New Year's Eve

di seasonsoflove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Before ***
Capitolo 2: *** Preparativi ***
Capitolo 3: *** Almost dinner ***
Capitolo 4: *** New Year's Eve ***



Capitolo 1
*** Before ***


Before


 

 
Il sole era appena sorto quando Rumple e Belle arrivarono davanti a casa di Mary Margaret. Faceva freddo ed entrambi erano avvolti in due pesanti cappotti impermeabili; i loro piedi affondavano nella neve.
“Avremmo dovuto restare a casa” borbottò Rumple di malumore.
Aveva un cappello con il pompon in cima calato sulla testa e ciuffi di capelli gli spuntavano ai lati della faccia. Belle lo prese sotto braccio e sorrise.
L’orologio di Storybrooke segnava le sette e venti.
“Vedrai, sarà divertente. Ci sarà tutta la famiglia” gli disse lei.
“Dovrebbe essere una cosa positiva?”
“Cosa volevi fare, restare a casa e cenare tutto da solo la sera di Capodanno?”
“Non sarei stato da solo.” Rumple sorrise. “Ci saresti stata tu. E poi avremmo potuto, ecco, dedicarci a un po’ di quelle attività che dopo cena ci vengono tanto bene.”
“Rumple!” Belle si fermò e gli si mise davanti. “Chi dice che quelle attività non potremmo farle lo stesso? Ora sta’ fermo: ti si è storta tutta la cravatta. Ecco. Regina!”
Regina era arrivata barcollando dal fondo della strada; trascinava un’enorme valigia rossa nella neve fresca e aveva in testa un ridicolo paio di paraorecchie gialli.
“Belle” sbuffò. “Gold. Mattinata stupenda.”
Mollò la valigia accanto al portone di casa Blanchard e ci si lasciò cadere sopra a sedere.
“L’avevo detto che avremmo potuto vederci alle otto. Tanto sono tutti in ritardo. Lo sapevo io. Qualcuno ha suonato a Mary Margaret?”
Rumple e Belle si scambiarono un’occhiata.
“Noi siamo appena arrivati.”
Regina alzò gli occhi al cielo. “Devo sempre fare tutto io.”
L’orologio batté le sette e mezza e Henry svoltò l’angolo correndo seguito da Emma in tuta da scii e borsone militare.
“Mamma! Signor Gold!” gridò Henry.
“Ehi” salutò Emma.
Era in forma smagliante, riposata e piena di energia, e così era Henry. Vedendoli, Regina scattò in piedi e smise subito di lamentarsi. Anzi, azzardò persino una piccola corsa nella neve verso di loro.
Belle diede una piccola pacca sulla spalla di Rumple e andò a suonare alla porta di Mary Margaret.
“Starà ancora dormendo” borbottò Rumpel. “Starà russando nel suo perbenismo.”
Lei lo zittì.
Driiiiiiiiiiin
Il suono del campanello di casa Blanchard riecheggiò nella quiete della mattina.
Emma, Regina ed Henry si avvicinarono a Rumple e a Belle.
"Dove sono tutti gli altri?" Domandò Emma perplessa.
"In ritardo" Regina era decisamente scocciata.
Dalla casa di fronte a loro non proveniva nessun rumore.
"Credete che stiano bene?" Belle era vagamente apprensiva.
"Scommetto che non hanno sentito la sveglia..." borbottò Regina e si preparò a picchiare coi pugni sulla porta. Poi urlò:
"SNOW WHITE! TU E IL TUO PRINCIPINO VEDETE DI MUOVERVI AD USCIRE! VI STIAMO ASPETTANDO DA MEZZ'ORA"
In realtà non erano neanche cinque minuti, ma detto così era tutto molto più d'effetto.
La porta si aprì e Charming mise fuori la testa con espressione preoccupata e anche un po' seccata.
"Non si urla così Regina!"
"Muovetevi! Dobbiamo ancora passare a prendere gli altri!"
"Emma, tua madre non sta bene"
"Cos'ha?" chiese la bionda preoccupata.
"Ecco...ehm...diciamo che...beh" si guardò intorno imbarazzato.
Rumple era svogliatamente appoggiato al muro e lo guardava scuotendo la testa.
"Ha qualche problema di stomaco. Tutto qui"
"Cosa intendi esattamente con qualche problema di stomaco?"
"Beh...vieni tu stessa a vedere."
Dieci minuti dopo Emma uscì dalla casa di sua madre con un'espressione profondamente disgustata.
"Sta male. Influenza intestinale. Ora David le ha dato del Plasil..."
"Ottimo" batté le mani Regina "Direi che loro due stanno a casa, e noi possiamo partire..."
"Ma mamma...io voglio i nonni!" disse Henry.
"Ce l'hai già un nonno, vero Gold? Guardalo che bello che è, che bei capelli soffici che ha. Non ti viene voglia di abbracciarlo? " disse lei indicando Rumple "Ora andiamo" concluse poi sbrigativa.
Li raggiunse Hook correndo a perdifiato, insieme a Tinkerbell.
"Siam-ho pr-honti" ansimò tenendosi il petto per la fatica. Con sé aveva solo uno zaino mezzo rattoppato.
Tinkerbell invece trascinava un bel borsone verde foresta, si fermò e guardò interrogativa il resto della comitiva.
"Dove sono David e Mary Margaret?"
In tutta risposta la porta di casa Blanchard si aprì e ne uscì una sofferentissima Mary Margaret, imbacuccata fino alla testa, e un apprensivo David.
"Cosa fate qua?" chiese Regina.
"Siamo pronti per partire."
"Lei non può venire in queste condizioni!"
"Mamma...sei sicura di sentirtela?" chiese Emma.
"Non preoccuparti, ha preso delle medicine che dovrebbero farla stare bene per tutta la durata del viaggio. Vero tesoro?" intervenne Charming.
Mary Margaret annuì. La sua faccia era di uno strano colore giallo-verdognolo.
"Io non ce la voglio quella là! Ci contagerà tutti!" protestò Regina.
"Ma no! Basterà prendere le giuste precauzioni! Dai, siamo tutti pronti, possiamo andare! Dai che dobbiamo anche fare la spesa!" Belle era entusiasta.
Rumple invece era dubbioso.
Infatti appena Belle si girò egli fece un rapido incantesimo di protezione su di lui e sulla sua amata. Voleva essere assolutamente certo che avrebbero potuto godersi il Capodanno senza spiacevoli incidenti di percorso.
E così tutti insieme si avviarono verso la macchina.
Avevano deciso di viaggiare sul fuoristrada di Charming. Non era abbastanza capiente per portarli tutti, ma Regina lo aveva opportunamente modificato con la magia in modo da poter contenere comodamente nove persone.
Emma aveva chiesto a Regina di modificare il suo maggiolino giallo, ma ella non aveva acconsentito.  
Il principe si sedette al volante, mentre gli altri si stiparono negli altri posti nel seguente modo.
Accanto a lui Emma e il piccolo Henry, quest'ultimo entusiasta di vedere il nonno guidare e fargli compagnia.
Subito dietro Rumple, Belle e Regina, e per ultimi Hook, Tinkerbell e Mary Margaret, che si era accasciata in un angolo morente. Tink in cuor suo si chiedeva perché avesse accettato di partecipare a quella folle vacanza insieme a quella folle famiglia.
 
Il viaggio iniziò subito in modo turbolento.
Quando Charming girò la chiave di accensione il motore del fuoristrada emise un brontolio sommesso, sputacchiò e si spense. A nulla valsero i tentativi seguenti: sotto al cofano il motore ansimava come una vecchietta asmatica e ripiombava ogni volta nel silenzio.
“Accidenti” brontolò Charming.
Mary Margaret raccolse le poche forze che le rimanevano e chiese: “Che succede, tesoro? Cosa c’è che non va?”
Charming si girò verso di loro. “Non parte.”
Regina alzò gli occhi al cielo. “Lo vediamo tutti che non parte.”
“Ma non capisco, ieri funzionava. Ho riaccompagnato Hook a casa dal bowling, ti ricordi Hook?”
“Dev’essere finita la benzina” lo interruppe Regina.
“Ma ieri c’era la benzina.”
“Guarda il contatore.”
“Perché eri al bowling con Hook ieri sera, tesoro?” si intromise Mary Margaret. “Avevi detto che avevi da lavorare fino a tardi.”
“Guarda il contatore!” ripeté Regina, che cominciava a scaldarsi.
“Ma ti ho detto che ieri c’era la benzina!”
“David!” gridò Mary Margaret.
“Sta’ buona, mamma” disse Emma. “Non è il caso che ti agiti, hai un colorito…”
“Non mi dire di stare buona!”
“Emma, non dire di stare buona a tua madre!” ripeté Charming per abitudine.
“Qualcuno vuole guardare il maledetto contatore?” chiese Rumple, che era bloccato, schiacciato tra il borsone militare di Emma e il giaccone di Belle.
“Zitto!” gridarono contemporaneamente Emma, Mary Margaret e Charming.
Andò a finire che Regina per l’esasperazione si slacciò la cintura e si issò a sedere sulle ginocchia di Rumple per sbirciare oltre alla spalla di Charming: la benzina, effettivamente, era finita.
Sgomento generale.
In tutto ciò Rumple era l’unico a non essere del tutto scontento.
“Almeno così possiamo stare a casa nostra stasera” bisbigliò all’orecchio di Belle. “Pensaci un attimo: magari i letti a casa di Regina hanno le molle che cigolano o le lenzuola con le tarme. Ti ricordi cos’è successo quando ci abbiamo provato sul divano di Mary Margaret con le molle che cigolavano: in vita mia non ho mai visto Granny così sconvolta.”
Ma nessuno sarebbe tornato a casa sua quella mattina: dopo tutta quella fatica, Regina non aveva nessuna intenzione di arrendersi. Almeno non davanti a Emma.
“Forza, fuori tutti!” gridò all’improvviso. “C’è una stazione di servizio a due isolati da qui. Fuori tutti e spingete!”
“Ma Regina!” esclamò Rumple. “Ci sono meno dieci gradi lì fuori! E trenta centimetri di neve!”
“Muovi quelle chiappe e vedrai che ti scaldi. Fuori! Anche tu Mary Margaret!”
Tutti quanti a parte Charming, che ottenne il privilegio di restare seduto a manovrare il volante, scesero dalla macchina sbuffando e cominciarono a spingere il fuoristrada dalle portiere aperte.
Emma e Regina lavoravano vicine, l’una con le maniche del pile arrotolate sui bicipiti, l’altra con un berretto da caccia in vero pelo di marmotta calato sulla fronte. Rumpel e Belle continuarono a lanciarsi palle di neve di soppiatto da sopra al tettuccio fino a che Mary Margaret non li minacciò di farli dormire fuori in balcone una volta arrivati a casa di Regina.
 
Tra una spinta e l’altra la compagnia riuscì ad arrivare alla stazione di servizio e a fare finalmente il pieno. Lo fece Emma al distributore fai da te; Regina la guardò per tutto il tempo, nascosta dietro a un distributore di gomme da masticare al gusto di mango. Era così intenta nel suo lavoro di stalkeraggio che non si accorse che per tutto il tempo Mary Margaret stava guardando lei, con gli occhi furiosi e scintillanti di sospetto che solitamente riservava solo a suo marito e a Hook.
Dopo numerosi sforzi riuscirono quindi a ripartire.
Il viaggio proseguì senza spiacevoli incidenti fino a tre quarti della strada.
Rumple e Belle si infilarono gli auricolari e si accoccolarono vicini.
Regina, seduta accanto a loro lanciava occhiate di disapprovazione e disgusto alla coppia.
Mary Margaret fissava con sguardo vitreo la strada, cercando di respirare regolarmente e profondamente, masticando una travel-gum contro la nausea. Hook si era addormentato. Al momento russava forte e aveva un rivolo di bava che gli colava da un lato della bocca. Tinkerbell aveva cercato di mettere più distanza possibile tra lei e il pirata.
Tutto procedeva per il meglio quando all’improvviso un capriolo sbucò dal nulla e si lanciò in piena modalità suicida in mezzo alla strada.
David fu costretto ad inchiodare bruscamente, e questo scatenò una serie di reazioni poco piacevoli. Hook, svegliatosi all’improvviso imprecò forte ed Emma fu costretta a tappare le orecchie ad Henry.
L’iPod di Rumple venne schiacciato tra il proprietario e il sedile davanti, e si ruppe con un sonoro crack. Seguirono quindi anche gli insulti di Rumple, mentre Belle cercava di calmarlo.
Regina era furibonda
“Ci siamo fermati per un capriolo!?”
“Volevi ammazzarlo!?”
“Beh, potevo spostarlo con la magia!”
“E allora dovevi farlo! Stai sempre a lamentarti!” si inserì Emma.
La loro discussione venne interrotta da un rumore soffocato.
Si girarono tutti verso Mary Margaret, che si teneva la gola in modo eloquente.
“ODDIO ADESSO VOMITA!” Strillò Regina istericamente.
Aprì la portiera e si getto nella neve fresca, seguita da Rumple e da Belle.
“Amore cosa succede” disse David allarmato. La moglie più che verde era diventata viola.
“Ma certo! La travel-gum!” Esclamò Tinkerbell.
Spinsero Snow fuori dalla macchina, dopodiché Tinkerbell le strinse forte l’addome e le fece sputare la gomma da masticare.
Lo sforzo però fu decisamente troppo per la povera Mary Margaret, già duramente provata dal viaggio e dall’influenza: crollò a terra esanime.
David e Hook la afferrarono e la adagiarono nuovamente sul sedile. Chiusero la portiera, e ripartirono.
Rumple era di pessimo umore, e continuava ad accarezzare il suo iPod.
“Tesoro, non preoccuparti…ne compreremo uno nuovo” gli disse Belle.
“Ma io voglio ascoltare la musica adesso” borbottò lui.
“Possiamo chiacchierare con Regina…vero Regina?”
“No” rispose lei inespressiva.
“Oh…ehm…”
“Potrei aggiustarlo con la magia” iniziò Rumple dubbioso.
“Abbiamo stabilito niente magia per questo Capodanno, e niente magia sarà”
Hook da dietro sbuffò.
“Figuriamoci se resiste senza magia”
“Ho sempre i pugni per picchiarti” rispose Rumple aggressivo.
“Ragazzi…calmi. Dai, siamo quasi arrivati” disse Emma.
E infatti pochi minuti dopo la macchina accostò vicino ad una meravigliosa e grande baita immersa nella neve alta. Il bosco silenzioso si estendeva tutto intorno alla proprietà.
Henry urlò di gioia e schizzò fuori dall’auto, lanciandosi nel metro di neve che circondava il parcheggio.
“Calma ragazzino, ci sarà tempo. Ora andiamo su in casa e sistemiamoci” disse Emma scompigliandogli i capelli.
Regina uscì dalla macchina e mise dubbiosa un piede nella neve.
“Fa freddissimo” commentò criticamente, e si calò in testa il berretto di pelo e i paraorecchi gialli. Voleva essere sicura di non ammalarsi.
Hook invece si appoggiò alla macchina, con la sua giacca di pelle aperta, e si accese un sigaro. Tinkerbell lo guardò disgustata, afferrò la sua borsa e si avviò verso l’ingresso.
David svegliò Snow, ancora in coma profondo. Dopodiché ognuno afferrò i propri bagagli, e tremando leggermente per il gelo, entrarono in baita.
 
