When Dark comes Light

di Noisy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Black Eye ***
Capitolo 2: *** Una missione solitaria ***
Capitolo 3: *** Il libro di magia ***
Capitolo 4: *** Riesco a vedere ***
Capitolo 5: *** Voci nella mente ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Incontrollabile ***
Capitolo 8: *** La prima missione ***
Capitolo 9: *** Un obiettivo nascosto ***
Capitolo 10: *** La foresta dai mille pensieri ***
Capitolo 11: *** Quel sussurro ***
Capitolo 12: *** Nessun ricordo ***
Capitolo 13: *** La sfida del Master ***
Capitolo 14: *** La Lacryma nascosta ***
Capitolo 15: *** Ricordi di un passato troppo vicino ***
Capitolo 16: *** Una felice notizia ***
Capitolo 17: *** Nella tana del lupo ***
Capitolo 18: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 19: *** Rapimento ***
Capitolo 20: *** L'Inferno di Michiko ***
Capitolo 21: *** Fairy Tail ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Black Eye ***


BLACK EYE




Verso i confini del Regno di Fiore, ai piedi delle alte montagne rocciose che circondano il continente, nascosta da una fitta e intricata foresta non esattamente famosa per la tranquillità delle creature che vi risiedevano, troneggiava una lugubre costruzione.
Faceva parte di una tra le diverse gilde oscure del Regno di Fiore, purtroppo una delle più distruttive: Black Eye.
Vista da fuori, l’imponenza della costruzione saltava subito all’occhio. Era di forma molto irregolare, il tetto inclinato da un lato, muri sporgenti ed appuntiti; non c’erano finestre, solo una grande porta in legno, di un marrone lucido tendente allo scuro. Un grosso disegno era inciso sulla porta: un inquietante occhio, dettagliato nei contorni, l’iride pareva quasi muoversi ai suoni e rumori dei dintorni, illuminandosi sinistramente, come se volesse maledire chi osava passare lì davanti.
Al suo interno l’ambiente non era certo più solare: appena dopo aver varcato la porta si entrava in un grosso salone con pavimenti lucidi tendenti al grigio, i muri completamente neri, le luci erano soffuse, violacee. Sulla destra c’era un grosso bancone in legno, dietro di esso tantissime bottiglie di vari liquori provenienti da tutto il Regno, mentre per tutta la sala erano disposti divani e poltrone in maniera disordinata, ma estremamente curati. Alla sinistra invece era presente una grossa scalinata che portava al piano superiore, dove si trovavano le camere dei componenti della gilda.
Gli stessi erano vestiti in tonalità prettamente lugubri, in modo da ricordare la loro provenienza. Scuri anche in volto, non esattamente dai lineamenti delicati e soavi…

Rannicchiata su un divanetto a leggere un libro si poteva notare una ragazza, sembrava piuttosto diversa dai suoi compagni: viso delicato e gioviale, un abito corto, blu scuro e senza spalline, portava un bracciale scuro al polso sinistro ed ai piedi un paio di stivaletti corti e neri, i capelli erano lunghi per tutta la schiena, mossi e azzurri intensi, sopra di essi portava un largo cerchietto blu. Gli occhi erano di un forte grigio perla, intorno ad essi portava un pesante trucco che richiamava chiaramente l’oscurità della sua casa, della sua gilda. Un filo di rossetto blu era il suo tocco finale.
Era così immersa nella lettura del suo libro che non si accorse del ragazzo che si era seduto vicino mettendosi a sbirciarla. Aveva i capelli e gli occhi castani, con un leggero velo di matita nera intorno ad essi, aveva un po’ di barbetta incolta ed indossava una maglietta scura con un occhio disegnato, riferimento chiaro al posto in cui si trovava, sotto indossava pantaloni attillati e neri con scarpe del medesimo colore. Alle dita portava svariati anelli, ognuno dotato di sfumature in continuo movimento.

-Ehi Michiko, che stai leggendo? Lo sai che continuando a stare sui libri finirai per non vederci più?!- sogghignò il ragazzo.
La ragazza non diede peso alle sue parole e continuò a leggere imperterrita.
-Ohi, ascoltami!- esclamò con voce più alta togliendole il libro dalle mani, sapeva che in questo modo avrebbe catturato la sua attenzione, ma anche la sua rabbia.
Michiko odiava quando veniva disturbata nella sua lettura.
-Ridammelo, ora- ringhiò lei girandosi di scatto verso di lui. I suoi occhi, dal bel grigio perla che li caratterizzava, stavano cambiando colore, fino a diventare completamente neri, anche oltre l’iride e la pupilla. Una delle sue magie era legata ad essi. L’ambiente intorno aveva cominciato improvvisamente a scurirsi, facendo affievolire ancora di più le diverse lampade presenti nella grande sala.
-Come sei sempre cattiva!- sbuffò ironicamente il ragazzo, ma senza ridarle il libro, anzi, si era messo pure a sfogliarlo preso dalla curiosità di sapere cosa stesse leggendo la sua compagna di gilda.
-Lasciala stare, preferisce i suoi libri ad un po’ di compagnia maschile. Vieni a sederti un po’ qua con me!- civettò una ragazza poco lontana da loro che stava ascoltando la loro conversazione. Lei portava un attillato vestito rosso, per mettere in risalto le sue forme prosperose. Sopra un lungo cappotto nero, come le scarpe dal tacco alto che aveva ai piedi. Gli occhi erano rossi come il vestito ed i capelli mori e lunghi. Gli occhi contornati di nero e rossetto viola sulle labbra, sotto al mento aveva un piccolo neo.
Michiko alzò lo sguardo verso di lei, mostrandole i suoi occhi neri, non le era mai andata a genio quella ragazza e tutti sapevano che la simpatia non era reciproca. Non perdeva occasione per stuzzicarla in qualche modo, ma Michiko non cadeva in stupide provocazioni e passava oltre.
-Ritsuko, come sei sempre diretta, forse è per questo che mi piaci!- disse il ragazzo seduto vicino a Michiko, che intanto lanciò il libro affianco a lei.
-Ovviamente… - sorrise maliziosamente lei mentre il ragazzo le si era, nel frattempo, seduto di fianco e l’aveva avvolta con un braccio intorno alle spalle.
I due continuarono a parlare o per meglio dire “sparlare”, ma Michiko non ci fece nemmeno caso, era ritornata nella sua lettura e si staccò solo parecchio tempo dopo, quando dalla porta d’ingresso fece ritorno uno dei gruppi che era andato in missione.
Fu così che tutti i membri della gilda furono riuniti, erano in sette più il Master, non erano tanti, ma bastavano per far intimorire chiunque incrociasse i loro sguardi.
Le unità che erano appena rientrate erano una ragazza e tre ragazzi: lei era l’unica che andava d’accordo con Michiko, scambiavano qualche parola ogni tanto, entrambe erano abbastanza solitarie e non ascoltavano nessuno, a parte il Master. Lei si chiamava Ryoko ed era detta “La Sanguinaria” aveva i capelli mossi e lunghi di colore viola chiaro, come i suoi occhi. Portava un lungo vestito nero con un ampio spacco, guanti lunghi e neri, stivali alti del medesimo colore. Aveva quel soprannome perché dopo aver sconfitto i suoi nemici, adorava fargli provare altro dolore con le sue lame, compiendo tagli su tutto il corpo, per poi leccare il sangue che rimaneva sulle sue armi, cosa che stava facendo pure ora seduta su un divanetto in disparte.
C’erano poi i due gemelli, Kaito e Kei, che erano completamente uguali anche nel modo di vestire e di comportarsi: avevano i capelli blu scuro diretti verso l’alto e gli occhi neri. Indossavano entrambi una maglietta in tono con i capelli, con sopra una giacca grigia, pantaloni e scarpe invece erano color pece. Stavano quasi sempre insieme e anche quando parlavano si completavano le frasi a vicenda, come se riuscissero a leggersi nel pensiero.
Si andarono ad accomodare su un divano al centro della sala mentre parlavano ad alta voce della missione appena compiuta, tra tutti erano quelli più chiassosi del gruppo.
L’ultimo membro, non per importanza e nemmeno per potenza – visto che era il più forte dell’intera famiglia oscura – estremamente inquietante, era il più vecchio tra tutti anche se rimaneva comunque un ragazzo: i capelli erano lisci e biondi e gli arrivavano fino alle spalle e gli occhi verde scuro, portava una camicia dello stesso colore degli occhi che era ordinata all’interno dei pantaloni, un paio di stivali ben curati finivano appena sotto il ginocchio e sulle spalle aveva un lungo mantello, era piuttosto consumato e colmo di tagli. Era andato ad appoggiarsi al bancone del bar, si era preso una bottiglia di liquore e se la stava scolando tutta in un sorso.
Lui aveva un particolare legame con una certa persona.
-Ehi, Rufus, porta una bottiglia pure a noi!- esclamò vivace Dereck sventolando la mano mentre Ritsuko gli stava avvinghiata addosso.
Il biondo si girò verso di lui con sguardo truce, odiava quando qualcuno, che non fosse il Master, gli lanciava ordini. Prese così una delle bottiglie poste sugli scaffali, ma invece di porgergliela cordialmente la lanciò con rabbia verso di lui. Dereck si parò mettendosi le braccia davanti al viso e la bottiglia si ruppe a contatto con il suo corpo, ferendolo in superficie.
-Ma sei impazzito?!- esclamò Ritsuko alzandosi in piedi con le mani sui fianchi.
Rufus si girò verso di lei rivolgendole un altro sguardo truce, il contatto visivo durò qualche secondo e poi la ragazza si risedette sul divano, senza più proferire parola, aveva paura di lui, come l’avevano tutti.
Nel frattempo Dereck cercava di fasciarsi le ferite che si era procurato quando accanto a lui arrivò silenziosamente Ryoko che già si pregustava un buon pasto.
-No, stammi lontana!- ordinò Dereck, avendo già capito le intenzioni della ragazza.
-Solo un pochino, un pochino del tuo sangue- bisbigliò lei guardandolo negli occhi e sorridendo malvagiamente, ogni volta che vedeva del sangue andava in estasi, per non parlare poi di quando lo beveva.
Dereck riuscì a sfuggire con non poca fatica e Ryoko si rimise a sedere dove aveva lasciato i suoi coltelli, per finire di lucidarli e togliere anche la minima traccia del liquido rosso che vi era rimasta.
I gemelli invece se ne stavano abbastanza sulle loro, facevano un gran fracasso mentre parlavano, però lo facevano tra di loro, senza dare fastidio a nessuno.
Michiko invece continuava a leggere, anche se più nervosamente del solito, soprattutto a causa della presenza di Rufus.
Tutto quel baccano non le piaceva per niente e non l’aiutava di certo a concentrarsi nella sua lettura; sospirò sommessamente e chiuse il libro con un grande tonfo, guardando i suoi compagni che non accennavano a darsi una calmata.
Si alzò, sempre con il libro in mano, e raggiunse lentamente la porta della gilda, senza guardare negli occhi nessuno e poi uscì, con la speranza di trovare un posto tranquillo. Non si accorse nessuno che la ragazza era uscita a parte Rufus che sogghignò vedendola andare via.

La ragazza dai capelli azzurri si addentrò nella foresta, le era sempre piaciuto fare un giro in mezzo a quegli alberi secolari e perdersi nel silenzio irreale che questi creavano, era quasi un’atmosfera pacifica, aggettivo che va contro ogni natura della sua gilda, ma l’aiutava a concentrarsi nella sua lettura.
Dopo aver camminato per una decina di minuti trovò una radura e si sedette con la schiena contro ad un albero, era un posto perfetto quello e aveva tutta la tranquillità che poteva desiderare, non aveva nemmeno paura dei lupi che vivevano in quella foresta, anzi, a dir la verità era il contrario. Se molte creature temevano Black Eye, in parte era “grazie” a lei.
Preferiva il silenzio e starsene da sola, piuttosto che la compagnia dei compagni, se così si potevano chiamare. Pochissime parole con gli altri, eccezion fatta per quando erano in missione, anche se non era nemmeno vista di buon occhio per via della sua magia.
In fondo loro erano una gilda oscura e lei era una maga della luce.




Note dell'Autrice:

Finalmente, dopo un anno che è rimasta sul mio computer, pubblico questa fic! I capitoli sono già tutti completi quindi non tarderò negli aggiornamenti, pubblicherò circa un capitolo a settimana ^^

Ci tengo a ringraziare quattro persone particolari, senza le quali questa fic non sarebbe sicuramente qua.
La mia amica tre 88, che ha sempre letto i miei capitoli e che ha sempre voluto che la pubblicassi xD
La mia carissima Missa <3 che mi sopporta tutte le sere e che mi ha dato un grande incoraggiamento, a tal punto di cominciare a pensare seriamente di pubblicarla.
 La mia cara beta Lenny, che la settimana scorsa è apparsa dal nulla, autoproclamandosi mia beta e aiutandomi nella correzione e revisione dei capitoli, a questo punto non ho potuto far altro che decidermi e pubblicarla xD

Ringrazio anche tutti quelli che passeranno di qua! *^*


_Michiko_

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Capitolo 2
*** Una missione solitaria ***


UNA MISSIONE SOLITARIA

 

 

 

Erano passati diversi giorni da quando tutta la gilda di Black Eye si era di nuovo riunita dopo diverso tempo, per via delle continue missioni che svolgevano. Stavano attendendo con impazienza il Master, che era fuori per questioni private e che al suo ritorno avrebbe assegnato loro nuove missioni da svolgere senza il minimo errore, pena la loro vita. Erano stati giorni abbastanza tranquilli, dove i membri avevano cercato di disturbarsi il meno possibile tra di loro, soprattutto in presenza di Rufus, che non tollerava il troppo baccano in gilda, e tutti avevano paura di lui, quindi stavano ben attenti a come comportarsi.

 

Il Master era tornato da poche ore, con una marea di nuove informazioni per raggiungere il suo obbiettivo segreto e subito aveva richiesto la presenza di una persona in particolare.

 

-Che ci fai qui?- domandò Michiko senza distogliere gli occhi dal suo libro. Era di nuovo andata a sedersi in quella radura per leggere tranquillamente ma aveva sentito, grazie anche al silenzio di quel posto, qualcuno arrivare. Non le piaceva quando i suoi compagni venivano pure a disturbarla nella foresta e scoprivano i luoghi in cui andava a leggere, sarebbero sempre venuti a darle noia in questo modo, anche per faccende inutili.

-Il Master ti sta cercando- rispose Rufus, che l’aveva cercata in lungo e in largo per la foresta, trovandola poi poco dopo non lontano dalla gilda. Era alquanto alterato perché si era sporcato tutti i pantaloni che portava sempre in modo impeccabile in mezzo all’erba e alle piante e non vedeva l’ora di tornarsene alla gilda a bere qualche litro di liquore, almeno non avrebbe pensato a niente.

Michiko, senza dire una parola, chiuse il libro e si alzò, cominciando a camminare verso la gilda per sentire che missione doveva affibbiarle il Master. Passò davanti al biondo senza degnarlo di uno sguardo, questo la scrutò con la coda dell’occhio e poi le prese un polso, fermandola. La ragazza non si voltò verso di lui.

-Guardami negli occhi- ordinò lui, strattonandola, ma lei non perse l’equilibrio.

-No!- ringhiò lei, cercando di divincolarsi dalla presa, il polso le faceva male. Non voleva guardarlo negli occhi perché sapeva benissimo che odiava quando qualcuno non lo guardava o gli voltava le spalle mentre parlava, e Michiko quel giorno non voleva essere cordiale con nessuno, tutt’altro, ma poco importava visto che non lo era mai stata.

-Ti ho detto di guardarmi!- ringhiò ancora lui, spingendola con violenza contro il tronco di un albero e tenendole il viso alzato con una mano. Michiko fu costretta a guardarlo.

-Lasciami andare!- sussurrò la ragazza con rabbia, ma Rufus non ascoltò per niente le sue parole e con la mano libera le prese i polsi e spinse il suo corpo contro quello della ragazza, incatenandola all’albero. Premette le sue labbra con foga contro quelle di Michiko, finché la ragazza non cedette e socchiuse la bocca, lasciando che Rufus infilasse la sua sporca lingua e andasse a esplorare dentro di lei. Michiko chiuse gli occhi, stringendoli per non dargli il gusto di farsi vedere piangere, era da tanto che andava avanti quella storia, Rufus diceva che lei era la sua ragazza ma quello era un amore a senso unico, lui la usava e basta e lei non poteva ribellarsi. Le regole di Black Eye vietavano gli scontri tra i membri della gilda e lei era stata costretta ad assecondare il volere di Rufus che aveva giocato a suo favore con questa regola. Gli altri non l’avevano mai aiutata, avevano paura del biondo e facevano finta di non vedere tutto quello che lui commetteva su di lei.

Quando Rufus si staccò impose ancora a Michiko di guardarlo e si leccò le labbra soddisfatto, le fece un ghigno e poi si staccò dalla ragazza, la quale colse al volo l'opportunità di libertà e scomparve dalla sua vista.

Il ragazzo sorrise, come adorava sentirsi superiore agli altri, infatti, anche se non gli era stata posta nessuna nomina dal Master, Rufus si sentiva un gradino più alto di tutti gli altri membri, tutti avevano paura di lui e gli portavano rispetto, bastava un suo sguardo per intimorire anche uno dei più forti maghi. E questo giocava a suo favore, perché, alla gilda, non trovava degno di parlare con lui quasi nessuno.

Dereck e Ritsuko erano quelli che lo infastidivano maggiormente, se avesse potuto li avrebbe già fatti fuori tempo prima con la sua magia. Stavano sempre appiccicati l’uno all’altro, continuavano a bere liquore ma non lo reggevano ed erano sempre ubriachi e facevano feste tra di loro fino a notte fonda, non lasciando dormire praticamente nessuno. Per non parlare poi di quello che facevano davanti a tutti! Oltre a baciarsi certe volte erano andati pure oltre, completamente ubriachi, sui divanetti in sala, davanti al resto dei membri. Meno male che bastava un richiamo da parte sua per farli tornare magicamente sobri e riprendersi il contegno ormai perso da tanto tempo e difficilmente recuperabile.

Odiava i gemelli che non facevano altro che parlare e parlare tutto il giorno, completandosi continuamente le frasi a vicenda, più volte si era chiesto se non stavano zitti visto che sapevano perfettamente cosa avrebbe detto uno e cosa l’altro. Almeno bastava uno sguardo per farli stare zitti e buoni per il resto della giornata, mentre lui poteva sorseggiarsi in pace vari liquori.

Poi c’era Ryoko, era disgustosa quando leccava il sangue dai suoi coltelli, una volta era venuta pure a chiedere il suo sangue dopo essere stato ferito in uno scontro, inutile dire che l’aveva liquidata minacciando di usare la sua magia, lei se ne era andata via con la testa bassa cercando sangue altrove.

E per finire c’era Michiko, lei che faceva finta di essere da sola e che non dava ascolto a nessuno a parte il Master, lui e anche gli altri le parlavano ma lei non li ascoltava, pensava che i suoi libri fossero più importanti di tutti gli altri, ma si sbagliava e poco tempo prima glielo aveva fatto capire. Era sempre stato attirato un pochino da quella ragazza, più che altro aveva voglia di farla scendere dal piedistallo in cui pensava di trovarsi e di portarla alla sofferenza e così prese una regola della sua gilda e la giocò a suo favore. La costrinse a diventare la sua ragazza, la costrinse ad essere baciata quando lui voleva e la costrinse a subire qualsiasi cosa lui voleva. Lei non si era mai ribellata, non poteva e lo sapeva benissimo, quel gioco di sottomissione non sarebbe finito mai.

Ritornò poco dopo sui suoi passi, immerso tra i suoi pensieri, non vedendo l’ora di tornare e di potersi pulire.

 

Michiko nel frattempo era ritornata alla gilda, prima di entrare si guardò i polsi che Rufus le aveva stretto, quel maledetto aveva usato la sua magia e ora la pelle si era tutta screpolata. Poi pensò a quando l’aveva baciata, era da mesi che durava quella storia e non ne poteva più, per quanto ancora sarebbe andata avanti? Non poteva ribellarsi, non poteva fare niente.

Sospirò guardando a terra e varcò la porta.

Appena entrata notò subito Master Victor che la stava attendendo davanti alla porta del retro della gilda: era un uomo molto alto, quasi due metri e anche molto magro, con la pelle dal colore chiaro che tendeva al bianco. Gli occhi erano anch’essi chiari e circondati da delle vistose occhiaie che arrivavano fino al naso accentuato e più sotto si potevano scorgere delle sottili labbra, era pelato e indossava sempre abiti di colore nero o bordeaux, sulle spalle non mancava mai un lungo mantello praticamente perfetto che gli andava giù per tutta la schiena, fino a toccare terra e attaccato a questo vi era un cappuccio che il più delle volte gli ricopriva il volto, fino agli occhi.

Appena il Master la vide le fece cenno di seguirlo oltre la porta, probabilmente doveva assegnarle una missione che avrebbe svolto da sola, per sua fortuna si disse.

-Michiko, siediti pure- la invitò con cordialità, una cosa che non gli era mai mancata verso i membri della sua gilda, indicandole una sedia posta ad un angolo della stanza.

Il retro non era tanto grande, era una piccola stanzina piena di scaffali con tutta la documentazione delle missioni che i maghi avevano svolto. C’era un forte odore di carta e inchiostro e una piccola lampadina ricadeva dal soffitto dando un aspetto lugubre alla stanza.

Michiko si sedette, attendendo con impazienza la spiegazione della missione e non vedendo l’ora di partire per godersi qualche giorno da sola senza i suoi fastidiosi compagni.

-Sai che di te mi fido molto, ti conosco da tanti anni e volevo assegnarti questa importante e particolare missione - spiegò il Master, dando le spalle alla ragazza e guardando con noncuranza gli scaffali ricolmi di fogli.

-Di cosa si tratta, Master?- domandò la ragazza curiosa, sporgendosi un po’ con la schiena cercando di scorgergli il volto ma rimanendo sempre seduta, attendendo con impazienza una risposta.

-Durante i miei lunghi viaggi ho sempre cercato un prezioso libro che racchiudesse tutti i segreti della magia e ora l’ho trovato- spiegò il Master, con un tono lugubre, non vedeva l’ora di avere quel libro tra le sue mani e di poterlo leggere per scoprire tutti i segreti della magia e far diventare la sua gilda una delle più forti in assoluto e dominare dapprima l’intero Regno di Fiore e poi Earthland.

-Dove si trova?- domandò Michiko, pronta per entrare all’azione e desiderosa di far felice il suo Master.

-Purtroppo è custodito nella biblioteca di una gilda della luce, sarai tu ad andarlo a rubare- ordinò il Master girandosi di scatto verso di lei e guardandola dritta negli occhi.

Michiko sentì un brivido percorrerle lungo la schiena, lo sguardo del Master non ammetteva fallimenti, si sarebbe giocata la vita, ne era sicura.

-Quale gilda?- domandò Michiko, cercando di mandare via la paura di fallire e di focalizzarsi al meglio sulla missione che doveva compiere.

-Fairy Tail. Dovrai introdurti nella loro sede e rubare quel libro- rispose il Master, continuandola a guardare negli occhi.

Michiko conosceva la gilda di Fairy Tail, ne parlavano sempre tutti, pure i giornali visto che ogni giorno quei maghi combinavano qualcosa per attirare sempre l’attenzione su di loro. Sapeva anche che erano molto potenti, si disse che doveva stare attenta.

-Come faccio  a riconoscere il libro?- domandò ancora, cercando già di formulare mentalmente una strategia adeguata.

-È azzurro, non molto grande, con delle rifiniture d’oro, sulla copertina non c’è nessuna scritta, sarà un po’ difficile- spiegò il Master, chiarendole ogni dubbio.

-Non è importante, lo troverò sicuramente!- esclamò Michiko sicura di sé, alzandosi e andando verso la porta, tirò giù la maniglia e la spalancò.

-Non mi deludere- sussurrò il Master prima che la ragazza varcasse la soglia della porta per uscire.

-Non lo farò- rispose lei, senza girarsi, poi richiuse la porta dietro di sé e si avviò verso la sua camera per preparare le sue cose non facendo caso nemmeno alle domande che Dereck le stava porgendo, curioso di sapere che missione le era stata assegnata.

 

A Fairy Tail era un pomeriggio abbastanza tranquillo, Natsu e il suo gruppo erano in missione e alla gilda si poteva respirare un’aria di piacevole tranquillità, senza risse e vari battibecchi.

Mirajane era al bar a pulire i bicchieri e a servire i suoi compagni, scambiando ogni tanto qualche parola con Juvia che continuava a chiedere in lacrime quando sarebbe tornato il suo Gray-sama, impaziente di vederlo tornare dalla missione che aveva intrapreso e formulando mille pensieri su come poteva accoglierlo calorosamente al suo ritorno, dal saltargli addosso e abbracciarlo al convincere Mirajane a fare una festa solo per lui.

Cana,invece, era seduta scomposta sopra ad un tavolo a scolarsi in pochi sorsi intere bottiglie di birra e vari liquori che aveva chiesto alla maga del Satan Soul, intorno a lei c’erano Macao e Wakaba che cercavano di farla smettere, continuandole a ripetere che non avrebbe retto ancora a lungo tutto quell’alcol, ma la figlia di Gildarts non faceva caso alle loro parole e continuava a bere imperterrita.

I Raijinshuu erano seduti intorno ad un tavolo a discutere sulla loro prossima missione, avevano adocchiato qualcosa in bacheca ma erano ancora indecisi e stavano riflettendo su quale scegliere, valutando tutti i dettagli e le clausole. Elfman intanto continuava a ripetere il significato dell’essere uomo a sua sorella Lisanna, che purtroppo si era ritrovata ad ascoltarlo e ad annuire a tutte le affermazioni che faceva.

Gajeel e Lily nel frattempo, erano da qualche parte non molto lontano dalla gilda, ad allenarsi.

Tutto normale, insomma, ma non per molto ancora.

 

Levy, amante della lettura com’era, era appena tornata dalla biblioteca di Magnolia e dopo essere rientrata alla Gilda, aver salutato qualcuno dei suoi compagni e fermatasi a scambiare qualche parola con Mirajane e Juvia si era diretta alla biblioteca personale di Fairy Tail e si era seduta ad un tavolo a leggere i suoi nuovi libri.

La biblioteca era posta sul retro, ci si poteva arrivare grazie ad una porta che si trovava al lato del bancone e degli scaffali di bevande; varcata questa, si veniva subito inondati da un forte odore di libri misto a inchiostro, era un luogo perfetto per chi fosse amante della lettura come la piccola maga dei Solid Script, che trovava in quella stanza tutta l’armonia perfetta per passare le sue giornate senza essere disturbata da nessuno.

Era una grande stanza circolare, dai muri molto alti con davanti decine e decine di scaffali che arrivavano fino al soffitto e non lasciavano nemmeno un centimetro di parete vuota. Sopra questi poi erano riposti libri di svariate forme e colori, provenienti da chissà dove, ordinati secondo l’alfabeto e suddivisi in una minuziosa classificazione. Dai romanzi alle novelle, dalle storie fantastiche fino ai libri di storia passando per quelli di magia e arrivando pure ad antichi documenti che i Master precedenti della gilda avevano archiviato per non essere mai dimenticati. Al centro della sala, poi, erano posti vari tavoli di lettura in legno massiccio e decorati ai lati con varie forme astratte con affianco delle sedie. Per finire, qualche divanetto era posto in ordine sparso per una lettura più comoda e rilassante.

 

Questa era la biblioteca di Fairy Tail, al cui interno era conservato anche il libro che Michiko doveva rubare per la missione affidatale dal suo Master. Non era facile da vedere, nemmeno Levy, assidua frequentatrice di quel posto lo aveva mai notato. Era riposto in uno dei piani più alti degli scaffali, lontano dall’ingresso e sovrastato da altri libri più grossi, difficile da notare così facilmente mischiato al resto dei volumi.

 

Il giorno seguente Michiko si alzò alle prime luci dell’alba, dopo una preparazione veloce e un riordinamento della stanza, prese la borsa a tracolla che aveva accuratamente preparato il giorno prima con tutto il necessario per svolgere la missione e uscì dalla gilda quando gli altri membri non si erano ancora svegliati.

Cominciò a camminare tranquillamente attraverso la foresta, non andava di fretta, sapeva che per la sera sarebbe sicuramente arrivata a Fairy Tail e avrebbe agito durante la notte, quando alla gilda non ci sarebbe stato nessuno. La foresta al mattino era più silenziosa del solito, si sentivano solo i passi leggeri della ragazza sulle foglie secche e sui rami caduti, ogni tanto si udivano anche fruscii in lontananza, segno che qualche animale era sveglio e stava girando alla ricerca di una buona colazione.

Michiko continuò tranquillamente a camminare e poi, dopo una trentina di minuti, si accorse che i rumori tra le fratte intorno a lei si erano fatti più intensi, segno che qualcuno la stava spiando e seguendo da tempo, desideroso di un buon pasto. La ragazza continuò a camminare senza farci tanto caso, fino a quando sentì un feroce ringhio e davanti a lei si mostrarono un paio di lupi tutti neri e dagli occhi rossi.

Erano alti, dal folto pelo ma estremamente magri, segno che non mangiavano da tempo e che sarebbe mancato poco che si sbranassero tra di loro pur di mettere qualcosa sotto i denti bianchi e aguzzi che ora stavano mostrando alla ragazza, ma questa li guardava senza avere un minimo di paura. Quando uno dei due corse verso di lei per attaccarla Michiko sorrise e sparì dalla loro vista, lasciando da soli i lupi che cominciarono a guardarsi intorno alla ricerca della loro preda, cercando di fiutare qualsiasi odore lasciato dalla ragazza.

 

Michiko in meno di un secondo era arrivata alla fine della foresta, lungo la strada sterrata che l’avrebbe condotta verso il centro del Regno di Fiore e quindi a Fairy Tail.

Non aveva avuto voglia di combattere contro i lupi e di metterli al tappeto e quindi aveva optato per usare la sua magia per uscire velocemente dalla foresta, anche se aveva richiesto tanto potere magico e ora era seduta contro un tronco d’albero a riprendere fiato. Una delle caratteristiche della sua magia di luce era che le permetteva di andare alla stessa velocità dell’elemento per diverse centinaia di metri, però, più lo spazio che percorreva era lungo e più richiedeva potere magico, in battaglia scattare per una decina di metri non le faceva perdere tanta energia, ma fare spazi lunghi, come quello che aveva appena percorso, le faceva perdere non poco potere.

Restò seduta per una decina di minuti, riprendendo in parte il potere magico perso e lasciandosi cullare dall’aria fresca che le scompigliava i capelli, si guardò intorno, era da tanto che il Master non la mandava in missione e non vedeva cosa c’era al di là della foresta davanti alla gilda, era da tanto anche che non vedeva un sole così forte. La foresta e Black Eye erano sempre avvolte da una leggera nebbia che filtrava sempre i raggi solari e li faceva arrivare al suolo molto più fini rispetto a quelli che sarebbero stati in realtà.

Riprese a camminare poco dopo, andò a passo un po’ tranquillo e un po’ sostenuto, usando ogni tanto qualche scatto della sua magia quando si ritrovava a passare lungo strade di città o affollate, non le piaceva stare in mezzo alla gente ed essere guardata dagli altri quando vedevano una persona che non era di quel posto, quindi preferiva non farsi vedere da nessuno e usare la sua magia per andare avanti verso il suo obbiettivo.

 

Verso sera, quando il sole non era ancora tramontato, arrivò finalmente alla città di Magnolia, dove risiedeva la gilda di Fairy Tail, cominciò a girare distrattamente per le vie della città, non sarebbe entrata in azione subito e quindi non le importò più di tanto trovare subito la gilda di Fairy Tail, fece qualche giro per le strade, trovandosi anche in mezzo ad un mercato ancora affollato di gente.

La ragazza si ritrovò quindi a stare in contatto quasi diretto con tutte quelle persone, c’era chi cercava di vendere le ultime merci rimaste abbassando costantemente il costo dei prodotti, chi comprava e cercava di fare dei buoni affari con un buon rapporto qualità e prezzo, c’era chi incontrava conoscenti e si metteva a parlare con loro, i bambini invece correvano e giocavano divertiti, ridendo e scherzando, tutto di quel posto era completamente diverso a come era cresciuta e come ora stava vivendo a Black Eye.

Era disgustata da tutta quella giovialità ma allo stesso tempo si cominciò a porre delle domande che la fecero riflettere un attimo, facendola fermare completamente al centro della strada, come se per lei il tempo si fosse fermato mentre gli altri le passavano vicino, facendole sentire le loro voci squillanti. Da quanto non parlava con qualcuno se non per missioni? Da quanto non rideva o scherzava? Non si ricordava più nemmeno come si faceva.

Si era unita da ormai tanti anni a Black Eye e tutto quello che l’aveva caratterizzata nella sua infanzia l’aveva perso e dentro di lei e nel suo cuore si era pian piano annidata l’oscurità della sua gilda. Ricordava poco di quando era bambina, anzi, quasi niente, ma sapeva che non era stata sempre così, se lo sentiva dentro, purtroppo però i suoi ricordi più vivi partivano da quando si era unita a Black Eye, prima c’era il vuoto, era come se l’avvento nella gilda oscura le avesse, con il passare del tempo, cancellato i suoi ricordi di quando era bambina.

Aveva più volte cercato di rammentare ma purtroppo senza ottenere nessun risultato, si disse che forse, se lo aveva dimenticato non erano cose estremamente importanti e rinunciò dopo pochi tentativi.

Si riscosse dai suoi pensieri in fretta e si guardò intorno, si era fermata completamente al centro della strada e le persone continuavano a passarle di fianco, ogni tanto scontrandosi leggermente contro di lei, si girò e notò un banco gestito da una paffuta donna che vendeva dei braccialetti, si avvicinò ad esso e cominciò a guardare la merce distrattamente.

Al polso sinistro, Michiko aveva un grosso bracciale nero e lucido, era liscio e non c’era inciso niente né sopra, alla vista di tutti, né sotto. Nei suoi ricordi lo aveva già da quando si era unita a Black Eye, ma non lo ricordava nero, forse si era scurito con il passare del tempo, pensò.

-Scegli pure quello che vuoi, cara- sorrise la donna dietro al piccolo banco del mercato, facendo riscuotere Michiko dai suoi pensieri e alzandole lo sguardo verso colei che aveva parlato.

La ragazza dai capelli azzurri la guardò mentre la donna continuava a sorriderle, poi abbassò lo sguardo tornando a guardare i bracciali, scelse due braccialetti simili fatti con delle piccole pietruzze, uno aveva pietre con sfumature tendenti all’azzurro e al grigio e l’altro tra il blu e il verde.

Pagò ringraziando la donna e si mise gli acquisti in borsa, li avrebbe tenuti nascosti e non li avrebbe mai messi, molte volte comprava oggetti simili durante le sue missioni ma non li metteva mai per via dei suoi compagni di gilda, non li avrebbero apprezzati e non aveva voglia di sentirli parlare inutilmente.

 

Uscì dal mercato che il cielo cominciava ad imbrunirsi e poco dopo si ritrovò al cospetto della maestosa gilda di Fairy Tail.

Non l’aveva mai vista dal vivo, intorno era tutta circondata da un muretto basso con sopra delle sbarrette di metallo e ogni tre metri c’era un piccola torre con sopra una grossa lampada, al centro vi era l’entrata costeggiata da due torri di mattoni più alte e sopra una scritta con il nome della gilda tutta decorata. Varcata quella soglia si entrava in un grosso giardino con una strada che conduceva verso una grossa porta, la vera entrata di essa. La costruzione era molto imponente e andava verso l’alto suddivisa in vari piani come una grossa piramide, dove al di sopra di tutto vi era una grossa campana e sotto di essa il simbolo di Fairy Tail posto su un grande tessuto arancione.

Tutta la costruzione poi era costellata da grosse finestre, tetti a punta e vari terrazzi che davano l’idea di un vero e proprio castello.

Michiko non aveva mai visto una costruzione così grande per una gilda, Black Eye era molto piccola rispetto a Fairy Tail, stette ancora qualche secondo a scrutarla e poi si guardò intorno, cercando un posto tranquillo e non in vista per spiare i movimenti e capire quando tutti i membri se ne sarebbero andati e la gilda sarebbe rimasta vuota. Sinceramente non sapeva se qualcuno si sarebbe fermato a dormire o meno alla gilda, ma poco importava, avrebbe agito a notte fonda, quindi chiunque fosse rimasto non l’avrebbe sicuramente sentita.

 

Era ormai scesa la notte a Magnolia da diverse ore, la mezzanotte era già passata e Michiko sentì che il momento per agire era arrivato.

Il cancello della gilda era chiuso e quindi dovette scavalcare, con non poca fatica, la recinzione intorno. Si affrettò ad annullare la distanza tra lei e il muro della gilda, stando attenta a ogni minimo rumore che sentiva intorno, non poteva essere assolutamente scoperta.

Si diresse cautamente verso il retro della costruzione, doveva rompere una finestra per entrare e quindi sarebbe stato opportuno romperne una sul retro, in modo che nessuno, almeno non subito, si accorgesse che qualcuno si era introdotto a Fairy Tail. Arrivata ad una finestra sul retro emanò tanti piccoli puntini luminescenti dalla sua mano che si andarono a schiantare contro parte della finestra, frantumandola e lasciando cadere tutti i pezzi a terra.

Michiko sospirò, il rumore non era stato tanto forte.

Allungò dentro la mano e in questo modo riuscì ad aprirla, poi con un piccolo balzo si introdusse dentro Fairy Tail.

 

Ci volle qualche minuto prima che la ragazza trovasse la biblioteca, si era fermata un po’ a guardarsi intorno, emanando una fioca luce grazie ad una sfera che aveva creato appena entrata, non poteva usare luci tanto forti sennò qualcuno da fuori si sarebbe potuto accorgere che la gilda non era vuota. Anche all’interno la gilda era molto grande, soprattutto la sala con il bancone del bar, e anch’esso era il doppio di quello che avevano a Black Eye mentre nella sala vide che erano posti ordinatamente tanti lunghi tavoli di legno con annesse sedie e panchine.

 

Quando entrò nella biblioteca la prima cosa che fece fu chiudere la porta dietro di sé e controllare se non ci fosse nessuna finestra per poter emanare una luce più potente; tuttavia, resasi conto che sulle pareti c’erano solo e soltanto scaffali pieni di libri, si andò a mettere al centro della sala circolare, aprì lentamente le braccia e chiuse gli occhi.

-Luce…- sussurrò e poi aprì gli occhi di scatto, sorrise soddisfatta del suo lavoro.

Davanti a tutti gli scaffali a circa due metri di distanza l’uno dall’altro, sia in verticale che in orizzontale erano comparse sfere di luce grosse circa come una mano che illuminavano la stanza a giorno.

“Ora iniziamo!” pensò, mentre cominciò a dare un’occhiata veloce ai libri che erano esposti, aveva immaginato che la biblioteca fosse abbastanza grande ma mai come quella, ci sarebbe voluto sicuramente tanto tempo prima di trovare il libro e poteva anche darsi che sarebbe dovuta tornare la notte dopo se non fosse riuscita a trovare il libro in questione alle prime luci dell’alba.

Dopo una veloce analisi tirò un sospiro di sollievo, aveva capito che tutti i libri erano classificati in base all’argomento e quindi avrebbe dovuto cercare solo tra quelli di magia che meno male non erano così tanti come gli altri.

Dopo una veloce occhiata a quelli ai piani più bassi, facendo passare uno per uno tutti gli scaffali dovette alzare la testa per notare che i ripiani di quella sezione arrivavano fino al soffitto.

Ma non sarebbe stato un problema per lei.

-Ali di luce- bisbigliò mentre dalla sua schiena comparivano due grosse ali luminescenti e piene di ghirigori intricati che le rendevano ancora più spettacolari, le sbatté pian piano e cominciò a sollevarsi da terra e a controllare i libri anche ai piani superiori.

La sua ricerca andò avanti ancora per qualche tempo fino a quando non le restarono solo gli ultimi tre scaffali da controllare. Sperava in cuor suo che i libri fossero veramente ordinati secondo quelle diciture, altrimenti avrebbe dovuto cercare per tutto il resto della biblioteca e non sarebbe stata un’impresa semplice. Mentre pensava a quelle cose le scappò l’occhio sul penultimo scaffale e fu in quel momento che qualcosa attirò la sua attenzione. C’era un libro adagiato sotto ad altri volumi, non erano riposti bene come tutti gli altri, forse nessuno era mai arrivato fin là sopra e li aveva riordinati, la sua attenzione fu ovviamente attirata da un libro che era uguale alla descrizione che Master Victor le aveva fornito. Era azzurro e quando lo prese in mano notò subito le varie decorazioni e rifiniture in oro e l’assenza di scritte, era quello, non c’era alcun dubbio.

Nel momento in cui lo prese in mano, però, sentì una strana vibrazione pervaderla per tutto il corpo, era sicuramente un libro dotato di qualche potere magico e che andando in contatto con una maga di una gilda oscura aveva avuto qualche strana reazione. Almeno così pensò lei.

Arrivò in fretta con i piedi per terra, desiderosa, ora che aveva trovato il libro, di uscire il più in fretta possibile da Fairy Tail. Fece scomparire le sue ali e corse verso la sua borsa che aveva lasciato in mezzo la sala, ripose il libro dentro, non lo aveva aperto per rispetto del Master che lo aveva cercato da tanto tempo, fece scomparire le luci dalla biblioteca e ne fece apparire una più fioca per dirigersi di nuovo verso la finestra che aveva rotto.

Uscì così da Fairy Tail, con il libro con sé, aveva compiuto la sua missione.

 

 



Note dell'Autrice:

Eccoci al secondo capitolo! Comincia pian piano a delinearsi un pochino la trama... spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo e soprattutto chi mi ha lasciato il suo commento, grazie di cuore! *^*


Un saluto a tutti!


_Michiko_

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Capitolo 3
*** Il libro di magia ***


IL LIBRO DI MAGIA

 

 

 

 

Michiko aveva usato i suoi scatti per allontanarsi il più velocemente possibile da Fairy Tail, poiché in serata voleva essere di ritorno a Black Eye per poter consegnare il libro rubato a Master Victor e ritornare tra le mura della gilda. Non le piaceva stare fuori in missione più del dovuto.

Si fermò a riposare solo quando fu sicura di essere ben lontana, accampandosi in una piccola grotta trovata in un boschetto abbastanza tranquillo: la fauna che vi abitava era esattamente il contrario di quella che invadeva la foresta intorno a Black Eye. Cercò di dormire qualche ora, passando in quel luogo il resto della notte. Poi a mattino inoltrato riprese il cammino verso la sua gilda.

 

A Fairy Tail la mattinata era iniziata normalmente; tutti si erano riuniti alla gilda e stavano facendo colazione tranquilli, il gruppo di Natsu era tornato dalla missione e ora, come sempre, lui e Gray stavano litigando su una futile questione mentre Juvia, nascosta dietro un pilastro, sbirciava con occhi avidi il suo amato che aveva cominciato a spogliarsi e faceva il tifo per lui.

La discussione finì con due pugni ben assestati a ciascuno da parte di Erza, che non riusciva mai, qualunque fosse il momento della giornata, a gustarsi la sua fetta di torta alle fragole in santa pace.

Ma la tranquillità richiamata da Titania durò ben poco.

-Ragazzi!- Mirajane corse al centro della sala, con il fiatone, richiamando l’attenzione di tutti.

-Che succede?- domandò Erza, alzandosi di scatto e ingoiando l’ultimo pezzo della sua torta, mai una volta che poteva finirla con calma.

-Ho trovato una finestra con il vetro rotto sul retro! Qualcuno potrebbe essersi introdotto a Fairy Tail durante la notte- spiegò la maga del Satan Soul, preoccupata.

Il Master aprì gli occhi, che di solito teneva chiusi per riflettere, e si alzò in piedi sul bancone, cercando di attirare l’attenzione di tutti che stavano già bisbigliando tra di loro su varie possibilità mentre la tensione e la preoccupazione generale dei maghi si alzava.

-State calmi!- ordinò Master Makarow e pian piano la confusione si disperse.

-Cosa facciamo Master?- domandò Mirajane, preoccupata come lo erano tutti gli altri.

-Chiunque sia il bastardo che si è introdotto qua dentro lo ucciderò con le mie stesse mani!- urlò Natsu, cominciando a sputar fuoco dalla bocca e bruciando i capelli di Gray.

-Maledetto!- rispose il mago del ghiaccio pronto a scontrarsi nuovamente contro di lui, ma un altro pugno di Erza ad entrambi li fece tornare buoni e alla realtà.

-Cominciate a cercare ovunque, vedete se manca qualcosa, fate passare al setaccio ogni minimo angolo della gilda, anche il retro! Chiunque sia entrato deve aver avuto per forza un motivo- impartì gli ordini il Master, riposizionandosi poi seduto sopra il bancone, a pensare attentamente cosa avesse potuto rubare una persona proprio a Fairy Tail. Nessuno conosceva i loro segreti più intimi, quindi doveva per forza trattarsi di qualche oggetto più conosciuto, qualcosa che sicuramente possedevano ma che non sapevano potesse richiamare l’attenzione di qualche mago.

 

I maghi di Fairy Tail si erano messi a cercare ovunque, in ogni angolo della gilda, anche nelle stanze in cui nessuno stava mai ed erano completamente vuote da parecchio tempo.

Levy, nel frattempo, insieme a Lucy ed a Happy era andata a cercare nella biblioteca: era il posto che conosceva meglio e quindi avrebbe subito notato se qualcosa non fosse stato al suo posto.

-Levy-chan, ma dobbiamo controllare tutti questi libri?- domandò la maga degli spiriti stellari, sbarrando gli occhi alla vista di tutto quell’ammasso di carta e inchiostro.

-Certamente!- sorrise la piccola maga dei Solid Script, girandosi verso di lei.

Lucy sgranò ancora di più gli occhi e si sentì le forze mancare scivolando a terra, e Happy andò a consolarla pattandola sulla testa.

-Non sarà poi così difficile, conosco un metodo molto veloce!- disse poco dopo Levy, prendendo il registro dove erano catalogati tutti i libri che erano racchiusi in quella biblioteca, un volume che pareva più grosso del suo esile corpicino e rattoppato qua e là.

-Quale?- Lucy si tirò su di scatto, speranzosa, facendo volare via Happy che si era schiantato contro uno scaffale e ora stava maledicendo Lucy.

-Chiamerò tutti i libri di questa biblioteca attraverso una magia, i libri che sono presenti avranno il nome illuminato nel registro, se ne manca qualcuno lo vedremo subito- spiegò la piccola maga, entusiasta per la sua geniale ma semplice idea.

Anche Lucy ed Happy erano gioiosi per non dover controllare uno ad uno tutti i libri.

Levy formulò una magia bisbigliando qualche strana parola di difficile comprensione per gli altri due, posò il voluminoso registro sul tavolo e aspettò guardandosi intorno. Pian piano, da ogni libro posto in quegli scaffali, uscì una piccola scia luminosa che venne risucchiata dal registro e che si andava a posizionare mano a mano sopra il nome corrispondente, rendendolo luminoso alla vista. Il processo durò quasi un minuto a causa della quantità dei libri, poi, appena finito, Levy riprese in mano il registro e lo aprì alla prima pagina, facendo notare a Lucy ed a Happy i titoli illuminati.

-Sei sempre grande Levy-chan!- esclamò Lucy, cominciando a sfogliare insieme alla sua amica e all’Exceed tutto il registro.

Voltarono il primo centinaio di pagine, trovando tutti i nomi dei libri illuminati, quando poi arrivarono ad uno il cui nome non era scintillante.

-E questo?- domandò Lucy, incuriosita.

-Può essere quello che è stato rubato alla gilda!- esclamò Happy, pronto per andare a chiamare il Master e tutti gli altri.

-No, è uno dei libri che ho preso io da portare a casa- sorrise Levy, mentre gli altri due tirarono un sospiro di sollievo -Può capitare che qualcuno non sia illuminato perché sono libri che ho preso in prestito io o qualcun altro- spiegò Levy, continuando a controllare il registro, notando altri libri non illuminati ma che si ricordava che aveva preso lei, o qualcun altro della gilda.

Sfogliarono ancora diverse pagine, quando notarono un altro titolo senza la consueta illuminazione.

-Anche questo lo hai preso tu?- domandò Happy, indicandolo a Levy.

Levy stette a guardare un attimo il nome del libro, non lo aveva mai sentito e non ricordava nemmeno che altri lo avessero preso.

-Che c’è Levy?- domandò Lucy, vedendo la ragazza con la fronte corrugata.

-Non ricordo, io non l’ho preso e nemmeno gli altri, dobbiamo andare dal Master!- esclamò la maga degli Shadow Gear, correndo verso l’uscita per dirigersi dal Master insieme agli altri.

 

-Gamberetto, dovresti stare più attenta a dove vai!- esclamò Gajeel che era stato investito da Levy mentre correva fuori dalla biblioteca.

-Parli tu! Piuttosto, che ci fai qui?- domandò brusca Levy, riprendendosi dalla botta che aveva preso sbattendo il muso contro il Dragon Slayer.

-Ho fiutato un odore sconosciuto vicino alla finestra rotta e l’ho seguito sia fuori che dentro, la scia mi ha portato fino alla biblioteca- spiegò il moro, alzando le spalle e soddisfatto del lavoro che aveva svolto, l’olfatto di un Dragon Slayer non falliva mai!

-Sei sicuro Gajeel?- domandò Lucy, avvicinandosi ai due insieme ad Happy.

-Certo che sono sicuro! Non te lo hai mai detto Natsu che i Dragon Slayer hanno un olfatto più sviluppato?- domandò scortese Gajeel, girandosi verso di lei.

-C-certo!- esclamò Lucy, un po’ spaventata dallo sguardo del moro.

Gajeel si girò poi verso Levy, che aveva sul volto un’espressione abbastanza preoccupata.

-Che c’è gamberetto?- domandò avvicinandosi a lei.

-Se tu hai fiutato che l’intruso è venuto in biblioteca noi forse abbiamo trovato cosa ha preso!- esclamò Levy, che per farsi spazio spinse di lato il Dragon Slayer e corse dal Master.

-Ehi!- si lamentò Gajeel, che era stato bruscamente tolto dal passaggio, poi seguì la piccola maga insieme agli altri.

 

-Come si chiama il libro?- domandò Mirajane, mentre aveva radunato tutti i maghi nella sala centrale, per vedere se qualcuno lo avesse preso senza informare Levy, che da tempo si era incaricata di tenere tutti i registri dei libri presi in prestito nella biblioteca di Fairy Tail.

-“Diario di M.V.”- rispose la Solid Scripter.

Makarow corrugò la fronte dopo aver sentito il nome del libro, lo conosceva bene, ma che potevano volere delle persone da quel libro? E soprattutto, come facevano a sapere della sua esistenza?

Nella sala, dalle bocche dei maghi, si alzò un leggero brusio e tutti risposero di non aver preso, né mai sentito nominare quel libro.

-Allora è quello che è stato rubato!- esclamò Natsu, pronto a fare botte con chiunque avesse portato via quel libro da Fairy Tail.

-Gajeel tu hai fiutato qualcosa fuori per caso? Oltre alla biblioteca?- domandò Mirajane, volgendosi verso di lui.

-Qualcosa, ma non tanto, si è già disperso e non riesco a seguirne le tracce- rispose il Dragon Slayer.

Il Master continuava a pensare, ma venne interrotto poco dopo da Titania.

-Master, di cosa parla quel libro di tanto importante?- domandò Erza, rivolgendosi al vecchietto seduto sul bancone del bar.

Lui si voltò a guardarla, non voleva dire a nessuno di cosa parlava quel libro, non se non fosse stato necessario, per ora desiderava mantenere il mistero.

-Non preoccupatevi, non riusciranno a leggerlo- rispose poco dopo, conoscendo perfettamente il segreto di quel libro.

-Perché? Che vuol dire?- domandò questa volta Lucy, curiosa.

-Quel libro…- iniziò la sua spiegazione il Master, e fu l’unica cosa che disse loro a riguardo del misterioso “Diario di M.V.”.

 

Era ormai calata la sera, il sole era già scomparso dietro le montagne all’orizzonte da diversi minuti e Michiko era da poco entrata nella foresta che conduceva alla gilda Black Eye. Durante il tragitto di ritorno era ancora stata attaccata da diversi lupi, grossi all’incirca come quelli del giorno precedente, ma questa volta non scappò come la prima, li mise fuori combattimento con i suoi poteri magici, facendoli accasciare a terra in poco tempo. Riprese subito dopo il suo cammino trovandosi finalmente di nuovo a “casa”.

Appena entrò gli altri la fissarono subito, ma senza salutarla; incontrò gli occhi di Ritsuko e quelli dei gemelli, la prima stava a fissarla con sguardo malvagio, sicuramente stava pensando che poteva starsene via di più, mentre gli altri la guardavano normalmente. Lei sapeva che non era vista di buon occhio nemmeno da loro per via del suo potere, ma non le importava.

Subito dopo vide il Master che era uscito dalla stanza sul retro, dove qualche giorno prima le era stata affidata la missione da svolgere.

Master Victor, più sorridente del solito, fece cenno a Michiko di seguirlo e lei obbedì subito.

 

Si ritrovarono ancora in quella stanza chiusa, con la luce fioca che pendeva dal soffitto e il forte odore di chiuso misto a quello di carta vecchia.

-Allora, il libro?- domandò Master Victor impaziente, tendendo la rugosa mano destra davanti a Michiko, segno che doveva sbrigarsi a consegnarglielo.

-Certo- rispose lei, aprendo la sua borsa e porgendogli il libro che aveva rubato per lui.

Al Master si illuminarono gli occhi dalla felicità quando vide Michiko estrarre il prezioso libro tanto desiderato dalla sua borsa, era proprio quello, il libro che aveva cercato così assiduamente nei suoi tanti anni di vita sin da quando era venuto a conoscenza della sua esistenza. E ora era lì, a un passo da lui, finalmente tra le sue mani, che aspettava solo di essere letto.

Michiko non fece in tempo ad allungarglielo che il Master glielo strappò di mano ringhiando qualcosa di sommesso, accecato ormai dall’avidità di avere quel libro tutto per sé. La ragazza non proferì parola e chiuse la sua borsa in silenzio.

Master Victor le girò le spalle, cominciando a studiare la copertina, sia sul fronte che sul retro, era azzurra, come lui aveva letto, con delle rifiniture in oro e di forma astratta che circondavano tutto il libro, nessuna scritta al di fuori, niente di niente.

Fece un grosso respiro e poi lo aprì, godendosi tutta l’atmosfera di quel momento, ma venne subito assalito da un forte bagliore, che lo portò a chiudere gli occhi e mettersi una mano davanti ad essi. Michiko, da dietro, guardava la scena, a lei non dava fastidio quel fascio di luce: i suoi occhi riuscivano a sopportare qualsiasi tipo di bagliore, anche il più intenso.

Quando la luce fu di nuovo risucchiata nel libro il Master aprì nuovamente gli occhi, posò il suo sguardo sulla prima pagina che trovò vuota, girò in fretta la seconda, e poi la terza e ancora la quarta, tutte vuote, tutte bianche. In preda ad una crisi di nervi sfogliò velocemente tutte le pagine del libro: non c'era una scritta, non una singola parola.

Niente di niente.

-Che razza di scherzo è questo?- urlò furiosamente il Master, ricominciando a sfogliare il libro da capo e guardando la copertina, non c’era dubbio, il libro era sicuramente quello ma perché le pagine erano bianche?

Michiko lo guardava stando ad una certa distanza, lei aveva portato il libro così com’era, non gli aveva fatto niente, aveva paura che se la prendesse con lei.

-Dove hai trovato questo libro?- domandò il Master girandosi verso di lei, guardandola con occhi pieni di rabbia.

-Nella biblioteca di Fairy Tail, l’ho preso e l’ho subito messo in borsa, non l’ho voluto aprire per il vostro rispetto- rispose Michiko, abbassando la testa. Temeva che il Master si sfogasse su di lei.

Master Victor la scrutò per qualche secondo, conosceva da tanti anni Michiko ed era rimasta sempre fedele al suo volere, compiendo qualsiasi missione in modo impeccabile, era per questo che l’aveva scelta pure quella volta, perché si fidava di lei e sapeva che non avrebbe fallito. Sapeva che non aveva colpe, c’era qualcosa che nascondeva quel libro, forse un incantesimo per far comparire tutte le scritte, ma nelle sue ricerche non ne aveva mai sentito parlare.

Sospirò e cercò di calmarsi, urgevano, e anche alla svelta, nuove ricerche per capire come riuscire a leggere quel libro.

-Usciamo ora- disse poco dopo il Master, riprendendo un certo autocontrollo e ritornando nella sala dove si trovavano gli altri membri.

Aveva una richiesta da riferire a tutti.

 

Michiko e tutti gli altri dovevano darsi da fare, il Master aveva ordinato loro, con veramente poca pazienza, di cercare tra i libri che c’erano alla gilda un minimo indizio di come fare per leggere quel misterioso volume o almeno di far comparire qualche carattere, anche qualcosa di sconosciuto andava bene pur di vedere scritto qualcosa.

Tutti si erano un po’ preoccupati, la vista del Master in quello stato non aveva giovato a nessuno, avevano capito perfettamente che se non trovavano qualche indizio alla svelta il Master se la sarebbe presa su di loro e allora lì sarebbero stati grossi guai.

In silenzio avevano abbassato la testa in segno di assenso.

Appena il Master ebbe abbandonato la sala per chiudersi nel retro a cercare un modo di leggere il suo prezioso libro, Ritsuko sbuffò pesantemente.

-Ci mancava pure questa!- esclamò poi, mentre beveva un sorso del suo bicchiere di vino.

-Lasciamo fare agli altri questo genere di cose- le rispose Dereck che come sempre era seduto di fianco a lei, prendendo il suo calice e facendolo tintinnare contro quello di Ritsuko.

-Sicuramente è tutta colpa tua, stupida maga della luce, non avrai compiuto per bene la tua missione- rimbeccò la mora, guardando Michiko che era rimasta vicino al bancone.

La ragazza dai capelli azzurri non era una che rispondeva alle provocazioni, ma sentire certe cose da una tipa che riceveva missioni di rado, e che non riusciva nemmeno a finirle senza l’aiuto degli altri era veramente troppo.

Con uno scatto fu davanti a lei, a fissarla dritta negli occhi, i suoi avevano preso il colore della pece.

-Prova a ripeterlo se hai coraggio- sorrise minacciosa Michiko, a pochi centimetri dal suo viso, mentre le luci avevano cominciato ad affievolirsi sempre di più.

Ritsuko mantenne lo sguardo per diversi secondi.

-Su, non litigate, sicuramente la nostra maga della luce ha portato a termine perfettamente la sua missione... Avete sentito il Master, no? È un libro molto potente, avrà qualche trucco per essere letto- intervenne Rufus, che era seduto compostamente su un divanetto con in mano un bicchiere di liquore.

Le due si girarono a guardarlo e si calmarono, gli occhi di Michiko tornarono alla normalità e pure le luci della gilda.

-Perché la difendi? Solo perché è la tua puttana?!- domandò Ritsuko, in preda alla rabbia, poggiando il suo bicchiere sul tavolino di vetro davanti a lei.

-Non è carino chiamarla in quel modo, e poi io non difendo nessuno, voglio solo che qua ognuno compia il suo dovere- rispose Rufus alzandosi. Fu come se da lui venisse emanata un’aura negativa. -Tutti ci metteremo a cercare delle informazioni, sono stato abbastanza chiaro?- continuò poi, guardando Ritsuko negli occhi, la mora abbassò la testa e guardò la mano di Dereck che teneva la sua.

-Andiamo a cercare qualcosa nelle nostre camere- disse poco dopo. Il castano la seguì svogliatamente sopra le scale e poi scomparvero al piano superiore.

Michiko si girò verso Rufus, si scambiarono velocemente uno sguardo, lui le sorrise malvagiamente con le sue labbra sottili, la ragazza lo guardò e poi con uno scatto scomparve, dirigendosi nella sua stanza per cercare qualche informazione tra i suoi libri.

-Che cosa fate voi ancora qua? Andate!- ordinò Rufus, vedendo ancora i gemelli e Ryoko seduti sui divanetti della sala.

I gemelli si fiondarono impauriti su per le scale, dicendo a Rufus di non arrabbiarsi e che avrebbero compiuto il loro dovere in modo impeccabile.

Ryoko si alzò lentamente invece, si mise a posto il vestito e poi si girò verso il biondo, leccando ancora uno dei suoi coltelli, ma il sangue era scomparso ormai da qualche giorno. La ragazza gli sorrise e poi si dileguò anche lei su per le scale, diretta verso la sua stanza o nelle altre a cercare qualche libro.

Rufus si girò disgustato vedendo quella scena, buttò giù un altro bicchierino di liquore e si accomodò meglio sul divano.

Che bella che era la sala di Black Eye senza nessuno che faceva rumore.

 

A Fairy Tail l’atmosfera che si respirava era abbastanza irrequieta.

Tutti avevano paura di quel misterioso ladro che si era introdotto nella gilda e che aveva rubato quell’altrettanto misterioso libro di cui il Master aveva specificato solo che aveva le pagine bianche. Sembrava non volesse dire altro nemmeno lui.

La sera era arrivata in fretta, i maghi continuarono a frugare per tutta la gilda per vedere se era stato rubato qualcos’altro, ma niente mancava all’appello a parte quel Diario.

-Io dico di andarlo a prendere e di farlo fuori! Sono tutto un fuoco!- continuava a gridare Natsu, era andato avanti per tutto il pomeriggio, sparando zampilli di fuoco dalla bocca.

-Aye Sir!- acconsentiva Happy, alzando in aria una sua zampetta.

-E come pensi di andarlo a cercare senza nessun indizio?- domandò Lucy, sbuffando e accasciandosi con le braccia e la testa sopra un tavolo.

-Frugherò ogni centimetro del Regno di Fiore!- affermò Natsu, convinto più che mai che avrebbe trovato il ladro grazie al suo olfatto infallibile.

Saltò giù dal tavolo dove era posizionato e andò verso la porta per uscire dalla gilda e partire per la sua missione solitaria.

-Dove pensi di andare?!- esclamò Erza prendendolo subito per la maglia e strattonandolo, facendolo fermare.

-Devo trovare quel maledetto ladro!- esclamò il rosa, sputando ancora fiamme.

-Non abbiamo indizi dove cercare, calmati ora!- ringhiò Titania, ma Natsu non sembrava disposto a tranquillizzarsi ed Erza dovette ricorrere alle maniere forti. Con un pugno ben assestato lo mise subito fuori combattimento per almeno un’oretta.

-Erza, non pensi di esagerare sempre?- domandò Lucy, guardando il povero Natsu coricato a terra privo di sensi.

-Così impara la lezione- sorrise lei, dirigendosi poi verso il Master che era seduto su un tavolo a pensare. Quel pomeriggio egli aveva cercato mille spiegazioni su come la storia di quel libro possa essere uscita da Fairy Tail, ma non gli era venne in mente niente. Probabilmente se ne parlava già prima ancora che lui diventasse Master o che facesse parte di Fairy Tail.

-Master, ha pensato a qualcuno che potrebbe volere quel libro?- domandò Erza, con le braccia conserte, appoggiandosi ad un tavolo vicino.

-Purtroppo non mi viene in mente nessuno, spero non ne facciano cattivo uso, anche se sarà un po’ difficile per loro leggerlo- rispose il vecchietto, sospirando sommessamente; aveva paura delle conseguenze che un libro del genere avrebbe portato se fosse caduto in mani sbagliate.

-Ma perché quel libro ha le pagine bianche? Come si fa a leggere?- domandò Erza, dal momento che quella mattina il Master si era limitato a dire che il misterioso Diario aveva le pagine completamente bianche e poi si era ritirato nelle stanze della gilda senza rispondere a tutte le altre domande che gli erano state poste.

-Perché non tutti possono leggerlo, lo scrittore ha fatto uno speciale incantesimo, solo persone particolari possono vedere cosa vi è scritto- rispose il Master, non dicendo altro, non sapeva esattamente nemmeno lui cosa si doveva avere per leggere quel libro, nemmeno lui era riuscito a leggerlo, come tutti gli altri prima di lui aveva visto le pagine completamente bianche. Durante i suoi primi anni a capo della gilda, aveva anche provato più e più volte a fare qualche incantesimo strano per far comparire almeno una minima lettera, ma niente, c’era ben altro che andava oltre le sue conoscenze.

Sapeva a grandi linee cosa vi era scritto ma avrebbe voluto vederlo con i suoi occhi, ma ben presto, dopo tutti i suoi fallimenti, la sua curiosità svanì e il libro fu dimenticato nella biblioteca di Fairy Tail.

La discussione finì in quel modo; Erza aveva visto che il Master era abbastanza restio a parlarne e quindi lasciò stare la questione, dirigendosi verso Gajeel e Gray che aveva cominciato un’altra lite, l’avrebbe sedata sicuramente a suo modo.

 

Erano passati ormai parecchi giorni da quando Michiko aveva rubato il libro a Fairy Tail, ma né lei né gli altri avevano trovato il modo di leggerlo o almeno far comparire qualche parola.

-Master, che faremo?- domandò Dereck, un giorno in cui tutti, persino il Master, erano riuniti nella sala con i divanetti.

-Non ho mai sentito di un modo per leggere questo libro, quindi la cosa da fare è solo una- rispose Master Victor abbastanza tranquillo, poiché in quei giorni aveva pensato a lungo su come agire e alla fine era giunto ad una semplice conclusione.

-Cosa dobbiamo fare?- domandò questa volta Rufus, buttando giù velocemente il bicchiere di Rhum che aveva davanti a lui e pronto a qualsiasi cosa.

-Andremo a Fairy Tail, lì ci diranno come si legge questo libro- rispose sorridendo malvagiamente il Master, pronto per scendere in campo pure lui pur di sapere i segreti di quel libro.

Rufus sorrise e prese a bere direttamente dalla bottiglia, era da tanto che non si scontrava con qualche gilda o mago potente, aveva voglia di sgranchirsi un po’ le ossa dopo tanto tempo e di far vedere agli altri quanto forte fosse la sua magia.

I gemelli si sorrisero felici, in quei giorni oltre a cercare qualche modo per leggere il libro avevano inventato qualche nuova tecnica da portare a termine in coppia e non vedevano l’ora di metterla in pratica contro qualcuno; pure Dereck e Ritsuko sembravano entusiasti all’idea, anche loro avevano voglia di battersi e di infliggere dolore a qualcuno.

Ryoko, a quell’affermazione, aveva cominciato a lucidare ancora più freneticamente i suoi coltelli, dovevano essere ben puliti per accogliere nuovo e fresco sangue, non vedeva l’ora di farsi un gustoso pasto.

Anche Michiko sembrava abbastanza contenta della proposta del Master: era un po’ intimorita dalla potenza dei maghi che risiedevano in quella Gilda ma era abbastanza sicura di sé e avrebbe eseguito qualsiasi ordine dato dal suo Master, e poi aveva voglia di sfogarsi contro qualcuno, stando lì dentro si doveva subire tutte le volte le prese in giro dei suoi compagni per la sua magia ma non poteva nemmeno metterli a tacere usando i suoi poteri, e quello sarebbe stato sicuramente un ottimo modo per far uscire tutta la rabbia che aveva in corpo.

Così era stato deciso, Black Eye sarebbe andata a Fairy Tail e se i maghi di Magnolia non avessero risposto alle loro domande sarebbero passati alle maniere forti.

Ed era la cosa che ogni membro di Black Eye sperava.

 

 

Note dell'Autrice:

Piaciuto questo capitolo? Chissà come andrà il prossimo, dove Black Eye e Fairy Tail si incontreranno, chi lo sa u.u

Ci tengo a ringraziare ovviamente chi legge la storia ma soprattutto chi mi lascia un suo commento, mi fa veramente felice e da lì capisco che la storia sta piacendo e che ho fatto bene a pubblicarla. Grazie di cuore *fa mezzo inchino*

La magia di Levy per controllare i libri nella biblioteca è assolutamente inventata, spero vi sia piaciuta ^^

Ci si risente al prossimo capitolo!


_Michiko_

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Capitolo 4
*** Riesco a vedere ***


RIESCO A VEDERE

 

 

 

 

Il giorno seguente la gilda di Black Eye aveva subito iniziato a darsi da fare per mettere in atto il loro piano e tutti avevano lasciato la lugubre costruzione per dirigersi nella città di Magnolia, precisamente verso Fairy Tail. Giunsero in città in serata e senza dare troppo nell’occhio osservarono dall’esterno la gilda, dove molti maghi la stavano lasciando per dirigersi alle proprie case per passare la notte. Terminata anche una breve perlustrazione dei dintorni si andarono ad accampare non lontano, per aspettare l’alba del giorno dopo e mettere in atto il loro malvagio piano.

 

Era l’alba, e il sole illuminava tiepidamente la città di Magnolia. I membri della gilda di Black Eye si erano da poco svegliati e subito i gemelli insieme a Dereck si erano appostati poco distanti da Fairy Tail, dietro ordine di Master Victor, per catturare qualche ostaggio e assicurarsi già il coltello dalla parte del manico.

I due gemelli erano accucciati su un tetto, cercando di restare ben nascosti alla vista delle persone, mentre Dereck era rimasto in strada ad aspettare il segnale che i due avrebbero fatto allo scorgere un possibile ostaggio avvicinarsi.

-Quella ragazza non sembra male- intervenne Kaito dopo parecchio tempo che stavano spiando i membri della gilda di Fairy Tail dirigersi verso l’entrata.

-Ha il tatuaggio di Fairy Tail, sicuramente è un membro- rispose suo fratello gemello, scrutando la ragazza dai capelli corti e bianchi che stava passando per una via di Magnolia, perfettamente davanti a Fairy Tail e che si stava dirigendo verso l'edificio.

-Vedi qualcuno in giro?- domandò ancora Kaito, guardandosi meglio intorno prima di poter entrare in azione.

-No- rispose il fratello e poi diede il segnale a Dereck.

Quest'ultimo era con le braccia conserte, appoggiato ad un muro di una casa su quella via che Lisanna percorreva tutte le mattine per dirigersi a Fairy Tail. Era tranquilla, felice di entrare alla gilda per poter nuovamente rivedere i suoi compagni e passare una giornata serena e in compagnia, quando notò quel ragazzo appoggiato a un muro: non lo aveva mai visto prima d’allora, i loro sguardi si incrociarono e Lisanna guardò subito altrove, non le era piaciuta la strana occhiata di quel ragazzo castano.

Lisanna passò in fretta davanti a lui, ma in meno di un secondo fu circondata da tante copie di quel ragazzo, tutte uguali tra di loro e tutte che la stavano fissando: quello era il potere magico di Dereck, riusciva a ricreare quante copie voleva di se stesso e le poteva controllare a distanza, rimanendo fuori dal combattimento. Lisanna provò ad urlare per richiamare l’attenzione di qualcuno, ma fu subito assalita e fatta addormentare da una delle copie, le quali poi la portarono via, in un angolo della strada ancora buio, e la legarono imbavagliandole anche la bocca, così non sarebbe nemmeno riuscita a gridare nel caso si fosse svegliata presto.

Allo stesso modo riuscirono a catturare pure Juvia e Cana che passarono di lì diversi minuti dopo.

Avevano tre ostaggi ora, e sarebbero altamente bastati per far piegare Fairy Tail al loro volere.

 

Dereck e i gemelli portarono i tre ostaggi dagli altri membri di Black Eye. Il Master si complimentò con loro per il buon lavoro e poi si diressero tutti verso Fairy Tail.

Attraversarono tranquillamente il largo cancello della gilda, con Dereck e altre due copie che portavano in braccio i tre ostaggi, tutti ben legati e imbavagliati. Le tre ragazze avevano ripreso conoscenza e cercavano di liberarsi dalla presa, cercavano gli occhi l'una dell'altra molto spaventate da quello che stava succedendo, a Lisanna era anche scappata qualche lacrima dalla paura, ma tutte e tre confidavano che i loro compagni di gilda le avrebbero liberate presto.

La gilda di Black Eye si fermò a metà strada tra il cancello e il grosso portone di entrata, i membri si guardarono un attimo negli occhi e poi Master Victor fece un cenno con la testa a Michiko; lei sorrise e fece qualche passo in avanti, mettendosi davanti a loro, poi puntò il grosso portone della gilda con il palmo della mano destra e da esso scaturì un’ampia sfera di luce che andò ad infrangersi contro di esso, frantumandolo in mille pezzi e filtrando anche all’interno, travolgendo tutti coloro che si trovavano dentro.

Michiko sorrise soddisfatta per il suo lavoro, poi indietreggiò, tornando a posizionarsi dove era prima e aspettò con le braccia conserte la reazione dei maghi di Fairy Tail all'attacco inaspettato.

