The witch of Asgard

di Katie1393
(/viewuser.php?uid=569856)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Starry night ***
Capitolo 2: *** First spell ***
Capitolo 3: *** Promise ***
Capitolo 4: *** Snakes ***
Capitolo 5: *** Departure ***
Capitolo 6: *** Desire ***
Capitolo 7: *** Only once ***
Capitolo 8: *** A problem to solve ***
Capitolo 9: *** A beautiful illusion ***
Capitolo 10: *** Ready to go ***
Capitolo 11: *** Goodbye ***
Capitolo 12: *** Small Talk ***
Capitolo 13: *** Party night ***
Capitolo 14: *** Come back home ***
Capitolo 15: *** Red Roses ***
Capitolo 16: *** Butterflies ***



Capitolo 1
*** Starry night ***


<<Non ti permetterò di mettere a repentaglio la tua vita per me, ragazzina!>>disse lui in preda al panico.

Lei gli accarezzò delicatamente il viso e gli sorrise:<<Farò tutto ciò che è in mio potere per restare sempre accanto a te.>>disse asciugando le lacrime di quel dio che in quel momento, era più vulnerabile che mai.

 

 

21 anni prima.

 

 

Erano passati due mesi dalla battaglia su Jotunheim e nei Nove Regni regnava la pace.

Il sole era ormai tramontato da tempo e il cielo si tinse di un blu scuro, misto a sfumature di viola. Le stelle brillavano come non mai e Odino, il Padre degli Dei, s’incantò nel guardare il panorama dalla sala del trono del regno di Asgard, sua dimora e della sua famiglia. Accanto a lui sua moglie, la regina Frigga, guardava l’espressione calma del marito, sorridendo dolcemente. Tutto sembrava tranquillo finché una guardia non bussò alla sua porta:<<Avanti.>>disse il Padre, con voce fiera.

<<Padre degli Dei, mia regina,>>disse solennemente, inchinandosi<<Heimdall richiede la presenza delle Vostre maestà dinanzi al Bifrost.>>.

Odino, da subito allarmato, fece un cenno d’assenso alla guardia che uscì dalla sala chiudendo le porte dietro di se.

Rapido, il Padre degli Dei, si voltò verso la sua consorte che, interpretando il suo sguardo preoccupato, annuì e appoggiò la mano sul braccio del marito il quale alzò la sua lancia, Gungnir, e in un lampo, la coppia si trovò dinanzi al Bifrost.

Heimdall il guardiano, s’inchinò vedendo il suo re:<<Padre degli Dei,>>disse con voce profonda e bassa<<qualcuno ha eluso la mia vigilanza.>>.

Frigga sgranò gli occhi, non potendo credere alle sue orecchie. Da centenni, Heimdall sorvegliava il Bifrost e i Nove Regni, con fedeltà e estrema attenzione. Mai era capitato che qualcuno avesse compiuto azioni che fossero rimaste ignote al guardiano, mai egli aveva perso di vista anche un solo abitante dei regni e il fatto che un essere avesse addirittura eluso la sua vigile sorveglianza, preoccupò oltremodo la regina.

<<Cosa intendi con “eluso la tua sorveglianza”?>>chiese Odino<<Ci sono nemici qui, ad Asgard?>> .

Heimdall ancora in ginocchio, fece un cenno negativo con il capo:<<No, Vostra altezza. Asgard non è in pericolo.>>disse.

Odino era vistosamente sorpreso, e anche abbastanza irritato:<<Allora per quale motivo ci hai fatti venire qui con tanta fretta?>>chiese quasi urlando.

Il guardiano si alzò, si diresse alla porta del Bifrost e prese una piccola cesta con una coperta blu all’interno.

Si avvicinò ai sovrani di Asgard e porse la cesta nelle mani di Frigga, inginocchiandosi:<<Vi ho chiamati per questo motivo, Padre degli Dei.>>

Frigga, colma di curiosità, toccò la cesta e scoprì che dentro, vi era avvolto qualcosa.

Scostò la coperta e sgranò gli occhi: lì dentro, c’era una bambina dai capelli scuri che dormiva.

<<Mio signore!>>disse la regina e Odino la guardò a bocca aperta.

<<Questa bambina, è comparsa improvvisamente nel Bifrost.>>disse il guardiano.

I sovrani di Asgard guardavano la bambina affascinati e allo stesso tempo spaventati.

<<Padre degli Dei,>>disse Heimdall<<c’è dell’altro.>>

Odino lo guardò con sguardo interrogativo:<<Cosa Heimdall?>>chiese spaventato.

Heimdall abbassò lo sguardo:<<Io non riesco a vedere la bambina, mio re, possiede una magia molto forte.>>

Il Padre degli Dei guardò quella piccola creaturina che adesso giaceva fra le braccia della sua regina e gli ci vollero una manciata di secondi per capire che l’espressione compassionevole e gli atteggiamenti premurosi di Frigga, volevano dire solo una cosa.

<<Frigga.>>disse Odino.

<<Mio signore,>>disse la regina sorridente<<questa povera creatura necessita di cure, di una casa…>>

Odino la interruppe:<<No, non possiamo. Non ne conosciamo la natura e potrebbe essere pericolosa per il popolo.>>disse severo.

<<Questa bambina necessita di una madre,>disse Frigga decisa, stringendo la bambina a se<<e io la crescerò e la educherò in modo che non possa recarci alcun danno, nasconderò anche la sua magia, se sarà necessario.>>

Odino sospirò e si avvicinò alla moglie.

In quel preciso istante, la bambina aprì gli occhi e il re trattenne il fiato: aveva degli occhi grandi, blu, luminosi proprio come il cielo di Asgard.

Il re sorrise, e Frigga lo abbracciò.

<<Heimdall, nessuno dovrà sapere di quello che è accaduto stasera. La bambina diverrà mia figlia adottiva, una povera orfana di genitori che sono deceduti durante la guerra con Jotunheim.>>disse pensieroso<<Da oggi in poi farà parte della famiglia reale. Questo è ciò che ordino.>>

Heimdall s’inchinò al suo re e tornò al suo posto a guardia dei Nove Regni.

Frigga guardò il marito:<<Come la chiameremo, mio signore?>>disse.


Odino ci pensò su e poi le sorrise:<<Da adesso, lei si chiamerà Artemis.>>dichiarò e con un colpo di lancia, i due sovrani tornarono a palazzo con la loro terzogenita.




Angolo autrice

Salve a tutti!Questa è la prima fanfiction che scrivo e ho scelto questi personaggi perché li trovo meravigliosi e perché adoro la mitologia norrena.

Non vedo l'ora di leggere tutti i vostri commenti e anche tutte le vostre critiche che, sicuramente, saranno costruttive.

Un bacio e prometto di tornare al più presto con il nuovo capitolo.

Un saluto,Katie :D


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** First spell ***


La mattina successiva, i sovrani di Asgard parlarono con la servitù e Frigga istruì le sue ancelle per quanto riguardava le necessità della nuova arrivata della famiglia.
<< Esigo che ci sia la più completa discrezione a palazzo. >> disse imperativa Frigga<< Questa bambina deve essere trattata come membro della famiglia reale. Vi avverto, il Padre degli Dei sarà molto severo con chi oserà contraddire un suo o un mio ordine. >>.
Le ancelle si inginocchiarono e annuirono alla regina.
<< Bene, ora andate ad allestire la camera per la principessa Artemis. >> disse e in pochi secondi si trovò da sola nelle sue stanze.
Sospirò pesantemente e si diresse verso una piccola culla dorata. Vi scrutò dentro per qualche secondo, notando che la bambina dormiva beata e poi sorrise.
<< Ah, bambina mia! >> disse a bassa voce << Ci aspettano delle lunghe giornate da passare insieme. >>
Improvvisamente, le porte della stanza si aprirono e il Padre degli Dei vi entrò a passo svelto, portando con se i suoi figli: il primogenito Thor di due anni e il piccolo Loki di appena pochi mesi.
Frigga  sorrise a tutta la famiglia e  fece loro cenno di non fare troppo rumore.
Il piccolo Thor, che era già stato informato dal Padre, era eccitato all’idea di avere una sorella con cui poter giocare.
<< Madre, madre! >>urlò il bambino, correndo fra le braccia di Frigga << Voglio vedere la sorellina, voglio vederla! >>.
Frigga sorrise dolcemente e prese il piccolo principe in braccio.
Thor si sporse in avanti, incuriosito da quella piccola figura bianchissima, e allungò una mano per toccarla.
Dopo aver osservato attentamente la sorellina, alzò lo sguardo e incrociò i suoi occhioni azzurri con quelli della madre : << Ma madre è troppo piccola per giocare con me! >> si lamentò il principe << Come faccio a fare la lotta con lei? Nemmeno Loki può giocarci. E poi è troppo morbida. >> disse incrociando le braccia.
Frigga guardò il suo coniuge ed entrambi scoppiarono in una sonora risata.
<< Come sarebbe a dire “troppo morbida”? >> chiese Odino, ridendo di gusto.
Thor s’imbronciò e la madre gli diede un bacio sulla guancia: << Dovrai aspettare almeno qualche anno, prima di poter giocare insieme ad Artemis, mio caro. >> disse dolcemente.
Thor sospirò rassegnato: << Ma madre, neanche Loki  può giocare con me. >> disse il principe.
Frigga allora, alzò lo sguardo verso il marito che teneva in braccio il suo secondogenito, Loki : << Beh, scommetto che Padre sarà felicissimo di insegnarti a combattere. >> disse sorridente. 
Gli occhi di Thor diventarono ancora più grandi: << Oh madre grazie. >> urlò felice.
Odino sorrise alla sua regina e le posò Loki fra le braccia : << Bene, >> disse con voce profonda << andiamo a combattere un po’, figlio mio. >>
Thor sorrise e corse fuori dalla stanza, ma non prima di aver dato un bacio sulla guancia alla madre.
Chiuse le porte, Frigga rimase da sola con i due figli minori.
Adagiò Artemis nella sua culla e prese a  fare delle piccole illusioni per divertire Loki, il quale, però, non sembrava staccare gli occhi di dosso alla sua piccola sorella.
Frigga sorrise: << Abbi pazienza, figlio mio. Tra qualche anno, sarete inseparabili . >> disse e iniziò a cullare il figlio finché non cadde vittima del sonno.
 
 
6 anni dopo.
 
Il sole brillava alto in cielo e ad Asgard tutto era tranquillo. O quasi.
<< Stupidissimo fratello, ridammi subito il mio libro! >> urlò Loki, disperato e furioso.
<< Ah fratellino, sei troppo gracile per poter competere con me. >> tuonò Thor.
<< Thor, ridammelo o io ti…>> disse il principe Loki con poca convinzione.
Thor rise: << O tu cosa, Loki? >> disse, continuando a schernire il fratello.
Frigga, che osservava la scena da lontano, sospirò stanca delle continue diatribe dei suoi figli.
Decise di ignorarli e di tornare ad istruire la sua allieva.
<<  Allora Artemis, queste sono delle rune molto particolari che faresti bene a tener sempre presenti nei momenti di emergenza. >> disse indicandole le figure sul libro.
Artemis non l’ascoltava. Era cresciuta parecchio in quei sei anni: aveva i capelli lunghi fino alla schiena, neri e molto mossi. La sua pelle era diventata ancora più pallida negli anni e spesso, era costretta a ripararsi all’ombra nelle calde giornate estive. Gli occhi erano rimasti blu ma, col tempo, avevano acquisito la capacità di diventare più o meno luminosi in relazione al suo stato d’animo.
 Caratterialmente, invece, non era cambiata molto. Era taciturna, riservata, molto fredda e distaccata da  tutto e tutti, tranne che dai suoi familiari. Aveva un fortissimo senso della giustizia e del dovere e detestava vedere gli altri in difficoltà.
In quel preciso istante, stava osservando suo fratello maggiore e i suoi scherzi stupidi. Non amava affatto essere disturbata mentre studiava o leggeva e quindi, capì perfettamente lo stato d’animo del suo fratellino.
Si diresse verso Thor e l’osservò: era molto più alto di lei ed era straordinariamente robusto per la sua età. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle e di un colore misto all’oro e al miele. I suoi occhi nel corso degli anni non erano mutati ed erano sempre raggianti e arroganti, così come colui a cui appartenevano.
<< Cosa guardi sorellina? >> urlò lui fiero e divertito.
Artemis lo guardò: << Gradirei tu restituissi a Loki il suo tomo, Thor. >> disse con una voce cristallina, decisamente adatta alla sua figura.
Thor rise rumorosamente e guardò la sorella: << E se io non volessi renderglielo? >> disse con fare minaccioso.
Loki guardava attentamente la scena. Aveva imparato a conoscere molto bene la sorella e sapeva quando era il caso di starla a sentire. Ovviamente queste erano considerazioni che lui, essendo molto perspicace e osservatore, fece ma il fratello, decisamente troppo tonto a suo avviso, non si rendeva nemmeno conto che la loro amata sorellina fosse dotata di un talento molto particolare.
<< Se non vuoi aiutarmi Thor, >> disse la minore << farò tutto da me. >> .
La principessa, alzò un dito e lo puntò verso il fratello.
Thor guardò la sorella perplesso e non capì cosa stesse facendo, finché gli occhi di Artemis non divennero di un blu estremamente brillante.
Thor fece per muoversi ma non ci riuscì e iniziò ad urlare : << Artemis, mettimi giù per Odino! >> .
Loki fissava sorpreso la sorella e il ghigno compiaciuto che le si era formato sul volto.
Artemis, dal suo canto, alzò anche l’altro dito, con il quale tolse il libro dalle mani di Thor e lo fece fluttuare fra le sue.
Frigga, che guardava esterrefatta la scena, si chiese da dove provenisse tutta quella magia.
Artemis guardò il suo fratello prediletto: capelli nero corvino, occhi verdi , limpidi, sorridenti, carnagione alabastrina, sorriso incantevole, facevano di Loki il componente della famiglia più simile a lei, anche riguardo al carattere. Sempre riservato e pensieroso, Loki era per lei un punto di riferimento per il quale, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
<< Tieni, Loki. >> disse sorridente.
Loki le sorrise e si protese in avanti per darle un leggero bacio sulla guancia : << Grazie mille, Artemis. >> le disse e tornò alla sua lettura.
Thor, ancora immobile, sbraitava finché sua sorella non lo liberò e lui, dopo aver brontolato qualcosa di incomprensibile, si diresse verso le stalle.
Artemis, ancora sorpresa dal bacio, tornò dalla madre.

Frigga vide il suo secondogenito guardare dolcemente Artemis e sorrise : << Bene cara, riprendiamo da dove avevamo interrotto. >> disse dando un libro alla figlia.


Angolo autrice
Salve a tutti!
Ecco anche il secondo capitolo. Sono stata rapida, eh?
A quanto pare,Thor non cambierà mai ma a noi va bene così ,giusto?
Presto pubblicherò anche il nuovo capitolo e mi piacerebbe molto conoscere le vostre opinioni :D
A prestissimo.
Un bacio, Katie :D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Promise ***


Durante l’infanzia, Artemis si dedicò con tutta se stessa allo studio e alla pratica della magia insieme a suo fratello, il principe Loki.
Da quando la bambina lo difese dalle angherie di Thor, lui le fu sempre riconoscente e si offrì per farle compagnia durante le lezioni di Frigga.
I due diventarono inseparabili e trascorrevano anche il loro tempo libero insieme, creando illusioni e confrontando le loro conoscenze delle rune antiche.
La regina era entusiasta delle capacità magiche dei suoi figli minori e del fatto che fossero così legati l’uno all’altra.
Passarono gli anni e, quando entrambi compirono quattordici anni, il Padre degli Dei pretese che si dedicassero anche alla lotta, per diventare dei degni guerrieri di Asgard.
Il principe Loki e la principessa, subito si recarono dal Padre per chiarire la situazione, chiedendogli udienza nella sala del trono.
<< Padre, >> disse Artemis con voce bassa e calda << vi prego di riflettere sulla vostra decisione. Sapete che io e il principe Loki siamo portati alla magia e non alla lotta. >>
Odino guardò i suoi figli minori e non poté fare a meno di sorridere.
Erano cresciuti : Loki era alto, magro, con i capelli lunghi quasi fino alle spalle e neri come la pece. La sua pelle era sempre pallidissima e i suoi occhi vispi e verdi come tanti anni fa.
Artemis era diventata alta, raggiungendo il metro e settanta , i capelli corvini ormai le arrivavano quasi al fondoschiena. Il suo corpo era maturato, donandole piccole curve ai seni e i fianchi stretti, che formavano la sua figura asciutta e slanciata.
 La cosa che più affascinava il Padre degli Dei erano quegli occhi profondi che spesso si tingevano di un blu elettrico misto a piccole pagliuzze lilla. Dopo tanti anni, ancora non aveva scoperto da dove quella piccola creatura fosse arrivata ma ormai, non gli importava più.
<< Figli miei, >> disse Odino sospirando << sapete bene che ogni asgardiano che si rispetti, deve essere in grado di combattere per difendere il proprio popolo. Per questo, pretendo che voi due vi uniate a vostro fratello nell’addestramento.>>
Odino terminò la frase leggermente adirato e Loki, che conosceva bene gli atteggiamenti del Padre, prese per mano Artemis per condurla via.
La ragazza però, intrepretò male il segnale del fratello e decise di non accettare tale verdetto : << Io non accetto le vostre parole Padre! Mai mi unirò ai combattenti, se non per mia volontà. >> urlò quasi la principessa.
Loki diventò, se possibile, ancora più pallido e Odino andò su tutte le furie : << Non ti permetto di parlarmi così, principessa di Asgard.  Il tuo re ti ha dato un ordine e tu lo eseguirai, che ti piaccia oppure no! >> tuonò e, alzando la sua lancia, i due ragazzi si trovarono nel giardino accanto al campo di combattimento.
Loki, che ancora le teneva ben salda la mano, guardò la sorella che sbuffò rumorosamente : << Sei impazzita, vero? >> disse con voce più alta del solito.
La ragazza lo guardò dritto negli occhi, colma di rabbia : << Se anche tu avessi opposto resistenza agli ordini di Padre, adesso ci troveremmo in biblioteca a studiare le rune al posto di star qui a farci ammazzare da Thor ! >> sbraitò la principessa.
Loki allora, detestando le urla di Artemis, le voltò le spalle rosso d’ira : << Quando capirai che Padre non accetta risposte negative? >> disse furioso << Non è che se tu lo guardi con occhi languidi, miracolosamente ti dirà “Ma certo, mia pupilla! Fai quel che desideri.”. Non tutti sono idioti, sai? >>
Loki sbuffò rumorosamente e fece per entrare nel campo di combattimento, quando Artemis gli corse dietro e lo tirò violentemente per il braccio, facendolo cadere a terra.
Lui rise leggermente e Artemis si rilasso : << Tregua? >> chiese la ragazza stringendo il braccio del fratello.
Loki sorrise e posò la mano libera sul capo della sorella : << Tregua, Artemis. >> disse tranquillo.
Allora la principessa, si alzò quel poco che bastava per appoggiarsi sul petto del fratello e intrecciare la sua mano sinistra nella destra di lui.
Loki continuò ad accarezzare i meravigliosi capelli di Artemis e lei sorrise : << Loki, >> disse lei sovrappensiero <<  promettimi che ci guarderemo le spalle a vicenda durante questo addestramento. >> chiese guardandolo negli occhi.
Il principe si perse in quel colore tanto misterioso che in quel momento era più luminoso del solito e, intenerito, lasciò un bacio sulla fronte della ragazza e poi si spostò verso il suo orecchio : << Ti prometto che ti sarò sempre accanto. Hai la mia parola. >> disse e la sorella lo strinse ancora più forte.
Quando i due sciolsero l’abbraccio, si recarono mano nella mano al campo sorridendo per la promessa appena fatta.





