Katarina and Lavinia, the fugitive.

di OfeliaMontgomery
(/viewuser.php?uid=96715)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Image and video hosting by TinyPic


20, febbraio, 1790
Katarina stava correndo nei boschi per scappare dal suo inseguitore. Il cuore le pompava fortissimo, quasi pronto a scoppiarle fuori. Il respiro si faceva sempre più affannoso. I muscoli delle gambe le chiedevano pietà e gli bruciavano tantissimo. In più doveva sforzarsi di non cadere per via dell’ingombrante vestito che le impediva di correre più veloce. Mentre correva rimase impigliata spesso nei rami bassi degli alberi e risciò di scivolare almeno dieci volte.
Man mano che si inoltrava nel bosco diventava sempre più cupo e tetro. Era terrorizzata a morte. Sentiva la paura scorrerle nelle vene. Il gracchiare di un corvo la fece sussultare.
Si fermo un attimo per respirare, poi con le mani cercò in qualche modo di strappare la grande gonna, riuscì a fare un piccolo squarcio sul davanti e con un piede lo aprì del tutto, fino in fondo, cosi da aver libere le gambe nel davanti.
Ricominciò a correre fin quando non inciampò in una piccola buca, cadendo a terra. Picchiò il ginocchio che iniziò a sanguinare e sbatté la testa contro al terreno umido, rimanendo stordita per qualche secondo, giusto il tempo per far si che il suo aguzzino la trovasse.
– Katarina Hamilton, finalmente faccia a faccia – disse un uomo dalla pelle pallida, indossava un lungo cappotto nero sbottonato che lasciava intravedere un panciotto sopra ad una lunga camicia bianca, dei pantaloni color crema e degli stivali da cavallo in pelle nera.
– Victor Lockwood – esclamò la donna cercando di alzarsi, ma l’uomo la spinse facendola cadere di nuovo.
– Katarina, mia cara, è giunto il momento – disse l’uomo con voce tetra, fece qualche passo per avvicinarsi alla donna che indietreggio fino a scontrarsi contro al tronco di un albero.
– Quale momento? – chiese Katarina impaurita, si guardava in giro in cerca di una via di fuga, ma con il dolore che aveva alla gamba difficilmente sarebbe riuscita a scappare.
– Il momento di diventare mia per sempre – disse Victor sorridendo e mostrando così i canini appuntiti e perfettamente bianchi.
La donna si alzò di scatto spaventata – Voi siete un vampiro – urlò contro l’uomo, Victor ghignò – Complimenti Katarina, siete molto intelligente, ci siete arrivata finalmente – disse con sarcasmo battendo le mani.
– Voi, voi…–
– Io cosa? Ora siete anche a corto di parole? Non eravate voi quella che aveva sempre qualcosa da dire, uh? –
Lo sguardo della donna era passato da spaventato ad accusatore – Siete stati voi ad uccidere mia madre e mio padre – incolpò l’uomo puntandogli un dito contro, l’uomo fece un sorriso sadico – Dovreste aggiungere anche vostra sorella e vostro cognato – concluse l’uomo mettendosi apposto il cappotto.
– No, no, no…– disse la donna incominciando a singhiozzare.
– Ho dovuto farlo, non volevano che io mi avvicinassi a voi, Katarina –
– Voi siete un lurido assassino – urlò la donna tirandogli due pugni sul petto.
– Suvvia, adesso potremo stare insieme per sempre –
– Io non voglio stare con voi, né ora, né domani, né tra un anno o tra altri cento – disse fermamente Katarina.
Victor non ci vide più così prese la donna tenendola stretta fra le sue braccia, le spostò i capelli da una parte e la morse. Le conficcò i canini nel collo, rivoli di sangue cominciarono ad uscire, Katarina cercò di liberarsi ma Victor la teneva ben salda contro il suo petto. Cercò di divincolarsi fin quando sentì che le poche forze che le erano rimaste la stavano abbandonando. Quando finì di bere il suo sangue la buttò a terra dissanguata. Passarono pochi minuti prima che Katarina iniziò ad urlare dal dolore, il suo cuore iniziò a pompare velocemente fin quando non cessò di battere del tutto. La donna era diventata completamente bianca. Di colpo spalancò gli occhi, erano rosso sangue. Rossi come quelli di Victor in quel momento.
– Mia cara Katarina benvenuta nel mondo dei non morti –
La donna si alzò da terra guardandosi in intorno poi fissò Victor – Voi mi avete trasformato in un mostro – gli urlò contro la donna.
L’uomo rise – Non mi sembra il momento di litigare, come minimo mia cara avrai fame, devi dissetarti – disse Victor porgendo una mano a Katarina che ovviamente non accettò.
– Io non ucciderò nessuno – ribatté la donna facendo così uscire i canini appuntiti – Allora impazzirai per la sete e ti posso assicurare che quando un vampiro non beve per molto tempo è molto più pericoloso, fuori controllo di uno che ha bevuto –
La donna scosse la testa poi pian piano si avvicinò a Victor – Io non ucciderò nessuno se non voi Victor – disse la donna conficcando i canini nel collo dell’uomo, iniziò a succhiare il sangue, nello stesso momento infilò una mano nel petto di Victor e gli strappò il cuore. Lo spinse lontano da sé facendolo quasi cadere, l’uomo sentì una forte fitta trapassarli il corpo tanto fa farli cedere le gambe, non riusciva a reggersi in piedi, si piegò sulle ginocchia toccando così il suolo con le mani. Se fosse stato umano a quell’ora avrebbe avuto il cuore che gli pompava velocemente e il respiro affannoso, ma essendo che era un vampiro non accadde niente, se ne stava lì immobile a fissare la donna.
Sul viso della donna comparve un sorriso macabro – Addio Victor, addio per sempre – disse la donna accarezzando il viso del’uomo.
Victor iniziò a sgretolarsi, le sue urla echeggiavano tra gli alberi, tanto che qualche uccellino uscì allo scoperto per poi volare via spaventato. Katarina vide il cuore dell’uomo diventare cenere nelle sue mani, di Victor era rimasto solo un mucchietto di cenere che con l’aiuto del vento si sparse nell’aria.
– Non sono mai stata tua – disse la donna prima di sparire nel nulla.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. ***


Image and video hosting by TinyPic


8, aprile, 2014
“Mi chiamo Lavinia Maria Castellani, sono nata il 14 settembre del 1823 da madre vampira e padre umano. Mio padre, Riccardo Castellani, lavorava come maggiordomo in una villa in Italia, dove ha conosciuto mia madre che era un’ospite della coppia che abitava lì. E’ morto poco dopo la mia nascita. E’ stato ucciso dal consiglio di vampiri. Volevano uccidere anche me per vendicarsi di mia madre che aveva ucciso Victor Lockwood, uno dei più importanti vampiri del consiglio, ma mia madre è riuscita a scappare portandomi con lei. Da quel giorno abbiamo sempre viaggiato, se così si può dire. Perché in realtà stavamo scappando da loro. Appena scoprivano in che paese ci eravamo trasferite scappavamo. Mia madre aveva paura che mi avrebbero portata via da lei o cosa più importante, mi avrebbero uccisa. Ormai sono quasi due secoli che scappiamo. Per adesso per fortuna ancora non ci hanno trovate, spero di rimanere ancora per molto qui a Greenwich Village…”
 
– Lavinia Maria Castellani esci da quella stanza e vieni subito qui – urlò Katarina dalla cucina.
L’appartamento in cui vivevano aveva due camere da letto, un piccolo soggiorno, una cucina con moderni elettrodomestici e un bagno con tutto il necessario. I pavimenti erano in legno massello e il soffitto era alto fatto in legno. L'edificio aveva più di cento anni.
Un servizio di portineria era attivo 24 ore al giorno. Di notte c'era anche uno staff di sorveglianza per la sicurezza, in caso entrassero drogati o delinquenti.  C’erano anche un ascensore e i locali di lavanderia.
Katarina stava battendo due dita sul tavolo della cucina dal nervoso, poco dopo arrivò Lavinia con in bocca una penna rosa. Indossava un paio di pantaloncini corti blu, una t-shirt bianca con stampato sopra un bacio e alle gambe degli scaldamuscoli rosa. I capelli era raccolti in uno chignon puntati con una matita.
– Ti rendi conto che per colpa di questo stupido racconto la scuola mi ha chiamato? – sbraitò Katarina contro la figlia, Lavinia togliendosi dalla bocca la penna rispose – Ho scritto la verità, sono stanca di mentire – alzò le spalle.
– Non puoi raccontare la verità! Devi raccontare quella che abbiamo studiato per anni, non puoi buttare via tutti questi anni per questo – esclamò Katarina sbattendo il foglio sul tavolo.
– Noi scappiamo e basta! Per una volta non possiamo essere felici e stare in una città senza scappare? –
La donna fece una risata sarcastica – Come? Spiegami come? Forza illuminami, il consiglio dei vampiri ci cerca ormai da quasi duecento anni, come puoi pensare che qui non ci troveranno e uccideranno –
– Possiamo combatterli, possiamo ucciderli –
Katarina scosse la testa – Io e te? Non vorrei dirtelo ma sono più di duecento vampiri pronti ad ucciderci. Non possiamo ucciderli né tanto meno combatterli senza morire! –
– Non saremo sole, ci sono tantissimi vampiri che sono dalla nostra parte, ad esempio lo zio Tom, lui ci aiuterebbe –
– Con Tom siamo in tre, beh un bellissimo numero, ma siamo sempre in minoranza –
Lavinia urlò esasperata – Tu non capisci, io non ce l’ha faccio più a vivere così, sempre se si può chiamare vivere questa vita, scappiamo sempre –
– Per favore Lavinia basta, sono stanca, è sempre la stessa storia – disse sospirando Katarina.
– Va bene – disse incavolata Lavinia prima di tornare in camera.
– Guarda che è pronta la cena – le disse la madre prima che Lavinia entrasse del tutto in camera sua. La figlia sbuffò tornando indietro. Si sedette a tavola e aspettò che la madre le servisse la cena.
Katarina poteva mangiare cibo, anche se non le era dispensabile, poteva bere anche solo sangue e sarebbe stata bene lo stesso. Invece Lavinia doveva mangiare perché lei era metà umana e metà vampire, quindi necessitava sia del sangue che del cibo.
Servì la cena e mangiarono in silenzio, poi Lavinia accese la tv per sentire qualche notizia.
Era stato trovato un uomo completamente dissanguato in un cassonetto della spazzatura.
– Lavinia! – Katarina accusò la figlia che guardava la televisione con occhi spalancati – Mamma non sono stata io – disse guardando sconvolta la madre.
Era impossibile, le avevano già trovate? Oppure c’era un nuovo vampiro che stava distruggendo la loro quiete?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. ***


