La vita che verrà...

di macfadynea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il sogno ***
Capitolo 2: *** Tutto a Rotoli ***
Capitolo 3: *** Spring Time ***
Capitolo 4: *** Il dolce sapore della scoperta ***
Capitolo 5: *** Un libro chiamato Molly ***
Capitolo 6: *** Pensieri ***
Capitolo 7: *** Aria di Primavera ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il sogno ***


PROLOGO

IL SOGNO

E scivolò in un sonno agitato…
 
…Era in una stanza quadrata, illuminata solo dalla fioca luce di una finestra posta sulla parete sinistra rispetto a quella della porta. La camera aveva un pavimento di legno scuro ricoperto da uno spesso strato di polvere. Nella stanza regnava un silenzio ovattato probabilmente dalla sporcizia polverosa che vi si era accumulata. Di fronte alla finestra, appoggiato alla parete, un grande cassettone con quattro cassetti alti, chiusi. Ginny camminava verso la cassettiera. Era scalza e portava solo una camicia da notte si seta bianca, stropicciata e senza orlo. I capelli le ricadevano disordinati sulla schiena. Piangeva e guardava la cosa che aveva tra le braccia: un neonato che gemeva, con gli occhi chiusi. Lei aveva uno sguardo vuoto nonostante stesse guardando il bambino che man mano che la giovane donna si avvicinava alla cassettiera aumentava il suoi gemiti finché non si trasformarono in un pianto disperato. A quel punto, trovatasi davanti alla cassettiera e aperto il primo cassetto in alto, Ginny vi riponeva il neonato, chiudeva il cassetto, si voltava e usciva dalla stanza. I suoi passi non lasciavano impronte, sembrava volare, come un angelo, un angelo che piange. 

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Ciao a tutti! 
Questa è la mia prima fan fiction vera e propria e spero che vi piaccia e che soprattutto sia venuta bene... Io mi sono divertita molto a scriverla e a volte mi sono anche commossa ;) spero che la leggiate e spero di ricevere tante recensioni! Grazie a tutti!! Coco :) 

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Capitolo 2
*** Tutto a Rotoli ***


Ginny si svegliò di soprassalto, mandida di sudore. Aveva fatto di nuovo quel sogno, quell’incubo che la perseguitava da più di un anno. Al suo fianco Harry dormiva, le labbra leggermente socchiuse e il respiro pesante. La giovane donna si alzò e si diresse in bagno, si sciacquò la faccia e mentre chiudeva il rubinetto sentì caldo tra le sue cosce. Ecco, era successo di nuovo. “Harry! Harry!” La voce le morì in gola e si accasciò a terra priva di sensi. Si risvegliò in una camera di ospedale. Harry era seduto su una squallida sedia di plastica azzurra, il viso tra le mani e un’espressione preoccupata. Ginny si rigirò nel letto e lui la guardò. Aveva profonde occhiaie scure. “Da quant’è che sono qui?” chiese la giovane donna. “Tre giorni” disse Harry. “È successo di nuovo?” “Già…” Harry si sedette sul letto e la strinde a se. Le lacrime rigavano il volto di Ginny e la paura e la disperazione si impossessavano di lei. Cos’aveva che non andava? Perché dovevano succederle queste cose? Harry e Ginny si erano sposati due estati prima alla Tana e da un anno provavano ad avere bambini, ma dopo il concepimento qualcosa andava sempre storto e dopo un mese e mezzo di gravidanza la donna abortiva. Ormai era già la quinta gravidanza che si interrompeva e Ginny aveva ormai perso ogni speranza. A niente servivano le cure incessanti e il conforto che le offriva Harry, ormai in lei si era spenta la fiamma e non voleva più provarci. Si sentiva sbagliata ed era gelosa di tutte le sue amiche. Le vedeva felici con i loro neonati belli e sodi che sgambettavano nelle carrozzine.Avrebbe voluto prenderne uno e portarselo a casa, farlo diventare suo figlio. Harry capiva e le stava vicino il più possibile. Lui non aveva perso le speranze, ma sostenere questa situazione stava diventando difficile. Loro due, giovani e inesperti, cosa ne potevano sapere di tutto ciò? Medimaghi e specialisti ne dicevano sempre una diversa e a niente erano servite tutte le cure che avevano tentato. Harry lasciò andare Ginny che si lasciò cadere tra i cuscini. Le rimase vicino accarezzandole la nuca finché lei non si addormentò. Com’era bella la sua Ginny! I suoi capelli ramati le incorniciavano il viso e i suoi occhi, ora gonfi dal pianto e chiusi, erano come due piccoli laghi alpini. Harry si alzò, uscì dalla stanza e in un attimo si smaterializzò alla Tana. Qui fu accolto da Molly Weasley che attendeva con ansia notizie della figlia. Nonostante Harry avesse cercato di impedirglielo, la premurosa madre non riusciva più a trattenersi dall’andare a vedere la figlia e insieme si smaterializzarono a San Mugo dove Ginny dormiva ancora. “La mia piccola Ginevra!” Molly fu scossa dalle lacrime e Harry la abbracciò stretta. Aveva gli occhi lucidi e a niente servirono tutti i bei pensieri che cercava di farsi venire in mente. Ginny uscì dall’ospedale due giorni dopo e tutte le cure che le furono dedicate sembravano non avere effetto su di lei. La donna allegra e frizzante che era, aveva lasciato il posto ad una donna spenta e triste. Harry decise che, siccome a casa da sola Ginny non avrebbe fatto altro che peggiorare, si sarebbero trasferiti temporaneamente alla Tana. A Ginny avrebbe fatto bene stare un po’ con i fratelli e i genitori e Harry devìcise che avrebbe preso ferie per un po’ di tempo per dedicarsi alla moglie a tempo pieno. Molly approvò subito la proposta e Harry e Ginny si ritrovarono a dover dividere la minuscola stanza che Ginny aveva abitato sin da quando era nata. Era lì che si erano baciati il giorno del diciassettesimo compleanno di Harry prima che lui partisse per cercare gli Horcrux; era lì che avevano passato tutte le estati dopo la guerra e anche tanti inverni prima di sposarsi e trovarsi un appartamento loro. Quella camera aveva il profumo dei ricordi e della risate che erano risuonate per tutta la casa. Harry ritrovò un po’ di pace entrandoci e sperò che tutto sarebbe migliorato presto. ____________________________________________ Ciao a tutti! questo capitolo è un po' corto perché mentre lo scrivevo mi sono resa conto che stava diventando molto pesante e deprimente quindi l'ho accorciato... I prossimi capitoli saranno più lunghi e più allegri, promesso! Spero che comunque continuiate a leggere la mia fanfiction e che vi piaccia. A prestooooo! :)

