You were in my heart

di Bianca987
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP.1 Il contratto ***
Capitolo 2: *** CAP.2 Pioggia ***
Capitolo 3: *** CAP.3 Sorprese inaspettate ***
Capitolo 4: *** CAP.4 In scena ***
Capitolo 5: *** CAP.5 Senza amore ***
Capitolo 6: *** CAP.6 La cena romantica ***
Capitolo 7: *** CAP.7 Il volo ***
Capitolo 8: *** CAP.8 È uno scherzo, vero? ***
Capitolo 9: *** CAP.9 Sulla Tour-Eiffel ***
Capitolo 10: *** CAP.10 Ben tornata ***
Capitolo 11: *** CAP.11 Tutto merito di Daniel. ***
Capitolo 12: *** CAP.12 Hermione Granger ce la fa ancora ***
Capitolo 13: *** CAP.13 Quella era la fine ***
Capitolo 14: *** CAP.14 False speranze ***
Capitolo 15: *** CAP.15 Nothing positive ***
Capitolo 16: *** CAP.16 Battuto sul tempo ***
Capitolo 17: *** CAP.17 Avevano le ali ***
Capitolo 18: *** CAP.18 Il vero Matt ***
Capitolo 19: *** CAP.19 Mare e ghiaccio ***
Capitolo 20: *** CAP.20 Annabelle ***
Capitolo 21: *** CAP. 21 Malintesi ***
Capitolo 22: *** CAP.22 Guardando lo stesso cielo ***
Capitolo 23: *** CAP.23 Blackout ***
Capitolo 24: *** CAP.24 Gli incubi che si fanno realtà ***
Capitolo 25: *** CAP.25 Come un brivido ***
Capitolo 26: *** CAP.26 Il riflesso della realtà ***
Capitolo 27: *** CAP.27 Christmas time ***
Capitolo 28: *** CAP. 28 Matthew Stembasky ***
Capitolo 29: *** CAP.29 Ron ***



Capitolo 1
*** CAP.1 Il contratto ***


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YOU WERE IN MY HERAT

CAP -1







• Londra Babbana; Ore 6:03







Hermione si stava preparando ad uscire. Si infilò le scarpe a spillo, quelle rosse, che a lei piacevano tanto. Si guardò allo specchio, e la figura che questo le rimandò indietro era di una giovane donna, appena sulla ventina.

 I capelli erano raccolti dietro la nuca in una crocchia morbida, alcune ciocche ondulate le scendevano dall'acconciatura e le incorniciavano il volto pallido. Un velo di rossetto, mascara e terra le davano un aspetto fresco.

L'abito era leggero, forse anche troppo visto che l'autunno stava cominciando a farsi sentire. Si vide bella Hermione, splendida e pronta ad uscire.



Lo specchio rifletté anche l'immagine di un ragazzo, che fece capolino dietro la sua figura. I capelli rossi erano arruffati, e sotto gli occhi erano disegnate due occhiaie scure e scavate. L'abbigliamento trasandato, dava l'aspetto a quell'uomo ancora più orribile di quanto non fosse già.

-Ron- Hermione si girò.

-Esci?-

-Si.-

-E dove vai?-



Lei stava per rispondere quando notò la bottiglia di alcol che il ragazzo stringeva nella mano destra.

Lei sospirò, e dall'espressione fece intendere che non era la prima volta che lo beccava ubriaco.

-Ron, dove l'hai presa?-

Lo sguardo di Ron corse alla bottiglia, come se si fosse accorto solo ora di averla in mano.



-Dammela.-

-Ne ho bisogno- biascicò lui.

Hermione gli si avvicinò e gli si mise di fronte.

-Ron, ascoltami. Bere non risolverà le cose. Bere non ti farà dimenticare il passato, ne della morte di tuo padre e tuo fratello.-

Si guardarono negli occhi, ma lui sembrava non troppo in se per capire quello che stava dicendo la compagna.



Non si era mai ripreso dalla morte di suo padre e di suo fratello. L'alcol era l'unica fuga. L'unica cosa che riuscisse a calmarlo.



-Dammi la bottiglia, Ron-

Lui non rispose, ma alla fine Hermione ce la fece a strappargliela di mano. La svuotò nel lavandino e getto il vetro nella spazzatura.



-Tu rimani a casa. Io torno presto.-

Si allontanò verso la porta.

-Ma dove vai?- la richiamò lui, mente stava per richiudere l'uscio.

-A firmare il contratto.-

La porta si sbattè dopo quelle parole, e Ron si ritrovò nuovamente solo, senza il suo alcol, senza la sua Hermione.





                         ***



L'appartamento che lei e Ron avevano affittato non era molto grande: si trattava di un open space però molto ampio e luminoso. L'intera parete rivolta verso ovest era completamente di vetro. La vista era magnifica, anche perché abitavano all'ultimo piano di un fantastico palazzo altissimo. Per il resto, due camere e un bagno.



Lei e Ron convivevano da quasi un anno, ed era una relazione complicata la loro. Hermione non se la sentiva di lasciarlo da solo. Lui non si era mai ripreso dalla perdita dei propri cari, e l'alcol, da un mezzo per dimenticare, era diventato un vizio.

Nemmeno lei sapeva più il motivo o i motivi per cui Ron beveva. Erano più le volte che lo trovava sbronzo che sobrio, e tutti avrebbero riconosciuto, che non era più lo stesso.

Se lei lo amava? La risposta era che non lo sapeva. Stare con Ron era diventata più un abitudine che altro.



Si erano trasferiti nella Londra Babbana per lui, finiti gli studi a Howgarts. Per farlo vivere in un posto dove nulla di tutto ciò che lo circondava gli parlasse del suo passato. Ma non era facile, non lo era affatto.

Si ritrovava puntualmente disoccupato, e Hermione era l'unica che lavorata e a malapena riusciva a coprire tutte le spese della casa col suo stipendio.



Lei non abbandonava mai l'idea che un giorno si sarebbe ripreso, che un giorno sarebbero stati felici, insieme.



Invidiava i suoi amici, Ginny e Harry. Loro si amavano, e tutto li andava bene. Ginny aveva avuto una ripercussione meno violenta dopo la morte del padre e del fratello, in seguito alla fine della Seconda Guerra Magica.

La vita per lei, era ripresa pressoché normalmente.

Quanto avrebbe voluto Hermione essere come loro.

Ogni tanto is rivedevano, lei è quelli di Grifondoro. Organizzavano cene e feste, dove puntualmente, Ron era sbronzo.



-Ron, devi smetterla. Cessa di bere, e ricomincia a vivere. Fallo per me..-



Glielo aveva ripetuto un'infinita di volte. Ma sembrava entrargli da un orecchio e uscirgli dall'altro.



-Ron, alzati da li. Lavati, vestiti, e va a cercati un lavoro.-



Ma non c'era verso. La situazione era ferma, stabile, e dannatamente irreversibile.

Talvolta litigavano, e perfino violentemente.



-Dove diamine li hai trovati questi dannati soldi, eh?! Io, che mi sfinisco per portare a casa quel mio paco stipendio, e tu che li spendi tutti in alcolici!-



Bottiglie su bottiglie erano state rotte sul quel pavimento di casa, e Hermione di lacrime ne aveva versate non poche.

Non era di quell'uomo che si era innamorata ad Howgarts.



Hermione si guadagnava da vivere procurandosi qualche lavoretto qua e là. Ma il suo sogno era sempre stato la recitazione. Aveva già lavorato pubblicizzando piccoli spot. Ma la cosa non era andata oltre. Un giorno ci fu una svolta, però. Era ventura a sapere che cercavano nuovi talenti per un film. Subito era corsa a fare le prime audizioni.

L'avevano presa. Come protagonista. La gioia di quell'attimo le aveva illuminato tutta la giornata, o almeno fino a quando non le colse la visone di Ron ubriaco fuori da portone, che le comunicava di aver preso le chiavi.

Non era nemmeno in senno di apprendere la notizia.



La paga sarebbe stata generosa, e forse, quella era una vera e propria benedizione per lei e per Ron. I soldi non avanzavano mai.

Adesso si stava recando a firmare il contratto, il fatidico e famoso contratto, e mentre metteva in moto l'auto, quasi non le sembrava vero.

Com'era possibile che a avessero scelto lei, su una vasta scala di ragazza che si erano proposte per la parte? Era davvero l'inizio della sua probabile carriera?





                      ***



•Studio Filmatgrafico; Ore 6:20



Si accorse appena arrivata, che era in anticipo. Un classico per Hermione.

Nervosa com'era però, non se la sentiva di restare in macchina, ad aspettare che i minuti passassero.

Afferrò la borsa e s'incamminò verso l'imponente costruzione che le si parava davanti. L'edificio si trovava sulle periferie di Londra, e Hermione non conosceva bene quelle zone.

Alzò gli occhi al cielo, che le apparse cupo e nuvoloso. Avvertì una goccia bagnarle la guancia.

-Oh no, anche questa-

Non aveva l'ombrello, ma si augurò che fosse solo una pioggierellina passeggera.



Corse verso il portico e suonò il campanello. La porta le fu aperta senza che qualcuno la citofonasse. Tese la mano per spostare l'anta del portone.

-È permesso?-

Un attimo dopo si affacciò da dentro un ragazzo di colore che le fece cenno di accomodarsi.

-Mi scusi, lei è...?- le domandò cordialmente.

-Granger. Hermione Granger.- rispose lei.

Si guardò attorno. Era tutto d'un bianco accecante e in quel grande salone vi erano molte sedie d'aspetto, tutte vuote. Per il resto, la stanza era molto spoglia.

-Si accomodi pure, la faró ricevere dal mio capo. Lei è qua per il contratto, dico bene?-

-Si- Hermione annuì debolmente e si mise a sedere su una di quelle sedie imbottite.  L'uomo si diresse verso un corridoio antistante.

Lei rimpianse di non aver indossato abiti più pesanti, faceva un freddo pazzesco.



Dopo pochi minuti d'attesa, il ragazzo di colore la venne a chiamare.

Hermione lo seguì per i corridoi freddi e spogli di quello che a prima vista, poteva sembrare benissimo un ospedale.

Giunsero ad una porta, quando l'uomo si fermò.

Bussò e aprì la porta giusto un spiraglio.

-La signorina Granger è qui.-

-Falla entrare- rispose una voce giovanile dall'altra parte.

Hermione entrò timorosa nello studio e si accostò la porta alle spalle.

Un uomo sulla trentina era seduto dietro una scrivania di legno massello, con i piedi poggiati sui fogli sparsi sopra il piano.

Aveva i capelli brizzolati, forse un po' troppo presto per la sua giovane età, ma gli faceva giustizia il volto da malandrino che aveva. Gli occhi verdi brillavano e aveva stampato sula faccia un sorrisetto furbo che a prima vista, non stette simpatico nemmeno un po ad Hermione.

-Buonasera- ruppe il ghiaccio lui.

-Buonasera a lei, signor..- Hermione si sforzò di sorridere, e il suo sguardo cadde sulla targhetta d'oro splendente in bella mostra sul tavolo.

Continuò la frase lasciata a metà.

-Stembasky..?-

-Esattamente-

Lui si scomodò appena un attimo per stringerle la mano e farle cenno di mettersi a sedere sulla sedia difronte a lui.

Hermione sprofondò in tutta quella imbottitura.

-Bene bene bene... Cominciamo, signorina Granger, se non mi sbaglio..-

-Signor Stembasky io...-

Lui la interruppe.

-Mi chiami pure per nome. Mi chiamo Matthew, Matt per gli amici-

-Va bene, mi chiedevo se potevo dare un occhiata al contratto-

-Certamente-

Tirò fuori un pacco di fogli interminabile e glieli porse.



-Devo leggerli tutti?- chiese Hermione sbalordita.

-Solo il riassunto, se preferisce-

Le rispose porgendole un ulteriore foglio.

Hermione lo prese in mano e si immerse nella lettura.

Il contratto sanciva che ogni tot di tempo sarebbe stata pagata con cifre alternate, se avesse firmato non avrebbe più potuto tirarsi indietro e che avrebbe dovuto sottoporsi ad una scena erotica presente nel film, più altre cose che riguardavano il comportamento, il personaggio, gli orari e i metodi di pagamento usati.



La scena erotica preoccupava però un po' Hermione.

-Chi sarà il protagonista maschile?-

Chiese senza cercar di far notare la sua insicurezza.

-Mio nipote. Un'ottima persona, non c'è dubbio.-

Calò il silenzio ed Hermione rigettò lo sguardo fisso al figlio.

-Allora? Firma?-

-Bhe io..-

Ebbe un attimo di esitazione.

-Mi ascolti bene, là fuori, ci sono un mucchio di ragazze pronte a prendere il suo posto..-

Matthew le si fece così tanto vicino che la cosa la mise in imbarazzo.

-No, no firmo, non ho mai avuto dubbi.-

Quei soldi le servivano terribilmente.



Cercò una penna nella borsa, ma era talmente nervosa che le mani non compicciavano niente di buono.

-Tenga- Matt le porse una penna che a parer di Hermione, doveva valer un occhio della testa.

L'inchiostro toccò la carta e la sua firma andò disegnandosi pian piano sul foglio, risultando un po' pastrocchiata.

Era fatta.

Aveva firmato la sua condanna a morte, o il suo più grande affare.



-Ottimo- concluse Stembasky, quasi strappandole da sotto il naso il contratto appena firmato.

-Adesso, se vuole seguirmi le presento i suoi futuri colleghi-

-Certamente..- Hermione si alzò dalla poltrona e seguì l'uomo davanti a sè.

Non molto lontano al suo studio era situata un enorme sala, con un palcoscenico mozzafiato completo di luci e tende di velluto rosso. Hermione notò che mancavano le sedie per gli spettatori, lasciando sgombera la piazza occupata da tavolate di aperitivi e antipasti.

Nella sala scorse molte persone che parlavano tra loro e si scambiavano strette di mano.