Image and video hosting by TinyPic


Katarina scattò in piedi dalla sedia, facendola cadere a terra – Devo chiamare Tom – disse la vampira componendo un numero sul suo cellulare.
‘Tom sono io, Katarina. Hai visto quello che è successo? Hanno trovato un uomo dissanguato in un cassonetto.’
‘Sì, ho visto, non può essere stata Lavinia?’
‘No, non è stata Lavinia, pensi ci abbiano già trovate?’
‘No, Kate non vi hanno trovato sennò a quest’ora erano da voi. Vi state nutrendo con sangue umano?’
‘No, ci stiamo nutrendo solo con il sangue di animale, non abbiamo toccato nessuno. E se sono davvero arrivati e aspettano solo che lasci da sola?’
‘Kate stai calma, non sono loro, sarà qualche vampiro drogato, calmati’
‘Mi dici di stare calma? Come cazzo faccio a stare calma se vogliono uccidere Lavinia?’
‘Katarina stai calma okay? Vado a dare un’occhiata io, va bene?’
‘Va bene, grazie’
‘Appena so qualcosa ti chiamo, ciao Kate e saluta Lavinia’
‘Si certo, lo farò’
Katarina chiuse la chiamata poi appoggiò il telefono sul tavolo e andò a tirare su la sedia e poi tornò a sedersi. Si portò le mani fra i capelli, Lavinia le si avvicinò – Mamma andrà tutto bene – disse la figlia abbracciandola.
Katarina tirò su il viso e guardò la figlia sorridendole poi le accarezzò una guancia.
– Ti prego stai solo attenta, okay? – disse premurosa la madre, Lavinia annuì – Sì mamma, starò attenta –.
– Vado in camera a studiare – disse Lavinia dando un bacio sulla guancia alla madre poi andò in camera sua.
Appena la figlia chiuse la porta della camera, Katarina si alzò e andò a pulire i piatti, continuando a pensare quale sarebbe stato il modo migliore per scappare da lì. Ma poi pensava a quello che le aveva detto la figlia, sul fatto di combattere per la loro libertà, anche la terrorizzava era un’idea da tenere in considerazione.
Più tardi, verso le undici di sera, lo zio Tom, anche se in realtà non era il vero zio di Lavinia, ma era un vecchio spasimante di Katarina, la loro storia non era andata a buon fine, ma sono rimasti buoni amici, anche se lui è ancora follemente innamorato di lei. Dopo la morte di Riccardo, Tom le era rimasto vicino, si era preso cura della piccola Lavinia crescendola come se fosse sua. Tommaso era il migliore amico di Riccardo, anche lui lavorava per quella coppia, però faceva il cuoco e non il maggiordomo come l’amico.
Sempre dopo la morte, Tom chiese a Katarina di trasformarlo, così avrebbe mantenuto la promessa fatta all’amico, cioè proteggere lei e sua figlia. Katarina non ci penso su molto, lo morse poi aspettò che lui si risvegliasse per andare a caccia. Katarina come ormai da più di trent’anni si cibava solo di sangue animale, invece Tom si vendicò della coppia, dissanguandoli entrambi. Katarina gli chiese perché l’aveva fatto, lui le rispose solamente che doveva essere fatto. La vampira non seppe mai il vero motivo, ma ovviamente non osava chiederglielo proprio ora.
Quando Tom entrò in casa, era in compagnia di un vampiro, basso e tozzo, con il volto scavato da profonde rughe, dall’espressione del viso si vedeva chiaramente che era teso e spaventato, aveva i capelli corti e brizzolati. Due piccoli occhi neri stavano fissando Katarina con un’espressione spaurita. Stava ricurvo su se stesso con le mani nelle tasche del suo giubbotto sciupato e pieno di buchi. Aveva un aspetto orribile, era malridotto.
– Forza dille quello che hai detto a me – disse Tom spingendolo più avanti, l’uomo per poco non cadde a terra, riprese l’equilibrio e poi parlò – Mi dispiace, non volevo creare disturbo – disse tristemente il vampiro, – Quello che hai detto, non queste stronzate! – esclamò Tom alzando la voce.
Il vampiro tremò sul posto poi annuì – Stavo per morire, una sera mi si presentò davanti un vampiro e mi chiese se volevo la vita eterna ed io ho accettato. Mi ha trasformato in un vampiro, ma io continuo a stare male, ho fatto degli esami e mi hanno detto che continuo a peggiorare, così ho cercato il vampiro che mi ha trasformato e gli ho chiesto perché non funzionasse, perché stavo ancora male e perché ero lo stesso sul punto di morire, lui mi ha semplicemente risposto che dovevo uccidere qualcuno e così io ho fatto – disse con voce bassa e nasale.
Katarina sogghignò – Questo vampiro ti ha preso, come si dice, ah sì, per il culo. Se sei sul punto morire e vieni morso, sì, ti trasformi in un vampiro, ma non del tutto, hai gli istinti di uccidere, cacciare e bere sangue, ma il tuo corpo è ancora umano e quindi la tua malattia continua a diffondersi nel tuo corpo. Anche se uccidi non cambia niente. Nel tuo corpo hai solo una piccola parte del veleno che iniettiamo noi vampiri perché il tuo sangue è già infetto dalla malattia che cerchi di fermare – disse la vampira con voce calma.
Il vampiro malaticcio scosse la testa piagnucolando – Quindi morirò lo stesso? – chiese tirando su con il naso.
– Mi dispiace, ma sì, morirai lo stesso – rispose la donna sospirando.
In quel momento arrivò Lavinia che appena vide il vampiro malaticcio si spaventò, facendo un salto e si portò una mano sul cuore, anche se non le batteva era un’abitudine farlo, perché per sembrare normale tra gli umani doveva far finta di respirare e tutte le altre cose umane.
– Chi diamine è questo qui? – chiese scioccata la figlia di Katarina, – Nessuno tesoro, torna a letto, adesso se ne vanno – rispose la madre accarezzando i capelli alla figlia che annuì.
Katarina fece un cenno con la testa a Tom che prese il vampiro e lo portò fuori di casa.
– Dopo ti chiamo – urlò la vampira per farsi sentire da Tom che urlò un okay.
– Mamma chi era? – chiese impaziente la figlia
– Il vampiro che ha ucciso quell’umano – rispose la madre guardando la figlia, le sorrise serene – Forza andiamo a dormire – disse Katarina mettendo un braccio sulla spalla della figlia ed insieme si diressero verso le loro rispettive camere.
– Mamma dormi con me? – le chiese Lavinia alzando un po’ le spalle.
– Certo piccola – rispose la madre dandole una pacca sul sedere facendola strillare. Katarina rise di gusto e poi insieme a lei rise anche la figlia. Insieme andarono a sdraiarsi nel grande letto della madre e sempre insieme si addormentarono. Cullate dalla leggera musica che arrivava dall’appartamento affianco al loro.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. ***


