Ripercorrendo la strada dei ricordi. di Vitzi (/viewuser.php?uid=216232)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un tuffo nel passato ***
Capitolo 2: *** Il mostro sotto il letto ***
Capitolo 3: *** Un profumo per dimenticare ***
Capitolo 4: *** Colpevole ***
Capitolo 1 *** Un tuffo nel passato ***
M1
Titolo:
Un tuffo nel passato;
Autore:
Vitzi;
Fandom:
Dragon
Ball;
Tipologia:
One
Shot
{698 parole;
Personaggi/Pairing:
Marron
Muten;
{Marron/Trunks
Rating:
Verde;
Genere:
Introspettivo;
Angst; Malinconico;
Avvertimenti:
Slice
of Life;
Challenge:
Tabella
Missing
Moment
»
02. Ricordi
Note:
Ed eccoci alla seconda serie! Scusate, prima di tutto, per il
ritardo. Non ho nemmeno risposto alle recensioni per la prima serie e
vi chiedo ancora più scusa, ma sono davvero molto impegnata.
Sono
felicissima che vi sia piaciuta “Riesci a vedere attraverso
le mie
lacrime?”, è stato un lavoro sudato e sono molto
soddisfatta di
come è uscito. Non pensavo di riuscire a fare una seconda
serie,
eppure l'ispirazione è arrivata da sola. Ringrazio Nede
per
il bellissimo banner, trovo sia perfetto <3
Bene, partiamo,
ben trovati lettori! ♥
Per chi invece è qui per la prima
volta -intanto
benvenuti! ♥- voglio dire una cosa: potete leggere questa
storia
tranquillamente e prendere come continuo “Riesci a vedere
attraverso le mie lacrime?”, prendendola come flashback. Vi
assicuro che non cambia molto, semplicemente leggendo questa sarete
solo più curiosi di sapere perché Trunks e Marron
sono separati.
Per ora come personaggi avrete visto che ho messo solo Marron,
mano a mano che appariranno aggiungerò anche gli altri. Ma
parliamo
della long, prima di tutto i capitolo non supereranno mai le 1500
parole, non voglio annoiarvi con lunghe descrizioni o azioni tirate
sempre per le lunghe. Preferisco arrivare al sodo in maniera diretta,
ma non troppo scontata. I capitoli saranno 6, e vedrò se
terminare
qui la serie o continuare, dipenderà anche da voi!
♥ Questa
fiction partecipa a questa
challenge, se volete leggere i prompt fate pure. ^^
Cosa vedremo
in questa storia? Vedremo una Marron combattuta tra l'amore che
provava Trunks e quello che sente adesso, vedremo una lotta interiore
per stabilire se chi è in torto è lei o se lui
l'ha sempre solo
usata; vedremo una ragazza allo stremo che dopo mesi si
renderà
forse finalmente conto di ciò che prova davvero. Le
cicatrici non
sono ancora state rimosse del tutto e Marron, nella sua vecchia casa
assieme ai genitori, compirà un viaggio attraverso i ricordi
per
capire i suoi reali sentimenti verso il suo Trunks. Non macheranno i
personaggi inaspettati e i colpi di scena, spero di rendere la storia
appassionante almeno un quarto di quanto questa coppia appassiona me.
Ringrazio chiunque leggerà in anticipo, sapere cosa ne
pensate per
me è fondamentale.
Più che un primo capitolo questo è un
prologo, diciamo che è un capitolo di stallo, da qui in poi
si parte
con la vera e propria storia. Spero di avervi incuriosito almeno un
po', vi mando un bacio e scusate se questa presentazione è
più
lunga della storia stessa :'D
Bye~ ♥
1 | Un
tuffo
nel passato.
Il
caldo mese di Agosto iniziava a farsi sentire, il sudore scendeva
lungo la guancia di Marron, passando per il solco che qualche mese
prima era stato fatto dalle lacrime. I capelli raccolti e le guance
leggermente più colorite rendevano Marron di una bellezza
disarmante
perfino da struccata, lì stesa sull'immensa distesa di
spiaggia che
ospitava la piccola isola dove la Kame House si era appostata. Il
verde militare del costume della ragazza attirò l'attenzione
di
qualche visitatore, rari da quelle parti, eppure ce n'erano stati
molti ultimamente, o forse erano sempre gli stessi. Marron si
alzò
dal suo comodo asciugamano e sollevò gli occhiali da sole
per
osservare la solita barca in lontananza; sorrise e salutò
con la
mano suo padre e sua madre, i quali a loro volta erano stesi poco
lontano, ma sotto un potente ombrellone, a leggere e a sorseggiare
tè. Si sollevò completamente da terra solo quando
vide il padre
chiamarla, che per farlo si era persino dovuto alzare dalla sua
comoda sdraio.
