Draco Malfoy e i Doni della Vita.

di SomeOctoberAgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una bambola di cera ***
Capitolo 2: *** Family First ***
Capitolo 3: *** Alone without himself ***
Capitolo 4: *** Il segreto di Bellatrix Black ***
Capitolo 5: *** Wingardium Leviosa ***
Capitolo 6: *** La misteriosa Cattedrale di Naddoddur ***
Capitolo 7: *** Acque profonde ***
Capitolo 8: *** Non ti lascio ***
Capitolo 9: *** Mamma Bellatrix ***



Capitolo 1
*** Una bambola di cera ***


Una bambola di cera

Solo nel fango ci incontravamo ma soprattutto mi rimprovero
per la completa depravazione etica a cui ti permisi di trascinarmi.
Oscar Wilde

Erano passati tre anni dalla battaglia finale ad Hogwarts, tre anni da quando Harry Potter aveva sbaragliato il Signore Oscuro. Ciò che tutti avevano pensato guardando il lampo verde ritorcersi contro Lord Voldemort era che sarebbe cambiato tutto. Non ci sarebbero più stati Mangiamorte ad Hogwarts e Dissennatori a Hogsmeade, il Ministero della Magia sarebbe tornato il luogo di ordine e giustizia che era sempre stato. Non ci sarebbero più state vittime innocenti di una guerra folle. Sarebbe cambiato tutto.
I pronostici ovvi sugli effetti della scomparsa definitiva di Voldemort si realizzarono, ma ciò che a tutti pareva impossibile avvenne: la vita tornò quella di sempre, per tutti. 

Per tutti tranne che per i Malfoy. 
Furono gli unici tra quelli che portavano il Marchio Nero che non vennero rinchiusi ad Azkaban, ma subirono diversi processi alla corte del Wizengamot. La loro salvezza da Azkaban fu il pentimento mostrato da Narcissa, quando mentì sulla morte di Harry e quando abbandonò la battaglia insieme a Lucius e Draco. Non vennero incarcerati, ma il disonore macchiò il nome dei Malfoy con un'impronta ancora più forte di quella che portavano impressa sull'avambraccio sinistro. Lucius perse il lavoro e ogni influenza, Narcissa trovò un impiego presso Madama McClan mentre verso Draco furono tutti più comprensivi. Draco, grazie anche a quanto emerso dinnanzi al Wizengamot, era visto come una vittima della sua famiglia. Cresciuto tra i Mangiamorte, non aveva modo di sfuggire a quel destino. Specialmente negli ultimi due anni in cui il giovanissimo Draco si era trovato senza protezione dalla follia omicida di Bellatrix Lestrange prima e Voldemort stesso dopo. Quanto emerso da quel processo gli permise di condurre una vita normale nella comunità magica.
La Fortuna aveva abbandonato il maniero dei Malfoy, ma qualcos'altro li aveva visitati: la pace dell'anima. Avevano perso tutto, eppure stavano bene. Lucius e Narcissa avevano accettato di essere delle nullità, avevano avuto anni per accettarlo: da quel lontano 1996, quando avevano fallito nel furto della Profezia al Ministero. La decadenza era stata progressiva e la miseria  venne assaporata a piccoli sorsi. Ciò a cui non erano abituati e che diede loro sollievo fu il pensiero che Draco non era più in pericolo per colpa loro, che non avrebbero più incontrato la disperata richiesta d'aiuto negli occhi del figlio senza poterla accogliere, che non erano più nel mezzo di una battaglia che non sentivano loro. Erano piccoli, insignificanti, disprezzati ma liberi. Provavano un senso di colpa nei confronti di Draco, perché sapevano di aver segnato la sua vita, se solo fossero stati dei genitori migliori l'avrebbero risparmiato da quella vita.  Anche Draco sapeva che se fosse nato in un'altra famiglia le cose sarebbero state più facili, ma non riusciva a odiare i suoi genitori che l'avevano sempre amato e avevano fatto di tutto per lui. Avevano fatto le scelte sbagliate e le conseguenze erano ricadute anche su di lui. I figli pagano sempre per le colpe dei genitori, non era un'esclusiva di Draco e lo sapeva bene.
Lucius non aveva un futuro come il giovane Draco e non aveva l'opinione pubblica in suo favore, non aveva nulla per cui lottare. Non usciva mai dalla sua villa, se non per lunghe passeggiate nel boschetto, ammirando le bellezze botaniche che aveva voluto per sé. Passava molto tempo seduto sotto le fronde dei suoi alberi, con lo sguardo perso tra i luccichii colorati che il sole dolce faceva fare alle delicate fontane d'acqua evocate con la magia. Aveva sbagliato tutto con il suo ridicolo disprezzo verso il resto del mondo. Che cosa credeva di fare? Inseguire dei deliranti sogni di dominio è patetico se hai più di quindici anni e lui con la sua ottusa ostinazione aveva condannato Narcissa e Draco. Li aveva esposti a crudeltà e disonore. L'unica cosa buona che avesse mai fatto, pensava, era stata sposare Narcissa. Era una donna delicata all'apparenza, ma era in realtà molto forte. Quante volte, in quell'anno terribile in cui il Signore Oscuro aveva fatto della sua magione il proprio quartier generale, Lucius aveva desiderato la morte? E Narcissa l'aveva sempre capito solo guardandolo. Quante volte quella meravigliosa donna, seppure esausta e sconfortata quanto lui, aveva evocato un Patronum perché infondesse speranza in lui? Ricordava ancora quei momenti: il suo vasto soggiorno immerso nel buio, malamente illuminato dal caminetto che emanava una luce amara. Un cigno argenteo appariva al seguito di un dolce sussurro femminile e rischiarava tutto. Poi quel cigno appoggiava il capo contro la schiena di Lucius e lo attraversava, facendogli avvertire le emozioni positive di cui era composto. Sentiva ricordi felici, gioia, speranza, coraggio e forza. Narcissa era una donna straordinaria. Non solo gli aveva salvato la vita, ma gli aveva pure insegnato un significato tutto nuovo da dare ad essa. Il significato della vita non è nel sangue pulito, è nella coscienza pulita. Lucius non provava solo amore per quella donna, provava anche una gratitudine immensa. 


Tuttavia qualcosa continuava a tormentare Draco Malfoy. Aveva perdonato i suoi genitori per quegli anni che aveva vissuto anche a causa loro, ma c'era una persona che non credeva sarebbe mai riuscito a perdonare per avergli rovinato la vita: se stesso. Si era lasciato plasmare come una bambolina di cera. Non aveva mai avuto il coraggio di essere se stesso. Chissà cos'avrebbe detto suo padre se avesse saputo che per tutti gli anni a Hogwarts il suo cuore aveva battuto per una mezzosangue. Qualsiasi cosa facesse, anche se compiaceva assai il padre, lasciava disgustato Draco: non era ciò che voleva. E ora si trovava con una vita che non era la sua. A volte si sentiva invisibile, un fantasma. Tutto ciò che aveva sempre fatto parte di lui, ciò che lui fingeva fossero le sue convinzioni, erano state bandite per sempre dal mondo magico e non aveva più un ruolo da recitare. Non era neppure riuscito a scagionarsi da solo, non aveva dimostrato a se stesso il suo valore nemmeno salvandosi: era stata, di nuovo, sua madre. Lei aveva avuto il coraggio di voltare le spalle a Voldemort prima che cadesse, lei aveva detto al Wizengamot "è solo un ragazzo!". Le era grato perché lo aveva salvato dalla morte e da Azkaban, ma gli bruciava come il fuoco il fatto che tutta la comunità sapesse che Draco Malfoy non era una persona ma una bambolina di cera plasmata dai genitori.  
Voleva costruire qualcosa che fosse solo proprio, qualcosa per cui non avrebbe dovuto ringraziare suo padre o sua madre. Voleva realizzare qualcosa che facesse di lui Draco Malfoy e non Il figlio di Lucius Malfoy o Il bambino di Narcissa Malfoy. Questo fu il motivo principale che spinse Draco ad andare a vivere da solo, in una casa normale, vicino al San Mungo dove aveva intenzione di lavorare come Guaritore.

Si sarebbe riscattato, si sarebbe perdonato.

Erano passati tre anni. Era una tiepida domenica di maggio e Narcissa Malfoy stava per servire il pranzo. Fu in quel momento che il Marchio Nero bruciò e divenne nero come la notte.


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Note dell'autrice:
-Bene, questo è il primo capitolo di questa fanfiction. Ho dovuto dedicarlo interamente all'introspezione perché Draco sarà uno dei personaggi principali, ma non è il Draco di zia Row, è un Draco cresciuto e maturato. Un po' rivisto. Mi è sempre dispiaciuto che non venisse mai approfondito a sufficienza, spero di riuscire a dargli l'intensità che merita.
-Il titolo è riferito, ovviamente, a ciò che Draco (e la società) pensa di se stesso. È il suo punto di partenza per qualcosa di più viscerale.

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Capitolo 2
*** Family First ***


Family first

Solo attorno ad una donna che ama
 può formarsi una famiglia.
Friedrich von Schlegel


Harry Potter era seduto, impotente. Non poteva fare alcunché per modificare il corso delle vicende che accadevano proprio sotto i suoi occhi. L'aria era tesa e tirata e negli occhi di quelle persone si leggeva il famelico desiderio di omicidio. Le due signore Weasley si fronteggiavano minacciose, in attesa che Harry emettesse il verdetto: quale delle due creme era migliore per la torta? La crema alle Violette Rabbiose di Molly Weasley o la crema Chantilly con Mini Esplosivi al Cioccolato di Fleur Weasley? Harry aveva cercato di spiegare alle due donne che entrambe le creme erano ottime, ma non era bastato. Avrebbe tanto gradito l'aiuto di Bill o di chiunque altro, ma erano tutti impegnati nei preparativi per la cena di fidanzamento di George. Hermione e Ginny erano ai piani di sopra alle prese con gli addobbi, Arthur preparava il tendone con l'aiuto di Bill e Charlie, mentre a Ron, Percy e George toccava la disinfestazione del giardino.
Si udì uno schianto al piano di sopra, seguito dalle urla soffocate di Ginny:
"Hermione! Credo... la tenda... sta cercando di strangolarmi"
"Cosa? Che le hai fatto?"
"Io? Ha cominciato lei cercando di strangolarmi!" 
Harry trattenne una risata e approfittò del momento per cercare di svignarsela
"Signora Weasley, forse è il caso che vada a salvare Ginny dalle tende assassine"
"No, Jinnì sa cavarsela da sola, devi dare un judisio sule nostre creme!" lo bloccò Fleur con la stessa aria omicida con cui guardava la signora Weasley.
Harry, sconfortato, stava per risedersi quando un grosso ed elegante gufo nero becchettò con aria nobile al vetro della finestra.
"Somilia a Épice, il gufo di mia cujina
Jacqueline" osservò Fleur incuriosita e andò ad aprire, per poi aggiungere pochi istanti dopo "mi sono sbaliata, è per te Arrì" e gli porse un sottile rotolo di pergamena candida, arrotolato e stretto da un sottile nastro nero.
Harry non riconobbe la scrittura, ma fu ben lieto di avere una scusa per allontanarsi dalle grinfie delle due cuoche infervorate. Nell'estremo tentativo di ritardare al massimo il ritorno alla disputa, sciolse con quanta più lentezza possibile il nastro. L'operazione di rallentamento venne facilitata dal fatto che il nastro sembrava essere stato annodato con un incantesimo di massima protezione. Dopo svariati tentativi di parolacce sussurrate, Harry usò la magia e potè aprire il pezzo di pergamena. Il messaggio era breve e conciso:

Potter, domani alle 15.30 al Paiolo Magico, ho informazioni di massima importanza. Siamo tutti in pericolo.
Malfoy

Harry fissò il pezzo di carta. Malfoy? Non lo vedeva da due anni, da quando avevano frequentato l'ultimo anno ad Hogwarts per prendere i M.A.G.O. ed era stato un anno desolante per Malfoy. Non era più popolare come prima, il suo unico amico era Blaise Zabini ed erano pochi gli altri Serpeverde che gli parlavano. Ron aveva avuto per tutto l'anno la tentazione di dargli il tormento ridicolizzandolo in pubblico, ed era stato molto faticoso per Harry e Hermione impedirglielo. Se tra Ron ed Hermione era finita era anche perché Ron aveva mostrato in tutti quei mesi un lato sgradevole che aveva sconvolto Hermione. Vedeva Ron con gli atteggiamenti meschini che aveva avuto in passato Draco, lo vedeva girare tronfio per i corridoi, vantarsi delle sue azioni. Era diventato viscido. Harry faticava ad ammetterlo, ma vedere Ron che umiliava Draco non lo divertiva, gli si stringeva il cuore e la voce di James Potter gli tuonava nel cervello: chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?
Le angherie nei confronti di Malfoy terminarono definitivamente a marzo. Era l'ora di Cura delle Creature Magiche, Hagrid li aveva divisi in coppie per creare con l'erba infestante Umorina un habitat sufficientemente velenoso per una particolare specie di coleottero letale e fuori controllo. Ron era in coppia con Seamus e avevano deciso di divertirsi a spese di Malfoy lanciandogli contro una pioggia di Umorina che avrebbe attirato su di lui la collera di quei coleotteri. Nessuno si era accorto di nulla, tranne Hermione. Malfoy era seduto di spalle, non vide l'incantesimo di Ron. Quando si voltò, spaventato dalla reazione di Zabini, vide davanti a sé un muro di Umorina e sentiva il ronzio dei coleotteri affamati, ma vide anche uno scudo che lo stava proteggendo dall'incantesimo di Ron. Hermione davanti a tutti i Grifondoro e Serpeverde replicò l'incantesimo che aveva scagliato contro Ron due anni prima: con un gesto della bacchetta costrinse i fili di Umorina ad assumere la forma di canarini e poi li scagliò contro il ragazzo. Ron si ritrovò a scappare, tra le risate generali, da uno stormo di canarini velenosi e di coleotteri famelici. Per scampare all'attacco si gettò nel Lago Nero, nel quale fu costretto a rimanere fin quando Hagrid minacciò Hermione di togliere punti a Grifondoro. Ci volle quasi un'ora.

Harry era piuttosto sconcertato. Non capiva in quale pericolo potessero trovarsi, non capiva perché Malfoy ne parlasse con lui e non con qualcuno al Ministero. Non sapeva se fidarsi, anche se nell'ultimo anno a Hogwarts Malfoy era sembrato molto diverso.
Decise che si sarebbe consultato con Hermione non appena possibile. Quella sera George avrebbe finalmente rivelato l'identità della sua misteriosa fidanzata, presentandola al resto della famiglia. Insisteva col dire che fosse una ragazza che tutti conoscevano abbastanza bene, ma non voleva dire nient'altro, nonostante tutti i tentativi che Ginny e Ron avevano fatto di estorcergli il nome.
"Smettila, Ginny, il nome della mia ragazza lo esclamerai tu quando la vedrai"
"Che ne dici se esclamassi una fattura Orcovolante?"
"Non costringermi a difendermi, piccola"
"Ginny, George sta facendo il misterioso per nulla. Lo sappiamo tutti che è Angelina Johnson. Ha detto che è qualcuno che tutti noi conosciamo fin dal primo anno a Hogwarts, è lei"
"Già" rise George sorpassando Ron "oppure potrebbe essere Hermione"
"Ehi! Cosa vuoi dire?"
*

Narcissa Malfoy guardava Lucius mangiare. Aveva un'aria tesa ed era bianco come il gesso, negli occhi c'era di nuovo quella scintilla di terrore che aveva avuto in passato. Che cosa aveva in mente? Non gli avrebbe permesso di mandare tutto all'aria, non dopo tutto quello che era successo, non dopo ciò che aveva conquistato.
La famiglia prima di tutto.

