Giorno dopo giorno, attraverso il futuro

di FairyQueen78
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno ***
Capitolo 2: *** Soli ***
Capitolo 3: *** Tentazioni ***
Capitolo 4: *** Confidenze ***
Capitolo 5: *** Vecchie amicizie ***
Capitolo 6: *** Proposal ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni ***
Capitolo 8: *** Preparativi ***
Capitolo 9: *** Koga ***
Capitolo 10: *** Preghiere ***
Capitolo 11: *** Nozze ***
Capitolo 12: *** Prima Notte ***
Capitolo 13: *** Giochi notturni ***
Capitolo 14: *** Luna di miele ***
Capitolo 15: *** Ospiti ***
Capitolo 16: *** Novità ***
Capitolo 17: *** Sotto attacco ***
Capitolo 18: *** Tregua ***
Capitolo 19: *** Assedio ***
Capitolo 20: *** Arazzo ***
Capitolo 21: *** Riunione ***
Capitolo 22: *** Parenti ***
Capitolo 23: *** Ansie ***
Capitolo 24: *** Aldilà ***
Capitolo 25: *** Padre ***
Capitolo 26: *** Nuova Riunione ***
Capitolo 27: *** Sesshomaru ***
Capitolo 28: *** Inuyasha ***
Capitolo 29: *** Shitsuki ***
Capitolo 30: *** Adunata ***
Capitolo 31: *** Strategia ***
Capitolo 32: *** Arrivano! ***
Capitolo 33: *** Battaglia ***
Capitolo 34: *** Tessaiga ***
Capitolo 35: *** Battiti ***
Capitolo 36: *** Generazioni ***
Capitolo 37: *** Inconvenienti ***
Capitolo 38: *** Carpe diem ***
Capitolo 39: *** Happy Birthday (prima parte) ***
Capitolo 40: *** Happy Birthday (seconda parte) ***
Capitolo 41: *** Destino ***



Capitolo 1
*** Ritorno ***


Introduzione - Cosa aspettarsi da questa storia

Scusatemi se mi decido soltanto adesso (mentre scrivo siamo al capitolo 5) a spendere due parole su questa mia nuova storia, avevo bisogno di fare un po' mente locale e di essere sicura di riuscire ad arrivare dove vorrei, ma scrivendo mi sono accorta che le idee prendono sempre più forma nella mia testa e più facilmente di quanto credessi, il che mi rende piuttosto ottimista sul risultato finale.

Il mio progetto è piuttosto ambizioso e rischioso. Tutto nasce da un sentimento che avverto ormai da tempo, una sorta di insoddisfazione verso molte delle ultime opere che ci sono arrivate dal Giappone negli ultimi anni. Non so da cosa dipenda, è un bel po' che me lo chiedo, forse dal fatto che ormai le “vecchie glorie” del fumetto giapponese si sono ormai esaurite (mi riferisco ai vecchi successi arrivati da noi negli anni '80 come cartoni), forse perché ho letto tanti di quei manga che ormai niente mi stupisce più e tutto sa di già visto, forse è un problema mio (sono io che sto invecchiando XD ) o forse perché c'è veramente un calo nella qualità delle opere recenti. Qualunque sia la spiegazione di un cosa sono sicura: mi sono resa conto che il classico sistema di suddivisione dei manga, adottato dai giapponesi, inizia a starmi un po' stretto:

Shojo (manga per ragazze): il più delle volte la classica commedia scolastica, lui e lei, lei e lui circondati dai soliti terzi incomodi che provano a mettersi in mezzo in ogni modo; gelosie, incomprensioni, amicizie ecc. ecc.

Shonen (manga per ragazzi): l'eterna gara a chi picchia più duro, finalmente un po' d'azione, d'avventura che ti tengono incollata alle pagine.. ma poi... basta. Non c'è nient'altro, la maturazione e la crescita dei personaggi è per lo più limitata ai “power-up”. Il sentimento poi rasenta lo zero! Di solito relegato a qualche siparietto comico più o meno imbarazzante. I veri uomini non hanno tempo per queste cose! :P

Josei (manga per “donne”): tranne rari casi (tipo Nodame Cantabile) è identico allo shojo solo che adesso siamo sul posto di lavoro e il tutto è condito dalla “pennellata di sesso” di mascettiana memoria (vedere “Amici Miei” per capire di che sto parlando XD). Carino, per carità, ma se si riduce solo a questo diventa piuttosto deludente anche per un animo romantico come il mio.

Insomma, per farla breve, con questa storia vorrei provare a fondere gli aspetti migliori di questi tre generi. L'idea è azzardata, lo so, il rischio è di perdermi per strada o arrivare a un certo punto e non sapere più come continuare o peggio di fare un megapolpettone che non è né carne né pesce e che invece di accontentare un po' tutti finisce per non piacere a nessuno. Non ho la pretesa che ne esca un capolavoro da strapparsi i capelli o di elevarmi al di sopra di ciò che ho appena criticato, probabilmente, anzi sicuramente, non scriverò niente di particolarmente originale... è una semplice FF come tante... per voi... ma io la considero anche una sfida con me stessa. Voglio vedere se sono davvero in grado di cimentarmi in generi così diversi! Spero mi farete sapere la vostra opinione. ;)

In conclusione, se siete anime romantiche vi chiedo di non restarci troppo male quando arriverà l'avventura e l'amore passerà un po' in secondo piano; se invece siete gente d'azione spero non vi stuferanno troppo certi “salamelecchi”. XD

Se dopo tutto questo non vi ho scoraggiato: Buona lettura!

Fairy ^_^

Capitolo 1 – Ritorno

- Inuyasha... mi stavi aspettando? - mormorò Kagome

- Stupida... dove sei stata tutto questo tempo? – la rimproverò dolcemente Inuyasha attirandola a sé. Finalmente lei era di nuovo tra le sue braccia, i tre lunghi anni che li avevano separati sembravano non essere mai trascorsi.

- Divina Kagome! -

- Kagome!! -

Le voci di Miroku, Sango e Shippo li raggiunsero, stavano tutti correndo verso il Pozzo Mangiaossa, Inuyasha fu costretto a lasciarla andare prima di quanto avrebbe voluto, ma era giusto così, lui non era l'unico a volerle bene, non era l'unico ad aver sentito la sua mancanza.

- Miroku! Sango! Shippo! - li salutò Kagome andandogli incontro – Mi siete mancati tutti così tanto! - avrebbe voluto stringerli tutti in un mega abbraccio ma qualcosa la bloccò – Ehi! Ma vedo che qui ci sono un sacco di novità! Almeno tre, direi! - esclamò stupita

- Beh... in effetti... - mormorano Sango e Miroku imbarazzati

Kagome sorrise felice e si rivolse alle bambine:

- Ciao – disse dolcemente – Io sono Kagome, un'amica di mamma e papà, e voi chi siete, belle signorine? -

Le bimbe risero birichine sentendosi chiamare così ma poi vinsero la timidezza e risposero:

- Manami -

- Masami -

- Ma che bei nomi! E quel bimbo piccolo piccolo? E' il vostro fratellino? - chiese ancora Kagome

- Sì - rispose Manami – Hideki -

- Complimenti, Sango! Hai dei bambini bellissimi! - disse sorridendo orgogliosa alla sua amica – Aaahhh!!! Ti rendi conto? Sei una mamma! Una supermamma!!! Non posso crederci! - esclamò poi non riuscendo a trattenere l'emozione.

- Beh... tecnicamente è anche merito mio, eh... - intervenne Miroku

- Bah! Ma sta' zitto. Tu hai fatto solo la parte più facile! - scherzò Kagome

- In effetti... - mormorò Miroku ridendo

Eccoli di nuovo tutti insieme, a ridere e scherzare come un tempo, Inuyasha li osservava senza riuscire a staccare gli occhi da Kagome. Era lei, era veramente lei! Non era un sogno o un'allucinazione! Era veramente il suo sorriso che vedeva, la sua voce che sentiva, la sua risata che gli scaldava il cuore, così vuoto e freddo fino a un attimo prima. Non riusciva a parlare, gli sembrava di non riuscire nemmeno a respirare tanta era la felicità che provava in quel momento.

Notò che era persino più bella di come la ricordasse, più donna. Moriva dalla voglia di averla tutta per sé, parlare con lei, dirle tutto quello che non era mai riuscito a dire, stringerla forte tra le sue braccia e perdersi nella profondità dei suoi occhi.

- Vieni, Kagome! - stava dicendo Sango prendendola per mano – Ti faccio vedere la nostra casa! E' piccola e modesta ma è molto accogliente. Ohhhh abbiamo così tante cose da dirci! -

- Puoi scommetterci! Voglio tutti i dettagli! - le rispose entusiasta – Beh... non proprio tutti... - si corresse guardando Miroku e scoppiando di nuovo a ridere. Poi si voltò verso Inuyasha e semplicemente gli sorrise. Sango capì al volo e la lasciò andare, le era mancata così tanto, che senza accorgersene la stava monopolizzando

- Dai andiamo. Non restiamo qui. Saranno tutti così felici di rivederti! - la incitò avviandosi.

Kagome allungò una mano verso Inuyasha e lui la strinse dolcemente nella sua, quanto gli era mancato quel semplice contatto, resistette a stento all'impulso di attirarla nuovamente a sé e si avviarono felici verso il villaggio insieme ai loro amici.


 

Arrivati a casa, Sango mise a preparare il tè, continuando a chiacchierare con Kagome. Shippo era rimasto fuori a giocare con le bambine, mentre il piccolo Hideki dava segni di stanchezza.

- Posso tenerlo un po' in braccio?! - chiese timidamente Kagome

- Non devi neanche chiederlo! - rispose sorridendo Sango

- Ciao, ma che bello che sei! – mormorò emozionata Kagome con il bimbo tra le braccia – Oh, avrei voluto tanto poter stringere così anche le tue sorelline... mi sono persa un sacco di cose belle! -

- Non puoi immaginare quanto avremmo voluto che ci fossi anche tu! Ci sei mancata così tanto! Inuyasha ci disse che stavi bene e che eri al sicuro ma... separarsi così... senza nemmeno poterti dire addio... senza poterti ringraziare – disse Sango con le lacrime agli occhi – E' solo merito tuo, Kagome, se ora siamo così felici... se ci sono Manami, Masami e Hideki con noi... senza di te non saremmo mai riusciti a sconfiggere Naraku e a quest'ora Miroku... - un nodo le strinse la gola e non riuscì a proseguire.

Miroku le mise una mano sulla spalla, protettivo, era la mano destra finalmente libera dalla maledizione.

- Ma che dici? Naraku l'abbiamo sconfitto tutti insieme! - disse Kagome imbarazzata

- No, Sango ha ragione, Divina Kagome! - disse Miroku serio – La verità è che senza di voi non ci saremmo nemmeno conosciuti. Benedico il giorno in cui mi offriste la vostra amicizia. -

- Ma no... - mormorò Kagome senza riuscire a protestare, abbassò lo sguardo sul piccolo Hideki che ora dormiva tranquillo tra le sue braccia – Basta con questi discorsi! Ora voglio sapere tutto, ma proprio tutto, del vostro matrimonio! - disse piano, per non svegliare il bimbo

Bastò questo a rasserenare l'atmosfera. Sango si lanciò nella dettagliatissima descrizione della cerimonia e della piccola festa che seguì, c'era praticamente tutto il villaggio! Miroku e Inuyasha le ascoltavano ridendo sotto i baffi. Sulla descrizione del kimono di Sango, partirono entrambe per la tangente e Kagome si mise a cantare le lodi degli abiti occidentali che lei adorava ma che riusciva a vedere così raramente, abitando in un tempio shintoista.

Finito il terzo grado a Sango e Miroku, Kagome tornò a rivolgersi verso Inuyasha che non si era allontanato da lei nemmeno per un secondo

- E tu? Che mi racconti? Cosa hai fatto in tutto questo tempo? - improvvisamente una strana inquietudine sembrò impossessarsi di lei. Era saltata nel pozzo senza pensarci due volte, con l'unico desiderio di rivedere il suo amato Inuyasha, ma adesso si rendeva conto di quante cose fossero cambiante, chi le diceva che lui la volesse ancora al suo fianco?! E se nel frattempo avesse conosciuto qualcun'altra?! Forse non c'era più posto per lei nella sua vita. Di colpo sentì la gola secca.

- Le solite cose! Aiuto questo monaco truffatore con i suoi esorcismi e... mi annoio. Non ho più trovato avversari degni di questo nome. - rispose sereno

- Nessun nuovo amico? - era doloroso ma doveva sapere – Nessuna... ragazza?! - bisbigliò con un filo di voce.

Inuyasha la guardò sbalordito, possibile che Kagome fosse... gelosa!!!

- Ragazze?! Si, un paio... un vero tormento... fatico a staccarmele di dosso! - la vide impallidire, allora era veramente gelosa!!! Si sentiva al settimo cielo ma l'amava troppo per torturarla ancora – Manami e Masami! - confessò sorridendo.

Kagome l'avrebbe preso a pugni, ma furono interrotti dall'entrata di Shippo, seguito da un'anziana miko:

- Vecchia Kaede! - la salutò Kagome andandole incontro – Come stai? - sembrava molto invecchiata ma se la cavava ancora

- Kagome! Allora è vero che sei tornata! - la salutò stupita la vecchia sacerdotessa – Oh ragazza mia, credevo che non ti avremmo più rivista! Ma come hai fatto a tornare e quanto ti fermerai questa volta? -

Eccola lì! La domanda che nessuno, soprattutto Inuyasha, osava porre.

- Beh... ecco... veramente... - sembrava non trovare le parole

“No, ti prego, non dire che te ne vai!” pensò Inuyasha disperato “Non dirmi che sei venuta solo a dirci addio! Questa volta non ti lascerò andare! Costringerò quel maledetto pozzo a lasciarmi passare! Ti seguirò in capo al mondo! Fosse l'ultima cosa che faccio!!!”

- A dire la verità... - proseguiva incerta Kagome – insomma... se non disturbo... ecco, io pensavo... più o meno... per sempre?! - concluse incerta temendo di sentirsi rifiutata

Inuyasha credeva che il cuore gli sarebbe scoppiato. “Per sempre”! Aveva detto proprio “per sempre”! Si sarebbe messo ad ululare dalla gioia!

- Come sarebbe a dire “per sempre”? - chiese Sango stupita, poi si corresse – Voglio dire... siamo felicissimi di averti qui ma... e la tua famiglia? - lei sapeva bene cosa significava vivere senza l'affetto dei propri cari

- Sì – confessò candidamente Kagome – questo è stato il mio ultimo viaggio attraverso il pozzo. Non si aprirà mai più. - di colpo l'enormità della sua scelta le piombò addosso come un macigno, sentì le lacrime fare capolino tra le palpebre e il mondo divenne offuscato – Ho detto addio a mia madre... Sota e il nonno invece non ho potuto nemmeno salutarli – ormai le lacrime scendevano copiose. Inuyasha fu subito al suo fianco.

- Kagome... ma perché... - mormorò

- L'ho capito appena l'ho visto: quello era un miracolo! La risposta a tutte le mie preghiere! Prendere o lasciare! Non ci sarebbero state altre occasioni! - era un fiume in piena, di lacrime e di parole – Inuyasha, se sapessi cosa sono stati per me questi tre anni! Ero così triste, svuotata... niente di quello che facevo mi dava davvero gioia, mi sembrava tutto così... senza senso... ormai mi limitavo a sopravvivere. Io... io non potevo più stare senza di te! - confessò tra i singhiozzi stringendosi a lui con tutte le sue forze

- Ka-kagome... - balbettò Inuyasha senza fiato, non poteva crederci, lei aveva abbandonato tutto, il suo mondo, la sua famiglia solo per stare con... lui!

- Ti prego – continuava disperata – lasciami stare ancora al tuo fianco. Non sarò d'intralcio, non ti darò fastidio, lo giuro! Non ti dirò più... quella cosa... anzi farò a pezzi questo stupido rosario! - con mani tremanti cercò di strapparglielo dal collo, ma Inuyasha gliele prese dolcemente tra le sue.

- Non provarci nemmeno, sai. - mormorò dolcemente – questo è un prezioso ricordo dell'unica donna che mi ha rubato il cuore, l'unica che si sia mai permessa di dirmi “a cuccia”. - sorrise felice guardandola negli occhi e la stinse di nuovo forte a sé – Sei tornata! Sei tornata per me! Non devi chiedermi il permesso di restare... sono io che non ti permetterò più di andartene! -

Kagome continuò a piangere stretta al petto di Inuyasha, sembrava non riuscire più a smettere, aveva avuto tanta paura che lui non la volesse più e invece ora si sentiva così sollevata, doveva sfogare tutte quelle emozioni o sarebbe impazzita.

Intorno a loro, Sango li guardava piangendo anche lei felice, Miroku e Shippo tentavano di fare i duri ma avevano anche loro le lacrime agli occhi e la Vecchia Kaede, sorrideva soddisfatta, forse Kagome avrebbe avuto la felicità che era sfuggita alla sua povera sorella.


 

Angolo dell'autrice:

Ovviamente era doveroso da parte mia riprendere la storia da dove si era interrotta e colmare piccoli e grandi vuoti.

La scelta di Kagome, che sembrava così bella e giusta nel manga, a ben guardare, nascondeva parecchie insidie... ma io sono buona e alla fine tutto è andato per il meglio... o forse no?!

Per scoprirlo non vi resta che continuare a seguire questa storia.

Alla prossima ^_^

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Capitolo 2
*** Soli ***


Kagome pianse a lungo tra le braccia di Inuyasha, era quasi il tramonto quando la Vecchia Kaede si congedò, vedendola finalmente più calma.

Durante la cena, Kagome non la finiva più di scusarsi per quella scenata e Sango non sapeva più come tranquillizzarla: continuava a ripeterle che era normale, che si stupiva che non fosse scoppiata subito e anzi che aveva fatto bene a non tenersi tutto dentro.

Quando fu ora di mettere a letto i bambini, Kagome disse che aveva bisogno di un po' d'aria e così uscì dalla capanna accompagnata da Inuyasha, in modo da non disturbare la famigliola.

Si sedettero sul prato, l'uno accanto all'altra, ad ammirare la Luna, non avevano parlato di come si sarebbero sistemati per la notte ma una cosa era sicura: non sembravano intenzionati a separasi così presto.

- Cosa c'è Inuyasha? Come mai sei così silenzioso? - gli chiese Kagome appoggiando la testa sulla sua spalla.

Lui l'abbracciò di nuovo, non si sarebbe mai stancato di sentirla così vicina. Avrebbe voluto dirle tante cose ma non aveva il coraggio di parlare: quella pazza incosciente... se invece di gettarsi nel pozzo senza pensare avesse provato... a chiamarlo, per esempio, lui sarebbe corso subito da lei, lo avrebbe attraversato lui il pozzo, e lei non sarebbe stata costretta a separarsi dalla sua famiglia. Ma dirglielo adesso a che sarebbe servito?! A farla stare ancora peggio?!

- Niente, non preoccuparti. - rispose – Pensavo solo a questa giornata, a quanto fosse cominciata noiosa e triste come tutte le altre e a quanto invece si è rivelata meravigliosa. Kagome, tu non puoi nemmeno immaginare la gioia che mi da averti di nuovo qui con me... se sapessi quanto mi sei mancata... anch'io sentivo che la mia vita era vuota e triste senza di te. Non è trascorso un solo giorno, un solo minuto, senza che io pensassi a te! -

Le sollevò delicatamente il mento costringendola a guardarlo negli occhi:

- Ma tu... sei proprio sicura che è questo che vuoi? Sei sicura che sarai felice? - mormorò dubbioso – Oggi, quando hai detto che saresti rimasta qui per sempre, credevo di impazzire dalla gioia, ma un attimo dopo ti ho vista piangere disperata. Mi sono sentito così egoista... -

- Inuyasha, io amo la mia famiglia e l'amerò per sempre, mi mancheranno terribilmente però, vedi, infondo è normale. Se non ci fossimo mai incontrati e avessi vissuto come una normale ragazza della mia epoca probabilmente, a un certo punto, avrei comunque conosciuto qualcuno, magari mi sarei sposata e me ne sarei andata ugualmente, anche se forse... non in maniera così radicale... Comunque arriva sempre il momento in cui “gli uccellini lasciano il nido”, no?! Quindi non devi sentirti responsabile, è stata una mia scelta. – concluse sorridendogli

A Inuyasha non piacque per niente lo scenario che lei gli aveva appena descritto... Kagome sposata con un altro... eppure quante volte quel pensiero aveva sfiorato la sua mente in quei tre lunghi anni, quanti incubi del genere avevano tormentato le sue notti. Ma non voleva più pensarci Kagome era di nuovo tra le sue braccia e questa era l'unica cosa importante.

La sentì rabbrividire leggermente e l'attirò ancora di più a sé.

- Hai freddo? Vuoi che rientriamo? - le chiese protettivo – Immagino che Sango abbia preparato una sistemazione anche per te. -

- E tu dove dormi Inuyasha? - gli chiese lei

- Beh lo sai, io mi arrangio sempre. - rispose sorridendo – e poi se ci entrassi anch'io quella casa sarebbe veramente troppo affollata - scherzò

- Io... vorrei restare ancora un po' con te... - mormorò timidamente Kagome

Anche lui non voleva separasi da lei, temeva che se avesse chiuso gli occhi, anche solo per un istante, lei sarebbe sparita di nuovo.

Andarono a sistemarsi ai piedi di un albero, Inuyasha si sedette appoggiato al tronco, si tolse il suikan* e lo usò per coprire Kagome che si era rannicchiata contro il suo petto.

- Va meglio adesso? - le chiese dolcemente, era meraviglioso sentire di nuovo il calore di lei tra le sue braccia

- Sì, molto meglio – rispose piano lei, quanto le era mancata la stretta di quelle braccia forti, se avesse potuto sarebbe rimasta così per sempre

Rimasero ancora un po' in silenzio, persi in quell'abbraccio, poi Inuyasha le chiese, più per la voglia di sentire la sua voce che per reale curiosità:

- E adesso cosa pensi di fare? Aiuterai la vecchia Kaede? -

- Come miko dici?! Mah... non saprei... - rispose Kagome

Inuyasha si stupì di quella risposta, a lui sembrava una scelta così ovvia, con la forza spirituale che si ritrovava Kagome e le sue capacità curative... sarebbe stata sprecata per qualsiasi altro incarico. Kagome era una sacerdotessa, la migliore, colei che era riuscita dove tutte, persino Kikyo, avevano fallito: l'unica capace di distruggere la Sfera dei Quattro Spiriti! Era un dato di fatto, come il sole che sorge ogni mattina... eppure adesso lei sembrava voler mettere in discussione questa verità assoluta.

- Non mi dirai che preferiresti fare la sterminatrice, come Sango?! Non che tu non ne sia in grado ma... - avrebbe preferito saperla al sicuro tra le mura del tempio

- Inuyasha, che vuoi che ti dica?! Fino a stamattina ero ancora a chiedermi che facoltà scegliere, senza la reale voglia di sceglierne nessuna, e adesso... tutto di nuovo scombinato! In meglio, per fortuna! - concluse sorridendo e stringendosi ancora un po' più a lui.

- Fa-facoltà?! E che roba è?! - chiese perplesso Inuyasha

- Ancora roba da studiare! - rispose Kagome con un sorriso

- Coosaaa?! Ma quanto accidenti studiate nella vostra epoca?! Non vi farà male?! -

Kagome scoppiò a ridere, si aspettava un'affermazione del genere da Inuyasha.

- Ehi, finalmente ti è tornato il buonumore, eh! - mormorò Inuyasha

- Sì, grazie. - ammise lei

- E allora?! Tu cosa volevi studiare?! - continuò Inuyasha; avrebbe voluto sapere tutto di lei, ogni suo più piccolo pensiero.

- Tutto e niente. Ero parecchio indecisa... però... - sorrise amaramente scuotendo la testa – Che stupida! Sai tra cosa ero indecisa più di tutto?! Tra medicina e storia! Ti rendi conto?! Due cose più diverse non potevo sceglierle... però erano due cose che mi facevano pensare a te. - lui la guardò aggrottando la fronte, evidentemente non capiva il nesso quindi Kagome glielo spiegò

- Medicina... per tutte le volte che ho curato le tue ferite e storia, nella vana speranza di imbattermi in qualche vecchia leggenda dimenticata che mi parlasse di te – mormorò con un nodo in gola – Alla faccia del guardare al futuro! -

- Ahhh Kagome, Kagome – mormorò Inuyasha stringendola a sé – Basta con questi discorsi tristi. Ora siamo di nuovo insieme, tutto il resto non conta. -

Di colpo gli venne un'idea:

- Ehi! Ti andrebbe di venire con me in un posto?! Sono sicuro che ti piacerà! - propose entusiasta

- Beh... O-ok... perché, no! - rispose Kagome presa alla sprovvista

- Dai! Salta su! - la incitò invitandola sulla sua schiena.

- Sicuro?! Ho paura di essere un po' ingrassata dall'ultima volta... - disse preoccupata

- Bah! Sciocchezze! - si schermì Inuyasha arrossendo. Altro che ingrassata! Se aveva messo su qualcosa era proprio nei “posti giusti”, se ne era accorto abbracciandola, e questo gli faceva uno strano effetto.

Corsero, come ai vecchi tempi, fuori dal villaggio, verso Goshinboku e il pozzo, ma non si fermarono; Inuyasha proseguì ancora la sua corsa attraverso il bosco, Kagome non ricordava di essersi mai avventurata in quella direzione. Poi finalmente Inuyasha si fermò e la fece scendere.

- Da qui si scende, principessa! - disse scherzando – Però... non puoi guardare! - e gli chiuse gli occhi con le mani

- Ma che... - provò a protestare Kagome

- Ssshhh... Fidati di me, è una sorpresa! - rispose Inuyasha divertito, guidandola attraverso l'ultimo tratto di bosco.

- Mi avevi chiesto dove dormo, giusto?! - le chiese – Beh... ecco qua! - e così dicendo le tolse le mani dagli occhi

Ciò che Kagome vide la lasciò senza fiato.

Si trovavano in una piccola radura ai piedi di una bassa montagna da dove scendeva una piccola cascata, il fiumiciattolo a cui dava origine si perdeva in lontananza in una verde vallata, rischiarata dalla luna. Sul prato spuntavano timidi tanti fiorellini colorati e al centro c'era un magnifico ciliegio in fiore che con i suoi rami sovrastava una piccola casetta, quasi volesse proteggerla, come un secondo tetto.

- Allora?! Che te ne pare?! - le chiese Inuyasha ammirando la sua espressione stupita, era così bella in quel momento, sorrideva a bocca spalancata e le brillavano gli occhi

- I-inuyasha... ma è bellissimo! - riuscì a dire alla fine – E... e tu dormi qui?! Vivi qui?! -

- Beh... in un certo senso. E' stato più di un anno fa, io e Miroku, abbiamo eliminato un demone che tormentava la principessa di un castello non molto lontano da qua. Il signore del castello era così felice che, oltre al normale compenso, ci regalò anche questa vecchia costruzione che non usava più. Per Miroku e Sango era troppo lontana dal villaggio e così... alla fine l'ho presa io. Più che altro la uso nelle notti senza Luna, per il resto... sono abituato a dormire all'aperto... però devo ammettere che non mi dispiace. Nei momenti di noia mi sono persino divertito a ridargli una sistemata. Vuoi entrare a vedere? -

Kagome annuì entusiasta, Inuyasha la prese per mano e le fece strada: era una costruzione piuttosto lussuosa, per i canoni dell'epoca, evidentemente il precedente proprietario doveva essere davvero molto ricco. La casetta, a pianta rettangolare, era rialzata rispetto al suolo, a differenza delle capanne del villaggio, inoltre il tetto non era di paglia ma di tegole con piccole decorazioni sulla gronda ed era chiusa da porte scorrevoli in legno e carta di riso; a Kagome ricordava tanto una casa da tè.

All'interno vi era un'unica stanza, piuttosto spoglia, si vedeva che Inuyasha la usava davvero poco; al centro della stanza c'era il piccolo focolare usato per scaldare la casa e cucinare, in un angolo c'era un tavolino basso e la parete rivolta verso il ciliegio era occupata dalle ante scorrevoli di un armadio a muro.

Inuyasha si diresse verso l'armadio

- Credo che qui ci sia qualcosa che potrebbe interessarti! - disse estraendo un oggetto che sembrava un vecchio sacco giallo

- Il mio zaino!!! - esclamò Kagome, non aveva potuto riprenderlo dopo l'ultima battaglia – Non posso crederci l'hai conservato per tutto questo tempo?! -

Inuyasha le sorrise imbarazzato

- Stupida, credi davvero che avrei potuto buttare qualcosa che aveva ancora il tuo odore... - mormorò

- Se dopo tre anni avesse ancora il mio odore comincerei a pensare che non mi lavo abbastanza! - scherzò lei, ma un po' era arrossita

- Non importa, era tuo e ciò che è tuo per me è sacro. - confessò timidamente Inuyasha – Dai vieni, non hai ancora visto tutto! - aggiunse cercando di cancellare l'imbarazzo – Ho lasciato il meglio per ultimo... -

Aprì le porte scorrevoli che davano sulla piccola veranda, là dove avrebbe potuto esserci un giardino c'era ancora il prato fiorito che terminava ai piedi della cascata dove, in un angolo, una piccola insenatura circolare, delimitata da rocce, conteneva acqua fumante: era una sorgente termale.

- NON POSSO CREDERCI!!! - gridò Kagome

- Eh eh! Sapevo che ti sarebbe piaciuta! - ridacchiò Inuyasha – Tu e la tua fissa per i bagni! - la canzonò – Allora, che te ne pare del mio regno?! -

- Io-io... - balbettò Kagome guardandosi ancora intorno – Sono... veramente stupefatta! Inuyasha... hai una casa, ti rendi conto! Me lo avessero detto tre anni fa, gli avrei riso in faccia! -

“Una casa...” pensò Inuyasha, in realtà non l'aveva mai vista così, era solo un rifugio come un altro, buono per starsene per conto suo, ma adesso... adesso che vedeva Kagome tra quelle quattro mura, pensare di stare lì con lei... per sempre.

“Adesso sì che è una casa!” pensò.

Kagome gli si avvicinò improvvisamente, a pochi millimetri dal suo viso, occhi negli occhi, lo sguardo corrucciato

- Tu chi sei? Confessa! Che ne hai fatto del mio mezzodemone?! - chiese seria, poi sorrise di nuovo, lo stava prendendo in giro

“Il mio mezzodemone...” pensò Inuyasha “ non si è nemmeno accorta di quello che ha detto... però l'idea di essere il suo mezzodemone non mi dispiace per niente”

Prima di rendersene conto l'aveva di nuovo stretta tra le sue braccia, ma chissà perché quel contatto non gli bastava più, avvicinò ancora di più il viso al suo, le labbra alle sue, fino a toccarle. A quel contatto sentì un brivido corrergli lungo la schiena, come aveva fatto a resistere fino a quel momento?! Ma ancora non gli bastava, spinse ancora un po' su quelle dolci, morbide labbra, le sentì schiudersi arrendevoli, sentì Kagome rilassarsi e abbandonarsi al suo abbraccio con un sospiro. Il profumo e il sapore di Kagome gli davano alla testa, ne voleva ancora e ancora, il tempo e lo spazio persero qualsiasi significato, avrebbe voluto baciarla per sempre.

- I-inuyasha... - mormorò lei contro le labbra di lui, dopo un tempo infinito eppure troppo breve.

Sentire il suo nome lo riportò un po' alla realtà

- Cosa c'è? - riuscì a chiederle senza smettere di baciarla

- Mi... gira la testa... - mormorò di nuovo lei ridendo piano senza staccarsi da lui

Inuyasha si riscosse di colpo, ma che diavolo stava facendo?! Era forse impazzito?! Baciarla in quel modo, lì, da soli, lontani da tutto e da tutti... Doveva calmarsi!

- I-io... Kagome... perdonami... non so che mi è preso... - voleva sprofondare per la vergogna... e se adesso lei lo avesse odiato?!

- Perdonarti?! E per cosa? - gli chiese lei sorridendo innocente, ancora stretta tra le sue braccia. Lo guardava adorante, le guance arrossate, gli occhi lucenti come un cielo pieno di stelle e le labbra ancora umide per quel lungo e meraviglioso bacio appena interrotto. Era così terribilmente bella e seducente. - Sono così felice, Inuyasha... non puoi nemmeno immaginare quanto. - mormorò appoggiando la testa contro il petto di lui.

“Controllati, Inuyasha, controllati!” si ripeteva mentalmente il mezzodemone “Kagome è troppo preziosa per te! Sii più uomo e meno demone, dannazione!”

Prese un profondo respiro, cercando di recuperare il controllo

“Meglio sedersi prima che mi cedano le gambe...” pensò.

Lei però non sembrava intenzionata a lasciarlo andare e infondo nemmeno lui lo voleva. Si appoggiò al muro dietro di lui e piano piano, lentamente, si lasciò scivolare a terra trascinandola con sé, erano di nuovo nella posizione di prima, ai piedi dell'albero. Lentamente Inuyasha cominciò a rilassarsi, sentì il cuore rallentare la sua folle corsa e il respiro tornare regolare; era ora di tornare da Miroku e Sango, decisamente era la scelta più saggia o avrebbe finito per fare una pazzia. L'indomani, con la luce del sole, sarebbe andata meglio.

- Kagome, è ora di andare, si staranno chiedendo dove siamo finiti. - disse a malincuore.

Nessuna risposta.

- Kagome... Ehi, Kagome... - la chiamò piano sporgendosi di lato per guardarla in faccia, aveva gli occhi chiusi, il viso sereno, la bocca sorridente e il respiro leggero e regolare, quasi impercettibile.

“Incredibile, si è addormentata!” pensò stupito “Io soffro le pene dell'inferno per lei... e lei dorme come una bambina!”

Rise in silenzio, tra sé e sé.

- Dormi, amore mio, è stata una giornata molto lunga, lo so! - bisbigliò baciandole i capelli


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Glossario:

suikan = giacca della veste rossa di Inuyasha... o almeno credo! :P

Ho trovato versioni contrastanti in rete e alla fine ho scelto questa che mi sembrava la migliore. A quanto pare la veste di Inuyasha è una cosa un po' particolare, nata dall'unione di modelli diversi, a fantasia della Takahashi.


 

Angolo dell'autrice:

Non c'è niente da fare: tre anni sono passati e anche i nostri eroi sono cresciuti e secondo me è giusto così: ogni buon personaggio che si rispetti deve evolversi! Credo che la vera sfida per un'autrice (soprattutto un'autrice di ff) sia farli crescere senza snaturarli, io nel mio piccolo ci provo. Direi che sono ormai lontani i tentennamenti e gli ultimi infantilismi dell'adolescenza; se prima la sola idea di un bacio era imbarazzante adesso anche loro ne avvertono il bisogno... d'ora in poi tutta discesa, quindi???!!! Mah! Chissà...

Alla prossima. ^_^

EDIT: A proposito di baci, per le nuove lettrici romanticone, vi avviso che qualche giorno fa ho scritto una shottina su questo "primo bacio", se siete amanti dei dettagli credo che faccia al caso vostro ;) Fatemi sapere ^_^
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2768596&i=1

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Capitolo 3
*** Tentazioni ***


A un tratto Inuyasha si riscosse, doveva essersi addormentato, mosse leggermente le braccia ed ebbe l'impressione che gli mancasse qualcosa

- Kagome! - gridò aprendo gli occhi, di colpo sveglissimo.

Possibile che l'avesse solo sognata?! No, aveva ancora il suo profumo addosso. Abbassò lo sguardo sul suo petto, qualcuno gli aveva messo addosso il suo suikan come una coperta. Si guardò intorno, stava albeggiando, notò lo zaino di Kagome aperto e alcuni oggetti lasciati sul tavolino, ma la stanza era deserta. Camminando carponi, si avvicinò alla porta scorrevole che era rimasta leggermente aperta, forse Kagome era sulla veranda. Che colpo gli aveva fatto prendere! Gliene avrebbe dette quattro! Mise fuori la testa e... nulla di ciò che avrebbe voluto dirle ebbe più senso!

Kagome era immersa nell'acqua della sorgente termale, i capelli tenuti su da un fermaglio, si passava una piccola spugna sulla pelle nuda del collo e delle spalle canticchiando dolcemente, aveva un'espressione così serena e rilassata, felice.

Inuyasha non voleva spiarla ma non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, le era mancata così tanto in quei tre anni e adesso... eccola lì, davanti a lui, meravigliosa come sempre... come se non se ne fosse mai andata... e invece... svegliarsi la mattina con la voglia di vederla e, semplicemente, trovarsela davanti... così... a un passo... solo il giorno prima gli sembrava così impossibile. No, adesso che finalmente poteva vederla, non riusciva proprio a smettere di guardarla, nemmeno in un momento del genere... o forse... “soprattutto” in un momento del genere.

“Che male c'è!” pensò Inuyasha “Infondo è coperta dall'acqua... non si vede niente... non sto facendo niente di male...” cercò di giustificarsi di fronte alla vocina della sua coscienza che protestava in un angolino della sua testa.


 

Quella mattina Kagome si era svegliata prestissimo e si era ritrovata tra le braccia di Inuyasha che dormiva profondamente, si era tirata su per guardarlo meglio, era così bello mentre dormiva. Durante la loro missione alla ricerca dei frammenti, se anche si appisolava per qualche minuto, aveva sempre un'espressione tesa e concentrata, pronto a scattare come una molla al primo segnale di pericolo, adesso invece era sereno come un bambino. Non riuscì a resistere e gli depose un piccolo bacio leggero sulle labbra ma lui non si mosse di un millimetro, aveva il sonno davvero pesante!

“Per fortuna!” pensò Kagome, dormiva così bene che le sarebbe dispiaciuto svegliarlo.

Notò un vago chiarore penetrare dalla porta rimasta aperta, evidentemente l'alba era vicina, si sentiva decisamente rattrappita dopo una nottata passata a dormire in quella strana posizione, così pensò di alzarsi per sgranchirsi un po'.

Scivolò lentamente fuori dal caldo abbraccio di Inuyasha, l'aria era ancora un po' fredda così si tolse il suikan, che aveva ancora addosso dalla sera prima, e lo usò per coprire il suo amato mezzodemone, in modo che non prendesse freddo. Non riuscendo a resistere gli dette un altro piccolo bacio ma di nuovo non ci fu nessuna reazione.

“Peggio per te!” pensò Kagome facendogli la linguaccia “Ti sei appena perso due baci!”

Gli sorrise felice, ancora non riusciva a credere di essere lì con lui, poi sentì un brivido di freddo, si avvicinò alla porta per chiuderla e lo sguardo gli cadde sulla sorgente termale dall'altra parte del prato, i vapori caldi si alzavano abbondanti nell'aria fresca del mattino.

“Chissà che bel calduccio! Quasi quasi...” pensò Kagome.

Cercò il suo zaino, non si ricordava nemmeno lei cosa ci fosse rimasto dentro. Trovò, tra le altre cose, una pinza per i capelli, un asciugamano, una piccola spugna...

“Uuuhhhh! Una bottiglia di shampoo quasi piena!!! Che fortuna!!! Questa vale oro da queste parti, farò bene a farmela durare, meglio lasciarla per le reali emergenze” pensò a tutte le volte che si era ritrovata coperta di fango, sangue o bava di demone.

Trovò persino della biancheria di ricambio

“E' un miracolo che l'elastico abbia resistito tutto questo tempo, meglio così! Anche se prima o poi dovrò rassegnarmi a vivere facendo a meno del reggiseno... ah povera me!” pensò sconsolata

Lasciò lo shampoo e prese il resto, svignandosela zitta zitta in punta di piedi. Provò a chiudere la porta cercando di non fare rumore ma nell'ultimo tratto il pannello emise un leggero cigolio. Kagome sentì Inuyasha mugolare nel sonno e decise di non insistere per non rischiare di svegliarlo. Attraversò di corsa il prato, si spogliò velocissima, si legò i capelli e si immerse nell'acqua calda.

“Ah! Che meraviglia! Come si sta bene!” pensò con le lacrime agli occhi

“Beh... però stavo benissimo anche tra le braccia di Inuyasha” ammise arrossendo.

Era incredibile quanto fosse cambiato in quei tre anni: era più calmo, più affettuoso... insomma più maturo!

“Dev'essere vero che la sofferenza fa crescere!” pensò Kagome “Ammesso che abbia sofferto come me... ma che dico?! Anche solo la metà di quello che ho sofferto io, sarebbe stato già troppo!”

All'inizio gli era sembrato lo stesso Inuyasha, silenzioso e taciturno, durante tutto il pomeriggio, anche se decisamente più sereno e rilassato; ma poi, rimasti soli... tutti quegli abbracci, quei tenui sorrisi appena accennati, quelle parole dolci... e poi... quel bacio...

“Mio Dio! Quel bacio così travolgente, appassionato!” il solo ricordarlo la fece avvampare, sentì le farfalle nello stomaco e il cuore cominciò a batterle all'impazzata. Si lasciò affondare nell'acqua fin sotto gli occhi, imbarazzata dai suoi stessi pensieri.

“Se non si fosse fermato... forse... a quest'ora... MA CHE PENSI, KAGOME!!! Oddio!!! Ma io veramente... avrei voluto che lui continuasse?! Avrei voluto che lui... arrivasse fino in fondo?! Lo amo davvero così tanto?!” pensò sconvolta

“Beh, certo, cretina!” si rispose “ Guarda cosa hai fatto pur di stare con lui! Hai dato un calcio a tutto: la tua famiglia, i tuoi amici, l'università... lo shampoo... i reggiseni... Sì! E sono felice di averlo fatto!” concluse decisa.

Rincuorata dai suo stessi pensieri, prese la spugna e cominciò a lavarsi: si sentiva il cuore così leggero che aveva voglia di cantare, ma si limitò a mormorare il primo motivetto che le venne in testa.


 

Inuyasha continuava a fissarla imbarazzato, appoggiato allo stipite della porta con aria trasognata, perso nei suoi pensieri che, lentamente ma inesorabilmente, erano sempre più focalizzati a ciò che aveva davanti in quel momento, non la Kagome dei suoi ricordi, ma quella vera, reale e bellissima a pochi passi da lui:

“Che bella pelle candida che ha! Chissà com'è liscia e morbida... Magari come le sue labbra...” pensò con un brivido ricordando il bacio della sera prima

“NO! NO! NON CI PENSARE! NON CI PENSARE! Kagome non si tocca! Non così! Non deve diventare la volgare amante di un demone! Non puoi permetterlo!” pensò riscuotendosi risoluto

Stava per abbandonare quella celestiale visione e rientrare in casa quando, all'improvviso, lei si alzò, l'acqua le arrivava appena ai fianchi, fu solo per un attimo poi si strinse le braccia intorno alle morbide curve del seno ed esclamò

- Brrrr!!! Che freddooo!! - e si rituffò rapida nell'acqua.

Già, fu solo per un attimo, ma fu più che sufficiente a fermare il cuore di Inuyasha polverizzando tutti i suoi buoni propositi: il seno prosperoso ma non troppo, la vita sottile, le morbide curve dei fianchi, il profilo sinuoso della sua schiena... per un attimo si sentì stranamente comprensivo verso Miroku.

In quel momento Kagome si voltò per prendere l'asciugamano e lo vide.

“Ecco! Sono morto!” pensò terrorizzato Inuyasha, scattando in piedi istintivamente, pronto alla fuga

- Inuyasha...- lo chiamò lei

“ 3, 2, 1...” pensò lui chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie, non voleva sentire

- ... ti sei svegliato finalmente, dormiglione! - disse tranquilla

“Cosaaa?!!! Niente a cuccia?!! Niente macigni?! Nemmeno un sassolino?! Possibile???!!!” pensò incredulo Inuyasha

Si fece coraggio e riaprì gli occhi: Kagome lo guardava e sorrideva rilassata, il mento appoggiato sulle braccia, morbidamente adagiate sul bordo di roccia.

- Scusa se ho usato la tua “vasca” senza chiedertelo. - gli disse

- Ma-ma... che dici?! Non devi mica c-chiedermi il permesso! - inghiottì con fatica il groppo che aveva in gola

Kagome afferrò l'asciugamano e lo spiegò davanti a sé, come per farsi scudo, mentre usciva tranquillamente dall'acqua, solo un leggerissimo rossore le imporporava le guance.

Rapidissimo, Inuyasha distolse lo sguardo, era paonazzo. Se la ritrovò davanti con indosso solo quel piccolo asciugamano che, ai suoi occhi, faticava a cingerle il corpo e il seno generoso, gli mancò il fiato.

- Buongiorno. - sussurrò lei allegra allungandosi in punta di piedi per dargli un bacio leggero sulle labbra.

- Bu-buongiorno – balbettò stordito Inuyasha, sarebbe stato il suo turno di chiederle “Chi sei? Che ne hai fatto della mia Kagome?”

- Meglio se mi vesto dentro, fa un freddo qua! - gli stava dicendo togliendosi la pinza che le reggeva i capelli, una cascata d'ebano le ricadde morbida sulle spalle ancora umide – Avremmo dovuto accendere il fuoco... -

- Non... non c'è legna, scusa... sai, io non pensavo... - cercò disperatamente di distrarsi chiacchierando

- Allora potresti abbracciarmi, così mi scaldi tu... Ho dormito così bene stanotte... - mormorò arrossendo e appoggiando la testa al suo petto

- Ka-kagome... ma... che ti prende?! Cos'hai stamattina?! Hai la febbre forse? - chiese senza osare toccarla “Se continua così mi verrà un colpo! Resisti, Inuyasha, resisti!!!”

- Tu piuttosto... credevo che... dopo ieri sera... - mormorò lei senza osare guardarlo – insomma... per me va bene, sai? - concluse imbarazzatissima

- Ka-kagome... non capisco... cosa “va bene”? - chiese preoccupato

- Oh Inuyasha... “va bene”! Come vuoi che te lo dica?! “Va bene”... riprendere da dove ci siamo interrotti... continuare... insomma, andare avanti... al... passo successivo... Ecco! - ora era lei che stava diventando viola

- Co-cosa??!!! Ma... ti rendi conto di quello che stai dicendo? Kagome, è una pazzia! No, non se ne parla! - rispose perentorio

- Ma perché? - gli chiese lei, aveva un'espressione così afflitta che Inuyasha si sentì morire ma non ebbe il tempo di risponderle perché Kagome d'un tratto mormorò rassegnata:

– Ho capito... Scusami, adesso vorrei vestirmi... -

Si richiuse in fretta la porta alla spalle, lasciando dietro di sé solo il leggero odore delle sue lacrime, Inuyasha strinse i pugni e si morse il labbro con tutta la forza che aveva.

“Maledizione!”


 

Angolo dell'autrice:

Ma comeee??!!! Stava andando tutto così bene!!!! T_T Allora è vero che sono un po' cattivella... :P

Un titolo una garanzia! Mi sa tanto che qui ci poteva già stare un bel rating giallo... per ora mi limito a mettere qualche avvertimento. Vorrei tanto sapere che cavolo intendono qui per “scene dettagliate”!!! Si accettano consigli! T_T

A proposito di consigli, ringrazio shana93 per le sue osservazioni sul capitolo 2, dovete a lei buona parte della parte (bel gioco di parole) più riflessiva di questo capitolo. Spero di aver reso meglio il cambiamento dei nostri eroi e che ora sembri meno traumatico. Niente che non pensassi fin dall'inizio ma forse lo stavo dando troppo per scontato.

Infine... un piccolo regaluccio extra... non ho avuto il tempo di colorarlo e rifinirlo, scusate, ma in futuro rimedierò, prometto! ;)
Ecco a voi... la scena del bagno!!! (spero si veda)
http://th02.deviantart.net/fs70/PRE/i/2014/094/f/c/brrr____schizzo_by_fairyqueen78-d7cz92c.jpg

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Capitolo 4
*** Confidenze ***


Tornarono al villaggio camminando in silenzio, Inuyasha non aveva il coraggio di parlare e Kagome non sembrava averne voglia.

Arrivarono a casa di Miroku e Sango, proprio mentre il monaco stava uscendo:

- Oh! Eccovi voi due! Dov'eravate spariti? - chiese allegro

Nessuna risposta

“Ahia!” pensò Miroku guardandoli perplesso e capì che non era il caso di indagare oltre:

- Inuyasha, dobbiamo andare! C'è del lavoro per noi. Ieri sera, dopo che siete usciti, sono venuti a chiamarci da un altro villaggio; non è troppo lontano ma... prima partiamo prima torniamo! Divina Kagome, vi unite a noi? -

- No... grazie Miroku... per questa volta passo... ho un po' di cose da fare, sai... - rispose Kagome quasi senza guardarlo in faccia

“Sì, tira decisamente una brutta aria!” pensò Miroku

- Kagomee... - la debole voce della Vecchia Kaede la chiamò alle sue spalle, veniva verso di loro camminando piano sotto il peso degli anni. Kagome le andò incontro.

- Beh, allora noi andiamo! Ci vediamo stasera. - le salutò Miroku, mentre Inuyasha non osò fiatare.

Sango, che era appena comparsa sulla porta, salutò il marito, poi si rivolse a Kagome e all'anziana miko:

- Venga dentro, Somma Kaede, non dovrebbe affaticarsi così. - e le andò incontro anche lei. Kagome e Sango la sorressero gentilmente, facendole strada verso la piccola capanna, dove i bambini dormivano ancora.

- Oh... Grazie. Povera me, fare anche solo pochi passi sta diventando sempre più un impresa. - si lamentò l'anziana

- Via, non dica così! Lei è ancora molto in gamba! - la consolò Sango

- Mi cercavi, Nonnina? - le chiese gentilmente Kagome – Posso esserti utile in qualche modo? -

- Beh... sì, avrei bisogno di parlarti. - cominciò piano la vecchia – Vedi, la notizia del tuo ritorno si è sparsa rapidamente tra gli abitanti del villaggio e naturalmente è giunta anche alle orecchie del capovillaggio, che ieri sera è venuto a parlarmi... in realtà sperava di trovarti da me... ma... in ogni caso... -

Kagome iniziò a preoccuparsi, forse la sua presenza al villaggio non era gradita e volevano che se ne andasse.

- La situazione è presto detta, mia cara ragazza: io sono molto in là con gli anni, il mio tempo in questo mondo volge ormai al termine e gli abitanti del villaggio sono da tempo preoccupati per il futuro, vorrebbero che istruissi un successore che prenda il mio posto quando giungerà la mia ora. Il nostro villaggio è piccolo e povero e il nostro tempio non ha nemmeno un sacerdote, se non trovo una soluzione, il villaggio rimarrà senza una figura spirituale di riferimento. -

- Ma... e Miroku?! – chiese incerta Kagome

- Lui è un monaco buddista non un sacerdote. - la corresse Kaede – Certo, nella peggiore delle ipotesi, avevo pensato anche a lui, anche solo come soluzione provvisoria ma... Il tuo ritorno ha cambiato tutto: il capovillaggio mi ha chiesto espressamente di convincerti ad accettare di succedermi. -

- Ma Somma Kaede – intervenne Sango – Non è per questo che Kagome è tornata! Lo sapete bene! Lei ha rinunciato a tutto per poter stare con Inuyasha, adesso non potete chiederle di... sacrificarsi ancora. - concluse imbarazzata, come poteva parlare di certi argomenti con l'anziana sacerdotessa

- Calmati Sango! - rispose Kaede - Capisco bene cosa vuoi dire, sono stata giovane anch'io, sai?! E prima ancora ho visto con i miei occhi la sofferenza di mia sorella. Credi davvero che vorrei questo, per Kagome? Kikyo si tormentava temendo di dover scegliere tra essere donna ed essere sacerdotessa e il suo potere ne risentiva. Kagome, invece, ha una grande forza, è arrivata qui che nemmeno sapeva di averla, ha conosciuto Inuyasha, se ne è innamorata e in tutto questo la sua forza spirituale non ha fatto altro che aumentare! -

- Normalmente una miko è una vergine dell'altare votata al Kami del santuario che serve – proseguì Kaede - se decidesse di sposarsi dovrebbe quanto meno lasciare il suo incarico. Ma in rari casi, è possibile fare un'eccezione ed io credo proprio che Kagome sia uno di questi. Se anche decidesse di non accettare avrebbe comunque i suoi enormi poteri, e ad occuparsi del tempio dovrebbe essere un gruppo di persone normali e tanti saluti ai voti e ai formalismi, quindi non ha senso tenerla lontana da questo ruolo solo perché vuole... vivere una vita normale. -

Kagome non sapeva che dire, dopo quello che era successo con Inuyasha, a sentire questi discorsi le veniva solo una gran voglia di piangere. Ma sì, poteva anche accettare senza problemi, tanto Inuyasha non la voleva, gliel'aveva detto chiaramente! Nonostante questo non riuscì a non chiedere:

- Ma agli abitanti andrà bene? Voglio dire... qui non si tratta di una semplice miko che si sposa... ma di una che si accompagna addirittura a un mezzodemone. Temo che sarei un'onta per tutto il villaggio... - Inuyasha poteva anche non desiderarla come donna, ma aveva detto che la voleva al suo fianco, quindi immaginava che in qualche modo sarebbe rimasto con lei e, anche se non fosse successo niente, le malelingue fanno presto a chiacchierare.

- Tranquillizzati Kagome. - le rispose Kaede con un sorriso – Sia tu che Inuyasha siete molto benvoluti nel villaggio. Tu sei la reincarnazione di Kikyo, sei la sacerdotessa che ha sconfitto Naraku e distrutto la Sfera, ci hai salvato innumerevoli volte, gli abitanti hanno un'autentica venerazione per te. Perché credi che il capovillaggio sia venuto a parlarmi?! E anche Inuyasha, ci ha sempre difesi e protetti in questi anni, hanno imparato tutti a contare su di lui. Nessuno avrà niente da ridire su voi due, vedrai. -


 

Inuyasha e Miroku camminavano in silenzio verso la loro destinazione. Miroku stava aspettando pazientemente che il mezzodemone si decidesse ad aprire bocca, era evidente che tra lui e Kagome fosse successo qualcosa.

“Roba da pazzi!” pensava Miroku “Non più tardi di ieri sera si giuravano amore eterno e stamattina hanno già bisticciato... Non cambieranno mai! Ma che diavolo sarà successo?! Non sarà che Inuyasha...” lo colse un orribile sospetto. Doveva sapere!

- Allora?! Si può sapere che è successo tra voi due?! - chiese fingendo indifferenza – Stamattina avevate certe facce... avete già litigato?! -

- Niente che ti riguardi! - tagliò corto Inuyasha, figurarsi se poteva mettersi a parlare di certe cose con quel pervertito di Miroku!

- Eh no, bello mio! Non te la cavi così! - lo minacciò Miroku fermandolo con il bastone – Sono tre anni che ci tormenti tutti con i tuoi musi lunghi e i tuoi sospiri! Adesso la donna dei tuoi sogni è finalmente tornata da te e tu sei ancora di malumore? Sputa il rospo! Che hai combinato, stupido cagnaccio? -

Inuyasha lo guardò per un attimo, indeciso, Miroku sarà pure stato un maniaco ma in fatto di donne ne capiva sicuramente più di lui

- E va bene... ma se ti azzardi a fare commenti osceni giuro che ti spacco la faccia! - concluse minaccioso

- Non mi permetterei mai! - rispose Miroku quasi offeso

Con molte difficoltà e reticenze Inuyasha raccontò tutto l'accaduto al monaco, quando terminò Miroku lo guardava inorridito.

- Stai scherzando, vero?! - mormorò – Mi stai dicendo che un boccon... voglio dire... una donna di rara bellezza come la Divina Kagome ti si è offerta spontaneamente e tu.... L'HAI RIFIUTATA????!!!! - lo agguantò malamente per il risvolto del suikan – POSSIBILE CHE TU NON ABBIA IMPARATO PROPRIO NIENTE IN TANTI ANNI AL MIO FIANCO???!!!! MA CHE TI E' SALTATO IN TESTA?! - urlò furibondo

- E allora che avrei dovuto fare, eh?! Io la amo davvero, cosa credi?!!! - gridò Inuyasha divincolandosi dalla sua stretta e lanciandogli un'occhiataccia stizzita.

Miroku lo guardò sbalordito.

- Evviva! Ce ne è voluto di tempo, ma finalmente l'hai ammesso! Congratulazioni! E lei che ti ha detto? - gli chiese sorridente

- Come sarebbe a dire “lei che mi ha detto”?! - grugnì Inuyasha

- Vu-vuoi dire che... non gliel'hai detto? - Miroku era di nuovo sconvolto

- Ce-certo che no! Non è mica una cosa che si dice così su due piedi! Non ero pronto! - balbettò Inuyasha imbarazzato

- Quindi tu l'hai rifiutata senza uno straccio di spiegazione e ti stupisci che lei si senta offesa?! - “Questo ragazzo è un caso disperato!” pensò Miroku

- Infatti non capisco! Io ho... “difeso il suo onore”, dovrebbe essermi grata! Non credevo che Kagome fosse quel tipo di donna! - aveva ancora davanti agli occhi quell'asciugamano microscopico... gli sarebbe bastato allungare appena una mano e lei... un brivido gli percorse la schiena.

- “Quel tipo di donna” dici tu?! Io vedo solo una donna innamorata! - lo biasimò Miroku scuotendo il capo – Mi dispiace per te, Inuyasha, hai morso la mano che ti nutre! E questo un bravo cagnolino non lo fa! -

- Quella “mano”, come dici tu, sembrava decisa a cacciarsi nei guai. Ho dovuto impedirglielo!- si giustificò il mezzodemone

- Io invece non mi sarei fatto pregare! - gli rispose secco Miroku – La ami, no?! E allora qual'è il problema?! -

- Il problema... - sibilò Inuyasha a denti stretti – ...è che prima voglio sposarla! -


 

- Sango! Sono disperata! - singhiozzò Kagome tra le lacrime.

La Vecchia Kaede se ne era ormai andata, portando con sé la notizia che Kagome avrebbe riflettuto sulla sua proposta. Appena rimaste sole Kagome era esplosa e aveva confidato all'amica gli avvenimenti della notte precedente. Si erano interrotte solo quando i bambini si erano svegliati, ma la situazione sembrava talmente disperata, alla povera Sango, che dopo una veloce colazione aveva chiesto a Rin e Shippo di occuparsi delle gemelle, in modo da poter parlare tranquille, il piccolo Hideki attaccato al seno.

- Sango, sono stata una vera stupida! - continuava disperata Kagome – Dovevo capirlo subito! Ecco perché ci teneva tanto che facessi la miko! Sapeva che non m'avrebbe mai sfiorato nemmeno con un dito! -

- Calmati Kagome, dev'esserci una spiegazione... ieri sera... diceva di voler stare con te, di volerti al suo fianco... non può aver cambiato idea così all'improvviso! - cercava di calmarla Sango

- E' tutta colpa mia e della mia scenata! Non capisci?! L'ho messo con le spalle al muro! Come con Kikyo, era pronto a morire con lei solo per il senso di colpa, e io ho fatto la stessa cosa! Gli ho scaricato addosso la responsabilità della mia scelta, capisci, lui si sente in dovere di stare con me perché io ho lasciato tutto per lui e non posso più tornare indietro, ma la verità è che non mi vuole... ama ancora Kikyo, io lo so, mi sopporta solo perché le somiglio... Anzi, no! Mi odia perché non sono lei... -

- Kagome, non dire sciocchezze! Respira, per carità! Calmati e respira! Quello che dici non ha senso, credimi, io l'ho visto! Sono tre anni che mi gira intorno come un fantasma, sembrava l'ombra di sé stesso, lo pescavo continuamente con lo sguardo perso nel vuoto a sospirare. Shippo dice che entrava nel pozzo ogni tre giorni, sperando di riuscire a venire da te. Credimi Kagome, è per te che sospirava, eri tu che gli mancavi, non Kikyo! - non sapeva più cosa dire per convincerla – Stasera sarà di nuovo qua, parlagli e vedrai che vi chiarirete. -

Sango cercò di abbracciarla ma, sentendosi stringere, il piccolo Hideki cominciò a piangere

- Perdonami tesoro – mormorò Kagome accarezzandolo – Questa brutta zia sta rompendo le scatole proprio a tutti... - il bimbo si calmò stringendole un dito e anche Kagome sembrò rilassarsi un po', la tranquillità di Hideki era contagiosa.

- Non pensarlo nemmeno Kagome. Guarda anche Hideki ti vuole già bene. -


 

- Anche questa è fatta! - canticchiò allegro Miroku stiracchiandosi – Possiamo finalmente tornarcene a casa, così parlerai con la Divina Kagome, le farai la tua bella proposta e vivremo tutti felici e contenti! -

- No, Miroku, io non vengo – rispose Inuyasha

Il monaco lo guardò allarmato e Inuyasha proseguì

- Devo fare prima una cosa e ho bisogno di Totosai, è l'unico che può aiutarmi. Tu vai pure senza di me. - concluse serio e si allontanò di corsa

- Ehi... aspetta Inuyasha! Tra quanto tornerai? - gridò

- Non lo so, presto spero! - rispose correndo via


 

- Amore, sono a casa! Ti sono mancato, vero?! - era il tramonto quando Miroku varcò la soglia di casa gli occhi chiusi, le braccia aperte e le labbra protese in attesa del suo bacio di bentornato.

Era ancora in quella posizione quando Sango gli passò di fianco come una furia, fiondandosi fuori, Hiraikotsu in pugno:

- Dov'è quello stupido??!!! - gridò inferocita - Voglio aprirgli quella testaccia bacata, come una noce, e darla in pasto ai porci, ammesso che non la sputino! -

- Anch'io ti amo tanto, tesoro... - continuò da solo Miroku, poi si rassegnò a tornare serio – Inuyasha non c'è. E' andato da Totosai. - spiegò

- Che cosa??!!! Kagome è in quello stato e quell'idiota si preoccupa di far lucidare la sua stupida spada???!!! Io lo sbudello!!! -

- ... ti amo soprattutto perché sei dolce e delicata. - ricominciò Miroku – Dov'è la Divina Kagome? - chiese guardandosi intorno

- E' a casa della Vecchia Kaede, le ho detto che poteva restare da noi ma ha paura di disturbare. - spiegò Sango – Non posso crederci, è tutto il giorno che quella povera ragazza lo aspetta piangendo e quello stupido, non torna! -

- Non dovresti giudicarlo così male, povero Inuyasha... - mormorò Miroku

- Ma come?! Proprio tu lo difendi?! Hai idea di cosa ha fatto?! E' convinta che lui non la ami!!! - poi si fermò di colpo – Tu lo sai... sì... tu lo sai!!! Il tuo amichetto t'ha raccontato tutto, vero?! Sputa il rospo, allora! Ha ragione Kagome?! Vuole lasciarla?! - era inferocita

- No, vuole sposarla. - rispose calmo Miroku sorridendo malizioso

Sango lo fissò a bocca spalancata, Hiraikotsu le cadde di mano.

- Spo-sposarla... - sentì le ginocchia cederle di colpo e si accasciò a terra, era stata così in pena tutto il giorno – Inuyasha... vuole sposarla?! Inuyasha??!!! -

- Già, proprio così! A quanto pare il nostro amico è un perfetto gentiluomo e vuole fare le cose in regola! Vedi, l'hai giudicato male... - le spiegò Miroku chinandosi accanto a lei

- Ma-ma... i-i demoni... si sposano? - balbettò Sango incredula

- Non ne ho idea, ma a quanto pare Inuyasha ci tiene molto, Kagome è un'umana e anche lui è umano per metà e se vivranno nel mondo degli umani vuole poterlo fare a testa alta, credo. Non vuole che lei debba vergognarsi, sarà già abbastanza strano avere un marito con le orecchie da cane. - rifletté Miroku

- Oh Miroku, ma è meraviglioso, corro subito a dirglielo... - esclamò Sango

- Niente affatto, mia cara, noi ce ne staremo buoni buoni a farci gli affari nostri! Non ho nessuna intenzione di rovinargli un momento del genere, è una cosa troppo personale per un uomo! -

- Ma Kagome sta soffrendo così tanto... - protestò Sango

- Allora consolala, stalle vicina, impediscile di fare pazzie finché Inuyasha non torna, ma guai a te se provi a spifferarle qualcosa – la rimproverò dolcemente


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Angolo dell'autrice:

Eehhh... quante paranoie ci facciamo noi donne! Anche i maschietti però non scherzano! Specialmente quelli all'antica come Inuyasha...

Ma cosa avrà in mente? Cosa può essere più importante che tornare subito dalla sua Kagome implorando perdono?!

Per scoprirlo dovremo aspettare ancora un po'.

Alla prossima! ^_^

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Capitolo 5
*** Vecchie amicizie ***


- Bene Inuyasha! - sentenziò Totosai lisciandosi il pizzetto – Se è questo che vuoi avremo bisogno dell'aiuto del giovane Hosenki e magari... anche del tuo amico monaco... -

- Allora io vado, voglio concludere questa storia il prima possibile! - rispose Inuyasha alzandosi.


 

La mattina successiva Kagome si cambiò d'abito, indossando il chihaya*. Aveva deciso di accettare l'incarico che le era stato offerto così caldamente dal capovillaggio e dalla Vecchia Kaede, la sacerdotessa era davvero molto anziana e Kagome, pensò che non fosse più il caso di indugiare. Non veder tornare Inuyasha, la sera prima, la aiutò sicuramente a decidersi più in fretta. Inoltre, non poteva continuare ancora a fare l'ospite, aveva scelto quella vita e decise che era ora di viverla.

Iniziò la mattinata seguendo Kaede nel piccolo orto dove coltivava le erbe medicinali, non aveva dimenticato le cose imparate tre anni prima e chiacchierando con l'anziana miko, finirono per parlare di quelle erbe che coltivava il mezzodemone Jinenji. Kagome pensava che sarebbe stato molto utile poterle coltivare anche lì e si offrì di andare a trovare il suo vecchio amico per chiedergli un po' di semi. Chissà se Jinenji si ricordava ancora di lei?!

L'aria era tiepida e il cielo terso, così decise di partire subito: non aveva più la sua bicicletta, non sapeva andare a cavallo e Shippo era già ripartito per uno dei suoi viaggi di allenamento, ma camminando di buon passo contava di tornare entro sera, inoltre pensava che camminare le avrebbe fatto bene.

Per precauzione prese con sé arco e frecce e si incamminò lungo la strada che costeggiava quello che una volta era il Bosco di Inuyasha. Era quasi giunta al limitare del bosco quando avvertì una presenza tra gli alberi e qualcosa di enorme sbucò improvvisamente dai cespugli piombandogli davanti.

- Ro-royakan! - lo salutò Kagome sorpresa

- Ah! Allora avevo sentito bene, signorina... anzi, mi correggo... Mia Signora! - la salutò allegro il grosso demone lupo – Avevo riconosciuto il vostro odore anche se è passato molto tempo dall'ultima volta che l'ho sentito -

- Ti ricordi di me? - chiese stupita Kagome

- Naturalmente! Non potrei mai dimenticare chi mi ha salvato la vita! Vi sarò eternamente debitore! Se mai avrete bisogno di me, fate un fischio e io correrò da voi! La mia vita vi appartiene, Mia Signora! - dichiarò solenne con un'inchino

- Ti ringrazio Royakan, ma non ho fatto niente, anzi mi dispiace che tu sia rimasto coinvolto quella volta....- rispose mortificata Kagome

- Ma dove state andando di bello? Siete sola? Quel mezzodemone che vi seguiva sempre non è con voi? - chiese Royakan guardandosi intorno

Sentir nominare Inuyasha le fece male al cuore, ma fece finta di niente:

- No, oggi non c'è, aveva da fare! - rispose con un sorriso forzato

- Oh ma non è bene che una giovane e bella signora come voi, se ne vada in giro tutta sola. Sono tempi difficili questi! - la rimproverò il demone – Lasciate che Royakan vi offra la sua protezione! -

- Beh... a dire la verità... sto andando in un villaggio un po' lontano a trovare un vecchio amico... -

- Capisco... io non posso allontanarmi troppo dal bosco... ma lasciate che vi fornisca almeno una scorta! -

Spalancò la sua enorme bocca e due lupi demoniaci con tre occhi ciascuno saltarono fuori

– Scortate la Signora dovunque voglia andare e riportatela a casa sana e salva. Ubbidite ai suoi ordini! - ordinò Royakan

Subito i due lupi si posizionarono ubbidienti ai lati di Kagome. Con due presenze così inquietanti almeno briganti e malfattori si sarebbero tenuti sicuramente alla larga. Kagome si congedò e riprese il suo viaggio.


 

- Mmmmhhhh.... capisco... - mormorò Hosenki perplesso – A dire la verità non credo di aver mai fatto niente del genere... e nemmeno mio padre, che io sappia, ma... c'è sempre una prima volta! Se il vecchio Totosai dice che si può fare, io mi fido! -

- Vedi di non sbagliare! Ne va della vita della donna che amo! - lo minacciò Inuyasha

- Bene, datti da fare allora! A te la prima mossa, ragazzo! - lo incitò Hosenki


 

Scortata dai lupi demoniaci, Kagome raggiunse senza problemi il villaggio di Jinenji. Il mezzodemone e sua madre la accolsero felici, Jinenji fu molto disponibile, non si limitò a fornirle i semi ma si offrì addirittura di riaccompagnarla al villaggio per paura che il buio la cogliesse ancora per strada. Dopo averla conosciuta, Jinenji era molto cambiato, aveva imparato a convivere con gli abitanti del suo villaggio e, consapevole della sua forza, non aveva più tanta paura di mostrarsi in giro.

Il sole era appena sceso dietro l'orizzonte quando Kagome rientrò al villaggio, rimandò i lupi nel bosco ringraziandoli con una carezza dietro le orecchie, adesso non le sembravano più così spaventosi, e si congedò da Jinenji, promettendogli di tornare a trovarlo presto, per imparare tante cose anche da lui.

Fu con un misto di sollievo e delusione che scoprì che Inuyasha non era ancora tornato, moriva dalla voglia di vederlo e di parlargli per chiarire quell'assurda situazione, ma al tempo stesso temeva le sue reazioni, ciò che avrebbe potuto dirle, era terrorizzata all'idea che lui le confermasse tutte le sue paure.

La mattina successiva tornò nell'orto per piantare i nuovi semi; mentre nel pomeriggio, aiutò la vecchia Kaede ad occuparsi del santuario accompagnata da Rin e alcuni bambini del villaggio; giocare con loro la aiutò a non pensare.


 

Inuyasha tornò al villaggio nel tardo pomeriggio e andò diretto da Miroku.

- Ho bisogno che tu venga con me! - gli disse lapidario

Sango e Miroku si scambiarono un'occhiata interrogativa.

- Tesoro... ti dispiace?! - le chiese Miroku

- Tranquillo vai pure, io me la cavo... poi... posso sempre chiedere aiuto a Kagome.- buttò lì distrattamente

- Lei... come sta? - le chiese incerto Inuyasha – E' ancora arrabbiata? -

- Arrabbiata??!!! - disse Sango stupita – E' distrutta! Cosa aspetti ad andare a parlarle?! Sei sparito per giorni senza dirle una parola!! -

- Lo so ma... non ora... non ancora... domani giuro che le parlerò. Andiamo Miroku. - mormorò triste e preoccupato.


 

Era di nuovo mattina al villaggio Musashi, la primavera inoltrata cominciava a farsi sentire, la sera prima Kagome si era data appuntamento con i bambini del villaggio, nel cortile del tempio. Rin e gli altri erano rimasti stupiti quando avevano scoperto che la Venerabile Kagome sapeva scrivere e così, quasi per gioco, si erano messi a farsi scribacchiare i loro nomi per terra, nella polvere del selciato.

- Vi piacerebbe imparare, bambini? - aveva chiesto Kagome, in vita sua non aveva fatto altro che studiare... forse almeno in questo le sarebbe stato utile tutto il tempo passato sui libri

- SIIIII!!! - era stata la risposta di un coro di vocette entusiaste

- E va bene! Allora vi aspetto qui domattina. Portatevi tutti un bel bastoncino. -

La “lezione” non durò più di un ora, i bambini erano molto interessati ma Kagome non voleva forzarli, voleva che rimanesse un gioco, inoltre aveva promesso a Sango di andare a darle una mano col bucato, visto che Miroku era uscito la sera prima e non era ancora tornato. Sparito anche lui come Inuyasha! Kagome iniziava a preoccuparsi, forse gli era successo qualcosa?!

Da quando era tornata sembrava che non ne andasse una giusta, si faceva forza per i bambini e per gli abitanti del villaggio, che praticamente non la perdevano d'occhio un secondo, felici di avere finalmente una nuova sacerdotessa, ma avrebbe avuto una gran voglia di nascondersi in un angolo a piangere tutte le sue lacrime. Le sembravano passati secoli dall'ultima volta che aveva visto Inuyasha le mancava terribilmente, non le importava più cosa le avrebbe detto, voleva solo vederlo, sapere che stava bene. Lo avrebbe supplicato di perdonarla, non avrebbe più fatto niente che lo potesse contrariare purché lui restasse con lei.

Si avviò verso casa di Sango con i bambini al seguito, li avrebbe riaccompagnati a casa lungo la strada, ma quei piccoli monelli non volevano saperne di lasciarla andare.

- E va bene! Facciamo un gioco, uno solo, l'ultimo! Poi però dovete lasciarmi andare, mi aspettano! - concesse

L'idea fu approvata da un coro di evviva

- Allora a cosa volete giocare? -

- A “Kagome Kagome”! - gridarono tutti all'unisono

- Ancora?! Ma è una persecuzione!!! - finse di lamentarmi, da piccola odiava quel gioco, ma aveva imparato che poteva essere un buon modo per allenare i suoi poteri spirituali – E immagino che nel mezzo dovrò andarci io, vero?! -

Di nuovo un assordante coro di “sì”

- Ricordate, avete promesso, solo un giro! Se indovino mi lasciate andare! -

I bambini si misero in cerchio intorno a lei, Kagome si accucciò a terra e si nascose gli occhi con le mani. Questa volta non li avrebbe lasciati vincere, doveva assolutamente andare da Sango, avrebbe fatto sul serio!

Le vocette intorno a lei iniziarono a cantare quella vecchia filastrocca:

Kagome kagome

sei un uccellino in gabbia

non puoi fuggir sei prigioniera

da mattino a sera

Viene la tartaruga se

indovini chi c'è dietro di te

Kagome si concentrò per capire chi stava alle sue spalle... sentì due piccole presenze che si tenevano per mano... Quei furbacchioni stavano cercando di barare! Non c'era nessuno esattamente dietro di lei, solo due manine che si stringevano l'un l'altra. Stava per dirgliene quattro, quando le manine lasciarono la presa separandosi e una presenza diversa irruppe nel cerchio.


 


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Glossario:

chihaya = veste delle sacerdotesse composto da una giacca bianca (hakui???) con pantaloni rossi (hakama)

Angolo dell'autrice:

Avete presente quei puzzle da 1000 pezzi o giù di là?! Con il cielo... il prato... insomma centinaia di pezzi tutti uguali?!!! Sì lo so, questo capitolo potrebbe sembrare come uno di quei pezzi: noioso e inutile. ^^' Eppure senza tutti quei pezzi il puzzle non sarebbe completo... Ricordate che io “semino”, semino sempre, in ogni capitolo... e alla fine tutto serve. Abbiate fede! ^_^

Inuyasha ha smosso mezzo mondo per chissà cosa, lasciando Kagome a friggere nell'attesa. Ma che cavolo sta combinando???!!! >o<

Speriamo di scoprirlo presto ;)

PS. Capitolo cortissimo, lo so, ma prometto che con il prossimo mi farò perdonare ^_^

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Capitolo 6
*** Proposal ***


- INUYASHA! - gridò Kagome voltandosi di scatto

- Indovinato! - mormorò lui sorridendole dolcemente

Gli occhi le si riempirono di lacrime, senza pensarci due volte gli gettò le braccia al collo, dimenticandosi completamente del modo in cui si erano separati.

- Perdonami se ti ho fatto aspettare. - le bisbigliò Inuyasha col viso affondato nei suoi capelli

- No, sono io che devo farmi perdonare! Mi sono comportata come una stupida, mi vergogno tanto, ma ti prometto che non succederà mai più! -

Kagome lo allontanò un attimo per osservarlo meglio, era stata così in pensiero

- Ma dove sei stato? Che ti è successo? Sei ferito? - lo studiava terrorizzata alla ricerca di macchie di sangue ma non ne vide

- Tranquilla, sto bene! Sono stato da Totosai, avevo bisogno di una cosa e... non potevo più aspettare! Kagome c'è una cosa che devo dirti... - mormorò serio

Kagome sentì il sangue gelarsi nelle vene, il momento della verità era arrivato, dunque. Sentì la paura attanagliarle lo stomaco, le veniva la nausea, faticò a trovare l'aria sufficiente a bisbigliare:

- Bene... andiamo allora... -

- No, voglio dirtelo qui, adesso, davanti a tutti! - rispose deciso Inuyasha

Kagome si guardò attorno, si era completamente dimenticata di dove si trovasse: erano nel bel mezzo del villaggio, dove la strada sembrava allargarsi a formare una piccola piazza, i bambini erano ancora intorno a loro, in una sorta di girotondo scomposto, molti si erano lasciati le mani e li guardavano divertiti. Si accorse allora che, al di fuori del cerchio dei bambini, al limitare della piazza, si era radunata una piccola folla incuriosita, sembrava esserci mezzo villaggio, a quanto pareva lei e Inuyasha stavano dando spettacolo, notò che tra loro c'erano anche Miroku e Sango con i loro figli, la Vecchia Kaede e il capovillaggio.

Inuyasha le prese le mani tra le sue, lo sentì tremare leggermente e questo la spinse a rivolgere di nuovo a lui la sua attenzione, non capiva che stava succedendo, ma l'ansia stava diventando insopportabile.

- Kagome... - esordì lui ma si interruppe subito per trarre un profondo respiro – dunque... ecco... io... vedi... - sembrava non trovare le parole. Mio Dio, ma che doveva dirle di così terribile?! Lo vide inghiottire a fatica

- Kagome... ti ricordi... l'altra sera... quando sei tornata e parlavi con Sango... beh... ecco... di quel vestito... “da principessa”... che ti piaceva tanto... Oh Mamma! - prese un altro respiro – Ecco... mi-mi dispiace... io... forse... non potrò... farti essere quella principessa per un giorno ma... se adesso mi dici di sì, ti giuro che farò in modo... che tu sia la mia regina per tutta la vita! KAGOME, VUOI SPOSARMI?!!! - concluse tutto d'un fiato

Kagome lo guardò in faccia senza riuscire a vederlo. Aveva capito bene?

“Spo-spo...” non riuscì più nemmeno a pensare, sentì le palpebre farsi di colpo pesanti e la testa leggera, mentre il mondo le girava intorno diventando sempre più grigio, e le ginocchia le cedettero.

- Kagome!!! - la voce di Inuyasha la chiamava preoccupato mentre le sue braccia forti la sostenevano, si ritrovò con la testa appoggiata al petto di lui e allora il mondo sembrò frenare la sua folle corsa. Riuscì di nuovo a mettere a fuoco il volto di Inuyasha, era così teso, allarmato.

“Inuyasha non mi odia?!... No... Inuyasha vuole... sposarmi... Vuole sposare... me! Sposare!!!” pensò incredula, senza riuscire nemmeno a concepire quell'idea.

Sentì le lacrime premere per uscire, agli angoli degli occhi, ma di colpo il cuore le sembrava così leggero, aveva voglia di ridere... Si ritrovò a ridere e piangere contemporaneamente, come una stupida, non riusciva a smettere, investita da una tempesta di emozioni. Inuyasha la guardava sempre più preoccupato ma adesso lei si sentiva così bene, avrebbe voluto dirgli qualcosa per tranquillizzarlo ma non riusciva proprio a parlare, scossa da quelle strane risate miste ai singhiozzi con le lacrime che le rigavano le guance. Mentre cercava di riprendere il controllo lo sguardo le cadde sulla Vecchia Kaede e il capovillaggio che la guardavano sorridendo, quando incontrò il suo sguardo l'anziana sacerdotessa annuì incoraggiante e allora lei capì che aveva il suo permesso.

- Kagome... - mormorò Inuyasha angosciato

“Povero caro” pensò Kagome “sta ancora aspettando una risposta”

Di colpo si sentì di nuovo forte e piena di energie, gli gettò le braccia al collo urlando felice:

- SI! SI! SI! UN MILONE DI VOLTE SI!!! -

Inuyasha la strinse forte a sé, gli sembrava di impazzire dalla gioia, nonostante tutto quello che aveva combinato, nonostante l'avesse fatta soffrire, lei lo voleva ancora, gli aveva detto di sì, voleva passare tutta la vita con lui, avrebbe camminato al suo fianco a testa alta, rivolgendogli quello sguardo limpido, orgoglioso e pieno d'amore con cui solo lei riusciva a guardarlo!

Sentì le voci allegre dei bambini esultare intorno a loro e il mormorio di approvazione della gente del villaggio. Lo sapevano tutti! Lei sarebbe stata sua moglie... lui era un mezzodemone, è vero, purtroppo a questo non c'era rimedio... ma lei sarebbe stata sua moglie, non la sua donna o la sua compagna, non un'amante o una concubina ma SUA MOGLIE e lui avrebbe avuto tutto il diritto di stare al suo fianco, di proteggerla... di amarla!

Di colpo si riscosse dai suoi pensieri

- No! Che stupido! Mi sono dimenticato la cosa più importante! - urlò allentando la presa e deponendo Kagome di nuovo a terra

Kagome lo vide frugare febbrilmente nel risvolto del suikan

- Ah! Eccolo! - esclamò allegro

Ne estrasse una piccola conchiglia chiusa con un laccetto, come quelle dove Sango teneva i suoi veleni da sterminatrice, e la porse a Kagome imbarazzato

- Non-non so se ho fatto bene... ma sappi che se ho sbagliato qualcosa è tutta colpa di Sota! - si giustificò impacciato

“Sota?!” si chiese Kagome perplessa “Che c'entra Sota?!”

- Dai aprila! - la incitò lui, gli sudavano le mani per l'attesa

Kagome sollevò una delle valve e quello che vide la lasciò senza fiato. Era un anello, il più strano che avesse mai visto: sembrava un anello a fascia, simile a quello che usava Miroku per tenere fermo il tekkou* che una volta chiudeva il Foro del Vento, ma tutta la fascia centrale era costituita da un'unica pietra sfaccettata, brillante e trasparente, di un leggerissimo color acquamarina; sui bordi dorati e sulla faccia interna dell'anello c'era inciso qualcosa, un motivo strano, come dei piccoli ghirigori, ma era davvero troppo piccolo per riuscire a distinguerlo.

Inuyasha temette che si sentisse male di nuovo e la sorresse protettivo.

- Allora?! - chiese impaziente

Kagome ritrovò la voce a fatica

- I-inuyasha ma... è-è stupendo!! E'-è per me?! - domandò incredula

Il mezzodemone annuì felice che le piacesse, per un attimo la sua idea brillante gli era sembrata quasi stupida.

- Ma dove...?! Come...?! - cercò di chiedere Kagome

- E' una lunga storia, le spiegazioni più tardi, adesso... perché non lo provi? - le chiese Inuyasha emozionato

Kagome lo guardò arrossendo

- Beh... dovresti mettermelo tu... - mormorò

- Eh?! Ah! Scusa... non lo sapevo... maledetto ragazzino, questo non me l'aveva detto!!! - si giustificò

Inuyasha prese il piccolo anello con mani tremanti, Kagome gli porse la mano sinistra e quando lo vide indeciso gli indicò l'anulare ridendo. All'inizio le sembrò un po' largo ma poi lo sentì pulsare per un attimo e quando quella sensazione sparì l'anello le calzava a pennello.

Si ritrovò a fissarlo stupefatta, ma fu strappata ai suoi pensieri dall'abbraccio stritolante di Sango. I loro amici si erano avvicinati per congratularsi con loro.

- Kagomeee!!! Sono così felice!!! Hai visto?! Te lo dicevo di stare tranquilla! - urlò Sango piangendo dalla gioia

- Coosaaa??!! Tu lo sapevi??!! E mi hai lasciato a tormentarmi per tutto questo tempo!!! Bell'amica che sei! - la rimproverò Kagome ma non riusciva ad essere veramente arrabbiata

- Prenditela con lui! - si schermì Sango indicando Miroku – E' lui che me l'ha impedito! Lui e le sue “cose da uomini”! - lo rimproverò

- Beh... a giudicare dalla vostra reazione, Divina Kagome, direi che ne è valsa la pena... - rispose Miroku sorridendo.

- Ma se sono quasi morta! Prima di terrore e poi di gioia! Spero che le emozioni siano finite, il mio povero cuore non potrebbe reggerne altre. - ammise sconsolata

- Stai tranquilla, tesoro! - le mormorò Inuyasha abbracciandola di nuovo e dandole un bacio sulla fronte – Farò in modo che d'ora in poi tu sia sempre e solo felice -


 

Ci volle parecchio tempo prima che Inuyasha e Kagome riuscissero a restare finalmente soli, sembrava che tutto il villaggio fosse deciso a congratularsi con loro. Solo dopo pranzo riuscirono ad appartarsi un po', con la scusa di una passeggiata. Si ritrovarono sul loro solito prato, che scendeva gentile verso i campi di riso del villaggio, ai piedi dell'albero che tanto spesso era stato testimone prima delle loro scaramucce e dei pisolini di Inuyasha, poi del lento sbocciare dei loro sentimenti e ora dei loro abbracci. Si appoggiarono all'albero, di nuovo l'una tra le braccia dell'altro, in quella posizione che piaceva tanto a entrambi. L'attenzione di Kagome fu catturata dal suo anello che brillava quasi accecante sotto i raggi del sole, non si era ancora abituata alla sensazione di quell'oggetto intorno al dito.

- Insomma – chiese curiosa – non mi hai ancora spiegato da dove salta fuori quest'anello. Come hai fatto a procurati un oggetto tanto prezioso, in quest'epoca? -

- Eh eh! - rise Inuyasha, le piaceva tenerla sulle spine – Non indovinerai mai... Totosai! -

- Totosaiii??!!! - chiese Kagome incredula girandosi a guardarlo – Ma non faceva il fabbro? Cos'è per arrotondare si è messo a fare l'orefice?! -

- AHAHAH! No... qualsiasi cosa sia un orefice... - rispose Inuyasha divertito poi tornò serio - Vedi, sono andato da lui, perché volevo che costruisse per te qualcosa che potesse proteggerti, come fece mio padre con Tessaiga. Purtroppo però io sono solo un mezzodemone, non ho gli immensi poteri di mio padre, le mie zanne sono buone solo come giunto. Allora gli ho chiesto di modificare Tessaiga in modo che anche tu potessi impugnarla ma... non è possibile... Tessaiga ha bisogno per forza di un po' di sangue demoniaco per funzionare... speravo che per te potesse fare un'eccezione visto che... beh, è da te che si è fatta estrarre la prima volta ma... per quanto tu le piaccia questo non è sufficiente. -

- Io... “le piaccio”? - chiese stupita Kagome

- Sì, l'ho sempre pensato e anche Totosai ha questa impressione, secondo lui Tessaiga ha capito i miei sentimenti ancora prima di me, per questo ha sempre cercato di proteggerti. -

Kagome guardò commossa la spada che riposava tranquilla al fianco di Inuyasha

- Ma io non mi sono arreso! - proseguì Inuyasha - Ho pensato e ripensato e ho torchiato quel vecchiaccio finché non abbiamo trovato una soluzione! -

“Povero Totosai!” pensò sconsolata Kagome immaginandosi la scena.

- Dovevamo trovare un modo per trasferire un po' del potere di Tessaiga su di te, in modo che funzionasse almeno la barriera. Non per vantarmi ma l'idea dell'anello è stata mia! Una volta tuo fratello me ne ha fatto vedere uno di tua madre, disse che era un regalo di tuo padre quando le chiese di sposarlo. E' così che m'è venuta l'idea, era perfetta visto che anch'io volevo chiederti di sposarmi! -

Kagome ascoltava Inuyasha senza riuscire a staccare gli occhi dall'anello e dai giochi di luce che il sole faceva sulla superficie della pietra che circondava il suo dito, era davvero bellissima! Guardandola meglio Kagome si accorse che aveva qualcosa di familiare. Di colpo le venne un'idea assurda

- Inuyasha... - mormorò dubbiosa – non mi dirai che questa pietra... - non osò finire la frase

- Indovinato! E' smeriglio! Direttamente per te da una scheggia di Kongousouha, con tutto il mio amore! E non è un modo di dire... - ammise Inuyasha

- Che vuoi dire?!- gli chiese Kagome arrossendo a quelle parole

- Beh... Kongousouha, è un potere offensivo, serve per attaccare e non era certo questo che volevo per te. Inoltre avevo già provato una volta a scagliare Kongousouha senza un reale avversario davanti, solo per avere degli smerigli, e non aveva funzionato... Per farla breve, mi sono fatto aiutare da Hosenki, insomma... - si interruppe imbarazzato – mi ha fatto lanciare quella Kongousouha pensando solo a te, ai miei sentimenti e al mio desiderio di proteggerti... poi lui ha fatto il resto! E' stata una faticaccia, non sono bravo in queste cose, lo sai! C'ho messo tutto me stesso in quella pietra, fanne tesoro! -

Una nuvola di capelli scuri lo avvolse all'improvviso e qualcosa di morbido, dolce e caldo premette contro la sua bocca mozzandogli il respiro: le labbra di Kagome... come quella sera... il suo profumo, il suo sapore... sentì il cuore battergli all'impazzata e piccoli brividi di piacere solleticargli ogni muscolo del corpo. Poi quel dolce e meraviglioso contatto terminò, Kagome si staccò appena dalla sua bocca solo per mormorare:

- Oh... Ti amo così tanto, Inuyasha! -

per poi tornare a baciarlo di nuovo. “Ti amo!” era la prima volta che glielo diceva, gli sembrò che il suo corpo non fosse sufficiente a contenere tutta la felicità che gli davano quelle due semplici parole. Riuscì solo a sussurrare

- Kagome... -

e a stringerla forte a sé, rispondendo al suo bacio con tutta la passione di cui era capace.

- Ehm-Ehm! -

Qualcuno vicino a loro si schiarì la gola. Inuyasha e Kagome si separarono di colpo, rossi di vergogna.

- Beh... se non altro... direi che le è piaciuto – commentò tranquillo il vecchio Totosai con il suo fedele bue al seguito – Tutto sta a vedere se funziona! -

- Brutto vecchiaccio!!! Io ti... - lo minacciò Inuyasha serrando il pugno, gli era preso un accidente e, come se non bastasse, aveva appena interrotto uno dei momenti più belli della sua vita!

- Totosai! - esclamò Kagome risistemandosi i capelli imbarazzata – Co-come sarebbe a dire “se funziona”?! - chiese fingendo che non fosse successo niente.

- Ero venuto a controllare se è tutto a posto! Il tuo... promesso sposo... mi ha fatto una richiesta parecchio strana ed ero in pensiero. Allora?! L'avete già provato?-

- No! Ci stavo arrivando! - ringhiò Inuyasha ancora furente

- Oh sì... ho visto... - commentò sarcastico il vecchio fabbro

- Totosai! Per favore! - lo ammonì Kagome paonazza

Il vecchio si chinò di fronte a lei, le prese la mano sinistra e la studiò con attenzione, meditabondo

- Mmmhhh.... sembrerebbe a posto... Come te lo senti? - chiese

- Oh è a dir poco perfetto! Ma... all'inizio mi sembrava più grande... è come se si fosse... ristretto – spiegò Kagome emozionata

- Mmhhh.... Ottimo! - commentò il fabbro – Questo significa che ti ha riconosciuta! Riconosciuta e accettata come sua padrona. Senza questo primo passo non saremmo andati da nessuna parte! - poi si rimise in piedi di fronte a loro, tranquillo

– Scusami, Kagome... - mormorò semplicemente e velocissimo, con uno scatto fulmineo in barba alla sua età, si sfilò il martello dalla schiena e vibrò un potente colpo verso Kagome.

Fu così veloce che la ragazza non ebbe nemmeno il tempo di chiudere gli occhi, riuscì solo a gridare:

- AH! - mentre guardava il martello dirigersi dritto verso la sua faccia.

Pensò che l'avrebbe colpita ma all'improvviso una luce azzurra la circondò come una cupola respingendo il martello con un rumore metallico.

- Vuoi morire, Totosai?!!! - gridò Inuyasha furibondo, scattando in piedi davanti a Kagome, aveva colto di sorpresa persino lui.

- Beh... dovevo pur provarlo, no?! O avresti preferito scoprire in battaglia che la barriera non funziona?! -

- Certo che no!! - gridò - Ma... funziona, vero?! - mormorò preoccupato

- Oh sì! Complimenti, Inuyasha! E' una barriera davvero molto robusta per essere generata da un frammento così piccolo... oserei dire che è persino più forte della vera barriera di Tessaiga... Ci tieni proprio tanto a lei, eh?! - mormorò il vecchio fabbro con aria maliziosa.

Inuyasha avvampò e distolse lo sguardo:

- Mi-mi sembra ovvio... - balbettò impacciato, arrossendo ancora di più quando notò Kagome, al suo fianco, che lo osservava sorridendo felice per quelle parole.

- Avanti! Non abbiamo ancora finito! - lo richiamò Totosai

- Come?! - chiese stupita Kagome – C'è dell'altro?! -

- Naturalmente! - rispose Totosai come se fosse ovvio - Inuyasha, dammi Tessaiga! -

- Sì, sì... - si lamentò il mezzodemone sfilandosi la spada dal fianco, odiava prendere ordini.

- Dammi anche il fodero, meglio essere prudenti! - rinfoderò la spada e legò l'elsa stretta al fodero in modo che non si sfilasse poi la prese e la lanciò lontana, giù dal piccolo pendio

- Ehi! Fai piano vecchiaccio! - lo rimproverò Inuyasha

- Ma... Totosai... - Kagome non riusciva a capire

- E adesso, ragazza mia, chiamala! - le disse tranquillo

- Co-come ... “chiamala”?! - chiese confusa

- Oh beh... come ti pare! Basta che la fai venire qui. -

Kagome era sempre più confusa, pensò che l'età cominciasse a farsi sentire anche per Totosai ma per non contrariarlo provò a dire:

- Te-tessaiga... puo-puoi venire... per favore?! - mormorò incerta, si sentiva così stupida a parlare con una spada

Incredibilmente la spada vibrò leggermente all'interno del fodero, ma non si mosse.

- Come sarebbe a dire “per favore”?! - sbottò Inuyasha – A me “a cuccia” e a lei “per favore”?! -

- Beh sai com'è?! Tessaiga non ha mai cercato di farmi a fette! - lo zittì Kagome alludendo alla prima volta che aveva usato la sua formula su di lui.

- Ne-nemmeno io... - mormorò colpevole Inuyasha – quella volta... vo-volevo solo spaventarti un po'... -

- Su via, ragazza, Inuyasha ha ragione! Un po' più di decisione, non la offendi mica! - intervenne Totosai

- Uhhh Uffa! E va bene... TESSAIGA!!! - urlò perentoria

La spada si sollevò rapida da terra e volò dritta verso di lei a tutta velocità. Kagome si spaventò, istintivamente incrociò le braccia davanti a sé, per proteggersi, e chiuse gli occhi. Sentì qualcosa urtarle piano il palmo della mano e quando guardò vide che teneva in pugno l'elsa di Tessaiga.

- Ottimo! - la lodò Totosai – Un talento naturale, direi! Eh sì... si vede proprio che Tessaiga ha un debole per te! Come il suo padrone d'altronde... E' normale, infondo è una spada nata per proteggere le persone amate... Allora, sei soddisfatto Inuyasha?! E' questo che volevi?! -

- Sì, è perfetto! - ammise guardando Kagome orgoglioso – Grazie, Totosai! -

- Non capisco... - mormorò Kagome – ma... perché? - gli chiese stupita

- Perché ho perso il conto delle volte che tu, pazza incosciente, ti sei messa in pericolo durante gli scontri con Naraku e i suoi scagnozzi, solo per recuperarmi Tessaiga! - le spiegò dolcemente Inuyasha – Visto che non riesci proprio a fare a meno di intrometterti nei miei duelli... almeno così sarà Tessaiga a venire da te. Ma spero proprio che non ce ne sia più bisogno. - concluse abbracciandola.

- Bene! Ora vi saluto! Vi lascio ai vostri... impegni. - disse Totosai

“Roba da non credere!” pensò il vecchio fabbro mentre volava via sul suo bue “Mi ha ringraziato! Eh... amico mio, il tuo turbolento figlio, sta veramente mettendo la testa a posto!”


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Angolo dell'autrice

Eccomi qua! Eccezionalmente di martedì, consideratelo un regalo di pasqua! ;)

Allora?! Sono perdonata, per il capitolo scarsino dell'altra volta?! ^-^ Vi è piaciuto l'anello?! Per me è stato un parto!! XD

Quando ho iniziato a pensare a questa storia, mesi fa, mentre scrivevo “Matsuri”, ho iniziato a pensare a questa scena, a come gestire il tutto. In giro si vedono tante fanart dove loro due hanno le fedi al dito... bello... carino... romantico... ma... no! C'è qualcosa che mi stride dentro! Voi sapete (chi mi segue regolarmente) quanto io ci tenga al “realismo” delle mie storie e pensare a loro due, nel Giappone medievale, in un villaggio di contadini “che non hanno neanche gli occhi per piangere”... con l'anello d'oro al dito?! Tra l'altro, usanza tutta occidentale importata solo di recente in Giappone?! Mmmhhh... No! Dovevo trovare un'altra soluzione! Così un bel giorno, mentre facevo zapping distrattamente e rimuginavo su queste cose (“Beh dai però gli anelli c'erano! Anche Miroku ce l'ha! Però è un po' grezzotto per Kagome!” e deliri vari XD ) l'ho visto!!!! Era lui!!! Era perfetto (con le dovute modifiche)!! E' stato amore a prima vista! Raffinato e tribale al tempo stesso, esotico al punto giusto, assolutamente al di là della mia immaginazione!!! *_* Di colpo i pezzi del puzzle, nel mio cervello, sono andati a posto da soli e buona parte della storia si è praticamente scritta da sola, nella mia testa! “SI... PUO'... FAREEEEE!” (cit.)

Quando mi vengono questi colpi di genio, sono veramente soddisfatta, orgogliosa di me stessa! T_T

Dove sta la genialata in una proposta di matrimonio con anello?! Eehhhh... chi vivrà vedrà! :P

Spero non mi criticherete proprio questo capitolo, ne morirei! O^O

A venerdì (spero) ^_^
 

PS. cos'è il tekkou s'è capito, vero?! E' il guanto di Miroku :P

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Capitolo 7
*** Rivelazioni ***


Di nuovo accoccolati sotto il loro albero, Kagome e Inuyasha ripresero a parlare, c'erano ancora tante cose da chiarire.

- Inuyasha...- disse incerta Kagome – ma tu sei proprio sicuro che mi vuoi sposare? -

- Ma che domande fai?! Perché te l'avrei chiesto sennò?! - rispose contrariato

- Non lo so... ma in questi giorni ho pensato che tu avessi accettato di stare con me solo perché ti facevo pena, perché ti sentivi responsabile del fatto che avevo lasciato il mio mondo per stare con te... e che fosse per questo che tu... non mi volevi “come donna”. - mormorò angosciata, sentiva ancora un nodo in gola al pensiero

- Ma che sciocchezze stai dicendo?! Kagome, santo cielo, ma quanto ha lavorato di fantasia quella testolina??!!! Era questo che credevi?! Che io non ti amassi?! Che io non ti volessi?! - Inuyasha non riusciva a crederci, l'aveva fatta soffrire davvero così tanto? - Hai idea di quanto mi sia costato fermarmi l'altra sera?! E il mattino dopo... mi va ancora il sangue alla testa se ci ripenso!!! Kagome, io ti desidero da morire! Sarei pronto anche qui, adesso, subito! - la stinse forte a sé sperando di riuscire a trasmetterle anche solo una briciola del suo desiderio

- E allora perché mi hai respinta? - chiese lei tristemente

- Ka-kagome... io non ti capisco... noi... non siamo ancora sposati... non possiamo... - Inuyasha era sconvolto, ma come faceva Kagome a non capire una cosa così semplice?!

Lei si allontanò leggermente dalla sua stretta per guardarlo bene in faccia, lo sguardo corrucciato:

- E' solo per questo? - gli chiese ancora, sospettosa

- Come sarebbe a dire “solo”?! Ti sembra poco???!!! - più la guardava e meno la capiva, aveva sempre saputo che fosse una donna strana ma non credeva fino a questo punto.

- Beh... francamente sì... Io ti avevo detto che mi andava bene... continuare. - poi di colpo cambiò espressione, finalmente sembrò capire – Aspetta! Ommioddio! Tu mi stai dicendo che hai fatto tutto questo per... come dire... preservare la mia... “purezza”??!! -

- E per cos'altro sennò??!!! - sbottò lui

- Ma Inuyasha... Oddio, scusami... hai ragione... che sciocca ... -

“Oh finalmente comincia a ragionare!” pensò Inuyasha

- Scusami, io mi dimentico sempre di quanto tu sia all'antica.- concluse lei scuotendo la testa

- All'antica???!!! Ioooo???!!! - Inuyasha non aveva più parole, a sentire lei sembrava che avesse torto lui.

- Sì, vedi... nella mia epoca, nessuno fa più caso a queste cose. Le ragazze che si perdono dietro a certi sogni romantici si contano sulle dita di una mano. -

- Sogni romantici???!!! - bisbigliò lui incredulo – Ma in che razza di mondo sei cresciuta???!!! -

- Beh... in un mondo molto più libero se è per questo! - si risentì lei – Non fraintendermi, non che la cosa non abbia la sua importanza, ma se una ragazza si innamora davvero e pensa che lui sia quello giusto, è normale che... voglia dargli tutta sé stessa! Concedere a un ragazzo di essere il primo... è un grande onore, sai?! Ma allo stesso tempo, perdere la propria... purezza... non è una tragedia! E' una scelta personale... -

- Aspetta... hai detto il... primo???!!! Perché ce ne sono anche altri poi?! - Inuyasha era sempre più frastornato.

Kagome ripensò alle sue amiche e alle loro confidenze:

- Beh... potrebbe... succede abbastanza spesso, in effetti... quasi sempre... -

- Che cooosaaaa???!!! - se Inuyasha l'avesse saputo l'avrebbe portata via di là molto tempo prima!

“Aspetta un momento!” un orribile pensiero prese forma nella sua mente “Se per lei una cosa del genere è normale, allora...”

- Ka-kagome... cosa stai cercando di dirmi? - di colpo era bianco come un lenzuolo, con la gola secca si sforzò di proseguire – Non sarà che tu... che qualcuno... - sentì il sangue ribollirgli nelle vene all'idea di Kagome, la sua Kagome, tra le braccia di un altro.

Lei lo guardava tranquilla, lo sguardo innocente, aspettando che lui finisse la frase

- Non sarà che ti sei già... concessa a qualcuno? - finire quella frase fu la cosa più difficile che avesse mai fatto in vita sua

La vide chinare il capo imbarazzata. Perché non lo guardava in faccia? Tutti i sui timori lo colpirono in pieno come un pugno

- Chi è stato?? Dimmi chi è stato?? Io lo ammazzo!!! - era pronto a scattare in piedi e correre a riaprire quel maledetto pozzo a pugni, se necessario

Kagome lo tenne per le braccia cercando di calmarlo

- Inuyasha... no... fermati... hai frainteso! Non c'è stato nessuno, te lo giuro! - gli gridò.

Inuyasha si bloccò guardandola con occhi dilatati, ansimando dalla rabbia, sembrava fuori di sé.

– Come avrebbe potuto esserci, se l'unico ragazzo che abbia mai amato era bloccato qua... - proseguì più dolcemente Kagome vedendolo lentamente calmarsi – Tu sei l'unico che mi abbia... visto in quel modo... l'unico a cui abbia mai detto che “va bene” - concluse arrossendo sorridente

Inuyasha la strinse forte a sé come mai prima, affondò il viso nei suoi capelli, poi appoggiò la fronte nell'incavo del suo collo, respirando profondamente. A Kagome sembrò quasi che lui la stesse fiutando, come se cercasse su di lei le tracce dell'odore di un altro.

- Nessuno. Mai. - gli ripeté dolcemente, accarezzandogli i capelli dietro quelle orecchie che le piacevano tanto – Te lo giuro. -

Poi però un piccolo dubbio fece capolino nella sua mente e non riuscì a trattenersi:

- Però, se non fosse così, tu mi vorresti ancora? - la risposta le faceva paura, voleva sapere cosa pensasse, quanto la amasse. Era più importante l'amore o l'orgoglio?

Lui si mosse appena, per darle un piccolo bacio sul collo che la fece rabbrividire, prima di mormorare

- Non farmici pensare. Hai idea di quante notti insonni abbia trascorso a tormentarmi con pensieri del genere, in questi tre anni? - confessò in un soffio

Lei lo strinse commossa nel suo abbraccio

- Scusami. Ti ho fatto una domanda stupida. Stupida e inutile! -

Ma Inuyasha rispose ugualmente

- Certo che ti vorrei! Maledizione, se farebbe male... ma... vivere senza di te sarebbe molto peggio! - disse tornando a guardarla negli occhi.

Solo allora lei si accorse, che Inuyasha aveva gli occhi lucidi, a vederlo così sentì una fitta al cuore, gli prese il viso tra le mani e lo baciò piano con tutto l'amore di cui era capace.

- Perdonami... non volevo che pensassi certe cose... non volevo farti stare male! - adesso aveva voglia di piangere anche lei

- No, infondo me lo merito. Per colpa mia, tu in questi giorni... sei stata molto peggio. - ammise Inuyasha

- Basta con questi discorsi! Dimmi solo un'altra cosa: perché ci tenevi così tanto ad aspettare? Cioè... se tanto avevi già deciso di sposarmi, cosa sarebbe cambiato? - gli chiese dolcemente

Inuyasha prese un lungo respiro, prima di tornare a sedersi, più rilassato, appoggiato all'albero:

- Per mia madre – rispose semplicemente – Mio padre non s'è mai preoccupato di una cosa come il matrimonio, specialmente un matrimonio umano. Lui aveva già la madre di Sesshomaru... come sposa, intendo. -

- Ma i tuoi genitori si amavano, no? - chiese Kagome dubbiosa

- Per quanto ne so, sì. Comunque, nessuno me ne ha mai parlato apertamente, ero solo un bambino, ma io sentivo i discorsi dei castellani, vedevo come ci guardavano, me e mia madre. Credo che non si siano mai opposti alla relazione tra i miei genitori solo per paura di mio padre, ma sicuramente non hanno nemmeno dato la loro benedizione, e quando lui morì e io nacqui... a quel punto mia madre era solo l'amante di un demone, una sgualdrina che aveva dato alla luce un piccolo mostro. Oh certo! Non hanno mai fatto niente apertamente contro di lei, era pur sempre la principessa ma... nessuno si curava davvero di lei, era relegata in un angolo. Ha vissuto prigioniera in una gabbia dorata circondata da carcerieri gentili e sorridenti, in apparenza, ma in realtà era una nera prigione di solitudine e tacito disprezzo; tanto i servi che la famiglia, che pure non aveva esitato ad abbandonarla “in balia di quel terribile demone cane”. Anche se si amavano, il prezzo che ha pagato mia madre è stato davvero troppo alto!-

Inuyasha rimase un attimo perso nei suoi pensieri, Kagome non aveva il coraggio di parlare, sapeva che l'infanzia di Inuyasha era stata difficile ma non l'aveva mai vista sotto questa luce.

- Capisci adesso perché ti ho respinta? - riprese lui – Se avessi ceduto e poi mi fosse successo qualcosa prima di poterti almeno sposare... se in quell'unico momento di debolezza avessimo addirittura concepito un figlio... che ne sarebbe stato di te, di voi? - la guardava con degli occhi così tristi

Kagome si strinse forte a lui. Allora era questo che Inuyasha aveva pensato, si era preoccupato di lei fino a questo punto e lei non l'aveva capito, aveva frainteso tutto. Chi era adesso l'immatura, tra loro due?

- Ho capito. - rispose Kagome commossa; poi, all'improvviso, un'idea la colpì come un fulmine

- Santo cielo! - gridò allontanandosi di scatto – Ma allora tu... cos'hai pensato di me?! Avrai pensato che sono una... una... Oh che vergogna!! Voglio sparire, sprofondare!! E' per questo che pensavi che io avessi già... Voglio morire!!! - gridò nascondendosi la faccia tra le mani

Questa volta fu il turno di Inuyasha a trattenerla dolcemente per le braccia costringendola a guardalo in faccia

- No, Kagome... calmati... non potrei mai... - le disse sorridendo rassicurante – Beh non ti nascondo che mi hai... parecchio stupito... ma l'unica cosa che ho pensato era che ti desideravo terribilmente e che non potevo più aspettare, per questo ho affrettato le cose. -

- Davvero?! - le chiese lei con le lacrime agli occhi – Non mi hai giudicata male?! -

- No, tesoro mio – mormorò lui attirandola di nuovo a sé – Ti ho giudicato solo bellissima. Bellissima e tentatrice. -

- I-inuyasha! - mormorò Kagome imbarazzata – Perdonami... mi vergogno tanto... che stupida sono stata... ma vedi... io non pensavo proprio al matrimonio... con te... - cercò di giustificarsi

- Come... allora... non vuoi sposarmi??!!! - chiese allarmato Inuyasha scostandola di nuovo da sé per guardarla meglio

- Ma certo che lo voglio!!! - esclamò lei sorridendo e guardandolo negli occhi, rassicurante - E' che... è troppo... non ci speravo proprio... anzi non ci ho proprio mai pensato... non credevo che pensassi certe cose... che dessi tutta questa importanza a una “formalità” umana... insomma... mi era sembrato di capire che i demoni fossero molto più “libertini” su certe cose... - proseguì imbarazzatissima - Inuyasha... a me basta stare con te... - mormorò – Tu sei sempre così libero, indipendente; vai dove vuoi quando vuoi, senza rendere conto a nessuno. Io... non voglio costringerti a stare sempre con me... legarti a me... vivere come un essere umano... non voglio soffocarti con il pensiero di dover tornare a casa ogni sera! Preferisco essere l'amante di un mezzodemone libero e felice piuttosto che la moglie di uno incatenato e triste... Voglio che tu ti senta libero di... stufarti di me... e... andartene quando vuoi... - mormorò con un filo di voce – Anche se questo... mi spezzerebbe il cuore... – concluse con le lacrime agli occhi .

Si interruppe un attimo prese un profondo respiro e aggiunse decisa:

- Capito?! Non sei costretto! Se lo fai solo per me, non voglio! Ritira subito la tua proposta! Vorrei che tu stessi con me perché lo vuoi, non perché devi, perché hai preso un impegno ufficiale. Anche se non mi sposi... insomma... per me... va bene. – mormorò dolcemente, sorridendo allusiva.

Inuyasha la guardava sbalordito senza riuscire a ribattere... una donna “onesta” che vuole essere un'amante e non una moglie... Kagome riusciva sempre a spiazzarlo! E' con questi sentimenti che era tornata da lui?! Che gli aveva chiesto di restare al suo fianco?! Che si era offerta a lui?! Aveva già dato un calcio a tutto e adesso era pronta a gettare al vento anche la sua “reputazione” per lui... per la sua presunta felicità?! Adesso, finalmente, capiva il motivo di tanta audacia, da parte sua, e perché lei avesse preso così male il suo rifiuto...

La guardò con occhi pieni d'amore e le sorrise felice, non si era mai sentito così amato come in quel momento:

- Ma io VOGLIO stare con te, VOGLIO legarmi a te... legarti a me... Io non sono generoso come te, Kagome... Non voglio che tu possa stufarti di me... Non voglio che tu possa andartene! Ti voglio al mio fianco! Sempre! Non voglio più andare da nessuna parte senza di te! Ho vagabondato fin troppo in vita mia... - esclamò deciso trattenendola per le braccia

- Tsk! Libero?! - proseguì sorridendo amaramente – Libero, un accidente! Ero solo! Solo e scacciato da tutti! Ma adesso... adesso ho trovato un posto dove voglio stare... e voglio starci con te. Se non l'hai ancora capito, io VOGLIO che tu sia mia moglie! Mia! Mia e di nessun'altro!!! Va bene?! - chiese anche lui allusivo

Kagome annuì felice con le lacrime agli occhi e si lanciò di nuovo tra le sue braccia; finalmente tutto era stato chiarito. Inuyasha la baciò dolcemente prima di chiederle impaziente:

- Allora?! Quando ci sposiamo? -


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Angolo dell'autrice

Che dire.... 500 anni sono un bel gap generazionale! E in questo capitolo si sentono tutti. Ma come avranno fatto a innamorarsi questi due??!! Mah! XD

Spero di aver chiarito un po' di stati d'animo, soprattutto l'audacia di Kagome di qualche capitolo fa che a qualcuno di voi era, giustamente, suonata strana.

Alla prossima ^_^

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Capitolo 8
*** Preparativi ***


I preparativi per il matrimonio sembravano aver coinvolto tutto il villaggio, tutti gli abitanti volevano contribuire in qualche modo.

Inuyasha e Kagome avevano deciso di andare a vivere nella casetta di Inuyasha, visto che Kagome se ne era innamorata a prima vista e non c'erano alternative all'orizzonte, a meno di non costruirsi una casa al villaggio di sana pianta, ma questo avrebbe portato via troppo tempo e Inuyasha non voleva più aspettare.

Anche se il mezzodemone aveva già messo mano a quella piccola costruzione, a tempo perso, c'erano ancora molte cosette da sistemare, ma il falegname e altri uomini del villaggio furono felici di collaborare.

Visto che in casa mancava praticamente tutto, Kagome si dedicò a procurarsi tutti i piccoli oggetti necessari alla vita quotidiana: utensili per cucinare, vasi per conservare i cibi, il futon e le coperte ecc. ecc.... Kagome, poi, stupì tutte le donne del villaggio pregandole di conservare per lei le penne e le piume dei volatili che avessero avuto occasione di cucinare nei loro pasti quotidiani. Era decisa a non rinunciare almeno a un piccolo sfizio della sua epoca: un bel cuscino morbido dove dormire, al posto dei cuscini piccoli e rigidi dei letti tradizionali.

Per quanto riguardava la cerimonia, Sango fu pronta a offrile senza indugi il suo kimono e quello di Miroku che, all'epoca del loro matrimonio, il monaco si era procurato offrendo i suoi servigi ai soliti malcapitati benestanti che li avevano richiesti. Inoltre Miroku e Inuyasha si recarono al villaggio vicino per chiedere al sacerdote di officiare la cerimonia. Il poveretto non si aspettava davvero uno sposo tanto particolare, ma grazie all'intercessione di Miroku (e alla fama della sposa) alla fine riuscirono a convincerlo.

Kagome, che non poteva avere la sua famiglia con sé, avrebbe voluto che fosse presente almeno Sesshomaru, anche se non era sicura che a lui e a Inuyasha avrebbe fatto piacere; restava il fatto però che fosse il loro unico parente e inoltre temeva che sposandosi senza informarlo avrebbero potuto offenderlo. Chiese a Rin se lei avesse modo di contattarlo, ma la bambina non poté aiutarla: Sesshomaru era sempre il solito, andava e veniva quando voleva senza prendersi la briga di avvisare “dei miseri umani”, che avrebbero dovuto essere solo onorati di una sua visita.

Non fu così per il vecchio Miyoga, il vecchio demone pulce non aveva perso la sua innata capacità di sbucare fuori sempre al momento giusto. Quando seppe la notizia si commosse fino alle lacrime, finalmente il Signorino Inuyasha aveva deciso di mettere la testa a posto così da dare una discendenza alla stirpe del Grande Generale Cane. Sulla scelta della sposa, poi, fu assolutamente entusiasta: una bella e potente sacerdotessa con il sangue più dolce che avesse mai assaggiato!


 

Mancavano un paio di giorni alle nozze, Kagome aveva deciso di recarsi in un villaggio più grande, dove i mercanti affluivano da tutta la regione, per cercare alcuni oggetti per la casa che al villaggio Musashi non riusciva a procurarsi. Inuyasha, che da giorni non riusciva a stare un po' da solo con lei, si offrì di accompagnarla.

- Tagliamo dal bosco?! - propose Kagome allegra – Così facciamo una bella passeggiata! -

- Ok, ma poi ti prendo in spalla o non arriveremo più! - la rimproverò dolcemente Inuyasha

Stava per prenderla per mano quando dai cespugli si alzò minaccioso un ringhio sommesso.

- Chi è là?! - gridò sguainando Tessaiga – Fatti sotto! -

Due grossi lupi a tre occhi balzarono fuori e si lanciarono verso di lui minacciosi.

- No! Fermi! A cuccia! - gridò Kagome

I due lupi si fermarono immediatamente guaendo pentiti mentre il povero Inuyasha, dopo tre anni di tregua, si ritrovò schiantato a terra.

- Oddio! Tesoro, scusami, non dicevo a te! - lo soccorse amorevole Kagome, poi si rivolse verso i lupi

- Kuro, Shiro. Cattivi, non si fa! - li rimproverò come fossero i cuccioli di casa – Inuyasha non è un nemico, è il mio promesso sposo. - i lupi la guardarono inclinando la testa di lato perplessi – Il mio compagno, ok?! - i lupi drizzarono la testa ansimando e scodinzolando felici. Avevano capito.

- Ma che diavolo... - biascicò Inuyasha rialzandosi a fatica appoggiandosi a Tessaiga (era decisamente fuori allenamento!) - E questi da dove sbucano fuori?! -

- Sono amici di Royakan – spiegò Kagome – quando eri da Totosai sono andata da Jinenji e... -

- Che cooosaaa???!!! Sei andata fino da Jinenji da sola???!!! Incosciente!!! - la rimproverò Inuyasha

- No, infatti, è quello che ha detto anche Royakan, è per questo che mi ha fatto seguire da loro. - concluse Kagome spazientita “Che tipo! Prima mi molla e poi si stupisce se vado in giro da sola!” pensò, ma non era arrabbiata

- E tu gli hai persino dato un nome?! - chiese ironico Inuyasha

- Certo! Siamo stati insieme tutto il giorno, mi hanno fatto molta compagnia. Dovevo pur distinguerli, no?! Così gli ho legato al collo questi due nastri che avevo con me – spiegò Kagome indicando due sottili strisce di stoffa, una bianca e una nera, che spuntavano dalla folta pelliccia dei lupi

- E adesso cosa vogliono da noi? - chiese Inuyasha sospettoso

- Me lo chiedo anch'io... - rispose Kagome poi si rivolse ai lupi - Che ci fate ancora qua in giro? Non siete tornati da Royakan? -

I lupi uggiolarono affettuosi, strusciando la testa contro le gambe di Kagome, in cerca di coccole.

- Tornare, sono tornati, Mia Signora... - rispose Royakan uscendo dal folto del bosco - ... ma a quanto pare vi si sono molto affezionati e preferiscono restarvi vicini. -

- Buongiorno Royakan – lo salutò affettuosa Kagome

- Mia Signora, è sempre un piacere rivedervi. - ricambiò il demone, con un inchino – Vedo che oggi siete in buona compagnia – aggiunse rivolto a Inuyasha che lo osservava dubbioso: non lo aveva ancora del tutto perdonato per quella storia della sfera.

Royakan tornò a rivolgersi di nuovo a Kagome.

- Se per voi non è troppo disturbo avere intorno questi due... - proseguì alludendo ai lupi

- Beh... non so se riuscirò a prendermi cura di loro... - rispose dubbiosa

Royakan rise divertito

- Non preoccupatevi di questo, sono perfettamente in grado di badare a sé stessi. Tutto quello che vogliono è avervi a portata di fiuto per poter correre da voi in caso di necessità - le spiegò – Comunque sono molto stupito: è raro che le mie emanazioni prendano iniziativa in questo modo. -

- Kuro e Shiro sono molto intelligenti, non è vero? - li lodò Kagome accarezzando loro la testa

- Kuro e Shiro?! Avete dato loro un nome? - si stupì Royakan

- L'ho detto anch'io che è una sciocchezza! - intervenne Inuyasha

- Questo cambia tutto. - proseguì Royakan – Adesso capisco il loro comportamento.-

- Che vuoi dire? - chiese Kagome

- Dovevo aspettarmelo da una sacerdotessa potente come voi, mia Signora. Dando loro un nome, con i vostri poteri, gli avete dato anche una coscienza, un'anima, per così dire. - spiegò

- Oh mi dispiace, Royakan, non volevo... non me ne sono resa conto... - si scusò Kagome mortificata

- Per me è un onore, se potranno esservi utili. Considerateli parte dei miei servigi. - disse Royakan con un inchino – Adesso, se vorrete scusarmi, tolgo il disturbo. -

Quando Royakan si allontanò Kagome tornò a rivolgersi ai suoi lupi.

- Beh... allora?! Che facciamo, ragazzi? Venite con noi? - gli chiese divertita

Per tutta risposta i lupi scodinzolarono felici, poi Kagome si voltò per riprendere il cammino ma si ritrovò tra le braccia di Inuyasha che, guardandola orgoglioso, la sollevò di peso fino a depositarle un lungo e dolce bacio sulle labbra.

- E questo?! - chiese Kagome avvampando – A cosa lo devo? -

- Questo è perché sei straordinaria! Riesci sempre a fare cose impossibili, senza nemmeno rendertene conto! Come quando purificavi i frammenti della sfera solo con un tocco... e io ti ho sempre ammirato per questo. -

- Ma no... non ho fatto niente... - si schermì arrossendo e stringendosi nell'abbraccio di Inuyasha

- Dai, andiamo adesso! - mormorò Inuyasha staccandosi da lei a malincuore - Il mercato ci aspetta e abbiamo già perso troppo tempo. Salta su, “Mia Signora”! - concluse prendendola in giro

- Oh... non ti ci mettere anche tu adesso! - lo rimproverò ridendo mentre saliva sulla sua schiena – Andiamo cucciolotti! Di corsaaa!!! -


 

In poco tempo raggiunsero la loro destinazione, Kagome lasciò Kuro e Shiro ad aspettarla nascosti fuori dal paese, non voleva che spaventassero la gente, e si avviò con Inuyasha verso il mercato.

“Certo che qui è tutta un'altra cosa” pensò Kagome aggirandosi in mezzo alla mercanzia esposta: stoffe pregiate, kimono, vasellami... non mancava proprio niente, dagli oggetti più modesti ai più preziosi. Kagome riuscì a trovare rapidamente tutto quello che cercava, così lei e Inuyasha stavano per andarsene quando la sua attenzione venne catturata da una piccola bancarella dove erano esposti pettini, fermagli e altri piccoli oggetti di uso femminile, “tanto belli quanto costosi e superflui” pensò Kagome. In mezzo a quegli oggetti, però, notò qualcosa che la colpì particolarmente, tanto da spingerla a fermarsi: una scatola quadrata di legno laccato con una decorazione floreale sui bordi e al centro una stella a otto punte, la figura da cui aveva origine il suo nome; ma non fu questo a colpirla quanto piuttosto la netta e vivida impressione di aver già visto quell'oggetto da qualche parte. Inuyasha la raggiunse e osservò la sua espressione incuriosito:

- Cosa c'è? Hai visto qualcosa che ti piace? - le chiese pensando che avrebbe potuto approfittarne per farle un regalo; infondo aveva un bel po' di risparmi da parte, Miroku aveva sempre insistito per dividere equamente i compensi dei loro esorcismi, ma Inuyasha aveva pochissime esigenze e non spendeva quasi niente dei suoi guadagni.

- No... è solo che... questa scatola... - mormorò Kagome pensierosa – Ha un aria familiare... a te non sembra Inuyasha? - gli chiese pensando che forse l'aveva vista in qualche occasione insieme a lui

- Mmmhhh... non saprei, sai che non do peso a questo genere di cose. -

La curiosità era troppa così Kagome si rivolse al mercante:

- Mi scusi, potrei sapere da dove viene questa scatola? - chiese

- Oh, voi avete davvero buongusto, venerabile sacerdotessa! - partì alla carica il vecchio commerciante che già pregustava l'affare – Questo oggetto è unico nel suo genere. Conosco personalmente l'artigiano che l'ha costruita, un vero artista, pensate che si vanta di non aver mai costruito due scatole uguali. -

- Dice sul serio? - domandò stupita Kagome “Non sarà che stai cercando di fregarmi sperando di alzare il prezzo??!!” pensò maliziosa senza darlo a vedere

- Sicuro! Le decorazioni delle sue scatole sono sempre diverse. Posso garantirvelo! Ne ho altre se volete vederle! - rispose l'uomo iniziando a tirar fuori altre scatole.

All'improvviso la tranquillità del mercato venne turbata dal nitrire di un cavallo che, imbizzarrito, partì al galoppo in mezzo alle bancarelle, seminando il panico tra la gente. In quel momento Kagome si sentì spintonare da un uomo che fino a un attimo prima curiosava tra gli oggetti all'altro lato della bancarella. Si sarebbe potuto pensare che stesse scappando spaventato, nel parapiglia generale, ma nella frazione di secondo in cui se lo vide arrivare addosso, Kagome non poté fare a meno di notare il gesto furtivo con cui l'uomo si nascose qualcosa nel risvolto del kimono.

- Ehi tu! - gridò Kagome – Fermati! -

Inuyasha si era già lanciato sul cavallo per fermarlo, prima che ferisse qualcuno e non poteva intervenire, Kagome pensò di usare una delle sue frecce ma non aveva il coraggio di rivolgerla verso un normale essere umano. L'uomo continuò a fuggire a gambe levate, era quasi fuori dal villaggio quando Kagome gridò:

- Kuro! Shiro! Fermatelo! -

I due lupi saltarono fuori immediatamente dal loro nascondiglio e si lanciarono sul ladro atterrandolo. L'uomo si mise a gridare terrorizzato, vedendosi addosso quelle due bestie demoniache che gli ringhiavano in faccia, ma Kagome lo raggiunse.

- Bravi, piccoli! Basta così, adesso, non fategli del male! - mormorò

- Aiuto! Venerabile sacerdotessa, salvatemi! Questi demoni mi vogliono uccidere. - gridò disperato strisciando verso di lei

- E' la punizione per i tuoi peccati! - lo riproverò severa Kagome, ma in realtà le scappava da ridere

- Ma io non ho fatto niente! Ve lo giuro!!! - tentò di difendersi l'uomo

- Non aggiungere anche la menzogna alle tue colpe! - continuò cercando di trattenersi ma era sempre più difficile – Pentiti e redimiti! Solo così salverai la tua anima. Restituisci ciò che non ti appartiene e ringrazia il cielo che nessuno si sia fatto male. -

L'uomo la guardò sbalordito, quella donna sembrava saperla lunga, non sapeva come contrastarla. In quel momento anche Inuyasha si avvicinò a loro:

- Tutto bene, tesoro? Cos'è successo? - le chiese premuroso

L'uomo lanciò un'occhiata a Inuyasha, lo sguardo corse rapido alle sue orecchie da cane e diventò bianco come un lenzuolo:

- AAAAHHH!!! Aiuto!!! Un altro demone!!! - gridò terrorizzato – Perdonatemi, Venerabile Signora dei Lupi! Farò come dite voi! Restituirò tutto! Non ruberò più! Passerò il resto della mia vita a fare ammenda dalle mie colpe, ma per carità tenete le vostre belve demoniache lontane da me!!! -

Così dicendo vuotò le tasche a terra e corse via urlando con quanto fiato aveva in gola.

Finalmente Kagome fu libera di scoppiare a ridere. Inuyasha la guardava perplesso

- Signora dei Lupi?! Quel tipo ha qualche rotella fuori posto! -

Anche il mercante e altre persone che avevano assistito alla scena si avvicinarono preoccupati:

- Venerabile sacerdotessa, cos'è accaduto? - chiese l'uomo timoroso

- Credo che quegli oggetti siano vostri - rispose Kagome recuperando la calma e indicando la refurtiva ancora a terra

- Ma come... - balbettò il mercante stupito – sono gli oggetti più preziosi che avevo esposto... -

- State tranquillo credo che quel tipo non si farà più vedere da queste parti per mooolto tempo! - rispose Kagome, poi si rivolse a Inuyasha – Bene, direi che possiamo andare! -

- Aspettate! - la fermò l'uomo – Voi avete salvato i miei affari, lasciate che mi sdebiti. -

- La ringrazio ma non è necessario... - rispose Kagome gentilmente

- Insisto, vi prego! Vi piaceva quella scatola, giusto? E' vostra, ve la regalo! E' il minimo che possa fare. -

Corse alla sua bancarella e tornò con la scatola tra le mani, Kagome accettò il regalo ringraziandolo di cuore, ma poi chiese dubbiosa:

- Davvero non ci sono altre scatole come questa? -

- Non vi mentirei mai, venerabile sacerdotessa! - rispose sicuro l'uomo.

Kagome gli sorrise e lo ringraziò di nuovo congedandosi da lui. Mentre si allontanavano, lei e Inuyasha, lo videro ringraziarli ancora, da lontano, con profondi inchini finché non sparì dalla loro vista.


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Angolo dell'autrice

Capitolino “slice of life”... concedetemelo ogni tanto, dai! ^^'

Ma anche qui ho seminato una cosuccia... se son rose fioriranno... :P (ora come ora non lo so nemmeno io)

Kuro e Shiro significano rispettivamente nero e bianco, lo sapevate, vero?!

Occhio al prossimo capitolo... ci aspetta un grande ritorno! ^_^

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Capitolo 9
*** Koga ***


- Ma tu hai capito cos'è successo? - le chiese Inuyasha mentre tornavano verso casa, dopo essersi congedati da Kuro e Shiro che erano tornati nella foresta

- Non dirmi che non te ne sei accorto?! Intuito femminile batte sensi di demone, uno a zero?! - gli rispose Kagome ridendo – E io che mi ero anche impegnata tanto per darmi un tono da vera sacerdotessa... - smucciò

- Che vuoi dire? Insomma ti decidi a spiegarlo anche a me?! E poi, se non te ne fossi ancora accorta, tu SEI una “vera sacerdotessa”... - insistette Inuyasha a metà tra lo scocciato e il divertito

- Quel tipo era un ladro! - spiegò Kagome - E pure molto furbo! Un vero professionista! Ha studiato con calma la situazione e ha preso solo gli oggetti più preziosi. Non si è accontentato di arraffare di sfuggita la prima cosa che gli fosse capitata a tiro. -

- Certo che ha avuto un bel coraggio, così davanti a tutti... - commentò Inuyasha

- Per questo si è creato un diversivo! - disse Kagome

- Un diversivo?!!- chiese stupito Inuyasha – Vuoi dire che...-

- Esatto! La scena del cavallo... era tutto calcolato! Probabilmente aveva un complice o ha lanciato lui stesso qualcosa, senza farsi vedere, a quel povero animale per farlo imbizzarrire e attirare l'attenzione di tutti su qualcos'altro in modo da poter agire indisturbato. Un vero genio del crimine! - rispose Kagome

- E tu come hai fatto a capirlo?! - chiese ancora Inuyasha

- Eh tesoro mio! - sospirò Kagome - Una mente geniale e una buona dose di libri gialli! Ricordatelo in futuro: non provare a tradirmi o ti scoprirò subito, anche se non ho il tuo fiuto!- aggiunse ridendo

- Stai scherzando?! Non mi sognerei mai di tra... - a un tratto un odore penetrante, selvatico, colpì le sensibili narici di Inuyasha che di colpo si interruppe; un odore fastidioso che non sentiva da tre anni: inconfondibile puzza di lupo!

- Cosa c'è? - gli chiese Kagome vedendolo fermarsi di colpo

La risposta arrivò come un turbine dritto davanti a loro, Kagome fu investita da una nuvola di polvere, chiuse gli occhi per proteggersi e si sentì sollevare di peso da due forti braccia, vi si strinse forte pensando fosse Inuyasha, ma quando il vento cessò e lei poté riaprire gli occhi, si ritrovò tra le braccia di...

- KOGA!!! - gridò stupita – Sei proprio tu?! -

- Kagome, mia amata! Allora non è stato un sogno! Quando ho sentito il tuo dolce profumo portato dal vento, non ho potuto resiste e sono venuto a cercati! Mia adorata! Erano secoli che non vedevo i tuoi bellissimi occhi, ero disperato... – la valanga di sdolcinatezze di Koga fu interrotta dal sibilare della lama di Tessaiga pochi millimetri sopra la testa del demone lupo.

- Giù le mani da Kagome, maledetto lupo rognoso! - ringhiò Inuyasha

- Fatti da parte, cagnolino, non sono affari tuoi! - sibilò Koga

- Lo sono eccome, invece! Kagome è mia! Non osare posare su di lei le tue sudice manacce! - lo minacciò pronto a sferrare un altro fendente

- Ah! Questa è bella! Kagome è tua?! Nei tuoi sogni, botolo! - rispose Koga sprezzante

- Ragazzi... basta, vi prego... - mormorava Kagome inascoltata

- Non sto scherzando! Sta' lontano da lei o ti stacco la testa! - proseguiva Inuyasha furente

- Voglio proprio vedere, cuccioletto! - ribatteva Koga

- INSOMMA BASTAAAA!!! - gridò Kagome esasperata

- Questo cagnaccio pulcioso cerca ancora rogne, dopo tanto tempo! Diglielo anche tu, Kagome, che non deve impicciarsi! - si giustificò Koga guardando Inuyasha di sottecchi.

- Mi dispiace Koga ma Inuyasha ha ragione – rispose calma Kagome

- Te l'avevo detto, lupastro! - incalzò Inuyasha

Koga si voltò sconvolto verso Kagome

- Che significa che ha ragione???!!! - le chiese facendo tanto d'occhi.

- Beh... vedi... - mormorò Kagome imbarazzata – il fatto è che... qualche giorno fa... Inuyasha mi ha chiesto di sposarlo... e io... gli ho detto di sì. – finì la frase rossa come un peperone, ancora non si era abituata all'idea e il ricordo di quei momenti le faceva ancora battere il cuore all'impazzata. - Dopodomani ci sposiamo, verrai vero?! - chiese ingenuamente

- Stai scherzando! - gridò Koga inorridito – Kagome, non è divertente! -

- E invece è tutto vero, fattene una ragione, lupo spelacchiato! - sibilò Inuyasha

- No, non ci credo! Mi rifiuto di crederlo!! - gridò Koga cieco di rabbia

- Koga, ti prego, calmati... - mormorò Kagome, non credeva che l'avrebbe presa così male.

- Sta' zitta, Kagome! Tu hai commesso un errore ma non preoccuparti rimediamo subito! Farò fuori questo maledetto con le mie stesse mani! Così finalmente sarai libera di amarmi! - in preda a una furia cieca, si scagliò su Inuyasha senza indugi

- Finiscila stupido! - gridava Inuyasha schivando i colpi del demone lupo – Kagome non ti ama, ficcatelo in quella testaccia una buona volta! -

- Sta' zitto! Non ti permetterò di portarmela via! - gridava Koga furente di rabbia – Tu non la meriti! - così dicendo spiccò un balzo per poi ricadere, a gamba tesa, dritto sulla testa di Inuyasha che lo schivò per un soffio, mentre il calcio di Koga apriva una profonda buca nel terreno.

Inuyasha gli si lanciò contro falciando l'aria con Tessaiga ma Koga fu più veloce, spiccò un altro salto e atterrò per un attimo sulla lama di Tessaiga, mollando un calcio dritto al mento di Inuyasha; avesse avuto ancora i frammenti della Sfera nelle gambe, gli avrebbe staccato la testa. Inuyasha sputò di lato una boccata di sangue e si asciugò la bocca con il dorso della mano, lanciando al demone lupo un'occhiata assassina:

- Allora vuoi proprio morire... - mormorò prima di lanciarsi di nuovo al contrattacco, deciso a trapassarlo da parte a parte con la sua lama, ma Koga fu di nuovo più veloce di lui, scivolò di lato evitando la spada e, entrando su Inuyasha a braccio teso, lo scaraventò a terra. Mentre con una mano sul suo collo lo tratteneva in quella posizione, si ritrovò la lama di Tessaiga proprio sotto la gola, ma questo non lo scoraggiò né lo intimorì e con la mano libera sfoderò Goraishi;

- Muori, maledetto! - sibilò Koga con odio, incurante del freddo metallo che gli premeva contro la pelle del collo. Stava per avventarsi contro la testa di Inuyasha che, stretto in quella morsa non riusciva a parlare ma non accennava a mollare la presa su Tessaiga, quando all'improvviso una ventata d'aria, fresca e pura come la neve, gli investì la faccia, mentre qualcosa passava sibilando a pochi centimetri dal suo viso: una freccia.

- BASTA! SMETTILA KOGA! - urlò Kagome disperata scoppiando a piangere con l'arco ancora in pugno dritto davanti a sé.

Koga si bloccò di colpo sconvolto: la sua adorata Kagome aveva appena rivolto contro di lui una delle sue micidiali frecce sacre. Non riusciva a crederci! Poi la vide piangere e lasciar cadere l'arco.

- Kagome... io... - mormorò, lasciando di colpo Inuyasha e tornando da lei

- Koga, mi dispiace, non credevo che ci tenessi davvero così tanto a me... - proseguì lei tra le lacrime

- Ma io ti ho sempre detto che ti amavo! Che avrei fatto di te la mia donna!!! - rispose lui senza capire

- Lo so ma... lo dicevi così tranquillamente... che io non ti ho mai preso sul serio, credevo scherzassi, che fosse il tuo modo per dirmi che mi volevi bene, che ti eri affezionato a me... io sono solo un'umana. - singhiozzò Kagome

- Non mi importa cosa sei! Sei Kagome e questo mi basta! Sei l'unica donna che voglio al mio fianco! Anche i miei compagni ti sono già fedeli! Ci hai conquistati subito tutti! - continuò Koga disperato – Allora è solo per questo che hai accettato la proposta di questo mezzodemone? Pensavi di non essere degna di me? -

- No, Koga, io ho accettato la proposta di Inuyasha perché lo amo! Lo amo davvero! L'ho sempre amato! E' per lui, solo per lui, che sono tornata. - mormorò disperata guardandolo negli occhi

- No, no, ti sbagli... vedrai, lo spazzerò via dalla faccia della terra e lo dimenticherai! Saremo felici insieme! - non voleva ascoltarla. Si voltò di nuovo verso Inuyasha, che nel frattempo si era rimesso in piedi, pronto a tornare alla carica, ma Kagome gli si parò davanti bloccandogli la strada

- Non farlo Koga!!! - gridò - Credi davvero che potrei stare al tuo fianco se tu facessi del male all'unico uomo che amo?! Credi davvero che potrei vivere senza di lui?! Io ti voglio bene, Koga, per me sei un carissimo amico... ti prego non costringermi ad odiarti! - lo supplicò Kagome tra le lacrime ma guardandolo dritto negli occhi, decisa come non mai.

- Allora... è vero?! E' veramente questo che pensi? E' davvero quello stupido mezzodemone che vuoi? - mormorò Koga incredulo e disperato

Kagome annuì senza riuscire a parlare, non l'aveva mai visto così abbattuto, sconfitto; l'aveva ferito e non riusciva a perdonarselo.

- Kagome... - mormorò Koga muovendo un passo verso di lei.

Poi con uno scatto improvviso, rabbioso e disperato l'attirò a sé e la baciò sulle labbra, sembrava non volerla più lasciare andare.

- Io ti ammazzo!!! - gridò Inuyasha avventandoglisi contro ma si bloccò di colpo appena lui la lasciò andare. Koga si voltò un attimo a guardarlo con un'espressione che Inuyasha non aveva mai visto, sembrava dire “Fai pure”, poi tornò a rivolgersi a Kagome che, presa di sorpresa, non aveva reagito a quel bacio in alcun modo.

- E' proprio vero che sei sua, allora. Sai di cane. - mormorò sorridendo amaramente – Il nostro primo e unico bacio rovinato da quel maledetto... Io dovrò accontentarmi di questo mentre lui... lui potrà... lui potrà... - non volle finire la frase

- Mi dispiace... - mormorò Kagome – ti prego, dimenticati di me. -

- No, non potrei mai! - si riscosse Koga - Promettimi che se quel cagnaccio bastardo ti farà soffrire verrai subito da me. Io ti aspetterò per sempre! -

- Lo farò, te lo prometto, ma so che non succederà! - acconsentì dolcemente - Piuttosto tu promettimi che non mi aspetterai. Non chiudere il tuo cuore a chi ti ama davvero, a chi può renderti felice. E quando arriverà quel giorno io sarò sicuramente lì con te, perché siamo amici, vero Koga?! - gli chiese lei incoraggiante

Koga le accarezzò piano una guancia con infinita dolcezza.

- In cuor mio sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, l'ho sempre saputo che alla fine avresti scelto lui... ma ho continuato ugualmente a sperare in un miracolo. - confessò amaramente - Amici, eh? Non ho mai odiato così tanto questa parola come adesso, ma se sei tu a chiedermelo... - mormorò arrendevole

- Grazie, Koga – disse Kagome sorridendo tra le lacrime e abbracciandolo stretto

Koga la stinse forte a sé, il viso affondato nei suoi capelli, Inuyasha non riusciva a vederlo in faccia ma sentì chiaramente odore di lacrime e non erano quelle di Kagome.

- Vai adesso! - le disse Koga senza però allentare la sua stretta – Vai o non riuscirò più a lasciarti andare. -

Kagome annuì contro il suo petto poi lentamente scivolò via dal suo abbraccio e corse, ancora in lacrime, da Inuyasha.

Koga si voltò di spalle pronto a correre via poi sembrò cambiare idea

- Inuyasha! - gridò ma non aggiunse altro, non fu necessario, nel tono della sua voce c'era già tutto: “Amala, proteggila, falla felice...”.

- Lo farò! - rispose il mezzodemone

Poi Koga sparì, com'era arrivato: in una nuvola di polvere.


 

- Calmati, tesoro, ti prego calmati adesso. - mormorava Inuyasha a Kagome, ancora singhiozzante tra le sue braccia.

- Sono una stupida. Mi odio così tanto! - rispose lei senza il coraggio di guardarlo in faccia - Come ho potuto fargli una cosa del genere?! Dovevo capirlo che faceva sul serio! -

- Cos'è?! Avresti preferito continuare a farti corteggiare per sempre da quel bellimbusto?!! Credi davvero che l'avrei tollerato oltre?!!! - le chiese Inuyasha frenando a stento un impeto di gelosia – Questa storia doveva finire Kagome... in un modo o nell'altro! Ringrazia il cielo che sei riuscita a farlo ragionare altrimenti... questa volta uno di noi due... -

Quella prospettiva la colpì come un pugno, mozzandole il respiro; terrorizzata si strinse ancora più forte nell'abbraccio di Inuyasha

- No, ti prego, non dirlo nemmeno per scherzo, Inuyasha! - gridò

- E' la verità, Kagome! Io e Koga siamo demoni e i demoni non vanno tanto per il sottile in certe cose! Chi ci intralcia, chi minaccia ciò che è nostro o tenta di portarcelo via, viene fatto a pezzi! Vince solo il più forte, un pareggio non è contemplato. - rispose secco - Te lo ripeto: è solo merito tuo se non ci sono stati spargimenti di sangue e non solo perché ti sei messa in mezzo ma per il fatto stesso che fossi tu l'oggetto del contendere. Kagome, tu ci hai cambiato entrambi profondamente, è solo il pensiero di ferirti e quindi perderti per sempre, che ci ha impedito di ammazzarci l'un l'altro già da tempo. Quindi tu non hai nessuna colpa. - concluse dolcemente

- Resta il fatto che avrei dovuto scoraggiarlo fin da subito – si rammaricò Kagome

- Tesoro, tu non l'hai mai incoraggiato. E' colpa sua che non ha mai voluto capire. Te l'ha detto anche lui, hai sentito. - la consolò Inuyasha

- Beh... allora avrei dovuto dirgli del matrimonio con più tatto... sono stata un'insensibile! Ho pensato solo alla mia felicità! E poi... - si interruppe soffocata da un nuovo singhiozzo – Perdonami! Non avrei mai voluto che succedesse... che tu vedessi... - istintivamente si portò una mano alle labbra iniziando a strofinarle con forza nel disperato tentativo di cancellare quel bacio, mentre fiumi di lacrime le rigavano le guance.

Inuyasha sentì una fitta al cuore al ricordo di ciò che aveva visto, per un attimo i suoi peggiori incubi si erano materializzati davanti ai suoi occhi, non avrebbe mai dimenticato quella scena: Kagome tra le braccia di un altro... eppure qualcosa lo aveva fermato... lo sguardo di Koga?! No, non solo quello... Era il significato di quel gesto ad averlo colpito: era un addio, l'aveva capito subito, e per un attimo aveva ringraziato il cielo di non esserci lui al suo posto, a dover dire addio a Kagome.

Con quel pensiero la stinse forte a sé sollevandole delicatamente il viso per baciarla ma lei si ritrasse voltandosi di lato

- Non farlo ti prego! - mormorò – Se per lui sapevo di cane... per te adesso puzzerò terribilmente di lupo... -

- E allora lasciami cancellare quell'odore per sempre... lasciami ribadire una volta ancora che tu sei solo mia! - bisbigliò con voce roca, costringendola a voltarsi.

La baciò con una tale passione da lasciare Kagome senza fiato, si ritrovò imprigionata a un albero dietro di lei, i polsi bloccati in alto dalle mani di Inuyasha, la sua bocca forte e gentile che le baciava con insistenza le labbra, le guance, il mento, decisa a cancellare ogni minima traccia dell'antico rivale, prima di correre avida lungo il suo collo fino a scalzarle il risvolto dell'hakui per raggiungere le spalle e avventurarsi, pericolosa e inarrestabile, nella sua scollatura.

- Inuyasha... - mormorò Kagome con un filo di voce

Il mezzodemone si bloccò di colpo e, ansimando, sollevò il viso per guardarla con i suoi meravigliosi occhi dorati accesi dal fuoco della passione. Respirando profondamente per cercare di calmarsi, chiuse gli occhi e appoggiò la sua fronte a quella di lei.

- Due giorni... - bisbigliò senza fiato – Ancora due maledettissimi giorni... Saranno i più lunghi della mia vita! -


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Angolo dell'autrice

Lo ammetto: l'uscita di Koga dalla storia originale, non m'ha mai convinto, non sapeva di definitivo, quindi ho sentito il bisogno di metterci un punto. Ma tranquilli, questo non è un addio! ;)

Colgo l'occasione per ricordarvi che a me fanno sempre piacere i vostri commenti belli o brutti, lunghi o corti, non importa. Mi fa piacere sapere che ci siete... quindi dai, non siate timidi ;)

Forza Inuyasha! Ancora un capitolo poi Kagome sarà tutta tua... forse... :P

Alla prossima ^_^

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Capitolo 10
*** Preghiere ***


Calmati i bollenti spiriti, Inuyasha e Kagome ripresero il cammino verso casa.

Kagome voleva passare a controllare che fosse tutto a posto e a sistemare gli ultimi acquisti, il giorno successivo infatti l'avrebbe dedicato interamente alla preghiera.

La vecchia Kaede non le aveva dato nessuna indicazione al riguardo, anche perché casi come quello di Kagome erano decisamente rari, e l'anziana sacerdotessa non era a conoscenza di particolari rituali propiziatori da dover svolgere in simili circostanze; tuttavia Kagome si sentiva in dovere di farlo quindi lei le aveva dato il suo benestare.

Quando arrivarono alla loro futura casetta, trovarono Sango e altri abitanti del villaggio ad aspettarli

- Kagome!!! - la chiamò l'amica eccitatissima – Vieni, presto! Abbiamo una sorpresa, per te. Non indovinerai mai!!! -

- Che succede?! - chiese Kagome subito contagiata dall'allegria di Sango

- Vieni-vieni-vieni... - le disse Sango prendendola per mano e facendole strada verso la porta scorrevole – Chiudi gli occhi...- Kagome obbedì ridendo poi sentì il rumore delle porte che si aprivano e Sango esclamare:

- Aspetta... com'è che dici sempre tu, in questi casi?! Ah sì... TA-DAAANNN! -

Finalmente Kagome poté guardare l'interno della sua casa e rimase senza parole.

- Ma siete impazzitiiii???!!! - gridò stupefatta – Questo è veramente troppo, non dovevate! -

Adesso, al posto del vecchio pavimento di assi di legno facevano bella mostra di sé sei splendidi tatami di paglia e giunco intrecciato che spandevano il loro aroma di nuovo per tutta la stanza.

- Zitta! Niente proteste. - la rimproverò Sango – Io e le donne del villaggio ci abbiamo lavorato di nascosto per giorni. E' il nostro regalo di nozze per te, questa casa è così carina che quel vecchio e freddo pavimento era un vero pugno in un occhio, non potevamo tollerarlo. Naturalmente anche gli uomini c'hanno dato una mano per assemblarli e sistemarli. - precisò

- Ma Sango, i tatami sono oggetti troppo costosi per un modesto villaggio come il nostro... - protestò Kagome

- Oh, quanto sei noiosa! - sbuffò Sango - Guarda, te lo dico da figlia di un capovillaggio: è normale e anche giusto che una figura importante come te si distingua un minimo dagli altri anche in queste piccole cose. Vuoi capirlo che sei una vera e propria autorità per il villaggio Musashi?! Tutti ti amano e ti rispettano e questo è il loro modo per dimostrartelo. Accettalo e basta! -

- Ma quella paglia poteva essere usata per qualcos'altro... qualcosa di più utile e necessario... che ne so... un tetto che perde?! - mormorò ancora

- Sì... o per riempire una stalla! Sopravviveremo, tranquilla. Se proprio ti senti in debito, fai il tuo mestiere e propiziaci un buon raccolto, Signora Sacerdotessa! - insistette Sango, poi sorrise e l'abbracciò – Ah! Kagome, Kagome... è proprio perché ti preoccupi sempre degli altri in questo modo che tutti ti vogliono bene. Fossi dispotica ed egoista non ti avremmo regalato un bel niente! - la canzonò

Un coro di “E' vero!”, “Accetti, Venerabile Kagome!” si alzò dalle persone presenti. Kagome rivolse uno sguardo a tutti e sorrise.

- E questo che significa? - chiese Inuyasha che, rimasto a chiacchierare con alcuni uomini si era perso tutta la scena, e adesso sbirciava curioso dentro casa.

- Significa che o la smetti di girare dappertutto a piedi nudi o ti lavi ogni volta, prima di entrare in casa! - lo canzonò Kagome.

- Che cosa?!!! Sango, accidenti a te, ma che ti è saltato in testa!! - sbottò Inuyasha – Io con quella robaccia ai piedi non ci so stare – protestò indicando i loro zori* – non riesco a saltare e correre come voglio! - precisò spazientito.

- Quindi scegli di lavarti?! - chiese Kagome con un sorriso.

- Cos... - tentò di nuovo di protestare Inuyasha ma davanti a quel sorriso non ne ebbe la forza – Bahh!... E va bene! Avete vinto! - capitolò alla fine

- Bene, ne deduco che accettate il nostro regalo! - esclamò Sango sorridendo soddisfatta

- Ma certo! - rispose Kagome - Tanto ormai ci avete già rivoluzionato il pavimento! - scherzò - Vi ringrazio di cuore, sono stupendi! - concluse allegra con un inchino


 

Kagome trascorse la notte da sola nella nuova casa perché sentiva il bisogno di non avere contatti con nessuno, nemmeno con Inuyasha che decise di vegliare da lontano su di lei, dormendo su uno degli alberi al limitare della radura.

Prima dell'alba Kagome si alzò e si recò sotto l'acqua fredda della cascata per fare abluzioni e purificarsi prima della sua lunga giornata di preghiera, mangiò solo un po' di riso bollito e poi si incamminò verso il villaggio per raggiungere il tempio, seguita sempre a debita distanza da Inuyasha.

