Sore ga ai deshou?

di Chloe R Pendragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amore fraterno ***
Capitolo 2: *** Amor cortese ***
Capitolo 3: *** Amore in vecchiaia ***
Capitolo 4: *** Amore non corrisposto ***



Capitolo 1
*** Amore fraterno ***


Amore fraterno

Amore fraterno.

 

«Buongiorno Arthur, è ora di svegliarsi!»

 

Sembrava una mattina come tante nella reggia dei Pendragon e come da copione Merlin si accingeva a svegliare il riluttante principe; più volte il moro dovette chiamarlo, ma come al solito non servì a nulla, così fu costretto ad aprire le tende della stanza e lasciare che il sole facesse il lavoro sporco per lui.

Fu allora che il biondo diede i primi segni di vita, grugnendo il nome del servo e coprendosi il volto con il cuscino, tuttavia l’amico non si perse d’animo e continuò a importunarlo finché non riuscì nell’intento.

 

«Possibile che tu non sappia come svegliare gentilmente le persone, Merlin?», mugugnò portandosi una mano sul viso, «Qualcuno dovrebbe insegnarti le buone maniere… »

 

«E chi sarebbe quel qualcuno? Voi?», rispose l’altro inarcando un sopracciglio, «Allora sono in ottime mani…»

 

Non ebbe neanche il tempo di sghignazzare, che Arthur si mise a sedere per scagliargli uno dei suoi stivali: il moro riuscì a schivarlo per un pelo e la sua bocca si distese in un sorriso compiaciuto.

 

«Bada a quel che dici Merlin, ricordati che stai parlando col tuo principe… Invece di fare lo spiritoso, pensa ad adempire ai tuoi doveri: aiutami a vestirmi, rassetta la camera e lucidami l’armatura! Oggi farò colazione con mio padre, vuole aggiornarmi sulle condizioni del popolo, considerate le difficoltà che abbiamo affrontato: sai che non ammette ritardi, per cui piantala di guardarmi come un pesce lesso e muoviti!»

 

Il giovane mago si ricompose ed iniziò ad eseguire gli ordini ricevuti, pur provando un po’ di rammarico: gli sarebbe piaciuto passare un po’ di tempo con l’amico per parlare di quello che avevano passato pochi giorni prima.

Avevano affrontato insieme la violenta carestia causata dall’uccisione dell’unicorno, avevano cercato Anhora e affrontato le sue prove: il futuro re aveva dato prova della purezza del suo cuore sacrificandosi al posto suo e il servo non aveva ancora avuto modo di ringraziarlo.

Voleva trovare il momento e il modo giusto per dirglielo, dato che di solito era lui quello che salvava la vita dell’altro, seppur di nascosto; decise dunque che avrebbe svolto le sue mansioni come di consueto per poi cercare di cogliere la palla al balzo appena se ne fosse presentata l’occasione.

Così iniziò a mettere ordine nella stanza del biondo, non senza qualche borbottio annoiato, ma fu allora che notò un particolare: sotto il letto c’era ancora lo stivale che il ratto aveva rosicchiato giorni prima! Nel raccoglierlo, Merlin ebbe una brillante idea su come dire grazie all’amico, per cui si rimboccò le maniche e si mise all’opera…

 

 

In serata il principe poté finalmente chiudersi nelle sue stanze; aveva passato l’intera giornata in giro per il regno al fine di monitorarne la situazione, il che lo aveva reso esausto. Tutto ciò che desiderava in quell’istante era lasciarsi cadere sul suo letto e abbandonarsi tra le braccia di Morfeo; dunque cominciò a spogliarsi svogliatamente, quando si rese conto del logoro stivale posto sopra il tavolo.

Rimase interdetto per un istante, poi si avvicinò sbuffando all’oggetto e lo gettò sul pavimento; fu un grave errore il suo, poiché dal suo interno si sparsero al suolo un gran numero di fagioli, producendo un fastidioso rumore.

Il biondo sgranò gli occhi e iniziò a infuriarsi per lo stupido scherzo che aveva subìto: questa volta Merlin non l’avrebbe passata liscia… Stava per uscire di corsa dalla camera quando si accorse di un altro dettaglio: oltre alla miriade di semi, dallo stivale era fuoriuscito un foglietto!

Arthur tornò indietro con un ringhio, raccolse da terra il bigliettino e con un gesto secco lo aprì per leggerne il contenuto.

 

“Nonostante siate una testa di fagiolo, non posso fare a meno di dirvi grazie!”