 

Nei secondi successivi ci fu un gran trambusto all’interno della gilda, molti si stavano sincerando delle condizioni dei maghi che erano stati sbalzati in aria, ma nessuno era stato ferito in modo grave. Infatti oltre il portone d'ingresso di Fairy Tail, un ampio corridoio divideva a metà le file di tavoli e per questo nessuno si era trovato direttamente sulla traiettoria dell'attacco ed era stato colpito in pieno dall’esplosione. Subito dopo si diressero tutti fuori dalla gilda, furiosi, per vedere chi fosse stato a creare tutto quel trambusto, e lo spettacolo che si ritrovarono davanti agli occhi non era dei migliori.

Davanti a loro c’erano persone sconosciute, tre delle quali, uguali tra loro, tenevano legate Juvia, Cana e Lisanna.

-Chi diavolo siete voi?- esclamò Natsu, cominciando a sputare fuoco, i pugni serrati lungo i fianchi.

-Lasciate subito andare le ragazze!- urlò questa volta Gray, cominciando a spogliarsi.

-Gray-sama…- sussurrò Juvia vedendo il moro poco distante da lei.

-Sta zitta!- ringhiò una delle copie di Dereck, tirando i capelli alla povera maga dell’acqua, che emise un gemito. I maghi di Fairy Tail erano più arrabbiati che mai.

-Dov’è il vostro Master?- domandò poco dopo Master Victor, facendosi avanti al gruppo.

-Che vuoi da lui?- avanzò Erza, equipaggiandosi con una delle sue armature più potenti.

-Voglio solo fare due chiacchiere- rispose Victor, sorridendo.

-Lascia andare le ragazze!- replicò Titania, pronta ad intervenire in qualsiasi momento; anche gli altri si erano preparati a combattere ma non potevano mettersi in mezzo rischiando di far del male a Juvia e le altre.

-Prima il Master- ripeté Victor, senza scomporsi più di tanto e aspettando impaziente la comparsa di Makarow.

-Chi sei tu? Cosa vuoi da me?- si sentì una voce provenire da dietro il gruppo dei maghi di Fairy Tail e pian piano fece la sua comparsa Master Makarow, arrabbiato più che mai per come avevano ridotto l’entrata della loro gilda e per aver fatto male a tre delle ragazze.

-Siamo la gilda di Black Eye e sono venuto a parlare tranquillamente, ho un paio di cose da chiederti- sorrise Victor, finalmente accontentato dalla comparsa di Makarow.

-Se sei venuto a parlare tranquillamente lascia andare le ragazze- rispose Makarow, mettendo al primo piano la sicurezza delle tre.

-Quelle mi servono solo a fare in modo che tu mi dia tutte le risposte che voglio, lasciamole dalla nostra parte per ora, ok? O non vorrai che accada loro subito qualcosa di male- rispose con un sorriso alquanto inquietante, mentre Dereck e le sue copie stringevano di più la presa sulle tre.

-Ora basta!- esclamò Natsu partendo all’attacco.

-Fermati, Natsu!- urlò Makarow mentre Erza era già scattata verso di lui e teneva fermo il Dragon Slayer di fuoco.

-Cosa vuoi chiedermi?- domandò il Master di Fairy Tail, cercando di mantenere la calma e fare di tutto affinché quella storia si concludesse alla svelta e Cana, Juvia e Lisanna potessero tornare libere.

Master Victor fece qualche colpo di tosse, poi si mosse leggermente, spostò la mano destra verso l’interno della sua giacca tirandone fuori il libro dalla copertina azzurra e le rifiniture dorate.

-Allora siete stati voi…- ringhiò Erza, serrando i pugni ai suoi fianchi.

-Vedo che lo riconoscete perfettamente- sorrise Victor, dando una leggera sfogliata al libro, per poi richiuderlo davanti agli occhi di tutti.

-Perché lo avete rubato?- prese parola Makarow, pronto a riprendersi il libro, non doveva cadere in mani sbagliate.

-Ah, questa domanda non avrà risposta, solo io posso fare le domande qua, se ovviamente ci tenete alla vita di quelle tre ragazze- sorrise, accennando alle tre ancora imprigionate.

-Maledetto…- sussurrò Gray, non sopportava l’idea che quei tre avessero messo le mani addosso alle loro compagne.

-Se sei un vero uomo lasciale andare!- esclamò questa volta Elfman, facendosi avanti, preoccupato per la sorella Lisanna.

-Elfman…- bisbigliò Mirajane, tenendo fermò il fratello, non poteva permettergli di fargli perdere il controllo, ne poteva andare della vita della sorella.

-Cosa vuoi sapere?- domandò Makarow, mettendosi alla mercé del suo avversario.

-Così andiamo bene- sorrise Master Victor, contento di sentire quelle parole -Questo libro contiene tante informazioni che mi sarebbero molto utili, ma per ora mi ha mostrato solo pagine bianche, ora tu mi dirai subito come posso far comparire le scritte- spiegò brevemente, cercando di essere il più chiaro possibile.

Makarow tirò un sospiro di sollievo; aveva avuto subito paura che il libro fosse finito in mani sbagliate, come ora aveva scoperto che era successo, ma per fortuna non erano riusciti a leggerlo, questa era la cosa più importante.

-Non ti posso rispondere- disse quindi semplicemente il più vecchio tra i due, non sapendo realmente come potesse essere letto quel libro.

-Non andiamo bene, non ci tieni per niente alla vita di ben tre membri della tua gilda- rispose Victor, girandosi verso i tre ostaggi e facendo un segno con la mano a Ryoko.

-Bene bene, un po’ di sangue, finalmente- sorrise sadicamente la ragazza dai capelli viola avvicinandosi a Lisanna. Allungò la mano davanti a lei e poi ne fece uscire una scia potere magico semi-trasparente che solidificò subito, creando una lama di vetro tagliente. Si avvicinò al viso della maga dell’Animal Soul e le procurò un taglio sul viso; dalla sua guancia cominciò a scorrere sangue che Ryoko raccolse con le dita e leccò avidamente.

-Questo è troppo!- esclamò Natsu, correndo con il pugno infuocato verso di loro, pronto a colpirli tutti.

-Stai fermo o la uccidiamo!- ribatté Master Victor, mentre Ryoko puntava una delle sue lame alla gola della povera Lisanna, che aveva iniziato a piangere dalla paura.

Natsu si fermò a metà strada.

-Lasciale andare, io non so veramente come si può leggere quel libro!- urlò Makarow, rosso dalla rabbia in viso. Non si dovevano permettere di aggredire Lisanna in quel modo.

-Sbagliato ancora!- ghignò di nuovo Master Victor, mentre Ryoko continuava ad aggredire le ragazze, questa volta era passata a Juvia.

-Io non mi fermo più!- esclamò Natsu, cercando di colpire in pieno Ryoko con il suo fuoco, ma questo fu fermato prontamente da Rufus, che si parò davanti a lui, creando una barriera di difesa con la sua magia, un potere che si basava sul veleno liquido.

-Vediamo se la mia gilda o la tua sarà quella vincente! Se sarò io a vincere, però, dovrai dirmi tutti i segreti- propose Master Victor, sorridendo e facendosi indietro, dando ordine agli altri di attaccare i membri di Fairy Tail.

Makarow non disse niente, sentì solo il boato provenire dai suoi ragazzi, pronti a combattere contro quella gilda oscura, Black Eye.

 

Michiko sorrise. Non vedeva l’ora che iniziassero i combattimenti, sapeva esattamente fin dal principio che le cose non si sarebbero messe a posto solo con le parole e quindi era già pronta a sfoderare il suo potere magico. Guardò davanti a se, scrutando attentamente i membri di Fairy Tail e poi vide finalmente il suo obbiettivo fin dal principio: Laxus Dreyar. Aveva sentito parlare di lui molte volte e conosceva bene il suo potere magico, le interessava particolarmente perché sapeva che i fulmini producevano una grande luce e la luce era la sua magia. Lo vide guardarsi intorno pronto al combattimento, Michiko inarcò le labbra in un ghigno sadico e poi, con uno dei suoi scatti alla velocità della luce, comparve inaspettatamente davanti al biondo. Laxus non ebbe nemmeno il tempo di pensare che fu colpito immediatamente da una forte sfera di luce che lo fece volare qualche metro più indietro coricato sull’erba.

-Come hai osato fare del male a Laxus?- urlò Freed, ponendosi tra il biondo e Michiko, avendo visto il volo che gli aveva fatto fare la ragazza.

Michiko sorrise e mosse il braccio destro orizzontalmente, preparando un arco tagliente di luce e scagliandolo contro i due davanti a lei. Freed lo parò senza troppa fatica con la spada mentre Laxus si stava rialzando lentamente.

-Chi diavolo sei?- domandò il nipote del Master, cominciando a far cadere dei fulmini vicino alla ragazza, ma questa li schivava tranquillamente usando i suoi scatti, mentre pian piano si avvicinava a loro.

-La maga che porrà fine alla tua vita- rispose calma Michiko, facendo uno scatto e ritrovandosi ancora davanti a Laxus; lo colpì con una sfera di luce ma lui, attento ad ogni minima mossa della ragazza, la parò con uno dei suoi fulmini.

Michiko si fece indietro e riprese fiato.

-Che diavolo di magia usi?- ringhiò Freed, cercando di capire i movimenti di quella ragazza, anche se era difficile data la sua velocità: nessuno dei due sembrava tenerle testa e ogni volta che la attaccavano lei li schivava facilmente.

-Io sono la luce, i miei attacchi sono fatti di luce, io posso scattare alla velocità della luce- rispose Michiko sorridendo, quegli stupidi maghi dovevano sapere che sarebbero stati sconfitti da una maga della luce facente parte di una gilda oscura.

-Perfetto- sussurrò Freed, che aveva capito il modo di fermare almeno la sua velocità per riuscire a colpirla. Mentre la ragazza continuava a scontrarsi contro Laxus lui cominciò a scrivere velocemente delle rune intorno al campo di battaglia, spaziando il più possibile per fare in modo che lei non portasse il combattimento al di fuori di quei simboli.

Laxus scagliò un altro fulmine verso Michiko, lei tentò di usare uno dei suoi scatti ma non ci riuscì e venne colpita in pieno, urlò dal dolore e si inginocchiò a terra.

-Che diavolo è successo? Perché non sono riuscita a scattare?!- ringhiò, guardandosi intorno e vedendo tutti gli altri che stavano combattendo, nessuno l’aveva fermata o altro e il livello del suo potere magico era ancora alto, perché non ci era riuscita allora?

Laxus sogghignò, capendo perfettamente cosa aveva fatto Freed.

-Ho tracciato delle rune che ti impediscono di usare i tuoi scatti, ora vediamo come te la cavi- rispose il mago dai capelli verdi, sfoderando la sua spada e tracciando le rune sul suo corpo, trasformandosi nel Tagliaombre.

Michiko li guardò attentamente ma senza paura, li avrebbe sconfitti anche senza usare i suoi scatti.

 

Nel frattempo anche Ritsuko, la maga oscura dalla voce soave, si era lanciata nei combattimenti, trovando davanti a sé Erza e Lucy, pronte a combattere e a sconfiggere quella gilda oscura che aveva osato aggredire Fairy Tail. La magia di Ritsuko risiedeva completamente nelle sue corde vocali, era capace di rendere la sua voce da una parte dolcemente amabile, e dall’altra altamente fastidiosa, ed era questo quello che stava facendo: aveva cominciato a strillare controllando le onde sonore e dirigendole contro le due maghe di Fairy Tail che erano davanti a lei. Era partita con un semplice ronzio che pian piano stava diventando una grossa baraonda. Titania aveva provato ad attaccarla, ma confusa com’era dal troppo rumore che sentivano le sue orecchie non riusciva nemmeno a sfiorarla. Anche Lucy aveva provato ad aiutarla evocando Virgo, ma lo spirito stellare fu subito rispedito nel suo mondo a causa della voce, troppo fastidiosa anche per lei, della maga di Black Eye.

Ritsuko sogghignava mentre continuava a far vibrare le proprie corde vocali, avrebbe continuato a cantare fino a quando le due non avrebbero ceduto e avrebbero perso i sensi: l’equilibrio risiede tutto nell’udito e quando questo fosse venuto meno grazie alle sue onde sonore le maghe di Fairy Tail sarebbero cadute a terra sconfitte.

 

Elfman intanto si era subito trasformato usando il suo Take Over e si era lanciato contro Ryoko, colei che aveva ferito la sua sorella minore, Lisanna. Preso dalla rabbia perse subito le staffe e si lasciò ferire facilmente da Ryoko, che aveva trasformato la sua magia in un affilato vetro trasparente e lo aveva tagliato ad una spalla, pregustandosi già il sapore del sangue sui suoi coltelli. Durante il combattimento usava una magia che le permetteva di creare vetro tagliente; alla fine invece, per ridurre l’avversario in poltiglia, estraeva i suoi coltelli dalla lama affilata e tagliava la pelle dello sconfitto, bevendo poi il suo sangue dalla lama delle sue armi.

Elfman cadde a terra ritrasformandosi in umano, tenendosi con la mano destra la spalla sinistra, sanguinante.

Mirajane aveva osservato la scena senza intervenire, ma dopo aver visto pure suo fratello colpito da quella maga oscura cominciò a perdere il controllo e si trasformò nel famigerato Demone temuto da tutti, pronta per attaccare Ryoko.

 

Dereck lasciò andare i tre ostaggi che vennero prontamente aiutati da Levy e Wendy: quest’ultima si era messa subito all’opera e aveva cominciato a curare le ferite che gli avevano procurato. Il mago oscuro non si preoccupò più di tanto di ciò che stavano facendo quelle due e si occupò dei due maghi che avevano cominciato subito ad attaccarlo. Con una mossa fulminea aggiunse altre copie di sé con la sua magia, mentre lui si nascose facilmente dietro ad un albero, lanciando le sue copie all'attacco mentre lui era al sicuro. Contro di lui si erano subito mossi Evergreen e Bixlow: la prima usava la sua magia di pietrificazione sulle copie, ma senza ottenere risultati visto che nessuna di quelle era umana, mentre Bixlow era ricorso subito alla magia proveniente dai suoi occhi per riuscire a capire quale tra i tanti era il vero Dereck.

 

Gajeel e Lily si erano subito dati al combattimento, soprattutto il primo era desideroso di mettere le mani addosso a qualcuno per sgranchirsi un po’ le ossa. Contro di loro si erano parati i gemelli Kaito e Kei: il primo aveva un forte e resistente corpo, capace di incassare qualsiasi colpo - lui tra i due fratelli era quello che rappresentava la difesa - mentre Kei, rappresentante l’attacco, era esperto in qualsiasi tipo di combattimento e riusciva a concentrare la sua magia in un unico punto del corpo per riuscire a dare più potenza ai suoi attacchi. Il Dragon Slayer e l’Exceed adottarono subito quel tipo di combattimento e anche loro si misero a lottare in coppia, sia schivando che contrattaccando, riuscendo a tenere testa facilmente ai loro avversari.

 

Natsu, che era stato il primo ad attaccare, era stato subito fermato da Rufus e dal suo muro di veleno, una sostanza densa dal colore verde scuro che aveva fermato il suo fuoco e lo aveva completamente risucchiato dentro di sé. Il Dragon Slayer non si fece intimidire e continuò ad attaccarlo imperterrito ma il suo fuoco veniva continuamente fermato e assorbito dal veleno dell'avversario. Subito dopo, vedendo la scena, intervenne Gray che con la sua magia riuscì a congelare parte del muro di veleno che era stato formato da Rufus, ma poco dopo il ghiaccio si sciolse subito, a causa del veleno di Rufus che era bollente, più del fuoco, e in grado di sciogliere qualsiasi cosa.

 

Michiko stava continuando a combattere contro Freed e Laxus, la ragazza ora si poteva solo difendere dagli attacchi dei due grazie al suo scudo di luce poiché il mago dai capelli verdi aveva bloccato la sua velocità e non riusciva a capire dove finivano le rune per poter usarla di nuovo. Laxus e Freed continuavano ad attaccarla insieme e la maga della luce era ormai alle strette;  venne colpita da tutti e due cadde qualche metro più lontano.

-Dannazione!- imprecò sottovoce lei, mettendosi in piedi a fatica. A un tratto i suoi occhi cambiarono colore e diventarono completamente neri, in preda alla rabbia che aveva in corpo; lei voleva solo combattere contro il mago dei fulmini, non aveva previsto che quell’altro avrebbe fatto coppia con lui e che per di più avrebbe pure bloccato la sua velocità con quelle maledette rune!

Si preparò di nuovo all’attacco, doveva resistere a tutti i costi.

 

Erza e Lucy erano in difficoltà, la baraonda che aveva provocato Ritsuko era troppo forte per i loro timpani e pian piano stavano cedendo a tutto quel rumore.

-Solid Script: Silence!- esclamò Levy, vedendo che le due ragazze erano in difficoltà a causa di uno strano suono che sembravano sentire solo loro.

Il forte rumore che Erza e Lucy continuavano a sentire cessò, ringraziarono prontamente Levy e si misero subito ad attaccare Ryoko, ora che nelle loro orecchie non c’era più quel ronzio erano tutte e due più lucide e pronte a mettere fine al combattimento con la loro avversaria, prima che lei ritornasse a cantare e a usare ancora quella magia su di loro.

 

Mirajane si era trasformata ed era partita subito all’attacco per aiutare Elfman, accecata dalla rabbia per aver visto ferire sia sua sorella che suo fratello da quella maga e la attaccò senza pietà. Ryoko fu presto messa alle strette e colpita dalla furia cieca del Demone, Mirajane era nettamente più forte di lei e lo aveva dimostrato subito.

 

Bixlow, continuando a scrutare i suoi avversari grazie alla magia dei suoi occhi, capì immediatamente che il vero Dereck non si trovava tra di loro e per questo cominciò a guardarsi pure intorno, scovando il mago delle copie nascosto dietro ad un albero poco distante da loro.

-Ever!- esclamò lui, indicando alla sua compagna il vero Dereck. La Fata sorrise e scattò verso di lui, pronta a pietrificarlo con il suo Stone Eyes.

 

Lily aveva dovuto lasciare in fretta il campo di battaglia, poiché trasformato completamente nella sua forma da combattimento aveva usato tanta magia e si era stancato subito, lasciando solo Gajeel contro i due gemelli. Il Dragon Slayer di ferro stava riuscendo a tenere testa ai due anche se era da solo e continuò sia a difendersi che ad attaccarli; in questo modo li stava lentamente stancando e pian piano sapeva che sarebbe arrivato il momento di prendersi la sua vittoria.

 

Quelli più in difficoltà erano Natsu e Gray, non riuscivano a trovare nessun modo per penetrare il veleno di Rufus e arrivare finalmente ad attaccare il biondo. Il liquido prodotto dalla sua magia era completamente impenetrabile, i due membri di Fairy Tail erano stati anche colpiti da questo e avevano visto sulla loro pelle quanto fosse corrosivo il veleno di Rufus. Dovevano trovare alla svelta il modo di contrattaccare e sconfiggere il loro avversario.

 

Gli scontri stavano continuando da almeno una mezz’ora, c’era chi stava avendo la meglio tra le fila di Fairy Tail e chi la stava avendo da parte di Black Eye.

Master Victor osservava compiaciuto i membri della sua gilda, che combattevano contro quelli di Fairy Tail e cercavano di avere la meglio per farsi vedere sia dai loro compagni che dal loro Master. Mentre li scrutava teneva saldamente tra le mani il libro che Michiko aveva rubato per lui, quando, troppo preso dai suoi pensieri, non si rese conto che Makarow si era avvicinato a lui colpendolo in pieno con un pugno gigante ben assestato.

Victor cadde poco distante da dove era in precedenza, catturando l’attenzione sia dei membri di Black Eye che si preoccuparono per il loro Master, sia dei maghi di Fairy Tail, che esultarono per il loro Master che era andato contro quello della gilda nemica.

A causa del colpo che aveva ricevuto, Victor si era lasciato sfuggire il libro, che era caduto completamente aperto in una pagina a caso a qualche metro da lui.

-Il libro!- esclamò subito, non curandosi tanto delle sue ferite quanto del volume che gli era scivolato dalle mani ed era caduto poco distante da lui.

L’attenzione di Michiko ricadde subito su di esso, e i suoi occhi neri si posarono sulle pagine bianche del libro, ma scoprì con grande sorpresa che non lo erano più.

-Il libro… riesco a vedere delle scritte…- sussurrò la ragazza, ma tutti udirono le sue parole nel silenzio generale che si era creato.

Makarow si girò sorpreso verso la ragazza che aveva parlato, come poteva riuscire a vedere delle scritte? Lui vedeva solo due facciate bianche. Come riusciva a leggere quel libro? Lui nemmeno dopo anni e anni di ricerche aveva capito il segreto che celava.

-Cosa?!- urlò Victor rialzandosi in piedi e guardando le pagine del libro davanti a sé: lui le vedeva ancora bianche.

-Vedo delle scritte, non le capisco ma le vedo…- rispose la ragazza che era corsa verso il tomo e lo aveva raccolto da terra, sfogliandolo.

-Io vedo solo delle maledette pagine bianche! Mi stai prendendo in giro?- ringhiò Master Victor, strappandole il libro dalle mani e infuriandosi con lei.

-Non lo farei mai- rispose intimorita la maga della luce.

-Sono i suoi occhi… ha gli occhi neri ora…- intervenne alla discussione Dereck, che aveva notato che la ragazza aveva cambiato colore ai suoi occhi per via della rabbia dello scontro.

Master Victor si girò verso il castano, scrutandolo attentamente e riflettendo su ciò che aveva detto, poi si girò nuovamente verso Michiko e sorrise.

-Hai mai guardato le pagine di questo libro con la tua magia?- domandò riprendendo il controllo.

Michiko scrollò la testa in segno negativo.

Il Master di Black Eye sorrise e poi ripose il libro dentro la sua giacca.

-Torniamo a Black Eye, Rufus pensaci tu!- esclamò vittorioso voltando le spalle a Fairy Tail e cominciando a camminare fuori dal recinto della gilda di Magnolia.

-Non ve ne andrete così facilmente!- esclamò Natsu, ancora voglioso di combattere e di dare una lezione a tutti.

Tutti i membri a parte Rufus corsero fuori seguendo il loro Master. Il ragazzo biondo si mise tra di loro e i maghi di Fairy Tail e alzò un muro di liquido velenoso per far arretrare i maghi di Magnolia, poi lo lasciò scivolare contro di essi mentre lui spariva insieme ai suoi compagni.

-State indietro!- esclamò Gray, creando davanti a sé un muro di ghiaccio per tentare di fermare in parte tutto quel liquido velenoso che gli stava crollando addosso.

Fu aiutato anche dagli altri e insieme riuscirono a fermare del tutto la magia di Rufus.

-Dobbiamo seguirli, presto!- esclamò Natsu, fiutando l’odore dei maghi nemici e cominciando a correre fuori dalla gilda.

-Natsu!- gridò il Master.

Il Dragon Slayer si girò verso di lui, attendendo una risposta.

-Aspetta, dobbiamo prima curare i feriti e mettere a posto la gilda! E poi non andrai da solo, formeremo una squadra e penseremo a un piano- spiegò in poche parole Makarow, cercando di far calmare il Dragon Slayer di fuoco.

-Il Master ha ragione- s’intromise Erza, e Natsu sembrò tranquillizzarsi un pochino, ma dentro di sé era arrabbiato per ciò che avevano fatto alla loro gilda.

Titania si girò poi verso Makarow, lo vedeva pensieroso, capì che quella ragazza nascondeva qualcosa se era riuscita a vedere delle scritte su quel libro. Poi il suo sguardo cambiò di nuovo traiettoria e lei si ripromise di controllare Natsu, per fare in modo che non avrebbe lasciato la gilda prima dell’ordine del Master.

 

Mentre i feriti venivano subito curati da Wendy e aiutati anche dalle altre ragazze, gli altri membri si aiutarono a vicenda a rimuovere le macerie dalla porta di ingresso e a cercare di ricostruire le zone distrutte.

Makarow, seduto su una parte di bancone ancora intatta, era immerso nei suoi pensieri.

Quella ragazza dai capelli azzurri era riuscita a vedere qualcosa su quel libro, e da quello che aveva capito sentendo la loro conversazione aveva usato una delle sue magie, i suoi occhi erano diventati neri e con quella trasformazione era riuscita a vedere delle scritte, di cui però non conosceva il significato. Probabilmente erano scritte in una lingua antica e dovevano essere tradotte per decifrarle. Stette a pensare ancora un attimo a quella ragazza di cui non conosceva il nome, era una maga che usava la luce come potere magico, un po’ contraddittorio rispetto al tipo di gilda di cui faceva parte.

Se lei usava una magia di luce e riusciva a leggere quel libro grazie al cambiamento dei suoi occhi, forse nascondeva un gran segreto.

Un segreto di cui nemmeno lei era a conoscenza.

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

 

Sì, ok. Io e gli scontri non andiamo particolarmente d'accordo ma spero che un pochino vi siano piaciuti lo stesso ç_ç A me sinceramente non convincono tanto, mi sono impegnata al massimo e questo è tutto ciò che è uscito.

Beh, pian piano la trama si sta delineando e so che ora vi starete chiedendo parecchie cose xD Sono stata abbastanza misteriosa diciamo...

Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, ringrazio ovviamente tutti quelli che leggeranno e quelli che hanno messo la storia tra seguite/preferite e ricordate.

Un saluto a tutti! Al prossimo capitolo!

 

_Michiko_

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Capitolo 5
*** Voci nella mente ***


VOCI NELLA MENTE

 

 

 

 

I membri di Black Eye fecero ritorno alla gilda in serata.

Non appena furono entrati, Ritsuko si buttò stanca su uno dei divanetti a riprendere fiato, in compagnia di Dereck che si era subito seduto vicino a lei e la teneva stretta a sé con un braccio. I gemelli si erano seduti poco lontano, erano stanchi pure loro e sapevano che dovevano migliorare le loro tecniche di combattimento visto che avevano rischiato di farsi battere facilmente dal Dragon Slayer di ferro. Ryoko invece si era seduta e in meno di un secondo aveva tirato fuori i suoi coltelli e aveva cominciato a pulirli del sangue di cui erano macchiati; Rufus, disgustato, la vide e si andò ad appoggiare al bancone, prendendo una bottiglia di liquore e versandosi il contenuto dentro un bicchiere.

Michiko, invece, stava per andarsi a sedere lontana da tutti quando il Master la chiamò subito, cominciando ad imporre i suoi ordini.

-Michiko, ti voglio subito al lavoro- esclamò, tirando fuori il libro dalla tasca della sua giacca e porgendolo alla ragazza.

-Cosa devo fare?- domandò lei, prendendo il libro tra le sue mani e scrutandolo.

-Dovrai trascrivere tutti i caratteri che vedi, in modo che gli altri possano aiutarti a tradurli- spiegò, ansioso di assaporare tutti quei segreti che il Diario nascondeva.

-Ho capito- rispose lei con un sospiro; era ancora molto stanca e non vedeva l’ora di poter riposare.

- Inizierai da stanotte!- le ordinò tuttavia, fissandola negli occhi che erano tornati grigi.

-Sì- rispose la ragazza, poi si girò e si mise a sedere sul divano, sospirando. Pensava di poter iniziare il mattino seguente ma il Master non vedeva l’ora di sapere il contenuto di quel libro e le aveva ordinato di cominciare subito, senza una pausa.

Si guardò intorno, Ritsuko le sorrideva in modo meschino, sicuramente la mora era divertita dal fatto che lei si sarebbe potuta riposare e Michiko no. La maga della luce sapeva però che lei aveva saputo tener testa a due tra i maghi più forti tra le fila di Fairy Tail, mentre lei si stava facendo sconfiggere facilmente.

Master Victor si appoggiò con la schiena al grosso bancone di legno lucido e fece cenno a Rufus, di portargli un bicchiere ricolmo del liquore che il biondo stava già bevendo.

Si scolò il contenuto tutto d’un sorso, sospirò pesantemente e poi cominciò a scrutare gli altri membri della gilda.

-Voi inizierete domani a tradurre le pagine che Michiko vi trascriverà, sono stato chiaro?- ringhiò mentre sbatteva il bicchiere contro il tavolo e faceva segno al biondo di versare altro liquido.

-Chiarissimo- risposero in coro gli altri, spaventati. Sapevano benissimo che quel libro era molto importante per il loro Master e che non avrebbe ammesso nessun fallimento.

 

Dopo aver dato quegli ordini il Master si congedò diretto verso le sue stanze, Michiko lo guardò andare via e poi diede una rapida occhiata ai suoi compagni che parlavano tra di loro dello scontro avuto con Fairy Tail. Il suo sguardo poi passò a Rufus e i loro occhi si incatenarono per brevi istanti.

Michiko odiava guardarlo, aveva paura di lui, non sapeva mai cosa potesse farle, non sapeva nemmeno se prima o poi ci sarebbe andato giù pesante o se avesse usato la sua magia su di lei.

Rufus invece la scrutava attentamente negli occhi, l’aveva osservata durante il suo scontro e aveva capito che non se la cavava per niente male. Pensò che un giorno, forse, sarebbe stato divertente scontrarsi contro di lei. Poco dopo prese il suo bicchiere, nuovamente colmo di liquore, e si avvicinò a lei.

Michiko lo vide avanzare con la coda dell’occhio ma non volle girarsi verso di lui, strinse il libro tra le sue mani e aspettò l’arrivo del biondo.

-Ti ho osservata, non sei stata male- sorrise Rufus, porgendole il bicchiere di liquore.

Michiko si girò verso di lui, guardandolo di sottecchi, poi spostò il suo sguardo verso il bicchiere che le aveva offerto, allungò la mano e lo allontanò da sé, facendogli capire che non lo voleva.

-Non ti farà male- le fece coraggio lui, avvicinandosi di più alla ragazza.

-Devo lavorare stanotte- rispose alzandosi in piedi ed evitando di guardarlo in faccia, sapeva cosa Rufus voleva fare e forse era meglio andare via abbastanza in fretta, ma purtroppo non fece in tempo e sentì la mano di Rufus prenderle un braccio e venne strattonata vicino a lui. Il petto del biondo era in stretto contatto con la schiena della ragazza e Michiko poteva sentire il suo fiato sul suo collo, cosa voleva fare ora?

-Andate via!- ringhiò dopo qualche istante Rufus, rivolgendosi agli altri, tutti lo ascoltarono impauriti e poi si dileguarono in pochi secondi. I due restarono soli in quella sala, che era così grande, ma sempre troppo piccola per contenere tutto il dolore che portava Michiko dentro di sé.

Quando furono da soli Rufus si abbassò verso il collo della ragazza, le scostò i capelli e cominciò a lasciarvi dei piccoli morsi che andavano verso la spalla scoperta di Michiko.

-Lasciami!- ringhiò Michiko, tentando di scappare via, ma Rufus non ci pensava nemmeno e anzi, si arrabbiò di più sentendo quella parola dalla ragazza.

-Vuoi essere lasciata andare, eh? Fammi divertire un pochino prima, no?- sorrise in modo meschino lui, spingendola violentemente sul divano e posizionandosi sopra di lei in malo modo mentre con una mano le fermava i polsi sopra la testa.

Rufus guardò gli occhi della ragazza e ghignò soddisfatto vedendola spaventata, poi si fiondò ancora su di lei, baciandola con foga, premendo il corpo contro il suo mentre la mano libera andava a esplorarle la pelle sotto i vestiti.

Michiko smise di opporsi dopo poco tempo, l’unica cosa che poteva sperare era che quella tortura finisse alla svelta. Quando Rufus poi fu abbastanza soddisfatto e vide che la ragazza non lo stava più facendo divertire decise di lasciarla andare.

La maga della luce scomparve in fretta, con gli occhi ricolmi di lacrime: si sentiva violata, sentiva come quel corpo non fosse più suo ma di altre persone.

Si sentiva morire dentro.

 

Entrò velocemente nella sua camera, era l’ultima di quella parte del corridoio e oltre a lei non ci entrava nessuno. Non voleva che qualche membro entrasse in quel suo piccolo mondo che si era creata stando anni e anni in quel posto che era diventata ormai la sua casa.

La camera non era molto grande, le pareti e il soffitto erano tutte dipinte di viola con sfumature tendenti a volte allo scuro, altre al chiaro, mentre i mobili che vi erano nella stanza erano di legno lucidati in nero. Non vi erano finestre e alle pareti non c’erano nemmeno attaccate delle lampade: in effetti l’unica che poteva entrare nella sua stanza era lei, e lei era la luce e non le sarebbe servito nessun strumento artificiale per produrne, le bastava creare solo una sfera luminosa e farla salire al centro della stanza, in questo modo era capace di illuminare tutto.

Nel corso degli anni non aveva cambiato nulla della stanza, era rimasta esattamente come le era stata consegnata, ma il contenuto di questa era tutt’altro da ciò che si potesse pensare di trovare nella stanza di una maga di una gilda oscura. L’armadio conteneva parecchi vestiti dal colore scuro, quelli che doveva indossare quando stava con gli altri, ma nascosti tra questi erano riposti anche vestiti dai colori chiari e allegri che aveva comprato durante le sue missioni solitarie e che un giorno sperava di poter indossare. Nei cassetti della grossa scrivania e del comodino conservava invece collane e braccialetti di tutti i tipi, e tra questi vi erano anche gli ultimi due che aveva comprato a Magnolia. Inoltre c’erano anche tanti libri di qualsiasi genere e tanti quaderni scritti da lei dove raccontava la sua vita e le sue missioni, come se tenesse un diario che un giorno le sarebbe stato utile o che forse avrebbe bruciato quando se ne sarebbe andata da Black Eye, dimenticandosi in mezzo alle ceneri ciò che aveva fatto in quegli anni.

Voleva andare via da quella gilda, voleva trovarsi un’altra casa, voleva che Rufus la smettesse di fare uso libero del suo corpo, ma sapeva che tutto questo non si sarebbe mai avverato. Il Master non l’avrebbe lasciata andare via tanto facilmente e probabilmente l’unico modo di andare via da Black Eye sarebbe stato quello di farlo da morta.

Si tolse lentamente gli stivali e poi li buttò poco distante, insieme ad altre due paia di scarpe, e poi con stanchezza si avvicinò alla scrivania, sedendosi sulla sedia che era posta davanti e aprendo il “Diario di M.V.”, di cui non conosceva ancora il nome completo. Quando provò a leggere la prima pagina vedeva di nuovo le facciate completamente bianche.

Decise di concentrarsi subito con la lettura del libro, almeno avrebbe puntato la mente altrove e per qualche ora si sarebbe dimenticata di tutto quello che le stavano facendo passare.

Raccolse vari fogli bianchi che erano stati riposti malamente sulla scrivania e prese in mano una penna, fece un lungo sospiro tramutando i suoi occhi in neri e posò il suo sguardo sulla pagina bianca.

Le scritte erano di nuovo comparse.

Erano tutte di colore dorato, non vi erano spazi, tutti i caratteri erano messi l’uno vicino all’altro, come se tutto fosse un’unica parola. Cominciò a trascriverli, senza pensare a niente, solo con la voglia di finire più pagine possibile e di andare a dormire entro qualche ora.

Un paio di volte, durante la scrittura dei caratteri, la sfera di luce che aveva formato si affievolì per poi riprendere a brillare ancora di più, mentre certi caratteri si illuminavano ogni tanto, facendo capire che quel libro era ancora ricolmo di magia. Michiko si sentì strana più volte, ma pensò che tutto fosse dovuto alla stanchezza, compresa la sfera di luce che si affievoliva a causa della poca magia che le era rimasta in corpo.

Il sonno non tardò a farsi sentire e senza volerlo appoggiò la testa alla scrivania e si addormentò ancora con la penna in mano, mentre trascriveva la sesta pagina di quel libro.

 

C’era tutto nero in quel posto, un paesaggio sconfinato ma interamente nero, nemmeno una luce, niente di niente.

Michiko provò ad usare la sua magia, una, due volte, ma non ottenne nessun risultato, rimaneva tutto buio.

Camminava, senza sapere dove mettere i piedi, non conosceva nemmeno il posto indi per cui nemmeno dove stava andando, le sue gambe la stavano conducendo lentamente chissà dove.

Correva e camminava alternamente, fino a quando si fermò e guardò davanti a sé, una luce, riusciva a vedere una grossa luce ovale, allungata verticalmente che risplendeva in mezzo a tutta quell’oscurità, provò ad avvicinarsi ma la luce sembrava irraggiungibile.

-Michiko…- la luce aveva parlato e la stava chiamando in un sussurro.

Ripeté ancora il suo nome, un paio di volte, poi tutto svanì.

 

Michiko si svegliò di scatto, si guardò intorno spaesata e si ricordò che si era messa a trascrivere i caratteri, spaventata cercò l’orologio per vedere che ore fossero e capì che era già mattino, erano da poco passate le otto e probabilmente qualcuno era già in piedi.

Velocemente finì di copiare la pagina che stava scrivendo e poi raccolse tutti i fogli, rimettendoli in ordine, e corse nella sala grande, per consegnare tutto al Master e agli altri.

“Michiko…”

La ragazza si girò di scatto, aveva sentito qualcuno pronunciare il suo nome, si guardò intorno, per vedere chi l’avesse chiamata ma non vide nessuno, pensò di esserselo immaginato e proseguì la sua strada.

 

La maga della luce passò la mattinata in compagnia degli altri, per cercare qualche libro che potesse servire a tradurre quei caratteri e discuterne tutti insieme, poi nel pomeriggio si ritirò ancora nella sua stanza per compiere il suo dovere nel trascrivere il tomo.

Stava andando avanti già da più di un’ora quando sentì di essere stata chiamata, di nuovo.

Si girò di scatto verso la porta, alzandosi in piedi, non voleva che nessuno entrasse nella sua camera e lo aveva ribadito più volte, ma quando si guardò intorno non c’era nessuno. Aprì pure la porta, ma dietro di essa non trovò la minima ombra di qualcuno nei paraggi, e allora la richiuse, facendo girare la chiave nella toppa due volte.

Pensò ancora di esserselo immaginato e continuò il suo lavoro ma dopo qualche minuto capitò ancora. Posò con malagrazia la penna sul tavolo e si girò rapida scrutando la stanza.

C’era per forza qualcuno che la stava sicuramente prendendo in giro.

Guardò ovunque, sotto al letto, dentro l’armadio ma non trovò nessuno e si sentì di nuovo chiamare, ma questa volta non fu colta alla sprovvista e capì una cosa inquietante: la voce proveniva dalla sua mente. Dopo questa deduzione ci fu il conseguente ricordo del sogno che aveva fatto quella notte, collegò subito le due cose, era quella luce che la stava chiamando, quella che aveva visto nel sogno e che l’aveva chiamata pure in esso.

Si mise le mani tra i capelli disperata, stava per caso diventando pazza? Non aveva mai sentito nessuna voce. Dentro di sé diede subito la colpa ai maghi di Fairy Tail che avrebbero potuto averle fatto qualcosa, ma poi si girò verso il libro: e se fosse stato quello la causa?

In fondo tutto era iniziato dopo lo scontro e dopo aver cominciato a trascrivere i caratteri.

 

Continuò per tutto il pomeriggio e tutta la sera a trascrivere delle pagine ma la voce non si fece più sentire, non tanto tardi raccolse tutte le pagine che aveva scritto e le ripose in ordine e poi andò a dormire serenamente, felice di non aver sentito più niente.

 

Era ancora in quel posto, lo stesso della notte precedente, c’era ancora completamente buio a parte un puntino lontano.

Corse a perdifiato verso di esso e sentì ancora quella voce, quella voce che pronunciava il suo nome e che la stava chiamando, arrivò abbastanza vicina da vedere che l’ammasso di luce sembrava avere la forma di una persona e più si avvicinava, più sentiva il suo nome che veniva chiamato più forte e che riecheggiava nella sua testa.

Svanì tutto in pochi istanti.

 

Il mattino dopo Michiko si svegliò con il sogno che aveva fatto ben stampato in testa, c’era qualcosa che non andava in lei.

Stette tra le coperte a pensare, non aveva mai sentito parlare di nessuna magia che facesse sentire delle voci e fare sogni strani e poi non avrebbe avuto senso che i maghi di Fairy Tail le avessero fatto una cosa del genere.

I suoi sospetti caddero quindi tutti sul libro che stava scrivendo, era sicuramente quello la causa di tutto.

Da una parte era spaventata da ciò che le stava succedendo, ma da un’altra era curiosa e voleva andare fino in fondo in quella faccenda.

Tra gli altri pensieri decise di mantenere il segreto, non avrebbe detto a nessuno cosa le stava succedendo, anche perché tra i suoi compagni nessuno le avrebbe creduto.

 

 

 

A Fairy Tail i lavori per ricostruire la gilda stavano andando decisamente bene, tutti si stavano dando da fare per ricostruire la parte caduta ancora meglio di quella precedente, i feriti erano ormai guariti del tutto grazie alle cure della magia di Wendy che, anche se era abbastanza affaticata, aveva deciso di occuparsi di tutti meglio che poteva.

Natsu e gli altri invece non vedevano l’ora di ricevere l’ordine del Master per poter andare ad attaccare Black Eye e riprendersi il libro rubato, ogni tanto scoppiavano pure le solite risse ma tutti avevano un occhio di riguardo per la parte appena ricostruita, se l’avessero distrutta Erza non avrebbe avuto sicuramente pietà di nessuno.

Il Master invece, in quei giorni, era più pensieroso del solito: Erza e Mirajane avevano provato più volte a parlare con lui, per capire a cosa stesse pensando, e tutte le volte rispondeva loro che i suoi pensieri erano rivolti alla ragazza che era riuscita a vedere i caratteri del libro.

Le due maghe erano preoccupate, se il loro Master era così pensieroso voleva dire che nessuno, nemmeno lui, era mai riuscito a vedere i caratteri di quel libro e soprattutto se quella ragazza riusciva a vederli avrebbe potuto anche tradurli da un momento all’altro e questo non andava affatto bene.

 

 

 

Erano passati diversi giorni da quando Black Eye aveva attaccato Fairy Tail e Michiko perseverava senza sosta nel suo compito, gli altri invece provavano a cercare una traduzione, ma purtroppo senza risultati.

La voce che la ragazza aveva cominciato a sentire si fece più insistente e ogni giorno compariva dentro la sua testa, chiamandola costantemente, e anche di notte si ripresentava lo stesso sogno, ma ogni volta con qualche particolare in più.

Era ormai sera e Michiko stava andando a dormire, consapevole ormai che il sogno si sarebbe ripresentato; ora cercava di non essere più spaventata, anzi aveva accolto di buon grado questo fatto e ogni sera non vedeva l’ora di addormentarsi per estrapolare qualche particolare in più dal sogno che sapeva si sarebbe riproposto.

 

Stesso posto, ma questa volta più luminoso del solito.

La figura di luce era ormai ben delineata, aveva le fattezze umane come aveva già capito qualche notte prima, sembrava una donna e non era nemmeno tanto alta, aveva qualcosa di lungo addosso, ma non riusciva a capire se erano lunghi i capelli o se era il vestito. Provò ad avvicinarsi ma questa si fece indietro con un balzo e cominciò a brillare ancora di più.

-Non farlo… non devi andare avanti…- sussurrò questa creatura luminosa, emettendo ampi archi di luce.

Michiko si fece coraggio.

-Cosa non devo fare? Rispondimi!- esclamò arrabbiata, voleva capire il significato di tutto quello.

Ma la creatura di luce non rispose e svanì in pochi attimi e con esso il sogno.

 

-Dannazione!- imprecò Michiko appena sveglia, fu l’unica cosa che riuscì a dire, alzandosi bruscamente dal letto e posizionandosi davanti al libro.

-So che vieni da lì! Mostrati anche qua e non soltanto nei miei sogni!- esclamò ancora, rivolgendosi al libro che era rimasto aperto a dove era arrivata.

Michiko rimase minuti interi a fissare le pagine aperte con gli occhi che si erano tramutati in nero, ma non successe niente e nemmeno la voce nella sua mente si fece sentire.

Sospirò e cercò di calmarsi, non sarebbe andata da nessuna parte arrabbiata com’era.

Si sedette davanti al libro e cominciò subito a trascrivere nuove pagine, non aveva voglia di andare nella sala comune e vedere gli altri, voleva solo finire il suo lavoro e basta, almeno la voce se ne sarebbe andata insieme al sogno.

Continuò a scrivere per un po’ e poi capitò di nuovo.

“Non farlo, non trascrivere niente…” cominciò a sentirsi dire, dentro la sua mente.

La ragazza sobbalzò dalla sedia impreparata e poi sorrise soddisfatta, era tornata di nuovo.

-Cosa non devo fare?- domandò, cercando di mantenere la calma, aveva capito da quella notte che il modo di fare brusco non l’avrebbe portata da nessuna parte.

“Non devi dare quelle pagine a nessuno…”

-Cosa? E perché? Chi sei tu per dirmelo?- domandò ancora, nella testa mille pensieri oltre quella voce.

“Fidati di me…” sentì in un sospiro.

-No, non posso fidarmi. Non ti conosco! Dimmi altro, per favore!- affermò quasi in una supplica, con lo sguardo dritto davanti a sé ma senza vedere niente.

“Sostituisci le pagine, ci vediamo stanotte…” la voce si alzò di qualche tono e poi Michiko capì che se ne era andata. Sospirò buttandosi con le braccia e la testa sulla scrivania, cosa doveva fare?

 

Restò in quella posizione a pensare per lungo tempo, ascoltare gli ordini del Master o agire come gli diceva quella voce? Cosa avrebbe dovuto fare?

Le opzioni erano due, la scelta sembrava semplice ma per lei non lo era. Sicuramente tutti gli altri membri della sua gilda avrebbero continuato a trascrivere le pagine perché era un ordine dato dal loro Master, ma lei non era come loro, lei era diversa e lo dimostrò prendendo una decisione che, se scoperta, le sarebbe sicuramente costata la permanenza a Black Eye e quindi la vita.

Questo fatto la riguardava personalmente: se riusciva a vedere le scritte usando la magia derivante dai suoi occhi voleva dire che in minima parte, in tutta quella faccenda che si era creata, lei c’entrava qualcosa e lo avrebbe scoperto in tutti i modi. Non era nemmeno mai riuscita a comprendere del tutto il perché i suoi occhi si tramutassero in neri quando era arrabbiata e questo era pure un motivo in più per andare avanti da sola e scoprire qualcosa di più su se stessa.

Velocemente prese tanti fogli quanti le pagine che aveva già scritto per gli altri membri e cominciò a scrivere su di essi caratteri completamente inventati da lei. Doveva riempirli entro la serata, andò quindi avanti tutto il pomeriggio, vietandosi soste che potevano durare più di dieci minuti.

La voce non si fece più sentire e la sera arrivò in fretta. Michiko aveva già finito di scrivere tutti i caratteri che aveva inventato sui fogli e ne aveva fatto qualcuno in più giusto da far capire agli altri che quel giorno non era stata con le mani in mano ma che aveva continuato il suo lavoro.

Cenò in camera e poi attese la notte più profonda, quando sapeva che tutti sarebbero stati nelle loro camere a dormire per mettere in atto il suo piano.

 

Era ormai notte fonda, Michiko era stanca e si sarebbe addormentata a momenti ma sapeva che doveva resistere ancora qualche minuto per compiere il suo dovere.

Raccolse tutti i fogli che aveva preparato e poi uscì dalla sua camera senza fare il minimo rumore.

A Black Eye regnava il silenzio, nel corridoio e nella sala erano rimaste accese solo sporadiche luci che davano un profondo senso di inquietudine. Michiko passò all’ombra di queste e silenziosamente raggiunse la sala dei divanetti.

Vide il suo obbiettivo posto su uno dei tavolini di vetro al centro della sala.

Si guardò intorno, aveva paura di essere vista ma sapeva pure che a quell’ora tutti stavano dormendo, quindi tirò un sospiro di sollievo e prese tutte le pagine che aveva già trascritto, sostituendole con quelle dai caratteri che si era inventata. Probabilmente gli altri avevano sicuramente scritto alcuni simboli su altri fogli e ora chissà dove erano finiti, ma per lei andava bene così, la maggior parte del materiale che avevano era falsa e non sarebbero riusciti a tradurre niente.

Compì in fretta il suo lavoro e guardandosi un’ultima volta intorno scattò nella sua camera, chiudendosi dentro e facendo girare la chiave nella serratura.

Poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.

 

Nella sala grande, un’ombra che aveva visto tutto comparve dall’oscurità, i suoi occhi avevano visto ciò che aveva fatto la ragazza.

Andò verso i tavolini e diede un’occhiata ai fogli, sorridendo.

Un giorno, quando sarebbe arrivato il momento, avrebbe avuto tanto da raccontare.

 

Michiko aveva ancora davanti la figura di luce, quella notte poteva distinguerla ancora meglio, aveva un lungo vestito e pure i capelli erano lunghi, ma non riusciva a vederla in viso, era completamente avvolta da quel fascio di luce che la maga dai capelli azzurri riconobbe come molto simile al suo.

-Ho fatto quello che mi hai detto- le disse, cercando di ottenere risposte in più.

-Ho visto, ti ringrazio- rispose, la sua voce sembrava essere più tranquilla delle precedenti volte.

-Cosa devo fare ora? Dimmi qualcosa, vieni dal libro, vero?- domandò Michiko, sperava con tutta se stessa di ricevere una risposta da quella figura di luce.

-Continua così, ci vedremo presto…- rispose tranquillamente e poi scomparve del tutto.

 

Da quella notte la figura di luce non si fece più vedere e nemmeno di giorno la sua voce si fece sentire nella testa della ragazza, ma Michiko sapeva che quella storia non era finita.

Finché avrebbe avuto quel libro tra le mani non sarebbe finito niente.

Continuava a trascrivere caratteri falsi per i suoi compagni che ancora viaggiavano in alto mare con la traduzione del libro mentre lei provava a tradurlo per conto suo, ma purtroppo senza nessun risultato.

Michiko pensò di star facendo la cosa giusta se la voce non si stava facendo più sentire e così passò una settimana da quando Black Eye aveva attaccato Fairy Tail.

 

 

 

La gilda di Magnolia era stata completamente ricostruita e i lavori erano ormai finiti da qualche giorno, ora l’unica cosa che i maghi aspettavano era l’ordine del Master per poter andare ad attaccare Black Eye e riprendersi ciò che era loro e che era stato rubato.

In quei giorni Levy, per ordine del Master, aveva fatto delle ricerche in quella biblioteca che giorni prima era stata profanata e aveva trovato informazioni sulla gilda oscura di Black Eye e soprattutto la sua locazione, la cosa che interessava maggiormente a loro.

Il giorno prima la loro partenza verso Black Eye, il Master formò una squadra d’attacco che comprendeva: Natsu e il suo Team di missione, Laxus insieme ai Raijinshuu, Wendy nel caso ci fossero stati feriti e infine Mirajane e Gajeel, ovviamente seguiti dai tre Exceed.

Fu così che tutti partirono alla volta di Black Eye, compreso il Master.

Questa volta era diverso, questa volta sarebbe stata Fairy Tail ad attaccare Black Eye.

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Buonasera a tutti! Con questo capitolo potrei aver fatto due cose: aver chiarito parte dei dubbi o averli alimentati ancora di più! Vedremo da cosa mi direte xD

Spero che anche questo sia stato di vostro gradimento e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione, mi fate sempre troppo felice *^* Ci tengo anche a ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra seguite, preferite e ricordate. Grazie anche a voi!

Ora vi saluto e ci si risente Lunedì prossimo con un altro bel capitolo! Fairy Tail vs Black Eye? Vedremo...

 

 

_Michiko_

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Capitolo 6
*** Rivelazioni ***


RIVELAZIONI

 

 

 

Dopo un intero giorno di viaggio verso i confini del Regno di Fiore, i membri di Fairy Tail che erano partiti alla volta di Black Eye si fermarono ai piedi della grande foresta al cui interno si nascondeva la gilda oscura che li aveva attaccati.

Grazie alle loro ricerche sapevano che al di là di quegli alberi si celavano i loro nemici; decisero quindi di accamparsi per la notte e di ripartire il giorno seguente all’alba.

Il mattino seguente si ritrovarono a camminare dentro quella foresta, tra grossi alberi che proiettavano inquietanti ombre e grossi lupi neri che ogni tanto li attaccavano perché avevano invaso il loro spazio.

Poi arrivarono finalmente al cospetto del loro obbiettivo.

La prima cosa che disse il Master fu rivolta a Freed: il mago dai capelli verdi tracciò delle rune come aveva fatto durante lo scontro precedente in modo tale che la ragazza che usava la magia della luce non sarebbe riuscita a usare i suoi scatti di velocità e soprattutto non sarebbe scappata. Makarow era ansioso di fare due chiacchiere con lei per via del cambio di colore dei suoi occhi e del fatto che riusciva a leggere i caratteri del libro.

Il secondo ordine non tardò ad arrivare e Natsu fu quello che lo compì appieno, riservando a Black Eye lo stesso trattamento che la gilda oscura aveva rivolto a loro. Riempì bene i polmoni tirando indietro il busto e poi soffiò una grande quantità di fuoco che andò a schiantarsi contro il grosso portone in legno della gilda di Black Eye, bruciandolo interamente.

Il Dragon Slayer sorrise soddisfatto del suo lavoro insieme agli altri, e poi aspettò la mossa dei nemici.

 

Nessuno dei membri di Black Eye fu coinvolto nelle fiamme. Quando si furono ripresi dallo shock iniziale, dopo qualche secondo Ritsuko, Dereck, Ryoko e i gemelli corsero fuori per vedere chi aveva combinato quel disastro e soprattutto chi aveva osato attaccare Black Eye.

Rufus invece fece un piccolo sorriso, aveva capito bene chi era stato ad attaccare la loro gilda, si versò del liquore in un bicchiere per prepararsi allo scontro e poi lo scolò tutto di un sorso, dirigendosi anche lui fuori dalla gilda, per iniziare l’attacco. Anche Master Victor fu abbastanza sorpreso di quell’attacco improvviso da parte di Fairy Tail, non si aspettava che dei maghi come loro potessero ricorrere a tanto, ma si era sbagliato sul loro conto e le cose si stavano facendo veramente interessanti. Si diresse lentamente fuori dalla porta della gilda che ormai era stata distrutta, per sentire le loro richieste.

Michiko invece fu colta di sorpresa mentre stava scrivendo ancora caratteri falsi per i suoi compagni di gilda. Per un attimo non riuscì a capire cosa stesse succedendo, dopo aver pensato un po' capì che erano sotto attacco, prese di fretta il libro e lo nascose dentro la borsa che aveva sempre con sé, se la mise a tracolla e corse subito giù, trovandosi davanti la porta della gilda ormai in cenere. Anche lei uscì fuori insieme agli altri e si ritrovò davanti i maghi di Fairy Tail.

Il loro sguardo non lasciava trapelare il minimo segno di paura.

 

-Oh, non immaginavo arrivaste a tanto, a cosa devo la vostra visita?- domandò Master Victor facendo qualche passo verso di loro.

-Non perdiamoci in inutili chiacchiere- tagliò corto Makarow guardandolo truce.

-Devo insistere, guardate poi come avete ridotto la nostra gilda!- sospirò di nuovo mantenendo la calma e indicando il portone bruciato.

-Vi abbiamo ricambiato il favore!- esclamò questa volta Natsu, con le braccia distese lungo i fianchi e i pugni serrati, non vedeva l’ora di iniziare a combattere.

-Che gentili- sorrise beffarda Ritsuko, ma Master Victor si voltò verso di lei con sguardo severo e la ragazza si tappò immediatamente la bocca.

Non avrebbe dovuto parlare.

-Vi faccio una proposta- questa volta fu Makarow a prendere di nuovo parola e facendo qualche passo anche lui verso il nemico.

-Sentiamola questa proposta, prego- rispose Victor, curioso di sentire cosa aveva da dir loro, anche se immaginava già di cosa potesse parlare il Master di Fairy Tail.

-Dateci indietro il libro e noi ce ne andremo senza inutili scontri- rispose brevemente, fissando Victor come se volesse incutergli timore.

Il Master di Black Eye scoppiò in una fragorosa risata, seguito poi da qualche membro della sua gilda.

-Cosa avete da ridere? Mi da proprio sui nervi!- esclamò Natsu in preda ad una forte ira, stava per scagliarsi contro di loro ma Erza lo bloccò di nuovo, non era ancora il momento di agire.

-Vedo che il ragazzo non vede l’ora di combattere, perché non lo lasci fare?- propose Victor, sapendo bene che Rufus lo avrebbe messo fuori gioco in pochi istanti grazie al suo veleno.

-Ti ho detto che siamo qua per parlare e arrivare ad un buon accordo- intervenne ancora Makarow, anche se ormai stava perdendo la pazienza.

-Cosa vuoi ancora?- domandò irritato l’altro.

-Se non riceverò risposte da te mi rivolgerò a qualcun altro- sorrise il piccolo vecchietto, girandosi poi verso un membro specifico di Black Eye.

Master Victor restò un attimo sorpreso da quell’affermazione e poi seguì lo sguardo di Makarow trovandosi davanti Michiko che si era allontanata di qualche metro ed ora era appoggiata al muro della gilda ancora in piedi.

-Come fai a leggere i caratteri di quel libro?- domandò Makarow, cercando di ottenere qualche risposta almeno da quella ragazza.

Michiko lo guardò per qualche istante, non sapendo se rispondere o meno e se farlo in modo provocatorio. Sinceramente nemmeno lei conosceva il vero motivo per cui riusciva a leggere quei caratteri con la trasformazione del colore dei suoi occhi.

Si girò verso il suo Master guardandolo interrogativamente e lui le sorrise, facendole segno di stare zitta.

-Lei possiede un grande dono, e ci sta aiutando in modo particolare- rispose il Master al suo posto -È così devota a Black Eye e a me che ci sta trascrivendo tutti i caratteri per fare in modo che noi possiamo tradurli, non è magnifico avere una persona del genere in una gilda?- sorrise orgoglioso Master Victor. Michiko era stata sempre il membro perfetto della sua gilda, era forte con quella sua magia e compiva perfettamente e in modo impeccabile i compiti che le venivano assegnati.

Michiko sorrise, confermando quello detto dal Master, ovviamente nessuno sapeva che i caratteri che gli stava passando erano falsi. Tirò silenziosamente un sospiro di sollievo, nessuno si era accorto di niente e sarebbe potuta andare avanti con questa farsa fino alla fine.

-Io non ne sarei così sicuro- intervenne nel discorso Rufus che era stato in disparte tutto il tempo con le braccia conserte a pensare.

Michiko si girò verso di lui spaventata e con il cuore a mille, sicuramente si stava riferendo ad altro.

-Di cosa stai parlando?- domandò Master Victor, rivolgendosi al biondo, altro membro di cui si fidava ciecamente e con una magia molto potente.

Rufus sorrise meschinamente e si girò verso Michiko, la vide con gli occhi spalancati e il fiato in sospeso: pure lei attendeva una risposta, nei suoi occhi si leggeva la paura totale, non l’aveva mai vista così. Si fermò a guardarla qualche secondo adorando il suo sguardo pieno di terrore e poi si girò verso il Master.

Michiko rimase a guardarlo, lui aveva capito, lui lo sapeva, doveva averla vista da qualche parte, come aveva fatto? La mente della ragazza cominciò a riempirsi di domande mentre il cuore continuava a batterle all’impazzata nel petto.

-La nostra maga della luce ci sta fornendo caratteri falsi- rispose Rufus rivolto verso il Master, sorridendo; non vedeva l’ora di rivelare questo piccolo particolare.

-Cosa?- domandò il Master, non capendo appieno le parole del biondo.

-Cosa stai dicendo? Come puoi dire una cosa del genere?- intervenne questa volta Michiko. Doveva farsi vedere contraria a questo, non doveva dargliela vinta, poteva essere che stesse facendo solo delle ipotesi per metterla in cattiva luce. I suoi occhi si tramutarono in neri dalla rabbia.

I maghi di Fairy Tail invece ascoltarono interessati la situazione che si era creata tra i membri della gilda nemica.

-Spiegati meglio, Rufus- Victor lo spronò a parlare.

-Michiko in un primo momento ha scritto sui fogli tutti i caratteri che vedeva sul libro, ma poi ha deciso di tradirci e ha cominciato a scrivere caratteri falsi, inventati da lei presumo, e li ha scambiati con…- non riuscì a finire la frase che fu interrotto.

-Come puoi dire cose del genere? Io non tradirei mai la vostra fiducia!- esclamò Michiko, con gli occhi rivolti verso il Master; doveva continuare a lottare, doveva farsi credere da lui, non poteva darla vinta a Rufus, ma poi lui come poteva dire una cosa del genere? La usava come burattino, si serviva di lei e ora la metteva pure in cattiva luce! Che persona spregevole.

-Stai zitta!- esclamò in preda alla rabbia Master Victor e Michiko fece qualche passo indietro spaventata. Ora era veramente nei guai, sarebbe stata spacciata.

Rufus le sorrise, era quello che aveva sempre sognato di vedere: il Master arrabbiato con lei.

-Continua pure - gli fece cenno Victor.

-Dicevo, ha scambiato tutti i fogli che ci aveva dato con quelli falsi e così ha continuato, portandoci sempre caratteri completamente inventati, l’ho vista una notte che scambiava quelli veri con quelli falsi, ero rimasto sveglio fino a tardi, ho sentito dei rumori e mi sono appostato nell’ombra, io l’ho vista ma lei, per sua sfortuna, non ha visto me- concluse guadagnandosi la completa fiducia del suo Master.

-Non hai le prove!- ringhiò Michiko, non dandosi per vinta.

-Oh si che le ho!- rispose lui, guardandola dall’alto al basso.

-Spiegati- intervenne Victor.

-Tutti noi nei primi giorni c’eravamo scritti su dei fogli qualche carattere e poi non abbiamo più trovato nessun riscontro, è capitato anche a voi, vero?- spiegò il biondo, rivolgendosi poi agli altri.

Questi fecero segno di sì con la testa, Michiko era veramente nei guai.

Master Victor si girò verso di lei, il volto era furioso e livido dalla rabbia.

-È vero quello che ha detto?- urlò con rabbia.

Michiko non rispose ma fece qualche passo indietro timidamente, sarebbe stata spacciata.

-Ti ho fatto una domanda, rispondimi! È vero o no?!- ringhiò ancora, perdendo la pazienza mentre il suo potere magico cominciava a salire a dismisura.

Michiko abbassò la testa e confermò tutto ciò che aveva detto Rufus, non avrebbe più avuto senso negare ciò che avevano scoperto.

-Perché lo hai fatto?- domandò ancora, ma anche questa volta non ottenne nessuna risposta, Michiko abbassò solo la testa mentre una lacrima le era scivolata dall’occhio destro e le stava bagnando la guancia fino ad arrivarle alle labbra.

Stanco di non ricevere risposte e arrabbiato come mai prima d’ora il Master le scagliò contro una delle sue magie più potenti.

Michiko provò a schivarla usando uno dei suoi scatti ma subito capì di non riuscirci, si girò velocemente a scrutare i maghi di Fairy Tail e vide colui che già la volta precedente l’aveva bloccata scrivendo le rune; questa volta aveva agito in anticipo e le aveva scritte subito, forse prima ancora di attaccare Black Eye, si disse la ragazza. Lo guardò con rabbia e poi, si preparò rassegnata a ricevere il colpo, senza nemmeno provare a scappare.

Cadde qualche metro più lontano, senza nemmeno urlare, non diede a nessuno la felicità di far sentire il suo dolore, ma si trovò essere ancora cosciente e capì subito che il colpo non era stato tanto forte.

-Sei sempre stata una maga affidabile, molto più degli altri messi insieme- cominciò a parlare Master Victor mentre Michiko si rimetteva in piedi a fatica e con qualche graffio dovuto più alla caduta che al colpo del Master.

-Ti dono un’ultima possibilità, metticela tutta a sconfiggere i maghi di Fairy Tail e sarai perdonata, sono stato chiaro?- domandò, fissandola negli occhi, lo sguardo di Victor non lasciava vie di salvezza.

-Non vi deluderò- rispose lei, pronta di nuovo a mettersi in gioco e a combattere per Black Eye: era la sua unica possibilità per rimanere in vita e avrebbe fatto di tutto per non attirare su di sé ancora la collera del Master, non sapeva cosa sarebbe venuto dopo, ma almeno doveva provarci.

Lanciò uno sguardo a Rufus che la fissava sogghignando e divertito; prima o poi avrebbe messo a posto i conti pure con lui, ma ora doveva solo pensare ai maghi di Fairy Tail e a combattere contro di loro.

Pose il suo sguardo verso di essi e vide i suoi due bersagli vicini, quelli precedenti. Li avrebbe fatti fuori a qualsiasi costo, soprattutto il mago che aveva nuovamente scritto le rune, non avrebbe avuto la minima pietà di lui.

 

Michiko continuò a osservare i due e poi, quando anche loro si girarono a guardarla, lei gli sorrise, per far intendere loro che sarebbero stati ancora i suoi avversari. I due si guardarono tra di loro e poi si fecero avanti verso la ragazza, mentre anche gli altri sceglievano il loro avversario e si preparavano al combattimento.

Quando la ragazza vide che si stavano avvicinando a lei si buttò subito contro di loro correndo e attaccandoli con una serie dei suoi archi di luce. Questi li schivarono appena e furono colpiti subito dopo da un’altra serie di attacchi da parte della ragazza che li aveva presi alla sprovvista. Michiko doveva combattere con tutte le sue forze per riuscire a vincere lo scontro e forse avere ancora un posto dove stare a Black Eye, combatteva senza pensare particolarmente agli attacchi che faceva, alla quantità di magia che usava o ai suoi avversari, era solamente accecata dal suo obbiettivo, quello di dimostrare al Master che di lei si poteva ancora fidare.

Laxus si fece in pochi attimi davanti a lei colpendola con un potente fulmine che la ragazza non riuscì a parare in tempo, cadde metri più in là, sempre restando all'interno delle rune scritte da Freed; quest’ultimo poi lanciò la sua scrittura delle tenebre su di lei, facendole provare un immenso dolore.

Michiko si inginocchiò a terra con le mani che le tenevano la testa e urlava a squarciagola, non poteva immaginare che le scritte funzionassero pure sugli esseri umani e ora era in preda al dolore più acuto che avesse mai provato, la stava flagellando dall’interno, non riusciva a pensare ad altro se non a tutto quel male che sentiva e voleva che finisse il più presto possibile, era così forte che non riusciva nemmeno a reagire.

Dereck, che stava combattendo anche lui con l’aiuto delle sue copie, vide cosa stava succedendo alla povera ragazza, si sentiva tradito da quello che aveva compiuto ma allo stesso tempo dispiaciuto per ciò che le aveva fatto il Master e quindi decise di aiutarla mandando una copia in suo aiuto. Freed fu colto alla sprovvista quando venne colpito da una delle copie di Dereck, cadde a terra e non più concentrato come prima lasciò svanire la scrittura oscura che aveva mandato su Michiko.

La ragazza poté finalmente tirare un sospiro di sollievo, non aveva avuto modo di vedere chi l’aveva aiutata ma allo stesso tempo era felice che qualcuno pensava ancora a lei. Si alzò in piedi con fatica, cercando di riprendere la concentrazione necessaria per proseguire lo scontro. Doveva stare attenta a non essere colpita ancora da quelle rune, poiché la prossima volta non sapeva se sarebbe riuscita ancora a cavarsela con l’aiuto di qualcuno.

 

Gli altri scontri non stavano andando propriamente bene per la gilda di Fairy Tail, i maghi si erano divisi in vari gruppetti a scontrarsi ma Rufus era stato in disparte da solo e da qualche minuto aveva cominciato ad usare la sua magia del veleno, creando una grossa pioggia che ricadeva sopra a tutti a parte Laxus e Freed: quei due erano contro Michiko e lui non avrebbe dato il minimo aiuto alla ragazza in questione, anzi, sperò vivamente che la togliessero una volta per sempre dalla circolazione.

I maghi di Fairy Tail cercarono di proteggersi come meglio potevano mentre quelli di Black Eye si facevano indietro per non essere colpiti pure loro dalla magia di Rufus. Natsu usava il suo fuoco per cercare di proteggere pure gli altri mentre Gray aveva creato una barriera con il suo ghiaccio, anche Gajeel prese parte alla difesa creando un grosso muro di metallo, ma tutte queste tre magie erano inutili con il potente veleno distruttore di Rufus.

Master Victor sorrideva compiaciuto dalla magia che stava mettendo in atto Rufus, mentre Makarow guardava i suoi maghi in difficoltà a causa dell'attacco del biondo. A questo punto, se le cose non si fossero concluse per il meglio sarebbe dovuto intervenire lui con la sua magia.

Rufus non accennava a desistere e continuava a far cadere dall'alto una grossa quantità del suo veleno: le barriere dei maghi di Fairy Tail stavano cedendo drasticamente e molti di loro vennero colpiti dal corrosivo veleno che bruciava la pelle lasciando un profondo segno del suo passaggio.

Freed e Laxus furono distratti dalle grida dei loro compagni che stavano venendo colpiti, e a loro volta, perdendo la concentrazione dal loro scontro, furono attaccati da Michiko che li atterrò tutti e due con una delle sue sfere di luce.

Makarow si trovava in una grave situazione: con tutti i suoi maghi di Fairy Tail a terra e forse senza una via d’uscita da quello scontro, l’unica cosa che poté fare fu quella di mettersi davanti a tutti ed intervenire lui stesso.

-Ora basta!- esclamò con voce profonda, usando la sua magia e ingrandendo in parte le sue dimensioni, fino a diventare il doppio di una persona normale.

I maghi di Black Eye fecero qualche passo indietro intimoriti, a parte Rufus che sorrise, si sarebbe scontrato pure con il loro Master se Victor lo avesse richiesto. I membri di Fairy Tail invece guardarono il loro Master, delusi per non essere riusciti a sconfiggere i loro avversarsi e quindi aver costretto Makarow a scendere in campo.

-Alla fine sei dovuto intervenire tu, sono così deboli i tuoi maghi- rise di gusto Master Victor, facendo sentire i maghi di Fairy Tail degli incapaci.

-Non ti permetterò di dire qualcosa in più su di loro- rispose Makarow, difendendoli e congiungendo le mani davanti a sé, una verso l’alto e l’altra verso il basso, poi le aprì lentamente, facendo scorgere una forte quantità di luce e magia dentro di esse.

-Conterò fino a tre prima che il giudizio ricada su di voi- disse, infuriato come non mai contro quella gilda oscura.

I maghi di Fairy Tail capirono subito cosa stava per fare Makarow e si sentirono orgogliosi del proprio Master, quelli di Black Eye invece rimasero a guardarlo, non capendo cosa stesse dicendo e di che giudizio stesse parlando.

-Uno… due…tre- contò i numeri e poi ricongiunse le mani, questa volta in perfetto allineamento, come a far scoppiare la sfera di magia che aveva creato.

-Fairy Law!- esclamò poi, allargando le mani e lasciando andare un’immensa quantità di luce che abbagliò tutti ma che andò a colpire soltanto i nemici di Fairy Tail.

I maghi di Black Eye furono colpiti dal primo all’ultimo da una forte luce e una forte magia, caddero tutti privi di sensi, compreso Rufus ed il Master: una delle tre magie di Fairy Tail era stata usata di nuovo per mettere fine a quello scontro con quella gilda oscura che aveva osato attaccarli e rubare uno dei suoi libri.

I membri di Fairy Tail poterono quindi tirare un sospiro di sollievo, ma non tutti erano stati messi fuori gioco dalla Fairy Law.

-Master…- sussurrò Mirajane, indicando con lo sguardo una persona in particolare.

Tutti i membri di Fairy Tail, compreso il Master, si girarono verso dove stava indicando Mirajane e spalancarono occhi e bocca increduli.

 

Michiko era stata colpita dalla Fairy Law ma era ancora in piedi, guardava stupefatta i suoi compagni a terra e i maghi di Fairy Tail che la guardavano esterrefatti. Probabilmente anche lei avrebbe dovuto fare la fine dei suoi compagni a causa di quella magia, ma così non era stato.

-Master, l’ha fatto apposta a non colpirla? Per via del fatto che sa leggere il libro?- domandò Erza riequipaggiandosi in tenuta normale.

-No, la Fairy Law non bada a quelle cose, avrebbe dovuto colpire anche lei- rispose il vecchietto, non trovando una giusta spiegazione al perché la ragazza fosse ancora in piedi.

La maga della luce ispezionò un attimo il proprio corpo per vedere se in minima parte fosse stata colpita, ma su di sé non trovò niente a parte i graffi e le ferite dello scontro di prima, poi notò una cosa in particolare che la lasciò pensare: il bracciale al polso sinistro era diventato bianco e si ricordò che quello era il colore originale ma che con il passare del tempo si era scurito, come a prendere il colore della strada di maga oscura che aveva scelto.

