’ospedale ancora priva di sensi, Ash l’aveva trovata accasciata a terra e aveva perso molto sangue. Non aveva ancora ripreso conoscenza da allora.
Le sue sorelle erano accorse a Pallet appena l’avevano saputo.
I dottori l’avevano visitata, fortunatamente era fuori pericolo, ma non sapevano quali conseguenze avrebbe riportato.
Ash le stava accanto tenendole la mano. Era in attesa di  un qualsiasi suo segno. Qualsiasi.
Sua madre gli aveva chiesto più volte di rientrare a casa per riposarsi, ma lui si era nettamente opposto a quella idea. Si sentiva terribilmente in colpa per quello che era accaduto.
Quel pomeriggio ricevette la visita di Brock.
< Ancora nulla? >
< Brock? No nulla. > aveva gli occhi tremendamente arrossati.
< Perché non vai a riposarti, non hai una cera piacevole e poi Serena si sente così dispiaciuta dell’accaduto >
A quel nome gli ribollì il sangue nelle vene. Se lei si trovava in quello stato la colpa era anche sua.
< No preferisco essere qui nel momento in cui aprirà gli occhi >
< Non  trovi che sia cambiata tanto? >
< Già è diventata addirittura carina, era da così tanto tempo che non la vedevo. Ho così tante cose da dirle > Il sorriso si smorzò in una smorfia di dolore.
< Ne avrete di tempo > il ragazzo gli poggiò la mano sulla spalla per poi lasciarlo solo.
Lui continuò a fissarla, come rapito dal suo viso etereo.
Notò che le sue labbra avevano un qualcosa di diverso. Erano dannatamente belle.
Arrossì in volto nel fissarle, e dovette porgere lo sguardo altrove per regolare il suo respiro affannoso.
Si chiese il motivo per il quale lei era corsa via alla vista di quel bacio con Serena. Avrebbe tanto voluto chiederlo direttamente a lei guardandola dritto negli occhi. Quegli occhi che tanto gli erano mancati. Quegli stessi occhi che l’avevano vista nel bosco con Serena.
 
In casa Ketchum, la ragazzina sedeva su una poltrona in un angolo della camera. Era sconcertata su quello che era accaduto.
Non riusciva a levarsi dalla mente l’immagine di Ash che la scansava per correrle dietro.
E lei.
Come aveva fatto a non capirlo subito.
Lo avrebbe dovuto capire da quella foto appesa al muro.
Lei era la ragazza dell’esca di Ash. Quella che lui portava sempre con sé. Quella di cui ne era tremendamente geloso.
In tutti quegli anni, dal loro primo incontro, lei non aveva fatto altro che pensare a lui e sperare di rincontrarlo. Mentre lei per lui non era contata nulla. Aveva rimosso persino quel pomeriggio del campo estivo e in tutti gli anni a seguire aveva pensato solo al suo sogno e accanto a lui c’era un’altra ragazza.
Lei.
Nuovamente una lacrima le rigò il volto.
Si sentiva tremendamente delusa, ferita, col cuore calpestato.
Aveva ambito tanto di far rientro a Kanto per rivivere quelle emozioni e invece tutto si era tramutato in un bruttissimo incubo.
 
 
La ragazza sentiva un forte calore che invadeva il suo corpo. Sentiva il contatto con la sua pelle, ma non riusciva a capire di chi poteva trattarsi. Immagini sbiadite vagavano per la sua mente. erano così poco nitide, apparivano come ombre. Ombre del passato che andavano dissolvendosi sempre più.
Aprì gli occhi e una forte luce invase i suoi sensi. Non capiva dove si trovava. Cosa fosse accaduto.
Poi notò che al suo fianco vi era un ragazzo.
Si era assopito accanto a lei e le teneva stretto la mano. Pensò che quel calore provenisse da quella stretta, ma non ne capiva il perché, ma per qualche strano motivo non riusciva a distaccarsene. Quella presa riusciva a rassicurarla e la faceva sentire diversa.
Il ragazzo riaprì gli occhi e nel vederla gli si illuminarono.
< Misty? Ti sei svegliata finalmente. > le si gettò tra le braccia.
Lei parve confusa. Stranita. Forse stava ancora sognando.
Quel ragazzo la stava abbracciando e il suo stomaco cominciò a scuotersi da sensazioni.
Ad un certo punto si distaccò da lui e prese a guardarlo con occhi straniti.
< Ci conosciamo? >
Quelle parole gli arrivarono dritte al petto.
< Misty ma come non mi riconosci? >
Lei continuava a fissarlo. Quegli occhi.
Quei suoi occhi erano tanto penetranti da farle vibrare l’anima, ma non riusciva a ricordare.
Si portò le mani alla testa, cominciò a farle male. Ash chiamò subito un dottore che prese a visitarla, mentre lui era fuori in trepidante attesa.
 
Alla palestra di Cerulian era giunta la notizia del suo risveglio. Questa volta fu il ragazzo a partire subito, aveva un’immensa voglia di riabbracciarla. Concordò con le altre che sarebbe rientrato la mattina seguente.
 
 
La donna era accorsa subito appresa la notizia ovviamente anche Brock si era precipitato e questa volta era venuta anche Serena che nel vedere Ash divenne paonazza in volto. Ma lui parve non accorgersi neanche della sua presenza.
Finalmente il medico si presentò dinanzi a loro.
< Allora dottore come sta? > irruppe con tono deciso il ragazzo.
< Lei sta bene, fortunatamente il suo corpo ha reagito nel migliore dei modi, solo che avendo sbattuto la testa ha perduto una parte di memoria >
< Come sarebbe a dire? > ora anche l’allevatore era abbastanza preoccupato.
< Per questo motivo non mi ha riconosciuto prima. Quando potrà recuperarla? >
< Non saprei, dipende soprattutto da lei. Fortunatamente non tutta la sfera dei ricordi è stata intaccata. Se volete possiamo farle delle domande, magari voi che la conoscete meglio potete accertare la veridicità delle sue risposte >
I due ragazzi acconsentirono e seguirono il giovane medico, mentre le due donne rimasero in silenzio all’esterno.
 
Lei era seduta in quel letto d’ospedale, dannatamente bella, ma con lo sguardo perso nel vuoto. Nel vederli ebbe un senso di vuoto. Quel ragazzo era ancora lì.
Il dottore le si avvicinò e cominciò a porle qualche domanda con voce calda e calma
< Ricordi come ti chiami? >
< Certo sono Misty > la sua voce era ferma e flebile.
< Quanti anni hai Misty >
< Ho diciassette anni >
Il medico guardò i due ragazzi per vedere se lei dicesse qualcosa di sbagliato.
< Dove abiti? >
< A Cerulian, con le mie sorelle. Saranno preoccupate per me >
< Tranquillizzati, loro sono state avvisate. Cosa fai a Cerulian ti occupi di qualcosa? >
< Non saprei. So solo che le mie sorelle sono capo palestre, io non so di cosa mi occupo >
Sul viso del corvino apparve una certa agitazione.
< Lo ricorderai molto presto non preoccuparti. Riconosci quei due ragazzi? > indicò i due giovani in attesa delle sue risposte.
Lei guardò attentamente i due poi scosse la testa.
< Ma Misty sono io. Non puoi non ricordarti di me >
< Signor Ketchum non si agiti, la ragazza ha bisogno di tranquillità. >
< Mi scusi > parve davvero mortificato.
Lei abbozzò un sorriso. < Come sei buffo >
Tutti i presenti la guardarono.
< Davvero non ti ricordi nulla di loro? Sono Ash E Brock dei tuoi cari amici >
< Ash? > al sentir pronunciare quel nome provò una fitta di dolore alla testa. Il medico invitò i due ragazzi ad uscire dalla stanza e le somministrò un antidolorifico.
 
Il ragazzo era incredulo sull’accaduto. Lei aveva l’aveva rimosso dai suoi ricordi. Non capiva come poteva essere possibile. Brock notò il suo nervosismo e cercò di placare quello spirito bollente.
< Ash tranquillizzati è solo uno stato momentaneo, non rimarrà in quello stato per sempre >
< Si lo so, ma chissà quanto ci resterà in quello stato, non riesco a credere che si sia dimenticata di me > aveva gli occhi lucidi.
< Non ha scordato solo te, sono tante le cose di cui non si ricorda. Ora ha bisogno solo di tranquillità e di noi che a mano a mano gliele faremo ricordare >
Brock aveva perfettamente ragione, agitarsi in quel momento non faceva altro che complicare ulteriormente le cose.
 
 
La ragazza dai capelli biondi osservava quel ragazzo in tutta la sua furia, doveva essere veramente legato alla tipa dai capelli rossi. Si fece coraggio e gli si avvicinò.
< Ash se c’è qualcosa che possa fare, per rendermi utile >
< Credo che tu abbia fatto già abbastanza >
Quelle parole trafissero l’animo di Serena. Lui la stava incolpando di ogni cosa. Lei gli aveva semplicemente aperto il cuore e lui lo aveva semplicemente calpestato.
< Ma Ash? > prese a singhiozzare in completo imbarazzo.
Non si aspettava una simile reazione, forse era stato troppo irruente con quella ragazzina, del resto si trovava in una regione che non era la sua, non conosceva quasi nessuno e quella situazione era troppo pesante persino per lei.
< Scusami Serena, non volevo inveirti contro. Solo che questa storia mi ha investito in pieno. La colpa non è tua >
Le porse un fazzoletto.
Ma lei continuava a piangere.
< Io ero tanto felice nel tornare qui a Kanto. Rivivere il momento del nostro incontro e invece tutto è andato in frantumi. Ogni cosa. >
< Serena io comprendo i tuoi sentimenti e credimi ti voglio bene anch’io, ma parlo d’amicizia. Capisco che il nostro incontro per te è stato speciale, ma per me sei solo un’amica, una cara amica. >
< Perché allora mi hai portato qui? Credevo che anche per te era importante >
< Ma perché non hai fatto altro che chiedermelo almeno tre volte al giorno. E poi non credo che questo sia il momento adatto per parlare di sentimenti. Mi sento così confuso, non dormo da ore e la mia amica … > si soffermò su quella parola. Misty era la sua amica, la sua più grande amica, e allora perché quella cosa lo stava logorando dall’interno. Continuò.
< La mia amica ha appena dimenticato chi sono e tutto quello che abbiamo trascorso. Come è possibile > le lacrime inondarono il suo viso. Si allontanò per restare un po’ da solo.
 
 
La ragazza finalmente si era calmata, il mal di testa era quasi del tutto passato e ora si godeva quel silenzio insolito intorno a lei.
Si sentiva la mente tremendamente vuota e il cuore leggero come se qualcosa le fosse stato portato via.
Ripensò a quel ragazzo. Aveva affermato di conoscerla. Ma lei non riusciva proprio a ricordare.
Anche l’altro più alto avrebbe dovuto conoscerlo, ma quell’Ash aveva avuto una reazione spropositata quando lei aveva affermato di non ricordarsene.
< Ash… perché quando pronuncio questo nome provo un bruciore allo stomaco? Chi sarà quello strano ragazzo? > pensò a lui per il restante della giornata, fino a quando nel tardo pomeriggio ricevette una visita.
< Misty come stai? Dimmi che ti ricordi di me? > il giovane artista entrò in camera come un uragano. Lei gli sorrise.
< Certo Tracey che mi ricordo di te, perché mai avrei dovuto scordarmi della persona più sarcastica e odiosa al mondo > il sorriso si estese maggiormente sulle sue labbra.
Lui era incredulo. Si ricordava.
< Scusami ma Ash mi ha detto che >
< Di nuovo lui? Cosa vuole questo Ash da me? >
< Misty? Davvero non ti ricordi di Ash Ketchum? >
< Quando sento questo nome provo una strana sensazione, che parte dallo stomaco e arriva dritto al petto. Ma non riesco a capirne il motivo. Non ho la pallida idea di chi sia questo Ash >
Tracey era sbiancato. Come aveva potuto dimenticarsi di lui, proprio di Ash. Il ragazzo per cui aveva versato fino all’ultima lacrima e ne aveva atteso il ritorno fino ad un attimo prima.
< Vedrai che presto riacquisterai la memoria e ti ricorderai di ogni cosa. I medici hanno detto che potresti essere dimessa già domani, così ti riporterò a casa >
< Va bene. Non vedo l’ora >.
Rimasero lì a parlare di varie cose. Tracey constatò che non ricordava tutto perfettamente, aveva molte lacune legate anche al suo ruolo in palestra, ma di quello si sarebbe preoccupato poi. La salutò e nell’uscire dalla stanza incrociò lo sguardo incupito di Ash.
< Ash? Che piacere vederti, come stai? >
< Diciamo che ora non è un bel momento. Come sta Misty? Si è dimenticata anche di te? >
< Veramente no. Mi ha riconosciuto subito >
< Cosa? Ma com’è possibile? >
< Molto probabilmente avrà rimosso solo una parte dei suoi ricordi, è buon segno significa che avrà maggiori possibilità di riacquistarla >
< Perché doveva scordarsi proprio di me. Mi sembra impossibile > il ragazzo tirò un pugno alla parete, ferendosi leggermente. Il suo amico non l’aveva mai visto in quello stato.
Decise che doveva vederla, doveva parlarci ancora una volta.
Quando entrò in camera lei era assorta nei suoi pensieri, aveva lo sguardo fisso sulla finestra. Per la prima volta Ash realizzò che era dannatamente bella e si sentì avvampare.
< Ciao Misty >
Quella voce.
< Sei di nuovo tu. Cosa vuoi da me? >
La sua freddezza era insostenibile.
< Tu non ricorderai nulla, ma credimi che farò di tutto per farti riacquistare la memoria, non puoi dimenticare tutto quello che abbiamo passato assieme >
< Ma perche tieni tanto a cuore la cosa? Se mi sono scordata di te o di altro molto probabilmente non eri importante nella mia vita >
Fu il colpo finale.
< Ma come puoi affermare una cosa del genere? >
< Semplicemente perché non so chi sei,  e ora per favore lasciami sola >
< Guardami negli occhi > prese il suo viso tra le mani e lo strinse con forza.
< Lasciami, mi fai male >
< Guardami ho detto. E dimmi non vedi nulla in questi occhi? >
Lei era impaurita, ma quel ragazzo era determinato a farle ricordare chi fosse. Guardò nei suoi occhi. Mostrandogli quel color verde che solo lei possedeva. I suoi occhio verdi erano i più belli che lui avesse mai incrociato.
Provò una forte fitta alla testa. Quegli occhi lei li aveva già visti, ma dove non lo ricordava.
< Mi stai spaventando, per favore >
Lui mollò la presa. Si accasciò sulla sedia portandosi le mani in volto.
Lei fu sorpresa di quella reazione. E ancora una volta lo stomaco le andò in subbuglio.
< Non posso crederci. >
< Perché è così importante per te che io mi ricorda chi tu sia? >
Quella domanda. Perché non sapeva rispondere a quella domanda. Perché non ci riusciva.
< Non lo so, so solo che ho bisogno che tu ti ricorda di me e credimi non mi darò pace fino a quando non ci sarò riuscito > la guardò dritta negli occhi e poi si avviò verso l’uscita.
Lei lo guardò allontanarsi. Non riusciva a capire perché quel ragazzo le provocasse quelle simili sensazioni.
 
 
Il ragazzo uscì dalla camera con le lacrime agli occhi. Tutta la situazione gli pareva così assurda. Non riusciva a credere che lei l’avesse dimenticato. E non riusciva neanche a capire perché  la cosa lo faceva star male. Diede un ultimo sguardo a quella camera e si fece una promessa. Avrebbe aiutato Misty a qualunque costo.
Versò un’ultima lacrima e si avviò verso casa.
Lo avrebbe fatto ad ogni costo.



