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Quel mattino Ryo, come tutti gli altri, attendeva in agguato
che la sua socia venisse a svegliarlo. Tuttavia negli ultimi tempi sembrava
pensierosa e non lo svegliava più con la stessa grinta, cosa poteva essere
successo?
Bè, è vero che da imbecille quale lui
era, sempre a fare un passo avanti per poi tirarsi indietro altrettanto
velocemente, niente era cambiato dal matrimonio di Falco e Miki. Avevano
ripresto la loro routine giornaliera ma, era certo che lei non avesse
dimenticato il loro abbraccio nel bosco e nemmeno lui l’aveva fatto, anche se da
allora aveva mantenuto le distanze.
Ah! Ed ecco i passi del suo bel angelo che si avvicinava
mentre lui si ristendeva di traverso sul letto, chiuse gli occhi, e la sentì
aprire la porta ma, cosa strana, sentì subito dopo il suo respiro sulla
guancia. Si sforzò di restare immobile, inoltre, fortunatamente, era disteso
sulla pancia perché il suo mokkori, sentendo il suo
angelo così vicino, stava cominciando a dare segni di vita. La sentì allora
mormorare:
-Ryo,
è ora di alzarsi.
Emettendo un borbottio, Ryo si girò dall’altra parte per non
sentire più il suo profumo stringendo tra le braccia un cuscino come un
bambino. Sedendosi accanto a lui mormorò:
-Ryo
andiamo, in piedi pigrone!
Voleva renderlo pazzo quella mattina o cosa, doveva reagire,
alla svelta!
-Mie
piccole conigliette adorate...
La sentì infuriarsi e lei gli assestò una violenta martellata
dal titolo “Perverso degenerato”, urlando:
-Alzati,
la colazione è di sotto, io esco!
La sentì sbattere le porte mentre si estirpava da sotto il
martello e mise il broncio, borbottando:
-Ci
va giù sempre più pesante! Ed è anche colpa mia, che idiota!
Con passo rabbioso Kaori, la borsa sotto braccio, era uscita
di casa.La gente che la vedeva passare
doveva chiedersi come mai una donna così graziosa sembrava essere così
infuriata e le lasciavano libera la strada per paura che gli tirasse sotto.
La camminata fino alla stazione per controllare la lavagna
sempre vuota, poi fino al Cat’sEye
tuttavia non l’aveva calmata e Miki così come Falcon, sempre con un piatto in
mano, notarono subito che la donna era di cattivo umore.
Miki le sorrise salutandola:
-Buongiorno
Kaori.
-Buongiorno
– mormorò lei, appoggiando i gomiti sul bancone. Miki le servì una tazza di thè, continuando:
-Bevi
questo thè al posto del caffè, ti calmerà un po’ e
raccontami cos’ha fatto ancora quell’idiota del tuo socio questa volta.
Sorseggiando prima un po’di thè,
rispose:
-Non
capisco perché continuò a preparagli da mangiare, dovrei lasciare che si
arrangi da solo quel zoticone, non pensa che alle sue conigliette... non mi considera nemmeno...
Si interruppe emettendo un sospiro, Miki le sorrise dicendo:
-Andiamo
nel retro, un po’ di esercizio ti farà bene e forse ho un’idea per te. Caro, ti
lasciò il bar.
Falcon arrossì mentre Kaori seguiva sua moglie nel
seminterrato. Perplesso, si disse che davanti l’aria cospiratrice di sua
moglie, senza alcun dubbio Ryo avrebbe avuto pane per i suoi denti.
***
Poco dopo Ryo fece la sua apparizione e aggrottò le
sopraciglia non trovandoci la sua socia anche se ne
sentiva la presenza. Saltando su uno sgabello, esclamò:
-Ehi
lucciolone, la bella Miki ha finalmente capito che...
Prima che potesse finire la sua frase Falcon gli assestò una
vassoiata, riprendendo poi a lavare i piatti. Ryo si rialzò con difficoltà
borbottando:
-Ehi
potevi uccidermi!
-Pff, vattene schifoso pervertito! Non ho tempo da perdere con te!
-Allora
dimmi dov’è Miki, potrebbe con...
Questa volta trovandosi un bazooka puntato alla testa Ryo si
zittì e indietreggiando prudentemente disse:
-Andiamo
gorilla calmati! Non dico più niente promesso!
Ryo si risedette al bancone brontolando, allora Falco gli
ringhiò:
-Se
non hai niente da fare qui e non ordini, sparisci!
-Sono
il tuo unico cliente, mio caro!
Era vero che dopo che Miki si era allontanata i clienti
s’erano andati anche loro ma, Falcon borbottò:
-Un
cliente che non paga io lo sbatto fuori!
In quel momento entrò Mick di buon umore come sempre e guardandosi
attorno decise di prendere posto accanto a Ryo, chiedendo:
-Dunque
dove sono Miki e Kaori?
-In
un posto dove nessuno di voi due pervertiti le scoccerà per il momento – grugnì
Falco facendo cadere all’indietro Ryo e Mick che si rialzarono dicendo:
-Eh
oh!
E mentre i nostri tre compagni litigavano, facendo fuggire
gli ultimi clienti, Miki cercava di far rilassare Kaori facendola sparare con
una delle sue pistole ed allenandola a sapersi difendere.
Ryo lo sapeva ma non aveva mai fatto niente per fermarla
allora Miki ebbe un’idea e la sottopose alla sua amica la cui leggendaria
timidezza prese il sopravento, facendola diventare rossa come un pomodoro.
Ma di fronte a tutto il baccano che stavano facendo i tre
uomini, finirono per risalire al bar, giusto in tempo perché Miki potesse
impedire a Falco di sparare un colpo di bazooka sui due uomini togliendolelo dalle mani.
-Mio
caro, non distruggerai ancora il nostro bar per colpa di questi due imbecilli!
Rosso come un’aragosta, e con del fumo che gli usciva dalle
orecchie, Falco posò il suo bazooka, voltandosi per riprendere a lavare i
piatti. Quanto a Mick, si era già lanciato su Kaori che lo aveva appena
spiaccicato contro il muro con una martellata proprio come aveva fatto per Ryo
prima che si gettasse su Miki urlando:
-Non
si può lasciarvi soli per cinque minuti!
Mick allora si avvicinò ed abbracciò Kaori per le spalle
dicendo:
-Vieni
tesoro, andiamo piuttosto a fare una passeggiata, è così bello fuori, sai che
per me tu sei la sola.
E mentre lasciava scivolare una di quelle sue mani viziose
verso il sedere di Kaori, questa lo rispedì ancora una volta contro il muro
raggiungendo Ryo esclamando:
-Non
puoi restare tranquillo?! Kazue non ne sarebbe felice
e lei è una mia amica. Bè, questo non è tutto ma,
Miki possiamo andare?
-Tesoro
possiamo lasciarvi soli senza che mi distruggiate il bar? Ho promesso a Kaori
che saremmo andate a fare un po’ di compere.
Il “tesoro” in questione arrossì violentemente annuendo e
grugni:
-Quei
due imbecilli stanno per andarsene ed così andrà meglio.
-Grazie.