-Qui si svolgeranno le prove.-

Lei annuì ancora spaesata.

Non conosceva nessuno di quegli attori che avrebbero lavorato con lei, o come cast, o come semplici aiutanti.



-Matt! Dove ti eri cacciato!- una voce stridula attirò la sua attenzione. Hermione si girò e vide Matthew salutare affettuosamente un tipetto tutto particolare. Era basso e magrissimo, indossava una strampalata tuta gialla con delle scarpe rosa fosforescente. La testa era rasata e dalle maniche spuntavano tatuaggi colorati.

-Granger, ti presento Giò, il regista.- Matthew la incitò a venire incontro allo strano tipo, avvicinandola a loro con un braccio.



Lei rimase allibita e non le pareva vero che quel ometto fosse davvero il regista del film.

-Piacere di conoscerla.-

-Anche per me lo è! Tu sei la protagonista! Dico bene?!-

La sua voce era talmente irritante da tapparsi le orecchie, ma d'un lato, le persone un po' pazze le hanno sempre ispirato simpatia.

-È proprio così- disse gentile Hermione.



-Vogliamo prenderci un aperitivo?- propose Matt, tornando a rivolgersi a lei.

-Con piacere-

Hermione era molto tesa, e nulla di tutto ciò, la metteva a suo agio.

-Ma sarà il caso di farti conoscere il tuo collega più stretto! Adesso te lo vado a chiamare!- squittì Giò,  e poi sparì.

Intanto loro si incamminarono verso la tavolata degli alcolici.

Personalmente ad Hermione non piaceva bere, un po' perché con la storia di Ron si era sdegnata con questo tipo di bevanda, e un po' perché infondo, non ci era mai andata matta.

Ne prende comunque un bicchiere, ed osservò il liquido trasparente al suo interno.



Stava per appoggiare le labbra al calice quando le giunse nuovamente all'orecchio la voce stridula di Giò.

-Ed eccolo, il tuo "moroso". Signorina Granger, le presento la persona che durante il film sarà il protagonista assieme a lei: Draco Malfoy.-

Hermione si stava girando proprio nel momento in cui le labbra di Giò scandivano le ultime parole.



"Draco Malfoy"



Le si gelò il sangue nelle vene appena lo vide, e capì che non era affatto uno scherzo.



-Bhe, Cin-Cin-

Matt batté il suo bicchiere contro quello sospeso a mezz'aria di Hermione, ancora con la bocca aperta dallo stupore a fissare quello che non era altro che la persona che odiava forse più al mondo. Il gesto del suo capo le risultò tutt'altro che appropriato.





Aveva appena firmato la sua condanna a morte.





----







Ciao a tutte!

Questo è il primo capitolo della mia nuova Fanfiction.

I protagonisti sono sempre Draco ed Hermione, ed è una storia tutta nuova.

Ovviamente si svolge dopo la seconda guerra magica, spero che vi piaccia, e scusate per gli errori, sono alle prime armi!

Ps. Il Rating potrebbe variare.



Vi lascio un piccolo spoiler...









"          Come poteva lei, anche solo recitare di amare uno come lui? Non poteva semplicemente... Ma ormai la sua firma era nero su bianco, messo per scritto su quel dannato contratto. E non poteva tirarsi indietro.           "







Kiss



Bianca 

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Capitolo 2
*** CAP.2 Pioggia ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HERAT
CAP_2

-piccola nota: mi scuso per aver avvertito che il capitolo lo pubblicavo venerdì, ma era pronto oggi! :) buona lettura-



•Londra Babbana, Studio Filmatografico; Ore 7:00 p.m.


-Tu?-
-Salve anche a lei, Granger- asserì sarcastico il ragazzo che le stava difronte. 
-Tu?- ripeté balbettando Hermione.
-Ah, ma è fantastico. Voi vi conoscete già quindi?- domandò Matthew, senza curarsi della reazione sconvolta della giovane.
Lei non rispose, e per poco non le cadde a terra il calice tenuto in una mano.
-Si.- ammonì tra i denti Malfoy, senza scollare lo sguardo da lei.
-Ci conosciamo.-

-Ottimo direi allora.- concluse Matthew sorseggiando il suo drink.
-Che significa questo?- domandò dura Hermione a Matt.
L'altro sembrò essere sorpreso da una domanda tanto futile e dalla risposta ovvia.
-Bhe, che lavorerete assieme. Mi sembra chiaro.-
Lei non seppe cosa dire, ma su di una cosa non ci pioveva, lei non avrebbe mai lavorato insieme a Draco, nemmeno per tutto l'oro del mondo.
-E adesso, propongo un brindisi! Al film! A noi!-
Esclamò Matt alzando sopra le teste di tutti il suo bicchiere e catturando l'attenzione della sala.
-Al Film!- ripeterono tutti in coro, e bevvero allegramente tornando a parlare. 

La cosa non fu condivisa da Hermione e Draco, che continuavano a fissarsi con astio. 
-C'è qualcosa che non va?- Matt se ne accorse, e chiese loro se poteva parlare in privato con ognuno.
Hermione annuì, e lei fu la prima, mentre Draco continuò a conversare controvoglia con il regista Giò. 
Matthew la portò appena fuori dal salone, dove potevano discutere con una certa privacy. 
-Mi illumini.-
-Cosa?- chiese confusa Hermione, ancora persa nei suoi pensieri.
-Dove vi siete conosciuti?-
Hermione parve impallidire. Non poteva raccontargli certo della suola di magia. Rimuginò sul d'affari ma la farsa non le riuscì nel migliore dei modi.
-A... Scuola..-
-Oh, quindi ad Hogwarts.-

Lei rimase stupita da quella rivelazione, e poi si ricordò che Matthew le aveva riferito di essere lo zio del protagonista maschile, Draco.
Hermione ipotizzò che discendesse dal ceppo della famiglia della madre, Narcissa, quindi era palese che anche lui fosse un mago.
-Tranquilla, so tutto di lei, eroina del mondo magico.- le disse ammiccando. 
Lei sembrò tranquillizzarsi. 
-C'è qualcos'altro che mi voleva riferire...?-
-Bhe si, sa..- quasi si riscosse l'altra.
-Oh, mi dia pure del tu-
-Ok, sai, io odio, Draco Malfoy.- 
Scandì bene le parole e sostenne lo sguardo gelido dell'uomo.

-Oh, bhe- asserì Matt appoggiandosi con un braccio alla parete.
-Non è affar mio.-
-Come sarebbe a dire? Io non ho intenzione di...- Hermione si bloccò a metà frase, e capì il senso di quelle parole.

Ma come poteva lei, anche solo recitare di amare uno come lui? Non poteva semplicemente... Ma ormai la sua firma era nero su bianco, messo per scritto su quel dannato contratto. E non poteva tirarsi indietro.         

Sgonfiò il petto in un attimo, e una sensazione di impotenza la investì. 
Matthew fece spallucce e si mise le mani in tasca degli elegantissimo pantaloni. 
Hermione si passò una mano fra i capelli e sospirò.
L'altro alzò un sopracciglio.
-Non è affar mio quello che c'è stato e c'è tra di voi, e non lo voglio sapere. O odio o amore. Questa è una cosa seria, recitare lo è. Gli affari sono affari come i patti sono patti.-
Le si era fatto così tanto vicino che Hermione poteva sentire il suo profumo fortissimo.
-Sono stato chiaro?-
-Cristallino.- disse solo lei. 
Non poteva negare che quell'uomo avesse un certo fascino. O per la sua importanza nel campo del cinema, o per i soldi che possedeva, o per il suo gradevole aspetto. 
-Credo che possiamo tornare dentro a goderci la serata, allora.- 
-Con piacere.- Hermione non se lo fece ripetere due volte e infilò dentro la sala. 

Si scambiò con  Draco che invece stava uscendo fuori proprio in quell'istante. Lei tornò a fare compagnia a Giò, che la tartassò di domande sulla sua vita privata, (forse anche troppo invadente) ma non accennò all'argomento del mondo magico. Capì quasi subito che fosse un Babbano di nascita. 


~

-Io, con quella, non ci lavoro.-
-Eccome se ci lavorerai.-
-Ti sbagli, zio. Mio padre sarà dalla mia parte e..-
-Tuo padre proprio un bel niente, Draco... La famiglia Malfoy è al verde lo sai.- Matt zittì con un gesto d'impazienza Draco, che era rosso di rabbia. 
-Avete bisogno di soldi, e io posso darveli, anche se ti dovrai abbassare a svolgere questi sporchi lavori da babbani, che ti piaccia, o no.-

-I patti erano diversi..-
-I patti sono esattamente come erano.-
-No, non era compreso nel pacchetto del contratto la Mezzosange. Di a tua sorella che preferisco perdere il nostro Manor piuttosto che passare tempo ulteriore con lei.-
Matthew perse la pazienza, e scaraventò il bicchiere sul pavimento che si ruppe in mille pezzi. 
Con uno scatto poi immobilizzò Draco al muro.
-Ascoltami bene, tu non farai proprio un bel niente. Da quando tuo padre è finito ad Aksaban, e tu non sei riuscito nella sua ascesa in politica, le cose vanno a rotoli per i Malfoy. Lo so, me l'ha detto mia sorella Narcissa. Non ti rimane altro che me a cui affidarti. E ringrazia il cielo che ti ho favorito per il ruolo della parte, perché a quest'ora saresti a pulire le latrine nei bagni pubblici per non cadere in miseria.-

L'aveva spiazzato, e Draco non fece niente per controbattere o ribellarsi. 

-Tu starai si patti, e sarai gentile con lei, o almeno ti sforzerai di esserlo. Intesi?-
-Tanto anche se non mollerò io, lo farà lei. Ci detestiamo.-
Matt lasciò la presa e si distanziò di qualche passo. 
-Non lo farà. Non può più ormai.-
-In che senso? Le hai già fatto firmare il contratto?-
-Esatto, e poi anche se potesse, so quasi  con certezza che non lo farebbe.- 
-Perché mai?- rise Draco curioso.
-Ho letto da qualche parte che è in difficoltà economiche.- rispose Matthew guardando l'ora in un bellissimo orologio di pregio che portava al polso. 
-Ma senti senti... La Granger, non me lo sarei aspettato da lei.. Che si riducesse così-
-Tu Draco, non hai voce in capitolo. Ti manca poco a ritrovarti anche tu nelle sue stesse condizioni, se non stai alle regole.-
Draco fece una smorfia di non curanza. 
-E dove vive la Mezzosangue?-
-Convive con Ron Weasley. Dicono che ha problemi con l'alcol.-
Segue una pausa.
- E te lo ripeterò solo una volta, Draco. Non ti azzardare più a chiamarla con quel nome, o ti giuro, taglio i fondi alla tua famiglia.-
-Hei hei hei! Che fai adesso la difendi pure!?- 
-Di sicuro, è molto meglio di quanto tu non creda. Lei combatte per l'uomo che ama, e per guadagnarsi da vivere. Da lei avresti solo da imparare.-
-Io non le invidio nemmeno la sua fama, a quella, in quanto 'eroina del mondo magico.- rispose acido e canzonò le ultime parole. 
Ma lo sguardo di Matt lo gelò e lui si zittì.

Si guardarono seri per lunghi istanti.
-E va bene. Cercherò di fare come dici tu, Matthew.-
-Così andiamo d'accordo, nipote.-
Sorrise.


~


Durante l'intera serata Hermione non fece altro che sorridere, stringere la mano e salutare perfetti sconosciuti. 
Per tutto il tempo si tenne a larga distanza da Draco, che non la considerò nemmeno per un attimo, ma non che la cosa le dispiacesse.
Si sentiva sfinita e accaldata. Si diresse verso una zona più distante e isolata da tutti, per riprendere un po' d'aria. 

Chiuse gli occhi e si appoggiò con la schiena alla parete. 
Aveva le idee molto in confusione, non sapeva se ritenersi fortunata per quel lavoro, o la donna più sfortunata del mondo per essere capitata con uno come Malfoy. 
Un attimo dopo sentì qualcuno sistemarsi accanto a lei. Non aprì gli occhi e sospirò. 
-Matt, non ho voglia di parlare.-
-Non sono Stembasky.-
Quella voce non le era nuova. Si voltò e vide l'uomo di colore che l'aveva condotta all'ufficio di Matthew che le mostrava un sorriso apertamente sincero. 
-Piacere, Daniel-
La sua presenza non la disturbava, anzi la faceva piacere.
-Hermione- si sorrisero e un silenzio imbarazzante calò tra i due.
-Perché qui sola soletta?-
-Ho bisogno di riflettere, e di respirare qualcosa che sia diverso da quel nauseante profumo per uomini.-
Risero entrambi.
-Insomma è andata bene, dico. L'hai firmato il contratto-
-Oh si...- rispose Hermione, ma nelle sue parole c'era una nota di sarcasmo.
-Ma non so se è stato più un bene o più un male per me.-

Daniel si accigliò.
-E perché mai?-
-Lavorerà con me l'essere più odioso della terra-
-Ti riferisci a Draco Malfoy?-
-Già..-
-Che buffo nome vero? Draco..-
-Si, l'ho cominciato ad odiare dal tempo di Hogw.. Ehm ,Scuola...-
-Ah, capisco..-

Lo conosceva da poco Daniel, ma già le stava si simpatico. Non capiva perché stesse confessando i suoi problemi ad un conoscente, ma forse lo faceva per il bisogno di sfogarsi. A casa Ron non l'avrebbe capita per lo stato in cui si ritrovava.
-Penso che adesso tornerò con gli altri-
-Va bene-
Hermione si alzò e si incamminò verso il buffè.


                           ***


•Londra Babbana, Studio Filmatografico; Ore 8:30 p.m.


Si salutarono tutto con baci e abbracci, come se fossero amici da una vita. Hermione non vedeva l'ora di arrivare a casa e buttarsi sul letto, perciò diede a tutti i suoi saluti e si dileguò furtivamente. 

