Ripercorrendo la strada dei ricordi.

di Vitzi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un tuffo nel passato ***
Capitolo 2: *** Il mostro sotto il letto ***
Capitolo 3: *** Un profumo per dimenticare ***
Capitolo 4: *** Colpevole ***



Capitolo 1
*** Un tuffo nel passato ***


M1

Titolo: Un tuffo nel passato;
Autore: Vitzi;
Fandom: Dragon Ball;
Tipologia: One Shot {698 parole;
Personaggi/Pairing: Marron Muten; {Marron/Trunks
Rating: Verde;
Genere: Introspettivo; Angst; Malinconico;
Avvertimenti: Slice of Life;
Challenge: Tabella Missing Moment » 02. Ricordi
Note: Ed eccoci alla seconda serie! Scusate, prima di tutto, per il ritardo. Non ho nemmeno risposto alle recensioni per la prima serie e vi chiedo ancora più scusa, ma sono davvero molto impegnata. Sono felicissima che vi sia piaciuta “Riesci a vedere attraverso le mie lacrime?”, è stato un lavoro sudato e sono molto soddisfatta di come è uscito. Non pensavo di riuscire a fare una seconda serie, eppure l'ispirazione è arrivata da sola. Ringrazio Nede per il bellissimo banner, trovo sia perfetto <3
Bene, partiamo, ben trovati lettori! ♥
Per chi invece è qui per la
prima volta -intanto benvenuti! ♥- voglio dire una cosa: potete leggere questa storia tranquillamente e prendere come continuo “Riesci a vedere attraverso le mie lacrime?”, prendendola come flashback. Vi assicuro che non cambia molto, semplicemente leggendo questa sarete solo più curiosi di sapere perché Trunks e Marron sono separati.
Per ora come personaggi avrete visto che ho messo solo Marron, mano a mano che appariranno aggiungerò anche gli altri. Ma parliamo della long, prima di tutto i capitolo non supereranno mai le 1500 parole, non voglio annoiarvi con lunghe descrizioni o azioni tirate sempre per le lunghe. Preferisco arrivare al sodo in maniera diretta, ma non troppo scontata. I capitoli saranno 6, e vedrò se terminare qui la serie o continuare, dipenderà anche da voi! ♥ Questa fiction partecipa a questa challenge, se volete leggere i prompt fate pure. ^^
Cosa vedremo in questa storia? Vedremo una Marron combattuta tra l'amore che provava Trunks e quello che sente adesso, vedremo una lotta interiore per stabilire se chi è in torto è lei o se lui l'ha sempre solo usata; vedremo una ragazza allo stremo che dopo mesi si renderà forse finalmente conto di ciò che prova davvero. Le cicatrici non sono ancora state rimosse del tutto e Marron, nella sua vecchia casa assieme ai genitori, compirà un viaggio attraverso i ricordi per capire i suoi reali sentimenti verso il suo Trunks. Non macheranno i personaggi inaspettati e i colpi di scena, spero di rendere la storia appassionante almeno un quarto di quanto questa coppia appassiona me. Ringrazio chiunque leggerà in anticipo, sapere cosa ne pensate per me è fondamentale.
Più che un primo capitolo questo è un prologo, diciamo che è un capitolo di stallo, da qui in poi si parte con la vera e propria storia. Spero di avervi incuriosito almeno un po', vi mando un bacio e scusate se questa presentazione è più lunga della storia stessa :'D
Bye~ ♥

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1 | Un tuffo nel passato.