Angolo dell'autrice:
Eccomi qui con il secondo capitolo. Come al solito spero di non deludere le vostre aspettative, questa storia mi piace molto, devo riuscire a svolgerla nel migliore dei modi. Accetto consigli e critiche costruttive da ognuno di voi.
Un ringraziamento speciale a
Ragazzamagic, Jack_Skeletron_4ever, EmanueleBixx e fravingio che hanno saputo darmi un'ottima dritta per una continuazione della fic " a qualunque costo "... non mi resta che augurarvi buona lettura.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un luogo ricco di ricordi ***


Salve a tutti... volevo ringraziare tutti voi per l'affetto che mi dimostrate. Non sarò una scrittrice, commetterò qualche errore, ma quello che scrivo lo faccio col cuore e spero di riuscir a trasmettere qualcosa a tutti voi. Buona lettura.


Non sempre ci soffermiamo sull’importanza del senso di una parola. I ricordi, l’essere ricordato o semplicemente ricordare non significa altro che richiamare al cuore. Riuscire a riprovare ancora quelle emozioni, quei brividi sulla pelle, quelle scene vissute e il sapore di quei momenti rivivendole col cuore.
Era questa la sua intenzione. Ash avrebbe permesso a Misty di ritrovare quei ricordi attraverso i loro cuori.
Quella mattina Tracey era intenzionato a riportare la ragazza a Cerulian, ma Ash aveva intenzioni ben diverse.
< Ash lei ha bisogno di vivere in luoghi a lei familiari, il suo posto è a Cerulian con le sue sorelle >
< lo so Tracey cosa credi, ma stando a Cerulian non avrà modo di poter ricordare ciò che ha dimenticato >
< Cosa avresti intenzione di fare? Vuoi raccontarle tutte le cose che ha fatto, farle rivivere ogni minima cosa? È da folli Ash, dobbiamo aspettare che sia il tempo a guarirla del tutto. Non ha memoria, non ha ricordi di quel periodo, dammi ascolto. >
< Lei non ha bisogno dei suoi ricordi quando può avere i miei. Fidati di me Tracey >
Il giovane artista notò quella solita determinazione nei suoi occhi che lo avevano sempre contraddistinto tra i tanti allenatori di Pokemon. Cedette al suo entusiasmo.
< D’accordo Ash, mi hai convinto, al patto che lei non si stanchi troppo e che soprattutto accetti questa cosa >
< Lascia fare a me. Misty ricorderà ogni cosa >
Il ragazzo sapeva in cuor suo che la ragazza avrebbe potuto recuperare i suoi ricordi solo grazie a lui. Ne era sempre stata tremendamente innamorata e quell’amore non poteva essere dimenticato così facilmente e sparire nel nulla.
Decise di fare rientro a Cerulian da solo, augurandosi che il suo giovane amico riuscisse nel suo intento.



La donna si era recata molto presto in ospedale, aveva avvertito i medici che la ragazza si sarebbe stabilita a casa sua per un breve periodo. Misty non sapeva perché, ma accettò il loro aiuto. Anche se non riusciva a ricordare nulla riusciva a fidarsi di quella donna e di quello che i suoi occhi le trasmettevano.
Si sistemò in una camera degli ospiti proprio accanto alla camera di Ash.
Mentre sistemava le sue ultime cose incrociò lo sguardo di una ragazzina da lunghi capelli biondi. La fissava dalla testa ai piedi.
Per qualche strano motivo la sua presenza la turbava.
< Non vorrei deluderti, ma purtroppo non mi ricordo di te >
< Sarebbe stato lo stesso anche nelle condizioni normali, noi non ci conosciamo >
< Come mai mi stavi fissando allora? >
< Pura curiosità. Comunque piacere sono Serena vengo da Kalos e sono una cara amica di Ash >
< Kalos? E cosa ci fai qui a Kanto? >
< Dovevo sbrigare una faccenda delicata, ero desiderosa di recarmi alla foresta di Viridian >
< La foresta di Viridian? > quel luogo. Sapeva che quel luogo per lei aveva significato molto, ma non riusciva a ricordarsene. Si portò una mano alla testa.
< Sai ti invidio >
Quella frase la spiazzò.
< Invidi me? >
< Anch’io vorrei poter dimenticare tante cose, cose che mi fanno soffrire terribilmente, ma purtroppo non ci riesco > una lacrima le rigò il volto.
Le porse un fazzoletto.
Quel gesto inatteso la sorprese. Lo aveva fatto semplicemente perché non ricordava nulla di quel bacio.
< Se nel fare determinate cose ci mettiamo anima e cuore, anche se ci fanno soffrire, valgono la pena di essere ricordate. Essere privata di emozioni, belle o spiacevoli che siano, è davvero deprimente. Io provo un gran vuoto nel cuore come se una parte importante mi fosse stata portata via > il suo sguardo si incupì.
Serena ebbe la sensazione che quella ragazza stesse parlando di Ash, evidentemente anche lei ne era stata innamorata e ora aveva rimosso ogni cosa.
Si limitò a sorriderle per poi lasciarla riposare.
 
Agitazione. Tremenda agitazione. Al solo pensiero che lei si trovava nella camera accanto alla sua,ma non ricordava nulla di lui.
Respirò a pieni polmoni e si recò in camera della ragazza.
< Posso entrare? >
Lei riconobbe quella voce.
< Prego accomodati, del resto questa è casa tua >
Lei era intenta a sistemare delle cose nell’armadio. Indossava un vestitino bianco che le arrivava un po’ più su alle ginocchia, portava i lunghi capelli rossi sciolti che morbidi le cadevano sulla schiena.
Era bella da togliere il fiato.
< Come ti senti? > sapeva che quella era perfettamente una domanda stupida.
< Esattamente come ieri >
< Ti andrebbe di uscire per una passeggiata? >
< Con te? > era stupita di quella proposta.
< Avrei delle cose da mostrarti >
< Ecco io veramente, non saprei. >
< Tranquilla non mordo mica, saremo a casa prima che faccia buio. Te lo prometto > le sorrise.
Quel sorriso la colpì allo stomaco.
< D’accordo > finì con l’accettare.
< Perfetto. Ti aspetto giù. >
Il ragazzo si precipitò fuori dalla camera lasciandola lì impalata.
Il cuore prese a batterle a ritmi notevoli e un leggero rossore apparve sulle sue guancia, ma non riusciva a capirne il motivo.
 
Il ragazzo le parlò per tutto il tragitto. Le raccontò della sua grande ambizione di diventare il miglior maestro di Pokemon nel mondo, di quando aveva preso parte alla prima lega e del trofeo vinto nelle isole Orange. Lei lo ascoltava passivamente. Tutte quelle cose per lei erano del tutto nuove.
Giunsero ad un fiume. Quel luogo suscitò qualcosa di strano nella mente della ragazza.
< Questo posto lo conosco.  È qui che venivo a pescare quando ero piccola e poi so che qui è accaduto qualcosa di molto importante, ma non riesco a ricordarmi cosa >
< Vedi Misty è proprio qui che ci siamo incontrati la prima volta >
< Cosa? > quel ragazzo le aveva appena rivelato che loro si erano conosciuti in quel posto. Lei non se ne ricordava, ma in cuor suo sapeva che lì era successo qualcosa di veramente speciale per lei. La mancanza di quel ricordò le provocò una forte commozione che si tramutò in una lacrima che le rigò il viso.
< Qualcosa non va? Ti senti poco bene? >
< No è solo che non ricordo nulla. Non ci riesco. >
< Vedrai che presto riacquisterai la memoria, hai solo bisogno di tempo e di me > lui le sorrise nuovamente e solo gli dei sanno l’effetto che quel sorriso aveva su di lei.
< Quindi noi ci siamo conosciuti qui. Mi racconteresti com’è andata >
< Diciamo che non fu un incontro tranquillo. Io ero nelle acque del fiume e tu mi pescasti nel vero senso della parola. Mi indicasti il centro medico per Pokemon più vicino e per raggiungerlo presi in prestito la tua >
< La mia bicicletta > disse di un botto, spiazzando il ragazzo.
< Esatto allora te ne ricordi? >
< Ricordo solo che c’è un forte legame tra questo luogo e la mia bicicletta. Non riesco a ricordare quale, ma appena ho visto questo posto mi è venuta in mente la mia vecchia bici color arancio. Strano vero > sorrise.
Il suo era il sorriso più bello del mondo.
< Già. Ed è grazie a quella bici che mi hai seguito nel mio viaggio. Forse devo davvero tanto a quella vecchia bicicletta arancione. >
< Io ti avrei seguito durante il tuo viaggio? > prese a ridere.
< Cos’hai da ridere? >
< Mi sembra così assurdo, perché mai avrei dovuto seguire un ragazzino come te? >
Lui la guardò negli occhi. Inizialmente aveva pensato che fosse solo per la storia della bici, ma dopo diverso tempo sapeva che c’era ben altro.
< Questa è una cosa che dovrai spiegarmi tu. > si voltò in direzione verso casa e la invitò a seguirla.
Lei si sorprese nuovamente di quel suo comportamento.
Quel ragazzo tanto strano le provocava troppe emozioni contrastanti.
 
 
Il giovane allevatore di Pokemon sorprese la ragazza dai capelli rossi intenta ad osservare una foto, in quella foto erano ritratti lei e Ash.
Notò subito la confusione più totale nei suoi occhi e cercò di rassicurarla.
< Non devi avere paura, vedrai che man a mano tutto ti sarà più chiaro >
La voce di quel ragazzo era sempre così rasserenante.
< Tutto è così strano. Vedere una foto nella quale vengo ritratta assieme ad un perfetto sconosciuto che in realtà dovrei conoscere molto bene. Mi sembra di non essere più padrona della mia vita >
< È normale che sia così ora, vedrai che presto starai bene e tutto ti sembrerà un brutto sogno >
< Anche tu hai viaggiato con me ed Ash? > disse lei incuriosita.
< Certo. Abbiamo viaggiato per molto tempo assieme, anche se per un breve periodo vi ho lasciati ed è lì che avete conosciuto Tracey >
< Quindi anche Tracey conosce Ash. Non riesco proprio a ricordarmene >
< Tranquilla >
< Posso chiederti una cosa? >
< Dimmi >
Un leggero rossore apparve sulle sue guancia.
< Ecco, tra me e Ash, voglio dire, noi eravamo molto amici? >
Brock sapeva dove volesse arrivare, ma anche lui non sapeva rispondere a questa domanda.
< Tu sei molto legata ad Ash, lo sei sempre stata e anche per lui è lo stesso. Cosa ci sia tra voi non saprei dirlo, credo che questa è una cosa che dovrete scoprire da soli >
Lei parve ancora più confusa di prima, ma sorrise lo stesso a quella gentilezza.
Rivolse di nuovo lo sguardo su quella foto. Doveva essere davvero un periodo bello della sua vita, i suoi occhi non avevano mai brillato tanto.
 
 
La ragazza dai capelli biondi aveva bisogno di parlargli. Sapeva che non doveva dargli ulteriori pressioni, ma aveva comunque necessità di sentire la sua voce.
Ash era intento a riordinare un cassetto, quando si accorse della presenza di Serena.
< Ti sto trascurando, riuscirai a perdonarmelo >
< Non devo perdonarti proprio nulla Ash, ora hai cose più importanti a cui pensare. >
Era sempre così dolce con lui.
< Domani avevo intenzione di portare Misty dal professor Oak, che ne diresti di venire con noi >
< Sicuro che non la turberei? >
< Non si ricorda nulla, non credo sia un problema >
Lui si era riferito al bacio.
< Va bene, mi farebbe piacere rivedere il professore > cercò di dare un tono calmo alla sua voce.
< Perfetto, usciremo per le otto >
< D’accordo >
Rimasero in silenzio per il restante del tempo.
 
 
A distanza di qualche chilometro Tracey era intento a discutere con la sorella maggiore di Misty, la ragazza era dell’idea che la sorella sarebbe dovuta rientrare a Cerulian e stare con loro.
< Ma Daisy l’idea di Ash non è malvagia. Lui potrà aiutarla a recuperare la memoria. >
< Lui le ha già causato troppi problemi, non credo che riuscirà a risolverli >
< Si tratta di tutt’altra cosa, provar non costa nulla >
< Si tratta di mia sorella Tracey? >
< C’è in gioco la felicità di tua sorella, credi che riuscirà mai a tornare ad essere felice senza ricordarsi del suo amore per Ash? >
< È ancora così giovane avrà tempo per queste cose >
< Daisy sai benissimo quanto tua sorella tenga ad Ash >
< E va bene, ma appena vedrò un solo momento di cedimento in lei tornerà qui. E tu domani mattina partirai e starai al suo fianco, siamo intesi? >
< Sissignora > le sorrise.
Ovviamente la preoccupazione della ragazza era del tutto normale.
 
 
Quella notte per la ragazza non fu piacevole. Il suo sonno venne tormentato da tante immagini sbiadite.
Un turbine di voci che le risuonavano nella mente. ma ogni voce non aveva un rispettivo volto. Finalmente le luci dell’alba la destarono da quell’incubo.
Si svegliò con un respiro affannoso e la fronte imperlata di sudore.
Non appena il battito del suo cuore si regolarizzò prese a prepararsi per la giornata che l’attendeva.
 
 
Questa volta a parlare a raffica fu la ragazzina dai capelli biondi. Non era più nella pelle nel rincontrare il famigerato professore. Del resto anche Misty ne era incuriosita. Aveva tanto sentito parlare di lui, anche se gli altri affermavano che loro già si conoscevano, ma anche quel piccolo particolare sfuggiva alla sua mente.
< Credi che il professore mi darà qualche dritta su come diventare allenatrice >
< Se glielo chiederai perché no >
Quel sorriso dal suo volto non si decideva ad andar via.
Mentre sul volto della rossa vi era un’espressione opposta.
Quando arrivarono al laboratorio, furono sorprese entrambe delle notevoli dimensioni.
Il professor Oak li invitò ad entrare.
Lui diede subito un’occhiata allo stato confusionario di Misty, ma preferì non confonderle ulteriormente le idee.
< E così tu sei Serena? Caspita se sei cresciuta, quando tua madre ti spedì qui eri alta più o meno quanto un likitung >
< Non può immaginare quanto mi faccia piacere sapere che lei si ricordi di me >
< Come potrei, avevi avuto da ridire dal primo giorno. Un continuo piangere fino a quando, per mia fortuna, non ti sei imbattuta in Ash >
Quella affermazione la fece notevolmente arrossire.
Anche Ash parve un po’ stranito da quella cosa.
< Noto che gli incontri con Ash restano impressi nella storia, peccato che io non me ne ricordi > esordì quella ragazzina dai capelli rossi.
Il suo viso era di una bellezza quasi ultraterrena
< Misty vedrai che presto lo ricorderai > la voce di quell’uomo era così sincera.
Il professore portò loro del buon tea per poi portare Serena nel suo laboratorio, che tanto desiderava vedere.
Sulla porta apparve Gary. Ash si stranì della presenza del ragazzo a Pallet.
< Caspita guarda un po’ chi abbiamo qui, il perdente di Pallet >
< Cosa ci fai qui Gary? >
< Sono passato per degli impegni importanti, ciao Misty anche tu da queste parti >
< Carino come sempre vero Gary >
Ash la guardò dritto negli occhi quasi a spaventarla.
< Ti ricordi di Gary? >
< Ecco io, si. Conosco Gary da molto tempo. Anche se non mi viene in mente il momento in cui ci abbiano presentati >
Gary pareva non capire quella discussione.
< com’è possibile? Gary lo hai conosciuto grazie a me >
Lei era stranita.
< Si può sapere cosa state blaterando voi due? >
< Misty ha avuto un incidente e ha perduto una parte di memoria. Non si ricorda di molte cose e tra queste anche di me. >
< Si vede che ricorda solo quelle importanti. Perché dovrebbe ricordarsi di un moccioso come te >
Il sangue gli ribollì nelle vene.
< Non credo che le cose stiano così. Altrimenti non vedo perché dovrei essermi ricordata di te Gary >
Questa volta fu Gary a stranirsi della sfacciataggine della ragazzina. Ma come suo solito non diede peso alla cosa e li lasciò li in salone.
< Misty? > lei aveva preso le sue parti, nonostante non si ricordasse di lui.
< Quel Gary, ma chi si crede di essere, non dovresti farti trattare così Ash >
< Ormai non gli do più peso > le sorrise.
< Perché sorridi? >
< Mi hai appena difeso, questo significa che nonostante tutto un po’ nel cuore ti sono entrato >
Lei arrossì.
< No solo che, ecco, non sopportavo il modo in cui ti aveva trattato. Tutto qui > si affrettò a dire.
Lei lo aveva difeso. Ma il perché lo avesse fatto non le era ancora chiaro.
Quando Serena ritornò, salutarono il professore e si avviarono verso casa.
Per il pomeriggio lui aveva altre intenzioni per lei.
 
