Divine Gate.

di OfeliaMontgomery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


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17, settembre, 2009
 
– Brooke Louise e Athena Richelle Clarke alzate quel culo che sennò fate tardi a scuola – urlò la madre entrando nella loro stanza ed andando ad aprire le finestre facendo entrare la luce.
Athena mugugnò qualcosa girandosi dall’altra parte, invece Brooke si coprì il viso con il cuscino.
La madre urlò di muoversi scoprendo entrambe le figlie – Volete muovervi, io e vostro padre dobbiamo parlarvi di una cosa molto importante –.
Le due sorelle sbuffarono alzandosi svogliatamente dal letto – Che palle che sei mamma – disse Brooke con la voce ancora impastata per via del sonno.
Entrarono entrambe in bagno spintonandosi per chi doveva andare per prima. La prima a farsi la doccia fu Athena – Mi spieghi perché sempre tu fai la doccia per prima? – chiese Brooke guardandosi allo specchio, aveva un aspetto orribile. Aveva delle occhiaie ben visibili, la fronte lucida, le labbra gonfie ed i suoi lunghi capelli neri come la pece erano arruffati, sembrava quasi un leone.
– Perché io sono la più grande – rispose la sorella uscendo dalla doccia ed avvolgendosi nell’accappatoio.
– Hai un aspetto orribile, non hai dormito? – chiese Athena toccandole i capelli arruffati.
– No, per niente e ora se non ti dispiace vado a farmi la doccia anche io – rispose Brooke dando una spallata alla sorella prima di togliersi i vestiti ed entrare nella doccia.
Athena rise leggermente, poi si passò un asciugamano fra i capelli tamponandoli, dopodiché con una passata di mani li asciugò del tutto. Per loro era un’abitudine usare i poteri, essendo streghe. Erano una delle famiglie più antiche di streghe che siano mai vissute.
Il potere principale di Athena era il fuoco, invece di Brooke era la terra. Gli altri elementi potevano usarli come volevano, ma il loro potere più importante dovevano imparare controllarlo già da quando erano più piccole. Avevano anche altri poteri come ad esempio: spostare gli oggetti; diventare invisibili; clonarsi; disintegrare oggetti senza il contatto fisico; guarire le persone e loro stesse e tanti altri.
Intanto Athena era tornata in camera e si stava vestendo. Aveva scelto un paio di shorts bianchi a vita alta, che mettevano in risalto i suoi fianchi stretti, con un semplice top nero senza maniche. Aveva scelto un paio di stivali neri stringati e alti per darle un tocco più rock.
– Brooke ci sei? – chiese Athena preparando la borsa per la scuola.
Brooke uscì dal bagno con addosso solo l’accappatoio – Sì, eccomi – rispose alla sorella andando a vestirsi anche lei.
Brooke aveva scelto un semplice abito grigio corto abbinato ad un paio di stivaletti neri e i suoi immancabili occhiali da sole.
Le due sorelle appena furono pronte scesero al piano di sotto dove c’era la loro madre intenta a preparare dei pancakes, il padre invece stava guardando il telegiornale mattutino.
– Siamo arrivate – disse con finta enfasi Brooke seguita da Athena intenta a farsi uno chignon.
– Bene ragazze, sedetevi dobbiamo dirvi una cosa – disse la madre appoggiando sul tavolo due piatti pieni di pancakes.
Le due ragazze si sedettero a tavola e aspettarono che anche il padre facesse lo stesso.
– Okay – fece un respiro profondo David, il padre – C’è una strega mutaforma nella vostra scuola, l’abbiamo scoperto da poco – disse l’uomo mostrando una foto della ragazza.
Aveva il viso lungo, magro e olivastro, dall’espressione dolce e serena. I lunghi capelli biondo scuro, tenuti in due codini, con la riga di mezzo. Aveva gli occhi a mandorla di un castano chiaro ed erano vivaci e brillanti. Era molto magra. 
– Il suo nome è Sydney Shelton e il vostro compito è diventare sue amiche, capire cosa sta tramando e perché, potete farcela ragazze? – chiese la madre infine con voce autoritaria.
Le due sorelle si guardarono e annuirono pronte per la loro prima missione.

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


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Brooke e Athena fecero velocemente colazione poi appena finito presero le loro giacchette ed uscirono di casa. Presero la macchina di Brooke, una chevrolet rossa del 2007.
– Su forza muoviamoci – esclamò Athena salendo sul posto del passeggero, Brooke entrò poco dopo, buttando la sua borsa sui sedili posteriori.
– Si parte allora – disse Brooke accendendo la macchina e poi la radio.
Arrivarono a scuola in pochi minuti, c’erano quelli del primo anno tutti raggruppati da una parte, avevano un’espressione di pura paura e poi c’erano tutti gli altri sparpagliati per la scuola. Brooke era al penultimo anno invece Athena era all’ultimo.
Brooke parcheggiò l’auto nel loro solito posto e scesero dall’auto. Tutti gli occhi si puntarono su di loro, persino quelli del primo anno le guardarono, ovviamente. Le due ragazze era le più volonterose della scuola, facevano molta beneficenza ed erano anche in cima alle liste per i miglior college e università di New York.
Athena si guardò subito in giro per cercare il mutaforma, ma ancora nessuna traccia. Brooke intanto si era messa a filtrare con Riley Edwards, il quarterback della squadra di football. Aveva il suo solito sguardo da stronzo quando guardava Brooke, ma si capiva che le piaceva.
– Sistra andiamo? – Athena prese il braccio della sorella e la trascinò via da lì.
– Tutti gli anni la stessa storia. Ti diverti proprio a stuzzicarlo vero? – chiese Athena aprendo la porta della scuola, – Si è troppo divertente e poi lo sai che mi piace stuzzicarlo – rispose Brooke mettendosi apposto i capelli.
Entrarono nella scuola facendo un lungo respiro.
– Athena guarda lì – disse indicando una ragazza vestita completamente di nero – Come non dare nell’occhio – commentò sarcastica Brooke facendo sorridere la sorella. Athena prese per il gomito Brooke e la trascinò verso la ragazza, ovvero Sydney.
– Ciao, tu sei Sydney Shelton, giusto? – chiese Athena mostrando il suo miglior sorriso dando un piccolo colpetto al braccio della sorella per farla sorridere, Brooke fece uno dei suoi soliti finti sorrisi.
– Sì, sono io, cosa siete? Le ragazze che accolgono i nuovi arrivati? – chiese ridendo appena Sydney sorridendo alle due sorelle.
– Sì, siamo nel comitato di accoglienza – rispose Athena tirando fuori dallo zaino un foglio – Devi compilare questo e poi portarlo in segreteria, che si trova là – continuò la ragazza indicando la segreteria che si trovava nella parte di destra, infondo al corridoio.
– Grazie mille. Voi come vi chiamate? – chiese prendendo il foglio e leggendo quello che c’era scritto. Doveva scegliere i corsi che voleva fare oltre a quelli obbligatori.
– Io sono Brooke Clarke e lei è mia sorella Athena…Ah se vuoi un consiglio non scegliere cheerleading sono delle arpie – esordì Brooke facendole l’occhiolino prima di dirigersi verso il suo armadietto.
– Certo, grazie per il consiglio – disse Sydney ad Athena prima di dirigersi verso la segretaria. Athena sospirò, ancora un anno in quella scuola e poi finalmente sarebbe andata in un college.
La scuola era molto grande ed era situata vicino ad una zona verde e molto ampia ed è molto spaziosa. L’edificio era abbastanza colorato, le pareti erano di un rosa salmone. Ed era anche molto rumoroso come del resto tutte le scuole.
All’interno della scuola sono presenti molte aule didattiche (quelle con i corsi principali), molti spazi di laboratorio: tra cui quello informatico, quello di chimica e quello di lingue e i corsi in più come: teatro, cucina, cheerleading, web design e scrittura creativa.
Ogni scuola aveva la sua squadra di football e il suo team di cheerleader, ma c’erano anche altre attività sportive come: basket. Inoltre c’erano anche i vari club a cui ci si poteva iscrivere, per esempio il club di spagnolo.
Athena guardò la sorella aprire l’armadietto con la forza del pensiero, le si avvicinò appoggiandosi al suo armadietto, per loro fortuna le avevano messe vicine.
– Siamo sicuri che sia una mutaforma? – chiese la mora aprendo il suo armadietto e mettendoci dentro la sua giacchetta.
– Sì Athena. Dimmi chi verrebbe il primo giorno di scuola vestita così senza dare nell’occhio? Poi sai quello che dicono su di noi, le streghe si vestono solo di nero perché sono devote al maligno. STRONZATE! – urlò l’ultima parola facendo andare e venire le luci a neon della scuola.
– Okay, ma ora stai calma, non diamo nell’occhio – disse Athena appoggiando le mani sulle spalle della sorella.
– Si, scusa. Ora è meglio andare in classe, ti aspetto fuori dalla tua aula, okay? – chiese Brooke incamminandosi insieme alla sorella verso le loro rispettive classi – Sì, va bene. A dopo – rispose Athena dandole un bacio sulla guancia.
Brooke alla prima ora aveva letteratura con il professore Donald Farmer, un uomo basso e paffuto che sorrideva sempre. Invece Athena aveva matematica con la professoressa Susan Meyer, una donna alta, secca come uno stecchino e acida come pochi.
La professoressa entrò in classe con al fianco Sydney che si guardava in giro finché non incontrò gli occhi di Athena e le sorrise.
– Ragazzi volevo presentarvi la vostra nuova compagna, Sydney Shelton, siate gentili con lei – disse Susan battendo le mani facendo così arrossire Sydney.
Prossima missione: diventare amica di Sydney al più presto.