Il mezzodemone l'aveva osservata da lontano per tutto il tempo e per un attimo gli era sembrato di essere tornato indietro di cinquant'anni. Kagome era così seria e concentrata quella mattina, si era persino legata i capelli, gesto che già da solo era sufficiente a renderla identica a Kikyo (e forse era proprio per questo che non lo faceva quasi mai), ma che di solito si accompagnava ai suoi splendidi sorrisi che spazzavano via immediatamente quella strana impressione: Kagome era Kagome ed era perfetta così, non era la copia di nessuno! Quella mattina però non c'era traccia di quel sorriso, assorta in chissà quali pensieri sembrava così irraggiungibile, suscitava un senso di rispetto impressionante, in quel momento la donna che gli stava davanti era una Sacerdotessa a tutti gli effetti, bella... terribilmente bella... ma mai avrebbe osato fare un pensiero sconveniente su di lei... era inconcepibile! L'idea stessa di averla avuta tra le sue braccia solo il giorno prima... ma come aveva osato! Lui, uno sporco mezzodemone, si era davvero permesso di sfiorare una creatura così pura e sacra?! Le aveva addirittura chiesto di sposarlo!!! Ma che gli era saltato in testa?! Chi era lui per ritenersi degno di un tale onore??!!! Eppure lei gli aveva detto di sì... e gliel'aveva detto con le lacrime agli occhi e un sorriso così radioso... l'aveva stretto così forte che sembrava non volerlo più lasciare... era quella la sua Kagome!

“Già, ma la mia Kagome sa anche essere così, quando vuole.” pensò osservando di nuovo la Sacerdotessa che camminava nel bosco sotto di lui, mentre lui saltellava da un albero all'altro senza osare avvicinarsi “Sono due faccia delle stessa moneta... immagino che dovrò imparare a conviverci!” concluse più sereno scortandola fino al villaggio, dove pensò che non corresse più pericoli.

Arrivata al tempio, Kagome ripeté i riti di purificazione nel chouzuya*, e finalmente si recò nell'edificio principale per rivolgere le sue preghiere direttamente al Kami. Aveva già imparato qualcosa dalla vecchia Kaede e ricordava anche i rituali di suo nonno, ma decise di seguire anche il suo istinto.

Inginocchiata di fronte al goshintai* Kagome batté alcune volte le mani rivolgendo al Kami dei profondi inchini, prima di mettere a bruciare alcuni bastoncini di incenso su un'incensiere davanti a lei. Il profumo intenso della resina che bruciava iniziò a riempire l'aria della piccola stanza che accoglieva la divinità, mentre Kagome proseguiva le sue preghiere, in silenzio, a mani giunte chiedendo perdono per la sua scelta, che temeva ancora potesse offendere la divinità, invocando la sua benevolenza e protezione per sé stessa e per il suo amato sposo, per il loro futuro insieme, perché fosse felice e ricco di pace. Fu con profonda emozione ed imbarazzo che si ritrovò a chiedere anche la benedizione e la gioia di un figlio, era una cosa a cui fino a quel momento non aveva mai pensato, nemmeno per un attimo... eppure... sposandosi c'era anche quella possibilità... una famiglia... e lei sperava che fosse una famiglia felice, soprattutto per Inuyasha che era sempre stato solo.

In quel momento, all'improvviso, si sentì scuotere da un brivido, non era freddo e nemmeno paura, era una sensazione che le nasceva da dentro; sentì la testa farsi pesante, inebriata dal profumo dell'incenso, e il mondo intorno a lei divenne lentamente sempre più buio, sentì una voce chiamarla in lontananza e una figura vaga e indistinta venire verso di lei lentamente ma senza riuscire ad avvicinarsi. Era quella che parlava, Kagome non capiva nemmeno se fosse un uomo o una donna, voleva dirle qualcosa, qualcosa di importante che riguardava il suo futuro, in qualche modo Kagome lo sapeva, se lo sentiva, ma era come se un forte vento portasse via le sue parole che non riuscivano a raggiungerla.

- Chi sei? Cosa vuoi? - gridava Kagome in quella specie di tempesta.

Solo vaghi frammenti di parole riuscirono ad arrivare fino a lei

- ... male... lottare... destino... - ripeteva la voce, niente che avesse un senso

– Avvicinati non ti sento! - gridava Kagome

- ... sangue... sangue... -

Poi una forza sconosciuta la trascinò via da quel luogo misterioso, una luce la avvolse e quando Kagome aprì gli occhi si ritrovò distesa a terra sul pavimento dell'honden*, madida di sudore, il respiro affannato come dopo una lunga corsa, il cuore in tumultò. A fatica si rimise seduta e si accorse che fuori il sole stava quasi per tramontare e che del profumo dell'incenso non restava traccia... possibile che la giornata fosse già finita?! Si sentiva strana, come quando ci si sveglia al mattino con la netta sensazione di aver sognato, ma quel sogno, così vero e reale fino a un attimo prima, vivido fino al minimo dettaglio, aveva lasciato solo una vaga ombra dietro di sé, una lontana eco del suo passaggio e l'inquietante bisogno di ricordarlo. Bisogno che si faceva sempre più flebile con il passare dei minuti e il regolarizzarsi del respiro, fino a sparire quasi del tutto.

- Kagome, ti senti bene? - era la vecchia Kaede che l'aveva appena raggiunta nell'edificio principale – Sei terribilmente pallida! Sei stata qua tutto il giorno? Scommetto che non hai mangiato niente! -

- Sì, nonnina – mormorò Kagome ancora stordita – Ma non me ne sono nemmeno accorta... è successa una cosa molto strana -

- Cosa? - chiese la vecchia

- Credo di essermi appisolata o forse sono svenuta... comunque, ho l'impressione di aver fatto un sogno, un sogno stranissimo... era così reale... ma appena ho aperto gli occhi l'ho dimenticato... eppure ho la sensazione che sia importante! -

- E cosa stavi facendo quando ti sei... “addormentata” ? - chiese ancora l'anziana sacerdotessa

- Ero intenta nelle mie preghiere... per il mio futuro, sai?! - balbettò un po' imbarazzata

- Mmmhhh... Capisco... - mormorò pensierosa la vecchia – Beh, ragazza mia, si direbbe che gli Dei ti abbiano ascoltata! Ho l'impressione che tu abbia appena ricevuto il dono di una divinazione. -

Kagome rimase sconcertata

- Vuoi dire una premonizione sul futuro? Ma allora ho ragione: è importante! Perché non riesco a ricordarla?! Che devo fare, nonnina? - chiese allarmata

- Non ricordi proprio niente, nemmeno che sensazione hai provato?! Eri spaventata, preoccupata, triste, felice?! -

- No... non ero spaventata... non direi... sentivo solo un gran bisogno di sapere qualcosa... non ricordo! E' tutto così vago! -

- Tranquillizzati cara, se non eri spaventata o preoccupata non dovrebbe trattarsi di un cattivo presagio. Il fatto che tu non lo ricordi potrebbe dipendere sia dalla tua poca esperienza di questo tipo di pratica, sia dal fatto che si riferisca ad avvenimenti ancora lontani a venire. In entrambi i casi, il tempo è l'unica medicina. -

Kagome si sentì vagamente rincuorata, almeno non erano brutte notizie, tuttavia “non sapere” la preoccupava.

- Adesso andiamo cara, il tempo delle preghiere è finito. Hai bisogno di mangiare e riposarti un po', domani sarà il gran giorno. Anche Inuyasha è fuori che ti aspetta, sembra un leone in gabbia! -


 

Kagome seguì Kaede fuori dall'honden, trovò Inuyasha accucciato vicino al torii* come un komainu*, sprizzava impazienza da tutti i pori. Quando la vide il suo volto si distese subito ma poi fu di nuovo attraversato da un dubbio, non era sicuro che adesso avrebbe potuto avvicinarsi, ma Kagome gli sorrise incoraggiante

“Quel sorriso... la mia Kagome... la mia Kagome è tornata!” pensò euforico raggiungendola con un balzo.

- Ce ne hai messo di tempo! Ma che accidenti dovevi dirgli a quel Kami?! - sbottò, quasi quasi si sentiva geloso anche di un'entità soprannaturale.

- Inuyasha! – lo rimproverò la vecchia Kaede – Hai scelto tu di sposare una miko ed è già molto che ti venga concesso, impara a rispettare i doveri che il suo ruolo le impone. -

Inuyasha non riuscì a ribattere e si limitò ad emettere un leggero ringhio sommesso di disapprovazione:

- Sì, ma non mi piace che Kagome passi tutto questo tempo in un posto dove io non posso entrare... - confessò con rabbia

Kagome rise divertita:

- Guarda che non c'è nessun pericolo nell'honden! - spiegò prendendolo sottobraccio per avviarsi verso casa di Sango che li stava aspettando per la cena.

Avevano deciso che quella notte sarebbe rimasta a dormire da loro, così il mattino successivo Sango avrebbe potuto aiutarla a prepararsi. Miroku e Inuyasha , invece, sarebbero andati alla nuova casa, così che anche il monaco potesse aiutare il suo amico mezzodemone, oltre che tenerlo a bada. Infatti Kagome era decisissima a rispettare almeno una delle tradizioni dei matrimoni occidentali, lo sposo non doveva assolutamente vedere la sposa prima delle nozze!

Appena entrati dalla porta della piccola capanna Inuyasha si ritrovò un braccio stretto attorno al collo, era Miroku che evidentemente lo aveva aspettato appostato di fianco alla porta:

- Ah-ahhh ecco lo sposo!!! - gridò allegro il monaco

- Ma che cavolo... Miroku, maledetto... - protestò impacciato Inuyasha

- Forza amico, stasera bisogna festeggiare! Sarà la tua ultima sera da scapolo!!! - diceva euforico – Niente musi lunghi! -

Kagome rise divertita da quell'assalto gioioso, negli ultimi anni sembrava che l'affiatamento tra Miroku e Inuyasha fosse aumentato.

- Miroku... - sibilò Sango minacciosa – non avrai in mente qualcosa di strano per stanotte, vero??!!! -

- Ma cosa dici Sango... - si schermì Miroku con finta innocenza – non potrei mai! Sara una tranquilla notte tra uomini, vero mio carissimo Inuyasha?! - chiese mentre la bocca gli si distendeva in un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro..

- Mmmhhh... tu non me la racconti giusta, monaco pervertito! - insistette Sango

- Dai Sango, ormai Miroku è un uomo sposato, un bravo marito, un padre affettuoso... dovresti iniziare a fidarti un po' più di lui. - intervenne Kagome divertita.

- Divina Kagome, voi si che mi capite! Inuyasha sarà fortunato ad avere una moglie così comprensiva. -

- Invidioso, eh! - lo canzonò Inuyasha – Ma arrivi tardi! -

- Adesso basta con le vostre sciocchezze. Scommetto che Kagome sta morendo di fame, venite a mangiare. - tagliò corto Sango

- Wow, Sango, ti sei superata, ci sono un sacco di cose buonissime!! - disse Kagome con le lacrime agli occhi dalla gioia.

- Ringrazia il tuo futuro maritino che oggi, al colmo dell'impazienza, se ne è andato a caccia. - le confidò Sango – Il pezzo forte comunque l'ho tenuto per il banchetto di domani! - ammise orgogliosa facendole l'occhiolino.

La cena proseguì allegra, tra le chiacchiere degli adulti e i giochi delle gemelle che non perdevano occasione per torturare le orecchie del povero “zio Inu”. Kagome, che nei giorni precedenti era stata impegnatissima, fu felice di spupazzarsi un po' il suo “nipotino preferito”: tenerlo in braccio adesso, dopo le preghiere di quel pomeriggio, le dava un'emozione nuova

“Chissà se un giorno anche noi...” pensò imbarazzata, guardando Inuyasha con la coda dell'occhio “Chissà lui cosa ne pensa?! Non ne abbiamo mai parlato... l'unica cosa che ho capito è che non voleva figli illegittimi... ma quelli legittimi?”

In quel momento Inuyasha incontrò il suo sguardo e le sorrise affettuoso.

“Un passo alla volta, Kagome” si ripeté la giovane miko “Un passo alla volta, non c'è fretta. Siamo ancora giovani, ci siamo ritrovati da poco quando ormai sembrava impossibile, la nostra relazione è ancora agli inizi, meglio assaporarne ogni istante, godiamoci con calma il nostro amore ora che finalmente ci è concesso. Per pensare a formare una famiglia ci sarà tempo”

Tornò a rivolgere il suo sguardo al piccolo Hideki impegnatissimo a lottare con i suoi pugnetti contro le dita della “zia Kagome” che gli sorrise divertita dandogli un piccolo bacio sulla fronte, per un attimo provò a immaginarlo con due piccole orecchie da cane che spuntano tra i capelli sottili, sentì quell'idea scaldarle il cuore

“Un passo alla volta, Kagome, un passo alla volta”


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Glossario:

chouzuya = vasche di acqua poste all'ingresso dei templi shintoisti utilizzate per il rito della purificazione

goshintai = “corpo” del Kami, rappresentato da un oggetto sacro come uno specchio, una statuetta ecc. (es. nell'episodio del dio Sarugami, la pietra che cercano le scimmiette è un goshintai)

honden = parte centrale dell'edificio principale dei templi shintoisti, dove si dice risieda il Kami e dove viene conservato il goshintai, è l'unica parte del tempio che non è aperta al pubblico, possono accedervi solo sacerdoti e sacerdotesse (motivo per cui Inuyasha è tanto scocciato ^_^)

Komainu = statue di pietra poste all'ingresso dei templi, raffigurano una creatura mitologica di origine coreana, mi pare, una specie di incrocio tra un cane e un leone, è una sorta di guardiano.


 

Per chi non ha letto “Matsuri in love”

zori = infradito di paglia

torii = portale di legno rosso che si trova all'ingresso dei templi.


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Angolo dell'autrice

Oddio! Ci mancava solo la divinazione! E ora che sarà?! O.O Che sta bollendo nel pentolone della Fairy?! (Che più che una fata sembra una strega a un sabba! XD ) Qualunque cosa sia, la cottura è mooolto lenta.... l'unica cosa sicura è che nel pentolino a fianco c'è la camomilla per serin88, che temo, a questo punto, ne avrà bisogno XD (aspetto con ansia il tuo commento, serin! XD )


 

Nel frattempo... Le avete aspettate... le avete chieste... le avete invocate e finalmente stanno per arrivare...

Non perdetevi assolutamente il prossimo capitolo!!! ^___^

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Capitolo 11
*** Nozze ***


Dopo cena Kagome accompagnò Inuyasha fuori per un ultimo saluto prima di coricarsi. Il cielo era pieno di stelle e i due rimasero un po' in silenzio ad ammirarle.

- Allora ci siamo, eh! - mormorò Kagome che iniziava a sentirsi nervosa

- Già! - rispose Inuyasha emozionato – Domani è il grande giorno... -

– Sei proprio sicuro? Sei ancora in tempo per fuggire, sai! - scherzò Kagome

- Non riesco ancora a crederci, Kagome... - rispose lui sorridendo felice – Fino a pochi giorni fa mi sentivo così vuoto, vivevo alla giornata, senza uno scopo, senza nessuna prospettiva. L'unica cosa che riuscivo a pensare era a dove fossi, cosa stessi facendo in quel momento, se mi stavi pensando o se mi avevi già dimenticato... - si voltò a guardarla negli occhi – Se anche questo è un sogno, ti prego, non svegliarmi mai! Non voglio più aprire gli occhi e non trovarti al mio fianco. -

- Te lo prometto, Inuyasha: questo è stato l'ultimo giorno che hai passato da solo. - gli disse sorridendo e accarezzandogli una guancia

“E anche questa notte sarà l'ultima che passo da solo...” pensò Inuyasha con una punta di malizia, chinandosi verso di lei per baciarla.

L'aveva quasi raggiunta quando lei gli bloccò le labbra con un dito, sorridendo

- No-no-no! Domani... - ridacchiò

- Uuhhh... ma perché? - piagnucolò Inuyasha divertito

- E' l'attesa la parte migliore, sai?! Rende tutto più bello. - spiegò saggiamente Kagome

- A me sembra d'aver aspettato abbastanza! - si lamentò Inuyasha – Anzi, abbiamo un sacco di occasioni perse da recuperare! -

- Le recupereremo, tranquillo! Alla fine ti stuferai di avermi tra i piedi! - rise Kagome – Ora sparisci però, che io ho bisogno di un bel bagno e di una bella dormita -

- Mmmhhh... se vuoi resto a lavarti la schiena... - mormorò tornado ad avvicinarsi pericoloso

- Signor Inuyasha! Che ne è dei tuoi buoni propositi? Tutti i tuoi bei discorsi... - lo rimproverò Kagome fingendosi scandalizzata – Mi sa che passi troppo tempo con Miroku! - scherzò

- Lo sai che la pazienza non è il mio forte – rispose lui - e in questi giorni credo di averla usata veramente tutta... -

Sospirò rassegnato prendendole una mano tra le sue per deporvi un casto bacio leggero:

– A domani, mia adorata, conterò i minuti che ci separano! - mormorò lasciandola a malincuore

- E questa dove l'hai sentita? - chiese Kagome ridendo imbarazzata mentre lui si allontanava – Scommetto che c'è lo zampino di Miroku anche qui... -

- Mah... chissà... - rispose Inuyasha facendo il misterioso e salutandola con la mano, senza voltarsi indietro: se l'avesse fatto non sarebbe più andato via.


 

Quando, la mattina successiva, Kagome aprì gli occhi trovò Sango già sveglia che allattava Hideki, mentre le gemelle dormivano ancora beate: Manami completamente distesa a braccia e gambe aperte, con un gomito sulla faccia della sorella, come per tenerla lontana, mentre al contrario Masami, girata verso di lei, sembrava cercare disperatamente di abbracciarla. Kagome sorrise divertita guardandole, così uguali eppure così diverse

- Certo che Inuyasha è proprio un asso a stancarle, eh?! - bisbigliò per non svegliarle

- Già – rispose Sango – loro l'hanno sempre adorato ma lui... ho l'impressione che solo di recente abbia iniziato ad essere davvero affettuoso con loro... - ammise con un sorriso complice

- Che vorresti dire? - chiese Kagome mentre si alzava per preparare la colazione

- Semplice! Voglio dire che prima che tu tornassi era l'ombra di sé stesso, niente riusciva a smuoverlo ma adesso... è letteralmente rifiorito! Il tuo ritorno deve avergli aperto nuove prospettive se non disdegna più nemmeno la chiassosa compagnia delle gemelle... Forse... ci sta facendo un pensierino, Kagome... preparati! - insinuò la sterminatrice, con fare malizioso.

- Ma no! - esclamò lei imbarazzata – La verità è che è ancora un bambinone, come con Shippo, solo che ora sono le tue figlie il suo “giocattolo”... non le maltratta allo stesso modo solo perché sono “fragili donne umane”. -

- Mmmhhh... sarà?! - rispose Sango poco convinta


 

Più tardi arrivarono la vecchia Kaede e Rin, accompagnate dal sacerdote, che volle salutare la sposa prima della cerimonia e concordare le ultime disposizioni. Come per Sango e Miroku, anche loro avevano deciso di celebrare un rito pubblico al tempio; di solito i matrimoni venivano celebrati in casa con i soli familiari degli sposi, ma sia Inuyasha che Kagome non avevano parenti che potessero o volessero assistere e ormai consideravano l'intero villaggio come una famiglia quindi Kagome aveva proposto una cerimonia più simile a quella che si svolgeva nella sua epoca e dove tutti potessero partecipare.

Mentre Kagome si preparava, fecero ritorno al villaggio anche Kohaku con Kirara e Shippo, che nei giorni precedenti era stato via per allenarsi insieme al giovane sterminatore, e che portarono con sé, con somma gioia del vecchio Miyoga, un gentile omaggio (ovviamente solo per la sposa) del demone eremita Yakurodokusen: il suo miglior sake. Il vecchio eremita mandò a dire a Kagome di usare quel sake per la cerimonia nel modo che lei avesse ritenuto più opportuno. Sul momento Kagome non capì cosa volesse dire ma, conoscendo il vecchio demone e il potere del suo sake, non ebbe dubbi e lo fece portare al tempio.

In tutto quel viavai di gente, Sango si diede un gran daffare per preparare Kagome, pettinarla, truccarla , vestirla... Non era un'esperta ma il risultato fu più che soddisfacente per la sterminatrice: Kagome indossava lo shiromuku* completamente bianco che era stato di Sango però non aveva voluto indossare né wataboshi* né tsunokakushi* preferendo un'acconciatura decisamente più modera, con cui si sentiva più a suo agio: Sango le aveva semplicemente appuntato i capelli in alto, fermandoli con dei fiori bianchi, lasciando che alcune morbide ciocche le ricadessero sulla nuca. Anche il trucco era piuttosto naturale, l'unica vera nota di colore era il rossetto che le accendeva le labbra ed esaltava la carnagione chiara di Kagome.

- Sei bellissima! - esclamò Sango ammirando la sua opera con le lacrime agli occhi

Anche Kagome si guardò nello specchio e stentò a riconoscersi. Aveva visto tante spose in vita sua e aveva fantasticato molte volte, fin da bambina, sul suo matrimonio ma adesso... quella sposa che la guardava dallo specchio era lei, era veramente lei. Niente era come lo aveva immaginato eppure era tutto perfetto, quel momento tanto sognato da piccola era veramente arrivato. Pensò che il cuore le scoppiasse dalla gioia.

- Sango... - mormorò – ma io... davvero mi sposo?! - sentiva le lacrime pungerle gli occhi

- Si, tesoro, ma per carità non piangere o rovinerai tutto il mio lavoro!! - rise l'amica piangendo al posto suo

In quel momento arrivò Miroku

- Signore, è permesso?! Lo sposo vi... Oooohhh! - si interruppe stupito vedendo la sposa – Divina Kagome... non ho parole... -

- Arriviamo arriviamo! - gli disse Sango spingendolo via senza tante cerimonie.


 

Inuyasha, con indosso il montsuki*, aspettava ai piedi della scalinata che conduceva al tempio insieme a Kohaku e Shippo. Era nervosissimo, un fascio di nervi, non aveva praticamente dormito per la tensione e l'ansia che gli avevano messo i discorsi “da uomini” di Miroku, che la sera prima lo aveva intrattenuto fino a notte fonda con un corso accelerato su come comportarsi, in “certe situazioni”, con la donna amata. Se fino a quel momento il povero Inuyasha non si era mai preoccupato di certe cose, adesso per colpa del suo amico monaco era pieno di dubbi. Lui sapeva solo che voleva stare con Kagome, poter vedere il suo sorriso, sentire il suo profumo, stringerla tra le sue braccia, sentire il sapore delle sue labbra... della sua pelle... toccarla... magari anche... spogliarla... e poi... e poi... E poi del resto aveva solo una vaga idea... dei dettagli non se ne era mai curato... fino alla sera prima!

“Maledetto Miroku, lui e i suoi consigli non richiesti!” pensò furibondo

Lo vide tornare di corsa verso di lui, con le gemelle in braccio, gli brillavano gli occhi, sembrava sul punto di scoppiare e rideva sotto i baffi:

- Inuyasha... tu non puoi capire... ma vedrai, vedrai... sta arrivando! - esclamò eccitatissimo

- Capire cosa?! - chiese esasperato, la sua sopportazione era arrivata veramente al limite, sentiva che sarebbe esploso come un vulcano in eruzione.

Poi la vide, o credette di vederla perché quella celestiale visione non poteva essere lei! Camminava piano lungo la strada insieme a Sango e agli abitanti del villaggio, che l'avevano aspettata per accompagnarli entrambi all'altare. Procedeva a piccoli passi, fasciata in quel lungo kimono bianco, reggendo lo strascico, con una mano, per paura di sporcarlo, mentre nell'altra stringeva un piccolo ventaglio ornato da un pennacchio dorato che oscillava delicatamente ad ogni suo più piccolo movimento. Notò i fiori bianchi che le incorniciavano il viso mischiandosi ai suoi capelli e contrastando perfettamente con il loro colore scuro; sentì il profumo di entrambi raggiungere le sue narici, si sentiva che aveva fatto il bagno ma senza quella robaccia che usava di solito per nascondere il suo odore, respirò a pieni polmoni quel profumo che l'aveva stregato e per un attimo si sentì avvampare: non l'aveva mai vista così bella, bianca e pura come la schiuma di una cascata!

Non si era ancora accorta di lui, chiacchierava tranquilla voltata verso Sango che invece dovette notarlo e lo disse a Kagome indicandolo con il dito, lei si zittì di colpo e finalmente si voltò piano verso di lui. Quando Inuyasha incontrò il suo sguardo e lei gli sorrise con quelle dolci labbra, rosse e tentatrici, sentì il cuore fermarsi e i polmoni smettere di respirare, tutto divenne superfluo, c'era solo lei adesso!

Sentì qualcuno, Miroku forse, mettergli una mano sotto il mento e spingergli in alto la mascella che si richiuse con uno scatto secco delle sue zanne. Solo allora si riscosse e guardò Miroku di fianco a sé senza riuscire a parlare

- Eh-eh! Lo sapevo che t'avrebbe fatto quest'effetto! - ridacchiò il monaco

Inuyasha tornò a guardare quella donna meravigliosa che stava venendo verso di lui, sorridente e un po' imbarazzata. Kagome, la sua Kagome! Quella stupenda creatura stava per diventare sua moglie! Di colpo si sentì l'uomo, il mezzodemone, il demone più fortunato del mondo! Non aveva mai pregato in vita sua ma per la prima volta ringraziò con tutto il cuore e tutta l'anima quella divinità che aveva tanto disprezzato solo il giorno prima e che invece gli stava concedendo la mano della più bella e preziosa delle sue ancelle. Giurò di difendere il suo tempio fino all'ultimo respiro, se ce ne fosse stato bisogno!

La timida voce di Kagome, che ormai l'aveva raggiunto, lo riscosse dai suoi pensieri:

- Ciao... - mormorò prendendolo sottobraccio

- C-ciao... - rispose meccanicamente Inuyasha guardandola estasiato – Sei... sei... bellissima... - confessò in un soffio, ma non era abbastanza

- Grazie – bisbigliò lei arrossendo e distogliendo lo sguardo – Anche tu stai molto bene. - aggiunse timidamente.

Era la prima volta che Kagome lo vedeva così elegante, l'aveva sempre considerato un bel ragazzo ma quel kimono scuro sembrava risaltare ancora di più il suo torace ampio, sempre pronto ad accoglierla e proteggerla, l'argento dei suoi capelli e l'oro dei suoi occhi che la stavano guardando in un modo... Non c'erano nemici... non c'era Kikyo... non c'era niente e nessuno a distrarlo, in quel momento! Quegli occhi meravigliosi guardavano solo lei... vedevano solo lei! Kagome si sentì avvampare: possibile che lei fosse davvero così importante per lui?! Come quegli occhi le stavano dicendo in quel momento?! Cosa le aveva detto quando le aveva chiesto di sposarlo?! Che non poteva farla essere una principessa per un giorno?! Bugiardo! Era esattamente così che la stava facendo sentire in quel momento: la più importante delle principesse!

Salirono insieme la scalinata del tempio, senza che lui le staccasse gli occhi di dosso, con Sango e Miroku subito dietro di loro, seguiti da Shippo e Kohaku e poi dagli abitanti del villaggio. In cima alla scalinata li aspettavano il sacerdote, Kaede e Rin, che li accompagnarono al piccolo altare allestito per l'occasione dall'altra parte del piazzale, davanti all'entrata del tempio; avevano deciso di rimanere all'aperto per dare modo a tutti di partecipare.

Il sacerdote si inchinò davanti all'altare e annunciò ai Kami i nomi degli sposi. Sull'altare erano disposte tre tazze l'una più grande dell'altra, mentre Kaede versava il sake di Yakurodokusen nella tazza più piccola, Kagome si rivolse a Inuyasha, che la fissava ancora imbambolato, e gli fece segno di chinarsi verso di lei, il mezzodemone obbedì perplesso, non capiva cosa volesse proprio in quel momento, forse voleva dirgli qualcosa. Con suo enorme stupore invece Kagome gli tolse dal collo il suo rosario e lo mise nella tazza più grande, poi ci fece versare un po' di sake da Kaede; anche il sacerdote la guardava perplesso ma non osava intervenire.

Gli sposi bevvero a turno il sake prima dalla tazza piccola e poi dalla media, con tre piccoli sorsi. Quando venne il momento di usare la tazza grande Kagome tolse il rosario di Inuyasha, che ci aveva messo dentro, e se lo avvolse intorno al polso, come faceva Miroku quando doveva chiudere il Foro del Vento.

Inuyasha la guardava sempre più perplesso ma era così bella che non aveva il coraggio di protestare, le avrebbe concesso qualsiasi cosa.

Terminato il rito del sake, fu il momento per Inuyasha di pronunciare il giuramento di fedeltà, in quel momento Kagome lo prese per mano, sciolse un po' il rosario dal suo polso e lo avvolse anche intorno a quello di Inuyasha, recitando il giuramento insieme a lui.

Infine il sacerdote li benedì con un ramo di sakaki* che poi gli sposi offrirono al Kami, inchinandosi davanti all'altare e battendo piano le mani.

La cerimonia era terminata, finalmente erano marito e moglie, si guardarono per un lungo istante, ancora increduli, paralizzati dalla gioia.


 

I festeggiamenti si tennero al villaggio, addobbato a festa per l'occasione. C'erano un sacco di cose da mangiare, il piatto forte di cui aveva parlato Sango, la sera prima, era un enorme cinghiale, catturato dallo sposo in persona per l'occasione, e arrostito a fuoco lento per tutta la notte da alcune donne del villaggio che si erano alternate nel sorvegliare la cottura.

Prima di mettersi a tavola Inuyasha riuscì a trascinare Kagome in un angolo appartato:

- Cosa c'è? - gli chiese lei ridendo divertita

- Scusa, ma c'è una cosa che muoio dalla voglia di fare da ieri sera... e stamattina quando ti ho vista arrivare... così bella... aaahhh è stata una tortura dovermi trattenere! - mentre parlava le sfiorava delicatamente con il pollice le labbra ancora truccate – Voglio essere io a toglierti quel rossetto... - mormorò avvicinando le labbra alle sue.

La baciò con passione attirandola a sé, si sentiva come un assetato che, dopo giorni di agonia, finalmente raggiunge una sorgente.

“Kagome aveva proprio ragione: le cose desiderate a lungo sono migliori!” pensò perdendosi in quelle labbra.

- Sango ti ucciderà... - mormorò Kagome senza fiato, staccandosi appena da lui – Stai rovinando tutto il suo lavoro! - spiegò sorridendo

- Almeno morirò felice... - rispose Inuyasha impossessandosi di nuovo delle sue labbra.

- Ehi voi due! - li richiamò Miroku che li aveva visti allontanarsi – Non fate i furbi... Ops! Scusate! - esclamò imbarazzato svoltando l'angolo e trovandoli avvinghiati.

Inuyasha e Kagome scoppiarono a ridere

- Arriviamo... - rispose Kagome imbarazzata

- No, no... Fate pure con comodo! Nessuno noterà la vostra assenza! - ridacchiò ironico Miroku allontanandosi, felice per loro.

- Aspetta un attimo... - mormorò Kagome a Inuyasha ridendo – Sei tutto sporco di rossetto... - voleva pulirlo un po' con le mani ma lui non sembrava disposto a collaborare: ogni volta che lei cercava di sfiorargli i contorni delle labbra, lui si muoveva per depositarle piccoli baci sulla punta delle dita. - Ma insomma, vuoi stare fermo?!!! - lo rimproverò ridendo.

Quando finalmente riuscì a ripulirlo gli chiese:

– Guardami un po'! Io come sto?! Sono presentabile?! -

- No! Tu togli il fiato! Meglio se non ti fai vedere o ucciderai qualcuno... - scherzò Inuyasha

- Dai... seriamente... ci aspettano... allora, ho rossetto per tutta la faccia, sì o no?! - chiese divertita e un po' imbarazzata.

- Mmmhhh... sì... un po' qui... e anche qua... - rispose Inuyasha studiandole le labbra con aria critica.

- Beh, che aspetti?! Toglimelo, no! Sei tu che hai fatto il guaio! - lo riproverò Kagome

- Come vuoi... - mormorò Inuyasha tornando a baciarla di nuovo.

- Non era questo che intendevo... - ridacchiò Kagome stretta a lui

- Shhh... c'è ancora una macchiolina... - insistette lui divertito.

Ci volle un po' ma alla fine tornarono ad unirsi alla festa; avrebbero avuto tutto il tempo per loro più tardi, ma adesso era il momento di ricambiare le attenzioni e l'aiuto di tutti festeggiando con loro.


 

Le ore passarono piacevoli: dopo il banchetto, ci furono canti, balli, risate e ovviamente anche Inuyasha fu costretto a ballare, trascinato da Kagome.

Nell'allegria generale, la giornata iniziò lentamente a volgere al termine e all'imbrunire vennero accesi fuochi ad ogni angolo.

Fu al termine di uno dei tanti balli, tutti in cerchio intorno al fuoco, che Inuyasha si soffermò un attimo a guardare Kagome che rideva con le guance arrossate mentre faceva i complimenti a tutti gli altri:

- Allora?! Ti diverti?! Sei felice?! - le chiese avvicinandosi a lei e attirandola a sé, cingendole la vita con le braccia.

- Mmmhhh... Dunque... fammi pensare... - rispose lei mettendosi un dito sul mento e fingendosi pensierosa - Ho appena sposato l'uomo che amo, passerò con lui il resto della mia vita e sto festeggiando insieme ai miei amici e a un sacco di persone che mi vogliono bene. Cosa ti fa pensare che io non sia felice?! - gli chiese con un sorrisetto canzonatorio.

- Beh, non lo so... ma a giudicare da come ne parlavi con Sango, l'altro giorno... Non era così che immaginavi questo giorno, vero?! Sei abituata a cose diverse... a un mondo diverso... - mormorò preoccupato. Desiderava così tanto farla felice.

- Ah! Quindi è perché non indosso uno stupido vestito con la gonna ampissima e pieno di pizzo, che dovrei disperarmi?! - chiese quasi stupita, poi gli sorrise scuotendo la testa - Quel vestito che sognavo doveva servire a farmi bella per il mio sposo, ma se il mio sposo pensa che sia bella anche con lo shiromuku per me va bene ugualmente. - rispose tranquillamente – Non potrei essere più felice di così, amore mio... - mormorò accarezzandogli una guancia.

Inuyasha arrossì leggermente sentendosi chiamare così e si chinò su di lei:

- Bella?! - mormorò vicinissimo alle sue labbra – Tu non ne hai la più pallida idea... - confessò in un soffio baciandola piano, dolcemente.

- Inuyasha... - bisbigliò Kagome sorridendo imbarazzata e stringendosi a lui, appoggiando la testa al suo petto.

Trovandosi in quella posizione di colpo un'idea le balenò nel cervello:

- Beh... però... una cosa in effetti ci sarebbe... - confessò con una punta di tristezza – In quest'epoca non potrò mai ballare un lento con te... Da me sono gli sposi che aprono le danze... -

Inuyasha la guardò sorpreso:

- Un... lento?! E che cos'è?! E' così difficile? -

- No – rispose lei sorridendo – ma non c'è la musica adatta... la musica della mia epoca è molto diversa. -

- Se per musica intendi quel fracasso infernale che usciva da quella scatola in camera tua... mi dispiace per te, ma ringrazio il cielo che qui non ci sia! - esclamò Inuyasha

Kagome scoppiò a ridere:

- Tranquillo, per i lenti la musica è molto più dolce e romantica: è un ballo da fare abbracciati, non saltellando come pazzi! -

- Abbracciati?! - chiese stupito Inuyasha – Ma che razza di ballo è?! -

- Ecco, guarda, si fa così... - spiegò Kagome togliendo la mano sinistra di Inuyasha dalla sua schiena e sistemando meglio la destra – Ecco, adesso stringimi la mano... così... poi... beh, lasciamo perdere i passi, l'importante è che non mi pesti i piedi! - esclamò ridendo e strappando un sorriso anche a Inuyasha che la guardava curioso e un po' confuso – E poi ci muoviamo insieme così... piano piano... senza fretta – disse iniziando a canticchiare a bocca chiusa la prima canzone romantica che le venne in mente – Rilassati! Non startene lì impalato! Devi muoverti insieme a me, come faccio io... - lo richiamò ricominciando a canticchiare

- Come?! Co-così.?! - provò incerto Inuyasha iniziando ad ondeggiare piano insieme a lei

- Esatto... bravo... visto?! Non è difficile! Però stai tranquillo, non mordo, sai! - rise di nuovo lei tornando a canticchiare.

Ascoltando la dolce voce di Kagome, Inuyasha iniziò a rilassarsi e a lasciarsi andare a quello strano ballo e anche Kagome tornò ad abbandonarsi al suo abbraccio appoggiando la testa sul petto di lui e lasciandosi sfuggire qualche parola della canzone:

- You're the one who held me up, never let me fall ... -

- Non ho capito una parola! - confessò Inuyasha divertito

Kagome sorrise stretta a lui e ripeté piano:

- Sei l'unico che mi abbia sostenuto, non mi hai mai lasciata cadere – poi ricominciò a cantarla in inglese e Inuyasha, un po' imbarazzato dal significato di quelle parole, non osò fare altre domande ma ci pensò Kagome a soffermarsi di quando in quando per tradurgli qualche frase:

- Mi hai sollevata quando non riuscivo a raggiungere niente.... Mi hai dato le ali e mi hai fatto volare, hai toccato la mia mano e potevo toccare il cielo.... C'eri sempre per me, eri il vento tenero che mi trasportava, una luce che splendeva nell'oscurità... - piano piano finì per tradurla tutta mentre Inuyasha la stringeva sempre più nel suo abbraccio.

- Certe cose dovrei dirle io... - mormorò lui emozionato – Sei tu che hai visto la parte migliore di me... E' il mio mondo che è diventato migliore grazie a te... - confessò sollevandole delicatamente il viso per guardarla negli occhi.

- Ehm... Scusate... Divina Kagome... vado bene così?! - chiese Miroku avvicinandosi a loro con Sango tra le braccia e riportandoli bruscamente alla realtà.

Si erano completamente dimenticati di non essere soli: intorno a loro altre coppie stavano provando ad imitare quello strano ballo, compresi Kohaku e Rin e le gemelle che saltellavano abbracciate, e i suonatori di flauto cercavano di improvvisare una melodia seguendo la voce della Venerabile Kagome.

- Miroku, sei il solito cafone! - lo rimproverò Sango – Hai appena rovinato il loro momento romantico! -

Kagome scoppiò a ridere:

- Tranquillo, vai alla grande Miroku! Inuyasha, guarda e impara... - disse indicando il monaco che si muoveva deciso e sicuro con sua moglie tra le braccia, come se non avesse fatto altro in vita sua.

Poi però la solita mano scivolò dove non avrebbe dovuto.

- MIROKU!!! - gridò Sango rossa come un peperone

- Scusa, tesoro... è l'abitudine... - si giustificò lui con un sorriso innocente

- Ah! E' solo l'abitudine?! - rispose Sango offesa riportando quella mano sulla sua schiena.

- No... è che ti amo ancora come il primo giorno e non ho potuto resistere... - mormorò lui

- Mmmhhhh.... bugiardo... - mormorò Sango arrossendo di nuovo e stingendosi a lui, ma poi riprese la mano di Miroku e la rimise dove non sarebbe dovuta stare.

Miroku rivolse a Inuyasha e Kagome un sorriso vittorioso da sopra la testa di Sango e Kagome scoppiò di nuovo a ridere.

- Beh... no... forse questo è meglio se non lo impari! - esclamò rivolta a Inuyasha

- Tocca a me! Tocca a me! Adesso voglio ballare io con Kagome! - gridò il piccolo Shippo correndo ad arrampicarsi sulla spalla di Inuyasha, mettendosi una foglia sulla fronte e trasformandosi nella copia esatta del mezzodemone, che spinse via l'originale.

- Non conciato così, nanerottolo! - sbraitò Inuyasha

- Ma se non divento più grande come faccio ad abbracciarla?! - rispose Shippo infastidito.

- Semplice: non l'abbracci! Kagome è mia moglie, adesso! Sono io l'unico che può abbracciarla! - ribatté risentito mollandogli un cazzotto in testa

- BUAAAHHH!!! Kagomeeee!!! Inuyasha è cattivooo!!! - piagnucolò Shippo

- AH-AH! E' inutile che ci provi! Non ho più il rosario! Non può mandarmi a cuccia! - lo canzonò Inuyasha - E non metterti a frignare con la mia faccia! Mi fai impressione! - insistette ancora.

Mentre tutti scoppiavano a ridere assistendo a quella scena, Kagome prese gentilmente Shippo sottobraccio, e con un sorriso dolcissimo e una voce estremamente gentile gli disse:

- Inuyasha ha ragione, Shippo. Non posso mandarlo a cuccia, ma posso ballare con te per il resto della serata, mentre lui riflette sui suoi sbagli. -

- Eh?! No! Cosa?!!! - balbettò Inuyasha mentre Kagome e Shippo si allontanavano – Kagome... aspetta... -

Vide Shippo abbracciare felice Kagome e rivolgere a lui una linguaccia da sopra la spalla di lei.

- Me la pagherai, marmocchio! - sibilò tra i denti mostrandogli il pugno, però doveva ammettere che era maledettamente migliorato con le sue trasformazioni.

Andò a sedersi scocciato da una parte e rimase a guardarli ballare con una punta d'invidia. Shippo sembrava divertirsi un sacco e sprizzava energie da tutti i pori tanto che Kagome provò a insegnargli qualche passo diverso che lui imparò subito: la lasciava girare sotto il suo braccio, l'allontanava da sé e l'attirava di nuovo. Kagome era così bella mentre rideva felice, Inuyasha avrebbe dato qualsiasi cosa per essere lui l'artefice di quei sorrisi. Alla fine vide Shippo tornare a ballare normalmente, abbracciandola soddisfatto; riuscì a scorgere il viso di Kagome appoggiato a quello che avrebbe dovuto essere il suo petto, in quel momento anche lei lo vide e gli sorrise poi mosse le labbra, senza emettere alcun suono, per dirgli qualcosa, qualcosa che lo rimise in pace con il mondo più di qualsiasi “a cuccia”:

“Ti amo!”


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Glossario:

shiromuku = kimono da sposa, di solito completamente bianco, formato da tre strati

wataboshi e tsunokakushi = due tipi di copricapo da sposa, uno è simile a un velo con la forma di un ampio cappuccio mentre l'altro è una specie di fascia, da indossare con la classica pettinatura tipo geisha (che è impossibile da fare per chi ha dei capelli normali, di solito si usa una parrucca, motivo per cui li ho scartati a priori :P )

montsuki = kimono maschile da cerimonia, si usa in tutte le occasioni importanti, caratterizzato da una giacca nera chiusa da una nappa bianca e che riporta sui risvolti lo stemma (mon o kamon) di famiglia (nel caso di Inuyasha.... non ne ho idea! Facciamo che è senza stemma! XD)

sakaki = pianta sacra che di solito si trova vicino ai templi. Non voglio dire fesserie, ma credo Goshinboku stesso sia una pianta di sakaki... ma questa è solo una mia speculazione.

Per la serie “un immagine vale più di mille parole” ecco ciò che, più o meno avevo in mente per i nostri piccioncini ^_^ : http://satokhi.exblog.jp/21570061/


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Angolo dell'autrice

Questo matrimonio è l'unico falso storico che ho deciso di concedermi consapevolmente, ma ci tenevo troppo! >.< A quanto pare la cerimonia shintoista che ho descritto io (togliendo le modifiche che ho apportato a causa di esigenze di copione) è stata “lanciata” dall'imperatore in persona solo agli inizi del 1900, proprio per il suo matrimonio. Cosa succedesse di preciso all'epoca di Inuyasha... non ne ho idea! T_T

Inoltre conoscendo l'estremo senso del pudore tipico dei giapponesi (e di questi due in particolare :P ) ho volutamente omesso il bacio a fine cerimonia per inserirlo a parte.

La canzone che canticchia Kagome è “Because you loved me” di Céline Dion, che risale a quel periodo (1996) quindi ho pensato che ci potesse stare (e poi mi piaceva) ^_^

Che dite?! Sono stata troppo zuccherosa?! Però è un giorno importante <3, romantico <3<3, il coronamento di un sogno d'amore <3<3<3<3<3<3<3... Ok, la smetto! XD

Mi dispiace per Inuyasha ma nemmeno in questo capitolo Kagome è stata tutta sua... il mondo è pieno di disturbatori molesti! :P Dovrò farmi perdonare quindi... per il prossimo capitolo.... scatta il rating arancione... ARANCIONISSIMO!!!! Mi raccomando: BAMBINI.... A NANNA!!! O-O O-O O-O

Scherzi a parte: ho il permesso della webmistress (che ha avuto l'anteprima) di tenere il rating arancione ma mi ha detto chiaramente che sono “al limite” e sinceramente anch'io mi sento di sconsigliare la lettura del prossimo capitolo: agli under 14, a chi non conosce “la storiellina della api e dei fiori” e in generale a tutti quelli che non si sentono pronti a vedere i loro beniamini calati in certi contesti. Consiglio a chi rientra in queste categorie di andare direttamente alle note infondo al capitolo, dove riporterò in poche parole, gli avvenimenti indispensabili alla comprensione del resto della storia (che ha ancora tanto da dire).

Gente avvisata....

Mamma mia quanto ho parlato, oggi! O_O Ora tocca a voi! ;)
Ho avvertito così tanta aspettativa su questo capitolo che spero proprio di non avervi deluso.

Alla prossima ^_^

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Capitolo 12
*** Prima Notte ***


ATTENZIONE

A scanso di equivoci vi ripeto gli avvertimenti già fatti nello scorso capitolo.

Come si può facilmente intuire dal titolo, l'argomento affrontato in questo capitolo è quanto meno delicato, per quanto mi sia impegnata a mantenere un linguaggio consono al rating arancione, è presenta la descrizione di una scena di sesso. Per tanto ne sconsiglio la lettura ai giovanissimi e a chiunque non gradisca certi argomenti, specialmente se riferiti ai suoi personaggi preferiti, invitandovi, se vorrete, ad andare direttamente alle note infondo al capitolo. Vi avviso comunque che, in via del tutto eccezionale, gli eventi trattati in questo capitolo non sono determinanti ai fine della comprensione del resto della storia, per cui potete anche semplicemente saltarlo.

Per tutti gli altri: Buona lettura! ;)

Fairy


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La festa si protrasse fino a notte inoltrata e quando finalmente terminò, Inuyasha e Kagome si avviarono lentamente verso casa camminando a braccetto in silenzio, senza fretta. Kagome si sentiva sempre più nervosa ad ogni passo, pensando a quello che stava per succedere

“Eppure solo pochi giorni fa ero così convinta, e lo sono ancora, ma prima non avevo paura, ero pronta a tutto! Ora invece... che angoscia!!! Tutta colpa di questa premeditazione! Se Inuyasha m'avesse ascoltato sarebbe successo tutto così spontaneamente, non avrei avuto il tempo di pensarci e preoccuparmi, invece così... buuhhh – piagnucolò tra sé e sé – sembra quasi un obbligo! E' la prima notte di nozze: si DEVE fare!!!”

- Come mai sei così silenziosa? - chiese Inuyasha interrompendo il flusso impazzito dei suoi pensieri

- Eh! Io?! No no... niente! Sono solo un po' stanca. - rispose nervosa dicendo la prima cosa che le venne in mente e se ne pentì subito

“Così sembra una scusa... penserà che sto cercando di svignarmela! Oh-scusa-Inuyasha-sai-sono-stanca-ci-vediamo-domattina-buonanotte! No! No! Non volevo dire questo!!!” pensò allarmata.

Preoccupata provò a sbirciare di nascosto l'espressione di Inuyasha, sembrava così tranquillo...

“Beato lui!” pensò Kagome invidiosa “Nella prossima vita voglio essere un uomo! Loro non hanno certi problemi!”

Inuyasha però dovette notare il suo sguardo

- Vuoi che ti porti io? - le chiese premuroso fraintendendola

- Ma... ho il kimono... è troppo stretto... - “per salirti sulla schiena” stava per dire, ma non ci riuscì perché improvvisamente si ritrovò tra le forti braccia di suo marito, stretta contro il suo petto.

- Non è un problema - le disse lui sorridendo

Kagome appoggiò la testa sulla sua spalla, il caldo abbraccio di Inuyasha l'aveva calmata di colpo, stava così bene lì.

- Sicuro? Sarò pesantissima con tutta questa roba addosso... - mormorò, ma in realtà non voleva scendere

- Ehi! Non sono mica un debole umano! - scherzò lui

Kagome chiuse gli occhi, stringendosi a lui: era il suo Inuyasha, non aveva niente da temere!


 

Arrivarono alla radura e Inuyasha non volle lasciarla nemmeno per entrare in casa, fu Kagome ridendo e senza scendere, ad aprire la porta scorrevole per permettere a entrambi di entrare, solo allora Inuyasha si decise a metterla giù.

“Aiuto!! E ora???!!!!” pensò Kagome

Poggiati i piedi sul tatami, tutte le sue paure tornarono ad assalirla, la vista del futon steso a terra, già pronto per la notte, peggiorò ulteriormente le cose.

- AAHHH!!! - urlò terrorizzata irrigidendosi di colpo quando Inuyasha le appoggiò semplicemente una mano sulla spalla.

Inuyasha la guardò perplesso:

“Stasera Kagome è proprio strana! Chissà se ho fatto bene a dare ascolto a Miroku?!” pensò

- Vieni, ho una sorpresina per te! - mormorò spingendola fino alla porta che dava sulla cascata e aprendola

Il prato davanti alla veranda, ancora pieno di fiori, era illuminato da tante piccole luci fluttuanti.

- Le lucciole!!! - gridò Kagome meravigliata – Inuyasha! Guarda quante!!! -

- Sì, ma con quelle io non c'entro – rise lui divertito

“A volte è proprio una bambina...” pensò “Ma è così bella quando si emoziona così!”

- Guarda laggiù. - le disse, invece, indicando la sorgente

Kagome, distratta dalle lucciole, non l'aveva notata: sulle rocce intorno alla vasca brillavano tante piccole fiammelle e sull'acqua galleggiavano un sacco di fiori

- Non ci credooo... Sei stato tu?! Ma come hai fatto? Quando... - gli chiese voltandosi a guardarlo stupita

- Eh-eh! Segreto! - ridacchiò Inuyasha – Allora?! Che aspetti?! Hai detto che eri stanca, no?! Vai e rilassati! Il tuo bagno è pronto, mia regina! -

- O-ok... - balbettò stupita e un po' imbarazzata

“Quindi adesso... dovrei spogliarmi, eh?!” pensò preoccupata.

La prese larga, iniziando a smontare lentamente l'acconciatura ma non aveva ancora finito che vide Inuyasha uscire dalla porta

- Do-dove vai? - gli chiese preoccupata

- A prendere un po' di legna per il fuoco, no?! La notte fa ancora un po' freddo, sai, non voglio che ti ammali. - rispose semplicemente

- Ok... grazie... - mormorò con un sorriso forzato

“Ti devi calmare, Kagome! Ti devi calmare!!! Non puoi scattare come una molla a ogni minima sciocchezza! Santo cielo... è Inuyasha... non ti mangia mica!!!” pensò arrabbiata con sé stessa strappandosi quasi di dosso tutti gli strati dello shiromuku, ma senza osare togliersi la sottoveste. Prese un telo per asciugarsi, dall'armadio, e si avviò verso la “vasca”.

Era uno spettacolo davvero meraviglioso: tutti quei fiori, nell'acqua calda della sorgente, stavano sprigionando tutto il loro profumo, come se fosse stata piena di bagnoschiuma. Kagome dette un'ultima occhiata furtiva verso casa e vide che Inuyasha era già rientrato e stava preparando il fuoco. Scivolò rapidissima fuori dalla sottoveste e si immerse nell'acqua.

“Ahhh... Che pace... come si sta bene! Questo profumo è proprio rilassante... così delicato...” pensò chiudendo gli occhi e appoggiando la testa a una roccia del bordo, dimenticando in un attimo tutte le sue preoccupazioni.

Nel frattempo in casa, Inuyasha stava sfogando la sua frustrazione sulle povere pietre focaie:

“Accendere il fuoco... che scusa patetica!! La mia era una fuga bella e buona!” pensò arrabbiato con sé stesso “Mi è bastato vederla sciogliersi i capelli per non capire più niente! Maledizione! E' così bella! Chissà se si è sfilata anche il kimono così lentamente...?!” pensò avvampando e deglutendo a fatica “Dannazione!!” imprecò, ricominciando a sbattere le pietre l'una contro l'altra con tutta la forza che aveva. Per fortuna una scintilla riuscì finalmente ad accendere una piccola fiammella, o Inuyasha le avrebbe disintegrate.

Il mezzodemone emise un profondo sospiro cercando di calmarsi, mentre il fuoco divampava lentamente nel braciere, ma i discorsi di Miroku continuavano a tormentarlo:

“Allora è questo che lei si aspetta da me?! Perché lei se lo aspetta! Oh sì! Dalle sue parti sono molto svegli su certe cose!” pensò terrorizzato “Se lo aspettava anche quella sera...” pensò impallidendo. Senza rendersene conto si voltò a guardare la sorgente termale e la vide: rilassata, con la testa appoggiata al bordo, muoveva piano le braccia intorno a sé cercando di avvicinare i fiori che la circondavano poi, divertita, si morse un labbro allungando una gamba sotto il pelo dell'acqua, come se volesse raggiungere qualcosa con un piede, dalla sue espressione doveva esserci riuscita, la vide sollevare la gamba fuori dall'acqua (E che gamba!!!), aveva un fiore sulla punta del piede ma quello ricadde in acqua prima che lei potesse avvicinarlo a sé. Kagome fece un'espressione un po' contrariata, le sue belle labbra si incurvarono in una dolcissima smorfia di tristezza, si rassegnò a staccarsi dal bordo e a raggiungere i fiori con le mani.

Quella visione bastò a cancellare tutto dal suo cervello, tutti gli inutili discorsi, le ansie, le paure...

“Al diavolo Miroku!” pensò Inuyasha scattando in piedi e spedendo mentalmente in orbita il suo amico monaco, con un calcio “Voglio stare con lei, abbracciarla, stringerla a me e poi.... Aaarrggghhh!!! Succeda quel che succeda!!! E' Kagome... non mi mangia mica!” si disse deciso.

Kagome si godeva il suo bagno, mentre i fiori le galleggiavano intorno mossi dalle piccole onde prodotte dai suoi movimenti. Sorridendo rilassata si mise ad osservarli uno per uno, erano di molte specie diverse, ma non le sembrava di conoscerne nessuna... l'indomani avrebbe chiesto alla vecchia Kaede i loro nomi...

“Questa sembrerebbe una camelia...” pensò prendendo in mano un fiore screziato che le passava vicino e annusandolo meglio.

Un leggero scrosciare d'acqua alle sue spalle la fece voltare di scatto.

Inuyasha, coperto solo da un piccolo telo intorno ai fianchi, stava entrando in acqua insieme a lei. Sembrava una statua greca, tutti i muscoli al posto giusto, ma senza esagerare, un fisico perfetto forgiato da mille battaglie e non da qualche ora di palestra! Kagome deglutì a fatica e tornò a voltarsi, senza osare guardarlo, nascondendo la faccia paonazza dentro alla camelia che aveva in mano.

- Allora, ti piace? - le chiese Inuyasha tranquillo

“Cavolo, se mi piace!” pensò Kagome interpretando quella domanda a modo suo “Sento che sto per svenire!!! Mamma mia, ma perché è così bello?!!! Ed è mio marito! E' veramente MIO MARITO!!! Sono la donna più schifosamente fortunata sulla faccia della terra!!!”

Sentì un braccio di Inuyasha cingerle la vita da dietro e il suo viso avvicinarsi all'incavo del suo collo

- Visto che ti ostini a voler coprire il tuo buonissimo odore, per una volta ho voluto scegliere io un profumo che mi piacesse. - mormorò terribilmente vicino al suo orecchio

- Ca-capisco... - balbettò Kagome imbarazzatissima, senza riuscire a respirare, il cuore le martellava così forte contro il costato che sembrava volesse uscire per andare a farsi una passeggiata.

Sentì la mano di Inuyasha spostarle delicatamente di lato i capelli ancora asciutti e poi sfiorarle la pelle delle spalle

- Allora... stasera posso lavarti la schiena? - le chiese con voce roca prima di depositarle un piccolo bacio sul collo e poi un altro e poi un altro...

Kagome cominciò a tremare come una foglia, quel contatto era meraviglioso ma aveva tanta assurda e ingiustificata paura!!! Paura di quello che stava per succedere, paura di come si sentiva in quel momento, di tutte quelle sensazioni nuove e bellissime. Ma non erano “proibite”?! No, non più! Adesso non doveva più respingerle, adesso poteva abbandonarsi a quelle sensazioni e ai suoi sentimenti.

Si voltò verso Inuyasha, gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò come mai aveva osato prima.

Inuyasha non si aspettava quel dolce appassionato assalto, sentì la delicata pelle del seno di lei, così morbido e rotondo, premere contro il suo petto e il suo corpo reagì immediatamente, sotto il piccolo telo che indossava.

Kagome, sentì qualcosa sfiorarle il fianco, forse l'asciugamano di Inuyasha che fluttuava nell'acqua?! No, sembrava più... consistente! Interruppe il suo bacio e lo guardò imbarazzata

- S-scusa...- mormorò

- E di cosa? - bisbigliò lui tornando a baciarla con passione

La desiderava, la voleva, non poteva più aspettare! Con gesti delicati ma decisi, senza smettere un secondo di baciarla, la sollevò fuori dall'acqua adagiandola piano sul bordo di pietra, i capelli sparsi sul prato dietro di lei. Lentamente provò a insinuarsi, con i fianchi, tra le sue cosce e si sentì travolgere da un'ondata di pura felicità quando si accorse che lei non stava facendo alcuna resistenza.

Kagome aveva il cuore in gola a sentirlo così sopra di lei, lo sentiva armeggiare con qualcosa, tra le sue gambe, la curiosità ebbe il sopravvento così provò a dare una sbirciatina. Non l'avesse mai fatto! L'asciugamano era sparito e al suo posto...

“Ommioddio!!! Ma quello è... Santo cielo!” pensò terrorizzata e imbarazzata chiudendo gli occhi “No no, non è possibile! Non vorrà... con quell'affare???!!! No, non ce la farò mai!!!” piagnucolò dentro di sé sforzandosi, con tutta sé stessa, di restare calma.*

Inuyasha sentiva il sangue pulsargli impazzito nelle vene mentre, ubbidendo a un istinto vecchio come il mondo, si avvicinava a quel luogo segreto e proibito che tanto desiderava. Un meraviglioso calore umido lo avvolse appena, ma poi...

- AH!!! - gridò Kagome irrigidendosi di colpo sotto di lui

Inuyasha si bloccò, tornando improvvisamente alla realtà come colpito da un pugno, notò la smorfia di dolore sul viso di Kagome e si odiò con tutto sé stesso.

- Kagome... scusami... ti ho fatto male... non volevo... perdonami... sono uno stupido! - balbettò imbarazzato ritraendosi subito.

“Eppure Miroku m'aveva avvisato che per lei sarebbe stato doloroso!!! Ho rovinato tutto, maledizione!!!” pensò

Kagome gli sorrise, vederlo di colpo tanto preoccupato gli fece una tale tenerezza... doveva assolutamente dimostrargli quanto lo amava! Questo pensiero le dette coraggio. Sollevò una mano ad accarezzargli il viso, la mano che portava ancora avvolto il suo rosario, avvicinò di nuovo le labbra di Inuyasha alle sue e lo baciò con dolcezza.

- Non è niente, sto bene... - mormorò – è normale, non è colpa tua... -

- Maledizione, che devo fare, Kagome?! Io non voglio farti male! - le chiese disperato

- Allora amami, Inuyasha, amami e basta. Senza fretta. Questo momento non tornerà più, non avere fretta di farlo finire, assapora ogni istante con calma e amami. Io mi fido di te, fai quello che ti senti, segui il tuo istinto... non c'è un manuale di istruzioni, devi solo... amarmi. - rispose semplicemente lei

“Amarla?! E' davvero così semplice?! Ma che vuol dire? Io la amo sempre, ogni momento, farei qualsiasi cosa per lei! E adesso, voglio solo dimostrarglielo...” quella parola “Dimostrarglielo, dimostrarle il mio amore” gli risuonava ancora nella testa quando lo sguardo gli cadde su ciò che li circondava. Erano all'aperto, l'aria iniziava a farsi più fresca per l'umidità della notte e per colpa del suo impeto incontrollato la sua adorata Kagome era sdraiata, nuda (meravigliosamente nuda!) su una fredda e dura roccia...

“Inuyasha, hai veramente il cervello di un animale!!!” pensò arrabbiato con sé stesso “E' così che tratti la donna che ami, la prima volta che fai l'amore con lei?! Non avevi promesso di trattarla come una regina?! E' così che le dimostri quanto ci tieni a lei, quanto la ami?!”

Lentamente si tirò su e la prese tra le braccia, come aveva fatto prima nel bosco; la portò in casa dove il fuoco scoppiettava allegro spandendo la sua luce dorata per tutta la stanza, la depose delicatamente sul futon e, baciandola con infinita, dolcezza si distese di fianco a lei.

- Va meglio adesso, vero?! - bisbigliò

Lei annuì sorridendo.

Inuyasha non riuscì a resistere alla tentazione e lasciò correre il suo sguardo sul corpo nudo di lei. Kagome se ne accorse e cercò timidamente di coprirsi con le mani.

- Non nasconderti... - le disse Inuyasha baciandola di nuovo – sei così bella... - mormorò tornando ad unire le sue labbra a quelle di lei in un bacio che sembrava dover essere infinito.

L'avrebbe letteralmente coperta di baci se avesse potuto

“E cosa me lo impedisce?” si chiese assaporando quelle dolci labbra “Kagome ha detto di seguire il mio istinto. Lei si fida di me e allora anch'io mi fido di lei”

Come aveva fatto solo pochi giorni prima, spostò i suoi baci dalle labbra di lei al mento, le guance, il collo, la sentì fremere tra le sue braccia

- Inuyasha... - mormorò lei, l'altra volta l'aveva fermato ma adesso... suonava incoraggiante!

Non se lo fece ripetere due volte e continuò a baciare ogni centimetro di quella pelle candida e vellutata che aveva tormentato le sue ultime notti fin da quel terribile e innocente “Per me va bene”, quante volte s'era pentito di averla respinta, ma adesso il suo sacrificio veniva finalmente ripagato.

Quell'interminabile scia di baci l'aveva condotto fino all'incavo dei suoi morbidi seni, lì c'era qualcosa di diverso nel profumo della sua pelle, gli venne voglia di toccarla. Inavvertitamente sfiorò la piccola punta rosa del suo seno, che si irrigidì appena strappandole un sospiro di piacere; Inuyasha sentì un brivido corrergli lungo la schiena, di fronte a quella reazione inaspettata di lei e la toccò di nuovo con più convinzione ma sempre delicato; al sospiro si aggiunse un tenue mugolio. Gli piaceva da impazzire vederla reagire così a un semplice tocco, non credeva di riuscire a farle quell'effetto. Senza smettere quella dolce tortura ricominciò a baciarle la pelle del seno fino a raggiungere l'altro piccolo bocciolo rosa; era da lì che veniva quel profumo così invitante, lo sentì irrigidirsi sotto i suoi baci e gli venne voglia di prenderlo tra le labbra. Sentì Kagome trattenere il respiro con un gemito

- Inuyasha... - mormorò di nuovo

Quante cose gli comunicava con una sola parola: imbarazzo ma anche desiderio, gli stava dicendo di continuare ma non osava chiederlo. Non ce n'era bisogno, quei piccoli gemiti di piacere gli inebriavano la mente come il più dolce dei sake, non c'avrebbe rinunciato per niente al mondo. Continuò ancora un po' quella dolce tortura, finché un nuovo e ancor più invitante profumo gli solleticò le narici. Riprese il suo percorso lastricato di baci all'inseguimento di quel profumo, giù lungo l'addome piatto di lei, che si ritraeva ancora di più al contatto delle sue labbra, e ancora più giù fino all'inguine e alle cosce dischiuse dove finalmente le sue labbra trovarono la fonte di quell'aroma irresistibile

- INU...yasha... -

Stupore e sorpresa prima, resa incondizionata poi, suonò alle orecchie di Inuyasha come “Qualsiasi cosa tu stia facendo, non smettere!”

La sentiva sempre più bagnata e quel dolce nettare sulle sue labbra era Kagome, Kagome allo stato puro! Era lì l'origine di quel profumo che aveva inseguito per tanti anni, ed era così... così...

- Inuyasha... -

Un richiamo, un invito a cui non si poteva dire di no: “Vieni da me, cosa aspetti!”

Oh lui era pronto! E da un bel pezzo! Ma non se ne era preoccupato, aveva pensato solo a darle piacere e questo aveva accresciuto anche il suo.

“Era questo che intendeva quando mi ha detto Amami! , dovevo semplicemente pensare a lei prima che a me, infondo è questo l'amore, no?! Come ho fatto a non capirlo subito.”

Non indugiò oltre, si distese sopra di lei, tornando a baciare quelle dolci labbra ansimanti, a specchiarsi in quei profondi occhi scuri, che adesso brillavano d'eccitazione, sottolineati dalle guance arrossate dal desiderio. Le mani piccole e delicate di lei iniziarono ad accarezzargli la schiena, tracciando inconsapevoli scie infuocate.

Inuyasha provò di nuovo a raggiungere quel posto segreto e speciale, si fece strada lentamente e dolcemente in quel caldo e umido abbraccio, sentì Kagome inarcarsi sotto di lui per accoglierlo ancora più in profondità. La vide corrugare appena le sopracciglia con un piccolo mugugno di disapprovazione e allora la baciò di nuovo premuroso

“Perdonami, amore mio” pensò “sembra proprio che non riesca a non farti male”

Poi un vago odore di sangue lo colpì come uno schiaffo, era sangue di Kagome, si fermò ad osservarla preoccupato ma lei gli sorrise e mormorò di nuovo

- Inuyasha... - “Va bene, se sei tu, va bene”

Si strinse a lui con un gemito, invitandolo ad andare ancora avanti, Inuyasha spinse ancora un po', con dolcezza, finché, con suo enorme stupore, non sentì quell'intimo abbraccio trasformarsi in un incastro perfetto, così perfetto da non sembrargli vero. Era Kagome, era dentro di lei il luogo che aveva cercato così disperatamente da tutta la vita? In quell'istante si sentì...

- A casa... finalmente... - queste parole gli sfuggirono inconsapevolmente, in un bisbiglio appena udibile, prima che potesse fermarle e si sentì un po' sciocco.

Ma Kagome gli sorrise e mormorò

- Benarrivato, amore mio -

“Dolce, splendida, meravigliosa Kagome!” pensò baciandola con tutto il suo amore e mormorandole:

- Ti amo, Kagome! Ti amo! Ti amo!! Ti amo!!! TI AMO! - c'aveva messo tanto a dirlo e adesso non riusciva più a smettere.

Vide due grosse lacrime fare capolino agli angoli dei suoi occhi. Le aveva fatto di nuovo male? Ma poi si accorse che lei stava sorridendo: erano lacrime di gioia. Per quelle due piccole semplici parole? D'ora in poi gliele avrebbe dette tutti i giorni!

Sentì il bisogno di stringerla a sé ancora più forte, sembrava che nemmeno quell'abbraccio così intimo bastasse più. Provò a muoversi lentamente dentro di lei, brividi di piacere gli percorsero la schiena, accresciuti dai dolci mugolii di Kagome che a ogni sua spinta gli premeva le piccole unghie nella robusta pelle delle sue spalle. Si ritrovò ad aumentare quelle spinte, sempre più forti e più profonde, finché i mugolii divennero gemiti e i brividi diventarono ondate potenti e inarrestabili. Gli sembrò di scalare un'altissima montagna, riusciva solo a salire ed era sempre più bello finché, arrivato in cima, poté solo perdersi nell'immensità del cielo. E Kagome era con lui, tra le sue braccia.

Sentì il suo piacere fluire lentamente dal suo corpo a quello di lei e un pensiero gli attraversò la mente come un lampo:

“Chissà se questo seme darà un frutto?”

Ma adesso la risposta non lo preoccupava più, Kagome era sua moglie, sarebbe andato tutto bene.

La baciò di nuovo, ansimante, voleva tornare a sdraiasi di fianco a lei ma appena si mosse fu fermato da un dolce mugolio di disapprovazione della sua sposa

- Non andartene... resta qui - mormorò Kagome

- Ma così ti schiaccio, sono pesante! - disse dolcemente Inuyasha

- Non importa, resta ancora qui con me – bisbigliò lei sorridendogli felice

- Ma guarda che ormai... - mormorò imbarazzato Inuyasha – Va bene che sono un mezzodemone e mi riprendo in fretta ma... dammi almeno un minuto... -

Lei rise piano

- Che hai capito, scemo! Voglio solo restare un po' così... mi piace questa sensazione – bisbigliò arrossendo – Sentirti dentro di me... anche così... “rilassato”... mi fa sentire tua. -

Inuyasha la guardò un attimo stupito, poi le sorrise dolcemente:

- Mia, eh?! Già, la mia romantica dolcissima mogliettina! - scherzò - Ti amo così tanto, Kagome. Perdonami se non te l'ho detto prima. -

La baciò ancora, prima di appoggiare la testa nell'incavo del suo collo e abbandonarsi alla dolce sensazione delle dita di lei, che gli sfioravano la schiena in una delicatissima carezza, cullandolo nel sonno più bello che avesse mai fatto.


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Angolo dell'autrice

* Ci tengo a precisare che Inuyasha non è né deforme né superdotato, quella di Kagome è solo strizza! XD


 

Ce l'ho fatta! O.O Non so come ma sono arrivata infondo a questo capitolo! E' la prima volta che scrivo qualcosa del genere e, vi giuro, ho sudato freddo, credo sia la cosa più difficile che abbia mai scritto in vita mia! Parlare di certe cose senza togliere nulla ma senza scadere nel volgare è stata un'impresa! T_T Spero di esserci riuscita (a me sembra di sì) e di non aver urtato la sensibilità di nessuno, ma ci tenevo troppo... dopo 200 puntate, altrettanti capitoli e 4 film, ci tenevo troppo a vederli finalmente felici!!!!!! T_T

Vi avviso che anche il prossimo capitolo sarà “bollente” (e ricomincio a sudare!!!)... Non pensate male di me ma ho bisogno di alcuni “avvenimenti” per il futuro (sia prossimo che anteriore) e far succedere tutto in una volta mi sembrava brutto... diciamo che la prima volta li ho voluti lasciare tranquilli ;-) Cercherò comunque di essere “delicata”, anche perché non voglio che questa storia diventi un'hentai o dover passare al rating rosso che potrebbe tagliare fuori qualcuno di voi che magari è interessato al resto della storia! (ma quanti siete?! Vedo sempre tantissime visite ma pochissimi commenti... sono curiosa ... mandatemi almeno un messaggino... un segnale di fumo... un piccione viaggiatore... qualsiasi cosa!!! *.*) Magari fatemelo sapere se c'è qualcuno che non ha accesso ai rating rossi, perché se non ci fosse nessuno potrei anche mettere quello e tornare a dormire sonni tranquilli.

Special thanks alla distrazione della mia mammina che fin dalla mia più tenera età ha seminato romanzi Harmony per tutta casa, ignara di aver partorito un topo di biblioteca XD XD XD Grazie mamma, senza il tuo background non ce l'avrei mai fatta! :P

Alla prossima (se non vi ho offeso) ^^'


EDIT: Aggiunta un'immagine a inizio capitolo, ringrazio le autrici: Gedainegu e invibleninja12 di DA http://gedainegu.deviantart.com/art/Inukag-Water-542609440

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Capitolo 13
*** Giochi notturni ***


ATTENZIONE

Rinnovo a tutti le stesse raccomandazioni fatte per il capitolo precedente. Inoltre...

Anche in questo capitolo sono descritte, in tutto o in parte, scene di sesso. I contenuti possono risultare leggermente più forti rispetto al capitolo precedente e anche il linguaggio, in alcune frasi, è leggermente più forte (anche se ho cercato di ridurre al minimo sia come qualità che come quantità, per rispetto del rating). Se pensate che questo possa darvi fastidio (o leggendo vi accorgete che vi da fastidio) potete andare direttamente alla seconda metà del capitolo dove tutto si spiega (e si intuisce cos'è successo poco prima) e che contiene informazioni utili alla comprensione del resto della storia.

Ho comunque inserito un brevissimo riassuntino infondo al capitolo.

Per i coraggiosi: Buona lettura! ^_^

Fairy


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Qualche ora più tardi, quando Inuyasha aprì gli occhi, fuori il cielo era ancora buio, la stanza era rischiarata appena dal fuoco morente del braciere. Era sdraiato sulla schiena nel suo nuovo futon e la prima sensazione che avvertì fu qualcosa di caldo e morbido che aderiva perfettamente al suo fianco. Sentì il profumo dei capelli di Kagome proprio sotto il suo naso e il dolce tepore della pelle vellutata della sua schiena sotto le dita della sua mano. Era lei che gli dormiva appiccicata, ancora nuda, dalla sera prima. Respirò a fondo quel profumo e la strinse ancora un po' più a sé, era una sensazione così bella: non c'era più nessun ostacolo tra loro, sentiva tutto il suo calore, il profumo di lei lo avvolgeva completamente mischiandosi col suo e anche l'odore di lui sembrava diventato un tutt'uno con la morbida pelle di lei. Kagome era sua moglie adesso ... la sua donna... SUA! Tornò con la mente a ciò che era successo solo poche ore prima, il ricordo della loro prima volta riaccese immediatamente il suo desiderio ma si sentì anche sprofondare dall'imbarazzo pensando a quante libertà si era preso con lei, solo guidato dal suo istinto. Chissà se aveva fatto bene? Che sarebbe successo quando lei avesse riaperto gli occhi? Lo avrebbe amato o lo avrebbe odiato? La sera prima gli era sembrato tutto così bello e giusto ma adesso...

In quel momento, Kagome si agitò un po' nel sonno, mugolò piano e infine alzò la testa.

“Sonno leggero o il suo incredibile sesto senso? Che si sia accorta che ero sveglio?” pensò Inuyasha preoccupato: il momento della verità sembrava arrivato prima del previsto.

Kagome si guardò intorno un po' assonnata, i capelli scompigliati, prima di voltarsi verso di lui e subito sorridergli dolcemente, gli occhi ancora abbottonati dal sonno:

- Ciao – mormorò con una voce dolcissima umettandosi appena le labbra.

Per qualche strano motivo a Inuyasha sembrò terribilmente sensuale in quel momento. Tirò mentalmente un sospiro di sollievo di fronte a quel sorriso:

“Beh... forse non mi odia...” si disse e, sorridendole a sua volta, le rispose:

- Ciao. Si può sapere perché mi saluti sempre così, ogni volta che mi vedi? Come se non mi conoscessi? -

- Perché ogni volta sei diverso: ieri eri il mio sposo, oggi sei il mio uomo... domani, chissà... - rispose piano ancora assonnata tornando ad appoggiare la testa sul petto di lui.

- Che sciocca che sei! - la canzonò – Io sono sempre io! Piuttosto... tu... come stai? Ti senti bene? - chiese preoccupato accarezzandole i capelli

- Mh-mh.... Benissimo... mai stata meglio... - rispose con un sospiro tornando a stringersi a lui, sotto le coperte

Quel nuovo contatto aumentò ancora l'eccitazione di Inuyasha. Com'era possibile che la desiderasse di nuovo così tanto? Ma lei lo avrebbe voluto? Non sapeva come fare a chiederglielo.

– Perché me lo chiedi? - aggiunse lei, iniziando a tracciare distrattamente, con la punta del dito, dei piccoli cerchi sui muscoli del suo petto e voltandosi appena per depositarvi un piccolissimo bacio che lo fece rabbrividire

- S-scusa, sai... per prima... io... mi hai detto di seguire il mio istinto ma forse... ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio? - confessò preoccupato

Kagome si strusciò di nuovo a lui come una gattina in cerca di coccole e l'eccitazione di Inuyasha fece un altro potente balzo in avanti.

- Stai scherzando,vero?! Sei stato meraviglioso... - mormorò lei con voce roca arrossendo leggermente e abbassando un po' il viso impedendogli di guardarla in faccia – Pensi che dovrei offendermi perché mio marito mi ha toccato e baciato in certi... posti? - mentre diceva così una mano birichina, la stessa che fino a un attimo prima giocava innocente sul suo petto, fece capolino nei “certi posti” di Inuyasha che trattenne il respiro avvampando

- Ka-kagome... Che-che fai? - gridò imbarazzato

- Mi sembra ovvio... - mormorò lei sfiorandolo appena, sotto le coperte, con la punta delle dita, in un misto di curiosità e vergogna.

Inuyasha si irrigidì e sentì il sangue andargli alla testa, a quel contatto e, come se non bastasse, si ritrovò le labbra di Kagome sulle sue.

- ...seguo anch'io il mio istinto... - proseguì Kagome scendendo poi a baciarlo sul collo, senza smettere la sua timida esplorazione del corpo di lui.

Inuyasha era sempre più combattuto, sentì l'impulso di rovesciarla sul letto e farla di nuovo sua ma una parte di lui non riusciva a sottrarsi a quella dolce tortura

- ...e ti ripago con la stessa moneta... - aggiunse ancora Kagome che era tornata a baciarlo sul petto, ormai Inuyasha non aveva più la forza di fermarla... sentiva la pelle bruciare come il fuoco sotto i baci di lei ma appena le sue labbra si staccavano da lui quel calore era immediatamente sostituito da un freddo intenso e disperato, era come se tutto il suo corpo gridasse “Non lasciarmi, Kagome! Non ti allontanare mai più da me!”

- Kagome... - fu l'unica cosa che riuscì a bisbigliare

- ... la mia vendetta sarà terribile! - concluse lei scendendo sempre più giù e lanciandogli un'ultima timida occhiata maliziosa prima di sparire sotto le coperte.

- Ka-kaagooomeee! - balbettò Inuyasha senza fiato, senza riuscire più a capire con cosa lei lo stesse sfiorando, ma quando sentì che erano le labbra di lei a dischiudersi intorno alla parte più delicata del suo corpo, l'ultima cosa sensata che riuscì a pensare fu:

“Oh Cavolo!!!”

 

Ormai stava albeggiando, si erano addormentati di nuovo, dopo “quell'assalto a tradimento” di Kagome.

“Beh... almeno adesso siamo pari...” pensò felice Inuyasha stringendola a sé. Kagome gli dava le spalle e lui la stava abbracciando da dietro, il viso affondato nei suoi capelli che gli solleticavano il naso.

Kagome si era rivelata così passionale... l'aveva stupito! Anche se prima, quando lui era riuscito finalmente a sottrarsi a quella meravigliosa tortura, prima che fosse troppo tardi, lei lo aveva frainteso e lo aveva guardato imbarazzatissima nascondendosi il viso tra le mani e balbettando:

- Scusami... scusami... Non guardarmi! Mi vergogno! Io... ho-ho sbagliato tutto, lo so! Scusami... volevo solo farti stare bene, come avevi fatto tu... -

Passionale ma sempre così dolce e timida, la sua Kagome, si era fatta coraggio solo per lui, anche lei aveva pensato a lui prima che a sé, anche lei voleva... amarlo.

- Bene?! Per colpa tua ero in paradiso! Ma non volevo starci da solo... così sono venuto a prenderti... - le aveva confessato in un sussurro prima di portarla di nuovo con sé sulla vetta di quell'altissima montagna che avevano scoperto solo poche ore prima.

Dormire nudi era una continua tentazione, ogni volta che Inuyasha apriva gli occhi e la vedeva, ogni volta che avvertiva il contatto di quella morbida pelle contro la sua, sentiva il sangue andargli alla testa.

Mentre la osservava dormire così tranquilla, perfettamente a suo agio anche senza veli, per un attimo gli venne in mente Kikyo.

“Kikyo al posto di Kagome non c'è neanche da immaginarla! Quelle due sono come il giorno e la notte!” pensò Inuyasha “Sì... un paragone veramente azzeccato!”

Kikyo era come la luna: bella, da ammirare per ore da lontano, ma fredda; calma e silenziosa come la notte. Nel buio della sua esistenza, quella luna gli era sembrata una gran luce, ma a ben guardare c'era ancora la notte intorno a lui.

Kagome invece era il sole: così bella da non riuscire a guardarla, eppure riusciva a scaldare tutti col suo calore, la sua luce illuminava tutto e rendeva tutto più bello, sempre allegra e piena di vita. Era riuscita a scaldare persino il cuore di un mezzodemone solitario come lui e aveva illuminato a giorno la sua vita.

Lui aveva ammirato la luna e gli era piaciuta ma poi aveva provato a sdraiarsi un po' al sole e non ne avrebbe più fatto a meno.

Inuyasha si tirò su appoggiandosi a un gomito e la coperta scivolò leggermente dalle spalle di Kagome che si mosse un po', affondando la faccia nel cuscino. Era così bella in quella posizione, con le sinuose curve della schiena e dei fianchi in bella mostra, non si sarebbe mai stancato di guardarla. Spostò piano la coperta ancora più in basso fino alle cosce, per poterla ammirare meglio, fu allora che notò una piccola macchiolina rossa sul lenzuolo sotto di loro. Era la prova che lei non gli aveva mentito, non c'era stato mai nessuno prima di lui, Kagome era sua, sua e di nessun'altro!

“Mi piace questa sensazione... mi fa sentire tua...” era così che gli aveva detto, quelle parole gli risuonavano ancora in testa: Kagome era sua, solo sua e le piaceva essere sua! Gli sembrò che il cuore gli si gonfiasse nel petto!

Non riuscì a resistere alla tentazione e iniziò a baciare quella schiena invitante e a ogni bacio sentiva risvegliarsi il desiderio, sentiva il profumo della sua pelle che adesso sapeva di lui, con quell'odore addosso chiunque le si fosse avvicinato avrebbe capito al volo che lei era sua, o almeno qualunque demone... ma gli uomini?!

“Non importa! Lei è mia! Se non lo sentono peggio per loro! Li farò a pezzi se solo provano a sfiorarla!! Non permetterò a nessuno di vederla come l'ho vista io, di toccarla come l'ho toccata io, di sentirla come l'ho sentita io... di fare con lei quel che lei ha fatto con me. Lei è mia! Solo mia!

Con l'animo in subbuglio, in uno strano miscuglio di amore, rabbia e desiderio, si soffermò di nuovo ad osservarle la schiena, i fianchi, le natiche... chissà come sarebbe stato prenderla lì, in quel momento, mentre ancora dormiva... in quella posizione.. da dietro... Quell'idea gli sembrava terribilmente eccitante... troppo eccitante! Tornò a baciarle il collo e sentì l'impulso di morderla, non per farle male, ma solo per tenerla ferma, mentre si insinuava tra le sue cosce socchiuse... Perso in quella fantasia, senza accorgersene, cominciò a farlo davvero

- Mmmhhh... Inuyasha... - mormorò Kagome risvegliandosi piano, non sembrava intenzionata a sottrarsi a quell'assalto.

Le mani di Inuyasha corsero al seno di lei e quei piccoli bottoncini rosa che la facevano gemere di piacere e ottenne l'effetto sperato, ma non era ancora soddisfatto! Con una mano scivolò giù fino ad accarezzarla nel suo posto preferito costringendola, a sollevare leggermente i fianchi e ad aprire un po' le gambe. Solo allora Inuyasha la fece di nuovo sua, strappandole un gemito di piacere. Muovendosi piano dentro di lei, affondò ancora leggermente le zanne sul suo collo ma sempre gentile senza ferirla. Era una sensazione così diversa da quella della sera prima, terribilmente eccitate, sentiva che sarebbe potuto andare avanti per ore, gli piaceva, gli piaceva da morire... ma Kagome? Che ne pensava lei?

Le piace, mi sembra ovvio!” disse una voce in un angolo della sua testa

“Stai zitto! Che ne vuoi sapere!” rispose indispettito Inuyasha

Annusa stupido! Non senti quest'odore?! E' odore di femmina eccitata!

“Finiscila!” in effetti era vero ma non voleva sentirselo dire, non così!

Le piace! Le piace eccome! Senti come se la gode, la cagnetta!

“Non chiamarla così, maledetto!” i gemiti di Kagome però erano inequivocabili e a lui piaceva da impazzire farla sentire così

Visto?! Le piace il maschio forte! Che la domini e la sottometta! E a te piace sentirti così, io lo so!

“No! A me può anche piacere ma a lei piacciono i baci, le carezze... e così non posso dargliene!”

Che te ne importa! A te piace così! E' la tua femmina, prenditela e basta!

“No! Non è questo che voglio! Io la amo! Lei è importante per me! Non è un oggetto! Non voglio dominarla, voglio amarla... come mi ha insegnato lei...”

Si fermò di colpo e lasciò andare il morso, poi lentamente senza staccarsi da lei la fece girare verso di lui... ora finalmente poteva abbracciarla e guardarla negli occhi e si accorse di quanto quel contatto gli fosse mancato

- Kagome... - mormorò con una voce così roca da stentare a riconoscersi – va tutto bene? -

- Io... sì – rispose lei con un filo di voce, ancora ansimante di piacere – ma tu? -

La sua espressione si fece di colpo preoccupata mentre gli passava un dito su una guancia

- Inuyasha... ti senti bene? Mi riconosci? - mormorò scrutandolo attentamente

- Ma certo, che domande fai? - rispose indispettito

- E chi sono? - insistette lei

Inuyasha sospirò e le sorrise:

- Sei Kagome, sei mia moglie, la donna che amo più della mia stessa vita! E' questo che vuoi sentire? - scherzò, ma lei non sorrise e allora anche lui tornò serio – Scusami... se sono stato un po' brutale, non so che m'è preso, ma se non vuoi... basta che me lo dici! Ti prego non fare quella faccia... ho esagerato perdonami... non succederà più, te lo giuro! - adesso era veramente allarmato lei continuava a guardarlo con una tale espressione - Dimmi qualcosa, ti prego!! - in quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa persino per un “A cuccia!” purché lei gli sorridesse di nuovo.

Kagome sembrò riscuotersi dai suoi pensieri e mormorò:

- No, scusa, non sono arrabbiata, tranquillo... è che... aspetta! - si tolse il rosario dal polso e glielo rimise al collo

- Ecco! Lo sapevo! Vuoi mandarmi a cuccia! - sbottò Inuyasha, rassegnato ma anche sollevato, la sua voce era di nuovo normale

Invece Kagome gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte a sé mormorando:

- Grazie al cielo, funziona! -

- Tesoro, che succede? - chiese Inuyasha senza capire

- Niente. - rispose tranquilla e finalmente gli sorrise – Adesso baciami e finisci quello che hai cominciato! -




 

Poco dopo Inuyasha era di nuovo sdraiato sopra Kagome, dentro Kagome, ansimavano entrambi stanchi ma felici

- Vuoi ancora che resti così? - le chiese lui ricordando le sue parole della sera prima

- Certo! Ti dispiace? - gli rispose lei gentile

- Al contrario... penso che potrei abituarmi... è un posto bellissimo, sai? -

Kagome ricominciò ad accarezzargli piano la schiena con la punta delle dita

- Mi piace... Quando mi tocchi così... - confessò in un soffio Inuyasha chiudendo gli occhi per assaporare quel contatto.

Kagome sorrise

- E... ti piaceva anche prima?! Il modo in cui mi hai svegliata?! - chiese timidamente

- Non me lo ricordare! Mi vergogno da morire! Scusami, non dovevo farti quelle cose, non so davvero che mi è preso... - mormorò lui arrossendo e nascondendo il viso contro il collo di lei.

- Non hai risposto alla mia domanda: ti piaceva? - insistette ancora Kagome

- Eccome!!! - ammise lui alla fine con un sospiro

- Mmhh.. capisco... - mormorò pensierosa Kagome arrossendo un po', ma non riuscendo a trattenere un sorriso di fronte a tanta sincerità – Ma non è successo niente di strano? Non ti sei accorto di niente? - chiese ancora dubbiosa

- N-no! - mentì spudoratamente lui, non aveva il coraggio di rivelargli quei pensieri osceni – Perché? -

- Inuyasha, non devi vergognarti o sentirti in colpa, non hai fatto niente che io non ti abbia lasciato fare, sono stata chiara? Certo preferisco sentirti più vicino e guardarti in faccia ma... non è stato... spiacevole, ok?! - confessò imbarazzata - E poi credo d'aver capito cos'è successo. -

- Cioè?! - chiese dubbioso lui

- Beh... insomma... come dire... tu sei un mezzodemone... un mezzodemone... cane! Ecco... io credo che il tuo istinto... “canino”... abbia preso un attimo il sopravvento... per questo ti piace quella posizione! - ammise timidamente

- Voglio sprofondare! - esclamò Inuyasha ricordandosi di colpo che nella sua testa, in effetti, l'aveva chiamata “cagnetta” - Sì, credo che adesso seguirò di nuovo il mio “istinto canino”, come lo chiami tu, e andrò in giardino a scavare una buca... ma non ci metterò un osso! No! Mi ci seppellirò dentro! - mormorò sconfortato nascondendo il viso nei suoi capelli

Kagome rise divertita all'idea di vedergli fare davvero una cosa del genere

- Povero piccolo cucciolo... non devi vergognarti... sei stato bravo! - lo canzonò grattandolo dietro un orecchio come se stesse premiando un cagnolino.

- Ferma... mmmhhh... - mormorò Inuyasha mugugnando ma senza riuscire a sottrarsi a quella strana coccola – mmmhhh... che fai... non vale... - poi gli sfuggì un suono diverso, si tappò la bocca con la mano ma ormai era troppo tardi, lei l'aveva sentito e stava ridendo come una matta.

- AHAHAH! Non posso crederci!!! Era un uggiolio quello?! Un uggiolio di piacere! - aveva le lacrime agli occhi dal ridere.

Inuyasha invece era paonazzo

- Ecco! Visto, che mi fai fare?! Sì sì, ridi ridi... Ti fa tanto ridere aver sposato “un animale”? - si rattristò di colpo pensando che adesso lei si sarebbe pentita di quella scelta, forse non c'aveva riflettuto bene quando aveva accettato la sua proposta.

Kagome, invece, si asciugò le lacrime riacquistando un po' il controllo e sorridendogli felice.

- Lo vuoi capire che io ti amo per quello che sei! Mi piace tutto di te, anche il tuo lato canino, lo trovo molto dolce... e adesso anche molto focoso, in effetti...- aggiunse ridendo - ma mi piace, purché tu rimanga sempre te stesso: il mio Inuyasha, il mio amato mezzodemone! - concluse più seria, poi aggiunse preoccupata – Davvero non ti sei accorto di niente prima? -

- Di cosa mi sarei dovuto accorgere? Che ho sposato una donna meravigliosa?! - chiese tranquillo Inuyasha stringendosi a lei adorante, rincuorato dalle sue parole.

Kagome arrossì per quel complimento ma poi rispose seria:

- Inuyasha... vedi... prima... mi sono un po' preoccupata perché... ti eri trasformato... -

- Stai dicendo che ero nella mia forma demoniaca???!!! - si sollevò di scatto guardandola allarmato - Ma non è possibile!!! Io ero perfettamente lucido!! Beh... quasi... - ammise

Prese un profondo respiro prima di proseguire

- In effetti mi sentivo un po' strano... scusami se non te l'ho detto subito ma... mi vergognavo ad ammetterlo. -

Lei gli sorrise comprensiva

- E adesso?! Me lo vuoi dire?! Forse non è niente, è stato solo un caso, o forse potrebbe essere importante... comunque... io vorrei saperlo. - gli chiese dolcemente

- Sì, hai ragione. - ammise Inuyasha – Il fatto è che... mentre stavamo... beh! Mi sembrava di sentire una voce nella testa... una voce cattiva... selvaggia... non chiedermi di ripeterti quello che diceva, ti prego! Non era niente di bello! Diciamo che mi... incitava a fare quello che stavo facendo... senza preoccuparmi di te... io però mi sono opposto e alla fine se ne è andata. -

- Quando ti ho messo il rosario? - chiese Kagome

Inuyasha ci pensò un po'

- No, prima, quando ti ho chiesto come stavi... però...ad essere sincero... non mi sono mai sentito veramente “dominato” da quella voce... diciamo che... si limitava a fornire consigli non richiesti... -

- Mmhh... Capisco... - mormorò Kagome – Comunque con il rosario sei tornato normale, per fortuna. Yakurodokusen aveva ragione! -

- Che vuoi dire? Ti riferisci a quella cosa che hai fatto durante la cerimonia? - chiese Inuyasha, in effetti l'aveva incuriosito

- Sì. Vedi... nella mia epoca gli sposi si scambiano anche gli anelli, come simbolo del loro legame... e tu in effetti un anello me l'avevi già dato – mormorò emozionata ammirando il regalo di Inuyasha che brillava intorno al suo dito – volevo ricambiare in qualche modo... così ho fatto quella cosa... non so bene nemmeno io come mi è venuto in mente o come sapessi che così avrebbe funzionato... comunque, ho pensato che il tuo anello serve a proteggermi e allora anch'io volevo regalarti qualcosa che servisse a proteggerti... anche quando non sono con te... non so se mi spiego... -

- Ti riferisci a qualcosa che tenga a bada il mio sangue demoniaco, giusto? - chiese dolcemente Inuyasha

Lei annuì:

- Ho pensato che, in qualche modo, sono sempre riuscita a calmarti o a farti rimanere lucido... e ho pensato anche alle giare di sake di Yakurodokusen, a come erano “collegate” l'una all'altra e mi sono detta che forse quel sake ci avrebbe uniti in qualche modo... e stanotte, la nostra prima notte, la nostra prima volta... la prima volta che ci siamo “uniti”... ho voluto tenere io il tuo rosario perché... beh, se nel mio anello c'è tutto il tuo amore, volevo che nel tuo rosario ci fosse il mio. - concluse sorridendo imbarazzata.

Inuyasha la strinse a sé e la baciò con dolcezza

- Grazie, amore mio, è un regalo bellissimo... -


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Riassunto per chi non ha letto:

La scoperta del lato più passionale di Kagome e la consapevolezza che lei è finalmente sua, sembrano risvegliare il sangue demoniaco di Inuyasha che si trasforma in demone nel bel mezzo di... beh ci siamo capiti! :P Ma state tranquilli, tutto si risolve per il meglio grazie al rosaio di Kagome e all'amore di Inuyasha che riesce a trovare la forza di mettere letteralmente a tacere il demone che è in lui. ^_^


 

Angolo dell'autrice:

Noooo!!! Non posso crederci!!!! Non ce l'ho fatta!!! Non ce l'ho fatta a far stare tutto in questo capitolo... T_T

Avrò bisogno di un altro capitolo, non “bollente” come questo, ma quanto meno molto “puccioso”. Tre di fila!!! Non odiatemi! T_T Spero che la cosa non vi infastidisca troppo. Poi giuro che andiamo avanti! >.<

Comunque in questo capitolo sono successe un po' di cose strane, mentre i nostri sposini iniziano ad entrare in confidenza l'uno con l'altra e con il loro amore. <3

Ma dove li porteranno questi strani eventi?! O.O

So che l'inizio del capitolo mi farà accusare di nuovo di “troppa audacia” ma avevo bisogno di “far salire la pressione” al povero Inuyasha, in vista della “scena madre”. Scusatemi! :P (e poi è stato il modo di Kagome per far capire a Inuyasha che lui non aveva fatto niente di male... ^-^) Mi farò perdonare! ;)

* Inuyasha arriva correndo in punta di piedi, avvolto alla meglio nel lenzuolo, mi afferra la faccia e mi appioppa di prepotenza un bacio a stampo su una guancia “Grazie Fairy, sei un'amica! Se ti può consolare, a me la tua idea è piaciuta molto!” mi bisbiglia commosso e emozionato “Lo sospettavo, caro! ^^' Ora però torna a letto prima che Kagome si svegli, che dobbiamo andare avanti col prossimo capitolo!” * XD XD XD

Alla prossima! ^_^

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Capitolo 14
*** Luna di miele ***


ATTENZIONE

Anche in questo capitolo c'è una piccolissima scena di sesso, ho pensato di racchiuderla tra questi simboli --> §§§

Quindi se non gradite leggerla potrete saltarla facilmente ;)

Buona lettura

Fairy


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Kagome si godeva il caldo abbraccio di Inuyasha che dormiva su un fianco, accanto a lei, cingendola con le sue braccia, ormai era decisamente ora di alzarsi, anche perché iniziava ad avere fame, ma l'idea non l'attirava per niente... avrebbe dato qualsiasi cosa per poter restare tutto il giorno con lui sotto le coperte senza preoccuparsi di niente, solo di farsi coccolare... e dire che la sera prima s'era fatta tanti problemi e invece... Inuyasha si era rivelato così dolce, delicato... proprio lui, che a volte riusciva ad essere così rozzo da distruggere tutto quello che toccava, ma con lei era stato così premuroso, gentile, romantico ma anche così appassionato...

“Forse anche un po' troppo!” pensò imbarazzata ricordando il modo in cui lui l'aveva svegliata, durante la notte

“Beh... hai sposato un demone, Kagome, dovevi aspettartelo...” pensò diventando sempre più rossa.

In realtà non le dispiaceva per niente! Era il suo Inuyasha ed era fatto così: un po' demone, impaziente e possessivo, che la desiderava così tanto da non lasciarla nemmeno dormire; un po' uomo, dolce e premuroso, che le aveva finalmente detto “ti amo” proprio nel momento più bello...

“Che fosse tutto calcolato?!” si chiese sospettosa soffermandosi un attimo su quest'ultimo dettaglio. No! Era stato sincero, di questo Kagome ne era assolutamente certa! C'era una tale emozione nella sua voce... Inuyasha aveva fatto l'amore con lei, nel vero senso della parola! Aveva percepito tutto il suo amore in ogni suo più piccolo gesto... l'aveva proprio presa alla lettera quando lei gli aveva detto “Amami” e lei non era riuscita a fare a meno di ricambiare, a costo di morire di vergogna... ma non le importava! Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui! Per il suo grande amore... per il suo uomo... per suo MARITO! Sorrise emozionatissima, soffocando a stento una risatina, mentre si rigirava il suo anello intorno al dito, e si accoccolò ancora di più contro il petto caldo di lui

“Aaahhh... è così bello stare tra le tue braccia, amore mio!” pensò stringendosi a lui, si sentiva così sicura, protetta, a casa, come aveva detto Inuyasha. Le aveva detto una cosa così bella: lui, che non aveva mai avuto una casa, adesso considerava lei la sua casa.

- Ti amo! - bisbigliò, non riuscendo più a resistere, allungandosi appena per baciarlo piano sulle labbra, mentre ancora dormiva

– Ti adoro! - disse baciandolo di nuovo

– Sei la mia vita! - un altro bacio

– Non potrei vivere senza di te! - ancora uno

- Anch'io... anch'io... anche tu e... nemmeno io! - mugugnò lui sorridendole con gli occhi ancora chiusi

- Ah! Allora eri sveglio! - esclamò stupita Kagome

- No! Ma forse... con qualche altro bacio... - mormorò lui attirandola a sé

- Che furbastro! E va bene... solo un altro, però... è tardi, l'ora di alzarsi è passata da un pezzo e noi... - due labbra esigenti le impedirono di parlare ancora, Inuyasha rotolò sopra di lei impedendole di fuggire, baciandola con sempre maggior trasporto

- MMHH!!- si lamentò Kagome cercando di divincolarsi.

Inuyasha sorrise senza staccarsi dalle sue labbra.

- Mmmhhh!! - lo supplicò lei dandogli piccoli colpetti sulla spalla, con il polso, come per dire “Dai, togliti!”, ma Inuyasha non voleva saperne di smettere

- Mmmhhhh... - si arrese lei alla fine, passandogli le braccia intorno al collo e rispondendo a quel bacio.

- Brava, così mi piaci... - mormorò Inuyasha, dopo un bel pezzo, lasciandola finalmente respirare

- Non vale! Avevo detto uno! - protestò Kagome con un filo di voce

- Era uno! Ma non mi hai detto quanto doveva durare... - ridacchiò Inuyasha

- Fosse per me... anche per sempre... ma è tardi, si staranno chiedendo tutti che fine abbiamo fatto... e poi ho fame! - ammise Kagome

- A questo si rimedia facilmente, se il mio fiuto non mi inganna... - si alzò leggermente allungando un braccio ad aprire la porta scorrevole.

Proprio davanti all'entrata c'erano due vassoi coperti da un telo.

- E questi da dove spuntano?! - esclamò Kagome dietro di lui

Inuyasha sollevò il telo, c'erano un sacco di cose buone: riso, pesce arrosto, verdure... e un bigliettino. Inuyasha lo guardò dubbioso e lo porse a Kagome.

Era la scrittura di Miroku, praticamente l'unica altra persona del villaggio che sapesse scrivere.


 

Da parte di Sango:

So come ti senti in questo momento quindi

per oggi penso a tutto io, tu goditi il tuo nuovo maritino.


 

A domani.

Sango e Miroku


 

Questo trattamento di favore vi costerà caro: Inuyasha, voglio tutti i dettagli!

Miroku


 

Kagome scoppiò a ridere.

- Che c'è scritto di così divertente? - le chiese Inuyasha

- Niente, lascia perdere. - rispose Kagome alzandosi e infilandosi la prima cosa che le capitò a tiro: la sottoveste di Inuyasha – E' da parte di Sango: a quanto pare ha deciso di regalarci un giorno di vacanza “all inclusive”. -

- OL-cosa?!! - esclamò Inuyasha che ovviamente non sapeva l'inglese

- Tutto compreso! Vuol dire che non dovrò nemmeno cucinare! - spiegò Kagome mentre apriva l'armadio in cerca di qualcosa – Penserà a tutto lei! - aggiunse tirando fuori una penna dal suo vecchio zaino – Dovremo assolutamente sdebitarci in qualche modo -

Andò al tavolino e scrisse la sua risposta sul retro del biglietto


 

Sango, ti adoro!!! ^_^

Miroku, scordatelo!!! >o< Al massimo vi teniamo i bambini per qualche giorno. ;-P


 

Grazie di tutto

Kagome


 

- Dai, porta dentro quei vassoi, che sto morendo di fame!!! - gridò allegra a Inuyasha

- E io che mi metto, se i miei vestiti te li metti tu? Passami almeno l'hakama. - rispose lui indispettito: si era già abituato a vederla nuda e il fatto che adesso lei si fosse coperta non gli piaceva per niente.

Si misero subito a tavola, Kagome mangiava tutto, allegra e soddisfatta, chiacchierando animatamente, mentre Inuyasha sbocconcellava qualcosa sorridendo appena, senza staccarle gli occhi di dosso, un gomito appoggiato sul tavolo e la mano a sorreggere la testa. Gli sembrava ancora impossibile che lei fosse lì con lui, che fossero sposati, che lei fosse sua.

- Che c'è non hai fame? Di solito spazzoli tutto in un baleno! - gli chiese lei perplessa

- Tu invece hai un bell'appetito stamattina. - osservò lui ridendo

- Si vede che reggere il ritmo di un mezzodemone è faticoso – rispose maliziosa Kagome dandogli un bacio veloce

- Ecco di cosa ho fame io! - confessò Inuyasha avvicinandosi e baciandola a sua volta sul collo

- Allora ringrazia Sango se oggi potrai “sfamarti”. Abbiamo un intero giorno tutto per noi. Una piccola luna di miele! -

- Luna di miele?! - chiese Inuyasha guardando di nuovo il suo vassoio – Ma qui non c'è miele e stanotte non ci sarà nemmeno la luna. -

Kagome rise divertita

- La luna di miele è una vacanza che si prendono le coppie appena sposate. Si parte per un viaggio di qualche giorno, per stare un po' insieme tranquilli, senza pensieri, impegni e nessuno che ci disturbi. Capito?! - spiegò

- Allora è per questo che studiate tanto, nella tua epoca... per inventarvi idee geniali come questa! - commentò Inuyasha

Kagome rise di nuovo.

- Bene, signor marito, allora cosa vorresti fare nel nostro unico giorno di luna di miele? - gli chiese

- E me lo domandi... - rispose malizioso

- Allora mangia e rimettiti in forze! - lo canzonò porgendogli un pezzo di pesce con le dita

- Subito, mia signora! - rispose Inuyasha allegro lasciandosi imboccare – Mmhhh.... così è molto più buono! - risero entrambi rimettendosi a mangiare.

Finirono il pasto tra risate, baci, e coccole varie, poi Kagome sistemò i piatti vuoti sui vassoi e andò al fiume a lavarli, va bene farsi viziare ma non voleva approfittare troppo della gentilezza di Sango; Inuyasha andò con lei per aiutarla.

- Rimetti i vassoi fuori dalla porta?! – gli chiese Kagome una volta terminato – Io tolgo quei fiori, prima che l'acqua della vasca diventi una tisana! - scherzò avviandosi verso la sorgente termale.

- Devi farlo proprio adesso? - si lamentò Inuyasha che non vedeva l'ora di averla di nuovo tutta per sé.

– Sì. Sai com'è... vorrei finire il mio bagno... Sbaglio o qualcuno si era offerto di lavarmi la schiena?! - aggiunse maliziosa

Inuyasha non se lo fece ripetere due volte

- Volo! - esclamò allegro mentre riportava i vassoi dove li avevano trovati

- Mi porti lo shampoo?! Quella bottiglia profumata nel mio zaino... - gridò Kagome, la passione di Inuyasha era stata così travolgente che adesso i suoi capelli gridavano veramente vendetta!

Inuyasha tornò rapidissimo, aveva di nuovo il piccolo asciugamano legato intorno ai fianchi, mentre Kagome finiva di ripescare i fiori, immersa nell'acqua fino alle ginocchia.

- Era un'idea così carina e romantica... peccato sia durata poco... - mormorò dispiaciuta togliendo gli ultimi fiori ormai praticamente cotti

- Non mi ero accorto che ti fosse piaciuto così tanto – disse entrando anche lui nell'acqua e avvicinandosi a lei

- Beh... diciamo che... mi piaceva... finché non sono stata distratta da qualcosa di meglio – bisbigliò maliziosa accarezzandogli i muscoli del petto

- Se è per questo anch'io... - mormorò Inuyasha con voce roca scostandole i lembi della sottoveste e attirandola a sé – Sicura che vuoi che ti lavi solo la schiena?! - chiese ammiccando malizioso mentre tornava a baciarla piano sul collo, accarezzandole la schiena.

- Perché?! C'è anche il servizio “all inclusive”?! - rispose Kagome con un filo di voce

- Naturalmente... - mormorò Inuyasha trascinandola con sé nell'acqua, facendola sedere sulle sue ginocchia e sbarazzandosi definitivamente della sottoveste.

§§§

Si baciarono a lungo stretti l'uno nelle braccia dell'altra, poi Inuyasha tornò a torturarle dolcemente i seni, con le dita e con le labbra, non fu soddisfatto finché non le strappò un - Inuyashaaa... - disperato. Solo allora le attirò i fianchi contro i suoi e la fece sua strappandole un gemito di piacere. Questa volta però fu lei a muoversi sopra di lui e a dettare il ritmo del loro amore, era tutto diverso. Le spinte di lei erano lente e delicate ma anche profonde e appassionate, gli facevano assaporare fino in fondo quel contatto così intimo, gli trasmettevano tutto il desiderio di Kagome, gli mandavano il sangue alla testa, credeva di non farcela a resistere, questa volta l'avrebbe delusa ne era certo, questa volta fu lui a mormorare disperato il suo nome e per un attimo la vide sorridere soddisfatta. Quando ormai Inuyasha era sul punto di cedere, la sentì irrigidirsi e aggrapparsi al suo collo esalando, insieme a lui, un lungo strozzato grido di piacere prima di abbandonarsi esausta tra le sue braccia.

§§§

La stinse forte a sé, la sua splendida Kagome.

- Chi era che faticava a tenere il ritmo? - le chiese Inuyasha ansante

Lei rise debolmente con la testa appoggiata sulla sua spalla

- Scusa... sono una bambina cattiva...- mormorò

- No, sei una donna meravigliosa, calda e passionale, e io sono l'essere più fortunato della terra ad averti al mio fianco... anche se mi verrà un colpo! - ammise ridendo insieme a lei

- Guarda che sei stato tu a chiedere una luna di miele così... - gli fece notare Kagome sorridendo, poi si accoccolò ancora di più tra le sue braccia

- Lo so e non me ne pento affatto! - rispose lui, stringendola a sé.

Rimasero ancora un po' così, poi Kagome si decise a malincuore a dedicarsi al suo bagno sotto lo sguardo ammirato di Inuyasha, che ancora non si capacitava di poter stare così tranquillamente lì con lei ad osservarla in certi momenti che fino a poco tempo prima gli erano assolutamente proibiti. Osservava quasi imbambolato ogni suo più piccolo gesto: il modo in cui si bagnava i capelli, come si metteva quella roba profumata sulle mani e poi in testa, le piccole onde che si formavano intorno al suo seno mentre, con le braccia alzate, si strofinava i capelli pieni di schiuma, lasciando scoperto il suo bellissimo collo...

- Vuoi che ti lavi anche i tuoi? - gli chiese lei sorridendo, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

- Eh?! Cosa?! Tu?! A me?! I miei capelli... con quella roba?! - chiese stupito

- Ne sono molto gelosa, visto che questa è l'ultima confezione che potrò usare in tutta la mia vita... ma per te posso fare un'eccezione! - ammise facendogli l'occhiolino.

- Ma... non saprei... - mormorò un po' imbarazzato

- Dai, poche storie! - e, a tradimento, gli ficcò la testa sotto l'acqua

- Ma poi avrò un odore diverso... - si lamentò lui appena riemerso, scostandosi i capelli bagnati dalla faccia

- Sììì... di solito è per questo che ci si lava... - scherzò Kagome sciacquandosi la testa - Pensavo ti piacesse il mio odore –

- Ma quello non è il tuo odore, quand'è che lo capirai?! Il tuo odore è molto più buono! - spiegò scocciato Inuyasha

- Oh sarei proprio curiosa di sentirlo, tutto questo buon odore che dici tu! - commentò spostandosi dietro di lui e prendendo un'altra goccia di shampoo – Adesso stai buono e lascia fare a me! -

Inuyasha sentì le mani di Kagome massaggiargli un po' superficialmente i capelli e il profumo dello shampoo spargersi intorno a lui, poi le dita di lei affondarono fino a raggiungere la pelle della testa. Si muovevano descrivendo piccoli cerchi, energiche ma delicate; un piacevole formicolio iniziò a formarglisi alla base del collo, gli venne di nuovo voglia di uggiolare, ma si trattenne, chiuse gli occhi e si godette quel piacevolissimo massaggio... se avesse potuto appoggiare la testa a qualcosa sarebbe stato perfetto.

- Allora? Come va? - chiese sorridendo Kagome

- Mmmhhh... - mugolò soddisfatto Inuyasha

- Lo prendo per un “bene”. - rise Kagome – Adesso la smetterai di prendermi in giro perché mi piace lavarmi! Fatto! Puoi sciacquarti! - aggiunse decisa

- Mmhhh.. Di già?! - mugugnò dispiaciuto Inuyasha

Kagome scoppiò a ridere

- Ci hai preso gusto, eh! - lo canzonò – E va bene, ancora un pochino. - acconsentì ricominciando a massaggiare.


 

Sango e Miroku raggiunsero la radura silenziosi come ninja, non volevano assolutamente disturbare i piccioncini ma dovevano recuperare i vassoi. Stavano per svignarsela di nuovo quando sentirono delle risate provenire dal retro della casa. Miroku non seppe resistere alla curiosità e andò a dare una sbirciatina.

- Miroku! Che fai??!! - lo rimproverò Sango al limite dell'udibile – Non metterti a fare il guardone!!!-

- Ssshhh... Inuyasha ci sente bene, sai!!! - le rispose lui a gesti

Inuyasha e Kagome erano immersi nella sorgente l'uno di fronte all'altra, parlando e ridendo; a quanto sembrava Inuyasha stava cercando di insegnare a Kagome a scrollarsi via l'acqua dalla testa in quel suo modo tutto canino, ma per quanto lei si sforzasse non ci riusciva proprio. Inuyasha la prendeva in giro e lei si fingeva impermalita.

- Ma guardali! Come sono carini! - esclamò Sango a bassa voce sorridendo – Guarda Inuyasha com'è sereno, felice... tu l'avevi mai visto sorridere così? - chiese mentre Inuyasha si avvicinava a Kagome per abbracciarla e farsi perdonare.

Miroku scosse la testa in segno di diniego sorridendo anche lui, nel frattempo Kagome stava mettendo le braccia intorno al collo di Inuyasha

- Menomale che Kagome è tornata... - mormorò Sango con le lacrime agli occhi, mentre i due sposini si scambiavano un dolce bacio.

- Ok! Siamo di troppo!!! - sibilò Miroku trascinandola via.


 

Kagome era di nuovo seduta alle spalle di Inuyasha e gli stava pettinando i capelli ancora bagnati.

- Certo che Yura aveva proprio ragione... - commentò

- Chi? - chiese Inuyasha senza voltarsi, gli piaceva proprio farsi toccare i capelli da Kagome

- Yura, il demone dei capelli! Non te la ricordi? -

- Ah! Quella tipa insignificante?! -

- Insignificante?! Ma se ci mise parecchio in difficoltà! - esclamò Kagome al ricordo di quell'avventura - Però su una cosa aveva ragione: hai dei bellissimi capelli... e non li curi affatto! - precisò lottando delicatamente contro l'ultimo piccolo nodo.

- Ti sembro il tipo che si preoccupa di queste sciocchezze? - rise Inuyasha

- Ma allora, scusa, si può sapere perché li porti così lunghi?! Oltre tutto non rischi che diventino un punto debole in battaglia?! E' una cosa che mi sono sempre chiesta. - ammise Kagome uscendo vincitrice dalla sua piccola battaglia: c'era voluta tutta la sua pazienza ma finalmente riusciva a far scorrere liberamente il suo pettine tra i capelli di lui.

- Mia madre non me li ha mai tagliati... - spiegò Inuyasha serio – diceva che coi capelli lunghi gli ricordavo papà... E così mi ci sono abituato! - concluse semplicemente – Tu preferiresti che li avessi corti, come Miroku?! - chiese curioso

- No, te l'ho detto, mi piacciono così. Ero solo curiosa. - rispose Kagome un po' commossa “Quindi i capelli lunghi sono un ricordo di sua madre...” pensò – Vorrà dire che d'ora in poi me ne occuperò io! - concluse abbracciandolo da dietro, felice

- Mmmhhh... se tutti i nostri bagni saranno così, non ho niente da obbiettare! - rispose malizioso voltandosi a baciarla di nuovo con passione.


 

Più tardi tornarono in casa, accesero il fuoco per asciugarsi meglio e fecero di nuovo l'amore addormentandosi abbracciati. Quando Kagome si svegliò, si preparò un po' di tè e rimase a sorseggiarlo con calma ammirando Inuyasha che dormiva beato. Era così bello il suo mezzodemone, non si sarebbe mai stancata di guardarlo. Silenziosa scivolò di nuovo al suo fianco, non aveva sonno ma proprio non riusciva a stargli lontano per più di qualche minuto. Lui la sentì muoversi e si svegliò notando con disappunto che lei indossava di nuovo la sottoveste.

- Che ci fa questa robaccia tra noi due? - mormorò slacciandogliela di nuovo – Non lo sai che oggi i vestiti sono vietati! Anzi credo che d'ora in poi li vieterò tutte le notti!- dichiarò attirandola a sé per chiederle ancora amore.

- Non scherzavi quando dicevi di voler recuperare le occasioni perdute, eh?! E poi ti stupisci se ho fame! - lo canzonò

- Ti dispiace? - le chiese Inuyasha baciandole il collo

- No... - mormorò Kagome prima di farsi travolgere di nuovo dalla passione.


 

Si svegliarono quando il giorno iniziava a volgere al termine, trovarono di nuovo i vassoi di Sango fuori dalla porta con un altro biglietto di Miroku:


 

Divina Kagome, è un piacere fare affari con voi!

Riscuoterò a tempo debito!

Miroku


 

E complimenti per le vostre graziose miniature: siete una pittrice nata!


 

Kagome rise di nuovo divertita.

- Dovrò decidermi a imparare a leggere come si deve! Non mi fido dei vostri bigliettini! - commentò Inuyasha ingelosito.


 

Decisero di mangiare sulla veranda ammirando il tramonto. Avevano appena finito che Kagome disse maliziosa:

- Vieni un po' qua... avvicinati! - lo invitò facendogli segno con un dito

- Cosa c'è?! - chiese Inuyasha pregustando chissà quale sorpresa

- C'è una cosa che devo assolutamente fare! Chiudi gli occhi... - mormorò sorridente

“La cosa si fa interessante!” pensò eccitato Inuyasha ubbidendo senza protestare.

Poi le sentì! Le piccole, delicate mani di Kagome strette intorno a... le sue orecchie!!!

- Ma che fai?!!! - gridò imbarazzato (e anche un po' deluso) spalancando gli occhi

- Oohhh.... ma mi piacciono tanto! - mugugnò Kagome con una faccina disperata senza lasciarlo andare – E stasera c'è il novilunio... - si giustificò

Inuyasha non seppe come ribattere a tanta innocente dolcezza, sorrise scuotendo un po' la testa e la baciò con tenerezza. In quel momento sentì che il suo potere demoniaco iniziava a sparire, il sole era ormai calato dietro l'orizzonte.

- A domani, mio bel mezzodemone... - mormorò Kagome a fior di labbra lasciando la presa sulle orecchie e ricominciando a baciarlo, sentì le sue zanne ritrarsi mentre assaporava il gusto dolce e forte delle labbra di lui, che ormai aveva imparato a conoscere così bene e di cui non riusciva più a fare a meno.

Quando il bacio terminò e tornò a guardarlo negli occhi, il loro bel colore dorato era sparito lasciando il posto al nero della notte.

- Ciao – bisbigliò

- Ancora?! - esclamò Inuyasha divertito – E sentiamo, oggi chi sono? -

- Non lo so, dimmelo tu. Chi sei bel ragazzo? - gli chiese Kagome sorridendo

- Chi vuoi che sia?! Il tuo uomo! Il tuo legittimo marito! - rispose come se fosse ovvio

- Non direi proprio! Io ho sposato un mezzodemone! - rispose Kagome decisa – Però adesso non c'è, non tornerà fino a domattina... e io mi sento tanto sola... vuoi farmi compagnia tu?! - aggiunse maliziosa

- Senti senti... e così saresti già pronta a buttarti tra le braccia del primo venuto?! Dovrò tenerti d'occhio, mogliettina! - non sapeva se essere preoccupato o divertito da quella specie di gioco

- No, non del primo venuto! - rispose offesa – Solo tra le tue! - mormorò baciandolo di nuovo

Inuyasha l'abbracciò ricambiando il suo bacio

- Così va molto meglio... - bisbigliò rassicurato prima di portarla di nuovo verso il futon – Sicura che ti vado bene anche senza le mie orecchie?! - scherzò Inuyasha sopra di lei

- Beh... in effetti... ora posso fare una cosa che di solito non potrei fare... - mormorò maliziosa, facendogli di nuovo segno di avvicinarsi. Con una piccola scia di baci sul collo risalì fino al suo orecchio e gli prese il lobo tra le labbra dandogli dei piccoli morsettini gentili. Una tempesta di piacevolissimi brividi percorse il corpo di Inuyasha:

- Mmmhhh... credo che d'ora in poi mi piacerà diventare umano... - bisbigliò


 

Era notte inoltrata quando Inuyasha si svegliò, Kagome addormentata accanto a lui. Si alzò per aggiungere un po' di legna al fuoco morente, come umano sentiva più freddo del solito. Si infilò l'hakama e usci per prendere un po' di legna dall'intercapedine sotto la veranda e trovò Kuro e Shiro che dormivano di fianco alla porta. Alzarono la testa quando lo videro ma si riaccucciarono subito tranquilli vedendo che era lui:

“Kagome aveva ragione, sono proprio intelligenti, hanno capito che stanotte c'è qualcosa di diverso e si sono avvicinati!”

- Bravi cuccioletti! Proteggete voi Kagome stanotte! - mormorò accarezzando Kuro sulla testa prima di rientrare in casa con la legna sottobraccio.

Si avvicinò al braciere e, mentre attizzava il fuoco, lo sguardo gli cadde sulla sua immagine riflessa nel piccolo specchio che Kagome aveva lasciato sul tavolo. Per la seconda volta in quella lunga giornata gli venne in mente Kikyo

“E' questo l'uomo che lei avrebbe voluto accanto a sé. E' per questo che tutto è andato storto e lei è morta: per aver osato pensare di usare il potere della Sfera... Che destino assurdo e crudele... eppure...” si voltò a guardare Kagome “non posso fare a meno di pensare che tutto sia successo solo per permettermi di incontrare lei, la vera donna della mia vita.” pensò sorridendole “Kagome non ha mai pensato, nemmeno per un secondo, di farmi diventare umano, così come ha sempre cercato di dissuadermi dal diventare un demone. Lei mi ama esattamente per quello che sono, non la spavento, non la disgusto, non si vergogna di farsi vedere con me, di amarmi. Non le importava nemmeno di sposarmi pur di stare con me. Ha lasciato tutto per un misero mezzodemone.”

Si spogliò di nuovo, non scherzava quando diceva che non voleva ostacoli tra loro, e si distese di nuovo accanto a lei scostandole piano una ciocca di capelli dal viso, dormiva così tranquilla, un debole sorriso a incresparle appena le labbra.

“Sei così bella, amore mio! Ma davvero mi merito una donna tanto meravigliosa?!” pensò ripercorrendo gli avvenimenti degli ultimi giorni “A Kagome piacciono le mie orecchie da cane, i miei capelli che non hanno niente di umano, si diverte se mi sente uggiolare come un cane, asseconda persino i miei istinti animali senza offendersi o scandalizzarsi... un'altra al posto suo... Un'altra?! Ma quale “altra”?! Non c'è mai stata nessun'altra prima di lei! Nessuna donna al mondo si offrirebbe a un mezzodemone come ha fatto lei! E nemmeno la vorrei! E' Kagome l'unica che voglio! Persino quando mi sono trasformato... invece di fuggire a gambe levate terrorizzata e inorridita... si è solo preoccupata che io stessi bene, che fossi davvero io... l'idea di essere lì a fare l'amore con un demone non l'ha sfiorata né preoccupata minimamente, perché quel demone ero io. E mi ama anche quando sono umano! Anche se resta la fiera e orgogliosa moglie di un mezzodemone. E' incredibile: riesce davvero ad amarmi in qualsiasi forma appaia. Già lei mi ama, ama me, ama Inuyasha punto e basta. Era così difficile da capire?! ” pensò col cuore gonfio d'amore

“No, con Kikyo non sarei mai stato così felice. Lei voleva cambiarmi, Kagome invece mi ha insegnato ad accettarmi e a volermi bene per quello che sono.”

Chiuse gli occhi abbracciandola stretta e si addormentò con la consapevolezza che non avrebbe più pensato a Kikyo. Mai più...


 

Kagome si svegliò all'alba, tra le braccia di Inuyasha, appena in tempo per vedere l'ultimo ciuffo di capelli neri, tornare d'argento. Lo baciò piano sulle labbra, come aveva fatto anche il giorno prima:

- Buongiorno, amore mio, bentornato. - bisbigliò

- Ti sono mancato? - mormorò Inuyasha aprendo gli occhi – Ti sei annoiata tutta la notte da sola? - scherzò ricordando il loro gioco della sera prima.

- Oh sì, è stato terribile! - rise lei stando al gioco

- Mmhhh... Eppure... - mormorò Inuyasha annusando l'aria – sento un odore strano... - poi iniziò a annusarle il collo facendole volutamente il solletico

- No! Fermo! - gridò Kagome scoppiando a ridere

- Che ci fa questa puzza di umano addosso alla mia donna?! - proseguì imperterrito Inuyasha fingendosi scandalizzato – A quanto pare dovrò marcare di nuovo il mio territorio!!! - sentenziò minaccioso portandosi sopra di lei.

- Che scemo! - lo apostrofò Kagome felice, prima di concedersi a lui un'ultima volta; la luna di miele era finita ma la loro vita insieme era appena iniziata.

Era arrivato il momento di cominciare a costruire insieme, piano piano, giorno dopo giorno, la loro quotidianità.


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Angolo dell'autrice


 

FINE direte voi... EhEh! Poveri illusi! Io sono ancora all'inizio! XD Il bello deve ancora venire! Però è vero che se finora sono stata molto “shojo-josei” (scusatemi ma mi dovevo sfogare! La Takahashi c'ha lasciati troppo a digiuno! XD ) da qui in avanti la storia dovrebbe piano piano tornare a farsi più shonen (almeno nelle mie intenzioni... vedremo se sarò all'altezza). Ciò non toglie che sono un'inguaribile romantica e questi due si amano alla follia (e sono pur sempre una coppia sposata!) quindi non mancheranno neanche in futuro i momenti “love-love” spero solo di riuscire a dosarli nel modo giusto! ^^'


 

*sale sul patibolo a testa alta come Giovanna D'arco e dichiara:*

- Fan di Kikyo lapidatemi pure, ma io lo dovevo dire! - T^T

Per me Kagome è “Kikyo 2.0”, la versione migliorata e potenziata, quindi è impossibile non scegliere lei. XD

Scherzi a parte, volevo chiudere anche questa questione.

Se vorrete continuare a seguirmi... ci rivediamo al prossimo capitolo ^_^


 

Comunicazioni di servizio:

Nota per Shana93: Sì, questa volta Inuyasha sorride davvero! *-* (E vorrei vedere! Con tutti gli ottimi motivi che mi sono impegnata a dargli!!! >o< ) :P

Nota per Fast: Ciao.... ci sei ancora... o sei fuggita da tutto questo zucchero?! XD Se hai resistito finora sappi che il peggio dovrebbe essere passato! ^^' Cmq se ci sei batti un colpo! Ci terrei ad avere la tua opinione :*

E ultima, ma non per importanza: Ringrazio tanto dianaefs di Deviantart che mi ha gentilmente permesso di usare la sua immagine (di cui mi sono innamorata a prima vista!!! *^*) Visitate la sua pagina, perchè è bravissima e so che sta lavorando alla versione digitale di questo stesso disegno, non vedo l'ora di vederla!!! ^_^
http://dianaefs.deviantart.com/art/Inuyashas-nap-time-373133932


E con questo "regalino" spero di essermi fatta perdonare per i capitoli bollenti (almeno dalle fanciulle!) ;)

 

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Capitolo 15
*** Ospiti ***


Le giornate scorrevano pacifiche e serene, al villaggio Musashi.

Kagome passava molto tempo con la vecchia Kaede che cercava di trasmetterle tutte le sue conoscenze, si occupava dell'orto delle erbe medicinali e dei bambini del villaggio, giocando con loro, quando poteva, e continuando le loro piccole lezioni.

Inuyasha passava molto tempo al suo fianco, la aiutava nei lavori più pesanti e seguiva anche lui le lezioni, anche se non era proprio uno scolaro modello, e i bambini lo prendevano affettuosamente in giro perché era sempre l'ultimo a imparare gli ideogrammi. Questo comunque quando non seguiva Miroku nei suoi esorcismi, in giro per la regione, e a volte anche Kagome andava con loro. Si sentì molto sollevata nel notare che il suo rapporto con Inuyasha non aveva minimamente intaccato il suo potere spirituale.

Invece Sango preferiva restare a casa con i bambini: anche se cercava di tenersi in esercizio, non voleva tornare in attività finché Hideki era così piccolo e bisognoso delle sue cure.


 

Quando finalmente Hideki fu in grado di mangiare da solo senza bisogno del latte della mamma, Miroku fu pronto a farsi avanti per riscuotere il suo “debito”.

- Sapete, è quasi l'anniversario dell'attacco al villaggio degli sterminatori e Sango vorrebbe tornare a pregare sulle tombe dei suoi cari. - spiegò Miroku, una sera, a Inuyasha e Kagome – ma non ce la sentiamo di far sopportare ai bambini un viaggio così lungo. -

- Non preoccuparti Miroku, lasciali pure con noi. - rispose Kagome sorridente – Anche se non te l'avessi promesso, lo farei comunque volentieri. Le gemelle saranno contente di avere lo “zio Inu” tutto per loro. -

A quell'idea Inuyasha avvertì un brivido gelido corrergli lungo la schiena: sarebbe stato alla mercé di quelle due adorabili pesti per due interi giorni, non era sicuro di riuscire a sopravvivere; fosse stato Shippo almeno poteva mollargli qualche pugno ma con quelle due... non aveva la forza di reagire e loro se ne approfittavano.

- Era proprio necessario fare certe promesse?! - sbottò contrariato quando Miroku se ne fu andato

- Ti ricordo che Sango ci ha fatto un sacco di favori per il nostro matrimonio... o te ne sei già dimenticato?! - lo rimproverò dolcemente Kagome

- Mmhh... lo sapevo che non dovevo fidarmi dei vostri bigliettini! - mugugnò poco convinto, ma smise di protestare.

Il mattino dopo, di buonora, Miroku e Sango portarono i bambini a casa di Inuyasha e Kagome. Sango le fece mille raccomandazioni su la pappa, la nanna, i giochi... e se fanno i capricci, se si fanno male, se piangono...

- Sango, stai tranquilla! Ormai ci conosciamo bene, vero bambini?! Siete contenti di stare un po' con la zia Kagome e lo zio Inu? - chiese Kagome

- SIIII!!! - gridarono in coro le gemelle mentre il piccolo Hideki le buttò le braccia al collo sorridendo felicissimo

- Non preoccuparti se succede una catastrofe ti mando uno shikigami, ok?! Sono diventata brava, sai! - scherzò Kagome rivolta a Sango

- Lo so, scusami, non è che non mi fidi di te... ma è la prima volta che li lascio soli per così tanto tempo... quando anche tu avrai un bambino mi capirai! - sospirò Sango

- Sì... certo...- balbettò Kagome imbarazzata, lei e Inuyasha non avevano ancora parlato di certe cose e lei cercava di non pensarci – ma stai tranquilla, non sono soli, sono con noi e quando tornerete avranno tante cose da raccontarvi, vero?! - chiese di nuovo rivolta alle gemelle.

- Sango, che donnicciola! - la rimproverò Inuyasha – Non ti riconosco più! Le tue marmocchie staranno benissimo, qui se c'è qualcuno che si deve preoccupare quello sono io! -

- Inuyasha e la Divina Kagome hanno ragione, Sango, non hai niente da temere, non potremmo lasciare i nostri figli in mani più sicure. - la tranquillizzò Miroku

- Avete ragione, scusatemi. - ammise riprendendo il controllo e chinandosi a salutare le sue figlie– Allora bambine, voglio un abbraccio stritolante! Fate le brave, mi raccomando, non fate troppi dispetti allo zio Inu! -

Poi si tirò su e dette un grosso bacio a Hideki.

- Ciao amore mio, la mamma tornerà presto, divertiti con la zia! - mormorò con le lacrime agli occhi

- Dai andiamo adesso! - la incoraggiò Miroku, che non vedeva l'ora di restare un po' solo con lei – O non ti staccherai più! -


 

- Allora, che ne dite di fare colazione e andare tutti al villaggio?! La zia ha un po' di cose da fare stamattina ma oggi pomeriggio sarò tutta per voi, ci divertiremo, vedrete! - dichiarò Kagome quando Sango e Miroku se ne furono andati.

- Inu! Inu! - protestarono le gemelle aggrappandosi alle gambe di Inuyasha

- Naturalmente, lo zio Inu viene con noi! - le rassicurò Kagome

Le gemelle gridarono felici saltellandogli intorno.

- Povero me! - mormorò Inuyasha sconsolato

- Su, via, brontolone! Manami e Masami ti adorano! Dovresti essere contento, hai un talento naturale coi bambini. - provò a rabbonirlo Kagome rientrando in casa con Hideki in braccio

- Altro che talento naturale, mi considerano il loro giocattolo! Tu sì che riesci a farti ubbidire, senza nemmeno bisogno di mandarle a cuccia! - ammise seguendola con le gemelle per mano

Mangiarono con calma poi si avviarono verso l'orto del villaggio, la stagione fredda era alle porte e Kagome voleva preparare dei ripari per le piante più delicate, che non avrebbero sopportato nemmeno i primi freddi. Inoltre doveva passare, insieme alla vecchia Kaede, a visitare alcuni malati e una giovane sposa in dolce attesa, ormai prossima al parto.

Si legò Hideki sulle spalle, come aveva visto fare a Sango tante volte, mentre Inuyasha prese in spalla Manami e Masami, contentissime.

Quando arrivarono al villaggio Kagome non poté fare a meno di notare gli sguardi divertiti di tutti quelli che incontravano e la salutavano rispettosi, non avrebbero mai fatto battute apertamente ma gli si leggeva in faccia cosa stavano pensando.

“Temo che sarà più dura del previsto!” pensò Kagome

Arrivati a casa della vecchia Kaede, ricevette il colpo di grazia; l'anziana sacerdotessa, infatti, non si faceva certo problemi con loro.

- Inuyasha! Kagome! Vedo che vi siete dati da fare, eh?! Tre in una notte e già grandicelli, non pensavo che i mezzidemoni avessero simili capacità! - ridacchiò

- Ma che dici, nonna! - la rimproverò Kagome paonazza

- Non scherzare, vecchia! Sarebbe una tragedia! - commentò secco Inuyasha con le gemelle attaccate alle sue orecchie.

Kagome si sentì colpire al cuore da una coltellata. Allora era questo che pensava Inuyasha: avere dei figli, per lui, era una tragedia?! Si riscosse subito da quel pensiero doloroso.

- Andiamo, nonnina, abbiamo un sacco di cose da fare. - esclamò con finta allegria – Inuyasha, scusa, puoi tenere anche Hideki per un po', non voglio portarlo vicino ai malati. - Hideki dormiva tranquillo sulla sua schiena.

Inuyasha mise a terra le bambine e prese Hideki, preoccupatissimo, cercando di non svegliarlo: non aveva mai preso in braccio un bambino così piccolo, aveva l'impressione di poterlo rompere come un vaso si porcellana. Kagome lo aiutò a sistemarlo con la testolina appoggiata alla sua spalla.

- Che-che devo fare?! - balbettò terrorizzato

- Niente, basta che lo tieni così, non sballottarlo troppo o lo sveglierai, finché dorme così tranquillo è facile! - lo rassicurò Kagome cercando di nascondere la tristezza che adesso gli dava vederlo con un bimbo in braccio – Manami, Masami, vi nomino assistenti dello zio Inu: aiutatelo a tenere buono Hideki finché non ho finito, se adesso fate silenzio e non svegliate il fratellino quando torno, lo zio sarà tutto per voi, ok?! -

Le bambine stavano per rispondere con le loro solite grida gioiose ma Kagome le zittì con un gesto.

- Sììì... - bisbigliarono allora allegre

- Brave! - mormorò Kagome facendogli l'occhiolino


 

Inuyasha si sentiva terribilmente impacciato, mentre aspettava Kagome fuori dalla capanna del suo primo paziente, preferiva seguirla nel caso la situazione con i bambini fosse precipitata. Piano piano però cominciò a rilassarsi: le gemelle si erano messe a giocare con altri bambini a distanza di sicurezza e lui si sedette a terra con quel piccolo fagotto tra le braccia, era caldo e profumato, leggerissimo, e dormiva così tranquillo appoggiato alla sua spalla... doveva ammettere che era una bella sensazione. Sarebbe stato così avere un figlio, si chiese

“Un esserino piccolo e indifeso... con lo stesso profumo di Kagome, magari... una bella bambina con i suoi occhi e il suo sorriso...” pensò sciogliendosi “una vocetta dolce e gentile che mi chiama papà... non un terremoto come le figlie di Miroku! Un carattere del genere sarebbe più adatto a un maschio... Sì, un bel maschietto forte e battagliero a cui insegnare tutte le mie tecniche!”

- Tutto a posto? - gli chiese Kagome uscendo dalla capanna e strappandolo alle sue fantasie

- Eh?! Sì... Hideki dorme ancora. - mormorò imbarazzato come se lei avesse potuto leggergli nel pensiero.

- E le gemelle?! Ah! Eccole là... Bambine non allontanatevi, restate vicine allo zio, ok?! - le richiamò dolcemente, poi si rivolse di nuovo a Inuyasha - Tieni, con questa dovresti riuscire a tenerle tranquille per un po', senza rischiare di perderle di vista. - gli disse porgendogli una piccola trottola di legno che aveva nel cestino delle erbe, prima di allontanarsi, diretta verso il paziente successivo.

Il trucchetto funzionò: le bambine si misero vicine a lui ad osservare divertite la trottola che girava.

“E poi Kagome è proprio brava con i bambini... sarebbe una mamma fantastica! Riesce a tenere buone persino queste due scalmanate... Però... non ne parla mai... non fa mai commenti... possibile che non le interessi... o forse è da me che non vuole figli?! No! No! Ma che vado a pensare... Kagome mi ama! Però forse... teme che il figlio di un mezzodemone subirebbe tutto quello che ho subito io...”

- Ancoha! Ancoha! - chiese Masami indicando la trottola ferma.

- Sì, sì... ancora. - sorrise triste Inuyasha facendola girare di nuovo

“Prima o poi capiterà l'occasione di parlarne... certo, io non gli ho sicuramente dipinto la mia infanzia in modo molto incoraggiante... ma le farò capire che se ho voluto sposarla è stato proprio per dare una vera famiglia ai nostri figli! Così, forse, cambierà idea... ” si disse un po' rincuorato.

Kagome terminò presto le sue visite e quando tornò da Inuyasha, Hideki aveva appena alzato la testolina dalla sua spalla e si stropicciava gli occhi sbadigliando.

- Buongiorno, signorino! Hai fatto un bel pisolino, eh?! Lo so, si dorme bene in braccio allo zio, vero?! - gli mormorò con aria complice mentre lo toglieva dalle braccia di Inuyasha che la guardò sorridendo.

“Con Hideki poi... è meravigliosa!” pensò “L'ho pensato subito, fin dalla prima volta che gliel'ho visto in braccio... voglio vederle cullare così anche i nostri figli!!!”


 

Nell'orto i bambini si divertirono come matti a giocare non la terra dei pezzi ormai incolti, erano comunque da dissodare per l'anno successivo e così Kagome gli dette carta bianca, lasciandoli scavare, zappettare e rastrellare quanto volevano, sotto l'occhio attento di Inuyasha, mentre lei si dedicava alle sue piante.

Il risultato fu un disastro di vestiti sporchi e visetti terrosi ma felici. Furono impegnati fino all'ora di pranzo ma Kagome era stata previdente e si era organizzata portando degli onigiri ripieni di pesce e avvolti in foglie di bambù, che mangiarono sul prato dopo una bella lavata di mani e visi.

Finito di mangiare, tornarono tutti verso casa, le gemelle erano ancora piene di energia, mentre Hideki era crollato di nuovo, stanco e col pancino pieno, in braccio a Inuyasha. Kagome propose allora una piccola gara a Manami e Masami

- A chi arriva prima! - gridò correndo piano per non lasciare indietro le bimbe

Arrivarono a casa tutte e tre a pari merito, mentre Inuyasha rimase indietro camminando piano con Hideki in braccio.

- Il premio per le vincitrici è... un bel bagno!!! - esclamò Kagome tra le grida esultanti delle bambine.

Quando Inuyasha le raggiunse le trovò già immerse nell'acqua calda della sorgente che giocavano allegre, mentre i piccoli kimono erano immersi nell'acqua della cascata vicina, assicurati a delle canne di bambù, un'idea di Kagome per sostituire un qualcosa che lei chiamava “lavatrice”.

Inuyasha si soffermò un attimo a guardarle e non riuscì a non sorridere. Kagome si avvicinava alle bambine immersa nell'acqua fino al naso, come un kappa, riemergendo piano, facendo un sacco di bolle e gridando minacciosa:

- Aaarrggghhh! Sono il mostro della paludeee!! Chi ha rubato il mio fango??!!! Ah!! Siete state voi?! Ridatemelo! E' miooo!!! - e così dicendo cercava di acchiappare le gemelle per lavarle, mentre loro strillavano e ridevano come matte.

“Mi domando chi delle tre sia la più piccola...” pensò Inuyasha divertito avvicinandosi

- Scusi, signor mostro, credo che qui ci sia un altro bambino che ha rubato il suo fango, che ne faccio?! - le chiese ridacchiando.

- Spiacenti ma adesso è il turno delle signore, i maschietti dovranno aspettare! - sentenziò Kagome, in modo da lasciar dormire ancora un po' Hideki.

Inuyasha ne approfittò per accendere il fuoco mentre il bimbo dormiva tranquillo sul tatami. Quando finalmente Kagome riuscì a far uscire dall'acqua le gemelle, Hideki si era già svegliato e fu il turno suo e di Inuyasha a fare il bagno.

- Sicura, Kagome?! - mormorò incerto il mezzodemone

- Lo farei io, ma qualcuno deve pur asciugare queste due piccole pesti. In confronto, fare il bagno a Hideki sarà una passeggiata, vedrai! - lo rassicurò.

Più tardi, asciutte e cambiate, anche le gemelle crollarono per la stanchezza e Kagome le mise a dormire tranquille nel futon mentre si occupava dei loro kimono e di quello di Hideki che ancora giocava felice nell'acqua, insieme a Inuyasha, schizzando dappertutto.

- Andiamo giovanotto! Direi che ti sei lavato abbastanza per oggi! - gli disse allegra Kagome pronta ad avvolgerlo in un telo caldo per portarlo in casa.

- Sai che Hideki è un gran nuotatore! - gli raccontò Inuyasha entusiasta davanti al fuoco – Trattiene persino il respiro se lo metto un attimo sott'acqua! -

- Certo, tutti i bambini piccoli, sanno farlo, è un riflesso! - gli spiegò Kagome ridendo mentre asciugava Hideki – Se potesse nuotare un pochino tutti i giorni, imparerebbe senza nemmeno accorgersene. -

- Davvero?! - esclamò Inuyasha stupito – Certo che sai un sacco di cose sui bambini! - ammise

- Sono o non sono quella che studiava tanto! E poi ho imparato con Sota. - rispose fingendosi allegra, cosa poteva dirgli?! “Sai sono una di quelle ragazze che ha sempre pensato che un giorno avrebbe avuto dei figli!”

Approfittando del momento di calma concesso dal pisolino delle gemelle, Kagome iniziò a preparare la cena, mentre Inuyasha giocava con Hideki. La calma comunque durò poco e appena Manami e Masami si svegliarono reclamarono per sé Inuyasha.

- Cagnolino! Cagnolino! - gridava Manami cercando di prendergli un orecchio subito imitata dalla sorella.

- Eccole che ricominciano... - sospirò Inuyasha seduto a terra a gambe incrociate – mai che ci sia la luna nuova quando serve! -

Kagome rise

- Su, bambine, sono sicura che ci sia un modo molto più interessante e divertente per giocare con lo zio Inu... piuttosto che “cagnolino” non sarebbe meglio... “cavallino”?! - propose accattivante

- SIII!!! Cavallino! Cavallino! - gridarono le gemelle

- Cosaaa?! - protestò Inuyasha

- Però le orecchie dei cavalli non si toccano! Dovrete restare bene in sella o il cavallo vi farà cadere, daccordo?! - precisò Kagome poi si chinò verso Inuyasha e gli bisbigliò in un orecchio – Non vuoi che ti tocchino le orecchie, giusto?! Se riesci a portare sulla schiena me, che sono grande e grossa, cosa vuoi che siano due bambine di neanche tre anni, non te ne accorgerai nemmeno! -

L'idea si rivelò vincente: Manami e Masami si divertivano talmente tanto a farsi scorrazzare da Inuyasha che girava per tutta casa correndo a quattro zampe, dentro e fuori sulla veranda, che persero qualsiasi interesse per le sue orecchie. Hideki le guardava curioso tra le braccia di Kagome ma non sembrava interessato a raggiungerle, preferiva stingersi al collo della zia, con un dito in bocca

- Cosa c'è, ometto? Inizia a mancarti la mamma?! - mormorò Kagome mentre sorvegliava la zuppa che bolliva sul fuoco.

Iniziò a canticchiare piano massaggiandogli la schiena, le piaceva quel contatto così dolce e anche il bimbo sembrava rassicurato.

“Sarebbe così bello...” pensò “ma è meglio che non mi faccia illusioni... non succederà mai! Dovrò accontentarmi di fare la zia...”


 

Dopo cena Kagome andò al fiume a lavare i piatti, con Hideki sulla schiena, canticchiando una dolce ninna nanna; il pancino pieno e il lento dondolio dei suoi movimenti fecero il resto e quando tornò in casa il bimbo dormiva beato, così lo sistemarono nel futon.

Le gemelle invece non volevano arrendersi al sonno:

- Stoia, stoia... - chiedevano supplicanti

- Volete che vi racconti una favola? - chiese Kagome – Mmmhhh... che ne dite della principessa Kaguya?! -

Le bimbe scossero decise la testolina in segno di diniego.

- Stoia tia! - decise Masami, la storia della principessa Kaguya la sapeva anche mamma Sango, che gusto c'era a farsela raccontare dalla zia

- Una storia della zia, eh?! E che tipo di storia vorreste sentire? Con i mostri o con le principesse? -

- Pincipesse! - esclamò Manami

- Biancaneve...?! No... - si rispose Kagome vedendole scuotere decise le testoline

- La bella addormentata...?! Neanche... - aggiunse di fronte a un nuovo diniego

- La bella e la bestia?! -

- SIII!! - esclamarono in coro le bambine

- Shhh... Hideki dorme! - le rimproverò dolcemente Kagome – Oh... allora... La bella e la bestia, eh... - aggiunse pronta a cominciare la sua storia.

- Tia bella! - esclamò tranquilla Masami guardando prima Kagome e poi Manami che annuì con aria complice e aggiunse decisa – Inu bettia! -

Kagome scoppiò a ridere.

- Che coosaaa??!! - esclamò Inuyasha offeso – Ah! Io sarei la bestia, eh! E' così che mi ringraziate per il “cavallino”?! Col cavolo che lo farò un'altra volta! -

- Inuyasha! - lo rimproverò Kagome

- Nooo! Nooo! Inu! Inu! - piagnucolarono le bambine correndo ad abbracciare lo zio e riempiendolo di baci per farsi perdonare.

Inuyasha fu preso completamente di sorpresa da quell'assalto:

- Va bene... va bene... - balbettò impacciato e imbarazzato – Lo rifaremo... lo rifaremo... domani però, eh! Ora ascoltate la storia! -

- E ascoltala anche tu, prima di fare l'offeso! E' una bella storia, sai! - disse Kagome divertita

Rassicurate, le bambine tornarono a sedersi di fronte a Kagome che poté finalmente iniziare la sua storia.

Anche Inuyasha ascoltava sorridendo sdraiato vicino a Hideki, la testa appoggiata su un gomito.

“Kagome è così buffa quando racconta storie: fa un sacco di facce strane, cambia voce a seconda del personaggio e gesticola come una matta... però le bambine non le staccano gli occhi di dosso, quasi non fiatano...” pensava osservandola e massaggiandosi le guance piene di baci.


 

La storia terminò e finalmente anche le gemelle si addormentarono. Il loro futon non era abbastanza grande per tutti e cinque, così Kagome stese a terra altre coperte per prolungarlo un po'.

- Allora, cara la mia Bestia, era così brutto il tuo ruolo?! - gli chiese Kagome sorridendo

- Mmmhhh... - mugugnò poco convinto Inuyasha – Io però non sono diventato umano... -

- Ne sei proprio sicuro?! - insistette Kagome – Però adesso hai una casa, una moglie, degli amici... delle nipotine che ti dormiranno appiccicate per tutta la notte impedendoti di dormire... - aggiunse ridendo, vedendolo imprigionato tra Manami e Masami avvinghiate alla sua sottoveste.

- Guarda che anche tu mi dormi appiccicata... - la corresse lui sorridendo malizioso

- Già... Peccato, stanotte dovrò rinunciare al mia cuscino preferito... - scherzò sdraiandosi vicino a Hideki

Inuyasha allungò il braccio sopra la testolina di Masami per raggiungere sua moglie e Kagome sentì le sue dita artigliate accarezzarle delicatamente i capelli.

- Senti che pace, finalmente! - mormorò Inuyasha – E' più faticoso che dare la caccia ai demoni! -

- Già... - commentò Kagome perdendo di colpo la voglia di scherzare

“Inutile! Per lui i bambini sono solo un fastidio” pensò cingendo con un braccio il piccolo Hideki, che dormiva accanto a lei, e chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime che ormai minacciavano di uscire “E io che ho pure pregato per potergli dare una famiglia felice...”

Con questi pensieri a tormentarla scivolò lentamente nel sonno: si trovava in un luogo buio e pieno di vento, una voce in lontananza la chiamava, una figura indistinta le si avvicinava... l'aveva già vista, molti mesi prima, alla vigilia delle sue nozze.

- Chi sei? Cosa vuoi dirmi? - chiese disperata Kagome, questa volta doveva assolutamente riuscire a scoprirlo

- Sangue... sangue... - la voce era ancora spazzata dal vento

Kagome cercò disperatamente di andargli incontro ma non poteva muoversi, poteva solo aspettare che fosse quella figura ad avvicinarsi.

- Non riesco a sentirti! Avvicinati, ti prego! - gridava ansiosa

- Sangue dei figli... - questa volta riuscì a sentirlo

- Sangue dei figli?! Ma che significa? Non abbiamo figli! - chiese confusa

- Sconfiggere... - gridava ancora la voce

- Chi devo sconfiggere? - Kagome era sgomenta, ci capiva sempre meno, la voce continuava a parlare ma le parole non le arrivavano, sentì solo:

- ... Demoni cane - la figura era ormai vicinissima, la vide allungare una mano verso di lei... era una mano umana ma... aveva gli artigli!

- INUYASHA!!! - gridò svegliandosi di soprassalto e scattando a sedere sul letto

- Cosa c'è?! - chiese allarmato il mezzodemone, svegliato da quel grido, i sensi subito all'erta alla ricerca di un pericolo che però non avvertì.

Kagome ansimava e tremava seduta sul letto, per fortuna i bambini non si erano svegliati

- Cosa c'è? - le chiese di nuovo dolcemente abbracciandola – Calmati tesoro, non è successo niente. Hai fatto solo un brutto sogno... -

- No, non era un sogno... - mormorò lei con un filo di voce – è una premonizione! Mi era già successo... -

- Una premonizione?! Riguardo a cosa? - chiese Inuyasha preoccupato

- Non lo so, è così confusa... credo si tratti del nostro futuro... ma non riesco a capire quello che ho visto e sentito -

- E cioè?! -

- C'eri tu... almeno credo... all'inizio non riuscivo a vederti ma poi ho visto la tua mano... -

- E cosa ho fatto? - la incalzò dolcemente Inuyasha

- Cercavi di dirmi qualcosa ma non riuscivo a sentirti... parlavi di sangue, di... - stava per dire “figli” ma si trattene – di sconfiggere i demoni cane... - concluse con un nodo alla gola

- Beh, buone notizie, allora! Significa che sto per suonarle di santa ragione a Sesshomaru, no?! - cercò di scherzare Inuyasha

- Oh, vorrei tanto che fosse così semplice! - ammise Kagome scoppiando a piangere contro il suo petto – Ho paura! Ho tanta paura! La vecchia Kaede dice di non preoccuparsi ma... quest'incertezza mi angoscia! Vorrei saperne di più per potermi tranquillizzare... o preparare al peggio, se necessario! -

- Calmati, amore mio! Non permetterò che succeda niente! Ho giurato di farti felice e non lascerò che una stupida premonizione rovini il nostro futuro! Se sono buone notizie tanto meglio, ma se non lo sono... le spazzerò via con un colpo di Tessaiga, vedrai! Tu non devi preoccuparti di niente. - le sussurrò stringendola forte a sé.

La tenne tra le sue braccia finché non la sentì rilassarsi, il respiro tornare regolare e farsi sempre più leggero.