 
Tracey era arrivato da qualche minuto quando finalmente li vide giungere a casa.
La ragazza nel vederlo gli si gettò tra le braccia. Del resto lui era l’unica certezza in quella situazione surreale.
< Cosa ci fai tu qui? >
< Diciamo che tua sorella mi ha obbligato a vegliare su di te. Piuttosto tu come stai? >
< Cos’ confusa. Tutto sembra troppo lontano da me. Anche se Ash mi è molto vicino e sta facendo il possibile per aiutarmi > nei suoi occhi vi era un’espressione così serena nel parlare di lui.
< Sapevo che ti sarebbe stato vicino. >
< Tu credi che riuscirò a ricordarmi di lui >
< Tu lo vorresti? >
Arrossì.
< Io? Veramente lo vorrei per lui, ci tiene tanto >
< Vedrai che ce la farai. Vieni qui ora fatti abbracciare >
La sua presa era salda e rassicurante.
Quell’abbraccio però suscitò emozioni diverse in Ash. Non capiva perché ma nel vederli così vicini e a stretto contatto provò una leggera rabbia. Ma poi cercò di tornare in sé. Era assurda quella cosa.
< Ben arrivato Tracey>
< Grazie Ash, scusami se ti ho invaso casa così all’improvviso >
< Figurati tu sei sempre il benvenuto >
< Perché oggi pomeriggio non facciamo qualcosa assieme? > la voce della ragazza era decisa.
< Veramente io oggi avrei voluto portarti in un luogo > il ragazzo parve imbarazzato.
< Un altro dei nostri luoghi? > gli si avvicinò.
Forse troppo.
Da confondere i loro battiti.
Parve accorgersene e prese ad allontanarsi immediatamente.
< Nostri luoghi? È così che li definisci? >
< Come dovrei chiamarli? >
< Lo hai detto con un tono quasi sarcastico > disse scocciato.
< Credo che tu abbia frainteso >
< Io frainteso? Secondo me sei tu che hai dimenticato anche le buone maniere, io sto facendo tutto questo per te >
< Non sono io che te l’ho chiesto >
< Vuoi rimanere così per sempre >
< Credo dia più fastidio a te che a me? >
< Guarda che i ricordi sono i tuoi >
< Perché ti stai scaldando tanto? > ora era il tono di lei abbastanza scocciato.
< Non mi sto scaldando >
< Invece si >
< Ti dico di no >
< Ragazzi calma, non mi sembra proprio il momento di litigare > cercò di mettere calma tra i due.
Ma quella frase suscitò qualcosa nella sua mente.
Quei litigi.
Lei aveva avuto già litigi del genere con qualcuno.
Perché non era arrabbiata con lui. Non riusciva ad esserlo.
Si accasciò in terra portandosi le mani alla testa.
< Misty stai poco bene? >
< No solo una fitta, ma perché mi sembra di aver già litigato con te Ash? > lo guardò negli occhi.
< Come? >
< Come è possibile ricordare un litigio con una persona di cui non conosco nulla? >
Lui le passò delicatamente le dita tra i capelli. Quel gesto la fece sussultare.
< Ti ricorderai di me. Fidati > la prese tra le braccia per poi portarla in camera e sistemare a letto. Lei divenne paonazza in volto al contatto con lui, ma decise di non dire nulla.
Quella sensazione che aveva provato durante quella discussione era troppo forte nella sua mente.
Una lacrima fuoriuscì allo scoperto.
Lei aveva tanta voglia di ricordare. Solo così avrebbe capito quel sussulto nel suo stomaco.




Angolo dell'autrice:
Ecco il mio terzo capitolo, spero vi sia piaciuto... a presto

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Luci e ombre ***


Ecco il mio quarto capitolo, questo mi è piaciuto particolarmente, sono pronta ad ogni vosta critica e non so come ringrazirvi per i tanti messaggi. Buona lettura!



Ancora una volto il sonno della ragazza venne tormentato da immagini sbiadite e voci senza volti.
Cercava di frugare tra i suoi ricordi, spostando pezzi dolorosi, cercando di andare sempre più a fondo. Poi lo vide, quel sorriso. Quello stesso sorriso che più volte le aveva fatto vibrare l’anima.
Pio quell’immagine prese a dissolversi sempre più, fino a scomparire nell’oblio. Era di nuovo privata di ogni cosa.
Poi qualcosa la destò dal sonno.
Ansimava.
Cercò di calmarsi e riprendere a respirare lentamente. Capì che si era trattato di un altro brutto sogno.
Vide che il Pokemon giallo le era accanto e la fissava.
< Tranquillo pikachu, ho avuto solo un brutto sogno. Credi che riuscirò a ricordarmi di lui? > sospirò.
Il piccolo Pokemon le si avvicinò per poi farle le fusa scaturandole un sorriso lieve.
Quando poi apparve lui sulla porta.
< Ti sei svegliata? >
< Ash? >
< Allora sei pronta per uscire? >
< Dove siamo diretti? >
< Lo vedrai con i tuoi occhi, indossa qualcosa di pesante, trascorreremo la notte fuori > le sorrise per poi lasciarla lì.
< Passare la notte fuori? Ma Ash sei impazzito? Mi ascolti? > prese a seguirlo. Aveva capito che quando quel ragazzo si metteva qualcosa in testa era inutile provare a fargli cambiare idea.
 
 
La ragazza dai capelli biondi era appena uscita dalla doccia, aveva indossato un grazioso vestitino color azzurro per poi recarsi in camera di Ash e constatare che era vuota.
Quando fece per uscire notò il ragazzo alto e bruno rientrare in camera.
Si fece coraggio e gli si avvicinò.
< Per caso sai dove sia Ash? > arrossì.
< Serena? Si Ash è uscito poco fa è andato con Misty non so dove, ma saranno di rientro solo domani mattina >
Quella notizia la trafisse come lame affilate.
< Passeranno la notte fuori? >
< Esatto, credo che lui voglia farle rivivere una giornata tipica di quando erano in viaggio. >
< Ho capito, va bene, grazie > non aspettò nemmeno una sua risposta e si precipitò in camera.
Si gettò sul letto e prese a piangere.
Le sue lacrime erano pungenti e bruciavano la sua pelle delicata. Non riusciva a sopportare l’idea di lui in compagnia di quella ragazza.
Lei lo amava terribilmente, ma ancora una volta era destinata a soffrire.
Chiuse gli occhi e si addormentò tra singhiozzi e lacrime.
Il ragazzo accostato alla porta riuscì a sentire il suo dolore. Capì che quella ragazzina era innamorata di Ash.
 
Il sole era tramontato e presero a spuntare le prime stelle. I due camminarono fino ad arrivare alle porte della palestra di viridian. La ragazza fu stranita di vedere che si trovavano lì.
< La foresta di Viriadian? Non dirmi che vuoi passare la notte nella foresta >
< Hai colto nel segno >
Lei era incredula.
< Ma Ash è un’idea assurda? >
< Guarda che non è la prima volta >
< Vuoi dire che io e te abbiamo già dormito in questa foresta. > arrossì all’idea di loro due nel cuore della foresta in piena notte.
< Già >
< Mi sembra incredibile > sospirò
< Coraggio andiamo, abbiamo ancora un po’ da camminare >
Si decise a seguirlo, ormai aveva deciso. L’aria era leggermente più fresca e tutto intorno taceva.
Si augurò che nessun Pokemon coleottero sbucasse all’improvviso. Ne era completamente terrorizzata.
< E se saltasse fuori un Pokemon coleottero? Non ci hai pensato? > gli si avvicinò quasi a sfiorarlo.
< Vedo che la paura per quei Pokemon non ti è passata >
< Purtroppo no > deglutì vistosamente.
Lui la guardò divertito, del resto, anche se non si ricordava di lui, era pur sempre la sua Misty.
Camminarono per un bel po’ fino a quando il ragazzo di colpo fermandosi gettò gli zaini in terra.
Prese due sacchi a pelo e li sistemò per terra.
< Siamo arrivati, mettiti pure comoda >
Lei ormai si era rassegnata a quella cosa e fece come aveva chiesto.
Si stesero l’uno accanto all’altro con lo sguardo rivolto al cielo.
Era davvero bello. Un’immensa distesa di stelle luminose stagliavano sui loro occhi, osservava quel cielo stellato alla ricerca di un qualsiasi ricordo.
< Caspita è bellissimo qui. >
< Stasera il cielo è davvero bello. Non ho mai visto così tante stelle >
Lei gli rivolse lo sguardo. Incrociare i suoi occhi le toglieva sempre il respiro.
Tornò a guardare il firmamento.
< Credi che riuscirò a recuperare presto la memoria? >
< Ne sono sicuro >
Assorti da quello spettacolo si addormentarono e mentre il buio della notte e la luce delle stelle risplendevano sui loro volti, i loro respiri diventarono l’unico suono udibile in quel silenzio surreale.
 
 
Alle prime luci dell’alba la foresta venne illuminata da un calore vivo. Cominciarono ad udirsi le prime voci della foresta e ad apparvero i primi Pokemon. Il destino volle che proprio un caterpie si avvicinò cautamente alla ragazza ancora assopita. Il Pokemon parve incuriosito da quella figura avvolta in un sacco a pelo e cominciò a sfregarsi contro il suo viso.
La ragazza, sentendosi solleticata, aprì gli occhi, ma ciò che vide non era ciò che in realtà si aspettasse. Un Pokemon verde con occhi neri la stava fissando. Le era vicino, troppo. Prese ad urlare con tutte le sue forze.
Ovviamente le sue grida svegliarono il ragazzo.
< Che cosa succede? Ti senti poco bene? >
< Ash allontana quel coso da me! Per favore non ti avvicinare > era già lontana metri dal piccolo pokeomn, che continuava a fissarla incuriosito.
< Ma Misty è solo un caterpie. >
< Appunto, tienilo lontano da me! > ad un tratto la ragazza provò una fitta alla testa. Quella situazione lei l’aveva già vissuta.
< Tranquilla ora ci penso io > il ragazzo allontanò il Pokemon.
Lei continuava a fissare il ragazzo e quel Pokemon, dove aveva già vissuto quelle immagini. Lei era stata lì in quel posto, con Ash e quel Pokemon coleottero. Ma perché non riusciva a ricordarsene.
< Ash? >
< Tranquilla è andato via, non c’è più bisogno che tu sia spaventata >
< Non è questo solo che, solo che io questa situazione l’ho già vissuta. >
< Cosa ricordi? > le si sedette accanto ascoltando le sue parole.
< Io sono così confusa. So di aver già assistito ad una scena del genere. E credo che quel caterpie quella volta era un tuo Pokemon e non uno selvatico. Non è forse così? >
Lui le sorrise.
< Già è esattamente così >
< Cosa accadde poi? >
< Il mio caterpie si evolse in un metapod, attraversammo la foresta, tentando di scappare agli attacchi improvvisi dei bidrill. Riesci a ricordartene? >
< Ricordo solo che in un posto vi erano tanti kakuna e Bidrill e lì quel medapod divenne un Butterfree >
< Perfetto Misty è così che andarono le cose >
< Perché non riesco a ricordare che ero con te? > aveva gli occhi lucidi.
< Siamo sulla buona strada, vedrai che presto lo ricorderai. >
< Già > si portò una mano alla testa.
< Ti senti poco bene? >
< Sono solo stanca, quando mi sforzo di ricordare sento di impiegare molte energie >
< Andiamo torniamo a casa >
Lei lo seguì.
Nel tragitto non disse nulla. Era concentrata su quello che era accaduto. Ricordava di quella notte trascorsa nella foresta di Viridian. Sapeva di essere con qualcuno, ma il volto di quella persona era ancora così poco nitido. Per il momento accantonò quel pensiero e continuò a stargli accanto.
La sua vicinanza l’agitava terribilmente, stargli vicino le provocava un forte dolore allo stomaco, ma di quei dolori piacevoli di cui non vorremmo mai privarci. Nel tornare a casa passarono nuovamente accanto al fiume dove si incontrarono la prima volta.
Lei si soffermò su quel posto.
Sapeva che lì era accaduto qualcosa di troppo importante.
< Qualcosa non va? >
< No va tutto bene. >
Nei suoi occhi vi era un velo di malinconia. Perché non riusciva a ricordare cosa era accaduto lì. Perché non ricordava dell’incontro con Ash e del restante del loro viaggio.
Provò un bruciore alla gola e una lacrima le scese lungo il viso.
< Misty cos’hai? Parlamene ti farà sentire meglio. >
< Provo una sensazione opprimente nel cuore. come se qualcosa di molto importante mi sia stato strappato via con violenza. Vorrei poter ricordare, ma non ci riesco > era in lacrime.
< Non devi sforzarti troppo, ogni cosa avverrà a suo tempo, hai già fatto passi in avanti, vedrai che tutto si sistemerà al più presto > le sorrise.
Nuovamente quel sorriso le corrose lo stomaco.
 
La ragazzina dai capelli biondi era intenta a guardare un programma alla tv, quando finalmente i due rincasarono.
< Ash? Dove sei stato? Potevi avvertirmi che saresti stato fuori per la notte >
< Scusami Serena, avrei dovuto avvisarti. >
< Mi hai portata qui a Kanto per abbandonarmi a me stessa? >
< Non era nei miei piani far avere questo incidente a Misty >
< Non volevo dire questo solo che > prese a piangere.
< Serena per favore non piangere > le porse un fazzoletto.
< Sono una vera stupida, non faccio altro che piangere e renderti le cose più difficili. Sarà meglio che torni a Kalos >
Il ragazzo si rese conto che l’aveva trascurata, del resto lei era lì lontana da tutti i suoi cari..
< Non dire sciocchezze, a Kalos ci torneremo assieme, mi farò perdonare per questa mia assenza, domani mattina potremmo recarci alle porte del bosco per una bella passeggiata, che ne diresti? >
< Solo io e te? >
Lui esitò un istante, ma quella ragazzina aveva bisogno di un po’ di tempo per lei.
< Certo >
Sul viso della ragazza apparve un enorme sorriso che cancellò immediatamente quelle lacrime e gli si gettò tra le braccia.
 