Regina cominciò subito ad aprire tende e tapparelle mentre Hook frugava in giro in cerca dell’armadietto degli alcolici. Rumple era ancora molto triste per il suo Ipod. Sprofondò a sedere sul divano ancora tutto vestito e con i capelli elettrici e spettinati.
Mary Margaret aveva la faccia di uno strano colorito verdastro, ma decise comunque di prendere in mano la situazione e tirò fuori dalla tasca un foglio di carta.
“Allora” cominciò. “David e io ci siamo presi la libertà di decidere il menù per stasera. Pensavamo di iniziare con qualcosa di leggero, tipo una zuppetta di porri, farro e verdure”
Rumple e Belle si scambiarono uno sguardo schifato.
“Poi pensavamo ad una bella insalatona, con broccoletti, indivia belga, radicchio cotto e finocchi”
“Che cosa?” chiese Regina, disgustata.
“E volendo delle tartine spalmate di aglio e paté di fegato casalingo.”
“E le patatine?” chiese Henry.
“I tacos e il formaggio fritto?” gli fece eco Emma.
“La torta di mele? E le MIE lasagne!?” chiese Regina.
Mary Margaret fu irremovibile. “Pieni di schifezze e conservanti. Facciamo così: aggiungiamo le rape rosse e un bel pesce-gatto così rimaniamo comunque sul sano ma aggiungiamo qualcosa di più saporito, va bene?”
“No!” esclamò Rumple.
Mary Margaret lo ignorò e spuntò qualcosa sulla sua lista. “E questa è fatta. Ora ci occuperemo della disposizione delle camere. Per scoraggiare i comportamenti inadeguati (ricordatevi che abbiamo qui con noi un bambino) direi di sistemarci in modo da non creare tentazioni: Regina, tu dormirai con me. Rumple con Hook; Tink con Belle e Emma; David, tu con Henry. Ci sono domande?”
Tutti quanti si scambiarono un’occhiata furiosa.
Il povero Charming sedeva con gli occhi bassi e un’espressione da cane bastonato. Regina era orripilata dalla prospettiva di passare tutta la notte in un letto matrimoniale con Mary Margaret che russava e sbavava al suo fianco.
“Non sono sicura che sia una buona idea” provò a dire. “Tu hai l’influenza intestinale, ricordi?”
Mary Margaret le mise una mano sulla spalla.
“Non ci faremmo certo scoraggiare da questo: metterò una bacinella accanto al letto in caso ne avessi bisogno.”
Regina impallidì.
Rumple rivolse un’occhiataccia furibonda a Belle,che era altrettanto arrabbiata.
“Non ti preoccupare coccodrillo” gli disse Hook all’orecchio, e indicò un’ignara Tink che gli sedeva accanto. “Ho dei programmi anch’io per questa notte. Posso stare fuori dalla porta finché tu… e avvertirti se sta arrivando Mary Margaret.”
Rumple diventò tutto rosso e scosse la testa. “No! Non se ne parla neanche!”
Hook si strinse nelle spalle.
“Inutile dire che non compreremo fuochi d’artificio di nessun tipo al supermercato” aggiunse Mary Margaret, poi sorrise. “E allora, che la festa abbia inizio, su, andare a sistemarvi! Poi faremo un salto in paese a prendere le provviste.”
Uscì dalla stanza con David e salì al piano di sopra per appropriarsi di una camera.
L’atmosfera che si lasciò alle spalle in soggiorno era a dir poco funerea.
“Mamma?” disse Henry guardando sia Emma che Regina. “Ma dobbiamo proprio mangiarlo il pesce-gatto?”
“Tua nonna ha detto così, ragazzino” cominciò Emma, ma Regina la interruppe.
“Non se ne parla. È casa mia e comando io: noi non mangeremo nessun pesce-gatto.”
“Ma l’hai sentita Mary Margaret!” disse Tink. “Lo sai che le piace avere tutto sotto controllo.”
“Niente fuochi, niente patatine, niente alcool, volete davvero passare un capodanno così? Io sono una persona salutista e prudente, ma ogni cosa ha un limite”
“E poi la disposizione delle camere” buttò lì Rumple.
“Esatto” disse Hook “Lo sappiamo tutti cosa volete fare tu e Belle questa notte, Mary Margaret non deve mettersi in mezzo!"
Regina si inserì "Emma, come genitrici di Henry ritengo che sarebbe meglio che noi stessimo in camera insieme questa notte.”
Emma venne colta un po’ di sorpresa dalle parole di Regina, ma alla fine decise di assecondarla, se non altro perché il piano di ribellarsi un po’ alle regole di sua madre cominciava a piacerle.
Inutile dire che Regina ne fu entusiasta.
“Voi altri potete mettervi in camera come volete, l’unica cosa che mi interessa è che non mi rovesciate nulla sui mobili e soprattutto sul divano. I mobili di questa casa costano più di tutti i vostri appartamenti messi insieme; il primo che rompe qualcosa verrà trasformato in Mary Margaret”
“Se solo potessimo usare qualche magia potremmo trasferire velocemente la nostra spesa nella dispensa prima senza nemmeno dover andare al negozio” disse Rumple.
“Oh, no” lo interruppe Belle. “Abbiamo detto niente magia. Andremo al negozio senza farci vedere da Mary Margaret e David.”
“Ma come facciamo?” chiese Tink.
“Potremmo convincere Mary Margaret a rimanere qui” propose Rumple.
“Potremmo purgarla giusto un pochino” disse Regina, ma Emma la ammonì:
“Non esageriamo: è sempre mia madre.”
“Andiamo con lei al negozio con la macchina, poi mentre lei sceglie quale tipo di carciofo biologico comprare per la cena noi compriamo tutte le altre cose e ce le nascondiamo negli zaini. Io posso restare con lei e distrarla, non si accorgerà di nulla” propose Belle.
“Sei proprio perfida quando vuoi, per questo ti ho sposata” dichiarò allegro Rumple.
“Bene, allora siamo tutti d’accordo” Emma si strinse nelle spalle.
Tutti si avviarono nelle loro camere a disfare le valigie, e si prepararono per andare a fare la spesa.
 
Un’ora dopo si fermarono davanti al supermercato del paese.
Mary Margaret conduceva la fila, tenendo in mano la lista della spesa. Charming si ergeva accanto a lei, fiero della tempra di sua moglie, che nonostante la malattia riusciva a tenere in piedi il gruppo.
Belle, Regina, Rumple, Tink e Hook confabulavano in un angolo, mentre Emma ed Henry li osservavano apprensivi.
“Allora ricapitolando. Quando siamo davanti allo stand delle verdure io inizio a lamentarmi di un articolo che ho letto riguardo la presenza di pesticidi nella lattuga. Così la distraggo, e voi intanto vi avviate verso il reparto del junk food. Emma intanto distrarrà suo padre” disse Belle molto determinata.
“Esatto. Poi ti ci raggiungerai qui, nel reparto della pirotecnica” disse Rumple, indicando un luogo in rosso su una piantina approssimativa del supermercato “E Tink ti darà il cambio lamentadosi dei conservanti nei vari tipi di pesce”
“Intanto io mi occuperò degli ingredienti per la mia torta di mele” si inserì Regina. Per lei era proprio indispensabile.
“Ed io mi intrufolerò nel reparto alcolici” disse Hook.
“E qui entra in gioco Emma, che deve fingere di avere un malore poco prima della fila per la cassa, in modo che Mary Margaret sia costretta ad uscire e noi possiamo pagare tutto senza che ci veda e nascondere le provviste negli zaini” Concluse Regina.
Il piano era perfetto.
Tink fece il segno del pollice verso ad Emma, che annuì brevemente.
Entrarono al supermercato.
 
 
Come previsto Mary Margaret si diresse subito verso il reparto delle verdure.
Emma ed Henry si avviarono immediatamente verso David.
Il resto della comitiva si divise cercando di non farsi notare.
Belle si avvicinò con nonchalance a Mary Margaret; Rumple, Regina e Tink si avviarono lentamente verso gli scaffali dai quali occhieggiavano tacos e patatine.
Hook si nascose dietro il banco dei surgelati ed iniziò a strisciare verso l’enoteca.
“Però sai, io non prenderei quella” iniziò Belle indicando l’insalata che Mary Margaret teneva in mano.
“Come mai?”
“Mi interesso molto di argomenti come salute, nutrimento…e ho letto su un giornale che quel tipo di insalata è pieno di pesticidi”
“COSA?” disse l’altra allarmata.
“Sì! Non so se sia vero ovviamente, però sembrava piuttosto grave la cosa, e non vorrei che rischiassimo, insomma, Henry è ancora un bambino non può mica ingerire queste cose!”
Mary Margaret si girò allarmata per consultarsi con suo marito, che però era impegnato a parlare con Henry ed Emma (la quale si era inventata una commovente storia di come lei ancora non avesse superato il fatto che Neal fosse tornato a NY).
“Ma quindi? Ora come facciamo!? Niente insalata?”
“Ma no, cerchiamone di un altro tipo…vieni, diamo un’occhiata!”
Iniziò a frugare tra tutti i tipi di lattuga, raccontando mirabolanti storie inventate su ognuna di esse.
Regina intanto si era impossessata di un carrello piuttosto grande. Raggiunse Tink e Rumple.
“Ma sei pazza!? Metti via quel coso! Diamo troppo nell’occhio!” disse Tink agitata.
“Non ce la facciamo a portare tutto a mano!” sibilò l’altra furiosa.
“Ma basta fare rumore! Datemi qua” Rumple prese il carrello e iniziò a spingerlo verso un angolo remoto del supermercato.
“Lo lasciamo qui. E lo riempiamo man mano. E’ così difficile!?”
Regina sbuffò “Devi sempre fare il saputo!”
“Andiamo a scegliere il cibo” li interruppe Tink, vedendo che Rumple stava per rispondere in modo bellicoso.
Hook era riuscito a raggiungere i suoi amati liquori. Ne prese il più possibile, dopodichè con le braccia cariche si avviò verso il resto della comitiva passando per il reparto dei latticini, ma fu una mossa decisamente poco saggia.
Proprio in quel momento Mary Margaret decise che era il caso di prendere alcuni yogurt.
Belle vide come a rallentatore Hook, con le braccia piene di bottiglie, camminare baldanzoso per la corsia. Orripilata afferrò un barattolo enorme di yogurt greco e chiamò forte Mary Margaret.
“Cosa c’è?”
“Prendiamo questo!”
“Ma quello non è da mangiare!”
“Ma certo che lo è…è solo un po’…amaro”
“Non ci conviene prendere quelli già zuccherati?”
“NO! Pieni di conservanti!” urlò Belle disperata.
Poi Hook sparì dietro al banco della carne e lei tirò un sospiro di sollievo.
Le cose proseguirono lisce, a parte qualche litigio davanti allo scaffale dei fuochi d’artificio. Emma continuava a parlare con suo padre. Tink aveva raggiunto Mary Margaret, dando il cambio a Belle come previsto.
Stava andando tutto liscio.
Hook strizzò l’occhio ad Henry che tirò una gomitata ad Emma che iniziò a lamentare un improvviso senso di vertigine e un forte mal di pancia.
Rumple sgattaiolò verso il carrello della spesa, abbandonato nel reparto della cura personale. Il fato volle però che proprio in quel momento David stesse accompagnando Emma fuori dal supermercato, mentre Mary Margaret si era appena ricordata di aver dimenticato lo Scottex.
Si diresse verso la stessa corsia nella quale Rumple aveva preso possesso del carrello.
I due si incrociarono e il mago ebbe un mezzo infarto.
“Rumple? Che cosa fai qui, non dovresti essere in fila? Stiamo pagando!”
Lui mollò la presa sul carrello come se si fosse scottato e agguantò una confezione a caso dallo scaffale.
“Prendevo questa” e indicò il prodotto.
Si accorse con sommo orrore di avere in mano una scatola di crema depilatoria.
Mary Margaret alzò le sopracciglia perplessa.
“Non…è per me” balbettò l’altro subito.
“Ehm…”
“AMORE” Charming giunse di corsa “Ascolta, Emma sta avendo una crisi di panico. E’ da mezzora che mi parla dei suoi problemi e io…non capisco cos’abbia. Ti prego, ha detto che ha bisogno di te!”
Mary Margaret lo guardò allarmatissima e senza una parola corse fuori dal supermercato lasciando Rumple da solo con il carrello e la crema depilatoria.
 
 
 
 
 





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Salve popolo! Qui è Seasonsoflove che parla e…ha portato con sé un’amica.
Quest’amica si chiama ABCris, ma non pubblica mai qui su EFP, benchè il suo account esista ma sia silenzioso.
Questo delirio è scritto interamente a quattro mani, perciò se dovete recensire, amarci, odiarci e tirarci gatti morti…ricordatevi: parlate al plurale, qui le responsabili sono due! 
La FF sarà strutturata in tre capitoli, e racconta una versione inedita del Capodanno dei nostri amati eroi, versione che purtroppo i produttori di OUAT non ci mostreranno mai; ovviamente tutto ciò è assolutamente SENZA PRETESE, perciò non scandalizzatevi troppo. E' da un po' che avevamo in mente questo progetto, e finalmente siamo riuscite a mettere nero su bianco!
Questa storia verrà inserita in una serie insieme a Blame it on the alcohol (hanno un filo conduttore comune, lol), anche se…beh, sarà un po’ diversa, e leggermente più disastrosa!
Tutto qua.
Speriamo che vi piaccia, che vi diverta, o anche no, però dai, lasciateci un commentino! :)
 
ABCris & Seasonsoflove

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Capitolo 2
*** Preparativi ***


Preparation






 
Rumple mollò la crema depilatoria e tornò a cercare gli altri, mentre Mary Margaret si scapicollava fuori dal negozio con un’espressione di terrore dipinta sul volto.
Emma giaceva a terra sul marciapiede poco oltre l’entrata.
Accanto a lei erano inginocchiati Henry e un agitatissimo David, dal colorito a sua volta piuttosto pallido.
“Che cos’è successo?” strillò Mary Margaret.
“Non lo so!” sospirò David, fuori di sé.
“Ooooh” gemette Emma tenendosi lo stomaco. “Mamma… mi dispiace…”
“No no no” Mary Margaret corse a inginocchiarsi accanto alla figlia, ignorando stoicamente gli strazianti dolori allo stomaco.  “Resta con me! Emma, non andare verso la luce! Presto, David, dammi il tuo giaccone: dobbiamo metterglielo sotto alla testa.”
Emma socchiuse gli occhi e si esibì in una smorfia di atroce sofferenza. “Mamma… sento freddo…”
“David, sbrigati con quella giacca! Henry, non guardare tesoro!”
“Amore, forse dovresti stenderti anche tu… hai una faccia…”
“No!” strillò Mary Margaret. “E poi chi ci pensa a Emma? Chi ci pensa alla nostra spesa? Dammi quella giacca. Resta con me, Emma, apri gli occhi, resta… chiama… David chiama un medico… Emma… resta…”
Poi Mary Margaret non ce la fece più: si girò dall’altra parte e diede libero sfogo alla sua influenza intestinale oltre il bordo del marciapiede.
Regina osservò tutto questo dalla sua postazione accanto alle porte scorrevoli, poco dopo le casse, e fece a Rumple e agli altri segno di fare più in fretta.
“Sta rimettendo, svelti, muoversi.”
Tink fece una smorfia. “Sta rimettendo?”
“Non Emma, Mary Margaret.” Regina alzò gli occhi al cielo. “L’avevo detto io che avremmo dovuto lasciarla a Storybrooke.”
“Qui abbiamo fatto” disse Belle.
Lei e Rumple avevano appena finito di riempirsi i rispettivi zaini di provviste e, in mancanza di spazio, lui si era dovuto infilare un candelotto di fuochi d’artificio nella tasca davanti dei pantaloni. La forma del candelotto nei pantaloni era notevolmente equivoca e sembrava divertire immensamente Belle, mentre la faccia di Rumple aveva assunto un indignatissimo color borgogna.
Hook aveva tirato fuori l’accendino dalla tasca della giacca e continuava a ridacchiare e a farlo scattare a pochi centimetri dalla miccia che gli usciva dalla tasca.
Ogni volta che la fiammella lo sfiorava, Rumple sobbalzava e brancolava ciecamente all’indietro con le mani strette su una parte di sé che sia lui che Belle consideravano molto importante.
“Insomma la vogliamo smettere!” si mise a strillare a un certo punto. “Andiamocene a casa e nascondiamo questa roba prima che Mary Margaret ci scopra!”
Allora Regina sporse la testa fuori dalle porte scorrevoli del supermercato e fece un segno a Emma, la quale smise immediatamente di lamentarsi, si alzò e, come se niente fosse, diede un colpetto sulla spalla a una povera, esausta, ammalatissima Mary Margaret, la aiutò ad alzarsi e insieme si incamminarono verso casa.
David le guardò allontanarsi a bocca aperta.
“Ma Emma!”
“Mi sento molto meglio adesso, pa’, mi sei stato di grande aiuto!”
“Ma…”
“David, Mary Margaret!” gridò Regina. “Abbiamo pagato noi, poi faremo il conto. Sbrigatevi adesso, o troveremo traffico sulla strada!”
“È tutta colpa di Neal” brontolò Mary Margaret, asciugandosi la bocca. “E io l’ho sempre detto che questi amici che Emma si è fatta qui non le sono di nessun aiuto. Bighellonare in giro con una come Regina quando ancora deve metabolizzare il fatto che Neal se n’è andato. Non l’aiuta affatto. Mi stai ascoltando, caro?”
“Eh, cosa?”
David doveva essersi distratto un attimo al pensiero di quanto avesse preferito sua moglie in quei cinque secondi in cui finalmente aveva smesso di parlare, vinta dall’influenza intestinale. 
Mary Margaret alzò gli occhi al cielo e se ne andò in direzione della macchina.
Gli altri li stavano aspettando; Hook aveva smesso di fare lo spiritoso dopo che Rumple, in preda all’ira, gli aveva tirato un mandarino su un orecchio, e ora sedeva offeso e dolorante in un angolo del furgone.
 
 
Verso le cinque e mezzo iniziarono i preparativi per i cenone.
Mary Margaret venne esclusa brutalmente dalla zona cucina. Nessuno voleva i suoi germi, inoltre dovevano nascondere tutte le provviste abusive affinché non le trovasse.
Le venne quindi affidato il compito di addobbare la casa con dei sontuosi festoni trovati nella soffitta della casa. David la aiutava amorevolmente, sebbene la pedanteria della moglie lo stesse un po’ sfinendo.
Henry sedeva sul bancone della cucina e ascoltava la sua famiglia mettersi d’accordo sul menù della cena.
Regina era stata irremovibile solo su due cose: le lasagne e la torta di mele. Le sue due specialità DOVEVANO figurare per forza nel menù di Capodanno.
Così Tinkerbell le segnò di malavoglia su un menù.
“Come spiegheremo a Mary Margaret che il suo menù è misteriosamente cambiato nel giro di poche ore e che il pesce-gatto non è stato incluso?” chiese poi dubbiosa.
“Lei e Charming sono così idioti che potrebbero non accorgersene neanche!” disse Regina.
“Hei!” si intromise Emma indignata.
 “Questo non cambia il fatto che c’è un arrosto in quella pentola, e non un pesce-gatto!”
“Ignoreremo la cosa ok?” si intromise Rumple “Non diremo niente e serviremo questo, vedrete, non se ne accorgeranno, l’arrosto e il pesce-gatto hanno quasi lo stesso sapore, l’hanno detto l’altra sera a Masterchef. Vero Regina?”
Lei annuì convinta.
In realtà loro due avevano già pianificato di fare un semplice incantesimo in modo da modificare il gusto e l’aspetto delle pietanze di Mary Margaret.
Questo però non lo dissero ad alta voce.
Regina non voleva turbare Henry ed Emma, e Rumple non voleva deludere Belle.
Ripresero a cucinare alquanto dubbiosi.
Belle iniziò volonterosamente a pelare alcune patate ed Emma si mise a friggere del formaggio e del pollo. Nel giro di pochi minuti per tutta la casa si diffuse un terribile odore di frittura, che creò non pochi problemi.
Mary Margaret, che stava apparecchiando la tavola, alzò il muso come un cerbero e annusò l’aria criticamente.
“David, vieni qua” chiamò suo marito.
Lui le trotterellò subito accanto.
“Dimmi”
“Cosa senti?”
“In che senso?”
“L’odore. Che odore senti?”
David respirò profondamente.
“Sembra…fritto”
“Precisamente. Formaggio fritto”
Intanto in cucina Regina era furiosa.
“Cosa ti è saltato in mente!? Abbiamo detto che per le cose fritte e grigliate dobbiamo usare la griglia che c’è in giardino! Il formaggio fritto non era neanche nel menù! Non piace a nessuno, solo a te!”
“Anche a me piace” disse Henry.
Emma mise su il muso.
“Volevo mangiare un po’ di quel formaggio fritto ora. Ho fame” cercò di giustificarsi.
“Adesso quella scema di tua madre verrà qui e inizierà a fare domande! Siamo spacciate!” Regina iniziò a disperarsi.
Tinkerbell, Hook e Belle senza dire niente presero la carne e l’incriminato puzzolente formaggio e corsero fuori in giardino dalla porta sul retro.
Rumple intanto cercava disperatamente di arieggiare la cucina.
“Ragazzi, cosa state combinando?”
La voce di Snow arrivò forte e chiara dal soggiorno.
“Niente mamma, Regina ha bruciato un gambo di sedano”
La testolina tonda di Mary Margaret sbucò in cucina.
“Questo odore non mi piace per niente, Emma”
Rumple finse di affettare con precisione una zucchina biologica.
Regina sgranocchiò indifferentemente una carota.
Mary Margaret entrò in cucina ed iniziò a guardarsi intorno sospettosa.
“State friggendo qualcosa?”
“Nonna, te l’abbiamo detto, abbiamo bruciato un gambo di sedano” ripeté Henry innocentemente.
L’altra strinse gli occhi. Rumple fischiettò forte il motivetto di Mary Poppins e prese a lavare dell’insalata.
Agli occhi di Snow parve tutto molto normale, così decise di lasciare la cucina.
 
