La Scuola di Magia

di Louise98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Una nuova vita al villaggio Ninji ***
Capitolo 3: *** Lettera da Lafyon ***
Capitolo 4: *** Primo giorno all'Accademia ***
Capitolo 5: *** L'ufficio della direttrice e il passato di Jack ***
Capitolo 6: *** Incontri nella foresta ***
Capitolo 7: *** Nell'attimo in cui ***
Capitolo 8: *** Il bagno di Mirtilla Malcontenta ***
Capitolo 9: *** I sentimenti di Nigel e Shima ***
Capitolo 10: *** Lo scontro finale ***
Capitolo 11: *** Le quattro case ***
Capitolo 12: *** La scelta di Mei ***
Capitolo 13: *** Un futuro solitario ***
Capitolo 14: *** L’eternità in una piccola mano (finale alternativo) ***



Capitolo 1
*** Dove tutto ebbe inizio ***


Fuoco, fuoco ovunque. In qualsiasi direzione si guardasse, si vedevano solo fiamme, e nell’aria si poteva sentire solo quell’acre odore di sangue. Tutto attorno era rosso. In mezzo a questo cerchio di fuoco c’era una piccola bambina seduta a terra. Aveva i capelli lungi e rossi raccolti in una coda alta, degli occhi arancioni che riflettevano tutto l’orrore che la circondava. Aveva delle strane orecchie, non erano umane: erano appuntite, come quelle di un elfo. La sua bocca tremolava, voleva urlare, ma sembrava che qualcosa la bloccasse. Indossava dei semplici pantaloni di seta color sabbia e una maglia lunga blu, mentre ai piedi portava sandali anche questi color sabbia. Tutto ciò che indossava era bruciato in alcuni punti dalle fiamme, persino il suo corpo era pieno di bruciature e tagli. A prima vista poteva sembrare una bambina che non sa badare a sé stessa, ma in realtà aveva un carattere che si addice più ad una persona adulta che ad una bambina di appena 6 anni.
<< Mamma!! Papà!! >> urlò la piccolina con le lacrime agli occhi.
<< E’ inutile che gridi, non ti possono sentire: sono tutti morti! >>
La bambina rabbrividì.
<< E tu? Perché respiri ancora? Beh, sei solo una mocciosa. Non puoi fare niente contro il Grande Demone!! >> La figura oscura mostrò il dorso della mano alla bambina. << Quello che voi definivate “il più potente del villaggio” è riuscito solamente a farmi questo graffietto. >> detto questo il demone scoppiò in una malefica risata.
L’elfo incominciò a non vederci più dal dolore così si alzò, prese la spada che era vicino a lei, e si avvicinò a fatica verso l’essere.
<< La Spada Celeste... >> sussurrò il demone. << Avanti, dammela bamboccia!! >>
<< B-bamboccia… Mocciosa… Ti credi grande solo perché ti chiamano Grande Demone? >>
<< C-co-che cosa!?! >>
<< A prima vista sembri un cittadino comune. Hai l’aspetto di un umano, non quello di un demone… >> disse con un tono da “so-tutto-io” mentre tratteneva le lacrime.
<< Come ti permetti?!? Pensavo di risparmiarti la tua sporca e inutile vita perché eri una bambinetta da niente, ma ora mi hai veramente stancato!!! >> detto questo cominciò a lanciare sfere di fuoco contro l’elfo, che però, avendo la leggendaria Spada Celeste in mano, neutralizzò gli attacchi.
<< Allora è vero… >> disse il demone incredulo.
Nel frattempo la piccolina corse con le poche forze che aveva verso il demone ancora sorpreso per la Spada Celeste e gli graffiò l’addome.
<< Dannata marmocchia!! >> gridò premendo le mani sulla ferita. << Fortunatamente voi elfi non avete vita eterna, quindi tornerò per prendermi la spada!! Addio
nanerottola!! >> il Grande Demone sparì con uno schiocco di dita. << Addiooo… >> quella parola rimase nell’aria per qualche lungo e interminabile secondo e poi svanì anch’essa.
La piccolina incominciò ad urlare e a piangere tutte le lacrime che aveva in corpo fino a quando gli occhi non le caddero sulla lama della spada.
<< C’è il sangue di quel, quel maledetto demone. >> Si fermò a riflettere. << Tornerà quando sarò morta, e se non morissi? Ma certo!!! Speriamo che questo sangue basti… Prima però sarebbe meglio spegnere il fuoco. Ghost Rider! >> dopo aver pronunciato questa formula elfica, si manifestò un potentissimo vento che allargò il cerchio di fuoco attorno alla bambina. << Jack Frost! >> a queste ultime parole di fronte all’elfo apparì una figura. Era un ragazzo fantasma. Aveva dei grandissimi occhi del colore del ghiaccio e dei capelli bianchi candidi. Indossava una felpa blu con dei piccoli decori invernali bianchi sul petto e alle estremità delle maniche, un paio di pantaloni stretti marroni che arrivavano poco sopra alla caviglia, ed era scalzo. In mano teneva un bastone di legno alto tanto quanto lui con un semicerchio alla fine, nel punto in cui lo teneva si vedeva del ghiaccio.
<< Ehilà cuginetta! >> disse la nuova figura.
<< Ciao c-cugino! Potres- >>
<< Non dire altro, ho capito. >> la interruppe il cugino e, vedendo ciò che li circondava agitò il bastone creando una un vortice d’aria potentissimo che spense le fiamme.
<< Grazie. >> disse sorridendo la bambina.
<< Questo e di più per la mia cuginetta! >> esclamò facendole un sorriso. << Ehi, come mai è sporca di sangue quella Spada? >> disse preoccupato.
L’elfo guardò il fantasma dritto negli occhi, e quest’ultimo capì.
<< Andiamo via, vieni con me. >> disse porgendole la mano.
<< Aspetta, devo fare una cosa… >>
<< Beh, almeno dammi la spada, rischieresti di ferirti. >> disse lui avvicinandosi alla spada.
<< Fermo! >>
<< C-cosa? >> disse il fantasma ritraendo la mano.
<< Mi serve… >>
<< Come sarebbe a dire ti serve? E’ pericolosa! >> disse lui riavvicinandosi a lei.
Lei protese la mano destra verso il cugino.
<< Motionless! >> pronunciata questa formula il fantasma si bloccò e in quell’istante il bastone cadde.
<< Perché? >>
<< Non ti preoccupare, non dovresti rimanere fermo molto a lungo, giusto il tempo per finire… >> dicendo questo si strappò la manica sinistra.
<< F-finire cosa? >>
La piccolina impugnò l’elsa della Spada Celeste con la mano destra, tese il braccio in’avanti e mise delicatamente la mano sinistra a metà della lama. A questo punto mollò la presa a destra e con la sinistra girò la spada in modo che la punta della lama fosse rivolta verso di lei. In questo modo il sangue del Grande Demone si spostò lentamente all’estremità dell’arma. Mise la mano destra al posto di quella sinistra e fece scivolare quest’ultima sul fianco. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Avvicinò la punta della spada sul petto, poi la spostò con movimenti lenti verso la spalla, si abbassò di qualche centimetro e appoggiò la punta alla carne. Fece pressione fino al punto da far uscire il suo stesso sangue e poi incominciò a disegnare una delta greca in carattere minuscolo grande quanto l’indice, il medio e l’anulare quando sono attaccati. In questo modo il sangue della belva entrò nelle ferita che l’elfo subito coprì con la mano destra lasciando cadere la spada.
<< Bond of blood! >> pronunciata questa formula cadde prona con la mano ancora ferma sulla ferita, e in quell’istante l’incantesimo lanciato precedentemente al cugino si ruppe. Il fantasma corse verso la bambina e l’abbracciò forte incominciando a singhiozzare.
<< Piccolina mia… Perché l’hai fatto? >> le scostò la frangetta dal viso,le guardò il viso, le tolse la mano destra della ferita e vide quel segno. Rabbrividì e le strinse forte la mano.
<< So che il mio potere non riesce a curare completamente altre persone, ma cerco di fare quello che posso… Ice Flame!! >>
I loro corpi vennero circondati da un vortice di fuoco azzurro che curò le ferite e risistemò i vestiti della bambina. Era tornata normale, non aveva più nessuna bruciatura o tagli, nulla. Il fantasma alzò la manica dell’elfo e vide che la ferita che si era inferta non sanguinava più, ma era rimasta una bruttissima cicatrice rossiccia.
<< Ti proteggerò io, non ti abbandonerò mai. >> sussurrò piangendo. << Ora andiamo al villaggio qui vicino, in modo che tu possa farti una nuova vita insieme ad elfi della tua età. Mi chiedo perché continuino ad insegnare incantesimi di questo tipo a dei bambini piccoli come loro… >> prese la Spada Celeste, fece un respiro profondo e aprì un portale per il villaggio accanto.
Arrivato alle porte del villaggio Ninji, Jack cercò Tanaka, il capo del villaggio, per chiedergli una capanna per la sua cuginetta.
<< Jack! >> esclamò una voce un po’ roca.
<< Uh? Ciao Tanaka, stavo proprio cercando te… >>
<< Davvero? E a che proposito? >>
<< Ecco, questa e mia cugina. Il nostro villaggio è stato attaccato dal Grande Demone e lei è l’unica sopravvissuta. >>
<< Ma è terribile… >> disse portandosi una mano di fronte alla bocca.
<< Hai per caso una piccola capanna libera per farla riposare per un po’? >> chiese il fantasma.
<< Certamente, te la mostro subito. Oh, aspetta, come si chiama la piccolina? >>
<< Lascio a lei la parte delle presentazioni.  >>
<< Oh, ok..>> Dopo un paio di minuti arrivarono alla capanna.
<< Ecco, è questa entra pure.>
<< E’ bellissima! Guarda che non serviva così tanto… >>
<< Ah, figurati! Questo è poco in confronto a quello che hai fatto tu per mia figlia… >>
Dopo queste parole piombò un silenzio imbarazzante tra i due.
<< B-beh, questa è la camera da letto, fate come se foste a casa vostra. Se avete bisogno di qualcosa, non esitate a chiamarmi! >>
<< Certo. Grazie ancora Tanaka. >>
<< Di niente. >> il capo villaggio uscì, chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle.
Jack appoggiò delicatamente il corpo della sua amata cuginetta e si sedette a mezz’aria vicino a lei.
<< Riprenditi piccola mia, riprenditi ti prego! >>

ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! Ho rimesso a posto questa mia storia perché mi sono accorta che le impostaioni che avevo precedentemente selezionato non erano adatte a questa fanfiction. So che la ragazzina è molto piccola, però questa età mi ispirava, e poi (come ha detto Jack) gli elfi sono molto capaci e intelligenti, quindi a quell'età ci si può aspettare di tutto ;D
Spero che questa fanfiction vi piaccia, e recensite, mi raccomando! :D
Alla prossima,
Louise98

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Capitolo 2
*** Una nuova vita al villaggio Ninji ***


Passarono alcune ore, ma gli occhi del piccolo elfo erano ancora chiusi. Il fantasma pensò alla vita della cugina senza una vera famiglia, si sedette sulla sedia vicino al letto, appoggiò le braccia sul materasso, le incrociò, ci mise la testa sopra e cominciò a piangere. In quell’istante qualcuno busso alla porta.
<< Jack! Sono io, Shizuka! >>
Il fantasma si asciugò le lacrime con la manica della felpa e si diresse verso la porta d’ingresso.
<< C-ciao Shizuka… >> disse lui con tono triste.
<< State bene? >>
<< Io sì, ma lei no si è ancora svegliata. Tu invece stai bene? >>
<< Beh, diciamo che ho avuto momenti peggiori >> disse lei facendogli un sorriso.
<< Oh, entra pure! >>
<< Grazie mille. >> disse lei mentre Jack chiudeva la porta e le faceva segno di avanzare.
<< E di cosa? >> chiese.
<< Per tutto quello che hai fatto! >>
Tra i due cadde un lungo silenzio che venne interrotto da un fruscio. Il fantasma scattò subito verso la camera della piccolina, seguito da Shizuka. Appena entrarono videro il piccolo elfo che cercava di alzarsi tra un dolore e l’altro.
<< Urgh! >>
<< Non ti muovere! >> disse il fantasma avvicinandosi. << Hai bisogno di riposo per recuperare a pieno le energie. >>
<< S-sto bene… Non voglio più stare distesa… >> disse la bambina.
<< Non fare storie, sai meglio di me che hai bisogno di molto riposo dopo tutto quello che hai passato! >>
La piccolina si arrese.
<< Sei affamata? Vuoi un po’ d’acqua? >>
<< Sto bene. >> ripeté lei. << Lei è Shizuka, vero? >>
<< Uhm, sì, è arrivata ora… >>
<< Piacere di conoscerti. >> disse con un sorriso la ragazza.
<< P-piacere mio. Potresti dirmi tra quanto tempo potrò rialzarmi per sgranchirmi un po’ le gambe? >>
<< Se stai l’ ancora un’oretta dovrebbe bastare… >> disse il fantasma.
L’elfo tornò a posare lo sguardo su Shizuka. Era proprio bella. Aveva dei capelli rosa lunghi circa fino a metà schiena con un nastro rosso che li raccoglieva in una coda, dei grandi occhi rosa pallido, e anche lei aveva le orecchie a punta. Indossava una semplice maglietta rossa, dei pantaloni si seta marroni lunghi fin sotto al ginocchio, e ai piedi aveva dei sandali rossicci.
<< Umh… >> disse la bambina tornando a guardare il viso del fantasma. << Ok! >> detto questo si rimise sotto le coperte, si girò sul fianco destro, voltando le spalle ai due ragazzi, e chiuse gli occhi cercando di dormire.
<< Beh, io vado ad aiutare fuori, a presto. >> disse Shizuka.
<< Oh, sì, io r-rimango qui a farle compagnia. >>
<< Ciao! >>
<< Ciao! >> disse Jack.
Per quell'ora il fantasma rimase a fissare un po’ il vuoto e un po’ la sua amata cuginetta, finché quest’ultima non si mosse.
<< Avevi ragione, ora sto molto meglio! >> esclamò sedendosi.
<< Sono contento >> disse sorridendo.
<< T-ti piace, vero? >>
<< C-che cosa!?! C-chi? >>
<< Shizuka! >>
<< Cos-? No, cioè… Ora non più… >> disse abbassando lo sguardo.
<< S-senti, so che non è una cosa molto delicata chiedertelo, ma potresti raccontarmi che cos’è successo quel giorno? >>
<< Beh, ecco.. >> fece un sospiro e riprese << Ok. Come ben sai, io sono morto da quasi un anno, più precisamente da 10 mesi. Era una fredda mattina d’inverno, ed ero andato da Shizuka per chiederle se voleva venire a pattinare al lago ghiacciato con me, e lei accettò. Andammo al lago, ci infilammo i pattini e lentamente cominciammo a camminare. Ad un tratto la lastra di ghiaccio sotto i miei piedi si ruppe e io andai sott’acqua. Lei cominciò a chiamarmi e a cercare qualcosa per tirarmi su, finché non tornai su e le dissi di correre al villaggio e di chiamare qualcuno. All’inizio esitò, ma poi si tolse in fretta i pattini e corse via. Nel frattempo io cercai di uscire, ma il ghiaccio era troppo scivoloso. Ci provai per molte vote, ma incominciavo ad essere stanco e, pian piano cominciai ad andare sempre più giù. Ero sfinito, le forze mi avevano abbandonato. Quella mattina del 13 Dicembre la Luna era ancora alta in cielo che mi fissava. D’un tratto cominciai a risalire: Quando tornai in superficie mi specchiai nel lago e mi accorsi che i miei capelli erano diventati bianchi come la neve e i miei occhi erano ancora più chiari di prima, quasi come il ghiaccio. Poi mi avvicinai ad un albero e, non appena lo toccai, questo si congelò. Mi spaventai e guardai la Luna che, dato che nel frattempo era calata la notte, era più brillante che mai. Cominciò a parlarmi e mi raccontò quello che era successo quella mattina e di come io fossi diventato quello che sono ora. Mi disse che da quel momento in poi io sarei diventato lo Spirito dell’Inverno. Fu lei, o meglio lui, l’Uomo della Luna, a salvarmi. Tutto qui… >>
<< E come mai hai il bastone? >>
<< Oh, il bastone, già, me ne ero dimenticato. Sotto all’albero che avevo precedentemente ghiacciato c’era questo bastone, e semplicemente lo presi. >>
<< Quindi ora Shizuka non ti piace più per questo? >>
<< N-no, non è per questo. Ho semplicemente capito che la storia tra un fantasma e un mortale non avrebbe avuto senso... >>
<< Oh, o-ok… Scusami! >>
<< Non ti preoccupare >> disse lui facendole un sorriso.
<< Uhm, se lo dici tu! >>
La bambina si tolse la coperta dalle gambe e se le guardò per qualche secondo.
<< Ora posso alzarmi? >> disse lei.
<< C-certo! >>
Il fantasma la aiutò ad alzarsi. Una volta che l’elfo fu in piedi, il suo sguardo cadde sulla cicatrice che aveva sulla spalla e decise di metterle una benda per un po’ di tempo.
<< Perché mi metti questa benda? >>
<< Ti fidi di me? >>
<< Sì! >>
<< Allora non togliertela per nessun motivo! >>
<< Ok! >>
<< Forza, ora usciamo e andiamo ad avvisare gli altri che ti sei svegliata! >>
I due avvisarono i loro amici, e poi si diressero verso la piazza. Si sedettero su una panchina e rimasero in silenzio per qualche minuto.
<< Posso leggere qualche libro in biblioteca? >> chiese lei.
<< Sì! Che tipo di libri vuoi leggere? >>
<< Libri per ragazze. >>
Il fantasma fece una faccia un po’ schifata, ma poi annuì.
<< Ok! Però basta che non mi obblighi a leggerli per te se sei stanca… >>
<< Non lo farò! >>
I cuginetti arrivarono alla biblioteca e si fermarono all'entrata.
<< Io vado a leggere un po’ di libri normali nel frattempo, magari qualche manga. >>
<< Ok! Allora a dopo! >>
<< Ciao! >>
La piccola mentì. In verità andò nella Sezione Proibita, chiamato così perché vi erano custoditi tutti i libri sulla magia elfica, sulla magia comune, e sul combattimento. Lì cominciò a leggere alcuni libri con molta attenzione. Ogni giorno i due andarono in quella biblioteca a leggere libri e facendo solamente qualche pausa per giocare e per fare qualche giretto per il villaggio.
Tutto questo andò avanti per circa due mesi fin quando un giorno Jack non sentì uno strano rumore proveniente dagli scaffali in cui doveva esserci il piccolo elfo. Corse a vedere, ma non vide nessuno.
<< Non sarà che… >> disse lui cominciando a correre verso la Sezione Proibita e vide una piccola bambina che stava raccogliendo il libro che aveva provocato il rumore. Il fantasma sospirò.
<< Sei sempre venuta qui? >>
<< Scusami… >> disse stringendo al petto il libro che le era appena caduto e cercando di nascondere il viso dietro di esso.
Il ragazzo si avvicinò e le mise una mano sul capo.
<< Non devi dispiacerti. E’ colpa mia che dovevo stare più attento a dove andavi, e poi, sei libera di leggere quello che vuoi. Ho solo una domanda da farti: cosa hai intenzione di fare dopo aver letto questi libri? >>
<< V-voglio entrare alla Scuola di Magia!! >> disse lei chiudendo gli occhi.
<< C-cosa?!? Ma è impossibile!! Solo gli umani possono entrarci!! >>
<< Lo so, per questo sto cercando di imparare le tecniche magiche di entrambe le terre… >>
<< Ma… Va beh, tanto oramai non c’è più nulla da fare per farti cambiare idea, quindi ti aiuterò a studiare, ma ad una condizione. >>
<< Cioè? >>
<< Non voglio vederti sempre sopra i libri. Voglio che tu faccia qualche pausa ogni tanto, ok? >>
La piccolina si avvicinò di più al fantasma e lo abbracciò forte.
<< Ti voglio bene cuginone! >>
<< Anche io piccolina, anche io! >>
Passarono cinque anni, ma per il piccolo elfo erano passate solo alcune settimane, poiché quando si è sotto l’effetto dell’incantesimo “Bond of blood” gli anni passano in modo differente rispetto ad un comune essere umano. Un giorno Jack decise che la piccolina era pronta a mettere in pratica ciò che aveva imparato in quei cinque anni.