-Non così in fretta, Granger.-
Una braccio si frappose tra lei la porta d'ingresso.
Era Matthew, e per un attimo credette che fosse l'odioso Malfoy. 
-Si?- gli si rivolse cercando di non far notare la fretta che aveva di andarsene. 
Lui le mise in mano un pacco di fogli sostanzioso.
Hermione lo guardò interrogativo. 
-È il tuo copione.- le spiegò sorridente.
-Leggiti le prime pagine. Noi ci rivedremo qui domani l'altro alle 9:00 di mattina per le prime prove.-
Ammiccò e poi sparì dietro il primo angolo. 
Hermione si ritrovò sola con quei fogli in mano che la impicciavano.

Aprì la porta con difficoltà, e per sua grande sfortuna, la pioggierellina passeggera si era appena trasformata in una vera e propria tempesta, e non aveva l'ombrello. Si soffermò sotto il portico, a valutare le varie opzioni.
-Serve un passaggio, Mezzosangue?- Hermione si voltò di scatto e Malfoy era dietro di lei con un ombrello nero in mano.
-No, grazie- asserì, e si rivoltò.
-Oh, andiamo. Non fare la sostenuta, ti accompagno alla macchina-
-Non voglio starti a sentire un minuto di più, Malfoy. È la pioggia non mi disturba affatto.- 
-Ah no?- 
-No, guarda e vedrai-

Lei, pur di non dare soddisfazioni a Malfoy, si buttò sotto la pioggia incessante e corse verso il parcheggio. Cercò la sua macchina, ma come se non bastasse, non trovava le chiavi.
-Eccole!-
Ma per poco non le caderono nelle fogne. 
Aprì lo sportello e vi si fiondò dentro. 
Accese il motore, o per meglio dire, ci provò soltanto.
La macchina non si accendeva e non dava segno di vita.
-Andiamo...-
Ma nulla, emetteva solo sbuffi e raschii. Era a secco.
-Merda.- 

Hermione si lasciò cadere sul sedile, sfinita. La pioggia tamburellava sul cofano e non intendeva smettere.
Qualcuno bussò al suo finestrino. E lei trasalì. 

Era di nuovo Malfoy, coperto da un gigantesco ombrello nero. 
Abbassò il finestrino, irritata.
-Allora? Ci hai ripensato?-


~


La macchina di Draco era molto grande e lussuosa, e la figura fradicia di Hermione stonava con tutta quell'eleganza.
I Malfoy avevano anche un autista, perciò lei e Draco si accomodarono dietro.
Le faceva un certo effetto stare a così poca distanza da lui, ma non aveva avuto scelta. 
Nelle condizioni in cui si trovava non poteva permettersi di rifiutare il passaggio.

-Il Carro Attrezzi verrà a ritirare la macchina stasera stessa.- informò l'autista, che si era dato gentilmente la pena di occuparsi del problema. 
-Il carro che?- domandò Draco.
Il maggiordomo lo guardò sconcertato. 
Lui capì che si trattava probabilmente di un aggeggio dei Babbani e lasciò perdere. 

-Dove vi porto signori?-
-Lincoln Street numero quaranta, grazie.- disse Hermione. 
-E quindi tu abiti qui..- abbozzò Draco mente l'auto partiva. 
-Si.-
Silenzio.
-Hai già dato un occhiata al copione?- chiese per rompere il silenzio Draco. 
-No.- tagliò corto l'altra.
-Come siamo acidi stasera.-
Lei non rispose, la conversazione poteva anche non continuare per lei. 
Apprezzava il fatto che Malfoy avesse avuto il pensiero di offrirle un passaggio, ma non ne capiva il motivo.

Ed eccoli arrivati. L'auto si fermò sotto casa di lei, che scese con l'aiuto di Malfoy che le tenne l'ombrello sopra la testa.
L'accompagnò fino al portone, dove lei si mise a cercare nuovamente le dannate chiavi.
-Senti Malfoy, non ho idea di perché tu faccia il gentile con me, ma puoi anche risparmiartela. Intendo sottostare a quello che ho firmato nel contratto, e reciterò per questo film.- 
-Oh, Granger, mi spezzi il cuore così-
Disse ironico lui.
-Perché interpreti male le mie intenzioni?- continuò il ragazzo.
-Mm, forse perché ti sei guadagnato l'odio di tutti ai tempi di Hogwarts.-
Rispose ridendo ironica Hermione.
-Mettiamo una pietra sopra il passato, eh?-
-Non ci penso proprio, e adesso ti ringrazio per il passaggio. Buonanotte.-
Gli augurò fredda.
-Buonanotte a te, a dopo domani.-
Il portone gli si richiuse bruscamente in faccia. 


___


Ciao a tutte! Di questo capitolo sono abbastanza soddisfatta,spero che piaccia anche a voi. 
Ripeto: so che ci saranno molto errori, ma non è facile scrivere dal telefono. 
Cerco sempre di buttare giù qualche riga quando posso... 
Recensite se vi è piaciuta, e il prossimo capitolo arriva mercoledì :)

Vi lascio un piccolo spoiler come sempre

"   Un gufo picchiettava alla finestra.
Hermione si alzò barcollando, ancora assonnata per andare ad aprire l'animale che nel becco stringeva una pergamena. 
Aprì la lettera e la lesse. Poi vide che era l'emittente... " 


Alla prossima
 love,

Bianca 

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Capitolo 3
*** CAP.3 Sorprese inaspettate ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART

CAP- 3

•Londra Babbana, appartamento di Hermione e Ron; Ore 10:30


Hermione rientrò in casa fradicia, e notò appena Ron disteso sul divano, addormentato. 
La mattina dopo avrebbe dato la buona, o cattiva notizia. Adesso si sentiva davvero troppo esausta, e soprattutto, troppo bagnata. Si cambiò velocemente e infilò sotto le coperte fredde del piumone. 
Pensava a cosa fosse successo quella sera, e a Matt, il suo capo d'ora in poi. Le piaceva come tipo, in un certo senso; anche se fosse un figlio di papà, e un po' presuntuoso. Una persona invece che l'aveva colpita profondamente, era Daniel. Era una di quelle persone che appena le vedi, o dal suo sorriso, o da i suoi occhi, capisci che è buona dentro. Poteva definirlo, anche se lo conosceva da poco, un modello di persona ideale. 

Il regista, Giò, era un tipo fuori dall'ordinario. Non che la cosa fosse in per sè negativa, ma non si sarebbe mai aspettata un tizio come quello, a riprendere il film nel qualche avrebbe recitato. 
E infine c'era Draco. Se possiamo dire, il peggiore di tutti. 
Era stata davvero una sorpresa, una pessima sorpresa, incontrarlo lì, in quel modo. Rivedersi in generale, non sarebbe stato gradito ad entrambi, ma quella poi... 
Ma i soldi le servivano, dal contratto la sua firma non sarebbe potuta evaporare, perciò non aveva scelta. 
Per non parlare che quello dell'attrice, fosse il suo lavoro ideale, che aveva sognato intraprendere da sempre.
Era troppo chiedere che fosse tutto perfetto... per una volta che qualcosa le andava bene!
Draco, Draco Malfoy le doveva capitare! Di tutti gli esseri al mondo, proprio lui. Era davvero sfortuna. 
Sentiva il bisogno di parlarne e di lamentarsi con qualcuno. Qualcuno che non fosse Ron.

Si stava quasi per addormentare, quando l'occhio le cadde su un pacco di fogli poggiati sul cassettone difronte al letto. 
Sospirò mentre accendeva la luce del comodino, e afferrò controvoglia il blocco. 
Le preoccupava un po' la questione. Cosa e come avrebbe dovuto recitare con Malfoy?
Sula prima pagina c'era scritto:

"COPIONE UNO" - parte; Jessica (Jess)

*Carino come nome* pensò.
Si immerse nella lettura della scenografica, poco descrittiva sui particolari. 
Raccontava di una ragazza che andava a vivere a Parigi, per lasciarsi la sua vecchia vita alle spalle, e che trovava l'amore proprio nella città che ne porta il nome, ad un corso di cucina. Cominciavano a frequentarsi, e ... Hermione riuscì a malapena a controllare un coato di vomito quando lesse le sdolcinature che si sarebbero dovuti scambiare lei e Charlie, (Malfoy).

Non aveva idea di come avrebbe fatto a sopportare anche solo la sua vista, figuriamoci le sue "finte moine". 
Già nelle prime dieci pagine lette, le era venuta l'ansia, quando si ricordò poi della scena piccante, lì si che le prese il panico, ma non aveva ne voglia ne cuore di cercare la pagina dove tutto era descritto.

-Roba da matti- biascicò poi, prima di cadere addormentata sopra il copione stesso. 


                      ***

-Dove la porto signore?-
-A casa.-

L'auto si allontanò da Lincoln Street in un attimo. 
Draco osservò l'appartamento di Hermione farsi sempre più distante, finché l'autista non virò dietro un angolo, e scomparve dalla sua visuale. 
Gli scocciava ammetterlo, ma Hermione Granger, era diventata davvero una tipa niente male. Ad Hogwarts, non ci aveva mai fatto caso che fosse bella, e non l'aveva mai forse nemmeno guardata in quel senso. 
Ma già l'idea che dovesse recitare con una Sporcosangue, lo disgustava. Inoltre la Granger era davvero odiosa, e per niente all'altezza di un Malfoy come lui. Aveva fatto il carino prima, perché glielo aveva imposto suo "zio" Matthew. 
Non era proprio suo zio, era il fratellastro di sua madre, ma col quale comunque aveva mantenuto buoni rapporti. 
Avrebbe quindi dovuto recitare due parti, una dentro il set, e l'altro fuori.
La faccenda gli scocciava, ma non si poteva permettere di rifiutare.

"-Non voglio vedere il nostro bel Manor all'asta, Draco.-
-Madre, io non ho alcuna intenzione di andare a lavorare con tuo fratello Matthew. Ne tanto meno girare un.. Com'è che l'hai chiamato? Un film? Uno stupido impiego da babbani...-
-Tu ci andrai, Draco. E vedrai che lui ti saprà ricompensare generosamente. Ed allora sì, che i Malfoy rifioriranno come un tempo..-"

Quella era stata l'ultima conversazione avuta con sua madre, prima di smaterializzarsi in quella Londra Ordinaria. 
Aveva prenotato una camera in un lussuoso hotel, perché, benché avessero poco denaro, non avrebbe sopportato di vivere in un abitazione povera. Dopotutto, come poteva biasimarsi? Aveva sempre vissuto nel lusso, straboccante di vizzi e privilegi. 

-Siamo arrivati.- annunciò l'autista, poi uscì dall'auto per aprire lo sportello a Draco. Davanti a loro, si presentò un palazzo gigantesco.
-Puoi andare- congedò Draco con arroganza l'autista, che non fiatò e rientrò nell'auto per parcheggiarla. 
Malfoy aprì la porta, entrò all'interno, e chiamò l'ascensore, ma alla sua apertura, rimase di stucco.
Daphne Greengrass era a braccia conserte all'interno dell'ascensore e lo guardava stupita quanto lui. 
Indossava un abito provocante: un abito a tubino rosso attillato, molto corto che saliva di almeno venti centimetri sopra le ginocchia. Il vestito mostrava il generoso decolletè della ragazza, e i capelli erano biondi, come sempre, ma il taglio era diverso. 

Una graziosa frangetta sbarazzina copriva la fronte mettendo in risalto gli occhi celesti ben truccati, mente il resto dei capelli erano lunghi e calavano sulle spalle disposti a boccoli. 
Era davvero uno schianto, Draco non poteva negarlo.
Le labbra, tinte di un rosso scarlatto, si incresparono in un sorriso.
-Draco-
-Daphne- 
-Che ci fai qui?- chiese lui
-Potrei farti la stessa domanda- ribattè lei sorridendo ambiziosa.
Uscì dall'ascensore, e gli si mise davanti. Draco non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. 
-Sono qui da degli amici. Mi ospitano per un po'. Tu invece?- 
Draco non sapeva cosa dire, ma qualunque cosa fosse uscita dalla sua bocca, di certo non sarebbe stata la verità.
-Io.. Idem- mentì. 
Daphne alzò un sopracciglio.
-Che coincidenza..-
-Dove vai? Ad una festa?-
-Si.- rispose secca, portando alla segreteria la chiave della sua stanza.
"201" lesse Draco. La sua propria era la 202. 
-Stai molto bene.. Quasi non ti riconoscevo, sei cambiata dai tempi di Hogwarts- 
-Lo so- rispose la bionda osservandolo di sottecchi.

Anche Draco si avvicinò al bancone.
-Camere 202 prego.-
Il segretario gli porse la chiave giusta, dopo averla cercata tra almeno altre cento uguali. 
-Ma guarda, siamo vicini di stanza-
-Già, chi lo avrebbe mai detto..-
-Adesso devo andare Draco, ci si becca.- si voltò e fece l'occhiolino. Poi scomparve dietro le porte girevoli. 


                      ***


Un gufo picchiettava alla finestra.
Hermione si alzò barcollando, ancora assonnata per andare ad aprire l'animale che nel becco stringeva una pergamena. 
Aveva piovuto per tutta la notte, ma il cielo adesso era limpido e chiaro.
Aprì la lettera e la lesse. Poi vide chi era l'emittente... 
Ginny, la sua vecchia e cara amica. Le stava scrivendo per riferirle che desiderava rivederla, e che avrebbe avuto un sacco di nuovi scoop da raccontarle. La lettera terminava in questo modo: 
"Ti andrebbe bene questo pomeriggio per un tea? Se non hai impegni alle ci troviamo 5:00 da me.

