Scarlet

di 27_June_1986
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. Fleeting Glances ***
Capitolo 3: *** The diary page ***
Capitolo 4: *** The mysterious P. and the wary girl ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***






Introduzione
 

 
Miss Trinket, la bibliotecaria, fa poco caso a ciò che succede nella biblioteca della scuola. In fondo, in quella biblioteca, non ci entra mai nessuno. È solo stracolma di libri di testo così logori e consumati che nessuno osa toccare per paura di sgretolare una pagina con un respiro troppo profondo.
Completamente ipnotizzata dall'arduo compito di smaltarsi le unghie di un giallo canarino, non si accorge nemmeno della ragazza che sgattaiola attraverso la porta cigolante e si guarda intorno.
«Mi scusi», chiede alla Trinket.
La donna sobbalza violentemente, facendo cadere lo smalto sull’impeccabile registro dei libri presi in prestito.
«Cosa...cosa c'è, cara?», chiede confusa alla ragazza.
«Uhm...stò cercando il testo "Classificazione del carbone", il primo volume».
La donna, ancora stupita dalla presenza della ragazza nella biblioteca, sbatte le palpebre un paio di volte, come se Katniss fosse un frutto della sua immaginazione. In effetti, in quella biblioteca, non entra davvero nessuno a parte la Trinket.
«Terzo scaffale a partire da destra», risponde infine la donna in un sussurro, con lo sguardo ancora stralunato.
La ragazza senza commentare si precipita tra gli scaffali alla ricerca del terzo scaffale.
È davvero imbarazzata all'idea di prendere un libro dalla scuola.
La sua famiglia è sempre stata piuttosto povera, ma in un modo o nell'altro riescono a raccattare ogni anno libri logori e usati, pagandoli con favori o pochi spiccioli. Purtroppo quest'anno aveva deciso che poteva cavarsela da sola a "trovare degli stupidi libri scritti su una stupida lista", per questo Katniss si ritrova con un libro in meno.
Raggiunge in fretta lo scaffale indicatogli dalla Trinket e si mette alla ricerca del libro.
«A...A...B...B...B...», mormora sottovoce, mentre cerca il libro.
La sua espressione resta indifferente anche davanti ai titoli più buffi o più strani.
È un'espressione che ha creato il giorno stesso in cui è morto il padre: quando prova un emozione sgradevole come la rabbia o l'irritazione, anziché mostrare le sue emozioni, le nasconde sotto una maschera di indifferenza, che rende chi la osserva curioso di sapere cosa prova la ragazza dalla lunga treccia scura...o almeno Peeta Mellark provava questo quando la osservava.
«C!», esclama improvvisamente trovando il libro.
Ma proprio quando la sua mano stà per afferrarlo la sua attenzione viene catturata da qualcos'altro.
Un libro dalla copertina di un rosso scarlatto spicca tra gli altri libri. Non solo è di un colore insolito, ma da quel che si può vedere -oltre alla P incisa in alto nel trafiletto- sembra nuovo.
Katniss con la mano a mezz'aria vicino al suo libro di testo è indecisa.
Osare o meno?
Lentamente recupera dallo scaffale il libro che le serve, ma il suo sguardo è ancora puntato su quello dalla copertina scarlatta.
Si guarda intorno per accertarsi di non essere vista e con un gesto veloce strappa via dallo scaffale il libro.
In quel preciso istante un urlo acuto si leva dalla scrivania di Effie Trinket.
Katniss sussulta violentemente, lasciando cadere tutto ciò che ha tra le mani, ma, dopo essersi guardata velocemente intorno terrorizzata, riprende i libri dal pavimento
.
Si precipita a scoprire il motivo delle sue urla, correndo con la mente a scenari catastrofici.
«Cosa...?».
«Tu! Piccolo mostro! Esci fuori di qui!», strilla la donna «Il mio meraviglioso registro rovinato a causa tua! Tua!».
Katniss alza un sopracciglio, istintivamente. Non riesce davvero a capire come la donna possa averlo notato solo ora.
La Trinket ha ancora un dito puntato contro di lei, furiosa, per questo Katniss, sbuffando, esce dalla biblioteca.
-Sociopatica squilibrata- borbotta la ragazza mentre cammina tra i corridoi della scuola per raggiungere l'uscita.
Controlla velocemente l'orario e si rende conto, con fin troppo terrore, che è in ritardo per la cena.
Ficca con forza i libri nello zaino, ottenendo l'effetto contrario.
La ragazza, sbuffando nuovamente, si china per raccogliere i libri e solo allora si accorge del libro scarlatto.

Panem.

Un unica scritta dorata incisa nella copertina rigida.
Esitante raccoglie il libro per sfogliare le prime pagine.
 
Quattordici capitoli per descrivervi i tredici distretti e la capitale della nostra nazione.
 