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Note dell'autrice:
-Ebbene sì, ho scoppiato qualche coppia. Il perché è andata male tra Ron ed Hermione verrà approfondito più avanti, mentre per George ho dato il via libera alla mia fantasia
-In questo capitolo ho evidenziato il lato di Ron che si lascia prendere dalla vanità e dalla prepotenza, ma non sarà sempre così. Però, insomma, così come Draco non è fatto solo dei suoi errori, Ron non è solo un concentrato di pregi
-Il titolo ricalca fedelmente l'ultima frase del testo, però si riferisce anche allo spaccato quotidiano alla Tana. Non ho ancora dato voce alla signora Weasley, ma anche lei come Narcissa, è disposta a tutto pur di proteggere la propria famiglia, che ha già subito troppi lutti e dispiaceri


Sentitevi liberi di commentare e di segnalarmi se ci fossero altri problemi con il font. Come alcuni avranno notato, il primo capitolo era quasi illeggibile. Non era stato intenzionale, ho avuto alcuni disguidi tecnici, mi scuso sentitamente.

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Capitolo 3
*** Alone without himself ***


Alone without himself
Nascondi ciò che sono
e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni
William Shakespeare

Un crac secco e i signori Malfoy si voltarono di scatto
"Draco!"
"L'hai sentito anche tu, è così?"
"Che cosa può essere?
"Non... non sono sicuro"
"Non può essere tornato Lui. Aveva quei dannati Horcrux e Potter li ha distrutti, non può tornare"
"Non tramite gli Horcrux, ma forse aveva qualcos'altro a legarlo alla vita"
"Draco, di cosa parli? Che cosa sai?"
"Non sono sicuro. Devo andare al Ministero"
Narcissa Malfoy fino a quel momento aveva piluccato silenziosamente il suo stufato, ma a quelle ultime due battute aveva scoccato un'occhiata minacciosa a Lucius e poi si era rivolta a Draco
"No. Niente Ministero"
"Perché non ne parli prima con noi, Draco?" aveva sussurrato Lucius
"Non ne parlerà con nessuno, Lucius" stabilì perentoria la signora Malfoy. I due uomini la guardarono, interrogativi. Lei spinse via il piatto e disse con la voce incrinata dall'isteria "Qualsiasi cosa sia, nessuno farà nulla. Non mi importa che cosa lo lega alla vita, non può fare nulla da solo e nessuno di voi lo aiuterà"
"Mamma, non ho intenzione di aiutarlo" disse lentamente Draco e Lucius posò lo sguardo su di lui
"Non andrai al Ministero: se la notizia si spargesse qualcuno potrebbe fare qualcosa. Non tornerà. Non voglio rischiare di perdervi, non dopo tutto quello che abbiamo passato. Draco, devi promettermi che non ne parlerai con anima viva" i suoi occhi sgranati erano pieni di lacrime, il labbro inferiore le tremava ma cercava di mantenere un'aria dignitosa.
"Non posso. È troppo importante" a quelle parole la signora Malfoy chiuse gli occhi e abbassò la testa, singhiozzando e Draco deglutì.
Sei Draco Malfoy, sei Draco Malfoy, sei Draco Malfoy. Non sei IlfigliodiNarcissa Malfoy. Non crede in te adesso perché ha paura, ma crederà in te dopo che avrai fatto qualcosa. Solo perché lei non crede in me adesso, non significa che ciò che voglio fare sia un capriccio. Siamo in pericolo e io me ne sono accorto. Lo so. Crederete in me più tardi.
"Mamma, non posso prometterti che rimarrò con le mani in mano nella speranza che non succeda nulla. Non sono io, non fa parte di me. So che sta per accadere qualcosa e so che posso evitarlo ma ho bisogno di aiuto. Mamma, questa è una mia battaglia, è qualcosa in cui credo. Non sono il ragazzino che avete trascinato nella guerra di Lui e Potter, sono un uomo che ha scelto la propria battaglia. Ti prometto che vincerò, ti renderò orgogliosa e non perderai nessuno."
Quel breve discorso fu come un fiume in piena nella bocca di Malfoy. Delle rapide che, inesorabilmente, sbattevano fuori il bisogno di Draco di conoscere se stesso, il bisogno di essere accettato, quella speranza quasi infantile di compiacere sua madre.
Narcissa battè le palpebre lentamente e sulle sue labbra chiare si dipinse un sorriso storto e tremolante.
"Non il Ministero, Draco. Mettiti in contatto con Harry Potter. Di qualunque cosa si tratti, se non sa darti informazioni Potter, non potrà farlo nessuno. Non lo dirà a nessuno. Promettimi questo"
Draco serrò le labbra con disapprovazione, scavando due fossette amare sulle sue guance pallide. Di nuovo Harry Potter. Tuttavia sua madre aveva ragione: in quell'affare infernale, Potter era l'unico di cui ci si potesse fidare. Era l'occasione.
"D'accordo."
Un crac riscosse Lucius dai propri pensieri e si voltò di scatto per guardare nella direzione in cui, fino a pochi istanti prima, c'era stato suo figlio. Dannazione.
*
Come Harry aveva previsto, le reazioni di Ron e Hermione al biglietto di Malfoy furono di scetticismo da parte dell'uno e allarmata curiosità da parte dell'altra.
"Non fidarti, Harry"
"Ronald, non cominciare, non avrebbe mandato quella lettera senza motivo"
"Miseriaccia, Hermione, è Malfoy! Sarà uno dei suoi trucchi per..."
"Per...? Andiamo, perché dovrebbe inventarsi una cosa come questa? Sii ragionevole, Ronald"
"Sii ragionevole, Ronald. Ma stai scherzando? Sta scherzando, vero Harry?"
Harry sentì la mancanza degli sguardi omicidi di Fleur e della signora Weasley, ma fortunatamente, prima che fosse costretto a fare qualcosa di diverso da una neutra scrollata di spalle, Ron tornò a rivolgersi a Hermione
"Sono ragionevolissimo e ti dico che c'è sotto qualcosa. Se fossimo in pericolo, cosa dovrebbe saperne Malfoy in più di Harry?"
"Non essere presuntuoso, l'essere un Malfoy non gli preclude la possibilità di conoscere cose che noi non sappiamo"
A quell'affermazione seguì una manciata di secondi di silenzio tombale, Ron aveva digrignato i denti pensando a qualcosa di pungente da dire. Alla fine sbottò
"Secondo me Malfoy si sta inventando tutto. Vuole solo attirarti al Paiolo Magico, come minimo ha intenzione di affatturarti"
"Sì, sicuramente lo troveremo appostato in un angolo pronto a far vomitare lumache a Harry" sibilò piccata Hermione
Ron la guardò come se gli avesse dato uno schiaffo, le orecchie gli si imporporarono e boccheggiò con voce strozzata
"Ti aveva chiamata mezzosangue! Volevo solo difenderti! E comunque chiedilo a Katie Bell se non è da Malfoy affatturare le persone nascosto in qualche angolo di locale. Attenta a quando ti inviterà da Madama Piediburro per chiederti di sposarlo, potrebbe lanciarti un'Imperius giusto per andare sul sicuro"
"Farnetichi, Ronald. Se hai troppa paura che Malfoy ti trasfiguri in una donnola, resta qua. Harry ed io andremo a sentire che cosa ha da dire. Vero, Harry?" concluse Hermione altezzosa.
Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto a due Avada Kedavra di Lord Voldemort e, cosa ancor più straordinaria, ai battibecchi di Ronald Bilius Weasley e Hermione Jean Granger. Proprio nel momento in cui Hermione passò la palla a Harry, George si era materializzato con la sua misteriosa ragazza. La voce del ragazzo risuonò dal piano di sotto
"Chi vuole conoscere la mia fidanzata?"
"Miseriaccia!" esclamò Ron. Lanciò un'intensa occhiata a Hermione prima di precipitarsi al piano di sotto.
*
Erano passati anni dall'ultima volta che il trio aveva visto Draco Malfoy. Non appena la figura del ragazzo varcò la porta del Paiolo Magico, i tre si voltarono a guardarlo. Gli occhi azzurri di Ron si posarono su di lui e videro la solita andatura insolente, il solito fastidioso Malfoy. Quelli verdi di Harry videro un ragazzo più alto, con un'aria ferma ma con una nota di sofferenza negli occhi; come un giovane leone debilitato da una vecchia ferita ma nobile e fiero, un Malfoy cambiato. Quelli castani di Hermione videro un ragazzo più alto, con le spalle più larghe e i capelli più lunghi e non impomatati, la barba di un paio di giorni, delle leggere occhiaie a enfatizzare degli occhi magnetici. Il suo cuore perse un colpo. Non era Malfoy, quello. Indossava dei pantaloni neri, una camicia bianca e una disordinata ma irrestibile cravatta color smeraldo. Draco avanzava lentamente e Hermione non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Per fortuna sentiva che non sarebbe stata in grado di spiccicare parola, perché versava in uno stato confusionale tale che la frase più sensata che riusciva a formulare nella sua testa era: "Scusa, posso mangiarti la camicia?"
Draco si sedette al tavolo davanti a Harry, alla sinistra di Hermione e alla destra di Ron.
"Potter. Weasley. Granger" salutò teso Draco
"Malfoy" risposero all'unisono Harry e Ron. Hermione pronunciò solo "Ci... Dralfoy" ma nessuno la sentì, coperta dalle voci dei due ragazzi e dall'allegro chiacchiericcio del Paiolo Magico.
"Grazie per essere venuto. E anche voi due" esordì Draco, mandando in visibilio Hermione. Ha ringraziato Harry per essersi presentato... e ha ringraziato anche noi. Non è quel Draco Malfoy che conoscevo!
"Il messaggio era piuttosto chiaro, cos'è successo?" rispose Harry, combattendo per non far trapelare la sorpresa suscitata dalla buona creanza mostrata da Malfoy
"Il Marchio Nero. Ieri è tornato a farsi sentire"
"Balle!" ringhiò Ron agghiacciato
Malfoy posò lentamente lo sguardo su di lui. E che ti aspettavi da Lenticchia Weasley?
Con lenti gesti teatrali, Malfoy adagiò l'avambraccio sul tavolo e sbottonò il polsino della camicia. Le sue dita sottili ma forti, sollevarono agili il tessuto, scoprendo la pelle. Quella pelle chiara, morbida, desiderabile.
Ma guardalo come si atteggia. Si sente così fiero per quel maledetto Marchio Nero.
Il cuore di Draco batteva con violenza, sentiva il sangue scorrere vorticoso e freddo nelle sue vene. Cercava disperatamente di mantenere un'aria calma, ma voleva fuggire dallo sguardo di quei tre. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dover mostrare quella ferita nera sul suo braccio. Tutto pur di non mostrare ai loro candidi occhi quella bruttura nella sua anima. Quel teschio e quel serpente erano ciò che faceva di lui il vecchio Malfoy, il debole ragazzino che Draco detestava.
Agli occhi di Harry, Ron e Hermione apparve nero come la notte e vivido come appena impresso, il Marchio Nero. Il cuore di Harry smise per un momento di battere.
"Nascondilo" sibilò Ron, paralizzato dall'orrore "ma com'è possibile? Non può essere tornato, Harry se ne sarebbe accorto, l'avrebbe percepito! Harry, ti ha fatto male la cicatrice ultimamente? Hai fatto qualche sogno? Hai parlato serpent..." il fiume di parole di Ron rifletteva la confusione di Harry. Pensieri e considerazioni vorticavano vertiginosamente nella testa dei due. Draco tentennava, non era più sicuro che parlarne con Potter avrebbe portato qualche risultato: aveva mostrato il dato certo del Marchio Nero e la loro reazione era stata negativa. Chissà come avrebbero reagito se avesse raccontato loro le folli cose che sapeva. Le speranze di Draco stavano precipitando quando Hermione riuscì a prendere parola e con un filo di voce disse:
"Se Voldemort ha trovato un modo per tornare, Harry non può percepirlo perché non è più un suo Horcrux. Per quanto può saperne, Voldemort potrebbe essere seduto accanto a noi in questo momento. E quel Marchio così vivido è la prova inequivocabile e incontestabile che c'è qualcos'altro che lega Voldemort alla vita. Qualcosa che nemmeno Silente immaginava" Hermione rabbrividì. Ron aveva stretto nervosamente la bacchetta e occhieggiava con aria timorosa il vuoto attorno a loro, come se si aspettasse di vedere Voldemort sbucare da sotto un mantello dell'invisibilità.
"C'è qualcosa, in effetti" cominciò esitante Draco "ma è Magia Antica, non fatico a credere che Silente non abbia potuto immaginare che Voldemort la conoscesse"
"Magia Antica" ripetè lentamente Hermione prendendo poco a poco conoscenza di ciò di cui stava parlando. Alzò lo sguardo spaventato sui tre ragazzi e disse "Harry, gli incantesimi di Magia Antica sono come quello che fece tua madre dando la vita per te, proteggendoti. E quello con cui Codaliscia ha riportato in vita Voldemort al quarto anno. Sono incantesimi che hanno a che fare con il sangue, con qualcosa di più viscerale persino della magia delle bacchette. È ancora peggio degli Horcrux, Harry. Gli Horcrux sono pezzi di magia oscura, ma moderna e la magia moderna è facile da disfare. Ma la Magia Antica..." rabbrividì nuovamente.
Harry prese un respiro e lentamente disse
"Malfoy, cosa sai?"
Draco cominciò a parlare.

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Note dell'autrice:
-Duunque spero di non avervi annoiati con questo capitolo. Il titolo è la strofa di una canzone (Amaranth dei Nightwish) e fa riferimento sia a Draco che a Harry. Verrà approfondito nel corso della storia, ma anche Harry è stanco di essere identificato come Il Prescelto Potter. Sia Draco che Harry non vogliono essere altro che loro stessi, niente di più e niente di meno. Immagino che vent'anni passati essendo la marionetta dei tuoi genitori o l'eroe di un mondo, li abbiano un po' segnati. Credo che ci siano poche cose peggiori del dover indossare perennemente una maschera che non ti sei scelto
-La parte del battibecco di Ron e Hermione fa riferimento agli avvenimenti del sesto anno, quando Draco nel tentativo di far arrivare a Silente la collana maledetta di Magie Sinister ha messo sotto Imperius Katie Bell, che si è poi presa la maledizione della collana. Ciò che dice poi Ron riguardo a Draco che chiede la mano di Hermione è dovuto solo alla gelosia che Ron prova nei confronti di Hermione
-Per la fidanzata di George, odiatemi pure, dovrete aspettare. Non l'ho scelta a caso e alla spiegazione di George vorrei dedicare un capitolo a sé, ma per ora devo far progredire la storia.
-Nel prossimo capitolo vi giurissimo (neologismi, neologismi ovunque) che spiegherò cosa si nasconde dietro il Marchio Nero. Ve lo giuro con il Voto Infrangibile, su le bacchette!

Come al solito vi ringrazio per l'attenzione e fatemi sapere cosa ne pensate.

