Ignorance is your new best friend

di KrysHanerVengeance_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goodbye Italy. ***
Capitolo 2: *** Welcome to your new life. ***
Capitolo 3: *** Fuckin' perfect. ***



Capitolo 1
*** Goodbye Italy. ***


Nuova città, nuova casa, nuova scuola. Nuovo tutto, maledettamente tutto, da quando mia madre aveva deciso di risposarsi con Jake, l’uomo per il quale aveva lasciato papà. E io non avevo avuto altra scelta se non quella di accettare il matrimonio e andare con lei fino ad Huntington Beach, il posto che aveva scelto Jake per vivere… ciò significava che non avrei rivisto mio padre per un lasso di tempo indecifrabile, e quindi decisi che la sera prima di partire sarei andata a trovarlo.
-“Mamma, io esco!”
-“Dove vai!?”
-“Vado a salutare Emily… mi ha chiesto un ultimo saluto.”
-“Va bene… ma fa’ presto, domattina partiremo alle otto.”
-“Va bene.”
Dissi con un tono leggermente più scocciato.
Presi il mio chiodo, chiusi la porta alle mie spalle e scesi giù per le scale velocemente mentre pensavo che effettivamente le avevo mentito, perché non stavo andando realmente a salutare Emily, ma stavo andando a salutare papà e sapevo che sarebbe andata su tutte le furie se l’avesse saputo… ma in tutta quella storia, in fondo, non c’entravo nulla e lui era mio padre, l’uomo che mi aveva cresciuta e l’uomo a cui volevo bene anche se aveva tradito la mamma. Sbuffai sonoramente mentre aprivo il portone e liberavo dalla tasca il mio amato ipod con le mie cuffiette, facendo partire dalla play-list “Bulletproof Heart” dei My Chemical Romance camminando spensierata lungo la strada.

-PIU’ TARDI-
Avevo salutato mio padre e tornando a casa avevo anche incontrato Emily, quella che era la mia migliore amica sin dalla tenera età. Si era offerta di accompagnarmi fin sotto casa e avevo accettato subito, anche se sapevo che sarebbe finita a pianti isterici e abbracci soffocanti.
-“A che ora partirai domattina?” Mi chiese lei, con un tono triste.
-“Alle otto…” Risposi.
Ci fu un breve momento di silenzio abbastanza imbarazzante, ma fu spezzato quasi subito dalla sua voce che trasudava voglia di piangere.
-“Potrò… potrò venire a salutarti?”
Ecco fatto, colpita e affondata. Odiavo mostrare le mie emozioni, soprattutto quelle negative ed infatti non avevo mai pianto davanti a nessuno in 18 lunghi anni di vita. Ma in quel momento stava cambiando tutto, stavo per andare a vivere dall’altra parte del mondo e stavo per dire ‘addio’ all’unica persona a cui avevo davvero voluto bene, forse avrei potuto lasciarmi andare un po’…
-“Certo che puoi.” Dissi, abbozzando un sorriso un po’ malinconico. E neanche questa volta, ero riuscita a lasciarmi andare alle mie emozioni.
Lei mi sorrise tentando di mascherare la tristezza, e senza neanche accorgercene eravamo già arrivate sotto casa.
-“Quindi… questo è un addio?” Disse lei.
-“No, non lo è Emily. Ti verrò a trovare e ti chiamerò tutti i giorni. Non ti li libererai così facilmente di me!” Risi appena e notai l’accenno di sorriso anche sul suo viso, seppur una lacrima le stesse rigando la guancia.
-“Ti voglio bene...” Sussurrò abbracciandomi. Non potei che ricambiare l’abbraccio e stringerla forte, sussurrandole a mia volta:
-“Ti voglio bene anch’io, Em…”
Ci sorridemmo per l’ultima volta e poi le diedi le spalle e camminai verso il portone. Volevo voltarmi per guardare un’ultima volta i suoi grandi occhi blu e quel ciuffo nero che le copriva quasi metà faccia, ma non ne avevo il coraggio né la forza, perché vederla piangere mi avrebbe fatto troppo male. Così mi sbrigai a salire le scale e non appena entrai in casa, mi si presentò davanti agli occhi una scena a dir poco orribile: Mia madre e Jake intenti a sbaciucchiarsi... Quei due non si erano nemmeno accorti che ero lì, cazzo! Mi voltai subito, in quel momento avrei tanto voluto essere orba.
-“HEMMHEMM.” Tuonai.
Si allontanarono un po’ e cercarono di fare i vaghi, con scarso successo.
-“Oh, ehm… ciao Krys…” Disse Jake imbarazzato.
-“Emh… vuoi qualcosa per cena?” Abbozzò mia madre.
-“Jake, mamma. No, ho mangiato per strada, non preoccuparti. Piuttosto vado a riposarmi… ‘notte.”
Li liquidai velocemente e scappai in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle e lasciandomi cadere sul letto esausta.
-“Un’altra bugia, ottimo Krys…” Dissi fra me e me.
Già, non avevo voglia di mangiare. Con tutto quello che era successo, lo stomaco mi si era decisamente chiuso. Girai la testa e guardai tutte le mie cose imballate e le mie valigie stra-colme. Sospirai tristemente e con un ultimo sforzo mi infilai il pigiama e mi misi sotto le coperte a cercare di dormire almeno un po’…