ANGOLO AUTRICE:

Che dire... beh, niente! ^^ Ho risistemato anche questo capitolo. Spero che vi piaccia!
Se qualcosa non vi piace o altro, ditemelo pure con una recensione o con un messaggio privato.
A presto,
Louise98

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Capitolo 3
*** Lettera da Lafyon ***


<< Eccoci qui! Dopo cinque anni direi che è il momento di mettere in pratica quello che hai imparato, che ne dici? >>
<< Sì! >> disse la piccolina sorridendo.
<< Allora andiamo al parco, lì c’è più spazio. >>
<< Ok! >>
Arrivarono al parco e si misero uno di fronte all’altra ad una distanza di circa due metri.
<< Ok, non vogliamo distruggere tutto, giusto? Quindi attiva il Fuzetsu! >> disse Jack.
L’elfo divaricò un po’ le gambe, tese il braccio sinistro verso il terreno e mise la mano destra sul gomito sinistro.
<< F-fu-fuzetsu! >>
Non accadde nulla.
<< Forza! Devi essere convinta di quello che fai, altrimenti gli incantesimi non funzionano. >>
<< Ok! Ora riprovo. >> la piccola si rimise in posizione.
<< Fuzetsu! >> detto questo ai sui piedi si formò un cerchio rosso che si ingrandì fino ad avere il diametro di dieci metri, grande praticamente quanto il parco, e, non appena raggiunse quella distanza, la linea del confine del cerchiò si alzò verso il cielo e formò una grande cupola sopra al parco. Tutto ciò che si trovava in quell’area rossa non poteva più muoversi o essere distrutto e chi era all’esterno non poteva entrare. Gli unici individui che possono muoversi in un Fuzetsu sono coloro che lo evocano, le creature mitologiche, i fantasmi, gli elfi e solo gli esseri umani che possiedono un amuleto in grado di annullarne gli effetti.
<< Ce l’ho fatta! >> disse l’elfo saltellando.
<< Bene! Ora… iniziamo dalla magia elfica, o da quella umana? >>
<< Ehm.. umana! >>
<< Ok, allora inizia attaccando questo blocco di ghiaccio con la Spada Celeste! >> detto questo al fianco di Jack apparì un enorme blocco di ghiaccio.
<< Sì! >>
Si allenarono duramente per molti anni, finché il piccolo elfo non raggiunse l’età di sedici anni.
<< Beh, direi che sei pronta per la scuola, no? >> disse Jack sorridendo.
<< Sì! Sono d’accordo! >> disse la ragazza ricambiando il sorriso.
<< Però manca ancora una cosa… >>
<< Cosa? >> chiese lei incuriosita.
<< La Scuola di Magia ammette solo esseri umani, quindi, sarebbe meglio migliorare la trasformazione, che ne dici? >>
<< Mmmmh, sarebbe meglio! >> disse lei iniziando a ridere.
<< Switching! >> detto questo l’aspetto della ragazza cambiò. Ora non aveva più i capelli rosso cremisi, ma neri, i suoi occhi arancioni erano diventati azzurri come il cielo e le sue orecchie erano diventate come quelle di un essere umano. Anche se solo di aspetto, era diventata umana.
<< Wow! Direi che ha proprio funzionato! >> disse il fantasma sbarrando gli occhi.
<< Tra poco il preside della scuola si accorgerà che c’è un essere umano con dei poteri magici ancora in circolazione, quindi preparati a ricevere una lettera. >>
<< Sì! >>
Qualche ora dopo la ragazza ricevette la sua lettera da un gufo. Era in una busta un po’ giallina, e c’era scritto con l’inchiostro rosso il suo nome e il suo indirizzo provvisorio. All’interno c’erano due fogli dello stesso colore della busta. Prese il primo e lo lesse.


“Cara signorina Overland,
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Lafyon.
Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri e delle attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il primo settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio.

Con ossequi,
Misae Sagara
Direttrice”


Prese anche il secondo foglio e lo lesse.


“Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)

TUTTI GLI INDUMENTI DEGLI ALLIEVI DEVONO ESSERE CONTRASSEGNATI DA UNA TARGHETTA CON IL NOME.

Ogni studente dovrà avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Albert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici : dove trovarli, di Newt Scamandro
Storia di Lafyon, di Mike Hadwear
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante

Gli studenti dovranno inoltre avere:
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone

Gli allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.

SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON E' CONSENTITO L'USO DI MANICI DI SCOPA PERSONALI.”



<< Wow! Hanno fatto in fretta, non è vero? >> disse la ragazza impressionata.
<< La signora Sagara non a caso è la direttrice! >> disse il cugino sorridendo. << Ora andiamo a comprare il necessario. >>
<< Sì! Ma, tutte queste cose le possiamo trovare qui al villaggio? >> disse lei osservando la lettera.
<< Basta sapere dove andare! >>
I due arrivarono nella biblioteca nella quale i due avevano studiato nei precedenti anni. Si diressero verso la sezione proibita, arrivarono al sesto scaffale e Jack estrasse dalla terza fila il quinto libro, dopodiché sul muro alla loro destra si aprì un varco.
<< E tu come facevi a saperlo? >> chiese l’elfo sorpreso.
<< Essere un fantasma ha i suoi vantaggi! >> le rispose facendole l’occhiolino.
Entrarono in quel varco che si era creato sul muro e, non appena lo superarono si ritrovarono in una specie di mercato magico. Fecero altri due passi e il varco si chiuse alle sue spalle.
<< Fooorte! >> esclamò lei.
<< No, magico! >> disse lui sorridendo. << Ora compriamo tutto il necessario! >>
I due comprarono tutto ciò che era scritto sulla lista e scrissero una lettera alla scuola nella quale l’elfo dichiarava di accettare l’ammissione all’Accademia.


ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! :) Ecco qui il nuovo capitolo! Sono mesi che è in preparazione nella mia testa, ma non riuscivo a buttarlo giù.
Recensite! Recensite! Mandate messaggi! Recensite! :D Spero che vi piaccia! :D
Al prossimo capitolo,
Louise98

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Capitolo 4
*** Primo giorno all'Accademia ***


Il primo settembre arrivò e per la ragazza era giunto il momento di andare a scuola.
<< Jack, vuoi venire con me? >>
<< I-io? Ma non posso entrare… >>
<< Nel libro “Storia di Lafyon, di Mike Hadwear” c’è scritto che all’interno della scuola sono presenti dei fantasmi. Quattro di essi sono i fondatori delle quattro case che hanno dato i propri cognomi alle rispettive case: Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde; questi però non si fanno più vedere da quando la scuola è diventata pubblica, ma ce ne sono altri che ora rappresentano le case e sono: Nick-Quasi-Senza-Testa, la Dama Grigia, il Frate Grasso e il Barone Sanguinario. >> disse con tono da so-tutto-io.
<< Ehi, smettila! Così mi fai sentire un’idiota! Ma, hai già letto tutti i libri? >>
<< Uhm, no, solo questo! >> disse sorridendo. << Beh, secondo quello che ho appena detto, i fantasmi sono ben accetti a Lafyon. >>
<< Allora andiamo a prendere questo treno! >> disse sorridendo.
I due arrivarono nella stazione della città in cui avevano comprato tutto l’occorrente con un grande carrello. Vicino al binario 9 videro un ragazzo che aveva in mano un enorme foglio sul quale era disegnato uno stemma diviso in quattro con al centro una grande L.
<< Andiamo da lui! >> disse la ragazza. << Quello è lo stemma della scuola. >>
<< Andiamo! >> disse lui sedendosi sul carrello.
<< Uhm, poso esserLe utile signorina? >> chiese il ragazzo.
La ragazza tirò fuori dalla tasca della sua felpa rossa la lettera di ammissione e la mostrò al ragazzo.
<< Oh, prosegua pure, signorina Overland. >> disse indicando il muro dietro di lui.
Il ragazzo cancellò il nome della ragazza dall’elenco degli studenti, vide che non ne mancava nessuno e fece un grande respiro. Alzò lo sguardo e vide che l’elfo non si era mosso di un millimetro.
<< Oh, Lei deve essere una matricola, non è così? >> disse lui sorridendo.
<< Ecco, sì… >> affermò lei imbarazzata.
<< Non si preoccupi, c’è sempre una prima volta. Oltre questo muro c’è il binario 9 e ¾ dal quale parte il treno per Lafyon. Deve semplicemente allontanarsi di un metro e correre verso il muro. Lo faccia con convinzione, altrimenti rimarrà da questa parte. Ah, un ultima cosa: non appena arriverà al binario, tenda bene le orecchie, in modo da capire dove deve andare. Buona fortuna! >>
<< Grazie! >> detto questo indietreggiò di un metro, chiuse gli occhi e corse contro il muro.
Non appena li riaprì si ritrovo in una stazione grande quanto la precedente, ma con un solo binario.
<< Wow! >> esclamò Jack.
<< No, magico! >> disse lei sorridendo.
<< Tutti gli studenti del primo anno sono pregati di avvicinarsi alla seconda carrozza, il treno partirà tra 10 minuti esatti. >> disse qualcuno con l’interfono.
<< Quindi… alla seconda carrozza! >> dopo queste parole dietro di lei apparve il ragazzo con la cravatta ramata e blu che aveva precedentemente incontrato con tutti i suoi bagagli.
<< Se non ti sbrighi perderai il treno! >> esclamò lui sorpassandola di qualche centimetro. << Oh, io sono Brainer, Nigel Brainer. Piacere di conoscerti! >>
<< Piacere mio, Nigel! >>
<< Avanti, ti accompagno alla carrozza. >>
<< Grazie! >> disse lei arrossendo.
Arrivarono alla carrozza e si salutarono. L’elfo entrò in un vagone vuoto, mise i bagagli al loro posto e la gabbia con la sua civetta la mise al suo fianco vicino al finestrino.
<< Vedo che hai già trovato un amico! >> disse Jack sedendosi alla sinistra della cugina.
<< Già! >>
<< S-scusami, posso sedermi qui? Gli altri vagoni sono tutti occupati! >> chiese una ragazza dai capelli e occhi marroni.
<< C-certo! >>
<< Ecco, io mi chiamo Konoe, Sakagami Konoe. E… tu sei? >>
Il viaggio durò poco più di due ore, e le due ragazze cominciarono a fare amicizia. Poco prima dell’arrivo arrivò una ragazza con la cravatta gialla e nera, che aprì la porta del vagone.
<< Tra pochi minuti giungeremo a destinazione, siete pregate di indossare le vostre divise. >> disse la ragazza per poi chiudere nuovamente la porta.
Scesero dal treno e incontrarono un mezzo gigante che li condusse a delle barche. Quelle barche conducevano alla scuola. Non appena arrivarono alla scuola incontrarono una giovane donna alta, magra, dai capelli blu e gli occhi gialli.
<< Benvenuti! Io sono la direttrice Sagara Misae, e questa è la Scuola di Magia e Stregoneria di Lafyon. Ora entrerete nella Sala Grande dove verrete smistati nelle vostre rispettive case. Gli studenti degli anni superiori vi stanno aspettando per la cerimonia dello smistamento. >> disse la direttrice aprendo il grande portone.
Non appena il portone venne aperto la ragazza vide un enorme sala, con il soffitto stregato, quattro grandi tavolate piene di ragazzi, in fondo alla sala, un'altra grande tavolata dove però erano seduti tutti gli insegnanti, al centro della tavolata, c’era una sedia un po’ più grande dove probabilmente doveva sedere la direttrice della scuola, difronte alla tavolata, ma sempre al centro, c’era un grande leggio con un gufo dalle ali chiuse, e vicino a questo grande leggio vi era una sedia con sopra un vecchio cappello appuntito.
La direttrice salì sui gradini in fondo alla sala e raggiunse il leggio, lo sfiorò e il gufo che vi era attaccato davanti spiegò le ali.
<< Ragazzi e ragazze, un po’ di attenzione, per favore. >> esclamò Sagara mentre prendeva in mano il cappello che era sulla sedia. << Non appena chiamerò il vostro nome, vi siederete su questa sedia e io vi metterò il Cappello Parlante sul capo, in questo modo verrete smistati nelle vostre case di appartenenza. >> detto questo aprì una grande pergamena che era sul leggio e cominciò a leggere. << Marcus Crow! >> esclamò.
Sulla sedia si sedette un ragazzo magro, dai capelli corti e neri e dagli occhi dello stesso colore. La direttrice gli mise in testa il Cappello Parlante.
<< Mmmh… Abbiamo talento da vendere qui! Voglia di imparare… non ci sono dubbi: Corvonero! >> esclamò il cappello.
La prima tavolata esultò per il nuovo membro.
<< Complimenti! Ora passiamo al prossimo studente… >> Quando la Cerimonia dello Smistamento giunse al termine, la direttrice si sedette sulla sua sedia, prese una forchetta e la batté sul suo bicchiere per attirare l’attenzione.
<< Che il banchetto abbia inizio! >> disse battendo le mani.
Sopra a tutte le tavolate apparì un grande banchetto e subito gli alunni cominciarono a mangiare.
Arrivò la sera e l’elfo andò nella sua stanza al dormitorio femminile.
<< Beh, Serpeverde non è male come casata, no? >> chiese Jack.
<< Mmmh… solitamente da qui escono maghi che aspirano solo al potere, forse il Capello Parlante si è sbagliato. >> disse lei abbassando lo sguardo.
<< Non credo, tutti gli altri secondo me erano perfetti per le case a cui sono stati assegnati. >>
<< Dici? >>
<< Fidati di me! >> disse facendole un sorriso.
<< Ehi! Tra poco dovrebbe arrivare la mia compagna di stanza, forse è meglio che esci, anche perché questo è un dormitorio femminile… >>
<< Oh, sì… Vorrà dire che qualche sera ti verrò a trovare in terrazza! Ma se mi cerchi sarò sempre in giro per la scuola. Buona notte! >>
<< ‘Notte! Oh, e... attento a Pix! Gli piace fare scherzi ai nuovi arrivati. >>
<< Ok, staro attento. >>