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Capitolo 4
*** Il segreto di Bellatrix Black ***


Il segreto di Bellatrix Black

Maledetta la notte che tra piaceri effimeri
ho concepito la mia espiazione!
Charles Baudelaire

Tom si avvicinò al tavolo dei quattro ragazzi con un vassoio di Burrobirre. Le servì allegramente con quel suo sorriso sdentato.
"Ehilà, ragazzi! Vi riunite per una rimpatriata di Hogwarts? Quattro Burrobirre e quattro amici, come ai bei vecchi tempi in Sala Comune, eh?"
"Sì, ci manca proprio il nostro caro Serpedoro. O Grifonverde. Non mi ricordo in che casa eravamo, e voi?" replicò Ron, acido, una volta che Tom si fu allontanato "Seriamente, quell'uomo comincia a perdere colpi" aggiunse difendendosi dall'occhiataccia di Hermione e dalle espressioni vacue di Harry e Draco "Niente, lasciate perdere. Accio Burrobirra" concluse con tono depresso, appoggiando il mento alla mano.
"Allora, Malfoy" iniziò Harry esitante "che cosa sai dirci?"
"Proverò a spiegartelo, ma è complicato. Inoltre so solo che è successo, non saprei dirti come funziona... è anche per scoprire questo che mi sono rivolto a te" poi il suo sguardo cadde inevitabilmente su Hermione "...a voi." e si sorprese dell'intensità con cui quei due occhi castani lo osservavano, non scettici, non aggressivi, ma interessati e avidi di sapere. Sentì qualcosa di caldo dentro di sé, una bolla di coraggio, forse.
"Bellatrix Lestrange era mia zia materna, questo lo sapete. Ero... ero il suo nipote preferito e..." lo sguardo di Draco per un attimo s'illuminò di dolcezza. Era una cosa talmente nuova da parte di Malfoy, che Harry ne rimase sorpreso mentre Hermione si perse completamente in quel grigio, nelle fossette generate dal sorriso spontaneo di quel dolce ricordo. In quel momento Draco sembrava un bambino, cullava con lo sguardo dei dolci ricordi. Hermione desiderò accarezzargli le guance e i capelli.
Ron tuttavia non notò quell'attimo di tenerezza e interruppe il discorso di Malfoy apostrofando la memoria di Bellatrix dicendo che era completamente pazza. La dolcezza di Malfoy scomparve in un istante, i suoi occhi grigi tornarono d'acciaio e Hermione desiderò picchiare Ron per essere così inopportuno.
"Weasley, il fatto che tua madre abbia ucciso mia zia potrebbe scatenare una faida. Chiudi il becco o devo maledirti?" il tono di Malfoy aveva perso ogni morbidezza, era tornato freddo e colmo di disprezzo come era a scuola. Tuttavia fu sufficiente per ammutolire Ron, che si limitò a grugnire ogni tanto con aria truce, avvinghiato alla sua Burrobirra.
"Dicevo, avevo un buon rapporto con Bellatrix, mi confidava parecchie cose. Mi ha rivelato un segreto e mi aveva proibito di far pervenire quest'informazione a Silente, avevamo stretto il Voto Infrangibile per questo. Ora, sia Bellatrix che Silente sono morti, perciò credo di poter parlare del suo segreto in tutta tranquillità" aveva un tono sicuro, ma cercò l'assenso di Hermione. Di sicuro ne sapeva più di lui su come funziona un Voto Infrangibile. Hermione capì che Draco cercava la sua conferma e rimase stupita.
Malfoy? La mia conferma? No, non è più quello di una volta. Non sono più solo la mezzosangue, allora?
Sorrise e annuì velocemente.
Il mio piccolo castoro zannuto. Perché è così bella quando sorride?
"Quando Voldemort ha... cercato di ucciderti la prima volta, Potter, Bellatrix era incinta"
"Cosa? Non sapevo che avesse un figlio"
"Era un segreto fino a pochi secondi fa, Potter"
"Oh... giusto. Dunque?"
"E comunque non è un figlio, è una figlia. E non è una Lestrange, è... be', il padre è Voldemort"
"Ridicolo. Quei due pazzi non potevano provare amore, figuriamoci avere figli!" sbottò Ron, soffocandosi con la Burrobirra.
"Che tu ci creda o no, Lenticchia, mia zia era innamorata di Voldemort quanto tu lo sei della tua inutile boccaccia. Fatemi finire" aggiunse in risposta agli sguardi carichi di dubbi di Harry e Hermione.
"La figlia di Bellatrix e Voldemort non è frutto del loro amore. Bellatrix era veramente innamorata di lui, ma non credo che lui provasse sentimenti"
"Non poteva amare. La madre di Voldemort, Merope Gaunt, aveva usato un filtro d'amore per convincere Riddle a sposarla. Chi viene concepito sotto l'effetto di un filtro, non potrà mai conoscere l'amore di alcun tipo: non solo Voldemort non amava Bellatrix, ma non avrebbe amato neppure sua madre e ovviamente non ha amato sua figlia" confermò Hermione, stupendo i tre ragazzi.
Come fa la Granger a sapere sempre tutto? E perché quei riccioli sono ipnotici più di qualsiasi altra cosa...
ma si ricompose in fretta, sperando che nessuno avesse notato quell'attimo di debolezza.
"Ecco. Dicevo, Voldemort non vedeva quella bambina come sua figlia, la vedeva come un incantesimo di Magia Antica. Me l'ha spiegato Bellatrix, è simile al modo in cui è tornato... un incantesimo che usava la magia insita nel sangue, nella carne e nelle ossa"
"Osso del padre donato senza consenso, carne del servo sacrificata con consenso, sangue del nemico prelevato con la forza" recitò sottovoce Harry, ricordandosi quella sera. La morte di Cedric Diggory e i suoi occhi spalancati, il cimitero Riddle, Codaliscia che gettava nel pentolone quell'essere e la speranza di Harry che l'essere annegasse in quella maledetta pozione. Voldemort che usciva dal calderone, di nuovo potente.
"Sì, quello, Potter. Era un incantesimo di Magia Antica e quella bambina è un incantesimo affine. In lei c'è la carne di Bellatrix sacrificata con consenso e parte anche del DNA di Voldemort"
"E l'osso del padre e il sangue del nemico?"
"Non lo so, Potter. Ti ho già detto che non so bene come funziona, so solo quello che mi ha raccontato Bellatrix" rispose Draco spazientito.
"Non è detto che necessiti dell'osso del padre e del sangue del nemico, dopotutto è un altro incantesimo" osservò Hermione e aggiunse, persa nei propri pensieri "che cosa disumana mettere al mondo una creatura con lo scopo di usarla per rinascere, nel caso in cui gli Horcrux fossero stati distrutti"
"Hermione ha ragione" disse Harry cercando di ignorare il sangue che gli pulsava ferocemente nelle tempie e il peso nello stomaco che gli faceva tremare le gambe "quindi Voldemort potrebbe essere già tornato"
"No, se fosse tornato il Marchio sarebbe diverso. Quando è morto, il Marchio si è come spento, era grigio e immobile, come un disegno a matita su un pezzo di carta. Ora si è riacceso, ma non interagisce con me, ha solo percepito le vibrazioni del suo creatore rinforzarsi"
"Era successa la stessa cosa al Ballo del Ceppo. Ho sentito Karkaroff dire a Piton che il Marchio stava tornando quello di prima, ma Voldemort non era ancora tornato" lo interruppe Harry, lieto di sentire che poteva ancora evitare il ritorno di Voldemort
"Esatto. Se tornasse, il Marchio interagirebbe con me, mi indicherebbe dove materializzarmi"
"Quindi non è ancora tornato" esalò Ron
"Già"
"Cosa dobbiamo fare?" chiese Harry a Draco
"Per prima cosa dobbiamo scoprire tutto su questo tipo di incantesimo e quando capiremo come bloccarlo, andremo dalla figlia di Bellatrix" rispose Hermione, anticipando Draco "Malfoy, sai dov'è adesso questa ragazza?"
"Si chiama Alhena e so che è stata mandata a studiare a Durmstrang, per tenerla lontana da Silente. Non so altro"
"Se volevano che Silente non sapesse nulla di lei, sicuramente non le hanno dato come cognome Riddle" osservò Harry
"Non lo so"
"Bene. Mi occuperò di scoprire qualcosa su questo tipo di magia e quando ne saprò di più, Draco, andremo da Alhena" concluse Hermione.
"Cosa? Andrete? Non se ne parla. Non vai con Malfoy in giro per l'Europa in cerca della figlia di Voldemort" sbottò Ron "ci andremo io o Harry"
"Voi siete impegnati con Kingsley" gli ricordò con tono annoiato Hermione
"Puoi prendere il mio posto. Sei più brava di me con gli incantesimi, gli sarai più utile tu di me"
"Kinglsey ha chiesto di te, non di me. Non sei ancora un Auror e già vuoi trascurare il lavoro?" poi guardò Harry e aggiunse "Proprio perché sono più brava di voi con gli incantesimi è meglio che sia io ad andare. Harry, prima era la tua guerra perché eri un suo Horcrux, ma in questo caso il tuo intervento non sarebbe più decisivo del mio. Inoltre è da escludere che Ronald possa collaborare con Malfoy"
Draco deglutì. L'idea di collaborare da solo con Hermione Granger lo sconvolgeva. Loro due da soli?
"Hermione ha ragione" disse per la seconda volta Harry, rivolto questa volta a Ron, il quale ringhiò e lanciò un'occhiataccia a Hermione e Draco.
"Bene, è deciso. Ve ne occuperete voi due. Mettetevi in contatto se avete bisogno di aiuto" disse Harry.
"Grazie per aver chiesto il mio parere" sbuffò Draco, sarcastico
"Oh... a te va bene?" chiese Hermione, ansiosa. Che sciocca. Sono solo la mezzosangue, non vorrà mai lavorare con me
"Sì, è perfetto".
*
Harry era in sella alla sua cara Firebolt e sfrecciava tra le nuvole, pensando. Il grosso peso che gli era scivolato nello stomaco alle parole di Malfoy, ora si faceva sentire ancora più intensamente. Poteva tornare, non era tutto finito. E lui, Harry era disarmato, non aveva più le armi che Voldemort stesso gli aveva fornito. Non era più il Prescelto, non poteva...
Non sono più il Prescelto. Quel capitolo è chiuso e toccava a me chiuderlo, ma questo è diverso. Forse c'è un altro prescelto, forse è proprio quella Alhena a dover sconfiggere Voldemort. Se ci sarà una guerra io parteciperò, ma questa volta non posso fare nulla per anticipare le sue mosse. Non sono il Prescelto, sono solo Harry.
Solo Harry. L'ultima volta che ho detto questa frase è stato il giorno del mio undicesimo compleanno, ad Hagrid. E da quel momento non sono mai stato solo Harry. Sono stato la celebrità di Hogwarts, il più giovane cercatore da un secolo, il presunto erede di Serpeverde, la vittima di Sirius Black, il secondo campione di Hogwarts, il bugiardo ComPlotter, l'uomo di Silente, il Prescelto. E questo perché in effetti non sono mai stato solo Harry, c'era anche un pezzo dell'anima di Voldemort in me. Ma se non l'avessi avuta, se fosse stato Neville il Prescelto, io sarei stato solo Harry. Ora è tutto finito per me, sono solo Harry ed è ciò che voglio essere. Non voglio più essere giudicato per ciò che ho dovuto fare, voglio essere giudicato per ciò che sono e io sono Harry Potter. C'è stato un tempo in cui sono stato il Prescelto, ma non sono solo quello ed è ora che io possa vivere come semplice Harry.
Strinse il manico di scopa, assaporando il pensiero di riconquistare il gusto di una vita semplice, in cui il mondo non si aspetta nulla da te. La libertà di essere non un eroe, ma un uomo. Il suo nome reso così famoso dalle tragiche vicende della sua vita, era stato ripetuto talmente tante volte che aveva perso il suo significato. Ora, finalmente, l'avrebbe riacquistato.
_________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Lo so, l'idea che Voldemort possa figliare è decisamente bizzarra. Ma dopotutto non è una vera e propria figlia, è solo una sorta di "riserva" nel caso in cui gli Horcrux fossero andati distrutti. Come ha osservato Hermione, è un gesto di crudeltà tipico di Voldemort.
-Sesto libro: Bellatrix è con Narcissa e Piton a Spinner's End e dice che Narcissa dovrebbe essere orgogliosa di offrire Draco a Voldemort e che se lei, Bellatrix, avesse figli, sarebbe più che lieta di offrirli al suo signore. In effetti Bellatrix ha detto di non avere figli, ma io giustifico questa mia invenzione dicendovi che siccome Bellatrix non si fidava di Piton (e questo è vero) ha evitato di dire davanti a lui che aveva già offerto una figlia a Voldemort.
-La bambina l'ho chiamata Alhena per due motivi: come Bellatrix è il nome di una stella (della costellazione dei gemelli) visibile a occhio nudo e, soprattutto, è il nome della mia nipotina.
-Per quanto riguarda il fatto che Bellatrix fosse innamorata di Voldemort e il fatto che quest'ultimo non potesse amare perché concepito sotto l'effetto di un filtro d'amore, questa non è la mia fantasia, sono due rivelazioni della Rowling.
-La Magia Antica non l'ho proprio inventata. Il termine non è mai apparso nel mondo potteriano, però quando Silente spiega a Harry del sacrificio di Lily, la definisce una magia antica e potente che Voldemort non conosceva. Ecco, Voldemort non aveva messo in conto l'amore, ma il sangue lo conosce eccome. Ho diviso la Magia Antica da quella "moderna" basandomi un po' sull'istinto: la Magia Antica è quella che potremmo comparare con quella pagana, questi sacrifici di carne, sangue, ossa e l'influsso di sentimenti potenti. Mentre quella "moderna" è quella delle formule in latino.
-Il termine ComPlotter non l'ho coniato io, l'ho visto scritto tutto in maiuscolo nelle testate della Gazzetta del Profeta nel quinto film. Per chi non capisse: è un gioco di parole tra Potter e "complotter". Ricordate che Caramell credeva che Harry fosse in combutta con Silente per fare del Preside il nuovo Ministro della Magia?

Spero che abbiate gradito e che non abbiate ritenuto questo capitolo troppo pazzo. Fatemi sapere cosa ne pensate! Ah colgo anche l'occasione per ringraziare tutti voi che finora mi avete recensita e messa tra i preferiti, sono davvero lusingata, farò del mio meglio per non deludervi!