Miki prese la borsa e le due donne salutarono gli uomini ed
uscirono assieme sotto gli sguardi sorpresi di Mick e Ryo che avevano ripreso
posto al bancone.
Mick dichiarò con un sorriso:
-Sono
sicuro che stanno complottando qualcosa, io farei
attenzione se fossi in te Ryo!
-Pff, me ne frego, andiamo piuttosto a divertirci.
-Che
liberazione! – disse Umi.
-Arrivederci
Tesoro! - Esclamarono Mick e Ryo in coro svignandosela prima che Falcon potesse
metterli ko, rosso di rabbia, riprendendo poi il suo posto dietro il bancone
borbottando.
Miki era riuscita a trascinare Kaori dalla sua amica Eriko allo scopo di farsi aiutare a convincerla. E sentendo
l’idea di Miki, Eriko balzò in piedi dicendo:
-Ma
si, ha ragione, Miki tu... lei è geniale!
-Ti
prego, diamoci del tu.
-Con
piacere. Per questa speciale «rivincita», avrai bisogno di biancheria sexy che
lo faccia sbavare non appena la intravedrà. Serve un completino
che non lo faccia sospettare che tu l’abbia comperato appositamente per questo.
Ho proprio una cosina che ti starà a meraviglia, tutta
in raso sintetico.
Eriko e Miki erano tutte elettrizzate
mentre Kaori, troppo imbarazzata, arrossiva.
-Io...
io non so se avrò... se avrò il coraggio di proporglielo.
-Perché
no! – esclamò Eriko. – Il piano di Miki è ottimo e se
ha funzionato con suo marito allora su di lui funzionerà ancora meglio. Dato
che Falcon e Ryo non hanno per niente la stessa mentalità, Ryo sarà molto più
allettato dall’idea.
-Per
quanto riguarda Falcon, ho fatto un po’ di fatica a convincerlo ma, Ryo adora
il poker e tu, tu non dovrai far altro che fargli un’offerta che non potrà
rifiutare. – Aggiunse Miki con un’ aria da
cospiratrice, largamente approvata da Eriko. Tuttavia
Kaori gli mormorò con tono basso, mortificato e tutta rossa:
-Vedete,
Ryo non accetterà mai di giocare a strip-poker con me.
-Falcon
non voleva giocare e ancora meno sposarsi ed io sono riuscita a farlo cedere
perché sotto quell’aspetto burbero, lui mi ama. E sono sicura che anche Ryo ti ama, soprattutto dopo quello che è successo al matrimonio.
-Si... è vero che... ma, come...?
-Lanciagli
una sfida! Lui che si vanta di essere il numero uno e il migliore in tutti i
campi non potrà che accettarla.
-Tra
l’altro spiegheremo il nostro piano a Kazue, così ci farà il piacere di tenere
a distanza Mick.
-Inoltre,
potrei prestarti la mia casa in campagna e sarete sicuri di non essere
disturbati. In questo modo, potrai stare tranquilla e mentre in atto il tuo
piano.
-Dovrei
trovare una buona scusa perché Ryo mi accompagni in campagna, allora meglio pensarci
qui.
-Sei
d’accordo finalmente, fantastico! Chiamiamo Kazue e ceniamo tutte assieme per
mettere a punto il nostro piano per farti catturare lo stallone – conclusero
assieme Eriko e Miki.
Quest’ultima affermazione fece sorridere Kaori, le loro espressioni
allegre la rassicurarono tuttavia pregò perché tutto questo non finisse in una
catastrofe.
***
Quella sera, le donne uscirono tutte assieme. Se quella cosa
sorprese un poco gli uomini, né Ryo né Mick, che sembrava
il più intrigato dei due, dissero qualcosa a riguardo. Tuttavia, a zonzo per le
strade di Shinjuku durante il loro abituale giro dei locali, l’americano fece
notare:
-Lo
trovo così strano, che gli sia venuta questa voglia improvvisa di uscire tutte assieme
questa sera, tu no?
-Sai
bene che le donne hanno sempre delle idee strane, forza amico,
andiamo a bere e non pensarci più!
-Lo
trovo così sospetto, Kazue mi avvisa sempre in anticipo quando esce la sera
mentre adesso, ha deciso di andare con le altre così, all’improvviso, non è
normale.
-Hai
paura che la tua donna ti tradisca? – Sorrise Ryo con la sua faccia da
imbecille.
-E’
assurdo! Pagami da bere al posto di dire stupidaggini.
***
E intanto le ragazze, che invece di uscire si erano riunite
al Cat’sEye, cenavano in
allegria. Falcon era nel salotto, preferiva non sentire, anche se sua moglie
aveva fiducia in lui e sapeva che non avrebbe raccontato niente agli altri due
imbecilli. Kazue esclamò:
-Sono
assolutamente d’accordo con Miki ed Eriko. Questa
idea, per quanto tu debba superare la tua timidezza, mi sembra geniale per far
finalmente evolvere le cose.
Kaori cadde dalle nuvole, Kazue solitamente così prosaica
quasi saltellava dall’entusiasmo con Miki e Saeko. L’infermiera aggiunse:
-Mi
occupo io di Mick e tu non dovrai far altro che occuparti di Ryo.
-Io...
io...
-Ti
ho regalato il completino e tutto quello che è
necessario, dobbiamo solo metterci d’accordo per sapere quale giorno passerai all’azione.
-Ho
la sensazione che finiremo per essere invitate ad un altro matrimonio.
-Perché
no una doppia cerimonia, sono sicura che Mick e Ryo ne sarebbero più che felici
ed io sarei contenta di condividere questo giorno con te Kaori! – Esclamò
Kazue, approvata dalle altre due donne. Miki disse inoltre:
-Quei
due sono fratelli gemelli in campo di stupidaggini e quindi per il grande
giorno... perché no?!
-Con
calma, con calma! – Intervenne Kaori prima di diventare paonazza. – Non mettete
il carro davanti ai buoi d’accordo? Prima di tutto ho bisogno... occorre che
riesca a farlo.
-Non
devi far altro che ritrovare la grinta che avevi al liceo... Avanti, dov’è
finita la Kaori che si misurava con i ragazzi per difendere le sue amiche.
-Ah
si Kaori? Ti misuravi con i ragazzi? – Chiese Miki tanto
curiosa quanto Kazue. Eriko annuì continuando:
-La
nostra Kaori è senza paura! Quando dei ragazzi ci infastidivano, lei gli andava
addosso, è una super campionessa!
-Sono
cose del passato Eriko, e poi avevo mio fratello a
proteggermi all’epoca, - concluse triste, ma, Eriko aggiunse posando una mano sulla sua:
-Tuo
fratello ti protegge sempre, e da quando sei diventata sweeper e guardia del
corpo secondo Miki te la sai cavare da sola sempre meglio.
-Concordo
pienamente... sei sempre più dotata Kaori.
-Grazie
ragazze. Avete ragione, con il mio lavoro, io non devo avere paura di niente!
-Allora
decidiamo il giorno o piuttosto la sera in cui agirai, io mi occuperò di Mick e
tu del tuo stallone, - dichiarò Kazue sfregandosi le mani. Kaori era un po’
spaventata davanti l’espressione delle sue amiche. Miki le chiese:
-Sai
giocare a poker almeno? Rassicuraci...