Tornò a guardare verso i maghi di Fairy Tail che la stavano ancora fissando, ora se la sarebbe dovuta vedere con tutti loro, era spaventata, aveva già fatto fatica a tener testa ai due, figuriamoci scontrarsi con tutta la gilda!

Fece ancora qualche passo indietro mentre pensava ad un modo per fuggire – non poteva nemmeno usare i suoi scatti perché intorno a lei c’erano scritte le rune e non sapeva nemmeno dove finivano – si girò verso la sua borsa che aveva lasciato lontano dal combattimento e notò che si stava illuminando: c’era qualcosa dentro che aveva cominciato a brillare. Si avvicinò lentamente e la aprì.

 

-Cosa ne facciamo di lei?- domandò Titania al Master, mentre tutti la stavano tenendo d’occhio, avevano capito che era spaventata e che non si sarebbe messa a combattere contro di loro, probabilmente voleva solo scappare via e non farsi più vedere né da loro né da Black Eye.

-Devo parlarle- rispose il Master, continuando a scrutarla e vedendo che aveva tirato fuori dalla sua borsa il libro e che questo era illuminato.

-Ti va di ridarci quel libro?- domandò Makarow, rivolgendosi alla ragazza.

Lei si girò verso di lui e poi di nuovo a scrutare il libro, certo che glielo avrebbe ridato, non voleva avere più niente a che fare con quel maledetto tomo, l’aveva portata alla rovina e basta e ora non aveva nemmeno più una casa dove andare.

-Tenetevelo pure, non voglio più averci niente a che fare!- esclamò arrabbiata lanciandolo con foga e facendolo cadere a metà strada tra lei e loro.

Cadendo, il libro si aprì ad una pagina imprecisata e ne uscì una forte luce che prese la forma di una persona ben definita, ma solo i maghi di Fairy Tail poterono vederla.

Quello era il famoso libro del Primo Master: Il Diario di Mavis Vermillion.

 

-Ma quello è il Primo!- esclamò Lucy, stupefatta.

-Primo che ci fa qui?- domandò Titania.

-Questo è il mio Diario- rispose lo spirito di luce della maga, sorridendo.

-Ecco spiegate pure le iniziali M.V.!- affermò Gray, parte del mistero che legava quel libro si era risolto.

-Avete fatto un bel lavoro con la gilda di Black Eye, ve ne sono riconoscente- sorrise Mavis e poi si girò verso Michiko, si guardava intorno, sentiva quella voce che aveva già sentito nei suoi sogni ma non vedeva niente.

-Mi senti, Michiko?- domandò Mavis, avvicinandosi alla ragazza.

-Dove sei? Perché mi hai fatto tutto questo?- urlò la ragazza in preda alla rabbia, quella voce si era ancora fatta sentire ma non riusciva a vedere niente, a causa del fatto che non aveva il tatuaggio di Fairy Tail.

-Stai tranquilla, ora andrà tutto bene- rispose con calma il Primo, cercando di trasmetterle tranquillità.

-No! Non andrà per niente bene! Non ho più un posto dove andare, tutto per colpa tua e per quel maledetto libro!- esclamò in un attacco di rabbia, correndo verso il libro e formando un arco di luce, l’avrebbe distrutto e la voce se ne sarebbe andata via per sempre.

Mavis si girò a guardarla spaventata: il suo libro!

Erza fu più veloce di Michiko, aveva capito le intenzioni della ragazza dai capelli azzurri e si era interposta fra lei e il Diario, colpendola senza preavviso dietro la nuca e facendola svenire, lasciandola poi cadere a terra.

 

Mavis tirò un sospiro di sollievo e poi andò verso Michiko e si chinò su di lei, togliendole i capelli dal viso e guardandola.

-Come fa a leggere il tuo Diario? Non ci sono mai riuscito nemmeno io- domandò Makarow, era curioso di sapere la risposta, e non solo lui.

-Per lo stesso  motivo per cui si è salvata dalla Fairy Law- rispose Mavis, ritornando in piedi e guardandolo sorridendo.

-Quale sarebbe?- domandò questa volta la maga degli spiriti stellari.

-Lei è una mia discendente. Non so come, ma è finita per sbaglio in una gilda oscura. È stato un bene che il suo Master fosse così interessato al mio Diario, in questo modo sono riuscita a ritrovarla- sorrise felice Mavis.

-Dice sul serio Primo?- domandò Makarow, guardando prima verso Mavis e poi verso Michiko che era ancora a terra priva di sensi.

-Si, il bracciale che porta al polso sinistro è stato tramandato dalla mia famiglia e la sua magia derivante dagli occhi le serve solo per leggere i libri magici che ho scritto io, lei non lo ha mai saputo ed è per questo che era confusa quanto voi- spiegò ancora, chiedendo poi una cortesia -Prendetevi cura di lei, per favore e sostituite il suo tatuaggio di Black Eye con quello di Fairy Tail, in questo modo potrà vedermi- Mavis andò ancora verso Michiko, indicando il punto in cui aveva il tatuaggio di Black Eye, in alto alla schiena, sulla sinistra.

-Torniamo alla gilda, ora- disse poco dopo il Master, mentre Erza si caricava sulle spalle la maga della luce e Lucy raccoglieva il libro e lo riponeva nella borsa di Michiko, prendendo anche questa.

-Ora io vado, se al suo risveglio non ci sarò, spiegatele tutto, ma state attenti, ha un bel carattere!- rise Mavis per poi scomparire in un fascio di luce come era arrivata.

I maghi di Fairy Tail restarono per qualche secondo a guardare il punto dove Mavis era svanita e poi si guardarono tra di loro.

-Che vuol dire che ha un bel carattere?- domandò Natsu, grattandosi la testa per riflettere.

-Vuol dire che è una testa dura, come te!- rispose Lucy, facendo un lungo sospiro.

-Metterle il tatuaggio di Fairy Tail vuol dire farla diventare membro, forse non lo accetterà con tanto piacere- pensò ad alta voce Gray, mentre si mettevano in cammino per far ritorno a Fairy Tail, lasciando i maghi di Black Eye a terra.

-Probabilmente ci creerà qualche problema- rise Mirajane, non vedendo l’ora di scoprire come si sarebbe comportata la ragazza a Fairy Tail, sarebbe stato sicuramente divertente per lei che già trovava spassose le risse che creavano i suoi compagni.

-Sarà meglio scrivere pure delle rune intorno alla gilda, da come ne state parlando potrebbe pure scappare- intervenne Freed.

-Avete sentito allora cosa ha detto il Primo, dovremo farla ambientare il più possibile- prese parola Makarow.

-Aye Sir!- esclamò Happy svolazzando intorno a loro per poi andare a scrutare il viso della ragazza in questione che stava dormendo beatamente sulla spalla di Erza.

Sembrava così dolce quando dormiva, ma sarebbe rimasta così anche quando fosse stata sveglia?

Con questi pensieri in testa e continuando a parlare di Mavis e di Michiko, i maghi di Fairy Tail tornarono alla loro gilda, attendendo ormai curiosi il risveglio della ragazza.

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

Buonasera! Finalmente c'è stato lo scontro tanto atteso e molti dubbi sono stati rivelati in questo capitolo! Devo dire che qualcuno ci aveva pure indovinato! xD Non ho nascosto abbastanza bene il tutto!

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto... soprattutto i vari scontri e la rivelazione!

Ringrazio ancora tutti! Al prossimo! ^^

 

_Michiko_

 

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Capitolo 7
*** Incontrollabile ***


INCONTROLLABILE

 

 

 

Quando Michiko aprì gli occhi vide intorno a sé una stanza dalle pareti candide e una forte luce che entrava dalla finestra semi aperta dove le tende svolazzavano ripetutamente. Davanti a sé c’era un armadio in legno chiaro, non tanto grande e alla sua destra una porta con di fianco una grossa scrivania con qualche cassetto e sopra di esso uno specchio.

Michiko sbatté più volte gli occhi, per cercare di capire dove era finita, aveva un gran mal di testa e ci mise qualche secondo per ricordare gli ultimi avvenimenti che aveva vissuto. Si ricordò dello scontro con Fairy Tail, della vittoria di quest’ultimi, del libro che si era illuminato e che aveva tentato di distruggere e poi si ricordò di una ragazza dai capelli rossi che le era venuta incontro e che l’aveva colpita, poi il vuoto.

Si guardò un attimo, mettendosi a sedere nel grosso letto in cui si era risvegliata, e si accorse di avere indosso dei vestiti puliti e che le ferite che aveva erano state accuratamente fasciate; l’unica cosa che non riusciva ancora a capire era dove si trovasse.

Si alzò lentamente dal letto, mettendosi in piedi, le sue gambe la reggevano e questo era un buon segno, ma quando fece un passo in avanti sentì subito la testa girarle. Si appoggiò alla sedia lì vicino, chiudendo gli occhi e poi riaprendoli pian piano, cercando di farsi forza e rimanere in piedi. Si avvicinò quindi allo specchio, per cercare di darsi un' occhiata più attenta, notando di avere indosso un vestito bianco molto fresco, con spalline sottili. Poi si accorse di non avere più il suo bracciale al polso sinistro. Spaventata, si guardò intorno freneticamente; aveva sempre avuto quel bracciale, era importante per lei. Fece girovagare velocemente il suo sguardo e poi lo trovò proprio sulla scrivania davanti a lei, lo prese in mano e cominciò a scrutarlo.

Dopo quella strana magia del Master di Fairy Tail il bracciale era diventato bianco. Si ricordò subito che un tempo il bracciale era stato proprio di quel colore, come a voler simboleggiare la sua magia della luce e il suo cuore puro, ma poi si era lentamente scurito da quando era entrata nella gilda di Black Eye e le era dispiaciuto. Ora invece era ritornato del suo colore originale, forse la vita di maga oscura non faceva per lei e forse era un bene che ora il bracciale fosse tornato bianco, questo significava che quella parte di vita che aveva vissuto se ne era completamente andata.

Sorridendo lo rimise al polso sinistro, e poi continuò a guardarsi allo specchio: fece un giro su se stessa, cercando di notare se avesse ferite pure sulla schiena, ma ciò che vide dietro di lei la fece inorridire. Serrò i denti arrabbiata e confusa allo stesso momento: in alto alla schiena, dalla parte sinistra, dove c’era sempre stato il tatuaggio di Black Eye ora troneggiava quello di Fairy Tail. Perché?

Portò la sua mano destra sopra di esso, come a coprirlo e se potesse anche a strapparlo via, cosa ci faceva il tatuaggio di quella maledetta gilda sopra di lei? Cominciò a farsi tante domande mentre la testa continuava a dolerle, e poi, mentre si dirigeva alla porta della stanza per capire dove diavolo fosse finita, questa si aprì ed entrò sorridente una ragazza dai capelli bianchi e un ciuffetto in testa, con un vestito lungo tra il rosa e il rosso.

 

Michiko fece qualche passo indietro spaventata: si ricordava di quella ragazza, era una maga di Fairy Tail, questo voleva dire che era stata presa da loro e curata? Non ci poteva credere.

-Ciao! Vedo che ti sei svegliata, come stai?- domandò Mirajane, continuando a sorridere e avvicinandosi a lei.

Michiko la scrutò per qualche istante, ma non disse niente, rimase a guardarla e basta, pensando se attaccarla o meno.

-Io mi chiamo Mirajane, piacere di conoscerti!- le sorrise ancora, con la sua gentilezza e porgendole la mano, ma Michiko la guardò senza fare nessun movimento.

Mirajane ritirò la mano e rimase qualche momento a guardarla.

-So che stai pensando a tante cose, se vuoi chiedermi qualcosa fai pure, non ti preoccupare, non tenterò di attaccarti o farti del male, nessuno di noi ti farà più del male- spiegò ancora la maga del Satan Soul, appoggiandosi alla scrivania.

Michiko rimase per qualche secondo a guardarla, non sapeva se si poteva fidare o meno, ma almeno avrebbe risposto a tutte le sue domande.

-Dove mi trovo? Cosa è successo?- ringhiò la ragazza dai capelli azzurri, ritornando a sedersi sul letto, la testa le girava ancora e aveva optato per sedersi prima di crollare a terra.

-Sei a Fairy Tail qui!- esclamò felice Mirajane, contenta che Michiko avesse parlato, poi proseguì -Quando hai tentato di distruggere il libro Erza ti ha fermato colpendoti, sei caduta a terra e ti abbiamo portato alla gilda e curato, è da due giorni che dormi-

Michiko restò a pensare qualche secondo, era da due giorni che stava dormendo in questa gilda, e loro stranamente non l’avevano ancora uccisa, chissà cosa stavano architettando. Poi le tornò in mente il tatuaggio.

-Perché ho il tatuaggio di Fairy Tail? Chi vi ha detto di sostituirlo? Io non sono una di voi!- urlò questa volta, mentre i suoi occhi si tramutavano in neri.

-Ci ha detto Mavis di farlo- rispose Mirajane, continuando a sorriderle e non facendo caso al cambio di umore improvviso della ragazza.

-Mavis? Chi è?- domandò ancora la maga della luce.

-Mavis Vermillion è il nostro Primo Master, è anche la scrittrice del libro che tu hai rubato. Quando lo hai lanciato verso di noi si è aperto, mostrando il suo spirito. Noi lo vedevamo, ma tu ne sentivi solo la voce perché non avevi ancora il tatuaggio di Fairy Tail- le spiegò.

-Perché tutto questo? Perché io lo sentivo?- domandò ancora, provando a calmarsi, mentre i suoi occhi tornavano alla normalità.

-Ci ha raccontato che tu sei una sua discendente, il bracciale che porti al polso sinistro è il simbolo della vostra famiglia che si tramanda di generazione in generazione. Tu potevi sentirla perché stavi leggendo il suo Diario e solo i discendenti possono riuscire a leggerlo: la magia che fa tramutare i tuoi occhi in neri la hai fin da quando sei nata e ti serve per leggere i suoi libri magici- rispose Mirajane.

Michiko rimase a sentire tutto mentre tra sé si poneva ancora mille dubbi, era veramente vero tutto ciò che la maga di fronte a lei stava raccontando? O era solo una bugia affinché potessero usufruire anche loro del suo potere e farsi leggere il Diario? Non poteva credere alle sue parole senza averne la piena conferma che fossero vere e la conferma poteva solo dargliela lo spirito che tutte le volte si faceva sentire.

-Voglio parlare con Mavis- affermò poco dopo, era quello il nome dello spirito.

-Non è con noi ora, ma tornerà presto- le rispose Mirajane, mentre la confusione di Michiko saliva sempre di più, ora non poteva proprio fidarsi di loro. Erano stati pure loro nemici e avrebbero potuto attaccarla di nuovo da un momento all’altro, era meglio andarsene via da quel posto.

-Basta così, voglio andare via e toglietemi questo tatuaggio!- esclamò poi alzandosi in piedi.

-Questo non è possibile, ci ha chiesto lei di fartelo e ci ha chiesto anche di prenderci cura di te- le rispose Mirajane, rimanendo tranquilla come era suo solito fare.

-Non mi interessa, come si è fatta sentire quando ero a Black Eye si farà sentire anche quando sarò altrove!- gridò ancora, infuriata, raggiungendo la porta ed aprendola. Si trovò in un ampio pianerottolo in legno con alcuni tavolini sparsi qua e là, e subito sotto c’era tutto il bar della gilda, dove i maghi stavano passando la loro giornata.

Alla sua destra c’erano invece le scale per raggiungere il piano di sotto. Fece qualche passo verso di esse ma si sentì chiamare.

-Michiko, aspetta!- esclamò Mirajane, raggiungendo di nuovo la ragazza.

-Che vuoi?- rispose in malo modo, voltandosi verso di lei.

-Non devi aver paura di noi- le disse, sorridendo.

-Non ho paura, non voglio stare con voi e basta- le rispose seccata, poi si accorse che i maghi che erano presenti alla gilda stavano guardando verso di lei, si erano accorti della sua presenza e ora tra di loro stavano parlando di lei e del fatto che si era risvegliata.

Odiava quando qualcuno parlava di lei, voleva andarsene via a tutti i costi da lì, a togliersi il tatuaggio ci avrebbe pensato in un altro momento e più furiosa che mai usò i suoi scatti per andare immediatamente davanti alla porta.

Quando ci riuscì sorrise felice, finalmente poteva usare la sua magia anche su quel lato, questo voleva dire che non c’erano strane rune che le filtravano la magia.

-Master!- esclamò Mirajane, dispiaciuta perché Michiko aveva risposto in quel modo e ora voleva andare via. Il Master le sorrise, facendole capire che non doveva preoccuparsi.

Michiko fece un altro scatto, varcando il portone della gilda ma si ritrovò bloccata tra questo e il cancello, si era schiantata su una specie di muro invisibile.

Toccò più volte davanti a sé, c’era qualcosa che la bloccava, qualcosa di invisibile, poi alzò lo sguardo e vide strani caratteri violacei che dicevano che la maga della luce proveniente da Black Eye non poteva passare.

Capì subito che quelle erano altre rune, sapeva perfettamente pure chi era l’artefice. Fece un lungo sospiro, cercando di calmarsi anche se le risultava impossibile, questi maghi di Fairy Tail le stavano facendo perdere la testa.

Con uno scatto tornò indietro, entrò e si guardò intorno, notando seduto tra i tavoli il suo obbiettivo che la stava guardando. Freed aveva capito perfettamente che la ragazza era tornata perché si era imbattuta nelle sue rune.

Comparve davanti a lui con un altro scatto, lo prese velocemente per la camicia facendolo alzare e lo sbatté violentemente contro al muro; Freed non aveva nemmeno avuto il tempo di reagire che si era ritrovato in quello stato, con gli occhi sgranati dalla sorpresa e dalla rabbia della ragazza, che ora lo stava guardando con gli occhi completamente neri, segno che era infuriata per bene.

-Togli. Subito. Le. Rune.- ringhiò lei, scandendo bene le parole.

-Non posso farlo- rispose lui, cercando di divincolarsi dalla ragazza, ma la sua presa era ben salda e lui non voleva nemmeno farle male.

-Vuoi morire o cosa? Abbiamo ancora un conto in sospeso noi due- disse ancora, sorridendo malvagiamente e guardandolo dritto negli occhi.

-Non ho intenzione di combattere di nuovo contro di te- le rispose ancora Freed, mentre intorno a loro si era formato un gruppo di maghi.

-Ah no? Allora vorrà dire che ti finirò in un solo colpo- sogghignò lei, mentre con la mano libera stava formando una sfera di luce che avrebbe poi scagliato contro il mago delle rune.

-Lascialo stare! Sono stato io a ordinargli di mettere le rune- esclamò una voce dietro di lei, Michiko si girò di scatto, trovandosi di fronte il Master di Fairy Tail.

-Cosa volete da me?!- esclamò la ragazza furiosa e in preda al panico, lasciando andare Freed e scagliando la sfera di luce contro il Master, che la schivò prontamente. Laxus si avvicinò subito a lei, per fermarla ed evitare che attaccasse ancora mentre Natsu e gli altri, dopo aver visto il proprio Master venir attaccato, si misero davanti a lui per difenderlo in qualsiasi modo, anche se avevano ricevuto l’ordine giorni prima di non attaccare in qualsiasi modo la ragazza anche se lei ci avesse provato.

-Stammi lontano tu! Maledetto mago dei fulmini!- ringhiò la ragazza evitando il contatto con lui che aveva cercato di prenderle i polsi per tenerla ferma.

-Non ti rivolgere a Laxus in quel modo!- s’intromise Freed, guardandola torvo.

-Non preoccupatevi, non farà del male a nessuno- intervenne subito il Master, facendosi spazio tra i suoi maghi.

Michiko rimase a fissarlo, che ne poteva sapere se lei li avrebbe attaccati o meno?

-Non voglio stare con voi! Potete uccidermi da un momento all’altro! Siamo nemici! Mi volete solo perché so leggere il libro!- esclamò ancora Michiko.

-Se avessimo voluto ucciderti lo avremo già fatto quando eri priva di sensi, non credi?- le domandò il Master, provando a far ragionare Michiko.

Mavis aveva ragione, quella ragazza aveva un bel carattere, ma gli piaceva perché tutti nella sua gilda erano testardi e anche lei non era da meno.

La maga della luce fece un sommesso ringhio e poi si girò ancora verso Freed.

-Togli le rune o questa volta la sfera di luce verrà rivolta a te!- gridò ancora, con i pugni serrati lungo i fianchi.

-Non colpirai nessuno, è un cuore puro il tuo e lo è sempre stato, lo dimostra il bracciale che porti al polso sinistro- la fermò il Master, giocando d’astuzia e provando a far ragionare Michiko.

La ragazza portò la sua mano destra sopra il suddetto oggetto e abbassò lo sguardo, sentendosi ferita nell’orgoglio. Come potevano dire che aveva un cuore puro? Lei era stata una maga in una gilda oscura. Aveva fatto tante cose brutte di cui se ne pentiva. Una lacrima le rigò la guancia e poi scomparve alla vista di tutti.

Gli altri si guardarono intorno e poi capirono che la ragazza era tornata nella stanza in cui era dopo aver sentito la porta sbattere, tirarono tutti un sospiro di sollievo. Mavis li aveva avvertiti ma non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere, ci sarebbe stato tanto lavoro da fare per loro.

 

Michiko tornò in camera completamente distrutta, non poteva andare via da quella gilda, si sentiva presa in ostaggio e non voleva starsene un giorno in più lì dentro. Purtroppo però le rune la tenevano rinchiusa e l’unico modo per toglierle era sconfiggere il mago che le aveva create. In questo modo, però, oltre a lui, si sarebbe dovuta battere contro tutti i membri di Fairy Tail e sapeva benissimo che non sarebbe riuscita ad affrontarli tutti, anzi, per come stava in quel momento forse non sarebbe riuscita a battere nemmeno il mago delle rune.

Sospirò rassegnata e si buttò nel letto, la testa aveva di nuovo cominciato a girarle, chiuse gli occhi pensando a riposarsi, forse loro avevano ragione, se avessero voluto ucciderla lo avrebbero già fatto, quindi si concesse un po’ di riposo e si addormentò poco dopo.

 

Quando si svegliò vide Mirajane che le sorrideva seduta sulla sedia davanti alla scrivania e sopra di essa era appoggiato un vassoio con varie pietanze ancora fumanti.

Michiko si mise a sedere di scatto spaventata, il cuore le batteva forte, scrutò per qualche secondo la ragazza e poi il vassoio, capì solo in quel momento di avere fame.

-Ti ho portato qualcosa da mangiare, serviti pure- le sorrise la maga del Satan Soul, alzandosi poi in piedi.

La maga dai capelli azzurri non disse niente, rimase solo a guardarla negli occhi. Mirajane sapeva che non avrebbe aperto bocca e quindi decise di salutarla cordialmente e di uscire dalla stanza, in questo modo lei si sarebbe calmata e avrebbe provato a mangiare qualcosa. E così fu; appena Mirajane uscì dalla porta Michiko si alzò lentamente e si mise di fronte alla scrivania, sedendosi e cominciando a mangiare.

 

Passarono diversi giorni, Michiko non usciva mai dalla sua stanza e l’unica persona che vedeva era Mirajane che le portava sempre da mangiare. Più volte la maga del Satan Soul aveva spronato la ragazza ad uscire dalla sua stanza, a chiederle di provare a fare amicizia con qualcuno, ma lei le aveva risposto sempre seccamente e in modo negativo e pian piano Mirajane aveva smesso di chiedere limitandosi soltanto a portarle da mangiare e a chiederle se stava bene e se si era ripresa dal combattimento precedente.

Ogni tanto andavano pure a trovarla altre ragazze della gilda, si erano presentate a lei e avevano provato a parlarle, ma senza tanti risultati e tutte erano uscite dalla stanza spaventate quando Michiko aveva provato ad attaccarle, tutte tranne Levy. Quando la piccola maga dei Solid Script aveva accennato che amava leggere e che andava spesso in biblioteca l’attenzione di Michiko fu catturata, Levy lo capì subito e continuò a parlarle di quell’argomento, scoprendo che anche a Michiko piaceva leggere e che un po’ le mancavano i suoi libri. Levy allora le promise di portarle qualche volume da leggere e anche se non lo dava a vedere Michiko ne fu felice, almeno avrebbe potuto passare il tempo in qualche modo.

 

In quei giorni la maga della luce ebbe anche tanto tempo per pensare e pian piano si rese conto che i maghi di quella gilda avevano provato veramente a coinvolgerla nelle loro attività, ma senza ottenere tanti risultati. Cominciò a rendersi conto che forse non erano poi così cattivi e che non volevano ucciderla, ripensò pure alle parole del Master, quando le aveva detto che lei aveva avuto un cuore puro e che lo aveva ancora. Forse aveva ragione. Non aveva nemmeno voglia di passare tutti i suoi giorni in camera ad aspettare che lo spirito si rifacesse di nuovo vivo e quindi decise almeno di uscire da essa, provando a vedere il comportamento di questi maghi per capire al meglio le loro intenzioni.

Prese un lungo sospiro e tirò giù la maniglia della porta, la aprì lentamente, dando prima una leggera sbirciatina fuori e, non vedendo nessuno sul piano superiore, si fece coraggio e uscì senza fare troppo rumore, chiudendo la porta dietro di sé.

La ragazza dai capelli azzurri fece qualche passo avanti, raggiungendo il bordo del pianerottolo e posando le mani sulla ringhiera di legno cominciando a guardare di sotto, scrutando tutti i maghi, poco dopo incrociò il suo sguardo con quello di Mirajane, che le sorrise felice, ma lei cambiò velocemente traiettoria e si mise a guardare altrove. Altri maghi l’avevano notata ma ogni volta che incrociava lo sguardo con qualcuno lo fulminava con gli occhi, incutendo timore e facendogli capire di non guardarla.

Dopo diversi minuti da quando era in piedi appoggiata alla ringhiera si sedette lentamente in terra, mettendo le gambe a penzoloni al di là del pianerottolo e appoggiandosi alla parte più bassa della ringhiera, continuando a guardare i maghi sotto di lei.

 

Passarono diversi giorni ancora, Michiko ormai usciva quasi sempre dalla sua stanza e si metteva sempre seduta a guardare i maghi di sotto, aveva potuto notare che tutti i membri di Fairy Tail erano molto affiatati tra di loro, ridevano e scherzavano insieme e ogni tanto facevano scaturire pure qualche rissa ma che li divertiva. L’atmosfera che poteva respirare era completamente diversa da quella che ogni giorno c’era a Black Eye e anche lei aveva cominciato a sentirsi più tranquilla e pian piano si stava ambientando, ma non voleva darlo tanto a vedere: ogni volta che qualcuno la guardava, lei ricambiava il suo sguardo con cattiveria, soprattutto quando incrociava lo sguardo con colui che la maga ormai chiamava “Maledetto mago delle rune”. Prima o poi gliel'avrebbe fatta pagare, aveva un conto in sospeso con lui e anche con…

Michiko sentì dei passi vicino a lei, qualcuno stava salendo le scale, si girò di scatto e vide l’altra persona con cui aveva un conto in sospeso e che era pure solita frequentare il piano superiore sedersi ad uno dei tavolini.

La ragazza sorrise e poi si alzò lentamente, mettendosi di fronte a lui.

Laxus sospirò, aveva le mani in tasca e lo sguardo abbastanza annoiato, non aveva voglia di seccature.

-Io e te abbiamo un conto in sospeso- sorrise Michiko, mentre dalla sua mano si formava lentamente una sfera di luce.

Laxus sbuffò annoiato, non aveva voglia di combattere e poi non era nemmeno uno che cadeva in certe provocazioni.

Il Dragon Slayer di seconda generazione si avvicinò a lei e le passò di fianco, mentre il resto della gilda li guardava con fiato sospeso e con la paura che facessero crollare tutta la costruzione a causa dello scontro della loro magia, ma Laxus la oltrepassò senza guardarla, rimanendo completamente calmo.

-Non ho voglia di combattere, non ha senso- sbuffò poco dopo, mentre si metteva comodo davanti ad uno dei tavolini in fondo al corridoio.

Michiko era furiosa dalla rabbia. Anche lui, come Freed, aveva evitato lo scontro! Scagliò furiosa la sfera di luce che aveva creato a centro sala, senza però colpire nessuno e poi, a grandi falcate, raggiunse la sua stanza e sbatté violentemente la porta per chiuderla.

Perché nessuno voleva combattere contro di lei? La consideravano veramente una di loro?

Con ancora mille domande in testa si buttò pesantemente sul letto e solo qualche secondo dopo si accorse che in camera non era da sola.

Si alzò di scatto spaventata, vedendo una figura femminile dal vestito bianco e dai lunghi capelli chiari girata di spalle verso la finestra, fece qualche passo indietro e incontrò la scrivania, appoggiandosi ad essa.

-Chi sei tu? Sei un’altra maga che è venuta a parlare con me?- sbuffò Michiko, ricordandosi tutta la sfilza di ragazze che erano venute a provare a parlarle.

-Mi puoi vedere ora, vero?- domandò questa, voltandosi e sorridendo a Michiko e lei non poté far altro che riconoscere la voce che per dei giorni interi le aveva tenuto compagnia quando era a Black Eye e le aveva detto come comportarsi.

-Sei la voce… tu sei la voce del libro, Mavis!- esclamò Michiko sorpresa.

-Esattamente!- rispose lei, sorridendo e facendo qualche passo avanti, sedendosi sul letto di fronte a lei.

-Perché mi hai fatto questo? Ora non ho più dove andare, a Black Eye non mi vorranno più per colpa tua!- ringhiò Michiko arrabbiata, era ancora arrabbiata con lo spirito per ciò che le aveva fatto fare e per come poi le cose si erano evolute.

-Perché? Non sei contenta di stare qua? Preferivi veramente quella gilda oscura?- domandò Mavis, colpendo in pieno i pensieri di Michiko. La ragazza si lasciò andare sedendosi sulla sedia che era di fianco a lei e poi sospirò una sommessa negazione.

Mavis sorrise felice.

-È vero quello che mi è stato detto?- domandò Michiko, ora voleva avere solo delle conferme.

-Che ti è stato detto?- domandò Mavis, facendo penzolare le gambe dal letto.

Michiko prese un lungo sospiro.

-Mi hanno detto che sono una tua discendente e che lo dimostra questo bracciale- rispose la ragazza indicandole il bracciale bianco al polso sinistro -e poi che la magia che fa tramutare il colore dei miei occhi è per farmi leggere i tuoi libri magici-

-Confermo tutto, non avrei mai pensato che ti avrei trovato in questo  modo, però è stata una fortuna che il Master della tua gilda volesse a tutti i costi avere quel libro, no?- disse tranquillamente Mavis.

-Forse…- sospirò lei, tenendo lo sguardo basso.

-Non eri tu che volevi andartene da Black Eye? Ti vedevo, non ci stavi bene in quel posto, ora a Fairy Tail va meglio, vero?- domandò ancora Mavis, speranzosa che la sua discendente potesse trovare la felicità dentro la gilda di cui era stata Master un tempo.

-È meglio qua…- rispose la ragazza, in un sussurro, come a non volersi farsi sentire, era difficile per lei dire una cosa del genere.

-Allora perché fai ancora quella faccia?- domandò Mavis, alzandosi e andando verso di lei.

-Io vorrei stare da sola…- rispose poco dopo, non era abituata alla compagnia, e ora tutto questo la confondeva.

-Stare da sola non ti porterà da nessuna parte, prova ad abituarti a loro, hai visto anche tu che non sono male! E poi tu sei una di loro, hai il tatuaggio- sorrise Mavis, facendo un giro su se stessa.

-Hai voluto tu che io lo avessi, vero?- domandò Michiko, portando la sua mano destra a sfiorare il simbolo di Fairy Tail.

-Si, in questo modo saresti riuscita pure a vedermi- rispose lo spirito, andandosi di nuovo a sedere.

Michiko sospirò, non sapeva più cosa dire o cosa fare, voleva solo andare via, non se la sentiva di stare con loro e Mavis questo lo aveva capito.

-Perché non provi ad andare in missione?- domandò ad un certo punto il Primo.

-Cosa? Cioè io non sto bene qua e tu mi dici di fare delle missioni per loro conto, ma stai scherzando?- domandò la ragazza abbastanza contrariata.

-Ma così uscirai dalla gilda, terrai la mente impegnata e non penserai più di tanto di stare qua dentro a fare niente, no?- le propose Mavis, sorridendole.

Michiko restò qualche secondo a pensare, forse lo spirito non aveva del tutto torto e poi le era venuta in mente un’idea.

-Allora? Ti va?- domandò ancora Mavis, speranzosa in una sua risposta affermativa.

-Si, ci farò un pensiero- rispose Michiko, accennando ad un sorriso e facendo capire allo spirito che aveva accettato volentieri la sua proposta.

Mavis le sorrise felice e poi la salutò, contenta di aver fatto cambiare idea alla ragazza.

Michiko fece un sospiro di sollievo quando si ritrovò da sola e poi scoppiò a ridere, senza farsi sentire troppo, lo spirito le aveva proprio dato una bella idea. Sarebbe andata in missione e per andare in missione doveva uscire dalla gilda, quindi dovevano togliere le rune! Così lei sarebbe potuta scappare facilmente.

Era un’idea perfetta e il giorno dopo sarebbe subito andata a richiedere una missione, una qualsiasi, le bastava uscire e andare via.

 

 

 

Note dell'Autrice:


Michiko si è finalmente svegliata a Fairy Tail... non l'ha presa tanto bene, eh? Vi immaginavate una cosa del genere?

Chissà allora se riuscirà ad andare in missione! Lo scoprirete nel prossimo capitolo! ^^

Ringrazio come sempre tutti quelli che hanno letto e recensito, spero continuiate a farlo! Al prossimo capitolo!

 

_Michiko_

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Capitolo 8
*** La prima missione ***


LA PRIMA MISSIONE

 

 

 

Il giorno seguente Michiko si svegliò abbastanza serena: in testa aveva soltanto il suo piano, cioè quello di far credere di andare in missione per poi invece scappare.

Si vestì serenamente assaporando già la sua libertà e poi mise dentro la borsa tutte le sue cose più importanti. Uscì quindi dalla camera, sentendo già l’aria fresca sferzarle il viso, non vedeva l’ora.

Scese lentamente le scale della gilda; non l'aveva mai fatto a parte il giorno in cui si era svegliata e aveva tentato di scappare, e ora gli occhi di tutti i maghi erano puntati su di lei per captare ogni sua mossa. Alla maga della luce non importò più di tanto, sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbero vista, quindi potevano benissimo guardarla quanto volevano: la sua immagine sarebbe rimasta solo un ricordo che poi si sarebbe cancellato con il passare del tempo. Incrociò lo sguardo con il mago delle rune e sogghignò verso di lui, aveva trovato il modo di fargli rimuovere le rune che la intrappolavano. In quei giorni aveva anche pensato alla possibilità di farsi portare qualche libro per imparare a scrivere pure lei le rune e riscrivere quelle, ma sarebbe stato abbastanza sospettoso e quindi aveva aspettato, ma mai avrebbe pensato che Mavis le avrebbe suggerito di andare in missione. Era un’occasione da non perdere.

 

Passò in mezzo ai tavoli tenendo gli occhi alti e poi arrivò finalmente davanti al Master di Fairy Tail, che era seduto sul bancone in compagnia di Mirajane.

-Cosa posso fare per te?- domandò Mirajane, sorridendo verso Michiko, contenta che la ragazza fosse uscita dalla sua stanza e fosse arrivata fino al piano inferiore.

-Tu niente, ma questo vecchio davanti qualcosa può fare- rispose freddamente Michiko, lanciando un’occhiataccia a Mirajane e poi volgendo il suo sguardo al Master.

-Dimmi pure- disse Makarow, scrutandola, passando oltre al fatto che l’avesse chiamato in quel modo.

-Voglio andare in missione!- esclamò la ragazza, sorridendo, doveva farsi vedere propensa e far sembrare che si fosse rassegnata a stare a Fairy Tail.

-Oh! Come mai questo cambiamento improvviso?- domandò Makarow, abbastanza sorpreso, come del resto tutti i maghi che l’avevano sentita.

-Diciamo che ho decido di stare qua, e volevo rendermi utile in qualche modo- sorrise lei, cercando di essere il più cordiale possibile anche se avrebbe voluto scatenare l’inferno lì dentro.

Il Master la scrutò per qualche secondo. Non lo convinceva per niente questo cambiamento; sicuramente c’era sotto qualcosa e lui aveva già capito che voleva andare in missione solo per uscire dalla gilda e scappare, quindi giocò d’astuzia.

-Ho giusto la missione che fa per te!- rispose lui, girandosi poi verso Mirajane -Mi potresti passare il volantino che è arrivato stamattina?- domandò alla ragazza.

Mirajane sbarrò gli occhi sorpresa e un po’ incredula per la decisione del Master, il volantino giunto quella mattina alla gilda era una missione parecchio difficoltosa che poteva durare anche più di due settimane; come mai il Master aveva deciso di darle una missione del genere invece di assegnarle qualcosa di più semplice? Si fidava già completamente di lei?

La maga del Satan Soul prese il suddetto foglio e poi lo passò al suo Master.

-Questa è una missione che c’è arrivata stamattina all’alba. A quattro ore di treno da qua c’è un piccolo paese circondato da una foresta che brulica di mostri e strane creature, e a causa di queste gli abitanti non possono più uscire dal villaggio. Dovrai liberare tutta la foresta- spiegò in breve il Master, consegnando poi il volantino nelle mani di Michiko.

La ragazza dai capelli azzurri fece finta di essere interessata, tanto poi la missione non l’avrebbe mai portata a termine, anzi sarebbe completamente andata da un’altra parte, facendo perdere per sempre le sue tracce.

-Benissimo, sono subito pronta a partire, potete togliere…- Michiko non fece in tempo a finire la frase per richiedere di togliere le rune che Makarow cominciò a parlarle sopra.

-Quasi dimenticavo! La missione è abbastanza complicata, ti devo assegnare una squadra- sorrise il vecchietto, mentre guardava la faccia inorridita della ragazza che pian piano stava sbiancando, non credendo alle parole appena sentite.

-Quale squadra? Posso benissimo occuparmi da sola di tutti questi mostri, non ho bisogno di nessuno!- esclamò lei, punta sul vivo. Doveva assolutamente andare da sola in questa missione, sennò sarebbe stato tutto inutile.

-Mi dispiace, ma non posso proprio lasciarti andare da sola, è anche la tua prima missione, qualcuno deve insegnarti come si fanno le cose qui a Fairy Tail- rispose il Master, continuando a sorridere mentre a Michiko saliva la rabbia dentro di sé. Tutti i suoi sforzi stavano andando persi, doveva andarci da sola in missione. Il cuore le batteva forte e non aveva in mente niente, come poteva rispondere ora per far capire a tutti i costi che non voleva nessuno?

-Ah, data la pericolosità della missione ti assegnerò qualcuno forte, quindi non ti dovrai preoccupare di niente- disse il Master, guardandosi intorno e poi posando il suo sguardo sulla squadra che avrebbe scelto per la ragazza -Laxus, andrai tu con lei, insieme ai Raijinshuu- li chiamò il Master e i quattro si alzarono, chi sorridendo, chi sbuffando.

Michiko si girò verso di loro e fece una smorfia disgustata, perché? Perché proprio a lei doveva capitare una cosa del genere? Laxus era il tizio con cui si era scontrata già due volte, poi c’erano altri due con cui non aveva mai avuto a che fare e infine c’era lui, il maledetto mago delle rune, non poteva essere vero! Era tutto un maledetto incubo causato ancora da Mavis, doveva per forza essere così!

-No, non andrò mai in missione con loro! Soprattutto non voglio avere niente a che fare con lui!- urlò la ragazza, puntando il dito contro Freed.

-Qualsiasi siano i tuoi compagni, Freed verrà in ogni caso- le rispose il Master, sorridendo.

-No! Non voglio essere controllata! Voglio andare da sola e basta!- esclamò ancora una volta, battendo violentemente una mano sul bancone mentre i suoi occhi grigi diventavano neri come la pece.

-Fammi capire, non è che vuoi andare in missione da sola per scappare? Noi togliamo le rune e tu vai via, non è forse così? La missione è solo una scusa, vero?- domandò il Master, scocciato ormai di tutta quella situazione.

Michiko abbassò gli occhi e serrò i pugni dalla rabbia, era stata scoperta allora.

-Dannazione! Andateci voi a quella missione, non mi muovo da qua- ringhiò a questo punto la ragazza. Il Master aveva ragione e lo aveva capito subito, lei voleva andare da sola per poi scappare.

-Mi dispiace, ma vi ho già segnato per la missione, dovrai andare per forza- le sorrise Mirajane, mettendo via il quaderno dove segnava tutte le missioni che venivano svolte.

-Eh!? Non mi interessa! Cancella il mio nome!- esclamò di nuovo, in preda alla rabbia, ormai sul punto di perdere il controllo e cominciare ad usare un po’ di magia.

-Michiko, facciamo un patto- intervenne poco dopo il Master, incrociando le braccia al petto e assumendo un’aria abbastanza seria.

-Non faccio nessun patto con voi!- rispose lei, senza nemmeno guardarlo, ma presa ancora dal fatto del quaderno.

-Ascoltami!- ringhiò questa volta il Master verso di lei, guardandola attentamente negli occhi, si stava parecchio infuriando. Michiko notò lo sguardo di Makarow che era completamente cambiato e che la fissava tagliente, e si calmò un poco, provando una leggera paura.

-Vai in missione insieme agli altri e svolgila seguendo le loro indicazioni, al tuo ritorno le rune verranno tolte  e potrai fare quello che vuoi- spiegò il Master, quando finalmente aveva catturato l’attenzione della maga della luce.

Michiko sgranò gli occhi, insieme a tutti gli altri maghi: pensava veramente ciò che aveva detto? L’avrebbe lasciata andare? Anche gli altri si posero mille domande, non capendo il perché di questo accordo, sapendo esattamente che Michiko poi se ne sarebbe andata via, ma Makarow poneva tanta fiducia nei Raijinshuu e pure in lei, aveva capito che la ragazza aveva un cuore puro e giocò tutto sul fatto che sarebbe stata convinta da loro a restare.

-Come posso fidarmi?- domandò Michiko, scrutandolo attentamente, prendendo in considerazione seriamente la sua proposta.

-Non ti abbiamo ucciso anche se eri nostra nemica, ti basterà questo- rispose lui, facendosi convincente e calmandosi.

Michiko sembrò pensarci su per qualche momento, girandosi poi verso i suoi compagni di squadra e fissandoli tutto uno ad uno. Sarebbe stata dura, ma doveva farcela per la sua libertà.

-Va bene, accetto- rispose lei, stringendo la mano al Master, quest’ultimo sorrise mentre i quattro si avvicinarono a loro.

-Partirete nel primo pomeriggio, il tempo di preparare le vostre cose- spiegò il Master, mentre consegnava il volantino a Freed che cominciò a leggerlo attentamente.

-Ci vediamo in stazione- salutò Laxus, mentre usciva dalla gilda seguito anche da Bixlow ed Evergreen, ognuno diretto verso la propria casa per preparare le proprie cose e partire per la missione.

-Hai già tutto tu?- domandò Freed, rivolgendosi alla maga della luce.

-Non ti interessa- sbuffò la ragazza, girandosi dall’altra parte.

-Ti preparo una borsa io con qualche vestito, non ti preoccupare- sorrise Mirajane, intromettendosi al discorso.

Michiko sbuffò e si appoggiò al bancone, poi le venne in mente un’idea, forse sarebbe riuscita ad andarsene ancora prima di concludere la missione.

-Vado in biblioteca, almeno passerò la missione in compagnia di qualche buon libro- sbuffò per poi dirigersi verso di essa, sapendo esattamente dove si trovava visto che aveva rubato precedentemente il diario di Mavis.

Freed rimase vicino al Master; non c’era bisogno di seguirla pure in biblioteca, non sarebbe scappata da nessuna parte, colse quindi l’occasione per creare nuove rune e fare in modo che lei non si potesse allontanare per una certa quantità di metri da lui.

-Freed…- lo chiamò il Master e il mago in questione si rivolse verso di lui -Ho fiducia in voi, la missione è lunga, avete tutto il tempo necessario-

-Ho capito perfettamente, le faremo cambiare idea- rispose il mago dai capelli verdi.

 

Michiko nel frattempo era entrata nella biblioteca dove era già stata tempo prima per rubare il libro e cominciò a guardarsi intorno, trovando subito la sezione che riguardava la magia. Fece comparire le sue ali di luce e volò in alto cominciando a leggere le varie copertine dei libri fino a quando trovò quelli che le interessavano maggiormente: i libri su come scrivere le rune.

Ne prese un paio, quelli che riteneva più importanti, e li mise in borsa, poi scelse pure qualche libro a caso da leggere in compagnia degli altri e uscì dalla biblioteca soddisfatta.

Si diresse verso Freed, dicendogli che era pronta, mentre Mirajane le consegnava una borsa con qualche vestito; la maga della luce la prese senza ringraziare e la sbatté contro Freed.

-Prendila tu- sbuffò, per poi cominciare a dirigersi verso la porta della gilda.

Freed fece un ringhio sommesso e poi prese la borsa: per ora era meglio assecondarla, poi pian piano insieme agli altri le avrebbe fatto cambiare idea, sperando di riuscire a farla rimanere a Fairy Tail.

-Vedo che hai tolto le rune, posso sapere ora da quali sono circondata?- domandò Michiko, mentre varcava il cancello di Fairy Tail, fermandosi all’angolo.

-Non puoi allontanarti per un certo numero di metri da me, puoi usare tutti i poteri che vuoi, ma non andare più lontano- spiegò Freed, riprendendo a camminare.

Michiko sbuffò e riprese a camminare pure lei.

-Passiamo prima a casa mia che prendo le mie cose e poi andiamo in stazione, ok?- le domandò Freed, girandosi verso Michiko che lo seguiva controvoglia.

La ragazza rispose alzando le spalle, ci sarebbe stato tanto da lavorare.

 

Passati poi a casa del mago, dove Freed aveva preparato una borsa con le sue cose, i due si diressero finalmente in stazione, per pranzare ed aspettare gli altri.

Quando anche gli altri membri della squadra furono arrivati i cinque salirono sul treno che li avrebbe portati a Ponville, il paese in cui erano diretti. Trovarono uno scompartimento del treno vuoto, formato da sei posti e decisero di posizionarsi lì dentro. Michiko era seduta vicino al finestrino, alla sua sinistra vi era Freed e ancora più in là c’era Laxus, comodamente seduto con i piedi sopra al sedile che aveva davanti; di fronte alla maga della luce invece c’era Bixlow, con di fianco Evergreen.

Aspettarono con impazienza la partenza del treno, fino a quando questo si mosse alla volta del villaggio.

Michiko decise subito di tirare fuori uno dei libri che aveva preso, un romanzo semplice: non poteva di certo tirare fuori i libri delle rune davanti a loro. Cominciò a leggere facendo finta di essere da sola, senza rivolgere la parola a nessuno di loro, che a loro volta loro non la rivolgevano a lei. Per passare il tempo Freed prese un libro cominciando a leggere pure lui, mentre Bixlow guardava annoiato fuori dal finestrino, sbadigliando ogni tanto ed Evergreen sbuffava facendosi aria con il ventaglio. Laxus invece, soffrendo di chinetosi essendo un Dragon Slayer, cercava in tutti i modi di rilassarsi il più possibile per evitare di stare male ancora di più.

Passò una buona oretta di calma, quando Bixlow decise di provare ad interagire con Michiko, almeno non si sarebbe annoiato più di tanto.

-Ehi Michiko, cosa stai leggendo?- domandò il mago della anime, facendo finta di essere interessato, mentre le sue bambole svolazzavano intorno a lui e gli facevano eco.

Freed alzò gli occhi dal suo libro prima per guardare Bixlow e poi il suo volto si posò su quello di Michiko che continuava a leggere imperterrita, facendo finta di non aver sentito niente.

Evergreen si voltò allora verso Bixlow, attendendo un’altra sua mossa, che non tardò ad arrivare.

Il mago delle anime allungò il braccio e le sfilò il libro dalle mani, almeno così avrebbe avuto risposta e soprattutto avrebbe visto cosa stava leggendo la ragazza, diede un’occhiata veloce al libro e poi si voltò verso Michiko, che stava ancora a fissare il punto dove prima aveva il libro.

Alla maga della luce sembrò di aver già vissuto un momento del genere, quando si trovava a Black Eye e Dereck le aveva rubato il libro dalle mani facendola infuriare e ora stava vivendo la stessa identica cosa. Restò a riflettere per qualche secondo, questi maghi di Fairy Tail adoravano così tanto farla arrabbiare? E va bene, ne avrebbero pagato le conseguenze.

-Dammi subito il mio libro!- esclamò la maga della luce, alzando lo sguardo verso Bixlow mentre i suoi occhi diventavano neri.

-Ero solo curioso di vedere cosa stavi leggendo, visto che non hai risposto alla mia domanda- sbuffò Bixlow, mostrando la lingua tatuata ma senza alcuna intenzione di ridarle indietro il libro.

-Se non ti ho risposto ci sarà stato un motivo!- rispose a tono lei, mentre le luci del treno si affievolivano e gli altri tre si guardavano intorno: riusciva a fare anche questo con la sua magia?

-Magari non avevi sentito- alzò le spalle il mago, mentre Freed sperava in tutti i modi che Bixlow la finisse alla svelta di provocarla.

-Ho sentito benissimo, non volevo risponderti e basta- replicò lei, alzandosi in piedi e guardandolo con aria di sfida.

-Michiko, forse è meglio che ti calmi e tu, dalle indietro il libro, per favore- intervenne Freed, prima che si aprisse uno scontro quasi inevitabile.

-Decido io se calmarmi o meno!- ringhiò Michiko, girandosi verso Freed e sfidando pure lui con lo sguardo, si stava trattenendo in tutte le maniere possibili dall’usare la sua magia. Guardò sia lui che Bixlow e poi prese la sua borsa, uscendo dallo scompartimento.

-Tieniti pure il libro, ne ho altri- rispose, prima di sbattere la porta di vetro e fare qualche passo lungo il corridoio del treno.

Freed sospirò pesantemente seguito da Bixlow, un altro po' e avrebbe fatto saltare in aria tutto il treno da come si era arrabbiata, era meglio non provare più a disturbarla nella sua lettura. Decisero di lasciarla stare, tanto non si sarebbe potuta allontanare a causa delle rune che la tenevano collegata a Freed, se fosse stata tutto il viaggio da sola la sarebbero andati a chiamare quando sarebbero arrivati a destinazione.

 

Michiko fece qualche passo lungo il corridoio, cercando di calmarsi e i suoi occhi tornarono del colore naturale, sbirciò ogni tanto qualche scompartimento del treno, trovandoli quasi tutti vuoti, non c’erano tante persone, fece ancora qualche passo verso la fine del vagone quando qualcosa di invisibile davanti a lei la bloccò. Toccò piano davanti sé e comparvero delle scritte violacee: erano le rune, quelle maledette rune che odiava come non mai. Fece un ringhio sommesso, evitando di lanciare una sfera di luce contro di esse e poi entrò in uno scompartimento vuoto e si sedette, cercando di riprendere la calma.

Ora che era da sola poteva stare in pace e tirare fuori uno dei libri sulle rune che aveva preso. Tirò fuori anche gli occhiali magici che Levy le aveva regalato per leggere più velocemente, aveva fatto bene a portarli, sapeva prima o poi le sarebbero stati utili. Li indossò e cominciò a leggere, divorando in poco tempo tutti e due i libri che si era portata. Ora sì che aveva un quadro generale di come si scrivevano e di come poteva riscriverle. Sorrise e si tolse gli occhiali, sfogliando di nuovo uno dei libri e rileggendo le parti più interessanti per imprimersele bene in testa.

Quando vide poi che stavano quasi arrivando a destinazione decise di tirare fuori un altro romanzo, in modo che quando fossero andati a chiamarla non l'avrebbe scoperta nessuno.

 

Michiko stava leggendo tranquillamente quando sentì aprire la porta del suo scompartimento, si girò verso quella direzione e si trovò davanti Freed.

-È ora di scendere- le disse il mago delle rune, per poi appoggiarsi davanti alla porta e aspettare che la ragazza uscisse.

Michiko restò a guardarlo per qualche secondo, chiuse il libro e lo ripose nella borsa, poi seguì il mago che si ricongiunse agli altri e scesero dal treno. Erano arrivati finalmente a Ponville quando il sole ormai era già calato.

La stazione del villaggio era completamente deserta e nessuno, a parte loro, era sceso a quella fermata. Si introdussero nel paese, notando che non era tanto grande e le case erano molto piccole, e praticamente nessuno era fuori a quell’ora della sera.

Le luci che illuminavano le vie erano fioche. I maghi riuscirono ad arrivare, grazie alle indicazioni dei cartelli, fino all’hotel di cui parlava il volantino e in cui sarebbero alloggiati.

Una decina di minuti dopo vi entrarono e furono subito accolti dal proprietario.

-Buonasera e ben arrivati! Voi dovete essere i maghi di Fairy Tail, giusto?- domandò cordialmente quell’uomo, non era tanto alto ed era abbastanza grassottello, indossava un vestito molto elegante con giacca e pantaloni neri e sotto una camicia bianca, gli occhi erano piccoli e scuri e i capelli, mori, erano pettinati in modo impeccabile.

-Buonasera, la vostra richiesta è arrivata stamattina ed è stata subito accolta- rispose Freed, facendosi avanti e cominciando a parlare.

-Vi ringrazio infinitamente, ma non mi sono ancora presentato, mi chiamo Arthur Roiss e sono il sindaco di Ponville nonché proprietario di questo lussuoso hotel- rispose, allungando la mano verso Freed, il mago gliela porse a sua volta, presentandosi e così fecero tutti gli altri, compresa Michiko, anche se era un po’ restia, ma doveva cercare di comportarsi in modo tranquillo.

-Oh, io vi conosco, tu devi essere il nipote del Master di Fairy Tail- disse sorpreso, indicando Laxus -Mentre voi siete i Raijinshuu, ricordo che però eravate in tre- spiegò l’uomo.

-Lei è appena arrivata a Fairy Tail e la stiamo portando in missione con noi, così impara al meglio- rispose Bixlow, allungando il braccio verso Michiko e circondandole le spalle. Michiko sentì un colpo al cuore, i brividi le percorrevano la schiena e forse stava pure tremando. Era da tanto che non provava quella sensazione, la stessa sensazione di quando Rufus la prendeva in quel modo, la teneva attaccata a sé con la forza e la usava per i suoi sporchi giochi. Non poteva capitare ancora una cosa del genere, non poteva accadere, perché ancora? Perché proprio a lei? Tentò di liberarsi ma il mago delle anime la teneva stretta.

Bixlow si girò verso di lei e le sorrise tirando fuori la lingua, sapeva che la ragazza non poteva attaccarlo e colse l’occasione per prenderla in giro.

-Siete già un gruppo così affiatato!- esclamò il sindaco, vedendo come Bixlow aveva abbracciato Michiko. La ragazza a quel punto si girò verso di lui sgranando gli occhi. Era veramente ciò che il proprietario vedeva? Un gruppo affiatato di persone? No. Non poteva essere, lei e Rufus non erano mai stati un gruppo affiatato di persone, nemmeno con gli altri, perché ora quell’uomo la vedeva così con quei maghi di Fairy Tail? Forse loro erano veramente diversi da Black Eye? Provò a calmarsi un pochino, Bixlow le era sembrato simile a Dereck e forse non aveva cattive intenzioni ma solo la voglia di prenderla in giro.

Ma nonostante tutto quello che aveva passato, il contatto con un uomo era ancora qualcosa di troppo grande per lei.

A quel punto provò a liberarsi ma la presa era ferma e troppo forte.

-Ah, quasi dimenticavo! La cena sarà servita tra poco! Lasciate pure le vostre borse, verranno portate nelle vostre stanze, noi dirigiamoci in sala mensa- sorrise il signor Roiss, poi si voltò dirigendosi verso la sala e facendo segno di seguirli.

A quel punto Bixlow lasciò andare la ragazza, beccandosi una forte gomitata sullo stomaco, non poteva dargliela vinta in quel modo.

-Ehi!- esclamò il mago delle anime, massaggiandosi il punto colpito.

-Non ci provare mai più, la prossima volta il colpo sarà più forte, sei nella mia lista, insieme agli altri due- disse indicando sia Freed che Laxus -Prima o poi salderemo i conti!- mise in chiaro Michiko, voltando loro le spalle, seguendo il proprietario dell’hotel e riuscendo un pochino a calmarsi e togliersi quella brutta sensazione che era tornata, diede poi un leggero sguardo ad Evergreen che la stava guardando.

Almeno lei non le stava causando nessun problema: non le aveva rivolto parola, non era mai venuta nella sua camera come le altre ragazze, e la cominciava a considerare simpatica, almeno una che aveva capito che voleva essere lasciata in pace.

 

I cinque si sedettero a tavola in compagnia del proprietario e la cena cominciò ad essere servita.

-Possiamo sapere qualche dettaglio riguardante la missione?- domandò Freed, mentre ringraziava il cameriere che gli aveva servito da bere.

-Certamente, da qualche tempo a questa parte la foresta che c’è intorno al nostro villaggio brulica di mostri e strane creature, alcune molto forti. Qualche uomo coraggioso dei nostri ha provato a combattere ma tutti sono tornati con gravi ferite e molti devono ancora guarire- rispose il sindaco, con aria triste.

-Che tipo di mostri sono?- domandò questa volta Laxus.

-Da quello che ho sentito ce ne sono di tutti i tipi, nessuno però usa la magia, attaccano tutti con attacchi fisici e molti di loro sanno pure volare- rispose il signor Roiss.

-Sarà un gioco da ragazzi per noi!- esclamò Bixlow, tirando fuori la lingua.

-Vi ringrazio tanto per aver accettato, conto veramente su di voi- disse il proprietario, riponendo piena fiducia nei maghi di fronte a lui.

Michiko ascoltò attentamente tutte le spiegazioni: in cinque per battere dei mostri, ma stavano scherzando? Sarebbe bastata solo lei per liberare quella foresta.

 

Finita la cena il proprietario li fece accomodare in una sala con divani e tavoli completamente dedicata a loro, con annesse le loro camere e vari bagni. Prima di seguire gli altri Freed riscrisse altre rune, questa volta mettendole intorno al perimetro dell’hotel, almeno Michiko sarebbe riuscita a girare più tranquillamente, ma senza uscire da esso, dopo di ché si diresse anche lui nella sala destinata a loro, notando che c’era solo Laxus che era coricato su un divano a guardare il vuoto e Michiko che era rannicchiata su una poltrona a leggere uno dei suoi libri.

-Dove sono gli altri?- domandò il mago delle rune, accomodandosi ad un tavolo.

-Sono andati a fare un giro in paese, il proprietario ha detto che potevano andare alla locanda vicina per farsi dare qualche informazione in più dagli uomini che avevano visto i mostri- rispose Laxus, annoiato.

-Capisco- rispose Freed, tirando fuori la sua spada e cominciando a lucidarla.

Michiko rimase a leggere il suo libro senza proferire parola, rannicchiata in una poltroncina poco distante da loro. Nessuno parlava e nella sala regnava il silenzio assoluto, ogni tanto la ragazza alzava lo sguardo per scrutare sia Laxus che Freed. Tutte e due le volte che Fairy Tail aveva incontrato Black Eye si era scontrata con loro due e ora, stando da sola con loro, cominciò a salirle un senso di inquietudine.

Sapeva che non l’avrebbero attaccata, però non riusciva a fidarsi ancora di loro, erano tutti e due di poche parole e abbastanza misteriosi; in quel momento le mancò quasi che gli altri due non fossero con loro, almeno Bixlow avrebbe sicuramente allentato la tensione che si era creata, anche se aveva un conto in sospeso pure con lui.

Continuò ad osservarli, lasciando perdere il libro che stava leggendo, aveva potuto sentire sul suo corpo la magia sia di uno che dell’altro, da una parte potenti fulmini che le avevano attraversato il corpo da cima a fondo mentre dall’altra parte una scrittura oscura e magica, che le aveva fatto provare un dolore immenso, mai sentito prima d’ora. E se avesse rifatto una cosa del genere? Non poteva sopportarlo un’altra volta.

Chiuse il libro e lo appoggiò delicatamente sulla poltrona di fianco a sé e poi si alzò, stiracchiandosi leggermente e dirigendosi verso il bagno. Si chiuse dentro, mentre Freed e Laxus l’avevano seguita con lo sguardo.

-Lo hai capito, vero?- domandò Laxus, mettendosi seduto e guardando Freed.

-Ha paura di noi due, quando ci siamo scontrati non ci siamo andati leggeri- rispose il mago delle rune, voltandosi verso il Dragon Slayer dei fulmini.

Laxus sbuffò; suo nonno si fidava completamente del fatto che sarebbero riusciti a farle cambiare idea, ma secondo lui sarebbe stato più difficile del previsto.

-Proverò a parlarle un attimo stasera, le dirò almeno di stare tranquilla- si propose Freed, poi sentì dei rumori e vide Bixlow ed Evergreen tornare.

Laxus alzò le spalle e si distese di nuovo sul divano, chiudendo gli occhi, in attesa che i suoi compagni parlassero.

-Non siamo i primi maghi ad essere venuti qua- informò Evergreen, mentre si faceva aria con il ventaglio e si accomodava su una poltrona.

-Uhm?- domandò Laxus, girandosi verso di lei e aprendo un occhio.

-Alcuni signori ci hanno detto che sono venuti altri maghi a provare a sconfiggere i mostri, ma dopo qualche giorno non si sono fatti più vedere, venivano visti entrare in hotel e poi il mattino seguente non c’erano più e il sindaco diceva che se ne erano andati perché i mostri erano troppo forti- spiegò questa volta Bixlow, che si era appoggiato al tavolo al centro della stanza, mentre le sue bambole gli giravano attorno.

-Che strano, il proprietario però non ci ha detto niente, sembravamo quasi i primi ad essere arrivati qua per questa missione- pensò ad alta voce Freed, mettendo via la sua spada.

-Non avete notato anche voi una cosa? Quando siete entrati qua dentro?- domandò Laxus, rimettendosi seduto.

-Intendi dire questo hotel così lussuoso in confronto a tutto il villaggio?- domandò il mago delle rune, girandosi verso di lui.

-Ora che mi ci fai pensare è vero!- esclamò Bixlow.

-È lussuoso! È vero!- fecero eco le sue bambole.

-Facciamo attenzione è meglio, concludiamo la missione e poi si vedrà- affermò Laxus, per poi alzarsi e annunciando che sarebbe andato a dormire. Gli altri annuirono.

 

Michiko, nel frattempo, era andata in bagno solo con lo scopo di allontanarsi dai due e di riprendere un po’ di calma, continuando a guardarli la tensione era salita alle stelle e aveva deciso di riprendere un attimo di tranquillità. Aprì la finestra del bagno per prendere una boccata d’aria quando scovò altre rune. Pensò che Freed doveva averle riscritte, mettendole tutte intorno al perimetro dell’hotel.

La ragazza sbuffò, sperando di riuscire a riscriverle, e poi cominciò a pensare al suo piano.

 

Quando uscì dal bagno notò che gli altri due erano tornati e tirò un sospiro di sollievo, poi sentì che tutti si stavano dirigendo nelle loro camere e quindi prese la sua borsa e si diresse verso la sua, per affinare al meglio il suo piano.

Stava per mettere la mano sulla maniglia quando si sentì chiamare, Freed l’aveva appena raggiunta.

-Su, parla!- sbuffò la ragazza, guardandolo dritto negli occhi con aria di sfida, anche se dentro di sé tornava la paura che aveva avuto diverse decine di minuti prima.

-Lo abbiamo notato prima, quando sei stata con me e Laxus, avevi paura- le disse Freed, con calma.

Michiko sbarrò gli occhi dalla sorpresa, come lo avevano capito? Poi cercò di far finta di nulla.

-Eh? Ma che stai dicendo? Io non ho paura di voi!- esclamò, guardandolo negli occhi e facendosi più convincente possibile.

Freed fece una smorfia di disappunto, non credeva per niente alle parole della ragazza. Michiko continuò invece a guardarlo, poi pian piano abbassò gli occhi, torturandosi le mani e mordendosi il labbro inferiore.

-Non ti faremo più del male, anzi, se sarai in pericolo ti proteggeremo pure, stai tranquilla- le disse, poi le diede le spalle e si allontanò. Quando fu abbastanza lontano Michiko alzò di nuovo lo sguardo sospirando e si introdusse in camera, chiudendosi a chiave; restò a pensare qualche secondo a ciò che le aveva detto, ma poi si dimenticò subito, pensando piuttosto al suo piano per andarsene, e accantonò le parole di Freed.

 

La ragazza iniziò di nuovo a ripassare tutte le fasi che aveva imparato per riscrivere le rune, ormai era convinta  più che mai che sarebbe riuscita a riscriverle e a uscire dall’hotel. Decise pure di dimostrare la sua forza agli altri andando a sconfiggere tutti i mostri della foresta prima di andarsene via per sempre, e per finire, poi, pensò  di scrivere pure lei delle rune al posto di quelle di Freed, avrebbe imprigionato loro dentro e non il contrario. Non sarebbero durate tanto, ma questo scherzo glielo doveva fare per tutto quello che loro avevano fatto passare a lei.

Entusiasta più che mai del suo piano e desiderosa di fargliela pagare e di dimostrare loro la sua forza andò a dormire, riposandosi perché il giorno seguente si sarebbe dovuta svegliare all’alba.

 

 

 

 

Note dell'Autrice:


Rieccoci ad un altro capitolo! Ringrazio sempre quelli che leggono e mi lasciano un loro parere, siete troppo gentili! *^*

Ovviamente per Michiko andare da sola in missione era una cosa veramente fuori luogo, ha accettato solo per questo patto offertole dal Master e chissà cosa farà a fine missione! Ma ovviamente per ora è solo l'inizio!

Riuscirà anche a riscrivere le rune e scappare? Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo!

 

_Michiko_

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Capitolo 9
*** Un obiettivo nascosto ***


UN OBIETTIVO NASCOSTO

 

 

 

 

Non era ancora arrivata l’alba quando Michiko si svegliò. Sbatté più volte le palpebre e poi alzò una sfera di luce al centro della stanza per riuscire a guardarsi intorno. Si mise a sedere stancamente sul letto e si stiracchiò per qualche secondo, poi decise finalmente di alzarsi e di prepararsi: non poteva perdere un secondo di più.

Raccolse tutti i libri e le sue cose nella borsa e uscì dalla camera cercando di fare meno rumore possibile. Camminò tranquillamente fino alla hall, dove incontrò il proprietario, proprio la persona che stava cercando.

-Oh! Buongiorno e ben svegliata!- esclamò questo, sorridendole cordialmente.

Michiko si girò verso di lui e lo guardò per qualche secondo.

-Buon.. buongiorno- rispose, cercando di essere il più possibile gentile.

-Posso far preparare la colazione? Sei sveglia solo tu?- domandò ancora l’uomo, continuando a sorridere.

-No, andrò subito a battere qualche mostro- rispose lei.

-Ti ringraziamo tanto, posso fare comunque qualcosa per te?- domandò ancora, mostrandosi completamente disponibile.

Michiko sapeva esattamente cosa fargli fare.

-Beh, una cosa ci sarebbe!- esclamò lei, piegando il braccio ed alzando un dito.

-Mi dica- sorrise ancora, facendosi più avanti e contento di poterla aiutare.

-Quando i miei compagni si sveglieranno, dica loro che sono andata a battere i mostri e che poi me ne sarei andata, loro capiranno- rispose, mentre dentro di sé già pregustava la sua libertà.

-Certamente, sarà fatto! Ancora buon lavoro!- esclamò l'uomo, salutando pure con la mano.

Michiko gli diede velocemente le spalle e sorrise soddisfatta; già immaginava le facce che avrebbero fatto gli altri quando il proprietario dell'albergo glielo avrebbe detto, e soprattutto chissà che espressioni avrebbero avuto quando, provando ad uscire dall’hotel, avrebbero incontrato le rune.

Con questi pensieri la maga della luce aprì la porta dell'albergo e sollevò un dito davanti a sé. Toccò la barriera di rune e rimase bloccata, ma questo non le importò più di tanto perché, dopo aver dato una lettura adeguata e avendo capito grazie alle conoscenze scoperte sui libri come riscriverle, allungò la mano e provò a riscriverle con le dita.

Finito il suo lavoro fece un lungo sospiro e rimase qualche secondo a pensare, non sapeva ancora se fosse riuscita nel suo intento o meno.

Si fece coraggio e chiuse gli occhi, poi fece un passo avanti, e dopo questo ancora un altro. Li riaprì subito dopo: era fuori, c’era riuscita. Era riuscita a riscrivere le rune!

Sorrise. Aveva lasciato una bella sorpresa agli altri, le sarebbe piaciuto vedere le loro facce, ma era meglio che si desse una mossa e recuperasse tutto il tempo perso a riscrivere le rune e a parlare con il proprietario. Doveva arrivare al più presto nella foresta e sconfiggere i mostri, così se ne sarebbe andata per sempre.

Usò i suoi scatti alla velocità della luce mentre il sole ormai stava sorgendo.

 

Era passata quasi un’ora quando Laxus e i Raijinshuu aprirono gli occhi. Dopo essersi preparati si trovarono tutti nella sala dedicata a loro attendendo solo Michiko.

-Forse qualcuno dovrebbe andare a svegliarla- ipotizzò Freed, stanco di aspettarla.

-Prego, io non entro nella stanza di una ragazza- rispose Bixlow, mentre intorno a lui volteggiavano le sue bambole.

-Ever, vai tu- sbuffò poco dopo Laxus, stanco di quella situazione. Perché suo nonno l’aveva affidata proprio a loro? Poteva benissimo andare in missione con altri maghi e Freed sarebbe andato con loro.

La Fata sospirò e continuando a farsi aria con il suo ventaglio andò davanti alla porta della stanza di Michiko e provò a bussare.

Bussò una volta, poi due e ancora tre, ma nessuno le diede risposta.

-Michiko? Sei sveglia?- domandò allora, alzando la voce. Nessuna risposta anche quella volta, ed Evergreen si girò verso i suoi compagni alzando le spalle. Cosa doveva fare ora?

-E va bene, proviamo!- esclamò Bixlow facendosi coraggio e seguito dalle sue bambole si mise davanti alla porta, fece un lungo respiro e poi tirò giù la maniglia, aprendo la porta e guardando all'interno della stanza.

Il letto era disfatto e nella camera non c’era la presenza della ragazza.

-Non c’è- affermò il mago delle anime, guardando i suoi compagni.

-Come non c’è?- domandò Freed, incredulo, facendosi avanti ed entrando nella stanza. Anche gli altri lo seguirono, ma la ragazza non c’era, nemmeno nel bagno privato della sua camera.

-Forse è già nella hall che ci sta aspettando- pensò questa volta Evergreen, che aveva chiuso da poco il suo ventaglio.

-Andiamo a vedere- esordì il mago delle rune, che stava già perdendo la pazienza.

I quattro si diressero nella hall dopo aver preso le loro cose e lì incontrarono il proprietario dell’hotel.

-Buongiorno!- esclamò questo, felice di vederli.

Gli altri salutarono cordialmente, mentre si guardavano intorno per cercare la maga della luce.

-State cercando per caso la vostra compagna? Mi ha lasciato un messaggio stamattina- disse poco dopo, vedendo i movimenti dei maghi.

-Esattamente!- esclamò Bixlow, mentre le sue bambole ripetevano la sua risposta.

-Si è svegliata circa un’ora fa, ha detto che sarebbe andata a battere tutti i mostri e che poi sarebbe andata via per sempre, ha detto che voi avreste capito- spiegò l’uomo, riflettendo sulle parole della ragazza, mentre i maghi davanti a lui assumevano espressioni strane e sbalordite.

-Non può essere!- esclamò Freed, incredulo.

-L’ho vista uscire proprio da quella porta- disse ancora l’uomo, indicando l'uscio dell’hotel poco distante da loro.

Freed si diresse a grandi falcate verso di esso e lo spalancò. Fece per andare fuori, ma non ci riuscì perché rimase bloccato da un muro invisibile. Alzò lo sguardo inorridito e toccò davanti a sé; le rune erano state cambiate, lei era riuscita a riscriverle e aveva imprigionato loro dentro.

-Ha riscritto le rune…- sussurrò, ancora incredulo, girandosi verso gli altri.

Bixlow ed Evergreen rimasero sbalorditi e increduli, mentre Laxus incrociò le braccia al petto e sorrise. Quella ragazza l’aveva fatta a tutti quanti.

-Come ha potuto riscriverle?- domandò la Fata, incredula.

-Erano semplici, deve aver imparato a farlo, probabilmente nascondeva qualche libro a riguardo- rispose Freed, che in pochi attimi le aveva già tolte.