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Capitolo 3
*** Spring Time ***


Il primo mese alla Tana trascorse senza intoppi e Ginny si stava riprendendo. Harry, non solo aveva ricominciato a lavorare, ma trascorreva molto più tempo con Ginny di quanto non l’avesse passato prima e la coccolava in tutti i sensi. Sapeva che era solo questione di tempo e le lasciava tutto il tempo necessario per riprendersi. Molly, d’altro canto era raggiante. Cantava tutto il giorno e cucinava ogni ben di dio, tanto che ogni sera la Tana era piena di gente che ne approfittava della presenza di Harry e Ginny per fermarsi a casa a mangiare e scambiare due chiacchiere prima di tornare a casa propria. Ogni mattina Harry si svegliava presto e andava al ministero a lavorare. Dopo che era finita la guerra, non c’era più bisogno di entrare da appositi gabinetti e la porta era il luogo più comune per entrare. Solo le cabine telefoniche e i camini erano rimasti e Harry aveva la sua cabina preferita per scendere al ministero. Quella mattina però preferì entrare dalla porta principale perché voleva farsi un giro a Diagon Alley e passare a ritirare denaro dalla Gringott. Entrando nella banca, sentì il familiare odore che aleggiava lì dentro e un ricordo vivido si fece strada tra i sui pensieri… “Aveva undici anni ed era il giorno del suo compleanno. Hagrid era venuto a prenderlo dalla casa al faro dove lo avevano portato i Dursley per evitare che lui leggesse le sue lettere di ammissione a Hogwarts e gli aveva annunciato che lui era un mago. Il bambino che era allora non riusciva a crederci e continuava a pensare che se non avesse saputo che i Dursley avevano poco senso dell’umorismo, avrebbero potuto benissimo architettare quello scherzo per prenderlo gioco di lui ancora una volta. Ma era tutto vero. Una volta varcato l’arco di pietra che separava il paiolo magico da Diagon Alley, l’Harry bambino aveva capito che quella era la verità e che era un mago davvero. La cosa che più lo aveva colpito era la Gringott. Tutti quei folletti che lavoravano senza sosta lo avevano meravigliato e anche un po’ inquietato e le parole che Hagrid aveva pronunciato quando erano entrati lo avevano allarmato:«Bisognerebbe davvero essere matti a cercare di rapinare questa banca!»” In quel momento un altro ricordo spuntò dalla mente del giovane uomo: lui, Ron e Hermione che entravano alla Gringott per rubare la coppa di Tassorosso che era nella camera blindata dei Lestrange nelle profondità della banca. S’elerano cavata grazie all’aiuto di Unci che poi li aveva traditi e anche grazie alla prontezza di Hermione di saltare sopra al drago che custodiva le camere blindate. L’animale aveva spiccato il volo verso l’arie e i tre amici si erano salvati grazie al lungo volo del drago che li aveva portati lontano. “Straniero, entra, ma tieni in gran conto Quel che ti aspetta se sarai ingordo Perché chi prende ma non guadagna Pagherà cara la magagna Quindi se cerchi nel sotterraneo Un tesoro che ti è estraneo Ladro avvisato mezzo salvato Più del tesoro non va cercato” La filastrocca incisa sulla porta d’argento della Gringott fece sorridere Harry che era uno dei pochi maghi ad essere riuscito a rubare alla Gringott senza essere preso. Certo, adesso tra i folletti non aveva una gran fama, ma la sua rapina aveva salvato la vita sia ai tesorieri della banca che alla popolazione magica in generale. Varcate le possenti porte Harry si diresse verso uno sportello dove, fatta vedere la sua chiave, venne portato nei sotterranei. Prelevò dalla sua camera blindata la somma che gli serviva e uscì nella frescura mattutina. L’aria di primavera gli incorniciò il viso e si diresse verso il portone del ministero con passo flemmatico. Quell’aria gli aveva messo il buon umore e non aveva nessuna voglia di rinchiudersi in ufficio. Anche perché dopo la fine della guerra gli Auror avevano un po’ meno da fare e non era inusuale vedere Auror in altri dipartimenti del ministero, cercando qualcosa da fare. Purtroppo la porta del ministero si avvicinò al giovane uomo con troppa velocità e Harry fu costretto a rassegnarsi e ad entrare nell’Atrium. Quel luogo non gli era mai piaciuto, tetro e buio, senza finestre. Harry si diresse verso gli ascensori in fretta e premette il tasto 6 che lo avrebbe portato al dipartimento Auror. Arrivato a destinazione, aprì la porta dell’ufficio che divideva con Ron e Hermione, si sedette alla scrivania e aspettò l’ordine del giorno che non tardò ad arrivare. Era arrivata una segnalazione da un piccolo villaggio a nord di Londra: una signora si era ritrovata il giardino sottosopra risvegliandosi al mattino e al centro del prato c’era un simbolo strano a parer suo. Harry aspettò che i compagni d’ufficio arrivassero e di lì a dieci minuti uscirono. ____________________________________________________________________________________________________________________________________ Nuovo capitolo scritto in modo fulmineo, con più attenzione ai particolari... Mi sono resa conto che i capitoli che sto scrivendo sono corti, ma più lunghi di così non ce la faccio! in ogni caso è la mia prima fanfiction quindi spero mi perdoniate... magari aggiungerò il quarto capitolo questa sera... ciaoooooo :)