Image and video hosting by TinyPic


Katarina si svegliò che era ancora buio, controllò che Lavinia dormisse ancora, poi alzandosi prese il cellulare e chiamò Tom.
‘Tom? Ciao sono io, Kate. Che ne hai fatto del vampiro?’
‘Ciao Kate, eh? Ah, sì, l’ho lasciato andare, che altro avrei dovuto fare?’
‘Niente, va bene così. Non ci darà più fastidi vero?’
‘Sì, me l’ha assicurato’
‘Okay, meno male, buonanotte Tom’
‘Notte Kate’
Chiuse la chiamata e tornò nel letto, mettendosi al fianco della figlia. Le accarezzò i capelli e poi le diede un bacio sulla tempia. Si riaddormentò poco dopo.
Katarina quella mattina era già ai fornelli per preparare la colazione per Lavinia. La figlia era in bagno che si stava vestendo per poi andare a scuola.
Quando Lavinia uscì dal bagno, si sentì subito una ventata di profumo arrivare fino alla cucina.
– Lavinia, ma quanto profumo ti sei messa, stai intossicando la casa – esclamò la madre andando ad aprire la finestra della cucina.
– Ma se ne ho messo pochissimo, quanto sei esagerata – esclamò a sua volta Lavinia entrando in cucina. Si sedette a tavola e bevve un bel bicchiere di sangue.
– Muoviti che sennò fai tardi a scuola – disse la madre controllando il grande orologio appeso al muro. Erano le 7.25.
Per fortuna la scuola in cui andava Lavinia non era molto lontana e quindi poteva andarci anche a piedi. Ci metteva più o meno 10 minuti
– Sì, mamma ora vado, ciao – disse Lavinia dando un bacio sulla guancia alla madre.
Appena arrivò davanti alla scuola, un edificio grigio con tantissime finestre, ci entrò e si diresse subito verso l’aula di inglese. La signora Parker ancora non era arrivata, per sua fortuna.
Lavinia entrò e andò a sedersi vicino ad un suo compagno, Tyler Bennett, i banchi erano raggruppati due a due, alcuni traballano un po' e venivano tenuti fermi con dei pezzi di carta. Le pareti erano grigie, mentre le tende gialle ormai sbiadite e malridotte giacevano appese agli angoli per far entrare un po' di luce. Nella parete centrale si trovava la lavagna.
Castellani ti trovo bene – cercò di parlare in italiano Tyler, facendo così ridere la ragazza.
– Il tuo italiano è bellissimo – disse divertita Lavinia.
– E dai, ci ho provato –
– Sì, bravo –
Parlarono ancora un po’, poi entrò la professoressa Parker e fece zittire tutti. Iniziarono la lezione, Lavinia si stava annoiando, per fortuna mancavano solo due mesi e la scuola sarebbe finita.
Il mese prossimo ci sarebbe stato il prom e non vedeva l’ora di andarci, anche se ancora nessuno l’aveva invitata. Sperava che Tyler la invitasse al ballo, ma ancora non l’aveva fatto.
Quando finì la lezione, i ragazzi uscirono dalla classe, Lavinia stava per dirigersi verso l’aula di chimica, ma Tyler la bloccò, prendendola per una braccio.
– Lavinia ti volevo chiedere una cosa – disse nervoso il ragazzo che si passò una mano fra i capelli.
– Che cosa? – chiese tranquilla Lavinia.
– Verresti al ballo con me? – chiese a sua volta lui, Lavinia avrebbe voluto saltare dalla gioia. Nella testa sentiva cantare gli alleluia, avete presente? Finalmente gliel’aveva chiesto.
– Sì, certo – rispose dandogli un bacio sulla guancia.
Per tutta la giornata scolastica Lavinia aveva avuto la testa fra le nuvole, era stata richiamata più volte dagli insegnanti che le dicevano di stare più attenta.
Finalmente anche l’ultima ora era finita e lei stava tornando a casa passeggiando per Washington Square Park, si andò a sedere sul bordo della fontana e guardando il cielo, si mise a pensare a quante volte avrebbe voluto essere una persona normale, invece di essere una vampira.  Per di più doveva sempre scappare e non riusciva mai a stare per più di un anno in un posto. Tornando alla normalità guardò l’ora sul suo cellulare, erano le 15.45. Doveva tornare a casa, sennò sua madre sarebbe impazzita.
Quando tornò a casa, trovò la madre intenta a parlare al telefono con lo zio Tom, stavano parlando di un possibile scontro con il consiglio dei vampiri. Finalmente era riuscita a convincerla? Avrebbero avuto la loro libertà?

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. ***


Image and video hosting by TinyPic


Lavinia aspettò che la madre finisse di parlare al cellulare, quando ebbe finito le chiese – Mamma, un mio compagno di classe mi ha invitata al ballo, che si terrà il prossimo mese. Posso andarci? –
La madre la guardò stupita – No, non ci andrai – disse seria portandosi le braccia al petto.
– Perché? Perché non posso andarci? – chiese freddamente la figlia.
– Lo sai perché. Non dobbiamo dare nell’occhio – rispose la madre andando verso la cucina.
Lavinia la seguì – E’ un ballo a scuola. SCUOLA. Non vado per locali, non vado a fare stronzate. Cazzo, mamma, voglio solo andare a quel ballo e divertirmi un po’ – disse incazzata la figlia.
La madre alzò lo sguardo, l’espressione che lasciava intravedere tra i ciuffi dei capelli che le erano andati davanti agli occhi, faceva capire che era indecisa. Voleva far felice la figlia, ma aveva comunque paura di quello che potrebbe accadere se l’attaccassero fuori dalla scuola. Alla fine sospirò – Va bene ci potrai andare, ma a una condizione – disse puntando il dito contro alla figlia.
– Quale? –
– Mi dovrai far conoscere questo ragazzo –.
 
Katarina per la scuola e per le persone umane, era la sorella maggiore di Lavinia, quella che si prendeva cura di lei, dopo che i loro ‘genitori’ morirono in un incidente stradale. Per i vampiri, ovviamente, era la madre. Molti vampiri parlavano di lei. Parlavano del fatto che avesse ucciso un vampiro del consiglio, che fosse rimasta incinta di un umano, partorendo così un ibrido, metà umano e metà vampiro. Praticamente nella sua vita da vampira aveva infranto due delle leggi più importanti: primo, uccidere un vampiro del consiglio; secondo, era rimasta incinta di un umano e aveva partorito un ibrido. C’erano anche molte altre leggi, che ora non vi sto a elencare.
C’erano diversi tipi di vampiri: quelli che potevano stare alla luce del sole, bere sangue e anche mangiare cibo, come Katarina; gli ibridi che necessitavano sia del sangue che del cibo per poter sopravvivere, perché metà umani e metà vampiri, come Lavinia; quelli che non potevano stare alla luce del sole e necessitavano solo del sangue, come Victor ed infine quelli che si facevano trasformare perché sul punto di morire, gli istinti di uccidere, cacciare e bere sangue li avevano, ma il loro corpo era ancora umano e quindi la malattia continuava a diffondersi nel loro corpo fino ad ucciderli, come il ‘vampiro malaticcio’ con cui aveva parlato Katarina.
I più importanti erano i vampiri del consiglio, coloro che creavano le leggi, le leggi della notte.
Al secondo posto c’erano i consiglieri, coloro che lavoravano al fianco dei vampiri del consiglio per consulti sulle leggi da approvare o da abolire.
Al terzo posto c’erano i giustizieri, coloro che facevano eseguire le leggi, se si infrangevano, c’era la pena di morte oppure in casi più importanti, si andava davanti ai vampiri del consiglio per decidere quale punizione dare e ricevere.
I vampiri sopracitati erano di sangue puro, vampiri nati da una relazione tra due vampiri puri e di casata reale. 
Al quarto posto c’erano i vampiri comuni, vampiri nati da una relazione tra due vampiri puri, ma non di casata reale.
Al quinto posto c’erano i vampiri semi-puri, vampiri nati da una relazione tra vampiro e umano. Come Lavinia, nata da una vampira e un umano.
E all’ultimo posto c’erano i vampiri infetti, umani morsi da un vampiro puro, un vampiro comune o un semi-puro. Come Katarina, che era stata morsa da Victor, un vampiro puro.
In casi molto estremi poteva succedere che l’umano che si trasformava impazzisse, diventando così una bestia assetata di sangue.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. ***


Image and video hosting by TinyPic


Il giorno seguente a scuola, Lavinia riuscì a convincere Tyler a venire a casa sua perché ‘sua sorella’ voleva conoscerlo, prima di decidere se mandarla o no al ballo. Lui ovviamente annuì.
Passarono la giornata scolastica tranquilli e a pranzo i due ragazzi mangiarono insieme seduti ad un tavolo fuori in cortile. La giornata era molto calda, anche se tirava un po’ di vento, per fortuna non era freddo.
Lavinia stava bevendo un sorso di acqua quando Tyler le disse una cosa che gliela fece sputare tutta per terra. So cosa sei.
– Come scusa? – chiese sconvolta la ragazza pulendosi con una mano la faccia.
– So cosa sei, sei un vampiro – rispose alzando le spalle con nonchalance.
– Cosa? Tu? Cosa? Come? – chiese cercando di far sembrare che stesse respirando affannosamente.
– Hai capito bene, ma tranquilla non lo dirò a nessuno – rispose mangiando un pezzo di carota.
– Da cosa l’hai capito? –
– Ti ricordi quando dovevamo ripassare il disegno e lo avevamo attaccato al vetro della finestra? – la ragazza annuì – Beh, lì ho notato che quando respiravi non si appannava il vetro, come sarebbe dovuto succedere –
La ragazza si stava prendendo a schiaffi mentalmente, come ha fatto a dimenticarsene.
– Lavinia stai tranquilla, non lo saprà nessuno –
– Grazie – disse arrossendo.
Certo cose come arrossire, vomitare, russare e mangiare le erano rimaste per via della sua parte umana, ma poteva fare a meno di respirare.
– Come fai ad arrossire? I vampiri non sono senza sangue? –
– Si che hanno il sangue i vampiri! Io sono un ibrido –
– Un ibrido cioè? –
– Sono metà umana e metà vampira –
– Figo! Tu puoi trasformare le persone? –
– Si, anche io posso – rispose la ragazza scrollando le spalle.
– Che figata cazzo! E come si uccidono i vampiri? Paletti d’argento? –
La ragazza rise – Non devono essere per forza d’argento, posso essere anche di legno. Si possono uccidere anche decapitandoli, strappandogli il cuore o dandogli fuoco –
Tyler annuì sorridendo – Quindi i vampiri possono andare in giro anche con il sole? –
Lavinia scosse la testa e poi si appoggiò una mano sotto al mento e il gomito sul tavolo ed iniziò a spiegare a Tyler com’erano i vampiri.
Quelli con sangue puro e sangue comune non potevano andare in giro di giorno e non potevano andare in luoghi sacri. Invece i vampiri semi-puri e i vampiri infetti potevano andare in giro di giorno e potevano andare anche nei luoghi sacri.
– Quindi tu sei come una persona umana solo che non necessiti dell’ossigeno – disse Tyler scrocchiandosi le dita. La vampira annuì e poi guardò verso l’altro, i raggi del sole le scaldavano il viso, anche se la sua temperatura rimaneva bassissima. Fredda come il ghiaccio.
– E’ davvero tua sorella oppure no? – chiese ancora Tyler bevendo un sorso d’acqua.
– E’ mia madre, in realtà – rispose la ragazza sorridente.
– Che figata essere giovani per sempre – esclamò il ragazzo lanciando una patatina fritta contro la ragazza facendola ridere.
– Certo, ma non puoi stare per tanto tempo nello stesso posto perché si accorgerebbero che non cambiamo – sospirò la ragazza.
Tyler annuì poi si alzò per andare a buttare il vassoio nel cestino. Dopo averlo buttato si girò verso la ragazza – Andiamo? – chiese avvicinandosi per prendere il cappotto e lo zaino, la ragazza annuì serena ed insieme si avviarono verso l’appartamento.
– Non è che tua madre mi uccide adesso che so un po’ di cose? A proposito quando sei nata? – chiese un po’ teso il ragazzo, la ragazza rise leggermente – No, non ti uccide, almeno credo. Sono nata il 14 settembre del 1823, fai te i conti –
Si mise a contare con le mani, aveva 191 anni.
– Cazzo, sei vecchia – esclamò Tyler ricevendo in dietro una sberla sul braccio da parte di Lavinia.
Per tutto il tragitto dalla scuola all’appartamento, Tyler e Lavinia scherzarono ridendo di giusto. Per la prima volta Lavinia si sentiva davvero bene. In pace.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. ***