Salve a tutti!
E' la mia prima ff, quindi credo faccia un po' schifo ahaha. Scusatemi eventuali errori grammaticali, ero un po' nervosa.
Spero vi piaccia e se vi va, lasciate una piccola recensione, sarò felice di leggere e rispondere a tutti! :)

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Capitolo 2
*** Welcome to your new life. ***


4 A.M.
La sveglia suonò terribilmente presto, quella mattina. Avevo dormito poco e anche molto male e tutto questo si era riversato sul mio umore, già pessimo per conto suo. Sospirai e aprii gli occhi, ma non ebbi il tempo di alzarmi dal letto che già mia madre era entrata di prepotenza nella mia stanza, urlando: “SVEGLIAAA!” E la cosa mi infastidì alquanto. Le gettai un’occhiataccia e lei capì al volo, uscendo dalla stanza senza aggiungere altro… e questo mi risparmiò molte imprecazioni. Perciò, con poca voglia e poco tempo, decisi di alzarmi velocemente dal letto per andare a farmi una bella doccia e per darmi una sistemata…
7 A.M.
Fra la doccia, il vestirmi e il truccarmi ci misi tre ore senza rendermene conto, e persa nei miei pensieri, mi scappò un sorriso quando vidi la foto di me ed Em che avevo lasciato sul comodino… mi ricordai di quanto lei mi odiasse per il mio “problemino” con la puntualità, di tutti i cazziatoni che mi ero beccata da lei per le volte che l’avevo fatta aspettare sotto il sole cocente o sotto la pioggia, a volte anche per ore, ed era divertente vedere la sua faccia paonazza quando le dicevo che avevo fatto tardi perché stavo finendo di prepararmi. Tutti quei bei ricordi si trasformarono in sorrisi, ero davvero felice di avere quel ricordo così positivo di lei, ma qualcosa… o meglio qualcuno, mi interruppe.
-“Buongiorno Krys…” Disse Jake, cercando di sorridere seppur in imbarazzo. Scossi la testa per “risvegliarmi” dai miei pensieri e poi gli risposi:
-“Buongiorno, Jake.”
-“Hum… beh… sei pronta?” Disse lui, con una nota di imbarazzo. Effettivamente non l’avevo mai visto così imbarazzato e il suo atteggiamento un po’ mi incuriosì, dato che aveva le mani nelle tasche dei jeans e si dondolava sul posto come un bambino di sette anni che ha appena fatto un danno e cerca di fare finta di nulla.
- “Sì Jake, sono pronta…” Lo squadrai, cercando di capire cosa avesse.
-“Oh, bene… il taxi sarà qui fra poco… mh…” Disse ancora lui, questa volta guardandosi intorno. Presi al volo la foto sulla scrivania e la misi nel mio zainetto, quello che portavo sempre in spalla, così da poter averla sempre con me in caso avessi sentito la mancanza di Emily. Mi guardai attentamente intorno per vedere se avevo dimenticato qualcosa, ma girandomi, mi accorsi che Jake era ancora lì a fissarsi i piedi con imbarazzo… pensavo se ne fosse andato, strano.
-“Jake, va tutto bene? Che ti prende? Ci stai forse ripensando?” Gli chiesi, andando dritta al punto. Odiavo i giri di parole, volevo che le mie intenzioni fossero sempre chiare e volevo risposte altrettanto chiare, per evitare incomprensioni.
-“No, ma certo che no! Non ci sto ripensando, è che… devo dirti una cosa…”
Ecco fatto. “Devo dirti una cosa” è un po’ come “Ti devo parlare” insomma, mette ansia. Molta ansia.
-“Oh beh, dimmi…” Risposi con naturalezza, anche se in realtà stavo cominciando ad innervosirmi. Andiamo, chi avrebbe voluto fare dei stupidi giochi di parole alle 7.30 del mattino? E poi, sono sempre stata una tipa facilmente irritabile, e lui sembrava si stesse impegnando a rompermi le palle in quel modo.
