Il bello e la Bestia

di bethrandall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** un buon libro ***
Capitolo 3: *** la cacciatrice ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Neor correva con la sua sedia per il corridoio , Fea l’aveva mandato a chiamare ,lei era fin troppo indaffarata per badare ai due gemellini strepitanti.
 Giunto davanti alla porta aveva il fiatone. Le braccia stanche per aver spostato con troppa veemenza le ruote. Guardò la maniglia e con delicatezza spinse il battente per entrare. Kalth piangeva e Amina era arrabbiata ,seduta sul letto , con il suo vestitino tutto fiori e tulle. Ora che guardava con più lucidità la scena vide il vestito strappato in più punti , e un giocattolino di legno rotto. Ricostruendo la scena … Amina agitata, pur di rompere qualcosa aveva preso il giocattolo del fratello, che povero , al solito , era tranquillo nel suo angolo della stanza.  Avevano  tre anni, quasi quattro a dire il vero.  Non appena lo videro davanti l’uscio della porta smisero con la scena. Kalth allungò le mani verso il padre , pronto per essere consolato. Amina invece, si era totalmente girata , dandoli le spalle.
‘’ ehi , ehi ehi! Non fate così. Volete ascoltare una storia di papà?’’Le storie li calmava un sacco , e in quel momento , dopo quella tragica scena , poteva essere l’uncino barlume di salvezza.  Kalth si asciugò le lacrime  e sorrise, annuendo.  Amina non lo diede a vedere , ma Neor capì comunque che la sua figlioletta acconsentiva.
Si trasportò con la sedia vicino al letto e prese i due gemelli in braccio. Erano piccoli in effetti , bassi , ma nella norma , e poi erano leggeri. Li fece accomodare sulle sue gambe, ormai addormentate, non sentiva il peso , o i pizzicotti di Amina, ma almeno li permetteva di stare vicini e a contatto con lui. Cosa che non provava più  da molto tempo ormai. Nessuno più lo guardava in faccia , come ignorassero il suo difetto. E ne soffriva molto. Ma poi vedeva il sorriso felice dei suoi figli , curiosi di sapere il perché o come poteva vivere grazie a quella sedia. Accarezzò i capelli di Amina, mentre con l’altro braccio stringeva le spalle di Kalth , quel suo piccolo ometto , così astuto e acuto. Un po’ come lui. Bene, ora arrivava il momento difficile. Che storia raccontare? Era bravo a inventare, ma doveva prepararsi minimo una trama, e seduta stante non li veniva in mente nulla. Fu un lampo di genio, venuto a caso dalla bocca di Amina , che aveva fatto un verso simile al grr di un feroce animale. Sua madre diceva che quando era nervoso , da piccolo, anche lui  esprimeva il suo sentimento tramite versi , come fosse un feroce drago pronto a sputare fuoco , diceva.
Ed eccola sua madre. E pensò immediatamente a suo padre ,e a tutte le storie che li raccontavano. Onestamente era tentato di raccontare le avventure di sua madre e suo padre, ma anche se non poteva attendere più, i suoi gemelli erano dei bambini avrebbero capito ben poco. Ed eccola ,la trama. Come si delineava sempre di più nella sua testa.
‘’ papà? E alloa? Quando la acconti la stoia? ‘’
era sempre una dolcezza sentire le parole dei bambini , che a stento riescono a formare frasi fatte , quel loro accento così… semplice.
‘’eccola , mia dolce Amina. Una storia per tutte e tre’’
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C’era una volta, in un paese lontano della Terra del Sole , una splendida principessa. Ella era accecata da se stessa, e cercava puntualmente qualcosa o  qualcuno che  potesse riempire la sua vita dopo la tragica scomparsa del suo caro Maestro. Così divenne egoista, e pensò solo ai suoi beni e a quello che riusciva a possedere o che già possedeva. I suoi fedeli compagni, la ragazza Theana, e il suo devoto amico Lonerin , le stavano accanto , tentando in vano , di aprirgli gli occhi. Ma più il tempo passava , più la principessa si logorava nella sua disperazione , finendo per diventare  solo un oscura presenza che si girava nel  castello. Un giorno di tempesta, quando il cielo era divenuto nero , un brutto generale ormai deposto bussò alla porta del castello , chiedendo alla principessa di alloggiare in quel posto. Lei non accettò, perché oramai , il suo cuore così distrutto dall’ angoscia , non si  fidava più. Cacciò fuori l’uomo e li ordinò di non tornare , ma quest’ultimo si trasformò in un uomo diverso , dalla tunica rosso sangue , e sotto lo splendore di una stella cremisi la maledisse facendola diventare una bestia. Detto questo lui le consegnò una lettera , un pugnale , e infine una rosa. La lettera e il pugnale era l’unico ricordo ormai perso  del suo Maestro e dunque solo vedere quelle reliquie , il cuore si spaccava di dolore. La rosa era l’amore che lei non sapeva ricambiare. Il sortilegio dunque prevedeva che , se tutti i petali fossero caduti prima del suo ventesimo compleanno , senza che lei avesse fatto nulla , senza che lei avesse dato amore, sarebbe rimasta una bestia per sempre.