 
Brock aveva assistito alla scena e quando la ragazzina si recò in camera ne approfittò per parlare con lui.
< Com’è andata stanotte? >
< Direi bene, Misty ha cominciato a ricordare qualcosa, è pur sempre un inizio >
< Certo. E per quanto riguarda Serena? >
< Serena? A cosa ti riferisci? >
< Ash quella ragazzina è cotta di te, non credi che facendo così le dai solo illusioni? >
< So già dei suoi sentimenti, ne abbiamo già parlato e si è spinta anche oltre >
< Vuoi dire che tra voi c’è stato un bacio? > era incredulo.
< Si, non sono riuscito a fermarla, e se l’avessi fatto Misty non ci avrebbe visti e non sarebbe scappata via >
< Vuoi dire che lei ha assistito al vostro bacio? Per questo era nella foresta di Viridian quando ha avuto l’incidente. Questo spiega tutto >
< Perché è dovuta scappare alla vista di quel bacio? Possibile che ne sia stata gelosa’ >
< Questa è una cosa che dovrai chiedere a lei >
< Semmai si ricorderà di me >
Il ragazzo gli diede una pacca sulla spalla.
< Non potrebbe mai non ricordarsi di te Ash >
Gli sorrise e Ash ricambiò quel gesto d’affetto.
 
 
Finalmente la ragazza si stese su un qualcosa di morbido, aveva la schiena a pezzi, ma aveva passato davvero una serata fantastica.
< Posso entrare? >
< Tracey, certo accomodati >
< Allora? >
< Allora cosa? >
< Andata bene la nottata nel bel mezzo della foresta? >
< Devo ammettere che ero un po’ scettica, però siamo stati bene >
< Mi fa piacere >
< Tracey quando ci siamo conosciuti c’era anche Ash con me? >
< Certo, tu ed Ash eravate appena piombati alle isole Orange, non te ne ricordi? >
< Purtroppo no > sospirò.
< Riuscirai a farlo, quei periodi sono troppo importanti per non essere ricordati e credimi che lo sono anche per te >
< Ti riferisci ad Ash? >
< In parte si >
< Non so perché ma in cuor mio sento di essergli stata molto legata, lui su di me ha uno strano effetto. Sono sensazioni che solo lui riesce a trasmettermi >
< Dovrai dare un nome a queste sensazioni, ma ora riposa un po’ >
< Grazie Tracey, sei un vero amico >
Prese a pensare a tutto quello che le era successo. Non riuscire a ricordare le provocava una sensazione troppo spiacevole e quelle sensazioni pulsavano dolorosamente insieme al tempo che passava, un tempo ancora privo di quel ricordo.
 
 
La mattina seguente, Serena, fu la prima ad aprire gli occhi. Prese dalla sua valigia il suo abito preferito. Era un vestito lungo variopinto e indossò un cappello di paglia. Era molto simile al cappello che indossava in quel pomeriggio d’estate di molti anni prima.
Quando scese giù in cucina, constatò che Ash era già lì. Vederlo le levò letteralmente il respiro.
< Buongiorno Serena > le sorrise.
Il suo modo di sorridere avrebbe reso a chiunque la giornata piacevole.
< Buongiorno a te Ash > arrossì leggermente.
Si affrettarono ad uscire.
Si recarono in un posto non tanto lontano da casa. Vi era un’immensa distesa di verde con tantissimi fiori.
Vi erano tulipani. Girasoli e delle splendide rose bianche.
< Questo posto è magnifico >
< Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Ho pensato di portare qualcosa da mangiare, potremmo fare colazione qui, cosa ne pensi? >
< È davvero un’ottima idea >
Presero a sgranocchiare dei pancakes un tantino bruciacchiati.
< Non sono un granché, quelli che prepara Brock sono molto meglio >
< Non è vero e poi li hai fatti con le tue mani >   avvampò.
Lui notò il suo imbarazzo e cercò di sviare il discorso.
< Mi spiace averti trascurata, ma vedi per me è molto importante che Misty riesca a recuperare la sua memoria >
< Le sei molto legato? >
< Come? > non si sarebbe mai aspettato una simile domanda.
< Il modo in cui la guardi e ti preoccupi per lei la dice lunga. A volte vorrei che guardassi anche me con lo stesso sguardo. >
< Ecco io veramente > questa volta fu lui ad arrossire per l’imbarazzo. E si chiese se quelle cose le avesse notate solo lei o anche gli altri.
< È così? >
< Veramente, vedi Misty è una mia cara amica, semplicemente un’amica. >
< Perché ci guardi con occhi diversi? >aveva un nodo alla gola.
< Serena credo sia meglio parlare d’altro. >
Lei intuì che si stava imbarazzando, capì che aveva colpito nel segno, ma che forse lui non se ne era ancora accorto.
 
 
Erano appena passate le dieci quando la ragazza si destò dal sonno. Affannava ed era zuppa di sudore. Aveva avuto nuovamente un incubo. Fece una doccia per lavar via gli orrori della notte. Indossò un paio di pantaloncini verdi e una canotta bianca e scese per la colazione.
In cucina non vi era traccia di Ash. Fu stranita della cosa, di solito era il primo volto che incontrava la mattina.
< Tracey sai dove sia Ash? >
< Credo sia uscito questa mattina presto con Serena >
Impallidì.
< Con Serena? E dove sono andati > cercò di mascherare l’agitazione insolita.
< Non lo so di preciso, credo che siano usciti per una semplice passeggiata >
< Come mai non mi ha detto nulla? >
< Probabilmente voleva stare un po’ con lei, del resto quella ragazzina si è trovata investita in una situazione più grande di lei. >
Il sangue cominciò a ribollirle nelle vene. Non capiva perché l’idea di lei con lui la faceva tanto star male. Le si colmarono gli occhi di lacrime.
< Prima dice che vuole aiutarmi e poi mi lascia sola. >
< Misty sarà qui a momenti, non ti ha mica abbandonata >
< Ma chi si crede di essere questo Ash. E poi non capisco perché sono qui a perdere tempo. Che importanza ha se io mi ricordi o no di lui. >
< Non c’è bisogno che ti agiti tanto. >
< Non mi sto agitando. Voglio tornare a casa Tracey e subito >
< Ho fatto una promessa ad Ash non posso riportarti a casa >
< Tracey io torno a casa o con te o senza di te >
Si alzò di scatto da tavola, era come una tigre in gabbia.
Il ragazzo immaginò che doveva trattarsi di gelosia assopita che man a mano stava cominciando a venir fuori.
< Misty non puoi tornare a casa da sola. >
< Allora vai a prepararti >
Il suo tono era deciso come non mai. Cercò di calmarla.
< Aspetta, non agire sempre d’impulso >
< Io d’impulso. Sarà meglio che esca a prendere una boccata d’aria > non gli diede neanche il tempo di rispondere che aveva già sbattuto la porta.
Il ragazzo rimase impietrito da quella furia.
 
Non riusciva a levarsi l’immagine di lui con lei dalla testa. Avrebbe tanto voluto dimenticare anche quel ricordo tanto straziante. Ma la cosa che più le faceva rabbia era che non capiva perché quella cosa la faceva star tanto male. Del resto lei conosceva Ash solo da qualche giorno, perché lui si era insediato così in svelta nel suo cuore.
Tanto era assorta dai suoi pensieri che non si accorse della presenza di Gary sul suo cammino.
Lo investì nel vero senso della parola.
< Diamine che botta > si ritrovò a terra.
< Ma non vedi dove metti i piedi? >
riconobbe quella voce.
< Gary? >
< Ah sei tu? Ma non guardi dove vai? >
< Scusami era sovrappensiero. Ti sei fatto male? >
< Io no, tu invece? >
< Sto bene >
Lui prese a ridere per l’accaduto e lei lo imitò. Notò che quella ragazza dai capelli rossi era diventata davvero bella.
Aveva delle labbra così carnose e invitanti. E quegli occhi avrebbero fulminato il cuore di chiunque.
< Cosa ci fai qui da sola? >
< Ero uscita per una boccata d’aria. >
< Sai mi fa piacere sapere che di me non ti sei dimenticato >
< In effetti mi sembra strano. >
< Perché? >
Non sapeva rispondere a quella domanda. Perché dava per scontato che Ash era più importante di lui.
< Non saprei > chinò il capo
< Sei veramente carina  quando abbassi lo sguardo >
Arrossì.
< Ma dai cosa ti salta in mente. >
< Sei cambiata molto sai, la ragazzina maschiaccio ha lasciato il posto ad una bella donna >
Arrossì nuovamente a quel complimento, poi ripensò ad Ash in compagnia di lei.
< Credo sia meglio che rientri >
< Vuoi che ti riaccompagni? >
Lei acconsentì e si avviarono verso casa Ketchum.
 
 
Il ragazzo era furibondo. Non capiva perché Tracey le aveva permesso di uscire da sola, nel suo stato poi. Serena capì che era il momento di ritirarsi in camera, nonostante avessero trascorso una bella mattinata ora lui era tutto per quella ragazza dai capelli rossi.
< Si può sapere perché l’hai lasciata uscire? >
< Non hai avuto il piacere di vedere la sua sfuriata >
< Sfuriata? Non capisco di cosa parli Tracey? >
< Ti sembra carino uscire con Serena e lasciarla qui? Si è sentita abbandonata >
< Abbandonata? Ma se sono uscito solo per un paio di ore >
< Ash a volte mi sembri proprio un ragazzino, possibile che certe cose sfuggono ancora ai tuoi occhi? >
Lui parve confuso.
Poi suonarono alla porta.
Si precipitò ad aprire e nel vederla in compagnia di Gary lo fece andare su tutte le furie.
< Gary? Cosa ci fai qui? E tu Misty ti sembra normale andare via così? >
< Non vedo perché dovrei dare spiegazioni ad un perfetto sconosciuto >
Quelle parole lo trafissero.
Gary si congedò dando un bacio affettuoso sulla guancia a quella ragazza.
Il che non migliorò le cose.
< Mi definisci ancora uno sconosciuto, dopo tutto quello che sto facendo per te? >
< Stamattina credo che hai fatto ben poco >
< Sono uscito solo per un paio d’ore >
< Non devi giustificarti, tu puoi fare quello che vuoi. Non mi interessa, non mi importa nulla >
< Si può sapere perché ti stai arrabbiando tanto? >
< Puoi lasciarmi una buona volta in pace? >
<  È questo che vuoi? Che ti lascia in pace? >
Le lacrime le vennero giù inconsciamente.
< Si è questo che voglio > lo lasciò lì impalato e corse in camera sua.
Si gettò sul letto e prese a piangere. Versò fino all’ultima lacrima che aveva in corpo.
Non capiva perché gli avesse detto quelle cose. Perché continuava a soffrire per quella storia.
Versare lacrime per lui.
Quante volte in passato era accaduta quella cosa, la sentiva così viva sulla sua pelle, ma tanto lontana dalla sua mente.
Perché per lei Ash era così importante.
 
 
Il ragazzo la vide scappar via in camera. Non riuscì a muovere un solo muscolo. L’aveva ferita.
Si era sentita abbandonata. Lui le aveva promesso di aiutarla e invece non aveva fatto altro che procurarle dolore.
Si sentì uno stupido nell’essere uscito con Serena quella mattina.
Odiò se stesso per averlo fatto.
Perché non riusciva ad ammettere a se stesso che lui l’amava.
L’amava terribilmente.
E sentirla così lontana non faceva altro che provocargli un dolore dentro che gli logorava lo stomaco.



Angolo dell'autrice:

Che dirvi, cercherò di pubblicare al più presto il prossimo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Un incontro del cuore ***


Molto lentamente dimentichiamo. Dimentichiamo momenti del passato, belli o brutti che siano e si dimenticano le persone, anche, quelle che sembravano indelebili sbiadiscono a poco a poco. Persino quelli che dicevi di amare e quelli che, invece, amavi veramente saranno gli ultimi a scomparire.
Ma quella sensazione proprio non riusciva a scordarla.
Quel sorriso che rimbombava nella sua mente facendole vibrare l’anima persisteva ad esserci.
Lei voleva ricordarlo, perché le riscaldava il cuore. Avrebbe tanto voluto ricordare.
Anche quella notte la ragazza dai capelli rossi ebbe svariati incubi. Ormai era quasi certa di sognare un ricordo del suo passato, molto importante. Vide che erano appena le sei, ma non riusciva più a chiudere occhio e pensò di recarsi giù in cucina.
Fu sorpresa di trovarlo lì così presto, molto probabilmente anche lui non riusciva a dormire.
< Come mai già sveglio? > disse in tono quasi infastidito.
Lui aveva avvertito la sua freddezza.
< Non riuscivo a dormire >
Anche lei notò il suo distacco. Prese a fissare quella foto alla parete. Doveva essere stato davvero un periodo felice, quei suoi occhi erano tanto lontani dal presente.
Lui continuava a fissare il vuoto, aveva davvero una cera orribile e occhi arrossati
Si rese conto che aveva un tantino esagerato la sera prima con le parole, del resto quel ragazzo stava facendo il possibile per aiutarla.
< Dove ci trovavamo quando è stata scattata questa foto? >
Lui parve sorpreso di quella domanda, ma si affrettò a rispondere.
< Se non ricordo male deve trattarsi nel giorno in cui rientrammo a Pallet dopo aver vinto la lega d’Orange? >
< Vuoi dire che tu sei stato capace di battere Drake dell’isola Pummelo? >
< Ebbene si > il suo tono non era ancora quello di sempre.
La ragazza cercò di puntare sull’abbindolamento maschile.
< Devi essere davvero un bravo maestro di Pokemon allora >
< Diciamo che non posso lamentarmi >
< Molto probabilmente eri così bravo perché c’ero io in viaggio con te >
< Come? >
< Deve essere sicuramente così, un ragazzino come te non può essere un allenatore tanto bravo come dici >
< E invece ti sbagli e se potessi ricordartene ti verrebbero a mente anche le volte in cui ti ho battuto > il suo tono divenne suscettibile, ma la ragazza pareva divertita dalla cosa.
< Io sarei stata sconfitta da te? Mi sembra assurdo >
In quel momento gli venne un’idea, rimuovendo quasi definitivamente la discussione della sera prima.
< Perché non facciamo un incontro di Pokemon? >
< Io e te? >
< Si. Potremmo recarci alla tua palestra e lottare. >
Lei lo guardò dritto negli occhi. La cosa l’allettava molto.
< D’accordo. >
< Allora partiremo subito. >
< Perché tanta fretta? >
< Chi ha tempo non aspetti tempo, vado a prepararmi > era già salito su per le scale.
Avrebbe potuto approfittare della cosa per stare un po’ da sola con quel ragazzo.
 
 
Tracey era stato svegliato da alcuni rumori provenienti dalla camera accanto, quella della sua amica. Si recò lì ancora assonnato e sgranò gli occhi nel vedere che la ragazza stava mettendo delle cose in borsa.
< Non dirmi che hai davvero intenzione di rientrare a Cerulian? >
< In effetti è proprio lì che sto andando >
< Ma Misty credevo di essere stato chiaro sulla cosa, non mi sembra proprio il caso >
< Tranquillo non ho alcuna intenzione di andarci da sola, verrà Ash con me >
Lui parve non capire.
< Ash? Ma come? >
< Mi ha proposto di fare un incontro di Pokemon ed io ho accettato >
< Ma credevo che tu e Ash aveste litigato ieri sera >
< Sai Tracey, non riesco a capirne il motivo, ma proprio non ce la faccio a stare arrabbiata con lui > sorrise.
Lui sapeva benissimo invece il motivo, ma ovviamente non poteva dirle che lei amava Ash e che se ne era completamente dimenticata, sarebbe stato uno shock troppo forte.
Lei lo salutò con un bacio affettuoso sulla guancia.
 