Angolo autrice
Rieccomi con un nuovo capitolo. 
Come possiamo vedere, il rapporto tra i minori dei figli di Odino è di complicità e affetto. 
Chissà come il nostro bel dio del tuono si comporterà durante l'addestramento.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e prometto che a breve ne pubblicherò uno nuovo.
Un bacio, Katie :D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Snakes ***


 

 I due figli minori di Odino varcarono la soglia del campo di combattimento e subito videro di cosa si trattasse: Thor e i suoi amici combattevano duramente, senza risparmiarsi colpi durissimi.
Loki sospirò e dopo pochi secondi sorrise : << Andiamo Artemis, >> disse deciso << la battaglia ci attende. >> 
Artemis lo guardò negli occhi e vide una strana luce nei suoi occhi, quasi come se desiderasse ardentemente combattere.
Lei gli sorrise di rimando ed entrambi avanzarono con passo deciso.
Thor li vide e rise sguaiatamente.
Era molto più alto del fratello e decisamente più grosso di stazza. Tutti ad Asgard sapevano che fosse uno dei combattenti mai conosciuti, quasi alla pari del padre.
Il dio del tuono corse verso i fratelli e li abbracciò , stritolandoli quasi.
<< La famiglia è riunita! >> urlò felice.
Artemis sorrise per la poca delicatezza del fratello maggiore mentre Loki ne rimase disgustato.
Dopo un po’, Thor allentò la presa e sorrise nuovamente ai due : << Non vedo l’ora di divertirmi con voi. >> disse entusiasta << Padre mi ha detto che vuole vedervi addestrati e capaci. So perfettamente che siete  abbastanza ferrati sul combattimento quindi sarà tutto più semplice.>> annunciò il maggiore.
Artemis apparve sorpresa : << Come sai che sappiamo come si combatte, fratello? >> chiese curiosa.
Thor rise : << Beh , d’altra parte, sappiamo tutti che nostra madre è stata una guerriera molto abile in gioventù e sono sicuro che vi abbia almeno mostrato le basi. >> disse allegro.
 
Artemis sorrise e guardò Loki. Le sembrò che fosse molto calmo e quindi si diresse verso il fratello e i suoi amici.
Salutò con un breve inchino Volstagg , Hogun e Fandrall : << Principessa, è davvero un privilegio poterla rivedere. >> disse quest’ultimo baciandole galantemente la mano.
Tutti risero, tranne Loki che guardò la scena con lieve irritazione.
Artemis alzò lo sguardo e vide una figura scura dietro uno dei manichini di allenamento.
Riconobbe immediatamente chi fosse e subito maledisse  mentalmente Padre per averla costretta ad essere lì.
Lady Sif, con la sua corporatura da guerriera e la sua chioma dorata, era la migliore guerriera che lei conoscesse. Era molto taciturna e piuttosto schiva. Suo fratello Thor l’ammirava per il suo coraggio e la sua bravura mentre Loki, la detestava enormemente.
Artemis non aveva mai avuto a che fare con Sif quindi le risultava indifferente.
<< Bene, >> disse Thor << con cosa vogliamo iniziare? >> chiese rivolgendosi ai fratelli.
Loki sorrise : << Io direi di iniziare con il combattimento con le spade. >> suggerì inaspettatamente.
Thor fu invaso dalla felicità : << Bene fratello! >> disse dandogli una metaforicamente leggera pacca sulla spalla.
<< Fandrall, >> urlò il dio del tuono << tu istruirai Loki e Sif, >> disse gentilmente all’amica << tu aiuterai Artemis. >>.
Entrambi annuirono e Fandrall si diresse verso Loki, non prima di aver baciato nuovamente la mano di Artemis.
La principessa, non avendo mai avuto a che fare con delle armi, era tesa all’idea di battersi con Sif.
La sua tensione si sciolse leggermente quando vide il sorriso di Loki e quando capì che Thor o nessuno dei presenti, avrebbe mai permesso che le fosse fatto del male.
Sif porse una spada ad Artemis che subito, si mise in posizione. La guerriera la guardò e una scintilla di eccitazione illuminò i suoi occhi azzurri.
Thor fece segno a Sif e subito, la guerriera attaccò la principessa.
In un primo momento, Artemis parve terrorizzata e impacciata ma poi, osservando bene le mosse di Sif, si rese conto che attaccava schematicamente e quando costei cercò di attaccarla, la terzogenita di Odino parò il colpo con prontezza.
Allora tutti risero e fecero il tifo per la piccola Artemis che sorrise.
Loki la guardò ammirato : la sua piccola sorellina non solo utilizzava perfettamente la magia, ma era anche una valida guerriera.
Senza dubbi, Loki la conosceva bene e ricordava esattamente che ,qualche tempo prima, loro due, sotto ordine di Frigga, si sfidarono in uno scontro corpo a corpo.
Artemis lo immobilizzò quasi subito e lui, come premio le diede un leggero bacio sulla punta del naso. Lei allora sorrise e rimasero abbracciati per un tempo interminabile.
Il principe arrossì leggermente e tornò allo scontro della sua amata sorella e di quella tanto odiata guerriera.
Sif decise di attaccare di nuovo, ma questa volta lo fece con più velocità e ferocia.
Artemis, completamente impreparata ad un simile attacco, cadde a terra spaventata e Sif le infilzò la punta della spada nel braccio.
 Tutti si zittirono di colpo e Loki rimase immobile finché non vide la veste color crema della sorella impregnarsi di un liquido cremisi proveniente dalla spalla osata da Sif.
La principessa non emise un fiato e la guerriera sorrise.
Sif aveva sempre detestato Artemis, fin dal giorno in cui Thor disse che la sua sorellina era l’unica che avrebbe sempre difeso e che le altre fanciulle, non significavano nulla a confronto.
<< Allontanati subito da Artemis. >> disse Loki avvicinandosi alla sorella, adirato come mai prima.
La guerriera non si spostò di un millimetro, fino al momento in cui Thor non la sollevò di peso e Fandrall non  le tolse la spada di mano. Questi con estrema delicatezza, sfilò la punta dell’arma dal braccio della principessa che, però, continuò a sanguinare.
Loki allora abbracciò la sorella e posò il palmo sinistro sulla sua ferita. Si concentrò profondamente e alcuni riflessi argentati sanarono appena la ferita.
Artemis non smise per un secondo di fissare il fratello e quando sentì il dolore del braccio diminuire, gli sorrise amorevolmente.
Loki abbracciò la sorella con ancora più forza e le lacrime cominciarono a rigargli il volto.
I presenti sorrisero leggermente rilassati non appena Artemis si alzò da terra e si mise all’in piedi.
Loki avvertì qualcosa di strano nella sorella ma non gli diede peso. Probabilmente, era solo spaventata.
<< Tutto è bene quel che finisce bene, vero? >> disse Hogun e tutti iniziarono a ridere.
Thor lasciò la presa e mise Sif a terra, dandole una pacca sulla spalla, chiaro segno che l’aveva perdonata.
Artemis si avvicinò alla guerriera con fare disinvolto e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio : << Hai dei capelli meravigliosi, Sif. >> disse sorridendo.
Sif abbozzò un sorriso : << La ringrazio, principessa.>> disse con un lieve inchino.
Artemis sorrise appena, ma subito dopo, le sue labbra tornarono ad essere una linea carnosa e rosea.
Sif guardò perplessa la principessa e sospirò spaventata notando che gli occhi della fanciulla, erano diventati rossi.
<< Mia principessa… >> disse Fandrall, guardando quegli occhi terrificanti.
Tutti si avvicinarono ad Artemis per capire cosa stesse succedendo quando Sif urlò in preda al panico.
Al posto della sua chioma morbida e mielata, c’erano miriadi di serpenti neri che mordevano la guerriera, lasciandole solchi cremisi e piccoli fori violacei, lacerandole la pelle, procurandole tagli profondi, colmi di veleno.
<< Toglietemeli! >> gridò Sif in lacrime e tutti i guerrieri tentarono di tagliare le teste ai serpenti.
Loki capì che si trattava di una magia molto oscura e lui era il solo che poteva fermarla.
Ancora abbracciato ad Artemis, puntò la mano destra in direzione di Sif e , dopo aver pronunciato un incantesimo sottovoce, i serpenti sparirono, lasciandole però i capelli neri e bruciati.
Artemis svenne.
Sif pianse dal dolore,  dalla rabbia e Volstagg  la prese in braccio per portarla nella stanza della guarigione, accompagnato da Hogun.
Thor e Fandrall, andarono subito a cercare Frigga, lasciando a Loki il compito di portare subito Artemis nelle sue stanze.
Loki prese in braccio la sorella e , utilizzando i passaggi segreti del palazzo, arrivò in pochi secondi a destinazione.
Adagiò con estrema delicatezza Artemis sul letto, prese un asciugamano bagnato  e, con altrettanta attenzione, le ripulì la ferita dal sangue.
Si sedette accanto a lei e le accarezzò i capelli con molta leggerezza: non voleva svegliarla o farla agitare nel sonno.
<< Artemis, >> disse sussurrando << cosa hai combinato? >> chiese e le lacrime tornarono a inumidire i suoi occhi verde smeraldo.
Artemis aprì lentamente gli occhi e, incontrando quelli del fratello sorrise : << Adesso Sif non ti farà mai più piangere, Loki. >> disse.
Il principe la guardò : << Io ho pianto per te: ho pensato ti avesse ferita gravemente. >> disse con voce tremolante << Ho temuto di perderti, sorella . >> sussurrò.
la fanciulla, commossa, lo abbracciò : << Tu non mi perderai mai, Loki. >> disse e gli posò un bacio sulle labbra.
Loki sgranò gli occhi arrossendo e  ,non appena la sorella si staccò da lui, Frigga entrò con due ancelle al seguito che subito portarono via Artemis, lasciando il principe solo e ancora confuso in merito a quel casto e fraterno bacio.





 

Angolo autrice

Ed ecco il nuovo capitolo!
Credo sia leggermente più movimentato degli altri e vi avviso che anche i prossimi saranno carichi di eventi.
Finora abbiamo visto una principessa alquanto tranquilla e moderata ma ecco che in lei, scatta qualcosa di oscuro e tenebroso, non appena vede le lacrime del fratello.
Per quanto riguarda Loki, quello che avete letto finora è un mio parere sul come credo che sia realmente (adorabile, dolce ed incompreso *.*) .
Spero che anche anche questo capitolo vi sia piaciuto e a breve ne pubblicherò uno nuovo.
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Un bacio, Katie :D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Departure ***


<< Come è potuto accadere ? >> chiese  Thor al fratello che leggeva assorto.
I principi attendevano notizie della sorella nella sala del trono da ormai parecchie ore, osservando un continuo andirivieni ancelle e guaritori nella speranza vedere la principessa uscire dalla camera di guarigione.
Thor guardò Loki e vide che era tranquillo, calmo, come se nulla fosse successo. Aveva gli occhi vuoti, tristi e impegnati nella lettura. Solo un piccolo sospiro, tradì il principe dagli occhi verdi e Thor sorrise: Loki non mostrava mai le sue ansie, i suoi timori. Teneva sempre tutto dentro senza mai esplodere e, soprattutto, senza mai condividere i propri pensieri a nessuno, fatta eccezione di Artemis.
Dopo averci riflettuto su, Thor s’incupì: Artemis era l’unica persona sulla quale Loki potesse contare e adesso, per qualche strano scherzo del destino, suo fratello stava per perderla.
Thor si voltò e abbracciò il fratello che, estremamente sorpreso, sgranò gli occhi : << Thor, per gli dei, cosa fai? >> disse cercando inutilmente di sfuggire alla presa del dio del tuono.
<< Non temere fratello, >> disse il primogenito di Odino << ti prometto che non la perderai. Tutto andrà bene. >> gli sussurrò e Loki sorpreso e commosso, restituì l’abbraccio.
Quando i due si allontanarono, Thor mise una mano sulla testa del fratello e gli scompigliò i capelli : << Sai, >> disse il fratello maggiore << non mi è affatto dispiaciuto vedere Sif in preda al panico. >>
Loki lo fissò per qualche secondo e poi scoppiò in una sonora risata che contagiò anche il fratello.
Smisero di ridere quando videro la figura di Frigga : << Figli miei, il Padre degli Dei vuole vedervi immediatamente. >> disse a fiato corto.
I due principi si guardarono perplessi e contemporaneamente, si alzarono per seguire la madre.
Quando entrarono nella camera di guarigione, videro Artemis immobile sul letto con decine di persone che la osservavano e il Padre che guardava la principessa con aria affranta.
<< Figli miei, >> disse Odino << vostra sorella sta bene e si rimetterà fra qualche giorno . >>
Subito i fratelli sorrisero e gioirono della notizia.
Odino, però, alzò una mano, facendo loro segno di fermarsi : << Vostra sorella starà bene ma è pericolosa. La magia che ha fatto è molto oscura, malvagia. Lady Sif è salva per miracolo. >> sussurrò << Artemis non è consapevole del tipo di potere che serba dentro se e per questo motivo, ritengo che , finché non sarà in grado di gestire le sue doti e controllarsi, la principessa di Asgard stia lontana dagli altri e che potrà essere avvicinata solo da me o dalla regina. >> concluse con un colpo di lancia in terra.
Loki rimase senza parole e Thor lo trovò ingiusto : << Padre, >> disse << io non credo che… >>
<< Basta così! >> tuonò Odino << Lei è un pericolo per tutti noi e verrà trattata da tale. Questi sono i miei ordini! >> disse severo e uscì dalla camera, seguito dalla moglie e dai servitori.
Thor sospirò : << Andiamo fratello, usciamo e facciamo riposare nostra sorella. >> disse poggiando una mano sulla sua spalla << Ne avrà davvero bisogno. >>
Loki annuì,  Thor s’inchinò ai piedi del letto della principessa e uscì dalla camera.
Loki si avvicinò al letto dove Artemis dormiva beatamente. La guardò e sorrise: avevano passato tantissimi momenti insieme e , fi da che avesse memoria, erano sempre stati legati profondamente da qualcosa di forte, molto forte.
Il principe si chinò e diede un bacio sulla fronte alla sorella che, avvertendo la sua presenza, sorrise.
Una piccola lacrima sfuggì al controllo di quel dio che stava lottando per soffocare quella tristezza che cresceva in lui insieme alla consapevolezza, di quello che d’allora in poi sarebbe successo.
Uscì di corsa dalla camera, correndo nei corridoi del palazzo pensando che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per risolvere la situazione.
 
La mattina dopo, dozzine di ancelle lavoravano indaffarate per spostare tutte le cose della principessa dalla stanza attuale ad una nuova, situata nella torre ovest del palazzo.
Odino dispose due guardie alla sorveglianza di quella specifica ala, ordinando che nessuno entrasse o uscisse senza che lui ne fosse a conoscenza.
Artemis, intanto, era in compagnia della madre e piangeva ogni lacrima di cui potesse disporre : << Madre, >> disse singhiozzando << non posso pensare di vivere così. Come farò senza i miei fratelli? >>
Frigga, commossa e triste, abbracciò la figlia : << Figlia mia adorata, >> disse << se davvero ami i tuoi fratelli e tutti coloro che ti circondano, capirai perché io e Padre stiamo agendo così. Alcune volte, è necessario sacrificare la propria felicità per quella altrui. >> disse con più dolcezza << Dimmi cara, vorresti mai far del male a tuo fratello, Loki? >> chiese, sicura di aver posto l’esempio migliore.
Artemis la guardò sconcertata : << Mai madre. >>  disse inorridita << Non potrei sopportare l’idea di veder Loki sofferente. È per questo che ho fatto del male a Lady Sif. Pensavo che lei lo avesse fatto piangere ma, in realtà, lui piangeva perché mi credeva ferita gravemente. >> spiegò la principessa, triste come mai prima.
Frigga rimase sorpresa da quella confessione : << Oh, >> disse con voce più acuta del solito << Loki piangeva per te? >> chiese pensierosa la regina.
La principessa annuì e sua madre sorrise allegra.
Artemis parve colta di sorpresa e scrutò attentamente il volto della madre : << Cosa c’è di tanto divertente, madre? >> chiese leggermente infastidita .
Frigga la guardò con dolcezza : << Niente mia diletta. È solo che tu e tuo fratello avete un legame tanto forte. Con il tempo, spero che voi due continuiate a volervi bene come adesso. >> disse carezzandole il viso.
La principessa abbracciò forte la madre : << Oh il nostro legame durerà per molto tempo. >> disse decisa.
Le ancelle riferirono alla regina che la nuova stanza della principessa era pronta.
Madre e figlia si incamminarono verso la torre ad ovest e, attraversando i corridoi, s’imbatterono nel principe Loki, di ritorno dalla biblioteca.
Artemis si fermò e Loki la guardò dritto negli occhi: avrebbe voluto dirle una miriade di frasi per tranquillizzarla, per confortarla ma non riuscì a dir nulla.
La regina guardò la principessa eloquentemente e le fece cenno di seguirla.
Artemis annuì e Frigga si incamminò lungo il corridoio dorato.
Loki le sorrise e le si avvicinò con fare indifferente. Quando furono abbastanza vicini, il principe sorrise : << Per sempre. >> sussurrò guardando la sorella con sguardo penetrante.
Artemis sorrise a sua volta e lo guardò dritto negli occhi : << Per sempre. >> sospirò e così, seguì la madre verso la sua nuova dimora.








 

Angolo autrice

Ecco qui il nuovo capitolo :D
Come avrete sicuramente notato, il rapporto che c'è fra Loki e Thor è molto pacifico seppur con qualche screzio e qualche rivalità.  Spero sia di vostro gradimento :D 

Tornerò presto con un nuovo capitolo e sarò lieta di leggere le vostre opinioni.

Un bacio, Katie :D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Desire ***




3 anni dopo.