-“Beh, tu sai che prima di conoscere tua madre, avevo… avevo un’altra donna, con la quale ero sposato, no?”
-“E quindi?” Dissi sgarbatamente.
-“E quindi… con quella donna ho avuto un figlio, Matthew… e dato che la mia ex moglie è stata trasferita all’estero per lavoro, Matthew starà con noi e sarà il tuo nuovo fratellastro…”
Okay, avete presente un head-shot? Ecco, quella notizia mi arrivò addosso esattamente come un fottuto head-shot. Ecco perché si comportava in quel modo così strano. Mi stavo decisamente incazzando. Perché avevano aspettato l’ultimo momento per dirmelo? E soprattutto perché mia madre ha mandato quell’incapace di Jake a parlarmene? Feci per aprire bocca e contestare in modo poco educato, ma Jake mi precedette e prima che potessi anche solo dire “A” lui disse:
-“Ti troverai bene con lui, lo ha detto anche tua madre! Avete gli stessi gusti, ascoltate la stessa musica ed entrambi avete piercing e tatuaggi, insomma siete strani… in senso positivo, ovviamente! E poi starete in stanze separate, la casa lì è molto grande e…”
Mi fermai a pensare e la voce di Jake diventò un “BLABLABLA” di sottofondo ai miei pensieri.
Sul serio quel ragazzo aveva piercing e tatuaggi? E ascoltava la mia stessa musica? La cosa si faceva interessante.
Dunque abbassai lo sguardo e cercai di ritrovare la calma.
Poi alzai la testa e guardai Jake, gli sorrisi, e infine gli dissi:
-“Sta’ tranquillo Jake, non sarà un problema. Mi comporterò bene.”
Vidi sorridere anche lui e poi fummo interrotti dal clacson di una macchina fuori dal nostro appartamento… era il taxi che avrebbe dovuto portarci all’aeroporto.
-“Allora andiamo, o faremo tardi.” Disse, sfoggiando un sorriso enorme. Ricambiai il sorriso e poi lui prese la mia valigia e la portò giù, dove c’era mia madre che finiva di caricare le valigie sue e di Jake sul taxi. Per quanto mia madre fosse magra, era davvero muscolosa e forzuta. Lasciai che entrambi caricassero tutto nel taxi e poi andai a sedermi nell’auto, vicino al finestrino, per poter guardare un’ultima volta quella che per 17 lunghi anni avevo chiamato “casa” …
22 P.M.
Per attraversare mezzo mondo, l’aereo aveva impiegato 13 ore… e per circa 12.59 ore non avevo fatto altro che dormire. Dormivo decisamente troppo e sono sicura che se mia madre non mi avesse svegliata, avrei potuto dormire per altre dodici ore come minimo. Comunque, appena scendemmo tutti e tre dall’aereo, c’era un altro taxi ad aspettarci e che ci avrebbe portato nella nuova casa, perciò feci un ultimo sforzo e salii sul taxi, ancora mezza rintronata per le quasi 13 ore di sonno che mi ero involontariamente fatta. Fortunatamente ci volle poco per arrivare e quando arrivammo davanti alla nuova casa, non potei fare altro che rimanere a bocca aperta e anche l’ultimo accenno di sonnolenza, sparì.
-“Porco cazzo…” Sussurrai, assumendo un’espressione da ebete. Quella casa era spaventosamente grande! Era tutta bianca e già da fuori si poteva intravedere la piscina, i tanti fiori colorati, le mille luci sparse per il giardino e la maestosa porta di ingresso, con un piccolo vialetto fiorito che conduceva ad essa.
-“Piaciuta la sorpresa?” Disse mia madre, sorridendo.
-“Sì che mi è piaciuta! Questa casa è enorme!” Mi girai verso di lei con un grande sorriso stampato in faccia e la abbracciai… abbraccio a cui poi si unì anche Jake, non so bene per quale motivo. Entrambi sorrisero e dopo aver scaricato ogni cosa dal taxi, cominciammo a portare tutto dentro, senza sapere che c’era già qualcuno che ci stava aspettando…