Non c'è scritto né il nome dell'autore né qualcosa che riconduca a quest'ultimo.
Katniss sospira profondamente.
Portarlo indietro e subirsi una Trinket isterica o portarlo a casa e fra qualche settimana sgattaiolare in biblioteca per mollare il libro?
Katniss rimette a posto nello zaino le sue cose, insieme al libro.

Decisamente la seconda opzione.


____

omg stò pubblicando...stò pubblicando...
*si guarda intorno* 
ehm...saaaalve strano e misterioso mondo! io sono...ehm...oh! al diavolo!
bene...è la prima storia a capitoli che pubblico in questo fandom, perchè prima andavo avanti a One Shot, poi la mia mente contorta mi ha imposto di scrivere una storia a capitoli e quindi mi trovo qui: nella merda n.n 
voglio dire non è che mi dispiace scrivere o pubblicare, ma sono davvero incostante con gli aggiornamenti e mi mettono sotto pressione perchè spesso capita che non ho il capitolo pronto il giorno in cui devo pubblicare e...basta! stò divagando!
vi dico solo che cercherò di dare il meglio per questa storia
quindi ci si becca quando ci si becca
xxx
Nina

 

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Capitolo 2
*** 1. Fleeting Glances ***







CAPITOLO UNO

 
Fleeting Glances 
 

 
Che Katniss Everdeen è una persona diffidente, è una cosa piuttosto risaputa. Per questo non c’è da stupirsi che i suoi occhi chiari scrutano nel buio il punto in cui si trova il libro scarlatto.
Il libro è ancora nel suo zaino…che la fissa di rimando con i suoi occhietti malefici e sussurra parole inquietanti per invogliarla a leggere. Come può un libro sussurrare parole inquietanti, o invogliare qualcuno a leggere sussurrano parole inquietanti; io non lo so e vorrei davvero non saperlo.
La ragazza si alza di scatto dal letto, facendo svegliare Ranuncolo, che soffia rumorosamente e si catapulta fuori dalla finestra.
«Ma che diamine…?», mormora Katniss. Scuote lentamente la testa per scacciare i pensieri e indossa a caso degli abiti puliti.
«Katniss?». La voce di sua sorella la fa voltare verso il letto.
«Dormi, paperella. Vado solo a…a parlare con Gale. Ci vediamo domani». Il suo tono diventa dolce e rassicurante quando parla con Prim. Non che sia l’unica persona che ama, ma dalla morte di suo padre cerca sempre di prestare molta attenzione a come si comporta nei riguardi della sorella. Per proteggerla.
«’Kay», sussurra la sorella di rimando, tornando a stendersi vicino alla madre.
La ragazza concede un sorriso alla sorella, prima di prendere al volo lo zaino e sgusciare fuori dalla porta.

 
****

 
«Cos’è quello?», chiede il ragazzo. Poggia la schiena contro il tronco dell’albero sotto cui è seduta Katniss.
Lei si ficca sulla lingua una foglia di menta e gira l’ultima pagina del libro.
«Panem», risponde facendo spallucce.
Il ragazzo attende in silenzio che Katniss aggiunga qualcosa a ciò che ha detto. Una spiegazione, una frase di senso compiuto…
Sospira pesantemente, arrendendosi all’idea che non aggiungerà assolutamente niente.
«Panem?», chiede.
La ragazza solleva la copertina in risposta.
«Oh, Panem!», esclama il moro. Si lascia cadere al fianco dell’amica e ruba una foglia di menta dal mucchio, beccandosi un occhiataccia «Dove l’hai trovato?».
«Biblioteca della scuola», dice lei in un sospiro.
Chiude gli occhi e il libro nello stesso momento.
Gli occhi le vanno a fuoco, le mani sono semi-paralizzate dal freddo e la mente è totalmente sgonfia.
Tredici capitoli in otto ore. Dovrebbe essere un record o qualcosa di molto simile.
«Lo hai finito in quanto? Un giorno, due?», chiede Gale, rivolgendo alla ragazza un sorriso d’intesa.
«Otto ore», gracchia lei. «E ora dobbiamo andare a scuola».
Si rimette faticosamente in piedi e si getta lo zaino sulle spalle.
«Un libro ha avuto il permesso di sprecare otto ore della tua travagliata vita, Miss Everdeen?», chiede il ragazzo iniziando ad avanzare tra gli alberi.
Lo sguardo di Katniss diventa improvvisamente serio.
«Non è un semplice libro», spiega parlando lentamente «E’ un libro…proibito. Parla dei distretti. Non ho mai sentito parlare della vita negli altri distretti e in questo libro c’è…tutto!»
Gale scuote la testa per riprendersi dalla sorpresa. Katniss non è propriamente una ragazza eloquente e non è facile entusiasmarla.
«Dovresti portarlo indietro», dice il ragazzo, continuando a volgerle le spalle, mentre si avvicinano alla recinzione.
Katniss solleva un sopracciglio, scettica. «Gale Hawtorne, il ribelle numero uno, mi chiede di lasciare un libro che va contro le regole di Capitol?».
«Non te lo sto chiedendo, ti sto dando un consiglio che dovresti seguire». Il moro prende un respiro profondo prima di continuare «E poi…è la prima mietitura di Prim, non sarai così sconsiderata da farle correre…».
«Non…», quasi urla Katniss «…sono sconsiderata! E’ solo uno stupido libro, Gale!».
«Katniss stai rischiando…».
«So quel che faccio!», ringhia la ragazza, cercando di concludere la discussione. Si costringe a non schioccare la lingua sul palato e supera sia la recinzione, che Gale.
«Eppure stai rischiando la vita di tua sorella!», le urla dietro Gale.
Katniss si volta, furiosa, verso il ragazzo. «Vai al diavolo, Hawtorne», sibila prima di raggiungere a falcate veloci la scuola.
 