Image and video hosting by TinyPic


Lavinia e Tyler stavano prendendo l’ascensore. Premo il pulsante per il quarto piano e aspettano tranquillamente di arrivare a destinazione. Quando l’ascensore si ferma al secondo piano entra una donna vestita molto elegante che parlava al cellulare.
– Scendete o salite? – chiese la donna con voce acuta.
– Saliamo – risposero in coro i due ragazzi.
– No signor Westerfeld stavo parlando con due ragazzi in ascensore. Sì, sarà fatto, domani spedirò il pacco, stia tranquillo – disse la donna segnandosi delle cosa su un taccuino.
Quando arrivarono al quarto piano corsero fuori dall’ascensore. Si voltarono indietro e videro la donna premere un bottone, gli occhi erano rossi fuoco, ma Lavinia sembrò non accorgersene.
Entrarono nell’appartamento, Katarina era intenta a stendere i panni sul balcone.
– Mamma, siamo arrivati – urlò la figlia per farsi sentire dalla madre che si girò subito e salutò con la mano.
– Ciao tesoro. Piacere di conoscerti Tyler – disse la vampira porgendo una mano. Tyler la prese e strinse la mano nella sua – Piacere signora Hamilton – disse gentilmente l’umano.
– Finisco di stendere e poi sono tutta per voi – disse Katarina uscendo di nuovo sul balcone.
– Tua madre è molto più bianca di te, dio – sussurrò all’orecchio di Lavinia.
– Per forza, lei è una vera vampira invece io sono per metà umana, ricordi? – disse la ragazza legandosi i capelli in una coda disordinata.
Il ragazzo sorrise – Giusto –.
La madre da fuori aveva sentito il loro piccolo discorso. Entrò in casa furiosa, sbattendo il cesto dei vestiti sul tavolino della sala – Gli hai detto la verità! – esclamò Katarina arrabbiata puntando un dito contro la figlia.
– Stia tranquilla non dirò niente a nessuno – disse con gentilezza Tyler.
La donna scoccò uno sguardo di fuoco al ragazzo che si ammutolì subito. Tyler avevo un’espressione di puro spavento, aveva paura che l’avrebbe ucciso.
– Mamma per favore, ha detto che non lo dirà a nessuno – disse solenne la figlia.
– Certo, come no. Voi umani non sapete tenere i segreti – esclamò arrogantemente la madre.
– Non siamo tutti uguali! Io tengo a vostra figlia – ribadì Tyler arricciando le labbra.
La donna sospirò rassegnata – Va bene. Ho deciso…– lasciò a metà la frase.
– Che cosa hai deciso mamma? –
– Potrai andare a quel ballo, ma ad una condizione. –
– Quale? –
– Per le undici devi essere a casa, ci siamo capite? –
Lavinia saltò in braccio alla madre dandole un bacio sulla guancia – Grazie, grazie mamma! Ti voglio bene – esclamò la ragazza saltando giù dalla madre.
 
Da quel giorno passò un mese, lo passarono in tranquillità ed era finalmente arrivato il giorno del ballo. Lavinia era in camera sua intenta a farsi i capelli insieme all’aiuto della madre. Katarina stava passando il ferro per arricciare i capelli tra qualche ciocca per renderli più mossi. Quando ebbe finito, aiutò la figlia ad indossare il vestito che aveva scelto. Un abito che arrivava alle ginocchia ed era dorato. Il copri spalle era color crema.  Al collo portava la collana che suo padre aveva regalato a sua madre. Un cuore di cristallo incastonato in una cornice dorata. Si era messa un paio di braccialetto anche quelli dorati. Ai piedi portava un paio di tacchi a spillo neri e non troppo alti. Si era trucca con un ombretto dorato chiaro e un po’ di eye-liner, sulle labbra aveva messo un bel rossetto scuro con sopra una passata di lip gloss.
– Amore mio sei così bella – disse la madre accarezzando la guancia alla figlia.
– Grazie mamma – disse Lavinia abbracciandola.
Neanche il tempo di staccarsi che suonarono al campanello. – E’ già arrivato! – esclamò la madre andando ad aprire la porta.
– Salve signora Hamilton – disse gentilmente Tyler entrando in casa.
– Ciao Tyler, adesso arriva – disse la donna sorridendogli.
Lavinia arrivò in sala tenendo le mani lungo ai fianchi, quando vide Tyler gli sorrise subito.
– Wow, Lavinia sei stupenda – esclamò Tyler avvicinandosi alla ragazza per metterle al polso il corsage del colore simile a quello del vestito.
– Anche tu sei bellissimo – disse Lavinia dandogli un bacio sulla guancia.
Il ragazzo indossava uno smoking nero che stava perfettamente indossa a lui. Da quando lui le aveva chiesto di andare al ballo e aveva scoperto che era una ‘mezza’ vampira si erano uniti moltissimo, uscivano sempre insieme. Si erano innamorati, ma nessuno dei due voleva ammetterlo.
– Forza mettetevi in posa che vi faccio una foto – disse Katarina scattando una foto.
Tyler e Lavinia in una si erano abbracciati invece nell’altra lei le dava un bacio sulla guancia.
– Siete bellissimi, ora andate a divertirvi e per le undici qui – disse la madre salutandoli con la mano, poi loro uscirono dall’appartamento e Katarina si buttò sul divano e chiamò Tom per dirgli di venire a farle compagnia.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. ***


Image and video hosting by TinyPic


La limousine li portò davanti alla scuola. La musica era così forte che si sentiva già fuori dall’edificio. Entrarono nella scuola, i palloncini che erano attaccati all’entrata erano dorati.
Il tema del ballo era l’oro e l’argento. Si diressero verso la palestra, i corridoi erano pieni di striscioni oro e argento. Era tutto illuminato.
Quando entrarono in palestra la musica echeggiava nella stanza. Gruppi di ragazzi ballavano in mezzo alla pista; altri bevevano un bel bicchiere di punch; altre invece parlavano della loro preparazione; altri invece se ne stavano seduti ai tavoli ad aspettare che qualcuno gli chiedesse di andare a ballare. Una band chiamata apposta per il ballo stava cantando e suonando Livin' on a Prayer dei Bon Jovi. 
Lavinia e Tyler si fecero fare una foto con uno sfondo azzurro con le nuvole, tenendosi abbracciati.
C’era un piccolo tavolo dove era appoggiato un po’ di cibo, il punch e altre bevande.
La sala era piena di palloncini dorati e argenti, paillette, striscioni con scritto ‘felice prom’, c’erano anche molte luci colorate sparse per la palestra. Era tutto splendente e ben organizzato.
– Ti va di ballare? – chiese Tyler porgendole la mano, la ragazza gli prese la sua mano e la strinse e poi insieme si diressero verso la pista da ballo.
Adesso la band stava cantando Like a Virgin di Madonna. Lavinia poggiò entrambe le mani intorno al suo collo invece Tyler poggiò entrambe le mani sui suoi fianchi. Iniziarono a ballare, dondolandosi un po’ poi Tyler se la avvicinò tirandola per i fianchi e la baciò. Lavinia si ritrovò le labbra di Tyler sulle sue: morbide, calde e dolci. Non fu un bacio passionale, ma un leggero bacio a stampo. Quando si staccarono Lavinia aveva già le guance rossissime, abbassò il viso perché si vergognava, ma Tyler le portò due dita sotto il mento, le alzò il viso e poi si guardarono intensamente negli occhi. Erano innamorati.
– Siete pronti? E’ ora di votare chi saranno il re e la regina – parlò l’insegnante stando sul palco dove poco prima c’era la band.
Si andarono a sedere ad un tavolo, con un centro tavolo pieno di fiori argenti, invece in altri tavoli i fiori erano dorati. Avevano alterato.
Brooke Phoenix stava passando fra i tavoli per consegnare i fogli per votare il re e la regina.
Tyler lo prese ed insieme a Lavinia lessero i nomi che c’erano prima di decidere chi votare.
1. Ashlee Mclean & Logan Baird
2. Katelyn Mullins & Aaron David
3. Olivia Moser & Edward Warner
5. Kay Patterson & Mason Chaney
6. Samantha Greer & Dustin Boyer
7. Lavinia Castellani & Tyler Bennett
8. Summer Yoder & Cody Haney
9. Julia Kerr & Scott Hendrix
10. Raven Pierson & Adrian Mcconnell
– Ci siamo anche noi – esclamò Lavinia indicando i loro nomi.
– Bene, almeno non devo votare ‘ste oche e i loro gorilla – disse seccato Tyler prima di mettere una crocetta sui loro nomi.
– Ma possiamo farlo? – chiese Lavinia guardandosi in giro. Tyler piegò il foglio e poi lo mise nella scatolina vicino a loro.
– Non lo so, ma chissene frega, mica lo abbiamo firmato – rispose il ragazzo facendole l’occhiolino. La ragazza fece una leggera risata e poi mettendosi apposto i capelli prese la mano di Tyler e andarono a scatenarsi in pista.
Dopo un paio di balli, i due ragazzi stanchi andarono a bere un po’ di punch e poi si andarono a sedere al ‘loro’ tavolo.
Poco dopo avvisarono che tra due minuti ci sarebbe stata l’incoronazione del re e la regina.
Ashlee Mclean era il capo delle cheerleader ed erano una stronza di prima categoria tanto quanto il suo scimmione di fidanzato Logan Baird che era il quarterback.
Al secondo posto delle più stronze c’era Katelyn Mullins, la migliore amica di Ashlee, non che sua leccaculo ufficiale. Aaron David era il suo fidanzato e migliore amico di Logan e anche lui giocava a football. A seguirla c’era Samantha Greer, la più ricca e viziata della scuola. Suo padre aveva un’azienda molto famosa, quindi aveva molti soldi che ovviamente sventolava a scuola, il suo fidanzato era Dustin Boyer, ex di Ashlee.
Poi c’erano Olivia Moser, Kay Patterson, Summer Yoder e Julia Kerr che erano le ‘schiavette’ di Ashlee, che pur di starle accanto facevano ogni cosa che voleva. Anche loro come Katelyn e Samantha erano cheerleader nella squadra di Ashlee.
I loro fidanzati erano dei cretini di prima categoria, beh d’altronde per stare in quella cricca.
C’erano anche Raven Pierson e Adrian Mcconnell che erano due ‘secchioni’ della scuola, non che compagni di una vita. Stavano insieme dalla terza elementare, solo loro sapevano come erano riusciti a stare insieme per così tanto tempo.
Ed infine c’era lei, Lavinia e Tyler che erano i ragazzi più emarginati della scuola.
La professoressa fece avere tutta l’attenzione su di sé, ridisse tutti i nomi dei contendenti per diventare ‘re del ballo’ – Il re di quest’anno è….Logan Baird – urlò leggendo il nome che c’era scritto. Ovviamente Logan. Il ragazzo si alzò, diede un bacio ad Ashlee, il cinque ai suoi scimmioni e poi salì sul palco per prendere la corona. Alzò le braccia in aria e tutti applaudirono come se fosse un dio.
– Bene, la regina di quest’anno è…..–
Ashlee Mclean – sussurrò Lavinia facendo delle facce da stupida facendo ridere Tyler.
– Signor Bennett a qualche problema? – chiese la professoressa fermandosi, il ragazzo disse un no e la donna continuò il rituale.
– La regina è Ashlee Mclean, complimenti – urlò la professoressa battendo le mani felice.
Ashlee si alzò facendo finta di piangere, lacrime da coccodrillo e andò subito a prendere la corona indossandola subito. Ashlee e il suo scimmione si baciarono sotto lo sguardo di tutti e tutti applaudirono. Tutti tranne Lavinia e Tyler che si alzarono ed uscirono dalla scuola.
– Che stronzata! – esclamò Lavinia prendendo per mano Tyler – E’ così tutti gli anni, sono delle cazzate assurde – disse accarezzandole la mano con due dita.
Stavano cercando con lo sguardo la limousine che sarebbe dovuta essere già lì, erano già le 22.55.
– Dove diamine è la limo…– una botta alla testa lo fece cadere a terra. Lavinia urlava cercando di scalciare i suoi assalitori, ma la presero da dietro, la facendola svenire la misero in auto e partirono, lasciando Tyler steso a terra non cosciente.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. ***