Il caldo mese di Agosto iniziava a farsi sentire, il sudore scendeva lungo la guancia di Marron, passando per il solco che qualche mese prima era stato fatto dalle lacrime. I capelli raccolti e le guance leggermente più colorite rendevano Marron di una bellezza disarmante perfino da struccata, lì stesa sull'immensa distesa di spiaggia che ospitava la piccola isola dove la Kame House si era appostata. Il verde militare del costume della ragazza attirò l'attenzione di qualche visitatore, rari da quelle parti, eppure ce n'erano stati molti ultimamente, o forse erano sempre gli stessi. Marron si alzò dal suo comodo asciugamano e sollevò gli occhiali da sole per osservare la solita barca in lontananza; sorrise e salutò con la mano suo padre e sua madre, i quali a loro volta erano stesi poco lontano, ma sotto un potente ombrellone, a leggere e a sorseggiare tè. Si sollevò completamente da terra solo quando vide il padre chiamarla, che per farlo si era persino dovuto alzare dalla sua comoda sdraio.
«Marron perché non vai a parlare con quei ragazzi? Non vedi che è da un po' di giorni che ti puntano?», il padre alluse distrattamente alla barca in lontananza con un veloce movimento degli occhi.
La ragazza si limitò a sorridere, tentando di sopprimere -come era solita fare- l'enorme ammasso di tristezza che portava dentro.
«Forse domani. Non ho voglia di avere un ragazzo ora come ora, papà.»
Onde evitare un ulteriore sviluppo di quella inutile conversazione, Marron si sciolse i capelli con un movimento veloce e si tuffò nel fresco mare estivo. L'acqua le rinvigorì le ossa e i muscoli addormentati; la rilassò a tal punto da dimenticarsi di non poter respirare lì sotto; la fece piombare in un eterno sogno, un sogno che aveva già vissuto.
Erano passati diversi anni da quell'episodio, eppure a Marron tornò in mente molto nitido. Le lunghe trecce che la madre era solita farle erano sciolte sulle spalle magre; le punte libere dall'opprimente elastico. La ragazzina tirò su con il naso, la sua cartella era lontano dal bagnasciuga, poggiata su uno scoglio qualche metro più a destra. Marron si portò le ginocchia al petto: stare sugli scogli era faticoso per le membra, ma rilassante per la mente.
Sospirò nel sentire il cellulare squillare, doveva essere sua madre che la cercava.
«Marron, è da un'ora che ti chiamo!»
L'unica voce che voleva sentire, l'unica voce che da giorni a quella parte ormai aveva in testa, l'unica voce che gli dava protezione; era lì, adesso.
«Oh, Trunks!», si gettò tra le braccia del ragazzo, atterrato poco dietro di lei.
I capelli viola e lunghi le solleticavano le guance, facendola sorridere per quel lieve contatto.
«Non sono riuscita a passare gli esami!*»
Il ragazzo le accarezzò la testa dolcemente, per poi lasciarle un delicato bacio sulla fronte.
«Sei solo al primo anno*, non preoccuparti!»
Il sorriso rilassante che esplose immediatamente dopo sul suo volto, le lasciò un profondo solco nel cuore, qualcosa dentro di lei stava cambiando: da migliore amica stava diventando qualcosa di più.
Ripensare a quell'evento fece inaspettatamente sorridere la ragazza, eppure c'era un particolare che non riusciva a cogliere, un particolare di quell'avvenimento che l'aveva fatta sentire insicura e oppressa. In un ulteriore flash improvvisò, Marron ricordò di essere rimasta sconcertata dalla macchia di rossetto sul collo del lilla, a quel tempo aveva pensato che fosse stata sua madre a lasciargliela con un casto bacio, ma a ripensarci adesso probabilmente il ragazzo poco prima di correre da lei era stato insieme ad una ragazza. Forse era per questo che le telefonava, perché non aveva voglia di lasciare l'appuntamento, magari sul più bello. Marron si era sentita una bambina, come se Trunks fosse stato il suo baby-sitter, eppure non riusciva a spiegarsi il perché. Adesso si sentiva tradita, anche se ben consapevole di non averne il diritto, dopotutto lei a quel tempo non era ancora la sua fidanzata, eppure il ragazzo l'aveva illusa per un lungo periodo.
Eppure quella sensazione non se ne andò, per quanto lei tentasse di scacciarla; uscì dall'acqua con un sospiro, non si era nemmeno resa conto della furtiva lacrima che si era mescolata con la salata acqua di mare.

Ripercorrendo la strada dei ricordi » Chapter 1 End.



*Le scuole superiori giapponesi sono composte da tre anni, le scuole elementari da sei. Quindi si va alle superiori all'età di 15 anni, e si esce a 18. Marron qui è al primo anno e quindi ha 15 anni. Durante l'anno non ci sono verifiche o interrogazioni, ma solo esami di tutte le materie alla fine di un determinato periodo di lezioni, sempre prima di un periodo di vacanza, per questo Marron dice di non aver passato gli esami. Inoltre chi non gli passa deve seguire i corsi supplementari durante le vacanze per poi ripetere l'esame una volta tornati a scuola.


