Light Witch.

di OfeliaMontgomery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. (Parte 1) ***



Capitolo 1
*** 1. ***


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Novembre, 17, 2011
Chantel era immersa nei suoi pensieri, ascoltando Avril Lavigne alla radio, nella macchina di suo padre.
Lei e la sua famiglia si erano appena trasferiti da New York a Salem, il motivo? Suo padre aveva trovato lavoro lì e quindi a colto subito l’occasione.
Chantel non amava molto i trasferimenti, perché ogni volta che si ambientava dovevano già cambiare città o stato. Poi nuova scuola, nuovi compagni e ogni volta doveva lasciare i suoi amici, e questo non le piaceva per niente.
Lei era una ragazza molto solitaria e quei pochi amici che aveva li ha persi.
I suoi genitori dicevano “Li puoi sentire al cellulare o attraverso internet”, si okay poteva essere vero, ma era molto diverso da vederli tutti i giorni per andare a scuola insieme e passarci i pomeriggi insieme.
Erano arrivati davanti alla nuova casa, era di un rosa spento, con il cortile pieno di iris, come il colore dei suoi occhi a differenza dei suoi capelli bianchi e della sua pelle bianchissima.
– Che bello quanti iris – esclamò la ragazza davanti a tanta bellezza, avevano un buon profumo, le sembrava di stare in paradiso.
– Sono felice che ti piacciano tesoro, lo abbiamo fatto per te – suo padre appoggiò un braccio sulla sua spalla e lei gli fece un sorriso.
– Grazie –  abbracciò suo padre, poi tornando alla macchina prese una delle tante sue valige.
– Posso andare in casa? – teneva una borsa in una mano e nell’altra una valigia.
– Si veniamo anche noi – disse sua madre prendendo due valige poi entrò anche lei, aspettarono il padre per poi guardare la casa, lei e la madre ancora non l’avevano vista.
La villetta era molto grande, con un cortile nel davanti, giardino e piscina dietro la casa. Al primo piano un grande soggiorno con pavimento di parquet, il caminetto, due grandi divani in pelle nere ancora coperti da un telo bianco, una libreria ancora vuota, una tv con grande schermo e un pianoforte. Le pareti ricoperte da carta da parati viola chiaro. I mobili antichi sono quelli della vecchia casa, un grande tavolo in cristallo solo per le cene particolari. Sempre al primo piano c’erano una cucina molto funzionale, moderna e molto grande per pranzo e cena, un bagno e uno stanzino.
Una grande scalinata portava al piano superiore dove c’erano le camere da letto, arredate con mobili antichi ed in ognuna di esse il bagno. Uno studio con scrivania per il padre con anche la libreria. Nel sotterraneo c’erano la stanza per la lavanderia e il ripostiglio degli utensili. Vicino alla casa c’era un garage per l'auto e gli attrezzi per il giardinaggio.
– Mie fanciulle vi piace? – chiese il padre arrivando da dietro e abbracciando sua moglie.
– Si papà, è stupenda, davvero – esclamò Chantel correndo su per le scale.
– Vado in camera mia – prese le valige lasciate sulla scalinata e poi salì.
– E’ la prima a destra – disse il padre sorridendo.
– Okay, poi ti dico se mi piace – la figlia gli fece la linguaccia.
Salì le scale dirigendosi verso la prima porta a destra, l’ aprì piano. Quando entrò si sentì il profumo degli iris, infatti, c’erano dappertutto. Avevano un profumo inebriante così buono da non sembrare nemmeno terreno.
La camera della ragazza era enorme, luminosa e accogliente.
Il letto era a baldacchino ed era tutto rosa. C’erano una libreria con vicino un mobile per i cd, dvd e lo stereo, una scrivania ed un armadio enorme.
C’era una poltrona in pelle nera vicino alla scrivania, un tv al plasma, un tappeto portato direttamente dall’Egitto (preso mentre erano in vacanza) e un grande armadio. Il bagno era in cristallo con una bella vasca idromassaggio.