(angolo dedicato all’autrice della fan fiction : salve! Scusate in anticipo se storpierò di molto la favola della bella e la Bestia (intanto notiamo che ho già assegnato i ruoli in maniera indecente) , penso che sia l’unica storia che può realmente essere più simile alle ‘’Guerre’’.
dunque , come avrete già notato , io e SandButter ,abbiamo realizzato delle storie , prendendo spunto da antiche fiabe, e ci sembrava doveroso assegnare una fiaba anche alle Guerre . (Adhata: alice nel paese delle meraviglie ‘’ realizzata da me ‘’—Nihal : il mago di Oz’’realizzata interamente da SandButter’’ ) spero che questa nuova storia possa piacervi al pari delle precedenti , divertitevi , o almeno spero , e scusate ancora per i brani futuri,)
 

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Capitolo 2
*** un buon libro ***


Learco si era svegliato di buon umore, come al  solito. Si stiracchiò allungando le braccia verso l’alto e sbadigliando silenziosamente, socchiudendo gli occhi alla fievole luce del giorno appena nato. Stette altri minuti poggiato nel suo letto, ad assorbire il calore delle coperte. Era un comune contadino , lui. Non era un principe, si ripeteva. Beh, nemmeno voleva esserlo, anche se la forza e il coraggio di un condottiero nei libri, lo esaltava. Anche lui un giorno sarebbe diventato re, e non perché si credeva all’altezza o addirittura superiore ad ogni popolano. Semplicemente lui si sentiva coraggioso e forte come i principi nei racconti.
Si decise di alzarsi dal letto, prese i suoi classici vestiti dal comodino , quelli che più erano comodi. Con pochi gesti si sciacquò la faccia con il panno zuppo vicino al  comodino , si attaccò i morbidi ricci biondi –bianchi in una coda e con altrettanta fretta si sistemò i vestiti , allacciandosi il corpetto azzurro sul davanti e sistemando i calzoni. Mise i piedi dentro gli stivali , prese la sua bisaccia e uscì fuori.
 Il sole splendeva ancora mezzo sopito, ma l’odore di pane impregnava l’aria e lui aspirò a fondo quel dolcissimo profumo che li urlava un calorosissimo Buongiorno.
iniziò a camminare per le strade del paese. Il viso affondato in un libro che si e no aveva riletto quattro o cinque volte. Era molto affezionato alle storie e per quanto fosse grande e il paese lo catalogava come ‘’ragazzino’’ , lui li ignorava , continuando a leggere e fantasticando di essere lui il grande eroe protagonista della storia.
 Le ultime tre pagine.
 Le migliori.
Anche se non era proprio ‘’virile’’ ,come dicevano i soldati in paese, pensare all’amore piuttosto che alla guerra, lui non li ascoltava. E preferiva di gran lunga le parti in cui finalmente la protagonista bacia il suo eroe, cosa c’è di più romantico e forte del coraggio e delle prese di iniziativa che solo le donne hanno?