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Capitolo 2
*** Il mostro sotto il letto ***


M2

Titolo: Il mostro sotto il letto;
Autore: Vitzi;
Fandom: Dragon Ball;
Tipologia: One Shot { 1499 parole;
Personaggi/Pairing: Marron Muten; {Marron/Trunks
Rating: Giallo;
Genere: Introspettivo; Angst; Malinconico;
Avvertimenti: Slice of Life;
Challenge: Tabella Missing Moment » 04. Incubi
Note: So che sono in immenso ritardo, vi sarete chiesti dove io sia sparita, ebbene la scuola mi ha -di nuovo- sommersa. Sono tornata più carica che mai e vi giuro che aggiornerò d'ora in poi puntualmente. Nel prologo avevo detto che non mi sarei dilungata oltre le 1500 parole, ebbene qua sono al limite (CI CREDETE CHE SENZA VOLERE SONO 1499 PAROLE?!). Questo capitolo è molto significativo per me, diciamo che vivo le stesse paure di Marron e anche io avrei avuto bisogno del sostegno di “quella” persona, se vi sembra troppo scontato o troppo fluff vi prego ditemelo. Il rating si è alzato o abbassato, dipende da che parte lo si guardi, più che altro perché trovo questo capitolo angst e psicologico, per l'appunto. A volte mi faccio coinvolgere troppo, non voglio farvi spoiler, ovviamente, per cui direi che è meglio non dilungarsi oltre, vi ho anche fatto aspettare troppo. Questa storia mi sta prendendo davvero un sacco e spero davvero di farvela piacere, il prossimo aggiornamento è il 23 Febbraio nel primo pomeriggio. <3
Vi ringrazio per le bellissime recensioni, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate anche di questo. Ovviamente ringrazio anche le fantastiche persone che leggono solo/mettono fra i preferiti/fra le seguite/fra le ricordate. Questi due sono sempre più adorabili, non so più come ringraziarvi per amarli tanto quanto li amo io. (AMATELI, AMATELI, AMATELI SEMPRE E COMUNQUE <3) Grazie davvero di cuore a tutti *abbraccio di gruppo e scuoricinata* ♥
Enjoy ~

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2 | Il mostro sotto il letto.