Eriko scoppiò a ridere cosa che fece
aggrottare le sopraciglia a Miki e Kazue e arrossire Kaori che balbettò:
-Si, io so... me la cavo abbastanza.
-Ma
che! È la migliore! Nessuno è mai riuscito a batterla e a volte gli lasciava
anche andare in vantaggio per poi schiacciarli.
Miki e Kazue spalancarono gli occhi e Kaori farfugliò:
-Diciamo
che io... io imparo in fretta e che... talvolta questo evitava di litigare.
-Comunque
mi sembra che Hideyuki non ne sapesse niente quindi nemmeno Ryo dovrebbe
saperlo, - aggiunse Eriko.
Miki e Kazue esclamarono:
-Fantastico!
Davanti l’aria cospiratrice delle sue amiche e i loro
incoraggiamenti, Kaori si disse che dopotutto, non aveva niente da perdere
semmai tutto da guadagnare.
L’indomani, quando Kaori si svegliò, era nervosa. Dopo tutto, era quella la sera in cui aveva deciso di agire, con
la complicità delle ragazze, che, di sicuro, si aspettavano un rapporto
dettagliato il giorno dopo. Si alzò e si vestì prima di andare a preparare la
colazione.
Da parte sua, Ryo, già sveglio, stava aspettando che lei venisse
a trovarlo nella sua camera. Adorava sentirla così vicina e il suo dialogo
della sera prima con Mick l’aveva un po’ fatto riflettere su quello che stava
tramando, anche se erano stati discretamente sbronzi.
Flash Bach
-Forza Ryo, non puoi fuggire tutta la
vita!
-Non vedi che tutte le donne hanno
bisogno di me, non posso legarmi ad una sola! – aveva esclamato con la faccia da
maniaco ma Mick gli aveva risposto con tono serio:
-Se l’ho lasciata stare, è perché lei
tiene a te e tu giochi a fare l’idiota. Credi che continuerà a soffrire ancora
a lungo senza reagire prima di lasciar perdere, imbecille!
Ryo non aveva detto niente e buttò
giù con un sorso il contenuto del suo bicchiere prima di ordinarne un altro ma
Mick era ripartito più di prima:
-Hai paura per lei ma, sei un idiota,
perché con o senza te, lei potrebbe farsi uccidere
domani attraversando la strada. E, ad ogni modo, da quando si allena con Miki e
con una pistola ben regolata, si è migliorata. L’ho già vista all’opera,
bellissima vestita con una canottiera...
Mick assunse la sua aria da maniaco
ma, Ryo gli rispose senza lasciarli vedere il bicchiere stretto nella mano pronto ad andare in frantumi:
-Sono sicuro che Kazue sarà felice di
sapere che adocchi una delle sue amiche spudoratamente!
-Io le sono fedele! – esclamò Mick. –
E la mia Kazue, la amo ma, Kaori avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Lei è la prima. Comunque, so che per lei io sono un amico, un fratello, e se il
suo fosse qui, ti riempirebbe di botte visto che la rendi infelice.
-Ho giurato a suo fratello di
proteggerla.
-E’ una scusa vecchia. Anche se lei
partisse domani, i «cattivi» se la prenderanno lo stesso con lei. E’ meglio
vivere finché possiamo con la donna che amiamo per non pentircene un domani.
Guarda me, la sto per sposare!
-Beviamo al tuo matrimonio! – esclamò
Ryo alzando in aria il suo bicchiere e Mick lo segui decidendo di aver detto
abbastanza per quella sera.
Fine Flash Back
Quando sentì i suoi passi, si girò sulla schiena e chiuse gli
occhi. La sentì aprire dolcemente la porta poi entrare senza far rumore per
avvicinarsi a lui. Sentì il suo profumo floreale e dovette fare appello a tutte
le sue forza per non saltarle addosso.
Kaori lo ammirò un istante mentre pensava che dormisse. Era
così affascinante quando non faceva lo stupido, perché non agiva mai in quel
modo con lei? Eppure sapeva che teneva a lei, si era dichiarato allora perché
non faceva nient’altro che tirarsi indietro, quel idiota? Sarebbero stati così
felici assieme. Ma doveva comportarsi normalmente nonostante la voglia di
rimettergli apposto una ciocca di capelli sulla fronte. Lui non doveva
sospettare niente fino a quella sera.
-Ryo,
è ora di alzarsi.
Lui borbottò e lei continuò restando in piedi accanto a lui.
-Non
dovresti andare a dormire così tardi. Io vado a controllare la lavagna e ti
conviene raggiungermi al Cat’sEye.
La colazione è sulla tavola, pigrone!
E detto questo, filò via e lui si alzò, le sopraciglia
aggrottate. Nessun martello oggi, cos’era successo dunque ieri sera perché
fosse così calma questa mattina? Mick forse aveva ragione, le ragazze gli
stavano preparando un brutto colpo.
***
Kaori passò per la stazione, ancora nessun cliente. Non
sarebbe stato così grave se le loro finanze non diminuissero a vista d’occhio. Quindi,
andò al Cat’sEye dove
Falcon e Miki lavoravano. Quest’ultima le sorrise in saluto.
-Buongiorno.
-Buongiorno
Miki, buongiorno Falcon.
Il gigante le rispose con un grugnito, ma c’era abituata e prese posto al bancone sospirando.
-Sempre
nessun cliente ed il nostro contro in banca diminuisce a vista d’occhio.
-Una
ragione in più per agire alla svelta.
Il leggero rossore che apparse sulle guancie di Kaori
all’osservazione di Miki sorprese Falcon che continuò ad asciugare i piatti
senza dire niente, mentre Kaori mormorava.
-Si... lo so.
Miki sembrava felicissima e fu allora che il campanellino
della porta tintinnò, annunciando l’arrivo di Ryo che si lanciò in volo dritto
su Miki.
-Mikiiiiiiamoreeeeeemiooooo...
Ebbe diritto, questa volta, ad una bella vassoiata dritta in
faccia che lo fece scaraventare sul pavimento.
-Fof è fiusto.
-Se
tu dicessi buongiorno come tutti questo non succederebbe! – replicò Miki con un
sorriso.
Il campanellino dell’entrata tintinnò di nuovo e questa
volta, era Mick che vedendo Ryo a terra si accontentò di circondare le spalle
di Kaori con un braccio dicendo:
-Mia
cara Kaori non restare più con questo buono a nulla e partiamo assieme.
-Oh
buongiorno Kazue, - si accontentò di dire Kaori. Immediatamente Miki si
prosternò verso la porta supplicando:
-Scusami
tesoro, lo sai bene che...
Si ritrovò di fronte il vuoto e Kaori sorrise, divertita,
proprio come Miki, mentre Mick, imbronciato, riprendeva posto accanto a lei e Ryo
che sogghignava:
-Non
sei davvero sveglio mio povero amico!
-Almeno
io, so riconoscere la bellezza quando la vedo.
-Pff, dì piuttosto che hai bisogno di un paio di occhiali... Kaori, che mi
tocca sentire, la bellezza...