****
 
«Scrivi un diario».
Katniss stringe forte le labbra per non scoppiare a ridere. Non vuole offendere Madge e con una risata potrebbe farlo.
«Non sono il genere di persona che scrive un diario», dice la ragazza dagli occhi di ghiaccio.
«Non un diario completo, ma solo una pagina di sfogo», spiega la biondina, scuotendo i capelli. Con due gesti secchi lega la sua chioma chiara in una coda alta.
«Si, certo: Caro diario, Gale Hawtorne è il più grande stronzo del distretto 12, ma Madge lo ama tanto quindi devo sopportarla mentre parla di lui come una piccola dodicenne alla sua prima cotta», recita Katniss fingendo un aria solenne.
«Ehi», protesta Madge lanciandole contro una mela.
Katniss la prende al volo. «Non si spreca il cibo, ragazzina», la rimprovera Katniss, mordendo la mela.
Madge spinge il suo vassoio verso l’amica. «Porta questa roba a Prim. Mio padre non capisce cosa significa “Non ho molta fame”…», dice ignorando lo sguardo omicida dell’amica. «E poi stasera c’è lo stufato», conclude alzando gli occhi al cielo e fingendo di vomitare.
«Madge, non…». Katniss si fa improvvisamente seria.
Non riesce ad accettare l’aiuto degli altri. Da quando è morto suo padre ha imparato a cavarsela da sola. E poi perché dovrebbe accettare l’aiuto di qualcuno? Così non fa altro che creare debiti…e lei odia avere dei debiti in sospeso.
«Oh, non iniziare Everdeen! Se non accetti il mio pranzo giuro che mi alzo e urlo a tutta la scuola che hai una cotta per il “piccolo” Mellark», dice Madge, scoccandole un occhiata maliziosa.
Katniss si acciglia. «Io non ho una…».
La ragazza scuote la sua coda bionda e si mette in piedi sulla sua sedia.
«Ehi!», urla catturando l’attenzione di tutti nella mensa.
«Okay, okay», sibila sottovoce Katniss, arrossendo vistosamente. Una parte della sua mente pensa già a come sdebitarsi…oh! Al diavolo! È di Madge che parliamo. Non riuscirò mai a restituirle nemmeno una forcina per capelli.
 Madge sorride compiaciuta, ma gli occhi di tutti ancora puntati su di lei la inducono a creare un diversivo: «Avete notato quanto è figo il mio ragazzo oggi?».
Gli occhi di tutti si fissano su Gale che, dal suo tavolo dei “ragazzi cool”, cerca –con scarsi risultati, viste le gote leggermente imporporate- di mettere su una maschera di indifferenza al boato che si crea nella sala.
I fischi e gli applausi di approvazione che risuonano in tutta la mensa per qualche minuto, riescono a creare un diversivo abbastanza efficace.
Madge, con il sorriso compiaciuto ancora sul volto, si rimette seduta al suo posto con lo sguardo ancora puntato su Gale.
Ma nel baccano nessuno nota il ragazzo che non ha spostato nemmeno di un millimetro lo sguardo da Katniss Everdeen.
Peeta Mellark è come incantato nel vedere il sorriso divertito che illumina il volto della Everdeen. È raro vederla sorridere in pubblico –onestamente non sa nemmeno perché sta ridendo-, per questo una stretta allo stomaco gli fa trattenere il respiro.
Delly Cartwright, seduta alla sua destra, gli rifila una gomitata nelle costole che lo fa sussultare violentemente.
«Ti alzi, ti avvicini a lei, fingi di tossire per catturare la sua attenzione e le dici: “Ehi, ciao! Sono Peeta Mellark, tu sei Katniss?”», ordina la ragazza.
Peeta scuote la testa, sorridendo, e fa scivolare si nuovo lo sguardo su Katniss.
Proprio nel momento in cui anche Katniss sta posando il suo sguardo su Peeta.
I loro sguardi si incontrano per un tempo che sembra infinito e ben presto il sorriso di Katniss vacilla. Non ha mai desiderato incontrare gli occhi chiari del ragazzo. Sapeva che l’imbarazzo sarebbe stato tale che, o Peeta avrebbe riso di lei per sempre, o avrebbe fatto qualcosa di goffo e impacciato…tipo cadere dalla sedia.
Eppure qualcosa, come una vocina flebile e quasi inudibile, le suggerisce di allargare il sorriso, di mantenere il suo sguardo legato a quello del ragazzo…di provarci.
Ed è per questo che la ragazza saluta con un sorriso Peeta. Un sorriso che sottoforma di parole sarebbe un “Ehi” a mala pena udibile, ma per Peeta quel sorriso vale come un “Ehi” urlato così forte da far sanguinare le orecchie…forse è per questo che sente degli strani scampanellii.
Ricambia il sorriso, rassicurando Katniss che iniziava seriamente a sentirsi una stupida.
Quando i loro sguardi si abbassano l’unica cosa che riesce a fare è dare un altro morso alla mela, prima di richiamare l’attenzione di Madge.
«Peeta Mellark mi ha appena sorriso», dice con un finto tono noncurante.
Madge si volta sconvolta verso l’amica. «Cosa!?».