Image and video hosting by TinyPic


Bussarono alla porta così Katarina si alzò dal divano ed andò ad aprire. Si trovò davanti Tom con in mano due bottiglie di vino.
– Ti va? – chiese muovendo una bottiglia prima di entrare nell’appartamento, Katarina annuì chiudendo la porta.
– Allora che vuoi fare? – chiese Tom sedendosi sul divano, Katarina lo seguì poco dopo portando dei bicchieri.
– Stavo pensando di vedere un film e ovviamente bere – rispose riempiendosi il bicchiere di vino per poi portarselo alla bocca e berne il contenuto.
– Okay, per me va bene – disse Tom riempiendosi il bicchiere, – Che film vorresti vedere? – chiese bevendo un sorso di vino.
– Qualsiasi cosa basta che non sia un film drammatico – rispose Katarina legandosi i capelli in una coda disordinata.
– Certo, ma in verità qual è il vero motivo per cui sono qui? – chiese Tom alzando le sopracciglia.
La donna sospirò appoggiando sul tavolo il bicchiere – Voglio scontrarmi con i vampiri del consiglio per la nostra libertà, ma ho bisogno del tuo aiuto e di tutti i vampiri che sono dalla nostra parte –
– Vuoi davvero farlo? Ne sei sicuro? – chiese stupito il vampiro.
– Sì, ti prego aiutami – rispose la vampira implorandolo.
– Certo che ti aiuterò. Chiamo gli altri, sono più o meno centocinquanta vampiri pronti a seguire i tuoi ordini –
– Bene, chiamali – disse Katarina bevendo un altro po’ di vino mentre pensava ad un modo per distruggerli.
 
– Lasciatemi, lasciatemi andare – urlava Lavinia prima di essere tramortita per la seconda volta.
Quando riaprii gli occhi, sbattendo più volte le ciglia si guardò intorno. Si trovava in una piccola stanza di pietra con poca illuminazione, sembrava una specie di prigione. Voleva alzarsi per sgranchirsi le ossa, ma solo in quel momento capii che era incatenata sia ai polsi che alle caviglie.
Emise un gemito di dolore cercando di muovere i polsi, ma il ferro le ferì la pelle.
– Non penso che muoversi le servirà a qualcosa signorina Castellani – disse una voce tetra da dietro alla porta di pietra che divideva lei dalla sua impossibile fuga.
– Chi siete? – urlò la ragazza divincolandosi ancora, ferendosi ancora più in profondità.
– Il mio nome è Leonard Muller e sono il capo dei vampiri del consiglio – disse elegantemente prima di andarsene via lasciando la ragazza da sola.
– Mamma aiuto! – urlò la ragazza incominciando a singhiozzare.
– Non servirà a niente. Qui non ci sentirà nessuno – disse una voce calma dal fondo della cella.
– Chi siete voi? – chiese Lavinia alzandosi in piedi e facendo due passi che poi vennero bloccati dalle catene.
– Mi chiamo Alexander Bennett – rispose l’uomo tossicchiando prima di uscire dall’ombra.
Aveva il viso affilato con una grande cicatrice sulla fronte. Il viso era molto pallido. Aveva i capelli castano scuro come anche il colore dei suoi occhi che erano circondati da delle profonde occhiaie.
– Bennett? – chiese Lavinia dato che era anche il cognome di Tyler.
– Sì. Mio figlio si chiama Tyler e vive con sua nonna da quando sono stato rapito, almeno così credo – rispose l’uomo alzandosi in piedi e avvicinandosi alla vampira.
– Tyler è vostro figlio? –
– Lo conosci? –
– Sì, siamo amici –
– Come sta? –
Lavinia si ricordò di quello che era accaduto ieri sera, avevano colpito Tyler e lo avevano lasciato lì a terra svenuto – Oddio devo uscire da qui, Tyler lo hanno colpito ed è svenuto. Lo devo trovare –
– E come pensi di uscire da qui? Io sono qui da ormai due anni –.
 
Tyler si svegliò scattando subito in piedi. Si trovava in camera sua poi ricordò il ballo, Lavinia, il rapimento e la botta che lo aveva fatto svenire.
– Nonna come ci sono arrivato qua? – chiese correndo verso la cucina dove trovò sua nonna intenta ad appoggiare paletti d’argento e di legno sul tavolo. Andò ad appoggiare anche un’ascia e un fucile.
– Nonna che diamine stai facendo? – chiese sconvolto, non si sarebbe mai aspettato che la nonna conoscesse la verità.
La donna alzò lo sguardo e due occhi color smeraldo spenti fissarono il nipote – Mi sto preparando per andare a riprendere mio figlio – rispose caricando il fucile.
– Papà? –
– Sì Tyler, tuo padre è ancora vivo, è stato rapito dai vampiri del consiglio, ma penso che tu sappia già di chi sto parlando dato che esci con una vampira – esternò la nonna guardando di sottecchi il nipote.
– So tutta la verità perché ho trovato dei diari di papà e sì, sto con un ibrido, proprio come papà che stava con mamma. So che era un ibrido e che io sono umano perché ci sono due possibilità: o nasci umano o nasci metà umano e metà vampira come mia madre e Lavinia –
– Oddio Lavinia, dobbiamo trovarla – esclamò Tyler prendendo dei paletti e l’ascia.
– Ti aiuterò, ma prima dobbiamo dirlo alla madre della tua amica – disse la nonna prendendo la chiave della macchina, qualche paletto e il fucile.
– Sì, andiamo –.
 