ANGLO AUTRICE:

Rieccomi! Vi sono mancata? (scommetto di no! xD)
Questo e il capitolo precedente sono un po' cortini, ma forse i prossimi riesco a farli diventare più lunghi! :) Speriamo.
Vi piace la storia? Fatemelo sapere con recensioni e messaggi privati! Recensiteee! :D
A presto,
la pazza Louise98

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Capitolo 5
*** L'ufficio della direttrice e il passato di Jack ***


Arrivò presto la notte del 24 dicembre e tutti gli alunni si ritrovarono nella Sala Grande per l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. Dopo la cena tutti gli studenti tornarono nelle proprie stanze per preparare i bagagli. 
L’elfo si diresse verso la terrazza del secondo piano. 
<< Che male! >> sussurrò la ragazza mettendosi una mano sulla spalla sinistra. 
<< Deve essere vicino, non è vero? >> disse Jack spuntando da sotto la terrazza. 
<< Probabilmente sì… >> 
<< Beh, penso che per ora tu possa tornare normale, tanto non c’è nessuno in giro, nemmeno i Prefetti! >> disse Jack sedendosi sulla ringhiera. 
<< Regular side! >> detto questo tornò l’elfo che era una volta, dagli occhi arancioni, capelli rossi e dalle orecchie a punta. << Devo dire che ora anche la spalla è migliorata, ma credo sia solo un caso. >> disse alzando la manica del pigiama. 
<< Lo credo anche io. >> disse Jack osservando la cicatrice. 
<< Credi che questa storia durerà a lungo, Jack? >> chiese lei incrociando le braccia sulla ringhiera e appoggiandoci sopra la testa. 
<< Non lo so… Dopotutto lui crede che tu sia morta per cause naturali, non sa che sei sotto l’effetto dell’incantesimo “Bond of blood”. >> 
L’elfo alzò lo sguardo verso il cielo. 
<< Già… beh, ora sono stanca. Vado a dormire, buona notte cuginone! >> 
<< Io invece penso di congelare il lago e di imbiancare un po’ il cortile… Buona notte piccola! >> disse facendole l’occhiolino. << Oh, ehi! Torna, beh, normale! >> 
<< Oh, hai ragione: Switching! >> detto questo la ragazza tornò umana. << Grazie! >> 
Era la mattina del 25 dicembre. Nella scuola non era rimasto nessun altro studente a parte alcuni Prefetti e l’elfo, e tutto sarebbe rimasto così fino al 28 dicembre. 
<< Ehi! Svegliati dormigliona! E’ Natale! >> 
<< Oh, avanti Jack, lasciami dormire! >> disse lei ancora girandosi dall’altra parte. 
<< Su, alzati! Non avrai mica intenzione di dormire tutto il giorno, vero? >> chiese lui avvicinandosi. 
<< Invece sì! >> disse facendogli una linguaccia per poi tornare a dormire. 
In quell’istante la civetta dell’elfo cominciò a battere sul vetro della finestra. 
<< Prima Jack, e adesso tu, Fuko? >> disse alzandosi dal letto e dirigendosi verso la finestra. << Uhm? Una lettera? E chi mai mi scriverebbe? >> detto questo aprì la finestra e la civetta fece qualche passo avanti. << Grazie Fuko! Ecco a te! >> disse dandole un po’ di cibo. << Allora.. vediamo un po’. >> disse girando la lettera. 
Image and video hosting by TinyPic La ragazza deglutì rumorosamente. << E’ dalla direttrice! >> 
<< Oh oh oh! Ci siamo messe nei guai, eh? >> le disse Jack giochicchiando con il suo bastone. 
<< Non mi sembra il momento di scherzare Jack! >> 
<< Beh, allora che aspetti, aprila! >> disse avvicinandosi. 
Aprì la busta su cui c’era scritto con l’inchiostro rosso il suo nome e il numero della sua stanza. 


“Cara signorina Overland, 
è pregata di recarsi non appena Le sarà possibile nel mio ufficio al secondo terzo piano. 

Con ossequi, 
Misae Sagara 
Direttrice” 


<< Ok, ora sei veramente nei guai! >> disse Jack allontanandosi e andando da Fuko. 
<< E il bello è che non so nemmeno cosa ho fatto! >> disse lei sdraiandosi sul letto. 
<< Beh, che sia per la rissa che hai scatenato la scorsa settimana? >> 
<< Mmmh, ma l’insegnante di Pozioni mi ha già fatto la ramanzina… >> disse risedendosi. 
<< Beh, non ti resta che andare, allora. >> 
<< Ok, però verrai con me! >> 
<< Ma che-? >> 
<< Non fare storie e seguimi! >> disse prendendolo per la manica della felpa. 
Arrivarono di fronte alla porta dell’ufficio della direttrice. La ragazza fece un respiro profondo e mise la mano sulla maniglia della porta. 
<< Strano… >> sussurrò lei chiudendosi la porta alle spalle. 
<< Cosa c’è di strano? >> 
<< Mi sembrava di aver letto che l’ufficio della direttrice era protetto da un incantesimo che non faceva entrare nessuno a meno che non ci sia anche la direttrice in persona. >> 
<< Tu leggi decisamente troppo… >> disse Jack facendole segno di proseguire. 
<< Sarà… >> 
Passarono anche la seconda stanza e finalmente arrivarono davanti alla grande porta dell’ufficio. 
<< E’ permesso? Professoressa? >> disse l’elfo aprendo la porta. << Ho ricevuto la sua lettera e sono venuta subito qui. >> proseguì guardandosi intorno. 
<< Si accomodi pure signorina Overland. >> disse la direttrice. 
<< B-buongiorno, professoressa. Come mai mi ha convocata? >> chiese la ragazza con voce tremolante. 
<< Avevo convocato solo Lei nel mio ufficio, o sbaglio? >> 
<< Ehm, ecco… io non- >> 
<< Potrebbe rendersi visibile ai miei occhi, signor fantasma? >> chiese osservando lo spazio alla sinistra dell’elfo. 
<< S-signorino, professoressa. >> rispose Jack dopo essersi fatto vedere. 
<< La ringrazio, signorino Frost. >> 
Jack spalancò gli occhi, e la ragazza fece lo stesso. 
<< Ma come-? >> cominciò Jack. 
<< Ci sono molti libri di mitologia che parlano di Lei, signorino Frost. Un ragazzo che porta il gelo e la neve dovunque vada. Quindi devo dedurre che è stato lei a far scendere la neve questa notte. >> 
<< S-sì, signora. >> disse mettendosi una mano dietro alla nuca e sorridendo. 
Sagara sorrise. 
<< Tornando a noi, signorina Overland, per quanto tempo ha intenzione di andare avanti così? >> 
<< Intende per la rissa della settimana scorsa? Come ho precedentemente detto al professor Piton, sono molto dispiaciuta. >> 
<< Non intendevo quello. Stavo parlando del fatto che nascondi la tua identità. >> 
Ci fu un grande silenzio. L’elfo abbassò lo sguardo e strinse l’orlo della gonna della divisa tra le mani. 
La direttrice prese in mano la sua bacchetta e la puntò verso l’elfo. 
<< Reveals your secrets! >> detto questo la ragazza cominciò a tornare quello che era veramente. << Non si sente meglio così, Katherine, o meglio Mei? Questo è il suo vero nome, non è così? >> 
<< Io… >> sussurrò stringendo ancora più forte l’orlo della gonna. 
<< Se continui così rovinerai la divisa! Su, avanti, raccontami tutto, fin dal principio. Mi piacerebbe capire come mai sei qui in questo momento. >> 
<< Ecco, io… Molti anni fa, il mio villaggio venne distrutto da un mostro, anche chiamato Grande Demone. Non appena arrivò distrusse tutto. Io persi i sensi, e mi risvegliai in mezzo alle fiamme. Si avvicinò a me e mi disse che non serviva a nulla gridare perché tanto oramai erano tutti morti, e cominciò a chiamarmi bamboccia o marmocchia dicendo poi che mi avrebbe risparmiata solo perché, tanto, da sola non potevo fare nulla contro di lui. Lei conosce la leggenda della Spada Celeste? >> 
<< Intende quella spada che solo gli elfi possono impugnare? >> 
<< Esatto! La conosce? >> 
<< Certamente. >> 
<< Beh, la spada era custodita nel mio villaggio, e non so come, me la ritrovai vicino. Allora dopo tutti quegli insulti e quella falsa pietà, presi la spada e mi lanciai contro di lui. Purtroppo riuscii solamente a graffiargli il petto. Poi mi disse che mi avrebbe lasciata morire da sola e che sarebbe tornato per riprendersi la spada. Ora sarà ancora alla sua ricerca. >> 
<< E questo quanti anni fa è accaduto? >> chiese la professoressa curiosa. 
<< Più o meno 300 anni… >> 
<< Davvero? Quindi sei sotto un incantesimo di vita eterna? Eppure il mio incantesimo di prima avrebbe dovuto annullare tutti gli incantesimi presenti su di te… >> 
<< A dire la verità è un incantesimo elfico, quindi, nel Vostro mondo, verrebbe definito come maledizione. >> detto questo la ragazza alzò la manica della camicia fino a metà spalla. << Questo incantesimo non si può spezzare. >> disse guardandosi la cicatrice. 
<< Quella cicatrice… è una lettera dell’alfabeto greco! >> 
<< Sì, ma per noi elfi questo è il simbolo del fuoco, quel giorno lo scelsi perché mi piacevano molto gli incantesimi di fuoco. >> 
<< E come mai lo sceglieste? >> 
<< Sulla spada con cui graffiai il demone, c’era ancora un po’ del suo sangue, e l’incantesimo che ho utilizzato era “Bond of Blood” e consiste nel mescolare il proprio sangue con la persona che si decide di seguire o con la quale si vuole stare. Quindi feci in modo che il suo sangue entrasse nelle mie vene in modo da poter rimanere così fino a che non lo uccidessi, per poi tornare alla mia vita da elfo, proseguendo normalmente con gli anni. >> 
<< Capisco. Quindi è venuta qui per esercitarsi con i nostri incantesimi e per ottenere la sua vendetta? >> 
L’elfo strinse ancora più forte l’orlo della divisa. 
<< Io… sono pronta ad essere espulsa. >> 
<< Ma che cosa va dicendo, signorina Overland! Non mi sembra il caso, per una sciocchezza del genere! >> 
<< Sciocchezza? Professoressa, ho ingannato l’intero istituto e persino il Ministero della Magia! >> disse alzandosi in piedi. 
<< Non si preoccupi. Questo suo segreto non uscirà da qui, e poi… Al diavolo il Ministero! >> disse facendole l’occhiolino. << Ora vai, e goditi questa bella giornata di neve assieme al tuo amico. >> 
<< Grazie mille, professoressa! >> disse facendo un inchino. 
<< Ah, ho una domanda, professoressa! >> disse alzando la testa. 
<< Mi dica pure. La ascolto. >> 
<< La sua porta. Non c’era un incantesimo che impediva l’ingresso a tutti tranne a coloro che erano accompagnati da Lei? >> 
<< Sì, ma questo incantesimo ha effetto sugli esseri umani, non sugli elfi. Quella porta è stata la conferma della mia teoria. >> 
Mei abbassò lo sguardo. 
<< Da qui si capisce come mai lei è la direttrice dell’Accademia. >> sussurrò la ragazza. << Oh, un ultima cosa, come mai sono stata smistata in Serpeverde? Il Cappello Parlante deve aver sbagliato. >> 
<< Il Cappello Parlante riesce a leggere le menti delle persone che lo indossano. Gli dissi che sarebbe arrivato un elfo nella nostra scuola, ma non sapevo ancora che fossi tu, così gli dissi che, una volta letta la mente dell’elfo, non avrebbe dovuto fare alcun riferimento al mondo elfico. Credo che tu sia stata smistata nella casata dei Serpeverde perché avevi in mente di compiere la tua vendetta. >> 
<< Capito! Buona giornata, direttrice. >> disse infine. 
<< Arrivederci, signorina Overland! Oh, torni normale ora. Non vorrà farsi scoprire. >> disse facendole l’occhiolino. 
<< Oh, giusto! Switching! >> l’elfo tornò umana. << Grazie mille, professoressa! Grazie di tutto! >> 
<< Si figuri! Questo sarà il nostro piccolo segreto. >> 
Arrivò la notte e la ragazza era ancora chiusa in camera sua. 
<< Ecco, ora anche la direttrice conosce il mio segreto. Che faccio ora? >> disse la ragazza distendendosi sul letto guardando fuori dalla finestra. 
<< Beh, ha detto che rimarrà un segreto tra di noi, dovresti fidarti. >> rispose Jack. 
<< Lo so, ma ora sarà tutto diverso, non potrò più parlarle nei corridoi come facevo prima… Dannazione! Dovevo stare più attenta. >> 
<< Oh, avanti non fare quella faccia, c’è di peggio! >> 
<< Tu dici? >> disse sedendosi. 
<< Fidati di me! >> disse lui sorridendo. 
Ci fu un attimo di silenzio, poi la ragazza si alzò, si mise il cappotto, la sciarpa e uscì dalla stanza. Andò sulla terrazza dove solitamente incontrava Jack. 
<< Senti, Jack! >> esclamò avvicinandosi ed appoggiandosi alla ringhiera. << Mi racconti cos’è accaduto la sera in cui sei morto? >> chiese lei appoggiando il viso sulle braccia che aveva precedentemente incrociato. 
<< Ma come… te l’avevo già raccontato, no? >> 
<< Era una bugia. >> 
<< Co-come hai fatto a capirlo? >> disse lui sedendosi in cima al suo bastone. 
<< Perché quando ti ho chiesto dove avevi preso il bastone mi hai detto: “Oh, il bastone, già, me ne ero dimenticato.”, e in più ora mi hai chiesto come avevo fatto a capirlo. Ti eri inventato sul momento il posto in cui lo avevi trovato. >> gli rispose sorridendo. 
Jack scese dal bastone e si sedette sulla ringhiera vicino a Mei. 
<< Vuoi la verità, suppongo. >> 
<< Se vuoi che io mi fidi di te, sì! >> disse lei facendogli un piccolo sorriso. 
Jack fece un enorme respirò. 
<< Ok, ci sono. Era una fredda mattina del 13 dicembre, ed ero andato da Shizuka per chiederle se voleva venire a pattinare al lago ghiacciato con me, e lei accettò. Andammo al lago, ci infilammo i pattini e lentamente cominciammo a pattinare. Fino a qui non ti avevo mentito. Poi però fu il ghiaccio sotto ai piedi di Shizuka ad iniziare a spezzarsi, non quello sotto di me. Mi tolsi i pattini il più in fretta possibile e corsi da lei. Cercai di tranquillizzarla, facendole capire che non le sarebbe successo nulla, che sarebbe andato tutto bene e le dissi di non guardare giù per nessun motivo, le dissi di guardare me. Era come paralizzata, non riusciva a fare nemmeno un passo, così decisi di prendere questo bastone che era lì vicino e le ripetei che sarebbe andato tutto bene, che saremmo tornati a casa insieme come se non fosse successo nulla. Un po’ si calmò, ma non abbastanza per muoversi tranquillamente, così decisi di usare il bastone per prenderla e avvicinarla alla riva del lago con il semicerchio alla fine del mio bastone. Riuscii a “lanciarla” dove il ghiaccio era più solido, ma sfortunatamente finii io sulla crepa che si era formata. Il ghiaccio cedette sotto il mio peso e cadetti nell’acqua ghiacciata. D’un tratto cominciai a risalire: quando tornai in superficie era ormai notte inoltrata. Decisi mi specchiai nel lago e mi accorsi che i miei capelli erano diventati bianchi come la neve e i miei occhi erano ancora più chiari di prima, quasi come il ghiaccio. Poi mi avvicinai ad un albero e, non appena lo toccai, questo si congelò. Mi spaventai e guardai la Luna che era più brillante che mai. Cominciò a parlarmi e mi raccontò quello che era successo quella mattina e di come io fossi diventato quello che sono ora. >> Jack abbassò lo sguardo e cominciò a fissarsi le mani. 
<< Sono felice che tu mi abbia detto la verità! >> disse sorridendogli. 
Jack alzò lo sguardo e le sorrise di risposta. 
<< Ehi! Credevo di essere l’unico studente rimasto qui all’Accademia. >> esclamò una voce sconosciuta. 
<< Ecco… Io sono Mei Overland, piacere di conoscerti… >> << Oh, io sono Katsuki, Shima Katsuki. Piacere mio! >> disse sorridendo. 
Mei lo osservò attentamente. Shima aveva i capelli biondi, dei grandi occhi gialli. Indossava un cappotto, una sciarpa, la divisa scolastica dei Serpeverde e sul petto lo stemma dei Serpeverde con il numero uno in basso a sinistra. Questo era lo stemma per gli studenti di Serpeverde del primo anno. 
<< Quindi anche tu sei un Serpeverde. Eppure io non ti ho mai visto in classe. >> chiese Mei. 
<< Sì, perché me ne sto sempre in fondo. >> rispose lui. 
<< C-capito. Ora torno in camera, comincia a fare freddino qui. >> disse guardando Jack. 
<< Certo. A presto Mei. >> 
<< C-ciao Katsuki. >> 
L’elfo tornò in camera, si mise il pigiama e si mise sotto le coperte. 
<< Ora puoi entrare, Jack! >> 
<< Ci hai messo un bel po’ a prepararti. >> disse lui entrando in camera. 
<< Stavo pensando… >> disse lei girandosi sul fianco destro, guardando fuori dalla finestra. 
<< Al ragazzo di prima, per caso? >> chiese lui con uno strano sorriso, posizionandosi davanti a Mei. 
<< N-no! Non sono qui per pensare ai ragazzi! Ma ti pare? Tsk! >> disse girandosi dall’altra parte. 
<< Sarà… Allora se non è Katsuki è, come si chiamava…? Ah, sì, Nigel. >> disse lui giochicchiando con il bastone. 
Mei arrossì appena. 
<< Ti ho detto di no! >> disse nascondendo il viso sotto le coperte. 
<< Mmmh… per stavolta passi. ‘Notte, piccola! >> 
<< Buonanotte, Jack. >> rispose tirando fuori la testa dalle coperte. 