OH. MIO. SANTISSIMO. DIO.
questa settimana è stata strana forte: io che aggiorno in tempo, mia madre che parla con la prof e non mi spella viva, sempre mia madre che mi premette di fare fruscio...okay sento che ora accadrà qualcosa di brutto *si guarda intorno* ah, vero! ecco: i Delena si stanno lasciando, quindi dovrebbe essere abbastanza come sfiga della settimana...
anywah! Peetee e Kat che si guardano *w* non so voi ma l'avevo disegnata perfettamente in mente la scena, quindi o ne facevo un capitolo o una OS u-u
avete notato SICURAMENTE che Katniss è meno...uhm...asociale. E' che ho sempre creduto in un'amicizia da fangirl-sistah tra Madge e Katniss 
E poi...Katniss ha una cotta per Peeta...credo di averlo scritto principalmente per...me...è come la soddisfazione di vedere Tris e Tobias insieme...okay non proprio come loro, visto che Tris...*sospir* well!
ci si becca quando ci si becca!
xxx
 
Nina

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Capitolo 3
*** The diary page ***




Alla mia Emme, perché…perché ad Agosto potrò finalmente abbracciarti, sweetheart.
 
 
 
Capitolo 2
 


 The diary page
 
 
Caro diario,
Gale Hawtorne è il più grande stronzo del distretto 12.

 
Katniss stacca la penna dal foglio per qualche secondo.
Davvero divertente, pensa, ruotando gli occhi al cielo.
 
Non lo dico perché mi ha “consigliato” di lasciare il libro scarlatto, ma perché è davvero il più grande stronzo del distretto 12.
Per colpa sua io e Madge…

 
La ragazza lascia che i suoi occhi diventino lucidi, conscia del fatto che niente e nessuno –assolutamente niente e nessuno, nemmeno un moscerino- abbia lo sguardo puntato su di lei.
Ci tiene davvero molto alla sua amicizia con Madge. A dire la verità ci tiene a Madge. È un ottima amica e, anche se a volte è avventata o fin troppo esuberante, è sempre sorridente e a suo agio quando passa il tempo con lei.
La conosce da poco –forse da quando ha iniziato il liceo-, ma dopo il primo anno, passato con goffi tentativi di fare conversazione e silenzi imbarazzanti, Madge ha mostrato il suo vero carattere e sono diventate amiche inseparabili.
Ma è solo grazie a Katniss che “la vera Undersee” si è rivelata.
La ragazza scuote la testa per cacciare le lacrime, mentre un sorriso si disegna sul suo volto. Ricorda ancora l’espressione dell’amica mentre, con un timido sorriso, Katniss le regalava le fragole. Aveva spalancato gli occhi azzurri e un sorriso si era aperto sul suo volto, come una bambina al quale regalano una nuova bambola.
Il padre di Katniss le regalava sempre le fragole, aveva detto in seguito, per questo era stata così felice di riceverle proprio da lei: la figlia dell’ “Uomo Sempreverde”*.
Quel regalo è ciò che ha davvero dato inizio alla loro amicizia.  
Katniss scuote la testa e torna a fissare il foglio.
 
...io e Madge abbiamo litigato.
È stata lei a chiedermi scusa qualche ora dopo –tralascia il dettaglio della riappacificazione con lacrime mal trattenute da parte di entrambe-, ma sono state le ore  –e la lite- peggiori della mia vita.
Non ho ancora capito come è iniziata, ricordo solo che Madge è corsa da me in lacrime e io ho fatto di tutto per consolarla –non che io sia diventata improvvisamente brava nel consolare persone o cosa, ma è pur sempre la mia…
 

La ragazza nasconde il sorriso, mordendosi il labbro. È davvero strano per lei definire Madge “la sua migliore amica”, ma è la verità. Madge è la sua migliore amica da quasi quattro anni.
 