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


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Era suonata da poco la campanella, Athena andò subito incontro a Brooke e le raccontò che Sydney era stata in classe con lei e che ora dovevano trovarla.
La trovarono in biblioteca intenta a leggere un libro seduta fra gli scaffali. Dei ragazzi le passavano di fianco fissandola schifati – Mason perché non sparisci insieme alla tua band di idioti? – sputò acidamente Athena avvicinandosi alla ragazza e ai ragazzi insieme a Brooke.
Il ragazzo rise – Perché non sparisci tu Clarke, insieme alla tua sorellina puttana? – domandò guardando male Athena, Brooke lo fulminò con lo sguardo e in men che non si dica Mason si ritrovò una mattonella del soffitto in testa, candendo subito a terra. I suoi amici lo andarono ad aiutare subito – Gli stronzi vengono sempre puniti da dio – disse acida Brooke andandosene via. Athena rise poi porse una mano a Sydney che accettò subito. Uscirono dalla biblioteca – Grazie per avermi difesa – ringraziò gentilmente il mutaforma.
– Nessun problema, quelli sono dei coglioni – disse Athena aprendo la porta ed uscendo da lì, ad aspettarle fuori c’era Brooke appoggiata ad un armadietto intenta a messaggiare.
– Sistra, bella l’ultima frase – disse Athena sorridendole, lei scosse la testa – Cos’altro avrei dovuto dire? - poi Brooke notò a Sydney dietro a sua sorella - Oh, c’è anche Sydney, allora è meglio andare in classe prima di beccarci qualche nota già nel primo giorno – disse la bruna ritirando nella sua borsa il cellulare.
– Che cosa avete ora? – chiese Sydney guardando il suo orario, – Abbiamo entrambe inglese, tu? – rispose Athena mettendosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio, – Anche io ho inglese – esclamò felice Sydney, Brooke fece un finto sorriso – Allora andiamo insieme –.
Si diressero verso l’aula A5, l’aula di inglese dove ad aspettarle c’era Ann Porter, una donna di trentanove anni dai lunghi capelli ricci color del grano e da grandi occhi color del cielo.
Era una donna molto simpatica e aiutava molto quando non si capiva qualcosa.
– Professoressa Porter? – bussò Athena alla porta, la donna si girò verso di lei facendo svolazzare i suoi capelli – Athena cosa succede? – chiese la donna vedendosi la ragazza sulla porta, – Abbiamo una nuova studentessa. Voglio presentarvi Sydney Shelton – gridò la mora portando tutta l’attenzione su di sé e la nuova arrivate che era entrata in classe insieme a Brooke.
– Benvenuta signorina Shelton – disse la professoressa sorridendo alla mutaforma che ricambiò subito.
Athena e Brooke andarono a sedersi nei loro solito posti infondo alla classe, Sydney le seguì e si sedette nel posto libero a fianco al loro.
La lezione iniziò e tutti si misero ad ascoltare la lezione a parte qualche ragazzi che si facevano i cavoli loro.
 
Quando finalmente uscirono da scuola perché era finita la prima giornata scolastica si sentirono libere. Non vedevano di tornare a casa e sdraiarsi un po’. Salutarono Sydney e poi si diressero verso la loro macchina, – Grazie a oggi in biblioteca siamo riuscite ad avvicinarla a noi – disse Athena entrando e sedendosi sul sedile. Brooke annuì entrando anche lei e facendo partire la macchina.
– Pensi davvero che riusciremo a scoprire quello che trama? – chiese Athena aprendo di poco il finestrino.
– Di sicuro. Siamo brave in queste cose – rispose Brooke svoltando a sinistra, stavano passando in una strada quasi sempre deserta tranne per ora che c’era una ragazza che chiedeva aiuto. La ragazza era proprio Sydney. – Wow, che strana coincidenza. In ‘sta strada non passa quasi nessuno e puntualmente troviamo lei che chiede aiuto, tra l’altro quando noi siamo partite era ancora a scuola. Quindi mi sorge una domanda, come ha fatta ad arrivare prima di noi qui? – chiese Brooke con un leggero sarcasmo.
– Smettila e andiamo ad aiutarla – disse Athena facendo segno alla sorella di spegnere la macchina, Brooke sbuffò seccata, ma poi fece quello che le aveva detto e fermò la macchina sull’orlo della strada.
Athena uscì per prima – Sydney che succede? – chiese correndole incontro. Quello che vide fu una cosa disgustosa, tanto che si piegò in due dalla nausea che le stava venendo. Brooke le corse subito incontrò – Athena – urlò la ragazza preoccupata prima di rimanere schioccata anche lei.