 Lui adorava quelle donne che anche se sono state parecchio coraggiose ad affrontare come ostaggi tutti i terribili momenti nel racconto , alla fine avevano ancora la forza per tirare avanti e sorridere alla vita. Cosa che nella realtà succedeva  raramente. E poi , caspita! Non c’è cosa più eccitante per un uomo che vedere una donna che li tiene testa.  Finì le ultime due righe , assorbendole con molta cura dentro la testa.
 Sentì le prime serrature aprirsi , le finestre spalancarsi e le fontane gorgogliare, pian piano il vocio dei paesani riempì il paese. Fu lieto di aver finito il libro poco prima. Lo tenne stretto , adattando  la mano alla rilegatura. 
‘’ buongiorno Leò’’
‘’buondì’’
‘’Leò?’’
‘’ciao Leò’’
‘’Salve signorino’’
‘’salve, Leò’’
un coro di saluti , bastava incontrare lo sguardo di tutti per ricevere un buongiorno , ma sapeva quanto finti potevano  essere quei saluti, sapeva che in paese nessuno aveva  dei complimenti verso di lui , perlomeno del suo carattere, poi il suo aspetto era più che discusso. Le ragazze che già col mattino si piantavano vicino le fontane a parlare di lui e in genere di tutti i soldati. Learco non voleva fare il guerriero, preferiva stare piegato anni sulle sue storie piuttosto che vedere il filo della sua spada sanguinare, il ché era incoerente con i suoi sogni di eroe.
Sbuffò sistemandosi un ciuffo di capelli che cadeva costantemente sopra i suoi occhi. L’odore di pane si addensava tutta vicino a una casetta  fatta in legno. Il fornaio stava preparando lo stesso pane di ogni giorno, e le ragazze non sposate , trafficavano con i meccanismi del pozzetto. Jenna invece era stato messo in punizione per aver rubato cinque pani interi al fornaio. La sua testa piegata tutta a sinistra , dormiva , attaccato alla gogna. Una notte al freddo per punizione , si e no , fra qualche minuto sarebbero venute le due guardie a liberarlo.

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‘’Jenna?’’ Amina guardava Neor incuriosito , onestamente , Jenna era un vecchio amico di sua madre Dubhe , li sembrava doveroso metterlo nella storia, anche se povero … stava dormendo appeso alla gogna. Comunque era un ladro , un minimo di educazione doveva importare ai suoi figli, anche se Amina aveva un qualche talento per il furto. Comunque …

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Learco passò vicino ai carri dei fruttivendoli, degli allevatori, vicino alla carovana dei soldati che già col mattino presto , puzzava di alcolici e vino mischiato con fango.
Ed eccola , la sua bottega preferita. Aprì  la porta e il tintinnio del campanello lo riempì di gioia. Quella era più familiare della sua stessa casa. Respirò a pieni polmoni l’odore di carta e inchiostro, entrò chiudendo la porta piano. Volco alzò lo sguardo dal suo enorme tomo , e sorrise non appena vide Learco. ‘’buongiorno ragazzo mio! Posso aiutarti? ’’