 
Rumple si trasferì in giardino con gli altri ad occuparsi del resto del menù.
Decisero che era definitivamente più prudente così.
Hook intanto aveva sparpagliato bottiglie di spumante nella neve per tutto il giardino, con la scusa di “tenere l’alcool al fresco”.
In realtà aveva già iniziato a bere, mentre Tinkerbell si era appropriata di alcune caraffe e cominciava a mescolare i vari tipi di drink.
Belle e Rumple si occupavano del grill, e in quel momento stavano arrostendo dei buonissimi hamburger e delle deliziose patatine fritte.
Belle ridacchiò mentre Rumple si chinava indaffarato e girava la carne sulla griglia.
“Come al nostro primo appuntamento…Hamburger e patatine fritte” osservò.
Lui tirò su il viso e le sorrise, prima di scoccarle un rapido bacio sopra la griglia.
Purtroppo nel fare ciò la sua cravatta penzolò a vuoto sopra la carne.
Inutile dire che prese immediatamente fuoco per il calore.
Rumple non se ne accorse subito, ma Belle strabuzzò gli occhi e si ritirò all’istante.
“Che c’è?” esclamò lui, un po’ offeso per il fatto che lei non avesse voluto baciarlo.
“RUMPLEEEE!” riuscì solo a gridare lei.
“Cosa c’è da urlare?”
“PORTATE DELL’ACQUA!”
“Oh no!” gridò Rumple. “Ho un animale addosso? Cos’è, un ragno? Ti prego, Belle, toglimelo subito, TOGLIMELO!”
In quel momento Hook sollevò lo sguardo e gridò: “AL FUOCOOOO!”
Rumple abbassò gli occhi, guardò la cravatta e urlò terrorizzato.
Nell’incertezza generale a Belle sembrò giusto fare altrettanto.
“SPEGNI QUESTO COSO”
“RUMPLE CALMATI, ADES-“
“BELLE SPEGNILO STO ANDANDO A FUOCO!”
“GESU” Strillò Tink orripilata.
“AIUTO, VI PREGO, QUALCUNO MI AIUTI!”
“RUMPLE BUTTATI NELLA NEVE!” urlò Belle.
“AIUTATEMI VI SUPPLICO!”
“LA NEVE!” urlò di rimando Tinkerbell.
Hook spazientito si alzò e si lanciò contro Rumple.
Entrambi rovinarono in un metro di neve e vennero completamente sommersi.
Riemersero qualche secondo dopo, fradici e sputacchiando rametti di pino e ghiaccio.
Il pirata si rialzò, si spolverò via la neve, si strinse nelle spalle e tornò dai suoi drink come se niente fosse accaduto.
Rumple invece rimase paralizzato nella neve, con la cravatta mezza bruciata, completamente gelato, e coi capelli bagnati appiccicati sulla faccia.
Belle aveva una gran voglia di scoppiare a ridere, ma per solidarietà nei confronti dell’amato evitò accuratamente.
Lo prese per un braccio e lo tirò fuori dalla neve.
“Vieni” disse. “Tink, puoi occuparti tu della carne per un attimo? Devo portarlo dentro prima che si prenda un accidente.”
Rumple era furioso, tremava per il freddo e cullava tra le mani i resti della sua cravatta preferita.
“Siamo appena arrivati e già non ne posso più” borbottò. “Prima il mio IPod, poi la cravatta nuova…”
“Lo so, tesoro, mi dispiace tanto” annuì Belle accondiscendente, mentre lo portava dentro a braccetto.
Nell’ingresso incontrarono Mary Margaret, che era diretta verso la sala da pranzo con una pila di piatti tra le mani.
“Mio Dio, Rumple, cos’hai fatto!”
“Sono caduto nella neve” rispose lui, imbronciato.
“Ma come hai fatto a bruciarti tutta la cravatta?” Mary Margaret impallidì. “È scoppiato un incendio? Emma sta bene? Tieni questi piatti, Belle, devo andare a controllare.”
“NO!” gridarono contemporaneamente Belle e Rumple.
“Volevo accendermi una sigaretta” balbettò lui. “Una raffica di vento mi ha soffiato addosso la fiammella dell’accendino, ma adesso sto bene.”
Mary Margaret gli rifilò uno sguardo pieno di sdegno e disgusto.
“Queste abitudini malsane da te proprio non me le aspettavo.”
Rumple stava per ribattere per le feste, e magari minacciarla anche un po’ con il suo bastone, ma Belle fu più veloce e lo trascinò via per il gomito.
Una volta arrivati in bagno gli fece togliere giacca, camicia e pantaloni, lasciandolo in boxer (blu elettrici e con degli arcolai disegnati)  e lo avvolse in un enorme asciugamano di spugna. Poi, mentre lui brontolava e inveiva contro Mary Margaret e tutta la popolazione di Storybrooke in generale, gli strofinò la testa con un altro asciugamano per asciugargli un po’ i capelli. Quando la ragazza ebbe finito, questi gli svolazzavano attorno alla testa tutti elettrici e spettinati e lui era ancora più seccato di prima.
“Te lo dico io, Hook darà fuoco al prato mentre noi siamo qui. Tutte le bottiglie di rum salteranno per aria e allora voglio proprio vedertici a dire a Mary Margaret che il fumo e la puzza ci sono solo perché hai rosolato un po’ troppo le sue carotine speziate.”
“Non c’è il prato, c’è la neve, tesoro.”
“Fa lo stesso, troveranno il modo di dare fuoco a tutto quanto lo stesso.”
Regina entrò nel bagno, guardò Rumple, soffocò un risolino e gli porse dei vestiti.
Rumple li guardò e scosse la testa.
“Quella non me la metto. Sembra la camicia da notte della nonna di Mary Margaret”
“Tu hai mai visto la nonna di Mary Margaret?” chiese Belle curiosa.
“Sì, e fidati che non vuoi sapere com’era fatta”
“Vuoi festeggiare Capodanno in pigiama?” li interruppe Regina seccata.
“Te l’avevo detto di portare più di un completo, tesoro” sussurrò Belle.
Furibondo, Rumple prese i vestiti (un maglione pesante e una vecchia tuta da ginnastica di Regina che sapeva già gli sarebbe stata orribilmente stretta addosso).
“Solo fino a che i miei non si saranno asciugati!” abbaiò. “Rimarrò qui ad asciugarli personalmente con un phon.”
“Bravo” disse Regina. “Possiamo fare a meno della tua presenza per qualche minuto. Belle, tu invece devi seguirmi. Mary Margaret si è messa in testa che tuo marito si sia dato fuoco nel tentativo di accendere un petardo artigianale.”
“Oh, no.”
“Sta frugando ovunque. Meno male che Tink ha nascosto tutto sotto al divano.”
“Fammi passare, ci penso io”  disse Belle, poi uscì dal bagno e cominciò a chiamare Mary Margaret e a vaneggiare a proposito di un cetriolo radioattivo rinvenuto nella pentola del minestrone.
 
 
Nel frattempo in cucina si stava verificando un disastro.
Hook, già mezzo sbronzo, aveva deciso che la sua coscienza ne avrebbe sofferto tantissimo se lui non avesse dato subito una mano nel preparare il cenone.
Quindi aveva abbandonato il suo alcol in giardino ed era entrato in cucina, dove Emma aveva tentato strenuamente di allontanarlo, senza successo.
Dunque si era messo all’opera.
Il risultato fu che in men che non si dica aveva mischiato tutti gli ingredienti delle portate, così la minestrina di Mary Margaret era condita adesso da un’abbondante dose di formaggio fuso e bastoncini di salame, mentre le lasagne di Regina erano state farcite di paté di porri e radicchio.
 
Impiattò tutto alla bell’e meglio e si diresse baldanzosamente verso la sala da pranzo, che era stata nel frattempo sontuosamente addobbata.
David giunse anch’egli in sala da pranzo e si fermò a contemplare estasiato la tavola.
“Amico, ci aspetta un Capodanno coi fiocchi”
“A me di sicuro” biascicò l’altro, pensando ad Emma, Tinkerbell e Regina. Tutte e tre erano single, e lui era uno solo. Chissà chi sarebbe stata la fortunata…
“Quella minestra sembra deliziosa” commentò David.
“Lo è. L’ho fatta io” disse Hook convinto.
“Non sapevo avessi questo talento culinario!”
In quel momento dietro di loro passò un rabbioso Rumple che, ignorando il trambusto proveniente da diverse parti della casa, zampettò fino alla sua camera da letto.
Il suo completo era quasi asciutto.
Si levò il maglione di Regina non senza notevole fatica, rimanendo incastrato per tre minuti buoni con la testa in un mare di lana troppo stretta. Dopodichè si infilò felice la sua camicia e il gilet, che nel frattempo si erano asciugati.
Il vero problema giunse quando dovette sfilarsi i pantaloni.
Erano tragicamente stretti; non sarebbe stato un problema se fossero stati della sua taglia, in fondo lui era abituato a calzoni di pelle molto più aderenti di quelli.
I pantaloni di Regina però non erano elasticizzati.
Accadde così che Rumple si trovò in boxer (di nuovo), con le caviglie imprigionate nei pantaloni, a saltellare per la casa alla disperata ricerca di Belle.
Emma, Henry e Tink, che stavano fabbricando di nascosto dei petardi con la polvere di Fata, lo videro passare balzando da una parte all’altra del corridoio, chiamando la moglie a gran voce.
Regina uscì all’improvviso dalla cucina con una caraffa di acqua in mano, Rumple le balzò addosso ed entrambi rovinarono a terra.
La caraffa si ruppe e Rumple si trovò con la camicia di nuovo completamente fradicia.
 
 
 
Passò circa un’oretta, nella quale non successe nulla di particolarmente traumatico.
Tinkerbell e David si stava occupando di collegare lo stereo, mentre Regina aveva attaccato la piastra per tostare il pane per le tartine. Rumple, furibondo con l’universo, aveva riattaccato il phon e stava asciugando la sua camicia per la seconda volta, mentre Belle gli accarezzava amorevolmente la testa per tenerlo calmo.
L’aveva anche aiutato a disincastrarsi dai pantaloni di Regina, dopo il disastro della caraffa.
Era accorsa sul luogo dell’incidente attratta dalle urla e dalle imprecazioni del marito, e dai lampi di magia di Regina.
Li avevano divisi appena in tempo, prima che devastassero la casa.
Dal soggiorno si udì la musica: Tinkerbell aveva collegato lo stereo.
E improvvisamente tutte le luci si spensero.
Si udì un gran vociare. Dopodiché Hook illuminò la stanza con un accendino.
“Le luci?” chiese Emma titubante.
“E’ andata via la corrente, credo” rispose David guardandosi intorno turbato.
“Oh mio dio, David, dobbiamo fare qualcosa” iniziò Mary Margaret agitata.
Dalla cucina si udì il borbottare rabbioso di Regina.
Poi nel buio uno sciabattio, e infine:
“Si può sapere che diavolo avete combinato?”
“SIETE PREGATI DI FAR TORNARE LA CORRENTE, QUI C’E’ GENTE CHE STA LAVORANDO” urlò Rumple dal bagno, seguito da un “Rumple, stai calmo” sussurrato da Belle.
“Mamma, non mi piace il buio” cominciò Henry.
“Sta' calmo ragazzino, ora risolviamo la cosa”
“David ascolta, potrebbe succedere qualcosa di grave, magari un cortocircuito, se esplode la casa io –“ Mary Margaret si era impanicata.
“Perché è saltata la corrente?” chiese Tinkerbell.
“Forse abbiamo acceso troppi apparecchi elettrici contemporaneamente” disse Hook con un’alzata di spalle.
“Siete una banda di idioti” ringhiò Regina.
“Regina stai calma” disse Emma.
“ALLORA, LA VOGLIAMO FAR TORNARE QUESTA CORRENTE SI’ O NO!?” Rumple sembrava molto nervoso.
“David, amore io-“
“Ok, stiamo tutti calmi” disse Charming “Probabilmente abbiamo solo sovraccaricato il generatore. Si deve essere spento automaticamente. Ora io, Hook e Rumple scenderemo in cantina per riattivarlo”
E fu così che gli uomini della casa (compreso Rumple, che si trovò a scendere nel seminterrato in accappatoio) armati di chiavi inglesi e cacciaviti partirono per la loro missione.
Di sopra, al buio, successe il finimondo.
 