…migliore amica.
 Non riuscivo davvero a capire perché lei e Gale si fossero lasciati, ma quando ha singhiozzato che è stata per colpa mia mi…mi sono comportata da stupida. Non ho cercato di spiegarle, le ho solo detto che le sue parole erano balle, perché io non provo niente per Gale. Questo non ha fatto altro che farla infuriare di più, ma non con Gale. Con me. Mentre tornavo a casa ero così furiosa…
È stato strano vederla davanti a casa mia con gli occhi bassi per l’imbarazzo. Madge non è mai imbarazzata. Credo sia stata la sua espressione a spingermi a perdonarla.
Forse questa può definirsi uno dei giorni peggiori della mia vita. Ma non importa: ho chiarito con Madge, anche se non voglio sentir parlare di Gale per i prossimi giorni.
 

Sospira profondamente, poggiando la schiena contro gli scaffali dietro di lei.
La biblioteca le è sembrato il posto migliore per stare da sola: Gale l’avrebbe cercata nei boschi e a casa c’erano gli occhi curiosi di Prim. E poi doveva lasciare il libro scarlatto.
Buffo: alla fine l’idea di Madge si è rivelata d’aiuto.
La ragazza posa sul pavimento di legno la penna che stringeva tra le dita e chiude gli occhi.
Non è colpa sua se si sono lasciati, lei non prova niente per Gale e Gale non prova niente per lei. Questo è così scontato che il contrario è inconcepibile.
Delle risate la fanno scattare, facendole chiudere immediatamente il libro scarlatto che aveva tra le mani. Si rimette velocemente in piedi e lascia il libro sullo scaffale, prima di scappare via.
 
 
 
 
Peeta
 
«No, Delly, per l’ultima volta: non parlerò con Katniss», dice il ragazzo. Anche se il suo tono risulta deciso, un sorriso è ben evidente sulle sue labbra.
La ragazza bionda al suo fianco scuote la testa, esasperata. «La stai deliberatamente cedendo ad Hawtorne».
«Prima di tutto: non la sto cedendo a nessuno perché non è la mia ragazza», le fa notare lui, ruotando gli occhi al cielo, «Secondo: Gale è il ragazzo di Madge, lo sanno tutti».
Peeta abbassa lo sguardo sul pavimento. Non potrebbe mai ammetterlo, ma è dannatamente insicuro sull’ultima affermazione. Gale è il ragazzo di Madge, ma cosa gli vieta di lasciarla per stare con Katniss?
Delly sorride, dispiaciuta per l’amico. «Oh, Peeta». Gli spettina i capelli, rubandogli un sorriso. Non abbastanza da Peeta. «Sono sicuro che un giorno sarà lei a fare la prima mossa», afferma con una certa aria saccente. «Verrà da te e ti confesserà il suo sempiterno amore e allora avrete venticinque figli…ed un cane di nome Happy».
«Sempiterno amore? Ma ti senti? Forse hai mangiato troppa cioccolata», dice il ragazzo, sollevando un sopracciglio.
Delly scoppia a ridere, spalancando rumorosamente le porte della biblioteca.
«Ciao, Effie!», quasi urla alla donna dietro il bancone.
«Ciao, cara», la saluta la donna atona, continuando a limare le sue unghie già perfette.
Peeta la osserva fino a quando non svoltano verso gli scaffali. Non è da lui giudicare male o disprezzare le persone, ma il comportamento di Effie lo ha sempre irritato. “Non siamo affetti da nessuna malattia”, gli avrebbe voluto dire. Non urlando, nemmeno sibilando sottovoce, ma ridendo, forse così non l’avrebbe presa male.
«Come hai potuto perdere il libro? Insomma…è un libro! Non un anello o un bottone», dice a Delly, per distogliere l’attenzione dalla Capitolina.
«Ti ho mai informato del mio essere una sbadata cronica?», chiede Delly in risposta, sollevando le sopracciglia, fingendosi curiosa.
L’attenzione del ragazzo viene catturata per un attimo da un movimento fugace dall’altra parte dello scaffale. Ma riporta in fretta l’attenzione sull’amica.
«Mi è giunta voce», ammette Peeta con fare pensieroso.
Delly scuote la testa, mentre afferra l’ultima copia rimasta de “Classificazione del carbone”.
«Vedi?!», esclama, indicando i due posti vuoti, «Non sono l’unica sbadata».
«Due su più di mille alunni, i miei complimenti», sussurra Peeta, troppo concentrato a studiare i titoli dei libri.
La sua curiosità lo spinge a scorrere le dita sul bordo dello scaffale. Gli occhi scorrono veloci di copertina in copertina, fino a fermarsi su una.
P.
«P di Peeta!», esclama Delly, afferrandolo e mettendolo tra le mani del ragazzo. «A domani, P», gli dice sorridente, mentre si affretta ad uscire dalla biblioteca e lasciandolo solo.
Panem.
Un foglio stropicciato in mezzo alle pagine cattura la sua attenzione, mentre sfoglia il libro scarlatto.
Caro diario, legge nella mente, socchiudendo gli occhi su quella scrittura affilata in cui le parole si sovrappongono, quasi a volersi nascondere l’una con l’altra.
Gale Hawtorne è il più grande stronzo del distretto 12.
«Condivido», si lascia sfuggire, pentendosi un secondo dopo. Non riesce davvero a non sentirsi in colpa quando giudica…o insulta qualcuno.
Per colpa sua io e Madge abbiamo litigato.
Quella frase ha il potere di seccargli immediatamente la gola. Può sentire la dolceamara morsa allo stomaco.
Peeta ricorda quando, ogni volta che pensava a lei, provava una nauseante sensazione di “farfalle nello stomaco”. Allora i suoi sentimenti per quella ragazza erano nulla in confronto a quelli che prova ora.
«Katniss», sussurra, sfiorando con la punta delle dita le lettere incise sul foglio con l’inchiostro scuro.
Non riuscivo davvero a capire perché lei e Gale si fossero lasciati, ma quando ha singhiozzato che è stata per colpa mia mi…
Legge velocemente, terrorizzato all’idea di trovare qualcosa che confermi le sue paure. Vorrebbe maledire Delly, ma d’altra parte prova anche un profondo senso di gratitudine. Per la prima volta gli sembra di parlare con Katniss.
…mi sono comportata da stupida. Non ho cercato di spiegarle, le ho solo detto che le sue parole erano balle, perché io non provo niente per Gale.
Peeta sospira pesantemente ad occhi chiusi. Si può amare di più una persona solo per un’affermazione? Peeta ne è certo.
Non ama Gale, quindi non vuole stare con lui, quindi lui può provare ad avvicinarsi a lei…no, non potrebbe mai osare così tanto.
Non appena finisce di leggere, ripiega con cura il foglio e lo ripone tra le pagine del libro. Si gratta la nuca, fingendosi indifferente, mentre passa davanti ad Effie con il libro scarlatto ben stretto in mano.
Mentre cammina tra i corridoi il ragazzo reprime un sorriso al ricordo delle ultime parole scritte da Katniss: …non voglio sentir parlare di Gale per i prossimi giorni.