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‘’Volco?’’ Kalth guardava Neor  stupefatto. Di conseguenza , da bravo papà , accarezzò la testa di suo figlio. ‘’ si era come un padre per tuo nonno’’ Klath si mise due dita in bocca e piegò la testa di lato. ‘’ nonno aveva Papà?’’ Neor sorrise e annuì …
‘’ tutti abbiamo un papà, anche se siamo adulti , abbiamo un papà, e questa  persona era importante per tuo nonno. Molto’’
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 Learco sorrise per risposta.
‘’ vorrei prendere un altro libro , se non le dispiace.’’ Volco indicò la parete che grondava di libri. Era straordinario quanto i colori vivaci delle rilegature dei libri e il giallo antico delle pergamene potesse abbinarsi alla perfezione  con il legno lucido degli scaffali, che tra pagine strappate e fogli bianchi ,spuntava di rado .  ‘’ accomodati pure ragazzo’’
Learco si diresse verso lo scaffale e a colpo sicuro scelse un libro con una rilegatura rossa. ‘’prendo questo’’ Volco si sistemò gli occhiali , stupito. ‘’ l’avrai riletto qualche dieci volte’’ Il ragazzo  abbassò lo sguardo guardandosi la punta degli stivali. ‘’ è il mio preferito ‘’
Volco si avvicinò verso di lui e lo abbracciò. ‘’ prendilo , allora. È tuo’’ Learco quasi si commosse e lo strinse più forte a sé. ‘’ io … non ho parole per ringraziarlo, sul serio.’’ Volco si risistemò gli occhiali. ‘’ tranquillo non ce n’è bisogno ‘’ li diede un affettuosa pacca sulle spalle e il ragazzo si strinse il libro a sé. ‘’ la ringrazio , veramente’’
Non vide le due giovani  castane fiondarsi dentro il negozio  e quasi sbatte sulla ragazza che portava uno chignon fatto male con ciuffi ovunque. ‘’salve’’
 Le due ragazze videro i libri poggiati sul tavolo, soprattutto quello che aveva posato lui  e , senza nemmeno squadrarlo si precipitarono verso il libraio.
‘’ di questo libro , vi sono copie?’’ disse la ragazza dai capelli lisci un po’ spettinati.
‘’ e di questo libro su Nammen?’’  chiese la ragazza dal buffo chignon.
Learco sorrise , e uscì silenzioso dalla libreria.



(spazio dedicato all’autrice della fan fiction: Salve gente!^^ spero che questo primo capitolo fatto su due piedi vi colpisca , penso di essere stata veramente stretta e avara con le descrizioni. Volevo solo rivelare che la comparsa delle due ragazze altro non è che un cammeo della sottoscritta e della mia cara Sandbutter. Spero ti piaccia la sorpresa , mia cara. Buona lettura a tutti comunque!) 

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Capitolo 3
*** la cacciatrice ***