«Marron perché non vai a parlare con quei
ragazzi? Non vedi che è da un po' di giorni che ti
puntano?», il
padre alluse distrattamente alla barca in lontananza con un veloce
movimento degli occhi.
La ragazza si limitò a sorridere,
tentando di sopprimere -come era solita fare- l'enorme ammasso di
tristezza che portava dentro.
«Forse domani. Non ho voglia di
avere un ragazzo ora come ora, papà.»
Onde evitare un ulteriore
sviluppo di quella inutile conversazione, Marron si sciolse i capelli
con un movimento veloce e si tuffò nel fresco mare estivo.
L'acqua
le rinvigorì le ossa e i muscoli addormentati; la
rilassò a tal
punto da dimenticarsi di non poter respirare lì sotto; la
fece
piombare in un eterno sogno, un sogno che aveva già vissuto.
Erano
passati diversi anni da quell'episodio, eppure a Marron
tornò in
mente molto nitido. Le lunghe trecce che la madre era solita farle
erano sciolte sulle spalle magre; le punte libere dall'opprimente
elastico. La ragazzina tirò su con il naso, la sua cartella
era
lontano dal bagnasciuga, poggiata su uno scoglio qualche metro
più a
destra. Marron si portò le ginocchia al petto: stare sugli
scogli
era faticoso per le membra, ma rilassante per la mente.
Sospirò
nel sentire il cellulare squillare, doveva essere sua madre che la
cercava.
«Marron, è da un'ora che ti chiamo!»
L'unica voce
che voleva sentire, l'unica voce che da giorni a quella parte ormai
aveva in testa, l'unica voce che gli dava protezione; era
lì,
adesso.
«Oh, Trunks!», si gettò tra le braccia
del ragazzo,
atterrato poco dietro di lei.
I capelli viola e lunghi le
solleticavano le guance, facendola sorridere per quel lieve
contatto.
«Non sono riuscita a passare gli esami!*»
Il
ragazzo le accarezzò la testa dolcemente, per poi lasciarle
un
delicato bacio sulla fronte.
«Sei solo al primo anno*, non
preoccuparti!»
Il sorriso rilassante che esplose immediatamente
dopo sul suo volto, le lasciò un profondo solco nel cuore,
qualcosa
dentro di lei stava cambiando: da migliore amica stava diventando
qualcosa di più.
Ripensare a quell'evento fece inaspettatamente
sorridere la ragazza, eppure c'era un particolare che non riusciva a
cogliere, un particolare di quell'avvenimento che l'aveva fatta
sentire insicura e oppressa. In un ulteriore flash
improvvisò,
Marron ricordò di essere rimasta sconcertata dalla macchia
di
rossetto sul collo del lilla, a quel tempo aveva pensato che fosse
stata sua madre a lasciargliela con un casto bacio, ma a ripensarci
adesso probabilmente il ragazzo poco prima di correre da lei era
stato insieme ad una ragazza. Forse era per questo che le telefonava,
perché non aveva voglia di lasciare l'appuntamento, magari
sul più
bello. Marron si era sentita una bambina, come se Trunks fosse stato
il suo baby-sitter, eppure non riusciva a spiegarsi il
perché.
Adesso si sentiva tradita, anche se ben consapevole di non averne il
diritto, dopotutto lei a quel tempo non era ancora la sua fidanzata,
eppure il ragazzo l'aveva illusa per un lungo periodo.
Eppure
quella sensazione non se ne andò, per quanto lei tentasse di
scacciarla; uscì dall'acqua con un sospiro, non si era
nemmeno resa
conto della furtiva lacrima che si era mescolata con la salata acqua
di mare.
Ripercorrendo
la strada dei ricordi » Chapter 1 End.
*Le
scuole superiori giapponesi sono composte da tre anni, le scuole
elementari da sei. Quindi si va alle superiori all'età di 15
anni, e
si esce a 18. Marron qui è al primo anno e quindi ha 15
anni.
Durante l'anno non ci sono verifiche o interrogazioni, ma solo esami
di tutte le materie alla fine di un determinato periodo di lezioni,
sempre prima di un periodo di vacanza, per questo Marron dice di non
aver passato gli esami. Inoltre chi non gli passa deve seguire i
corsi supplementari durante le vacanze per poi ripetere l'esame una
volta tornati a scuola.
|
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Capitolo 2 *** Il mostro sotto il letto ***
M2
Titolo: Il mostro sotto il letto;
Autore:
Vitzi;
Fandom:
Dragon
Ball;
Tipologia:
One
Shot
{ 1499 parole;
Personaggi/Pairing:
Marron
Muten;
{Marron/Trunks
Rating:
Giallo;
Genere:
Introspettivo;
Angst; Malinconico;
Avvertimenti:
Slice
of Life;
Challenge:
Tabella
Missing
Moment »
04. Incubi
Note:
So che sono in immenso ritardo, vi sarete chiesti dove io sia
sparita, ebbene la scuola mi ha -di nuovo- sommersa. Sono tornata più
carica che mai e vi giuro che aggiornerò d'ora in poi puntualmente.