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Capitolo 4
*** Il dolce sapore della scoperta ***


Harry, Ron e Dean si smaterializzarono nel piccolo villaggio e si incamminarono verso le prime case che separavano i campi dove erano apparsi dal resto del villaggio che non era tanto grande: ci saranno state una quarantina di case in totale. Harry ogni volta che doveva intraprendere una missione si sentiva sempre come tanti anni prima, quando insieme ai suoi compagni aveva intrapreso il cammino in cerca degli Horcrux. Non che prima si fossero mai separati, ma avevano deciso di seguire gli stessi studi per ricordare i momenti tristi e felici di quell’avventura. “Pensavo che sapessi cosa stavi facendo!- le parole di Ron ancora gli risuonavano in mente- Me ne vado!” Ron non li aveva mai più lasciati e i tre amici erano diventati un trio perfetto, “il Golden Trio”, come li chiamavano ormai tutti. Hermione aveva rinunciato alla carriera di magisprudenza pensando che la carriera da Auror, dopo tutto quello che aveva passato era migliore. Non le sarebbe piaciuto passare il resto della sua vita in un ufficio a leggere deliberazioni e dichiarazioni. I tre giovani si stavano appunto dirigendo verso l’entrata del villaggio, ma appena passarono vicino alle prime case una signora grassoccia sulla sessantina corse fuori dal portone chiamandoli a gran voce. Li aveva riconosciuti per via della divisa da Auror che consisteva in giacca e pantaloni neri e un mantello nero con stampato in argento lo stemma Auror, una A perfettamente iscritta in un cerchio che formava con le due tre punte un triangolo; dal vertice della “A” partiva poi una linea dritta che tagliava in due parti simmetriche la lettera e si concludeva toccando la parte del cerchio opposta. I tre ragazzi amavano quel simbolo perché le figure che lo componevano, triangolo, cerchio e linea, erano rappresentavano la loro lotta durata per anni: I “Doni della Morte”. La donna li chiamò a gran voce e dalla descrizione letta nella lettera in ufficio, i tre capirono subito che si trattava della donna che aveva lanciato l’allarme. Subito furono diretti in giardino dove uno spettacolo che aveva del ridicolo li accolse. Il giardino era tutto messo sottosopra: gli alberi avevano le radici per aria, i tavoli e le sedie erano state trasfigurate in falli enormi e i folletti da giardino che occupavano gli orti erano stati legati al tronco di un albero e abbaiavano come fossero stati cani. In mezzo al giardino poi spiccava un disegno creato tagliando l’erba che raffigurava un enorme disco del diametro di due metri circa, con un buco in mezzo e tutto decorato con strani disegni geometrici. A Harry era già noto quel simbolo anche se non ne ricordava il significato. Misero tutto a posto in un baleno ma non riuscirono a far ricrescere l’erba dove questa era stata tagliata. Harry allora si avvicinò al buco centrale. Vi guardò dentro e ci infilò una mano dentro facendosi una fragorosa risata: «Ecco perché mi era già noto! Era il simbolo che si crea quando nasce un nuovo boccino d’oro!» Avendo i guanti il ragazzo poté sfilarlo da buco e come per magia (che poi effettivamente era una magia perché l’incantesimo era stato creato dal boccino!) lo strano simbolo scomparve e apparve in mezzo al prato, dove era nato il boccino, un melo che produceva mele d’oro! «Pff! Tutta questa fatica per un boccino d’oro! Beh almeno ci ho guadagnato due cose preziose: la crescita di questo meraviglioso albero e la visita del famosissimo Golden Trio! Non potrei che definirla una giornata Radiosa!» Come da protocollo i ragazzi rientrarono al ministero e consegnarono il boccino al dipartimento “Quidditch” che poi lo indirizzò al sottodipartimento “Boccini” dove fu poi spedito nel sottoinferioredipartimento “Nascita di nuovi