Con affetto,
Ginevra. "

Sorrise, Hermione, leggendo quel messaggio. Le avrebbe fatto piacere vedere la sua amica quel giorno. 
Rispose con poche e semplici righe:

"Ci sarò.
Un bacio, 
Hermione. " 

Consegnò la busta al gufo.
-Va...- lo intimò, e quello volò via. 
-Che ore sono?- una voce dietro di lei la riscosse.
-Le sette, Ron.-
Era rimasto tutta la notte a dormire sul divano, divorato dalla sbornia.
-È prestissimo-
-Per te lo è- ribattè l'altra quasi acida, ma poi si pentì.
-Vuoi che ti prepari qualcosa?- intanto si diresse verso la cucina per accendere il gas sui fornelli e mettervi sopra il bollitore. 
-Un caffè, grazie.-
Hermione lo sentì avvicinarsi e sedersi su una sedia di cucina. 
-Allora? Com'è andata ieri?- 
Lei si stupì che se lo fosse ricordato. 
-Bene, cioè.. Lavorerò con Draco Malfoy- andò dritta al punto, senza stare tanto a girarvi intorno. 
-Eh?! Aspetta, stiamo parlando di quel Draco Malfoy..?-
-Si.- asserì l'altra seria mentre versava l'acqua bollente nelle tazzine. 
Ci fu un momento nel quale nessuno parlò, dove Ron rielaborò quel informazione in modo concreto.
-E come ti senti?- riprese il discorso lui.
-Abbastanza bene-
-Sei di poche parole oggi-
Hermione si voltò e poggiò le tazzine di caffè sul tavolo, quasi con veemenza e Ron sobbalzò. 
-Allora, c'è una notizia buona e una cattiva.-
-Pensavo che quella cattiva me l'avessi già riferita- ribattè Ron.

Hermione si mise a sedere difronte al compagno, e mostrò un debole sorriso.
-Prima quella cattiva.- scelse Ron, ed Hermione prese un grosso respiro. 
-Draco lavorerà con me, ma questo già lo sai... Bhe, il fatto è che lui.. Interpreterà la parte del fidanzato.-
Fece una pausa.
-Il mio, fidanzato..-
A quelle parole Ron sembrò impallidire, ed era senza parole.
-Bhe..-
-No, non posso se è quello che intendi dire. Il contratto l'ho già firmato.-
-O mio dio Hermione! È Draco Malfoy...-

-Me ne farò una dannatissima ragione! Ci servono quei soldi!- 
Aveva alzato il tono della voce. 
-3.000 ero al mese, Ron. 3.000 o quasi.- rivelò involontariamente la notizia buona, e anche in malo modo. Si era alzata in piedi e guardava furiosa l'altro. 
In realtà non era colpa sua, non lo era di nessuno. Ma se la stava rifacendo con lui senza volerlo.
-È una bella somma- fu il commento di Ron. 
-Ron, lo capisci perché lo faccio?- gli disse rimettendosi a sedere e guardandolo diritto negli occhi. Lui evitava il suo sguardo.

-Per te. Io lo sto facendo per te, perché è dura, mi capisci? Non è facile tirare avanti con un solo e scarso stipendio. Con questo non ti voglio accusare di niente. Non è colpa di nessuno.. Se è successo quel che è successo.. Ma questa sarà davvero una svolta. Devi almeno cercare di farlo, e lo so che hai tentato tante volte di smettere di bere, ma tu provaci ancora. Dimmi che lo farai. Dimmi che non mollerai.- 
Adesso lo sguardo di Ron si era fatto di ghiaccio ed era incollato sugli occhi di lei.
-È importante per te, per me. Per noi.- continuò Hermione. 

-Tenterò.- disse sicuro. 
Era una sicurezza che ad Hermione regalava speranza, forse adesso, sarebbe cambiato.  
Furono gli ultimi pensieri di lei, quelli, prima di vedere Ron correre in bagno per un attacco di vomito.


                        ***


-Ma dai, non lo sapevi?-
-No Ginny, dai racconta sono curiosa!-

Hermione era seduta sul letto dell'amica, e si stavano mettendo lo smalto come due adolescenti. 

-Ti sei chiesta perché Draco abbia deciso di fare un lavoro?- 
Hermione scosse la testa.
-E poi proprio quello dell'attore..?-
Hermione scosse nuovamente il capo.
-Ok, io te lo dico, ma che questo rimanga tra noi.. Ho sentito dire che la famiglia Malfoy sta andando in rovina-
Hermione sgranò gli occhi. -Problemi economici, dici?- 
-Sembra proprio di si.- rispose Ginny con un aria da furetto.

-Ora capisco perché!- esclamò Hermione.
-Cosa?-
-Si è fatto ingaggiare da suo zio.. Lunga storia- 
-Comunque, tutti ciò è pazzesco Hermione. Come pensi di affrontare la situazione? -
-Non ne ho idea. Domani ci saranno le prove, le prime prove.- 
-E tu hai già studiato il copione?-
-Abbastanza-
-E... Di cosa parla la storia?-
Hermione sospirò. -Ti posso solo anticipare che è d'amore, e molto molto sdolcinata... Solo questo, sennò il capo mi uccide.-
-Capisco..- Ginny le lanciò un sorriso pieno di sotto intesi, poi tornò ad asciugarsi le unghie con lo malto viola sopra.



-------


Hei! Finalmente è arrivato questo capitolo! Mi spiace per il ritardo
Bhe in realtà era pronto anche ieri, ma per un paio di complicazioni ho preferito pubblicarlo oggi...
Spero sia stato di vostro gradimento :) mi farebbe davvero molto piacere che recensiste il capitolo . 


Ed ecco un piccolo spoiler..

"    -Stoooop! Più enfasi, Hermione! Più sentimento!-    " 

È piccolissimo, lo so, il resto nel prossimo capitolo! 
Bye 

Bianca 

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Capitolo 4
*** CAP.4 In scena ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HERAT 

CAP_4


•Londra Babbana; Set cinematografico ; Ore 13:30

-Stoooop! Più enfasi, Hermione! Ci vuole più sentimento!- Strillò Giò, che gesticolava freneticamente davanti a lei, mostrandole come avrebbe dovuto recitare la parte. 
Hermione sbuffò, e lanciò un occhiata infuocata a Draco, come se fosse colpa sua se non riusciva a dire le battute per bene, e per conto di lei; un po' lo era. 
Avevano provato quella scena per quasi tre ore allo studio, ma senza ottenere buoni risultati. Quando finalmente, Matt si era deciso ad arrivare, li avevano scortati fino ad un ristorante, in una delle tante stradine di Londra. 
Avevano affittato il locale per le riprese, nel quale si sarebbe girata la scena in cui, al corso di cucina, lei e Draco ,secondo il copione si sarebbero incontrati per la prima volta. 
Il tutto avveniva in una cucina, dove altre persone, partecipando come comparse, fingevano di essere gli  iscritti al corso medesimo. C'era anche un interprete paffutello, in camice bianco e col classico cappello da cuoco, che assumeva il ruolo di chef e guidava gli allievi alle prime armi.
E con lui, il suo aiutante: Draco.

Hermione era molto agitata, le sudavano i palmi m e tutto la metteva in agitazione. 
Quando Draco poi le dovette toccare le mani mentre lei affettava un cetriolo, arrivandole da dietro, la cosa non poté mettersi peggio di quanto lo era già.
Lui in confronto, era più tranquillo, ma le parole gli uscivano dure e con tono innaturale dalla bocca. Sembrava che non gli importasse gran che di come potesse venire la scena, e la sua audizione non era delle migliori.

Hermione si passò una mano fra i capelli e le venne passata una bottiglia d'acqua da Daniel, che le sorrise cercando di infonderle conforto, e lei ricambiò debolmente.
-Da capo! Da bravi!- squittì Giò, nella sua giacca verde sgargiante. 
-Ciak terza!- 

Hermione si mise nuovamente a tagliare il cetriolo, quando sentì il respiro caldo di Draco sul collo. Le  mani di Malfoy corsero sopra le braccia di lei fino a raggiungere le sue, e accompagnarono i movimenti nell'affettare la verdura, rendendoli più decisi e veloci.
Hermione ebbe un sussulto, quando avvertì il corpo di Draco aderirsi al suo. Il profumo che portava era forte e intenso. 
Adesso cosa doveva fare? 
Ah si, deve voltarsi adesso...
Lo fece, e i loro occhi si incontrarono. 
-Mi permetta, se tagli in questo modo è megliore...Signorina?-
Ebbe un attimo di esitazione.
-Stewart ..Jessica Stewart-
-Posso unirmi a lei? La vedo un po' inesperta. Non che questa sia un offesa, non mi fraintenda. Qui si viene giusto appunto per imparare.-la sua voce era cordiale, e quel tono educato stonava col suo vero essere che Hermione conosceva bene.
-Certo..- sorrise forzatamente, e Draco le si mise accanto. 
-Io sono Charlie, il vice Chef.-
-Piacere di conoscerti- sorrise di nuovo, fino al quel momento, era venuto tutto alla perfezione. 
-Stooop! Perfetta! Eccezionale!-

~

Jess voleva cambiare vita. Era una ragazza semplice, come le altre, e senza niente di particolare. Era andata a vivere dal Galles, da sua madre a Parigi, dato che i suoi erano divorziati. Ma non era questo, il motivo principale per cui aveva optato per quella soluzione. 
Era stata mollata da suo ragazzo, ben dopo quattro anni insieme. 
Distrutta, si era trasferita in quella magnifica città, dove aveva passato l'infanzia. Il suo sogno era stato sempre quello della cuoca, quindi perché non provarci? 
Aveva finito gli studi liceali, e di mettersi china sopra un libro per altri cinque anni proprio non ne voleva sentire. Si era inscritta ad un corso di cucina, per diventare più brava nella pratica, ma anche per svagarsi e non pensare a lui. Glielo aveva suggerito sua madre.
Parigi era piena di quei posti incantevoli dove poter intraprendere un corso, ma lei aveva scelto un ristorante in particolare. Quello dove andava con suo padre e sua madre da piccola; nelle occasioni speciali. 

Il corso era iniziato di un venerdì sera , e lei cercava di mantenersi allegra e sveglia. 
"Per un buon sugo alle verdure," informava il cuoco agli allievi.
"Il segreto, sono proprio la qualità di queste, e come vengono bollite, e con quali aromi! Triturate bene i peperoni e i cetrioli, dopo aggiungeremo i prossimo ingredienti!" 
Così si mise e tritare il cetriolo, che puntualmente le scappava di mano, e non si fregò un dito per un pelo. 
Sembrava essere totalmente negata per tutto ciò che riguardasse l'abito culinario. 

D'un tratto sentì delle mani calde ed esperte che andavano a coprire le sue, e la guidavano nei movimenti, rendendo i sui più precisi e svelti nell'affettare. 
"Mi permetta, se tagli in questo modo è migliore.. Signorina?"
Rimase un po' imbambolata, non sapendo chi fosse quella persona così gentile. 
Si voltò e due occhi azzurri le si pararono davanti.

Ebbe un attimo di esitazione.
-Stewart ..Jessica Stewart-
-Posso unirmi a lei? La vedo un po' inesperta. Non che questa sia un offesa, non mi fraintenda. Qui si viene giusto appunto per imparare.-la sua voce era cordiale, ed educata.
-Certo..- sorrise e lasciò che il ragazzo di cui non sapeva il nome le si mettesse accanto. Indossava un camice bianco professionale simile a quello che aveva il cuoco.
-Io sono Charlie, il vice Chef.-
-Piacere di conoscerti- sorrise.


~



Immediatamente Draco si staccò da lei e vi mise qualche passo di distanza. 
-Posso parlare un attimo con la nostra Jess?- una voce profonda richiamò l'attenzione dell'intera troupe. Matt si avvicinò fumando un sigaro, senza curarsi di essere al chiuso,  ne del fastidio che poteva dare il fumo agli altri.
-Che dici Giò, te la posso rubare?-
-Certo! Ma riportamela subito-
Hermione si allontanò dal suo tavolo da lavoro per appartarsi con Matthew.
-Come sta andando, dolcezza? Ti vedo un po' tesa..-
-Oh, andiamo.. Lo sai Matt, lo sai perché sono così.- replicò con un tono lamentoso.
Lui aggrottò le sopracciglia.
-Draco, immagino.-
Lei sgranò gli occhi come per affermare l'ovvietà del fatto. 
-E dai, non è mica tanto male. E poi se anche fosse; pensa ai bei quattrini.-
Hermione sospirò, passandosi una mano sulla fonte.
-Non è così semplice.. Il fatto è che è troppo... stano. Vederlo così gentile, mi fa scorare che lo odio.-
-Hei, hei .. Ricordati che è solo una dannata finzione, ok? Finite le riprese potrete tornare a detestarvi. Ma fino a quel momento, impegnarvi e dare il vostro meglio per questo film, è la priorità.- lui la guardò a negli occhi, cercando di scorgere una scintilla di determinazione.
Hermione annuì.
-Mi sei piaciuta alle audizioni. Credo in te. Non deludermi.-
-Non lo farò.-

Un paio di ragazze tornarono da lei per rimetterle apposto il trucco e i capelli. Poi fu di nuovo in scena.

~

Jess e Charlie uscirono dal ristorante ridendo, mentre tutti gli altri si dileguavano al termine del corso di quella settimana.
Avevano passato una serata gradevole assieme, e i pensieri che affliggevano il cuore infranto di Jessica, per un attimo si erano fatti da parte. Era forse negata per la cucina, anche se le piaceva tanto, ma questo l'aveva avvicinata ad un ragazzo molto simpatico e gentile. L'approccio con Charlie era stato facile, ed era un tipo molto loquace e scherzoso. 
Jess sentiva di dovergli almeno un 'grazie' per averle fatto passare di mente le brutte emozioni. 
"Ci vediamo domani Mike!"
"Contaci Charlie!"
I due cuochi si salutarono mentre Mike, che Jess aveva capito fosse il capo cuoco, chiuse la porta e mandò giù il rotolante del locale. 
Adesso rimanevano soli. 
"Bhe alla prossima settimana, Jess."
"Alla prossima settimana, allora."
Lui si chinò e le baciò la mano, e lei arrossì ridendo.
Poi Charlie le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò qualcosa.
"È stato davvero un piacere."
"Lo è stato anche per me."
Un sincero sorriso si stampò sulle labbra di entrambi. Poi Jess sparì nel buio dei vicoli di Parigi.