Passarono innumerevoli giorni dalla decisione da parte di Odino di rinchiudere sua figlia nella torre ad ovest del palazzo reale.
Nessuno la vedeva da ormai tre anni, con l’eccezione della regina e del Padre degli Dei che andavano regolarmente a recarle visita. A palazzo, c’era chi fosse convinto che fosse scappata, altri credevano che il re l’avesse esiliata e altri ancora, sostenevano che fosse semplicemente una persona riservata che non amava la vita di corte.
 Il Padre degli Dei giustificò l’assenza della figlia agli eventi di corte dicendo che la principessa Artemis, fosse in ritiro per meglio apprendere la magia e per studiare con più tranquillità.
Tutti ovviamente sapevano quale fosse la realtà dei fatti e, ascoltando i racconti in merito alla sciagura capitata a Lady Sif, la gente iniziò a chiamarla “La strega di Asgard”.
La famiglia reale cercava sempre di non dar peso a quel soprannome di infima natura, ma, tuttavia , i comportamenti di Artemis nei confronti delle ancelle e delle dame di compagnia, non fecero che rafforzare la validità di tale diceria. Era diventata molto fredda, sarcastica e anche abbastanza ostile verso gli altri ma Frigga e il Padre, attribuirono tali tendenze alla sua estrema solitudine.
Che la principessa fosse una strega era ormai risaputo ma, quelli che molti non sapevano era che costei possedesse una specie di magia molto particolare, in grado di creare incantesimi, malefici e sortilegi. Praticava la stregoneria ma nei modi più puerili conosciuti.
Creava illusioni, stregava gli oggetti, tormentava le fanciulle a corte con orribili visioni, spesso aveva giocato brutti scherzi a tutti. Diede fuoco all’armatura di Heimdall, incollò Hogun al pavimento, rimpicciolì la spada di Fandrall , rese invisibile Volstagg per due giorni e continuò a tormentare Lady Sif che, ai suoi occhi, rimase la colpevole di quella relegazione tanto crudele.
Una volta, si prese gioco perfino a suo padre, tramutandolo in un corvo per quasi cinque ore rendendolo estremamente adirato e facendo sì che le sue stanze furono “abbellite” da due ulteriori guardie.
Le uniche persone ad essere lasciate in pace dalla principessa erano i suoi fratelli e la regina Frigga.
La principessa non aveva motivo di prendersela con loro perché non le avevano mai fatto nulla ed avevano sempre cercato di convincere il re a liberarla.
Una mattina, Artemis stava studiando nella sua camera da letto quando sentì dei rumori provenire da fuori.
La principessa allora, incuriosita, si sporse dall’ampia finestra e scorse i suoi fratelli, accompagnati da Sif e i Tre guerrieri.
<< Sorella! >> urlò Thor nel vederla << Unisciti a noi.>> disse << Padre si trova a Midgard e Madre è con lui. >>.
Loki si limitò a guardarla, raggiante e felice come mai in quei tre anni. Il suo cuore smise di battere per qualche secondo. Non si vedevano da anni ormai e lui quasi si commosse nel vedere il sorriso di quella sorella che le era stata tolta per un piccolo incidente.
Tutti risero entusiasti all’idea, tutti tranne Sif. Ma Artemis corrugò la fronte : << Sai che non posso fratello, >> disse << Heimdall lo saprebbe. >>
Thor rise sguaiatamente : << Tutti noi sappiamo che Heimdall non può vederti, sorellina. >>
La principessa non se lo fece ripetere due volte: mise i piedi al di fuori della finestra e guardò il fratello dagli occhi verdi sorridendo : << Loki, prendimi!! >> e così dicendo, si lasciò cadere dalla finestra.
La torre era parecchio alta e per un secondo Loki ebbe paura di non riuscire a prenderla ma ,quando si materializzò accanto a lei e la prese in braccio, la trovò estremamente leggera e dopo pochi secondi, i due toccarono terra incolumi.
Tutti gridarono eccitati dalla scena, e Artemis non si staccò dal fratello per dei lunghissimi minuti.
Lo trovava cambiato.
Era cresciuto tantissimo e arrivava tranquillamente al metro e novanta. Era sempre magro anche se le risultò più robusto e palestrato, quel tanto che bastava per combattere. I capelli arrivavano alle spalle, corvini, lisci e ordinati. La pelle era rimasta del color alabastro di sempre, e gli occhi brillavano di luce propria, in una tonalità di verde smeraldo incantevole.
Artemis gli si avvicinò all’orecchio : << Questi tre anni ti hanno giovato, fratello. >> sussurrò con voce alquanto sensuale.
Loki sorrise : << Anche a te, sorella. >> disse ridendo.
“Altroché se questi tre anni le hanno giovato!” pensò il dio degli inganni.
La principessa era diventata più alta di qualche centimetro, era magra e aveva un seno generoso, i fianchi stretti, i capelli sempre neri, lunghi fino al fondoschiena e pelle pallidissima come la Luna.
Le sue movenze però, non erano più quelle di una bambina ma quelle di una giovane donna consapevole della sua bellezza.
La cosa che più colpì il giovane dio, furono i suoi occhi che, un tempo blu scuro, adesso erano diventati di un colore tendente all’indaco chiarissimo, rendendo la sua figura ancora più simile a quella di una strega.
Artemis, notando lo stupore del fratello, si schiarì la voce per farlo tornare al presente.
<< Potresti anche mettermi giù adesso. >> gli sussurrò all’orecchio.
Lui sorrise leggermente imbarazzato e l’adagiò delicatamente a terra.
Lei gli sorrise e gli posò un bacio sulla guancia.
<< Allora, >> disse riferendosi agli altri << vi posso salutare? >> chiese sorridendo.
Thor subito rise e abbracciò la sorella.
Non era cambiato affatto il dio del tuono: era solo cresciuto in altezza e in stazza, solito viso eccetto che per la barba lunga.
Appena Thor lasciò la presa sulla sorella, Volstagg le strinse la mano per salutarla. Altrettanto fece Hogun che le rivolse un leggero inchino in aggiunta.
Quando fu il turno di Fandrall, Artemis sorrise.
Il giovane le s’inchinò baciandole la mano : << Mia principessa,  la lasciai splendida tre anni fa e adesso la trovo oltremodo incantevole e inoltre, >> disse il ragazzo con savoir-faire << mi permetta di dirle che la trovo davvero mozzafiato. >> e fece l’occhiolino.
Artemis gli sorrise mentre suo fratello Thor lo tirò per il braccio : << Come osi comportarti da damerino con mia sorella, la principessa? >> urlò il dio del tuono decisamente fuori di se.
Hogun e Volstagg risero : << Andiamo Thor, lascialo stare. >> disse il primo mentre il secondo, ancora ridendo, prese l’amico biondo sottobraccio e lo trascinò via.
La principessa alzò lo sguardo e, come tanti anni prima, vide una figura in disparte.
Ghignante, la figlia di Odino, si diresse in direzione della guerriera.
La guardò attentamente: si era irrobustita, era alta quasi quanto lei e aveva dei lunghi capelli neri.
<< È  un vero piacere rivederti. >> disse lei sorridente.
La guerriera sorrise e s’inchinò : << Il piacere è tutto mio, principessa. >> disse freddamente.
Artemis allora, decise di dare il peggio di se : << Hai dei capelli meravigliosi, Sif. >> disse sorridente.
Sif abbozzò un sorriso ma non rispose.
Thor a quel punto, sbuffò : << Ecco la Strega di Asgard! >> disse ad alta voce.
Sif, Thor e i Tre Guerrieri risero ma Loki, conoscendo bene la sorella, rimase immobile, senza emettere un fiato.
Ad Artemis, si gelò il sangue nelle vene : << Come mi hai chiamata Thor? >> chiese sibilando.
Thor allora rise : << Ti ho chiamata come ti chiamano tutti, qui ad Asgard. >> disse e tutti smisero di ridere.
Passarono vari minuti senza che nessuno proferisse parola ma poi, il silenzio fu interrotto dalla principessa stessa : << Andiamo ragazzi, >> disse << lo so che mi chiamano così, che credete? >> continuò e tutti, vedendola tranquilla, si rilassarono : << Se mi hanno soprannominata “strega” è perché c’è un motivo. Ho rovinato i capelli di Sif, ho dato parzialmente fuoco ad Heimdall, praticamente ho giocato brutti scherzi a tutti voi. Mi merito questo nome se si pensa che le uniche persone a cui ho concesso la mia grazia sono Madre e Loki.>> disse pronunciando con maggiore enfasi il nome del fratello.
Volstagg sorrise : << Beh, hai graziato anche Thor, no? >> disse placidamente.
E fu allora che Artemis sogghignò : << Non direi. >> disse con fare maligno << E tu, Thor? >> chiese indicando il fratello.
Thor provò a parlare ma non vi riuscì: ogni volta che provava a dire qualcosa, la sua bocca non si apriva per quanto ci provasse.
Tutti rimasero sconvolto,  eccetto Loki che guardò la scena ammirato.
<< Così impari a darmi della strega,  fratellino. >> disse e si diresse verso Loki il quale, le sorrise ampiamente : << Un colpo da maestro! >> disse lui con voce bassa e calda.
La sorella gli sorrise e si avvicinò all’orecchio : << Vieni stasera in biblioteca, alle sette. Ti devo parlare. >> sussurrò e così facendo, tornò in camera ,salutando gli altri con un profondo inchino.
 La biblioteca era sempre stato il loro posto.
Da bambini, si nascondevano lì a leggere, studiare e qualche volta si nascondevano anche dal fratello maggiore che voleva farli combattere.
Loki conservava ricordi splendidi in quel luogo e, quando la sorella fu reclusa, divenne il suo rifugio.
Il principe sorrise e varcò la soglia della biblioteca.
Camminò lentamente tra i corridoi, adocchiando di tanto in tanto, qualche nuovo volume.
Arrivò alla sezione delle rune antiche e vide una guardia. Questi lo guardò e s’inchinò : << Principe, >> disse ad alta voce << mi scuso di averla interrotta, ma la principessa Artemis è fuggita. >>
Loki rise : << E come mai è riuscita a scappare, mi chiedo. >> disse tagliente.
La guardia abbassò lo sguardo e nello stesso momento in cui stava per rispondere, Artemis spuntò sbruffando : << Sono qui, laida bestia! >> disse la principessa rivolgendosi al suo carceriere.
<< Principessa Artemis! >> disse questi felice.
La fanciulla ghignò : << Sì, è il mio titolo. >> disse << E adesso andiamo. >>.
La principessa non salutò il fratello e subito uscì dalla biblioteca .
 La guardia s’inchinò e la seguì di gran corsa.
Loki rimase solo e scosse la testa e riprese a camminare e dopo qualche metro, si sentì tirare per il braccio.
Sorpreso si voltò e vide il volto della sorella a pochi centimetri dal suo viso : << Ma che… >>  disse il principe e subito la ragazza gli tappò la bocca con una mano.
<< Era un’illusione costruita molto bene, ma adesso ascoltami attentamente. >> disse Artemis << Padre ha deciso di allontanarmi da Asgard. Ritiene che la mia magia sia instabile ed è preoccupato per il nostro regno. >> concluse abbassando lo sguardò e gli occhi le diventarono molto scuri.
Loki sentì il mondo crollargli sulle spalle : << Come ? >> chiese in un sussurrò, con espressione devastata.
Artemis allora lo abbracciò, buttandogli le braccia al collo.
Loki le appoggiò la guancia sulla testa e la strinse forte a se : << Non ti preoccupare sorellina, >> disse lui con voce dolce << ovunque tu andrai, io ti seguirò. >> e le baciò la testa.
La principessa lo scostò bruscamente e puntò gli occhi in quelli del principe.
<< No, >> urlò << non puoi. Padre non lo permetterebbe. È stato chiaro: mi vuole lontana da tutto e tutti. >> tacque per un secondo << Te incluso… >> disse con voce fredda.
Loki sospirò dandole le spalle : << Allora mi hai fatto venire qui per dirmi addio, sorella. >> disse con tono accusatorio.
Artemis rise tristemente e appoggiò le spalle alle sue, chiudendo gli occhi : << Ma non potrà mai essere un addio il nostro. >> disse cercando le sue mani .
Loki sorrise amaramente : << Cosa te lo fa pensare? >> disse a bassa voce, intrecciando le dita della mano sinistra in quelle della sorella.
La principessa strinse la mano del fratello ancora di più e una piccola lacrima le rigò la guancia : << L’abbiamo promesso, Loki e credimi, sarà per sempre. >> disse.
Loki corrugò la fronte : << Non posso sopportare l’idea di perderti ancora, sorella. >> disse e lei lasciò la sua mano.
Artemis sbuffò e l’obbligò a voltarsi : << Io non ho scelta! >> disse con fermezza << Non posso stare qui, aspettando che questo potere che ho dentro cresca senza che io possa controllarlo. Non posso neppure pensare a quali conseguenze potrebbero esserci. >>.
Lo guardò dritto negli occhi.
<< La tua convinzione è disarmante, sorellina >> disse lui piccato << ma adesso ti pongo la situazione su un piano diverso: resta. >>
Il dio degli inganni si avvicinò ancora di più alla fanciulla e le prese il viso fra le mani, guardandola con dolcezza e con occhi lucidi, verdi più che mai : << Resta per me. >> disse in un soffio << Resta con me. >>
Artemis sentì il cuore batterle fortissimo e accarezzò il viso del dio delicatamente : << Se vado vai è proprio per proteggerti. >> disse << Io andrei ovunque, se questo vuol dire saperti al sicuro. E poi, se dovessi farti del male, non potrei mai perdonarmelo.>> concluse la principessa guardando e accarezzando il viso del fratello.
Loki chiuse gli occhi, beandosi di quella dolcezza e rimasero immobili per alcuni minuti.
Poi il dio, posò le labbra su quella mano carezzevole.
<<  Quando parti? >> chiese lui con voce bassa e calda.
Lei sospirò, sorpresa dai gesti del fratello e ferita dalla domanda : << Stanotte. >> rispose seccamente.
Sentì il fratello irrigidirsi per un momento, poi subito tornò normale : << Capisco sorellina. >> disse lui continuando a baciarle la mano.
Lei era completamente inebriata da quei baci e ,allo stesso tempo, estremamente infastidita dal fatto che lui la chiamasse “sorella”.
<< Non chiamarmi sorella, Loki. >> disse in un sospiro.
Lui, sempre ad occhi chiusi, corrugò la fronte : << Perché non dovrei? >> chiese, mettendo la mano libera dietro la schiena della principessa.
Artemis, irritata e anche confusa, avvicinò di scatto le labbra all’orecchio del dio degli inganni, sorprendendolo : << Ti ricordo che non siamo fratelli. >> disse con voce sensuale.
Loki sorrise e trovò il viso di lei a pochi centimetri dal suo.
Nel vedersi così vicini, stretti l’uno all’altra, entrambi trattennero il respiro.
Lei desiderava ardentemente un suo bacio da anni ma lui non comprese mai i suoi segnali.
Probabilmente non si sarebbero visti per altri tre anni, se non di più e lei non poteva partire senza avergli confessato i suoi sentimenti.
“ O la va, o la spacca!” pensò Artemis e si strinse ancora più a lui.
Loki ,che da canto suo voleva e provava le medesime sensazioni della “sorella”, la strinse forte, rubandole un sospiro e avvicinò di un po’ le sue labbra a quelle di Artemis.
Artemis non ci pensò due volte: si avvicinò a Loki e annullò le distanze fra loro, dandogli un bacio profondo, appassionato e agognato che tolse il fiato ad entrambi. Quando si allontanarono, Artemis si divincolò dalla sua presa e Loki la guardò contrariato. 

Lei sorrise : << Accertati che questo bacio sia l'ultimo che avrai fino al mio ritorno. >> disse imboccando l'uscita della biblioteca.
Il dio le sorrise confuso e felice : << Ci puoi contare, Strega ! >> disse e tornò nelle sue stanze.





Angolo autrice 
Ebbene sì! 
Ecco a voi il primo bacio di questi due adorabili ragazzi *.* 
Spero vi piaccia anche questo capitolo e prometto che il prossimo sarà sensazionale!
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando :D 
Un bacio, Katie :D 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Only once ***


La mattina dopo, Loki si svegliò di ottimo umore.

Aveva passato gran parte della notte a pensare al bacio, al suo primo bacio e , durante quelle poche ore di sonno che gli rimasero, sognò della fanciulla che glielo donò.
Arrossì anche solo al ricordo. Avrebbe voluto darle altri cento, mille baci, ma sapeva che non era possibile.
Era lontana da casa, su uno dei Nove Regni ed era cosciente del fatto che non  l’avrebbe rivista per qualche anno.

Sorprendentemente, non ne era preoccupato: Artemis manteneva le promesse, lui lo sapeva bene, e lei gli promise che sarebbe tornata presto e, con quel bacio, aveva definito e stabilito ciò che desiderava.
Per un attimo, il principe si rese conto che quella fanciulla, quella giovane donna, desiderava lui e ne fu davvero lusingato.
Loki scosse il capo e uscì veloce dalle sue stanze per recarsi in biblioteca.
Una volta lì, prese un libro di antiche rune e s’immerse completamente nella lettura.
Era immobile, assorto e tale rimase finché una figura a lui conosciuta, non gli si avvicinò : << Figlio adorato, >> disse la regina con voce colma d’affetto << è una giornata splendida. Perché non leggi nel giardino? >> chiese dolcemente.
Il principe distolse lo sguardo dalla lettura e, con sorriso raggiante, guardò la madre dritto negli occhi : << Madre, se per voi non è un disturbo, >> disse allegramente << preferirei rimanere qui. >>
Frigga l’osservò attentamente: occhi lucidi e verdi, brillanti, sorriso ammaliante, ottimo umore potevano voler dire solo una cosa.
La regina sospirò : << Loki, >> disse affranta << non dirmi che stai architettando una delle tue malefatte. Ho già dovuto rimediare alla maledizione scagliata ieri a tuo fratello. >>
Loki parve allarmato : << Maledizione Madre? >> chiese incuriosito.
Frigga annuì : << A quanto pare, tua sorella ha deciso che Thor non potrà più pronunciare la parola “strega” >> disse sorridendo appena divertita << e che se lo dovesse fare, si troverà con la bocca incollata per almeno due ore. >> concluse e una leggera risata le scappò  dalle labbra.
Il principe rimase interdetto per qualche secondo, poi scoppiò in una risata sonora : << Artemis è davvero geniale, Madre. >>  disse estasiato dal nome della giovane strega << E poi, se mi si passa il commento, Thor se l’è cercata: l’ha chiamata Strega di Asgard. >>
La madre gli afferrò la mano : << Mio caro, >> sussurrò << tua sorella è una persona straordinaria e, come tale, viene vista dagli altri con sospetto e timore perché non tutti sono in grado di comprendere la bellezza, l’unicità e le particolarità di una persona speciale.>> sorrise dolce e amorevole << Io ho visto tutte queste splendide qualità in lei e l’ho amata. >> disse solenne << Credo che tu per lei, condividi il mio stesso sentimento. >>
Loki abbassò la testa e sorrise amaramente : << Madre, >> disse imbarazzato << io non credo di provare il vostro medesimo sentimento per Artemis. I miei sentimenti per lei sono di un affetto che supera di molto il vostro, anzi, io la amo con tutto il cuore. >>
La regina gli sorrise : << Oh figlio mio , è normale. >> disse << L’affetto che una madre prova per i figli è infinito, ma quello che i fratelli provano tra di loro è costruito sulla complicità. Anche io ho sempre amato i miei fratelli e le mie sorelle profondamente. >>
Loki la guardò per qualche minuto, poi le sorrise : << Sì, >> disse << è esattamente quello che provo per  mia sorella. >>
Frigga lo abbracciò e il principe si sentì in colpa per averle mentito. Ma, d’altra parte, cosa poteva fare? Dirle che la sera precedente aveva baciato quella che tutti consideravano la principessa di Asgard, nonché sua sorella? No, certo che no.
La regina sciolse l’abbraccio e si diresse verso l’uscita della biblioteca : << Oh Loki, >> disse improvvisamente << tra mezz’ora, Padre attende te e tuo fratello nella sala del trono. >>
Loki guardò la madre perplesso e lei gli sorrise : << Deve fare un annuncio. >> disse e rapidamente uscì.
Il principe riprese la sua lettura, preoccupato per l’udienza con il Padre degli Dei.
 