-Dobbiamo andare a cercarla!- esclamò Bixlow, uscendo dall’hotel ora che le rune non c’erano più.

-Ha detto che andava a battere i mostri, giusto?- domandò Laxus, girandosi verso il sindaco.

-Esatto!- rispose lui, non riuscendo bene a comprendere cosa stava succedendo davanti ai suoi occhi.

Da quel momento non ricevette più risposta, perché i quattro si erano diretti velocemente verso la foresta, alla ricerca di Michiko. Con un po' di fortuna l’avrebbero trovata in tempo.

 

Michiko, appena entrata nella foresta, era stata attaccata subito da minuscoli mostri assomiglianti a piccoli lupi di colore verdastro con zanne affilate e occhi piccoli e grigi. Si era difesa tranquillamente ed era riuscita a batterli tutti. Ce n'erano circa una decina e, se fossero stati tutti di quel livello, sarebbe stata una passeggiata per lei; ma purtroppo non era così.

Attirati dal trambusto fecero la loro comparsa strane creature non ben definite: sembravano grossi orsi dal pelo folto e nero, con muso anch’esso da lupo e lunghi artigli sulle zampe. La attaccarono in gruppo e questa volta riuscì a difendersi ma non con poca fatica, e mentalmente si maledisse per il fatto di essere andata lì a dimostrare la sua forza agli altri quando invece poteva benissimo andare via subito.

Sconfitti pure quelli, quando quei mostri furono scomparsi come gli altri, poté sedersi e prendere un po’ di fiato, notando qualche graffietto qua e là sul suo corpo. All'improvviso dall’alto planò su di lei un'aquila gigante con il becco appuntito; Michiko la vide all’ultimo, riuscì a scansarsi appena in tempo ma fu colpita ad un braccio che cominciò a perdere vistosamente sangue.

-Maledizione!- imprecò lei, tenendosi il braccio ferito mentre il sangue le colava fino alla mano.

L’aquila scese ancora in picchiata verso di lei, che con un arco di luce le spezzò un ala; questa si schiantò contro un albero, provando un bel frastuono, e cadde a terra.

La ragazza sospirò. Si era cacciata in un bel guaio: non aveva ancora tanta magia in corpo e non sarebbe riuscita a fare i suoi scatti, che ne richiedevano tanta, per scappare via. Cominciò a camminare verso l’uscita della foresta, sperando di non essere più attaccata, per trovare un posto sicuro dove riprendere fiato, quando fu ancora circondata dagli stessi lupi verdastri di prima.

Fu subito attaccata da loro, riuscì a difendersi con la poca magia che le restava ma uno di questi ruppe le sue barriere e piantò i suoi artigli sul fianco sinistro della ragazza, strappandole la maglietta e arrivando fino alla pelle. Michiko strinse i denti evitando di pensare al dolore, doveva battere al più presto pure quelli sennò sarebbe stata spacciata.

Si preparò di nuovo all’attacco quando da dietro un lupo l’attaccò e la spinse a terra, facendola cadere. Era completamente distrutta e faceva fatica ad alzarsi; si guardò intorno notando almeno una decina di lupi che le ringhiavano contro ed erano pronti ad attaccarla. Li vide prendere la rincorsa e a quel punto chiuse gli occhi. Per lei era finita.

Poco le importava, alla fine non aveva nessun posto dove tornare.

 

I lupi non arrivarono mai ad attaccarla. Sentì i loro guaiti di dolore come se fossero stati colpiti e avvertì della magia intorno a lei. Aprì gli occhi e alzò lentamente la testa, per vedere cosa fosse successo. Intorno a lei c'erano i suoi compagni di Team, che l’avevano trovata e stavano combattendo contro i mostri che la volevano attaccare.

Si mise lentamente e con fatica a sedere, mentre si teneva sia il fianco che il braccio destro sanguinanti; doveva il prima possibile chiudere quelle ferite o avrebbe perso troppo sangue. Guardò i maghi intorno a lei che combattevano contro i mostri dandole le spalle e senza rivolgerle la parola. Erano forti, anche Bixlow ed Evergreen lo erano, e in pochi minuti liberarono tutta la zona.

Freed scrisse velocemente delle rune intorno a loro per tenere lontano altri mostri che avrebbero potuto attaccarli e poi si diresse, insieme agli altri, verso Michiko.

-Cosa credevi di fare, eh?- domandò il mago delle rune arrabbiato, mentre Evergreen aveva preso dalla sua borsa un disinfettante e delle bende.

-Non te lo ha detto il proprietario dell’hotel? Me ne sarei andata via!- esclamò in risposta la maga della luce, scontrosa, mentre provava a rimettersi in piedi, ma non ci riuscì e si inginocchiò per terra, senza forze.

-Volevi farti uccidere secondo me!- rispose Freed, avvicinandosi a lei e guardando Evergreen e Bixlow che le stavano pulendo il braccio da tutto il sangue che aveva perso.

-Me la sarei cavata benissimo da sola!- rispose questa, guardandolo dritto negli occhi, mentre sentiva il disinfettante bruciarle la pelle. Si girò quindi verso gli altri due. -Piantatela! Posso curarmi da sola!- ringhiò la ragazza strattonando il braccio, ma Bixlow lo teneva fermo e questo non si mosse di un centimetro.

La maga della luce sbuffò, lasciando i due fare, e poi si girò verso Freed che la stava ancora fissando.

-Vedo come te la stavi cavando- le disse, accennando anche alla ferita sul fianco.

Michiko lo fulminò con lo sguardo e poi la loro attenzione fu richiamata da Laxus.

-Ehi! Guardate cosa ho trovato nella sua borsa!- esclamò il Dragon Slayer di seconda generazione. In una mano teneva i due libri sulle rune e nell’altra la borsa di Michiko.

-Chi ti ha detto di frugare nella mia borsa?!- urlò irritata, provando ad alzarsi e fargliela pagare, ma c’era sempre il mago delle anime che la teneva ferma mentre Evergreen le fasciava il braccio.

-Hai riscritto pure le rune, sei stata furba da quel lato, d’ora in poi ti terremo sempre sotto controllo- le disse Freed, prendendo i due libri e riponendoli nella borsa della sua compagna Raijinshuu.

Michiko sbuffò, il suo piano era andato completamente a pezzi.

Sentì Bixlow che la fece appoggiare su di lui mentre Evergreen si occupava di disinfettare e fasciare le tre ferite che aveva sul fianco.

Le vennero in mente le parole di Freed della sera prima, quando l’aveva fermata prima che entrasse in camera. Le aveva detto che non l’avrebbero più attaccata, ma anzi, l’avrebbero difesa. E così era stato; ora le stavano addirittura curando le ferite.

Sospirò e poi chiuse gli occhi, era rimasta veramente senza forze.

 

Quando riaprì gli occhi non era più nella foresta. Si accorse che si trovava in una camera, la sua stanza d’hotel, ed era coricata nel letto, coperta dalle candide lenzuola.

Girò il volto e si guardò intorno: Evergreen era seduta poco più in là a farsi aria.

-Oh, ti sei svegliata!- esclamò la Fata, alzandosi ed avvicinandosi a lei, mentre chiudeva il ventaglio.

Michiko non le rispose, ma cercò di mettersi seduta. Sentì subito la ferita al fianco tirarle e si rimise coricata, non aveva abbastanza forze.

-Stai giù, sei ancora troppo debole- ordinò la Fata, mentre si sedeva accanto a lei.

La maga della luce guardò per qualche istante quella ragazza che si era presa cura di lei sia nella foresta che ora in quella stanza.

-Che… che è successo?- le chiese, mettendo per una volta da parte la collera che l’avvolgeva.

-Mentre ti stavo curando le ferite al fianco sei svenuta, ti abbiamo portato in hotel e lasciato riposare. Gli altri sono tornati nella foresta mentre io sono rimasta con te- rispose la Fata, facendole un sorriso.

Michiko sospirò e si guardò intorno.

-Dov’è la mia borsa? I miei libri?- domandò la maga della luce.

-La tua borsa è appoggiata là mentre i libri sono confiscati, non riuscirai a riscrivere le rune che Freed ha messo intorno all’hotel, ci ha impiegato più di un’ora- le spiegò Evergreen, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.

-Non so nemmeno se ci avrei riprovato- sbuffò la ragazza dai capelli azzurri, guardando il vuoto sopra di sé.

-Uhm?- l’attenzione di Evergreen fu attirata e si girò verso di lei.

-Niente, lascia stare- rispose lei, voltandosi dall’altra parte.

-Sai… quando abbiamo visto che hai riscritto le rune non ci potevamo credere, dovevi vedere Freed poi, che faccia che aveva!- rise la castana, tornandosi a far aria con il ventaglio.

-Sono stata una stupida, sarei dovuta scappare subito!- ringhiò, con la rabbia ancora dentro di sé.

-Non pensi sia meglio così? Che sei rimasta con noi?- le domandò Evergreen, scrutandola attentamente negli occhi grigi.

Michiko restò a guardarla per qualche istante, senza darle una risposta e dentro di sé aveva paura di questa; chiuse gli occhi e rimase a pensare per qualche secondo. Evergreen era stata così gentile ad aiutarla con le sue ferite e a rimanere con lei, e pure gli altri l’avevano aiutata e salvata dai mostri della foresta.

-Forse…- sussurrò poco dopo la maga della luce, addormentandosi ancora, mentre Evergreen sorrideva.

 

Michiko si svegliò ancora quando sentì qualcuno bussare alla porta.

-Si?- domandò Evergreen, che era andata subito ad aprire, mentre Michiko apriva lentamente gli occhi e metteva a fuoco le figure davanti a lei.

-Buon pomeriggio!- esclamò il proprietario dell’hotel, che era stato seguito da un paio di camerieri.

-Oh, salve- rispose la Fata, stando sulla porta.

-Sono venuto a controllare le condizioni della maga ferita, è tutto a posto?- domandò questo, allungando l’occhio e notando che Michiko era sveglia e che li sta stava guardando.

-Sta un pochino meglio, ma ha bisogno di riposo- rispose Evergreen, che si era girata a vedere la maga in questioni e i loro occhi si incontrarono.

-Benissimo!- esclamò lui, sorridendo, mentre dava le spalle ad Evergreen pronto per andarsene insieme ai due camerieri, ma in un lampo questo si girò facendo mutare le sue mani in due enormi artigli e atterrò la maga che era stata presa alla sprovvista.

Evergreen urlò terrorizzata mentre cadeva e veniva graffiata da quei lunghi artigli, somiglianti a quelli dei lupi che avevano affrontato nella foresta.

-Che sta facendo?!- esclamò la Fata, cercando di liberarsi da quella presa che la teneva stretta, mentre Michiko si era seduta di scatto sul letto anche se il fianco le faceva ancora male. Si era spaventata e ora aveva fissato il suo sguardo sui due camerieri che erano rimasti sulla porta, ma che avevano fatto mutare anche le loro mani in artigli.

Questi la guardarono e le sorrisero mostrando i denti aguzzi e poi si precipitarono ad attaccare la ragazza seduta sul letto. Michiko fu veloce e con la poca magia che aveva recuperato si difese con uno scudo di luce, poi li attaccò a sua volta con uno dei suoi archi e li fece cadere a terra tramortiti.

Il proprietario dell’hotel si girò a guardare i suoi compagni ed Evergreen approfittò di quella distrazione per togliersi di dosso gli artigli di quell’uomo, facendolo cadere a terra dall’altra parte, mentre lei si alzava velocemente tenendosi parte della spalla che era stata ferita ma non in modo grave.

-Perché ci avete attaccato?!- esclamò furiosa, appoggiando poi la mano sugli occhiali, pronti a toglierli da un momento all’altro.

Il sindaco non diede risposta ma provò ancora ad attaccare la maga, questa lo schivò e attaccò a sua volta, facendolo cadere a terra con qualche graffio.

-Allora?- esclamò di nuovo, mentre Michiko aveva fatto comparire una sfera di luce dalla sua mano, per minacciare il piccolo uomo.

-Non ve lo dirò mai!- esclamò, pronto ad attaccare di nuovo, ma Evergreen fu più veloce e tolse gli occhiali, incrociò i suoi occhi con quelli del sindaco e questo si tramutò in pietra.

La Fata sorrise a ciò che aveva fatto, rimise gli occhiali e si girò verso Michiko.

-Come stai?- le domandò, accertandosi delle sue condizioni.

-Tutto a posto, ma tu? Hai ancora delle bende?- domandò la maga della luce, preoccupata per colei che ormai considerava sua compagna di squadra.

-Non ti preoccupare, ora occupiamoci di questi due- le rispose, accennando con il volto ai due camerieri che erano per terra e che si stavano risvegliando.

-Allora?! Perché ci avete attaccato?- domandò ancora, con rabbia.

I due si guardarono un attimo negli occhi, pronti ad attaccare di nuovo ma Michiko con un arco di luce ne mise fuori combattimento uno, lasciando l’altro a guardare Evergreen.

-Se non me lo dirai farai la fine del tuo capo- rispose la Fata, accennando alla statua di pietra dietro di lei.

Il cameriere spalancò gli occhi a quella vista e si irrigidì di colpo, non voleva di certo fare una fine simile.

-Allora, parli o no?- domandò ancora, mettendo fretta all’uomo e posando la sua mano sugli occhiali, pronta a toglierli.

-No, no! Aspetta!- esclamò questo, in preda al panico.

-Parla, su!- esclamò questa volta Michiko, facendo comparire dalla sua mano una sfera di luce. L’uomo si girò pure verso di lei e si fece coraggio.

-Noi… noi siamo stati incaricati di prendervi e imprigionarvi- rispose, con un filo di terrore nella sua voce.

-Incaricati da chi? Perché?- domandò questa volta Evergreen.

-Dal proprietario dell’hotel- rispose questo, accennandolo con lo sguardo -Noi rubiamo la magia dei maghi- disse ancora.

-Rubate la  magia dei maghi? Ma come? Volevate fare la stessa cosa anche con noi!- esclamò Michiko, continuando ad ascoltare le parole del loro ostaggio.

-Usiamo una strana macchina, prende la magia e la trasforma in lacrima, poi la rivendiamo- spiegò questo, in poche parole.

-Ma in questo modo uccidete i maghi! Ecco perché gli abitanti del villaggio ci hanno detto che sono venuti tanti maghi ma che poi dopo pochi giorni non li hanno più visti! Si spiega anche il fatto di tutto questo hotel lussuoso quando invece le case del villaggio sono veramente modeste!-  affermò Evergreen, arrivando alla soluzione di parecchie cose.

Il cameriere non negò quello che la Fata disse, e lei la prese come una conferma.

-Quindi volevate prendere anche la nostra magia…- sospirò Michiko, incredula. Se fosse stata da sola e non in compagnia della maga, probabilmente non sarebbe riuscita a difendersi.

L’uomo non disse niente ed Evergreen tolse gli occhiali e lo pietrificò con il suo sguardo, avendo ricevuto abbastanza informazioni.

-Che facciamo ora?- domandò Michiko, mentre si alzava a fatica dal letto.

-Dobbiamo andare via e cercare gli altri, ce la fai a camminare?- rispose Evergreen, andando verso di lei e aiutandola.

-Ce la faccio, non ti preoccupare- le rispose, mentre si incamminava verso la porta insieme a lei.

Scesero le scale fino a trovarsi alla porta per uscire dall’hotel, fortunatamente non incontrarono altri camerieri ed arrivarono senza fatica ad essa. Evergreen la spalancò e uscì velocemente, seguita da Michiko, ma questa rimase bloccata dentro l’hotel.

-Le rune!- esclamò Michiko, furiosa, ora che doveva per forza uscire era rimasta bloccata, gliel’avrebbe fatta pagare cara a quel mago.

-Maledizione! Mi ero completamente dimenticata di loro!- affermò Evergreen, guardandole.

-Ci posso riprovare- sospirò la maga della luce, cominciando a guardarle.

-Ci ha impiegato più di un’ora, non ci riuscirai, vado a cercarli e li porto qui, ok?- le disse Evergreen, guardandola negli occhi, cercando di rassicurarla.

Michiko non disse niente, la guardò e basta, speranzosa. Non aveva nemmeno tanta magia rimasta in corpo e temeva che qualcuno la potesse attaccare comparendo da chissà quale porta di quell’hotel. Sperò con tutto il cuore che la maga facesse in fretta a trovare gli altri e a portarli da lei.

Sospirò e si sedette poco lontano, attendendo con impazienza. Ancora una volta la sua salvezza dipendeva da quei maghi, forse la volevano veramente con loro. Ma nel suo cuore, lei voleva ancora andare via, da qualche parte, da sola.

 

Evergreen volò, grazie alle sue ali, in mezzo alla foresta, alla disperata ricerca dei suoi compagni.

Li trovò dopo parecchi minuti, aveva avvertito la loro magia e dei forti rumori e si era diretta velocemente verso quel luogo. Quando arrivò, i tre avevano appena finito di scontrarsi con un gruppo di lupi affamati.

-Ever! Che ci fai qui?- domandò Bixlow, notando per primo la maga che si avvicinava a loro.

-Dobbiamo tornare all’hotel, presto!- esclamò la Fata, prendendo fiato e posando i piedi a terra.

-Che è successo? Perché non sei con Michiko?- si avvicinò questa volta Laxus.

-Ci hanno attaccato, quelli dell’hotel sono dei mostri tipo questi, persino il proprietario! Ne ho fatto parlare uno e ha detto che volevano prendere la nostra magia per poi rivenderla sotto forma di lacrima, si spiegano tante cose!- rispose frettolosa la Fata, continuando a pensare a Michiko, preoccupata per lei.

-Michiko è ancora in hotel , vero?- domandò Freed, sapendo esattamente che la ragazza non sarebbe potuta scappare dalle rune che aveva scritto quel pomeriggio, e dentro di sé sentì un senso di colpa.

-Si, ci sono le rune, dobbiamo subito andare! Vi spiegherò meglio nel tragitto- esclamò Evergreen, facendo di nuovo comparire le sue ali e insieme agli altri corse di nuovo all’hotel dove era intrappolata la ragazza.

 

Michiko era rimasta in un angolo vicino alla porta ad aspettare che gli altri arrivassero, sentiva di avere poche forze e non aveva recuperato ancora del tutto la sua magia. Passarono diverse decine di minuti e poi sentì dei rumori fuori dall’hotel. Ai girò verso la porta e notò che le rune pian piano stavano scomparendo e subito dopo entrarono i quattro maghi.

-Stai bene? Ti hanno ancora attaccato?- domandò Evergreen, fiondandosi subito dalla ragazza.

-No, non si è fatto vedere nessuno- rispose la maga della luce, alzandosi in piedi e dirigendosi a passi pesanti verso Freed. Nel frattempo i suoi occhi erano diventati neri.

Freed fece qualche passo indietro mentre Laxus e Bixlow guardavano spaventati Michiko che camminava verso di loro e che sapevano esattamente sarebbe andata dal mago delle rune arrabbiata più che mai. La ragazza di capelli azzurri lo prese violentemente per la camicia e lo sbatté con forza contro il muro.

-Per colpa delle tue rune sono rimasta intrappolata qua dentro, con chissà quali mostri e quasi senza magia!- esclamò la ragazza, facendo pressione e continuandolo a guardare negli occhi, mentre le luci che c’erano dentro la hall si affievolivano.

-Dai Michiko, stai calma- propose Bixlow, avvicinandosi a lei e sorridendo.

-Non provare a dirmi cosa fare, sennò te la vedrai pure tu con me!- urlò Michiko, voltandosi verso di lui e mettendolo a tacere, poi si girò di nuovo verso Freed.

-Allora? Qualcosa in tua discolpa prima di subire la mia vendetta?- domandò ancora la ragazza, arrabbiata più che mai. Lei aveva ragione e Freed lo sapeva, aveva tutte le ragioni del mondo ad essere arrabbiata con lui per quello che le era successo e il mago delle rune, dal canto suo, si sentiva in colpa perché avrebbe potuto succederle chissà che cosa se ci fossero state altre persone dentro quella struttura.

Freed stava per aprire bocca e scusarsi quando la sua attenzione fu attirata da uno dei camerieri, che si era ripreso e che era sceso fino nella hall, intendendo vendicare i suoi compagni. Con un gesto veloce questo tramutò le sue braccia in artigli e poi sollevò una poltrona che era posta in quell’atrio, pronto a scaraventarla contro di loro.

Il mago delle rune continuò a guardare davanti a sé e spalancò gli occhi, Michiko lo vide ma non fece in tempo a girarsi e a guardare dietro di sé che Freed l’aveva presa e si era buttato sul pavimento per schivare la poltrona che l’uomo aveva scaraventato contro di loro e che si era sfracellata contro il muro.

In quell’istante Laxus e gli altri si accorsero del cameriere ancora in piedi e il primo, con uno dei suo fulmini, lo mise velocemente al tappeto, poi si girò verso Michiko e Freed che erano stesi a terra.

Freed era caduto di schiena, lasciando che la ragazza andasse sopra di lui per evitare che si facesse ancora male. La maga della luce si sottrasse velocemente alla presa e si mise a sedere, seguita da Freed che la guardò negli occhi per qualche secondo.

-Spero che come scuse ti bastino- le disse il mago, guardandola per qualche secondo ancora e poi alzandosi, allungando la mano verso Michiko per aiutarla ad tirarsi su.

La ragazza lo guardò per qualche istante e poi abbassò lo sguardo verso la sua mano, ma non la prese minimamente in considerazione e si alzò da sola, tenendosi il fianco che le faceva ancora male, Freed sbuffò contrariato.

-Usciamo ora, dobbiamo informare gli abitanti del villaggio- disse Laxus, chiamando tutti a raccolta.

 

I maghi entrarono nella locanda in cui la sera prima erano stati Evergreen e Bixlow e spiegarono la situazione alle persone che c’erano e agli uomini che già tante volte avevano provato ad andare nella foresta.

-Allora i mostri erano solo una trappola per richiamare i maghi?- domandò uno degli abitanti, dopo aver ascoltato tutta la storia.

-È quello che pensiamo- rispose Freed.

-Però quel problema rimane anche se avete sventato i piani del sindaco- sospirò un altro abitante.

-Voi potete liberare lo stesso la foresta, vero?- domandò un altro, intromettendosi al discorso.

-Beh, si- replicò Bixlow, mentre le sue bambole confermavano.

-Vi prego, noi non riusciremo a pagarvi tanto come vi aveva promesso il sindaco, però vi chiediamo lo stesso questo favore, non abbiamo nessuno che può sconfiggere tutti quei mostri- spiegò questa volta il locandiere, mentre offriva di nuovo da bere ai maghi.

Laxus guardò per qualche secondo i Raijinshuu che gli sorrisero e la risposta fu chiara per tutti.

-Certamente, continueremo domani mattina- rispose il Dragon Slayer di seconda generazione mentre da parte degli abitanti si alzò un urlo di gioia generale.

Michiko sbuffò, chissà per quanto sarebbe stata ancora con quei maghi. Sperò il meno possibile, non vedeva l’ora di tornarsene a Magnolia e poter andare via. O almeno così voleva, anche se le sue convinzioni pian piano stavano cominciando a vacillare.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Beh, direi che non è proprio andata a buon fine la fuga di Michiko xD Ma in fondo c'era da aspettarselo... E si scopre ancora che il proprietario di questo Hotel non è che sia un brav'uomo, anzi!

Ringrazio come sempre tutti quelli che leggeranno questo capitolo e mi lasceranno un commento! Mi fa sempre piacere *^*

Ci si sente al prossimo capitolo!

 

_Michiko_

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Capitolo 10
*** La foresta dai mille pensieri ***


LA FORESTA DAI MILLE PENSIERI

 

 

 

 

Il giorno seguente i cinque maghi si diressero subito nella foresta per tenere fede al patto stipulato con gli abitanti del villaggio, quello di liberare la foresta da tutte le creature e poter dare loro la libertà di avere più collegamenti con l’esterno.

Michiko se ne stava sola e in disparte e si limitava solo a seguirli; era annoiata e non vedeva l’ora che quella stupida missione finisse per tornare a Magnolia e liberarsi di tutta quella massa di maghi che le avevano portato solo guai e basta. Per non parlare del fatto che le ferite le bruciavano ma era stata costretta comunque a seguirli. Una volta guarita del tutto si sarebbe vendicata, era uno dei suo principali obiettivi prima di dire addio a tutti quanti.

Già si pregustava quel momento, quando la sua attenzione e quella degli altri fu richiamata da un grosso ruggito che sembrava provenire dalle loro spalle.

Si girarono velocemente, da una parte inquietati da quel sonoro rumore, dall’altra invece pronti al combattimento. Passarono ancora diversi secondi di pura attesa e inquietudine mentre l’erba alta continuava a muoversi; poco dopo comparve una grossa creatura, alta almeno cinque metri, che si ergeva maestosamente davanti a loro. Aveva lunghe e possenti zampe che finivano in lunghi ed affilati artigli curati, una coda di almeno un paio di metri mentre tutto il corpo era ricoperto da un pelo folto e rosso; ma la cosa più spaventosa che i maghi poterono vedere era il fatto che questo mostro aveva due teste attaccate al resto del corpo da due diversi lunghi colli che roteavano tra loro. Ognuna di queste teste, a sua volta, aveva un paio di piccoli e rossi occhi vigili che guardavano i maghi con aria di sfida, un muso lungo che mostrava gli affilati denti e due orecchie all’insù che potevano captare qualsiasi tipo di rumore.

 

-E questo cos’è?- domandò Bixlow, schifato, vedendo quella creatura mostruosa davanti a lui.

-È rivoltante!- esclamò Evergreen, sbattendo le sue ali e alzandosi da terra, anche lei disgustata da quella visione.

Michiko fece qualche passo indietro, non aveva mai visto un essere del genere, meno male che il giorno prima non era stata attaccata da un mostro simile, sennò avrebbe fatto fatica a sconfiggerlo e soprattutto ad uscire viva da uno scontro con una creatura come quella.  Rimase a scrutarlo per qualche secondo, poi Freed le fece cenno di stare indietro e lei lo ascoltò, posizionandosi poco lontano mentre si teneva il fianco che le bruciava. I maghi erano pronti a combattere quando la bestia fece un altro profondo ringhio, come per richiamare qualcuno e subito dopo i maghi furono circondati da una ventina di lupi color verdastro, quelli che ormai conoscevano bene.

Anche Michiko, a questo punto, avrebbe dovuto fare la sua parte.

 

La prima cosa che fecero i lupi fu quella di attaccare i maghi: erano affamati, l’avrebbe notato chiunque, e vedevano in essi un gustoso pasto che li avrebbe fatti ancora campare per una settimana. Michiko creò le sue sfere di luce, scaraventandole contro di essi e ne mise fuori combattimento qualcuno; ad aiutarla era intervenuto Bixlow che con le sue bambole ne aveva già messi fuori gioco un paio e ora si stava dedicando agli altri.

-Non ti sforzare, qua ci penso io!- esclamò lui, facendole segno di avvicinarsi.

-Posso cavarmela benissimo da sola!- ringhiò lei, tenendosi sempre il fianco dolente.

Bixlow la guardò per qualche secondo e poi sbuffò, mettendo fuori combattimento il resto dei lupi e poi fece qualche passo verso di lei, per assicurarsi delle sue condizioni.

Nel frattempo gli altri tre erano impegnati nello scontro con la creatura a due teste.

Laxus lo aveva colpito in pieno con uno dei suoi fulmini più potenti ma questo aveva scalfito appena il mostro che, più arrabbiato che mai, fece un grosso ringhio e poi si mise a correre verso di loro. I tre lo schivarono facilmente, ma una testa di questo cominciò a roteare prima di lanciarsi contro Evergreen che stava volando sopra di essa. La maga, per niente impaurita, tolse gli occhiali e tentò di guardarlo negli occhi per usare la sua magia; fortunatamente ci riuscì e la testa smise di roteare e si fermò pian piano cominciando a pietrificarsi fino alla base del collo.

-Laxus! Ora!- esclamò la Fata, mentre rimetteva a posto gli occhiali sul naso.

Il Dragon Slayer non perse tempo e colpì ancora il mostro con uno dei suoi fulmini: questa volta poté prendere meglio la mira sull'obiettivo e scagliò interamente il suo potere contro la testa che era stata pietrificata, la quale andò in frantumi. I pezzi caddero sul terreno con un grosso frastuono.

Ma l'altra testa, ancora vigile e più furiosa che mai, era pronta ad affondare il suo attacco.

-Tenterò di pietrificare pure quella!- esclamò Evergreen, pronta a rimettersi in gioco con la sua magia.

La Fata cominciò a volare sopra di essa e il mostro tentò di attaccarla, ma lei come la volta precedente tolse gli occhiali e lo fissò negli occhi; il gioco era fatto. La testa con relativo collo si pietrificò in pochi istanti.

-Questo è il mio turno!- esclamò Freed, che si era tramutato nel Tagliaombre e si era lanciato contro la statua di pietra per mandarla in frantumi.

-Non è stato poi così difficile!- esclamò Bixlow, sorridendo e tirando fuori la lingua mentre le sue bambole gli giravano attorno felici.

-Io non canterei vittoria così facilmente…- sospirò Laxus, indicando il mostro davanti a loro che, anche se privo delle due teste, si reggeva ancora in piedi e continuava a sbattere la coda a terra.

-Cosa facciamo ora?- domandò Evergreen, ora la sua magia non avrebbe più avuto alcun effetto contro di lui.

-Probabilmente ci deve essere qualche punto vitale pure nella coda, proviamo!- esclamò Freed. Si precipitò contro di essa e l’attaccò con una delle tecniche del Tagliaombre, ma questa non ebbe nessun risultato e la coda del mostro, più agitata di prima, lo colpì in pieno facendolo cadere poco distante. La coda continuò a muoversi all’impazzata insieme al resto del corpo del mostro, che si stava dirigendo pian piano verso gli altri maghi. Anche Evergreen e Bixlow non riuscirono a scansarsi in tempo e furono colpiti.

-Deve avere qualche specie di sensore- ipotizzò Freed, mentre si rialzava in piedi, poi si guardò intorno cercando Michiko. Sospirò sollevato quando la vide nascosta dietro ad un albero per non farsi vedere, doveva essere ancora debole a causa delle ferite che aveva.

-E se provassimo a tagliargli la coda?- domandò Bixlow, anche lui rialzatosi da poco.

-Penso sia un’ottima idea!- esclamò Laxus, che riprese a colpire il mostro con i suoi potenti fulmini per distrarlo. Freed a quel punto estrasse la sua spada e si scagliò contro il suo obiettivo, con un colpo netto e veloce tagliò la coda alla base e questa cadde a terra, sciogliendosi in pochissimi secondi e avvelenando il terreno sotto di essa.

Il mostro sembrò pian piano calmarsi e si accasciò a terra finalmente esausto e senza vita, i maghi erano riusciti a trionfare e ora potevano prendersi un respiro di sollievo.

 

La sera arrivò in fretta e i cinque decisero che si sarebbero accampati nel bosco per la notte; sarebbe stato inutile tornare al villaggio per restare in hotel per poi il giorno dopo ripercorrere la stessa strada. Avrebbero fatto allo stesso modo anche nei giorni seguenti e poi sarebbero tornati al villaggio solo una volta liberata tutta la foresta.

 

Le giornate passarono in modo abbastanza monotono: uno dopo l'altro, stavano sconfiggendo tutti i mostri e liberando la foresta poco a poco. Michiko nel frattempo si era ripresa, le ferite ormai erano guarite del tutto e aveva iniziato pure lei a combattere contro le creature e a dare il suo contributo negli scontri, mettendo in mostra la sua magia anche ai maghi che stavano con lei: proprio quella magia, che un giorno, secondo lei, li avrebbe messi tutti fuori combattimento.

E pensava che quel giorno sarebbe arrivato abbastanza presto.

La maga della luce si stava annoiando: in realtà era da quando era partita per la missione che si annoiava, ma quel giorno più di tutti. I mostri erano stati scarsi e non aveva potuto sfogare per bene la sua rabbia contro di essi, tant’è che ne aveva ancora molta in corpo e aveva voglia di scaricarla contro qualcuno. Si guardò intorno e poi notò che i suoi bersagli erano giusto vicino a lei.

Sorrise, era arrivata la sua vendetta.

La ragazza fece uno dei suoi scatti e si mise davanti a loro, guardandoli con le braccia suoi fianchi e facendoli fermare.

Gli occhi di Laxus e dei Raijinshuu vennero puntati su di lei.

-Fermiamoci un attimo qua, ho in mente una cosa- sorrise lei, guardandoli con aria di sfida.

-Che vuoi fare?- domandò Freed, capendo già che la ragazza aveva in mente qualcosa che sicuramente non avrebbe portato a nessun risultato.

-È una giornata così noiosa, ci sono pochi mostri, quindi ho deciso di sfogarmi un pochino... E voi tre - disse la ragazza indicando i tre maghi - sarete i miei obiettivi!- sorrise, mettendosi in posizione pronta a combattere.

Laxus sbuffò, non ne aveva per niente voglia.

-Non iniziare, non faremo nessun combattimento tra di noi- sbottò Freed, rimettendosi a camminare seguito dagli altri.

-Ti sbagli, io avrò la mia vendetta per quello che mi avete fatto!- esclamò la ragazza, piazzandosi davanti a lui e sfidandolo, puntando lo sguardo dritto negli occhi.

-Io non ti ho fatto niente!- esclamò a sua volta Bixlow, che era poco distante, sbuffando e incrociando le braccia al petto.

-Invece sì, anche tu sei nella mia lista!- rispose Michiko, indicandolo con il braccio dritto verso di lui.

-Continuiamo a camminare, che è meglio- sospirò Laxus, incrociando le braccia dietro la testa e riprendendo la strada che stavano percorrendo. Gli altri ricominciarono a camminare insieme a lui, mentre Michiko rimase ferma a fissarli.

La ragazza dai capelli azzurri strinse i pugni e guardò per terra più infuriata di prima, come osavano non accettare la sua sfida e tirarsi indietro? Non volevano combattere? Bene. Allora lo avrebbe fatto solo lei.

Con uno scatto si rimise di nuovo davanti a loro e gli scagliò contro uno dei suoi archi di luce, questi lo schivarono velocemente e presero a guardarla arrabbiati.

-Cosa pensi di fare ancora?- domandò Freed, spazientito pure lui come lo era Laxus. Bixlow invece stava sghignazzando in disparte insieme ad Evergreen, che era l’unica che non era stata presa di mira.

-Non te ne sei accorto? Vi ho detto che avrei avuto la mia vendetta!- rispose in un urlo la ragazza per poi preparare un altro arco di luce, questa volta molto più potente.

-Yami no Ekurityuru: Zetsuei- sussurrò Freed scrivendo le rune sul suo corpo e trasformandosi di nuovo nel Tagliaombre. In pochi secondi fu davanti alla ragazza che stava ancora finendo di preparare il suo arco e l’atterrò, facendola cadere di schiena a terra e sovrastandola con il suo corpo.

Michiko si ritrovò in pochi attimi a terra, con il fiato sospeso e spaventata; Freed le stava tenendo i polsi vicino alla testa e il suo corpo sopra di lei le impediva qualsiasi movimento, era completamente imprigionata sotto di lui. La maga della luce cominciò a respirare pesantemente mentre il cuore le batteva troppo forte: il terrore era di nuovo tornato. Era sottomessa a lui come quando succedeva con Rufus che l’atterrava in quel modo e non la lasciava scappare. Aveva paura, troppa.

-Smettila. Immediatamente!- sibilò Freed trasformato, mentre la fissava intensamente negli occhi, poi sentì la ragazza tremare sotto al suo corpo e si accorse sono in quel momento che lo sguardo della maga era spaventato. Il mago delle rune sospirò e poi si trasformò di nuovo, tornando normale, mettendosi lentamente seduto di fianco a lei e lasciandola andare.

Michiko non si lasciò scappare quell’occasione e, finalmente libera, con uno scatto si allontanò e si appoggiò ad un albero a riprendere fiato e calmarsi.

-Riprendiamo il cammino!- esclamò Freed a quel punto, rialzandosi in piedi e continuando a guardare Michiko, che era ancora spaventata. La prima volta che avevano combattuto si era comportata in modo diverso, perché ora si era spaventata fino a quel punto? Si ricordò pure di quando Bixlow l’aveva avvicinata a sé scherzosamente; anche in quel momento nei suoi occhi aveva visto puro terrore. Perché? Che ci fosse sotto qualcosa?

 

Il cammino era proseguito senza più intoppi, Michiko se ne era stata in disparte tranquilla e senza più la voglia di combattere contro di loro. Anche i mostri sembravano essere completamente spariti dalla foresta, per cui i maghi continuarono il loro viaggio tranquilli fino a quando non si ritrovarono davanti un precipizio largo una decina di metri da attraversare.

Per Laxus fu come se quel dirupo non ci fosse mai stato: si trasportò dall’altra parte con l’aiuto dei suoi fulmini, passando dentro ad essi, Evergreen invece, grazie alle sue ali prese il volo e passò anche lei la distanza.

Mentre Freed scriveva le rune delle ali sul suo corpo, Bixlow si avvicinò a Michiko e la prese, tenendola ferma e caricandosela sulle spalle. Michiko restò sorpresa e poi sentì la stretta del mago troppo forte, che non la lasciava libera, e si sentì di nuovo oppressa.

E per di più lei poteva volare! Loro però non lo sapevano.

-Lasciami andare! Lasciami!- urlò lei, in preda al panico, mentre si dimenava addosso a Bixlow.

-Ehi, stai calma! Dobbiamo solo attraversare il fosso- rispose Bixlow, mentre stringeva la presa sulla ragazza per non lasciarla andare. Michiko a quel punto si spaventò ancora di più, tutto ciò che la costringeva contro la sua volontà le faceva troppo ricordare i momenti brutti passati e perdeva sempre la testa.

-So volare! Lasciami!- gridò ancora, in preda al terrore e Freed lo poté notare ancora nei suoi occhi: aveva paura. Ma paura di cosa?

Bixlow a quel punto lasciò andare la ragazza che si alzò subito da terra grazie alle ali di luce che aveva fatto comparire dietro la schiena. Senza proferire parola, poi, attraversò il dirupo mentre cercava di respirare tranquillamente e di calmarsi.

-Potevi dirlo prima che sapevi volare!- esclamò Bixlow ancora dall’altra parte, mentre si aggrappava alle sue bambole e sorvolava il vuoto insieme a Freed.

 

Anche quella sera arrivò in fretta e i maghi, per loro fortuna, trovarono una grotta seminascosta dove accamparsi per passare la notte.

Laxus aveva deciso, prima di ritirarsi insieme agli altri, di andare al fiume vicino per farsi una bagno e rinfrescarsi un pochino; Bixlow ed Evergreen, invece, si erano dati alla caccia di qualche animaletto o bacca da mangiare e di un po’ di legna per accendere il fuoco.

Michiko era rimasta dentro la grotta e con lei c'era Freed, che non si sarebbe potuto allontanare più di tanto dalla ragazza per via delle rune. La maga della luce cominciò a frugare nella sua borsa, quella che le aveva preparato Mirajane, in cerca di una giacca per coprirsi le spalle. Quel giorno aveva tirato un po’ di vento e ora che era sera si sentivano gli effetti sul clima e sulla temperatura, che si era abbassata.

Restò a rovistare per qualche minuto, tirando fuori tutto il contenuto e trovando solo abiti scollati o troppo leggeri; pensò se a Fairy Tail, quindi, non sapessero dell’esistenza di giacche a maniche lunghe.

Sbuffò e lanciò la borsa poco lontano, rannicchiandosi e portando le ginocchia al petto per cercare di stare al caldo come meglio poteva, ma un’altra corrente d’aria entrata nella grotta la fece rabbrividire e subito dopo starnutire.

Uno starnuto che a Freed non passò inosservato. Stava già osservando la ragazza da quando gli altri avevano lasciato la grotta: si era messa subito in disparte e seduta lontano da lui e ogni tanto, mentre frugava nella sua borsa, gli lanciava qualche occhiata, come se volesse accertarsi che lui non si fosse avvicinato. Aveva ancora paura da quel pomeriggio perché lui l’aveva attaccata in quel modo?

Si alzò poi da terra e raggiunse in pochi passi la maga che lo guardava con gli occhi spalancati, ancora con quello sguardo negli occhi.

-Tieni questa, ti terrà un po’ di caldo- disse Freed, porgendole la sua giacca e sperando che lei si tranquillizzasse in qualche modo.

-Non mi interessa!- ringhiò lei. Perché si era avvicinato e non era rimasto al suo posto? Maledetto mago delle rune! Perché era rimasta da sola con lui?

-Guarda che potresti essere un po’ più cordiale!- esclamò Freed, spazientito ancora una volta.

-Come faccio a essere cordiale con te quando ti sei trasformato con la tua magia e hai rischiato di uccidermi?!- urlò questa volta, sfidandolo e guardandolo dritto negli occhi.

Freed sbuffò.

-Guarda che noi non volevamo combattere contro di te, io l’ho fatto per farti spaventare, almeno avresti smesso con tutta quella scenata e non avremmo perso tempo- rispose lui, alzando le spalle e abbassandosi al suo livello per guardarla meglio negli occhi.

Michiko fece una smorfia di disappunto e poi si allontanò un pochino da lui, il mago era troppo vicino per i suoi gusti e lei stava cominciando ad avere paura, come quando si trovava con Rufus.

-Metti la giacca o no?- domandò ancora Freed, allungandosi verso di lei e provando a posare questa sulle spalle della ragazza.

Michiko rabbrividì di paura sentendo le mani del mago sulle sue spalle.

-No, ti prego, stammi lontano!- esclamò la ragazza impaurita, con il cuore che le batteva forte. Si era alzata e aveva fatto qualche passo indietro, finendo contro la parete della grotta.

Freed restò per qualche secondo a guardarla, che aveva ora? Era di nuovo la stessa reazione di quel pomeriggio e il mago capì che odiava e temeva il fatto che qualcuno la toccasse contro la sua volontà.

-Ti è successo qualcosa quando stavi a Black Eye?- domandò Freed, scrutandola negli occhi e rimanendo a distanza.

-Eh?- domandò Michiko. Come lo aveva capito? Forse aveva notato che odiava quando qualcuno le stava troppo appiccicato o provava a forzarla in qualcosa?

-Che ti è successo?- domandò ancora Freed, il quale dallo sguardo della ragazza aveva capito che era sicuramente successo qualcosa che le aveva lasciato un segno indelebile.

-Niente… non mi è successo niente… non voglio…- rispose Michiko in un sussurro, abbassando gli occhi e facendosi triste, ripensando a quei momenti. La ragazza però non riuscì a finire la frase che Freed si avvicinò velocemente a lei e le posò ancora la giacca sulle spalle.

Michiko, presa alla sprovvista, fece un sussulto e poi alzò lo sguardo e incontrò gli occhi del mago. Vedendo che lui le stava sorridendo, prese la giacca e si strinse in essa, cercando un po’ di calore e provando a tranquillizzarsi.

-Io non so cosa ti sia successo quando stavi a Black Eye, ma qualsiasi cosa sia, cancellala. Noi non ti faremo mai del male, in nessuna maniera, fidati- le disse il mago delle rune, guardandola dritta negli occhi e a quel punto Michiko cominciò lentamente a riprendere fiato. Mentre si sedeva di nuovo a terra, gli altri tornarono nella grotta.

 

Forse quella frase, quello sguardo di sincerità e di sicurezza  da parte di Freed, servirono a Michiko per ritrovare un pochino di tranquillità, persa anni e anni indietro quando si era unita a Black Eye. Lo aveva capito, loro erano una gilda della luce: erano scatenati, divertenti ma soprattutto sinceri. Non le avrebbero mai fatto del male, non avrebbe più vissuto quei momenti di terrore e, se una volta tra le mura di una gilda si sentiva sempre oppressa e doveva guardarsi sempre alle spalle perché c’era sempre qualcuno che provava a tradirla, ora poteva stare tranquilla, perché insieme a loro, insieme a quei nuovi maghi lei era al sicuro, era protetta dal resto del mondo.

 

Il giorno dopo, infatti, Michiko si svegliò con un’aria diversa, un’aria di serenità e di un nuovo inizio insieme ai suoi nuovi compagni, forse. Forse perché non aveva ancora deciso se restare o meno, forse perché da una parte voleva ancora stare da sola, ma in quel modo quel senso di protezione sarebbe svanito. I suoi pensieri e le sue convinzioni cominciarono a vacillare, non sapeva più cosa fare, quale fosse la cosa giusta e quale quella sbagliata. Rimanere sarebbe stata una cosa positiva o meno? E andarsene? Ancora non lo sapeva. Ma i giorni da passare con loro erano ancora tanti e sapeva che la risposta sarebbe arrivata con lo scorrere di essi.

 

-Anche oggi non ci sono tanti mostri in giro…- sbuffò Bixlow: gli andava di combattere un po’.

-Hai così tanta voglia di lottare?- gli domandò Freed, guardandolo di sottecchi.

Bixlow alzò le spalle, ovvio che ne aveva voglia, si stava tremendamente annoiando.

-Combatti con me se ti stai annoiando così tanto!- esclamò Michiko, puntandogli il dito contro.

Freed si girò verso di lei, sbuffando, non aveva colto la lezione del giorno prima?

-Facciamo un patto!- esclamò il mago delle anime in risposta.

Michiko e gli altri si girarono verso di lui, curiosi di ciò che aveva pensato.

-Sentiamo!- propose la ragazza, curiosa di ascoltare la sua idea.

-Unisciti a Fairy Tail quando torniamo dalla missione e potrai batterti contro di me!- rispose sorridendo Bixlow.

Michiko sbarrò gli occhi in sorpresa, era questo il patto? Unirsi a Fairy Tail e poi battersi con lui? Interessante, ma era solo una provocazione per farla stare con loro; lei era insicura della sua scelta, non sapeva ancora bene cosa fare, ma accantonò subito questa proposta: non sarebbe stata a Fairy Tail solo per combattere contro di lui. Gli altri invece furono soddisfatti dall’idea avuta da Bixlow, quello era un buon modo per convincerla a restare alla gilda.

Ora si attendeva solo la risposta da parte della ragazza.

-Chi lo sa…- rispose lei, alzando le spalle e riprendendo il cammino.

 

Quel giorno non ci fu nemmeno la traccia di un mostro e il sole ormai stava calando.

-Ma li abbiamo già sconfitti tutti?- domandò Evergreen, sventolando il suo ventaglio.

-Probabilmente hanno fiutato il pericolo e sono passati in un’altra zona- rispose Freed, pensandoci per qualche secondo.

-Faremo in ogni caso il giro della foresta e continueremo a cercare- intervenne Laxus, per poi indicare una radura poco lontana, dove si sarebbero accampati per la notte.

-Il fiume è qua vicino, io andrò a farmi un bagno!- esclamò la Fata, prendendo il volo con le sue ali.

-Stai attenta, Ever!- le disse Bixlow, facendole un cenno con il capo.

Evergreen lo guardò per qualche secondo e poi alzò la mano in segno di risposta quando il suo sguardo si posò su Michiko: la maga della luce la stava osservando.

-Ehi Michiko, vieni anche tu!- esclamò la Fata, tornando indietro.

-Eh? Cosa?- domandò la ragazza in risposta, colta alla sprovvista da quell’invito.

-Non vorrai stare mica con questi uomini, no?- le sorrise, dando un’occhiataccia ai maghi di fianco a lei che non furono tanto contenti della sua uscita.

Michiko, stupita da quell’affermazione, guardò prima Evergreen e poi i maghi in questione.

-Vengo… vengo con te!- esclamò; non era tanto convinta della sua risposta, però aveva proprio bisogno di un bagno!

Evergreen sorrise e riprese la sua strada, seguita dalla ragazza.

Freed a quel punto tolse le rune per farla allontanare più di quanto potesse fare, pianificando di rimetterle quando fosse tornata: se lei non lo sapeva, non avrebbe nemmeno provato a scappare.

 

-Michiko, posso chiederti una cosa?- domandò Evergreen, inginocchiata al centro del fiume, con l’acqua che le arrivava poco sotto le spalle.

-Cosa?- domandò in risposta, aprendo bocca per la prima volta da quando erano arrivate al fiume e si erano spogliate per andarsi a rinfrescare.

-Che ti è successo a Black Eye?- le domandò diretta la Fata, posizionando meglio i suoi occhiali sul naso.

-Cosa significa?- rispose Michiko, sorpresa. Perché tutti affermavano di sapere che le fosse successo qualcosa, era così chiaro?

-Sei spaventata quando qualcuno si avvicina e ha un contatto con te, si nota chiaramente- spiegò la maga dei Raijinshuu, dimostrando di saperla lunga.

Michiko era sbalordita da quelle parole; anche lei se ne era accorta, allora era veramente chiaro! Tutto quello che aveva passato si rispecchiava ora nel suo comportamento. Ma lei decise di negare.

-Niente… non è successo niente- rispose, ma sapeva che la sua espressione l’aveva tradita e si fece più piccola accucciandosi nell’acqua fino al mento e facendo finta di nulla.

-Non mentire…- sbuffò la maga, avvicinandosi a lei. Michiko non indietreggiò e aspettò il suo arrivo.

-Allora?- la spronò ancora. La maga della luce alzò lo sguardo e incontrò gli occhi della Fata; doveva dirglielo? Voleva togliersi quel peso di dosso ma non ne era sicura. Poi decise di parlare: se lo aveva capito, tanto valeva dirle tutto, almeno lei era una donna e si sarebbe sentita un pochino più al sicuro.

-Ti ricordi di Rufus?- le domandò a quel punto, guardandola negli occhi.

-Il mago con il veleno, sì, che c’entra?- le chiese Evergreen.

-Lui… da anni… lui mi usava…- sospirò, trattenendo le lacrime che volevano uscire ripensando a quei momenti terribili.

Evergreen restò incredula, tra tutte le cose che lei aveva immaginato non aveva mai pensato ad un fatto del genere. La Fata restò a guardarla in silenzio e Michiko andò avanti.

-A Black Eye le risse erano vietate, questa regola ha giocato a suo favore… io non mi potevo ribellare a ciò che gli passava per la testa. Mi stringeva con oppressione, ero sottomessa a lui… mi baciava con foga tenendomi ferma la testa e mi toccava… ovunque! E io non potevo ribellarmi…- Michiko stava rivivendo quei brutti momenti mentre li raccontava e tremava al sol pensiero di riprovare una cosa del genere.

-Mi… mi dispiace…- riuscì a dire Evergreen, sconvolta da quelle frasi.

-Anche a me, l’unica cosa positiva è che non è mai arrivato a quel punto… al punto di non ritorno- disse poi, tirando un piccolo sospiro -Sai, è per questo che odio quando qualcuno mi tocca, ho paura e sono terrorizzata di rivivere quei momenti…- sussurrò ancora, guardando la Fata negli occhi e cercando un po’ di conforto, che non tardò arrivare.

Evergreen non ci pensò due volte ad avvicinarsi a Michiko e ad abbracciarla, fregandosene del fatto che odiava il contatto fisico; doveva capire che a Fairy Tail nessuno le avrebbe fatto del male e che poteva stare tranquilla.

Michiko era sorpresa, si aspettava di tutto ma non che Evergreen l’abbracciasse in quel modo. Non era spaventata, prima di tutto lei era una donna e poi, dentro di sé, sentì quel calore e quell’affetto che nessuno le aveva mai dato: quell’abbraccio era un contatto diverso rispetto a ciò che aveva sempre provato e capì anche che se quell’abbraccio fosse venuto da Bixlow, da Freed o da Laxus non sarebbe stato diverso.

Loro le volevano bene.

-Sai… non sei l’unica che lo aveva capito, Freed ieri sera mi ha detto che qualsiasi cosa mi fosse successa, qua non sarebbe ricapitata, io ho voluto credergli e gli credo tutt’ora- confessò la ragazza, mentre le lacrime, ormai desiderose di uscire, le cadevano dagli occhi.

-Freed ha ragione, nessuno ti farà più del male in quel modo- le rispose la Fata, staccandosi da lei e sorridendole.

-Un’ultima cosa…- sospirò Michiko, guardando la maga davanti a lei.

-Dimmi- la spronò subito la Fata, facendole capire che le era vicina.

-A Freed non ho detto niente, sei la prima a saperlo… per favore, vorrei rimanesse una cosa tra di noi- spiegò Michiko, che era ancora pienamente segnata da quella storia e non voleva che si sapesse in giro tanto facilmente.

-Non ti preoccupare- le rispose Evergreen, sorridendole ancora.

Michiko a quel punto capì che di lei ci si poteva fidare: aveva trovato un’amica, la prima persona di tutta la sua vita che le era stata vicina, con cui aveva condiviso quel momento brutto e che si era dimostrata a sua disposizione nell’aiutarla a superare quella terribile parte della sua vita.

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

 

Ed eccoci alla fine di questo capitolo! Ringrazio come sempre quelli che leggono e recensiscono e che hanno messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate!

Ci si rilegge al prossimo! ^^

 

_Michiko_

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Capitolo 11
*** Quel sussurro ***


QUEL SUSSURRO

 

 

 

 

 

 

-Siete tornate finalmente!- esclamò Bixlow, non appena vide Evergreen e Michiko di ritorno dal fiume dopo il loro bagno.

Freed colse l’occasione per riscrivere le rune ora che la ragazza era più vicino a lui e si fermò a guardarla per qualche secondo: la maga della luce sembrava più rilassata e tranquilla, Evergreen aveva fatto sicuramente qualcosa. Michiko infatti si sentiva più serena: in cuor suo sapeva che aveva fatto bene a raccontare cosa le era successo in passato, aveva capito che poteva contare sulla Fata e un grosso peso le si era tolto dallo stomaco.

-È pronta la cena!- intervenne questa volta Laxus, mentre indicava del pesce che avevano fatto arrosto. Le due maghe si sedettero attorno al fuoco e tutti insieme si gustarono la cena attorno al fuocherello crepitante.

 

I maghi consumarono il loro pasto tranquillamente e poi cominciarono a parlare. Michiko era rimasta in disparte ascoltando i quattro discutere di vecchie missioni quando Bixlow la fece intervenire nel discorso.

-Ehi! Sai che Freed ha tolto le rune quando sei andata a fare il bagno?- domandò il mago delle anime, sorridendo.

Freed si girò verso di lui sbarrando gli occhi, perché era andato a dire una cosa del genere? Almeno l’avrebbe potuto fare una seconda e anche una terza volta, ma ora che la ragazza lo sapeva non poteva più lasciarla allontanare da lui. Ma non soltanto lui fu sorpreso da quell’affermazione, anche Michiko si paralizzò sul posto. Il mago aveva tolto le rune, lei avrbbe potuto scappare! Almeno, era quello che voleva veramente fare?

-Perché glielo hai detto?- esclamò subito il mago delle rune, riprendendosi dalla sorpresa.

-Così- rispose Bixlow, alzando le spalle.

-Perché le hai tolte? Perché ti sei fidato?- domandò con tranquillità Michiko, scrutandolo attentamente negli occhi.

Lui la guardò per qualche istante.

-Beh, non sapevi che le avevo tolte, quindi, convinta che c’erano ancora, non saresti andata da nessuna parte- rispose brevemente lui, guardandola a sua volta.

-E se io me ne fossi accorta e fossi andata via?- chiese ancora la maga della luce, attendendo la sua risposta, che non tardò ad arrivare.

-Perché avresti dovuto farlo? Stai bene con noi, no?- spiegò tranquillo.

Colpita e affondata.

Michiko si sentiva così. Anche se lo avesse saputo sarebbe scappata veramente? Perfino ora, che finalmente aveva trovato protezione, insieme a quei maghi che l’avevano accolta senza guardare a ciò che aveva fatto in passato?

La maga della luce non disse niente, sospirò e abbassò lo sguardo. Freed sorrise soddisfatto.

-Ehi, sai una cosa Michiko?- la chiamò di nuovo Bixlow e la ragazza alzò lo sguardo, lasciando indietro per qualche secondo i suoi pensieri. Cosa aveva da dirle ancora?

-Uhm?- rispose lei, guardandolo indifferente.

-Ricordi quando hai riscritto le rune per scappare, no?- le domandò, tirando fuori la lingua.

-Scappare! Scappare!- fecero eco le sue bambole che cominciarono a svolazzare attorno alla ragazza e lei si spostò un pochino, scacciandole con la mano, come se fossero mosche.

-Certo che mi ricordo!- sbuffò lei. Che domande le faceva? Non poteva di certo dimenticare un giorno del genere, il giorno in cui stava per andarsene da Fairy Tail. Il solo ricordo le fece rimpiangere di aver deciso di andare a sconfiggere i mostri per dimostrare la forza della sua magia.

-Dovevi vedere la faccia che ha fatto Freed! Aveva gli occhi sbarrati! Sono rari i casi in cui qualcuno riesce a riscriverle!- esclamò scoppiando a ridere e guardando il diretto interessato non tanto felice di quella uscita fatta dal suo compagno. Freed si appuntò mentalmente di fare una bella chiacchierata con il mago delle anime; quella sera sembrava volesse prendersi gioco di lui.

Michiko restò per qualche secondo a guardare Bixlow e poi girò i suoi occhi verso Freed, si immaginò mentalmente la scena. Sorprenderli era veramente quello che aveva desiderato fare e fu felice di sapere che era riuscita nel suo intento.

E a quel punto non le restò da fare altro che sorridere, sorridere compiaciuta e divertita per l’espressione di Freed che aveva immaginato.

E quella fu la prima volta che sorrise davanti a loro.

E una prima volta non passa mai inosservata!

-Hai sorriso!- esclamò Bixlow, indicando la ragazza e continuando a sorridere.

-Sorriso! Sorriso!- esclamarono a loro volta le sue bambole in coro, girando attorno a Michiko mentre lei cercava di scacciarle e di nascondersi per l’imbarazzo. Non ci poteva credere nemmeno lei. Aveva sorriso veramente! Dopo quanto tempo? Settimane? Mesi? Anni? Tutto il tempo che era rimasta a Black Eye forse. Certo ogni tanto sorrideva per ciò che le azioni che compieva, ed erano sorrisi maligni i suoi, ma questo che le era scappato era stato un sorriso divertito, e forse le aveva fatto solo bene.

-Piantala! Io non ho sorriso!- esclamò in risposta la ragazza, cercando di negare il tutto anche se sentiva le sue guance completamente rosse dalla vergogna.

-Invece sì!- esclamò ancora il mago delle anime, puntandole il dito contro.

Michiko sbuffò sonoramente e poi si guardò intorno in cerca di qualcosa. Che cavolo! Quel mago non se ne stava zitto e lei aveva in mente un metodo per fargli chiudere la bocca.

La maga della luce prese un libro che aveva accanto a sé e glielo lanciò addosso, ringhiando qualcosa di sommesso e con il volto in un’espressione buffamente imbronciata. Bixlow lo schivò facilmente e poi si alzò, andandosi a sedere vicino a lei.

-Sei divertente quando ti arrabbi in questo modo!- esclamò, mettendole un braccio attorno e avvicinandola a sé, continuando a ridere.

Freed ed Evergreen, che avevano – chi in parte e chi completamente – appreso un lato del carattere di Michiko, guardarono sia Bixlow che la maga della luce con aria alquanto spaventata, aspettandosi qualsiasi reazione da parte della ragazza.

Michiko si sentì trascinare verso il mago delle anime: quel contatto per lei non era nuovo, dentro di sé cominciò ad avvertire la stessa sensazione di un tempo, ma poi le vennero subito in mente le parole sia di Freed che poi di Evergreen. Non doveva avere paura con loro, loro non le avrebbero fatto del male, loro l’avrebbero sempre protetta. Si calmò lentamente, lasciando distendere i muscoli che erano diventati rigidi dai pensieri terrificanti che aveva fatto e si lasciò trasportare da Bixlow, che la teneva stretta a sé e continuava a ridere. In fondo l’abbraccio di qualcuno non era poi così male, l’aveva sperimentato prima con Evergreen e ora con lui: si sentiva bene, la faceva stare bene e aveva capito che loro si erano veramente legati a lei per comportarsi in quel modo.

La ragazza sorrise ancora e poi si girò verso Bixlow.

-So che vuoi dirmi che sto ancora sorridendo, perciò non farlo! Lo sai e basta!- chiarì subito, evitando che il mago delle anime si prendesse ancora gioco di lei. Ok, si sentiva bene con loro, ma a certe cose ancora non era abituata e la facevano irritare.

Freed, Laxus ed Evergreen si sorrisero, forse Michiko si stava dando realmente una calmata e sarebbe anche rimasta con loro, senza voler più scappare.

 

Dopo un’oretta il buio scese sopra le loro teste, segno che la sera era ormai calata e la notte si stava lentamente avvicinando. Laxus, Bixlow ed Evergreen erano già andati a dormire, coricandosi vicino al fuocherello ancora crepitante che li teneva al caldo: la temperatura che la sera scendeva sempre di qualche grado. Freed aveva iniziato il turno di guardia e stava attento a qualsiasi rumore proveniente dal bosco mentre Michiko era rimasta sveglia a leggere uno dei suoi libri, aiutata da una sfera di luce che aveva creato per l’occorrenza.

Era da qualche minuto che però continuava a sbadigliare e decise che forse era meglio coricarsi e provare a dormire. Si alzò in piedi e stiracchiò sia gambe che braccia, poi si sfregò le ultime con l’aiuto delle mani, per farsi un po’ di caldo. La temperatura quella sera era scesa ulteriormente e mentre leggeva il suo libro non aveva fatto altro che fermarsi ad ogni pagina per fissare con avidità la giacca che aveva indosso Freed, il quale in quel momento le dava le spalle. La sera prima le era stata veramente di grande aiuto ed era rimasta al caldo tutta la notte; ora più la fissava e più la desiderava, ma purtroppo era ancora troppo orgogliosa per certe cose e non si sarebbe mai abbassata a chiedere la giacca al mago delle rune, piuttosto sarebbe congelata nel sonno.

-Vado a dormire- sussurrò poco dopo, attirando l’attenzione del mago che si girò verso di lei e la fissò per qualche secondo.

-Ok- rispose lui, mentre la sua attenzione fu attirata dalla sfera di luce di Michiko. La ragazza se ne accorse.

-Vuoi che la lasci?- domandò lei.

-Se non ti dispiace, non sarebbe male lasciarla, almeno possiamo vedere meglio se siamo sotto attacco- rispose lui. La ragazza lo guardò per qualche secondo e poi gli diede le spalle, per trovarsi un posto dove dormire.

-Michiko…- la chiamò dopo qualche secondo il mago, mentre lei era seduta a terra e si stava per coricare.

La ragazza lo guardò e gli fece cenno di parlare.

-Non stai dimenticando qualcosa?- le domandò Freed, alzandosi e avvicinandosi a lei.

La maga della luce rimase per qualche secondo a guardarlo; di cosa stava parlando?

-Sei ancora troppo orgogliosa, eh! Ogni tanto vedevo che mi fissavi e solo dopo ho capito che fissavi la mia giacca e non me, e poi ho visto che eri infreddolita- spiegò lui, levandosela e mettendola lentamente sulle spalle della ragazza. Lei non si mosse di un millimetro e lo lasciò fare. Si poteva fidare di lui, lo sapeva. E poi Freed aveva perfettamente colto nel segno i suoi pensieri, aveva desiderato tutta la sera di restare un po’ al caldo, ma che vergogna ora! Si era fatta scoprire in poco tempo.

-Grazie… - sospirò lei, guardando da un’altra parte e stringendosi nella giacca del mago. Che bel calduccio che sentiva, ne aveva proprio bisogno.

-Buonanotte- le disse Freed, ritornando alla sua postazione.

Michiko non rispose ma sorrise, serena e tranquilla, e chiuse gli occhi, addormentandosi in pochi minuti. Pensava che ora con loro stava bene, aveva passato una giornata tranquilla ed Evergreen l’aveva aiutata parecchio anche se con poco; tanti problemi se ne erano andati via facilmente. Ma lei però voleva ancora andarsene? La risposta a questa domanda ancora non la sapeva: da una netta maggioranza sull’andare via era passata a pensarci e ripensarci su e la risposta non era ancora arrivata.

 

Michiko provò a liberarsi ma i polsi erano legati stretti e dietro di sé, si trovava coricata su un pavimento freddo, le luci erano soffuse e l’ambiente non era per niente dei migliori. Era un luogo del tutto lugubre.

Si trovava in una stanza a Black Eye.

Si guardò intorno e trovò, a pochi metri da lei, Rufus che la guardava divertita, si accorse solo in quel momento che la guancia le faceva male, probabilmente l’aveva appena colpita e l’aveva fatta cadere. Bastardo. Gliel’avrebbe fatta pagare prima o poi.

-Lo sai che non devi nemmeno pensarci a scappare!- esclamò il biondo, guardandola dritta negli occhi e sbattendo un piede a terra.

Poi si avvicinò a lei e le prese i capelli, tirandoli e facendola alzare: gli occhi le bruciavano, voleva piangere, ma non gli avrebbe dato una tale soddisfazione. Rufus avvicinò il suo viso a quello della ragazza, fino a respirarle sulle labbra, e la scrutò per qualche secondo, dritto in quegli occhi che provavano solo paura e terrore; ma era di questo che lui si nutriva, del suo terrore.

Sorrise e la spintonò contro il letto, facendola cadere di pancia. Michiko affondò la testa tra le coperte; aveva iniziato a piangere, sentiva le sue lacrime amare sulle guance e cercò di asciugarle in qualche modo.

-Allora, che facciamo oggi?- domandò sarcastico Rufus, posizionandosi sopra di lei a cavalcioni.

Michiko sprofondò nel silenzio, non ne voleva più sapere di quella storia.

-Non hai idee? Vorrà dire che me le farò venire io!- esclamò dopo qualche secondo, facendola girare e guardandola negli occhi.

-Amo quando mi guardi così, terrore e odio nei tuoi occhi! Da quando sei entrata a Black Eye ti sei sempre data troppe arie, questa sarà per sempre la tua punizione!- affermò, avvicinandosi lentamente a lei e baciandola, Michiko non voleva cedere, serrava la sua bocca ma ben presto fu costretta ad arrendersi, mentre sentiva le mani di Rufus che si erano addentrate sotto la maglietta e le graffiavano la pancia. Ci sarebbero stati tanti lividi il giorno seguente, ne era sicura.

-Sai, mi è venuta un’idea!- esclamò ad un certo punto Rufus staccando il bacio e rimettendosi con la schiena dritta, tenendo ferme pure le mani.

La guardò per qualche istante e poi si avvicinò di nuovo a lei, andando lentamente verso il suo orecchio, per farle sentire bene ciò che aveva da dirle.

-Questo giorno mi piace, potremo andare ad un livello superiore del nostro rapporto, e tu sai cosa intendo…-  le sussurrò all’orecchio, mordendolo leggermente e Michiko ebbe veramente paura. Perché proprio a lei? Perché doveva finire così? Non ce la faceva più e cominciò a piangere, non le importava più niente se piangeva o meno davanti a lui, doveva farlo, voleva farlo. Voleva lasciar andare tutta la rabbia e il dolore che aveva in corpo mentre Rufus rideva di gusto vedendola disperata.

Poi sentì la mano del biondo che scendeva lentamente fino ad arrivare alla sua coscia, si insinuò sotto la gonna che portava e risalì, fino alla sua meta…

 

Michiko aprì gli occhi di scatto, era completamente sudata e respirava affannosamente.

Si guardò intorno, dov’era lui? Poi vide che era coricata sul fianco sinistro, davanti a lei c’era Evergreen che stava dormendo, e aveva addosso la giacca di Freed. Alzò gli occhi e vide la sua sfera di luce, quella che aveva lasciato prima di andare a dormire. Il cielo era ancora scuro, segno che era ancora notte.

Si mise a sedere e vide che alla sua destra c’era Freed che dormiva e più in là ancora Bixlow; si stava domandando dove fosse Laxus quando fu lui a parlare.

-Ti stavi agitando nel sonno- le disse, era appoggiato ad un tronco d’albero e la stava guardando.

La maga della luce rimase a pensare e focalizzare il tutto per qualche secondo: era con i maghi di Fairy Tail, Rufus non era lì con lei e non le aveva fatto niente, tutto ciò che aveva vissuto negli ultimi secondi era stato solo un sogno, o per meglio dire un incubo.

-Ho avuto un incubo…- sussurrò verso di lui e poi guardò per terra, passandosi una mano fra i capelli per cercare di riprendersi meglio.

Passò qualche minuto di completo silenzio: Michiko non se la sentiva di tornare a dormire subito, quelle immagini erano ancora vivide nella sua mente e aveva paura di rivederle se si fosse addormentata così presto, quindi decise di restare sveglia per un pochino e si andò a sedere poco distante da Laxus.

-Cosa hai visto nel tuo sogno?- le domandò Laxus, aveva visto che la ragazza era abbastanza scioccata.

Michiko si girò e lo guardò per qualche secondo, scrollò la testa in segno di negazione e abbassò lo sguardo, non ne avrebbe parlato con nessuno. Il Dragon Slayer di secondo livello lo capì subito e non insistette.

-Tu sei il nipote del Master, vero?- domandò qualche secondo dopo, per cambiare discorso.

-Si, perché?- domandò, curioso di capire perché Michiko gli aveva posto una domanda del genere.

-Allora devi essere quello più importante tra tutti i maghi, tutti ti porteranno rispetto come lo portano con il Master- rispose Michiko, senza sapere che sarebbe stata smentita poco dopo con una fragorosa risata di Laxus che per poco non svegliava gli altri tre che stavano dormendo.

-Non è divertente!- sbuffò la ragazza. Perché tutti ridevano a quello che diceva?

-Ti sbagli, non importa se sono il nipote del Master, mio nonno ci tratta tutti ugualmente e sono allo stesso livello degli altri. Sono uguale a te che sei appena arrivata e tu sei uguale agli altri- le spiegò Laxus, guardandola intensamente negli occhi.

-Guarda che io non faccio parte di Fairy Tail- sbuffò Michiko, mettendo le cose in chiaro.

-Però hai il tatuaggio- rispose lui, alzando le spalle.

-Quello non l’ho voluto io!- esclamò la ragazza a vocd molto alta; ora era lei che stava rischiando di svegliare gli altri.

-Come vuoi, tanto so che rimarrai con noi- sospirò lui, appoggiando il mento alla propria mano destra e fissando il fuoco crepitante.

-Uff… torno a dormire!- affermò, guardandolo di sottecchi per qualche secondo e coricandosi. Quella discussione l’aveva un pochino infastidita ma almeno le aveva fatto cancellare dalla testa il sogno che aveva fatto poco prima e riuscì ad addormentarsi tranquilla, senza particolari pensieri.

 

Passarono in fretta due settimane e i mostri della foresta furono sconfitti tutti; nel frattempo Michiko si era legata particolarmente a loro e più si avvicinava il giorno in cui sarebbero tornati a Fairy Tail, più i suoi pensieri si aggrovigliavano.

Non sapeva più che fare.

Ora si trovavano sul treno, ancora un paio d’ore e sarebbero tornati a Magnolia; la maga della luce aveva passato gran parte della prima metà del viaggio seduta a leggere un libro, sperando di pensare ad altro, ma non ce la fece; ben presto si era alzata e aveva fatto un giro sul vagone del treno, poi era ritornata davanti al loro scompartimento e gli aveva voltato le spalle, perdendo il suo sguardo fuori dal finestrino mentre la sua testa era ricolma di pensieri.

Sospirò pesantemente, cosa doveva fare ora?

Si voltò per qualche secondo a guardare i maghi che erano dietro di lei, gli stessi con cui aveva passato le ultime due settimane: da una parte lei desiderava stare da sola, ma dall’altra non voleva per niente lasciarli, sentiva che finalmente aveva trovato dei veri compagni di gilda.

Ripensò ai momenti passati con loro e a quello che le avevano insegnato.

Con Evergreen aveva condiviso uno dei suoi segreti più grandi e sapeva che la Fata non lo sarebbe andata a raccontare a nessuno. Si era subito fidata di lei perché le aveva lasciato i suoi spazi e i suoi tempi per ambientarsi pian piano, era riuscita a capirla fin da subito, come forse nessun altro era riuscito a fare prima d’ora. Anche Freed era riuscito a capire che a Black Eye qualcosa era successo e con poche parole era riuscito a tranquillizzarla. Inoltre gli bastava uno sguardo per comprenderla: ogni sera vedeva sempre che lei aveva freddo e le donava la sua giacca, era una persona tranquilla e si fidava di lui. Odiava ancora le sue rune da un certo punto di vista, però sapeva che le avrebbe ben presto tolte e forse metà delle loro discussioni, ovviamente su di esse, sarebbero scomparse. Poi c’era Laxus, che non era una persona di tante parole, ma da quel poco che aveva capito era un mago su cui si poteva fare tranquillamente affidamento e per di più era anche molto forte, lo aveva provato sulla sua pelle. In testa invece le riecheggiavano ancora le sue parole dette la notte in cui aveva fatto quell’incubo: non importava se lei era appena arrivata, aveva la stessa importanza di tutti gli altri. Infine c’era Bixlow, la rallegrava e lo aveva trovato una persona divertente, più volte aveva sorriso grazie a lui e una volta era pure scoppiata a ridere, per la prima volta dopo anni e anni e il merito era tutto suo.