 
 
 

 
*Ho…uhm…diciamo “giocato” con il cognome: Everdeen. Cambiate la D con una G ed esce Evergreen (Sempreverde). Ho sempre pensato che la Collins avesse dato a Katniss/il padre di Katniss questo cognome per il loro profondo legame con i boschi (sono solo miei pensieri, eh).
P.s.
Ho cercato su Wiki: da solo la definizione di piante sempreverdi, ergo, piante che perdono solo dopo molti anni le foglie (in confronto alle altre) poi da informazioni su: dove si trovano, in che climi e ne cita qualcuna.
 
 
 

Okay.
Cioè…ieri ho pubblicato l’avviso e oggi mi è presa l’ispirazione e ho semplicemente aperto word. Non è normale, non è possibile, sul serio. Non dovevano nemmeno andare così queste scene! Non doveva litigare con Madge! Sono confusa ç_ç
Non ho capito se è Efp o sono io…oppure c’è qualcuno/qualcosa che si diverte a prendermi per il culo…non lo so, ma vi terrò informate.
Non sono pronta a psicoanalizzare la mia ispirazione…credo che mi rintanerò in un angolino a piangere le mie lacrime giornaliere da *SPOILER TVD 5 STAGIONE* “post morte di Damon-riesco-a-diventare-il-tuo-character-preferito-con-una-sola-frase-Salvatore” Molto divertente: l’ultima volta che ho postato un capitolo i Delena si stavano lasciando, ora che posto il capitolo i Delena non esistono perché Damon è morto…io credo di non sentirmi troppo bene…una massa d’acqua tipo Lago di Como sta cercando di uscire dai miei occhi. *FINE SPOILER*
Anywah! Si, lo so, i personaggi sono molto OOC, ma credo di averlo scritto tra le note e non riuscirò a riportarli sulla retta via, fuori dal territorio OOC. Ma ehi! È un po’ come le varie morti nelle varie storie: servono per la trama, anche se a volte è TOTALMENTE inutile uccidere INNOCENTI personaggi perché la loro morte non serve PER NIENTE alla trama. Si, sto parlando di te Julie Plec. Ti ammazzerò e adotterò il metodo “Aaron Whitmore” per la tua famiglia *sorriso sinistro*
Okay note troppo lunghe: se avete bisogno di Info, inviarmi lettere minatorie, uccidermi, contribuire al piano “come uccidere la Plec”, donare una recensione alla causa “fai felice un’autrice”, etc etc…I’m here!
xoxo
Nina



 

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Capitolo 4
*** The mysterious P. and the wary girl ***


 

 
A Emme, perchè mi ha fatto da “beta”. Honey, una beta può dire che il capitolo che fa schifo, okay? Quindi se il capitolo fa schifo è solo colpa tua.
 