“STATE TUTTI FERMI, CHE NESSUNO SI MUOVA!” gridò Regina, già molto preoccupata.
“NON VEDO NIENTE!” strillò Mary Margaret. “NON SO DOVE SONO!”
“Sei qui, imbecille, quello che stai pestando è il mio piede.”
“Mamma, stai ferma dove sei” disse Emma. “Dov’è Henry? Qualcuno ha visto Henry?”
Dal bagno giunse un frastuono come di bottigliette di profumo che andavano in frantumi e un’esclamazione di dolore.
“ACCENDETE LA LUCEEE!” strillò Tink.
“E’ ANDATA VIA LA CORRENTE!” gridò Regina. “STA’ LI FERMA E ASPETTA.”
“Qualcuno mi porta la carta igienica dopo?”
Silenzio.
“Mamma?”
“Henry!” gridarono Emma e Regina all’unisono.
“Henry, tesoro, dove sei?” ripeté quest’ultima.
“Non lo so… ero in cucina prima, ma adesso non trovo più niente… non trovo…”
Un rumore terrificante arrivò dalla cucina.
Regina, Emma e Mary Margaret si sentirono pietrificare.
“Che cosa diavolo è stato?” chiese Regina, che cominciava a temere veramente per la sorte del suo povero cottage.
“Ragazzino, stai bene?” gridò Emma.
“Ehm…” borbottò Hanry. “Credo di aver rovesciato qualcosa…”
“NON LA MIA ZUPPA DI VERDURE!” gridò Mary Margaret. “Tutto ma non la mia zuppa di verdure.”
“Mamma, no!”
Emma protese le mani alla cieca in un tentativo di fermare sua madre, ma Mary Margaret era già scattata di corsa verso la cucina; riuscì a scansare correndo tutti i divani, i tavolini e gli stipiti delle porte, ma una volta arrivata in cucina posò un piede per terra proprio in mezzo alla pozzanghera di zuppa, calpestò un carciofo e finì lunga distesa sul pavimento.
“NONNA!” gridò Henry, terrorizzato.
Emma si allarmò subito. “Mamma?”
“Non ti muovere” disse Regina. “Vado io a controllare. Mary Margaret?”
Sdraiata per terra nella pozza di verdure, Mary Margaret si stava ancora assicurando di essere tutta intera, e perciò non riteneva assolutamente importante rispondere alla gente che la chiamava dal soggiorno o dare un benché minimo segno di essere viva.
Così Regina dovette percorrere tentoni tutto il percorso verso la cucina, sgolandosi e intimando a Henry di restare dov’era.
“Mary Margaret! Imbecille che non sei altro, vuoi rispondere quando ti chiaaaaAAAAAARGH!”
Nella cucina buia risuonò un altro tonfo, stavolta ancora più forte del primo, e una serie di gemiti di dolore.
“Cos’è successo?”
“Il soffitto è caduto!”
“Ma no, deficiente. E toglimi quel gomito dalla faccia!”
“Aaah! No, Regina! Quello è il mio piede!”
“Cosa ci facevi ancora qui distesa! Non puoi stare sdraiata al buio e pretendere che la gente non ti caschi addosso… oh mio dio cos’è questo schifo! Aaah! È molle!”
“Regina, è un broccolo. Datti un contegno.”
“Ma ti vuoi alzare dalla mia gamba?”
“Ecco, adesso sono tutta bagnata.”
“Mary Margaret, ti prego, risparmiami certi dettagli.”
In tutto questo Henry stava lì fermo in piedi e si dondolava da un piede all’altro sentendosi profondamente in colpa e imbarazzato.
“Ehm? Mamma? Nonna?”
“Che c’è!” risposero entrambe le donne.
“Mi dispiace di aver rovesciato la zuppa, io…”
“Sta’ zitto, Henry, non dire una parola.”
In quel momento Emma fece irruzione nella stanza con Belle al seguito, entrambe con le mani cariche di candele.
“Aspettate, non vi muovete: abbiamo trovato queste. Così finalmente potremo vedere qualcosa.”
Accesero tutte le candele e le disposero sul tavolo e in giro per la stanza.
Lo spettacolo che si rivelò ai loro occhi fu a dir poco pietoso: Mary Margaret sedeva a gambe incrociate in una pozzanghera marroncina dall’aspetto altamente equivoco, mentre Regina era riuscita ad alzarsi e stava cercando di togliersi i legumi spappolati dai capelli. Tutt’e due erano imbronciatissime e indignate.
“Ok” disse Belle, cercando di essere positiva. “Non è male come sembra: abbiamo altre cose da mangiare oltre alla zuppa di verdure.”
“Cibo spazzatura e roba indigesta che vi terrà in bagno tutta la notte” borbottò Mary Margaret. “Vedrete se non sarà come vi dico io.”
Poi tentò di rialzarsi, ma ogni volta che posava un piede per terra questo slittava via tra i rimasugli della zuppa e la faceva piombare di nuovo a sedere.
Fuori di sé dalla rabbia, fece un altro tentativo, ma questa volta decise di aiutarsi anche cercando un appiglio sulla tovaglia.
Così afferrò la tovaglia e tirò e Belle provò a urlare qualcosa per fermarla, ma non fece in tempo, così dovette assistere impotente alla scena di Mary Margaret che tirava per terra otto candeline rotonde dalla fiammella accesa e vivace.
La tovaglia prese fuoco prima ancora di toccare terra.
“NOOOOOO!” ululò Regina, furibonda.
“PRESTO!” gridò Belle. “PRENDETE QUALCOSA! DELL’ACQUA! UNA COPERTA!”
“Ragazzino, vieni via di lì!” gridò Emma, tirando via Henry per un braccio.
“Queste maledette candele dovevate proprio metterle qui!” imprecò Mary Margaret.
“TE LO DICO IO DOVE TE LE METTO LA PROSSIMA VOLTA!” strillò Regina.
Si era catapultata fuori dalla stanza ed era tornata nel giro di venti secondi brandendo una scopa di saggina per il manico.
La sollevò alta sopra la testa e cominciò a sbatterla con violenza sulle fiamme per spegnerle.
“INUTILE! PEZZO! DI IMBECILLE! PERBENISTA! MALEDETTA!” gridava ad ogni colpo.
Dopo un po’ il suo bersaglio cambiò e dalla tovaglia fumante passò alla testa spelacchiata di Mary Margaret.
Belle e Emma non poterono fare altro che fissare attonite Regina che si metteva a rincorrere Mary Margaret per la casa suonandole la scopa sulla testa con tutta la forza che aveva.
“PRENDI QUESTO!” strillò, ma sbagliò mira e mandò in frantumi lo specchio nell’ingresso. “E QUESTO! E QUESTO E’ PER DANIEL! E QUESTO…MALEDETTA!”
Mary Margaret si abbassò appena in tempo e la scopa si abbatté senza pietà su uno scaffale rovesciandone a terra tutto il contenuto.
Regina ormai aveva perso ogni controllo.
Belle fu la prima a riscuotersi e le corse alle calcagna.
“REGINA NO! FERMATI!”
Mary Margaret continuava a strillare, ma le sue non erano parole, quanto più belati terrorizzati e furenti senza capo né coda.
Proprio in quel momento Tink decise di uscire dal bagno, con un rotolo di carta igienica in una mano e un barattolo di sapone liquido nell’altra, e Regina ci si schiantò addosso senza avere neanche il tempo di rallentare.
La scopa volò via dall’altra parte della stanza; Belle fu velocissima a raccoglierla e a nasconderla dietro a un divano.
Sul pavimento del soggiorno, Tink e Regina si tenevano la testa gemendo e lamentandosi.
Mary Margaret corse a nascondersi in cucina.
“Non l’ho fatto apposta!” esclamò, ancora in preda al panico.
Emma le posò una mano sulla spalla. “Certo, mamma, lo so. Regina è un po’ nervosa stasera, non farci caso. Adesso puliamo qui per terra.”
In quel momento tornò la luce.
Tutti sospirarono di sollievo.
David, Rumple e Hook riemersero dal seminterrato con sguardo fiero e orgoglioso, ma si trovarono un po’ sconcertati davanti all’immagine della cucina appiccicaticcia e fumante e di Tink e Regina che sedevano ancora per terra davanti al bagno.

 











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Seasonsoflove corner: 
We did it! Molta fatica, ma alla fine ce l'abbiamo fatta! Ringraziamo veramente tutti per il sostegno, per chi ha recensito e per chi ha inserito la storia nelle seguite. Siete stati carinissimi e gentilissimi e vi vogliamo bene, ci motivate davvero :). Con calma risponderemo ad ogni recensione, promesso.
La FF si sta rivelando più lunga e difficile da scrivere del previsto, inizialmente pensavamo a tre capitoli...ma mi sa che cambieranno, e diventeranno cinque. 
Spero vi piaccia anche questo capitolo. Sappiamo che alcuni personaggi sono decisamente esagerati, ma insomma...la FF è esagerata in sè. Perciò ci scateniamo. 
Fateci sapere come prosegue!

Ps: Per chi seguisse Highschool, domani in arrivo il nuovo capitolo!


ABCris corner:
Ciao! Io sono ABCris e questa è la prima cosa che scrivo su EFP (a parte i commenti ora che ci penso). Wow, quanta emozione, però, uhm, non so cosa scrivere. Spero che vi piaccia la FF, noi ci stiamo divertendo molto a scriverla e… be', ciao a tutti, e grazie di cuore per il sostegno! La prossima volta forse sarò più originale...forse.

 

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Capitolo 3
*** Almost dinner ***


Almost dinner






Dopo il terribile incidente con la corrente, nessuno osò accendere più di un apparecchio elettronico alla volta.
Così quando qualcuno doveva cucinare qualcosa bisognava spegnere la musica, e quando si accendeva lo stereo tutto il resto doveva essere spento.
Mary Margaret, disperata e turbatissima per l’accaduto, si era rinchiusa in camera sua a piangere e a lamentarsi, mentre suo marito la coccolava dolcemente, cercando di tranquillizzarla.
Nessuno nella casa sentiva la loro mancanza, anzi.                      
I lavori avevano iniziato a procedere a vele spiegate.
Regina, che pareva aver esaurito tutte le sue forze nell’attentato a Mary Margaret, sedeva ora profondamente soddisfatta sul divano, dando ordini agli altri su cosa fare e come muoversi.
“Emma, porta quel piatto di là”
“Rumple sbrigati e fammi assaggiare quella besciamella”
“Hook smettila di bere”
“Belle, Dio mio, hai rotto un’altra tazza, ma com’è possibile!?”
“RUMPLE LA BESCIAMELLA! HOOK METTI GIU’ QUELLA BIRRA”
Alle otto e mezza tutto fu pronto e la tavola imbandita.
Mary Margaret uscì scontrosa dalla camera, si sedette sulla panca fissando il suo piatto, con espressione costipata e sofferente.
I nove sventurati finalmente si sedettero, dopo tutte le numerose sfide che li avevano sfiancati durante tutta la giornata.
“Beh, buon appetito” esclamò Belle sorridendo.
Nessuno rispose.
“Mamma mia, che malinconia. Dai, che la festa abbia inizio!” tentò Tinkerbell.
Rumple si fece aria con un tovagliolo.
“E’ caldissimo qui. Vado ad aprire una finestra”
Rumple si alzò e andò a spalancare le finestre della cucina. Quando tornò in sala da pranzo trovò che gli animi degli altri si erano rifatti bollenti.
Mary Margaret si era alzata e indicava la tavola con espressione disgustata. Regina aveva le braccia incrociate e gli occhi alzati al cielo, David e Hook si scambiavano sguardi sconfortati e Tink e Belle cercavano di calmare le acque.
“IO NON L’HO CUCINATO QUESTO!” gridò Mary Margaret, una mano premuta sullo stomaco e un colorito verdognolo sulla faccia. “DA DOVE VENGONO QUESTE TARTINE? AVEVAMO DETTO NIENTE INSACCATI!”
“Tu volevi cucinare solo porri, Mary Margaret” esclamò Regina. “Dovevi aspettartelo che ci saremmo ribellati.”
“RIBELLATI? RIBELLATI?”
“Calmati, tesoro, non ti fa bene agitarti…”
“TU STAI ZITTO!” gridò Mary Margaret, fuori di se dalla rabbia. “LO SAPEVI, VERO? SIETE TUTTI IN COMBUTTA CONTRO DI ME, TUTTI A SABOTARE LA MIA ORGANIZZAZIONE!”
“No, giuro che io…” cominciò David.
“Mary Margaret” lo interruppe Rumple e provò a sorridere. “Non c’è bisogno di agitarsi, abbiamo solo voluto dare una mano.”
“Voi non credete che io cucini bene” disse lei.
“Ma sì che lo crediamo” intervenne Belle.
“Altroché” esclamò Regina.
Rumple la fulminò con lo sguardo.
“Ecco vedi!” singhiozzò Mary Margaret.
“Ma no” disse Rumple. “Guarda, assaggio quello che vuoi. Decidi tu, sono sicuro che è tutto…ehm…buonissimo. Cosa vuoi che mangi?” Guardò Belle in modo coraggioso e pieno di buoni propositi. Voleva dimostrarle di essere un vero uomo pronto a tutto pur di fare felice la propria famiglia.
“Assaggia il mio minestrone” piagnucolò Snow.
Rumple annuì e sotto agli occhi trepidanti di tutti gli altri assaggiò il minestrone di verdure di Mary Margaret, che aveva una consistenza molliccia e un po’ vischiosa e un odore di rapa bollita tutt’altro che invitante.
Si portò il cucchiaio alla bocca e rabbrividì.
“Mmmm” provò a dire. “Buo-buonissimo. Belle, tesoro… senti che buono…”
Belle fece una faccia orripilata e finse di non aver sentito.
Regina soffocò un risolino.
Poi Rumple cominciò a masticare il boccone di verdure e scoprì di avere in bocca il pezzo di aglio più grande che si fosse mai visto nella storia dei minestroni, tutto spappolato. Rumple odiava l’aglio, era una di quelle cose che proprio non poteva sopportare.
La sua faccia si contorse.
Regina cominciò  a ridere incontrollabilmente seguita da Hook, mentre Mary Margaret fece una faccia assieme sorpresa e indignata.
“Be’ che c’è?”
Rumple non poteva parlare; corse in cucina a gambe levate e dalla sala da pranzo tutti poterono sentirlo sputare, tossire e sciacquarsi la bocca con l’acqua.
“L’HA FATTO APPOSTA!” gridò Mary Margaret. “MI HA PRESO IN GIRO FIN DALL’INIZIO!”
“MARY MARGARET, VUOI STARE ZITTA!” gridò Tink.
“IMBROGLIONI!”
“PERBENISTA!”
Si sentì un rumore terribile, lo stesso tipo di rumore che emette un lavandino quando viene sturato. Proveniva da Rumple, che era appena tornato in soggiorno.
“ADESSO BASTA! AVEVO DETTO CHIARAMENTE: NIENTE AGLIO PERCHE’ NON LO SOPPORTO”
Fumava dalla rabbia; gli eventi della giornata dovevano averlo molto scosso. I suoi tentativi di poco prima per essere un uomo migliore erano stati gettati alle ortiche e così la sua buona volontà.
Così, con sguardo omicida, afferrò la zuppiera del minestrone dal tavolo e la fracassò sul pavimento.
“QUESTA. ZUPPA. E’. UNA. MERDA!” Urlò.
Tutti lo fissarono allibiti.
“Così si fa, coccodrillo!” gridò Hook sollevando i pugni.
“Rumple!” disse Belle scandalizzata.
“Il… il mio minestrone” balbettò Mary Margaret e poi svenne.
Cadde come un sacco di patate ma sul momento nessuno se ne curò più di tanto.
“IL MIO TAPPETO!” gridò Regina scattando in piedi. “GOLD! GUARDA COS’HAI FATTO AL MIO TAPPETO!”
Rumple, che subito dopo aver compiuto l’eroico gesto aveva assunto un’aria coraggiosa e ribelle, si fece piccolo piccolo davanti alla sua ira.
“È s-solo una macchietta, un po’ di bicarbonato sopra e se ne va via, vado a prenderlo…”
“UNA MACCHIETTA UN CORNO!”
“B-basta strofinare e…”
Regina strillò e indicò il pavimento. “GUARDA QUEL GRAFFIO ENORME SUL PARQUET!” ringhiò. “RUMPLESTILTSKIN!”
Afferrò la prima cosa che le capitò sotto mano dalla tavola (la teglia di ceramica con tartine imburrate e il salmone), la alzò alta sulla testa e la scagliò in direzione di Rumple con tutta la sua forza.
“Noooo!” gridò Belle disperata.
Rumple emise uno squittio e abbassò la testa appena in tempo.
Così la teglia planò dritta sui piedi di Tink, colpendole l’alluce. Lei si prese il piede tra le mani e cominciò ad ululare e a saltellare in giro.
A questo punto David si era accorto che la sua consorte giaceva a terra stranamente silenziosa, si era inginocchiato accanto a lei e stava cercando di rianimarla sventolandole sotto al naso un pezzo di taleggio.
Tink, furiosa, saltellò fino al tavolo, prese la caraffa dell’acqua e la lanciò in aria a sua volta.
Regina la infranse in aria con la magia e la brocca esplose in aria sopra a Rumple inondandolo d’acqua per la terza volta della giornata.
 “IO VI AMMAZZO TUTTI!” sbraitò Rumple, fradicio dalla testa ai piedi.
Lanciò una palla di energia magica che mandò in frantumi un costosissimo dipinto di de Chirico.
“VERME!” strillò Regina preparandosi a contrattaccare.
 “Basta!” gridava Emma inutilmente. “Finitela! Date il cattivo esempio a Henry!”
Henry in realtà sembrava piuttosto divertito, e seguiva la scena con tanto d’occhi.
Una vera e propria guerra era iniziata.
“Rumple, amore, CALMATI!” urlò Belle correndo dal marito e afferrandogli le braccia.
Intanto Regina era stata accalappiata da Emma e Hook, ma continuava a divincolarsi urlando le peggiori maledizioni.
Charming continuava a tirare leggere sberle a Snow sul viso, nella speranza di rianimarla.
Tink era corsa in bagno a fasciarsi il piede ferito.
“FETIDO FOLLETTO, DO FUOCO A QUEI QUATTRO SPAGHETTINI LISCI CHE HAI IN TESTA AL POSTO DEI CAPELLI” sbraitava Regina.
“QUATTRO SPAGHETTINI A CHI!?” strillò Belle rabbiosa afferrando una forchetta e preparandosi a lanciarla.
“PER L’AMOR DEL CIELO, CALMATEVI!” urlò Emma.
Ma non era possibile.
Volarono piatti in tutte le direzioni, tartine, zuppe e persino le bistecche.
Hook finì incastrato con l’uncino nel tavolo, mentre intorno a lui la casa esplodeva.
La situazione si fece molto pericolosa quando iniziarono a volare palle di fuoco.
“REGINA FERMATI! DARAI FUOCO ALLA CASA!” ululò Tink spegnendo un piccolo incendio che iniziava a divampare vicino alle costose tende di seta.
“TANTO HA GIA’ PRESO FUOCO PER COLPA DI MARY MARGARET! PEGGIO DI COSI’ NON PUO’ ANDARE!” esclamò lei ridendo istericamente.
Un pomodoro la colpì proprio in faccia.
Sputacchiò i semi e si ripulì il viso mentre Rumple la additava ridendo.
“BASTA!” Emma si mise in mezzo ai due, furibonda.
“Dai ma’, spostati! E’ divertente!” esclamò Henry.
“NON E’ DIVERTENTE!” urlò Emma. Poi si chinò per schivare un salamino volante che colpì Rumple in fronte.
Dopo dieci minuti tutto il cibo era spiaccicato a terra, i piatti rotti e le tende bruciate.
Mary Margaret giaceva in un coma profondo mentre Charming vicino a lei le accarezzava i capelli.
Emma era schiumante di rabbia.
“Siete la peggior famiglia di sempre. Avete rovinato tutto! Vi odio tutti!”
Si udì un sonoro clunk e finalmente Hook si disincastrò.
“Bravi, veramente eccezionali” disse poi sarcastico. “Ora cosa mangeremo?” e senza pensarci si scolò una bottiglia di birra tutta d’un fiato.
Rumple e Regina, che parevano aver sfogato finalmente tutta la rabbia repressa della giornata, con un rapido movimento della mano sistemarono la casa.
“RUMPLE!” esclamò Belle indignata.
“Tesoro.”
“AVEVAMO DETTO NIENTE MAGIE!”
“Era necessario.”
“Ed era necessario anche fare una schifezza del genere!?” disse Emma furiosa.
“E’ la presenza di Mary Margaret che mi rende nervosa” si giustificò Regina guardando Emma.
“Sì, anche per me è così” si inserì Rumple.
Snow mugugnò qualcosa mentre Charming le faceva aria.
“Vedete di non svegliarla” disse minacciosa Regina.
Nessuno ribatté.
 