boccini, Forgiatore speciali e Tratta di ali dorate”. Harry sperava che quella sera sarebbe tornato a casa in un atmosfera felice perché niente avrebbe potuto rovinargli quella giornata… * Molly se ne stava tranquillamente in cucina a preparare la cena quando improvvisamente Ginny fece irruzione nella stanza. Lei faceva sempre così, era silenziosa come una tigre, ma quando arrivava si sentiva eccome! “La mia piccola Grifondoro!” Pensò mamma Weasley vedendola sedersi sul davanzale della finestra che dava sul loro orto che stava diventando via via più verde man mano che la stagione avanzava. «Mamma non è vero che sei rimasta vergine fino al matrimonio.» Non era una domanda, era un’affermazione e la signora Weasley fu colta così di sorpresa che per poco non rovesciò tutto il sugo. Per fortuna era di schiena rispetto alla figlia così lei non poté vedere la sua faccia che era diventata color sugo, di un bel rosso acceso. Prese un bel respiro e si voltò: «Perché lo vuoi sapere, Ginny cara?» «Non è che lo voglio sapere, lo so e basta che non è vero» Le gambe di Ginevra dondolavano libere sotto al davanzale e un lieve sorrisetto malizioso spuntò dalle sue labbra, per un minuscolo secondo i suoi occhi si illuminarono per poi ritornare cupi e bui come ormai da luogo tempo. Le guance della signora Weasley si accesero e brandendo un cucchiaio gridò: «Ginevra Molly Weasley cosa diavolo stai combinando?!?» «Mbeh… Ho solo frugato un po’ in soffitta perché mi stavo annoiando…» Ginny sorrise maliziosamente e per sua fortuna riuscì a scendere veloce dalla finestra prima di essere travolta nel tornado che era la signora Weasley. SI rinchiuse in camera affatturando la porta e chiudendola con un Colloporto, la insonorizzò con un Muffilato e, sdraiata sullo spesso davanzale imbottito di cuscini di camera sua si buttò nella lettura del più bel libro che le fosse mai capitato di avere tra le mani. ______________________________________________________________________________________________________________________________________________ Buonsalve! Ecco finalmente il quarto capitolo della mia fanfiction... Spero davvero che anche se sono un po' cortini vi piacciano! il prossimo capitolo arriva sta sera o domani... Bacioooo

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Capitolo 5
*** Un libro chiamato Molly ***


Hogwarts, sala comune di Grifondoro, 10 Settembre 1965

Caro Diario, 

Anche quest’anno sono tornata a Hogwarts anche se i miei genitori non volevano perché avrebbero voluto che andassi a lavorare nell’Emporio “Splendi e Cuci” della g-e-t-i-l-i-s-s-i-m-a signora Amalia Xastre. Io in quel negozio pieno di pulci non ci volevo andare e visto che sono la studentessa migliore ho scritto al Prog. Dippet, il preside, chiedendogli di scrivere ai miei genitori di farmi frequentare l’ultimo anno nella mia amtissima scuola.E così è stato. Il Preside non solo hai scritto ai miei genitori ma è anche venuto a casa mia a parlare con loro e offrendomi una borsa di studio per permettermi di continuare la mia formazione di strega. Per fortuna hanno accettato anche perché senò li avrei affatturati entrambi!

E così sono di nuovo qui,ad apprezzare il calore della sala comune, ad annusare l’odore di polvere della biblioteca e a coccolarmi tra le morbide lenzuola del mio comodissimo letto nel dormitorio delle ragazze nella torre ovest del castello di Hogwarts che posso definire CASA MIA!Molto non vedono l’ora di andarsene, ma a me piange il cuore all’idea che a giugno lascerò questo posto, i miei amici, i professori… Anche perché quest’anno c’è anche Arthur qui! Anche i suoi genitori volevano che andasse a lavorare, ma noi ci siamo scambiati lettere tutta l’estate e abbiamo fatto in modo che ci facessero frequentare l’ultimo anno insieme! Sono così contenta!