– Mamma mia è stupenda – disse saltellando per la sua nuova stanza. Sui muri c’erano delle greche con tanti tipi di fiori, fatti con ogni tipo di rosa e viola, proprio come piaceva a lei.
Suo padre aveva proprio pensato a tutto. Iniziò a tirare fuori dalla valigia i suoi vestiti per poi metterli nel nuovo enorme armadio. Domani sarà il suo primo giorno di scuola, di nuovo, nuova scuola, nuovi orari e nuovi compagni.
Qualcuno bussò alla porta – Tesoro posso entrare? – le chiese il padre aprendo leggermente la porta.
Chantel si sedette sul letto, – Certo entra pure, questa camera è stupenda, grazie papà – anche l’uomo si sedette, a fianco alla figlia, poi aprì le braccia come per dire che voleva un abbraccio. Chantel Rise – Vuoi un abbraccio per essere il papà migliore del mondo?! – lo abbracciò stretto a se.
– Grazie papà davvero! –
– Ti prometto che da qui non c’è ne andremo più, ho trovato un posto fisso, quindi non ci saranno più trasferimenti – si alzò e andando vicino alla porta le sorrise – Vado da tua madre – disse facendole l’occhiolino.
– Lo spero davvero papà! Vai su, vai da lei – la ragazza rise alzandosi da letto, per continuare a ritirare tutti i vestiti.
Le altre valige le avevano portate in casa il padre e la madre. La ragazza scese giù per prendere altre due valigie, più tanti altri scatoloni. Era molto esagerata sui vestiti, bastava vedere tutti gli scatoloni che ancora mancavano da portare in camera, era praticamente solo vestiti.
– Tesoro vuoi una mano? – le chiese gentilmente il padre arrivando dalla cucina. Chantel annuì.
– Prendi quei due scatoloni, grazie – lui si abbassò e mise uno scatolone sopra a quello più grande e la seguì sulle scale.
Tornarono in camera della ragazza e Chantel appoggiò le valige sul letto.
– Papà lasciali pure lì – disse la ragazza indicando il pavimento, lui annuì e li lasciò per terra.
Quando ebbe finito di portare in camera gli scatoloni decise di ritirare tutto. Spostò i mobili, mise tutti i libri nella libreria, i cd nel mobile a fianco e con anche lo stereo.
Il suo portatile, il suo compagno d’avventure. Quando finì si stiracchiò un po’, poi prese gli scatoloni e li portò giù in salotto, vide i suoi genitori seduti sul divano, la madre leggeva una rivista di gossip invece il padre faceva dei cruciverba. Odiava disturbarli, ma quei scatoloni iniziavano a pesare.
– Dove li metto questi? – chiese facendo segno con la testa per indicare gli scatoloni.
– Mettili fuori, domani passeranno a portarli via – rispose il padre.
– Okay – disse stanca la ragazza, aprì la porta di casa ed uscì, faceva freddo, molto freddo.
Appoggiò gli scatoloni a terra poi tutta tremolante rientrò in casa. – Brr fa un freddo cane – disse la ragazza sfregando le mani tra loro per riscaldarle un po’.
– Tesoro vai a dormire, domani è il tuo primo giorno nella nuova scuola – disse la madre accarezzando la guancia alla figlia.
– Si mamma, ma potevi non ricordarmelo – sbuffò, non le andava per niente di andare a scuola domani.
Era tutto nuovo per lei, salì le scale e andò diretta nel letto, dopo pochi minuti sprofondò nel mondo dei sogni.
Una risalta malvagia la fece svegliare in piena notte, alzandosi velocemente dal letto andando verso alla finestra a vedere se c’era qualcuno, non c’era nessuno, neanche un’anima viva, che fosse stato un sogno, anche se le sembrava così reale.
Scuotendo la testa tornò a letto e si riaddormentò.
Questa volta sognò una ragazza, la guardava ridendo, le assomiglia parecchio, era tutta vestita di nero, con lunghi capelli neri e gli occhi color sangue e facevano paura.
La vide svanire, poi sentì un rumore assordante, era la sveglia che stava suonando.