~

-Bhe. Alla prossima settimana, Jess.- emise quasi con un sibilo Draco.
-Alla prossima settimana, allora.- rispose dura e acida Hermione. I due si guardavano negli occhi con un odio interminabile, e tutto lasciava capire che si detestassero, piuttosto di essere attratti l'uno dall'atra.  Avevano provato quella scena più di quattro volte, ma ancora Draco esitava ad inchinarsi e a bacarle la mano. 
-Stoop! Ragazzi, ma che avete? Su da capo!- 
Il pezzo risultava sciatto e tirato via.
Così proprio non andava, pensava Hermione. Anche se lei, a modo suo, dava del suo meglio. Era già stata un impresa recitare la parte del lungo dialogo in cucina, dove avevano conversato del più e del meno. Jess gli aveva raccontato perché era finita li, e della sua triste disavventura col suo ormai, ex ragazzo.

Era quasi sera, e non ne potevano più. Hermione non si sarebbe mai immaginata che fosse stata così dura fare l'attrice. 
-Per oggi basta!- Matt si era alzato dalla sedia dalla quale era stato seduto per tutto il tempo ad esaminare le riprese. Giò però protestò. -Ma Matthew, oggi ci eravamo prefissati di arrivare a riprendere almeno fino a..-
-Non importa. Ho detto basta per oggi.- lo interruppe bruscamente Matt. -Torniamo allo studio, devo scambiare quattro chiacchiere con qualcuno.- concluse, lanciando un occhiata a Hermione e Draco. Ciò non preannunciava niente di buono. La troupe sbaraccò le attrezzature, che vennero riposte nei camion appositi. Poi partirono.


                         ***

-Non avete provato a sufficienza.- li ammonì Matthew, che andava avanti e indietro nel salone vuoto, facendo rimbombare l'ambiente ad ogni passo.
Hermione ,Draco e il loro capo si trovavano nella sala delle prove. La stesa dove era stato allestito il rinfresco pochi giorni prima. 
-Ti giuro Matt, io l'ho fatto.- asserì Hermione.
-E tu Draco?- si rivolse poi serio al nipote.
Lui fece spallucce con aria non curante. Matt si fermò davanti a lui.
-Draco, non so come ti abbiano educato i tuoi genitori, ma qua comando io. Non è un gioco questo, non lo è mai stato e mai lo sarà. Datti una regolata e cambia registro quando ti rivolgi a me. Rimango sempre un tuo superiore.- 
Draco si fece un attimo più serio, ma non replicò. 
Gli occhi verdi di Matthew passarono da Hermione a Draco e viceversa, ghiacciando entrambi.

-Voi rimarrete qui, fino a domani mattina. Proverete e proverete. All'alba verrò ad aprirvi. Ma badate bene, la vostra audizione dovrà essere a dir poco.. impeccabile.- 
-Cosa? No! Non puoi..- provò a ribattere Hermione.
-Oh si che posso, invece. Buona fortuna.- furono le sue ultime parole, poi gettò qualcosa a terra.
Draco scattò per raggiungerlo, ma l'altro era già troppo lontano e la porta sbattè al muro nel momento stesso in cui Draco vi ci schiantò contro.
Provò ad aprire la maniglia ma era chiusa dell'esterno.
Un imprecazione scappò dalla bocca del biondo. 
Erano rimasti chiusi per chissà quanto tempo la dentro; da soli. 

                        ***

L'idea di ciò che era accaduto non arrivò immediata alla mente di Hermione, che si mise a ridere.
Draco si voltò, sospendendo di tirare calci e pugni alla porta sigillata.
-Che diavolo ridi, Mezzosangue!-
Lei si interruppe solo un attimo.
-Tutto ciò è pazzesco. Ridicolo. Rido per non piangere, Draco.- 
Lui si era poggiato con i gomiti agli stipiti della porta, lo sguardo fisso a terra. 
Avrebbero dovuto davvero recitare? 
La risposta era ovvia per lui: neanche per sogno. 
Lei trovò una sedia e si mise a sedere. 
-Bhe? Che vogliamo fare?-
-Io proprio un bel niente.- rispose arrogante. 
-Come sarebbe a dire?- ribattè lei.
-Cosa non capisci di "proprio un bel niente", Granger ?-
Lei si indispettì. 
-Tanto vale provare veramente le parti, piuttosto che rimanere in panciolle.- 
-Divertiti.- ripose l'altro con aria già annoiata.
Hermione si alzò scocciata della sciatteria di Draco, ed andò a raccogliere il pacco buttato da Matt, che, una volta avvicinatosi, risultò essere il copione. 
Poi, si avviò verso Draco, e gli si sedette accanto.

-So che mi odi. Ma è ok, perché io detesto te. Ma guarda adesso... Guarda questa situazione. È inutile che continuiamo con quest'andazzo. Credo che dovremo imparare a convivere. Non dico ad apprezzarci o rispettarci, ma solo a sopportarci.- adesso intuiva perché Matthew li aveva rinchiusi lì, non tanto per provare la parte, ma per fargli costruire un rapporto che sia il più lontano possibile dall'astio. Aveva ragione, perché non sarebbero andati da nessuna parte in quel modo. 

Dipendeva anche da Draco, però. Fino a quel momento non aveva deciso di collaborare.
-La sala è vuota, vedi? Non c'è nessuno che ci valuta, nessuno che ci osserva o riprende. Possiamo provarci davvero.-
Lui si girò e la scrutò, mentre Hermione tentò di mantenere lo sguardo e non abbassarlo, per quanto sia penetrante quello di lui. 
-Va bene, Granger.- 


----


Salve a tutte! Questo era il capitolo 4 spero sia stato di vostro gradimento :) 
Mi farebbe piacere la vostra opinione sul complesso della storia, perciò recensite!! E.. Per stavolta niente spoiler ragazze, scusate! ;)


Vi ringrazino sempre a tutte,
Baci baci
Bianca 

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Capitolo 5
*** CAP.5 Senza amore ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MH HEART 
Cap_5
(in questo capitolo sono presenti contenuti forti ed espliciti al sesso)

•Londra Babbana, Studio Filmatografico, Ore 20:20


-Hm hm..- 

Hermione si schiarì la voce.
Erano in piedi sul palco l'uno davanti all'atro, con i propri copioni in mano. 
-Io proporrei di iniziare dalla scena hot.- suggerisce maliziosamente Draco avvicinandosi a lei.
-Non se ne parla nemmeno!- protestò Hermione, respingendolo. 
-Che c'è? Tanto prima o poi dovremo farlo.- 
-Vorrà dire che aspetteremo il momento.- 
-Tanto vale provare!- ribattè insistente l'altro.
-Draco, ho detto no. Proviamo invece le parti che dovremo presentare domani. Lo hai sentito Matt.-
-E va bene, Mezzosangue.-

Lei non fece caso al modo in cui la chiamava, anche se un po' scioccata, ma orami era diventata un abitudine. 
-Direi di riprendere dalla parte in cui tu ti inginocchi e mi baci la mano.- 
Lui fece una smorfia, e palesemente controvoglia si inginocchiò con un ghigno ai piedi della ragazza. 
-Anche senza quell'espressione, Malfoy. Nessuno gradirebbe.-
Poi gli porse la sua mano e lui se la portò alle labbra.
Il contatto di quelle umide sulla pelle la fece rabbrividire.
Poi, secondo il copione, si alzò e le si accostò all'orecchio.
-È stato davvero un piacere.-
Il suo fiato caldo si infranse sull'orecchio gelido di Hermione. 
-Lo è stato anche per me.- 

-Perfetto, direi che questo è apposto. Passiamo alla prossima.- asserì Hermione distaccandosi. 
-Oh, mi sono già stancato..-
Sbuffò Draco.
-Sei incorreggibile Malfoy. Ma che tu lo voglia o no, dobbiamo.-
Lui si mise a sedere al limite del palco, puntando lo sguardo sullo fondo nero della sala.
Poi sorrise. Era un sorriso sprezzante e triste.
-Ti chiederai perché sono finito qui, eh Granger?-
-Lo so già.- 
Lui si volse, un po' stupito, verso di lei, che lo osservava dall'alto.
Hermione alzò un sopracciglio e si mise in ginocchio accanto a lui. 
-Me lo ha detto Ginny.- confessò forse con tono un po' troppo altezzoso
Calò il silenzio.
-Bhe, anche tu non sei in una posizione migliore, Mezzosange.-
Rise beffardo. 
Lei si impettì. - Non permetterti di parlarmi così. Le nostre situazioni sono simili adesso. Noi lo siamo.-
-Ma non il nostro sangue. Tu rimani sempre sporca.-
Il volto della maga rimase impassibile, colpita e affondata da quelle parole. 

Non poteva credere, che dopo tutto quel tempo, ci fosse ancora qualcuno che desse retta a queste cose. Solo Malfoy, solo lui; e maledisse ancora una volta quella situazione. 

Si alzò di scatto, e tirò con forza il braccio di Draco per farlo tirare su.
-Che diamine fai?!-
Lei era rossa ed infuriata, ma cercò di non darlo a notare.
-Dobbiamo provare.- disse acida.
Poi gli strappò il copione di mano, ed andò a ricercare la pagina giusta. 
Gli rigettò il pacco di fogli addosso. 
-Leggi adesso. E fa come c'è scritto.-
Non gli dette neanche il tempo di replicare, che già aveva attaccato con la prima battuta. 




Jess era tornata al corso di cucina la settimana dopo, puntuale come sempre. 
Si era scambiata un cenno di capo con Charlie, quando questo aveva fatto la sua entrata nella sala allacciandosi il grembiule bianco. 

Tagliare la carne con quella grossa mannaia era un impresa impossibile per lei, o forse, lo faceva un po' apposta.
-Serve un aiuto Jess?- 
-Oh, ciao Charlie. Si, grazie- 

~

Malfoy si mise a tagliare la carne immaginaria, si un tavolo immaginario, con un coltello immaginario. 
La scena era alquanto buffa. 
Diede uno sguardo al copione.
-Così si fa... Tieni le nocche invece delle dita sulla fetta, mentre tagli la carne. Ed il coltello lo devi mandare un questo modo, invece come tagliavi tu...-
Hermione gli stava accanto, facendo finta di osservare interessata il vuoto dove aggeggiavano le mani di lui. 
Le scappò una risata però.
-Che c'è?- chiese lui infastidito.
-Non potrebbe sembrare più falsa di così.-
-Ma sto dando del mio meglio.-
Lei rise di nuovo
-Di un po' Malfoy.. Non sei proprio tagliato per fare l'attore.-
Lui le lanciò un occhiataccia alla quale lei non fece caso.
-Allora perchè Matt ti ha scelto? Forse perché sei suo nipote. Nient'altro.-
-Non è vero! Te lo proverò. Io ho del talento!- 
-Allora dimostralo.- 


~

La serata si consumò velocemente. 
Charlie stava sempre con lei, e spesso era ripreso dal capo Chef perché si perdeva in chiacchiere.
-Charlie va ad aiutare il tavolo 3!-
-Si, arrivo subito!- rispose. -Torno tra un attimo..- aggiunse in direzione di Jess. 
Lei sorrise.

~


-Senti, pensavo, che so.. Ti andrebbe di andare a cena fuori un giorno?- 
-Volentieri.. Quando di preciso? 
-Hai impegni sabato?- 
-Domani? Niente affatto.-
-Perfetto, allora ci troviamo qui alle 8:00?-
-Ottimo.- Hermione sorrise a Draco, e dovette ammettere che farlo senza telecamere e gente attorno le riusciva meglio. 
Entrambi deglutirono quando seppero che era arrivato il momento dell'abbraccio. 
All'inizio fu difficile: Draco le si avvicinò e le cinse le mani dietro la schiena, freddamente. Lei poggiò la sua testa alla spalla di Malfoy, e le sue mani andarono dietro il collo di lui.
Era così strano, loro due insieme uniti un una stretta, per quanto finta possa essere, era comunque bizzarro. 

-No, così non va. Da capo..- Hermione si staccò, una volta resasi conto che la scena risultava troppo fredda.
Draco sbuffò.
-Che pensi, che faccia piacere a me?- 
-Bhe, non puoi non ammettere che non è male abbracciarmi. Nessuna donna mi resiste, e non rifiuta di stare a contatto con me.- 
-Nom essere patetico, Malfoy.- 
Calò per un attimo il silenzio, poi lui le si avvicinò e la abbracciò con più calore, e lei fece lo stesso.
Per una volta, a Draco riuscì un pezzo come si deve.   


                          ***


•Londra Babbana, Studio Filatografico, Ore 9:45

Quando si svegliò,  ad Hermione venne un tuffo al cuore. Sopra di lei c'era Matthew, in piedi, con le mani sui fianchi, ed un espressione accigliata sul volto.
Lei subito si rese conto di quello che era accaduto la sera prima e ringraziò il cielo che fosse finita. 
Ma perché il suo capo la stava fissando in quel modo?
Forse perché stava dormendo, ma che si voleva aspettare? Che fosse rimasta a provare con Draco per tutta la notte? 
A proposito.. Dove era Draco?