Nel prologo avevo detto che non mi sarei dilungata oltre le 1500
parole, ebbene qua sono al limite (CI CREDETE CHE SENZA VOLERE SONO
1499 PAROLE?!). Questo capitolo è molto significativo per me,
diciamo che vivo le stesse paure di Marron e anche io avrei avuto
bisogno del sostegno di “quella” persona, se vi sembra troppo
scontato o troppo fluff vi prego ditemelo.
Il rating si è alzato o abbassato, dipende da che parte lo si
guardi, più che altro perché trovo questo capitolo angst e
psicologico, per l'appunto. A volte mi faccio coinvolgere troppo, non
voglio farvi spoiler, ovviamente, per cui direi che è meglio non
dilungarsi oltre, vi ho anche fatto aspettare troppo. Questa storia
mi sta prendendo davvero un sacco e spero davvero di farvela piacere,
il prossimo aggiornamento è il 23
Febbraio
nel primo pomeriggio. <3
Vi ringrazio per le bellissime
recensioni, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate anche di questo.
Ovviamente ringrazio anche le fantastiche persone che leggono
solo/mettono fra i preferiti/fra le seguite/fra le ricordate. Questi
due sono sempre più adorabili, non so più come ringraziarvi per
amarli tanto quanto li amo io. (AMATELI, AMATELI, AMATELI SEMPRE E
COMUNQUE <3) Grazie davvero di cuore a tutti *abbraccio di gruppo
e scuoricinata* ♥
Enjoy ~
2 | Il mostro sotto il letto.
Aprì
gli occhi di scatto, mentre tentava invano di scacciare l'immagine
che era rimasta impressa nella sua mente confusa. Vedeva di nuovo,
nitidamente, Trunks e l'altra baciarsi, quella ragazza così
fragile e innocua che senza saperlo le aveva rubato l'amore. Si
rigirò da un lato, tentando di riprendere sonno, ma sentiva impresse
nel suo corpo e sulla sua pelle le mani gelide, ma calde, del suo
Trunks. Gli mancavano i caldi abbracci e le carezze, ormai la sua
mente lo considerava come morto, perché pensare che in realtà fosse
poco distante da lei, la faceva soffrire ancora di più. Non poteva
raggiungerlo, era impensabile un gesto del genere, almeno finché non
avesse fatto chiarezza nei suoi pensieri e nella sua testa. Credeva
che prima o poi sarebbe impazzita, o forse era già troppo tardi.
L'irritante suono della sveglia la fece piombare nella realtà e
con uno scatto improvviso riaprì gli occhi, per poi rendersi conto
di essere ricaduta nel tranello: era di nuovo in un altro stupido
sogno, un sogno del passato, un ricordo, per meglio dire. La
piccola Marron, gli occhi, spalancati dal terrore per il giorno di
scuola imminente, non aveva voglia di alzarsi. Con un gesto meccanico
gettò la sveglia a terra, chiedendosi perché l'aveva puntata con
così tanto anticipo, ricordandosi poi di avere promesso ai genitori
di ripassare prima di uscire. Guardò fuori, ma era ancora buio. Il
cielo nero in lontananza le faceva venire i brividi; il mare
increspato e il vento forte le fecero richiudere immediatamente la
porta-finestra; non ci mise molto a rifiondarsi sotto le coperte,
grondante di sudore per il terrore. La Kame-house era una piccola
casa sulla spiaggia, ma Bulma negli ultimi tempi l'aveva ingrandita a
tal punto da isolare completamente la camera di Marron da quella dei
genitori, al piano superiore. Come se non fosse bastato, quel vecchio
pervertito dell'eremita della tartaruga aveva deciso di passare la
settimana in città, secondo il padre della piccola per motivi di
“belle ragazze” di cui sull'isola non c'era traccia -dopotutto
Diciotto, oltre che essere sposata, era anche molto pericolosa-.