 

Il giorno seguente, dopo colazione, Kagome propose di fare una bella passeggiata nel bosco, per raccogliere legna e qualche castagna. Anche i lupi, Shiro e Kuro, si unirono a loro. Come il giorno precedente si portarono il pranzo al sacco e quando fu l'ora di mangiare fecero un bel pic-nic vicino al ruscello, arrostendo anche qualche pesce pescato da Inuyasha con l'aiuto delle gemelle (o sarebbe più giusto dire “nonostante” le gemelle).

Fu una giornata allegra e piacevole e quando al tramonto tornarono a casa, trovarono Sango e Miroku ad aspettarli sulla porta.

- Mamma! Mamma!!! - gridarono le gemelle correndole incontro e anche il piccolo Hideki si sbracciava e spingeva verso Sango.

- Amori miei!!! - gridò la sterminatrice correndo loro incontro, abbracciando le sue figlie e prendendo in braccio il suo bambino – Mi siete mancanti tanto!!! -

- E' andato tutto bene? Vi hanno dato problemi? - chiese Miroku

- Assolutamente no! - rispose Kagome sorridente - Sono dei bambini meravigliosi, è stato un piacere averli con noi . -

- Già! Dovremmo rifarlo qualche volta. - ammise tranquillo Inuyasha

Kagome lo guardò con tanto d'occhi: da quando suo marito era tipo da frasi di circostanza?!

Intanto le gemelle tempestavano Sango di frasi sconnesse e incomprensibili, cercando di raccontarle tutto quello che avevano fatto con lo zio Inu e la zia Kagome.

- Vi fermate a cena? Così vi facciamo un resoconto dettagliato! - scherzò Kagome vedendo la sua amica in seria difficoltà.


 

Quando, più tardi, si congedarono sulla porta di casa, il piccolo Hideki, che non aveva mollato Sango per tutta la sera, buttò di nuovo le braccia al collo di Kagome e la stinse forte per un attimo, prima di tornare di nuovo dalla sua mamma

- Grazie a te, tesoro. Anche tu mi mancherai! – mormorò Kagome, salutandolo con le lacrime agli occhi, mentre gli amici si allontanavano.

- Che silenzio, eh?!- commentò di nuovo Inuyasha, come la sera prima, rientrando in casa – E' una casa piccola eppure... adesso sembra quasi vuota... - mormorò con finta indifferenza – Beh... magari un giorno la riempiremo, eh?! -

- Inuyasha... - mormorò Kagome sbalordita – Che vuoi dire?! -

- Beh... sì... insomma... se ti va... a me piacerebbe... non dico subito... ma un giorno... magari - balbettò imbarazzato, non sapeva come fare a dirglielo, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere schietto e diretto come Miroku in questi casi: “Kagome, mi daresti un figlio?!”, lui direbbe semplicemente così.

- Stai dicendo che... - mormorò Kagome incredula, no, di sicuro lo stava fraintendendo – ma ... se ieri hai detto che sarebbe una tragedia?! -

- Sì, tre belve scatenate come Manami e Masami, tutte insieme, sarebbero una tragedia!!! - ammise – Ma tre cosetti morbidi e tranquilli come Hideki... è tutta un'altra cosa... - mormorò imbarazzato – Anche se, in questi giorni, devo ammettere che ho rivalutato anche le gemelle... con te si comportano bene... sì, sono sempre vivaci... ma non fanno capricci, riesci sempre a fargli fare quello che vuoi... Insomma... saresti una mamma eccezionale! Non... vorresti... almeno pensarci... magari... per il futuro... -

Kagome lo guardava senza riuscire a parlare, una mano sulla bocca e gli occhi pieni di lacrime.

- Scusa, se ti sembra una richiesta improvvisa ma... è tanto che ci penso... da quando ti ho chiesto di sposarmi... Non dire subito di no... pensaci, per favore... lo so che ti spaventa l'idea di avere un figlio da me... come me... ma... insomma, guardami, io sono felice adesso! Vedrai che sarà felice anche lui! Io... io farò di tutto perché lo sia!!! - ormai la stava praticamente supplicando ma lei continuava a fissarlo senza dirgli una parola.

- I-inuyasha... - mormorò

“Ecco, adesso mi dirà di no! Stupido, dovevi stare zitto!!!” si maledisse tra sé.

- I-io... - proseguì Kagome – io credevo che tu non volessi, che ti dessero fastidio... -

- Quelli degli altri, forse! Ma i nostri... - si giustificò – Non devi rispondermi subito! Abbiamo tutto il tempo... pensaci bene, eh?! Ti chiedo solo di non scartare del tutto l'idea... va bene?! Io-io non farò niente che tu non voglia... però voglio che tu sappia che a me piacerebbe molto... una famiglia... con te... - mormorò

Kagome gli gettò le braccia al collo

- E cosa ti fa pensare che io non voglia un figlio da te? - bisbigliò stingendolo forte

- Beh... è che non ne parli mai... non pensavi nemmeno di sposarmi... figurarsi avere dei figli... io pensavo che non ti importasse... - rispose Inuyasha sentendo un tenue barlume di speranza accendersi nel cuore

- A parte il fatto che non è necessario essere sposati per avere dei figli, e tu ne sei la prova vivente, non ne parlavo mai perché avevo paura della tua reazione, temevo che mi dicessi di no... - mormorò Kagome imbarazzata – Oh Inuyasha! Avere un bambino... un bambino tuo... sarebbe meraviglioso!!! Non potrei desiderare gioia più grande!!! -

- Da-davvero?!!! - esclamò Inuyasha scostandosi da lei per guardarla negli occhi – Non lo dici solo per farmi contento, vero?! Lo pensi sul serio?! -

Lei annuì decisa piangendo di gioia.

- Oh Kagome, ero così felice il giorno che sei tornata... e poi quando hai accettato di sposarmi... quando abbiamo fatto l'amore la prima volta... Ogni volta che penso di non poter essere più felice di così, tu riesci sempre a stupirmi! Ti amo! Ti amo così tanto! - gridò stringendola a sé e baciandola con tutto l'amore di cui era capace - Che ne dici?! Ci diamo subito da fare?! - mormorò staccandosi appena da lei e ridacchiando malizioso

- Beh... non mi sembra che tu, in questi mesi, ti sia risparmiato... - lo canzonò lei felice – Se non è ancora successo, si vede che non è ancora il momento... lasciamo che la natura faccia il suo corso, ok?! A me basta sapere che per te va bene. - gli disse sorridendo.

- Hai ragione, amore mio! - acconsentì felice Inuyasha - Rimane il fatto che appena ti avrò aiutato a lavare i piatti... non mi sfuggirai! - bisbigliò malizioso.


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Angolo dell'autrice

Riflessioni e decisioni importanti in questo capitolo, di nuovo slice of life e ancora un po' puccioso, eh... Però...però.... borda, co' 'sto sangue!!! Credevate che me ne fossi dimenticata, eh?! ^_^

Basta! Non dico altro! Parlate voi! :P Voglio sentire girare le rotelline dei vostri cervelli, prima del prossimo capitolo! Si accettano scommesse! XD

Mentre voi tirare fuori le teorie più assurde, io me ne vado qualche giorno al mare! Ma tranquilli il portatile viene con me e sono pronta a uccidere per avere una connessione (Cavolo c'è Sailor Moon Crystal!!!! *^* ) quindi conto di aggiornare regolarmente come sempre... ma se dovessi sparire, vuol dire che ho fallito T_T Non allarmatevi (o non cantate vittoria troppo presto XD ), poi torno!

Alla prossima ^_^

PS. Vorrei rendevi un attimo partecipi di una cosuccia:  Capitolo 14 (uno a caso), Visite 424, Commenti 7. O.O'
Ora io mi rifiuto di credere che ci siano 7 pazzi nel mondo che si son letti la mia storia 60 volte; 2-3 volte le posso capire: una volta perchè è piaciuta... una volta perchè va giù la connessione... un'altra volta perchè la nonna vi chiama, sul più bello, che è pronto in tavola... ma poi basta!
Dando per scontato che ringrazio tutti questi presunti (sicuramente sono molti meno) "400 pazzi"... riuscite a capire perchè a ogni capitolo vi "scartaverto" le scatole (che è più lento e fastidioso che romperle una volta per tutte XD) chiedendovi di commentare?! >.<
Così, giusto per ricordarlo (cit.) :P

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Capitolo 16
*** Novità ***


ATTENZIONE

Anche in questo capitolo c'è una scena di sesso, racchiusa tra questi simboli --> §§§

In modo che, volendo, possiate saltarla facilmente ;)

Buona lettura

Fairy


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L'inverno cominciava ormai a volgere al termine e la vita di Inuyasha e Kagome proseguiva tranquilla, ma senza nessun cambiamento. Se in tutta la sua vita, Inuyasha aveva sempre aspettato con ansia il novilunio, adesso era un altro il periodo del mese che temeva di più: quel maledetto odore di sangue che sembrava deciso a ripresentarsi inesorabile, più o meno puntuale, ad ogni ciclo lunare! Si fingeva indifferente ed evitava di fare commenti, perché non gli sfuggiva la fugace espressione di delusione che attraversava il volto di Kagome ogni volta che un ritardo finiva in un niente di fatto, anche se lei cercava di non darlo a vedere. Aveva detto di non avere fretta, ma era inevitabile che, ogni volta, un po' ci sperasse e lui non voleva affondare il coltello nella piaga o instillarle paure infondate; l'aveva aspettata per tre lunghi anni e alla fine la sua attesa era stata ripagata... era pronto ad aspettarne altrettanti anche per questo, se fosse stato necessario!

Fu in una tiepida mattina, quando i primi boccioli cominciavano a fare capolino sui prati ancora coperti di brina, che la loro routine fu interrotta da una visita inaspettata.

Kagome si trovava al tempio intenta nelle sue mansioni, quando due vecchie conoscenze comparvero trafelate alle sue spalle.

- Ginta! Hakkaku! Ragazzi, che ci fate qui?! - li salutò Kagome felicissima di rivederli dopo tanto tempo – E Koga?! Non è con voi? Non sarà successo qualcosa, vero?! - chiese allarmata

- No, Sorell... cioè... voglio dire... Kagome. - rispose Hakkaku impacciato – Vedi siamo qui in veste di ambasciatori, ci manda Koga. -

- Anche noi siamo molto felici di rivederti, anche se ci dispiace che tu non sia più... la donna del Capo... ecco! - precisò Ginta imbarazzato

- Veramente non lo sono mai stata! - rispose Kagome ridendo – Ciò non toglie che ne abbiamo passate tante insieme e io voglio molto bene a tutti voi! Allora “Ambasciatori” cos'è successo? Niente di grave, spero. -

- No, è che... ecco... il Capo vorrebbe parlarti... insomma sta aspettando fuori dal villaggio ma... beh a dirla tutta, non osa avvicinarsi visto come vi siete salutati l'ultima volta... non osa farsi vedere soprattutto da Inuyasha... e dalla sua spada! - spiegò Ginta

- Oh ma che sciocchezze! Com'è che adesso si fa tanti problemi?! E va bene andrò io da lui! - sospirò Kagome divertita

Si avviò giù dalle scale del tempio seguita dai due demoni lupo, quando vide Inuyasha correrle incontro:

- Ecco cos'era quella puzza di lupo! Siete voi, tirapiedi! Dov'è quel vigliacco di Koga?! Che vuole ancora da mia moglie?!!! - gli sbraitò contro

- E' esattamente quello che voglio scoprire, tesoro. - rispose tranquilla Kagome – Quindi, per favore calmati, o dovrò rispolverare una certa parolina magica che mi ero ripromessa di non usare mai più! -

- Cosa?! Vuoi vedere ancora quel lupastro?!!! - chiese imbufalito andandole vicino

- Si, amore mio. - gli rispose lei con uno sguardo dolcissimo e un bacio leggero sulle labbra – Ma non hai niente da temere. Lo sai che Koga è solo un amico, no?! Se è venuto fin qua sarà sicuramente una cosa importante e io voglio sapere cos'è. Fidati di me, ok?! -

- O-ok... - balbettò preso alla sprovvista – M-ma vengo con te! E se quel maledetto prova a sfiorarti ancora con un dito, questa volta gli scaravento contro una Cicatrice del Vento!!! -

- Va bene, ma fino a quel momento lascialo parlare e non dare di matto. Ricordati cosa ti ho detto! - lo avvertì sfiorando con un dito il suo rosario.

Koga l'aspettava fuori dal villaggio con la schiena appoggiata a un albero. Quando la vide arrivare, con la mano alzata in un saluto allegro, il suo volto, prima tesissimo, si rischiarò in un sorriso carico di eccitazione per poi impallidire di colpo notando Inuyasha appena dietro di lei. Sembrava combattuto tra fuggire a gambe levate o farsi forza e restare, mentre lottava con questi sentimenti contrastanti Kagome lo raggiunse.

- Koga! Come stai? Sono così contenta di rivederti!- esclamò allegra

- C-ciao Kagome... ti-ti trovo bene... sei-sei sempre più bella... - balbettò senza perdere di vista Inuyasha che alla parola “bella” cominciò a ringhiare sommessamente

- Allora?! Cosa sono tutte queste cerimonie? Una volta mi piombavi addosso senza farti problemi, adesso mi mandi addirittura gli ambasciatori! E' successo qualcosa? - chiese Kagome curiosa e un po' preoccupata

- Beh... ecco... non ero sicuro che ti facesse piacere vedermi e così... -

- Sbaglio o ti avevo detto che saremo sempre amici! Pensi che l'abbia detto tanto per dire?! Io lo penso veramente! - lo rimproverò dolcemente

- S-sì, ci credo... è proprio per quello che mi hai detto l'ultima volta che mi sono deciso a venire... c'è... c'è una cosa che dovrei dirti... una novità... ci tenevo a fartela sapere... perché... siamo amici, no?! E tu hai detto che... ci tenevi a saperlo... e che volevi esserci... e anch'io voglio che tu ci sia...-

- Taglia corto, lupastro! Facciamo notte qui! - lo apostrofò Inuyasha a cui cominciavano a prudere le mani

- Inuyasha... - mormorò Kagome minacciosa – Continua pure Koga, non farci caso, oggi è un po' nervoso. Quale sarebbe questa novità? Spero sia bella! -

- Beh... sì infatti lo è... Ecco, ti ricordi Ayame, vero?! Ecco... insomma... alla fine mi sono deciso e... Ci sposiamo! -

- KOGA!! MA E' MERAVIGLIOSO!!! - gridò Kagome stringendogli le mani – Sono così felice per voi!!! -

- G-grazie! - balbettò imbarazzato – Volevo dirti che... mi farebbe piacere se tu... se voi... veniste al matrimonio. Anche Ayame è d'accordo naturalmente! Ci terrebbe a rivederti, ora che... insomma... non sei più la sua rivale... -

- Ne sarei felicissima, Koga! - mormorò – Inuyasha, ci andiamo, vero?! Koga è stato così carino, ha fatto tutta questa strada solo per invitarci... - lo supplicò

Inuyasha la guardava pensieroso, spostando di quando in quando lo sguardo su Koga. La notizia che il suo più acerrimo rivale gettava finalmente la spugna l'aveva di colpo rabbonito.

- Vuoi proprio andarci, eh?! In un covo di demoni?! Ne sei sicura?! - chiese dubbioso e preoccupato

- Ehi! Per chi mi hai preso?! Non inviterei mai Kagome in un posto pericoloso per lei! Tutti i membri della tribù sanno che è categoricamente vietato sfiorarla anche solo con un dito!!! - saltò su Koga ritrovando la sua vecchia baldanza - E comunque tutti la rispettano... anche se mi ha respinto... - aggiunse mortificato

- Dai, Inuyasha, hai sentito, non c'è pericolo! Io ci terrei davvero tanto... mi è già dispiaciuto che Koga non sia venuto al nostro di matrimonio...- aggiunse triste

- Uffa! E va bene! Quando sarebbe questo matrimonio? - chiese Inuyasha, possibile che non riuscisse mai a dirle di no!

- Come vuole la tradizione: la prossima notte di luna piena! - spiegò Koga allegro – Quindi nemmeno tu avrai problemi. -

- Che bella! Una cerimonia al chiaro di luna!!! Non vedo l'ora di vederla! - esclamò Kagome – Ma davvero ad Ayame non dispiacerà?! -

- Tranquilla, Kagome, non farei mai niente per contrariare la mia sposa il giorno delle nozze. Io... ho capito di volerle bene davvero, sai?! Non la sposo solo per dovere di capo tribù o per quella vecchia promessa. - confessò arrossendo

- Sono davvero contenta di sentirtelo dire. - ammise felice Kagome


 

Si congedarono con la promessa che Ginta e Hakkaku sarebbero venuti a prenderli il giorno della cerimonia, per condurli al covo segreto della tribù Yoro.

- Hai visto che non c'era niente di cui preoccuparsi! - disse Kagome a Inuyasha mentre tornavano verso il tempio – Non hai più motivo di essere geloso di Koga. -

- Questo lo dici tu! Quel maledetto mi deve ancora un bacio! - sbottò Inuyasha

- Ah! E pensi di riscuoterlo da Ayame? - chiese gelida Kagome

- Ehi!Ehi! Ehi! Chi è che è gelosa adesso?! - la canzonò Inuyasha divertito, voltandosi a guardarla, non aveva più molte occasioni di assistere a quella reazione e vedere che lei era ancora gelosa di lui come ai tempi di Kikyo gli piaceva un sacco, era la conferma che lo amava davvero.

L'attirò a sé e la costrinse a guardarlo in faccia

- Non voglio un bacio di Ayame né di nessun'altra, io rivoglio il tuo! - mormorò baciandola con passione, poi si staccò appena da lei appoggiando la fronte alla sua – Mi fa una rabbia incredibile non poterlo riavere indietro. Me l'ha soffiato sotto il naso, non lo perdonerò mai! -

- Ma è solo un bacio... tu hai avuto tutto il resto... - mormorò Kagome ansimante dopo quel bacio mozzafiato, possibile che suo marito le facesse ancora quell'effetto?!

- Anche tu hai “tutto il resto” ma non ti piace l'idea che baci un'altra... nemmeno una volta, giusto?! - ribatté lui

- Hai ragione, scusa. - ammise lei abbracciandolo e stringendosi al suo petto – Però... vorrei davvero che tornaste ad andare d'accordo come prima... o anche di più, visto che adesso non avete più motivo di litigare. Non puoi proprio seppellire l'ascia di guerra?! Nemmeno per me?! - gli chiese tornando a guardarlo negli occhi, con una faccina supplicante, da bambina.

Inuyasha la guardò sospirando: bei tempi quando lo mandava sempre a cuccia... era infinitamente più facile arrabbiarsi e dirle di no!

- E va bene... non ti prometto niente... ma... se me lo chiedi tu... ci proverò. Proverò a farmi passare la voglia di ammazzarlo ogni volta che lo vedo. Contenta?! -

- Sì, grazie, amore mio – mormorò felice baciandolo di nuovo – Ti darò tanti di quei baci da non farti rimpiangere quello che hai perso... ma non qui magari. - rise imbarazzata rendendosi conto che erano ancora in mezzo alla strada.


 

Il grande giorno infine arrivò, Inuyasha, con Kagome sulla sua schiena come ai vecchi tempi, seguì Ginta e Hakkaku fino al covo degli Yoro del Nord, la tribù di Ayame, dove si sarebbe tenuta la cerimonia e dove ormai da tempo si era trasferito anche Koga con i suoi seguaci.

Il vecchio patriarca fu felice e onorato di incontrare la sacerdotessa che aveva distrutto la Sfera dei Quattro Spiriti e vendicato i demoni lupo uccisi da Naraku.

- Tu invece devi essere il figlio del Grande Generale Cane! - commentò rivolto a Inuyasha - E' un onore conoscere il diretto discendente di un guerriero tanto potente e valoroso, devi essere fiero del sangue che ti scorre nelle vene! -

- Voi... avete conosciuto mio padre? - chiese Inuyasha sorpreso

- Non direttamente purtroppo, ma ho avuto modo di vederlo combattere e ho ringraziato il cielo di non essere un suo nemico! Quella che porti al fianco è una delle sue zanne, giusto?! Si percepisce il suo potere anche attraverso il fodero. Tuo padre ha sempre mantenuto la pace su questi territori, spero che tu farai altrettanto. - disse il vecchio lupo

- Purtroppo non sono all'altezza del mio onorato padre e non lo sarò mai. Il mio potere è e resterà pari a quello di una sua sola zanna, non posso ambire a niente di più. Ciò nonostante mi sono sempre impegnato a mantenere la pace per me e i miei cari, con tutto me stesso. Non ho altra ambizione. -

- La tua saggezza ti fa onore, ragazzo, ma ti sottovaluti. Ricorda le mie parole: potrebbe venire il giorno in cui dovrai usare davvero tutto il tuo potere e spero proprio che non sarà contro di noi. - ammise il patriarca

- Non potrei mai, patriarca! La mia amata sposa è legata al vostro giovane capo da un forte vincolo di amicizia e gli amici di mia moglie sono i miei amici. Finché ci sarà questo legame, non alzerei mai un dito contro di voi. Avete la mia parola! -

- Anche Kagome potrà sempre fare affidamento su di me! - intervenne Koga – E tu con lei! L'invito che vi ho fatto... che vi abbiamo fatto io e Ayame, è anche per rinsaldare la nostra amicizia ed appianare tutte le divergenze. Io sono stato sconfitto da te, l'ho accettato e sono andato avanti, non abbiamo più motivo di scontrarci. Ti prego di accettare la mia offerta di pace. -

Inuyasha guardò Kagome che gli sorrideva incoraggiante, Koga gli stava chiedendo ciò che anche lei gli aveva chiesto e infondo si stava dichiarando sconfitto davanti a tutta la sua tribù, cos'altro poteva pretendere?

- E sia, Koga! - acconsentì Inuyasha

Un boato festante dato dalle grida di esultanza di tutti i membri della tribù, accolse la risposta di Inuyasha, che si stupì di essere tenuto tanto in considerazione da tutti quei demoni, lui, un misero mezzodemone!


 

Quando la Luna fu alta nel cielo si dette inizio alla cerimonia che non era solo un matrimonio ma una vera e propria investitura a capo dei demoni lupo, per Koga, il più valoroso dei guerrieri della tribù, colui a cui era stato concesso di brandire Goraishi, e Ayame l'erede legittima del patriarca il quale lasciava ufficialmente alla nipote e al suo sposo la guida della tribù. La loro unione sanciva l'unione di due enormi poteri, come non avveniva da secoli tra i demoni lupo e questo era considerato di buon auspicio da tutte le tribù sparse ai quattro angoli.

Koga e Ayame, si tenevano per mano guardandosi negli occhi, erano in piedi di fronte al patriarca, su una grande roccia piatta al centro della gola, adornata ai lati da due lampade ad olio alte e sottili. Per prima cosa, giurarono in coro di guidare con forza e saggezza la tribù mettendo il bene dei compagni sempre prima delle loro ambizioni personali, poi Koga prese il fiore che Ayame teneva sempre tra i capelli e se lo appuntò all'armatura, sul petto, proprio sopra il suo cuore e disse:

- Ayame, da adesso e per sempre, sarai la mia compagna, padrona della mia vita e del mio cuore. Tu al mio fianco, Io al tuo fianco. Fino al mio ultimo respiro. -

In quel momento due giovani demoni lupo, due ancelle, bianche e pallide come la luna, con indosso una lunga veste di un sottilissimo tessuto quasi impalpabile, che stavano in piedi silenziose ai lati del patriarca, riempirono una coppa con un liquido ambrato e la porsero ad Ayame che la tese a Koga dicendo:

- Koga, da adesso e per sempre, sarai il mio compagno, padrone della mia vita e del mio cuore. Tu al mio fianco, Io al tuo fianco. Fino al mio ultimo respiro. Possa la nostra unione essere feconda. -

Koga prese la coppa e la vuotò in un sorso, poi tornò a guardare Ayame negli occhi, lentamente si chinò su di lei, vicinissimo al suo viso, alle sue labbra... Sembrava dovesse baciarla ma non lo fece, chiuse gli occhi e inspirò profondamente, poi spostò il viso di lato scendendo ad annusarle il collo e di nuovo respirò profondamente, infine avvicinò di nuovo il viso al suo, aprì gli occhi e le sorrise prima di attirarla a sé e baciarla con passione.

La loro unione e la loro investitura fu accolta da un lungo e assordante coro di ululati, che riecheggiarono tra le strette pareti della gola che accoglieva il covo degli Yoro, incorniciati dai raggi della Luna, piena e luminosa sopra di loro. Anche Inuyasha e Kagome si unirono divertiti a quel coro festoso, che sembrava rendere omaggio agli sposi.


 

Dopo la cerimonia fu la volta dei festeggiamenti, tribali e selvaggi, come nello stile dei demoni lupo, ma rigorosamente senza carne umana che ormai era bandita da tutte le tribù, per volere del giovane capo e della sua sposa. Era tutto un allegro vociare di canti, balli scatenati e fiumi di una bevanda alcolica e schiumosa che a Kagome ricordava tanto la birra.

- Si chiama Vrog. E' un'antica ricetta che si tramanda da tempo immemore tra i demoni lupo, da quando i nostri antenati vivevano ancora nel continente. - le spiegò Ayame – nemmeno mio nonno ne conosce le origini e solo le Vestali sanno come si prepara, è quella che abbiamo usato per la cerimonia. È buona, vero?! -

- Già. - ammise Kagome sorseggiandola piano – Senti... Ayame... io volevo ringraziarti per quest'invito. Voglio che tu sappia che per me è un piacere e un onore essere qui, stasera. Spero... di non rovinarti l'atmosfera. -

- Kagome... posso parlarti sinceramente?! - le chiese facendosi seria

- C-certo... - balbettò Kagome aspettandosi il peggio “Ecco adesso mi vomiterà addosso tutto il suo disprezzo, dirà che mi ha invitata solo per far contento Koga e che dopo stasera dovrò sparire!”

Ma Ayame proseguì con un sorriso:

- Vedi... all'inizio io ti odiavo, perché Koga mi aveva dimenticata e ti preferiva a me. Ero gelosa, invidiosa... e disperata. Però... non mi sono arresa... ho fatto di te la mia più acerrima rivale... “rivale” bada bene... non “nemica”... perché... infondo ti rispettavo! Con l'unico desiderio di non perdere agli occhi di Koga, nel confronto contro di te, mi sono allenata e impegnata con tutta me stessa per migliorarmi... e questo mi ha resa più forte, non solo agli occhi di Koga ma di tutta la tribù. Se mio nonno ha deciso di lasciarmi il comando non è stato solo perché sono sua nipote o perché ho sposato Koga ma perché ha riconosciuto il mio valore e ha visto il rispetto che mi sono guadagnata tra i miei compagni. Poi... beh... per aver scelto Inuyasha... posso solo ringraziarti! - ammise con un sorriso – A me è rimasto il compito di consolare il cuore spezzato di Koga ma... se tu non mi avessi resa più forte... se non mi avessi spinta a crescere... non credo che si sarebbe mai interessato davvero a me... forse mi avrebbe sposato lo stesso... e mi avrebbe voluto bene... ma non mi avrebbe amata.- si voltò a guardarla negli occhi – Kagome, tu non lo sai ma... mi hai reso una persona degna di essere amata da Koga e di questo ti sarò eternamente debitrice! -

- Ma... Ayame... io non ho fatto niente! I risultati che hai raggiunto sono solo merito tuo! - si schermì Kagome imbarazzata

- Io non la vedo così! Vorrei che tu... mi considerassi davvero un'amica... - mormorò

- Non sarei qui se non lo pensassi! - rispose Kagome con un sorriso prendendo le mani di Ayame tra le sue

Furono interrotte dall'arrivo di Koga, visibilmente brillo, che si trascinava dietro Inuyasha stringendogli un braccio intorno al collo

- Ehi, Kagome! Il tuo maritino qua, non beve abbastanza, diglielo tu che ci rovina la festa! -

- Non vale! Voi siete in due! Non posso starvi dietro! - gridò Inuyasha molto più brillo di lui

Kagome e Ayame scoppiarono a ridere.

“No! Inuyasha non regge decisamente l'alcol!!!” pensò Kagome

- Koga, sei molesto! Lascia in pace il nostro ospite! - lo rimproverò dolcemente Ayame andandogli vicino – E vacci piano con quella roba... o ti perderai il “dopo festa”... - bisbigliò maliziosa

A quelle parole Koga tornò di colpo lucido, lasciò andare Inuyasha che finì per terra, e prese le mani di Ayame come un tempo faceva con quelle di Kagome

- Hai ragione, tesoro! Non sta bene che un capo perda il controllo davanti ai suoi sottoposti! - ammise con la sua solita faccia tosta

Kagome scoppiò a ridere, soccorrendo Inuyasha che non riusciva nemmeno a mettersi seduto.

- Direi che anche tu hai festeggiato abbastanza... - mormorò rivolta al marito

- Se volete riposarvi abbiamo preparato una delle grotte apposta per voi – le disse gentile Ayame che chiamò Ginta e Hakkaku con un cenno della mano – Accompagnate i nostri ospiti alla loro grotta . -

- Sì, sorella! - risposero in coro rispettosi


 

La piccola grotta era la più appartata e dominava dall'alto la gola della tribù Yoro, rischiarata dalla luna; c'era una vista bellissima sui fuochi accessi per illuminare la festa però le voci, la musica e i rumori arrivavano molto attenuati. Dava un senso di intimità ma senza perdere il contatto col branco, ti permetteva di stare solo ma senza sentirti davvero solo.

L'interno era rischiarato da una piccola lampada a olio e le rocce erano coperte da un ampio e spesso pagliericcio, morbido e profumato, cosparso di calde pellicce di animale, dove Ginta e Hakkaku depositarono Inuyasha che quasi non si reggeva in piedi.

- Ginta, sarebbe possibile avere una tazza di acqua calda, per favore. - chiese Kagome

- Certamente, torno subito! - rispose gentile il demone lupo allontanandosi insieme al suo compagno

- Kagomeee... perché non la smetti di girarmi intorno?! - si lamentò Inuyasha reggendosi la testa

- Sì... sì... appena torna Ginta vedrai che mi fermo... - mormorò sorridendo seduta immobile davanti a lui – Per fortuna mi ero preparata a un'eventualità del genere... immaginavo che ci sarebbe stato da alzare il gomito... -

- Ehi! Io non sono... ubrriaaacooo! - dichiarò mettendo tutto il suo impegno nel pronunciare l'ultima parola

- No... no... amore mio... hai solo un po' di mal di testa – lo rassicurò ridendo – e io ho la medicina giusta -

- Aaaahhhh... Kagomeee.... ti amo tanto... tu si che mi capisci... sei una donna meravigliosa... non ti merito... promettimi che starai sempre con me... non scappare con Kogaaa!!! - piagnucolò buttandole le braccia al collo

- No, tranquillo, non vado da nessuna parte. - rise abbracciandolo e accarezzandogli la schiena

“Ci mancava solo la sbornia triste!” pensò divertita

- Basta! Ho deciso! - esclamò Inuyasha tirandosi su di scatto – Stanotte faremo un bambino! - sentenziò

- Certo, amore, è proprio la notte ideale... - mormorò Kagome scuotendo la testa

- Non mi credi?! Vedrai! - dichiarò deciso chinandosi a baciarle il collo

- Inuyasha... aspetta... fermo... - si agitò Kagome sotto di lui

- Ehm-ehm! Scusate... - balbettò imbarazzato Ginta che era tornato con l'acqua calda

- Oh Ginta! Per fortuna! - esclamò Kagome liberandosi dalla stretta di Inuyasha che finì disteso sul pagliericcio

- Buuuhhh.... Noooo... Non scappare neanche con Gintaaa!!! - piagnucolò disperato

- L'ha presa brutta, eh?! - mormorò Ginta sforzandosi di non ridere

- Sì, scusatemi... avrei dovuto avvisarvi! Grazie Ginta, adesso ci penso io. - rispose Kagome sorridendo.

- Buonanotte – si congedò il demone lupo.

- Buonanotte – rispose Kagome poi estrasse un piccolo incarto dal furoshiki* che si era portata e ne versò il contenuto nella tazza, tornando a sedersi vicino a Inuyasha che nel frattempo era crollato.

“Eccolo quello che voleva fare un bambino!” pensò divertita guardandolo dormire beato “Che me ne faccio di un bambino... con un marito così?! Ho già lui che mi fa preoccupare e mi tiene impegnata!” sorrise accarezzandogli i capelli dietro le orecchie.

- Amoree...- gli bisbigliò in un orecchio – la tua medicina è pronta! -

- Mmmhhh! - mugugnò indispettito continuando a dormire

- Dai... che domattina mi ringrazierai! - mormorò baciandolo piano sulle labbra – Sveglia, bello addormentato! -

Inuyasha l'attirò a sé all'improvviso rispondendo al suo bacio ma continuando a dormire, facendole quasi rovesciare la medicina.

- Ah, è così, eh?! - esclamò Kagome che non intendeva darsi per vinta.

A fatica si staccò da lui, prese un lungo sorso di medicina e lo baciò di nuovo.

“Fregato!” pensò esultante quando lo sentì dischiudere le labbra.

Velocissima gli tappò il naso e aprì a sua volta la bocca lasciando fluire il liquido caldo e amarognolo nella bocca di Inuyasha che fu costretto a deglutire.

- Che schifo!!! - protestò svegliandosi di colpo – Chi sei, donna amara? Che ne hai fatto della mia dolcissima mogliettina? -

- Mi manda lei. - rispose Kagome ridendo – Per il tuo bene! Dai, bevilo tutto! - lo incoraggiò porgendogli la tazza

- Mmmhhh... - mugugnò Inuyasha poco convinto guardandola storto ma smise di protestare e vuotò la tazza in un sorso, prima di sdraiarsi di nuovo.

Kagome si distese al suo fianco con la testa appoggiata sul suo petto, rimasero un po' così ad ammirare il cielo fuori dalla grotta ascoltando i rumori della festa che pian piano si attenuavano. Pensò che Inuyasha si fosse di nuovo addormentato ma poi lo sentì biascicare rumorosamente.

- Come va? - gli chiese

- Ho la bocca amara! - protestò lui

- E la testa? - chiese lei sorridendo

- Quella va meglio... il mondo ha smesso di girare... sei una vera maga con quella roba! - ammise

- Non sono io che faccio miracoli, sei tu che sei un mezzodemone! Io ti ho solo dato un aiutino, è il tuo fisico che fa il resto. - spiegò Kagome

- Però ho ancora la bocca amara... - mormorò abbracciandola e voltandosi verso di lei – non avresti una cura anche per quella? - bisbigliò guardandola negli occhi

- Tranquillo, non è un male incurabile, passerà da solo... - rispose specchiandosi nei suoi occhi dorati

- Io, però, un rimedio ce l'avrei ... - bisbigliò ancora Inuyasha chinandosi a baciarla

- Mi dispiace ma per colpa tua ho la bocca amara anch'io... - mormorò Kagome con un filo di voce

- Mmhh... dovrò trovare un'altra soluzione, allora... - rispose pensieroso rotolando sopra di lei e tornando a baciarle il collo, scostandole lentamente il risvolto dell'hakui.

- M-ma... Inuyasha... - balbettò lei intimidita

- Shhh... tranquilla, non verrà nessuno... abbiamo tutta la notte... - mormorò baciandola con passione.


 

§§§


 

Quando lui la baciava così Kagome non riusciva più a resistergli. Lo sentì armeggiare con il fiocco del suo hakama e iniziò a fare lo stesso con quello di lui. In men che non si dica si sbarazzarono di quel fastidioso ostacolo che erano i vestiti, e affondarono nel caldo abbraccio di quelle morbide pellicce godendo l'uno del calore dell'altra.

Inuyasha le torturò dolcemente il seno fino a farla supplicare, prima di scendere ad assaporare il suo nettare preferito. Adesso non aveva più la bocca amara. Quando si distese di nuovo sopra di lei, un'idea folle gli attraversò la mente, ormai perfettamente sgombra dai fumi dell'alcol.

- Kagome... potresti togliermi il rosario... solo per questa volta... - le chiese timidamente

Lei lo guardò un po' dubbiosa

- Ti prego... non te lo chiederei se pensassi che è pericoloso... andrà bene, me lo sento... fidati... - non sapeva bene nemmeno lui perché le faceva quella richiesta... sarà stata la luna... o quell'atmosfera... l'essere parte, per una sera, di un branco di demoni...

Kagome gli sorrise e gli sfilò il rosario dalla testa avvolgendolo intorno al suo polso come aveva fatto molti mesi prima.

Una sottile linea viola comparve sulle guance di Inuyasha e i suoi occhi divennero rossi, ma l'iride rimase dorata.

- Tutto bene? - gli chiese lei tranquilla, sapeva già la risposta

- Sì, amore mio, niente voci fastidiose, solo tu ed io... - rispose dolcemente tornando a baciarla con passione.

Questa volta però fu il turno di Kagome ad interromperlo, con una mano lo costrinse dolcemente ad allontanarsi e si tirò su, seduta di fronte a lui.

Inuyasha la vide voltarsi lentamente e mostrargli le spalle scostando piano i suoi lunghi capelli neri per scoprire il suo bellissimo collo, prima di rivolgergli una timida fugace occhiata, da sopra la spalla, imbarazzata ma invitante.

Inuyasha sentì il cuore battergli all'impazzata e il sangue fluirgli tempestoso nelle vene, inghiottì a fatica prima di mormorare

- Davvero?! Sei-sei sicura?! Non pretendevo....-

- Sì... - bisbigliò impercettibilmente lei, annuendo appena

Inuyasha la abbracciò piano, da dietro, stringendola forte a sé.

- Ti amo, ti amo da impazzire! - le bisbigliò in un orecchio, non avrebbe potuto desiderare una compagna migliore di lei al suo fianco, nessun'altra avrebbe fatto questo per lui, ne era sicuro. Nessun'altra gli avrebbe suscitato certe emozioni, facendo questo per lui!

Lentamente e con gentilezza la costrinse a piegarsi in avanti, carponi sotto di lui, continuò a baciarle il collo, tormentandole il seno con le dita, la sentì gemere di piacere e inarcare la schiena sollevando le natiche verso i suoi fianchi. Come faceva a sapere che era esattamente quello che lui voleva?! La fece sua affondando allo stesso tempo le zanne nel suo collo bianchissimo, dolcemente, muovendosi piano dentro di lei. Era una sensazione meravigliosa, si sentiva così libero e selvaggio e voleva che lei lo accompagnasse alla scoperta di quel mondo che aveva sempre nascosto dentro di sé, ma che adesso, grazie a lei, poteva affrontare senza paura. C'era Kagome con lui, non aveva niente da temere! Sentì la sua forza demoniaca scorrere potente nelle sue vene... che ne avrebbe fatto di tutta quella forza?! Semplice! L'avrebbe usata per proteggerla, sempre, per tutta la vita, lei... la sua amata, la sua donna, la sua compagna... sua moglie... la madre dei suoi figli... Sì! Perché sarebbero arrivati! Ne era sicuro! E quando fosse successo, sarebbe stato il giorno più bello della loro vita!!!

La sentì fremere sotto di lui, travolta da un'ondata di piacere, mentre le braccia le cedevano. La sostenne lui, aiutandola ad adagiarsi piano sul loro giaciglio ma senza smettere di darle piacere nemmeno per un istante, la desiderava troppo, non l'aveva mai desiderata così tanto, la stava già possedendo eppure la desiderava ancora. La sentiva ansimare e gemere, sotto di lui, ad ogni spinta dei suoi fianchi, e si unì a lei uggiolando di piacere senza più ritegno né vergogna.

Kagome sentì le mani di Inuyasha scorrere piano lungo le sue braccia fino a raggiungere il dorso delle sue mani, sentì le dite di lui scivolare delicatamente tra le sue stingendole piano ma con decisione. In quel piccolo gesto c'era tutto: la dolcezza dell'uomo, che la cercava per rassicurarla e sentirla vicina; la passione del demone, che la voleva solo per sé, anima e corpo, e l'amore di entrambi che le arrivava dritto al cuore infiammandola a sua volta di dolcezza e desiderio!

Più di una volta Inuyasha la sentì raggiungere il culmine del piacere, si limitò a rallentare un attimo per lasciarle assaporare quei momenti, completamente appagato dall'idea di essere lui l'artefice di quelle sensazioni, prima di ricominciare ad amarla con ancora più passione di prima... avrebbe continuato volentieri così fino al mattino.

Si fermò solo un attimo per chiederle:

- Tutto bene? - le mormorò in un orecchio

Kagome, sdraiata bocconi sotto di lui, il viso voltato di profilo sopra la sua spalla, lo guardò con la coda dell'occhio e sollevò appena un sopracciglio con un'espressione beata come per dire:

“Eh... Beh!” ma sembrava non avere fiato per rispondere in alcun modo

- Sei stanca? - le chiese ancora lui sorridendo

L'espressione si fece leggermente corrucciata

“Un po' ”

- Vuoi che smetta? - chiese divertito

“Mmmhhh... Nooo!!!” gli fece capire lei arricciando il naso e accennando un sorriso

Sorridendo soddisfatto, continuò ad amarla ancora a lungo in quella posizione a lui così congeniale, finché decise che aveva di nuovo voglia di sentirsi stretto nel suo abbraccio, di sentire le dita di lei scorrere sulla sua schiena e la candida e morbida pelle del suo seno premere contro il suo petto.

La aiutò a voltarsi lentamente, senza staccarsi da lei, fino a tornare ad ammirare quegli occhi scuri e lucenti come il cielo notturno, a baciare quelle labbra che gli erano mancate come l'aria, a godere del tocco leggero delle mani di lei sulla sua schiena capaci di trasmettergli amore tanto quanto le cosce stette intorno ai sui fianchi gli trasmettevano desiderio. Si godette con calma quelle sensazioni prima di tornare a muoversi dolcemente dentro di lei con passione crescente, finalmente pronto a raggiungere l'apice del piacere insieme a lei; mise tutto se stesso in quelle ultime potenti spinte finché, con un ultimo appassionato affondo, sentì la sua stessa essenza fluire a ondate nel caldo corpo di lei.


 

§§§


 

- Allora?! - le chiese malizioso più tardi, sdraiato sopra di lei, con la testa appoggiata nell'incavo del suo collo, godendosi ancora le carezze della sua sposa. In quella posizione le depositava distrattamente piccoli baci leggeri e qualche leccatina sulla pelle del collo, ancora un po' arrossata dal suo morso, come per farsi perdonare.

Kagome prese fiato ed emise un lungo, lunghissimo sospiro languido:

- Ohmmiohddiohh... - commentò semplicemente in un sussurro appena udibile, lo sguardo perso nel vuoto

- Come, scusa?! - chiese Inuyasha divertito

- Oh... mio... dio! - ripeté lei scandendo meglio le parole

- Significa che ti è piaciuto? - insistette lui malizioso

- Significa che non rivedrai mai più il tuo rosario, contento?! - rispose lei ridacchiando imbarazzata

- E mi lasceresti andare in giro per il villaggio con questa faccia? - le chiese ancora lui ridendo

- Mmmhhh... non c'avevo pensato... - ammise Kagome – E va bene... per questa volta te lo ridarò! - concesse generosa rimettendoglielo al collo

- Bentornato amore mio. - bisbigliò baciandolo sulle labbra quando i tratti demoniaci scomparvero del tutto

- Sentiamo, femmina infedele, con chi mi hai tradito questa volta? - scherzò Inuyasha che ormai conosceva bene il suo modo di giocare su certi dettagli della loro vita di coppia.

- Oh ma non è stata colpa mia! Uno spaventoso demone cane ha approfittato di me mentre ero di spalle! - rispose pronta, fingendosi scandalizzata - Negalo se hai il coraggio... - aggiunse con una punta di perfidia, scoppiando a ridere

- Cosaaa???!!! Oh brutta... non vale, mi hai fregato!!! - sbottò ridendo anche lui, abbracciandola e baciandola dolcemente

- Ti amo tanto, Inuyasha... - mormorò Kagome sorridendo felice

- Anch'io, amore mio... - rispose lui stringendola forte tra le sue braccia


 

Di nuovo buio e vento intorno a lei e una figura in lontananza che le grida qualcosa

- Vieni più vicino, ti scongiuro! Non ti sento! Io voglio sentirti! - gridava Kagome

La figura iniziò a camminare piano verso di lei ma il vento le impediva ancora di sentire. Kagome allargò le braccia vedendolo avvicinare.

- Vieni! Ti ascolto! - gridò mentre il vento si placava leggermente

Una mano artigliata si protese verso di lei, ma non era minacciosa,

“La mano di Inuyasha” pensò Kagome chiudendo gli occhi e ritrovandosi stretta in un abbraccio gentile. La figura avvicinò le labbra al suo orecchio e Kagome sentì dei lunghi capelli sfiorarle il viso

“I capelli di Inuyasha” pensò con un sorriso, mentre la voce le bisbigliava una strana poesia:


Sangue di demone e sangue regale

daranno origine a una stirpe speciale.

Del patriarca incrociare le lame,

sangue dei figli per farlo tornare

Nuova alleanza insieme guidare,

la distruzione per sempre fermare.

Misto di sangue ed un'aura sacrale

son destinati a sconfiggere il male.

Restare uniti e insieme lottare

questo è il destino dei demoni cane.

 

Kagome aprì gli occhi, ma proprio in quel momento la figura si dissolse in una nuvola di luce che le lasciò dentro una piacevolissima sensazione di calore.

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Glossario:

furoshiki = grosso fazzoletto di stoffa che si lega sulle spalle, usato per trasportare oggetti (come quello dove Sango tiene il suo vestito da sterminatrice)

 

Angolo dell'autrice

 

Per chi ha letto:

Sìììì.... Qui è ancora la vostra Fairy che vi parla...

Nooo... il sole non mi ha fritto il cervello (anche se in effetti ieri mi sono addormentata sul lettino , ma il capitolo l'avevo già scritto :P )...

Nooo... non ho neanche scambiato accidentalmente il mio portatile con quello di Melissa P e noooo... non ho neanche preso centro colpi di spazzola in testa! XD (non l'ho neanche mai letto! :P )

Vi prego aspettate prima di chiamare la neuro (o un esorcista), un giorno tutto questo avrà un perché, lo prometto, e allora potrete insultarmi liberamente! :P

 

Per chi non ha letto:

Bravi! Saggia decisione! XD

Sì, avete capito bene: Inuyasha si è trasformato... di nuovo... e questa volta se l'è cercata!

Vi basti sapere questo. XD

 

Eeehhhh..... cosa non si fa per amore.... <3<3<3 Visto Trueheart?! Niente “a cuccia”! :P

Malizie a parte, spero, con questo capitolo, di aver risposto anche ai dubbi, legittimi, di LadyRoronoa su Koga e Ayame. Mi dispiace invece deludere pipina97, ma come avrai capito da questo capitolo gli “a cuccia” nella mia storia dovrebbero essere merce rara: ormai Kagome ha imparato che si prendono più mosche col miele che con l'aceto... ;)

Il pentolone della Fairy borbotta sul fuoco e qualcosa comincia a sfuggire da sotto il coperchio... quindi: via al “toto rompicapo in rima”! XD Sono una schiappa con queste cose quindi immagino che voi lo indovinerete subito ma i nostri eroi ci metteranno un po'! ;) (sennò che gusto c'è!)

Alla prossima ^__^

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Capitolo 17
*** Sotto attacco ***





Kagome aprì gli occhi e si ritrovò stretta tra le braccia di Inuyasha che dormiva accanto a lei. Chiuse di nuovo gli occhi godendosi il calore di quell'abbraccio, che sembrava averla raggiunta anche in sogno. Finalmente sapeva cosa voleva dirle quella voce che la tormentava da mesi, questa volta l'aveva sentita bene... non ne capiva ancora il senso ma si ricordava ogni parola.

“Ci penserò domattina” pensò stringendosi al suo amato Inuyasha “E' ancora presto. Fuori è ancora buio” un brusio di voci le giunse all'orecchio

“Stanno ancora festeggiando?!!!” pensò stupita Kagome “Domani non ci sarà nessuno a salutarci quando ce ne andremo... saranno tutti collassati!” ridacchiò tra sé.

In quel momento Inuyasha si riscosse e aprì gli occhi, di colpo vigile.

- Che succede? - chiese allarmato fiutando l'aria e muovendo le orecchie, scattando a sedere sul letto. La mano corse immediatamente a Tessaiga.

- Cosa c'è? - chiese spaventata Kagome, coprendosi il seno con la pelliccia che gli faceva da coperta, erano ancora nudi.

- Non la senti?! C'è un'aura maligna! Erano anni che non ne sentivo una così forte. Che diavolo sta succedendo?!!! - si chiese ancora Inuyasha rivestendosi febbrilmente

- Aspettami! Vengo anch'io! - gridò Kagome allarmata. Come aveva fatto a non accorgersene?! I suoi poteri la stavano forse tradendo?! No, era la vicinanza di Inuyasha, la sua aura demoniaca le aveva coperto quella che veniva dall'esterno.

Balzò in piedi anche lei rivestendosi in tutta fretta, afferrò l'arco e la faretra mettendosela al collo, per fortuna non aveva perso l'abitudine di portare sempre con sé le sue frecce, e raggiunse Inuyasha all'imboccatura della caverna.

- Ma che diavolo... - lo sentì mormorare mentre guardava fuori.

Un'enorme nube nera oscurava il cielo sopra la gola della tribù Yoro, generando un senso di malessere che le dava quasi il voltastomaco. Anche i demoni lupo in fondo alla gola erano in allarme: vide Koga precipitarsi fuori da una delle piccole grotte in fondo alla gola, rivestendosi in tutta fretta seguito da Ayame avvolta in una pelliccia, con i capelli sciolti e un po' scompigliati... beh infondo era la loro prima notte di nozze. Guardarono il cielo preoccupati poi Ayame corse di nuovo dentro la grotta, inquieta, mentre Koga parlava trafelato con uno dei demoni che erano di guardia all'accampamento.

- Andiamo, presto! - le disse Inuyasha facendola salire sulla sua schiena.

Non perse tempo a percorrere la stretta stradina di roccia che avevano seguito la sera prima, insieme a Ginta e Hakkaku, con un balzo si lanciò dalla rupe e atterrò direttamente davanti a Koga

- Che diavolo succede? - gridò al demone lupo

- Non lo sappiamo. I lupi di guardia non si sono accorti di nulla. Quell'affare è comparso dal niente all'improvviso. - spiegò telegrafico Koga

- Nonno! - gridò Ayame alle loro spalle, a quanto pareva si era già rivestita.

L'anziano patriarca stava scendendo dalla rupe per raggiungerli quanto più velocemente gli consentiva il peso degli anni.

- Nonno, che sta succedendo, ne sai niente?! - gli chiese Ayame allarmata

- No figliola, mi dispiace. Koga che facciamo? Sei tu il Capo adesso! - rispose rivolgendosi al suo nuovo nipote.

Koga rimase un attimo pensieroso, poi vinse l'indecisione e gridò a gran voce il suo primo ordine alla tribù

- Attenzione! Tenetevi pronti a combattere! Buttate giù dal letto chi sta ancora dormendo!Quell'affare potrebbe attaccarci da un momento all'altro. Ginta! Hakkaku! Formate due squadre di ricognizione e risalite fuori dalla gola, una per ogni lato, voglio sapere qual'è la situazione là fuori... se ci sono nemici appostati... qualsiasi cosa! Osservate e riferite immediatamente! Non correte rischi inutili! -

- Sì, Koga! - gridarono all'unisono i demoni lupo scattando ad eseguire gli ordini

- Koga, noi che facciamo? - mormorò Kagome

- Non lo so, cerchiamo intanto di capire cosa abbiamo di fronte... Kagome, tu non avverti niente di strano?! So che non possono esserci frammenti della sfera ma... forse con i tuoi poteri... -

Kagome chiuse gli occhi e provò a concentrarsi: il senso di malessere che proveniva da quella nube era soffocante, trattenne a stento un conato di vomito. Provò a concentrarsi di nuovo, forse c'erano dei demoni nascosti in quella nube?! Un turbine di sensazioni la travolse... sì, c'era qualcosa ma non riusciva a metterlo a fuoco, ogni volta che le sembrava di vedere qualcosa l'immagine si cancellava sostituita da un'altra, che spariva di nuovo mutando in qualcos'altro. Sembrava di osservare un rivoltante caleidoscopio di aura demoniaca.

- Mi dispiace, Koga... c'è qualcosa lo sento... ma non riesco a capire cosa... è come se cambiasse di continuo... non è solo un groviglio di demoni o una moltitudine... qualsiasi cosa sia... è molto peggio! - concluse allarmata dalle sue stesse parole.

In quel momento due lupi corsero verso Koga guaendo preoccupati, venivano dalle squadre di ricognizione. Koga si chinò a parlare con loro in quel tacito linguaggio che solo i demoni lupo riuscivano a capire.

- Allora?! - chiese Inuyasha impaziente

- Niente! - rispose secco Koga – Niente di tangibile, quanto meno! Però... sembra che tutto il cielo sia oscurato... anche se, a quanto pare, sopra di noi la nube è particolarmente densa. Non so davvero che fare! Sembra un assedio: ci minacciano ma non ci attaccano... quanto durerà questa situazione?!- mormorò più a sé stesso che agli altri.

- Basta! Sono stufo! Aspettare d'essere attaccato non è nel mio stile! - gridò Inuyasha impaziente come suo solito – C'è una sola cosa che può spazzare via una nube: un bel venticello! - mormorò risoluto estraendo Tessaiga e lanciandosi di corsa verso i margini della rupe.

Arrivato in cima, spiccò un salto più in alto che poté vibrando un potente fendente in direzione della nube.

- CICATRICE DEL VENTO!!! - gridò con quanto fiato aveva in gola

Potenti vortici d'aria si generarono dalla lama della sua spada, fendendo l'aria come artigli affilati e raggiungendo infine la nube nera sopra le loro teste attraversandola però da parte a parte, come se niente fosse.

- Non è possibile! - mormorò Inuyasha atterrando di nuovo vicino agli altri.

- Non ha fatto una piega... - bisbigliò Kagome sbalordita

- Ma che diavolo è quella roba? - si chiese Koga incredulo

In quel momento, un fischio assordante, acuto e stridente, fendette l'aria investendoli in pieno. Tutti quanti, demoni e lupi, si accasciarono a terra tappandosi le orecchie e contorcendosi dal dolore.

Anche Kagome si ritrovò in ginocchio di fianco a Inuyasha: sembrava il graffiare di mille unghie su una lavagna, amplificato all'ennesima potenza. Coprendosi le orecchie con le mani provò ad aprire lentamente gli occhi, vide Inuyasha raggomitolato a terra in posizione fetale, le mani premute con forza sopra i padiglioni delle sue orecchie canine, appiattiti in avanti, contro la testa, nel disperato tentativo di chiudere il condotto uditivo. Non l'aveva mai visto soffrire così tanto. Di colpo si dimenticò di sé stessa, poteva sopportare un po' di fastidio, e corse da lui abbracciandolo e premendogli anche le sue mani sulle orecchie. Avvertì qualcosa di caldo e umido sul palmo della mano e la voltò per controllare cosa fosse: sangue! Le orecchie di Inuyasha stavano sanguinando!

Inorridita e disperata, si guardò intorno e notò che anche gli altri erano nelle stesse condizioni. Il loro fine udito gli si stava rivoltando contro, mentre lei, una semplice umana, sembrava riuscire a sopportare quel fischio penetrante. Ma che poteva fare se nemmeno la Cicatrice del Vento aveva funzionato?!

Forse, poteva provare a purificare quella nube con una delle sue frecce. Caricò l'arco e tese la corda con tutta la sua forza puntando verso il cielo.

“Di più... ancora un po'...” pensò raggiungendo quasi il punto di rottura

Infine scoccò la sua freccia gridando tutto il suo odio per quella cosa che stava ferendo il suo uomo, il suo amato sposo.

- SPARISCI MALEDETTA!!! - gridò mentre la sua aura purificatrice avvolgeva la freccia

Ma la nube era troppo alta e lei, nell'impulso del momento, aveva lanciato la sua freccia dal fondo di una gola: la freccia si dissolse prima di raggiungere il suo obbiettivo.

- Maledizione! - imprecò Kagome

Scattò verso il sentiero che si inerpicava sulla parete di roccia, voleva raggiungere la sommità della gola e riprovare da lì, ma qualcosa le afferrò una caviglia.

- Inuyasha... - mormorò Kagome

- Ferma... è pericoloso! - mormorò il mezzodemone stringendo i denti sofferente

- Non c'è alternativa, sono l'unica che riesce a muoversi! - gridò Kagome

- Allora... vengo con te! - sibilò contorcendosi ancora dal dolore

- Non se ne parla! Resta qui! Cerca un riparo! - ma come si poteva riparasi da quella tortura?!

- Non ti lascio sola!!! - gridò Inuyasha con tutto il fiato che aveva in gola, rimettendosi in piedi a fatica.

La testa gli scoppiava, gli sembrava di avere mille lame conficcate di traverso da un orecchio all'altro, raccolse tutte le sue forze e prese Kagome in spalla. Sentì le mani di lei chiudersi delicatamente intorno alle sue orecchie per proteggerlo da quel rumore... No, non gliele stava semplicemente chiudendo... un piacevole calore arrivava benefico da quelle mani che adorava. Sentì il dolore attenuarsi e riuscì a recuperare un po' di lucidità.

- Andiamo! - esclamò rinvigorito inerpicandosi a balzi su per la parete, raggiungendo la cima in pochi istanti.

La mise a terra ma Kagome non osava allentare la sua stretta sulle orecchie di lui. Inuyasha mise le mani sopra le sue con dolcezza.

- Vai! Presto! - mormorò

Lei annuì e lentamente sfilò le mani da sotto quelle di lui. Inuyasha vide i bellissimi occhi di sua moglie riempirsi di lacrime mentre lui si accasciava di nuovo a terra, sopraffatto da quel suono infernale che tornava a ferirlo.

Kagome incoccò una nuova freccia e puntò di nuovo verso la nube tirando con tutte le sue forze, se solo avesse avuto ancora con sé l'arco del monte Azusa... Provò ugualmente a concentrarsi come faceva allora... chissà magari avrebbe funzionato... il guaio era che non riusciva a focalizzare il suo obbiettivo era così sfuggente... Lasciò la freccia pregando con tutte le sue forze perché colpisse il bersaglio, qualunque cosa fosse.

Questa volta la freccia sfiorò la nube e sembrò purificarne una parte, ma appena svanito l'effetto la nube si richiuse, più nera di prima. Le gambe le cedettero e si accasciò a terra sgomenta, guardando quella massa nera, senza in realtà vederla. Si riscosse solo quando notò Tessaiga conficcata nel terreno al suo fianco: Inuyasha con uno sforzo enorme si stava rialzando appoggiandosi alla sua spada.

- Che vuoi fare? - gli chiese preoccupata

- Semplice... ti faccio strada! - sibilò a denti stretti resistendo a stento al dolore

- Ma non puoi farcela! Guarda in che stato sei?! - gridò Kagome disperata.

Solo allora lo guardò in faccia: aveva di nuovo l'aspetto del demone. Lo sguardo corse rapido al rosario perfettamente intatto intorno al suo collo.

“Com'è possibile?!” si chiese sconvolta

Koga arrancò alle loro spalle risalendo dalla rupe, la fascia di pelliccia, che di solito portava intorno alla fronte, era spostata a coprirgli le orecchie sanguinanti.

- Cagnolino! - gridò lanciandogli qualcosa

Inuyasha la prese al volo, era un pezzo di pelliccia. Se la legò sopra la testa come una bandana, a coprirsi le orecchie.

- Così va meglio! - esclamò leggermente sollevato – Avanti Kagome! Tira un'altra freccia!!! - gridò

- Sì... - mormorò lei rimettendosi in piedi e preparandosi di nuovo a colpire.

C'era Inuyasha con lei, questa volta sarebbe andata bene! Mirò sicura al centro della nube, le parole arcane e incomprensibili di un'antica preghiera, un mantra, le affiorarono alla mente e iniziò a bisbigliarle, mentre lasciava la freccia che volò dritta e sicura verso il cielo.

- CICATRICE DEL VENTO!!! - urlò di nuovo Inuyasha alle sue spalle

Un potente vortice d'aria avvolse la sua freccia sospingendola verso il suo obbiettivo e centrandolo in pieno. L'aura purificatrice si sparse in quella massa oscura seguendo i segni tracciati dalla Cicatrice. Un grido disumano squarciò l'aria e per un attimo la nube sembrò farsi più consistente assumendo una qualche forma, che però non somigliava a niente che Kagome avesse mai visto, fu tutto così rapido che non riuscì nemmeno a mettere a fuoco quell'immagine prima che si dissolvesse per sempre.

Il cielo tornò sgombro e solo allora Kagome si accorse che era già mattina inoltrata, non era il buio della notte quello che aveva intravisto fuori dalla grotta al suo risveglio, ma l'oscurità di quella nube che copriva completamente il sole.

- E' finita... - mormorò sollevata lasciando cadere l'arco e correndo tra le braccia di Inuyasha.

Gli prese il viso tra le mani e a quel contatto i tratti demoniaci sul volto di Inuyasha si dissolsero e lei tirò un sospiro di sollievo

- Ma che è successo? Stai bene? - gli chiese preoccupata togliendogli quel copricapo improvvisato e tornando ad occuparsi delle sue orecchie.

- Sì... adesso sì... - mormorò lui assaporando il benefico contatto delle mani di Kagome, che con un semplice tocco, stavano spazzando via tutto il dolore dalla sua testa.

- Inuyasha, ti eri trasformato di nuovo! - confessò allarmata

- Certo! Eravamo in pericolo! Ho sentito che non potevo farcela... come mezzodemone intendo... Io... dovevo proteggerti Kagome! L'ho giurato a me stesso... stanotte...- mormorò guardandola con tutto l'amore di cui era capace

Kagome si sentì sciogliere di fronte a quello sguardo e a quella confessione inaspettata.

- Ma com'è possibile?!... Hai il mio rosario al collo... Oddio, forse anche i miei poteri... come quelli di Kikyo... - mormorò terrorizzata

- Non temere, amore mio, i tuoi poteri funzionano benissimo – le sorrise rassicurante Inuyasha, prendendo una delle mani di lei, che ancora gli coprivano le orecchie, tra le sue – o non starei così bene adesso -

- E allora come lo spieghi! - esclamò Kagome

- Beh... forse... avevo il tuo rosario... ma non avevo te! - mormorò – Sono tornato normale appena mi hai toccato, vero?! L'ho sentito. -

- Sì – ammise lei – Ma allora perché quella volta... e anche stanotte... - aggiunse imbarazzata al ricordo

- Avevo te... ma non avevo il tuo rosario! - concluse semplicemente Inuyasha – Comunque sto bene, è come se ogni volta riuscissi a controllare sempre meglio il mio potere demoniaco... anche se... non so cosa succederebbe se non avessi né te né il tuo rosario! -

- Ragazzi, tutto a posto?! - chiese Koga riemergendo di nuovo dalla rupe alle loro spalle.

- Sì. Voi come state?! - chiese Kagome preoccupata – Ci sono feriti? -

- Beh... molte orecchie doloranti... e qualcuno che non ci sente... ma sopravviveremo – ammise

- Andiamo! Vi darò un'occhiata! Non ho con me le mie erbe ma vedrò cosa posso fare. - disse Kagome raccogliendo l'arco e scendendo di nuovo giù dalla rupe seguita da Koga e Inuyasha.

Trovarono Ayame già intenta a prestare i primi soccorsi, anche lei come tutti gli altri aveva una striscia di pelliccia intorno alla testa per coprire le orecchie. I più gravi erano quelli che facevano parte dei gruppi di ricognizione, che erano rimasti isolati dal resto del branco durante l'attacco e non si erano coperti le orecchie.

- E' stata un'idea di Ayame! - spiegò Koga orgoglioso - Io sarei ancora a contorcermi in terra come un verme, ma lei ha stretto i denti ed è strisciata al mio fianco coprendomi le orecchie con la mia fascia. Una soluzione semplice ma efficace! La pelliccia ha attutito quel fracasso infernale quel tanto che è bastato a permettermi di muovermi! Ho costretto tutti a fare lo stesso! Tutti tranne questi idioti che invece di ubbidire ai miei ordini e tornare subito indietro si sono attardati per chissà quale motivo!!! - sbraitò infine contro Ginta, Hakkaku e i demoni che erano con loro.

- Koga, non essere troppo duro con loro. - lo rimproverò Ayame – Hanno svolto il loro compito egregiamente, sono rimasti a sorvegliare la situazione. Se fossero tornati subito indietro e poi ci fossero stati dei cambiamenti, mi dici come avremmo fatto a saperlo?! E ciò che conta è che sono tutti salvi, nessuno si è messo inutilmente in pericolo! Quindi non ti hanno disubbidito!- concluse

- Aaaaahhhh... Sorella Ayameee!!! Diglielo tu!!! - piagnucolarono adoranti i due demoni, che grazie alle cure di Kagome si sentivano già meglio

- Bravi! Ringraziate la mia bellissima e intelligentissima sposa, se non vi pesto come meritereste! - esclamò Koga furibondo

Kagome sorrise continuando a curare come poteva i demoni lupo, per fortuna tutto era finito bene ma restava il mistero di quell'attacco tanto inaspettato quanto incomprensibile.

- Patriarca, ma allora quella... cosa... non era un vostro nemico? - chiese all'anziano lupo che supervisionava i soccorsi al suo fianco.

- No, sacerdotessa. Non avevo mai visto niente del genere prima d'ora. - ammise sconfortato

- Ma allora... cos'era? Cosa voleva da voi? - insistette Kagome

- Bah! Qualunque cosa fosse, non tornerà! E' questo ciò che conta! - tagliò corto Inuyasha, sprezzante come suo solito

- Vorrei poter essere così tranquilla anch'io... - mormorò Kagome

- Andiamo, tesoro, sei solo un po' scossa! - la rincuorò Inuyasha - Era un pezzo che non ci capitava un avversario del genere, siamo solo fuori esercizio. E come se non bastasse ti sei messa a curare un esercito di lupi, vedi di non strafare! - la rimproverò preoccupato

- Siamo desolati che vi siate trovati coinvolti in questa assurda faccenda. - si scusò Ayame – Ma dobbiamo ringraziarvi, è solo merito vostro se tutto si è risolto senza troppe conseguenze. Siamo di nuovo in debito con voi. -

- Ma no, non preoccuparti! - rispose Kagome con un sorriso – Siamo amici, no?! E gli amici si aiutano nel momento del bisogno. A proposito, non vi ho ancora dato il nostro regalo di nozze! - esclamò riscuotendosi di colpo e prendendo un pacchettino stretto e lungo dal suo furoshiki.

Koga lo aprì e guardò perplesso il contenuto

- Carta?! - domandò dubbioso rigirandosi dei foglietti tra le mani

- Sono o-fuda, ignorante! - lo rimproverò Ayame mollandogli un cazzotto sulla testa e strappandoglieli di mano.

- E io che ne sapevo... - mugugnò Koga strofinandosi la testa

- Non sai nemmeno da cosa difenderti! Ma come hai fatto a diventare il Capo?! - continuò Ayame

- Oh non preoccupatevi – li tranquillizzò Kagome – non sono normali o-fuda contro i demoni... li ho fatti apposta per voi. Se mai avrete bisogno di me, basta che ne bruciate uno e un mio shikigami correrà ad avvisarmi. Scusatemi se non è un granché ma non avevo proprio idea di cosa si regala a un coppia di demoni lupo nel giorno delle nozze. -

- Ma avervi qua, come amici, era più che sufficiente! - la ringraziò Ayame – Comunque grazie, ne faremo tesoro. E se mai avrete bisogno di noi, non esitate a chiamarci, tutta la tribù sarà pronta a correre in vostro aiuto! -

- Lo farò, grazie... - mormorò Kagome sentendo di nuovo quel vago senso di inquietudine attanagliarle il cuore.


 

Terminato di medicare anche l'ultimo demone lupo, Kagome e Inuyasha si congedarono dalla tribù Yoro per tornare al villaggio. Kagome si era stancata parecchio per cercare di curare tutti e finì per appisolarsi sulle spalle di Inuyasha.

“Che sciocca!” pensò il mezzodemone con un sorriso, rallentando il passo per non svegliarla e godersi un po' il calore di quel contatto “Eppure le avevo detto di non strafare!”

Aveva fatto lo spavaldo quella mattina, davanti a lei, a Koga e a tutti gli altri ma ad essere sinceri anche lui era preoccupato per quello strano nemico comparso dal “niente”... che non era “niente”... ma che li aveva messi in ginocchio tutti senza fare praticamente “niente”...

“Il niente di solito non da tutti questi problemi!” si disse tra sé e sé. “Speriamo che sia veramente finita, non mi sento tranquillo!”

Raggiunsero il villaggio che era quasi il tramonto. Kagome volle passare a tutti i costi da Miroku e dalla vecchia Kaede per consultarsi con loro su quella strana faccenda.

Nella capanna dell'anziana sacerdotessa Inuyasha e Kagome riferirono tutto quello che era successo. Anche al villaggio avevano visto il cielo oscurarsi soprattutto verso nord ma sembrava che lì non ci fossero state conseguenze. Nel riferire i fatti, ripercorrendo i punti salienti, Kagome avvertì uno strano senso di familiarità... era sicura di aver già sentito da qualche parte qualcosa del genere

“Nubi nere che appaiono sopra... qualcosa... ma cosa?... Castelli?!” Perché le veniva in mente quella parola? Castelli...

“Sì, nubi nere sopra a dei castelli... Forse mi confondo con le nubi di sventura che millantava Miroku ai tempi della Sfera...”

No... non era solo questo... sentiva che c'era qualcos'altro... ma non riusciva proprio a ricordarlo.

E poi c'era quel suono... per quanto assordante e penetrante aveva anche quello qualcosa di familiare, come se l'avesse già sentito... non proprio quello ma qualcosa di simile.

Scosse la testa sconsolata

- Niente, non riesco a pensare a niente! Mi sembra di essere a tanto così dalla risposta ma proprio mi sfugge... - si scusò

- Ci rifletteremo con calma, non c'è nessuna fretta. - la tranquillizzò Miroku – Infondo il nemico, qualsiasi cosa fosse, è stato sconfitto, no?! -

- Sì... lo dice anche Inuyasha... eppure non riesco a sentirmi davvero tranquilla! - mormorò

- Comunque sia è inutile arrovellarsi così, adesso! - dichiarò la vecchia Kaede – A volte il modo migliore per ricordare qualcosa è proprio smettere di pensarci e prendersi il proprio tempo... come con quella tua divinazione... ti ricordi?! -

- Oddio! La divinazione! E' vero! Me ne ero completamente dimenticata! - esclamò Kagome rianimandosi di colpo – Nonna l'ho vista... stanotte... ho sentito tutto, adesso è tutto chiaro!!! Cioè... non l'ho ancora capita ma almeno ho tutti gli elementi per provarci! - gridò entusiasta

- Cosa?! La tua premonizione?! - scattò su Inuyasha – Perché non me l'hai detto? -

- Non ce n'è stato il tempo... con tutto quello che è successo l'avevo dimenticata! - si giustificò

- E dunque, ragazza mia... - la incitò la vecchia Kaede

- La persona che vedevo in sogno... credo fosse Inuyasha... questa volta è riuscito ad avvicinarsi, mi ha abbracciato e mi ha detto qualcosa in un orecchio... una specie di filastrocca... - fece un attimo mente locale prima di recitare:

Sangue di demone e sangue regale

daranno origine a una stirpe speciale.

Del patriarca incrociare le lame,

sangue dei figli per farlo tornare

Nuova alleanza insieme guidare,

la distruzione per sempre fermare.

Misto di sangue ed un'aura sacrale

son destinati a sconfiggere il male.

Restare uniti e insieme lottare

questo è il destino dei demoni cane.


 

- E io ti avrei detto una roba simile?! - esclamò Inuyasha - Si vede che avevo bevuto! - scherzò

- Quindi Inuyasha ti ha detto qualcosa a proposito del “destino dei demoni cane”... - mormorò meditabonda la vecchia Kaede - ... a quanto pare avevi ragione... è qualcosa che riguarda il vostro futuro... e forse non solo il vostro... -

- Pensate sia coinvolto anche il Signor Sesshomaru? - intervenne Rin preoccupata che era rimasta in silenzio fino a quel momento, ma non riusciva a restare indifferente quando si parlava del suo benefattore.

- Potrebbe, Rin, potrebbe... - mormorò Kaede

- La distruzione per sempre fermare. Misto di sangue ed un'aura sacrale son destinati a sconfiggere il male... - ripeté piano Miroku – Una qualche calamità da fermare... misto di sangue cioè un sangue misto... come un mezzodemone... e l'aura sacrale potrebbe essere un riferimento ai vostri poteri spirituali, Divina Kagome... quindi qualsiasi cosa sia dovrete affrontarla insieme... Anche il nemico di oggi lo avete sconfitto insieme... possibile che si riferisse a quello?! In ogni caso non mi spiego tutto il resto! - concluse

- Tutto questo è assurdo! Niente ha senso! - sbottò Inuyasha - Non c'era bisogno di scomodare i Kami per sapere che io starò sempre al fianco di Kagome e che insieme sconfiggeremo ogni ostacolo! Non ha senso arrovellarsi su un brutto sogno. Kagome, è tardi, sei stanca e affamata. L'unica cosa sensata da fare adesso è portarti a casa e metterti a letto! - concluse irremovibile

- Credo che Inuyasha abbia ragione, Kagome. Dormici su, magari domani vedrai le cose con una luce diversa. - la rassicurò la vecchia sacerdotessa.


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Angolo dell'autrice

TA-DA-DA-DAAANNN!!! O.O

La Fairy ha scoperchiato il pentolone e si comincia a sentire la puzza del suo folle intruglio!!! XD

Come dite?! Quella cosa della pelliccia è una stro**ata ?! Eh, lo so -.-' ma non sono riuscita a inventarmi niente di meglio che fosse rapidamente disponibile in quella situazione... Dai! Dai! “Sospensione dell'incredulità”, gente! E' il momento di usarla a piene mani! XD E poi le cose semplici son sempre le migliori! ;-P

Cosa sono gli o-fuda lo sapete, vero?! Le pergamene che usa sempre Miroku (e Sailor Mars XD )

Sul “toto indovinello” finora ci sono state alcune teorie interessanti e vi dirò... qualcuno si merita un “fuochino”... ma ovviamente non vi dico chi! XD Ma un giorno lo saprete, tranquilli. ;)

Però non me la raccontate giusta, voi mi volete illudere di essere stata brava a non scoprirmi troppo ma secondo me l'avete capito benissimo... in questo caso apprezzo il pensiero. :-*

Il disegno di questo capitolo è di CamilaSilva95 di Deviantart, che come sempre ringrazio tanto, e questo è il suo link: http://camilasilva95.deviantart.com/art/Inuysha-Demon-human-438306378

Poteva andare bene sia per questo capitolo che per il precedente (motivo per cui l'ho messo in apertura), ma io chiedo sempre il permesso e ho avuto la risposta quando ormai avevo pubblicato il capitolo e cmq, visto che Inuyasha indossa il rosario, forse tutto sommato sta meglio qua. :P In ogni caso per me è questo lo sguardo del nostro Inu-demone-innamorato ;)

Alla prossima ^_^

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Capitolo 18
*** Tregua ***


Nonostante la notte di sonno, il giorno successivo Kagome si sentiva ancora spossata, inoltre non riusciva a togliersi dalla testa né quella nube oscura né quella filastrocca, continuava a saltellare da un problema all'altro senza venirne a capo. Provò persino a mettere le sue idee per scritto, nella speranza che vederle ferme su un foglio fosse più utile che sentirle vorticare in testa, ma nemmeno questo sembrò funzionare. Inuyasha non osava dirle niente, non si sentiva di nessun aiuto e temeva che dirle di lasciar perdere sarebbe stato anche peggio. Tirò un sospiro di sollievo quando, ormai a sera, la vide capitolare con uno sbuffo:

- Aahhhhhhh.... Basta! Mi arrendo! - dichiarò, seduta al tavolino con i suoi fogli davanti, buttandosi indietro a sdraiarsi sul tatami, le braccia allungate dietro la testa – Tutto quello che ho guadagnato da questa storia è solo un gran mal di testa! Sai che faccio? Mi faccio un bel bagno e non ci penso più! - e si alzò decisa andando verso l'armadio a prendere un telo per asciugarsi, ma quando lo aprì lo sguardo le cadde sulla scatola di lacca che aveva ricevuto in dono ormai molti mesi prima.

La tirò fuori e la portò al tavolino. Inuyasha la guardò curioso: non l'aveva più vista in giro da quel lontano giorno, non si ricordava nemmeno più che esistesse, adesso però notò che era chiusa da una cordicella e sui lati del coperchio c'erano due sigilli di carta.

Kagome la aprì senza fatica, prese un foglio di carta, l'inchiostro, il pennino e si mise a scrivere; di quando in quando alzava la testa a fissare un punto indefinito vicino al soffitto o sulla parete davanti a lei e poi si rimetteva a scrivere. Era arrivata quasi in fondo alla pagina quando finalmente si fermò, lanciò una rapida occhiata al foglio e vi soffiò sopra leggermente, come se questo fosse stato sufficiente ad asciugare l'inchiostro. Lasciò il foglio aperto da una parte, perché si asciugasse, riprese il suo telo e si avviò verso la porta.

- Mi fai compagnia?! - chiese a Inuyasha con un sorriso malizioso prima di uscire

- Eh?! Ah... sì... certo... - rispose lui, inizialmente preso alla sprovvista – prendo qualcosa per asciugarmi anch'io e arrivo! - aggiunse con più entusiasmo mentre lei si avviava verso la sorgente.

Quando passò vicino al tavolino però si ritrovò inesorabilmente attratto da quel foglio... non era ancora molto bravo a leggere ma provò ugualmente a dargli un'occhiata. Riuscì a riconoscere alcune parole e piccole frasi sparse qua e là: “Koga”, “bello”, “romantico”, “bacio”... poi un'altra parola in particolare attirò la sua attenzione, proprio all'inizio del foglio: “Mamma”. Qualcosa gli fece storcere il naso e risvegliò in lui una bruttissima sensazione. Lo sguardo andò poi alla scatola aperta, che si rivelò piena di fogli accuratamente piegati, ne aprì delicatamente uno e di nuovo notò quella prima parola “Mamma”. Provò ad aprirne altri e tutti iniziavano con quella stessa parola “Mamma”.

Con la strana impressione di aver fatto qualcosa di sbagliato ripiegò accuratamente i fogli e li rimise dove li aveva trovati, affrettandosi a raggiungere sua moglie alla sorgente.

- Pensavo non venissi più... - lo rimproverò dolcemente lei quando lo vide arrivare

- E perdermi un bagno con te?! Stai scherzando, vero?! - mormorò entrando nell'acqua insieme a lei e andandole subito vicino per abbracciarla e baciarla.

- Come va? Sei ancora stanca per ieri? - bisbigliò mentre le baciava piano il collo e la stringeva a sé accarezzandole la schiena.

- Un po' sì... ma adesso va molto meglio... - sussurrò lei abbandonandosi, con un sorriso beato, a quell'abbraccio appoggiando la testa sulla spalla di lui e offrendo il collo a quella scia di baci gentili.

La curiosità di Inuyasha, però, alla fine prese il sopravvento e mentre continuava a coccolarla dolcemente, provò a buttare lì distrattamente:

- Era una vita che non vedevo quella scatola in giro... hai trovato un modo di usarla? - non osava dirle che aveva sbirciato tra le sue cose... temeva si sarebbe arrabbiata.

- Ah! Quella... sì... - rispose lei con un filo di voce, ormai persa nel calore di quell'abbraccio e con la mente annebbiata da tutti quei piccoli dolcissimi baci. Non c'era niente di meglio del tocco delle mani di lui sul suo corpo per farla smettere di pensare.

Inuyasha rimase un po' deluso da quella risposta che non spiegava niente, ma quando Kagome iniziò a ricambiare le sue carezze e sentì il tocco leggero delle labbra di lei sul suo collo e sul suo petto, il mondo intorno a loro perse qualsiasi interesse.


 

- Dormito bene? Ha funzionato la mia cura per il mal di testa? - chiese malizioso Inuyasha la mattina seguente quando si svegliarono, ancora nudi, l'uno tra le braccia dell'altro.

- Mmmhhh... Magnificamente! - mormorò Kagome stiracchiandosi e stringendosi a lui – Grazie, dottore! - scherzò baciandolo piano sulle labbra – Come posso sdebitarmi? -

- Non è necessario... è stato un piacere... - rispose ricambiando il suo bacio

- Mmmhhh... Sicuro?! - chiese dubbiosa – Forse dovrei discuterne con il suo... “assistente”... qualcosa mi dice che... è già sveglio... - mormorò ridacchiando prima di sparire sotto le coperte.

Inuyasha emise un lungo sospiro “Eehhhh... la mia dolcissima e pazza Kagome...” pensò sorridendo

- Beh... se proprio insiste... - bisbigliò


 

Quando finalmente si alzarono Inuyasha notò di nuovo la scatola e i fogli sparsi sul tavolino, ancora lì dalla sera prima. Pensò di riordinarli mentre Kagome era intenta a preparare la colazione ma quando sfiorò una delle etichette adese al coperchio della scatola si sentì colpire la mano da una potente scossa

- Ahi! Ma che diavolo... - gridò ritirando prontamente la mano

Kagome fu subito al suo fianco, prendendo la mano colpita tra le sue per controllarla

- Scusa... avrei dovuto avvisarti... - mormorò mortificata

- Che roba è? Sei stata tu? - gli chiese un po' offeso

- Sì, ho applicato dei sigilli alla scatola perché nessuno possa aprirla – spiegò sollevata vedendo che lui non si era fatto niente

- Nemmeno io?! Da quando abbiamo dei segreti?! - insistette sempre più offeso

- Segreti... esagerato! - sbottò evitando di guardarlo in faccia – Non posso avere i miei spazi? E comunque non è niente che ti riguardi! - tagliò corto imbarazzata

- Ciò che riguarda mia moglie, riguarda anche me! E comunque non mi piace che ci sia un oggetto che non posso nemmeno toccare... in casa mia!!! -

- Tranquillo, non ci starà per sempre. Un giorno, quando sarà piena, la porterò al tempio e non ti darà più fastidio – lo liquidò tornando a cucinare

- Ma insomma si può sapere che stai combinando?! Non mi piace che mi nascondi le cose... non sarà qualcosa di pericoloso oppure... non sarà che, ridendo e scherzando, mi tradisci davvero?!!! - esclamò mentre quell'orribile prospettiva prendeva forma nel suo cervello, fomentata dal ricordo di quelle parole lette di nascosto, unite all'immagine di lei tra le braccia di Koga, molti mesi prima. Sentì il sangue iniziare a ribollirgli nelle vene.

- Ma che stai dicendo?!!! - gridò lei tornando di colpo a guardarlo in faccia - Come puoi pensare davvero una cosa del genere?!! A-abbiamo appena finito di fare l'amore, santo cielo! E tu dubiti di me? Ma che razza di donna pensi che sia?! Verrei a letto con te... farei... certe cose con te... vorrei un figlio da te se amassi qualcun altro???!!!! - gli chiese ferita e scandalizzata.

Inuyasha si sentì di colpo stupido per aver pensato anche solo per un secondo una cosa del genere...

- Scusa... hai ragione... - mormorò mortificato – Ho detto una stupidaggine... però... - il ricordo di quella parola “mamma” che si ripeteva in ogni foglio tornò a fare capolino nel suo cervello – forse pensi che io... non sarò in grado di renderti... madre... e hai cercato... un'alternativa... in qualcun altro – Ecco, l'aveva detto! Il suo orgoglio di uomo poteva finalmente colare a picco!

- Inuyasha... - mormorò dolcemente lei tornandogli vicina e accarezzandogli una guancia – io non voglio essere “una madre”... io voglio essere la madre di TUO figlio... i figli degli altri non mi interessano... e poi chi ha detto che tu non puoi darmi un figlio? E se invece fossi io che non posso darlo a te? Ti cercheresti “un'alternativa”? -

- MAI! QUESTO MAI! - gridò Inuyasha stringendola forte a sé

- Sciocco amore mio... - lo apostrofò Kagome stretta al suo petto – avevamo deciso di lasciare tempo al tempo o sbaglio?! Si può sapere da quanto ti tormenti con certi pensieri? -

“Da subito!” avrebbe voluto risponderle Inuyasha,

- Lo sai che la pazienza non è il mio forte... - mormorò invece

- Basta! Non voglio più che tu pensi cose del genere! Mai più! Nemmeno se tra... cinquant'anni saremo ancora tu e io da soli, ok?! Abbiamo già avuto tanto a poter stare insieme, non è giusto pretendere ancora altra felicità. Un figlio è una benedizione, se arriverà lo accoglierò come tale, se non arriverà continuerò comunque a ringraziare gli Dei per ogni giorno che mi concedono di passare al tuo fianco. -

- Kagome... - mormorò Inuyasha stringendola ancora più forte – Hai ragione... è già incredibile che mi sia concesso avere una donna meravigliosa come te nella mia vita... non so come ho fatto a meritarmi una tale fortuna! -

- Senti... davvero vuoi sapere cosa c'è in quella scatola? - gli chiese lei tornando a guardarlo negli occhi – Ti sentiresti più tranquillo se te lo dicessi? -

- No, scusami... era una stupida curiosità... e devo averci ricamato troppo sopra – ammise imbarazzato

- Però hai ragione... non dovrebbero esserci segreti tra noi... se te lo dico... prometti di non ridere o di non prendermi per pazza?! - chiese imbarazzata distogliendo lo sguardo

- Ma io lo so già che sei pazza... - scherzò Inuyasha baciandola dolcemente – è una delle cose che mi hanno fatto innamorare di te! Allora, sentiamo, cosa c'è in quella misteriosa e inavvicinabile scatola? -

- Lettere – rispose semplicemente

- Lettere?! - ripeté stupito Inuyasha

- Sì... per... mia madre... - mormorò abbassando la testa

- E come pensi... Hai trovato un modo per fargliele avere?! Il pozzo s'è riaperto?! Vuoi tornare a casa?!!! - non sapeva se essere felice o terrorizzato.

- No, niente di tutto ciò. - rispose lei sorridendo – Il pozzo è chiuso e io sto bene dove sto. Però... ti ricordi che ti dissi che l'avevo già vista, anche se non ricordavo dove?! Beh alla fine me lo sono ricordato: ce n'era una uguale nel magazzino del tempio, a casa mia. Uno dei preziosissimi, antichissimi e noiosissimi tesori del nonno! - ammise sorridendo malinconica al ricordo

- E quindi?! Ti piace perché ti ricorda casa tua? Non vuoi che la tocchi per paura che la rompa? Bastava dirmelo, mi terrò alla larga! -

- No, non capisci?! Non è una scatola uguale a quella... Questa scatola è quella scatola! -

- Eh?! - balbettò perplesso

Kagome lo guardò sorridendo felice, come se fosse tutto chiaro

- Inuyasha... “non stai pensando quadrimensionalmente”! - rise Kagome citando un vecchio film

- Coosaaa??! -

- Ti ricordi cosa disse il mercante che me l'ha data? Non esiste un'altra scatola uguale a questa! Significa che questa scatola tra cinquecento anni, se non prima, finirà nel mio magazzino dove io la vedrò, prima di conoscerti e finire qua. Capito?! -

- No! - ammise Inuyasha – Ora sta venendo a me il mal di testa! -

Kagome gli sorrise e sospirò scuotendo la testa:

- Se io lascio questa scatola tra i tesori del tempio, lei se ne starà lì buona buona per cinquecento anni. Lo so perché io l'ho vista, nella mia epoca. E' più chiaro adesso?! -

- Sì... forse comincio a capire... e le lettere?! -

- E' quello il colpo di genio (o di follia)! Non so cosa contenesse quella scatola nella mia epoca perché non l'ho mai aperta... quindi ho pensato che forse... potevo metterci qualcosa io! - la sua espressione si fece improvvisamente più triste – Ho un unico rimpianto nell'essere venuta qua: non poter più contattare la mia famiglia e non solo per potergli parlare e sapere come stanno ma anche e soprattutto per fargli sapere come sto io. Mia madre mi ha sempre appoggiato e incoraggiato ma... non pensi che sarà in pena adesso, senza poter avere mie notizie?! Insomma ha visto sua figlia sparire in un pozzo inseguendo un sogno... ma chi le dice che quella figlia ora stia bene e che il suo sogno si sia realizzato. Per quanto ne sa lei, potrei essere bloccata da questa parte del pozzo, sola e infelice... o peggio, potrei essere già morta! Povera mamma, non voglio immaginare cosa starà passando! Anch'io mi chiedo spesso se lei, Sota e il nonno stanno bene. Io non potrò mai avere una risposta a questi dubbi ma forse loro... se riesco, con questa scatola, a fargli avere le mie lettere, a raccontargli quello che mi succede... almeno loro potranno tranquillizzarsi ed essere felici per me. Non ho la certezza che funzionerà, ma voglio almeno provarci. L'ho sigillata perché solo mia madre possa aprirla, non voglio che il contenuto finisca in mani sbagliate, non mi sembra il caso di far sapere al mondo intero che c'è qualcuno che s'è fatto un bel viaggetto nel tempo! - concluse – Ok, adesso puoi ridere! -

- E perché dovrei?! - le rispose Inuyasha sorridendole orgoglioso – Perché ho sposato una donna sensibile, intelligente e sempre piena di risorse?! -

- No, perché hai sposato una donna che ti ha appena bruciato la colazione! - rispose ridendo e correndo a togliere il pesce annerito dal fuoco.


 

Le giornate tornarono a scorrere serene al villaggio Musashi, tra i piccoli e grandi impegni della vita quotidiana. Kagome aveva smesso di preoccuparsi per l'attacco ai demoni lupo: Koga e Ayame non l'avevano più contattata il che le faceva pensare che non ci fossero stati altri problemi. Di quando in quando, soprattutto la sera dopo cena, tornava a rileggere quella strana profezia nella vana speranza che le dicesse qualcosa ma senza venirne a capo... poteva avere così tanti significati... e magari quello giusto era un altro ancora, uno che non aveva preso minimamente in considerazione perché magari si riferiva ad avvenimenti non ancora successi o che lei ignorava.

- Inuyasha... tu cosa sai dei demoni cane... della famiglia di tuo padre voglio dire?! A parte Sesshomaru hai altri parenti?! Nonni, zii, cugini?! - gli chiese una sera durante una delle sue riflessioni

- Sinceramente non né so praticamente niente. - ammise Inuyasha – Se ho altri parenti, direi che l'unico che si sia preso il disturbo di prendermi in considerazione è Sesshomaru... e non l'ha fatto certo per amore fraterno! Per quel ramo della famiglia sono solo uno scherzo della natura... il frutto di una scappatella del grande capo... probabilmente non sono nemmeno un figlio illegittimo, un bastardo... no, non sono niente per loro... Al massimo si saranno chiesti perché mio padre, dopo essersela spassata con mia madre, non se la sia mangiata! -

- Ma è orribile!!! - esclamò Kagome disgustata

- Beh, di che ti stupisci?! Per i demoni gli umani non sono molto diversi da un cinghiale o da una mucca! Anche tu hai rischiato di finire mangiata in più di un'occasione, o sbaglio?! - si ricordava ancora quando l'aveva trovata nuda a marinare nel sake di quel pazzo eremita... eccome se se la ricordava!!

- Sì... ma non da te...- rispose Kagome rabbrividendo – e comunque mi riferivo anche al fatto che ti ignorino fino a questo punto... possibile che non abbiano il benché minimo senso della famiglia?! E se le cose stanno così, come dovrebbero fare a “restare uniti”? -

- Non so che dirti, Kagome. Ti ripeto, non c'ho mai avuto niente a che fare... magari tra demoni purosangue si trattano con più rispetto, chissà?! Dovresti chiederlo a Sesshomaru.. ammesso che ti ascolti... e ti risponda! -

- Giusto! Posso chiederlo a lui... è un po' che non si fa vedere.. non credo che passerà ancora molto tempo prima che senta la mancanza di Rin! - esclamò soddisfatta

“Sesshomaru che sente la mancanza di qualcuno...” pensò Inuyasha sorridendo ironico “...di un'umana, poi... Solo Kagome può pensare una cosa simile! Però è vero che viene a trovarla con una certa regolarità... chissà cosa gli passa per la testa? Non ho mai capito se la considera un animaletto da compagnia o semplicemente una sua servitrice, anche se non capisco in cosa possa servirlo visto che adesso non sta nemmeno con lui... o forse è solo un trofeo, un modo per dire a tutti che anche Tenseiga serve a qualcosa... forse è solo questo: ha usato Tenseiga per riportarla in vita quindi adesso lei è una sua proprietà... Mah! Sicuramente la tratta meglio di come tratta Jaken!”


 

La mattina successiva quando Kagome aprì gli occhi avvertì immediatamente uno strano senso di malessere: nausea e qualcosa di opprimente che le rendeva difficile respirare. Spalancò gli occhi terrorizzata.

- Aura maligna!!! - gridò scrollando Inuyasha che ancora dormiva – Di nuovo!!! - era la stessa identica sensazione che aveva provato, appena poche settimane prima, nel covo degli Yoro.

Corse alla porta scorrevole e l'aprì di scatto, il cielo era coperto da una fitta coltre di nubi, l'aria che la investì le provocò un nuovo conato.

- Resta dentro! - le ordinò Inuyasha balzando al suo fianco

- No... adesso mi passa... - mormorò Kagome prima di uscire nel prato e iniziare a guardarsi intorno scrutando il cielo in cerca di quella nube nera che, ne era sicura, doveva essere addensata da qualche parte non lontano da loro.

Un'espressione di puro terrore le si dipinse in volto quando riuscì a identificarla, alta nel cielo, proprio sopra il villaggio.

- Inuyasha! - gridò trattenendo il fiato

- Maledizione! - imprecò il mezzodemone correndo a indossare la sua veste e recuperando Tessaiga

Kagome lo seguì immediatamente, vestendosi in tutta fretta e ripescando dall'armadio il pezzo di pelliccia che aveva tenuto dall'attacco precedente. Corsero rapidissimi attraverso il bosco subito affiancati da Kuro e Shiro, sempre pronti a proteggere la loro padrona.

- Aspetta ad attaccarla, mi raccomando! Forse... l'altra volta... ha solo risposto al tuo attacco... e ho paura di cosa potrebbe succedere agli abitanti del villaggio... con quel suono. - si raccomandò Kagome attaccata alle spalle di Inuyasha

- A te non aveva fatto niente, però! - disse dubbioso continuando a correre

- Sì... ma non sono sicura se sia merito della mia natura umana o del mio potere spirituale... meglio non rischiare inutilmente. - spiegò Kagome

- Non crederai veramente che se ne andrà così com'è venuta?! - ribatté Inuyasha

- Non lo so... possiamo solo sperarlo. - mormorò senza convinzione

- Ok, ma alla prima mossa falsa, io la faccio a pezzi! - dichiarò deciso

Raggiunsero finalmente il villaggio, c'era una calma innaturale, trovarono la vecchia Kaede che arrancava fuori dalla sua capanna, sembrava schiacciata da un peso insopportabile

- Kagomeee... - gridò col poco fiato che aveva, quando li vide arrivare

- Vecchia Kaede... che succede? Ti senti male? - chiese allarmata la giovane miko

- Tu riesci a muoverti?! Oh povera me! A quanto pare anche la mia poca forza spirituale è invecchiata! - si lamentò l'anziana sacerdotessa

- Non sforzati vecchia o ci lascerai le penne! - la rimproverò Inuyasha che in realtà era preoccupato – Lascia fare a noi! -

- E' la stessa cosa che ha attaccato la tribù Yoro! A quanto pare non era sola. - le spiegò Kagome aiutandola a rialzarsi – Ma perché adesso è qui?! -

- Forse... non erano gli Yoro il suo bersaglio... - ipotizzò Kaede

- Tu hai idea di cosa sia?! - le chiese Inuyasha mentre scrutava il cielo preoccupato

- No, mi dispiace - mormorò la vecchia scuotendo la testa

- Inuyasha! Divina Kagome! - gridava Miroku correndo verso di loro senza fiato – E' terribile! -

- Che succede, Miroku? - chiese Inuyasha allarmato quando li raggiunse

- I bambini... e non solo loro... - balbettò ansimando per la corsa – i vecchi... i malati... tutti gli abitanti più deboli... si stanno sentendo male! Dev'essere quest'aura maligna! Dobbiamo fare qualcosa!! - gridò

In quel momento anche Rin comparve sulla porta della capanna, pallida e sudata come se avesse la febbre

- Signora Kagome... - mormorò prima di svenire, Inuyasha la prese al volo prima che toccasse terra.

- Portala dentro, presto! - gridò Kagome – Miroku, tu come stai? Te la senti... di aiutarmi a erigere una barriera... io non l'ho mai fatto! Oh santo cielo! Ne servirà una enorme, dobbiamo proteggere tutto il villaggio! - mormorò terrorizza

- Conta pure su di me! Ne va anche dei miei figli, sai! - rispose deciso il monaco

- Vi aiuterò anch'io per quello che posso. - mormorò dolorante l'anziana sacerdotessa – dobbiamo stendere un cordone sacro tutto intorno al villaggio e poi... Oh no! Kagome tu non conosci le antiche formule! - realizzò allarmata

- Sì, invece. - rispose Miroku

Entrambe le sacerdotesse si voltarono a guardarlo come se fosse impazzito.

- Ho dato anch'io il mio contributo alla realizzazione del vostro anello, Divina Kagome. Non ve ne siete mai accorta?! - spiegò con un sorrisetto beffardo

Kagome ricordò di colpo quella strana preghiera che aveva mormorato inconsapevolmente durante l'ultimo attacco. Guardò stupefatta il suo anello come se lo vedesse per la prima volta.

- Ma allora... sei stato tu? - mormorò

- Non vi siete accorta che porta incisi alcuni dei più potenti mantra conosciuti?! Quei bei ghirigori che lo adornano, non sono una mera decorazione: è sanscrito! -

- Miroku, sei un genio!!! - esclamò felicissima Kagome gettandogli le braccia al collo

- Ringrazia il tuo iperprotettivo maritino e l'abilità di Totosai, io ci ho messo solo la mia conoscenza. E adesso basta chiacchiere, non c'è tempo da perdere! -

Si misero subito al lavoro, per fortuna al tempio trovarono le corde necessarie a circondare la maggior parte del villaggio, le zone rimaste escluse furono evacuate da Inuyasha, Sango e dai pochi che ancora riuscivano a reggersi in piedi e le persone colpite vennero spostate tutte all'interno della zona sacra delimitata dal cordone, mentre Kuro e Shiro rimasero di guardia all'esterno, ringhiando minacciosi contro quella nera nube che oscurava il cielo. Al centro dell'area sacra Kagome, Miroku e la vecchia Kaede si sedettero in cerchio concentrandosi sulle preghiere; dalla corda sacra si innalzò una barriera di luce che circondò il villaggio come una cupola e purificò l'aria all'interno.

Quando la situazione si fu stabilizzata e la vecchia Kaede e Miroku si furono ripresi dalle conseguenze dell'aura maligna, Kagome si decise ad allontanarsi per controllare lo stato degli abitanti.

- Sango, come va? - chiese preoccupata raggiungendo la sterminatrice nell'ospedale da campo improvvisato al centro del villaggio.

- Non bene, Kagome. - rispose preoccupata accudendo i suoi figli e altri malati vicino a lei – La situazione sembra stabilizzata, l'aria è purificata eppure... non danno segni di miglioramento, non ha senso! Sparito l'influsso dell'aura maligna si sarebbero dovuti riprendere tutti, non capisco che sta succedendo! -

Inuyasha la raggiunse

- Allora sei ancora dell'idea di aspettare?! Per quanto ancora pensate di poter continuare tu, Miroku e la vecchia? Vi sfinirete e basta! Dobbiamo fare qualcosa finché avete ancora la forza di tenere in piedi la barriera, dopo sarà troppo tardi! -

Kagome si avvicinò pensierosa al capezzale di Rin, era ancora priva di conoscenza, sudava e si agitava nel sonno come se delirasse.

- Signor Sesshomaru.. - bisbigliò con un filo di voce

- Sì, Rin, hai ragione! - esclamò Kagome rianimandosi di colpo – Ci serve anche il suo aiuto. Sesshomaru, non ti lascerà morire, ne sono sicura! -

- Che vuoi fare, Kagome? - le chiese Inuyasha agitato – Non sappiamo nemmeno dove sia! E poi non ho bisogno di lui! Io e te possiamo farcela! -

- Inuyasha, io non posso uscire dal kekkai. Non sono ancora così esperta da mantenerlo in piedi a distanza, se me ne vado per combattere la barriera crollerà, c'è bisogno di tutto l'aiuto possibile. Inoltre... non crederai che se succede qualcosa a Rin, Sesshomaru la prenderà bene, vero?! Dobbiamo comunque cercare di avvisarlo. - rispose risoluta

Inuyasha si morse il labbro contrariato, ma non poteva ribattere, lei aveva ragione.

Kagome estrasse un paio di o-fuda dall'hakui, li piegò velocissima, fino ad ottenere due bamboline di carta, recitando una muta preghiera, e ci soffiò sopra lasciandoli cadere. Quando toccarono terra avevano già assunto le sembianze di due bambini, un maschio e una femmina, con le orecchie e il muso da cane

- Yuki, trova Sesshomaru e portalo qua! Ame, vai da Jinenji e chiedigli tutto l'aiuto possibile! Andate, presto! - ordinò senza indugi ai suoi shikigami che si allontanarono in volo al di fuori della barriera – E ora prepariamoci a una lunga attesa... - mormorò guardandosi intorno


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Angolo dell'autrice


 

Capitolo di transizione e “cinefilo”, questo eh!. ^_^

Ame e Yuki, considerateli un piccolo omaggio a un film che ho adorato (e che adoro): “Wolf Children”. Se non l'avete visto procuratevelo e armatevi di Kleenex! Lo consiglio assolutamente! Quando vidi il promo la prima volta, pensai “E questi chi sono?! I figli di Inuyasha e Kagome?!” quindi la citazione era doverosa. XD

Il film citato da Kagome invece è, ovviamente, “Ritorno al futuro” trilogia che amo alla follia (e che ho visto e rivisto fino alla nausea) come il suo protagonista: all'epoca era innamorata pazza di Michael J. Fox! <3<3<3

Le teorie continuano a fioccare e in mezzo all'acqua ogni tanto spunta un “fuocherello”, bravi bravi, mi date proprio soddisfazione... mi piace vedervi coinvolti e piano piano inizieranno ad arrivare anche un po' di risposte, promesso ;)

Alla prossima ^_^

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Capitolo 19
*** Assedio ***


- Kagome, lasciami almeno tentare con Meidozangetsuha! - insistette Inuyasha

- Preferirei lasciarla come ultima risorsa... Quell'affare ha già resistito alla Cicatrice del vento e poi... questa volta vorrei riuscire a capire cosa ci troviamo davanti. E' la seconda volta che ci attaccano, anche se lo sconfiggiamo di nuovo, chi ci dice che non succederà ancora! Non possiamo continuare a brancolare nel buio in attesa che il nemico ci piova addosso, non lo pensi anche tu?! - rispose Kagome mentre si occupava di alcuni malati più gravi degli altri.


 

Trascorse quasi un'ora prima che uno degli shikigami di Kagome, facesse ritorno: era il piccolo Ame con un furoshiki pieno di erbe medicinali.

- Jinenji sta arrivando, mia Signora – spiegò il bambino – Voleva portare sua madre e altri uomini ma, vista la situazione, gliel'ho sconsigliato. -

- Molto bene, Ame. Grazie. - mormorò Kagome con un sorriso

Lo shikigami chinò la testa in segno di saluto e svanì con una piccola fiammata azzurra che consumò l'o-fuda.

Kagome tornò ad occuparsi dei malati, utilizzando alcune delle erbe di Jinenji per preparare delle tisane contro la febbre. Trascorse un'altra ora prima che iniziassero a fare lentamente effetto. Stava controllando una bambina che iniziava a riprendere conoscenza: la piccola era la nipote del capovillaggio ed era cieca dalla nascita, la madre era con lei e le parlava per tranquillizzarla.

- Mamma, quanto tempo ho dormito? - chiese la piccola con un filo di voce

- Poche ore, tesoro, perché me lo chiedi?! - chiese la mamma premurosa

- Pensavo fossero trascorsi mesi e stesse già per arrivare l'estate... sento già cantare il tordo... non è ancora freddo per loro? -

Kagome tese l'orecchio, non l'aveva notato in tutto quel trambusto, ma in effetti si sentiva nell'aria, a intervalli regolari, un piccolo fischio acuto e penetrante, sembrava proprio il verso di un tordo e... sembrava anche la versione mitigata del suono che li aveva attaccati l'ultima volta... possibile che fosse...

- Inuyasha! - chiamò

Il mezzodemone, che stava cercando di rendersi utile come poteva al capezzale dei malati, fu subito al suo fianco.

- Ho bisogno del tuo aiuto... te la sentiresti... di uscire dalla barriera? – gli chiese preoccupata

- Finalmente ti sei decisa! Posso attaccare quell'affare e spedirlo all'altro mondo?! - chiese eccitato Inuyasha

- No, non ancora, vorrei soltanto che tu controllassi se quella nube sta emettendo il suo verso infernale. Vorrei capire se è la barriera che lo sta fermando... Ti chiedo molto, lo so... - si scusò chinando il capo

Inuyasha le sorrise dolcemente, si sarebbe gettato nel fuoco per lei

- Nessun problema – mormorò accarezzandole una guancia

- Tieni questa! Non si sa mai... - gli disse Kagome legandogli in testa la piccola pelliccia

Lo accompagnò fino al limitare della barriera

- Fai attenzione... - mormorò ancora dandogli un bacio leggero sulle labbra

- Non preoccuparti – la rassicurò lui tranquillo – farò in un attimo -

Kagome trattenne il respiro guardandolo uscire, temeva di vederlo crollare di nuovo a terra da un momento all'altro, se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato!

Passarono pochi minuti, che a lei sembrarono un'eternità, poi lo vide tornare, si era tolto la pelliccia:

- Allora?! - chiese lei, sollevata vedendolo incolume

- Niente. - rispose lui scuotendo la testa

- Proprio niente?! Nessun rumore?! - insistette stupita Kagome

- Cosa ti aspettavi che sentissi di preciso? - le chiese curioso Inuyasha

- Qualcosa tipo... il canto di un uccello. Un tordo. La piccola Yuri l'ha sentito. - spiegò

- Beh... se è solo questo... sì. E ora che me lo fai notare... forse veniva proprio da quella nube! Può significare qualcosa secondo te? - le chiese speranzoso

Kagome fissò un punto imprecisato alle spalle di Inuyasha mormorando fra sé e sé:

- Una nube nera... una nube nera su un castello... e il verso di un tordo... -

“Dove ho già sentito questa storia...” pensò.

Poi un lampo sembrò colpirla all'improvviso

“Storia?!... Storia!!!”

- Ma certo!!! - gridò spalancando gli occhi – La nube nera... le frecce... i malati... il tordo!!! Come ho fatto a non capirlo subito!!! -

In quel momento, nel punto che stava casualmente fissando, fuori dalla barriera, comparvero due figure che si avvicinavano a grande velocità: la piccola Yuki e...

- Sesshomaru! - esclamò – Sta arrivando! -

Inuyasha fece appena in tempo a voltarsi che si ritrovò davanti la gelida faccia di suo fratello maggiore, dall'altra parte della barriera. Era impassibile come sempre eppure, in qualche modo, si capiva che era estremamente preoccupato.

- Che è successo? Dov'è Rin? - chiese lapidario come al solito

- Si è sentita male, come la maggior parte degli abitanti... delirava e... ti chiamava . - rispose Kagome

A quelle parole, Sesshomaru fece un passo avanti deciso, ma la barriera lo respinse

- Che significa, sacerdotessa? - chiese minaccioso

- Perdonami ma... non riesco a farti entrare. Se lasciassi passare un'aura demoniaca forte come la tua, ho paura che passerebbe anche quella di quella nube. - spiegò indicandola col dito – E' proprio quella la fonte dei nostri problemi. -

- E tu, inutile fratello, perché non sei qua fuori? Perché non l'hai già annientata? - ringhiò Sesshomaru guardandolo torvo.

- E' colpa mia! - intervenne Kagome zittendo Inuyasha che stava per ribattere in malo modo – Gliel'ho impedito io! Non è la prima volta che veniamo attaccati da una cosa del genere... e ho paura che non sarà neanche l'ultima... avevo bisogno di capire cosa stiamo affrontando e credo di esserci riuscita – si giustificò.

Kagome vide la mano di Sesshomaru scattare rapida pronta a estrarre Bakusaiga

- Aspetta! Lo voglio vivo! - gridò trafelata – Ma ho bisogno del tuo aiuto. - aggiunse mestamente quando lo vide fermarsi e lanciarle uno sguardo assassino

- Come osi dare ordini al Sommo Sesshomaru, umana! - gracchiò la voce di Jaken aggrappato alla pelliccia del suo padrone, si era appena ripreso dalla folle corsa che li aveva condotti fin lì

- Jaken, fa silenzio! - lo liquidò Sesshomaru – Qualunque cosa tu abbia in mente, sacerdotessa, sarà bene che tu faccia in fretta. La mia pazienza ha un limite. -

- Che vuoi fare, Kagome? - le chiese allarmato Inuyasha, si sentiva scavalcato: perché sua moglie stava chiedendo l'aiuto di suo fratello e rifiutava il suo?

- Non adesso, Inuyasha. - gli rispose rapida – Yuki, va' da Miroku e dalla vecchia Kaede, pensi di riuscire ad aiutarli con la barriera almeno per qualche minuto? - chiese alla piccola shikigami che era tornata al suo fianco

- Ci proverò, mia Signora! - mormorò la bambina

- Brava - la incoraggiò Kagome con un sorriso, poi la prese per mano chiuse gli occhi concentrandosi e una luce bianca avvolse le loro mani. Quando si lasciarono la luce rimase sulle mani della piccola Yuki.

- Vai. - la incitò dolcemente Kagome poi tornò a rivolgersi a suo marito - Inuyasha, tieniti pronto con Meidozangetsuha, se quell'affare si mette a urlare... fallo fuori! – gli chiese decisa.

Prese un profondo respiro e lentamente, lei e Inuyasha, uscirono dalla barriera, che tremò leggermente ma rimase in piedi.

- Sono pronta! - dichiarò sollevata – Sesshomaru... potresti... per favore... portarmi più vicino a quella nuvola? - chiese timidamente

- Ma come osi fare una richiesta del genere, stupida umana! Il padrone non è il vostro... - sbraitò Jaken, ma Sesshomaru lo interruppe

- Jaken! - disse semplicemente, raggelando con lo sguardo il piccolo demone che sembrò rendersi conto solo in quel momento di essere ancora avvinghiato alla pelliccia del suo padrone e di essersi fatto trasportare da lui fino a un attimo prima; colto in fallo lasciò prontamente la presa sulla pelliccia, chinando il capo imbarazzato, senza più osare fiatare.

– Sacerdotessa, spero tu ti renda conto di cosa stai chiedendo – disse gelido Sesshomaru tornado a rivolgersi a Kagome

- Credimi, non te lo chiederei se non fosse indispensabile. - rispose lei guardandolo dritto negli occhi – Se non chiariamo questa situazione, anche Rin sarà sempre in pericolo. - aggiunse

- Ma Kagome... non è necessario! Posso portarti io! - balbettò Inuyasha più sconvolto di Jaken da quella richiesta. Sua moglie tra le braccia di Sesshomaru... non se la voleva neanche immaginare!

- Inuyasha, ti prego, stiamo perdendo tempo... quella nube è troppo alta per raggiungerla con un salto e non posso rischiare di mancarla... le conseguenze potrebbero essere disastrose... e oltretutto Yuki non resisterà a lungo... Non c'è nemmeno Shippo... Sesshomaru è l'unico che può aiutarmi! – spiegò dolcemente

- Maledizione! - imprecò Inuyasha

- E sia, allora! - dichiarò Sesshomaru prima di trasformarsi in un enorme cane bianco e accucciarsi davanti a lei per permetterle di salire in groppa

- Grazie – esclamò Kagome sorridendogli

- Sesshomaru! Se le succede qualcosa... - ringhiò Inuyasha

Il grande cane lanciò una rapida occhiata indifferente a suo fratello prima di distogliere lo sguardo e spiccare il volo con un salto.

Mentre Sesshomaru saliva di quota, sempre più vicino alla nube, Kagome incoccò una freccia e provò di nuovo a concentrarsi per identificare chi si nascondeva dietro le sembianze di quella nuvola. Fu di nuovo travolta da quel caleidoscopio di sensazioni rivoltanti e contrastanti ma questa volta sapeva cosa aspettarsi. Le sembrò che quel frenetico vorticare di immagini che le compariva davanti iniziasse lentamente a rallentare e riuscì gradualmente a metterle a fuoco: serpente... tigre... tanuki... scimmia.

“Ecco è lì! Tra tanuki e scimmia! E' lì che devo colpire!” pensò

- STA' ZITTO!!! - gridò scagliando la sua freccia, che volò dritta verso il bersaglio prima di scomparire in una scia di luce.

Il canto del tordo cessò di colpo sostituito da un rantolo strozzato proveniente dalla nube che iniziò ad agitarsi tempestosa, acquistando consistenza e assumendo le sembianze di un mostro spaventoso: quattro enormi zampe dotate di artigli e ricoperte di una folta pelliccia dorata a strisce nere, come quella di una tigre; una lunga coda verde, sinuosa e coperta di squame, come un serpente; il tronco di un tanuki, tozzo e possente rivestito di un'ispida pelliccia marrone e infine la testa di una scimmia coperta da una folta chioma grigia, il muso orrendo, rosso e sfigurato da un'espressione di dolore. La freccia sigillante di Kagome l'aveva colpito esattamente alla gola impedendogli di emettere suoni, ora però il mostro sembrò perdere conoscenza e iniziò a precipitare proprio sopra il villaggio.


 

Kuniyoshi Taiba (The End).jpg
"Kuniyoshi Taiba (The End)". Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.


 

- Sesshomaru! - gridò Kagome allarmata, ma il demone cane non aveva certo bisogno delle sue indicazioni. Era già scattato verso il mostro con le fauci spalancate e lo addentò alla nuca scrollandolo con violenza. Il movimento improvviso fece perdere la presa a Kagome che cadde nel vuoto ma, prima che potesse rendersene conto, si ritrovò stretta tra le forti braccia di Inuyasha, che con un balzo la prese al volo.

Sesshomaru, con un ultimo potente movimento del suo collo canino, scaraventò a terra il mostro, nei campi, lontano dal villaggio.

- Andiamo! - esclamò Kagome rivolta a Inuyasha

Anche Sesshomaru riacquistò le sue solite sembianze e si avvicinò, insieme a loro, al mostro che giaceva a terra immobile.

- Ma che diavolo... - mormorò Inuyasha incredulo

- E' un Nue! Una chimera. - spiegò Kagome afferrando con forza la freccia che spuntava dalla gola del mostro e dissolvendola all'istante, mentre Kuro e Shiro, che erano accorsi al suo fianco, ringhiavano minacciosi in direzione del mostro, quasi a volerlo scoraggiare dal tentare mosse false - Cosa vuoi da noi? Perché ci hai attaccato? Parla! - chiese impaziente Kagome

La creatura aprì faticosamente un occhio e il suo sguardo scivolò maligno da Sesshomaru a Inuyasha.

- Figli del Generale Cane... - ringhiò con una tonante voce roca - ... non è ancora finita... questo è solo l'inizio! - poi un nuovo rantolo lo soffocò e un fiotto di sangue fuoriuscì dalla sua bocca.

- Taci, maledetto! - disse freddo Sesshomaru estraendo Bakusaiga e mozzandogli la testa.

Il taglio fu netto e preciso e la testa si staccò dal corpo ma, a parte questo, non successe niente.

- Che cosa?! - mormorò Sesshomaru, questa volta nemmeno lui riuscì a restare impassibile. Si aspettava che il corpo del mostro finisse in mille pezzi distrutto dal propagarsi del taglio di Bakusaiga ma questo non avvenne.

Kagome estrasse un'altra freccia e la scagliò nella testa del mostro che finalmente si dissolse in una nuvola di povere.

- E' finita... - mormorò con un filo di voce, poi il mondo iniziò a girare e a farsi sempre più grigio.

Mentre due forti braccia la prendevano al volo, sentì la voce di Inuyasha gridare preoccupato:

- Kagome! Kagomeee!!! -

poi fu solo buio.


 

Una mano... qualcuno gliela toccava, la stringeva... qualcosa di morbido la sfiorava... delle labbra, forse... un bacio?! Quella sensazione la costrinse ad aprire lentamente gli occhi. Il primo volto che vide fu quello di Sango:

- Kagome! Per fortuna! - esclamò sollevata la sterminatrice, mettendole una mano sulla fronte, mentre i leggeri guaiti preoccupati di Kuro e Shiro le arrivavano alle orecchie.

- Kagome!!! - il volto di Inuyasha comparve dal nulla accanto a lei, solo allora si accorse che era lui che le stringeva la mano. Quando lo mise a fuoco vide che aveva gli occhi lucidi – Non farmi mai più uno scherzo del genere!!! - gridò sollevandola tra le sue braccia e stringendola a sé

- Inuyasha, lasciala respirare. - lo rimproverò dolcemente la voce di Miroku

- Cos'è successo? - mormorò Kagome con un filo di voce guardandosi attorno: era distesa su una stuoia, vicina a Rin, al villaggio.

Vide Sesshomaru e Jaken seduti di fianco alla ragazzina, che aveva riaperto gli occhi e la guardava sorridendo

- Ci avete salvati tutti, Signora Kagome! - mormorò Rin

- Piccola ingrata! Dovresti ringraziare Padron Sesshomaru! - la rimproverò Jaken

- Però ci avete fatto prendere un colpo. - disse di nuovo Miroku alle sue spalle – Quando ho visto sparire il vostro shikigami ho temuto il peggio. -

- Hai voluto strafare, come al solito! Stupida... - la rimproverò Inuyasha con voce rotta, affondando il viso tra i capelli di lei e stringendola di nuovo.

- Inuyasha... - mormorò Kagome rispondendo al suo abbraccio e accarezzandogli la schiena – Sto bene... non preoccuparti... -

Inuyasha la strinse ancora più forte:

- Non t'azzardare mai più a tagliarmi fuori in quel modo... mi sono sentito così inutile... - mormorò

- Perdonami, amore mio. Non volevo farti preoccupare... Però... alla fine è servito, visto?! - gli disse dolcemente

Inuyasha prese un profondo respiro prima di scostarla leggermente da sé per guardarla negli occhi:

- E a cosa, pazza incosciente?! - la rimproverò con un sorriso

- Era un Nue e ha detto che non è finita e... a quanto pare ce l'ha con voi. - concluse spostando lo sguardo da Inuyasha a Sesshomaru e mettendosi lentamente seduta.

- Un Nue? - chiese Miroku

- Sì, alla fine me lo sono ricordato! E' una vecchia storia... beh vecchia per me... per voi molto meno. Miroku, possibile che nemmeno tu conosca l'Heike Monogatari?! - chiese stupita

Tutti la guardarono senza capire.

- E' la storia della famiglia Taira – spiegò Kagome – In quel libro si racconta che, più di quattrocento anni fa, una nube nera compariva tutte le notti sopra il castello dell'Imperatore provocandogli incubi e malori. Una notte un samurai si appostò sul tetto, quando la nube comparve scagliò una freccia e dalla nube cadde un Nue morto. -

- Che sciocchezze! - esclamò Sesshomaru impassibile – Non crederai davvero che sia andata così, sacerdotessa? -

- Però la Signora Kagome aveva ragione, c'era veramente un Nue in quella nuvola. - la difese Rin con un filo di voce

Sesshomaru la guardò senza ribattere.

- E perché questo... Nue... dovrebbe avercela con voi? - chiese Miroku

- Questo non lo so... - mormorò Kagome

- Già, qualcuno l'ha messo a tacere prima che parlasse... - commentò acido Inuyasha lanciando un'occhiataccia a Sesshomaru

- Non c'avrebbe detto altro... e comunque non sono affari vostri! - ribatté secco Sesshomaru

- Come sarebbe a dire che non sono affari nostri? Quel coso c'ha attaccato ben due volte! - gli abbaiò contro Inuyasha – E questa volta anche la tua amichetta c'è andata di mezzo... domandati perché! -

I due fratelli scattarono in piedi l'uno di fronte all'altro, occhi negli occhi, le zanne in mostra, le mani strette sulle else delle rispettive spade, pronti a darsi battaglia .

- Restare uniti e insieme lottare, questo è il destino dei demoni cane. - recitò tranquilla Kagome, fissando pensierosa un punto imprecisato davanti a sé e accarezzando distrattamente i suoi lupi che, appena Inuyasha s'era allontanato, avevano appoggiato la testa sulle sue gambe.

Il volto di solito così imperturbabile di Sesshomaru impallidì di colpo, mentre si voltò a guardarla:

- Come hai detto, donna? - mormorò – Dove hai sentito quella frase?!!! - gridò furibondo

- Kagome non è una semplice “donna” - sibilò Inuyasha pronunciando con tono offeso l'ultima parola – Mia moglie – proseguì orgoglioso – è la più forte sacerdotessa che sia mai esistita e ha poteri che tu non puoi neanche immaginare... fratellino! - aggiunse provocatorio – Ti conviene iniziare a mostrarle più rispetto! -

Sesshomaru si limitò ad ignorarlo

- Allora?! - la incalzò

- Ho ricevuto una divinazione. - spiegò distrattamente ancora assorta nei suoi pensieri , poi tornò a guardarlo negli occhi – Tu piuttosto... sembra che questa frase ti suoni familiare? Ne sai qualcosa, vero? Ti prego dicci di che si tratta, Sesshomaru! Anche Inuyasha è un demone cane, che ti piaccia o no: ha il diritto di sapere! -

Sesshomaru si fece scuro in volto e si voltò di scatto facendo per allontanarsi.

- Sesshomaru, ti prego! - insistette Kagome con un groppo in gola

- Non qui! Non ora! - tagliò corto il demone senza guardarla - Adesso riposa, sacerdotessa... ti sei battuta bene. - mormorò quasi più gentilmente prima di allontanarsi.

- Padron Sesshomaru!!! - gridò Jaken temendo che si stesse dimenticando di lui

- Jaken, lascialo solo. - lo rimproverò Rin preoccupata, guardandolo allontanarsi


 

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Angolo dell'autrice
 

Ohi ohi... siamo alle dolenti note... per me! T_T

Voi dovete capire che, pur non essendo una fan in senso stretto di Sesshomaru, nutro cmq un enorme rispetto per questo personaggio, motivo per cui non ho mai scritto di lui: ho paura di sgualcirlo! T_T Ma in un sequel di Inuyasha non può mancare il suo unico parente ancora in vita e io poi (per autolesionismo, probabilmente) mi sono pure messa in testa di dargli anche un ruolo di una certa importanza... Ohi Ohi! T_T

Non so che ne sarà di lui sotto le mie inconsapevoli grinfie... vi prego solo di non picchiarmi troppo forte quando sbaglierò con lui... perché lo so che sbaglierò, me lo sento, almeno agli occhi delle vere fan. T_T

Voglio dire a mia discolpa, però, che questa è una ff su Inuyasha e Kagome... tutto ruota intorno a loro... e io sono ben consapevole che per affrontare degnamente un personaggio complesso come Sesshomaru ci sarebbe bisogno di una ff solo per lui... cercherò di dedicargli più tempo possibile ma non posso nemmeno “uscire fuori tema” quindi abbiate pietà di me se l'evoluzione di questo personaggio dovesse risultare un po' troppo frettolosa e sappiate che mi piacerebbe, se mai me ne sentirò all'altezza, scrivere qualcosa anche su di lui in futuro... una storia parallela a questa, magari, dove potergli concedere il tempo e lo spazio che merita.

Fino a quel momento vi chiedo, per favore, di accontentarvi di quel poco che riuscirò a fare. Sappiate solo che ho le migliori intenzioni.


 

Terminata l'apologia su Sesshomaru veniamo a noi... Heike Monogatari... ebbene, signori, se non lo sapeste, esiste davvero! E c'ho lasciato il lume degli occhi e svariati neuroni, perché non esiste un'edizione italiana ufficiale di questo caposaldo della letteratura giapponese (secondo probabilmente solo al Genji Monogatari) per ora c'è solo il primo volume tradotto amatorialmente da TNTvillage, per il resto l'ho letto in inglese e credevo di morire! T_T (giapponese antico tradotto in un inglese di un secolo fa: stavo battendo la testa nel muro!!)

L'idea del Nue l'ho pescata da Wikipedia (come l'immagine allegata) sempre mesi fa, quando ho iniziato a pianificare questa storia e a pensare a un degno avversario per Inuyasha e Kagome, e il Nue m'è piaciuto troppo! *^* Ovviamente c'ho ricamato un bel po' sopra e c'ho messo molto del mio, perché non ho trovato molte informazioni sicure su questa strana creatura e di leggende ce ne sono un'infinità (e ovviamente contrastanti l'una con l'altra -.-' ) quindi, per costruirci una storia e non far torto a nessuno, alla fine ho deciso di fare di testa mia. Cmq il punto di partenza è questo, spero che vi piacerà. ;)

Prossimo Lucca Comics mi prendo l'enciclopedia dei mostri giapponesi e sarò una donna felice! Ho deciso! XD

Dimenticavo! Monogatari significa “storia” ecco perché a Kagome le si “accende la lampadina” pensando a quella parola ;)

Alla prossima ^_^

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Capitolo 20
*** Arazzo ***


Mentre Kagome era priva di sensi, anche Jinenji era arrivato al villaggio e si era subito prodigato a curare le vittime di quell'assalto. Il gigantesco mezzodemone era già stato al villaggio, a trovare Kagome e ad aiutarla con il suo orto di erbe medicinali, così gli abitanti avevano imparato a conoscerlo e ormai non lo temevano più.

Inuyasha impedì categoricamente a Kagome di muovere anche solo un dito per il resto della giornata così lei si trovò costretta a lasciare tutto il lavoro agli altri.

- Ma ti dico che sto bene! - gli ripeteva disperata: con tutto quello che c'era da fare era una tortura non poter dare una mano – E' stato solo un capogiro. -

- Capogiro un accidente! - la rimproverò Inuyasha – Hai perso i sensi per più di tre ore! Credevo di impazzire!!! Eri così pallida... e fredda... respiravi appena... - la voce gli morì in gola al ricordo.

Kagome emise un lungo sospiro

- E va bene! Me ne starò buona... - capitolò alla fine sorridendogli, non l'aveva mai visto così preoccupato – Tu però datti da fare anche per me! -

- Sì, ma non ti lascio! Se ti perdo di vista anche solo per un secondo ti metterai a fare qualcosa, lo so! - la rimproverò minaccioso.

Si era piazzato vicino al suo giaciglio con un mortaio, per continuare a pestare erbe senza allontanarsi da lei.

- Tieni, mettici anche questa. - gli disse lei passandogli distrattamente un rametto

- Kagomeee! - la rimproverò

- Uffa! Che c'è?! Non posso nemmeno parlare?! - sbottò lei, ma un po' le scappava da ridere

- No! Mettiti giù e dormi! - le intimò Inuyasha

- Ma non ho sonno! Ti sei appena lamentato che non mi svegliavo e adesso vuoi vedermi dormire di nuovo. Dai, ti faccio compagnia... - insistette lei sporgendosi a dargli un bacio su una guancia

- Guarda che non mi lascio corrompere... - mormorò poco convinto arrossendo leggermente

- Sì, sì... lo so... - rispose lei sorridendogli


 

Sesshomaru, li osservava da lontano, perso in chissà quali pensieri, insieme a Rin, che iniziava lentamente a riprendersi e aveva insistito per mettersi seduta ai piedi di un albero.

- Rin, tu... passi molto tempo con loro? - le chiese impassibile

- Intende dire con suo fratello e sua cognata?! Beh, sì, quasi tutti i giorni. La Signora Kagome è l'apprendista della nonna Kaede... in realtà io la trovo già fortissima ma lei dice che deve ancora imparare tante cose e che vuole migliorare. E il Signor Inuyasha viene spesso con lei, quando non è impegnato in altri lavori. - spiegò tranquilla la bambina, guardando anche lei quei due.

Suo fratello e sua cognata... a quelle parole Sesshomaru le aveva rivolto un'occhiata strana ma non aveva commentato.

- E cosa fa un mezzodemone in un villaggio di umani? - le chiese ancora

- Aiuta molto gli altri, soprattutto nei lavori più faticosi... altre volte va a caccia e di solito divide le sue prede un po' con tutti... o va col Signor Miroku a caccia di demoni. Ma appena può è sempre insieme alla Signora Kagome. Si vede che sono molto innamorati! - concluse Rin con un sorriso

- Innamorati... - mormorò Sesshomaru tornado ad osservarli


 

Inuyasha aveva messo una mano sulla fronte di Kagome e una sulla sua e rifletteva dubbioso, mentre Kagome continuava a protestare

- Ti dico che sto bene! - ripeteva esasperata

- Meglio chiamare la vecchia! - diceva lui ignorandola

- Insomma mi vuoi ascoltare! - gridò Kagome afferrandogli il viso con le mani e costringendolo a guardarlo in faccia – Sono viva, respiro, sono calda e rosa... non ti vado bene calda e rosa?! Amore, sono contenta che tu ti preoccupi per me, ma cerca di non esagerare, ok?! O finirai per soffocarmi... - proprio in quel momento fu interrotta da un leggero colpo di tosse

- No, no... non ti soffoco, non ti soffoco! - balbettò lui allarmato

- Che sciocco! - sorrise lei avvicinandogli la guancia alla sua e anche lui le sorrise.


 

Sesshomaru distolse di nuovo lo sguardo alzando leggermente un sopracciglio

- E perché pensi che lei sia... “fortissima”? - chiese ancora a Rin

- Perché riesce a fare cose eccezionali senza nemmeno rendersene conto! Lo dice anche la nonna: la Signora Kagome è molto più forte di lei e di quella sacerdotessa morta. - rispose entusiasta, poi si fece di colpo triste - Signor Sesshomaru, io lo so che a lei non piacciono gli umani ma sono sicura che non avrà motivo di vergognarsi di sua cognata. -

- E chi ha detto che non mi piacciono gli umani? - chiese serio

- Jaken... e comunque si vede, sa?! - mormorò Rin – Non le piace nemmeno suo fratello perché è mezzo umano. -

- E' questo che pensi? - le chiese ancora

Rin annui abbassando lo sguardo.

- Tu pensi troppo... - mormorò alzandosi – Rin, devo fare una cosa! Tornerò domattina, tu resta con... mio fratello e... mia cognata. - concluse non senza una certa riluttanza.

Quando Rin tornò da loro e gli riferì le parole di Sesshomaru, Inuyasha e Kagome si guardarono un attimo perplessi.

- Lo sapevo, se l'è svignata! - sbottò Inuyasha – Non ci dirà un bel niente! -

- No... - mormorò Kagome – Io non credo... non c'era bisogno di questa messinscena, se fosse così -


 

- Allora, Kagome, come ti senti adesso? - le chiese timidamente Jinenji, più tardi, sedendosi vicino a lei e porgendole una ciotola di zuppa.

- Molto meglio, grazie! - gli rispose lei con un sorriso

- Inuyasha! Hai finito con quelle erbe?! - gridò Sango poco lontano

- Sì, arrivo... - rispose il mezzodemone – Ehi! Mi raccomando, non farla alzare, daccordo?! - disse rivolto a Jinenji – Io torno subito. -

Il grosso mezzodemone annuì con un sorriso mentre Inuyasha si allontanava.

- Scusa, Jinenji. Per colpa sua sto lasciando tutto il lavoro a te – mormorò Kagome rammaricata.

- Ma no, non c'è problema, tu riposati, ne hai bisogno. - rispose lui tranquillo - La Venerabile Kaede dice che hai usato troppo i tuoi poteri spirituali: hai resistito all'aura maligna, hai creato una barriera enorme e l'hai mantenuta in piedi per ore, hai spedito in giro due shikigami, hai accudito i feriti e infine hai affrontato e ucciso quel mostro... è stato troppo persino per te! - le spiegò – Se ti fossi vista, Kagome... ci hai spaventati tutti a morte... soprattutto Inuyasha... non si è allontanato da te nemmeno per un secondo, sai?! Temeva di perderti, era terrorizzato... ha continuato a chiamarti... a supplicarti di aprire gli occhi... non l'avevo mai visto in quello stato... - mormorò

- Davvero?! - chiese Kagome stupita e imbarazzata – Sono stata così male?! -

Jinenji annuì

– E-e gli altri come stanno?! - chiese ancora Kagome cercando di cambiare argomento

- Meglio ma temo che ci vorrà ancora un po' perché si riprendano del tutto. Non mi spiego cosa sia successo! - confessò Jinenji

- Credo siano gli effetti del canto del Nue – spiegò Kagome – A quanto pare quelle creature sono in grado di provocare vere e proprie malattie negli esseri umani anche solo con quello. La mia barriera aveva bloccato l'aura maligna ma non poteva fare niente contro quel suono quasi impercettibile ma... letale... Non oso immaginare le conseguenze se fosse continuato ancora a lungo! - “O se si fosse messo a gridare, come l'altra volta.” pensò “Già... il loro canto annienta gli uomini... e il loro grido persino i demoni!” pensò allarmata Kagome


 

Il mattino successivo, l'allarme sembrava rientrato. Le persone colpite dall'aura e dal canto del Nue iniziavano lentamente a migliorare, sembrava che il villaggio fosse stato colpito da un'epidemia ma che adesso fossero tutti in via di guarigione. Per ogni evenienza fu comunque approntato una sorta di campo base al tempio, dove furono riunite tutte le persone ancora bisognose di cure, così che, in caso di un nuovo attacco, fossero già tutti riuniti in un'area limitata in cui fosse più facile erigere una barriera.

Sesshomaru fece ritorno al villaggio con Ah-Un al seguito.

- Andiamo! - ordinò senza giri di parole rivolto a Inuyasha e Kagome

- Andiamo dove? - chiese Inuyasha seccato – Perché dovremmo venire con te? -

- Volete saperne di più su quel Nue o no? - ribatté lapidario Sesshomaru – Avanti salite in groppa! - ordinò di nuovo

- Ma... - ribatté Kagome

Sesshomaru le lanciò uno sguardo glaciale

- Non crederai che porti di nuovo io, sacerdotessa – sibilò con una voce più fredda dei suoi occhi

- No... no... certamente – rispose Kagome imbarazzata – Vorrei solo avvisare gli altri che ci allontaniamo per un po' - disse con più convinzione

- Allora digli anche che non sarà una cosa breve – ribatté il demone

- Signor Sesshomaru, posso venire con voi? - chiese Rin supplicante

- No, Rin, non ti sei ancora ripresa e poi... non è un posto per te. - tagliò corto lui

- Si può sapere cos'hai in mente, Sesshomaru?! - gli chiese di nuovo Inuyasha sospettoso, ma lui non gli rispose – E comunque Kagome la porto sempre io, non ci serve il tuo animaletto! -

- Ci serve invece! Non è un posto che un mezzodemone possa raggiungere tanto facilmente. - rispose infine gelido

- Eccomi! Sono pronta! - disse Kagome tornando a passo spedito con arco e faretra in spalla.

Si sistemarono in sella ad Ah-Un insieme a Jaken che non osava dire una parola, nemmeno lui riusciva a capire che cosa avesse in mente il suo padrone e non capiva nemmeno la sua reazione di fronte a quelle strane parole, si limitò ad assecondare il suo Signore anche per non fare figuracce agli occhi di quegli esseri inferiori.

Spiccarono il volo con un balzo allontanandosi dal villaggio e dirigendosi lentamente sempre più in alto, fino quasi all'altezza delle nuvole. Volarono a lungo senza dire una parola, Kagome iniziava a sentirsi a disagio per quel silenzio forzato, così alla fine si azzardò a chiedere:

- Manca ancora molto? -

Sesshomaru non la degnò nemmeno di uno sguardo

“Possibile che non mi abbia sentito?!” si chiese Kagome che cominciava ad essere stufa di quell'atteggiamento

- Dove stiamo andando? - chiese di nuovo, questa volta urlando

Finalmente Sesshomaru la guardò con la coda dell'occhio

- A casa mia – rispose semplicemente

- A... a ca-casa... tua?! - balbettò Kagome presa alla sprovvista – T-tu... hai una... casa? -

- Naturalmente! - rispose quasi offeso pur restando impassibile – Non crederai che mio padre mi abbia cresciuto sotto un ponte! -

- A me sì! - sbottò Inuyasha risentito da quella disparità di trattamento

- Qu-quindi è la casa di tuo... cioè... vostro padre? - balbettò sempre più stupita Kagome

- Esatto! Se vuoi sapere la vera storia di quel Nue è meglio che tu la veda con i tuoi occhi, sacerdotessa. - spiegò tornando a guardare davanti a sé – Siamo arrivati. - aggiunse poi semplicemente.

Davanti a loro le nuvole si diradarono e sopra un enorme cumulo comparve uno splendido, immenso castello. Atterrarono ai piedi di una lunga scalinata e affidarono Ah-Un a un servitore che si era prontamente materializzato al loro fianco.

- Da questa parte. - disse loro Sesshomaru iniziando lentamente a salire.

Inuyasha e Kagome si guardavano intorno spaesati, senza osare pronunciare una parola.

“E così è qui che viveva mio padre...” pensò Inuyasha

Il castello era sorvegliato da numerose guardie ma nessuna di loro sembrò degnarli di uno sguardo... dopo tutto erano col padrone di casa.

In cima alla scalinata c'era un grande trono

“Dev'essere qui che Sesshomaru riceve i suoi ospiti” pensò Kagome, credeva si sarebbero fermati invece aggirarono il trono e si diressero verso l'edificio principale. Stavano per salire l'ultima rampa di scale quando una porta si aprì e una splendida donna dai capelli d'argento raccolti in due lunghi codini, uscì sulla veranda; sulla fronte aveva una mezzaluna come quella di Sesshomaru e i suoi zigomi erano segnati da due linee rosse.

- Sesshomaru! - mormorò stupita – Da quanto tempo! Hai finalmente deciso di fare visita alla tua povera madre?! -

Il suo sguardo freddo e indifferente si spostò dal figlio alle due figure alle sue spalle.

- Cos'è ti sei fatto dei nuovi amichetti?! - chiese ironica – Non ti bastava quella cucciola umana? O finalmente te la sei mangiata? -

- Rin sta benissimo, madre. - rispose Sesshomaru indifferente – Non sono qui per voi. -

- Ma questo ragazzo... - mormorò la donna soffermandosi su Inuyasha e scrutandolo con attenzione – Hai un aria familiare... ci siamo forse già visti da qualche parte?! - gli chiese

- Non penso proprio! – rispose secco Inuyasha guardandola storto.

- Sesshomaru, chi è questo ragazzo così maleducato?! Sembrerebbe un demone eppure... -

- Lui è Inuyasha, madre. - rispose semplicemente Sesshomaru – E adesso, se volete scusarci, abbiamo da fare -

- Inu...yasha... - mormorò meditabonda, poi all'improvviso sembrò capire il senso di quella parola – Che cosa??!!! - gridò furibonda – Sesshomaru, questo scherzo non è divertente! -

- Vi risulta che sia avvezzo a fare scherzi, madre?! - ribatté Sesshomaru che iniziava a spazientirsi

- Come osi presentarti davanti ai miei occhi, in casa mia, con...con... quello!!! Mi odi, dunque, fino a questo punto?! - il suo bel volto sembrava completamente sfigurato dalla rabbia

- Io non vi odio affatto, madre. - rispose piatto Sesshomaru

- E allora perché mi offendi in questo modo?! Cosa ci fa mio figlio insieme a un tale... abominio! Il fatto stesso che tu sia con lui mi ferisce profondamente. Cos'hai a che spartire con quest'essere? -

- Quali questioni mi leghino a mio fratello sono affar mio, madre. - rispose di nuovo lui

- Fra-fratello???!!! E' dunque questa la considerazione che gli dai?! Hai perso la ragione?! Tu sei il mio unico figlio! Tu non hai fratelli!!! - urlò furibonda

- Adesso basta! - tuonò Sesshomaru – Ci state solo facendo perdere tempo! -

- Oh non preoccuparti! Non resterò qui a farmi insultare un minuto di più! - gridò voltandosi – Quando tornerai in te mi troverai nelle mie stanze dove, mi auguro, non arriverà l'orrendo fetore di questo sporco mezzodemone! - e così dicendo si incamminò a passo spedito lungo la veranda.

- E' stato un piacere anche per me – ringhiò Inuyasha offeso – Carina... persino più di te, Sesshomaru! -

- Inuyasha – lo rimproverò Kagome a mezza voce

- Jaken, seguila. - ordinò Sesshomaru

- Ma-ma-ma P-Padron Sesshomaru... vi-vi ricordate che avete già usato Tenseiga su di me?! - balbettò il demone terrorizzato.

Sesshomaru si limitò a lanciargli un'occhiataccia.

- Co-come desiderate, mio Signore. - mormorò chinando il capo

- Andiamo – disse Sesshomaru avviandosi nella direzione opposta

Camminarono un bel po', quel palazzo era veramente immenso, poi Sesshomaru si fermò davanti ad una porta scorrevole e la aprì con un gesto deciso.

- Questa è la Sala dell'Arazzo. - spiegò entrando

Quel nome le calzava a pennello: era una stanza ampissima, molto più alta di una stanza normale, e sulla parete infondo capeggiava un gigantesco arazzo.

Kagome si avvicinò incuriosita: sull'arazzo era raffigurato un castello, piccole figure si agitavano nel cortile, sembravano soldati armati di tutto punto, nel cielo sopra il castello c'era un'enorme nuvola nera e sopra quella nuvola c'era un Nue, a zanne sguainate, che stava lottando contro un enorme cane bianco.

- Possibile che... - mormorò Kagome incredula

- Esatto, sacerdotessa. La storia che conosci tu è vera solo in parte. Non fu certo la banale freccia di un misero essere umano ad abbattere quel Nue, ma mio padre. - concluse Sesshomaru

- Beh, adesso si spiega perché quel Nue ce l'avesse tanto con voi! Se non erro al Nue della mia storia non fu riservato un bel trattamento: venne messo su una barca e gettato in un fiume e, quando finalmente arrivò al mare, la corrente lo trascinò a riva, dove venne raccolto e sepolto sotto una collina. - spiegò Kagome – Ma perché vostro padre attaccò quel Nue? -

- Perché stava attaccando un suo alleato. - spiegò atono Sesshomaru

- Vuoi dire... l'Imperatore Konoe???!!! - chiese sconvolta Kagome

- La predilezione di mio padre per gli esseri umani non è un mistero per nessuno. A quanto pare quel ragazzino gli era simpatico. - ammise laconico Sesshomaru

Kagome deglutì a fatica e tornò ad osservare quell'arazzo, notò che in un angolo in alto erano riportate alcune parole, erano per la maggior parte cancellate dal tempo o dall'usura, forse, ma una frase era ancora chiara e leggibile.


 

Restare uniti e insieme lottare

questo è il destino dei demoni cane.


 

- Cos'è successo al resto del testo? - chiese Kagome

- E' un mistero! - rispose Sesshomaru – E' sempre stato così, da quando fu realizzato, secoli fa. Il demone ragno che ha tessuto questa tela è morto ormai da tempo e non ci ha mai dato spiegazioni... non a noi almeno... forse, a mio padre. - concluse dubbioso

Kagome osservò meglio le parole consunte e le sembrò di riconoscere alcuni frammenti.

- Forse ho io la risposta. - disse convinta – Credo siano proprio le parole che ho ascoltato nella mia divinazione -

- C'era dell'altro, dunque?! - chiese Sesshomaru contrariato

- Te l'ho detto che mia moglie non è seconda a nessuno! - esclamò Inuyasha con orgoglio – Tanto meno a uno stupido demone ragno -

Kagome recitò quelle parole che ormai aveva imparato a memoria


 

Sangue di demone e sangue regale

daranno origine a una stirpe speciale.

Del patriarca incrociare le lame,

sangue dei figli per farlo tornare

Nuova alleanza insieme guidare,

la distruzione per sempre fermare.

Misto di sangue ed un'aura sacrale

son destinati a sconfiggere il male.

Restare uniti e insieme lottare

questo è il destino dei demoni cane.


 

Mentre Kagome pronunciava quella profezia i pochi frammenti di kanji presenti sull'arazzo iniziarono a risplendere e le parti mancanti comparvero lentamente, come tracciate da una mano invisibile, con un inchiostro di luce.

- Ma cosa... - gridarono tutti e tre all'unisono stupiti

- Beh... a quanto pare non mi sbagliavo... - mormorò Kagome appena riavutasi dalla sorpresa

- Sacerdotessa, sei stata tu a fare questo?!! - le chiese irato Sesshomaru

- No, non ho questo potere, credo sia stato l'arazzo a reagire da solo. - si giustificò preoccupata

- Ha ragione lei, Sesshomaru! - la voce di sua madre si materializzò alle loro spalle e tutti si voltarono a guardarla.

- Il piccolo demone mi ha raccontato tutto. Dunque i Nue sono tornati e bramano vendetta. - proseguì avvicinandosi anche lei all'arazzo, si sollevò in aria leggera e si portò davanti a quella nuova scritta, sfiorandola con la mano, per poi tornare lentamente a terra. Nel far questo, a Kagome non sfuggì lo sguardo fugace che rivolse al ritratto del suo defunto marito; cos'era? Dolore? Tristezza?

- Il momento è infine giunto, allora! - dichiarò decisa – Sesshomaru, sarà necessario riunire di nuovo l'intero clan. Spetterà a te, in quanto erede di tuo padre, guidarci in questa nuova battaglia. Ti avviso che non sarà una cosa facile. - batté leggermente le mani e due servitori si precipitarono immediatamente nella stanza – Komainu, mandate dei messaggeri a mio fratello e agli altri capi famiglia. Ci aspetta una nuova battaglia. - ordinò

I servitori si inchinarono e uscirono rapidi per eseguire gli ordini.

- Bene! Direi che a questo punto i tuoi “graditi ospiti” hanno esaurito il loro compito. A mai più rivederci! - sibilò con astio

- Già... una volta tanto siamo daccordo. Andiamo Kagome! Che se la sbrighino i grandi e potenti demoni cane! - ribatté Inuyasha, quella donna era veramente insopportabile!

- Ma Inuyasha non possiamo! - protestò Kagome – Anche tu sei un demone cane, anche se solo per metà e poi... La profezia fa riferimento alle lame del patriarca... a questo punto potrebbe significare che serviranno sia Tessaiga che Tenseiga. -

- Che cosa???!!! - gridò scandalizzata la madre di Sesshomaru che non era certo abituata ad essere contraddetta

- Temo che la sacerdotessa abbia ragione, madre – dichiarò atono Sesshomaru osservando di nuovo la scritta – E poi, che vi piaccia o meno, non sono l'unico erede di mio padre... - concluse

- Stai scherzando,vero? Tuo padre era l'unico che riusciva a mettere daccordo quella massa di cani sciolti, farai già una bella fatica da solo, figurati con un mezzodemone tra i piedi, non ti prenderanno nemmeno in considerazione! - rise sprezzante sua madre

- Senti Sesshomaru, io posso anche restare, se questo è necessario per sbarazzarci di quei mostri fastidiosi, ma non ci tengo a guidare nessuno. Io sono abituato a combattere da solo. - ammise calmo Inuyasha

- Saresti quindi disposto a prendere ordini da tuo fratello? - chiese quasi stupito Sesshomaru

- L'idea non mi fa impazzire, lo ammetto, ma... vorrei tornarmene al più presto alla mia vita tranquilla con mia moglie e miei amici. E poi... se Kagome dice che è necessario... - concluse semplicemente Inuyasha.

- E sia, dunque! Vi farò preparare una stanza. Domani il resto del clan sarà qui e decideremo come muoverci. -

Kagome guardò stupita Inuyasha: era proprio cambiato, fino a pochi anni fa non sarebbe stato disposto a farsi mettere i piedi in testa da Sesshomaru.

- Fa' come vuoi, figlio ingrato! - commentò acida la madre di Sesshomaru – Ma poi non dire che non t'avevo avvisato! -


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Angolo dell'autrice

Eccomi qua! Eccezionalmente con un giorno d'anticipo visto che domani rischio di non poter aggiornare. ;)

Arazzo... perché un arazzo?! O.o Che manco so se esistevano nel Sengoku... Perché non un semplice dipinto e tanti saluti?! O.o Misteri del mio cervello su cui è meglio non indagare... ^^' Cmq avete presente quei quadri che si vedono spesso nei ristoranti cinesi?! Dipinti ma con i panda o i bambù ricamati?! Ecco è una roba del genere che avevo in mente quando mi è uscita la parola “arazzo”. Immaginatevelo così! XD

Lo so, la madre di Sesshomaru forse vi sembrerà un po' OOC, ma ho pensato che (per quanto si fosse mostrata tutto sommato tollerante nei confronti del “vizietto” di suo marito, e si limitasse a guardare gli umani in generale dall'alto in basso, ignorandoli caldamente) trovandosi davanti la prova vivente dell'infedeltà di suo marito forse forse non l'avrebbe presa molto bene... cmq work in progress! ;)

Allora?! Vi ho stupito almeno un pochino?! Ebbene sì, dal pentolone della Fairy sta per saltare fuori un intero clan di demoni cane... e non solo... Siete pronti?! Reggetevi forte! ^_^

Alla prossima ^_^

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Capitolo 21
*** Riunione ***


Kagome volle rimanere ancora un po' nella sala dell'arazzo per studiare quella profezia che, alla luce degli ultimi avvenimenti sembrava meno ombrosa. Inuyasha rimase con lei, seduto in un angolo, mentre la madre di Sesshomaru si guardò bene dal far loro gli onori di casa e anche Sesshomaru uscì senza dare spiegazioni.


 

Sangue di demone e sangue regale

daranno origine a una stirpe speciale


 

“Boh! Questa è proprio un mistero” pensò Kagome


 

Del patriarca incrociare le lame


 

“Ok, prendiamo per buona la storia di Tessaiga e Tenseiga.”


 

Sangue dei figli per farlo tornare


 

“Chi? Oddio non sarà che i Nue vogliono il sangue di Inuyasha e Sesshomaru per far resuscitare il loro antenato!!!”pensò ancora allarmata


 

Nuova alleanza insieme guidare

la distruzione per sempre fermare


 

“Potrebbe riferirsi al raduno del clan, quanto alla distruzione... beh il Nue è la sciagura personificata, quindi quest'alleanza sarà necessaria a sconfiggerlo... E, a giudicare dal resto, anche io e Inuyasha avremo un ruolo in tutto questo! Per fortuna, una volta tanto, quei due sono stati ragionevoli!” concluse Kagome voltandosi a guardare suo marito.

In quel momento uno dei servitori fece il suo ingresso nella stanza inginocchiandosi davanti a lei, aveva l'aspetto di un ragazzino biondo con una folta criniera vaporosa in mezzo a cui facevano capolino due piccole orecchie “a rosa” come quelle di un bulldog, i tratti del viso erano sostanzialmente umani ad eccezione del piccolo tartufo triangolare, come quello di un gatto, al posto del naso. La Signora li aveva chiamati Komainu in realtà avevano poco a che spartire con le terrificanti statue che era abituata a vedere all'ingresso dei templi, ma doveva ammettere che non avrebbe saputo dire se quella creatura fosse un cane o un leone.

- La vostra stanza è pronta, venerabile sacerdotessa. - la informò mesto senza alzare lo sguardo – Se volete seguirmi. -

- Bene, andiamo allora. - esclamò Inuyasha alzandosi di colpo in piedi, alle sue spalle.

Il piccolo Komainu si riscosse terrorizzato

- Pe-perdonatemi, Signore, non vi avevo notato!! - balbettò disperato prostrandosi ai suoi piedi.

- Ehi, scusa, non volevo spaventarti, piccoletto. - disse Inuyasha sorridendo – Allora?! Questa stanza? -

- Sì... subito. - mormorò il servitore riguadagnando un po' di controllo.