 
Le guardie erano ferme dinanzi alla porta della sala del trono e Loki aspettava impaziente il fratello.
Quando Thor arrivò, il secondogenito di Odino parve sollevato.
Thor gli sorrise : << Fratello, >> disse sussurrando << sai per caso ciò  che Padre ha da dirci? >>
Loki strinse le spalle : << No, Thor. Non ne ho idea. >> disse.
Mentì.
In realtà, il principe era convinto che il Padre degli Dei sapesse che aveva incontrato di nascosto Artemis e temeva una punizione.
Ad Asgard, chiunque osasse violare un ordine del re, veniva accusato di alto tradimento, indifferentemente da chi fosse il traditore.
Improvvisamente, una guardia uscì dalla sala del trono, distraendolo da i suoi pensieri : << Principe Thor, principe Loki. >> disse la guardia inchinandosi << Il Padre degli Dei vi  attende. >>
I due fratelli si guardarono, si scambiarono una rapida occhiata carica di preoccupazione ed entrarono nella sala del trono.
Quando entrarono, videro il Padre seduto sul trono che parlava con la regina.
I principi di Asgard, s’inchinarono e il padre sorrise : << Figli miei, >> disse calmo << vi ho convocati perché devo parlarvi di una situazione molto delicata. >> concluse incamminandosi verso la scalinata del trono.
Scese un paio di gradini accompagnato da Frigga, che aveva l’aria distrutta. Loki e Thor si accigliarono vedendo la madre così affranta.
<< Vedete, >> disse Odino voltandosi verso la moglie << io e vostra madre abbiamo deciso di allontanare Artemis da Asgard finché non imparerà a controllare la sua magia. >> concluse guardando i figli.
Loki guardò il padre e poi la madre: il re di Asgard aveva il volto rilassato, tranquillo mentre la regina era sconvolta, infelice e anche preoccupata.
<< Padre, >> disse d’un tratto Thor << lo so che nostra sorella non è stata sempre corretta nei confronti degli abitanti del palazzo, ma mandarla via non gioverà a nessuno, tantomeno a lei. Non è un pericolo per Asgard e sono sicuro… >>
<< Basta così! >> disse Odino << Non accetto le tue critiche, Thor. Artemis viaggerà per i Nove Regni fino a che lo deciderò io! È un pericolo ed Asgard non può concedersi il lusso di ospitare una principessa mentalmente instabile. >> tuonò il Padre degli Dei.
Loki si alzò e guardò il padre. Subito provò una rabbia incontrollabile per il re, poi decise di ricorrere alla sua proverbiale astuzia e annuì con il capo : << E sia Padre. >> disse inchinandosi.
Odino parve orgoglioso di quella reazione, mentre Frigga ne fu sorpresa.
Il secondogenito di Odino si schiarì la voce : <<  Chiedo solo che il Padre degli Dei , conceda a me e a mio fratello un favore. >> disse ossequioso.
Il Padre degli Dei rise appena : << Dimmi pure, figlio mio. >> disse tranquillamente.
Loki sospirò e poi lo guardò sorridente : << Vorrei poter vedere Artemis una volta al mese, Padre. >> disse e sia Thor che Frigga lo guardarono sorpresi.
Il re ci rifletté su : << Figlio mio, ti concedo di vederla una volta all’anno e solo per mezz’ora. >> disse << Ovviamente, concedo questo favore anche a te, Thor. >>
Loki abbozzò un sorriso e fece un cenno con il capo : << Grazie Padre. >> disse e uscì dalla sala del trono.
Camminò svelto fra i corridoi dorati del palazzo, con gli occhi lucidi e la mascella serrata.
Arrivò nelle sue stanze e , una volta chiuse le porte, si lasciò cadere sul letto.
Un solo giorno all’anno, per una sola, manciata di minuti, era troppo poco per il dio degli inganni.
Aveva passato così tanto tempo senza Artemis che ormai avrebbe dovuto essere abituato a starle lontano ma, quando la sera prima l’aveva stretta fra le sue braccia, respirato il suo profumo, accarezzato i suoi capelli e baciata, provò una sensazione di totale beatitudine e per la prima volta da tempo, si sentì completo, felice. Non voleva assolutamente che tutto questo gli fosse portato via una seconda volta ed era per questo che aveva parlato con il padre, che aveva tentato di seguirla, di stare con lei, di poterle dire “ Sono qui per te”. Tutto fu inutile perché ormai il Padre degli Dei aveva deciso.
Loki alzò lo sguardo e guardò fuori dalla finestra. Vide il cielo diventare lentamente ametista per poi tramutarsi in blu chiaro. Le stelle erano brillanti e il principe sapeva perfettamente che fra quelle stelle c’era anche i Nove Regni e che su uno di questi, Artemis lo aspettava impaziente.
A distrarlo da quei pensieri fu il rumore della porta. Il principe chiuse gli occhi e sbuffò seccato : << Non voglio essere disturbato. >> disse in tono neutrale.
Nella stanza rimbombarono dei passi pesanti e Loki allora alzò lo sguardo.
I suoi occhi smeraldini incontrarono quelli azzurri di Thor, che guardava il suo fratellino preoccupato.
Loki sbuffò e fece cenno al fratello di avvicinarsi. Thor sorrise e si sedette sul letto accanto a quel fratello tanto turbato e irritato : << Sai, >> disse il maggiore << forse ho capito perché hai agito così con Padre. >> concluse mettendogli una mano sulla spalla.
Loki sorrise amaramente : << Davvero fratello? >> chiese guardandolo negli occhi.
Thor rise pacatamente : << Sì, >> disse a bassa voce << davvero. Il problema è che tu non lo hai ancora capito. Hai sempre guardato Artemis in modo diverso dagli altri e io me ne accorsi almeno tre o quattro anni fa. Sei perspicace fratello, è vero, ma con i tuoi sentimenti, non vuoi averci a che fare. >>
Il dio del tuono sospirò e fece alcuni minuti di pausa per dare tempo al fratello si assimilare quelle parole : << Ad ogni modo, >> riprese Thor << Padre ha deciso anche il giorno in cui andremo a fare visita a nostra sorella. Io andrò a trovarla il 21 giugno mentre tu fratello, andrai il 21 dicembre. >>  disse cercando di sorridere.
Loki lo guardò per un po’ e poi finse un sorriso : << Andrai a trovarla per primo. >> disse mesto << In quale regno si trova? >> chiese curioso.
Thor gli sorrise : << Si trova a Muspellsheim. >> disse  alzandosi dal letto e dirigendosi alla porta.
Loki non disse nulla e rimase dov’era, ormai perso d’animo.
<< Ah, per quanto riguarda la scelta del giorno, >> disse improvvisamene il dio del tuono << ho pensato ti avrebbe fatto piacere vedere mia sorella il giorno del suo compleanno. >>
Il secondogenito di Odino rimase perplesso : << Beh, ti ringrazio fratello. >> disse meditabondo.
Thor era sul ciglio della porta quando Loki parlò : << Ti ricordo che Artemis è anche mia sorella, Thor. >> disse ghignante e leggermente infastidito dall’atteggiamento del fratello.
Thor rise sguaiatamente e poi tornò serio :  << Io considero Artemis mia sorella , ma è evidente che per te lei è molto più di ciò. >>  disse e sorridendo allegro, andò via, lasciando Loki solo e sorpreso.
 
 







 

Angolo autrice

Scusate per il ritardo ma lo studio chiama T_T
Spero che gli avvenimenti siano di vostro gradimento e beh, che dire, questi due giovani sono sfortunati!!
Tornerò prestissimo con un nuovo ( e più che smielato!) capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate! :D
Un bacio, Katie :D

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** A problem to solve ***


21 dicembre, prima visita.
 
Il cielo di Asgard  era  scuro, pieno di stelle brillanti quando Loki si svegliò.
Non riusciva a dormire  da più di una settimana a causa della ormai imminente visita. Era teso, nervoso e non sapeva cosa aspettarsi da quel breve incontro .
Sapeva che in quel momento Artemis si trovava su Niflheim per approfondire la sua magia tanto misteriosa e sapeva anche che era tutta sola, spaventata e triste.
Sì, lo sapeva: glielo aveva detto Thor quando tornò dalla visita che gli spettava.
<< Fratello, >> disse il dio del tuono << ho visto nostra sorella in molti modi, ma non l’avevo mai vista tanto disperata. >>
Loki ricordava che dopo quella frase di tanti mesi prima, implorò Padre di far tornare la principessa a casa, con scarsi risultati.
Thor lo aveva appoggiato, ovviamente ma il Padre degli Dei non volle assolutamente cambiare la propria decisione.
Da quel momento, Loki si rassegnò e capì che l’unica cosa che poteva realmente fare era dare conforto alla sorella, scrivendo in una lettera tutto quello che avrebbe voluto dirle durante la sua assenza.
Purtroppo però, non aveva neppure pensato al contenuto della lettera e la cosa lo preoccupò notevolmente.
Subito, sì alzò dal letto e corse alla scrivania della sua stanza.
“ Cosa posso scriverle? ” pensò corrugando la fronte.
Sorrise e prese una piuma di corvo regalatale proprio dalla destinataria della lettera incompiuta.
 
“ Artemis,
spero di vederti presto. 
A palazzo, si sente la tua mancanza e tutti ti attendiamo ansiosi.
Mi auguro gradirai il regalo.
Saluti, 
Loki Odinson. ”
 

Il principe rilesse la lettera  e sospirò.
Stava per gettarla via quando, inaspettatamente, qualcuno bussò alla porta.
Loki, sorpreso, si diresse verso la porta e la spalancò, scoprendo la figura di un Thor assonnato e irritato.
<< Fratello, >> disse il dio del tuono con voce impastata << ero venuto per svegliarti ma vedo che sei già pronto per oggi. >>
Loki strabuzzò gli occhi e sorrise nervoso : << Mi pare normale fratello caro. >> disse con voce squillante << Mi sto preparando a questo giorno da mesi e mesi. >> riprese gironzolando teso per la stanza << Le ho addirittura scritto una lettera molto toccante. >> disse dirigendosi alla scrivania .
Thor lo seguì perplesso, arrivò alla scrivania , prese la lettera e ne lesse il contenuto.
Il dio degli inganni, trattenne a lungo il respiro chiedendosi, perfidamente, se il fratello sapesse leggere.
Quando sentì la fragorosa risata di Thor rompere il silenzio calato nella stanza, ebbe la risposta alla sua sgradevole domanda : sì, sapeva leggere ,purtroppo.
Il dio del tuono guardò il fratello con sguardo dolce e allo stesso tempo ironico : << E questo sarebbe toccante? >> disse scoppiando dalle risate.
Loki si infastidì e gli prese il foglio dalle mani bruscamente : << Sì, questo sarebbe toccante. Molto meglio dei tuoi rudi e sgarbati commenti rivolti alle ancelle, fratello. >> disse seccato e colpito nel vivo il secondogenito di Odino.
Thor allora, sorrise affettuosamente : << Fratellino, >> disse << questa lettera sembra una comunicazione di guerra! Le donne vogliono sentirsi dire cose dolci, non  cose del tipo “ Ti attendiamo ansiosi. ” >> disse imitando malamente la voce del fratello << E poi, onestamente, credo che a lei non interessi affatto di noi. >> concluse il dio biondo.
Loki arricciò il naso,  irritato dalle parole del fratello maggiore : << Cosa ti fa pensare che a lei non interessi di te? >> chiese curioso e sardonico .
Thor sorrise : << Quando andai a trovarla, mi lanciò un piatto contro urlando “ Sei solo tu, bastardo!” >> disse scuotendo il capo << Le ci sono voluti almeno quindici minuti per calmarsi e salutarmi con un miserrimo “Ciao fratello” >> s’interruppe per sbadigliare << Mi è sembrato palese che non era me che aspettava, ma te. >> disse mettendogli una mano sulla spalla.
Loki sospirò e gli sorrise lievemente : << Che cosa devo scriverle, fratello? >> chiese abbassando lo sguardo.
Thor sospirò : << Scrivile quello che pensi, quello che è successo durante questo anno, quello che stai studiando e principalmente, scrivile quello che provi per lei. Non è  un reato, sai ? >> disse stringendo la spalla del fratello.
Il dio bruno gli sorrise e Thor si diresse verso la porta ma subito tornò indietro : << Loki, >> disse ad occhi sbarrati << oggi c’è la cerimonia per l’ingresso di Sif nelle guardie reali. >>
Il principe dagli occhi verdi rimase di sasso, immobile : << Non potrò andare a trovarla. >> disse secco ma Thor scosse la testa, furioso : << Non permetterò che questo accada! >> tuonò il primogenito di Odino.
Loki guardò il fratello : << Cosa intendi fare? >> chiese curioso.
Thor si voltò : << Non temere fratello. Tu scrivile la lettera, al resto penso io. >> disse uscendo dalla stanza.
 
                                                                                     ***
Erano quasi le cinque del pomeriggio quando il dio degli inganni sbatté rumorosamente un pugno sulla scrivania.
“ Dannazione! ” pensò e tornò a fissare l’immacolato foglio che aveva dinanzi.
Non sapeva cosa scriverle, non sapeva cosa fare e tantomeno non riusciva a pensare lucidamente a causa dell’imminente cerimonia.
Subito ebbe un’ondata di odio nei confronti della guerriera che, volente o nolente, continuava ad interferire nella sua vita e in quella della sorella.
Mise da parte l’odio e si concentrò su quella stramaledetta lettera.
Durante la giornata, aveva avuto innumerevoli idee, tutte una più brutta dell’altra.
Le scrisse un miserrimo “ Auguri. ”, svariati saluti, dozzine di “ Buona permanenza . ” e qualche smielato “ Mi manchi. ”.
Inutile dire che tutti i suoi tentativi fallirono miseramente e che si ritrovò a corto di idee.
Thor la faceva facile nel dire di scriverle cosa provava per lei, ma il principe dagli occhi verdi proprio non sapeva cosa scrivere.
Forse era perché non sapeva neppure cosa provasse per quella che, in fin dei conti, era sua sorella.
Fece un respiro profondo e volse lo sguardo fuori dalla finestra della sua camera e scorse il cielo. Era limpido, di un meraviglioso color cobalto. Al principe parve lo stesso di sempre, eccetto che per una stella, una piccola, piccolissima stella che però, brillava imponentemente, sovrastando quella lieve oscurità.
Il secondogenito di Odino sorrise : il colore del cielo, gli ricordava gli occhi di Artemis e quella piccola stella ricordava lui l’unicità della principessa ormai lontana. Non era sicuro di come potesse essere definito l’affetto che provava per Artemis, ma di certo a lei teneva immensamente. Dunque, si fece coraggio e prese a scrivere l’ennesima lettera.
 
“ Cara Artemis,
non riesco a quantificare il dolore che provo nel non averti accanto a me.
Ad Asgard, i giorni passano , lenti e monotoni come se fossero l’uno uguale all’altro.
È difficile per me scrivere una lettera e ti chiedo perdono se dovessi eventualmente trovarla noiosa oppure futile. Purtroppo, mi risulta ancora tanto difficile esprimere i miei sentimenti agli altri, specialmente alle persone per le quali provo affetto.
Ad ogni modo, voglio che tu sappia che sia io che Thor, stiamo tentando di persuadere Padre a porre fine al tuo esilio insensato che ti costringe ad essere lontana da noi, da me.
Ho ripensato più e più volte a ciò che è successo in biblioteca la notte della tua partenza, senza però arrivare ad una conclusione. So davvero poco in ambito sentimentale e vorrei tanto saperne di più per poter capire cosa succede ai miei sentimenti.
Ti penso costantemente, non riesco a fare altro che struggermi per te e attendo che i giorni che separano il nostro ricongiungimento si esauriscano, così da poter nuovamente ammirare il tuo sorriso, toccare la tua candida pelle, udire il melodioso e dolce suono della tua risata rimbombare per i corridoi del palazzo. Oh Artemis, mi manca tutto di te, tutto. Non vedo l’ora di poterti stringere nuovamente fra le mie braccia e saperti al sicuro, con me.
Io credo, o meglio spero mia Artemis ,  che quello che provo nei tuoi confronti, sia ciò che provi anche tu per me.
Ancora non ho trovato un nome a questo mio stato d’animo, ma farò di tutto per capire di che si tratta.
Con ciò, ti farò una promessa: se nei prossimi anni riuscirò a comprendere i miei sentimenti e se questi coincideranno ai tuoi,  ti chiederò di essere eternamente mia.
Per ora, mia adorata, attenderò il momento in cui le tue labbra si poseranno sulle mie.
Spero ti piaccia il regalo.
Immensamente tuo,
Loki. ”
 

Il principe rilesse la lettera e, contento del risultato, la ripose con estrema cura in una busta finemente decorata e in seguito, sulla scrivania.
Fu proprio quando Loki fece un respiro di sollievo che Thor entrò sgraziatamente nella camera, con aria compiaciuta e urgente : << Fratello, >> disse ghignante il principe dagli occhi azzurri << ho un piano per farti evadere. >> annunciò fiero.
Loki ghignò entusiasta : << Sono tutt’orecchie, fratellone . >> disse e i due si scambiarono uno sguardo d’intesa.






Angolo autrice
Ecco a voi il nuovo capitolo!
Mi scuso tanto per il terribile ritardo, ma farò ammenda a breve.
Fatemi sapere cosa ne pensate e spero che vi piaccia!
Un bacio, Katie :D

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** A beautiful illusion ***


Loki era tesissimo.
Sapeva di essere il dio degli inganni e sapeva  mentire come nessun’altro , ma proprio non gli piaceva l’idea di prendersi gioco del Padre e di Frigga. Non lo aveva mai fatto in vita sua e non avrebbe voluto farlo.
<< Creerai una tua copia >> disse Thor << e la farai partecipare alla cerimonia al posto tuo. Così, potrai andare da Artemis e nessuno saprà mai nulla. >> concluse il dio, fiero del suo piano eccezionale.
Loki corrugò la fronte : << Sai che questo si ripercuoterà su di noi, vero Thor? >> chiese timoroso e scettico a riguardo.
Il primogenito di Odino sbuffò : << Fratello, sii coraggioso. >> disse e se ne andò, abbandonando Loki alla sua indecisione e ai suoi tormenti.  
Lo avrebbe fatto, ma era timoroso delle conseguenze.
Ci pensò e ripensò per ore e stava per abbandonare il piano assurdo di Thor quando ricordò perché e per chi stesse per fare una cosa tanto deplorevole.
Artemis.
Da un po’ di tempo, tutto quello che faceva, aveva come punto fisso  lei e il poterla finalmente liberare da quella magia così sconosciuta e temibile.
Praticamente, il secondogenito di Odino viveva in funzione della principessa asgardiana e nulla gli avrebbe impedito di averla al suo fianco.
Sorrise sospirando: “ Chi avrebbe mai detto che Loki, il secondogenito del Padre degli Dei, il dio degli inganni, avrebbe avuto rimorsi nell’ingannare qualcuno per amore di una donna? ”
Il suo sorriso, a quel pensiero, subito divenne una sottile linea orizzontale.
Era forse amore quello che provava o era solo un particolare affetto?
Purtroppo, non avendo mai provato nulla di simile all’amore, il dio dai verdi occhi non conosceva a risposta.
Chiuse gli occhi e pensò intensamente a colei che abitava i suoi sogni, colei che ,da bambini, sorrideva ad ogni ora del giorno e lo stupiva con la sua magia unica, colei che lo aveva sempre reso felice.
Sorrise e dopo qualche secondo, si ritrovò nella camera della sorella.
Sospirò guardandosi attorno : non era cambiato nulla da quando erano piccoli.
Il letto sempre nello stesso posto, tanti libri di antiche rune, manuali di magia.
Vide alcuni volumi accumulati sul comodino accanto al letto e rise lievemente. La sorella era via da tempo ormai eppure, il suo disordine regnava nonostante tutto.
Per qualche minuto, si rabbuiò pensando che, con molta probabilità, Artemis non avrebbe mai fatto ritorno ad Asgard.
Lui e Thor sapevano che Odino non avrebbe mai acconsentito a farla tornare, a meno che non riuscisse a dominare e controllare i suoi “ terrificanti ” poteri.
Loki ci pensò su e proprio non riusciva a capire come i poteri della sorella potessero essere terrificanti. Faceva scherzi a tutti, era vero, ma non aveva mai torto un capello agli asgardiani. Eccetto per l’incidente di Sif, era sempre stata innocua.
Già, Sif.
Pensare che per colpa di quella sgraziatissima donna, lui non avrebbe potuto vedere la sorella.
Si lasciò cadere sul letto dalle coperte blu intenso e, triste e abbattuto, pensò nuovamente alla principessa di Asgard.
Poteva quasi sentire la sua presenza, stando nella sua stanza. Immaginò che Artemis sarebbe arrivata da un momento all’altro, entrando con passo svelto e, dopo averlo visto steso sul suo letto, gli avrebbe urlato di scendere dal suo letto. Poi, la ragazza si sarebbe offesa qualora lui l’avesse chiamata “ rozzo chitauro ”, lui le avrebbe chiesto scusa e, ambedue stesi sul letto, avrebbero studiato insieme tenendosi per mano.
Gli parve quasi di vedere i suoi lunghi capelli neri sparpagliati fra le miriadi di cuscini che lei tanto adorava. Si voltò e vide il suo volto rilassato, le braccia incrociate sotto la testa e i suoi occhi chiusi. Appoggiata sul fianco sinistro, indossava un meraviglioso vestito, blu come le notti asgardiane, con la fronte che quasi sfiorava quella del dio degli inganni.
Quella fanciulla, quella bellissima e meravigliosa donna, gli dormiva beatamente accanto e lui si chiese se fosse la realtà oppure solo un sogno.  
Improvvisamente, una brezza leggera si levò e il vento entrò nella stanza, muovendo i capelli della principessa e riempiendo lui i polmoni del profumo inebriante della giovane che, ad avviso del secondogenito di Odino, era realmente lì.
Cautamente, Loki alzò la mano sinistra e la portò a pochi centimetri del viso della ragazza.
Attese tremante innumerevoli minuti con la mano immobile, incerto e timoroso sul da farsi. Poi, in un impeto di coraggio e decisione, posò delicatamente la sua mano dolce sul viso vellutato di Artemis e sospirò. Era calda, morbida e reale.
Era lei.
Quasi pianse dalla gioia quando la giovane sospirò e si rigirò nel letto, facendolo muovere.
Avrebbe voluto svegliarla, chiederle come fosse possibile tutto ciò e invece, l’abbracciò teneramente e la fissò dormire per un tempo indeterminato.
Ad un tratto, Artemis si svegliò e parve ancora più sorpresa di Loki nell’incontrare quegli occhi verde smeraldo, profondi, lucidi e meravigliosi.
Lei lo strinse a sé di scatto : << Ha funzionato. >> gli sussurrò, provocando una moltitudine di emozioni in lui.
Loki le prese il viso tra le mani e poso gli occhi nei suoi : << Cosa ha funzionato? >> chiese lui.
Lei rise : << Un mio piccolo incantesimo di dislocazione. L’ho appreso sul Muspellsheim e mi permette di essere dove voglio. >> disse accarezzando la guancia del dio degli inganni.
Sorrise : << Mi sei mancata. >> disse lui in un sussurro.
Artemis lasciò sfuggire una leggera lacrima al suo controllo e Loki subito la catturò col pollice.
Lei gli sorrise e si alzò dal letto : << Non c’è tempo da perdere. >> disse gironzolando per la stanza << La me attuale, è semplicemente una spettacolare copia. È fatta bene visto che tu puoi addirittura toccarla. >> continuò compiaciuta << Ad ogni modo, oggi devi assolutamente venire a recarmi visita e devi portarmi i volumi di magia oscura. >> concluse scrutando ogni angolo della stanza.
Un Loki visibilmente sconvolto e ancora steso sul letto, scosse la testa : << Aspetta un secondo, Artemis. >> disse sorpreso e irritato << Primo,  ciao e sì, so che anche io ti sono mancato. Secondo, volumi di magia nera? Sei matta e poi, sono sotto chiave nella biblioteca di Madre. Ovviamente, te li porterò se prometterai di usare gli incantesimi saggiamente. Terzo e più importante, >> disse avvicinandosi lentamente alla figura della sorella, con voce bassa e calda << vorrei darti il bentornata ad Asgard. >>
Lui strinse dolcemente la mano nella sua  facendola voltare e, con la mano ancora libera, le prese il mento per farle alzare il viso.
Blu intenso che si perse nel verde smeraldo, mani fredde, intrecciate, cuori scalpitanti, labbra socchiuse, bramose l’une di quelle dell’altro, respiri mozzati, lasciati sospesi, proprio come quelle parole che entrambi non videro necessarie per quel momento così unico e speciale.
Rimasero così per una manciata di secondi prima che Artemis si avvicinasse a Loki e che questi si fiondasse sulle labbra della fanciulla, cingendola a se, baciandola con desiderio e passione.
Da canto suo, Artemis, dapprima stupita e poi rapita, ricambiò intensamente il bacio, intrecciando le dita nei capelli corvini del fratello, stringendosi ancor più al corpo di lui, desiderandolo con ogni cellula del proprio essere.
Lui le accarezzò delicatamente le spalle, i capelli, poi la schiena, dando i brividi a quella giovane donna passionale e desiderandola sempre più stretta a lui.
Il principe allora decise di osare e le portò le mani sui fianchi, facendole scendere piano piano sulle gambe della principessa che sospirò sorpresa.
Continuarono a baciarsi per quelle che parvero ore e si staccarono solo perché restarono a corto di fiato.
Si guardarono intensamente finché Loki non parlò : << Bentornata. >> disse facendo scoppiare Artemis in una fragorosa risata.
Lei gli posò un leggero bacio sulle labbra e sorrise : << Vieni a baciare l’originale, non la copia. >>  disse e svanì in un bagliore argenteo.
Loki sorrise “ Tanto meglio sbrigarsi. ” pensò e uscì raggiante dalla stanza  con le guance rosse, il respiro affannato e le labbra gonfie.