Anzi, a tutti loro quattro doveva un grazie per quello che avevano fatto per lei.

Fece ancora un bilancio generale dei suoi pensieri, ponderò perfettamente le sue due scelte e arrivò alla sua conclusione.

Finalmente aveva trovato una risposta.

Tornò a sedersi dentro lo scompartimento. Freed la guardò per qualche secondo e le sorrise, lei ricambiò il gesto e subito dopo si mise a guardare fuori dal finestrino. Negli ultimi giorni i maghi non avevano più parlato della sua scelta, avevano capito perfettamente che era lei e solo lei che ci doveva pensare attentamente e nessuno di loro l’avrebbe potuta aiutare. Anche in quell’ambito, Michiko capì che si erano dimostrati veramente all’altezza di capirla.

I suoi occhi si persero tra il verde del paesaggio che passava velocemente davanti a sé, contenta finalmente, di essere arrivata a quella scelta.

Ne era più che sicura e non ne sarebbe rimasta delusa.

 

I cinque maghi rientrarono alla gilda e la trovarono come al solito sottosopra: giusto in quel momento era in corso una delle solite risse scaturite dal Dragon Slayer di fuoco e dal mago del ghiaccio.

-Siamo tornati!- esclamò Bixlow, richiamando l’attenzione di pochi, tra cui il Master che si avvicinò a loro insieme a Mirajane.

-Come è andata la missione?- domandò l’albina, sorridendo come era solita fare.

-Ci spiegherete i dettagli più tardi, ora abbiamo un’altra questione- disse il Master, rivolgendo il suo sguardo a Michiko che era rimasta in disparte. Nel frattempo Erza aveva fatto cessare la rissa e tutti i maghi si erano riuniti intorno a loro, con gli occhi puntati sulla maga della luce, curiosi di sapere la sua scelta.

-Cosa ha deciso?- domandò Lucy, avvicinandosi al gruppo dei Raijinshuu.

-Non lo sappiamo ancora- rispose il mago delle anime, alzando le spalle.

Michiko si sentiva osservata, gli occhi di ogni singola persona in quella sala erano puntati su di lei, tutti aspettavano una sua mossa. Si sentiva leggermente in imbarazzo.

-Freed, togli pure le rune…- bisbigliò il Master, tenendo fede alla promessa fatta alla ragazza prima di partire.

Passarono interminabili secondi, fin quando Freed non prese parola.

-Ora sei libera…- sussurrò Freed, volgendo il suo sguardo verso Michiko, nella speranza che la ragazza restasse con loro. In quegli ultimi giorni aveva visto che si era avvicinata un po’ di più, ma non aveva mai fatto capire la sua scelta e loro non le avevano mai chiesto niente. Era lei che doveva decidere e non doveva essere costretta.

Michiko alzò lo sguardo da terra e guardò i maghi con cui aveva passato le ultime due settimane; li scrutò uno ad uno, non lasciando trasparire nessuna emozione. Loro invece la guardavano desiderosi di sapere la sua scelta e speranzosi che lei avesse deciso di restare a Fairy Tail.

Ma pochi secondi dopo Michiko scomparve dalla loro vista con uno dei suoi scatti.

Nella grande sala di Fairy Tail si alzò un brusio generale, i maghi si guardarono intorno, ma di lei non c’era nessuna traccia: era scomparsa.

Laxus e i Raijinshuu nel frattempo si guardarono un secondo, ancora sorpresi.

Lo avevano sentito.

La maga della luce prima di scomparire era passata vicino a loro con la sua velocità e aveva sussurrato un “Grazie” a ognuno di loro.

Si sorrisero, anche se lei era andata via per sempre.

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

 

Eccomi con l'aggiornamento settimanale! Scusate il mancato aggiornamento di Lunedì scorso ma la mia cara beta Lenny non ha potuto guardarmi il capitolo in tempo e ora ci tengo veramente tanto a ringraziarla per avermelo fornito per questo aggiornamento, nonostante anche le feste e le sue cose da fare. Grazie Lenny <3

Beh... non ho molto da dire, il finale parla da sé, Michiko è andata via.

Tornerà? Non tornerà? Ditemi voi!

Ringrazio come sempre tutti voi che leggete. Tantissimi auguri di buon anno! Ci si rivede nel 2014!

 

_Michiko_

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Capitolo 12
*** Nessun ricordo ***


NESSUN RICORDO

 

 

 

 

A Fairy Tail era una giornata abbastanza tranquilla, nessuna rissa in corso; Natsu si stava annoiando seduto vicino ad Happy che stava mangiando un bel pesce, controllato ogni secondo da Erza. L’ultima rissa che il rosato aveva causato aveva fatto fare una brutta fine alla torta alle fragole della maga dai capelli scarlatti; per questo lei lo teneva d’occhio da qualche giorno, impedendogli di combinare altri disastri.

Lucy era divertita da questo: era strano vedere il suo compagno di Team così calmo e perciò ogni tanto andava a punzecchiarlo, mentre per il resto della giornata se ne stava insieme a Levy, commentando l’ultimo racconto che aveva appena finito di scrivere.

Mirajane era dietro al bancone del bar che sorrideva alla vista di quello spettacolo. Erano veramente rare le volte in cui si poteva vedere Natsu così calmo e tenuto tranquillo solo da uno sguardo di Titania; almeno per un po’ pure lei sarebbe stata tranquilla, invece di dover ripulire sempre la gilda dai disastri che gli altri combinavano durante le quotidiane risse. Fece passare il suo sguardo sugli altri tavoli della grande sala: tutti i maghi erano felici e si stavano divertendo come al solito, a quella vista anche lei era felice. Poi posò lo sguardo su un tavolo messo un po’ disparte, a cui erano seduti quattro maghi, e sospirò, mentre il suo cuore si riempiva di tristezza: li poteva capire.

Poteva comprenderli bene perché anche a lei era mancata una persona per tanto tempo.

Erano già passati quattro giorni da quando Michiko era andata via, ma Laxus e i Raijinshuu pensavano ancora a lei, e come non potevano farlo? Avevano passato due settimane in missione praticamente sempre insieme e pian piano avevano imparato a conoscere lei e le sue paure, e ora mancava tanto. Tra loro si erano chiesti come mai avesse deciso di andare via, capirono seguitando a parlarne di non aver sbagliato niente, le avevano dato tutto e anche lei aveva fatto capire che si trovava bene insieme a loro: allora perché se ne era andata, si continuavano a chiedere. Giunsero alla conclusione che magari, essendo sempre stata abituata alla solitudine, preferiva continuare per quella strada, però era difficile non pensare a lei.

Forse soltanto il tempo avrebbe cancellato pian piano il suo ricordo.

 

La giornata stava proseguendo in quel modo ed era ormai pomeriggio inoltrato quando la porta della gilda si spalancò di colpo, lasciando i presenti maghi sorpresi e a bocca ed occhi spalancati. Terminarono qualsiasi attività stessero facendo il quel momento per posare tutti il loro sguardo sulla figura in penombra sull’uscio della gilda.

Mirajane sorrise vistosamente, felice nel sentire già una diversa aria a Fairy Tail, poi guardò subito i quattro maghi che pochi minuti prima se ne stavano così tristi e ora invece sembravano sorpresi e increduli a quella vista. Ci avevano sperato così tanto!

Anche il Master sorrideva e dentro di sé un po’ si aspettava una svolta del genere.

Lei era tornata.

Michiko se ne stava sulla soglia della gilda di Fairy Tail illuminata sia dalla luce che veniva da fuori sia da quella della sala; tutti gli occhi dei maghi erano puntati su di lei. Portava a tracolla la sua consueta borsa mentre reggeva tra le mani due grossi borsoni, che sembravano abbastanza pesanti. Si guardò subito intorno senza far caso ai maghi stupiti che la guardavano: ne stava cercando quattro in particolare.

Quando li vide sorrise e con uno scatto fu davanti a loro, in piedi e vicino al loro tavolo.

-Tieni! Queste portamele nella mia stanza!- esclamò Michiko, buttando addosso a Freed le borse che aveva tra le mani, e poi si girò verso Bixlow.

-Avevi detto che se fossi restata a Fairy Tail avresti combattuto contro di me, cosa stiamo aspettando?- domandò sorridendo lei, con le mani sui fianchi e un’aria di sfida.

Era andata subito al dunque, senza aspettare domande dai presenti, cominciando a parlare e a chiedere come se non fosse successo nulla, come se quei quattro giorni per lei non fossero mai esistiti.

Ma non era propriamente così.

Non ebbe quasi nemmeno il tempo di finire la frase che Evergreen e Bixlow si buttarono addosso a lei, abbracciandola forte e stritolandola quasi: erano così felici che lei fosse tornata. Michiko si sentì soffocare da quel doppio abbraccio, ma ormai non aveva più paura di loro e di quando le andavano vicino. Certo, quello era stato veramente un abbraccio inaspettato, tuttavia ne fu felice; non ricordava quando era stata l’ultima volta che aveva provato un’emozione del genere in corpo. Sentiva un calore che le saliva dal cuore, sentiva che loro ci sarebbero sempre stati per lei e sentì anche un’altra cosa. Dalla reazione che Bixlow ed Evergreen avevano avuto, si rese conto di aver lasciato un vuoto dentro di loro, che meno male si era colmato dopo la sua ricomparsa a Fairy Tail.

I due maghi pian piano si staccarono, lasciando respirare di nuovo Michiko, mentre Freed si era alzato e si era avvicinato a lei, mettendole una mano sulla spalla.

-Siamo felici che tu sia ritornata- le sorrise e Michiko ricambiò, veramente felice. Posò poi il suo sguardo su Laxus, che era rimasto seduto sulla sedia e la stava guardando. Lui non era una persona di tante parole, le fece un cenno con la testa e lei sorrise.

Si rese conto che in quei quattro giorni anche loro le erano mancati tanto.

Ma Freed forse si sbagliava, lei non era mai andata via.

 

Neanche il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo che tutti i maghi di Fairy Tail si erano accalcati intorno a lei, felici di rivederla e curiosi di sapere dove fosse stata in quei giorni e soprattutto perché non avesse detto niente a nessuno.

-Michiko, ci devi delle spiegazioni- disse subito il Master, che si era accomodato sul tavolo dove prima i Raijinshuu erano seduti.

Michiko lo guardò per qualche secondo, lui sarebbe stato il suo nuovo Master. Molto meglio di Master Victor, ne era più che sicura.

-Beh, sono tornata per stare a Fairy Tail- rispose lei con le braccia incrociate mentre guardava per aria: era imbarazzata a dire una frase del genere. Aveva sempre detto di volersene andare e invece ora stava dicendo  loro che era tornata per restare. Una cosa che la metteva alquanto in imbarazzo.

Il Master sorrise vedendola in quel modo: lui aveva capito fin da subito che era una brava ragazza, doveva soltanto liberarsi della corazza che si era creata attorno per allontanare le persone.

-Cosa hai fatto in questi giorni?- domandò questa volta Mirajane, che intanto le aveva portato qualcosa da bere.

-Sono andata a prendere le mie cose- rispose lei, indicando i due borsoni che si era portata dietro, quelli che precedentemente aveva lanciato a Freed ordinando al mago di portarli nella sua camera.

-Vuol dire che sei tornata a Black Eye?- s’ intromise Lucy con gli occhi spalancati. Tra i maghi si alzò un leggero brusio.

-Non proprio- rispose lei, accennando ad un sorriso.

-Cosa vuol dire ‘non proprio’?- domandò questa volta Bixlow, scrutando la ragazza mentre le sue bambole svolazzavano intorno a lei. Evergreen rimase per qualche secondo a fissare negli occhi la ragazza, era impossibile per lei che fosse tornata a Black Eye, soprattutto dopo quello che le aveva raccontato.

Attese insieme agli altri la risposta.

-Beh… quando ho cominciato a sentire la voce dello spirito, che mi chiedeva di fare certe cose, ho capito che non sarei rimasta ancora a lungo a Black Eye, me lo sentivo… così pian piano, usando i miei scatti e non facendomi vedere da nessuno ho raccolto gran parte delle mie cose portandole in un posto segreto. Nel caso me ne fossi andata sarei potuta andarle a prendere in qualsiasi momento- spiegò lei, accennando ad un sorriso.

-Fammi capire, tu allora sei andata via senza dirci niente, ma avevi già deciso di restare a Fairy Tail?- domandò Evergreen mentre posizionava le braccia sui fianchi.

-Esatto…- sussurrò lei, leggermente rossa sulle guance mentre fissava il pavimento.

-Perché non ci hai detto niente?- domandò questa volta Freed. Perché lo aveva tenuto nascosto a tutti? Forse non si era ancora decisa al cento per cento? Eppure si fidava di loro, perché non gli aveva detto una cosa del genere ma anzi, aveva fatto credere a tutti di essere andata via?

-Si chiama sorpresa!- esclamò a questo punto lei, alzando lo sguardo e sorridendo vistosamente.

Ed era veramente una grande sorpresa per tutti i maghi di Fairy Tail.

-Festeggiamo allora!- gridò Natsu, alzando il pugno in aria, mentre dagli altri maghi si alzò un grosso boato.

-Il nostro scontro!- esclamò Michiko puntando il dito contro Bixlow, e lui le sorrise; come aveva promesso si sarebbe scontrato contro di lei.

-Rissa!- esclamò ancora Natsu mentre Erza cominciò a fulminarlo con gli occhi, ma ormai era troppo tardi e a Fairy Tail era già scoppiata una nuova baruffa che stava distruggendo praticamente tutto.

Michiko e Bixlow riuscirono a battersi da soli soltanto per qualche minuto: lo scontro era stato alla pari, Bixlow tentava di colpirla ma Michiko continuava ad usare i suoi scatti per avvicinarsi a lui e scagliare un attacco, ma poco dopo tra di loro era intervenuto anche Natsu che era stata scaraventato dalla loro parte da Gajeel, il quale non vedeva l’ora di battersi contro qualcuno.

Alla rissa si erano pure aggiunti Gray, che si era spogliato e si era dato subito da fare contro il Dragon Slayer di fuoco, Erza, che era stata coinvolta e aveva deciso di sfogare la sua rabbia per la torta alla fragola che non aveva potuto mangiare, Juvia, che aveva deciso di partecipare per difendere a qualsiasi costo il suo amato ‘Gray-sama’ e poi altri maghi coinvolti loro malgrado nella rissa.

 

La grande sala della gilda di Fairy Tail era stata ridotta di nuovo ad un colabrodo: metà dei maghi partecipanti era distesa a terra, completamente esausta, l’altra metà invece si stava curando dalle leggere ferite che aveva riportato. Una di queste era Michiko. La ragazza si era seduta sulla panca insieme a Freed, che non aveva partecipato alla rissa, e ora si stava facendo medicare e fasciare il lungo taglio che si era procurata sul braccio, a causa di un attacco di ghiaccio di Gray che l’aveva sfiorata ma l’aveva lo stesso tagliata.

-Mi fai male!- ringhiò Michiko, mentre guardava Freed che le passava il disinfettante.

-Stai ferma piuttosto!- ribattè lui, mentre cercava di fare al meglio il suo lavoro. Le era mancata, certo, ma già dal suo ritorno aveva procurato una rissa e si era pure fatta male. Bell’inizio.

Michiko sbuffò e si girò a guardare da un’altra parte, posando il suo sguardo sopra i suoi borsoni che erano ancora nella grande sala e che attendevano di essere portati in camera e sistemati.

-Dopo ti aiuto- le disse Freed, avendo colto appieno i pensieri della ragazza.

Michiko non rispose e nemmeno si girò a guardarlo, posizionò l’altro braccio sul tavolo e si appoggiò con la testa, attendendo che Freed finisse la fasciatura.

 

La maga della luce era nella stanza che le era stata data ai tempi in cui l’avevano portata via da Black Eye, aveva aperto una delle sue borse e aveva cominciato a togliere i suoi vestiti e ad appenderli uno per uno nel grosso armadio. Freed invece l’aveva aiutata solo a portare le borse fino in camera e poi era rimasto sulla sedia a guardarla mentre metteva a posto le sue cose.

-Hai portato via tutto da Black Eye?- le domandò, mentre sfogliava i libri che aveva la ragazza sulla scrivania.

-Quasi… ma non importa, va bene così, le cose più importanti sono qua!- rispose lei sorridendo e poi indicando la borsa ancora chiusa. Da quando era tornata aveva cominciato a sorridere molto più spesso.

-Cosa c’è in quella borsa?- domandò incuriosito Freed: perché Michiko l’aveva indicata in quel modo?

La ragazza lo guardò per qualche secondo e poi si avvicinò all’altra borsa, aprendola.

-In questi anni a Black Eye ho scritto tante cose: le missioni che svolgevo, quello che facevo in gilda, ho raccontato qualsiasi cosa…- poi la ragazza si fermò di colpo, come se un ricordo lontano le avesse affollato la mente. In quei quaderni aveva scritto pure ciò che le era capitato con Rufus, dal primo giorno in cui quella storia aveva avuto inizio.

Freed si accorse del cambiamento improvviso.

-Posso leggerli?- domandò, allungando una mano.

-No!- esclamò lei in un ringhio, avvicinando la borsa a sé. Nessuno doveva sapere ciò che le era successo. Li avrebbe nascosti bene e nessuno sarebbe mai potuto entrare nella sua stanza senza il suo permesso. Nessuno doveva trovare quei quaderni e leggerli. Nessuno poteva venire a conoscenza della sua sofferenza.

Il mago delle rune si era aspettato una reazione del genere e la collegò a quello che era già successo durante la missione; lei nascondeva qualcosa, le era successo qualcosa a Black Eye ma lo voleva tenere nascosto. Non chiese nient’altro al riguardo ma provò a cambiare argomento.

-Hai solo dei quaderni in quella borsa?- domandò Freed.

-No, quando uscivo per le missioni da sola compravo sempre tante cose che mi piacevano- rispose lei, risollevandosi un pochino. Tirò fuori tutti i quaderni dalla borsa e poi il restante contenuto lo rovesciò sul letto, lasciando cadere una marea colorata di braccialetti di tutti i tipi.

Freed sgranò gli occhi, sembravano centinaia.

-Adoro i bracciali e i braccialetti, li ho sempre amati, fin da quando ero bambina…- disse la ragazza, poi si fermò ancora di colpo, assumendo un espressione pensierosa -O almeno così credo…- aggiunse.

-Almeno credi?- domandò Freed, non avendo recepito appieno quella frase.

-Non ricordo niente della mia vita prima a Black Eye… ho un vuoto, forse ho perso la memoria- rispose lei, alzando le spalle indifferente.

-Hai perso la memoria? E ce lo vieni a dire solo ora?- esclamò Freed alzandosi di scatto dalla sedia. Diceva una cosa così importante con così tanta indifferenza?

-Stai calmo! Anche se ve lo avessi detto prima? Cosa cambiava?- rispose in fretta la ragazza, girandosi per guardarlo, sorpresa dalla sua reazione.

-Beh, non è bello che una persona non si ricordi niente del suo passato… e poi ti possiamo comunque aiutare!- le rispose Freed, calmandosi subito.

-Aiutare in che modo?- sbuffò lei, nessuno sarebbe stato in grado di aiutarla.

-Non hai mai provato a ricordare qualcosa del tuo passato?- le domandò il mago delle rune.

-Pensi che sia così stupida?- sbuffò la ragazza sedendosi sul letto.

Il mago delle rune la guardò senza proferire parola.

-Ci ho provato tante volte a ricordare, ma niente di niente, ricordo solo gli avvenimentida quando sono entrata a Black Eye in poi- spiegò la ragazza mentre Freed faceva attenzione ad ogni singola parola.

-Perché sei andata a Black Eye?- le domandò, curioso. Perché scegliere una gilda oscura?

Michiko si girò a guardarlo spaesata: bella domanda, perché c’era andata?

-Beh, perché volevo fare parte di una gilda… io non so, mi sono ritrovata a Black Eye. È strano ora che ci penso-rispose lei, con un’aria leggermente sconvolta.

-Non è che sono stati proprio quelli di Black Eye a farti perdere la memoria?- domandò diretto Freed, giusto al punto in cui voleva arrivare.

Michiko rimase a fissarlo per qualche secondo, non aveva mai pensato ad una cosa del genere. Sospirò e poi abbassò lo sguardo, mentre si torturava le mani.

-Non lo so…- bisbigliò intristita. Aveva provato tante volte a ricordare ma non c’era mai riuscita e ci aveva rinunciato. Tuttavia ora, dopo quella conversazione, forse aveva capito che non era tutto perduto, forse erano stati a Black Eye a farle perdere la memoria, forse c’era pure un modo per recuperarla. Lo sperava così tanto.

-Non pensiamoci adesso, poi parlerò con il Master di questa situazione, ti aiuteremo a ritrovare i tuoi ricordi- le sorrise Freed, avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla.

-Grazie…- sorrise Michiko, girandosi verso di lui per guardarlo negli occhi mentre lentamente alzava la sua mano per andare ad incontrare quella del mago posizionata sulla sua spalla. Fu un gesto istintivo, un gesto che sapeva si faceva tra veri compagni.

 

-Michiko, vieni a sederti con noi, ti va?- domandò Lucy che si era avvicinata alla ragazza seduta al piano superiore della gilda, con le gambe a penzoloni.

Era già tornata da qualche giorno e aveva cominciato a fare amicizia con altri maghi, però per la maggior parte del tempo le piaceva stare da sola seduta al piano superiore, mentre osservava gli altri. Voleva capire bene come si comportavano i suoi nuovi compagni di gilda e poi le piaceva avere dei momenti solo per lei.

La maga della luce si girò verso di lei e si alzò da terra. Aveva da poco fatto amicizia con la ragazza bionda e le altre e si trovava abbastanza bene, le chiedevano tante cose ed era piacevole parlare con loro. Era la prima volta che aveva così tante amiche ragazze con cui stare insieme: Ritsuko e Ryoko non l’avevano mai considerata minimamente e lei non aveva mai considerato loro. Ma ora era diverso, ora era a Fairy Tail.

La ragazza si andò ad accomodare vicino a Lucy che era seduta al tavolo con le altre ragazze; si unì a loro anche Evergreen che le aveva viste sedersi tutte insieme. Quando le ragazze si riunivano in quel modo c’era sempre da stare attenti, molti maghi le temevano, compresi i più forti.

-Stavamo parlando un po’, le mie carte hanno detto che Levy è innamorata, secondo te chi è il prescelto?- domandò Cana mentre sfogliava il suo mazzo, già ubriaca.

-Cana!- esclamò la piccola maga dai capelli blu completamente rossa in volto e con le mani in faccia per nascondersi.

-Levy-chan, perché mi nascondi una cosa del genere?- le domandò Lucy facendole un sorrisetto e dandole un paio di gomitate.

Levy sprofondò completamente nella vergogna.

-Allora, secondo te chi è Michiko?- domandò ancora Cana, mentre sorseggiava una bottiglia di birra.

Michiko aveva notato che ogni giorno le ragazze facevano qualche discorso strano, ovviamente senza farsi sentire dai ragazzi, e alla maga della luce questa cosa piaceva: si sentiva coinvolta in qualcosa e interveniva dicendo quello che aveva imparato durante il poco tempo che era stata a Fairy Tail.

-Beh è ovvio! Gajeel!- esclamò sorridendo e alzando un dito. Le ragazze prima guardarono lei e poi si girarono verso Levy che era completamente sprofondata sotto al tavolo dalla vergogna: come lo aveva capito lei che era a Fairy Tail da pochissimo? Era così evidente?

-Anche Juvia lo pensa!- esclamò Juvia, sedendosi meglio sulla sedia.

-Sei qui da poco ma penso tu abbia centrato in pieno!- esclamò Erza, complimentandosi con la ragazza.

-Beh è ovvio, come sono ovvie tante altre cose- rispose lei, alzando le spalle.

Le altre ragazze si girarono a guardarla con un punto interrogativo stampato in faccia.

-Che intendi?- domandò Lucy, alquanto spaventata da quell’affermazione.

-Stando sempre al secondo piano ad osservarvi ho capito tante cose- rispose lei, un po’ inquietata da tutti quegli sguardi.

-Che tipo di cose?- domandò questa volta Levy, che era sbucata da sotto al tavolo con la testa.

-Beh, durante la mia permanenza a Black Eye non ho mai visto nessun gesto di affetto o amore, quindi qua ho imparato a capire certe cose molto meglio di voi che ci siete sempre in mezzo- rispose, vantandosi un pochino di quella cosa.

-Ce le vuoi spiegare?- domandò Mirajane lentamente, mentre le altre non sapevano se essere curiose o spaventate da ciò che Michiko stava per dire.

-Certamente!- rispose lei sorridendo e poi si guardò intorno: da chi poteva iniziare?

-Lucy, tu hai un rapporto speciale con Natsu, voi due non ve ne accorgete ma sicuramente siete più di amici!- esclamò puntando il dito contro con la maga stellare, questa arrossì di colpo e cominciò a sprofondare sotto al tavolo.

-Levy, tu invece sei sempre felice quando Gajeel è al tuo fianco e spesso lo cerchi con lo sguardo, lui non lo dà tanto a vedere ma è felice anche lui di starti accanto- spiegò, mentre Levy seguiva Lucy per nascondersi dalla vergogna.

Diede un rapido sguardo alle altre ragazze: Erza e Cana invece le sembravano più legate ad un oggetto che ad una persona, la prima alle torte alle fragole mentre la seconda all’alcol.

Posò poi il suo sguardo sulla Fata.

-Evergreen, tu dici sempre di odiare Elfman ma invece è il contrario, e questa cosa non la penso solo io- disse, facendo riferimento ai suoi compagni di Team.

-Giuro che li ammazzo quei tre!- esclamò la Fata, convincendosi lentamente che questi pensieri glieli aveva messi sicuramente in testa Bixlow.

-E di Juvia hai notato qualcosa?- s’intromise a quel punto la maga dell’acqua, curiosa di sapere se Michiko aveva qualcosa da dire pure su di lei.

-Certamente! Tu sei completamente innamorata di Gray e lui… beh lui non lo so…- Michiko alzò le spalle: non era ancora riuscita a capire il comportamento del mago del ghiaccio nei confronti di Juvia.

Juvia si paralizzò sul posto, con gli occhi sbarrati e sbiancando. Possibile che il suo Gray-sama non l’amasse?

-Gray-sama! Dimostra a Michiko quanto mi ami!- urlò la maga dell’acqua attirando l’attenzione di tutti, mentre correva verso il suo Gray-sama.

Il mago del ghiaccio vide Juvia correre disperata verso di lui e saltargli addosso, ma si spostò all’ultimo, evitando di finire contro il pavimento. I due cominciarono a correre per la gilda, con Juvia che inseguiva Gray, urlando il suo disperato amore.

-Aspettate un secondo!- esclamò ad un certo punto Mirajane, con uno strano sorriso sulle labbra, attirando l’attenzione delle ragazze che erano prese a guardare la maga dell’acqua.

-Che c’è, Mira?- domandò Lucy, avendo paura della barista.

-Michiko, tu hai parlato di noi, perché invece non parli un po’ di te? Ci sarà qualcuno che ti interessa, no?- le domandò Mirajane, con un sorriso malvagio stampato in faccia.

-Esattamente!- esclamò Lucy, girandosi verso Michiko e cominciando a fissarla.

-Perché dovrei per forza essere interessata a qualcuno?- domandò la ragazza tranquillamente. Lei e l’amore erano una cosa completamente diversa. L’unica persona che si reputava il suo fidanzato la usava e basta, questo era un discorso completamente lontano da lei.

-Perché tutte le ragazze lo sono, dai, dicci chi è!- rispose Levy, sorridendo insieme alle altre che attendevano una risposta.

-Ripeto, non sono interessata a nessuno e questo è un discorso che non mi riguarda, non m’interessa stare con qualcuno, sto bene da sola- rispose lei, abbassando lo sguardo mentre le parole le scivolavano pesanti dalla bocca.

-Dai, chiudiamo qua il discorso, Michiko andiamo- s’intromise Evergreen prendendo per un braccio la ragazza e trascinandola via: aveva capito subito quali erano i sentimenti della maga della luce, meglio non indagare più del dovuto.

-Grazie…- sussurrò Michiko, guardando Evergreen che aveva capito come stava e l’aveva portata via. La Fata le sorrise e la portò al tavolo del suo Team.

-Che avete fatto di così chiassoso?- domandò Bixlow.

-Niente di particolare- rispose subito Evergreen, facendo chiudere in fretta il discorso. Meglio non sapere cosa fosse saltato fuori da quella strana conversazione che forse era meglio anche evitare di iniziare.

-Ah, devo darvi una cosa!- esclamò ad un certo punto Michiko, come risvegliatasi da quello stato in cui i ricordi l’avevano fatta cadere.

-Cosa?- domandò Bixlow incuriosito.

-Cosa? Cosa?- fecero eco le sue bambole.

-Ho questi braccialetti, ne ho a centinaia io, sono in segno di gratitudine per ciò che avete fatto per me. Grazie- sorrise per poi tirarli fuori dalla tasca della giacca che aveva indosso.

-Grazie!- esclamò Evergreen, prendendo quello che Michiko le stava porgendo, era composto con delle perline rosa e verde smeraldo.

-Forse per voi ragazzi non sarà chissà che cosa e non importa se lo indosserete o meno, mi basta sapere che lo avete- spiegò Michiko porgendone uno a Bixlow con tre cordoncini intrecciati tra il blu scuro e il nero, Laxus ne ricevette uno con i cordoncini intrecciati a spirale di colore tra il giallo e l’arancio mentre Freed ricevette quello con le pietrine blu e verdi che la ragazza aveva precedentemente comprato a Magnolia.

-Il mio e il tuo li ho presi insieme la prima volta che sono venuta a Magnolia a rubarvi il libro- spiegò la ragazza, sorridendo al mago delle rune. Aveva scelto proprio quello perché Freed l’aveva sempre aiutata e si era reso soprattutto disponibile per recuperare i suoi ricordi.

Evergreen e Bixlow si diedero uno sguardo d’intesa e la Fata ripensò a quel discorso tra ragazze fatto giusto qualche minuto prima.

Un giorno anche Michiko avrebbe trovato la risposta.

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:


Michiko è tornata! Doveva prendere giusto qualche cosa u.u Spero di avervi un po' stupito su questa cosa, alla fine si era affezionata a Fairy Tail e quindi non poteva andare via in quel modo, ma dall'altra parte voleva fargli una sorpresa come ha detto lei!

Ringrazio come sempre quelli che leggono la storia, quelli che l'hanno aggiunta tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto quelli che mi lasciano sempre una loro recensione!

Ci si rivede la prossima settimana con il nuovo capitolo! ^^


_Michiko_

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Capitolo 13
*** La sfida del Master ***


LA SFIDA DEL MASTER

 

 

 

 

 

 

Michiko era tornata a Fairy Tail da ormai un mesetto. La ragazza si era ambientata abbastanza bene, era andata in missione con i Raijinshuu e qualche volta pure da sola, giusto per avere un po’ di autonomia. Anche se ora si trovava bene in compagnia, ogni tanto aveva bisogno di stare qualche momento da sola, infatti quando stava alla gilda passava gran parte del suo tempo seduta al piano di sopra a guardare i maghi nella grande sala. Si recava giù solo ogni tanto quando vedeva che si stava creando una bella rissa o quando qualcuno la andava a chiamare. Rare volte scendeva di sua volontà e lo faceva solo per andare ad accomodarsi vicino a quelli che ormai erano diventati i suoi compagni di Team.

 

Anche quel giorno era iniziata la solita rissa scaturita da un litigio tra il Dragon Slayer di fuoco e il mago di ghiaccio. Avevano iniziato ad insultarsi per una buona decina di minuti e poi erano passati alle mani, come erano soliti fare, e avevano coinvolto altri poveri maghi che non c’entravano nulla, mentre altri si erano aggiunti alla rissa solo per far confusione; una di queste era Michiko. Lei non provocava mai le risse, però era sempre la prima che vi si aggiungeva; più che altro lo faceva ancora per qualche vecchio residuo di vendetta nei confronti dei maghi di Fairy Tail e anche per mettere in mostra il suo potere ed allenarsi con i maghi più forti della gilda.

Michiko se la cavava bene: ogni tanto usciva con qualche ferita, come era successo la prima volta, ma non le importava più di tanto, tutto le guariva nel giro di qualche giorno. E poi c’era sempre qualcuno che era subito pronto a medicarla e a sgridarla per aver partecipato alla consueta rissa ed essersi fatta male come sempre. Quel qualcuno era ovviamente Freed.

Tra i suoi compagni di Team lui era quello che si preoccupava maggiormente di lei, cercava sempre di farla stare lontano dai guai e ogni volta che andava in missione da sola aveva il timore che lei potesse non tornare più a Fairy Tail. Da quando poi la ragazza gli aveva confidato di non ricordare il suo passato, si era preso subito la premura di andare a parlare con il Master, cercando ovviamente di mantenere segreta la cosa per il rispetto della maga della luce. Il Master aveva riflettuto per un po’ sulla cosa e infine aveva deciso di incaricare lui e Levy, esperti e amanti della lettura, di fare delle ricerche su qualsiasi tipo di strumentazione che potesse aver fatto perdere la memoria a Michiko.

Ma dopo un mese non c’erano stati ancora risultati.

-Ora basta!- tuonò il Master che pian piano aveva ingigantito il proprio corpo grazie alla sua magia, stando in piedi davanti al bancone.

Tutti i maghi si fermarono impauriti all’urlo del Master, che sembrava veramente arrabbiato.

Michiko fece uno scatto e si andò a nascondere vicino a Freed ed Evergreen, arpionandosi alla giacca del mago.

-Ve la siete cercata…- le sussurrò lui, girandosi verso di lei. Michiko mugugnò qualcosa di incomprensibile e poi si girò impaurita verso il Master. Era la seconda volta che vedeva il Master di Fairy Tail così arrabbiato, la prima volta l’aveva visto quando aveva usato la Fairy Law su Black Eye.

-Master! Non sia così arrabbiato!- esclamò Natsu, facendo mille inchini davanti a lui, a lui si avvicinarono pure Gray e Gajeel.

-Riducete sempre la gilda ad colabrodo!- esclamò ancora, senza voler accettare scuse.

-Ci dispiace, è solo che, questo ghiacciolo non capisce mai chi è il più forte!- si scusò ancora Natsu, indicando poi Gray.

-Cosa vuoi dire?! Sono ovviamente io il più forte!- esclamò in risposta Gray, girandosi verso di lui e fulminandolo con lo sguardo.

-Vogliamo vedere?- sogghignò il Dragon Slayer, preparandosi all’attacco, dimenticandosi completamente che il Master li aveva appena fermati e li stava rimproverando per le loro risse.

-Ci risiamo…- sbuffò Mirajane, mentre Erza colpiva sia uno che l’altro, mandandone uno da una parte della gilda e l’altro all’estremità opposta.

-Se volete così tanto decretare il migliore istituirò una gara!- esclamò Makarow, ritornando pian piano alle sue normali dimensioni e sedendosi comodamente sul bancone. Mirajane sorrise; ne stavano parlando da qualche giorno e insieme avevano stipulato le regole, ora era arrivato il momento di riferirlo a tutti.

-Una gara?- domandò Gajeel, curioso, mentre anche Michiko si fece più interessata al discorso. Sicuramente ci sarebbero stati altri guai in vista.

-Io e Mirajane ne abbiamo discusso qualche giorno fa, istituiremo una gara a coppie per decretare i migliori maghi di Fairy Tail!- esclamò il Master, mentre un boato generale saliva dalla grande sala.

-Non vedo l’ora di partecipare! Sono tutto un fuoco!- esclamò Natsu, che si era ripreso e aveva iniziato a sputare il suo elemento.

-Perché a coppie? Deve essere solo uno il migliore!- domandò Gray, rialzatosi anche lui.

-Perché a Fairy Tail è importante il lavoro di squadra- rispose Mirajane, sorridendo vistosamente; anche lei non vedeva l’ora di partecipare e utilizzare un po’ la sua magia.

-La gara si terrà tra due giorni esatti e il territorio sarà tutta la grande foresta al confine di Magnolia, ogni coppia partirà da un punto preciso, si dovrà guadagnare da mangiare da sola e ogni volta che incontrerà un’altra coppia ci sarà uno scontro. La perdente verrà eliminata. L’ultima restante sarà considerata la vincitrice- spiegò in poche parole il Master.

-Quindi una gara ad eliminazione…  Interessante!- esclamò Erza, sorridendo.

-Vi piace l’idea?- sorrise il Master, felice di vedere i maghi di Fairy Tail divertiti.

-Non vedo l’ora!- esclamò Natsu, seguito dagli altri.

-Avete tempo fino a stasera per decidere le coppie e venire a comunicarmele- sorrise la barista, indicando un grande foglio appoggiato davanti a sé.

-Segnami pure da sola, non ho bisogno di nessuno!- esclamò Michiko, fiondandosi davanti alla maga del Satan Soul e sbattendo una mano sul foglio posto davanti a lei.

-Mi dispiace, abbiamo detto che il lavoro di squadra a Fairy Tail è importante- le sorrise lei.

-Ma io posso battere tutti gli altri da sola, non ho bisogno di nessuno!- affermò Michiko, cercando di usare un tono convincente e guardando Mirajane negli occhi.

-Mi dispiace, le regole sono regole e valgono per tutti- intervenne questa volta il Master.

Michiko sbuffò sonoramente: aveva tanta voglia di partecipare ma voleva farlo da sola, non in coppia! E poi con chi avrebbe potuto fare coppia? Chi sarebbe stato con lei? Si guardò intorno scrutando tutti i maghi e poi le venne in mente una cosa importante, che le fece decidere subito con chi stare in coppia.

Fece uno scatto e tornò di nuovo al suo tavolo, prese il polso a Freed e lo trascinò davanti a Mirajane.

-Ecco il mio compagno, ora puoi iscriverci, vero?- domandò Michiko, sorridendo.

-Certamente- sorrise l’albina, segnando la prima coppia della gara.

Freed rimase per qualche secondo senza parole, Michiko lo aveva preso così velocemente che non aveva nemmeno avuto il tempo di reagire e ora si era pure ritrovato iscritto a quella gara!

-Chi ti ha detto che io volevo partecipare?- domandò, leggermente irritato.

-Beh, perché non avresti voluto?- domandò Michiko, alzando le spalle.

-Mi hai mai visto partecipare ad una rissa?- sbuffò Freed, guardandola annoiato negli occhi -E poi, perché hai scelto proprio me?- chiese ancora, curioso di sapere almeno il motivo della sua scelta.

La maga restò a guardarlo per qualche secondo, senza avere una risposta precisa.

-Beh ecco…- Michiko abbassò lo sguardo torturandosi le mani -Mi fasci sempre le ferite dopo le risse, sicuramente avrò bisogno del tuo aiuto anche nella gara- spiegò la ragazza, alzando lentamente lo sguardo e incontrando gli occhi blu di Freed, che le stava sorridendo.

Michiko tirò mentalmente un sospiro di sollievo, l’aveva bevuta! La sua scusa era stata perfetta, non poteva sicuramente dirgli che lo aveva scelto per fare in modo di non scontrarsi con lui e soprattutto con le sue rune! Lo ammise a se stessa, era stata un po’ cattiva.

 

Le altre coppie furono decise prima di sera. Michiko aveva passato metà della giornata a convincere Bixlow a partecipare insieme a Laxus ed era andati a iscriverli senza nemmeno aspettare il loro consenso; per fortuna i due non la presero nemmeno tanto male. Anche loro avevano voglia di confrontarsi con i loro compagni.

Evergreen, lasciata sola dal suo Team, aveva ripiegato cedendo agli inviti di Elfman, che voleva partecipare alla gara a tutti i costi per far vedere agli altri quanto fosse uomo. Natsu si era subito iscritto insieme ad Happy, stessa cosa fece Gajeel con Lily. Gray si ritrovò costretto a partecipare insieme a Lluvia; non che la cosa gli dispiacesse, ma si era ritrovato iscritto come era successo a Freed. Lluvia non gliene aveva nemmeno parlato, era andata diretta da Mirajane come aveva fatto poco prima la maga della luce.

Lucy fu convinta da Natsu a partecipare, e la maga degli spiriti stellari convinse la sua amica Levy ad iscriversi con lei; sapevano entrambe che non ci sarebbe stato scampo in mezzo a tutti quei mostri ma decisero che sarebbe stato divertente partecipare e affinare i loro poteri.

Mirajane, che desiderava tanto partecipare, decise di iscriversi con la sorella Lisanna, la quale non era tanto contenta ma decise di partecipare ugualmente come sua sorella e suo fratello. L’ultima coppia ad iscriversi fu quella formata da Erza e Wendy: la prima voleva a tutti i costi partecipare ma non aveva trovato nessun compagno a cui chiedere, quindi pensò di fare la sua proposta alla piccola Dragon Slayer, che decise di partecipare per aiutare l’amica anche senza il consenso di Charle, la quale non approvava per niente la sua scelta.

 

Il giorno seguente i membri della gilda erano in fremito per via della gara che sarebbe iniziata l’indomani: tutti avevano già voglia di combattere, però il Master li aveva obbligati a non far scoppiare nessuna rissa almeno quel giorno, altrimenti avrebbe annullato la gara e la sua ira sarebbe ricaduta sui poveri maghi. Questi, sentendosi minacciati, stavano cercando di restare tranquilli almeno per un giorno, consapevoli che di lì a poco avrebbero potuto sfogarsi come meglio credevano.

Michiko era rimasta tutto il giorno seduta  al piano superiore a guardare i maghi al piano inferiore, pensando alla gara e al fatto che avrebbe passato parecchi giorni insieme al mago delle rune. Sul momento non c’aveva pensato, desiderosa com’era di iscriversi e di non aver contro le sue rune, però ora si rendeva conto che sarebbe stata per un lungo periodo insieme ad una persona del sesso opposto. I ricordi la portarono subito a pensare a Rufus e a quando stava da sola con lui, ma cercò di scacciarli via in fretta: Freed non era come lui, si era dimostrato gentile e disposto sempre ad aiutarla. Certo, non avevano avuto un bell’inizio quando la confinava obbligatoriamente in un posto con le rune, però poi si erano avvicinati lentamente e ora si fidava di lui. Forse era pure felice di passare del tempo insieme a lui e soprattutto di restare da sola con lui.

Lo guardò per qualche istante, sorridendo impercettibilmente, le sue guance presero un pochino di colore e il cuore le cominciò a battere più velocemente. Si mise una mano sul petto.

No. Perché aveva questa sensazione? Che cosa le stava succedendo?

Passare troppo tempo con lui le aveva sicuramente fatto male e l’aveva indotta a fare strani pensieri, si disse che era meglio riprendersi un attimo.

Poi le venne in mente una cosa importante: era già pomeriggio e non aveva ancora discusso insieme a lui su cosa si sarebbero dovuti portare per la gara. Decise di andare a farlo in quel momento e in fretta si scordò dei suoi pensieri precedenti.

 

Freed, nel frattempo, era seduto ad un tavolo insieme al mago delle anime.

-Sai perché ha scelto proprio te? Michiko, intendo…- domandò Bixlow con lo sguardo rivolto verso Freed seduto al tavolo di fianco a lui. Aveva riflettuto tutta la notte sulla scelta di Michiko, che non gli quadrava per niente, e forse era riuscito a trovare pure una conclusione.

-Perché?- rispose il mago delle rune, curioso di sapere cos’avesse da dire il suo compagno. Michiko aveva già spiegato il suo motivo, cosa aveva mai pensato lui?

-Beh, perché così non potrai usare le tue rune su di lei... Ti dico un cosa... forse arriverà il giorno in cui lei stessa ti chiederà di usare le rune su di lei, capisci cosa intendo, vero? Sai, alle donne piace essere sottomesse!- rise Bixlow, incrociando le braccia e continuando ad annuire con la sua testa, orgoglioso di quello che aveva appena detto.

Freed invece si girò verso di lui con gli occhi sbarrati e il viso sbiancato. Certe volte il suo compagno di Team faceva delle affermazioni che non si capiva da dove potesse averle tirate fuori.

Bixlow però non stette più di tanto ad atteggiarsi, in quanto velocemente si ritrovò Michiko alle spalle che gli diede un sonoro ceffone in testa, facendogli sbattere la fronte contro il tavolo.

Come si permetteva di dire una cosa del genere?! Essere sottomessa? Lei aveva già sperimentato cosa potesse voler dire essere sottomessa e non l'avrebbe ripetuto per niente al mondo!

Questa cosa gliel'avrebbe fatta pagare, non le importava se Bixlow stava scherzando e non conosceva cosa avesse passato lei, si sarebbe vendicata.

-Non provare più a dire una cosa del genere, non provare nemmeno a pensarla!- sibilò lei mentre i suoi occhi grigio perla erano diventati neri come la pece. Le luci della gilda cominciarono ad affievolirsi mentre lei emanava un leggero flusso di magia -E tu, che non ti passi mai per la testa una cosa del genere, ci siamo capiti?- ringhiò guardando negli occhi Freed. I due maghi non ebbero nemmeno il tempo di reagire che Michiko scomparve come era arrivata con uno dei suoi scatti.

-Che ho detto di male? Stavo solo scherzando!- sbuffò Bixlow che, con qualche scheggia del tavolo ancora conficcata in testa, si era nuovamente messo seduto qualche secondo dopo l’allontanamento della maga.

Freed non rispose, ma si alzò e si diresse fuori. Bixlow aveva esagerato dicendo quelle cose, ma lei ancora di più, perché se l'era presa così tanto? Non aveva senso. Avrebbe dovuto capire che era tutto uno scherzo.

Il mago delle rune sapeva già dove trovare la ragazza. Ogni tanto, quando Michiko non stava a Fairy Tail, andava in un parco vicino e si dondolava sull'altalena che era appesa all'albero centrale. Più volte l'aveva vista lì, immersa nei suoi pensieri, senza badare alle persone intorno a lei.

Ed infatti lì la trovò.

-Cosa sei venuto a fare?- domandò bruscamente la ragazza, con lo sguardo abbassato mentre si dondolava leggermente.

-Perché sei andata via in quel modo? Bixlow stava solo scherzando- le rispose il mago, appoggiandosi all'albero dove era attaccata l'altalena.

-Non mi interessa se scherzava o meno, non doveva dire una cosa del genere!- rispose senza accettare repliche e senza alzare lo sguardo.

-Senti, cosa c'è che non va? Sicuramente è tutto collegato alle tue reazioni durante la nostra prima missione, un'altra persona non avrebbe reagito in quel modo- cercò di farla ragione Freed, avvicinandosi di qualche passo a lei.

-Non c'è niente che non va! Te lo metti in testa o no?- esclamò Michiko furiosa più che mai, girandosi verso di lui, Freed scorse i suoi occhi neri e quello sguardo cattivo che non vedeva da tanto tempo.

-Non faresti così se fosse tutto a posto! Sono più che sicuro che ti è successo qualcosa!- esclamò Freed, non volendo darla vinta alla ragazza, con i pugni serrati e le braccia lungo i fianchi.

-E anche se fosse?- esclamò Michiko, alzandosi davanti a lui e urlandogli addosso.

-Ti possiamo aiutare, lo sai, ma tu non pensi mai al fatto che noi ti possiamo aiutare!- le rispose il mago delle rune, provando a farla calmare.

Tuttavia per Michiko quello era veramente troppo.

-Mi potete aiutare?! Ma hai la minima idea di ciò che ho passato io?- urlò ancora, senza provare a calmarsi un secondo.

-No che non lo so se continui a tenerlo nascosto!- rispose a quel punto Freed, ormai esasperato.

-Vuoi veramente saperlo, eh?! Rufus usava il mio corpo a suo piacimento! Spero tu sappia cosa vuol dire, no? Ora capisci perché avevo paura quando mi toccavate? Capisci perché non voglio farti leggere i miei diari? Capisci perché ODIO la parola sottomettere?- urlò, con le lacrime agli occhi e cominciando a tremare. Freed rimase spiazzato da quella risposta e si pentì di essere andato così a fondo, forse non doveva chiedere più di tanto, forse avrebbe dovuto lasciarla stare, ma non poteva mai immaginarsi una cosa del genere. Vide la ragazza davanti a lui che si inginocchiava lentamente, in preda ai singhiozzi del pianto.

Il mago delle rune si chinò alla sua altezza e le prese le mani. Michiko aveva lo sguardo abbassato e non accennava per niente ad alzarlo, piangeva ancora e si stava sfogando. Come se quella fosse la prima volta.

-Mi dispiace... Senti, non volevo chiedertelo- le disse Freed, cercando le parole esatte in un momento del genere.

-Non ti preoccupare, prima o poi te lo avrei detto, avevi capito da tanto che nascondevo qualcosa- rispose Michiko, cercando di calmarsi, anche se le lacrime continuavano a scendere lentamente. Alla fine glielo aveva detto, si era confidata pure con lui. Forse era stato un bene, almeno si sarebbe sentita più tranquilla e magari Freed, consapevole di dover passare un lungo periodo insieme a lei, l’avrebbe messa pure a suo agio in certe cose.

-Non succederà più una cosa del genere ed eviterò anche che Bixlow se ne salti fuori con quei discorsi- le disse Freed, cercando il suo sguardo.

-Dovrei passarci sopra io... dovrei provare a cancellare quei ricordi...- disse la ragazza, mordendosi il labbro inferiore.

-Perché non ti sei mai ribellata? Perché non hai parlato con il Master?- le domandò il mago, curioso del perché la ragazza non avesse reagito.

-Al Master non importava più di tanto ciò che facevamo... e poi a Black Eye erano vietate le risse tra compagni, questo ha giocato a favore di Rufus, non potevo ribellarmi in nessun modo. Almeno non è mai arrivato a quel punto...- sospirò Michiko, colmando i dubbi del mago.

Freed annuì con la testa e poi si avvicinò ancora di più a lei, avvolgendo le braccia intorno al suo corpo e tirandola verso di sé, forse in un momento del genere non contavano tanto le parole ma i gesti. Michiko si lasciò trascinare da quel caldo abbraccio. Ne aveva così tanto bisogno.

-Hai paura?- domandò Freed, mentre la teneva stretta, passandole le sue mani sulla schiena, come a cercare di poterla tranquillizzare e di proteggerla. La testa della ragazza era tra il suo collo e la spalla, mentre teneva le braccia contro al suo petto, con le dita che gli stringevano la giacca rossa.

-No... io mi fido di te- sussurrò Michiko lasciandosi coccolare in quel caldo abbraccio. Aveva così tanto bisogno di qualcuno.

 

Il giorno dopo arrivò in fretta. Michiko si era svegliata stanca, quella sera era rimasta tutto il tempo sveglia a pensare e a piangere. Il ricordo di Rufus quel pomeriggio le aveva fatto male, tanto male, e raccontare cosa aveva passato ad un ragazzo era stato ancora più imbarazzante di quando lo aveva detto a Evergreen.

Quel giorno sarebbe iniziata pure la gara per decretare i migliori di Fairy Tail, ma la cosa non riusciva nemmeno più ad entusiasmarla; si era lasciata abbattere dai ricordi, dalla vergogna, da qualsiasi cosa potesse aver a che fare con quello che le aveva fatto passare Rufus.

Si trascinò svogliatamente nella grande sala, con a tracolla una borsa che si era preparata la sera prima. Natsu e gli altri stavano facendo un gran chiasso, se solo avesse potuto li avrebbe messi a tacere in un colpo solo, non era per niente giornata. Sbuffò e con la coda dell’occhio vide Bixlow che si stava avvicinando; sollevò lo sguardo verso il suo elmetto e quando capì che stava cercando proprio lei, la maga fece uno scatto e tornò a posizionarsi al secondo piano, non aveva proprio voglia di parlargli. Non dopo cosa aveva detto, considerando che poi lo riteneva la causa di averle fatto ricordare le brutte cose passate.

Bixlow restò a fissarla per qualche secondo, fino a quando non si sentì una mano sulla spalla. Si girò a guardare chi fosse e incrociò lo sguardo di Freed, che aveva chinato il capo muovendolo in segno di negazione, per fargli capire che era meglio lasciare stare la ragazza.

Il giorno prima, quando la maga era riuscita finalmente a calmarsi, erano rimasti a parlare per mettersi d’accordo sul giorno dopo, ma il mago aveva subito capito che in lei risiedeva ancora quel pensiero. Aveva  notato che le era rimasto lo sguardo perso e nei suoi occhi c’era ancora un velo di terrore. Sicuramente le serviva ancora un pochino per riprendersi e riprovare a mettere tutto da parte, considerando anche che il giorno prima si era pure arrabbiata parecchio sia con Bixlow che con lui, quindi la rabbia era stata ancora più forte e devastante.

Michiko era rimasta a guardarlo dal secondo piano e ringraziò mentalmente Freed per aver fermato il mago delle anime; lui ed Evergreen erano gli unici che riuscivano a capirla appieno. Le dispiaceva essere scappata via in quel modo, però non poteva fare altrimenti: troppi pensieri le affollavano la testa e non sarebbe riuscita a parlare con Bixlow senza avere una ricaduta, perché era sicura che lui le sarebbe andato a chiedere scusa per il giorno prima. Purtroppo però la mente di Michiko non era solo presa dal fatto del ricordo di Rufus, ma anche da un’altra cosa che aveva cercato tutta la sera di nascondere da qualche parte per evitare di pensarci, anche se purtroppo era stato difficile e ancora ora vagava nei suoi pensieri.

Il giorno prima, quando Freed l’aveva stretta tra le sue braccia, aveva sentito dentro di sé uno strano calore, il cuore aveva cominciato a batterle forte, troppo per i suoi gusti. Non tanto per la rabbia e lo sfogo ma per il fatto che Freed la teneva stretta a sé, che la stava abbracciando e le stava trasmettendo tranquillità. Non aveva mai provato una sensazione del genere e si chiese tutta la sera se era la stessa sensazione che provavano le altre ragazze quando stavano con la persona per cui provavano interesse.

Michiko però, sapeva anche che lei e l’amore, dopo ciò che aveva passato, erano due cose ben diverse e sarebbe stato difficile metterle insieme. Ma allora perché era felice quando stava con lui? Perché in certi momenti il cuore le batteva forte? Perché da un certo punto di vista era felice di passare del tempo con lui durante la gara?

C’erano poi tante altre domande che attendevano una risposta o che forse una risposta ce l’avevano già, ma lei non voleva ammetterlo per niente al mondo.

Si autoconvinse, quindi, che quel sentimento che provava era solo gratitudine perché lui l’aveva sempre aiutata, in qualsiasi cosa. Almeno sperava che quella fosse la risposta esatta, perché altri finali nella sua mente non erano per niente contemplati.

Si girò verso di lui, a scrutarlo negli occhi. Anche lui la stava guardando e quando i loro sguardi si incrociarono lui le sorrise e lei fece lo stesso, cancellando momentaneamente tutti i suoi pensieri.

Lo sapeva, era bastato così poco per farle dimenticare tutto quello che aveva appena pensato.

Sospirò pesantemente e decise di dirigersi di nuovo nella grande sala, sarebbero stati dei giorni veramente lunghi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

 

Ci tengo a ringraziare sempre tutti quelli che leggono e recensiscono, spero che pure questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Vedremo nei prossimi come si svolgerà questa sfida! ^^

Al prossimo!

 

 

_Michiko_

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Capitolo 14
*** La Lacryma nascosta ***


LA LACRYMA NASCOSTA

 

 

 

 

Tutti i partecipanti alla gara compreso il Master si erano recati in un punto prestabilito dove sarebbero state date le ultimissime regole per la grande sfida e si sarebbe potuti procedere alla partenza.

-Ragazzi, ascoltatemi bene!- intervenne il vecchietto, che si era messo in piedi su uno sgabello, portato lì per l’occasione, in modo da poter ricevere l’attenzione di tutti i maghi presenti.

I maghi si girarono verso di lui, impazienti di iniziare.

-Ciascuna coppia verrà fatta partire da un punto prestabilito, per incontrarvi ci vorrà più o meno una giornata di cammino se sarete fortunati- cominciò a spiegare.

-Ah, meno male! Un po’ di tranquillità almeno oggi!- sospirò Lucy, almeno quel giorno non ci sarebbero stati scontri.

-Mi dispiace deluderti, ma questa foresta è piena di mostri feroci che vorranno attaccarvi, non avrete sicuramente un attimo di pace!- sorrise divertito, pregustandosi già lo spettacolo dal suo personale Lacryma Vision.

La maga degli spiriti stellari, a quel punto, si andò a nascondere in un angolino, seguita da Levy che cercava di tirarle su il morale. Perché si erano iscritte? Erano state veramente così stupide?

-Come vi ho già detto ieri, l’ultima coppia sarà la vincitrice: avete domande?- continuò ancora il Master.

-Se una coppia si incontra e decide di allearsi?- intervenne Gray.

-Tutte e due le coppie, in quel caso, saranno squalificate- rispose prontamente il vecchietto.

-Se qualcuno viene ferito gravemente o vuole ritirarsi?- domandò questa volta Levy, capendo già come sarebbe andata la gara di lei e Lucy.

-Se la ferita è derivata da un mostro interverremo subito al meglio e la gara sarà sospesa, se la ferità è derivata da un combattimento contro un vostro compagno sarà il vostro compagno ad essere squalificato e la gara verrà comunque sospesa- spiegò ancora il Master.

-E per il ritiro?- domandò Lucy.

-Vi siete iscritti alla gara, perché ritirarsi? Il ritiro è severamente vietato!- esclamò il Master, assumendo un’espressione alquanto inquietante che fece indietreggiare parecchi metri sia Lucy che Levy.

-Non ci sono più domande?- domandò ancora guardandosi intorno.

I maghi risposero negativamente.

-Bene, che la sfida alla coppia più forte di Fairy Tail abbia inizio!- esclamò a quel punto, battendo le mani in aria, mentre si alzava un esulto generale.

 

Le coppie erano state divise e portate in luoghi lontani l’una dall'altra. Michiko aveva preso subito a camminare in una direzione del tutto casuale, seguita attentamente da Freed.

Il mago delle rune aveva subito capito che la ragazza era abbastanza scontrosa quel giorno; iniziavano veramente bene! La gara poi si basava pure sul lavoro di squadra, e capì subito che non ce ne sarebbe stato tanto, non quel giorno.

-Michiko, cosa c’è che non va?- provò a chiedere per l’ennesima volta il mago, ma ottenne solo un ringhio in risposta da parte della ragazza e lo accantonò insieme a tutti gli altri che aveva ricevuto quel giorno.

Parlare di quello che aveva non le andava? Bene. Avrebbero parlato di altro.

-C’è molto caldo, non ti pare?- provò a dire ancora, sbottonandosi parte della giacca: in effetti la temperatura in quella foresta era abbastanza elevata.

-Io non lo sento, spogliati un pochino- rispose acidamente senza neanche voltare le spalle.

Freed sospirò pesantemente. In fondo lei aveva pure ragione, aveva indosso solo una maglietta e dei pantaloncini, lo credeva bene che non sentiva caldo.

Beh, almeno aveva ricevuto una risposta, anche se non proprio cortese.

-Secondo te chi vincerà la gara?- domandò dopo qualche minuto Freed.

Michiko a quel punto sentì il sangue ribollirle nelle vene, si girò di scatto e lo prese per la camicia guardandolo dritto negli occhi, altamente irritata.

-Ma sei scemo o cosa?!- gli urlò contro, facendo spaventare tutti gli uccelli intorno a loro che volarono via dagli alberi in cui erano posati.

Freed restò paralizzato a fissarla.

-Ovvio che vinco io, no?!- esclamò ancora, continuandolo a fissare e senza mollare la presa dalla sua camicia.

-Vorrai dire noi…- le rispose Freed scrutandola attentamente.

Michiko sbuffò e lo lasciò andare, riprese subito il cammino quando sentì del rumore poco lontano e si fermò di scatto.

Sicuramente era un mostro che li aveva sentiti e ora voleva attaccarli.

-Interessante…- sussurrò la ragazza sorridendo e preparandosi al combattimento. Anche Freed posò le borse che teneva in mano e si preparò a lottare.

Dai cespugli comparve un grosso felino simile ad una pantera che tentò subito di attaccarli con i suoi artigli; li vedeva come due potenziali prede alquanto gustose, il suo pranzo.

-Stai atten…- Freed non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase per dire a Michiko di fare attenzione quando vide la ragazza scomparire e poi ricomparire vicino alla pantera con un arco di luce, che scagliò in fretta contro di essa dividendola a metà. Il felino esalò un ultimo guaito di dolore per poi stramazzare a terra, tagliato in due.

Freed rimase con gli occhi spalancati dallo stupore: era veramente questa la reale forza di Michiko quando era arrabbiata? La magia della luce arrivava fino a questo livello? Non l’aveva mai vista in quel modo, nemmeno quando si era scontrata con loro la prima volta che si erano visti. O era migliorata con il tempo, o quel giorno c’era veramente da starle lontano.

-Beh, possiamo andare!- esclamò la maga della luce voltandosi verso di lui mentre i suoi occhi da neri ritornavano grigi. Freed si riprese e ricominciò a seguirla.

 

Quella giornata andò avanti in quel modo: Freed aveva provato a parlarle, ma lei non dava segni di voler dialogare e dopo un po’ ci aveva rinunciato. A Michiko da una parte dispiaceva rispondergli in quel modo, però doveva stare distaccata da lui, altrimenti avrebbe iniziato di nuovo a fare strani pensieri su di lui e voleva tenerli ben lontani dalla sua mente. Quindi aveva deciso bene di cercare di allontanarlo.

Aveva passato tutto il pomeriggio a sfogare la sua rabbia e il suo nervosismo contro qualsiasi mostro che le capitava a tiro, dal più piccolo al più grande, e ora sentiva che la magia nel suo corpo scarseggiava. Ma poco le importava; doveva tenere la mente libera da quei pensieri a tutti i costi e avrebbe continuato a combattere fino a sera, fino a quando le sarebbe rimasto appena un briciolo di magia.

L’ennesimo mostro li attaccò senza preavviso e tutti e due schivarono il colpo. Freed si fece lontano, sapeva già che la ragazza avrebbe sistemato tutto e la lasciò fare. La maga della luce si scagliò subito contro di esso usando un arco di luce, non più della velocità dei primi. Il grosso rapace che li aveva attaccati si scansò e si preparò ad attaccare con il suo affilato becco. Volò in picchiata contro Michiko che parò il colpo con lo scudo di luce, ma per l’impatto volò poco distante andando a finire contro un albero. Si stava per riprendere, ma l’uccello cominciò a puntarla di nuovo; provò subito a difendersi con lo scudo, ma quando si accorse di non riuscirci a causa della poca magia che le era rimasta era già troppo tardi. Il becco affilato stava per colpirla.

Chiuse gli occhi per il terrore, mettendosi le braccia davanti alla faccia ma il colpo non arrivò mai.

Freed era intervenuto con la sua spada a salvarla e a mettere fine al combattimento.

Michiko lo guardò per qualche secondo, ringhiando più a se stessa che a lui per la frustrazione di non aver più magia in corpo: purtroppo la sua magia era molto potente e perciò si esauriva in fretta. Doveva allenarsi tanto e trovare il modo di farla durare più a lungo, sennò si sarebbe trovata sempre in difficoltà nelle sfide di resistenza come quella.

Tirò ancora qualche lungo respiro, cercando di riprendere fiato e poi, senza proferire parola, come se non fosse successo niente, ricominciò a camminare per la sua strada, sempre in silenzio.

E a quel punto Freed non riuscì a continuare a stare zitto.

-Ho capito che non hai voglia di parlare però potresti almeno ringraziarmi!- esclamò Freed guardando la ragazza che non gli aveva rivolto per niente la parola.

Michiko non era tranquilla, non lo era per niente. Provava e cercava in tutti i modi di stare calma ma non ci riusciva e ora, quando finalmente aveva trovato il modo di non pensare a lui, si era messo di nuovo a parlare, come quella mattina. Ricordandole la sua presenza, ricordandole che doveva stare attenta, ricordandole di ringraziarla, ricordandole qualsiasi cosa!

Michiko fermò la sua camminata e sbuffò sonoramente. Freed la raggiunse subito e si mise da parte a lei, guardandola.

-E ora perché ti sei fermata?- le domandò, attendendo impaziente una qualsiasi risposta o parola da parte della maga.

La maga della luce si girò lentamente verso di lui e rimase a fissarlo per qualche secondo negli occhi, senza dire una parola; a quel punto Freed si spazientì e sospirò, voltandosi dall’altra parte e irritato in volto. Ma mentre era di spalle non vide che la ragazza si era alzata sulle punte dei piedi e si era avvicinata lentamente  a lui, posandogli delicatamente un bacio sulla guancia.

Freed restò paralizzato a quel contatto, assunse un colorito più rosato del solito e non ebbe nemmeno il coraggio di girarsi verso di lei, da quanto quel gesto lo aveva sorpreso.

Michiko ghignò compiaciuta, non rendendosi ancora propriamente conto di ciò che aveva fatto, ma il suo inconscio aveva agito per lei e da una parte lo ringraziò, se avesse seguito la sua mente non avrebbe mai compiuto un gesto del genere. Cercò di riprendersi subito e tornò, pochi secondi dopo, la vecchia scontrosa Michiko che tutti conoscevano, ma che in realtà nascondeva un velato senso di dolcezza che era stato chiuso da qualche parte per via del suo passato e di tutto ciò che aveva dovuto subire.

-Su, ti basta come ringraziamento? Devi stare ancora lì impalato?- domandò, mentre aveva già ripreso il cammino.

Freed rimase ancora per qualche secondo a guardarla, sfiorandosi la guancia con le dita, poi gli venne una domanda spontanea.

-M-ma... ma ringrazi tutti in questo modo?-

Michiko sospirò e alzò la testa verso il cielo, guardando l'azzurro mischiato al bianco delle nuvole, pensando ad una risposta decente e che non la facesse sprofondare ancora nella vergogna.

Ma non ce la fece.

-No, è un trattamento che ho riservato solo a te-

Freed a quel punto sorrise, ma questo Michiko non lo potè mai vedere.

 

La sera arrivò in fretta. I mostri avevano di nuovo attaccato la coppia ma questa volta Michiko si era messa da parte e aveva lasciato fare tutto al mago. Non aveva quasi più flusso magico e doveva recuperarlo per il giorno dopo nel caso si fossero scontrarti con un’altra coppia della gara.

La maga della luce si era un po’ calmata e aveva ricominciato a parlare con Freed più tranquillamente, evitando anche di pensare al piccolo bacio sulla guancia che le era scappato.

 

Durante la notte aveva fatto parecchio caldo e quella mattina la temperatura era veramente alta. Michiko si era cambiata, indossando una maglietta ancora più aperta che le teneva scoperta pure la pancia, e poi si era accovacciata per terra a cercare di legarsi in testa tutti i suoi capelli azzurri.

Mentre lo faceva si girò verso Freed e cominciò a guardarlo; il mago era appoggiato ad un albero, aveva tolto la giacca rossa e ora si stava tirando su le maniche della camicia in parte slacciata, che lasciava intravedere il petto. Michiko lo fissava e senza accorgersene arrossì sulle guance. Freed si girò in quel momento, e lo sguardo della maga cambiò subito traiettoria, mentre lei si malediceva sia per i pensieri che stava facendo troppo spesso, sia perché il mago in questione l’aveva sicuramente beccata con un’espressione da ebete sul volto. Cominciò a fissare intensamente l’erba sul prato mentre ancora si sistemava i capelli.

Ma qualcosa non andava, si sentiva gli occhi di Freed puntati addosso.

Intimidita si girò lentamente verso di lui, scoprendo che la stava fissando intensamente.

-Qualcosa non va?- domandò a quel punto, mentre il cuore le batteva forte, non le piaceva essere osservata in quel modo. Perché la fissava così? Aveva qualcosa che non andava? Era troppo scoperta? Era sporca da qualche parte? L’attesa la stava facendo impazzire.

-Hai qualcosa…- rispose Freed avvicinandosi velocemente a lei, posizionandosi dietro ed inginocchiandosi alla sua altezza.

-C..cosa?- domandò spaventata Michiko, mentre sentì le mani calde di Freed che le sfioravano il collo, poco sotto i capelli. Un brivido percorse la schiena della ragazza che si paralizzò all’istante, con le mani alzate che sorreggevano i capelli ancora da legare.

-Hai una strana sporgenza…- disse ancora, scrutando meglio la pelle e toccando con la mano uno strano rilievo che Michiko aveva proprio alla base del collo.

La maga tirò un sospiro di sollievo.

-Ah, quello! È un osso, l’ho sempre avuto!- sospirò lei riprendendo il controllo delle sue azioni. Finì di sistemarsi i capelli e poi posò le mani sulle gambe, pronta per alzarsi.

-Aspetta!- esclamò Freed mettendole una mano sulla spalla e costringendola a risedersi. A Michiko cominciò a battere forte il cuore, era un po’ intimidita.

Freed notò subito il cambiamento della ragazza.

-Hai paura?- le domandò, facendo riferimento a ciò che le aveva raccontato un paio di giorni prima.

Michiko scrollò la testa in segno negativo, lei non aveva paura di lui che le potesse fare del male, lei aveva paura di quanto bene invece le stesse facendo.

-Sicura che sia un osso? A me sembra che tu abbia qualcosa sottopelle…- dichiarò Freed, continuando ad esaminare il collo della ragazza. Sentiva la sua pelle liscia sotto i polpastrelli, e si ricordò solo in quel momento del gesto della ragazza il giorno prima. Era stato strano sentire le labbra di una ragazza sul suo viso, ma non gli era per niente dispiaciuto, soprattutto per il fatto che era stata lei. Senza rendersene conto si erano avvicinati tanto con il tempo e tra di loro si era instaurato un forte legame. E la scelta della ragazza di stare con lui durante la gara non l'aveva affatto contrariato, anzi! Gli aveva fatto parecchio piacere, anche perché poteva passare del tempo da solo con lei.

La risposta di Michiko lo fece riprendere da tutti quegli strani pensieri che stava formulando troppo in fretta.

-Sicura!- esclamò lei, cercando di non tremare nella voce, a causa di tutti quei tocchi da parte del mago.

-Ok…- sbuffò Freed, non tanto convinto, per poi alzarsi seguito dalla maga; avrebbe continuato a tenerla d’occhio. Per lui non era un semplice osso, troppo spigoloso: c’era qualcosa di strano, ne era più che sicuro.

 

Nel frattempo anche le altre coppie avevano camminato tutto il giorno prima e avevano ripreso il loro viaggio il dì successivo.

Le prime coppie che si incontrarono furono quelle formate da Lucy e Levy da una parte e Gajeel e Lily dall’altra.

Le due ragazze avevano già capito, non ci sarebbe stato scampo per loro.

-Lu-chan! Dobbiamo provarci lo stesso!- esclamò la piccola Scripter con sguardo serio mentre fissava Gajeel, che aveva sulle labbra un sorriso alquanto divertito. Lily invece si era andato a sedere sotto un albero a sonnecchiare; non avrebbe alzato nemmeno una zampa contro le due ragazze.

-Non sono tanto fiduciosa…- sospirò Lucy, per poi prendere le sue chiavi.

Lo scontro iniziò ma durò ben poco.

Gajeel le mise fuori combattimento all’istante, ovviamente senza andarci giù pesante e si autoproclamò vincitore.

-È stata una noia combattere contro di voi!- sbuffò, mentre Lily si avvicinava a lui.

-Prima o poi te la vedrai seriamente con me!- esclamò Levy, alzandosi da terra e correndogli incontro con il pugno alzato.

-Sei più combattiva adesso che prima!- la canzonò il Dragon Slayer, facendo infuriare ancora di più la piccola maga che si scaraventò contro di lui. Il moro fu più veloce e le prese il collo del vestito dietro, alzandola alla sua altezza.

-Mettimi giù!- esclamò Levy più furiosa che mai, diventando tutta rossa in viso per la troppa vicinanza al mago.

-Allenati tanto e ne riparleremo, però se resti così sarà più divertente prenderti in giro- sorrise il moro, posando a terra la piccola maga che sbuffava vistosamente.

-Ci vediamo!- disse poi alzando il braccio, diretto verso nuovi scontri.

Lucy restò a fissare la scena da lontano, aveva per caso visto Levy arrossire? Aveva visto per caso il Dragon Slayer avvicinarla a lui? In questo viaggio di ritorno ci sarebbe stato tanto da parlare con la sua amica.

 

Loro non furono le sole coppie che quel giorno si incontrarono.

Durante il pomeriggio le coppie formata da Lisanna e Mirajane e da Erza e Wendy si incrociarono.

E Lisanna e Wendy capirono che dovevano farsi da parte nel momento in cui le altre due incatenarono il loro sguardo e si sorrisero malvagiamente.