ANGOLO AUTRICE: 

Rieccomi! :D Scusate per l'attesa, ma questo capitolo mi era venuto decisamente troppo corto, così ho deciso di allungarlo. Spero che vi piaccia! :) 
Ringrazio tantissimo Clacli Frost per le recensioni! Grazie infiniteeee! 
Al prossimo capitolo, 
Louise98

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Capitolo 6
*** Incontri nella foresta ***


Le vacanze natalizie finirono e le lezioni cominciarono regolarmente.
<< Eccoci qui, dopo le vacanze per un’altra lezione di Difesa contro le Arti Oscure. >> esclamò il professore. Era abbastanza alto, magro, dai capelli neri e dagli occhi marroni.
<< Come ben sapete, se si tratta di Arti Oscure, io credo in un approccio pratico! Ma prima consegnatemi le pergamene sui lupi mannari. >> detto questo cominciò a girare per la classe per raccogliere le pergamene.
<< Bene! E ora: chi di voi sa dirmi quante sono le Maledizioni Senza Perdono? >>
<< Tre, professore! >> rispose Konoe, la compagna di stanza di Mei.
<< E perché si chiamano così? >>
<< Perché sono imperdonabili. L’uso di una di queste- >> iniziò Konoe.
<< Vi procura un biglietto di sola andata per il Ministero! >> continuò il professore. << Secondo il Ministero della Magia siete troppo giovani per conoscerne l’effetto, ma non sono d’accordo! Dovete sapere che cosa affrontate, dovete essere preparati e ascoltare attraverso le aule. >>
Il professore si avvicinò alla grande lavagna nera, prese un gesso e si preparò a scrivere.
<< Allora, quale maledizione vediamo per prima? >> chiese avvicinandosi agli studenti. << Avanti! Non siate timidi! >>
La classe rimase in silenzio.
<< Oh, avanti! Volete farmi credere che nessuno di voi conosce almeno una delle tre maledizioni senza perdono. Katsuki! >>
Il ragazzo sobbalzò.
<< S-sì signore… >>
<< In piedi! >> detto questo Shima si alzò. << Dicci una maledizione. >>
<< B-beh, mia madre me ne ha spiegata una, la Maledizione Imperius. >> disse balbettando.
<< Oh, sì questa ha procurato parecchi problemi al Ministero qualche anno fa. Ora vi farò capire perché! >>
Il professore andò alla lavagna e scrisse la prima maledizione, per poi aprire una delle molte scatole che si trovavano sulla scrivania. Ne uscì un enorme ragno. Prese poi la sua bacchetta e la agitò.
<< Imperio! >> detto questo il ragno svolazzò per l’aula seguendo le indicazioni della bacchetta. Schiere di streghe e di maghi hanno affermato di aver eseguito gli ordini di altri maghi senza volerlo perché… sotto l’influenza della Maledizione Imperio. Ma qui è il punto: come li scoviamo i bugiardi? >> disse facendo tornare sulla scrivania il ragno. << Prossima! >>
Questa volta in molti alzarono le mani per rispondere.
<< Vediamo… Crow, dico bene? >>
Il ragazzo si annuì spaventato.
<< In piedi! >> esclamò il professore.
<< C’è la, la Maledizione Cruciatus! >> rispose Markus balbettando.
<< Esatto! Esatto! Particolarmente orrenda: la maledizione della tortura. Crucio! >> detto questo il ragno cominciò a ritorcersi su sé stesso dal dolore, e dopo qualche secondo il professore fermò l’incantesimo.
L’elfo durante la precedente dimostrazione rimase con lo sguardo basso, durante quest’ultima, sempre tenendo lo sguardo basso, strizzò gli occhi, come per mandare via un brutto ricordo. Per questo il professore decise di avvicinarsi.
<< Forse lei può dirci l’ultima Maledizione Senza Perdono, signorina Overland… >> disse appoggiando l’animale su un libro della ragazza.
Mei non rispose. Si limitò ad abbassare lo sguardo.
<< Avada Kedavra! >> dopo queste parole, Mei alzò lo sguardo preoccupata e il ragno si accasciò. << L’anatema che uccide. >>
In quell’istante la campana di fine lezione suonò.
<< Bene. Ehm, potete andare! >> disse il professore.
<< Ehi, Katherine, va tutto bene? Sei pallida. >> chiese Konoe dopo essersi avvicinata a Mei.
L’elfo continuava a guardare storto il professore.
<< Sì, non ti preoccupare. Ho solo bisogno di un po’ d’aria… >> rispose Mei prendendo il cadavere del ragno. << Vado fuori, Ci vediamo dopo in camera. >>
<< A dopo, Katherine! >>
<< Puoi portare in camera i miei libri, per favore? >>
<< Certo! >>
<< Grazie mille! >>
Mei corse fuori in preda alla rabbia fino ad arrivare nella foresta, in una specie di piazzale d’erba circondato da alberi.
<< Ma ti pare? C’è un motivo se quelle maledizioni sono imperdonabili! E poi? Eseguirle di fronte ad una classe! Finendo per uccidere un povero ed innocente ragno. >> disse parlando da sola.
Fece scivolare il corpo del ragno dalla copertina e lo sistemò sull’erba.
<< Credo che non sia ancora ora per metterti sotto terra: Come to life! >> detto questo il ragno si rialzò in piedi e sembrò fare un inchino di ringraziamento all’elfo che sorrise. << Non ce di ché! >>
Mei sentì uno strano rumore alle sue spalle, mise una mano sulla bacchetta e si avvicinò al punto dal quale aveva sentito provenire quel suono.
<< C-chi sei? >> chiese Mei.
Nessuna risposta.
Continuò ad avanzare fino a che non si ritrovò di fronte ad un avvallamento. Purtroppo mise male un piede e cominciò a scivolare. Arrivò in fondo senza grandi ferite, solo qualche graffio dovuto alle piccole rocce presenti durante la discesa. In quell’avvallamento c’erano solo un piccolo laghetto circondato da un prato. Cercò un modo per risalire, fino a che non sentì lo stesso rumore di prima.
<< Vieni fuori chiunque tu sia! >> disse puntando la bacchetta in ogni direzione.
In quel momento sentì nuovamente quel rumore alle sue spalle. Si girò di scatto puntando la bacchetta ad altezza testa. Si ritrovò con la bacchetta sul muso di un drago. Mei urlò per lo spavento ed il drago balzò all’indietro spaventato dall’urlo della ragazza.
Mei si ritrovò con le spalle alla parete con la bacchetta puntata contro il drago, e quest’ultimo era su due zampe su di un’alta roccia.
<< Tu... sei un drago! >> esclamò abbassando leggermente la bacchetta.
Il drago inclinò la testa lateralmente.
<< Devo aver letto di voi draghi sul libro de “Gli animale fantastici, dove trovarli”… aspetta… >>
Mentre l’elfo continuava a ripensare a quello che aveva letto su quel libro, il drago inclinava sempre di più la testa cercando di capire cosa stesse farfugliando quella strana ragazza che si ritrovava di fronte. Era tranquillo, certo, perché era a dieci metri da quella pazza che parlava da sola.
<< Cavolo! >> urlò lei. << Non c’era scritto come sfuggire ad un drago così grande! >> farfugliò indicandolo.
Il drago, dopo essersi accorto che l’elfo si era seduto, decise di andarsene da lì. Cercò di spiccare il volo, ma tutto quello che ottenne fu andare a sbattere rovinosamente dopo pochi metri su una roccia.
<< Ma cosa stai facendo? Stai cercando di ucciderti? >> domandò lei alzandosi in piedi.
Il drago si accorse di quel cambiamento e cominciò a ringhiarle contro.
<< Ehi, ehi! Stai calmo! >> disse aprendo le braccia e, di conseguenza, finendo per puntare la bacchetta nel vuoto.
Il drago, dopo aver visto che Mei aveva allontanato la bacchetta smise di ringhiare, e, non appena la riavvicinò a sé, riprese a ringhiare. L’elfo si accorse di questa sua reazione, così, per esserne sicura, la allontanò e la avvicinò un paio di volte e vide che la reazione del drago era sempre la stessa. Nel frattempo si erano avvicinati al laghetto e il drago fece cenno a Mei di lanciare la bacchetta nel lago.
<< Cosa? No, non la butto. Mi serve! >>
L’animale ringhiò. Ci fu un po’ di silenzio che venne poi interrotto da un brontolio di pancia. Il drago spalancò gli occhi e si mise le zampe anteriori sul ventre.
<< Ah, hai fame? >>
Il drago alzò lo sguardo, ma lo riabbassò subito non appena la pancia non brontolò di nuovo. Mei si avvicinò al lago, seguita dallo sguardo indagatore del drago, e puntò la bacchetta contro l’acqua. Alzò il braccio, lo fece ruotare ed abbassò nuovamente la bacchetta verso l’acqua.
<< Shake and strike! >> pronunciata questa formula, dal lago uscì un pesce che l’elfo appoggiò ad un metro dalla riva con la magia.
Il drago cominciò ad annusare l’aria e pian piano si avvicinò al pesce. Lo annusò meglio e lo mandò giù in un sol boccone.
Subito dopo osservò Mei e subito dopo la sua bacchetta.
<< Oh, ne vuoi ancora? >> detto questo la creatura si scagliò contro Mei facendola cadere a terra. Mei si ritrovò con il drago addosso e la bacchetta troppo distante per prenderla.
Il drago le ringhiò aprendo la bocca.
<< Oh, così non hai i denti, eh? >> disse facendo un sorriso.
Il drago ringhiò più forte e subito dopo gli sbucarono i denti, provocando un urlo della ragazza. L’animale vide la bacchetta e la prese con la bocca e si riavvicinò al lago.
<< Ehi! Cosa hai intenzione di fare?!? >> gridò Mei alzandosi in piedi. << Ridammi la mia bacchetta! >> continuò avvicinandosi. << Ma cos-? >>
Il drago aveva sistemato la bacchetta in modo da poterla usare. Alò la testa, la fece ruotare e la puntò verso l’acqua. Ci riprovò più volte fino a che Mei non gli arrivò a fianco.
<< Ne vuoi ancora? >> chiese lei guardando il laghetto.
Il drago fece un piccolo passo in dietro e si voltò dall’altra parte. Quando si rigirò per controllare dove fosse finita quella strana ragazza, si ritrovò con una mano di quest’ultima sotto il muso. La guardò fisso e lei sorrise alzando un po’ di più la mano. La creatura mollò la presa sulla bacchetta lasciandola cadere nelle mani di Mei.
<< Devi agitare e colpire! Così… Shake and strike! >> detto questo dal lago fuoriuscì un altro pesce e Mei lo posò di fronte all’animale, che subito lo mangiò. Quest’ultimo tornò a guardare la ragazza e le rubò nuovamente la bacchetta.
<< Ehi! >> esclamò lei cercando di riprenderla, ma il drago si era messo su due zampe per diventare più alto. Mettendosi a posto la bacchetta, ricominciò a fare gli stessi movimenti di prima solo che questa volta sembrava che stesse farfugliando qualcosa.
Mei attirò la sua attenzione, chiuse la mano destra in un pugno e fece vedere al drago come si doveva fare.
L’animale allora prese la bacchetta tra le due zampe e ricominciò a farfugliare.
<< Dalla a me, faccio io! >> disse lei sorridendo.
Non appena il drago le restituì la bacchetta, Mei fece apparire davanti a lui una montagna di pesci. L’animale sobbalzò e cominciò a mangiare mentre Mei cercò di allontanarsi per guardarlo meglio.
<< Aspetta… >> disse lei catturando la sua attenzione. << Squame nere, ali da pipistrello, coda lunga… >> Mei si fermò un secondo e il drago si guardò cercando di capire cosa non andasse in lui. << Oh, mio Dio! Tu sei una Furia Buia! >> esclamò lei facendo un passo indietro e portandosi una mano alla bocca.
La Furia capì che non era nulla di importante e tornò a mangiare.
<< Questa poi! Una Furia Buia davanti ai miei occhi! Cavolo, guarda che squame, che occhi verdi e che coda! Aspetta, la coda. E’ per questa che non puoi volare? >> chiese Mei avvicinandosi e indicando la coda.
Il drago non appena vide la sua coda, la nascose sotto le ali.
<< Sei rinchiuso qui perché non riesci a volare? >> dopo quest’ultima domanda si sentirono le campane che indicavano la fine delle lezioni della scuola suonare. << Argh, io devo andare. Domani tornerò con un sacco di pesci, Sdentato! Posso chiamarti così? >> chiese sorridendo.
Il drago la guardò per poi ritornare al suo pesce.
Mei risalì la valle seguendo un piccolissimo sentiero e ritornò a scuola.
<< Ehi Katherine! Dov’eri finita? Ti ho cercata dappertutto! >> chiese Konoe andandole incontro.
<< Oh, a fare un giro. >> disse oltrepassando il cancello della scuola che stava per chiudersi.
<< Rischiavi di rimanere fuori se aspettavi ancora! >> la rimproverò la compagna di stanza.
<< Non ti devi preoccupare, se fosse successo avrei trovato una soluzione. >> le rispose sorridendo.
<< Ora andiamo a cena, ho una fame che non ci vedo! >> disse Konoe toccandosi la pancia.
<< Andiamo! >>



ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! Scusate tantissimo per il ritardo, ma ho avuto un sacco di impegni questa settimana...
Spero di riuscire ad aggiornare un po' più regolarmente d'ora in poi! :)
Mi è venuta un'idea: Ho alcuni bozzetti di alcuni personaggi di questa fanfiction. Che ne dite e inserissi quei disegni nella storia?
Fatemi sapere che ne pensate! :)
Al prossimo capitolo,
Louise98

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Capitolo 7
*** Nell'attimo in cui ***