Marron tentò di smettere di tremare, focalizzando l'attenzione
su pensieri ilari, pensieri colorati. I mostri smisero di sbucare da
ogni angolo del letto e lei riuscì finalmente a respirare. Quando
lasciò andare la coperta, che aveva fino a quel momento voracemente
stretto con entrambe le mani, sentì un dolore lancinante alle
unghie, aveva davvero usato troppa forza. Sospirò: doveva trovare il
coraggio di uscire da quella stanza per raggiungere la cucina, senza
una buona colazione sarebbe stato impossibile ripassare a dovere. La
stanchezza gioca purtroppo brutti scherzi, la bambina non si era
infatti accorta di essere nel bel mezzo della notte, difatti la
sveglia si era rotta, anticipando il suo suono martellante.
Riuscì
a tirare fuori una gamba dal letto e, contando fino a tre
silenziosamente, si infilò le pantofole. Prima di ritrovare la
posizione eretta si guardò intorno con circospezione, la luce era
spenta, l'unica fonte di illuminazione era una lampadina al neon sul
suo comodino. Si allungò per raggiungere l'interruttore, riuscì
persino a combattere le ombre che le si pararono davanti, quali un
orsetto, un modellino di una nave e una piccola astronave giocattolo;
eppure proprio quando ormai le era rimasto un ultimo passo, un tuono
la fece cadere a terra per il terrore. Con la mano sulla bocca, -si
era sempre dimostrata coraggiosa e non avrebbe mai voluto rivelare ai
suoi genitori di essere una fifona- si rialzò immediatamente e corse
verso il letto, vi si rannicchiò all'interno, cominciando a cantare
una dolce canzoncina per scacciare la paura. Non riuscì, però, a
calmarsi del tutto; la causa fu un piccolo terremoto, difatti il
letto della bambina iniziò a tremare.
«Marron...», una voce
lugubre iniziò a chiamarla, mentre il ticchettio delle gambe del
letto sul parquet iniziava a diventare fastidioso.
«Marron...»,
la ragazza si tappò le orecchie, avrebbe voluto gridare, ma ora la
voce non voleva uscire.
Era spaventata, le mille storie che suo
padre le aveva raccontato sui mostri cattivi si stavano rivelando
vere, pensare che anche sua madre potesse essere stata tanto
spaventosa le faceva venire la pelle d'oca. Calde e piccole lacrime
iniziarono a solcarle il volto, mentre tentava invano di calmarsi e
di svegliarsi, perché si trattava senza dubbio di un orribile
incubo.
Il tutto cessò all'improvviso e del frastuono di poco
prima si sentiva solamente il silenzio che si era portato dietro.
Marron rimase immobile, in attesa, sperava che fosse davvero tutto
finito, sperava che il mostro sotto il letto se ne fosse andato via
per sempre. Una mano all'improvviso le prese il polso, in quel
momento gridò più forte che poté, spalancando gli occhi umidi e la
bocca. Un'altra mano prontamente le tappò anch'essa. Marron tentò
di dibattersi, l'idea che avrebbe visto un mostro la spaventava, non
aveva idea di cosa sarebbe potuto succederle, eppure si diceva che i
mostri facessero cose brutte.
«Marron...», il tono del mostro
era cambiato, era supplicante, era un tono pentito.
La ragazza
riconobbe la voce, solo dopo aver visto il volto illuminato dalla
luce al neon.
«T-Trunks?!», voleva gridare, voleva picchiarlo,
voleva vendicarsi per quello stupido scherzo; ma la tensione di poco
prima si stava tramutando in sollievo per il pericolo
scampato.
Scoppiò in lacrime e abbracciò il bambino dai capelli
viola, che, chino su di lei, si lasciò stringere. Trunks era la
persona che più odiava al mondo, la persona che più detestava,
eppure in quel momento era l'unica persona che voleva sentire al suo
fianco.
«M-mi hai fatto tanta paura, cattivo!» borbottò la
biondina, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
Il
lilla, completamente bordeaux, chinò la testa, appoggiandosi ancora
di più all'esile spalla della bambina: «S-scusa, non volevo
spaventarti così tanto.»
«Pensavo che fosse il mostro che vive
sotto il letto.» continuò la piccola, tirando su con il naso e
lasciandosi sorreggere dall'abbraccio dell'amico.
Lui scoppiò in
una tenera risata, era colpito dalla sincerità di Marron, pensava
che lei lo odiasse con tutto il cuore, allora perché tutta quella
confidenza? La bionda nell'udirlo arrossì, sentendosi completamente
in imbarazzo, eppure si sentiva anche stranamente felice.
«Sono
contenta che tu sia venuta a salvarmi.» borbottò, sperando poi che
non l'avesse udita.
Il lilla assunse un colore tendente al viola,
e la risata gli si bloccò in gola, a malapena riuscì a recepire il
messaggio. La piccola si era forse presa una cotta per lui?
Quell'irritante mocciosa saputella e frignona?