Il cibo era irrecuperabile, ma in cucina era rimasta ancora qualche portata commestibile. Certo non c’era più nessun minestrone, tranne quello cucinato da Hook che lui aveva cercato di propinare a tutti.
“Io non assaggio più niente” aveva detto Rumple incrociando le braccia.
Finirono per mangiare alcune verdure rimaste e un po’ di tacos.
Emma era comunque relativamente soddisfatta della cena.
“Che ne dite di stappare uno spumante?” propose Hook entusiasta.
“Non bisognerebbe stapparlo a mezzanotte?” chiese Tink.
“Qualsiasi ora è buona per bere. E poi sennò cosa volete fare tutta la sera? Mary Margaret è morta…”
“EHI!” protestò Charming, che aveva depositato il corpo svenuto dell’amata sul divano.
“Si fa per dire, si fa per dire” minimizzò Hook, poi riprese “Allora, questo spumante?”
“Mamma posso provare anche io un goccio?” chiese Henry.
“Assolutamente no” rispose ferrea Regina.
Emma le lanciò uno sguardo come dire –decidi tu- e alzò le spalle.
“Okay dai, allora beviamo un bicchierino di spumante e poi giochiamo a tombola, che ne dite?” disse Belle incoraggiante.
Rumple annuì, si alzò e si avviò verso la cucina per prendere il necessario.
Entrò nella buia stanza e sentì un vento freddo provenire da fuori.
“Accidenti” mormorò. Aveva dimenticato la porta-finestra aperta.
Mosse il primo passo per chiuderla quando mise il piede su qualcosa di curiosamente morbido eppure curiosamente resistente.
Ritenendo che fosse solo una delle verdure del minestrone spiaccicata sul pavimento, vi appoggiò completamente sopra il piede.
Accadde tutto molto rapidamente.
Udì uno strano strillo acutissimo, disumano, e contemporaneamente sentì un dolore fortissimo al polpaccio.
“NOOOOOOOOOOOO” sbraitò tenendosi la gamba e rovinando a terra.
La visuale gli fu oscurata da una palla pelosa e puzzolente che gli si lanciò sulla faccia ed iniziò a graffiarlo, a mordergli la camicia e i capelli.
Rumple strillava e si dimenava cercando contemporaneamente di staccarsi quella fetida cosa – qualunque cosa fosse ­– dalla faccia e di chiamare aiuto.
 
“BEEEEELLE!” gridò Rumple dalla cucina.
Belle, Regina, Emma e Tink scattarono in piedi contemporaneamente.
“Che cos’ha combinato adesso il coccodrillo?” borbottò Hook, alzando gli occhi al cielo.
Le urla erano così forti che persino Mary Margaret mugolò qualcosa nel sonno.
Belle corse in cucina e questo fu lo spettacolo che si trovò davanti: Rumple, furibondo e spettinato, era disteso sul pavimento e lottava disperatamente contro quello che sembrava un esemplare particolarmente grasso di procione dei boschi. I suoi vestiti erano tutti strappati e, nella lotta, sembrava che lui si fosse aggrappato a qualsiasi oggetto a portata di mano tirando giù il contenuto di tutti i mobili e gli scaffali.
“LA MIA CUCINA!” gridò Regina. “AVEVO APPENA FINITO DI METTERLA A POSTO!”
“AAAARGH!” ululò Rumple. “TOGLIETEMELO DI DOSSO.”
“Largo, ci penso io!” disse Tink, arrivando con la fatidica scopa di saggina tra le mani.
“NOO!” ebbe il tempo di gridare Rumple, prima che lei cominciasse a colpirlo sulla testa e su tutto il corpo nel tentativo di colpire il procione.
L’animale si infuriò ancora di più e azzannò Rumple sul naso.
“BEEEEEELLE!” gridò lui, impotente.
“Via con quella scopa” disse Regina, strappando l’arnese dalle mani di Tink.
“Volevo solo dare una mano” ribatté lei, offesa. “Non c’è bisogno di alzare la voce.”
“Oh sì, sei stata molto utile!”
“Volete finirla voi due!” gridò Emma, esasperata.
Regina si zittì subito e alzò gli occhi al cielo.
“Fa’ qualcosa!” esclamò Belle, prendendola per un braccio con occhi imploranti. “Devi fare una magia, trasforma quella bestiaccia in qualcosa di innocuo!”
“Oh, non eri tu quella che continuava a rompere le scatole con quella storia del non usare la magia in famiglia?”
“È una situazione di emergenza!”
“Ipocrita.”
“VUOI FARE QUESTA MAGIA SI O NO?” strillò Rumple.
Regina alzò di nuovo gli occhi al cielo, poi agitò le mani nella sua direzione e Rumple si trasformò immediatamente in un lombrico.
Un silenzio glaciale invase la stanza.
Persino il procione smise di combattere e si guardò intorno, disorientato.
“Ecco cosa succede a fare le cose senza il minimo impegno” sibilò Belle, furente. “Riportami indietro mio marito!”
 Regina si coprì la bocca con la mano e soffocò un risolino.
“CHE COS’HAI DETTO?” gridò Belle, prese la scopa e cercò di brandirla in sua direzione, ma Emma fu più veloce. Prese la ragazza e le bloccò le braccia dietro alla schiena.
“FERMI TUTTI!” gridò Tink. “Non vi muovete o potremmo calpestarlo!”
“CALPESTARLO?” ripeté Belle.
“Ma vuoi stare calma!” sbuffò Regina. “Adesso lo riporto indietro.”
In quel momento David fece irruzione nella stanza, seguito da una sempre più pallida Mary Margaret.
Quest’ultima provò a chiedere che cosa stesse succedendo, ma tutto quello che le uscì dalle labbra fu un flebile mormorio strozzato. Dunque David prese parola al posto suo.
“Si può sapere cos’è questo disastro, Regina?”
“Ho trasformato Rumple in un lombrico.”
“Hai fatto COSA?” rantolò Mary Margaret.
“Per sbaglio! Stavo mirando al procione!”
Nel frattempo, però, il procione sembrava aver superato lo shock del vedersi la sua preda svanire tra le zampe. Si era accorto della presenza del lombrico e sembrava l’avesse giudicato un pasto assai più gustoso dei capellini flosci e della gambetta glabra di Rumple.
Gli si stava avvicinando piano, leccandosi i baffi.
Il povero lombrico si contorceva disperato sul pavimento.
David osservò la scena inarcando le sopracciglia.
“Regina” disse. “Se posso permettermi una parola, credo proprio che dovresti sbrigarti, o il procione mangerà Rumple come banchetto di Capodanno.”
“COSA?” gridarono tutti gli altri contemporaneamente.
“PRESTO PRENDETELO!” esclamò Regina. “NON POSSO RISCHIARE DI COLPIRE RUMPLE DI NUOVO!”
Belle, Tink, Emma e David si lanciarono sul pavimento contemporaneamente.
Ci fu una mischia, grida, versi animaleschi, rumori di colluttazione.
Hook arrivò dal soggiorno battendo le mani e intonando un coro da stadio.
Alla fine i quattro si rialzarono ansanti, con i capelli dritti sulla testa e i vestiti strappati.
David e Tink tenevano saldamente il procione per le zampe.
Belle reggeva un’estremità del lombrico tra il pollice e l’indice della mano e lo osservava con sguardo critico.
La povera creatura penzolava e si contorceva nell’aria sotto agli occhi soddisfatti di Emma e degli altri.
“Wow!” esclamò Henry. “Forte!”
“Sì, forte quanto vi pare” disse Belle. “Adesso fallo tornare normale, Regina.”
Regina annuì.
Prima fece un incantesimo al procione e lo fece addormentare profondamente, poi si rivolse al povero lombrico e lo trasformò di nuovo in Rumple.
Rumple ricomparve, indignato e dolorante, appeso per un calcagno tra le dita di Belle, e rovinò immediatamente al suolo.
Quando si rialzò, massaggiandosi la testa, abbracciò subito Belle e fulminò Regina con lo sguardo.
“Questa è l’ultima, l’ultimissima vacanza che facciamo con quella strega, sono stato chiaro?”
“Non l’ho fatto apposta!”
“Sssh! Non voglio sentire altro!”
Belle fece cenno a Regina di annuire e lasciarlo parlare, poi lo prese a braccetto e lo portò in bagno.
Dalla cucina, gli altri poterono sentirlo chiedere alla moglie con tono di voce molto preoccupato informazioni su quando si fosse fatto l’ultimo vaccino antirabbico.
 
Rimasero quindi Regina, Emma, Henry, Tink e Hook a guardarsi indecisi sul da farsi. Il procione giaceva addormentato in un coma profondo, e così Mary Margaret.
“Mamma… cosa facciamo ora?” chiese Henry guardando sia Emma che Regina.
“Potremmo sempre fare quel brindisi” suggerì Hook.
“In cinque!?” rispose Tink incredula.
“E allora proponi te qualcosa” disse Regina rabbiosa.
“Potremmo giocare a qualcosa. Che dite? Tipo tombola, come ha detto Belle prima!!” disse Tink entusiasta.
Visto che nessuno proponeva nulla di meglio, dopo dieci minuti erano tutti seduti al tavolo del soggiorno intorno alla tombola.
“Bene, le regole le sapete tutti” disse Regina.
“E guai a chi bara” rispose Emma minacciosa.
Hook sorrise sornione.
Stavano iniziando a distribuire il necessario, quando furono costretti a ricominciare da capo: Mary Margaret (finalmente sveglia ma molto offesa), David, Rumple (ancora leggermente scosso e fermamente convinto di aver contratto la rabbia dal procione) e Belle volevano unirsi al gioco.
“Ma io stavo vincendo!” protestò Hook.
“Ma se non avevamo nemmeno iniziato” rispose Tink.
Emma scoccò loro un’occhiataccia. Non era il caso di creare altre liti.
“Bene, allora io distribuisco i fagiolini e le schedine, poi leggerò le regole ad alta voce e-“ iniziò Mary Margaret, con rinnovata petulanza.
“LE CONOSCIAMO LE REGOLE, ABBIAMO GIOCATO FINO AD ORA!” Regina iniziò a scaldarsi. Snow la guardò indignata.
“Dai, giochiamo” esclamò Emma.
“Io farò il croupier” rispose subito Hook.
“E come diavolo pensi di estrarre i numeri dal sacchettino? Hai un uncino al posto della mano” disse Rumple piccato.
Hook alzò le spalle.
“Io farò il croupier” proseguì Rumple.
Poiché nessuno osò contraddirlo (benché Regina fosse piuttosto nervosa), gli fu data la scheda di gioco e il sacchettino coi numeri. Vennero distribuite le schedine e la tombola iniziò.
Dopo dieci minuti Regina ebbe il primo attacco di isterismo: Mary Margaret aveva già fatto ambo e terno e in quel momento si stava scambiando un bacio appassionato con David.
Venti minuti dopo Rumple sedeva con un ghigno soddisfatto e la scheda di Belle era quasi totalmente piena.
“Sta barando” ringhiò Hook.
“Provalo, pirata” gli rispose lui in tono di sfida.
“Il mio Rumple non bara, vero Rumple?” disse Belle adorante.
“Certo che no” rispose convinto.
Regina alzò gli occhi al cielo.
Ambo, terno, ambo, quaterno, cinquina, ambo…si susseguivano ad un ritmo incalzante.
Iniziarono a sudare freddo.
Hook si tolse la giacca e il gilet e rimase in camicia. Fissava il tavolo con espressione concentrata. Uno di loro avrebbe fatto tombola.
“Vinco io” disse Tink convinta.
“Vedremo” rispose Emma. Lei ed Henry facevano squadra insieme.
“Vi farò le scarpe, signorine” disse Hook.
“Penso che questa competitività non faccia bene allo spirito della vacanza” disse Mary Margaret “Propongo di chiudere qui il gioco e siamo tutti vincitori.”
In realtà neanche lei voleva perdere. Lei e David erano in una situazione peggiore rispetto agli altri.
“NON SE NE PARLA” urlò subito Regina, che aveva preso il gioco molto seriamente.
“Emma, come nonna di Henry suggerisco che-“
“Stai zitta” ringhiò Belle.
La tensione era palpabile.
“Punto il mio pigiama di seta come premio” disse improvvisamente Regina.
“Oh-ho” Rumple si strofinò le mani pregustandosi qualcosa di divertente. Dopo tutte le disgrazie che gli erano capitate quel giorno, voleva godersi per bene la scena.
“Quindi è a premi, tesoro?” disse Hook. Si interruppe, bevve un sorso di birra, poi riprese “Punto un barile del miglior rum della mia nave.”
La posta in gioco si alzò.
“Punto il mio vestito d’oro di quando ero al Castello Oscuro.”
“La mia giacchetta rossa di pelle.”
“Un barattolo di polvere di fata, chi lo vince se lo tiene e ci fa quello che vuole.”
Hook beveva felice, il gioco si era fatto emozionante ed interessante.
Belle era sparita qualche minuto ed era ritornata con lo spumante per tutti, così avevano iniziato tutti quanti a bere.
 “Non è salutare giocare d’azzardo.”
“ZITTA MARY MARGARET!”
“Regalo un favore magico a chi vince! Patti gratis per tutti!”
“Punto la mia intera collezione di pigiami di seta!”
“Punto la Jolly Roger!”
Rumple infilò la mano nel sacchetto e tutti cominciarono a battere le mani sul tavolo e a fare versi tribali sotto agli occhi disgustati di Mary Margaret.
“TRENTADUE!” gridò Rumple.
Regina strillò a pieni polmoni e scattò in piedi.
“TOMBOLA!”
“AAAH NON VALE! HA BARATO!” gridò Tink furibonda.
“HO FATTO TOMBOLA!” gridò di nuovo Regina. “ADESSO SGANCIATE I MIEI PREMI! CORAGGIO! BANDA DI FALLITI! ANCHE TU HOOK, DAMMI QUELLA TUA SCHIFOSISSIMA NAVE!”
“Aspettate, fermi tutti” interruppe Mary Margaret. “Dobbiamo controllare.”
“Ecco, esatto, controlliamo!” gridarono insieme Tink e Belle.
“Non c’è niente da controllare!” disse Emma. “Tombola è tombola, non è che perché voi siete tutti dei baroni allora deve aver barato per forza anche lei.”
“Noi non siamo baroni” protestò Rumple. scandalizzato
“Allora?” incalzò Regina. “È giusto o no? Vedrete! Ho vinto io! Ho avuto la mia vendetta!”
Mary Margaret si chinò sulla sua schedina e controllò tutti i numeri, poi suo malgrado dovette darle ragione.
Regina scoppiò a ridere e a battere le mani.
Henry esultò insieme a lei e Hook, tanto per festeggiare un po’ anche lui, prese la bottiglia dello spumante e la agitò fino a far esplodere il tappo, inondando tutti di schiuma (tra le proteste e gli insulti di Rumple).
Presto schedine e fagiolini vennero buttati tutti all’aria e al loro posto comparvero bottiglie e bicchieri da cocktail. A Henry venne tassativamente proibito di bere.
Non ci fu nulla che Mary Margaret avrebbe potuto fare per evitare quello che sarebbe successo in seguito; ormai anche Rumple era in piedi su una sedia e stava versando spumante dalla bottiglia direttamente nella bocca aperta di Belle.
La festa aveva ufficialmente inizio.
 









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Seasonsoflove's corner:
BADUM-TSSSH. Siamo tornate. Non abbiamo molto da dire, se non che ci dispiace per il ritardo e che ringraziamo col cuuuooore le recensioni positive, chi ha inserito la storia tra le seguite, chi tra le preferite, chi tra le ricordate etc. 
Ringraziamo anche i lettori silenziosi che invitiamo ad esprimersi :D
Quindi sì, speriamo che sia di gradimento anche questo capitolo. Il prossimo sarà il fulcro della storia.
Stay tuned 
Seasonsoflove

PS: Per chi seguisse Highschool...domani giorno di aggiornamento! :)

ABCris's corner:

Ok, io non le so scrivere queste cose, ma Seasonsoflove non fa che ripetermi che è una cosa carina ed educata e che devo sbrigarmi perché lei deve andare a letto, quindi andiamo! Scriviamo questo… commento? Qualsiasi cosa sia. Allora. Ci dispiace di metterci un po' ad aggiornare la storia, ma scrivere le cose in due rende un po' più lungo il processo. Ringraziamo tutti voi che leggete e commentate, o leggete e non commentate, o commentate e non leggete: vi amiamo tutti, cioè veramente, ci motivate tantissimo :)  perciò grazie. 
A presto!
Stay tuned ABCris

 

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Capitolo 4
*** New Year's Eve ***