Li condusse di nuovo fuori sulla veranda, verso la parte est dell'edificio. La stanza che gli avevano riservato era enorme e molto lussuosa, con una splendida vista su un giardino interno. Kagome si chiese come potesse esserci un giardino a quell'altezza.

- Non sarà un po' troppo grande, questa casa, per una famiglia di tre persone?! - chiese ironico Inuyasha

- Quando il vostro nobile padre era ancora con noi, tutto il clan viveva qui. - rispose triste il piccolo Komainu – Si davano sempre delle splendide feste, dopo ogni vittoria. Al Padrone piaceva la compagnia. -

- E poi cos'è successo? - chiese Kagome

- Senza la guida del Grande Generale, le battaglie sono diventate sempre più dure da affrontare, i Demoni Cane non erano più uniti e i nemici se ne sono approfittati. L'intero clan ha perso il suo antico prestigio e una dopo l'altra le famiglie se ne sono andate. Per il Signorino Sesshomaru è stato un duro colpo, ha sempre fatto di tutto per superare la forza del Padrone e riguadagnare il rispetto dovuto al clan.- concluse amaramente

Poi sembrò riscuotersi dai suoi tristi ricordi e riguadagnò il suo tono formale

- Perdonatemi, Signori, ho parlato troppo. Se avrete bisogno di me battete le mani e arriverò subito. Più tardi vi servirò la cena. -

- Ci stai dicendo che siamo praticamente prigionieri in questa stanza? - chiese scocciato Inuyasha

- Naturalmente no, mio Signore. - mormorò mortificato – Tuttavia... il palazzo è grande e sarebbe preferibile che vi faceste accompagnare da uno di noi, se gradite visitarlo. Se posso osare... vi pregherei soltanto di non avvicinarvi all'Ala Ovest, lì ci sono le stanze della Padrona e... non gradisce essere disturbata. - concluse imbarazzato

- Sì sì, me lo immagino – biascicò Inuyasha “Disturbata... da me!” pensò

- Se non c'è altro... - mormorò di nuovo il Komainu

- Una cosa ci sarebbe – ammise Kagome – Non ci hai detto il tuo nome. -

- Oh... ma... non è necessario... – balbettò imbarazzato – Comunque... io sono Chibiki, Signora. -

- Allora grazie, Chibiki! Per adesso siamo a posto così. - disse Kagome sorridendo

- Do-dovere – mormorò a disagio il piccolo Komainu

Quando se ne fu andato Inuyasha commentò sarcastico:

- Poveretto, dev'essere dura servire quell'isterica tutto il giorno! -

- Già – ammise Kagome – però sembra molto affezionato ai suoi padroni. -

Si voltò sorridendo verso Inuyasha e lo abbracciò forte stringendosi al suo petto, lui la guardò stupito da quell'improvviso assalto ma si guardò bene dal protestare, soprattutto quando lei sollevò il viso verso di lui e lo baciò con passione.

- Questo è perché sono molto orgogliosa di te! - dichiarò - Non credevo che avresti accettato così facilmente di collaborare con Sesshomaru... - ammise guardandolo con amore

- Beh... se questo è il premio... forse avrei dovuto farlo prima! - rispose lui malizioso

- Non scherzare. - lo rimproverò dolcemente Kagome – Davvero, come mai hai ceduto così facilmente? Non è da te! -

Inuyasha si fece di colpo serio:

- L'ho detto, no?! Perché voglio chiudere in fretta questa faccenda, sono stufo di bruschi risvegli come quello di ieri mattina e non sopporto che le persone che amo siano in pericolo... per colpa mia. - concluse in un bisbiglio.

- Inuyasha, non è colpa tua se quei mostri ce l'hanno con te e tuo fratello! - esclamò Kagome

- Già, però intanto siete voi a farne le spese! Tu, Miroku, Sango, i bambini... Rin... e tutti gli altri che non c'entrano niente. Voglio che questa storia finisca e se per far sì che ciò avvenga dovrò sopportare per un po' quel pallone gonfiato di Sesshomaru... beh, pazienza! - confessò

Kagome gli sorrise e lo baciò di nuovo poi si sciolse dal suo abbraccio e andò a sedersi sulla veranda ad ammirare il giardino; tirò fuori un o-fuda e fece comparire uno dei suoi shikigami, il piccolo Ame:

- Torna al villaggio, avvisa Miroku e Sango che stanotte ci fermeremo qui e che li terrò aggiornati. Consegnagli anche questi. - disse dando al piccolo servitore un paio di o-fuda – Che mi contattino se succede qualcosa... e se è già successo, torna subito a riferirmelo, ok?! -

- Sì, mia Signora! - rispose tranquillamente lo shikigami

- Grazie, Ame. - mormorò sorridendogli e accarezzandogli la testa prima che il servitore si allontanasse in volo

Inuyasha la raggiunse sedendosi dietro di lei per lasciarla appoggiare al suo petto.

- Allora?! Che effetto ti fa essere qui? - gli chiese Kagome guardandosi intorno.

- Mah... in realtà non lo so... infondo non mi riguarda... mi sembra solo tutto così... esagerato! - rispose Inuyasha con tono indifferente

- Come puoi dire che non ti riguarda?! Ti rendi conto che se le cose fossero andate diversamente, questa sarebbe anche la tua casa? - ribatté stupita Kagome voltandosi a guardarlo

- E allora sono contento che sia andata com'è andata, o non ti avrei mai incontrata! L'unica casa che voglio è quella dove ci sei tu. - mormorò abbracciandola

- Oh Inuyasha, magari bastassi io a cancellare tutto il dolore che hai dovuto sopportare... - mormorò stringendosi a lui

- Non potrei desiderate medicina migliore – rispose lui piano chinandosi a baciarla – comincio già a sentirmi meglio... ma credo che dovrò continuare a prenderla per mooolto, molto tempo. - aggiunse sorridendole a fior di labbra.

- Mmmhhh... e per domani che mi dici? Non sei nervoso all'idea di ritrovarti nel bel mezzo di una riunione di famiglia? Io sì! – ammise Kagome

- E di che ti preoccupi! Nel peggiore dei casi, manderai tutti a cuccia! - scherzò lui abbracciandola di nuovo – Eri tanto curiosa di saperne di più sulla mia famiglia, adesso stai per avere tutte le risposte. In ogni caso, non devi aver paura di niente, ci sono io con te. - concluse stringendola forte

- E se non ci volessero qui?! Che ne sarà della profezia?! Del Nue? - chiese ancora, preoccupata

- Ma tu riesci a immaginartelo qualcuno che contraddice Sesshomaru? Se il “caro fratellone” dice che possiamo restare, dubito che qualcuno oserà opporsi... -



          


 


 

- NON SE NE PARLA! MI RIFIUTO CATEGORICAMENTE! Anzi, mi stupisco che tu mi abbia fatto perdere tempo a venire fin qua, se non hai intenzioni serie, Sesshomaru!! - urlò un anziano Demone Cane sbattendo il pugno sul tavolo così forte da far tremare tutta la stanza.

Si trovavano nella Sala dell'Arazzo, che per l'occasione era stata approntata come una sorta di sala riunioni, con una serie di bassi tavolini disposti a ferro di cavallo, ognuno dei quali era occupato da uno dei capifamiglia. Al posto d'onore, ai piedi dell'arazzo, c'erano Sesshomaru e sua madre, di fianco a loro, leggermente arretrati, su due cuscini, Inuyasha e Kagome.

Il demone che aveva parlato indossava una vecchia armatura scarlatta da samurai, portava i capelli corti e due baffetti ai lati della bocca, era il più anziano di tutti lì dentro.

- Ho già perso mio figlio l'ultima volta, non vi seguirò in un'altra follia! - proseguì deciso

- Venerabile Goomon, vi assicuro che ho riflettuto molto attentamente prima di prendere una simile decisione. - rispose Sesshomaru impassibile come suo solito

- Riflettuto?! Io non direi, Sesshomaru, scommetto che non ti sei nemmeno preoccupato di tua madre! - lo redarguì un altro demone seduto alla loro destra, aveva anche lui una mezzaluna sulla fronte e i capelli lunghi sciolti sulle spalle, di cui solo due sottili ciocche laterali erano fermate sulla nuca.

- Se non vi dispiace, zio, i problemi interni alla nostra famiglia non devono riguardare il resto del clan. La gravità della situazione è tale da necessitare qualche piccolo sacrificio. - rispose Sesshomaru

- Beh però è fuori di dubbio che quel tipo sia uno di noi! - commentò un giovane demone con dei lunghi capelli rasta che se ne stava stravaccato su uno degli ultimi tavolini, con aria indifferente – Hai visto, Gyakusatsu?! Ha le orecchie del bisnonno! -

- Che vorresti insinuare, Kagizume? - rispose un demone vicino a lui, se ne stava seduto a braccia conserte senza guardare nessuno, aveva un'enorme massa di capelli cotonati ma per quanto fossero vaporosi non riuscivano a coprire due gigantesche orecchie simili a quelle di Inuyasha

- Niente... ma ho sempre pensato che te le fossi prese tutte tu, cugino!!! - concluse il demone rasta scoppiando a ridere.

Anche Kagome si trattenne a stento dal ridere, in effetti quel tale era l'unico dei presenti ad avere quel tipo di orecchie, quelle degli altri erano simili a quelle di Sesshomaru.

“Meno male che non sono tutti musoni!” pensò Kagome

- Kagizume, se tu partecipi alla lotta allora ci sarò anch'io: voglio esserci quando i Nue t'ammazzeranno! - sibilò tra i denti Gyakusatsu, senza scomporsi

- Basta voi due! C'è poco da ridere! La situazione è seria! - li rimproverò un bel demone col pizzetto seduto di fronte a loro

- Bah! A me importa poco del cuccioletto! - intervenne un altro giovane demone davvero molto affascinante, con i capelli corti e dritti, con degli strani ciuffetti colorati, e due occhi azzurri mozzafiato – Ma la ragazza può restare... nella mia stanza, si capisce! - concluse ammiccando malizioso in direzione di Kagome che abbassò lo sguardo rossa come un peperone.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso, Inuyasha, scuro in volto, era pronto a scattare in piedi, Tessaiga alla mano, ma fu bloccato dal braccio di Sesshomaru teso davanti a lui.

- Kiba, ti sarei grato se evitassi di insultare mio fratello e sua moglie. E' a lei che dobbiamo la scritta su quell'arazzo e quindi se siamo qui a prepararci per la battaglia invece di aspettare, ignari, di essere attaccati. E' anche per questo che dico che loro hanno tutto il diritto di restare. La profezia dice il resto. -

- E in base ad una stupida filastrocca, di un vecchio ragno moribondo, riportata in vita da un'umana, tu pretendi che scendiamo in battaglia con un mezzodemone tra le nostre fila?!! Lo ripeto: è una follia!!! - insistette di nuovo Goomon

- Vorrei farvi notare che proprio nell'arazzo alle mie spalle, mio padre è sceso in un'analoga battaglia addirittura solo con dei miseri umani. - ribatté Sesshomaru

- Nessuno ha mai dubitato del valore del Generale. - rispose piatto Goomon

- Dunque è il mio valore che viene messo in dubbio... ancora! - sibilò con astio Sesshomaru

Il silenzio che scese fu glaciale e faceva più rumore che se si fossero messi tutti a gridare “Sì!” all'unisono.

- Se è una dimostrazione di forza che volete, sarò lieto di accontentarvi! - ribatté più freddo del solito Sesshomaru.

- Nessuno dubita della tua forza, anche se non sei al livello di tuo padre, ma della tua capacità di giudizio e di guida in battaglia. Sei ancora giovane e impulsivo Sesshomaru... - intervenne suo zio.

- Voi invece avete saputo fare di meglio, vero?! - sibilò maligno Sesshomaru – Sbaglio o non sono da imputare alla mia guida le sconfitte subite nelle ultime battaglie?! Consapevole della mia giovane età mi sono sempre fatto da parte nelle questioni di comando, ma direi che questa scelta non ha giovato al clan! -

- Sesshomaru! - lo rimproverò sua madre – Non siamo qui per litigare e accusarci a vicenda! Il passato è passato e non si può cambiare. Ora dobbiamo pensare a come fronteggiare i Nue. -

- Questo dovreste dircelo voi. - intervenne di nuovo in tono piatto il demone col pizzetto – Sesshomaru, se vuoi essere la nostra guida... Beh, allora guidaci! Non possono essere gli altri a dirti cosa fare. Senza contare che, come ci hai giustamente fatto notare, l'unico che abbia mai affrontato quei demoni finora è stato il Generale... tuo padre... quindi tu e la tua famiglia dovreste essere i più informati sui fatti e di conseguenza sapere come muovervi. - concluse pratico.

- Hai perfettamente ragione, Igen. - gli rispose Sesshomaru – Purtroppo qualsiasi informazione potesse avere nostro padre su quelle creature, temo l'abbia portata con sé nella tomba, tuttavia siamo fortunati: mio fratello e sua moglie hanno affrontato i Nue già due volte, di recente, e all'ultimo scontro ho partecipato anch'io, ci siamo quindi fatti un'idea del tipo di nemico che dovremo affrontare. Comunque ci terrei a precisare che l'intento di questa riunione non è quello di presentarvi un piano di battaglia ma semplicemente quello di avvisarvi del pericolo imminente e della necessità di fare nuovamente fronte comune. -

- Ci risiamo, allora! - sbottò di nuovo Goomon – Non solo dovremmo avere un mezzodemone tra noi, ma dipendere pure da lui e dalle sue informazioni sul nemico! Sarà il colpo di grazie per il nostro clan! -

Sesshomaru stava per ribattere di nuovo ma fu interrotto da una voce alle sue spalle:

- Però... - esordì Kagome immersa nei suoi pensieri, senza rendersene conto. Tutti si voltarono di colpo a guardarla, più o meno stupiti o scandalizzati; quando si accorse di aver parlato a voce alta abbassò lo sguardo intimorita, avrebbe voluto sparire ma ormai la frittata era fatta, raccolse tutto il suo coraggio e timidamente proseguì -... ieri, quando è comparsa la scritta... la Signora sembrava aspettarselo in qualche modo... Forse, suo marito le aveva accennato qualcosa... - mormorò senza rivolgersi a nessuno in particolare

Lo sguardo severo di Sesshomaru si spostò rapidamente da Kagome a sua madre e la scrutò con attenzione.

- Quanto dice la sacerdotessa è vero, madre! Avete reagito molto prontamente, ieri. Cosa sapete dei Nue? Parlate! - le intimò perentorio

- Non ne so proprio niente! - rispose, lapidaria e con aria offesa, la padrona di casa – Tuo padre, di ritorno da quella battaglia, mi disse soltanto che aveva lasciato agli umani il compito di liberarsi della carcassa del demone, aveva lasciato loro istruzioni precise su ciò che dovevano fare raccomandandosi di rispettarle alla lettera o ci sarebbero state terribili conseguenze. Quando, tempo dopo, quel vecchio ragno si presentò qui portando in dono quell'arazzo tuo padre non disse una parola, ma io mi accorsi che era molto preoccupato e capii che qualcosa doveva essere andato storto, ma non gli chiesi mai niente e lui non me ne parlò mai. -

- Bene! Come stavo dicendo... - intervenne di nuovo Goomon irato – siamo nelle mani di un mezzodemone e di un'umana insolente! - sentenziò – Aaahhhh.... se soltanto il Generale fosse ancora tra noi... - sospirò scuotendo la testa.

In quell'istante la porta della sala si spalancò di colpo, il sole della tarda mattinata entrò violentemente nella stanza ferendo gli occhi dei presenti e lasciando solo intravedere la sagoma di un anziano demone fermo sulla soglia.

- E se vi dicessi che il Grande Generale potrebbe davvero tornare tra di noi?! - chiese ai presenti una voce familiare

- Totosai! - esclamarono all'unisono Inuyasha e Sesshomaru

Il vecchio spadaio entrò lentamente nella sala e le porte si richiusero alle sue spalle.

- Cosa vai farneticando, vecchio? - lo redarguì con rabbia la madre di Sesshomaru – E come ti permetti di piombare qua tra noi e interrompere una riunione del nostro clan con i tuoi vaneggiamenti?! -

- Vi chiedo perdono, madame, ma vostro figlio Sesshomaru mi ha fatto chiamare! - rispose prontamente il vecchio - Naturalmente, fosse stato solo questo, mi sarei guardato bene dal presentarmi ma... il vecchio Miyoga mi ha informato di quanto è successo al tuo villaggio, Inuyasha, e ho capito che la mia presenza era necessaria! -

“E che se c'era Inuyasha potevi stare tranquillo!” pensò Kagome ridendo sotto i baffi.

- Cosa ne sai di questa storia, Totosai? E che significa che nostro padre potrebbe tornare tra noi? - chiese Inuyasha confuso.

- Oh beh... è scritto anche alle tue spalle no?! Se tu e tuo fratello, una volta tanto, unirete le forze, con il potere di Tessaiga e Tenseiga è possibile “far tornare il patriarca”, cioè il capo dei Demoni Cane, il vostro eccelso padre! -

Tutti si voltarono a guardare l'arazzo, i capifamiglia bisbigliavano tra loro concitati e perplessi.

- Cosa vai farneticando vecchio?! - lo apostrofò Sesshomaru – Eppure dovresti sapere bene come funziona il potere di Tenseiga! -

- Esatto ed è proprio per questo che Tenseiga da sola non può fare niente, in questo caso. C'è bisogno anche di Tessaiga e non solo... c'è bisogno di voi due! - ammise Totosai indicandoli entrambi e scrutandoli con occhi sottili.

- Questo è ancora più folle di tutto il resto, Totosai! - intervenne Goomon esasperato elevandosi sopra il brusio generale – Se ci fosse davvero questa possibilità allora mi dici perché sei stato zitto finora?! Avremmo potuto resuscitare subito il Generale! -

- Questo non era proprio possibile! - spiegò Totosai tranquillo – Innanzitutto Sesshomaru e Inuyasha non erano ancora in grado di usare a pieno il potere delle loro spade, Inuyasha, poi, era appena un neonato, quindi figurarsi... E comunque, anche trovando qualcuno in grado di manovrarla, Tenseiga non può riportare in vita il suo padrone... almeno non con la stessa efficacia con cui riporta in vita un altro essere vivente. -

- E questo che significa, vecchiaccio?! - lo incalzò Inuyasha spazientito

- Significa che il Generale potrà tornare tra noi, ma solo una volta e solo per un tempo limitato. - rispose ancora Totosai - Capite bene che è un opportunità da non sprecare e da utilizzare solo in caso di vera necessità per cui, su richiesta del Generale stesso, ho dovuto valutare se e quando sarebbe giunto il momento opportuno per utilizzare questa possibilità. Inoltre non sarà affatto facile. La morte non è qualcosa che si possa sconfiggere o dominare, e tu lo sai bene, vero Sesshomaru?! -

Sesshomaru lo guardò senza rispondere, poi, dopo un lungo silenzio, chiese, rivolto all'intero clan:

- Venerabile Goomon e anche gli altri... Vi riterrete soddisfatti se sarà mio padre a condurre questa battaglia? Se sarà lui in persona ad indicarci il modo più opportuno di agire e di affrontare i nemici? -

- Tutto questo è assurdo, Sesshomaru! Non crederai veramente alle parole di quel vecchio pazzo?! - intervenne suo zio – E come pensate di riuscire a compiere un simile prodigio? -

- Non è questo il luogo né il momento per discutere certi dettagli. Questo è un problema che dovremo affrontare io e mio fratello, quindi non vi riguarda! - rispose tagliente Sesshomaru - Voglio solo sapere se servirà a qualcosa! Non ho intenzione di turbare il sonno di mio padre per un branco di caproni testardi che continueranno comunque a fare di testa loro. - esclamò furente - E' il momento di scegliere da che parte volete stare! E' la mia guida che vi preoccupa? Continuate a rimpiangere mio padre? Bene, a quanto pare abbiamo la soluzione! Se è solo questo il problema, adesso non avete più scuse. - concluse volgendo lo sguardo su tutta la piccola assemblea, anche sui membri che non avevano ancora parlato.

Ci furono ancora alcuni vaghi e sommessi brusii, rapidi scambi di sguardi e infine Goomon si fece nuovamente portavoce di tutta l'assemblea:

- E sia, Sesshomaru! Ammesso e non concesso che riusciate a far tornare tra noi il Generale, lo seguiremo tutti fedelmente, come sempre. - dichiarò solennemente.

- Bene! Allora per oggi abbiamo finito. Le vostre vecchie stanze sono già pronte per voi. Se ci saranno novità vi farò chiamare. - concluse sciogliendo l'assemblea.

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Angolo dell'autrice:

Avete presente “La spada del dominatore del mondo”? Bene, tenetevi stretto il flashback iniziale e buttate tutto il resto (anche la spada!)! Nella mia storia, quei fatti non sono mai avvenuti e Inuyasha non ha mai visto suo padre nemmeno in cartolina. :-P

In generale penso che in quel film si siano presi un po' troppe libertà col risultato di creare non poche incongruenze con la trama principale, peccato perché, a parte questo, è un bellissimo film. Forse è per questo che ho, più o meno inconsciamente, preso spunto da quello per questa parte della mia storia. ;)


 

E ora veniamo alla prima parte di quest'orda di nuovi personaggi usciti dal mio cervello e di cui ho avuto la folle idea di fare pure dei disegni... i miei primi lavori con la tavoletta grafica (in pratica delle schifezze T_T ) ma spero che rendano l'idea che vi aiutino a non confondervi ^^'.

Premetto che hanno tutti nomi “tranquillissimi”, pescati brutalmente dal mio dizionario di giapponese quindi non so quanto sia corretto usarli come nomi ma il suono e il significato mi piacevano e così eccoli qua, in ordine di apparizione:

Goomon = tortura

Kagizume = artiglio

Gyakusatsu = massacro

Igen = dignità

Kiba = zanna

e per lo zio di Sesshomaru... eh-eh dovrete aspettare la prossima puntata ;)

 

Non vi anticipo niente sulle loro caratteristiche e particolarità, voglio che le scopriate a poco a poco insieme a Inuyasha e Kagome, ma credo che in parte si siano già intuite. ;)

 

E, ultimo ma non per importanza, c'è lui! Il mio preferito!!! Chibiki!!! Unico nome che mi sono inventata di brutto ma che dovrebbe significare “piccolo albero”. Avrei voluto fare un ritratto anche a lui ma il tempo è tiranno. :(

 

Sono impaziente di sapere che ne pensate *^*

Alla prossima ^_^

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Capitolo 22
*** Parenti ***


Quando tutti i capi famiglia ebbero lasciato la sala, Inuyasha piombò addosso al vecchio Totosai.

- Allora cos'è questa storia, vecchiaccio?! Parla o io... - gridò

- No, Inuyasha! Non qui! - lo interruppe Sesshomaru – Andiamo nelle mie stanze, lì nessuno ci disturberà. -


 

La stanza di Sesshomaru dava anch'essa su un giardino interno; inondata dal sole che irrompeva dalle numerose porte scorrevoli spalancate. Era, ovviamente, molto più ampia di quella di Inuyasha e Kagome ed era composta da più locali separati da pannelli scorrevoli in carta di riso riccamente decorati. Si sistemarono nella stanza più ampia, seduti su dei cuscini, i Komainu servirono loro del tè che Inuyasha non degnò nemmeno di uno sguardo, l'unica cosa che gli interessava in quel momento era scoprire il significato delle parole del vecchio spadaio:

- Allora, Totosai, è veramente possibile riportare in vita nostro padre? - chiese impaziente, nonostante, rispetto a poco prima, avesse decisamente riacquistato la calma.

- Naturalmente! - rispose quasi indignato il vecchio demone – Per chi mi hai preso, ragazzo?! Non è mia abitudine inventare storie. -

- Parla, Totosai! - lo incalzò Sesshomaru – Cosa dovremmo fare? Perché c'è bisogno di entrambe le spade? -

- Posso parlare liberamente, Sesshomaru? - chiese il vecchio a cui non era sfuggito l'atteggiamento del giovane Demone Cane: era evidente che a Sesshomaru non facesse piacere svelare pubblicamente i segreti della sua Tenseiga.

Sesshomaru lanciò una rapida occhiata a Inuyasha e Kagome, seduti l'uno di fianco all'altra preoccuparti e impazienti al tempo stesso.

- Immagino sia inevitabile. - concluse in tono piatto

- Bene, allora... - esordì più rilassato Totosai – Come tu ben sai, Tenseiga è in grado di riportare in vita i morti in quanto capace di uccidere i demoni incaricati di portare nell'aldilà le anime dei defunti, quindi può agire soltanto finché l'anima si trova ancora in questo mondo. -

- Ma nostro padre è morto da anni! Persino il suo corpo si trova al confine con l'aldilà, figurati la sua anima!!! - sbottò Inuyasha

- Ed è proprio per questo che Tenseiga da sola non può fare niente. - proseguì Totosai sorseggiando tranquillo il suo tè - Vi avverto ragazzi, se decidete di intraprendere questa strada sarà molto pericoloso, perché dovrete riportare indietro l'anima di vostro padre direttamente dal Regno dei Morti. -

- Come? - lo incalzò Inuyasha

- Con Meidozangetsuha! Dovrete inoltrarvi nell'aldilà e riportare indietro vostro padre. - concluse il vecchio demone

- Ma è una follia! Inuyasha, no! E' troppo pericoloso! - gridò Kagome afferrando suo marito per un braccio – Come farete a tornare indietro? -

- Immagino che sarà Tenseiga a indicarci la strada... - mormorò Inuyasha pensieroso – come quella volta... ti ricordi, Sesshomaru?! - concluse ricordando il momento in cui Tessaiga acquisì il Meido da Tenseiga.

- E' probabile. - confermò Totosai – Ciò non toglie che comporti dei rischi, soprattutto per te Inuyasha: come demone non dovresti avere problemi a seguire il sentiero che conduce all'aldilà, soprattutto se resti vicino a Tenseiga... ma come umano... corri un grosso rischio... la tua anima potrebbe esserti strappata appena metterai piede nell'aldilà! -

- Hai sentito?! - intervenne di nuovo Kagome terrorizzata – Lo dicevo che era troppo pericoloso. No, non se ne parla! Troveremo un'altra soluzione, vero Sesshomaru?! - chiese disperata

Il demone la guardò pensieroso ma non rispose.

- Però se usassi tutto il mio potere demoniaco non avrei problemi, giusto? - chiese Inuyasha alzandosi e uscendo sulla veranda per allontanarsi da Kagome – In questo modo... potrebbe andare, Totosai?! - chiese voltandosi di nuovo verso di loro.

Aveva le guance rigate da un segno viola e gli occhi rossi. Persino Sesshomaru non riuscì a rimanere indifferente e Totosai trasalì indietreggiando leggermente.

- Non preoccuparti, vecchio. - lo tranquillizzò Inuyasha – Non ho intenzione di fare pazzie. - e così dicendo si portò tranquillamente alle labbra il suo tè, che aveva raccolto prima di alzarsi, e iniziò a sorseggiarlo con calma in attesa che il vecchio spadaio metabolizzasse la notizia.

- Ma da quando riesci a controllare così bene il tuo sangue demoniaco??!! - chiese stupefatto Totosai

- Credo sia stato un processo molto graduale. In passato mi sono trasformato spesso, per un motivo o per un altro, all'inizio era soprattutto Tessaiga a tenermi a freno ma ultimamente... è merito di Kagome. - spiegò tornando a sedersi vicino a lei e prendendola per mano sorridendo. A quel semplice contatto i tratti demonici sparirono immediatamente.

- Incredibile! - esclamò Totosai – Questo significa che il tuo potere di purificazione è davvero molto forte, Kagome. Non credevo arrivassi a tanto. -

Kagome arrossì per quel complimento e chiese:

- Allora, Totosai?! L'idea continua a spaventarmi ma... che ne pensi?! Così Inuyasha sarebbe più al sicuro? -

- Beh... immagino di sì... diciamo che non correrebbe molti più rischi di quelli che correrebbe Sesshomaru, che comunque ha sempre Tenseiga dalla sua e, in questo senso, Inuyasha continuerebbe a dipendere da lui. - rispose il vecchio meditabondo

Gli sguardi di tutti si rivolsero istintivamente verso Sesshomaru che li ascoltava in silenzio e sembrò non raccogliere la tacita domanda che gli stavano rivolgendo:

- Immagino ci sia dell'altro, Totosai. - lo incalzò Sesshomaru con la solita indifferenza.

- Ah! Giusto! Mi stavo dimenticando... - ammise il fabbro riscuotendosi dai suoi pensieri – Naturalmente l'anima di vostro padre avrà bisogno di un corpo in cui tornare. -

- E come facciamo?! Non è rimasto granché di papà! - disse Inuyasha con una punta di ironia, ricordando l'enorme scheletro che aveva visto visitando la tomba di suo padre.

- Infatti è a questo che servirà il vostro sangue, come dice la profezia. Non conosco i dettagli ma a quel punto ci penserà vostro padre a dirvi cosa fare. - rispose Totosai tornando a bere il suo tè con aria indifferente

- L'importante è che non serva TUTTO il nostro sangue... - ammise Inuyasha con un sorrisetto sarcastico

- Non dirlo nemmeno per scherzo!! - lo rimproverò Kagome che non aveva dimenticato quel che successe al clan delle pantere

- Kagome, ti assicuro che il Generale non era tipo da mettere a repentaglio la vita dei suoi cari solo per i suoi scopi. - la tranquillizzò Totosai – Senza contare che, come ho detto, il suo ritorno in questo mondo potrà essere solo temporaneo, quindi non ne trarrebbe nessun vantaggio. -

- Quanto tempo gli sarà concesso, Totosai? - chiese serio Sesshomaru

- Tre giorni! Non uno di più. - rispose il vecchio – Dovrete agire in fretta. -

Tutti rimasero in silenzio per un po', riflettendo sulla situazione finché Kagome parlò:

- Io, però... preferirei trovare un'altra soluzione. - mormorò - Sesshomaru, è proprio indispensabile... mettere a repentaglio la vostra vita... disturbare vostro padre... solo per questo?! Infondo finora ce la siamo cavata anche da soli, no?! - lo supplicò timidamente

Sesshomaru chiuse un attimo gli occhi, non si capiva se per trattenersi o per farsi forza, poi fu il suo turno di alzarsi ad ammirare il panorama fuori dalla veranda. Dando le spalle ai presenti, con le mani dietro la schiena, rispose:

- Sacerdotessa, hai visto anche tu qual'è la situazione con gli altri membri del clan. Questa volta il problema è Inuyasha... ma non credere che in passato le cose siano andate molto diversamente: ogni volta c'è una scusa, un dissapore, un'inezia qualsiasi su cui qualcuno di loro riesce a trovare qualcosa da ridire. - le spiegò - Mio padre era l'unico che riusciva a mettere sempre tutti d'accordo, la sua sola presenza riusciva a catalizzare l'attenzione di tutti, nessuno mai si sarebbe sognato di contraddirlo come è successo oggi... con me. - ammettere quel fallimento sembrava costargli veramente molto.

Kagome non riusciva nemmeno a immaginarselo! Possibile che esistesse qualcuno ancora più spaventoso, forte e autoritario di Sesshomaru?! L'idea di poter incontrare qualcuno così... di trovarselo davanti... iniziava a spaventarla. E che quel qualcuno fosse addirittura suo “suocero”, il padre di suo marito, di quel mezzodemone un po' rude e scontroso, è vero, ma anche così dolce e amorevole, che amava con tutta sé stessa... no, non riusciva a farsene una ragione! Guardò Inuyasha con la coda dell'occhio, in quel momento rifletteva attento ascoltando Sesshomaru, lo studiò attentamente cercando di cogliere sul suo viso quelli che avrebbero potuto essere i tratti di suo padre, questo misterioso demone temuto da tutti, che da solo teneva in pugno tutti quei Demoni Cane e le loro famiglie, ma ovviamente non servì a niente, non riusciva a vedere proprio niente di così spaventoso sul volto del suo adorato compagno, nemmeno pensando a lui nella sua forma demoniaca... ma forse era lei a non essere obbiettiva.

“Lo amo troppo...” pensò sorridendo dolcemente.

Come se avesse avvertito il suo sguardo su di sé, in quel momento Inuyasha si voltò a guardarla, notò la sua espressione e le sorrise a sua volta.

- Cosa c'è? - le chiese dolcemente

- Niente... - mormorò lei scuotendo la testa - ... pensavo. - ammise semplicemente – Senti... tu... cosa ne pensi? Che vuoi fare, Inuyasha? - gli chiese, infine, con apprensione.

- C'è poco da fare! E' Sesshomaru che decide, no?! I patti erano questi! Se lui ritiene che sia necessario... beh, lo faremo. - rispose semplicemente

- Inoltre, sacerdotessa, è la tua profezia che lo dice. Che tu lo voglia o no, non ci sono alternative. - concluse laconico Sesshomaru tornando a rivolgersi verso di loro

- Si, lo so... - mormorò Kagome con aria sconfitta. Desiderò non aver mai avuto quella premonizione.

- Bene, è deciso allora! - sentenziò Sesshomaru – Senza nostro padre abbiamo le mani legate anche dal punto di vista tattico: è inutile pianificare battaglie e strategie solo sulla base delle nostre informazioni, le conoscenze di nostro padre potrebbero stravolgere tutto e comunque, se sarà lui a guidarci, sarà lui a decidere. A questo punto prima ci muoviamo, meglio è. Abbiamo solo tre giorni quindi, se il ritorno di nostro padre non stanerà quei maledetti Nue, dovremo essere noi ad attaccare e per far ciò avremo bisogno di conoscere l'ubicazione del loro covo. Sacerdotessa, hai detto che il Nue della tua storia è sepolto sotto una collina, giusto? - le chiese tornado a sedersi al suo posto.

- Sì – rispose Kagome – ma non so quale. - concluse mortificata.

- Potrebbe essere utile scoprirlo... è l'unico appiglio che abbiamo... se solo avessimo una traccia da seguire... - sibilò Sesshomaru a denti stretti riflettendo da sé e sé.

- Beh, ma nostro padre lo saprà dov'è il covo dei Nue o questa tomba, no?! - chiese confuso Inuyasha

- Ne dubito. - rispose piatto Sesshomaru – Se l'avesse saputo, allora perché non ha fatto niente quando ha visto l'arazzo? Mia madre ha detto che era molto preoccupato, eppure non ha mosso un dito. Vorrei sapere perché... - concluse più rivolto a sé stesso che a suo fratello.

Inuyasha lo guardò perplesso e un po' stupito, lui non c'aveva pensato.

- Beh... allora... potremmo chiedere aiuto a Koga – propose Inuyasha

- Che vuoi dire? - chiese secco Sesshomaru

- Eravamo con i Demoni Lupo quando siamo stati attaccati la prima volta. - spiegò Kagome

- Tutta la tribù conosce l'odore e l'aura maligna di quelle creature... potrebbero essere in grado di trovarle. Sono in tanti e se c'è una cosa che sanno fare bene e velocemente è seguire una pista. - concluse Inuyasha ricordando la facilità e la rapidità con cui Koga riusciva a raggiungere sempre Kagome ovunque si trovassero.

- Sacerdotessa, pensi di riuscire a contattarli? - le chiese serio Sesshomaru

- Niente di più facile! - sorrise Kagome estraendo un o-fuda dal risvolto dell'hakui

- Fallo subito allora. - le ordinò deciso - Se i Demoni Lupo accetteranno di collaborare con noi, domattina all'alba io e te, Inuyasha, faremo ciò che dobbiamo fare! -

- Bene! Allora vi siete decisi! - esclamò allegro il vecchio Totosai che era rimasto in silenzio fino a quel momento a sorseggiare il suo tè – Vi ho detto ciò che sapevo, il mio compito può dirsi concluso... tuttavia... se non ti dispiace Sesshomaru, vorrei restare a palazzo ancora un po': non capita tutti i giorni di poter rivedere un vecchio amico! -

- Naturalmente, Totosai, sarai nostro gradito ospite. - rispose sempre serio Sesshomaru – I tuoi servigi potrebbero esserci ancora utili. -

 


 

Dopo aver spedito Yuki al covo della tribù Yoro ed Ame ad aggiornare Miroku e gli altri, Kagome e Inuyasha tornarono nella loro stanza dove vennero raggiunti, poco dopo, da Chibiki

- Se i Signori lo gradiscono, posso servire il pranzo. - chiese col suo solito modo mesto e garbato

- Beh... sì... - mormorò stupita e perplessa Kagome - direi di sì... ti ringrazio Chibiki.. ma... e gli altri? - si pentì di quella domanda nel momento stesso in cui la formulò, era evidente che lei e Inuyasha non fossero graditi ad un pranzo di famiglia.

Temette di aver messo in imbarazzo il servitore, invece Chibiki sembrò stupito da quella domanda e rispose incerto facendo mente locale:

- Dunque... il Venerabile Goomon non pranza mai; la padrona e suo fratello, il Signor Chikara, stanno pranzando nelle stanze della Signora mentre il Signor Sesshomaru è impegnato e ha detto che mangerà più tardi; i Signori Kiba e Gyakusatsu stanno pranzando con il Signor Kagizume e... -

- A-aspetta un attimo, Chibiki! - esclamò Kagome travolta da quell'elenco infinito – Mi stai dicendo che... non stanno pranzando tutti insieme?! - chiese stupefatta

Chibiki la guardò un attimo ancora più stupito:

- N-no, Signora. - rispose come se fosse ovvio

Kagome rimase sconvolta da quella notizia, com'era possibile che i membri di una famiglia, che si riuniscono dopo tanto tempo, non avessero il benché minimo desiderio di stare un po' insieme almeno a tavola.

Chibiki continuava a guardarla perplesso e un po' imbarazzato, non sapendo cosa fare, ma per fortuna intervenne Inuyasha a dare voce ai suoi pensieri:

- Tutto bene, Kagome?! Qualcosa non va?! - le chiese premuroso

- Sì... certo. - mormorò incerta – Scusa, Chibiki, non è colpa tua. Va bene... allora anche noi mangeremo qui, grazie. -

Il piccolo Komainu si congedò con un lieve inchino e uscì dalla stanza tornando alle sue mansioni.


 

Quando Chibiki tornò con il pranzo, Kagome e Inuyasha mangiarono in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri. Kagome continuò a riflettere su quella strana famiglia e non si accorse subito che anche Inuyasha sembrava più silenzioso del solito. Quando si accorse della strana atmosfera che si respirava nella stanza avevano ormai terminato il loro pasto. Inuyasha si alzò e si appoggiò, in piedi, allo stipite della porta apparentemente intento ad ammirare il giardino ma senza in realtà vederlo. Kagome gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro, cingendogli la vita, a quel contatto Inuyasha si riscosse dai suoi pensieri e appoggiò una mano su quelle di lei, sorridendo.

- Cosa c'è? Come mai sei così pensieroso?! - gli chiese dolcemente Kagome appoggiando la testa alla schiena di lui.

- Eh?! No... niente. - rispose con poca convinzione

- Sei preoccupato per domani? - insistette lei

- Preoccupato?! No, no... hai sentito Totosai: in forma demoniaca non avrò problemi... - rispose incerto

- Non è a questo che mi riferivo e lo sai! - lo rimproverò gentilmente Kagome – Dai! Usciamo, facciamo due passi. Ti va?! - esclamò allegra scivolando al suo fianco e sorridendogli invitante.

- Vuoi farti sgridare da quel piccoletto? - le chiese Inuyasha ridendo leggermente

- Dai, non ci allontaneremo troppo, ci farà bene un po' d'aria. - insistette lei tirandolo per un braccio

- E va bene... - concesse infine Inuyasha incamminandosi piano lungo la veranda con sua moglie sottobraccio.

- Dimmi la verità... è l'idea di rivedere tuo padre... di poterlo finalmente conoscere... che ti preoccupa, vero?! - gli chiese Kagome

Inuyasha annuì stringendo le labbra.

- “Rivedere” è una parola grossa, in realtà io non l'ho mai conosciuto, non so nemmeno che aspetto avesse, ho visto solo il suo scheletro o i suoi ritratti in forma demoniaca. - rispose

- E tua madre, non te ne ha mai parlato? Non ti ha raccontato niente di lui? - domandò Kagome

- Molto poco... quando parlava di papà era sempre così triste, finiva sempre per scenderle qualche lacrima, io non volevo farla piangere, così ho smesso presto di fare domande. A volte mi è capitato di sentire, per caso, qualche discorso della servitù... a sentire loro era solo un mostro spaventoso... ma è la stessa cosa che dicevano di me quindi ne ho sempre dubitato. Mi ripetevo che se la mamma l'aveva amato così tanto un motivo ci doveva pur essere, ci sarà stato qualcosa di buono in lui... Ma adesso, non so perché, non mi sento più così sicuro. - mormorò

Kagome si strinse più forte al suo braccio e gli sorrise comprensiva

- Non ho mai pensato che potesse presentarsi un'occasione del genere. - proseguì Inuyasha – Mi domando... che farò? Che gli dirò? Che mi dirà lui? Mi scaccerà come tutti gli altri? Oddio! Non so che pensare, Kagome! - esclamò fermandosi e voltandosi a guardarla negli occhi disperato - Non so cosa aspettarmi! Forse sto sbagliando tutto, non devo aspettarmi niente. Lui verrà qui, combatterà la sua battaglia e se ne andrà senza degnarmi di uno sguardo... Sì, probabilmente andrà così... - concluse abbassando lo sguardo e sorridendo amaramente.

Kagome non sapeva cosa rispondergli, infondo anche lei si era posta domande simili fino a poco prima, ma ovviamente per Inuyasha doveva essere infinitamente peggio... per lui era suo padre!

- Inuyasha... - mormorò indecisa Kagome – tu... perché vuoi un figlio da me? -

Inuyasha la guardò stupefatto:

- E... e questo cosa c'entra, adesso??!! - balbettò preso alla sprovvista. Era una domanda spiazzante in tutti i sensi.

- C'entra eccome! Dai, rispondi. - lo incalzò un po' imbarazzata

- Oddio... che domanda difficile... ad essere sincero non ci ho mai pensato... è un bisogno che mi è nato dentro... non saprei spiegarlo così su due piedi... è che vedendo Miroku e Sango così felici... li ho invidiati così tanto in questi anni... e poi... è una cosa naturale, no?! Sentire il bisogno di qualcuno che continui il tuo cammino quando, un giorno, non ci sarai più... Aaaargh!! Uffa! Non lo so! In realtà non volevo dire questo... cioè sì, è anche questo... ma non è solo questo... Insomma, è complicato! - concluse sempre più impacciato

“Che cavolo di risposta che le ho dato!” pensò mortificato “Di sicuro l'ho delusa”

Provò timidamente a rialzare lo sguardo, non aveva il coraggio di guardarla in faccia, e si stupì di vederla sghignazzare, si stava trattenendo a fatica dal ridere come una matta.

- Scusami, non era questo che volevo dire. - gli disse Kagome sforzandosi di non ridere – Non mi aspettavo una risposta così complicata. Comunque diciamo che i tuoi sono sentimenti “positivi”, giusto?! Non vuoi un figlio per disprezzarlo o ignorarlo, dico bene?! -

- Ma certo che no! Che domande fai??!!! - rispose lui scandalizzato.

- E se quella sera... la sera in cui tornai qua... ti ricordi?! Quando ti dissi “Per me va bene”... se allora mi avessi detto di sì, se avessimo fatto quella... “pazzia”... e il nostro bimbo fosse arrivato allora, lo disprezzeresti?! Lo ignoreresti?! - gli chiese di nuovo

- Ovviamente no! - rispose deciso Inuyasha – Anzi... forse lo amerei anche di più che se arrivasse adesso... voglio dire... credo che mi sentirei sempre in colpa pensando al rischio che gli ho fatto correre... -

Vide Kagome inarcare le sopracciglia e guardarlo sorridente, facendo spallucce, con il palmo della mano libera rivolto verso l'alto, come per dire “Ecco qua! Ti sei risposto da solo.”

Era vero! Sembrò accorgersi solo allora del significato delle sue stesse parole. La guardò sorridendo molto più sereno e la strinse in un dolce abbraccio baciandola sulla fronte.

- Ahhhh! Che farei senza di te, amore mio?! - sospirò, di colpo rassicurato

- Anch'io fatico ad immaginarmi tuo padre e, ad essere sincera, l'idea di ritrovarmelo davanti mi spaventa molto. Ma, se davvero amava tua madre, non credo proprio che non ti volesse bene e alla fine è questa l'unica cosa davvero importante per me. Se anche lui ti vuole bene... beh, abbiamo già qualcosa in comune! - disse semplicemente Kagome. - E comunque “stai per avere tutte le risposte”! - concluse usando le stesse parole che Inuyasha le aveva rivolto appena il giorno prima. - Stai tranquillo, tesoro. Vedrai che andrà tutto bene – disse prendendogli il volto tra le mani e baciandolo con dolcezza sulle labbra.

- Ehm-Ehm! - li interruppe una voce alle loro spalle, Inuyasha e Kagome si voltarono imbarazzati

– Salve, ci rincontriamo, bellezza! Ne avresti uno anche per me? - chiese malizioso il bel demone con gli occhi azzurri che avevano visto alla riunione.

Inuyasha stava per andare su tutte le furie, questa volta non c'era Sesshomaru a fermarlo, gli avrebbe assestato un bel pugno su quella faccia da schiaffi.

- Ma insomma, Kiba, possibile che tu sia sempre pronto a correre dietro a tutte le sottane?!!! A te basta che respirino! - lo canzonò il demone coi capelli rasta, facendo capolino da sopra la sua spalla – Oh, non che tu non sia carina, cugina! - precisò rivolgendosi allegro a Kagome, facendosi avanti e spintonando via Kiba – Ma non ci siamo ancora presentati! Io sono Kagizume e questo donnaiolo impenitente è Kiba, mentre il tipo attaccato a quelle grandi orecchie, là dietro, è Gyakusatsu – aggiunse indicando dietro la sua spalla, col pollice. Si udì la risposta di Gyakusatsu, una specie di grugnito, provenire dalle sue spalle, ma Kagizume non gli dette peso e continuò:

- Tutti cugini di secondo grado del tuo caro maritino! Lasciami dire che stamattina sei stata fenomenale! Quelle riunioni sono sempre una tale barba ma il tuo intervento m'ha svegliato. Hai avuto fegato a interrompere così quel bacchettone del vecchio Goomon e quello stoccafisso di Sesshomaru. - confessò ridendo e strappando una risatina anche a Kagome, in effetti suo cognato era sempre così rigido che non riusciva a dargli torto se lo chiamava così.

- Piacere, io sono Kagome. - rispose sorridendo – E lui è Inuyasha. -

- Certo, il famoso Inuyasha non ha bisogno di presentazioni... Allora, cuginetto, che ci racconti di bello?! E' vero che ti sei fatto un pisolino di cinquant'anni?! Non credevo che gli alberi sacri fossero così comodi. - scherzò ancora Kagizume, rivolgendo finalmente la parola anche a Inuyasha.

- Certo che sei un gran chiacchierone tu, eh. - si limitò a commentare il mezzodemone travolto da quel fiume di parole.

- Ecco, bravo, diglielo anche tu! E' un vero spaccatimpani e un rompiscatole! - esclamò Gyakusatsu, facendosi avanti e decidendo di unirsi alla conversazione.

- Che c'è?! Hai paura che ti consumi le orecchie?! Tranquillo, ce ne vorrà ancora! - continuò ridendo Kagizume – Sai, Gyakusatsu ha il “complesso delle orecchie” - bisbigliò con aria complice in direzione di Kagome che si tratteneva a fatica dal ridere.

- Guarda che ti sento, Kagizume! - sbuffò Gyakusatsu con aria scocciata.

- Oh, ci credo! - ridacchiò - Ma consolati, dai, adesso sei in buona compagnia. - commentò Kagizume ammiccando verso Inuyasha, che lo guardò perplesso e, senza volerlo, agitò le orecchie proprio in quel momento.

Kagome non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere di gusto.

- Finalmente hai trovato qualcuno che ride delle tue pessime battute, Kagizume, sarai contento. - sibilò Gyakusatsu.

- Già, ed è una risata molto carina... come la sua proprietaria... - precisò Kiba che continuava a mangiarsi Kagome con gli occhi.

- Mi scusi, Signor Gyakusatsu, non volevo... in realtà a me piacciono molto le orecchie come le sue. - si scusò Kagome asciugandosi le lacrime

- Signore?! Non vedo signori qui! - esclamò Kagizume – Rilassati Kagome, ormai sei di famiglia, anzi sei già diventata la mia cugina preferita! E con quest'ultima affermazione hai sicuramente conquistato anche Gyakusatsu. - che infatti era rosso come un peperone.

- Per me, invece, è stato amore a prima vista! - aggiunse Kiba malizioso

- Rassegnati Kiba, Kagome non è roba per te, la stai mettendo in imbarazzo e Inuyasha non ti sopporterà ancora per molto. - intervenne Gyakusatsu – Ignoratelo, gli passerà! - aggiunse rivolto a Kagome e Inuyasha

- Guarda che lo so! Essere già impegnata è parte del suo fascino... io comunque non sono geloso. - si schermì Kiba – Ti faccio i miei complimenti Inuyasha, finalmente qualcuno con un po' di buongusto in fatto di donne. - ammise decidendosi a rivolgere un po' della sua attenzione anche al mezzodemone.

Inuyasha non seppe se prenderlo come un complimento o no:

- Sembra che voi tre siate proprio affiatati, eh?! - commentò tanto per dire qualcosa

- E' normale, siamo cresciuti insieme e adesso ci ritroviamo, nostro malgrado, a ricoprire il ruolo di capofamiglia... troppo presto per i miei gusti. - ammise Gyakusatsu

- Già! - confermarono anche gli altri due

- In effetti... non siete un po' giovani? - chiese loro Kagome – Stamattina mi aspettavo di vedere solo persone come... il Venerabile Goomon o lo zio di Sesshomaru. -

- Beh in realtà Goomon aveva ceduto il posto a suo figlio già da tempo ma, come avrai capito, è stato ucciso nell'ultima battaglia e così il ruolo di capofamiglia è tornato a lui. - spiegò Kiba finalmente serio – Però a parte questo hai ragione: questo è un incarico che avrebbe dovuto ricoprire ancora la vecchia generazione. Purtroppo il figlio di Goomon non è stato la nostra unica perdita. -

- Capisco... - mormorò Inuyasha ripensando ai racconti del piccolo Chibiki

- Si sta avvicinando qualcuno! - esclamò Gyakusatsu drizzando le orecchie e guardando il cielo

- Dove? - chiesero Inuyasha e Kagome scrutando all'orizzonte ma non riuscirono a vedere niente.

- Lasciate perdere, dev'essere ancora lontano. - disse Kagizume – Sapete, questi enormi paravento – spiegò afferrando le orecchie di Gyakusatsu che lo scacciò infastidito – non sono solo il mio passatempo preferito; il caro cugino, qua, è la vedetta ufficiale del clan: ha un udito finissimo sentirebbe cadere una foglia a 10 km di distanza! - ammise con orgoglio.

- Esagerato... - si schermì Gyakusatsu visibilmente imbarazzato dal complimento.

- Ecco, si vede qualcosa! - esclamò Kiba – Sembrerebbe... una bambina?! - concluse stupito

- Ed ecco la vedetta numero due, nonché cecchino del gruppo: occhio di falco-Kiba! Anche questi begli occhioni azzurri servono a qualcosa, oltre a far battere il cuore delle fanciulle... - spiegò di nuovo Kagizume afferrando, con una mano sotto il mento, la faccia del cugino deformandone i bei lineamenti, mentre lui gli rivolgeva un'occhiataccia spazientita.

- Sembra la storia della tre scimmie: “Ci vedo”, “Ci sento”... e “Ci parlo”!! - commentò Inuyasha ridendo sotto i baffi

- Inuyashaa!! - lo rimproverò Kagome, ma gli altri scoppiarono a ridere

- Buona questa! - ammise Kagizume assestandogli una pacca sulla spalla – Sei forte, cuginetto! -

– Kiba, quella bimba sembra un piccolo cane? - chiese Kagome tornando seria

– Ha un vestito bianco e lunghi capelli castani e... sì, ha le orecchie e il muso da cane! - rispose il demone socchiudendo leggermente gli occhi e tornando a concentrarsi su ciò che solo lui riusciva a vedere

- Allora è tutto a posto: è la mia shikigami. - spiegò Kagome

Dopo un tempo che sembrò lunghissimo, finalmente Yuki apparve all'orizzonte e si diresse sicura verso la sua padrona.

- Ci dispiace ragazzi, dobbiamo salutarvi, il dovere ci chiama. E' stato un piacere parlare con voi! - si congedò Kagome con un sorriso

- Il piacere è stato mio, cara Kagome. - mormorò languido Kiba baciandole la mano sotto lo sguardo infastidito di Inuyasha – Inuyasha, sei un uomo fortunato! - aggiunse poi

- A presto, cugini! - disse allegro Kagizume

- Felice di averti conosciuta, Kagome! - mormorò impacciato Gyakusatsu – Ci vediamo, Inuyasha. -


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Angolo dell'autrice

La volta scorsa me ne sono dimenticata ma.... (rullo di tamburi)

I vincitori della prima manche del “Totorompicapoinrima” sono.....

1° classificata: Trueheart, che ha beccato sia la storia di Tessaiga e Tenseiga che la resurrezione del Generale.

2° classificata: Shiori Lily Chiara, ha intuito Tessaiga e Tenseiga ma non mi ha detto altro, peccato! >.<

Premio “impegno” della giuria va a: baby junior, che ha buttato la (in un ragionamento un po' contorto, probabilmente sono io che non l'ho capito XD) la resurrezione di qualcuno (suppongo il Generale) ma poi s'è persa dietro alla zanna (suppongo Songa)... ri-peccato! :(

La seconda manche... appena ne sapremo di più! ^_^


 

Tornando al capitolo:

Non so se Tenseiga funzioni veramente così ma ho sempre avuto quest'impressione.

Lo zio di Sesshomaru si chiama Chikara che (i fan di One Piece dovrebbero saperlo bene) significa forza, potere.

La storia delle tre scimmie, citata da Inuyasha, per chi non la conoscesse, si riferisce a tre scimmie raffigurate in un cornicione di legno nel tempio dedicato a Ieyasu Tokugawa a Nikko (E io ci sono stataaaa!!! ^__^) le tre scimmiette sono: “Non vedo”, “Non sento” e “Non parlo” (ovviamente “del male”) e non hanno niente a che fare con il significato omertoso che gli diamo noi, ma rappresentano un precetto dello shintoismo per cui le ho citate ugualmente anche se il santuario in questione ai tempi di Inuyasha non esisteva ancora; ho immaginato che la storia fosse già nota.

Infine abbiamo conosciuto un po' meglio “i tre moschettieri”, i miei pupilli... sono i miei preferiti e ve lo dico subito, perché non riuscirò a nasconderlo! :P


 

A grande richiesta ho disegnato anche Chibiki, è fatto molto di corsa e completamente a mano libera con My Paint (con GIMP sarebbe venuto meglio ma c'avrei messo una vita e non ho avuto tempo) è da poco che ho iniziato a usare la tavoletta grafica e non c'ho ancora preso la mano, scusate. -.-

Cmq, per quello che può valere, vorrei dedicarlo hai 100 “pazzi dichiarati” che in varie forme (seguendo, ricordando, preferendo o anche solo commentando) seguono questa storia il cui capitolo 14 sta per raggiungere la bellezza di quota 1000 visite (il primo l'ha superate da un pezzo ma non lo conto ;) ) e dire che quando lo pubblicai ero convinta che me l'avreste tirato dietro al grido di “Basta! C'hai fatto venire il diabete!!!” XD

Io faccio sempre la scema, per nascondere l'imbarazzo, ma GRAZIE A TUTTI, davvero! <3

Alla prossima ^_^

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Capitolo 23
*** Ansie ***


ATTENZIONE

In questo capitolo sono descritte due scene di sesso (era un po' che ve le risparmiavo, eh! XD ).

La prima mi è venuta troppo “fusa” con il resto del testo per riuscire ad isolarla ma non è molto dettagliata quindi non credo dia troppo fastidio. La seconda è racchiusa tra i soliti simboli ---> §§§ e quindi facilmente evitabile, se non la gradite.

Buona lettura ^_^

Fairy


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Inuyasha e Kagome si allontanarono seguiti da Yuki e dalle voci dei tre Demoni Cane che commentavano tra loro:

- Avete sentito? Mi ha chiamato “Kiba”! Ahhh... detto da lei il mio nome sembra molto più bello... - ammise con un sospiro - Chiunque sia riuscito a conquistare una donna così ha tutto il mio rispetto!-

- Già, Kagome è proprio simpatica e anche Inuyasha non è da meno! - aggiunse Kagizume

- Finalmente qualcuno con delle orecchie serie, in questa famiglia! Comunque ho deciso: voglio anch'io una donna a cui piacciono le mie orecchie! - ammise Gyakusatsu

- T'è andata male! Mi sa che l'unica al mondo se l'è presa Inuyasha... -

Kagome scoppiò di nuovo a ridere mentre il suono di quelle voci si allontanava alle loro spalle e le parole diventavano sempre più incomprensibili.

- Che buffi! - esclamò divertita – A quanto pare hai fatto colpo, Inuyasha: non tutti i tuoi parenti ti evitano... -

- Io direi che sei tu quella che ha fatto colpo. - ammise Inuyasha sorridendole orgoglioso – Io sono stato accettato di conseguenza. Comunque quel Kiba sta scherzando col fuoco. - aggiunse serio – se ti tocca un'altra volta gli stacco una mano! - sibilò minaccioso

- Cosa c'è? Sei geloso? - chiese maliziosa Kagome

- Sì! - ammise senza vergogna Inuyasha – Proprio ora che m'ero finalmente sbarazzato di Koga... E poi non m'è piaciuta per niente la tua reazione di stamattina, sai?! Sembravi quasi... lusingata. - aggiunse risentito

- Beh... Kiba è un bel ragazzo... e poi ha due occhi... farebbero girare la testa a qualsiasi donna!- mormorò sospirando con aria trasognata alzando lo sguardo al cielo che, doveva ammetterlo, faticava a reggere il confronto con l'azzurro degli occhi di Kiba.

- CHE COSA??!!! - urlò Inuyasha sentendosi sprofondare – Ti piace quel tipo??!!! E me lo dici così??!!! Finita questa storia, lo ammazzerò con le mie mani!!! Poi vedremo quali occhi ti faranno girare la testa! - dichiarò furibondo.

- I tuoi, amore mio. - rispose tranquilla Kagome con un sorriso, fermandosi e prendendogli il viso tra le mani – I tuoi occhi sono gli unici che mi faranno sempre girare la testa – mormorò baciandolo con trasporto

- Sei una strega! - mormorò Inuyasha dopo quel bacio, ritrovando quella calma che solo la sensazione del corpo di lei stretto tra le sue braccia riusciva a dargli – Ti diverti proprio a farmi ingelosire, eh? -

- Mmhh... Sì! - ammise Kagome divertita – Mi piace sentirmi amata dall'uomo che amo. - bisbigliò

- Mmhhh... Ne riparleremo più tardi... - disse Inuyasha baciandola di nuovo e poi lasciandola andare a malincuore – Ora abbiamo da fare. -


 

Quando raggiunsero le stanze di Sesshomaru, trovarono un Komainu che stava uscendo con un vassoio in mano, evidentemente Sesshomaru aveva appena finito di pranzare. Il servitore si fece subito da parte salutandoli con un inchino e lasciandoli entrare, prima di allontanarsi silenzioso.

- Sesshomaru, lo shikigami è tornato . - spiegò lapidario Inuyasha

- Bene. Entrate. - ordinò secco il demone

Inuyasha e Kagome si sedettero di nuovo sui cuscini, Sesshomaru non era certo tipo da invitarli ad accomodarsi.

- Allora Yuki, che notizie ci porti? - chiese Kagome alla bambina che rimase in piedi di fianco a lei

- Il Signor Koga sarà felice di collaborare, ha già organizzato delle squadre di ricerca per battere tutto il territorio e ha fatto allertare tutti i demoni presenti durante l'ultimo attacco, anche quelli appartenenti ad altre tribù. Dice che non si fermeranno finché non l'avranno trovato, appena ci saranno novità ve lo faranno sapere. - rispose tranquilla la piccola Yuki.

- Bene, allora possiamo procedere come stabilito, Inuyasha. - dichiarò Sesshomaru

Inuyasha annuì deciso.

- C'è nient'altro, Yuki? - chiese Kagome

- Sì... ma... - mormorò impacciata la bambina

- Parla! - ordinò perentorio Sesshomaru

Yuki lo guardò un attimo spaventata prima di tornare a rivolgersi alla sua padrona.

- Parla pure, Yuki, non abbiano segreti per Sesshomaru. - disse Kagome sorridendole dolcemente

- Beh... La Signora Ayame vi manda i suoi saluti e mi ha raccomandato di dirvi di stare tranquilla, che nessuno dei Demoni Lupo vi ritiene responsabili per l'attacco dell'altra volta, che siete amici e che i vostri nemici sono anche i loro. Tutta la tribù è con voi e sono molto felici e onorati che abbiate chiesto il loro aiuto. - spiegò mestamente Yuki

Kagome le sorrise dolcemente dicendo:

- Bene, ti ringrazio Yuki. Puoi andare. -

- Signora... - la fermò la bambina – Credo che Ame stia tornando -

Kagome guardò fuori dalla porta e vide avvicinarsi in lontananza l'altro suo shikigami. Poco dopo il bambino atterrò leggero sulla veranda e si inginocchiò rispettoso accanto a Kagome:

- Cos'è successo, Ame, ci sono problemi? Non mi aspettavo di vederti tornare. - chiese Kagome preoccupata

- Stia tranquilla, mia Signora, al villaggio stanno tutti bene però... porto notizie da Royakan. - rispose il bambino

- Royakan?! - chiese stupita Kagome

- Sì, dopo la vostra partenza, i vostri lupi sono rimasti di guardia al villaggio ed hanno riferito a Royakan ogni novità: il demone lupo non era lontano durante l'attacco del Nue e quando ha saputo che avevate chiesto aiuto agli Yoro si è offerto anche lui di collaborare. Ha detto che contatterà Koga e gli offrirà manforte. - riferì il piccolo Ame

- Beh... ottimo direi! Più siamo meglio è, no?! - esclamò Kagome guardando Sesshomaru in cerca di approvazione.

- Royakan è un vecchio alleato, sono felice che si mostri fedele anche in questa occasione – rispose Sesshomaru senza scomporsi

- Inoltre vi manda a chiedere – proseguì Ame rivolto a Sesshomaru – Se desiderate che contatti i vecchi alleati di vostro padre. -

Sesshomaru rimase un attimo pensieroso poi rispose:

- Sì. Riferiscigli che avvisi tutti della possibilità di uno scontro imminente ma che tenga per sé qualsiasi altra informazione fino a nuovo ordine. In caso di bisogno resteranno nelle retrovie, come al solito -

- Anche Jinenji vi manda a dire che è vostra disposizione, per quanto possibile, mia Signora. - concluse Ame tornado a rivolgersi alla sua padrona.

Kagome lanciò un'altra occhiata a Sesshomaru il quale chinò appena il capo accondiscendente:

- Bene, Ame, dì a Jinenji che si tenga pronto, gli faremo sapere. - disse Kagome

Il piccolo shikigami si voltò di nuovo verso Sesshomaru:

– Sommo Sesshomaru, avrei un altro messaggio per voi... - disse timidamente

- Bene parla, allora, shikigami. - rispose secco Sesshomaru

- La Signorina Rin vi manga i suoi saluti e vi prega di fare attenzione. E' molto preoccupata per voi. -

Kagome ebbe la nettissima sensazione di vedere, per un istante, l'ombra di un sorriso sul volto di Sesshomaru e anche il suo sguardo sembrò quasi addolcirsi per un attimo. Con una voce leggermente meno rigida del solito ordinò:

- Dille che non ha motivo di preoccuparsi per me e di fare la brava bambina, come sempre. E dille anche che presto le manderò Jaken. -

- Sarà fatto, Signore. - rispose cortese Ame

Kagome tornò a rivolgersi a entrambi gli shikigami:

- Ok, è tutto per ora. Ame, vai e riferisci ciò che devi. Yuki, tu puoi andate. -

Yuki sparì, come al solito, in una piccola nube di fuoco azzurro mentre Ame uscì con un inchino e prese di nuovo il volo in direzione del villaggio Musashi.

Sesshomaru batté le mani due volte e due Komainu apparvero poco dopo sulla porta della stanza:

- Riunite tutti i capifamiglia nella Sala dell'Arazzo. - ordinò in tono piatto.


 

Quando, più tardi, si sistemarono tutti nella Sala dell'Arazzo, ai membri del clan non sfuggì lo scambio di sguardi e di cenni di saluto tra i più giovani dei capifamiglia e i nuovi arrivati, l'umana e il mezzodemone, cosa che generò non poche perplessità.

Sesshomaru riferì i nuovi sviluppi e annunciò che il giorno dopo lui e Inuyasha avrebbero fatto la loro mossa. La notizia che, con ogni probabilità, il Grande Generale Cane sarebbe presto tornato tra loro sembrò rasserenare molto gli animi, così l'incontro del pomeriggio si chiuse in maniera decisamente più piacevole di quello della mattina. I capi avvisarono subito le rispettive famiglie della necessità di recarsi quanto prima a palazzo, così, per il resto della giornata, ci fu un gran viavai di messaggeri per tutto il castello e anche i Komainu ebbero il loro bel daffare a preparare i vecchi appartamenti di tutti i membri del clan, il cui arrivo era previsto già a partire da quella sera stessa.

Era quasi il tramonto quando Kagome riuscì ad intercettare il piccolo Chibiki (proprio non sopportava quel battere di mani, così freddo e autoritario, che pure le avrebbe fatto risparmiare un bel po' di tempo, e si rifiutava di usarlo).

- Scusami tanto Chibiki, lo so che oggi siete molto impegnati ma... vorrei sapere... sarebbe possibile farsi un bagno? Ne sento veramente un gran bisogno... - chiese Kagome mortificata.

- Ma naturalmente, Signora! Ogni vostro desiderio è un ordine, non dovete preoccuparvi per noi, servirvi è il nostro compito. - rispose sereno il Komainu – Vado subito a prepararvi il bagno, vi avviserò io appena sarà tutto pronto. - concluse con un inchino e per la prima volta, da quando l'aveva conosciuto, Kagome lo vide sorridere.


 

Più tardi Kagome seguì Chibiki fino alla stanza da bagno, si trovava in un edificio a parte, separato dal padiglione principale del palazzo, lo si poteva riconoscere dal camino, usato per scaldare l'acqua, da cui usciva un lungo filo di fumo. All'interno, il pavimento era rivestito di pietra mentre le pareti e la grande vasca erano in legno. La vasca si trovava proprio sotto una grande finestra chiusa da degli shouji* che in quel momento erano aperti, mostrando un'altra grande vasca all'esterno dell'edificio, circondata da un piccolo giardino. Era una vista stupenda, sembrava di essere in una stazione termale.

- La finestra è protetta da una speciale barriera – spiegò Chibiki – Anche se è aperta nessuno vi vedrà dall'esterno, potete stare tranquilla. -

Il piccolo Komainu si congedò lasciandola al suo bagno. Kagome iniziò a spogliarsi e a riporre i suoi abiti su un ripiano vicino a un grande specchio, quando sentì la porta aprirsi di nuovo.

- Sei tu, Chibiki? - gridò, senza voltarsi, pensando fosse il servitore che si era scordato qualcosa - Vieni pure, sono ancora presentabile! -

- Peccato. - mormorò una voce alle sue spalle mentre due braccia forti le cingevano la vita e due labbra avide le baciavano il collo.

- Inuyasha! - esclamò Kagome che per un attimo si era spaventata, sentendosi toccare così all'improvviso – Avete finito di parlare, tu e Sesshomaru? - chiese, subito più rilassata, porgendo il collo a quel dolce assalto e godendosi il tocco delicato delle labbra di suo marito.

- Mh-mh... - mormorò il mezzodemone in segno di assenso senza smettere di baciarla

- Come hai fatto a trovarmi? - chiese ancora lei divertita: quei baci iniziavano a farle il solletico

- Facile: ho seguito il tuo profumo. Noto con piacere che non hai addosso la puzza di Kiba... - rispose malizioso continuando a baciarla e iniziando anche a spogliarla – Sbaglio o io e te avevamo un discorsetto in sospeso su quel bellimbusto?! -

- Kiba?! E chi è Kiba?! - chiese sorridendogli maliziosa mentre si girava a baciarlo sulle labbra, scostandogli il risvolto del suikan per accarezzargli i muscoli del petto.

Inuyasha sorrise soddisfatto stringendola a sé.

- Brava! Così mi piaci! - la lodò continuando a baciarla e iniziando anche lui a spogliarsi.

Quando furono entrambi nudi, Inuyasha la sollevò tra le sue braccia ed entrò nella vasca insieme a lei. Fecero l'amore lentamente e dolcemente, senza fretta, Kagome si muoveva piano sopra di lui assaporando ogni attimo di quel contatto; stretta tra le sue braccia, gli accarezzava il viso riempiendolo di dolci baci, interrompendosi, di quando in quando, solo per perdersi nei bagliori dorati degli occhi di lui:

- Sì – mormorò – sono questi gli occhi che mi hanno fatto perdere la testa... -

Inuyasha le sorrise felice stringendola ancora di più a sé e baciandola con passione poi le afferrò piano i fianchi per costringerla ad aumentare il ritmo delle sue spinte, i movimenti lenti e dolci di Kagome erano meravigliosi ma lo stavano facendo impazzire, non poteva più aspettare. Kagome lo assecondò ed insieme raggiunsero l'estasi, stretti l'uno tra le braccia dell'altra.

Kagome rimase ancora a lungo in quella posizione, rannicchiata contro il petto di Inuyasha, sentiva l'ansia tornare ad assalirla.

- Cosa c'è, amore mio? - le chiese dolcemente Inuyasha baciandole i capelli e accarezzandole la schiena. Aveva avvertito una leggera nota di tristezza nel modo in cui avevano appena fatto l'amore. - Sei ancora preoccupata per domani? -

- Sì... - ammise tristemente lei – non puoi nemmeno immaginare quanto. Impazzirei se dovesse succederti qualcosa e inoltre... non poter essere al tuo fianco... mi terrorizza! - si strinse a lui sentendo le lacrime pungere ai lati degli occhi e un nodo serrarle la gola.

- Che non ti venga in mente di provare a seguirmi! - esclamò allarmato Inuyasha scostandola da sé per guardarla negli occhi – Sesshomaru ti ha raccontato cosa successe a Rin, no?! Giurami che mi aspetterai qui! Che non farai pazzie! Kagome... morirei se dovessi perderti... - mormorò stringendola di nuovo a sé.

- Te lo prometto: non mi muoverò da qui. - disse lei tornando a guardarlo negli occhi e scostandogli delicatamente ogni piccola ciocca di capelli dal viso – Ma tu promettimi che tornerai. A qualsiasi costo! Anche se doveste mandare tutto all'aria! Se ti accorgi che non ce la fai, tornate subito indietro. Ti prego, Inuyasha... - mormorò disperata senza più riuscire a trattenere le lacrime e stingendolo forte.

- Ma certo che tornerò, stupida. - rispose dolcemente Inuyasha con un sorriso – Credi che voglia lasciare campo libero a Kiba?! - concluse cercando di sdrammatizzare.

- Che sciocco... - lo ammonì Kagome asciugandosi le lacrime mentre un timido sorriso faceva capolino sul suo volto.

- Dimmi una cosa... - esordì Inuyasha tornando serio – E' da oggi che ci penso... tu perché vuoi un figlio da me? -

Kagome lo guardò stupita e scoppiò a ridere:

- Cos'è?! Vuoi vendicarti per oggi mettendomi in crisi con la mia stessa domanda?! -

- Mmmhhh... diciamo di sì... - le concesse Inuyasha – Allora?! - la incalzo

Kagome si accoccolò nuovamente contro il suo petto e rispose seria:

- Beh... dunque... per tutti i motivi che hai detto tu, sicuramente... e poi... - si interruppe un attimo imbarazzata – Perché ti amo così tanto che non sopporto di stare lontana da te. -

- Ma se sei vicinissima! - la canzonò lui stingendola forte a sé come se volesse far aderire perfettamente ogni centimetro dei loro corpi.

- Sì, ma non è abbastanza... - mormorò lei seria prendendogli una mano e mettendola palmo contro palmo alla sua

– Vedi, non è abbastanza... - ripeté ancora osservando i piccoli spazi vuoti che rimanevano inesorabilmente tra le loro mani.

Poi, lentamente, fece scivolare le sue dita tra quelle di lui e le loro mani si strinsero, aderendo perfettamente l'una all'altra.

– No, nemmeno questo è abbastanza... - mormorò sorridendo e scuotendo la testa.

Rimase ad osservare per un istante le loro mani intrecciate, accarezzando quella di lui con piccoli movimenti del pollice prima di proseguire:

– Vorrei scivolarti sotto la pelle... – bisbigliò iniziando a depositare piccoli baci sulle dita di lui - ...essere un tutt'uno con te, sentire quello che senti tu, vedere quello che vedi tu, sentire il tuo cuore che batte come se fosse il mio, respirare la tua stessa aria... e avere un figlio è un modo per realizzare questo desiderio, per fondermi letteralmente con te. - si sollevò di nuovo per guardarlo negli occhi e proseguì emozionata - In lui potrei vedere le mie mani con i tuoi artigli... o i tuoi occhi con in mezzo il mio naso... o magari le tue adorabili orecchie che spuntano tra i miei capelli. Saremmo una cosa sola. - concluse felice mentre Inuyasha la osservava sorridendo.

- Visto, ho detto anch'io una cosa assurda e complicata! - rise Kagome, imbarazzata da quella confessione – Stai pensando che sono matta, vero?! - gli chiese sospettosa.

- No, sto pensando che io non sarei riuscito a trovare parole così belle nemmeno se ci avessi pensato tutta la vita! - rispose attirandola a sé e baciandola di nuovo con passione.


 

Quando Inuyasha e Kagome uscirono dal bagno, il sole stava ormai tramontando. Mentre si avvicinavano all'edificio principale, notarono che, in direzione della scalinata d'ingresso al palazzo, c'era una certa agitazione: erano gli altri Demoni Cane che iniziavano ad arrivare uno dopo l'altro.

Camminarono lungo la veranda fino alla loro stanza, dove Kagome terminò di asciugarsi e pettinarsi i capelli, inginocchiata davanti ad una sottile specchiera di legno.

- Ecco una cosa che mi manca in casa nostra... - ammise pensando al suo piccolo specchio da tavolo – ma d'altra parte non ci sarebbe nemmeno il posto dove metterla. -

Inuyasha sorrise di quel commento, era raro che Kagome si preoccupasse di certe frivolezze, di solito era una donna molto pratica, ma a lui piaceva che ogni tanto il suo lato più femminile si facesse sentire.

- Non ho capito se vorresti una specchiera o una casa più grande. - chiese Inuyasha divertito

- Diciamo che vorrei che nella nostra piccola casa, che mi piace esattamente così com'è, c'entrasse anche una specchiera... oppure vada per la casa più grande, ma che entri comunque sotto il nostro ciliegio... Insomma vorrei l'impossibile! Quindi niente specchiera. - ammise ridendo.

“Vorrà dire che quando torneremo a casa, cercheremo di fare l'impossibile”. pensò Inuyasha cercando segretamente conforto in quell'idea.


 

Più tardi Chibiki andò da loro con la cena. Era tutto buonissimo, come sempre, ma Kagome faticò a toccare cibo.

- Tesoro, rilassati, ti prego. Cerca di stare tranquilla, vedrai che non mi succederà niente. - la rimproverò dolcemente Inuyasha

- Sì, lo so, scusa, ma proprio non ci riesco... mi sento lo stomaco sottosopra... temo che anche l'aura demoniaca dei tuoi parenti cominci a farsi sentire. - si giustificò Kagome – Non oso pensare come farò domani quando ci saranno tutti... - ammise preoccupata

- Mi dispiace, tesoro, se le cose stanno così non posso farci niente. Cerca di resistere, sarà solo per pochi giorni. - la consolò Inuyasha – Ora però cerca di mangiare un po'. -

Kagome annuì poco convinta e infatti, quando più tardi Chibiki tornò a prendere i vassoi e a preparare i futon, i suoi piatti erano quasi intatti.

- Dai, vieni qui. - le disse Inuyasha invitandola tra le sue braccia, mentre il piccolo Komainu si dava un gran daffare intorno ai futon: la sera prima aveva preparato due letti separati, ma Inuyasha e Kagome li avevano uniti, perché oramai si erano abituati a dormire abbracciati, e il mattino successivo si erano dimenticati di rimetterli come prima; il servitore doveva aver capito e, discreto come sempre, senza fare domande, adesso stava preparando i futon uniti.

Erano fuori, seduti sulla veranda che dava sul giardino, Inuyasha si appoggiò alla parete e Kagome si sedette tra le sue gambe, come al solito

- Ti senti meglio adesso? - le chiese stringendola a sé

- Un po'... - rispose poco convinta – ma tu continua ad abbracciarmi... quando sono tra le tue braccia non sento nemmeno l'aura di un Nue... magari funziona anche con i Demoni Cane... - confessò sorridendo

- Guarda che non hai bisogno di accampare scuse per farti abbracciare. - la canzonò Inuyasha

- Ma è la verità! Al matrimonio di Koga non mi ero resa conto di niente... - si giustificò lei

In quel momento il piccolo Chibiki comparve sulla veranda:

- Signori, il letto è pronto. - annunciò - Perdonate l'invadenza, mia Signora, ma mi è sembrato di capire che non vi sentite bene. C'è qualcosa che posso fare per voi? - chiese poi timidamente.

- Ti ringrazio, Chibiki, mi sta già passando. - rispose Kagome sorridendo

- Come desiderate, mia Signora, ma se doveste aver bisogno di me, non esitate a chiamarmi. Vi auguro una buona notte, Signori. - rispose il servitore congedandosi

- Buona notte anche a te Chibiki e grazie di tutto. - lo salutò Kagome


 

- A volte penso di aver scelto la donna sbagliata! - esclamò Inuyasha appena rimasero soli

- Che cosa?! - chiese Kagome allarmata voltandosi a guardarlo – Vorresti una demone?! Una più resistente di me?! - esclamò pensando si riferisse al suo malessere.

- No – rispose Inuyasha ridendo – Intendevo una meno amabile. Sembra che tu riesca a conquistare tutti quelli che incontri, mi sento costantemente minacciato. -

- Che vuoi dire? Ancora con quella storia di Kiba?! - insistette lei arrossendo leggermente per quel velato complimento.

- No, mi riferivo al piccoletto: ho l'impressione che con te sia molto più gentile che con tutti gli altri... - ammise sospettoso

- Ma figurati! Hai detto bene: è un'impressione! I Komainu sono sempre gentilissimi con tutti. - rispose sicura Kagome - Non sarai tu, piuttosto, ad essere eccessivamente geloso?! Santo cielo, adesso te la prendi persino con Chibiki? Sembra che tu non ti fidi di me... - concluse un po' offesa.

- No, la verità è che ti amo troppo, e ti vorrei sempre e solo tutta per me. - confessò attirandola di nuovo a sé e baciandola con passione – Hai sentito, no?! Il letto è pronto... - mormorò ammiccando malizioso

- Ancora?! Non mi sembra proprio il caso! Ti rendi conto di cosa ti aspetta domani? Hai bisogno di dormire e riposarti, non di fare follie. - lo rimproverò dolcemente Kagome

Per tutta risposta Inuyasha la sollevò di peso e la portò nella loro stanza, richiudendosi la porta alle spalle con un piede.

- Niente da fare! Sei mia prigioniera fino a domattina. - dichiarò adagiandola sul letto e iniziando a spogliarla mentre la baciava avidamente.

Non osava confessarglielo, ma era proprio il timore di quel che sarebbe potuto succedere il giorno dopo a spingerlo a fare ancora l'amore con lei: e se quelli fossero stati i loro ultimi istanti insieme?! La loro ultima notte?! Non voleva certo passarla dormendo. Poteva essere la sua ultima occasione per darle quel figlio che tanto desideravano e non voleva certo sprecarla.


 

§§§


 

I mugolii di protesta di Kagome lasciarono presto il posto a quelli di piacere, Inuyasha si spogliò rapidissimo senza smettere un secondo di baciarla, non vedeva l'ora di sentire di nuovo il contatto della morbida pelle di lei contro la sua. Accarezzò ogni centimetro del suo corpo maledicendo, per la prima volta in vita sua, la luna alta nel cielo: con i suoi artigli non poteva toccarla dove avrebbe voluto. Le labbra, però, non avevano controindicazioni, la coprì letteralmente di baci indugiando a lungo sul suo seno prima di scendere tra le sue cosce dove fece con la lingua ciò che non poteva fare con le dita artigliate. La sentì trasalire e trattenere il respiro mormorando il suo nome, adorava il sapore di Kagome e più lui le dava piacere più lei ne dava a lui.

- Inuyasha... - mormorava quasi disperata, ma lui non sembrava proprio intenzionato a smettere quella dolce tortura finché non le strappò un lungo gemito di piacere e la sentì sciogliersi ancora di più sulle sue labbra.

Solo allora tornò sopra di lei:

- Ehi, dove credi di andare senza di me?! - le chiese sorridendo malizioso mentre scivolava piano dentro di lei mozzandole di nuovo il respiro.

- E' colpa tua... – mormorò lei con un filo di voce ricambiando il suo sorriso.

- Scusami... è che stasera sei più dolce del solito... non riuscivo proprio a smettere - mormorò un po' imbarazzato tornando a baciarle il collo e intrecciando le dita a quelle di lei – Ti amo, Kagome – le bisbigliò in un orecchio ricominciando a muoversi lentamente dentro di lei, baciandole il collo, il viso, le labbra – Ti amo... ti amo... ti amo... - continuò a ripeterle piano, ad ogni spinta, ad ogni bacio, quelle due semplici ma bellissime parole, per tutto il tempo, finché entrambi non raggiunsero l'apice del piacere.

Solo allora, quando Inuyasha tornò a rilassarsi tra le sue braccia, Kagome riuscì a rispondergli col viso rigato di lacrime, stringendosi forte a lui:

– Io di più! Molto di più! Torna da me, domani e sempre, amore mio. - mormorò disperata

- Sì... sempre... – rispose finalmente sereno Inuyasha, sollevandosi ad ammirarla negli occhi e sorridendole dolcemente, prima di chinarsi di nuovo su di lei per asciugarle le lacrime con tanti dolcissimi baci – Non piangere più, amore mio, ti prometto che tornerò! Assolutamente! Non potrei andare da nessuna parte senza di te... - bisbigliò

Kagome sospirò un po' sollevata e annuì appena con un tenue sorriso.

- Ah già! - esclamò Inuyasha serio – Mi sono dimenticato di dirti una cosa! -

- Cosa?!! - chiese Kagome preoccupata

- Ti amo! - rispose Inuyasha sorridendole di nuovo e tornando a impossessarsi delle sue labbra.


 

§§§


 

Più tardi quella notte, Kagome aprì gli occhi appoggiata al petto di Inuyasha che dormiva profondamente cingendola con le sue braccia. All'iniziò non capì cosa l'avesse svegliata finché la sensazione di malessere della sera prima non la colse di nuovo. Preoccupata tese l'orecchio nel dubbio che i Nue stessero attaccando di nuovo ma si tranquillizzò subito non trovando conferma a quei timori, in effetti il senso di nausea non era così forte come quello datole da quelle creature; evidentemente doveva essere causata dall'aura demoniaca dei Demoni Cane, presenti al castello. Sperò di abituarsi presto o sarebbe stata davvero dura combattere al loro fianco.

Provò ad alzarsi scivolando lentamente fuori dal caldo abbraccio di Inuyasha, quel pomeriggio mentre seguiva Chibiki fino ai bagni aveva visto in lontananza quelle che dovevano essere le cucine del castello. A quell'ora sicuramente dormivano tutti, ma Kagome pensò che avrebbe comunque potuto provare a farsi una tisana, ammesso che fosse riuscita a trovare gli ingredienti.

Indossò la sottoveste ed uscì silenziosa dalla stanza, quando arrivò alle cucine le trovò deserte, accese piano il fuoco in modo da avere anche un po' di luce e si mise a cercare l'occorrente per la sua tisana. Stava sbirciando dentro alcuni barattoli posti su una mensola quando, inavvertitamente, ne urtò uno facendolo cadere. Il vasetto si schiantò a terra finendo in mille pezzi e facendo un fracasso infernale, nel silenzio della notte.

- Chi è là? - chiese una vocetta spaventata alle sue spalle

Era una piccola Komainu che faceva capolino da dietro una grande tenda al di là della quale, evidentemente, dovevano esserci le stanze della servitù. A quel grido altri Komainu accorsero.

- Signora Kagome! Siete voi?! Cosa fate qui a quest'ora? - era Chibiki che si fece largo tra gli altri.

- Oddio, scusatemi... - mormorò imbarazza Kagome – Io... non volevo disturbarvi e invece... ho finito per svegliarvi tutti. Perdonatemi. -

Kagome pensava si sarebbero arrabbiati e invece la guardarono tutti imbarazzati e preoccupati.

- Vi occorre qualcosa? - chiese ancora Chibiki preoccupato – Vi sentite di nuovo poco bene? -

- Beh... a dire la verità... sì... volevo farmi una tisana e invece ho fatto un disastro. - spiegò

Uno dei servitori notò il vasetto in frantumi sul pavimento e corse a raccogliere i pezzi.

- Oh no, ti prego, non preoccuparti... io ho fatto il guaio... pulirò io. - disse Kagome chinandosi ad aiutarlo - Voi tornate pure a letto, sarete stanchissimi, avete lavorato tutto il giorno e domani ci sarà un sacco di gente. Ditemi solo dov'è lo zenzero e io mi arrangio da sola. -

Il Komainu alzò gli occhi su di lei guardandola come se avesse visto un fantasma, nell'indecisione più totale rivolse il suo sguardo a Chibiki, che andò alla dispensa prese un vasetto e sorridendo si avvicinò a Kagome

- Lo zenzero è qui, mia Signora, ora però lasciate fare a noi. Tornate pure nella vostra stanza, ci penserò io a portarvi la tisana quando sarà pronta. - le disse tranquillo – Servire i padroni e i loro ospiti è il nostro compito, la prego non ci metta in imbarazzo cercando di fare il lavoro al posto nostro. -

A quelle parole Kagome si sentì ancora più mortificata:

- Scusatemi... è che non sono abituata ad essere servita... - si giustificò – E va bene... lascio fare a voi... però, se non vi dispiace, preferirei restare qui a bere la mia tisana, non voglio rischiare di svegliare Inuyasha -

- Come desiderate, mia Signora. - rispose Chibiki chinando il capo.

L'altro servitore, nel frattempo, si era rimesso a raccogliere i pezzi del vaso rotto da Kagome

- Mi dispiace, questa volta vi è capitata un'ospite davvero rompiscatole... - ammise imbarazzata abbozzando un sorriso e avvicinandosi al grande braciere al centro della stanza.

- Oh ma voi non siete un'ospite, mia Signora! - rispose prontamente Chibiki mettendo a bollire l'acqua per la tisana

- Già, è vero... sono solo un'umana rompiscatole. - mormorò un po' delusa da quelle parole, si era dimenticata che in quella casa lei e Inuyasha non erano graditi

- Oh no, quello che volevo dire è che voi siete... la moglie del Padroncino Inuyasha... e in quanto tale siete anche voi una Padrona. -

Kagome si stupì molto di quell'affermazione, tutto si sentiva meno che una “padrona”... in quella casa, poi! Fece per sedersi vicino al fuoco, ma fu preceduta dalla piccola Komainu che l'aveva sorpresa poco prima, che velocissima mise un cuscino nel punto esatto dove lei stava per inginocchiarsi.

- Oh grazie. - le disse Kagome con un sorriso tornando a guardarsi intorno, si accorse che i servitori erano ancora tutti lì e la fissavano con i loro grandi occhi spalancati. - Certo che... siete proprio tanti, eh?! - mormorò sentendosi a disagio.

- Il castello è grande, mia Signora, c'è sempre molto da fare. - le spiegò Chibiki – E poi non avremmo altro posto dove andare... i Komainu sono al servizio dei Demoni Cane da generazioni: i padroni ci hanno offerto una casa e la loro protezione... servirli fedelmente è il minimo che possiamo fare. -

- Certo... capisco... - mormorò comprensiva Kagome guardando quelle piccole creature indifese che la fissavano ancora - Bene... ehm... allora... Chibiki ormai lo conosco... e tu piccolina, come ti chiami? - chiese alla piccola Komainu vicino a lei

- I-io sono... Atsuko, Signora. - mormorò con un filo di voce imbarazzatissima.

- Sembri ancora una bambina... e già lavori? - le chiese curiosa Kagome

Atsuko annuì, rossa come un peperone.

- Atsuko è la mia sorellina. - spiegò Chibiki – Per lo più si occupa di riordinare le stanze che non vengono usate e da una mano qui in cucina. Non è ancora abbastanza brava da servire i padroni. -

- Beh... con me sei stata molto brava, Atsuko. - la incoraggiò indicandole il cuscino – E' stato un pensiero molto gentile e sei stata anche velocissima. E gli altri invece? -

Mentre aspettavano che la tisana fosse pronta, Kagome conobbe tutti i servitori: si complimentò con le cuoche, supplicandole di darle la ricetta di un piatto che a Inuyasha era piaciuto molto; con i giardinieri, che le dettero un sacco di consigli su come curare le sue piante medicinali; con i camerieri, che riuscivano a rispondere sempre prontamente anche al più flebile dei battimani... in breve tempo il ghiaccio fu rotto e le espressioni stupite di prima lasciarono il posto a timidi sorrisi.


 

- Vi sentite meglio adesso? - chiese Chibiki premuroso quando Kagome ebbe finito la sua tisana.

- Sì, grazie. - rispose Kagome

- Vi andrebbe di mangiare qualcosa, Signora? A cena non avete toccato cibo. - le chiese Aina, una delle cuoche, a cui non era sfuggito che il suo vassoio era tornato indietro ancora pieno.

- Beh... in effetti... se è avanzato un po' di riso... - ammise Kagome

La cuoca si mise subito ai fornelli e, approfittando della distrazione di Kagome che stava di nuovo chiacchierando con gli altri intorno al fuoco, insieme al riso le preparò anche delle verdure.

- Ecco a lei, Signora. - disse, quando ebbe finito, mettendo il vassoio davanti a Kagome, con un inchino.

- Oh Aina... non dovevi disturbarti, sarebbe bastato anche solo il riso. - la rimproverò dolcemente Kagome.

- Nessun disturbo, mia Signora. E' un onore potervi servire di persona. - rispose la cuoca chinando il capo.

Kagome mangiò tutto con appetito, in effetti aveva proprio fame, infine si congedò ringraziando tutti per la pazienza e la compagnia e scusandosi di nuovo per averli svegliati.

- Mi chiamerete la prossima volta? - le chiese Chibiki sorridendole gentile

Kagome rise piano:

- Sì, Chibiki, ho imparato la lezione! Grazie ancora di tutto, buonanotte! -


 

- Dov'eri sparita? - biascicò tra il sonno Inuyasha quando Kagome scivolò di nuovo tra le sue braccia.

- Avevo fame e sono stata assalita da un'orda di Komainu decisi a viziarmi. - rispose lei ridendo

- Mmmhhh... quando imparerai che non voglio robaccia tra di noi. - mugolò Inuyasha slacciandole la sottoveste e stringendo a sé il corpo nudo di lei. - Ecco... così va molto meglio... -

- Ok... ma non farti illusioni, è ora di dormire. - concesse Kagome baciandolo piano sulle labbra – Hai capito anche tu, signorino... là sotto?! - gridò piano, sotto le coperte, rivolta alle parti basse di Inuyasha che già premevano contro il suo bassoventre – E' inutile che insisti! Non attacca! -

Inuyasha scoppiò a ridere abbracciandola stretta, prima di addormentarsi di nuovo.


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Glossario

shouji : porta scorrevole in carta di riso, divisa in piccoli riquadri da un telaio di legno o bambù.


 

Angolo dell'autrice

Sono stata melensa?! Non lo so, ditemi voi...

Rileggendo il capitolo mi è venuto il dubbio che forse una scena come quella delle cucine ci sia anche in un qualche libro di Harry Potter... se è così me ne scuso, non era mia intenzione copiare, volevo solo introdurre almeno un po' anche questi personaggi (che in un prossimo futuro avranno un loro piccolo perché). Spero non sia venuta troppo uguale (sinceramente non me la ricordo).

Alla prossima ^_^

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Capitolo 24
*** Aldilà ***


Kagome si svegliò di nuovo, poco prima dell'alba, vide che Inuyasha dormiva ancora e si accoccolo ancora più stretta al suo petto, di nuovo assalita dall'ansia all'idea della sua imminente missione. In quella posizione si ritrovò con il rosario di Inuyasha proprio davanti agli occhi, muovendosi piano, lo sfiorò con la punta delle dita:

- Proteggilo, ti prego. - bisbigliò con tutta sé stessa – Proteggilo, proteggilo, proteggilo... - ripeté quella parola un'infinità di volte, come un mantra, finché sentì Inuyasha agitarsi un po' nel sonno e poi lo vide aprire lentamente gli occhi.

- E' quasi ora, eh?! - disse ancora assonnato, guardando il vago chiarore dell'alba iniziare a filtrare dai sottili riquadri di carta di riso della porta scorrevole.

- Ancora cinque minuti... - mormorò Kagome stringendolo forte a sé, non voleva lasciarlo andare.

Inuyasha sorrise abbracciandola e accarezzandole i capelli, avrebbe dato qualsiasi cosa per restarsene lì con lei... magari a fare di nuovo l'amore.

- Kagome, meglio se mi alzo, a momenti arriverà il piccoletto con la colazione, non vorrai mica che ci trovi così?! - cercò di scherzare

- Chibiki... Si chiama Chibiki... Quando te lo ficcherai in quella testaccia dura! - lo rimproverò lei che non aveva nessuna voglia di scherzare, continuando a stringersi a lui

Inuyasha emise un profondo sospiro:

- Ehi, non eravamo d'accordo che non mi sarebbe successo niente e che tornerò sempre da te? - le disse sollevandole delicatamente il mento per costringerla a guardarlo in faccia.

Kagome lo guardò e annuì con gli occhi velati di lacrime, allentando un po' la sua stretta e Inuyasha ne approfittò per sottrarsi al dolce contatto della sua pelle morbida contro il suo corpo e uscire a malincuore dal letto. Kagome rimase a guardalo stingendosi nelle coperte che conservavano ancora un po' del calore di lui e gli sorrise triste mentre lo guardava girare nudo per la stanza a raccogliere i suoi abiti sparsi ovunque nella passione della sera prima:

- Ti ho mai detto che sei proprio bello? - gli disse semplicemente

Lui la guardò un attimo stupito, arrossendo un po':

- N-no. - rispose imbarazzato

- Beh allora te lo dico adesso! Mi piace tutto di te. - confessò candidamente sorridendogli con più convinzione, prima di alzarsi ed avvicinarsi a lui, infilandosi lentamente la sottoveste.

- Anche a me piace tutto di te. - rispose Inuyasha ricambiando il suo sorriso e ammirando quello splendido corpo mentre, purtroppo, spariva sotto i vestiti.

Kagome dovette intuire i suoi pensieri perché, quando lo raggiunse, gli rivolse uno sguardo malizioso bisbigliando:

- Tranquillo, stasera toglierò di nuovo questa... “robaccia”, come la chiami tu... Non dovrai fare altro che essere qui. -

Inuyasha, che nel frattempo si era già rivestito, la attirò a sé e la baciò con passione come se non volesse più lasciarla andare:

- Allora non posso proprio mancare. - bisbigliò riprendendo un attimo fiato prima di ricominciare a baciarla di nuovo.

Erano ancora persi in quel bacio, quando Chibiki arrivò con i vassoi della colazione, aprì la porta scorrevole ma si bloccò immediatamente paralizzato dall'imbarazzo e la richiuse di scatto:

- Pe-perdonatemi, Signori! - mormorò dalla veranda

Inuyasha e Kagome trattennero a stento una risatina.

- Entra pure, Chibiki, non preoccuparti. - disse Inuyasha divertito indugiando ancora un attimo ad ammirare il volto sorridente di sua moglie.

Chibiki riaprì timidamente la porta e sistemò i vassoi senza osare guardarli in faccia, ancora rosso fino alla punta delle orecchie:

- Co-come vi sentite stamattina, mia Signora? - chiese un po' impacciato

- Meglio – rispose Kagome con un sorriso mentre si pettinava i capelli davanti allo specchio – Molto meglio, grazie. -

- Mi sono comunque preso la libertà di prepararvi ancora un po' di tisana, se la gradite. - spiegò versandola in una tazza

- Che gentile! Grazie. - rispose lei sedendosi al suo posto davanti al suo vassoio e bevendo un lungo sorso di tisana – E voi come state? Siete riusciti a dormire abbastanza? Mi sento ancora in colpa... -

- Non dovete preoccuparvi, mia Signora. In realtà la vostra visita ci ha fatto molto piacere... - rispose Chibiki

- Ehi, mi sono perso qualcosa?! - intervenne Inuyasha

Mentre facevano colazione e Chibiki sistemava la stanza, riponendo i futon, Kagome raccontò a Inuyasha la sua piccola avventura in cucina e per tutta risposta si ritrovò rimproverata da Inuyasha e difesa da Chibiki.

Avevano appena finito che un altro servitore venne ad avvisarli che il Signor Sesshomaru era pronto.

- Allora vado. - dichiarò Inuyasha

- Aspetta un attimo, ti accompagno! - esclamò allarmata Kagome

- E va bene.. - concesse Inuyasha con un sospiro – Ma sbrigati! Lo sai che al “fratellone” non piace aspettare. - così dicendo uscì sulla veranda insieme a Chibiki che si apprestava a riportare i vassoi in cucina.

- Ehi... psss... - bisbigliò piano al Komainu facendogli segno di avvicinarsi – Senti... a te piace mia moglie, vero? Voglio dire... ho l'impressione che tu l'abbia presa in simpatia, giusto?! - sussurro con aria complice abbassandosi per guardarlo in faccia

- Ce-certo, Padrone. - rispose impacciato Chibiki – La Signora è molto buona e gentile con noi Komainu, le vogliamo già tutti bene... - confessò

- Sì, certo... - rispose Inuyasha con un sorrisetto comprensivo prima di tornare serio – Però è anche testarda e molto intraprendente, sempre pronta a buttarsi a capofitto incurante dei rischi, specialmente se pensa che qualcuno sia in pericolo. E' assolutamente incapace di stare ferma a guardare! -

Chibiki lo guardò con la faccia di uno che voleva dargli ragione, ma non osava fare commenti.

- Fammi un favore, piccoletto: tienila d'occhio per me, ok?! Impediscile di ficcarsi nei guai mentre non ci sono, sono terrorizzato all'idea che le venga in mente di seguirmi. - confessò con un sospiro

- Questo è un ordine, Padrone? - chiese Chibiki sorridendo anche lui comprensivo

Inuyasha lo guardò perplesso:

- Beh... ecco... Sì?! - rispose incerto

- Benissimo! Sapete... gli ordini del Padrone vengono prima di quelli della Signora. - spiegò allusivo Chibiki – Sarà fatto, mio Signore.- concluse chinando il capo e recuperando tutta la sua solita compostezza.


 

Kagome finì rapidamente di vestirsi e prese Tessaiga, che Inuyasha aveva lasciato appoggiata vicino alla porta, evidentemente contando di rientrare. Osservò un attimo la spada, preoccupata, e la sfilò leggermente dal fodero per osservare la lama, apparentemente vecchia e arrugginita.

- Oggi più che mai, lo affido a te, Tessaiga... - mormorò rivolta alla spada – Riportalo a casa, ti prego. -

La vecchia lama, sembrò brillare per un attimo, come se stesse per risvegliarsi, ma Kagome la richiuse rapida nel fodero e raggiunse suo marito fuori dalla stanza.

- Ah! Grazie. - mormorò distrattamente Inuyasha prendendo la spada che lei gli porgeva e sistemandola al suo solito posto, sul fianco. - Andiamo, dai! - la incitò poi sorridendo appena.

Kagome si strinse forte al suo braccio e insieme si avviarono all'entrata principale, dove Sesshomaru li stava aspettando, infondo alla scalinata, insieme ad Ah-Un e al resto dei Demoni Cane giunti a palazzo, che attendevano intorno al trono dov'era seduta la madre di Sesshomaru. Quando si ritrovò davanti tutti quei demoni, Kagome ringraziò il cielo di aver bevuto la sua tisana, infatti l'aria era decisamente pesante: oltre ai capifamiglia, che in tutto erano dieci, ne erano arrivati molti altri, tra uomini, donne e anche alcuni ragazzi che probabilmente erano lì per affrontare la loro prima battaglia, saranno stati più di cinquanta; una distesa di armature e chiome argentate.

- Sesshomaru dice che ne arriveranno altrettanti. - le spiegò Inuyasha – Pensi di farcela, tesoro?! - le chiese premuroso

Kagome impallidì e rispose poco convinta:

- Forse... - poi mormorò tra sé e sé - ... se me la faccio in vena, la tisana! -

- Andiamo Inuyasha. - ordinò Sesshomaru vedendolo arrivare in cima alla lunga scalinata.

- Sì, un attimo. - rispose Inuyasha scendendo il primo scalino e voltandosi verso Kagome per un ultimo saluto. - Allora... io vado, eh?! Tu fai la brava, non far impazzire Chibiki, ok?! - scherzò

- Sì – bisbigliò lei annuendo con un sorriso, ma aveva gli occhi pieni di lacrime. All'improvviso gli gettò d'impulso le braccia al collo – Stai attento, amore mio! E non allontanarti da Sesshomaru e da Tenseiga per nessun motivo! - si raccomandò disperata.

Inuyasha la strinse forte un'ultima volta prima di lasciarla andare e allontanarla delicatamente da sé. Era consapevole di avere gli occhi di tutti i presenti puntati addosso e si sentiva a disagio, ma quando la guardò di nuovo negli occhi non riuscì a resistere e le depose un bacio leggero sulle labbra... e al diavolo gli spettatori!

- Tornerò presto, amore mio, vedrai! - le mormorò con un sorriso prima di voltarsi e raggiungere velocemente Sesshomaru che lo aspettava infondo alla scalinata.

- Scusa il ritardo. - disse salendo rapido in groppa ad Ah-Un.

Sesshomaru non fece commenti, Inuyasha lanciò un'ultima occhiata a Kagome e la vide mandargli un ultimo bacio, salutandolo con la mano e sforzandosi di sorridere. Si voltò di nuovo verso suo fratello e annuì deciso per ribadire il fatto che era pronto.

- Andiamo. - ripeté di nuovo Sesshomaru e insieme spiccarono il volo.


 

Volarono a lungo fino a raggiungere un'arida distesa rocciosa, Inuyasha non vedeva quel luogo da quattro anni, lui e Sesshomaru atterrarono vicino ad una fenditura nella roccia, che penetrava nel terreno formando una profonda caverna tappezzata di ossa e cadaveri pietrificati: era la via per raggiungere il portale che conduce al confine con l'aldilà.

Lasciarono Ah-Un fuori dalla caverna e si incamminarono in silenzio nell'oscurità della grotta, rischiarata appena dalla luce di qualche torcia appesa alle pareti. Camminarono a lungo finché non raggiunsero il fondo della caverna, dove ritrovarono l'antico portale chiuso da pesanti catene e sorvegliato da due giganteschi guardiani di pietra, Gozu e Mezu. Inuyasha non aveva decisamente un buon ricordo di quel luogo, ma continuò a seguire Sesshomaru che invece avanzava sicuro come suo solito e si fermò solo davanti al portale. A quel punto, le statue presero vita e la loro voce tonante risuonò per tutta la caverna:

- Volete passare? - chiesero semplicemente

- Tsk! E adesso voglio proprio vedere come te la caverai, “caro fratellone”! - esclamò sprezzante Inuyasha.

Il giorno prima, discutendo i dettagli della loro missione, Sesshomaru aveva insistito per seguire quella strada piuttosto che aprire un Meido in un posto qualsiasi, ma come suo solito non si era certo sperticato in spiegazioni dettagliate. Ciò nonostante Inuyasha lo aveva seguito senza protestare: in fin dei conti, tutto si poteva dire di Sesshomaru tranne che fosse uno che non sa il fatto suo.

“Se è così convinto avrà le sue ragioni.” si era detto Inuyasha e quel pensiero aveva subito risvegliato una folle idea che gli aveva attraversato la mente come un fulmine

“Possibile... che stia iniziando a fidarmi di lui?! Ad ammirarlo, addirittura?! No! No! Tra noi non c'è quel tipo di rapporto... e non ci sarà mai! Non saremo mai... fratelli...” aveva pensato ricacciando subito indietro quell'idea assurda “La nostra è solo una tregua temporanea!”

- Credi che ti lasceranno passare per il tuo bel faccino?! - proseguì ironico Inuyasha, alle spalle di suo fratello.

Sesshomaru gli lanciò un'occhiataccia da sopra la spalla e la sua bocca si contorse appena in un sorrisetto sprezzante che fece venire i brividi a Inuyasha: era la prima volta che vedeva suo fratello con un'espressione che non fosse l'impassibilità più assoluta.

- Sì, qualcosa del genere... - rispose quasi divertito tornando a rivolgere la sua attenzione al portale.

- Rispondete! Volete passare? - chiesero di nuovo Gozu e Mezu.

- Mi sembra ovvio. - rispose atono Sesshomaru.

“Stupido!” pensò Inuyasha portando la mano all'elsa di Tessaiga e preparandosi al peggio.

- Per questa porta passano solo i morti... - proseguì Gozu pronto a farsi avanti

- ... e chi vuole passare deve morire per mano nostra. - concluse Mezu avanzando minaccioso

- Ne siete proprio sicuri? - chiese tranquillo Sesshomaru sguainando Tenseiga con un gesto deciso.

“Maledizione!” pensò Inuyasha pronto a scattare ma si bloccò di colpo stupito.

I due enormi guardiani di pietra si fermarono spaventati alla vista di Tenseiga, subito indietreggiarono, lasciando libero il passaggio, e si inginocchiarono ai lati del portale che iniziò lentamente ad aprirsi.

- Ma che diavolo...?! - esclamò Inuyasha che non credeva ai suoi occhi

- Voi che avete una spada che non è di questo mondo... - dichiarò Gozu

- ... una spada che è in grado di ferirci... - proseguì Mezu

- ... potete passare! - conclusero all'unisono.

Sesshomaru rinfoderò Tenseiga e si incamminò tranquillamente verso il portale:

- Muoviti, Inuyasha! - ordinò perentorio al mezzodemone che stava ancora osservando la scena a bocca spalancata, paralizzato dallo stupore.

- Ma come diavolo hai fatto???!!! - esclamò Inuyasha riscuotendosi e affrettandosi a raggiungere Sesshomaru.

- Prendi esempio da loro, Inuyasha: impara a riconoscere i tuoi limiti. - rispose glaciale Sesshomaru attraversando il portale che si richiuse lentamente alle loro spalle.

- Di' la verità, maledetto! Sei voluto passare di qua solo per farti bello, non è vero?! - ringhiò offeso Inuyasha

Di nuovo l'ombra di un sorrisetto ironico sembrò comparire sul volto di Sesshomaru.

- Ecco cosa si guadagna ad andare a letto con un'umana: un figlio stupido! - commentò continuando ad avanzare

- La verità è che sei solo un pallone gonfiato! - sbraitò Inuyasha che lo seguiva passo passo.

- Dimmi, Inuyasha, dove si svolse il nostro ultimo scontro? Prima che finissimo nel Meido. - gli chiese indifferente Sesshomaru

Inuyasha, fu colto alla sprovvista da quella domanda e dovette riflettere un po' prima di ricordare:

- In quel mondo assurdo dove ci spedì Byakuya, no?! -

- No! - rispose Sesshomaru – Quella era solo un'illusione, di fatto non ci siamo mai mossi dalla radura dove avevamo iniziato il nostro duello. Ed è esattamente lì che ci hanno riportato Tessaiga e Tenseiga. - spiegò – E anche quella volta con Rin, partimmo dal castello e facemmo ritorno al castello. Quindi per poter raggiungere il corpo di nostro padre, una volta recuperata la sua anima, è dalla sua tomba che dobbiamo partire... Ma, come ti dicevo, tu sei troppo stupido per capire una cosa così ovvia! - concluse con un ghigno.

Inuyasha fu costretto ad accusare il colpo senza riuscire a ribattere, doveva ammetterlo: un'idea del genere non l'aveva minimamente sfiorato; fosse dipeso da lui, impulsivo com'era, avrebbe sguainato Tessaiga e scagliato il suo Meidozangetsuha così su due piedi, dovunque si trovasse.

“Forse, tutto sommato, ho fatto davvero bene a lasciare il comando di tutto a Sesshomaru, si sta rivelando uno stratega decisamente migliore di me.” pensò, con una punta di invidia, Inuyasha.

- Vediamo di darci una mossa! - esclamò Sesshomaru spiccando nuovamente il volo.

- Ehi! Aspettami! - lo richiamò Inuyasha che si arrampicò a balzi su uno spuntone di roccia cercando di stargli dietro. Raggiunta la sommità di quel sottile pinnacolo, Inuyasha spiccò un ultimo balzo in direzione di uno di quegli uccelli scheletrici che attraversavano il cielo di quel mondo al confine con l'aldilà, atterrandogli in groppa e costringendolo a seguire Sesshomaru.

Non passò molto tempo che furono in vista di quell'enorme scheletro che ormai era familiare a Inuyasha e che costituiva la tomba, nonché il corpo stesso, del suo defunto padre.

- Ci siamo. - dichiarò Sesshomaru fermandosi in aria di fronte al grande scheletro – E' il tuo turno, Inuyasha! -

Inuyasha sfoderò Tessaiga, chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro lasciando che il suo sangue demoniaco scorresse libero e impetuoso come in quella notte, con Kagome, nella grotta dei Demoni Lupo. A malincuore cancellò l'immagine di lei dalla sua mente, le mancava come l'aria ma non era quello il momento di pensare a lei, doveva concentrarsi sul suo obbiettivo! Inconsciamente strinse forte il pugno intorno al suo rosario e quando riaprì gli occhi, erano rossi come il sangue, le guance segnate dai marchi demoniaci, zanne e artigli ancora più lunghi e affilati del solito.

- MEIDOZANGETSUHA!!! - gridò con una voce roca e profonda, che non sembrava nemmeno la sua. La lama di Tessaiga fendette l'aria sotto di lui aprendo sul terreno una gigantesca voragine nera a forma di mezzaluna.

- Andiamo! - lo incitò di nuovo Sesshomaru lanciandosi senza indugi in quella fenditura.

Inuyasha saltò nel vuoto insieme a suo fratello, ed entrambi si ritrovarono a fluttuare nelle tenebre dell'aldilà.

- Bene, che si fa adesso? - chiese Inuyasha

Per tutta risposta, Sesshomaru sfoderò di nuovo Tenseiga e lentamente, dall'oscurità sotto di loro apparve uno stretto sentiero di roccia, posto sulla sommità di una scogliera che proseguiva lunga e tortuosa a perdita d'occhio.

- E questo che significa?! - chiese Inuyasha mentre atterravano leggeri all'inizio del sentiero

- Questa è la via che porta all'aldilà. - spiegò Sesshomaru – All'altro capo di questo sentiero c'è il luogo dove si trova nostro padre e tutti coloro che hanno lasciato il mondo dei vivi. -

- Beh, c'aspetta una bella scarpinata allora! - esclamò ironico Inuyasha cercando di vedere la fine di quel percorso, ma pensò che nemmeno quel bellimbusto di Kiba ci sarebbe riuscito.

- Non abbassare la guardia! - gli intimò Sesshomaru – Non sarà una scampagnata! -

Avevano mosso solo pochi passi lungo il sentiero, quando Inuyasha avvertì un forte fragore alle sue spalle e un rumore di rocce che franavano e cadevano in mare. Si voltò di scatto per vedere cosa stesse succedendo e sentì una chiara e netta sensazione attanagliargli la gola: la sensazione di essere in trappola! Non solo vide il sentiero crollare lentamente alle loro spalle, ma anche la mezzaluna del suo Meido si stava richiudendo. Per quanto si aspettasse quest'ultimo, avvenimento avvertì ugualmente un brivido freddo percorrergli la schiena e non poté fare a meno di chiedersi, per un istante, se sarebbero veramente riusciti a tornare indietro. Il suo pensiero corse di nuovo a Kagome, ai suoi occhi pieni di lacrime che gli supplicavano di non andare:

“Tornerò da te, amore mio. A qualsiasi costo!” pensò più deciso che mai stringendo di nuovo il rosario, come se in quel modo potesse sentirla più vicina, mentre continuava ad avanzare lungo il sentiero al fianco di Sesshomaru.

Sentì un rumore di flutti che si infrangevano alla base della scogliera e mosso dalla curiosità provò a sbirciare di sotto sporgendosi appena. Un inquietante liquido, scuro e fumante, avvolgeva tutto come fosse un mare, non si capiva se fosse lava o una sorta di miasma liquido velenoso, in ogni caso non prometteva niente di buono.

- Vedi di non finirci dentro. - si raccomandò Sesshomaru senza alcuna nota di premura nella sua voce.

Il grido gracchiante di una bestia spaventosa fendette l'aria, Inuyasha fece appena in tempo ad alzare lo sguardo che vide una specie di enorme serpente marino, nero e con un occhio solo, emergere da quel mare oscuro e lanciarsi contro di lui con le fauci spalancate. Istintivamente fece un balzo indietro, per non farsi divorare in un boccone, ma così facendo si allontanò da Sesshomaru e per poco non finì in mare. Le ginocchia gli cedettero e si accasciò a terra sul bordo della scogliera, sentì il cuore rallentare i suoi battiti e il respiro farsi sempre più affannoso; pensò che avrebbe perso conoscenza ma qualcosa di lungo e lucente gli si avvolse attorno al tronco e alle braccia, trascinandolo via di peso.

- Che diavolo fai, idiota?! Vuoi farti ammazzare?! - lo rimproverò la voce severa di Sesshomaru. Era stato lui, con la sua frusta di luce, a trarlo in salvo. Inuyasha sentì i suoi battiti tornare regolari e l'aria raggiungere di nuovo ogni angolo dei suoi polmoni.

- Gra-grazie, Sesshomaru – balbettò sollevato.

A quelle parole suo fratello gli rivolse una strana occhiata, si irrigidì infastidito e si voltò riprendendo il cammino.

- Andiamo. - disse scocciato – Razza di stupido! - borbottò poi a mezza voce.

Inuyasha si rimise subito in piedi e gli corse dietro con un sorrisetto divertito: aveva appena messo in imbarazzo suo fratello maggiore, era pronto a scommetterci, anche se lui si sforzava di non darlo a vedere.

- Stai in guardia! E non allontanarti da me! - gli intimò di nuovo Sesshomaru visibilmente arrabbiato - Le creature di questo mondo possono essere uccise solo da Tenseiga, vedi di ficcartelo in quella testaccia vuota! Ed è sempre la barriera di Tenseiga a tenere la tua inutile vita attaccata al tuo ancor più inutile corpo! Allontanati ancora da me e sarò costretto a spiegare alla tua cara mogliettina in quale modo stupido è rimasta vedova! -

- Ok! Ok! Hai reso l'idea! - si schermì Inuyasha

“Roba da non credere! Possibile che Sesshomaru sia preoccupato per me?!” pensò stupito Inuyasha “Beh, infondo è logico, sono io che ho la chiave per uscire di qui...” a quel pensiero non riuscì a trattenersi:

- Comunque vorrei farti notare, caro il mio intelligentissimo fratellone, che se io tiro le cuoia nemmeno tu potrai uscire di qui, quindi dubito che tu possa raccontare qualcosa a Kagome. - lo stuzzicò Inuyasha.

- E in che modo, caro il mio stupidissimo fratellino, questo ti consola?! Credevo ci tenessi a tornare da lei... - sibilò tra i denti Sesshomaru guardandolo storto.

Inuyasha accusò di nuovo il colpo, possibile che non riuscisse a tenergli testa nemmeno a parole!!!

- Ti preferivo quando stavi zitto! - smucciò Inuyasha scocciato

Fu un istante e Inuyasha si ritrovò scaraventato a terra, la mano di Sesshomaru intorno alla gola, pensò che se la fosse presa e l'avesse attaccato; infuriato, cercò di divincolarsi dalla sua stretta.

- STA' GIU'! - gridò Sesshomaru sopra di lui, lasciandolo finalmente andare, per spiccare un salto verso un altro di quegli spaventosi serpenti marini che era appena passato proprio sopra le loro teste, scavalcando con un balzo il sentiero per l'aldilà.

Sesshomaru atterrò sulla lunga schiena del mostro e con un fendente tagliò in due il corpo del serpente. Stava ricadendo verso il sentiero quando un altro di quei mostri emerse improvvisamente da quelle acque oscure e gli si lanciò contro inferocito, ma lui non si scompose, tese Tenseiga davanti a sé e divise in due la testa del mostro. Nemmeno il tempo di riprendere fiato e altri due bestioni s'ersero da quelle acque infernali, uno di loro gli si parò davanti in tutta la sua altezza sibilando minaccioso mentre l'altro si lanciò su Inuyasha ancora a terra in mezzo al sentiero. Accortosi del pericolo, Sesshomaru tagliò di netto la testa al serpente che aveva davanti, poi, senza indugio, scagliò Tenseiga contro il mostro che stava per avventarsi su Inuyasha, trapassandogli la nuca e inchiodandolo a terra, il serpente si contorse un attimo, scosso da movimenti involontari, prima di esalare l'ultimo respiro. Sesshomaru fece per lanciarsi a recuperare Tenseiga quando un movimento repentino alle sue spalle lo colse alla sprovvista: un altro serpente si fece largo tra i corpi dei suoi compagni, che stavano ancora ricadendo in mare, puntando dritto su Sesshomaru; il Demone Cane riuscì ad evitare per un soffio le sue zanne affilate ma mentre il mostro ricadeva in mare, con un colpo di coda, lo scaraventò lontano sul sentiero di roccia, schiantandolo a terra in una nube di polvere.

Inuyasha, che aveva assistito impotente a tutta la scena senza nemmeno avere il tempo di reagire, alla vista di suo fratello a terra, scattò come una molla: quel mostro l'aveva lanciato troppo lontano da lui e da Tenseiga. Sesshomaru era in pericolo! Anche se lui era un demone completo, lontano dall'influsso della sua spada rischiava di morire. Con un balzo, Inuyasha raggiunse il mostro che giaceva a terra davanti a lui, bloccato da Tenseiga; senza pensarci due volte afferrò la spada e la estrasse dal cadavere correndo veloce verso Sesshomaru

- Sesshomaru! Alzati, Sesshomaru! - gridava Inuyasha allarmato, ma non vide nessuna reazione – Ehi svegliati! - ripeté avvicinandosi a lui.

Sesshomaru giaceva a terra immobile, privo di sensi, Inuyasha lo scrollò con forza.

- Allora, brutto stupido, ti decidi a svegliarti, non è il momento di poltrire! - sbraitò, poi si fermò un attimo per osservarlo meglio e si accorse che non respirava.

Fu come se qualcosa si spezzasse dentro di lui, rimase a fissare atterrito suo fratello per un lungo istante, senza riuscire a pensare a niente, prima di riscuotersi. Lo afferrò malamente per il risvolto del suo abito e lo scosse con forza:

- Sesshomaru, brutto idiota, muoviti, apri gli occhi! - gridava disperato – Maledetto, non t'azzardare a mollarmi qui da solo! Ehi! Mi hai sentito?! - gridò mollandogli un sonoro ceffone – Non puoi crepare, adesso! Sono io che ti devo ammazzare! Apri gli occhi! Apri gli occhi... - sentì la voce morirgli lentamente in gola e gli occhi pizzicare – Sei il mio unico fratello, maledizione, non puoi lasciarmi anche tu... - mormorò con voce rotta accasciandosi e appoggiando la fronte sul suo petto.

Di nuovo un grido stridente alle sue spalle lo fece riscuotere, era il mostro che aveva atterrato Sesshomaru, era pronto a tornare alla carica. Inuyasha lo guardò con occhi carichi di odio.

- Me la pagherai! Me la pagherai, maledetto! Come hai osato far del male a mio fratello! - gridò con le lacrime agli occhi – Ti farò a pezzi, biscia schifosa!!! -

Senza riflettere afferrò Tenseiga con entrambe le mani e si lanciò sul serpente, che stava saltando fuori dall'acqua, tagliandolo in due per tutta la sua lunghezza, con un solo fendente. Nel far questo, però, commise un grosso errore: aveva spiccato un potente balzo fuori dal sentiero e adesso stava ricadendo inesorabilmente verso quel mare oscuro e inquietante, non aveva niente a cui aggrapparsi, niente sotto di lui a fermare la sua caduta, né una roccia né uno scoglio, persino i mostri sembravano spariti.

“E' finita! Non ho scampo! Perdonami Kagome...” pensò rassegnato, ma all'improvviso qualcosa, alle sue spalle, lo afferrò malamente per il suikan tirandolo verso l'alto. Inuyasha alzò lo sguardo preparandosi a trafiggere l'ennesimo mostro ma si bloccò di colpo.

- Se... Sesshomaru! Sei vivo!!! - gridò stupefatto e felice.

Fluttuando leggero nell'aria, Sesshomaru riportò Inuyasha sul sentiero.

- Certo che sono vivo, idiota! - sbottò Sesshomaru guardandolo con i suoi soliti occhi glaciali, poi distolse un attimo lo sguardo e, fissando un punto imprecisato all'orizzonte, aggiunse indifferente – Non posso mica lasciare solo un fratello stupido come te... -

Inuyasha sentì un brivido corrergli lungo la schiena: allora Sesshomaru l'aveva sentito?!

- A proposito... - riprese Sesshomaru tornando a guardarlo negli occhi, freddo e deciso come al solito, prima di mollargli una sberla da fargli girare la testa – Ecco! Adesso siamo pari! - dichiarò semplicemente.

- Pari un accidente! M'hai quasi slogato la mandibola! - sbottò dolorante Inuyasha massaggiandosi il mento e la guancia e voltandosi di nuovo a guardarlo.

Sesshomaru lo stava ancora fissando, con aria scocciata, tendendo una mano davanti a sé con il palmo rivolto verso l'alto. Per un attimo Inuyasha non capì il senso di quel gesto, poi si accorse che stava ancora stringendo in mano Tenseiga. Rabbrividì e, preso dal panico, mollò l'elsa, ma subito la riprese per non farla cadere, poi la mollò di nuovo come se scottasse... insomma non osava toccarla ma non voleva nemmeno sciuparla! Impacciato e a disagio, alla fine riuscì a porgerla a Sesshomaru che gliela strappò di mano senza tanti complimenti.

- Andiamo! - lo esortò di nuovo tornando a incamminarsi lungo il sentiero – E asciugati gli occhi! Non s'è mai visto un Demone Cane piangere! Tanto valeva che avessi una sorella... - borbottò infastidito ma un po' meno freddo del solito, camminando davanti a lui.

Inuyasha lo guardò un attimo allontanarsi sorridendo soddisfatto: Sesshomaru era salvo ed era il solito Sesshomaru e incredibilmente questo lo faceva sentire bene.

- Ehi! Mi stai per caso dando della femminuccia?! - sbottò cercando di provocarlo come al solito, ma senza riuscire a nascondere il suo sollievo, mentre si affrettava a raggiungerlo.


 

Camminarono lungo il sentiero per un tempo che sembrava infinito, addentrandosi sempre più nel buio dell'aldilà. Inuyasha iniziava a sentirsi un po' stanco, non gli era mai successo di mantenere così a lungo la sua forma demoniaca e questo cominciava a pesargli. Aveva il respiro affannoso e un cerchio alla testa che sembrava annebbiargli la mente sempre più, con il passare dei minuti... o forse erano ore... in quell'oscurità, con quel paesaggio immutato, aveva perso completamente la nozione del tempo.

Strinse forte l'elsa di Tessaiga, chiedendo tacitamente aiuto alla sua spada ma il sostegno che ne trasse fu decisamente troppo poco. Con una mano corse di nuovo al suo rosario:

“Aiutami tu, Kagome...” pensò afferrandolo con forza. Il rosario emise un tenue bagliore rosa, per un attimo Inuyasha temette che l'avrebbe schiantato a terra, come ai vecchi tempi, invece si ritrovò pervaso da una piacevole sensazione di calore, il calore di un abbraccio, un abbraccio di Kagome. Sentì la nebbia diradarsi dalla sua testa e l'aria entrare con meno fatica nei suoi polmoni.

“Grazie, amore mio.” pensò avvicinandosi il rosario alle labbra per sfiorarlo appena con un bacio.

- Tutto bene? - chiese atono Sesshomaru camminando di fianco a lui.

- Sì... sì... tutto a posto. - sospirò Inuyasha – Per fortuna quei mostri non c'hanno più attaccato... - commentò

- Non abbassare la guardia, te l'ho già detto. - lo rimproverò Sesshomaru – Questa calma non mi piace... -

A dispetto delle nere previsioni di Sesshomaru, però, percorsero ancora molta strada senza che succedesse assolutamente niente finché all'improvviso l'aria buia intorno a loro fu squarciata da un sinistro ululato.

Sesshomaru fu subito pronto, scattò davanti a Inuyasha facendogli scudo col suo corpo, Tenseiga in pugno

- Arriva! - mormorò

- Che cosa? - chiese Inuyasha frastornato

- Il segugio dell'aldilà – rispose piatto Sesshomaru.

Un'ombra scura avanzò rapida verso di loro attraverso il buio e un enorme cane nero comparve davanti a loro, gli artigli sguainati e la bocca spalancata pronto a divorarli. Sesshomaru si preparò a scagliarsi contro di lui, ma l'animale fu subito pronto ad aggirarlo, sembrava deciso a puntare verso Inuyasha.

“Perché?” si chiese Sesshomaru “E' perché io impugno Tenseiga o perché in lui c'è sangue umano?”

- Il tuo avversario sono io! - lo ammonì Sesshomaru frapponendosi di nuovo tra lui e Inuyasha, ma il segugio lo aggirò di nuovo.

“Così non si può continuare!” pensò di nuovo Sesshomaru

Lanciò un'occhiata rapida a Inuyasha:

- Prendi! - gli gridò lanciandogli Tenseiga.

Inuyasha la prese al volo balbettando:

- Ma-ma... che fai?! Che ti salta in testa?! -

Per un attimo il grosso cane nero sembrò spiazzato da quella mossa, sembrava non avere più il coraggio di avvicinarsi a Inuyasha ma non appariva nemmeno particolarmente interessato a Sesshomaru. Tra loro due era ancora Inuyasha quello che voleva!

- Dovrai farlo tu! - gridò Sesshomaru – Sali! - ordinò perentorio

Per un attimo Inuyasha rimase perplesso:

“Salire dove?!” si chiese guardandosi intorno.

Poi vide Sesshomaru iniziare a trasformasi in un grosso cane bianco.

- Stai scherzando?! - esclamò incredulo.

Un enorme occhio lo guardò con l'aria di non scherzare affatto. Inuyasha decise di non fare domande, spiccò un balzo e atterrò sulla groppa di suo fratello, ritrovandosi affondato in una nuvola di morbido e candido pelo. Era una sensazione veramente strana.

Con un balzo, Sesshomaru spiccò il volo puntando dritto verso il segugio. Inuyasha afferrò Tenseiga con entrambe le mani e si preparò a colpire ma non era affatto facile: i movimenti dei potenti muscoli di Sesshomaru, sotto di lui, lo sballottavano ad ogni falcata e inoltre il segugio non era certo così stupido da restarsene immobile ad aspettare di essere colpito. Ciò nonostante, provò ugualmente a vibrare un primo fendente, che purtroppo andò a vuoto.

Sesshomaru emise un sommesso ringhio di disapprovazione:

- La fai facile, tu! - si schermì Inuyasha – Riproviamo! -

Sesshomaru si voltò e ripartì alla carica, lanciandosi di nuovo verso il cane nero che li aspettava con la bocca spalancata. Il segugio lo evitò per un soffio, ma invece di allontanarsi, si avventò sulla sua schiena, puntando di nuovo a Inuyasha che si difese riuscendo a ferirlo a un occhio. Il segugio guaì e si contorse dal dolore, portando una delle enormi zampe all'occhio ferito, ma subito scrollò la testa come se questo bastasse ad allontanare il dolore e, furente di rabbia, si preparò ad avventarsi di nuovo contro i suoi avversari.

- Ok, è ora di finirla! - gridò Inuyasha alzandosi in piedi, sulla groppa di Sesshomaru.

Con un balzo si lanciò sul cane nero, atterrando sulla sua schiena, ma quello si contorse cercando di sbarazzarsi di quel passeggero indesiderato. Inuyasha scivolò e dovette tenersi alla pelliccia di quell'animale infernale, per non cadere nel vuoto. Vedendolo in difficoltà Sesshomaru torno alla carica e afferrò il segugio alla gola, immobilizzandolo. Rapido, Inuyasha risalì in groppa, corse verso la testa del segugio e la tranciò di netto con un colpo di Tenseiga; poi si ritrovò a precipitare nel vuoto insieme ai resti del suo avversario quando finì di nuovo su qualcosa di morbido e soffice: la pelliccia di Sesshomaru.

Fece appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo che avvertì una fitta al petto. Di nuovo quella sensazione: il cuore che perde un battito e l'aria che si rifiuta di entrare nei polmoni; Inuyasha si accasciò dolorante sulla schiena di Sesshomaru. Non riusciva a capire perché si sentisse in quel modo, eppure stringeva in pugno Tenseiga. Provò a scendere, lasciandosi scivolare a terra ma qualcosa glielo impedì: il muso di Sesshomaru. Gli stava forse dicendo di restare lì, di non sforzarsi?! Con un filo di voce mormorò:

- Non capisco... che mi succede? -

Uno sbuffo delle grosse narici di Sesshomaru fu la risposta: gli stava di nuovo dando dello stupido!

- E allora spiegamelo tu, genio! - mormorò Inuyasha indispettito

Il grosso cane bianco riprese lentamente il cammino. Inuyasha chiuse gli occhi e, con la mano libera, strinse di nuovo il suo rosario avvertendo subito un po' di sollievo. Iniziò a rilassarsi, cullato dal lento ondeggiare dei movimenti di Sesshomaru che rispose alla sua domanda con un abbaio secco e deciso.

- E io che ne sapevo... - biascicò Inuyasha nel dormiveglia prima di appisolarsi del tutto.


 

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Angolo dell'autrice

Sì, lo so... il segugio dell'aldilà dovrebbe essere una roba creata dal padre di Sesshomaru per fargli imparare a usare Meidozangetsuha... ma:

a) Mi piaceva! :P (la mamma di tutte le motivazioni! XD )

b) Mi sono fatta l'idea che in realtà si fosse limitato ad usare una creatura dell'aldilà “già esistente” ^_^

c) Sì, so anche che Sesshomaru l'aveva già abbattuto ma l'altra idea che mi sono fatta è che in realtà certe creature, indispensabili all'economia dell'aldilà, non si possano “uccidere” in senso stretto, li puoi eliminare temporaneamente ma poi “si riformano” (come i mostri di un videogioco, alla partita successiva XD )

d) altra idea che mi sono fatta è che, anche se l'ultima volta che sono stati al confine con l'aldilà, per uscire, Inuyasha e i suoi, avevano seguito Sesshomaru, in realtà non l'avevano visto “in azione” con i guardiani... e poi insomma se persino la Takahashi ha glissato alla grande su quel piccolo grande dettaglio dell'episodio (ovvero come si esce dal mondo dei morti, che a naso dovrebbe essere più complicato che entrare XD) ma perché mi ci devo fossilizzare io???!!! >o<

Ciò detto: secchio per i pomodori... ce l'ho! Altro secchio per l'insalata... ce l'ho! Ombrello contro le uova marce... ce l'ho! Tappi per le orecchi contro i fischi... ce l'ho! Ok, sono pronta, fan di Sesshomaru: commentate pure. XD

Alla prossima (se sopravvivo) :P

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Capitolo 25
*** Padre ***


Quando Inuyasha riaprì gli occhi, qualcosa di grosso e umido gli stava spintonando un braccio, era il tartufo di Sesshomaru. Di colpo Inuyasha si sentì sveglissimo, non riusciva a credere di essersi addormentato sulla schiena di suo fratello e soprattutto che lui gliel'avesse lasciato fare! Scivolò giù imbarazzato da quell'attimo di debolezza e Sesshomaru riprese di nuovo le sue solite sembianze:

- Ti sei ripreso? - chiese senza tradire nessuna emozione, come al solito

Inuyasha annuì non sapendo che dire e restituì Tenseiga al suo legittimo proprietario.

- Ci siamo! - disse Sesshomaru indicando un punto luminoso davanti a loro – Quella là infondo è l'entrata al Regno dei Morti. Immagino che sarà sorvegliata dallo stesso guardiano dell'altra volta, in ogni caso le mie conoscenze su questo mondo si fermano qui, non ho idea di cosa ci aspetterà dopo.-

Si rimisero in marcia e man mano che si avvicinavano al loro obbiettivo, Inuyasha riusciva a mettere a fuoco sempre più dettagli: davanti a quella luce si stagliava qualcosa di gigantesco e oscuro, con lunghe braccia che sembravano raccogliere qualcosa da terra per dirigerlo verso il cerchio di luce.

Era uno spaventoso gigante, di cui Inuyasha non riusciva ancora a distinguere il volto, e gli oggetti che raccoglieva da terra sembravano esseri umani, anzi ora che lo vedeva meglio, dietro quel gigante c'era un'intera montagna di esseri umani!

Quando finalmente raggiunsero la fine del sentiero, Inuyasha si rese conto che non era lui a non distinguere il volto del gigante, ma era quest'ultimo a non averne uno. Guardò in faccia Sesshomaru pronto a chiedergli il da farsi ma si bloccò di fronte alla sua espressione e, prima che potesse emettere alcun suono, sentì una voce provenire da dietro il gigante, una voce maschile, calda e profonda, forte e determinata, eppure in qualche modo gentile:

- Beh, dobbiamo salutarci, amico! A quanto pare i miei ragazzi sono venuti a prendermi! - disse semplicemente.

Solo allora Inuyasha si accorse che sulla sommità di quella montagna di esseri umani c'era un uomo, o meglio un demone: se ne stava tranquillamente seduto a gambe accavallate, un gomito puntato sul ginocchio e la mano chiusa a pugno a sorreggere il mento, con aria annoiata e indifferente; indossava una pesante armatura, simile a quella di Sesshomaru, sopra un kimono bianco; dalle spalle gli scendeva una folta pelliccia bianca, aveva lunghi capelli d'argento legati in una coda alta e il viso rigato da marchi demoniaci uguali a quelli di Inuyasha, i grandi occhi dorati fissavano divertiti il gigantesco guardiano davanti a lui.

Inuyasha lo fissò sbalordito. Possibile che quello fosse... suo padre?!

Il guardiano però non sembrò prendere bene le parole del Generale Cane: emise un grido assordante sollevando le braccia minaccioso.

- Su... andiamo... - proseguì per niente impressionato il Generale – Perché vuoi costringermi a farti del male? -

Per tutta risposta, il guardiano si agitò ancora di più, gridando tutta la sua rabbia.

Il Generale alzò gli occhi al cielo sbuffando annoiato, poi tranquillamente sfilò il pugno da sotto il mento, senza scomporsi, protese la mano in avanti con il palmo verso l'alto e fece scattare le dita in direzione di Sesshomaru, come per dire “Dai qua!”

Sesshomaru, che lo guardò con un ghigno divertito, non se lo fece ripetere due volte e gli lanciò Tenseiga. Con un gesto fulmineo il Generale la prese al volo e spiccò un potente salto; in aria sopra la testa del gigante, sollevò la spada sopra la sua spalla sinistra e lasciandosi semplicemente ricadere, squarciò il tronco del gigante aprendovi un'enorme ferita dalla spalla destra fino al fianco sinistro, per poi atterrare tranquillamente di fronte ai suoi figli.

Il gigante emise un potente grido di dolore e si accasciò in avanti.

- Quante storie per un taglietto! - borbottò il Generale – Dai! Continua il tuo lavoro! Io vado a farmi un giro, ci rivediamo tra tre giorni! -

A quel punto, finalmente, i suoi occhi si posarono sui suoi figli, lì scrutò entrambi, serio, per un lungo istante:

- Questo è il limite massimo oltre il quale nemmeno Tessaiga e Tenseiga possono portarvi, così vi sono venuto incontro. - spiegò semplicemente

- Sapevate del nostro arrivo?! - chiese Sesshomaru

- Ovvio! Ma non perdiamoci in chiacchiere! - rispose deciso il Generale prima di rivolgere a Inuyasha un sorrisetto beffardo:

- Forza figliolo, tiraci fuori di qui! -

Solo allora Inuyasha si riscosse e si rese conto che, per tutto il tempo, aveva continuato a fissare suo padre a bocca aperta:

- Eh?! Sì! Certo! Subito! - balbettò impacciato

Sfoderò Tessaiga deciso, ma subito si bloccò rendendosi conto di non sapere dove colpire. Vide suo padre avvicinare Tenseiga a Tessaiga e, per un istante, le due spade pulsarono all'unisono, poi il Generale vibrò un colpo davanti a sé con Tenseiga; sul momento non successe niente ma, dopo pochi istanti, in lontananza, comparve una lama di luce. Inuyasha capì che quello era il punto verso cui doveva lanciare il suo attacco; si sentiva molto nervoso ad usare la sua spada proprio sotto lo sguardo attento di suo padre, ma si fece coraggio, trasse un profondo respiro e vibrò un potente fendente gridando:

- MEIDOZANGETSUHA! -

Il familiare taglio a forma di mezzaluna si aprì nell'aria davanti a loro, ma questa volta il panorama dall'altra parte non era buio come al solito: nella fitta nebbia si intravedevano lunghi spuntoni di roccia, grandi uccelli scheletrici che solcavano il cielo e l'enorme scheletro del Generale.

Inuyasha non poté fare a meno di lanciare un'occhiataccia a Sesshomaru che gli rispose semplicemente sollevando appena un sopracciglio, espressione a cui Inuyasha rispose smucciando scocciato: per un attimo aveva sperato che la teoria di Sesshomaru si rivelasse sbagliata, ma a quanto pareva suo fratello aveva ragione.

Uno dopo l'altro, i tre demoni cane, attraversarono il passaggio ritrovandosi di nuovo al confine con l'aldilà. Il Generale alzò lo sguardo e rivolse una lunga occhiata al suo stesso scheletro:

- Bene, andiamo! - disse semplicemente dirigendosi senza indugi verso la sua tomba.

Si fermarono proprio ai piedi del grande scheletro, nelle sue visite precedenti Inuyasha non era mai sceso così in basso e si stupì di trovare in quel punto un piccolo altare, simile a quello da cui aveva estratto Tessaiga tanti anni prima, qui però c'erano due fessure poste l'una di fianco all'altra.

Il Generale si fermò proprio davanti all'altare, voltandosi con aria solenne, verso i suoi figli:

- Ragazzi, mi dispiace per voi, ma adesso avrò bisogno del vostro sangue! - dichiarò con aria tetra, scrutandoli entrambi con occhi severi.

Inuyasha si irrigidì di colpo, preoccupato, si era dimenticato di quella parte della profezia e il tono grave e lo sguardo minaccioso di suo padre non promettevano niente di buono. Sesshomaru invece rimase impassibile come al solito, ma dopo un attimo di silenzio emise un lungo sospiro e mormorò scocciato:

- Padre, per favore, non è il momento! -

Una potente risata scosse l'aria di quel mondo silenzioso, Inuyasha guardò di nuovo suo padre e lo vide ridere di gusto:

- Sesshomaru, sei sempre il solito guastafeste! Non hai visto la faccia di tuo fratello?! Ci stava cascando, dovevi reggermi il gioco... - esclamò

- Era-era uno scherzo?! - balbettò Inuyasha incredulo. Tutto si sarebbe aspettato dal suo defunto padre tranne questo, si stava tranquillamente prendendo gioco di lui!

- Sì, figliolo. - rispose candidamente ancora scosso dalle risate - Ti ho visto così teso e preoccupato... volevo farti rilassare un po'... ma a quanto pare sei tale e quale a tuo fratello... povero me, nessuno dei miei figli mi capisce!- concluse sconsolato.

Ciò detto tornò subito serio, si avvicinò a Inuyasha e, senza tante cerimonie, sfilò Tessaiga dal fodero, afferrò la mano di suo figlio e vi incise un lungo taglio sul palmo, impregnando la lama con il sangue di Inuyasha, che ebbe appena il tempo di dire:

- Ahi! -

Poi si rivolse a Sesshomaru, che aveva già steso il palmo davanti a sé e non batté ciglio quando Tessaiga lo ferì.

- State indietro, adesso! - ordinò il Generale salendo in piedi sul piccolo altare.

Si voltò di nuovo verso i suoi figli, le due spade in pugno, con gesti rapidi e fluidi incrociò le braccia e le lame davanti a sé, inginocchiandosi in mezzo alle due fessure poi tornò ad aprire le braccia, facendo scorrere le due lame parallele l'una davanti all'altra per poi incrociarle di nuovo e conficcarle, contemporaneamente, con un gesto rapido e deciso, nelle due fessure.

Quando il sangue di Inuyasha e Sesshomaru si mischiò, scendendo piano lungo la lama di Tessaiga, e raggiunse la base dell'altare, una fortissima luce scaturì dalle due spade. Tessaiga sembrò pulsare all'unisono con i resti del suo padrone, un lungo rivolo di sangue iniziò a scorrere dalla base della lama, fino a terra, risalendo poi verso il grande scheletro e ricoprendolo interamente. Inuyasha ammirò stupefatto e un po' disgustato, i vasi sanguigni e i nervi che lentamente prendevano forma sulle ossa di suo padre, insieme ai muscoli e agli altri tessuti, alla pelle e infine al candido pelo di quel gigantesco Demone Cane. A quel punto fu la volta di Tenseiga che iniziò a pulsare insieme a quel colossale corpo ancora privo di vita. Vide l'anima di suo padre, ancora in ginocchio sull'altare, in mezzo alle sue spade incrociate, con le due else in pugno, dissolversi lentamente in una sfera di luce che spiccò il volo e penetrò nel petto di quel gigantesco corpo. Per un lungo istante tutto tornò immobile, poi, all'improvviso, l'enorme demone spalancò gli occhi e trasse un profondo e strozzato respiro, che fece rabbrividire Inuyasha. Il Generale rimase ancora un attimo seduto, con gli occhi sbarrati, in quella posizione che il suo cadavere aveva mantenuto per tanti anni, travolto dalla sensazione di essere di nuovo vivo, attese che il respiro e i battiti tornassero regolari, infine si sgranchì rumorosamente il collo e le spalle prima di assumere di nuovo la sua forma umana e raggiungere i suoi figli.

- Grazie al cielo non dovrò farlo mai più! - commentò ancora un po' scosso – Però ne valeva la pena, anche solo per poter fare... questo! - esclamò stringendo improvvisamente le braccia intorno al collo dei suoi figli e traendoli a sé in un abbraccio stritolante.

- Ah! I miei ragazzi! - sospirò felice – Come siete cresciuti! -

- Padre... per favore! - si lamentò Sesshomaru stretto sotto il braccio destro, con la faccia praticamente appiccicata a quella di Inuyasha che stava quasi soffocando, sotto il braccio sinistro.

- Rilassati, Sesshomaru! - lo rimproverò il Generale allentando la sua stretta e lasciandolo libero – Sempre uguale a tua madre, eh! Ma finalmente inizi a somigliare un po' anche a me, se sei riuscito ad usare Tenseiga. - ammise soddisfatto

- E tu... - mormorò poi, più dolcemente, rivolto a Inuyasha, ancora stretto a lui. Lentamente lo lasciò andare e lo prese per le spalle piazzandolo dritto davanti a sé per guardarlo meglio – Santo cielo... eri un cosetto così piccolo l'ultima volta che t'ho visto e adesso... guardati! Sei già un uomo! Se ti vedesse tua madre, Inuyasha... -

Inuyasha tornò a fissare suo padre come se faticasse a metterlo a fuoco, frastornato da tutto quello che stava succedendo: quel demone sembrava un vero ciclone e l'aveva travolto in pieno, senza dagli nemmeno il tempo di realizzare davvero chi si trovava davanti, ma al suono di quella parola tutto sembrò fermarsi di colpo e la realtà gli si parò davanti con tutta la sua sconvolgente verità. Quello era suo padre! Era la prima volta che lo vedeva, la prima volta che lo sentiva pronunciare il suo nome, sentì la gola stringersi e gli occhi pizzicare, ma non voleva assolutamente che lui lo vedesse piangere, non voleva farsi vedere debole proprio da suo padre, il demone che aveva ammirato per tutta la vita. Cercò di distogliere lo sguardo da lui ma con suo enorme stupore vide che anche lui aveva gli occhi lucidi.

“Ma come?! Il grande e temuto Generale Cane... sa anche piangere?!!” pensò meravigliato.

Inuyasha non riuscì più a trattenersi, si morse il labbro con tutte le sue forze e nascose il viso contro il petto di suo padre che lo abbracciò di nuovo. Per la prima volta in vita sua si ritrovò a piangere fino a singhiozzare stretto contro quel demone che mai avrebbe creduto di poter conoscere, quel demone a cui doveva tutto: il suo nome, il suo aspetto, la sua veste, la sua forza, la sua spada, la sua stessa vita! Nel bene e nel male! Nemmeno Kagome l'aveva mai visto piangere così, come un bambino.

Alla fine suo padre lo allontanò gentilmente da sé e lo guardò di nuovo in faccia sorridendo, aveva ancora gli occhi lucidi ma, a differenza di suo figlio, non aveva versato una lacrima. Inuyasha si asciugò rapido il viso, sorridendo orgoglioso della forza di suo padre.

- Sei proprio come ti immaginavo! - mormorò il Generale

- Se avete finito... - si intromise la fredda voce di Sesshomaru, che nel frattempo aveva recuperato Tenseiga – Riprendi la tua spada e andiamocene... sorellina! - commentò acido

- Sì... sì... - ridacchiò Inuyasha guardando suo padre fare di nascosto, con complicità, una smorfia come per dire “Uuhhh!!! Quant'è noioso!!!” prima di ricomporsi e tornare serio

- Giusto! Più tardi troveremo il tempo per parlare con calma. - ammise deciso – Ma prima abbiamo altre priorità! -


 

Quando fecero ritorno al castello trovarono tutto il clan riunito e schierato all'entrata del palazzo. I Demoni Cane occupavano interamente i due fianchi della scalinata e sulla sommità, ai lati del trono su cui sedeva la madre di Sesshomaru, erano schierati i capifamiglia. Quando il Generale e i suoi figli atterrarono ai piedi della lunga scalinata, le guardie che di solito vegliavano immobili, sugli attenti e con le lance in pugno nella mano destra, si portarono all'unisono in una sorta di posizione di “riposo”: sbattendo rumorosamente i piedi a terra, divaricarono le gambe, spostarono la lancia nella mano sinistra e piegarono davanti a sé il braccio destro mettendo il pugno sul cuore, in segno di saluto e rispetto verso il Generale.

Man mano che il Grande Demone Cane saliva la lunga scalinata, anche i membri del clan ripetevano quel gesto con il pugno sul cuore. Inuyasha camminava di fianco a Sesshomaru, un passo dietro a suo padre che sfilava a testa alta, senza degnare nessuno di uno sguardo, puntando dritto davanti a sé, si fermò solo davanti a sua moglie, che lo aspettava in piedi davanti al trono e gli cedette subito il posto chinando appena la testa in segno di saluto. Inuyasha seguì incerto Sesshomaru di fianco al trono mentre il Generale, che dava ancora le spalle a tutti, si voltò e per un lungo istante fece correre lo sguardo su tutti i presenti, poi la sua voce calda e tonante, ruppe il silenzio:

- Sono tornato! - disse semplicemente sorridendo soddisfatto

Un boato di grida festanti accolse quelle due parole, più efficaci di un “rompete le righe”: tutti i presenti esultarono ognuno a modo proprio, distruggendo in un attimo quell'immagine di ordine perfetto che regnava fino a un istante prima, ed iniziando ad accalcarsi intorno al trono ansiosi di riabbracciare il loro condottiero.

Inuyasha si guardò intorno, sorridendo felice dell'accoglienza riservata a suo padre, rispettosa e calorosa al tempo stesso, lasciava trasparire perfettamente il tipo di rapporto che legava il Generale ai suoi familiari e sottoposti. Fu solo allora che Inuyasha si accorse che Kagome non c'era, vide però Chibiki in un angolo che lo guardava allarmato, saltellando nervoso da un piede all'altro e torturandosi le mani, senza però osare avvicinarsi. Inuyasha si sentì gelare il sangue e subito corse verso di lui, dimenticando immediatamente i festeggiamenti:

- Che succede, Chibiki?!! Dov'è Kagome?!!! - chiese mentre un nodo gli serrava lo stomaco

- Padrone!!! Perdonatemi!!! Non sono riuscito a fare niente!!! - confessò gettandosi a terra

Inuyasha si sentì morire:

- Dimmi dov'è Kagome!!! - gridò terrorizzato afferrando il Komainu per le spalle e costringendolo a rialzarsi

- E'-è nella vostra stanza... – balbettò Chibiki – ... con il Signor Kiba e... -

Inuyasha non lo lasciò finire, a quelle parole un'immagine orribile gli si dipinse davanti agli occhi, corse via come una furia, verso la sua stanza. Sentì il demone dentro di sé ruggire furibondo, giurò che l'avrebbe ammazzato, se aveva messo le mani addosso alla sua Kagome lo avrebbe fatto a pezzi, gli avrebbe strappato il cuore e se lo sarebbe mangiato a morsi, ancora pulsante!!! Stava per perdere completamente il controllo, nonostante il suo rosario, quando afferrò con forza la porta scorrevole spalancandola con una tale violenza da farla uscire dai binari:

- KIBAAA!!! - gridò inferocito, cieco di rabbia

Poi la vide, la sua Kagome, e il cuore gli perse un battito: era seduta sul futon con un haori sulle spalle, sopra l'hakui; reggeva in grembo una tazza di tè e sorrideva tranquilla chiacchierando con Kiba e Kagizume, inginocchiati di fianco al suo letto, e Gyakusatsu, che invece era in piedi appoggiato, a braccia conserte, alla parete.

- Inuyasha, sei tornato! - esclamò felice vedendolo, ma subito, guardandolo in faccia, la sua espressione si fece allarmata – Santo cielo! Ma che è successo?!!! -

Anche Kiba si era voltato, sentendosi chiamare, e lo guardava perplesso con i suoi penetranti occhi azzurri.

Inuyasha, di colpo svuotato, si avvicinò piano a lei, camminando con passo incerto:

- Ka- kagome... - balbettò con un nodo in gola, si gettò in ginocchio al suo fianco e la strinse forte a sé continuando a mormorare il suo nome. Sentì il suo cuore e il suo sangue placarsi, il respiro tornare regolare, le zanne e gli artigli rientrare, tornando finalmente ad assumere il suo solito aspetto da mezzodemone. Si sentiva così sollevato!

- Amore, che succede?! - tornò a chiedergli preoccupata Kagome, ancora stretta al suo petto, l'aveva spaventata così tanto che non aveva nemmeno avuto il tempo di gioire per il suo ritorno.

- Scusami... io... Chibiki mi ha detto... credevo che lui... - balbettò indicando Kiba con un cenno della testa - ... Ohh... non importa! Tu stai bene, vero?! - le chiese sorridendole con gli occhi colmi d'amore.

Kagome gli sorrise guardandolo negli occhi:

- Sì, adesso sì, sto molto meglio. - mormorò felice.

- Adesso?! Che significa adesso??!!!- chiese perplesso Inuyasha che solo allora si rese conto che sua moglie era a letto e che sembrava molto pallida.