Poi si scatenò l’apocalisse.

Il loro scontro partì nel primo pomeriggio. Nessuna delle due si risparmiò un colpo, riaccendendo quella rivalità giovanile che si era assopita nel tempo ma che era rinata quello stesso giorno, quando si erano incontrate.

Due demoni a confronto, due maghe di elevato livello e di classe S.

Nessuna delle due riusciva a sopraffare l’altra e lo scontro andò avanti fino a sera, quando tutte e due non avevano più energia in corpo e si erano stancate, coricandosi in terra poco distanti ad ammirare il cielo.

Wendy era accorsa subito dalla sua compagna di squadra che per tutto il pomeriggio aveva detto chiaramente alla piccola Dragon Slayer di non intervenire con la sua magia, perché doveva vedersela da sola con Mirajane.

Erza le ripeté ancora una volta di non fare niente su di lei, ma di andare prima a prendersi cura di Mirajane.

La piccola ascoltò di nuovo le sue parole e curò prima una e poi l’altra. Lo scontro era finito in un pareggio.

Ciò significava che tutte e due le coppie erano eliminate.

 

Nel frattempo Michiko e Freed si erano imbattuti in altri mostri, uno dei quali molto più forte rispetto ai precedenti.

-Questo è duro!- esclamò Michiko riprendendo fiato. Il mostro che avevano davanti aveva le sembianze di un grosso bufalo inferocito, dal folto pelo marrone, con corna appuntite bianco sporco e una coda lunga che sembrava una potente frusta da usare in battaglia.

Se li avesse colpiti sarebbero stati nei guai.

-Non perdere il controllo!- la richiamò Freed, mentre scriveva le rune sul suo corpo per trasformarsi in un Demone.

Michiko rimase per qualche secondo a guardarlo durante la sua trasformazione, abbassando la guardia; il bufalo se ne accorse subito e prese la rincorsa verso di lei, puntandole contro le sue lunghe e affilate corna. Michiko fu colta alla sprovvista ma riuscì comunque a schivarlo, ma non si accorse della sua lunga coda che vibrò contro di lei, facendola volare una decina di metri più indietro, scontrandosi violentemente contro un albero e ferendosi tutta la schiena e il collo.

Cadde in avanti subito dopo, non riuscendo ad evitare l’impatto con il terreno. Era priva di forze e la botta che aveva preso era stata forte, le faceva male ovunque. Riuscì solo ad alzare piano la testa per vedere Freed che con veloci gesti metteva fuori combattimento il mostro.

 

-Michiko!- esclamò il mago spaventato, trasformandosi di nuovo in umano e correndo verso la ragazza che si stava mettendo pian piano seduta.

-Freed…- sospirò lei, mentre veniva aiutata a sedersi a terra, tenuta dal mago.

-Come stai? Hai la schiena piena di tagli!- esclamò, per poi alzarsi di scatto e andare a prendere la borsa con le medicazioni.

-Fa abbastanza male- rispose lei, mordendosi il labbro inferiore.

-Non è niente di grave, ora disinfetto tutto- replicò Freed, prendendo del cotone e dell’alcol e cominciando a disinfettare i tagli che la ragazza si era procurata sulla schiena.

Poi notò che la pelle si era lacerata anche vicino a quella strana sporgenza che aveva notato quella mattina.

-Michiko, c’è qualcosa che non va…- sussurrò Freed, un pochino preoccupato.

-Cosa?- domandò la ragazza velocemente, sentendo il tono allarmato del mago e agitandosi a sua volta.

-Ti sei tagliata vicino a quello che tu dici essere un osso- le rispose Freed, osservando meglio quel taglio.

-E allora? Ce l’hai ancora con questa storia?- sbuffò Michiko, pronta per alzarsi ed allontanarsi, almeno Freed avrebbe smesso di fissarla.

Il mago la trattenne ancora e a Michiko il cuore riprese a battere forte.

-Hai un taglio abbastanza profondo ma non esce sangue…- le spiegò il mago.

La ragazza alzò le spalle.

-Hai qualcosa, si intravede qualcosa!- esclamò Freed, provando con le mani ad aprire di più quel taglio che non accennava minimamente a perdere sangue.

-Che stai facendo?- domandò preoccupata la ragazza, sentendo la sua pelle tirare leggermente.

-Dimmi se ti faccio male- rispose lui, concentrato con il suo lavoro.

Freed aprì lentamente la pelle della ragazza, aveva visto qualcosa e fin da subito quella sporgenza non gli era sembrato solo un semplice osso dello scheletro. Quella ferita anche se profonda non perdeva sangue, e per di più nonostante i tocchi di Freed Michiko non sentiva per niente male, c’era qualcosa di veramente strano. Aveva aperto la pelle della ragazza di almeno cinque centimetri fino a quando cominciò a notare qualcosa, uno strano luccichio, e pian piano poté capire di cosa si stava trattando.

Riuscì ad estrarlo con non poca fatica. Nella sua mano c'era una Lacryma di piccole dimensioni, di forma romboidale. La scrutò per qualche secondo senza proferire parola, poi riguardò ancora la ferita della ragazza che pian piano si stava rimarginando senza lasciare la minima traccia.

-Guarda…- sussurrò Freed, mentre Michiko si girava lentamente verso di lui, notando subito la Lacryma che il mago teneva in mano.

-Cosa? Come può essere?- domandò la ragazza, con il volto preoccupato. Non aveva la minima idea che nel suo corpo risiedesse una cosa del genere: si ricordava di aver sempre avuto quella sporgenza, non era possibile che fosse sempre stata una Lacryma!

-Ricordi di averlo sempre avuto?- le domandò Freed, guardandola negli occhi.

-Si, cioè non ricordo niente, lo sai, però quello ho come l’impressione di averlo sempre avuto… io non lo so- rispose la ragazza, abbassando lo sguardo mentre la testa le aveva iniziato tutto ad un tratto a girarle.

-Stai bene?- domandò Freed, preoccupato per la ragazza che era sbiancata di colpo e guardava nel vuoto, con gli occhi sbarrati.

-Io…- provò a dire Michiko, ma dentro di lei stava male, la testa aveva cominciato a pulsarle, si mise una mano sulla fronte, come a coprire il dolore. Davanti ai suoi occhi cominciò a vedere tante immagini, mille colori e mille ricordi ripopolarono la sua mente vuota ormai da tanto tempo. Rivide flash di quando lei era bambina, la sua vecchia casa, i suoi genitori, l’allenamento che faceva con la sua magia.

Rivide tutta la sua vita in un istante. Tutta la vita che aveva dimenticato.

Freed era preoccupato, la chiamava, la scrollava per le spalle, vedeva che lei aveva gli occhi aperti ma non gli dava nessun segno di risposta. Era forse tutto collegato alla Lacryma che le aveva tolto? Stava veramente pensando di aver fatto la cosa sbagliata e ora lei stava male per colpa sua.

-Michiko! Riprenditi!- esclamò ancora, quasi disperato, scrollando la ragazza che pian piano stava alzando il viso verso di lui. Aveva gli occhi sbarrati, il colorito pallido e la bocca semi aperta.

-Io... ricordo tutto…- sussurrò mentre fissava Freed negli occhi per qualche secondo. A quel punto Freed capì tutto e collegò subito la Lacryma ai ricordi perduti della ragazza.

Glielo stava per chiedere, ma poi Michiko svenne.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Eccoci qui anche con questo capitolo! Beh, che dire? La sfida è iniziata e ormai si capisce bene che c'è tra quei due u.u per la gioia di tutti coloro che ci speravano!

E viene svelato anche il mistero della sua perdita della memoria...

Ora, una domanda, Lacryma è maschile o femmiline? Io ho trovato tutti e due i modi... secondo voi qual è più giusto?

Vi saluto e vi ringrazio ancora per seguire la storia e lasciarmi sempre un piccolo commento! Al prossimo capitolo! ^^

 

_Michiko_

 

 

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Capitolo 15
*** Ricordi di un passato troppo vicino ***


RICORDI DI UN PASSATO TROPPO VICINO

 

 

 

 

 

-Mamma! Mamma! Guarda cosa ho trovato!- aprii la porta di casa spalancandola e corsi dentro, dimenticando di chiuderla alle mie spalle. Mia madre si trovava in cucina e stava preparando la cena, mescolando il contenuto di una grossa pentola che si trovava sul fuoco.

-Che c’è Michiko?- mi chiese, abbassandosi alla mia altezza; ero bassa, avevo solo dodici anni, speravo di diventare più alta in futuro.

-Guarda questa conchiglia! L’ho trovata in giardino!- esclamai porgendo il piccolo fossile a mia madre. Avevo passato gran parte del pomeriggio a giocare nel giardinetto che avevamo davanti a casa: la cosa che mi divertiva di più era prendere gli insetti. Loro erano veloci, tanto veloci, ma io ero veloce come la luce e riuscivo ad acchiappare qualsiasi cosa: mosche, zanzare, lucertole, farfalle. Nessuno mi poteva sfuggire.

-Che bella! Magari ce ne sono altre!- esclamò lei, sorridendomi. Mia madre aveva un bel sorriso. Si chiamava Dayla, aveva lunghi capelli sul blu chiaro che le arrivavano a metà schiena e gli occhi verde scuro. Era veramente bella, tutti la consideravano stupenda e io speravo con tutta me stessa di diventare come lei. Mia madre però, a differenza mia, non era una maga.

-Ho letto su un libro che quando si trovano conchiglie in posti del genere vuol dire che un tempo c’era il mare!- esclamai correndo verso la piccola libreria che avevamo in casa e afferrando velocemente il libro in questione.

Lo mostrai sorridente a mia madre, lei era felice del fatto che leggessi tanto e che mi facessi una gran cultura. Lei era felice per qualsiasi cosa che facevo.

-Allora vuol dire che noi abbiamo una casa sul mare!- esclamò,  prendendo il libro che avevo in mano e posandolo sul tavolo.

-Non è esattamente così…- sbuffai, mettendo un piccolo broncio.

-Però è bello pensarlo, no?- mi domandò sorridendo e io non potei far altro che sorridere, mi aveva convinto di nuovo.

Presi il libro che aveva posato e andai a rimetterlo a posto: tenevo i libri in perfetto ordine suddivisi in genere e alfabeticamente. Volevo che quell’angolo fosse perfetto.

Subito dopo sentii la porta di casa chiudersi, prima l’avevo dimenticata aperta. Mi girai di scatto e vidi la figura di mio padre che stava entrando.

-Papà!- urlai, saltandogli velocemente addosso. Lui mi prese al volo in braccio e mi spettinò i capelli, dandomi un bacio sulla guancia.

-Come stai piccola?- mi domandò, guardandomi sorridente. Adoravo mio padre tanto quanto adoravo mia madre, per me erano i genitori perfetti e per niente al mondo li avrei abbandonati.

-Sto bene!- risposi continuando a sorridere. Poi notai che aveva in mano un pacchettino.

-Cosa hai comprato?- domandai curiosa, cercando di strapparglielo dalle mani.

-Qualcosa… forse per te… ma dimmi, hai fatto la brava oggi?- mi domandò, facendo finta di niente e alzando il pacchettino fuori dalla mia portata.

-Certo che ho fatto la brava! Mamma diglielo anche tu!- urlai mettendo il broncio, e poi scivolai in piedi, cercando di prendere quel pacchetto che sapevo era per me.

-Ha continuato ad acchiappare insetti in giardino, almeno non mangiano i fiori!- rise mia madre, mentre apparecchiava il tavolo, segno che la cena era quasi pronta.

-Bene, allora tieni, questi sono per te!- sorrise mio padre, porgendomi il pacchettino bianco.

Lo presi avidamente dalla sua mano e andai a sedermi a gambe incrociate sul divano. Lo aprii lentamente, pregustandomi la sorpresa e ci ritrovai tre braccialetti: uno magenta, uno giallo e uno ciano, i tre colori base.  Adoravo i braccialetti e i miei genitori lo sapevano bene, ne portavo tantissimi e loro me li regalavano in continuazione; più me ne regalavano più l’amore verso i miei genitori e i braccialetti aumentava, ero così felice.

-Mimì, come si dice?- mi rimproverò mia madre, mentre infilavo subito i braccialetti al polso destro.

-Grazie papà!- esclamai felice, guardandolo.

Lui mi sorrise ed io ero contenta. Mio padre aveva sposato mia madre all’età di soli vent’anni ed io ero nata poco dopo. Si chiamava Jared Vermillion, aveva i capelli biondo chiaro e gli occhi grigi, come i miei; era discendente di una potente maga che un tempo aveva dato origine ad una delle gilde più forti di Fiore, ma i miei genitori non mi avevano mai detto il suo nome. Aspettavano che io diventassi più grande. Il primo braccialetto che mi venne regalato fu proprio da mio padre, all’età di cinque anni: ricevetti in dono un grosso bracciale bianco, che mio padre mi disse discendere dalla sua famiglia. Ne restai affascinata, era il primo che ricevevo e sapendo che era una cosa che veniva tramandata di generazione in generazione non lo toglievo quasi mai. Per me era veramente importante.

Mio padre era un mago, ma uno di quelli che non aveva una magia vera e propria e nemmeno stava in una gilda. La magia di mio padre era quella di riuscire a scrivere incantesimi per gli altri maghi; chissà come ci riusciva. Era in grado di scrivere qualsiasi incantesimo per qualsiasi tipo di magia. Lavorava in un negozio di pozioni magiche e, molte volte, alcuni maghi particolarmente forti facevano affidamento su di lui per farsi ideare nuovi attacchi; riusciva a guadagnare veramente tanto in quei casi.

Mio padre scriveva pure le mie magie: fin da piccola lui aveva capito che io avevo un grosso potenziale magico e con il tempo aveva capito che il mio elemento era la luce. Cominciò per questo a scrivermi vari incantesimi, il primo dei quali mi servì ad imparare a spostarmi alla velocità della luce, con cui mi allenavo ogni giorno a dare la caccia agli insetti. Quando divenni più grande, invece, cominciò ad insegnarmi un incantesimo di attacco, la sfera di luce, e uno di difesa, lo scudo di luce. Teneva un libro dove scriveva tutti i miei incantesimi: ne aveva inventati altri per me, però mi disse che erano molto potenti e che li avrei imparati solo con il passare del tempo e ad una certa età. Era troppo pericoloso, secondo lui, che io li imparassi prima; potevo perdere il controllo. Lo ascoltai, sapendo che prima o poi avrei potuto leggerli tutti, e la cosa che mi affascinava di più era che mio padre avesse già scritto incantesimi per quando avrei compiuto diciotto anni quando io ne avevo solo dodici. La curiosità mi assaliva spesso e per questo mise pure un sigillo magico a quel libro, che si sarebbe sciolto solo quando avrei compiuto l’età desiderata.

-La cena è pronta!- mia madre mi ridestò dai miei pensieri, stavo ammirando il braccialetto bianco che indossavo da parecchi anni. Quella sera, prima di andare a letto, decisi di lucidarlo un pochino, doveva sempre essere perfettamente bianco e lo dovevo tenere con la massima cura. Era questo il patto che avevo fatto.

-Arriviamo!- rispose mio padre alzandosi dal divano e riponendo il libro che stava leggendo. Io mi alzai velocemente e con uno scatto ero già seduta. I miei genitori non volevano che io usassi gli scatti pure in casa; mia madre si spaventava certe volte, quando io comparivo all’improvviso, ma era divertente e spesso mi veniva quasi spontaneo!

 

All’età di quattordici anni imparai pure a volare, facendo crescere dietro la mia schiena delle sofisticate ali composte di luce. Mi piacevano parecchio, ero elegante e sembravo quasi una fata. La cosa che facevo più spesso era specchiarmi e farle crescere sulla schiena, mi piaceva vedere e rivedere quel momento all’infinito. Cominciai a notare che stavo diventando un po’ troppo vanitosa. Ma alla fine che importava? Un po’ tutte le ragazze della mia età lo saranno sicuramente state!

Stavo pulendo la casa insieme a mia madre quando sentimmo la porta aprirsi di scatto: mio padre era entrato furioso, tenendo in mano un mazzo di rose rosse.

-Io lo uccido, giuro che lo uccido!- esclamò buttando il mazzo a terra.

Mia madre guardò prima i fiori e poi mio padre.

-Jared, calmati, per favore…- sussurrò, facendo qualche passo verso di lui.

-Come posso stare calmo quando lui continua a mandarti dei fiori?!- esclamò, buttandosi sul divano e tenendosi la testa con le mani.

Mia madre lo guardò abbassando lo sguardo, era triste e stava male, forse stava pure per piangere. Vederli così mi faceva sempre rattristare, non stavano litigando però stavo male comunque; avrei voluto vederli sempre sorridenti.

-L’importante è che non si avvicini qua- disse poco dopo mia madre, sedendosi vicino a lui e tenendogli le mani, per farlo tranquillizzare.

-Se prova a farlo giuro che lo ammazzo!- esclamò mio padre, evitando di dire parolacce in mia presenza.

-Calmati, guarda che Mimì si spaventa- rise mia madre, guardando la mia faccia leggermente sconvolta, anche se sapevo benissimo ciò che stava succedendo da parecchio tempo. Lo avevo capito diventando più grande.

-Mamma, qua a casa ci sono sempre io e posso usare la magia! Ti difenderò da qualsiasi persona!- esclamai saltando in aria e facendo comparire le ali di luce, non c’entravano niente ma mi diedero maggiore maestosità per la frase che avevo detto.

I miei genitori mi sorrisero e mi invitarono ad andarmi a sedere vicino a loro. Mi posizionai in mezzo, tutti e due mi abbracciavano; stavo bene insieme a loro, ricevevo tanto calore, ero felice di essere amata in quel modo. Io li volevo vedere sempre felici ma purtroppo da qualche tempo, diventando più grande, avevo capito cosa disturbava l’armonia della mia casa.

Mia madre era una ragazza molto bella, lavorava in un negozio dove affittavano vestiti eleganti per tutti i tipi di occasioni. Anni prima, in quel negozio, si era presentato uno spregevole uomo pieno di soldi che aveva cominciato a fare la corte a mia madre, sapendo benissimo che era sposata e che aveva una figlia! Quest’uomo era un conte che viveva in una grande villa poco fuori il nostro paese; quasi tutte le settimane dava grandi feste in casa sua dove potevano entrare solo le persone a modo o chi riceveva uno dei suoi rari inviti. Incontrò mia madre passando per puro caso nel negozio, dicendo che voleva comprare dei vestiti per una grande occasione, ma subito aveva messo i suoi occhi avidi su di lei e da quel giorno non la lasciò più in pace. Le mandava sempre dei fiori a casa, la invitava a tutte le sue feste. Lei era stanca di tutte queste attenzioni, aveva paura ad uscire di casa e lo faceva solo in compagnia. Aveva smesso pure di lavorare da quando quell’uomo era diventato così insistente da presentarsi ogni giorno davanti al negozio. Ora continuava a mandarle dei fiori, almeno una volta a settimana, sperando in una risposta che mia madre non avrebbe mai dato.

 

Quando arrivai ai sedici anni sapevo già padroneggiare gli archi di luce: ero diventata abbastanza abile con la mia magia e speravo di entrare a far parte di una gilda di maghi un giorno. E se fossi stata fortunata, forse sarei riuscita addirittura ad entrare in quella che aveva fondato il mio antenato.

Ogni tanto compivo qualche missione di massimo un paio di giorni per conto di qualcuno del nostro villaggio, e il mio nome si era già fatto conoscere anche al di fuori di dove abitavo. Molte volte mi venivano richieste missioni pure abbastanza pericolose, ma io mi rifiutavo, prima di tutto su consiglio dei miei e poi perché non mi sentivo ancora in grado di svolgere determinate cose. Ero potente, sì, ma non fino ad un livello esagerato, almeno non ancora.

 

Era un caldo pomeriggio d’estate, eravamo tutti in casa a fare un gioco da tavolo quando la porta si spalancò di colpo e fecero il suo ingresso due persone dall’aspetto lugubre.

-Chi siete voi?- urlò mio padre, alzandosi di scatto e mettendosi davanti a me e mia madre, che ci eravamo avvicinate impaurite.

-Non perdiamoci in chiacchiere, consegnatemi la ragazza!- urlò quello che sembrava essere il più vecchio, indicandomi. Aveva un cappuccio nero in testa che non lasciava vedere il volto.

-Io…?- sussurrai più a me stessa che a loro, cosa volevano da me? Avevo paura, tremavo sotto l’abbraccio di mia madre che cercava di proteggermi. Perché quelle persone mi cercavano? Cosa avevo fatto? Non avevo svolto missioni che potevano portarmi nemici o una brutta reputazione!

-Cosa volete da lei? Non vi lascerò prendere mia figlia!- esclamò mio padre, posizionandosi meglio davanti a me. Lui era un mago, certo, ma non sapeva fare incantesimi di attacco e di difesa.

-È una maga molto potente, ho sentito. Lasciate che si unisca alla mia gilda- gli rispose l’uomo incappucciato, facendo qualche passo verso di noi.

-Stai indietro!- urlò ancora mio padre, gettandosi sopra di lui per fare a botte, ma l’altra persona più vicina lo fermò subito, spingendolo da un’altra parte e ferendolo ad una mano.

-Papà!- esclamai spaventata correndo verso di lui, ma l’altra persona mi bloccò nella mia corsa. Notai che aveva la mano grondante di un liquido violaceo, ed ero così spaventata che nemmeno mi accorsi di aver cominciato a piangere.

-Questo è veleno, stai ferma, se non vuoi finire sfigurata…- mi sussurrò all’orecchio con una voce decisamente pungente. Mi si gelò il sangue a quelle parole, mentre vidi mia madre che si avvicinava a mio padre per constatare le sue condizioni. Sulla mano aveva una grossa bruciatura, che fosse stato veramente quel veleno che ora mi stava minacciando?

Rimasi ferma, non sapendo più che fare. Continuavo a piangere e basta, avevo paura, troppa, sia di quello che volevano fare a me che per i miei genitori.

-Lasciatela stare, per favore!- urlò mia madre piangendo, mentre aiutava mio padre ad alzarsi.

Che stava succedendo? Perché tutto questo in così poco tempo? Due minuti prima stavamo solo facendo un gioco da tavolo e ora si era scatenato l’inferno! Era colpa mia, tutta colpa mia, non sarei dovuta andare a svolgere missioni, avrei dovuto rimanere per sempre chiusa in casa! Perché tutto questo? Perché?

-Rufus, tienila ferma, è il momento di forgiare un po’ il carattere di questa ragazza- disse l’uomo incappucciato, scoprendo le sue mani e mostrano le sue lunghe dita, preparandosi ad usare una qualche magia.

Quello che aveva detto non mi era piaciuto per niente, non poteva farlo! Cercai di divincolarmi ma sentii la presa di quello che si chiamava Rufus sul mio corpo, sentii la pelle sotto le sue dita bruciare, stava usando il veleno su di me. Poi vidi ciò che una ragazza non avrebbe mai voluto vedere in vita sua.

Dalle dita dell’altro uomo comparvero una miriade di aghi appuntiti che si andarono a conficcare senza nessuna pietà contro i miei genitori. Mio padre si era messo davanti a mia madre, per proteggerla, ma gli aghi lo trapassarono da parte a parte e anche mia madre fu colpita.

-Diventa forte…- mi sussurrò mio padre prima di cadere a terra insieme a mia madre in un lago di sangue. Niente più abbracci, niente più parole, niente di niente.

Li vedevo lì, a terra, mentre sotto di loro il sangue rosso continuava a colare e si espandeva in una larga macchia che quasi stava per arrivare fino ai miei piedi. Gli aghi erano scomparsi e loro non davano segno di vita. Milioni di piccoli aghi li avevano trapassati, forando tutti gli organi vitali.

In quel momento urlai, urlai tanto, piansi, non riuscivo più a capire niente, sentivo la pelle bruciare, avrei voluto che uccidessero anche me, all’istante. Se solo mi avessero lasciato andare mi sarei uccisa pure da sola. Non potevo sopportare quella vista, quell’orrore e tutto quel dolore.

-Procediamo con la Lacryma- sentii dire da uno dei due, e poi ci fu il vuoto.

 

Michiko si svegliò di scatto, sbarrò gli occhi e si tirò su a sedere. Si guardò intorno e poi si passò una mano sulla fronte: era sudata, completamente sudata.

Il cielo si stava scurendo, segno che ormai la notte stava arrivando. Si ritrovò all’ombra di un grosso albero con sopra una coperta per tenerla riparata. Chi l’aveva portata lì? Cosa era successo? C’erano le sue cose e pure quelle di Freed, ma dov’era lui?

Si guardò intorno impaurita. Le erano tornati tutti i ricordi, aveva rivisto nella sua mente tutta la sua vita prima di entrare a far parte di Black Eye. Le venne un senso di malinconia ripensare a quei momenti, erano così belli e così tristi che forse sarebbe stato meglio se non avesse mai ricordato niente. La morte dei suoi genitori era stata straziante, non l’aveva mai vissuta del tutto; l’avevano subito colpita e quando si era svegliata non ricordava già più niente.

Aveva voglia di piangere, di urlare ancora come quella volta, di uccidere il Master e Rufus: erano stati loro a portarglieli via, le avevano portato via la sua vita. Strinse il pugno destro per terra, strappando i fili d’erba e lanciandoli altrove, gli occhi stavano diventando lentamente rossi e lucidi, segno che avrebbe pianto tra poco.

-Michiko! Ti sei svegliata!- esclamò Freed che stava tornando dal fiume con una bacinella piena d’acqua.

-Freed…- sussurrò lei, tirando su con il naso e trattenendo le lacrime. Non voleva farsi vedere piangere, non un’altra volta.

-Come stai?- domandò il mago, andandosi a sedere vicino a lei.

-Più che altro dovrei chiedere a te cosa è successo…- rispose la maga della luce, abbassando lo sguardo, notando che nella sua mano destra era rimasta appiccicata dell’erba.

-Quando ti ho tolto la Lacryma hai cominciato a star male, mi hai detto di aver ricordato tutto e poi sei svenuta, stai dormendo da almeno tre ore- le rispose Freed, attendendo ora una risposta della maga.

-È vero, ho ricordato tutto…- sussurrò lei, tenendo gli occhi bassi.

-Michiko… ti va di raccontarlo?- le domandò, sfiorandole il braccio con una mano.

La ragazza prese un lungo sospiro e alzò lentamente lo sguardo; gli occhi erano lucidi, la mente piena di pensieri, provò a parlare ma la voce uscì incrinata dal dolore. Ma doveva farlo, doveva condividere queste cose con qualcuno, qualcuno che la potesse aiutare, che poteva starle vicino in un momento come questo; e vicino a lei, ora, c’era solo Freed.

Gli raccontò tutto e pianse tanto quando dovette rivivere ancora, forse per la terza volta, la morte dei suoi genitori. Non si era mai sfogata abbastanza, non aveva pianto abbastanza la prima volta e lo fece tutto in quel momento, accucciata contro il mago delle rune che la teneva stretta e che le accarezzava la schiena per consolarla. Pianse più di quanto non aveva mai fatto per quello che le faceva Rufus.

Questo era un dolore ancora più grande.

 

-Cos’è successo, poi, quando ti sei svegliata?- domandò Freed, tenendo sempre stretta la ragazza che sembrava essersi un pochino calmata.

-Ecco… mi sono ritrovata a Black Eye, in un letto, ricordo che ero fasciata alle braccia- rispose, tenendo sempre lo sguardo basso e restando appoggiata al mago, con la testa sul suo petto; se rimaneva ad ascoltare poteva sentire il suo cuore battere contro il suo orecchio.

-Cosa ti hanno detto?- le chiese ancora, guardandola in viso.

-Ricordo che sono venuti davanti a me il Master e Ryoko, hanno detto che ero tornata da una missione e avevo riportato alcune ferite, mi dissero pure che mi avevano colpito alla testa e che avevo perso la memoria, l’unica cosa che potei fare era credere a loro…- spiegò, poi prese un lungo respiro -Avevo pure la mia camera, i vestiti nell’armadio e tanti bracciali, mi hanno convinto bene a stare con loro, probabilmente avevano preso tutte le mie cose per rendersi credibili…-

-Ora che hai ricordato tutto, secondo te, perché ti hanno voluta nella gilda?- domandò Freed.

-A quel tempo, come ti dissi, svolgevo tante missioni e il mio nome si era fatto conoscere, soprattutto perché ero una maga della luce, probabilmente volevano solo il mio potere- rispose, e il mago delle rune annuì; anche lui aveva pensato a quel motivo.

I due restarono in silenzio per qualche secondo poi Michiko si rese conto di una cosa importante e arrossì di colpo.

-Scusami! Non mi ero accorta…- disse, tirandosi a sedere dritta, completamente rossa in volto. Stava così bene accanto a lui che non si era nemmeno accorta di come era posizionata.

-Ah, non ti preoccupare!- rispose lui, leggermente imbarazzato e sorridendo, spostando il suo sguardo e fissando l’erba a terra.

Michiko abbassò lo sguardo, cercando di contenere il rossore sulle guance.

-Beh, comunque ti ringrazio…- sussurrò poi, tenendo gli occhi bassi e torturandosi le mani.

Freed sorrise e si girò lentamente verso di lei, ricordandosi una cosa importante.

-Senti, nel tuo racconto hai parlato del libro che scriveva tuo padre con le tue magie; quello non l’hai più visto?- le domandò e Michiko tirò su la testa di scatto, con una nuova luce negli occhi.

-No, ora che ci penso no, non l’hanno messo tra le mie cose. Deve ancora essere da qualche parte, alla mia vecchia casa!- esclamò, dimenticandosi qualsiasi cosa in quegli istanti.

-Forse ci possono essere dei nuovi incantesimi per te…- le disse il mago, felice di quell’euforia da parte della ragazza.

-Mio padre aveva scritto gli ultimi incantesimi, il sigillo si sarebbe aperto al mio diciottesimo compleanno, a Black Eye mi hanno portato quando ne avevo sedici!- esclamò Michiko, felice di poter forse leggere quegli incantesimi.

-Ehm… quindi potresti leggerli ora o no?- le domandò Freed, non conoscendo la reale età della ragazza di fronte a lui.

Michiko, a quella domanda, si girò a guardarlo con gli occhi pieni di rabbia.

-Ho diciannove anni! Non sono una bambina!- ringhiò corrucciando la fronte.

-Scusa…- sussurrò lui, che gliene avrebbe dati almeno un paio in meno.

-Beh, dobbiamo andare a riprendere quel libro, assolutamente!- esclamò la ragazza, mettendosi in piedi.

-Michiko, stai calma, ora è sera e poi è in corso la sfida- le ricordò Freed, alzandosi anche lui.

-Ah già… la sfida…- si ricordò lei, diventando pensierosa. Voleva concludere e vincere, però desiderava anche ritrovare quel libro al più presto.

-Senti, a me non importa più di tanto mettermi in mostra in questa sfida, se vuoi ci ritiriamo- le disse Freed, mettendole una mano sulla spalla.

-Hai sentito il Master, no? Non possiamo ritirarci…- sbuffò Michiko, che voleva a tutti i costi avere quel libro tra le mani.

-Glielo spiegheremo, per una cosa del genere capirà sicuramente, non ti preoccupare- disse ancora il mago, cercando di tirarle su il morale.

-Io non so, vorrei fare tutte e due le cose- sospirò lei, guardandosi intorno indecisa.

-Ascolta, ormai è sera, andiamo a dormire e sicuramente la notte ti porterà consiglio, ok?- le sorrise Freed, mentre si risiedevano a terra.

-Ok… scusa ancora una cosa, tu che farai nel caso in cui mi ritirassi per andare a prendere il libro? Verresti con me?- domandò Michiko, sperando in una risposta affermativa da parte del mago. Non se la sentiva di tornare in quei vecchi posti, pieni di ricordi, da sola. Aveva bisogno di qualcuno su cui fare affidamento se fosse crollata di nuovo.

-Certamente, non ti lascio andare da sola! Sei una combinaguai!- esclamò ridendo il mago, facendola irritare ancora.

-Ma non è vero!- esclamò lei in risposta, sbuffando e avvolgendosi la coperta intorno alle spalle.

-Senti, comincio a preparare qualcosa per cena, tu riposati ancora, ok?- disse Freed mentre si alzava e andava verso i loro zaini.

-Va bene- rispose la ragazza, sorridendo.

 

Michiko passò una notte molto movimentata, piena di incubi e di brutte visioni: continuava a vedere i suoi genitori morire e si svegliò parecchie volte, sudata e con gli occhi pieni di lacrime. Freed l’aiutò parecchio, cercando di tranquillizzarla, e finirono poi per addormentarsi ormai all’alba, quando il sole stava già sorgendo.

Si svegliarono in tarda mattinata, e Michiko aveva preso una decisione.

-Ascolta, chiamiamo il Master, gli spieghiamo tutto e ci ritiriamo- decise, mentre riponeva le sue cose nello zaino.

-Ne sei sicura?- domandò Freed, scrutandola attentamente.

-Si, e poi posso sempre far valere la mia supremazia alla gilda, non mi serve una gara!- esclamò lei.

Freed rise, vedendola veramente convinta. Prese il Lacryma e contattò il Master.

-Freed, Michiko, so già cosa volete dirmi- intervenne il Master, senza nemmeno salutare.

-Come fa a saperlo?- domandò Michiko a Freed, ma Makarow la sentì e rispose al posto del mago.

-Dimenticate i miei Lacryma Vision che seguono le coppie, posso vedere quello che fate o dite in qualsiasi momento!- esclamò, mentre sorrideva di gusto, rendendosi fortunato del fatto che non lo potevano vedere.

-Cioè, ha visto proprio tutto?- si stupì Michiko con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, leggermente rossa sulle guance. Questo voleva dire che aveva visto pure quella cosa? Quando lei aveva donato il bacio sulla guancia a Freed?

-Qualsiasi cosa dite o fate posso vedere, non mi è sfuggito nulla- rispose lui, ridendo.

Michiko si girò verso Freed che la guardava completamente imbarazzato, non ci poteva credere nemmeno lui. Il Master aveva visto tutto e sicuramente era stato uno spettacolo per i suoi occhi, conoscendolo.

-Beh, tornando a noi, so già cosa volete chiedermi- intervenne Makarow, facendosi improvvisamente serio.

-Ecco, non ci aspettavamo una cosa del genere… possiamo andarlo a recuperare ritirandoci dalla gara?- domandò la ragazza, con un filo di paura nella sua voce. Non voleva sentirsi dare una risposta negativa.

-Potete, ma ad una condizione!- rispose maledettamente serio nella voce. Michiko e Freed si guardarono dubbiosi, la maga della luce era impaurita. che condizione poteva mai esserci?

-Quale?- prese parola Freed, vedendo che Michiko non se la sentiva di chiedere.

-Michiko, dovrai riprenderti quel libro e tutte le cose che ti sono state portate via. Il tuo passato è una cosa importante, riprenditelo tutto!- esclamò, con una nota di felicità nella voce.

Michiko sorrise, in fondo non era niente di grave, si era spaventata inutilmente e quello che le aveva detto il Master era già una cosa che si era prefissata di fare.

-Lo farò! Niente mi può fermare ora che ricordo tutto!- esclamò lei, sorridendo.

Il Master si complimentò con lei per la sua grande vivacità e poi chiuse il dialogo. Michiko e Freed sarebbero partiti all’istante, verso quel posto che un tempo era la casa della maga della luce. Un posto pieno di ricordi, dove ritrovarne tanti altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Buon pomeriggio a tutti! Ecco spiegato in questo capitolo tutto il passato della ragazza e del perchè aveva la Lacryma. Spero che la storia del libro vi piaccia e che non sia troppo banale. Ora vi saluto e ci si rivede la prossima settimana con il nuovo aggiornamento!

Grazie come sempre a tutti quelli che leggono e recensiscono e soprattutto alla mia beta che ogni settimana corregge i miei capitoli!

Un grosso saluto! ^^

 

_Michiko_

 

 

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Capitolo 16
*** Una felice notizia ***


UNA FELICE NOTIZIA

 

 

 

I due maghi si erano messi subito in cammino per uscire dalla foresta e dirigersi verso il paese della ragazza: ci avrebbero messo circa un giorno per uscire dal campo di battaglia e un altro giorno per arrivare a destinazione.

Sarebbero stati due giornate intense e piene di pensieri per la ragazza, che non vedeva l’ora di tornare in quel vecchio posto e sentire ancora la mente riempirsi di quegli stati d’animo che un tempo le regnavano dentro, ma che ora, con il passare del tempo, se n'erano purtroppo andati.

-Come ti senti all’idea di tornare in quei luoghi?- domandò Freed, mentre camminavano ormai da parecchie ore. Michiko era stata molto silenziosa e il mago l’aveva vista da una parte pensierosa e triste, ma dall’altra entusiasta di poter andare nel suo vecchio paese e ritrovare il libro di suo padre.

-Non so, ho un po’ paura…- sussurrò dopo qualche secondo di attesa; non riusciva a capire nemmeno lei tutte le emozioni che le stavano girando in corpo.

-Cosa ti preoccupa?- le chiese ancora, mentre intanto ascoltava i rumori della foresta, con il sospetto che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Michiko fu incerta sulla risposta: c’erano tante cose a cui stava pensando, troppe.

-Ho paura di non trovare il vecchio libro, di avere ancora un crollo, non lo so, tutte queste cose sono arrivate troppo in fretta, non riesco a gestirle!- esclamò alterata. Ogni giorno c’era qualcosa che non andava, qualcosa che la turbava: quando sarebbe finito tutto questo?

-Vedrai che riusciremo a trovare tutto. E poi non sei da sola- le rispose il mago, sorridendole. Poi sentì dei rumori intorno a sé e d’un tratto si fermò e si fece serio, guardandosi intorno con la coda dell’occhio, con la mano destra poggiata sull’elsa della sua spada.

La maga della luce si fermò di scatto, accorgendosi del cambio improvviso di umore del mago, e lo guardò preoccupata.

-Che c’è?- domandò lei, mentre si guardava attorno spaesata. Era così presa dai suoi pensieri che non aveva avvertito il cambio improvviso dell’atmosfera.

Intorno a loro c’era qualcuno che li stava osservando ed era pronto ad attaccarli.

-Attenta!- esclamò Freed spingendola lontana da lui mentre qualcosa di magico aveva tentato di colpirli, ma grazie alla prontezza di Freed li aveva mancati. Michiko fece qualche passo indietro, evitando di perdere l’equilibrio, e si guardò intorno, notando che l a cosa che li aveva attaccati era una delle bambole di Bixlow.

-Bixlow! Non attaccarci, per favore!- esclamò la ragazza mentre si guardava intorno in cerca del mago delle anime; da qualche parte, con lui, doveva esserci pure Laxus.

Ma l’unica risposta che la ragazza ricevette fu un fulmine che cadde a pochi metri da loro.

-Laxus…- sussurrò Freed, mentre si guardava intorno.

-Fermatevi per favore, e parliamo un attimo!- esclamò Freed continuando a voltarsi in qualsiasi angolazione: la foresta era fitta e loro potevano essersi nascosti in qualsiasi angolo.

-Noi non vi attaccheremo!- esclamò Michiko. Sapeva che loro la potevano vedere, ma lei non poteva vedere loro e questo le metteva ansia.

-Lo sapete che le alleanze sono vietate, no?- parlò finalmente Laxus uscendo allo scoperto, seguito da Bixlow che sogghignava circondato dalle sue bambole.

-Ci siamo ritirati dalla gara!- annunciò la maga della luce: dovevano pur dirglielo per evitare un inutile scontro.

-È vietato ritirarsi dalla gara, non avete sentito il Master?- domandò questa volta Bixlow.

-Vietato! Vietato!- esclamarono in coro le sue bambole.

-Pensavamo che il Master avesse avvertito tutti, abbiamo parlato con lui e ci siamo ritirati- spiegò Freed, chiedendosi perché il Master non avesse informato le altre coppie.

-E per quale motivo vi sareste ritirati?- chiese Laxus.

-Michiko, tu non eri quella che si era iscritta per prima e che voleva a tutti i costi vincere?- domandò invece Bixlow, provocando la ragazza.

La maga della luce strinse i pugni e lo sfidò con lo sguardo, poi guardò negli occhi Freed e sospirò pesantemente. A parte Freed, Levy e il Master nessuno sapeva che lei aveva perso la memoria e soprattutto che ora l’aveva recuperata. Loro erano stati i suoi compagni di Team fin dall’inizio, insieme ad Evergreen che in quel momento non era lì con loro, quindi era giusto che gli raccontasse tutto, tanto prima o poi lo avrebbero scoperto comunque.

-C’è una cosa che non sapete di me; gli unici che ne erano a conoscenza erano il qui presente Freed, Levy e il Master- iniziò il discorso la ragazza, prendendo poi un po’ di fiato mentre i volti di Bixlow e Laxus si facevano stranamente pensierosi e interrogativi.

-Chissà perché Freed lo sapeva…- ghignò Bixlow, mentre il viso di Michiko si faceva pieno di rabbia.

-Cosa vorresti insinuare con questo?- urlò la maga della luce adirata e pronta a saltargli addosso: se lo voleva così tanto lo scontro glielo avrebbe dato.

-Michiko, stai calma e vai avanti- si intromise Freed, riportandola alla realtà.

La maga della luce sospirò, prima dando un’occhiataccia al mago delle rune e poi passando a quello delle anime.

-Io non ricordavo niente del mio passato prima di Black Eye, e avevo rinunciato pure a cercarlo: un giorno mi ero risvegliata a Black Eye e mi avevano detto che durante una missione ero stata colpita alla testa e avevo perso la memoria. Ho creduto a tutto…- sospirò lei, abbassando lo sguardo, mentre Bixlow e Laxus si facevano vicini per ascoltare meglio.

-Perché non ci hai mai detto niente?- domandò Bixlow, incuriosito.

-È quello che le ho chiesto pure io!- annuì Freed.

-Beh, pensavo non fosse importante- rispose lei, alzando le spalle e facendo un mezzo sorriso, mentre gli altri tre la guardavano come se fosse pazza.

-Vai avanti con il racconto- la spronò poco dopo Laxus.

-Ieri Freed ha notato qualcosa alla base del mio collo, proprio qui…- disse lei, girandosi e alzando i capelli, indicando il punto in cui vi era la Lacryma.

-Nel pomeriggio siamo stati attaccati da un mostro e lei è stata colpita, ferendosi proprio in quel punto- prese la parola Freed, mentre Michiko aveva aperto la sua borsa e aveva tirato fuori la Lacryma.

-E questo?- domandò curioso Bixlow, indicandolo.

-Ho visto che dalla ferita non le usciva sangue, così ho aperto di più ed è venuto fuori questo- rispose il mago delle rune.

-Togliendolo io ho recuperato tutti i ricordi di quando ero bambina, di quando vivevo con i miei genitori, così ho scoperto che me lo avevano inserito quelli di Black Eye, per reprimere tutto il mio passato…- finì la spiegazione, abbassando tristemente lo sguardo e stringendo i pugni.

-Quindi ora ricordi completamente tutto di quello che è stata la tua vita prima di Black Eye?- domandò il Dragon Slayer di seconda generazione.

-Esattamente…- rispose lei, sospirando.

-Cosa farete quindi? Andrete dai tuoi genitori? Loro probabilmente ti hanno cercata tanto…- disse Bixlow, felice che la ragazza avesse riacquistato tutti i ricordi.

Michiko fece un segno di negazione con la testa, tenendo sempre lo sguardo basso; sentiva gli occhi pungere dalle lacrime, sapeva che non avrebbe potuto più rivedere i suoi genitori e che loro non avevano mai potuto cercarla.

Freed notò il cambio repentino di umore della ragazza: era già la seconda volta che Bixlow la faceva star male, perché non se ne stava zitto ogni tanto?

-Io…- provò a dire la ragazza, ma sentì la sua voce troppo incrinata e si girò di scatto, facendo qualche passo lontano da loro, voleva star da sola e calmarsi un attimo. Tanto sapeva che Freed gli avrebbe raccontato tutto al posto suo e si sentiva sollevata, non voleva rivivere ancora quei momenti terribili.

Bixlow fece qualche passo verso di lei ma il mago delle rune lo bloccò e fece segno di allontanarsi ancora di qualche metro.

-Lasciamola stare un attimo- disse Freed, guardandola con la coda dell’occhio.

-Che ho detto di male?- domandò Bixlow, girandosi prima verso la ragazza e poi verso Freed.

-Il master di Black Eye e Rufus, il suo compagno, sono andati a prenderla a casa sua quando aveva sedici anni, le hanno ucciso i genitori davanti agli occhi- spiegò in breve Freed mentre gli altri due restarono sconvolti da quell’affermazione.

-Perché la volevano?- domandò Laxus, guardando la ragazza che si era seduta vicino ad un albero, dando loro sempre le spalle.

-Lei faceva qualche missione ogni tanto, qualcosa di poco conto, ma comunque si era fatta notare. Loro la volevano per il suo potere, ci avevano visto bene con lei: è forte più di quanto sembra o vi abbia fatto notare nei primi scontri- rispose Freed.

-Che intendi?- chiese Bixlow, curioso.

-Il primo mostro che abbiamo incontrato lo ha tagliato a metà con un colpo; non ci aveva mai mostrato così tanto potere magico- spiegò il mago delle rune.

-Cosa andrete a fare quindi al suo vecchio villaggio?- domandò questa volta Laxus; a questa domanda non aveva ancora risposto nessuno.

-Suo padre era il discendente di Mavis. Lui non era un vero e proprio mago come noi, la sua magia consisteva nello scrivere incantesimi potenti per gli altri maghi, infatti tutti quelli a conoscenza di Michiko li ha scritti lui- cominciò Freed, poi continuò -Michiko mi ha detto che aveva un vecchio libro, una specie di agenda dove teneva scritti tutti gli incantesimi della ragazza: glieli faceva imparare un po’ per volta. Mi ha detto che all’età di dodici anni suo padre le aveva già scritto quelli per i diciotto, chiusi in un sigillo che si sarebbe aperto solo all’età compiuta. Andremo a riprendere quel libro così lei potrà imparare gli incantesimi e magari prenderemo qualcosa delle sue vecchie cose- finì di spiegare Freed.

Laxus sorrise, felice per la ragazza, mentre Bixlow si pose una certa domanda.

-Senti, ma… il sigillo dei diciotto si sarà aperto?- sussurrò Bixlow, sperando che la ragazza non lo sentisse.

Laxus lo guardò male, certe volte se le cercava veramente.

-Ho fatto la stessa domanda pure io…- rispose Freed in un sussurro e a quel punto Laxus pensò di avere due idioti facenti parte dei Raijinshuu.

-Allora?- domandò Bixlow, ansioso della risposta.

-Diciannove anni, diciannove!- rispose Freed annuendo con la testa.

 

-Ehi, gli ho spiegato tutto- sorrise Freed abbassandosi all’altezza della ragazza e sorridendole. Il discorso con gli altri era finito e lui era andato a chiamarla.

Michiko tirò su con il naso un’ultima volta e poi si girò sorridendo verso di lui, in segno di ringraziamento, quindi si diressero di nuovo dagli altri.

-Ritrova quel libro e impara tutto, perché dopo che vincerò la gara dovrai vedertela con me!- esclamò Bixlow, mettendole una mano in testa e scompigliandole i capelli.

-Ci puoi scommettere!- disse in risposta lei, sfidandolo con lo sguardo.

-Ora andiamo, dai!- propose Freed, era meglio andare via da quella foresta prima di incontrare qualcun altro partecipante alla sfida.

I quattro si salutarono, ma poi Bixlow si ricordò di una cosa.

-Ah Michiko!- esclamò, girandosi verso di lei, la ragazza si voltò e lo fissò -Non pensavo avessi diciannove anni! Prendilo come un complimento!- le disse scoppiando a ridere.

Michiko sbarrò gli occhi dalla rabbia, stava per correre verso di lui quando Freed la fermò, bloccandola per un braccio.

-Avrai tempo per sfogarti su di lui, ora andiamo!- esclamò, dando prima un’occhiataccia a lei e poi al suo compagno di Team.

Michiko sbuffò e poi si girò di nuovo, riprendendo la strada verso il suo villaggio.

 

Era ormai pomeriggio inoltrato e il sole stava già pian piano calando lasciando le prima ombre notturne. In quella giornata si erano incontrati Elfman ed Evergreen con Gajeel e Lily, ed erano stati sconfitti facilmente da questi ultimi. In quello scontro non c’era stato paragone, Gajeel aveva dato subito il meglio di sé mettendo fuori combattimento prima Elfman che tentava di proteggere in tutti i modi la Fata, e poi anche Evergreen in poco più di un secondo. Anche durante quello scontro Lily non mosse un dito, lasciando fare tutto al suo compagno di squadra.

 

I mostri invece avevano accompagnato il viaggio di Freed e Michiko e non avevano smesso di presentarsi anche a quell’ora ormai prossima alla sera.

Freed era quello che tra i due aveva combattuto di più; aveva notato la ragazza pensierosa e completamente con la testa da un’altra parte, quindi aveva preferito non lasciarle anche l’incombenza di combattere. Si era fatto valere su qualsiasi tipo di attaccante e li aveva messi fuori gioco tutti in poco tempo. Purtroppo sentiva anche che il suo potere magico si stava abbassando e dentro di sé sperava che i mostri finissero al più presto, per poter passare una notte tranquilla e completamente di riposo.

Michiko si era accorta che il mago al suo fianco si stava impegnando per farla restare tranquilla e anche che ormai era completamente esausto.

-Freed, stai bene?- domandò la ragazza, leggermente preoccupata.

-Non ti preoccupare, prima o poi finiranno, no?- le rispose, sospirando pesantemente. Ancora una volta stava provando la sensazione di essere guardato. Un altro attacco a sorpresa li raggiunse; i due lo schivarono velocemente e Freed riprese il combattimento, attaccando il mostro, dalle sembianze di un grosso serpente, con la sua spada. Dopo un paio di attacchi andati a segno il serpente sembrò cedere ma in realtà si stava solo caricando per avere il suo turno di attacco. Colpì Freed con la sua lunga e squamosa coda e lo fece volare qualche metro più indietro. Il serpente sibilò soddisfatto e poi aprì la bocca mostrando i suoi denti affilati e la lunga lingua biforcuta. Si preparò e si scagliò contro Freed ad una velocità elevata, come solo un serpente sa fare. Stava per colpirlo, ma qualcuno più veloce di lui intervenne.

Michiko si era frapposta ai due con lo scudo di luce e aveva fermato l’attacco del lungo rettile. Nessuno era più veloce di lei. Sorrise alla vista del serpente che girava smarrito la sua testa, poi lo colpì velocemente con uno dei suoi archi, tagliandolo a metà. Questo si accasciò a terra, privo ormai di vita.

Freed la guardò mettere fuori combattimento il mostro e sorrise, questa volta era stata lei a salvarlo con il suo scudo di luce. Si ricordò di quello che era successo un paio di giorni prima, quando era stata lei a continuare a combattere e poi lui era intervenuto a salvarla.

Sorrise a quel pensiero e si rese conto che doveva ringraziarla.

Doveva farlo in maniera indelebile.

-Ehi, stai bene?- domandò Michiko avvicinandosi a Freed, che era ancora fermo a riprendere fiato.

Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Michiko che attendevano in fretta una risposta, ma lui fu veloce e si avvicinò a lei dandole un bacio sulla guancia. Questa volta era stata la ragazza a subire la sorpresa, rimanendo con gli occhi spalancati, senza capire cosa stesse succedendo. Quando provò a girarsi verso di lui, prendendo un po’ di coraggio, Freed si era già allontanato e la guardava con la coda dell'occhio, sfoggiando un sorriso leggermente beffardo, vedendo le sue guance imporporate e lo sguardo perso.

-Il mio ringraziamento, mi hai salvato- si giustificò lui, chiarendo ogni dubbio. Non sapeva nemmeno lui perché aveva voluto ringraziarla in quella maniera, ma per una volta aveva lasciato agire il suo istinto e non sempre la logica. Era stato felice di vederla rossa in viso e spaesata; non si era messa nemmeno ad urlare, dunque sicuramente non le era dispiaciuto.

Michiko infatti si era girata di scatto dandogli le spalle. La guancia dove Freed l’aveva baciata stava andando in fiamme e l’unica cosa che riusciva a pensare era che lui l’aveva ripagata della stessa moneta usata da lei e la cosa non le era dispiaciuta affatto! Si sentiva completamente andare a fuoco: che anche lui provasse qualcosa per lei? Poi si corresse, perché “anche”? Voleva dire che lei provava qualcosa per lui allora? Non riusciva ancora a dare una risposta a questa domanda, forse era più semplice del previsto ma era una cosa difficile da ammettere. Poi si ricordò che era meglio stare al gioco del mago.

-Ringrazi così tutte le persone?- domandò quindi in un sussurro, un po' insicura nel sapere la risposta ora che ci pensava.

-È un trattamento solo per te- sorrise Freed, prendendola in giro per la sua stessa risposta data tempo prima.

A quel punto Michiko sorrise e sembrò che un peso le si togliesse dallo stomaco.

 

Nel frattempo, il giorno dopo, durante la sfida si erano incontrati Natsu ed Happy con Gray e Lluvia; il mago di fuoco e quello del ghiaccio si guardarono divertiti per questo incontro dettato dal destino e cominciarono un potente scontro. Happy e Lluvia, invece, decisero di stare da parte per non interferire con quelle due furie ed intervenire soltanto quando ce ne fosse stato bisogno. Lluvia era rimasta tutto il tempo e fare il tifo per il suo Gray-sama, certe volte disturbandolo anche durante lo scontro e beccandosi dei rimproveri da parte del mago del ghiaccio; Happy aveva fatto la stessa cosa per Natsu, cercando di incoraggiarlo per riuscire a vincere lo scontro. A metà pomeriggio il combattimento stava ancora continuando, ma furono presto interrotti.

-Ohi, mi sembra il momento giusto di intervenire qua!- ghignò Gajeel, facendo la sua comparsa: lui e Lily si erano appostati nei dintorni, aspettando che tutti e due fossero abbastanza esausti per mettere due coppie fuori gioco in un solo colpo.

-Sei stato tutto il tempo a guardarci?!- domandò Gray, rimettendosi in piedi a fatica.

-Sei perspicace- rispose il Dragon Slayer di ferro.

-Gajeel! Bastardo!- ringhiò Natsu, provando a rimettersi in piedi e preparando uno dei suoi attacchi.

-Ghihi, non ci riuscirai, Salamander!- rise Gajeel, per poi attaccare tutti e due in pochi colpi.

Il piano di Gajeel andò presto a buon fine e lui e Lily erano rimasti una delle coppie rimanenti insieme a Laxus e Bixlow.

Quando si sarebbero incontrati, il combattimento avrebbe decretato anche la coppia vincitrice della sfida.

 

Michiko e Freed arrivarono al villaggio della ragazza in tarda mattinata. Subito si diressero verso la periferia, dove avrebbero trovato la sua vecchia casa.

La maga della luce camminava silenziosamente da parecchio tempo: ritornare in quei posti aveva scatenato dentro di lei una miriade di pensieri che non si sarebbe mai immaginata. Era tutto praticamente come un tempo, non era cambiato niente a parte cosa era successo a lei e alla sua famiglia.

Sapeva anche che in pochi minuti si sarebbe ritrovata davanti la sua vecchia casa; un senso di eccitazione la pervadeva in tutto il corpo, ma dall’altra parte era impaurita per ciò che poteva o meno trovare. Soprattutto era ansiosa di vedere se il libro si trovasse ancora lì, in quel cassetto della vecchia scrivania di mogano di suo padre: e se non ci fosse stato? Cosa avrebbe fatto? Sarebbe stata capace di cercarlo ovunque, solo per riavere almeno un ricordo della sua famiglia.

Passò ancora qualche minuto e poi la ragazza si fermò di colpo, guardando davanti a sé; il cuore le batteva forte e l’aria faceva fatica ad arrivare fino ai polmoni.

A pochi metri da lei si estendeva la sua vecchia casa.

-Mich…- provò a parlare Freed, ma fu subito interrotto dalla ragazza con un gesto della mano.

-Andiamo avanti- disse poco dopo lei, con sguardo serio e facendo dei lunghi respiri.

La casa sembrava abbandonata ormai da tempo, la recinzione di metallo intorno era tutta sbiadita dal sole e il cancelletto era stato distrutto e ora giaceva ai piedi dell’entrata, coperto di ruggine. Il prato intorno alla casa era stato lasciato andare, l’erba cresceva d’estate e moriva ogni anno d'inverno; intorno alla casa c’erano delle assi e dei vetri rotti, le finestre stavano andando a pezzi insieme all’intonaco e qualche tegola era caduta dal tetto.

La maga della luce si avvicinò all'uscio, fece un lungo sospirò e poi posò la sua mano sulla maniglia, abbassandola e spalancando la porta davanti a sé.

Entrò seguita da Freed.

La luce passava dalle finestre e illuminava ogni angolo dell’abitazione: si notavano i pavimenti sporchi e pieni di polvere e pezzi di intonaco, i muri si erano ingrigiti e pian piano stavano cadendo a pezzi. C’erano poi ragnatele ovunque, ma dell’arredamento di quella casa nemmeno l’ombra.

-Cos’è successo?- domandò Freed più a sé stesso che alla ragazza: lui e Michiko si sarebbero aspettati di trovare la casa ancora con i mobili o almeno con qualcosa, ma sembrava essere completamente vuota da tanto tempo.

Michiko si guardò intorno velocemente, fece qualche passo avanti, andando fino in cucina e poi tornando indietro alla sala. Non c’era più niente: il divano, il tavolino in vetro, il tavolo della cucina, gli scaffali con i suoi libri, niente! Fece uno scatto e andò ai piani superiori, passando in rassegna tutte le stanze compresa la sua, ma l’unica cosa che vedeva erano ragnatele e polvere.

-Non c’è più niente!- esclamò la ragazza, ripresentandosi davanti a Freed.

-Come è possibile?- domandò il mago, sorpreso quanto lei.

-Non lo so! Perché pure questo? Perché?- chiese in preda alla rabbia e guardandosi intorno, per trovare almeno il minimo pezzo di carta.

-Qualcuno deve aver portato via tutto- rispose Freed, guardando la ragazza che era visibilmente agitata di fronte a lui.

-Ma chi? Perché poi? Giuro che chiunque sia stato lo ammazzo! Ammazzerò pure quelli di Black Eye! Anzi sai cosa facciamo ora? Andiamo a Black Eye e li distruggiamo!- urlò furiosa, facendo grosse falcate verso la porta per uscire.

-Michiko, senti, stai calma- le disse Freed, sapendo benissimo che la ragazza gli avrebbe risposto male. Poteva capire la sua rabbia ma ora stava esagerando.

-Come posso stare calma? Mi hanno portato via tutto!- esclamò ancora, girandosi verso di lui con gli occhi che si erano tramutati in pozzi neri, segno che era veramente arrabbiata.

Poi uscì dalla casa, dirigendosi fuori.

-Michiko! Dove pensi di andare? Vuoi farti ammazzare a Black Eye?- domandò Freed, cominciando pure lui ad irritarsi parecchio e seguendola fuori di casa.

-Non ti importa dove vado io! Sono stata chiara? Avrò la mia vendetta!- dichiarò a quel punto, sorridendo malvagiamente, pregustandosi già la sua vittoria.

-Non costringermi ad usare le rune…- sibilò Freed, dandole un’ultima possibilità.

Michiko a quel punto sbarrò gli occhi, si era completamente dimenticata delle rune e che lui poteva bloccarla. Freed lo notò all’istante.

Michiko provò uno dei suoi scatti ma ormai era troppo tardi, si andò a schiantare contro un muro di rune. Non sarebbe più andata da nessuna parte a meno che non avesse messo fuori combattimento il possessore di quella magia, cioè Freed.

-Togli queste rune!- urlò ancora la maga della luce, formando nella sua mano un arco pronta a lanciarlo verso il mago.

-Non lo farò mai! Non andrai a farti ammazzare a Black Eye!- esclamò in risposta Freed, parando il suo arco di luce. La ragazza lo guardò piena di rabbia, non poteva andare da nessuna parte. Stava per colpirlo ancora quando si sentì chiamare da una voce familiare.

 

-Mamma, posso venire al negozio con te?- domandai guardando mia madre che si stava preparando per uscire.

-Ok, ma non combinare guai!- mi rispose, ma sempre sorridendo.

Era da un po’ di tempo che chiedevo a mia madre di portarmi con lei a lavoro: i proprietari non avevano niente in contrario, anzi erano felici di vedermi. Dicevano sempre che ero una bella bambina, come mia mamma.

Ogni volta che entravo correvo subito verso la Signora del negozio, che giocava sempre con me; mi dava il permesso di provare qualche vestito e io ero entusiasta di sentirmi bella e grande.

-Mamma! Guarda come sono bella!- esclamai. Quel giorno avevo scelto un abito blu pieno di brillantini, era lunghissimo, così lungo che avrebbe toccato terra anche se fosse stato indossato da una persona adulta. Andai in giro per il negozio con questo lungo strascico, finché mia madre non mi fermò.

-Sei bellissima Mimì, ma ora toglilo, si può rovinare- mi fermò, prendendomi in braccio e dandomi un bacio sulla fronte.

Io sorrisi in assenso, anche se lo avrei tenuto per tutto il giorno.

 

La maga si girò di scatto verso quella voce che l’aveva chiamata e si ritrovò a pochi metri un piccolo vecchietto che conosceva da tanti anni: era il padrone del negozio dove un tempo lavorava sua madre!

Si avvicinò di qualche passo, dimenticandosi completamente di Freed e sembrò calmarsi lentamente, Freed la raggiunse, ma standole a debita distanza.

-Michiko… sei tu?- domandò ancora il vecchietto, avvicinandosi a lei.

-Lei è il Signor Osvald?- domandò la ragazza, mentre i suoi occhi divennero di nuovo grigi e pieni di sorpresa.

Freed nel frattempo restò a guardare l’evolversi di quella situazione; avrebbe dovuto ringraziare questo signore, prima o poi.

-Si! Michiko, che ci fai qui? Dove sei stata per tutto questo tempo?- le chiese il Signore, veramente felice di rivederla.

-Io… io sono tornata per riprendere le mie cose… sa cosa è successo, vero?- domandò la ragazza, con un filo di tristezza nella voce.

-Si, i tuoi genitori mi hanno raccontato tutto, ti hanno cercata per tanto tempo ma non ti hanno più ritrovata…- rispose lui, facendosi malinconico.

Michiko e Freed sbarrarono gli occhi: che aveva detto quell’uomo?

-I… i miei genitori? Cos… cosa siginifica… questo?- domandò la ragazza, senza riuscire a formulare nessun pensiero coerente.

-Mi hanno raccontato che due uomini ti hanno portato via per il tuo potere. Ti hanno cercata tanto Michiko, dove sei stata?- domandò quell’uomo, pensando a tutta la tristezza che quei poveri genitori avevano dovuto passare nel non ritrovare più la loro amata figlia.

-Io continuo a non capire…- sospirò lei, mettendosi una mano sulla fronte: che i suoi ricordi fossero di nuovo falsati?

-Quello che intende Michiko è che ha visto i suoi genitori uccisi davanti ai suoi occhi da quei due uomini che poi l’hanno portata via e che, con una speciale Lacryma, le hanno cancellato tutti i ricordi passati. Negli ultimi giorni abbiamo rimosso la Lacryma e lei ha ricordato tutto il suo passato, compreso quel giorno- prese parola Freed, spiegando in poche parole quello che era successo e che Michiko non riusciva a spiegare.

-Ho capito ora! Tuo padre mi ha raccontato che aveva usato un’illusione per far credere ai due uomini di essere stato ucciso insieme a tua madre. Probabilmente hai visto anche tu la stessa cosa- spiegò il Signore di fronte a loro.

-Un’illusione? Mio padre scriveva magie, non le sapeva usare…- sospirò Michiko, non riuscendo a credere a quella storia.

-Solo in pochi lo sapevano, probabilmente non l’ha mai detto nemmeno a te. Era grazie a queste illusioni che lui riusciva a scrivere le magie per gli altri maghi- spiegò ancora.

-Ciò significa che i genitori di Michiko non sono mai morti?- domandò Freed, mentre Michiko alzava lo sguardo speranzoso e ormai colmo di felicità.

-Certo che no! Abitano a due giorni di cammino da qua!- esclamò in risposta il Signor Osvald, mentre Freed sorrideva felice nel vedere l’espressione di Michiko.

-Sono ancora vivi… Non ci posso credere!- esclamò in preda alla gioia pura portandosi una mano davanti alla bocca, mentre lacrime di felicità le scendevano dagli occhi.

-Dobbiamo andare da loro, assolutamente!- esclamò la ragazza. Non vedeva l’ora di rivederli, era così felice e chissà quanta tristezza avevano provato in sua assenza! Non vedeva proprio l’ora di ricongiungersi a loro e di raccontargli che era pure entrata a far parte della gilda fondata dal suo antenato!

Era felicissima.

-Michiko, aspetta, dobbiamo prima capire dove sono finite le cose che c’erano un tempo nella vecchia casa- le disse Freed, mentre pian piano si ricompose.

-Le hanno portate via i miei genitori?- domandò Michiko, speranzosa in una risposta affermativa.

-Purtroppo no…- rispose il Signore.

-Che è successo? Ci spieghi- intervenne il mago delle rune.

-I tuoi genitori hanno colto l’occasione per andare via da quella casa, in questo modo tua madre non avrebbe ricevuto più nessuna avance da quello spregevole uomo. Finsero la loro morte e tutti quelli del villaggio, ancora oggi, pensano siano morti in quel giorno, a parte io che conosco la verità: tua madre me la raccontò diverse settimane dopo- cominciò a spiegare.

-Quindi le nostre cose?- domandò Michiko, impaziente di ricevere una risposta.

-Scapparono in fretta e non riuscirono a portare via niente. Ci pensò il vecchio che faceva la corte a tua madre, era potente e le autorità non poterono farci nulla: portò via tutte le cose dalla casa solo per averle in ricordo di lei. Si dice che le tenga tutte riposte e ben pulite in una grande sala della sua villa- rispose, disgustato al pensiero di quell’uomo.

-Maledetto!- ringhiò sommessamente Michiko.

-Dobbiamo andare a prenderle, almeno quello che ci serve!- intervenne Freed.

-Anche il libro di mio padre, dove scriveva tutti gli incantesimi, è stato portato via?- domandò la ragazza, sperando in una risposta negativa, che però non arrivò.

-Purtroppo sì, me lo ha detto tua madre; quell’uomo si è portato via proprio tutto, ma se tiene ancora tutte quelle cose con cura sicuramente avrà pure quel libro- rispose annuendo.

-Perfetto, allora ci recheremo in quella villa e gli prenderemo il libro, poi andremo finalmente dai miei genitori!- esclamò la ragazza, pronta nel suo piano.

-Aspettate, non è facile introdursi! La villa è piena di guardie sia all’esterno che al suo interno; però ho io la soluzione!- esclamò sorridendo, felice di poterli aiutare.

-Di cosa si tratta?- domandò Freed, pronto ad ascoltare attentamente ogni singola parola e a formulare un piano.

-Come ricorderai, Michiko, quell’uomo dava sempre un ballo ogni mercoledì sera, non ha mai smesso di farlo. Si dà il caso che domani sia mercoledì e ce ne sarà uno: anche se non si ha l’invito ci si può presentare con abiti di gran classe e con un titolo nobiliare- spiegò in poche parole.

-Quindi l’unica cosa che ci serve è un vestito elegante e un nome falso, giusto?- domandò Freed, cominciando a pensare ad un piano.

-Esattamente!- esclamò il Signore, sorridendo felice.

-Un nome falso è facile da inventare, ma per gli abiti come facciamo?- chiese Michiko, più a se stessa che agli altri.

-Dimentichi una cosa importante! Io affitto ancora vestiti di alta classe! Non vi preoccupate, non dovrete pagare niente!- intervenne con un largo sorriso.

-Dice sul serio?- domandò Michiko, felice anche per quell’aiuto.

-Esatto! Piuttosto, avete un posto dove andare per la notte? Venite a casa mia, mia moglie sarà felice di rivederti!- esclamò ancora, dimostrandosi gentile ed ospitale.

I due lo ringraziarono dell’invito e accettarono cordiali.

 

La sera arrivò in fretta e passata la cena, Michiko e Freed, che non si erano minimamente rivolti la parola, uscirono di casa per una passeggiata. Michiko aveva chiesto di fare due passi per discutere del piano, ma in realtà voleva solo parlare di quello che era successo quel pomeriggio e il mago delle rune l’aveva capito fin da subito.

Si andarono a sedere su una panchina, posizionata in un parco poco fuori il villaggio, illuminati solo dal chiarore della luna.

Michiko sospirò pesantemente e si lasciò andare con la schiena appoggiata del tutto alla panchina e la testa che le cadeva all’indietro, mentre guardava le stelle nel cielo.

Freed si girò verso di lei, guardandola intensamente; non aveva voglia di iniziare sempre i discorsi, era lei questa volta che doveva cominciare a parlare.

-Piantala di fissarmi…- sbuffò dopo un po’, continuando a guardare le stelle.

-Non la smetto finché non mi spieghi perché mi hai portato qui- rispose lui, incrociando le braccia.

-Te l’ho detto! Dobbiamo parlare del piano- rispose lei, senza girarsi minimamente.

-Non mentire!- esclamò in risposta il mago.

-Non sto mentendo!- ribadì lei alzando la testa e incontrando il suo sguardo; rimasero a guardarsi per qualche secondo, poi la ragazza abbassò gli occhi.

-Senti, mi dispiace per oggi… non volevo reagire in quel modo, non volevo dirti quelle cose, non volevo attaccarti… scusami…- sospirò lei, ci aveva messo tanto a dire quella frase, ma forse ne era valsa la pena perché vide Freed sorridere mentre lei alzava gli occhi verso di lui.

-Non volevo minacciarti con le rune, lo sai- rispose lui.

-Non ti preoccupare, però sai, hai fatto bene, se non lo avessi fatto io sarei andata sicuramente a farmi ammazzare e non avrei mai saputo che i miei genitori erano ancora vivi!- affermò felice lei, sorridendo ogni volta che pensava che fra qualche giorno li avrebbe rivisti.

-Sono felice per te, ti accompagnerò anche in quel viaggio!- le rispose Freed.

-Ti ringrazio, veramente, per tutto quello che hai fatto per me- sorrise la ragazza abbassando lo sguardo imbarazzata, mentre intrecciava la sua mano con quella del mago: ormai i suoi sentimenti erano abbastanza chiari. Freed le sorrise, si avvicinò a lei e le posò un bacio sulla fronte. Forse Michiko si aspettava altro ma per il momento si disse che andava bene anche così. Si accucciò meglio vicino a lui e rimasero per diverso tempo abbracciati a guardare le stelle, senza dire una parola. Tutti e due avevano capito che nel loro rapporto c’era qualcosa di più che una semplice amicizia ma per ora preferivano stare così, avvolti da quell’imbarazzo che ogni volta si faceva strada tra i due in certi momenti. Il tempo delle dichiarazioni, in fondo, ci sarebbe sempre stato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice:

Eccoci come ogni Lunedì! Direi che questo è un capitolo abbastanza pieno e si sono scoperte parecchie cose!

Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono la mia storia e recensiscono! E grazie anche alla mia beta che riesce a guardarmi sempre il capitolo prima della pubblicazione! <3

Ci risentiamo la prossima settimana! ^^


_Michiko_

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Capitolo 17
*** Nella tana del lupo ***


NELLA TANA DEL LUPO

 

 

 

 

 

Il pomeriggio del giorno seguente, il Signor Osvald aveva lasciato il negozio chiuso al pubblico per portare Michiko e Freed all’interno e fargli scegliere con calma un vestito a testa; lo avrebbero indossato quella sera stessa per potersi introdurre nella grande e sfarzosa villa di colui che aveva preso tutte le vecchie cose della famiglia della maga della luce.

In mattinata i due maghi avevano già organizzato un piano per entrare senza alcun sospetto e ora si accingevano a cercare qualche vestito che li aggradasse e che potessero indossare. Freed era rimasto con il Signor Osvald mentre Michiko era stata accompagnata nella sezione femminile dalla moglie, la Signora Rosalia.

-Secondo me questo ti starebbe molto bene!- esclamò sorridendo la Signora, mentre faceva vedere l’ennesimo vestito alla ragazza. Michiko non era abituata a portare abiti di un certo livello e ogni volta che la Signora gliene faceva vedere uno lo scartava, trovando qualche particolare difetto che solo lei immaginava.

-Non so, non mi va tanto, il rosso non mi piace- sbuffò la maga, sedendosi su un divanetto e sospirando.

-Tutti questi vestiti ti starebbero molto bene, da piccola eri così felice di indossarli, perché ora no?- le domandò la Signora.

-Me lo ricordo bene, ma non so nemmeno io... Sono cambiata- alzò le spalle la maga della luce.