Non avrebbe aspettato oltre per avere un altro bacio. 







Angolo autrice


Mi scuso immensamente per il vergognoso ritardo e spero che durante la mia assenza, vi siate beate della presenza incantevole di Loki.
I nostri due piccioncini hanno la vita incasinata, non c'è che dire, però a nessuno dei due va bene la situazione e questo renderà le cose molto interessanti.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia e spero che possa piacervi anche questo capitolo.
Non vedo l'ora di leggere le vostre opinioni.
Un bacio a tutti, Katie :D 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ready to go ***


 
 
Il secondogenito di Odino era il dio degli inganni per parecchi motivi.
Riusciva ad ingannare le persone grazie alle sue doti oratorie e alla sua capacità di persuasione. Da non sottovalutare era il suo innato talento espressivo, che lo rendeva adorabile agli occhi di tutti e ancor di più agli occhi di sua madre, la regina Frigga.
Lei lo adorava oltremisura, come ogni buona madre e lui sapeva perfettamente cosa dirle per ottenere la chiave dell’antro della biblioteca che nascondeva quei volumi tanto pericolosi e misteriosi.
Non poteva assolutamente dire a sua madre che i libri di magia nera servivano alla sorella per chissà cosa e così, decise di inventare una delle menzogne, degna di essere chiamata tale.
Loki bussò entrò nelle stanze della madre, accompagnato da una guardia. Sfoderò uno dei suoi più sinceri sorrisi e s’inchinò al cospetto della regina.
<< Madre, >> disse con voce bassa e allegra << sono venuto a farvi visita. >> disse procurando gioia alla madre.
<< Figlio mio adorato, >> disse Frigga andando verso il principe << è una gioia vederti. >> concluse abbracciandolo.
Loki sorrise e la madre lo fece accomodare su uno scranno : << Dimmi mio caro, a cosa devo la tua visita? >> chiese guardandolo negli occhi.
Il secondogenito di Odino rise leggermente : << Oh Madre! Non posso recarvi visita semplicemente per il piacere della vostra presenza? >> chiese fintamente indignato.
Frigga sorrise e scosse la testa : << Loki, sono tua madre e ti conosco bene. >> disse guardandolo sospettosamente << Sei chiuso in biblioteca costantemente, spesso non ti presenti ai banchetti per il tuo troppo studio, certe volte sono costretta a convocarti nella sala del trono solo per accertarmi che tu sia ancora qui, su Asgard e tu oggi, proprio in un giorno tanto significativo, vieni a farmi visita per puro diletto? >> chiese quasi divertita dall’espressione sconcertata del figlio.
Il principe si schiarì la voce : << Credi sia davvero così strano volerti vedere, Madre? >> chiese lui leggermente irritato.
Frigga rise : << No, mio caro. Non sarebbe stato strano se tu fossi stato il dio della dolcezza ma, siccome il tuo titolo è più che meritato e oggi è il tuo giorno di visita alla mia adorata figlia, so che sei qui con un secondo fine. >> disse la regina << Cosa sei realmente venuto a chiedermi, figlio? >>
Loki si sentì imbarazzato.
Di solito nessuno capiva quali fossero le intenzioni del dio degli inganni, fatta eccezione per Madre.
Il principe sbuffò : << E va bene Madre. >> disse << Sono venuto qui per chiedervi se potrò andare da Artemis. Mi sembra ingiusto che Padre m’impedisca di recarmi su Niflheim solo perché oggi c’è la cerimonia per Lady Sif. >> spiegò con risolutezza.
La regina sospirò : << Io credo che potresti chiedere a tuo padre di posticipare la tua visita in modo da poter prendere parte alla lieta cerimonia di oggi. >> disse sorridente.
Il suo piano era riuscito : sapeva dove Frigga si trovasse e le aveva dato una falsa motivazione per quella visita.
Vide le ancelle della madre entrare con le vesti da cerimonia e colse l’occasione per mettere in atto il suo furto sconsiderato.
Loki le si inchinò e le baciò la mano : << Vedo che siete impegnata. Vi lascio sola e in squisite mani. >> disse sorridendole raggiante << Grazie del prezioso consiglio, Madre. >> disse e, ossequioso, uscì dalla stanza.
 
La biblioteca era deserta e il principe dai verdi occhi sapeva che aveva poco tempo per agire.
Si precipitò subito nella sezione di magia nera tenuta sottochiave e fece innumerevoli tentativi per far aprire quei lucchetti incantati.
Passarono delle ore prima che avesse una magnifica idea per riuscire nel suo intento.
Fece delle copie perfette e tangibili dei libri proibiti e le dislocò al posto degli originali che nascose nella sezione di rune antiche.
Chiamò delle guardie e si fece aiutare a portare quei pesantissimi volumi nelle sue stanze dove poi, con un incanto magistrale, li tramutò in minuscoli libri in grado di entrare in un baule di misere dimensioni.
Più di quindici volumi di magia nera, erano pronti per essere consegnati alla sorella e Loki ne era fiero e anche un po’ incuriosito.
Prese un volume a caso e sopra vi lesse “ Magia di distruzione ”.
Allarmato, decise di leggere i titoli degli altri volumi oscuri.
Erano tutti incentrati su mutazioni e trasfigurazioni, su dislocazioni e illusioni ma non ve n’erano altri trattanti la distruzione di qualcosa.
Il principe allora, decise che quel volume sarebbe rimasto al sicuro in biblioteca.
Non avrebbe mai voluto che sua sorella, la Strega di Asgard, fosse capace di compiere tali incantesimi e magie.
Pensieroso e meditabondo, uscì dalle sue stanze, impaziente di vedere la sorella e di poterla abbracciare ancora.
 
 
 Loki era appoggiato ad una delle  finestre dei corridoi del palazzo quando suo fratello Thor lo trovò .
<< Fratello! >> disse il dio del tuono << Ti ho cercato per ore, dov’eri finito? >> chiese leggermente irritato.
Loki lo guardò e sorrise : << Oh bentrovato, fratello. >> disse il dio degli inganni seraficamente.
Thor allora parve sconcertato : << Bentrovato dici? >> urlò << Io sto per infrangere le regole di Padre per poterti permettere di vedere nostra sorella, nonché strega bisbetica,  e tu osi mancarmi di rispetto facendoti attendere per ore, sorridendo ?>> domandò Thor in preda all’ira più funesta.
Loki allora smise di sorridere e guardò il fratello con sguardo malinconico : << Thor, >>  disse il secondogenito sovrappensiero << pensi che Padre le darà il permesso di far ritorno a casa? >> chiese con timore. 
Thor sgranò gli occhi,  tanta la sorpresa che provò nel decifrare l’espressione del fratello.
Aveva paura.
Thor ci mise almeno un minuto per rendersi conto che era un sentimento che non era mai stato frequente nella famiglia reale e capì che suo fratello, il suo adorato Loki, temeva di perdere la donna a cui era tanto legato.
Il primogenito di Odino, consapevole dei pensieri del fratello, s’incamminò verso quest’ultimo e gli posò delicatamente una mano sulla spalla : << Mio carissimo Loki, >> disse con voce tranquilla e stranamente dolce << anche se nostro padre non vorrà farla tornare a casa, nulla t’impedisce di raggiungerla e tantomeno di contrastare il volere del nostro Re. >> disse sorridendo affabilmente << Se pensi che Artemis sia la persona più importante per te ora e credi lo sarà per il resto della tua vita, allora non aver timore di agire. Si deve combattere per le persone amate. >> concluse e guardò il dio degli inganni dritto negli occhi.
Erano lucidi, brillanti. Splendevano di luce propria.
Loki allora abbracciò il fratello e il che risultò strano a colui che veniva cinto da quelle minute braccia.
Tutto d’un tratto, Thor rise fragorosamente : << Bene! >> tuonò << Andiamo dalla Strega di Asgard. >> concluse e entrambi i figli di Odino, s’ incamminarono nei corridoi del palazzo.
 
 
 
 
                                                                                     ***
 
 
 
Loki si sentiva come un traditore.
Fino  a qualche momento prima, era nella sala del trono, intento a “ festeggiare ” Sif  e a scherzare con i Tre Guerrieri mentre in quel momento, si trovava di fronte al Bifrost, insicuro e impaurito.
Per un’istante, ripensò alle parole di Thor e a ciò che accadde quel pomeriggio e decise che non c’era alcun motivo per esitare.
Si diresse dunque a passo deciso verso l’entrata del Bifrost e ,con sguardo magnetico e sorriso fiero, si posizionò dinanzi ad Heimdall.
<< Principe Loki. >> disse questi, inchinandosi .
Loki gli sorrise e il guardiano si ridestò.
<< Sai già per quale motivo sono qui, stasera.  >> affermò Loki tranquillamente.
Heimdall sorrise e annuì : << Io vedo e osservo tutto il creato, Loki. Dovresti saperlo, ormai. >> disse con tono calmo e voce bassa.
Loki rise leggermente : << Certo che lo so e sono anche consapevole che quello che ti sto chiedendo, viola ogni ordine impartito da mio padre. >> disse con una lieve sfumatura di nervosismo nella voce.
Heimdall lo fissò per qualche secondo : << Se ne sei consapevole, giovane principe, perché allora avanzi una simile richiesta a me, guardiano dei Nove Regni, devoto al proprio Re ? >> chiese il moro guardiano.
Loki non sapeva davvero cosa rispondere e allora, decise di presentare la situazione così com’era.
<< Devo vederla, Heimdall. >> disse il dio degli inganni in un sussurro << Mi manca come ad un fiore manca la primavera. >>.
A quelle parole, il guardiano sorrise lievemente e guardò il secondogenito di Odino negli occhi : << Purtroppo, io non posso vedere cosa la principessa Artemis stia facendo però, posso dirti che, l’ultima volta che l’ho vista, la sera in cui abbandonò Asgard, aveva una luce molto particolare negli occhi, una luce che trasmetteva forza, calma e vigore all’animo. >> disse il guardiano << Credo che quella forza, gliel’abbia data tu, donandole quel bacio. >> concluse con sguardo dolce.
Loki, da pallido divenne di un rosso cremisi mai visto prima e subito Heimdall fu costretto a sopprimere una risata.
Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, il principe prese parola : << Come fai a… saperlo? >> chiese impacciato e mortificato.
Heimdall rise delicatamente : << Principe Loki, io vedo e osservo tutto. >> disse e mise l’alabarda in una fessura.
Subito si aprì un varco e Loki sgranò gli occhi sorpreso.
<< Solo la mezz’ora che il Re ha stabilito. >> disse il moro e così facendo, Loki si avvicinò al portale e, dopo aver fatto un segno di riconoscenza al guardiano, oltrepassò l’apertura, trovandosi a Niflheim.









Angolo autrice


Mi scuso per il forte ritardo e spero che in mia assenza, tutti vi siate beati di questi due adorabili giovani.
Capitolo abbastanza caotico visto che Artemis vuole questi benedetti volumi per non si sa quale arcano motivo, Thor è diventato sensibilissimo, Loki è cotto. Insomma, qui ce n'è per tutti voi!
Ancora grazie a chi ha recensito e spero davvero che la lettura sia di vostro gradimento.
Un bacio e a prestissimo, Katie  :D

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Goodbye ***


Niflheim era ricoperto di ghiaccio e neve e tutto appariva oscuro e desolato.
C’era una fittissima coltre di nebbia che, densa e biancastra, avvolgeva ogni cosa impedendo al secondogenito di Odino di vedere con chiarezza ciò che aveva dinanzi.
S’incamminò e dopo un po’ davanti a lui, apparve una maestosa casa, anch’essa avvolta dalla nebbia. Tutto era calmo e gli parve di trovarsi alla presenza di un castello fra le nuvole, tanto lo spessore dei banchi nebbiosi.
Loki sorrise e, di corsa, varcò la soglia del porticato e bussò impaziente alla porta d’ingresso.
Il cuore del principe batteva all’impazzata e, quando sentì che qualcuno era dalla parte opposta della porta, perse un battito e sospirò quando una figura meravigliosa si presentò al suo cospetto.
Lunghi capelli neri e ondulati, corpo snello, slanciato e asciutto, occhi blu e sorriso sgargiante: la sua Artemis brillava in tutto il suo splendore e lui ne rimase incantato.
Si guardarono per alcuni interminabili secondi prima che lei, colma di gioia e con le lacrime agli occhi, gli si buttasse al collo, lasciando il dio senza parole: << Benvenuto, fratello caro. >> disse la principessa affettuosamente.
Loki, negativamente sorpreso dalle parole di Artemis, storse la  bocca in segno di disappunto.
La fanciulla parve non prestare attenzione alla reazione del principe e lo invitò a entrare.
La casa era calda, accogliente e piena di luce soffusa, ricolma di libri e pergamene varie.
<< Allora, >> iniziò la principessa << mi hai portato i volumi che ti ho chiesto? >> chiese impazientemente.
Il dio degli inganni, senza batter ciglio, materializzò davanti alla ragazza i volumi di magia sottratti alla madre.
Lei li guardò furente e avidamente, li trasse a sé, facendoli lievitare nell’ambiente circostante.
Loki guardò quella bellissima donna che, fino a quel mattino, quando ella si materializzò nella stanza da lei occupata negli anni precedenti, aveva significato ogni cosa per lui.
La donna che il principe aveva tanto atteso, era dolce, solare e piena di vita, l’unica persona che lo rendesse felice con un semplice sorriso, lei per cui lui aveva messo in discussione le sue certezze, le sue più intime paure, se stesso. La sua principessa era unica e insostituibile, completamente diversa da colei che gli si parò davanti guardandolo con disappunto.
<< Cosa c’è che non va? >> chiese freddamente il principe di Asgard .
La terzogenita di Odino lo guardò socchiudendo gli occhi, facendoli diventare due fessure, vuote e glaciali : << Manca un volume,  fratello. >> disse, risultando quasi spietata.
Loki distolse lo sguardo da quegli occhi ghiacciati e letali e distrattamente, prese a sfogliare un volume : << Sono tutti quelli che ho trovato nella teca privata di nostra madre. >> mentì disinvolto << Davvero non so a cosa tu possa riferirti. >> concluse guardandola negli occhi.
Lei non fece il minimo movimento per qualche secondo ma poi, con occhi bianchi e adirati, gli sorrise : << Sai, >> disse avvicinandosi a lui << questi volumi potrebbero essere essenziali per i miei scopi, Loki. >>
Subito il principe chiuse violentemente  il volume che teneva in mano e si avvicinò pericolosamente alla sorella.
Si ritrovarono a pochi centimetri di distanza quando Loki riprese a parlare, accigliandosi e con sguardo minaccioso : << A cosa può servirti un libro trattante la “ Magia di dissimulazione ” , Artemis? >> sibilò inorridito << Queste sono magie pericolose e nostra madre ci ha sempre messi in guardia da questo tipo di incanti. Te ne sei dimenticata, sorella ? >> chiese, dando una nota d’orrore all’ultima parola.
Artemis, irritata e malefica, gli sorrise e si avvicinò sorridente al suo orecchio : << Non ho dimenticato ciò che tua madre ci ha insegnato. >> sibilò glacialmente << Ho semplicemente ampliato i suoi insegnamenti e adesso, cerco nuovi tipi di magia che possano tornarmi utili. >> concluse puntando i suoi occhi in quelli del principe.
Lei sorrise.
Il cuore di Loki sobbalzò per un brevissimo istante e poi chiuse gli occhi e sospirò : << Tu non sei più la mia Artemis, vero? >> chiese abbassando il capo.
La giovane donna subito gli posò una mano sulla guancia e anch’essa sospirò: << Credo di non poter mai più tornare com’ero prima, qualche anno fa. >> ammise posando la fronte contro quella del principe dagli occhi smeraldini.
Una piccola, cristallina lacrima, inumidì la guancia del dio degli inganni e, nel vederla, la Strega di Asgard sussultò e lo abbracciò di getto, stringendogli le braccia al collo: << Se solo sapessi quanto vorrei poter tornare indietro, Loki. >> disse in lacrime << Darei qualsiasi cosa pur di averti al mio fianco, proprio com’era un tempo. Sento la mancanza di tutto quello che avevamo ogni giorno di più del giorno precedente, ma so che non sarà possibile per noi alcun futuro per come sono diventata. Non importa quanto io possa studiare o quanta magia possa apprendere: non ci sarà mai una magia in grado di far tornare l’intero Universo indietro di almeno cinque anni. Nulla potrà mai ridarmi te indietro… >> concluse con voce rotta dal pianto.
Loki, che ormai la teneva stretta a sé, aumentò la presa, carezzandole i capelli e cercando di contenere la sua angoscia.
La cullò tra le sue braccia per alcuni minuti e le posò un bacio sulla testa, sospirando: << Niente è perduto, Artemis. Io so che la bambina che giocava con me, la mia migliore amica e sorella, è lì dentro da qualche parte. Basterà farla tornare. >> disse con un flebile sorriso.
Artemis lo guardò negli occhi, piangente: << E se quella bambina si fosse smarrita per sempre? >> chiese senza smettere di fissarlo.
Loki esitò e lei ne approfittò: << Cosa faresti se ti rendessi conto di non volermi nella tua vita, se dovessi deluderti oppure ferirti? >> disse rapidamente.
Allora il principe le prese il viso fra le mani, serrando la mascella e guardandola severamente: << Ascoltami Artemis, >> disse sussurrando << qualunque cosa tu faccia o qualsiasi persona deciderai di diventare, io sarò sempre disposto a darti la possibilità di far parte della mia vita e per sempre ti sarò accanto, in un modo o nell’altro. >>
La principessa sorrise e posò nuovamente la fronte contro quella del giovane uomo che l’era di fronte, intrecciandogli le mani nei capelli corvini e morbidi.
Altrettanto fece lui, accarezzandole il viso con la mano e le labbra con il pollice di quella stessa mano affusolata e alabastrina.
Lei chiuse gli occhi e dischiuse le labbra, in attesa di un gesto da parte del dio degli inganni.
Lui, senza esitazioni, avvicinò le labbra a quelle di lei, con delicatezza ed estrema dolcezza.
Restò un momento immobile, indeciso sul da farsi, ma poi, finalmente, le donò il bacio che tanto aveva desiderato.
Fu un bacio lungo, dolce come tutti quelli che si erano dati, ma aveva qualcosa di differente. Entrambi, erano consapevoli che quello sarebbe probabilmente stato l’ultimo bacio che si sarebbero scambiati.
Loki la stringeva forte a se, tentando disperatamente di trovare qualche soluzione alternativa a una situazione tanto delicata quanto dolorosa.
Sciolsero l’abbraccio e il bacio quando videro un bagliore arcobaleno farsi strada fra le nebbie del mondo circostante.
Il principe di Asgard sorrise a quella meravigliosa creatura da lui tanto adorata: << Prima di andare, voglio darti una cosa. >> disse facendo comparire al collo della giovane, una meravigliosa collana fatta di zaffiri grandi e medi.
Artemis sgranò gli occhi tanta la sorpresa: << Non avresti dovuto, >> disse guardandolo severa << ma ammetto che è meravigliosa. Grazie mille. >> concluse.
Lui le sorrise e le posò un bacio leggero sulla fronte: << Non farmi aspettare troppo, prima di tornare da me. >> disse sussurrando e con voce dolce.
Lei gli carezzò il viso: << Tra qualche anno, qualunque siano state le mie decisioni, nulla m’impedirà di essere al tuo fianco, te lo prometto. >> disse tristemente.
Lui le rapì lo sguardo: << Per sempre? >> chiese, ma non riuscì ad avere risposta perché, dopo qualche secondo, al posto di essere nel regno delle nebbie, si ritrovò nel Bifrost ad Asgard.
Il principe si guardò attorno e scorse Heimdall.
Lesse tanta tristezza e desolazione nel suo volto, comprendendo così che aveva assistito a tutto.
Loki abbassò lo sguardo: << Cosa ne pensi? >> chiese sottovoce al guardiano dorato.
Il moro sospirò: << Credo sia stata la scelta più difficile che la tua giovane mente abbia preso. >>
Il secondogenito di Odino sorrise, catturando l’attenzione del guardiano: << Heimdall per la prima volta in vita mia, non ho preso una decisione ben ponderata, presa dopo una giusta riflessione ma l’ho presa d’istinto, impulsivamente. Per la prima volta, io Loki Odinson, ho preso una decisione pensando al bene di un’altra persona e non per soddisfare il mio volere.>> disse con sguardo fisso a terra.
Heimdall sorrise amaramente: << Credo tu abbia deciso di fare la cosa giusta. >> disse fiero.
Il principe lo guardò: << Ho lasciato che fosse il mio cuore a decidere cosa sarebbe stato meglio per lei. Questa è stata la prima e ultima azione priva di raziocinio da parte mia. >> e così dicendo, s’incamminò a passo svelto verso il palazzo.
 