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Capitolo 5
*** Wingardium Leviosa ***


Wingardium Leviosa
Piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestmenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
[Gabriele D'Annunzio]

Se a Draco Malfoy avessero detto che un giorno si sarebbe accomodato sul sofà color crema di Hermione Granger, non ci avrebbe creduto. Eppure in quel momento era lì, a disagio per tutta quell'intimità improvvisa. Sperava di non sembrare una stupida gallina appollaiata, sperava di non apparirle ridicolo. Ma lei non lo guardava, leggeva informazioni da un enorme libro polveroso, cercando di decidere da dove cominciare la loro ricerca.
"Certo, c'è sempre il reparto proibito della biblioteca di Hogwarts" disse a un certo punto
"Ho idea che quello sia il tuo punto di partenza per qualsiasi cosa" replicò con un leggero ghigno Draco. Hermione aggrottò le sopracciglia.
"Io..." alzò lo sguardo. La stava deridendo? Alzò lo sguardo e incontrò quello di Malfoy che la studiava, attento. A quanto pareva voleva testare la sua reazione. Non era un insulto. Hermione si rilassò e sorrise "...sì, è vero, lo ammetto".
Ci sono andato vicino. Devo smetterla di fare l'idiota. Perché è così bella quando sorride?
"Una volta mio padre mi ha parlato della Cattedrale di Naddoddur, in Islanda. Ne hai mai sentito parlare?"
"No, cos'è?"
"Si tratta di una delle più complete biblioteche di magia in Europa. Ha l'aspetto di una cattedrale, anche se ammetto di non avere idea di cosa sia una cattedrale. Ed è stata costruita dal mago Naddoddur, il primo mago che sbarcò in Islanda. La reputò un luogo sicuro in cui custodire tutto il sapere magico. Ora, le leggende su Naddoddur e sulla fondazione della Cattedrale sono molte, quel che è certo è che se non troveremo lì delle informazioni utili, non le troveremo da nessun'altra parte al mondo".
Hermione si morse il labbro, pensierosa. La Cattedrale di Naddoddur. Strano che non ne avesse mai sentito parlare.
"D'accordo, allora andiamo lì. Dobbiamo prepararci per il clima islandese, però"
Draco annuì.
"Puoi andare a casa a preparare le tue cose e materializzarti di nuovo qui quando sarai pronto. E da qui partiremo. Se ti va" propose Hermione
"Va bene" rispose Draco "a dopo". Va bene a dopo. Quanto sei originale, Draco. Com'è che davanti a Pansy Parkinson o alle oche Greengrass riesci a fare il brillante, mentre quando sei davanti a Hermione Granger riesci a fare solo lo stronzo o l'imbranato? Sei un idiota.
Una volta materializzatosi nel proprio appartamento, Draco confermò ciò che si era detto pochi istanti prima. Sì, Draco, sei un idiota. Come ci si prepara al gelo islandese?
*
In realtà nemmeno Hermione sapeva con esattezza cosa portare, perciò, proprio come fece Draco, riempì uno zainetto con tutti gli indumenti più caldi che avesse. Applicò ogni incantesimo in modo che lo zainetto risultasse minuscolo e leggero. In quel momento un gufo tutto arruffato picchiettò educatamente alla finestra.
"Quiz!" esclamò sorpresa Hermione accogliendo il gufo di Luna Lovegood. Quiz saltellò allegramente sul tavolo e gonfiò il petto per mostrare con orgoglio il pacchetto che aveva portato con sé. Hermione gli accarezzò con un dito la testolina, aprendo la lettera allegata al pacco.
Carissima Hermione,
di recente il mio Radmico mi ha fatto avere dei segnali riguardo te. Non l'ho ancora perfezionato quindi non ho avuto delle visioni chiare di quello che potrebbe servirti, però credo di aver colto l'essenza del messaggio e ho inventato qualcosa che fa per te. Fammi sapere come funzionano, se vanno bene ho promesso a George di permettergli di venderli da Tiri Vispi Weasley.
Ps: credo che Quiz gradirebbe un succo di zucca.
Con affetto,
Luna.
Hermione sorrise. Sempre la solita Luna. Non aveva terminato gli studi ad Hogwarts e aveva cominciato a darsi alle invenzioni, entrando in società con George Weasley. Non aveva idea di cosa fosse il Radmico, ma aveva dei ricordi di Luna che blaterava qualcosa al riguardo di un radar che la informava dei bisogni futuri dei suoi amici. Offrì al gufetto un bicchiere di succo di zucca e si dedicò a ciò che le era stato inviato.
C'era un oggetto cilindrico nero con venature rosse che sembrava il Deluminatore di Silente e poi un... un...
Luna, ma che diavolo è?
Sembrava uno di quegli antistress gommosi babbani, di quelli a forma di animaletto. Hermione aveva in mano una sorta di lumaca rosa confetto. Dubbiosa, Hermione strizzò l'oggetto e, con un leggero singhiozzo la lumaca produsse una grossa bolla rosa. Purtroppo Hermione non aveva badato a dove aveva puntato la lumaca e la bolla inglobò la sua bacchetta magica e cominciò a salire verso l'alto.
"No!"
Si scagliò contro la bolla, aspettandosi di bucarla con la mano e afferrare al volo la bacchetta. Invece non solo la bolla non scoppiò, ma Hermione vi si ritrovò aggrappata e questa continuava a salire verso il soffitto. Con uno strillo, Hermione si avvinghiò con le gambe alla bolla e strinse più forte con le mani, cercando di non cadere.
*
A Draco pareva leggermente da maniaco materializzarsi direttamente a casa di Hermione, ma nella situazione in cui si trovavano non c'era tempo per il lusso di sembrare delle persone normali.
Questa frase gli venne confermata quando, materializzatosi, si trovò davanti uno spettacolo quanto meno bizzarro: Hermione fluttuava verso il soffitto e oltre, avvinghiata ad un'enorme bolla rosa che teneva in ostaggio la sua bacchetta.
L'occhio sinistro ebbe un leggero tic prima di scoppiare a ridere.
"Non ti si può lasciare sola un momento, Granger" latrò tra le risate
"Sei davvero spiritoso, Mal..." ma in quel momento la bolla scoppiò.
Fu un attimo, un'azione che venne da dentro.
Wingardium leviosa
La bacchetta rovinò a terra e Hermione aspettava per se stessa la medesima cosa e fu per questo che si sorprese a levitare. Posò lo sguardo su Malfoy e lo trovò con la bacchetta alzata e lo sguardo attento, impegnato nell'utilizzare l'incatesimo per deporla a terra senza farle male.
I riccioli di Hermione fluttuavano, dolcemente accarezzati dalla luce che filtrava dalla finestra. Passavano dal castano, al biondo al ramato. Una dolce foresta in cui perdersi. Le sue guance erano arrossate, spavento e sorpresa erano ancora leggibili nei suoi occhi dalle pupille dilatate. La bocca semiaperta, quei denti che gli piacevano tanto...
La scollatura di Hermione. Nella posizione in cui era in quel momento, dalla scollatura si intravedevano due dolci collinette in cui Draco per un momento sognò di perdersi.
Draco, sei un idiota. Si sarà accorta di qualcosa?
Mentre Draco si prendeva a calci mentali, Hermione raccolse velocemente la bacchetta, imbarazzata per la figuraccia che aveva appena fatto. Però faticava a reprimere un sorriso: Malfoy l'aveva aiutata, si era dimostrato gentile. Molti anni prima lo stesso incantesimo aveva sancito l'inizio di un'amicizia. Era forse una premonizione?
*
"Di', Granger, cos'era di preciso quella roba? All'inizio avevo pensato che fosse il modo in cui passi i momenti da sola, ma..." e ricominciò a ridacchiare come una iena. Una iena bionda e sexy.
"Quanto sei scemo, Malfoy!" sorrise Hermione "In effetti è un regalo che mi ha mandato Luna. Luna Lovegood. L'ha inventato lei. E mi ha mandato anche questo, ma ho paura di provarlo, vista la bella esperienza con le bolle"
"Simpatica la Lovegood" mormorò Malfoy, interessandosi all'oggetto che Hermione gli porgeva.
"Permetti?" le chiese indicando il dono di Luna. Hermione annuì e lo osservò studiare l'oggetto.
Pochi minuti dopo Draco sentenziò:
"Buone notizie, Granger. Questo non è un tentativo di farti toccare il cielo con un dito, è un congegno che percepisce le condizioni dell'ambiente esterno e le modifica a piacimento. Ottimo per l'Islanda, potrai usarlo per ottenere un clima da spiaggia. Vuoi portare qualche bikini?"
Hermione non notò il tono speranzoso che Draco non era riuscito a controllare chiedendole dei bikini, stava pensando a qualcos'altro. Non è un tentativo di farmi toccare il cielo con un dito. Qualcosa mi dice che lo farò ugualmente... sei una sciocca, Hermione Granger. Non farti troppe illusioni, non stai andando in viaggio di nozze con Malfoy. Perché sei così presa? Il mondo è di nuovo in pericolo e tu pensi a sbavare su Malfoy? Sei ridicola. Non hai più quattordici anni, non sei al Ballo del Ceppo. Riprenditi.
Prima di smaterializzarsi, lanciò un'ultima occhiata a Malfoy. E, con sua grande sorpresa, l'ultima cosa che vide furono un paio di occhi grigi che la guardavano di rimando.
*
Le informazioni geografiche erano accurate e riuscirono a materializzarsi precisamente davanti alla Cattedrale. Era proprio su una delle scogliere islandesi. L'aria era pungente ma veniva messa in secondo piano dal fatto di trovarsi su una scogliera con un paesaggio così bello. Il cielo era azzurrissimo, c'era una lunga nuvola bianchissima spianata dai venti che la scacciavano. La roccia era grigia e coperta di muschio brillante verso nord. La scogliera era altissima e il mare freddo vi si infrangeva selvaggio e armonioso. Era rilassante.
"Granger, che cavolo è quella roba?" fece Draco, inquietato, indicando la Cattedrale.
"Quella è una tipica cattedrale gotica" rispose Hermione "ti spiego dopo. Ora entriamo"
Purtroppo non fu così semplice, perché all'entrata presenziavano due gargoyle. Somigliavano a quelli che proteggevano l'ingresso allo studio di Silente, ma decisamente più arcigni ed enigmatici.
"Fermi." dissero all'unisono con voce cavernosa "Identificatevi."
"Siamo due persone che devono consultare dei libri" replicò acido Malfoy, ma i gargoyle non li lasciarono passare.
"Io sono Hermione Granger, Auror per il Ministero della Magia britannico. Lui è Draco Malfoy, Guaritore al San Mungo"
"Dici il vero, mezzosangue. Ma percepiamo qualcosa di più oscuro del tuo sangue sporco e giace nella sua carne" dissero minacciosi i gargoyle
"Porto il Marchio Nero" ringhiò a denti stretti Malfoy.
"Questo ti rende indegno di accedere alla Cattedrale di Naddoddur. A meno che le tue intenzioni non sia nobili. Cosa spinge una mezzosangue e un marchiato a voler accedere congiunti alla Cattedrale di Naddoddur?"
"Non è un marchiato, è Draco Malfoy. Non ha nulla a che vedere con quello" protestò Hermione, ignorando lo sguardo stupito di Malfoy su di lei.
"Sappiamo chi è. Il sapere contenuto in ogni libro della Cattedrale di Naddoddur è in noi, sappiamo la storia e conosciamo i discorsi sulla sua persona presentati alla corte del Wizengamot. Solo le vostre intenzioni potrebbero permettervi di accedere."
Hermione sospirò. Draco si chiese se i due gargoyle sarebbero sopravvissuti a un bombarda maxima.
"Abbiamo ragione di credere che Lord Voldemort possa tornare tramite un potente incantesimo di Magia Antica eseguito molti anni fa. Lo vogliamo fermare, ma abbiamo bisogno di informazioni e siamo sicuri che qui le troveremmo"
"Le informazioni che cercate sono custodite qui"
"Quindi? Possiamo entrare?"
I gargoyle continuavano a sbarrare l'ingresso.
"Delibereremo. Attendete laggiù fino alla nostra decisione".
"Ma..."
I gargoyle rimasero immobili e non diedero più segni di vita, l'ingresso era ancora sbarrato.
Hermione e Draco si allontanarono in attesa della decisione.
*
Il congegno di Luna si rivelò decisamente utile, perché permise ai due di liberarsi dell'ingombro di sciarpe e spessi cappotti e sdraiarsi per terra. La magia dell'oggetto aveva reso la roccia tiepida e accogliente. I due ragazzi si rilassarono guardando il cielo.
"Allora, cos'è una cattedrale?"
"Si tratta di una costruzione babbana, è un luogo di culto. Credono che quella sia la casa del loro dio"
"Perché è piena di gargoyle?"
"I gargoyle servono a tenere lontano il demonio. Lui non può entrare"
"Capisco. Non sono un esperto di queste cose. Ricordo le lezioni sulle religioni babbane con la signorina Burbage, mi sembra un controsenso mettere dei gargoyle per tenere lontano il male. Sai, c'è una costellazione la cui storia è simile a questa, la costellazione del Gobbo".
Hermione sospirò. La voce di Malfoy era rilassante e si accordava benissimo con il rumore del mare che si infrangeva contro la scogliera. Sembrava che quel rumore fosse stato creato apposta per danzare intorno alle parole di Draco. E il cielo, il cielo era perfetto. Dapprima rimase color carta da zucchero mentre le nuvole divennero di ogni sfumatura di rosso, in seguito il cielo divenne progressivamente più scuro e l'orizzonte era di un vivido rosa e rosso. Sembrava che il cielo stesse sanguinando. Era uno spettacolo meraviglioso.
Ad ogni costellazione che compariva, Draco ne raccontava a Hermione la storia. Per prima, quella del Gobbo.
"La storia narra che ci fosse un uomo gobbo e deforme che viveva in un campanile, al sicuro dalla gente malvagia che lo derideva per la sua bruttezza. Un giorno capitò che una zingara si rifugiò nella chiesa del suo campanile e s'imbattè nel gobbo. Il gobbo rimase colpito dalla bellezza della zingara e dalla dolcezza con cui ella lo trattava: non aveva paura di lui e non lo trattava come un mostro, ma come una persona. Il gobbo s'innamorò follemente della zingara e l'aiutò a fuggire dal suo persecutore, un folle e crudele ministro della Giustizia che, ossessionato dalla zingara, aveva deciso di ucciderla se lei non avesse acconsentito a sposarlo. Il gobbo era forte e fece di tutto per salvare la zingara, ma era buono di cuore e il crudele ministro approfittò delle sue debolezze e lo uccise. I gargoyle che proteggevano la chiesa, non potevano scacciare il ministro finché era dentro la chiesa, ma durante il combattimento contro il gobbo, il ministro scivolò da un balcone e si aggrappò a uno dei gargoyle. Non era più all'interno della chiesa e il gargoyle assolse al suo compito di impedire ai demoni di entrare: ringhiando contro il mostro che gli si teneva aggrappato, si staccò dalla balconatura e si lasciò precipitare nel vuoto, uccidendo il ministro.
La costellazione serve a ricordare il coraggio del gobbo e l'eterna questione: perché un uomo odia e un mostro ama? Chi è più brutto tra chi è brutto dentro e chi è brutto a vedere?"
La situazione era grave, il pericolo incombeva ma in quel momento il mare li cullava, il cielo li deliziava e la magia li proteggeva. Il profumo di Draco, simile all'acqua di Colonia, riempiva le narici di Hermione. Lei non lo sapeva, ma i suoi ricci che profumavano dello shampoo fruttato che usava, solleticavano la pelle di Draco, causandogli una scossa di brividi interiori. Nessuno dei due riusciva a crederci. Iniziò a cadere una dolce pioggia che s'infrangeva contro la cupola invisibile che circondava i due.
"Draco" sospirò Hermione prima di addormentarsi "è bello essere qui con te".
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Note dell'autrice:
-Da dove cominciare, vorrei dire che questo capitolo è stato difficile da scrivere per questioni personali. Ho avuto un po' di problemi a casa ed è quasi impossibile scrivere con due persone che urlano con tutto il fiato che hanno in corpo. Quindi se questo capitolo suona sconnesso o qualsiasi altra cosa, perdonatemi, è che non riuscivo a sentire la voce nella mia testa, quella che formula le frasi e racconta le storie. Spero che sia comunque decente.
-Per quanto riguarda la citazione, è tratta da una poesia di D'Annunzio, all'inizio volevo mettere una strofa differente, ma non potevo non mettere questa che parla di illusioni e si rivolge a Ermione. Spero l'apprezziate come l'ho apprezzata io.
-Luna che diventa inventrice mi sembrava la cosa più naturale. Ho cercato di tenere presente la sua intelligenza (è una Corvonero, dopotutto), le sue origini (ricordiamo che sua madre è morta durante un esperimento con un incantesimo) e ho cercato di coniugare la sua indole naturale con il mondo al di fuori della scuola, un mondo in cui deve guadagnarsi da vivere. E mi è piaciuta quest'idea di affiliarla ai Tiri Vispi Weasley.
-La lumaca che spara bolle non è farina del mio sacco, è una citazione dal gioco Battle for Slugterra, un gioco davvero carino a cui gioco spesso con la mia nipotina Alhena. In principio avevo in mente una scena in cui Hermione usa questo aggeggio, ma forse la toglierò. Vedrò. Nel caso in cui non dovessi scrivere più nulla su questo aggeggio, be'... fate come se il Radmico di Luna avesse fatto un buco nell'acqua.
-Ho scelto di proposito l'incantesimo wingardium leviosa perché è stato importante per Hermione. L'ha portata a stringere amicizia con Ron e Harry e, soprattutto, è l'incantesimo che ha usato Ron per metterle l'anello al dito (Rowling dixit). Questa cosa è avvenuta anche nella mia storia, se ne parlerà più avanti.
-La Cattedrale di Naddoddur è una mia invenzione, totale e di sana pianta. Mentre pensavo a dove collocare la biblioteca, su Focus stavano facendo un documentario sull'Islanda e mi è sembrato un buon posto dove nascondere qualcosa di magico ai babbani. Ho cercato altre informazioni su Wikipedia e ho letto che il primo ad essere sbarcato in Islanda era questo Naddoddur, un mio amico mi stava facendo un discorso sui gargoyle di Notre Dame et voilà: la Cattedrale di Naddoddur.
-Il discorso sull'incoerenza dei gargoyle a proteggere una chiesa mi è stato fatto e mi ha colpita molto, al punto da indurmi a voler riguardare il bellissimo cartone Il Gobbo di Notre Dame, da cui ho preso anche la storia della costellazione del Gobbo, che ho rivisto in modo da poterla riassumere e riportare un po' ai pregiudizi che si hanno su Draco, sul fatto che tutti lo considerino un mostro. Tutti, tranne Hermione.
-Sempre la storia della costellazione del Gobbo è una citazione nella citazione: per la storia mi sono ispirata a Il Gobbo di Notre Dame, ma la scena di Draco che legge le costellazioni per Hermione l'ho presa da Shrek.