Si alzò velocemente dal letto, spense la sveglia. Dopo essersi alzata, prese dall’armadio dei jeans e una maglietta nera e il suo giubbotto di pelle rosa. Si vestì velocemente poi corse diretta in bagno. Prese dalla trousse la matita nera ed iniziò a contornarsi l’occhio, finito fece lo stesso anche l’altro, con quella matita nera i suoi occhi viola risaltano ancora di più, ma faceva anche risaltare la sua carnagione biancastra. Si spazzolò i capelli e poi mi mise un po’ di profumo. Uscì dal bagno per tornare in camera per preparare lo zaino, perché ieri se ne era dimenticata.
Scese le scale e si diresse verso la cucina dove la madre stava preparando la colazione.
– Buongiorno mamma – Chantel si avvicinò alla madre e le diede un bacio sulla guancia.
– Agitata per la scuola? – sbucò fuori padre, doveva essere appena uscito dal bagno.
 – Un po’ sì, è tutto così nuovo – disse la ragazza spostando una sedia e si sedette a tavola. La madre le porse un piatto con due frittelle. Ne assaggiò un pezzo, – è squisita – esclamò la ragazza mangiando un altro pezzo.
Guardò l’enorme orologio, segnava le sette e mezza, era ora di andare. – Chi mi porta a scuola? Almeno il primo giorno mamma o papà portatemi voi, vi prego? – chiese facendo gli occhi dolci, quelli a cui sua mamma non sapeva resistere.
– Va bene ti porto io, mi preparo e arrivo – rispose la madre mettendo i piatti nel lavandino poi uscendo dalla cucina va al piano di sopra per cambiarsi, invece il padre le diede un bacio sulla testa, appoggiando il giornale sul tavolo, – Saluta tua madre – disse facendole “ciao” con la mano per poi uscire di casa.
 – Va bene, ciao papà buon lavoro – urlò dalla cucina, appena fu uscito di casa Chantel si buttò un attimo sul divano per guardare un po’ la televisione. Poco dopo scese la madre, si era raccolta i capelli in un alto chignon che la faceva sembrare ancora più alta e slanciata e si era messa addosso un paio di jeans e una camicetta bianca.
–  Tesoro sono pronta, su andiamo – disse la madre scendendo dalle scale, si mise a cercare le chiavi della macchina.
– Mamma le chiavi sono qui sul tavolino –  disse la ragazza prendendole e porgendole alla madre.
–  Grazie tesoro – disse la donna facendole segno di seguirla, uscirono di casa, chiuse la porta a chiave e si diressero verso la macchina. Il tragitto casa-scuola non era molto lungo, era più o meno venti minuti di strada, ma essendo che non voleva andarci da sola il primo giorno, si fece accompagnare.
Accese la radio cercando di calmare un po’ i nervi, partì Smile di Avril ed iniziò a canticchiarla cercando di non pensare alla scuola.
Era metà novembre e la scuola era iniziata da due mesi, Chantel era indietro nel programma in confronto agli altri studenti, quindi le toccherà studiare il doppio.
– Tesoro, la scuola è quella –  disse la madre indicando un edificio vecchio, tutto grigio, più che una scuola sembrava un carcere.
La madre accostò nel parcheggio, Chantel scese e si diresse all’entrata della scuola poi aspettò che la madre se ne andasse salutandola con una mano.

 

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Capitolo 2
*** 2. (Parte 1) ***


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Tutti gli occhi erano puntati su Chantel, ovviamente lei era la ragazza nuova e poi per loro sembrerà anche strana dato che aveva i capelli bianchi e gli occhi viola.
Non guardò in faccia nessuno, entrò a scuola tranquillamente, almeno non aveva gli occhi puntati addosso, invece si sbagliò, dentro era ancora peggio, c’erano ragazzi che avevano persino smesso di parlare appena era entrata.
Si diresse verso la segreteria per gli orari della settimana.
– Salve, mi chiamo Chantel Hudson – davanti a lei c’era una donna molto giovane sui trent’anni.