 

Hogwarts, biblioteca, 29 Settembre 1965

Caro Diario,

Le lezioni sono cominciate e anche quest’anno non ci hanno risparmiato neanche il primo mese di scuola.Frequento moltissime materie , ma non faccio troppa fatica. Riesco a dividere bene il mio tempo tra lo studio e Arthur e di questo mi compiaccio molto. È stato un mese molto bello, Appena avevamo un momento libero io e Arthur scappavamo nel parco e ci nascondevamo vicino al lago nero… Oh mio dio mi piace da morire!Mi da tante attenzioni e mi difende sempre davanti a tutti… è così dolce!! Poi mi piace molto stare da sola con lui… i baci e le coccole… Lo sapesse mia madre mi manderebbe in collegio per magisuore di sicuro! AHAHAH ma lei non è qui e io mi diverto molto ad immaginare la sua faccia! Spero solo che vada avanti seriamente perché devo ammettere che di Arthur mi sono proprio innamorate…

 

Hogwarts, Sala Grande, 15 Novembre 1965

Caro Diario,

In questo periodo non ho proprio tempo di scrivere, sono sempre stanca! Per fortuna tra un mese cominciano le vacanza di Natale e io ho deciso che le passerò qui… Insieme ad Arthur! Proprio così! A mia madre ho detto che volevo stare qui per passare il mio ultimo natale con le miaìe amiche, ma in realtà io ho altri piani…

 

Hogwarts, Dormitorio di Grifondoro, 18 Novembre 1965

Caro Diario,

Sto prendendo ottimi voti e sono molto soddisfatta della mia vita. Amo Arthur più di ogni altra cosa e voglio passare il resto della mia vita con lui! A Natale è stato organizzato un ballo e Arthur ovviamente mi ha invitata! Sono in fibrillazione per il mio vestito perché non ne ho uno! Penso che ne comprerò uno verde perché sta bene col colore dei miei capelli e con i miei occhi. Devo andare assolutamente a Hogsmeade a farmene fare uno. 

Ho mandato un gufo alla mamma per chiederle di mandarmi dei soldi e delle penne e pergamene visto che qui non ne ho più e a Hogsmeade costano davvero troppo care! 3 Galeoni e 15 falci per una penna che non mi dura neanche un mese mi sembra davvero esagerato! Spero che me le mandi presto altrimenti dovrò continuare ad elemosinare qua e là tra i miei compagni e la cosa non mi va perfettamente a genio… 

 

 

Ginny chiuse il diario è sospirò. Non era mai stata così felice e triste della sua vita. Finalmente in mano aveva le risposte che cercava e che la madre, troppo all’antica per potergliele dare, aveva sempre evitato. Lei era cresciuta praticamente da sola in quella mandria di uomini che si ritrovava in casa. Lei se l’era cavata tutta sola quando le era arrivato il primo ciclo a tredici anni. Non l’aveva detto a nessuno per un anno, neanche alla madre. Sapeva cos’era e se ne vergognava. Poi aveva avuto il coraggio di confessarlo all’infermiera a Hogwarts quando era stata troppo male per poter agire da sola. Anche se la madre era accorsa subito lei si era sentita sola comunque perché Molly era sempre stata troppo protettiva con quell’unica figlia che tanto aveva desiderato e che ore le stava scivolando via dalle dita.

 

*

 A Molly Weasley scese una lacrima degli enormi occhi verdi, troppo buoni e generosi per lasciarsi concedere solo un piccolo momento di solitudine e rimembranza. Era seduta sul suo letto in camera e guardava le foto di quella piccola bambina che era stata sua figlia e che ora era cresciuta. Le mancava. Le mancava terribilmente. Il suo modo di dire piccole bugie, il suo modo di arrossire, dalla punta delle orecchie alla punta del naso. E quella sua ossessione di contarsi le lentiggini ogni volta che si trovava davanti allo specchio per poi sparare numeri a caso perché troppo grandi per stare sulle sue piccole dita… Le mancava quella vita… Le mancavano tutte le coccole che si facevano e il solletico… e le torte e  giochi! Tutto questo la faceva sentire anziana e inutile. E ora che Ginny avrebbe avuto più bisogno di lei, in questo momento di insormontabile difficoltà lei si era isolata e si era rinchiusa nel suo mondo fatto di pentole e piatti.

 

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Ecco finalmente il Quarto capitolo... Mi è venuta in mente quest'idea geniale del diario di Molly Weasley ai tempi di Hogwarts... Non sono stata modesta, ma quando mi vengono certe idee... Mi viene voglia di scriverlo subito ed esaltarmi!
Fatemi sapere cosa ne pensate e spero di ricevere tante recensioni!
Un Grazie a Fifilla995 e a lettriceappassionata per aver recensito i miei primi quattro capitoli! a presto!!! Baciooo :3
 

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Capitolo 6
*** Pensieri ***


Harry capì immediatamente sia la concentrazione di sua moglie che la preoccupazione della signora Weasley; insomma quello era un diario privato e Ginny stava leggendo le confessioni più intime della madre! Harry si sentiva un po’ a disagio ma ne era anche incuriosito. Certo non si aspettava che Molly Weasley fosse così… Intraprendente! Capiva Ginny, capiva che aveva bisogno di risposte e di sicuro in quel diario le avrebbe trovate. 