 

Il principe non riuscì a trattenere un sorriso, sentendo la rabbia di pochi secondi prima svanire come per magia: pur essendosi dimostrato il solito idiota, aveva avuto un’idea tutto sommato carina…

Decise dunque di lasciar correre quella bravata e di ricongiungersi al suo adorato letto, non senza pensare a quanto avrebbe riso l’indomani, vedendo il moro raccogliere i fagioli uno per volta…

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Capitolo 2
*** Amor cortese ***


Amor cortese

Amor cortese




Titolo: Amor cortese
Autore: Chloe R Pendragon
Prompt: 2 - Amore platonico
Fandom: Merlin
Rating: Verde
Avvertimenti: Missing Moment
Eventuali note dell’autore: Nessuna

 

Lancelot vagava senza meta per la foresta al limitar del regno di Camelot, la mente affollata da mille pensieri: fino a qualche giorno prima la sua vita era priva di scopo, tutto ciò che faceva era spostarsi da un villaggio all’altro e combattere per guadagnare qualche spicciolo da usare per mangiare.

Da quando aveva perduto l’opportunità di divenire cavaliere, la parte più nobile del suo animo era stata catapultata in un regno di disperazione, tutti i suoi progetti erano svaniti come fantasmi, tutti i suoi sogni giovanili erano infranti: dal momento in cui Uther Pendragon lo bandì dal suo regno, fu come se il prode guerriero di un tempo si fosse tramutato in uno spettro esanime.

Col passare dei mesi, il destino dello sventurato ragazzo sembrava oramai segnato; la sua abilità con la spada veniva impiegata come mero intrattenimento per uomini potenti, invece di essere utilizzata per compiere del bene e proteggere i più bisognosi. Egli però non se ne curava più, svuotato com’era stato dalle parole del intransigente sovrano: non vi era alcuna causa che gli paresse giusta, tutto appariva ai suoi occhi sciocco e futile.

Eppure, proprio nell’istante di maggior scoramento, qualcosa cambiò; si trovava nel castello di re Hengist e stava esibendo la sua bravura nell’arte bellica, quando vide colei che lo ricondusse sulla retta via: la serva di Lady Morgana, Guinevere. Nell’attimo in cui i loro sguardi s’incrociarono, Lancelot sentì qualcosa di nuovo crescergli dentro al petto, un sentimento che non aveva mai provato per nessun’altra fanciulla.

Terminata la lotta volta a intrattenere la rozza corte, ebbe appena il tempo di ripulirsi che subito si recò dall’incantevole ragazza. Ciò che si dissero quella notte cambiò la sua vita per sempre: le confidò ciò che aveva vissuto dal giorno in cui aveva dovuto lasciare Camelot e di come la sua esistenza era divenuta vuota e priva di senso, le parole fluirono dalle sue labbra come un fiume in piena, impedendogli di darsi un contegno poiché era da troppo che le teneva rinchiuse.

Al termine della sua confessione, ebbe il timore di averla disgustata, considerata la purezza del suo cuore, invece accadde qualcosa di incredibile: la dolce serva gli rivolse un caldo sorriso e gli disse che in lui vedeva tutto ciò che di buono esisteva nel mondo.

La sua voce fu come una carezza per lo spirito devastato del giovane condottiero, il quale si perse negli occhi nocciola della sua interlocutrice; si lasciò inebriare dal fresco profumo che emanava quella pelle simile alla terra, si sentì rapire dall’irrefrenabile desiderio di affondare le sue mani nei tempestosi ricci corvini che le incorniciavano il viso, per poi assaggiare quelle labbra carnose con un bacio appassionato e rovente.

Da quel momento, Lancelot seppe che avrebbe dato la sua vita pur di proteggerla da ogni male e che avrebbe spesò ogni istante della sua esistenza per dimostrarsi all’altezza delle parole che gli ebbe rivolto in quel fortunato giorno; cominciò a progettare il loro futuro insieme, a immaginare l’evolversi del loro rapporto, a fantasticare sulla loro famiglia, ignaro di cosa avrebbe scoperto a breve.

Difatti, il loro tentativo di fuga fallì e poterono salvarsi solo grazie all’intervento di Arthur e Merlin; quest’ultimo al calar della notte gli fece intendere che tra il principe e la sua amata ci fosse più di una semplice amicizia. Il povero condottiero si sentì morire quando comprese la dura verità: ancora una volta i suoi sogni si dovettero scontrare con il casato dei Pendragon, eppure in quella circostanza non riuscì a risentirsi col principe.