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Capitolo 3
*** Fuckin' perfect. ***


Entrai in casa per prima, con il mio zainetto in spalla e la valigia trascinata con ben poca grazia lungo il vialetto, e rimasi piacevolmente sconcertata da ciò che vidi: Al suo interno la casa era arredata semplicemente e con soli due colori, il bianco ed il nero, che giocavano elegantemente fra loro. Al centro della grande stanza c’era un divano ad “L” bianco, enorme e morbido addirittura alla vista. Posto davanti ad esso, c’era un caminetto e un televisore al plasma davvero grande, con una console e molti giochi riposti in un grazioso armadietto nero lì accanto. Poi c’era un tavolo da pranzo molto grande e dei quadri appesi che contornavano il tutto in modo molto sobrio. C’era una porta sulla destra, chiusa… Oh beh, chiusa ancora per poco. Corsi per andare ad aprire la porta e mi si presentò davanti la cucina, classica anche quella, ma questa giocava più su delle sfumature di grigio, alcune più chiare ed altre più scure, a partire dai fornelli al frigorifero, al tavolo e addirittura i centrini ricamati sul piccolo tavolo erano grigi!
-“Wow… tutto questo è stupendo!” Pensai ad alta voce.
Feci per uscire dalla stanza e richiudere la porta, quando vidi mamma e Jake entrare con le ultime cose fra le mani.
-“Ti piace?” Chiese mia madre.
-“Oh sì, la adoro! Adoro questa casa!” Risposi con entusiasmo. –“Ma come mai è già tutto sistemato così bene?!” Dissi, piacevolmente sorpresa.
-“E’ stato Matt, è arrivato qui ieri per dare una sistemata insieme ai suoi amici… non pensavo che fossero così attenti ai dettagli, quei ragazzi!” Disse Jake scherzando.
-“Allora, hai già scelto la tua stanza?” Mi domandò mia madre, senza smettere un attimo di sorridere.
-“C-cosa?! Cioè… posso scegliere io?”
-“Ma certo che puoi! Va’ al piano di sopra, penserò io a portarti le valigie.”
D’istinto lasciai cadere la valigia a terra e lanciai un piccolo gridolino di gioia, mentre correvo su per le scale che portavano al secondo piano. Era incredibile quella casa, anche il corrimano delle scale aveva stile, nulla era stato messo a caso e tutto era stato dettagliato fino in fondo… e la voglia di conoscere quel Matthew aumentava sempre di più.
Feci l’ultimo gradino e poi mi guardai intorno: C’erano due corridoi non troppo lunghi, uno a destra e uno a sinistra. Sulla sinistra c’era solo una stanza, mentre sulla destra ce n’erano tre, sfortunatamente uno era il bagno, perciò la cerchia era ristretta e non avevo molta scelta. Mi buttai quindi sulla destra e camminando in avanti, mi accorsi che su una delle porte delle stanze, c’era un mega poster dei Pantera e una targhetta con scritto “Matthew” sopra.
-“Che palle, è arrivato prima lui! Non è giusto!” Battei un piede a terra, rendendomi conto solo poco dopo che mi stavo comportando come una bambina di sette anni a cui viene negato un giocattolo, così mi guardai intorno imbarazzata e mi schiarii la voce… in pratica cercai di svagare anche se nessuno mi stava guardando, come una deficiente.
Comunque proseguii lungo il corridoio e arrivai all’ultima porta, consapevole che quella sarebbe stata la mia stanza per gli anni a venire… così chiusi gli occhi e aprii la porta, senza il coraggio di guardarci dentro, almeno per qualche minuto…
Poi presi coraggio e aprii gli occhi.
-“Oh mio Dio…”
Quella stanza era fantastica.