Ash decise di avvertire Serena questa volta, non gli andava di lasciarla sola nuovamente senza dirle nulla.
La ragazza si era appena svegliata e fu sorpresa della sua visita.
< Buongiorno Ash >
< Buongiorno a te Serena, dormito bene >
< Si grazie. Volevi dirmi qualcosa? >
< Si, ecco io stamattina vado a Cerulian, ho delle cose da sbrigare, credo che sarò di ritorno domani pomeriggio >
< Così vai a Cerulia > il suo sguardo si incupì.
< Credimi non volevo che questa vacanza andasse così, mi spiace davvero tanto > il sui tono era davvero sincero.
< Non potrei venire con te? Starò buona te lo prometto >
< Serena non si tratta di stare buoni o altro, non vorrei turbare Misty. Non credo che la tua presenza le faccia bene. >
Ovviamente lei capì. Per lui ora è importante solo la salute della ragazza.
< Va bene Ash, ti aspetterò qui a Pallet >
< Sapevo che avresti capito > le diede un bacio sulla guancia per poi lasciarla sola.
La ragazza avvampò. Si portò la mano in volto e prese a massaggiare la pelle che era venuta a contatto con le sue labbra.
 
Ovviamente per raggiungere Cerulian dovevano attraversare la foresta di Viridian. Tornare lì  suscitò sensazioni piacevoli nel cuore della ragazza. La notte prima era stata davvero speciale.
< Certo che la foresta di giorno ha proprio tutt’altro aspetto. Di notte è così tranquilla e silenziosa. >
< Già, di giorno pullula di Pokemon qui in giro >
< Pokemon coleottero? > rabbrividì al pensiero.
< Anche ma non solo.> Cercò di rassicurarla.
Lei capì che ancora una volta stava cercando di rassicurarla, ripensò a quelle brutte parole, dettate dalla rabbia, che gli aveva rivolto la sera precedente.
< Volevo scusarmi con te > riuscì a dire con un filo di voce.
Lui si stranì di quelle parole, capì a cosa si stava riferendo.
< Non devi, sono io che dovrei scusarmi. >
< Ti ho detto delle cose orribili, mentre tu stai facendo di tutto per aiutarmi >
< Diciamo che sono abituato, non mi hai mai detto cose carine in passato, forse questa è la prima volta che te ne sento dire una > parve imbarazzato.
< Vuoi dire che non sono mai stata carina con te? > quella rivelazione la spiazzò, eppure nel suo cuore era convita che quel ragazzo in passato fosse stato importante, perché mai avrebbe dovuto trattarlo male.
< Già. Anzi a volte eri davvero perfida > prese a ridere al ricordo.
< Avrai fatto sicuramente qualcosa di sbagliato. Ho dei modi sempre così garbati >
< Molto probabilmente quando hai sbattuto la testa hai dimenticato anche di come eri in realtà >
< Cosa vorresti dire? >
< Ti prego non litighiamo. Stavo solo scherzando >
Lei lo fissò negli occhi, poi prese a ridere. E lui la imitò.
Com’era bella quando sorrideva.
Possibile che lei riusciva ad avere un effetto così devastante su di lui. Perché doveva accorgersi di lei proprio nel momento in cui si era scordata di lui. Avrebbe fatto qualsiasi cosa affinché lei recuperasse i suoi ricordi.
Lei notò che la stava fissando. Aveva uno sguardo pensieroso.
< Non dirmi che hai già paura del nostro incontro? >
< No stavo pensando ad altro >
< E a cosa se si può sapere? > ancora una volta il suo viso era toppo vicino a quello di lui.
Il cuore gli batteva all’impazzata e quelle sue labbra erano così invitanti. Gettò quell’assurdo pensiero all’indietro e cercò di concentrarsi sui suoi occhi.
Ma anche loro erano devastanti.
< Nulla, non stavo pensando a nulla di importante. Caspita oggi fa particolarmente caldo, non trovi anche tu? >
Cominciò ad avanzare a passo svelto. Lei lo guardò incuriosita. Poi fissò il cielo. Il sole era alto, ma non faceva troppo caldo come affermava lui. Sorrise nuovamente a quella reazione strana di quel ragazzo così bizzarro, che a poco a poco era riuscito ad insinuarsi nel suo cuore.
 
 
Quella mattina qualcun altro aveva la mente fissa sul pensiero di quella ragazza. Gary ne era stato praticamente folgorato. La trovava dannatamente bella. Troppo.
Avrebbe fatto di tutto per ottenere un suo bacio e assaporarla.
Decise di recarsi a casa del suo vecchio amico perdente. Fu Serena ad aprire la porta e si sorprese della presenza del nipote del professor Oak.
< Tu devi essere Serena se ricordo bene > il ragazzo notò che era particolarmente carini e si sorprese nel sapere che Ash era circondato da così tante belle ragazze.
< Si sono io, posso fare qualcosa per te? >
< Ash non è in casa? >
< No è uscito stamattina presto >
< Tanto meglio, Misty invece? >
La ragazza fece una smorfia al sentir il suo nome.
< Lei è con Ash. Sono andati alla palestra di Cerulian >
< Alla palestra di Misty? Avrà qualcos’altro in mente >
< Penso sia sempre per il discorso della sua memoria >
Lui notò il modo in cui la ragazza affermava quelle cose. Si vedeva lontano un miglio che ne era praticamente gelosa.
< Peccato avrei tanto voluto passare del tempo con lei >
Lei lo osservò di sottecchi. Possibile che quella ragazzina faceva breccia su tutti.
Il ragazzo salutò quella ragazzina dai capelli biondi. E tornò a casa con un pugno di mosche.
 
 
 
Finalmente i due ragazzi arrivarono alle porte di Cerulian. La città illuminata dai raggi del sole appariva come un quadro idilliaco.
< Cerulian è proprio bella vista da qui, non credi anche tu Ash? >
< Si Cerulian è davvero un posto unico > arrossì involontariamente.
< È la prima volta che torno qui dal giorno dell’incidente, sono così contenta di rivedere i miei Pokemon >
< Saranno contenti anche loro di rivederti >
< Se non fosse per le mie sorelle, sono sicura che mi aspetta una bella ramanzina >
< Perché dovrebbero? >
< Hanno sempre detto che ho la testa fra le nuvole e avranno da ridire anche sull’incidente >
< Ma non è colpa tua >
< Non riesco a ricordare cosa ci facevo nella foresta di Viridian quel giorno >
Lui provò a cambiare discorso, voleva che lei recuperasse la memoria, ma non voleva assolutamente che ricordasse di quel bacio.
< Coraggio andiamo > le prese la mano per poi trascinarsela dietro.
A quel contatto con la sua pelle si sentì avvampare tutta.
 
 
La ragazza si sorprese nel sentir suonare alla porta, per quella giornata non erano previsti incontri con allenatori. Si sentì venir meno nel vedere sua sorella sull’uscio della porta.
< Misty? >
< Ciao Daisy > le sorrise.
Le appariva in tutta la sua bellezza, le vennero le lacrime agli occhi e prese ad abbracciarla.
Quel gesto così affettuoso spiazzò la ragazza, sua sorella non era mai stata così amorevole con lei.
< Ma cosa ci fai qui? E dove è Tracey, gli avevo detto di starti sempre accanto >
< Non preoccuparti Tracey veglia sempre su di me, sono venuta qui con questo ragazzo, lui si chiama Ash. >
< Ash ci sei anche tu? >
< Ciao Daisy > si affrettò a dire.
< Vi conoscete? >
Sua sorella ricordò che lei aveva perso la memoria.
< Certo Misty, Ash è stato qui diverse volte, lo conosciamo abbastanza bene >
La ragazzina sorrise ad entrambi.
Si accomodarono e Misty si precipitò nella sua palestra.
Prese a piangere nel rivedere i suoi amati Pokemon, persino psyduck era contentissimo di rivederla.
Ash si lasciò intenerire da quell’immagine e ancora una volta pensò a quanto lei fosse bella.
< Che bello rivedervi, mi siete mancati tantissimo >
Lui le si avvicinò e cominciò ad accarezzare il capo del papero.
< Hey Psyduck, visto chi ti ho portato >
Il Pokemon papero sembrava felice anche di rivedere Ash e pikachu.
< Questo tontolone mi è mancato davvero tanto >
< E pensare che te ne lamentavi sempre >
< Certe cose non cambieranno mai, io continuo a lamentarmene, ma ora sono così felice di riabbracciarlo. Allora Ash che ne dici iniziamo subito il nostro incontro? >
< Per me va bene >
< Misty prese alcune sfere pokè che erano sistemate in un angolo della piscina e ne scelse tre con cura.
< Useremo tre Pokemon a testa >
Il ragazzo acconsentì. Si avvicinò al suo pikachu e iniziò a bisbigliargli qualcosa.
< Hey pikachu, noi non abbiamo nessuna voglia di combattere contro lei, ovviamente lo faremo solo per cercare di farle rivivere il nostro primo incontro e quindi quando ti manderò in campo tu ti rifiuterai di combattere, siamo d’accordo? > gli strizzò l’occhio e il Pokemon giallo acconsentì.
< Cosa state bisbigliando voi due? È il momento di iniziare e credimi non ti riserverò nessun trattamento di favore. Starmie io scelgo te >
 Apparve il Pokemon stella. Ash era da tempo che non lo vedeva.
< E va bene Fletchling io scelgo te > apparve il Pokemon volante.
< Caspita hai un Fletchling, non ne avevo mai visto uno >
< Si l’ho catturato nella regione di Kalos >
Kalos era la regione da dove proveniva quella ragazzina dai capelli biondi che tanto la irritava.
< Starmie attacco getto acqua >
< Fletchling schivalo e vai con il flagello >
< Attacco rapido >
Il Pokemon d’acqua ai abbatté sul piccolo Pokemon uccello per poi vincere l’incontro.
<  Ok il primo round è tuo >
< E così andrà per tutto l’incontro >
< E va bene pikachu scelgo te >
< Scelta ovvia, pikachu è un Pokemon elettrico, ma non ti servirà contro il mio staryu >
< Vedremo, pikachu super fulmine >
Ovviamente il Pokemon si rifiutò.
< Cosa? >
< Pikachu ti ho detto d’attaccare >
< Ma perché non attacca? >
< È comprensibile, pikachu ti è molto legato e non vuole combattere contro te > ora stava a vedere come lei avrebbe reagito.
< Pikachu sei proprio un grande ami… > non concluse quella frase.
Quella era un’altra scena che lei aveva già vissuto. Lei aveva davvero combattuto in passato contro Ash e anche quella volta il Pokemon si era rifiutato di combattere. Le sue sorelle avevano dato una medaglia goccia a quell’allenatore, perché se avesse usato pikachu lei non avrebbe avuto scampo.
Lei era la capo palestra di Cerulian.
< Qualcosa non va? >
< Io, io sono la capo palestra di Cerulian. Come avevo potuto dimenticarlo. Noi abbiamo già combattuto in passato e anche quella volta pikachu si rifiutò di combattere, non è forse così? >
< Diciamo che andò più o meno così >
< Tu hai organizzato tutto questo per farmi rivivere quel momento? >
< Diciamo che l’idea mi è venuta grazie a te. Se non mi avessi sottovalutato come allenatore molto probabilmente non mi sarebbe venuto in mente >
< Riesco a ricordare quel giorno, ma non riesco a ricordare che eri qui con me. Perché non ci riesco? > prese a piangere.
< Misty non piangere. Stai ricordando le cose a man a mano, prima o poi ti ricorderai anche di me >
< Lo spero tanto Ash. Credimi. Vorrei tanto poterti ricordare >
Le sue lacrime suscitarono un vuoto nello stomaco del ragazzo.
Le poggiò una mano sulla spalla e prese a parlarle con tono dolce e carico.
< Ti prometto che riuscirai a ricordarti di me. A costo di farti rivivere ogni singolo istante che abbiamo passato insieme > ora anche lui aveva gli occhi lucidi.
Nel guardare quegli occhi Misty arrossì.
Gli si gettò tra le braccia.
E sfogò il suo dolore in quella stretta calorosa.
Lui la strinse forte.
Il contatto con lei era una sensazione indescrivibile.
Ogni muscolo del corpo iniziò a vibrargli. Il cuore batteva all’impazzata e il respirò gli si spezzò in gola.
Avrebbe voluto tenerla tra le sue braccia per il resto della vita.
 
 
La ragazza, assieme alle due sorelle, aveva assistito a tutta la scena. Si sentì una vera stupida nell’aver avuto così poca fiducia in quel ragazzo. Lui era veramente l’unico che poteva aiutare la ragazza.
Il loro amore era così puro e sincero che non avrebbe potuto scomparire nell’oblio.
 
Giunse la sera, Serena era intenta ad apparecchiare la tavola per la cena. La madre di Ash sarebbe rincasata più tardi, quindi avrebbe cenato assieme ai due ragazzi e la cosa la imbarazzava terribilmente.
Ma sia Brock che Tracey riuscirono a metterla a suo agio.
< Questa zuppa di Miso è davvero ottima Brock >
< Sono contento che ti piaccia Serena >
Consumarono la cena in perfetta armonia. Poi lei li salutò per recarsi a letto, nel salire vide la stanza di Ash vuota. Era a molti chilometri distante da lei. Ancora una volta una lacrima le rigò il volto.
Era tornata lì per vivere un sogno, ma per ora stava vivendo solo un bruttissimo incubo.
 
La ragazza sistemò nella sua camera un futon sul pavimento, accanto al suo letto. Avrebbe voluto dargli la camera di Tracey, ma lui ci teneva tante di quelle cose che le parve poco carino sistemarlo lì.
E poi sapere che avrebbero dormito nella stessa stanza la rassicurava.
< Purtroppo questo futon è il massimo che posso offrirti, credimi la stanza di Tracey è un vero caos >
< Andrà benissimo, non preoccuparti >
< Tu sei stato così ospitale con me, mi spiace non poterlo essere con te >
< Sono abituato a dormire anche sui sassi, ho la pelle dura >
< Se per questo anche la testa. Quando ti metti qualcosa in testa è impossibile farti cambiare idea >
< Dovrebbe farti piacere, se non fosse stato così non avrei fatto nulla per aiutarti >
< Lo fai solo perché sei un tipo ostinato? >
< No, assolutamente >
< Lo fai perché allora mi vuoi bene? > nuovamente il suo viso si ritrovò troppo vicino a quello di lui.
Deglutì vistosamente.
< Lo faccio semplicemente perché ho bisogno che tu ti ricorda di me > piombò il silenzio tra i due.
E un tremendo rossore sulle loro guance.
Lui prese a passarle le dita tra i capelli. Erano così morbidi da farlo rabbrividire.
Lei era inerme a quel tocco delicato delle sue dita. Prese la sua mano e se la portò sulla guancia, che al contatto divenne ancora più rossa.
I loro sguardi non si lasciarono neanche per un istante, nonostante l’imbarazzo, nonostante le paure, nonostante la voglia che l’uno avesse dell’altro.
< Ash? > le poggiò un dito sulle labbra per zittirla. Quel momento non aveva bisogno di parole.
Le si avvicinò sempre più, tanto da confondere i loro respiri.
E con un gesto dolcissimo posò le sue labbra su quelle di lei.



Angolo dell'autrice:
Ecco postato il mio quinto capitolo, spero che vi piaccia, un forte abbraccio

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ferite aperte ***


Ecco postato il mio sesto capitolo, sono molto impegnata in questi giorni, quindi non riesco a scrivere sempre, la posterò un po' a rilento, ma non l'abbandonerò anche perchè mi innamoro di ogni storia,perchè in fondo vorrei che le cose fossero andate davvero così... da vera pokeshipper fan della pokeshipping! Buona lettura !!