 
Capitolo 3
 
 
The mysterious P. and the wary girl
 
 
«Dannazione», sussurra Katniss. Raccoglie il libro dal pavimento, scuotendolo violentemente, rivoltandolo, sfogliandolo di pagina in pagina.
«Dannazione».
Si passa una mano sul volto, lasciandosi scivolare fino al pavimento. Alla fine lo nota: un foglio a righi fa sfoggio di se sul pavimento di legno, ad appena un metro da lei.
Sospira sollevata, prima di spingersi in avanti per prenderlo.
Ma non è il suo foglio.
 
Cara…proprietaria del libro scarlatto,
Ho trovato la tua pagina, mi dispiace. Non so chi sei, ma volevo informarti che ho distrutto quel foglio in modo che nessuno possa leggerlo oltre me e te.
Non ti sto minacciando o preparando qualche subdolo piano per estorcerti qualcosa. So mantenere i segreti, ma penso che sia giusto che anche tu conosca un mio segreto: amo una ragazza del Giacimento da quando l’ho vista per la prima volta a soli cinque anni. Da allora non faccio altro che pensare a lei. Non so come sia possibile che una sola persona sia sempre al centro dei miei pensieri, ma so che lei non ricambia e forse non ricambierà mai i miei sentimenti.
Ancora scusa.
P.

 
«Cosa?!», urla la ragazza. Appallottola in una sola mano la lettera del ragazzo e la lancia via, come se fosse una pietra qualsiasi.
Si getta in spalla lo zaino ed esce dalla biblioteca con un espressione furiosa sul volto, lasciando una Effie sgomenta, alle sue spalle.
 
 
 
5 giorni dopo…
 
«Oh, andiamo, so che sei lì sotto», sussurra a denti stretti, mentre tasta con le dita nello spazio sotto lo scaffale rialzato.
Le sue dita si stringono intorno a qualcosa di rotondo.
«Ah!», esclama, uscendo con un movimento veloce il braccio da sotto lo scaffale.
«Leggi ad alta voce», la prega l’amica, mettendosi a sedere sulle ginocchia anche lei.
«Madge», l’ammonisce la ragazza dai capelli corvini. Reprime a stento la sensazione di imbarazzo alla sola idea di leggere ad alta voce quelle parole.
«Bene», esclama Madge, rubandogli la palla di carta dalle mani. La apre delicatamente, lisciando le pieghe del foglio come se fosse fatto di cristallo e non di carta. «Cara proprietaria del libro scarlatto», inizia. Un sorriso enorme sul disegna sul suo volto. Ciò che ha tra le mani è la causa della lotta interiore che sta avvenendo nella testolina della sua migliore amica. Non può non essere curiosa di sapere cosa le ha scritto il ragazzo.
Sussurra le parole che legge, muovendo appena le labbra e facendo scorrere lo sguardo mentre fagocita il più possibile da quelle poche righe scritte con un inchiostro scuro.
Katniss non c’è l’ha fatta a tenersi il segreto per più di ventiquattro ore, così due giorni dopo aver trovato la lettera ha raccontato tutto a Madge. L’amica, dopo aver passato due lunghissimi minuti –in cui Katniss l’aveva creduta morta per lo shock- a metabolizzare la notizia, l’aveva immediatamente iniziata a pregare di ritrovare il foglio e rispondere al “misterioso ragazzo” . Il piano “Perseguita Katniss fino a quando non ringrazia il tizio sconosciuto” ha dato i suoi frutti ben tre giorni dopo.
«P!», strilla alla fine, incredula, allontanando appena il foglio. Alza lo sguardo su Katniss, irritata. «Non mi hai detto che c’era l’iniziale del suo nome».
«Chi ti dice che sia il suo vero nome?», chiede in un sospiro annoiato, palesemente finto.
Non ammetterà mai di aver ceduto per i sensi di colpa. Insomma: ha ricevuto una lettera da parte di un fantomatico P. –e già qui, mentre la notte ripensava alla lettera, il nome di Peeta aveva iniziato a lampeggiare nella sua mente come una svolazzante luce al neon- che, non solo le ha riservato un gesto davvero gentile, ma ha anche raccontato un suo segreto. Un segreto che crea tra i due un legame, per il “tragico amore” che entrambi vivono.
«Sicuramente è della scuola, quindi il campo si restringe», sussurra Madge con fare cospiratorio, mentre studia la scrittura del ragazzo.
La ragazza dagli occhi di ghiaccio ruota quest’ultimi al cielo. «Ci saranno almeno quaranta persone in questa scuola il cui nome inizia con la P».
«Paise White, Paden Logan, Palmer Danek, Poldie Coran, Peregrine Forth…», inizia ad elencare, camminando in cerchio davanti a Katniss.
«Aaron», sussurra all’improvviso, colta da un pensiero improvviso.
Katniss si raddrizza nel sentir nominare il fratello di Peeta. Troppo vicina alla soluzione a cui lei è già arrivata la prima notte.
«Il secondo nome di Aaron Mellark è Pirce* e poi c’è Peeta».
Madge e Katniss si guardano a lungo negli occhi, prima che la ragazza dai lunghi capelli dorati sussurri nuovamente.
«E se è Peeta? Insomma...sarebbe fantastico, non trovi?», chiede. Il suo sorriso eccitato fa disegnare un sorriso anche sulle labbra dell’amica.
«Si…fantastico», borbotta, abbassando lo sguardo.
«Rispondigli. Potrebbe casualmente trovarsi in biblioteca e “Oh! Non speravo per niente in una tua risposta”», dice Madge, imitando malamente la possibile reazione del ragazzo, prima di piazzare tra le mani dell’amica carta e penna. «Io sarò in giro a scoprire chi è P, anche se secondo me è Peeta».
Il sorriso radioso, il suo voler fare da spalla a Katniss…la “lite” tra Gale e Madge si era risolta per il meglio: erano tornati più uniti che prima. Katniss aveva osservato a lungo Gale per cinque giorni. Non vi era stato sguardo o gesto che la spingesse a credere che il ragazzo prova qualcosa per lei. Tutto è stato completamente accantonato e Katniss non può che esserne felice.
Prende un respiro profondo, mettendosi seduta con le spalle contro lo scaffale. La penna inizia a scrivere veloce, seguendo i movimenti della sua mano, in quel carattere minuto e affilato.
 