Kaori vide rosso e lo spiattellò con una martellata di 1000t e girandosi verso Miki, le sorrise aggiungendo:
-Devo
andare da Eriko, se non ripasso più tardi, ci vediamo domani.
Miki annuì con un sorriso complice davanti gli sguardi
interrogativi di Mick e Ryo.
L’americano, che aveva ripreso posto al bancone chiese:
-Che
succede? Perché quel sorriso mia bella?
-Non
ti riguarda! – si accontentò di rispondere allontanandosi da lui per andare ad
occuparsi dei clienti che erano appena arrivati.
Falcon restò impassibile, reprimendo a gran forza la sua
voglia di ridere dato che lui, lui sapeva quello che avevano organizzato le
signore, sua moglie in testa. Perché da quello che aveva potuto sentire durante
la loro serata, Ryo, senza al dubbio, stava finalmente per essere preso in
gabbia dalla sua dolce socia. Forse allora avrebbe smesso di fare lo scemo anche se Falcon ne dubitava fortemente.
La giornata trascorse relativamente rapidamente per i gusti
di Kaori che vedeva le ore scorrere troppo in fretta. Continuava ad essere
ansiosa, tuttavia ogni cosa era pronta e le sue amiche l’avevano fortemente
incoraggiata.
La sera arrivò. Vestita con un paio di jeans stretti neri e
una camicia in raso sintetico che ricopriva la sua biancheria in pizzo rosso, stava
preparando la cena aspettando il suo socio. Come d’abitudine, aveva
apparecchiato la tavola e preparato tutto cosi che lui non potesse sospettare
nulla, sperando che Kazue fosse riuscita a trattenere Mick. Quest’ultima,
sicura di lei, le aveva assicurato che gli avrebbe preparato una sorpresa
impedendogli di uscire e di avvertire Ryo.
Lo sweeper, senza nemmeno immaginare quello che lo stava
aspettando, rientrò a casa per cenare con lo scopo di riempirsi lo stomaco
prima di ri-uscire per tutta la notte.
Quando entrò nella stanza, la sua socia era là ed la cena era
pronta. Appoggiandosi contro la porta della cucina, la osservò. Era bella e
quello che indossava metteva in risalto il suo corpo. Perché si era vestita
così? Aveva intenzione di uscire anche questa sera? Aggrottò le sopraciglia,
infastidito, e come se lei lo avesse sentito, Kaori si girò e gli sorrise.
-Sei
arrivato puntuale... come sempre per la cena, siediti, è pronto.
-Spero
che tu abbia fatto dei progressi, perché la cucina, io amo quella buona.
-Pff... – fece lei assestandogli una piccola martellata prima di mettere i
piatti in tavola. Estirpandosi da sotto il martellone, il nostro stallone la
raggiunse per abbuffarsi. Quando si accorse che Kaori lo stava fissando, le
chiese:
-Perfè mi fuardi?
-Nessuno
ti ha mai insegnato di non parlare con la bocca piena.
Lui continuava ad abbuffarsi, allora lei buttò là con un tono
che voleva essere neutro e calmo, nonostante il cuore le tamburellasse nel
petto rischiando di farle avere un infarto.
-Ho
deciso di lanciarti una sfida, perché sono stanca che tu esca a spendere i
nostri soldi per locali ogni sera. Le nostre finanze stanno diminuendo a vista
d’occhio!
Lui sorrise, sospettando che gli avesse preparato un bel tiro
mancino ma continuò gonfiando il petto.
-Io
sono il migliore in tutto, l’hai dimenticato mia cara socia!?
-Pensavo
ad una partita di carte, niente di tanto complicato.
Fu allora che la camicia le scese leggermente, scoprendole
una spalla davanti lo sguardo di Ryo che si controllò a fatica. Quella dolce
pelle così delicata e la spallina del reggiseno rossa gli riempirono la testa
di immagini vietate ai minori con lei come attrice principale,
ma Kaori, tranquillamente, come se non avesse notato nulla, si rimise
apposto la camicia prima di posare i gomiti sulla tavola e chiedergli,
beffarda:
-Allora,
signor Sbruffone, accetta la mia sfida? O hai paura di perdere di fronte a me?
-Lo
stallone di Shinjuku accetta sempre una sfida e non ha mai paura di niente! –
Esclamò alzandosi per gonfiare di nuovo il petto.
Kaori represse un sorriso dicendo innocentemente:
-Allora
immagino che una partita di poker non ti spaventi.
-Di
poker?
-Si, con penitenza finale ovviamente.
-Non
hai alcuna possibilità! – si vantò lui.
Ecco fatto! C’era riuscita, ora doveva andare fino in fondo.
Incrociando le dita, rispose, con il cuore che rischiava l’arresto cardiaco:
-Bene,
in questo caso non avrai nessun problema a dare un pizzico di pepe alla
partita.
Ryo si chiese cosa avesse in mente. Mick forse aveva ragione,
le ragazze e soprattutto Kaori, gli avevano preparato un colpo mancino? No, non
era nello stile della sua socia, allora replicò disinvolto facendo spallucce:
-Cioè?
Prendendo un profondo respiro si allontanò per andare a
cercare le carte, e gli lanciò:
-Facciamo
una partita di Stip-poker.
Lo sentì strozzarsi con il bicchiere d’acqua che stava
bevendo, e tossendo bofonchiò:
-Sei
pazza! – Spalancò gli occhi, ed un corvetto gli
atterrò sulla testa.
La sua socia aveva bevuto troppo. Gli stava proponendo senza
mezzi termini di fargli uno strip-tease. Cosa che non gli dispiaceva affatto,
ma non glielo avrebbe confessato di sicuro e dovette concentrarsi per non
lasciar vedere quanto quest’idea gli piacesse.
Ma lei aggiunse:
-Non
rischi niente dato che secondo te, tu sei il più forte e che, ad ogni modo, io
non ti attraggo perciò che ti importa.
Era di schiena ma, l’aveva vista irrigidirsi.
Dunque quella sera sarebbe arrivato il momento in cui, Mick
aveva ragione, avrebbe osato andare fino in fondo, visto che era ancora lei a
fare il primo passo? Con tutto il coraggio che aveva, le disse:
-D’accordo,
e vada per la partita di Strip-poker. Sono il tuo
uomo, Ryo Saeba accetta tutte le sfide, anche le più stupide! Se sei certa di
voler andare fino in fondo, naturalmente.
Lei si trattenne dal emettere un sospiro e sorrise sempre
girata di schiena, il piano di Miki aveva funzionato. Ryo si era lanciato a
testa bassa nella loro trappola. Ora, stava a lei tenere in mano il gioco e
grazie ad un po’ di ipnosi che aveva fatto da Miki, Kaori si sentiva
leggermente più sicura di sé. Tutto sarebbe andato per il meglio quando avrebbe
dovuto spogliarsi, dato che naturalmente bisognava che perdesse prima di
vincere.
***
Ryo e Kaori si spostarono in salotto dopo che Kaori ebbe
sparecchiato la tavola in cucina.
Posò un mazzo di carte sul tavolino prima di chiedere:
-Tiriamo
a testa o croce per decidere chi dà le carte?
-Lascia
stare. L’onore alla principiante.