Aprì gli occhi di scatto, mentre tentava invano di scacciare l'immagine che era rimasta impressa nella sua mente confusa. Vedeva di nuovo, nitidamente, Trunks e l'altra baciarsi, quella ragazza così fragile e innocua che senza saperlo le aveva rubato l'amore. Si rigirò da un lato, tentando di riprendere sonno, ma sentiva impresse nel suo corpo e sulla sua pelle le mani gelide, ma calde, del suo Trunks. Gli mancavano i caldi abbracci e le carezze, ormai la sua mente lo considerava come morto, perché pensare che in realtà fosse poco distante da lei, la faceva soffrire ancora di più. Non poteva raggiungerlo, era impensabile un gesto del genere, almeno finché non avesse fatto chiarezza nei suoi pensieri e nella sua testa. Credeva che prima o poi sarebbe impazzita, o forse era già troppo tardi.
L'irritante suono della sveglia la fece piombare nella realtà e con uno scatto improvviso riaprì gli occhi, per poi rendersi conto di essere ricaduta nel tranello: era di nuovo in un altro stupido sogno, un sogno del passato, un ricordo, per meglio dire. La piccola Marron, gli occhi, spalancati dal terrore per il giorno di scuola imminente, non aveva voglia di alzarsi. Con un gesto meccanico gettò la sveglia a terra, chiedendosi perché l'aveva puntata con così tanto anticipo, ricordandosi poi di avere promesso ai genitori di ripassare prima di uscire. Guardò fuori, ma era ancora buio. Il cielo nero in lontananza le faceva venire i brividi; il mare increspato e il vento forte le fecero richiudere immediatamente la porta-finestra; non ci mise molto a rifiondarsi sotto le coperte, grondante di sudore per il terrore. La Kame-house era una piccola casa sulla spiaggia, ma Bulma negli ultimi tempi l'aveva ingrandita a tal punto da isolare completamente la camera di Marron da quella dei genitori, al piano superiore. Come se non fosse bastato, quel vecchio pervertito dell'eremita della tartaruga aveva deciso di passare la settimana in città, secondo il padre della piccola per motivi di “belle ragazze” di cui sull'isola non c'era traccia -dopotutto Diciotto, oltre che essere sposata, era anche molto pericolosa-.
Marron tentò di smettere di tremare, focalizzando l'attenzione su pensieri ilari, pensieri colorati. I mostri smisero di sbucare da ogni angolo del letto e lei riuscì finalmente a respirare. Quando lasciò andare la coperta, che aveva fino a quel momento voracemente stretto con entrambe le mani, sentì un dolore lancinante alle unghie, aveva davvero usato troppa forza. Sospirò: doveva trovare il coraggio di uscire da quella stanza per raggiungere la cucina, senza una buona colazione sarebbe stato impossibile ripassare a dovere. La stanchezza gioca purtroppo brutti scherzi, la bambina non si era infatti accorta di essere nel bel mezzo della notte, difatti la sveglia si era rotta, anticipando il suo suono martellante.
Riuscì a tirare fuori una gamba dal letto e, contando fino a tre silenziosamente, si infilò le pantofole. Prima di ritrovare la posizione eretta si guardò intorno con circospezione, la luce era spenta, l'unica fonte di illuminazione era una lampadina al neon sul suo comodino. Si allungò per raggiungere l'interruttore, riuscì persino a combattere le ombre che le si pararono davanti, quali un orsetto, un modellino di una nave e una piccola astronave giocattolo; eppure proprio quando ormai le era rimasto un ultimo passo, un tuono la fece cadere a terra per il terrore. Con la mano sulla bocca, -si era sempre dimostrata coraggiosa e non avrebbe mai voluto rivelare ai suoi genitori di essere una fifona- si rialzò immediatamente e corse verso il letto, vi si rannicchiò all'interno, cominciando a cantare una dolce canzoncina per scacciare la paura. Non riuscì, però, a calmarsi del tutto; la causa fu un piccolo terremoto, difatti il letto della bambina iniziò a tremare.
«Marron...», una voce lugubre iniziò a chiamarla, mentre il ticchettio delle gambe del letto sul parquet iniziava a diventare fastidioso.
«Marron...», la ragazza si tappò le orecchie, avrebbe voluto gridare, ma ora la voce non voleva uscire.
Era spaventata, le mille storie che suo padre le aveva raccontato sui mostri cattivi si stavano rivelando vere, pensare che anche sua madre potesse essere stata tanto spaventosa le faceva venire la pelle d'oca. Calde e piccole lacrime iniziarono a solcarle il volto, mentre tentava invano di calmarsi e di svegliarsi, perché si trattava senza dubbio di un orribile incubo.