-Provali almeno!- la spronò ancora.

-Non so... non sono abituata a portare certi abiti, mi sembrano tutti fuori dalla mia portata- rispose la maga, guardandosi intorno.

-Ti sbagli, sei una ragazza molto carina, tutti ti starebbero d’incanto!- sorrise di nuovo, mentre Michiko si alzava stancamente e faceva un giro tra i vestiti che la circondavano.

-Tenterò di provarne qualcuno... - si convinse la ragazza, esprimendo il suo pensiero quasi in un sussurro.

-Poi sono sicura che con un vestito del genere il tuo accompagnatore cadrà ai tuoi piedi- esclamò, annuendo con la testa di chi la sapeva lunga.

-Cosa?!- esclamò Michiko facendo un mezzo salto agitata e girandosi verso di lei con gli occhi sbarrati. Le sue guance presero un colore più acceso mentre si metteva le mani davanti alla bocca sorpresa.

-Su, non fare così, si vede che siete tanto uniti, queste cose non possono sfuggire al mio occhio- spiegò Rosalia, continuando ad annuire.

-Io.. non so veramente di cosa stia parlan… - Michiko non fece in tempo a finire la frase che la sua attenzione fu catturata da un vestito posto in un angolo che la Signora non le aveva ancora mostrato. Si avvicinò lentamente e ne tastò la stoffa, prendendo tra le dita un pezzo di gonna: era seta molto fine, morbida al tatto.

Rosalia fece un grande sorriso e si avvicinò a lei, prendendo il vestito e mostrandoglielo meglio. Michiko ne restò affascinata. Era sul rosa chiaro, un colore molto delicato. Le spalline erano spesse e bianche e ricadevano ai lati, tutte arricciate; era stretto in vita, pieno di merletti e increspature bianche, e la lunga gonna, che finiva con uno strascico, aveva anch'essa un bordo bianco tutto arricciato.

-Ti piace?- le domandò con tranquillità la Signora.

-Si... È molto bello...- sospirò Michiko, sorridendo.

-Era il preferito di tua madre. Un tempo non era bello come lo è ora, ma lei lo ha tutto rifinito con queste arricciature e i merletti bianchi: è diventato uno spettacolo!- spiegò, continuando a guardare il vestito.

-Veramente?- domandò Michiko, curiosa di quella storia e del fatto che fosse andata a scegliere proprio quell'abito; non ricordava che sua madre avesse fatto un lavoro del genere.

-Certo!- sorrise in risposta. -Su, ora provalo!- le disse ancora, porgendole il vestito e spingendola dentro a uno dei camerini.

-Ok...- sussurrò Michiko mentre guardava il vestito che un tempo sua madre aveva sistemato.

 

Nel frattempo Freed era stato accompagnato dal Signor Osvald a vedere i vestiti maschili e il mago aveva scelto un completo con dei pantaloni sul bordeaux, una camicia bianca e un gilet sopra dello stesso colore dei pantaloni.

 

La sera arrivò in fretta e i due maghi si prepararono per uscire di casa, camuffando ovviamente i tatuaggi della gilda. Michiko aveva indossato il vestito rosa che aveva attirato la sua attenzione quello stesso pomeriggio, l’aveva provato e anche lei aveva dovuto ammettere che le stava d’incanto. Da una parte aveva pure pensato che Freed potesse trovarla carina, ma erano stati pensieri che si era subito tolta dalla testa: certe cose, forse, era meglio non considerarle ancora e concentrarsi sul piano.

Tutti nella sala della casa del Signor Osvald la stavano aspettando e quando li raggiunse, avvolta in quel fascio di stoffe, li fece rimanere a bocca aperta.

-Non è bellissima?- esordì la Signora Rosalia, avvicinandosi a lei e sistemandole una ciocca di capelli che le era uscita dal piccolo chignon; aveva legato parte dei capelli, mentre aveva lasciato scivolare gli altri lungo la schiena e sul vestito.

-Sei più bella di tua madre!- esclamò il Signor Osvald, sorridendo vistosamente. Michiko era diventata veramente una ragazza carina.

-Grazie...- sorrise lei imbarazzata, poi girò lo sguardo verso Freed, che la guardava ma non aveva fatto nessun commento.

Il mago le sorrise soltanto; quando l’aveva vista aveva pensato di trovarsi di fronte ad un’altra ragazza, ma invece era Michiko e stava benissimo vestita in quel modo. Arrossì soltanto; avrebbe voluto complimentarsi con lei, ma in quel momento era troppo imbarazzato, soprattutto perché si trovava anche insieme ad altre persone.

Forse lo avrebbe fatto, forse.

-Meglio che andiate ora, la festa sarà già iniziata!- esclamò Rosalia, spingendo i due fuori casa e lasciandoli da soli, mentre cominciavano a percorrere la strada che li avrebbe condotti alla lussuosa villa.

 

La grande abitazione era circondata da un favoloso giardino con erba molto fitta e tagliata abbastanza bassa, ricco di piante e fiori decorativi. Da una parte vi era anche una grande fontana con una grossa statua di due pesci. L’entrata della villa, invece, era preceduta da un paio di scalini in marmo sui quali si trovavano due guardie che scrutavano ogni persona che entrava, per vedere se era vestita in modo appropriato per partecipare alla serata.

-Stammi vicina- le sussurrò Freed, avvicinandosi a lei.

Michiko lo guardò per qualche istante e poi si fece più vicina al mago, mentre si metteva a braccetto con lui; la cosa li imbarazzava ma sapevano anche che dovevano farlo per non destare nessun sospetto.

Pochi passi e sarebbero entrati nella tana del lupo; il cuore di Michiko batteva forte, era agitata e forse stava pure tremando, Freed si accorse di qualcosa e la tenne più vicino a sé, per cercare di farla tranquillizzare; in realtà anche lui era agitato, soprattutto perché si stavano avvicinando alle due guardie che avrebbero deciso se farli entrare o meno.

La ragazza fece un respiro profondo, si raddrizzò meglio con la schiena e guardò dritto davanti a sé. Doveva darsi arie, doveva fare come facevano i nobili: non guardò nessuna delle due persone poste per la sicurezza, le quali invece squadrarono i due maghi dalla testa ai piedi. Ma loro erano vestiti bene, avevano avuto un’entrata normale e non destarono sospetti.

I due tirarono un sospiro di sollievo: finalmente erano dentro.

 

Quando entrarono nella grande sala della villa i due maghi rimasero a bocca aperta: era tutto immenso e adornato in ogni minimo particolare, niente era lasciato al caso.

I pavimenti erano in marmo bianco e lucidissimo, le alte pareti invece erano rosse adornate con grandi quadri dalle cornici dorate. Ai bordi della sala c'erano dei tavoli con sopra qualsiasi pietanza immaginabile e ogni tanto spiccava qualche divanetto in velluto rosso, rifinito in oro. La sala era già gremita di persone, tutte disposte in coppie, che discutevano tra loro o insieme ad altre; in mezzo a loro passavano anche camerieri in pantaloni neri e camicia bianca con in mano vassoi pieni di aperitivi freschi da servire agli ospiti che li richiedevano.

Michiko era sbalordita, non aveva mai visto così tanto lusso tutto insieme; si sentiva completamente estranea a quel mondo e non sapeva come comportarsi nel caso in cui qualche vero nobile fosse stato interessato a parlare con loro. Subito dopo cominciò a guardarsi velocemente intorno; doveva individuare a tutti i costi il proprietario della villa, voleva vedere ancora una volta con i suoi occhi l’uomo che aveva portato via tutto dalla sua vecchia casa, e senza volerlo assunse un’ espressione rigida e arrabbiata.

-Ehi, stai calma e rilassati, sennò darai nell’occhio- la rimproverò Freed, mentre le dava uno strattone con il braccio con cui erano ancora attaccati.

-Devo trovarlo!- ribadì lei, guardandolo negli occhi.

-Non in questo modo, probabilmente sarà lui a farsi vedere, notando delle persone nuove alla sua villa- le rispose, scrutandola attentamente.

Michiko sbuffò e poi si diede una calmata, mentre i due cominciarono a passeggiare tra gli altri nobili che vi erano in sala.

-Ti prendo qualcosa da bere?- domandò Freed, mentre Michiko si sedeva su un divanetto posto un po’ in disparte.

-Si, del succo di frutta, grazie- rispose la ragazza in uno sbuffo. Era già parecchio tempo che i due erano nella sala ma non avevano visto l’ombra del proprietario.

Freed si allontanò da lei e Michiko rimase da sola a guardare gli altri in sala.

Tutte le donne erano vestite con lussuosissimi abiti, un po’ come il suo, e alcuni erano pure rifiniti con delle pietre che sfavillavano grazie a tutte quelle luci: probabilmente erano diamanti, segno della grande ricchezza di quelle famiglie. Tutti si complimentavano a vicenda per gli sfarzosi vestiti che avevano indosso, lo aveva potuto notare mentre giravano in mezzo agli altri; ma a lei, i complimenti, non glieli aveva fatti nessuno. Si ritrovò a pensare che forse non era così bella come il Signor Osvald e sua moglie avevano detto, forse lo avevano fatto solo per renderla felice. Lei non era una che rimuginava a certe cose, non ci aveva mai riflettuto in vita sua a parte quando era piccola; ma ora, ritrovandosi in quella sala, certi pensieri non potevano non venire a galla.

Si guardò intorno e notò un grande specchio poco lontano da lei. Si alzò senza neanche pensarci e ci andò davanti, ad osservare la sua immagine riflessa.

Cosa vedeva davanti a lei? Una semplice ragazza vestita troppo elegante, una ragazza che aveva fatto cose brutte in una gilda oscura senza ricordarsi minimamente del suo passato e che poi lo aveva ritrovato grazie dei maghi di un’altra gilda, anzi, grazie ad un solo mago che ora era lì con lei ad aiutarla a recuperare una sua vecchia cosa.

Un mago a cui purtroppo era finita con il legarsi più del dovuto.

Sospirò e abbassò lo sguardo, guardandosi il vestito che aveva indossato:  quello era magnifico, esattamente l’opposto della persona che lo indossava.

-Ti vedo pensierosa- una voce alle sue spalle la fece trasalire e si girò di scatto, trovandosi davanti Freed che l’aveva raggiunta con due bicchieri ricolmi di succo di frutta fresco.

-Deve essere una tua impressione- rispose lei, prendendo la sua bevanda.

-Lo sai che ormai ti conosco troppo bene- ribadì Freed, volendo a tutti i costi sapere cosa pensava la ragazza.

-È una cosa che mi spaventa questa, non potrò tenerti nascosto niente- lo guardò di sottecchi, mentre beveva un sorso.

-Perché mai dovresti tenermi nascosto qualcosa?- le domandò, non mollando.

-Perché ci sono cose che una ragazza deve tenersi per sé- annuì lei, voltandosi poi da un’altra parte, mentre il cuore le perdeva un battito.

Non ci poteva credere, era lui.

-Free... Frederich...- si corresse subito la ragazza, usando il nome falso che avevano accordato e richiamandolo all’attenzione passandogli la mano sul braccio e prendendogli poi il polso.

-Cosa c’è?- si girò subito il mago, guardando il punto che stava fissando la ragazza.

-È lui...- sussurrò lei, guardandolo dritto negli occhi.

-Sta venendo da questa parte, stai tranquilla e seguimi- le disse, prendendola a braccetto e andando incontro all’uomo.

Il cuore di Michiko batteva forte, all’impazzata, si chiedeva cosa stesse facendo il mago ma doveva fidarsi di lui.

-Buonasera, miei gentili ospiti!- esclamò l’uomo, fermandosi davanti a loro.

-Buonasera Signor Rynold- rispose gentilmente Freed, facendo un mezzo inchino.

-Buonasera- sorrise Michiko, cercando di essere il più naturale possibile.

-È la prima volta che venite? Non vi ho mai visto durante le altre serate- domandò l’uomo davanti a loro, scrutandoli attentamente, soprattutto Michiko, come se l’avesse già vista da qualche parte.

-Esatto, la fama delle sue feste è arrivata fino alla nostra dimora- rispose Freed, complimentandosi con lui, anche se in realtà lo disprezzava come faceva Michiko, per ciò che aveva fatto alla madre della ragazza e alla sua casa.

-Vi ringrazio, ma permettetemi una domanda, da dove venite? Qual è il vostro nome?- domandò ancora, mentre si adornava di tutti i complimenti ricevuti.

-Sono il Conte Frederich Romuld di Cornelia, una cittadina molto lontano da qui, e lei è Clarissa, la futura Contessa- rispose Freed, mentre scioglieva la presa dal braccio di Michiko solo per farla più intensa, mettendo il braccio sul suo fianco e avvicinandola maggiormente a sé.

-Piacere di conoscerla- sorrise la ragazza, chinando leggermente la testa.

-Signor Frederich, mi permetta di fare i complimenti alla sua futura sposa, è una donna incantevole- si complimentò il padrone di casa, inchinandosi davanti a lei, prendendo la sua mano e baciandola sul dorso.

-La ringrazio- rispose la ragazza, cercando di mantenere un comportamento adeguato anche se il contatto con quell’uomo la disgustava.

-Il piacere è tutto mio, ma mi dica, Clarissa, è mai stata da queste parti?- le domandò l’uomo, cominciando a scrutarla attentamente.

-No, ho sempre vissuto nel Paese di Cornelia, non mi sono mai allontanata così tanto- rispose lei cominciando a farsi mille pensieri. Perché le aveva fatto una domanda del genere? Che si fosse ricordato di lei quando era piccola? O forse aveva solo notato la somiglianza con la madre?

-Somigliate molto a una vecchia persona di mia conoscenza, forse è solo l’età che mi ha ingannato- si scusò l’uomo.

-Non si preoccupi- rispose subito la maga affabilmente.

-Vi lascio alla vostra serata, spero sia tutto di vostro gradimento- sorrise ancora, mostrando i suoi denti bianchi e ben curati.

-Grazie mille, anche a lei- rispose Freed, mentre l’uomo si stava già allontanando.

Appena fu lontano, Michiko fece un grosso sospiro e poi si girò a guardare Freed.

-Perché mi ha chiesto una cosa del genere?- domandò subito la ragazza spaventata.

-Non so, può essere che vagamente tu gli abbia rammentato qualcuno- rispose, valutando che fosse l’unica cosa possibile.

-Maledizione!- imprecò sottovoce la ragazza.

-Senti, forse di te nemmeno si ricorda. Ha detto anche lui di aver sbagliato, stai tranquilla ora! Tra poco passeremo alla fase successiva- le disse Freed, continuando a tenerla stretta, sperando che si sarebbe un po’ tranquillizzata.

-Ok- sospirò lei, mentre mentalmente ripassava le altre fasi.

 

Quando fu abbastanza lontano l’uomo si girò ancora verso di loro e cominciò a osservarli attentamente: il viso di quella ragazza non gli era per niente nuovo. Anche se aveva detto che non era mai stata in quel posto, aveva un che di familiare che poteva benissimo nascondere. I capelli azzurri e lunghi le avevano ricordato una persona conosciuta parecchi anni prima e che poi era morta, lasciando un grande vuoto dentro di lui. Era stata una sua vecchia fiamma; aveva cercato di conquistare quella donna in mille modi ma lei non aveva saputo cedere né ai suoi inviti, né alla sua ricchezza: era troppo convinta del suo amore per suo marito e la figlia. Ma il marito era morto insieme a lei e la figlia era scomparsa.

Restò ancora a scrutarla e poi gli venne in mente un particolare importante di tutta quella storia.

La figlia non era morta insieme a loro. La figlia era scomparsa nel nulla.

E restò sbalordito da quel pensiero appena fatto: si rese conto solo in quel momento che quella non era nient’altro che la figlia di Dayla, Michiko.

Ma cosa ci faceva lei in quella sala? Perché aveva detto di chiamarsi Clarissa? Cosa voleva da lui? Aveva per caso saputo che lui aveva preso tutte le cose della sua famiglia ed era venuta a riprendersele? Doveva tenerla assolutamente d’occhio.

 

-Ti sta guardando troppo spesso- sussurrò Freed, avvicinandosi all’orecchio di Michiko.

-Veramente? Pensi che mi abbia riconosciuto?- domandò la ragazza, impaurita.

-Non so, ma è meglio muoversi con il piano, ok?- rispose il mago, provando a infonderle sicurezza.

-Ok, il bagno deve essere da quella parte- disse Michiko, indicando una certa zona -Avevo notato qualche persona che vi si era recata-

-Perfetto, vedrai che andrà tutto bene, ti aspetto qua- le sorrise, lasciandola andare.

Michiko gli sorrise e poi si allontanò, dirigendosi verso il bagno, sotto lo sguardo sia di Freed che del Signor Rynold.

 

La ragazza si mosse tranquillamente verso il locale dove era posto il bagno. Sentiva lo sguardo del proprietario su di lei ma decise di non darci peso e di continuare per la sua strada, senza voltarsi. Quando poi si trovò nel bagno fece un lungo sospiro di sollievo: ora nessuno poteva più vederla.

Non sapeva dove si trovava la sala in cui c’erano tutte le sue cose, per cui avrebbe dovuto passare al setaccio gran parte della villa con i suoi scatti di luce, così nessuno l’avrebbe vista.

In poco meno di cinque secondi Michiko riuscì a scovare la sua meta: si trovava in un piano sotterraneo, dove si accedeva soltanto grazie ad una piccola scala a chiocciola. Formò una grossa sfera di luce e poi la posizionò a centro sala, così da riuscire a vedere con chiarezza.

Nella sala era stato disposto tutto il mobilio della sua vecchia abitazione: le credenze, la cucina, il tavolo con le sedie, i letti e il divano e perfino i quadri e i tappeti, c’era veramente tutto quello che lei aveva in casa quando era piccola. Nella libreria e nella cucina erano ancora collocati rispettivamente i libri e tutti i piatti e i bicchieri che avevano: niente era cambiato, quindi Michiko si disse che probabilmente l’agenda di suo padre era ancora al suo posto nella vecchia scrivania di mogano che aveva già visualizzato vicino alla libreria.

Restò per un attimo a guardarsi intorno, beandosi di tutti quei ricordi che le riaffioravano in testa. Sfiorò la sua vecchia libreria e tutti i libri che ancora erano in perfetto stato. Avrebbe voluto portarsi via tutto, ma sapeva che per ora non era possibile; doveva prendere solo l’agenda per ora e fare pure in fretta, altrimenti il padrone di casa poteva cominciare a sospettare della sua lunga assenza.

La maga della luce si avvicinò lentamente alla scrivania e vi si posizionò davanti. Era ancora tutta in perfetto stato e lucidata a dovere; aprì lentamente il primo cassetto, dove era sicura di trovare l'agenda, e lì lo vide: il vecchio quaderno di suo padre dove scriveva tutti i suoi incantesimi, che aspettava soltanto di essere preso da lei.

 

-Conte Frederich, mi scusi- Freed era stato di nuovo avvicinato dal Signor Rynold: che si fosse accorto della scomparsa di Michiko?

-Mi dica, ha bisogno di qualcosa?- domandò il mago delle rune, guardandolo intensamente.

-Ho notato l'assenza della sua futura sposa, Clarissa- rispose, con le labbra che si piegavano in uno strano sorriso.

-Si è recata un minuto ai servizi, tornerà presto- rispose lui, senza scomporsi più di tanto. Purtroppo aveva avuto ragione, il padrone si era accorto della mancanza di Michiko.

-L’ho vista andare già da parecchio tempo, sicuro che sta bene?- chiese ancora, facendosi insistente.

-Certamente, probabilmente avrà dovuto rifarsi il trucco, non si preoccupi- replicò, mantenendo la calma. I suoi sospetti alla fine erano fondati, quell’uomo li stava controllando.

-Probabile, le donne sono tutte così- rise lui e poi si congedò senza dire una parola. Sospettava sicuramente qualcosa e Freed decise di tenerlo d’occhio.

Passò ancora qualche minuto e il mago delle rune si accorse che l’uomo si stava dirigendo a grandi passi fuori dalla sala; sembrava pure agitato.

Freed decise di seguirlo. Doveva stare attento: se i suoi sospetti erano veramente fondati, lui stava andando a cercare Michiko.

 

Michiko riuscì finalmente ad avere tra le mani la tanto bramata agenda di suo padre, dove avrebbe trovato nuove formule per usare la sua magia. L’agenda non era molto grande, aveva la copertina verde scuro senza nessuna scritta e non era nemmeno tanto lavorata: era qualcosa di semplice all’apparenza, ma dentro racchiudeva grandi cose.

-Finalmente...- sussurrò la ragazza, tirando un sospiro di sollievo. Stava per metterla via, sotto al vestito, quando le luci della grande sala si accesero di colpo.

La maga della luce si girò di scatto, spaventata. Sulla porta vide il Signor Rynold che la guardava sorridendo. Lei fece qualche passo indietro; era stata scoperta.

-Oh, ma chi abbiamo qui? La piccola Michiko, giusto? Altro che la futura Contessa Clarissa- ghignò lui, battendo le mani e avvicinandosi lentamente.

Michiko non sapeva che dire; lui si era ricordato di lei.

-Non hai niente da dire? Penso che questo posto ti piaccia parecchio, no? Hai visto quante cose nuove ho?- le domandò ancora, facendosi sempre più vicino, mentre Michiko indietreggiava.

-Queste non sono cose sue!- ringhiò lei, mentre i suoi occhi diventavano neri. Come osava dire che tutte quelle cose gli appartenevano? Le aveva rubate e basta.

Nel frattempo era arrivato pure Freed che si era fermato sulla porta ed era rimasto ad ascoltare i due; non voleva immischiarsi, dato che quella era una cosa riguardante la ragazza. Sarebbe intervenuto solamente se le cose si fossero messe male per il Signor Rynold; non voleva che Michiko perdesse il controllo e facesse qualcosa di avventato.

-Oh sì che lo sono! Da quando i tuoi genitori sono morti e tu sei scomparsa queste cose sono mie di diritto!- rispose con tutta tranquillità.

-I miei...- Michiko stava per dire che i suoi genitori non erano morti, ma si fermò di colpo: non doveva dire una cosa del genere.

-Sono sue soltanto perché ha pagato le autorità perché tacessero, ma prima o poi mi riprenderò tutto!- cambiò frase lei.

-Non ci conterei... Visto che hai scoperto questo mio piccolo segreto sono costretto ad ucciderti- sogghignò, tirando fuori un coltello dalla tasca dei pantaloni e puntandolo contro la ragazza.

Michiko sorrise, cosa pensava di fare con un coltello? Non si ricordava che lei era una maga?

L’uomo si scaraventò senza pietà contro di lei, assumendo una smorfia di rabbia per aver scoperto che quella maledetta ragazzina era ancora viva. Provò a colpirla ma lei scomparve e ricomparve dietro di lui, ridacchiando.

-Forse ha dimenticato qualcosa, io sono una maga della luce!- rise lei, creando poi una sfera con la sua mano destra.

-Cosa pensi di fare? Vuoi uccidermi per caso e riprenderti tutto?- le domandò, provocandola. Sapeva che quella ragazza non si sarebbe azzardata a fare una cosa del genere.

-Non sarebbe una cattiva idea, no?- sorrise malignamente, facendo lentamente qualche passo in avanti e ingrandendo la sfera di luce. L’uomo davanti a lei cominciò ad indietreggiare spaventato, mentre Freed era pronto a fermarla nel caso avesse esagerato.

Michiko scomparve ancora con uno dei suoi scatti e ricomparve davanti a lui con sguardo arrabbiato e gli occhi neri come la pece. Lo fissò per qualche secondo, godendosi il terrore dei suoi occhi, e poi gli scagliò contro la sua sfera di luce, riducendola tuttavia all’ultimo secondo: non lo avrebbe ucciso.

Freed si mosse in quel momento, per cercare di fermarla, però aveva visto che Michiko non aveva cattive intenzioni ma aveva voluto solo spaventarlo. Ora il padrone di casa giaceva privo di sensi sul pavimento.

-Ti stavo giusto per fermare, pensavo lo avresti ucciso veramente!- esclamò il mago delle rune, avvicinandosi a lei.

-Se fossi stata ancora a Black Eye lo avrei fatto, sicuramente- rispose lei, senza tanti giri di parole, mentre i suoi occhi tornavano grigio perla.

-Hai preso il libro?- le chiese ancora.

-Si- rispose lei, guardandosi intorno. Sapeva che ora doveva andare, ma non voleva lasciare tutte le sue cose lì. Freed se ne accorse e fece qualche passo vicino a lei, mettendole una mano sulla spalla. Michiko abbassò lo sguardo e strinse i pugni; era arrabbiata con se stessa perché quell’uomo si era portato via tutto e ora lei, anche se si trovava in quella sala, non poteva fare niente.

-Prima o poi mi riprenderò tutto, lo giuro!- sussurrò con rabbia, sciogliendosi dalla presa di Freed e andando verso la porta per uscire dalla sala e dall’intera villa.

Il mago delle rune sospirò e la seguì.

 

I due uscirono dalla villa e si diressero di nuovo alla casa del Signor Osvald, dove avrebbero passato ancora una notte; il giorno dopo sarebbero partiti verso la nuova casa dei genitori di Michiko.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

Rieccomi come ogni Lunedì! Finalmente Michiko è riuscita a riprendersi almeno l'agenda del padre, ma le altre cose purtroppo chissà quando ci riuscirà, almeno quella l'ha portata via!

Ci terrei a precisare una cosa, il personaggio di Michiko l'ho creato io e quindi se dovesse essere utilizzato in altre storie gradirei che venisse richiesto il permesso alla sottoscritta. Grazie.

Detto questo ringrazio come sempre chi segue questa storia, mi fate felice! Ci si rivede al prossimo capitolo! ^^

 

_Michiko_

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Capitolo 18
*** Di nuovo insieme ***


DI NUOVO INSIEME

 

 

 

 


 

Nella mattinata del giorno seguente i due maghi erano già partiti alla volta della nuova abitazione dei genitori di Michiko, dietro indicazione del Signor Osvald e della moglie.

Si erano incamminati di buon mattino per arrivare al nuovo villaggio nel tardo pomeriggio del giorno dopo.

Michiko era felice, come non lo era mai stata prima da quando si era unita a Black Eye; nemmeno stare con dei nuovi compagni l’aveva resa così felice come il sapere che i suoi genitori fossero ancora vivi e che dopo poco più di un giorno li avrebbe rivisti. Era tutta la mattina che continuava a sorridere entusiasta, dimenticandosi quasi della sera prima e di aver incontrato il Signor Rynold.

-È la prima volta, da quando sei arrivata a Fairy Tail, che sorridi in questo modo- la guardò Freed, felice di vedere la ragazza in quello stato.

-Direi che non ho mai sorriso in questo modo nemmeno a Black Eye, penso siano anni che non lo faccio- rispose lei.

-Non te l’ho mai chiesto, ma come andavano le giornate a Black Eye?- domandò, mentre Michiko assumeva un’aria pensierosa ma non triste.

-Beh, sicuramente non erano come a Fairy Tail: restavo tutto il giorno a leggere qualche libro, non andavo d’accordo con nessuno e poi andavo in missione. Avevo pure smesso di sorridere. Quella vita non mi piaceva, ma a quel tempo mi sembrava l’unica cosa che potessi fare- rispose, alzando le spalle.

-Hai mai fatto cose di cui ti sei pentita? Sai cosa intendo, vero?- le domandò ancora. Aveva passato tanto tempo con lei e pure gli altri, ma mai nessuno le aveva chiesto di Black Eye e di cosa avesse fatto.

Forse nemmeno a lui interessava più di tanto, perché ora davanti aveva una persona completamente diversa a quando si erano scontrati la prima volta, però gli avrebbe fatto piacere conoscere anche quella parte di vita della maga della luce.

Almeno in certi casi avrebbe saputo come comportarsi.

Michiko si fece ancora più pensierosa e poi guardò il suo interlocutore; purtroppo aveva fatto qualcosa di cui ora, visto che era cambiata, si pentiva. Ma non sapeva se dirglielo o no. Aveva paura di essere giudicata da lui e di farlo allontanare.

Continuava a far oscillare lo sguardo dai suoi occhi al terreno sotto i suoi piedi, mentre continuavano a camminare lentamente. Lei non voleva assolutamente allontanarlo e quindi decise che forse era meglio rispondere negativamente a questa domanda.

-No, no, niente del genere- rispose, senza riuscire a guardarlo negli occhi, poi non disse più niente e continuò a camminare.

-Capisco- rispose lui, continuando a guardarla per qualche secondo. Aveva capito che stava mentendo ma decise di chiudere lì il discorso, forse non se la sentiva di dirglielo e lui non voleva insistere; sapeva che la ragazza era felice e non voleva rovinarle questo momento.

 

Quando si fermarono per il pranzo Michiko si era un po’ ripresa da quei pensieri e ora era tornata a sorridere felice.

-Come credi sarà quel momento?- le domandò, vedendola di nuovo allegra.

-Ho pensato a mille modi, però sarà sicuramente diverso da ciò che ho immaginato e ovviamente sarà unico- rispose, allargando ancora di più il suo sorriso.

Il mago restò a guardarla qualche secondo e poi riprese a mangiare il suo pranzo; stessa cosa fece Michiko, che ogni tanto lo scrutava con la coda dell’occhio, mentre dentro di lei pensava a tutto ciò che era successo negli ultimi giorni, compresa la vicinanza di Freed.

Lui era sempre stato gentile con lei, l’aveva sempre ascoltata e aiutata, era partito in quel viaggio per accompagnarla. Michiko poteva sembrare la persona più felice del mondo in quel momento, ma un pensiero le fece presto capolino in testa: quella stessa mattina gli aveva mentito. Si sentì subito in colpa e in dovere di rimediare: se voleva che lui le fosse sempre leale doveva essere sempre sincera, cosa che purtroppo non aveva fatto.

Il suo sguardo si rattristò di colpo e abbassò gli occhi al terreno.

-Senti Freed, io ti ringrazio tanto per tutto quello che stai facendo e vorrei essere veramente sincera con te- sussurrò, facendo poi un lungo respiro.

Il mago delle rune alzò lo sguardo verso di lei e la fissò intensamente: che cosa gli stava per dire?

-Purtroppo stamattina ti ho mentito e me ne dispiace tanto, sappi solo che l’ho fatto perché io non voglio allontanarti da me- parlò ancora, sempre tenendo lo sguardo basso, perché non voleva incontrare i suoi occhi.

-Penso di aver capito di cosa tu stia parlando: ci hai messo tanto tempo a rispondere e poi si vedeva che non eri spontanea- le disse lui e Michiko alzò lo sguardo di colpo, sorpresa.

-Come? Tu lo avevi capito? Perché allora non hai detto niente?- domandò incuriosita.

-Perché ci sarà stato un buon motivo per farlo, no? E poi non volevo insistere, sei così felice oggi- rispose, avvicinandosi e sedendosi al suo fianco.

-Una missione richiedeva di uccidere due persone, e io l’ho fatto, senza pensarci un secondo- spiegò in poche parole, abbassando lo sguardo.

-Capita a tutti di fare degli sbagli. Non ti allontanerò per questo e nessuno alla gilda lo farà, ora sei una persona diversa da quella che stava a Black Eye- la rassicurò, cingendola con un braccio.

-Grazie, veramente- disse ancora, facendosi più vicina e lasciandosi avvolgere.

-Vogliamo rimetterci in cammino ora?- domandò dopo qualche minuto il mago.

Michiko annuì con la testa e si rimisero in marcia.

 

Avevano continuato il loro cammino fermandosi solo per qualche pausa e per i pasti. Così facendo, nel pomeriggio del giorno dopo erano finalmente giunti al nuovo villaggio dove i genitori della ragazza abitavano.

Chiedendo qualche informazione ai passanti erano riusciti pure a farsi indicare la casa, che si trovava un poco fuori dal centro, e per accedervi c’era una piccola stradina polverosa e leggermente in salita.

Ad un certo punto del cammino Michiko si fermò di colpo, arpionandosi con la mano al polso di Freed e facendolo fermare; guardava davanti a sé con gli occhi spalancati e un grande sorriso si stava allargando dalle sue labbra.

Davanti a loro si ergeva una piccola casetta a due piani con tante finestre e di colore bianco. Intorno sembrava esserci un piccolo giardinetto, ma ancora non riuscivano a vederlo bene a causa della distanza.

-Deve essere quella....- sussurrò Michiko, senza distogliere lo sguardo da quella casa.

-Sì, andiamo avanti?- le domandò lui, guardandola.

-Sì... Io... Sono così emozionata!- esclamò, ricominciando a camminare e trascinandolo, mentre Freed sorrideva.

Quando furono ormai a poco meno di un centinaio di metri, Michiko si fermò ancora. Era così tanto emozionata che non sapeva nemmeno che dire o che fare: doveva andare lì e forse bussare alla porta? O doveva precipitarsi dentro casa come nulla fosse successo? O magari chiamarli fuori? Oppure poteva far andare prima Freed e poi lei sarebbe entrata dopo... Cosa doveva fare?

 

Mentre Michiko pensava a tutte quelle cose sotto lo sguardo attento del mago delle rune, Dayla era uscita un attimo per innaffiare i fiori che aveva coltivato sul bordo del giardino. Tuttavia quando aprì la porta di casa si fermò di colpo, non credendo ai suoi occhi.

Una ragazza poco lontano dalla casa stava ferma a guardare da quella parte. Anche se erano passati tre anni non aveva dubbi che quella ragazza fosse sua figlia, Michiko. Si mise le mani davanti alla bocca per la sorpresa e cadde in ginocchio sulla porta, mentre calde lacrime cominciavano a sgorgare dai suoi occhi.

-Dayla, che hai?- domandò preoccupato Jared, correndo verso di lei, per paura che si fosse sentita male; ma quando anche lui arrivò alla porta spalancò occhi e bocca per la sorpresa, guardando il punto in cui indicava sua moglie.

Sua figlia era lì, che li fissava ferma e senza parole.

-Michiko…- sussurrò Jared più a se stesso che agli altri; senza pensarci un attimo cominciò a correre verso di lei.

-Vai…- la spronò Freed, sciogliendo la presa con la mano e dandole una piccola spinta sulla schiena, la maga si girò a guardarlo per qualche secondo e poi cominciò a correre verso il padre.

Michiko non poteva credere ai suoi occhi, i suoi genitori erano lì, davanti a lei, e soprattutto vivi e in ottima forma. Quando aveva visto sua madre uscire dalla porta il suo cuore aveva perso un battito, lei l’aveva riconosciuta subito ed era crollata a terra, poi aveva visto suo padre; si rese conto che non erano cambiati nemmeno di una virgola, anche se erano passati tre anni. Aveva visto suo padre correre verso di lei e aveva fatto lo stesso, andandogli incontro.

-Michiko! Sei veramente tu?- esclamò Jared, mentre l’aveva presa tra le braccia e la stringeva forte a sé. La stritolò con la sua presa e poi si fermò qualche secondo a guardarla negli occhi, con le mani sulle sue guance, abbassandosi leggermente all’altezza della ragazza.

-Papà…- sussurrò lei, mentre qualche lacrima cominciava a sgorgarle dagli occhi: erano lacrime di felicità.

Suo padre l’abbracciò ancora, più forte di prima, era felicissimo di avere ritrovato la figlia perduta, così come la madre che lentamente si era avvicinata e l’aveva scrutata durante l’abbraccio con Jared.

-Mamma!- esclamò la maga della luce, vedendo la donna dai capelli blu che si era avvicinata a loro.

-Michiko…- sussurrò lei ancora con le lacrime agli occhi e la ragazza sciolse l’abbraccio dal padre per fiondarsi dalla madre. Jared le guardò sorridendo e poi si avvicinò a loro, avvolgendole entrambe in un caldo abbraccio.

Restarono minuti infiniti in quella posizione, come a recuperare tutto il tempo perduto in quei lunghi anni, e quando si staccarono si guardarono intensamente negli occhi, sorridendosi a vicenda e asciugandosi le lacrime.

-Michiko… noi abbiamo così tante domande da farti…- sospirò il padre, mettendo un braccio intorno alla vita della moglie.

-Anche io, ma prima di tutto sono così felice di rivedervi, pensavo foste morti quel giorno…- sussurrò la ragazza, abbassando tristemente lo sguardo.

-Mi dispiace, veramente, ma ho dovuto farlo per convincere quei due della nostra morte- rispose il padre, veramente mortificato.

-Non importa, ora va bene così- sorrise la ragazza, di nuovo felice.

-Mimì, quello è un tuo amico?- domandò la madre, indicando Freed che per tutto il tempo era rimasto in disparte per non disturbarli.

-Si, è un mio compagno di gilda, mi ha accompagnato fin qua- rispose la ragazza, facendo segno al mago di avvicinarsi.

-Vuoi dire che è uno di quelli che ti ha portato via?- chiese Jared, con tono brusco e assumendo un’espressione contrariata.

-No, assolutamente, lui è uno di quelli che mi ha portato via dalla gilda che mi aveva rapito- si intromise prontamente Michiko.

I genitori sospirarono più rassicurati.

-Piacere di fare la vostra conoscenza, sono Freed- il mago allungò la mano verso di loro e si presentò ai due adulti.

-Entriamo in casa ora, avremo tante cose da raccontarci davanti ad una buona tazza di thè- li invitò la madre.

-Si!- esclamò sorridente Michiko e poi si avviò, non prima di aver dato un’occhiata veloce a Freed che le sorrideva nel vederla così raggiante.

 

La prima cosa che Michiko notò era che la casa era arredata in modo completamente diverso da  quella in cui aveva vissuto quando era bambina. Probabilmente lo avevano fatto per cercare di dimenticare pian piano quei momenti in cui lei aveva vissuto con loro, cosa che però non sarebbe mai successa.

Dayla arrivò dopo cinque minuti con quattro tazze di thè fumanti e in questo modo i quattro si misero a parlare e a raccontarsi tutto quello che era successo in quei tre lunghi anni di assenza da parte della ragazza. Michiko spiegò anche di aver visto Mavis, di come l’aveva aiutata ad andarsene da Black Eye e di come poi a Fairy Tail l’avevano accolta e aiutata. Parlò della gara e di come aveva recuperato la memoria e poi del fatto che aveva recuperato la vecchia agenda.

I genitori risultarono molto felici del fatto che Michiko fosse entrata a far parte di Fairy Tail, la gilda che aveva fondato il suo antenato, e quindi si sentirono sicuri sul fatto che si era trovata bene e che non le avrebbero fatto mancare niente. Senza nemmeno chiederlo loro avevano tristemente capito che la ragazza non sarebbe più tornata a vivere con loro, ora che aveva trovato una buona gilda di maghi a cui si era unita, però da una parte erano contenti: avevano visto una Michiko diversa da come se la ricordavano, e quando aveva raccontato di Fairy Tail l’avevano vista decisamente felice.

 

Poco tempo dopo Michiko e il padre andarono a sedersi vicino al giardino. La ragazza gli aveva riportato la sua agenda e ora la stavano aprendo insieme.

-Questi saranno gli ultimi tre incantesimi che imparerai, dopodiché potrai fare tutto- le spiegò il padre, mentre si dirigeva alla pagina richiesta.

-Pensavo ce ne fosse solo uno!- esclamò la ragazza, mentre metteva la sua mano sopra al sigillo scritto da suo padre parecchi anni prima; questo si illuminò per qualche secondo e poi scomparve davanti ai loro occhi.

-Sono tre formule abbastanza difficili, ci metterai del tempo per impararle- spiegò il padre, dando l’agenda in mano alla ragazza che aveva cominciato a scrutarla avida di sapere.

-Mi sono allenata tanto negli ultimi anni, sarà un gioco da ragazzi per me!- rispose, mentre cercava di capire a cosa si riferissero.

-Non conta l’allenamento! Ora però ascoltami bene che ti spiego tutto- si fece serio il padre, cominciando ad indicare con il dito la prima formula, Michiko rimase zitta e concentrata ad ascoltarlo.

-La prima non è tanto complicata ma nemmeno tanto facile, consiste nel portare con te una persona quando usi gli scatti di luce, io penso che in un mese di pratica dovresti farcela- spiegò il padre.

-Un mese? È tanto! Però mi piace l’idea!- sorrise la ragazza; ora avrebbe usato gli scatti pure con altre persone, era un ottimo modo per fare del lavoro di squadra.

-Non è mai tanto per padroneggiare una tecnica come quella, andiamo avanti però. La seconda è la più facile, ti basta solo un po’ di pratica. Con questa potrai trasformare la luce in qualsiasi forma tu vorrai, da un’arma come una spada ad un comunissimo oggetto; in meno di una settimana dovresti riuscire a fare già tante cose- spiegò il padre.

-Bene! Non sembra tanto difficile. L’ultima invece?- domandò Michiko, curiosa di sapere cosa racchiudesse l’ultima scritta.

-Questa è la più difficile, non so in quanto la imparerai, né se addirittura ci riuscirai prima o poi- cominciò a spiegare Jared.

Michiko sgranò gli occhi: di cosa si trattava?

-Se la impari potrai occultarti al nemico: consiste nel deviare la luce che riflette su di te per renderti invisibile- sorrise.

-Veramente?- domandò Michiko con occhi e bocca spalancati. Era una mossa difficile da imparare ma grandiosa; doveva riuscire ad impadronirsene, anche facendo un duro allenamento. Ne valeva davvero la pena.

-Esatto, comunque se mai riuscirai a padroneggiarla ti ci vorrà almeno un anno di duri allenamenti- le illustrò ancora.

-Non importa, deve essere mia!- esclamò la ragazza felice, non vedeva l’ora di mettersi all’opera.

 

Nel frattempo Freed era rimasto in casa in compagnia della madre della ragazza.

-Signora, la posso aiutare in qualche modo?- domandò il mago, rendendosi disponibile.

-Oh, non ti preoccupare, tra poco mi metto a preparare la cena! Piuttosto, dimmi una cosa- replicò Dayla mentre si sedeva vicino a lui.

-Mi dica- rispose con educazione.

-Ho sentito parlare di te e del tuo Team una volta. Sei dei Raijinshuu, vero?- domandò la donna, guardandolo negli occhi.

-Il nostro nome è arrivato fino qua?- si sorprese il mago delle rune.

-Già, è stato un paio di anni fa. C’eravamo appena trasferiti e abbiamo sentito di un gruppo di quattro maghi di Fairy Tail che avevano sconfitto un grosso demone che viveva poco lontano da qua- spiegò la donna dai capelli blu.

-Si, lo ricordo bene- rispose Freed.

-Siete uno dei Team più forti di Fairy Tail, no? Michiko ha svolto delle missioni pure con voi?- domandò la madre, incuriosita.

-Si, lei è stata subito affidata a noi, e adesso la consideriamo parte integrante del nostro Team, ci segue sempre- rispose il mago.

-Sono sollevata, almeno si trova con maghi molto potenti e che possono proteggerla- sospirò Dayla, sollevata.

-Michiko se la sa cavare bene anche da sola! È molto forte, non si preoccupi. Comunque la terremo sempre d’occhio, è in buone mani, sia con noi che a Fairy Tail- sorrise Freed, mentre la madre veniva rassicurata da quelle parole.

 

Michiko e il padre rientrarono poco dopo. La maga della luce si andò a sedere subito vicino a Freed e gli spiegò per filo e per segno tutte le sue nuove tecniche, mentre il padre si era diretto in cucina ad aiutare la moglie nella preparazione della cena.

 

Passarono parecchi giorni. Michiko non aveva ancora pensato a quando tornare a Fairy Tail e Freed non ne voleva parlare perché erano stati separati per tre lunghi anni, quindi la ragazza aveva tutto il diritto di passare del tempo con loro.

Quella mattina la maga della luce e la madre erano andate in paese a fare la spesa e lui era rimasto a casa ad aiutare Jared nella riparazione di un pezzo di cancello del giardino.

-Ti posso chiedere una cosa?- domandò Jared, mentre si sedeva su un tronco di legno, per prendersi un attimo di pausa.

-Certamente- rispose il mago, attendendo.

-Avete già pensato a quando tornerete ancora a Fairy Tail?- domandò.

-No, non ancora. Vostra figlia è molto contenta di stare qua, deciderà lei- rispose il mago, sedendosi su un muretto poco distante.

-Ti ringrazio, la vedo molto contenta; mi è sembrata anche felice quando parlava di Fairy Tail, per cui ho anche una richiesta da farti- sospirò poco dopo, fissando intensamente il mago.

-Dica pure- Freed lo guardò, mentre si sentiva osservato nel profondo da quello sguardo.

-Mi sei sembrato subito una persona a posto e ho visto che sei molto legato a mia figlia; non mi interessa se tra di voi c’è qualcosa, ma la affido a te. Ha perso tre preziosi anni e sembra ancora una bambina, non voglio che le succeda niente- spiegò, continuando a guardare Freed senza batter ciglio.

Il mago delle rune restò per qualche secondo a elaborare le parole di Jared e poi sorrise.

-Sarà fatto, non si preoccupi-

-Ti ringrazio ancora- sorrise il padre della ragazza, mentre si rimetteva a lavorare seguito da Freed.

 

Nel mentre Michiko e sua madre stavano rientrando a casa.

-Cara, dimmi una cosa- sorrise Dayla, mentre guardava di sottecchi la figlia.

-Cosa, Mamma?- domandò la ragazza dai capelli azzurri.

-State insieme tu e Freed?- chiese diretta, guardala per cogliere qualsiasi reazione da parte della ragazza.

-Cosa?!- esclamò Michiko fermandosi di colpo e sgranando occhi e bocca per la domanda alquanto bizzarra.

-Non puoi nascondere certe cose all’occhio di una donna, e soprattutto di una madre- replicò lei, mentre si fermava e incrociava le braccia: non avrebbe dato tregua alla figlia.

-Tra di noi non c’è niente, veramente- spiegò ancora Michiko. Lei e Freed avevano passato parecchio tempo insieme, ma non erano assolutamente in quel tipo di rapporto!

-Però ti piace!- dichiarò con sicurezza la madre.

-Mamma! Basta!- esclamò la maga, completamente rossa in volto.

-Ammettilo e ti lascerò stare, tanto tu piaci a lui, si vede- andò ancora avanti, convinta.

-Cosa? Io gli piaccio? Non scherzare!- sbuffò, cercando di controllare il rossore delle sue guance che stavano andando a fuoco. Però sua madre non si sbagliava mai su certe cose, e anche lei da qualche tempo aveva capito di piacere a Freed.

-Vi ho visti ieri, come vi siete guardati…- replicò, facendosi pensierosa.

-Ieri? Che cosa hai visto ieri?- domandò la ragazza con gli occhi ancora più sbarrati. Il giorno prima non era successo proprio un bel niente, a cosa si riferiva sua madre?

-Sei inciampata in giardino e lui ti ha preso al volo! Impagabile è stato il momento in cui poi vi siete guardati negli occhi... Mi capitava spesso anche con Papà!- disse la madre cominciando a sognare a occhi aperti, mentre ripensava ai momenti passati con suo marito.

A quel punto Michiko arrossì di colpo, ricordandosi quell'attimo e il loro lungo scambio di sguardi; cercò di darsi un contegno respirando profondamente e poi riprese a camminare, lasciando la madre indietro che stava ancora continuando a fantasticare.

Quella stessa sera Michiko e Freed avevano contattato il Master, gli avevano spiegato la situazione e dissero che sarebbero ripartiti tra qualche giorno. Makarow era stato molto felice di ciò che i due maghi gli avevano riferito e a sua volta raccontò l’esito finale della gara.

-Michiko, hai una strana espressione, a cosa stai pensando?- le chiese Freed.

-Sono felice che abbiano vinto Laxus e Bixlow!- esclamò la ragazza. Il Master avevano spiegato che in finale erano rimasti loro contro Gajeel e Lily; purtroppo quest’ultimi erano ancora un po’ provati dello scontro fatto il giorno prima e per gli altri due era stato facile approfittarsene e batterli senza usare il massimo dei loro poteri.

-Purtroppo so a cosa stai pensando- sospirò il mago, lasciandosi cadere a sedere sul letto. Si trovavano nella stanza che era stata occupata da Michiko per dormire; Freed invece era stato posizionato sul divano, non essendoci in casa altri posti letto.

-Esatto! Appena torno li sfiderò tutti e due e sarò io la sola ed unica vincitrice!- affermò in preda a una totale euforia, alzando il braccio destro in aria, dandosi già per vincente.

-Questo mi preoccupa, basta che non ti fai male- la guardò il mago, per niente contento di tutte quelle affermazioni. Prima o poi si sarebbe fatta male seriamente in tutte quelle risse. Sperò solo che Bixlow non ci arebbe andato giù pesante,tanto era già sicuro che Laxus non avrebbe accettato la proposta.

-Ma ci sei sempre tu a fasciarmi le ferite, no?- sorrise la ragazza, sedendosi vicino a lui e continuando a guardarlo.

Freed le sorrise e le mise una mano sulla testa, scompigliandole i capelli.

-Sarà meglio che ora vada a dormire. A domani!- la salutò il mago, alzandosi e andando verso la porta. Vedere sorridere in quel modo la ragazza e soprattutto così vicino a lui non gli faceva per niente bene, doveva tenere a bada i suoi istinti.

-Aspetta!- esclamò Michiko, affrettandosi verso di lui e prendendolo per un polso, facendolo girare.

Freed la guardò in attesa.

-Ti voglio ancora ringraziare, forse avresti voluto tornare a Fairy Tail già tempo fa, forse non volevi nemmeno venire, forse…-

Michiko non riuscì a finire la frase: Freed aveva posato le sue labbra sulle sue in un tenero bacio. La ragazza restò sorpresa ma comunque felice di quel gesto. Per Freed era sicuramente il modo migliore per farle capire che di lui si poteva fidare e che non gli dispiaceva averla aiutata, ma quando Michiko cominciò lentamente a dischiudere le labbra si staccò, guardandola intensamente negli occhi e mettendole le mani sui fianchi.

Michiko lo guardò paralizzata e imbambolata: finalmente il momento tanto atteso era arrivato, l’aveva baciata! E ora ne voleva ancora un altro, e forse un altro dopo ancora; sfiorò il petto del mago con la sua mano e poi strinse la camicia bianca tra le sue mani.

-Non c’è bisogno di ringraziarmi, lo faccio volentieri- le disse lui, sorridendo e godendosi l’espressione sul volto della ragazza.

Michiko piegò le sue labbra in un sorriso e poi si buttò su di lui, premendo ancora le sue labbra su quelle del mago che si dischiusero facilmente. Finirono contro il muro, la maga della luce si ritrovò chiusa tra la parete e Freed, che non aveva per niente l’intenzione di lasciarla scappare.

Si staccarono solo dopo qualche minuto, arrossati e accaldati; si dissero che forse era meglio darsi la buonanotte, altrimenti i genitori della ragazza avrebbero potuto scoprire facilmente cosa era appena successo tra di loro.

Quando Freed lasciò la stanza, Michiko si buttò coricata sul letto, con viso sognante a guardare un punto imprecisato del soffitto. Quello che di più in quei giorni aveva sperato si era appena avverato; lei provava dei sentimenti per il mago e lui, ora, le aveva dato la certezza che quei sentimenti erano ricambiati. Non era mai stata così felice, avrebbe voluto che quel momento non fosse mai finito, ma sapeva che d’ora in poi ce ne sarebbero stati altri.

E non ne vedeva l’ora.

 

I due maghi di Fairy Tail, partirono alla volta della loro gilda esattamente tre giorni dopo il bacio avvenuto quella sera. Non ce ne erano stati altri e i due non ne avevano nemmeno più parlato, ma sapevano entrambi che qualcosa tra di loro era cambiato.

Michiko salutò i suoi genitori un po’ tristemente; era molto dispiaciuta per il fatto che doveva lasciarli, ma sapeva anche che ora sarebbe potuta andare a trovarli quando voleva, perché loro erano ancora vivi.

Si lasciarono quindi, con la promessa di rivedersi presto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

Ecco a voi il tanto atteso incontro con i genitori! Dove il padre ha potuto aprire l'agenda e spiegarle le varie tecniche!

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio tutti come sempre, chi legge e chi recensisce!

Un grosso saluto, al prossimo!

 

_Michiko_ 

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Capitolo 19
*** Rapimento ***


RAPIMENTO

 

 

 

 

 

Michiko e Freed erano rientrati alla gilda da solo qualche minuto, ma la ragazza non aveva perso l’occasione di andare dai vincitori della sfida, proponendosi subito come loro sfidante.

-Ecco qua i vincitori!- ghignò Michiko, piazzandosi davanti a Bixlow e Laxus che si erano diretti dai due maghi appena li avevano visti entrare.

-Guarda che siamo venuti per salutarvi e per sapere come stavate- sbuffò Laxus, il quale già si immaginava che Michiko aveva intenzione di combinarne una delle sue.

-Tutto bene, vi ringraziamo- sorrise Freed.

-Comunque, il Master ci ha detto tutto: sono felice per te, Michiko!- esclamò Bixlow, scompigliandole i capelli.

-Ehi! Questa è una sfida!- ringhiò la ragazza, mettendosi sulla difensiva.

-Io non combatterò con nessuno- Bixlow incrociò le braccia al petto.

-Avete vinto la competizione e noi ci siamo ritirati, è giusto che proviamo a battervi! Poi siete fortunati che Freed non partecipi, anche se basto e avanzo io per sconfiggervi!- esclamò la ragazza, facendogli segno di uscire dalla gilda per cominciare lo scontro.

Freed alzò le spalle rassegnato, mentre gli altri lo guardavano chiedendosi come avesse fatto a passare così tanto tempo insieme a Michiko.

-Guarda che non combatteremo nemmeno noi- rispose Laxus, sbuffando e girandosi da un’altra parte, annoiato.

-Avete forse paura di perdere contro una ragazza?- sorrise la maga della luce, mentre i due le davano un’occhiata veloce.

Freed pensò subito che la ragazza stava cercando di raggiungere il suo obiettivo facendo leva sull’orgoglio dei suoi compagni.

-Ti sbagli, non vogliamo farti del male- rispose Bixlow, chinandosi leggermente alla sua altezza e guardandola negli occhi.

-Io penso che tu abbia paura e basta! E poi, noi abbiamo sempre una vecchia sfida in sospeso, e qui sto parlando anche di te- disse la ragazza, rivolgendosi pure a Freed.

-Prima o poi faremo anche quello, non ti preoccupare- sbuffò il mago delle rune, evitando di finire coinvolto pure lui.

-Se insisti così tanto accetto. Laxus?- rispose Bixlow, per poi girarsi verso il Dragon Slayer di seconda generazione.

-No, fate pure- rispose il mago dei fulmini.

-Un giorno arriverà anche il tuo turno- sorrise la ragazza, mentre si dirigeva fuori seguita dal suo sfidante e dal resto del suo Team, compresa Evergreen che si era unita subito a loro, e anche da qualche altro mago di Fairy Tail.

 

Appena iniziato lo scontro, la ragazza era scomparsa agli occhi di tutti con uno dei suoi scatti, per poi ricomparire alle spalle del mago delle anime e colpirlo con una sfera di luce. Bixlow accusò il colpo e cadde a pochi metri di distanza, mentre Michiko incrociava le braccia al petto e sorrideva.

-Parti male- sorrise.

-Non cantare subito vittoria- rispose lui, mentre lanciava le sue bambole contro di lei.

La ragazza non si fece cogliere impreparata e parò i vari assalti un po’ con gli scatti e un po’ con gli scudi di luce, poi si preparò di nuovo all’attacco ma Bixlow schivò i suoi colpi grazie alle sue bambole.

Lo scontro andò avanti così per parecchio tempo; tutti e due si stavano tenendo testa ed entrambi non avevano ancora dato il massimo, anche se pian piano il flusso magico stava venendo meno.

Michiko non riusciva più ad usare i suoi scatti: li aveva usati esageratamente all’inizio e ora le richiedevano troppa energia, quindi si ritrovò come unica difesa il suo scudo. In quel momento si trovava seduta a terra, a riprendere fiato, mentre si teneva la mano destra leggermente ferita. Nel frattempo Bixlow stava preparando di nuove le sue bambole.

-Baryon Formation- sussurrò il mago delle anime e i fantocci si misero in posizione pentagonale, cominciando a roteare prima lentamente e poi più velocemente, creando un cerchio luminoso che pian piano colmava tutta l’area del pentagono. Poi da esso si formò un grosso cumulo di energia che partì diretto verso la maga della luce.

-Vediamo se pari questo- sorrise Bixlow, pregustandosi già la vittoria. Già dopo qualche minuto di combattimento si era completamente dimenticato di avere davanti a sé una ragazza e compagna di gilda e ci aveva subito dato dentro al massimo delle energie, cosa che a Michiko piacque parecchio.

-Michiko!- esclamò Freed, spaventato per la ragazza che non si muoveva di un millimetro per schivare il colpo.

La maga della luce spalancò gli occhi esterrefatta per l’attacco di Bixlow, senza però girarsi dalla parte di Freed che l’aveva chiamata, preoccupato.

-Scudo di luce!- esclamò in risposta, creando davanti a sé un potente e spesso scudo magico, completamente trasparente.

Le due magie si scontrarono tra di loro, creando un grande boato e tanto fumo.

I due erano fermi ancora nella stessa posizione, ma molto affaticati.

-E va bene, non mi resta che una cosa da fare- sospirò Bixlow, togliendosi l’elmetto e ricorrendo all’abilità che risiedeva nei suoi occhi, il Figure Eyes.

Michiko appena vide la scena chiuse subito gli occhi: non doveva assolutamente guardarlo, o per lei sarebbe stata la fine. Conosceva bene l’abilità di Bixlow, lo aveva visto più volte in combattimento usare il potere dei suoi occhi e aveva capito che poteva controllare l’anima degli essere viventi.

Michiko sospirò. Sarebbe stata dura combattere contro di lui ad occhi chiusi, ma era l’unica cosa che poteva fare.

Bixlow continuava a colpirla con le sue bambole: ora che la ragazza aveva gli occhi chiusi non riusciva a capire da dove provenissero i colpi e quindi non poteva difendersi.

Venne buttata a terra dall’ennesimo colpo di una delle bambole. Non riusciva ad elaborare una strategia vincente per liberarsi da quella situazione, ma non poteva nemmeno cominciare ad attaccare alla cieca e sprecare il poco potere magico che le era rimasto. Si rialzò a fatica, sempre tenendo gli occhi chiusi, e poi le venne in mente una grande idea.

Formò pian piano una grossa sfera di luce. Non sapeva se Bixlow la stesse guardando, ma in ogni caso doveva pur farlo per controllare le sue mosse. La alzò pian piano in cielo e, quando fu sicura che l'altezza fosse quella giusta, abbassò la testa di colpo mentre faceva scoppiare la sfera e creava un grande fascio di luce abbagliante.

Era fatta, ora doveva solo sperare che Bixlow aveva visto tutto e si fosse accecato; se così non fosse stato, appena avrebbe aperto gli occhi sarebbe stata catturata dai suoi e la sfida sarebbe finita in quel momento.

La ragazza fece un grosso sospiro e poi aprì gli occhi. Guardò davanti a sé e sorrise; Bixlow si teneva con una mano gli occhi, era stato accecato, così come anche gran parte degli spettatori.

Michiko colse in fretta l’occasione e si avvicinò di corsa a Bixlow, colpendolo con un potente arco di luce che lo fece volare a terra, qualche metro distante. La ragazza stava di nuovo per colpirlo, ma ormai il dolore agli occhi era passato e Bixlow li riaprì di colpo, incrociando quelli della ragazza.

La maga della luce non fece in tempo ad abbassare le palpebre: Bixlow l’aveva intrappolata.

Non riusciva più a muovere nemmeno un muscolo. Era in piedi, con gli occhi spalancati a guardare davanti a sé; aveva una sensazione bruttissima addosso, ora il mago davanti a lei poteva fare ciò che voleva.

Vide Bixlow sogghignare e avvicinarsi a lei.

-Lo scontro finisce qua- sospirò stanco, chiudendo gli occhi e lasciando andare la ragazza.

-Come finisce qua? Perché mi hai lasciato libera?- domandò Michiko, correndo verso di lui e guardandolo negli occhi, ora che sapeva che non avrebbe più usato la sua magia.

-Ti avevo in pugno, sarebbe bastato poco per finire lo scontro, ma non voglio farti del male- rispose, per poi avvicinarsi a lei e abbassarsi all’altezza del suo orecchio -Poi se ti faccio troppo male Freed si arrabbia con me... O vuoi ferirti per farti curare da lui?- le sussurrò, ridendo sommessamente.

Michiko divenne completamente rossa; perché le diceva quelle cose?

-Ma cosa stai dicendo?!- urlò la ragazza, cominciando a colpirlo con una scarica di piccoli pugni in modo scherzoso.

Bixlow sorrise e poi si allontanò: per lui l’incontro era finito lì.

-Dove vai? Non abbiamo ancora finito! Laxus, vieni tu!- esclamò Michiko, sfidando ora il nipote del Master.

Laxus si girò da un’altra parte e cominciò a guardare altrove, facendo finta niente.

-Uffa! Su, Natsu! Gray! E chiunque voglia, facciamo una bella rissa!- esclamò a quel punto la ragazza, invitando tutti i maghi di Fairy Tail.

-Sono tutto un fuoco!- esclamò il Dragon Slayer, mettendosi subito al centro dell’attenzione e cominciando a sputare il suo elemento. Gray lo seguì subito, cominciando ad attaccarlo.

Freed sbuffò sonoramente; perché adesso si metteva a provocare risse?

-Ma cosa ci portiamo sempre dietro?- sbuffò Laxus, passandosi una mano tra i capelli. Tutti quelli del suo Team erano dei pazzi.

-È assolutamente una combina guai, però è forte e mi ha dato del filo da torcere- sorrise Bixlow, mentre guardava Michiko che aveva ancora energia da vendere.

-L’ho vista cambiare tanto, è diversa rispetto a quando l’abbiamo conosciuta, da quando si batteva sul serio contro di noi- si intromise Freed.

-Io penso che ci stia mettendo più energia ora rispetto a quando stava a Black Eye e combatteva contro di voi - annuì Evergreen.

-Perché lei non voleva stare a Black Eye, prendeva gli ordini passivamente... Ora vuole dimostrarsi forte con noi che siamo suoi compagni ma soprattutto i suoi primi veri amici- spiegò Freed; lui aveva conosciuto bene Michiko.

Gli altri tre sorrisero, vedendo la ragazza continuare a combattere contro gli altri; solo quando fu completamente esausta si ritirò dalla rissa, trascinandosi stancamente verso Freed, sicura che le avrebbe fasciato la mano che si era graffiata ed aveva perso del sangue.

 

I due si erano seduti in un angolo della gilda; Freed le stava disinfettando la mano e altri vari graffi che si era procurata.

-Michiko, per favore, stai più attenta! Potevi evitare di scatenare un’altra rissa- sbuffò il mago, senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo.

-Dovevo sfogarmi in qualche modo!- affermò in risposta la ragazza.

-Sfogarti di cosa?- domandò il mago, alzando un sopracciglio.

-Perché Bixlow aveva smesso di combattere- rispose con ovvietà, alzando le spalle.

-Bixlow aveva vinto, ti aveva catturata con i suoi occhi- sospirò Freed, mentre le fasciava la mano.

-Non me lo ricordare...- sbuffò la maga della luce.

-In ogni caso anche questa volta ti sei fatta male, quando la pianterai di provocare scontri e risse?- le chiese di nuovo, facendo serio.

-Uffa, ancora con questa storia?- domandò la ragazza, cominciando ad annoiarsi.

-Si, perché ti fai sempre male, almeno stai più attenta!- esclamò il mago delle rune.

-Ma sono solo graffi, non è niente di grave- continuò lei, per la sua strada.

-Prima o poi finirai per farti male veramente- sbuffò seccato e un po’ irritato, poi si alzò e diede le spalle alla ragazza.

-Dove vai ora?- si informò Michiko, un pochino dispiaciuta per la reazione del mago.

-Ho finito, vado dagli altri- rispose, senza girarsi, e poi si andò a sedere al tavolo dove c’erano i Raijinshuu.

Michiko sospirò e abbassò lo sguardo, poi con uno scatto sparì e si andò a sedere al piano superiore, a scrutare dall'alto tutti i suoi compagni di gilda.

 

Era passato parecchio tempo dalla rissa che si era creata e Michiko era rimasta per tutto il tempo seduta al piano superiore a fissare gli altri maghi, soprattutto il tavolo a cui erano seduti Laxus e i Raijinshuu.

Freed non si era più girato verso di lei da quando avevano battibeccato sul fatto che lei si cacciasse sempre nelle risse e ora la ragazza stava male per questa cosa. Le era dispiaciuto molto quando Freed se ne era andato in quel modo e non aveva avuto il coraggio di chiamarlo indietro.

Abbassò ancora gli occhi guardandosi la mano fasciata; lui c’era sempre per lei, ma lei c’era veramente mai stata per lui?

Nel frattempo Freed era rimasto tutto il tempo con gli altri. Gli era dispiaciuto risponderle così, ma doveva capire che lui si preoccupava ogni volta che si intrometteva in qualche rissa, anche perché sapeva che i suoi compagni erano veramente senza testa e avrebbero potuto farle del male.

-Come mai Michiko non viene da noi?- domandò Evergreen. Aveva visto che la ragazza se ne stava seduta al piano superiore da un bel po'.

-Lo sai che ogni tanto se ne sta da sola- alzò le spalle Bixlow.

Freed invece non aveva detto niente; probabilmente si era offesa per quello che era stato detto prima e aveva voluto isolarsi.

-È successo qualcosa tra di voi?- domandò la Fata, vedendo il volto del mago delle rune impensierito.

-Le ho solo ricordato di non provocare sempre risse. Sono stato un po’ duro, lo ammetto, e penso che lei ci sia rimasta male- rispose il mago.

-Che strano, di sicuro se glielo avessi detto io mi avrebbe semplicemente risposto male e non si sarebbe offesa! Perché con te ha avuto un’altra reazione?- domandò Bixlow, facendosi pensieroso e guardando la ragazza.

-Bixlow, non ti credevo così poco perspicace, non ci arrivi?- domandò la sua compagna, facendosi aria con il ventaglio e assumendo uno strano sorriso.

-Ah! Penso di aver capito! Senti, lascia che ti chieda una cosa…- sussurrò il mago delle anime, cominciando a ridere sommessamente.

-Chiedi pure…- sbuffò Freed, un po’ impaurito da cosa stava per dire il suo compagno.

-Siete stati per tanto tempo da soli… È forse successo qualcosa che non ci hai ancora detto?- domandò, facendosi sempre più vicino al mago. Evergreen invece cominciò a sogghignare dietro il suo ventaglio e Laxus girò lo sguardo verso il mago delle rune, che stava diventando leggermente rosso.

-Che vuoi che sia successo?- chiese Freed, cercando di mantenere la calma e prendere ossigeno, cosa che in quel momento gli stava seriamente mancando.

-Non so, dimmi tu- rispose ancora Bixlow.

-Secondo me ci sta nascondendo qualcosa- sorrise Evergreen. Freed era solitamente una persona tranquilla, ma in quel momento non lo sembrava affatto.

-Siamo tutti curiosi- s’intromise Laxus e il mago delle rune cominciò a pensare di essere veramente spacciato; perché ci si metteva pure lui ad insistere?

-Veramente niente- rispose ancora, cercando di essere più convincente.

-Non mentire, siamo tuoi compagni…- lo pregò Evergreen, chiudendo il ventaglio e assumendo un’espressione seria.

Freed scrutò i tre per qualche secondo e poi fece un lungo sospiro; erano i suoi compagni e i suoi più grandi amici, sapeva che non lo avrebbero detto a nessuno, e quindi si decise a parlare.

-Si, è successo qualcosa- confessò, respirando a fondo. Non avendo il coraggio di guardare negli occhi nessuno.

-Lo sapevo!- esclamò Bixlow battendo un pugno sul tavolo.

-Cosa è successo però?- domandò Evergreen. Alla fine potevano essersi solo abbracciati e basta, non voleva esultare prima del previsto come aveva fatto Bixlow.

-Beh, diciamo che c’è stato un avvicinamento… niente di particolare…- rispose restando sul vago.

-Ma cosa intendi per "avvicinamento"?- domandò più curiosa che mai la Fata.

-Siamo tuoi amici! Potresti confidarti una volta ogni tanto!- protestò Bixlow.

Freed sbuffò, mentre guardava i due che lo pregavano con lo sguardo.

-C’è scappato un… bacio…- sussurrò, sperando che nessuno di loro lo sentisse.

-Wow!- esclamò Bixlow, felice di saperlo: era veramente contento per il suo compagno.

-Che resti tra noi però, non dite nemmeno a lei che vi ho detto queste cose, sennò finisce che mi ammazza!- affermò il mago delle rune.

-Non ti preoccupare-  s’intromise Laxus.

Freed sospirò; almeno di loro si poteva fidare.

 

Il mago rimase ancora per poco tempo insieme agli altri e sul tardo pomeriggio decise di salutare il gruppo per andare a casa. Prima si voltò qualche secondo verso Michiko; i loro occhi si incrociarono per un attimo e poi Freed riprese la sua strada, uscendo dalla gilda.

Michiko sospirò e prese coraggio. Si alzò in piedi, poi lentamente scese le scale e uscì dalla gilda pure lei, seguita dagli occhi attenti di Laxus, Bixlow ed Evergreen che commentavano la scena.

Freed non era tanto lontano da lei e con uno scatto lo raggiunse subito.

-Fermati un attimo…- sussurrò la ragazza, arrivando vicino a lui e prendendolo per un braccio.

Il mago si girò sorpreso, non si aspettava la visita della ragazza.

-Che c’è?- domandò, un po’ meno distaccato di prima.

-Mi dispiace farti preoccupare, però da una parte sono felice quando ti prendi cura di me, mi fa sentire che sono importante per te…- sorrise la ragazza guardando con i suoi occhi leggermente umidi quelli blu di Freed.

-Tu sei sempre importante per me, non solo quando ti ferisci- le sorrise il mago, mettendole una mano in testa e scompigliandole i capelli.

-Anche tu…- sussurrò la maga della luce, facendosi più vicina e sfiorandogli una mano con la sua.

-Ti va di venire a cena da me stasera?- la invitò Freed.

-Uhm?- Michiko era alquanto sorpresa per quella domanda.

-Ti ho invitato a cena, ti va di venire?- domandò ancora il mago.

-Si! Certamente! Non è un disturbo per te, vero?- rispose Michiko, facendo un largo sorriso.

-Non te lo avrei chiesto se fosse stato un disturbo- le disse lui.

-Ok, allora verrò da te verso le otto, va bene?- sorrise la maga della luce.

-Perfetto, allora a dopo!- la salutò lui.

Michiko salutò il mago con un cenno di mano e un sorriso e poi si diresse di nuovo verso la gilda. Mancavano ancora un paio di ore alle otto quindi aveva tutto il tempo di decidere cosa indossare; per questo decise di fare prima un salto al parco, dove c’era l’altalena che le piaceva tanto.

 

Era già parecchio tempo che la ragazza si dondolava sull’altalena pensierosa; intorno a lei non c’era praticamente nessuno, solo tanta erba e tanti fiori. Quel posto era abbastanza sconosciuto.

Continuava a oscillare guardando nel vuoto davanti a sé. Era emozionata per la cena a casa di Freed: tra loro due era sicuramente nato qualcosa di importante e sincero e forse quella sera avrebbero chiarito gran parte dei loro sentimenti. Magari ne avrebbero parlato e magari si sarebbero baciati ancora e magari avrebbero fatto pure altro. Michiko a quel pensiero arrossì di colpo e scoppiò a ridere spensierata, era ancora troppo presto per fare certi pensieri; l’importante era chiarire questi sentimenti e stare con lui.

Pian piano aveva smesso di dondolarsi e ora era solo seduta tranquilla e spensierata. Stava giusto pensando di andare via e tornare alla gilda per prepararsi quando una mano comparve dal nulla per stringerle e coprirle la bocca, impedendole di urlare.

Michiko venne colta alla sprovvista ed era completamente terrorizzata; provò subito a liberarsi pensando che fosse solo uno scherzo di qualcuno dei suoi compagni, ma la persona dietro di lei la teneva saldamente e in un attimo le aveva già bloccato i polsi con l’altra mano.

Non sembrava propriamente uno scherzo.

Michiko tentò ancora la fuga, ma poi sentì il fiato della persona dietro di lei sul suo collo.

-Stai ferma, Michiko…- le sussurrò all’orecchio, mentre le lasciava andare i polsi per far passare la mano sul braccio destro della ragazza, lasciandole una scia di bruciatura sulla pelle.

Dalla voce e dalla bruciatura Michiko capì esattamente chi aveva dietro.

Gli occhi le si inumidirono subito di lacrime, la presa era forte e non sembrava volesse lasciarla andare facilmente,  e quando la ragazza provò un'ennesima volta a liberarsi ottenne solo un’altra ustione al braccio.