- Qualche ora fa si è sentita male. - spiegò Kagizume

- Che cosaaa??!!! - chiese allarmato Inuyasha

- Dopo che te ne sei andato era così nervosa che abbiamo pensato di farle un po' compagnia, per aiutarla a distrarsi - proseguì Kagizume

- Ci siamo messi in veranda a chiacchierare e a giocare a Shogi*. - proseguì Gyakusatsu

– Ad un certo punto ha detto di non sentirsi bene, e in effetti era molto pallida.- aggiunse Kiba preoccupato - così mi sono offerto di riaccompagnarla in camera sua ma dopo pochi passi è svenuta, ho fatto appena in tempo a prenderla al volo! Ci siamo spaventati tutti tantissimo, soprattutto il vostro servitore! -

- Ma no, non è niente. - si schermì Kagome – E' stato solo un capogiro! Non so proprio perché Chibiki si sia allarmato tanto... -

- Li conosco i tuoi capogiri! - la ammonì dolcemente Inuyasha – Cos'hai combinato questa volta?! -

- Io?! Niente! Proprio niente! - scattò lei nervosa - Hai sentito, no?! Ho... giocato a Shogi . -

Inuyasha la guardò sospettoso.

- Kagome.... Non me la racconti giusta. L'ultima volta che hai avuto un “capogiro” avevi usato tanto di quel potere spirituale da salvare un villaggio e uccidere un Nue! Te lo chiedo un'altra volta: cos'hai combinato??? -

- Te l'ho detto! - balbettò lei – Niente! I capogiri vengono per tanti motivi, sai... -

Nel dire questo però il suo sguardo si posò un attimo di troppo sul rosario di Inuyasha, anche lui abbassò lo sguardo a fissare lo stesso punto e di colpo un atroce sospetto lo colpì come un fulmine.

Tornò a guardarla spaventato:

- Non dirmi che... Sono stato io?! E' stato per colpa mia?!! Hai usato il tuo potere per proteggere me??!!! - gridò allarmato.

Kagome gli lanciò un'occhiata allarmata e impallidì ancora di più:

“Oh no!!! Mi ha scoperta!!!” pensò

- Dovresti ringraziarla! - intervenne la fredda voce di Sesshomaru alle loro spalle, entrando nella stanza – Ora capisco perché il segugio non ti ha ucciso. -

- Segugio?! - chiese Kagome perplessa

- Uno dei guardiani dell'aldilà, un concentrato di morte, e quell'idiota di tuo marito gli è saltato in groppa, sacerdotessa!- spiegò Sesshomaru

- Beh, potevi anche dirmelo prima che non dovevo toccarlo, genio! E poi tu l'hai morso ma non ti è successo niente. - si schermì Inuyasha

- Osi paragonarti a me, mezzodemone! - rispose tagliente Sesshomaru

- Ragazzi... non bisticciate! - li rimproverò la profonda voce del Generale fermo sulla porta.

Tutti si voltarono a guardarlo. Kiba, Gyakusatsu e Kagizume si inginocchiarono rapidi con il pugno sul cuore mentre Kagome rimase un attimo a fissare sbalordita quell'enorme figura che si stagliava imponente sulla porta, osservandoli tutti tranquillo, con le mani dietro la schiena.

“Santo cielo!” pensò “Quanto assomiglia a Inuyasha!” spostò lo sguardo dal Generale a suo marito, che sorrideva felice di fianco a lei. Kagome non gli aveva mai visto un sorriso come quello, era così emozionato, gli brillavano gli occhi dalla gioia, trasudava orgoglio da tutti i pori.

- Kagome – disse stentando a contenersi – Ti presento... Mio Padre! - esclamò felice.

Poi si rivolse a suo padre e aggiunse:

- Padre, lei è... -

- Ma naturalmente! - lo interruppe il Generale facendosi avanti e inchinandosi davanti a Kagome – La mia bellissima nuora... - disse prendendole una mano e baciandola con deferenza – Complimenti Inuyasha, è splendida anche di persona, hai scelto davvero bene la tua sposa! -

Di colpo Kagome, che lo fissava imbambolata, si riscosse rendendosi conto di chi aveva davanti e di dove si trovavano. Si sedette rapida sulle ginocchia e fece un profondo inchino davanti a sé:

- Nobile Generale, vi prego di perdonare la mia terribile scortesia! Sono mortificata di accogliervi in questo modo indegno... - ma fu interrotta dalla potente risata del Generale che risuonò per tutta la stanza, mentre due grandi mani forti la afferravano per le spalle costringendola a rialzarsi.

- Su, su, figliola! Cosa sono tutte queste cerimonie?! Mostrami il tuo bel sorriso, che ha stregato il cuore di mio figlio, e chiamami semplicemente Padre. -

- I-io... non so che dire... - balbettò Kagome completamente spiazzata

- Beh... basta che non mi dici “A cuccia”... - scherzò il Generale ridendo di nuovo

Kagome fece tanto d'occhi e si voltò sconvolta verso Inuyasha

- Ma si può sapere cosa gli hai raccontato??!!! - chiese scandalizzata

- Niente! Assolutamente niente! - rispose tranquillo Inuyasha – Sembra che mio padre sappia molte cose, non solo di noi due. -

Kagome spostò di nuovo il suo sguardo sul volto di suo suocero.

- Per esempio... so quanto fossi preoccupata all'idea di conoscermi... mi immaginavi come una specie di tiranno sanguinario... ma nonostante questo ti sei preoccupata di placare le paure di mio figlio. - spiegò il Generale con un sorrisetto divertito

- Ma come...?! - balbettò Kagome, le aveva letto nel pensiero?!

- Figliola, sai qual'è l'unica cosa che riesce a superare tutte le distanze, lo spazio, il tempo... e persino la morte?! - le chiese

Kagome lo osservò perplessa senza capire il senso di quella domanda poi un'idea la colpì all'improvviso, ripensò in un attimo alla sua storia con Inuyasha, alla magia che li aveva fatti incontrare e riunire nonostante i cinquecento anni che li separavano, e mentre un timido sorriso faceva capolino sulle sue labbra, bisbigliò:

- L'amore?! -

- Esatto! - rispose gentile il Generale – I pensieri e i sentimenti delle persone che amiamo e che ci amano ci raggiungono sempre, soprattutto nell'aldilà. Io ti conoscevo già, ti ho conosciuta attraverso l'amore di mio figlio. -

- Padre, sono dolente di interrompervi di nuovo ma... abbiamo ancora da fare. - intervenne Sesshomaru

- Eccolo lì... la voce della coscienza... sempre così... ligio al dovere fin da piccolo... - si lamentò sorridendo il Generale – E sia! - dichiarò scattando in piedi e recuperando il cipiglio del condottiero

- Voglio i capifamiglia nella Sala dell'Arazzo, tra mezz'ora, chiariremo una volta per tutte questa faccenda. - ordinò rivolto ai tre capi presenti che scattarono pronti ad eseguire l'ordine – Prima però vorrei scambiare due parole con la mia famiglia... se te la senti, cara... - mormorò rivolgendosi a Kagome.

- Naturalmente... a-ai vostri ordini Generale... voglio dire... P-padre... - rispose lei impacciata

- Però! - aggiunse perentorio il Generale – Finita la riunione, almeno per oggi, non voglio più saperne di doveri! Chibiki! - chiamò deciso.

Il piccolo Komainu trotterellò rapido nella stanza inchinandosi davanti al suo Signore

– Avvisa le cuoche che stasera gli darò parecchio da fare: faremo un bel banchetto con tutto il clan, come ai vecchi tempi! Voglio festeggiare il mio, seppur breve, ritorno! Scusati con loro per lo scarso preavviso, ma so che non mi deluderanno. - concluse soddisfatto

- Non sarà necessario, Mio Signore. Sono già al lavoro! - rispose il servitore sorridendogli felice

- Bravi! Voi sì che mi capite! - rispose il Generale e un sorriso sereno gli illuminò il volto.


 

Il Generale Cane, Sesshomaru, Inuyasha e Kagome si recarono nella Sala dell'arazzo. Appena arrivati Sesshomaru non perse tempo e ragguagliò il padre su gli ultimi avvenimenti, gli sviluppi e le discussioni con i membri del clan.

Mentre ascoltava il dettagliato rapporto del maggiore dei suoi figli, il Generale passeggiava per la stanza, le mani dietro la schiena, guardandosi intorno e riflettendo pensieroso. Inuyasha, che aveva sostenuto Kagome per tutto il tragitto dalla loro stanza, si era seduto vicino a lei in quello che ormai era il loro posto in quella specie di consiglio di guerra. Quando Sesshomaru terminò, il Generale rimase un attimo in silenzio, osservandolo attentamente prima di esordire:

- Sesshomaru, avrei un paio di osservazioni da farti, se sei ancora disposto ad ascoltare i consigli di tuo padre. -

- Naturalmente, Padre, ne sarei onorato. - rispose piatto Sesshomaru

- Bene. Consiglio numero uno, che poi è una domanda: mi spieghi perché hai parlato di certe questioni riguardanti i nemici, solo privatamente con tuo fratello e tua cognata? Perché non l'hai fatto davanti a tutti? -

- Ma Padre... quella era la riunione del clan... non mi sembrava il caso... - balbettò interdetto Sesshomaru

- Cosa... - lo interruppe suo padre serio – Non ti sembrava il caso... di concedere la parola anche a loro, davanti a tutti? Come puoi pretendere che il clan accetti tuo fratello se tu per primo lo tagli fuori e lo tratti diversamente dagli altri membri! Gli altri capifamiglia non lo conoscono, lo considerano “diverso” per il suo sangue umano, come puoi pretendere che si fidino di lui se non gli dai modo di farsi conoscere, se non lasci che si facciano la loro opinione, che si confrontino con lui, col suo modo di essere e di pensare?! Me lo spieghi?! -

Sesshomaru rimase in silenzio, abbassò leggermente lo sguardo, trattenendo a stento la rabbia per quel rimprovero, il suo orgoglio sembrava messo a dura prova da quella critica.

- Se li avessi lasciati parlare liberamente – proseguì il Generale – non credi che anche gli altri avrebbero avuto modo di apprezzare le loro capacità? Lo dico anche per te, sai! Hai perso un'ottima occasione per mostrare quello che vali e guadagnarti il rispetto degli altri. Le decisioni che hai preso, le mosse che hai pianificato, insieme a tuo fratello, la prontezza con cui ti sei mosso sarebbero valse più di mille parole.-

- Però... - intervenne la timida voce di Kagome

- Parla pure, cara. Cosa vuoi dire? - la incoraggiò gentilmente il Generale voltandosi a guardarla

- Se posso permettermi... io ho notato che Sesshomaru, c'ha provato... a modo suo... Ha difeso Inuyasha davanti a tutti, persino davanti a sua madre, ci ha voluti qui al suo fianco in quest'assemblea... non l'avrebbe fatto se ci avesse voluto tagliare fuori... e poi... in tutto questo tempo... davanti agli altri... ha sempre chiamato Inuyasha “mio fratello” e questo mi è sembrato molto bello e importante... - concluse guardandolo negli occhi.

Il Generale le rivolse un sorriso gentile e pieno di soddisfazione:

- Su questo hai perfettamente ragione, figliola, e glielo riconosco, ma non è ancora abbastanza. -

Si interruppe di nuovo, trasse un profondo respiro e tornò a rivolgersi a suo figlio, che fissava Kagome con la coda dell'occhio con un'espressione imperscrutabile:

- Sesshomaru, tu non sei solo mio figlio. - riprese più dolcemente - Sei il più fine stratega del clan, sei un attento osservatore, ricordi dettagli per altri insignificanti, non lasci mai niente al caso, hai sangue freddo (fin troppo forse), non ti muovi mai avventatamente, ma sei comunque in grado di pensare e agire in fretta. Sono queste le doti che possono renderti il mio più che degno successore, anzi direi che da questo punto di vista mi hai ampiamente superato, figliolo. Ciò di cui purtroppo difetti è la capacità di condividere i tuoi sentimenti, l'empatia con il tuo prossimo. Un buon capo deve capire i suoi uomini per farsi ubbidire, deve sapere di cosa hanno bisogno, quali corde del loro animo toccare per ottenere ciò che vuole da loro. Non sono tutti uguali, Sesshomaru! Ognuno di loro ha un carattere diverso, un modo diverso di reagire alle parole e alle situazioni. Devi saperli prendere per il verso giusto per guadagnarti la loro fiducia e la loro fedeltà. E questo non può succedere se ti trinceri dietro un muro impenetrabile! Non basta impartire ordini e pretendere che tutti li eseguano! La forza da sola non può bastare, un vero capo non dev'essere autoritario ma bensì autorevole! -

Inuyasha era rimasto incantato dalle parole di suo padre, dal suo modo di parlare, di esprimersi, dall'energia che sapeva infondere in ogni singola frase. Non era solo forte fisicamente, era anche molto saggio e un oratore eccezionale, non c'era da stupirsi che tutti lo seguissero così fedelmente, sembrava avere sempre la risposta per tutto.

A un tratto le porte della sala si aprirono e la madre di Sesshomaru fece la sua entrata nella stanza, preceduta da due Komainu che portavano con sé il necessario per aggiungere un posto in più al circolo di tavoli: il posto per il Generale.

- Bene. Siete già tutti qua. Tra poco arriveranno anche gli altri. - annunciò con fare quasi annoiato, mentre i servitori terminavano rapidissimi il loro lavoro e lasciavano la sala; poi fece per sedersi al posto che aveva occupato il giorno prima, di fianco al Capoclan.

- No, non lì, mia cara. - la bloccò pacato il Generale – Quello è il posto di Inuyasha . -

Tutti si voltarono a guardarlo stupefatti, persino Sesshomaru.

- Stai dicendo che non mi vuoi al tuo fianco?! - gridò scandalizzata rimanendo in piedi davanti al suo posto – Non ti basta che debba sopportare la sua presenza in questa casa?! In questa stanza?! Devo persino cedergli il posto d'onore?!! - era furibonda, sembrava che quella fosse stata la goccia che fa traboccare il vaso.

- Shitsuki, per favore... - provò a calmarla il Generale

- Shitsuki un accidente! Sei tornato dalla tomba solo per umiliarmi ancora, Touga?! Non ti basta aver avuto un figlio da un'altra, da un'umana oltretutto... No, devi anche costringermi a sopportarne la vista, aiutato da quello scellerato del tuo vero figlio, Sesshomaru, sangue del mio sangue, che mi pugnala alle spalle in questo modo!!! -

- Madre... - mormorò Sesshomaru turbato

- Calmati, per favore... - tentò ancora il Generale avvicinandosi a lei

- No, non voglio calmarmi! - gridò scacciandolo con un gesto della mano - Sono stufa! Voglio quest'essere immondo fuori da qui, fuori dalla mia vita, immediatamente! Non sono più disposta a tollerare oltre la sua presenza! La sola vista di questo sporco mezzodemone mi disgusta. Come puoi pensare di costringerci tutti, noi nobili demoni maggiori, a mischiarci a una tale feccia, un abominio, uno scherzo della natura! A creature del genere non dovrebbe nemmeno essere consentito esistere!!! Maledico il giorno in cui è venuto al mon... -

SCIAFF!!!

Il secco e potente suono di uno schiaffo riecheggiò nella stanza, seguito da un silenzio glaciale. Lo sguardo incredulo e sconvolto della Signora si posò lentamente sul responsabile di quel gesto, mentre un alone rosato le imporporava la guancia intorno al marchio demoniaco.

- Kagome! - esclamò Inuyasha che, sotto quella pioggia di insulti, non si era accorto dei movimenti di sua moglie, che adesso era in piedi tra il Generale e quella donna.

- Tu... piccola miserabile umana... come hai osato... - sibilò lentamente la moglie del Generale

Kagome la fissava con gli occhi pieni di lacrime, il braccio ancora piegato davanti a sé dopo quello schiaffo.

- Oso! Oso, eccome! Sono io che sono stufa! Non vi permetterò di insultare oltre il mio adorato sposo! - rispose furente tra le lacrime – Mi dispiace, mi dispiace veramente che vostro marito vi abbia tradita. Vi assicuro che so fin troppo bene cosa si prova sapendo che l'uomo che si ama corre tra le braccia di un'altra. - mormorò con un nodo in gola

- Kagome... - mormorò Inuyasha che sentì una fitta al cuore a quelle parole.

- Però... - proseguì decisa – Inuyasha non ha colpa, non ha chiesto lui di venire al mondo, meno che mai in questo modo! Ha subito per tutta la vita le conseguenze dello sbaglio di altri, è cresciuto solo, senza il calore di una famiglia, senza una casa in cui rifugiarsi, scacciato sia dagli umani che dai demoni... Ha già pagato un prezzo enorme per una colpa non sua e io non permetterò che questa terribile ingiustizia prosegua ancora! - poi continuò più calma - Capisco e rispetto il vostro dolore, Signora, ciò nonostante... per quanto mi riguarda... Io vi ringrazio, Generale! - mormorò rivolta a suo suocero - Vi ringrazio per quello sbaglio, per quella colpa... vi ringrazio per aver dato la vita a Inuyasha. Io benedico il giorno in cui è venuto al mondo! - concluse correndo fuori dalla sala, in lacrime.

Inuyasha scattò in piedi per cercare di fermarla, ma poi sembrò cambiare idea, si voltò a guardare la madre di Sesshomaru, che fissava ammutolita la porta da cui era appena uscita Kagome. Chinò leggermente la testa e disse:

- Vi prego di perdonare l'insolenza di mia moglie, è solo colpa mia, sono l'unico responsabile del suo gesto sconsiderato. Considerate mio quello schiaffo e prendetevela pure con me finché vorrete. -

La Signora sembrava fissarlo senza vederlo, allora suo padre gli sorrise appena, gli mise una mano sulla spalla e mormorò:

- Vai, figliolo, riportala qui. La riunione sta per cominciare e dovete esserci entrambi. -


 

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Angolo dell'autrice

Uufff... Ne sono successe di cose in questo capitolo! O.O

Allora, cominciamo dall'inizio:

- Per il guardiano dell'aldilà valgono gli stessi concetti del segugio, ovvero: “l'autrice sono io e qui comando io!” (Scherzo! XD :P )

- L'incontro tra Inuyasha e suo padre... mmmhhh... un po' melenso forse?! Però ho provato a immedesimarmi e... dev'essere una “bella botta”, eh! Non sono riuscita a trattenere la lacrimuccia... scusate -.- (Perdono Fantasy! Giuro che non lo farò più!!! T_T)

- Il saluto “militare” al Generale... ho cercato di inventarmi un qualche gesto solenne “nuovo”, ma sicuramente mi sarò lasciata influenzare da qualcosa visto in qualche film, spero di non aver inconsapevolmente citato il saluto a qualche dittatore sanguinario realmente esistito, se così fosse non è assolutamente voluto! T_T (e delle due è lui che ha copiato il Generale! XD)

- Nomi... Shitsuki me lo sono inventato di sana pianta (visto che non mi risulta che la madre di Sesshomaru abbia un nome “ufficiale”) è scritto con i kanji di “morte” e “luna” e dovrebbe significare appunto “Luna di morte” o “Luna mortale”, sempre in linea con lo stile “soft” dei Demoni Cane XD e in riferimento alla mezzaluna sulla fronte. Touga invece, a quanto mi risulta, è il nome che era stato scelto per il Grande Generale Cane, nel film, ma che poi non è stato usato, quindi ho preso per buono quello (e poi non mi dispiace).

Allora, che ne pensate del “mio” Generale?! Ve lo aspettavate così... strano?! Io l'ho sempre immaginato così: un demone forte solo quando serve davvero, ma in realtà molto “umano” nella quotidianità e nei rapporti con i suoi cari. Infondo si tratta di un demone che ha sempre mostrato una strana affinità per gli umani fino al punto di amarne una e di essere amato a sua volta. Non poteva essere... “normale”! XD

Per tutti quelli a cui Sesshomaru sembra sempre più OOC, mi permetto di rimandarvi alla risposta a un commento dello scorso capitolo, così forse saprete un po' più cosa aspettarvi e vi sentirete meno spiazzati, se vorrete ancora seguire la mia storia:

http://www.efpfanfic.net/answers.php?action=vedirisposta&reviewid=8642251

Idem per sua madre.

Ok, ho ancora l'attrezzatura dell'altra volta... per cui: commentate pure. :P

Alla prossima ^_^

EDIT: Scusate la stupidità! Ho messo l'asterisco e poi non ho spiegato :P
Shougi= versione giapponese degli scacchi, anche se dal poco che ne so le regole sono un pò più complicate. In pratica è questo:

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Capitolo 26
*** Nuova Riunione ***


- Kagome... Papà ci vuole dentro... non possiamo mancare... - mormorò Inuyasha quando la raggiunse.

La trovò sulla veranda, poco distante, fissava ostinatamente il giardino ma era chiaro che non lo stava guardando, mentre si strofinava con forza le guance cercando tenacemente di asciugarsi le lacrime che non accennavano a smettere di uscire.

- Tesoro... - la chiamò ancora mettendole una mano sulla spalla.

- Ho fatto un casino, vero... - mormorò lei – Sono una stupida! Ma che mi è saltato in testa! Volevo proteggerti e invece ti ho messo nei guai! Perdonami... - ammise scoppiando di nuovo a piangere con il volto tra le mani.

- No, amore mio, tu non hai fatto niente di male... - la consolò Inuyasha stringendola a sé – Credimi, se non l'avessi fatto tu, l'avrei fatto io... e sarebbe stato molto peggio... può ritenersi fortunata: se l'è cavata con il debole schiaffetto di un'umana... io non sarei stato così delicato. - aggiunse provando a scherzare.

- No, non è vero! Tu ti stavi comportando egregiamente! Cosa credi?! Ti ho visto, sai... è da quando siamo arrivati che ingoi bocconi amari per colpa di quella lì, solo per la pace comune. E anch'io mi sono morsa la lingua in più di un'occasione perché... beh ho provato a immaginarmi come doveva sentirsi... ma quando l'ho sentita dire tutte quelle cose orribili... che non saresti dovuto nascere... - una nuova ondata di lacrime la travolse e nascose il viso contro petto di Inuyasha.

- Non me ne importa niente di cosa pensa quella! – mormorò lui abbracciandola – L'unica cosa che conta per me è quello che pensi tu e se la mia esistenza ti ha reso felice... allora sono felice di esserci. - poi la scostò un po' da sé per guardarla negli occhi:

- Dai, adesso basta piangere. - disse sorridendole incoraggiante.

Kagome annuì, recuperando un pò il controllo e si lasciò guidare di nuovo dentro la Sala dell'Arazzo.

Gli altri capifamiglia erano già arrivati e si stavano sistemando ognuno al proprio posto. Kagome si fermò un attimo sulla porta, indecisa, stava per dirigersi al suo solito posto ma si bloccò vedendo che era già occupato dalla Signora Shitsuki che se ne stava seduta impettita sulle ginocchia, mentre si sventolava con un ventaglio con finta indifferenza, il nasino all'insù, visibilmente offesa, senza degnare nessuno di uno sguardo. Il Generale, ancora in piedi di fianco a sua moglie, sorrise a Kagome incoraggiante indicandole il posto davanti a sé, di fianco a Sesshomaru, che era tornato ad occupare il posto del Capoclan.

Kagome lo fissò esterrefatta e guardò di nuovo Inuyasha, ma anche lui le sorrise e le fece cenno di sedersi:

- Se lo dice lui... - le bisbigliò semplicemente

Obbedì frastornata, seguendolo con lo sguardo mentre andava a sedersi anche lui, dall'altro lato, alla destra di Sesshomaru, infine rivolse lo sguardo all'assemblea di fronte a lei e si sentì gelare il sangue, trovandosi di colpo gli sguardi di tutti quei demoni puntati addosso. Sentì la nausea tornare a fare capolino e desiderò disperatamente che Chibiki si materializzasse al suo fianco con una delle sue tisane.

- Che significa, Touga?! - chiese il vecchio Goomon visibilmente stupito da quella nuova distribuzione dei posti.

- Significa... – rispose pacatamente il Generale ancora in piedi dietro a Kagome – ...che ormai non è più mio compito guidare questo clan. Spetta ai miei successori. In particolare a Sesshomaru, che è il maggiore e il più adatto a questo ruolo. Sei daccordo con me, Inuyasha? -

- Na-naturalmente, Padre. - rispose Inuyasha preso alla sprovvista.

Lo sguardo di suo padre sembrò invitarlo a proseguire così, dopo un attimo di imbarazzo, Inuyasha aggiunse incerto:

– I-il mio... nobile fratello... mi aveva offerto di affiancarlo in questo compito ma... sinceramente non mi sono sentito all'altezza, e quest'oggi, combattendo al suo fianco, ne ho avuto la conferma: Sesshomaru è attento, previdente, pronto a reagire... e degno di fiducia... oltre che molto forte. E' infinitamente più adatto di me a un ruolo di comando. -

- Soddisfatto, Zio Goomon? Persino Inuyasha riconosce il valore di suo fratello e ha avuto molte meno occasioni di voi di vederlo all'opera. - ribatté il Generale tranquillamente

- Ma Generale... noi credevamo che con il vostro ritorno... - balbettò un altro demone con i capelli lunghi tenuti indietro da una fascia, uno di quelli che il giorno prima non avevano parlato.

- Credevate male, Ikioi. - replicò prontamente il Generale – Sai anche tu che il mio ritorno è solo temporaneo. Io potrei anche guidarvi in quest'occasione ma poi?! Alla prossima battaglia sareste di nuovo qui a discutere. E' ora di finirla! Il mio compito è pensare al futuro del clan, non al presente! Non sono tornato per guidarvi, ma per appoggiare i miei figli in questo compito e fornire a tutti voi il mio contributo in battaglia alla pari di qualsiasi altro membro del clan. Voglio che vediate con i vostri occhi di cosa sono davvero capaci i miei ragazzi e che impariate a dargli la fiducia che meritano, soprattutto a Sesshomaru. Io so quanto vale, e non lo dico perché è mio figlio! E' ora che lo capiate anche voi. -

Ikioi incassò il colpo mentre Goomon rifletteva pensieroso, Chikara sedeva silenzioso scuro in volto lanciando sporadiche occhiate a sua sorella che sedeva ancora impassibile alle spalle di Kagome, il resto dei presenti si scambiarono una rapida occhiata perplessa gli uni con gli altri, senza osare replicare, solo Kagizume ebbe il coraggio di rispondere:

- Per noi va bene, Generale. - disse guardando Kiba e Gyakusatsu che annuirono decisi – Sesshomaru è uno che non si sbottona mai ed è difficile giudicarlo, ma se il cuginetto Inuyasha dice che è a posto... allora è a posto anche per noi! -

Il Generale ringraziò tacitamente con un cenno del capo e si sedette tranquillamente di fianco a sua moglie, nel posto che era stato di Inuyasha.

- E su cosa basi il tuo illuminato giudizio, caro cuginetto?! - chiese con una punta di malignità, rivolto a Inuyasha, un altro dei demoni che non aveva mai parlato, con i capelli raccolti in un lungo codino – Solo perché l'hai visto combattere? -

Kagome vide Inuyasha serrare la mascella trattenendosi a stento, ma subito la sua espressione si mutò in un sorrisetto ironico e rispose tranquillo:

- Se è per questo non avevo bisogno di vederlo, mi sono scontrato con lui un sacco di volte in passato e so bene che avversario temibile sia Sesshomaru. Però... pensa un po'... invece di dargli addosso, in questi giorni, tanto per cambiare, ho provato a lasciarmi guidare da lui e... beh... siamo tornati dall'inferno, direi che tutto sommato non se l'è cavata male, no?! Cuginetto?! -

Il demone gli lanciò un'occhiataccia ma non sembrò trovare argomenti per ribattere, Goomon però sembrò venirgli in soccorso.

- Quindi dovremmo fidarci del giudizio di un mezzodemone... - mormorò - ... anche se è il figlio del Generale... - aggiunse quasi per scusarsi

- Io direi che dovreste fidarvi solo del vostro giudizio, Venerabile Goomon – rispose di nuovo Inuyasha - Io potrei anche sbagliarmi e non essere obbiettivo ma il fatto che siamo qui davanti a tutti voi... insieme a nostro padre... mi sembra che parli da solo. Lasciate parlare Sesshomaru e poi tirate le vostre conclusioni. Da quello che mi è sembrato di capire, non ha guidato lui le ultime battaglie quindi non potete ancora imputargli nessuna colpa o fallimento, giusto?! -

Goomon lo guardò attentamente prima di annuire piano, pensieroso:

- Giusto... - ammise in un sussurro. Sembrò riflettere ancora, estremamente concentrato, poi all'improvviso esclamò:

- E sia, mezzodemone! Per quanto mi riguarda avrete il mio appoggio. - dichiarò con l'aria di proporre una scommessa

Un mormorio sbalordito percorse l'intera assemblea.

- Se Goomon vi segue, vi seguo anch'io. - dichiarò Igen deciso

- Sì, va bene... va bene anche per me! - sbottò Ikioi poco convinto – Tu che fai, Fusawashi? - chiese poi rivolto al demone col codino.

Quest'ultimo non rispose subito, si voltò dubbioso verso il demone al suo fianco che aveva i capelli raccolti in una lunga treccia, l'unico ormai a non aver aperto bocca:

- Kunou?! - chiese semplicemente

- Ma sì... se anche il Generale è così convinto... diamogli una chance! - rispose quasi annoiato.

- Certo! Quel che dice il Generale è legge, vero?! - sbottò Chikara sorprendendo tutti

- Chikara! - lo richiamò Goomon scandalizzato – Osi dubitare del Sommo Generale, del tuo illustrissimo cognato?! -

- Sì! Proprio perché è mio cognato! Non posso tollerare che questo ragazzino sieda impunemente in mezzo a noi! E, cosa ancor più assurda, che voi lo stiate ascoltando!!! - esclamò senza più ritegno.

- Chikara! - intervenne la moglie del Generale – Non ti permetto di fare certe insinuazioni! -

- Ma sorella... - mormorò sconcertato

- Inuyasha non è responsabile della sua natura. - rispose pacata la Signora tornando a sventolarsi. Kagome si voltò a guardarla stupefatta

– E poi cosa c'è di male!- proseguì - Ti sta semplicemente dicendo di appoggiare mio figlio, che è esattamente quello che anch'io ti chiedo da una vita! Non vuoi ascoltare nemmeno tua sorella?! -

- Ma Shitsuki... io credevo che tu... - balbettò Chikara spiazzato

- Chikara, sei il capo famiglia... di quella che ERA la mia famiglia... ti sarei grata se pensassi con la tua testa e non con la mia! Io da sorella posso darti la mia opinione, che ovviamente è influenzata dal mio ruolo di madre, ma la decisione spetta a te. Sei tu quello che deve essere imparziale, razionale; la tua decisione peserà su molti non è proprio il caso di farsi guidare da futili sentimentalismi! Sii più Capo e meno fratello, per favore! Vuoi appoggiare mio figlio o, in quanto braccio destro del mio defunto marito, vuoi rivendicare per te il ruolo di successore?! In questo caso, permettimi di farti notare che avresti anche potuto deciderti prima! -

Chikara era senza parole, quell'ultima frase sembrò colpire nel segno.

- Ma sì... sì... certo che appoggio tuo figlio, non era certo questo che volevo dire... - mormorò più calmo.

- Bene! Direi che siamo tutti d'accordo! - dichiarò il Generale soddisfatto – A te il comando, figliolo! - aggiunse poi rivolto a Sesshomaru – Sei tu il Capo adesso. Hai già pensato a cosa fare? -

Sesshomaru gli rivolse uno sguardo imperscrutabile prima di rispondere:

- Sinceramente anch'io ero convito che sareste stato voi a guidarci e attendevo voi prima di prendere qualsiasi decisione... - ammise - ... ma se le cose stanno così... Vorrei innanzitutto la vostra versione dei fatti! - proseguì recuperando tutta la sua fredda determinazione – Cosa sapete di questi Nue? Perché sono tornati? Vi prego di non tralasciare nessun dettaglio. - chiese perentorio.

- In realtà non ne so molto: i Nue sono demoni molto antichi e potenti, le loro origini si perdono nella notte dei tempi, il loro potere è così insidioso e devastante che gli umani li considerano portatori di disgrazie e a giusta ragione... l'Imperatore se la vide molto brutta per colpa di quel Nue. - precisò indicando l'arazzo alle sue spalle – La loro sola presenza è sufficiente a procurare malattie o addirittura la morte, per gli umani e... come Inuyasha stesso ha potuto provare sulla sua pelle... sono una seria minaccia anche per noi demoni. -

- Sì, questo me l'aveva detto anche la sacerdotessa. - lo interruppe Sesshomaru – Ma da dove arrivano? Sono discendenti del Nue che sconfiggeste. -

- In un certo senso... sì. - rispose il Generale – Dopo quella battaglia, lasciai agli umani il compito di distruggere il cadavere del Nue... -

- Perché? - lo interruppe Sesshomaru

- Perché l'unico modo per eliminare davvero un Nue è unire un potere demoniaco a uno spirituale. - spiegò il Generale.

- Ma certo! Adesso è tutto chiaro! - mormorò Sesshomaru, una strana luce gli brillò negli occhi “Ecco perché Bakusaiga...” pensò

Inuyasha e Kagome si scambiarono un'occhiata d'intesa:

- Allora è per questo motivo che la Cicatrice del Vento, da sola, non aveva funzionato contro quella nube! - esclamò Inuyasha

- E nemmeno le mie frecce... - aggiunse Kagome – Però... non capisco... allora perché al villaggio il Nue si è dissolto anche se io e Sesshomaru lo abbiamo attaccato separatamente? - chiese confusa

- I Nue possono essere uccisi e poi purificati, in un secondo momento, solo quando il loro corpo assume consistenza, finché si trovano nella loro forma incorpora di nube nera niente può toccarli e, in quel caso, l'unico modo per eliminarli è purificarli all'istante con un attacco congiunto - spiegò ancora il Generale che poi proseguì il suo racconto – Quella volta, io avevo fatto la mia parte abbattendo il Nue. A quel punto c'era bisogno dell'intervento di un umano dotato di un forte potere spirituale, come la nostra Kagome – precisò con un sorriso – ma purtroppo non c'era nessuno al castello dotato di simili poteri. L'Imperatore mi disse che si sarebbe occupato di far condurre i resti del Nue in un villaggio dove viveva un sacerdote molto potente, per farlo esorcizzare... tuttavia... qualcosa andò storto. Quando i soldati che scortavano il Nue raggiunsero il villaggio, scoprirono che il sacerdote era già morto; temendo l'ira dell'Imperatore, e ignorando le conseguenze del loro gesto, pensarono di disfarsi del cadavere gettandolo in mare. Chissà che fine ha fatto! - concluse sconsolato il Generale.

- A quanto mi risulta, secondo la leggenda che si racconta tra gli umani – intervenne Kagome – il cadavere del Nue tornò a riva... non so dopo quanto tempo... così venne raccolto e sepolto su una collina. -

- Davvero?!! - esclamò il Generale rianimandosi – Se davvero è andata così... sarebbe tutto più semplice. -

- A cosa vi riferite, Padre? - chiese Sesshomaru

- I Nue che vi hanno attaccato non sono dei veri e propri discendenti di quello che ho abbattuto io... non nel senso più stretto del termine... I Nue non si riproducono... non si accoppiano... non hanno figli... Sono nati dall'unione di demoni diversi... - spiegò il Generale

- E allora questi da dove sono sbucati fuori?! - chiese Inuyasha confuso.

- Ovvio! - rispose Sesshomaru – Dal Nue ucciso da nostro padre! Devono essere una sorta di emanazione, dico bene?! -

- Esatto figliolo! - rispose orgoglioso il Generale – I Nue nascono spontaneamente dai resti dei loro predecessori, se questi non vengono purificati e distrutti da un esorcismo. -

- Ah! Come una specie di fenice! - esclamò Kagome tra sé e sé.

Tutti le rivolsero un'occhiata perplessa.

- Niente... lasciate perdere. - mormorò imbarazzata

- Ok, gente! Non so voi, ma io mi sono perso! - intervenne dal fondo della sala Kagizume – Quindi?! Che dobbiamo fare?! -

- Semplice! - rispose deciso Sesshomaru – Dobbiamo trovare la tomba di quel Nue e purificarlo! -

- Abbattendo tutte le emanazioni che cercheranno di impedircelo! - aggiunse Inuyasha con una strana luce negli occhi

- E purificando anche loro. - confermò Sesshomaru – Questo è l'unico modo per sbarazzarci per sempre di questi esseri fastidiosi che hanno osato minacciarci! Inoltre, se le cose stanno così, è lecito pensare che il covo del nemico corrisponda proprio a quella tomba... Sacerdotessa, ci sono notizie dai Demoni Lupo? - chiese perentorio

- No, non ancora... mi dispiace. - mormorò mortificata Kagome ma proprio in quel momento una luce bianca comparve fluttuando leggera sulla veranda e si fermò proprio fuori dalla porta, filtrando attraverso la sottile carta dello shouji accesa dalla luce rossa del tramonto.

Kagome scattò subito in piedi e corse ad aprire la porta:

- Yuki! Dimmi che ti manda Koga! - chiese euforica

- Sì, mia Signora. - rispose tranquilla la bambina

- Vieni dentro, presto! - esclamò lasciandola passare – Allora, che novità ci sono?! - la incalzò mentre tornava al suo posto.

- Il Signor Koga pensa di averlo trovato. - rispose semplicemente Yuki

- Pensa o ne è sicuro?! - chiese Sesshomaru

- A quanto pare le tracce convergono tutte in un punto. - spiegò la bambina srotolando sul tavolo di Sesshomaru, un grosso rotolo di carta che portava sotto il braccio. Vi era riportata una semplice mappa con pochi punti di riferimento che Kagome potesse riconoscere.

- Ecco, vedete?! - spiegava Yuki – In questa zona le tracce svaniscono di colpo – disse indicando con un dito un' area circolare vicina alla costa.

- Sì... E' quello il punto! - sibilò Sesshomaru

- E tu che ne sai?! - chiese Inuyasha dubbioso, che di quella cartina non ci stava capendo proprio niente.

Sesshomaru non riuscì a trattenere un sospiro:

- Dimmi, fratello: tu la ascolti tua moglie quando parla o sei troppo distratto dalle sue grazie?! - chiese gelido Sesshomaru.

Tutti lo guardarono stupiti, una simile uscita da Sesshomaru non se l'aspettavano proprio, Kagizume trattenne a stento una risata, nascosto dietro Gyakusatsu.

- Questo è il mare. - spiegò impassibile Sesshomaru – ...la costa... e al centro di questa zona, dove spariscono le tracce, c'è una collina. Una collina vicino al mare... ti dice niente?! -

Inuyasha lo guardò a bocca spalancata.

- Evidentemente c'è una barriera, ma non sono stati abbastanza furbi... oppure è una trappola... in ogni caso lì c'è sicuramente qualcosa. - proseguì Sesshomaru concentratissimo – Dovremmo mandare subito un piccolo gruppo in avanscoperta... no! Rischieremmo solo di farci scoprire... - mormorava tra sé e sé – Padre! - esclamò deciso – C'è qualche possibilità che i Nue sappiano di noi, della nostra controffensiva? Che so.... telepatia o qualche potere del genere?! -

Il Generale fu colto alla sprovvista da quella domanda:

- N-no... non che io sappia. - rispose perplesso

- Bene... - tornò a bisbigliare Sesshomaru – Allora teniamoci buono l'effetto sorpresa... vada per l'avanscoperta ma solo quando saremo pronti ad attaccare. -

Alzò di nuovo lo sguardo deciso, sui presenti:

- Non c'è tempo da perdere! Ci muoveremo domani stesso, all'alba. Gyakusatsu, Kiba! Voi vi muoverete per primi: appena giungeremo sul posto, organizzerete una squadra e andrete in ricognizione, prima di tutto voglio la conferma dei miei sospetti. - ordinò perentorio

- Ai tuoi ordini! - risposero in coro i due demoni

- Inuyasha! - proseguì Sesshomaru - Ti voglio con me in prima linea! Se c'è una barriera ci servirà Tessaiga. Fusawashi, anche tu vieni con noi. -

- Sì! - rispose Inuyasha senza riuscire a nascondere una certa emozione; mentre Fusawashi si limitò a un lieve cenno di assenso.

- Goomon! Voi siete quello con più esperienza, vi affido Kagizume che è il più giovane, unirete i vostri gruppi e vi muoverete insieme. -

- Come desideri. - rispose tranquillo Goomon

- Kunou! Ikioi! Voi siete i più ferrati nei combattimenti aerei, attaccherete dall'alto. Zio! Igen! Voi vi avvicinerete dalla costa. Aspettiamo comunque di arrivare sul posto per studiare bene la situazione. -

- Sacerdotessa! -

- Sì?! - rispose Kagome sobbalzando stupita.

- Tu sei il nostro asso nella manica. Fai quello che puoi contro i Nue, ma non esporti troppo, il tuo obbiettivo principale è il loro capo, è indispensabile eliminare innanzitutto la fonte dei nuovi Nue. Per sbarazzarci definitivamente degli altri ci sarà sicuramente un po' tempo. In ogni caso potrebbe esserci utile anche il tuo amico monaco... lo dico per te, non sappiamo quanti saranno i nostri avversari... - concluse con un tono impercettibilmente più gentile del solito.

- Ok! - rispose Kagome sorridendogli tranquilla.

- Padre... affido a voi la sua incolumità. Per te va bene, vero Inuyasha?! Ti voglio concentrato sui nemici, domani! -

- Sì... se c'è nostro padre con lei... sono tranquillo. - rispose sicuro Inuyasha.

Il Generale guardò sua nuora sorridendo:

- Sarà un piacere. -

Sesshomaru continuò a descrivere minuziosamente a tutti il suo piano d'attacco, illustrando una marea di possibili alternative e sviluppi e tempestando ancora di domande suo padre, Kagome e Inuyasha ogni qual volta gli sorgeva un minimo dubbio, e ogni risposta generava all'istante, nella sua testa, nuove e diverse prospettive e possibilità d'azione.

Inuyasha lo ascoltava sempre più stupito, suo padre aveva proprio ragione a dire che Sesshomaru era un grande stratega, freddo, lucido e calcolatore fin nel minimo dettaglio. Non l'aveva mai sentito parlare tanto, sembrava che si fosse finalmente deciso ad aprire anche agli altri le porte della sua testa, evidentemente il rimprovero del Generale aveva colpito nel segno e non solo! Il suo consiglio si stava rivelando efficace anche sugli altri. Inuyasha si guardò un attimo intorno e si accorse che tutti ascoltavano Sesshomaru con la massima attenzione: Chikara fissava suo nipote a bocca spalancata e continuava a spostare lo sguardo da lui alla mappa che indicava; anche l'espressione del vecchio Goomon passò da piacevolmente stupita a sempre più concentrata e infine anche gli ultimi scettici pendettero della sue labbra. Kagizume si allungava sempre più, appoggiato al tavolino, cercando di vedere la mappa e lanciando, di quando in quando, sguardi disperati agli altri come per dire “Ma voi davvero ci state capendo qualcosa???!!!”. Dopo un po', Inuyasha sentì Gyakusatsu bisbigliare:

- Tranquillo, poi ti faccio un riassunto, idiota! -

Affidare Kagizume a Goomon, sembrava essere stata una mossa veramente saggia!


 

Il Sole era tramontato ormai da un bel pezzo quando la riunione del clan, finalmente terminò e tutti si alzarono uscendo lentamente, a piccoli gruppi, dalla sala.

Inuyasha prese di nuovo Kagome sotto braccio e si stava avviando con lei verso la porta quando sentì qualcuno mettergli una mano sulla spalla, si voltò e si trovò di fronte il vecchio Goomon che lo sovrastava con la sua altezza.

- Sai, ragazzo, forse non avevi tutti i torti. - gli disse serio – Avrei dovuto lasciar parlare tuo fratello molto tempo fa. E credo che d'ora in poi terrò d'occhio anche te... -

Inuyasha lo guardò allontanarsi stupito: possibile che quel vecchio scorbutico gli avesse appena fatto un complimento?!

Si voltò verso Kagome e la vide sorridere orgogliosa:

- Questa volta io non c'entro... l'hai conquistato tutto da solo. - mormorò prima di proseguire verso la veranda, seguendo la scia di Demoni Cane che si apprestava a raggiungere il banchetto ordinato dal Generale, capeggiati dalla padrona di casa.

Sesshomaru e suo padre rimasero indietro seguendoli a una certa distanza.

- Sono fiero di te, Sesshomaru! - esclamò il Generale – Ti sei comportato egregiamente, stasera. Sono contento che tu abbia almeno provato a seguire i consigli del tuo vecchio. Comunque è presto per cantare vittoria, hai ancora molta strada da fare. Ma per fortuna puoi contare sull'appoggio di tuo fratello! -

- Dite che ho seguito il vostro consiglio, Padre?! - mormorò pensieroso Sesshomaru – Io non ne sono sicuro... Per quanto mi sforzi, non riesco a capire cosa sia successo... cos'è cambiato da ieri?! L'unica spiegazione logica è che la vostra presenza abbia influenzato tutti! -

- Ti sbagli figliolo. Io mi sono limitato a richiamare la loro attenzione su te e Inuyasha, ma siete stati voi a fare il resto. - spiegò semplicemente il Generale

- Vorreste farmi credere che il semplice fatto di aver espresso i miei ragionamenti davanti a tutti abbia cambiato qualcosa?! - chiese scettico Sesshomaru

- Beh sì... ha cambiato molto. Hai aperto uno spiraglio in quell'assurdo muro che ti sei costruito intorno, hai dato modo agli altri di capirti, anche se solo in minima parte. Almeno gli hai fatto capire chiaramente le tue intenzioni. Te l'ho detto la fiducia degli altri è una cosa che va conquistata e non con la forza; è come l'amore di una donna: se non la corteggi, se non le mostri i tuoi sentimenti, non puoi sperare che lei ti conceda il suo cuore. -

- E secondo voi... mio fratello avrebbe avuto un ruolo in tutto questo?! - chiese ancora Sesshomaru dubbioso

- Non puoi nemmeno immaginare quanto! Rispetto a te, Inuyasha è un libro aperto, è assolutamente incapace di nascondere le sue emozioni... persino quando si trincerava dietro a musi lunghi e malumori si riusciva a capire cosa gli passasse per la testa... credo sia merito del suo sangue umano. Avresti molto da imparare da lui! - commentò osservando il più giovane dei suoi figli che camminava tranquillo davanti a lui, sottobraccio a sua moglie, chiacchierando con lei e guardandola con infinita dolcezza. - Per lui è molto facile attirare le simpatie (o le antipatie) degli altri. Ha trovato le parole giuste con Goomon senza nemmeno rendersene conto. -

- Cioè?! - chiese Sesshomaru stentando a nascondere la curiosità

Il Generale gli sorrise e scosse leggermente il capo:

“Incredibile! Così intelligente nelle cose pratiche ma assolutamente negato nei rapporti con gli altri!” pensò prima di rispondere:

- Goomon è scettico, sfiduciato verso tutti, dopo la perdita di suo figlio. Non potevi sperare di convincerlo a seguirti solo dicendogli “Devi fidarti di me!”. E tuo fratello, inconsapevolmente, si è guardato bene dal dirgli una cosa del genere, al contrario gli ha detto “Hai ragione! Non devi fidarti di me! Fidati solo di te stesso!” non ha cercato di convincerlo con le parole ma ha lasciato che si convincesse da solo, con i fatti! -

- Che assurdità! - sbottò Sesshomaru – E se non fossi riuscito a convincerlo?! Inuyasha non ha pensato alle conseguenze! E' una testa vuota!-

- Hai ragione! Non c'ha pensato! - ammise suo padre – Nemmeno per un istante ha creduto che tu non saresti stato in grado convincerlo... E sai perché?! Perché ha fiducia in te e nelle tue capacità! In questi giorni ha imparato a fare affidamento su suo fratello maggiore... -

A quelle parole Sesshomaru si bloccò di colpo rivolgendo a suo padre un'occhiata indecifrabile.

- Eh sì, figliolo! Temo proprio che tu sia diventato un fratello maggiore a tutti gli effetti! - lo canzonò il Generale – E' una bella responsabilità! Sarai contento adesso... -

- Contento di cosa?! Di far da balia a quel babbeo?! A quel frignone, d'un mezzodemone?! - scattò Sesshomaru visibilmente alterato.

- Sesshomaru... non cercare di nascondere i tuoi sentimenti a tuo padre... soprattutto ora che è morto! Lo so che sei molto affezionato a Inuyasha... anche se fatichi a rapportarti con lui senza una spada in mano! - lo rimproverò gentilmente il Generale

- Siete forse impazzito, Padre?! Io affezionato a un mezzodemone?! - sbottò Sesshomaru indignato

- Ah no?! E allora perché hai continuato a tenerlo d'occhio per tutto questo tempo?! - chiese scettico il Generale

- Se l'ho cercato è stato solo per Tessaiga! Volevo io quella spada! - rispose deciso Sesshomaru

- Sì certo, finché non hai cominciato a pensare che forse poteva anche esserne degno... o peggio che gli era indispensabile! Non hai più mirato seriamente a Tessaiga fin da quando hai capito che la vita di tuo fratello dipendeva da quella spada! Gli hai persino ceduto Meidozangetsuha! -

Sesshomaru lo guardò inorridito:

- Non è vero! E' lui che mi ha sconfitto! - gridò

- Sesshomaru... è inutile mentire a te stesso... tu vuoi bene a tuo fratello, io lo so! Oggi, quando l'hai visto piangere per te, sei stato molto felice. - insistette il Generale con un sorrisetto comprensivo.

- Figuriamoci! - sbottò di nuovo Sesshomaru – Piangere per me... aveva solo paura di non riuscire a tornare indietro da solo! - mormorò con una leggera nota di indecisione nella voce.

- Questo non è vero! E Tenseiga ne è la prova! - rispose deciso il Generale

- Che intendete dire?! - lo incalzò Sesshomaru

- Non ti sei chiesto perché Inuyasha sia riuscito a brandire la tua spada?! -

- No! Ormai è da un pezzo che non mi chiedo più niente sulle nostre spade! E' evidente chi di noi due sia il figlio prediletto. - rispose secco Sesshomaru

- Credi davvero che io faccia distinzioni tra voi due?! Che abbia concesso favori a Inuyasha su una cosa del genere?! - chiese serio il Generale - E' vero che tu non puoi brandire Tessaiga, ma solo perché sei un demone, non perché sei tu. No! Se Inuyasha è riuscito ad usare Tenseiga... o meglio se Tenseiga si è lasciata usare da Inuyasha è solo perché ha avvertito in lui una vera e sincera volontà di proteggerti. - spiegò pacatamente il Generale.

- Ehi, voi due! Avete finito di parlottare?! - li interruppe da lontano Inuyasha che stava tornando verso di loro – Padre, aspettano tutti voi! Sesshomaru, dagli tregua! E' tutto il giorno che gli stai col fiato sul collo, lascia che si rilassi un po' e si goda la serata! - li apostrofò allegro, avvicinandosi a loro - Beh... che c'è?! Cos'è quella faccia?! - mormorò ancora Inuyasha rivolto a suo fratello che lo scrutava serio con uno sguardo più penetrante del solito.

- Inuyasha ha ragione! Basta parlare di battaglie! - esclamò allegro il Generale mettendo le mani sulle spalle dei suoi figli e facendogli strada verso l'enorme cortile dove era stata preparata la lunga tavolata.

- Ricordatevi che domani ci aspetta una dura battaglia! Vedete di andarci piano coi festeggiamenti... entrambi! - li rimproverò Sesshomaru

- Agli ordini! - esclamarono entrambi all'unisono scattando sugli attenti, per poi guardarsi stupiti e scoppiare a ridere di una così perfetta e inaspettata coordinazione.

- Bah... Non bastava un fratello scemo... - borbottò impassibile Sesshomaru aumentando il passo e lasciandoli indietro.

Nessuno si accorse che mentre camminava, dritto e fiero davanti a loro, un lievissimo sorriso fece capolino agli angoli della sua bocca.


 

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Angolo dell'autrice

Ok, partiamo dalle cose “serie”: il resto dei capifamiglia. Vi chiedo perdono ma questa volta non sono riuscita a trovare il tempo (e probabilmente neanche la voglia) di disegnarli come si deve, ho fatto solo degli schizzi veloci, giusto per darvi l'idea:

Ikioi = forza

Fusawashi = degno

Kunou = tormento

La storia dei Nue... spero non vi sembri troppo ingarbugliata... se posso sarò felice di chiarivi eventuali dubbi...

Adesso fuggo in Papuasia prima che le fan di Sesshomaru mi trovino! E credo che il prossimo capitolo lo posterò da lì, dal folto di una giungla fittissima e impenetrabile! Il prossimo capitolo, infatti, sarà tutto per lui! ;)

Alla prossima ^_^

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Capitolo 27
*** Sesshomaru ***


L'ampio cortile del castello era illuminato da numerose fiaccole e piccoli falò che circondavano una lunga e bassa tavolata a capo della quale sedevano il Generale e sua moglie. Alla destra del Generale si trovava Sesshomaru, con al suo fianco il Vecchio Goomon e la sua famiglia; mentre sul lato sinistro, di fianco alla padrona di casa erano seduti Inuyasha e Kagome seguiti da Chikara e la sua famiglia. Il resto dei capifamiglia erano distribuiti più o meno uniformemente lungo la tavola delimitando il confine tra una famiglia e l'altra.

Kagome si guardava intorno spaesata, in mezzo a tutti quei demoni; per fortuna Chibiki si era premurato di farle trovare una tazza della sua tisana, pronta al suo posto. Anche se, stranamente, in quel momento Kagome non ne sentiva il bisogno, preferì comunque iniziare a sorseggiarla con calma, onde evitare brutte sorprese nel bel mezzo della cena.

L'arrivo del Generale fu accolto da un coro di grida, fischi e schiamazzi da parte di tutti i membri del clan ai quali egli rispose con ampi sorrisi e cenni di saluto:

- Domani ci attende una nuova battaglia! - esordì rivolto al clan – E questo purtroppo ci impedirà di godere a pieno della festa di stasera. Ma vi prometto che ci rifaremo! Domani ci prenderemo le teste dei nostri nemici e allora sì che potremo davvero festeggiare!!! - esclamò sicuro.

Un coro di grida entusiaste rispose a quelle parole. Era un'aria di festa quella che si respirava quella sera, sembrava che nessuno fosse minimamente preoccupato per lo scontro imminente, c'era solo eccitazione nei loro occhi.

“I demoni cane hanno veramente la lotta nel sangue!” pensò Kagome

Inuyasha tornò a sedersi vicino a lei che lo guardò sorridendogli dolcemente mentre lui le raccontava, pieno di entusiasmo, cos'era appena successo con suo padre, come se fosse chissà quale evento. Lei gli accarezzo piano una guancia con il dorso delle dita, scostandogli appena una ciocca di capelli dalla tempia:

- Sei felice, vero?! - gli mormorò amorevole

- Sì... - rispose lui semplicemente, guardandola negli occhi – E' proprio come avevi detto tu, non avevo motivo di preoccuparmi... Sai, adesso che l'ho conosciuto sono ancora più orgoglioso di mio padre! Mi sembra ancora un miracolo, Kagome! Che lui sia qui... che mi parli... che mi ascolti... che mi sorrida... -

- Sì... è davvero un miracolo... - ammise Kagome.


 

Dall'altra parte del tavolo, Sesshomaru li osservava con la coda dell'occhio, meditabondo.

- Che c'è figliolo?! - gli chiese suo padre notando il suo sguardo – Non dirmi che sei invidioso di tuo fratello?! Vorresti una moglie anche tu? - lo stuzzicò divertito

Sesshomaru si riscosse guardandolo stupito:

- Non dite assurdità! - rispose stizzito – Non ho nessuna intenzione di sposarmi! Né ora né mai! Non ho tempo per queste sciocchezze! -

- Ti ricordo che adesso sei il Capoclan. E' tuo dovere lasciare una discendenza! Non dico che tu debba sposarti subito ma... forse... tra una decina d'anni... - mormorò malizioso

- Che vorreste insinuare?! - chiese indignato Sesshomaru

- Niente ma sai... il tempo passa... e i punti di vista cambiano... - rispose evasivo il Generale

- Comunque non è certo questo che stavo pensando. - tagliò corto Sesshomaru

- E allora cosa? - chiede insistendo gentilmente il Generale

Sesshomaru sembrò soffermarsi un attimo sui suoi pensieri prima di sospirare debolmente e confessare:

- Tante cose. - rispose semplicemente – Mi chiedo cosa, in una donna umana, possa attirare un demone e viceversa? E soprattutto mi chiedo cosa dovrei imparare da mio fratello? Quando è con lei, sembra così debole eppure... quando ci siamo scontrati e lei si è trovata in pericolo è riuscito a tirare fuori una forza che non avrei mai creduto di vedere in un misero mezzodemone. -

- Sesshomaru... dovresti avere già la risposta ad almeno una di queste domande. - lo apostrofò suo padre – Tu cosa ci trovi in Rin? Cosa senti quando la vedi in pericolo? Come reagisci? -

Sesshomaru gli rivolse di nuovo un'occhiataccia prima di rispondere scandalizzato:

- Padre! Rin è solo un cucciolo! Non vorrete paragonarla a una donna... a una moglie! -

- Certo che no! - rispose calmo suo padre – Ma il risultato non cambia! Tu provi qualcosa per lei... dico bene?! -

- Rin è... è solo un cucciolo... - ripeté Sesshomaru in un sussurro scocciato – Era sola, debole... maltrattata persino dai suoi simili... Tsk! Gli umani! Che esseri disgustosi! Aggredire i loro stessi cuccioli... - sibilò con astio ripensando al visetto tumefatto della piccola Rin – E' stata Tenseiga a costringermi a riportarla in vita! E poi lei... ha iniziato a seguirmi dappertutto... all'inizio l'ho ignorata... pensavo si sarebbe stufata e sarebbe tornata a casa... invece... -

- Sesshomaru, Tenseiga non può costringerti a fare niente. Tu sei il suo padrone adesso, lei si limita ad assecondare i desideri del tuo cuore. - lo canzonò dolcemente il Generale – Sei tu che hai voluto salvarla. E non puoi nemmeno immaginare quanto sia fiero di te, per questo! -

- Rimane il fatto che è lei che m'ha seguito! - ribatté Sesshomaru deciso, non voleva ammettere di essere rimasto spiazzato da quelle parole.

- Già... però tu non l'hai scacciata. - buttò lì il Generale con un sorrisetto ironico – Ti sarebbe bastato spiccare il volo per sbarazzarti di lei. E anche adesso che è tornata a vivere tranquilla tra gli umani, continui a tenerla d'occhio. -

Sesshomaru si bloccò un attimo, suo padre lo stava mettendo con le spalle al muro, ma lui non gliel'avrebbe data vinta tanto facilmente.

- Ve l'ho detto, no?! Gli umani sono esseri disgustosi, non c'è da fidarsi di loro! Chissà cosa potrebbero farle se non temessero la mia ira! - provò a giustificarsi

- E allora?! A te che te ne importa?! Perché il Grande Sesshomaru dovrebbe preoccuparsi della sorte di un miserabile cucciolo umano?! - lo provocò suo padre

- Rin non è miserabile!! - abbaiò furibondo Sesshomaru, sbattendo il pugno sul tavolo, vinto dall'ira. Si raggelò di colpo, stupito di sé stesso, lanciò una rapida occhiata intorno a sé e si rese conto che tutti quelli vicino a lui avevano abbandonato le rispettive conversazioni e lo stavano guardando perplessi e incuriositi da quell'improvvisa reazione. Solo la Sacerdotessa, seduta difronte a lui, lo guardava con un tenue sorriso sul volto.

Sesshomaru si affrettò a recuperare la sua solita compostezza e quando l'attenzione dei presenti tornò a rivolgersi altrove, ribadì con più calma:

- Rin non è un miserabile cucciolo umano... Rin... è... Rin. - mormorò più a sé stesso che a suo padre.

Il Generale gli sorrise soddisfatto, per quella sera aveva stuzzicato fin troppo il suo orgogliosissimo figlio, ma d'altra parte sapeva di avere poco tempo e anche se non era possibile recuperare centinaia di anni in soli tre giorni, voleva almeno provarci.

- Comunque, Sesshomaru, ti assicuro che avresti davvero molto da imparare sia da tuo fratello che da sua moglie... - commentò – Facciamo così... Che ne diresti di fare un piccolo gioco con me?! -

- Che tipo di “gioco”?! - rispose diffidente Sesshomaru ma pur di non parlare ancora di Rin sarebbe andata bene qualsiasi cosa.

- Stasera osservali bene... cerca di capire cos'hanno loro che tu non hai? Non mi riferisco a differenze fisiche ovviamente. Cerca di capire quali aspetti di loro, del loro carattere, del loro modo di fare dovresti cercare di assimilare per poter diventare un buon condottiero. Il mio degno erede su tutti i fronti. - poi si chinò verso di lui e gli bisbigliò in un orecchio – Se pensi che possa esserti utile prova a fare il confronto con tua madre: il tuo atteggiamento non è molto diverso dal suo, infondo. -

Sesshomaru gli rivolse un'occhiata dubbiosa, suo padre era sempre stato un po' strano ma quella sera era peggio del solito.

- Come desiderate, Padre. - rispose poco convinto ma la sua ferrea educazione gli impediva di contravvenire a una richiesta del suo illustre genitore, così torno a scrutare torvo, con la coda dell'occhio, quei due seduti davanti a lui.

Kagome stava continuando a sorseggiare tranquilla la sua tisana, chiacchierando con Inuyasha quando furono raggiunti da Kiba e Gyakusatsu. Il primo la guardava con aria apprensiva mentre l'altro le mise addirittura una mano sulla spalla e le bisbigliò qualcosa all'orecchio. Lei gli sorrise tranquilla e gli rispose con un segno d'assenso, mentre Inuyasha scrutava Kiba con aria cupa. A quel punto furono raggiunti anche da Kagizume che, allegro e scanzonato come sempre, si buttò di peso sulle spalle di Inuyasha afferrandolo per le orecchie e mandandolo quasi a sbattere con la faccia sul tavolo. Quel gesto sembrò mandare su tutte le furie Gyakusatsu, invece Kagome scoppiò a ridere divertita, mentre Inuyasha si voltava furente e imbarazzato verso Kagizume urlando:

- Ehi!!! Solo Kagome può toccarmi le orecchie!!! -

e a quel punto anche gli altri scoppiarono a ridere, persino Gyakusatsu.

- Davvero, Padre, non riesco a capire cosa vi aspettiate da questo vostro gioco. - commentò atono Sesshomaru

- Ah no?! Allora dimmi Sesshomaru, quante volte, in tanti anni, i tuoi cugini si sono comportati in quel modo con te... - rispose semplicemente il Generale - Eppure siete tutti coetanei e siete cresciuti insieme, non dovreste aver problemi a legare. -

- Mai! - rispose secco Sesshomaru – Forse è per questo che sono ancora vivi... - sibilò minaccioso

- O forse è per questo che non ti sei guadagnato prima la loro fiducia... - lo corresse il Generale – E anche questa sera, se te l'hanno concessa, è solo merito della simpatia che si sono guadagnati Inuyasha e Kagome. Loro due in pochi giorni sono arrivati dove tu non sei arrivato in tanti secoli! Vorrei che tu provassi a riflettere sul perché e sul come. -

Sesshomaru non rispose, ma rimase pensieroso, suo padre non aveva tutti i torti, Kagizume l'aveva detto chiaramente “Se il cuginetto Inuyasha dice che è a posto, allora è a posto anche per noi”, Kagizume era un immaturo e una testa calda, non c'era niente di strano che si buttasse a capofitto dietro al primo venuto... ma gli altri due?! Sesshomaru doveva ammettere di avere decisamente più stima per Kiba e Gyakusatsu... soprattutto per Gyakusatsu, l'unico dei tre sempre serio e posato... almeno finché non si parlava di orecchie... Kagizume era l'unico che riusciva a farlo uscire dai gangheri... eppure, per qualche strano motivo quei due erano sempre insieme...

Il Generale studiò con un'occhiata l'espressione apparentemente imperturbabile del suo primogenito, a differenza di tutti gli altri lui riusciva a vedere la tempesta che gli si stava agitando dentro in quel momento, l'impegno che stava mettendo in quello sciocco gioco che lui gli aveva proposto: “Sesshomaru... sempre così serio e metodico in tutto quello che fa!” pensò sorridendo tra sé e sé.

Proprio in quel momento arrivarono i Komainu e iniziarono a servire la cena. Kagizume, Gyakusatsu e Kiba, si congedarono rapidamente da Inuyasha e Kagome e tornarono ai propri posti.

Sesshomaru seguì con lo sguardo i servitori che disponevano le pietanze davanti a loro; vide sua madre chiacchierare animatamente con suo zio Chikara, con un piccolo ma brusco gesto della mano rischiò di urtare il piatto che il Komainu le stava mettendo davanti, solo allora si voltò stizzita verso il servitore lanciandogli un'occhiataccia e rimproverandolo severamente... come se fosse stata colpa sua... il servitore si profuse in mille scuse, terrorizzato.

A quel punto Sesshomaru tornò a osservare Kagome, anche lei presissima da una fitta conversazione con Inuyasha, stava cercando disperatamente di fargli capire le regole dello shogi. Il servitore si avvicinò a lei sorridendo, lei si interruppe subito e gli sorrise a sua volta spostandosi leggermente per lasciargli spazio, lanciando uno sguardo curioso al contenuto del suo piatto:

- Oh Grazie, Chibiki! - esclamò allegra, poi lo sguardo le cadde sul piatto di Inuyasha e la sentì balbettare accigliata – Ma... perché?! -

Il servitore fu pronto a rispondere sorridendo:

- Perdonateci, Mia Signora, ma vista la vostra indisposizione le cuoche hanno pensato di preparavi qualcosa di più leggero. -

- Ohhh... ma non dovevate... con tutto quello che ci sarà stato da fare in cucina... - mormorò mortificata Kagome, poi sorrise di nuovo – Ringrazia tanto Aina e Haruna, prometto che stasera mangerò tutto! -

- Sarà fatto, Mia Signora. - rispose sorridente il Komainu

- Ehi Kagome! Visto?! C'è anche quella roba dell'altro giorno! - esclamò allegro Inuyasha indicando la sua ciotola.

- Sì, Padrone. - intervenne il Komainu – La Signora si è lasciata sfuggire che l'avevate gradito molto così ve l'abbiamo preparato di nuovo. Spero non vi dispiaccia... -

- Dispiacermi?! Stai scherzando, piccoletto! Cioè... voglio dire... Chibiki. - si corresse notando l'occhiataccia di sua moglie.

- Ehhh.... sì! - sospirò il Generale di fianco a Sesshomaru – Mai sottovalutare la forza di un nome! -

Sesshomaru lo guardò perplesso con la coda dell'occhio:

- Che vorreste dire?! - chiese

- Andiamo, figliolo, non dirmi che non te ne sei accorto?! Kagome, che è qua soltanto da un paio di giorni, conosce per nome tutti i nostri servitori, che, guarda caso, la trattano con un occhio di riguardo senza bisogno che lei dica una parola! Tu e tua madre, che vivete qua da secoli, potete dire altrettanto?! Come si chiama il Komainu che ti ha appena servito? Non lo sai vero?! Anzi non ti sei nemmeno accorto di lui quando ti ha messo il piatto davanti! Non una parola gentile da parte tua, non un grazie per il duro lavoro che queste piccole creature fanno per noi ogni giorno, figurarsi poi un sorriso... Tu e tua madre sapete solo rimproveragli ogni minimo errore! Per voi è tutto ovvio, scontato e dovuto... Però non è così che ci si guadagna il rispetto e la fedeltà dei propri sottoposti. Non è sminuendoli che daranno il meglio di sé! - lo rimproverò il Generale – Mi pento davvero di non averti impartito queste semplici lezioni molto tempo fa. - mormorò.

La cena proseguì allegra e tranquilla, tra chiacchiere e scoppi di risa ad ogni angolo della lunga tavolata. Sesshomaru continuò ad osservare suo fratello, sforzandosi di non perdere nessun dettaglio. Inuyasha ebbe una lunga e tranquilla conversazione con Goomon (e fu proprio Goomon a rivolgergli la parola per primo!) riguardo a Tessaiga e ai nuovi attacchi che era riuscito a farle assorbire, scoprirono di avere un amico in comune, il vecchio Yakurodokusen, Goomon andava matto per suo sake, Kagome disse che ne avevano ancora a casa, l'avevano ricevuto come dono di nozze, aggiunse che sarebbe stato un onore poterglielo offrire se un giorno fosse andato a far loro visita. A quel punto persino sua madre si unì alla conversazione, chiedendogli di Meidozangetsuha e della loro casa, rimase scioccata scoprendo quanto fosse piccola, ma Inuyasha le rispose che per lui era molto più bella quella piccola casetta del palazzo in cui era vissuto con sua madre, nei primi anni della sua vita.

- E poi?! Prima di sposarti?! Dove hai vissuto?! - gli chiese perplessa sua madre

- In giro! - rispose tranquillo Inuyasha – Grotte, foreste, vecchi capanni abbandonati... non avevo preferenze! -

Sesshomaru vide l'espressione di sua madre farsi di colpo seria prima di trincerarsi dietro un sorriso di circostanza e chiedere con finta allegria:

- E da quanto siete sposati? -

“Brillante modo per cambiare argomento!” pensò Sesshomaru sorridendo ironico dentro di sé.

- Ormai è quasi un anno, vero?! - rispose Inuyasha voltandosi a guardare sua moglie felice

“Possibile che non si vergogni nemmeno un po' di farsi vedere con quella faccia... così debole?!” pensò Sesshomaru disgustato

- E non avete ancora figli? - insistette curiosa sua madre

- No... purtroppo no... - rispose Kagome con una leggerissima nota di tristezza nella voce che non sfuggì a Sesshomaru così come non gli sfuggì la mano di suo fratello che si strinse subito protettiva intorno a quella di sua moglie.

- No! Non abbiamo fretta! - rispose Inuyasha con un sorriso forzato.

“Pessimo! Davvero pessimo! Ha ragione nostro padre: Inuyasha è completamente incapace di nascondere le sue emozioni!” A Sesshomaru era stato insegnato che questo, in battaglia, sarebbe equivalso a mostrare il fianco!

Poi notò di nuovo l'espressione di sua madre, nessuno poteva accorgersene ma lui la conosceva bene, era... triste... preoccupata... dispiaciuta?!

- Ma sì, avete tutto il tempo. - commentò semplicemente, con finta indifferenza.

- Stasera sei molto loquace, sorellina... - intervenne Chikara – Toglietemi una curiosità: com'è che conoscete la tribù Yoro? -

“Ma come?! Non li aveva disprezzati fino a un attimo fa?!” pensò ancora Sesshomaru “Ah Già! Se la mamma si butta nel fuoco, lui la segue!”

- E' una lunga storia! - rispose Kagome con un sorriso – Qualche anno fa abbiamo aiutato Koga a sconfiggere le Paradisae, è così che ci siamo conosciuti. -

- Non ricordarmelo! Da allora ti si è appiccicato addosso e non t'ha più mollato finché non ci siamo sposati! Quella volta avrei dovuto far fuori anche lui! - sbottò scocciato Inuyasha

- Bugiardo! La verità è che avete legato subito, siete uguali voi due! Vi siete dati persino dei soprannomi: tu lo chiamavi lupo spelacchiato e lui botolo ringhioso! - lo canzonò ridendo Kagome.

Inuyasha stava per spiegare a sua moglie la differenza tra un soprannome e un insulto ma non poté perché di colpo Chikara scoppiò a ridere. Sesshomaru non poteva crederci, quella reazione da parte di suo zio lo stupì talmente tanto che non riuscì a non aggrottare leggermente la fronte.

- AHAHAH! Hai sentito, Touga?! “Botolo ringhioso”! Ti ricorda niente?! - esclamò Chikara

Anche il Generale scoppiò a ridere:

- Già! Anche tu mi chiamavi così, quando ci siamo conosciuti! - ammise

- Non ti potevo soffrire, eri un gran attaccabrighe ma eri anche il migliore di tutti noi, il più forte, il più abile con la spada! E senza fare il minimo sforzo! Mentre io mi allenavo notte e giorno... - ricordò suo zio – E pensa, Sesshomaru... - proseguì rivolgendosi di colpo a lui – durante la nostra prima battaglia finimmo proprio in squadra insieme, mentre tua madre era nel gruppo che ci precedeva. Lei si voltò per salutarmi e lui la vide. Sai cos'ebbe il coraggio di dirmi quello sfacciato di tuo padre?! - si interruppe un attimo e, fingendo di dare di gomito a Kagome, seduta di fianco a lui, disse, provando a imitare la voce del Generale – Ehi tu, cuccioletto, conosci quella sventola?! Vedi di non farti ammazzare, che dopo me la devi presentare! -

Il Generale scoppiò di nuovo a ridere:

- Già! E tu ti sei messo a strillare come un'aquila: “Giù le mani da mia sorella, brutto botolo ringhioso!” - esclamò facendogli il verso.

- Ehhh... già... - sospirò Chikara – E se non fosse stato per te, quella volta mi sarei fatto ammazzare davvero... E' solo per questo che t'ho ceduto mia sorella!!! - precisò con un sorriso nostalgico.

- Ohhh... fatela finita voi due! - li apostrofò sua madre visibilmente arrossita, reazione che lasciò a dir poco di stucco Sesshomaru e suscitò le risate di tutti gli altri.

Ma che diavolo stava succedendo a tutti?! Com'era possibile che sua madre, suo zio... persino il vecchio Goomon, fossero così tranquilli e rilassati di fronte a due perfetti estranei, a due esseri inferiori che avevano suscitato il loro disprezzo fino a poco prima?!!

- Padre! - mormorò Sesshomaru afferrandolo per un braccio.

Il Generale tornò a rivolgersi a lui con un sorriso.

- Avrei bisogno di parlavi un attimo... in privato. - proseguì Sesshomaru.

- Ma certo, figliolo! - rispose il Generale – Signori, scusateci un attimo, torniamo subito. - annunciò rivolto ai presenti.

Passeggiarono in silenzio diretti verso un giardino laterale, illuminato dalla luna; quando i rumori della festa si ridussero a un tenue brusio di sottofondo, Sesshomaru si decise a parlare:

- Allora, volete dirmi una buona volta che senso ha quest'assurdo “gioco”?! - esordì scocciato.

- Dimmelo tu, Sesshomaru! Cosa hai notato? Cos'è successo intorno a te? - chiese calmo il Generale.

- Ho notato che sembrate aver perso tutti la ragione! Non vi riconosco più! Cioè... passi per voi! Ma mio zio, mia madre... Goomon!!! Che gli è preso a tutti??!!! - sbottò indignato

- Davvero non l'hai capito?! - chiese ancora il Generale

- Cos'è?! Per quella patetica storiella del “botolo ringhioso”?! Appellativo che, lasciatemelo dire, calza perfettamente a mio fratello!!! -

- Se è questo che pensi, Sesshomaru, perché non l'hai detto?! Perché non hai detto qualcosa tipo “Ha ragione Koga, sei proprio un botolo ringhioso, fratellino!” E' così che funziona tra fratelli, tra familiari, tra amici! Non è ai tuoi alleati che devi nascondere il tuo vero io! Questa regola va bene con i nemici! Ma a coloro ai quali richiedi, anzi dai quali pretendi, fiducia e fedeltà, non puoi tenere nascoste certe cose. Devi fidarti di loro, aprirgli il tuo cuore (oltre che la tua mente come hai fatto oggi) se vuoi che loro si fidino di te! Non crederai che Inuyasha e Kagome si comportino così anche di fronte a un nemico?! Prova a pensarci, erano così la prima volta che li hai attaccati per prenderti Tessaiga?! -

Sesshomaru, lo fissò pensieroso, tornò con la mente a pochi anni prima, a quel giorno in cui il suo braccio era stato mozzato da suo fratello... e poi a quando si era ripresentato davanti a loro con quel braccio umano... Ripensò allo sguardo di suo fratello, vi aveva letto rabbia, odio, furore quando aveva ferito Kagome... gli stessi sentimenti che aveva visto negli occhi di lei quando stava per colpire Inuyasha con Tessaiga... un'espressione così diversa dal sorriso che gli aveva rivolto poco prima.

- Inuyasha e Kagome si sono aperti tranquillamente con noi perché ci considerano parte della loro famiglia... - proseguì il Generale – Ecco com'è venuta fuori la storia del “botolo ringhioso”! Una sciocchezza, è vero, ma che ha permesso agli altri di sentirli più vicini e che, per puro caso, ci ha pure permesso di trovare dei punti in comune con loro. Una sciocchezza che è stata sufficiente a far scattare una scintilla dalla quale potrebbe scatenarsi un incendio. Con poche semplici ma sincere parole, quei due si stanno guadagnando un posto nel clan! Impara da loro Sesshomaru, impara ad abbattere quel muro che ti separa dalla tua famiglia, solo così ne farai davvero parte, solo così sarai amato e rispettato da tutti! - lo incitò con foga – Una sciocchezza come il rimprovero che hai rivolto a tuo fratello davanti a tutti, oggi alla riunione... Non te ne sei nemmeno accorto, vero?! Quella battuta ti ha fatto guadagnare una montagna di punti agli occhi degli altri, te lo assicuro! Ringrazia la vicinanza di tuo fratello che te l'ha strappata fuori, l'alchimia che è nata lentamente tra voi due in questi giorni solo perché, finalmente, avete deciso di smettere di farvi la guerra e avete iniziato a collaborare. Grazie al cielo il sangue non è acqua! -

- Padre... - balbettò Sesshomaru senza riuscire a ribattere

- Perché credi che la tua cara Rin si sia avvicinata a te?! - proseguì imperterrito il Generale – Perché, senza volere, le hai mostrato il lato più debole di te! Tu dici di averla vista sola, debole e ferita... ma la verità è che è stata lei la prima a vederti così. Se ti fossi presentato davanti a lei freddo e spietato come davanti a un nemico, sarebbe semplicemente fuggita terrorizzata e oggi non sarebbe al tuo fianco a portare un po' di luce nella tua solitudine. E' per questo che le vuoi così bene, perché con lei non ti senti più solo! - concluse comprensivo il Generale.

Sesshomaru fissava suo padre allibito, senza più riuscire a nascondere sul suo imperturbabile volto le tracce di una potente stoccata andata inesorabilmente a segno.

- Andiamo, figliolo, adesso torniamo dagli altri. - disse tranquillo suo padre mettendogli una mano sulla spalla – Lo so ti sto chiedendo molto e tutto questo per te è troppo, tutto insieme, non pretendo che tu cambi dal giorno alla notte, ma cerca di capire: non avrò altre possibilità per dirti queste cose... ti chiedo solo di ascoltarmi e provare a capire ciò che sto cercando di dirti... e se vorrai, un giorno, potrai provare a seguire i miei consigli. -

Sesshomaru rimase in silenzio, seguendo suo padre fino alla tavola, dove tutti stavano continuando a conversare allegri.

- Finalmente! - sbottò Inuyasha indispettito – Allora, Sesshomaru, hai finito di monopolizzare nostro padre?! Possibile che tu debba parlare di guerra anche mentre ceniamo! -

Sesshomaru gli lanciò un'occhiata glaciale:

- Sai fratello, ha ragione il tuo amico lupo: sei proprio un botolo ringhioso! -

Tutti lo guardarono stupiti.

- B-beh... meglio ringhioso che stoccafisso! - ribatté Inuyasha preso alla sprovvista

L'ombra di un sorrisetto beffardo comparve sul volto di Sesshomaru:

- Sì... forse hai ragione... - mormorò


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Angolo dell'autrice

Finalmente qualcosa si muove nell'animo di Sesshomaru. Ci voleva suo padre per smuoverlo un po'! Ma il lavoro del Grande Generale Cane non è ancora finito, c'è un altro figlio che ha bisogno di lui.

Alla prossima ^_^

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Capitolo 28
*** Inuyasha ***


La cena in onore del Generale terminò abbastanza presto, senza troppi festeggiamenti, infondo il giorno dopo li attendeva una dura battaglia e, per quanto fossero forti, i Demoni Cane, non erano certo degli sprovveduti o degli incoscienti che si lanciavano in battaglia stanchi o con i postumi di una sbornia. Ciò nonostante il clima durante tutta la serata fu sempre allegro e su di giri.

Dopo aver concluso il suo colloquio con Sesshomaru, il Generale passò il resto della cena, tra una portata e l'altra, camminando su e giù per la lunga tavolata, scambiando una parola con tutti, sempre allegro e disponibile. Si trattenne a lungo a chiacchierare e a bere un goccetto (l'unico che si concesse), infondo alla tavola, con Totosai e il vecchio Miyoga, che come suo solito era riuscito a raggiungerli persino là. Inuyasha lo osservava curioso, si rendeva conto di quanto fossero preziosi quei momenti, non avrebbe più avuto altre occasioni per vedere suo padre, voleva imprimersi nella memoria ogni suo gesto, ogni espressione, il suono della sua voce e della sua risata. Avrebbe voluto che si rivolgesse di nuovo anche a lui, ma si rendeva conto che c'erano anche gli altri che potevano avere bisogno di lui, di una parola di incoraggiamento o anche solo di un saluto, da parte del loro Generale. “L'umore della truppa innanzitutto”, sembrava il motto di suo padre! Specialmente alla vigilia di una battaglia.

Era quindi ormai rassegnato a dover rinunciare alla sua compagnia, almeno per quella sera, quando al termine della cena il Generale lo chiamò in disparte:

- Puoi venire con me, Inuyasha?! - chiese con un sorriso - Se non ti dispiace, Kagome, te lo rubo per un po'... -

Kagome gli sorrise comprensiva e bisbigliò a Inuyasha:

- Vai! Non pensare a me! Goditi tuo padre! -

Inuyasha non se lo fece ripetere due volte e seguì suo padre verso l'edificio principale, mentre il resto del clan indugiava ancora a tavola proseguendo con le chiacchiere.

- Vieni, ho una cosa per te. - spiegò tranquillo il Generale, scortando suo figlio verso la proibitissima Ala Ovest del palazzo.

- Allora?! Come ti trovi con il “ramo demoniaco” della tua famiglia, figliolo?! - chiese mentre camminavano tranquilli lungo la veranda.

- Beh... ad essere sincero... meglio che con il “ramo umano”, almeno per ora! - commentò ironico Inuyasha

- Era così terribile la vita a palazzo? - chiese ancora il Generale

- Finché c'era la mamma... insomma! Anche se gli altri mi scacciavano e mi prendevano in giro, almeno avevo lei. Ma quando lei è venuta a mancare... non c'è voluto molto prima che fossi “caldamente invitato ad andarmene”! Comunque non rimpiango assolutamente quel posto e quella gente... - mormorò

- Mi dispiace, figliolo. - ammise tristemente suo padre, cingendogli le spalle con un braccio - Non avrei voluto che andasse così, credimi. -

- Padre... - mormorò Inuyasha stupito da quell'improvvisa e inaspettata confessione

- So quello che pensi di me, figliolo! So perché hai sposato Kagome anche se siete ancora così giovani! - ammise mestamente - E sono fiero di te, per come ti sei comportato. Anche tu, come tuo fratello, hai superato tuo padre in qualcosa! Io sono stato uno stupido! Uno stupido e un debole... e ti ho rovinato la vita... a te e a tua madre... -

- No, Padre! - esclamò Inuyasha – Ha ragione Kagome, voi la vita me l'avete data! Non sarei qui senza di voi! Non dovete sentirvi in colpa... io... sono felice adesso. Se non fossi quello che sono, non avrei incontrato una donna splendida come lei. Io sono veramente fortunato ad essere un mezzodemone, ora lo so, ora l'ho capito! -

Il Generale si fermò a guardare negli occhi suo figlio e per un attimo sorrise di nuovo ed era un sorriso dolcissimo, colmo d'amore:

- Parli proprio come tua madre, figliolo! “Non preoccuparti, Touga, Inuyasha è felice adesso!” me l'avrà ripetuto un miliardo di volte! - esclamò

- La mamma???!!! - domandò stupito Inuyasha – Hai... hai visto la mamma??!!! -

- Certo, figliolo! - rispose il Generale sorridendo felice che suo figlio avesse involontariamente abbandonato i formalismi – Lei è sempre con me! -

- E... e come sta?! - chiese sconvolto

Il Generale rise di gusto a quella domanda:

- Non ti sembra una domanda un po' strana... da rivolgere a un defunto?! -

Inuyasha arrossì sentendosi terribilmente stupido, ma suo padre gli rispose ugualmente sorridendo:

- Diciamo che... sente la tua mancanza, anche se ti sente sempre molto vicino... ma questo non significa che voglia vederti presto, eh! - scherzò – Continua ad essere felice, Inuyasha! E' il modo migliore per farla stare bene! -

Inuyasha gli sorrise con gli occhi un po' lucidi ma felice:

- Sì, lo farò Padre! - poi lo guardò imbarazzato per un attimo

- Cosa c'è?! C'è qualcosa che vorresti dirmi? - chiese il Generale

- Beh... ecco... io... non l'ho mai chiesto alla mamma... ma... insomma... non so se posso... forse è una domanda troppo personale... - balbettò impacciato

- Tu puoi chiedermi quello che vuoi, figliolo! Te lo devo! Abbiamo finalmente l'occasione di parlare, non sprecarla! - rispose sereno il Generale

- Ecco... io mi sono sempre chiesto... cosa c'è stato tra voi e mia madre... insomma... l'amavate davvero o è stato solo un capriccio? - mormorò temendo la risposta

- Amo Izayoi come non avrei mai creduto di poter amare nessuno. - rispose semplicemente suo padre

- Davvero?! - insistette Inuyasha

– Vorresti sapere com'è andata?! - chiese suo padre sorridendo comprensivo

Inuyasha annuì in silenzio. Il Generale alzò lo sguardo ad ammirare la luna, perdendosi nei suoi ricordi, e iniziò a raccontare:

- Un giorno, mi imbattei per puro caso in un gruppo di demoni che stavano attaccando dei soldati, nella foresta. I soldati erano di scorta ad una portantina, si battevano con tutte le loro forze ma erano in netto svantaggio, sarebbero potuti fuggire invece stavano proteggendo il loro padrone con un coraggio e una determinazione che mi colpirono. Decisi quindi di intervenire in loro aiuto e debellai quei demoni in pochi istanti, i soldati però, vedendo che anch'io ero un demone, si avventarono anche contro di me. Mi aspettavo quella reazione ed ero già pronto ad andarmene per la mia strada, senza discutere, quando dalla portantina provenne una voce dolce e gentile, la voce di una donna, che ordinò ai soldati di fermarsi. -

Un dolcissimo sorriso gli si dipinse sul volto, gli occhi gli brillarono di una luce nuova e la voce si fece più calda e profonda, carica di emozione, prima di proseguire:

- Vidi una piccola mano leggiadra scostare appena la tenda e farmi segno di avvicinarmi, fu allora che la vidi per la prima volta, tua madre! Bella, fragile e delicata come un fiore, eppure... mi guardò dritto negli occhi, senza nessun timore, e mi sorrise ringraziandomi per aver salvato lei e i suoi uomini, come fossi stato un qualsiasi uomo di passaggio che le avesse prestato soccorso. I soldati si allarmarono e le gridarono di stare attenta, che quello che aveva davanti era un demone persino peggiore di quelli che li avevano attaccati, ma lei li rimproverò dicendo che lei vedeva solo un prode guerriero che non aveva esitato a correre in suo aiuto e che per questo avrei avuto la sua eterna gratitudine. Mi chiese persino di perdonare la scortesia dei suoi uomini. Non avevo mai visto così tanta forza e così tanta dolcezza in una sola persona... credo che mi abbia stregato all'istante perché mi ritrovai a chiederle se potevo accompagnarla, con la scusa di assicurarmi della sua incolumità... non volevo che se ne andasse... non volevo separarmi subito da lei, dai suoi occhi, dal suo sorriso... volevo sentire ancora la sua voce che mi parlava così tranquillamente. La scortai fino al suo palazzo e chiacchierammo tutto il tempo, come se fosse la cosa più normale del mondo, non mi ero mai sentito in quel modo prima di allora! Quando ci congedammo ero già pazzo di lei! -

confessò semplicemente

- Da quel giorno iniziai a tenere d'occhio il suo palazzo, da lontano, sperando di poterla rivedere, di poterle parlare ancora, non osavo avvicinarmi temendo che mi avrebbero scacciato ma a volte, arrampicato sulla cima di un albero, riuscivo a intravederla quando passeggiava in giardino o sentivo il suono della sua risata portata dal vento. Se mi avessero visto gli altri... -

esclamò con un sorriso ironico

- Altro che Grande Generale Cane! Sembravo un ragazzino alla sua prima cotta! Ormai avevo completamente perso la testa per lei! Volevo vederla! Volevo parlarle! Volevo che mi guardasse ancora con quegli occhi meravigliosi.... Così una notte entrai nel castello di nascosto e raggiunsi le sue stanze. Quando mi vide si spaventò, certo non si aspettava di rivedermi così, ma le fu chiaro che non avevo cattive intenzioni e mi dette appuntamento per il giorno dopo, fuori dal palazzo. Si fece accompagnare da una dama di compagnia e da un paio di guardie, con la scusa di una passeggiata, e fingemmo di rincontrarci per caso. Così iniziammo a frequentarci, sempre con queste scuse, questi piccoli sotterfugi. Passeggiavamo, parlavamo... più tempo passavo con lei e più avrei voluto passarcene, il mio bisogno di lei non si placava, al contrario era sempre più forte e disperato. -

la voce del Generale si faceva sempre più appassionata

- Avrei voluto toccarla, prenderla per mano, accarezzarle il viso, stringerla tra le mie braccia... ma non eravamo mai soli in quei momenti! Era impensabile che la principessa uscisse da sola dal palazzo! E quando andavo da lei la notte, per darci appuntamento, era ancora peggio... e non osavo nemmeno avvicinarmi per paura di me stesso, delle mie reazioni... Finché una notte la trovai in lacrime nella sua stanza: suo padre voleva darla in sposa al signore di un castello vicino, sperando di unire i loro domini. Mi crollò il mondo addosso! Non volevo cederla a nessuno, volevo che fosse solo mia e a quel punto anche lei confessò di amarmi. Pazzo d'amore e di gelosia, terrorizzato all'idea di perderla, quella notte persi completamente la ragione e... -

chiuse gli occhi con forza, il viso contratto, travolto da mille emozioni: passione... disperazione... gioia... rimorso...

-... l'amai completamente, come avevo sempre desiderato amarla, fin dalla prima volta che avevo incrociato il suo sguardo! -

confessò con un sospiro. Poi la passione lasciò lentamente il posto alla rabbia, e il Demone Cane tornò a prendere il posto dell'uomo innamorato:

- Rimasi con lei fino al mattino! Quando i suoi servi vennero a svegliarla la trovarono ancora tra le mie braccia. Volevo che sapessero cosa avevamo fatto! Volevo che sapessero che lei era mia!! Li accolsi ringhiando come una furia, minacciando di distruggere tutto e tutti se avessero anche solo provato a portarmela via!!! La sua famiglia non poté fare altro che rassegnarsi all'evidenza e cedere alle mie minacce. Volevo portarla via con me, ero pronto a lasciare Shitsuki e tutto il clan, pur di stare con lei, ma lei si rifiutò mi disse che la mia famiglia aveva bisogno di me, che troppe vite dipendevano da me e che lei non voleva essere d'intralcio... -

la rabbia cedette il passo al dolore:

- ...si sarebbe accontentata delle briciole... le bastava sapere che io l'amavo... “Presto diventerò brutta e vecchia e non mi vorrai più! Non buttare la tua vita per una come me!”, mi diceva... e più mi diceva così più io sentivo di amarla disperatamente, pensando che aveva ragione, che prima o poi l'avrei persa per sempre. Fu allora che creai Tessaiga e Tenseiga, volevo proteggerla in ogni modo possibile! -

un flebile sorriso fece di nuovo capolino in mezzo a tutto quel dolore:

- Poi un giorno... mi disse essere incinta. Fu il momento più bello della mia vita, credevo di impazzire dalla gioia, non vedevamo l'ora di stringerti tra le braccia, Inuyasha! Le chiesi di nuovo di venire con me, volevo crescerti insieme a lei, ma lei insisteva perché non lasciassi il clan e mia moglie. Allora, feci costruire un palazzo appositamente per voi, dove sarei potuto andare e venire senza problemi, senza dover rendere conto alla sua famiglia; Izayoi mi assecondò almeno in questo, ma purtroppo... tua madre fece appena in tempo a trasferirsi lì che io fui coinvolto nella guerra contro Ryukotsusei che mi tenne lontano da lei per troppo tempo. Suo padre, approfittando della mia assenza, tornò alla carica per riprendersi sua figlia, lui non sapeva di te e probabilmente pensava di riuscire comunque ad accasare sua figlia, anche se si era compromessa. Mise un manipolo di soldati fuori dal nostro palazzo sperando di tenermi lontano o magari che venissi ucciso nella mia battaglia e non tornassi affatto. In effetti, venni ferito gravemente in quello scontro ma raccolsi le mie ultime forze per tornare da lei, sapevo che ormai mancava poco alla tua nascita e mi sentivo inquieto, temevo potesse succedervi qualcosa e avevo ragione. Quando arrivai tu eri appena nato e uno dei soldati, scoperta la verità su di te, aveva già ucciso tua madre, colpevole di aver dato alla luce il figlio di un demone. Riuscii a salvarla solo grazie a Tenseiga e ad uccidere quei soldati, mentre voi vi mettevate in salvo, ma lo sforzo di quell'ultimo misero scontro mi fu fatale e fui costretto a lasciarvi soli.

Per fortuna tuo nonno ebbe almeno la decenza di riprendevi con sé. - concluse il Generale tornando a guardare suo figlio con un sorriso triste sul volto.

Inuyasha guardava suo padre con il viso contratto in una smorfia di dolore, sforzandosi con tutto sé stesso di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire di nuovo, a fatica vinse il nodo che aveva in gola e riuscì a mormorare:

- Perdonatemi, Padre! Io... io non sapevo... non avevo idea... Vi ho giudicato male, per tutto questo tempo... Credevo che non vi importasse niente di me e della mamma... E invece... E' colpa mia! E' per colpa mia che siete morto! E' stato per difendere me! Ora capisco perché Sesshomaru mi odia tanto! E' colpa mia, se non ha più un padre... -

- No, figliolo! Tu non hai nessuna colpa! Darei la mia vita per te e tua madre altre cento, mille volte se fosse necessario! Il mio unico rimpianto è di non esserci stato quando hai avuto bisogno di me. Ma tu hai superato tutte le mie aspettative, sei cresciuto forte e... molto più saggio di me! Io sono stato un egoista mentre tu hai saputo mettere il bene della donna che ami prima dei tuoi desideri personali. In questo sei identico a tua madre. Ti ammiro davvero, figlio mio! - confessò stingendolo forte nel suo abbraccio.

Un tenue sorriso fece capolino sul volto di Inuyasha:

- No... non io... Kagome! Lei sì che è identica alla mamma! Ci credereste?! Nemmeno lei voleva sposarmi, diceva che voleva lasciarmi libero, che non voleva legarmi a sé... Nell'essermi innamorato di una donna così... sono identico a voi, Padre! - scherzò.

Il Generale scoppiò a ridere, sciogliendolo dal suo abbraccio, gli cinse di nuovo le spalle con il braccio e ricominciarono a camminare lentamente lungo la veranda.

- Sai figliolo, la verità è che ci hai fatto preoccupare un bel po', me e tua madre, in questi anni. Ma quando è arrivata Kagome abbiamo tirato subito un sospiro di sollievo! Non credere di fregarmi, sai! L'ho sentita... l'ho sentita molto bene, quella scintilla che ti si è accesa nel cuore la prima volta che hai sentito il suo profumo... ma c'era anche troppo dolore, perché tu potessi, o volessi, notarla subito. - aggiunse con rammarico.

- E' vero! - ammise Inuyasha – Devo ammetterlo... il mio primo istinto di fronte a Kagome fu la fuga... mi sentivo attratto da lei ma proprio per quello facevo di tutto per tenerla lontana, temevo di rimanere scottato di nuovo, come con Kikyo e con tutti quelli che avevo conosciuto in vita mia, ma Kagome è molto diversa... Si è fatta strada lentamente ma inesorabilmente tra le tenebre del mio cuore e l'ha riempito di luce e di calore... grazie a lei mi sono fatto degli amici... ho imparato a volermi bene... insomma ha tirato fuori il lato migliore di me! Io ormai... non potrei più vivere senza di lei. -

- Capisco... - mormorò comprensivo suo padre – Per questo le hai dato quell'anello?! -

- Sì... Perdonatemi... voi mi avete fatto un dono così grande ed io... - bisbigliò mortificato

- Hai detto bene, figliolo: è un dono e puoi farne ciò che vuoi... - rispose serio il Generale – Comunque per domani puoi stare tranquillo, a proteggere la tua Kagome ci penserò io! E naturalmente ho intenzione di proteggere anche te, almeno un po'! - dichiarò rallegrandosi di colpo e fermandosi finalmente davanti a una grande porta scorrevole.

- Eccoci qua! Siamo arrivati! - esclamò aprendo la porta e facendogli ancora strada – Questa è la Sala delle Armi! -

Inuyasha rimase a bocca aperta, era una stanza enorme. Alle pareti erano appese in bella mostra: spade, mazze, alabarde, bastoni, lance, falci con catena e un'infinità di altre armi di ogni tipo e dimensione; a ridosso delle pareti, a intervalli regolari, erano posizionate anche numerose armature, anche queste di diversa foggia e materiali.

Suo padre lo condusse deciso verso il fondo della sala, verso l'ultima parete dove le armi e le armature sembrano riposte con particolare cura:

- Queste erano le mie armature! - spiegò orgoglioso il Generale – Qui c'è tutta la mia storia di guerriero, fin dalla mia prima battaglia! Che meraviglia! Guarda qua! - esclamò passando un dito su una delle punte acuminate che ornavano l'armatura che aveva davanti – Non un filo di ruggine! Non un granello di polvere! E dire che sono anni che non le uso... La piccola Atsuko si da proprio un gran daffare! - ammise soddisfatto, poi tornò a rivolgersi a suo figlio - Se fossi vissuto al tuo fianco, Inuyasha, adesso anche tu, come Sesshomaru, avresti la tua armatura... ma purtroppo non è andata così... quindi... almeno per la battaglia di domani voglio che tu scelga una delle mie! -

Inuyasha lo guardò stupefatto:

- Che coosaa??!! Io?! Un'armatura?! - esclamò incredulo

- Certamente, non crederai che ti butti nella mischia senza un minimo di protezione! Avanti! Scegli quella che preferisci! - lo incitò suo padre

- Ma... ho già la mia veste... mi ha sempre protetto egregiamente... non ho bisogno di una roba del genere! - ribatté imbarazzato

- Su, via, figliolo, non farti pregare! Fa' contento il tuo vecchio! Mi sentirei più tranquillo e poi è una tradizione di famiglia... Incutere timore in battaglia è la prima regola di un Demone Cane! - insistette il Generale – Sei mio figlio! Dai il buon esempio! -

Inuyasha guardò prima suo padre, poco convinto, poi si voltò ad osservare tutte quelle armature. Erano di forma e dimensioni diverse, camminò lentamente avanti e indietro, scrutandole attentamente una per una, non era affatto convinto e non era nemmeno sicuro che fosse una buona idea, lui non era abituato a combattere con quella roba addosso, ma suo padre insisteva tanto e infondo... era la prima volta che gli chiedeva qualcosa... poteva forse contravvenire all'unica richiesta di suo padre?!

Alla fine si decise e si fermò proprio davanti alla prima della fila, la più piccola e la più semplice, quella con meno fronzoli di tutte, era simile a quella di Sesshomaru ma era tutta nera, liscia e lucida senza spunzoni (così non avrebbe rischiato di ferire Kagome se gli si fosse avvicinata, pensò) al posto dei quali era intarsiato sulla superficie un sottile disegno tribale, come delle fiamme, di un colore cangiante dal rosso al dorato. Anche i coprispalle erano poco voluminosi, composti da una corta serie di placche, la prima delle quali decorata con lo stesso motivo del pettorale, piuttosto aderenti al braccio ma che davano l'impressione di lasciare molta libertà di movimento.

- Allora... se per voi va bene... sceglierei questa. - disse guardandola ancora un po' dubbioso.

- Ottima scelta, figliolo! - lo lodò felice suo padre – Hai veramente occhio! Questa è stata la mia prima armatura, avevo all'incirca la tua età... beh... come aspetto fisico intendo! - si corresse ridendo – E' perfetta per un principiante: comoda, leggera e molto robusta, a dispetto delle apparenze! E' fatta di un materiale molto particolare, un cristallo che fu donato a mio padre da un demone montagna nostro alleato, molti... molti secoli fa. Ormai quel tipo di cristallo è introvabile! Sono sicuro che ti troverai bene! Più tardi dirò a Chibiki di farla portare nella tua stanza. -

Ciò detto il Generale iniziò di nuovo a lasciarsi trasportare dai ricordi, ammirando le sue vecchie armature, e raccontò a Inuyasha un sacco di avventure e di aneddoti, scontri e battaglie, le molte vittorie e le poche sconfitte che avevano costellato la sua lunga vita di Demone Cane e di condottiero. Inuyasha lo ascoltava senza osare interromperlo, ammirando la luce che gli brillava negli occhi, l'orgoglio e la passione con cui raccontava le sue gesta; sembrava che suo padre fosse nato per combattere, infatti non resistette a lungo prima di prendere un paio di spade dalla sua parete e passarne una a suo figlio per mostrargli alcuni dei suoi colpi migliori. In men che non si dica, il Generale si ritrovò a correggere suo figlio, il suo modo di impugnare la spada, la postura del corpo, i movimenti superflui che gli facevano solo sprecare tempo ed energie... sembrava pronto ad andare avanti all'infinito con quella specie di lezione e Inuyasha pendeva dalle sue labbra ancora incredulo:

“Allora è questo che si prova ad avere un padre?! A parlare con lui... A condividere qualcosa con lui...?!” si chiedeva commosso e felice, mentre provava a parare un affondo o ad attaccare guidato dai consigli di suo padre, dalla sua voce calda e gentile che gli spiegava tutto con entusiasmo e pazienza.

- Bravo! Impari in fretta, figliolo! - esclamò dopo un bel pezzo il Generale, quando ormai Inuyasha aveva il fiato grosso.

- Siete voi che siete un maestro eccezionale, Padre! - rispose Inuyasha con un sorriso carico d'ammirazione

- Vorrei avere più tempo per insegnarti tutto quello che so... - ammise con rammarico il Generale - ... soprattutto vorrei averne avuto prima... per te e per tua madre... -

Inuyasha abbassò un attimo lo sguardo rattristato:

- Ma... voi e la mamma... siete felici adesso?! E' un bel posto... quello dove state?! - mormorò con una nota di preoccupazione nella voce, al ricordo di quei mostri inquietanti e di quel mare oscuro che aveva visto insieme a Sesshomaru.

Il Generale gli sorrise rassicurante:

- E' il posto dove puoi essere una cosa sola con la persona che ami... non si sono parole per descriverlo... non è lo stesso tipo di felicità che si prova da vivi ma... sì, siamo felici. - ammise con decisione.


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Angolo dell'autrice

Come dicevo mi sono tenuta buona una parte del film e in base a quella mi sono inventata di sana pianta la storia di Touga e Izayoi... Mi piaceva anche l'idea di farla raccontare dal Generale in persona.

Immaginare Inuyasha nelle vesti di figlio invece è stato decisamente più difficile... spero non vi sembri troppo OOC.

Alla prossima (altro capitolo, altro personaggio! A chi toccherà?!) ^_^

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Capitolo 29
*** Shitsuki ***


- Ah! Ecco dove eravate spariti! Immaginavo di trovarvi qui! - esclamò la Signora Shitsuki entrando nella Sala delle Armi.

Inuyasha avvertì un brivido percorrergli la schiena pensando che si sarebbe infuriata di nuovo trovandolo lì, nella “zona proibita”. A tavola era andata bene, ma pensava che si fosse trattenuta solo perché erano davanti a tutti.

- Sì, mia cara. - le rispose tranquillo il Generale – Ho deciso di dare a Inuyasha una delle mie armature! -

- Mi sembra un'ottima decisione. - concesse la Signora con tono piatto – Sesshomaru lo vuole in prima linea e ha già lo svantaggio di essere un mezzodemone... -

Inuyasha si stupì di tanta premura da parte di quella donna che sembrava odiarlo con tutta sé stessa, eppure, in quel momento, non avvertiva il minimo astio da parte sua.

“Degna madre di Sesshomaru!” pensò Inuyasha “Ora capisco da chi ha imparato ad essere così impassibile!”

- E tu quale hai scelto, ragazzo? - chiese curiosa

- Q-questa qui... - rispose impacciato indicando l'armatura nera.

Il volto della Signora Shitsuki sembrò distendersi per un attimo, guardando quell'armatura, sembrava quasi sul punto di sorridere, ma rimase impassibile come sempre.

- Ragazzo, vorrei parlare un attimo con tua moglie, potresti andare a chiamarla. -

Inuyasha le rivolse uno sguardo allarmato:

- Se è per quello schiaffo, vi ho già detto che me ne assumo la responsabilità! - esclamò deciso.

La Signora lo guardò stupita:

- Cosa?! Oh! No... no... voglio solo che la porti qua. -

Inuyasha le lanciò un'ultima occhiata dubbiosa prima di rispondere, poco convinto:

- Come desiderate. -

Lui sarebbe comunque rimasto al fianco di Kagome, non avrebbe permesso a quella donna di farle del male, si disse mentre si allontanava verso la lunga tavolata.

L'aveva quasi raggiunta quando vide Sesshomaru venirgli incontro.

- Dov'è nostro padre? - gli chiese senza tante cerimonie con i suoi soliti modi bruschi.

- Nella... Sala delle Armi. - rispose semplicemente Inuyasha

Sesshomaru gli passò di fianco senza aggiungere una parola, diretto verso il luogo indicatogli, mentre Inuyasha proseguì verso la tavola, dove individuò subito la sua bella Kagome di nuovo intenta a chiacchierare con i suoi cugini, il viso illuminato da uno dei suoi splendidi sorrisi. Storse un po' il naso solo quando si accorse che era Kiba il destinatario di quel sorriso ma aveva ancora in mente la storia dei suoi genitori e non poté fare a meno di sentirsi infinitamente fortunato al pensiero di svegliarsi ogni mattina e addormentarsi ogni sera con quel sorriso vicino a lui.

- Tesoro, vieni un attimo con me. - le bisbigliò avvicinandosi.

Kagome si congedò dai tre Demoni Cane e seguì suo marito verso l'edificio principale. Avevano quasi raggiunto la loro destinazione quando si trovarono davanti Sesshomaru fermo dietro l'angolo svoltato il quale si arrivava alla Sala delle Armi. Sesshomaru lì sentì arrivare e li bloccò di colpo tendendo il braccio di fianco a sé e intimandogli il silenzio con un'occhiataccia. Kagome e Inuyasha lo guardarono stupiti e incuriositi, non capendo cosa stesse succedendo, così Inuyasha si sporse leggermente per vedere oltre l'angolo del muro.


 

Sulla veranda, il Generale e la Signora Shitsuki chiacchieravano amabilmente ammirando la luna.

- Non posso credere che abbia scelto proprio quell'armatura! - diceva la Signora con un tenue sorriso sul volto.

Inuyasha pensò che sembrava un'altra rispetto alla donna che aveva conosciuto in quei giorni, non l'aveva mai vista con quell'espressione, non pensava fosse capace di sorridere.

- Tu non lo sai, Touga, non te l'ho mai detto, ma indossavi proprio quell'armatura quando ti vidi la prima volta... e mi innamorai di te... - commentò la Signora con un sorriso malinconico.

Kagome guardò prima Inuyasha imbarazzata e poi Sesshomaru, la conversazione sembrava piuttosto personale e non avrebbe voluto spiarli, voleva uscire allo scoperto e interromperli prima di sentire qualcosa di troppo, ma Sesshomaru gli fece di nuovo segno di stare zitta. Chissà perché non voleva interromperli.

- Shitsuki... - bisbigliò il Generale voltandosi verso di lei e sorridendole.

- Credo che mi farà uno strano effetto vedergliela addosso... Inuyasha ti somiglia così tanto... - proseguì lei abbassando lo sguardo

- Tu dici?! - mormorò lui dubbioso – A me sembra identico a sua madre, soprattutto quando guarda Kagome... ha il suo stesso sguardo... la sua espressione... - ammise dolcemente

– Quando guarda me, invece, è identico a te prima di una battaglia: pronto a disintegrarmi solo con lo sguardo! La verità è che siete due gocce d'acqua... mentre Sesshomaru... beh è identico a me... Ho perso nel confronto con quella donna anche in questo! - aggiunse mestamente.

- Shitsuki, non dire assurdità! Quello che è successo tra noi... non è stata certo colpa tua! Sono io l'unico responsabile! - ammise tristemente il Generale afferrandola con gentilezza per le spalle e costringendola a voltarsi verso di lui.

- No, la prima responsabile sono io, che non ti ho mai mostrato sinceramente i miei sentimenti... Io... non ti ho mai guardato come ti guardava lei, vero?! - confessò senza guardarlo in faccia – Eppure... Oh, Touga! Tu non puoi neanche immaginare quanto sia stata felice che tu, il guerriero più valoroso, il Generale, colui che ammiravo e amavo in segreto da anni, avesse scelto me come sua sposa! Ho fatto di tutto per essere degna di stare al tuo fianco... perché tu non dovessi vergognarti di me... per esserti utile... Ma così facendo mi sono comportata più come il tuo vice che come la tua compagna... ti ho dato tutto... tranne l'unica cosa che volevi: il mio amore! Quello l'ho stupidamente tenuto per me, come se fosse ovvio, scontato, superfluo... E poi sognavo di darti una famiglia numerosa e invece... - si interruppe soffocata da un singhiozzo.

- Non è stata colpa tua! - le ripeté accalorato il Generale – E' stata una disgrazia... non crederai che sia per questo che io... -

- Qualunque sia il motivo non importa! Io ero disposta a sopportare tutto per te! Persino che tu desiderassi altri figli e li cercassi in qualcun'altra, visto che io non potevo più dartene! Non mi importava che tu ti facessi delle amanti o delle concubine... purché il tuo cuore... fosse mio... Quello no! Quello non ero disposta a cederlo a nessuna! - esclamò col viso ormai rigato di lacrime.

Kagome, si portò una mano alla bocca commossa... Non poteva crederci! Che fosse per questo che il Generale l'aveva tradita con la madre di Inuyasha?! Lanciò un'occhiata interrogativa a suo marito, ma questi le sorrise e scosse la testa deciso, in senso di diniego, intuendo la sua domanda. Povera Signora, non poteva più avere figli e poi si era vista scivolare suo marito tra le dita... Kagome non riuscì a non sentirsi solidale con lei... e dire che l'aveva pure presa a schiaffi!

– E invece sono riuscita a perderti, per colpa della mia stupidità! - proseguiva la Signora - E non contenta ho insegnato a mio figlio quella stessa stupidità! “Mai mostrarsi deboli! Mai cedere ai sentimenti! Devi diventare forte, Sesshomaru! Tu sei l'unico erede di tuo padre, non puoi deluderlo!” gliel'ho ripetuto fino alla nausea... Ho pensato solo a fare di lui un guerriero abbastanza forte da poterti succedere! Sono stata una maestra d'armi più che una madre! Ho trasformato un bimbo dolce e affettuoso, che voleva tanto un fratellino, in un demone glaciale che non mostra più i suoi sentimenti nemmeno a me... Ho fallito! Ho fallito in tutto quello che ho fatto! - esclamò disperata.

A quelle parole Inuyasha fissò Sesshomaru a bocca spalancata, ma lui non lo degnò di uno sguardo fissando ostinatamente davanti a sé. C'era poca luce ma Inuyasha avrebbe giurato di averlo visto arrossire!

Il Generale abbracciò sua moglie e la strinse forte tra le sue braccia, lasciandola singhiozzare contro il suo petto.

- La responsabilità è mia, Shitsuki. Io ho scaricato su di te l'educazione di nostro figlio! Sapendo che non ne avremmo avuti altri e vedendoti soffrire per questo, volevo che ti godessi il tuo bambino, pensavo di farti un favore e invece... ti ho lasciata sola in questo compito così difficile e non me ne sono nemmeno reso conto! Avrei dovuto occuparmi io della formazione di Sesshomaru e lasciare a te il ruolo della madre! E sono sempre io lo stupido che non ha saputo capire i tuoi sentimenti, l'idiota che pensava che sua moglie stesse con lui solo per il suo prestigio! Ti amavo e non ho saputo dimostrartelo... mia bella Shitsuki... la mia Mitsuki*... - mormorò dolcemente.

Sentendosi chiamare così un flebile sorriso fece capolino sul volto della Signora:

- Ti ricordi ancora quando mi chiamavi così?! - mormorò debolmente.

- Certo, per me tu sarai sempre la mia Mitsuki... - rispose sorridendo il Generale – Anche se devo ammettere che la prima volta che ti ho vista combattere ho pensato che Shitsuki ti calzasse a pennello! - scherzò con un sorriso triste – Non hai lasciato scampo a nessuno! Ti muovevi tra i nemici, bella e sinuosa come una pantera... silenziosa e letale come un cobra... mi hai conquistato subito. Per questo ho scelto te! Ma dovevo sapere a cosa sarei andato incontro sposando una guerriera, una donna forte che non si lascia piegare da nessuno... Era ovvio che avresti faticato ad essere affettuosa, a mostrarmi i tuoi sentimenti... io ero troppo stupido per capirlo... e ho lasciato morire il nostro amore senza nemmeno provare a salvarlo... - concluse con rammarico.

- Il mio amore, Touga, non è mai morto... - bisbigliò Shitsuki – Io ho perso il tuo cuore, ma tu non hai mai perso il mio... -

- Lo so, Shitsuki... sono dovuto morire per capirlo... ma adesso lo so... perdonami! - mormorò il Generale stringendola forte a sé.

Kagome si appoggiò con la schiena al muro, gli occhi pieni di lacrime, soffocando a stento un singhiozzo.

– Ti ringrazio per oggi... per Inuyasha voglio dire... so che è stata dura trovarselo davanti... - proseguì il Generale

- No, ho sbagliato anche in questo. La verità è che sono stata ingiusta con lui e lo sapevo. Ce l'avevo con te e me la sono presa con lui. C'è voluto lo schiaffo di Kagome per farmelo capire... - ammise lei

- Ehi! Ti sei ricordata il suo nome! Allora ti piace quella ragazza! - la canzonò dolcemente il Generale

- Beh... sì... riconosco che ha fegato per essere un'umana! - ammise la Signora ridendo debolmente e asciugandosi le lacrime.

Inuyasha sorrise orgoglioso a sua moglie che si lanciò tra le sue braccia commossa.

– Ha detto cose molto giuste... - proseguì la Signora - Povero ragazzo, per colpa del mio egoismo, ha avuto una vita molto difficile... Dovresti odiarmi per questo... non ho esaudito la tua ultima richiesta, non l'ho accolto in casa nostra... c'è stato persino un momento in cui avrei voluto vederlo morto... ma per fortuna Sesshomaru mi ha disubbidito... -

Inuyasha e Kagome si scambiarono di nuovo un'occhiata interrogativa e si voltarono verso Sesshomaru, ma proprio in quel momento lui uscì deciso dal loro nascondiglio ed esclamò come se niente fosse:

- Ah! Padre, siete qua! Vi cercavo! Oh, scusatemi vi ho forse interrotti?! -

La Signora si sciolse dall'abbraccio del marito recuperando all'istante tutta la sua compostezza, senza tradire il benché minimo imbarazzo.

- No, vieni, dimmi pure figliolo... - rispose il Generale tranquillo

- Credo sarebbe il caso di congedare tutti e ritirarci nelle nostre stanze, domani sarà una giornata dura, Padre - disse Sesshomaru

A quel punto anche Inuyasha e Kagome uscirono allo scoperto fingendo di essere appena arrivati.

- Sì, certo, arrivo subito... - rispose il Generale – Ah! Kagome, vieni vieni, figliola. Shitsuki ha qualcosa per te. - aggiunse poi vedendola arrivare.

Kagome guardò preoccupata la Signora, per un attimo, ma Inuyasha fu subito al suo fianco e le mise una mano sulla spalla, protettivo.

- Vieni, ragazza. - disse la Signora con fare annoiato entrando nella Sala delle Armi e facendo strada fino alla parete di fianco a quella del Generale, occupata anch'essa da varie armi e armature ma di foggia femminile – Tu usi arco e frecce dico bene?! -

- Sì, Signora – rispose Kagome intimorita e imbarazzata, sembrava non ci fosse più traccia della donna innamorata che aveva visto un attimo prima, era tornata la solita arpia, vagamente gentile ma fredda e indifferente a tutto.

- Io non sono mai stata brava con quella roba... è così noioso starsene in disparte pensando solo a prendere la mira... non c'è gusto a combattere così! Però la mia famiglia ha sempre insistito perché imparassi anche a tirare con l'arco così mi ritrovo con quest'armatura che se ne sta qui a prendere polvere... Usala tu! Almeno servirà a qualcosa. - esclamò annoiata.

Kagome la guardò stupita, quella donna le stava forse facendo un regalo?! Si stava preoccupando per lei?! Per un attimo incrociò lo sguardo del Generale, che li aveva seguiti, e lo vide sorridere leggermente scuotendo la testa.

- Shitsuki, non essere modesta, hai sempre avuto una mira eccezionale! Hai persino insegnato a Kiba, quando era piccolo, deve a te tutto quello che sa. Se vuoi dare la tua armatura a Kagome, dillo e basta! - la rimproverò dolcemente.

- Beh è quello che ho fatto, no?! Le ho detto di prenderla! E comunque io ho sempre preferito usare la spada, dovresti saperlo, e in ogni caso... ormai non combatto più. - rispose la Signora senza scomporsi – Insomma, ragazzina, se la vuoi è tua, a me non serve. - concluse spazientita

Kagome rivolse finalmente la sua attenzione all'armatura: era formata da un ampio muneate* nero, unito ad un corpetto che proteggeva anche l'addome, decorato da delicati intarsi floreali e collegato da due watagami* ad un'ampia lamina asimmetrica, formata da diverse file di placche, che proteggeva la schiena e il braccio sinistro, le parti più esposte per un arciere. Gli avambracci erano protetti da due kote* di metallo intarsiato e alla mano destra era presente un mitsugake* di pelle.

- I-io... la ringrazio... - balbettò Kagome – ma... io... non saprei... non so se posso... -

- Io trovo che sia una splendida idea! - tagliò corto il Generale – E' stata Shitsuki stessa a disegnare quell'armatura, sono sicuro che ti ci troverai benissimo, quindi non fare complimenti. E' per il tuo bene... -

- Dovrò indossarla anch'io, tesoro. - intervenne Inuyasha – Dai, non lasciarmi solo in questa cosa. - scherzò, doveva ammettere di sentirsi più tranquillo sapendola protetta da qualcosa.

- E... va bene! Se le cose stanno così... Vi ringrazio di cuore Signora, vi prometto che la tratterò con cura e ve la restituirò intatta. -

La Signora le rispose con un lievissimo cenno del capo, in segno di approvazione.

- Bene! E adesso è ora di mettere a letto quel branco di festaioli! - dichiarò allegro il Generale dirigendosi a passo spedito verso il cortile, insieme a Sesshomaru.


 


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Glossario

Mitsuki (nome che esiste davvero) è scritto con i kanji Mi (bella) + tsuki (luna), quindi la mia idea è che il Generale lo usi come una sorta di nomignolo affettuoso per sua moglie.

muneate = protezione rigida di forma triangolare che fa parte dell'abbigliamento femminile per il kyudo (tiro con l'arco giapponese), serve a proteggere il seno e a fornire un appoggio liscio alla corda dell'arco.

Watagami = sorta di spalline, di lacci, che collegano la parte anteriore della tipica armatura da samurai con quella posteriore e sui quali si attaccano i coprispalla (sode) e i kote (protezione per il braccio).

Siccome un'immagine vale più di mille parole vi metto il link a un bel disegnino che spiega tutto ^_^ http://i48.tinypic.com/2427jia.jpg

mitsugake = guanto a tre dita usato per il kyudo

Non ho idea se esista davvero un'armatura per arcieri (motivo per cui l'ho fatta diventare una creazione di Shitsuki :P) ma ciò che avevo in mente è più o meno questo:

http://eng.hebus.com/image-260384.html


 

Angolo dell'autrice

Questa volta non vi dico dove sono fuggita, ne quando tornerò (fossi matta! XD) :P

Sesshomaru “un bimbo dolce e affettuoso che voleva tanto un fratellino”?! L'avreste mai detto?! Beh... però... se lo dice la mamma, sarà vero! :P

Dite che ho esagerato un po'?! Ma sapete com'è: “demoni glaciali” si diventa... ;)

Chissà, forse un giorno ne sapremo di più su questa storia... (o anche no, soprattutto se mi ammazzate prima! O.O)

In ogni caso, questa lunga parte “introspettiva” è finalmente conclusa (ma d'altra parte non potevo scomodare il Generale solo per fargli mollare due cazzotti :P), scusatemi se l'ho fatta un po' lunga ma mi piaceva l'idea di dedicare un capitolo ad ognuna delle persone importanti per Touga, quelle con cui poteva avere ancora questioni in sospeso, ma dal prossimo capitolo... sfoderate le spade!

Alla prossima ^_^

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Capitolo 30
*** Adunata ***


Più tardi, Inuyasha e Kagome tornarono nella loro stanza dove trovarono le armature sistemate in un angolo e il futon già pronto per la notte. Si coricarono subito ma le emozioni di quella lunga giornata e il pensiero per lo scontro che li attendeva l'indomani gli impedivano di prendere sonno. Rimasero distesi a lungo, semplicemente abbracciati, e Inuyasha andò di nuovo con la mente al racconto di suo padre; stringendo Kagome tra le sue braccia e sentendosi più che mai un miracolato ad avere al suo fianco la donna che amava, le raccontò del colloquio con suo padre; sentiva il bisogno di parlarne e sapeva che nessuno meglio di lei lo avrebbe capito. Kagome lo ascoltò in silenzio, con le lacrime agli occhi, stringendolo anche lei nel suo abbraccio, bastava quel contatto, non c'era bisogno di parole per fargli capire quanto gli fosse vicino in quel momento.

- E' stato bello, sai – mormorò alla fine Inuyasha – parlare con lui, farmi insegnare da lui ad usare la spada... Sono veramente un egoista! E' già incredibile che mi sia stata concessa l'opportunità di provare un'emozione del genere, dovrei essere grato a tutti gli Dei dell'universo per questo eppure... non posso fare a meno di pensare che tutto questo presto finirà e io non voglio! Vorrei che restasse ancora con me! Vorrei poter passare altri momenti così con lui! Non voglio che finisca, Kagome! - confessò con un groppo in gola, stringendosi a lei con la testa appoggiata al suo petto

- Non sei egoista, amore mio, sei solo un figlio! - lo consolò dolcemente Kagome accarezzandogli i capelli – Forse non te lo ricordi più, perché eri ancora piccolo quando morì tua madre, ma è questo che fa un figlio: si appoggia ai suoi genitori, si lascia guidare, sapendo che finché ci sono loro non c'è niente da temere. Tu sei stato costretto a crescere molto in fretta, tesoro mio, e questo senso di sicurezza ti è stato negato per troppo tempo, è normale che tu, adesso, ti aggrappi con tutto te stesso al senso di sollievo che si prova sapendo di potersi affidare completamente a qualcuno. Goditelo per adesso! Non pensare al domani. Approfitta di questo momento così prezioso finché dura e ricordati che anche dopo non sarai solo. Anche se non posso sostituire tuo padre e tua madre, io sarò sempre con te. -

Inuyasha chiuse gli occhi stringendosi forte a lei:

- Sì... lo so... - mormorò - E proprio per questo... starai attenta domani, vero?! Resterai vicina a mio padre, vero?! Adesso sei tu la mia famiglia e sei la cosa più preziosa che ho! Non voglio perderti Kagome, né domani né mai! -

- Non mi perderai, te lo prometto e ricorda che anche tu sei la mia famiglia. - bisbigliò Kagome stringendolo a sé.


 

Il mattino successivo, Chibiki arrivò di buonora con la colazione e l'ormai abituale tisana allo zenzero per Kagome e fu una fortuna perché quella mattina lei non si sentiva affatto bene.

- Non capisco... - mormorava Kagome sulla veranda alla disperata ricerca di aria fresca – Eppure ieri sera mi sentivo bene... pensavo di essermi abituata... Cos'è?! Stamattina siete tutti sul piede di guerra?! E oggi sarò circondata: Demoni Cane da una parte e Nue dall'altra... non sopravviverò! - piagnucolò sconfortata

- Non dirlo nemmeno per scherzo! - la rimproverò Inuyasha prendendola, per un attimo, alla lettera mentre le massaggiava la schiena con la mano, preoccupato – Dai, bevi quell'intruglio e prova a mangiare qualcosa... vedrai che ti sentirai meglio... - aggiunse premuroso

Kagome annuì cercando di farsi forza e si avvicinò al suo vassoio, scoperchiò una scodella e un tremendo odore la investì in pieno:

- Santo cielo, Chibiki, portala via!!! - gridò disgustata richiudendola all'istante e corredo di nuovo in veranda in preda ai conati.

- Perdonatemi Signora! - mormorò mortificato il piccolo Komainu facendo sparire all'istante anche la scodella che era sul vassoio di Inuyasha.

- Non preoccuparti... non è colpa tua , piccoletto... - lo rassicurò Inuyasha nuovamente al fianco di sua moglie – Tesoro, vuoi provare con il pesce?! Quello non puzza, fidati! - provò a scherzare Inuyasha toccandosi la punta del naso con un dito.

Kagome lo guardò sorridendo appena, mentre tornava a prendere profondi respiri cercando di calmare la nausea

- Ok ma dammi prima la tisana, per favore. L'unica cosa positiva, stamattina, è che ho lo stomaco vuoto almeno ti risparmio uno spettacolo ben peggiore... - mormorò provando a scherzare anche lei.

Prese un piccolo sorso di tisana e provò a mettere in bocca un pezzetto di pesce, il sapore salato sembrò darle subito un po' di sollievo così lentamente riuscì a fare colazione, mentre Inuyasha, che era stato più veloce di lei, finì di vestirsi e si fece aiutare da Chibiki ad indossare l'armatura; fu con un certo disappunto che si accorse che l'armatura comprendeva anche un paio di stivaletti simili a quelli indossati da Sesshomaru e da suo padre ma si rassegnò ad indossare anche quelli.

Quando finalmente fu pronto, Inuyasha dovette ammettere che suo padre aveva ragione: a dispetto delle apparenze quell'armatura era incredibilmente leggera, una piuma, e non sembrava nemmeno che gli intralciasse i movimenti; provò a sguainare Tessaiga e a vibrare qualche colpo in aria e ne ebbe la conferma, riusciva a muovere braccia e spalle come se niente fosse.

Sentì Kagome fischiare rumorosamente di fianco a lui:

- Ciao bel demone... sai per caso che fine ha fatto mio marito?! - chiese divertita guardandolo con aria maliziosa.

- Bah! Che scema! - sbottò Inuyasha arrossendo, visibilmente imbarazzato da quella specie di complimento

- Mmmmhhhh... però manca una cosa... - ammise Kagome studiandolo con aria critica, avvicinandosi a lui e girandogli intorno – Siediti. - disse decisa premendogli con forza sulle spalle.

Inuyasha la guardò dubbioso, assecondandola e mettendosi a terra con le gambe incrociate, mentre lei prendeva il pettine dalla specchiera.

- Che vuoi fare?! - chiese allarmato mentre Kagome iniziava a pettinargli i capelli

- Niente che tua madre non approverebbe, tranquillo! - rispose divertita Kagome

- Kagome non mi sembra il momento per certe sciocchezze! - la rimproverò Inuyasha mentre lei trafficava intorno a i suoi capelli

- Sbaglio o avevamo stabilito che i tuoi capelli sarebbero stati di mia competenza?! E allora zitto e lasciami fare! - lo rimproverò dolcemente – Ecco fatto! Visto, sono stata velocissima... Adesso sì che sei uno schianto! - dichiarò trascinandolo davanti allo specchio.

- E' vero, Signore, state molto bene! - le fece eco Chibiki

Kagome gli aveva legato i capelli in una coda alta uguale a quella di suo padre, lasciando sciolte solo le lunghe basette che gli incorniciavano il viso. Inuyasha si guardò sbalordito, quello dall'altra parte dello specchio sembrava davvero un Demone Cane a tutti gli effetti, non fosse stato per l'assenza dei marchi demoniaci sulle guance.

Kagome dovette intuire i suoi pensieri perché, facendo capolino da sopra la sua spalla, gli sfiorò un attimo il rosario con la punta delle dita e due lunghe strisce viola affiorarono lentamente sulla pelle del suo viso.

- Regola numero uno: incutere timore all'avversario... Fatto! - annunciò Kagome con un sorriso, come se stesse spuntando le voci di un elenco di cose da fare.

- Oh sì, mio Signore, siete assolutamente perfetto! - esclamò Chibiki entusiasta

- Ottimo lavoro, figliola! - la lodò la voce del Generale che entrò in quel momento nella stanza attraverso la porta rimasta aperta

- Buongiorno, Padrone – lo salutò prontamente Chibiki con un inchino.

- Buongiorno Gen...ehm... Padre. - lo salutò anche Kagome

– Buongiorno a tutti - li salutò anche lui allegro avvicinandosi a Inuyasha - Ahhh... mi sembra di essere tornato indietro di 500 anni! Che mi venga un colpo figliolo, sei la mia copia sputata! - dichiarò divertito mollandogli una potente pacca sulla spalla.

- Volete davvero che esca conciato così?! - chiese Inuyasha sbalordito

- Certamente! Sei un perfetto Demone Cane, così! Degno figlio di tuo padre! Ti confonderai a meraviglia in mezzo agli altri... può essere un vantaggio, sai?! - rispose sicuro il Generale.

Quelle parole sembrarono convincerlo leggermente, Inuyasha tornò a fissare dubbioso la sua immagine nello specchio ma doveva ammettere che suo padre non aveva tutti i torti e poi... se era per farlo contento...

- E va bene... - acconsentì alla fine, senza entusiasmo – Ma se Sesshomaru mi sfotte sarà solo colpa vostra! - dichiarò rivolto a tutti i presenti che sembravano coalizzati contro di lui

- Bene! Se avete deciso allora sparite tutti e due, così mi preparo anch'io! - dichiarò Kagome con un sorriso – Chibiki, mi dai una mano?! -

Kagome indossò rapidamente il suo chihaya e il muneate e, mentre Chibiki le stringeva i lacci del corpetto, lei scoprì che i kote non servivano solo per proteggere gli avambracci ma anche per trattenere le ampie maniche dell'hakui, in modo che non fossero d'intralcio durante il tiro. Prima di uscire fece anche lei una prova come Inuyasha e dovette ammettere che quell'armatura le dava un ottimo sostegno alla schiena rendendo meno faticoso tendere l'arco:

“Si vede che è stata pensata da un'arciera!” pensò

L'unica nota negativa era che i capelli, ormai molto lunghi, le si impigliavano tra le placche della protezione posteriore, così decise di imitare suo marito e li raccolse anche lei in una coda alta.

Quando raggiunse Inuyasha, che l'aspettava sulla veranda, lo vide rivolgerle un'occhiata strana prima di prenderla sottobraccio e bisbigliarle in un orecchio:

- Ciao, bella guerriera, che ne hai fatto di mia moglie? -

Fu il turno di Kagome di arrossire e rispondere sorridendo:

- Che scemo... -


 

Si recarono verso il cortile all'ingresso del palazzo, dove il resto del clan si stava già radunando pronto alla partenza.

Come c'era da aspettarsi, Sesshomaru rivolse un'occhiata indecifrabile a Inuyasha, scrutandolo da capo a piedi, ma poi guardò un attimo suo padre pensieroso e, tornando a rivolgersi a Inuyasha, sbottò:

- Bel tentativo, fratello! Peccato che puzzi ugualmente di mezzodemone! Beh, almeno non ci farai sfigurare... - concesse in tono piatto, prima di allontanarsi per andare ad organizzare le truppe.

Inuyasha lo fissò incredulo, poi si rivolse a Kagome, al suo fianco, e mormorò perplesso:

- Secondo te era un complimento o un insulto?! -

Kagome non rispose, si limitò a ridacchiare divertita, mentre il Generale li osservava soddisfatto.

Inuyasha e Kagome si guardarono intorno incuriositi e un po' spaesati in mezzo a tutti quei demoni. Videro Kagizume dall'altra parte del cortile, anche lui aveva i suoi lunghi dreads raccolti in una coda aggrovigliata e sembrava più serio del solito mentre era intento ad impartire istruzioni ai membri della sua famiglia, almeno finché non alzò lo sguardo e li vide, in quel momento il suo solito sorriso scanzonato gli comparve sul volto ed alzò immediatamente la mano per salutarli, ma tornò subito serio appena vide Goomon venire verso di lui, con la sua impeccabile armatura da samurai vecchio stile, che, per l'occasione, aveva indossato anche il kabuto*.

Poco lontano anche Gyakusatsu, armato di una lunga naginata, era immerso in una fitta conversazione con altri Demoni Cane, Kagome notò con un sorriso che, in effetti, era l'unico con le orecchie da cane persino nella sua famiglia. Al contrario, nella famiglia di Kiba, sembravano avere tutti gli occhi azzurri, azzurri come il kimono che lui indossava in quel momento sotto l'armatura blu notte, sembrava proprio un principe delle fiabe, solo che al posto della spada aveva arco e frecce, pensò Kagome quando lui la vide e la salutò con una strizzatina d'occhio.

Anche nella famiglia di Chikara c'era una caratteristica che li accomunava tutti: la mezzaluna sulla fronte; e Sesshomaru si confondeva perfettamente in mezzo a loro mentre parlava con suo zio.

Le altre famiglie invece non sembravano avere segni particolari evidenti e costituivano un insieme piuttosto omogeneo. Kagome notò che c'erano anche molte ragazze tra le fila di guerrieri e notò anche che molte di loro guardavano con un certo interesse Sesshomaru che, concentratissimo nel suo ruolo, non le degnava di uno sguardo. Le fece meno piacere, invece, notare che una certa parte di loro stava rivolgendo lo stesso sguardo a suo marito:

“Beh! Cos'è?! Di colpo non vi importa più che sia un mezzodemone?! Arrivate tardi, carine!” pensò malignamente stringendosi al braccio di lui.

- Cosa c'è? Ti senti ancora poco bene? - le chiese premuroso Inuyasha

- No... mi sto solo pentendo di averti fatto così bello, stamattina... - mormorò lanciando un'occhiataccia alle sue presunte rivali.

Arrossendo leggermente, Inuyasha seguì il suo sguardo e si ritrovò investito da una valanga di occhiate dolci, sorrisini accattivanti, risatine imbarazzate e timidi cenni di saluto. Sorrise tra sé e sé, si voltò di nuovo verso Kagome e, mettendole un dito sotto il mento, la costrinse a guardarlo in faccia:

- Mi piace quando fai la gelosa... ma non hanno speranze, per me ci sei solo tu. - mormorò prima di baciarla dolcemente sulle labbra mentre con la coda dell'occhio sbirciò di nuovo le sue “fan” e vide, al posto dei sorrisi, musi lunghi e facce sconvolte e offese.

Sorrise di nuovo e si staccò dalle labbra di Kagome che lo guardava con le guance arrossate:

- Credo che il mio fanclub si sia appena sciolto. - mormorò divertito.


 

Quando finalmente arrivò il momento di partire Inuyasha e Kagome salirono di nuovo in sella ad Ah-Un e si alzarono in volo dietro a Yuki, che faceva strada a Sesshomaru e al Generale, seguiti dal resto delle truppe. Volarono a lungo tra le nuvole per evitare di essere avvistati e così facendo Kagome non riuscì a rendersi conto di dove si trovassero finché un odore familiare cominciò a farsi sentire nell'aria. Inuyasha che, seduto dietro di lei, teneva le redini di Ah-Un cingendole la vita con le sue braccia, la vide sporgersi leggermente e chiudere gli occhi inspirando profondamente, mentre un tenue sorriso le si dipingeva sul volto e non riuscì a non sorridere anche lui:

- Cosa c'è?! - le gridò piano in un orecchio cercando di sovrastare il rumore del vento.

- Non lo senti?! Il profumo del mare. - rispose semplicemente lei

- E' questo l'odore del mare? - le chiese curioso – Sa di sale! -

Kagome rise piano:

- Certo, sciocco. Il mare E' salato! - lo canzonò lei

- Davvero?! Non lo sapevo, non l'ho mai visto. - rispose Inuyasha.

- Io invece ci andavo sempre con la mamma e Sota, d'estate. Quest'estate ci andremo insieme, che ne dici?! - propose lei allegra

- Ogni tuo desiderio è un ordine, mia regina... - mormorò Inuyasha

- Che hai detto?! Non ho sentito, c'è troppo vento! - gridò Kagome

- Ho detto “Va bene, rompiscatole!” - gridò Inuyasha

- Vedrai che ti piacerà, brontolone! - rispose Kagome ridendo

“Mai quanto te...” pensò Inuyasha stringendola un po' più a sé.

- Siamo vicini. Niente distrazioni, voi due! - gridò Sesshomaru affiancandosi a loro e facendo segno a tutti che era il momento di iniziare a scendere.

Quelle parole riportarono bruscamente alla realtà Inuyasha che avrebbe preferito essere già in estate, con la sua adorata Kagome al sicuro, invece che diretta verso un campo di battaglia.

Scesero verso terra a piccoli gruppi, riparati da un'alta montagna, in modo da non farsi notare. Videro Koga fargli segno con le braccia, arrampicato su uno spuntone di roccia sul fianco della montagna, e indicargli un ampio bosco sotto di loro. Inuyasha e Kagome insieme a Sesshomaru e al Generale raggiunsero Koga, mentre gli altri si nascondevano nel bosco.

- Ci sono novità, Koga? - chiese subito Inuyasha appena atterrarono.

Il Demone Lupo lo guardò un attimo perplesso, studiando il suo nuovo aspetto, prima di rispondere:

- No, per ora tutto tranquillo... forse anche troppo! - rispose

- Che vuoi dire? - chiese secco Sesshomaru

- Che da quando siamo qui non abbiamo visto tracce né di demoni né di essere umani e questo mi sembra decisamente strano. - spiegò

Sesshomaru alzò lo sguardo verso il crinale della montagna e lo raggiunse con un balzo seguito da Inuyasha e dal Generale. Lanciarono una rapida occhiata sull'altro versante, che scendeva gradualmente fino a un'ampia collina, ai piedi della quale si estendeva ancora il bosco, che si diradava a poco a poco fino a raggiungere la costa pianeggiante, delineata da una sottile striscia di sabbia dorata, aldilà della quale si estendeva a perdita d'occhio un'enorme distesa d'acqua che brillava tranquilla sotto i raggi del sole. Inuyasha dovette ammettere che era uno spettacolo meraviglioso, adesso capiva perché Kagome si fosse illuminata in quel modo alla sola idea di avvicinarsi a quel posto, ma la voce di Sesshomaru lo riscosse di nuovo dai suoi pensieri:

- Andiamo, dobbiamo muoverci in fretta. Questa calma non mi piace e sono sempre più convinto che questo sia proprio il posto giusto. Dobbiamo fare la nostra mossa prima che si accorgano di noi, se non è già troppo tardi. - così dicendo tornò rapidamente da Koga.


 

- Si può sapere che gli è successo?! - chiese curioso Koga a Kagome, appena rimasero soli, indicando Inuyasha.

Kagome rise piano:

- Niente... ha solo scoperto di avere una famiglia. - rispose – ma come puoi vedere ci sono finita dentro anch'io! - aggiunse indicando la sua armatura.

- Beh mi sembra giusto che pensi alla tua incolumità! - esclamò Koga – Anzi mi stupisco che ti abbia portata in un posto del genere, è sempre il solito incosciente! - concluse con foga.

- La mia presenza è indispensabile, Koga. E poi anche tu sei qui con Ayame, no?! - ribatté Kagome

- Niente affatto! Non la porterei mai sul campo di battaglia nel suo stato! - rispose deciso Koga

- Cos'è successo ad Ayame??!!! Sta male?! E' stata ferita?!! - gridò Kagome allarmata

Koga arrossì di colpo:

- Beh... no... vedi... ecco... il fatto è che... - balbettò imbarazzato – E' vero, tu non lo sai ancora... ma... Io e Ayame... aspettiamo un bambino! - confessò emozionato.

Kagome fece tanto d'occhi:

- Che cooosaaa???!!! - chiese stupefatta – Cioè... voglio dire... congratulazioni ma... di già?! Non avete perso tempo! - aggiunse con un sorriso

Koga era sempre più rosso:

- Ecco... vedi... per i Demoni Lupo, assicurarsi una discendenza è il primo dovere di un Capobranco, per questo il matrimonio... - ma non riuscì a proseguire perché in quel momento furono interrotti dall'arrivo di Sesshomaru.

- Royakan e gli altri, sono qui anche loro? - chiese senza tante cerimonie

- Sì – rispose prontamente Koga – siamo tutti accampati nella foresta, al riparo da occhi indiscreti. -

- Ottimo. - commentò lapidario Sesshomaru dirigendosi deciso verso il bosco, seguito dagli altri, dove chiamò subito a raccolta Kiba e Gyakusatsu.

- Sapete cosa fare, giusto?! - chiese deciso

I due demoni annuirono prontamente.

- Bene. Aspettate un attimo. Kagizume! - chiamò – Tu hai sentito niente?! -

- No, per ora no, Sesshomaru – rispose il giovane demone incredibilmente serio

- Allora vai con loro! Meglio essere prudenti. Andate! - ordinò deciso

Kagome e Inuyasha guardarono un attimo perplessi Kagizume e lui gli sorrise:

- Sai cugino, che tu ci creda o no, non è la chiacchiera la mia dote migliore! - esclamò ridendo e picchiettandosi il naso con un dito ad indicare il fiuto, prima di allontanarsi insieme agli altri due.

In quel momento si sentirono chiamare da una voce familiare alle loro spalle:

- Divina Kagome! Inuyasha! - gridava Miroku accompagnato da Sango, Kohaku e Kirara.

- Ragazzi, ci siete anche voi! - li salutò Kagome – Sango, non sei rimasta con i bambini?! -

- No, li ho lasciati con la Vecchia Kaede. Oh Kagome, dovevo assolutamente venire! Questi mostri disgustosi hanno cercato di far del male ai miei bambini, me la pagheranno cara! Ho un diavolo per capello!!! - dichiarò furibonda.

- E tu, amico?! Si può sapere che hai combinato? - chiese Miroku scrutando Inuyasha da capo a piedi

- Sì... lo so... sono ridicolo, ma mio padre ha insistito... - cercò di giustificarsi Inuyasha

- Ridicolo?! Io direi che fai paura! Sembri un vero demone. - ammise Miroku

- Infatti è per questo che ho insistito! - dichiarò la voce del Generale alle loro spalle – Voi dovete essere gli amici di mio figlio. Vi ringrazio per esservi occupati di lui fino ad oggi. - aggiunse sorridendo

Miroku e Sango impallidirono trovandosi davanti quel gigantesco Demone Cane nella sua sfolgorante armatura.

- Vo-voi siete i-il padre di Inuyasha?! I-il Grande Generale Cane di cui parla sempre il vecchio Miyoga?! E'-è un onore... Signore! - balbettò Miroku

- Il piacere è mio, ragazzi, ma... non dovrebbe esserci qualcun altro con voi?! Un cucciolo di volpe?! - chiese curioso

- Oh sì... Shippo... c'è anche lui, adesso è con gli altri demoni volpe. Sapendo che gli amici di Shippo erano nei guai hanno voluto unirsi anche loro alle nostre fila. - spiegò Sango impacciata.

- Se le cose stanno così, meglio avvisare subito Sesshomaru. Sono sicuro che troverà subito il modo migliore per impiegarli. E poi ho bisogno di parlare con Shippo, ho un messaggio per lui, da parte di suo padre. Voi rilassatevi pure per ora, finché i ragazzi non tornano dalla ricognizione. - aggiunse sereno allontanandosi.


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Glossario

kabuto = elmo dell'armatura da samurai (vedere disegnino postato in altro capitolo)


 

Angolo dell'autrice

Il nuovo look di Inuyasha è spudoratamente ispirato a quello creato da Inuyashareader, un'autrice di fan fiction, che adoro. La differenza fondamentale per me è che, mentre nelle sue storie Inuyasha diventa in qualche modo un demone completo per me è e rimane un mezzodemone, anche se impara a controllare meglio il suo potere.

Sì, lo so, avevo promesso botte e invece è più che altro un capitolino di transizione -.-' ma la battaglia contro i Nue ormai è davvero alle porte, giuro! Cosa succederà? O.O

Alla prossima ^_^

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Capitolo 31
*** Strategia ***


Non passò molto tempo che Kiba, Gyakusatsu e Kagizume fecero ritorno dalla loro missione di ricognizione, raggiungendo Sesshomaru e gli altri capifamiglia in uno dei numerosi piccoli accampamenti allestiti dagli alleati e nascosti nel folto della foresta.

- Allora?! - chiese lapidario Sesshomaru scattando in piedi appena li vide avvicinarsi

- Nessun movimento, nessun rumore, nessun odore... però... – riferì Gyakusatsu preoccupato

- Cosa c'è?! Parlate! - li incalzò nervoso Sesshomaru

- Sull'altro lato della montagna, ai piedi della collina, abbiamo incrociato un ampio sentiero nel bosco – spiegò Kiba – L'abbiamo seguito e... conduce ad una specie di grotta... sembrerebbe un luogo sacro o qualcosa del genere, perché l'entrata è delimitata da una shimenawa*. Però anche lì c'è una calma innaturale... non so dirti perché, ma non abbiamo osato entrare a vedere... - confessò

- E avete fatto bene! - esclamò Sesshomaru

- Sesshomaru – lo chiamò Kagome – Non credi che quella potrebbe essere l'entrata alla tomba del Nue? -

- Sì, Sacerdotessa. E il fatto che sia così sguarnita non mi piace per niente. Vi siete avvicinati alla collina?! - chiese di nuovo ai suoi cugini

- No - rispose Kagizume – C'era qualcosa o meglio... non c'era niente... troppo “niente”... non so se mi spiego?! Non c'era il minimo odore che provenisse da quella direzione... Credo che tu abbia ragione, cugino, dev'esserci una barriera intorno alla collina e anche bella tosta se riesce a trattenere tutto così! Abbiamo preferito non avvicinarci troppo per timore di rivelare la nostra presenza. -

- Capisco... ottima decisione. E questo rende tutto ancora più sospetto. Tutto sigillato! Tutto bloccato! Tranne l'unica cosa che ci interessa davvero: la tomba del Nue! E' chiaro come il sole che si tratta di una trappola. - mormorò Sesshomaru tra sé e sé.

Inuyasha tornò ad ascoltare rapito, come nei giorni precedenti, suo fratello maggiore: che differenza che c'era tra loro, lui si sarebbe buttato a capofitto in quell'unica apertura senza pensarci due volte! Pensò alle occasioni in cui lo aveva visto combattere in passato, aveva sempre avuto l'impressione che anche lui si lanciasse senza indugi contro gli avversari, strafottente e pieno di sé, ma adesso si rendeva conto che in realtà quella calma apparente, tutta quella sicurezza, non gli derivavano solo dal fatto di “ritenersi” superiore a qualsiasi avversario... No, lui “sapeva” di essere superiore al suo avversario, ci rifletteva bene, ogni volta. Non era arroganza la sua, ma consapevolezza alla quale giungeva solo dopo aver valutato bene il suo nemico e il campo di battaglia, anche se di solito non lo dava a vedere, c'erano tutti quei ragionamenti dietro la sua freddezza e i suoi interminabili silenzi.

- Allora che facciamo, Sesshomaru? - incalzò Goomon

- Temo che dovremo preparaci al peggio! Dovremo irrompere attraverso la barriera usando Tessaiga, ma sarà un salto nel buio visto che non abbiamo il minimo indizio su cosa ci aspetti dall'altra parte. Inoltre infrangendo la barriera renderemo immediatamente evidente la nostra presenza al nemico, anche se a questo punto è quasi sicuro che sappiano già che siamo qua. Dovremo schierare al meglio le nostre truppe e giocare d'astuzia, ma non vi nascondo che sarà rischioso! Sembra che si siano verificate tutte le mie ipotesi peggiori. - spiegò – Se qualcuno vuole tirarsi indietro, è il momento di farlo. - proseguì guardando Goomon con freddezza.

– Ma l'alternativa ad attaccare adesso è aspettare di essere attaccati... – intervenne Inuyasha - ... chissà dove e chissà quando, sicuramente quando meno ce lo aspettiamo... quando non saremo uniti... e allora sconfiggerci sarà ancora più facile, no?! - gli chiese tranquillo – Perché non ci dici chiaramente cosa hai in mente, Sesshomaru?! Così ognuno potrà decidere di conseguenza. Io comunque sono con te, fratello: ho già avuto due bruschi risvegli per colpa di questi stupidi Nue e non ci tengo ad avere il terzo! - concluse ironico

- Bene... - esordì Sesshomaru rivolgendo una strana occhiata a Inuyasha e al resto dei capifamiglia che lo guardavano attenti – Ipotizzando di esserci tutti e visti anche i nuovi alleati, la mia idea è questa... -

Come la sera precedente, Sesshomaru, descrisse nel dettaglio il suo piano d'attacco, elaborato in base ai nuovi sviluppi e alla conformazione della zona, e di nuovo ebbe la piena attenzione di tutti i membri dell'assemblea, ai quali si erano uniti anche Miroku, Sango, Shippo, Royakan e Koga in qualità di rappresentanti degli alleati minori. Quando Sesshomaru terminò la sua lunga dissertazione, il Generale fu felice di constatare che suo figlio aveva ottenuto di nuovo il pieno appoggio di tutto il clan.


 

La strategia venne prontamente comunicata ad ogni squadra e in breve tempo i Demoni Cane e i loro alleati furono pronti ad entrare in azione.

- Allora è tutto chiaro?! Hai capito bene quello che devi fare? - chiese Inuyasha a Kagome - Mi raccomando, fai attenzione! Il tuo è un compito molto rischioso. - aggiunse preoccupato

- Ma certo, tesoruccio, fidati di me! - rispose Kagome con aria complice, facendogli l'occhiolino, mentre gli spediva un bacio con la punta del dito.

Inuyasha emise un profondo sospiro guardandola allontanarsi insieme a Ginta e a un paio di lupi:

- Andiamo, Sesshomaru! - esclamò sconsolato in direzione di suo fratello – Spero solo che quest'idea assurda funzioni. -

- Non serve che funzioni! Basta che ci faccia guadagnare tempo. - rispose secco Sesshomaru dirigendosi verso la cima della montagna insieme a lui e Fusawashi.

- La fai facile tu... ma se qualcosa va storto non te lo perdonerò! Sta rischiando la vita per una tua idea!! - rispose Inuyasha con rabbia.

Sesshomaru gli rivolse una delle sue solite occhiate imperscrutabili e non rispose: non era quello il momento di seguire i consigli di suo padre! Al contrario. Stava per scatenarsi l'inferno ed era il momento di usare a pieno gli insegnamenti di sua madre!