NEW YEAR'S EVE



“Ragazzi, fareste meglio a bere con più prudenza… Tink! Via dalla bocca quella bottiglia, così ci attacchi tutti i tuoi germi! Regina, è già il terzo bicchiere che bevi, non credi che sarebbe meglio limitarsi un po’ davanti al bambino? RUMPLE! Dove credi di andare?”
Rumple aveva un braccio attorno alle spalle di Belle, che si reggeva a lui, visibilmente brilla. Lui aveva tutto il collo impiastricciato di rossetto, pieno di segni violacei e si era appropriato di una bottiglia di spumante. Guardò Mary Margaret e fece una smorfia, scuotendo la testa.
“A prendere il gatto delle nevi” disse. “Io e Belle abbiamo bisogno di prendere un po’ d’aria.”
“Non se ne parla neanche.”
Mary Margaret si parò tra di loro e la porta d’ingresso con le mani sui fianchi.
“Non ti lascerò guidare il gatto delle nevi in queste condizioni.”
“Mary Margaret!” esclamò Rumple, con voce un po’ più rauca e biascicante del solito, e agitò le dita a pochi centimetri dal naso della donna. “Non mi costringere a farti una magia, dearie.”
Belle scoppiò a ridere.
“Dai Rumple, cerca di essere più educato” disse. “Lascia in pace Mary Margaret, usciamo dalla portafinestra del balcone.”
“No!” gridò Mary Margaret.
Li prese, li separò con violenza e li trascinò tutti e due in cucina, dove diede loro guanti e detersivo e li mise a lavare i piatti.
Fu un grosso errore.
Non appena i due vennero lasciati soli Rumple afferrò Belle di peso, la fece sdraiare senza troppi complimenti sul tavolo mentre lei rideva spensierata e le si buttò sopra.
Presi dalla foga della loro passione fecero cadere a terra un’intera collezione di porcellane cinesi di Regina.
In soggiorno, intanto, Charming aveva agguantato Henry, dopo che questo aveva tentato di scolarsi un bicchiere di Vodka, e l’aveva portato in camera.
Mary Margaret l’aveva raggiunto subito.
“Henry, caro, ora la tua famiglia ha bisogno di riposare va bene? Ti svegliamo per mezzanotte, tu dormi e se senti rumori strani non farci caso!”
Proprio in quel momento da qualche altra camera si udì un poderoso verso maschile non identificato. Proveniva da Hook, che incitato da Tink, Emma e Regina, si era scolato due birre di fila senza prendere fiato.
“Hook!” urlò Snow entrando indignata in soggiorno.
Gli altri stavano ridendo sguaiatamente.
“E’ FINITO L’ALCOOOOOOL!” urlò Tink a squarciagola.
“Ci penso io, vado a prenderne dell’altro” disse subito Hook.
Corse verso la cucina ma rimase impietrito di fronte all’inaspettato spettacolo.
Rumple e Belle, nudi, sul tavolo.
Il pirata fissò con terrore ed orrore crescente le bianche chiappe di Rumple, suo acerrimo, secolare e temibile nemico, dopodiché, completamente senza parole, tornò depresso in soggiorno dove tutti gli chiesero cosa fosse successo.
Ma lui non rispondeva, faceva segno di diniego con la testa e affogava il dolore nella birra.
Regina era spazientita.
“Insomma, cos’è successo!? Mary Margaret è qui perciò non puoi aver visto chissà cosa! Non vorrai dirmi che è ancora quel dannato procione!”
Decise di andare di persona in cucina a controllare.
Quando vide ciò che vide, esplose in un urlo di orrore e rabbia.
“NOOOOOOOOOOOO!”
“REGINA!” strillarono contemporaneamente Emma, Tink, Mary Margaret e Charming.
“LURIDI! IL MIO TAVOLOOOOO”
Rumple si tirò su di scatto e sbatté la testa contro la lampada, che cadde ed andò in frantumi.
“REGINA!” strillò indignato.
“VERMI! COS’AVETE FATTO SUL MIO TAVOLO! VI DO FUOCO! VI UCCIDO! VI BRUCIO! FACCIO RESUSCITARE PETER PAN!”
Irruppero nella cucina anche gli altri.
Rumple si coprì disperato con le mani e schizzò fuori in giardino per sottrarsi alla vergogna.
Belle invece, che era considerevolmente più ubriaca, rimase inebetita, nuda, di fronte a tutti.
In quel momento arrivò Henry.
“Emma, ho sentito urlare la mamma cos-“
“NO!” strillò Mary Margaret.
Henry fece appena in tempo a vedere Belle che cercava di coprirsi con una tovaglia, fece un grande “woooow” e poi le mani della nonna gli coprirono la visuale.
“Henry tesoro, non è successo niente, quello che hai visto non è reale, non devi farti contaminare da queste strane immagini, sei ancora un bambino vieni, andiamo a giocare a Scarabeo…” iniziò a blaterare.
“Io vado a ripescare Rumple. Gli si starà gelando il naso” disse Emma.
“E non solo quello” aggiunse Tink.
Regina schiumava di rabbia, mentre Belle si era coperta e ora guardava gli altri con sguardo colpevole.
“Ci siamo lasciati andare” pigolò.
“Spero che al tuo amato maritino si congeli…TUTTO mentre è là fuori! Spero che voi non possiate fare mai più niente!” sbraitò Regina.
Dopodiché, emettendo un suono strozzato alla vista delle porcellane cinesi cadute in frantumi, se ne andò in soggiorno ad affogare l’odio represso nell’alcool.
Emma nel frattempo, sfidando il gelo invernale, chiamava Rumple a gran voce.
“Rumple! Puoi tornare in casa, se ne sono andati tutti dalla cucina ora!”
Non rispose nessuno.
Emma si infilò un giaccone pesante, prese una torcia e si inoltrò nel giardino verso la foresta.
“Rumpleee?” chiamò.
Percorse qualche metro tra gli alberi; intanto dall’interno della casa provenivano le grida di rabbia soffocate di Regina.
Improvvisamente, proprio quando Emma stava per desistere nella ricerca e tornare dentro casa, accadde: un rumore alla sua sinistra spezzò il silenzio.
Un attimo dopo Rumple stava correndo nudo e con le braccia per aria nella sua direzione.
“VIIIIIAAAAA!” gridava con gli occhi fuori dalle orbite. “SCAPPIAMO!”
I capellini spettinati gli ballonzolavano sulle spalle (e non erano l’unica cosa a ballonzolargli, se proprio vogliamo essere precisi).
Sorpassò di corsa una confusissima Emma e sparì di nuovo nel buio del giardino.
Emma guardò le sue chiappette bianche allontanarsi, basita.
Passò appena un secondo ed ebbe modo di rendersi conto lei stessa del perché Rumple stesse scappando: un orso, un gigantesco orso bruno, uscì con un salto da dietro a un cespuglio e si lanciò all’inseguimento del mago.
“AIUUUUTOOO!” ululò Rumple, sgambettando nudo per il giardino gelato.
“Oh Cristo Santo” disse Emma. “REGINA! TINKERBELL! PRESTO, QUALCUNO PRENDA IL FUCILE!”
Si mise a correre a sua volta verso la casa, gridando e sventolando le braccia.
“AIUTO!”
La testa paffuta di Mary Margaret si affacciò da una finestra.
“Emma, la vuoi smettere di strillare?”
“AIUTO, FATE QUALCOSA, C’E’ UN ORSO!” gridò Rumple.
“Un cosa?”
“UN ORSOOO!” ulularono in coro lui ed Emma.
Tink accorse correndo dalla portafinestra con il fucile a canne mozze di Regina sottobraccio.
“Ci penso io.”
“NO!” gridò Mary Margaret.
“Presto, Tink, spara!” gridò Rumple.
“Non se ne parla neanche!”
“MARY MARGARET!” strillò lui inferocito. “VUOI CHIUDERE QUELLA FOGNA!”
“NON PERMETTERO’ CHE FACCIATE DEL MALE AD UNA CREATURA INNOCENTE.”
“QUELLA CREATURA VUOLE MANGIARCI TUTTI!”
“TINK!” gridò Emma. “SPARA!”
Tink sparò, ma sbagliò mira e mancò le chiappette di Rumple per un pelo.
L’orso, spaventato dal rumore, se la diede a gambe nella foresta; Rumple, invece, cadde svenuto a faccia in giù nella neve.
“Oh, povero piccolo!” esclamò Belle, superando Tink ed Emma di corsa e correndo ad avvolgere suo marito in una coperta di lana.
 