Il mattino seguente Mei mantenne la promessa fatta al drago, si svegliò presto, prese una cesta vuota e corse verso la foresta.
Quando arrivò davanti al cancello sentì una voce familiare.
<< Dove stai andando? >>
Il mattino seguente Mei mantenne la promessa fatta al drago, si svegliò presto, prese una cesta vuota e corse verso la foresta.
Quando arrivò davanti al cancello sentì una voce familiare.
<< Dove stai andando? >>
La ragazza si girò di scatto.
<< Cavolo, Jack! Mi hai spaventata! >>
<< Stai scappando? >> chiese lui alzando i piedi da terra.
<< N-no, sto semplicemente andando a fare un giro, tutto qui. >> disse rigirandosi verso il cancello.
<< E quell’enorme cesta? >> chiese Jack toccando quest’ultima con il bastone.
<< Oh, volevo fare un esperimento! >> esclamò lei avvicinando a sé la cesta.
<< Che tipo di esperimento? >> chiese avvicinando il suo volto a quello della cugina.
<< Uff! Quante domande! Ma non hai niente di meglio da fare che interrogarmi? >> chiese lei allontanando il viso dal cugino.
<< A dire la verità no. >> disse lui tornando con i piedi per terra e sorridendo.
<< Beh, ora devo andare… A dopo! >>
<< Non è che c’entra un drago? >> chiese lui appoggiandosi al bastone.
Mei sobbalzo e fece uno scatto contro Jack lasciando cadere la cesta.
<< Ma sei impazzito? >> sussurrò lei tappandogli la bocca. << Vuoi forse farmi espellere? >>
Jack alzò un sopracciglio.
<< Beh, che c’è? >> chiese lei. << E poi come fai a sapere di Sdentato? Per caso mi spii? >> chiese lei appoggiando la sua fronte su quella di lui.
Mei tolse la mano dalla bocca di Jack.
<< Certo che sì! Ieri sei corsa via senza nemmeno salutarmi. Pensavo ti fosse successo qualcosa. >> disse lui staccandosi da lei. << E poi, voglio venire anche io con te! >>
Mei ci rifletté su.
<< Uff, e va bene. >> disse lei riprendendo la cesta, mentre Jack esultò. << Basta che non ne fai parola con nessuno! >>
<< Fidati! >> disse lui sorridendole.
Arrivarono all’avvallamento e Mei e Jack scesero per il sentiero.
L’elfo si avvicinò al lago e fece uscire da esso un pesce che mise nella cesta.
<< Si può sapere da dove mi spiavi ieri? Perché io non ti ho visto! >>
<< Non ero qui nella valle. Ero su un albero là in cima. >> rispose indicando un grande albero.
<< Mmmh… capisco. Multiply! >> detto questo il pesce si moltiplicò e la cesta si riempì di pesce.
Su una roccia dietro di loro c’era Sdentato che li osservava, e, dopo aver visto tutto quel pesce si avvicinò a Mei fino ad avere una distanza di due metri dai due.
<< Wow! E’ davvero grande! >> esclamò Jack.
Subito Sdentato si girò verso il fantasma e ringhiò.
<< Ehi, mi ha sentito? >> chiese Jack indicando il drago con il bastone.
<< A quanto pare sì… >> rispose. << Calmati, Sdentato. Lui è un amico! >> spiegò al drago indicando il cugino.
Sdentato si calmò e tornò a mangiare il pesce.
<< Se non ti sbrighi a tornare indietro farai tardi a lezione! >> avvisò Jack.
<< Giusto! >> detto questo si avvicinò a Sdentato. << Io torno oggi pomeriggio. A dopo! >> disse sorridendogli.
Il drago alzò la testa, osservò per un po’ il sorriso di Mei, e, aprendo piano la bocca, la imitò, senza però mostrare i denti.
Mei tornò a scuola ed entrò nella classe di pozioni sedendosi vicino a Konoe.
<< Sei arrivata appena in tempo. Ma dov’eri? Ti sei svegliata presto anche oggi. >> le chiese l’amica.
<< Ero andata in cortile a studiare un po’. >> rispose lei.
<< Capisco… >>
Durante tutta la lezione Mei non fece altro che pensare a Sdentato, tanto che non si accorse che tutti erano usciti dalla classe.
<< Katherine! Ehi, guarda che la lezione è finita. >>
<< Oh, scusami Konoe, ero sovrappensiero. >>
<< E’ da ieri che ti comporti in modo strano. Dalla lezione di Difesa contro le Arti Oscure… >> sottolineò Konoe facendole cenno di uscire dall’aula.
<< Nah, sarà solo un caso. >> disse Mei passandosi una mano tra i capelli.
<< Sarà… Andiamo a Trasfigurazione insieme? >> chiese la ragazza.
<< Certo! >>
Continuarono a parlare per tutto il tragitto. Arrivarono al corridoio dove era situata l’aula dell’insegnante di Trasfigurazione, e Mei si fermò e guardò fuori dalla finestra che era situata alla loro sinistra.
<< Qualcosa non va, Katherine? >> chiese l’amica.
<< Uh? No, nulla. >> disse Mei ricominciando a camminare.
D’un tratto Mei si sentì prendere per il polso sinistro, si voltò verso sinistra e vide che sotto ad una finestra era seduta una signora sulla trentina che la obbligò a fermarsi ad ascoltare.
<< Per conquistare la tua identità puoi rischiare di perderti lungo la via. Ma supererai le difficoltà se un amico ti farà compagnia. Sa quali sono i timori che hai, conosce i tuoi pregi, i tuoi limiti, riesce a capire quello che fai, ti ama così come sei.* >> disse la signora  stringendo il polso dell’elfo e puntando il suo indice al centro del petto di Mei.
Quest’ultima spalancò gli occhi.
<< Ti accorgi che lui è lì, vive in te! Nell’attimo in cui ti fidi di lui tutto il cielo si tinge di blu, non dovrai arrenderti mai. Non hai da temere se scopri di avere un amico accanto a te. Lui sa vincere, perdere, piangere, credere in te e in quello che fai, è un semplice complice che presto di mostrerà la sua lealtà!* >> continuò la signora.
A queste parole Mei alzò lo sguardo e guardò fuori dalla finestra, ma subito dopo tornò a posare lo sguardo sulla signora.
<< Non hai da temere se scopri di avere un caro amico accanto a te!* >> finì la signora lasciando il polso della ragazza, che subito se lo massaggiò.
<< Qualcosa non va, Katherine? >> chiese Konoe preoccupata. << E’ la seconda volta che ti blocchi e fissi il vuoto! >>
<< Uh? Vuoi dirmi che tu non… >>  iniziò Mei tornando a guardare il punto in cui c’era la signora, ma questa era scomparsa. << No, niente… mi era sembrato di aver sentito qualcosa… >> disse tornando a guardare l’amica. << Andiamo, la lezione sta per cominciare! >>
<< Devo dire che mi stai preoccupando un po’… >> disse Konoe.
<< Sono solo un po’ stanca. >> tagliò corto Mei.
Il pomeriggio seguente Mei tornò da Sdentato.
<< Sdentato? Dove sei? >> chiese Mei guardandosi attorno. Subito Sdentato si presentò alle sue spalle a due metri di distanza. << Ehi! Così mi farai venire un infarto! >> esclamò lei portandosi una mano sul petto. Sdentato si sedette sulle due zampe posteriori e inclinò leggermente la testa verso sinistra.
Mei si avvicinò con cautela e, non appena arrivò ad una distanza di 40 centimetri dal suo muso, allungò il braccio destro all’altezza del naso di Sdentato fino ad arrivare ad una distanza di pochi centimetri dal muso del drago ed abbassò lo sguardo, poiché aveva paura che la creatura si arrabbiasse.
Rimasero così per qualche secondo. Ma ad un certo punto Sdentato osservò ora il viso di Mei, ora la sua mano. Fece una piccola smorfia e poi avvicinò il suo muso alla mano di Mei, che abbassò ancora di più lo sguardo. Poi, vedendo che il drago era fermo immobile con il naso sulla sua mano, alzò piano lo sguardo, vide gli occhi di Sdentato e sorrise. 
Sdentato vide il sorriso di Mei, poco dopo i suoi occhi divennero più piccoli e se ne andò sula riva del lago.
Nell'attimo in cui ti fidi di lui

Mei si guardò la mano per qualche secondo e sorrise.
Subito dopo a Sdentato brontolò la pancia.
<< Hai fame, non è vero? >> chiese Mei avvicinandosi e mostrando la cesta vuota.
Il drago si mise le zampe sulla pancia. Mei sorrise e, come la volta precedente, fece apparire i pesci nella cesta. Sdentato corse subito a mangiare.
La ragazza cominciò a girare intorno al drago fino a ritrovarsi di fronte alla coda.
<< Manca una delle due membrane alla fine della coda. >> disse lei accovacciandosi per cercare di toccarla.
Il drago se ne accorse e mosse la coda a destra e sinistra facendo in modo che Mei dovesse correre avanti e indietro per prenderla. Ad un certo punto Mei si sedette sulla coda di Sdentato dandogli le spalle.
<< Adesso stai fermo! Fix it! >> detto questo la membrana mancante ricomparì e, accortosi della modifica, Sdentato mosse piano la coda e spicco il volo.
<< Ehi! Torna giù! Fammi scendere! >> gridò Mei mentre cercava si rimanere attaccata alla coda del drago. << Scendi subito! >>
Accortasi che il drago non le dava retta, decise di arrampicarsi fino arrivare al suo dorso e, per non cadere, strinse il collo del drago.
 
Non dovrai arrenderti mai

Sorvolarono l’intera foresta, andarono però a sbattere contro la cima di un albero e si ritrovarono nella valle da cui erano partiti cadendo nell’acqua del lago. Sdentato con un salto uscì subito dall’acqua, mentre Mei ci impiegò un po’ di tempo in più ad uscire fuori.
Non appena mise i piedi sull’erba si sedette su una roccia e cominciò a tossire mentre Sdentato si leccava le squame per asciugarsi.
<< Dry up! >> detto questo Mei venne circondata da un vortice grigio e si asciugò completamente.
L’elfo si avvicinò poi al drago che nel frattempo aveva finito di asciugarsi. Gli mise una mano sul collo e gli saltò in groppa.
Sdentato capì quello che Mei aveva in mente e spiccò il volo.
 
Lui riesce a capire quello che fai
 
<< Bravo bello! Avanti, fammi vedere quello che sai fare! >> disse lei dandogli un colpetto sul collo.
Il drago accettò la sfida e cominciò a volteggiare in cielo facendo giri della morte e scatti a destra e sinistra. Volarono tutto il pomeriggio fino a che Mei non dovette rientrare a scuola.
<< Torno domani! Sempre se sarai ancora qui. >> disse lei scendendo.
Il drago le diede una piccola testata sulla spalla facendole fare un passo più avanti.
 
Non hai da temere se scopri di avere un amico
 
<< Ehi! >> esclamò lei cercando di mantenere l’equilibrio e subito Sdentato sorrise.
 
Accanto a te
 
Mei cominciò ad accarezzargli la testa, Sdentato iniziò ad agitare la coda come i cani e, non appena la ragazza lo grattò sul collo, cadde a terra e sorrise.
L’elfo tornò all’Accademia lasciando Sdentato lì disteso a dormire.
Mei andava tutti i pomeriggi a trovare il suo nuovo amico: gli portava da mangiare e andava a giocare con lui.
Una sera Mei non riuscì a prendere sonno.
<< Qualcosa non va, Katherine? >> chiese Konoe sedendosi sul letto.
<< No, non ti preoccupare, semplicemente non riesco a dormire. >> rispose lei togliendosi la mano dal viso.
Mentì. In verità stava pensando al suo nuovo amico.
<< A che pensi? >> le chiese la compagna di stanza.
<< Uh, no, a nulla. Solo all’esame che avremo la prossima settimana. >>
<< Quello di “Cura delle Creature Magiche”? >>
<< S-sì! >> disse Mei sedendosi.
<< Non ti devi preoccupare, se brava in quella materia, no? >>
<< Dici? Eppure mi dimentico sempre che devo inchinarmi di fronte ad un ippogrifo e non davanti ad un grifone… >> disse passandosi una mano tra i capelli.
<< Davvero? >> chiese Konoe incredula. << Beh, per i grifoni è semplice: basta guadagnarsi la loro fiducia facendogli capire che non vuoi fargli del male. >> disse sorridendo.  <> esclamò.
A questa affermazione Mei sgranò  gli occhi.
<< Ma dopotutto, quando mai il professor Wight ci farà una lezione con i draghi… E’ impossibile! >>
<< Già… >> disse Mei distendendosi. << Buonanotte, Konoe. >>
<< Buonanotte, Katherine! >>
Quel pomeriggio tornò da Sdentato come faceva ormai da una settimana.
Fischiò e subito davanti a lei apparì il drago.
<< Ecco il tuo pesce! >> disse facendolo apparire di fronte a lui.
Subito Sdentato corse a mangiarselo distendendosi. Mei si sedette al fianco dell’amico.
All’improvviso si sentì un brontolio di uno stomaco. Mei guardò Sdentato che subito scosse la testa e tornò a mangiare. L’elfo si sfiorò la pancia e capì di essere stata lei a provocare quel rumore.
Sdentato avvicinò il muso al viso di Mei e aprì la bocca come se volesse sputare fuoco.
<< Ehi, calmo! >> gli disse lei.
Il drago non sputò fuoco, ma un pesce un po’ masticato e lo fece cadere ai piedi della ragazza che guardò perplessa il pesce.
Sdentato con la testa avvicinò di più il pesce a Mei.
<< Vuoi che lo mangi? >> chiese un po’schifata Mei prendendo il pesce in mano.
Il drago annuì.
<< Ehm, ecco, sono lusingata, ma non mi piace il pesce… >> disse squadrando il pesce.
Sdentato le diede una piccola pacca sulla spalla con la coda.
Mei avvicinò pian piano il pesce alla bocca, mentre Sdentato la osservava attentamente con un piccolissimo sorriso. La ragazza diede un piccolo morso.
<< Mmmh… buonissimo! >> disse sarcastica con il pesce ancora in bocca.
Sdentato mandò giù la saliva, come per dirle di mandare giù il boccone, e lei lo fece.
<< Grazie, Sdentato. >> disse facendo una piccola smorfia di disgusto porgendo di nuovo il pesce a Sdentato che se lo mangiò in un secondo.
Passato il pensiero del pesce Mei sorrise e Sdentato fece lo stesso, ma senza mostrare i denti.
<< Oh, io domani pomeriggio non posso venire. >> a queste parole Sdentato alzò la testa preoccupato. << Ho un esame al quale non posso mancare e durerà più o meno tutto il pomeriggio. >> disse accarezzando il dorso del drago che si tranquillizzò.
<< Ora devo andare. >> disse alzandosi, ma Sdentato la prese per la divisa. << Ehi, avanti, devo andare! Se venissero a cercarmi e ci trovassero qui nella foresta, ma soprattutto, se trovassero te, saremmo nei guai! >> disse lei cercando di far mollare la presa al drago. << Non fare così, torno domani mattina, ok? >> a quella il drago mollò la presa. << Bravo! >> disse lei accarezzandogli la testa.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:

So che avevo detto che avrei cercato di caricare i capitoli con un po’ più di regolarità, ma non ce l’ho fatta. Avevo proprio voglia di scrivere questo capitolo! :D
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. :)
Alla prossima,
Louise98
 
NOTA: *Tutto ciò che dice la signora è tratto dal testo della canzone “L’attimo in cui” di L’aura. Per ascoltarla clicca qui:

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Capitolo 8
*** Il bagno di Mirtilla Malcontenta ***


Il giorno dell’esame arrivò e tutti gli alunni del primo anno si recarono nel cortile della scuola.
<< Bene ragazzi! >> esclamò il professor Wight. << Pronti per l’esame di oggi? Spero di sì, perché oggi dovrete farmi vedere come avvicinarsi ad un grifone! >> detto questo dietro di lui ne apparve uno e tutti gli studenti cominciarono a parlare tra loro.
<< Professore! Il grifone ha un grado di pericolosità XXXX. Per avvicinarsi ci vuole un mago esperto!* >> osservò Mei.
<< Ha ragione signorina Overland, ma vi ritengo abbastanza pronti per affrontarne uno! >> esordì il professore. << E, per aver ricordato il grado di pericolosità di un grifone, a Serpeverde verranno assegnati 5 punti! >>
Tutti gli studenti di Serpeverde gridarono di gioia.
<< Comincerò ad odiarti se continui così, Katherine! >> le sussurrò all’orecchio Konoe.
<< Non è colpa mia se sei una Tassorosso! >> le rispose a bassa voce.
Entrambe si scambiarono una piccola linguaccia.
<< Bene iniziamo. Chi vuole essere il primo? >> chiese il professore.
Tutti fecero un passo indietro e Mei rimase avanti dato che era in prima fila.
<< Oh, signorina Overland. Si avvicini pure! >> continuò il professore.
Mei si guardò attorno non capendo che i suoi compagni di corso si erano tirati indietro, compresa la sua amica Konoe che la spinse verso il professore.
<< Non sia timida. Venga avanti! >>
La ragazza si avvicinò un po’ titubante al grifone. Quest’ultimo fece un balzo all’indietro non appena lei si avvicinò. Spaventata da quella reazione Mei si girò verso il professore.
<< Non si preoccupi! Vada avanti! >> disse il professore sorridendo.
Mei cercò di fare come diceva il libro, ma purtroppo uno strano rumore alle spalle della ragazza fece spiegare le ali al grifone. L’animale  scaraventò Mei a terra e le graffiò un braccio.
Tutti i ragazzi, presi dal panico, si allontanarono un po’ per la paura mentre il professore cercava di calmare il grifone.
Nel frattempo Sdentato stava riposando nella solita valle. D’un tratto scattò in piedi e volò verso la scuola a tutta velocità.
Arrivò nel cortile dove vide il grifone che stava ancora addosso a Mei. Attaccò alle spalle il grifone con una piccola palla di fuoco.
 
Lui sa vincere
 
L’animale si girò lasciando la presa liberando così Mei che venne soccorsa dal professore di Pozioni che nel frattempo era arrivato.
Sdentato cominciò a combattere con il grifone. Si rotolarono a terra e ringhiarono per un po’.
Mei accortasi di quello che stava succedendo si alzò in piedi e scattò verso i due che combattevano.
<< Sdentato fermati! >> disse sfiorandogli il dorso.
<< Si allontani da lì, signorina! Chains! >> detto questo dalla bacchetta del professor Wight uscirono delle catene che bloccarono sdentato a terra.
 