 

Kagome e Ginta raggiunsero il sentiero e, camminando piano e con circospezione, arrivarono all'imboccatura della caverna. Kagome lanciò una rapida occhiata preoccupata alla shimenawa appesa in alto, come un festone, all'entrata della grotta, prese un profondo respiro e sfilò piano, dalla faretra, una delle sue frecce posizionandola sull'arco con estrema attenzione. Nel far questo sfiorò quasi il viso di Ginta che camminava, in punta di piedi, proprio dietro di lei e il Demone Lupo sbottò infuriato:

- Ehi! Guarda a come ti muovi! Mi hai quasi ficcato la punta della freccia in un occhio! Vuoi purificarmi a morte?!!! -

- E allora non starmi così appiccicato! - rispose nervosa Kagome – Fai silenzio adesso, o ci scopriranno! -

Avanzando sempre con estrema cautela, pronta a puntare la freccia davanti a sé, Kagome prese un altro profondo respiro e si decise a varcare la soglia della caverna. Tirò un sospiro di sollievo quando vide che non successe niente:

- Allora tu aspettami qui e tieniti pronto. - mormorò a Ginta prima di inoltrarsi nel buio della caverna seguita da uno dei lupi.

Le nude pareti di roccia sfilavano di fianco a lei, rischiarate di quando in quando dalla luce di una fiaccola

“Che gentili! E' evidente che eravamo attesi!” pensò con ironia tra sé e sé.

Proseguì il suo cammino per alcuni minuti, senza mai abbassare la guardia, finché sul fondo della grotta non comparve una tenue luce: la lunga galleria sembrava terminare in una specie di ampio salone circolare, illuminato a giorno, dove le torce erano molto più numerose e al centro del quale si trovava un piccolo tempietto di legno posto su un altare rialzato da terra.

Kagome rivolse a quella piccola costruzione uno sguardo carico di sospetto e poi tornò a guardarsi attorno rapidissima ma non notò nessun movimento strano; allora si rilassò leggermente e si diresse dritta verso il piccolo tempietto: evidentemente i resti del Nue dovevano essere conservati lì dentro.

“Prima mi sbarazzo di quel Nue prima potrò tornare dagli altri, questa grotta continua a non piacermi!” pensò allungando una mano davanti a sé per aprire le porte del tempietto ma appena sfiorò il pannello di carta di riso, una densa scia di fumo nero iniziò a fuoriuscire rapidamente, attraverso la fessura tra le porte, invadendo l'intera grotta e una profonda risata malefica scosse le pareti di roccia:

- AHAHAHAH!!! Sei in trappola, sacerdotessa!!! - gridò una voce possente intorno a lei mentre le nubi iniziavano a prendere consistenza dando origine a tre mostruose e gigantesche chimere dalla testa di scimmia che la guardavano ghignando minacciose, occupando interamente lo spazio all'interno della grotta.

- Questo è tutto da vedere! - gridò Kagome scagliando la sua freccia dritta verso un grosso vaso di terracotta rimasto sguarnito all'interno del tempietto. Quando la freccia la colpì, l'urna si sgretolò lentamente, emanando una luce accecante, e alla fine andò in frantumi rivelando il suo contenuto: uno specchio.

- Non è possibile! - gridò sconvolta Kagome

I Nue risero di nuovo:

- AHAHAHAH!!! Stupida umana, ciò che cercavi non è qui! E adesso... MUORI!!! - gridarono scagliandosi contro di lei.

- Vai presto! - gridò Kagome al lupo che era con lei, incoccando rapidissima un'altra freccia e scagliandola contro uno dei Nue. Il lupo corse velocissimo fuori, verso l'uscita, sparendo di nuovo nell'oscurità del lungo corridoio di roccia, mentre la freccia di Kagome andava a segno e il primo dei Nue si dissolveva con un grido lancinante.

Gli altri due si bloccarono di colpo, increduli.

- Com'è possibile?! Maledetta!!! - gridò un secondo Nue cercando di addentarla. Ma Kagome fu più veloce e scoccò una terza freccia colpendolo sul muso; così anche quello sparì in una nube di finissima polvere

Il terzo Nue, però, fu più veloce e assestò una potente zampata davanti a sé colpendo in pieno Kagome alla schiena e scaraventandola a terra. Quando, dopo alcuni secondi, lei riaprì gli occhi si ritrovò schiacciata sotto il peso della gigantesca zampa di tigre di quell'orribile creatura, con la testa incastrata tra due dei suoi artigli, e l'orrendo muso del Nue che le ansimava in faccia.

- Parla! Chi diavolo sei, donna?! Com'è possibile che tu abbia sconfitto i miei compagni con un colpo solo?!!! - chiese il mostro furibondo.

Una risata sprezzante si dipinse sul bel volto di Kagome deformandone i lineamenti delicati:

- Vuoi proprio saperlo, brutto mostro?! - chiese con una vocetta stridula e infantile prima di dissolversi in una nuvola di fumo.

Il Nue fissò sbalordito il punto tra i suoi artigli in cui, fino a un attimo prima, si trovava la sacerdotessa, sollevò incredulo la sua enorme zampa e fece appena in tempo a vedere una piccola palletta di pelo rosso correre verso la faretra e le frecce, che si erano sparpagliate a terra nell'impatto di poco prima, afferrane una velocissimo e lanciarsi senza indugi tra le sue zampe, verso il suo petto:

- Addio, babbeo! - esclamò il piccolo cucciolo di volpe prima di conficcargli la punta della freccia nel costato, con tutta la forza che aveva, colpendolo al cuore.

- NOOOOO!!! - gridò infine l'ultimo dei tre Nue dissolvendosi anche lui.

Shippo raccolse le frecce rimaste e corse velocissimo fuori dalla grotta, dove trovò Ginta e i due lupi che ululavano al cielo con quanto fiato avevano in gola.


 

AUUUUHHHHHHH!!!!!

- E' il segnale! - esclamò Koga dalla cima della montagna che sovrastava l'ampia collina – Niente di fatto, Sesshomaru, era una trappola! Ma stanno bene e le frecce funzionano! - aggiunse rivolto al Demone Cane nascosto tra le rocce poco sotto di lui

- Ah! Quella piccola canaglia di Shippo ce l'ha fatta! - esclamò entusiasta e sollevato Inuyasha, accucciato anche lui di fianco a suo fratello.

- Bene! - sibilò tra i denti Sesshomaru – ALL'ATTACCO!!! - gridò scattando in piedi e lanciandosi con un balzo giù dalla rupe, insieme a Inuyasha, Fusawashi e il resto della loro squadra di Demoni Cane. Si librarono nel cielo sopra la collina, mentre Koga e un manipolo di Demoni Lupo li seguivano lasciandosi scivolare velocissimi lungo il fianco della montagna.

Inuyasha sfoderò immediatamente Tessaiga, la cui lama si fece all'istante rossa come il sangue, gridando:

- CICATRICE DEL VENTO!!! -

L'aria, poco sotto di loro, tremò leggermente e i profondi solchi tracciati dalla cicatrice colpirono qualcosa; un bagliore luminoso, come un'enorme cupola di vetro smerigliato, rivelò la sua presenza nel cielo sopra la collina e su tutta la zona circostante, tra la montagna e il mare, prima di dissolversi e sparire per sempre rivelando, in tutta la sua crudezza, la vera natura di quel luogo che era apparso tanto pacifico e meraviglioso fino a un attimo prima.

Il cielo si oscurò di colpo riempiendosi delle ormai familiari nubi nere che nascondevano i Nue e un'immensa aura maligna si sparse tutto intorno, sembrava impossibile che fosse tutta contenuta in quella barriera, avvolgendo il paesaggio in una tetra nebbia rossastra, che, al sensibile olfatto dei Demoni Cane, emanava un orrendo fetore di morte.

Le folte chiome degli alberi lasciarono il posto a miseri e squallidi scheletri di legno secco, il verde dei prati che ricopriva la collina venne sostituito da terra bruciata, arida e percorsa da profonde spaccature causate dalla siccità; persino l'azzurro del mare lasciò il posto a una distesa rossastra e putrida e la spiaggia, che sembrava incontaminata fino a un attimo prima, adesso era invasa da carcasse di piante e animali marini in decomposizione, portate a riva dalla corrente. Come se tutto questo non bastasse, sulla sommità della collina, che era apparsa all'inizio come un ampio prato sgombro, adesso erano tornati visibili i resti di un villaggio. Atterrando tra le case in rovina, Inuyasha non poté non notare anche ciò che restava degli abitanti di quel luogo: solo scheletri ancora avvolti nei loro miseri abiti logorati dal tempo, sorpresi da una morte misteriosa mentre sembravano intenti nelle loro solite faccende quotidiane: una donna tra due alberi, con quello che rimaneva di una lunga corda, vicino a un cesto pieno di stracci vecchi e ammuffiti che un tempo dovevano essere stati dei panni freschi di bucato; un uomo seduto sulla porta di casa con in grembo i resti di una grossa rete, doveva essere un villaggio di pescatori, e poi... Inuyasha distolse lo sguardo non riuscendo a sopportare la vista delle spoglie di quella che doveva essere una madre, caduta a terra, con un piccolo fagotto tra le braccia e un altro piccolo scheletro aggrappato alle sue gambe.

- Maledizione!! - sbottò stringendo i pugni e mordendosi il labbro con tutta la forza che aveva – Siamo arrivati tardi! -

- Non dire assurdità! - lo rimproverò Sesshomaru al suo fianco – E' evidente che tutto questo risale a molto tempo fa. Non è certo cosa recente come gli attacchi che abbiamo subito noi! Si direbbe che i Nue abbiano lavorato a lungo nell'ombra prima di cercare vendetta... -

In quell'istante una voce potente risuonò nell'aria:

- E così siete riusciti ad arrivare fino a qua, stolti Demoni Cane?! Avete firmato la vostra condanna a morte! -

- Già in passato avete assaggiato le nostre zanne - rispose spietato Sesshomaru rivolto alle nubi nere sopra le loro teste – ma a quanto pare la lezione non vi è bastata, osate ancora sfidarci, immonde creature! Dite pure addio alla vita! -

Sollevò un braccio sopra la sua testa per poi puntarlo deciso davanti a sé e un'altra squadra di Demoni Cane spuntò fuori dal folto dell'unico tratto di foresta ancora verdeggiante. Insieme a loro c'era Kagome che si preparò a scagliare contro il cielo una delle sue frecce, ma subito, dalle fitte nubi nere che li sovrastavano, saltò fuori un Nue che le si avventò contro. Stava per raggiungerla quando al lato opposto del villaggio un'altra Kagome, puntandogli una freccia contro, gridò:

- Dove guardi brutto mostro?! Io sono qua! -

Il Nue rimase un attimo interdetto, indeciso su quale sacerdotessa attaccare per prima; a quel punto un altro Nue lo raggiunse e si lanciò contro la seconda sacerdotessa ma a un altro capo ancora del villaggio, comparve un'altra Kagome, questa volta insieme a Miroku, e i Nue ruggirono di nuovo pieni di rabbia. Distratti da quella nuova apparizione non si accorsero dei Demoni Cane che si lanciarono su di loro atterrandoli e trapassandoli con le loro spade mentre le due Kagome si avvicinavano e scagliavano le loro frecce contro i due mostri agonizzanti, dissolvendoli in una nube di polvere.

- L'avete voluto voi, stupidi Demoni Cane! - ruggì di nuovo la voce sopra le loro teste.

L'ormai familiare fischio acuto e penetrante, trapassò le orecchie di Inuyasha e del resto della squadra e tutti si accasciarono a terra sopraffatti dal dolore.

- AHAHAHAH!!! E' la vostra fine, stolti! - rise soddisfatta la voce – Non potete fare niente contro di noi! Strisciate come i vermi che siete e infine morite! -

Approfittando di quell'attimo di debolezza un gran numero di Nue uscirono dalle nubi e si lanciarono sui Demoni Cane e sui loro alleati, pronti a sopraffarli facilmente, mentre si contorcevano dal dolore. Quei mostri spaventosi atterrarono in mezzo ai resti del villaggio, pronti a divorare i loro avversari, ma appena furono vicini i Demoni Cane, si rimisero prontamente in piedi e scattarono verso di loro, trapassandoli e abbattendoli con le loro lame.

- Com'è possibile?!!! - ringhiò un Nue steso a terra di fronte a Sesshomaru, che lo guardava sprezzante con Bakusaiga in pugno e una sottile fascia di pelliccia bianca sulle orecchie e intorno alla testa.

- Con chi credevate di avere a che fare, stupidi scimmioni?! - sibilò il Demone Cane mozzandogli la testa senza tante cerimonie, prima di voltarsi verso suo fratello che, nel frattempo si era avventato contro un altro Nue insieme a Koga, entrambi con una fascia di folta pelliccia stretta intorno alla testa a coprirsi le orecchie.

Sesshomaru dovette ammettere che l'idea dei Demoni Lupo non era poi così stupida.

Vedendo i loro compagni sconfitti così facilmente, altri Nue si materializzarono dalle nubi e si lanciarono contro i loro avversari.

“Ma quanti sono?!” si chiese Sesshomaru prima di fare nuovamente cenno ad un'altra squadra di Demoni Cane di unirsi alla lotta.


 

Frattanto la vera Kagome se ne stava ancora nascosta nel folto della foresta insieme a Gyakusatsu, Kiba e al Generale che, ligio al suo dovere e alla promessa fatta a suo figlio, non si era allontanato da lei nemmeno per un secondo.

- Come va, Gyakusatsu?! Ti senti meglio?! - mormorò preoccupata Kagome, china di fronte a lui, con le mani appoggiate sopra le grandi orecchie del demone che se ne stava seduto ai piedi di un albero.

- S-sì... g-grazie... - balbettò lui imbarazzato e ancora un po' sofferente, senza osare guardarla in faccia, rosso come un peperone.

– Per fortuna Sesshomaru è stato previdente e ti ha lasciato fuori da questa parte dello scontro... - commentò ancora Kagome

- Hai una fortuna sfacciata, cugino! - lo apostrofò Kiba mentre, sporgendosi oltre il grande cespuglio che circondava la zona, si guardava intorno, insieme al Generale, per controllare che non arrivassero nemici – Te ne stai bello tranquillo a farti coccolare da Kagome... Per la prima volta in vita mia, ti invidio quegli enormi paravento che ti ritrovi! - precisò stizzito

- Che fai?! Ti ci metti anche tu, adesso?! Come quell'idiota di Kagizume! - rispose offeso Gyakusatsu – Non le ho chieste io queste mostruosità! Oltretutto mi fanno un male cane, nonostante la pelliccia e l'aiuto di Kagome! - sbottò, poi tornò a rivolgersi timidamente alla sacerdotessa – Scusami... per colpa mia stai sprecando un sacco di energie... -

- Ma no, non preoccuparti. Se Sesshomaru ha ragione, questa tortura finirà presto, appena i Nue si accorgeranno che il loro verso infernale è ormai inefficace. - gli rispose lei sorridendo gentile – E poi, infondo sono contenta di avere una scusa per toccarle: sono così carine! - confessò con una risatina divertita stingendole un po' di più tra le mani e massaggiandole delicatamente, come faceva sempre con quelle di Inuyasha.

Gyakusatsu trattenne il fiato e diventò ancora più rosso:

- N-non farlo, ti prego! - esclamò imbarazzatissimo

- Oh scusami... ti ho fatto male?! - mormorò mortificata Kagome

- N-no... non è questo... t-tutt'altro - balbettò impacciato – è che non sono abituato... ad essere toccato così... e s-sono molto... sensibili... ecco! - confessò fissando il terreno ai suoi piedi.

Fu il turno di Kagome ad arrossire:

- Oh cielo! S-scusami... non lo sapevo... I-inuyasha non è così... “sensibile”... - mormorò imbarazzata

- Questo è quello che credi tu, mia cara... - ridacchiò divertito il Generale

- Ma insomma... Generale! Si può sapere fino a che punto vi fate gli affari nostri nell'aldilà?! - esclamò scandalizzata Kagome - Anzi, no! Non voglio saperlo! - si corresse subito

- Tranquilla, la vostra intimità è inviolabile anche per noi. - rispose sorridendo il Generale

- Arriva qualcuno! - li interruppe Kiba

Shippo e Ginta si fecero largo tra i cespugli e li raggiunsero trafelati.

- Kagome! Kagome! Ce l'ho fatta! - esclamò eccitatissimo il piccolo Demone Volpe – Peccato che non conti come esame, avrei preso un sacco di punti! -

- Ne dubito. - lo corresse Ginta – Senza le frecce di Kagome non avresti combinato un tubo... -

- Questo non è vero! Senza il suo potere demoniaco le mie frecce da sole non avrebbero funzionato. - precisò Kagome - Sei stato bravissimo, Shippo! - aggiunse poi con un sorriso.

- E' vero, Shippo, ti sei comportato come un vero guerriero! Tuo padre sarà fiero di te! - lo lodò anche il Generale.

Il piccolo demone sorrise soddisfatto ma poi si riscosse:

- Ah! Giusto! Ti ho riportato queste. - disse porgendo a Kagome le frecce avanzate - Ne ho usate solo quattro. Quei bestioni erano talmente grossi che occupavano tutto lo spazio: era impossibile mancarli. - spiegò Shippo

- Bravo! Dalle a Kiba, lui ne farà buon uso! - disse Kagome ancora con le mani sulle orecchie di Gyakusatsu.

- Puoi starne certa! Non sprecherei mai una delle tue preziosissime frecce, so bene quanto ti siano costate, Kagome, non voglio vederti star male di nuovo! Spero che i tuoi compagni facciano altrettanto, piccola volpe! - ammise Kiba infilando le frecce nella sua faretra, insieme alle altre che Kagome aveva già provveduto ad impregnare con la sua aura sacra. L'aveva concentrata solo sulla punta per permettere ai demoni di maneggiarle senza troppi rischi, ma questo le aveva richiesto molta fatica e così ne aveva realizzate un numero limitato, da usare con parsimonia ed estrema attenzione.

- Ehi! Per chi ci hai preso! Anche tra i Demoni Volpe ci sono degli ottimi arcieri! - rispose Shippo risentito.

- E della tomba?! Che mi dici, Shippo?! - chiese Kagome preoccupata.

- Niente da fare! Era finta... - mormorò il piccolo demone mortificato

- Mmmhhh... c'era da aspettarselo... - ammise Kagome pensierosa – E com'era la finta tomba? - chiese

- Nella grotta c'era un tempietto e dentro c'era un vaso. - spiegò Shippo - Gli ho lanciato una freccia convinto che contenesse le ceneri del Nue ma invece c'era solo uno specchio. -

- Uno specchio?! - chiese perplessa Kagome – E l'hai colpito? -

Shippo ci pensò un po', era successo tutto così rapidamente che non gli aveva prestato molta attenzione:

- Mi sembra di sì... però... ora che mi ci fai pensare... non mi sembra che si sia rotto... - mormorò incerto

- Dici sul serio?!!! - scattò Kagome folgorata da un pensiero – Ne sei sicuro, Shippo? E' importante! - lo incalzò

- Beh... sì, direi di sì... - rispose il piccolo demone.

- Ti è venuta un'idea, Kagome? - le chiese Gyakusatsu

- Forse... Insomma, mi domando... perché mettere uno specchio in quel vaso?! Perché non lasciarlo semplicemente vuoto?! Potrebbe essere un indizio per trovare il vero Nue ma... Aaahhh... avrei bisogno di sapere cosa c'è là fuori! - sospirò indicando, con un cenno della testa, in direzione del campo di battaglia.

- Ehhhh... – sospirò Kiba – Bella e intelligente! Ma che ci trovi in quel mezzodemone?! Non preferiresti uno come me?! - chiese voltandosi a guardarla e, sorridendole, aggiunse più serio – Vuoi che vada a dare un'occhiata? -

- Ti ringrazio Kiba ma vorrei vedere con i miei occhi... E per l'ennesima volta: AMO. MIO. MARITO! Davvero, dovresti lasciarmi perdere! Con tante belle demoni che ti corrono dietro... - lo rimproverò scherzando

- Ma è proprio questo il punto: se mi corrono già dietro che gusto c'è?! - rispose lui con una strizzatina d'occhio – Strapparti al cuginetto sarebbe molto più divertente... -

- Tu scherzi col fuoco, Kiba! - lo rimproverò Gyakusatsu – L'hai visto, Inuyasha, ieri?! T'avrebbe ammazzato senza tanti complimenti! Ho ancora i brividi se ci ripenso... -

- Gyakusatsu ha ragione. - intervenne il Generale – Purtroppo ho lasciato una pesante eredità a mio figlio... se si lasciasse sopraffare dal suo sangue demoniaco, sarebbe molto più spietato di tutti voi! - per questo lui e Sesshomaru si erano affrettati a seguirlo, quando l'avevano visto correre via in quel modo.

- Inuyasha è ancora in pericolo, Padre?! - chiese Kagome preoccupata

Il Generale le sorrise rassicurante:

- Diciamo che migliora ogni giorno di più, anche grazie al tuo aiuto, ma ne deve fare ancora di strada prima di riuscire a controllare davvero il suo potere. E' ancora presto per cantare vittoria. -

Kagome tornò a rivolgere la sua attenzione ai rumori che provenivano dall'esterno della foresta, pregando con tutta sé stessa che Inuyasha stesse bene e che quel fracasso infernale finisse presto in modo da lasciarla libera di agire.

- Kagome... vai pure se vuoi... io mi arrangio! - le disse dolcemente Gyakusatsu intuendo i suoi pensieri.

- Non se ne parla! Non lascerò queste adorabili orecchie e il loro proprietario in balia di quelle bestiacce! - scherzò lei.

- Vacci piano coi complimenti... - le rispose lui arrossendo di nuovo – Non sono abituato nemmeno a quelli... Inuyasha è davvero fortunato! - la vide arrossire di nuovo – Tranquilla, cuginetta, non ti sto facendo la corte! Non sono come quel testone di Kiba, io lo capisco quando una battaglia è persa in partenza. Sono solo invidioso. - ammise con un sorriso.

- Sai, quando ti ho visto la prima volta mi hai fatto quasi paura, sembravi così serio e burbero... ma adesso... penso che tu abbia tante qualità... oltre che delle bellissime orecchie! - scherzò Kagome – Sono sicura che presto troverai anche tu una persona speciale che saprà apprezzarti. - concluse dolcemente.

- Grazie, Kagome... ma per ora sei l'unica a pensarla così... e a dire che ho delle belle orecchie! - rispose Gyakusatsu sorridendo.

In quel momento l'infernale stridore dei Nue, com'era cominciato, cessò.

- Finalmente! - esclamò Kagome con un sospiro di sollievo.

- Bene! Direi di muoverci, Kagome! Voi altri tornate ad unirvi alle vostre squadre! - li esortò il Generale.

– Tieni, Gyakusatsu. - disse lei restituendo al demone la pelliccia per coprirsi le orecchie – Non si sa mai... Buona fortuna! - aggiunse poi dandogli un casto bacio sulla fronte – Piccolo Shippo, Ginta, fate attenzione! - disse abbracciando il cucciolo di volpe che annuì deciso – Kiba, mi raccomando... - concluse semplicemente guardandolo preoccupata e strappandogli un sorriso speranzoso: adesso ci sarebbe stato un bacio o un abbraccio anche per lui, pensò! Ma quel sorriso gli morì sul volto quando invece lei si voltò tranquillamente per andarsene.

- Ehi Gyaku, quando questa storia sarà finita... ricordami di ammazzarti! - sbottò Kiba invidioso.

- Eh?! Come?! Sì, sì... - balbettò distrattamente Gyakusatsu mentre guardava, con aria trasognata, Kagome che si allontanava in compagnia del Generale.


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Glossario

shimenawa = corda sacra decorata con strisce di carta bianca piegate a zig zag (shide), utilizzata per delimitare aree o oggetti sacri.


 

Angolo dell'autrice

Alzi la mano chi si è fatto fregare da Shippo/Kagome! XD

Ok, nessuno... -.-'... io c'ho provato a creare un po' di suspanse... T_T

Allora, Destyno?! Ti ho stupito almeno un po'?! XD Visto che Sesshomaru ha saputo sfruttare anche lui e le altre volpi?! ;) (Sì sì, ha deciso tutto lui, io non c'entro niente... figurati se m'ascolta ^^')

Scrivendo questi capitoli mi sono resa conto di quanto sia difficile descrivere le battaglie: si passa dal rischiare di essere tremendamente ripetitivi a non saper come fare a descrivere ciò che sta succedendo molto rapidamente ma che merita una descrizione più dettagliata... quindi descrivere tutto senza dilungarsi troppo o si perde “il ritmo” della scena. In questo senso disegnarle nei manga dev'essere sicuramente più facile a meno di perdersi in grovigli incomprensibili (ehmNarutoehm). Spero di esserci riuscita, ma se qualcosa non vi è chiaro ditemi pure. ;)

Alla prossima ^_^

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Capitolo 32
*** Arrivano! ***


Sull'arida collina deserta la battaglia tra Nue e Demoni Cane continuava ad infuriare ormai da ore. Le orribili chimere non accennavano a diminuire. Per quante ne abbattessero Inuyasha e i suoi, dalle nere nubi che coprivano il cielo, continuavano ad emergerne altre. Sesshomaru aveva cercato di coinvolgere poco alla volta le varie squadre, in modo da avere sempre energie fresche a disposizione, ma ormai la fatica iniziava a farsi sentire un po' su tutti e l'effetto sorpresa si era ormai esaurito, così ogni singolo scontro diventava sempre più duro e lungo da affrontare. Solo i guerrieri più forti come Sesshomaru e Goomon sembravano in grado di abbattere quelle creature con un solo colpo, ma tutti gli altri Demoni Cane dovevano avventarsi in piccoli gruppi di due o tre su un unico Nue, per riuscire ad avere la meglio; per non parlare dei gruppi formati dai soli alleati minori.

Miroku, in sella a Kirara insieme a Sango, cercava di purificare quanti più Nue possibile con i suoi o-fuda e nel frattempo cercava di rifornire, senza farsi notare, anche i Demoni Volpe che avevano assunto il suo aspetto. Per le frecce di Kagome, purtroppo non c'era rimedio: dovevano cercare di farsele durare il più a lungo possibile. Se le armi delle finte sacerdotesse fossero diventate inefficaci, sarebbe stato evidente per il nemico che Kagome non era tra loro. Per questo motivo, la maggior parte dei Nue abbattuti veniva “distrattamente” lasciata a terra nella speranza di eliminarli con calma al termine di quella estenuante guerra.

Inuyasha, che non era abituato a combattere in gruppo, faticava ad usare Tessaiga al meglio per paura di colpire i suoi stessi alleati, limitandosi a brandirla come una qualsiasi spada, e questo gli costava parecchie energie. Si soffermò un attimo a riprendere fiato, lanciando una rapida occhiata ai suoi compagni che continuavano a combattere attorno a lui:

“Sesshomaru aveva ragione!” pensò osservando i sosia di Kagome e Miroku, verso i quali si concentravano la maggior parte degli attacchi dei Nue, e ripensò alle parole di suo fratello durante l'ultima riunione.


 


 

- Non capisco a che dovrebbe servire tutta questa pagliacciata! - aveva sbottato il mezzodemone dopo che suo fratello aveva illustrato a Shippo il ruolo che avrebbero avuto lui e i suoi simili.

Sesshomaru aveva soffocato a stento un sospiro esasperato e si era limitato a rispondere:

- Mi sembra ovvio! Tra un centinaio di potenti Demoni Cane e un' unica, debole, sacerdotessa umana, tu chi preferiresti attaccare?! -

- Kagome non è debole! - l'aveva difesa Inuyasha con orgoglio

- Resta il fatto che è da sola. - aveva ribattuto Sesshomaru – Per i Nue è sufficiente bloccare lei per vanificare tutto il nostro attacco! E' l'unione dei nostri poteri a poterli annientare definitivamente, se uno dei due viene a mancare non c'è modo di sconfiggerli! Ed eliminare lei è sicuramente la scelta più semplice... lo capirebbe qualsiasi idiota! -


 


 

- Ehilà! Batti la fiacca, cagnolino?! - lo richiamò Koga alle sue spalle affondando gli artigli di Goraishi nella gola di un Nue che Fusawashi aveva appena scaraventato a terra – Non riesci a combattere senza la tua Kagome intorno?! - chiese ironico

- Non dire sciocchezze! Saperla lontana da quest'inferno può solo facilitarmi le cose! - sbraitò tornando ad alzare la guardia contro un Nue che gli si stava avvicinando pericolosamente ma che fu subito intercettato da Kunou poco lontano da lui.

- E allora mi spieghi perché non ti decidi a combattere seriamente?! Continui ad agitare la tua spada come un coltellino! - lo rimproverò

- Ci sto provando, ma non è così semplice! Sembrano tutti decisi a mettersi in mezzo. Finirei per colpire qualcuno dei nostri. - sbotto mentre un altro Nue veniva abbattuto da Ikioi e scaraventato a terra poco lontano da lui.


 

- Tsk! Che spreco! - borbottò Ikioi poco sopra le loro teste osservando Inuyasha finire il demone che aveva appena abbattuto lui.

- A che ti riferisci? - gli chiese Fusawashi, che l'aveva raggiunto per aiutarlo, soffermandosi per un attimo al suo fianco.

- A Tessaiga, ovvio! Non posso credere che la potente spada del Generale sia finita in mano a quella mezza calzetta? Non riesce nemmeno a brandirla come si deve! - sbottò

- Tu dici?! - rispose dubbioso Fusawashi – Eppure con la barriera se l'è cavata molto bene... Devo ammettere che mi ha stupito... -

- Pensate a combattere voi due! - li rimproverò Sesshomaru trafiggendo alla gola un Nue che stava per colpirli alle spalle – Mio fratello sa badare a sé stesso! Stategli alla larga!-

- Come?! Prima ci imponi la sua presenza e poi vuoi lasciarlo solo in balia del nemico? Sarebbe già crepato da un pezzo se non gli coprissimo le spalle! - ringhiò Ikioi

- Non mi sembra di avervi ordinato di fargli da balia! - sibilò irato Sesshomaru – Credete davvero di fargli un favore?! Gli siete solo d'intralcio! -

- Come osi... - abbaiò Ikioi facendo per avventarglisi contro, ma Fusawashi lo bloccò:

- Calmati, siamo nel bel mezzo di una battaglia! Non è il momento di discutere tra noi! - lo rimproverò.

Sesshomaru lo guardò gelido ma non disse una parola: con pochi gesti decisi, fece segno alla squadra di Ikioi, che stava combattendo in aria tutto intorno a Inuyasha, di farsi da parte. I demoni lo guardarono perplessi, ma uno dopo l'altro iniziarono a ritirarsi, lasciando un varco del quale i Nue non tardarono ad approfittarsi, per cercare di raggiungere le squadre che combattevano a terra.


 

Il grido di Koga risuonò allarmato nell'aria:

- Cagnolino!! -

Inuyasha alzò lo sguardo sopra la sua testa e vide una decina di Nue lanciarsi in picchiata verso di lui, ma notò anche con sollievo che la via era finalmente libera:

- Ci penso io! - gridò rassicurante a Koga e agli altri demoni vicino a lui – CICATRICE DEL VENTO! - gridò vibrando un colpo sopra la sua testa.

Affilati vortici d'aria si staccarono rapidi dalla lama di Tessaiga travolgendo i Nue che caddero a terra uno dopo l'altro, senza vita.

Sesshomaru afferrò Ikioi, che osservava stupefatto la scena, per il risvolto della sua veste e, avvicinandogli pericolosamente il viso al suo, sibilò minaccioso:

- Ve lo ripeto: gli siete solo d'intralcio! - dopo di che lo lasciò andare di scatto, ordinando deciso – E ora tornate a combattere! -


 


 


 

Kagome e il Generale si erano spinti fino alla grotta, per fare un sopralluogo. Kagome aveva insistito per vedere con i suoi occhi il luogo descritto da Shippo, non che non si fidasse del suo piccolo amico, ma temeva che gli fosse sfuggito qualche dettaglio importante e aveva preferito controllare.

Dopo essersi assicurato che non ci fossero pericoli, il Generale l'aveva seguita all'interno della grotta e adesso osservava curioso Kagome che continuava a guardarsi intorno ispezionando attentamente ogni angolo, ogni anfratto, completamente immersa nei suoi pensieri, scuotendo di tanto in tanto la testa con fare preoccupato e confuso:

- Posso almeno sapere a cosa stai pensando?! Magari se me ne parli, posso darti una mano? - le chiese sorridendole premuroso.

Kagome si riscosse e accennò anche lei un tenue sorriso:

- Sì, avete ragione... - rispose tornando subito seria - Shippo ha detto che dentro l'urna che ha infranto c'era uno specchio... - spiegò riprendendo da capo il filo dei suoi pensieri.

- Già, questo dettaglio ti ha colpito subito... ma perché?! - chiese perplesso il Generale

- Uno specchio... in una grotta delimitata da una shimenawa... cioè un luogo sacro. Uno specchio che non si rompe se viene colpito da una freccia sacra... Ho pensato subito che potesse essere un goshintai e adesso ne ho la conferma. - spiegò avvicinandosi ai resti del tempietto e del vaso, in mezzo ai quali giaceva, ancora intatto il piccolo specchio sacro.

- E quindi?! Qual'è il problema se qui c'è un goshintai? - chiese ancora il Generale che proprio non capiva dove lei volesse arrivare.

- Un goshintai non è cosa da lasciare in giro così! E' il corpo di un Kami! L'oggetto sacro per eccellenza! Dovrebbe essere conservato in un tempio, nel luogo più sacro e inviolabile, nell'honden! Perché questo invece si trova abbandonato in una grotta?! - si chiese infervorata Kagome – E non una grotta qualsiasi! Ma un luogo che corrisponde esattamente a ciò che cerchiamo, alla tomba descritta dalle leggende, e per di più sorvegliato da dei Nue... Perché dei demoni dovrebbero sorvegliare un goshintai? -

- Per tenderci una trappola, no?! - rispose il Generale come se fosse ovvio

- No... non era necessario... potevano semplicemente appostarsi nella grotta e aggredire chiunque fosse entrato... perché portare qui un goshintai?! - si chiese ancora Kagome, poi sembrò illuminarsi di colpo - Forse... non ce l'hanno portato loro! Forse c'era già... Ma chi ce l'ha messo? Perché? - si chiese ancora sempre più confusa.

- Forse gli abitanti l'avevano messo in questa grotta perché al villaggio non avevano un tempio... - ipotizzò il Generale

- Non avevano un tempio ma hanno un goshintai?! - rispose Kagome poco convinta – No, mi sembra molto improbabile. Se fosse solo questo... sarebbe stato logico costruirne uno, anche piccolo e modesto, se non avevano molti mezzi... Oltretutto... No! Quella shimenawa all'entrata... è solo un palliativo, un pallido tentativo di rendere questo luogo degno di ospitare una divinità... senza contare che... Oh! Insomma, guardi qua! - esclamò sconfortata Kagome afferrando un frammento dell'urna che conteneva lo specchio – Le sembra questo il modo di conservare un oggetto sacro?! Senza il minimo rispetto, rinchiuso in un dozzinale vaso d'argilla, nascosto agli occhi del mondo come se fosse qualcosa di cui vergognarsi! - scosse di nuovo la testa affranta e riprese più calma – Io davvero non riesco a capire. Mi ero illusa che Shippo si fosse sbagliato, che fosse veramente questa la tomba, che i resti del Nue fossero davvero nascosti qui da qualche parte e che il goshintai fosse... un tentativo di depistarci o... un modo per proteggere questo luogo ma... qui non c'è niente del genere! Non è un luogo sacro e non è nemmeno un luogo carico di aura maligna da dover tenere sotto controllo, è solo... una grotta. Una banalissima grotta! -

- Quindi, secondo te, questo goshintai non appartiene a questo luogo ma dovrebbe stare in un tempio... Ed è stato portato qui... da qualcuno... per chissà quale motivo... giusto?! - chiese il Generale cercando di aiutarla, con scarso successo, a focalizzare i punti essenziali

- Esatto! - rispose sconsolata Kagome – Un goshintai dovrebbe stare in un tempio e invece sta qua! Nella presunta tomba di un Nue. E allora la tomba... - “dov'è?!” stava per chiedersi quando un'idea la colpì come un lampo. - Non sarà... Il tempio! - realizzò sconvolta - Oddio, è assurdo... No no, non può essere... non dire assurdità, Kagome! - si rimproverò scuotendo vigorosamente la testa - Però forse... Forse se troviamo il tempio potremmo trovare qualche indizio sulla vera tomba del Nue! - concluse decisa

- Vorresti andare là fuori... a cercare un tempio... nel bel mezzo di una battaglia?! - le chiese stupito il Generale

- Qui siamo a un punto morto... non abbiamo niente da perdere se facciamo un tentativo, no?! - esclamò Kagome

- No, non è prudente lanciarsi nella mischia adesso, rischieremmo di essere individuati facilmente. - la contraddisse il Generale.

- Non se fingerò di combattere come le altre. Ognuna delle mie copie ha al suo fianco un Demone Cane, non daremo nell'occhio. - insistette lei.

- Inuyasha ha ragione: sei proprio testarda, ragazza mia! - la rimproverò scherzosamente il Generale – Beh, non per niente sei riuscita a tener testa a mio figlio e a buona parte del clan... - ammise

- La prego Generale, dobbiamo raggiungere il villaggio e cercare il tempio! E' l'unica pista che abbiamo! Un tempio è l'unico posto dove potrebbero essere conservati documenti o notizie scritte su questa storia, se ce ne sono. Insomma in un semplice villaggio come questo, in quest'epoca... qui non esistono biblioteche o uffici pubblici, è il tempio l'unico luogo deputato a custodire cose simili. - spiegò con fervore guardandolo negli occhi supplicante.

Quello sguardo strappò un sorriso al Generale:

- Bella e intelligente! Ha ragione Kiba! Ehhh... se avessi 500 anni di meno... - scherzò il Generale – Sono felice che ci sia una donna come te al fianco di mio figlio... - aggiunse serio guardandola con affetto – E va bene, hai vinto tu! Andiamo a cercare questo tempio! -


 

Tornarono sui loro passi e raggiunsero il limitare della foresta, ai piedi della collina, dove infuriava la battaglia, poco lontano videro la squadra di Gyakusatsu pronta ad entrare in azione insieme ad altri demoni volpe trasformati e decisero di mischiarsi a loro. Appena Sesshomaru dette il segnale la squadra di demoni partì all'assalto dirigendosi verso il villaggio e Kagome e il Generale li seguirono.

Kagome incoccò subito una freccia, pronta a colpire, e per fortuna, perché appena uscita allo scoperto un paio di Nue si materializzarono dalle nubi, che ancora offuscavano il cielo, e gli si lanciarono contro pieni di rabbia. Il Generale fu subito pronto e le si parò davanti facendole scudo col suo corpo, estrasse la spada, vibrò due potenti fendenti in aria e i Nue caddero a terra con il petto squarciato da due profonde cicatrici. Kagome rimase impietrita difronte a quella scena, cercando di capire quando la lama avesse colpito quei due mostri:

“Possibile che con il solo spostamento d'aria...?!” pensò allibita. Era dunque questa la forza del Grande Generale Cane?! Del padre di Inuyasha?! La forza da cui aveva avuto origine la Cicatrice del Vento?!

- Vai, Kagome! Tocca a te! - le ordinò il Generale riscuotendola dai suoi pensieri

- S-sì! - balbettò scagliando due frecce nei corpi dei Nue, che ora giacevano a terra esanimi davanti a lei, dissolvendoli all'istante.

- Ne arrivano altri! - l'avvertì il Generale – Muoviamoci! Io mi occuperò di loro, tu inizia a guardarti intorno e cerca di trovare questo fantomatico tempio! -

Kagome annuì decisa.

Tra le capanne del piccolo villaggio, in mezzo ai resti dei suoi abitanti e a quella nebbia rossastra che avvolgeva tutto, si agitavano un sacco di Demoni Cane misti a Demoni Lupo, finte sacerdotesse, monaci e ai cadaveri dei nemici abbattuti; altri Demoni Cane stavano combattendo in aria cercando di intercettare i Nue appena uscivano allo scoperto. Di quando in quando Kagome riusciva a vedere Hiraikotsu che vorticava nell'aria, aiutando i Demoni Cane ad abbattere alcune di quelle orribili creature, seguito da Sango e Miroku in groppa a Kirara. Il monaco lanciava i suoi o-fuda con maestria contro i resti dei Nue, mentre ricadevano a terra, riuscendo a purificarli prima che raggiungessero il suolo. Anche Kohaku si dava un gran daffare: con la sua falce a catena stava trascinando a terra una di quelle creature aiutato da un gruppo di Demoni Lupo, che si avventarono sul mostro appena questo toccò terra.

In quella bolgia infernale, Kagome cercò di individuare qualcosa che somigliasse al suo obbiettivo ma non era per niente facile.

- Proviamo a dirigerci verso la parte più alta del villaggio! - gridò al Generale che aveva appena abbattuto un altro Nue.

Si mossero veloci cercando di nascondersi tra i resti di quei mostri giganteschi che giacevano al suolo, Kagome avrebbe voluto fermarsi a purificarli ma erano un'infinità, avrebbe esaurito le sue frecce in un batter d'occhio. Notando la sua indecisione, il Generale le cinse le spalle con un braccio incitandola a non fermarsi mentre continuavano a correre a riparo da occhi indiscreti, ma non sfuggirono allo sguardo di Inuyasha che riconobbe al volo sua moglie, prima ancora di vedere suo padre accanto a lei.

- Kagome! - bisbigliò tra sé e sé – Che diavolo ci fa lei qui?! - si chiese allarmato.

Stava per correre da lei quando Sesshomaru gli si parò davanti:

- Vuoi ucciderla, idiota?! - lo rimproverò gelido

- Sesshomaru, togliti! - gli intimò Inuyasha

- Se adesso vai da lei, sarà chiaro anche ai nemici quale tra queste è la vera sacerdotessa! Ce li avrà tutti addosso in men che non si dica! E' questo che vuoi?!! - ringhiò furente – Torna a combattere e fidati di nostro padre! Datti da fare! Se la Sacerdotessa si è mossa vuol dire che ha in mente qualcosa, se ti sta a cuore la sua incolumità e l'esito di tutto lo scontro è meglio cercare di attirare su di noi l'attenzione di questi stupidi Nue! -

- Maledizione! - imprecò Inuyasha guardando con apprensione la sua Kagome che spariva tra i resti delle capanne del villaggio e costringendosi a voltarsi dalla parte opposta, per resistere all'impulso di seguirla.

Urlando come una furia si lanciò sul primo Nue che osò venirgli contro, sfogando su di lui la sua rabbia e abbattendolo con un colpo solo. Sentì il suo sangue demoniaco fluirgli vorticoso nelle vene:

Vi ucciderò, maledetti! Vi ucciderò tutti! Non vi permetterò di far del male alla mia Kagome!” ringhiò il demone nella sua testa.

“Esatto, amico! Vedo che finalmente ci troviamo d'accordo!” si rispose.


 

Mentre lei e il Generale si avvicinavano al centro del villaggio, Kagome avvertì nettissima la sensazione che l'aura maligna si stesse intensificando e il familiare senso di nausea tornò a farsi sentire prepotentemente.

“No! Non adesso!” pensò disperata mentre il suo stomaco iniziava a ribellarsi.

Sentiva il bisogno di prendere dei profondi respiri ma l'aria intorno a lei era irrespirabile e avrebbe solo peggiorato le cose. Cercando di proteggersi si portò una mano alla bocca e in quel momento avvertì una brezza leggera sfiorarle il viso, come se cercasse di allontanare da lei quell'aria malsana. Kagome si guardò la mano stupita e sorrise vedendo la pietra del suo anello risplendere di una tenue luce azzurra.

“E' il taglio nel vento...” realizzò sorpresa “Stai cercando di proteggermi?! Grazie, amore mio...” pensò con un sorriso sfiorando il suo anello con un bacio.

- Tutto bene, Kagome?! - le chiese il Generale sorreggendola

- Sì – rispose sorridendo un po' più serena – Da questa parte l'aura maligna è molto più forte... abbiamo sbagliato direzione... Non è possibile che ci sia un tempio... una zona sacra, qua! - ammise preoccupata

Ma proprio in quel momento, in mezzo a quella fitta nebbia rossa, le sembrò di intravedere una sagoma familiare

- Ma quello... - mormorò – E' un torii!!! - esclamò stupefatta

- Allora ci siamo! - esclamò il Generale – Avevi ragione, figliola! C'è davvero un tempio in questo villaggio! -

Proseguirono in quella direzione e si trovarono davanti una breve scalinata sovrastata dal familiare portale di pietra grigia. Salirono i pochi gradini e raggiunsero un ampio piazzale lastricato, delimitato ai quattro angoli da delle lanterne di pietra. Kagome si guardò un attimo intorno cercando di orientarsi: vide un chouzuya prosciugato alla sua sinistra e l'haiden* davanti a sé, vi si diresse decisa ma, invece di entrare, aggirò l'edificio raggiungendo la parte posteriore dove si trovava l'honden.

“Lo sapevo! Ma allora perché?! Perché il goshintai non era qui?” pensò confusa.

Si avvicinò decisa all'edificio sacro pensando di andare a vedere ma quando stava per sfiorare lo steccato che lo circondava una strana sensazione la bloccò di colpo.

- Che succede, Kagome? - chiese il Generale alle sue spalle

- Non lo so... c'è qualcosa di strano... avverto uno strano senso di inquietudine... No! Questo non è un honden! - rispose allarmata ritraendosi, ricordando l'estremo senso di pace che di solito le trasmetteva quel luogo sacro. - Ma che sta succedendo qui?!! - esclamò guardandosi attorno confusa, ma la sua attenzione fu subito attratta da ciò che era andata a cercare in quel luogo: in un angolo appartato c'era un edificio che fungeva da magazzino, attiguo al quale si trovavano quelli che sembravano i resti dell'abitazione del sacerdote che custodiva quel tempio.

Kagome si avvicinò a quella struttura camminando piano, di soppiatto.

- Che vuoi fare, Kagome? - chiese allarmato il Generale continuando a tenere d'occhio il cielo nero sopra di loro.

- Se in questo tempio c'è qualcosa, una qualsiasi traccia, non può che essere qua. Voglio provare a dare un'occhiata. - rispose affacciandosi alla porta del magazzino ed entrando – AAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!! - un urlo acuto e penetrante, di puro terrore, le sfuggì dalla gola

- KAGOME! - urlò il Generale che fu subito al suo fianco e se la ritrovò tremante, con gli occhi chiusi, stretta contro il suo petto.

Al centro del magazzino, affondato in mezzo ai resti di alcune casse di legno e vasi di ceramica c'era lo scheletro di un uomo con indosso una veste da sacerdote. Le vuote orbite sembravano fissare atterrite chiunque entrasse dalla porta e la mandibola cadente sembrava spalancata in un muto ultimo grido di terrore. Il corpo poi era rivestito da numerosi o-fuda che, evidentemente, non erano stati sufficienti a proteggerlo da ciò che l'aveva aggredito.

- Calmati, piccola... - la rassicurò il Generale accarezzandole la testa e traendo un sospiro di sollievo – Non c'è niente da temere... So che non è un bello spettacolo ma... non ero molto in forma nemmeno io la prima volta che mi hai visto, no?! - scherzò dolcemente.

Quella battuta riuscì a strappare a Kagome un tenue sorriso:

- Avete ragione, scusate! - mormorò tornando a guardare i resti del sacerdote – E' che... me lo sono trovato davanti all'improvviso... Poveretto! Ma che gli sarà successo?! -

- Siamo qui per scoprirlo, no?! - rispose il Generale lanciando un'altra occhiata fuori dal magazzino e al cielo nero, dove ancora risuonavano le grida di guerra dei suoi alleati, i ruggiti dei Nue e il fragore di lame e artigli che cozzavano le une contro gli altri – Per fortuna, in questo caos, sembra che il tuo grido sia passato inosservato. Diamoci da fare! Sai già cosa cercare? -

- Pensavo di dare un'occhiata ai registri del tempio o agli scritti privati dei sacerdoti... magari c'è qualche notizia su quella grotta e sul goshintai. - disse avvicinandosi a uno scaffale pieno di rotoli e antichi manoscritti.

- Bene! Io resto di guardia... - rispose il Generale.

Kagome iniziò a setacciare velocemente con lo sguardo i vari ripiani: scartò a priori una piccola raccolta di antichi Sutra, e si soffermò a sfogliare rapidamente i registri delle nascite, i più antichi dei quali sembravano risalire a più di 500 anni prima, quel piccolo tempio doveva essere molto antico. Rimise a posto i registri e passò in rassegna una fila di antichi testi sacri.

- Allora?! Trovato niente?! - le chiese impaziente il Generale

- No, ancora no... - rispose sconfortata Kagome.

Poi la sua attenzione venne catturata da una serie di piccoli volumi consumati dal tempo, prese delicatamente il primo, la copertina era illeggibile così provò ad aprirlo e iniziò a leggere le prime righe:


 

Il suono della campana di Gion Shoja riecheggia nell'impermanenza di ogni cosa.

Il colore dei fiori degli alberi di sala rivela che coloro che prosperano sono destinati dal declino.

Orgogliosi, durano un attimo come un sogno in una notte di primavera.

Infine i possenti si disfano come polvere sparsa dal vento.”


 

– Ma questo incipit... - mormorò stupita Kagome - E' l'Heike Monogatari!!! - gridò felice – Non può essere un caso che una copia di questo racconto si trovi proprio qui!!! - fece scorrere rapidamente le dita sugli altri volumi e si bloccò di colpo – No! Un attimo! Non può essere... - balbettò confusa

- Che c'è che non va, Kagome?! - chiese il Generale preoccupato

- L'Heike Monogatari dovrebbe essere composto da dodici volumi ma qui ce ne sono solo undici! So che la storia è stata scritta e ampliata a più riprese, ma arrivati a questo punto, ai nostri giorni, dovrebbe già essere completa... Che significa?! - si chiese osservando meglio la fila di libretti e notando solo allora uno spazio vuoto dopo il terzo volume. Li tirò tutti giù dallo scaffale per esserne sicura.

- OH NO! Non può essere! - esclamò disperata - Manca il quanto volume! Proprio quello dove si parla del Nue! Perché manca proprio quello? Dove può essere finito??!! -

Iniziò a guardarsi intorno febbrilmente, ispezionò minuziosamente tutto lo scaffale, il pavimento, spostò ogni volume, ogni rotolo per guardaci dietro, aprì ogni scatola, vaso o recipiente del magazzino, ma non trovò traccia di quel libro.

- Non è possibile! Proprio adesso che ci mancava così poco! - esclamò con le lacrime agli occhi.

In preda allo sconforto si accasciò a terra ai piedi del sacerdote, alzò lo sguardo su di lui e, come se il poveretto potesse risponderle, mormorò:

- Dove l'avete messo? Dove??? Un oggetto che dovrebbe essere così prezioso!!! - chiese osservando i numerosi o-fuda sul corpo del sacerdote... numerosissimi... persino eccessivi... decisamente troppi, notò.

Di colpo un'idea le attraversò la mente come un lampo e scattò in piedi urlando:

– Ma certo!!! Un oggetto così prezioso, va difeso! Va difeso in tutti i modi! Anche a costo della vita! -

Tese le mani verso i resti del sacerdote, ma si bloccò di colpo cambiando idea, giunse i palmi difronte a sé e li batté due volte con un inchino:

- Venerabile Kannushi*, perdonate la sfrontatezza del mio gesto... -

ciò detto aprì il kariginu* e scostò i lembi dell'hitoe*. Proprio sopra il suo petto, là dove un tempo batteva il suo cuore, il sacerdote aveva nascosto e protetto il più grande tesoro di quel piccolo tempio. Kagome lo guardò commossa e sussurrò:

- Grazie. -

Prese il piccolo volume, rivestito anch'esso di o-fuda, con mani tremanti, non per la paura o il disgusto, ma per la consapevolezza di quanto valesse ciò che stringeva tra le dita. Notò che dal libretto sporgevano alcuni fogli accuratamente ripiegati. Aprì con cura ed estrema delicatezza il volume, ne estrasse i fogli e lo sguardo le cadde sulla pagina sottostante:

Capitolo quindici

Nue

Un sorriso amaro le si dipinse sul volto, mentre dispiegava i fogli e li scorreva rapidamente con lo sguardo.

Dopo un attimo di silenzio esclamò eccitata:

– Ci siamo... Ci siamo, Generale! L'ho trovato! -

- Bene! C'è scritto ciò che vuoi sapere? - chiese ancora il demone continuando ad osservare l'esterno del magazzino, ma prestando attenzione anche a Kagome che, col volume aperto e quei fogli tra le mani, andò a sedersi su alcune casse appoggiate al muro di fronte alla porta.

- Sembrano fogli strappati da una specie di diario, scritto dal sacerdote che officiava in questo tempio all'epoca dei fatti narrati nel romanzo... all'epoca della vostra battaglia contro quel Nue... - precisò Kagome seria.

- Beh... insomma... “all'epoca”... non sono poi così vecchio... - balbettò il Generale impacciato tra sé e sé.

Kagome gli rivolse un rapido sorriso e commentò:

- Generale, io ho vent'anni, voi quanti ne avete?! -

Il Generale rimase un attimo interdetto poi rispose rassegnato:

- Quindi... dicevi... “all'epoca” cos'è successo? - chiese, segretamente felice di averle strappato un sorriso più sereno.

- Dunque... vediamo... - mormorò Kagome provando a leggere quegli antichi caratteri manoscritti cancellati dal tempo – La data è quasi illeggibile... 3°anno dell'era Ninpei... le dice niente Generale? -

- Se non ricordo male fu proprio in quell'anno che mi scontrai con quel Nue. - rispose il demone

- Allora non passò molto tempo! Senta qua... - rispose Kagome e iniziò a leggere:


 

// giorno // mese 3° anno dell'era Ninpei

Oggi è un giorno funesto per il nostro piccolo villaggio. Questa mattina, all'ora della lepre*, Masanori e suo figlio sono tornati a riva con la sventura nelle loro reti. Un orrendo mostro vi era rimasto impigliato e, terrorizzati, sono corsi tutti a chiamarmi. Io stesso non avevo mai veduto una simile mostruosità: l'orribile creatura aveva una testa di scimmia, il corpo di un tanuki, la coda di un serpente e le zampe di una tigre. Gli Dei ci hanno mostrato la loro benevolenza facendo sì che la creatura giungesse a noi ormai priva della vita o non oso immaginare le conseguenze, ciò non di meno una grande inquietudine è scesa su tutti noi. Per tranquillizzare gli abitanti ho detto loro che mi sarei occupato di dare pietosa sepoltura alla bestia, sperando così di placare il suo spirito ancora legato a questo mondo, ma il mio animo era ancora inquieto.

Abbiamo approntato una pira funebre sulla spiaggia onde cremare il gigantesco mostro, ho pregato per tutto il giorno, con tutte le mie forze di fronte al fuoco, ma siamo ormai giunti all'ora del ratto* e la creatura sta ancora ardendo. Il suo corpo non sembra intaccato minimamente dalle fiamme. Ho lasciato il mio novizio a recitare Sutra per tutta la notte, se sarà necessario, e ho incaricato i taglialegna di aggiungere al fuoco del legno sacro. Mi corico distrutto e prego i Kami che domattina al mio risveglio quest'incubo abbia fine.


 

///// 3° anno dell'era Ninpei

Le mie ingenue speranze sono state infrante. La creatura ha continuato ad ardere sulla spiaggia per settantasette giorni e settantasette notti prima che il suo corpo mostruoso fosse finalmente ridotto in cenere. Non vi è ormai più un solo albero sacro in tutta la zona, immolati sul rogo, nel disperato tentativo di sbarazzarci per sempre di quell'opprimente presenza. Ho destinato la grotta situata sotto il villaggio, come ultima dimora per i resti della bestia, sperando che scompaia per sempre inghiottita nelle profondità della terra, sarà proibito a chiunque avvicinarsi a quel luogo di morte e sventura. Mi chiedo di quali enormi peccati ci siamo macchiati nelle nostre vite precedenti per meritarci in questa un tale castigo.


 

- Ma allora è davvero quella grotta la tomba del Nue! - esclamò stupita Kagome – Non è possibile! -

- Non c'è scritto nient'altro? - chiese il Generale

- Sì, c'è un altro foglio... Vediamo... - rispose Kagome

Passò al foglio successivo ed esclamò sollevata:

- Finalmente una data leggibile! -


 

7° giorno 1° mese 1° anno dell'era Kyuju

Solo pochi giorni sono trascorsi dalla sepoltura del mostro e i miei peggiori timori si sono avverati. Questa notte la terra ha tremato nel nostro piccolo villaggio, scossa dal ringhio sommesso di una bestia che si risveglia carica d'odio. Io e il mio novizio ci siamo recati in tutta fretta alla grotta e siamo giunti appena in tempo per udire solo tre parole dal significato oscuro “INU NO TAISHO”.


 

- Generale! - esclamò Kagome interrompendo la lettura, preoccupata.

- Beh... che quella bestiaccia ce l'avesse con me ormai era chiaro! - rispose tranquillo il Generale – Che altro è successo poi?! -

Kagome riprese a leggere:


 

Colti dal più profondo terrore, a fatica, siamo riusciti a sigillare l'ingresso della grotta ma la forza maligna di questa creatura sconosciuta supera quanto di peggio abbia mai affrontato nella mia lunga vita al servizio dei Kami. Ho scelto alcuni uomini del villaggio e li ho inviati in cerca di aiuto nei villaggi vicini, nei monasteri e ovunque riescano a trovarne, mentre io e il mio novizio cerchiamo di tenere a freno la bestia. Prego con tutto me stesso che l'aiuto ci giunga prontamente.


 

10° giorno 1° mese 1° anno dell'era Kyuju

Questa volta le mie umili preghiere sono state ascoltate. Quest'oggi è giunto da noi un biwa hoshi* recante notizie sul mostro che ha così malauguratamente incrociato il nostro cammino. Avrei però preferito poter riferire in questi scritti che tali notizie sono buone, ma purtroppo non è stata questa la volontà degli Dei. Secondo il Venerabile Monaco, la creatura da noi rinvenuta altri non è che un Nue, un mostro nefasto portatore di morte e sventura, che già due volte in passato ha attentato alla vita di sua Altezza il Mikado, abbattuto, stando a quanto si narra, da un prode samurai della casata dei Minamoto. Alla Corte Imperiale ignorano che tale creatura sia ancora in grado di recare danno. Stando a quanto riferito da alcuni monaci di basso rango che avevano assistito all'uccisione del mostro, solo purificandolo con un potente esorcismo sarà possibile debellare per sempre l'orrenda bestia e la sua stirpe.

Ho provato in ogni modo a mettere in pratica quanto suggerito, ma la mia forza spirituale non sembra sufficiente a contrastare l'influsso malvagio di questa orrenda creatura. E' con la morte nel cuore che mi vedo dunque costretto a prendere la peggiore delle decisioni per un uomo del mio rango: profanare consapevolmente la dimora del Kami a cui dovrei rispetto e devozione. Le mie sole forze non sono sufficienti a tenere a freno ancora a lungo la malvagità e la sete di sangue di questa immonda creatura, né tanto meno per distruggerla per sempre. Onde evitare di turbare gli animi degli abitanti, già messi a dura prova dagli eventi degli ultimi mesi, questa notte, all'insaputa di tutti e con la complicità del mio fedele novizio a cui ho imposto voto di silenzio, sposteremo il sacro corpo del Kami nella grotta e metteremo al suo posto, nel sacro honden, le ceneri della bestia. Aiutati dal potere purificatore di questo luogo sacro e confidando nella clemenza degli Dei verso il nostro gesto disperato, al mostro verrà imposto un potente sigillo che gli impedirà di nuocere per i prossimi 400 anni. Preghiamo gli Dei che prima di allora, giunga da noi un sacerdote in grado di porre fine a questo incubo. A noi e ai futuri officianti di questo tempio, l'arduo compito di mantenere il silenzio e custodire il sigillo che solo il tempo o un eletto potranno spezzare.


 

Kagome prese l'ultimo foglio: la carta sembrava molto più nuova e a differenza degli altri era piegato malamente, in tutta fretta, lo aprì e si accorse subito che la calligrafia era diversa da quella dei fogli precedenti, inoltre era quasi illeggibile, vergata in maniera affrettata, con caratteri sempre più grossi e scomposti, fino ad arrivare all'ultima parola tracciata infondo al foglio come un grido disperato.


 

10° giorno 1°mese 23° anno dell'era Tenbun

La nostra lunga attesa è stata vana. Il tempo è infine giunto. Il sigillo sta per spezzarsi. Possano gli Dei e la misericordia di Buddha avere pietà delle nostre anime.


 

ARRIVANO!!!


 


 

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Glossario

haiden = sala delle preghiere, parte dell'edificio principale del tempio, aperta al pubblico, dove si può entrare per pregare

kannushi = sacerdote shintoista

kariginu = casacca della veste del sacerdote, paricollo e con una chiusura laterale

hitoe = sottoveste simile a un kimono

ora delle lepre = l'alba

ora del ratto = circa mezzanotte

biwa hoshi = monaco itinerante, una sorta di cantore dell'epoca, responsabile della trasmissione orale di storie e leggende come l'Heike Monogatari stesso (che in questo è un po' una versione giapponese dell'Odissea).

Storia a parte sono le date: l'uso del calendario gregoriano è stato introdotto in Giappone solo alla fine del 1800, prima (ma anche adesso) gli anni venivano suddivisi in Ere che dal 1868 in poi corrispondono al regno di un Imperatore, prima di questa data non so in base a quale principio venisse stabilita la durata di un'era.

Comunque, per farla breve, se non ho sbagliato i conti (:P), il 3° anno dell'era Ningen corrisponde al 1153 (data che ho preso dall'Heike Monogatari), il 1° anno dell'era Kyuju al 1154 e il 23° anno dell'era Tenbun al 1554.

Contate che Inuyasha dovrebbe essere ambientato all'incirca tra 1543 e il 1573 e nella mia testa i 400 anni dovrebbero essere scaduti pochi anni prima del primo arrivo di Kagome nell'epoca Sengoku e della liberazione di Inuyasha.

Ho fatto i compiti, eh! ^_^


 

Angolo dell'autrice

Spero non me ne vogliano giapponesi, buddisti, shintoisti e quant'altro. Non voglio offendere nessuno, la mia è solo un'opera di fantasia che mi piace cercare di rendere verosimile, ma per quanto mi sforzi di informarmi, prima di scrivere, in realtà non so niente di argomenti così complicati... Spero di non aver scritto niente di blasfemo, soprattutto nel diario del sacerdote, mi sono limitata a cercare di imitare lo stile e il linguaggio dell'Heike Monogatari (l'incipit l' ho preso dalla versione tradotta da TNTvillage)

Credo che questo sia stato in assoluto il capitolo più “sofferto” di quelli che ho scritto finora; l'unico che ho non solo corretto o aggiustato, ma praticamente riscritto 3 volte! Scene di battaglia a parte, mi sono resa conto, nel mio piccolo, di quanto possa essere dura la vita dello scrittore di gialli (genere letterario che adoro): mostrare lo svelarsi di un intrigo, i ragionamenti che portano un investigatore a scoprire l'assassino... quando in realtà si conosce già la soluzione... Non so se ci sono riuscita a far muovere Kagome in maniera “naturale”, facendole seguire un filo logico compatibile con un normale ragionamento alla portata di tutti (o quasi), senza (troppo) strani o improbabili colpi di genio... Volevo che restasse la solita Kagome, intelligente ok, competente nel suo mestiere ok... ma niente di più.

Alla prossima ^_^ (se non v'ho fatto venire troppo mal di testa XD)

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Capitolo 33
*** Battaglia ***


Kagome, con gli occhi pieni di lacrime, alzò lo sguardo di fronte a sé, sui resti del sacerdote e solo allora si accorse che a terra, poco lontano dalla sua mano, giaceva un piccolo pennello: era lui l'autore di quell'ultimo disperato messaggio e doveva averlo tracciato pochi istanti prima della fine.

Si gettò a terra, china su sé stessa, stringendo al petto quei fogli e singhiozzando disperata:

- Perdonatemi! Perdonatemi! Non ho potuto salvarvi! - mormorò sopraffatta dal senso di colpa.

Il Generale le fu subito a fianco:

- Figliola... non è stata colpa tua... non potevi sapere... è successo molti anni fa... - mormorò afferrandola per le spalle e costringendola a rialzarsi – Aarrgghh! Se quello stupido di Yorimasa* avesse seguito le mie istruzioni... Non dovevo fidarmi di lui e della sua sete di gloria! - aggiunse con rammarico.

Kagome sollevò il viso per guardarlo annuendo, ma non riusciva a smettere di piangere.

- A quanto pare ciò che cerchiamo è proprio nell'honden, eh?! - mormorò il Generale cercando di aiutarla a recuperare la calma e la lucidità - Adesso è chiaro perché non c'è più niente di sacro da queste parti! -

Kagome si asciugò le lacrime, calmandosi lentamente:

- Bene, adesso so cosa devo fare... - mormorò sospirando

Lentamente si rimise in piedi, raccolse i fogli e li piegò di nuovo con cura, rimettendoli al loro posto nel piccolo volume e infilando il tutto al sicuro sotto il muneate.

- Andiamo, Generale! E' ora di fare ciò che doveva essere fatto molto tempo fa! - dichiarò decisa, uscendo dalla porta.

Si diresse di nuovo verso l'honden, si avvicinò alla recinzione e tese le mani davanti a sé, come per cercare di percepire qualcosa.

- A quanto pare c'è una barriera... Ti nascondi ancora, vigliacco! - mormorò con odio pensando all'atroce fine subita da tutta quella povera gente che non aveva nessuna colpa.

- Pensi di essere in grado di spezzarla? O andiamo a cercare Inuyasha?! - chiese il Generale preoccupato.

Kagome emise un profondo sospiro, avrebbe dato qualsiasi cosa per avere suo marito lì con lei, in quel momento. Sarebbe davvero riuscita a compiere il suo dovere, senza il suo sostegno?! Con lui al suo fianco si era sempre sentita sicura, lui aveva sempre così tanta fiducia in lei e nelle sue capacità.

- Non è possibile, Generale. Inuyasha è impegnato in prima linea, non può andarsene come se niente fosse e temo che non passerebbe nemmeno inosservato. Dovrò arrangiarmi da sola. - mormorò

- Hai idea di quali potrebbero essere le conseguenze se fallirai? - le chiese ancora il Generale.

- A parte rivelare la mia presenza ai Nue?! - ribatté Kagome – Non ho scelta, questo è il mio compito, se non lo porto a termine questa guerra non avrà mai fine e queste creature continueranno a portare morte e distruzione ovunque, come è successo qui. -

Si fece coraggio, fece qualche passo indietro, incoccò una freccia e prese bene la mira puntando alla porta dell'edificio; sperando di riuscire a risolvere tutto con un colpo solo, provò a mettere a fuoco il suo vero bersaglio, ma qualcosa sembrava bloccarla: quella barriera doveva essere più forte del previsto.

- Generale, tenetevi pronto... - mormorò preoccupata

Il demone non se lo fece ripetere due volte e sguainò immediatamente la spada, portandosi più vicino a lei.

Kagome chiese mentalmente aiuto al suo anello e iniziò a bisbigliare un'antica preghiera, mentre lasciava la sua freccia, che volò sicura verso l'honden scontrandosi, in un lampo di luce, contro un muro invisibile, che circondava l'edificio all'altezza del piccolo steccato e che solo in quel momento rivelò la sua presenza. La freccia però non si fermò né venne respinta, continuò a premere lentamente ma con forza contro la barriera, circondata dall'aura di Kagome, finché alla fine ebbe la meglio.

La barriera andò in frantumi e la freccia si dissolse, ma in quel preciso istante un urlo disumano esplose come un boato a partire dal piccolo tempietto. Lo spostamento d'aria fu tale da scaraventare Kagome a terra con un grido, mentre il volume dell'Heike Monogatari scivolava via dalla sua armatura e i fogli, contenuti in esso, si spargevano sul selciato. Il Generale riuscì a fatica a restare in piedi e corse subito davanti a sua nuora per farle scudo con il suo corpo. Una potentissima ondata di aura demoniaca si aggiunse a quella che già permeava l'aria circostante e altro abbondante fumo nero fuoriuscì dall'honden e raggiunse il cielo, andando ad ingrossare le nubi scure, che ancora non accennavano a diminuire. Infine una di quelle orribili creature si parò davanti all'honden ringhiando minacciosa verso Kagome e il Generale.

- Sei infine giunta, sacerdotessa, ma ormai è troppo tardi, la nostra vendetta sta per compiersi! Non riuscirete mai a fermarci! - esclamò con voce tonante, guardandola con odio.

- E' me che volete! Ebbene eccomi! - rispose fiero il Generale.

Il Nue lo guardò dall'alto in basso con disprezzo, dimenando la coda come un gatto eccitato davanti alla sua preda, e sul suo orrendo muso si dipinse un ghigno di soddisfazione.

- Inu no Taisho... sei ancora vivo, maledetto! La tua testa sarà la prima a CADERE!!! - ringhiò scattando feroce e inferendo una potente zampata in direzione del Generale, che però fu pronto a parare il colpo con la sua spada e a respingere l'enorme zampa del Nue, poi con un secondo fendente squarciò la gola del mostro.

- E' tutto inutile, stupido demone cane! - ringhiarono altri due Nue, uscendo dall'honden e avanzando minacciosi verso di lui, con l'incedere sinuoso di una tigre – Non riuscirete mai a sconfiggerci tutti! -

- Distruggeremo prima te e la tua stirpe, che avete osato ostacolarci, e poi ogni altra creatura vivente sulla faccia della terra. Insignificanti esseri brulicanti, che tanto vi affannate ad uccidervi l'un l'altro, potrete smettere di darvi tanta pena... ci penseremo noi. Il mondo intero sarà il nostro regno, un regno di morte e silenzio! -

Kagome assisteva atterrita alla scena, terrorizzata da quelle parole: era dunque questo lo scopo di quelle creature?! Per questo avevano attentato alla vita dell'Imperatore?! Distruggere innanzitutto l'unica figura in grado di mettere ordine in quell'epoca e in quel paese martoriato da continue guerre?! Prima il paese... e poi il mondo?!

Si riscosse da quei pensieri troppo più grandi di lei e cercò di tornare a concentrarsi sulla battaglia:

“Ma quanti diavolo sono?! Non finiscono mai!” si chiese sconsolata. Si rese conto solo in quel momento di non sapere niente su come i Nue rinascessero dalle loro ceneri, possibile che fosse un processo continuo, istantaneo e senza fine?! No! Niente al mondo potrebbe moltiplicarsi con una simile velocità eppure...

Approfittando del fatto che il Generale stesse distraendo quei mostri, provò a guardare dentro l'honden: nel buio della piccola stanzetta vide una grossa urna di argilla sul piccolo altare dove avrebbe dovuto trovarsi il goshintai, il tappo era saltato e una potente aura demoniaca fuoriusciva dall'ampia bocca del vaso.

“Dev'essere lì che sono contenute le ceneri del primo Nue!”

Cercando di non dare nell'occhio, si mosse lentamente, portò una mano sopra la sua spalla, in cerca di una freccia. L'aveva appena sfiorata che una voce possente alle sue spalle mormorò divertita:

- Cosa credi di fare, umana?! -

Kagome si voltò di scatto e si trovò di fronte l'orrendo muso di un Nue che le ansimava in faccia. Urlò con quanto fiato aveva in gola, ma fece appena in tempo a vedere l'enorme zampa del mostro venire verso di lei a tutta velocità, che una luce azzurra l'avvolse, respingendo quegli artigli e impedendo alla chimera di ferirla.

- Ma cosa... Chi diavolo sei, sacerdotessa?! - chiese il mostro furibondo

- Io?! Solo una moglie molto amata! - rispose con un sorriso e un sospiro di sollievo mentre, velocissima, scagliava la sua freccia dritta tra gli occhi del Nue, che stramazzò al suolo senza vita.

Il Generale, che nel frattempo si era sbarazzato degli altri due Nue, le fu subito a fianco e conficcò anch'egli la sua spada nella testa del mostro, che si dissolse in una nuvola di polvere:

- Tutto bene, Kagome?! - le chiese preoccupato, guardandosi attorno circospetto

- Sì - rispose lei – Copritemi le spalle! -

Mentre altri due Nue si lanciavano su di loro inferociti e venivano prontamente bloccati dal Generale, Kagome prese la mira e scoccò un'altra freccia dritta verso la porta dell'honden, verso l'urna cineraria. Questa volta la freccia colpì il bersaglio che si frantumò in un lampo di luce accecante.

Non ebbe nemmeno il tempo di esultare. Un ruggito furibondo si alzò dalle nubi alte nel cielo e molti altri Nue si materializzarono pronti ad attaccare. Kagome alzò lo sguardo al cielo inorridita e sentì il Generale imprecare vicino a lei:

- Dannazione! -

- Ge-generale... - balbettò Kagome di fronte a quello spettacolo agghiacciante – d-di preciso quanti Nue possono nascere da un unico cadavere? -

- Non ne ho idea... - ammise il Generale – Scappa presto! - gridò quando vide una decina di Nue avventarsi contro di loro.

Kagome si gettò a terra raccogliendo rapidissima il libro e i fogli sparsi.

- Scappa, ho detto!!! - le gridò ancora il Generale, prima di trasformarsi in un enorme cane bianco per affrontare tutti quei Nue.

Kagome si fece rapidamente strada tra le sue possenti zampe e corse a rifugiarsi nell'haiden, mentre quelle orribili creature si avventavano su suo suocero che, dimenandosi e afferrandole con le sue zanne, le scaraventava il più lontano possibile da loro. Kagome si fermò in un angolo a riprendere fiato e lanciò un'occhiata preoccupata al cielo e a ciò che riusciva a vedere del villaggio e si accorse, allarmata che anche molti altri Demoni Cane avevano assunto il loro vero aspetto e continuavano a combattere circondati dai Nue

“Santo cielo! Siamo arrivati a questo punto?!” si chiese terrorizzata, pensando al suo Inuyasha che non era in grado di trasformarsi come gli altri. Trattenendo le lacrime, strinse a sé il libro, pregando tutti gli Dei possibili di proteggere il suo amato sposo, i fogli erano usciti tutti e li stringeva a parte tra le mani... tutti tranne uno! Si accorse in quel momento che un altro foglio faceva capolino dall'ultima pagina, ancora accuratamente piegato, ma lei non aveva messo fogli nell'ultima pagina! Aprì di nuovo il libro ed estrasse quel foglio, c'era di nuovo la scrittura del vecchio sacerdote:


 

12° giorno 6° mese 2° anno dell'era Hogen

Ciò che finora era solo un sospetto, è ormai una certezza. In questi anni ho avuto la conferma che qualcosa accade periodicamente al mostro dentro il sigillo. Ogni tre cicli lunari, nella notte di luna piena, l'aria intorno al tempio e al villaggio si riempie del canto tranquillo di un uccello: il tordo. Inizialmente non avevo dato peso alla cosa, pensando si trattasse di qualche innocuo animale, ma notando che questo strano fenomeno proseguiva anche nelle notti d'inverno e che si accompagnava alla comparsa di strani malesseri, finanche alla morte, tra gli abitanti più deboli del villaggio, ho indagato e ho avuto modo di appurare che il canto proviene proprio dall'interno dell'honden. Non oso immaginare cosa ciò possa significare, posso solo continuare a pregare che il nostro salvatore giunga presto da noi.


 

Kagome rilesse il foglio con mani tremanti:

“Possibile che ogni tre lune piene...?! Se fosse vero... Ommioddio!!!” pensò impallidendo di colpo.

Scattò in piedi e uscì dall'haiden, doveva avvisarli... Subito!

- Generale! Generale! - gridò disperata, ma il Grande Demone Cane stava ancora combattendo contro i Nue e fu uno di questi a sentire per primo il grido di lei. Senza indugi le si avventò contro, spazzando via con una zampata una parte del loggiato del tempio.

Kagome corse di nuovo dentro urlando, cercando di raggiungere l'uscita sull'altro lato dell'edificio, quella che dava sul piazzale antistante, ma il mostro la inseguì continuando a distruggere, con i suoi artigli, tutto ciò che gli si parava davanti. Mentre continuava a correre, attraverso il piazzale e poi giù per le scale, Kagome, con il libro e i fogli ancora in una mano, cercò disperatamente di impugnare l'arco ed estrarre una freccia, ma inciampò e cadde. Si voltò appena in tempo per vedere il mostro spiccare un salto da sopra il torii e piombare verso di lei a fauci spalancate, Kagome chiuse gli occhi urlando e cercando di proteggersi con le braccia.

- KONGOUSOUHA!!! - gridò una voce alle sue spalle

- HIRAIKOTSU!!! - le fece eco un'altra, sopra la sua testa

Kagome riaprì gli occhi e vide il mostro dissolversi in una nuvola di polvere, poco sopra di lei.

- Kagome!!! - era Inuyasha che la chiamava disperato, la voce ancora carica di terrore dopo la scena a cui aveva assistito. Se avesse tardato anche solo un secondo...

Kagome si voltò a guardarlo e incrociò il suo sguardo:

- Inuyasha!!! - gridò rialzandosi e correndo verso di lui, lanciandosi in lacrime, tremante, tra le sue braccia. Si ritrovò subito le labbra di lui sulle sue.

- Kagome... - mormorò il mezzodemone stringendola forte a sé – Stai bene, amore mio?! - le chiese allontanandola appena, solo per guardarla in faccia, studiando il suo volto, e ansimando terrorizzato, mentre le accarezzava il viso e i capelli - Ma che è successo? Dov'è mio padre? - le chiese cercando di recuperare il controllo, mentre il cuore placava i suoi battiti accelerati dalla paura.

Kagome lo guardò atterrita:

- Oh Inuyasha... sta ancora combattendo... i Nue... ce li ha tutti addosso... - farfugliò senza riuscire a spiegarsi

- Calmati, tesoro... dimmi dov'è... se non mi dici dov'è non possiamo aiutarlo! - cercò di calmarla Inuyasha prendendole il viso tra le mani, ma lei non sembrava ascoltarlo

- Santo cielo! Dov'è Sesshomaru?! Devo dirglielo! Devo dirgli quanti sono!!! - proseguiva imperterrita Kagome.

- Sesshomaru sta combattendo – disse Inuyasha indicando il cielo sopra di loro – Ma adesso dimmi... -

- No! Non capisci! Sono troppi! Non ce la faremo mai! Devo dirglielo! - ribatté Kagome

In quel momento li raggiunsero anche Miroku e Sango, con in spalla Hiraikotsu coperto di o-fuda.

- Sango! Grazie al cielo! Presto, devi portarmi da Sesshomaru! -

- Calmatevi Divina Kagome! - le rispose Miroku – Non possiamo avvicinarci a Sesshomaru adesso, sarebbe un suicidio! -

- Ma io devo parlargli! Lui deve sapere! I Nue... - balbettò con gli occhi pieni di lacrime. Ma perché nessuno voleva ascoltarla?!!!

In quel momento, un enorme cane bianco con una mezzaluna sulla fronte, atterrò vicino a loro ringhiando in direzione di Inuyasha. Il mezzodemone annuì, prese Kagome tra le braccia e saltò in groppa a suo fratello, che con un balzo spiccò di nuovo il volo cercando di allontanarsi dai Nue, mentre altri dieci cani giganteschi li circondavano per proteggerli dalle chimere che cercavano di attaccarli. Sesshomaru guardò Kagome e Inuyasha con la coda dell'occhio e ringhiò di nuovo sommessamente. Kagome lo guardò un attimo perplessa, era successo tutto così in fretta, ma Inuyasha la incalzò:

- Allora?! Parla! Cosa volevi dire di così urgente a Sesshomaru? -

- Sì... dunque... ho trovato una copia del libro e... - balbettò senza sapere da dove cominciare

Sesshomaru ringhiò di nuovo e Kagome lo guardò ancora stranita, non capiva cosa voleva con tutto quel ringhiare, forse era arrabbiato perché lei aveva interrotto la sua battaglia?!

- Insomma Kagome, vuoi rispondere?! Hai trovato la tomba del Nue, sì o no?! - sbottò Inuyasha spazientito.

Kagome lo guardò stupita:

- I-inuyasha... t-tu... hai capito... cosa ha detto... Sesshomaru? - balbettò

- Certo! Non sono mica sordo! - rispose indispettito, poi aggiunse preoccupato – Lo sapevo, non ti senti bene, hai sbattuto la testa, prima?! -

Kagome rimase senza parole: Inuyasha capiva benissimo quel linguaggio canino e nemmeno se ne rendeva conto, che fosse un effetto dovuto alla maggior padronanza dei suoi poteri demoniaci?! Decise che non era il momento per discutere certi dettagli.

- Sì... forse sì... ripetimi tu cosa dice Sesshomaru... io... n-non ci sento bene... - tagliò corto.

- Ti ha chiesto se hai trovato la tomba del Nue... - ripeté pazientemente Inuyasha

- Sì, l'abbiamo trovata e l'ho distrutta, ma non è questo il punto!!! Ohhhh! E' una storia così assurda! - esclamò sgomenta.

- Ok, racconta tutto dall'inizio! - le disse Inuyasha riferendo le parole di suo fratello

Kagome riassunse brevemente gli ultimi avvenimenti, mentre la battaglia infuriava intorno a loro, raccontò di come avevano trovato il libro, il contenuto dei fogli e di come avesse infranto la barriera e purificato le ceneri del Nue ma...

Tese l'ultimo foglio verso l'occhio di Sesshomaru, come se lui potesse leggerlo:

- Se ho ragione, questo significa che ogni tre lune piene nasce un nuovo Nue e che questo processo è andato avanti indisturbato per oltre quattrocento anni! Ti rendi conto di cosa significa???!!! - gridò allarmata

Inuyasha impallidì ascoltando il suono sommesso proveniente dalla gola di suo fratello:

- Significa che abbiamo difronte... più di... duemila Nue... - mormorò paralizzato dall'orrore

- Non so come, ma devono essere rimasti tutti dentro il sigillo... - proseguì Kagome – ma quando i quattrocento anni sono scaduti e il sigillo si è spezzato... - si interruppe sopraffatta dal dolore – Oddio... tutta quest'aura demoniaca... l'hai visto anche tu cos'è successo al villaggio, in poche ore e sotto l'influsso di un solo Nue... - mormorò a Inuyasha

Sesshomaru ringhiò di nuovo in direzione di Kagome, e Inuyasha fu subito pronto a dare voce alle sue parole:

- Secondo Sesshomaru devono essere morti tutti all'istante, dopo di che i Nue si sono installati qui, nascosti dalla loro barriera, trasformando questo posto nel loro covo, nell'attesa di vendicarsi – spiegò – Duemila Nue... ma quanti ne avremo abbattuti finora?! - si chiese poi con un filo di voce.

Sesshomaru emise un potente latrato in direzione dei suoi compagni e anche gli ultimi Demoni Cane assunsero il loro vero aspetto; solo Kiba rimase in forma umana per poter continuare a scagliare le frecce di Kagome, che non aveva ancora esaurito. Poi Sesshomaru si diresse verso il tempio per raggiungere suo padre e dargli manforte.

Mentre sorvolavano il villaggio, Kagome gettò uno sguardo tutto intorno a quel paesaggio desolato, cercando di fare una rapida stima dei cadaveri dei Nue rimasti a terra... Quanti potevano essere?! Cinquecento forse?! Lei aveva prodotto circa un centinaio di frecce, ma non sapeva quante ne fossero state effettivamente usate, poi c'erano gli o-fuda di Miroku... quanti ne avrà avuti con sé e quanti ne avrà usati per ogni Nue?!

- No... anche volendo essere ottimisti... non ne abbiamo abbattuti nemmeno la metà! - mormorò con un nodo in gola.

In mezzo a quella nebbia e con il cielo completamente oscurato da quelle nubi nere, Kagome aveva perso completamente la cognizione del tempo, probabilmente era già notte. Anche se la tensione nervosa a cui era sottoposta le impediva di sentirsi davvero stanca, restava il fatto che tutti iniziassero ad accusare la fatica... tutti tranne i Nue, che continuavano ad attaccarli a ondate, restando nascosti nella loro forma di nube intangibile, che non poteva essere colpita se non da un attacco congiunto come quello che gli avevano mosso lei e Inuyasha nella gola della tribù Yoro.

Quando raggiunsero il Generale, lo trovarono ancora intento a combattere, attorniato dai cadaveri di parecchi Nue con il collo spezzato o la gola squarciata, Inuyasha prese di nuovo in braccio Kagome e balzò giù dalla schiena di Sesshomaru, prima che questi si lanciasse a sua volta addosso ai nemici.

- Stammi vicina, Kagome! - le ordinò deponendola a terra – Tu e mio padre sembrate gli obbiettivi principali di quelle bestiacce! - esclamò sguainando Tessaiga.

Infatti tre Nue, individuata Kagome, furono subito pronti a lanciarsi in picchiata verso di loro:

- CICATRICE DEL VENTO! - gridò Inuyasha investendoli in pieno con un fendente.

Kagome non rimase certo a guardare e scagliò subito le sue frecce per finire quelle creature, che però vennero prontamente sostituite da altri quattro Nue, sbucati fuori dalle nubi.

Inuyasha vibrò subito un altro colpo e anche Kagome lanciò altre quattro frecce, ma di nuovo altri Nue gli si pararono davanti.

- Inuyasha, dobbiamo cercare di purificare le nubi - esclamò Kagome trafelata – o questa storia non finirà mai! -

- E' impossibile finché non la smettono di attaccarci! - rispose il mezzodemone vibrando un altro fendente, contro gli ennesimi mostri che attentavano alla vita di sua moglie.

- Dobbiamo provarci prima che esaurisca le mie frecce! - insistette lei

- E va bene... - acconsentì Inuyasha – Sesshomaru! - gridò dietro le sue spalle rivolto a suo fratello che, insieme a suo padre, continuava a infliggere morsi e zampate a quelle orribili creature che cercavano di circondarli entrambi – Riesci a coprirci le spalle per un po'?! -

Per tutta risposta il grande cane bianco sbuffò appena dalle narici.

- Bene! - rispose Inuyasha – Avanti Kagome, proviamoci! - la incitò poi.

Mentre Sesshomaru si lanciava contro i Nue pronti a scagliarsi verso suo fratello, Kagome incoccò una freccia e mirò dritta alle nubi sopra le loro teste, tendendo l'arco al massimo. Lasciò la freccia che volò rapida verso il cielo e anche Inuyasha si preparò a lanciare il suo attacco, ma non ci riuscì perché subito un Nue si lanciò contro la freccia, facendosi colpire di proposito pur di intercettarla e precipitando poi al suolo verso di loro.

- Maledizione! - imprecò Inuyasha, prendendo Kagome tra le braccia e allontanandosi con un balzo dalla traiettoria del Nue, che si schiantò a terra a pochi metri da loro – Sono meno stupidi del previsto! - aggiunge finendo il mostro trafiggendogli la gola.

- Dobbiamo continuare a tentare! - insistette Kagome.


 

Frattanto, dall'altra parte del villaggio, anche il resto del clan e degli alleati continuava a combattere: Royakan e i suoi lupi, insieme ai vecchi alleati del clan, davano manforte ai Demoni Lupo che si avventavano sui Nue scagliati a terra dai Demoni Cane che combattevano in aria sopra le loro teste; Kohaku, sopra a uno Shippo in forma di palla fluttuante, continuava anche lui a falciare Nue poco lontano da sua sorella e da Miroku; tra un attacco e l'altro, il monaco applicava i suoi o-fuda all'Hiraikotsu di Sango, in modo da purificare più rapidamente i mostri uccisi dai Demoni Cane.

- Piccola volpe, come siamo messi a frecce? - gridò Kiba rivolto a Shippo.

Il Demone Volpe rivolse lo sguardo a terra a uno dei suoi compagni e lo chiamò con un fischio, la finta Kagome capì al volo e gli mostrò la faretra dove ormai restava un'unica freccia.

- Male! - rispose Shippo a Kiba – Sono quasi finite! Che succederà?!!! - chiese allarmato

- Niente di buono, piccoletto... - rispose Kiba preoccupato - ... niente di buono per Kagome! -

- Possiamo continuare a scagliare finte frecce, non è un problema per noi... - propose Shippo speranzoso

- Non servirebbe a niente, non li fregeremmo mai! Si vedrebbe subito che non sono efficaci! - rispose Kiba scuotendo la testa – Monaco, i tuoi o-fuda?! - chiese poi rivolto a Miroku

- Ne ho ancora un po'! - rispose Miroku – Ma quanti sono questi mostri? -

- Secondo Kagome e Sesshomaru sono più di duemila! -

- Che cooosaaa???!!! - esclamò Sango sgomenta – Ora capisco perché Kagome era tanto agitata... Attento!!! - gridò a Kohaku lanciando Hiraikotsu contro un Nue, che lo stava per aggredire, spaccandogli la testa a metà.

- Grazie sorellina! - rispose il giovane sterminatore – Dobbiamo aumentare il ritmo o verremo sopraffatti! I loro attacchi si fanno sempre più massicci e pressanti! -

- E' per colpa di Kagome! - spiegò Kiba – Ha purificato il primo Nue! Abbiamo inferto un brutto colpo alla loro “immortalità”. Finora hanno giocato al gatto col topo, ma adesso si sentono minacciati e vogliono chiudere la partita! Giù le mani dalla mia sorellina, bastardo! - imprecò scagliando una delle frecce di Kagome contro un Nue che stava per aggredire alle spalle una giovane demone dagli occhi azzurri come i suoi. - Sveglia, Kaminari! Bada a tua sorella! Ho appena sprecato una freccia per colpa tua!! - sbraitò poi in direzione di un altro giovanissimo Demone Cane con gli occhi azzurri, che guaì dispiaciuto, infine gettò una rapida occhiata alla sua faretra e notò con disappunto che anche le sue frecce stavano ormai per terminare.

In quel momento alcune delle finte sacerdotesse iniziarono a scomparire sotto di loro:

- Maledizione! Ci siamo! - sibilò Kiba – Vado a cercare Kagome! Tra non molto ce li avrà tutti addosso! Goomon!!! Datevi da fare!!! - gridò rivolto a un grosso cane con dei lunghi baffi simili a quelli di un drago, che annuì vigoroso stringendo un Nue insanguinato tra le fauci.


 

Kagome era ancora intenta a cercare di colpire le nubi sopra di lei e un paio di volte c'era anche riuscita, ma solo perché Inuyasha aveva rivolto i suoi attacchi contro i Nue suicidi che volevano intercettare le sue frecce, ma così facendo non era stato abbastanza veloce da scagliare una Cicatrice del Vento che colpisse le nubi insieme alla freccia di Kagome e questo aveva vanificato anche l'attacco di lei.

Sesshomaru e il Generale cercavano di proteggerli come meglio potevano, in modo da lasciarli liberi di agire, ma i Nue sembravano sempre più numerosi e i due giganteschi cani bianchi erano quasi sopraffatti da quelle creature.

- Qualcosa non va! - mormorò Inuyasha preoccupato – Quei maledetti stanno aumentando! -

Kagome si fermò un attimo ad osservare il cielo sopra il villaggio e notò degli strani movimenti tra le fila dei Nue, come il dilagare di una certa agitazione; molte di quelle creature avevano interrotto i loro attacchi e si limitavano a stare sulla difensiva, scrutando torvi il terreno sotto di loro, per poi lanciarsi strane occhiate gli uni con gli altri.

Per contro i Demoni Cane sembravano aver intensificato i loro attacchi, cercando di abbattere senza tregua quanti più nemici possibili.

- Sì... decisamente... questa situazione non mi piace, Inuyasha! - commentò preparandosi a scagliare l'ennesima freccia contro le nubi. Così facendo tornò a rivolgere la sua attenzione al cielo sopra di lei: anche i Nue sopra le loro teste sembravano distratti da ciò che stava accadendo poco più in là. Fu un attimo e quelle orribili creature si agitarono di colpo emettendo di nuovo quel verso assordante, Kagome chiuse gli occhi infastidita da quell'orribile suono e si portò le mani alle orecchie per proteggersi. Per fortuna quel rumore cessò quasi subito, ma fece appena in tempo a riaprire gli occhi che si sentì spingere da una mano di Inuyasha che gridò:

- STAI INDIETRO!!! -

Si ritrovò di colpo dentro il magazzino del tempio, senza accorgersene erano arretrati fino a quel punto, si rialzò da terra a fatica e guardò inorridita la scena che le si parava davanti: Inuyasha, che stava lottando contro tre Nue contemporaneamente, non si rese conto del quarto che gli strisciava alle spalle.

- INUYASHAAA!!! - fu il grido disperato di Kagome, che prese la sua ultima freccia e la scagliò contro quell'orribile mostro che stava per avventarsi sul suo compagno.

Richiamato da quel grido, il mezzodemone si voltò pronto a finire il suo avversario, ma un altro Nue saltò fuori all'improvviso e, con uno scatto della sua viscida coda, imprigionò Inuyasha tra le sue spire. Un bagliore accecante a forma di mezzaluna riverberò roteando nell'aria, per un lungo istante, prima di sparire e ricadere lontano, vicino all'honden, conficcandosi nel terreno: Tessaiga. Nella colluttazione Inuyasha aveva perso la presa sulla sua spada.

Sesshomaru e il Generale furono pronti a scattare in aiuto di Inuyasha, ma furono bloccati da numerosissimi Nue che li immobilizzarono in ogni modo possibile, azzannandoli al collo, agli arti e al tronco. Per quanto provassero a dimenarsi, erano troppi per riuscire a scrollarseli di dosso.

- Bene, Sacerdotessa! A quanto pare il gioco è finito! - ringhiò il Nue che aveva catturato Inuyasha, annusando avidamente la sia preda, prima di voltarsi verso di lei e inspirare anche nella sua direzione, mentre un ghigno soddisfatto e divertito gli si dipingeva sul volto – A giudicare dalla puzza che emanate entrambi, si direbbe che questo mezzodemone sia piuttosto prezioso per te, dico bene?! -

- Maledetto! Lascialo andare! - gridò furibonda Kagome, mentre un nodo le serrava la gola e il respiro diventava sempre più difficoltoso, vedendo Inuyasha stretto in quella morsa, le braccia imprigionate lungo il corpo, completamente impossibilitato ad usare persino i suoi artigli.

Portò una mano sopra la sua spalla in cerca di una freccia, ma non ne trovò, guardò terrorizzata il mostro davanti a lei che scoppiò in una fragorosa risata:

- Avanti, vieni fuori stupida femmina! Per festeggiare la nostra vittoria, ti offrirò la possibilità di morire insieme al tuo insulso amante! Sono generoso, non trovi?! -

Anche gli altri Nue intorno a loro si aggiunsero alla sua risata di scherno. Mentre Inuyasha si divincolava come un forsennato e gridava:

- Lasciala stare, maledetto!!! Non osare nemmeno sfiorarla o te la vedrai con me!! -

- Taci, lurido insetto!! Non sei nella posizione di minacciare nessuno! - gli ringhiò in faccia il Nue, pronto a divorarlo.

- FERMO!!! - urlò Kagome uscendo allo scoperto – E' me che vuoi! Lascialo stare! -

Il mostro si fermò e la guardò con la coda dell'occhio, ghignando soddisfatto.

- Nooo!! Kagome, vattene via!! Non fare pazzie!! - gridò terrorizzato Inuyasha, divincolandosi ancora di più per cercare di liberarsi.

- Lascialo andare e prendi me! - insistette Kagome rivolta al Nue

Il Nue la guardò con disprezzo:

- Nemmeno tu puoi dettare condizioni! MUORI!!! - gridò

Un altro Nue comparve all'improvviso alle spalle di Kagome, alzando una delle sue poderose zampe e lasciandola ricadere su di lei con tutta la forza che aveva, colpendola in pieno e così forte da aprire una voragine nel terreno.

- KAGOMEEE!!! - il grido disperato di Inuyasha fendette l'aria.

In quell'istante il mezzodemone sentì il suo stesso cuore fermarsi, mentre il suo cervello si rifiutava di mettere a fuoco un qualsiasi pensiero e il sangue gli si gelava nelle vene.


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Glossario:

Minamoto no Yorimasa è il samurai che, secondo l'Heike Monogatari ha sconfitto il Nue cosa che gli è valso un bell'avanzamento di carriera ^^'

La famiglia Minamoto era opposta ai Taira (anche se Yorimasa è stato alleato dei Taira per un certo periodo di tempo) e sembra che l'Heike Monogatari sia raccontato dal loro punto di vista, motivo per cui mi sono permessa di “giocare” un po' su questo fatto, immaginando che la storia fosse stata un po' falsata per far fare bella figura a Yorimasa. Di nuovo, non me ne vogliano i giapponesi, lungi da me voler stravolgere la storia del loro paese o offendere i loro eroi.


 

Angolo dell'autrice

Forse è la volta buona che mi riesce un cliffhanger O.O

Allora... prossima settimana sono “in pellegrinaggio” a Lucca quindi non ci sono per nessuno, credo proprio che non aggiornerò... anzi a dirla tutta questa storia m'ha stufato e quasi quasi la interrompo qui -.-


 


 

Scherzo! ^_^ Non uccidetemi! Prometto di aggiornare prima di buttarmi nella bolgia dei Comics! XD

Alla prossima ^_^

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Capitolo 34
*** Tessaiga ***


Quella viscida coda continuava a stringerlo senza accennare ad allentare la sua presa. Era questa l'unica sensazione che sembrava raggiungere Inuyasha in quel momento ed era... fastidiosa. Non era il momento di starsene lì a poltrire, doveva uscire da quella situazione e aiutare Kagome. Già Kagome... la sua Kagome... aveva ancora una Kagome da aiutare?! O per colpa della sua debolezza l'aveva già persa per sempre?! Un dolore tagliente e soffocante gli trapassò il cuore e i polmoni, a quel pensiero, rendendo penoso ogni battito e rovente ogni respiro che entrava a fatica... voleva solo morire e sperò che succedesse in fretta, non voleva vivere nemmeno un istante senza di lei!

- E li lasci andare così? - ringhiò il demone nella sua testa – Quei maledetti ci prendono ciò che è nostro e tu li lasci andare così???!!! -

- Ormai è inutile... - si rispose Inuyasha completamente svuotato

- Quegli schifosi, insulsi esseri hanno ucciso la nostra donna! La donna che dici di amare! La donna che AMO e tu non vuoi fare niente???!!! Mi fai schifo!!! M'hai sempre fatto schifo, debole omuncolo! Ti sopporto solo perché lei ti ama e mi ama solo se ci sei anche tu! Vuoi morire?! Ottimo! T'ucciderò con le mie stesse mani, non preoccuparti, ma quei maledetti... ci precederanno!!! - ruggì furibondo il demone dentro di lui, pronto a spezzare anche le ultime catene che lo trattenevano: l'amore per Kagome.

Persino quella voce demoniaca che aveva sempre odiato tutto e tutti, che lo aveva sempre incitato a uccidere e a soddisfare i suoi istinti peggiori, adesso suonava incrinata, erano il dolore e la disperazione a muoverla adesso, non la mera sete di sangue e Inuyasha non poté fare a meno di condividere in pieno quelle emozioni, erano le stesse sia per il suo lato umano che per quello demoniaco, l'unica differenza era nel modo di reagire a quel dolore e alla fine fu il lato demoniaco a prevalere. Inuyasha si lasciò travolgere dalla rabbia che mutò subito in una furia cieca, sentì il suo sangue demoniaco ribollire nelle sue vene raggiungendo i muscoli del suo corpo sempre più tesi, gli artigli sempre più lunghi e affilati, le zanne sempre più sporgenti, gli occhi che iniziarono a vedere rosso come un toro infuriato. Sentì un dolore sordo e profondo attanagliargli le ossa del corpo e del viso; la pelle tirare come se non riuscisse più a contenerlo mentre uno strano, leggero pizzicore la percorreva su tutta la superficie; la bocca e il naso iniziare a farsi sempre più sporgenti. Iniziò a contorcersi e dimenarsi ringhiando minaccioso come mai aveva fatto prima.

- Tranquillizzati lurido figlio del Generale Cane, stai per seguire la tua sgualdrina all'inferno! E tuo padre e tuo fratello saranno i prossimi a raggiungervi! - esclamò esultante il Nue senza rendersi conto del cambiamento che stava avvenendo nel corpo del suo prigioniero.

- Io non penso proprio! - disse una voce alle spalle del mostro mentre una serie di frecce sacre fendevano l'aria andando a colpire alcuni dei Nue che immobilizzavano Sesshomaru e il Generale, riequilibrando le sorti del loro scontro.

A quella visione Inuyasha si riscosse di colpo e guardò speranzoso nella direzione da cui erano partite le frecce, ma tutto ciò che vide fu Kiba con il suo arco in pugno. Stava per abbandonarsi di nuovo alla disperazione e alla rabbia quando qualcosa lo trattenne: un peso enorme intorno al suo collo come se qualcuno si stesse aggrappando disperatamente a lui cercando di trattenerlo. Accecato dall'ira non l'aveva notato prima, ma adesso quella sensazione si faceva sempre più forte.

Un barlume di speranza, un'ultima illusione gli balenarono davanti agli occhi, che tornarono a vedere il mondo a colori.

- Kiba! Kagome! - ringhiò deciso con una voce cavernosa, in direzione del cugino, indicando con un cenno della testa, il Nue vicino a lui che ancora se ne stava con la zampa schiacciata a terra.

Kiba lo guardò un istante sconvolto, ma poi capì al volo e scagliò subito un'altra freccia in direzione del mostro, colpendolo in pieno e dissolvendolo in una nuvola di povere.

- Com'è possibile?! Chi diavolo sei???!!! - gridò inferocito il Nue che stringeva Inuyasha, quando la polvere lasciata dal suo compagno si diradò e dalla buca rimasta nel terreno emerse Kagome ancora avvolta da una luce azzurra.

- Ve l'ho già detto, mi pare... - rispose tranquillamente lei - ... solo una moglie molto amata! -

- Kagomeee!!! - la chiamò Inuyasha sollevato.

Il conforto fu tale, nel vederla illesa, che unito al potere del suo rosario, placò immediatamente la furia del demone dentro di lui

“E' viva...” fu il pensiero unisono e rassicurante di entrambi i lati del suo animo, era quella l'unica cosa veramente importante in quel momento.

Scaldato dal dolce tepore del rosario di Kagome, il demone tornò ad acquietarsi in fondo al suo cuore e Inuyasha riacquistò di nuovo il suo aspetto normale.

Nel frattempo Kiba aveva raggiunto la sacerdotessa, pronto a guardarle le spalle:

- Che facciamo Kagome? - le chiese preoccupato.

- Non lo so... - mormorò lei in un misto di terrore e sollievo nel vedere Inuyasha ancora prigioniero ma vivo – Intanto però... posso fare questo... - proseguì incerta; allungò un braccio davanti a sé e chiamò – TESSAIGA!! -

La spada si sfilò da terra e volò dritta verso di lei, con l'elsa diretta verso il palmo della sua mano, pronta a farsi impugnare. Kagome la prese al volo, sibilando in direzione di Kiba:

- Dobbiamo restituirla a Inuyasha! -

- Io non credo proprio! - ringhiò il Nue che aveva assistito stupito a tutta la scena – Dì addio al tuo sporco mezzodemone! - ruggì spalancando le fauci e avventandosi verso Inuyasha, che aveva ripreso a divincolarsi cercando di liberarsi.

Kagome gridò con quanto fiato aveva in gola, vedendo quelle enormi zanne arrivare a pochi centimetri da Inuyasha:

- NOOOO!!! -

Senza pensarci due volte, si scagliò contro quell'orrendo mostro brandendo Tessaiga a casaccio davanti a sé, gli occhi chiusi dal terrore e dalla disperazione.

Un grido di dolore misto a un ruggito, la costrinse a riaprire gli occhi e si ritrovò in un lago di sangue, mentre una gigantesca zampa di tigre giaceva a terra davanti a lei, e il Nue, con Inuyasha ancora tra le sue grinfie, si contorceva a terra tenendosi il moncherino e maledicendola:

- Me la pagherai, maledetta strega!!! - ringhiò tra i denti.

Solo allora Kagome guardò stupita la spada che teneva in pugno, non era più la vecchia spada arrugginita che tante volte in passato aveva impugnato per restituirla a Inuyasha, quella che teneva in mano in quel momento era la vera Tessaiga, in tutto il suo splendore, così come appariva sempre tra le mani del suo padrone; era gigantesca come al solito, ma così leggera che Kagome non si era nemmeno accorta del suo cambiamento.

Mentre fissava allibita la spada sentì Inuyasha mormorare stupito:

- Ma che diavolo... - poi si riscosse di colpo – Fallo ancora Kagome! Prova a usare la Cicatrice del vento! -

- Ma non posso! - gridò lei – Non lo so fare! -

- Aspetta! Ti libero io, Inuyasha! - intervenne Kiba al fianco di Kagome incoccando l'ultima freccia.

- No fermo! - gridò Kagome che proprio in quel momento sentì Tessaiga pulsare tra le sue mani, mentre la superficie della lama si copriva di scaglie. - Tessaiga Scaglie di Drago?! Ma che significa?! - mormorò stupita

- Kagome, Tessaiga sta cercando di dirti qualcosa! - esclamò Inuyasha – Forse devi colpire i vortici dei Nue! -

- Ma non ha senso! Io non riesco a sentirli come fai tu! - rispose lei – Io so solo usare le mie frecce!!! - a quelle parole Tessaiga pulsò ancora tra le mani di Kagome che la guardò di nuovo e le sorrise raggiante – Ma certo... le mie frecce... è questo che vuoi! -

Si voltò verso il bel demone al suo fianco:

- Kiba, dammi quella freccia! - esclamò strappandogliela quasi di mano e gettandola a terra.

- Kagome, spero che tu sappia quello che stai facendo! E' l'ultima che abbiamo! - esclamò prima di trasformarsi anche lui in un grande cane bianco dagli occhi azzurri, per proteggerla dai Nue che si stavano avvicinando infuriati.

- Questo devi chiederlo a Tessaiga. - rispose lei poi si rivolse di nuovo alla spada, la impugnò con due mani e sussurrò – Siamo nelle tue mani, Tessaiga! Mi fido di te! -

La sollevò in aria, sopra la sua testa, per poi lasciarla ricadere sulla freccia sacra ai suoi piedi, tranciandola di netto. Una luce rosa, la luce della sua aura purificatrice, fuoriuscì dalla freccia e avvolse la lama di Tessaiga, Kagome temeva che l'avrebbe purificata annullando la trasformazione, un po' com'era sempre successo in passato, ma non fu così: la spada assorbì completamente quell'aura e la lama divenne rosa.

- E adesso cosa credi di fare, donna, con quella spada da femminucce?! - la schernì il Nue ancora dolorante davanti a lei.

- Non saprei... - rispose pensierosa - ... per esempio... questo!!! - esclamò chiudendo di nuovo gli occhi, sollevando un'altra volta Tessaiga sopra la sua testa e vibrando un fendente dritto verso il cranio del Nue, che lanciò un grido di dolore e si dissolse in una nuvola di polvere.

- Inuyasha!!! - gridò Kagome correndo verso di lui, finalmente libero, e rifugiandosi tra le sue braccia – Ho avuto tanta paura... - mormorò.

- Non dirlo a me... - bisbigliò lui stringendola forte a sé – Credevo di averti persa... credevo di morire! -

- E c'è mancato poco infatti! - ammise lei stringendosi a lui al ricordo di quanto le zanne del Nue gli fossero arrivate vicine.

- Non era questo che intendevo... - la canzonò Inuyasha con un sorriso, poi l'allontanò di nuovo da sé tenendola per le spalle – Ma come accidenti hai fatto ad usare Tessaiga?! - le chiese stupito.

- Ah se non lo sai tu! Comunque sia, l'importante è che abbia funzionato... Tieni, riprenditi la tua spada, io non voglio più saperne! Senza offesa, Tessaiga... - disse porgendogli la spada

- Qualunque cosa tu abbia combinato sembra che adesso Tessaiga sia in grado di attaccare usando il tuo potere spirituale... Bene! Adesso sarà una passeggiata sbarazzarci di queste bestiacce! - ammise trionfante, prendendole la spada dalle mani.

Ma appena Kagome lasciò la presa, l'alone rosato che avvolgeva la spada si dissolse immediatamente.

- Ehi! Che significa?!! - protestò Inuyasha sollevando la spada davanti a sé e lanciandole un'occhiataccia. Provò addirittura a scuoterla, ma non successe niente. - Possibile che fosse solo un effetto momentaneo?! - si chiese stupito.

- Non scherziamo! - esclamò Kagome allarmata, aveva sacrificato la sua ultima freccia per Tessaiga – Prova ancora... - mormorò afferrando di nuovo l'elsa di Tessaiga per scuoterla pure lei.

A quel contatto la lama divenne di nuovo rosa, Kagome si ritrasse stupita e l'alone rosa sparì di nuovo.

- Beh... tesoro... - balbettò Inuyasha – si direbbe che questa cosa... debba farla tu! - concluse stupito porgendole di nuovo la spada.

- Che cooosaaa???!!! - gridò sconvolta afferrandola meccanicamente – Ma è una follia! Io non so usare Tessaiga! -

- Ammetto che la tua tecnica lascia molto a desiderare ma... tesoro, tu riportaci a casa e giuro che ti insegno tutto quello che so! - esclamò allarmato alzando gli occhi sopra di loro e vedendo un'orda di Nue scendere in picchiata minacciosi verso di loro.

Anche Kagome guardò il cielo e si lasciò sfuggire un grido di terrore.

- Ora Kagome!!! - gridò Inuyasha facendo per abbassarsi

Kagome non se lo fece ripetere due volte, chiuse di nuovo gli occhi e sollevò di scatto Tessaiga, muovendola da un lato all'altro, descrivendo un semicerchio sopra la sua testa, pregando con tutta sé stessa che quei mostri sparissero. Sentì un forte vento respingere appena la spada, come un contraccolpo, e quanto riaprì gli occhi più della metà dei Nue sopra di loro era sparita e quelli che restavano venivano prontamente assaliti dagli altri Demoni Cane sopra di loro.

- Brava! Sei un fenomeno! - esultò Inuyasha sollevato, prendendole il viso tra le mani e mollandole un bacio a stampo sulle labbra.

- Ma... che è successo?! - chiese lei perplessa

- Complimenti! Hai appena lanciato la tua prima Cicatrice del vento! Però mettici più forza, eh! E anche un po' più di convinzione! - esclamò Inuyasha orgoglioso.

- O-ok! - balbettò un po' rincuorata, ma ancora poco convinta.

“Ma perché... perché devono capitare sempre tutte a me?! Perché... perché non me ne sono rimasta a casa mia?!!!” piagnucolò dentro di sé per un attimo, le sembrava di essere tornata l'adolescente frivola e immatura che era caduta nel pozzo la prima volta, poi alzò lo sguardo e vide Inuyasha di fianco a lei che scrutava concentratissimo il cielo “Ecco perché!” si rispose con un sorriso. Prese un profondo respiro sentendosi di colpo più sicura:

- E va bene! Non so perché hai scelto proprio me ma... Facciamo questa cosa, Tessaiga! - esclamò con decisione.

Individuò un gruppo di Nue, abbastanza isolati, che si preparava ad attaccare e vibrò un altro colpo sopra la sua testa urlando piano, con una voce stridula e ancora insicura:

- Cicatrice del vento!!! - doveva riconoscere che urlare l'aiutava a sentirsi più convinta.

Questa volta non chiuse gli occhi e vide un paio di vortici di vento rosa dirigersi rapidi verso i Nue investendoli in pieno e dissolvendoli all'istante tutti quanti.

- Vai così, Kagome! - gridò Inuyasha al suo fianco

- Sì ma... ho paura di colpire gli altri... la mia mira fa abbastanza schifo - mormorò preoccupata, ormai il grosso della battaglia era tutto sopra le loro teste e il cielo brulicava di Nue e Demoni Cane che si azzuffavano l'uno con l'altro.

- Prova a colpire le nubi! Là, dove non c'è nessuno! - le suggerì Inuyasha indicando un punto nel cielo abbastanza sgombro.

Kagome lo guardò dubbiosa senza dire niente.

- Funzionerà, fidati! - la incitò Inuyasha deciso – La Tessaiga che stai stringendo tra le mani è nata dall'unione del mio potere demoniaco e del tuo potere spirituale. Ha funzionato sui Nue, funzionerà anche sulle nubi! -

- E va bene... - sospirò Kagome un po' più convinta.

Si asciugò il sudore dalle mani, strofinandole all'hakama una alla volta, e aggiustò bene la presa sull'elsa di Tessaiga, piantando meglio i piedi a terra: sembrava un giocatore di baseball pronto a battere un fuoricampo.

- Allontanati! - disse decisa a Inuyasha che indietreggiò di qualche passo.

Sollevando la spada appena sopra la sua spalla e fissando decisa davanti a sé, descrisse un altro rapido semicerchio puntando verso il cielo e gridando decisa:

– CICATRICE DEL VENTO!!! -

Questa volta i vortici generati dalla lama di Tessaiga furono quattro, raggiunsero dritti e sicuri le nubi sopra di loro, investendole in pieno e il lamento di numerosissimi Nue esplose come un boato sopra le loro teste dissolvendosi poi insieme alle nubi colpite, che rivelarono il tenue chiarore del cielo sopra di loro, come un raggio di sole che si fa strada prepotente tra le nubi di una tempesta quando sta per tornare il sereno.

Un coro di ululati gioiosi accolse quella luce e subito i Demoni Cane si lanciarono di nuovo contro i loro nemici con rinnovato vigore.

- Ce l'hai fatta, Kagome!! - gridò esultante Inuyasha – Avanti, piccola! Non dargli tregua! -

Kagome, non credeva ai suoi occhi, ma ci provò di nuovo e vibrò ancora un altro corpo, con ancora più energia, e un'altra fetta di nubi sparì dal cielo in un istante e allora lo fece ancora e ancora. Vide i Demoni Cane cercare di farsi da parte per non intralciarla, trascinando con loro i Nue rimasti a combattere, in modo che non potessero attaccare Kagome, che continuò a menare fendenti in aria finché il cielo non fu completamente sgombro e la tenue luce del mattino invase tutta l'aria, spazzando via l'oscurità, e una lieve brezza marina dissolse e disperse la nebbia e l'aura demoniaca dei Nue.

- Ce l'hai fatta, Kagome, ce l'hai fatta!!! - gridò Inuyasha correndo ad abbracciarla e fece appena in tempo, perché lei si accasciò tra le sue braccia mormorando:

- Abbiamo vinto?! -

- Sì, amore, ed è tutto merito tuo! - le sussurrò orgoglioso Inuyasha accarezzandole dolcemente il viso

- Scusa... sono un po'... stanca... – bisbigliò lei mentre le palpebre le si facevano sempre più pesanti. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa al petto di Inuyasha che la prese tra le braccia, mentre un tenue sorriso le si dipingeva sul volto.

- Riposati, tesoro, sei stata fantastica! - mormorò baciandola dolcemente sulla fronte.


 

Inuyasha, aiutato da Kiba e Gyakusatsu, che lo raggiunsero subito, portò Kagome al riparo nel magazzino, sistemandola su un giaciglio improvvisato con alcune coperte, che trovarono in giro tra i resti della casa del sacerdote. Il mezzodemone rimase con lei tenendole la mano e accarezzandole piano i capelli per cercare di non svegliarla, ma senza riuscire a fare a meno di toccarla, di sentire il suo calore, di sentire che era viva. Aveva avuto così tanta paura... si era completamente dimenticato del suo anello e comunque mai avrebbe creduto che sarebbe riuscito a proteggerla da un colpo del genere... giurò che avrebbe fatto un monumento a Totosai!

Tornò ad osservare Kagome e le depose un dolce bacio su una mano: a differenza della prima volta, quando era svenuta dopo aver affrontato il Nue al villaggio, adesso riposava tranquilla, il suo respiro era leggero e regolare, le mani erano calde e le guance rosee come al solito e questo fu di enorme sollievo per Inuyasha. Evidentemente usare Tessaiga l'aveva stancata molto, ma il potere della spada l'aveva anche protetta aiutandola a non esaurire completamente tutte le sue forze.

Dalla porta rimasta aperta, vide suo padre e Sesshomaru aggirarsi in mezzo agli altri Demoni Cane, avevano riacquistato tutti le loro solite sembianze, c'erano molti feriti, anche se nessuno sembrava in pericolo di vita, e Jinenji si prodigava per aiutare tutti. Vide anche il vecchio Totosai che, li aveva seguiti per partecipare allo scontro con le sue fiamme e il suo martello e per occuparsi delle loro armi, era stato lui a costruire a tempo di record, tutte quelle frecce che Kagome aveva impregnato col suo potere purificatore. Vide suo padre avvicinarsi al vecchio spadaio e parlottare fitto fitto fra loro, poi il vecchio sorrise tranquillo e dette delle leggere pacche sulla spalla di suo padre che sorrideva felice e... imbarazzato?!

“Bah! Chissà che gli ha detto quel vecchiaccio?!” si chiese Inuyasha, mordendosi la lingua, doveva smetterla di chiamarlo vecchiaccio! Aveva un debito enorme con lui! “Si sarà congratulato per la vittoria...” pensò tornando a guardare Kagome che dormiva tranquilla.

- Dov'è? Come sta? - gridò la voce di Sango attirando di nuovo l'attenzione di Inuyasha che guardò di nuovo fuori e vide il monaco e la sterminatrice raggiungere trafelati suo padre e Totosai.

Miroku si mise a parlare con il Generale, poi annuì dirigendosi di corsa verso il magazzino; Sango invece rimase a parlare con Totosai, la vide spalancare la bocca e poi tapparsela con una mano.

- Inuyasha! Siete qua... tutto bene?! - chiese Miroku entrando nel magazzino

- Sì, Kagome sta bene, tranquillo, è solo stanca. - rispose

- Bene! Scusatemi un attimo... devo cercare... - mormorò mettendosi a frugare tra gli scaffali – Ah! Eccoli! - esclamò esultante sventolando un grosso pacchetto di fogli di carta – Visto che la Divina Kagome è fuori gioco, mi occuperò io della purificazione dei Nue... Sarà un lavoraccio... - si lamentò, poi lo sguardo gli cadde sui resti del sacerdote e giunse le mani davanti a sé mormorando una veloce preghiera – Beh immagino che poi dovremo occuparci anche di loro... -

- Dov'è Kagome?!!! - esclamò Sango arrivando trafelata, trascinandosi dietro il povero Jinenji

- E' qui... - le rispose Inuyasha – Tranquilla, sta dormendo... Grazie al cielo non ha niente, è solo stanca... -

- Ma sta' zitto, tu! Che ne vuoi sapere! - rispose Sango nervosa – Avanti! Fuori di qui voi due! - esclamò afferrando Inuyasha e Miroku e sbattendoli fuori senza tante cerimonie, per poi chiudersi nel magazzino insieme a Kagome e Jinenji.

- Ma che le prende?! - sbottò Inuyasha risentito

- Niente, lasciala perdere... - rispose Miroku ridendo sotto i baffi – Lo sai quant'è apprensiva, no?! -

Passarono alcuni interminabili minuti poi Sango e Jinenji uscirono finalmente fuori. Sango sorrise felice avvicinandosi a Inuyasha:

- Tranquillo, è tutto a posto, è solo stanca! - esclamò serena prima di allontanarsi insieme a Jinenji per andare ad occuparsi degli altri feriti.

- Com'è che se lo dice lei va bene e se lo dico io no?! - chiese Inuyasha scocciato rivolto a Miroku che ridacchiò divertito.

- Coraggio! Torna da lei! - disse il monaco indicando il magazzino con un cenno della testa - Io vado a occuparmi di queste rogne... - aggiunse sventolando il pacchetto di o-fuda che teneva in mano.

Inuyasha tornò a sedersi di fianco a Kagome che adesso non indossava più l'armatura, appoggiata di fianco a lei insieme a quell'assurdo libretto che le aveva messo tanta agitazione. Lo prese e lo sfogliò distrattamente, senza capirci granché. Poco dopo arrivò anche Shippo insieme a Ginta, Hakkaku e Koga, che si informarono preoccupati delle condizioni di Kagome. Arrivò persino Kagizume, con un braccio fasciato appeso al collo che lo salutò felicissimo da lontano urlando:

- Ehilà! Come va p...- ma venne soffocato subito da Gyakusatsu, che gli strinse velocissimo un braccio intorno al collo, trascinandolo via di peso e rivolgendo a Inuyasha un sorrisetto nervoso e un cenno di saluto con la mano.

“Ecco, bravo, portalo via! Quell'idiota! Fa tanto di quel casino che l'avrebbe svegliata di sicuro!” pensò Inuyasha scuotendo la testa.

Dopo un po' arrivò anche il vecchio Goomon, che gli fece un sacco di complimenti:

- Avevi ragione, ragazzo! Abbiamo fatto bene ad affidarci a tuo fratello! Per merito suo non ci sono state perdite! Se non ci avesse preparato al peggio, mettendoci nelle condizioni di reagire prontamente... Beh non so proprio come sarebbe andata a finire... Che mi venga un colpo! Duemila Nue! Eravamo sotto di venti a uno, ragazzo! E' un miracolo che non ci siamo rimasti tutti secchi! E ho visto che anche tu ti sei dato un bel daffare... anche se molto lo dobbiamo alla tua bella sposa! - gli dette una bella pacca su una spalla e se ne andò ridacchiando soddisfatto.

Inuyasha lo fissava ancora perplesso quando qualcosa lo stupì ancora di più: anche gli altri capifamiglia si stavano avvicinando. Igen, Fusawashi, Kunou e Ikioi, che fino a quel momento erano sempre stati così diffidenti nei suoi confronti, si complimentarono con lui per come si era battuto. Fusawashi, che era in squadra con lui, lo ringraziò addirittura per avergli salvato la vita almeno un paio di volte. Stavano ancora chiacchierando amabilmente quando li raggiunse anche suo padre.

- Roba da pazzi! - esclamò Inuyasha – Ma che gli prende a tutti?! Pensavo che non mi potessero soffrire! - chiese stupito quando se ne furono andati, non senza avergli assestato una pacca sulla spalla ciascuno.

- Semplice, figliolo: ti sei guadagnato il loro rispetto! Ecco cos'è successo! Ormai sei un membro del clan a tutti gli effetti. Congratulazioni! - rispose sereno il Generale poi aggiunse, sporgendosi per guardare meglio dentro il magazzino – E la mia bella nuora?! Come sta? - chiese preoccupato

- Dorme ancora, ma sembra che stia bene. E' incredibile quello che ha fatto! - esclamò Inuyasha orgoglioso – Eppure ormai dovrei saperlo bene che è speciale, ma riesce sempre a stupirmi! -

- Già! Questa volta ci ha stupito proprio tutti! - ribatté il Generale sorridendo orgoglioso poi aggiunse serio – Perdonami, figliolo... l'ho persa di vista proprio nel momento peggiore... Sono un pessimo padre, vero?! Finalmente avevo l'occasione di fare qualcosa per mio figlio e sono riuscito a sbagliare tutto! Per colpa mia la tua Kagome ha rischiato grosso... e non solo lei... - ammise mestamente.

- Ma che dite padre?! Voi l'avete protetta... ci avete protetti entrambi! Se non aveste bloccato i Nue tenendoceli lontani ci avrebbero fatto a pezzi in un secondo! E sarebbe stata la fine per tutto il clan... lo dice anche il vecchio Goomon! -

- Già... lo Zio Goomon... t'ha preso in simpatia, sai?! Dice che gli ricordi me da giovane... - ammise il Generale – Sai, sono sempre stato il suo nipote preferito! - bisbigliò con aria complice sorridendo divertito – Beh, riposatevi entrambi adesso! Più tardi ce ne torniamo tutti al castello, stasera si fa baldoria! Abbiamo un bel po' di cose da festeggiare!!! - aggiunse allegro mollandogli anche lui una pacca sulla spalla.

“Ma che hanno tutti, oggi?!” pensò Inuyasha massaggiandosi la spalla “Meno male che ho l'armatura o quest'ora m'avrebbero staccato un braccio!!”

Vide Sesshomaru, passare veloce davanti all'haiden per raggiungere suo padre, quando vide Inuyasha rallentò un attimo, gli rivolse uno dei suoi strani sguardi indecifrabili e scosse appena un po' la testa, prima di proseguire per la sua strada; si sarebbe detto quasi sconsolato, se non fosse sempre così impassibile.

“E adesso che vuole?!” pensò Inuyasha sempre più perplesso “Cos'è?! Ce l'ha con me perché ho lasciato che un'umana usasse Tessaiga?! O gli rode perché lei c'è riuscita e lui no?!”

In effetti tutta quella situazione era proprio strana, non riusciva a spiegarsi perché la sua spada avesse reagito in quel modo, ci stava ancora rimuginando senza venirne a capo quando vide la risposta venire verso di lui.

- Allora?! Come sta Kagome? - chiese tranquillo il vecchio Totosai.

- Bene... anche se adesso è un bel po' che dorme! - ammise Inuyasha guardando il sole che ormai era alto sopra le loro teste.

- Oh... è normale... - mormorò il vecchio fabbro - E' il suo fisico che le sta imponendo di riposarsi... Beh ti saluto! Vi lascio in pace! -

- Ehi aspetta! - lo richiamò Inuyasha – Si può sapere che diavolo è successo a Tessaiga?! - sbottò sfilando la spada dal fodero e porgendola a Totosai.

Il vecchio la prese tranquillamente e la soppesò un attimo tra le mani, osservandola attentamente e accostando l'orecchio alla lama mormorò, annuendo con aria comprensiva:

- Ehhh... lo so! Le donne sono più delicate, vero?! Tutta un'altra cosa! -

- Ehi! Che vorresti insinuare?! Che io la tratto male?! - sbottò Inuyasha

- Questo è poco ma sicuro, ragazzo! Comunque la tua spada non ha niente che non va, ha solo assorbito un nuovo potere... - rispose tranquillo Totosai restituendo Tessaiga al suo legittimo proprietario.

- E allora si può sapere cos'è successo... -

- Non ora, Inuyasha! - lo interruppe Totosai – Ne riparleremo quando Kagome si sarà ripresa! - dichiarò con un tono che non ammetteva repliche.


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Angolo dell'autrice

Allora?! Visto che non ve l'ho ammazzata! :P

Ora però rischio di essere bruciata sul rogo come eretica, lo so. -.-' Kagome che usa Tessaiga... è ufficiale: la Fairy s'è bevuta il cervello! Prima di scuoiarmi viva, però, vi chiedo di aspettare ancora il prossimo capitolo. T_T

Salvami, Totosai!!! (corre a nascondersi nella sua officina: meglio affrontare i vapori tossici di quel luogo che l'ira dei fan O.O)


 

Alla prossima :P

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Capitolo 35
*** Battiti ***


Passarono ancora un paio d'ore prima che Kagome iniziasse lentamente a risvegliarsi, si agitò piano nel sonno e lentamente aprì gli occhi trovandosi di fronte il viso sorridente di Inuyasha:

- Buongiorno, bella addormentata! Cominciavo a pensare che ci volesse un bacio per svegliarti... - mormorò baciandola sul serio, con infinita dolcezza.

Kagome gli sorrise e mormorò ancora assonnata:

- Buongiorno, amore mio! Ho fatto un sogno proprio assurdo: stavamo combattendo contro i Nue e io li ho sconfitti tutti usando Tessaiga... - aggiunse stiracchiandosi

- Beh... quello non era un sogno, tesoro... - ridacchiò Inuyasha

Kagome spalancò gli occhi, di colpo sveglissima, e scattò a sedere sul suo giaciglio improvvisato gridando:

- Che cosaaa???!!! AAAAHHHH!!!! - urlò, voltando appena lo sguardo e trovandosi di nuovo davanti agli occhi lo scheletro del sacerdote.

Inuyasha la prese subito tra le sue braccia:

- Tranquilla, amore, non è niente... prima di andarcene ci occuperemo anche di lui... e degli altri... - ammise con rammarico ripensando ai resti di tutti gli abitanti che aveva visto combattendo.

- Allora è tutto vero... - mormorò Kagome affranta – Poveretti... però abbiamo vinto, vero?! Li abbiamo uccisi tutti, quei mostri?! - lo incalzò preoccupata

Inuyasha annuì sorridendo.

- Oh ma... ma non posso stare qui... devo purificarli tutti o torneranno... quanto manca alla luna piena?! Non possiamo rischiare! - si agitò cercando di alzarsi.

- Sh-sh-sh-sh... Buona, buona... stai tranquilla! - bisbigliò Inuyasha accarezzandole il viso – Non preoccuparti, ci ha già pensato Miroku a quelle bestiacce! Ormai avrà quasi finito... tu riposati ancora un po'... -

- Ma... ma quanto ho dormito? - mormorò confusa Kagome.

La risposta arrivò dal tenue brontolio del suo stomaco e Inuyasha scoppiò a ridere:

- Abbastanza da avere fame, direi! - rispose divertito prima di prendere un incarto di foglie di bambù appoggiato su una cassa dietro di loro. Dentro c'era un grosso pezzo di carne arrostita, dopo la battaglia i Demoni Lupo si erano dati da fare per rifocillare tutti – Tieni, è da ieri che non mangi... Noi abbiamo già mangiato... questa l'ha portata Sango per te... per i miei gusti è un po' troppo cotta ma lei insiste che va bene così. -

- Allora è finita davvero? - chiese Kagome iniziando a rilassarsi e addentando il suo pezzo di carne, per quanta fame avesse dubitava che sarebbe riuscita a finirlo tutto... Sango doveva essere proprio preoccupata per avergliene lasciato un pezzo così grosso.

Mentre Kagome mangiava tranquilla, Inuyasha le raccontò tutto quello che era successo mentre lei dormiva e di come si fosse svolta la sua parte di battaglia, prima che si riunissero.

Aveva appena finito di mangiare che Miroku li raggiunse:

- Oh Divina Kagome, vi siete ripresa! - esclamò sollevato

- Sì, grazie Miroku... e i Nue... hai già finito? - gli chiese lei rimettendosi lentamente in piedi.

Miroku fu subito pronto a sorreggerla:

- Piano, piano! Non fate sforzi! Ho pensato a tutto io! - balbettò preoccupato.

Kagome si stupì un po' di tante attenzioni:

- Scusatemi... temo di avervi fatto preoccupare tutti... ma sto bene, avevo solo sonno. - lo tranquillizzò con un sorriso – Dopotutto abbiamo passato un'intera notte a combattere, credo sia normale, sarei crollata anche se non avessi usato Tessaiga. - scherzò

- Sì, ma non c'è nessuna fretta... potete riposarvi ancora un po'... - insistette Miroku

- No, c'è una cosa che voglio fare. Te la senti di darmi una mano? - chiese preoccupata.

- Cosa hai in mente, Kagome?! - le chiese Inuyasha preoccupato – Miroku ha ragione, prenditela con calma, tesoro... -

- Oh... non ti ci mettere anche tu! - sbottò Kagome divertita - Ho dormito, ho mangiato... ora sto bene... non sono di vetro! Voglio solo dare una degna sepoltura a questa povera gente e... rimettere il goshintai nel luogo che gli spetta... -

- Sapevo che l'avreste detto! - ammise Miroku con un sorriso – Infatti sono già tutti al lavoro! - poi abbassò la voce e, facendosi schermo con una mano di lato alla bocca, le bisbigliò in un orecchio – Sapete, i Demoni Cane sono dei veri fenomeni quando si tratta di scavare buche! - sghignazzò divertito e anche Kagome scoppiò a ridere immaginandosi la scena di tutti quegli enormi cani bianchi impegnati a grattare il terreno.

- Ah-ah! - rise scocciato Inuyasha che l'aveva sentito benissimo – Vuoi vedere anche quanto siamo bravi a mozzare teste ai monaci pervertiti?! - chiese ironico

- Oh quanto sei permaloso! Guarda che è stato tuo padre a insistere, dice che si sente responsabile e quando ha detto che sicuramente anche a Kagome avrebbe fatto piacere seppellire i suoi simili, c'è stata la ressa per dare una mano! Sono tutti dietro al tempio... - spiegò Miroku.

Si avviarono tutti e tre in quella direzione, Kagome sottobraccio a Inuyasha, e quando arrivarono furono subito accolti da un grido di esultanza di tutti i presenti, che mollarono all'istante vanghe e badili e gli si accalcarono intorno per ringraziarli e congratularsi. Ci volle il fischio secco e assordante del Generale per ristabilire l'ordine e far tornare tutti al proprio compito:

- Datevi da fare, fannulloni! Prima finiamo, poi festeggiamo! - li rimproverò burbero, ma poi si voltò verso Kagome e le sorrise facendole l'occhiolino.

Per niente offesi da quelle parole, i Demoni Cane si rimisero tutti al lavoro con ancor più energia, nel frattempo Kagome si recò alla grotta insieme a Inuyasha, raccolse lo specchio sacro avvolgendolo in un panno pulito, poi tornarono al tempio e Kagome entrò nell'honden, rimettendo lo specchio al suo posto, in piedi su un piccolo supporto, batté le mani e si inchinò mormorando una preghiera infine uscì. Raggiunse lo steccato, dove Inuyasha la stava aspettando, si voltò un attimo e chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro:

- Adesso sì che è un honden... - bisbigliò mentre un familiare senso di pace si faceva di nuovo strada lentamente dentro il suo animo.

- Chissà se questo posto tornerà mai com'era prima?! - si chiese Inuyasha pensando a come l'aveva visto appena erano arrivati, anche se sapeva bene che quella era solo un'illusione.

- Ci vorrà un po' ma... io penso di sì... - mormorò Kagome fiduciosa – Ogni tanto... mi piacerebbe tornare qua... a dare un'occhiata... che ne dici?! - chiese con un sorriso triste.

- Ti ho promesso che ti avrei portata al mare, no?! - le rispose semplicemente Inuyasha abbracciandola.


 

Terminata la sepoltura degli abitanti del villaggio, Kagome e Miroku recitarono una preghiera, purtroppo, in quel paesaggio desolato, non c'erano fiori da deporre su quelle tombe e non conoscevano nemmeno i nomi degli abitanti per scriverli sulle steli, così decisero di mettere alcuni oggetti personali sui piccoli cumuli di terra.

Quando tutti i riti furono conclusi, il Generale insistette per avere al castello tutti gli alleati a festeggiare la vittoria con loro. Fu così che i Demoni Lupo e tutti quelli che non erano in grado di volare furono trasportati in spalla dai giganteschi cani bianchi.

Kagome, in sella da Ah-Un insieme a Inuyasha, lo sentì sghignazzare alle sue spalle quando Kagizume guaì indispettito di fianco a loro, con Ginta e Hakkaku sulla sua schiena.

- Che c'è di così divertente? - gli chiese Kagome curiosa

- Non l'hai sentito come li ha chiamati Kagizume?! - rise Inuyasha

- No, tesoro... è ora che tu lo sappia! Io ho sentito solo Auh-Auh-Auh... o qualcosa del genere! - confessò divertita Kagome – Solo tu riesci a capirli quando sono in quella forma... per questo con capivo una parola di quello che diceva Sesshomaru. -

- Dici davvero?! - chiese stupito Inuyasha – No, non ci credo! Mi stai prendendo in giro! -

- Non sono mai stata così seria! - ribatté Kagome – Beh... infondo sono la tua famiglia e... anche secondo tuo padre... stai iniziando a controllare i tuoi poteri sempre meglio... chissà forse un giorno mi sveglierò e mi ritroverò nel letto un gigantesco cane bianco... - concluse ridendo.

- No grazie! Non ci tengo proprio! - rispose Inuyasha rabbrividendo all'idea – Preferisco essere un uomo... il tuo uomo! Tu, invece, saresti così tranquilla?! Verresti a letto con un cane?! - chiese malizioso

- Ah no! Questo proprio no! - rispose decisa Kagome fingendosi scandalizzata - Ma ti lascerei dormire in casa... purché tu non faccia la pipì sui tatami, ovvio! - aggiunse scoppiando a ridere.


 

Arrivarono al castello e trovarono le solite guardie ad accoglierli, con il loro saluto militare, e tutti quei membri del clan che non avevano partecipato alla lotta, come i bambini e le loro madri, ma che li avevano raggiunti a palazzo e ora li aspettavano insieme alla Signora Shitsuki che accolse di nuovo suo marito di fronte al trono. Il clima era decisamente più gioioso e meno solenne, a quanto pareva la notizia della loro vittoria si era già sparsa e i Komainu erano al lavoro da un pezzo per preparare la festa alla quale sapevano bene che il Generale non avrebbe mai rinunciato.

Sango continuava a guardarsi intorno a bocca spalancata mentre, insieme a Miroku, seguiva Kagome e Inuyasha verso la loro stanza.

- Sì, lo so – disse mortificata Kagome – Rispetto a tutto questo la nostra bella casetta sembra l'armadio delle scope che avevamo a scuola! Non puoi sapere quanto ho apprezzato i tuoi tatami in questi giorni, Sango: me l'hanno fatta apparire più dignitosa! - confessò

- Sciocchezze, Divina Kagome, casa vostra non ha proprio niente che non va! - rispose Miroku tranquillo - E poi se aggiungete una stanz-AUH!!! Che ho detto?! - sbottò massaggiandosi il fianco dove sua moglie gli aveva appena assestato una potente gomitata.

- La casa di Kagome va benissimo così com'è! Non c'è nessun motivo di aggiungere una stanza... VEROOO?! - rispose lei guardandolo storto

- Sango ha ragione! Nonostante tutto, a me piace esattamente così com'è! - dichiarò Kagome con un sorriso, stringendosi al braccio di Inuyasha.

Trovarono Chibiki ad attenderli sulla porta della loro stanza, emozionato. Li salutò subito con un inchino:

- Padron Inuyasha! Mia Signora! Bentornati! -

- Ahhh... Ecco il mio angelo custode! - lo salutò Kagome allegra – Sango, Miroku, vi presento Chibiki è lui che mi ha viziato e coccolato in questi giorni... ma anche tutti gli altri, eh! - precisò con un sorriso

- La Signora è sempre troppo buona. Noi facciamo solo il nostro dovere. E farlo per voi è un vero piacere! - si schermì Chibiki – A questo proposito... se lo gradite il bagno è pronto. - la informò con un sorriso.

- Visto?! Che ti dicevo, Sango: mi vizia! Ti va di farmi compagnia, sarai stanca anche tu... era da molto tempo che non usavi così tanto Hiraikotsu, avrai le spalle a pezzi, ti ci vuole un bel bagno caldo! -

- N-no! Caldo, NO! - esclamò la sterminatrice – Cioè... voglio dire... è che... ho... aiutato Kaede... nell'orto... in questi giorni... che non c'eri e... mi... sono... scottata un po' la schiena... al sole! Sì! - balbettò spalancando gli occhi

- Ma come e non c'hai messo niente?! Avevo preparato un unguento poco tempo fa... dovrebbe averlo ancora la vecchia Kaede... - la rimproverò Kagome

- Ah... sì ma... sai.. preferisco stare attenta... - balbettò ancora Sango

- Va bene... Allora faremo un bagno “tiepido”, ok?! -

- Allora vi procuro subito degli abiti di ricambio. - esclamò Chibiki congedandosi con un inchino.

In quel momento furono raggiunti dal Generale seguito da Sesshomaru e Totosai.

- Ragazzi, siete tutti qua vedo! Signor monaco, Signora sterminatrice, sarete nostri graditi ospiti! La stanza accanto a questa dovrebbe essere già pronta. - esclamò il Generale lanciando un'occhiata alla piccola Komainu che attendeva intimidita davanti alla porta - Atsuko, ti occuperai tu dei nostri ospiti! - ordinò il Generale

- I-io, Padrone...?! - balbettò Atsuko imbarazzata

- Stai tranquilla Atsuko. - la incoraggiò Kagome andandole incontro e chinandosi ad accarezzarle la testa – Sono sicura che farai un ottimo lavoro. Non preoccuparti, Sango e Miroku sono molto gentili, vedrai. - bisbigliò con un sorriso.

- S-sì, Signora. - esclamò la piccola Komainu rincuorata.

- Bene! Kagome, mia cara... avremmo bisogno di parlarvi... - disse impacciato il Generale

- Ok... ma è successo qualcosa?! C'è qualche problema?! - chiese dubbiosa

- Eh?! Ohh.. no-no! Vorremmo solo parlarvi di quello che è successo con... Tessaiga. - rispose il Generale

- Finalmente! Era l'ora Totosai! - sbottò Inuyasha – Si può sapere perché oggi hai fatto tanto il misterioso?! -

- Un po' di pazienza figliolo... è una questione... delicata, eh... Vieni sediamoci un attimo, ti va?! - gli rispose il Generale, invitandoli, con un gesto, ad entrare nella loro stessa stanza.

Si inginocchiarono a terra, Totosai, il Generale e Sesshomaru di fronte a Inuyasha e Kagome, mentre Sango e Miroku rimasero in piedi sulla porta. Kagome notò che Sango sembrava sul punto di scoppiare a piangere e cominciò a sentirsi inquieta.

- Generale, io... vorrei scusarmi se mi sono permessa di usare la vostra spada... le assicuro che non ho... - balbettò Kagome

- Tranquilla, cara! Non voglio certo rimproverarti, tu non hai fatto niente di male, anzi ci hai salvati tutti. - la tranquillizzò prontamente il Generale

- Sì, ma io ancora non mi spiego come abbia fatto Kagome a impugnare Tessaiga. - sbottò Inuyasha – Sbaglio, Totosai, o avevi detto che Tessaiga ha bisogno di almeno un po' di sangue demoniaco per trasformasi?! Evidentemente ti sbagliavi! Perdi colpi, vecch...io! - lo canzonò trattenendo a stento un “accio”, ma ogni promessa è debito!

- Non mi sbaglio affatto, ragazzo! Quella è una caratteristica intrinseca di Tessaiga e nemmeno io che sono il suo creatore posso cambiarla, te l'ho già spiegato. - rispose tranquillo Totosai

- E allora?! Come te lo spieghi quello che è successo oggi? - lo incalzò ancora Inuyasha

- Beh ecco... figliolo... insomma... Kagome è tua moglie e tu ormai dovresti sapere come vanno certe cose, no?! - balbettò impacciato il Generale, mentre Sesshomaru non riuscì a fare a meno di scuotere leggermente la testa sospirando in maniera quasi impercettibile.

- Lasciate perdere Padre e rassegnatevi all'idea che vostro figlio è troppo stupido per capire, se non glielo dire chiaramente. - commentò atono Sesshomaru

- A quale figlio ti riferisci, eh, genio?! - ringhiò Inuyasha scocciato

- Inuyasha... pensaci bene... sei proprio sicuro che non ci sia nessuna possibilità che Kagome abbia almeno un po' di sangue demoniaco? - gli chiese tranquillo Totosai

- Non mi risulta Totosai – rispose Kagome perplessa – Non credo proprio che nella mia famiglia ci siano mai stati demoni... Il nonno non sarebbe sopravvissuto! - ammise pensando alle reazioni esagerate che aveva sempre l'anziano sacerdote, di fronte a certi eventi che per lei, ormai, erano all'ordine del giorno.

- Visto! Che ti dicevo?! La mia bella Kagome non ha sangue demoniaco nelle vene! - annuì convinto Inuyasha

- Io non ho mai detto che debba averlo “nelle vene”. - precisò Totosai - Kagome, non ho mai dubitato che nella tua famiglia d'origine non ci fosse sangue demoniaco ma... nella tua nuova famiglia ce n'è eccome... Quindi ti ripeto la domanda: sei proprio sicura che non ci sia un “posto” dove tu possa avere un po' di sangue demoniaco???!!! - insistette Totosai allusivo scandendo bene le parole.

Inuyasha si preparò a sbottare di nuovo spazientito

- Ma insomma... - ma si interruppe di colpo bloccato dalla reazione di Kagome.

La sentì trattenere rumorosamente il respiro e la vide portarsi le mani alla bocca mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

Totosai le sorrise e annuì incoraggiante lisciandosi il pizzetto soddisfatto.

- Kagome... che succede... - balbettò preoccupato Inuyasha vedendola boccheggiare – Che le hai detto, vecchiaccio?!!! - questa volta non riuscì a trattenersi e lo guardò furibondo cingendo sua moglie per le spalle – Kagome, tesoro, calmati! -

Kagome però continuava a boccheggiare agitandosi e cercando di parlare, ma riuscì solo a buttargli le braccia al collo bisbigliando:

- I-inuyasha... Inuyasha... – mentre calde lacrime le rigavano il viso.

Inuyasha, però, continuò a guardarsi intorno spaesato in cerca di una spiegazione.

- Sei proprio un'idiota, fratello. - mormorò Sesshomaru – Vediamo se così capisci: quel marmocchio non è ancora nato e già maneggia Tessaiga meglio di suo padre! Kagome, avvisami quando nasce, sono proprio curioso di conoscere mio nipote! - e così dicendo un leggerissimo sorriso di scherno gli si dipinse sul viso.

Inuyasha lo fissò incredulo, non sapeva se più per il senso delle sue parole o per la sua espressione. Si voltò di scatto a guardare sua moglie, spalancando gli occhi, e la vide annuire tra le lacrime, mentre lo guardava raggiante. Adesso era lui che boccheggiava.

- Ka-kagome... stai dicendo che... - balbettò stupito, la vide annuire con ancora più convinzione e alla fine lei riuscì a bisbigliare

- A-avremo un bambino... -

Si gettarono di nuovo l'uno tra le braccia dell'altro:

- Ommioddio!! Non posso crederci!! Kagome... aspetti un bambino?!!! Il mio bambino!!! Il nostro bambino!!! - gridava Inuyasha stringendola forte a sé

- Sì... sì... - bisbigliava Kagome tra le lacrime, ridendo felice e abbracciandolo stretto.

- Miroku! Sango! Kagome... aspetta un bambino!! - gridò ancora Inuyasha guardando i suoi amici.

- Sì, lo sappiamo... - mormorò Sango tra le lacrime.

- Adesso posso dirlo che vi serve una stanza in più?! Congratulazioni, stupido cagnaccio! - lo schernì Miroku sorridente.

- Padre! - gridò di nuovo Inuyasha rivolto al Generale

- Sì, lo so... diventerò nonno! E dire che sono ancora così giovane! - scherzò – E, col baccano che stai facendo, a quest'ora lo saprà anche tua madre! - lo canzonò

- Totosai... Totosai, vecchia canaglia! Questa è stata l'ultima volta che t'ho chiamato vecchiaccio! Te lo giuro!!! Un bambino... avremo un bambino!! - esclamò ancora felicissimo e il vecchio fabbro sorrise divertito.

- Sesshomaru!! Baaahhh... Niente, lascia perdere! - balbettò felice, ma bloccandosi subito di fronte allo sguardo di suo fratello che, anche se per un istante fu meno freddo del solito, lo avvisava di non allargarsi troppo.

In quel momento arrivò Chibiki, con gli abiti per Kagome e Sango, e si fermò un attimo a guardarli tutti perplesso.

- Ehi! Piccoletto! Indovina?! Io e Kagome avremo un bambino! - gli gridò felice Inuyasha, sembrava deciso a gridarlo al mondo intero.

Il piccolo Komainu sorrise felice, ma per niente sorpreso:

- Congratulazioni, Mio Signore! Lo diceva la vecchia Aina... non sbaglia mai... l'ha capito subito appena ha saputo dei malesseri della Signora, per questo si è preoccupata tanto dei suoi pasti. -

- Vuoi dire che... è per questo che stavi sempre male?! - mormorò allibito Inuyasha guardando Kagome ancora stretta tra le sue braccia - Ma io credevo fosse l'aura dei Nue... -

- Lo credevo anch'io, tesoro... ma evidentemente... non era solo per quello... in effetti, negli ultimi giorni, la mia nausea non era sempre uguale. - rispose Kagome asciugandosi le lacrime poi abbassò lo sguardo sul suo ventre e vi poggiò piano una mano – Oh Santo Cielo... Non posso crederci... Sei qui... sei davvero qui... - mormorò chiudendo gli occhi

Inuyasha la strinse di nuovo forte a sé senza più riuscire a dire niente.

- Beh... noi togliamo il disturbo... - disse Sango felice – Non ti dispiace, vero, se per questa volta il bagno lo faccio con Miroku?! -

Kagome annuì sorridendo felice.

- Così potrai fare a meno di farlo tiepido, eh! - la rimproverò Kagome fingendosi arrabbiata - Potevi dirmelo... prima l'anello e adesso questo... quando la smetterai di nascondermi le cose?! -

Per tutta risposta Sango le sorrise mostrandole appena la lingua prima di allontanarsi sottobraccio a Miroku, seguiti da Chibiki.

- Sì, ottima idea! Immagino che vorrete stare un po' soli... quindi ce ne andiamo anche noi. - dichiarò sorridente il Generale alzandosi, seguito da Totosai e Sesshomaru – Ci vediamo a cena. Te l'avevo detto, figliolo, che ci sarebbe stato parecchio da festeggiare! - aggiunse prima di sparire dalla porta.

- Maledetti! Lo sapevano tutti! - mormorò Inuyasha felice scuotendo la testa – Adesso capisco perché hanno fatto a gara a massacrarmi una spalla! - scherzò

- Inuyasha... non mi sembra vero... avremo davvero un bambino... - mormorò di nuovo Kagome incredula

- Sì... sì, tesoro mio... - rispose lui cercando di stringerla ancora un po' più a sé – Argh! Aspetta vado a togliermi quest'affare! Voglio abbracciarvi entrambi come si deve! - disse alzandosi e andando a togliersi l'armatura che aveva ancora addosso.

Kagome si appoggiò piano alla parete dietro di lei e tornò a poggiare una mano sulla sua pancia ancora perfettamente piatta, sorridendo felice:

- C'è davvero un bimbo qua dentro?! - si chiese di nuovo stupita

- O una bimba! - rispose allegro Inuyasha tornado vicino a lei , sdraiandosi bocconi appoggiato ai gomiti, con la testa sulle gambe di lei in modo da fissarle la pancia – O magari... tutti e due! - aggiunse eccitato

- Addirittura! - lo canzonò Kagome – Ma non eri tu che dicevi che sarebbe una tragedia?! -

- Ho sempre... mentito! - confesso sorridendo e voltando appena la testa per guardarla.

- Mmmhhh... strano... ho come un deja-vu... - lo canzonò Kagome divertita

- Un che?! Ti senti poco bene?! Hai di nuovo la nausea?! - le chiese preoccupato tirandosi su

- No – ridacchiò Kagome – Voglio dire che questa scena l'ho già vista... -

- Se ti riferisci a un certo bonzo-demone ragno in una notte senza luna... non so di cosa tu stia parlando! - scherzò Inuyasha

Poi si abbassò di nuovo avvicinando il viso alla pancia di Kagome:

- Ehilà! Ciao! Mi senti?! Sono il tuo papà! - bisbigliò emozionato

- Oh no! Non comincerai già adesso, vero?! Dubito che possa sentirti... probabilmente non avrà ancora le orecchie! - ridacchiò Kagome

- Ah no?! E quando ce le avrà?! - chiese preoccupato Inuyasha

- Non lo so... oddio, ora che ci penso non sappiamo nemmeno quando è successo! - esclamò – Fammi pensare... Quando è stata l'ultima volta che ho avuto... Ma sì certo! C'era la luna nuova! Quando c'è stata l'ultima luna nuova?!... - si chiese, realizzando solo allora che erano già nell'ultimo quarto - Non è possibile! Meno di un mese fa?! E hai già tanta forza da usare Tessaiga?! - chiese stupita alla sua pancia

- Ti sbagli tesoro, durante l'ultima luna nuova tu non avevi... quella roba! - rispose allusivo Inuyasha

- Inuyasha, credimi, da quando sto con te le riconosco bene le notti senza luna! Non riuscirei a perdermele nemmeno se volessi! E ti dico che io avevo... le mie cose! - esclamò Kagome decisa, ma imbarazzata “Ma guarda tu in che razza di discorsi ci stiamo andando a ficcare!” pensò “Va bene che ormai anche da certi punti di vista non abbiamo segreti...”