«Ti sbagli, io
sono il mostro.» esclamò sicuro, allontanando da sé la ragazza
per guardarla dritta negli occhi.
La luce al neon li illuminava
solo per metà, eppure Marron si rispecchiò negli occhi di Trunks e
lui fece lo stesso. Si sentiva nell'aria una sensazione nuova, per
una volta la discussione non era infantile, ma quasi seria. In
sottofondo il mare riprese la sua folle corsa contro gli scogli,
mentre il cielo riprese a tuonare. Gli occhi di Marron si ritinsero
di terrore, Trunks lo vide con esattezza, e con un gesto involontario
la strinse a sé di nuovo.
«I mostri non sono gentili.» sorrise
la bambina, strusciando il gomito contro il petto dell'amico.
«Io
non sono gentile, sono spaventato e quindi ti abbraccio, non è
perché sei spaventata tu.» borbottò Trunks, arrossendo di nuovo,
non riusciva a fare a meno del calore di Marron, in un certo senso
ciò che aveva appena detto corrispondeva a verità.
«Ora so che
i mostri sotto il letto in realtà sono dei principi azzurri.», la
semplicità con cui la bambina disse quelle parole avrebbe fatto
sciogliere chiunque. Fortunatamente il buio coprì il rossore del
piccolo Trunks, il quale sorrise rispondendo un semplice e vago: «Non
dire stupidaggini, mocciosa.».
Restarono lì abbracciati per
chissà quanto, mentre fuori la tempesta imperversava. Marron non si
pose mai l'interrogativo del perché Trunks fosse sotto il suo letto
quel giorno e mai pensò di chiederglielo.
La bionda si svegliò,
rendendosi conto di essere nel bel mezzo della notte. Con una mano
raggiunse la sveglia e tentò di guardare l'ora, ma quando lo fece
ecco che un tuono scosse la casa. E come una bambina si coprì fin
sopra la testa. Si nascondeva, si nascondeva dalle difficoltà della
vita, dal dolore, dalla tristezza; non voleva più piangere. Eppure
il solo pensiero che Trunks potesse essere in quel momento sotto il
letto la fece alzare di scatto, e la fece gettare a terra, sotto di
esso. Purtroppo ciò che vide fu solo polvere e nient'altro. Il
magone cominciò a divorarla dall'interno, si chiuse in se stessa e
restò lì, sotto quel fantomatico letto. Un lampo illuminò la
stanza e con un colpo basso, Trunks, seppur incosciente, fece la sua
mossa. Marron passò le dita sulle tavole del letto sopra la sua
testa, dove erano state incise cinque parole : “Io sono il tuo
mostro.”. Riuscì solo a mettersi una mano sulla bocca per
evitare di singhiozzare troppo forte: “Hai proprio ragione, tu
sei il mio mostro, Trunks, lo sei sempre stato e sempre lo sarai.”.
Ripercorrendo
la strada dei ricordi » Chapter 2 End.
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Capitolo 3 *** Un profumo per dimenticare ***
M3
Titolo:
Un profumo per dimenticare;
Autore:
Vitzi;
Fandom:
Dragon
Ball;
Tipologia:
One
Shot
{ 1025 parole;
Personaggi/Pairing:
Marron
Muten; Bra Brief
{Marron/Trunks
Rating:
Verde;
Genere:
Introspettivo;
Sentimentale; Malinconico;
Avvertimenti:
Slice
of Life;
Challenge:
Tabella
Missing
Moment »
02. Ricordi
Note:
Eccomi, puntuale come promesso :) Vi ringrazio per le bellissime
recensioni e scusate se non ho potuto rispondere a tutte, grazie
davvero <3 Siamo arrivati al terzo capitolo, ovvero l'intermedio,
poiché i capitoli saranno sei. Spero che vi piaccia, è un capitolo
di passaggio, ormai siamo alla resa dei conti, Marron dovrà
sconfiggere i fantasmi del passato e buttarsi verso il futuro.
Ringrazio chiunque leggerà, mi piacerebbe ricevere anche recensioni
da chi silenziosamente mette fra le preferite/seguite/ricordate, ci
terrei davvero <3
Vi ringrazio ancora per tutto e mi
raccomando forza Marron e forza Trunks! ♥
Al
2 Marzo, un bacione e buona lettura <3
3 | Un profumo per dimenticare.