L’amore prende sapore dalle labbra congiunte che si scambiano baci. Il sapore di quel bacio inebriava la loro mente e stanziava nei loro sensi.
Quel bacio così atteso.
Così ansimato.
Lei sapeva che aveva bramato quelle labbra da troppo tempo ormai. Anche se non riusciva a ricordare il suo volto, in cuor suo sapeva che aveva desiderato le sue labbra con tutta se stessa.
Non ricordava chi era, non ricordava come si erano conosciuti ne nulla, ma sapeva di provare qualcosa di straordinario verso lui. Che andava anche oltre l’amore.
Quelle labbra che tanto si erano cercate si distaccarono lentamente, ancora vogliose l’una dell’altra.
Nessuno dei due parlava, nella stanza potevano udirsi solo i loro respiri affannosi.
Lui, ancora stordito da quel bacio, prese a carezzarle la guancia.
La sua pelle delicata era tanto eccitante.
Poi fissò i suoi occhi verdi. Vi era un luccichio diverso in quegli occhi dal color dello smeraldo.
< Ecco io > il ragazzo cercò di dirle qualcosa, ma la sua bellezza lo spiazzava totalmente.
< Credi che sarebbe successo anche se non avessi avuto quell’incidente? >
Lui la guardò, ancora una volta tramortito da quegli occhi.
< Sono così confuso, non sono sicuro più di nulla. L’unica cosa certa è che ho troppo bisogno si averti accanto >
Questa volta fu lei ad essere tramortita dal suo sguardo.
< Quella sensazione di vuoto nel cuore sembra essere stata colmata con quel bacio. Ma non riesco ancora a ricordarmi del nostro vissuto. Ora sono io a chiederti di aiutarmi Ash. Ho bisogno di ricordarmi di te > una lacrima le cadde giù dagli occhi, lui prese ad asciugarle gli occhi.
< Te lo prometto Misty. >
Le posò nuovamente le labbra  sulle sue. Lei ansimante, lo desiderava.
Poi, abbracciati, stretti l’uno all’altra, si addormentarono dolcemente, ignari di tutto ciò che li circondasse.
 
 
La ragazzina dai capelli biondi quella notte non riusciva proprio a dormire, come se il suo pensiero fosse rapito da altro. Aveva un bruciore forte alla gola e la testa le doleva. Provò ad alzarsi per prendere un bicchiere d’acqua, ma la stanza le ruotava tutto attorno, cadde sul pavimento, ancora ansimante. Brock che aveva la camera accanto alla sua sentì un rumore forte provenire da quella stanza e vi si precipitò subito. Nel vederla a terra impallidì.
< Serena? Cosati prende? Hey piccola? >
< Brock? Non mi sento per nulla bene > riuscì a sospirargli.
Le toccò la fronte, scottava, doveva avere una febbre da cavallo.
La sistemò a letto e prese a bagnargliela con una pezza. Avvisò Tracey, che anche lui, preoccupato, si precipitò da lei.
< Caspita Brock, ha la febbre altissima. Cosa possiamo fare? >
< Molto probabilmente sarà dovuto al cambiamento d’aria, del resto a Kalos fa molto più freddo di qua. Vado a prepararle un infuso alle erbe per farle calare la temperatura, tu continua a inumidirle le tempie. >
Il ragazzo acconsentì e prese a fare come l’amico gli aveva ordinato.
< Dov’è Ash? > disse con un filo di voce.
< Tranquilla, non devi affaticarti, vedrai che lui tornerà presto >
< Ash. Ash dove sei? >
Quella ragazzina delirava per la febbre alta. Ma lui non poteva contattarlo, era a Cerulian con Misty, le avrebbe reso solo le cose più difficili.
< Lui sta arrivando, ora cerca di riposare > continuò a bagnarle la fronte.
Arrivò Brock che le fece sorseggiare l’infuso, dopo ancora qualche lamentò riuscì ad addormentarsi.
< La febbre sembra essere scesa. >
< Ha chiesto più volte di Ash >
< Questa ragazzina ha proprio una bella cotta per il nostro amico. >
Brock aveva colto nel segno. Quella ragazza era innamorata di Ash, ma il solo pensare quella cosa lo faceva star male. Sapeva benissimo che la sua amica era innamorata di lui allo stesso modo, se non di più. La felicità di una sarebbe stato lo sconforto dell’altra.
 
 
Quando Misty riaprì gli occhi sentiva ancora il sapore di quel bacio nella sua bocca. Aveva la testa poggiata sul suo petto e ne avvertiva l’odore della pelle. Quel profumo le inebriò ogni senso.
Prese a passargli il dito sui pettorali, così delineati e prefetti, da tracciarne una linea immaginaria. Al tocco lui si destò dal sonno.
< Buongiorno Misty >
Lei lo guardò dritto negli occhi per poi sorridere.
< E tu chi sei? >
Lui rabbrividì a quella domanda.
< Misty? Non dirmi che ti sei scordata nuovamente di me? > deglutì vistosamente.
Lei non trattenne le risa.
< Scherzavo volevo vedere solo che reazione avresti avuto. Come potrei dimenticarmi di te dopo ieri sera, sembra di conoscerti da sempre >
< Ma noi ci conosciamo praticamente da sempre >
< Diciamo che questo particolare mi sfugge ancora, ma non ha importanza, quello che conta è che ora tu sei qui con me >
Le parole sospirate da lei avevano un suono così piacevole. Lui ne era praticamente incantato.
La baciò.
Teneramente.
Un raggio di sole penetrò dalla finestra, il sole era ormai alto in cielo.
< Che bella giornata > disse il ragazzo guardando fuori dalla finestra.
< Che cosa facciamo oggi? Mi farai rivivere qualche altro momento del nostro viaggio? > gli si avvicinò.
< Hai qualche richiesta in particolare? >
< Io resterei tutta la giornata avvinghiata a te  > arrossì.
< Non sarebbe una cattiva idea, potresti ricordarti del tuo passato anche domani > sorrise.
< Pensi che ricordare mi farebbe sentire meglio di come sto adesso? >
< Ecco io non so quali erano i tuoi sentimenti prima dell’incidente, al dire il vero non siamo mai andati così d’accordo, non facevamo altro che litigare >
< Questo lato della nostra relazione non è scomparso del tutto, prima di ieri non abbiamo fatto altro che litigare > questa volta lei sorrise.
< Però devo ammettere che preferisco il tuo lato dolce a quello testardo e ostinato >
< Il mio comportamento dipende da chi mi trovo davanti. Starà a te decidere quale Misty vedere >
< Mi stai minacciando? > le si avvicinò.
< Potrei farlo se non mi baci subito >
< Questa mi sa nuovamente di minacc > non concluse la frase che le sue labbra poggiarono su quelle di lui.
 
 
Finalmente la notte era passata e la ragazzina stava meglio. Quando riaprì gli occhi si sorprese nel vedere che i due ragazzi erano in stanza con lei, avevano una cera pessima, molto probabilmente avevano trascorso l’intera nottata a vegliare su di lei. Parve mortificarsi per la cosa.
< Grazie mille ragazzi, non saprei come avrei fatto senza voi >
< L’importante è che tu stia meglio > aggiunse l’allevatore.
< Si mi sento molto meglio stamattina >
< Sei ancora così pallida, forse sarà meglio chiamare un dottore >
< No Brock non ce n’è bisogno, mi farebbe piacere solo vedere Ash >
< Lo farò contattare da Tracey appena possibile >
Lei gli sorrise, per poi chiudere nuovamente gli occhi e tentare di riposare ancora un po’.
 
 
Tracey fece come richiesto. Si mise in contatto con la palestra di Cerulian e a rispondergli dall’altro capo del telefono fu Daisy.
< Caro Tracey che piacere sentirti, mi pareva di averti detto che dovevi stare con mia sorella ventiquattro ore su ventiquattro >
< Credimi a tua sorella farà meglio stare con Ash, comunque ti chiamavo proprio per questo, avrei bisogno di parlare con lui un momento >
< Te lo passo subito. >
Il ragazzo attese qualche istante al telefono, fino a quando a parlargli fu la sua voce.
< Ciao Tracey, qualcosa non va? >
< Ciao Ash, nulla di grave, si tratta di Serena >
< Serena? È successo qualcosa? >
< Stanotte è stata poco bene, ha avuto una febbre fortissima, ora sta meglio però ha chiesto di te >
< Credo di aver sbagliato tutto con lei, non dovevo farla venire qui a Kanto >
< Ma Ash non potevi prevedere dell’incidente, non è colpa tua, Brock crede sia stato il cambiamento di temperatura a procurarle l’influenza. Stanotte non ha fatto altro che chiedere di te >
< Immagino. È come se l’avessi abbandonata. Sarò a casa il prima possibile>
< A voi come vanno le cose? >
< In che senso? > avvampò talmente tanto che l’imbarazzo venne percepito anche tramite cornetta.
< Ci dovrebbe essere un senso specifico? > chiese in tono malizioso.
< No assolutamente, ha ricordato un altro piccolo pezzo, man a mano il puzzle sarà completo >
< Va bene, va bene, poi mi racconterai i particolari. Ti saluto >
< Tracey aspetta > aveva riagganciato.
Quel ragazzo era impossibile. Aveva sempre stuzzicato i due durante il viaggio, ma all’epoca Ash era ancora troppo concentrato sui Pokemon ,la sfera femminile gli era del tutto ignota.
< Cosa voleva Tracey? >
Apparve in tutta la sua bellezza.
< Nulla, mi ha solo avvertito che Serena è stata poco bene stanotte, credo che dovremmo far rientro a Pallet prima del previsto >
< Rientrare a Pallet? Credevo che fossimo rimasti qui ancora per un paio di giorni >
< Non avevo previsto l’influenza di Serena > parve giustificarsi.
< Non capisco perché dovrebbe essere un tuo problema, ci sono Tracey e l’altro ragazzo con lei >
< L’altro ragazzo si chiama Brock >
< Non è questo il punto >
< Potresti sforzarti di ricordare almeno il suo nome >
< Lo ricordo benissimo il suo nome, era per dire che ci sono loro con lei perché dobbiamo esserci anche noi >
< Lei ha chiesto di me >
Quella frase la trafisse e la fece andare su tutte le furie.
< Ha più bisogno lei di te che io? >
< Misty non ho detto questo, ma cerca di capire, quella ragazza si è trovata trapiantata in una realtà che non è la sua, io sono l’unica persona che conosce e l’ho praticamente messa da parte >
< Ed io che non ricordo neanche chi sei? >
< Non puoi paragonare le due cose, tu verrai con me a Pallet >
< Non ho nessuna intenzione di venire a Pallet >
< Perché fai così? >
< Così come Ash? >
< Cerchi di rendermi le cose più difficili >
< A volte bisognerebbe essere maturi e fare delle scelte >
< Stai insinuando che non sono maturo >
< Non ho detto questo >
< Invece si l’hai detto >
< Di un po’ hai la coda di paglia? >
< Se ti dico che l’hai detto, lo hai detto >
< Non detto niente > provò una fitta forte alla testa. Si accasciò a terra per il dolore.
< Misty? Qualcosa non va? Cosa è successo? >
Si contorse per il dolore lancinante. Quella scena l’aveva già vissuta.
< La lega del Pokemon di indigo plateau >
< Come hai detto? >
< Perché questa scena mi ricorda così tanto la lega del pokemon, che legame ci può mai essere? >
Ad un tratto il ragazzo capì. Loro avevano avuto una discussione simile quando aveva perso l’incontro con Richie e lei gli aveva dato del pigro.
< Il nesso c’è. Avemmo già una discussione simile, durante il torneo. >
< Non riesco a ricordarmene. Mi scoppia la testa >
< Sarà meglio che ti riposa >
< E tu cosa farai? Tornerai a Pallet? >
< Devo andare, sarò qui il prima possibile >
< Non c’è bisogno che tu torna. >
< Ma Misty? >
< Del resto come ho cancellato tutto quello che c’è stato già una volta riuscirò a farlo anche una seconda > era in lacrime.
< So che non pensi realmente queste cose e le dici solo perché sei arrabbiata >
< Arrabbiata? E per cosa? >
< Non ti sto abbandonando, sto solo >
< Andando da lei? > non gli lasciò il tempo di terminare la frase.
Le lacrime le cadevano giù a strapiombo.
< Non sto sparendo dalla tua vita, sarà solo per qualche ora >
< Sei già sparito una volta, se dovesse accadere di nuovo? >
< Non accadrà te lo prometto. Però devi lasciarmi andare >
< Ash? > non riusciva più a contenere le sue lacrime. Quella dannata gelosia le dava il tormento e si sentiva una vera stupida.
Lui le prese il volto tra le mani per poi baciarla con passione. Lei fu inerme a quel bacio e assaporò quel momento con tutta se stessa.
< Ti amo. Ti amo da impazzire. Non potrei mai abbandonarti. >
Sgranò gli occhi. Quel ragazzo le aveva appena detto che l’amava.
Sapeva in cuor suo che aveva aspettato quel momento da troppo tempo. Anche se non se ne ricordava lo riusciva a percepire.
Lo lasciò andare.
Corse in camera a sfogare il suo dolore sul cuscino. Lei amava dannatamente quel ragazzo. Nonostante non avesse ricordi di lui lo amava fino allo stremo.
Poi provò un’altra fitta alla testa.
Quante volte aveva versato le lacrime su quel cuscino per lui.
 
Il sole era tramontato da un bel pezzo quando Ash raggiunse Pallet. La ragazzina era ancora a letto, ma fortunatamente la febbre le era calata. Aveva un viso pallido, ma appena lo vide sprizzò gioia da tutti i pori.
< Ash finalmente sei arrivato >
< Serena, come ti senti? >
< Ora meglio, ma si può sapere perché ci hai messo tanto ad arrivare? >
< Serena ti avevo avvertito che avevo delle cose da sbrigare a Cerulian >
< Non fai altro che pensare a lei, ho aspettato con ansia il giorno per poter tornare qui a Kanto e invece tu hai rovinato ogni cosa. >
< Mi sembra di essere già stato chiaro su questa cosa >
< Sei così insensibile quando non si tratta di lei, ho covato per tanti anni questo amore, ho vissuto legata al passato per così tanto tempo e poi tutto è svanito nel nulla >
< Non è mai stata mia intenzione darti illusioni, io volevo solo realizzare il tuo desiderio di tornare qui a Pallet, ma se avessi saputo fin dall’inizio le tue motivazioni ti avrei risparmiato un viaggio >
Si accorse di essere stato tremendamente duro con lei.
La ragazza non riusciva più a contenere le lacrime.
< Ti odio Ash, vattene via. Esci fuori > era in preda alla disperazione.
< Serena, non volevo dire quelle cose >
< Ho detto vai via >
Fece come gli aveva chiesto. La lasciò in camera e nel chiudere la porta poté udire perfettamente le sue grida di dolore.
Il ragazzo più grande era accorso per le grida e nel vedere Ash capì come erano andate le cose.
< Brock? >
< Ash cosa è successo lì dentro? >
< Credo di aver sbagliato ogni cosa con Serena, se solo avessi saputo da subito le sue intenzioni, credo di averla solo illusa >
< Non fartene un problema, è normale prendersi qualche batosta in amore, te lo dice uno che è super abituato a questo. Dovrà passare solo un po’ di tempo e vedrai che dimenticherà tutto >
< Sentirla piangere mi provoca una morsa allo stomaco >
< È normale, ma vedrai che domani, dopo aver sfogato, starà già meglio >
Brock sapeva sempre come tirargli su il morale.
< Grazie. >
< Piuttosto come sta Misty? >
< Meglio, anche se abbiamo un po’ discusso, non voleva che tornassi qui >
< Noto che la gelosia non l’ha dimenticata >
< Credi sia gelosa? >
< Lo è sempre stata di te, ma tu come al solito vivevi in un mondo tutto tuo >
< Ammetto di essere stato distratto in passato su queste cose, ma credo di aver fatto finalmente chiarezza con i miei sentimenti e so per certo che il mio cuore appartiene a lei > arrossì.
< Caspita non mi sarei mai aspettato una simile dichiarazione da Ash Ketchum, non è che hai battuto anche tu la testa? >
< Non prendermi in giro >
< Sarà meglio andare a letto >
I due ragazzi si incamminarono ognuno verso la propria camera.
 