- Sì, ma non era l'ultima!- insistette deciso Inuyasha - Anch'io le riconosco bene da quando sto con te e durante l'ultima luna nuova io ero a casa, solo soletto, perché tu hai passato tutta la notte al villaggio per far nascere il figlio di Daisuke e, credimi, non puzzavi assolutamente di sangue in quei giorni... anzi... da un po' di tempo hai sempre un buon odore... molto più buono del solito, voglio dire... - confessò arrossendo – E' stato la volta prima! Non ho dubbi! “Oh Inuyasha ti darò tanti di quei baci...” - le fece il verso parlando con una vocetta stridula – Non ho pensato ad altro tutto il giorno e invece, quando siamo arrivati a casa... Sorpresa! M'hai fregato! Sono già due volte di fila che, con una scusa o con un'altra, dai buca al tuo “caro amante umano”, va a finire che ti lascia! - sbottò fingendosi scocciato

- Dici sul serio?! - gli chiese stupita Kagome

- Ma no, tesoro, sto scherzando... - mugugnò dolcemente Inuyasha, travisando il senso della sua domanda – Non potrei stare nemmeno un secondo senza di te... e poi mi piace troppo quella cosa che fai alle mie orecchie umane... - confessò malizioso, ma Kagome non lo stava ascoltando:

– Sììì!!! E' vero!!! - esclamò di colpo stupefatta - E' stato il giorno che Koga ci ha invitati al matrimonio... E' già passato così tanto tempo?! Questo significa che... ho quasi un mese di ritardo???!!! Ma come ho fatto a non accorgermene?! Che stupida! Ho avuto tante di quelle cose per la testa! La profezia... la storia dei Nue... l'attacco al villaggio... -

- Oh Santo cielo! L'attacco al villaggio!!! - esclamò di colpo Inuyasha rimettendosi seduto – Era già successo?! E tu... sei caduta dalla schiena di Sesshomaru e poi sei stata male e anche oggi... tutte quelle frecce... ti sei stancata così tanto... e quando sei caduta... e poi quando quella bestiaccia t'ha colpito! Aaarrgghh!!!Dovevo ammazzarlo con le mie mani!!! - la guardava terrorizzato – Hai rischiato di morire!!! Vi avrei perso entrambi e non l'avrei nemmeno saputo!!! - la stinse a sé disperato.

Kagome si lasciò stringere commossa, accarezzandogli piano la schiena:

- Stai tranquillo, tesoro, è tutto passato e noi stiamo bene, il nostro bambino sta bene... o Tessaiga non avrebbe funzionato! Si vede che è forte... come il suo papà! - mormorò dolcemente Kagome tornando a guardarlo negli occhi.

- Però ti sei stancata... ti sei stancata troppo... tutte quelle Cicatrici del Vento... - insistette lui allarmato

- Ma no... stai tranquillo... hai detto che mi hanno visitato anche Sango e Jinenji e che era tutto a posto, no?! - mormorò Kagome cercando di rassicurarlo – Facciamo così: dammi Tessaiga, così vedrai che... -

- NO! - rispose d'impulso Inuyasha – E... e se poi non è tutto a posto?! Proprio adesso che siamo così felici... lo aspettavamo da tanto... NO! NON LO VOGLIO SAPERE! -

- Inuyasha, non fare il bambino! - lo rimproverò dolcemente Kagome – Nascondere la testa sotto la sabbia non serve a niente! Se anche fosse... cosa risolveresti a non sapere? Vorresti continuare ad illuderti? -

- SI'! - rispose deciso trattenendo la spada al suo fianco con entrambe le mani

- Ehilà! Come va, paparino?! Mammina?! - li salutò allegro Kagizume facendo capolino dalla porta rimasta aperta – Finalmente l'avete saputo eh! -

- Zitto, idiota! - sibilò Gyakusatsu alle sue spalle – Non era il momento! -

- Ragazzi! Siete voi! - lì salutò Kagome con un sorriso – Venite, venite, non disturbate affatto! Kiba ci sei anche tu?! - aggiunse notando il bel demone che si teneva in disparte, stranamente silenzioso e taciturno.

- Volevate qualcosa? - chiese secco Inuyasha

- Oh-ooohhh... siamo di umore nero, eh, cuginetto?! - lo canzonò Kagizume – Ho capito è stato un incidente! In realtà volevi spassartela ancora un po' con la tua bella mogliettina, senza marmocchi tra i piedi, eh?! - sghignazzò con aria complice

- Certo che no, idiota! - sbottò Inuyasha

- Scusalo Kagizume – intervenne Kagome mortificata – In realtà Inuyasha è solo preoccupato che, con tutto quello che è successo, ci siano state conseguenze per il bambino... - spiegò

- Ah beh se è solo questo... bastava chiedere! Gyaku, diglielo tu! - rispose ridacchiando Kagizume

Gyakusatsu andò ad inginocchiarsi vicino a Kagome e si chinò leggermente tendendo appena l'orecchio verso di lei:

- State tranquilli, il vostro bambino sta benissimo! - mormorò ritirandosi su con un sorriso

- E tu che ne sai?! - chiese stupito Inuyasha

- Lo sento. - spiegò semplicemente il demone dalle grandi orecchie – C'è un bel cuoricino scalpitante qua! - aggiunse indicando la pancia di Kagome e sorridendole imbarazzato – L'avevo già sentito in questi giorni... quando sei svenuta e poi a cena, mentre parlavamo, e anche quando mi hai curato le orecchie... insomma ogni volta che mi sei venuta vicina - spiegò arrossendo leggermente

- E perché non me l'hai detto?! - chiese Kagome stupita

Gyakusatsu arrossì ancora di più:

- Beh sai... con questi cosi... mi succede continuamente di... sentire cose che non dovrei... e ho imparato a farmi i fatti miei. - spiegò – E poi... all'inizio non avevo capito che non lo sapevi... e quando l'ho capito... beh c'era la battaglia... non volevo darti altri pensieri... ho pensato che fosse più sicuro per te non sapere... -

- Non ci credo! Io non sento proprio niente! E' una balla! Lo dici solo per tenermi buono! - esclamò Inuyasha scocciato

- Strano. - rispose tranquillo Gyakusatsu – Con quelle orecchie dovresti riuscirci anche tu... forse è perché sei un mezzodemone... Prova ad avvicinarti di più! - propose semplicemente

Inuyasha lo guardò dubbioso e per niente convinto, si chinò di nuovo sulla pancia di sua moglie, ma questa volta appoggiando l'orecchio al suo ventre, chiudendo gli occhi concentrato. Kagome arrossì e soffocò una risata vedendolo in quell'assurda posizione, ma si sforzò di non fare il minimo rumore, trattenne persino il respiro, e si distese leggermente all'indietro appoggiandosi alle braccia, per assecondarlo. Dopo alcuni interminabili secondi lo vide impallidire e spalancare gli occhi stupefatto:

- Allora, dottore?! - scherzò Kagome ricominciando a respirare

- Lo sento... Kagome, lo sento davvero!!! - esclamò sollevandosi di nuovo e guardandola esultante - E'... è velocissimo! -

– Allora?! Ci credi adesso, Inuyasha?! - lo canzonò Gyakusatsu - Te l'avevo detto: il vostro bambino sta benissimo! -

Il mezzodemone annuì felice al cugino e abbracciò Kagome sollevato:

- Allora è vero... - mormorò – C'è davvero... e sta bene... -

- Te lo dicevo, zuccone! - rispose Kagome stretta a lui, sorridendogli felice.

– Bene... abbiamo visto che Kagome sta bene e il bambino anche. Ora togliamoci di torno! - sbottò Kiba che non era nemmeno entrato nella stanza

Kagome lo guardò pensierosa:

– Cosa c'è, Kiba?! Sei arrabbiato?! Ce l'hai con me?! - gli chiese timidamente.

Il giovane Demone Cane sembrò decidersi a voltarsi verso di lei e guardarla finalmente in faccia con i suoi bellissimi occhi azzurri:

- No... non con te... perché dovrei... - mormorò facendo spallucce – E' solo che... non sono abituato a perdere, ecco! E immagino che questa... sia una sconfitta, no?! - confessò abbassando lo sguardo

- La colpa è tua, idiota, che ti lanci in battaglie perse! - lo rimproverò Gyakusatsu – Io t'avevo avvisato che Kagome non era roba per te! -

- Sì, ma non m'avevi detto il motivo! - rispose scocciato

- Il fatto che Kagome sia mia moglie per te non significa proprio niente, vero?!!! - esclamò Inuyasha che non sopportava più di essere scavalcato in questo modo da quel bellimbusto.

- No! - rispose Kiba deciso – Non necessariamente... - precisò - ma il fatto che lei aspetti un figlio da te... beh questo cambia tutto! Ti fa guadagnare troppi punti! - dichiarò con rammarico

- Kiba, te l'ho detto e ripetuto un'infinità di volte in questi giorni: io amo Inuyasha. Lo amo davvero! E lo amerei anche se non avessimo figli! Perdi solo il tuo tempo con me... trovati una bella demone e lasciami perdere. Io posso esserti amica, ma niente di più. - disse tranquillamente Kagome.

- Dalle retta amico, io ne so qualcosa! - si intromise la voce di Koga e il Demone Lupo fece la sua comparsa sulla porta - Allora mammina?! Come ti senti?! Non avevo idea che ci fosse questa bella novità? Perché non me l'hai detto subito? T'avrei protetta personalmente! - chiese Koga col gomito appoggiato allo stipite

- Koga!! Lo sapevi anche tu, maledetto! - lo apostrofò Inuyasha

- Vieni, entra pure. - lo invitò Kagome con un sorriso – L'abbiamo saputo solo adesso. E' una novità anche per noi. -

- Beh, noi togliamo il disturbo – disse Gyakusatsu – Di nuovo congratulazioni, ragazzi! - mormorò prima di uscire seguito da Kagizume e Kiba

- Grazie di tutto, Gyakusatsu. - mormorò Inuyasha

- Di niente, cugino! - lo salutò il demone con un sorriso

Koga entrò e si sedette di fronte a loro a gambe incrociate.

- Inuyasha, sai che anche Ayame aspetta un bambino! - esclamò Kagome ricordandosi di colpo che non aveva avuto il tempo di comunicargli la bella notizia

- E bravo lupastro! Non avete perso tempo, eh! - esclamò Inuyasha guardandolo con aria maliziosa.

- Certo! - rispose Koga come se fosse ovvio - Come avevo iniziato a spiegare alla tua cara mogliettina, prima che tuo fratello ci interrompesse: assicurarsi una discendenza è il primo dovere di un Demone Lupo, soprattutto del Capo! E' a questo che serve la cerimonia! - spiegò

- Cioè?! Che vuoi dire?! - chiese curiosa Kagome

- Beh vedi... - rispose Koga imbarazzato - i matrimoni si celebrano sempre nelle notti di luna piena perché... beh... di solito è il momento in cui le femmine dei Demoni Lupo sono più fertili... -

- Davvero?! - chiese stupita Kagome – Beh... certo che... è una bella comodità... per le donne umane è quasi un incognita sapere qual'è il momento giusto... - ammise imbarazzata.

- Beh... in realtà non è proprio sicuro nemmeno per noi, per questo si usa il Vrog! - precisò Koga

- Che vuoi dire?! - chiese Inuyasha curioso

- L'hai vista la cerimonia, no?! - ribatté Koga

- E' vero! - esclamò Kagome – Ora che ci penso Ayame mi disse che quella strana bevanda era usata per la cerimonia, ma non sapevo che avesse una funzione particolare. -

- Sì... vedi... il Vrog serve a... come dire... aiutarci a capire se la nostra compagna è davvero pronta... diciamo che affina l'olfatto. - spiegò Koga

- Ho capito! - esclamò ancora Kagome illuminandosi – Allora è per questo che hai annusato Ayame prima di baciarla?! Mi era sembrato un gesto così strano, anche se devo ammettere che è stato molto carino. - confessò con un sorriso

- Esatto! Secondo il cerimoniale il bacio indica... che è il momento giusto... Se Ayame non fosse stata pronta, non avrei potuto baciarla e questo di solito viene considerato di cattivo auspicio per una coppia, figurati poi per il Capo e la sua consorte! Ma nel nostro caso, per fortuna, è andata bene. - ammise soddisfatto

- Cioè mi stai dicendo che... è successo subito?! La prima notte?! - chiese stupito Inuyasha – Tsk! Non ti invidio amico! Hai dovuto gestire un bel po' di tensione tutta insieme... - ammise ripensando alla sua prima volta con Kagome: era già terrorizzato all'idea di essere “giudicato” da lei e tutto il resto... figurarsi se fuori dalla porta ci fosse stata un'intera tribù di demoni in attesa di un “risultato concreto”.

- Certo che... avere subito un bambino... è un bell'impegno... non avrete nemmeno il tempo di stare un po' insieme voi due da soli. - mormorò Kagome – Sinceramente a me non dispiace che per noi ci sia voluto un po'... anche se lo desideravo tanto. - precisò guardando Inuyasha e sorridendogli felice.

- In realtà anche tra i Demoni Lupo, non è una regola fissa. Diciamo che nel mio caso non potevo esimermi, essendo il Capo, anche se la cosa non mi dispiace, sia chiaro! Però ci sono anche coppie che preferiscono rimandare, come dici tu, ma di solito i matrimoni sono considerati l'occasione propizia per “rimediare”, per questo il Vrog viene servito anche agli invitati. -

- Non mi dirai che è quella roba schiumosa che mi hai fatto bere! - esclamò Inuyasha

- Sì, esatto! Proprio quella! - rispose allegro Koga

- Oh Cavolo! - esclamò Inuyasha impallidendo di colpo – Significa che... - guardò Kagome preoccupato e deglutì a fatica, ma lei non sembrò cogliere il significato del suo sguardo.

- Cosa c'è tesoro?! - gli chiese guardandolo con aria interrogativa

- Ni-niente! Mi sono ricordato che... devo chiedere un attimo una cosa a mio padre. - mormorò alzandosi – Tu... resta pure a chiacchierare con Koga... io torno subito, eh! - aggiunse affrettandosi ad uscire dalla stanza.


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Angolo dell'autrice

Immagino che, a questo punto, alla sede del Club Clearblue abbiano già tirato fuori i palloncini, bandierine, cappellini, trombette, musica a palla, spumante a fiumi e rinfreschino con tanto di torta a forma di scarpine da neonato. XD

Ve l'ho fatto sudare, lo so, ma finalmente ce l'hanno fatta! ^_^

Bravi a tutti quelli che l'avevano capito da una vita, cioè tutti (anche quelli che non hanno mai commentato né dato segno della loro presenza in alcun modo e che probabilmente già da tempo continuano a leggere, per autolesionismo, pensando “Sì, brava, ma... stringi, eh!”)!!! XD

Per chi aveva chiesto lumi sull'espressione di Sesshomaru nel capitolo precedente, mi sono fatta coraggio e ho provato di nuovo a chiedergli cosa stesse pensando e... incredibilmente questa volta m'ha risposto!! O.O (diventare zio mi sa che gli fa male... :P ). Cito testualmente: “Non riesco a credere che un idiota del genere stia per diventare padre!”

XD

Colgo l'occasione per ringraziare tutti (non lo faccio mai pubblicamente, lo so, ma mi piace parlarvi “di persona”): quelli che preferiscono, ricordano, seguono, “leggono e basta”, ma soprattutto quelli che commentano che, senza nulla voler togliere agli altri, sono quelli che mi danno le soddisfazioni maggiori perché perdono il loro tempo per me, mi confermano che ci sono davvero e soprattutto mi danno la possibilità di comunicare con loro (Scusate se negli ultimi capitoli sono stata un po' avara di risposte, ma non volevo scoprirmi troppo! :P). Mamma mia... 18 commenti e 600 visite solo in una settimana, per l'ultimo capitolo, mentre i primi... Uuuhh!! Aiuto! O.O ... Ok, continuo a pensare che molti aprano la pagina per sbaglio e la richiudano subito dopo, ma in un angolino del mio cuore resiste la flebile speranza che forse la storia piaccia davvero, quindi... GRAZIE!! T_T

E un grazie particolare anche ai lettori, sempre più numerosi, che, da quel che vedo sulle loro schede, bazzicano prevalentemente altri fandom, ma nonostante questo hanno scelto la mia storia: mi sento a dir poco onorata, sappiatelo! ^_^

*La Fairy viene trascinata via da una fila di persone che balla al ritmo di “Samba megamix” e le urla “E basta co' 'sti discorsi seri! C'hai rotto!” >o< *

Va beh! Alla prossimaaaaaaa XD

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Capitolo 36
*** Generazioni ***


Quando più tardi Inuyasha tornò nella sua stanza, Koga se n'era andato e Kagome era intenta a leggere il volume che aveva trovato in quel vecchio magazzino e che si era portata dietro. Era così concentrata nella lettura che non si accorse subito di lui e Inuyasha si soffermò un attimo sulla soglia ad osservarla silenzioso: era ancora seduta dove l'aveva lasciata, con la schiena appoggiata al muro e le gambe distese e accavallate davanti a sé, il libro in grembo... quel grembo dove adesso stava crescendo il loro bambino, pensò sorridendo felice. La vide spostarsi una ciocca di capelli dietro un orecchio, quelle orecchie così diverse dalle sue, chissà come sarebbero state quelle del bambino?!

“Scegli quelle della mamma, piccolo, sono molto più carine e ti daranno molti meno problemi!” pensò Inuyasha osservando Kagome che, con estrema attenzione e delicatezza, girava pagina, senza staccare gli occhi dal libro, per poi portarsi la mano alla bocca e iniziare a mordicchiarsi distrattamente l'unghia del pollice come un tempo faceva con quegli strani bastoncini di legno che usava per scrivere, se li ricordava bene, il aveva visti tante volte abbandonati distrattamente sul suo tavolo, nella sua vecchia stanza, con quei piccoli segni appena visibili lasciati dai bei denti di lei, così poco affilati rispetto alle sue zanne... Quei bastoncini sapevano terribilmente di lei! Quanto li aveva invidiati! A quei tempi si sarebbe preso volentieri anche un morso pur di sfiorare quelle labbra, ma adesso... quelle labbra erano sue di diritto! Come la loro proprietaria! Così sua che stava per dargli un figlio!

Entrò deciso nella stanza e andò dritto verso di lei. Kagome finalmente si accorse di lui e sollevò il viso sorridendogli felice, mentre lui si sedeva accanto a lei.

- Sei tornato finalmente, hai parlato con tuo padre? -

- Sì – rispose Inuyasha accarezzandole una guancia e attirandola a sé per baciarla, prima con dolcezza e poi con maggior passione – Mie... - bisbigliò a fior di labbra prima di darle un altro bacio dolcissimo e staccarsi da lei per tornare a guardarla negli occhi.

- Come dici? - chiese lei guardandolo con le guance arrossate.

“Eccola qua, la madre di mio figlio, che ancora arrossisce per un bacio!” pensò

- Dico che sei bellissima! - le rispose invece

- Mmhhh... Ancora per poco... - mormorò lei abbassando lo sguardo imbarazzata – Tra qualche mese sarò una cicciona e non mi vorrai più! - aggiunse rattristandosi appena

- Non dire assurdità! - le rispose lui serio – Sarai una bellissima cicciona e io ti vorrò sempre! - aggiunse scherzando.

- Ah... che carino... grazie... adesso sì che mi sento sollevata! - rispose lei ridendo – Chibiki è venuto a dirmi che il bagno è libero... vuoi fare un bagno “quasi caldo” con una “quasi cicciona”? - scherzò

- Volentieri... - mormorò Inuyasha baciandola di nuovo.

Raggiunsero il bagno, si spogliarono ed entrarono in vasca. Inuyasha non le staccava gli occhi di dosso, era la stessa Kagome di sempre, la stessa con cui aveva fatto l'amore proprio in quella stanza solo un paio di giorni prima eppure non riusciva a guardarla con gli stessi occhi, la desiderava come sempre, ma adesso era il desiderio di proteggerla a prevalere su tutto il resto. Lei dovette intuire i suoi pensieri perché si sedette vicino a lui e lo abbracciò stringendosi al suo petto

- Fammi capire: hai intenzione di ignorarmi fino alla nascita del bambino? Perché lo sai, vero, che poi sarò io a ignorare te quando sarò tutta presa a fare la mamma... - gli chiese a metà tra il divertito e il malizioso.

- No, non credo proprio che potrei resistere così a lungo. - rise Inuyasha - Però adesso... riesco a pensare solo al nostro piccolo tesoro dentro la tua pancia... - bisbigliò poi arrossì leggermente e aggiunse – Kagome, posso... toccarti? - le chiese fissando il punto nell'acqua in direzione della sua pancia. Di colpo gli era venuta paura di sciuparla.

Kagome lo guardò stupita e poi sorrise:

- Ma certo, scemo! Che domande fai?! Ma guarda che non c'è molto da toccare per ora... - precisò

- Non importa... - mormorò Inuyasha appoggiando delicatamente una mano sul ventre di lei mentre le cingeva le spalle con l'altro braccio – Eccole qua... le cose più preziose che ho... adesso sono due -


 

Quando tornarono nella loro stanza, Chibiki aveva già preparato gli abiti da indossare per la festa. Inuyasha non fu affatto contento di scoprire che non avrebbe indossato la sua solita veste di Hinezumi ma bensì un kimono simile a quello di Sesshomaru, ma quando vide Kagome con indosso un lungo kimono con una fantasia di ninfee, verde e rosa, i lunghi capelli sciolti sulle spalle, fermati appena sulla nuca, smise di protestare. Da quando si erano sposati l'aveva vista sempre e solo col chihaya e gli sembrò infinitamente più bella del solito.

Inuyasha e Kagome, insieme a Sango e Miroku, si recarono nel cortile, dove le lunghe tavole imbandite adesso erano due, arrivarono insieme al Generale, a sua moglie e a Sesshomaru e furono accolti da un coro esultante di fischi e grida. Il Generale prese subito la parola esclamando con entusiasmo:

- Amici! Fratelli! Questa sera i Demoni Cane hanno molto da festeggiare! Tutti voi vi siete fatti grande onore in battaglia e il nemico è stato sconfitto, annientato, distrutto!! Che si sappia! Questo è ciò che aspetta chi osa sfidarci! Questa è la forza dei Demoni Cane, quando combattono uniti sotto la guida di un valoroso Generale! -

Un boato di grida esultanti lo costrinse a interrompersi e qualcuno tra la folla gridò:

- Viva il Grande Generale Cane!! -

Il Generale sorrise e riportò il silenzio con un gesto della mano prima di proseguire:

- Vi ringrazio, ma non sono certo io quel Generale, bensì mio figlio: Sesshomaru! - per un attimo calò il silenzio più totale e Sesshomaru si volse di scatto a guardare suo padre, il volto impassibile, ma lo sguardo carico di stupore. Ma il Generale sembrò non accorgersene e proseguì il suo discorso – E' a lui, alla sua intelligenza, al suo sangue freddo e alla sua forza che dobbiamo la vittoria di oggi! Senza la sua guida e la sua capacità di prendere anche decisioni difficili, saremmo stati spazzati via prima ancora di scendere sul campo di battaglia! Sesshomaru – disse voltandosi verso suo figlio ancora seduto di fianco a lui e invitandolo ad alzarsi – hai sempre desiderato batterti con me per dimostrare a tutti, ma soprattutto a me e a te stesso, il tuo valore. Ebbene figliolo, quest'oggi tu mi hai battuto, io mi dichiaro ufficialmente sconfitto! Hai guidato il clan meglio di quanto avrei saputo fare io stesso e se non fosse stato per il tuo intervento... beh... sarei ancora là con tutti quegli scimmioni addosso! - esclamò ridendo e strappando qualche risatina anche tra i presenti, ai quali tornò a rivolgersi serio – E' per questo motivo che, questa sera, vi chiedo ufficialmente di accogliere mio figlio Sesshomaru come vostra nuova guida, come vostro nuovo Generale! -

Di nuovo il gelo più totale calò su tutti i presenti. Fu solo per un istante, ma Kagome vide chiaramente un lampo di amarezza attraversare lo sguardo di Sesshomaru, lo stavano di nuovo rifiutando persino dopo aver dimostrato il suo valore... ma in quel momento un nuovo boato festante riempì l'aria con ancora più forza di prima.

Sesshomaru alzò lo sguardo su tutti i presenti senza più riuscire a nascondere un certo stupore, lo stavano veramente accettando o era solo perché l'aveva detto suo padre?! Non riusciva a capirlo...

Sentì Kagizume, dal fondo della tavolata, gridare:

- Dis-cor-so! Dis-cor-so! - proprio lui che non l'ascoltava mai, adesso voleva sentirlo parlare e a lui si unirono anche gli altri.

Si voltò verso suo padre, in cerca di una spiegazione, e lo vide sorridergli orgoglioso, mentre gli assestava pacche su una spalla.

Sentì sua madre, seduta di fianco a lui, sfiorargli una mano e mormorare:

- Forza! Di' qualcosa, Sesshomaru! - lei, proprio lei, gli stava sorridendo e... cos'erano quelle piccole gocce intrappolate tra le sue ciglia?! Lacrime?! Sua madre si stava mostrando commossa davanti a lui... davanti a tutti??!!!

Ma la cosa che lo stupì più di tutte fu vedere Inuyasha di fianco a loro fare un gran baccano e sorridere allegro gridando:

– Vai, fratellone!!! - e anche sua moglie, Kagome, sorrideva e batteva le mani.

Suo fratello Inuyasha era felice per lui, anzi era persino orgoglioso di lui!!! Sì, non c'erano dubbi! Quello scemo era sempre un libro aperto, come diceva suo padre, sapeva capire gli altri al volo e non riusciva a fingere. Se questa era la sua reazione ciò significava che anche gli altri erano sinceri, perché se così non fosse stato quello stupido mezzodemone se ne sarebbe accorto subito e sarebbe saltato su tutte le furie...

“Ma che sto dicendo?!” si chiese Sesshomaru “Perché do per scontato che mio fratello si arrabbierebbe se io subissi un torto?! Lui mi detesta! Mi vorrebbe morto! Ci siamo sempre azzuffati! Non abbiamo quel tipo di rapporto... però...” rivide come un lampo, davanti ai suoi occhi, tutti gli avvenimenti degli ultimi giorni, da quando lui aveva accettato di sottostare al suo comando fino a quel momento. Avevano parlato molto in quei giorni, dei nemici e di come affrontarli, di come riportare in vita loro padre... niente di che... ma avevano parlato, senza attaccarsi o sguainare le spade, solo parlato e non era mai successo prima! Si erano punzecchiati, stuzzicati, dandosi di stupido l'uno con l'altro in mille modi ma... era stato... Sesshomaru non riusciva a credere ai suoi stessi pensieri... era stato DIVERTENTE?! Sì, a modo suo, lui si era divertito a infastidire suo fratello, a vederlo saltare come una molla a ogni minima insinuazione... la faccia che aveva fatto di fronte a Gozu e Mezu... si sorprese a trattenere ancora un sorriso a quel ricordo... e poi... la sua voce disperata che lo chiamava, che lo pregava di non lasciarlo solo... qualcosa dentro di lui l'aveva costretto a riaprire gli occhi solo per vedere Inuyasha lanciarsi a capofitto, senza riflettere, contro il mostro che l'aveva atterrato... e quando l'aveva visto cadere nel vuoto... si era mosso senza nemmeno rendersene conto, incurante della testa che gli doleva, solo per salvare quell'idiota di suo fratello... si era detto di averlo fatto solo perché in quel momento lui gli serviva vivo, ma la verità era che aveva avuto... PAURA?! Sì, paura. Come quando era Rin ad essere in pericolo, come quando l'aveva visto crollare sulla sua schiena, pallido come un lenzuolo, dopo aver toccato il Segugio... l'aveva tenuto in spalla perché non lo rallentasse... no... per essere sicuro di sentirlo respirare! Ma che diavolo gli era preso?!!! Mettersi a fare certi pensieri, proprio in quel momento. Il Grande Sesshomaru non si preoccupava mai per nessuno! Nessuno al mondo era degno della sua preoccupazione! A parte Rin, ma con lei era... diverso...

“Lei non conta!” si disse deciso cancellandola dai suoi pensieri

Tornò a rivolgere la sua attenzione ai demoni festanti davanti a lui, che lentamente iniziavano ad acquietarsi in attesa di una sua parola. Era lui che festeggiavano... aveva atteso così a lungo quel momento... da tutta la vita... da quando aveva iniziato a capire quanta responsabilità comportasse essere il figlio del Generale Cane... e adesso quel momento era veramente arrivato?!

Si voltò di nuovo a guardare suo fratello, che adesso abbracciava sua moglie felice, ma che in quel momento si voltò di nuovo a guardarlo, curioso di sapere cosa avrebbe detto. Gli bruciava, gli bruciava da morire ammetterlo ma... aveva ragione suo padre, era anche merito di quello stupido se lui aveva avuto la sua chance e se tutto questo si stava realizzando. Inuyasha lo aveva appoggiato, sempre! Mai una volta aveva vacillato e si era trascinato dietro tutti gli altri, conquistando la loro stima e la loro fiducia con una rapidità impressionante... era come se...

Ormai il silenzio lo circondava, un silenzio carico di attesa, e allora Sesshomaru si decise a parlare:

- Vi ringrazio! Vi ringrazio tutti e ringrazio mio padre per la fiducia e l'onore che mi concede anche se... avrei comunque voluto battermi con lui. - disse serio e col suo solito tono piatto, ma molti risero a quelle parole che dovevano essere suonate come una battuta – Mi impegno fin da adesso a dare sempre il massimo per difendere il nome e la reputazione del nostro antico clan. Adesso mi è chiaro il senso delle vostre parole, Padre, dell'ultimo insegnamento che avete voluto darmi. Voi avete detto che il clan ha bisogno della guida di un “valoroso Generale” e adesso ho capito cosa rende “valoroso” un Generale: la sua forza, la sua astuzia, la sua intelligenza, come avete detto voi, ma anche qualcos'altro: il suo carisma, il suo desiderio di proteggere, la sua capacità di farsi rispettare, di coinvolgere e capire i suoi sottoposti. In poche parole, un bravo Generale ha bisogno di due cose: testa e cuore! Voi, Padre, siete ampiamente dotato di entrambi ma... per me purtroppo non è così! - un mormorio generale, di stupore, accolse quelle parole e anche il Generale guardò stupito e preoccupato suo figlio che proseguì – Io ho passato la mia vita a concentrarmi sulla forza fisica e sulla “testa”, ma trascurando completamente il resto... su quello avrò molto da lavorare e non credo che vi raggiungerò mai. Ma per fortuna qui c'è qualcun'altro che di “cuore” e di desiderio di proteggere ne ha ereditato un bel po' da voi, molto più di me... mi riferisco a mio fratello, Inuyasha! - si voltò a guardarlo e incrociò il suo sguardo che lo fissava incredulo mentre un tenue vociare iniziò a risalire dai presenti, ma Sesshomaru zittì subito tutti con un gesto della mano – Io sarò felice di guidare questo clan, ma so che potrò farlo al meglio solo se potrò continuare a fare affidamento sull'appoggio di mio fratello... Allora, accetti?! Vuoi essere il mio braccio destro?! - gli chiese impassibile.

Inuyasha lo guardò sconvolto riuscendo solo a balbettare:

- I-io?! -

- Certo, stupido! Quanti altri fratelli credi che abbia?! - sbottò Sesshomaru indispettito poi guardò suo padre serio e chiese – Non ne ho altri, vero?! - un nuovo coro di risate accolse quelle parole e anche il Generale rise di gusto rispondendo:

- No! Tranquillo, figliolo! Allora Inuyasha, cosa rispondi a tuo fratello?! Accetti la sua proposta?! -

Inuyasha continuava a fissarlo a bocca aperta, incapace di credere che stesse succedendo veramente, in cerca di un punto fermo in mezzo a quel “tutto” che sembrava ruotargli vorticosamente intorno, si voltò verso l'unica certezza della sua vita, Kagome, guardandola come se sperasse che rispondesse lei, ma lei lo guardò sorridente e gli disse semplicemente:

- Restare uniti e insieme lottare, questo è il destino dei demoni cane... Ma io penso che il tuo destino devi deciderlo tu, tesoro. In ogni caso io sarò al tuo fianco. -

Inuyasha si voltò di nuovo a fissare Sesshomaru, suo Padre e poi anche gli altri e riuscì solo a balbettare:

- Ma i-io... sono... un mezzodemone... -

Il grido di Kagizume si alzò di nuovo dal fondo della tavola:

- E meno male, sennò chi la usa Tessaiga!!! - e tutti risero di nuovo.

- Visto, fratello. - commentò serio Sesshomaru – Mi servi! Con te presente persino quello stupido di Kagizume usa il cervello! - e questa volta le sue parole furono accompagnate da un debolissimo sorriso e da un altro coro di risate.

- Decidi in fretta, cagnolino! Abbiamo fame! - fu il grido di Koga che scatenò altre risate

- Io... o-ok... - mormorò imbarazzato e incredulo delle sue stesse parole – N-non so proprio come potrei aiutarti ma... v-va bene... se per voi va bene... i-io a-accetto! -

Di nuovo grida e schiamazzi ancora più forti dei precedenti, accolsero la sua risposta e ci volle un bel po' prima che si calmassero. Alla fine Sesshomaru riprese la parola:

- Però, per questa sera, Padre... vorrei che foste ancora voi il nostro Generale! Infondo questa festa l'avete voluta voi e questa... è l'ultima sera che passerete con noi... - aggiunse serio e... triste?! Sì, era appena percettibile, ma sul volto di Sesshomaru c'era tristezza e se ne accorsero tutti.

Suo padre gli sorrise orgoglioso e comprensivo:

- E sia, figliolo! - rispose deciso poi si rivolse agli altri – Mi dispiace gente, ma a quanto pare dovrete sopportarmi ancora per un po'! - esclamò ridendo e anche gli altri risero – Stasera, oltre alla nostra vittoria e a un nuovo Generale, c'è anche un'altra cosa da festeggiare: un nuovo membro del nostro clan! - disse poggiando una mano sulla spalla di Inuyasha ancora seduto vicino a lui, poi spostò lo sguardo su Kagome e aggiunse – Anzi due! - poi sollevò gli occhi al cielo con fare pensieroso e aggiunse ancora – Facciamo tre!! - e sorrise felice guardando le facce stupite di tutti i membri del clan – Tutti voi avete assistito alla “non proprio brillante ma molto efficace” prestazione in battaglia della mia bellissima e coraggiosissima nuora umana che ha usato Tessaiga... beh... diciamo “a modo suo”! Ma c'è un motivo se questo prodigio è stato possibile: tutto merito del sangue demoniaco del mio nipotino! Ebbene sì, tra non molto, avremo un nuovo membro in famiglia e da quel che abbiamo visto oggi... si direbbe che prometta bene! -

Nuove grida di esultanza accolsero la bella notizia e Inuyasha e Kagome si guardarono imbarazzati ma felici finché non ricominciò il coro di

- Dis-cor-so! Dis-cor-so! - che costrinse anche Inuyasha ad alzarsi in piedi impacciatissimo davanti a tutti quei demoni

- Beh... io... ecco... - balbettò – Grazie a tutti e... - con la coda dell'occhio vide Chibiki e gli altri Komainu attendere pazientemente con i vassoi in mano, lungo la veranda - ... e Buon Appetito! - concluse semplicemente.

Tutti scoppiarono a ridere mentre il grido di Koga si alzava dall'altro tavolo:

- Bravooo!!! -


 

Questa volta i festeggiamenti non si limitarono alla sola cena, ci furono anche danze e canti, accompagnati dai tamburi dei Demoni Lupo e da fiumi di sake.

Incitati da tutto il clan, persino il Generale e la Signora Shitsuki si unirono alle danze.

- Non ci credo! Mio padre sa ballare! Ora le ho viste veramente tutte! - esclamò Inuyasha allegro, seduto con Kagome e Sesshomaru, ai lati del cortile.

- Erano una bella coppia... - mormorò Sesshomaru, più rivolto a sé stesso che agli altri, osservando serio i suoi genitori volteggiare l'uno di fianco all'altro, sorridenti.

Kagome si voltò un attimo a guardarlo e sorrise appena osservando il profilo austero di suo cognato, chissà cosa stava pensando in quel momento. Sarà stata quella proposta improvvisa, fatta a Inuyasha, ma per qualche strano motivo, quella sera Sesshomaru le sembrava meno distante del solito.

- Sesshomaru... posso farti una domanda?! - gli chiese in un soffio stupendosi lei stessa di tanta audacia.

Sesshomaru la guardò con la coda dell'occhio, sollevando appena un sopracciglio, leggermente stupito e rispose serio:

- L'hai appena fatta, no?! -

Kagome scoppiò a ridere e rispose:

- Intendevo un'altra... -

- Voi femmine umane ridete sempre così tanto? - le chiese lui perplesso da quella reazione.

- Beh... se qualcuno fa una battuta sì... ma se mi stai paragonando a Rin, mi sa che non c'è gara. Lei non la batte nessuno! Non credo d'averla mai vista piangere o rattristarsi... tranne forse... quando te ne vai. Mentre ti guarda andare via ha sempre uno sguardo così triste... ma è solo un attimo, poi solleva subito la mano e ti saluta felice mentre stringe a sé il suo regalo... perché lo sa che tornerai. -

- Come ci riesci? - le chiese serio

- A fare cosa?! - chiese stupita Kagome

- A capire cosa pensano gli altri. Anche Rin capisce sempre cosa penso... e anche tu in questi giorni... mi hai stupito. - ammise Sesshomaru

- Ah! Era stupore il significato di quelle occhiate assassine che mi lanciavi di tanto in tanto?! Non l'avrei detto! Come vedi non sono poi così brava a capire cosa pensi... - rispose Kagome con un sorrisetto ironico

- Non mi piace! Se volessi far sapere cosa penso, lo direi! - rispose secco – Ma credo sia anche questa una delle cose di cui difetto, secondo mio padre... - ammise più gentilmente – Allora, cosa volevi chiedermi, Kagome? -

Kagome si riscosse appena, era così strano sentire Sesshomaru chiamarla per nome, ma si guardò bene dal fare commenti per timore che lui tornasse a chiudersi a riccio. Volse di nuovo lo sguardo al Generale e a sua moglie e infine gli chiese:

- L'altra sera... i tuoi genitori... perché siamo rimasti ad ascoltare la loro conversazione? Erano cose personali... se ci fossimo mostrati subito... -

- Non lo so. - la interruppe Sesshomaru osservando anche lui i suoi genitori – Erano secoli che non li sentivo parlare in quel modo... senza urlare... litigare... non volevo interromperli. -

- Capisco... - mormorò Kagome con un sorriso “Alla fine, anche il grande e potente Sesshomaru è pur sempre un figlio.” pensò continuando ad osservarlo pensierosa.


 

- Beh! Allora?! Voi giovani non vi date alla pazza gioia?! - esclamò il Generale tornando vicino a loro, insieme a sua moglie, appena terminata la danza.

- Touga, non dire sciocchezze! Kagome, deve riposarsi, adesso! Ha già sopportato anche troppa fatica, nella sua condizione! - lo rimproverò la Signora Shitsuki.

Alla notizia che Kagome era in dolce attesa, la madre di Sesshomaru aveva completamente cambiato atteggiamento nei suoi riguardi, adesso era dolce ed estremamente protettiva, sembrava quasi che la ragazza portasse in grembo suo nipote. In realtà Kagome aveva il sospetto che questo avesse a che fare con la conversazione che avevano origliato di nascosto, lei, Inuyasha e Sesshomaru; non riusciva a togliersi dalla testa quelle poche parole carpite per sbaglio, avrebbe voluto riempirli di domande...

- Peccato! - esclamò il Generale – E io che avrei voluto tanto ballare un lento con la mia bella nuora... -

- Un lento?! - chiese curiosa la Signora Shitsuki mentre Kagome scoppiava a ridere.

- E' una lunga storia... - commentò evasivo Inuyasha.

- Sarebbe un onore, Padre! - rispose Kagome – Ma ci manca la musica... e poi qui hanno troppa voglia di fare baldoria! - ammise indicando i Demoni Lupo che stavano di nuovo trascinando tutti in uno dei loro balli dai ritmi forsennati.

- Beh... ci arrangeremo! - disse il Generale, per niente scoraggiato, porgendole la mano, con un gesto galante e scortandola dolcemente ai margini di quella che ormai era una vera e propria pista da ballo.

- Sei il solito incosciente! - lo rimproverò ancora la Signora Shitsuki – E tu, mia cara, non dovresti assecondarlo! -

- Non vi preoccupate, un lento non è una cosa stancante... - le rispose Kagome con un sorriso.

- Non farci caso, figliola, Shitsuki è fatta così... - commentò il Generale stringendo sua nuora tra le braccia come un perfetto cavaliere.

- Voi dite? Io invece non mi spiego questo improvviso cambiamento nei miei confronti... - rispose timidamente Kagome – Credevo che mi odiasse... insomma... l'ho persino presa a schiaffi... -

- E le hai fatto un gran bene, credimi. Erano secoli che nessuno osava tenerle testa... nemmeno io, a dir la verità... - rispose con una punta di tristezza il Generale.

- Non sarà piuttosto... perché sono incinta?! - ammise Kagome raccogliendo tutto il suo coraggio – Mi è sembrato di capire che vostra moglie sia piuttosto sensibile a quest'argomento... -

Il Generale la guardò stupito e allora Kagome non riuscì più a trattenersi:

- E va bene! Ve lo dico! Tanto prima o poi lo scoprireste lo stesso, no?! - confessò – L'altra sera... mentre parlavate... senza volere... ecco... vi abbiamo sentito. -

- Ah, capisco! - esclamò il Generale con un sorriso – Allora posso anche raccontartelo, tanto dubito che quei due lo faranno mai. - scherzò ammiccando con la testa in direzione di sua moglie e suo figlio – Ma promettimi che non lo racconterai a Inuyasha. Voglio che sia Sesshomaru a farlo, se e quando se la sentirà, è una cosa tra loro due. -

Kagome lo guardò perplessa:

- A dire la verità non mi piace avere segreti con Inuyasha ma... se dite che è necessario... - mormorò arrendevole.


 

- Sei davvero sicuro di quello che fai?! - chiese Inuyasha a Sesshomaru appena rimasero soli – Mischiarti con un mezzodemone?! Credevo d'essere un disonore per te... -

- Non è mia abitudine fare cose di cui non sono sicuro. - rispose semplicemente Sesshomaru

Inuyasha lo guardò poco convinto:

- Sì, ma di preciso, che dovrei fare? -

- Ciò che hai fatto in questi giorni – rispose di nuovo Sesshomaru guardandolo con la coda dell'occhio – Ciò che io non so fare... - aggiunse in un sussurro appena udibile, poi si alzò in piedi, mettendo fine a quella conversazione, mentre la musica tornava a farsi più tranquilla e si avvicinò a sua madre.

- Madre, vi andrebbe di concedere un ballo a vostro figlio. - le chiese porgendole galantemente la mano.

La Signora lo guardò stupita, ma subito un tenue sorriso fece capolino sul suo volto:

- L'ultima volta che mi hai chiesto di ballare non mi arrivavi nemmeno alla spalla. - rispose divertita – Sei sicuro di ricordarti ancora come si fa? -

- Ho avuto un'ottima maestra . - ribatté sicuro Sesshomaru

- In questo caso... Con immenso piacere. - rispose gentile Shitsuki sorridendogli con più convinzione.

- Vi chiedo perdono, Madre. - esordì Sesshomaru mentre ballavano – Immagino che la mia decisione di coinvolgere Inuyasha nella nostra famiglia vi arrechi un immenso dispiacere... -

Shitsuki lo guardò con la coda dell'occhio e gli rivolse di nuovo un tenue sorriso:

- Se sei convinto di ciò che fai, figlio mio, non ho nessuna obbiezione. - rimase un attimo in silenzio immersa nei suoi pensieri, poi guardò di nuovo Sesshomaru – Sarò sincera con te... in realtà... l'unica cosa che mi dispiace di Inuyasha... è di non essere sua madre... - mormorò

Sesshomaru la guardò serio:

- Il vostro unico figlio, dunque, non vi aggrada? - chiese gelido

- Non dire sciocchezze – lo ammonì dolcemente – Non era certo questo che volevo dire! Avrei solo voluto che fossimo davvero una famiglia, ancora unita... felice... e forse vostro padre... sarebbe ancora con noi... - mormorò con un nodo in gola, ma si riscosse subito e tornò a guardare decisa Sesshomaru, negli occhi – Non sono brava a dimostrartelo, lo so, ma ricorda che mai... Mai! Nemmeno per un istante! Tua madre non è stata orgogliosa di te! - esclamò decisa fermandosi e accarezzandogli il viso.

- Madre... - mormorò Sesshomaru imbarazzato da quell'improvviso gesto affettuoso, abbassando lo sguardo e guardandosi intorno preoccupato con la coda dell'occhio.

- Vi chiedo perdono, Generale, non succederà più. - ribatté sua madre trattenendo un sorriso e rimettendosi a ballare.


 

- E' incredibile! Non ne avevo idea! - mormorò Kagome quando il Generale terminò il suo racconto.

- Capisci adesso perché ti ho chiesto di mantenere il silenzio? - le chiese il Generale.

- Ma certo! E sono daccordo con voi... anche se ho proprio paura che Sesshomaru non ne parlerà mai con Inuyasha. - mormorò preoccupata – Però... potrò raccontarlo almeno a mio figlio, quando sarà più grande? - gli chiese dolcemente

- Mmmhhh... perché questa richiesta? - le chiese sospettoso il Generale sorridendole con aria di rimprovero.

- Beh... mi sembra ovvio... - rispose Kagome abbassando lo sguardo rattristata – Perché, quando un giorno non ci sarò più, voglio che ci sia qualcuno al fianco di Inuyasha che sappia la verità... in caso di bisogno. Non voglio portarmi questo segreto nella tomba... non voglio fare come avete fatto voi con i Nue! - lo rimproverò dolcemente.

- Ehi-ehi-ehi! Che sono questi discorsi?! Abbiamo vinto per merito tuo; aspetti il tuo primo bambino dall'uomo che ami e che ti ama così tanto da farmi quasi sfigurare agli occhi di sua madre; siete stati accettati dal clan con tutti gli onori; sei giovane e bella... che altro vuoi?! Pensa a festeggiare e lascia certi argomenti ai vecchi bacucchi e alle mummie rinsecchite come me! - esclamò scoppiando a ridere e strappando un sorriso anche a lei.

- Ma sì... avete ragione! - rispose Kagome – Anche se credo di aver festeggiato abbastanza per oggi. - aggiunse con una punta di rammarico sciogliendosi dall'abbraccio del Generale e appoggiandosi una mano sul ventre con un sorriso – Non è il caso che sprechi energie per me stessa... qui c'è qualcuno che ne ha molto più bisogno di me. -

- Hai ragione, figliola! Il mio nipotino innanzitutto! - dichiarò allegro il Generale prendendola sottobraccio e scortandola di nuovo da Inuyasha – Mi dispiace solo che non potrò essere qua per conoscerlo... o conoscerla, quando arriverà. -

Kagome si bloccò di colpo, folgorata da un pensiero:

- Ah! A proposito... posso farvi una domanda? - gli chiese timidamente.


 

Inuyasha osservava curioso sua moglie e suo padre che ballavano abbracciati mentre chiacchieravano ininterrottamente; che avranno avuto da dirsi, quei due?! Koga e i suoi stavano facendo un tale baccano che non riusciva a sentire una parola. Finalmente sembrò che stessero per tornare, ma poi Kagome si fermò di nuovo e ricominciò a parlare con suo padre che alla fine si chinò su di lei e le bisbigliò qualcosa in un orecchio, prima di condurla di nuovo verso di lui. Vide anche Sesshomaru tornare a raggiungerli mentre la Signora Shitsuki veniva trascinata di nuovo in pista da suo fratello Chikara.

- Tutto a posto, Kagome?! - le chiese premuroso Inuyasha prendendola subito per mano e avvicinandola a sé.

- Sì, tranquillo, ma penso che sia meglio se adesso vado a riposare. - rispose lei con un sorriso.

- Ok, allora ce ne andiamo subito a letto... - esclamò deciso Inuyasha accingendosi a congedarsi da tutti.

- Ma no, tesoro... Sono io quella incinta... tu... resta pure con tuo padre, eh! - mormorò dolcemente - Vi troverò ancora qui domattina, Padre?! - chiese poi rivolta al Generale.

- Temo di no, figliola! - rispose dispiaciuto - Il mio tempo scadrà all'alba... e se faccio tardi poi chi la sente Izayoi! - scherzò.

- Cercherò comunque di essere presente per potervi salutare ma... se qualcuno dovesse impedirmelo... - ammise ammiccando verso la sua pancia – voglio che sappiate che è stato un piacere e un onore potervi conoscere e vi prego di portare i miei saluti e la mia più profonda gratitudine anche alla Signora Izayoi. - esclamò con un sorriso.

- Lo sa già, figliola, lo sa già... E anche lei ti ringrazia tanto per aver reso così felice suo figlio! - mormorò amorevole il Generale ricambiando il suo sorriso e accarezzandole una guancia.

- Vieni, tesoro, ti accompagno in camera. - mormorò Inuyasha sorridendole dolcemente e cingendole le spalle protettivo.


 

- Davvero non vuoi che resti con te? - le chiese Inuyasha preoccupato quando raggiunsero la loro stanza, dove trovarono il futon già pronto.

- Ma no, amore mio... Questa è l'ultima sera con tuo padre... non sprecarla. - gli rispose dolcemente Kagome iniziando a spogliarsi – Io sto benissimo... anzi “noi” stiamo benissimo! Ci faremo una bella dormita, domattina ci alzeremo presto e andremo a salutare il nonno, vero tesoro?! - mormorò accarezzandosi piano la pancia attraverso la sottoveste.

Inuyasha le sorrise felice e l'abbracciò stringendola forte a sé:

- Non mi sembra ancora vero... - mormorò

- Cosa c'è?! Non ti fidi?! Vuoi controllare di nuovo?! - gli chiese Kagome divertita.

- Posso?! - ribatté raggiante Inuyasha.

- Ma certo che puoi! - rise Kagome

Inuyasha non se lo fece ripetere due volte: si inginocchiò davanti a lei e le scostò appena la sottoveste appoggiando l'orecchio sotto il suo ombelico, chiuse gli occhi e un sorriso beato gli si dipinse sul volto:

- E' il suono più bello del mondo... - mormorò sospirando felice, rimettendosi in piedi, abbracciando di nuovo Kagome e chinandosi su di lei per baciarla – Allora... io torno fuori... - annunciò un po' incerto.

- Sììì... vai, tesoro, non preoccuparti! - lo incitò Kagome sfiorando appena le sue labbra

- Buonanotte amori miei! - sorrise felice Inuyasha dandole un ultimo dolcissimo bacio e avviandosi verso la porta

- Buonanotte papà! - lo salutò ridendo Kagome.


 


 

- Sei davvero pronto, Sesshomaru? - gli chiese suo padre mentre se ne stavano entrambi in disparte, seduti a terra sul bordo della veranda ad ammirare il cielo stellato davanti a loro.

- Perché mi avete nominato vostro successore, se pensate che non sia pronto? - ribatté lui perplesso

- No... - sorrise il Generale – quello che volevo dire è: sei davvero pronto ad accettare tuo fratello? La tua decisione mi ha stupito molto. - confessò

- E perché? - chiese Sesshomaru alzando appena un sopracciglio – Non era ciò che desideravate? Che tenessi mio fratello con me?! Che imparassi da lui?! Che... andassi... daccordo con lui?! - concluse quasi riluttante.

Non era da lui dar voce ai suoi pensieri in quel modo eppure quella sera, in quel momento, sembrava non riuscire a frenarsi, c'era stato un tempo... molto... molto tempo prima, quasi in un'altra vita, in cui aveva sognato di poter parlare così con suo padre, col grande e temuto Generale Cane.

- Puoi biasimarmi, Sesshomaru?! Quale padre non vorrebbe veder andare daccordo i propri figli? - gli rispose con un sorriso – Ciò nonostante, non eri obbligato... i miei erano consigli, non ordini. Ne devo dedurre che tu abbia deciso di provare a seguirli e questo non può che farmi piacere o devo pensare che sia solo un modo come un altro per poter sfruttare il potere di Tessaiga? - gli chiese con un'occhiata indagatrice.

- Non ho più bisogno di quella vecchia spada arrugginita! - rispose stizzito Sesshomaru – Ho la mia Bakusaiga adesso! -

- Quindi alla fine hai capito perché non ho lasciato a te Tessaiga?! - ribatté il Generale sorridendo soddisfatto

- Per Inuyasha e per permettermi di ottenere la mia spada – rispose Sesshomaru, come se fosse ovvio.

Il Generale sorrise ancora e ribatté:

- Sì, ma... non solo per quello. Tessaiga è una spada che protegge, è vero, ma lo fa dispensando morte e distruzione; Tenseiga invece lo fa preservando e restituendo la vita. Morte e vita, non sono cose con cui di possa giocare... di cui si possa abusare... Se avessi lasciato a te Tessaiga avresti spazzato via ogni avversario, dal più temibile al più insignificante, senza pensarci due volte. E allo stesso modo, se avessi lasciato Tenseiga a tuo fratello... beh... probabilmente avrebbe finito per salvare sempre tutti. I poteri di Tessaiga e Tenseiga vanno usati con oculatezza, con parsimonia. Tu non sei facile alla compassione, alla pietà, ma sapevo anche che dentro di te, infondo, eri in grado di provarle, per questo ti ho potuto lasciare Tenseiga: sapevo che, pur potendola usare, non avresti abusato del suo potere. Allo stesso modo anche se Inuyasha è... un “botolo ringhioso” - ridacchiò – ero sicuro che, crescendo con sua madre, avrebbe imparato ad amare, e ad usare la forza solo quando è necessario, per questo, e non solo per proteggerlo da sé stesso, ho lasciato a lui Tessaiga. E infondo anche Tenseiga l'ho lasciata a te, anche per proteggerti da te stesso... - ammise - Sai figliolo, quando ero ancora vivo, non ti nascondo che ho pensato spesso che tu fossi interessato solo al potere; solo da morto ho potuto vedere nel tuo cuore e ti ho capito davvero. Perdonami figliolo, per colpa mia non hai avuto vita facile nemmeno tu... - mormorò.

- Anche per me non è stato facile capirvi – rispose serio Sesshomaru – per anni mi sono chiesto perché mi aveste lasciato proprio Tenseiga, una spada che per molto tempo ho disprezzato reputandola inutile, ma poi... Immagino di dovervi ringraziare. - ammise con un certo sforzo.

Il Generale gli sorrise orgoglioso mettendogli una mano sulla spalla:

- Sono felice che ti sia stata utile e ancor di più sono felice che tu abbia trovato qualcosa da proteggere, era ciò che mi auguravo. La forza da sola è ben poca cosa, se non si sa come usarla, se non si ha uno scopo. -

- Però ciò che mi è caro... adesso non può più essere protetto da Tenseiga... Mi dispiace per voi Padre, ma la vostra spada è tornata ad essere inutile. - ribatté Sesshomaru

- Ne sei proprio sicuro? Pensi davvero di non avere più niente da proteggere? - chiese sorridendo il Generale – Ti ricordo che adesso hai un intero clan da guidare e... da proteggere. E in futuro... chissà... la vita è piena di sorprese... potresti scoprire che c'è anche qualcun altro che vuoi proteggere. - buttò lì distrattamente.

Sesshomaru gli rivolse un'occhiata dubbiosa e il Generale ridacchiò:

- Non l'hai notato, mentre combattevano, al tempio... -

Sesshomaru non rispose e allora il Generale proseguì:

- Inuyasha... ha chiesto a te di proteggerlo dai Nue... C'ero anch'io, eppure lo ha chiesto a te... E' a te che ha affidato la sua vita e quella della sua preziosissima Kagome, in quel momento. -

- E credete davvero che quello stupido si sia reso conto di ciò che stava facendo? Che abbia riflettuto? - ribatté Sesshomaru – Conoscendolo avrà chiamato il primo nome che gli è venuto in mente... - aggiunse freddo.

- E che, guarda caso, era il tuo... - ridacchiò di nuovo il Generale – Te l'ho detto, rassegnati, sei un “fratellone” adesso! - lo canzonò.

Sesshomaru sbuffò appena, spazientito, distogliendo lo sguardo, ma non rispose.

Un odore familiare li spinse a voltarsi entrambi nella direzione da cui proveniva:

- Ehm... scusate... vi disturbo? - mormorò impacciato Inuyasha avvicinandosi a loro.

- Ma certo che no! - esclamò allegro il Generale – Vieni, figliolo, vieni... siediti qui con noi! - lo incitò assestando qualche pacca leggera al pavimento di legno vicino a lui – Parlavamo di spade! Non ho potuto seguire molto la tua battaglia, ma mi è sembrato di notare che i miei consigli ti siano stati utili. - esordì tranquillamente.

- Già! - ammise sorridendo Inuyasha, ma rattristandosi subito dopo – Peccato... che non potrete darmene altri... - mormorò avvertendo la fastidiosa sensazione di qualcosa che gli chiudeva la gola.

- E perché no?! - esclamò il Generale – Abbiamo ancora un po' di tempo, in fondo. Avanti, tira fuori Tessaiga! - aggiunse deciso alzandosi in piedi e sguainando la sua spada.

- Tessaiga?! - chiese stupito Inuyasha – Ma... Padre... -

- Non crederai che tema la mia spada, figliolo?! - rise il Generale – E comunque... che potrà mai succedere? Al massimo potresti spedirmi all'altro mondo con qualche ora d'anticipo! Ma dubito che succederà... - scherzò riuscendo a strappare un sorriso anche a suo figlio.

- Sì, avete ragione! - esclamò Inuyasha balzando in piedi e sguainando anche lui la sua spada.

- Vediamo se riesci a tenermi testa, ragazzino! - lo canzonò suo padre facendogli segno di farsi sotto.

Iniziarono a duellare, il Generale teneva la spada con una mano sola e si muoveva appena mentre Inuyasha impugnava Tessaiga a due mani lanciandosi contro suo padre, che lo incitava ad attaccare:

- Che c'è? Hai paura di farmi male?! Kagome ha fatto di meglio, sai?! Credi forse che tuo padre sia più debole di un Nue? - lo provocava il Generale

A quelle parole Inuyasha si decise ad attaccarlo con sempre maggior vigore e convinzione, ciò nonostante il Generale continuava a parare e respingere i suoi attacchi senza nessuno sforzo apparente, mentre continuava a correggerlo e fargli notare i suoi errori.

- Perdete il vostro tempo, Padre. Gli mancano i fondamentali. - commentò, a un certo punto, indifferente Sesshomaru

- Tsk! Infatti sono io quello che c'ha rimesso un braccio! - ribatté ironico Inuyasha, spingendo con tutte le sue forze contro la lama di suo padre.

- Mi dispiace Inuyasha, ma temo che tuo fratello abbia ragione – intervenne il Generale che con un rapido movimento dell'avambraccio fece roteare la spada strappando Tessaiga di mano a Inuyasha; la spada volò via e si conficcò a terra poco lontana da loro.

- Maledizione! - sibilò Inuyasha arrossendo appena e correndo a recuperare la sua spada.

Gli bruciava aver fatto una simile figura davanti a suo padre e soprattutto davanti a quel pallone gonfiato di Sesshomaru, che lo aveva appena criticato. Possibile che fosse davvero così scarso?! No, era suo padre che era imbattibile, ne era sicuro! Però...

“Cavolo! Anch'io sto per diventare padre... che penserà di me mio figlio?!” pensò di colpo preoccupato

- Col poco tempo che ho posso fare ben poco – proseguì il Generale – Perché non gli insegni tu, Sesshomaru?! - propose all'improvviso

- Che cosa?! - risposero all'unisono Inuyasha e Sesshomaru, guardandolo come se fosse impazzito

- Non ho tempo da perdere con un simile inetto! - aggiunse Sesshomaru

- Non ho intenzione di prendere lezioni da uno che ho sempre sconfitto! - gli fece eco Inuyasha

- Che cosa?! - ribatterono di nuovo all'unisono, questa volta rivolgendosi l'uno all'altro, rendendosi conto di ciò che si erano detti.

Il Generale scoppiò a ridere:

- Bene! Vedo che finalmente vi trovate daccordo su qualcosa! - esclamò divertito, poi aggiunse più serio – Sesshomaru, hai proposto tu a Inuyasha di essere il tuo braccio destro, vuoi davvero avere al tuo fianco “un inetto”? - lo provocò – Non credo proprio che sarà “tempo perso” quello che dedicherai a tuo fratello. Sono sicuro che ne trarrai vantaggio anche tu. - concluse sorridendo allusivo.

Sesshomaru gli rivolse un'occhiata cupa:

- Immagino che abbiate ragione... - mormorò infine poco convinto - … come sempre. - aggiunse quasi scocciato.

- E cosa dovrei imparare da lui?! - ribatté scocciato Inuyasha – Gli ho sempre tenuto testa, non ha niente da insegnarmi, sa solo criticare! - borbottò infastidito

- Hai sentito Sesshomaru?! Qualcosa mi dice che tuo fratello abbia bisogno di una dimostrazione delle tue capacità! - rise di gusto il Generale – Avanti figliolo, tocca te adesso a provare a tener testa al tuo vecchio! In fondo... era quello che volevi, no?! - aggiunse con un sorrisetto divertito, facendo roteare agilmente la spada con un rapido movimento del polso, prima da un lato e poi dall'altro, mentre con l'altra mano gli faceva segno di farsi sotto.

- Non chiedo di meglio! - sibilò Sesshomaru scattando di colpo in piedi con una strana luce negli occhi e un sorriso eccitato sul volto: la prima vera espressione che Inuyasha gli avesse mai visto in faccia.

– Mettiti comodo e guarda bene figliolo – disse tranquillo il Generale, invitando con un gesto Inuyasha a tornare a sedersi sulla veranda – Ora tuo padre e tuo fratello ti faranno vedere come usa davvero la spada un Demone Cane! - esclamò prima che Sesshomaru gli si lanciasse contro rapidissimo.

“Ma quando ha estratto Bakusaiga?!” si chiese stupito Inuyasha.

Il Generale fu prontissimo a parare il colpo, ma fu comunque costretto a fare un balzo all'indietro per ammortizzare l'urto.

- Però! Sei migliorato, Sesshomaru! Mi sa che questa volta dovrò fare sul serio... - ammise con un sorrisetto divertito

- Non sono più un ragazzino, Padre. - rispose sicuro Sesshomaru - Sono il Generale, adesso, l'avete deciso voi, ve lo siete dimenticato? -

- Sbagliato, figliolo! Il titolo di Generale non si eredita, bisogna guadagnarselo! - ribatté lanciandosi a sua volta contro Sesshomaru e colpendolo con una serie di affondi che costrinsero il giovane demone a indietreggiare, ma che vennero parati prontamente, uno dopo l'altro, senza la minima indecisione.

Il fragore delle spade che cozzavano richiamò l'attenzione degli altri Demoni Cane presenti e dei loro ospiti che si avvicinarono subito, incuriositi ed eccitati: a quanto pareva il tanto atteso scontro padre/figlio, predecessore contro successore, avrebbe infine avuto luogo.

Inuyasha li osservava a bocca aperta, faticando a seguire i movimenti rapidissimi con cui si muovevano entrambi. La forza di suo padre non aveva mai nemmeno osato immaginarla, ma era convinto di conoscere quella di suo fratello. Scoprì che si sbagliava! Contro loro padre sembrava muoversi molto più velocemente di quanto ricordasse, alternando sequenze di combattimento a terra ad attacchi aerei, volti a non dare tregua all'avversario. Se avesse combattuto così contro di lui, lo avrebbe spazzato via in un secondo, con o senza Tessaiga. Ma aveva davvero cercato di prendergli la sua spada?! O l'aveva solo preso in giro?!

Sesshomaru e il Generale si lanciarono l'uno contro l'altro, parando ognuno l'assalto dell'altro contemporaneamente, e continuando a premere le lame delle rispettive spade l'una contro l'altra, senza che nessuno di loro riuscisse ad avere la meglio. Il tempo sembrò fermarsi per un lungo interminabile istante mentre i due demoni si scambiavano un gelido sguardo intimidatorio, in quel momento non erano padre e figlio ma semplicemente avversari, quasi nemici, che si scontravano l'uno contro l'altro per stabilire davvero chi dei due fosse il più forte. Alla fine fu il Generale che, con una potente spinta della sua spada, riuscì a respingere il figlio, allontanandolo da sé quel tanto che bastava per lanciargli contro un paio dei suoi micidiali fendenti, con cui aveva abbattuto i Nue. Era impossibile respingere quelle potenti lame di aria, affilate come rasoi, e Sesshomaru poté solo schivarle, ma evidentemente non fu abbastanza veloce, perché una di quelle lame incise un altra linea rossa sulla sua guancia, ma lui non batté ciglio e non si prese nemmeno la briga di asciugare il sangue che colava dalla piccola ferita, rispondendo all'attacco di suo padre con un identico crepitante fendente della sua Bakusaiga. Se avesse colpito il Generale lo avrebbe di sicuro fatto a pezzi, ma lui fu più rapido e con un balzo fu di nuovo davanti a suo figlio, bloccandogli la spada con la sua.

- Fai sul serio, allora... interessante! - ridacchiò

- Sapevo che l'avreste evitato – rispose sicuro Sesshomaru respingendo di nuovo il suo attacco.

Questa volta però il Generale spiccò un balzo e con una capriola in aria scavalcò Sesshomaru atterrando dietro di lui pronto a colpirlo alle spalle, ma il giovane demone non si fece sorprendere: si abbasso veloce e, senza nemmeno voltarsi, tese Bakusaiga sopra la sua testa parando il colpo. Solo allora, mentre teneva ferma la spada di suo padre con la sua, si rimise in piedi e si voltò, fece roteare rapido Bakusaiga e questa volta fu la spada del Generale a volare via e il Grande Demone Cane si ritrovò la lama del suo primogenito puntata contro la gola.

Un boato assordante si alzò dai presenti, mentre il Generale, dopo un attimo di stupore, sorrise felice e sollevò le mani in segno di resa.

- Che mi venga un colpo! L'ha battuto sul serio!!! - mormorò Inuyasha stupefatto – Grande fratellone! Mi rimangio tutto quello che ho detto!!! - gridò entusiasta in direzione di Sesshomaru che lo guardò con la coda dell'occhio e non riuscì a trattenere un sorrisetto sprezzante, rinfoderando Bakusaiga.

- Ha ragione lui, figliolo, questa volta m'hai battuto sul serio! - esclamò orgoglioso il Generale attirandolo a sé in un abbraccio – Sono fiero di te, Generale! - gli mormorò in un orecchio mentre Sesshomaru rimase impietrito a occhi sbarrati, fissando il vuoto sopra la spalla di suo padre, completamente scioccato da quel gesto improvviso.

Sentì qualcosa chiudergli la gola, una parte di lui, la parte più nascosta del suo animo, avrebbe voluto ricambiare quel gesto, ma riuscì solo a stringere i pugni. Era la sua ultima occasione, se ne rendeva conto, l'occasione di fare pace con suo padre e con sé stesso, con quel demone forte e fiero che aveva sempre visto camminare un passo avanti a lui, che aveva inseguito per tutta la vita senza mai riuscire a raggiungerlo, sentendosi sempre inadeguato e indegno di lui. Adesso l'aveva raggiunto, l'aveva raggiunto davvero! Con uno sforzo enorme, lottando contro sé stesso e contro secoli di autodisciplina, riuscì finalmente a piegare e sollevare le braccia fino ad appoggiare le mani sulle spalle di suo padre. Fu il massimo che riuscì a fare, ma ci pensò suo padre a stringerlo a sé ancora di più, per un lungo istante, prima di lasciarlo andare e tornare a guardarlo in faccia, orgoglioso.

- Lunga vita al Generale Sesshomaru! Evviva! - fu il grido unanime che si alzò dai presenti


 

Quando le manifestazioni di esultanza intorno a loro si placarono, il Generale e Sesshomaru, tornarono di nuovo da Inuyasha.

- Allora?! Ti sei convinto adesso, figliolo?! Non c'è niente che io potrei insegnarti, che non possa insegnarti anche tuo fratello. - gli disse sereno il Generale

- Sì... - ammise mestamente Inuyasha – anche se dubito che sarà la stessa cosa... Lui non ha i vostri modi e la vostra pazienza! - precisò con un sorrisetto ironico in direzione di Sesshomaru

- Sei ancora vivo, no?! Direi che ne ho avuta fin troppa di pazienza... - rispose atono.

Si sedettero di nuovo tutti e tre sulla veranda continuando a parlare: della battaglia appena passata, dei vecchi nemici del clan che probabilmente si sarebbero trovati ad affrontare di nuovo, degli scontri passati tra Inuyasha e Sesshomaru... di tutto e di niente.

- Qualcosa ti preoccupa, figliolo?! - chiese a un certo punto il Generale a Inuyasha, vedendolo serio.

- No... - mentì in un bisbiglio, ma se ne pentì subito, non poteva permettersi ritrosie con suo padre, non ne avevano il tempo, così si corresse – Solo... prima, vedendovi combattere... mi sono reso conto... che non vi raggiungerò mai. - confessò mestamente

Sesshomaru gli lanciò un'occhiata, con la coda dell'occhio, che valeva più di mille parole.

- Sì, lo so, me l'hai sempre detto! Che sono una nullità, indegna di nostro padre... il disonore della famiglia e bla bla bla... Non m'hai detto altro per anni! - sbottò Inuyasha scocciato dando voce ai pensieri di suo fratello – Però... -

- Però?! - lo incalzò suo padre

- Però adesso... non è con voi che mi sento in difetto. Vi ho ammirato per tutta la vita... e a giusta ragione! Stasera ne ho avuto la conferma! Volevo diventare un demone completo... sognavo di essere come voi... insomma, è normale, no?! Che un figlio pensi certe cose di un padre?! Ma io... io non sarò mai come voi... io sono solo... Inuyasha... Che penserà di me mio figlio? - confessò infine.

Il Generale gli rivolse un ampio sorriso

- Ti svelo un segreto figliolo... - disse tornando per un attimo serio – Anch'io sono solo Touga! - confessò con un altro sorriso cingendogli le spalle con il braccio – Ma per qualche strana ragione i miei figli hanno visto cose in me, che a me sono sempre sfuggite, che non credevo nemmeno di possedere. Tuo figlio penserà di te ciò che ogni figlio pensa del proprio padre: mio padre è il migliore del mondo! Anche quando litigherete, la penserete diversamente e crederete di non capirvi, tu per lui resterai sempre una guida da seguire, una meta da raggiungere. - aggiunse cingendo anche le spalle di Sesshomaru con l'altro braccio e sorridendogli comprensivo prima di tornare a rivolgersi a Inuyasha – Non temere, figliolo, sono sicuro che te la caverai! - asserì sicuro

Il Generale tornò ad osservare il cielo che lentamente iniziava a rischiarasi verso est:

- Incredibile! In questo momento ci sono tre generazioni della nostra famiglia sotto questo tetto! L'avreste mai detto?! - commentò felice e soddisfatto – Il vecchio ha appena lasciato il posto al nuovo, ma il futuro è già dietro l'angolo! -

- Touga... manca poco, ormai... - mormorò triste alle loro spalle la Signora Shitsuki raggiungendoli. Non aveva osato interromperli fino a quel momento.

- Sì, mia cara! - esclamò il Generale alzandosi e sciogliendosi da quell'abbraccio – E' meglio se inizio a salutare tutti! - disse tornando verso i tavoli dove i membri del clan che erano ancora in piedi, stavano svegliando quelli che erano crollati.

Di nuovo, come la sera del suo arrivo, il Generale lì salutò e parlò con ognuno di loro, ma questa volta i sorrisi erano tirati e gli occhi lucidi. Il cielo iniziava a farsi sempre più chiaro quando finalmente il Generale raggiunse sua moglie e la strinse nel suo abbraccio depositandole un dolce bacio sulla fronte:

- Mi mancherai, Touga... - bisbigliò lei con un filo di voce.

Lui le rivolse un ampio sorriso e rispose:

- Tu no! Tu sei sempre qui! - scherzò indicando il suo petto – E ogni volta che mi penserai io ti sentirò – disse abbracciandola di nuovo.

Infine tornò verso i suoi figli, in piedi, di fronte ad entrambi, mise una mano sulla spalla a ognuno di loro:

- So che lascio il clan in buone mani, le migliori! - dichiarò orgoglioso, poi alzò lo sguardo di fronte a sé e vide Kagome, sulla veranda, insieme a Chibiki, con un lungo kimono sulle spalle e una tazza di tisana in mano. Le sorrise, mentre lei lo salutava con la mano e i primi raggi del sole lo sfioravano.

Spostò di nuovo l'attenzione sui suoi figli rivolgendo a entrambi un ultimo, lungo sguardo: a Inuyasha che si sforzava di sorridere trattenendo le lacrime e a Sesshomaru che lo guardava serio con gli occhi appena un po' più lucidi del solito. I suoi figli, così diversi agli occhi del mondo, eppure così uguali ai suoi occhi.

- Vi voglio bene, figli miei. E sarò sempre fiero di voi. - disse semplicemente, con un ampissimo sorriso, iniziando lentamente a scomparire sotto i raggi del sole.

Inuyasha e Sesshomaru si guardarono per un istante prima di rivolgersi di nuovo al Generale e dirgli altrettanto semplicemente:

- Grazie di tutto, Padre. -

prima che quel sorriso si dissolvesse per sempre nella luce del mattino.







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Angolo dell'autrice

Ci credereste... siamo a novembre e io sono su questo capitolo da luglio. Rimanda-rimanda credevo davvero di non farcela a finirlo per la mia solita pubblicazione del venerdì (oggi è mercoledì e fino a ieri ne avevo scritto solo la metà). Probabilmente nemmeno io ero pronta a dire addio al Generale, per questo non riuscivo a scrivere questa parte, anzi non riuscivo proprio a pensarla! Poi oggi, forte dell'impegno che ormai ho preso con voi, mi sono imposta di scrivere e... BAM! E' venuta fuori, quasi di getto! Quindi GRAZIE, questo capitolo lo devo a voi! ;)

Domani lo riguarderò, ma sarà in assoluto il capitolo meno revisionato di tutta la storia. E' anche più lungo del solito, ma non ho avuto cuore di dividerlo. Spero di non fare pastrocchi e di non rovinare tutta quanta la storia con un solo capitolo, eppure qualcosa mi dice che... in fondo va bene così! ^^

Ditemi se mi sono sbagliata.

Alla prossima T_T


 

PS. Tranquilli i prossimi 4 capitoli (tutti slice of life) sono già pronti da un pezzo ;) e mi lasciano giusto il tempo di realizzare i successivi. Quanti saranno, ancora non lo so. ^^'

PPS. Wow! 21 commenti per un solo capitolo, avete di nuovo battuto il record! E io, di nuovo, posso solo dirvi GRAZIE ^_^

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Capitolo 37
*** Inconvenienti ***


Cara Mamma,

Argh! No! Ho sbagliato! Aspetta, ricomincio!

....

Cara Nonna,

Sì, hai capito bene! Ci sono state un sacco di novità in queste ultime settimane e questa è sicuramente la più bella di tutte: io e Inuyasha aspettiamo un bambino!

Ancora non riesco a crederci... è proprio vero che le cose belle arrivano sempre quando meno te le aspetti e non ti nascondo che, dentro di me, ormai iniziavo a perdere le speranze, era da tanto che aspettavamo questo piccolo miracolo... Oh mamma, sono così felice!! Anche tu ti sentivi così quando hai saputo di me e Sota?

Mai come adesso però sento la mancanza del mio mondo... e non solo per te... vorrei andare da un medico, uno “vero”, per sapere che è davvero tutto a posto, magari fare un'ecografia, per vederlo e sapere se è un maschietto o una femminuccia... Te la immagini?! L'ecografia di un piccolo demone cane... chissà la faccia del dottore!!! Però sarebbe così bello... Aaahhh... Sono così invidiosa! Sai che Inuyasha riesce a sentire il suo cuoricino che batte?! Uffa! Voglio sentirlo anch'io! Non è giusto!

Eh?! Come dici?! Inuyasha?! Ah, dovresti vederlo... è... è impazzito! Non lo riconosceresti! Mi tratta come se fossi di cristallo, se potesse legarmi a un letto lo farebbe, non mi molla un secondo, sono giorni che non mi è più concesso portare nemmeno il cestino delle erbe (che non pesa niente)... anzi mi stupisco che non sia qui a reggermi la penna! E' tanto dolce, ma adesso sta cominciando davvero a esagerare, se continua così va a finire che ricomincio a mandarlo “a cuccia”!

Ecco, appunto, dicevamo... è appena tornato (era fuori a lavare i piatti, perché nemmeno quello mi lascia più fare, posso solo cucinare giusto perché lui non è capace!) e adesso brontola che è tardi e devo andare a letto... Va beh! Ti saluto, prima che mi strappi il foglio di mano.

Baci e a presto (appena mi sbarazzo di lui)

Kagome


 

- Allora?! Hai finito?! - sbottò Inuyasha che stava già preparando il futon

- Sì sì... Ah! Guarda qua! Che razza di lettera, povera mamma. Volevo dirle tante di quelle cose e invece... per colpa tua ho lanciato la bomba e sono fuggita! - rispose Kagome lasciando la lettera ad asciugare sul tavolo e iniziando a togliersi il chihaya.

- La colpa è tua che cerchi di fare le cose di nascosto, credendo che non me ne accorga. - la rimproverò dolcemente Inuyasha

- Ti rendi conto che è già passato un mese da quando ho saputo di essere incinta e non ho ancora trovato il tempo di dirlo a mia madre?! E anche quando ce l'avrei, tu me lo impedisci con mille scuse, come se scrivere una lettera potesse uccidermi... - ribatté Kagome che, rimasta con la sola sottoveste, si avvicinò a lui per aiutarlo a sistemare le coperte

- Guarda che io lo dico per te, lo vedo che sei sempre stanca, la mattina fai fatica ad alzarti, l'unica cosa che ti tira su dal letto è quella maledetta nausea... Ehi ferma, ci penso io! - esclamò togliendole le coperte di mano.

- Inuyasha, non sarebbe meglio aspettare che mi ritrovi con una pancia così – disse descrivendo un grosso cerchio con le braccia davanti a lei - prima di aiutarmi in queste cose?! Quando farò fatica a piegarmi sarò ben felice di lasciarmi aiutare, ma per ora ce la faccio benissimo. Non trattarmi come un'invalida! - lo supplicò

- Non se ne parla! Sango e la vecchia dicono che è meglio se non alzi pesi e non fai sforzi! - rispose irremovibile – Tu adesso hai un compito molto più importante che preparare uno stupido letto... - mormorò dandole un bacio dolcissimo sulle labbra.

- E va bene... - sospirò Kagome capitolando con un sorriso e infilandosi a letto mentre anche Inuyasha si toglieva la veste di Hinezumi e si stendeva vicino a lei, poi si avvicinò alla sua pancia e scostò un po' la sottoveste di lei per vedere il suo ventre ancora praticamente piatto e mormorare in direzione del suo ombelico:

- E comunque, giovanotto, appena esci di lì t'aspetta una bella strigliata! Non ti vergogni a far stare male la mamma così tutte le mattine?! - disse serio

Kagome scoppiò a ridere:

- Perché “giovanotto”? E chi ti dice che non sia una “signorina”? - gli chiese divertita – Ti arrabbieresti ugualmente? -

- Certo! - rispose convinto, appoggiando l'orecchio alla sua pancia mentre un sorriso beato gli si dipingeva sul volto ascoltando il battito di suo figlio. Ormai aveva preso l'abitudine a farlo tutte le sere.

- Mmmhhh... sì sì... lo vedo... fai proprio paura... - lo canzonò Kagome, poi mormorò rivolta alla sua pancia – Non dare ascolto a quel brontolone di papà, tu non fai niente di male, non potrei desiderare una gravidanza più tranquilla di questa! -


 

La mattina successiva Kagome venne strappata al mondo dei sogni da due sensazioni ormai familiari: l'abbraccio di Inuyasha e un fastidioso malessere alla bocca dello stomaco che la costrinse a tirarsi su di scatto, con uno sprint da fare invidia a un centometrista, e correre fuori di casa diretta verso il fiume, gettarsi in ginocchio sulla riva e lasciare che il “niente” cercasse di uscire con tutte le sue forze dal suo stomaco vuoto.

Ci volle un po' perché quella sgradevole sensazione si calmasse, ma alla fine Kagome immerse le mani nell'acqua fresca e si sciacquò un po' la bocca e la faccia prima che lo sguardo le cadesse sulla sua immagine riflessa nell'acqua.


 

Inuyasha sentì Kagome scivolare rapida, come un fulmine, fuori dal suo abbraccio, spalancare la porta e fiondarsi fuori e capì che era ora di alzarsi, ma non c'era fretta, oramai aveva imparato che lei riusciva a gestirsi perfettamente quei momenti e, anzi, preferiva restare sola. Tese l'orecchio dispiaciuto ai rumori poco piacevoli che provenivano da fuori, avrebbe dato qualsiasi cosa per accollarsi lui quel malessere, anche solo per una volta, e poi gli mancava il suo “bacio del buongiorno”, ormai erano settimane che andava avanti così, se avesse saputo che sarebbe andata in questo modo c'avrebbe pensato due volte prima di chiederle di avere un bambino, anche per questo si era intestardito nel cercare di aiutarla in tutto quello che poteva: si sentiva terribilmente in colpa, perché lei stava così, mentre lui era felice come mai in vita sua!

Finalmente i rumori cessarono e Inuyasha stava per tirare un sospiro di sollievo quando...

- AAAAHHHH!!!!!! - un acuto grido di terrore squarciò l'aria.

- Kagome!!! - gridò Inuyasha balzando fuori dal letto e raggiungendo sua moglie che ne se stava raggomitolata sulla riva del fiume con le mani sopra la testa. Nella frazione di secondo che impiegò a raggiungerla non avvertì nessuna minaccia esterna e allora un terrore ancora più profondo si impadronì di lui:

- Kagome, cosa c'è? Ti senti male? Il bambino... - balbettò terrorizzato non capendo cosa stesse succedendo, si tranquillizzò solo quando si accorse che non c'era odore di sangue, ma Kagome continuava a tenersi la testa disperata.

Finalmente lei si decise a rispondergli scuotendo piano la testa in segno di diniego e sollevando lentamente su di lui i suoi bellissimi occhi pieni di lacrime, mormorando:

- I-inuyasha... -

- Che è successo, tesoro?! Non farmi preoccupare! - la incalzò lui dolcemente

Le lacrime aumentarono ma Kagome annuì debolmente prima di togliere lentamente le mani dalla testa.

Inuyasha fece tanto d'occhi e spalancò la bocca stupefatto.

- Non ridere... - piagnucolò Kagome

- Oh cavolo! Ma sono vere?! - mormorò stupito prendendole il viso tra le mani e osservandola bene ai lati della testa: le sue orecchie umane erano sparite e al loro posto, ma più in alto, le spuntavano tra i capelli due orecchie da cane identiche a quelle di Inuyasha, ma coperte sul dorso da una soffice e corta pelliccia, nera come i suoi capelli.

Inuyasha non resistette alla tentazione di toccarle per accertarsi che non fossero frutto della sua immaginazione, le prese delicatamente tra le dita, come faceva sempre sua moglie con le sue. A quel contatto Kagome sentì uno strano piacevolissimo brivido e non riuscì a trattenere un gemito per poi arrossire subito violentemente per quella reazione:

“Allora è questo che si prova?!!!” pensò allarmata ricordando le parole di Gyakusatsu e del Generale

- Scusa, tesoro. - mormorò Inuyasha arrossendo leggermente e sorridendole imbarazzato per poi aggiungere più seriamente – Ma allora sono proprio vere... Che diavolo è successo?! -

- Non lo so... - piagnucolò ancora lei – quando mi sono vista riflessa nell'acqua ero già così! Che sia colpa del bambino?! -

- Potrebbe anche essere... non ci vedo altra spiegazione e poi anche mio padre mi aveva accennato qualcosa... su dei possibili effetti strani... ma non mi aveva detto cosa... -

- E adesso che succederà?! Resterò così?! - chiese ancora Kagome tornando a specchiarsi nel fiume – Oh santo cielo! Sembro davvero un mezzodemone! Ho persino le zanne e gli artigli! - esclamò sollevandosi, con la punta delle dita, il labbro superiore per guardare i canini che adesso erano più appuntiti del solito anche se non tanto quando quelli di Inuyasha – Guardami! Sono un mostro! - esclamò guardandosi anche le mani, le unghie non erano molto più lunghe del solito ma sembravano decisamente più appuntite, affilate e resistenti.

- Ah! Allora è questo che pensi: noi mezzodemoni siamo mostri! E io che credevo che mi amassi... - le rispose fingendosi offeso

- Non ho detto questo! Tu così ci sei nato! Tu sei tu e basta! Ma io... io... io non sono così! Rivoglio le mie orecchie... - mormorò afflitta tastandosi le tempie sconvolta dal fatto di non trovarci niente, a parte i capelli.

- Io invece ti trovo bellissima, persino più del solito... - le bisbigliò con voce roca Inuyasha – Dai, vieni qui, mia bellissima mezzodemone... - le disse accogliendola tra le sue braccia per consolarla – Adesso sai cosa provo ogni volta che divento umano... - scherzò

Kagome si strinse a lui con un sospiro e una strana sensazione la travolse: di colpo si ritrovò avvolta dal profumo di Inuyasha... non l'aveva mai sentito così bene ed era così diverso da come lo percepiva di solito, riusciva a cogliere sfumature che non aveva mai notato, all'improvviso le sembrò così inebriante, buono, irresistibile... l'odore del suo uomo!

- Inuyasha... - bisbigliò dolcemente, avvampando e nascondendo il viso contro il suo petto

- Cosa c'è? - le chiese affettuosamente Inuyasha accarezzandole la schiena.

La sentì respirare profondamente e mormorare di nuovo:

- Inuyasha... - strusciando il viso contro il suo petto per poi sollevarlo verso il suo collo

- Dimmi, ti ascolto. - le disse allora con un sorriso, cercando di guardarla in faccia.

Ma lei si strinse ancora di più a lui e inspirò ancora contro il suo collo prima di sollevare lo sguardo verso di lui e bisbigliare ancora:

- Inuyasha... - lo guardava con occhi languidi e gli aveva parlato con una voce calda e appassionata

- Ka-Kagome... che-che ti prende?! - balbettò preoccupato

- Niente... - bisbigliò di nuovo lei inspirando ancora – è solo che... non mi ero mai resa conto... che tu avessi un odore così buono... - proseguì continuando ad inspirare ad ogni pausa

- Da-davvero?! - balbettò Inuyasha imbarazzato

- Mh-mh... - annuì Kagome – Sai di... bosco... di erba bagnata... di corteccia di pino... di muschio... di... maschio! Il “mio” maschio! - aggiunse decisa con una stana luce negli occhi prima di avvinghiarsi al suo collo e lanciarsi sulle sue labbra con una tale foga da scaraventarlo a terra, sul prato.

- Te... soro... cal... ma... ti... - cercò di dirle Inuyasha tra un bacio e l'altro.

- Non voglio calmarmi... - gli bisbigliò lei ansimando eccitata – voglio te! - concluse tornando a baciarlo con passione.

- Ma... tesoro... - cercò di dirle ancora Inuyasha, mentre la mano di lei si insinuava nel risvolto della sua sottoveste per accarezzargli vogliosa i muscoli del petto e un brivido di piacere gli percorreva la schiena; restare lucido stava diventando sempre più difficile, era la prima volta che Kagome prendeva l'iniziativa in modo tanto irruento e sfacciato e la cosa non gli sarebbe dispiaciuta affatto, in un altro momento – i-il... bambino... - provò a mormorare sperando che questo fosse sufficiente a riportarla alla ragione.

- Non preoccuparti... - bisbigliò lei continuando a baciarlo e a lasciar scorrere le sue mani sul suo petto, il collo, il viso – il nostro cucciolo sta benissimo... è al sicuro... ora tocca a me stare un po' bene... è da un po' che mi trascuri, sai?! - mormorò con voce roca – Forse... non mi ami più...? - gli chiese di colpo preoccupata fermandosi un attimo a guardarlo negli occhi e lasciandosi sfuggire...

“Un guaito??!!! Possibile?!” si chiese stupefatto Inuyasha che non poteva certo restare indifferente a una reazione del genere: ai suoi occhi, o meglio alle sue orecchie, di mezzodemone cane, era peggio che vederla piangere.

- No...No... Amore mio... io... io ti amo da impazzire... ogni giorno di più!!! - confessò afferrandole il viso e attirandola a sé per baciarla di nuovo

- Davvero?! - gli chiese rincuorata tornado a bacialo con passione – Allora dimostramelo... - aggiunse di nuovo con voce roca tornando ad accarezzarlo sul petto, l'addome e scendendo poi a slacciargli la sottoveste e ancora più giù...

- Ka-kagomeee!!! - gridò Inuyasha quando lei raggiunse ciò che voleva – No... ferma... -

- Allora è vero che ti piaccio ancora... - mormorò lei provocante constatando il risultato dei suoi baci e delle sua carezze sempre più audaci – Ma allora perché mi resisti?! - mugugnò disperata

- I-io mi preoccupo solo per il nostro bambino... Certo che mi piaci, stupida... Anch'io muoio dalla voglia di fare l'amore con te, cosa credi... N-non sono mica di pietra! - balbettò trattenendosi con tutte le sue forze dal saltarle addosso e farla sua, lì su quel prato, senza tante cerimonie e in modo decisamente poco gentile

- Ah no?! A me sembra di sì, invece... - mormorò lei sorridendo maliziosa, soddisfatta della consistenza di ciò che aveva trovato sotto la cintura

- Oh santo cielo!!! - mormorò Inuyasha quando la vide mettersi a cavalcioni sopra di lui e togliersi lentamente la sottoveste, mooolto lentamente, mentre lo guardava provocante – Ka-kagome... i-io... t'assicuro che sarei il mezzodemone più felice del mondo se potessi farlo con te... così... adesso... ma ho paura che tu non sia in te in questo momento... -

Nonostante le sue parole però Inuyasha non riusciva a frenare la sua immaginazione... fare l'amore in quel modo... con sua moglie... che se di norma era bellissima, adesso con quelle orecchie e quelle piccole e candide zanne che facevano capolino dalle sue dolcissime labbra ad ogni sorriso e, immaginò, anche ad ogni gemito... beh era praticamente perfetta... sarebbe stato un sogno proibito che si avvera! Anzi andava ben oltre il più proibito dei suoi sogni!!! Solo un pazzo le avrebbe detto di no! Ma c'era il loro bambino di mezzo... non era il momento per il sesso selvaggio e demoniaco... No, adesso, in certi momenti, doveva sforzarsi più che mai di essere delicato! Certo potevano farlo con calma e sarebbe stato ugualmente meraviglioso, come sempre... ma qualcosa gli diceva che questa volta lei non si sarebbe accontentata...

- E va bene! L'hai voluto tu, femmina pervertita! - esclamò Inuyasha afferrandola con decisione per i fianchi e rovesciandola sul prato sotto di lui – Scoprirai sulla tua pelle cosa succede a “svegliare il can che dorme” - aggiunse minaccioso

Ma lei lo guardò per niente spaventata e sorridendo mormorò:

- Finalmente... -

- Toglimi il rosario... - le disse Inuyasha malizioso “e speriamo bene...” pensò preoccupato senza darlo a vedere.

Kagome obbedì senza indugi e subito i tratti demoniaci fecero la loro comparsa sul viso di Inuyasha che, per fortuna, riuscì a mantenersi lucido anche quando lei lo baciò di nuovo, ringhiando leggermente, provocante, e mordendogli piano il labbro.

Kagome fece per mettersi il rosario al polso, ma Inuyasha le chiese con voce roca:

– Perché non lo metti tu, invece?! Voglio vedertelo al collo, mia bella mezzodemone... - bisbigliò malizioso baciandola con passione

Lei gli sorrise e di nuovo obbedì senza protestare.

- Allora?! Come mi sta?! - gli chiese allettante tirando con un dito il rosario fino all'incavo dei suoi seni.

Inuyasha la guardò sospirando:

- B-bene... molto bene... - dovette ammettere suo malgrado, indugiando con lo sguardo sul seno di lei e invidiando ogni singola perla del suo rosario... prima di rendersene conto la stava baciando di nuovo, iniziando a scendere lungo il suo collo... fu con uno sforzo enorme che si fermò e, facendo appello all'ultima goccia di lucidità, si sollevò a guardarla negli occhi:

- Amore... - le bisbigliò di nuovo Inuyasha ansimando di desiderio – la faresti un'ultima cosa per me? - le chiese con dolcezza

- Tutto quello che vuoi, amore mio! - gli rispose Kagome guardandolo adorante

- Mi diresti quella cosa... quella che non mi vuoi più dire... mi manca tanto sai?! -

- Cosa?! “A cuccia”?! - chiese lei perplessa – AAAHHH!!! - gridò quando una forza invisibile le si strinse intorno al collo schiacciandola a terra con violenza, per fortuna era già sdraiata e non si fece quasi niente.

- Ahi! Ma che cavolo... - borbottò massaggiandosi la nuca e rimettendosi lentamente seduta, aiutata da Inuyasha

- Va meglio adesso?! - le chiese lui preoccupato

- Meglio, un accidente! - rispose lei arrabbiata sollevando lentamente lo sguardo su di lui, sguardo che si fermò in un “certo posto” che si dimostrava ancora “felice” per i momenti appena trascorsi (e per quelli che si illudeva ci sarebbero stati) – Ommioddio... Copritiiii!!!! - gridò imbarazzata prima di rendersi conto di essere completamente nuda. Incrociò velocissima le braccia sul petto per cercare di coprirsi – Ma che è successo?! A-abbiamo... e me lo sono perso?! - chiese stupita e preoccupata

- No, tesoro, non “abbiamo”... - rise Inuyasha “Purtroppo!” pensò con una punta di rammarico – Ti ho fermata in tempo, ma temo che il mio trucchetto non funzionerà una seconda volta e non posso stare senza il mio rosario, soprattutto con te in queste condizioni. Dobbiamo trovare una soluzione! - ammise preoccupato dopo essersi rivestito e mentre le rimetteva sulle spalle la sua sottoveste.

- Tu... mi hai fermata?! Oh santo cielo... i-io ti sono saltata addosso... letteralmente... - mormorò Kagome imbarazzatissima, iniziando a ricordare ciò che era successo – E... e solo perché ho sentito il tuo profumo... Ma perché?! E'... è normale che un demone si comporti così?! Insomma tu non l'hai mai fatto! -

Inuyasha le sorrise dolcemente:

- Tesoro... tu sei una mezzodemone da quanto?! Dieci minuti?! Io così ci sono nato. - la canzonò – Sono abituato a gestire il mio sangue demoniaco e le sue conseguenze ma... non credere che il tuo profumo non mi faccia lo stesso effetto... sono solo più bravo a dominare i miei istinti... insomma anche tu mi avevi messo parecchio in crisi la nostra prima notte, non te lo ricordi?! E anche adesso... - confessò timidamente indicando la sua faccia trasformata - Ma poi ho imparato a gestire anche certe situazioni e poi... ho il tuo rosario che mi aiuta ma se adesso serve anche a te... beh mi sa che siamo nei guai... -

- Forse potremmo chiedere alla vecchia Kaede se ne ha un altro... - mormorò dubbiosa Kagome.


 

Si vestirono e fecero rapidamente colazione, per poi recarsi al villaggio. Kagome preferì coprirsi le orecchie con un fazzoletto per evitare di spaventare gli abitanti con quell'assurda novità e se lo tolse solo dopo essere entrata nella capanna dell'anziana sacerdotessa.

Passò un minuto buono in cui la vecchia Kaede continuò a fissare attonita la testa di Kagome, mentre la ragazza cercava di spiegarle, senza troppi particolari, cosa fosse successo:

- Beh, ragazza mia... non ne so molto di “gravidanze demoniache” ma immagino che se una normale gravidanza comporta già molti cambiamenti per il corpo di una donna... se il bambino è anche un mezzodemone credo sia normale che anche questo abbia le sue conseguenze... certo non immaginavo fino a questo punto! - ammise la vecchia.

- Ma cosa possiamo fare, nonnina?! - chiese preoccupata Kagome – Insomma, guarda... sembra che anche il mio potere di purificazione sia diminuito... non riesco nemmeno a far tornare normale Inuyasha! - esclamò guardando suo marito che aveva ancora i marchi demoniaci in faccia.

- Penso che anche questo sia normale... il tuo potere di norma è molto forte e rischieresti di far del male a tuo figlio senza nemmeno volerlo... probabilmente il tuo fisico si dev'essere adattato in qualche modo, per proteggere il bambino. - ipotizzò Kaede

- Se le cose stanno così, vecchia, ora più che mai ho bisogno del mio rosario! - intervenne Inuyasha – Non posso certo rischiare di perdere il controllo se non c'è nessuno che riesca a fermarmi... e poi... non voglio rischiare di far del male... alla mia famiglia. - mormorò guardando Kagome con affetto – Ci serve un altro rosario! - concluse deciso

- Mi dispiace, ma non ne ho più. - mormorò rammaricata la vecchia Kaede

- Che cosa?! - esclamarono in coro Inuyasha e Kagome

- Sì, quel rosario è unico... a dir la verità... era di Kikyo... l'aveva preparato per te Inuyasha, ma poi non te l'ha mai dato... per questo Kagome è l'unica che può usarlo – confessò – Io te l'ho messo al collo ma non sarei in grado di fabbricarne un altro, solo Kikyo sapeva farlo. -


 

Lasciarono la casa di Kaede sconsolati e andarono a sedersi ai piedi del loro albero:

- Che situazione assurda! - sbottò Kagome – Abbiamo affrontato demoni di ogni sorta insieme e ce la siamo sempre cavata ma adesso... - mormorò accarezzandosi la pancia – questo piccolo demone non è ancora nato e c'ha già messo nei guai! - esclamò sorridendo dolcemente

- Se solo papà fosse ancora qui... potrei chiedere a lui. - si rammaricò Inuyasha – Infondo lui se l'aspettava... -

- Già! - ammise Kagome – Ora che ci penso... perché se l'aspettava? - chiese curiosa Kagome

Inuyasha si bloccò imbarazzato, ma Kagome non gli dette il tempo di rispondere.

- Ma certo! Anche tu sei un mezzodemone, quindi anche tua madre... deve aver avuto qualche piccolo inconveniente, non credi?! - esclamò Kagome rianimandosi di colpo

- Sì, ma senza mio padre... - ribatté Inuyasha

- Senza tuo padre... - lo interruppe Kagome – c'è una sola persona che può aiutarci... -

- Miyoga!!! - esclamarono all'unisono


 

- Di sicuro è da Totosai! - gridò Inuyasha correndo con Kagome sulle spalle

- Ma sei sicuro che possa venire anch'io?! - chiese Kagome preoccupata – Credevo che la casa di Totosai fosse in un posto inaccessibile agli umani... -

- Infatti! Ma tu adesso sei una mezzodemone, tesoro! - rispose divertito Inuyasha

- Questo non significa che possa fare tutto quello che fai tu! - rispose lei

Inuyasha si fermò di colpo e la mise a terra:

- Lo scopriremo subito... Avanti, prova a starmi dietro! - esclamò rimettendosi a correre

- Ehi... Aspetta! Ma che ti salta in testa?! - gridò Kagome vedendolo allontanarsi – Argh... Brutto stupido! - sbottò mettendosi a correre, prima piano poi sempre più forte. Si stupì di non sentire alcuna fatica, ma anzi sentiva di poter accelerare ancora e così fece. In men che non si dica si ritrovò a veder scorrere il mondo intorno a lei, gli alberi, i cespugli, allo stesso modo in cui li vedeva di solito dalla schiena di Inuyasha.

Sentì di nuovo l'odore di suo marito, poco lontano da lei e se lo vide comparire davanti, stava ancora correndo e si voltò a guardarla:

- Visto che ce la fai! - la canzonò divertito prima di spiccare un salto verso un ramo a un paio di metri da terra.

- Uffa! Non vale! Non ce la farò mai! - gridò Kagome scocciata ma provò ugualmente a saltare con tutta la forza che aveva, nel disperato tentativo di raggiungerlo.

Con suo enorme stupore, saltò così in altro che, se Inuyasha non l'avesse presa al volo, avrebbe superato l'albero finendo a terra dall'altra parte.

- Ehi, vacci piano! - rise Inuyasha stringendola forte tra le braccia e tornando a terra insieme a lei – Allora, ci credi adesso?! Non penso proprio che avrai problemi da Totosai! -

Kagome lo guardò stupita e gli sorrise:

- Sì, forse hai ragione... - mormorò

- Dai! Torna in groppa, mammina! Meglio se non fai altri sforzi, per oggi. - disse premuroso Inuyasha, facendola salire di nuovo sulla sua schiena.

- Mmmhhh... peccato... c'avevo preso gusto! - mugugnò Kagome fingendosi rattristita prima di stringersi a lui con un sorriso.


 

Arrivarono rapidamente da Totosai. Kagome si guardava intorno in quella landa desolata, cosparsa di crateri fumanti e fiumi di lava, tenendosi il naso tra le dita per proteggersi dall'orrendo fetore di uova marce che permeava l'aria:

- Bleah! Che puzza! Ma davvero Totosai vive in un posto simile?! - chiese disgustata temendo che la nausea prendesse di nuovo il sopravvento.

- Sì! - rispose Inuyasha – Eccola, quella è la sua casa! - le spiegò indicando un enorme scheletro davanti a loro a cui mancava uno spicchio del cranio, ricordo di un Meidozangetsuha lanciato da Sesshomaru. - Ehi! Totosai! Ci sei?!!! - gridò il mezzodemone.

Il vecchio spadaio fece capolino, curioso, tra le fauci spalancate dello scheletro:

- Oh Inuyasha! Che ci fai da queste parti?! - poi il suo sguardo si spostò su Kagome – Ma che è successo???!!! - chiese stupefatto

- E' quello che vorremmo sapere! - spiegò laconico Inuyasha – Il vecchio Miyoga è qui con te?! -

- Signor Inuyasha! - gridò la piccola pulce saltellando verso di loro e raggiungendo con un balzo la spalla di Kagome – Signora Kagome! Ma come avete fatto ad arrivare fin qua?! - la salutò allegro lanciandosi contro la sua guancia e pungendola prontamente.

Miyoga dette un lungo sorso soddisfatto ma poi si staccò di colpo:

- Che è successo al vostro sangue, Signora Kagome? - chiese stupito osservandola meglio

- Questo dovresti dircelo tu, vecchio! - lo rimproverò Inuyasha afferrandolo tra la punta delle dita e schiacciandolo senza pietà.


 

- Mmmhhh... capisco... - mormorò il vecchio Miyoga, meditando serio con le quattro braccia conserte, dopo le spiegazioni di Inuyasha e Kagome – In effetti anche vostra madre ebbe qualche difficoltà con voi... tuttavia, Signor Inuyasha, voi eravate un mezzodemone, il figlio del Grande Generale Cane... c'era da aspettarselo che il sangue di vostro padre fosse difficile da gestire per un'umana... ma vostro figlio... senza offesa, ma è solo il figlio di un mezzodemone e di un'umana, ha sicuramente del sangue demoniaco (e ce lo ha ampiamente dimostrato nella battaglia contro i Nue) ma non tanto quanto voi, Signor Inuyasha. Inoltre mi stupisco che una sacerdotessa potente come la Signora Kagome non riesca a tenere a bada un po' di sangue demoniaco di suo figlio! -

- Secondo la vecchia Kaede, è una reazione naturale del mio corpo. - spiegò Kagome – I miei poteri si sono ridotti per non compromettere il bambino. Forse è per questo che riesce a farmi quest'effetto anche se è demone solo per un quarto. - ipotizzò

- Qualunque sia il motivo, dobbiamo trovare una soluzione! - tagliò corto Inuyasha – Mio padre e mia madre come la risolsero, Miyoga?! - chiese preoccupato

- Beh... a dire la verità... non la risolsero! - rispose mortificato il demone pulce

- Che cosaaa??!!! - esclamarono all'unisono Inuyasha e Kagome

- Sì... insomma... voglio dire... vostro padre partì poco dopo la comparsa dei primi “sintomi” e non fece ritorno fino alla vostra nascita... e in sua assenza vostra madre rimase abbastanza calma e la situazione si gestì piuttosto facilmente. -

- Quindi cosa dovrei fare, secondo te?! Andarmene e lasciare Kagome da sola fino alla nascita del bambino?! Non se ne parla!!! - sbraitò Inuyasha

- Forse c'è un'altra soluzione... - intervenne Totosai – Facciamo una prova! Tanto per cominciare, Kagome... che ne diresti di restituire a Inuyasha il suo rosario?! -

Kagome lo guardò poco convinta, ma lentamente si sfilò il rosario e si avvicinò a Inuyasha per rimetterglielo al collo. I marchi demoniaci scomparvero all'istante dal volto del mezzodemone che però si ritrovò di nuovo sua moglie tra le braccia che lo guardava adorante, sospirando con aria languida.

- Ecco! Lo vedi, Totosai! E questo è niente! - esclamò imbarazzato Inuyasha

- Sì... esattamente come vostra madre, Signor Inuyasha... - ammise Miyoga scuotendo la testa.

- Bene, almeno sappiamo che il tuo rosario ti è veramente indispensabile, Inuyasha. - sentenziò Totosai – E dimmi... hai provato a darle Tessaiga?! - chiese dubbioso il vecchio spadaio

Inuyasha lo guardò stupito:

- N-no! In effetti... non c'avevo pensato... - rispose sfilandosi rapidamente la spada dal fianco - Tesoro, puoi... tenermi Tessaiga un momento?! - chiese gentilmente a Kagome che continuava a stringersi a lui uggiolando affettuosa.

- Ma certo, amore mio, tutto quello che vuoi! - gli rispose lei con voce flautata afferrando la spada che lui le porgeva. A quel contatto Tessaiga iniziò a pulsare, gli artigli di Kagome iniziarono a ritrarsi e le orecchie a scendere di nuovo al loro posto, tornado lentamente rosa.

- Presto, Inuyasha! Riprendi Tessaiga! - gridò allarmato Totosai – Se Kagome torna umana qua, morirà! -

Imprecando malamente contro il vecchio fabbro, Inuyasha strappò subito Tessaiga dalle mani di Kagome che invertì immediatamente la trasformazione tornado ad assumere l'aspetto del mezzodemone.

- Bene, questo mi conferma che Tessaiga può tenere a bada anche il sangue demoniaco di tuo figlio, Inuyasha. - dichiarò soddisfatto Totosai.

- Sì, ma Tessaiga serve a me, io e Miroku abbiamo un sacco di lavoro e con un bambino in arrivo non posso proprio permettermi di rifiutare! E anche Sesshomaru è convinto che, dopo l'ultima vittoria, anche altri nemici del clan torneranno a farsi avanti, è solo questione di tempo! Per non parlare di quelli che vorrebbe attaccare lui! - sbottò Inuyasha – E non posso neanche portare Kagome con me e pretendere che combatta lei contro i demoni nel suo stato! - dichiarò cingendole le spalle protettivo mentre lei si stringeva di nuovo a lui accarezzandogli con le dita il risvolto del suikan, come se morisse dalla voglia di strapparglielo di dosso.

- Certo, capisco, ma forse possiamo fare ugualmente qualcosa. - rispose Totosai – Dammi Tessaiga e l'anello e lascia fare a me, non ci metterò molto. -


 

Il vecchio fabbro si mise subito al lavoro con le sue fiamme e il suo martello. Il rumore era talmente forte che riscosse persino Kagome dal suo stato:

- Non possiamo aspettare fuori?! - chiese disperata a Inuyasha, tappandosi le sensibili orecchie – Mi sta spaccando i timpani! -

Così Inuyasha la condusse al vecchio capanno sul retro, dove il rumore della fucina arrivava molto attenuato.

- Amoreee... - cinguettò Kagome di nuovo stretta a lui – cosa facciamo mentre aspettiamo?! - chiese maliziosa – Io un'idea ce l'avrei... - ridacchiò insinuando la mano nel risvolto del suikan e avvicinando il viso di lui al suo per baciarlo.

- Tesoro... non è il momento... hai sentito, Totosai.... farà in un attimo... - balbettò Inuyasha che ormai faceva sempre più fatica a contrastare i dolci assalti di sua moglie.

- Uuuhhh... ma nemmeno un bacino... - piagnucolò Kagome guardandolo con due occhioni da cucciola – uno piccolo piccolo... -

Inuyasha la guardò sospirando, era impossibile dire di no a quello sguardo!

- E va bene... “uno piccolo piccolo” - concesse sfiorandole appena le labbra con le sue – Ecco! Contenta?! -

- No! - rispose triste Kagome – Così è troppo piccolo! -

- Mmmhhh... E va bene! - rispose spazientito Inuyasha baciandola di nuovo sulle labbra, con un po' più di convinzione – Ti va bene così?! - le chiese di nuovo

- Insomma... secondo me si può fare di meglio! - rispose decisa avvinghiandosi a lui e baciandolo con passione.

“Basta! Al diavolo tutto quanto!” pensò Inuyasha che non ne poteva più di trattenersi, iniziando a rispondere a quel bacio. Senza quasi accorgersene si ritrovò disteso sopra Kagome, sulla paglia che copriva il pavimento del capanno, continuando a baciarla senza quasi prendere fiato

“Ma sì... tanto Totosai ne avrà per ore...” si disse accarezzando il seno di sua moglie, da sopra l'hakui, che gli sembrò leggermente più gonfio di come lo ricordasse... Un altro ottimo motivo per non fermarsi!

- Inuyasha... - mormorò Kagome con voce carica di desiderio.

- Kagome... - le rispose lui con altrettanto trasporto

- Inuyasha... - ansimò ancora lei

- Kagome... - ripeté lui

- Signor Inuyasha... -

- Signora Kagome... - ridacchiò Inuyasha, possibile che anche in quel momento lei avesse voglia di scherzare?!

- Signor Inuyasha... -

Inuyasha si riscosse di colpo: quella non era la voce di Kagome!

- Signor Inuyasha... - continuava a strillare il vecchio Miyoga che era corso fuori dalla fucina per cercarli.

- Maledizione! - imprecò tra i denti, Inuyasha – Siamo qua, vecchio! Che c'è?! - rispose visibilmente scocciato rimettendosi seduto e aiutando anche Kagome, che lo guardava contrariata, a tirarsi su.

- Totosai ha finito! - dichiarò allegro il demone pulce raggiungendoli – Ehm... ho forse interrotto qualcosa?! - chiese perplesso e imbarazzato notando i fili di paglia che spuntavano dai capelli di entrambi.

- Secondo te?! - ringhiò infastidito Inuyasha afferrando di nuovo la pulce tra le dita e assestandogli un'altra potente strizzata.


 

- Ho trasferito nell'anello anche un po' del potere calmante di Tessaiga. - spiegò Totosai a Inuyasha – Aspetta di esserti allontanato, però, prima di farglielo indossare di nuovo. -

- Va bene. - rispose Inuyasha – Grazie di tutto, Totosai. -

Quando lasciarono il caldo soffocante e i vapori malsani della landa incandescente dove viveva Totosai, Inuyasha restituì a Kagome il suo anello e finalmente sua moglie tornò ad essere una normale umana.

- L'ho fatto di nuovo, vero?! - piagnucolò lei sulle spalle di lui, mentre tornavano verso il villaggio.

- Sì, ma molto meno. - ammise Inuyasha sorridendo, nonostante il vago senso di rammarico che gli rodeva dentro – Te lo ricordi? -

- Sì, questa volta sì... non riuscivo a trattenermi ma... ero abbastanza lucida . - rispose nascondendo il viso contro le sue spalle – Che vergogna! Mi sono comportata come una gattamorta davanti al vecchio Miyoga e a Totosai... chissà che penseranno, adesso, di me?! - si chiese triste

- Non preoccuparti, tesoro, non è stata colpa tua e lo sanno entrambi. - rispose sereno Inuyasha “E sanno anche che, se si azzardano a fare commenti, li distruggo!” pensò immediatamente dopo, furibondo.


 

Quando, a sera, raggiunsero il villaggio, trovarono Miroku e Sango ad aspettarli:

- Eccovi, voi due! Dov'eravate spariti?! - chiese curioso il monaco

- Oh se sapeste... ne sono successe di tutti i colori! - esclamò Kagome

Decisero di fermarsi a cena da loro e raccontarono agli amici la loro piccola grande disavventura. Quando terminarono Miroku non riuscì a trattenersi:

- Davvero amico, tu ci provi proprio gusto a dare calci alla fortuna! Io mi sarei chiuso in casa con mia moglie per una settimana!!! Altro che Totosai! - sbottò contrariato scuotendo la testa.

- Questo, perché a differenza tua, Inuyasha non ha il cervello sotto la cintura! - lo rimproverò Sango – Lui sì che è un marito responsabile e rispettoso di sua moglie! - rincarò

- Aaahhh... Sanguccia... non fare così! Io lo dico perché ti amo! - piagnucolò Miroku mentre tutti scoppiarono a ridere.

- Ma davvero ti sono venute le orecchie da cane?!! - le chiese curiosa Sango

- Sì, guarda! - esclamò Kagome sfilandosi l'anello e tornando ad assumere l'aspetto del mezzodemone.

A quella vista le gemelle si misero subito a saltare dalla gioia:

- Zia Inu! Zia Inu! - gridavano allegre

Kagome scoppiò a ridere:

- Già, sembro proprio lo Zio Inu, vero?! Volete toccare anche le mie orecchie? - chiese divertita

- Sììììì!!! - gridarono eccitatissime

- E va bene... però dovete fare molto piano o mi farete male... - concesse abbassando di lato la testa per lasciarsi toccare.

- Mammaaa... sono veheee!!! - esclamò eccitatissima Masami toccando piano le orecchie di Kagome.

- Anch'io voglio ohecchie!!! - piagnucolò Manami.

- Temo proprio che non sia possibile, tesoro. - le rispose Sango divertita, mentre Kagome si rimetteva l'anello e tornava normale.


 

- Certo che hai del coraggio a lasciarti toccare così da quelle due scalmanate! - commentò più tardi Inuyasha, mentre rincasavano. Era inorridito vedendo le sensibili orecchie di sua moglie tra le grinfie di Manami e Masami.

- Dai, che male c'è! Sono solo due bambine e poi è divertente... se poi posso tornare normale, ovvio! - rispose ridendo Kagome – Fammi capire: non ti lascerai toccare le orecchie nemmeno da tuo figlio... o figlia?! - chiese maliziosa sottolineando di proposito l'ultima parola.

L'immagine di lui che camminava con una piccola Kagome sulle spalle, che gli stringeva piano le orecchie, sorridendo divertita e chiamandolo “papà”, si formò all'istante nella mente di Inuyasha che arrossì vistosamente:

- Beh... che c'entra... mia figlia è mia figlia... - balbettò impacciato

Kagome scoppiò a ridere di gusto davanti a quella reazione.

- Eccoci a casa, finalmente! - esclamò Inuyasha mettendola a terra, sulla porta di casa.

- Povero amore mio, per colpa mia oggi hai avuto una giornata davvero dura! - ammise Kagome comprensiva accarezzandogli una guancia – In tutti i sensi... - ridacchiò maliziosa

- Kagome! - esclamò scandalizzato Inuyasha – Non credevo fossi capace di simili insinuazioni anche... da lucida! - ammise arrossendo di nuovo.

- Beh... non mi sembrava che stamattina certe “insinuazioni” ti dispiacessero... ma se preferisci fare certi discorsi con la mia... ehm... “gemella cattiva”... se ne può parlare... - mormorò con voce roca sfilandosi l'anello e trascinandolo dolcemente dentro casa – Però ricordati... che non siamo soli... abbiamo un passeggero a bordo... - si raccomandò baciandolo piano sulle labbra.

Inuyasha sospirò felice:

- Adesso sì che sei perfetta... - mormorò stringendola tra le sue braccia e chiudendosi la porta alle spalle.

 


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Angolo dell'autrice

Sì, lo so... capitolo un po' così! Erotico/comico/slice of life ^_^

Non so bene nemmeno io come m'è uscito, avevo voglia di metterli un po' alla prova con questo periodo così delicato per la vita di ogni coppia, e per loro ovviamente non poteva filare normalmente, no?! ;-P

Avevo anche voglia di inserire in qualche modo una Kagome in versione mezzodemone (che si vede spesso in tante FA), credo che quest'esperienza l'abbia aiutata a capire ancora meglio cosa significa essere un mezzodemone e che questo rafforzerà sicuramente il suo rapporto con Inuyasha, oltre ad aiutarla ad essere una madre migliore per suo figlio/figlia.

Infine, ricordate il capitolo “Luna di miele” (penso di sì, l'avete letto 2000 volte!! O.O) quando Kagome fa la fatale richiesta “Ah sarei proprio curiosa di sentirlo, tutto questo buon odore che dici tu!”... Ehhhh... Kagome Kagome... bisogna sempre stare attenti a quello che si desidera! ;)

Alla prossima ^_^

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Capitolo 38
*** Carpe diem ***


- Kagome, non preoccuparti, ci penso io alla cena – esclamò Sango una sera.

Inuyasha e Miroku erano partiti per uno dei loro soliti esorcismi, questa volta più lontano del solito. Sapendo che sarebbero stati via alcuni giorni, Inuyasha aveva insistito perché Kagome restasse da Sango, per non lasciarla sola in un periodo così delicato e Kagome aveva accettato volentieri, visto che anche lei si sentiva più tranquilla così.

- Ma no, Sango, ti do una mano... non mettertici anche tu, adesso. C'è già Inuyasha che non mi lascia muovere un dito, se continuo così finirò per atrofizzarmi. - scherzò Kagome - Dai, io mi occupo delle verdure! - aggiunse allegra.

- E va bene! - acconsentì Sango – Però fai con calma, mammina! - scherzò anche lei accarezzandole la pancia che iniziava a sporgere dall'hakama – Finalmente si inizia a vedere qualcosa eh! -

- Meno male! - rispose Kagome – Iniziavo a pensare di essermi immaginata tutto... ormai dovrei essere nel quarto mese già da un po', era l'ora che si vedesse un po' di pancia! - esclamò allegra e un po' imbarazzata.

- Mmmhhh... aspetta a cantare vittoria! Ne riparliamo tra tre o quattro mesi, allora non sarai più così contenta della tua pancia, fidati! - la mise in guardia Sango.

- Ehilà! C'è nessuno?! Qui c'è un povero papà tanto stanco che avrebbe voglia di un bacio dalle sue principesse! - gridò la voce di Miroku fuori dalla capanna.

- Papà! Papà! - esultarono felici le bambine che stavano giocando sulla soglia

- Sono tornati! - esclamò allegra Sango mollando i preparativi per la cena e andando anche lei incontro a suo marito, con Hideki in braccio.

Kagome non fece in tempo a seguirla che si ritrovò tra le braccia di Inuyasha appena entrato dalla porta:

- Ehi, ciao! - mormorò baciandola dolcemente – Come va?! Tutto a posto?! -

Kagome annuì felice e Inuyasha la baciò di nuovo:

- Mi siete mancati... - bisbigliò - soprattutto tu, mammina... Non ho quasi chiuso occhio in queste notti senza te addosso. - confessò sorridendo

- Beh... potevi abbracciare Miroku! - scherzò Kagome

- C'ho provato, ma lui russa! - rise Inuyasha

Anche Kagome scoppiò a ridere e lo guardò con amore:

- Anche tu ci sei mancato, papà... - rispose con un sorriso stringendosi a lui.

- Vieni Hideki, facciamo vedere a papà la bella novità! - esclamò Sango allegra tornando dentro casa insieme ai suoi figli.

- Uh già! E' vero! - le fece eco Kagome eccitatissima sciogliendosi dall'abbraccio di Inuyasha

- Che è successo?! - chiese curioso Miroku, entrando in casa

- No-no-no! Fermo lì! - lo ammonì Sango correndo dall'altra parte della piccola capanna e mettendo a terra Hideki – Hideki, dov'è papà?! - gli chiese dolcemente Sango

Il bimbo la guardò raggiante e si voltò verso il suo papà che li guardava curioso, poi tese deciso le manine verso di lui e iniziò a muovere qualche passo incerto verso Miroku, prima piano poi sempre più veloce, ridendo felice.

Miroku lo guardò stupito, senza pensarci due volte mollò il suo bastone, che finì per terra, e si chinò tendendo le braccia verso suo figlio:

- Non riesco a crederci!! Vieni, Hideki, vieni da papà!! - lo incitò felicissimo mentre anche le gemelle facevano il tifo per il fratellino.

In un attimo Hideki raggiunse suo padre che lo prese felice tra le braccia sollevandolo in aria:

- Bravissimo, Hideki!!! - esclamò orgoglioso – Ma quando è successo? - chiese curioso a Sango

- Giusto stamattina. - rispose lei guardandolo un po' dispiaciuta

- Nooo... e me lo sono perso! Lo sapevo, non dovevamo andare così lontano! - si rammaricò Miroku

- Però così abbiamo avuto il tempo di allenarci e ti abbiamo fatto una bella sorpresa. - lo consolò Kagome con un sorriso

- Ehhh... è inutile che ci provi, Kagome. È il triste destino dei padri perdesi un sacco di cose dei figli... - ammise Sango.

- Questo lo dici tu! - intervenne Inuyasha – Io non ho intenzione di perdermi niente della vita di mio figlio! - affermò deciso.

- Sì... certo... come no?! - lo canzonarono Sango e Miroku.

Poi Sango e Kagome tornarono ad occuparsi della cena. Kagome aveva preparato una bella insalata con le prime verdure dell'orto (anche se lei avrebbe dovuto rinunciarvi) e stava per servirla tutta orgogliosa, quando si bloccò di colpo, fissando sbalordita davanti a sé, e la ciotola le sfuggì di mano rovesciandosi a terra:

- Ehi ma che combini! - esclamò Inuyasha, poi la guardò meglio in faccia e si corresse subito, allarmato, scattando al suo fianco – Che succede?! Qualcosa non va? Non ti senti bene?!!! -

Kagome non rispose, ma si voltò lentamente verso Sango, che la guardava preoccupata:

- S-sango... i-io... - balbettò a fatica mettendosi una mano sulla pancia.

L'amica capì al volo e subito le sorrise:

- Cos'hai sentito? -

- N-non lo so... come una specie... di sfarfallio... ma forse me lo sono solo immaginato... - mormorò dubbiosa - Ah! No! L'ho sentito di nuovo!!! - gridò – Sango... -

La sterminatrice le sorrise felice:

- Sì, Kagome, è il tuo bambino... non ci sono dubbi. - le spiegò orgogliosa – Complementi mammina, ti sei appena presa il tuo primo calcio! - scherzò

- Che cosa???!!! Si è mosso?!! L'hai sentito?!! Dove?!! - strillò Inuyasha mettendole subito una mano sulla pancia.

- Non puoi sentirlo da fuori, Inuyasha. È troppo presto! - lo ammonì Miroku – Vedi! Ecco un'altra cosa che noi uomini siamo inesorabilmente destinati a perderci! -

- No! Non vale! - sbottò Inuyasha, poi avvicinò la faccia alla pancia di Kagome – Dai, piccolo, avanti! Fatti sentire! Dammi un bel pugno! - mormorò indicando la guancia appoggiata alla pancia, come se suo figlio potesse vederlo – Allora?! - chiese speranzoso a Kagome

- No, niente, mi dispiace... - gli rispose sorridendo divertita – Forse... non vuole prendere a pugni il suo papà! Dovresti essere contento, è un bambino molto rispettoso! - ridacchiò Kagome

- O forse... è una femminuccia e ti ignora perché l'hai offesa chiamandola “piccolo”! - scherzò Sango

- Giusto! È vero! La tratta sempre come un maschio, di sicuro è per quello... - la assecondò Kagome ridendo sotto i baffi

Inuyasha le guardò storto entrambe prima di tornare a rivolgersi alla pancia:

- Ok, tesoro, mi rimangio quello che ho detto... mi basta anche una carezza, eh! Non la vuoi dare una carezzina al tuo papà?! - mugugnò disperato.

- Arrenditi, Inuyasha, te l'ho detto: è troppo presto. - insistette Miroku scuotendo la testa sconsolato – Per ora solo la Divina Kagome può sentirlo... -

- Ma non è giusto! Cavolo! È mio figlio, voglio sentirlo anch'io! - sbuffò contrariato tornando a sedersi a gambe incrociate, scocciato.

- Ah! Si è mosso di nuovo! - esclamò felice Kagome


 

- Per quanto ancora mi terrai il muso? - gli chiese più tardi Kagome, mentre tornavano verso casa.

Inuyasha le rispose con un grugnito, mentre camminava al suo fianco a braccia conserte.

- Allora io che dovrei dire! - insistette Kagome – Sono mesi che tu senti il suo cuore e io no! Hai avuto la prova che c'era davvero, prima ancora di me! Non è mai successo nella storia del mondo che un padre abbia sentito il figlio prima della madre! Ma non mi sembra di avertelo fatto pesare... - esclamò terminando la frase con le lacrime agli occhi.

A quella reazione Inuyasha non riuscì a fare a meno di sentirsi in colpa:

- Scusa tesoro, hai ragione... - mormorò dispiaciuto e pentito, guardandola con la coda dell'occhio – è che... lo sai quanto ci tengo a lui... o lei... Sono così felice... e impaziente... - confessò imbarazzato

- Sì...sì... lo so: “la pazienza non è il tuo forte” - lo apostrofò Kagome ripetendo la frase che le diceva sempre lui in questi casi – Credimi, se dipendesse da me, sarei felicissima di fartelo sentire, ma purtroppo non posso farci niente. Devi avere un po' di pazienza l'ha detto anche Sango, ci vorrà almeno un altro mese prima che queste vaghe sensazioni diventino dei veri calci, e allora vedrai che li sentirai anche tu. Se vorrai ti lascerò stare attaccato alla mia pancia anche tutto il giorno pur di sentirlo, ok?! -

- Davvero?! - le chiese timidamente – Me lo prometti?! -

Sembrava un bambino e Kagome lo guardò sorridendo:

- Promesso! - disse porgendogli il mignolo

Inuyasha la guardò senza capire:

- Eh?! -

- Dai, dammi il mignolo! - ordinò decisa Kagome intrecciando di prepotenza il suo dito a quello a di lui e ripetendo – Promesso! -


 

E il mese passò e in tutto quel tempo Inuyasha non si dette per vinto, corredo a toccare la pancia di sua moglie ogni qual volta lei gli diceva di sentire il bambino muoversi, ma lui proprio non riusciva a sentirlo.

Una mattina, Kagome era nell'orto con la vecchia Kaede, intenta a togliere erbacce, quando si sollevò appena per massaggiarsi la schiena.

- Vedi di andarci piano, Kagome, riposati un po', non ti fa bene stare sempre chinata, la pancia inizia a farsi sentire! - la rimproverò gentilmente l'anziana sacerdotessa appoggiandole distrattamente una mano sull'addome gonfio

- Ahi! - esclamò Kagome

- Ehilà! Giovanotto! Ne hai di energie, eh! Tutto tuo padre! - ridacchiò la vecchia

- Che è successo? - chiese allarmato Inuyasha, che le stava aiutando, a pochi passi da loro.

- Quello screanzato di tuo figlio mi ha appena dato un calcio. - finse di lamentarsi Kaede

- Che cosa???!!! L'hai sentito, vecchia??!! - chiese correndo al fianco di Kagome

- Sì, tesoro. - rispose Kagome – Questa volta era un signor calcio! Non me l'aspettavo proprio! -

- Dove-dove?! Fai sentire! - chiese Inuyasha eccitatissimo accarezzandole la pancia – Io non sento niente... - smucciò scocciato

- Perché adesso è fermo... aspetta un attimo, forse si muoverà di nuovo – disse Kagome

Passarono così dieci minuti buoni, ma di calci nemmeno l'ombra.

- Mi dispiace tesoro. - mormorò rammaricata Kagome – Sarà per la prossima volta, ok?! -

- Mmmhhh... - mugugnò deluso Inuyasha, tornando al suo lavoro.

All'ora di pranzo tornarono a casa della vecchia Kaede e videro Rin correre loro incontro tutta felice, con un pacco sottobraccio:

- E' venuto il Signor Sesshomaru e mi ha portato un regalo... e ne ha lasciato uno anche per lei Signora Kagome. - spiegò allegra

- Per me?! Davvero?! Ed è già andato via?! - chiese stupita Kagome

- Sì, aveva molta fretta. - rispose Rin

- Peccato, avrei voluto ringraziarlo – mormorò dispiaciuta Kagome aprendo il pacchetto – Nooo!! Che carino!!! Non ci credo!!! - esclamò tirando fuori un piccolissimo kimono blu – Guarda, Inuyasha!! Non è un amore...?! - aggiunse mostrandolo a suo marito che lo guardava stupito: tutto si sarebbe aspettato meno che un regalo da suo fratello – Allora?! Come mi sta?! - chiese divertita Kagome appoggiandolo sulla pancia e tornando a rivolgersi a Rin

- Forse è ancora un po' grande... - ridacchiò Rin divertita – Hai visto, piccolo?! Lo zio Sesshomaru ti ha fatto un regalo! - mormorò accarezzando la pancia di Kagome – Eheh!! Lo sapevo, sei contento, eh! Fa i salti di gioia, Signora Kagome! -

- Si è mosso di nuovo??!!! - gridò Inuyasha correndo a toccare anche lui la pancia di Kagome

- Oh, che strano! Adesso si è fermato! - esclamò stupita Rin

- Uffa! Di nuovo! - sbottò Inuyasha – Kagome, devi dirmelo subito, appena si muove! - la rimproverò

- Guarda che mica mi avvisa! - si difese Kagome – Il calcio arriva e basta! Anche se te lo dico subito ormai è già passato... devi cogliere l'attimo! -

Inuyasha la guardò scocciato e per niente convinto.

- La prossima volta avrei più fortuna, vedrai... - cercò di consolarlo Kagome.


 

Ma per tutta la settimana successiva la fortuna non arrivò. Il bimbo si faceva sentire sempre più spesso, ma ogni volta Inuyasha lo mancava per un pelo.

Un pomeriggio Kagome si era fermata a bere un tè da Sango, al termine di una delle sue lezioni con i bambini, quando le gemelle le corsero incontro festanti:

- Zia! Zia! Ci fai sentire i calci!!! - gridarono eccitatissime fiondandosi sulla sua pancia

- Se non fate piano, ve li do io i calci!! - le rimproverò Inuyasha – E poi credete che sia così facile sentirli?! - dichiarò con l'aria di uno che la sa lunga.

- Ma Rin ha detto che li ha sentiti!! - piagnucolò Manami – Anch'io voglio sentire!! -

- Tsk! È stato solo un caso! - concesse Inuyasha

- Eccolo!! Eccolo!!! - gridò Masami

- E' vero!!! - le fece eco Manami – Visto, zio! -

- Che cosaaa??!! - gridò Inuyasha – Dove?! - chiese scalzando le loro manine e occupando con le sue tutta la pancia di Kagome.

- Mi dispiace, tesoro, ha mollato due calci e si è fermato... - mormorò rammaricata Kagome.

- Non è possibile!!! Ma è una congiura!! Perché le gemelle sì e io no?! - chiese furibondo alla pancia di sua moglie.

- Sai, Inuyasha, dicono che i bambini le sentono certe cose... - intervenne Sango

- Che vuoi dire? - le chiese lui senza capire

- Che forse non è stato un caso! Tuo figlio ha capito che Manami e Masami sono due bambine, come lui, e istintivamente ha cercato di comunicare con loro... e forse è stato così anche per Rin... Succede spesso sai, che siano proprio i fratelli più grandi a sentire per primi i calci dei fratellini non ancora nati... -

Inuyasha le rivolse un occhiataccia per niente convinta e borbottò:

- E la vecchia allora?! -

- Beh... sì... forse quello è stato un caso... - ammise Sango

Kagome lo guardò dispiaciuta:

- Inuyasha, devi avere... -

-... Pazienza!!! - concluse lui, scocciato, al posto suo – Sì, sì, ho capito! Ma sono stufo d'avere pazienza!! -


 

E invece, al povero Inuyasha, di pazienza ce ne volle proprio tanta, perché passò un altro mese ma dei calci di suo figlio lui non riuscì a sentire nemmeno l'eco. Anche se, a detta di Kagome, il bimbo era un vero terremoto e si agitava di continuo, appena Inuyasha appoggiava le mani sul pancione di sua moglie, il piccolo si bloccava di colpo.

- Non è giusto! Tu ti tocchi continuamente la pancia ma lui continua a muoversi! - sbottò una sera dopo cena, mentre se ne stavano seduti in veranda ad ammirare la luna piena insieme a Sango e Miroku.

- E' ovvio, Inuyasha! Credi che non riconosca il tocco di sua madre! - esclamò Sango esasperata – Senti, rassegnati! Si vede tuo figlio non vuol farsi sentire... succede spesso sai. - concluse un po' più gentile.

- Ma che cavolo! L'ha sentito mezzo villaggio! Perché io, che sono suo padre, no??!!! - protestò offeso – Ce l'ha con me! Ormai è ovvio che ce l'ha com'è! - concluse arrabbiato.

- Amore, non dire sciocchezze... perché dovrebbe avercela con te? - lo canzonò Kagome.

- Non lo so... - borbottò torvo, poi si illuminò di colpo – Ci sono! È geloso! Perché tu ami me... Ma certo! È ovvio! Gli do fastidio ogni volta che io e te facciamo l'am... -

- INUYASHA!!! - lo interruppe Kagome paonazza mentre Miroku ascoltava interessato – Aggiungi solo un'altra parola e giuro che ti spedisco al centro della terra!!! - sibilò minacciosa – Innanzitutto è impossibile che ti senta e poi è decisamente presto per il complesso d'Edipo... - provò a spiegargli recuperando il controllo.

- Edi-che?! No, no... toglietelo dalla testa! Non chiamerò mai mio figlio con un nome così stupido! - la rimproverò Inuyasha.

Kagome sospirò esasperata e, decidendo di ignorarlo, proseguì:

- E comunque potrebbe anche essere una bambina e allora, stando alla tua logica, dovrebbe essere gelosa di me, non di te. -

- Esatto!!! - esclamò Inuyasha entusiasta – E' una femmina ed è gelosa! Ecco perché prende a calci te e non me! - concluse soddisfatto

- Questa è la più grossa stupidaggine che abbia mai sentito! - sbottò Sango arrabbiata – Vuoi smetterla di accusare ingiustamente questa povera creatura?! - lo rimproverò accarezzando dolcemente la pancia di Kagome – Ehi! Si è mosso!! Accidenti che energia! È più agitato di Manami e Masami! - esclamò stupita

Inuyasha la guardò inorridito:

- Non è possibile!!! Persino tu, Sango??!! - sbraitò incredulo

- Non ci credo! - disse Miroku – Nessuno può essere più agitato di Manami e Masami! Posso, Divina Kagome?! - chiese tendendo la mano verso di lei.

- Miroku, tocca quella pancia e ti uccido!!! - sibilò furibondo Inuyasha, serrando il pugno davanti a sé.


 

Il mese successivo Inuyasha lo passò ostinatamente attaccato alla pancia di sua moglie, in ogni momento libero che avevano. Kagome cominciava ad essere davvero stanca di quella situazione, ma ormai gliel'aveva promesso, e infondo le dispiaceva per lui... Inuyasha sembrava tenerci così tanto! Ormai aveva smesso di arrabbiarsi, sembrava non averne più la forza, ma ogni volta che qualcuno riusciva a sentire i movimenti di suo figlio, Kagome vedeva chiaramente sul suo viso i segni della coltellata che lo colpiva al cuore.

- Senti, tesoro, perché non lasci perdere?! - gli chiese dolcemente un giorno mentre se ne stavano seduti sotto il loro albero, nella loro solita posizione, ma con le mani di Inuyasha sul pancione di lei - Ormai manca poco, sono già all'ottavo mese, il bambino potrebbe nascere da un momento all'altro... poi potrai tenerlo in braccio e sentirlo muovere quanto vuoi... eh?! -

Inuyasha non rispose, bloccata in quella posizione, Kagome non poteva vederlo in faccia, ma lo sentì sospirare pesantemente tra i suoi capelli e le mani di lui le cinsero le braccia stringendola a sé. Appena le mani di Inuyasha si staccarono dalla sua pancia, il bambino si mosse subito.

“Sei una peste!” pensò Kagome rimproverando mentalmente suo figlio “Cosa ti costa far contento il tuo papà almeno una volta, eh?!”

In quel momento un turbine di vento e polvere, che procedeva veloce lungo la strada attirò l'attenzione di Kagome.

- Ehilà! Vi ho trovati finalmente! - esclamò Koga allegro

- Koga! Che ci fai da queste parti? E come sta Ayame? - lo salutò allegra Kagome tendendo le braccia verso di lui per farsi aiutare ad alzarsi.

Koga la sollevò senza sforzo:

- Tutto a posto! - rispose felice - Ormai manca poco, così ho voluto fare un giro delle tribù prima che nasca il bambino, perché poi non voglio rogne. Ho tutta l'intenzione di godermi mio figlio! E tu? Hai messo su una bella pancia, eh! - aggiunse accarezzandola piano

A quel gesto Inuyasha lo guardò subito storto.

- Che hai, cagnolino?! T'hanno rubato l'osso?! - lo canzonò divertito

- No... è una lunga storia, Koga... non punzecchiarlo... è arrabbiato perché non riesce a sentire i calci del bambino – gli spiegò tristemente Kagome

- Quante storie! Si vede che è un bambino calmo... mio figlio invece... eh-eh... Ha le gambe di suo padre! - esclamò orgoglioso – Mi tira certe pedate ogni volta che abbraccio Ayame! Non so proprio lei come faccia a resistere! -

Inuyasha lo guardò ancora peggio, iniziando a ringhiare furente di rabbia e di invidia.

- Ehi! Però anche tu ti dai da fare, piccoletto!!! - esclamò Koga accarezzando stupito la pancia di Kagome

- Oh no... Koga... - mormorò disperata Kagome.

- Adesso, basta!!! Questo è troppo!!! - sbraitò Inuyasha scattando in piedi livido di rabbia – Persino lui!!! Dimmi la verità, Kagome! Quello non è mio figlio! È per questo che mi odia! Di chi è?! È suo, vero?! - urlò indicando Koga che lo guardava inorridito – Ma certo! È stato quella sera! Mentre ero ubriaco! Ecco perché sei stata così disponibile quella notte, dovevi farti perdonare, vero?! -

Urlava così forte che accorsero persino Sango, Miroku, la vecchia Kaede e alcuni abitanti del villaggio.

Kagome lo fissava a bocca spalancata mentre gli occhi le si riempivano di lacrime:

- I-io... io non posso crederci... non posso credere che tu l'abbia detto davvero?! Sei uno stupido, Inuyasha! Sparisci dalla mia vista! Non voglio vederti mai più! Vattene A CUCCIA!!!! - gridò con quanto fiato aveva in gola.

Mentre una forza sovrumana lo schiantava a terra senza pietà, molto più forte di quanto ricordasse, Inuyasha si rese conto di cosa aveva fatto, avrebbe voluto chiamare Kagome, gridare i suo nome supplicandola di perdonarlo, ma si ritrovò la bocca piena di terra e ogni singolo osso del suo corpo che gli doleva come se fosse finito in mille pezzi. Mentre cercava disperatamente la forza per rialzarsi sentì Sango sibilare minacciosa sopra la sua testa:

- Sei un deficiente! Complimenti! Hai detto l'unica cosa che non avresti mai dovuto dire! Se ti lascia fa solo bene! - prima di correre via chiamando Kagome che evidentemente se ne stava andando.

- Sango ha ragione, stupido cagnaccio! Ma dico, ti ha dato di volta il cervello?! Dire una cosa del genere alla Divina Kagome! Hai idea di quanto si sia sentita in colpa in questi mesi?! A te non l'ha mai fatto pesare forse, ma con Sango non parlava d'altro! Sei uno stupido, Inuyasha! -

- E' vero Inuyasha. - intervenne la vecchia Kaede – Sono mesi che Kagome non si da pace, cercando un modo per farti sentire tuo figlio. Poverina, non se lo meritava proprio di essere trattata così per un tuo stupido capriccio. E io che credevo che fossi cresciuto... - mormorò delusa.

- Povero bambino! Che padre stupido che si ritrova! - infierì Koga - E povera Kagome! Avevo ragione, tu non la meriti! Avrei dovuto portartela via con la forza quel giorno, invece di lasciarmi convincere! Chissà, magari riesco a convincere Ayame a lasciarmela tenere come concubina... in fondo a lei Kagome è simpatica, andrebbero daccordo e io sarei l'uomo più felice del mondo! -

- Non t'azzardare... - ringhiò furente Inuyasha raccogliendo tutte le sue forze e rimettendosi in piedi – Tu non toccherai mia moglie e mio figlio nemmeno con un dito, maledetto lupastro! Sono stato chiaro?! Sono la mia famiglia! Sono la cosa più preziosa che ho! Li amo più della mia stessa vita e nessuno... sono stato chiaro... nessuno me li porterà via!!! -

Solo allora guardò finalmente in faccia Koga e lo vide sorridere divertito:

- E allora che aspetti, idiota?! Corrile dietro e striscia a terra, come meriti, finché non ti perdona! Io sono già l'uomo più felice del mondo, non la voglio la tua Kagome. E, tanto per la cronaca, non l'ho mai toccata. -

Inuyasha non se lo fece ripetere due volte e corse come il vento inseguendo quel profumo meraviglioso di cui non riusciva più a fare a meno, da quando era incinta era persino più buono, forse perché era unito a quello di suo figlio. Sì, che lo sentisse o meno, lui c'era! Gli aveva dimostrato la sua presenza in ogni modo possibile, ma lui era così stupido che non si era accontentato, aveva preteso di entrare di prepotenza anche nell'unica cosa speciale che lo legava a sua madre... E' vero! Era così bella Kagome quando si accarezzava piano la pancia canticchiando per cercare di calmarlo, le si illuminava lo sguardo e sorrideva felice ogni volta che lo sentiva muovere, gli parlava con una voce così dolce come se riuscisse a capire ogni volta ciò che lui cercava di dirgli con i suoi calci: “Cosa c'è? Sei scomodo? Va bene, mi sposto!” “Non ti piace questa cosa che sto mangiando? E va bene domani preparo un'altra cosa, vedrai che ti piacerà...” “Non riesci a dormire? Vuoi che ti canti una ninna nanna? Ok, ma facciamo piano che è tardi e papà dorme...” Era una cosa tra loro due e forse era lui quello geloso, non suo figlio.

Stava quasi per raggiungerla quando vide Sango tornare verso di lui.

- Non ti avvicinare, Inuyasha. - lo ammonì seria.

- Dov'è andata? - le chiese allarmato

- Non lo so... si è tolta l'anello ed è corsa via veloce come un fulmine. Tieni. - gli disse restituendoglielo preoccupata – Dice che non lo vuole più. Non l'ho mai vista così... arrabbiata... ferita... se vai da lei adesso ti fa a fette, nel vero senso della parola... mentre parlavamo ha mollato un manrovescio a un albero e l'ha tagliato in due con gli artigli senza nemmeno accorgersene... Questa volta l'hai fatta davvero grossa! -

- Non mi importa! Correrò il rischio ma io non la lascio... Se davvero non mi vuole dovrà uccidermi perché io non ho intenzione di vivere senza di lei! Sono un idiota, Sango, sono un vero idiota... - mormorò disperato – ma io non posso perderla! -

Si rimise a correre fiutando l'aria, a quanto pareva stava andando verso casa. Quando la raggiunse la trovò seduta sulla veranda che piangeva disperata, abbracciata a Kuro e Shiro, con il viso affondato nella loro pelliccia. Dovette sentirlo perché sollevò di scatto la testa e lo guardò furente:

- Non fatelo avvicinare! - ringhiò decisa ai suoi lupi che subito gli si pararono davanti ringhiando minacciosi.

- Kagome, ti prego... - balbettò Inuyasha

- Vattene via! Ho detto che non voglio più vederti! È finita! - gridò alzandosi a fatica e cercando di risalire con passo incerto sulla veranda per entrare in casa, ormai la pancia la ingombrava troppo e per un attimo rischiò di cadere.

- Attenta! - gridò allarmato Inuyasha facendo un passo avanti con le braccia tese come se da quella distanza potesse sorreggerla

- Che te ne importa! Tanto lui non è tuo figlio e io non sono tua moglie! Vattene, ho detto! - abbaiò furibonda entrando in casa e sbattendosi la porta scorrevole alle spalle.

- Non è vero, Kagome, ascoltami ti prego... - cercò di seguirla ma i lupi non lo lasciavano passare - Oh... andiamo, sono io... - sbottò Inuyasha rivolto ai due animali - voglio solo parlarle... non vorrete davvero lasciarla così?! - Kuro e Shiro continuarono a guardarlo minacciosi ma ringhiarono più piano, indecisi, e alla fine iniziarono a indietreggiare “Ok, ma puoi solo parlare, niente scherzi!” sembravano voler dire.

- Kagome ti supplico, fammi entrare... - mormorò contro la porta

- NO! Sparisci! - fu la risposta tra i singhiozzi

- Tesoro, hai tutte le ragioni.. sono un imbecille... ma io ti amo, vi amo entrambi... non le penso davvero quelle cose... sono solo geloso e invidioso... amo te e il nostro bambino più di qualsiasi cosa al mondo e non vorrei dividervi mai con nessuno... -

- Mi dispiace per te, signor egoista, ma ringraziando il cielo ho degli amici, che mi vogliono bene e sono felici per me e per il mio bambino! - gridò Kagome con la voce rotta dal pianto

- Ma certo! Sono anche amici miei, cosa credi e io gli voglio bene ma... è il nostro bambino, Kagome... è con me che dovrebbe avere un rapporto speciale invece... mi sono passati tutti avanti... sembra che io non conti niente per lui... - mormorò rammaricato

- La verità è che sei solo un bambino capriccioso! Più infantile persino di tuo figlio! E io sono stufa! Mi hai tratto come una donnaccia davanti a tutto il villaggio! Hai rinnegato persino tuo figlio, povero angelo, che non ha nessuna colpa! E questo per cosa?! Per due calcetti di un bimbo non ancora nato?! No, la colpa è mia che gli ho dato un padre così stupido! Sarei dovuta andare davvero a letto con Koga! - urlò scoppiando di nuovo a piangere

A quelle parole Inuyasha sentì montare di nuovo la rabbia e la gelosia, ma si trattenne mordendosi il labbro e stringendo i pugni con tutte le sue forze:

- Hai ragione... perdonami... farò ammenda davanti a tutti, te lo giuro... ma fammi entrare ti prego... io ti amo, Kagome... non lasciarmi ti scongiuro... almeno riprenditi l'anello... -

- Non lo voglio! E non voglio parlarti ne vederti mai più! Lo crescerò da sola il mio bambino! - rispose secca

- No, Kagome, io non me ne vado... non ti sbarazzerai di me... Kagome, apri ti prego... Maledizione! - sbottò mollando un calcio stizzito alla porta e lasciandosi scivolare a terra.

Rimase a lungo in silenzio, ascoltando i suoi singhiozzi disperati, i tenui bisbigli rivolti alla sua pancia:

- Ssshhh... non è niente, amore, non è niente... stai tranquillo c'è la mamma con te... -

- C'è anche papà, tesoro, tranquillo... sono uno stupido, ma non me ne vado... - gridò Inuyasha dall'altra parte della porta.

- Kagome... c'è una cosa che non ti ho detto... ecco... vedi... io... io sono così felice con te che... ho paura... ho paura che possa finire tutto da un momento all'altro... è per questo che ci tenevo tanto a sentire il bambino... Tu sei tranquilla, da quello che ho capito nel tuo mondo i bambini nascono tutti i giorni senza problemi... ma qui... qui è diverso... ho pensato... e se succede qualcosa?!... Io non conoscerò mai mio figlio, non lo vedrò mai camminare, non lo sentirò mai chiamarmi papà, non mi sorriderà mai... e se continua così... non lo sentirò nemmeno muovere... sarà solo un lampo di felicità che attraverserà la mia vita rapido come una stella cadente... non resterà niente a ricordarmi di lui... o di lei... - mormorò con un filo di voce – Se gli Dei me lo porteranno via, voglio ricordarmi il più possibile di lui. -

Ci fu di nuovo un lungo silenzio, poi la porta si aprì lentamente e Inuyasha si ritrovò di fronte il viso rigato di lacrime di Kagome, anche lei seduta per terra come lui, lo guardò un attimo negli occhi scoppiando di nuovo a piangere e gli mise le braccia intorno al collo stringendolo forte:

- Sei un stupido... - mormorò contro la sua spalla – Perché non me l'hai detto? Era questo che pensavi prima, quando è arrivato Koga? -

Inuyasha la strinse forte tra le sue braccia sospirando di sollievo:

- Io... non volevo spaventarti... metterti paura... contagiarti con i miei pensieri neri... Tu sei il mio sole, Kagome, la mia allegria, il mio buonumore... se ti oscuri anche tu, che ne sarà di me... - mormorò con un sorriso triste – Mi perdoni, Kagome?! - gli chiese preoccupato

- Certo, brutto scemo! Ma non farlo mai più! - lo rimproverò Kagome

- Te lo giuro amore mio, non dirò più certe cose, non dubiterò più del tuo amore e del nostro bambino, mai più! -

- No, non era questo che intendevo... Non nascondermi più i tuoi pensieri, anche quelli più brutti. Io voglio saperli, sempre! - disse Kagome guardandolo decisa negli occhi.

Inuyasha le sorrise e alzò il mignolo davanti alla sua faccia:

- Promesso! -

Anche Kagome gli sorrise e intrecciò il mignolo con quello di lui.

- Anch'io ho promesso... - mormorò prendendo la mano di lui e appoggiandola sulla sua pancia - Non ci muoveremo da qua finché questa piccola peste non si deciderà a prendere a calci suo padre! - esclamò decisa

- Ma no... lascia perdere... ci rinuncio... - balbettò Inuyasha

Ma Kagome fu irremovibile. Gli impedì categoricamente di togliere la mano dalla pancia anche mentre preparava la cena o mentre mangiavano, mentre lavavano i piatti e si preparavano per andare a letto.

- Kagome... davvero non importa...-

- Ho detto di no! - rispose decisa - Tuo figlio ha ereditato di sicuro due cose da te: la testardaggine e l'irrequietezza! E in questo momento le due cose sono in conflitto... cederà ne sono sicura! È solo questione di tempo! -


 

Era quasi l'alba quando Inuyasha sentì qualcosa pungolargli piano una guancia, mugugnò scocciato nel sonno, ma quella sensazione aumentò, aprì faticosamente un occhio e si accorse che era Kagome che gli premeva con insistenza un dito su una guancia. Gli dava le spalle e lui la abbracciava da dietro con una mano sulla sua pancia, sentiva la pelle tesa di lei sotto le dita, perché Kagome aveva insistito per dormire nudi, per non avere ostacoli.

- Che suc.. - biascicò Inuyasha

Kagome lo zittì di colpo mettendosi un dito davanti alle labbra.

- Ma che... - provò ancora Inuyasha confuso e stava per spostare inavvertitamente la mano quando lei gliela afferro delicatamente impedendogli di muoverla, indicò col dito sotto le coperte e gli fece di nuovo segno di stare zitto.

Inuyasha non riusciva a capire che stesse succedendo ma, ormai sveglio, tornò a concentrarsi sulla piacevole sensazione della pelle di sua moglie tra le dita... era sempre così liscia, vellutata, con la gravidanza era ancora più bella, morbida... No, un attimo, in effetti in quel momento non era molto morbida al contrario era... dura?! C'era qualcosa di duro proprio sotto la sua mano sembrava... una palla?!

- Ma che ro... - iniziò a dire, ma Kagome lo zittì di nuovo e allora lui bisbigliò piano:

- Che roba è?! -

Kagome non rispose ma si toccò la fronte con un dito e vedendo che lui non capiva mosse le labbra per dire:

- La testa! -

- La testa?! - ripeté Inuyasha perplesso poi di colpo capì – La testa! E' la testa del bambino?! - bisbigliò eccitato.

Kagome gli sorrise e annuì felice.

- Cavolo... com'è piccola... mi sta in una mano... - bisbigliò stupito Inuyasha – Però non si muove, che sta facendo?! -

Kagome appoggiò una mano sulla guancia e chiuse gli occhi.