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Capitolo 4
*** 4. ***


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Al ciglio della strada c’era un uomo con la faccia deturpata dall’acido. Aveva la parte sinistra della faccia senza pelle e la restante parte era più o meno salva, anche se in certi punti aveva dei buchi. La cosa più sconcertante era che l’uomo morto era il bibliotecario della scuola nonché stregone, Calvin Yates.
– Dobbiamo chiamare la polizia – esclamò Brooke estraendo il cellulare dalla tasca della giacchetta.
– No! Daranno la colpa a me – urlò Sydney impaurita.
– Com’è andata veramente? – chiese Athena girandosi dall’altra parte per non vedere più il corpo.
– Stavo tornando a casa tranquillamente quando lui sbuca fuori dal nulla, mi fa sbandare e finisco contro ad un palo, dopo esco dalla macchina per soccorrerlo e lo trovo steso a terra con la faccia così – disse indicando la macchina con il cofano distrutto e poi l’uomo.
– Beh questo è quello che diremo alla polizia dato che è la verità – spiegò Brooke chiamando la polizia.
‘Sì, salve vorrei parlare con Kent Henson è urgente’
‘Sono l’agente Henson chi mi cerca?’
‘Sono Brooke Clarke, abbiamo bisogno del tuo aiuto’
‘Per cosa?’
‘E’ morto Calvin Yates, il bibliotecario della nostra scuola. L’hanno sfigurato con dell’acido’
‘Arrivo subito, aspettate lì e non toccate niente’
‘Sì, aspettiamo qui’
Brooke chiuse la chiamata e spiegò quello che aveva detto l’agente Henson, uno stregone amico della loro famiglia. Questa parte però l’aveva omessa per non destare sospetti a Sydney.
Dopo un paio di minuti arrivò una pattuglia della polizia che parcheggiò vicino alla macchina delle due sorelle. L’agente Henson uscì dalla macchina e si avvicinò al loro. Per capire se una persona era uno stregone o una strega si doveva notare una piccola stella biancastra sulla spalla sinistra oppure dal medaglione che portavano al collo, in quel caso non capiva perché l’agente aveva la divisa e anche perché non portava mai il medaglione a lavoro per non destare sospetti.
– Fatemi controllare – disse l’agente mettendosi dei guanti di lattice e spostando il viso dell’uomo.
– L’ambulanza sta per arrivare, ma prima spiegatemi cos’è successo – parlò ancora l’agente alzando lo sguardo sulle tre ragazze. Athena fece segno a Sydney di parlare, spiegò anche a lui quello che aveva detto alle ragazze. L’agente annuì poi si alzò in piedi anche lui – Sapete se aveva dei problemi con qualcuno? Magari con qualche alunno – domandò l’agente aprendo il taccuino per prendere appunti, Athena notò subito che Kent aveva scritto manca il medaglione come primo punto. La mora lanciò un’occhiata a sua sorella che ricambiò alzando un sopracciglio non capendo perché Athena l’avesse guardata in quel modo.
– Signorina Shelton dovrà venire in centrale con me per spiegare di nuovo l’accaduto perché non riesco a capire una cosa – confessò incentro l’agente, il mutaforma annuì ferma sul posto.
L’ambulanza arrivò in quel momento, arrivarono due infermieri con una barella, alzarono l’ormai cadavere e lo appoggiarono delicatamente lì sopra.
– State attenti – disse l’agente ritirando il taccuino e facendo segno a Sydney di seguirlo, – Ragazze voi potete andare, ci pensiamo noi ora – disse Kent sorridendo alle ragazze. Brooke ed Athena annuirono salendo sulla loro macchina e poi partirono.
– Lo sapevo! E’ davvero lei! – esclamò Brooke battendo le mani sul volante incazzata.
– Cosa le aveva fatto di male il signor Yates? – chiese Athena appoggiando la testa sul finestrino.
– Non lo so, ma dobbiamo scoprirlo – proclamò Brooke accelerando di poco.
– Kent ha segnato sul taccuino che mancava il suo medaglione. Il signor Yates lo portava sempre al collo, glielo deve aver rubato – esordì Athena picchiettando due dita sul finestrino.
– Quindi è questo il piano? Rubare i poteri delle streghe e impossessarsi del loro medaglione? – Brooke tentò di fare un quadro generale della situazione.
– Penso di sì, ma per fare cosa? –
– Non lo so Athena, so solo che dobbiamo stare molto attente –
– Certo. Appena siamo a casa dobbiamo raccontare tutto a mamma e papà – disse Athena sospirando contro al vetro facendolo appannare.

 

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Capitolo 5
*** 5. ***


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– Mamma? Papà? – urlò Athena entrando in casa per prima, si tolse la giacchetta e l’appese sull’appendiabiti.
– Ci siete? Ehilà? – urlò ancora la ragazza accendendo la luce della cucina, ma la trovò vuota. Brooke entrò poco dopo in casa dopo che si era accertata che i loro genitori non fossero in garage.
 
Le due sorelle andarono in sala dove trovarono i loro genitori distesi a terra, con le facce rivolte uno verso l’altro. Athena e Brooke corsero subito verso i loro genitori – Mamma! Papà! – urlarono disperate le due ragazze. Iniziarono a piangere cercando di svegliare i loro genitori scuotendoli leggermente, la prima a svegliarsi fu la loro madre che tossicchio sputando un liquido verdognolo, Verbena.
– Mamma come ti senti? – chiese Athena accarezzandole la schiena, intanto Brooke riuscì a svegliare il padre che sputò anche lui la verbena.
– Mi girà la testa, ma cos’è successo? – chiese la madre stordita andando a massaggiarsi la testa.
– Siete stati attaccati – rispose Athena abbracciando la madre – Mi dispiace – le sussurrò stringendola ancora più forte. Brooke aiutò il padre ad alzarsi e lo fece sedere sul divano lì a fianco.
– Che cosa volevano? – chiese il padre appoggiando la testa allo schienale del divano, si portò una mano sulla fronte e se le massaggiò – Ho un mal di testa assurdo – disse l’uomo facendo una smorfia di dolore.
– Pensiamo che il mutaforma abbia ucciso Calvin Yates, gli abbia rubato i poteri e il medaglione perché quando l’abbiamo trovato mancava – spiegò Athena guardando la sorella che finalmente capì – Oh e per quel motivo che mi hai lanciato quell’occhiata vero? – chiese appoggiando sulle gambe del padre una coperta intanto la madre si era alzata con l’aiuto della madre e si sedette anche lei sul divano.
– Si è per motivo, Kent l’aveva segnato sul taccuino e poi l’ho notato anche io – rispose Athena gesticolando con le mani.
– Se quello che dite è vero, il mutaforma vuole sia aumentare i suoi poteri che entrare Antias usando i medaglioni – suppose la madre tossendo leggermente.
– Ma per entrare ad Antias servono i medaglioni delle famiglie più antiche, Calvin non era tra di esse – ribadì sedendosi sulla poltrona vicino al divano.
Intanto Brooke era andata in cucina a prendere un po’ d’acqua per i loro genitori che dovevano ancora riprendersi del tutto.
– Sì è vero, ma un mutaforma deve assorbire i poteri delle altre streghe per rafforzare i suoi e se ha rubato i poteri di Calvin significa che era davvero debole e ora un po’ di meno – precisò la madre prendendo un bicchiere di acqua che Brooke aveva appoggiato sul tavolino del salotto poi anche lei si sedette al fianco di sua sorella.
– Quindi ora dobbiamo stare più attente a Sydney e dobbiamo anche farci mettere un allarme in casa così se qualcuno dovesse entrare quello suonerebbe, anche se non penso che una strega sia così stupida da entrare in casa nostra, deve aver mandato qualcun altro al suo posto per avvelenarvi, ma per fare cosa? – chiese Athena spostando i capelli da una parte.
– Penso che volesse prendere i nostri medaglioni – rispose la madre toccandosi il medaglione, uno zircone rosso incastonato in una cornice dorata.
– E’ impossibile, i vostri medaglioni sono protetti da un incantesimo, chiunque lo tocchi si farà del male. Domani a scuola dovremo stare molto attente e controllare chi avrà un’ustione sulla mano – ribadì Brooke alzandosi dalla poltrona per avvicinarsi alla libreria vicino alla finestra della sala e con due dita sfiorare i libri – E se invece voleva il libro bianco? – chiese la ragazza ritirando la mano.
– Beh quello sarebbe un grosso problema, perché se il mutaforma dovesse continuare ad acquisire poteri ed a rubare i medaglioni delle streghe diventerà più potente e sarà in grado di usare il libro – spiegò il padre tossicchiando.
– Allora sarà meglio nasconderlo – suggerì Athena prima di vedere la sorella annuire.