Kaori represse un sorriso davanti lo sguardo sufficientemente
sicuro di sé di Ryo che, tuttavia, incominciava a chiedersi dove fosse finita
la sua timida compagna di squadra. Accettare di giocare a strip-poker con lui,
equivaleva a dire spogliarsi davanti a lui... Mio dio era lui che diventava
pazzo!
Aveva già avuto un piccolo anticipo del suo fascino una volta
ed aveva rischiato di non rimettersi. Una martellata ben assestata gli aveva
permesso di passare inosservato ma ora in cosa si era avventurato e
soprattutto... perché lei sembrava così disinvolta nel proporgli quella cosa?
Sospettava di sicuro che lei dovesse essere nervosa, forse anche più di lui.
Kaori vedeva bene che Ryo restava perplesso, anche se lui
sapeva mostrarsi impassibile. Represse a fatica un sorriso. Stava a lei
condurre il gioco, portarlo al limite per farlo cedere e finisse finalmente per
rivelarle i suoi sentimenti e amarla come lei aveva sempre desiderato.
Ryo, per quanto riguardava lui, sperava solo che Mick non
venisse a disturbarli. Dopo tutto, aveva così
insistito perché prendesse finalmente in
mano la sua vita con Kaori... Allora perché non quella sera? Il dado era
tratto. Questa partita poteva costituire un buon inizio, anche se lei aveva
l’aria un po’ troppo sicura di sé. Forse le altre le avevano insegnato a
giocare discretamente ma nessuno batteva il numero uno, di qualunque gioco si
trattasse.
Seduta di fronte a Ryo che la fissava con la sua aria da
macho e sicuro di sé, Kaori cercò alla bell’e meglio di rimanere stoica. Tutto
sommato, quella sera avrebbe potuto rappresentare l’inizio di un nuovo
partenariato più “ravvicinato”.
Kaori mescolò le carte prima di distribuire; la partita
poteva cominciare.
Quando prese in mano le sue carte, Ryo vide di avere una
buona mano e la sua socia sembrava nervosa, ma era troppo tardi per fare marcia
indietro.
Quello che lui non sapeva, era che anche Kaori aveva una
buona mano. Tuttavia posò due carte e ne prese altre due. Dopo tutto, stava a
lei condurre le danze e contava bene di farlo.
Ryo, con la sua aria disinvolta, ne chiese altre due anche
lui e prese ancora una volta un colore, uno dei più alti del mazzo.
Quanto a Kaori, aveva in mano due coppie e una carta bassa
ma, era quello che voleva.
Sicuro di lui, Ryo chiese:
-Allora,
cos’hai? L’onore alle signore.
-Signore
è troppo buono. Ho due coppie, - disse scoprendo le carte sul tavolo.
Ryo trattenne una smorfia perversa aggiungendo:
-Ho
vinto! Ho un colore!
Assunse la sua aria di superiorità e la fissò intensamente,
per vedere se avrebbe rispettato la sua parte dell’accordo.
Lei fece spallucce ed arricciò il naso.
-Bene,
allora tocca a me cominciare.
Come intimorita, fece scivolare dolcemente le dita lungo la
gola e con dei gesti di una lentezza calcolata iniziò ad sbottonare la camicia,
rivelando allo sguardo febbrile di Ryo la sua pelle alabastrina e un reggiseno
in pizzo rosso che aderiva perfettamente al suo petto perfetto. Sembrò durare
un’eternità per Ryo mentre tutto era calcolato per la donna. Poi, fece
scivolare dolcemente la camicia dalle spalle per posarla sullo schienale della
sua sedia prima di riprendere le carte per mescolarle, nonostante l’espressione
di Ryo che quasi sbavava:
-Riprendiamo
adesso... ehi, ehi, Ryo va tutto bene?
Scuotendo la testa, fece del suo meglio per abbassare gli
occhi, per tentare di calmare il suo corpo che si tendeva verso di lei. Non
voleva che il suo mokkori si mettesse in bella mostra, non ancora, anche se lei
era così bella quella sera.
E mentre pensava di essere stato un pazzo ad aver accettato
un tale supplizio, Kaori, nervosa, era leggermente arrossita sotto lo sguardo
del suo socio che non riusciva a staccare gli occhi da lei. Ma, la donna doveva
mantenere la calma se voleva veder funzionare il suo piano.
Distribuì le carte e la fortuna era dalla sua, perché aveva
un Poker di re, esattamente quello di cui aveva bisogno. Questa volta, toccava
a lui togliersi la maglietta. Tuttavia era assolutamente necessario che
mantenesse il controllo.
Allora chiese una carta per vedere e Ryo ne chiese due.
La sua mano in questo giro era composta da una coppia di
dieci e un otto. Aveva pescato un altro paio di dieci, perciò ora aveva un
poker. Quindi tutto fiero di sé, aspettò, ma Kaori gli disse:
-Ho
perso la prima partita quindi tocca a te mostrare le carte per primo.
-Ok.
Scoprì le carte sul tavolo, certo che fosse uno stratagemma
della sua cara socia, ed esclamò:
-Poker
di dieci. A te ora, Sugar.
-Poker
di re. Ho vinto!
Sorrise fieramente, ma Ryo, offeso, ridacchiò.
-Fortuna
dei principianti.
Si tolse, nonostante tutto, la maglietta che lanciò sul
divano e la donna trattenne con discrezione il respiro. L’aveva già visto mezzo
nudo ma Ryo era talmente affascinante, con una muscolatura perfetta ed un corpo
atletico.
Davanti lo sguardo del suo angelo, non riuscì ad impedirsi di
gonfiare i muscoli affermando con un sorriso:
-Io
ho un corpo perfetto.
-Pff,
c’hai comunque qualche rotolino di grasso sparso qua e là, probabilmente a
forzadi abbuffarti senza neanche
masticare, - disse lei, disinvolta. Lui borbottò:
-Eppure
nessuna donna si è mai lamentata.
Kaori gli assestò una martellata:
-Non
è il momento di vantarsi!
Lui represse un sorriso estirpandosi da sotto il martellone,
poiché aveva ben notato lo sguardo bollente della sua cara partner e per
scappare dal suo desiderio imperioso di stringerla tra le braccia non aveva
trovato altro mezzo che fare l’imbecille. Nonostante tutto, non aveva alcuna
intenzione di perdere questa partita. Si sfregò le mani aggiungendo:
-La
fortuna può girare... perciò riprendiamo!
-Subito
socio, - rispose, piuttosto distesa, mescolando di nuovo le carte.
Kaori aveva in programma di vincere su tutti i piani quella
sera ma, non sapeva che Ryo, pure lui, alquanto impaziente, contava di
effettuare un avvicinamento senza tirarsi indietro questa volta.
Questo giro, la sua prima mano non era così buona come lei
avrebbe voluto: una coppia di assi e tre altre carte diverse, tanto valeva
lasciar fare alla fortuna. Pescò quindi tre carte.
Quanto a Ryo, aveva in mano un poker di Dame ma prese
ugualmente una carta per dargliela a bere ... ma non funzionò. Kaori riuscì a
malapena a dissimulare la sua esultanza. Aveva appena realizzato un poker
d’assi. La sua fortuna leggendaria era con lei quella sera.