Katarina continuava a guardare l’orologio, era da poco passata la mezzanotte e sua figlia ancora non era arrivata.
Camminava avanti ed indietro per la stanza fin quando Tom non la fermò – Fermati se continui così consumi il pavimento e per favore stai calma –.
La donna era visibilmente preoccupata – Come faccio a stare calma? Voglio la mia bambina – disse piagnucolando.
Poco dopo bussarono alla porta, Katarina corse subito ad aprire, ma davanti non si trovò Lavinia bensì Tyler insieme alla nonna.
– Abbiamo un problema. Hanno rapito Lavinia – disse teso il ragazzo.
– Lo sapevo! Non dovevo fidarmi di te – esclamò arrabbiata Katarina tirando pugni sul petto del ragazzo.
– Mi dispiace davvero, ma dobbiamo muoverci, so dove l’hanno portata –
– Come fai a saperlo? –
– Perché mio padre aveva scoperto il loro nascondiglio e l’ha scritto su un diario –
– Dov’è ora tuo padre? – si intromise Tom.
– Due anni fa i vampiri del consiglio lo rapirono e adesso non so nemmeno se è ancora vivo – disse rattristito Tyler.
– Mi dispiace – disse Tom appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo che alzò lo sguardo stupito.
– Però non ti è dispiaciuto molto uccidere i miei nonni – disse in fretta Tyler.
Tom lo guardò sconvolto – Come? I tuoi nonni? – chiese teso il vampiro.
– Sì, i miei nonni erano Maria Vittoria e Gianbattista Barberis, anche se mia madre era nata da un tradimento da parte di mia nonna – disse aspramente il ragazzo che strinse i pugni.
La nonna le appoggiò una mano sulla spalla e gli disse di stare calmo.
– Tua madre era loro figlia? – chiese Katarina portandosi una mano sulla bocca per lo shock.
– Sì. – rispose secco Tyler.
Tom intanto si era allontanato per parlare al telefono ‘Va bene, grazie ragazzi’.
Quando tornò da loro disse la notizia – Stanno arrivando i rinforzi. Hanno accettato di aiutarci – disse Tom guardando Katarina che annuì preoccupata.
– E per i tuoi nonni mi dispiace, ma quello che hanno fatto a me è stato peggiore di quello che ho fatto io a loro – disse freddamente Tom guardando di sottecchi Tyler.
– Peggiore della morte? – chiese arrogantemente l’umano.
– Sì, perché tua nonna mi aveva accusato di averla stuprata solo perché era rimasta incinta di tua madre. Come hai detto tu, aveva tradito suo marito andando con un vampiro. Così mi hanno allontanato dalla villa e mi hanno portato via mia figlia. L’hanno stuprata, picchiata, uccisa e poi l’hanno lasciata in un vicolo come se fosse stata merda! Quindi sì, è stato peggiore della morte e poi ho solo pareggiato i conti, morte per morte – esclamò furibondo Tom, i suoi occhi aveva cambiato colore da dorati erano diventati rosso sangue. Capitava poche volte che un vampiro infetto cambiasse il colore degli occhi fino ad diventare rossi. Solo quando si veniva trasformati gli occhi diventavano rossi poi divenire dorati o argentei.
Tyler non seppe ribattere a questo racconto, questa parte della storia non la conosceva. Suo padre non aveva scritto quasi niente di loro.
Si sentì di colpo un frastuono arrivare da fuori dell’appartamento, erano arrivati i rinforzi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. ***


Image and video hosting by TinyPic


– Marcus grazie di essere venuto con i ragazzi. I vampiri del consiglio hanno rapito Lavinia, mi serve il vostro aiuto per distruggerli – disse Katarina con chiarezza.
Marcus Frost era il capo dei vampiri ribelli, erano chiamati così dai vampiri del consiglio perché non seguivano le loro leggi e le infrangevano di continuo.
Marcus aveva un viso affilato e pallido. Aveva folti capelli biondo opaco, gli occhi erano sottili di un argento spento e labbra rosee erano carnose. Aveva il corpo muscoloso ed era molto alto. Vicino all’uomo c’era una ragazza, sua ‘figlia’ Alice Wood. L’aveva trasformata quando lei glielo aveva chiesto.
Alice era una giovane ragazza magrissima, di bassa statura. Aveva lunghi capelli setosi e neri. Gli occhi erano dorati a differenza del padre. I tratti del suo viso erano bellissimi e fini, la pelle era ovviamente pallida, ma di un pallido splendente.
– Katarina sai che siamo dalla tua parte. Ti avremmo aiutato comunque – disse con voce roca Marcus.
Alice si era messo al fianco di Tyler che intanto stava parlando con sua nonna – E’ umano? – chiese ad un tratto la ragazza.
– Sì, è il fidanzato di Lavinia – rispose gentilmente Katarina sorridendo a Tyler che arrossì.
Intanto Marcus e June - la nonna di Tyler - stavo architettando un piano per distruggere i vampiri del consiglio.
– Sono sicura al 90% che ogni giorno Leonard e i suoi seguaci si riuniscono nella sala del consiglio per prendere nuove decisioni, quindi abbiamo la possibilità di liberare mio figlio e Lavinia. Per poterli uccidere dobbiamo solo aspettare che entrino tutti e poi tu, Katarina - la guardò - dovrai andare sul tetto dell’edificio, proprio sopra alla sala troverai una leva che servirà per aprire il tetto di metallo. Il sole entrerà da lì intanto noi terremo le porte chiuse da fuori così non avranno scampo. Quella stanza la usavano e la usano anche per le esecuzioni. Invece tu, Tyler - guardò il nipote - dovrai andare a cercare Lavinia e tuo padre, verrà Alice con te, così da pararti le spalle – spiegò tutto il piano June.
Alice sbuffò seccata – Perché devo andare io con l’umano? – chiese indicando Tyler che la guardò stupito.
– Alice per favore gli serve protezione – disse Marcus guardando la figlia di sottecchi, la ragazza sbuffò sbattendo i piedi per terra.
– Tu figlia mi ricorda molto la mia – disse Katarina sorridendo nostalgicamente.
– Ci serviranno anche delle armi in caso qualche vampiro scappasse dalla sala – esordì Isaac Ryan, il miglior amico di Marcus.
Aveva il viso quadrato con una profonda cicatrice sulla guancia destra. Gli occhi erano di un argento magnetico, i capelli erano folti e rossicci ed era massiccio di corporatura. Era alto quasi due metri, sembrava un armadio a due ante.
– Certo, andiamo – disse Marcus uscendo dall’appartamento con tutta la gang insieme a Katarina, Tyler e June.
 
Intanto Lavinia stava conoscendo meglio il signor Bennett che si era avvicinato a lei. Entrambi erano incatenati al muro, ma Alexander aveva le catene più lunghe.
– Mia moglie era un ibrido come te. Mise al mondo un bambino, Tyler. Lui è nato umano –
– Dove si trova ora sua moglie? – chiese Lavinia facendo tintinnare le catene.
– E’ morta. L’hanno decapitata loro davanti ai miei occhi, è stato orribile. Pensavano che fosse stato meglio ucciderla che farla procreare. Così la presero da casa con la forza e la giustiziarono, uccidendo lei e mia figlia. Tyler era nato già da un anno, ma nessuno ne era a conoscenza, abbiamo fatto di nascosto. Ho giurato vendetta per avermi portato via mia moglie e mia figlia – disse l’ultima frase minacciosamente.
– Mi dispiace, anche a me hanno portato via qualcuno, mio padre – disse Lavinia pensando alla foto che aveva trovato nel portagioie della madre, dove ritraeva sua madre e suo padre nel giorno del loro matrimonio.
– Mia moglie si chiamava Caterina Barberis ed era nata il 5 settembre del 1823, pochi giorni prima che nascessi tu. Caterina era la figlia dei coniugi per cui lavorava tuo padre.
Dopo che gli furono assassinati i genitori venne mandata in un orfanotrofio. La mandarono in una famiglia affidataria, ma veniva in continuazione picchiata da quello che doveva considerare suo ‘padre’, così li uccise. Spaventata da quello che aveva fatto scappò ed andò a rifugiarsi in una casa abbandonata dove incontrò un vampiro di nome Marcus che le spiegò che lei era metà umana e metà vampira. Le insegnò a controllarsi, a cacciare solamente animali e le insegnò a vivere tra gli umani. Viaggiarono molto fin quando non si fermarono a New York e lì incontrò me. Erano iniziati gli anni novanta da un paio di mesi, era precisamente il 23 luglio del 1990 quando la incontrai in un bar, era meravigliosa. Ricordo ancora il profumo che aveva, il suo sorriso, i suoi occhi splendenti e la sua voce. Iniziammo a parlare e da li ci innamorammo. Nel 1997 partorì Tyler, eravamo così felici, ma nel 1998 fu uccisa. Tyler ha vissuto con la madre solamente un anno. Non potrò mai perdonarli per avermela portata via, la amavo così tanto – disse l’ultima frase tristemente, qualche lacrima gli bagnò le guance al ricordo della moglie.
– Oh guarda abbiamo davvero bisogno del tuo perdono – era Leonard che da fuori aveva ascoltato la loro discussione. Il vampiro rise e poi se ne andò fischiettando.
– Figlio di puttana me la pagherai – urlò minaccioso Alexander scagliando contro alla porta un mattone che si frantumò andando in mille pezzi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11. ***