Spero di non avervi annoiato troppo. Fatemi sapere!

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Capitolo 6
*** La misteriosa Cattedrale di Naddoddur ***


La misteriosa Cattedrale di Naddoddur
I'm addicted to way I feel
when I think of you:
there's too much green to feel blue
[Fall Out Boy]

Hermione si tirò su di scatto a seguito di un confuso e agitato sogno in cui dei gargoyle psicolabili la inseguivano lanciandole contro dei serpenti verdi che la avvolgevano mozzandole il fiato. Rimase ansante per qualche istante, poi si rese conto dello spettacolo che aveva davanti. Stava per albeggiare: il blu del cielo andava assumendo tinte sempre più chiare e all'orizzonte un delicato verde con rade striature rosa anticipava il capolino del sole. Il mare luccicava pigramente.
Hermione sorrise e allungò le gambe, stiracchiandosi. Nel farlo, mosse la mano e sfiorò Draco che dormiva ancora, sdraiato su un fianco. Hermione ritrasse la mano rapidamente e arrossì.
Sta' calma, fortunatamente dorme e non si è accorto di nulla.
Aveva un'aria così pacifica e innocua. Respirava profondamente e silenziosamente. Probabilmente non stava sognando, non aveva espressione. Le labbra erano appena dischiuse e la linea sottile delle sopracciglia era distesa. Il ciuffo era curvato, piegato alla gravità, disordinato e sexy. Hermione si godette quei lunghi minuti di contemplazione, gustando come una pietanza prelibata il senso di potere derivante dal fatto che Malfoy dormiva e lei avrebbe potuto osservare la sua bellezza senza che quegli occhi grigi la facessero arrossire. D'un tratto s'irrigidì di colpo e pensò
Okay, Malfoy è stupendo anche mentre dorme. Ma in che condizioni sono io?
Si conosceva, sapeva che occhietti porcini e che capelli improponibili si ritrovasse al mattino. Doveva correre ai ripari prima che Malfoy si svegliasse. Afferrò rapidamente la bacchetta e pensò a quale incantesimo l'avrebbe potuta rendere decente, quando si ricordò del regalo di compleanno che le aveva fatto Fleur. Ritornò con la mente a qualche mese prima.

"Grazie, Fleur, è davvero molto bello" aveva ringraziato Hermione, tenendo in mano la capsula fucsia.
"Sì. Ma cos'è?" aveva aggiunto Ginny.
"Un nuovo prodotto direttamonte dalla Franscia, è una boutique d'emerjenza portatile. Se sei orenda e devi randerti presantabile in pochi minuti, questo è sciò che fa per te"
Ginny, alle spalle di Fleur, aveva fatto finta di vomitare, ma Hermione aveva sorriso aveva conservato il regalo.
Ora le tornava utile e per fortuna il giorno precedente si era ricordata di portarlo con sé.

Eseguì un incantesimo di Appello non verbale, in modo da non rischiare di svegliare Draco, afferò la capsula e la attivò scagliandola per terra. Non fece alcun rumore, ma comparve una vistosa tenda fucsia, molto pacchiana. Hermione, accigliata, pensò che somigliava spaventosamente ai baracchini delle indovine alle fiere. Entrò nella tenda e una voce femminile la accolse.
"Selezionare il programma di restauro"
"Quale programma? Ehi! Come sarebbe restau..."
"Appuntamento galante. Appuntamento di lavoro. Incontro casuale. Concerto. Altro"
"Ehm... appuntamento galante?"
Non appena l'ebbe detto, si ritrovò sotto assedio: in pochi minuti venne lavata e profumata, le venne indossato un abito color avorio e le venne applicato un trucco vistoso in tinta con il vestito, i capelli le vennero raccolti e fermati con una coroncina.
"Sì, ma sono in Islanda" commentò sarcastica Hermione, guardandosi le spalle nude. Non appena l'ebbe detto, le venne scaraventato, non senza una certa eleganza, uno scialle.
"No, non è questo che intendo. Non stiamo uscendo a cena, vorrei solo essere presenta..."
Nuovamente, non le venne data la possibilità di finire la frase perché la tenda l'aggredì struccandola e spogliandola. In pochi frenetici minuti, si ritrovò con i capelli lisci, una leggerissima maglietta lunga e degli shorts.
"Grazie, ma sono ancora in Islanda. Come poco fa."
Non l'avesse mai detto. I capelli erano tornati ricci, ma tutto ciò che indossava era grigio e peloso. Gli stivaletti avevano dei pon pon e i capello delle orecchiette.
Prima che potesse protestare per essere stata trasformata in una lepre, udì dei rumori provenienti da fuori e la voce di Malfoy.
"Granger?"
Merda.
Rapidamente si lanciò fuori dalla tenda, rossa come un peperone impazzito. Malfoy sembrava completamente stordito dal sonno, era seduto per terra, le mani appoggiate davanti a sé, leggermente ingobbito. Il ciuffo gli cadeva davanti agli occhi gonfi e assonnati. Era bellissimo.
"Che stai combinando?"
"Nulla! Mi vestivo!" squittì con voce stridula Hermione.
Draco scosse la testa mentre Hermione rapidamente faceva sparire la tenda e cacciava con mala grazia la capsula nello zainetto.
Malfoy si alzò, si sgranchì con gemiti di soddisfazione, poi estrasse degli asciugamano azzurri dal suo zaino e cominciò a spogliarsi. Dapprima sbottonò lentamente la camicia, mostrando gradualmente un fisico esile ma scolpito. Perfino quel cupo segno nero sul braccio contribuiva a renderlo più sexy. Poi fu la volta dei pantaloni.
Hermione, respira. Può esplodermi la testa se arrosisco troppo?
Stai guardando, Granger? Lenticchia ce l'ha questo fisico?
Una volta rimasto in aderenti boxer neri, Draco si stiracchiò nuovamente, mostrando i muscoli.
"M-M-Maaa-alfoy? Cosa st-stai fa-a-acendo?" balbettò Hermione, che in quel momento non ricordava bene per quale motivo fossero in Islanda. Ammettendo che si ricordasse che erano in Islanda.
"Quando mi sveglio mi piace fare una doccia fredda, è tonificante. Ora che sono in Islanda sarebbe un vero peccato non approfittare di questo mare" spiegò cercando di celare un certo compiacimento. Poi corse verso l'orlo della scogliera.
Bene, Draco. Stai per buttarti mezzo nudo da una scogliera islandese per fare colpo sulla Granger. Puoi segnarlo nella top ten delle cose idiote che hai fatto, se non ti fracassi la testa precipitando. E se non muori per l'ipotermia, ovvio.
Hermione battè le palpebre, stordita. Era sveglia da nemmeno un'ora ed erano già successe troppe cose. E pensare che si era presa tanta briga per rendersi bella e Draco l'aveva vista vestita da lepre con un pomodoro al posto della faccia. Guardandolo riemergere, pensò
Ho solo due speranze: che fosse troppo intontito dal sonno e non ricordi il momento in cui sono sbucata fuori dalla tenda o, nel caso in cui se lo ricordasse benissimo, che in una ragazza gli piaccia proprio l'aspetto paonazzo e idiota che avevo io.
Hermione non si era mai dilettata con la Legilimanzia, ma se l'avesse praticata su Draco avrebbe scoperto che non pensava ad altro che alla bellezza della ragazza. Aveva impressa nella mente l'immagine di Hermione stagliata contro l'alba. Era un panorama bellissimo e anche il cielo non era male. Forse per l'effetto del sonno quel rosa dell'alba si rifletteva nei riccioli di Hermione e il suo rossore era fantastico, stimolava ogni istinto predatorio di Draco. Adorava vederla arrossire e faticava a contenere l'impulso di avvinghiarla tra le sue spire e baciarla con passione, vincere ogni sua resistenza, possederla.
*
Stavano consumando una colazione a base di mezza tavoletta di cioccolata a testa accompagnata da del succo di zucca ghiacciato, quando i gargoyle li chiamarono.
"La mezzosangue e il marchiato si facciano avanti, i gargoyle della Cattedrale di Naddoddur hanno deliberato".
I due avevano raccolto rapidamente le loro cose e si erano avvicinati.
"Draco, vuoi che attivi il congegno di Luna per riscaldarti?" chiese dubbiosa Hermione guardando Draco. Una volta riemerso dall'acqua, si era materializzato accanto agli asciugamano e si era asciugato con quelli e con la magia. Poi aveva indossato una camicia verde e argento e dei pantaloni neri. Era coperto da un cappotto nero, ma le sue labbra erano ancora violacee e Hermione si preoccupò. Draco, piacevolmente sorpreso sia dalla premura della ragazza che dall'essere stato chiamato per nome, le mostrò un bel sorriso e fece cenno di no con la testa. C'era più calore dentro di lui in quel momento che in tutti vulcani della Terra messi insieme. Entrambi arrossirono leggermente. Ancora una volta Draco si contenne per non afferrare per i polsi Hermione e baciarla.
Arrivati davanti ai gargoyle, notarono che non erano più mostruosi e arcigni come erano apparsi il giorno precedente. Erano, per così dire, normali.
"Abbiamo deliberato. Le vostre intenzioni sono più pure del sangue del marchiato e più pulite della coscienza della mezzosangue. Potete entrare."
I due si scambiarono un'occhiata e un sorriso e si aspettarono che i gargoyle si spostassero e mostrassero la porta che nascondevano alle loro spalle. Ma i gargoyle li guardavano severi e non si spostavano. Le loro fauci si facevano sempre più grandi. Con un lampo di orrore Hermione e Draco capirono: non c'erano porte dietro i gargoyle, l'ingresso era attraverso loro! Si guardarono nuovamente, orripilati. Draco le rivolse uno sguardo interrogativo e lei annuì.
Te la senti?
Sì.
Fecero un passo avanti e i gargoyle li ingoiarono interi. Fu un secondo, un salto nel vuoto al termine del quale si ritrovarono dentro la cattedrale. Era vastissima ed era piena di scaffali di libri. Un paradiso per Hermione..
"Draco! Sono tantissimi! Quanti sono?"
"Sono tutti i libri che sono stati scritti dall'inizio del nostro mondo a oggi" mormorò Draco, suo malgrado impressionato.
Tuttavia non erano soli in quella cattedrale, una figura stava a qualche metro da loro e li fissava, avanzando verso di loro. Entrambi rimasero a bocca aperta.
"Professor Silente!" esclamò Hermione.
*
Il professor Silente scrutò Hermione da sopra gli occhiali a mezzalunga, con quel suo sguardo luminoso.
"Mia cara, non siamo Albus Silente" disse poi con dolcezza "siamo una delle manifestazioni dello Spirito della Cattedrale di Naddoddur. Venite".
I ragazzi lo seguirono senza fare domande ed egli riprese a parlare, guidandoli attraverso scaffali e scaffali di libri
"La Cattedrale di Naddoddur non è una semplice biblioteca, è il luogo in cui tutto il sapere magico viene custodito. Lo spirito della conoscenza, del sapere, è protetto da questa struttura creata appositamente. E come tale, ha anch'essa uno spirito. I gargoyle che avete incontrato sono una delle manifestazioni. Lasciano entrare solo e soltanto chi merita di accedere a questo sapere. Sarebbe una vera catastrofe se certe informazioni cadessero nelle mani sbagliate. Ma ora che siete all'interno, dovete sentirvi a vostro agio. Siete in un luogo sacro di cultura e conoscenza, dovete essere guidati dalla persona in cui riponete la massima fiducia, una persona che - avete la certezza - dice sempre il vero. Non ci stupisce dunque ciò che tu vedi in noi, signorina Granger" poi si voltò verso Draco e gli fece l'occhiolino.
"Voi state cercando dei libri che vi svelino dei segreti molto oscuri. Ben presto li avrete, ma dobbiamo avvisarvi: una volta che avrete tutte le informazioni di cui necessitate, quando dovrete andarvene, incontrete una difficoltà. Dovrete trovare da soli l'uscita, i gargoyle non potranno aiutarvi, loro non possono far uscire le persone dalla Cattedrale. L'uscita è una manifestazione dello Spirito, quella della crescita e la crescita implica sofferenza. Uscendo vi assumerete le responsabilità di ciò che avete saputo. Buona fortuna" concluse estraendo alcuni volumi da uno scaffale, porgendoli a Draco e Hermione.
*
Erano passate alcune ore, ore trascorse a leggere con attenzione quei libri che lo Spirito aveva dato loro. Erano antichissimi e spiegavano cose della Magia Antica che né Draco né Hermione avrebbero immaginato nei loro sogni più folli. Tuttavia avevano scoperto di cosa si trattava l'incantesimo che legava alla vita Voldemort tramite Alhena. Era una cosa crudele, raccapricciante. E c'era un'unica cosa da fare.
Hermione strinse le labbra. Ce l'avrebbero fatta.
"Draco" disse improvvisamente
"Sì?"
"Io vedo Silente se guardo lo Spirito della Cattedrale. Tu chi vedi?"
Draco rimase in silenzio per un secondo, fissandola negli occhi.
"Vedo te".
________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-La citazione per il capitolo è tratta da una canzone dei Fall Out Boy, non l'ho tradotta perché in italiano non rende bene. Significa: "sono dipendente dal modo in cui mi sento quando penso a te: c'è troppo verde per sentirmi triste". Si riferisce ovviamente ai sentimenti tra Draco e Hermione, il verde è il colore di Draco, il colore di Serpeverde. In inglese è più carina che in italiano perché c'è anche il contrasto cromatico green-blue che in italiano non può esserci.
-La parte assurda dei due che cercano di fare colpo l'uno sull'altra è stata divertente da scrivere e da immaginare, spero che la gradiate. La cosa della capsula è un riferimento alle capsule di Bulma in Dragonball, mentre una frase che pensa Hermione è una citazione di Louise Rennison.
-In principio mi ero figurata che i gargoyle impedissero l'accesso a una porta. Solo alla fine del capitolo, mentre scrivevo il discorso di "Silente" ho immaginato questa scena bellissima con i gargoyle che ingoiano Hermione e Draco. L'ho trovata davvero suggestiva.
-In realtà contavo di mettere già in questo capitolo la spiegazione dell'incantesimo, però veniva fuori una cosa troppo lunga quindi ho dovuto spezzare, anche se mi è dispiaciuto. Mi sembra che così il capitolo sia "inutile" o incompleto, non lo so, ditemelo voi. Ma d'altra parte cancellare i momenti tra Draco e Hermione è un peccato, anche perché servono, loro due si stanno innamorando progressivamente, non posso togliere nulla perché quando la storia finirà, non voglio che diciate "si sono innamorati perché hanno condiviso queste poche grandi cose", voglio che diciate "si sono innamorati perché hanno condiviso un sacco di piccole cose". Credo che siano quelle che formano le coppie. E credo che la coppia Ron-Hermione sia scoppiata proprio perché avevano affrontato troppo insieme. Giuro che affronterò l'argomento nel prossimo capitolo o in quello dopo! Ci sono un sacco di rivelazioni da fare!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 7
*** Acque profonde ***