 

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Capitolo 6
*** 6. ***


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Athena era seduta sulla cassapanca messa sotto alla finestra della loro stanza e guardava fuori persa nei suoi pensieri.
Brooke invece era sdraiata in pancia in giù sul letto mentre ascoltava la musica e muoveva i piedi a ritmo.
La mora non si sarebbe mai aspettata di dover pensare al fatto che i suoi genitori potrebbero morire per colpa di una mutaforma pazza. Non saprebbe cosa fare senza di loro e soprattutto come proteggere al meglio la sorella. Si alzò dalla cassapanca e passando davanti alla sorella si andò a sdraiare sul suo letto soffocando un urlo sotto al cuscino.
Brooke si tolse una cuffia e guardò la sorella – Sistra tutto bene? – chiese la bruna arricciandosi una ciocca di capelli che gli era caduta davanti agli occhi. La sorella sospirando si tirò su e si mise seduta – No, per niente. Oggi ho avuto davvero paura, prova ad immaginare se al posto di averli trovati solo storditi l’avremmo trovati morti, come ci saremmo sentite? – chiese Athena sconvolto, era davvero terrorizzata, non voleva che una cosa del genere capitasse ancora.
– Athena, ti prego, non succederà più. Adesso prenderanno delle precauzioni – rispose Brooke andando ad abbracciare la sorella. Athena appoggiò la testa sulla spalla di Brooke e si sfogò piangendo.
– Shh, andrà tutto bene – le sussurrò la mora accarezzandole la schiena per tranquillizzarla.
Quando si fu tranquillizzata, Brooke la fece sdraiare sul letto ed insieme si riposarono un po’, stando abbracciate. Brooke la strinse più forte avvicinandola al suo petto, sentiva il battito della sorella regolarizzarsi, chiuse gli occhi e si addormentò insieme ad Athena.
 
Quando fu pronta la cena, la madre le svegliò dicendole di scendere a mangiare qualcosa. Scesero al piano inferiore e trovarono Kent che parlava con loro padre. – David dovete davvero stare attenti, quella Sydney non è sola. E’ impossibile che abbiamo ucciso Calvin e avvelenato voi. Qui deve essere entrato qualcun altro.           Qualcuno di sospetto si aggira o aggirava intorno alla vostra casa? – chiese Kent a David che scrollò le spalle – Per quanto mi riguarda non abbiamo mai avuto problemi con nessuno – rispose l’uomo guardando la moglie intenta a riempire i piatti di pasta – Tesoro tu hai visto qualcosa? – chiese a Victoria.
Victoria alzò lo sguardo e pensò a qualcosa – Solo due bambini che continuavano ad andare avanti ed indietro per la via con la bici, ma niente di strano – confessò la moglie alzando le spalle.
– Comunque i ragazzi che sono fuori stanno installando delle telecamere, non so, magari ne volete qualcuna anche in casa? In cucina e in sala? – domandò l’agente avvicinandosi alla porta d’ingresso, – Sì, è meglio mettere anche delle telecamere in casa – rispose David guardando la moglie e le figlie che annuirono.
– Bene – aprì la porta e portò fuori la faccia – Ragazzi quando finite qui, dovete metterne due in casa – informò i ragazzi della sorveglianza che urlarono un sì.
Rientrò dentro con la testa e girandosi verso la famiglia Clarke li salutò chinando il capo e poi uscì del tutto dalla loro casa.
Athena si sedette sulle scale portandosi una gamba al petto ed appoggiò la testa sul ginocchio – Vi hanno detto qualcosa di Sydney? – chiese fissando la porta della loro casa.
– Solo che è molto pericolosa e che non lavora da sola, c’eravate anche voi quando l’ha detto – rispose il padre accarezzando il viso di Brooke che era visibilmente preoccupato.
Athena annuì sospirando – E’ solo che ho molta paura che possa farvi ancora del male attraverso qualcuno – confessò preoccupata la ragazza.
– Tesoro stai tranquilla non accadrà più – prese parola la madre che si era avvicinata a loro.
Athena sorrise leggermente alzandosi ed abbracciando la madre – Mi sento così in colpa per quello che è successo oggi – dichiarò la ragazza appoggiando il mento sulla spalla di Victoria.
– Amore ma non è colpa tua – disse seria la madre accarezzandole il viso.
Brooke stava parlando con il padre del possibile fatto che Sydney già da un po’ di tempo li spiava ed era per quello che era riuscita a far entrare qualcuno, sapeva i giorni in cui non erano a casa e quali sì.
Si sedettero tutti a tavola e mangiando tranquillamente se così si poteva dire, parlarono del possibile fatto di nascondere il libro a Antias così che la mutaforma non possa toccarlo.
– Quando partirete? – chiese Brooke portandosi alla bocca un pomodoro per poi mangiarlo.
– Domani mattina presto – rispose il padre versandosi un po’ d’acqua nel bicchiere.
Athena alzò di scatto la testa, aveva capito qualcosa – Sydney era in biblioteca per cercare il libro bianco ed ha ucciso Calvin perché non gli ha rivelato dov’era e intanto gli ha rubato i poteri e il medaglione – dichiarò Athena, convinta di quello che stava dicendo.
– Ha ragione Athena, vuole sia il libro che i medaglioni e qui sappiano tutti di chi è il medaglione più potente – disse Brooke indicando se stessa.
La famiglia Clarke sospirò cercando di escogitare un piano per fermare Sydney ed impedirli di fare del male a qualcun’altro, soprattutto a Brooke.

 