Image and video hosting by TinyPic


Il gruppo di Marcus era andato a recuperare delle armi in un negozio, intanto gli altri erano rimasti fuori ad aspettare. Katarina era seduta sul cofano della macchina e aspettava, invece Tyler e sua nonna stavano in macchina a riscaldarsi.
Marcus arrivò con un borsone pieno di armi – Ne stanno prendendo altre, siamo quasi pronti – disse mettendolo nel baule.
Katarina annuì guardando il cielo, stava uscendo l’alba. Era di una tonalità arancio-giallo che andava a illuminarle il viso.
Marcus si andò a sedere nel posto di giuda poi si girò indietro e osservò Tyler da capo a piedi – Sei identico a tua madre – disse il vampiro accendendo la macchina perché stavano arrivando anche gli altri.
Katarina saltò giù dalla macchina e salì nel posto del passeggero. Alice uscì correndo dal negozio ed entrò in macchina sedendosi accanto a June. Il resto della gang invece salì sull’altra macchina – Sì, sono stato io a crescerla – disse Marcus partendo.
– Cosa dice Marcus? Conoscevi la madre di Tyler? – chiese Katarina cercando di spegnere la radio che si era accesa.
– Sì. Caterina Barberis giusto? – chiese Marcus guardando Tyler dallo specchietto che sussultò – Sì, giusto – rispose guardando fuori dal finestrino.
– Davvero l’hai cresciuta tu? – chiese Tyler giocherellando con un elastico che aveva trovato lì nella macchina.
Marcus rise – Sì, l’ho trovata in una casa abbandonata, era molto spaventata. Le ho insegnato a vivere con gli umani senza ucciderli. Era una ragazza meravigliosa – disse svoltando verso destra.
Il castello dei vampiri del consiglio si trovava fuori città immerso nel verde. Immerso nel nulla così che i visitatori curiosi non la trovassero.
Il castello era enorme e antico. Era interamente fatto marmo ed aveva un perimetro quadrangolare. Ad ogni angolo vi era una torre altissima e le mura che proteggevano il castello erano decorate da regali merletti. Per entrare dentro al castello si doveva passare attraverso ad un grande portone di legno scuro e massiccio, protetto da pesanti sbarre di ferro.
Quando arrivarono a metà strada ed erano immersi nel verde, parcheggiarono le macchine e le lasciarono nascoste fra gli alberi per poi proseguire a piedi fino al castello.
– June sei sicura che saranno nella sala? – chiese Katarina guardando affascinata il castello.
– Sì, ne sono sicura – rispose June entrando dentro al castello passando dall’enorme portone. Gli altri aspettarono fuori un segno della donna. June uscì fuori poco dopo e fece segno di entrare anche loro.
Quando entrarono dentro trovarono due vampiri morti e stecchiti raggruppati in un angolo.
– Complimenti June – sussurrò Marcus cercando di fare meno rumore possibile.
Intanto Katarina si stava arrampicando su una torre, cercando di non cadere o scivolare.
June aprì un'altra porta che li portò in un enorme sala completamente illuminata, nessuna traccia di vampiri, dovevano essere tutti nella sala del consiglio. June guardò suo nipote e Alice – Andate a cercare Lavinia e tuo padre – disse la nonna, Tyler annuì portandosi al petto l’ascia.
Tyler e Alice si diressero verso le celle che si trovavano al piano di sotto, sottoterra.
Appena scesero di qualche passo una puzza di morte gli entrò nelle narici. C’erano ossa sparse in giro e cadaveri buttati in un angolo.
– Papà? Lavinia? – urlò Tyler facendo qualche lo slalom fra i cadaveri e le ossa.
– Tyler! Tyler! – urlò una voce femminile, la voce di Lavinia.
– Dove sei? – portò in avanti l’ascia.
– Qui in fondo – Lavinia mostrò una mano dall’unica fessura che c’era nella loro cella.
Tyler corse verso la loro cella e si fermò davanti alla porta in ferro battuto, – Tyler – suo padre lo stava chiamando – Papà sei con Lavinia? – – Sì, ti prego facci uscire –.
Tyler alzò la mano e sferrò un colpo secco con l’ascia sul lucchetto che si ruppe in due pezzi, aprì la porta ed entrò dentro. Alice se ne stava fuori e controllava che non arrivasse nessuno e intanto teneva anche la porta aperta.
Quando Tyler entrò la prima persona che vide era Lavina, le corse incontro e l’abbracciò stretta fra le sue braccia – Mi sei mancata tantissimo – disse il ragazzo accarezzandole i capelli, – Anche tu – rispose Lavinia appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
– Volete muovervi? Non voglio stare qui tutto il giorno – esclamò annoiata Alice mentre si guardava le unghie.
Tyler liberò Lavinia dalle catene e poi andò a liberare il padre però prima lo abbracciò – Non posso crederci che sei ancora vivo! Pensavo che non ti avrei più rivisto – disse Tyler piangendo. Il padre accarezzò il viso del figlio – Ora sono qui, andrà tutto bene –. Tyler annuì poi si pulì il viso ed infine liberò il padre dalle catene.
Quando uscirono si trovarono in un bel casino. Quattro vampiri molto arrabbiati, si capiva dalla loro espressione feroce li avevano accerchiati. Gli toccherà combattere per tornare dagli altri.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. ***


Image and video hosting by TinyPic


Alice e Lavinia si misero subito all’attacco sferrando dei colpi a due vampiri su quattro, i restanti dovettero imbattersi con Tyler e il padre. Alexander era disarmato ma ben presto si procurò un paletto che prese dalla tasca dei pantaloni del figlio ed avanzò contro un vampiro. Tyler usò l’ascia ed andò a tagliare un braccio ad un vampiro ed infine la testa. Ora ne mancavano solo tre da uccidere anzi due, dato che Lavinia aveva staccato la testa al vampiro con cui stava combattendo. Alice sferrò un calcio al vampiro con cui combatteva e lo fece cadere a terra poi prendendo un paletto glielo infilò nel cuore uccidendolo. Ne rimaneva uno, ma ben presto anche lui morì sotto alle mani di Alexander.
– Qui abbiamo finito, andiamo ora – disse Alice tenendo in mano il paletto.
– Sì, andiamo – disse a sua volta Lavinia ed insieme agli altri tornarono al piano di sopra dove trovarono June e Marcus intenti a chiudere le porte della sala con dei pezzi di legno enormi.
Lavinia si guardò in giro cercando la madre – Dov’è mia madre? – chiese a Tyler, – E’ andata sul letto, deve aprire il soffitto sopra alla sala per fare entrare il sole e così uccidere i vampiri – rispose il ragazzo prendendole la mano e stringendola nella sua. Lavinia le sussurrò all’orecchio un grazie e poi li diede un bacio sulla guancia.
Marcus stava spiando i vampiri del consiglio da una finestra e cercava di capire cosa stessero dicendo.
Leonard Muller, il capo, stava spiegando che Katarina e sua figlia dovevano essere distrutte quella sera stessa perché erano troppo di intralcio. Peccato che non ci arriverete a stasera pensò Marcus sorridendo malignamente.
Leonard e il resto del consiglio volevano distruggere tutti i vampiri semi-puri e vampiri infetti. Voleva che il mondo fosse governato dai vampiri puri e comuni. Solo vampiri nati da altri vampiri e non dei mezzi sangue.
- Marcus mi senti? - parlò Katarina, la voce della vampira si sentì dalla radiolina che Marcus teneva in tasca.
- Sì, ti sento. Che succede? - chiese Marcus premendo il pulsante per parlare.
- Sono quasi arrivata, voi siete pronti? - chiese a sua volta la vampira.
Si sentì il leggero rumore provenire dalla parte di Katarina - Kate mi senti? Kate? -
 
– Katarina – una voce dietro alle spalle della vampira la fece trasalire tanto che non rispose nemmeno a Marcus, quando si girò facendo mezzo giro su se stessa si trovò davanti Genevieve Moran, la regina dei vampiri.
– Genevieve com’è possibile che tu sia qui? – chiese schioccata la vampira, la regina emise un leggero risolio che le sfuggì dalle labbra – Non so realmente qui, sono rinchiusa nelle segrete, quei luridi traditori mi hanno segregata lì sotto. Ti prego aiutami – disse con voce debole.
– Perché dovrei farlo? – chiese Katarina portando entrambe le mani sui fianchi.
– Io sono sempre stata dalla tua parte. Anche io ho un figlio metà umano e metà vampiro. Mi hanno lasciata al potere solamente perché sono di casata reale, sennò mi avrebbero già ucciso. Sono stati loro a mandare quel vampiro mezzo morto da voi, se non mi credi basta che mi verrai a cercare e troverai la carcassa di quell’uomo nella mia cella. – rispose la regina.
Katarina fece una smorfia – Va bene, vi credo, ma ora devo fare una cosa, poi vi verrò a cercare –.
La regina annuì – Fallo anche per me, uccidili tutti così finalmente potrò rivedere mio figlio – disse prima di scomparire nel nulla.
- Kate mi senti? Kate? -
Katarina ancora stordita da quello che avevano appena scoperto prese la radiolina e rispose a Marcus - Sì, ti sento. Sto bene e sono quasi vicina al tetto sopra alla sala -
- Bene. Quando stai per aprirlo avvisaci, okay? -
- Certo -
Katarina tenendo in mano la radiolina si avvicinò al tetto e poco più di stante da lei trovò la leva per aprilo. Finalmente avrebbe avuto la sua vendetta.
- Sono pronta, lo sto aprendo – disse Kate a Marcus attraverso la radiolina prima di tirare tutta la leva verso di lei ed aprire il tetto.
Il sole entrò nella stanza, i raggi colpirono in pieno i vampiri della stanza che iniziarono ad urlare correndo verso le porte ma erano bloccate da fuori grazie a Marcus, June e Isaac.
– Questo è per Riccardo! – urlò Katarina dal sopra al tetto prima di sorridere malignamente guardando Leonard attaccato ad una porta con la parte destra del viso bruciata.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13. ***


Image and video hosting by TinyPic


Katarina si buttò in mezzo alla folla, i raggi del sole le colpivano la faccia senza lasciar alcuna traccia. Sorrise malignamente incominciando a stare le teste a quegli inutili vampiri che rovinavano solamente il mondo. La prima che uccise fu una donna che le chiese di non farlo perché aveva una famiglia, Kate sorrise cupa e con un bel ‘anche io avevo un marito ma voi l’avete ucciso’ le squarciò la gola con i denti. Poi ne passarono altri dieci quando finalmente si trovò davanti a Leonard si sgranchì le ossa delle mani – Finalmente faccia a faccia – disse con una voce agghiacciate, non sembrava quasi più nemmeno più la sua.
– Lucas vai ed uccidila – l’ordinò Leonard ad uno dei suoi consiglieri più fidati che tremava all’idea di scontrarsi con il sole.
– Uuh manda i suoi cagnolini – commentò sarcastica Katarina prima di scagliarsi con Lucas che schivò il colpo all’ultimo secondo, ma non fu più veloce della vampira nel schivare il secondo che gli trafisse il cuore, glielo strappo via e lo lanciò dalla parte di Leonard – Adesso tocca a te – disse Katarina avvicinandosi con una falcata veloce.
 