Ryo era in festa. Era stato fortunato, la sua socia non aveva
certamente delle carte migliori delle sue visto che aveva appena pescato tre carte.
Quindi scopri la sua mano, nuovamente sicuro di lui:
-Poker
di dame! Cosa mi dici socia?
Ryo esultava interiormente. Deglutì perché sapeva che era
ancora innocente, non poteva gettarsi su di lei così, qualunque cosa si fosse
tolta.
Invece, scoprendo lentamente le carte sul tavolo, lei
dichiarò con un sorriso vincente e un tono spavaldo.
-Poker
di assi! Credo perciò di essere io quella che vince!
La mascella di Ryo gli finì a terra. Cosa! La sua socia
l’aveva battuto! No, impossibile! E la sua fortuna? Tuttavia considerandosi un
giocatore corretto, si tolse le scarpe ed i calzini.
Kaori fece una smorfia imbronciata ma mescolò le carte per
distribuirle nuovamente davanti lo sguardo di Ryo che non lasciava con gli
occhi la sua dolce socia.
E si... l’aveva incastrato con la complicità delle sue
amiche, ne era certo ora. Qualcosa non tornava ed avrebbe scoperto cosa prima
della fine di questa partita, o forse solamente dopo. Ne esultò in anticipo.
Davanti lo sguardo tenebroso del suo socio, Kaori deglutì.
Sembrava che avesse cominciato a sospettare qualcosa, ma questo non era
possibile. Nessuno sapeva. L’unica cosa che doveva fare era continuare a
restare calma e prudente, malgrado la respirazione che le accelerava sempre più
e il cuore che le batteva all’impazzata.
Anche se immagino
che la maggior parte di voi le conosceranno comunque, ecco nel dettaglio le
combinazioni che si possono realizzare:
- Scala Reale
(Royal Flush): costituita da cinque carte dello stesso seme in sequenza
dall'Asso al Dieci.
-
Scala di Colore (Straight Flush): costituita da cinque carte dello stesso seme
in sequenza.
-
Poker (Four of a Kind): costituita da Quattro carte di pari valore più una
carta extra.
-
Full (Full House): costituita da un tris (tre carte dello stesso valore) più
una coppia (due carte uguali).
-
Colore (Flush): costituita da cinque carte dello stesso seme ma non in
sequenza.
-
Scala (Straight): costituita da cinque carte in sequenza ma non tutte dello
stesso seme.
-
Tris (Three of a Kind): costituita da tre carte dello stesso valore.
-
Doppia Coppia (two – Pairs): costituita da due coppie di carte uguali e da una
quinta carta.
-
Coppia (Pair): costituita da due carte dello stesso valore e altre tre carte
non abbinate.
-
Carta più Alta (high Card): costituita da 5 carte non combinate.
-Ho
la gola secca, vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?
Miki le aveva detto con raccomandazione che doveva far durare
il suo supplizio, quindi andare in giro per l’appartamento in reggiseno,
soprattutto con quello, che metteva perfettamente in valore il suo seno, non
poteva che aiutarla nel suo compito.
Ryo deglutì vedendola alzarsi e le disse un po’ bruscamente:
-Portami
quello che vuoi, grazie.
Senza fretta la donna raggiunse la cucina dove per poco non
crollò. Lo sguardo ardente del suo socio posato su di lei. Anche se non voleva
farglielo vedere, lei stava tremando, qualunque cosa avesse potuto farle Miki.
Forse aveva vinto la sua timidezza, ma il cuore le batteva le
batteva all’impazzata e dentro stava andando a fuoco. Aveva una voglia matta
che Ryo si alzasse e la stringesse contro di lui per fare l’amore senza più
indugiare.
Emettendo un sospiro, tirò fuori dal frigo del thè freddo e lo premette sul viso, ma non servì. Quindi
portò un vassoio con due bicchieri ed una caraffa sul tavolino del salotto dove
servì un bicchiere a ciascuno prima di svuotare il suo in un sorso.
Ryo seguiva ogni suo gesto, sembrava che volesse renderlo
pazzo leccandosi le labbra. Dove lo aveva imparato? La dolce e timida Kaori lo
stava sorprendendo sempre di più quella sera, anche se aveva notato che le mani
le tremavano leggermente e che la sua bella sembrava aver imparato, grazie a
Miki, a mantenere il suo sangue freddo. L’aveva mantenuto a lungo, e lui doveva
riuscire a trattenersi perché non voleva intimorirla, né spaventarla, solo
amarla come meritava, con dolcezza.
Lo sguardo di Ryo che seguiva ogni suo gesto la faceva avvampare
ancora di più e quando, con la coda dell’occhio, lo vide quasi sbavare, per
poco non esultò. Ma riuscì, senza neanche sapere come, a restare calma e
riprese il mazzo di carte. Nonostante le mani che un po’ le tramavano, mescolò
il mazzo prima di servire.
Di nuovo la fortuna era dalla sua ma vincere di nuovo la
partita voleva dire rischiare che Ryo fiutasse la trappola. Con tutta
probabilità, Kazue era riuscita a trattenere Mick lontano da lì e Kaori non
doveva lasciar passare questa occasione di farne vedere di tutti i colori al
suo socio.
Deglutendo con apprensione per quello che si stava
apprestando a fare, la donna cambiò allora tre carte malgrado
il tris che aveva in mano mentre Ryo esultava: il suo angelo non sembrava contenta...
la fortuna era con lui!
Lui aveva in mano un colore e le sue carte gli avrebbero già
permesso di vincere ma decise ugualmente di testare la sua fortuna, e cambiò
una carta.
La fortuna era decisamente dalla sua parte. Aveva sempre in
mano un colore, ma ora composto da carte in sequenza... una scala di colore.
Kaori, dopo aver buttato il suo tris di assi, si ritrovò in
mano un colore. Erano delle carte abbastanza basse e davanti l’aria beffarda
del suo socio che doveva avere di meglio, la donna si sentì rassicurata.
Se lui vinceva questa partita, lei avrebbe dovuto togliersi i
pantaloni ritrovandosi in biancheria intima e, al solo pensiero, il mokkori di Ryo cominciò a dare segni di vita.
La donna disse:
-Tocca
a me mostrare le carte, ho un colore.
-Io
ho molto di meglio, una scala di colore, ho vinto! – esultò Ryo fissandola, un
gomito appoggiato sul tavolo. Aspettava che lei eseguisse.
Alzandosi, Kaori prese un profondo respiro prima di
slacciarsi i pantaloni e sfilarli, una gamba dopo l’altra, sotto lo sguardo
beato del suo socio. Fremente, incapace di distogliere lo sguardo dalla sua
bella, mentre Kaori posava i jeans e si rigirava verso di lui in biancheria, offerta
allo sguardo libidinoso dello stallone di Shinjuku che cominciava a sentirsi a
disagio.
Ammirando la sua vita sottile e le sue lunghe gambe, si
sorprese a lasciarsi scivolare un po’ di più sotto il tavolo per nascondere il
suo mokkori soggiogato dalla visione del suo angelo,
così bella e così perfetta. Faceva del suo meglio per controllarsi tuttavia non
ne poteva più.