Sapevo che nel trasloco tutte le mie cose erano arrivate prima di me a destinazione, perciò mi aspettai di trovarle ancora imballate e da sistemare, invece, il famoso Matthew, aveva già sistemato tutto. Aveva appeso tutti i miei amati poster delle band, aveva sistemato il mio pc su una scrivania nuova di zecca, addirittura aveva sistemato i miei video-giochi e i miei cd in un mobiletto accanto al letto, in un modo impeccabile. Il letto, poi… era a due piazze, con un copriletto e delle coperte nere con dei ricami, a dir poco meravigliose. Anche il mio amplificatore, le mie chitarre e il mio microfono erano tutte lì, sistemato tutto a perfezione. La stanza era grande abbastanza da contenere tutte le mie cose in modo ordinato e per di più c’era un piccolo balconcino, dal quale si vedeva addirittura il mare.
-“Caspita, Matthew e i suoi amici hanno fatto proprio un bel lavoro, non trovi?” Disse Jake, entrando nella stanza con le mie valigie. Mi fece sobbalzare, lo ammetto, ma era la prima volta in cui ero davvero felice di vederlo.
-“Direi proprio di sì! Hanno sistemato tutte le mie cose e questi mobili nuovi… sono bellissimi!” Dissi, con un sorriso che mi andava da orecchio a orecchio.
-“Sì, gli ho detto di comprare qualcosa di nuovo per la tua stanza e non è stato un problema, dato che avete gli stessi gusti… comunque lì potrai mettere tutti i tuoi vestiti!” Jake puntò il dito contro un armadio osto sulla parete, che ancora non avevo notato. Era di media grandezza e sotto aveva dei cassetti per la biancheria. Sorrisi e poi presi le mie valigie e lo ringraziai, guardandolo poi uscire dalla stanza.
Velocemente aprii le valigie e sistemai tutte le mie cose nell’armadio, riponendo poi la valigia sotto il letto. In fine posai il mio zainetto sulla sedia della scrivania e lo aprii, tirando fuori la foto di me ed Emily… Già, Emily! Come avevo potuto dimenticarla?! Misi la foto sulla scrivania e poi rovistai ancora alla ricerca del mio telefono.
Trovato.
Subito composi il suo numero e aspettai che rispondesse… Ma partì la segreteria telefonica. Avevo dimenticato che era quasi mezzanotte. Posai il telefono e mi guardai ancora intorno, quando il mio sguardo si soffermò ancora una volta sul piccolo balcone. Ridacchiai e mi avvicinai a passo svelto vicino alla finestra, scostando leggermente la tenda per guardare quel bellissimo panorama: Le spiagge californiane di notte. Mai visto nulla di più bello. Abbassai lentamente lo sguardo e notai la bellissima piscina e tutto il giardinetto sistemato, e un ragazzo dalla possente muscolatura che nuotava nella piscina insieme ad altri quattro ragazzi… dovevano essere Matthew e i suoi amici. Li osservai ridacchiare e schizzarsi a vicenda, e insieme a loro, ridacchiai anch’io.. Era una scena tremendamente divertente. Lasciai andare poi il piccolo lembo della tendina che tenevo con il dito e sospirai, ero davvero stanca, anche se avevo dormito per quasi 13 ore di fila. Decisi di liberarmi di tutti i vestiti e tirai fuori una canotta dall’armadio, e dopo averla infilata, mi misi sotto le coperte e mi addormentai.


Scusate se aggiorno solo ora, ma purtroppo non sono riuscita a connettermi prima poiché uno dei due server di Efp non va, quindi non mi faceva accedere al mio profilo... e come se non fosse abbastanza, mi stanno piovendo addosso interrogazioni e compiti in classe, quindi non praticamente più tempo perché infilano 3-4 compiti in classe in un giorno solo. c. c
Il prossimo capitolo vi piacerà di più, promesso! Scusatemi ancora... e spero vi piaccia!

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