La
doccia gelida le colpiva la pelle candida come pioggia, alzò lo
sguardo e si lasciò colpire il viso. Aveva dormito bene per la prima
notte dopo tanto tempo, Trunks era apparso solo al risveglio e per
dimenticarlo la doccia era l'ideale. Si passò il sapone sulle membra
intorpidite dalla notte tranquilla, ma si accorse troppo tardi
dell'errore, il pensiero di Trunks le annacquò la mente. Si appoggiò
al muro, ricordando la loro prima volta proprio in quella doccia,
ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva i suoi occhi azzurri, il suo
corpo muscoloso gelido a contatto con l'acqua, i sorrisi, i baci, le
carezze. Si portò una mano al petto, scrollando la testa a destra e
a sinistra tentando di scacciare via quei brutti pensieri. Per via
del movimento troppo frettoloso mise un piede sopra l'altro e fece
per cadere, ma riuscì a reggersi in piedi appoggiandosi goffa alle
pareti della doccia. Questo scatenò immediatamente un altro ricordo
della sua infanzia, le era capitato tante di volte di cadere e per
questo i suoi amici la prendevano spesso in giro, fra questi il primo
era Trunks. Eppure quando il piccolo Goten era assente per un
qualsiasi motivo, il lilla salvava la ragazza dall'imminente caduta,
afferrandole una mano o addirittura tenendola per la vita.
Marron
sorrise a quei tristi pensieri, ogni volta che Trunks l'aiutava lei
si sentiva una completa idiota e si arrabbiava, arrivando a non
parlargli più per giorni. Riemerse dai ricordi, lasciandosi andare,
dopotutto le sue lacrime sotto la doccia si sarebbero semplicemente
confuse con l'acqua. Trunks l'aveva sempre salvata e solo ora se ne
rendeva conto, nei momenti più bui lui c'era sempre stato per lei.
Sorrise di nuovo, mentre i ricordi riaffioravano piano nella sua
mente, erano tutti ricordi piacevoli, ricordi ridotti in frammenti
dal dolore e dal tradimento. Per la prima volta si rendeva conto di
aver sempre visto Trunks come il suo principe azzurro, non aveva mai
avuto paura di perderlo, perché lui c'era sempre stato; e per la
prima volta si sentiva una vera e propria egoista ad aver sempre
pensato a lui solamente come ad un cavaliere su un cavallo bianco.
Spense l'acqua ed uscì dalla doccia, si avvolse nell'asciugamano
e si guardò allo specchio, strano che sul suo riflesso non ci
fossero le occhiaie che sentiva pesanti, e nemmeno il viso pareva più
tanto pallido. Si asciugò i capelli in completo silenzio, fissando i
propri occhi nel riflesso: erano sempre gli stessi, azzurri e vispi,
solo un occhio attento avrebbe potuto notare la tristezza immensa di
quel turchino sfumato, Trunks era uno di quelli. Da sempre leggeva i
suoi pensieri attraverso quegli occhi, per lui Marron era come un
libro aperto, riusciva a decifrare i suoi desideri più reconditi,
c'era sempre riuscito.
La ragazza iniziò a pettinarsi i biondi
capelli, sistemandosi un ciuffo ribelle, mentre ricordava il giorno
del suo sesto compleanno, quando si era fatta bella con sua madre per
lui, ma il bambino non si era presentato perché la Terra era in
pericolo. A quel tempo Marron si offese parecchio, urlando al lilla
che lei era più importante cento volte dello stupido pianeta sul
quale vivevano, Trunks aveva semplicemente abbassato lo sguardo e se
n'era andato. Marron ancora non sapeva degli enormi sacrifici che i
ragazzi avevano dovuto affrontare.
Aprì la borsa dei trucchi che
da tanto non tirava fuori dal mobiletto bianco, si diede una
rinfrescata al viso per poi disegnarsi la solita linea di eyeliner
sui grandi occhi. Quel giorno ci sarebbe stato il compleanno di
Bulma, voleva fare bella figura, voleva dimostrare di essersi
dimenticata di lui per sempre. Ovviamente grazie a quell'avvenimento
sarebbe riuscita a riflettere meglio sulla sua storia con Trunks,
rivederlo l'avrebbe probabilmente uccisa, eppure pensava di essere
abbastanza forte.
Dopo aver completato il trucco andò verso il
proprio armadio, infilandosi il vestito azzurro che le aveva regalato
Goten. Si avviò verso la cucina pronta a partire, quando vide la
boccetta di profumo regalatole da Trunks per il loro primo mese di
fidanzamento in un angolo della stanza. Di scatto la prese in mano,
non aveva mai usato un profumo diverso da quello, si era sempre
affidata al fiuto del suo ragazzo. Lo mise nella borsa e chiuse la
porta di scatto.
Il mare era calmo, la ragazza si portò la mano
davanti al petto, la boccetta di profumo rifletteva il sole,
luccicando; la guardò un'ultima volta. Era intenzionata a gettarla
là, sugli scogli, dove si sarebbe frantumata in tanti piccoli pezzi,
esattamente come tutti i suoi ricordi. Era intenzionata a
dimenticare, dimenticare Trunks, il loro passato felice; voleva
ricominciare una nuova vita, trovare l'uomo dei suoi sogni, poiché
al momento quell'uomo poteva essere solo Trunks, l'irraggiungibile.