 
 
 
Peeta
 
Caro P. ,
Vorrei ringraziarti per aver distrutto quella pagina di diario.
Non voglio che tutti siano a conoscenza dei miei…segreti. E grazie anche per aver riposto la tua fiducia in me, raccontandomi il tuo segreto. Sarà al sicuro con me, così come il mio lo è con te…spero.
Il fatto che nessuno dei due conosca l’identità dell’altro è positivo, perché in questo modo i nostri segreti sono davvero al sicuro.
Non scusarti, sono io a doverti ringraziare.
K.

 
Il ragazzo, che ha un sorriso sulle labbra da quando aveva intravisto un foglio tra le pagine del libro scarlatto, lo perde lentamente leggendo quanta diffidenza ci ha messo Katniss nelle sue parole.
Oh, e tu invece che gli stai mentendo?, gli ricorda una vocina maligna nella sua testa.
In effetti lui la conosce…e non ha distrutto quella pagina. L’ha nascosta sotto le assi del pavimento, dove nasconde da dieci anni i suoi disegni.
Ma stiamo parlando di Katniss Everdeen, no? La diffidenza è qualcosa di normale per lei. Potrebbe essere anche involontaria. E poi…ha risposto.
Ha la possibilità di parlarle, anche se attraverso delle lettere, su fogli di fortuna e con penne scadenti che scrivono a tratti –o non scrivono proprio. Ma può parlarle.
È così eccitato all’idea che il sorriso ritorna prepotente sul suo volto. Quante volte ha cercato di fare il primo passo, per poi rinunciarci all’ultimo secondo? Quelle lettere sono una cosiddetta “manna dal cielo” per Peeta.
Allora perché non sfruttarla?
 

 

 
*sapete, no, che non è il vero nome del fratello di Peeta. Aaron è il nome di un ragazzo (morto…tanto per cambiare) in TVD e Pirce…avevo bisogno di un nome con la P…

 
 

E quindi…non sono ossessionata con TVD, no, non lo sono per niente.
Comunque: wow ho scritto il capitolo in meno di una settimana (potete linciarmi se sbaglio). Spero sia decente, perché mi sono molto incentrata sulla reazione di Katniss sperando di farla il meno OOC possibile e so di non esserci riuscita.
Come potete notare questo è l’inizio della corrispondenza tra i due ed è piuttosto distaccata, perché non si conoscono. Infatti negli ultimi capitoli Katniss sarà totalmente OOC, perché insomma…io penso che da innamorata sia meno schiva con Peeta, no?
 
Anywah…sono stanchissima e quella patata di Emme vuole la recensione per la Page

Ah! Passateci a trovare, splendori: https://www.facebook.com/pages/Never-Trust-a-Fox-Recensisce/296575050517024?ref_type=bookmark *pubblicità occulta, ma non occulta*
Non chiedetemi un capitolo per le prossime…800 settimane u-u no, okay, vedrò di aggiornare il prima possibile, promesso *fu così che aggiornò nel 3000*
 
Come al solito, per qualsiasi cosa di cui avete bisogno (a parte soldi) I’m here, zollette u-u
xoxo
Nina

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