La giovane donna chiuse il libro e lo guardò. Sorrise e poi disse:

 «Pensa se io scrivessi un diario e i nostri figli lo trovassero!»

«Penso che sia meglio raccontare loro qualcosina prima che lo scoprano leggendo nelle pagine di un diario…»

«Sono d’accordo.» Gli occhi le si velarono di lacrime e si perse nei suoi pensieri…

 

“Erano all’ultimo anno, insieme. La battaglia di Hogwarts era finita, come la guerra.La scuola era stata ricostruita e tutti gli studenti, purosangue e non erano ritornati a scuola con più voglia di apprendere. Non si era mai vista la scuola così fiorente. Ginny Weasley, 17 anni, era una delle studentesse più brillanti del suo anno dopo Hermione Granger ovviamente e il suo fidanzato era il ragazzo più amato e stimato della scuola: Harry Potter, 18 anni. Stavano insieme da quasi un anno tra tira e molla a causa della guerra e finalmente avevano trovato un po’ di pace e serenità. Harry era diventato Prefetto e si può dire che i due vivessero praticamente insieme perché le dormiva praticamente tutte le notti dal primo di settembre da lui. Tecnicamente dormivano solo perché Ginny non si sentiva ancora pronta e Harry la rispettava. Le piaceva dormire abbracciata a Harry e svegliarsi al mattino ancora tra le sue braccia era la cosa migliore che le fosse mai capitata. Harry non aveva quasi più incubi di notte anche se speso sognava quella notte terribile in cui aveva ucciso Voldemort. Il dolore per i morti e i rischi che aveva fatto correre a tutti i suoi amici erano una ferita che si stava cicatrizzando, ma non era facile guarire così, di colpo. 

 

Quella notte era una notte particolare. Ricorreva la data in cui i genitori di Harry erano morti. 18 anni come i suoi che non aveva più una famiglia di sangue. Certo adesso aveva i Weasley, ma quel vuoto non lo aveva mai colmato. Ginny lo sapeva e così decise di preparargli una sorpresa vedendolo giù di morale quel mattino. Per fortuna era venerdì, così avrebbero avuto tutto il weekend per stare tranquilli. Dopo aver finito le lezioni, visto che Harry aveva gli allenamenti di Quidditch, si diresse verso le cucine dove prese del cibo, lo nascose sotto al mantello e lo portò in camera. Mise in ordine la loro stanza preparò la cena nel salottino che precedeva la camera da letto e sistemò tante candeline in tutta la stanza. Soddisfatta del risultato, la ragazza si diresse verso il suo armadio e indossò il suo nuovo completino di pizzo verde che risaltava il colore dei suoi occhi, si vestì elegante, mise davanti alla porta della stanza lo smoking del suo ragazzo e attese il suo arrivo.

 

Harry, come cercatore e capitano della sua squadra aveva allenato anche quel giorno che era il Halloween. L’incontro coi Serpeverde si faceva sempre più vicino e lui non voleva assolutamente che la sua squadra perdesse. Finiti gli allenamenti non desiderava altro che una doccia calda e qualcosa da mettere sotto i denti. Si fece dunque una lunga doccia calda nel bagno dei prefetti e si diresse verso camera sua in accappatoio per vestirsi e scendere nella Sala Grande dove lo aspettava il banchetto di Halloween. Arrivato davanti alla porta però vide con stupore che il suo smoking fluttuava a mezz’aria davanti ad essa e coma il ragazzo lo toccò lui si indossò ad Harry in tre secondi tanto che il ragazzo non ebbe neanche il tempo di gridare. Fece evanescere l’accappatoio da sotto lo smoking che ovviemante si era messo sopra senza lasciargli togliere niente ed entrò nella camera dove fu piacevolmente accolto da un profumo di cena. Ginny era seduta ad un tavolino che aveva fatto apparire e lo accolse con un bacio. Era splendida nel suo abito nero.

«A cosa devo tutta questa gentilezza e premurosità?»

«Al festeggiamento del nostro amore…»

Mangiarono cena e poi si accoccolarono sul divano. 

Ad un certo punto ginny si alzò e si diresse verso la camera da letto con un sorriso malizioso. Harry incuriosito la seguì. Lo spettacolo che vide lo lasciò a bocca aperta. Ginny sorrideva felice tenendogli la mano. Lui capì dove voleva arrivare lei…

«Sei sicura di volerlo, amore?»