– Benvenuta nella Salem High School, spero che ti troverai bene qui. Ecco qui la tua combinazione del lucchetto per il tuo armadietto e questo è l'elenco delle tue lezioni – lei porse due fogli, uno doveva essere quello da far firmare da ogni insegnate per far sapere che era arrivata e l’altro erano gli orari con anche la combinazione del lucchetto.
– La ringrazio, arrivederci – ringraziò Chantel sorridendo alla segretaria e poi uscì. Appena uscita dalla segreteria venne spintonata da una ragazza, Chantel si girò dalla parte della tipa e vide che rideva con delle sue amiche.
– Ma come è vestita – disse la ragazza che l’aveva spintonata ad un'altra ragazza bassotta. Quella continuava a ridere, Chantel fece finta di niente e continuò a camminare, fino ad arrivare alla classe in cui doveva stare questa mattina, lesse il cartello appeso sopra alla porta “Aula 104” si era quella la classe, bussò, – Salve, sono Chantel, sono nuova – disse porgendo il foglio da far firmare al professore.
– Benvenuta, io sono il professore Andreas Rice – disse il prof poi le firmò il foglio e glielo porse indietro.
– La ringrazio Prof Rice – disse la ragazza andandosi a sedere all’unico banco libero cioè quello di fronte alla cattedra.
Ormai era abituata a stare davanti e sempre di fronte ai professori, infatti era sempre molto attenta, tranne in quel momento che stava guardando com’era la classe.
I banchi era a due, lei era vicina ad una ragazza, capelli biondi e occhi azzurri, le ricordò tanto la sua amica Joy. Le mancava molto.
– Ciao io sono Chantel, tu come ti chiami? – chiese alla sua vicina di banco.
Lei le sorrise – Mi chiamo Annamary, piacere – rispose porgendole la mano, Chantel l’afferrò e la strinse.
 – Il piacere è mio – disse sorridendole. Quando fu iniziata la lezione si sentì arrivare addosso dei pezzettini di carta, si girò per vedere chi era, era le ragazze di prima, la ragazza che l’aveva spinta rideva come un’oca.
Calmati Chantel fregatene di loro. Si rigirò e incominciò a scrivere quello che dettava il professore, vide la sua compagna che rideva, mentre cercava di imitare il professore, insieme a lei si aggiunse anche Chantel a ridere e anche metà della classe, le smorfiose di prima si zittirono invece.
Suonò la campanella, la prima ora era andata per fortuna.
Uscì dalla classe, si appoggiò ad un armadietto e cercò di aprire lo zaino, ma una voce la fece spaventare – Spostati, sei appoggiata al mio armadietto, non voglio che si infetti» disse una voce stridula, Chantel si girò per vedere chi le aveva parlato e si ritrova la ragazza di stamattina – Che vuoi da me?! – sbottò guardandola dritta negli occhi, lei distolse subito lo sguardo.
– Levati dalle palle! – ribadì spingendola e facendola cadere per terra davanti a tutti, lei iniziò a ridere e venne seguita da tutti gli altri, si alzò senza guardare in faccia nessuno ed entrò in bagno.
Cercò di muovere il polso, ma le faceva male, bene il suo primo giorno di scuola non poteva iniziare peggio di così, umiliata e si era anche fatta male al polso. Che nervoso.
– Le oche ti danno già fastidio? – entrò in bagno una ragazza, dai lunghi capelli neri, trucco nero pesante, fece un sorriso amaro e poi annuì.
– Si mi hanno già presa di mira, come primo giorno non poteva andare peggio, comunque io sono Chantel – disse dopo aver bevuto un sorso d’acqua dal lavandino del bagno, invece lei si mise apposto il trucco.
– Non darle retta a quelle oche, si credono più forti degli altri, perché hanno i genitori ricchi, ma non sono un cazzo – disse la ragazza mettendosi apposto i capelli, si girò verso Chantel e le sorrise mostrando i suoi denti bianchissimi, – Io sono Electra – disse ritirando la sua matita per gli occhi nel astuccio ed uscì dal bagno con me a fianco.