Perdere
 
Poi il professore fischiò ed il grifone si calmò tornando al suo posto.
<< Questo è un drago! Che diavolo ci fa nella nostra scuola? Potrebbe uccidere qualcuno! E per di più è una Furia Buia! >> gridò il professore.
<< Professore lo lasci stare, non farebbe male ad una mosca! >> gridò Mei cercando di fermare il professore.
<< Quindi è lei che lo ha portato qui, signorina Overland? >> chiese lui con tono di rimprovero.
Mei abbassò lo sguardo.
<< Comunque sia dovremo portarlo al Ministero! >> disse il professore.
Mei divento tutta rossa in volto per la rabbia, corse verso Sdentato gli tocco il dorso, agitò la bacchetta e le catene che lo tenevano si ruppero.
<< Vattene! >> disse dandogli un colpetto.
<< Cosa fa?! E’ pericoloso! >> gridò il professore di Pozioni.
<< Non ha fatto nulla di male! Mi ha salvata da quel grifone! >> gridò Mei.
<< Signorina Overland, spero che lei capisca la gravità della situazione.  Quel drago avrebbe potuto uccidere qualcuno! >>
<< Ma non lo ha fatto! >> rispose subito lei.
Il professore si bloccò.
<< E poi Sdentato- >> cominciò la ragazza.
<< Sdentato?! >> gridò il professore avvicinandosi a Mei minaccioso. << Gli ha dato persino un nome?! >>
<< Sì, visto che è più dolce di un semplice animale da compagnia! >> gridò lei stringendo i pugni.
<< Tsk! >> ringhiò il professore. << Abbiamo fegato, vedo… Lo sa che, essendo il responsabile del casato dei Serpeverde, posso espellerla quando voglio? >>
<< Allora lo faccia! Non voglio rimanere in una scuola dove uno studente viene accusato per qualcosa che non ha fatto! >> disse con occhi di sfida.
<< Sta di fatto- >> iniziò il professore.
<< Che questo incidente è accaduto durante la mia lezione, Severus. >> lo interruppe il professor Wight. << Per cui, se fosse successo qualcosa ai miei studenti, la maggior parte della colpa sarebbe stata mia. >> disse per poi avvicinarsi a Mei. << Per di più, se non avessi costretto la signoria Overland ad avvicinarsi al grifone, tutto questo non sarebbe successo. >>
Il professore di Pozioni ringhiò.
<< E va bene, cerca di trovare una buona punizione! >>
<< Sono anche io un insegnante, so cosa fare in questi casi, Severus! >> a queste parole il professor Severus Snape ringhiò nuovamente e tornò nel suo ufficio.
<< Mi farà espellere non è vero, signore? >> chiese Mei abbassando lo sguardo.
<< No, ma ho una punizione adatta a te! >> disse posando una mano sulla spalla sinistra della ragazza. << L’esame è rimandato, ragazzi! >> dopo questa affermazione del professore tutti gli studenti gioirono.
Qualche minuto dopo Mei si ritrovò in un enorme bagno sporco con al centro un blocco di pietra circondato da lavandini.
<< E questo cos’è? >> chiese Mei inorridita.
<< Questa è la tua punizione, dovrai pulire questo bagno senza l’uso della magia! >>
<< Cosa?! Ma ci vorranno giorni! Non poteva semplicemente togliermi ei punti casa? >> chiese Mei.
<< Non ci vorrà così tanto se vi impegnerete, signorina Overland! >> disse passandole un secchio e una serie di stracci. << Oh, a proposito dei punti casa… >> disse avvicinandosi alla porta. << Ve ne ho assegnati 50 per essere riuscita ad addestrare un drago con grado di pericolosità XXXXX*! Per di più una Furia Buia! >> esclamò sorpreso.
<< Davvero? >> chiese Mei incredula.
<< Non mi faccia cambiare idea, cominci a pulire! >>
<< Sì, signore! >>
Non appena il professore se ne andò, Mei si mise all’opera.
Passarono quatto ore.
<< Oh, cavolo! Insomma, ho cavalcato una Furia Buia! Non dovrei essere qui a pulire un bagno, che per di più non viene usato da nessuno se non da un fantasma! >>
<< Ehi! >> urlò una ragazza.
<< Scusami, Mirtilla, ma non è il mio giorno migliore. >> disse lei continuando a pulire il pavimento.
<< Capisco… >> rispose Mirtilla con una voce nasale.
Mirtilla era una ragazza-fantasma molto giovane. Aveva dei capelli neri raccolti in due code basse, portava degli occhiali tondi e aveva gli occhi neri. Indossava la divisa dei Corvonero, poiché quando morì, frequentava ancora quella scuola.
<< Beh, vado a farmi un giro al Bagno dei Prefetti! >> disse Mirtilla. << A presto! >>
<< Ciao, Mirtilla! Buon divertimento! >> disse un po’ mogia Mei.
La ragazza si alzò e andò a cambiare l’acqua del secchio per poi tornare a pulire il pavimento.
<< E tu invece, cosa ci fai qui? >> chiese Mei ad una figura nascosta dietro alla porta.
<< Ecco, io… Il professor Piton mi ha detto di venire a controllare che non usassi la magia… >> rispose timidamente un ragazzo. 
<< Puoi anche entrare se vuoi, Shima. Ho pulito l’entrata! >> disse continuando a pulire.
<< Posso farti una domanda? >> chiese Shima accucciandosi vicino a Mei.
<< Certo, dimmi pure! >> rispose lei senza smettere di pulire.
 << Come hai fatto a spezzare le catene senza pronunciare una formula magica? >>
Mei sobbalzò.
<< Me lo chiedevo perché l’incantesimo mentale per distruggere le cose non ce lo hanno ancora insegnato… >> chiese lui cercando lo sguardo di Mei.
<< Ho… ho letto un libro in cui c’era questo incantesimo e spiegavano come fare. Tutto qui! >> disse alzando lo sguardo e sorridendo. Mei però mentì: l’incantesimo che aveva usato, era una magia elfica.
Rimasero in silenzio per un po’ finché Shima non parlò.
<< Senti… avresti preferito che venisse Nigel a controllarti? >> chiese lui.
Mei si bloccò, strinse i pugni sullo straccio che aveva tra le mani e cominciò a tremare.
 
Ma supererai le difficoltà
 
<< Ma si può sapere perché tutti pensate che mi piace Nigel?!? >> esclamò arrabbiata.
<< S-scusami! No era mia intenzione farti arrabbiare… >> si scusò Shima. << E’ solo che ultimamente ti comporti in modo strano, e pensavo fosse a causa sua… >> osservò lui.
<< Uh? Perché dovrebbe essere causa sua? >> chiese lei fissando Shima. << Comunque sia, in questo periodo ero preoccupata per Sdentato… >> disse lei tornando a pulire.
<< Sdentato? Intendi il tuo drago? >>
<< Sì… ma non è il MIO drago. E’ un mio amico! >> disse lei guardando fuori dalla finestra.
<< Se vuoi ti aiuto a pulire, così puoi tornare da lui prima! >>
<< Uh? No, non devi farlo, tu non hai fatto nulla! >> disse lei tornando con lo sguardo sul ragazzo.
<< E se volessi semplicemente aiutarti? E poi ti ho fatto arrabbiare, e volevo scusarmi... >> disse Shima tirandosi su le maniche.
<< Metti giù quello straccio! >> gli ordinò lei. << So essere violenta, quando voglio! >>
<< Ne sono più che convinto! >> disse lui. << Ma ho detto che ti avrei aiutato, e lo farò! >>
Shima bagnò lo straccio e si mise a pulire.
Mei lo fissò per un po’ mentre si impegnava a tirare a lucido il pavimento.
 
Se un amico ti farà compagnia
 
<< Sei veramente strano, lo sai? >>
<< Uh? Perché? >>
<< Stai qui con me a pulire il pavimento quando potresti essere fuori all’aria aperta! Sei strano… >> disse lei continuando a guardarlo.
<< Forse sto qui perché mi piace stare in tua compagnia. Sei diversa da tutte le persone che conosco. >>
Mei arrossì, scosse la testa e tornò a pulire.
In due finirono di lustrare il bagno dopo sei ore.
<< Wow! Ci si potrebbe persino mangiare qui dentro ora! >> esclamò Shima asciugandosi dal sudore la fronte.
<< Già… Grazie mille, Shima! >>
<< Di nulla, Katherine! Dopotutto il più del lavoro lo hai fatto tu! >> disse sorridendo.
Mei prese lo straccio di Shima e lo gettò assieme al suo nel secchio.
Shima si rimise la giacca della divisa che aveva precedentemente tolto per il caldo e Mei rimise il secchio e gli stracci nello sgabuzzino. Dopo aver messo via tutto, Mei abbracciò Shima che arrossì leggermente.
<< Grazie ancora! >> disse lei.
<< G-grazie a te! >> rispose lui.
Dopo una lunga doccia Mei tornò in camera sua.
<< Così… era per questo che eri così strana ultimamente, non è così? >> chiese Konoe mentre si mise a letto.
Mei si mise sotto le coperte senza rispondere.
<< Perché non me lo hai detto? Ti avrei coperta e aiutata! >> disse l’amica.
<< E’ questo il punto. Saresti finita nei guai anche tu, e non mi sarei data pace. >>
Konoe sorrise e Mei si mise sul fianco destro dando le spalle all’amica.
<< Sarei finita volentieri nei guai insieme a te! >> sussurrò Konoe, ma l’amica sentì perfettamente.
Mei non disse nulla e si alzò.
<< Dove vai ora? >> chiese Konoe.
<< Vado a fare un giro. Non riesco a dormire… >>
<< O-ok… a domani allora. Buonanotte Katherine! >>
Dopo questa affermazione Mei sussultò.
<< ‘Notte Konoe! >> disse dolcemente mentre si metteva il cappotto.
L’elfo andò in terrazzo, dove incontrò suo cugino.
<< Ehi! Da quando hai incontrato Sdentato non vieni più a trovarmi al calare del Sole! >> esclamò Jack.
<< Beh, ora sono qui! >> disse lei sorridendo.
<< Avanti, non fare quella faccia triste! Non lo hanno mica catturato, è libero! >> disse lui sedendosi sulla solita ringhiera sulla quale Mei era appoggiata.
<< Questo lo so… >> disse lei mettendo la testa tra le braccia che aveva precedentemente incrociato.
<< Allora cosa c’è che non va? >> chiese lui sfiorandola con il bastone.
<< Pensavo a quello che mi hanno detto Shima e Konoe. >> disse alzando la testa.
Jack sorrise.
<< Sai, ero convinto che dopo essere venuta qui avresti pensato solo allo studio, invece… >> fece una piccola pausa per guardare il cielo stellato. << Hai trovato degli amici e te li tieni stretti. >> continuò sorridendo.
Mei guardò il cielo a sua volta.
<< Non ti devi preoccupare. Non possono odiarti solo per avergli nascosto Sdentato, no? >> disse cominciando a giochicchiare con un fiocco di neve che aveva appena creato.
<< Il fatto è che non è l’unica cosa che nascondo. Insomma, Konoe i chiama ancora Katherine… >>
<< Ma questo perché le hai detto tu di chiamarti così… >> sottolineò Jack.
<< Io vorrei che mi chiamasse Mei, ma non potevo dirle la verità, altrimenti si sarebbe accorta che il mio era un nome elfico! >>
Jack si bloccò un secondo capendo di aver perso lo scontro.
<< Passando ad altre cose… Come va con Nigel? >>
Mei strinse i pugni.
<< Ma la volete smettere tutti?!? Non sono venuta qui per innamorarmi o fare amicizia, ok?! Sono venuta per allenarmi, tutto qui! >> urlò Mei, ma senza farsi sentire da altre persone.
<< Ecco svelato il problema! >> disse Jack sorridendo.
<< Cosa stai dicendo? >> chiese Mei confusa.
<< Ti senti così perché hai trovato degli amici anche se tu non li stavi cercando. Ora si spiega tutto. >> esclamò Jack soddisfatto.
<< Non ti seguo… >> disse lei sedendosi sulla ringhiera affianco al cugino.
<< Hai detto che sei venuta qui perché avevi intenzione di allenarti, e quindi non avevi tenuto conto del fatto che avresti potuto trovare degli amici. >> fece una piccola pausa. << Per di più, essendo stata per 250 anni senza fare amicizia con nessuno per studiare, non sei abituata a provare questa sensazione. >> esordì lui.
Mei abbassò lo sguardo.
<< E scommetto che starai pensando che non vuoi trovare nuovi amici, sapendo che un giorno, se il Grande Demone non si mostrerà, dovrai abbandonali. >> disse soddisfatto.
Alla ragazza scese una lacrima, ma Jack non se ne accorse.
 
Non hai da temere
 
<< Dovrei fare lo psicologo, altro che il Guardiano! >> disse lui ridendo.
Mei sorrise e si asciugò le lacrime che nel frattempo avevano cominciato a scendere.
 
Se scopri di avere un amico
 
<< Non azzardarti mai più a provocarmi solo per farmi il quarto grado! >> ringhiò lei sorridendo e tirando un pugnetto sulla spalla di Jack. << Stupido! >> disse ricomponendosi.
<< Ahi! Ehi, non essere così violenta! >> disse sorridendo.
Mei gli rispose con una linguaccia. 
<< Va’ a dormire adesso! >> disse Jack dandole un colpetto con il bastone.
 
Accanto a te

<< Vado, vado! Buonanotte Jack! >>
<< Buonanotte, piccola! >> le sorrise.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Che dire… Non riesco a trovare una regolarità nell’aggiornare le storie! :D
Sono veramente messa maluccio. *si passa una mano tra i capelli*
Beh, a parte questo mio ENORME problema nell’aggiornare, che ne pensate della mia fanfiction? Fatemelo sapere! :)
Se volete ho già inserito un mio disegno nel quinto capitolo. Ditemi che ne pensate di quello e se vi va bene che ne aggiunga altri in altri capitoli!
A presto,
Louise98
 
NOTA: *Nel libro “Cura delle Creature Magiche” è possibile leggere che l'Ufficio di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche ha creato una classificazione per tutti i tipi di animali magici in modo che sia subito identificabile il loro grado di pericolosità:
XXXXX - Noto ammazzamaghi/impossibile da addestrare o addomesticare
XXXX - Pericoloso, serve un mago esperto
XXX - Un mago capace dovrebbe cavarsela
XX - Innocuo
X - Noioso

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Capitolo 9
*** I sentimenti di Nigel e Shima ***