 
La ragazzina dai capelli biondi versò fino all’ultima lacrima che aveva in corpo. Aveva deciso di piangere per tutta la notte, ma poi al sorgere del sole non avrebbe più versato neanche una lacrima per lui. Mai più.
Avrebbe dimenticato ogni cosa.
Avrebbe dimenticato il loro primo incontro.
Quell’abbraccio.
Il suo sorriso.
I suoi occhi.
Avrebbe rimosso ogni traccia di lui.
Sarebbe tornata a Kalos voltando pagina, in maniera definitiva.
Ancora una volta invidiò quella ragazza dai capelli rossi. Lei era riuscito a dimenticarlo, si augurò lo stesso per lei.
 
 
Alle prime luci dell’alba Misty aprì gli occhi. La luce che filtrava dalla finestra illuminava ogni cosa nella sua stanza. Aveva ancora gli occhi rossi per il pianto, prese un fazzoletto in un cassetto e nel farlo notò una fotografia.
Impallidì nel vederla.
Quella foto ritraeva lei e Ash, durante la premiazione della lega del Pokemon. Provò nuovamente una fitta alla testa.
Improvvisamente ricordò che il giorno dell’incidente lei si stata recando a Pallet per qualcosa di importante.
Molto probabilmente era per vedere lui.
Decise che doveva raggiungerlo.
Indossò un paio di shorts bianchi e una canotta color castagna. Doveva raffiungerlo, il prima possibile. Aveva bisogno di lui.
 
Anche Serena si alzò molto presto quella mattina, aveva già preparato i bagagli e si recò in cucina per mangiare qualcosa.
Ash era già lì e lei provò un pugno allo stomaco.
Lui notò i bagagli.
< E così hai deciso di andar via >
< Si è la cosa migliore >
< Partirai oggi stesso? >
< Ho visto gli orari degli aerei, il primo disponibile è per oggi pomeriggio >
< Arriverai in tarda notte a Kalos >
< Non credo debba riguardarti >
< Perché ora fai così? >
< Per favore Ash, mi hai già strappato l’anima una volta non continuare a farlo > le lacrime scalpitavano, ma lei si era promessa che non avrebbe più pianto per lui, dopo quella notte.
Lo lasciò lì impalato e tornò in camera.
Lui ancora una volta si sentì tremendamente in colpa per quella ragazzina.
 
 
Misty corse con tutte le sue forze. Si chiese nuovamente perché quel giorno stesse andando a Pallet e soprattutto perché poi si era trovata nella foresta di Viridian. Non riusciva a ricordarlo, ma quel pensiero le provocava inconsciamente le lacrime agli occhi.
 
 
Arrivò l’ora in cui Serena doveva andar via. Salutò calorosamente Tracey e Brock, che le erano stati tanto vicini. Si dispiacque per non aver potuto salutare la madre di Ash, ma avrebbe fatto rientro solo il giorno dopo.
Sull’uscio della porta ancora una volta lui ad attenderla. Gli camminò accanto senza fermarsi.
< Non vuoi nemmeno salutarmi? >
< A cosa servirebbe? >
< Sei ancora in tempo per ripensarci, l’idea che viaggerai da sola non mi piace per nulla >
< Smettila di fingere di preoccuparti per me >
< Non sto fingendo, mi fai così crudele? >
< Tu non riesci a capire il male che mi hai fatto. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che non riesco ad odiarti >
< Non è esattamente quello che hai detto ieri sera >
< Erano solo parole dettate dalla rabbia. Non riuscirei mai ad odiarti Ash >ancora una volta le lacrime erano scalcianti.
< Forse tu avrai voluto altro, ma credimi che io ti voglio bene davvero, e sarai sempre una mia amica >
< Non voglio la tua amicizia Ash >
< Mi stai dicendo addio Serena? >
Lei guardò ancora una volta i suoi occhi. Le diedero il colpo finale. Si gettò tra le sue braccia.
Finalmente tra quelle braccia che tanto aveva ansimato.
Era in lacrime.
Odiò se stessa per non essere stata in grado di mantenere la promessa.
Lui la strinse fortemente.
Era tanto fragile.
Quella ragazzina stava soffrendo davvero tanto.
< Ti amo Ash. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo. >
< Serena, io >
< Non dire nulla, so benissimo che il tuo cuore appartiene a lei, ma rendi questo momento perfetto per i miei futuri ricordi. Stringimi Ash. Ti scongiuro. >
Lui acconsentì a quella richiesta e la strinse a sé.
 
 
Finalmente era arrivata a Pallet. Non riusciva più a stargli lontano, sentiva il bisogno di vederlo.
Erano appena le cinque del pomeriggio quando arrivò a casa di Ash, ma quello che vide non era di certo quello che sperava. Vide la ragazza dai lunghi capelli biondi tra le sue braccia. Lui la stringeva forte a sé e sembrava non volersene separare. Una lacrima le rigò il volto.
Poi accadde.
Una fortissima fitta alla testa.
La più forte che avesse mai provato.
Si accasciò in terra e prese ad urlare, fino a quando non perse i sensi.


Angolo dell'autrice:
Spero vi sia piaciuto, un forte abbraccio, la vostra Giapponesina.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Un bacio dal sapore familiare ***


Avere dei ricordi preziosi, come ognuno di noi. Lacrime che segrete sono venute alla luce e allo stesso modo sono rimaste perdute nel tempo. Sorrisi, tanti sorrisi regalati di nascosto a qualcuno che li ha rubati senza mai restituirli. Dolore e rabbia assopita in un angolo del cuore che spesso viene alla luce dando sfogo ad un lato troppo stanco, rassegnato. Avere sogni e speranze dentro noi, da voler realizzare ad ogni costo, ma avere allo stesso modo paure e dubbi che ci pongono freni. Avere una mente per valutare tante cose che spesso sfuggono sia all’anima sia al cuore.
Il ragazzo era paralizzato dalla paura. La paura di quel momento già vissuto.
La ragazza non prendeva conoscenza. I medici non si spiegavano cosa fosse accaduto.
E lui, in trepidante attesa, era lì seduto. Pregando gli dei di poter rivedere nuovamente i suoi occhi verdi poggiati su di lui.
Il ragazzo più grande lo aveva accompagnato gli posò la mano sulla spalla.
< Tranquillo Ash, vedrai che si riprenderà al più presto >
< Lo spero. >
Finalmente dopo ore di attesa un dottore si presentò dinanzi a loro.
< La ragazza ha ripreso conoscenza. Deve aver sbattuto la testa nel cadere. C’è una buona notizia. Ricorda perfettamente ogni cosa >
< Vuol dire che ha ricuperato la memoria? > il giovane allenatore era incredulo, quell’incidente le aveva fatto ritornare la memoria.
< Esattamente. Solo che la sua mente è rimasta al giorno dell’incidente a Viridian, tutto quello che è accaduto dopo l’ha completamente rimosso >
Gli cadde il mondo addosso.
Aveva dimenticato ogni cosa.
Di loro due.
Dei loro baci.
Del loro amore.
< Dottore posso vederla? >
< Certo. Si accomodi pure >
 
 
Nella casa di Ash, la ragazza dai capelli biondi aveva rinviato il suo viaggio. Ash aveva avuto bisogno di lei e non se l’era sentita di abbandonarlo.
Gli aveva detto che l’avrebbe aspettato a casa. Si mise una mano sul cuore, le batteva ancora all’impazzata.
 
Misty era a letto. La testa le faceva malissimo. Aveva gli occhi colmi di lacrime. Quel bacio l’aveva devastata.
Si sentì lo stomaco in subbuglio per la nausea. Ricordare le labbra di lui su quelle della ragazzina dai capelli biondi era un tormento. Si portò le lenzuola in volto, fino a coprirsi. Odiava se stessa per aver amato quel ragazzo per tanto tempo e aver sprecato ogni istante della sua vita a pensare a lui.
Mentre le lacrime presero a scenderle lungo il viso entrò lui.
Impallidì nel vederlo. Ma non disse nulla.
< Misty come ti senti? > le poggiò una mano sulla guancia.
< Non toccarmi > lei lo scansò con gesto rapido.
Lui deglutì vistosamente e cominciò a tremare nervosamente.
< Ma cosa ti prende? >
< Cosa mi prende? Dovresti saperlo benissimo >
< Hai avuto un incidente, hai perso la memoria, nei giorni a seguire siamo stati molto assieme e ora vengo a sapere che non te ne ricordi? >
< No caro Ash non ricordo perfettamente nulla. Sai cosa però non riesco a dimenticare? Diamine mi fa schifo solo parlarne >
Il ragazzo capì a cosa si stava riferendo. Lei era rimasta al giorno dell’incidente e quell’incidente l’aveva avuto per aver visto il bacio con Serena.
< So a che cosa ti stai riferendo, ma credimi che posso spiegarti >
< Spiegarmi? Cosa dovresti spiegarmi? Non mi devi nessuna spiegazione. Tu sei libero di fare quello che vuoi. >
< E invece ora mi ascolti. Quel bacio non è contato nulla. Non sono riuscito ad evitarlo, io non sono innamorato di Serena >
< E così si chiama Serena, sembrava davvero molto carina > la voce le tremava.
< Non è possibile che non ricordi i giorni passati assieme. Dimmi che almeno ricordi quello che è successo l’altra notte >
< Forse non ti è chiaro? Vuoi che te lo ripeti? Mi basta il ricordo di quella scena nauseante. Sono stata una stupida, non ho fatto altro che aspettarti per tutto questo tempo e tu invece > si portò le mani al volto, era disperata.
< Misty io >
< Non voglio sentire nulla. Vattene via. >
Le sue grida attirarono l’attenzione dei medici che portarono il ragazzo fuori.
< Un attimo per favore devo parlare con  lei >
< Signor Ketchum, ora non è il momento. La ragazza ha bisogno di tranquillità >
Non ci fu nulla da fare, non riuscì a dirle che l’amava dannatamente.
 
Il ragazzo entrò in casa come una furia. Diede un pugno fortissimo sul tavolo rovesciando un bicchiere d’acqua in terra.
< Dannazione! > era furibondo.
Il giovane artista accorse in cucina dopo aver sentito il rumore di vetro. Nel vedere la scena si preoccupò.
< Ash cosa sta succedendo qui? >
< Cosa potrebbe esserci di peggio? Non riesco a crederci >
< È forse successo qualcosa a Misty? >
< Ha recuperato la memoria >
< Non capisco allora perché sei così nervoso? >
< Ha rimosso invece tutto quello che è avvenuto dopo. Sembra incredibile, come se avesse vissuto un sogno ed è rimasta alla scena di Viridian >
< Ash, cosa ha visto Misty quel giorno nella foresta? >
< Serena mi baciò quel pomeriggio e caso volle che Misty si trovava proprio lì in quel momento. Ed ora non vuole più vedermi a causa di quel bacio, avendo rimosso invece il bacio che c’è stato tra me e lei >
< Fermo un attimo? Vuoi dire che tu e Misty? Non posso crederci >
< Diciamo che per lei è come se non fosse successo, non se ne ricorda >
< Perché non glielo hai detto? >
< Non me ne ha lasciato il tempo, mi ha praticamente scaraventato fuori dalla stanza >
< Tipico di Misty, quel bacio con Serena l’avrà devastata >
< Il fatto è che per me Serena non conta nulla io sono innamorato di lei, e invece lei non vuole vedermi. Che razza di situazione >
< Sta tranquillo, bisognerà solo parlarle. Aspetta che si sarà ristabilita del tutto e poi le dirai la verità >
< Spero tanto che me ne dia la possibilità >
Tracey prese a raccogliere i pezzi di vetri sparsi sul pavimento e Ash, mortificato, lo aiutò.
 
 
La ragazza dai capelli biondi aveva sentito ogni cosa. Non era sua intenzione origliare, ma le sue grida erano arrivate fino alle sue orecchia.
Aspettò che entrambi fossero nelle loro camere. Prese a scrivere un biglietto e lo poggiò sul tavolo, prese il suo bagaglio e lasciò per sempre Pallet.
 
Ormai la mia presenza qui non ha più alcun senso. Ho sentito le tue parole, anche se la verità la conoscevo già. Non mi resta che augurarti buona fortuna, credimi ne avrai bisogno, anche perché per chi ama davvero non è facile rimuovere un bacio con un’altra persona. Addio per sempre Ash.
Serena.
 
 
La ragazza non riusciva a dormire. Le immagini di quel bacio erano così vivide dinanzi ai suoi occhi. Come aveva potuto rimuoverlo così facilmente. Prese a piangere al pensiero di lui tra le braccia di quella ragazza dai capelli biondi. Come una stupida si era recata di corsa da lui per riabbracciarlo, mentre lui era abbracciato ad un’altra. Doveva andarsene.
Sparire sia da Pallet, che da Cerulian sia da ogni posto in cui lui poteva trovarla. Per la prima volta in vita sua riuscì ad odiarlo. Le aveva letteralmente strappato il cuore dal petto.
 
Alle prime luci dell’alba Ash era già in piedi, in cucina vide il messaggio che Serena gli aveva lasciato. Lo strappò e gettò nel cestino. Ora non aveva più tempo per pensare a lei.
Si recò in ospedale sperando di riuscire a parlare con lei.
Si sorprese di trovarla già sveglia, era intenta a guardare dalla finestra, era dannatamente bella.
< Buongiorno Misty > disse timidamente.
Le sobbalzò alla sua voce.
< Cosa ci fai tu qui? Ti avevo detto >
< Di sparire lo so, credimi lo farò non appena mi avrai ascoltato, ti scongiuro non urlare, gli inservienti non mi hanno visto entrare >
< Cosa vuoi ancora da me Ash? Mi è bastato vedere quella scena pietosa >
< Se mi ascoltassi un attimo! Quel bacio non è contato nulla, io, io non provo nulla per Serena >
< Questo me l’hai già detto ieri, anche se le tue labbra quel giorno dicevano ben altro >
< Non sono riuscito a fermarla, mi prese alla sprovvista, come devo spiegartelo? >
< Non mi devi nessuna spiegazione Ash, io e te siamo solo amici, tu puoi fare quello che vuoi e con chi vuoi >
< Allora perché mi stai trattando così? >
Lei impallidì.
Lo amava terribilmente, ma non poteva ammetterlo, non dopo quel bacio con l’altra.
< Ecco io >
La sua fragilità la rendeva ancora più bella.
Le si avvicinò e le prese il viso tra le mani.
Lei lo guardava con stupore e non riuscì a dire nulla.
Poi le sue labbra poggiarono su quelle di lei.
Si sentì invadere da un calore intenso. Ogni fibra del suo corpo prese a vibrare e il cuore le stava per esplodere.
Il contato con le sue labbra le fece venir meno la terra da sotto i piedi.
Lui la stava baciando.
Provò una fitta alla testa.
Quelle labbra.
Quel sapore.
Era tutto così familiare, ma non riusciva a capirne il motivo.
Si staccò da lui.
Arrossì notevolmente.
< Misty io >
< Per favore Ash, lasciami sola > aveva le lacrime agli occhi.
Lui rimase di stucco per quella reazione, si sarebbe aspettato ben altro. Possibile che lei non era mai stata innamorata di lui e che solo quella Misty priva di memoria lo era.
< Non ha significato nulla per te? Dimmi che non sono importante per te e andrò via >
Prese a piangere come una stupida. Lei lo amava terribilmente, ma l’immagine di lui e l’altra stretti e con labbra congiunte la tormentava.
E poi quel bacio così improvviso, ma dal sapore così familiare.
< Per favore Ash > si portò le mani in volto.
Lui uscì dalla stanza sbattendo con violenza la porta.
Le lo osservò senza dire una parola. Non capiva perché l’aveva mandato via. L’amava con tutta se stessa e l’aveva mandato via.
 