Acque profonde

Noi cammineremo insieme, la mano nella mano,
anche nel regno delle ombre.
[Thomas Mann]


Seduti a un tavolo, Hermione e Draco consultavano da ore diversi volumi di Magia Antica e Magia Oscura. Seduta difronte a Draco, Hermione prendeva appunti su un pezzo di pergamena e teneva davanti a sé una scatoletta rotonda di latta contenente pezzi di liquirizia babbana. Nessuno dei due conosceva i pensieri dell'altro, ma entrambi erano soddisfatti da quella collaborazione. Hermione era abituata a Ron che non capiva un'acca e Harry che capiva ma non era d'aiuto nelle ricerche. Draco era abituato all'ottusità di Tiger e Goyle. Certo, Zabini era decisamente a un altro livello, ma non avevano mai avuto occasione di confabulare e progettare qualcosa insieme. Se solo avesse legato con lui prima.
Collaborare con Hermione era bellissimo, arrivava dove lui non arrivava e lui illuminava lei su altre cose. Si aiutavano reciprocamente, costruivano insieme qualcosa. Era un sentimento piacevole, specialmente per Draco che aveva sempre ammirato segretamente l'acutezza di Hermione e aveva invidiato Potter per avere un'amica così brillante. Ma lo Sfregiato ovviamente preferiva quell'incapace di Lenticchia. Ricordò la rabbia che aveva provato al terzo anno, quando l'imbecille aveva ricevuto in regalo la Firebolt da Black e Hermione aveva avvisato la McGranitt. L'avevano esclusa come una terribile traditrice, quando invece era stata l'unica abbastanza sveglia da capire che la scopa era un regalo di Black e si era preoccupata per il suo amico.
Gli sfuggì un sospiro, ricordando il terzo anno ad Hogwarts. Che sciocco era stato. Provocare un ippogrifo solo perché Hermione aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo che Potter aveva avuto a che fare con l'animale. E poi, l'ippogrifo era stato condannato a morte. Sospirò di nuovo, ricordando le lunghe ore passate in biblioteca nascosto da qualche scaffale o libro, osservando Hermione che si faceva in quattro per riuscire a seguire tutti i suoi corsi e anche la causa di Fierobecco. Era straordinaria. E quella sera, la sera dell'esecuzione di Fierobecco. Sapeva che se quel maledetto pollo fosse stato giustiziato, Hermione l'avrebbe odiato per sempre. Aveva deciso di salvarlo, aveva fatto un piano folle e aveva trascinato con sé Tiger e Goyle, ma sapeva che non avrebbe funzionato, eppure doveva provare. Sospirò nuovamente. Avevano incontrato Hermione e i due idioti. Questo non se lo aspettava, non credeva che i due idioti avrebbero mai permesso a Hermione di assistere a un simile spettacolo. Non se la meritavano, non sapevano neppure proteggerla. Non che la ragazza necessitasse di un qualche tipo di protezione: non aveva fatto in tempo di rimettere la maschera dell'odioso Malfoy, che Hermione l'aveva colpito con forza al viso. Era così forte e inarrivabile. L'aveva salvato da un'impresa folle, non sarebbe mai riuscito a far fuggire l'ippogrifo e lo sapeva: non ci sarebbe stato Hagrid a salvarlo dalla collera bestiale dell'animale e anche se ciò fosse accaduto, sarebbe comunque stato colto sul fatto da suo padre, dal Ministro della Magia, da Silente, da McNair... sarebbe apparso un debole, avrebbe sfigurato. Ed Hermione lo aveva salvato.
"Non hai trovato nulla?"
"Uh?"
"Hai sospirato un po' di volte. Sei stanco? Vuoi che ti conceda una pausa?" chiese gentilmente scherzosa Hermione.
Solo se la pausa che mi concedi ci prevede senza vestiti.
"No, no. Pensavo. Questa storia è completamente folle. Lui era folle, che crudeltà" rispose velocemente Draco.
Hermione annuì e continuò ad aggiungere informazioni alla lettera che stava scrivendo a Potter. La cosa lo infastidiva, non capiva perché dovesse per forza impicciarsi anche lo Sfregiato. Dopotutto non c'entrava più nulla con questa faccenda e non poteva contribuire in alcun modo.
Scosse la testa con disapprovazione.
Notò comunque che ogni tanto la Granger lo guardava di sottecchi e sorrideva. Sapeva che stava pensando all'ammissione di poco prima, quando le aveva confidato di vedere lei nello Spirito della Cattedrale. Da un lato la cosa lo imbarazzava, ma dall'altro gli faceva piacere essere la ragione del suo sorriso.
E soprattutto, gioiva nel sapere che sorrideva all'idea di essere in qualche modo importante per lui.
*
Avevano finito le ricerche da un paio di minuti, avevano ricapitolato la situazione ed erano rimasti a fissarsi negli occhi.
Mi sento un'idiota a fissarlo senza dire nulla.
Mi sento un idiota a fissarla senza dire nulla.
Si sentivano due idioti a fissarsi senza dire nulla.
"Quindi... cosa si fa?" balbettò Hermione
"Ah. Eh..."
Ih. Oh. Uh. Impariamo le vocali con Draco Malfoy. Sei un idiota, perché ti riduci allo stadio cerebrale di un bambino di cinque anni quando parli con lei?!
"Credo che dovremmo andare da Alhena e... fare... quello che dice il libro"
"Giusto, giusto. Ma... dove si trova Alhena?"
Hermione aveva sollevato un giusto quesito. Non aveva idea di dove vivesse sua cugina, sapeva solo che aveva frequentato Durmstrang. Durmstrang, giusto, potevano incominciare da lì!
"Granger, ascolta. Alhena ha frequentato Durmstrang, dobbiamo andare lì e scoprire qualcosa su di lei. Dubito che il preside parlerà così spontaneamente, ci serve una scusa credibile"
"Magari potremmo chiedere a Harry di farci ottenere un permesso dal Ministro"
"No, niente Ministero. E soprattutto a Durmstrang non devono circolare voci sul possibile ritorno di Voldemort. Nessuno deve sapere nulla" disse con tono fermo Draco. Poi si alzò e iniziò a passeggiare pensieroso. All'improvviso si fermò e si voltò a guardare Hermione, che trasalì. Si diresse con passo spedito verso di lei, quasi travolse una sedia, e appoggiò una mano sul tavolo allungandosi verso di lei.
Sentì il suo profumo leggero che per un secondo gli annebbiò la mente.
I loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza, il cuore di Hermione batteva all'impazzata per l'intimità improvvisa e repentina che Draco si era preso. Cosa stava per fare?
"Hermione" cominciò con un sussurro dolce. Erano così vicini che parlando le loro labbra quasi si sfioravano
"S-sì?"
"Io sono suo cugino"
"S-sì"
"Se sei d'accordo possiamo presentarci a Durmstrang chiedendo di Alhena con la scusa di volerla invitare al nostro matrimonio"
"Nostrimonio?" balbettò Hermione stravolta
Draco sorrise, pur sentendosi un po' a disagio. Era diventata fucsia.
"Non possiamo dire al preside di Durmstrang che cerchiamo Alhena perché se per caso trova i Sigilli della Carne e quello del Tempo, farà rivivere Voldemort. Ma possiamo darle a bere che suo cugino la vuole al suo matrimonio. Dopotutto ci sono un sacco di incantesimi per verificare se due maghi hanno lo stesso sangue, non sarà difficile provarlo".
Ci fu un secondo di silenzio.
"Lo so che è folle e che fino a ieri la sola idea di passare tanto tempo in mia compagnia ti disgustava, ma..."
"Non mi disgustava" mormorò Hermione con un filo di voce.
Draco la guardò sorpreso. Sentiva che stava per sorridere come un beota, ma non c'era tempo.
"Te la senti di mentire? Di dire che tu... ed io..."
"Sì, va bene"
"Allora usciamo da qua e andiamo a sposarci".
*
Non c'era così buio quando erano arrivati. Prima la Cattedrale era inondata da una luce chiara e pastellata, era un luogo sereno e pacifico. Ora che cercavano l'uscita, era tutto buio e terribilmente oscuro e un'aria fredda entrava da chissà dove. Hermione aveva la pelle d'oca. Non sembrava che stesse calando gradualmente l'oscurità, erano piuttosto loro che si calavano nelle tenebre. Quando furono a un passo dal buio completo, udirono una voce. Hermione trasalì.
"
La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce".
Draco si irrigidì. Hermione sorrise.
"Era una frase di Silente, questa! L'ha detta al terzo anno, quando parlava dei Dissenna..." poi il suo sguardo calò su Draco "...è stato lo Spirito della Cattedrale a parlare. Tu hai sentito qualcos'altro". Draco annuì. Hermione guardò quel buio e deglutì.
"Non mi piace più questo posto, è agghiacciante".
Draco la guardò in tralice e pensò che anche lui ne era inquietanto, ma che l'avrebbe protetta da qualunque cosa. Era la sua occasione. Strinse la bacchetta nella mano e disse con tono calmo
"Lumos".
Ma quel buio era strano. La luce della bacchetta di Draco veniva manipolata... era come se quel buio fosse vivo e avesse delle mani che toccavano la luce e la spostassero in luoghi in cui teoricamente non poteva illuminare. Ed era così che non illuminava il pezzo di pavimento diritto davanti a sé, ma un altro molto più avanti o di lato.
"Ma che...?" borbottò Draco.
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata.
"Lumos maxima" pigolò Hermione.
La luce sembrava essere stata ridotta in lunghi frammenti che illuminavano squarci casuali di zona. Era un buio molo strano. Inoltre, scoprirono che anche se entrambi puntavano la bacchetta nel medesimo punto, le due bacchette avrebbero illuminato in modo differente il cammino.
"Non mi piace. Non mi piace per niente" ripetè Hermione con voce strozzata.
Draco si morse un labbro. Non sapeva come illuminare quel posto, ma sapeva come illuminare Hermione.
"Prima, mentre guardavamo il buio tu hai sentito Silente. Io ho sentito te. Guardavo il buio e pensavo non aver paura del buio e ad un certo punto ho sentito la tua voce. Hai detto la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa. Lo dicesti quel giorno al Ghirigoro a mio padre, dovevamo cominciare il secondo anno ad Hogwarts.
Vedi, Hermione, tu sei sempre stata il mio punto fermo. Non siamo mai stati amici, ma eri la persona più intelligente che conoscessi e sapevo che avrei potuto avere un legame con te, se non fosse stato per il mio stupido orgoglio. Ma tu eri con Potter e Weasley e non sapevo proprio come fare per essere anche io amico tuo. Ma Hermione, tu mi hai salvato un sacco di volte. Sei stata eccezionale, da sempre, e mi hai tolto subito la convinzione che i nati babbani fossero inferiori. E se vuoi saperlo quella volta al terzo anno, quando dovevano giustiziare l'ippogrifo, io ero lì per cercare di farlo scappare ma era un piano che sarebbe fallito miseramente e forse sarei anche finito nei guai e tu mi hai salvato. Ma non mi hai salvato solo in quell'occasione, mi hai salvato anche quel giorno nella Stanza delle Necessità, quando l'Ardemonio stava per ucciderci tutti. Sì, è stato Potter a voler tornare indietro a salvarci, ma so che l'avresti fatto anche tu e comunque sei stata tu a produrre un incantesimo d'acqua abbastanza potente da aprire un varco in quel fuoco infernale. E poi mi hai salvato quel giorno durante Cura delle Creature Magiche, mi hai salvato da Weasley. Sai, non me lo aspettavo. Sono sempre stato uno stronzo odioso con te ma era perché... mi piacevi, Hermione. Era una cosa bruciante, non riuscivo a controllarlo e non sapevo come fare per farmi notare da te. Sono un idiota, lo so. Durante il Ballo del Ceppo, poi, non so come ho fatto a non dare fuoco al vestitino di Weasley per catturare la tua attenzione. Speravo che avrei fatto colpo, mi ero agghindato come non mai. E invece tu eri meravigliosa e non avevi occhi che per Krum. Poi ho visto che sei corsa via piangendo per colpa di Weasley e la voglia di dargli fuoco è cresciuta. Lo so che sono stato il primo a ferirti, ma ho sempre odiato vederti con quelli che non ti meritavano. Quando la Skeeter diffuse la voce che ti eri messa con Potter, sono quasi morto dentro. Aveva tutto quello che volevo, anche te. E quando si è detto che stavi con Weasley, sono morto di nuovo. Poi, tutto si è rivelato falso e mi sono sentito un po' meglio, egoisticamente. Sì, egoisticamente perché so che per quanto io possa fare lo spavaldo non sono coraggioso o buono come quei due e nemmeno famoso come Krum, so che non sono il meglio che puoi avere, ma so che io saprei come trattarti, a differenza di quelli là. Io so quanto sei straordinaria e quanto ti devo. Sei sempre stata così forte. E anche se ti ho sempre maltrattata, sappi che ho sempre desiderato averti dalla mia parte, almeno per una volta".
Ci fu un lungo silenzio.
"Hermione?"
Tutto era così buio che per un momento Draco credette di essere solo. Ma subito dopo sentì un singhiozzo sommesso.
"Oh, Draco..."
E poi le sue braccia attorno al collo. Lo stava stringendo a sé.
"Ero dalla tua parte. Per quanto mi fosse difficile essere amichevole con te, ho sempre saputo che non eri quello che dimostravi di essere. Ed ero completamente dalla tua parte durante l'ultimo anno ad Hogwarts. E sono dalla tua parte adesso."
I loro visi erano vicini e i loro sguardi allacciati. Il buio era diventato come fumo e li avvolgeva.
Bacialo, Hermione. Può rimanere nel buio, se vuoi...
"Hermione, il buio ci sta... muoviamoci!" urlò Draco, notando che un filo di fumo buio stava inghiottendo un ricciolo della ragazza. Stava inghiottendo anche i frammenti di luce delle bacchette.
Istintivamente la prese per mano e cominciò a correre.
"Expecto patronum! Lumos maxima!" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Hermione fece lo stesso.
Una lontra e un ghepardo cominciarono a correre nel buio.
I due ragazzi, mano nella mano, li inseguirono. Corsero a precipizio finché non si trovarono in una zona strana. Non c'era nulla, era tutto buio e vuoto, fatta eccezione per un cerchio di pietra grigia. Al suo interno c'era qualcosa che emanava una leggera foschia azzurra luminosa, che rendeva inoffensivo il buio.
"Cos'è?" chiese Draco.
Hermione osservò le pietre grigie. C'era inciso qualcosa.
"Tiefe Brunnen muss man graben, wenn man klares Wasser will. Tiefe Wasser sind nicht still." lesse lentamente Hermione
"Che significa?"
"Si devono scavare pozzi profondi se si vuole l'acqua limpida. Le acque profonde non sono tranquille." tradusse Hermione pensierosa "Non sono rune, è tedesco." sorrise poi allo sguardo perplesso di Draco "Lo studiavo alla mia scuola babbana!"
"Bene, ma cosa significa?"
"Che questo è un pozzo. Un pozzo profondo e quell'acqua non è tranquilla"
"A me sembra tutto il contrario" osservò Draco, guardando dubbioso quel piatto blu scuro.
"Credo sia questa l'uscita" disse Hermione
"Sai cosa? Credo sia una metafora"
"Che vuoi dire?"
"Questa Cattedrale non è il tempio della conoscenza per modo di dire. Lo è veramente. Per entrare, per accedere alla conoscenza, devi essere inghiottito dai gargoyle che spaventano chi non è degno di accedere. Per avere una buona cultura bisogna faticare e la fatica spaventa chi non è disposto a combattere per la conoscenza. Una volta che sei nel mondo della cultura, ti senti a tuo agio e ti fidi delle parole di saggezza e conforto dei grandi autori, sono come una guida per te. Ma quando hai finito di studiare e devi mettere in pratica ciò che hai imparato, allora brancoli nel buio perché il mondo non è chiaro come un libro. Hai con te solo il lume della tua ragione che illumina quel che può, ecco perché i nostri incantesimi illuminavano in modo diverso e mai completamente. E il saggio che si trova in un mondo pieno d'ignoranza, si ritrova aggredito dal buio" disse Draco. A quelle parole, l'acqua del pozzo iniziò ad agitarsi.
"Hai ragione. E questo cosa simboleggia?"
"E questo... questo è il salto nel vuoto. Il coraggio di non essere sciocchi, il coraggio di vivere con l'intelligenza in un mondo stupido. Non ha importanza quante cose conosci se non hai il coraggio di vivere".
Draco era infervorato ed Hermione lo guardava colpita. Le piaceva questo Draco. Gli strinse più forte la mano.
"Sei pronto?" 
"Sì."
E saltarono.
*
Si trovarono fradici in mezzo all'acqua, poco lontano dalla scogliera. La Cattedrale di Naddoddur svettava e sembrava che stesse sorridendo ai due ragazzi. Si tenevano ancora per mano, nel mare gelido. Con prontezza, Hermione attivò il congegno di Luna e l'acqua diventò piacevolmente calda. Draco, per buona misura, fece su entrambi un incantesimo testa-bolla. Rimasero per un secondo mano nella mano a galleggiare nell'acqua.
"Draco?"
"Sì?"
"Per tutti questi anni tu mi hai sempre stimolata a dare il meglio. Eri una delle ragioni per cui mi svegliavo ogni mattina e decidevo di essere migliore del giorno precedente, volevo dimostrarti che ti sbagliavi. Sei stato uno dei miei veri motivi di crescita interiore. Non siamo mai stati amici, è vero, ma in un certo senso sei sempre stato meglio di un amico. Ed è anche grazie a te se oggi sono quella che sono".
Ci fu un attimo di silenzio.
"Può rimanere nell'acqua, se vuoi" le disse all'improvviso Draco.
"Cosa?"
L'acqua, la scogliera, la Cattedrale, il mondo intero. Tutto smise di esistere quando Draco la baciò.
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Note dell'autrice:
-Ghgh non immaginate la faccia di culo che mi è venuta in questo momento perché si baciano.
-Okay, allora, non vi ho ancora spiegato cos'è quest'incantesimo di Magia Antica, giuro che lo spiego nel prossimo capitolo, in questo mi è venuto di stringere il legame tra Draco e Hermione. Volevo farlo più graduale, ma era tutto così perfetto!
-Ho fatto un po' di riferimenti alle cose successe nei libri/film passati immaginando il tutto dal punto di vista di Draco, ho voluto un po' riscattarlo dal ruolaccio antipatico che gli hanno sempre appioppato.
-Il Patronus di Draco l'ho inventato io perché quando hanno chiesto alla Rowling quale sarebbe il suo Patronus, lei ha risposto che Draco non sarebbe in grado di produrne uno almeno fino alla fine del sesto anno, visto che non è un incantesimo nel programma di Hogwarts. Ho messo il ghepardo perché è un felino forte, elegante, un po' stronzetto ma non per questo poco interessante. Proprio come Draco.
-Non sapete l'ansia che m'è salita nello scrivere la parte del buio. Sarà che ultimamente m'è tornata la fissa dell'horror e sono più impressionabile e mi faccio paura da sola... sarebbe proprio da me.
-Se avete colto la citazione del pozzo, vi amo. Si tratta di una canzone dei Rammstein, Rosenrot.
-La parte in cui Draco fa il figo parlando del significato della Cattedrale di Naddoddur... be', volevo metterla io nelle note, però ho pensato che Draco ve l'avrebbe spiegata meglio. Spero vi sia piaciuta, è un mio pensiero fisso.