Il mattino seguente Mei si alzò più presto del solito e si diresse silenziosamente in terrazzo.
<< Sdentato… >> mormorò lei appoggiandosi alla solita ringhiera e osservando le prime luci dell’alba.
Poco dopo in terrazzo giunse un’altra persona.
<< Complimenti per il drago! >> disse il ragazzo che era appena arrivato.
Mei si girò di scatto e vide che quella persona era Nigel.
<< C-ciao Nigel! Mi ha spaventata! >> disse lei.
<< Scusami… >> rispose lui sorridendo e avvicinandosi.
Ci fu un attimo di silenzio.
<< Vorresti uscire per andare dal tuo drago? >> chiese Nigel osservando il Sole che stava sorgendo.
Mei sobbalzò e fissò Nigel incuriosita.
<< Io sono un Prefetto ed ho la possibilità di uscire dall’Accademia a mio piacimento, quindi potrei accompagnarti, sempre se ti va! >> disse lui girandosi verso l’elfo.
<< Ecco… io… io non sono sicura che voglia vedermi ancora dopo quello che è successo… >> disse lei abbassando lo sguardo.
<< Se non provi non lo scoprirai mai! >> le disse alzandole il viso.
Poco dopo i due si ritrovarono di fronte al cancello della scuola.
<< Sei sicuro? Se ci scoprissero finiresti nei guai! >> chiese Mei appoggiando una mano sul cancello.
<< Più che sicuro, Katherine! >> disse lui aprendo il cancello.
Qualche minuto dopo si ritrovarono nella valle dove Mei incontrò Sdentato per la prima volta.
<< Wow! >> esclamò Nigel.
<< E’ qui che ho incontrato Sdentato per la prima volta. >> disse Mei accovacciandosi in riva al lago.
Subito dopo aver sfiorato l’acqua fredda, si alzò e fece un fischio. Dopo pochi secondi dal lato opposto della valle apparve la Furia Buia.
<< Sdentato! >> gridò Mei correndogli incontro.
Il drago fece un passo indietro e guardò storto il ragazzo che alzò le mani.
<< Ehi, ehi! Calmo! >> disse Nigel.
La Furia in tutta risposta ringhiò per poi strusciare il muso sulla spalla di Mei.
<< Allora non sei arrabbiato! >> disse la ragazza sorpresa per poi prendere tra le mani la testa del drago.
Quest’ultimo tirò indietro la testa e la scosse, ricevendo così un abbraccio da parte dell’elfo.
Dopo aver sciolto l’abbraccio Mei prese la bacchetta e fece apparire i fronte a Sdentato del pesce. Il drago si lanciò sul cibo.
<< Sapevo che eri affamato! >> disse Mei rimettendo la bacchetta nella tasca interna della giacca della divisa.
La ragazza si avvicinò a Sdentato e lo accarezzò sulla schiena.
<< Ora devo andare. Tornerò appena posso! >> disse lei dandogli un colpetto per poi rivolgersi a Nigel.
<< Andiamo! >> disse lei.
<< Sì! >>
I due tornarono a scuola ed andarono a lezione.
Passarono due giorni, e Mei non era più andata a trovare Sdentato nella valle.
Nel pomeriggio l’elfo andò in cortile e vide Shima .
<< Ciao Shima! Come stai? >> chiese Mei sorridendo rimanendo alle spalle del ragazzo.
Lui non rispose e si limitò ad abbassare la testa.
<< Qualcosa non va? >> chiese lei. << Dillo alla tua sorella maggiore! >>
Non ottenne risposta.
<< Per caso ti sei innamorato? >> chiese lei sorridendo.
<< Forse. >> rispose lui senza girarsi.
Mei sobbalzò.
<< D-davvero? L’ho detto senza pensarci! >> disse portandosi una mano alla nuca. << Allora perché sei così depresso? >>
<< Perché ho una notizia da darle… >> disse lui tristemente.
<< E’ una brutta notizia? >>
Shima scosse la testa.
<< Non per lei… >> disse lui.
<< Che vuoi dire? >> chiese Mei incuriosita.
<< Perché, anche se non lo vuole ammettere, le piace un ragazzo, e poco fa quel ragazzo mi ha detto che piace quella ragazza… >> disse cupo.
<< Quindi, sei triste perché non puoi essere tu il suo ragazzo? >> chiese Mei dolcemente.
Shima alzò di scatto la testa e guardò fisso davanti a lui per poi riabbassare lo sguardo.
<< Se tu fossi nella mia situazione, cosa faresti? >> chiese lui girandosi verso di lei.
Mei si accorse che Shima aveva le guance rigate dalle lacrime, così prese dalla tasca un fazzoletto e lo porse al ragazzo.
<< Se fossi al tuo posto non mi arrenderei, continuerei a lottare per quella ragazza anche se le piace un altro. Cercherei di aiutarla nel momento del bisogno e di esserle sempre vicino. >>
<< Ci ho provato… >> disse tra un singhiozzo e l’altro. << Ma è tutto inutile, non posso fare nulla contro Nigel- >>
Subito Shima si portò una mano alla bocca, come chi ha detto qualcosa di troppo.
<< N-nigel? S-shima… quello che hai appena detto… >>
Delle lacrime cominciarono a rigare nuovamente le guance di Shima che abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi.
<< Capisco… Sono una stupida! >> disse Mei.
Shima cominciò a piangere, cercando inutilmente di trattenersi.
<< Perché stai piangendo? >> chiese Mei con lo sguardo perso.
<< Non lo so… >> disse Shima tra un singhiozzo e l’altro.
Mei fece tre passi indietro, si girò e corse verso la foresta finché non arrivò nella valle di Sdentato.
Fischiò e subito arrivò la Furia Buia.
<< Sono tornata! >> disse lei dolcemente.
L’elfo fece apparire del pesce di fronte a Sdentato, e, non appena il pesce finì, il drago si accucciò facendo cenno a Mei di unirsi a lui.
La ragazza si accovacciò vicino a Sdentato che, arrivato il freddo, la coprì con la sua ala. Rimasero così tutta la notte.
Il giorno seguente Mei non tornò all’Accademia, e Nigel venne convocato nell’ufficio del professor Wight.
<< Signorino Brainer, dov’è la signorina Overland? >> chiese il professore.
Nigel capì che Mei doveva essere andata da Sdentato, così la difese mentendo al professore.
<< La sua compagna di stanza mi ha riferito che la signorina Overland non si sentiva molto bene, e per questo non avrebbe partecipato alle lezioni oggi. >> disse Nigel.
<< Capisco. Grazie, signorino Brainer! >>
<< Si figuri, professore. >>
Nigel uscì dall’ufficio del professore e si diresse in cortile, dove incontrò Shima.
<< Ehi, Shima! >> esclamò Nigel avvicinandosi al ragazzo.
Shima si girò verso Nigel.
<< C-ciao Nigel… >> disse Shima abbassando lo sguardo.
<< Ecco… volevo chiederti: sai per caso dov’è finita Katherine? >>
<< Katherine? Uh, no, non l’ho vista oggi… >>
<< Nigel! Shima! >> gridò una ragazza correndo verso i due.
<< Konoe! >> disse Nigel.
<< Ragazzi... >> disse Konoe cercando di recuperare il fiato. << avete visto Katherine, per caso? >>
<< No… >>> disse Nigel. << Né io né Shima l’abbiamo vista… >>
Shima abbassò lo sguardo e cominciò a tremare.
<< Qualcosa non va, Shima? >> chiese Konoe.
<< N-no, va tutto bene… Ora, scusatemi, ma torno in camera mia. >>
<< D-d’accordo… A presto Shima! >> disse Konoe.
<< Ciao Shima! >> esclamò infine Nigel.
Shima si allontanò, lasciando da soli i due ragazzi.
<< Secondo te, Nigel, Shima sa qualcosa? >> chiese Konoe incuriosita.
<< Non lo so… >> rispose lui.
Qualche ora dopo Mei tornò a scuola. Entrò in cortile e si sedette su una panchina a fissare il vuoto. Pochi minuti dopo, all’insaputa di Mei, arrivò Shima.
Il ragazzo appena le si avvicinò vide che i suoi occhi fissavano il vuoto, e sembrava avere un’espressione triste.
<< Katherine. >> detto questo Mei si svegliò dal suo stato di trans e si accorse che, in piedi vicino alla panchina, si trovava Shima.
<< Sh-shima! Che cosa ci fai qui? >> chiese Mei guardando il ragazzo.
<< Ecco… ti ho riportato il fazzoletto. >> disse lui porgendole l’oggetto.
<< Grazie! >> disse lei prendendolo e mettendolo nella tasca della divisa.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
<< Ecco… >> cominciò Shima. << Scusami! >>
<< Perché ti stai scusando? >> chiese dolcemente Mei.
<< Perché quando una ragazza è triste sembra sempre la cosa migliore da dire… >> disse abbassando lo sguardo.
<< Già… >> disse sorridendo Mei. << Comunque non hai nulla di cui scusa-no, aspetta, a pensarci bene ci sarebbero un paio di cosette… >> disse abbassando la nuca.
<< Scusami tanto! >> disse lui piegandosi in avanti.
<< Però, sai… >> disse alzando lo sguardo per osservare il cielo. << la ragione per cui sono depressa è un’altra. Non è colpa tua. >>
<< Davvero? >> chiese incredulo Shima.
Mei posò lo sguardo su Shima.
<< Non avrei mai pensato di piacere ad un ragazzo. Ho accettato di entrare in questa scuola per studiare, non per trovare un ragazzo. E poi, mi chiedo come io ossa piacere a qualcuno, insomma… non posso piacere veramente a qualcuno! >>
<< Questo non è vero! >> gridò Shima arrossendo leggermente.
Mei si girò di scatto verso di lui, e anche lei arrossì.
<< Quindi, quello che hai detto ieri… io ti piaccio veramente? >> chiese lei osservando il cielo.
<< Sì… >> disse lui arrossendo notevolmente.
Mei invitò Shima a sedersi vicino a lei, e lui anche se titubante, accettò.
Stettero seduti in silenzio per un po’ di tempo.
<< Senti… >> disse Mei interrompendo quel silenzio imbarazzante. << Che cosa ti piace di me? >>
<< Il fatto che mi urli contro e che ti preoccupi per me… Oh, e poi ogni volta che mi passi vicino sento un buon profumo, e mi piace! >> rispose sorridendo.
<< Non credo che l’ultima frase fosse necessaria… >> disse Mei.
<< Scusami! >> disse prontamente Shima.
<< Lascia stare le scuse. >> disse Mei guardando nuovamente il cielo. << Ecco… Grazie! >>
<< Figurati… non c’è di che! >> rispose Shima balbettando.
Rimasero ancora in silenzio per un po’ di tempo.
<< Certo che sei strano… >> esordì Mei. << Non ti infastidisci o innervosisci anche se sei convinto che mi piaccia un altro ragazzo. >>
<< N-no… >> disse Shima. << Credo di essere semplicemente lento con questo genere di cose… >>
Mei sorrise.
<< Sai, non mi dispiace questo tuo aspetto. >> disse lei guardando Shima che sobbalzò. << E’ bello vedere quanto innocente puoi essere. >>
Shima arrossì notevolmente.
<< Ecco… io- >> cominciò Shima, ma venne interrotto da una forte esplosione.
<< Cos’è stato? >> gridò Mei alzandosi in piedi. << Presto, andiamo a controllare! >>
Nel bel mezzo del cortile posteriore della scuola era scoppiato un enorme incendio.
<< Argh! >> gridò Mei portandosi una mano sulla spalla sinistra, all’altezza della cicatrice e cadendo sulle ginocchia.
<< Katherine! >> esclamò Shima reggendo Mei.
<< N-non ti preoccupare, è solo una piccola fitta. >> disse lei dolorante.
<< Ha scoperto il tuo nascondiglio, Mei! >> disse Jack rivolto alla cugina mentre osservavano il fuoco.
<< E’ meglio spegnerlo! >>
Shima e Mei presero le loro bacchette e le puntarono verso l’incendio.
<< Spits water! >> dissero insieme i due, ma l’incantesimo non ebbe alcun effetto.
<< Lo ha fatto apposta. Può essere spento solo da un incantesimo elfico. >>  osservò Jack.
<< Cavolo! >> disse Mei.
<< Com’è possibile? >> chiese Shima.
<< Ora ci riprovo! Spits water! >> lo disse normalmente, non come una formula magica, perché in realtà usò un incantesimo elfico che spense immediatamente l’incendio.
<< Wow! Come hai fatto? >> chiese Shima incredulo.
<< Ho semplicemente usato un po’ più energia del dovuto. >> disse reggendosi il braccio sinistro. << Sarà meglio avvisare la direttrice! >>
<< Ci vado io! >> disse Shima. << Tu riposa intanto. >>
<< D’accordo. Grazie Shima! >>
Shima corse verso l’ufficio della direttrice, così Mei si mise ad analizzare il terreno.
<< Ti. Ho. Beccata. >> Mei deglutì rumorosamente. << E’ scritto in elfico! >>
<< Sei pronta? >> chiese Jack cancellando la scritta dal terreno.
<< Sì! >> disse toccandosi la cicatrice.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:

Rieccomi con un nuovo capitolo! :D
Si sta avvicinando la fine di questa fanfiction. All’inizio pensavo che da questa mia idea sarebbe durata al massimo 5 capitoli, ma una piccola aggiunta qui, un’altra qui e…. siamo al nono! Spero che fino ad ora vi sia piaciuta! ^^ Ditemi che ne pensate e come sperate che finisca :)
Io ho già in mente come farla finire, ma mi piacerebbe sapere come credete possa concludersi questa storia (scrivetemelo per messaggio privato). Quello che si avvicinerà di più… niente, non avrà nulla perché non c’è nulla che posso fare xD
Recensite, ne sarei felice! (:
Al prossimo capitolo,
Louise98

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Capitolo 10
*** Lo scontro finale ***


Alcuni giorni dopo Mei era rimasta da sola nell’aula di Pozioni quando ci fu un’altra esplosione, però questa volta più potente della prima.
<< Cos’è successo? >> si chiese Mei.
Corse fuori in cortile e incontrò Konoe di fronte alle fiamme.
<< Konoe! >> gridò Mei.
<< Katherine! Il fuoco non si spegne! >>
<< Proviamo insieme! >> disse Mei capendo di dover usare la magia elfica.
<< Spits water! >> gridarono insieme le ragazze, e subito dopo il fuoco si spense.
<< Grazie Katherine. >> disse Konoe.
<< Di nulla. >> rispose sorridendo.
Subito dopo si sentirono altre esplosioni che però non generarono fuochi.
Tutta la scuola si era riunita in cortile in preda al panico.
<< Che buon odore… >> disse una voce sinistra. << L’odore della paura! >> esclamò. << Ma sono qui per un motivo ben preciso, non ho forse ragione, elfo? >>
Tutti cominciarono a bisbigliare alle parole di quella figura ignota che nessuno riusciva a vedere.
Mei si guardò intorno tenendo la mano sinistra sulla bacchetta.
<< Hai sentito Katherine? >> chiese Konoe. << Qui all’Accademia c’è un elfo! >>
Mei continuò a guardarsi intorno ignorando l’amica finché non venne improvvisamente presa per il collo da un’ombra che la sollevò di un metro da terra attaccandola al muro e facendole cadere la bacchetta.
<< Eccoti qui! Dopo 300 anni… Usare il mio sangue in questo modo… Me la pagherai! >> disse quella figura maligna stringendo la presa.
<< Fuzetsu! >> esclamò Mei con un filo di voce. Intorno a lei e a quella figura si creò il Fuzetsu che fece indietreggiare tutti gli studenti di almeno venti metri.
<< Katherine! >> urlarono alcuni ragazzi.
<< Potere sprecato per salvare degli inutili esseri umani… Che cuore d’oro. >> disse ironicamente la figura. << Ora dammi la Spada Celeste! >> gridò.
<< Mai! >> rispose Mei con un filo di voce.
<< Tsk! Questa tua resistenza durerà ben poco, soprattutto rimanendo sotto spoglie umane… >> disse fissandole le orecchie. << Come osi, tu, sporca traditrice, a presentarti davanti al Grande Demone sotto forma di umana? >> disse schifato il Demone.
<< Faccio quello che mi pare! Non sono un tuo suddito. >>
<< Osi rimbeccare? Ora ti faccio vedere io! >> detto questo si preparò a tirare un pugno in faccia a Mei, ma dalla mano dell’elfo comparve una spada che la ragazza infilzò nell’addome del Demone che mollò la presa.
Mei cadde a terra cercando di recuperare il fiato mentre il Demone si toccava la ferita.
<< Come osi? Dammi quella spada! >> gridò allungando la mano.
<< Nemmeno per sogno! >> disse Mei alzandosi in piedi e riacquistando le sue sembianze elfiche. I capelli neri diventarono rosso fuoco e gli occhi fecero lo stesso, le orecchie diventarono appuntite e i suoi vestiti cambiarono completamente da divisa scolastica a divisa elfica da battaglia.
Indossava un cappello morbido a punta blu, una maglia a maniche lunghe azzurra con sopra una tunica smanicata blu lunga fino ai fianchi, una cintura marrone, pantaloni marroni e guanti e stivali dello stesso colore.
<< Ti sei decisa finalmente! >> gridò il Demone.
<< E’ arrivato il tuo momento, Mei. Fagli vedere chi sei! >> disse la direttrice.
<< Katherine… >> balbettarono Konoe, Shima e Nigel.
<< La vuoi? >> disse Mei indicando la spada. << Vieni a prenderla! >> gridò.
<< Non me lo faccio ripetere due volte! >> gridò il Demone scagliandosi su Mei.
Dopo alcuni minuti di ininterrotta battagli all’ultimo sangue, Mei si inginocchiò a terra ansimante.
<< Lo sai che non puoi uccidermi, vero? Se non muori tu, io non morirò mai. >> disse Mei alzandosi lentamente.
<< Ma posso sempre continuare a farti soffrire finché non ti arrenderai. >> sogghignò il Demone.
<< Questo non accadrà mai, puoi starne certo! Sono 300 anni che aspetto questo momento, e non mi arrenderò così facilmente! >> sputò Mei.
<< Anche se fosse… >> disse il Demone facendo spallucce. << Le vostre stupide magie elfiche hanno sicuramente qualche modo per essere annullate. >> disse estraendo una spada.
Mei si toccò la cicatrice sul braccio e sgranò gli occhi.
<< Oh, oh. A quanto pare avevo ragione. >> rise il Demone.
<< Bastardo! >> gridò l’elfo scagliandosi contro il nemico.
<< Cosa dovrei fare? >> chiese il Demone evitando l’attacco. << Forse ucciderti con le mie stesse mani? >>
Sentito questo Mei sgranò nuovamente gli occhi.
<< Quindi, colui che usa il sangue di un altro essere per continuare a vivere, può essere ucciso solo dalla persona a cui ha sottratto il sangue, ma solo se questo viene fatto a mani nude? >> ipotizzò. << E sia! >> disse lasciando cadere la sua arma che, non appena toccò il terreno, si dissolse.
Dopo una decina di minuti di battaglia, Mei venne scaraventata a terra, vicino agli altri studenti.
<< Katherine! >> gridarono preoccupati vedendo che non si rialzava.
Il Demone rise di usto mentre uno strano fischio proveniva dalla foresta. Tutti si girarono in quella direzione e videro una strana creatura molto simile ad un pipistrello gigante che avanzava a gran velocità verso il campo di battaglia.

E' un semplice complice
 
<< Per completare il lavoro… >> disse il Demone avvicinandosi a Mei. << Brucerò tutto! >> sussurrò. << Burn! >> detto questo tutto all’interno del Fuzetsu prese fuoco.
Nel frattempo il Demone avvicinò la mano alla Spada Celeste, ma in quell’istante Mei la prese e la infilzò nell’addome del Demone.
<< T-tu! >> gemette il Demone.
 
Che presto ti dimostrerà
 
Pochi secondi dopo, la creatura simile ad un pipistrello entrò nel Fuzetsu per prendere il corpo immobile dell’elfo. Non appena la creatura uscì dal Fuzetsu, questo si ruppe ed il fuoco venne subito spento dagli studenti prima che potesse espandersi.