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Capitolo 7
*** 7. ***


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Il giorno seguente le sorelle Clarke si svegliarono di malavoglia. Non se la sentivano di andare a scuola dopo quello che era successo, ma per non destare sospetto dovettero farlo.
Si muovevano lentamente, tanto che la madre che chiamò lumache. I genitori facevano finta di niente per non fare preoccupare le figlie, ma anche loro erano spaventati e tornare a Antias dopo tanto tempo fra gli umani facevano uno strano effetto ad entrambi, ma per la salvezza delle streghe e della loro vera casa dovevano farlo. Per proteggere il libro dovevano portarlo ad Antias, era l’unico modo per non far succedere una catastrofe. Li sarebbe stato al sicuro. Verrà custodito in una biblioteca magica nel castello di diamanti e protetto da delle sentinelle pronte a difendere il libro da ogni possibile minaccia.
La madre diede un bacio sulla fronte a tutte e due le figlie e poi le spedì di corsa a scuola. Loro erano già pronti per partire scortati da delle sentinelle di Antias.
Le due sorelle camminavano per i corridoi della scuola come zombie. Erano stanche perché non avevano dormito. Non avevano dormito perché non avevano fatto altro che pensare ai loro genitori e a parlare di come distruggere la mutaforma.
Una ragazza dalla pelle e i capelli scuri si avvicinò alle ragazze – Ciao ragazze, come state? Ho saputo dei vostri genitori da mio padre – chiese Jasmine Henson, la figlia dell’agente.
– Ciao Jas, siamo un po’ scombussolate, abbiamo temuto il peggio – rispose Athena appoggiandosi al suo armadietto sospirando.
 – Immagino, mi dispiace davvero. Per non parlare della morte del signor Yates, ho sconvolto tutti – dichiarò Jasmine grattandosi un braccio.
Brooke fece una smorfia – Vedo che non tutti lo sono – disse indicando Gabrielle Finley, una ragazza bionda dagli occhi azzurri che rideva con il suo gruppetto di amiche.
– Lasciala perdere Brooke..Oh oh sta arrivando la mutaforma – annunciò Jasmine mettendosi al fianco di Athena.
– Ciao ragazze – salutò con una mano Sydney. Le ragazze la salutarono fingendo un finto entusiasmo. La ragazza portava al collo un medaglione con una pietra blu, ovviamente era la pietra del signor Yates.
– Com’è andata ieri? – domandò Brooke portandosi una mano sotto al mento.
Sydney la guardò sorpresa – In che senso? In centrale? Ho detto quello che aveva già riferito all’agente Henson – rispose la ragazza alzando le spalle.
– Hai parlato con mio padre? – si intromise Jasmine nella conversazione.
– L’agente Henson è tuo padre? – chiese a sua volta Sydney guardando la ragazza da capo a piedi in cerca di qualcosa, il medaglione che ovviamente non aveva.
Il medaglione veniva donato alle streghe dopo aver compiuto e superato un esame all’età di sedici anni (l’età di Jasmine). L’esame si basava sul loro potere principale che si divideva fra: terra, aria, acqua, fuoco e il quinto elemento: lo spirito. Lo spirito era molto raro come potere, quasi nessuna strega ne aveva mai avuto un assaggio. Solo tre streghe lo ebbero come potere principale. Quando morirono nessun’altra lo ebbe più.
– Si lui è mio padre. Mi ha chiesto chi ti ha portata a casa quando avete finito l’interrogatorio? – chiese Jasmine sorridendole beffarda.
– Mia nonna – rispose la ragazza stringendosi nelle spalle.
– Come si chiama tua nonna? –
– Wilma Haynes, è la madre di mio padre –
– Oh la signora Haynes…Lo sai che in paese dicono tutti che sia una pazza squilibrata? –
– Sono tutte stronzate! Mia nonna non è pazza! – esclamò arrabbiata Sydney.
Le due sorelle Clarke assistettero al battibecco sconvolte. Non si sarebbero aspettate di vedere una Jasmine così perfida, ma faceva bene, Sydney aveva ucciso il loro bibliotecario ed aveva minacciato la famiglia Clarke.
– Sì, come no. Dicono anche che idolatra il Diavolo, è la verità? E’ in una setta satanica per caso? – chiese Jasmine con un sarcasmo malsano.
– No! Smettila! – le urlò contro Sydney. Le luci ebbero un totale blackout per poi tornare dopo pochi secondi. I suoi poteri stavano aumentando e anche molto in fretta.
– Certo, certo la smetto. Ragazze ci vediamo dopo – disse infine Jasmine salutando le ragazze con un bacio sulla guancia. Quando se ne andò via, rimasero solamente le sorelle Clarke e Sydney.
– Che bel medaglione! – esclamò Athena cercando di calmare le acque. Sydney d’istinto si portò una mano al collo – E’ un regalo – disse solamente andandosene via.
In quel momento arrivò Gabrielle e sorridendo incattivita domandò – Cosa succede con la nuova arrivata? Gelosa che Riley le abbia chiesto di uscire? – guardò dritta negli occhi Brooke che non lasciò trasparire nessuna emozione.
– Non sono affari tuoi bionda finta, torna nel tuo mondo delle barbie – sputò acida Brooke prendendo per il braccio Athena, trascinandola in classe e lasciando una Gabrielle esterrefatta. Infine la ragazza girò i tacchi e tornò dalle sue amiche come se non fosse successo niente.
Athena e Brooke cercando di non farsi vedere da nessuno entrarono in biblioteca dove trovarono Sydney ad aspettarle.
Aveva la pelle completamente verde, il naso era lungo con un’enorme verruca sopra. Le mani le erano diventate più grosse e aveva delle unghie fatte che sembravano quasi fatte di pietra. Indossava una lunga veste nera ed in mano teneva un libro. Il libro nero, quello degli incantesimi proibiti, quello che poteva distruggere l’anima di qualsiasi persona ne facesse uso.
– Dove pensate di andare? – chiese la mutaforma sorridendo malignamente, mostrando dei denti gialli quasi verdi prima di lanciare un incantesimo alle ragazze facendole svenire dentro ad un pentacolo rovesciato, cioè dalla punta rivolta verso il basso.
 

 

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Capitolo 8
*** 8. ***


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Quando si risvegliarono erano ancora dentro al pentacolo, sdraiate a terra, ma di Sydney non ce n’era traccia. Brooke si massaggiò la testa cercando di mettersi in piedi invece Athena restò ferma a terra per riprendere fiato – Il mio medaglione è sparito – constatò la ragazza toccandosi il collo. Brooke fece lo stesso ma poi si ricordò di averlo messo in borsa, andò a controllare se ci fosse ancora uscendo dal pentacolo. Controllò per bene ed infine riuscì a trovare il suo medaglione dentro ad una tasca all’interno della borsa.
– Ha preso solo il tuo e adesso come facciamo? – chiese Brooke aiutando la sorella ad alzarsi.
– Dobbiamo andare immediatamente ad Antias anche noi. Come minino la troveremo davanti al divine gate che cercherà di entrare, ma senza risultati – rispose Athena mettendosi dritta ed uscendo dal pentacolo.
– Muoviamoci allora – esclamò Brooke prendendo per mano la sorella ed uscendo dalla palestra. Jasmine era fuori che le aspettava davanti al loro armadietto.
– Ragazze ma cos’è successo? – chiese sconvolta vedendo le ragazze uscire dalla biblioteca.
– Te lo spieghiamo mentre ci dirigiamo verso casa nostra – rispose brusca Brooke correndo verso l’uscita della scuola. Athena e Jasmine la seguirono subito. Quando furono uscite da scuola presero la macchina e partirono verso la loro casa per prepararsi alla futura battaglia con Sydney.
Athena spiegò tutta a Jasmine appena furono partite, – Ti ha rubato il medaglione? E adesso come fate? – chiese scioccata la ragazza.
– L’affrontiamo – rispose Brooke accelerando di molto per arrivare il più fretta possibile a casa.
Appena furono arrivate a casa, andarono a prendere le loro bacchette in caso avessero dovuto usarle e qualche pozione da usare contro la mutaforma.
– Jasmine devi avvisare tuo padre – disse seria Brooke.
– Non puoi venire con noi, non vogliamo che ti capiti qualcosa – si intromise Athena appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.
– No! Io voglio venire con voi, voglio aiutarvi – esclamò la ragazza sbattendo i pugni sul tavolo della cucina delle ragazze.
– Ci puoi aiutare se rimani viva e vegeta, ma qui – ribadì Brooke riempiendo una borsa con le pozioni.
La ragazza scosse la testa – E’ perché sono ancora debole che non mi volete? – chiese trattenendo le lacrime.
Athena le si piazzò davanti e le prese bene il viso fra le mani e lo obbligò a guardarla – Tu non sei debole. Noi teniamo davvero tanto a te ed è per questo che ti vogliamo qui al sicuro – disse seria guardandola dritta negli occhi. La ragazza annuì facendo un piccolo sorriso.
– Jas ora avvisa tuo padre. Non muoverti da qui fin quando non arriva, capito? – spiegò Brooke avvicinandosi alla ragazza e dandole un bacio sulla fronte – Certo, ma state attente – disse la ragazza sorridendole.
Athena l’abbracciò stretta fra le sue braccia e le sussurrò ti voglio bene prima di uscire di casa insieme a Brooke e lasciare la ragazza da sola.
 