Fu lesta come al solito, e letale. Anche se non aveva colpito nessuno in particolare. Aveva c’entrato un sacco di farina dietro il fornaio , e le galline del povero uomo sloggiarono tutte chiocciando spaventate. Rekla sorrise , e con un movimento tutt'altro che femminile  fece scricchiolare le ossa del collo , che emisero un suono al quanto spaventoso , come qualcosa di rotto.
‘’ Bel tiro , Signora. Al solito’’
A parlare era stato Filla il suo miglior consigliere , non ché aspirante cacciatore. Perché dopo tutto lei era la Cacciatrice di tutto il paese.  E tutti gli uomini le cadevano ai piedi un po’ come facevano le sue prede dopo una pugnalata dritta al cuore.
‘’Anni di esercizio , non poteva essere altrimenti. Ultimamente le  cerbiatte mi scappano sotto il naso , e io voglio essere il più veloce possibile. Infangherei il mio buon nome se non lo facessi. ‘’
I cacciatori dietro di lei fecero un coro di accordo , come se le cerbiatte rappresentassero una calamità per tutto il paese. Ma la ragazza sapeva benissimo che quelle urla di giubilo erano solo ed esclusivamente rivolte a lei.
Rekla si sistemò i capelli ricci , facendo vaporare le sue ciocche intorno alla testa. Sembravano tanti raggi di sole intorno a lei. E i suoi capelli erano  … diciamo, un vanto … ecco , la distinguevano da quei bifolchi che le stavano dietro.
‘’Signora , devo dirle che il mastro del paese ultimamente si comporta da  cafone verso i suoi confronti , la deride spesso , eh … fa commenti sessisti. Dicono che le femmine , non dovrebbero impugnare arm … ‘’
Rekla afferrò per il bavero il suo antico ‘’capo’’ di caccia , ormai vecchio, non passava più a rassegna per i boschi. La ferocia era intatta , ma ormai ogni sua azione veniva pronunciata dalla ragazza che aveva preso il suo ruolo. ‘’ non ho bisogni di spioni stupidi che mi vengano a dire cosa circola in questo paese, se le persone , soprattutto voi stupidi uomini che rasentate a essere più semplici di una cellula ,  parlano male del mio ruolo. Vi dico una cosa , sarò pure una donna, ma ho sfamato questo paese a forza di pugnalare creature indifese’’ detto questo  estrasse il pugnale dalla cintola e lo poggiò a un soffio dalla giugulare del tizio.
‘’ Sai cosa circola anche in paese , mio vecchio consigliere? Che io mi sono fatta strada uccidendo coniglietti. Ma , in questo caso , le voci sono vere. E se in un primo momento i poveri cuccioletti del bosco piagnucolavano implorandomi di far cadere il pugnale a terra e di lasciarli liberi , poi gemevano di dolore o stavano in silenzio. Ecco , anni anni di coniglietti , mi hanno insegnato tante tecniche per uccidere qualcuno. E tu , mi ricordi tanto un coniglietto … mi si sta risvegliando la voglia !’’ lasciò il bavero della casacca malamente e il povero uomo si accasciò per terra , sollevando una leggera nuvola di  polvere intorno. ‘’ Filla? Dov’è sta il mastro?’’
‘’Nella sua bottega signora.’’
Rekla rinfoderò il pugnale e sistemandosi nuovamente i capelli si precipitò verso la bottega. Ma qualcosa le inchiodò i piedi per terra. Persino l’aria non passava più dai polmoni. Vicino alla fontana del paese , di fronte la bottega del mastro , seduto a leggere stava Learco , il ragazzo più bello e cortese dell’intero villaggio.
‘’Ehilà! Buongiorno!’’ non ottenendo risposta si avvicinò al ragazzo , assorto nella lettura come  se tutto ciò che lo circondasse non esistesse e solo il libro pesante sulle mani avesse una consistenza reale.
‘’Ho detto Buongiorno!’’
Learco si riscosse e le sorrise. ‘’ Scusi , Buongiorno!’’

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‘’ Ma questa cacciatrice è cattiva? ‘’
‘’Certo, lei soprattutto! ‘’
Amina e Kalth  guardarono Neor incuriositi! ‘’ L’hai conosciuta?’’
Neor scosse la testa ‘’ No , ma credetemi , è cattiva ,e … Amina , se non ti comporterai bene verrà a prenderti durante la notte!’’  Amina si nascose la testa sollevandosi il vestito e iniziando a tremare tutta . ‘’ No , per piacere ! No’’ Neor le diede un bacio sulla fronte attraverso il morbido tessuto.     ‘’ Allora fai la brava , promesso? ‘’
Amina annuì ‘’ promesso’’ .