Buttando quella fialetta avrebbe davvero sistemato tutto? Sarebbe
riuscita a comportarsi da normale ragazza alla festa di Bulma?
Sarebbe riuscita a trovare il suo principe azzurro a quel party
pomeridiano? Nessuno avrebbe potuto dare una risposta a quelle
domande, eppure la bionda voleva provare, era disposta a tutto pur di
dimenticare per sempre il lilla. Allora perché tentennava? Perché
la mano non si apriva?
«Che stai facendo?» esclamò una voce
alle sue spalle.
Marron sobbalzò e, voltandosi, sorrise
raggiante.
«Bra...», l'azzurra, con le mani sui fianchi, la
guardava interrogativa, con il suo solito atteggiamento furioso preso
da suo padre.
I suoi occhi scattarono immediatamente dal vestito,
del quale era visibilmente gelosa, al profumo, in bilico tra la vita
e la morte.
«Dammi quel coso e non fare cavolate. Dobbiamo
andare alla festa di mia madre, non ti permetterò di puzzare!»
sbraitò, allungando una mano e muovendone le dita.
La bionda
sentì le lacrime salire, da quanto non veniva sgridata da un'amica,
da quanto non vedeva la piccola Brief, e quanto era felice di non
vederla infuriata con lei per averla trascurata!
«Grazie, Bra.»
si limitò a dire, voltandosi e abbracciando la piccola Saiyan, era
proprio vero che quella famiglia era destinata a salvarla. Ora si
sentiva ancora più insicura sui suoi sentimenti perché anche
volendo, non sarebbe mai riuscita a liberarsi di quel profumo, tanto
meno di Trunks stesso.
«Voglio parlarti.- sussurrò l'azzurra
seria, staccandosi dall'amica. -Voglio parlarti di Trunks.».
Ripercorrendo
la strada dei ricordi » Chapter 3 End.
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Capitolo 4 *** Colpevole ***
M4
Titolo:
Colpevole;
Autore:
Vitzi;
Fandom:
Dragon
Ball;
Tipologia:
One
Shot
{ 873 parole;
Personaggi/Pairing:
Marron
Muten; Bra Brief
{Marron/Trunks
Rating:
Verde;
Genere:
Introspettivo;
Sentimentale; Malinconico;
Avvertimenti:
Slice
of Life;
Challenge:
Tabella
Missing
Moment »
06. Voce
Note:
Eccomi
qua,
sono le 22 50 al momento, mi scuso per l'orario. Vi ringrazio per le
recensioni e spero che il capitolo vi piaccia, non è molto lungo, mi
rifarò la prossima volta. Bra e Marron a confronto, chi la spunterà?
Vi lascio alla lettura, al 9 Marzo per il penultimo capitolo ♥
4
| Colpevole.
Il
salone di casa Muten era piccolo, ma confortevole. Bra prese fra le
mani il tè fumante, passandone successivamente una tazza all'amica,
seduta sul piccolo divano infossato.
«Faremo tardi.» sospirò
Marron, picchiettando nervosamente l'indice sulla calda ceramica.
Bra
si scostò un ciuffo di capelli dagli occhi, per poi bere un sorso
del delizioso tè verde, che era solita pregustare appena sveglia.
«Stai tranquilla, sono la padrona di casa, posso permettermi
tutto. Ho già detto ai tuoi che a te ci penso io. Sai, avevano paura
che ti saresti ritirata e non saresti andata. Tuo padre era
disperato.»
«Ti hanno mandato loro?», Marron si scaldò,
avvicinandosi all'amica.
«Calma, calma. Non sono qui per parlare
di questo, ma di Trunks.», il suo tono serio fece sedere di nuovo la
bionda, che appoggiò la tazza di tè e strinse la stoffa del vestito
con ansia.
Bra sorrise tranquilla, per poi sospirare: «Gli manchi
Marry.»
Gli occhi della ragazza si ingrandirono a dismisura e non
poté fare a meno di mordersi il labbro, era da mesi che non parlava
di lui e lei se ne usciva subito con una frase del genere. Restò in
silenzio, abbassando lo sguardo.
«A quanto pare manca anche a
te.»
«Non mi pento della mia scelta!»
«Quale scelta?»
Marron strinse più forte la stoffa del vestito, per poi
rilassare le spalle ed alzare lo sguardo verso l'amica incitandola a
continuare. Lo sguardo di Bra si fece vacuo e per un attimo esitò.