Sydney dopo aver rubato il medaglione ad Athena scappò dalla scuola lasciando le due ragazze svenute nella biblioteca.
Si diresse subito verso il divine gate, cioè il cancello divino, unicamente le streghe potevano oltrepassarlo. Per gli umani era solamente un vecchio cancello arrugginito, per le streghe invece era il passaggio per Antias.
Io Sydney Shelton con questi medaglioni chiedo di poter aprire il divine gate ed entrare ad Antias – urlò la ragazza puntando i medaglioni del signor Yates e di Athena contro al cancello che si illuminò di una luce bianca ed intesa. – Apriti divine gate e dammi la possibilità di vedere Antias – urlò ancora guardando malvagiamente il cancello aprirsi pian piano mentre emanava una luce violastra che andò ad accecare per qualche secondo Sydney.
Quando la luce scomparve il cancello si era aperto del tutto e la mutaforma l’oltrepassò giocherellando con i medaglioni rubati – Mi siete davvero utili – esclamò Sydney sorridendo cupa entrando finalmente ad Antias.
 

 

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Capitolo 9
*** 9. ***


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Le ragazze raggiunsero il divine gate in pochissimo tempo trovandolo già aperto. Capirono subito che Sydney era già entrata, ma sapevano anche che non sarà andata molto lontana con solamente due medaglioni. Per entrare ad Antias serviva un potere molto più forte di quello di due medaglioni, ed essendo che Sydney era una strega mutaforma il potere principale non lo aveva; i suoi poteri erano deboli e quasi inesistenti senza l’aiuto dei medaglioni (rubati).
Jasmine avvisò le ragazze che aveva chiamato il padre per dirgli quello che era successo. Athena le rispose con un grazie per poi scendere dalla macchina ed attraversare insieme alla sorella il divine gate.
Dall’altra parte trovarono Sydney intenta ad aprire il potarle che serviva come ultimo passaggio per entrare ad Antias.
– Voi non mi fermerete – urlò con voce tetra la mutaforma tentando ancora di entrare nel portale senza però riuscirci.
– Penso di sì invece. Dove pensi di andare con quei medaglioni? Ormai ne hai usufruito tutto il potere, non ti serviranno più a molto adesso – commentò acida Brooke guardando le sentinelle stese a terra.
– Sei tu! Sei tu quella con il medaglione più potente. Potrò finalmente diventare la suprema con il tuo, forza dammelo – gridò isterica la mutaforma.
Brooke fece una smorfia – Ma non ci penso nemmeno cretina. Tu sei pazza – esclamò inorridita dalla mutaforma.
Sydney rise macabramente – Stai tranquilla che te lo prenderò, ma non ora – disse la mutaforma buttandosi nel portale, ma fu subito seguita dalle due ragazze.
Quando entrarono finalmente ad Antias di Sydney non ce n’era traccia. Le ragazze erano da sole. La mutaforma era riuscita a scappare, ma le ragazze sapevano esattamente dove voleva andare.
Corsero fino ad arrivare al castello di diamanti dove trovarono i loro genitori svenuti a terra – Mamma! Papà – gridò Athena correndo verso di loro – Athena stai attenta – urlò Brooke alla sorella quando si accorse che c’era un incantesimo intorno ai loro genitori. Athena non fece caso alle urla della sorella e corse verso loro fin quando non si scontrò con una barriera di protezione che la fece scaraventare indietro, tornando al punto di partenza.
Brooke corse dalla sorella e l’aiutò ad alzarsi. Una risata tetra echeggiò nell’aria. Sydney apparse vicino ai loro genitori e sorrise alle due ragazze prima di puntare un coltello al collo della madre.
– NO – urlò Brooke allungando una mano pronta a lanciare una sfera di ghiaccio contro a Sydney.
– Non puoi farmi del male, c’è un incantesimo stupida – esclamò incattivita la mutaforma.
Brooke le scoccò uno sguardo di fuoco – Vai a fanculo – le urlò la ragazza facendo ridere Sydney.
– Dammi quello che voglio e i tuoi genitori si salveranno, non posso però dire lo stesso per voi due – spiegò facendo un sorriso macabro e pazzo.
Brooke ed Athena si guardarono, poi la bruna si portò una mano al collo e si staccò il medaglione, lo strinse fra le mani; mentre la mora senza farsi vedere da Sydney dietro alle sue spalle stava facendo una copia del medaglione che avrebbero dato alla mutaforma facendole credere che funzionerà.
– Ehi cretina – urlò Athena scattando in piedi e lanciando contro alla barriera una sfera di fuoco che si assorbì del tutto per poi riuscire dalla parte delle ragazze, andando a colpire il braccio della ragazza facendola cadere a terra. Sfruttando la distrazione di Sydney, Brooke scambiò i medaglioni, nascondendo il suo nello stivale.
– Basta giochetti. Brooke dammi il medaglione oppure potete dire addio ai vostri genitori – esclamò seccata Sydney.
– Prima libera i miei genitori poi ti darò il medaglione – disse Brooke mostrandogli il finto medaglione.
La mutaforma sospirò prima di dissolvere la barriera – Forza ora il medaglione – ordinò Sydney facendo segno a Brooke di avvicinarsi a lei. Brooke lo fece ma a mezzo metro di distanza dalla mutaforma si fermò e le lanciò il medaglione – Divertiti pure, tanto perderai comunque – esordì seria la mora. La mutaforma fece una smorfia e poi sparì nel nulla.
Athena corse vicino alla sorella e poi insieme aiutarono i loro genitori ad alzarsi – Andrà tutto bene – disse Brooke appoggiando il padre ad una roccia, Athena fece lo stesso con la madre.
– Il libro è stato portato al sicuro – disse il padre tossendo. Athena si portò una mano sul cuore e sussurrò un grazie a Dio.
– Io e Brooke andiamo dentro. Voi non vi muovete da qui, torniamo presto – li rassicurò Athena sorridendogli.
Brooke incominciò a salire gli scalini della lunghissima scalinata di diamanti che portava al portone del castello. Athena l’affiancò in poco tempo – E’ molta tonta, ha davvero pensato che il medaglione glielo dessi con così tanta facilità – commentò sarcasticamente Brooke prima di tirare fuori dallo stivale il suo medaglione e rimetterselo al collo.
– Questa cosa ci facilita solo le cose, lei pensa di essere potente, ma invece non è niente – confessò Athena sorridendo perfida.