Il tutto cessò all'improvviso e del frastuono di poco prima si sentiva solamente il silenzio che si era portato dietro. Marron rimase immobile, in attesa, sperava che fosse davvero tutto finito, sperava che il mostro sotto il letto se ne fosse andato via per sempre. Una mano all'improvviso le prese il polso, in quel momento gridò più forte che poté, spalancando gli occhi umidi e la bocca. Un'altra mano prontamente le tappò anch'essa. Marron tentò di dibattersi, l'idea che avrebbe visto un mostro la spaventava, non aveva idea di cosa sarebbe potuto succederle, eppure si diceva che i mostri facessero cose brutte.
«Marron...», il tono del mostro era cambiato, era supplicante, era un tono pentito.
La ragazza riconobbe la voce, solo dopo aver visto il volto illuminato dalla luce al neon.
«T-Trunks?!», voleva gridare, voleva picchiarlo, voleva vendicarsi per quello stupido scherzo; ma la tensione di poco prima si stava tramutando in sollievo per il pericolo scampato.
Scoppiò in lacrime e abbracciò il bambino dai capelli viola, che, chino su di lei, si lasciò stringere. Trunks era la persona che più odiava al mondo, la persona che più detestava, eppure in quel momento era l'unica persona che voleva sentire al suo fianco.
«M-mi hai fatto tanta paura, cattivo!» borbottò la biondina, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
Il lilla, completamente bordeaux, chinò la testa, appoggiandosi ancora di più all'esile spalla della bambina: «S-scusa, non volevo spaventarti così tanto.»
«Pensavo che fosse il mostro che vive sotto il letto.» continuò la piccola, tirando su con il naso e lasciandosi sorreggere dall'abbraccio dell'amico.
Lui scoppiò in una tenera risata, era colpito dalla sincerità di Marron, pensava che lei lo odiasse con tutto il cuore, allora perché tutta quella confidenza? La bionda nell'udirlo arrossì, sentendosi completamente in imbarazzo, eppure si sentiva anche stranamente felice.
«Sono contenta che tu sia venuta a salvarmi.» borbottò, sperando poi che non l'avesse udita.
Il lilla assunse un colore tendente al viola, e la risata gli si bloccò in gola, a malapena riuscì a recepire il messaggio. La piccola si era forse presa una cotta per lui? Quell'irritante mocciosa saputella e frignona?
«Ti sbagli, io sono il mostro.» esclamò sicuro, allontanando da sé la ragazza per guardarla dritta negli occhi.
La luce al neon li illuminava solo per metà, eppure Marron si rispecchiò negli occhi di Trunks e lui fece lo stesso. Si sentiva nell'aria una sensazione nuova, per una volta la discussione non era infantile, ma quasi seria. In sottofondo il mare riprese la sua folle corsa contro gli scogli, mentre il cielo riprese a tuonare. Gli occhi di Marron si ritinsero di terrore, Trunks lo vide con esattezza, e con un gesto involontario la strinse a sé di nuovo.
«I mostri non sono gentili.» sorrise la bambina, strusciando il gomito contro il petto dell'amico.
«Io non sono gentile, sono spaventato e quindi ti abbraccio, non è perché sei spaventata tu.» borbottò Trunks, arrossendo di nuovo, non riusciva a fare a meno del calore di Marron, in un certo senso ciò che aveva appena detto corrispondeva a verità.
«Ora so che i mostri sotto il letto in realtà sono dei principi azzurri.», la semplicità con cui la bambina disse quelle parole avrebbe fatto sciogliere chiunque. Fortunatamente il buio coprì il rossore del piccolo Trunks, il quale sorrise rispondendo un semplice e vago: «Non dire stupidaggini, mocciosa.».
Restarono lì abbracciati per chissà quanto, mentre fuori la tempesta imperversava. Marron non si pose mai l'interrogativo del perché Trunks fosse sotto il suo letto quel giorno e mai pensò di chiederglielo.
La bionda si svegliò, rendendosi conto di essere nel bel mezzo della notte. Con una mano raggiunse la sveglia e tentò di guardare l'ora, ma quando lo fece ecco che un tuono scosse la casa. E come una bambina si coprì fin sopra la testa. Si nascondeva, si nascondeva dalle difficoltà della vita, dal dolore, dalla tristezza; non voleva più piangere. Eppure il solo pensiero che Trunks potesse essere in quel momento sotto il letto la fece alzare di scatto, e la fece gettare a terra, sotto di esso. Purtroppo ciò che vide fu solo polvere e nient'altro. Il magone cominciò a divorarla dall'interno, si chiuse in se stessa e restò lì, sotto quel fantomatico letto. Un lampo illuminò la stanza e con un colpo basso, Trunks, seppur incosciente, fece la sua mossa. Marron passò le dita sulle tavole del letto sopra la sua testa, dove erano state incise cinque parole : “Io sono il tuo mostro.”. Riuscì solo a mettersi una mano sulla bocca per evitare di singhiozzare troppo forte: “Hai proprio ragione, tu sei il mio mostro, Trunks, lo sei sempre stato e sempre lo sarai.”.