 
Una volta raggiunta la sala del trono, lasciata in disparte dai festeggiamenti in onore di Sif, Loki prese respiro profondo e vi entrò con passo deciso. I suoi occhi smeraldo incontrarono quelli ghiacciati del Padre degli Dei seduto sul trono che, sorpreso, ebbe un sussulto.
<< Figlio mio, >> disse sorridendo << a cosa devo questa tua visita? >>
Il principe s’inginocchiò al cospetto del padre: << Padre, oggi sono qui per confessare un mio peccato. >> disse solenne.
Odino, abbassò il capo per guardar meglio il figlio: << Ti riferisci al fatto che sei andato da tua sorella, Artemis, nonostante la tua presenza fosse richiesta qui a palazzo? >> disse calmo il re.
Il figlio minore, senza proferir parola, annuì e chiuse gli occhi: << Sono pronto a qualsiasi castigo, Padre. >> annunciò.
In quel preciso istante entrarono nella sala del trono la regina, Frigga, e Thor che osservavano sorpresi e confusi la scena.
<< Padre >> tuonò il dio dagli occhi celestiali << cosa sta accadendo? >> chiese accigliato.
Odino rise di gusto: << Ah figlio mio, tu sai bene che vedo ogni cosa e poi, risparmiami la scusa che avevi in mente di formulare per tuo fratello. >> disse con voce squillante << So che anche tu hai preso parte a questa più che inutile spedizione. >>
Thor deglutì rumorosamente: << Lasciate che vi spieghi, Padre. >> disse il dio ma il re lo interruppe bruscamente << Per una volta, lascia che tuo fratello provveda da solo a se stesso. >> disse adirato il re di Asgard.
Loki guardò il fratello e sorrise con estrema gratitudine.
Il Padre degli Dei si rivolse al suo secondogenito con volto contratto e sguardo triste: << Mi hai disobbedito e deluso profondamente Loki.
Per questo tuo atto di insolenza, io privo te Loki Odinson della possibilità di vedere tua sorella finché lei non farà ritorno ad Asgard. >> disse posando rumorosamente la sua lancia in terra.

Loki, allora, fece un cenno d’assenso con il capo e, dopo qualche minuto, si congedò nelle sue stanze, lasciando i membri della sua famiglia basiti ed esterrefatti.
Loki avrebbe fatto come aveva promesso ad Artemis e, prendendo le distanze, non curante del proprio dolore e rammarico, le avrebbe dato l’unica cosa che l’era sempre stata preclusa fin da quel cupo giorno di tanti e tanti anni prima: lui le avrebbe donato la libertà di scelta.






Angolo autrice
Mi scuso nuovamente per il terribile ritardo ma il dovere chiama, purtroppo.
In questo capitolo ci sono numerosi colpi di scena e ammetto che ho avuto parecchie difficoltà a scriverlo.
Certe volte è come se fossero i personaggi stessi a decidere cosa fare, senza tener conto di ciò che lo scrittore vorrebbe per loro.
Ad ogni modo, dopo questo puro momento di follia dovuto a troppi caffè, spero vi piaccia e non vedo l'ora di leggere le vostre impressioni.
A prestissimo con un nuovo capitolo.
Un bacio, Katie :D

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Small Talk ***


3 anni dopo.
 


 
Gli anni passarono rapidamente e ad Asgard, i due principi adempirono le responsabilità che il loro titolo gli conferiva.
Thor, insieme ai Tre Guerrieri e a Lady Sif, viaggiava attraverso i Nove Regni per mantenere la pace e vegliare sul popolo mentre Loki, sempre più solitario e taciturno, raramente abbandonava il palazzo, impegnato nello studio di ogni sorta di arte magica e nella difesa degli asgardiani, adoperando le arti illusorie.
Col tempo, il secondogenito di Odino aveva acquisito dei poteri enormi e le sue conoscenze andavano ben oltre a quelle della madre.
Di certo la regina era orgogliosa di suo figlio ma, allo stesso tempo, era sinceramente preoccupata per la solitudine e la malinconia che aveva ghermito l’animo del dio degli inganni. 
Da quando fece ritorno da Niflheim, Loki non era più lo stesso: non dormiva che per qualche ora ogni notte, non visitava più la biblioteca, passava tutta la giornata in camera della principessa, studiando e rimuginando sui vari tipi di magia esistenti. Era arrivato addirittura al punto di evitare ogni contatto con i propri familiari persino con Thor il quale, più e più volte nel corso degli anni, implorò il principe dagli occhi smeraldo di raccontargli cosa accadde tra lui e Artemis.
Il minore dei principi non volle dar alcuna spiegazione e, con grande sorpresa di tutta la famiglia e di tutti i servitori, chiese che il nome della sorella ormai persa, non fosse pronunciato in sua presenza.
Thor, che sapeva perfettamente cosa il fratello provasse, tentò invano di convincere il Padre degli Dei a riportare a casa la sorella, offrendosi di andare a cercarla lui stesso ma questi, non sentì ragioni:<< Tua sorella è profondamente turbata dalle sue capacità e deve imparare a gestire da sola la sua immensa e indomabile valanga di angosce. Purtroppo, tutti noi sappiamo che è troppo giovane perché abbia successo in poco tempo.
Per tale incapacità, ritengo sia troppo pericoloso permetterle di tornare qui. Confido nella tua comprensione, figlio mio. >> disse risoluto il Padre degli Dei, dopo aver ascoltato le suppliche del maggiore dei suoi figli.
Thor allora, decise di abbandonare l’idea di riportare sua sorella a casa e si limitò al recarle visita una sola volta l’anno, come concessogli dal padre.
Artemis, da canto suo, aveva deciso di far finta di avere un solo fratello, Thor.
Visita dopo visita, la terzogenita di Odino si mostrava sempre più distaccata dalla realtà e totalmente immersa nelle sue letture. Era una persona notevolmente differente da quella che Thor ricordava essere sua sorella e più volte egli cercò di farla tornare in sé, ottenendo però solo un rifiuto e qualche incantesimo di cecità momentanea o d’immobilità.
Le spiegò che l’unico modo per tornare a casa era di apparire normale, moderata e calma agli occhi onnivedenti di Odino.
Artemis però, rise sonoramente dicendo al fratello che lei stava benissimo lontana da casa e che non aveva la minima intenzione di far ritorno ad Asgard per condurre una vita monotona presso la corte di palazzo.
Thor cambiò strategia: << Madre attende ansiosa il tuo ritorno, sorella cara, e Padre sarà ben felice di riaverti a palazzo. >> le disse durante una delle loro più accese liti.
Artemis lo guardò con occhi glaciali e assassini: << Dubito che tuo padre voglia vedermi, visto che è stato lui a isolarmi per anni e poi a esiliarmi da Asgard. >> soffiò velenosamente.
Thor, già a corto di pazienza, esplose: << E con questo? Tutti ti vogliamo bene e tutti noi desideriamo averti in famiglia. >> tuonò il principe << Non t’importa nemmeno di Loki? Credi che lui non soffra della tua assenza? >> disse, cercando di darle un buon motivo per tornare.
Purtroppo, non avendo la ben che minima idea di cosa fosse successo su Niflheim, l’ultima frase pronunciata dal primogenito di Odino, non fece altro che peggiorare la situazione.
Artemis sgranò gli occhi e le labbra si ridussero a una sottilissima linea orizzontale: << Che cosa hai detto? >> sibilò e Thor quasi le rispose quando un bagliore bianco lo avvolse e dopo pochi secondi si ritrovò nelle sue stanze, ad Asgard.
Il principe subito si diresse da Heimdall, pensando che fosse stato lui a riportarlo a palazzo. Il guardiano però, scosse il capo: << Il tipo di magia che ti ha riportato qui, va oltre le mie capacità. Si tratta di magia di dislocazione che solo la principessa Artemis, in tutti i Nove Regni, sa praticarla. >> disse preoccupato.
La voce della dislocazione di Thor a palazzo, arrivò subito al Re che, ancora più convinto della pericolosità della figlia, chiese al secondogenito di rafforzare gli incantesimi a protezione di Asgard.
Thor, sconfitto, si limitò a recarsi dalla sorella senza mai parlare del suo ritorno.
Le visite del primo principe di Asgard alla Strega, non fecero altro che incrinare il rapporto già corroso con suo fratello, il quale però, parve indifferente alla cosa.
<< Mi rincuora che la mia insolenza non ti abbia arrecato danni, fratello mio. >> disse Loki durante una delle tante discussioni con Thor, aventi per protagonista Artemis << Sono molto felice nel sapere che tua sorella, nel suo isolamento forzato, abbia un minimo di compagnia.>> mormorò disinteressato.
Il dio del tuono sbatté violentemente il pugno sulla spalla del fratello, ferendolo e distogliendolo dal suo studio: << Ti sto dicendo che nostra sorella, la nostra Artemis non è in sé e l’unica cosa che sai fare è leggere un banale libro? >> chiese con occhi fiammanti.
Il secondogenito di Odino guardò il fratello dritto negli occhi, con disappunto: << Credi davvero che io non mi sia accorto del cambiamento di Artemis? >> sibilò << Sei convinto di conoscerla meglio di me, solo perché la vedi e le parli ogni anno? Quella donna, che tu ti ostini a voler definire mia sorella, un tempo significava ogni cosa per me. Se studio tanto, è solo per trovare un qualcosa che possa porre fine al suo esilio. Io vorrei averla qui, al mio fianco, senza aver timore che Asgard possa trovarsi in enorme pericolo. Ti confesso, mio caro fratello, che, se la decisione, di riportarla a casa dipendesse da me, non esiterei a radere al suolo tutti i Nove Regni pur di saperla al mio fianco >> disse con voce spezzata dalla rabbia.
Thor gli posò una mano sulla spalla, carezzandola: << Perdonami se ho osato dubitare del tuo interesse per mia sorella, fratello. >> disse sorridendo flebilmente.
Loki gli rivolse una pallida imitazione di un sorriso e sospirò: << Allora, >> disse volgendo la sua attenzione al libro che aveva in mano << come sta? >> chiese mestamente.
Il primogenito di Odino rise piano: << Sai, è inverosimile ma lei mi ha posto la stessa domanda, riferendosi a te. >> disse ridendo con più fragore.
Loki lo guardò sorpreso, chiudendo bruscamente il volume: << E tu cosa le hai risposto, Thor? >> chiese con occhi vispi e curiosi.
Thor sospirò: << Ho riportato la verità Loki. Le ho detto che stavi male e che ormai, non fai che vivere nella sua stanza, aspettandoti di vederla comparire lì per magia. Le ho raccontato di come questi tre anni siano trascorsi, di quanto siano cambiate le cose. Le ho anche riferito di quanto poco tu sia presente nella vita familiare e lei mi ha detto di riferirti che sei un vero e proprio stolto a non interessarti a noi. >> concluse sghignazzando.
Loki storse il naso: << Ha davvero detto questo? >> chiese leggermente infastidito.
Thor annuì: << Ha aggiunto che sei uno stupido e altri insulti, che credo provengano dal regno in cui si trova adesso. >> disse meditabondo.
Il maestro di magia si accigliò: << In quale regno si trova? >> chiese guardando il fratello.
Thor lo guardò circospettamente: << Cos’è questo ritrovato interesse per Artemis? Non eri stato proprio tu a bandirne il nome, tre anni fa? >> disse sorridendo perfidamente.
Loki sbuffò: << Hai ragione, ne bandii il nome ma adesso, voglio solo sapere dov’è. Chiamala semplice curiosità. >> disse tentando di apparire vago ma Thor, conoscendolo, lo fissò con persistenza.
Il secondogenito di Odino cedette allo sguardo accusatorio: << E va bene! Voglio vederla Thor. >> confessò seccato.
Il principe dagli occhi azzurri esultò: << E sia fratello! Radunerò immediatamente i Tre Guerrieri e Sif. >> disse entusiasta.
Loki sgranò gli occhi: << Sei certo di ciò che fai? Forse non è il caso di portare Sif da Artemis. >> disse turbato, ma il fratello non diede peso alle sue angosce e scrollò le spalle: << Artemis non da più peso a ciò che è successo con Sif. Sono passati anni ormai, fratello. >> disse tranquillamente << Dubito che Sif poi voglia venire con noi. Lei detesta Midgard. >>
Loki sospirò sorpreso, facendo cadere il libro che aveva tra le mani: << Artemis si trova su Midgard? >> chiese sgranando gli occhi e fissando sconvolto il fratello.
Thor si accigliò: << Certamente! >> disse sorridendo << Sarà almeno un anno che si trova lì. >>
Il principe dagli occhi smeraldini rise istericamente: << Impossibile! Avrebbe dovuto visitare tutti i Nove Regni e poi sarebbe dovuta tornare a casa. >> disse velando la sua tristezza.
Thor abbassò lo sguardo: << Questo lo so anch’io, >> disse << ma evidentemente ha preferito rimandare il suo ritorno. E poi, Padre stabilì che Artemis avrebbe fatto ritorno se e solo se avesse imparato a controllarsi. >> concluse, tentando di giustificare l’assenza della sorella.
Il maestro di magia parve leggermente ferito e spostò la sua attenzione verso la finestra.
Il primogenito di Odino sospirò e gli posò delicatamente una mano sulla spalla: << Che cosa pensi di dirle, quando la rivedrai? >> chiese a bassa voce.
Loki inspirò rumorosamente: << Non ne ho idea, Thor. Probabilmente lei non vorrà vedermi. Ho esagerato su Niflheim e forse non avrei mai dovuto abbandonarla a se stessa. >> disse con voce tremolante.
Thor allora, strinse la presa: << Non dire così, fratellino. Sono sicuro che se tu le dicessi cosa davvero provi per lei, tutto tornerebbe come prima fra voi. >> disse sicuro e convincente.
L’altro principe rise fragorosamente: << Spero che tu abbia ragione, Thor. Ad ogni modo, sarà meglio decidere quando partire per quel caos che è Midgard. >> disse ancora sorridente.
Il primogenito di Odino ci pensò su: << Direi che abbiamo tutto il tempo di decidere, dopo stasera. >> disse risoluto.
Il principe dai capelli corvini si accigliò: << Stasera? >> chiese visibilmente spaesato.
Thor rimase sbalordito: << Sì fratello, stasera. >> disse lentamente.
Vedendo il fratello ancora spaesato e confuso, Thor rise sguaiatamente: << Fratellino, non ci credo. Te ne sei dimenticato ancora! >> disse senza smettere di ridere.
Loki s’irrigidì: << Si può sapere cosa avrei dimenticato, Vostra grazia? >> disse stizzito e pungente.
Thor aveva ormai le lacrime agli occhi tante le risate: << Avete dimenticato il Vostro compleanno, Vostra mostruosità! >>
Loki rise: << Sì, l’ho dimenticato per il terzo anno consecutivo. >> ammise e sorrise al fratello << Grazie per essermi sempre accanto, Thor. >> disse dandogli una pacca sulla spalla.
Il dio del tuono sorrise: << Sarò sempre al tuo fianco, lo sai.  Ci vediamo stasera alla festa e vestiti bene. >> disse e si diresse verso la grande porta delle stanze << Oh, buon compleanno, principessina! >> disse uscendo e ridendo a crepapelle.
Loki sorrise e riprese a leggere il suo libro e a praticare qualche incantesimo, attendendo tranquillo la festa in suo onore.