«Shhh…»

Si baciarono con passione, le mani di ognuno sul corpo dell’altro. Harry sciolse il nodo che fermava i nastri del vestito di Ginny e il vestito le cadde ai piedi come fosse fatto di nuvole. Ginny arrossì per quella sua quasi totale nudita, ma Harry, pronto come sempre fece sparire il suo smoking e si ritrovarono tutti e due nella stessa condizione. Ridendo di quella situazione di imbarazzo, Harry prese tra le braccia la ragazza e la adagiò sul letto. Si baciarono ovunque finché non si ritrovarono nudi in quel letto matrimoniale, troppo piccolo per accogliere due cuori così grandi. Harry pose Ginny supina e le allargò dolcemente le gambe. Con la mano le accarezzava il sesso, con l’altra le accarezzava il viso. Aveva paura e Harry lo sapeva. Quando sentì che era pronta si adagiò sopra di lei che gli sussurrò all’orecchio terrorizzata:

«P-piano, fai piano…»

«Giuro che cercherò di non farti male.»

le sorrise dolcemente e la baciò. Ginny sapeva che si poteva fidare. Allargò le gambe e lo sentì, come un taglio profondo, rapido, che quasi non senti. 

«Ah!» gridò, ma fu solo questione di un attimo perché poi il dolore lasciò spazio al piacere e la ragazza fu colta da sensazioni inimmaginabili. Lei e lui insieme, per sempre. Furono colti in fretta, troppo in fretta dall’apice del piacere e si accasciarono stanche e sudati uno vicino all’altro. Ginny nascose il suo volto tra l’incavo del collo di Harry e così si addormentarono. 

Quella fu la prima di tante altre meravigliose volte in cui fecero l’amore. 

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Capitolo 7
*** Aria di Primavera ***


Hogwarts, Biblioteca, 26 Dicembre 1965

Caro Diario,

è stata una serata bellissima. Abbiamo ballato tanto e ci siamo divertiti e sta mattina mi sono svegliata abbracciata al mio amore. Si perché… l’abbiamo fatto ieri sera! È stato bellissimo… non ho parole per descrivere quello che ho provato. Ho sentito solo un po’ di dolore all’inizio, ma poi tutto è andato molto bene… Per fortuna avevo preso la pozione al pomeriggio! Ha funzionato e ora ho una piccola voglia lilla ben nascosta nella parte interna del polso. È a forma di rosa e ripassandola di nero potrebbe essere quasi un tatuaggio. Ho scoperto che per ogni donna il fiore è diverso e che per ogni fiore c’è un significato. La rosa significa fertilità, generosità e fedeltà. Sono troppo felice. Vorrei tanto gridare al mondo la mia felicità ma mi limito a sorridere a trentadue denti a tutti.

 

*

Ginny era guarita e sorrideva radiosa nel giardino di casa sua. La primavera ormai era iniziata e lei era come i fiori che dopo un lungo riposo, fioriscono. Nessuno l’aveva mai vista così felice. Dopo tre mesi chiusa in casa nella tana finalmente si era decisa ad uscire e a prendersi un po’ di sole primaverile. Harry era felice di vederla così anche perché era molto felice anche lui. Molly veramente nono capiva cos’avessero quei due così allegri e romantici nelle ultime due settimane soprattutto…

 

Ginny aveva paura. Non voleva che succedesse di nuovo. In piedi nel minuscolo bagno della Tana, da sola. Harry la aspettava con ansia fuori e passeggiava avanti e indietro con agitazione. Ginny si decise: «Ora o mai più!» disse tra sé e sé. Aprì la scatola che teneva in mano e ne saltò fuori un curioso bastoncino che agitandosi leggermente andò a posizionarsi lungo l’apertura del sesso della donna. «Muoviti, ti prego, fai in fretta…» Non che fosse doloroso, ma la paura di ripiombare di nuovo nella disperazione era per Ginny la peggior cosa che potesse capitarle. Il piccolo scanner volò di nuovo nella scatola e Ginny si mise a fissarlo attentamente. La stecca dapprima prese un colore verdastro, poi giallo e poi infine diventò di un color prugna acceso. «Incinta, di nuovo.». Ginny non sapeva se farsi prendere dallo sconforto o essere felice. Aspettò ancora un momento e sul bastoncino apparve la scritta “5 settimane”. Forse era fuori pericolo. Forse…

 

«Allora?» chiese Harry con ansia.

«Positivo…cinque settimane…» sussurrò Ginny con un singhiozzo.

Harry l’abbracciò stretta senza dire niente. Era meglio così.

 

…Era in una stanza quadrata, illuminata solo dalla fioca luce di una finestra posta sulla parete sinistra rispetto a quella della porta. La camera aveva un pavimento di legno scuro ricoperto da uno spesso strato di polvere. Nella stanza regnava un silenzio ovattato probabilmente dalla sporcizia polverosa che vi si era accumulata. Di fronte alla finestra, appoggiato alla parete, un grande cassettone con quattro cassetti alti, chiusi. Ginny camminava verso la cassettiera. Era scalza e portava solo una camicia da notte si seta bianca, stropicciata e senza orlo. I capelli le ricadevano disordinati sulla schiena. Aveva dipinta in volto un’espressione serena e guardava la cosa che aveva tra le braccia: un neonato che la guardava, con gli occhi verdi come due piccoli laghi alpini. Lei aveva lo sguardo fisso sugli occhi del bambino che, man mano che la giovane donna si avvicinava alla cassettiera aumentava il suo sorriso che divenne presto una risata soave e dolce. A quel punto, trovatasi davanti alla cassettiera e aperto il primo cassetto in alto, Ginny vi ripose il neonato, chiudeva il cassetto, si voltava e usciva dalla stanza. I suoi passi non lasciavano impronte, sembrava volare. Ad un tratto una forza la trascinò indietro, si voltò e vide che il neonato era cresciuto, aveva aperto il cassetto e si teneva ritto sulle gambe incerte appoggiato all’apertura del cassetto. Tese una mano verso di lei e disse: «Mamma!» Ginny lo prese in braccio e lo portò via da quella stanza, da quel cassetto, da quella polvere e insieme uscirono nel sole caldo della terra…  