“Allora, gli avete sparato o no a quell’orso?” chiese Regina quando tutti si furono sistemati di nuovo in soggiorno.
“No” disse Tink. “Per poco non impallinavo Rumple però.”
“Non ci pensare” le disse Hook. “Beviamoci su.”
Stava girando per la stanza e tendeva ad ognuno un bicchiere di vin brulè bollente.
Rumple era ancora avvolto nella coperta ed era sprofondato in una poltrona, pallidissimo, con Belle seduta al suo fianco sul bracciolo che gli accarezzava dolcemente i capelli.
Regina lo guardava storto e vuotò il suo bicchiere in un solo sorso; Hook fu felicissimo di riempirglielo un’altra volta.
Presto, però, gli effetti dello spavento cominciarono a scivolare via e tutti iniziarono a sentire quelli dell’alcool, che si stavano dimostrando un po’ troppo forti per essere imputabili ad un solo bicchiere di vin brulè.
Hook osservava soddisfatto il suo operato da un angolo della stanza.
Tink fu la prima ad alzarsi, spense la luce e alzò il volume dello stereo.
Ci fu qualche lamentela sommessa, ma la maggior parte degli invitati (Rumple e Belle se non altro) sembravano avere la bocca impegnata a fare altro.
Charming arrivò in quel momento dal bagno e si imbatté con orrore nella visione di Regina e sua moglie che amoreggiavano furiosamente sdraiate sul divano.
Stava per correre a separarle, in preda ad un colpo apoplettico, quando Hook lo prese per un gomito, strizzò l’occhio e lo tirò da parte.
“Che cos’hai fatto!” strillò Charming con voce acuta.
“Erano tutti un po’ arrabbiati, ho pensato solo di riscaldare l’atmosfera” si scusò il pirata.
“Riscaldare l’atmosfera?”
Emma e Tink si alzarono in quel momento dalle loro sedie e cominciarono a ballare un lento nel mezzo della stanza.
Charming fissò la scena orripilato.
Dal divano dove Belle e Rumple erano sdraiati, provenivano strani rumori inquietanti.
“Hook, qualunque cosa tu abbia messo in quei drink io giuro che-“
“Calma amico. E’ solo un leggerissimo filtro d’amore, feromoni per la precisione, in mezzoretta scarsa torneranno tutti in loro stessi e l’atmosfera sarà molto più rilassata!”
Il principe si avvicinò disperato a Mary Margaret e la staccò di forza da Regina.
“Snow, amore. Vieni con me, subito”
“Chi sei?” biascicò lei.
“VATTENE! LEI E’ MIA!” urlò Regina.
“Credetemi, quando sarete sobrie mi ringrazierete entrambe” rispose Charming, afferrando Mary Margaret di peso e sparendo in una stanza con lei.
Regina rimase triste a fissare il divano, sentendosi sola.
Iniziò a piangere a dirotto.
Immediatamente Tink si staccò da Emma e si precipitò a consolare Regina.
Due minuti dopo le due donne piangevano abbracciate.
“Sei la mia migliore amica” mugugnò Regina.
“Anche tu! Saremo amiche per sempre!” le rispose Tink annuendo piena di forti emozioni. Dopodiché la baciò.
Hook nel frattempo si era avventato su Emma, che al momento ballava da sola e ad occhi chiusi un commovente lento, ondeggiando su se stessa a braccia aperte.
Belle e Rumple, dopo aver dato spettacolo sdraiati placidamente sul divano, decisero finalmente che era giunto il momento di alzarsi: si coprirono giusto un po’ per mantenere la dignità e sparirono in un’altra camera.
Emma si era attaccata ad Hook che pareva finalmente soddisfatto e l’aveva trascinata in un angolo remoto del soggiorno.
Dopodiché accaddero molte cose in rapida sequenza.
Tinkerbell e Regina, continuando a baciarsi, si alzarono e si diressero vesto una stanza.
Si da il caso che fosse la stessa stanza scelta da Rumple e Belle, che in quel momento erano quasi nudi e in una posizione molto compromettente. Vedendo la porta aprirsi, i due amanti colti sul fatto, approfittando dell’ubriachezza delle due donne, si infilarono di nascosto in un armadio per continuare la loro opera indisturbati.
Tink e Regina si buttarono sul letto ed iniziarono a spogliarsi, ridendo forte.
Improvvisamente udirono un forte rumore e sulla soglia apparve la tonda figura della testa di Mary Margaret e quella possente di Charming. Le due donne, semisvestite, senza dire una sola parola strisciarono verso l’armadio, lo stesso che aveva accolto pochi minuti prima Rumple e Belle, aprirono l’anta e vi si chiusero dentro.
“Ahia!” protestò Tinkerbell mentre Regina le pestava un piede.
“AHIA!” Disse un’altra voce maschile, quella di Rumple.
“Ma che diavolo…” sussurrò Regina.
“Hai detto qualcosa amore?” chiese Mary Margaret.
“No!” rispose Charming.
Intanto nell’armadio sorgevano i primi problemi di inconsapevole sovraffollamento.
“Che cosa succede? Rumple, amore, ti avevo detto di mangiare di meno, senti che tette!”
“Cosa!?”
“Tink? Sei tu?”
“Belle!”
“Zitte”
“Regina!”
“Rumple!?”
“Ma di chi sono queste tette?”
Da fuori si udì uno strano rumore e una risatina.
“Zitti tutti!” sussurrò Regina furiosa ai suoi compagni di sventura.
Nella penombra non riusciva a distinguere quasi nulla. Non capiva bene cosa fosse successo, era seduta su qualcuno di morbido, aveva le ginocchia praticamente in bocca, mentre vicino a lei sentiva la voce di Tink e poco più in là quella di Belle.
“Cosa ci fate qui? Questo armadio è già occupato!” disse Rumple bellicoso.
“Zitto! Fuori ci sono Snow e Charming!” rispose Regina.
Poi cercò una posizione leggermente più comoda. La voce di Rumple proveniva esattamente da pochi centimetri dietro di lei, immaginò quindi di essere seduta esattamente sopra il mago.
“Voglio uscire di qui! Fa caldo e voglio continuare a fare le cose che facevo prima con Rump!” disse Belle a mezza voce.
Poi accadde qualcosa di orribile.
Se ne accorsero per via dei rumori che iniziarono ad udire: Mary Magaret, ancora sotto effetto dei feromoni somministrati a tutti da Hook, aveva iniziato a spogliarsi, e aveva tutte le intenzioni di godersi una nottata speciale col suo principe.
Poco a poco Regina, Rumple, Belle e Tink sentirono l’effetto della magia svanire, e ritornarono in loro stessi (pur rimanendo comunque considerevolmente alticci).
Si guardarono sconcertati nella penombra e si coprirono rapidamente con le mani, rendendosi conto di essere quasi nudi, e in posizioni a dir poco compromettenti.
“Ti prego, dimmi che quello che sento è un pacchetto di caramelle nella tasca dei pantaloni” sussurrò Regina a Rumple, con una nota di orribile disperazione nella voce.
“Regina, io non ho i pantaloni”
Tink piagnucolò qualcosa.
Quando credevano che non potesse andare peggio, si udì una risatina seguita poi da un grido di inconfondibile piacere.
“David!” biascicò Mary Margaret intanto, sdraiata sul letto.
“Amore mio”
Belle era assolutamente terrorizzata.
“Ti prego Regina, facci uscire di qui, non voglio assistere a questo, ti supplico” sussurrò.
“Non posso fare magie! Questo guardaroba è incantato!” rispose Regina furiosa.
“Perché hai incantato il guardaroba!”
“Perché nessuno potesse rubarmi niente! Soprattutto i miei pigiami di seta!” rispose l’altra come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
In quel momento Charming disse:
“Mary Margaret, apparecchia la tavola che la pappa è pronta”
Regina impallidì e si tappò le orecchie. Non servì a nulla.
Tinkerbell si dondolava su sé stessa mentre la camera si riempì di versi poco umani.
Rumple, con espressione stoica, chiuse gli occhi e si preparò al peggio.
“Oh sì Snow, così!”
“Come sei possente David!”
Tutti nell’armadio, ormai perfettamente coscienti, si rannicchiarono immaginando l’orribile scena che stava prendendo forma a pochi metri da loro.
Regina fu presa da violente convulsioni di puro orrore. Credeva che dopo le chiappe bianche di Rumple e dopo la COSA che premeva sulla sua coscia in quel momento, niente avrebbe più potuto turbarla a tal punto, ma si sbagliava di grosso.
Quando Mary Margaret strillò “Sìììì David! La spada, la spada! LO SPADONE, MIO PRINCIPE!”  Regina ne ebbe abbastanza, si alzò di scatto e aprì l’anta dell’armadio.
Charming e Snow si girarono, colti sul fatto.
“REGINA!” Urlò Mary Margaret indignata “CHE COSA CI FAI QUI! CI HAI SPIATI PER TUTTO QUESTO TEMPO! COME HAI OSATO! CREDEVO CHE ORMAI AVESSI SUPERATO LA TUA SETE DI VENDETTA!”
L’altra le lanciò un’occhiata di puro disgusto.
Tinkerbell uscì anche lei dall’armadio, coprendosi vergognosa, e si diresse spedita verso il soggiorno.
Seguirono Rumple, e poi Belle.
Charming li guardo uscire dall’armadio, uno dopo l’altro, sempre più scioccato.
Gli sventurati presero a raccogliere i loro vestiti sparsi per la camera, il più dignitosamente possibile.
Dopodiché senza dire una parola, uscirono e si diressero in processione verso il soggiorno.
“E comunque” disse Regina un attimo prima di chiudere la porta. “Se fossi in te lo poterei quel pratino, Mary Margaret.”
“FUOOOORI!” ululò Mary Margaret e le lanciò contro un cuscino, che si schiantò contro la porta chiusa.
Una volta arrivati in soggiorno tutti cominciarono a rivestirsi senza guardarsi in faccia, in un silenzio imbarazzato. La situazione, però, non durò a lungo: ci vollero pochi secondi, poi si imbatterono in una cosa che avrebbe dato loro qualcosa con cui distrarsi.
Hook ed Emma erano sdraiati sul tavolo da pranzo, estremamente poco vestiti.
Erano lì immobili e sembravano non avere nessuna intenzione di muoversi.
“Che cosa state facendo di preciso?” chiese Belle incuriosita.
I due la guardarono imbarazzati: il filtro d’amore aveva smesso di fare effetto anche su di loro.
“Ehm” disse Emma. “Non possiamo muoverci.”
“Il mio uncino” disse Hook.
L’uncino di Hook era conficcato per diversi centimetri nel legno di rovere massiccio di Regina; il pirata era disteso a pancia in giù con la gamba di Emma alzata sulla spalla, incastrata sopra al braccio bloccato dall’uncino. Più i due cercavano di disincastrarsi più la loro posizione si faceva ingarbugliata.
Regina strabuzzò gli occhi, fece il giro del tavolo e si chinò a guardare l’uncino.
“IL MIO TAVOLO!” gridò.
“Regina, ti prego, disincastraci!” la supplicò Hook.
“NO!” gridò Regina, voltando loro le spalle.
“Andiamo, Regina, sii buona” disse Rumple, cercando di non ridere.
“Pensa a come stanno scomodi!” disse Belle.
“NO!” ripeté Regina, offesa. “Mi state distruggendo tutta la casa.”
“Se non li disincastri subito dirò loro su cosa eri seduta fino a un attimo fa” disse Rumple, sorridendo amabilmente.
“NON OSERESTI!”
“Mettimi alla prova.”
Regina grugnì, pestò i piedi per terra, alzò gli occhi al cielo, ma poi agitò le mani e con uno sbuffo di fumo viola l’uncino di Hook si disincagliò dal tavolo e lui potè scendere da sopra Emma.
In quel momento anche Mary Margaret e David tornarono dalla camera da letto, tutti rossi e furibondi.
"Io direi che dovremmo uscire" disse in fretta Tink, prima che loro potessero dire qualcosa. "Un po' d'aria fresca potrebbe farci bene."
Tutti annuirono.
"Potremmo fare una slittata!" propose Regina.
Mary Margaret scosse la testa. "Troppo pericoloso."
"Ma no, ci sono delle discese tranquillissime qui davanti, andiamo! Mettetevi la tuta da sci!"
Così tutti andarono a frugare nelle loro valige in cerca di qualcosa da mettersi addosso. Tra loro solo Regina era familiare con le gite sulla neve; la donna non faceva altro che girare per la casa spiegando a tutti le proprietà sportive e aerodinamiche della sua nuova tuta impermeabile e del suo slittino.
"Mi sono costati un occhio della testa" disse. "Ma era il meglio sul mercato; quasi all'altezza dei miei pigiami di seta."
Gli altri, invece, non avevano la minima idea di cosa bisognasse indossare in simili circostanze. Emma uscì dalla sua camera in camicia di flanella a quadri, tuta da ginnastica e berretto di pelo di marmotta; Mary Margaret si imbozzolò in quattro pile uno sopra l'altro per essere sicura di non avere freddo e girò tutta la casa in mutandoni e panciera in cerca dei pantaloni che Hook le aveva nascosto nella credenza. Tink rispolverò il suo completo di quando faceva parte delle giovani fate marmotte.
Poi si riunirono tutti in camera di Hook, dove lui si stava guardando nello specchio con aria molto critica e con indosso una calzamaglia rossa attillatissima da cui spuntavano i ciuffi di pelo che aveva sul petto.
"Non sono sicuro che mi stia molto bene."
La calzamaglia metteva in enorme evidenza ogni parte del suo corpo e Tink si scoprì piacevolmente sorpresa da ciò che vedeva.
"Hook!" gridò Mary Margaret. "Copriti immediatamente! Questo non è il modo di andare in giro in una casa con delle signore!"
"Ma questa è l'unica cosa da neve che ho!"
"Be', toglitela!"
"Non è colpa mia se c'è troppo poco spazio nel davanti di questa calzamaglia!"
Furono interrotti da un urlo disumano.
"AAAAAAAARGH! NOOOOOOOO! BEEEEEELLE!"
Regina alzò gli occhi al cielo e si lasciò cadere su una sedia mentre Belle correva a precipizio verso la camera che divideva con Rumple. Hook, Tink, Regina, Charming e Snow restarono in attesa mentre i gemiti doloranti del folletto riecheggiavano per la casa.
"NO! ASPETTA! NON TIRARE... NO NO NOOOOO! È INCASTRATO, BELLE, SALVALO TI PREGO, NO... COSÌ ME LO STACCHI, PIANO, BELLE!"
"Giornata incantevole, vero?" disse David, cercando di fare conversazione.
Tutti lo fulminarono con lo sguardo.
"NOOOOOOO!"
Alla fine Belle tornò dagli altri, ansante, e si scusò con un sorriso.
"Rumple si era incastrato nella cerniera" disse.
"Che cosa esattamente gli si era incastrato nella cerniera?” chiese Tink curiosa.
“Non sono affari che ti riguardano” rispose l’altra con sdegno. "Comunque adesso sta bene" proseguì poi sorridendo. "Era un po' arrossato, ma gli è bastato un massaggio e..."
"NON VOGLIAMO I DETTAGLI, GRAZIE!” ringhiò Regina.
Rumple arrivò barcollando dal corridoio, a gambe larghe e denti stretti, tutto dolorante.
"Ok" disse con voce strozzata. "Adesso possiamo andare. Io... Io credo che andrò avanti e mi metterò un po' seduto nella neve fresca... per evitare... che si gonfi troppo..."
Detto questo sparì a testa bassa giù per le scale, mentre Belle lo rincorreva guardandolo con occhi pieni di tenerezza e gridandogli che per lei non era un problema anche se si gonfiava un po'.
Gli altri finirono di vestirsi e li raggiunsero. I seguenti dieci minuti furono impegnati nella scelta dei mezzi di trasporto: Regina aveva il suo slittino professionale, ma gli altri dovevano dividersi un bob scassato, due slitte ammuffite e (questo fu il mezzo scelto da Emma) una busta nera della spazzatura, di quelle che si usano per eliminare i cadaveri.
Hook cedette gentilmente la slitta agli Snowing e decretò che lui sarebbe scivolato da solo sulla nuda neve come i veri uomini. Tink prese l'altra slitta e Rumple e Belle montarono entrambi sul bob.
Una volta all’aperto iniziarono i primi problemi e le prime lamentele.
Mary Margaret iniziò subito a dire che la temperatura era troppo bassa e che sarebbero tutti morti congelati, mentre Regina, che voleva scagliarle una palla di fuoco in faccia per “riscaldarla” venne afferrata da Tink appena in tempo.
Rumple si sedette mogio mogio nella neve fresca, dondolandosi leggermente, mentre Belle gli saltellava intorno felice abbracciandolo, baciandolo e tirandogli palle di neve.
 “Va bene. Dobbiamo camminare fino a quella salita lassù” disse poi Regina, indicando una collina non troppo lontana.
Si misero in cammino, tra le proteste di Mary Margaret.
Per riscaldarsi bevettero a turno dalle fiaschette che si erano portati dietro.
Non fu una buona idea.
Mentre risalivano per il bosco, Tink, Emma e Regina che erano le più allenate camminavano spedite. Subito dietro veniva Hook che continuava a bere.
Poi Snow e Charming ed infine, molto più indietro, un affaticatissimo e arrabbiatissimo Rumple, seguito da un’entusiastissima Belle.
Ad un certo punto Hook sparì dalla loro vista.
Il pirata si era infatti infrattato in un angolo remoto del boschetto, e aveva scritto il suo nome con la pipì sulla neve.
Emma e Regina non si accorsero che il pirata era scomparso e continuarono a camminare, seminando inconsciamente gli altri.
Tink, che stava cercando Hook con Snow e Charming, si guardò intorno disorientata, rendendosi conto di aver perso le compagne di viaggio.
“E adesso?” chiese Mary Margaret.
“Ma che succede? Dove sono finite Emma e Regina?” disse Tink.
Le chiamarono a gran voce, ma tutto l’alcool che continuavano incessantemente ad ingerire da circa quattro ore aveva fatto il suo effetto. Gli alberi sembravano tutti uguali, le voci rimbombavano tra le montagne e degli altri nessuna traccia.
Rumple e Belle in realtà si erano fermati poco più in giù e, abbandonato il bob vicino ad un albero, si erano dedicati ad altre occupazioni.
“EMMA! REGINA!” urlò Charming.
Si udì solo l’eco.
“Va bene, voi restate qui okay? Non muovetevi. Io vado avanti, le ritrovo e torno indietro” disse Tink.
Appena sparì tra gli alberi, Mary Margaret iniziò a muoversi agitatissima.
“David, penso che dovremmo tornare indietro”
“Amore, Tinkerbell ci ha chiesto di restare qui”
“No, dobbiamo tornare indietro e trovare Rumple. Lui potrà aiutarci. Devo trovare mia figlia, David. Tu aspettami qui.”
“Ma…”
Troppo tardi. Mary Margaret era montata sullo slittino e si accingeva a scendere verso il fondovalle e verso la loro baita.
Charming rimase immobile nella neve.
Intanto Hook, non troppo lontano da lui, si era sdraiato sotto un pino e stava tracannando placidamente dalla sua fiaschetta di whiskey.
Emma e Regina invece si erano accorte di aver perso il resto della comitiva e avevano iniziato ad urlarsi contro furibonde.
“E’ TUTTA COLPA TUA!” sbraitava Regina.
“MIA!? CHI E’ CHE VOLEVA ARRIVARE PER PRIMO IN CIMA SOLO PER TRAVOLGERE MIA MADRE CON LO SLITTINO?” ribatté Emma.
Regina tacque di fronte a quell’accusa… assolutamente infondata.
“Questo… questo non c’entra niente. Ora dobbiamo ritrovare gli altri, o moriremo assiderati!” strillò istericamente Regina.
“Ma che morire assiderati! Torniamo in baita e vedrai che ci raggiungeranno tut-“
In quel momento si udì un urlo disumano, e nel cielo esplose un enorme, brillante fuoco d’artificio. Poi, improvvisamente, un albero prese fuoco.
“Ma che diavolo…” Regina strinse gli occhi e osservò turbata l’abete che divampava.
“Hanno incendiato la foresta. Bruceremo tutti vivi. DOBBIAMO USCIRE DI QUA, PRESTO!” disse Emma terrorizzata.
Poi senza dire nulla afferrò Regina di peso, la fece sedere sul suo slittino aerodinamico, montò davanti, prese le redini, si diede una spinta coi piedi e si lanciò giù dalla collina.
L’altra la afferrò per i fianchi terrorizzata, chiudendo gli occhi. Ogni volta che li riapriva, vedeva un albero passarle accanto, a circa due centimetri dalla sua faccia.
Oltrepassarono l’incendio.
Poi videro due corpi immersi nella neve. Davanti a loro.
“OH NO!” urlò Emma.
“NO EMMA FERMATI!! EMMA FERMATI!” sbraitò Regina.
Troppo tardi.
Li travolsero, si rovesciarono e iniziarono a rotolare in un mare di gambe, berretti, braccia e scarponi.
“FERMHAAAAAAAAAAARGH” strillò la voce di Belle.
Charming, Hook e Tinkerbell li superarono, montati tutti su quello che doveva essere il bob di Rumple e Belle.
Dietro di loro il fuoco divampava.
I quattro disgraziati riuscirono a fermarsi.
Regina e Rumple piagnucolavano frasi sconnesse, Emma invece non si fece prendere dal panico. Afferrò nuovamente Regina e la infilò in uno dei sacchi neri dell’immondizia che si era portata dietro per slittare (lo slittino era ormai fuori uso e giaceva distrutto poco più su). Dopodiché si infilò lei stessa nel sacco e ne lanciò un altro a Belle che pareva scossa ma ancora reattiva.
“Ci vediamo a fondo valle” disse serissima, pronta alla sua missione.
Si lanciò nuovamente giù per la discesa.
“Rumple. Rumple, amore, guardami” disse Belle disperata.
Lui si dondolava su sé stesso.
“Voglio morire qui, questa famiglia è una merda, questa vacanza è orribile, la vita è orrenda, voglio morire” sussurrava.
“Rumple, ti prego! Il fuoco!” gridò lei allarmata vedendo l’incendio avvicinarsi.
“Fammi morire qui. Bruceremo insieme nel nostro amore!” disse lui con sguardo folle.
“RUMPLE! BRUTTO IDIOTA, ADESSO BASTA CON LE TUE MANIE SUICIDE. ENTRIAMO IN QUESTO SACCO, ANDIAMOCENE DI QUI E A CASA DI REGINA FAREMO IL MIGLIOR SESSO CHE TU ABBIA MAI FATTO IN TUTTA LA TUA VITA!” Sbraitò furibonda.
Questo parve riscuotere completamente il folletto, che balzò in piedi, afferrò il sacco nero, ci si infilò dentro seguito da Belle.
Partirono.
Schizzarono immediatamente giù per la discesa a velocità folle, raggiungendo in men che non si dica Regina, Emma e gli altri sul bob.
Urlavano tutti frasi sconnesse, Rumple aveva gli occhi fuori dalle orbite, Regina era semisvenuta, Tink piangeva forte, Charming si era rannicchiato su sé stesso.
Solo Emma, Belle e Hook parevano ancora in sé.
Alcuni sparuti animali li videro passare a velocità stellare tra gli alberi e si spaventarono. L’orso che poco prima aveva cercato di mangiarsi Rumple si unì alla loro corsa. Tutti gli animali del bosco poco dopo si unirono, vedendo il fuoco avvicinarsi inesorabilmente.
Dieci minuti dopo giacevano tutti a valle, distrutti e disperati.
Rumple era in preda alle convulsioni, Regina venne fatta alzare da Tink ed Emma e con un tremolante incantesimo spense l’incendio.
Pini anneriti e deceduti giacevano ovunque.
Charming si guardò intorno desolato, poi improvvisamente realizzò.
“MARY MARGARET!” urlò forte.
Niente.
“Dov’è Mary Margaret!?” chiese agli altri.
Nessuno rispose, Hook si accese un sigaro.
“METTILO VIA! SCOMMETTO CHE SEI STATO TU A FARE QUEL DISASTRO!” sbraitò Belle.
“In realtà…” intervenne Tink facendosi piccola piccola. “Sono… stata io. Non vi trovato e… ho cercato di lanciare un fuoco d’artificio per attirare la vostra attenzione ma… ho sbagliato mira. Sono mortificata” finì la frase crollando a terra e piagnucolando.
“Dov’è Mary Margaret” ripeté Charming pallido.
“Sarà su in casa a mangiare verdure” disse Regina scuotendo la testa.
E infatti…
Dalla porta della baita uscì Snow preoccupatissima, con un gambo di sedano in mano.
“Oh mio dio, cos’è successo!!” strillò.
“MARY MARGARET! Lo sapevo! Ti troverò sempre!” urlò Charming abbracciandola forte.
“Cos’è successo, io sono tornata qui perché faceva davvero freddo, poi ho sentito delle urla e un tremendo odore di bruciato…”
“Tink ha dato fuoco alla foresta e siamo dovuti scappare, siamo montati sulle slitte e siamo scivolati velocissimi fino a qui. Qualcuno si è fatto male ma… nessun danno permanente” disse Belle. Alludeva a Rumple che in quel momento si teneva dolorosamente le chiappe, sulle quali era scivolato per quasi un kilometro.
“Dato…COSA?! FUOCO!? Danni!? CHI SI E’ FATTO MALE!? EMMA?!”
E per l’agitazione vomitò tutta la cena sulla nuovissima, splendente ed aereodinamica tuta di Regina. Quest’ultima tentò di saltarle al collo e ucciderla ma il pronto intervento di Tink scampò l’omicidio e Regina corse furiosa in camera sua a cambiarsi.
 
Finalmente era arrivata l’ora del brindisi: mancavano dieci minuti a mezzanotte.
La casa era in grande agitazione.
Mary Margaret era corsa a svegliare Henry, Regina si era cambiata e Hook stava organizzando un rinfresco a base di palline di formaggio e spumante per tirare su il morale a tutti. Emma e Rumple erano in giardino che piantavano i fuochi d’artificio nella neve; questa attività sembrava aver tranquillizzato un po’ il pover uomo e Belle lo guardava amorevolmente dalla soglia.
“Secondo me è inclinato troppo verso il basso” stava dicendo Emma.
“Ma no, guarda punta dritto verso il cielo!”
“In realtà punta a quell’albero.”
“È un trucco, così tutti penseranno che il fuoco andrà a schiantarsi contro l’albero ma noi lo faremo in modo che ci passi solo vicino ed esploda più in alto, capisci? E piacerà a tutti. Dai, Emma, fidati, faccio queste cose da duecento anni ormai!”
Emma si strinse nelle spalle, si infilò in bocca una manciata di palline di formaggio e se ne andò, lasciando Rumple da solo a sistemare tutti i fuochi.
“ALLORA, TUTTI QUI, MANCANO SOLO CINQUE MINUTI!” gridò Mary Margaret.
“Mary Margaret, che orologio stai guardando? Mancherà almeno mezz’ora.”
“È l’orologio del telefono, Tink, è puntualissimo.”
“Secondo il mio sono le dodici e dieci.”
“Belle, tu stai zitta che è meglio.”
“INSOMMA HO DETTO DI VENIRE TUTTI QUI PER FARE IL BRINDISI!”
Tutti abbandonarono le proprie occupazioni e si scapicollarono da Mary Margaret; si fermarono in cerchio attorno a lei e la fissarono in completo silenzio.
Mancavano quattro minuti e ventisette secondi.
“Possiamo andare adesso?” chiese Rumple.
“No.”
“Dobbiamo restare così immobili fino a mezzanotte?”
“Io devo andare in bagno” mugolò Tink.
“Ho detto fermi” disse Mary Margaret. “Dobbiamo coordinarci: ascoltate me. Rumple, tu prendi l’accendino e sta’ pronto ad accendere i fuochi: devono scoppiare nel momento esatto in cui scocca la mezzanotte. E intanto Hook deve aprire tutte le bottiglie di spumante, capito Hook?”
“Tutte insieme? Ma io ho una mano sola…”
“DEVE ESSERE TUTTO PERFETTO A MEZZANOTTE! David ti può aiutare. Emma, Tink, Belle e Henry: voi prendete le stelle filanti. Mi raccomando, ragazzi, tutti insieme. Regina…”
Mary Margaret tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un cappellino di carta e glielo mise in testa, poi le ficcò in bocca una trombetta di quelle che si srotolano quando ci si soffia dentro.
Regina la guardò malissimo.
“Tu devi soffiare qui dentro” disse Mary Margaret soddisfatta. “Tutto chiaro?”
“Sì” provò a dire Regina, ma la trombetta si srotolò colpendo Rumple in un occhio e tutti decisero che in quella circostanza era meglio stare in silenzio.
Finalmente i quattro minuti passarono…
“ALLORA TUTTI PRONTI!”
“Mary Margaret…”
“TUTTI PRONTI DIECI!”
“Mary Margaret!”
“TUTTI PRONTI NOVE!”
“VUOI STARE ZITTA!”
“OTTO! OTTO! SIAMO ALL’OTTO! REGINA, TIENI IN BOCCA QUELLA TROMBETTA, SETTE!”
“SETTE SEI VENTI CENTOCINQUANTA!” sbraitò Hook, felicemente ubriaco.
“CINQUE, QUATTRO!”
“QUATTRO! REGINA IN BOCCA QUELLA TROMBETTA… REGINA… REGINA PRRRRRRRRRR!”
Regina aveva ficcato a forza la trombetta in bocca a Mary Margaret.
“TRE!” gridarono tutti in coro.
“DUE!”
“UNO!”