Angolo autrice

Ed eccomi qui con un nuovissimo capitolo leggermente diverso dagli altri.
Stavolta ho preferito lasciare un po' di scena in più a Thor e fargli fare da bravo fratello maggiore.
Ovviamente, mi auguro che questo capitolo vi piaccia e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate. 
A prestissimo con il prossimo capitolo e chissà cosa combineranno questi mattacchioni reali! :D
Un bacio,Katie :D



 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Party night ***


I corridoi del palazzo erano affollati da migliaia di servi che, instancabili, preparavano gli ultimi dettagli per celebrare il compleanno del principe Loki, seguiti dall’occhio vigile di una più che emozionata regina Frigga.
Le pareti erano addobbate da meravigliosi drappi verdi e argento, accentuando la maestosità di quel giorno tanto solenne.
Il secondogenito di Odino avrebbe compiuto ventuno anni e tutto il regno era in fermento.
Tutto il regno, eccetto una persona: il festeggiato.
Aveva sempre detestato festeggiare il proprio compleanno. Tutti non facevano altro che disturbarlo per augurargli chissà cosa, distogliendolo dalle sue tanto amate letture.
L’unica persona che sapeva come alleviare la sofferenza di quel giorno così atroce, era Artemis che però, sarebbe stata assente, come ormai accadeva da più di cinque anni.
A nulla erano servite le suppliche di suo fratello per ottenere da Padre il permesso per far sì che la ragazza potesse prender parte al lieto evento. Il re era stato chiaro: gli esiliati non sarebbero stati ben accetti.
In quel momento, a pochi minuti all’inizio del ricevimento, il principe Loki non desiderava altro che essere uno di quegli esiliati e di starsene in pace a leggere un buon libro.
Sapeva perfettamente che quella sera sarebbe stata un vero e proprio supplizio. L’unica cosa che davvero avrebbe rincuorato il giovane,sarebbe stata la presenza del fratello, Thor, e dei Tre Guerrieri, Volstagg, Hogun e Fandrall. Erano una compagnia alquanto allegra e nessuno sapeva tenere alto il morale come loro.
L’unica nota dolente era la presenza di Lady Sif che, com’era sua consuetudine, si aggregò ai suoi compagni senza però, mostrare il minimo interesse o entusiasmo per l’incombente evento.
Non che Loki fosse eccitato per i festeggiamenti ma, giusto per salvare le apparenze e rendere felice i sovrani, avrebbe finto, com’era solito fare da quando Artemis era stata esiliata e spedita chissà dove, in continua fuga attraverso i Nove Regni.
Sorrise amaramente: quella ragazzina pallida e insolente, nel corso degli anni, si era insidiata nel suo cuore come nessuno e le mancava indescrivibilmente.
Il dio degli inganni era consapevole che quella giovane era la sua più grande amica, confidente e forse anche qualcosa di più. Lei lo capiva e non lo giudicava mai, si prendeva cura di lui e spesso, lui non aveva neppure bisogno di parlare: lei riusciva quasi a leggergli nel pensiero e dava lui conforto e tutto l’appoggio di cui aveva bisogno.
Sospirò e guardando il cielo blu e stellato di Asgard dalla finestra della sua stanza da letto, chiuse gli occhi e lasciò che una lacrima corresse lungo la sua guancia, impertinente e spavalda, proprio come colei di cui sentiva tanto la mancanza.
“ Nessuno potrà mai occupare il posto che Artemis ha nella mia vita. ” pensò cupo e in quel momento entrò il fratello, pronto per la serata.
Thor, prima sorridente e fiero, entrò e si diresse verso il principe dai neri capelli e gli posò una mano sulla spalla : << Pronto per sgualcire qualche veste femminile, fratello? >> tuonò ma subito, percepì che qualcosa tormentava l’animo del fratello.
Loki lo guardò e sorrise triste : << Chi potrebbe mai sostituirla, Thor? Una notte d’amore rubata non avrebbe senso per me: sarebbe un gesto assolutamente inappropriato e privo di alcun valore. >> disse e riprese a guardare il cielo << L’unica che desidero, di cui possa davvero interessarmi, è lei e credimi, vorrei tanto non averne il bisogno che ne ho adesso. Non sono più un principe libero da quando lei mi ha ghermito il cuore. Lei tira fuori la parte di me di cui vorrei non avere traccia. Vorrei non sentire la mancanza di quella donna nella mia vita proprio perché so che sarebbe un madornale errore, non potrei mai amarla e non mi sarebbe concesso dai nostri genitori e ne capirei il motivo. >> sospirò e si sedette accanto al fratello che ascoltava allibito << Se il nostro legame è davvero una cosa impossibile e irrealizzabile, perché mi sento bene solo se sono con lei? Perché se sto male, ripercorro i momenti passati insieme, perché ho così disperatamente bisogno di lei accanto a me? Ho studiato tutti i tipi di magia esistenti, non ho trovato nulla che potesse anche lontanamente avvicinarsi a queste mie sensazioni. Non me lo spiego fratello, non riesco a comprendere questa mia sofferenza continua e lancinante. Ti prego, non dirmi che sono pazzo, anzi, illuminami pure, però trova la cura a tutto questo. >> disse affranto e disperato.
Thor, con sguardo dolce guardò negli occhi il suo fratellino, Loki, sempre così perspicace nei confronti degli altri ma mai nei suoi: << Fratellino, ma tu davvero non riesci a capire cosa ti sta accadendo? >> disse il dio biondo e, guardando lo sguardo interrogativo del fratello, capì che quegli occhi verdi non avevano la ben che minima idea di cosa volesse dirgli.
Thor rise fragorosamente: << Loki, per gli dei, tu la ami! >> disse << La ami e non te ne sei accorto nemmeno. Tu sostieni di non essere capace di amarla un giorno ma fratello quello è arrivato anni fa! Mi chiedo solo come tu abbia fatto a innamorarti di lei non essendo mai successo nulla tra di voi. >> si affrettò a dire il primogenito di Odino.
Loki abbassò lo sguardo all’ultima frase del fratello e Thor non ci mise molto a capire il perché.
Dopo aver compreso che forse il fratello non gli aveva raccontato tutto, sgranò gli occhi ed emise qualcosa di molto simile a una non poco colorita imprecazione.
<< Adesso Loki, voglio i dettagli. >> disse curioso << Voglio sapere, dove, quando e come e tu sarai sincero con me, vecchia serpe. >>
Loki allora partì dal principio, raccontandogli della loro complicità, delle loro giornate insieme e del primo bacio che lei gli diede e proseguì raccontando della notte prima della partenza di Artemis, in biblioteca, dove decisero di smettere la farsa di fratello e sorella.
Thor ascoltava con curiosità, interesse e anche con un velo di diffidenza. D’altra parte, il fratello era pur sempre il dio degli inganni ed era raro che si aprisse così con lui, in particolar modo se l’argomento trattato erano i suoi sentimenti.
Da canto suo, Loki prestò molta attenzione nel filtrare le informazioni da dare a Thor. Sapeva che il fratello era molto semplice come dio si soffermava ai dettagli pratici, senza tener conto di quelli platonici.
Il dio degli inganni raccontò tutto al fratello, tutto eccetto l’intensità del bacio in biblioteca e tantomeno Di quello nella camera della sorella.
Il racconto finì e Thor rise: << Fratello, >> disse << posso farti una domanda o due? >> chiese facendo diventare gli occhi due fessure.
Loki non si scompose: << Ma certo. >> disse tranquillo.
Thor si fece serio, spaventando Loki: << Loki, mi hai raccontato di questo tuo amore immenso verso nostra sorella Artemis ma adesso dimmi quando avete trascorso la notte insieme? >>
Loki spalancò gli occhi e impiegò tutta la sua forza di volontà per non dare in escandescenza: << Thor sei un vero maiale! >> disse pacatamente << Io non oserei mai. Non ritengo opportuno agire così nei confronti di una giovane ragazza innocente. >> sancì quasi adirato.
 
Thor alzò il sopracciglio destro e lo guardò eloquentemente: << E cosa ti fa credere che quella giovane non voglia passare una notte di fuoco con te? >> disse << E poi, scusa se te lo dico, ma dubito che Artemis sia tanto innocente. D’altra parte, nemmeno tu lo sei, oramai. >> terminò il dio dagli azzurri occhi.
Il secondogenito di Odino arrossì e quel colore roseo, a contatto con la sua pelle alabastrina, parve divenire cremisi.
Thor comprese e incredulo, sobbalzò sul posto: << Ma com’è possibile, Loki? >> domandò stupefatto lui << Alla festa del tuo diciannovesimo compleanno, ti ho visto andare via in compagnia di un’ancella delle Norne. Aspetta, qual era il suo nome…>>
<< Si chiamava Cressa. >> disse seccato e imbarazzato il maestro di magia.
Thor batté un pugno sul ginocchio ed esultò.
Quando Loki parve innervosirsi, Thor capì che era il momento di tornare serio: << Credevo fosse successo qualcosa tra di voi quella notte, fratello. Anzi, a dirla tutta, credevo l’avesse passata addirittura insieme e invece? >> disse d’un fiato, cercando disperatamente gli occhi del dio accanto a lui.
 
Loki parve agitato e guardò il fratello maggiore accigliato: << Quella notte l’ho passata da solo. Non avevo voglia di giacere con una sconosciuta e dubito che questo potrà mai cambiare. >> disse severo.
Thor, perplesso ed insicuro sul dà farsi, si schiarì la voce e con la mano destra, si sistemò i capelli: << Quindi, tu non hai mai avuto donne? >> chiese con voce insicura.
Loki scosse la testa e Thor sospirò, alzandosi e dirigendosi verso la porta: << Beh, >> disse esitante << troveremo un modo per farti conoscere il gentil sesso. >> e ridendo sonoramente si dileguò.
Il dio degli inganni sorrise e, dirigendosi verso la finestra, tornò al pensiero della ormai imminente festa.
 
 
 
                                                                                                                     ***



 
 
 
Tutti gli dei erano presenti al lieto evento.
Loki si diede uno sguardo in torno e ciò che vide lo rincuorò alquanto.
Come previsto, i Tre Guerrieri erano lì, seguiti dalla triste Lady Sif in abito lungo, la quale parve quasi essere una donna.
Thor, troppo impegnato a correre dietro le sottovesti delle ancelle, non si accorse dello sguardo di rimprovero della madre, la regina Frigga che, in cuor suo, si chiedeva quando il maggiore dei suoi figli avrebbe trovato una degna compagna di vita.
Il re degli dei, dal suo trono, ammirava la sala, compiaciuto della presenza di tutti e fiero di poter festeggiare il compleanno del minore dei suoi figli.
Tante fanciulle parlottavano fra di loro sulla disarmante bellezza dello spadaccino Fandrall, che non faceva altro che pavoneggiarsi delle sue molteplici doti mentre altre, facevano disgustose smancerie nei confronti di Thor, sperando di rientrare nelle sue grazie.
Loki sorrise, pensando che era perfettamente normale che le donne facessero la corte al futuro re di Asgard.
Il festeggiato sospirò sollevato e fu grato che tutto stava andando secondo le sue monotone attese.
Per un solo istante, un pensiero triste e malinconico attraversò la sua mente. Pian piano questo pensiero crebbe, facendosi strada nel suo cuore e nella sua mente, assumendo un nome  che il principe sussurrò a fior di labbra. Pensò a quel nome così intensamente che quasi ebbe l’impressione di avere quella persona accanto a sé, in quella stanza e allora, non poté fare a meno di pronunciarlo: << Artemis… >> disse e una raffica di vento entrò impertinente dalle finestre della sala del trono.
Le porte si spalancarono e subito Odino scattò in piedi, certo che qualcosa stesse andando per il verso sbagliato ed ebbe ragione.
Una figura percorse la sala tra gli ospiti attoniti e con prepotenza, si collocò al cospetto dei sovrani.
Il volto del Padre degli Dei impallidì e bruscamente si accasciò sul trono dorato mentre la regina, con le lacrime agli occhi, portò la mano alla bocca, tentando di contenere lo stupore.
Con fatica il principe Loki si fece strada tra la folla, curioso di vedere chi fosse appena entrato nella sala del trono.
Con suo immenso stupore e quello di tutti i presenti, una giovane donna dai capelli corvini, ondulati e lunghi, s’inchinò di fronte ai sovrani, sorridendo maleficamente.
La sua figura, alta e snella, era ricoperta da un vestito blu scuro, stretta da un corpetto, con una gonna ampia e uno strascico lungo. Al collo, indossava una meravigliosa collana di zaffiri di dimensioni diverse, blu come i suoi occhi, come la notte stellata.
Quando si rialzò, sorrise smagliante e guardò perfidamente e guardò fisso il re: << La principessa Artemis è tornata a casa, Padre degli Dei. >> disse con voce calma e, con espressione ardente guardò dritto negli occhi Loki, che si trovava a pochi metri da lei.
<< La Strega di Asgard è tornata a casa. >> ripeté, dando al dio degli inganni il regalo migliore che si potesse desiderare: lei.

















 

 

Angolo autrice


Come prima cosa, voglio ringraziare tutti i lettori e mi auguro che la storia sia di vostro gradimento.
In particolare, voglio ringraziare una persona che mi ha soccorsa durante un blocco di scrittura.
Tamisa24, questo capitolo è tutto dedicato a te e spero ti piaccia.
Non so come ringraziarti, davvero.
Detto questo, spero vi piacciano i nuovi sviluppi.
Tornerò presto con un nuovissimo capitolo.
Un bacio,
Katie :D

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Come back home ***


Artemis sogghignava e guardava dritto negli occhi Loki, il dio degli inganni, che non poteva credere ai suoi occhi. Tanti anni passati a desiderare il suo ritorno eppure, avendola dinanzi a sé, egli non sapeva cosa fare.
La ragazza fece un risolino perfido e spostò lo sguardo verso Odino, il Padre degli Dei e Frigga, la sua regina.
<< Allora, >> cominciò avvicinandosi lentamente alla scalinata del trono, muovendosi sinuosa e affascinante << ho sentito dire che qui si festeggia il compleanno del mio amatissimo fratello. Perché io non sono stata invitata, Padre? >> disse impertinente la giovane dea dagli occhi zaffiro.
Il Padre degli Dei si alzò dal trono e sollevò la sua lancia, adirato: << Chi ti ha autorizzata a tornare a casa, Artemis? Eri in esilio volontario. >> sbraitò, affiancato dalla consorte che, preoccupata, si appoggiò al suo braccio.
Il sorriso malefico di Artemis scomparve, lasciando che le sue labbra diventassero una lunga linea nera: << Esilio volontario, Padre? Siete stati voi a impormi tale flagello per paura di ciò che sono capace di fare. >> disse con voce calma, ma il suo sguardo era gelido e funesto: << D’altra parte, posso comprendere la vostra decisione. Avere una figlia incapace da gestire può essere logorante e, permettete che ve lo dica, Vostra Maestà, ma oramai siete anziano e le forze vi vengono meno ogni minuto che passa. >> disse tagliente attirando l’attenzione degli invitati che, increduli, assistevano a tali insulti.
Il Padre degli Dei, furioso, puntò la lancia in direzione della principessa e le scagliò contro un incantesimo: << Torna dal regno da cui provieni, strega! >> urlò affannato.
Tutti nella sala del trono, guardavano allibiti la scena, sconcertati da tanta impudenza e da tanta ira.
Artemis sogghignò e, quando il fascio di luce emesso dalla lancia di Odino la avvolse, lei schioccò le dita e un bagliore blu fece semplicemente sparire l’incantesimo di Odino.
La regina si lasciò cadere sul suo trono con gli occhi umidi e sgranati dallo stupore, incredula a ciò che era appena accaduto.
La sua sorpresa fu pari a quella degli ospiti e di tutta la famiglia reale, Loki incluso.
Odino, smise di respirare: nessuno, in tutti i Nove Regni era in grado di fermare la sua temibile e celeberrima lancia. Come poteva una ragazza eguagliare o addirittura superare la sua potenza?
Artemis rise scrutando l’espressione del Padre degli Dei e i suoi occhi zaffiro mutarono in un rosso brillante e agghiacciante.
<< Oh Padre, >> disse la giovane con sguardo dispiaciuto << mi arreca sempre tanto dolore litigare con voi per tali sciocchezze. Io sono qui solo per trascorrere un po’ di tempo con i miei adorati fratelli. >> dichiarò con un sorriso dolce.
Odino annuì e si sedette sul trono, seguito dallo sguardo vigile e apprensivo della moglie.
I due principi di Asgard si guardarono negli occhi.
Lo sguardo esterrefatto e spaventato di Thor fuggiva tra Artemis, a Loki e i genitori per poi posarsi nuovamente a Loki.
Mentre Thor era visibilmente terrorizzato e preoccupato, Loki era raggiante, sorridente e discretamente calmo. Il secondogenito di Odino guardò il fratello e sorrise.
Thor fece il miglior sorriso che possedeva ed entrambi s’incamminarono verso la sorella.
Come tradizione il primo a salutarla fu Thor, poiché fratello maggiore, e le rivolse un solenne inchino al quale lei rispose altrettanto solennemente, sorridendogli di cuore.
<< Sorella, sono felice di riaverti qui. >> disse il dio del tuono con voce sicura e potente.
Artemis trattenne a stento una risata: << Altrettanto lo sono io, principe Thor. >> disse la giovane mentre Thor, stanco di tanta rigidità, la abbracciò di slancio.
<< La mia sorellina è tornata! >> tuonò sguaiatamente e tutti risero fragorosamente.
Artemis sciolse l’abbraccio felice e i suoi occhi tornarono blu e calmi.
Thor rise e diede una pacca sulla spalla al fratello, incitandolo a salutare la sorella.
Loki sospirò: Thor era sempre stato molto affettuoso e ben disposto a perdonare gli altri, cosa che lui, come dio degli inganni, non avrebbe mai potuto fare.
Si avvicinò lentamente ad Artemis, con postura fiera e rigida.
La principessa lo guardava con un sorriso imbarazzato dipinto in volto e attendeva che il suo principe si avvicinasse a lei.
Loki si fermò ad un metro da lei, volgendo lo sguardo serio agli invitati.
<< Graditi ospiti, >> disse autorevolmente << vi ringrazio per essere accorsi a questo lieto evento. Vedervi tutti qui, mi riempie di gioia e di orgoglio. I regali che ho ricevuto sono a dir poco maestosi ma c’è ancora una cosa che vorrei chiedervi in dono. >>
Loki si avvicinò ulteriormente ad Artemis e delicatamente, le prese la mano.
Tutti sospirarono e calò il silenzio.
Il secondogenito di Odino alzò il palmo della mano libera, sprigionando un lieve chiarore argenteo.
Dei calici ricolmi di ambrosia comparvero nelle mani dei presenti che sorrisero, notevolmente sorpresi.
<< In alto i calici per il ritorno della principessa Artemis. >> disse alzando il suo calice.
Thor fu il primo ad alzare il suo e, entusiasta, sorrise << Alla principessa Artemis! >> urlò e tutti sorrisero e imitarono il suo gesto.
Loki, fiero del risultato ottenuto, si voltò verso la sorella, orgoglioso del suo comportamento.
La Strega di Asgard sorrideva, con gli occhi limpidi come un cielo d’estate, e rivolse al fratello uno sguardo carico di dolcezza e di riconoscenza.
Il principe dagli occhi smeraldo, portò ma mano della sorella alle labbra, poi riportando le mani alla schiena, come imponeva la rigida educazione ricevuta, assunse la posizione di partenza e si sporse in avanti per sussurrarle qualcosa all’orecchio: << Sono felice di vederti Artemis, nemmeno immagini quanto. >> sospirò il dio.
La ragazza, sorpresa arrossì, e si avvicinò al fratello per rispondergli ma tutto fu rovinato da una voce dura, femminile, che sussurrò appena la parola che fece raggelare il sangue di tutti.
<< Strega. >> disse Lady Sif, ignara che nel silenzio generale i presenti l’avessero potuta sentire.
Il cuore di Loki si fermò e Thor spalancò la bocca.
La regina mimò un “ No ” con le labbra tremolanti e strinse la mano del suo re, altrettanto preoccupato.
Artemis indietreggiò, lenta e gelida, visibilmente furiosa.
Sospirò e sussurrò un freddo “ Mi dispiace ” in  direzione del festeggiato.
Si voltò e s’incamminò verso Sif che, imbarazzata, chinò il capo.
Arrivata dinanzi a Sif, la principessa sfoderò un sorriso sghembo e perfido, che fece rabbrividire tutti.
Gli occhi della strega, ormai color cremisi, incontrarono quelli azzurri della guerriera che sorrise mestamente: << Mi dispiace, non volevo ferirla, principessa. >> disse inchinandosi.
I Tre Guerrieri erano pietrificati, immobili ai loro posti e Artemis li scorse velocemente.
Erano tutti uguali a tanti anni fa, ad eccezione di Fandrall che le parve molto più avvenente e maturo.
Artemis, posò una mano sul capo di Sif: << Oh Sif, non hai nulla di cui preoccuparti. >> disse, sorprendendo tutti << Hai solo espresso il tuo parere, niente di più. >>
Sif, incredula a quelle parole così accomodanti, alzò il capo: << Grazie, principessa. >> sussurrò e tornò accanto ai Tre Guerrieri.
Sorridente, Artemis alzò la mano destra, indicando la folla: << Quello che ha detto Lady Sif, è una cosa che tante persone qui presenti pensano. >> disse sicura.
Tutti corrugarono la fronte e la guardavano preoccupati mentre Loki, parve più interessato ai suoi movimenti che alle sue parole.
La principessa, accortasi del timore generale, sorrise malevola: << Quando sono arrivata, ho dimenticato di presentarvi un mio carissimo amico, confidente e alleato. >> disse, iniziando un brusio collettivo.
<< Vi presento Cerberus, il mio cucciolo domestico. >> e, così dicendo, un tenero gattino nero entrò nella sala del trono.
Tutti lo guardarono amorevolmente e teneramente, ma Loki sapeva che la sorella aveva in mente qualcosa.
Lei sorrise perfidamente: << Cerberus, mostrati. >> sussurrò e i suoi occhi brillarono, rossi e cattivi.
Improvvisamente, il gattino crebbe, diventando una pantera famelica e ringhiante.
Ci furono urla, terrore e panico tra gli dei presenti, servi e ancelle.
<< Artemis, figlia mia, basta. >> disse Frigga e subito, Artemis si voltò a guardarla.
Vide delusione nei suoi occhi e sospirò: << Cerberus, muta. >> disse e l’animale tornò ad essere un gatto, per la gioia di tutti.
Loki, che aveva osservato attentamente tutta la scena, rise piano, attento a non farsi sentire da nessuno. Solo Artemis, che lo stava fissando con la coda dell’occhio, se ne accorse e decise di dargli un motivo per tornar serio.
Allora, la principessa si diresse verso Volstagg e Fandrall, sorridendo: << Amici miei, >> disse serafica << è un tale piacere rivedervi. Sono passati anni, mi sbaglio. >>
Volstagg s’inginocchiò, baciandole la mano: << Sono lieto di riaverla qui con tutti noi, principessa. >> disse leggermente spaventato e Artemis restituì l’inchino e spostò lo sguardo su Fandrall.
<< Fandrall. >> disse chinando appena il capo.
Il giovane spadaccino, sorpreso e affascinato, s’inchinò alla principessa e le prese la mano fra la sua: << Principessa Artemis, è meraviglioso averla qui con noi e mi permetta di dirle che è diventata ancora più bella in tutti questi anni. Sarò fiero di essere al suo servizio qualvolta lo richieda, mia principessa. >> disse baciandole la mano, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Il gesto mandò Thor su tutte le furie e altrettanto fece Loki che, geloso, pensò a cosa farne di quel ridicolo damerino di Fandrall, una volta andati via gli ospiti.
Artemis sorrise al giovane spadaccino e si allontanò, dirigendosi verso i corridoi.
Poi, d’un tratto, si fermò: << Ah, Loki. >> disse << Quasi dimenticavo il tuo regalo. Spero ti piaccia. >> uscì dalla sala del trono e tra le mani del giovane dio comparve un libro antico.
Thor si avvicinò: << Di cosa si tratta? >> chiese sottovoce, mentre i festeggiamenti ripresero indisturbatamente.
Loki, colto da un brutto presentimento, lesse il titolo del libro e rabbrividì.
<< Thor, >> disse dopo attimi di silenzio << ricordi quando andai da lei, anni fa e le portai i libri di nostra madre? >> chiese il dio degli inganni sussurrando.
Thor, dapprima perplesso poi preoccupato, annuì: << Sì, fratello. Ricordo che le hai dato tutti i libri, tranne uno. Il volume di “Magia di distruzione ” giusto? >> disse deciso.
Il secondogenito di Odino, passò il libro al fratello che, nel leggere il titolo non poté trattenersi dall’urlare.
<< Per tutti gli dei! Come ha fatto ad averlo?>> disse il principe dai capelli dorati e Loki, scuotendo tristemente il capo, si dileguò nel bel mezzo del ricevimento.