– Sei una delle poche persone che mi ha rivolto la parola – disse sorridendole, si scostò una ciocca di capelli dagli occhi.
– Che gente! Appena arriva una ragazza nuova qui è abitudine prendere per il culo! Non ascoltare le cazzate che dicono – disse ridendo amaramente.
– Che lezione hai ora? – le chiese vedendo che teneva in mano il foglietto degli orari.
Lo guardò – Ho chimica, tu? – risposi ritirando il foglio nello zaino, e prendendo quello da far firmare.
– Anche io, quindi siamo insieme, ti va di sederti vicino a me? – le chiese gentilmente, Chantel annuì.
Entrarono nell’aula 67, l’aula di chimica era piena di provette, microscopi, tante sostanze chimiche, c’era anche un lavandino.
– Buongiorno ragazzi – disse il professore entrando velocemente in classe per poi uscire di nuovo, che tipo strano.
La seconda volta che entrò, appoggiò uno scatolone sulla cattedra, «Salve prof, io sono Chantel e sono nuova, mi dovrebbe firmare questo foglio, grazie» disse dandogli il foglio, il prof appoggiò lo scatolone che teneva in mano sulla cattedra.
– Tenga, firmato, benvenuta signorina Hudson – disse il professore sorridendole. Lei annuì solo e tornò a sedersi accanto ad Electra.
– Ma è sempre così ‘sto professore? – chiese ad Electra che annuì e poi iniziò a raccontarle cosa combinava di solito.
– Davvero a fatto uscire tutti i topi dalle gabbie? Oddio ma è matto» iniziò a ridere e poi insieme a lei si unì Electra – Sì, non è molto apposto questo professore – disse tirando fuori dallo zaino un quaderno, Chantel non si era accorta che il professore era entrato in classe.
– Andiamo bene – disse ma appena lo vide si zittì subito.
– Buongiorno ragazzi, iniziamo la lezione – disse il professore mettendoli a coppie, per fortuna lei era con Electra. Iniziarono tranquillamente la lezione.
Quelli esperimenti nell’altra sua scuola li aveva già fatti, quindi farli di nuovo per lei era stato facilissimo.
Invece per Electra era un po’ più difficile, così l’aiutò. Finimmo l’esperimento, poco dopo suonò la campanella, la ragazza che l’aveva spinto stamattina fece cadere un libro di Electra.
– Ops – disse ridendo la stronza.
– Hai rotto i coglioni Ashley – le urlò Electra in faccia poi si abbassò e raccolse il libro.
– Ciao sfigata – disse Ashley, ma quella volta si riferì a Chantel. Non le rispose nemmeno, aspettò che Electra ritirasse il libro per poi uscire dalla classe.
Le ore seguenti passarono velocemente. Finalmente era ora di pranzo. Lei ed Electra si erano sedute ad un tavolo vuoto, si sentì toccare una spalla quando si girò, vide che era Annamary.
– Ciao, vuoi sederti con noi? – le chiese gentilmente, lei annuì e poi si sedette con loro.
– Electra – disse la mora porgendo una mano ad Annamary, – Annamary – disse la bionda stringendole la mano e poi si sorrisero.
– Ma voi non vi conoscevate già? – chiese mangiando un pezzo di carne.
– Solo di vista! – le rispose Annamary sorridendo.
Mangiarono tranquillamente poi suonò la campanella, così  presero i loro vassoi e li buttarono via.
Tornarono in classe, quella volta era sola niente Electra e niente Annamary, sperò solo che non c’erano Ashley e le sue amiche.
Entrò in classe per fortuna non c’era nessuno, si sedette ad un banco infondo alla classe.
Tirò fuori il blocco da scrivere dallo zaino poi quando si girò, si trovò un ragazzo davanti che la guardava.
– Scusa questo è il mio posto – le disse quel ragazzo, appoggiando lo zaino sul banco a fianco al mio.