 

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Capitolo 10
*** 10. ***


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Sydney si trovava nella biblioteca in cerca del libro bianco, scaraventò libri dappertutto. Erano sparsi ovunque. Non sembrava più una biblioteca ma una stanza in cui veniva ammassati i libri.
– Dove è? Dove diamine è il libro bianco? – strillava Sydney lanciando per’aria i libri senza però trovare quello che le interessava.
Si stancò di cercare, il libro non era stato messo li, i genitori di Athena e Brooke l’avevano nascosto bene.
– Basta! Aprirò lo scrigno usando il medaglione di quella sciacquetta – sbraitò la mutaforma uscendo dalla biblioteca.
Lo scrigno d’oro si trovava al centro del castello messo in una teca protetta da un incantesimo.
Sydney spalancò con una forza disumana la porta, quando entrò, si guardò subito in giro in caso ci fossero state delle guardie. Non c’era nessuna, aveva la via libera. Corse verso lo scrigno e quando provò a toccarlo fu respinta dal campo di forza.
– Dannato incantesimo, vediamo se il medaglione funziona – parlò furiosa la mutaforma tirando fuori dalla tasca il medaglione finto di Brooke.
Quando lo fece scivolare nel campo di forza intorno allo scrigno si sgretolò, diventando cenere. Urlò fortissimo, tanto che fece tremare le finestre di quella stanza.
– Cercavi forse questo? – disse una voce dietro alle sue spalle, era Brooke che faceva dondolare davanti a sé il suo medaglione.
– Il medaglione! – esclamò furibonda la mutaforma scagliandosi contro a Brooke. La strega si spostò velocemente facendo quasi cadere la mutaforma che si girò di colpo verso di lei e le lanciò una sfera azzurrina. Brooke parò il colpo creando intorno a sé una barriera protettiva, poi si preparò all’attacco lanciando contro alla mutaforma una sfera di acqua che la colpì in pieno volto facendola cadere a terra.
Intanto Athena era andata a recuperare il libro che era stato nascosto dai loro genitori nella camera da letto del Re di Antisa che si trovava in una sala al piano superiore.
– Stupida ragazzina – sputò acida la mutaforma lanciando contro a Brooke una sfera di fuoco che le colpì un piede facendo prendere fuoco ai pantaloni della ragazza. Spense subito il fuoco con una magia e concentrandosi sulla mutaforma fece crescere da sotto al pavimento delle piante che si attorcigliarono intorno a Sydney fermandola. Non aveva più scampo anche perché intorno alle piante c’era un incantesimo. Sydney era ormai troppo debole per sbloccarlo.
– Qui l’unica stupida sei tu e sarai anche l’unica che morirà – gridò Brooke muovendo un braccio davanti a sé, nello stesso momento un ramo trapassò il cuore di Sydney uccidendola sul colpo. Sydney emise un suono strozzato prima di accasciarsi contro alle piante ramificate intorno a lei. Infine la mutaforma si disintegrò diventando di cenere. – Addio Sydney Shelton – disse seria guardando la cenere cadere sul pavimento di cristallo.
Intanto Athena stava lottando contro Wilma Haynes, la nonna di Sydney. – Lo sapevo che lei era una strega ma adoratrice del Diavolo – esclamò Athena spingendosi contro alla donna e facendola cadere sul letto del Re. Si rotolarono per terra, la prima a sferrare un colpo fu Wilma ma fu subito scansato da Athena che la ripagò con la stessa moneta, tirandole un pugno sul naso rompendoglielo. La donna urlò dal dolore scansando via da sé Athena.
Athena stava creando una sfera di fuoco pronta a lanciarla contro a Wilma, ma la donna fu più veloce e la colpì in pieno stomaco con un pugnale avvelenato.
La ragazza si accasciò a terra respirando a fatica. Le mancava l’aria e la testa stava iniziando a girarle. Il veleno stava facendo effetto.
– Il veleno della vedova nera è molto efficace per paralizzare le proprie vittime prima di ucciderle – disse la donna pulendo il pugnale contro alla lunga gonna che portava.
– Sei pronta a morire? – chiese avvicinandosi lentamente ad Athena. La ragazza cercava di muoversi ma ogni parte del suo corpo era immobilizzata.
– No, tu sei pronta a morire? – chiese una voce femminile dietro alle spalle della donna. Athena la riconobbe subito, era la madre.
La donna si girò verso Victoria pronta a colpirla con il pugnale ma fu superata in velocità dalla madre di Athena che le lanciò una sfera d’acqua dritta in bocca facendola soffocare. Wilma si accasciò al suolo facendo molto rumore. Victoria la oltrepassò, corse verso la figlia sedendosi al suo fianco, l’abbracciò – Piccola mia vedrai che andrà tutto bene – disse toccando la pancia ricoperta di sangue. Victoria fece un respiro profondo prima di dare un bacio sulle labbra alla figlia trasferendo in lei la vita che stava per esserle tolta dal veleno. Athena iniziò a brillare di luce propria, il corpo della ragazza iniziò ad alzarsi da terra fluttuando nell’aria per poi diventare completamente bianca. Era diventata luce, una luce bianchissima e splendente poi di colpo divenne tutto buio. La ragazza era di nuovo sdraiata al suolo ma era viva e vegeta. La ferita era scomparsa senza lasciare neanche una traccia. La madre l’aveva salvata. E sempre la madre aveva la quintessenza, lo spirito.

 

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Capitolo 11
*** 11. ***


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Lo spirito era il potere più importante. Con lo spirito potevi guarire le persone e riportare indietro le persone anche se per questo serviva molto più potere. Quando si usava la quintessenza, la forza fisica e la forza spirituale si indeboliva. Portava le streghe ad uno stato di debolezza avanzata. Le uniche streghe che avevano lo spirito, lo usavano poche volte per non indebolirsi e per non indebolire la loro forza spirituale. Per riportare indietro i morti serviva molto più potere e molta più esperienza. Si imparava a riportarli indietro soltanto guarendo gli altri e pian piano i poteri si ingrandivano per poi poter usare quello della resurrezione.
Se si faceva un uso sproporzionato dello spirito si poteva diventare pazzi e si poteva addirittura arrivare a suicidarsi.
Athena si sveglio con un grande mal di testa, si ritrovò fra le braccia della madre – Mamma cos’è successo? – chiese frastornata mettendosi a sedere sul pavimento.
– La nonna di Sydney ti aveva pugnalata allo stomaco. Ti ho guarita io, sennò saresti morta – spiegò la madre accarezzando la testa alla figlia.
– Mi hai guarita? Ma solamente chi ha la quintessenza può farlo – ribadì la ragazza ma poi capì – Tu hai la quintessenza! – esclamò la ragazza.
La madre annuì accarezzandole il viso – Si tesoro mio, ho la quintessenza –.
Le streghe che avevano la quintessenza potevano nasconderla dietro agli altri elementi, perché chi aveva lo spirito aveva anche il controllo di tutti gli altri poteri. Ed era quello che aveva fatto la madre, nascondere i suoi poteri dietro all’elemento dell’acqua.
– Ti voglio bene piccola mia – sussurrò la madre prima di svenire ormai indebolita.
 