Capiva perfettamente cosa potesse averlo fatto innamorare di quella meravigliosa fanciulla: dalla bellezza esotica alla nobiltà d’animo, Guinevere rappresentava l’incarnazione dell’amore; come poteva biasimarlo? Rimembrando la conversazione avuta nelle prigioni del castello di re Hengist, Lancelot seppe cosa fare prima ancora che il giovane stregone glielo chiedesse: si sarebbe fatto da parte, permettendo alla sua adorata di vivere al fianco di un uomo retto e meritevole del suo cuore.

Tuttavia, prima di andarsene chiese all’umile amico un ultimo favore: doveva riferire all’incantevole serva quanto le fosse grato per ciò che gli disse quel giorno in cella, poiché gli aveva dato un motivo per cui vivere; lasciato il suo messaggio poté congedarsi e partire in cerca di nuove avventure e di persone da soccorrere, e, sebbene apparisse vagabondo come quando fu cacciato da Camelot, questa volta il suo spirito era retto e il suo cuore era purificato dall’amore che nutriva e che mai si sarebbe esaurito.

 

 

Spazio di Chloe:

Ma salveeeeeeeee!!!! Ebbene sì: stavolta è toccato a Lancelot e Gwen, non ho saputo resistere … ^^

Spero che apprezziate, aspetto di leggere le vostre considerazioni! *.*

Vorrei ringraziare elyxyz e brin leah per le vostre bellissime recensioni, nonché BlueFlame per aver aggiunto questa raccolta tra le seguite: grazie di cuore! *^*

Che dire: attendo i vostri giudizi, entro la prossima settimana arriverà il prossimo capitolo, promesso!

A presto e tanti baci,

 

Chloe.

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Capitolo 3
*** Amore in vecchiaia ***


Amore in vecchiaia

Amore in vecchiaia




Titolo: Amore in vecchiaia
Autore: Chloe R Pendragon
Prompt: 10 - Amore in vecchiaia
Fandom: Merlin
Rating: Verde
Avvertimenti: Missing Moment  
Eventuali note dell’autore: Nessuna

 

Come ogni mattina Gaius si accingeva a girare per le case di Camelot al fine di poter visitare i suoi pazienti; era un’attività stancante per una persona anziana, ma egli non se ne curava giacché gli faceva piacere sapere di dare una mano alla brava gente della sua terra.

Quel giorno in particolare aveva necessità di svolgere le sue mansioni, sentiva il bisogno di occupare la sua mente con altri pensieri: difatti dopo quanto era accaduto di recente, qualcosa dentro di sé si era ridestato, qualcosa che, se trascurato, avrebbe potuto trascinarlo in una spirale di ricordi da cui difficilmente sarebbe riuscito ad uscire.

La sua vasta esperienza gli diceva che non era salutare vivere nel passato, specie per quelli come lui che avevano assistito allo sterminio del suo popolo senza poter reagire: troppe cose erano cambiate da quando era giovane per poter sperare di ritornare alla vita che aveva lasciato.

Eppure il saggio dottore non poté impedirsi di rievocare i sentimenti in lui sopiti, pur sapendo quanto potessero offuscare il suo giudizio; l’incontro con Alice aveva riportato a galla tutto ciò che egli aveva cercato di ignorare, tutto l’amore che aveva provato era sbocciato nuovamente nell’attimo in cui i loro sguardi s’incrociarono pochi giorni fa.

Era stato meraviglioso per lui rivedere la donna che aveva amato, aveva persino creduto che il destino stesse dando loro una seconda opportunità; per quanto fosse abile nell’apparire imperturbabile, anche Merlin si era lasciato trasportare dal suo entusiasmo, come poteva capire dal sorriso raggiante che gli rivolgeva e dalle occhiate in tralice che gli scoccava maliziosamente.

Quanto era stato sciocco, come aveva potuto abbassare la guardia al punto da non accorgersi della manticore che controllava la sua adorata? Quell’immonda creatura aveva architettato ogni cosa, sperando di poter usare il suo struggimento per arrivare al re ed ucciderlo.

Era così abituato a fidarsi di coloro che gli sono cari da non scorgere i segnali di ciò che accadeva sotto il suo naso, e per questa sua disattenzione Camelot aveva allevato una serpe in seno, come se non bastasse la minaccia rappresentata da Morgana; se non fosse stato per il suo accorto allievo, adesso non starebbe adempiendo ai suoi doveri, forse addirittura sarebbe già stato ucciso.

Nonostante ciò, una parte di sé non riusciva a dispiacersi di quanto accaduto: aveva rincontrato il suo amore di gioventù e il suo cuore aveva ripreso a battere con vigore. Per lei era giunto a disobbedire senza esitazione al suo sovrano, cosa che non avrebbe preso tanto alla leggera: invece adesso la sua mente era rivolta unicamente a lei e alla sua sorte, domandandosi se sarebbe riuscita a cavarsela in quel mondo pieno di insidie, incapace di provare rimorsi per il crimine da lui commesso.