– Scusa ora mi sposto subito – disse prendendo il blocco e lo rimise nello zaino. Si alzò per spostarsi, ma lui la fermò – Puoi stare seduta anche li, mi siedo nell’altro banco – le disse sorridendole. Le passò dietro e si sedette a fianco a lei.
– Grazie allora, io sono Chantel, piacere – disse porgendogli la mano, lui la strinse.
– Piacere Mail – disse sorridendole ancora.
Era molto bello, aveva i capelli rosso fuoco, con lineamenti aguzzi, occhi verdi come smeraldi e un fisico d’atleta.
– Sei la ragazza nuova giusto? – le chiese, tirando fuori dal suo zaino il libro di geografia.
Lei annuì, – Si, sono proprio io –.
Pian piano arrivano anche tutti gli altri miei compagni.
Entrò un ragazzo e si avvicinò alla ragazza, Chantel vide che il suo compagno si era alzato per dargli il cinque.
–  Bella fratello – disse il ragazzo che era appena entrato.
– E lei chi è? – glielo chiese guardando il seno di Chantel che portò le braccia davanti per coprirsi.
– Lei è Chantel ed è la ragazza nuova! – gli rispose Mail.
– Ah, è quella che sta sulle palle a Ashley? – chiese l’amico ridendo, lei abbassò lo sguardo.
Wow l’unico ragazzo che mi parla è amico di Ashley, e lei mi detesta! Che giornataccia.
In quel momento entrò l’insegnate, l’amico di Mail si andò a sedere al suo posto, Chantel si alzò e si diresse verso il professore per farsi firmare il foglio.
– Scusi prof, io sono Chantel, la ragazza nuova, mi dovrebbe firmare questo foglio – disse la ragazza porgendogli il foglio, lui annuì e glielo firmò, poi glielo ridiede in dietro.
– Benvenuta signorina Hudson, io sono il professor Martin Hurley, di geografia – disse il professore sorridendole.
– La ringrazio prof. Hurley – disse Chantel ricambiando il sorriso per poi tornare al suo posto.
Per fortuna quella era l’ultima ora di lezione per oggi.
La lezione per sua fortuna passò veloce, intanto che ascoltava il professore, scarabocchiò il suo blocco.
Quando finalmente suonò la campanella, Chantel ritirò velocemente l’astuccio e il blocco nella borsa e si diresse verso la porta – A domani prof. Hurley – salutò il professore intanto che cancellava le scritte sulla lavagna.
– Arrivederci signorina Hudson – rispose il professore sorridendole, Chantel ricambiò e poi uscì dalla classe.
Vide Electra vicino al suo armadietto così si diresse verso di lei.
– Ciao Electra, finalmente oggi è andata vero? – chiese sarcasticamente Chantel poi le sorrise, tirando fuori dalla tasca il suo cellulare.
– Già menomale, non ne potevo più – rispose Electra ridendo poi prese un libro dall’armadietto.
– Senti mi potresti dare il tuo numero? Sempre se vuoi –
– Scrivimelo pure, poi ti faccio io uno squillo così lo salvi –
 – Certo – prese il cellulare della mora e scrisse il suo numero.
– Tieni – disse Chantel dandole indietro il cellulare.
– Ora ti faccio lo squillo –
Electra premette la cornetta verde e la chiamò.
Poco dopo si illuminò il cellulare a Chantel con scritto il suo numero, – Eccolo grazie –chiuse la chiamata e poi salvò il numero.
– Ciao Electra, io vado, ci vediamo domani e grazie del numero – disse Chantel sorridendole poi si avviò verso l’uscita.
– Di niente, a domani, ciao Chantel – Electra le diede un bacio sulla guancia e poi corse fuori dalla scuola.
Chantel uscì tranquillamente, quando fu uscita vide Electra con un ragazzo, il suo ragazzo.
Finalmente era uscita da scuola, non ne poteva più, come primo giorno era andato maluccio, era già presa di mira da una sua compagna, era stata umiliata e si era fatta male al polso.
L’unica cosa positiva era che aveva conosciuto Annamary e Electra, che erano tanto carine con lei, e poi aveva conosciuto Mail.

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