Bon, credo di non aver tralasciato nulla. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
 

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Capitolo 8
*** Non ti lascio ***


Non ti lascio

Tutto nella mia tragedia è stato orribile, mediocre, repellente, senza stile.
Il nostro stesso abito ci rende grotteschi.
Noi siamo i pagliacci del dolore.
Siamo i clown dal cuore spezzato.

Oscar Wilde

Draco Malfoy non aveva mai avuto un'idea più stupida. Teso come una corda di cuore di drago, calcolava il momento migliore per scattare all'attacco. Chissà come stava Hermione. Che razza di idiota era stato a esporla a un pericolo così grande, avrebbe dovuto prevederlo. Lo scimmione e la ragazza parlottavano nervosamente tra di loro, Draco non capiva cosa si dicevano ma probabilmente Hermione li avrebbe capiti. Lei aveva sempre un asso nella manica. 
Cercando di non farsi notare dai due, Draco si voltò lentamente verso Hermione. I lacci che lo legavano gli rendevano quasi impossibile qualsiasi movimento, ma doveva fare uno sforzo. La pelle si irritava progressivamente sotto lo sfregamento con i lacci, una vena che non si era mai vista sul pallido collo del ragazzo iniziò a pulsare.
Draco riuscì a voltarsi verso Hermione e il suo cuore per un attimo smise di battere. Seduta scompostamente sulla sedia a cui era legata, la testa ciondoloni sul petto, i capelli scarmigliati che le coprivano il viso pallido, un rivolo di sangue secco sulla guancia graffiata. Sembrava così indifesa. Ed era tutta colpa sua, di Draco.
"Lui!" abbaiò la ragazza allo scimmione, indicando Draco. 
"Stupeficium".
L'ultima cosa che vide Draco furono due occhi verdi, furibondi.
*
Ron Weasley sedeva cupo, ricurvo e svogliato sulla sua ciotola d'insalata di fagioli, patate e mais. Harry teneva tra le mani una lettera da parte di Hermione.
"Sbrigati ad aprirla, Harry. Sicuramente è una richiesta d'aiuto, probabilmente Malfoy l'ha portata al Malfoy Manor e con sua madre sta cercando di purificarle il sangue"
"Ma di che stai parlando?"
Ron infilzò di malumore una patata e la puntò contro Harry, acidamente.
"Lo sai come la penso su questa storia. Harry, seriamente"
"Cosa?" chiese Harry spazientito.
"C'è qualcosa sotto" mugugnò Ron attaccando del mais "secondo me è tutta una scusa per fare qualcosa a Hermione".
Harry non rispose e aprì la lettera, ignorando i borbottii acidi di Ron.

Caro Harry, caro Ron
la situazione è più seria di quanto pensassi. Draco ed io siamo stati alla biblioteca più completa del mondo magico, la Cattedrale di Naddoddur. Abbiamo consultato per ore i libri di Magia Antica e posso assicurarvi che fanno venire la pelle d'oca. Quando tutto questo schifo sarà finito vi racconterò, è stata un'esperienza davvero affascinante. Le informazioni di Draco erano esatte, Voldemort si è aggrappato alla vita con un'ultima crudele magia. Si tratta di un incantesimo a metà tra gli Horcrux e la Pozione della Rinascita con cui tornò alla fine del Torneo Tremaghi. 
Si tratta di concepire un essere umano usando come incubatrice una serva, ma non è un concepimento normale, è necessario un raccapricciante rito. Ad ogni modo, al termine di questo rito, il bambino diventa il Veicolo. Fatto ciò, bisogna legare il sangue del Veicolo a due Horcrux appositamente creati dai due maghi e a una Giratempo Corrotta. La Giratempo Corrotta è una giratempo danneggiata che stravolge ogni legge temporale. Quando il Veicolo verrà messo a contatto con i due Horcrux e la Giratempo Corrotta, l'incantesimo ha luogo e il Veicolo smette di esistere, dal suo corpo rinascono i due maghi.
Secondo le nostre ricerche, il fatto che il Marchio Nero si stia rinforzando significa che Alhena ha trovato un Horcrux e l'anima di Voldemort o di Bellatrix sta reagendo al Veicolo.
Dobbiamo rintracciare Alhena, abbiamo un piano per avvicinarla pacificamente, ma ci serve sapere dove si trova Durmstrang per parlare con il Preside. Ci serve il vostro aiuto, fate presto.
Con affetto,
Hermione.
*
Harry, grazie ai contatti al Ministero, non aveva avuto alcun problema a rispondere prontamente alla richiesta di Hermione, informandola sulla locazione esatta di Durmstrang. Il giorno seguente i due ragazzi vi si erano recati. Ignorando l'ambiente freddo e tetro, avevano bussato alla porta del Preside.
Avevano ricevuto risposta in una lingua incomprensibile per Draco, ma Hermione gli sorrise timidamente e annuì. Entrarono e si trovarono in una stanza di pietra grigia, illuminata e riscaldata da un enorme camino. Il pavimento era interamente ricoperto da un morbido drappo color porpora e le pareti erano nascoste da mensole cariche di oggetti inquietanti ed enormi libri antichi. Hermione guardava incuriosita i volumi, Draco fissava gli oggetti e nessuno dei due si era accorto della minuscola strega seduta all'enorme scrivania, su una gigantesca poltrona rossa.
"Ehm ehm" tossicchiò la donna. Hermione trasalì, pensando di trovarsi davanti la Umbridge. I ragazzi si voltarono automaticamente e posarono lo sguardo sulla Preside. Era davvero bassa, quasi scompariva dietro la scrivania. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle e la frangetta, tutto color ferro. Il viso era coperto di rughe e aveva la bocca larga, gli occhi grandi scuri e luccicanti. Aveva qualcosa che ricordava Silente, ma aveva un'aria decisamente meno benevola.
Hermione cominciò subito a parlare in quella lingua che Draco non conosceva e dopo poco la donna la interruppe chiedendo: "Siete inglesi, è così?" senza nascondere una punta di disgusto.
"Sì, Signora" rispose pazientemente Hermione
"Bene. Io parlo anche inglese. Cosa volete dalla Preside di Durmstrang?"
"Innanzitutto la ringraziamo per la sua disponibilità a riceverci e..."
"Ho chiesto: cosa volete?" la interruppe freddamente la donna.
Il sorriso gentile di Hermione scomparve dal suo viso, ma riuscì subito a farlo rispuntare. Draco si chiese dove trovasse la pazienza di non Schiantare quella vecchia nana cafona.
"Siamo venuti qui perché abbiamo bisogno di rintracciare una ragazza che ha frequentato questa scuola. Abbiamo una buona motivazione" si affrettò ad aggiungere prima che la donna potesse interromperla di nuovo, ma questo non accadde. La fissava con aria imperscrutabile, immobile come una statua.
Hermione, a disagio, proseguì:
"La ragazza che stiamo cercando è imparentata con..."
"Con me" terminò la frase Draco. La donna, che fino ad allora non aveva degnato di uno sguardo il ragazzo, puntò lo sguardo su di lui, senza più considerare Hermione.
"Non vi siete presentati" osservò con gelida lentezza la donna.
"Sono Draco Malfoy e lei..."
"Hermione Jean Granger. So chi siete. Non siete famosi solo nel Regno Unito" concluse la donna senza l'ombra di un sorriso.
Draco serrò la mascella ponderando l'ipotesi di Schiantare la vecchia, cancellarle la memoria dell'aggressione e riprendere la conversazione.
"Dunque? Chi è questa ragazza imparentata con il signor Malfoy?"
"Ecco..." incominciò Hermione, che aveva notato l'aria omicida di Draco "non sappiamo bene chi sia, sappiamo che si chiama Alhena e dovrebbe essere nata tra il 1981 e il 1982. La prego, è molto importante"
"E perché al signor Malfoy interessa conoscere solo ora questa sua cugina?" chiese, ponendo una sgradevole enfasi sulla parola.
"Perché ho chiesto alla signorina Granger di sposarmi. E lei ha accettato. Sono venuto a sapere dell'esistenza di mia cugina Alhena e voglio conoscerla, voglio che sia presente al mio matrimonio. La trova una cosa così divertente?" ringhiò con forza notando il leggero sorriso beffardo apparso sul volto della Preside.
Lei rispose con un semplice sguardo sarcastico, sfoderò una bacchetta corta e spessa e con un colpo secco fece uscire un grosso libro da uno scaffale e lo fece atterrare rumorosamente sulla scrivania. Hermione si avvicinò, interessata.
"La troviamo lì?" chiese Draco. La Preside non rispose, si limitò a sostenere lo sguardo del ragazzo, con i suoi occhi luccicanti.
Per una buona trentina di minuti sfogliarono le numerose pagine, cercando nei visi delle ragazze dei tratti conosciuti. Finirono anche per dimenticarsi della presenza della Preside, che li fissava studiandoli attentamente.
"Granger, guarda. Forse è lei" disse a un certo punto Draco indicando una certa Alena Peev
"Uh... dici?" rispose Hermione guardando distrattamente la foto di una ragazza bionda che poteva essere una Malfoy.
"No, aspetta, Draco" esclamò Hermione "l'ho trovata". 
La punta del suo dito toccò la pagina indicando Alhena Black. Era una ragazza bellissima, somigliava a Bellatrix ma non aveva la sua aria crudele e fanatica, né le sue palpebre pesanti. Se Hermione e Draco avessero visto i ricordi che aveva visto Harry Potter, avrebbero riconosciuto in quella ragazza anche i tratti Riddle. Non c'erano dubbi, se anche avesse avuto un altro cognome, la bellezza dei Black trasudava da ogni poro di Alhena.
I due si guardarono.
"Alhena Black. Una strega davvero dotata. Siete fortunati, io non divulgo i dati dei miei studenti, ma Alhena Black organizza eventi pubblici. Tra due settimane la troverete impegnata in questo evento" disse compiaciuta la Preside, facendo planare tra le mani di Hermione un depliant.
*
Alhena era l'organizzatrice di un concerto delle Loshi Khora, un gruppo piuttosto famoso.
"Non possiamo aspettare due settimane, potrebbe trovare l'Horcrux mancante o la Giratempo Corrotta. Non sappiamo quali misure ha preso Voldemort" aveva detto Draco.
"No, infatti. Ci presenteremo alle prove, stasera" poi l'aveva guardato negli occhi e aveva aggiunto "se sei d'accordo".
Non l'aveva mai vista così intraprendente e determinata. Anche del bacio non si era più fatta parola e sembrava che non fosse mai successo nulla, anche se ogni ostilità si era sciolta e anche ogni imbarazzo e ansia. Certo, capitava che ci fossero dei momenti di insostenibile tensione sessuale tra loro, quando si trovavano troppo vicini o quando si sfioravano involontariamente.
"Sì, va bene" aveva risposto Draco, distrattamente, cercando di non fissarle dentro la scollatura. E così avevano fatto, si erano presentati alle prove.
Se solo avessero saputo prima cosa sarebbe successo, non l'avrebbero mai fatto. Draco non avrebbe mai esposto Hermione a un pericolo così grande.
Che sciocco era stato, come aveva potuto non calcolare ogni rischio? Ed era tutto così ovvio.


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Note dell'autrice:
-Sì, finalmente ho aggiornato. Problemi personali e indecisioni varie hanno reso questo capitolo piuttosto difficile da scrivere, ma ce l'ho fatta
-Non credo di avere altro da aggiungere, è un capitolo molto spiegoso di suo

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito finora e ringrazio tutte le persone che mi hanno mandato numerosi messaggi, sia qui su EFP che sulla mia pagina su Facebook (chi fosse interessato la trova qui), siete adorabili. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!




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Capitolo 9
*** Mamma Bellatrix ***


Mamma Bellatrix

Now I see her in my daughter,
the same unending energy,
that quick mind,
that hand, open and extended to the world.