– Mia madre è lì dentro con tutti quei vampiri? Ma siete pazzi? Aiutatela! – esclamò furiosa Lavinia avvicinandosi a Marcus.
– E’ stata tua madre a volerlo. Vuole vendicarsi di Riccardo e per averti impedito di avere vita normale per colpa loro – chiarì Marcus tenendo chiusa la porta con un legno bello grosso, – Isaac portami qualcosa per chiudere questa porta che sta per cedere – urlò al rosso che stava spostando dei mobili per impedire ai vampiri di uscire da dentro alla sala.
Corse subito verso di lui con un cassettone di legno che posizionò davanti alla porta – Con questo dovrebbe resistere – informò il rosso.
– Grazie amico – lo ringraziò dandogli una pacca sulla spalla prima di lasciarlo correre di nuovo davanti all’altra uscita della sala.
Tyler e Lavinia aiutarono anche loro a portare oggetti davanti alle due porte, invece il padre, Alexander era sparito.
 
– Genevieve dove sei? – chiamò Alexander andando nei sotterranei, entrò dove c’erano le celle. Scalciò con i piedi le ossa che si trovavano lì ed avanzando si fermò davanti ad una cella – Genevieve sei qui? – chiese l’uomo guardando dentro alla cella, si sentì un flebile provenire dall’interno della prigione.
L’uomo usò l’ascia che aveva preso dal figlio per rompere le catene, quando sentì il rumore del ferro che cadeva contro il pavimento di pietra aprì la porta della cella ed uscì Genevieve, la regina dei vampiri ridotta alla prigionia. Era ridotta male. Aveva il viso scavato, delle enormi occhiaie blu ed era magrissima, si intravedevano le ossa che sporgevano dal suo corpo.
La donna appoggiandosi ad Alexander uscì del tutto dalla cella facendo piccoli passi – Dobbiamo liberare Josh – sussurrò appena la donna indicando con una mano scheletrica la cella dietro di lui.
Alexander annuì avvolgendola con un braccio e stringendola contro di lui. Si girarono insieme e guardando la cella davanti a loro l’aprirono con un colpo di ascia.
La porta della cella si aprì ed uscì un ragazzo alto e molto magro ma non tanto quanto la madre. Aveva capelli castani con sfumature bionde e gli occhi azzurri erano spenti e molto stanchi.
– Madre – esclamò Josh tristemente prima di andare ad abbracciarla – Piccolo mio, mi dispiace così tanto – sussurrò la madre accarezzando lentamente la schiena del figlio.
– Ora è meglio andare di sopra – disse Alexander sfiorando una spalla di Genevieve, – Non posso salire è ancora giorno e io non posso stare al sole – disse afflitta la madre di Josh.
– Papà vai tu di sopra, appena scenderà il sole saliremo anche noi – disse Josh annuendo al padre, l’uomo sospirò – Va bene, ma giuro che dopo torno a controllare come state – disse Alexander prima di correre per tornare su.
 
Katarina sferrò un pugno a Leonard che sfiorò subito, lui le diede un pugno nello stomaco che la fece piegare in due – Pensi davvero di uccidermi stupida infetta? – Katarina si alzò di scatto e gli mollò un robusto gancio alla mandibola facendolo indietreggiare – Sono un’infetta per colpa del tuo amichetto Victor, ah, a proposito ora dov’è? Oh aspetta l’ho ucciso io quindi è morto – esclamò furibonda Katarina prima di sferrargli altri due pugni nello stomaco e poi uno sul naso facendoglielo sanguinare.
Leonard la guardò con il suo sguardo di sangue prima di scagliarsi contro di lei mordendole il collo. Katarina urlò divincolandosi da lui, riuscì a staccarselo da dosso e lo scagliò contro alla parete passando in mezzo al sole bruciandogli un braccio. La maggior parte dei vampiri era ormai morti, la restante urlava impaurita stando in un angolo della stanza.
Katarina gli corse incontro tirandogli un calcio in pieno viso rompendogli la mandibola, gli occhi della vampira era diventati rossi, in quel momento faceva davvero paura con quegli occhi e quei canini che spuntavano dalla bocca.
– E’ la tua fina. Ultime parole? – chiese la vampira ridendo sadicamente prima di staccargli la testa tirandola verso di lei, – Oh mi dispiace, non ti ho lasciato parlare – disse sarcastica Katarina parlando alla testa mozzata del vampiro poi la lanciò in mezzo alla luce del sole e ben presto diventò cenere.
Katarina fece un lungo salto ed uscì dalla sala, salendo sul tetto poi avvicinandosi alla leva la tirò ancora di più togliendo ogni possibile ombra che c’era poco prima della stanza. Partirono degli urli spaventosi da dentro alla stanza, c’erano che gridavano girando per la sala, altri invece che stavano immobili ad aspettare la loro fine.
Finalmente Katarina aveva avuto la sua vendetta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. ***


Image and video hosting by TinyPic


Katarina tornò dagli altri ricevendo applausi da parte della gang di Marcus che si era riunita nella stanza.
– Finalmente non dovremmo più sentire parlare di vampiri del consiglio – esordì la donna facendo un inchino. Lavinia appena vide la madre le corse incontro saltandole in braccia e stritolandola fra le sue braccia – Mamma mi sei mancata tantissimo – disse fra le lacrime.
– Shh tesoro mio è tutto finito. Ora siamo libere – la rassicurò Katarina accarezzandole la schiena.
In quel momento arrivò Alexander che appena vide Katarina sorrise. Tyler corse verso il padre – Dove eri finito? Ti stavamo cercando – chiese il figlio preoccupato.
– E’ andato da Genevieve – rispose Katarina al posto di Alexander che alzò lo sguardo e fissò la vampira dritta negli occhi, – Come fai a saperlo? – chiese incuriosito e anche preoccupato.
– Genevieve con un ologramma mi ha detto di essere stata rinchiusa nelle segrete e che anche lei aveva un figlio ibrido come Lavinia e così ho capito, anche perché sei appena arrivato da lì – spiegò Katarina alzando le spalle e sorridendo.
Alexander annuì – E’ così. - guardò Tyler - Prima di incontrare tua madre ebbi una storia con Genevieve, la regina dei vampiri ed insieme avemmo un bellissimo bambino, ma lei scappò con lui lasciandomi solo, poi incontrai tua madre e mi innamorai di lei. Quando sono stato rapito ho ritrovato sia mio figlio che Genevieve – confessò tutto al figlio che lo guardò sconvolto, – Tu la ami? – chiese con gli occhi lucidi.
– No, non più, ma amo te e Josh, tuo fratello – rispose Alexander abbracciando il figlio che cercò di divincolarsi ma che alla fine si arrese e si assaporò tutto l’abbraccio.
Marcus tossicchiò per far cadere l’attenzione su di lui, Katarina si girò ed alzò il sopraciglio – Che si fa ora? – chiese il vampiro. La vampira alzò le spalle – Aspettiamo che venga buio e portiamo fuori da qui le persone rinchiuse nelle celle, sempre se non sono cattive sul serio –.
 
Quando divenne buio, Katarina insieme ad Alexander scesero nei sotterranei, dove trovarono Genevieve intenta a parlare con il figlio. Quando vide che stavano arrivando le si dipinse sul volto un sorriso radioso – Katarina sono felice di vederti viva – esclamò la donna andandola ad abbracciare. Quando si staccò da Katarina, le sorrise leggermente per poi tornare da suo figlio.
Katarina ed Alexander spiegarono che volevano liberare i vampiri rinchiuse nelle celle a parte quelli davvero cattivi. Genevieve li aiutò e liberando due donne e tre uomini, ne rimasero solamente due, uno era il vampiro malaticcio che aveva ucciso quell’umano per poi andare a casa loro e la seconda era una vampira che uccideva solamente senza alcun scopo nella sua eterna vita.
– Divertiti in gabbia – esclamò Katarina picchiettando sulle loro celle prima di uscire dai sotterranei con tutti i vampiri.
Josh e Alexander aiutarono Genevieve a salire le scale perché era ancora molto debole, aveva bisogno di sangue e solamente a casa di Kate potevano trovare da bere.
Tyler e Josh si presentarono, era strano per entrambi dopo diciassette anni scoprire di avere un fratello, ma sembrava per ora che andassero d’accordo. Genevieve ed Alexander assistettero a quella scena felice, – Tua moglie sarebbe stata così fiera di te – disse dolcemente la regina sfiorando una mano dell’uomo che annuì sorridendo – Anche di Tyler sarebbe stata fiera, è cresciuto così bene. Gli assomiglia così tanto – disse il padre guardando il figlio sorridere. Genevieve prese la mano di Alexander e la strinse fortemente nella sua.
Lavinia sorrise nel vedere la madre aiutare così tanto quei poveri vampiri rinchiusi. Finalmente erano liberi di andare via da quel posto. Le donne ringraziarono Katarina e subito corsero verso la libertà, invece i tre vampiri chiesero di entrare a far parte della gang di Marcus che accettò subito, felice di avere dei nuovi membri. Lavinia intanto aspettò di parlare da sola con Tyler, appena il ragazzo si liberò dal fratello e dal padre si avvicinò alla vampira – Allora, noi cosa siamo? – si azzardò a chiedere il ragazzo, la ragazza rise e buttandosi fra le sue braccia lo baciò, le labbra di Tyler erano così morbide che Lavinia non resistette nel morsicargliele. Quando si staccarono era solo per riprendere fiato – Se vuoi possiamo essere qualcosa – disse la ragazza dondolando su se stessa, il ragazzo le sorrise – Allora siamo qualcosa…di speciale – ribadì lui baciandola ancora.
Quando furono tutti pronti per andarsene, uscirono da quel posto felici, vittoriosi ma soprattutto LIBERI.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2440790