Ripercorrendo la strada dei ricordi » Chapter 2 End.



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Capitolo 3
*** Un profumo per dimenticare ***


M3

Titolo: Un profumo per dimenticare;
Autore: Vitzi;
Fandom: Dragon Ball;
Tipologia: One Shot { 1025 parole;
Personaggi/Pairing: Marron Muten; Bra Brief {Marron/Trunks
Rating: Verde;
Genere: Introspettivo; Sentimentale; Malinconico;
Avvertimenti: Slice of Life;
Challenge: Tabella Missing Moment » 02. Ricordi
Note: Eccomi, puntuale come promesso :) Vi ringrazio per le bellissime recensioni e scusate se non ho potuto rispondere a tutte, grazie davvero <3 Siamo arrivati al terzo capitolo, ovvero l'intermedio, poiché i capitoli saranno sei. Spero che vi piaccia, è un capitolo di passaggio, ormai siamo alla resa dei conti, Marron dovrà sconfiggere i fantasmi del passato e buttarsi verso il futuro. Ringrazio chiunque leggerà, mi piacerebbe ricevere anche recensioni da chi silenziosamente mette fra le preferite/seguite/ricordate, ci terrei davvero <3
Vi ringrazio ancora per tutto e mi raccomando forza Marron e forza Trunks! ♥
Al 2 Marzo, un bacione e buona lettura <3

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3 | Un profumo per dimenticare.