"Vuoi un po' di dolce di patate? Mamma mi ha guardata come se fossi pazza, quando gliel'ho offerto la prima volta, ma poi se n'è innamorata e ogni volta che poteva, ne mangiava a quintali".
Faceva un po' strano sentir parlare di Bellatrix Lestrange come una mamma che si abbuffa di dolci. Del resto era anche incredibile essere seduti a un tavolo, ospiti prigionieri, con una ragazza identica a Bellatrix che parlava del più e del meno e rideva allegramente.
Draco ancora non riusciva a capacitarsi di come accidenti fosse riuscita Hermione a cambiare radicalmente la situazione. L'ultima cosa che ricordava, era Hans che lo Schiantava per averlo visto cosciente, e ora lo scimmione distribuiva piatti carichi di dessert, lanciando occhiate colpevoli al segno violaceo sul viso di Hermione.
Una fitta di rabbia sbocciò come un fiore incandescente nel ventre di Draco, ripensando al modo in cui la sua mezzosangue era stata ferita. Serrò la mano sulla sua coscia, affondando le nocche nella sua stessa carne. Respirò profondamente e bevve un sorso di succo di zucca ghiacciato, cercando di fare chiarezza in quel turbinio di ricordi e sogni che era la sua mente.
Che cos'è successo? Ricorda. Ricorda.
Ricordava abbastanza bene l'arrivo alle prove per la serata organizzata da sua cugina. C'erano tendoni attorno ai quali diversi maghi si affaccendavano sistemando bancarelle e sedie. Un gruppo di anziani berciavano suggerimenti a quelli che stavano montando un grosso palco con un'ampia pedana da ballo. Delle lanterne di carta bianca sfrecciavano allegramente in mezzo agli ospiti, inseguendosi come bambini e illuminando allegramente la serata.
Di Alhena non c'era traccia, ma Draco iniziava a sentirsi irrequieto e una tristemente familiare sensazione si stava facendo strada in profondità nella sua carne. Il Marchio si stava scurendo e muovendo sotto la sua pelle, assumendo espressioni minacciose. Alhena doveva essere vicina. 
"Draco, stai bene?" chiese Hermione, fissandolo con gli occhi spalancati. Spaventata.
"Sì. Sto bene. Deve essere nei paraggi"
"Senti qualcosa?"
Draco riflettè
"Non io, il Marchio. Percepisce la sua presenza e ..." s'interruppe di botto, una fitta alla tempia lo aveva ammutolito. Il terreno si stava facendo instabile, o era solo una sua impressione? Ebbe l'impressione di essersi tuffato in acque più profonde di quanto si fosse aspettato: era senza fiato, le orecchie si erano tappate e un lieve fischio era l'unico suono nitido sopra molti suoni ovattati, non c'era nulla di stabile sotto o attorno a lui.
"Draco!"
Hermione l'aveva abbracciato prima che le gambe potessero cedergli, lo stava sorreggendo. Non davano nemmeno nell'occhio, sembravano una coppia normale.
"Hermione"
"Stai bene?"
"Ora sì... sì. Deve essere vicina, la sua presenza fa reagire il Marchio e mi offusca la mente". Inspirò a fondo. Il corpo caldo, sudato, morbido e stabile di Hermione l'aveva trainato fuori da quell'incubo. Rimase stretto a lei per qualche istante, godendosi la realtà che tornava lucida e i fianchi della ragazza sotto le sue mani. Mosse lentamente le dita, accarezzandola. Lei arrossì.
"Stai bene quindi" sussurrò senza guardarlo negli occhi. Lui non rispose, la guardava con dolcezza, intenerito dall'imbarazzo compiaciuto con cui la ragazza abbassava lo sguardo ed evitava di guardarlo negli occhi.
"Senti... è meglio muoversi" pigolò Hermione.
Malfoy sospirò e staccò lo sguardo dalla ragazza, guardando oltre la sua spalla, ignorando l'istinto di piegarsi e baciarle il collo. Ciò che vide oltre Hermione non gli piacque per nulla. Si sentì un idiota.
Mentre loro si godevano il loro momento di dolcezza, qualcosa di strano era successo.
L'eterogenea folla allegra si era unita in un'unica azione, tutti guardavano con apprensione e curiosità un capannello di persone che si era formato vicino al palco, poco distante da Draco ed Hermione.
Una ragazza si staccò da quel capannello. Era alta, dai lunghi capelli mossi color mogano, con occhi verdi che brillavano di acutezza e malizia. Era bellissima, ma non aveva un'aria amichevole. Portò la bacchetta alla gola e parlò, con voce argentina e ferma. Disse qualcosa che fece sussultare Hermione, poi si allontanò e la folla, parlottando ancora concitata e incuriosita, riprese i preparativi per la serata.
"Che è successo? Cos'ha detto?"
"Ha detto che Alhena, come in tanti hanno visto, ha avuto uno svenimento, ma è tutto sotto controllo e ora la portano nell'infermeria là dietro" e indicò con un cenno del capo un tendone su cui aleggiava un'enorme croce di luce azzurra "per farla rifocillare. Invita a non interrompere i lavori. Draco, credo che anche lei percepisca la tua vicinanza"
"Perché dovrebbe? Non sono nessuno. Lei è l'essenza di lui, è ovvio che il mio Marchio reagisca, ma non ha senso che anche lei abbia le stesse reazioni avvicinandosi a me"
"Non lo so, Draco. Ho una brutta sensazione. Che facciamo?"
"Andiamo. In un modo o nell'altro ce la caveremo. Non abbiamo tempo, non ha senso aver fatto tutto quello che abbiamo fatto per ignorare tutto e andarcene ora che l'abbiamo trovata"
"Hai ragione, però..."
Hermione si mordicchiava nervosamente le labbra, riflettendo. Draco non poteva più farci nulla. Le mise una mano dietro la schiena, affondandola nei suoi capelli castani, stringendola a sé. La guardò negli occhi per un istante, in quegli occhi castani, spalancati, sorpresi, meravigliosi. La baciò.
"Andrà tutto bene, Hermione".
Lei annuì e sorrise, confusa.
Si presero per mano e si avvicinarono al luogo in cui avevano portato Alhena. Hermione stringeva forte la mano di Draco e quel contatto era l'unica cosa che gli impedisse di affondare di nuovo in quella sensazione di annegamento, via via che si avvicinava alla figlia di Voldemort e Bellatrix.
Ma qualcosa andò storto. Una volta arrivati al tendone, si accorsero che non c'era nessuno. La brutta sensazione di Hermione si acuì.
"Draco, andiamocene via subito" sussurrò allarmata "ho una brutta sensazione, credo sia una trappola". Draco non rispose, era impallidito e non sembrava averla sentita.
"Draco...?"
Sentì dei movimenti di qualcuno che si avvicinava di corsa a loro, ma non vide nulla.
"Chi c'è? Protego!" strillò Hermione, ma scagliò l'incantesimo di protezione nella direzione sbagliata. I nemici invisibili erano alle sue spalle. Non li vide quando due voci, una femminile e una maschile, urlarono all'unisono "STUPEFICIUM!" e "INCARCERAMUS!".
Poi non vide più nulla.
*
Due figure apparvero dal nulla, annullando l'incantesimo di Disillusione. Una era la ragazza dagli occhi verdi e i capelli color mogano, l'altro era un ragazzo alto e dalle spalle larghe, con capelli corti rosso rame e occhi verdi.
"Li abbiamo presi, ci sono caduti come delle pere mature da un albero" disse lei, rivolta al nulla alle spalle del ragazzo.
"Che idioti, credevano che non li avremmo notati?" disse con superbia un'altra voce, appartenente a una ragazzina che apparve in quel momento.
"Chissà che cosa vogliono. Bel lavoro, Hans. Brava anche tu Mila" fece una ragazza bionda che apparve accanto al ragazzo. Mila scosse le spalle.
"Come sta Alhena?" chiese con un grugnito Hans.
"Sta bene, si è solo graffiata quando è svenuta" rispose la ragazzina.
"Già" le fece eco la ragazza bionda "Martina ha avuto una grande protenzza di riflessi, l'ha afferrata per la schiena. Non è riuscita ad evitare che cadesse" aggiunse divertita "ma almeno è riuscita ad evitare che battesse la testa".
Hans sorrise alla ragazzina, che rispose con un'espressione di orgoglio e disse alla bionda:
"Almeno io ho fatto qualcosa, Stella"
"Finitela. Portiamoli a casa e vediamo cosa dice Alhena" ringhiò Hans, ponendo fine alla discussione. Mila e Stella presero Hermione, Hans si caricò in spalla Draco e Martina prese le bacchette dei due e si smaterializzarono.
*
Hermione si svegliò. Era legata ad una sedia ed era stata disarmata. Draco era ancora svenuto.
Oh no. Era davvero una trappola.
"La strega si è svegliata" disse Martina, dando una gomitata a Stella "chiama Alhena!". Le due ragazze erano sedute a un tavolino davanti ai due.
Stella guardò Hermione e si alzò, uscendo dalla stanza. 
"Chi siete?"
"Siamo amici! Lui è cugino di Alhena, dobbiamo sposarci e volevamo..."
"Bugiarda!" tuonò Martina, agitando la bacchetta. Il taglio sulla guancia di Hermione si riaprì e lei tacque.
"Perché appena lui" e indicò Draco "si avvicina, Alhena sta male? Cosa volete? Come la conoscete? Di' la verità!"
ma l'interrogatorio della ragazzina venne interrotto dall'apparizione di un drago argentato. Hermione sgranò gli occhi. Il drago non era delle dimensioni di uno vero, per fortuna. La ragazza ricordava ancora l'ansia durante il torneo Tremaghi e anche, e soprattutto, la fuga dalla Gringott. Era molto più piccolo di un drago vero e non sembrava minaccioso, era bello come tutti i Patronus. Il drago parlò, con un'elegante voce femminile.
"Chi siete?" il suo tono era autoritario ma pacato.
Hermione prese un respiro profondo. Sta' calma. Andrà tutto bene, Hermione.
"Mi chiamo Hermione Granger. Sono fidanzata con lui. Lui è Draco Malfoy, figlio di Lucius e Narcissa. Narcissa Black, la sorella di Bellatrix. Siete cugini! Siamo qui solo perché Draco ha saputo di avere una cugina e ha voluto conoscerla. Non abbiamo nessuna cattiva intenzione!".
Il drago splendeva ma rimase in silenzio. Dopo qualche istante scomparve.
Si sentì un tramestio e la porta della stanza si spalancò. Alhena era sulla soglia, bellissima e pallida, affaticata. 
"Cugini?"
"Sì"
Le due ragazze si fissarono negli occhi. Poi Alhena sorrise.
"Ma è meraviglioso!" si avvicinò a Draco e lo fece rinvenire. Li liberò immediatamente e quando Draco la guardò negli occhi, lo abbracciò. Entrambi assunsero un'espressione sofferente.
"Mamma mi ha fatto vedere le foto di Narcissa. In alcune c'era anche tuo padre e in una c'eri tu da bambino. Sì, sei proprio tu! Draco!"
"Sono felice di averti trovata" sussurrò Draco, senza fiato.
"Medicateli subito e scusatevi. Soprattutto tu, Martina. Vergognati! Sono tremendamente costernata! Sapete, è un periodo che non sto molto bene e questa sera siete apparsi voi due, ogni volta che guardavo Draco mi sentivo peggio e quando si avvicina a me, mi gira la testa. Ma insomma, penso solo di avere una qualche influenza. Draco. Draco, mio cugino Draco, è tutta la vita che sogno di conoscere la mia famiglia. Mamma diceva che sei molto intelligente, un ottimo ragazzo. Sono così felice che tu sia qui, non riesco a crederci! Venite, mangiamo, ci faremo perdonare per questo vergognoso trattamento. Hans è molto apprensivo, sapete. Oh, Hans è il mio fidanzato, ci sposiamo l'anno prossimo" aggiunse indicando il ragazzone.
Era successo tutto molto rapidamente, sembravano tutti confusi tranne Alhena.
In un batter d'occhio si erano trovati seduti al tavolo, mangiando del dolce di patate. Dopo il pasto, durante il quale Alhena aveva raccontato della sua vita, li aveva invitati a fare il giro della sua enorme magione.
"Me l'ha lasciata mamma" spiegò
"Sì, è in perfetto stile Black" sorrise timidamente Hermione
"Cosa sai dello stile Black?" chiese incuriosita Alhena
"Non molto, ma ho visitato la casa degli zii di tua madre"
"Quali?"
"Ehm... Walburga e Orion Black"
Alhena strinse le labbra
"I genitori di Regulus"
"Sì, loro"
"Mamma ha detto che Regulus è morto da molto tempo, perché eri a casa sua?"
Draco guardò Hermione. 
"Ero ospite del fratello di Regulus".
Alhena la guardò intensamente per qualche istante. Non parlò, ma sapeva che Sirius Black era legato alle persone che avevano ucciso sua madre.
Draco ed Hermione si chiesero fino a che punto Alhena conoscesse le sue origini. Sapeva di essere figlia di Voldemort?
"Le guerre non sono mai una bella cosa" mormorò Alhena, continuando a fissare Hermione
"No, infatti"
"Mamma è morta in quella guerra"
"Anche Sirius" ribattè Hermione, accalorandosi. Mamma è morta in quella guerra? Oh, cara! Mi dispiace! Andrò a riferire a Molly che avrebbe dovuto permette a quella pazza di tua madre di assassinare Ginny e chissà quanta altra gente, per non lasciarti orfana!
"Già. Mi dispiace" disse lentamente Alhena. Una lacrima le rigò il bellissimo volto e abbracciò Hermione.
"Lo so che cosa un inglese potrebbe aspettarsi da me. Ma io non sono mia madre. Amo troppo la vita per poter pensare di morire per uccidere qualcuno. Sono felice di averti conosciuta, Hermione. Sono felice" disse, abbracciando anche Draco "di aver trovato un pezzo della mia famiglia. Hans e gli altri sono stati buoni con me, ma non è come avere una famiglia".
Al di sopra delle spalle di Alhena, Draco ed Hermione si guardarono, atterriti. Alhena li strinse ancora più forte e fu in quel momento che i due ragazzi lo videro, appeso a una lunga catenella nera.
Hermione lo conosceva molto bene, visto che un suo sosia le aveva inciso la parola "mezzosangue" nella carne. Draco aveva assistito a quella scena e comunque conosceva molto bene la collezione di pugnali di sua zia Bellatrix.
Alhena portava al collo un piccolo pugnale di Bellatrix.
Aveva trovato l'horcrux di sua madre.
"Che carino, Alhena" aveva detto Hermione con la stessa voce tremante di quando, fingendosi un'impiegata del Ministero, aveva notato il medaglione di Serpeverde al collo di Dolores Umbridge.
"Cosa, questo? Sì, è molto bello. L'ho trovato non molti giorni fa, frugando tra i cimeli di famiglia. Credo fosse di mamma"
"Sì, è sicuramente suo. Tua madre amava i pugnali" mormorò Draco, fissandolo. Il Marchio bruciava come fuoco.
Alhena gli sorrise.
"Siete miei ospiti, vero? Stanotte dormite da me. Ho una stanza fantastica per voi due! Ve la mostro, venite"
Hermione e Draco si scambiarono un'occhiata.
______________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Ebbene sì, a quasi un anno di distanza, ho finalmente aggiornato. Gaudete!
-Ero indecisa se proseguire la storia spiegandovi cos'è successo a Hermione e Draco o se fare uno zoom su Lucius e Narcissa, che avranno il loro ruolo in questa storia, alla fine ho optato per chiarire la situazione
-Non so, spero che il capitolo sia di vostro gradimento, recensitemi per farmi sapere cosa ne pensate!

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