Lo sguardo offuscato di desiderio troppo tempo represso che
posava ora sulla di lei, fece fremere Kaori. Stava finalmente per decidersi a
prenderla tra le braccia? Lei non desiderava altro che sentirlo contro di sè e accarezzare il suo petto scolpito e saziarsi del suo
abbraccio.
Contro ogni attesa Ryo riuscì a trattenersi. Voleva sapere
fin dove la sua dolce socia era pronta a spingersi, in quanto, con se lui
continuava ad avere una fortuna del genere, lei avrebbe rischiato di renderlo
pazzo.
Riprendendo le carte dopo essersi riseduta, la donna deglutì.
Almeno non la stava più divorando con gli occhi, ed anche se il sangue nelle
vene le sembrava lava bollente, doveva restare calma. Miki le aveva
raccomandato di restare buona e ti spingerlo al limite. Distribuendo le carte
nonostante le mani un po’ tremanti, la donna, che durante la sua adolescenza
era riuscita a essere la migliore giocatrice di poker del suo liceo, ora poteva
riuscire a intrappolare per sempre il suo partner nella sua rete.
Decisa, trattenne un sorriso guardando le carte che aveva in mano:
un full di Re con dieci. Esattamente quello che di cui aveva bisogno! La
fortuna era davvero con lei quella sera.
Ryo che la vide nascondere un sorriso, aggrottò le
sopraciglia. Lui non aveva in mano delle buone carte quindi ne chiese altre tre
e vide che il suo angelo non ne prendeva. Le chiese:
-Sei
sicura di te, vero?
-Ho
delle carte molto buone, e tu? – chiese innocentemente.
Ryo sorrise sarcastico, e aggiunse scoprendo le sue carte:
-Tris
di assi, Sugar, niente può battermi!
-Tranne...
– svelò le sue carte una ad una sul tavolo, fiera di lei – Un full di re con
copia di dieci.-
-
Lei sorrise maliziosamente, mentre, brontolando Ryo si alzò e
si tolse i pantaloni che lanciò sul divano. Lo aveva già visto in boxer ciò
nonostante il nostro sweeper, con quelle gambe salde e muscolose, aveva un
corpo perfetto. Tutto muscoli, senza un filo di grasso, e lei immaginò le dita
scorrere su quella pelle soda. Notò allora una protuberanza attraverso i boxer
che lui si affrettava a nascondere sedendosi e le disse:
-Smettila
di divorarmi con gli occhi... So di avere un corpo perfetto ma, continuiamo
questa partita.... ti va?
Dei corvetti si lanciarono in
picchiata sulla testa di Kaori che rossa come una gambero riprese le carte. Non
era il momento di cedere!
Lui voleva sapere fino a dove si sarebbe spinta, anche se il
suo sguardo pieno di desiderio lo rendeva ancora più pazzo. Il suo corpo andava
a fuoco da testa ai piedi e il suo mokkori non ne
voleva sapere di starsene buono.
A Ryo non restavano altro che i suoi boxer. E per Kaori, non
era certo meglio: mutandine e reggiseno in pizzo rosso, che le stavano a meraviglia visto lo sguardo concupiscente di Ryo. Eriko era sempre la migliore.
Non appena distribuì le carte, la donna si disse che il suo
dono per il poker funzionava alla perfezione. Ryo e lei avevano in mano in
questo momento delle carte dello stesso punteggio... allora che cosa dovevano
fare, proseguire il gioco o decidere di agire?
Quando Ryo vide le carte che lei aveva in mano, si disse che
non avrebbe potuto sopportare di vederla ancora più nuda davanti a lui, a
giocare, senza poterla toccare. Il suo cuore non avrebbe retto il colpo visto che,
anche se rossa per l’imbarazzo, lei sembrava ben decisa e lui si chiese se, per
caso, Miki non l’avesse un po’ ipnotizzata per rendere la sua dolce e timida
socia più sicura di sé per questo gioco perverso che però a lui piaceva molto.
Al Diavolo, non ne poteva più! Posando le carte davanti a
lui, si alzò.
Sorpresa, Kaori alzò lo sguardo verso di lui e chiese:
-Che...
che ti succede?
-Ho
bisogno di parlarti... sono un idiota, peggio anche, un imbecille e se ti togli
ancora un indumento di più, rischio di saltarti addosso ma prima voglio che tu
sappia...
Perplessa, Kaori lo guardò sbalordita, cosa voleva dire?
Eppure le aveva appena rivelato di volerle saltare addosso. Trattenne un
sorriso e la voglia di mettersi a saltellare dalla gioia. Ryo aveva deciso di
fermare la sua tortura e di dichiararsi prima di perdere completamente il
controllo di sé.
Prendendo il suo coraggio a due mani, lo guardò dritto negli
occhi e vide il suo guardo febbrile. Anche lei era nel suo stesso stato e si
alzò mormorando con voce bassa:
-Ti...
ti ascolto Ryo.
-Mi
stai torturando... sei cosi bella... devi credermi
quando ti dico che mai ho desiderato un'altra donna come voglio te. Malgrado
tutte stupidaggini che ti dico, tu sei per me la donna più del mondo.
-Ryo...
– mormorò, sul orlo delle lacrime.
Si avvicinò a lei per stringerla contro di lui e sentire il suo corpo caldo e tutto curve, fece reagire il suo mokkori già ben all’erta.
-Credo...
credo che questa follia sia durata abbastanza, io ti voglio, più di quando
abbia mai voluto un'altra donna...
-Ryo...
io non aspettavo che questo... io... anch’io ti voglio.
-E’
per questo che mi hai fatto subire questa tortura? – mormorò con voce roca,
mordendole l’orecchio, sentendola tremare contro di lui.
-Era...
una tortura...
Sembrava rimanere senza fiato mentre le mani di Ryo le
accarezzavano la schiena. Le mormorò:
-Tu...
io ti amo... non ho mai detto queste parole a nessun’altra e non le dirò a
nessuna che non sia tu... credimi....
-Anch’io...
anch’io ti amo Ryo.
Le labbra di Ryo si posarono sulle sue per un bacio al quale
lei si abbandonò totalmente e che consumò i loro corpi di passione. Sentiva
contro il ventre l’eccitazione di Ryo e questo la fece fremere ancora di più.
Le sue labbra le percorsero la gola, incoraggiato dai piccoli gemiti di
apprezzamento di Kaori, scese a cospargere di baci il suo petto dove quel
reggiseno in pizzo gli impediva di gustarlo con comodo. Quindi glielo tolse con
la sua destrezza leggendaria e lo fece scivolare al suolo.
Kaori sentì un brivido attraversarle il corpo quando le
labbra di Ryo si posarono avidamente sui suoi seni mentre si inarcava per
facilitargli il compito. Le mani della donna gli accarezzavano i capelli e
lasciò sfuggire un gemito quando lui si mise a giocare
con la lingua con al punta di un suo seno, torturandola deliziosamente.
Con le mani, Ryo le accarezzava i fianchi, le sue dita
scivolarono sulle sue mutandine di seta, trascinandole dolcemente verso il
basso mentre le mormorava giocherellando con il suo ombelico:
-Sei
così bella...