La doccia gelida le colpiva la pelle candida come pioggia, alzò lo sguardo e si lasciò colpire il viso. Aveva dormito bene per la prima notte dopo tanto tempo, Trunks era apparso solo al risveglio e per dimenticarlo la doccia era l'ideale. Si passò il sapone sulle membra intorpidite dalla notte tranquilla, ma si accorse troppo tardi dell'errore, il pensiero di Trunks le annacquò la mente. Si appoggiò al muro, ricordando la loro prima volta proprio in quella doccia, ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva i suoi occhi azzurri, il suo corpo muscoloso gelido a contatto con l'acqua, i sorrisi, i baci, le carezze. Si portò una mano al petto, scrollando la testa a destra e a sinistra tentando di scacciare via quei brutti pensieri. Per via del movimento troppo frettoloso mise un piede sopra l'altro e fece per cadere, ma riuscì a reggersi in piedi appoggiandosi goffa alle pareti della doccia. Questo scatenò immediatamente un altro ricordo della sua infanzia, le era capitato tante di volte di cadere e per questo i suoi amici la prendevano spesso in giro, fra questi il primo era Trunks. Eppure quando il piccolo Goten era assente per un qualsiasi motivo, il lilla salvava la ragazza dall'imminente caduta, afferrandole una mano o addirittura tenendola per la vita.
Marron sorrise a quei tristi pensieri, ogni volta che Trunks l'aiutava lei si sentiva una completa idiota e si arrabbiava, arrivando a non parlargli più per giorni. Riemerse dai ricordi, lasciandosi andare, dopotutto le sue lacrime sotto la doccia si sarebbero semplicemente confuse con l'acqua. Trunks l'aveva sempre salvata e solo ora se ne rendeva conto, nei momenti più bui lui c'era sempre stato per lei. Sorrise di nuovo, mentre i ricordi riaffioravano piano nella sua mente, erano tutti ricordi piacevoli, ricordi ridotti in frammenti dal dolore e dal tradimento. Per la prima volta si rendeva conto di aver sempre visto Trunks come il suo principe azzurro, non aveva mai avuto paura di perderlo, perché lui c'era sempre stato; e per la prima volta si sentiva una vera e propria egoista ad aver sempre pensato a lui solamente come ad un cavaliere su un cavallo bianco.
Spense l'acqua ed uscì dalla doccia, si avvolse nell'asciugamano e si guardò allo specchio, strano che sul suo riflesso non ci fossero le occhiaie che sentiva pesanti, e nemmeno il viso pareva più tanto pallido. Si asciugò i capelli in completo silenzio, fissando i propri occhi nel riflesso: erano sempre gli stessi, azzurri e vispi, solo un occhio attento avrebbe potuto notare la tristezza immensa di quel turchino sfumato, Trunks era uno di quelli. Da sempre leggeva i suoi pensieri attraverso quegli occhi, per lui Marron era come un libro aperto, riusciva a decifrare i suoi desideri più reconditi, c'era sempre riuscito.
La ragazza iniziò a pettinarsi i biondi capelli, sistemandosi un ciuffo ribelle, mentre ricordava il giorno del suo sesto compleanno, quando si era fatta bella con sua madre per lui, ma il bambino non si era presentato perché la Terra era in pericolo. A quel tempo Marron si offese parecchio, urlando al lilla che lei era più importante cento volte dello stupido pianeta sul quale vivevano, Trunks aveva semplicemente abbassato lo sguardo e se n'era andato. Marron ancora non sapeva degli enormi sacrifici che i ragazzi avevano dovuto affrontare.
Aprì la borsa dei trucchi che da tanto non tirava fuori dal mobiletto bianco, si diede una rinfrescata al viso per poi disegnarsi la solita linea di eyeliner sui grandi occhi. Quel giorno ci sarebbe stato il compleanno di Bulma, voleva fare bella figura, voleva dimostrare di essersi dimenticata di lui per sempre. Ovviamente grazie a quell'avvenimento sarebbe riuscita a riflettere meglio sulla sua storia con Trunks, rivederlo l'avrebbe probabilmente uccisa, eppure pensava di essere abbastanza forte.
Dopo aver completato il trucco andò verso il proprio armadio, infilandosi il vestito azzurro che le aveva regalato Goten. Si avviò verso la cucina pronta a partire, quando vide la boccetta di profumo regalatole da Trunks per il loro primo mese di fidanzamento in un angolo della stanza. Di scatto la prese in mano, non aveva mai usato un profumo diverso da quello, si era sempre affidata al fiuto del suo ragazzo. Lo mise nella borsa e chiuse la porta di scatto.
Il mare era calmo, la ragazza si portò la mano davanti al petto, la boccetta di profumo rifletteva il sole, luccicando; la guardò un'ultima volta. Era intenzionata a gettarla là, sugli scogli, dove si sarebbe frantumata in tanti piccoli pezzi, esattamente come tutti i suoi ricordi. Era intenzionata a dimenticare, dimenticare Trunks, il loro passato felice; voleva ricominciare una nuova vita, trovare l'uomo dei suoi sogni, poiché al momento quell'uomo poteva essere solo Trunks, l'irraggiungibile. Buttando quella fialetta avrebbe davvero sistemato tutto? Sarebbe riuscita a comportarsi da normale ragazza alla festa di Bulma? Sarebbe riuscita a trovare il suo principe azzurro a quel party pomeridiano? Nessuno avrebbe potuto dare una risposta a quelle domande, eppure la bionda voleva provare, era disposta a tutto pur di dimenticare per sempre il lilla. Allora perché tentennava? Perché la mano non si apriva?
«Che stai facendo?» esclamò una voce alle sue spalle.
Marron sobbalzò e, voltandosi, sorrise raggiante.
«Bra...», l'azzurra, con le mani sui fianchi, la guardava interrogativa, con il suo solito atteggiamento furioso preso da suo padre.
I suoi occhi scattarono immediatamente dal vestito, del quale era visibilmente gelosa, al profumo, in bilico tra la vita e la morte.
«Dammi quel coso e non fare cavolate. Dobbiamo andare alla festa di mia madre, non ti permetterò di puzzare!» sbraitò, allungando una mano e muovendone le dita.
La bionda sentì le lacrime salire, da quanto non veniva sgridata da un'amica, da quanto non vedeva la piccola Brief, e quanto era felice di non vederla infuriata con lei per averla trascurata!
«Grazie, Bra.» si limitò a dire, voltandosi e abbracciando la piccola Saiyan, era proprio vero che quella famiglia era destinata a salvarla. Ora si sentiva ancora più insicura sui suoi sentimenti perché anche volendo, non sarebbe mai riuscita a liberarsi di quel profumo, tanto meno di Trunks stesso.
«Voglio parlarti.- sussurrò l'azzurra seria, staccandosi dall'amica. -Voglio parlarti di Trunks.».