Il ragazzo era devastato. Distrutto.
Non aveva più senso rimanere li a Kanto, doveva andarsene per cercare di dimenticare il tutto. Prese a fare i bagagli con frenesia, mettendoci dentro tutto quello che gli capitava sotto mano. Diede uno sguardo a quella foto. Quella maledetta foto appesa al muro. La tirò giù per poi riporla in un armadio. Non voleva più saperne di lei. Nulla.
Prese a comporre energicamente, un numero sul telefono.
< Si salve, vorrei prenotare un biglietto aereo per Kalos, si il prima possibile. Va bene. Certo Ash Ketchum, grazie >
Brock lo raggiunse in camera e nel vedere i bagagli capì che le cose tra lei e la ragazza non erano andate nel verso giusto.
< Sei in partenza? >
< Così si direbbe >
< Quando hai intenzione di partire? >
< Ho l’aereo stasera alle otto >
< Cosa stasera? Ma non sarà un tantino frettoloso? >
< Non ho nulla che mi trattiene a rimanere qui >
< Non vuoi nemmeno salutare tua madre? >
< Le lascerò un biglietto >
< Perché vuoi scappare? >
< Scappare? Tu non sai come ha reagito. >
< Ed è solo per questo che vai via? Ti arrendi al primo ostacolo? >
< Ho passato l’intera settimana al suo fianco per tentare di farle ricordare chi ero e ora che ci è riuscita mi odia al punto di non volermi più vedere. Forse era meglio che non avesse mai recuperato la memoria >
< Non dirlo neanche per scherzo. Questo è un ragionamento egoistico. Lei ci tiene molto a te, dalle il tempo di metabolizzare il tutto >
< L’ho baciata. >
< Come? >
< Volevo farle ricordare il bacio dell’altra sera e trasmetterle le mie sensazioni, ma non credo l’abbia presa bene. Ha cominciato a piangere e mi ha mandato via >
< Forse non se lo aspettava. >
< Poteva avere un po’ più di tatto >
< Ma Ash? È appena rinvenuta da un incidente e ha ricordato di averti visto baciare Serena, e poi tu la baci, come avrebbe potuto avere del tatto? >
< Ormai ho deciso. Starà meglio senza di me >
Il ragazzo decise di non insistere, del resto quella era la sua vita.
 
Spiegò il tutto a Tracey, che decise di recarsi da Misty per dirle come stavano le cose.
Lei lo accolse con un timido sorriso.
< Ciao Tracey >
< Come ti senti? >
< Un vero schifo >
< Per l’incidente o per lui? >
< Secondo te? >
< Io conosco già la risposta, mi farebbe piacere sentirlo dalle tue labbra >
< Mi ha baciata. >
< Bene >
< Come bene? >
< Non era questo che aspettavi quasi da sempre? >
Lei arrossì.
< Si >
< E quindi? Perché sei in questo stato? >
< Lui ha baciato anche un’altra ragazza >
< Veramente è stata Serena a baciare lui >
< Quindi la conosci anche tu? Sono l’unica ad essere fuori dal mondo? >
< Veramente l’hai conosciuta, solo che non te ne ricordi. Come non ricordi quanto ti è stato accanto Ash in questi giorni per aiutarti. >
< Lui mi è stato accanto? >
< Ricordavi quasi tutto tranne lui. Si sentiva devastato per questa cosa. Ti ha portato sul luogo del vostro primo incontro >
< Al fiume di Viridian? >
< Già, poi ti ha fatto trascorrere una notte nella foresta, avete dormito lì come ai vecchi tempi. Quel ragazzo ha cercato con tutte le sue forze di fare in modo che tu te ne ricordassi >
< Mi sembra così irreale che io sia riuscita a dimenticarmi di Ash. Però ho la sensazione di aver vissuto con lui momenti speciali, ma sembrano così poco nitidi come un sogno lontano >
< Lui è innamorato di te, mentre tu lo stai facendo soffrire >
< Ora si sarebbero invertite le paryi? Fino a prova contraria sono io qui a piangere per quello stupido di un ragazzino >
< Quello stupido di un ragazzino, dopo aver fatto ogni cosa per aiutarti, dopo averti dichiarato i suoi sentimenti, dopo che tu te ne sei completamente dimenticata, e dopo che ha riprovato a farlo, ma tu l’hai respinto è tra poco sarà diretto su un aereo verso Kaolos >
< Cosa? >
< Però se per te conta più un bacio rubato con una ragazzina che per lui non conta nulla >
< Tracey sai benissimo che io lo amo. Lo amo da impazzire. E quel bacio che mi ha dato > provò nuovamente una fitta alla testa.
< Misty stai male? >
Ad un tratto tutto fu chiaro.
L’incidente.
La perdita di memoria.
Il suo viso.
I suoi occhi.
La notte sotto quel cielo stellato di Viridian.
Il Caterpie.
L’incontro di Pokemon a Cerulian.
Di nuovo i suoi occhi.
Le sue labbra.
Quelle labbra sempre più vicine alle sue.
Il bacio.
Quel sapore inebriante dei suoi baci.
Ricordava perfettamente ogni cosa. Quella notte a Cerulian lui l’aveva baciata e poi confessato il suo amore. Come aveva potuto dimenticare una cosa tanto importante.
< A che ora partirà? > era sconvolta.
< Abbiamo ancora venti minuti >
Guardò l’orologio. Alle otto sarebbe andato via.
< Devo sbrigarmi, non voglio lasciarlo andar via > prese a correre con tutte le sue forze e il ragazzo cercò di tenere il suo passo.
 
 
I frastuoni dei motori rimbombavano nell’aria e nella sua testa. Ma ciò che faceva più rumore era il suo viso. Non faceva altro che pensare a lei. Non aveva fatto altro che provocarle dolore, ma ora l’avrebbe lasciata in pace. Dal megafono una voce di una ragazza annunciò un volo. Era il suo. Si avviò verso gli imbarchi dando un ultimo sguardo alle sue spalle. Sperò per un attimo di trovarsela lì, ma di lei neanche l’ombra.
 
 
La ragazza corse con tutta la forza che aveva in corpo. Le lacrime copiose le scendevano dagli occhi. Non poteva lasciarlo andar via.
Arrivò all’aeroporto allo stremo delle forze, ma non aveva tempo per riprendere fiato, doveva trovarlo.
Cercò tra la folla il suo volto, ma nulla. Si diresse a gran velocità verso gli imbarchi e impallidì nel vedere che erano stati chiusi. Li oltrepassò lo stesso. Una giovane donna la inseguì.
< Lei non può stare qui, mi ascolta >
< La prego devo andare, devo fare in modo che non parta >
< L’aereo è già in moto, decollerà a brevissimo >
< Mi lasci passare > la spinse oltre per ritrovarsi all’esterno sulla pista di decollo.
Un rombo di motori la colpì in pieno. L’aereo si era distaccato da terra. Su quell’aereo c’era il suo più grande amore. L’aveva perso per sempre.
Ancora una volta quella stupida paura di ammettere di amarlo l’aveva allontanata da lui.
Si accasciò in terra ancora sulla pista di decollo, prese a piangere, mentre quell’aereo diventava sempre più un puntino in lontananza.
La donna in divisa riuscì a raggiungerla.
< Per tutti gli dei signorina! Lei non può stare qui è pericoloso. Venga >
< Mi lasci stare, la prego > era in preda alla disperazione.
La donna riuscì ad alzarla e l’accompagnò all’interno della saletta.
< Le posso offrire una tazza di tea? >
< Ormai è tardi, l’ho perso per sempre. Se n’è andato. Sono stata una stupida >
Quella ragazza era inconsolabile. Poi un ragazzo, con l’affanno, le raggiunse. Tracey disse alla donna che se ne sarebbe occupato lui. La donna li lasciò soli ancora sconcertata per l’accaduto.
< Misty calmati, per favore >
< Sono arrivata tardi Tracey, perché l’ho lasciato andar via? Perché >
Si gettò tra le sue braccia e sfogò tutto il suo dolore. Il ragazzo la strinse forte a sé per tentare di lenire quella sofferenza tanto lancinante che straziava gli animi di tutti i presenti.
Ormai era troppo tardi, lei l’aveva perso per sempre.


Angolo dell'autrice:
Ecco postato il mio settimo capitolo, ringrazio voi tutti per avermi dimostrato affetto e stima e per aver approvato appieno questa storia, spero ancora una volta di non deludervi. Buona lettura!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** ricordi troppo importanti ***


Scusate per l'attesa, ma ho avuto davvero tante cose da fare, volevo prolungare la storia, ma non ho molto tempo, quindi pubblico solo il finale. Non mi piace lasciare le cose incompiute. Grazie ancora a tutti voi, un forte abbraccio.


Spesso per un secondo si può perdere l’occasione della vita. Essere lì ad un passo dal nostro obiettivo, dal nostro sogno per poi vederlo sfumare. Tutto appare spento e desolato sia intorno che dentro, ma perdere la speranza darebbe solo il colpo finale. Perché a volte l’occasione migliore arriva proprio quando tutto sembra perduto.
La ragazza era ancora tra le braccia di Tracey, singhiozzava vistosamente, ignara del luogo in cui si trovava.
Lui le parlò con voce calda e dolce.
< Coraggio Misty, torniamo a casa, ti preparo una bella tazza di tea >
Lei lo guardò negli occhi.
I suoi occhi erano così arrossati e gonfi.
Acconsentì col volto.
Ma era stremata per potersi rialzare, così il ragazzo decise di andarle a prendere una bella cioccolata calda.
Lei rimase lì a fissare ancora una volta quella pista di decollo, dove un attimo prima aveva preso il volo l’aereo cu cui si trovava Ash. Nuovamente una lacrima le rigò il volto.
Si fece forza e decise di raggiungere Tracey.
Quando una voce la fece sussultare.
< Dove credi di andare? >
Impallidì.
Venne freddata da quella voce. Si girò cautamente.
E nel vederlo le venne a mancare la terra sotto i piedi.
< Ash? >
< Volevi andar via senza neanche salutarmi? > le sorrise.
< Ma io credevo che tu, cioè l’aereo per Kalos. Sei tu che stavi per andare via senza salutarmi > cominciò ad inveirgli contro e le lacrime ripresero a scenderle lungo il viso.
< Era questa la mia intenzione, ma non ce l’ho fatta. Non riuscirei a starti lontano > apparve sul suo viso un rossore così spontaneo.
< Non devi starmi lontano. >
< Come? >
< Io sono stata una stupida Ash, non ho mai pensato, neanche lentamente, di allontanarti da me. Quando mi hai baciata sono stata travolta in un mondo surreale, e quel bacio, il sapore di quel bacio mi ha fatto ricordare ogni singola cosa >
< Vuoi dire che ricordi tutto? >
< Si Ash, ogni singola cosa >
< Perché non me l’hai detto subito? >
< Avevo così paura. Ma quando ho realizzato che ti stavo per perdere ho capito che dovevo fermarti ad ogni costo > riprese a piangere.
< Tu non mi avresti mai perso. Perché vedi, io ti amo. Ti amo da impazzire Misty >
< Ash? >.
Si gettò tra le sue braccia, continuando a versare lacrime. Lacrime dal sapore diverso. Lui cercò le sue labbra fino a raggiungerle. La baciò con immensa passione e lei si lasciò esplorare liberamente.
Finalmente quelle labbra erano posate su di lei.
< Perdonami per tutto il male che ti ho causato >
< Non ha importanza, ti amo tantissimo Ash Ketchum > questa volta fu lei a cercare la sua bocca.
Travolti in un turbine d’amore, completamente ignari dello sguardo dei presenti. Solo loro due e il loro immenso amore.
 
Il ragazzo prese due tazze fumanti di cioccolata calda e tornò verso gli imbarchi dove aveva lasciato la ragazza. Ma nel vedere la scena per poco non rovesciò tutto in terra.
< Ash? Ma cosa succede qui? Credevo che fossi su quell’aereo >
< In effetti dovevo esserci, poi ho realizzato che la cosa più importante per me si trova qui a Kanto > e guardò la ragazza negli occhi che arrossì vistosamente.
< Come si vuol dire, tutto bene ciò che finisce bene, ho appunto due cioccolate qui, prendetele io ne vado a prendere un’altra. Ci vediamo dopo a casa Misty >
Lei capì subito le intenzioni del suo caro amico Tracey.
Si accomodarono su una poltrona sempre lì vicino, vi era un’enorme vetrata sulla pista, da dove partivano tantissimi aerei.
< E pensare che dovevi essere su uno di quegli aerei. Come avrei fatto senza te > le si fecero gli occhi lucidi.
< Non pensarci, ora sono qui con te. È questo che conta no? >
< Certo >
Si abbandonò al suo abbraccio. Essere tra le sue braccia era il posto migliore al mondo.
Lui le carezzava i capelli, erano così morbidi e setosi.
< Quando hai ricordato del nostro bacio a Cerulian cosa hai pensato? > arrossì.
< Mi è salito il cuore in gola, ma non solo per il bacio. Quando ho ricordato tutto quello che hai fatto per me, ho capito che ero importante per te ed ho trovato il coraggio di venirti a cercare. >
< Non è stato facile, a volte eri davvero insopportabile, ma per te avrei fatto davvero ogni cosa >
Lei lo baciò teneramente.
< Non credere che ora sarò sempre così carina e dolce. >
< Ti confesso che quando ti arrabbi diventi ancora più bella >
Quel complimento così spontaneo la fece avvampare.
< Torniamo a casa? >
Lui acconsentì.
Per poi incamminarsi, mano nella mano, verso Pallet.
 
 
La ragazza dai capelli biondi era appena atterrata nella sua Kalos, da sola, senza lui. Ripensò al momento della partenza, era così entusiasta di quel viaggio verso Kanto, ma poi tutto si era tramutato in un incubo. Volse lo sguardo al cielo e una lacrima le rigò il volto.
 
 
Brock si sorprese nel vederli a casa a Pallet. Era convinto che il ragazzo a quell’ora fosse già alto nel cielo in volo verso Kalos.
< Vedo che qualcuno è riuscita a trattenerti qui a Kanto? > gli sorrise.
< Avrei commesso l’errore più grande della mia vita a partire. > ammise mortificato il giovane allenatore.
< L’importante è che te ne sia accorto in tempo >
< Già >
Lei li fissava incuriosita, ritrovarsi tutti e tre assieme in quel momento le fece riaffiorare ricordi bellissimi, ricordi che per un breve periodo l’avevano abbandonata.
< Cos’hai da sorridere Misty? >
< No nulla Brock, stavo solo ripensando a delle cose > arrossì.
Il ragazzo le sorrise teneramente per poi lasciarli soli.
Ash le si avvicinò e la strinse forte a sé. Cominciò a inalarne il suo dolce profumo.
< Sei così bella Misty >
Lei arrossì notevolmente, adorava sentirselo dire da lui.
< Sembra così incredibile che per un tempo sia riuscita a dimenticarmi di te >
< Credimi che è sembrato surreale anche a me. >
< Già >
< Ma sarei riuscito a farti ricordare di me a qualunque costo >
Lei lo guardò dritto negli occhi.
Poi lui la baciò.
E quel bacio suggellò il loro amore.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2447955