Kaori che non voleva essere da meno, decise di mettersi
all’opera anche lei quando si ritrovò nuda davanti a lui che indossava ancora i
suoi boxer. Posando le mani sul suo petto, gli mormorò audace:
-Tocca
a me.
Prima timidamente poi con più audacia, gli accarezzò il petto
muscoloso con le sue dita sottili e con le labbra percorse
ogni cicatrice, torturando il suo socio. Non lasciò nessuna parte del
suo busto inesplorata. E lui si lasciò scappare un gemito sotto la sua febrile e dolce tortura. Cercando di controllarsi, gli fece
scivolare i boxer lungo le gambe, spalancando gli occhi alla vista del suo
corpo nudo, e lui le mormorò:
-Sei...
sei sicura...
-Si... dai l’amore con me Ryo...
Era tutto quello che aveva voglia di sentire. La sollevò tra
le braccia, portandola in camera dove la fece distendere sulle lenzuola. Si
distese accanto a lei e le chiese con voce roca, lo sguardo offuscato dalla
passione sommerso in quello della sua bella:
-Sei
veramente sicura...
Lei annuì ed accarezzando per renderla ancora più bruciante
di passione e diventare ancora più pazzo, scivolò in lei lentamente prima di
fermarsi davanti alla smorfia della donna allora, lei riaprì gli occhi.
Febbrile, mormorò:
-Io...
non fermarti, ti prego...
-Abbi
fiducia.
-Si.
Incoraggiato ma con precauzione, si spinse ancora in lei e
attese un attimo sentendola gemere. Le dita della sua bella affondavano nella
sua schiena, e lui cominciò dolcemente a muoversi ed per entrambi, i loro corpi
erano in perfetta sintonia, fu l’estasi. La passione riempiva i loro sospiri.
Kaori, meravigliata, rispose con passione alla stretta, che aveva tanto
desiderato, del suo stallone. Ryo cercò di essere più dolce che poteva con il
suo angelo di cui possedeva finalmente il corpo e l’anima.
Presto si fermarono senza fiato. Kaori era rannicchiata
contro di Ryo, che la circondava con un braccio, i corpi sudati, ricoperti da
un lenzuolo. Lei mormorò:
-Ti
amo.
-Anch’io...
ormai siamo io e te per sempre...
-Ryo...
– soffiò lei, sollevando uno sguardo commosso verso di lui che le baciò gli
occhi per asciugare le lacrime che erano comparse prima di mormorarle:
-Non
permetterò più che tu pianga per colpa mia, se non di felicità.
Stretti uno contro l’altra, rifecero l’amore quella notte
prima di addormentarsi sfiniti.
Kaori dolcemente si risvegliò il mattino dopo. Le sembrava di
uscire da un sogno, e sentì un rossore invaderle le guancie quando i ricordi
della sera prima le tornarono alla memoria. Riaprendo gli occhi, incontrò lo
sguardo di Ryo che sorrise mormorandole:
-Buongiorno...
-Buon...
buongiorno... sei sveglio da... tanto...
-No,
ma mi piace guardarti dormire.
Lei arrossì ancora di più quando le sfiorò le labbra con un
bacio prima di dirgli:
-Sei
così bella...
-Io...
io ho un appuntamento con Mick e devo passare a controllare la lavagna....
Lui borbottò mormorandole:
-Non
possiamo restare un po’ cosi...
Davanti il suo broncio da bambino, gli
sorrise e gli passò un braccio attorno al collo:
-Un
po’...
Al Cat’sEye...
Miki era al settimo cielo, il suo piano aveva funzionato
visto che Kaori non era ancora passata ed erano le 10 passate. Eriko arrivò all’improvviso e salutando Falcon si appollaio su uno sgabello prima di chiedere:
-Allora,
dov’è Kaori?
-Non
è ancora arrivata e io ho già un ideuccia sul
perché...
Sfregandosi le mani, Eriko sorrise
esclamando:
-Fantastico!
Si voltarono quando sentirono arrivare Mick seguito da Kazue
che le salutò e scambiò uno sguardo con Miki e Eriko,
poi esclamò:
-A funzionato!
-Si e anche tu, a quando vedo, sei riuscita nella tua missione!
Mick aggrottò le sopraciglia:
-Cosa
avete complottato?
-Niente
che possa riguardarti mio caro – sorrise Kazue prendendo posto al bancone
accanto alle ragazze per aspettare che arrivasse Kaori.
***
Quest’ultima non sembrava avere fretta, ma vedendo arrivare
mezzogiorno, fece notare al suo stallone che era più che ora di alzarsi.
-È
quasi ora di pranzo e le ragazze si preoccuperanno di non vedermi.
-Non
è giusto.
-Recupereremo,
te lo prometto.
-Bene.
Alzandosi, fecero una doccia assieme. Lasciarono l’appartamento
ma poco prima di arrivare al Cat’sEye, Ryo lasciò la mano di Kaori.
-Faremo
la nostra solita entrata, solamente per cominciare...
-Se
ci tieni – si lasciò sfuggire alzando le spalle prima di entrare e salutare le
sue amiche che subito la salutarono ridacchiando.
-Buongiorno.
-Buongiorno,
scusate il ritardo.
Ryo varcò la porta subito dopo, urlando:
-Mikiiiii amore mioooooooooooo!
E Kaori fece apparire un martellone con il quale lo
scaravento a terra sotto lo sguardo desolato degli altri. Però Ryo si rialzò
mettendosi di fronte a Kaori con un sorriso affranto:
-Senti
un po’, ci sei andata pesante!
-Sei
tu che me l’hai chiesto.
Gli altri spalancarono gli occhi e rimasero a bocca aperta, fissandoli
allora Kaori esclamò:
-Stiamo
assieme!
Subito le donne saltarono in piedi urlando, e Mick afferrò
Ryo per una spalla dicendo:
-Alla
fine amico mio ti sei deciso... allora a quando il
matrimonio?
-Io...
io non ci ho pensato, quando vorrà lei, per me va bene.
Le parole di Ryo non finirò alle orecchie di un sordo, visto
che subito Kazue prese la palla al balzo girandosi verso Mick:
-Tesoro,
e se organizzassimo una doppia cerimonia, Ryo, Kaori, tu e io?
-No
saprei, Kaori, Ryo, siete d’accordo?
Kaori e Ryo si scambiarono uno sguardo ed accettarono.
E’ così Kaori e Kazue si aiutarono l’un l’altra
per organizzare il loro matrimonio, una piccola cerimonia con tutti i loro
amici riuniti.
Un mese più tardi...
In una piccola chiesa, due coppie, due uomini in smoking e due donna in abito bianco, firmato Eriko
per Kaori e quello di sua madre per Kazue stavano di fronte ad un prete,
circondati dai loro amici.
Lo sweeper più temuto del Giappone stava sposando il suo
angelo, la donna che gli aveva offerto la sua anima e con la quale lui aveva
ritrovato il cuore che non pensava più di avere.
Tutto questo grazie ad una partita di poker! E del resto
Kaori non aveva ancora confessato a Ryo che dalla scuola media fino alle
superiori, era soprannominata... la dama di picche!