Ripercorrendo la strada dei ricordi » Chapter 3 End.

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Capitolo 4
*** Colpevole ***


M4

Titolo: Colpevole;
Autore: Vitzi;
Fandom: Dragon Ball;
Tipologia: One Shot { 873 parole;
Personaggi/Pairing: Marron Muten; Bra Brief {Marron/Trunks
Rating: Verde;
Genere: Introspettivo; Sentimentale; Malinconico;
Avvertimenti: Slice of Life;
Challenge: Tabella Missing Moment » 06. Voce
Note: Eccomi qua, sono le 22 50 al momento, mi scuso per l'orario. Vi ringrazio per le recensioni e spero che il capitolo vi piaccia, non è molto lungo, mi rifarò la prossima volta. Bra e Marron a confronto, chi la spunterà?
Vi lascio alla lettura, al 9 Marzo per il penultimo capitolo ♥

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4 | Colpevole.

Il salone di casa Muten era piccolo, ma confortevole. Bra prese fra le mani il tè fumante, passandone successivamente una tazza all'amica, seduta sul piccolo divano infossato.
«Faremo tardi.» sospirò Marron, picchiettando nervosamente l'indice sulla calda ceramica.
Bra si scostò un ciuffo di capelli dagli occhi, per poi bere un sorso del delizioso tè verde, che era solita pregustare appena sveglia.
«Stai tranquilla, sono la padrona di casa, posso permettermi tutto. Ho già detto ai tuoi che a te ci penso io. Sai, avevano paura che ti saresti ritirata e non saresti andata. Tuo padre era disperato.»
«Ti hanno mandato loro?», Marron si scaldò, avvicinandosi all'amica.
«Calma, calma. Non sono qui per parlare di questo, ma di Trunks.», il suo tono serio fece sedere di nuovo la bionda, che appoggiò la tazza di tè e strinse la stoffa del vestito con ansia.
Bra sorrise tranquilla, per poi sospirare: «Gli manchi Marry.»
Gli occhi della ragazza si ingrandirono a dismisura e non poté fare a meno di mordersi il labbro, era da mesi che non parlava di lui e lei se ne usciva subito con una frase del genere. Restò in silenzio, abbassando lo sguardo.
«A quanto pare manca anche a te.»
«Non mi pento della mia scelta!»
«Quale scelta?»
Marron strinse più forte la stoffa del vestito, per poi rilassare le spalle ed alzare lo sguardo verso l'amica incitandola a continuare. Lo sguardo di Bra si fece vacuo e per un attimo esitò.
«Trunks si comporta in modo strano, cerca senza dubbio di sembrare normale, ma ovviamente io e mamma ce ne siamo accorti. Pensa che forse c'è arrivato anche papà! -rise per un attimo- Non voglio dire che hai fatto una stupidaggine, ma... ecco l'hai fatta!»
Marron la guardò, voleva ribattere, voleva farle capire quanto aveva sofferto, ma l'azzurra riprese subito: «Non voglio farti pensare male di me, io non sto dalla parte di nessuno. Forse all'inizio ero infuriata con Trunks, ma poi ho sentito la storia e...», si fermò incerta.
«E...?» continuò Marron.
«Mi sono fatta una bella chiacchierata con la ragazza che l'ha baciato.»
La bionda annuì semplicemente, sentendosi una cretina, avrebbe ovviamente voluto farlo anche lei, ma per la vergogna non c'era riuscita.
«Mi ha detto che la storia è tutta vera, Trunks non ha fatto niente. È stata lei ad istigarlo in un certo senso, e poi Marry tu lo stavi trascurando ultimamente! Ti ricordi da bambini quando lui ti rubava un gioco? Ecco, praticamente hai avuto la stessa reazione, solo amplificata dall'età.»
L'azzurra accavallò le gambe, toccandosi i capelli un'altra volta. Marron la guardò bene: era diventata una vera donna, parlava e si comportava esattamente come sua madre; mentre lei era rimasta una stupida bambina.
«Sai che non vorrei mai ferirti, ma...»
Una strana suoneria uscì dalla borsa dell'azzurra, che con un gesto veloce e istantaneo prese il cellulare per portarselo all'orecchio: «Parla Bra Brief, chi è? Trunks!»
Gli occhi di Marron saettarono su quelli dell'amica, che la fissò a sua volta.
La conversazione durò una quindicina di minuti, quando Bra mise giù si rese conto che qualcosa non andava nella bionda. Aveva lo sguardo basso ed era immobile.
Bra le sfiorò una mano per attirare la sua attenzione.
«So che sembra stupido, ma il volume del tuo telefono è parecchio alto.» sospirò la bionda con un sorriso, guardandola negli occhi.
L'azzurra non capì, e cercò spiegazioni ricambiando lo sguardo.
«M-mi mancava la sua voce. -Marron sorrise stringendo la mano dell'azzurra- Mi mancava la sua voce, Bra.»
Una calda lacrima rigò la guancia della bionda, che fu prontamente presa dall'amica.
«Ti rovinerai il trucco, sciocca.» sospirò, tentando di trattenere le emozioni che stavano pervadendo il suo corpo. Era così felice del fatto che l'amica si fosse resa conto dei propri sentimenti, era così felice.
«Non ho finito di parlarti di lui, Marry.» sospirò, lasciando la sua mano.
La bionda si asciugò gli occhi velocemente, esclamando: «Credo di essere riuscita a comprendere i miei sentimenti solo grazie a lui. Alla fine credo che la sua voce mi abbia aiutata, mi mancava davvero moltissimo.», sembrava parlare da sola, era felice, felicissima.
Si sentiva al settimo cielo, non stava mentendo, la sua voce gli era davvero mancata molto, aveva ascoltato la conversazione, ma non ricordava di cosa i due fratelli avessero parlato. Ciò che gli era rimasto in testa era quel timbro che credeva di aver dimenticato. Finalmente dopo tanto tempo si era resa conto del perché aveva sofferto, aveva sofferto per l'assenza di Trunks, non per il tradimento. Tutto si sarebbe sistemato una volta rivisto, le sarebbe bastato semplicemente prenderlo per mano per stare meglio.
«Quella sera voleva chiederti di sposarlo.»
La bionda, sconvolta, alzò lo sguardo verso l'amica, sentendo l'ansia tornare a galla: «Cosa?»
«Trunks voleva chiederti di sposarlo. Me l'ha confessato la sera prima, aveva in tasca l'anello, Marron. Un uomo che sta per consegnarsi ad una donna per la vita non la tradisce due minuti prima.»
Marron spalancò gli occhi, precipitando nel vuoto; le parole di Bra le risuonavano in testa come un tamburo. Aveva rovinato tutto, non sarebbe bastato rivederlo, perché lui non l'avrebbe più voluta nemmeno sentire parlare. Non l'avrebbe mai perdonata, dopotutto era lei la colpevole.
«Cos'ho fatto...» sospirò, guardandosi le mani tremanti.

Ripercorrendo la strada dei ricordi » Chapter 4 End.

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