«Trunks si comporta in modo strano, cerca senza dubbio di
sembrare normale, ma ovviamente io e mamma ce ne siamo accorti. Pensa
che forse c'è arrivato anche papà! -rise per un attimo- Non voglio
dire che hai fatto una stupidaggine, ma... ecco l'hai fatta!»
Marron
la guardò, voleva ribattere, voleva farle capire quanto aveva
sofferto, ma l'azzurra riprese subito: «Non voglio farti pensare
male di me, io non sto dalla parte di nessuno. Forse all'inizio ero
infuriata con Trunks, ma poi ho sentito la storia e...», si fermò
incerta.
«E...?» continuò Marron.
«Mi sono fatta una bella
chiacchierata con la ragazza che l'ha baciato.»
La bionda annuì
semplicemente, sentendosi una cretina, avrebbe ovviamente voluto
farlo anche lei, ma per la vergogna non c'era riuscita.
«Mi ha
detto che la storia è tutta vera, Trunks non ha fatto niente. È
stata lei ad istigarlo in un certo senso, e poi Marry tu lo stavi
trascurando ultimamente! Ti ricordi da bambini quando lui ti rubava
un gioco? Ecco, praticamente hai avuto la stessa reazione, solo
amplificata dall'età.»
L'azzurra accavallò le gambe,
toccandosi i capelli un'altra volta. Marron la guardò bene: era
diventata una vera donna, parlava e si comportava esattamente come
sua madre; mentre lei era rimasta una stupida bambina.
«Sai che
non vorrei mai ferirti, ma...»
Una strana suoneria uscì dalla
borsa dell'azzurra, che con un gesto veloce e istantaneo prese il
cellulare per portarselo all'orecchio: «Parla Bra Brief, chi è?
Trunks!»
Gli occhi di Marron saettarono su quelli dell'amica, che
la fissò a sua volta.
La conversazione durò una quindicina di
minuti, quando Bra mise giù si rese conto che qualcosa non andava
nella bionda. Aveva lo sguardo basso ed era immobile.
Bra le
sfiorò una mano per attirare la sua attenzione.
«So che sembra
stupido, ma il volume del tuo telefono è parecchio alto.» sospirò
la bionda con un sorriso, guardandola negli occhi.
L'azzurra non
capì, e cercò spiegazioni ricambiando lo sguardo.
«M-mi mancava
la sua voce. -Marron sorrise stringendo la mano dell'azzurra- Mi
mancava la sua voce, Bra.»
Una calda lacrima rigò la guancia
della bionda, che fu prontamente presa dall'amica.
«Ti rovinerai
il trucco, sciocca.» sospirò, tentando di trattenere le emozioni
che stavano pervadendo il suo corpo. Era così felice del fatto che
l'amica si fosse resa conto dei propri sentimenti, era così
felice.
«Non ho finito di parlarti di lui, Marry.» sospirò,
lasciando la sua mano.
La bionda si asciugò gli occhi
velocemente, esclamando: «Credo di essere riuscita a comprendere i
miei sentimenti solo grazie a lui. Alla fine credo che la sua voce mi
abbia aiutata, mi mancava davvero moltissimo.», sembrava parlare da
sola, era felice, felicissima.
Si sentiva al settimo cielo,
non stava mentendo, la sua voce gli era davvero mancata molto, aveva
ascoltato la conversazione, ma non ricordava di cosa i due fratelli
avessero parlato. Ciò che gli era rimasto in testa era quel timbro
che credeva di aver dimenticato. Finalmente dopo tanto tempo si era
resa conto del perché aveva sofferto, aveva sofferto per l'assenza
di Trunks, non per il tradimento. Tutto si sarebbe sistemato una
volta rivisto, le sarebbe bastato semplicemente prenderlo per mano
per stare meglio.
«Quella sera voleva chiederti di sposarlo.»
La
bionda, sconvolta, alzò lo sguardo verso l'amica, sentendo l'ansia
tornare a galla: «Cosa?»
«Trunks voleva chiederti di sposarlo.
Me l'ha confessato la sera prima, aveva in tasca l'anello, Marron. Un
uomo che sta per consegnarsi ad una donna per la vita non la tradisce
due minuti prima.»
Marron spalancò gli occhi, precipitando nel
vuoto; le parole di Bra le risuonavano in testa come un tamburo.
Aveva rovinato tutto, non sarebbe bastato rivederlo, perché lui non
l'avrebbe più voluta nemmeno sentire parlare. Non l'avrebbe mai
perdonata, dopotutto era lei la colpevole.
«Cos'ho
fatto...» sospirò, guardandosi le mani tremanti.
Ripercorrendo
la strada dei ricordi » Chapter 4 End.
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