-È giorno.- asserì Matt.
Lei si sitracchiò. Era sdraia sul pavimento, sul quale si era addormentata la sera prima.
Hermione fece per tirarsi su, quando percepì, solo a quel momento, che Draco era avvinghiato a lei.
Ovvero, erano stesi, una appiccicato all'altro sul pavimento. 
Malfoy sembrò svegliarsi in quel momento. 
-Aaah!- Hermione schizzò in piedi ed urlò a quella visione.
-Tu!-
Puntò un dito accusatore contro Draco che si stropicciava l'occhio senza capire.
-Come hai potuto dormire abbracciato a me!-
-Io? Io non ho fatto niente, sei tu che ti sei stretta a me, non ricordi?-
Disse con un sorriso beffardo sulle labbra.
Fece spallucce e si alzò pure lui.
-Non prenderti gioco di me Malfoy. So benissimo quello che ho e non ho fatto. E questa, è una di quelle.-
Draco stava per replicare, quando Matt lo interruppe.
-Basta. Non mi importa chi è stato o meno. Adesso a casa. Sarete stanchi  e affamati.-
Li fece cenno di uscire e loro lo seguirono fino al portone che conduceva all'esterno.

Hermione respirò l'aria pulita e fresca della mattina. 
-Che ne dici di andare a fare colazione inseieme? Offro io... Conosco un posto carino qua vicino.- chiese Matt.
-Oh, io con la Granger non ci passo un secondo di più. Mi dispiace-
-L'invito non era rivolto a te, Draco.- rispose calmo Matt, ed Hermione cercò di reprimere una risata quando vide della faccia di Draco dopo la risposta secca dello zio.
Quando poi Matt tornò a rivolgersi a lei tornò seria.
-Mi farebbe molto piacere.-
Poi gli mise una mano sotto il braccio, a mo' di accompagnatore. 
-Ottimo. A domani Draco.- salutò poi lui brevemente il nipote che era rimasto imbambolato.

Matthew si voltò portandosi via Hermione, la quale non scomparve dalla vista del biondo prima di avergli potuto lanciare un occhiata da volpe.


                        ***


•Londra Babbana, Bar, Ore 10:00


-Allora, come è andata?- 
Chiese Matt alla giovane.
Erano seduti ad un tavolino, all'interno di un bar che dista a poco dallo studio da dove erano partiti. 
-Con Malfoy dici?-
L'altro annuì.
-Non è stato facile. Ma alla fine ce l'ho fatta a convincerlo a collaborare.-
-Sei una ragazza furba, l'ho notato dal primo momento in cui ti ho vista.. Avrai intuito il perché vi ho chiusi in quella stanza..-
Hermione sorseggiò il suo thea prima di rispondere.
-Bhe si, l'ho capito. Una mossa geniale. Peccato non abbia funzionato.-
Lui la guardò, cercando di cogliere lo stato d'animo che provava Hermione, ma nei suoi occhi non vi lesse rammarico.
-Hermione, Hermione, Hermione... Di chi pensi sia la colpa, arrivati a questo punto?-
Lei guardò fuori dalla vetrata che stava accanto al loro tavolo.
-Non è di certo mia. Te lo giuro Matt, io ci ho provato. Ma è così odioso ed impertinente, e presuntuoso..-
Avrebbe preferito non usare quelle parole, ma l'altro non sembrò turbato.

-Dovrebbe portarmi più rispetto.-
Concluse infine sospirando.
-Lo so che dovrebbe, gliene ho anche parlato, ma è fatto così, ormai lo conosco.. Ci vorrà tempo, credo, ma alla fine smetterà di battere la testa contro il muro e mi darà ascolto.- 
-Ecco il suo caffè signore.- la cameriera porse a Matt una tazzina fumante e poi si dileguò. 
-Speriamo..- tentò di sorridere Hermione.

-Le prossime riprese saranno domani, quindi?- 
-Si, Gió non si sentiva bene.- 
-Capisco..-
Presero un sorso dalle loro tazze quasi in sincronia.
-Lasciando stare, cosa avete provato ieri con Draco?- 
-La parte venuta male di ieri, e poi quelle che si sarebbero dovute girare oggi...-
-Bene-
-Senti Matt..- azzardò Hermione titubante.
-Dimmi tutto.- posò la tazza sul piattino. 
-Quando è che gireremo la parte.. Hot..?- la sua voce era incrinata.
Lui sorrise. -Tranquilla.. Stando ai miei calcoli, la prossima settimana.-
Lei annuì. 
-Ti vedo preoccupata. Ma non devi, te lo assicuro. So che sarà molto difficile sia per te, che per Draco. Ma sono convinto che supererete quest'ostacolo.-
Ma la preoccupazione di Hermione non venne supita.
-Va bene- disse soltanto.


                         ***


-Grazie mille Matt- 
Hermione era davanti alla sua macchina e stava salutando il suo capo, che le aveva offerto la colazione.
-Di niente splendore- rispose solare.
Si salutarono e lei partì per tornare a casa.


•Londra Babbana, Appartamento di Ron e Hermione, Ore 10:40


-Dove sei stata?-  
-Scusami Ron, questioni di lavoro.-
-Lavoro? Ma non sei rientrata stasera!-
-Dovevamo provare..-
-Si, per tutta la notte? Chissà dove sei stata.. Hermione so che c'è sotto qualcosa.-
-È complicato Ron, io..-
-È complicato?! È complicato cosa? Dirmi la verità?! Che sei stata a letto con un altro?!-
Lei lo guardò stranita e senza parole. 
-Ti prego, calmati. Io non ti tradirei mai..- 
Lui era paonazzo, e forse stressato per la mancanza di alcol nel suo sangue. 
-Ci avevano chiusi dentro la sala,-
-Chi? Tu è chi?- la interruppe.
-Io e Malfoy.-
Ron non fiatò.
-Te lo giuro.. Credimi.-
Si fissarono gelido negli occhi, poi Ron si ritirò in camera senza aggiungere altro. 

~

Hermione non perse occasione di studiare il copione. Assieme a Ginny, che si atteneva alla parte del interlocutore con cui , provava e riportava la sua parte. 
-Dai Herm! La sai a memoria-
Entrambe sprofondarono sul divano a riprendere fiato.
-Fa dare un occhiata a quella roba- 
Hermione passò a Ginny il copione, la quale cominciò a sfogliarlo. 

Dopo qualche minuto l'amica chiese -Hei, chi interpreterà questo personaggio?- 
L'altra non sapeva di cosa stesse parlando.
-Chi?- chiese.
-Questo- Ginny indicò un punto sul copione. 
Hermione si avvicinò per vedere meglio. 
Cominciò a leggere.
Scoprì solo in quel momento che nella storia ci sarà un colpo di scena: l'ex ragazzo di 'Jess' ritornerà da lei a Parigi per cercare di riconquistarla anche se l'aveva piantata all'altare e spezzato il cuore.
Possibile che Matt non le avesse nemmeno accennato del personaggio che avrebbe interpretato l'uomo? 
Chi sarà mai la persona che prenderà parte al film come quel personaggio?
Continuò a leggere insieme a Ginny, troppo curiosa di sapere come le cose sarebbero andate avanti.

I due si incontrano e si baciano Lei però, dopo  lo respinge perché si è accorta che sta facendo la cosa sbagliata. L'altro non lo accetta e costringe a proseguire il bacio. 

-Non ne ho idea Ginny.. Matt non me ne ha mai parlato.-
-Sarà una sorta di sorpresa a quanto pare.-
-Già- 


                       ***


• Londra Babbana, Hotel " Larger Nest ", Ore 8:35



Draco era tornato al Manor per incontrare la madre e raccontargli l'accaduto. Non gli andava bene di essere trattato in quel modo da suo zio. 
Ma quello che aveva ottenuto erano solo dei:

"Fa come ti dice e basta" 

"Non fare storie"

"Sta alle regole"

Perciò, si vedeva con le mani legate. Adesso tornava all'hotel, era sera e non era per niente di buon umore. 
La nottata passata con Hermione non aveva aiutato la situazione. 
"Che rottura" è stata la prima cosa che pensò quando fu chiuso dentro con quella bisbetica.
Al momento in cui finì tutto, rimase stupido da Matt che aveva invitato la Mezzosangue a fare colazione. Ma che mai gli passava per la testa?
Comunque, non era affar suo.

-Ciao Draco- 
Una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare. Si voltò -Ciao Daphne.-
Lei gli passò di fianco e si posizionò davanti alla porta di camera sua. Prese la chiave e l'aprì. 
-Come sta andando qua a Londra?- 
-Benissimo, tu?-
Draco non riusciva a scollarle gli occhi di dosso. 
Aveva un vestito verde smeraldo che le fasciava la vita e i fianchi. 
Lei se ne accorse.
-Bene. Vuoi entrare?- gli chiese maliziosa.
Lui sorrise guardando l'altra con altrettanta intenzione.
-Con piacere-

La camera della Greengrass era identica alla sua, fatta eccezione per la bottiglia di spumante sul letto e dei calici sul comodino.
Daphne versò la bevanda in due bicchieri e ne porse uno a Draco.
-Grazie.- 
-Cin Cin-
I due bicchieri si incontrarono emettendo un sibilo.
Bevvero, e senza tante chiacchiere, era ovvio di dove quella situazione volesse portare.
Daphne armeggiò con la cravatta di Draco facendo finta di sistemargliela, per poi scioglierla. 
Draco la sbattè violentemente al muro e cominciò a baciarle la bocca in modo quasi violento, lei lo lasciò fare e lui non si sorprese.
Scese con le labbra sul collo di lei, intriso di qualche profumo sul quale il biondo non posò l'attenzione.
Il respiro espiro di Daphne si faceva sempre più corto. 

Malfoy arrivò al seno. Cercò alla cieca la zip sulla schiena della ragazza e l'abbassò veloce. 
Sesso. Rude e violento. Era
questo che lui vuole.
Daphne lo ritirò verso la sua bocca e lo portò sul letto. 
Ora era lei a comandare, e a Draco questo non dispiaceva.
Lei scese velocemente, a quanto pare l'idea del sesso senza amore accomunava i due amanti. 
Arrivò alla cintura che sbottonò con poca cura, e infine calò pantaloni e boxer in pochi secondi. 

Il biondo era visibilmente eccitato e quando lei cominciò a farlo godere con la bocca, lui gemette. Venne senza preavviso, senza nessuna cura dell'altra persona.

Daphne si tolse da sola i pochi indumenti che le rimanevano, e rimasero nudi.
Lei cominciò a baciargli il petto, lasciando il suo marchio ovunque. 
Draco entrò dentro di lei con un gemito di piacere da parte sua, e di sorpresa o dolere da Daphne. 
Non c'è nulla di armonioso nei loro corpi uniti, solo una naturale eccitazione. 
I movimenti si velocizzarono, e anche l'altra venne. 

Perchè Draco era così. Non certo senza cuore, ma semplicemente uno scapolo a zonzo, amate della bella vita e delle belle donne. 
Non gli importava degli altri e dei loro sentimenti. 
Si riteneva immune a queste debolezze, come l'amore. 

Ma si sbagliava.


--------

Ciao a tutte!
Oggi non ho fatto altro che scrivere :) scusate per il ritardo, ma dovevo finire l'altra. 
È venuto un po' lunghetto il capitolo, ma ne sono tantissimo soddisfatta. Spero vi sia piaciuto, recensite mi raccomando! 

-Ringrazio Camilla per aver scritto la parte tra Draco e Daphne.

Piccolo spoiler: 

"Lei, Hermione Granger, stava davvero per baciare lui, Draco Malfoy?"

Alla prossima
Baci, 
B.






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Capitolo 6
*** CAP.6 La cena romantica ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
Cap_6



•Londra Babbana, Hotel "Larger Nest", Ore 18:25



Le cose andavano a meraviglia con Daphne. Erano passati solo due giorni, e loro ci davano dentro alla grande. 
Lei era una tipa in gamba, intelligente, furba e senza dubbio bellissima, ma Draco non provava nessun trasposto emotivo nei suoi confronti.
Non se la ricordava così ai tempi di Hogwarts, forse l'aveva sottovalutata. 

Non gli aveva posto molte domande sul perché della sua permanenza nella Londra Babbana, e lui aveva fatto altrettanto. D'altra parte, tra li due non coesisteva quasi dialogo, solo frasi del tipo "in camera mia o in camera tua?".

Era tardi. Draco scorse l'orario dalla sveglia sul comodino.
Quel giorno avrebbe dovuto provare a scena della cenetta romantica, e già l'idea lo infastidiva.
Il giorno prima, avevano rigirato le parti che erano venute male la scorsa volta, ottenendo buoni risultati. Lui però aveva partecipato poco alle riprese, perché per il resto 'Jess' era la protagonista in ogni scena.
Parlava con sua madre, usciva con le amiche.. Ed altro a cui non si era dato la pena di prestare attenzione. 
A lui principalmente, interessava solo intascare i soldi. Lo aveva detto anche a Matthew.

"   -Che fai qui? Non vieni a vedere le riprese?- chiese lo zio rivolto al nipote che era seduto ad un tavolo nella sala bar. 
-Non mi interessa- rispose con tono annoiato, mentre sorseggiava il suo caffè. 
-Andiamo Draco.. Alzati da li. Sei l'unico che ha la faccia tosta di stare lontano dagli altri, pur di non vedere lei.-
Lui distolse lo sguardo dal cucchiaino che continuava a girare all'interno della tazza e lo guardò infastidito.
-A me interessano solo i quattrini. Nient'altro. Perciò, lasciami fare quello che voglio; e non starmi a subire la palla recitata dalla Granger, è una di queste.- 
L'altro si accigliò.
-Faccio tutto quello che vuoi, ma almeno adesso lasciami in pace.-
-Hai preso il peggio da tuo padre, Draco.- asserì Matt, e se ne andò.
Malfoy avrebbe voluto replicare, ma poi gli tornarono in mente le parole chiare della madre.
Si morse la lingua preso da un impeto di rabbia, ma contrasse la mascella e continuò a girare il cucchiaino nel caffè.  "

Draco si tirò su dal letto, ma una mano lo trattenne dal mettersi in piedi. 
-Devo andare, Daphne.-
-Dove?- 
-Da delle persone. Mi aspettano.- 
Draco rimase irritato da quella domanda, e non volle raccontare i particolari alla ragazza. 
Si rivestì in fretta, mentre l'altra gli sfiorava ogni centimetri di pelle con lo sguardo.
Quando uscì, non si degnò nemmeno di salutarla, ne di lanciarle un occhiata complice. 
Si sbattè la porta dietro le spalle e basta, lasciando lei da sola in quel letto fin troppo grande. 