Brooke era davanti allo scrigno, lo guardò per un po’ cercando di capire come fare a prenderlo poi ricordò quello che aveva detto Sydney ‘– Dannato incantesimo, vediamo se il medaglione funziona –’.
La ragazza fece scivolare il medaglione nel campo di forza adagiandolo sullo scrigno che si illuminò di luce proprio accecandola. Brooke si portò le mani davanti agli occhi coprendoseli. Quando la luce scomparve vicino allo scrigno apparve Riley Edwards in tutta la sua bellezza. Indossava una maglia nera che lasciava intravedere dalla sopra la stoffa i suoi pettorali e un paio di pantaloni che cadevano perfettamente lungo ai suoi fianchi.  
– Riley? – chiese schioccata la ragazza. Non poteva crederci che Riley era uno stregone.
– Sorpresa? – chiese a sua volta lui ridendo.
– Che cosa significa? –
– Sei tu che hai appoggiato il tuo medaglione sullo scrigno, sei tu che hai sbloccato l’incantesimo e sei tu che dovrai aprilo – Riley prese lo scrigno e lo tenne in mano rivolto verso la ragazza.
– Non capisco, cosa sei tu? – chiese Brooke guardando il ragazzo sconvolta.
Riley rise passandosi una mano fra i capelli – Sono il tuo stregone protettore e figlio di Frank Edwards, re di Antias – rispose il ragazzo sorridendole.
– Ma com’è possibile? Io pensavo che tu fossi umano, pensavo che mi odiassi – ribadì Brooke.
– Io non ti ho mai odiato, anzi ti ho sempre amato. Fin da piccola ti sorvegliavo e cercavo di proteggerti da ogni pericolo – sussurrò Riley avvicinandosi alla ragazza accarezzandole una guancia.
– Davvero? – chiese con le guancie arrossate.
– Sì, davvero – rispose Riley ed avvicinandosi ancora di più a lei, appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza assaporandole e mordendole ogni tanto. Si diedero altri baci, dieci, venti, cento. Persero la cognizione del tempo, si staccarono soltanto per riprendere fiato.
Riley le accarezzò il viso, staccandosi di poco da lei, la guardò negli occhi e le sorrise – Su signorina è ora di aprire lo scrigno – disse il ragazzo consegnandole una chiave con l’impugnatura a forma di cerchio con incastonata dentro una stella completamente in oro.
Riley gli consegno lo scrigno. Brooke lentamente prese tra le mani lo scrigno; era una stupenda scatola in legno di quercia antica con i bordi e la serratura in oro. Brooke sollevò delicatamente il coperchio dello scrigno da cui fuoriuscì una sfera di luce bianca, la ragazza la tirò fuori toccandola appena. La sfera le si piazzò davanti, proprio di fronte al cuore.
– Sei pronta? – chiese Riley mettendosi dietro alla ragazza appoggiandole le mani sulle spalle.
– Sì –.

 

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Capitolo 12
*** 12. ***


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La sfera le entrò nel cuore ed intorno alla ragazza apparve una luce verde, molto luminosa che l’avvolse completamente. Brooke chiuse istintivamente gli occhi, quando li riaprì, si trovò in una stanza bianca e luminosa senza porte e finestre, al centro della stanza c’era solamente un uomo dalla folta e lunga barba bianca che ne stava seduto per terra a disegnare segni sul pavimento.
– Brooke Clarke – disse con voce solenne l’uomo continuando a disegnare poi alzò lo sguardo e fissò la ragazza – Mio figlio aveva ragione su di voi. Siete molto più potente di quanto crediate –. L’uomo si alzò mostrando il suo volto, era ricoperto da rughe e gli occhi erano bianchi. Le labbra sottili erano incurvate all’insù formando un sorriso.
– Voi siete Frank Edwards – esclamò la ragazza sconvolta – Voi siete il padre di Riley e il supremo. Il più importante stregone di tutti i tempi – continuò Brooke avvicinandosi all’uomo.
Frank Edwards sorrise – Esatto signorina Clarke, ma ora tocca a lei diventare la suprema e governare Antias – spiegò l’uomo prendendo una mano della ragazza.
Brooke lo guardò sconvolta – Cosa? Io la suprema? Ma come? – chiese.
– Vi siete dimostrata una strega molto potente e brava a controllare i vostri poteri. Ho visto quello che avete fatto alla mutaforma, complimenti –
– Io non posso diventare la suprema, mia sorella è più grande di me, toccherebbe a lei diventarlo, non io – disse pensando a sua sorella e a dove si era cacciata.
– Vostra sorella sta bene, è con vostra madre e si, leggo nei pensieri – disse ridendo leggermente toccandosi la lunga barba.
– Davvero diventerò la suprema? E mia sorella cos’avrà? – chiese la ragazza confusa.
Frank sospirò – Vostra sorella non diventerà una suprema, ma potrà avere molto più potere se indosserà quest’anello – disse il vecchio porgendo un antico anello in oro con una pietra acquamarina al centro, diamanti incastonati intorno e ai lati due pietre di coralli rossi.
– Qui c’è il fuoco più potente, dallo a tua sorella e lei sarà la prima dominatrice del fuoco – spiegò l’uomo sorridendole.
Brooke annuì guardando meravigliata l’anello – Va bene. E adesso cosa devo fare? – chiese scrutando la stanza completamente bianca.
– Mi devi porgere la mano e io ti donerò il mio potere – rispose Frank porgendole una mano che lei afferrò subito.
– Sei pronta? –
– Sì –.
 
Athena e la madre andarono a cercare Brooke nella sala principale ma non la trovarono, c’era solamente Riley che guardava attentamente lo scrigno aperto.
Athena corse verso di lui – Tu come fai ad essere qui? – chiese schioccata.
– Sono lo stregone protettore di tua sorella. Ora si trova con mio padre nello scrigno per discutere di una cosa molto importante –
– Quale cosa? – chiese la madre che si era avvicinata alla figlia e al ragazzo.
Il ragazzo alzò lo sguardo e guardò entrambe le donne – Brooke diventerà la mia suprema donna – rispose sorridendo felice.
– Mia sorella cosa? –
– Mia figlia cosa? –
Riley sbuffò seccato – Diventerà la prima suprema donna. La tenevo d’occhio sin da piccola. I suoi poteri sono sempre stati molto forti e lei neanche se ne rendeva conto – disse facendo un accenno di risata.
– Oddio, non ci credo, la mia bambina – disse la madre trattenendo le lacrime. Il padre delle due ragazze entrò in quel momento zoppicando – Cosa succede? –
Riley sospirò esasperato prima di raccontare per la terza volta quello che stava succedendo.
 
Frank strinse fortemente la mano di Brooke, sopra alla testa dell’uomo si creò una sfera bianca che si trasferì nella ragazza passando per la testa fino a fermarsi al cuore dove diventò ancora più grossa ed infine scoppiò. Piccole scintille cadevano al suolo e sulle loro teste. Brooke si sentiva più forte e più potente. Sulla spalla destra le comparve una piccola macchia bianca a forma di stella. – E’ il segno dei supremi – le sorrise – Benvenuta nuova suprema – continuò Frank prima di sgretolarsi e finire in un mucchio di polvere bianca sul pavimento.
La ragazza urlò prima di venir riportata al centro della sala al fianco di Riley. Brooke scoppiò a piangere buttandosi fra le braccia del ragazzo, – Mi dispiace, mi dispiace, non volevo che morisse – disse fra le lacrime la ragazza.
– Shh...era così che doveva andare. Mio padre ti ha donato i poteri perché ti riteneva all’altezza e perché era stanco di vivere. Mio padre aveva più di settecento anni e per lui quello significa aver vissuto abbastanza da donare finalmente i poteri a qualcun altro – la rassicurò lui accarezzandole la schiena.
– Quindi ora sono la suprema e oh.. Athena questo è per te – disse Brooke tirando su con il naso prima di consegnare alla sorella l’anello, – Sarai la prima dominatrice del fuoco – continuò abbracciandola.
– Le mie due figlie meravigliose. Una è la suprema e una la dominatrice del fuoco, sono così orgogliosa di voi – disse la madre abbracciandole poi toccò al padre congratularsi con loro ed abbracciarle.
– Siete pronte a governare questo mondo? – chiese Riley avvolgendo con braccio la vita di Brooke e stringendola a sé.
– Ovviamente, le sorelle Clarke sono pronte a tutto – gridò Brooke alzando un braccio all’aria, Athena le sorrise buttandosi addosso a lei e stringendola fortemente.
– Sì, pronte a tutto – disse Athena sorridendo ai loro genitori che ricambiarono il sorriso.
E fu così che Brooke divenne la prima suprema donna e fidanzata con il figlio del precedente supremo. Athena divenne la prima dominatrice del fuoco e insegnante di stregoneria ad Antias.

 

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