In questo ordine:
Hook e Charming fecero esplodere i tappi delle loro bottiglie ognuno contro la faccia dell’altro, ammaccandosi il naso.
Belle dimenticò il suo incarico con le stelle filanti, saltò in braccio a Rumple e cominciò a leccargli la faccia e a baciarlo con passione.
David e Mary Margaret cominciarono a baciarsi, nonostante lei avesse ancora la trombetta incastrata in gola.
Tink si guardò disperatamente attorno in cerca di qualcuno da baciare, vide Henry, gli prese la faccia tra le mani e gli scoccò un bacio sulla bocca che lo fece diventare bordeaux e che fece separare i due Snowing, che piombarono su di loro come giocatori di rugby e li separarono a forza ululando “NOOOOOOOOOO!”.
Emma fissò tutto ciò impassibile.
Infine Rumple tirò fuori l’accendino e diede fuoco alle micce di tutti i fuochi contemporaneamente. Questi bruciarono in fretta e partirono verso ogni direzione, alcuni dritti sulle loro teste, altri rasoterra, rischiando di esplodere loro tra i piedi.
Ci fu un fuggi fuggi generale.
“TE L’AVEVO DETTO CHE ERANO TROPPO BASSI!” gridò Emma con un razzo che la rincorreva dietro alla schiena.
Uno dei fuochi fece un’incredibile parabola verso l’alto e si schiantò nella finestra del capanno degli attrezzi di Regina, capanno prefabbricato assolutamente inadatto a sopportare tali pressioni, e che quindi venne sradicato dal suolo e volò verso l’alto per diversi metri con il razzo che premeva contro al soffitto prima che questo esplodesse facendo a pezzi il capanno e spargendo tutto attorno a loro gli strumenti da giardinaggio di Regina.
“NOOOOO!” gridò Regina. “I MIEI BONSAI! ERA IL CAPANNO DEI MIEI BONSAI!”
I bonsai precipitarono nella neve incendiati come stelle cadenti e Regina corse a spegnerli e a coccolarli singhiozzando.
Rumple ed Emma si scambiarono un’occhiata colpevole.
“BASTA, QUESTO E’ TROPPO!” gridò Regina, così forte che persino Mary Margaret tacque. “FUORI TUTTI DA CASA MIA!”
“Tecnicamente siamo già fuori” puntualizzò Tink.
“E ALLORA NON CI RIENTRERETE MAI PIU’! SIETE LA FAMIGLIA PEGGIORE DEL MONDO, INSOPPORTABILI! UNO PEGGIO DELL’ALTRO! PIAGNONI! DEFICIENTI! E TU!” ululò diretta verso Rumple. “RINGRAZIA CHE NON TI FACCIO SCOMPARIRE QUEL FAGIOLINO CHE HAI TRA LE GAMBE!”
“NO!” gridò Belle, parandosi davanti al suo amato.
Rumple si guardava i piedi con un misto di colpevolezza e vergogna.
“Tornatevene a Storybrooke” disse Regina con fare teatrale. “Addio. Henry, vieni con me. Ti metto a letto, e non fare storie.”
Poi voltò loro le spalle, entrò in casa e si chiuse a chiave ogni porta alle spalle, lasciando tutti gli altri chiusi fuori al freddo e al gelo. Tirò le tende a tutte le finestre, alzò la musica al massimo e si sedette in cucina con una bottiglia di vino rosso in mano, dondolandosi su sé stessa in preda alla furia omicida.
Fuori in giardino tutti si guardarono con fare perplesso.
“Cambierà idea” disse Mary Margaret. “Non mi terrà qui fuori dopo tutto quello che ho fatto per lei. Questo posto sarebbe già crollato senza il mio aiuto.”
Rumple e gli altri si guardarono, mettendosi implicitamente d’accordo che in caso l’orso fosse tornato la donna sarebbe stata la prima ad essere eroicamente sacrificata per permettere di fuggire a tutti quanti.
Rimasero in silenzio per un po’, saltellando sul posto e cercando di riscaldarsi con le braci ancora calde dei bonsai. Rumple e Belle sedevano accoccolati, avvolti nel sacchi dell’immondizia che erano serviti loro da slittino.
Dentro alla casa Regina stava ascoltando e cantando All By Myself di Celine Dion.
“Adesso basta” disse Hook. “Questo è troppo. Propongo un ammutinamento.”
“Contro Regina?”
“Sì, dobbiamo prendere possesso della casa.”
“Non lo so” borbottò Rumple. “Hai sentito cosa ha minacciato di farci…”
“Non puoi proteggerlo con una magia?” chiese Belle.
“Ma di cosa stanno parlando?” chiese Tink a Hook sottovoce.
“Del fagiolino” rispose lui.
“Oh!”
“Sì, hai ragione” disse Rumple, e si allontanò un attimo per fare la sua magia.
Quando fu di ritorno era pronto per il combattimento.
Indicò agli altri una finestra al piano superiore della casa.
“Guardate: Regina si è dimenticata di chiudere quella. Dev’essere la finestra del bagno. Dobbiamo arrampicarci fin lì.”
“E come?”
“Possiamo fare un incantesimo per volare?”
Rumple scosse la testa. “Regina avrà protetto la casa contro la magia. Dobbiamo arrampicarci.”
“Rumple ha ragione” disse Charming. “Facciamo una piramide umana.”
“Voi ragazzi mettetevi sotto” disse Mary Margaret. “Noi che siamo più magre e leggere ci arrampicheremo fino in cima.”
“No!” esclamò Rumple. “Tu peserai quindici volte più di me, mi schiaccerai!”
“Come osi!”
“Rumple, tesoro” intervenne Belle. “Mary Margaret ha ragione: con quella pancia noi non riusciamo a sollevarti.”
“Quale pancia!”
“In ginocchio, Rumple!” esclamò Tink.
Rumple fu costretto suo malgrado ad obbedire e Belle gli saltò sulla schiena. Charming fece lo stesso e Hook salì su di lui, poi tutti quanti aiutarono Mary Margaret a salire. La donna ci riuscì con molta fatica salendo in piedi sulla schiena di Rumple e aggrappandosi ai suoi capelli per non scivolare.
“LASCIA I MIEI BELLISSIMI CAPELLI!” strillò lui, isterico. “LASCIAMI SUBITO!”
Mary Margaret lasciò la presa e, spinta da tutti per l’ingombrante fondoschiena, riuscì a salire sopra a Hook, al terzo livello della piramide.
Ora mancava solo Tink.
Mary Margaret le tese le mani e perse l’equilibrio e per un orribile istante tutta la piramide barcollò su un fianco con solo Rumple a tenerla in piedi.
“STO PER MORIRE, MI SCHIACCIATE, MUOVETEVI!” gridò lui disperato.
“RUMPLE!” gridò Belle su di lui. “SII CORAGGIOSO, SII RESILIENTE!”
La piramide tornò diritta e Tink riuscì ad arrampicarvisi in cima e a scavalcare la finestra del bagno.
Quatta quatta sgattaiolò in soggiorno, e raggiunse Regina.
“FUORI!” ululò questa non appena la vide.
Tink afferrò la bottiglia di vino e con fare drammatico bevve un sorso, poi guardò l’altra dritto negli occhi.
“Regina, calmati, ti supplico. Sono venuta qui in pace. Abbiamo freddo, stiamo morendo… io ti voglio bene. Sei la mia migliore amica, non posso stare senza di te. Voglio passare il Capodanno con te.”
Regina iniziò a frignare forte, tracannando un altro bicchiere di vino.
Tink ne approfittò, corse alla porta finestra e la aprì.
Tutti gli altri entrarono immediatamente, trascinandosi dietro pezzi di ghiaccio e una scia di neve fradicia sul parquet.
“Maledetti” disse Regina digrignando i denti.
Tutti si guardarono intorno desolati, dopodiché Belle diede una gomitata a Rumple.
Questo si schiarì la voce e parlò:
“Regina, siamo mortificati per ciò che è accaduto. Ci impegneremo a ripagarti tutti i danni fisici e morali, e presteremo più attenzione alle nostre mosse. Siamo una famiglia, ci vogliamo bene, abbiamo solo perso il controllo. Niente e nessuno potrà mai più scalfire l’affetto che ci lega. Mary Margaret ci tiene a dire che questo discorso l’ha scritto lei.”
A quel punto scoppiarono tutti a piangere.
Si sedettero sul divano e si raccontarono favole dell’infanzia, piansero e bevettero, Hook intonò un nostalgico canto di mare e venne seguito da Charming che abbracciò l’amico fraternamente.
All’una e mezzo si prepararono tutti per andare a dormire.
“La disposizione delle camere è quella che vi avevo ann-“
Mary Margaret fu brutalmente zittita da suo marito che le tappò la bocca (tra le sue proteste soffocate), la afferrò di peso e sparì al piano di sopra.
“Bene. Direi che ci sistemiamo come meglio crediamo” disse semplicemente Tink.
Emma, abbarbicata ad Hook, si avviò verso una delle camere.
Belle e Rumple neanche sentirono il bisogno di augurare la buonanotte: Belle era già in reggiseno e correva verso un’altra stanza, trascinandosi Rumple per mano.
Regina e Tink si guardarono tristemente e presero possesso dell’ultima camera rimasta.
 
Mezz’ora dopo Regina giaceva inerme, in uno dei suoi pigiami di seta, sotto quattro coperte di lana, e fissava il soffitto. Tink accanto a lei russava beata.
Improvvisamente sentì un curioso rumore.
Uno strano gnik gnik gnik.
Si rigirò infastidita, pensando ai topi nei tubi delle fogne.
Gnik gnik gnik.
Stunk.
Quel rumore invece sembrava qualcosa che batteva sul legno.
Un minuto di silenzio e i rumori ripresero più insistenti.
“Che diavolo…”
Regina aguzzò le orecchie.
E sentì degli strani gemiti.
Provando un motto di orrore profondo comprese che la sua stanza confinava con quella di Belle e Rumple.
Si rigirò rabbiosa nel letto infilando la testa sotto il cuscino.
Poi sentì ancora gemiti. E urla. Ma quella non era la voce di Belle…
A quanto pare Emma ed Hook si stavano divertendo nella loro cameretta.
E così Rumple e Belle nell’altra.
E la camera di Regina era proprio nel mezzo dello scempio.
“Tinkerbell” disse lei.
“Sì, lo sento anche io. E sì, penso che andrà avanti per tutta la notte.”
“Ma sei sveglia!?”
“Sì perché?”
“Stavi russando.”
“Era per metterti a tuo agio!”
Un momento di silenzio, appena in tempo per sentire Hook urlare e qualcuno colpire fortissimo il legno delle pareti.
“Cosa facciamo?” chiese Tink.
“Giochiamo a scacchi?”
La biondina si mise a sedere, si levò la camicia da notte e rimase in reggiseno.
“Potremmo giocare a strip-scacchi”
Regina annuì brevemente.
“Mi sembra una buona idea.”
Dieci minuti dopo era avvolta nel lenzuolo del letto e l’unica cosa che aveva indosso era un calzino.
“Non è giusto!” esclamò, furibonda, guardando Tink che era ancora completamente vestita. “Tutte queste urla mi distraggono!”
“Tanto perderesti comunque.”
“Non è vero, io sono bravissima, è solo colpa loro!”
Regina saltò in piedi sul letto e, tenendosi addosso il lenzuolo con una mano, cominciò a gridare e a battere sul muro con l’altra.
“ADESSO VOGLIO VEDERE!” gridò, assatanata. “VOGLIO PROPRIO VEDERE CHI FA PIU’ RUMORE ADESSO, AAAAAH!” E tirò un calcio fortissimo al muro.
Dall’altra parte del muro Rumple e Belle tacquero un istante, poi la spalliera del letto sbatté contro alla parete con tanta violenza da far vibrare l’intonaco.
Regina e Tink si scambiarono un’occhiata.
“Vogliono la guerra” mormorò Regina.
Tese una mano a Tink e anche lei si alzò in piedi sul letto e cominciò a saltare sulle molle del materasso e a battere i pugni sul muro.
“AAAAH REGINA!” gridò. “SIII COSIIII’!”
“TIIIIINK!”
“FAMMI VOLARE!”
“VAI, RUMPLE!” gridò Belle nella sua camera. “CAVALCAMI POSSENTE STALLONE!”
“HOOOOOOOK!” ululò Emma dalla sua camera da letto.
“IL PUGNALE RUMPLE, IL PUGNALE!”
“FAMMI TUA FATINA MIA!”
Fatto sta che pochi minuti dopo le urla di tutti quanti facevano tremare i vetri della casa e Regina e Tink, per dare più credibilità alla loro performance (solo per questa ragione, naturalmente), avevano cominciato a darci dentro contro al muro della loro camera. Le molle del letto di Rumple e Belle erano completamente sfondate e Hook aveva fatto a pezzi con l’uncino tutta la carta da parati e i cuscini della camera che divideva con Emma.
Chiunque fosse stato sveglio e lucido avrebbe potuto vedere una disperata Mary Margaret correre in camera di Henry, infilarsi nel suo letto e tappargli le orecchie insieme a suo marito, mentre in tutta la casa risuonavano strani rumori animali, ancestrali e decisamente non fraintendibili.
“CHIUDI GLI OCCHI, TESORO, PENSA AL MARE, PENSA A QUALCOSA DI BELLO!” gridava la donna.
“Nonna, ma che cosa sta succedendo?”
“LA VALANGA, HENRY, TESORO! LA TEMPESTA, UUUH COME ULULA IL VENTO EH? E’ SOLO IL VENTO, TAPPATI LE ORECCHIE CHE PASSA TUTTO!”
“Ma queste grida?”
“SONO IL VENTO! ANIMALI SELVAGGI! CHE SCAPPANO DALLA VALANGA, TESORO, ORSI BRUNI, RENNE, SONO SICURA CHE SIANO RENNE, CREDI A ME!”
Henry era piuttosto confuso.
“Ok…”
Il resto della notte passò così. Il giorno dopo al risveglio Mary Margaret fu la prima ad uscire di casa: ravanò nella neve, tagliò dei pini e disseminò rami per tutto il giardino, mise tutto a soqquadro, poi portò Henry di fuori e gli mostrò soddisfatta tutto quello scempio.
“Ecco, vedi? La valanga!” disse sorridendo e annuendo.
Henry si voltò verso gli altri, che sedevano a tavola tutti rossi ed evitando accuratamente di guardarsi negli occhi, poi guardò Mary Margaret e si strinse nelle spalle.
In ogni caso era opinione comune che per un verso o per l'altro, quella fosse stata una vacanza interessante. 










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Ed eccoci alla fine del nostro viaggio.
Ci scusiamo per l'immenso, indecente ritardo, ma scrivere un capitolo come questo in due si è rivelato più difficile del previsto! Eppure alla fine ce l'abbiamo fatta.
Ringraziamo di cuore PatriziaSelene91, LadyViolet91, PoisonRain, cappellaio, Padme83, mooarless, Euridice100, S05lj, Rosaspina7, daggerwump, moonychan95, gionem, BlackApple, AlexVause, Angels4ever e LadyAndromeda per le recensioni. Siete stati fantastici e ci avete motivato tantissimo a proseguire in questo delirante viaggio di follia (ed orrore!). Ringraziamo inoltre A1b2c3, Aly1994, Anya85, Artmao, BlackMoon276, ctdg, daggerwump, densi_tiva, Eirein93, Euridice100, gionem, Kikkhaqueen, kira3, LadyAndromeda, LadyViolet91, martaxx, martiswan, MistressHell, NevilleLuna,  patriziaselene91, pepper snixx heat, plvssll2010, Roly_chan, RumpleSil, S05lj, sabrybi1, silver15, snowstar, twikio e vook20 per aver inserito la storia tra le seguite; Beabizz, BlackApple, densi_tiva, Gio_Kayers, LadyAndromeda, LadyViolet91, lulubellula, moonychan95, PuntoDiDomanda, Rain Princess, RumpleSil,  S05lj, smoldypants_ e Vale2294 per averla inserita tra le preferite; BlackApple, martaxx e PoisonRain tra le ricordate.
Ringraziamo inoltre i lettori silenziosi che invitiamo ad esprimersi per l'ultima volta per farci sapere cosa ne pensano di questo delirantissimo ultimo capitolo :)
Quindi arrivederci, baciabbracciamore e...alla prossima folle vacanza (chissà, un volo ai Caraibi per la famiglia più disperata di sempre!?).


ABCris e Seasonsoflove



 

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