- Dorme?! - chiese curioso Inuyasha – Mio figlio sta dormendo... appoggiato alla mia mano... - mormorò emozionato come se dar voce a quell'idea la rendesse più vera – E' incredibile... - sussurrò incredulo non resistendo alla tentazione di muovere appena un po' le dita, come per accarezzare la testolina di suo figlio. Con suo enorme stupore quella piccola sfera rigida si mosse appena spingendo piano contro il palmo della sua mano come un cucciolo in cerca di coccole. Inuyasha trattenne il respiro per un attimo prima di mormorare, con un nodo in gola:

- Piccola peste... - con quel piccolo innocente gesto suo figlio stava cancellando in un istante mesi di pene e delusioni dal cuore di Inuyasha. - solo adesso ti decidi... -

Kagome gli sorrise e scosse decisa la testa bisbigliando:

- No -

- Come no?! - chiese Inuyasha senza capire

- L'ha sempre fatto. Ogni volta che mi toccavi la pancia si fermava. E, piano piano, mi sono accorta che si fermava proprio contro la tua mano – gli spiegò in un bisbiglio

- Dici sul serio?! - chiese stupito Inuyasha

- Sì... e adesso ho capito perché... anche prima, quando piangevo, era agitatissimo, non riuscivo a farlo calmare, ma quando gli hai parlato si è fermato subito... Ti riconosce, Inuyasha, e si sente protetto... sa che quando ci sei tu non ha niente da temere e si tranquillizza, per questo non riuscivi a sentirlo muovere... - gli spiegò sorridendo - Inuyasha?! Che c'è? - gli chiese preoccupata

- Niente! - rispose lui tirando rumorosamente su col naso – Sono i tuoi... capelli... mi... vanno negli occhi! -


 


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Angolo dell'autrice

E dire che anche questo doveva essere un semplice capitolo di pura comicità... Secondo i miei piani Kagome doveva mandare Inuyasha a cuccia (dopo tanto tempo) e finire tutto in una bella risata prima dell'epilogo finale, invece, chissà perché lei s'è arrabbiata come una furia (Beh non posso darle tutti i torti...-.-' ) e i due hanno litigato di brutto! (Vi giuro, non sto scherzando, è andata davvero così!!! T_T) Ma per fortuna tutto è bene quel che finisce bene.

Ormai ci siamo quasi... che altro mi combineranno queste due teste calde?! Ma siamo proprio sicuri che sono pronti a diventare genitori?! Mah... O_O Forse è il caso che gli conceda un po' più di tempo... :P

Scherzi a parte gli impegni mi pressano e il tempo per scrivere ne risente quindi, se non mi odiate troppo, ho pensato di fare una cosa: alternare Giorno dopo giorno a Si alza il vento, in modo da guadagnare un po' di tempo. Vediamo come va questa settimana, ma se Venerdì prossimo esco con Si alza il vento... beh, sapete perché ^^'

Lo faccio per voi (oltre che per me), per garantirvi un minimo di regolarità (e la solita qualità) fino alla fine, senza farvi aspettare tutto insieme proprio alle ultime battute. Confido nella vostra comprensione. :-*

Alla prossima ^_^

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Capitolo 39
*** Happy Birthday (prima parte) ***


- Kagome, ma ne sei proprio sicura?! - le chiese dubbiosa Sango – Ormai manca poco, il tuo bambino potrebbe nascere da un momento all'altro... non sarebbe meglio rimandare?! -

- Impossibile! Non è una cosa che si può rimandare! - rispose decisa Kagome – Un compleanno è un compleanno e c'è solo una volta all'anno. È una cosa importante e lui l'ha ignorata per troppo tempo. -

- Allora potremmo rimandarla all'anno prossimo... tanto ormai... anno più anno meno... - provò a convincerla ancora Sango.

- L'hai detto tu, Sango: il bambino potrebbe nascere da un momento all'altro e sai questo che significa?! Che probabilmente l'anno prossimo, in questo stesso periodo, saremo tutti così presi dal suo compleanno che quello di suo padre passerà in secondo piano e io voglio che almeno una volta Inuyasha abbia una vera festa, tutta per lui! Voglio che si senta circondato da tutti quelli che gli vogliono bene... e se ci sarà già anche nostro figlio tanto meglio! - ribatté irremovibile

- Organizzare una festa con un neonato in mezzo...?! Kagome, fidati, tu non sai cosa stai dicendo... sarai distrutta! Tra poppate e pannolini ti sembrerà di non avere nemmeno il tempo di respirare, figurarsi di organizzare una festa! -

- Suvvia, Sango, non essere così pessimista. - la rimproverò Miroku – In fondo la Divina Kagome non è sola, ci siamo noi a darle una mano, basta che ci spieghi bene in cosa consiste questo “compleanno” e, se il bambino nascerà prima e lei non potrà occuparsene, ci penseremo noi. -

- Aaargh!!! Due contro una! Mi arrendo! Fate come vi pare! - sbottò Sango – Ma poi non ditemi che non vi avevo avvisato! -


 

- Tesoroo! Sono tornato! - gridò Inuyasha quella sera scendendo dalla groppa di Ah-Un.

Kagome arrivò di corsa sulla porta di casa:

- Inuyasha! Allora, com'è andata?! Che ha deciso Sesshomaru?! Vuole attaccarli?! - chiese preoccupata

- Tsk! A quanto pare non sarà necessario, quei vigliacchi si sono arresi subito. Che schifo! Non ci sono più i demoni di una volta! Se penso che ero sul punto di vendermi l'anima a quella maledetta sfera pur di diventare uno di loro... - borbottò andandole incontro pronto a ricevere il suo bacio di bentornato.

- No! Aspetta, Ah-Un! - gridò Kagome ignorando suo marito e correndo verso il grosso drago a due teste, che era sul punto di volare via per tornare dal suo padrone.

- Che vuoi da Ah-Un? - chiese scocciato Inuyasha, cosa poteva essere più importante del suo bacio di bentornato?!

- Beh... sarà stanco, poverino... ti scorrazza sempre avanti e indietro... volevo dargli... un po' di fieno! - balbettò impacciata Kagome accompagnando l'animale dietro il ciliegio – Tu perché... ehm... non ti fai un bel bagno?! La cena è quasi pronta! -

- Beh... magari... se mi fai compagnia... - rispose malizioso

- Sei incorreggibile! Non ti lasci scoraggiare nemmeno da questa pancia enorme! Sai che bella soddisfazione fare il bagno con una mongolfiera... - lo apostrofò Kagome.

- Ma io adoro le gondolfiere! Qualsiasi cosa siano... - rispose candidamente Inuyasha

Kagome scoppiò a ridere:

- E va bene! Tu avviati... io arrivo subito... - acconsenti sorridendogli “Ecco, bravo! Sparisci!” pensò continuando a sorridere alle spalle di suo marito che si allontanava.

Appena lui si richiuse la porta di casa alle spalle, si girò decisa verso Ah-Un ed estrasse un fogliettino dalla manica del suo hakui:

- Ah-Un, puoi consegnare questo a Sesshomaru?! - bisbigliò al limite dell'udibile

Il drago la guardò un attimo perplesso e poi emise uno strano gorgoglio misto a uno sbuffo che Kagome interpretò come un “Sì”.

- Mi raccomando è molto importante! - si raccomandò incastrandogli il biglietto in uno dei finimenti.

- Kagome! Dov'è il telo? - gridò Inuyasha spalancando di nuovo la porta.

- Iiihhh!!! - saltò su Kagome, spaventata a morte – Ma sei impazzito??!!! Vuoi uccidermi???!!! - gridò voltandosi di scatto e cercando di nascondere il biglietto dietro la schiena

- S-scusa... - mormorò lui stupito da quella reazione esagerata

- E' ancora steso ad asciugare... - rispose lei più gentilmente - ... non ho avuto tempo di ritirare il bucato. -

- Baahh.. ma perché ti sei messa a fare il bucato senza di me?! Lo sai che non voglio che ti stanchi! - la riproverò lui

- Tranquillo, mi ha aiutata Sango. - si schermì Kagome

- Mmmhhh... E va bene... Ci penso io, adesso... - borbottò tornando in casa.

Kagome si girò di nuovo rapida verso Ah-Un

- Allora, hai capito?! - gli chiese ancora

L'animale annuì con entrambe le teste.

- Bravo! Vai adesso! - sibilò vittoriosa


 

- Che stai facendo? - chiese perplesso Inuyasha a Kagome, il giorno dopo, al tempio. Era tutta la mattina che pescava continuamente sua moglie con il naso all'insù a scrutare il cielo preoccupata.

- Sto spazzando il selciato, non lo vedi?! - rispose lei senza nemmeno voltarsi a guardarlo e massaggiandosi distrattamente il pancione.

- E hai paura che si metta a piovere da un momento all'altro? - le chiese ancora ridendo sotto i baffi – Dai! Dammi qua! Finisco io. Riposati se sei stanca... - mormorò abbracciandola e dandole un dolce bacio sulla fronte mentre le prendeva la scopa di mano.

Lei lo guardò e gli sorrise:

- Sì... credo che mi siederò un po'... - ammise allontanandosi piano con una mano sulla schiena.

Poco dopo, Sango arrivò trafelata, facendo le scale di corsa:

- Dov'è Kagome?! - chiese stupita vedendo Inuyasha al posto della sua amica

- E' in camera sua – rispose semplicemente il mezzodemone.

Era così che chiamava l'angolo del cortile del tempio dove si rifugiava sempre Kagome quando aveva qualche pensiero o era stanca o la nostalgia per la sua famiglia tornava a farsi sentire. Era esattamente il punto dove, nella sua epoca, sorgeva casa sua e si piazzava proprio nell'angolo che corrispondeva alla sua vecchia camera. Ce l'aveva pescata un giorno in cui era particolarmente triste e malinconica e lei gli aveva raccontato che quel giorno era il suo compleanno, l'anniversario della sua nascita, ma lì non lo sapeva nessuno, perché nessuno si preoccupava di queste cose, mentre a casa sua era un giorno di festa: la mamma preparava i suoi piatti preferiti e una cosa che si chiamava torta e che, da come la descriveva Kagome, aveva l'aria di essere molto buona, Sota gli faceva gli auguri con un bel disegno e il nonno tirava sempre fuori qualche regalo strano che lei non degnava mai di uno sguardo, ma che invece in quel momento gli mancava tantissimo. Nel dire questo una lacrima aveva fatto capolino tra le sue ciglia e Inuyasha, preso dal panico, aveva iniziato a guardarsi intorno sperando di trovare qualcosa che la distraesse da quel pensiero, lo sguardo gli era caduto su una grossa roccia piatta poco distante, era corso a prenderla, sollevandola di peso sopra la sua testa, ed era tornato davanti a Kagome, che se ne stava seduta per terra, ordinandole deciso:

- Togliti! - e appena lei si era fatta da parte, guardandolo stranita, lui l'aveva messa giù di schianto dichiarando soddisfatto – Ecco! Più o meno è qui che stava il tuo letto, vero?! Non è altrettanto comodo e non è nemmeno un bel regalo, come quelli di tuo nonno, ma almeno non starai seduta per terra e potrai venire qui, nella tua vecchia stanza, ogni volta che vorrai. -

Kagome l'aveva guardato stupefatta ed era scoppiata a piangere, gettandogli le braccia al collo:

- No... no... non volevo farti piangere!! - aveva balbettato disperato Inuyasha – La tolgo subito, ok?! -

- No! Va bene così! - gli aveva risposto lei tra i singhiozzi – Grazie amore mio, è un regalo bellissimo, ma il più bello me l'hai già fatto tanto tempo fa, per il mio quindicesimo compleanno... è il giorno in cui ti ho conosciuto. -

Era in quel momento che era nata in lei la voglia di ricambiare quel gesto, anche lei avrebbe voluto festeggiare il compleanno di suo marito con un bel regalo, ma purtroppo nemmeno Inuyasha sapeva quando fosse. Aveva quasi abbandonato l'idea quando era successo il miracolo: aveva avuto la possibilità di conoscere il padre di suo marito.

Kagome tornò con la mente alla sua ultima conversazione con il Generale.


 

- Posso farvi una domanda? - gli aveva chiesto timidamente la sera della festa, al termine del loro ballo.

- Ma certo figliola, tutto quello che vuoi! - le aveva risposto lui con il suo sorriso gentile.

- Mi rendo conto che è una domanda indelicata da rivolgere proprio a voi ma... non saprei a chi altro chiedere e... - ammise rammaricata

- Non preoccuparti, sputa il rospo! Riguarda il tuo bambino? Sei preoccupata all'idea di dare alla luce un mezzodemone? - le aveva chiesto preoccupato il Generale

- Oh no! No! Assolutamente! Non potrei essere più felice... in realtà... riguarda il vostro “bambino”... - aveva aggiunto con un sorriso – Inuyasha! Ecco... io mi chiedevo... forse voi vi ricordate quando è nato di preciso... insomma per voi non è stata sicuramente una bella giornata, me ne rendo conto, ma... - aveva chiesto chinando il capo dispiaciuta

- E perché? Perché sono morto?! Credi davvero che un dettaglio del genere possa rendere meno bello quel giorno, ai miei occhi?! - le aveva risposto il Generale ridendo di gusto – Certo che me lo ricordo! Ma perché vuoi saperlo? -

- Beh... è che, da dove vengo io, è un giorno da festeggiare... l'anniversario della propria nascita... e anch'io avrei voluto festeggiare quello di Inuyasha... ma a questo punto... forse non è il caso... - aveva concluso lei tristemente

- A me invece sembra una splendida idea! Non vorrai rinunciare per colpa mia, vero?! Se fossi ancora vivo sarei il primo a far baldoria!! Io te lo dico, ma in cambio voglio una festa coi fiocchi! - aveva ribattuto il Generale, allegro ed emozionato, prima di bisbigliarle la risposta in un orecchio.


 

Kagome fissò decisa davanti a sé, seduta sulla sua roccia:

“Vedrete, Generale! Sarà una festa così bella e Inuyasha sarà così felice che lo sentirete urlare!!!” pensò, quando vide Sango correre verso di lei.

- Kagome! - esclamò raggiungendola – Ho sparso la voce... siamo tutti daccordo... - ansimò senza fiato mentre si teneva il fianco – Ma abbiamo un problema: le candele! Sono troppe non ce la faremo mai!!! Nessuno ha così tante candele! -

- Che cosa??!!! No, no! Non si può fare senza le candele! - mormorò disperata

- Che ci devi fare con le candele?! - chiese curioso Inuyasha raggiungendole, evidentemente col suo udito finissimo aveva sentito

- Niente! - esclamò con voce stridula Kagome - Sono per... ehm... il bambino! Sì... sai... per la notte... quando si sveglierà... non posso mica allattarlo al buio, no?! -

- E che problema c'è?! Terremo il fuoco acceso, come sempre... - rispose perplesso Inuyasha

- Ma... non vorrei... svegliarti... - ribatté lei incerta

- Kagome, sono un mezzodemone, quattro ore di sonno per notte per me sono già troppe... - le ricordò guardandola con un sorriso di scherno prima di chinarsi verso di lei e bisbigliarle con voce roca in un orecchio – Se resto abbracciato a te fino al mattino, è solo perché mi piace! -


 

- Signora Kagome! - gridava Rin correndo verso di lei, a sera, mentre insieme a Inuyasha si apprestava a tornare verso casa. Sventolava allegra ed emozionata un foglio di carta.

- Rin! - gridò Kagome allarmata andandole incontro

“Oh no! Ci farà scoprire!!!” pensò disperata facendole segno di stare zitta, senza farsi vedere da Inuyasha.

La ragazzina la raggiunse, bisbigliando con aria complice:

- Ho la risposta! -

- Oh! Ma che bravaaa!!! - urlò Kagome fingendosi esageratamente stupita – Ah! Ma qui c'è un errore!! Lo sapevo, il problema che ti ho dato era troppo difficile anche per la prima della classe! Vieni ti accompagno a casa, così ti faccio vedere come si risolve... Inuyasha, tu vai pure avanti, tesoro, io ci metterò un po'. -

- Non dire sciocchezze! Ti aspetto! E' quasi buio, non puoi tornare a casa da sola nel tuo stato! Vengo con te! - rispose deciso

- Ma... è... matematica... tu odi la matematica... non l'hai mai voluta studiare... ti annoieresti! - balbettò presa dal panico, doveva assolutamente sbarazzarsi di lui e un'idea la colpì come un fulmine – Sai cosa potresti fare mentre mi aspetti?! Perché non vai nel bosco a... cercarmi dei funghi, eh?! Avrei proprio voglia di una bella zuppa di funghi per cena – mugugnò con una faccina triste.

- Funghi?! Ma ormai non ce ne saranno più! - protestò Inuyasha – E poi non penso che ti facciano bene... -

- Lo so... sono mesi che non ne mangio... dai, amore, fammi contenta! - insistette Kagome disperata - Per una volta non succederà niente e poi lo sai che mi fido ciecamente di te e delle tue capacità! - esclamò tornando allegra e dandogli un dolce bacio sulla punta del naso.

Inuyasha la guardò poco convinto, tirando su col naso:

- Sì, certo... adesso che ho l'odore dei tuoi baci proprio sul naso, sarà davvero una passeggiata trovarti dei funghi in questa stagione... - borbottò arrossendo – Io ci provo, ma non ti prometto niente... - capitolò alla fine avviandosi verso il bosco.

- Allora, Rin?! - chiese concitata Kagome appena Inuyasha sparì dalla sua vista.

- Il Signor Sesshomaru appoggia la sua idea e ha avvisato tutti, appena gli daranno conferma le farà sapere. - spiegò la bambina con un sorriso, porgendo il foglietto a Kagome, che lo prese tra le dita e lo aprì per leggere la risposta.

- Eh?! - balbettò restando basita – Rin... sei sicura? - chiese incredula alla bambina

- Certo! C'è scritto lì! - rispose sorridendo ancora, fiduciosa

Kagome lanciò un'altra occhiata perplessa al foglio che aveva in mano e lesse di nuovo la risposa di suo cognato:


 

Fatto


 

Ormai mancava solo una settimana al compleanno di Inuyasha ma i preparativi procedevano a rilento. Non era facile farla in barba a un mezzodemone che, quando voleva, sentiva un bisbiglio a centinaia di metri o un odore a chilometri di distanza.

- Non ce la farai mai, Kagome! Lo sentirà subito! - esclamò Sango cercando di dissuaderla

- E invece no! È perfetto, ti dico! Siamo state fortunate! La notte prima c'è la luna nuova e per buona parte della giornata Inuyasha avrà il naso fuori uso, non si accorgerà di niente, mi serve solo che Miroku lo tenga impegnato con qualche scusa... che ne so... andare nel bosco a spaccare la legna... o meglio: trascinalo dal maestro Mushin, eh?! - propose rivolta al monaco.

- E va bene, Divina Kagome, vedrò cosa posso fare... ma così perdete due braccia. - rispose dubbioso Miroku

- Non importa, ci arrangeremo, sono tutti pronti a dare una mano. - rispose emozionata – Posso rinunciare a tutto ma non al ramen! È il suo piatto preferito e voglio cucinarglielo personalmente, ma ci vuole un sacco di tempo e a casa mi scoprirebbe subito... posso farlo solo qui al villaggio... e poi avrò bisogno di una mano per trovare tutte le spezie per il brodo, io non posso muovermi... -

- Ci penso io, Kagome, non preoccuparti! - si offrì volontario Shippo – Mi trasformo e vado al mercato al posto tuo, dimmi solo cosa ti serve. -

- Shippo, sei un tesoro! - esclamò


 

Inuyasha stava tornando verso il tempio quando vide Kagome parlottare concitata con un uomo di una certa età, davanti a un grosso carretto, non ricordava di averlo mai visto, ma aveva un aria familiare.

- Ma è sicura, Venerabile Sacerdotessa?! Io non credo di riuscire a trovarne di così piccole... e così tante poi... - mormorava dispiaciuto

- La prego, sono indispensabili! Non posso farne a meno! Sono nelle sue mani. - lo supplicò Kagome

- Visto che siete voi a chiedermelo... farò il possibile. Venite in città, tra qualche giorno. - disse l'uomo congedandosi

- Che stai combinando?! - le chiese curioso Inuyasha raggiungendola

- Niente! - rispose nervosa Kagome – Volevo solo... prendere un regalo... per Koga, sai... ha mandato Ame a dirmi che è nata sua figlia! -

- Ah! E così è una femminuccia! Spero per lei che somigli alla mamma... - ridacchiò Inuyasha – Ma non starai pensando di andarli a trovare, vero?! - gli chiese allarmato – Ormai anche per noi manca poco... - mormorò felice ed emozionato accarezzandole il pancione – E tu cosa sarai, eh?! - chiese avvicinando il viso alla pancia di sua moglie.

- Un terremoto! Ecco cosa sarà! - rispose Kagome massaggiandosi la pancia e la schiena – E' sempre più agitato... e dire che di solito con l'arrivo della luna nuova si calma... -

Inuyasha mise entrambe le mani sul pancione e le sorrise divertito quando la vide tirare un sospiro di sollievo, il bimbo infatti si era fermato come sempre, sotto il tocco di suo padre.

- Beh... forse ha voglia di uscire... - rispose dolcemente Inuyasha – E tu mammina... come ti senti?! Sei preoccupata? - le chiese

- No... no... - rispose Kagome con un sorriso, ed era vero, era così presa dai preparativi per la festa che si era quasi dimenticata del suo bambino che stava per nascere.

“Forse ha ragione Sango, dovrei prendermela con calma e godermi in pace quest'ultimo periodo prima del grande giorno...”

- Aaahhhh!!! - annaspò all'improvviso restando senza fiato e aggrappandosi a Inuyasha

- Kagome! Che succede?! - chiese Inuyasha allarmato

- Niente... niente... - bisbigliò Kagome prendendo dei profondi respiri – una fitta... ma è già passata... -

- Andiamo, ti porto dalla vecchia! - disse Inuyasha prendendola tra le braccia

- Tranquillo, non è niente, è normale, non è la prima volta... - cercò di tranquillizzarlo Kagome

- E' già successo?! E perché non me l'hai detto?!!! - la rimproverò Inuyasha

- Te l'ho detto è normale... ma non preoccuparti non sta ancora nascendo... - gli rispose con un sorriso – Però magari... portami a casa, ok?! - non voleva ammetterlo ma questa volta era stata più forte delle altre.

- Certo, tesoro... ma prima passiamo da Kaede... voglio stare tranquillo. - le sussurrò


 

- Kagome, ormai non manca molto, lo sai... - le disse la vecchia Kaede dopo averla controllata, mentre Inuyasha aspettava fuori dalla capanna – Ho paura che non te lo lascerà fare... - bisbigliò poi al limite dell'udibile

– Vedremo, nonna, vedremo... intanto procediamo come da programma poi si vedrà . - bisbigliò Kagome

- Comunque puoi stare tranquilla, per ora non è successo niente. - la rassicurò.


 

Per niente tranquillizzato, Inuyasha passò i giorni successivi cercando di non perdere di vista sua moglie che invece sembrava terribilmente sfuggente. Appena lui si distraeva un attimo la pescava a parlottare di nascosto con Sango, Miroku, la vecchia... persino Shippo!

- Non è possibileee!!! - la sentì gridare esasperata – Passi per lo zucchero, ma come può esistere un mondo senza cioccolata???!!! Che fine ha fatto Cristoforo Colombo??!! E i Conquistadores?! Maledetti portoghesi! Solo i fucili hanno portato in questo paese???!!!-

- Calmati Kagome, troveremo un'altra soluzione... - bisbigliò Sango

- Cos'è?! Hai di nuovo voglia di roba strana?! - chiese preoccupato Inuyasha arrivandole alle spalle e facendola trasalire.


 

- Dai, amico... dammi una mano... siamo rimasti a secco e sta per arrivare il freddo. - lo supplicò Miroku il giorno stabilito – Se mi dai una mano tu, faremo in un attimo... vuoi lasciare i miei bambini al freddo?! Me lo ricorderò quando mi chiederai un favore per tuo figlio... - concluse scocciato e vagamente minaccioso.

- Uffaaa!! E va bene, ti aiuto, stupido bonzo! - sbottò Inuyasha – Kagome, mi raccomando, se succede qualcosa, qualsiasi cosa, manda Shippo a chiamarmi, ok?! -

- Inuyasha, stai tranquillo, i bambini non nascono in un minuto! - lo canzonò Kagome – Guardami, sto benissimo?! Ti sembro una partoriente?! - gli disse mentre si massaggiava distrattamente la schiena.

- Mmmhhh... - mugugnò Inuyasha poco convinto. Aveva notato che negli ultimi giorni Kagome ripeteva quel gesto sempre più spesso e la cosa non gli piaceva affatto.


 

- Al lavoro! Al lavoro!!! - bisbigliò eccitata Kagome appena Inuyasha e Miroku uscirono dal villaggio.

Passarono il pomeriggio a cucinare e preparare addobbi: Sango si occupò della torta, seguendo le indicazioni di Kagome, che ancora non si dava pace di dover rinunciare al cioccolato; Rin, che aveva una bellissima calligrafia, preparò un enorme striscione con scritto “Buon Compleanno, Inuyasha”; Shippo tornò dal mercato con un grosso sacco di candele, le più piccole che il vecchio mercante fosse riuscito a trovare e la vecchia Kaede supervisionava tutti gli altri che si davano da fare con gli altri piatti così Kagome riuscì a dedicarsi tranquillamente al suo ramen.

- Che ne dici, tesoro?! Piacerà a papà?! - chiese al suo pancione assaggiando un po' di brodo – Aaahhh!! - un'altra fitta, più forte delle altre, le mozzò il respiro – Se questo era un “no” siamo nei guai, non ho tempo di farne dell'altro... - bisbigliò sorridendo amaramente mentre cercava di calmare il dolore.

Incredibilmente riuscirono ad ultimare i preparativi prima di sera e Kagome si fece trovare “casualmente” fuori dal villaggio.

- Non preoccuparti, Inuyasha, ce la faccio da solo! - gli disse Miroku paonazzo con le braccia cariche di fascine e una catasta di legna sulla schiena – Voi andate pure a casa, prima che tramonti il sole... ci vediamo domani! -

- Dubito che ce la farà ad arrivare a casa... - borbottò Inuyasha guardandolo allontanarsi poco convinto.

- Se la caverà, non ti preoccupare. - rise Kagome – Adesso andiamo a casa... che oggi sono proprio stanca. - ed era vero, infatti dopo cena crollò quasi subito dal sonno.


 

Buio, vento e una sensazione di calore... qualcuno la stava abbracciando e le bisbigliava qualcosa in un orecchio.

- Inuyasha - mormorò Kagome aprendo gli occhi e notando una lunga ciocca di capelli neri che le svolazzava davanti al viso.

A malincuore si sciolse da quell'abbraccio, per guardarlo in faccia, e ciò che vide la lasciò di sasso, mentre lui le sorrideva e le diceva qualcosa...


 

- AAARRGGHHH!!! - un dolore allucinante, alla schiena e all'addome, la svegliò di soprassalto.

- Kagome!!! - gridò Inuyasha saltando a sedere sul letto – Che è successo?!!! Un'altra fitta???!!! - le chiese allarmato

- Noooo... - rispose con un sforzo digrignando i denti – Chiama Kaede... -

- Oh cavolo!!! Vuoi dire che... - chiese terrorizzato

Lei non rispose ma annuì energicamente serrando le labbra dal dolore.

- Oh Porca... - lo sentì imprecare mentre schizzava fuori dal letto e si vestiva in tutta fretta, sbattendo, al buio, da tutte le parti. Con la coda dell'occhio lo vide aprire la porta e fiondarsi fuori ancora mezzo nudo gridando:

- Kuro, Shiro! Restate con lei! Se si avvicina qualcuno... Baaahhh...ammazzatelo! - poi lo sentì tornare di corsa e fiondarsi tremante su di lei, accarezzandole goffamente il viso e i capelli:

- A-amore... io vado eh... tu... tu resisti... torno velocissimo... - balbettò baciandola malamente prima di fiondarsi di nuovo fuori imprecando – Maledetta notte senza luna!!! -


 

- Stai calmo, Inuyasha, non nascerà in un secondo... - lo redarguiva la vecchia Kaede camminando piano nel bosco.

- Ma che stai dicendo, vecchia??!! Tu non l'hai vista! Sta malissimo!!! Dai, sali in spalla! Ci metteremo una vita così! - rispose lui disperato

- Sei solo un uomo stanotte, non faresti che pochi passi con me sulle spalle, fidati. Se proprio hai tanta fretta, vai avanti con Sango e Miroku... io non riesco a correre più di così! -

- Voi due andate. - intervenne Miroku – Resto io con la vecchia Kaede. -


 

- Kagome!! Kagome, siamo qui! C'è Sango con me e la vecchia sta arrivando. - mormorò Inuyasha chino su di lei, accarezzandole i capelli.

Kagome annuì sofferente, ma lo guardò un po' sollevata.

- E' sudatissima! - mormorò Inuyasha

- E' normale. Adesso vattene Inuyasha. Ci penso io. - gli rispose seria Sango

- Che?! No! Non se ne parla! Io non la lascio! - protestò deciso

- Non dire idiozie, saresti solo d'impiccio... - ma Kagome la afferrò per un polso e annuì decisa – Sei sicura, Kagome? - le chiese stupita Sango. Kagome annuì ancora stringendo di nuovo i denti per il dolore – E va bene... come vuoi... - acconsentì Sango poco convinta, ma non era decisamente il momento di mettersi a discutere.

Sollevò le coperte e cacciò decisa la testa tra le gambe di Kagome.

- Ehi! Che stai facendo?! - le chiese Inuyasha arrabbiato e imbarazzato

- Devo controllarla, Inuyasha. - rispose Sango continuando imperterrita il suo lavoro – Se vuoi restare, vedi di adeguarti! - lo rimproverò

In quel momento Inuyasha si sentì tirare per il risvolto del suikan, era Kagome che lo guardò supplicante senza riuscire a parlare:

- E va bene... starò buono... - le mormorò arrendevole

– Eh sì, ci siamo proprio, tesoro. Ma non sei ancora abbastanza dilatata. - dichiarò Sango

- E che significa?! - chiese preoccupato Inuyasha

- Che potrebbe volerci ancora un bel po'... - rispose Sango riemergendo da sotto le coperte e scoprendo decisa la pancia di Kagome, slacciandole la sottoveste e tastandola con attenzione.

Inuyasha avrebbe voluto protestare di nuovo ma si trattenne.

- Bene! - esclamò Sango con un sorriso – Il tuo bambino è a testa in giù, per fortuna, puoi stare tranquilla. -

Anche Kagome sorrise sollevata, ma subito il suo viso si contrasse in una nuova smorfia di dolore:

- Aaaahhh... - gridò

- Resisti... resisti... non spingere, Kagome... - si raccomandò Sango

Inuyasha la guardava disperato, senza sapere cosa fare, avrebbe dato qualsiasi cosa per soffrire al posto suo. Quando il dolore passò Kagome gli sorrise a fatica e gli bisbigliò:

- Tranquillo... sto bene... Dai... non fare quella faccia... stiamo per conoscere il nostro bambino... non sei felice?! -

Lui la guardò stupito da tanta forza e le sorrise:

- Certo... certo che sono felice... solo... non credevo fosse così doloroso... - mormorò dispiaciuto

- Ecco, perché gli uomini aspettano fuori! - lo canzonò Sango – Sei ancora in tempo a cambiare idea. -

- No! Ho detto che resto! Anche se non posso fare niente... -

- Beh, qualcosa lo puoi fare: vai a prendermi dell'acqua e poi trovami altre coperte che vediamo di farla stare un po' più comoda. Che ne dici, Kagome?! - chiese Sango cercando di tranquillizzarla


 

Quando Kaede li raggiunse ormai si erano già sistemati: Inuyasha sorreggeva Kagome che aveva preferito stare appoggiata a lui, le accarezzava i capelli e le asciugava il sudore e, ad ogni contrazione, cercava di massaggiarle un po' la schiena come meglio poteva. Di quando in quando Sango continuava a controllare Kagome, ma il parto sembrava procedere molto lentamente. Passarono le ore e la situazione sembrava quasi a un punto morto, quando i capelli di Inuyasha iniziarono a tornare d'argento e le sue orecchie fecero di nuovo capolino sopra la testa.

- E' già l'alba... - mormorò Kagome sorridendogli appena, ma subito il sorriso le morì sul volto – AAARRGGHHH!!! - gridò di nuovo con tutte le sue forze.

Sango e Kaede scattarono al suo fianco preoccupate:

- Che succede?! Così all'improvviso... - chiese preoccupata Sango

- Maledizione! - imprecò Inuyasha - E' il bambino... credo che anche lui abbia riacquistato la sua forza demoniaca. -

- Bene... - esclamò Kaede tranquilla – Allora forse ce la caveremo prima del previsto... -


 

In realtà ci vollero ancora alcune ore. Era già mattina inoltrata quando le contrazioni si fecero più ravvicinate e Inuyasha era sempre più nel panico vedendo Kagome stare sempre peggio e i momenti di tregua farsi sempre più brevi, riusciva solo ad accarezzarla e stringerle la mano.

- Ok, Kagome, ci siamo! - esclamò finalmente Sango dopo averla controllata di nuovo – Alla prossima contrazione inizia a spingere! -

La contrazione non si fece attendere e Kagome urlò di nuovo stringendo forte la mano di Inuyasha.

- Forza, tesoro, forza! Sono qui! Stringi la mia mano!... Rompimela pure se ti fa stare meglio... ma fai come ti dice Sango! - la incitava il mezzodemone

Il viso di Kagome si distese impercettibilmente, a quelle parole, e Inuyasha la sentì stringere ancora più forte, ma non era niente rispetto al dolore che stava provando lei.

- Bravissima! Così, forza! Si vede la testa! - gridò Sango

A quelle parole Inuyasha impallidì:

- C-cosa???!!! L-l-la testa??!! - balbettò

Ma un nuovo grido di Kagome richiamò di nuovo la sua attenzione.

- Dai! Forza! Ancora un'altra spinta, Kagome! - urlò Sango – L'ultima, poi giuro che ti lascio in pace! -

- Che??!! Cosa??!! - balbettò Inuyasha sempre più confuso. Non sapeva più dove guardare con Kagome che urlava, Sango che la incitava e Kaede che trafficava tra le gambe di sua moglie... scelse di concentrarsi su Kagome, ma poté solo vedere quell'ultimo grido morirle sulle labbra e i tratti del suo volto tornare a distendersi mentre ansimava sollevata e un altro grido colpiva le sue sensibili orecchie: una vocetta piccola, acuta che sembrava urlare al mondo tutto il suo disappunto.

Si voltò imbambolato verso Sango e la vide trafficare ancora insieme a Kaede, tra le gambe di Kagome, poi prese un telo pulito e ci avvolse dentro qualcosa, sorridendo felice:

- Ma guarda un po' chi c'è qua... tu la conosci questa bella donna stanchissima?! Mmmmhhh... secondo me è la tua mamma! - disse al fagotto sollevandolo delicatamente tra le braccia per porgerlo a Kagome - Complimenti ragazzi, è un bellissimo maschietto! - si complimentò Sango commossa, lasciandogli finalmente vedere il volto di suo figlio.


 

Kagome tese le braccia verso il suo bambino e in quel momento, rivide in un lampo il sogno che stava facendo poche ore prima, lo stesso sogno che l'aveva tormentata fin dalla vigilia delle sue nozze:

- Ma tu non sei Inuyasha... - aveva balbettato stupita al ragazzo che le stava davanti.

Aveva dei lunghi capelli, neri come le orecchie da cane che gli spuntavano sulla testa, la guardava con due dolcissimi occhi scuri, resi ipnotici da una miriade di pagliuzze dorate intorno alla pupilla sottile, e le sorrise divertito, con lo stesso sorriso di Inuyasha:

- Ma certo che no, mamma! - le rispose allegro – Come hai fatto a confondermi con papà?! Io sono... -


 

- Masaru!!! - esclamò Kagome stringendo suo figlio tra le braccia – Non posso crederci... Sei tu... Sei proprio tu... Sei sempre stato tu! - mormorò rimirandolo commossa.

- Masaru... - mormorò Inuyasha cingendo Kagome per le spalle e osservando incantato il suo bambino che ora se ne stava tranquillo con gli occhietti chiusi, la testolina coperta da una folta chioma di corti capelli neri, da cui facevano capolino due piccolissime orecchie da cane dello stesso colore, come quelle che erano venute a Kagome durante la gravidanza. Inuyasha lo guardò incredulo, quel bambino era davvero suo figlio! Il figlio suo e di Kagome! - Masaru?! - mormorò di nuovo

- Oh scusami, tesoro! - esclamò Kagome riscuotendosi dai suoi pensieri – Forse preferisci un altro nome?! -

Inuyasha la guardò stupito di vederla di nuovo così tranquilla e le sorrise felice:

- No, amore, Masaru va benissimo... è perfetto! Hai scelto un nome bellissimo! - sussurrò stringendola a sé.

- Ma non l'ho deciso io! - rispose Kagome come se fosse ovvio – Me l'ha detto lui che si chiama così... -

- Che cosa?! - chiese stupito Inuyasha

- Sì... il mio sogno... la profezia... non eri tu... era lui! Anche stanotte l'ho sognato... e per la prima volta l'ho visto in faccia e mi ha detto di chiamarsi Masaru... probabilmente voleva dirmi che stava arrivando. - concluse tornando a guardare suo figlio con un sorriso colmo d'amore.

Gli prese delicatamente uno dei pugnetti e con un dito lo costrinse dolcemente a distendere la manina:

- Guarda! Ha le tue mani! - mormorò emozionata accarezzando con la punta del pollice i piccolissimi artigli ancora morbidi e per niente affilati – Ecco perché l'ho scambiato per te! -

- Era lui... nel tuo sogno? - mormorò incredulo Inuyasha – Ma allora... è proprio vero...quella notte... è successo davvero quella notte... -

- Quale notte?! Di che parli?! - gli chiese perplessa Kagome

Inuyasha arrossì vistosamente e guardò Sango e la vecchia Kaede che li ascoltavano curiose.

- Ehm... io... vado a dare la bella notizia a Miroku, eh?! - esclamò Sango capendo al volo

- E io vado a prendere dell'acqua calda, così questo giovanotto si fa un bel bagnetto e anche tu Kagome puoi darti una rinfrescata. – le fece eco Kaede

Quando furono uscite Kagome guardò di nuovo Inuyasha:

- Allora?! -

- Beh... ecco... ti ricordi il matrimonio di Koga, no?! - esordì imbarazzato – Ti ricordi di quella roba che m'ha fatto bere?! -

- Certo... come si chiamava....?! Vrog, giusto?! - rispose dubbiosa

- Beh... sì... ma non è questo il punto... è che... mi sa che ha funzionato anche con me... l'unica cosa che mi ricordo di quando ero ubriaco è che... oh cavolo... avevi un odore buonissimo... i-io... non riuscivo a resisterti e... beh... insomma... credo che il mio istinto mi abbia suggerito che... era la volta buona... per questo... mi sono... impegnato tanto... ecco... - concluse la frase paonazzo

Kagome lo guardò stupita arrossendo anche lei:

- Ma certo... ecco perché mi hai chiesto di toglierti il rosario... è stato il tuo... istinto di demone a suggerirtelo ma... perché?! Insomma, non era necessario, no?! Sarebbe andata bene lo stesso?!-

- Sì ma... in questo modo...devo aver trasmesso a mio figlio tutto il mio sangue demoniaco... per questo è così forte anche se è solo il figlio di un mezzodemone... o almeno così mi ha spiegato mio padre... a quanto pare è una cosa abbastanza normale tra i demoni... cercare di avere figli sempre più forti... -

- L'hai detto a tuo padre???!!! - gli chiese allarmata e imbarazzata – Che vergogna... - mormorò

- Beh... quando Koga c'ha raccontato quella storia mi sono spaventato! Ho avuto paura che potessero esserci delle conseguenze, per il bambino e per te! Per questo sono corso a parlarne con lui! A chi altro potevo chiedere?! - si giustificò Inuyasha

Kagome lo guardò commossa: si era preoccupato per lei, per l'ennesima volta, per il loro bambino e, per la prima volta, si era appoggiato completamente a suo padre.

- Scusami... - mormorò Inuyasha dispiaciuto all'idea di averla messa in imbarazzo.

- No, non scusarti, hai fatto bene. - gli sussurrò Kagome sorridendogli dolcemente.

Un tenue vagito richiamò la loro attenzione e Masaru si agitò appena tra le braccia della mamma.

- E così è stato quella notte eh?! - gli chiese Kagome sorridendogli felice – E' per questo che prima non potevo sentirti, che non riuscivi a raggiungermi?! Ma quella notte sei venuto da me, mi hai abbracciato, mi hai detto quella cosa e poi sei sparito... ma non eri sparito, vero?! Sei diventato una parte di me... e il tuo abbraccio ha continuato a scaldarmi per tutti questi mesi, fino a stanotte... quando mi hai lasciata andare e finalmente ci siamo conosciuti, eh! Grazie, piccolo mio. Se non ci avessi detto quella profezia... chissà cosa poteva succedere... è merito tuo se abbiamo sconfitto i Nue... se abbiamo vinto... Sì, sei proprio Masaru*! - mormorò dandogli un piccolo bacio sulla fronte.

Inuyasha li guardava incantato, quanto aveva sognato quel momento: Kagome con in braccio loro figlio... sarebbe rimasto a guardarli per ore... la sua famiglia... il suo mondo... i suoi tesori più preziosi...

Masaru si agitò di nuovo, protestando appena e stendendo le manine davanti a se come se volesse afferrare qualcosa.

- Cosa c'è, tesoro?! - gli chiese dolcemente Kagome – Ah! Ho capito! Vuoi andare da papà?! -

- Eh?! Cosa?! - balbettò terrorizzato Inuyasha, ma lei gli stava già tendendo quel piccolo fagotto – No! Aspetta! È... è troppo piccolo! - ma ormai ce l'aveva già tra le braccia.

- Tienigli la testa, mi raccomando... - gli spiegò Kagome mentre lui guardava spaesato alternativamente lei e il bambino.

Allarmato, gli mese subito una mano sotto la testolina, mentre se lo avvicinava al petto, Masaru emise un piccolo sospiro e si accoccolò tranquillo contro la mano del suo papà.

- Mmmhhh... qualcosa mi dice che la nanna sarà roba tua, papà! - scherzò Kagome sorridendogli felice.

- Kagome... - mormorò Inuyasha con un nodo in gola – allora... i-io... sono padre, adesso?! -

Kagome rise appena e gli rispose:

- Così pare, tesoro... ma non temere, te la caverai benissimo, ne sono sicura! -


 


 

* Masaru significa “vittorioso”


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Angolo dell'autrice

E fiocco azzurro sia! ^_^ Chi si aspettava un parto “comico” (stile Kagome che manda a cuccia Inuyasha ad ogni contrazione al grido di “E' tutta colpa tua, stupido cagnaccio!”) temo sia rimasto deluso. All'inizio c'avevo anche pensato, ma poi... non so... ho cambiato idea ed è venuto così.

Ed ecco anche svelato cosa dice il Generale nell'orecchio di Kagome e di cosa hanno parlato Inuyasha e suo padre. :P

Ok, qualcuno aveva pensato che la profezia si riferisse ai figli di Inuyasha e Sesshomaru e che non fosse Inuyasha quello nel sogno, ma poi mi aveva sparato un “Generale Cane”. Che potesse essere Masaruccio bello nessuno me l'aveva ventilato... e dire che mi sembrava così ovvio... vi ho davvero depistato così bene?! o.O

Mi scuso con chi aveva chiesto di vedere Masaru appena nato: c'ho provato ma non stava venendo un granché e a dirla tutta... è un neonato con le orecchie da cane, non c'è molto da dire, credo, ^^' quindi ho preferito impiegare il poco tempo a disposizione per la versione da adulto (anche se mi è venuto più uguale a Inuyasha di quanto avrei voluto T_T)

Serin... i funghi XD


 

Alla prossima ^_^

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Capitolo 40
*** Happy Birthday (seconda parte) ***


Sango e la vecchia Kaede tornarono dentro casa, richiudendosi la porta alle spalle, con tutto l'occorrente per lavare il piccolo e la sua mamma, ancora un po' provata dal lungo travaglio.

- Beh... allora... io aspetto fuori... - mormorò a malincuore Inuyasha dispiaciuto all'idea di separarsi da suo figlio proprio quando si stava abituando a tenerlo in braccio.

- Ma come?! Hai fatto carte false per restare finora e vuoi uscire proprio adesso?! - lo rimproverò Sango – Perché non lo fai tu il bagno a tuo figlio, mentre io aiuto Kagome?! -

- I-io ma... non lo so... - balbettò preoccupato, ma infondo l'idea non gli dispiaceva affatto, così avrebbe potuto tenerlo in braccio ancora un po'

- Non preoccuparti, Inuyasha, ti aiuto io! - lo tranquillizzò Kaede

Anche Kagome guardò stupita Sango: non si aspettava una proposta del genere proprio da lei, che voleva spedirlo fuori a calci solo poche ore prima. Ma la sterminatrice si voltò verso di lei e le sorrise, facendole l'occhiolino, e, ammiccando appena verso la porta, le fece segno di stare zitta.

Kagome la guardò perplessa, che stava cercando di dirle?! E allora Sango mosse appena le labbra per dire “Compleanno”. Kagome la guardò stupita, se ne era completamente dimenticata! E dire che per giorni non aveva pensato ad altro. Poi Sango la guardò dubbiosa e le chiese:

- Te la senti o preferisci rinunciare?! - bisbigliò

- Rinunciare?! Oh no! No-no-no! - esclamò allarmata poi vide Inuyasha guardarla perplesso – Non rinuncerei mai a un bel bagno, Sango, che ti salta in testa! - proseguì incerta

Sango le sorrise divertita:

- Ok, allora procediamo! -


 

Mentre lavava piano Masaru, aiutato da Kaede, Inuyasha rivolgeva occhiate perplesse a Kagome e Sango che si lanciavano strani sguardi, mentre sua moglie si lavava, e di quando in quando si voltavano appena verso di lui per poi distogliere subito lo sguardo:

- Bah! Le donne... - mormorò – Chissà che avranno da guardare?! Di sicuro mi stanno prendendo in giro per come ti lavo, Masaru... meno male che sei un maschietto, almeno tu starai dalla mia parte, vero?! - chiese sorridendo a suo figlio che si godeva tranquillo il suo bagno muovendo appena la bocca come se succhiasse qualcosa.

- Mmmhhh... mi sa che qui qualcuno inizia ad avere fame... - ridacchiò la vecchia Kaede.

Kagome guardò Sango preoccupata, ma lei annuì soddisfatta come per dire:

“Perfetto così guadagniamo altro tempo!”


 

- Ehi! Allora è vero che avevi fame! - esclamò stupito Inuyasha guardando suo figlio succhiare avidamente dal seno di Kagome.

- Sì... sembra te davanti a una ciotola di ramen! - lo canzonò Kagome

- Ahhhh... il ramen... non me lo ricordare! È una vita che non lo mangio... è la cosa che mi è mancata di più del tuo mondo... a parte te, ovviamente – si corresse prontamente guardandola felice – Perché non me lo prepari una volta?! -

- Perché ci vuole un sacco di tempo... e poi trovare tutti gli ingredienti qua... sarebbe un'impresa, fidati! - ridacchiò Kagome

- Ma quando Masaru sarà più grande ce lo prepari, vero mamma?! - insistette speranzoso – Vedrai piccolo, sono sicuro che ti piacerà! - esclamò convinto guardando suo figlio che con le manine abbracciava deciso il seno di Kagome, come se temesse che qualcuno glielo portasse via – Anche se il contenitore non sarà altrettanto invitante... - bisbigliò con aria complice in direzione di suo figlio

- Inuyashaaa... -


 

- Sango, ma Miroku è ancora fuori che aspetta?! - chiese distrattamente Kagome alla sua amica, che rientrò in casa proprio in quel momento, mentre Inuyasha teneva Masaru sulla sua spalla per fargli fare il ruttino.

- In effetti, sì... - rispose la sterminatrice ridacchiando

- Bah! Quell'idiota! Ma perché non viene dentro, allora?! - sbottò Inuyasha

- Inuyasha, non sta bene! - lo rimproverò la vecchia Kaede – Tua moglie ha appena partorito e ha bisogno di riposo, un po' di rispetto! Dovresti essere tu ad uscire per mostrargli tuo figlio. Credo ci sia anche Shippo, che aspetta... e forse anche qualcun'altro. - ridacchiò.

- Baaahhh... e va bene... - brontolò alzandosi in piedi – Vieni Masaru, adesso papà ti farà conoscere quello scemo dello zio Miroku! Ricordati: se un giorno avrai una fidanzata, tienigliela lontana! -

Inuyasha aprì tranquillamente la porta scorrevole e un coro di grida festanti lo travolse, urlando all'unisono:

- SORPRESA!!! -

- Ma che diavolo... - esclamò Inuyasha stupefatto guardando la scena assurda che gli si parava davanti:

Sul grande prato davanti a casa loro era sistemata una lunga tavolata con una scritta appesa sopra, di cui Inuyasha capì solo il suo nome, intorno alla tavola c'erano Miroku con i suoi figli, Shippo, Kohaku, Rin, la gente del villaggio, Jinenji, Royakan, addirittura Koga e Ayame con la loro bambina e...

- Sesshomaru???!!! - esclamò vedendo suo fratello che lo guardava serio e impettito come sempre, con Jaken al suo fianco, per poi spostare lo sguardo sui suoi cugini e gli altri capifamiglia del clan – Ragazzi??!!! Zio Goomon??!! Ma che cavolo ci fate tutti qua?! Vi hanno già informato?!!! -

Kagizume scoppiò a ridere:

- Chiedi a tua moglie. E' tutta opera sua, cugino! - esclamò appoggiato alle spalle di Kiba e Gyakusatsu.

Inuyasha si voltò a bocca spalancata verso Kagome, che si era rimessa in piedi e camminava piano aiutata da Sango, e gli si avvicinava sorridendo:

- Buon Compleanno, tesoro! - gli disse raggiante

- Compleanno?! Vuoi dire che oggi... oggi è il mio compleanno?! - chiese stupito Inuyasha che si ricordava bene cos'era successo con quello di Kagome e ne aveva mentalmente preso nota per l'anno successivo - E come fai a saperlo?! -

- Ho i miei informatori... - rispose lei allusiva – Dai, andiamo a tavola, cosa aspetti?! Non so te, ma io sto morendo di fame. -

Raggiunsero la grande tavolata, insieme a Sango e Kaede, e si sedettero al centro tra Miroku e Sesshomaru che subito batté deciso le mani. A quel comando, da dietro casa, spuntarono alcuni Komainu, capeggiati da Chibiki e Atsuko e diretti (o per meglio dire “ostacolati”) da Jaken, che si apprestarono a servire gli ospiti.

- Piccoletto! Ci sei anche tu?! - esclamò stupito Inuyasha – Sesshomaru, li hai portati tu? - chiese al fratello.

- Mi sembra ovvio. - rispose freddo come al solito, ma per una frazione di secondo le sue labbra si incresparono leggermente: stava ridendo sotto i baffi, Inuyasha era pronto a giurarlo! Tornò ad osservare i servitori e si accorse del profumino che veniva dai vassoi che trasportavano: un mix di tutti i suoi odori preferiti tra cui quella roba che cucinano i Komainu e...

- Ramen!!! - gridò euforico

Kagome scoppiò a ridere:

“Sembra un bambino la mattina di Natale!” pensò sistemando Masaru, che dormiva sazio e tranquillo, nella fascia che si era legata a tracolla.

- Non ci credo, piccoletto, sai cucinare quella roba?! - chiese a Chibiki che gli metteva i piatti davanti

- Oh no, mio Signore. - si schermì Chibiki – Questa prelibatezza, che ho l'onore di servirvi, è stata preparata personalmente dalla Signora Kagome appositamente per voi e per il vostro genetliaco. -

- Cooosaaa???!!! - esclamò sconvolto voltandosi a guardarla – Ma come... quando... Non è possibile!!! Hai qualche altro potere che non conosco?! -

Kagome rise di nuovo:

- No, tesoro. Sei tu che hai tanti amici che ti vogliono bene e che sono stati ben felici di aiutarmi a preparare tutta questa festa per te, nonostante un piccolo meraviglioso inconveniente dell'ultimo momento che ha rischiato di mandare tutto a monte – gli spiegò sorridendo al suo bambino – Il ramen l'ho preparato ieri, mentre qualcuno ti ha distratto... - aggiunse poi ammiccando verso Miroku che gli sorrideva soddisfatto.

- Non ci credo, mi avete fregato! Mi avete preso tutti in giro e io non me ne sono accorto! - esclamò Inuyasha felice e un po' commosso.

- Dai, mangia il tuo adorato ramen, adesso, prima che si freddi. - lo canzonò Kagome

Si misero tutti a mangiare allegramente.

Sesshomaru rimase a fissare dubbioso la sua scodella di ramen.

- Guarda che se non lo vuoi lo mangio io... - lo rimproverò Inuyasha guardandolo di sottecchi.

- Lo assaggi, Signor Sesshomaru, è buonissimo! - esclamò allegra Rin, seduta di fianco a lui con la bocca piena di spaghetti - La Signora Kagome è una cuoca eccezionale e poi l'ho aiutata anch'io! - gli disse convinta

Sesshomaru la guardò con la coda dell'occhio e finalmente si decise a portare alle labbra la sua scodella per sorbire un piccolissimo sorso di brodo.

- Allora?! Di' la verità, fratellone, non è la cosa più buona che tu abbia mai mangiato?! - lo incalzò Inuyasha entusiasta.

Sesshomaru alzò appena un sopracciglio come per dire:

“Passabile”

- Che cosaaa??!! - gridò scandalizzato Inuyasha – Molla quella ciotola! Tu non lo meriti!!! - aggiunse cercando di strappargliela di mano.

- Sta' zitto, Inuyasha. - lo ammonì Sesshomaru con un'occhiataccia indifferente, prendendo le bacchette e cominciando a mangiare il suo ramen – E tu cosa hai fatto, Rin? Hai preparato gli spaghetti? - chiese poi alla bambina

- No, io le passavo gli ingredienti. - rispose tranquilla

Sesshomaru si bloccò per un attimo con gli spaghetti a mezz'aria:

- Ah! - mormorò semplicemente – Sei stata brava, Rin. - aggiunse senza tradire nessuna emozione e rimettendosi a mangiare come se niente fosse

- Visto?! Lo sapevo che gli sarebbe piaciuto! - esclamò Rin soddisfatta, guardando Kagome che si tratteneva a stento dal ridere.


 

Passarono a tavola il resto della giornata, festeggiando allegramente. Tra una portata e l'altra Inuyasha fece il giro della tavola presentando a tutti suo figlio, felice e orgoglioso:

- La senti questa puzza, Masaru?! E' quel lupastro di Koga! - scherzò Inuyasha sedendosi vicino a Koga e Ayame, insieme a Kagome.

- Stai lontano, cagnaccio! - gli rispose il Demone Lupo – La mia piccola Sayuri ha il nasino delicato! Tu invece vieni pure Kagome, il tuo buonissimo profumo le piacerà di sicuro. - aggiunse sorridente

- Sei solo invidioso! - ribatté Inuyasha – Avessi visto come si vantava dei calci di suo “figlio”! - esclamò rivolto ad Ayame

- E tu invece hai smesso di fare lo stupido e dire assurdità alla povera Kagome?! - ribatté Koga stizzito

- Basta ragazzi! - li rimproverò Ayame

- Non cresceranno mai! - mormorò Kagome scuotendo la testa, mentre Koga e Inuyasha continuavano a guardarsi in cagnesco, ringhiando sommessamente – Sono contenta che siate riusciti a venire. - aggiunse poi rivolta ad Ayame e decidendo di ignorarli – Ma sei sicura che non sia troppo stancante per te e la piccola? -

- Ma figurati Kagome. Siamo demoni! Ci riprendiamo in fretta! - rispose Ayame con un sorriso – Tu piuttosto, sei sicura che ce la fai? Non preferiresti riposarti un po'? -

- Più tardi magari... ma ci tenevo troppo a questa festa. Per fortuna era già tutto pronto e i Komainu stanno pensando al resto. Piuttosto, mi ha detto Sango che avete dato tutti una mano a traslocare la festa dal villaggio a qua... Sono mortificata! Ho costretto i miei ospiti a lavorare! Che pessima padrona di casa! - esclamò scoppiando a ridere.

Anche Ayame scoppiò a ridere:

- E invece è stato divertente! - ammise divertita – Fare tutto così di nascosto... -

- Complimenti! E' proprio una bimba bellissima! - disse Kagome, cambiando argomento e ammirando la piccola Sayuri tra le braccia della mamma – Ha i capelli scuri come Koga! -

- Già! - ammise Koga – Ma ha anche i bellissimi occhi verdi di sua madre! - aggiunse orgoglioso cingendo affettuosamente le spalle di sua moglie che arrossì imbarazzata da quel complimento.

- E' vero, è una bambina bellissima! - ammise anche Inuyasha – Infatti somiglia alla mamma! -

- Ehi! Che vorresti dire?!!! - rispose offeso Koga

Kagome e Ayame risero di nuovo, mentre i loro mariti continuavano a battibeccare.

- Inuyasha, se volete picchiarvi almeno ridammi Masaru... - lo rimproverò Kagome, che in realtà ridacchiava sotto i baffi, riprendendosi suo figlio. - Mi domando per quanto ancora fingeranno di non andare daccordo... - mormorò poi di nuovo rivolta ad Ayame.

- Lasciali perdere! - rispose lei – Sono fatti così! È il loro modo di dimostrarsi affetto... Piuttosto, complimenti anche a te, Kagome, il tuo Masaru è davvero un bel bambino. -


 

Mentre Kagome continuava a chiacchierare con Ayame, Inuyasha riprese suo figlio e ricominciò il giro tra amici e parenti, che chiacchieravano allegri intorno alla lunga tavolata riuscendo persino a rompere il ghiaccio con alcuni degli abitanti del villaggio, soprattutto Kiba che non perdeva occasione per lanciare sorrisini e strizzatine d'occhio alle ragazze più giovani e carine, mentre le gemelle ammiravano a bocca spalancata le orecchie di Gyakusatsu, ma non avrebbero mai osato nemmeno avvicinarsi, di fronte alla sua espressione cupa, se Kagizume non le avesse istigate di nascosto. Rin invece teneva banco con Igen, Kunou e Fusawashi, su quanto fosse forte, buono, gentile e generoso il suo adorato Signor Sesshomaru, ricevendo in cambio sguardi increduli e pressanti domande.

- Rin, basta così – la interruppe alla fine Sesshomaru, evitando di incrociare lo sguardo dei giovani cugini di suo padre.

In mezzo a tutto questo Inuyasha parlottava con suo figlio, che lo fissava coi suoi occhietti ancora un po' vacui e velati, attirato dal suono della sua voce, come una calamita:

- E questo demone imponente è lo zio di tuo nonno... non farlo mai arrabbiare, fa davvero paura! - spiegò Inuyasha a Masaru

- Bah! Sciocchezze! - si schermì burbero il vecchio Goomon per poi cambiare completamente espressione tendendo le braccia verso Masaru – Vieni, piccolo, vieni dalla zio Goomon. - mugugnò con una vocetta amorevole strappando quasi il bimbo dalle braccia di Inuyasha che lo guardava sconvolto – Eccolo qua, il mio piccolo guerriero! Somigli proprio a tuo nonno, sai?! Mi aspetto grandi cose da te, giovanotto! - esclamò con l'aria di un nonno orgoglioso.

Inuyasha lanciò un'occhiata preoccupata al sake di Yakurodokusen, che aveva davanti il vecchio demone, ma vedendo che c'era quasi tutto rivolse la stessa occhiata a Igen, seduto davanti a lui, che scosse appena la testa con aria rassegnata, mentre Fusawashi, vicino a lui, gli mise una mano sulla spalla e gli bisbigliò in un orecchio:

- Fa sempre così! Ha un debole per i bambini! Comincia a trattarli male solo dopo la prima battaglia... ma solo se reputa che non abbiano abbattuto abbastanza nemici. - spiegò ridacchiando.

Ci volle un po' ma finalmente Inuyasha riuscì a tornare in possesso di suo figlio e riprese ancora il suo giro tra i parenti:

- Vedi Masaru, quello scemo coi capelli strani è Kagizume. – bisbigliava a suo figlio - Quello accanto è Gyakusatsu, lui è a posto e se mai qualcuno ti prenderà in giro per le orecchie ti difenderà lui. L'altro invece è Kiba, mi raccomando tienilo d'occhio e se si avvicina troppo alla mamma mordilo! E infine questo tipo sempre serio e musone è lo zio Sesshomaru. - concluse fermandosi davanti a suo fratello e tornando a sedersi vicino a lui, concludendo il suo giro.

- Non riesco a credere che Kagome sia riuscita a coinvolgerti in una cosa così assurda, riuscendo persino a farti sedere a tavola con degli umani! - esclamò ironico rivolto a suo fratello maggiore

- Quando si ha la sfortuna di avere un fratello mezzodemone... - commentò indifferente Sesshomaru – E così questo è tuo figlio! - aggiunse poi freddamente lanciando una strana occhiata al bambino che dormicchiava di nuovo tranquillo tra le braccia di Inuyasha

- E' proprio carino! Vero Signor Sesshomaru?! - esclamò allegra Rin

- Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri. - ribatté con aria vagamente contrariata – ma almeno si è dimostrato più sveglio e intelligente di suo padre... Se non altro, nascendo oggi, mi ha fatto risparmiare un viaggio. -

- Ma guarda tu che roba! - sbottò Inuyasha – Non dico che tu debba fare i salti di gioia, ma potresti essere un po' più gentile! E' solo un bambino e, anche se ti da fastidio, è pur sempre tuo nipote! Insomma ci vuoi nel clan o no?! Io ancora non l'ho capito! Se noi mezzodemoni ti diamo tanto fastidio basta dirlo e ce ne stiamo a casa nostra! - concluse arrabbiato alzandosi e dirigendosi verso casa.

Kagome lo notò e fece segno a Rin di aiutarla a rialzarsi per raggiungerlo:

- Scusateci un attimo, ma credo che per Masaru sia l'ora della pappa... - mormorò scusandosi con i suoi ospiti e allontanandosi lentamente insieme a Rin.

Quando raggiunse Inuyasha, sulla veranda, lo trovò che parlottava con suo figlio:

- Non dargli retta, piccolo! I tuoi capelli non hanno niente che non va! Sono bellissimi, come quelli della mamma... magari le orecchie, eh... potevi scegliere anche quelle dalla mamma, io te l'avevo detto...-

- Inuyasha, che stai dicendo?! - gli chiese divertita Kagome – E' successo qualcosa? - aggiunse poi preoccupata, vedendolo serio.

- E' successo che ho un fratello odioso... Non mi importa niente di cosa dice di me, ma non sopporto che tratti male mio figlio! - sbottò arrabbiato.

- Che è successo? Ha detto qualcosa di Masaru? - chiese stupita Kagome, per qualche strana ragione non pensava che Sesshomaru potesse trattar male un bambino, forse perché lo vedeva sempre così gentile con Rin.

- L'ha criticato! Come critica sempre me! - abbaiò Inuyasha

- Ma no, Signor Inuyasha, avete frainteso... - mormorò Rin dispiaciuta

Inuyasha e Kagome si voltarono entrambi a guardarla:

- Cosa c'è da fraintendere, Rin?! - le rispose scocciato il mezzodemone – Ha detto che non gli piacciono nemmeno i suoi capelli e... -

- No, ha detto che è un Demone Cane! - lo interruppe seria Rin – E che lo trova anche sveglio e intelligente e che se non fosse nato oggi sarebbe comunque tornato, ci teneva ad essere presente. -

Inuyasha rimase a fissarla a bocca aperta senza riuscire a ribattere. Kagome sorrise alla bambina e le chiese semplicemente:

- Rin, puoi ripetermi esattamente le parole di Sesshomaru? -

- Certo! - rispose con un sorriso poi si schiarì la voce e con la faccia seria e la voce grossa recitò:

- Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri, ma almeno si è dimostrato più sveglio e intelligente di suo padre. Se non altro, nascendo oggi, mi ha fatto risparmiare un viaggio. - dopo di che sorrise di nuovo.

- Visto, che t'avevo detto! - borbottò Inuyasha a Kagome.

Kagome sorrise e scosse un po' la testa:

- Sai tesoro, credo che Rin abbia proprio ragione... infondo nessuno capisce Sesshomaru meglio di lei. -

- Che vorresti dire?! - le chiese incredulo

- Che quello è stato il suo modo per dire che ha accettato Masaru come Demone Cane, non si preoccuperebbe del colore dei suoi capelli altrimenti o di quanto sia intelligente e non direbbe di essere stato pronto a tornare fin qua solo per vederlo nascere. Ti ricordi?! Me lo disse anche quel giorno, che era curioso di conoscere suo nipote. Credo che già allora lo avesse accettato, anzi aveva accettato anche me... quella è stata la prima volta che mi ha chiamata per nome. E sicuramente ha accettato anche te o non ti avrebbe chiesto di restare al suo fianco. Non devi prendertela tesoro, Sesshomaru è fatto così: è abituato a non mostrare mai le sue emozioni; non puoi aspettarti che ti parli apertamente, ma a modo suo credo che stia cercando di farti sapere cosa pensa. Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri, non significa Questo non è un Demone Cane, al contrario significa Anche se ha i capelli neri, è un Demone Cane. - concluse Kagome con un sorriso.

Inuyasha abbassò lo sguardo pensieroso:

- Non si è mai visto un Demone Cane coi capelli neri... - mormorò tra sé.

Di colpo quella frase gli suonò familiare e ripeté:

– Non si è mai visto un Demone Cane... piangere... - bisbigliò sollevando lo sguardo incredulo davanti a sé – Ma allora... anche quella volta... - sentì un nodo stringergli la gola e non riuscì a proseguire.

Un vagito indispettito di Masaru lo strappò ai suoi pensieri.

- Che c'è, piccolo?! - gli chiese sorridendo

- Credo che abbia di nuovo fame... - rispose Kagome – Dallo a me e torna dai tuoi ospiti. - lo incoraggiò con un sorriso.


 

- E il bambino?! - gli chiese Sesshomaru quando lo vide tornare insieme a Rin e sedersi di nuovo di fianco a lui.

- Kagome lo sta allattando... - rispose Inuyasha, senza il coraggio di guardarlo in faccia.

- Vi voglio nel clan. - disse in tono piatto Sesshomaru fissando dritto davanti a sé – Tu... e tuo figlio... è più chiaro adesso. -

Inuyasha lo guardò stupito e lanciò uno sguardo a Rin che gli sorrideva soddisfatta, seduta di fianco a suo fratello.

- Sì... - rispose Inuyasha sorridendo appena poi tornò serio – Senti Sesshomaru... ma davvero ti va bene essere qui oggi? Voglio dire... se oggi è il mio compleanno significa che è anche il giorno in cui papà... - non ebbe il coraggio di finire la frase.

- Chi credi che sia stato a rivelare a tua moglie questa data?! - gli chiese Sesshomaru indifferente – A quanto pare hai la sua benedizione. -

- Capisco... - mormorò Inuyasha – Probabilmente, se fosse qui, avrebbe organizzato tutto lui! - ammise con un sorriso malinconico.

- Sicuramente. Per me lo faceva sempre, anche se non volevo. - rispose di nuovo Sesshomaru – Per lui ogni scusa era buona per far festa. -

- Per te invece è solo una scocciatura, vero?! Non eri obbligato a venire... - precisò Inuyasha

- No, non lo ero. - rispose semplicemente Sesshomaru

Inuyasha lo guardò di nuovo storto, ma poi vide Rin sorridere di nuovo e allora capì il senso di quella risposta:

“Non gli piacciono queste feste e non era obbligato a venire, ma è venuto lo stesso...”

- Grazie, fratellone. - rispose.

Sesshomaru si limitò di nuovo a sollevare appena un sopracciglio, guardandolo con la coda dell'occhio.

- Signor Sesshomaru... - lo chiamò Rin tirandogli piano una manica – Quando qualcuno le dice “Grazie” dovrebbe rispondere “Prego” - lo rimproverò dolcemente.

- Davvero?! - le chiese il demone guardandola con una strana luce negli occhi

- Già! - ammise seria Rin

- Allora... Prego, Rin. -

- Ma... - cercò di ribattere Rin presa alla sprovvista

- Lascia perdere, Rin. - disse Inuyasha sghignazzando – E' senza speranze! -


 

Mentre erano ancora tutti a tavola, Kagome terminò di allattare Masaru e, camminando piano, tornò verso la lunga tavolata. Senza farsi vedere, fece un cenno a Miroku e Shippo che sparirono dietro casa per poi tornare insieme ai Komainu che trasportavano un grosso ripiano di legno con sopra qualcosa che, Inuyasha se ne accorse solo allora, mandava un odorino davvero invitante, ma che era stranamente coperto di candele.

- Ma che roba è?! - chiese stupito mentre i Komainu mettevano quella cosa gigantesca sul tavolo davanti a lui e anche gli altri ospiti ammiravano stupiti e incuriositi quello strano oggetto.

- E' la tua torta! - rispose orgogliosa Kagome – Purtroppo è solo una torta di mele, scusami, con quello che ho trovato qui non sono riuscita a fare niente di meglio... - mormorò rammaricata

- E tutte quelle candele? - chiese ancora confuso Inuyasha

- Ah! Quelle sì che sono state un'impresa! Sono esattamente 205! Una per ogni tuo anno di vita! Ehm... Sesshomaru... - mormorò Kagome a suo cognato che chiamò deciso:

- Jaken! - il piccolo demone capì al volo e si fece subito avanti col suo bastone a due teste e accese tutte le candele in un colpo solo, con il suo fuoco.

- Ma che significa? - chiese preoccupato Inuyasha ritraendosi – Vuoi dar fuoco a tutto il bosco?! -

- No, scemo, devi soffiarci sopra ed esprimere un desiderio. Se le spegni tutte in un soffio il desiderio si avvererà, capito?! - gli spiegò come se fosse ovvio - Guarda bene, Masaru, adesso papà ti farà vedere come fa il lupo cattivo a demolire la casa dei porcellini! - mormorò sorridendo divertita ed emozionata al suo bambino che adesso aveva aperto gli occhietti e la fissava imbambolato.

- Stai scherzando, vero?! - mormorò sconvolto Inuyasha

- Mai stata più seria! Muoviti o la torta si brucia! - lo incalzò Kagome indicando la torta, che emanava un calore impressionante

- Non ti invidio, amico! - ridacchiò Miroku

Inuyasha lanciò un'altra occhiata dubbiosa a sua moglie che lo guardava tranquilla e fiduciosa con in braccio il loro bambino, sospirò felice di fronte a quell'immagine e gli venne in mente un unico desiderio:

- Posso usare Tessaiga?! - scherzò

- Scordatelo! - rispose Kagome scoppiando a ridere

- E va bene! Stai a vedere, Masaru! - esclamò prima di prendere un enorme respiro, mentre Kagome iniziava a cantare una strana canzoncina che parlava di auguri, e soffiò sulla torta con tutte le sue forze.

- Che mi venga un colpo! - esclamò Miroku quando si accorse che Inuyasha le stava davvero spegnendo tutte. Solo sull'ultima gli mancò il fiato, ma Kagome si chinò di fianco a lui e l'aiutò a spegnerla con un soffio leggero.

Mentre tutti applaudivano festanti Inuyasha le bisbigliò dubbioso:

- Ma così il desiderio non si avvera... -

- Sì, invece! Perché io e te, adesso, siamo una cosa sola! - gli rispose sorridente, stringendo a sé Masaru.


 

Era ormai calata la sera, su quella lunga giornata. Gli ospiti se ne erano andati mentre Sango, Miroku e gli altri, aiutati dai Komainu, si erano attardati a riordinare e smantellare i resti della festa, prima di congedarsi e lasciare finalmente tranquilla la neo famigliola.

Kagome si era addormentata, distrutta ma felice, dopo essersi occupata di nuovo del suo bambino, Inuyasha invece era ancora sveglio e seduto sulla porta di casa ammirava il panorama all'esterno e, di quando in quando, sua moglie, sorridendo felice con suo figlio tra le braccia che, nonostante fosse ancora notte fonda, si era svegliato e non sembra intenzionato a riaddormentarsi, però se ne stava tranquillo, sgambettando piano nella sua copertina e lottando con i suoi pugnetti nel tentativo di piegarli al suo volere e farli entrare in bocca, mentre fissava come ipnotizzato la veste rossa di suo padre con i suoi grandi occhi scuri, come quelli di Kagome, ma nei quali, a guardarli bene, sembrava di notare qualcosa: dei puntini dorati.

“Quei piccoli occhietti sembrano un cielo stellato” pensò Inuyasha sorridendo orgoglioso.

Il tenue mugolio di Kagome lo costrinse a distogliere l'attenzione da suo figlio e a voltarsi verso di lei, la vide sollevare la testa dal cuscino e stropicciarsi gli occhi assonnata:

- Siete già svegli voi due? - farfugliò non riuscendo a trattenere uno sbadiglio

- A noi mezzodemoni basta poco, lo sai... - le rispose dolcemente Inuyasha – ma tu dormi, tesoro, ne hai bisogno... ti sveglio io se Masaru ha fame. -

- Siete incredibili! - lo canzonò Kagome – Masaru ha pisolato tutto il giorno, ok, ma tu... sei stato sveglio con me tutta la notte e tutto il giorno... pensavo fossi stanco almeno un po'... - disse uscendo da sotto le coperte e avvicinandosi a lui, appoggiando la testa alla sua spalla mentre sorrideva dolcemente al loro bambino.

- Ehi, non sono io che ho passato giorni a organizzare una festa, dato alla luce uno splendido bambino e intrattenuto un sacco di ospiti. - la canzonò dandole una bacio sulla fronte.

Kagome gli sorrise e alzò lo sguardo su di lui:

- Ti è piaciuto il tuo compleanno? Ti ho fatto una bella sorpresa? -

- Stupenda, amore mio! - le confessò felice – Il regalo, poi... è stato il più bello del mondo... - aggiunse sorridendo emozionato a Masaru che, nel frattempo, era riuscito da acchiappare un dito di Kagome.

- Beh... doveva essere il ramen il tuo regalo – ridacchiò - ma... sì, è proprio bello il nostro Masaru... come il suo papà! - ammise Kagome sospirando felice

- Ma se è identico a te! Di mio ha solo le orecchie... e gli artigli... - sbottò a metà tra il deluso e l'orgoglioso.

- Adesso forse, ma da grande sarà identico a te, fidati, l'ho visto! - ribatté Kagome convinta

- Nel tuo sogno? - chiese Inuyasha

Kagome annuì, tornando a guardare il suo bambino.

- Sono contenta di aver fatto quel sogno... - mormorò – Almeno l'ho visto... che bel ragazzo diventerà il mio bambino... - aggiunse in un sussurro, ma non riuscendo a proseguire con la gola stretta da un nodo.

- Ehi! Che cavolo vorresti dire?! - sbottò Inuyasha.

- Oh... andiamo, Inuyasha! - sbottò con gli occhi velati di lacrime - Anche se non ne parliamo mai, sappiamo entrambi cosa succederà... la nostra felicità non durerà per sempre... tra dieci anni io ne avrò trenta e tu ne dimostrerai ancora venti... sembrerò una tardona che se la fa con un ragazzino, ma pazienza! Ma tra altri dieci... ne avrò quaranta e allora sembrerò tua madre... e tra altri venti, tua nonna... ma per allora ti sarai già stufato di me e a giusta ragione! E Masaru?! Quanto ci metterà a diventare il bel ragazzo che ho visto? Cento anni?! Centocinquanta?! Per allora io sarò solo un pallido ricordo... - ammise triste – Ma tu... Tu sarai sempre con lui, vero?! - gli chiese tornando a rivolgere verso di lui il suo sguardo pieno di lacrime.

Pensava che si sarebbe arrabbiato, che le avrebbe urlato contro dandogli di stupida, invece lo vide chinare il capo serio e mormorare:

- Sì, certo che ci sarò... e ci sarai anche tu! - esclamò deciso tornando a guardarla negli occhi – Tra cento anni, centocinquanta, duecento... non importa quanti, tu ci sarai! Sarai ancora qui, coi nostri figli! E... con me... saremo sempre insieme... a contarci le rughe a vicenda, se proprio non avremo niente di meglio da fare! -

- Inuyasha... - mormorò commossa Kagome accarezzandogli una guancia.

- Non sto scherzando, Kagome! - riprese lui serio bloccando la mano di lei – Io... devo dirti una cosa... non volevo dirtela ma... dopo la nostra ultima litigata... Beh! Ho promesso di non nasconderti più niente, no?! Quindi anche se mi odierai... -

- Inuyasha, ma che stai dicendo? - lo interruppe Kagome confusa

- Lasciami finire, ti prego! Poi potrai arrabbiarti, mandarmi a cuccia... quello che vuoi... - ribatté deciso, con un tono che non ammetteva repliche – Tu lo sai, no, che io ero pronto a diventare umano per vivere con Kikyo... Ebbene sarei stato pronto a fare lo stesso per te, ma purtroppo non è stato possibile e io mi sono dovuto rassegnare a rimanere un mezzodemone... -

- E a me va benissimo! Io ti amo così come sei! - lo interruppe Kagome con un sorriso triste

- E anch'io mi vado bene così... grazie a te... ma non potevo... non volevo rassegnarmi a un destino come quello che hai descritto tu: pochi anni di felicità e centinaia di solitudine. Kagome, i duecento anni che ho passato senza di te sono stati niente rispetto ai tre che ho trascorso nell'attesa del tuo ritorno... averti conosciuta e poi averti persa... No! Non lo sopporterei di nuovo! - esclamò stringendo la mano di lei nella sua e guardandola disperato - Per questo... per questo quando ti ho chiesto di sposarmi... io... io ho deciso di dividere la mia vita con te! Letteralmente! -

Kagome lo guardò confusa, senza riuscire a capire cosa lui stesse cercando di dirle e Inuyasha proseguì:

- Kagome, l'anello che ti ho dato, non ti protegge solo dagli attacchi di mostri e demoni ma... anche e soprattutto dal nemico più insidioso di tutti, l'unico che prima o poi c'avrebbe sconfitto: il tempo. - spiegò abbassando lo sguardo sull'anello di sua moglie e sfiorandolo piano col suo dito artigliato – Quest'anello è una sorta di tramite, tra te e me. Dal momento in cui te l'ho messo al dito, il tuo tempo e il mio hanno iniziato a scorrere all'unisono... grazie a quest'anello la tua vita sarà più lunga di quella di un normale essere umano. -

- Stai dicendo che... vivrò quanto un mezzodemone?! - gli chiese sbalordita

- No... questo no... vivremo un po' meno, non so quanto di preciso, ma sarà comunque per molto tempo! Più di un normale essere umano! Il tempo sufficiente a far sì che i nostri figli diventino grandi e indipendenti e non abbiano più bisogno di noi, mi auguro. - rispose con un mezzo sorriso.

- “Vivremo”?! Che significa “vivremo”?! Tu sei un mezzodemone... tu... - si bloccò di colpo quando il significato delle parole di Inuyasha le fu finalmente chiaro – No... no... tu stai dicendo che... la mia vita sarà più lunga di quella di un umano e la tua più breve di quella di un mezzodemone... perché la stai dividendo con me... cioè la stai dando a me??!!! Da quando ho questo anello al dito io... io... ti sto uccidendo... poco alla volta... giorno dopo giorno??!!! - esclamò disperata

- No! No, amore mio! Tu ogni giorno mi rendi felici, mi fai sentire vivo, rendi la mia vita degna d'essere vissuta! - ribatté Inuyasha con fervore

- Ma te la sto strappando via!!! - gridò Kagome sgomenta

- Non m'importa! - ribatté con ancora più forza Inuyasha - Sono un egoista, te lo dissi allora e te lo dico adesso: io ti voglio al mio fianco sempre! E ciò che sto facendo con quest'anello è semplicemente pagare il piccolo prezzo necessario per realizzare questo desiderio egoista, lo stesso desiderio che ho espresso oggi. Preferisco una vita più breve, ma con te, che l'eternità da solo... Non devi sentirti in colpa, è una mia decisione, tu non mi rubi niente, sono io che ti regalo la mia vita perché non so che farmene se tu non sei con me. E' la mia vita e posso farne ciò che voglio, me lo ha detto anche mio padre! E se lo dice lui che ha sacrificato la sua per me... - concluse in un sussurro.

Kagome lo guardò senza più riuscire a ribattere:

- Era per questo che volevi che lo riprendessi, l'altro giorno? - mormorò tra le lacrime – Anche se avevamo litigato... anche se ti avevo detto che era finita... che non volevo più vederti... anche in quel caso tu eri pronto a... - si interruppe soffocata da un singhiozzo.

Inuyasha annuì abbassando lo sguardo su Masaru, che sembrava guardarli tranquillo, senza capire i complicati discorsi degli adulti:

- Sì, se lo togli per un po' non succede niente, ma se lo rifiuti del tutto... - mormorò

- Allora potrei ancora salvarti... - ribatté lei

- No! Potresti solo uccidermi più in fretta! - rispose deciso – Se ti perdessi, Kagome, credi davvero che me ne starei a guardare? Non voglio vivere in un mondo dove tu non ci sei! - concluse semplicemente.

Quelle parole la colpirono al cuore: era la stessa cosa che aveva pensato lei ed era quel pensiero, quella consapevolezza, ad aver riaperto il pozzo e ad averle permesso di tornare da lui.

- E se ti succede qualcosa? Che ne sarà di me? Sarò io a passare i secoli da sola? - chiese tristemente

- No, venendo meno la mia energia vitale torneresti ad usufruire solo della tua e ad invecchiare come una qualsiasi umana. - rispose Inuyasha

- E Masaru? Che ne sarebbe di Masaru? Io me ne andrei presto e lui?! Crescerebbe solo, come te?! - chiese ancora Kagome guardando preoccupata il loro bambino.

- Sesshomaru l'ha accettato, l'hai detto anche tu, e poi... io gli tengo d'occhio la sua cara Rin... me lo deve un favore, no?! - provò a scherzare.

Kagome lo guardò e gli sorrise appena:

- Perché... perché non me l'hai detto subito? - gli chiese ormai rassegnata, tra le lacrime

- Avresti accettato, se te l'avessi detto? - le chiese a sua volta lui con un sorriso

- Certo che no, scemo! - rispose lei mentre una nuova ondata di lacrime le rigava le guance.

- Lo sapevo... per questo non te l'ho detto. - mormorò Inuyasha con un sorriso ancora più ampio – Ti amo, Kagome. Ti amo più della mia stessa vita. Davvero! - aggiunse semplicemente

- Anch'io, brutto scemo! - ribatté lei gettandogli le braccia al collo – Scemo... scemo, scemo, scemo!!! - bisbigliò con il viso nascosto contro il suo collo – Ti chiamerò scemo per il resto della vita, che per colpa tua sarà lunghissima, scemo! -

- E' questa la mia punizione?! - le chiese Inuyasha felice stringendo lei con un braccio e Masaru con l'altro.

- Sì, sarà la mia nuova formula contro di te! Scemo! - ridacchiò lei tra le lacrime.


 


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Angolo dell'autrice

Innanzitutto ringrazio Yasha26 per “l'usufrutto” del nome Sayuri (che significa giglio) ;) Nella mia mente malata le femmine di Demone Lupo hanno tutte nomi di fiori (ed era a questo che pensavo quando mi sono imbattuta nella sua storia, che m'ha servito la soluzione su un piatto d'argento XD) e, sempre nella mia testa, portano tutte il suddetto fiore tra i capelli, finché non si sposano e lo affidano al loro compagno, come una sorta di fede nuziale, un modo per dire a tutti “lui appartiene a me” (spiegazione tardiva della cerimonia di Koga e Ayame, ma non sono riuscita a far emergere la cosa nella storia, scusate ^^).

EDIT: Gravissima dimenticanza! Devo ringraziare anche LittleDreamer90, che mi ha dato l'idea per alcuni dei siparietti con i parenti a tavola... devo ammettere che inizialmente li avevo un pò trascurati, in questo capitolo :P ma parlando con lei ho capito che forse i miei personaggi erano più apprezzati di quanto credessi e allora gli ho concesso un pò più di spazio ^^

“Non s'è mai visto un Demone Cane piangere”, se non ve lo ricordate, è una delle cose che Sesshomaru dice a Inuyasha durante il loro viaggetto nell'aldilà. Come vedete, già allora gatta ci covava, ma il caro Sesshy non era ancora disposto a farci entrare nella sua testa ;P (ma, in realtà, la colpa è nostra che non abbiamo capito! -.-' )

E infine... Sì, dopo lunga e sofferta riflessione, ho deciso di affrontare l'annosa questione dell'età di Inuyasha e il relativo problema di come conciliarla con l'agoniato lieto fine. Agli albori di questa storia avrei voluto ignorare caldamente il problema, l'idea di un Inuyasha ultracentenario non mi è mai piaciuta, è la prima cosa che mi ha fatto storcere il naso ne “La spada del dominatore del mondo”... ma alla fine ho deciso di cedere “alla violenza” e al fatto che oramai sembra cosa universalmente riconosciuta e accettata da tutti i fan. Ho scelto questa soluzione “sbrigativa”, che tenevo nel cassetto, perché personalmente non amo particolarmente quelle storie dove Inu (ma soprattutto Sessh) partano alla ricerca dell'elisir di lunga vita per la loro bella. Ma è anche vero che sono una fervente sostenitrice dello “scambio equivalente”, non si può avere niente per niente, c'è sempre un prezzo da pagare e il prezzo per una vita non può che essere un'altra vita, e ovviamente questa soluzione avrà comunque conseguenze poco piacevoli che potete facilmente immaginare. Spero che la cosa non vi rattristi troppo.

Buon Natale e alla prossima ^_^

PS. Ormai ci siamo! Il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa lunga storia...


 

o forse no :P

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Capitolo 41
*** Destino ***


Pre-angolo dell'autrice

Eccoci, ci siamo! Siamo arrivati all'ultimo (?) capitolo di questa storia che mi ha impegnata per quasi un anno... Non riesco a crederci! O.O Riuscirà la vostra Fairy a deludervi proprio sul finale??? Temo proprio di sì T_T Aiuto, sono terrorizzata!!! No, ho cambiato idea, non ve lo faccio leggere!!! >.< Nooo, dai, non puoi, Fairy! ^^' I numerosi e immeritati fan della tua storia attendono, non puoi deluderli. *^* Settimana dopo settimana siete diventati tantissimi, non me lo aspettavo davvero, mi avete fatto felicissima e vi ringrazio davvero tutti di cuore per il sostegno e l'incoraggiamento su ciò che vi è piaciuto; le osservazioni e le domande su ciò vi ha lasciato perplessi (mi scuso se non sempre vi ho risposto in maniera esaudiente, ma non volevo spoilerare troppo :P) che in alcune occasioni mi hanno concesso di aggiustare un po' il tiro; l'aver sopportato il fatto che sicuramente, tentando un evoluzione dei personaggi, a tratti più o meno ampi vi saranno sembrati anche OOC, ma nonostante questo in molti vi siete “affidati alla mia follia” e avete accettato di lasciarvi guidare in quella che è la mia personalissima visione del post-manga e che non ambisce ad essere niente più di questo. E infine mi scuso con chi invece non ha apprezzato, trovando i personaggi troppo diversi, posso solo dire che ho cercato di fare del mio meglio, ma non sempre è facile tradurre in parole ciò che si ha in testa.

Basta chiacchiere! Vi lascio alla storia e ci sentiamo dopo... mentre voi leggete io vado a recuperare l'attrezzatura antisommossa XD

Buona lettura ^_^

Fairy


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Cara mamma,

come passa veloce il tempo! Questi ultimi mesi sono volati! Mi sembra ieri che è nato Masaru e invece ormai siamo già in estate. Il tuo nipotino ha iniziato a gattonare e ci tiene svegli per colpa dei dentini... Povero tesoro, ho l'impressione che con le zanne sia ancora peggio, cerca di rosicchiare qualsiasi cosa gli capiti a tiro... il problema è che ci riesce! Ma a parte questo sta bene e per ora sta crescendo al ritmo di un bambino normale, Inuyasha dice che è stato così anche per lui, evidentemente madre natura sa il fatto suo: con una madre umana non può certo permettersi un'infanzia lunga come quella di un demone (Shippo è cresciuto pochissimo da quando lo conosco), deve rendersi indipendente in fretta.

Qualche giorno fa ci siamo presi una piccola vacanza, per così dire: con Miroku, Sango e i bambini siamo tornati alla ex-tomba del Nue, per controllare la situazione. I sigilli e la barriera che avevamo apposto a protezione del tempio e del goshintai tengono bene, ma hanno bisogno di essere rinnovati di quando in quando. C'è ancora una gran desolazione che non invoglia nemmeno la gente in fuga dalle guerre a tornare a popolare quel luogo, che infatti è ancora disabitato, ma lentamente la vita inizia a tornare, nella vegetazione e tra i piccoli animali del bosco. Come c'era da aspettarsi, il mare e la spiaggia sono stati i primi luoghi a recuperare un aspetto normale... Avessi visto la faccia di Masaru quando ha visto il mare! E' rimasto a fissarlo incantato e poi di colpo ha iniziato a lanciare gridolini e a sgambettare felice in braccio a Inuyasha: era pronto a buttarsi dentro senza nessuna paura! Coraggioso e incosciente come il suo papà! Però anche le gemell...


 

- Aaahhh!!! Nooo! Masaruuu!!! - la interruppe il grido di Rin, seduta al tavolino di fianco a lei, intenta nei suoi esercizi di calligrafia.

Kagome si guardò intorno alla frenetica ricerca di suo figlio, che fino a un attimo prima pisolava tranquillo nel futon, mentre la zuppa per il pranzo già bollicchiava sul fuoco, e lo individuò quasi subito, come c'era da aspettarsi, intento a rosicchiare la zampa del tavolino tra lei e Rin, silenzioso e circospetto come solo suo padre riusciva ad essere, quando voleva.

- Nooo... tesoro... - si lamentò Kagome – Quante volte devo dirtelo: non si fa! - lo rimproverò prendendolo tra le braccia, nonostante le proteste del bimbo – Oh che disastro! Di questo passo prima dell'inverno ci vorrà un tavolino nuovo! - sbottò guardando sconsolata i segni dei denti di suo figlio che ormai ricoprivano tutte e quattro le zampe del tavolo.

Il bimbo fece un faccino triste, senza staccare gli occhi dall'oggetto del suo desiderio, e tirò su col nasino un paio di volte prima di scoppiare a piangere disperato.

- Sono ancora le zanne, Signora Kagome? - chiese Rin preoccupata

- Sì, Rin... - rispose sconsolata Kagome guardando rapidamente nella bocca spalancata di suo figlio e notando due piccolissime puntine bianche fare capolino dalle gengive arrossate, ai lati degli incisivi che erano già perfettamente usciti.

Si alzò con Masaru urlante tra le braccia e andò ad aprire uno dei vasetti della cucina:

– Mi domando quanto ancora andrà avanti questa storia... Tieni, tesoro, questo puoi morderlo! - sussurrò al suo bambino mostrandogli un pezzetto di legno chiaro.

Appena Masaru lo vide smise subito di piangere e lo afferrò felice mettendoselo in bocca.

– Speriamo bene... abbiamo quasi finito la radice di iris... - mormorò Kagome lanciando un'occhiata preoccupata all'interno del vasetto, prima di richiuderlo – Se ti fanno male i dentini devi dirmelo, Masaru... devi dire “Mamma, bua!”... prova... BUUAA! -

Masaru la guardò curioso, mentre schiacciava tra le gengive infiammate la sua radice, le rivolse un sorriso radioso con i suoi quattro dentini ed esclamò felice:

- Mamma! -

Kagome non riuscì a trattenere un sorriso.

- Certo che adesso lo dice proprio bene, eh! - esclamò Rin sorridendo orgogliosa.

- Eh già!- sospirò Kagome.


 

Poche settimane prima, stava facendo il bucato nel fiume davanti a casa, quando Inuyasha l'aveva raggiunta, con Masaru tra le braccia, impaziente di riavere la sua veste rossa.

- Un po' di pazienza, tesoro, te la sto lavando. Tanto fa caldo, puoi restare con lo yukata per oggi, no?! - gli aveva risposto senza nemmeno voltarsi, presissima dal suo lavoro.

L'aveva sentito rispondere con un grugnito poco convinto e poi, come un fulmine a ciel sereno, la vocetta di suo figlio s'era fatta sentire:

- MAMMA!!! - aveva gridato di colpo, facendola trasalire e mozzandogli il fiato.

Poco c'era mancato che la veste di Inuyasha venisse trascinata via dalla corrente: s'era voltata di scatto, mollando tutto, ed era corsa ad abbracciare il suo bambino, con le lacrime agli occhi, strappandolo dalle braccia di suo padre, che lo guardava sconvolto, e riempiendolo di baci:

- Sì! Sì! Amore mio... Sono la mamma! Sono la mamma! - aveva mormorato piangendo di gioia – Hai sentito, Inuyasha?! Mi ha chiamato Mamma! Mi ha chiamato Mamma!!! -

Ma Inuyasha non la stava più ascoltando:

- Masaru! Masaru, guardami! Io sono papà! Prova a dirlo, dai! PAAPA'! Dai, non è difficile! PA-PA'! - aveva gridato emozionato, cercando di attirare l'attenzione di suo figlio che li guardava entrambi prima perplesso e poi divertito come per dire “Ma che è successo? Qualcosa di bello?” - Dai, Masaru! PA-PA'! - aveva insistito Inuyasha.

Masaru gli aveva sorriso e aveva ripetuto felice:

- MA-MA'! - tutto soddisfatto come per dire “Era questo che volevi, papà?! Sono stato bravo?”

- Nooo... PA-PA'! - aveva insistito disperato – Lei è la mamma, io sono papà!! - aveva cercato di spiegargli indicando prima Kagome e poi sé stesso – Riprova: PA-PA'! -

Il bambino gli aveva sorriso di nuovo ripetendo:

- MA-MA'! -

- Dagli tregua, Inuyasha! Ha appena detto la sua prima parola, gioiamo intanto di questo... per la seconda ci sarà tempo, vero Masaru?! - era intervenuta Kagome ancora raggiante.

- Mmhh... Parli bene tu... perché ha detto Mamma... se avesse detto Papà... - aveva smucciato scontento e, ovviamente, aveva passato i giorni successivi cercando con ogni mezzo di strappare un “Papà” a suo figlio, ma senza successo.


 

- Allora Masaru, hai capito?! BU-A! E' così che devi dire. - ricominciò a spiegargli Kagome.

- MA-A! - ripeté Masaru soddisfatto, Kagome scoppiò a ridere, ma quando tornò a guardare il visetto di suo figlio lo trovò di colpo serio, poi sorrise di nuovo, si voltò verso la porta chiusa e cercò di slanciarsi felice in quella direzione.

- Masaru... che succede? Calmati, tesoro! - esclamò Kagome stupita da quella reazione.

- Ma... ma... - ripeteva il bambino emozionato

- Tesoro, sono qui. Cosa c'è? - chiese perplessa Kagome

- Ma... pa... - insistette Masaru – pa... pa... -

- Ha detto “papà”! - esclamò Rin stupita

- Pa... pa... - insisteva ancora Masaru

Da fuori si sentì il placido uggiolino di Kuro e Shiro, Kagome conosceva bene quella reazione dei suoi lupi, facevano sempre così quando era di ritorno Inuyasha e infatti di lì a pochi istanti la voce del padrone di casa si fece sentire:

- Kagomeee... sono tornato! - gridò dal prato davanti a casa

- Allora aveva detto proprio... - esclamò Rin, ma Kagome le fece segno di stare zitta, mettendosi un dito davanti alle labbra: se dopo i calci, Inuyasha avesse scoperto di essersi pure perso il primo “papà” di suo figlio sarebbe successo il finimondo! Adesso sarebbe entrato da quella porta, suo figlio gli avrebbe gridato “Papà” e lui avrebbe camminato a un metro da terra per almeno una settimana. Semplice e indolore, uno di quei casi in cui l'ignoranza è un bene!

- Ehilà c'è nessuno?! - ripeté Inuyasha allegro aprendo la porta scorrevole – Dov'è il mio cucciolo?! -

“3... 2... 1...” pensò Kagome incrociando le dita

- Mamma! - esclamò felice Masaru tendendo le manine verso Inuyasha.

Poco ci mancò che Kagome finisse per terra.

Inuyasha, ignaro di tutto, sospirò rassegnato, senza però riuscire a trattenere un sorriso:

- Papà, tesoro! Sono papà! Quand'è che imparerai? - lo canzonò prendendolo tra le braccia

- L'ho sempre detto che è un bambino intelligente. - gli fece eco una fredda voce alle sue spalle

- Ehi! Che vorresti insinuare?! - ribatté Inuyasha scocciato

- Signor Sesshomaru! - gridò felice Rin correndogli incontro

– Allora?! Tutto a posto?! Sei stato attento alla mamma mentre non c'ero? - chiese allegro Inuyasha a suo figlio, che si stingeva felice a lui, tornando a rosicchiare la sua radice di iris.

- E voi?! Com'è andata? - gli chiese Kagome preoccupata.

- Come doveva andare, tesoro! Spazzati via in un secondo! - rispose Inuyasha soddisfatto – Aveva ragione papà: non ci ferma nessuno quando siamo tutti insieme, vero fratellone?! - aggiunse orgoglioso.

- E allora ricordatelo, idiota, prima di partire all'attacco per i fatti tuoi! - lo rimproverò con freddezza Sesshomaru – Dagli un'occhiata, Kagome. - aggiunse deciso

- Sei stato ferito?!! - gli chiese allarmata

- Bah! Quante storie! E' solo un graffio! - sbottò Inuyasha

- Sì, perché avevi l'armatura. - insistette Sesshomaru

- Ok, siediti e fammi controllare! - esclamò decisa Kagome togliendogli Masaru dalle braccia e mettendolo seduto sul tatami

- Ma ti dico che sto bene! - ribatté Inuyasha – Mi basterà riposarmi un po'... -

- Niente da fare! Se Sesshomaru si è preso da briga di riaccompagnarti fino a casa, non può essere una cosa da niente. - lo rimproverò Kagome costringendolo a sedersi mentre recuperava alcuni vasetti di erbe medicinali dalla sua dispensa.

Inuyasha obbedì sbuffando, sfilandosi Tessaiga dal fianco, appoggiandola in un angolo e sedendosi accanto a Masaru, che lo osservava togliersi il suikan curioso, rosicchiando la sua radice. Nel frattempo Rin aveva trascinato Sesshomaru dentro casa e gli stava mostrando i suoi progressi nello studio, felice e orgogliosa come se lui la stesse riempiendo di complimenti anche se in realtà si limitava ad osservare attento e silenzioso ciò che lei gli mostrava.

- Oh santo cielo! - esclamò Kagome disgustata guardando la brutta ferita alla spalla di Inuyasha: anche se non sanguinava più era terribilmente arrossata e i margini stavano assumendo un sinistro colorito verdognolo - Che roba era? Artigli avvelenati? - chiese preoccupata sfiorandolo appena

- No, zanne. Ahi! - sibilò trattenendo a stento il dolore quando Kagome iniziò pulirgli la ferita e ad applicarvi sopra le sue erbe medicinali.

Alla parola “zanne”, come se avesse capito, Masaru si sfilò di bocca la sua radice mezza mangiucchiata e la tese a suo padre con un faccino serio, quasi preoccupato. Inuyasha gli sorrise intenerito:

- Grazie, piccolo, ma tienila tu quella. Alle mie “zanne” ci pensa la mamma. - gli rispose accarezzandogli la testolina scura. Il bimbo lo guardò poco convinto, ma poi gli sorrise e si rificcò in bocca la sua radice.

- Rimani a pranzo Sesshomaru? - gli chiese Kagome dopo aver finito di bendare la ferita di Inuyasha – Oggi, abbiamo anche Rin con noi. - precisò, sicura che così l'avrebbe invogliato a restare.

- Oggi faccio la babysitter! - esclamò orgogliosa Rin – E quando Masaru dorme, studio. La prego rimanga anche lei, Signor Sesshomaru... - mugugnò - Certo... se non ha troppi impegni... - si affrettò ad aggiungere con un visetto dispiaciuto.

L'espressione di Sesshomaru si fece di colpo più distesa, rilassata, sembrava quasi sorridesse, era quella che Kagome chiamava “l'espressione di Rin” perché solo lei riusciva a tirargliela fuori, a prima vista non era molto diversa dal solito, Inuyasha diceva che non ci vedeva differenza, eppure c'era quel qualcosa che...

- No, non ho molto da fare. - rispose semplicemente – E sia, Rin: resterò. -

- Evviva!!! - esclamò felice la bambina – Hai visto Masaru?! Oggi c'è anche lo Zio Sesshomaru! -

Masaru guardò suo zio agitando le manine felicissimo. Kagome e Inuyasha non riuscivano a spiegarselo, ma per qualche strana ragione Masaru sembrava molto affezionato allo zio, anche se in realtà non si vedevano molto spesso e Sesshomaru, ovviamente, non aveva mai fatto niente per ingraziarselo o manifestargli affetto, ma non l'aveva nemmeno mai scacciato.

Mangiarono intorno al focolare, tra le chiacchiere di Rin e le risate di Masaru che si divertiva a vedere sua madre che lo imboccava facendo l'aeroplanino, mentre Inuyasha protestava che una roba del genere ancora non esisteva e che lei gli stava riempiendo la testa di sciocchezze. Alla fine del pranzo, Kagome e Rin si recarono al fiume per lavare i piatti, Kagome era convinta che Sesshomaru sarebbe ripartito subito, invece al loro ritorno lo trovò ancora in casa che discuteva con Inuyasha della battaglia appena conclusa e dei prossimi nemici. Non fece in tempo a stupirsi di questo, che sentì Rin, al suo fianco, dargli appena di gomito e ammiccare in silenzio verso la vaporosa coda di Sesshomaru, elegantemente sistemata intorno a lui sul tatami. Solo allora Kagome si accorse del suo bambino che dormiva tranquillo, col dito in bocca, sulla pelliccia dello zio. Che fosse per quello che Sesshomaru non accennava ad andarsene? Quando lo sguardo di suo cognato incrociò il suo, Kagome gli sorrise appena notando la sua gelida occhiataccia che evidentemente doveva celare un imbarazzato “Zitta! Non dire niente!”, quindi si guardò bene dal fare commenti o qualsiasi altra cosa potesse attirare l'attenzione su ciò che stava succedendo tra zio e nipote, ma il risultato fu che Sesshomaru si ritrovò bloccato a casa di suo fratello finché Masaru non si svegliò dal suo pisolino, a pomeriggio inoltrato.

- Rin, direi che per oggi hai studiato abbastanza, che ne diresti se ci facessimo una bella passeggiata alla ricerca di iris? - propose Kagome mentre serviva il tè a tutti, dopo aver allattato Masaru.

- Verrei volentieri, ma avevo promesso alla nonna che non sarei tornata tardi. - rispose rammaricata la ragazzina - Dice che ormai sono quasi una signorina e che non è bene che io giri da sola... ma non ho capito che vuol dire. - aggiunse perplessa.

Kagome le sorrise, anche se Rin aveva assistito spesso lei e Kaede durante i parti, c'erano ancora tante cose che non sapeva su certe questioni, ma finora non aveva manifestato particolari curiosità: anche se esteriormente iniziava a crescere, dentro era ancora una bambina.

- A che ti servono gli iris? - chiese curioso Inuyasha

- Per Masaru e le sue zanne, tesoro, se non vuoi che ci distrugga casa. - rispose sconsolata indicando le zampe del tavolino coperte di graffi e segni di denti.

Parlando di suo figlio le venne spontaneo far correre lo sguardo intorno, alla sua ricerca, e di colpo impallidì trattenendo il fiato e indicando, con un dito tremante, qualcosa alle spalle di Inuyasha: Masaru era gattonato, zitto zitto, fino all'angolo della stanza dove Inuyasha lasciava sempre Tessaiga, e adesso il bimbo la stringeva soddisfatto tra le manine paffute rosicchiandone l'elsa tutto felice.

- No! Masaru! Piccola peste! - sibilò Inuyasha allungandosi sul pavimento e afferrando la sua spada per il fodero – E' pericoloso! Lasciala! - ordinò cercando di strappargliela di mano con uno strattone. Mossa sbagliata: tutto ciò che ottenne fu il fodero, mentre la spada rimase saldamente tra le manine di Masaru, che continuava a morderne l'impugnatura soddisfatto.

- Inuyasha!!! - gridò Kagome terrorizzata all'idea che suo figlio si tagliasse, anche se di norma Tessaiga non era molto affilata.

Non fece in tempo a consolarsi con quel pensiero, però, perché la lama di Tessaiga iniziò a pulsare e la spada sprigionò di colpo tutto il suo potere acquisendo la sua forma demoniaca.

- Inuyashaaa!!! - gridò ancora più terrorizzata Kagome

- Maledizione! - imprecò il mezzodemone scattando in piedi insieme a Sesshomaru. L'avevano quasi raggiunto quando la spada pulsò di nuovo e la lama divenne rosa, bloccandoli di colpo dallo stupore.

- Ma che diavolo... - sussurrò Inuyasha incredulo

- Masaru, lasciala! - ordinò deciso Sesshomaru, non c'era rabbia nella sua voce, ma il bimbo lo guardò per un istante preoccupato prima di rivolgergli un'espressione triste e scoppiare a piangere lasciando cadere a terra Tessaiga, che riacquistò all'istante il suo aspetto normale.

Kagome corse subito a prendere suo figlio tra le braccia, mentre Inuyasha recuperava la sua spada e la rimetteva al sicuro nel fodero.

- Quante volte t'ho detto di non lasciarla in giro! - lo rimproverò Kagome stringendo a sé Masaru ancora piangente – Sshhh... No, tesoro, non è successo niente, per fortuna... lo zio non è arrabbiato, vero? - chiese rassicurante a Sesshomaru che guardò il nipotino con un'ombra di rammarico negli occhi.

- Ma certo che no! - rispose Rin al posto suo - Non piangere, Masaru. Lo Zio Sesshomaru fa molta più paura quando si arrabbia, fidati! - cercò di tranquillizzarlo prendendolo per la manina.

Il bimbo smise di piangere guardando il sorriso rassicurante di Rin, ma lanciò un'altra occhiata preoccupata allo zio che distolse lo sguardo e sospirando appena gli mise una mano sulla testolina. Il primo vero gesto affettuoso che gli avesse mai rivolto! Masaru lo guardò di nuovo e gli rivolse un sorriso radioso al quale Sesshomaru concesse addirittura “un'espressione di Rin” prima di affermare semplicemente:

- Non farlo più -

- Non riesco a crederci... - mormorò sbalordito Inuyasha rigirandosi la sua spada tra le mani - ... insomma, non era più successo che Tessaiga si trasformasse così, vero Kagome?! - le chiese stupito estraendo di nuovo la spada, che si trasformò come al solito tra le sue mani e porgendola a Kagome.

- No... - confermò Kagome impugnando anche lei Tessaiga.

L'aspetto della spada non cambiò di una virgola, ma quando Inuyasha lasciò la presa, lasciando l'elsa interamente nelle mani di Kagome, la lama assunse di nuovo il suo triste aspetto vecchio e arrugginito.

- E' ovvio, senza il potere di Masaru. - rispose semplicemente Sesshomaru

- Ma anche se io e Kagome la impugniamo contemporaneamente non funziona! Il potere purificatore non si è più manifestato! - ribatté Inuyasha

– Te lo ripeto, fratello scemo: quel potere non dipende da te e da Kagome, ma da vostro figlio. Anche quella volta, Kagome fu un semplice strumento nelle mani di Tessaiga e di Masaru. Mi sembrava evidente. - rispose laconico.

- Vuoi dire che... in realtà è stato Masaru... solo Masaru a sconfiggere tutti quei Nue??!!! - chiese incredula Kagome.

- In pratica sì. - rispose di nuovo Sesshomaru – Ma credevo lo sapeste. Non è per questo che l'avete chiamato Masaru? - aggiunse poi sollevando appena un sopracciglio, perplesso.

- Beh... Non esattamente... - mormorò Kagome pensierosa, guardando il visetto di suo figlio che le sorrideva quasi come nel suo sogno; “Io sono Masaru” era così che le aveva detto, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Ma se si è attivata la Tessaiga purificatrice, con il solo tocco di Masaru, questo significa che... non ha ereditato solo il mio sangue demoniaco, ma anche i poteri spirituali di Kagome?! - chiese perplesso e stupito Inuyasha.

- Un demone con dei poteri spirituali... - mormorò incredula Kagome – ma è davvero possibile una cosa del genere? -

- Evidentemente... - rispose semplicemente Sesshomaru – Bene. E' ora che me ne vada. Rin, vieni, ti accompagno a casa. - aggiunse poi avviandosi deciso verso la porta.

- Sì! - esclamò la ragazzina pronta a seguirlo – A domani, Signora Kagome, e grazie per oggi. - si congedò con un inchino prima di seguire Sesshomaru fuori casa.

- Grazie a te, Rin. Ci vediamo domattina al villaggio. - la salutò Kagome con un sorriso, non vedeva l'ora di sapere l'opinione della Vecchia Kaede su quella novità – E dopo questa sconcertante scoperta... andiamo in cerca di iris?! - chiese rivolta al suo bambino che, non trovando di meglio, aveva rimesso in bocca un dito, mentre guardava Rin e lo zio che si allontanavano – Povero amore mio... per quanto tu sia speciale, resti sempre un bimbo tormentato dai dentini – mormorò intenerita baciandogli la testolina – Ci fai compagnia, papà?! Te la senti?! Come va la ferita? - chiese poi a suo marito, in piedi di fianco a lei ad osservare pensieroso suo fratello che spariva nel bosco con Rin al suo fianco.

- Bah! E' solo un graffio, te l'ho detto! Niente che mi impedisca di farmi una bella passeggiata con voi! E poi, senza il mio fiuto, col cavolo che li trovi gli iris! - la canzonò Inuyasha

- Beh, c'è sempre il fiuto di Masaru! Sai che ti ha sentito arrivare, prima?! Addirittura prima di Kuro e Shiro! - ribatté fiera Kagome recuperando il suo cestino delle erbe dalla parete di fianco alla porta

- Davvero?! E bravo il mio cucciolo! - esclamò orgoglioso prendendo Masaru dalle braccia di Kagome e mettendoselo seduto sulle spalle – Però aspetta ancora un po' prima di superare il tuo papà, eh! - precisò avviandosi felice verso il bosco insieme a sua moglie e a suo figlio.

Passeggiarono con calma lungo il sentiero che si arrampicava sul fianco della bassa montagna dietro casa loro, sulla cima della quale c'era un piccolo altopiano dove di solito, lungo il fiume che lo attraversava, crescevano spontaneamente degli iris, ben visibili a primavera, quando erano in piena fioritura, ma che adesso si confondevano con il resto della vegetazione.

- Allora, Masaru, riproviamo! PAAAPA'! - insisteva Inuyasha seduto sul prato con in braccio suo figlio, mentre Kagome sradicava iris poco distante da loro, ripulendoli dalla terra e ridacchiando sotto i baffi ascoltandoli – Dai, piccolo! Sai usare la mia spada, sai fiutare il mio odore... vuoi imparare anche a chiamarmi?!!! - sbottò spazientito.

- Abbi pazienza, tesoro, sono sicura che presto dirà anche “papà”, vedrai... - cercò di rabbonirlo Kagome quando una fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco la colse all'improvviso, una sensazione che non avvertiva da più di un anno ormai. Si voltò di scatto a guardare il cielo allarmata, era sereno e assolutamente sgombro fino a un attimo prima, ma adesso cupe nubi iniziavano a profilarsi all'orizzonte, avvicinandosi a gran velocità.

- Inuyasha! - gridò allarmata, ma ormai se ne era accorto anche lui e l'aveva già raggiunta con un balzo.

- Maledizione! - imprecò tra i denti - Prendi Masaru e cercate un riparo. Mi occupo io di quelle bestiacce! - esclamò deciso passandogli il bambino

- Ma non puoi! Sei ferito! - gridò Kagome preoccupata

- Niente che mi impedisca di fare a fette un paio di scimmioni mal riusciti! E soprattutto di proteggere voi! - ribatté sicuro sguainando Tessaiga

- Ma Inuyasha... - cercò di protestare Kagome guardandolo disperata.

- Vai, amore, pensa a Masaru... - le sussurrò lui con un mezzo sorriso, dandole un bacio velocissimo sulle labbra, prima di chinarsi a baciare anche la testolina di suo figlio che lo guardava preoccupato – Mi raccomando, cucciolo, ti affido la mamma! - si raccomandò accarezzandogli il visetto imbronciato.

Nel frattempo il cielo sopra di loro si era fatto nero e il canto del tordo aveva iniziato a risuonare tenue nell'aria.

- Andate! - ordinò Inuyasha indicando la fitta boscaglia ai margini della radura.

- Stai attento... - mormorò Kagome con gli occhi pieni di lacrime, prima di allontanarsi, maledicendo sé stessa per non aver portato con sé le sue frecce. Si riparò con suo figlio tra l'erba alta, sotto un arbusto fiorito, sperando che il profumo dei fiori fosse sufficiente a coprire il loro odore; era un punto da cui Kagome riusciva comunque a tenere d'occhio la situazione.

- Non aver paura, Masaru. C'è papà con noi, ci proteggerà. Vedrai com'è forte il tuo papà! - ripeteva al suo bambino, ma soprattutto a sé stessa cercando di tranquillizzarlo e tranquillizzarsi a sua volta mentre la paura l'assaliva: quanti sarebbero stati questa volta? E se non si fossero mostrati? Se avessero attaccato solo con il loro grido? Inuyasha sarebbe stato alla loro mercé... e Masaru?! Che effetto avrebbe avuto su di lui, così piccolo?! A questo pensiero si mise suo figlio sulle ginocchia e gli cinse la testolina con le mani, coprendogli le orecchie e cercando di proteggerlo col suo potere, mentre osservava suo marito che studiava nervoso il cielo scuro, sopra di lui: un demone cane, ferito in battaglia, che nonostante questo sfodera la sua spada per proteggere suo figlio e la donna che ama... Dove aveva già sentito questa storia? Pregò con tutta sé stessa che il destino non volesse farsi beffe di loro fino a questo punto.

- Avete il coraggio di mostrarvi di nuovo, schifose bestiacce! - iniziò a gridare contro il cielo, Inuyasha, evidentemente stava cercando di provocarli per spingerli ad uscire allo scoperto, in modo da poterli attaccare – Non ne avete avuta abbastanza, allora! Siete proprio decisi a farvi sterminare! -

- Taci, insetto! - rispose una voce tonante sopra di lui – Non è certo un insulso mezzodemone come te che ci interessa, ma la tua sgualdrina! -

- Che diavolo volete da mia moglie? - ribatté Inuyasha furente di rabbia per quelle parole

- Non è evidente?! La sua testa!!! Quella maledetta femmina deve morire! - ruggì il Nue decidendosi infine a balzare fuori dalle nubi e lanciandosi su Inuyasha a tutta velocità.

- CICATRICE DEL VENTO! - gridò Inuyasha dirigendo prontamente il suo attacco contro il mostro che stava per aggredirlo e facendolo a pezzi, ma un altro Nue fu subito pronto a prenderlo alle spalle scaraventandolo a terra con una zampata.

Kagome soffocò a stento un grido portandosi una mano alla bocca. Non poteva... Non poteva restare a guardare! Si sfilò il suo anello e prese la manina di Masaru, provò a metterglielo al pollice, ma era enorme.

- Oh ti prego! Ti prego, proteggilo! Proteggi lui, almeno per un po'! - sussurrò disperata al suo anello che, come rispondendo alla richiesta della sua padrona, pulsò per un attimo tra le sue dita e si restrinse fino a fasciare strettamente il ditino di Masaru, che lo guardò un attimo perplesso prima di ficcarsi il dito in bocca e cercare di mordere quello strano oggetto.

- Masaru, ascoltami! Ascoltami bene, è molto importante: io adesso vado da papà, tu resta qui nascosto e non muoverti per nessun motivo, sono stata chiara?! - bisbigliò a suo figlio – Non devi farti vedere da quei mostri cattivi! -

Masaru la guardò senza capire, ma non c'era tempo. Kagome sperò che il bimbo le ubbidisse, o che fosse troppo preso dall'anello per curarsi di lei, gli dette un bacio sulla fronte e corse verso i Nue che avevano bloccato a terra Inuyasha e adesso lo circondavano minacciosi:

- Dov'è la tua femmina, stupido cane? - tuonavano adirati, evidentemente non riuscivano davvero a fiutare il suo odore.

- Crepa bastardo! - imprecò per tutta risposta Inuyasha cercando di divincolarsi, con il braccio che impugnava Tessaiga bloccato tra gli artigli del Nue.

- Esci fuori, donna! - sbraitò in aria il Nue – Sappiamo che ci sei! Esci fuori o quest'insetto morirà al posto tuo! -

- Fermi! - gridò Kagome – Lasciatelo andare! - aggiunse uscendo dalla boscaglia e mostrandosi a loro.

- NO! KAGOME!! - gridò Inuyasha terrorizzato ancora schiacciato sotto la zampa del Nue – Lasciami andare! Non osare toccarla, maledetto! - ringhiò furente.

Il ricordo di ciò che era avvenuto durante la battaglia conto i Nue, tornò più vivido che mai nella mente di Inuyasha: aveva quasi perso Kagome quella volta e aveva giurato a sé stesso che non sarebbe più rimasto a guardare una scena come quella, non avrebbe più permesso né ai Nue né a nessun altro di mettere in pericolo la vita della donna che amava! A qualsiasi costo.

Mentre i Nue spostavano la loro attenzione su di lei, pronti ad attaccarla, Inuyasha lasciò andare Tessaiga e facendo appello al suo sangue demoniaco ringhiò furibondo:

- SANKON-TESSOU!!! -

Il grido di dolore del Nue che lo aveva imprigionato riecheggiò nell'aria mentre questi si accasciava a terra ritirando a sé l'arto mutilato dagli artigli di Inuyasha, che nel frattempo aveva raggiunto Kagome con un balzo e adesso le si era parato davanti facendole scudo col suo corpo.

- Inuyasha... - mormorò Kagome guardando allarmata i segni demoniaci sul volto di suo marito.

- Presto, Kagome, chiama Tessaiga! - le sussurrò Inuyasha, che per riuscire a liberarsi aveva dovuto abbandonare la sua spada.

- Non posso... non ho l'anello. - rispose terrorizzata

- Preferite morire insieme, dunque?! Per noi non fa differenza, ma prima... dicci chi diavolo sei donna!!! - ruggì con astio un altro Nue, mentre quelle creature iniziavano di nuovo ad avanzare minacciose verso di loro cercando di accerchiarli, saranno state sette o otto in tutto.

- Ancora con questa storia! Ma si può sapere perché continuate a chiedermi chi sono? - sbottò Kagome sperando di distrarli e di guadagnare tempo per riuscire ad uscire da quella situazione, mentre lei e Inuyasha indietreggiavano lentamente verso il bosco.

- Non sei tu che fai domande, qui! - ringhiò un altro Nue – Rispondi, insulsa femmina umana, sei tu la predestinata, vero?! Non si spiega altrimenti la disfatta dei nostri compagni! -

- Una donna... chi l'avrebbe mai detto... - commentò sarcastico un altro Nue rileccandosi come se già pregustasse il suo sapore.

- Kagome, riesci a togliermi il rosario o almeno ad annullare il suo potere? - le chiese Inuyasha in un sussurrò mentre i Nue continuavano ad avanzare minacciosi.

- E se anche fosse?! Che problema c'è?! Siete anche maschilisti oltre che brutti?! - rispose Kagome mentre, cercando di non farsi notare, faceva scivolare una mano tra i capelli di Inuyasha fino a raggiungere il rosario sulla sua nuca e sussurrandogli tra i denti – Che vuoi fare? - ma assecondando la sua richiesta e richiamando a sé il suo potere purificatore conservato nel rosario.

- La pagherai maledetta!!! - ringhiò il Nue pronto a scagliarsi su di lei, ma venne bloccato da una vocetta alle spalle di Kagome.

- Mamma! -

Si voltò terrorizzata e vide il suo bambino gattonare, tranquillo ma deciso, verso di lei:

- NO!!! MASARUU!!! - gridò disperata

- Maledizione! - sibilò Inuyasha sentendo il panico assalirlo.

- Masaru???!!! - esclamò stupito il Nue voltandosi verso i suoi compagni che si guardavano a loro volta stupiti ripetendo quel nome.

- Masaru?!-

- Che sia lui, il predestinato?! -

- Possibile?! -

- Un moccioso?! -

si chiedevano perplessi

- Silenzio!! - ordino uno di loro – Predestinato o no, in ogni caso, morirà comunque! - ruggì lanciandosi contro di lui.

- Giù le mani da mio figlio!!! - ringhiò Inuyasha con una voce che non sembrava nemmeno la sua, lanciandosi sul Nue con un balzo e ferendolo al volto con i suoi artigli – Voi... non toccherete... la mia famiglia!!! - aggiunse con una voce sempre più cupa che sembrava uscire a fatica.

Ma bene... quanta rabbia abbiamo qua... e anche una gran voglia di uccidere” sussurrò divertito il demone nella sua testa.

“Esatto, brutto idiota! Sono pronto a sterminare chiunque osi anche solo provare a torcere un capello a mia moglie e a mio figlio! Qualcosa in contrario?!” sbottò Inuyasha furibondo

Oh no... al contrario... sembra divertente... e poi... non scordarti che sono anche la mia donna e mio figlio!” ringhiò con rabbia

“Sei con me quindi?” chiese Inuyasha

Puoi giurarci!” rispose deciso il demone

Kagome nel frattempo, aveva raggiunto Masaru e si era gettata a terra vicino a lui, stringendolo tra le braccia per proteggerlo. Quando si voltò a guardare Inuyasha impallidì di colpo: era più alto e più imponente, sarà stato più di due metri, le mani artigliate erano coperte da una folta pelliccia argentata e grossi artigli spuntavano dalla sommità delle dita contratte, ormai sembravano più zampe che mani, così come i piedi, coperti anch'essi di pelliccia, i cui talloni ormai erano veri e propri garretti e lasciavano poggiare a terra solo le dita canine; dalla parte posteriore dell'hakama, poi, spuntava una vaporosa coda simile a quella di un lupo, che si agitava nervosa, e anche il suo viso era completamente trasformato in un vero e proprio muso allungato che non aveva più niente di umano. Lo vide guardarla con la coda dell'occhio rosso e ringhiare minaccioso per un attimo prima di lanciarsi di nuovo contro i Nue e staccare la testa a quello che aveva ferito, con una sola zampata.

- Uccidetelo! - ordinò il Nue con la zampa mutilata, che lo aveva atterrato per primo – Uccideteli tutti! Non lasciatevi sfuggire il bambino! E' lui! Non può che essere lui!!! - gridò furibondo.

Altri due Nue si lanciarono su Inuyasha ad artigli sguainati, ma lui fu più rapido: li evitò abilmente con una serie di agili salti e li atterrò entrambi, squarciando loro il petto con un colpo dei suoi artigli, prima di lanciarsi sugli altri ringhiando furioso.

Kagome lo guardava senza riuscire a muoversi, paralizzata dal terrore: Inuyasha era irriconoscibile e stava abbattendo i suoi avversari uno dopo l'altro con una ferocia che non aveva mai mostrato prima. Era davvero suo marito, quello?! Il mezzodemone che amava tanto?! Il padre di suo figlio?! Strinse a sé il suo bambino atterrita, stupendosi per un attimo di vederlo stranamente calmo in quella situazione, ma non ebbe tempo di crogiolarsi in simili riflessioni perché, mentre Inuyasha era impegnato a combattere, le ultime nubi scure sopra di loro presero consistenza trasformandosi in altri due Nue e si avventarono decisi verso di lei a bocca spalancata. Chiuse gli occhi gettandosi sopra Masaru per nasconderlo col suo corpo e gridò con quanto fiato aveva in gola, ma proprio quando credeva che avrebbe sentito le zanne di quei mostri raggiungerla, un possente ringhio risuonò nell'aria e un gigantesco cane bianco si avventò sui Nue scaraventandoli sul prato poco distante da loro.

- Sesshomaru... - mormorò Kagome riaprendo gli occhi e sospirando di sollievo, con suo figlio tra le braccia. Il grosso cane si voltò appena a guardarla con la coda dell'occhio e non disse niente, ma Kagome sembrò capire al volo.

- Vogliono Masaru! Ce l'hanno con lui! - gridò disperata a suo cognato.

Sesshomaru tornò a rivolgere la sua attenzione ai mostri che si stavano rialzando e sembravano pronti a tornare all'attacco e si frappose tra loro e Kagome. Ne afferrò uno alla gola e lo schiacciò a terra con forza mentre l'altro veniva raggiunto dagli artigli di Inuyasha, che nel frattempo aveva fatto a pezzi tutti gli altri, senza pietà. Sesshomaru ringhiava minaccioso con le zanne ancora strette intorno al collo del Nue che si agitava cercando di liberarsi, ma il Demone Cane sembrava deciso a trattenerlo in quella posizione in attesa che il veleno delle sue zanne iniziasse a fare effetto su quel mostro.

Sembrava finita, ma Kagome non riusciva a staccare gli occhi da Inuyasha che adesso avanzava piano verso di lei, con le mani che grondavano sangue, ringhiando sommessamente e ansimando appena, mentre la guardava con due terrificanti occhi rossi. Avrebbe voluto urlare, ma il terrore le aveva tolto la voce. Che sarebbe successo? Avrebbe ucciso anche lei e il loro bambino? A quel pensiero strinse ancora più forte a sé Masaru, ma si stupì sentendolo divincolarsi e lanciare gridolini felici ed emozionati in direzione di Inuyasha che ormai li aveva raggiunti e si era accucciato vicino a loro sporgendosi verso di lei e ringhiando di nuovo a pochi centimetri dal suo viso. Le sembrò d'essere sul punto di svenire, quando vide Masaru tendere le manine verso Inuyasha e balbettare felice:

- Ma... ma... pa... Pa-pà! -

Inuyasha si voltò verso di lui e iniziò a uggiolare, socchiudendo gli occhi e lasciandosi toccare il muso dalle manine di suo figlio prima di allungare le braccia verso di lui per stringerlo a sé, stando però attento a non toccarlo con le mani insanguinate. Una tenue luce azzurra si sprigionò dalle manine di Masaru e, sotto il tocco di suo figlio, Inuyasha iniziò a riacquistare il suo solito aspetto, il muso rientrò e i peli sparirono lentamente insieme ai marchi demoniaci mentre anche quell'uggiolio venne gradualmente sostituito dal dolce mormorare della sua voce calda e roca:

- Ce l'hai fatta... Ce l'hai fatta, piccola peste! - sussurrava felice al suo bambino con le lacrime agli occhi – Sì... sono papà... sono il tuo papà... e ti proteggerò sempre! - concluse stringendolo forte a sé mentre il bimbo ripeteva felice:

- Papà! Papà! -

Infine Inuyasha tornò a rivolgersi a sua moglie e le sussurrò amorevole:

– Allora, come stai? Tutto a posto? - le chiese preoccupato

- I-io... T-tu... - balbettò Kagome senza riuscire a rispondere – T-tu... s-stavi... ringhiando... - mormorò con un filo di voce.

- Davvero?! - le chiese sorridendole appena – Scusa, non volevo... Ti stavo solo chiedendo se stavi bene. - le spiegò rammaricato.

Kagome annuì guardandolo ancora spaventata:

- M-ma tu... avevi... perso il controllo? - riuscì a chiedergli incerta.

Inuyasha la guardò accigliandosi un attimo, quasi offeso da quella mancanza di fiducia nei suoi confronti:

- No, mai! - rispose sicuro – Io volevo solo proteggere con tutte le mie forze ciò che ho di più caro: voi. - spiegò con un sorriso.

A quelle parole Kagome gli gettò le braccia al collo mormorando felice e commossa:

- Inuyasha... Inuyasha... - mentre lui la stringeva a sé insieme al loro bambino.

- Allora, maledetti! Che altro volete da noi? Che volete da mio nipote?!! - li raggiunse la voce furente di Sesshomaru che, nel frattempo, aveva riacquistato il suo solito aspetto e adesso scrutava minaccioso il Nue steso a terra davanti a sé, ormai paralizzato dal suo veleno – Parla, miserabile! O trasformerò la tua lenta e dolorosa agonia in un'agonia ancor più lenta e dolorosa! - ringhiò freddo e spietato sollevando in aria Bakusaiga, pronto ad abbatterla su uno degli arti del mostro.

- Dovevamo capirlo che voi stupidi cani c'avreste causato solo noie... - rantolò il Nue guardando Sesshomaru con disprezzo – infatti è tra voi che si nasconde il predestinato a quanto pare... -

- Predestinato?!!! Ma di che diavolo stai parlando?!! - sbraitò Inuyasha sciogliendosi dall'abbraccio di sua moglie e avvicinandosi a quel mostro, con Masaru tra le braccia.

- Di ciò che si tramanda dalla notte dei tempi, fin dalla nascita del primo Nue... - rispose guardando anche Inuyasha con disgusto, per poi lanciare un'occhiata di puro odio a Masaru e sibilare tra i denti:

Sangue di demone e sangue regale

daranno origine a una stirpe speciale.

Misto di sangue ed un'aura sacrale,

l'unico al mondo a poterci fermare.

Colui del quale parlarvi non oso

contro di noi ne uscirà vittorioso.


 

- Masaru??!!! - esclamò incredula Kagome

- Proprio così, stupida femmina... il figlio di una sacerdotessa e di un mezzodemone... solo un essere del genere può avere il potere di distruggerci con un colpo solo... era così semplice... siamo stati incauti, avremmo dovuto eliminarvi subito entrambi, prima che questo piccolo mostro vedesse la luce... ma rimedieremo stanne certa! - rantolò minaccioso prima di esalare un ultimo strozzato gemito e morire soffocato.

- Ma che significa? - mormorò stupefatto Inuyasha

- Divina Kagome! Inuyasha! State tutti bene?!! - li raggiunse la voce trafelata di Miroku che stava correndo verso di loro insieme a Sango.


 


 


 


 

Più tardi, dopo aver purificato i resti dei Nue e tranquillizzato gli abitanti del villaggio, che durante l'attacco si erano rifugiati al tempio dove Kaede e Miroku avevano subito eretto una barriera, si ritrovarono tutti nella capanna dell'anziana sacerdotessa: Inuyasha e Kagome con il piccolo Masaru, Miroku, Sango, Sesshomaru, Rin e il capovillaggio.

- Allora, che significa? Cos'è questa storia? - sbraitò di nuovo Inuyasha – Perché quegli esseri schifosi sono tornati di nuovo e minacciano ancora la mia famiglia?!! -

- Evidentemente non abbiamo interpretato correttamente la profezia – rispose laconico Sesshomaru, come se fosse ovvio – Misto di sangue ed un aura sacrale è destinato a sconfiggere il male.* Quella frase si riferisce a Masaru, sarà lui a sconfiggere definitivamente i Nue e ciò che è successo oggi con Tessaiga ce lo conferma. - spiegò

- Vostro figlio racchiude in sé sia il tuo potere demoniaco, Inuyasha, che il potere spirituale della Divina Kagome – puntualizzò Miroku – Un demone con un potere spirituale... un caso più unico che raro... e una seria minaccia per quelle creature, il loro nemico naturale. Inoltre, il giorno in cui Masaru sarà in grado di impugnare Tessaiga non avranno modo di sfuggirgli o di difendersi da lui, sarà in grado di purificarli all'istante, in qualunque forma si presentino, a centinaia con pochi fendenti. E' naturale che lo temano. -

- Lo hanno chiamato “il predestinato”... - mormorò Kagome preoccupata guardando il visetto di suo figlio che mordicchiava tranquillo l'ennesima radice, tra le sue braccia.

- Se è vero ciò che mi hai raccontato sulle intenzioni dei Nue, Kagome, forse tuo figlio potrebbe essere addirittura destinato a salvare il mondo dalla distruzione totale. - ribatté Kaede - Forse è per questo che ti è stato concesso di tornare in quest'epoca, anche dopo la scomparsa della Sfera, quando sembrava che il tuo compito fosse ormai concluso. -

- Questo significa che il suo destino è segnato? - chiese triste Kagome

- Infondo è lui che ti è apparso in sogno rivelandoti la profezia e il suo nome, che a quanto pare lo lega a sua volta alla profezia tramandata tra i Nue. In questo senso, sembra che fosse consapevole del suo destino prima ancora di venire al mondo e... forse lo ha già accettato. - rispose Kaede con un sorriso

Kagome sospirò:

- Io... vorrei solo che fosse felice... - mormorò preoccupata

- Avere uno scopo nella vita, non impedisce necessariamente d'essere felici, no?! - cercò di consolarla Sango – Insomma guardati: tu eri destinata a proteggere e distruggere la Sfera dei Quattro Spiriti e l'hai fatto egregiamente, ma questo non ti ha impedito di trovare la felicità. - aggiunse rivolgendo un'occhiata a Inuyasha seduto di fianco a Kagome.

- A me no... ma a Kikyo? - mormorò Kagome.

- Kikyo ha solo fatto le scelte sbagliate, ma tu sei tornata per rimediare. – rispose mestamente Kaede

- Tu crescerai Masaru insegnandogli a fare le scelte giuste, vedrai! Ne sono sicura! - la rincuorò Sango

- Hai ragione, Sango, questo è il mio compito... il compito di ogni madre... non sarà facile ma... farò del mio meglio! - rispose Kagome sorridendo più serena.

- Piuttosto dovremmo preoccuparci del fatto che ci sono altri Nue in giro, a quanto pare. Ci hanno minacciati chiaramente, questo significa che torneranno. - esclamò Inuyasha preoccupato – E io che speravo di averli eliminati tutti in quella battaglia, uno di loro deve essersi dato alla fuga. - ammise con rammarico.

- Ho paura che non sia solo questo. - mormorò Kagome chinando il capo – Quando tornammo dalla battaglia, rilessi il volume dell'Heike Monogatari che avevo portato con me... l'avevo dimenticato da quando lo studiai a scuola, ma... i Nue di cui si parla nella storia... in realtà erano tre e attaccarono anche altri due imperatori prima e dopo Konoe. Vostro padre affrontò il secondo di quei Nue e sappiamo come andò, ma gli altri? Secondo la storia il primo fu sconfitto da un antenato di Yorimasa e il terzo di nuovo da Yorimasa stesso, ma non sappiamo cosa successe realmente. Per il terzo possiamo sperare che siano stati presi i dovuti provvedimenti, memori delle indicazioni del Generale, anche se ne dubito, ma il primo?! -

- Quindi stai dicendo che potrebbero essere più numerosi di quanto crediamo? - chiese preoccupato Inuyasha.

Kagome annuì mestamente:

- Temo di sì... è impossibile sapere quanti sono... e torneranno... finché non riusciranno a uccidere Masaru - sussurrò terrorizzata Kagome con le lacrime agli occhi e un groppo in gola, stringendo a sé il suo bambino

- Questo lo ritengo improbabile. - rispose calmo Sesshomaru – Se è come credo, siamo stati fortunati. Probabilmente torneranno, è vero, ma solo il gruppo che ci ha attaccato oggi dovrebbe essere venuto a conoscenza della verità su vostro figlio, e li abbiamo uccisi tutti, quindi gli altri dovrebbero esserne all'oscuro e se torneranno sarà solo per il rancore che li lega a noi Demoni Cane. Inoltre sono propenso a pensare che ci vorrà del tempo, mesi o addirittura anni, almeno a giudicare dal modo in cui ci hanno attaccati finora e dalla loro “strategia riproduttiva”, non dimenticare che sono necessarie tre lune piene perché nasca un Nue, e noi ci siamo dimostrati in grado di tenere testa a migliaia di loro. Non ci attaccheranno avventatamente – concluse sicuro.

- Ma prima o poi lo faranno... anche solo per tormentarci, come oggi. - mormorò afflitta Kagome

- E noi ci difenderemo! Non permetterò a quei maledetti di farvi del male! - esclamò deciso Inuyasha abbracciandola.

- E nemmeno io! - rispose deciso Sesshomaru.

Si voltarono tutti a guardarlo, quasi stupiti, e allora proseguì:

- Masaru è un membro del clan e chi minaccia un membro del clan, minaccia il clan intero! Dobbiamo a lui la nostra vittoria, le nostre vite e la rinascita del clan. Inoltre... credi davvero, stupido fratello, che gli altri se ne staranno a guardare sapendo che il figlio del Comandante è stato preso di mira?! - gli chiese accennando un sorrisetto sprezzante.

Inuyasha arrossì vistosamente sentendosi chiamare in quel modo e Kagome gli sorrise: era il titolo che spettava di diritto al braccio destro del Generale, tutti i Demoni Cane lo chiamavano così e lo facevano con sincero rispetto e ammirazione, segno che Inuyasha era stato davvero accettato dal clan , ma lui non ci si era ancora abituato.

- La cosa più saggia sarebbe che vi trasferiste a palazzo, insieme al resto del clan, dove sareste più protetti. Oggi è stato un puro caso che io fossi qui. - riprese serio Sesshomaru.

- Ma... io... sono la sacerdotessa... Ho dei doveri... Ho preso un impegno con l'intero villaggio... loro... mi hanno accolta, accettata, protetta quando non ero in grado di proteggermi da sola... qui c'è la nostra casa... - mormorò Kagome – Però... In effetti restando qui li metteremmo solo in pericolo. - aggiunse rammaricata chinando il capo.

- Per noi non è un problema, Venerabile Kagome. - rispose il capovillaggio – Ho parlato con gli altri e siamo tutti daccordo. Il nostro piccolo villaggio vi deve tantissimo: da quando ci siete voi, demoni e briganti hanno smesso di attaccarci, troppo spaventati dalla vostra fama e da quella di Inuyasha; i raccolti sono abbondanti, grazie alle vostre preghiere; i bambini nascono e crescono, sani e sereni e, in generale, la gente è più in salute, grazie alle vostre cure e alla carne che ci procura sempre in abbondanza Inuyasha. In poche parole, grazie a voi il villaggio prospera. Non temiamo questi Nue se voi siete con noi e il piccolo Masaru è anche uno di noi e noi non abbandoniamo un membro del villaggio! Se vorrete restare ancora, per noi sarà un onore e un piacere. Il villaggio è casa vostra! - concluse senza indugio.

Kagome gli sorrise commossa prima di tornare a guardare dubbiosa Inuyasha, che le sorrise e rispose al suo sguardo:

- Non so tu, ma io non ho nessuna intenzione di farmi buttare fuori da casa mia da quegli stupidi scimmioni! - esclamò strafottente.

Allora anche Kagome gli sorrise e si voltarono entrambi verso Sesshomaru che commentò impassibile:

- Come dicevo, sarebbe la scelta più saggia... ma voi due non fate mai scelte sagge. E sia, inutile fratello! Ma d'ora in avanti, Kagome, proibisco a te a tuo figlio di restare da soli! Tu e Masaru verrete con Inuyasha e resterete a palazzo ogni volta che sarà necessario, i Nue non sono gli unici nemici del clan, dobbiamo occuparci anche degli altri e riconquistare i territori che avevamo perduto, e Inuyasha non può esimersi dal suo ruolo. - concluse con un tono che non ammetteva repliche.

Kagome gli sorrise. Cos'era quello? Un caloroso invito, una richiesta piena di apprensione o un incontestabile ordine del Generale? Probabilmente tutte queste cose contemporaneamente, così gli rispose semplicemente:

- Ok. Grazie Sesshomaru. -


 


 


 

- Si è addormentato, finalmente. - bisbigliò Kagome quella sera, sistemando la coperta a Masaru che dormiva tranquillo a braccia aperte coi pugnetti chiusi vicino alla testa, nel futon di fianco al loro.

- Ho parlato con Daisuke, oggi – bisbigliò Inuyasha, mentre Kagome si stendeva di fianco a lui, con la testa appoggiata al suo petto – Dice che il legname è pronto quindi... visto che abbiamo deciso di restare... stavo pensando che magari domani mi metto al lavoro e... vediamo di aggiungere quella famosa stanza, che ne dici? Ci vorrà qualche giorno, ma ha detto che mi darà una mano anche lui... - le chiese abbracciandola

- Ok, ma la spalla?! Come va?! - gli chiese preoccupata sollevando la testa per guardarlo in faccia.

Inuyasha le sorrise e scostò un po' la sottoveste dal collo:

- Ta-dan! Come nuova! - annunciò divertito mostrando la pelle di nuovo integra, rosea e priva di qualsiasi cicatrice – Te l'avevo detto che era solo un graffio! Sono un mezzodemone, lo sai -

- Mmmhhh... di' piuttosto che è tutto merito delle mie amorevoli cure! - scherzò Kagome tornando, però, seria subito dopo – Sei un mezzodemone? Davvero? Voglio dire... lo sei ancora? - gli chiese preoccupata

- Ma certo! Che ti salta in testa! - la riproverò Inuyasha.

- E che oggi... ho avuto paura! Paura di perderti... Paura di averti perso... - mormorò con un sospiro

- Ero così brutto? - scherzò Inuyasha

Kagome gli sorrise appena:

- No, brutto no... questo mai... - scherzò anche lei – però... eri spaventoso! Ho temuto che volessi fare del male anche a noi... - confessò in un sussurrò chinando il capo e abbassando lo sguardo, lanciando una rapida occhiata a Masaru che continuava a dormire tranquillo.

- Ehi! - la richiamò Inuyasha mettendole un dito sotto il mento e costringendola a rialzare lo sguardo su di lui – Non importa che io sia un uomo, un mezzodemone o un demone, c'è una cosa che non cambierà mai: io ti amo, Kagome! Amo te e amo Masaru più di qualsiasi altra cosa al mondo e non vi farei mai del male. - concluse semplicemente.

Kagome annuì e gli sorrise sospirando sollevata.

- Ah! Che sciocca! Dimenticavo... il tuo rosario... - esclamò allungando una mano per sfiorarlo, ma Inuyasha la bloccò stringendola dolcemente nella sua.

- Sai... credo che non serva più. - ammise con un sorriso – Quella voce... la voce del demone nella mia testa... è come se fosse sparita o meglio... è diventata la mia... non so come spiegarlo, ma sento che adesso non c'è più conflitto tra noi, è come se l'uomo fosse diventato un po' più demone e il demone un po' più uomo... ci siamo... incontrati a metà strada. - “E sei tu il punto d'incontro, amore mio! Tu e il nostro splendido bambino...” pensò sorridendole felice.

- Davvero?! - gli chiese Kagome stupita.

Inuyasha le sorrise ancora e annuì deciso, allora Kagome lo guardò un attimo sospettosa e, ridendo sotto i baffi, bisbigliò:

- Attento, però, ricordati che posso sempre mandarti... a cuccia -

- Auch! - esclamò Inuyasha trovandosi schiacciato contro il cuscino mentre Kagome ridacchiava – Che scherzi del cavolo! - sbottò prima di prenderla per i fianchi e rovesciarla sul futon, sotto di sé – Adesso mi arrabbio e mi trasformo in un brutto mostro spaventoso... - la minacciò ridendo sotto i baffi

- Piano o Masaru si sveglia! - lo rimproverò lei ridacchiando sottovoce - E poi non eri brutto... e se dici che mi ami non mi fai nemmeno paura - aggiunse guardandolo con amore

- E allora com'ero? - le chiese lui curioso

- Beh... eri alto e avevi la coda e il muso... sembravi un uomo-lupo! - rispose Kagome emozionata

- Ah! Un lupo... - commentò Inuyasha con una strana luce negli occhi

- Sì, con due mani grandi... - riprese Kagome

- Mh-mh... per toccarti meglio, Cappuccetto Rosso... - rispose Inuyasha provocante, iniziando a slacciarle la sottoveste e ad accarezzarle i fianchi e la schiena.

Kagome rise di nuovo e proseguì:

- E una bocca grande... -

- Per mangiarti meglio... - rispose Inuyasha con voce roca mordicchiandole dolcemente il collo, facendole il solletico.

- Veramente preferirei essere baciata... dal mezzodemone che amo - sussurrò Kagome divertita

- Ti accontento subito... - rispose Inuyasha tornando a guardarla negli occhi e baciandola dolcemente sulle labbra

- Ti amo tanto, Inuyasha – sussurrò Kagome

- Anch'io ti amo tanto, Kagome – rispose lui felice chinandosi a baciala di nuovo

- Mamma... - mugugno una vocetta vicino a loro

Kagome scoppiò a ridere mentre Inuyasha lasciava ricadere il viso nell'incavo del suo collo, sospirando sconsolato:

- Domani faccio quella stanza... Giuro che faccio quella stanza... - bofonchiò contro il cuscino

- Mi dispiace, lupo cattivo, si è svegliato il cacciatore!- lo canzonò Kagome

- Papà... - aggiunse poi Masaru, che nel frattempo si era messo seduto e con una manina si stropicciava gli occhietti assonnato, mentre con l'altra si frugava in bocca.

- Baaahhh... Vieni qua, piccola peste! - esclamò Inuyasha rianimandosi di colpo, prendendo al volo suo figlio, sollevandolo in aria e strappandogli un risolino, e tornando a sdraiarsi supino con la schiena appoggiata al muro, Kagome al suo fianco, con la testa appoggiata alla sua spalla, e Masaru seduto sulla sua pancia che li guardava divertito – E amo anche te, cucciolo... - sospirò felice avvicinandolo al suo viso e lasciandosi abbracciare – Crescerai forte e un giorno spazzerai via per sempre quegli scimmioni, ne sono sicuro! - asserì convinto e orgoglioso – Ma fino ad allora, ti proteggerà papà... Vi proteggerò entrambi! - aggiunse stringendo anche Kagome nel suo abbraccio – E saremo felici -

- Sempre? - gli chiese lei

- Sempre! -


 


 


 

FINE


 


 


 

(prima parte)


 


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* se la cosa vi lascia perplessi, sappiate che in giapponese non esiste la coniugazione dei verbi in base alla persona: il verbo essere al presente è sempre “desu” indipendentemente dal soggetto (io, tu, egli ecc.) che se non viene specificato rende le frasi molto fraintendibili (cosa che contribuisce a rendere la vita un inferno ai traduttori di manga XD). Quindi, immaginando la frase in giapponese, il verbo poteva significare sia “è” che “sono”. Scusate se vi sembra il trappolone dell'ultimo momento, ma non sono riuscita a rendere quella frase in modo “più neutro” in italiano... concedetemi un ultimo piccolo colpo di scena (se non l'avevate già capito prima) ;)


 

Angolo dell'autrice

Trincerata dietro il divano, con lo scolapasta in testa, la Fairy sventola bandiera bianca (in realtà il suo fazzoletto legato all'antenna del telecomando di una macchinina), mentre le urla la travolgono:

- Ma che cacchio di finale è???!!! -

- Non è finito un tubo!!! -

- E' aperto che più aperto non si può!!! -

- Non puoi mollarci così!!! -

Sì, lo so, scusate... se non mi ammazzate... (- E invece sì che ti ammazziamo!!! - ) volevo dire che in realtà l'ultimo capitolo sarebbe un altro, ma non è questo il luogo dove piazzarlo.

- E allora tiralo fuori!!! -

No, alt, non è così semplice, fatemi spiegare T_T

Allora... avrei altre idee in testa, ma niente di così “definito” e organizzato come è stato finora. La scelta era:

- continuare la storia come niente fosse, ma il tono sarebbe cambiato molto, ciò che ho in testa al momento è ancora al livello di piccole cose, episodi autoconclusivi, per lo più slice of life e, scegliendo questa opzione, avevo paura di rovinare quanto scritto finora, che invece ha una trama piuttosto complessa, e poi mi sono detta “E se mentre scrivo mi viene un'altra illuminazione per collegare anche queste idee con un unico filo conduttore? Ormai me le sarei bruciate!”

- mettere la parola fine, con la fine della “Saga dei Nue”, che alla fin fine ci può anche stare, dopo aver spiegato fino in fondo il mistero (ovvero il ruolo di Masaru) e poi continuare altrove la storia. (notare l'abuso della parola “fine” XD )

Dopo lunga riflessione e consultazioni popolari, ho scelto la seconda. Ancora non so se sarà una vera e propria “seconda parte” o una raccolta di one-shot, diciamo che intanto mi prendo una pausa da questa storia (che dopo un anno mi fuma un po' il cervello), inizierò piano piano a buttare giù le idee che ho (ma senza pubblicarle subito) e vedrò se nel frattempo mi si accende la lampadina e riesco a dargli una forma più decorosa. In ogni caso... tornerò! T_T (Sì, è una minaccia :P)

Vi dico subito però che non avrei intenzione di scrivere le imprese di Masaru (o almeno al momento non ho assolutamente idee in questo senso)

Tornando al capitolo:

- radice di iris e “erbette varie”: sappiate che la Fairy non frigge con l'acqua! Quanto citato da me in fatto di “rimedi”, in questa storia, sembra essere vero, cioè mi sono un po' documentata prima di scrivere, anche se personalmente non amo l'omeopatia e robe del genere.

- Heike Monogatari e Nue: sono veramente tre in quella storia, ma leggendo poi nell' “Enciclopedia dei mostri giapponesi” (sì, sono stata di parola: l'ho comprata! XD) sembra che in generale ci siano state anche altre “apparizioni” di queste misteriose creature, sia prima che dopo (con tanto di date). Per quelli dopo... chissà... magari sono quelli che affronterà Masaru O.O XD (giuro: non era calcolato, l'ho scoperto dopo XD)

- Trasformazione di Inuyasha: è la mia versione definitiva della sua forma demoniaca, ovvero, essendo un mezzodemone non credo che potrebbe mai diventare un vero e proprio cane gigantesco come gli altri e così mi è venuta l'idea di una forma del genere. Se non riuscite a immaginarvelo vi metto il link a un'immagine simile a ciò che ho in mente: http://fairyqueen78.deviantart.com/art/Moonlight-Samurai-88727920


 

Mentre aspetto la fiumana di bandierine bianche e rosse, vorrei tediarvi ancora un po' con la mia personale riflessione/autocritica su questa storia.

 

Postfazione

Avevo iniziato a partorire l'idea di questa storia, partendo da alcune riflessioni di cui vi avevo, purtroppo per voi, già reso partecipi all'inizio. La domanda che ovviamente mi pongo a questo punto è: ci sono riuscita? Ho raggiunto gli obbiettivi che mi ero prefissata? Mixare sapientemente i miei ingredienti preferiti? Quelli che mi piace leggere nelle storie degli altri?

Ni! La storia nel complesso mi piace (bella forza! :P) però su alcune cose avrei voluto fare di meglio, Sesshomaru in primis sul quale non sarò mai soddisfatta del tutto e capisco chi mi “minaccia di morte” ma d'altra parte volevo che si creasse un vero rapporto tra lui e Inuyasha, non mi piacciono molto quelle storie dove sono entrambi relegati al ruolo di eterna macchietta l'uno dell'altro, tirati fuori solo per il gusto della scaramuccia e fine lì. Per la piega che avevano preso gli ultimi capitoli del manga ho osato pensare che un giorno sarebbero cresciuti entrambi, in qualche modo, ma tra il dire e il fare... :(

Poi c'è anche un'altra cosa che invece nessuno di voi mi ha mai fatto notare finora: mi sono sentita a tratti “ripetitiva”. Ho messo di fronte più volte i personaggi agli stessi scenari: riunioni, cene, battaglie (e lì va beh, per forza -.-'). Col senno di poi avrei voluto avere qualche idea migliore per ritagliare momenti di dialogo, calmo e/o ragionato, ma non sono riuscita a pensare a niente di meglio... o meglio, mi è venuto spontaneo scrivere così e anche adesso, se provo a pensarci, non mi viene in mente nessuna alternativa. T_T

Cmq “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, come diceva il grande Pino, quindi alla fine non rinnego niente, sarebbe potuta venire meglio, ma è venuta così e mi piace lo stesso. ^_^

Ringrazio tutti quelli che l'hanno sopportata fino a qua. ^_^

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