Angolo autrice
 
E come promesso, dopo un periodo relativamente breve, ecco il nuovo capitolo.
Ovviamente, anche questo è dedicato a Tamisa24 che mi supporta costantemente .
Avrei voluto mostrarvi chi secondo me è la personificazione di Artemis ma purtroppo, non sono riuscita a caricare l'immagine.
Mi sono ispirata ad Eva Green *_*
Detto questo, spero vi piaccia.
Un bacio,
Katie :D


 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Red Roses ***


Artemis camminava rapida lungo i corridoi del palazzo, decisa ad arrivare prima possibile in camera sua, per trovare un po’ di pace e silenzio.
Erano successe tante cose quella sera e non tutte erano andate com’era nei piani.
Mai si sarebbe aspettata una reazione così composta di Loki e, cosa peggiore, non avrebbe mai ipotizzato che lui la chiamasse “ sorella ” e che da tale la trattasse.
Cerberus la seguiva fedelmente, come un’ombra apprensiva, affezionata a quella che era la sua migliore amica.
Artemis sorrise e si guardò attorno: non era cambiato nulla in tutti quegli anni d’isolamento.
Le pareti del palazzo erano sempre di quell’oro brillante e accecante, i corridoi erano vuoti, le finestre furono private delle tende setose e spalancate per permettere agli ospiti di avere una splendida vista del regno anche durante il tragitto da una sala all’altra.
Le stelle di Asgard riempivano il cielo nero e, come sempre, Artemis le guardava ammirante.
Da bambini, lei e Loki si divertivano sempre nel contarle e nel ricordarne i nomi, finendo col passare tutta la notte fuori.
Ricordava perfettamente le loro mani incrociate, strette e salde l’una nell’altra e non avrebbe mai dimenticato il modo in cui Loki la guardava, come se lei fosse una stella splendente e unica.
Spesso si addormentava così, guardando le stelle stretta a lui.
Il mattino dopo, la principessa si svegliava sempre tra le braccia del secondogenito di Odino che vigile, non aveva mai allentato la presa.
Sorrise pensando a tutte le sciocchezze fatte con il fratello, ma subito si accigliò.
“Mio fratello, il principe Loki.” pensò e Cerberus le strisciò accanto.
Lei lo guardò affettuosamente: << Cerberus, muta. >> sussurrò e subito l’adorabile gatto tornò ad essere una pantera terrificante.
Gli occhi di Artemis, rossi come due rubini brillanti, fissarono l’animale, compiaciuti e carichi di pessime intenzioni, così come i suoi pensieri.
<< Fai un giro di perlustrazione, Cerberus. Conoscendo i sovrani di Asgard, staranno tramando qualcosa per liberarsi nuovamente di me. >> disse con voce sibilante.
Cerberus annuì e in pochi secondi, si dileguò tra gli sfavillanti corridoi.
Artemis continuò il tragitto che l’avrebbe portata alla sua stanza, attraversando l’atrio centrale e vari corridoi, salendo un’interminabile scala a chioccia.
Dopo aver percorso un lungo corridoio pieno di vetrate, la principessa giunse nei suoi appartamenti.
Spalancò la porta trattenendo il fiato, non sapendo esattamente cosa aspettarsi.
Vide che la stanza era esattamente come lei l’aveva lasciata anni prima e se ne compiacque.
I suoi libri erano tutti al proprio posto e il profumo intenso era intatto nell’aria.
Respirò profondamente e chiuse gli occhi, sorridendo lievemente.
Attraversò lentamente la porta d’ingresso e, con un gesto impercettibile, la chiuse.
Il lungo e vaporoso vestito toccando terra, produceva un silenzioso e lieve rumore.
Quella quiete, quella sensazione di pace che tanto desiderava in quegli anni, la colse di sorpresa rendendo quel momento di solitudine quasi perfetto.
La principessa si rabbuiò e sospirò:<< Sola, come sempre... >> sussurrò gettando uno sguardo fuori dall’enorme finestra.
Da lì, poteva ammirare l’ala del castello che ospitava il ricevimento in onore del fratello.
Si avvicinò ancora di più all’ampio davanzale e, con espressione ferita, guardò gli ospiti danzare leggiadri, spensierati, come se nulla al mondo potesse turbarli, come se niente fosse più importante che quel momento.
“ Tanto frivoli, quanto vuoti.” Pensò la giovane, quasi detestandoli.
Fu distratta da quei pensieri tanto funesti, quando due giovani ancelle passarono sotto la finestra delle sue stanze ridendo chiassosamente.
<< Hai visto quanto è avvenente il principe Thor stasera? >> disse la giovane dai capelli mogano.
L’altra, dai capelli lunghi e biondi, rise giulivamente: << Oh sì, davvero divino. Peccato che non abbia dato attenzioni a nessuna, stasera. >> disse indignata << Tutta colpa di quella strega. Immagina svegliarsi nelle stanze del principe Thor o in quelle del maestro delle illusioni , Loki. >> continuò.
La ragazza dai capelli mogano sospirò: << Sarebbe anche arrivato il momento per lui di avere a che fare con una donna. >> disse scoppiando in una sonora risata.
Artemis s’irrigidì e smise di respirare.
I suoi occhi diventarono completamente cremisi e luminosi.
Allargò le braccia e spostò la sua attenzione su un minuscolo bocciolo di rosa raffigurato su un libro donatole dalla madre.
Sorrise perfidamente: << Ogni rosa ha le sue spine. >> disse guardando le due ragazze ridere.
Dal terreno spuntarono minuscole roselline rosse, scarlatte, e le due giovani s’incantarono a guardarle.
Erano magnifiche e delicatamente, sbocciavano rilasciando un profumo inebriante.
Dopo pochi secondi, le radici dei fiori continuarono a crescere, diventando lunghissime e ricolme di spine.
Le due ancelle urlarono disperatamente, mentre le piante cominciarono ad avvolgere i loro esili corpi, pungendo e osando la loro pelle chiara.
Artemis le guardava dimenarsi tra i rovi, gementi e urlanti, ricoperte di rivoli di sangue.
La principessa, stanca di sentire tutte quelle urla, decise di creare un diversivo.
Sospirò e alzò i palmi delle mani, portandoli ad altezza del capo: << Gela. >> disse e dopo pochi secondi, in un bagliore grigio, Asgard si ricoprì di neve, con estremo stupore degli ospiti del ricevimento.
Calò un silenzio disarmante in tutto il regno e quasi parve che gli abitanti temessero addirittura di esalare il minimo respiro.
 La giovane sorrise, fiera del suo comportamento e con uno schiocco di dita, indossò una delle vesti da notte bianche preferite.
Con un gesto della mano, la ragazza chiuse tende e finestre, facendo fluttuare tutti i volumi presenti nella stanza negli scaffali.
Dopo essersi sistemata, si scaraventò sul letto, inebriata dal profumo delle rose che continuarono a crescere.
Fissò il soffitto dal sontuoso letto, ricolmo di cuscini e libri e realizzò di non aver per nulla sonno.
Chiamò a se un volume di dislocazione e iniziò a leggerlo con scarso interesse.
<< Accidenti! >> mormorò la principessa dopo aver letto per la terza volta la medesima pagina.
Sbuffò e si accasciò malamente tra i cuscini.
Dopo essersi girata e rigirata nel letto, si mise a pancia all’aria e, incrociando le braccia, ripercorse gli eventi della serata, maledicendo quello stupidissimo ricevimento e pensando a quanto Loki l’avesse trattata da sorella.
Stava per evocare Cerberus quando improvvisamente, vide un bagliore argenteo brillare accanto a lei.
Una figura molto familiare, prese forma al suo fianco, creando piccole pieghe sulle preziose lenzuola che maestosamente ricoprivano il letto.
Il dio degli inganni giaceva beatamente al lato della sorella, leggendo il libro da lei stessa regalatogli, mentre Artemis, imbarazzata e sorpresa, lo fissava con occhi increduli.



 

Angolo autrice


Chiedo immensamente perdono, è una vita che non pubblicavo un capitolo.
Dopo tanti se e infiniti ma, ecco un nuovo capitolo e non vedo l'ora di conoscere le vostre opinioni.
Prometto che a breve, verrà pubblicato un nuovo capitolo e chissà cosa accadrà **
Un bacio,
Katie :D

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Butterflies ***


Sapeva che, alla fine, Loki sarebbe apparso nelle sue stanze ma mai avrebbe ipotizzato che ciò accadesse quella notte stessa e specialmente, che lui potesse indossare solo dei pantaloni da notte in seta verde smeraldo, lasciando il petto sodo e scolpito scoperto.
Notando la totale indifferenza del principe, Artemis si avvicinò di più a lui che, di tutta risposta, non mosse un muscolo, ignorando completamente la principessa che indossava una mise notturna piuttosto succinta.
Irritata, la giovane si schiarì rumorosamente la voce ma il gesto, non sortì alcun effetto sul dio.
La ragazza allora, gli rubò il libro dalle mani del dio degli inganni e lo guardò dritto negli occhi, con fare affabile.
Il dio, di tutta risposta, alzò il sopracciglio sinistro e la guardò con sufficienza : << Scusa cara, cosa desideri? >> chiese sorridendo e ghignando.
La principessa si voltò dal lato opposto al fratello e dopo aver mugugnato silenziosamente, sbuffò : << Al momento, non desidero nulla, Loki. >> disse irritata.
Il principe sorrise facendo fluttuare il libro fra le proprie mani: << Bene, perché non era mia intenzione assecondare i tuoi capricci stanotte. >> sancì tagliente.
La ragazza si girò di scatto con occhi spalancati : << Capricci? >> soffiò << Capricci? >> ripeté alzano esponenzialmente la voce.
Gli occhi le diventarono rosso tenue e allora il secondogenito di Odino spostò lo sguardo dal libro alla principessa : << Sì, >> disse con voce ferma << capricci. Chi mai porrebbe fine alla vita di due ancelle tra i rovi e poi nasconderebbe i corpi sotto tre metri di neve solo perché, gli Dei sanno, non ti aggradavano? >> .
Artemis lo fissò : << A Midgard, fanno la medesima cosa ma, al posto della neve, vi è il terreno, caro fratello. E poi non le ho ammazzate. Sono solo svenute a causa del freddo.  >> rispose piccata.
Loki alzò gli occhi al cielo e sospirò gravemente : << Concedimi giusto qualche appunto, Artemis. >> disse chiudendo rumorosamente il volume che aveva in mano.
Si voltò sul fianco e appoggiò la testa sul braccio sinistro, per guardare meglio la sorella che se ne stava stesa accanto a lui.
La ragazza volse il suo corpo in modo da essere di fronte a lui.
I figli minori di Odino, erano a pochi centimetri l’uno dall’altra e Loki allungò la mano destra e prese una ciocca dei capelli corvini della giovane: << In primo luogo, ti ricordo che i Midgardiani sono delle creature bizzarre e anche notevolmente arretrate. >> disse giocando con la ciocca << In secondo luogo, >> continuò con voce calma << non capisco il motivo per cui tu hai ritenuto opportuno seppellire Adelina e Gwendoline sotto la neve. Sono due giovani ancelle e sono anche nuove a palazzo. Reputo ovvia la loro eccitazione. >> terminò con uno sguardo in alto.
Artemis, seccata, sbuffò : << E va bene! >> disse e con un giro d’indice, le due giovani comparvero in piedi di fronte al letto.
Le ancelle, stranite e infreddolite, guardarono sconcertate i due figli minori di Odino.
Subito s’inchinarono e, tremando, guardarono Artemis e i suoi occhi scarlatti e inquietanti.
Lei le guardava come se fosse pronta a divorarle o a fulminarle con lo sguardo.
<< Allora, >> intervenne la principessa, con aria fiera << le cose stanno in questo modo: voi non siete state congelate, non siete state avvolte dai rovi e principalmente, non avete mire sui miei fratelli. Né adesso, né mai.>> disse tutto d’un fiato con espressione seria.
Le due servette si guardarono negli occhi allibite e annuirono leggermente.
Artemis sorrise: << Bene! E ora, andate via prima che cambi idea e prenda le vostre miserabili vite. >> sibilò malignamente.
Le giovani corsero via dalle stanze e lasciarono il principe e la principessa da soli.
Loki rise, sguardo fisso sulla giovane distesa al suo fianco : << Le hai quasi uccise perché stavano fantasticando su me e Thor? >> chiese divertito.
Artemis annuì e gli occhi si scurirono leggermente: << Sono l’unica che può fare congetture o commenti su voi due. >> soffiò << Allora, finito con i tuoi “appunti”, fratello? >> disse visibilmente a disagio.
Loki la guardò sogghignando: << In verità ne manca ancora uno. >> e così dicendo, scivolò ancora più vicino ad Artemis e le mise il braccio destro dietro la schiena, stringendola a sé e avvicinando le labbra al suo orecchio.
Artemis ebbe un fremito mentre una scarica elettrica, le percorse interamente la schiena.
Il respiro di Loki era glaciale ma al tempo stesso invitante, quasi seducente.
La giovane chiuse gli occhi e voltò il viso verso il fratello.
Quando lei dischiuse le palpebre, il dio degli inganni li vide liquidi, azzurri con sfumature leggermente rosate, come il cielo asgardiano al mattino.
Loki sorpreso, sospirò e Artemis, accorgendosi della sua esitazione, si sporse ancora più vicina al viso del fratello, lasciando le labbra a distanza di un respiro l’una dall’altra.
<< So cosa provi, >> disse lei sfiorando la guancia del dio degli inganni leggiadramente con la mano << l’ho sempre saputo e ti posso assicurare, che i nostri desideri coincidono adesso più che mai. >> sussurrò portandogli le mani dietro il collo.
Loki smise di respirare quando Artemis annullò le distanze fra loro, posando le labbra sulle sue, lasciando un bacio delicato quanto il silenzio che li avvolgeva.
Il secondogenito di Odino, allora, aprì appena gli occhi per guardare il volto magnifico di quella donna che gli stava donando il bacio che tanto aveva atteso in quegli anni solitari e spogli.
Con sua immensa sorpresa, non fu il viso della giovane a fargli spalancare, in seguito, gli occhi bensì migliaia di farfalle bianche e blu, brillanti, irradiate di luce propria.
Accortasi dello stupore del dio, Artemis rise piano e interruppe il bacio, permettendogli di ammirare il lato migliore e incantevole della sua magia.
Le farfalle volavano intorno ai loro corpi, in cerchio nelle camere della principessa, posandosi sul letto e sulle finestre.
La giovane strega si alzò dal letto : << E non è tutto. >> bisbigliò, tendendo una mano al principe.
Lui la afferrò e si diressero verso l’ampia balconata di fronte al letto.
Ogni cosa nel paesaggio di Asgard parve immutata inizialmente, ma poi, osservando con maggiore attenzione, Loki si accorse che le stesse farfalle che volavano sul suo corpo tonico, avvolgevano tutto il palazzo e il mare, tutto il regno.
<< Artemis, >> sospirò << tutto questo è meraviglioso. >> disse sorridente.
Lei rise imbarazzata : << Come vedi, sono perfettamente in grado di gestire la mia magia. >> annunciò con voce ferma e sicura.
Loki scrutò attentamente la sua espressione : << Lo so. >> disse avvicinandosi velocemente alla sorella << Io non ne ho mai dubitato. >> concluse, prendendo il suo viso fra le mani.
Artemis punto i suoi occhi blu, brillanti come diamanti in quelli smeraldini di Loki : << E cos’altro sai, fratello? >> chiese piano la giovane, portandogli le mani al petto.
Loki sfoderò il suo ghigno : << So che sei l’unica donna capace di suscitare in me le emozioni che provo ora. >> disse avvicinando le labbra a quelle scarlatte di lei << Inoltre, so che da oggi in poi, non dovrai più chiamarmi fratello. >>.
Le loro labbra s’incontrarono e Loki la strinse a sé forte, dandole brividi carichi di piacere e sorpresa .
Artemis baciava freneticamente le labbra del secondogenito di Odino, stringendo forte i suoi capelli, carezzando ogni parte del suo petto nudo e delle spalle sempre più avidamente.
Dopo pochi minuti che ad entrambi parvero essere ore, Loki sciolse il bacio e, a corto di fiato, posò un bacio leggerissimo sulla fronte di Artemis.
<< Bentornata a casa, mia principessa. >> disse, dissolvendosi in un luccichio argenteo e verde, lasciando la principessa sola, sorridente e con il battito accelerato. 








 

Angolo autrice:


Ebbene, dopo tanto tempo di assenza eccomi qui con questo nuovo capitolo.
Inutile dirvi quanto sia felice che centinaia di persone leggano questa FanFic.
Davvero, grazie immensamente a tutti.
Non vedo l'ora di conoscere le vostre opinioni e spero che vi stiate affezionando a questi due tanto quanto me.
Detto ciò, prometto che tornerò prestissimo con un nuovo capitolo.

Un bacio,
Katie <3

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2465699