Non poteva urlare, non poteva scappare, non poteva fare niente a parte avere paura e sperare di potersi liberare e usare i suoi scatti per scappare. Ma la persona dietro di lei la teneva veramente troppo stretta. Si ricordò a quel punto di tutti i brutti momenti passati: non voleva che capitassero ancora, non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe dovuto provare di nuovo tutta quella paura.

-Sai, mi sei mancata tanto, compreso il tuo corpicino... Sono pure diventato Master, le cose sono cambiate da quando sei andata via- le sussurrò ancora, premendo forte la testa della ragazza contro il suo petto.

Michiko a quelle parole rabbrividì, le sue intenzioni erano chiare.

-Ora torneremo a Black Eye, insieme, così potrò recuperare il tempo perso in questi mesi- le disse ancora, dandole un bacio avido nel collo che le lasciò un segno rosso.

Michiko tremò ancora a quel contatto, mentre lacrime di paura le sgorgavano dagli occhi.

Rufus era venuto fino a Magnolia a prenderla e a portarla via, di nuovo a Black Eye, ed era intenzionato ancora ad usufruire a piacere del suo corpo.

Non ci poteva veramente credere, tutto questo le sembrava solo un brutto incubo. Aveva pian piano superato quei momenti e ora in un attimo la ferita si era riaperta, lasciando fuoriuscire ancora mille paure.

Michiko venne poi colpita bruscamente alla testa e fatta svenire. Rufus se la caricò sulle spalle e partì alla volta di Black Eye.

 

Erano passate le otto da parecchio tempo, ormai si stavano avvicinando le nove e Michiko non si era ancora fatta viva.

Freed aveva atteso la ragazza con impazienza: si era preoccupato, ma pensò anche che l'aveva vista tornare alla gilda. Inoltre da quell'edificio a casa sua non c’era molta strada, e lei sapeva cavarsela bene. Ma dopo la preoccupazione era arrivata l’irritazione per il gran ritardo della ragazza, e l’unica cosa che fece fu quella di uscire e dirigersi a passi svelti verso Fairy Tail.

Appena entrato si guardò intorno, pochi maghi se ne erano andati e la gilda era ancora piena. Freed scrutò ogni angolo ma della ragazza non c’era traccia.

-Ehi Freed, cosa ci fai ancora qui?- domandò Bixlow, che era seduto insieme a Laxus, Mirajane e Lisanna.

-Sono venuto a cercare Michiko- rispose il mago, avvicinandosi a loro.

-Qua non c’è- rispose Mirajane, sorridendo.

A quel punto il mago delle rune si irrigidì sul posto e sbarrò gli occhi spaventato: dove si era andata a cacciare?

-Qualcosa non va?- domandò Lisanna, stupita dalla strana reazione.

-Quando l’avete vista l’ultima volta?- chiese ancora, cercando di calmarsi; magari non le era capitato niente.

-L’ho vista seguirti quando sei uscito tu... L’hai incontrata, vero? Non l’ho più vista tornare, pensavo fosse con te- spiegò Bixlow, ma a quel punto le paure di Freed divennero reali.

-Come non l’hai più vista tornare?- domandò in preda al panico il mago dai capelli verdi, stringendo lo schienale di una sedia con la mani.

-Stiamo calmi, tu l’hai vista vero?- prese parola Laxus.

-Sì… ci siamo parlati, doveva venire a cena da me verso le otto. Ha detto che sarebbe tornata alla gilda e poi sarebbe venuta da me, ma sono tornato qua perché non si è presentata- spiegò Freed.

-Qua però non si è vista…- rispose Bixlow, facendosi pensieroso e preoccupandosi.

-Andiamo a cercarla, ok? Forse non le è successo niente, non ti angosciare Freed- cercò di tranquillizzarlo Mirajane, mentre si alzava seguita dagli altri.

Altri maghi avevano assistito alla scena e ai cinque si aggiunsero anche Natsu e Gray nella ricerca di Michiko.

-C’è un posto particolare che frequenta di solito?- domandò Lisanna.

-La biblioteca, ma a quest’ora è chiusa... Ah!- rispose Freed, mentre gli veniva in mente una cosa importante.

-Ti sei ricordato qualcosa?- domandò Laxus. Premeva anche a lui ritrovare la ragazza, che ormai si era aggiunta da tempo ai Raijinshuu.

-C’è un parco qua vicino, con un’altalena attaccata ad un albero, le piace tanto andarci- replicò Freed, cominciando a correre fuori dalla gilda.

-Bene, allora le nostre ricerche partono da lì!- esclamò Natsu, desideroso anche lui di rivedere la sua compagna.

 

I maghi di Fairy Tail corsero a perdifiato fino al parco, ma la scena davanti a loro si mostrò molto preoccupante.

La borsa di Michiko era appoggiata all’albero vicino all’altalena ma di lei non c’era la minima traccia.

Freed cominciò seriamente a preoccuparsi a quel punto. Michiko non avrebbe mai lasciato la sua borsa incustodita in quel modo: si portava sempre dietro il suo diario personale e non avrebbe mai voluto per niente al mondo che qualcuno lo leggesse. Non voleva nemmeno pensarci, ma poteva darsi che le fosse capitato qualcosa di spiacevole.

Lisanna si avvicinò lentamente alla borsa e la prese in mano, guardandola: sembrava essere a posto.

-È la sua borsa, vero?- domandò la piccola Strauss.

Bixlow annuì con la testa, mentre Freed non aveva nemmeno avuto il coraggio di rispondere; si avvicinò solo a Lisanna e prese la borsa della maga della luce, deciso a custodirla fino alla sua ricomparsa.

-Natsu, perché non usi il tuo olfatto da Dragon Slayer?- gli domandò il mago del ghiaccio, guardandosi attorno per individuare eventuali segni di lotta.

-Si, sento il suo odore…- rispose il Dragon Slayer in questione, annusando intorno all’altalena. Freed lo guardò con apprensione.

Poi Natsu cominciò ad assumere un’espressione strana, quasi arrabbiata; sembrava avesse sentito qualcosa di particolare, che non era Michiko. Si guardò intorno e ricominciò ad annusare la zona, poi fece un ringhio sommesso e diede un pugno contro l’albero vicino.

-Natsu, che hai?- domandò Lisanna preoccupata.

-Ho sentito l’odore di quel maledetto, lui è stato qui!- esclamò il rosa, girandosi verso i suoi compagni.

-Chi è stato qui?- domandò Laxus, mentre Freed tremava dalla preoccupazione.

-Il tizio di Black Eye, quello che usava il veleno, sento la sua puzza- rispose il mago di fuoco.

Freed abbassò lo sguardo e strinse i pugni. Le braccia erano distese e rigide lungo i fianchi, il volto contratto in una smorfia di rabbia e preoccupazione. Lui conosceva bene chi era il mago che usava il veleno: era colui che aveva fatto star male Michiko, colui che aveva usato il suo corpo, colui che aveva sempre spaventato la ragazza.

-Rufus…- sussurrò più a sé stesso che agli altri.

-Sì, si chiamava esattamente così!- esclamò Gray.

-Questo cosa vuol dire?- domandò Lisanna, spaventata per la sorte della sua amica.

-Probabilmente l’ha vista e l’ha portata via, probabilmente è venuto apposta per lei e per riprendersela- rispose Laxus, mentre cercava di trovare un motivo sensato.

-Dobbiamo andare a Black Eye, dobbiamo salvarla prima che le capiti qualcosa!- esclamò Freed, alzando di colpo lo sguardo e guardando tutti i maghi davanti a lui.

-Dobbiamo prima parlare con il Master, avere un piano e formare una squadra- rispose Mirajane, facendo qualche passo in avanti.

-Non possiamo aspettare, devo andare io!- esclamò il mago, che purtroppo sapeva che Rufus poteva farle del male.

-Freed, non possiamo andare senza un piano e senza avvertire nessuno, Black Eye non sta dietro l’angolo. Adesso chiamiamo il Master e formiamo una squadra. Anche a noi preme salvarla, partiremo al più presto- s’intromise Laxus, provando a far ragionare il suo compagno.

-Andiamo allora, non perdiamo un secondo di più!- esclamò il mago delle rune, tornando di corsa a Fairy Tail seguito dagli altri.

I maghi spiegarono tutto al Master e poi andarono a chiamare anche altri loro compagni per partire alla volta di Black Eye.

La squadra al completo era formata da Laxus e i Raijinshuu, Mirajane, i tre Dragon Slayer, Gray, Erza e si era aggiunta pure Levy che avrebbe dato una mano con i suoi Solid Script nel caso ci fosse stata anche la maga che usava la sua voce come arma.

Decisero di partire subito, fare una pausa durante la notte di qualche ora e ripartire poi il mattino dopo, per arrivare a Black Eye nel pomeriggio del giorno seguente e salvare in questo modo Michiko.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

Ecco che torna in scena Rufus, ve lo aspettavate? Spero di avervi sorpreso almeno un pochino!

Ringrazio come sempre quelli che leggono e recensiscono, grazie di cuore! E soprattutto un grosso grazie alla mia beta Lenny! <3

 

_Michiko_

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Capitolo 20
*** L'Inferno di Michiko ***


L’INFERNO DI MICHIKO

 

 

 

 

 

 

Michiko aprì lentamente gli occhi. Intorno a lei c’era buio; si trovava in un bosco, illuminato solo dal chiarore della luna. Sentiva sui polsi qualcosa di freddo. Li mosse leggermente, ma li ritrovò bloccati da quella che sembrava essere a tutti gli effetti una catena. Poi si rese conto della cosa più importante: era appoggiata alla schiena di qualcuno. A quel punto spalancò gli occhi e si mosse di più, ritrovandosi sulle spalle di Rufus che la stava portando a Black Eye.

In quel momento il mago si accorse del risveglio della ragazza e la lasciò cadere pesantemente a terra, tra la terra e le foglie del bosco, non curandosi minimamente di lei. Michiko realizzò a quel punto che le catene che aveva i polsi erano collegate ad un’altra, attorcigliata al polso sinistro del mago; in questo modo le sarebbe stato vietato scappare.

-Oh, ti sei svegliata! Stiamo tornando a Black Eye!- affermò, piegandosi alla sua altezza e stringendole il viso con una mano; poi lo avvicinò a sé, premendo le labbra contro le sue e baciandola con foga.

Michiko provò a muoversi per sfuggire a quel disgustoso contatto, ma fu tutto inutile, Rufus la teneva stretta. La ragazza allora, con un lampo di follia negli occhi, gli morse il labbro fino a farlo sanguinare, sapendo esattamente che questo avrebbe fatto montare su tutte le furie il mago.

Le conseguenze non tardarono ad arrivare: Rufus si lamentò dal dolore e poi mollò uno schiaffo alla ragazza, facendola coricare completamente a terra.

Rufus la guardò per qualche istante, pulendosi con il polso il sangue perso, e poi si avvicinò di nuovo a lei. La prese di forza per i capelli e la tirò su di peso, sbattendola dalla parte della pancia contro un albero, facendole graffiare la guancia destra contro il legno.

-Non ci provare mai più, sono stato chiaro?!- le urlò nell’orecchio, spingendola ancora, premendo il corpo contro il suo e facendole male. Le infilò una mano sotto la maglietta per toccarle la schiena, la graffiò ferocemente e poi le lasciò una bruciatura con il suo veleno; a quel punto la tirò ancora per i capelli, facendola di nuovo cadere. Rufus la guardava dall’alto verso il basso, con un’espressione soddisfatta per ciò che stava provocando alla ragazza. La disperazione negli occhi di Michiko lo faceva esaltare e non vedeva l’ora di tornare alla gilda per occuparsi meglio di lei.

-Muoviti, andiamo ora!- la tirò ancora, facendola alzare velocemente per continuare a camminare verso Black Eye.

 

I due maghi arrivarono alla gilda nel primo mattino. L'edificio non era per niente cambiato all'esterno, dovevano averlo ricostruito completamente uguale e con una particolare precisione, come se non fosse mai accaduto nulla.

All’entrata trovò tutto in ordine come era sempre stato un tempo; seduti sui divanetti viola c’erano i suoi vecchi compagni, se così poteva definirli. Guardò negli occhi tutti: dai loro volti non riusciva a capire cosa provassero nel rivederla. Non aprirono bocca, nemmeno per salutare Rufus, colui che era diventato il loro Master. Anzi, sembravano quasi spaventati alla sua vista, ma in fondo tutti lo erano sempre stati.

Rufus la sbatté con violenza contro la parete sinistra della gilda, quella opposta al bancone di liquori, poco distante dai divanetti e dagli altri. La legò con un’altra catena collegata al muro e sciolse la sua, lasciandola in quell’angolo ombroso della grande sala di Black Eye.

-Non voglio che nessuno le rivolga la parola, sono stato chiaro?- esclamò alzandosi in piedi, e guardando uno ad uno i suoi sottoposti. I maghi annuirono velocemente, tenendo lo sguardo basso.

Rufus si allontanò poco dopo e la ragazza cadde in un sonno profondo, cercando di recuperare le ore perdute quella notte e di non pensare alla situazione in cui si era ritrovata.

 

Il luogo che avevo davanti era così incantevole: un grande prato verde e tanti fiori al suo interno, il sole era alto nel cielo e riscaldava la zona, il cielo era completamente azzurro e tirava solo una leggera arietta.

Mi sedetti lentamente tra i fiori e l’erba; raccolsi qualche margherita, scacciando via un’ape che continuava a volare insistentemente intorno a me.

Annusai le margherite: avevano un profumo ben delineato che a me piaceva tanto.

Ne colsi tante e feci un bel mazzetto, poi con delle viole intrecciai una coroncina di fiori da mettere in testa. Quando fu finita la posizionai tra i miei capelli e sorrisi: mi sentivo una vera principessa.

Poi una mano sopra la mia spalla mi fece girare di scatto. Mi voltai velocemente e dietro di me, in piedi, c’era Freed che mi osservava. Aveva uno strano sorriso.

Gli feci cenno di sedersi vicino a me, ma lui continuava a guardarmi e basta; a quel punto mi alzai e lo guardai profondamente negli occhi.

Stavo per abbracciarlo, forse stava per farlo pure lui, e magari io mi sarei avvicinata al suo viso e lo avrei baciato. Sì, volevo baciarlo, volevo farlo da tanto.

Ma qualcosa non andava, e me ne resi conto troppo tardi.

Il cielo in un attimo si fece scuro e sentivo fragorosi tuoni in lontananza, si alzò un forte vento e tutti i fiori appassirono in un lampo. Mi guardai intorno spaventata e poi di nuovo verso Freed, cercando in lui un solido appoggio, ma vidi il suo occhio destro tramutarsi per usare la sua magia. In un attimo si trasformò nel Tagliaombre e mi saltò addosso, atterrandomi pesantemente e facendomi male.

Urlai, ma dalla mia bocca non uscì un filo di voce, non riuscivo nemmeno ad usare la mia magia: ero ancora una volta sottomessa.

L’unica cosa che potei fare fu piangere, poi sentii le sue labbra fredde sopra le mie.

 

La maga della luce riaprì gli occhi sentendosi le labbra leggermente umide. Quando vide che Rufus la stava baciando si scostò di scatto, terrorizzata. Ripensò velocemente al sogno che aveva fatto: sembrava tutto così fantastico ma alla fine si era rivelato un completo incubo, con un finale peggiore di quello che ora stava provando con Rufus.

Freed non sarebbe mai stato capace di farle una cosa del genere.

-Stai ferma, sennò sarà peggio- le sussurrò all’orecchio dopo quella reazione, per poi passare al suo collo e lasciare una scia di baci.

Michiko rabbrividì ripugnante a quel contatto. Non poteva veramente capire perché quella tortura fosse ricominciata e si sentiva in colpa per non essere tornata direttamente alla gilda la scorsa sera ma essere passata prima dalla sua altalena.

-Rilassati Michiko, in fondo sei la mia fidanzata, no?- le sorrise il biondo, accarezzandole leggermente la guancia.

-Io non sono la tua fidanzata!- ringhiò lei, tirando fuori un po’ di coraggio, ma l’unica cosa che ottenne fu uno schiaffo da parte del mago, che le fece tornare le lacrime agli occhi.

-Non ti rendi conto della posizione in cui ti trovi. Sarà meglio che ti arrendi, tu sarai sempre mia- ghignò sarcastico, per poi ritornare sul collo della ragazza. Le scostò lentamente la maglietta per arrivare con le labbra a sfiorarle il seno, mentre con una mano le accarezzava avidamente l’interno coscia.

Michiko era terrorizzata e tremava sotto le mani di Rufus; aveva la sensazione che la sua più grande paura potesse diventare presto una realtà troppo pesante da sopportare.

La maga della luce non poteva far altro che piangere e pregare che tutto quello potesse finire al più presto. Nella sua mente aveva solo un pensiero: che Freed potesse venire a salvarla al più presto, se mai fosse riuscito a ritrovarla.

-Freed… Freed…- sussurrò lei, senza nemmeno accorgersene. Rufus a quelle parole si fermò di scatto, senza però togliere le sue sporche mani dal corpo di lei.

-Freed? Chi  è Freed?- domandò, guardandola attentamente e con odio.

Michiko restò zitta e paralizzata; senza rendersene conto aveva sussurrato il nome del mago, l’unico mago che voleva restasse accanto a lei.

-Ti ho detto, chi è!?- gridò ancora, questa volta furioso, mentre le stringeva la coscia e la bruciava con il suo veleno.

La ragazza continuò a stare in silenzio, mordendosi il labbro inferiore per cercare di non urlare da tutto il dolore che Rufus le stava provocando.

-Ah, non vuoi parlare, eh? Mi hai forse tradito a Fairy Tail?- le ringhiò a fior di labbra, senza mollare la presa dalla sua coscia, ma anzi, facendola più insistente.

-Anche se fossi stata a letto con qualcuno non ti avrei comunque tradito, perché tra noi due non c’è mai stato niente!- rispose con rabbia la ragazza, beccandosi però un sonoro ceffone da Rufus.

-La metti così eh?- si tirò su a sedere, restando però a cavalcioni sulla maga -Vorrà dire che quando vedremo questo Freed lo faremo assistere ad una scena carina, ok?- le sorrise beffardamente, incrociando le braccia al petto.

-Verrà? Come puoi dire che verrà?- chiese la ragazza, con la speranza negli occhi, ma anche la curiosità di sapere perché diceva una cosa del genere.

-Semplice, ho lasciato la tua borsa dove l’avevi messa tu. I Dragon Slayer hanno un buon olfatto e non ci metteranno molto a risalire a me; e quando Fairy Tail arriverà, li accoglierò come si deve- scoppiò a ridere Rufus, alzando le braccia e la testa verso l’alto.

-Quindi tutto questo è una trappola?- domandò la ragazza, sbarrando gli occhi.

-Esatto. E tu, ragazza, sarai la mia esca- rispose, facendosi passare la lingua sul labbro superiore.

Rufus si alzò qualche secondo dopo, mentre Michiko lo guardava terrorizzata, pensando ai suoi compagni, compreso Freed, che probabilmente sarebbero presto venuti a salvarla. Il mago del veleno aveva architettato un piano prima di tutto per riaverla come sua bambolina e poi per sconfiggere una volta per tutte i maghi di Fairy Tail. Tuttavia la maga della luce sapeva che i suoi compagni erano forti, forse sarebbe stata la volta buona di mettere fine per sempre a Black Eye.

In mezzo a tutti questi pensieri si addormentò ancora, sperando che la sua liberazione avvenisse in fretta.

 

-Michiko… Michiko…- una voce la chiamava sussurrando il suo nome e scrollandola leggermente. Michiko alzò stancamente le palpebre che le sembravano due macigni e si ritrovò davanti Dereck che le sorrideva.

-Bene, ti sei svegliata. Tieni questo- le disse il mago, aiutandola a mettersi a sedere e avvicinandole alle labbra un bicchiere di acqua, che la ragazza ingoiò avidamente.

-Perché?- domandò la ragazza, con gli occhi leggermente socchiusi, mentre un rivolo d’acqua le scendeva dalle labbra. Non si era mai fidata di nessuno, ma Dereck ora si era avvicinato a lei, andando contro gli ordini di Rufus.

-Rufus è andato via per un’ora. Non potevo lasciarti in questo stato, almeno un po’ d’acqua dovevo portartela- le rispose, guardandola negli occhi e aiutandola ad appoggiare la schiena contro il muro. Michiko era stanca anche se aveva appena dormito, lo si poteva leggere negli occhi arrossati e lucidi: Rufus la stava sfibrando, le stava togliendo l’essenza vitale come una sanguisuga. L’avrebbe portata allo sfinimento totale se i suoi compagni di Fairy Tail non fossero venuti presto a salvarla.

-Cos’è successo?- domandò ancora, avida di sapere, mentre intorno a loro gli altri membri di Black Eye li stavano guardando; le loro espressioni non tradivano nessuna emozione.

-Rufus ha approfittato di quando il vostro Master ha usato quello speciale attacco; si è ripreso subito e ha dato il colpo di grazia a Master Victor, autoproclamandosi il nuovo Master- prese un po’ d’aria e poi continuò il suo racconto -Non lo può sopportare nessuno, ma è anche troppo forte e non ci siamo mai potuti ribellare. Sta tramando la sua vendetta contro di te e contro Fairy Tail da quel giorno... Io e Ritsuko ne abbiamo parlato tanto: quando i tuoi compagni arriveranno saremo dalla tua parte, vogliamo andare via- spiegò ancora, fidandosi di lei.

-E gli altri?- domandò la ragazza, rimanendo per un certo verso sconvolta da quelle parole. Rufus probabilmente li stava trattando tutti come degli stracci e si erano presto stancati di lui, come lo erano anche quando non era Master.

-Io e Ritsuko ne abbiamo parlato perché stiamo parecchio insieme e ci fidiamo l’uno dell’altra. Con gli altri non ne abbiamo parlato tanto, ma penso che anche loro stiano dalla nostra parte; forse non da subito, avranno paura di non eseguire gli ordini di Rufus, però credo che poi saranno felici se voi lo togliete di mezzo- rispose il mago, guardando ogni tanto verso Ritsuko che gli faceva da palo per vedere se il Master stava tornando.

-Dereck, sai che non mi sono mai fidata di nessuno di voi, ma a pensarci bene tra tutti sei quello che ha sempre cercato di parlare con me. Ti ringrazio per questo e ti ringrazio anche per avermi aiutato ora. I miei compagni sconfiggeranno Rufus, ne sono sicura- parlò la maga della luce, accennando leggermente un sorriso.

-Non mi è mai piaciuto quello che Rufus ti faceva... Io e Ritsuko stiamo vivendo tra di noi una storia d’amore anche se in un contesto decisamente poco piacevole; quello di Rufus non è amore, è solo prepotenza. Non potrei mai fare una cosa del genere a Ritsuko- spiegò il castano, sempre attento a qualsiasi accenno della mora.

-So cosa provi in questo momento. A Fairy Tail ho trovato tanti nuovi compagni che mi vogliono veramente bene; loro ci aiuteranno, stai tranquillo- gli rispose, poi Dereck dovette scappare di corsa: Rufus stava facendo ritorno alla gilda.

 

Rufus entrò maestosamente dalla porta di Black Eye e al suo ingresso tutti abbassarono la testa. Dereck lanciò un’ultima occhiata verso la ragazza, che guardava il suo Master con rabbia, e poi si voltò ancora, evitando di incrociare i suoi occhi; il mago del veleno non voleva nemmeno che gli altri posassero il loro sguardo sulla sua preda.

-Sono tornato, Michiko! Ti sono mancato, vero?- le domandò sorridendo e avvicinandosi a lei, guardandola intensamente.

La maga della luce si voltò dall’altra parte per non doverlo guardare negli occhi.

-La mettiamo così eh? Va bene- ringhiò arrabbiato, abbassandosi al suo livello e mettendole la mano destra dietro al collo, spingendo il volto della ragazza contro il suo per baciarla.

Durante quel bacio forzato Rufus continuò ad accarezzare il collo di Michiko fin quando non notò qualcosa di particolare. Si staccò velocemente dal bacio e la spinse con forza per terra, con il volto contro il pavimento; le scostò con furia i capelli e cominciò ad analizzare la pelle dietro il collo, passando le mani su di lei e scrutandola con attenzione.

Michiko capì subito cosa stava facendo il biondo e sorrise.

-Stai cercando una Lacryma, forse?- domandò, cercando di vedere in volto il mago, che era abbastanza sorpreso.

-Come lo sai?- ringhiò in risposta, prendendola per i capelli e tirandola a sedere di nuovo. I volti erano vicini l’uno all’altro e perfettamente di fronte.

La ragazza fece una smorfia di dolore e poi lo guardò dritto negli occhi.

-Non c’è più, me l'hanno tolta- rispose lei, sorridendo all’espressione alquanto sorpresa di Rufus.

-Come è possibile?- sussurrò con gli occhi sbarrati, sapeva che in questo modo la ragazza aveva ripreso tutti i suoi vecchi ricordi.

-Te l’ho detto, me l'hanno tolta, e se vuoi veramente saperlo ho recuperato tutta la memoria che mi avevate cancellato!- rispose allegramente, guardando il volto sempre più arrabbiato di Rufus.

-Beh, poco male, alla fine avrai visto anche i tuoi genitori morire, non è forse così?- sorrise sarcasticamente, pregustandosi già il dolore dagli occhi di Michiko, ma la ragazza sorrise e basta.

-Che hai da ridere?- le urlò in faccia, prendendole le spalle con le mani e sbattendola con la schiena contro al muro.

-I miei genitori sono vivi, vi hanno fregato!- rispose scoppiando a ridere, mentre Rufus assumeva un’espressione alquanto irritata.

-Cosa hai detto?- esclamò in risposta, prendendole la gola con la mano destra e stringendola sul mento.

-I miei genitori sono vivi, avete solo creduto di averli uccisi- riuscì a spiegare; faceva fatica con la mano di Rufus messa in quel modo sulla sua gola.

-Poco importa, avrai l’onore di essere tu la prima ad essere uccisa, e poi troverò i tuoi genitori- minacciò, lasciandola andare malamente.

-Mi dispiace dirtelo, ma se affermi che i miei compagni di Fairy Tail verranno, loro ti sconfiggeranno una volta per tutte- rise la maga della luce, provocando l'ira di Rufus, che si sfogò colpendo in volto la ragazza e spaccandole il labbro inferiore.

Michiko strinse i denti: non doveva piangere.

-Io li sconfiggerò uno ad uno! Non avranno scampo!- ripeté ancora ringhiando, sempre più arrabbiato; poi lasciò da sola la ragazza, che cercava di pulirsi il labbro sfregandolo sulla spalla sinistra.

Michiko chiuse di nuovo gli occhi, pregando dentro di lei che i suoi compagni arrivassero in fretta.








Note dell'Autrice:

Buon pomeriggio a tutti! Allora, parlando di questo capitolo, è piuttosto corto rispetto agli altri, come avrete notato, ma lo volevo incentrare tutto su Michiko e sul dolore che ha provato e su quello che ha fatto Rufus su di lei. Spero di non avervi annoiato con questa mia scelta.

Ormai siamo anche alla conclusione di questa storia, oltre a questo ci sono ancora un paio di capitoli, compreso l'epilogo.

Ci tengo sempre a ringraziare tutti quelli che leggono e recensiscono, grazie di cuore!

Al prossimo capitolo! ^^


_Michiko_

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Capitolo 21
*** Fairy Tail ***


FAIRY TAIL

 

 

 

 

Michiko fu svegliata dal gran trambusto che udiva, prima fuori dalla gilda e poi al suo interno. Dischiuse lentamente le palpebre, troppo stanche ancora; davanti a lei c’era un gran polverone e parte della porta e del muro di Black Eye erano stati di nuovo distrutti.

Rimase sorpresa a guardare: che cosa stava succedendo?

Fumo e polvere ci misero qualche secondo a diradarsi, lasciando spazio ai maghi di Fairy Tail che erano venuti in suo soccorso. Sulle sue labbra si fece largo un grosso sorriso di felicità e di speranza: loro erano venuti lì, per lei.

-Ragazzi!- esclamò lei, con gli occhi lucidi, quasi a voler piangere dalla felicità. Non ci poteva credere, forse quell’incubo avrebbe avuto presto una fine.

-Michiko!- urlarono loro in coro, vedendo la ragazza dall’altra parte della gilda, seduta e legata vicino al muro; aveva tante ferite e bruciature sul suo corpo ma non sembravano essere gravi.

Freed era sconvolto al vedere la ragazza in quello stato, sicuramente Rufus l’aveva ancora usata: le aveva fatto rivivere tutto ciò che la ragazza un tempo gli aveva raccontato, l’aveva fatta soffrire, le aveva fatto del male fisicamente. Dentro di lui stava crescendo una forte rabbia per quel mago e la vendetta non sarebbe arrivata tardi.

-Finalmente siete arrivati!- sorrise Rufus, mettendosi in mezzo a loro e facendo un piccolo inchino. Gli altri maghi di Black Eye invece si fecero da parte, per evitare lo scontro con quelli di Fairy Tail.

-Lasciala subito andare!- urlò Natsu, stringendo i pugni e facendosi di qualche passo avanti.

-Ah, state indietro, sennò questa ragazza farà una brutta fine- scoppiò a ridere, mentre prendeva Michiko per i capelli e le avvicinava pericolosamente una mano grondante di veleno.

Michiko cercò di allontanarsi di qualche centimetro; Rufus era pericoloso e imprevedibile, avrebbe potuto sfigurarla e ucciderla da un momento all’altro.

Strinse i denti e cercò di ricacciare indietro le lacrime, sperando che tutto ciò finisse alla svelta.

-Cosa vuoi da lei? Lasciala andare!- propose questa volta Laxus, cercando di mantenere la calma, per evitare che Michiko si facesse male.

-Semplice, io voglio lei e soprattutto voglio la mia vendetta nei vostri confronti- rispose, lasciando andare i capelli della ragazza per stringerla in vita e avvicinarla a lui.

Freed strinse i pugni, non poteva sopportare una vista del genere. Lo vedeva con i suoi occhi, Michiko era terrorizzata e lui era lì a fare niente; provava solo una grande rabbia, ma non poteva agire ancora, ne andava della vita di Michiko, della sua Michiko.

Nel frattempo, in tutto quel trambusto, Dereck si stava lentamente avvicinando alle spalle di Rufus, per cercare di intervenire e aiutare i maghi di Fairy Tail a mettere in salvo la maga della luce.

-Avrai la tua vendetta, ma ora lasciala andare- propose Erza: anche lei aveva capito che bisognava mantenere la calma e che Rufus era un tipo imprevedibile.

-Ho detto che Michiko è mia!- ringhiò, alzando la voce. Mentre continuava a stringere la ragazza, guardò i maghi uno per uno e poi volle chiarire una cosa importante -Chi è tra di voi Freed?-

Michiko spalancò gli occhi e guardò il mago in questione, muovendo la testa in segno negativo. Freed si stupì nell’essere chiamato e guardò la ragazza: perché Rufus conosceva il suo nome? Perché lo aveva chiamato? Cosa doveva fare?

-Ho detto, chi è Freed!- ringhiò ancora, minacciando di fare del male alla ragazza.

A quel punto, il mago delle rune non poté altro che farsi avanti.

-Sono io- rispose, facendo un passo davanti a sé.

-Benissimo... La mia ragazza qui presente ti ha nominato in un momento, come dire, di piacere?- rise mentre Michiko era disgustata da quelle parole -Voglio informarti che lei è esclusivamente mia e che nessuno di voi ha mai avuto il permesso di metterle le mani addosso!- esclamò, mentre con una mano le accarezzava delicatamente il viso.

Il cuore di Michiko batteva forte. Chiuse gli occhi a quel contatto; le cose sembravano potessero peggiorare da un momento all’altro.

-Ti voglio informare che nessuno di noi le ha mai messo le mani addosso e che soprattutto lei non è tua, non è di nessuno, è libera- rispose senza scomporsi più di tanto, provocando la collera di Rufus.

-Non è di nessuno? È qui che ti sbagli, e ora noi due te lo dimostreremo!- sorrise.

Poi tutto si svolse in fretta.

Rufus sbatté violentemente la ragazza a terra sotto lo sguardo di tutti, montò sopra di lei a cavalcioni tentando di sfilarle i pantaloni. Michiko cominciò a dimenarsi ma Rufus la colpì al volto. I maghi di Fairy Tail stavano giusto per intervenire ma qualcuno fu più veloce.

Dereck, che si era avvicinato precedentemente di soppiatto, arrivò alle spalle di Rufus colpendolo di sorpresa alla testa con un pugno. Michiko si sentì sollevata ma spaventata allo stesso tempo, ora Dereck sarebbe stato veramente nei guai.

Il Master di Black Eye si girò cupo in volto, volendo capire chi era stato a colpirlo.

-Tu!- esclamò in preda ad una rabbia cieca, poi colpì il castano con un attacco di veleno, facendolo cadere qualche metro indietro con la parte destra del corpo piena di lividi e bruciature.

-Dereck!- esclamò Ritsuko terrorizzata. Il suo ragazzo era a terra privo di sensi, con buona parte del corpo in uno stato pietoso; si avvicinò a lui tenendolo tra le braccia e cominciò ad urlare e a piangere e senza accorgersene, in preda alla disperazione pura, usò la sua magia.

-Fatela star zitta!- esclamò Rufus, tenendosi le orecchie: Ritsuko era insopportabile.

-Solid Script: Silence!- Levy agì prontamente e tutto quel frastuono sembrò cessare, Ritsuko continuava ad urlare ma la sua magia non influiva più sull’udito degli altri.

Evergreen e Mirajane si avvicinarono in fretta a Dereck e Ritsuko che erano a terra, accertandosi delle loro condizioni; erano tutti grati a Dereck che per il momento aveva salvato la ragazza ed era andato contro il suo Master. Le due aiutarono Ritsuko e insieme sollevarono il castano e lo portarono fuori dalla gilda, per essere curato dalla piccola Dragon Slayer del cielo. Con loro andò anche Levy: lo scontro all’interno sarebbe iniziato a momenti e lei non sarebbe stata di grande aiuto.

-Tradito dai propri compagni, eh? Poco male, basto e avanzo io da solo!- affermò Rufus, più arrabbiato di prima per l’evolversi della situazione. Prese per un braccio Michiko facendola alzare e la trascinò in piedi insieme a lui su uno dei tavolini, sempre minacciando di sfigurare la ragazza se qualcuno si fosse intromesso nei suoi piani.

-Lasciala andare, per favore!- esclamò questa volta Freed, sperando che Rufus non le facesse niente di male.

-Tu devi stare zitto! Non hai il permesso di parlare!- rispose il mago del veleno, minacciando ancora Michiko. La ragazza era vicino a lui, tenuta stretta. Faceva pure fatica a stare in piedi da sola, tutte quelle ferite sul suo corpo non l’aiutavano per niente; ma ora, la cosa che più si chiedeva era cosa volesse fare Rufus sul tavolo.

-Prima di tutto voglio chiarire una questione: Michiko non sarà più una maga di Fairy Tail ma, che lo vogliate o no, tornerà ad essere una maga di Black Eye-  sorrise, preparandosi per la mossa successiva del suo piano.

-Non devi essere tu a decidere per lei!- affermò Bixlow, non vedendo l’ora di mettere le mani addosso a quel mago: sarebbe bastato mettere Michiko in salvo per attaccarlo senza pietà.

-Oh sì, invece!- ghignò, facendo girare la ragazza, poi le strappò parte della maglia che copriva il tatuaggio di Fairy Tail.

-Vedete il vostro sporco tatuaggio? Tra qualche secondo non ci sarà più- sorrise ancora, poi cominciò a far uscire del veleno dalla mano sinistra.

Le sue intenzioni erano chiare: voleva bruciare la pelle della ragazza dove aveva il tatuaggio di Fairy Tail davanti a tutti.

Michiko era terrorizzata: lei non voleva bruciarsi ancora con il veleno, lei non voleva che sulla sua candida pelle rimanesse un segno indelebile come quello, lei non voleva che le venisse tolto il tatuaggio della sua unica vera gilda. Raccolse tutte le forze; era lei che doveva ribellarsi, che doveva in qualche modo aiutare i maghi a metterla in salvo. Fece un grosso sospiro e poco prima che Rufus poggiasse la sua mano sulla sua pelle lo colpì alla gamba con un calcio, facendolo urlare di dolore.

-Dannazione! Come hai osato?!- urlò furioso Rufus, spingendola giù dal tavolo e colpendola in viso, fortunatamente con la mano dove non aveva il veleno.

Michiko si lasciò andare. Non aveva nessun appiglio, non poteva far altro che lasciarsi cadere a terra, ma forse ne era felice, in quel modo sarebbe stata finalmente libera dalle mani di Rufus.

Chiuse gli occhi, pronta per il contatto con il duro pavimento, ma qualcuno la prese; non ebbe nemmeno la forza di aprire le palpebre per vedere chi fosse stato, era troppo stanca.

In quel momento Freed era corso per prendere al volo la ragazza, ora che finalmente Rufus aveva lasciato la presa su di lei e che non era più minacciata. La strinse tra le braccia; finalmente era salva, finalmente era lì con lui e nessuno le avrebbe più fatto del male.

-Presto, portala fuori!- ordinò Laxus. Ora che finalmente avevano recuperato Michiko, avrebbero potuto tutti dedicarsi allo scontro.

Il mago delle rune non se lo fece ripetere due volte. Si rimise in fretta in piedi e corse fuori, da Wendy, per far curare tutte le ferite della ragazza.

-Perfetto, ora veniamo a noi!- sorrise Natsu, pronto al combattimento, cominciando a far uscire del fuoco dal suo braccio.

Rufus sorrise. Anche se la sua preda era scappata l’avrebbe ripresa in fretta, dopo aver sconfitto i maghi di Fairy Tail.

 

Michiko stava dormendo sotto le cure di Wendy; la ragazza era seduta a terra, appoggiata con la schiena al petto di Freed che la teneva stretta. Non voleva mollarla per niente al mondo, aveva ancora paura che qualcuno gliela potesse portare via da un momento all’altro.

Il mago delle rune, all’ombra di un albero, accarezzava la fronte della ragazza, scostandole delicatamente i capelli, mentre osservava Wendy e il suo duro lavoro allo scopo di curare al meglio le ferite e le bruciature della ragazza. Dentro di lui stava pensando a quanto avesse potuto soffrire in quelle ore, a quanti brutti ricordi avrebbe dovuto sopportare nella sua vita.

Wendy era esausta: aveva prima curato le ferite di Dereck e ora si stava occupando di Michiko. Fece un grosso sospiro e si lasciò andare un pochino, ormai aveva finito.

La maga della luce aprì lentamente gli occhi. Intorno a lei c’era più luce del previsto. Si accorse che era fuori dalla gilda, sotto un albero, ma qualcosa la teneva sempre stretta.

Strattonò di scatto la presa, ancora con il terrore che si trattasse di Rufus.

-Ehi Michiko, siamo noi!- esclamò Freed, sorridendo e tenendo stretta la ragazza.

La maga della luce si girò e lo guardò stupita: vide che era lui che la stava tenendo, vide Wendy accanto a lei che le sorrideva, seguita da Mirajane, Evergreen e Levy. Erano tutti intorno a lei, era con loro e ciò voleva dire che era salva.

Si girò ancora verso Freed e lo guardò intensamente negli occhi. Lui le sorrideva felice, lei fece lo stesso ma pian piano la tristezza prese il posto di quella momentanea felicità e il volto di Michiko si fece triste, prossimo al pianto.

-Freed…- disse la ragazza prima di chinare la testa verso il petto dell'altro, dove appoggiò la fronte; strinse con le mani la camicia del mago e scoppiò in un pianto liberatorio e di sfogo.

Non riusciva più a trattenere tutte le lacrime che in quelle poche ore si erano addentrate in lei, ancora non riusciva a crederci che aveva dovuto sopportare di nuovo tutti i soprusi di Rufus sul suo corpo, e ora piangeva per sfogarsi e per la felicità di essere salva. Freed, nel frattempo, le aveva avvolto lentamente le braccia intorno al corpo e la teneva stretta, una mano stava sulla schiena della ragazza mentre l’altra era appoggiata alla testa che le accarezzava dolcemente i capelli; l’avrebbe lasciata piangere e sfogarsi finché voleva, sapeva che ne aveva bisogno.

Mirajane ed Evergreen si guardarono sorridendo, erano felici ora che la ragazza era in salvo. Purtroppo però, dai discorsi fatti di Rufus, gran parte dei maghi di Fairy Tail che erano lì con loro avevano capito cosa era successo in quegli anni alla povera Michiko. Mirajane decise di parlarne con il Master: sarebbe stato opportuno evitare di parlare di certe cose in futuro, con la presenza della maga della luce.

-Ehi Michiko, sei qua con me ora, stai tranquilla…- le sussurrò Freed all’orecchio, avvicinando il suo volto a quello della ragazza.

Michiko lo ascoltò ma non riuscì a rispondere. Strinse ancora di più la giacca del mago e cercò lentamente di ricacciare indietro le lacrime; doveva essere forte, almeno ora che i suoi compagni erano venuti a salvarla. Il tempo per piangere ci sarebbe sempre stato.

Passò ancora qualche minuto e poi la ragazza allentò la presa e alzò lentamente lo sguardo, i suoi occhi arrossati e gonfi dal pianto incontrarono quelli blu del mago che le stava sorridendo.

-Come ti senti?- le domandò, mentre a loro si fecero più vicino le altre ragazze.

-Io… abbastanza bene, con il corpo…- riuscì a rispondere, con la voce ancora abbastanza incrinata dal pianto, ma non riuscì ad andare oltre; scosse solo la testa per far capire che non ne voleva parlare.

Si guardò lentamente intorno, muovendo il capo con fatica. Sentiva gran parte dei muscoli farle ancora un po’ male, quindi si girò, mettendosi meglio seduta tra le braccia di Freed e appoggiandosi completamente al suo petto. Qualche metro più in là notò Dereck e Ritsuko che la stavano guardando; quando la maga della luce posò il suo sguardo su di loro, il castano le fece un cenno con la mano.

-Dereck! Come stai?- esclamò la maga, ricordandosi in quel momento che prima l’aveva salvata dalle mani di Rufus.

-Ci sono stati momenti migliori- rispose lui sorridendo, poi diede qualche colpo di tosse sotto lo sguardo attento di Ritsuko che cercava di stargli vicino in qualsiasi modo.

-Ti ringrazio per prima, io…- sospirò lei, ma nemmeno in quel momento riuscì ad andare avanti; abbassò lo sguardo e strinse la sua maglietta tra le mani.

-Sono io che devo ringraziare te e i tuoi compagni, per essere venuti qua a provare a sconfiggere Rufus e per avermi curato dal suo veleno poco fa- prese parola il castano, facendosi improvvisamente serio.

Michiko gli sorrise. Solo in quel momento avevo capito che un tempo, quando stava a Black Eye, non erano tutte delle persone cattive; anzi, l’unico poco di buono in quella gilda era Rufus.

 

Mirajane si stava per chiedere come stesse andando lo scontro all’interno della gilda di Black Eye quando ci fu un grande boato e un’altra buona parte del muro della costruzione oscura crollò. Rufus venne scaraventato fuori e andò a sbattere contro un albero. Il biondo aveva gran parte dei vestiti stracciati, la pelle era piena di tagli e in vari punti anche parecchio sanguinante, chiaro segno che il mago del veleno stava lentamente cedendo contro i maghi di Fairy Tail. Questi ultimi uscirono a grandi falcate dal muro che avevano distrutto: loro erano ancora freschi e pronti a combattere di nuovo, erano in maggioranza e non avevano lasciato un attimo di tregua a Rufus. Lo avevano colpito con i loro più potenti attacchi, lo avevano messo già parecchie volte al tappeto e non gli avevano nemmeno lasciato il tempo di contrattaccare; anche se in modo diverso, si stavano vendicando per tutto il male che avevano fatto alla loro compagna.

Michiko si spaventò leggermente alla vista di Rufus e rannicchiò le sue gambe contro il petto, ma poi la paura andò lentamente via lasciando posto alla rabbia: lei voleva colpirlo, voleva fargli provare tutto il male che aveva fatto, voleva mettere fine alla sua sporca esistenza in modo tale che nessun’altra ragazza potesse intercorrere con lui e soffrire come aveva fatto lei.

Doveva farlo ora che lui era ferito in quel modo, ora che lei aveva le spalle coperte dai suoi compagni si sentiva più forte e pronta a tutto.

Si alzò lentamente e, aiutata dal mago delle rune - Freed aveva capito bene le intenzioni della ragazza - si avvicinò a Rufus. Freed notò attentamente ogni cambiamento del suo viso: i suoi occhi erano già diventati neri e se la rabbia avesse preso il sopravvento sulla ragione sarebbe subito intervenuto per fermare la ragazza ed evitare che si facesse più male di quanto non lo avesse già fatto fino ad ora.

Michiko si fece strada tra i suoi compagni che si fecero da parte al suo passaggio: sapevano che quel momento era solo ed unicamente suo.

Rufus la vide avvicinarsi con disprezzo; si stava lentamente rialzando, mentre con la manica strappata della giacca si puliva il sangue che gli era colato dal labbro rotto.

-Sei venuta a darmi il colpo di grazia? È facile quando i tuoi compagni fanno gran parte del lavoro per te- la provocò, poi si appoggiò con la schiena all’albero dietro di lui, per stare meglio in piedi.

-I miei compagni non hanno fatto nessun lavoro per me: hanno fatto questo perché glielo diceva il loro cuore- rispose la ragazza, stringendo i pugni lungo i suoi fianchi. Lei voleva dannatamente colpirlo ma faceva già fatica a stare in piedi, non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita a creare una sola sfera di luce. Prima di alzarsi non ci aveva pensato, troppo desiderosa ad ottenere la sua vendetta, ma solo in quel momento si stava accorgendo di essere veramente troppo debole ancora e questo la faceva arrabbiare ancora di più.

-Glielo diceva il loro cuore? Ma non farmi ridere! Sono tutte sciocchezze queste!- scoppiò a ridere Rufus, che non credeva a tutte quelle stupide cose.

-Per te saranno sciocchezze e un tempo lo erano anche per me, ma stando a Fairy Tail sono venuta in contatto con tantissime nuove emozioni, di cui non sapevo nemmeno l’esistenza, perché a Black Eye non ce n'é mai stata nemmeno l’ombra!- ribadì la ragazza, scura in volto e con gli occhi sempre neri.

Dietro i suoi compagni sorridevano felici per le cose che stava dicendo.

-Ritieniti fortunato però, o forse no... Non ho abbastanza magia per colpirti, ma qualcuno qui con me sarà desideroso di vendicarsi- sorrise malvagiamente la ragazza, come non faceva da parecchio tempo. Fece qualche passo indietro e poi sfiorò il braccio di Freed. Il mago in questione si girò verso di lei, come a chiedere conferma e lei gli sorrise; sarebbe stato lui a vendicarsi al posto suo.

Freed sorrise di rimando e fece qualche passo avanti: l’occhio destro era cambiato, lasciando lo spazio all’occhio di un Demone pronto a combattere; estrasse la spada e cominciò la sua vendetta.

Paura, sofferenza, dolore, tutte emozioni che Michiko aveva provato e che ora Rufus stava avvertendo sulla sua pelle: Freed era la persona giusta per fargli provare esattamente tutto quello che la ragazza aveva dovuto subire. Non diede tregua al biondo che era piegato in due da quelle emozioni tanto lontane a lui, si teneva la testa con le mani e urlava, ma senza pregare una volta che il mago di Fairy Tail smettesse.

Michiko, che stava poco più indietro, sorrideva compiaciuta nel vedere Rufus in quello stato. Da un lato era cambiata, era più amichevole con tutti e quello che aveva detto sulle emozioni che aveva imparato a Fairy Tail era vero; però c’era un piccolo lato di lei che rimaneva ancora sadico, come quando stava a Black Eye, e lo stava dimostrando ora, nel sorridere vedendo Rufus in quel modo.

 

Freed smise dopo parecchi minuti, il suo occhio destro tornò del colore naturale e ripose la spada nel fodero. Si girò verso Michiko che lo guardava in un modo parecchio strano.

-Perché hai smesso?- domandò la ragazza, facendo qualche passo verso di lui.

-È abbastanza così- rispose Freed, spostando il suo sguardo altrove.

-No che non è abbastanza! Dovevi continuare, io ho sofferto per anni!- esclamò a quel punto, scura in volto e avvicinandosi pericolosamente a lui.

-Lo hai detto tu stessa prima, noi siamo Fairy Tail, non siamo Black Eye- le rispose il mago delle rune, con molta tranquillità, sostenendo lo sguardo della ragazza.

La maga della luce rimase a fissarlo per qualche secondo, riflettendo bene sull’ultima frase detta da Freed: si era lasciata trascinare dalla smania di vendetta e stava finendo per diventare praticamente come Rufus. E lei non voleva essere uguale a lui, perché sapeva di essere superiore e di poter continuare ad esserlo, non si sarebbe mai abbassata al suo livello.

-Va bene, lo lascio ancora a voi- disse abbassando lo sguardo, mentre i suoi occhi tornavano grigi. Fece qualche passo per allontanarsi, seguita dallo sguardo di Freed che sospirò alleggerito, sembrava si fosse calmata.

La seguì allontanandola dallo scontro, mentre Laxus e Natsu si preparavano per il colpo finale. Il Dragon Slayer dei fulmini aveva fatto mangiare il suo elemento a quello del fuoco; in questo modo, Natsu riuscì a soffiare un vortice di fiamme e fulmini che andarono a colpire in pieno Rufus, finalmente sconfiggendolo.

Michiko era salva e lo sarebbe stata per sempre.

 

-Ce l’abbiamo fatta!- esclamò felice Bixlow, cominciando a saltare mentre intorno a lui le sue bambole facevano festa.

-Michiko, non dovrai più preoccuparti di lui!- sorrise Erza, mentre si riequipaggiava con i suoi consueti abiti.

-Vi ringrazio ragazzi, se non fosse stato per voi… io…- sospirò lei, abbassando lo sguardo e passandosi un braccio sugli occhi; non poteva di nuovo mettersi a piangere.

-Va tutto bene, sappiamo come ti senti, non c’è bisogno di dire altro- la maga dai capelli scarlatti si avvicinò a lei e le sorrise felice; Michiko si asciugò in fretta gli occhi e sorrise a sua volta.

-Avrei voluto dargli io il colpo di grazia!- esclamò furioso Gajeel, mentre se la prendeva con Natsu e Laxus.

-Non saresti riuscito a fare niente!- lo prese in giro in risposta il Dragon Slayer di fuoco, mentre Laxus si allontanava da quei due pazzi. 

-Aspettate, voi cosa pensate di fare?- domandò Gray vedendo i due gemelli e Ryoko uscire da Black Eye e avvicinarsi lentamente a loro.

I maghi di Fairy Tail si prepararono di nuovo al combattimento.

-Aspettate, non siamo contro di voi!- esclamò uno dei gemelli, Kei.

-Vogliamo ringraziarvi e basta, ci avete liberato da un incubo- continuò il fratello gemello, Kaito.

Nel frattempo Ryoko si avvicinò a Michiko, scrutandola attentamente.

-Mi daresti un pochino di sangue?- le chiese, con gli occhi sbarrati e l’espressione inquietante.

Michiko si fece indietro disgustata, perché veniva ancora da lei quella pazza? Freed si interpose fra le due ragazze.

A quel punto Ryoko sospirò e buttò i coltelli a terra, senza un apparente motivo.

-Ho sempre detto che era pazza!- esclamò a quel punto Ritsuko, alzandosi seguita da Dereck.

-Non sono pazza, non è che mi piaccia poi così tanto bere il sangue…- rispose la maga dai capelli violetti, andandosi a sedere sotto l’ombra di un albero.

I suoi compagni restarono per qualche secondo a fissarla, forse pure lei era una persona normale.

-Ora dove andrete?- domandò Mirajane, avvicinandosi al gruppetto.

-Io e Ritsuko ci faremo una nuova vita lontano da questo posto; non so se ci uniremo ad una gilda, vogliamo stare tranquilli per parecchio tempo per ora- rispose Dereck, mentre stringeva la mano della sua compagna.

-Vi auguro tanta fortuna- sorrise Michiko, accorgendosi che era la prima volta che rivolgeva un sorriso anche a Ritsuko. Tutti loro erano persone buone, si erano solo ritrovati in un brutto contesto e avevano agito di conseguenza sia con se stessi che con gli altri.

-Ti ringrazio, Michiko- le rispose la mora, senza nessuna velatura nella sua voce: in fondo era grazie a lei se ora erano liberi da Rufus.

-Voi che farete invece?- domandò Erza, rivolgendosi ai due gemelli.

-Ce ne andremo anche noi…- rispose Kei.

-Continueremo i nostri allenamenti nel frattempo- concluse Kaito.

-Buon viaggio anche a voi!- salutò la ragazza dai capelli azzurri e loro la salutarono a vicenda. Si diressero dentro alla gilda oscura come avevano fatto prima Dereck e Ritsuko per andare a prendere le loro cose e andare via per sempre da quel luogo.

-Tu che farai invece?- domandò Evergreen rivolgendosi a Ryoko.

-Non so... Sono rimasta da sola, non ho nemmeno un posto dove andare, vagherò in giro per il mondo- rispose la ragazza, con una nota di tristezza nella sua voce.

Michiko si avvicinò a lei e si inginocchiò alla sua altezza, poi allungò le braccia e l’abbracciò forte. Aveva capito i sentimenti della ragazza dai capelli viola, li aveva già capiti tempo prima a Black Eye: Ryoko era sempre stata sola come Michiko, e ora in lei rivedeva quella ragazza che era un tempo, quando era stata appena portata via dalla gilda oscura.

Ryoko fu sorpresa da quel gesto ma ne fu felice, abbracciò a sua volta la ragazza e nascose il suo volto tra i capelli azzurri di Michiko. Capì solo in quel momento che finalmente era libera, libera di esprimere le sue emozioni, di fare ciò che voleva, di vivere la sua vita.

Mirajane ed Erza si guardarono per qualche secondo e si sorrisero; sapevano cosa fare.

-Vieni per un po' a Fairy Tail se ti va, il tempo di trovarti una sistemazione. E poi, se ti fa piacere, puoi restare- propose l’albina, gentile come sempre.

Ryoko alzò lo sguardo verso la ragazza, incredula. Nemmeno la conoscevano e già le avevano proposto di andare con loro, un po’ come avevano fatto con Michiko, girò lo sguardo verso quest’ultima e vide che le stava sorridendo, segno che le avrebbe fatto piacere se avesse accettato la proposta. E così fece.

-Vado solo a prendere le mie cose!- esclamò la maga, correndo dentro la gilda, contenta di avere questa opportunità.

-Natsu, Gray, Gajeel, che state aspettando? Andate ad aiutarla!- esclamò furiosa Erza, con un'aura malefica intorno.

-Certamente!- esclamarono in coro i tre e poi corsero dentro per seguire la ragazza e portare tutte le borse che avrebbe preparato.

-E anche questa avventura finisce bene!- esclamò felice Wendy.

-Al ritorno ti faremo una grande festa!- affermò Bixlow, mentre si avvicinava a Michiko e poi senza preavviso la prese in braccio, mettendola sulle sue spalle.

-Festa! Festa!- esclamarono le sue bambole mentre giravano intorno alla ragazza.

Michiko rise felice, non vedeva l’ora di avere una festa tutta per sé, nessuno gliene aveva mai fatta una ed ora era parecchio entusiasta. Si guardò attorno e poi vide Freed che la stava osservando, sorridendole.

La maga allungò la mano verso di lui, per riuscire a sfiorargli i capelli mentre Bixlow, capendo le intenzioni della ragazza, si fece più vicino al suo compagno di Team.

-Secondo me preferisce stare in braccio a te che a me- sussurrò Bixlow, mentre indicava Michiko.

Freed arrossì insieme a Michiko che aveva sentito perfettamente le parole del mago sotto di lei.

-Ma cosa dici! Io…- Michiko non terminò la frase che Freed le fece cenno di venire tra le sue braccia: non l’avrebbe presa sulle spalle, ma l’avrebbe portata comunque in braccio.

La maga sorrise e si sporse verso di lui, pronta a lasciarsi andare, ma dentro di sé avvertì che qualcosa non andava. La testa cominciò a girarle e sotto di lei il suolo sembrava troppo lontano per poterlo raggiungere; ad un tratto le sembrò pure di cadere e si arpionò con una mano alla spalla di Bixlow che si lamentò subito, ma poi si zittì notando che la ragazza stava male.

Freed la chiamava ma i suoni le sembravano ovattati e la vista era appannata, non riuscì a rispondere, chiuse gli occhi e si lasciò cadere.

Il mago delle rune la prese al volo, chiamandola più volte, ma Michiko era di nuovo svenuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

Buon pomeriggio a tutti! Eccoci finalmente con il salvataggio di Michiko e la disfatta finale di Rufus e di Black Eye, dove alla fine si è capito che l'unico malvagio era proprio l'ultimo Master, che ha fatto una brutta fine!

Ci tengo a ringraziare sempre tutti quelli che leggono e lasciano un loro commento!

Grazie ancora di tutto, ci si sente al prossimo che sarà l'epilogo di questa storia. A Lunedì prossimo! ^^

 

_Michiko_

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


EPILOGO

 

 


 

 

La stanza di Michiko a Fairy Tail era poco illuminata; le tende erano tirate e quel pomeriggio il sole era coperto da grosse nuvole, segno che entro poco tempo sarebbe sicuramente piovuto.

Come se il cielo volesse piangere la ragazza che stava coricata su quel letto dalle candide lenzuola.

Michiko dormiva da parecchi giorni: non si era ancora svegliata da quando aveva perso i sensi davanti a Black Eye. Wendy l’aveva aiutata parecchio, l’aveva curata da tutte le ferite e ora alla Gilda aspettavano solo che lei si svegliasse; doveva solo recuperare tutte le forze che le erano mancate, poi sarebbe tornata come nuova.

Freed era accanto a lei che le teneva la mano. I maghi non la lasciavano mai un attimo sola, tra di loro facevano dei turni, così appena la ragazza si fosse risvegliata avrebbe subito trovato qualcuno al suo fianco. Oltre ai Raijinshuu si erano unite anche gran parte delle ragazze di Fairy Tail a questi turni e pure Ryoko, desiderosa che la sua vecchia compagna si riprendesse al più presto.

La porta della stanza si aprì delicatamente e fece capolino Evergreen. I due si sorrisero e la Fata si andò ad accomodare sulla sedia dall’altra parte del letto.

-Non è ancora il tuo turno, lascia che resti ancora qua io- sospirò Freed, senza alzare lo sguardo dalla ragazza coricata.

-Vuoi sempre restare tu! Comunque sono venuta prima perché ho parlato con Mirajane e con gli altri, ho delle cose da riferirti- rispose la sua compagna di squadra, attirando in quel momento l’attenzione del mago che le rivolse uno sguardo.

-Ti ascolto- la spronò a parlare.

-In teoria, come tu sai, queste stanze possono essere usate per poco. Noi non viviamo qua, abbiamo le nostre case e i nostri appartamenti. Mirajane ci ha chiesto se quando Michiko si fosse svegliata ci saremmo presi cura di lei- cominciò a spiegare la maga.

-Vuol dire che non può più avere la sua stanza qua?- domandò Freed corrugando la fronte.

-Esatto. Ryoko per ora andrà con le ragazze di Fairy Hills. Mirajane voleva mandare anche Michiko, ma poi ha pensato a noi che le siamo stati sempre vicino e ci ha chiesto se tra noi quattro ci fosse qualcuno disposto ad ospitarla, anche temporaneamente- continuò la castana.

-Ne hai già parlato con gli altri?- chiese a quel punto.

-Si, ovviamente Laxus era fuori questione e con Bixlow diventerebbe sicuramente pazza… Dovrei farlo io che sono una donna, ma so che Michiko ha legato parecchio con te. Sappiamo perfettamente cosa è successo tra di voi durante la sfida e mi sento di chiederlo a te, Freed- spiegò Evergreen, concludendo il suo discorso e facendo un grosso respiro.

Freed restò qualche secondo a guardarla in viso, cercando di metabolizzare tutto quello che la maga le aveva detto: in poche parole gli stava chiedendo di ospitare Michiko a casa sua per un tempo non ben definito. Tutto perché i suoi tre compagni sapevano che si erano baciati durante la sfida, tutto perché tra di loro si era instaurato un forte legame ed era nato un grande sentimento. Ma sarebbe stato veramente giusto ospitare la ragazza sapendo di questo sentimento che c’era tra i due e di cui non parlavano mai? Cosa poteva accadere?

-Ehi, mi dai una risposta?- domandò Evergreen sventolando una mano davanti al volto del mago delle rune che stava fissando un punto imprecisato della parete.

Freed si risvegliò da quei pensieri e rispose con la frase più appropriata.

-Dobbiamo chiedere anche a lei se è d’accordo-

-Oh, certo che lo sarà! Si tratta di te in fondo e lei adora stare con te- sorrise la Fata facendo l’occhiolino al mago che divenne leggermente rosso.

Freed sospirò e ritornò a guardare Michiko che riposava coricata in mezzo a loro. Tra poco avrebbe lasciato il posto ad Evergreen, anche se gli dispiaceva allontanarsi dalla ragazza, ma doveva riposare un pochino anche lui.

-Vado a casa, fatemi sapere subito nel caso si risvegli, io tornerò stasera- spiegò il mago.

-Guarda che non hai turni, resta a riposare- cercò di convincerlo la sua compagna di squadra.

-Non ti preoccupare, voglio essere subito qua se si sveglia; un paio di ore saranno più che sufficienti e poi torno- rispose, per poi alzarsi dalla sedia e uscire dalla stanza, non prima di aver sfiorato la fronte della ragazza dai capelli azzurri con una mano.

Evergreen sospirò; Freed si era veramente legato tanto a lei.

 

La porta della camera di Michiko si aprì violentemente e da lì sbucò Bixlow che si buttò per il corridoio del piano superiore, guardando tutti i maghi sotto di lui che si chiedevano perché stesse facendo tutto quel baccano.

-Si è svegliata!- esclamò lui, ridendo felice con intorno le sue bambole che facevano festa.

Dalla Gilda partì un grande boato di urla di felicità e tutti si precipitarono di sopra correndo e urlando per dare il ben svegliato alla ragazza, che dormiva ormai da una settimana.

Freed restò qualche secondo paralizzato da quell’affermazione. Non riusciva ancora a crederci, ma dopo qualche secondo le sue labbra si inarcarono in un sorriso; fece comparire le sue ali e volò al piano di sopra, evitando tutta la baraonda che si era creata per le scale, così da essere uno dei primi ad entrare nella stanza della ragazza.

Michiko, appena svegliata, aveva avuto soltanto il tempo di scorgere la figura possente di Bixlow accanto a lei, poi questo si era alzato subito di scatto ed era corso fuori ad urlare qualcosa che non era riuscita a capire e poco dopo si era ritrovata la camera inondata da tutti i maghi di Fairy Tail. Cosa stava succedendo?

-Michiko! Come stai?- domandò velocemente Freed, che era arrivato al fianco del letto della ragazza e ora la stava guardando con un sorriso.

-Freed… io sto bene, che è successo?- rispose, mettendosi a sedere aiutata dal mago delle rune.

Lui sorrise ancora e le strinse forte la mano, felice di sapere che stava bene. Tirò un sospiro di sollievo e si sedette accanto a lei, mentre la ragazza lo guardava, attendendo una risposta.

-Sei rimasta a dormire per una settimana, da quando sei svenuta a Black Eye- le rispose Evergreen, che si era fatta avanti in mezzo a tutta quella folla.

-Una settimana? Veramente? Come è possibile?- domandò ancora non potendo crederci; si ricordava che era sulle spalle di Bixlow, che voleva andare da Freed, ma dopo c’era il vuoto.

-Eri tanto stanca, però le tue ferite sono guarite del tutto- le sorrise questa volta Mirajane, che era davanti a lei.

-Ti ringrazio, Wendy- disse calorosamente la maga della luce alla piccola Dragon Slayer: sapeva benissimo che era lei che l’aveva aiutata tanto a guarire.

La maga dai capelli blu le sorrise, arrossendo leggermente.

-Dobbiamo fare una grande festa stasera!- esclamò Bixlow, alzando il pugno in aria, mentre le sue bambole giravano intorno a lui.

-Esattamente! Ti sei risvegliata e ti avevamo promesso la festa!- lo seguì Lucy, sorridendo alla sua compagna.

-Ci sarà tanto da mangiare!- esclamò Natsu, mentre si preparava a soffiare.

-Faremo una grande rissa!- affermò Gray stringendo il pugno e pronto al combattimento.

-Torta alle fragole!- sospirò sognante Erza.

Michiko sorrise vedendo che i suoi compagni erano rimasti praticamente gli stessi, poi all’angolo della stanza poté notare anche Ryoko: le due si scambiarono uno sguardo e si sorrisero a vicenda.

-Su, ora fuori dalla stanza, Michiko ha ancora bisogno di riposo!- incitò ad un certo punto Bixlow, mentre allontanava tutti a parte il suo Team. In pochi minuti tutti erano fuori e nella stanza era rimasto solo Laxus appoggiato al muro, il mago delle anime seduto su una sedia, ed Evergreen e Freed che si erano seduti sul letto vicino alla maga della luce.

Michiko sospirò; si era appena svegliata ma nella sua testa risiedeva già una gran confusione.

-Stasera ci sarà questa festa, ma se sei ancora troppo stanca non ti sforzare, ok?- le spiegò Freed, senza lasciarle la mano.

-Riposerò ancora oggi, voglio partecipare! Nessuno aveva mai fatto una festa per me- rispose, mettendosi meglio seduta, incrociando le gambe sotto le lenzuola.

-Sai che ci hai fatto prendere un bello spavento quando sei scomparsa?- le domandò Bixlow, mentre le sue bambole erano andate a volteggiare intorno a Michiko.

-Mi dispiace ragazzi, io non volevo… e vi ringrazio tanto per quello che avete fatto- rispose la ragazza, abbassando lo sguardo.

-Non ti preoccupare, nessuno ti darà più fastidio ora- le disse Evergreen, sfiorandole i capelli.

-Rufus era forte, ma non quanto noi di Fairy Tail, è stata una passeggiata- sorrise Laxus, appoggiato al muro, senza scomporsi più di tanto.

Michiko sorrise, finalmente era libera di non pensarci più.

-Senti, Freed ti deve dire una cosa, noi usciamo, ok?- rise Evergreen, guardando la faccia del mago in questione che stava diventando parecchio rossa.

-Cosa?- chiese curiosa Michiko, prima rivolgendosi alla Fata e poi al mago di fianco a lui.

-Te lo dirà lui, non ti preoccupare- rispose questa volta Bixlow, che prima di uscire diede una pacca sulla spalla al suo compagno, come ad augurargli buona fortuna.

I tre chiusero la porta alle loro spalle e Michiko e Freed rimasero da soli.

 

Quando la porta fu chiusa, la prima cosa che fece Freed fu quella di abbracciare forte la ragazza a fianco a lui. Michiko non si aspettava minimamente quel caldo abbraccio ma poco a poco strinse anche lei il mago delle rune, che le accarezzava gentilmente la schiena.

-Ho avuto tanta paura per te…- sussurrò Freed, all’orecchio della ragazza.

-Freed…- rispose lei, facendosi ancora più stretta tra le sue braccia.

Rimasero così a lungo, poi si staccarono e si sorrisero a vicenda, tenendosi le mani l’un l’altra.

-Allora, che devi dirmi?- domandò Michiko, accennando ad un sorriso e facendosi curiosa.

-Eh…- sospirò Freed, leggermente imbarazzato mentre le sue guance si imporporavano; cominciò a guardare altrove per la leggera vergogna che provava.

-Allora? Perché fai così?- chiese ancora la ragazza, scrutandolo attentamente.

-È un po’ imbarazzante- rise lui, cercando di alleviare la situazione.

Michiko si fece pensierosa e continuò a guardarlo: cosa stava per chiederle?

-Mirajane, visto che ormai sei parte di Fairy Tail, ha detto che non puoi più alloggiare qua alla Gilda e, mentre ti trovi una sistemazione, ha chiesto a noi Raijinshuu se potevamo ospitarti per qualche tempo- cominciò il discorso Freed, guardando le candide lenzuola.

-Eh? Come non posso più stare qua?- domandò la ragazza, sorpresa da quell’affermazione.

-Beh, ognuno di noi ha le sue case, i suoi appartamenti e quindi devi trovartene una anche tu. Persino Ryoko è stata ospitata al dormitorio di Fairy Hills dalle altre ragazze- rispose Freed, alzando per qualche secondo lo sguardo verso di lei.

-Capisco… allora io dove andrò?- sospirò la ragazza, un po’ intristita da quella cosa.

-Beh, Ever e gli altri hanno deciso di farti venire da me, se per te non è un problema. La casa è grande e in due ci stiamo- rispose Freed, riabbassando lo sguardo. Non aveva il coraggio di guardare il volto di Michiko che in un primo momento si fece sorpreso, poi passò ad essere rosso dall’imbarazzo di vivere con un ragazzo e infine si fece felice, desiderosa di stare con questo ragazzo.

-Beh, certo che non è un problema! È giusto che qualcuno si prenda cura di me- rise lei, cercando di riprendersi un pochino. Freed sorrise a quella risposta, era tipico di Michiko.

La maga della luce poi si avvicinò lentamente a lui e si accucciò ancora tra le sue braccia, desiderosa di farsi abbracciare ancora e di restare per un tempo indefinito in quel caldo contatto.

 

Il tempo volò e la sera arrivò in fretta. Tutta la Gilda era in fermento per la festa che ci sarebbe stata; Mirajane e le altre ragazze avevano addobbato tutta la grande sala con palloncini, decorazioni e festoni, mentre ad ogni tavolo era già stata servita una grande quantità di dolci e di bevande fresche come piccolo aperitivo.

Michiko e Freed erano rimasti tutto il pomeriggio insieme: il mago aveva raccolto i vestiti e le altre cose della ragazza dentro a delle valigie o borse, mentre Michiko era rimasta nel letto a riposare e a chiacchierare con lui. Gli era veramente grata per tutto quello che aveva fatto, a partire da quando l’aveva salvata la prima volta, nella loro prima missione dove non si trovavano particolarmente bene insieme. Ma poi le cose, senza che nessuno dei due se ne accorgesse, erano lentamente cambiate e tra i due si era instaurato un buon rapporto, prima di tutto basato sulla fiducia l’uno dell’altra e poi era venuto il resto.

Tutto il tempo che avevano trascorso insieme li aveva uniti e ne erano felici, anche se non se lo erano ancora detti esplicitamente, ma a loro andava bene così: ognuno conosceva i sentimenti dell’altro e questo li rendeva felici e desiderosi di stare insieme e continuare a coltivare quel loro legame.

-Sento tanto rumore, probabilmente la festa è iniziata- sospirò Freed, che si era seduto su una sedia.

-La festa non può iniziare senza di me!- esclamò la ragazza contrariata e mettendo il broncio.

-Se non ti presenti certo che può!- affermò lui in risposta.

-Vado a cambiarmi, cinque minuti e sono pronta- rispose Michiko, poi si alzò lentamente dal letto, prese i suoi vestiti e si recò nel bagno adiacente la stanza, dove si sistemò per la festa.

Una decina di minuti dopo tutti e due erano al centro della sala, a divertirsi insieme agli altri.

 

Per Michiko la serata fu indimenticabile. La festa durò tutta la notte: aveva mangiato tanto, fino a scoppiare, poi aveva ballato, cantato, si era scatenata perché quella era la sua festa e nessuno le avrebbe portato via un ricordo del genere. C’erano state pure tante risse, ma Freed le aveva vietato categoricamente di parteciparvi: era ancora troppo debole e lei lo sapeva. Questo però non le aveva vietato di lanciare, ogni tanto, qualche sfera di luce contro qualche mago che stava partecipando a queste zuffe.

A notte fonda, quasi al mattino successivo, i maghi cominciarono a crollare addormentati uno ad uno. Michiko era stanca e si accomodò vicino a Freed, che ormai stava cedendo al sonno, seduto in un angolo del pavimento della grande sala. La ragazza si avvicinò al viso del mago e gli diede un bacio a fior di labbra, facendo aprire di qualche spiraglio gli occhi di Freed; il mago le sorrise e la prese tra le braccia, stringendola a sé. Michiko si lasciò trascinare e chiuse gli occhi.

Era quella la vita che voleva fare: una vita come maga di Fairy Tail.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Note dell'Autrice:

Ecco che siamo giunti alla conclusione di questa storia. Spero vi sia piaciuta come è piaciuto a me scriverla!

Ci tengo veramente a ringraziare tutti coloro che l'hanno letta e che mi hanno lasciato sempre un loro parere, e chi l'ha messa tra le seguite, preferite e ricordate.

Un saluto a tutti!

P.S.: grazie tante alla mia carissima beta Lenny ♥


_Michiko_

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