 
 
 
ANGOLO AUTRICE:

Rieccomi! ^^
Scusatemi per l’enorme ritardo, ma da quando è ricominciata ho un sacco di impegni e (come potete vedere nel mio profilo) ho altre storie in corso e sto cercando di portarle avanti un po’ tutte per non rimanere troppo indietro.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :D
Al prossimo capitolo,
Louise98

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Capitolo 11
*** Le quattro case ***


Quattro ore dopo Mei si risvegliò nell’infermeria della scuola circondata dai suoi amici e dalla preside.
<< B-ben svegliata, Katherine! >> disse Shima sorridendo.
<< Katherine! >> gridò Konoe saltandole addosso per abbracciarla.
<< Ahi! >> gemette l’elfo. << Così mi fai male, Konoe… >>
<< S-scusami! >> disse l’amica.
<< Scusi, professoressa Sagara… >> disse Mei rivolgendosi alla preside. << Cos’è successo? >>
<< La tua copertura è saltata! >> disse una donna sulla trentina.
<< T-tu?! >> balzò Mei sedendosi. << Cosa ci fai qui? >>
<< Ma con chi sta parlando? >> chiese Nigel confuso.
<< Deve aver preso una bella botta. >> sottolineò Konoe.
<< Sono il Cappello Parlante. >> disse la donna.
<< Sì, ed io sono un orco con le ali! Avanti, sei una donna, non un cappello! >> disse Mei.
<< Non mi credi? Beh, ecco la prova. >> detto questo la signora si trasformò nel Cappello Parlante.
<< E perché ti vedevo solo io? >> chiese l’elfo.
<< Perché tu ed il tuo drago siete le uniche creature magiche ad avere rischiato la vita per salvare altre persone. In poche parole: avete un cuore puro. >> spiegò il cappello.
<< Sdentato! >> gridò Mei.
Alla sua destra comparve subito il drago che le leccò il viso.
<< Ehi! Vacci piano. >> disse la ragazza ridendo.
<< E’ stato lui a portarti qui poco prima che il corpo del mostro si dissolvesse. >> disse Shima.

La sua lealtà
 
<< Intendi il Grande De-? Aspetta! Il Demone è stato qui? >> gridò Mei.
Non ottenne alcuna risposta.
Subito si scostò la manica della maglia dal braccio sinistro e controllò la cicatrice: non c’era più. Poi si toccò immediatamente le orecchie e si accorse che erano a punta, così si nascose sotto le coperte.
<< Katherine, o meglio… Mei! >> la chiamò la preside.
L’elfo tirò via le coperte dal viso.
<< Ormai ti abbiamo visto combattere, è finita. >> continuò Misae.
<< M-m-mei?! >> balbettò Konoe.
<< Ecco… >> cominciò Mei. << In realtà io ho più di 300 anni e sono un elfo che ha usato quest’accademia solo per compiere la sua vendetta su un demone… faccio schifo! >>
<< Non è vero. >> disse Konoe. << Di sicuro avevi le tue ragioni, non è così? >> disse sorridendo.
Mei ricambiò il sorriso e Sdentato le diede una piccola testata per ricevere delle carezze.
<< Senti, Cappello Parlante… >> disse Mei mentre accarezzava Sdentato.
<< Dimmi, Mei. >> rispose il cappello.
<< Mi hai smistata in Serpeverde perché ho mentito a tutte queste persone per arrivare al mio scopo? >> chiese abbassando lo sguardo.
<< A dire la verità, ti ho messa tra i Serpeverde principalmente perché eri un elfo e poi dovresti sapere che non necessariamente i Serpeverde devono essere sleali, in quanto la loro lealtà è selettiva, cattivi o menefreghisti nei confronti altrui e ricorda che quando si comportano malamente con qualcuno significa che devono farti pagare qualcosa. I Serpeverde sono ambiziosi, concentrati sui propri obiettivi, subdoli e sono capaci di utilizzare la propria magia come arma per ottenere ciò che vogliono. Per questo mi sei sembrata adatta nella casa di Salazar Serpeverde. >> spiegò il cappello.
<< Quindi non avevo speranze di entrare tra i Corvonero nemmeno avendo studiato per tutti questi anni, giusto? >> disse Mei.
<< Non basta essere intelligenti per essere smistati in Corvonero. Ad essere sincero ti avrei visto bene anche tra i Grifondoro visto che tutti loro tendono ad avere una forte morale e non si fanno problemi ad agire in nome dei valori in cui credono o a cogliere l’occasione di fare la differenza, ma mi sbagliavo. >> disse il Cappello sorridendo. << Per di più dovresti ritenerti fortunata ad avere un’amica leale come Konoe. Devi sapere che la lealtà di un Tassorosso non è gratuita, ma selettiva e basata su un principio di correttezza, ma una volta ottenuta è un tesoro prezioso. >>
<< Già, devo ritenermi fortunata! >> disse Mei sorridendo verso Konoe che ricambiò.
<< Beh, ora è meglio lasciarla riposare ancora un po’. >> disse la preside.
<< Mi raccomando, rimettiti! >> disse Nigel.
<< Lo farò! >> disse Mei distendendosi.
Non appena tutti uscirono, Jack si sedette al fianco dell’elfo.
<< Ottimo lavoro, cugina! Gliel’hai fatta vedere a quel mostro! Con quell’ultimo colpo di Spada Celeste lo hai steso! >> esclamò lui eccitato.
<< La Spada Celeste! Cavolo, devo andare a prenderla! >> gridò Mei mentre cercava di alzarsi.
<< Non ti preoccupare, l’ho presa io! >> disse avvicinandosi all’armadio per poi aprirlo facendole vedere la Spada.
<< Grazie, Jack. Ora puoi uscire anche tu? Dovrei cambiarmi i vestiti ora. >> disse Mei.
<< Cosa? Il tuo drago può restare ed io no? Insomma, lui è più importante di me?! >> disse imbronciato.
<< No, semplicemente… prova tu a dirgli di andare fuori. >> disse Mei indicando il drago che stava salendo ai piedi del letto per poi rannicchiarsi come un gatto.
<< Ok, me ne vado… >> disse uscendo dalla finestra.
<< Grazie! >> esclamò Mei sorridendo.


ANGOLO AUTRICE:

Eccomi! ^^
Wow! Due capitoli in un giorno! (se non si è capito sto cercando di finirla il più presto possibile in modo da non annoiarvi :D)
Quindi... che ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere che ne pensate con un bella recensione! (anche se è negativa non importa, era per dire)
Al prossimo capitolo,
Louise98
 

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Capitolo 12
*** La scelta di Mei ***


Qualche ora dopo, Mei uscì dall’infermeria ed incontrò i suoi amici.
<< Allora, va tutto bene, Kat- ehm... Mei? >> chiese Konoe.
<< Oh, sì, tutto bene! >> disse Mei sorridendo.
<< Ora ti aspetta una bella scelta… >> disse Jack fluttuando sopra la testa di Mei che, senza accorgersene, alzò la testa verso suo cugino ed annuì.
<< Che succede, Mei? >> chiese Nigel.
<< Uh? N-nulla, perché? >> chiese dopo essersene accorta.
<< Hai alzato la testa ed hai annuito… è strano… >> osservò Shima.
<< Nah, stavo solo pensando! >> cercò di convincerli Mei.
<< Ehi! >> esclamò Jack offeso.
<< Comunque sia… >> iniziò Mei. << Io devo andare a fare una cosa. Scusatemi. >> disse incamminandosi verso la sua stanza.
<< A dopo! >> esclamarono Nigel, Shima e Konoe in coro sorridendo.
Alcuni minuti dopo Mei arrivò di fronte alla porta della sua stanza, avvicinò la mano alla maniglia, ma subito la ritirò.
<< Che fai? >> chiese Jack incuriosito.
<< Ho cambiato idea. Vado a prendere una boccata di aria fresca. >> detto questo si incamminò verso la terrazza.
Non appena vi arrivò si appoggiò alla ringhiera e si mise ad osservare il paesaggio.
<< Quindi… cosa pensi di fare? >> le chiese Jack sedendosi sulla ringhiera.
Mei sospirò ed appoggiò la testa fra le mani.
<< Non lo so… non mi aspettavo che questo giorno sarebbe arrivato veramente… >> disse Mei tra un sospiro e l’altro.
<< Quali sono le opzioni? >> chiese Jack giocando con il bastone.
<< Inizialmente ne avevo due, ossia cancellare la memoria di tutti e andarmene, oppure  cancellare la memoria a tutti ma rimanere qui come se nulla fosse successo… >> disse Mei gesticolando.
<< Da quanto ho capito non hai più intenzione di fare nessuna delle due, giusto? >> chiese Jack intuendo già la risposta.
Mei annuì e si mise di spalle alla ringhiera appoggiandovisi sopra con i gomiti.
<< Forse ho un’idea! >> disse Mei dopo alcuni minuti di silenzio.
Lei si girò nuovamente  per poi sporgersi e fischiare.
L’eco del fischio risuonò per alcuni secondi, fino a che non apparve la figura maestosa di Sdentato che si avvicinava.
<< Ehilà, amico! >> esclamò Jack rivolgendosi al nuovo arrivato che nel frattempo si era appollaiato sulla ringhiera.
Il drago ricambiò il saluto di Jack leccandogli per bene il viso.
<< Ehi! Vacci piano! Anche se sono uno spirito, la tua bava la sento! >> esclamò Jack sorridendo.
Sdentato si diresse velocemente da Mei che cominciò ad accarezzarlo amorevolmente.


ANGOLO AUTRICE:

Eccomi con un nuovvo capitolo! :)
Scusatemi per il ritarno nell'aggiornamento, ma tra una cosa e l'altra non sono mai riuscita ad andare avanti con la scrittura di questa fanfiction.
Però devo ammettere che sono molto contenta, perché alla fine della storia inserirò dei disegni fatti da me dei personaggi principali della storia e li ho quasi finiti tutti! :)
Probabilmente entro domani riuscirò ad aggiornare nuovamente. :D
Al prossimo capitolo,
Louise98

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Capitolo 13
*** Un futuro solitario ***


<< Piccolo… >> disse Mei rivolgendosi a Sdentato. << Mi dispiace, ma dovrai rimanere con Jack d’ora in poi. >> disse prendendogli il muso tra le mani. 
<< Ne sei sicura? >> chiese Jack intuendo ciò che la cugina pensava.​
 
Riesce a capire quello che fai

<< Sì. >> rispose lei convinta.
<< Beh, allora… ci si vede quando ci si vede, cugina! >> disse Jack salutandola con la mano mentre spiccava il volo.
<< A presto cugino! >> disse salutandolo sorridendo. << E ciao anche a te, Sdentato! >> disse accarezzando la creatura che, dopo averle leccato il viso, spiccò il volo per seguire Jack.
Non appena le due figure sparirono all’orizzonte, Mei si diresse verso la Sala Comune dei Serpeverde.
Pochi minuti dopo vi entrò e vide Shima mentre giocava a scacchi con un suo amico.
<< S-shima… >> sussurrò l’elfo mentre gli si avvicinava.
<< Sì? >> chiese il ragazzo distogliendo lo sguardo dal gioco.
<< Posso parlarti un secondo? >> chiese Mei. << In privato… >> sottolineò lei indicando con la testa l’altro ragazzo.
<< Uh? Sì, certo! Dammi un secondo solo. >> disse guardando la scacchiera. << Cavallo in G4. >> detto questo il cavallo si mosse da solo e si mise nella posizione da lui stabilita. << Scacco matto! >> esclamò Shima per poi stringere la mano del suo amico.
<< Bella partita! >> rispose il ragazzo. << Ma voglio la rivincita, sai? >>
<< Va bene, tanto ti straccerò nuovamente! >> esclamò Shima alzandosi.
<< Vedremo… Prima o poi ti batterò, Katsuki! Parola mia! >> esclamò il suo amico rimettendo in ordine le pedine.
Shima e Mei uscirono dalla Sala Comune ed andarono ai piedi delle scale che portavano al dormitorio femminile.
<< Ehm… io non posso salire! >> affermò Shima. << Se lo faccio le scale si trasformano in scivoli e mi ritrovo in presidenza. Dovresti saperlo: alle scale piace cambiare! >> sottolineò Shima.
<< Non ti preoccupare, non ci andiamo. >> disse lei avvicinandosi alla parete di fianco alle scale e, non appena la toccò, questa si aprì lasciando lo spazio ad una porta.
<< Wow! E’ questa la magia elfica? >> chiese il ragazzo sorpreso.
<< Sì! >> disse Mei aprendo la porta. << Entra. >>
<< Oh, quindi la tua stanza è in fondo alle scale? >> chiese Shima sorpreso.
<< Certo che no, Shima! E’ un passaggio nascosto che uso quando mi dimentico la chiave della stanza o quando sono di fretta. >> spiegò lei.
<< Giusto… Che stupido! >> disse dandosi un colpetto sulla fronte.
<< Comunque… ti ho fatto venire qui perché volevo parlarti… >> cominciò Mei. << Riguardo quel giorno in cortile. >>
Shima arrossì notevolmente mentre Mi abbassò lo sguardo.
<< I-intendi quando c’è stata l’esplosione? >> balbettò lui.
Mei annuì.
 
Ti ama così come sei

<< Oh, beh, ecco… mi dispiace. Io non- >> cominciò lui, ma Mei lo zittì con un bacio.
Lui sgranò gli occhi e questi cominciarono subito a lacrimare.
<< Sh-shima… t-tutto bene? >> chiese lei dopo essersi accorta delle lacrime.
<< Cos-? >> cominciò lui toccandosi le guance rigate dalle lacrime. << Perché sto piangendo? Non sono triste! >>
La ragazza sorrise.
<< Ho deciso di lasciare libero Sdentato e di rimanere per sempre al tuo fianco, senza nascondere la mia vera identità. >> disse Mei.
Le guance di Shima diventarono rosse come i capelli dell’elfo e subito sorrise.
<< Stai dicendo ce rimarrai con me? Veramente? >> chiese lui incredulo.
<< Hai ragione, sei proprio lento con questo genere di cose! >> disse Mei scatenando un sorriso di entrambi.
<< Forse è meglio che vada, tra poco ho lezione di Divinazione. >>> disse il ragazzo.
<< Certo! Io-io vado a quella di Rune Antiche. >> disse lei che, dopo aver toccato nuovamente la porta, il passaggio si riaprì. << Presto, prima che Konoe ritorni! >> esclamò Mei.
<< Sì. A presto, Mei! >> disse Shima attraversando la porta.
<< A presto! >> rispose lei chiudendo il passaggio.
 
====================================================================
 
Gli anni passarono in fretta e Mei e Shima finirono gli studi all’Accademia di Magia e Stregoneria di Lafyon con ottimi voti.
Pochi anni dopo, decisero di sposarsi ed ebbero una vita lunga e felice insieme alla loro piccola bambina: Emma.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
  
Come promesso: ecco il penultimo capitolo dopo pochi minuti! :D
Sono stata brava? Beh, spero di sì :)
Non voglio trattenervi a lungo in questo piccolo “angolo autrice” per cui…
Al prossimo capitolo,
Louise98

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Capitolo 14
*** L’eternità in una piccola mano (finale alternativo) ***


<< Scusami Sdentato.. >> sussurrò Mei toccando la zampa anteriore del drago.
Fece una X sotto la zampa e da questa uscì un po’ di sangue.
<< Sei sicura che funzionerà? >> chiese Jack.
Riesce a capire quello che fai

<< Sì, dopotutto Sdentato è una creatura che può morire solo per omicidio o suicidio, proprio come me prima della battaglia. >> spiegò Mei. << Deve funzionare! >>
<< Tieni! >> disse Jack porgendole la Spada Celeste.
<< Grazie. >> rispose lei prendendo la spada.
Non appena la prese eseguì la stessa operazione che fece 300 anni prima con il sangue dl Demone. Fece in modo di avere la cicatrice nello stesso punto di prima, poiché ormai ci aveva fatto l’abitudine.
<< Bond of blood! >> detto questo Mei venne avvolta da una luce rossa e, pochi secondi dopo, questa luce svanì.
<< Quella luce ha preso la tua mortalità… >> osservò Jack. << Ora che hai intenzione di fare? >>
<< Andiamo in cortile. >> disse lei incamminandovisi.
Subito arrivarono nel cortile dell’Accademia e Mei si mise con le spalle al cancello principale rivolta verso l’Accademia.
Alzò un braccio, lo rivolse verso l’edificio e la sua mano emanò una forte luce gialla che imprigionò l’intera scuola per alcuni secondi.
<< Fatto? >> chiese Jack impaziente.
<< Fatto! Ora non ricorderanno nulla di me. >> disse lei aprendo il cancello.
<< Pronti per l’avventura? >> gridò Jack alzando un pugno in aria.
<< Pronti! >> gridò Mei saltando in groppa a Sdentato.
Ti ama così come sei

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Fu così che Mei, Jack e Sdentato vissero felici insieme per l’eternità vagando per il mondo in cerca di avventure.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi con l’ultimo capitolo di questa fanfiction! :)
Che ne pensate? Fatemelo sapere con una recensioncina :D
Vi aspetto nel prossimo capitolo per i miei disegni dei personaggi!
Al prossimo “capitolo” ,
Louise98

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