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Learco guardò la cacciatrice del villaggio. Alta , vestita da uomo e due freddissimi occhi azzurri , che se rimanevi lì lì per guardarla potevano ustionarti come fa   il ghiaccio.
‘’ Scusi , Buongiorno!’’ non l’aveva sentita ,doveva essere sincero. Quando leggeva il mondo diventava nebbia e pian piano le parole vergate sul libro prendevano consistenza trasformandosi in paesaggi  infiniti. Tutto ciò che leggeva lo faceva sprofondare in un mondo a parte. Aveva addirittura  scordato di essere dietro la fontana e ne prese coscienza solo quando uno schizzo di acqua colpì la casacca.
‘’Cosa leggete?’’ Rekla , la cacciatrice, senza chiedere nessun permesso li sfilò il libro dalle mani e iniziò a sfogliarlo , sedendosi comodamente sul muretto in pietra che li separava della fonte d’acqua. Una caviglia sotto la coscia e un piede penzoloni. Curvata , nel vano sforzo di convertire le parole in immagine.
‘’ È un libro che ho letto spesso , Signora ! se vuole qualche giorno potrei prestar …’’
Lei chiuse il libro malamente e lo restituì al proprietario. ‘’ Nah. Non è cosa per me una sana e ricca lettura, piuttosto punto sull’esercizio fisico, e dovresti ricrederti pure tu! ‘’ gli occhi della giovane donna lo squartarono tanto lo vedeva con attenzione , di fronte quello sguardo indagatore  si sentiva nudo con un verme , e strinse più forte il libro al petto. ‘’ Magari un giorno’’.
‘’ Ora mi piaci di più. Saresti un buon partito. E io, sono donna da marito, ma non ho intenzione di cedere a nessuno di questi famelici lupi che vivono in questo villaggio. Un uomo bello e cortese come te, sarebbe una brocca d’acqua nel deserto più arido del mondo. Un ottimo Marito.’’
Detto questo la ragazza sbatté le ciglia e si risistemò le ciocche bionde sulle spalle.
Ma Learco scosse la testa e decise di scendere dal muretto della fontana , poggiando gli stivali sulla liscia pietra del suolo. ‘’ Grazie per i complimenti , soprattutto  se detti da una persona di inestimabile bellezza come voi , ma … ‘’ pian piano si allontanava , evitando di inciampare nella pietra. ‘’ Ma un uomo come me , non potrebbe accudirla in nessuna maniera, cioè , sono , ancora un … inesperto. Non so cacciare , né cucinare o semplicemente occuparmi di una donna forte e sensuale come lei’’ gli occhi azzurri della ragazza scintillarono a quelle parole. ‘’ Non preoccuparti , insegno a molte persone il mestiere del cacciatore , non mi confonderei per una persona in più. Soprattutto se la persona è così gentile e ha la capacità di parlare, cosa rara in paese.’’
Il povero Learco non aveva in mente nessuna dolce parola nei suoi confronti o  almeno capace di risultare garbato.
‘’Avrei un impegno , Signora.’’
‘’Posso aspettare volentieri messere!’’
Si guardò intorno , poteva facilmente raggiungere casa sua se prendeva per il vicolo dietro al bottega del mastro , che stava ghignando di fronte la scena che li si parava davanti agli occhi.
Learco sospirò , stringendo il libro fra le mani.
‘’ Da piccolo avevo sei coniglietti e li accudivo tutti con cura , ora con permesso.’’
La ragazza rimase scioccata e lui ebbe il tempo di svoltare verso casa sua.

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Rekla rimase sconcertata dopo l’ultima frase che il ragazzo aveva detto. E il sentir ridere quello stupido insolente del mastro Forra , affacciato alla finestra le fece ribollire il sangue nelle vene. Di impulso lanciò un pugnale verso la direzione del mastro, e quello con molta fortuna si scansò in tempo. Almeno aveva smesso di sogghignare. Rekla si sistemò nuovamente i capelli e il mantello sopra le spalle.
‘’ Filla, portami le armi e i sacchi. Devo cacciare!’’
‘’Sì , Signora’’
Il ragazzo fu svelto a portarli tutto quello che aveva di bisogno. Si caricò i sacchi sulle spalle e sistemò i pugnali  dentro i foderi.
L’avrebbe conquistato. Prima o poi.


(spazio dedicato all ‘autrice della fan fiction: oddio! Da quanto tempo non aggiorno?  Non fucilatemi , ve  ne prego , ma il tempo mi è stato nemico. Divertitevi con questo breve capitolo. Spero di aggiornare presto! Spero. )

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