                       ***

•Londra Babbana, Ristorante giapponese "Lhäjo", Ore 19:00

Erano già tutti sul posto. Il tavolo, ben apparecchiato si trovava in un angolo vicino alla finestra, ed ogni dettaglio era curato. 
Lei era bellissima, la scorse da lontano, attornata da assistenti e truccatrici che le sistemavano i capelli, semplici, che cadevano morbidi sulle spalle.
Il vestito era corto e blu scuro, e svasato quando scendeva verso i fianchi. Le dava un aspetto più giovanile.

-Sei arrivato finalmente!- sbottò Matt avvicinandosi a lui, mentre si allontanava il telefono dall'orecchio, e metteva "in linea d'attesa" il suo interlocutore.
Lui si riscosse e distolse lo sguardo da Hermione, che non si era ancora accorta della sua presenza.
-È già tutto pronto. Tu hai studiato il copione?-
Draco annuì. 


~


"  -Allora? Ti piace il corso di cucina per adesso?- chiese sorridente Charile.
-Oh, si molto- rispose Jess asciugandosi le labbra al tovagliolo. 

Ogni tanto si scambiavano qualche occhiata, parlavano del più e del meno, ridevano, anche se forse in quel momento l'aria era più tesa.
Jess era uno splendore, come se emanasse luce propria.
Illuminava gli occhi di Charlie che pendeva dalle sue labbra, ma soprattutto scaldava il cuore di lui. 
Era davvero bellissima, con quel vago rossore che le colorava le guance appena l'altro le faceva un compimento. La serata era perfetta. 
Non poteva andare meglio secondo le aspettative di Charlie.   "


-Stoop! Dovete darvi la mano! Avete dimenticato quella parte!-
Giò rimproverava Hermione e Draco per la loro dimenticanza.
-Così! Diamine, ci vuole tanto?-
Il regista andò dritto filato verso il tavolo su cui erano seduti, e prese le mani dei due sovrapponendole una sopra l'altra di forza.
Hermione si irrigidì. 
-Scusa Giò- cercò di persuaderlo lei.
Lo sguardo del regista si addolcì un attimo. -Forza, da capo.-
E in un attimo furono di nuovo in scena.
 Draco mise la sua mano sopra quella di lei, e la guardò con un sorriso dolce, come lei non gli aveva mai visto fare con nessuno.
Adesso sembrava quasi non odiabile.
Lei ricambiò, e pensò che sembravano davvero due innamorati. 
Ad ecco che in quel momento arrivò un ragazzo, con un mazzo di rose in mano.
Uno di quelli che cercano di vendere i fiori ai fidanzati.
-Compra una alla signorina? Che bella signorina, complimenti- 
-Oh, no grazie, Charlie non devi.. Hai già insistito per pagare tu la cena.-
Draco la guardò teneramente poi si rivolse verso il ragazzo ancora i piedi al suo fianco.
-Una grazie.- 


~


-Non dovevi-
Ammise Jess annusando la rosa rossa che teneva in mano.
-Una rosa è niente in confronto a te- 


~

-Perfetta ragazzi!- esclamò Giò.
Hermione, vedendo le telecamere spegnersi, gettò quasi infastidita la rosa donatale da Draco, a terra, e si alzò per recarsi all'esterno dove sapeva, si sarebbe svolta la prossima scena.
Draco la seguì e lanciò uno sguardo a terra lì dove giaceva il fiore.

-

-Ti serve un passaggio? Ti riaccompagno a casa se devi prendere un taxi.- 
-Grazie mille, mi servirebbe uno strappo.-
Adesso stavano girando fuori, sul marciapiede, davanti ad una macchina grigia (quella di 'Charlie').
Hermione entrò all'interno del veicolo, aspettando che il suo accompagnatore si andasse a sedere al volante.
Sospesero le riprese solo per far entrare dei cameraman all'interno dell'auto, poi ripartirono.
L'auto si mise in moto, e Draco, secondo il copione girovagò a caso per le strade.
-Come ti è sembrata la serata?-
-Incantevole, sei davvero un Gentil Man- disse sorridendo Hermione.
-La ringrazio Milady- scherzò assumendo l'accento francese il ragazzo.
Quando giunsero nel posto che, teoricamente, doveva essere stato l'appartamento ipotetico di Jess, l'auto si fermò. 
Lui le aprì lo sportello e si spostarono verso il portone, mente le cineprese li seguivano. 

Draco era agitato, ed Hermione ancora di più. Entrambi sapevano cosa sarebbe dovuto accadere in quel momento. 
La ragazza notò la fronte imperlata di Malfoy, e deglutì.
-Allora eccoci qua..- sussurrò lui.
-Già-
-Verrai alla prossima lezione di cucina?-
-Non mancherò.- rispose Hermione e tirò un sorriso sforzato.

*Ecco, ci siamo...*
Lei, Hermione Granger, stava davvero per baciare lui, Draco Malfoy? 

Draco le si accostò con lentezza, sembrava quasi che i suo muscoli venissero sottoposti a sforzi insostenibili per compiere quell'atto. 
Ma prima che le sue labbra toccassero quelle di lei, qualcosa li bloccò.

-Fermi!- 
Era Matt, e Draco non se lo fece ripetere due volte.
La tensione si sciolse un attimo, ma perché aveva fermato le riprese? 
-C'è qualcosa che non va?- domandò Hermione in direzione di Matthew che le si stava avvicinando.
-C'è un cambio di programma.-
-Quale sarebbe?-
-Il bacio sarà sulla guancia.-
Nessuno parlò per alcuni secondi dopo quel l'affermazione.
-E perché?- chiese Hermione, ma si pentì subito di averlo domandato, perché sembrava quasi che le importasse qualcosa.
-Perché lo dico io.- rispose secco Matthew. 
Poi battè le mani e le cineprese tornarono in funzione.

~

Jess era davanti al portone di casa.
Charlie l'aveva riaccompagnata e adesso si stavano salutando, quando poi notò che gli occhi di lui fecero seri. La guardò intensamente e si avvicinò con lentezza a lei. Sembrava volesse baciarla.
Invece, posò le sue labbra sulla guancia dell'altra, che rimase interdetta.
-Buonanotte Jess.-
Le bisbigliò sottovoce. 

~

-Buonanotte Charlie-
Aprì la porta e si infilò dentro sorridendo. 

Hermione sospirò. Era fatta, anche questa.

-

-Come andiamo?- 
Hermione si voltò e incontrò lo sguardo dolce di Daniel. 
-Ciao Daniel- contraccambiò il sorriso. 
-In realtà bene, mi sento un po' stanca, ma bene..-
Erano Seduti su una panchina fuori dal palazzo. 
Gli assistenti stavano smontando le attrezzature, Matt stava parlando con Draco, ed Hermione li aveva sentiti distrattamente blaterare a proposito di un invito a bere qualcosa.
-Ti piace per adesso recitare? La parte, il personaggio e tutto..-
-Oh, si molto.-
-Ma.. Scommetto che c'è un ma.. E posso anche indovinare quale sia-
Lei lo guardò di sottecchi e sorrise timidamente.
-Preferiresti che non fosse Malfoy il tuo partner.. Non è così?-
-Esatto.. Ma adesso credo di stare accettando la cosa. Mi sono rassegnata, facendomene una ragione. Certo, non che la faccenda mi piaccia, ma è così, non posso fare niente.- 
-È il primo passo- 
Sorrisero entrambi. 
La compagnia dell'uomo non le dava fastidio, anzi. Daniel aveva la straordinaria capacità di calmare il suo animo in burrasca. 



                        ***


•Londra Babbana, Pub, Ore 10:30

-Draco, che ti succede? Ti vedo un po' scontroso.-
Lui non rispose e continuò a fissare davanti a sé, mentre buttava giù un sorso di birra. 
Matt si girò sul balcone e ordinò un altro giro per lui e il comprare.
-Non sarà mica per la mia decisione di cambiare quella scena?-
-Farnetichi.- rispose secco l'altro.
-Sarà..- 
Seguirono alcuni minuti di silenzio.
-Ecco le birre signori.- il cameriere fece scivolare sul bancone i due boccali colmi di un liquido giallastro e schiumoso. 
Draco afferrò il suo e lo trangugiò in pochi istanti.
-Sono stanco, devo andare.- tagliò corto poi il biondo alzandosi dallo sgabello e facendosi spazio da tutti quei babbani ammassati nel locale. 
Prima che riuscisse ad uscire udì la voce di Matt urlargli:
-E studia il copione, mi raccomando!-
Se ne fregò, ed uscì lasciando la porta aperta. 


                       ***
•Londra Babbana, Hotel "Larger Nest", Ore 11;03

Non faceva per lui fare l'attore, questo ad Hermione doveva riconoscerlo.
Aveva ragione quando alcune notti fa, glielo aveva sbattuto in faccia.
Già quella faccenda lo annoiava terribilmente, e lo stressava ancor di più. Hermione invece era brava, possedeva un talento naturale. 

Entrò in camera dell'albergo tardi, dopo essere stato diverse ore in compagnia di Matt, a bere birra. 
Era ubriaco, ma ciò non gli impedì di vedere Daphne sdraiata sul suo letto in un completino striminzito.
-E tu che ci fai qui?-
Lei come riposta sventolò le chiavi che teneva in una mano.
-Me le ha date il portinaio ..Ma sei ubriaco?-
-No-
-Ah no?- disse maliziosamente.
Lui non aspettò un attimo e si unì nel letto con lei.


                       ***

•Londra Babbana, Appartamento di Hermione e Ron, Ore 11;50

Hermione tornò a casa che era sfinita. Si coricò sul letto ancora con gli abiti addosso, e non si curò di Ron steso al suo fianco addormentato.
Si concesse un attimo nel quale fissò il soffitto, e i suoi pensieri andarono a quella sera.
Nel suo intimo Hermione ringraziava Matt per aver deciso di cambiare la scena del bacio, perché questo non sarebbe stato voluto ne da lei, ne tanto meno da Draco, immaginava.
Ma comunque non riusciva a capire il motivo per cui il suo capo aveva preso tale decisione. 
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma meglio era, se più tardi veniva. 
Draco Malfoy, ai suoi occhi, non era cambiato di una virgola. E dicendo questo, si riferiva sia al carattere che al suo aspetto.
Sembrava  così dolce sul set, che quasi si era scordata di cosa le avesse  fatto nei sette anni ad Hogwarts. 

Si era anche scordata tra l'altro, di chiedere a Matthew chi fosse il personaggio misterioso del quale nessuno aveva accennato, ovvero l'ex ragazzo di 'Jess'.

Si rigirò nel letto, senza trovare una posizione comoda, con la mente persa in quei pensieri. 
Passavano i minuti intanto, e poi le mezz'ore, ed Hermione non chiudeva occhio.
*Devo dormire, devo riposare* si diceva. 



--------



Hei hei hei hei :)
Ciao a tutte! Ecco il sesto capitolo, volevo farlo più lungo, ma avevo paura che potesse annoiare..
Comunque, vi lascio un piccolo spoiler come sempre;)

" -E.. Come faremo a girare la scena sulla Tour Eiffel?-
-Semplice. Si va a Parigi.-  "



Vi ringrazio tantissimo sempre!! Recensite se avete qualche  o soglio o opinione:) 

Kiss 

Bianca 

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Capitolo 7
*** CAP.7 Il volo ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
Cap. 7

A Francesca 







-E dai, Mezzosangue.. Tanto prima o poi dovremo farlo.-
-No!-
Draco le si avvicinò e la immobilizzò al muro prendendole i polsi.
-No! Non voglio!-
-Tanto prima o poi accadrà! Tanto vale che proviamo adesso.. No? No eh? Dici di no, e invece io dico di si..-
-No! Lasciami! Lasciami!-
Hermione gridava e tentava di divincolarsi dalla stretta ferrea di Malfoy, invano però.
Lui le fece scivolare sulla spalla una manica della canottiera, e le morse un orecchio.
-No! Qualcuno mi aiuti!-
L'altro le stappò da dosso la camicia.
Hermione è disperata. Piange e grida, ma intorno a lei c'è solo vuoto e buio.


-


Si tirò su di scatto urlando, madida di sudore e bagnata come le lenzuola in cui era avvolta.
Quando finalmente era riuscita a chiudere occhio, era stata svegliata bruscamente da un incubo.
Terribile, tra l'altro.
Ron si svegliò di soprassalto e si voltò spaventato verso Hermione.
-Che succede?-
-Ho avuto un un incubo.-
Senza fornire altre informazioni sul sogno, si alzò scalza e si diresse vero la cucina. 

Aprì il frigo ed estrasse una bottiglia di latte. 
Erano le tre di notte, e l'appartamento era immerso in un buio spettrale e in un silenzio surreale e assordante. Ad Hermione non dispiaceva pero, si godette quel momento fissando l'oscurità. 
Buttò giù l'ultimo sorso del liquido bianco nel bicchiere, e si sdraiò sul divano di pelle. 
Il fresco che quel materiale le trasmetteva le dava sollievo. 
Tirò un lungo respiro. Chiuse gli occhi. 
Forse adesso sarebbe stato possibile dormire. 


                       ***

~

Nel corso della settimana Jess cercò di svagarsi il più possibile, e ci riuscì.
Aspettava con ansia il venerdì prossimo, e non vedeva l'ora di rivedere Charlie.
Era il giovedì mattina e Jess fu svegliata dal suono del telefono che squillava. Sua madre non era in casa, facendo l'infermiera aveva  dei turni, e due volte a settimana le toccava la notte. 
Barcollò verso il fisso per rispondere e quando alzò la cornetta nessuno fiatò.
-Pronto?- azzardò lei, ma ancora dall'altra parte regnava il silenzio.
-Chi è?- ancora niente.
Pensò che si trattasse solo di uno scherzo. 