Per tutto il giorno non riuscì a pensare ad altro, così si decise a commettere un altro reato: indossò uno scuro mantello, prese una torcia e uscì dalla sua dimora, diretto verso la foresta antistante le mura della città. Non seppe di preciso cosa cercare tra le fronde degli alberi e le erbacce incolte, eppure continuò a muoversi circospetto, scrutando ogni angolo del paesaggio circostante.

Quando sentì la speranza venir meno, ecco che le sue orecchie percepirono un fruscio alla sua destra, così si volse verso la fonte di tale rumore; il fioco fascio luminoso proveniente dalla fiaccola rivelò una figura incappucciata, la quale suscitò uno stupore così grande nell’anziano dottore da fargli perdere la presa sulla fonte luminosa che reggeva.

Davanti a sé si trovava la sua amata Alice, i biondi capelli raccolti in una mordida treccia che ricadeva leggera sulla sua spalla sinistra, mentre alcune ciocche incorniciavano il pallido viso segnato dall’età, facendo risaltare i suoi limpidi occhi azzurri: nel contemplare ogni dettaglio del suo volto, Gaius si sentì come se gli anni non fossero mai passati, avvertendo in ogni cellula del suo corpo quell’amore che il tempo non era riuscito ad affievolire.

I due innamorati si scambiarono un interminabile abbraccio, per poi separarsi e perdersi l’uno nello sguardo dell’altra. A quel punto l’anziana dottoressa gi strinse le mani e gli disse che non avrebbe mai dimenticato tutto quello che lui aveva fatto per lei, ma che per loro era giunto il momento di congedarsi: il suo posto non era con lei, ma con Merlin, per cui seppur a malincuore non potevano restare insieme.

Nell’udire quelle dolorose ma veritiere parole, il medico assunse un’espressione seria e annuì gravemente; purtroppo non vi erano altre alternative per loro, se non quella di separarsi e sperare che il futuro riservasse loro ancora un’opportunità per ricongiungersi. Fino ad allora però dovevano restare divisi, così Gaius la attirò a sé e scoccò un intenso bacio su quelle labbra da cui era rimasto stregato tanti anni prima, dopodiché si volse e tornò alla sua abitazione, il volto rigato da calde lacrime ed il cuore pesante come un macigno.

 

 
Spazio di Chloe:

Ahoy!!!!! Scusatemi per il terribile ritardo, purtroppo devo abituarmi al nuovo orario delle lezioni; passando alla storia, questa volta ho scelto il caro Gaius perché la storia con Alice mi era piaciuta un sacco e mi sembrava giusto dargli un po’ di spazio … u.u

Spero che vi piaccia, aspetto di sapere le vostre impressioni: ancora una volta ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi seguono, mi date una gioia immensa! *.*

Grazie di cuore, alla prossima: bacioni,

 

Chloe.

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Capitolo 4
*** Amore non corrisposto ***


Amore non corrisposto

Amore non corrisposto




Titolo: Amore non corrisposto
Autore: Chloe R Pendragon
Prompt: 7 - Amore non ricambiato
Fandom: Merlin
Rating: Verde
Avvertimenti: Missing Moment  
Eventuali note dell’autore: Nessuna

 

Per quanto si sforzasse, Agravaine non riusciva in alcun modo a stare fermo; continuava a misurare l’angusta stanza  a grandi passi, facendo piroettare gli occhi neri come la pece verso ogni singolo dettaglio dell’abitazione, ma senza soffermarvisi per più di qualche secondo.

La sua mente era rivolta altrove, incapace di liberarsi dai sensi di colpa per quanto accaduto, impotente di fronte a quella tragica situazione: la sua amata Morgana era stata aggredita da quell’infame Emrys e ora giaceva sul logoro letto priva di sensi.