 

Quella sera del 22 Aprile alla Tana c’era un gran fermento perché Harry e Ginny avevano deciso di organizzare una festa per festeggiare la pace e la primavera che dopo un lungo inverno era arrivata. I preparativi avevano messo a dura prova la Tana e per cui si era deciso che viste le miti temperature si sarebbe potuto mangiare fuori. Alla fine non erano in molti, ma erano comunque tanti: Hermione, Ron con Rose, Gorge, Angelina e i gemelli, Percy, Charlie, Bill, Fleur e Dominique che aveva un anno,  Hagrid, Molly e Arthur. Alla tana era sempre così cene in famiglia, in grande! Mangiarono bene come sempre visto che la cuoca era stata Molly e tutti aprezzarono quello strano invito a cena. Alla fine della serata, dopo aver mangiato gli innumerevoli dolci che la signora Weasley aveva preparato, Harry e Ginny alzarono le bacchette e tante buste color panna uscitono dalla finestra della camera che ormai abitavano da tanto tempo. Ognuna si posò davanti ad un invitato e Ginny chiese alla madre di aprire la sua e di leggere ad alta voce.

« ehm... - La signora Weasley si schiarì la voce e cominciò a leggere- “Abbiamo lottato, insieme, abbiamo vinto già una volta tanti anni fa, insieme, l’amore non ci ha diviso mai perché eravamo ancora una volta insieme. E così con questo strano invito a cena siamo lieti di annunciarvi che insieme, di nuovo, abbiamo creato qualcosa che neanche noi ci aspettavamo più...”… Oh Ginny tesoro… Harry… io… non… ci posso credere…» e svenne. La tavolata scoppiò in un fragoroso applauso e i due ragazzi si baciarono sotto un tripudio di petali e stelle cadenti che Hermione aveva fatto uscire dalla sua bacchetta. «Insieme si vince, sempre, amore mio.» sussurrò Harry all’orecchio dell’amata, una mano poggiata sull’ancora invisibile pancione.

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Harry passeggiava nervoso davanti ad una porta, in un ospedale. Ormai passeggiava da ore. Ogni tanto alzava lo sguardo verso l’orologio e sembrava che il tempo non passasse mai. Una maginfermiera ogni tanto sbucava dalla porta a vetri appannati per rassicurarlo, ma lui era agitato e nervoso comunque. Era sua moglie quella lì dentro, caspita! E il suo bambino. Suo e di Ginny. Il loro primo figlio, finalmente. Harry sorrise. Non stava più nella pelle e non vedeva l’ora di vedere il musino di quel bambino cha tanto avevano aspettato.

Perso nei suoi pensieri l’uomo continuava a camminare avanti e indietro, finché la maginfermiera uscì dalla stanza e disse con un gran sorriso: «Entra pure, papà!»  

Harry si precipitò dentro e quasi inciampò nella porta. Appena entrò vide Ginny seduta su un letto, sudata e stanca e in braccio a lei un bambino minuscolo che succhiava il seno della donna senza sosta. Harry si avvicinò con cautela, le lacrime agli occhi. Baciò la moglie con un bacio veloce, ma tenero e guardò con amore il piccolino. «È un maschio.» Disse Ginny con un sorriso. Il piccolo aveva finito di mangiare e si era addormentato, ma non appena il padre gli sfiorò la testolina con la mano, il neonato girò la testa e lo guardò: aveva gli occhi verdi come due piccoli laghi alpini.

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Ecco l'epilogo e la fine sdi questa mia fanfiction... gli ultimi due capitoli non li ho commentate perché non ho avuto tanto tempo, ma questo epilogo doveva essere commentato... Che dire? mi sono divertita un sacco a scrivere questa Chocolateers e devo ammettere che Harry e Ginny formano una delle tre mie coppie preferite, al terzo posto (la mia preferita in assoluto è la Jaminique <3 <3). Non potevo dunque farla finire male. Non sarò certo un asso nella scrittura, ma mi piace molto e in realtà ci perdo fin troppo tempo! In ogni caso sta arrivando un'altra fanfiction (sperto tra un paio di settimane causa studio...)! grazie a tutti i miei recensori e alle belle note positive che ho ricevuto! bacio e a presto! Coco

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