Avrebbe voluto proteggerla, avrebbe DOVUTO farlo, ma suo malgrado era costretto a stare tra le mura di Camelot a recitare la parte dello zio amorevole con colui che voleva morto sopra ogni cosa… Era il loro piano, quello che avevano orchestrato insieme nei minimi dettagli, in quei giorni cupi e contemporaneamente radiosi: passavano così tanto tempo l’uno al fianco dell’altra, a parlare di quanto grande fosse l’odio che nutrivano verso Uther e verso suo figlio, a ordire mille possibili strategie per mettere in ginocchio quell’ingrato paese…

Aaah! Il solo pensiero di quei dolci momenti rendeva il suo dolore ancor più insopportabile! Quando la vide riversa al suolo, sentì una fitta lancinante al cuore, temendo il peggio; ora era condannato ad aspettare inerme, senza poter in alcun modo intervenire per salvarla. Moriva dalla voglia di rivedere i suoi splendidi occhi di ghiaccio guardarlo con quella scintilla di furore che riusciva a infiammarlo, le sue orecchie bramavamo il suono del suo nome, pronunciato da quella voce gelida e ardente nel contempo…

Era proprio questo che gli aveva fatto perdere la testa: l’innata capacità di quella giovane di essere tutto e il contrario di tutto nel medesimo istante. I suoi modi sapevano essere gentili e raffinati come quelli di una cortigiana, ma anche duri e spietati come quelli di un despota; la sua figura, così esile e aggraziata, nascondeva poteri talmente potenti da renderla più letale di mille lame.

Le sue deliranti elucubrazioni andarono avanti per ore, finché la strega non riprese conoscenza: fu allora che la morsa che attanagliava il suo petto si sciolse, consentendogli finalmente di respirare a pieni polmoni. La gioia che provò fu talmente grande da permettergli di raggiungerla con un balzo; preso posto sul letto ponendosi di fronte alla sacerdotessa, strinse la pallida mano destra di lei nelle sue, imprimendo in quella presa dolce ma decisa tutta la felicità e la passione che accendevano il suo spirito.

Morgana lo fissò per qualche secondo stordita da quanto accaduto, per poi metabolizzare il fatto di essere stata sconfitta da Emrys: la rabbia che covava dentro parve gonfiare il suo esile corpo, lasciando Agravaine attonito e spaventato.

Cercò di placare la sua ira, dicendole che l’unica cosa importante era che fosse sopravvissuta e che avrebbero trovato il modo di neutralizzare la minaccia che lo stregone rappresentava, ma non servì a nulla: la già malconcia camera venne messa ulteriormente a soqquadro da un’incontrollabile raffica di incantesimi, scagliati senza misura contro qualunque oggetto si trovasse all’interno.

L’uomo attese che l’attacco di furia terminasse, così da poter cercare di spiegare all’amata quanto fosse stato in pena per lei; una volta calmatasi, le prese il volto tra le mani con delicatezza e incatenò lo sguardo perplesso della strega con i suoi occhi infiammati dalla passione. Prendendo un respiro profondo, le disse che non sapeva cosa avrebbe fatto senza di lei, perché ormai il suo cuore le apparteneva; senza darle il tempo di replicare, aggiunse che da quando la conosceva aveva finalmente trovato un motivo per vivere, perciò non riusciva a preoccuparsi di Emrys o di Camelot perché tutto ciò che gli interessava era saperla sana e salva.

La giovane attese la fine di quell’accorato discorso, dopodiché gli rivolse un sorriso carico di tenerezza, capace di riscaldare il cuore del suo alleato come un raggio di sole dona calore a un viandante dopo una giornata di pioggia: quella tenerezza però era puramente fittizia, giacché la sacerdotessa scostò disgustata le mani dell’altro dal suo viso e, riducendo i suoi glaciali occhi a due fessure, gli intimò di smetterla di dire idiozie e di tornare immediatamente a palazzo o lo avrebbe ucciso senza pietà.

Il povero Agravaine fu così costretto a rimettersi in cammino, pronto a recitare ancora una volta il suo ruolo, pur sentendo l’anima andargli in frantumi per ennesimo rifiuto: eppure sapeva che neanche quella volta i sentimenti che nutriva verso Morgana erano stati spazzati via e non poté fare a meno di domandarsi se mai sarebbero cessati. La risposta era scontata, un amore grande come il suo, benché non corrisposto, non sarebbe mai tramontato: era destinato ad amarla fino alla fine dei suoi giorni…

 

 

Spazio di Chloe:

Incredibile, ma vero: sono tornataaaaa!!! ^^

Mi dispiace davvero tanto per essere scomparsa, vi prometto che mi farò perdonare prima o poi!!! *^*

Passando alla storia, spero che vi sia piaciuta: sono sempre stata convinta del fatto che Agravaine fosse pazzo di Morgana, sebbene lei non se lo filasse, anzi …

Mi piacerebbe sapere cosa vi è sembrato di questo capitolo, spero di leggere le vostre impressioni: colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta elyxyz per le sue recensioni, mi riempiono il cuore di gioia ogni volta!! *.*

Che dire? Aspetto vostre notizie, a presto!!!! ;)

Bacioni,

 

Chloe.

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