Riattaccò, e si diresse verso cucina per preparasi un caffè.
Ma non aveva nemmeno fatto cinque passi quando sentì il telefono squillare nuovamente.
Tornò indietro scocciata, e rispose brutamente.
-Pronto?!-
Silenzio. 
-Smettetela di chiamare o stacco il telefono.- minacciò. 
Stava per mettere giù quando una voce flebile le fece riattaccare la cornetta all'orecchio. 
-Jessica..- 

Quella voce.. L'avrebbe riconosciuta tra mille, eppure non ci credeva.
Il suo cuore ebbe un sussulto. Come aveva fatto a rintracciarla? Perché la stava chiamando?
Lui era l'ultima persona che avesse bisogno di sentire, l'unica con cui non volesse parlare. E invece eccola lì, che la chiamava dall'altra parte del telefono.

-Jess, sono Alex.-
Lei non rispose. Un nodo le legava la lingua e dalla bocca non era emesso alcun suono. 
-Jessica-
Adesso era lei a non dire niente.
-Rispondimi..-
-Che c'è.- il suo tono era duro e non lasciava trasparire nessuna emozione.
-Devo parlarti, e non per telefono, Jess..-
-Nom abbiamo niente su cii parlare. Quando ti ho detto addio, era inteso per sempre.-
-Jessica, ascoltami io..- 
-Chi ti ha dato questo numero. Chi ti ha detto di me.-
-Non ha importanza, non ti ruberò molto tempo. Se mi hai mai amato allora..-
Lei non lo fece finire.
-Io ti ho amato Alex, ma mi hai distrutto il cuore. Addio, non cercarmi più.- 
E con queste parole riattaccò in faccia all'ex fidanzato. Staccò la spina che alimentava il telefono e si buttò sul letto.
Si mise a piangere, tanto valeva che lo facesse quando nessuno la potesse vedere.


~


•Londra Babbana, Appartamento affittato per le riprese, Ore 7:36

-Stop! Ottima!-
Hermione venne circondata da assistenti che a parer suo potevano anche farsi da parte. 
-No, no grazie.- rifiutava i fazzoletti che le venivano porsi per asciugarsi le finte lacrime, che invece tirò via con il dorso della mano. 
Si doveva fare i complimenti da sola: era davvero brava. Dentro di se sorrise, forse era davvero l'inizio della sua carriera come attrice. 
In lontananza scorse Daniel farle pollice in sù con la mano, lei contraccambiò con un largo sorriso. 
Matthew le venne vicino e le battè una pacca sulla spalla. -Bravissima- disse solo prima di precederla e salire su un tavolo e battere le mani per attirare l'attenzione. Si schiarì la voce e tutti si zittirono, poi parlò.

-Come saprete credo, siamo arrivati ad un buon punto a girare il film. Mi congratulo con tutti, sia attori che assistenti che registi, davvero un ottimo lavoro.- il suo sguardo vagò per tutti i dipendenti presenti nel salotto luminoso.
-Chiedo uno sforzo particolare per girare quella che sarà la scena un po' più difficoltosa.. Dovremo affittare un elicottero per riprendere dall'altro, quando la nostra Jess e Charlie,- quando li chiamò all'appello lanciò un occhiata a Draco che stava in dipartite facendo finta di non ascoltare, guardandosi le unghie.
-Dicevo.. Quando i protagonisti dovranno salire sulla Tour Eiffel. Andiamo alla grande adesso, continuano così.- 

Hermione rimase basita. Tour Eiffel? 
Quale Tour Eiffel a Londra?
-Scusa Matt, ma.. Come faremo a girare la scena sulla Tour Eiffel?-
-Semplice, si va a Parigi.- rispose, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ah.. Non avevo letto quella parte-
Lui scese dal tavolo. -C'è qualcosa che ti turba? Non te la senti di prendere l'aereo?-
-No no, tutto apposto è che mi hai presa un po' alla sprovvista.-
-Allora tutto ok?-
-Figurati. Ma quando partiremo?- disse più rilassata. 
Matt si guardò il polso dove portava un massiccio orologio. Poi tornò a rivolgersi alla giovane. -Tra più o meno quattro ore.- 
-Quattro ore?!- Hermione aveva quasi urlato.
-Scusa ma non ti è arrivato il mio gufo?-
-Nient'affatto, ma abbiamo finito qui le riprese?- disse agitata mentre afferrava al volo la borsa poggiata su una sedia.
-Si- le confermò Matthew.
-Bhe io andrei a fare le valige! A che ora ci troviamo all'aeroporto? Quello di Londra, dico bene?-
-Alle 12:00. Si quello di Londra, non fare tardi!- finì urlando mentre l'altra stava già scappando via come un fulmine giù per le scale.
-Non lo farò!- rispose freddolosamente, girando appena la testa dietro, di se dove vi era Matt che sorrideva.

Mentre scendeva in fretta e in furia le scale non aveva fatto nemmeno attenzione a dove metteva i piedi.
Sentì qualcosa intralciarle la strada e perse l'equilibrio. 
Cascò a terra su qualcosa di morbido e con un profumo intenso e forte. Per fortuna non si era fatta male, ma l'uomo sotto di lei se l'aveva provato per lei.
-E guarda dove vai, Granger!-
Era la voce scortese di Draco, e quando alzò la testa riconobbe subito i capelli chiarissimi del ragazzo e gli occhi di ghiaccio. 

I loro volti erano vicinissimi, e i loro corpi attaccati. Si fissarono negli occhi per pochi secondi come ipnotizzati, poi Hermione colta dal ricordo del ritardo pazzesco si alzò di scatto.
-Scusa Malfoy! Sono in ritardo!-
Si spolverò i vestiti e ricomponendosi volò verso l'uscita.

*Quella Granger...* pensò Draco fissando la porta da dove era appena uscita. 


                        ***

•Londra Babbana, appartamento di Ron ed Hermione, Ore 8:20


Merda merda merda!  A quante persone avrebbe averlo dovuto dirlo? Forse a poche: solo a Ron e a Ginny. Ma chi si sarebbe preso cura di Ron nei giorni che sarebbe stata via? 
A proposito.. Quanti sarebbero stati i giorni? Mentre frugava nell'armadio in cerca degli abiti giusti da stipare in valigia. Si rese conto che forse era scappata via troppo in fretta senza chiedere le giuste informazioni a Matt.

Gonne o pantaloni? Leggero o pensante? Camice e magliette? Mise dentro il bagaglio un po' di tutto, e finito i preparativi sembrava che dovesse partire per un mese per chissà dove. La valigia stava per scoppiare, ma la chiuse a forza. 

-E quindi parti..-
Lei si voltò e vide Ron sulla soglia della porta.
-Ti sembrerà strano Ron che te lo di a adesso, e in questo modo, ma tra meno di tre ore parto per Parigi-
Lui rimase allibito.
-Parigi?-
-Si, dobbiamo girare una scena sulla Tour Eiffel.-
-Quanto tempo starai via?-
-Pochi giorni vedrai..- disse, e cercò di sorridere.

Prese la valigia e la borsa. Controllò che ci fosse tutto: documenti e compagnia bella, poi aggiunse -Faccio un salto da Ginny, voglio salutarla.- ma le ragioni erano ben altre, lo sapeva.
Ma prima che si smaterializzasse Ron le si fece vicino e la baciò a fior di labbra. 

-Ti amo-

Ad Hermione si chiuse le stomaco, e le parole uscirono dalla sua bocca forzate e troppo false perfino ai suoi orecchi.

-Anche io-

Poi fu un attimo, e lei scomparve. 


                        ***

•Londra, Casa di Ginny e Harry, Ore 9:45


-Hermione Cara!-
-Ginny!-
Le due si abbracciarono con affetto, dopo essersi staccate Ginny notò le valige ai piedi dell'amica.
-Parti?-
-Si- disse sorridente Hermione.
-E per dove?-
-Posso entrare intanto?- 
-Scusa, accomodati- risero entrambi. 

Harry abitava con Ginny in una abitazione davvero molto carina, l'interno era molto accogliente e ben tenuto. Quando mise piede dentro un profumo di vaniglia e biscotti appena sfornati le invase le narici.

-Hei Herm!-
Era Harry, che le veniva incontro a braccia aperte.
-Harry!- si salutarono caldamente, prima che iniziasse l'interrogatorio riguardante la sua imminente partenza. 
Lei gli raccontò tutto per filo e per segno, e le sembrò che il tempo non fosse passato, che fossero ancora ad Hogwarts, a chiacchierare nella sala comune del Grifondoro. 
Le mancavano quei tempi.

-Ci fa piacere che tu vada a Parigi, è una città stupenda! Io e Harry ci siamo stati appena l'estate scorsa. Tu ci sei mai andata?-
Hermione scosse la testa.
-Vedrai, è stupenda- aggiunge Harry.
-Ma come vanno le riprese? Ti piace il lavoro dell'attrice? So che è impegnativo come impego...-
Hermione scostò la tazzina di thea dalle labbra prima di rispondere.
-Oh, è stupendo. Mi piace davvero molto, mi piacerebbe di più se non ci fosse Malfoy, come vi ho detto prima, ma non si può avere tutto dalla vita- ridacchiò.

Prese un altro sorso di thea. 
-Ma sono venuta qui da voi per salutarvi, e chiedervi un grande favore...-
-Dicci cara...- la incoraggiò a proseguire Ginny. 
-Si tratta di Ron- sospirò. -Potrete controllare cosa combina in questi giorni che sarò via? Anche solo una volta, andrete a trovarlo?- 
-Puoi stare tranquilla Herm, ci penseremo noi.. Tu vai serena.-
Le sorrise, un sorriso pieno di gratitudine.
-Grazie mille.-


                           ***

•Londra Babbana, Aeroporto, Ore 12:00


Hermione contava le carte per l'imbarco sull'aereo. C'erano tutte. 
Ripetutamente le avevano rivisto la carta di identità, e aveva anche superato il controllo del bagaglio a mano.
Stava per salire sull'aereo, e la cosa la metteva in agitazione.
Non poteva negare di non avere paura. Era la prima volta per lei che volava.

-Agitata?- 
-Un po'..-
-Andrà tutto bene, tranquilla.-
Daniel la superò e salì le scalette che conducevano al tubo di gomma bianco che univa l'edifico all'entrata dell'aereo. Stava per mettere un piede anche lei sopra un gradino quando un ometto tutto in viola ,che riconobbe essere Giò,  la superò malamente.
-Oh, scusa cara.. Non ti avevo vista-
-Fa niente.-

Dietro di lui seguirono tutti gli assisti che trasportavano bagagli e borse enormi. Quando toccò a lei, le si rivoltò lo stomaco, ma si fece forza.
Entrò nell'aereo titubante, e si fece strappare il biglietto da una Hostess.
-Prego, posto 23.- 
Notò che non erano tanto grande, in effetti si trattava di un aereo privato.
Cercò il suo posto tra le file e infine lo trovò. Il sedile accanto a lei era ancora vuoto.
Sistemò la borsa sopra le ginocchia, si tolse il giubbotto e si mise comoda. Sbirciò poi fuori dal finestrino, dal quale si scorgeva solo un pezzo di asfalto sul quale poggiava l'aeroplano, e in lontananza la pista di atterraggio e di decollo. 

-Allacciarsi le cinture di sicurezza!-
Disse una voce al microfono dopo alcuni minuti.
-Tra poco partiremo.-
Il sedile accanto a lei non era ancora occupato, quindi si alzò per vedere le postazioni di ciascuno. 
Matthew era poco distante da lei.
Scorse un Hostess chiedere lo sportello di entrata, quando una mano pallida si frappose tra questa. 
Lei fece entrare l'uomo, e quando Hermione notò che si si trattava di Draco si ributtò giù di sasso, consapevole che non vi erano più posti vuoti a parte quello accanto al suo. 
Sospirò profondamente scocciata. 
Poco dopo lo sentì sedersi accanto a lei.
-Oh, Granger.-
-Malfoy, che gioia.-
Disse sarcastica quanto lui.
Poi per evitare il suo sguardo si rivoltò nuovamente verso il finestrino e finse di fissare qualcosa fuori.

Quel viaggio sarebbe stato più lungo del previsto. 

-

La partenza era stata dura, ad Hermione venne un vuoto terribile allo stomaco nel momento in cui l'aereo si era staccato dal suolo. 
Non osava più affacciarsi al finestrino, la vista della città che si faceva piccola man mano che salivano d'altezza la metteva in subbuglio. 
-E alza quel dannato finestrino Granger! Fa entrare un po' di luce.-
Lei aveva scosso energicamente la testa alla richiesta di Draco.

Il viaggio sarebbe durato poco meno di un ora e mezza, e Hermione si annoiava. Aveva letto tutte le riviste che c'erano da leggere nei sedili, e non aveva neanche un libro nel bagaglio. 
Draco era nella sua stessa situazione o quasi. Tamburellava con le dita sul bracciolo del sedile in comune con l'altra , che un paio di volte prima si erano contesi.
-Puoi smetterla?- chiese sgarbata Hermione.
Lui scosse la testa come aveva fatto lei alla sua richiesta di aprire il finestrino.
Lei sbuffò e tolse la tendina all'oblò.
Vide nuvole nere e grigie. La cosa non le piaceva affatto. 

-

Era passata forse mezz'ora da quando era caduta nel sonno Hermione, quando qualcosa la svegliò.
Solo in quel momento si rese conto di essersi addormentata con la testa poggiata sulla spalla di Draco.
Si riscosse tirandosi su, poi analizzò l'espressione del biondo.
-'Giorno.- disse solo.

*Che pessima figura...* pensò Hermione, eppure Draco l'aveva lasciata riposare sulla sua spalla. Le sembrava strana quella scena vista esternamente, ma fece finta di nulla. 

Ed eccolo di nuovo, la cosa che l'aveva svegliata poco prima: uno scossone, e poi un altro ancora, stavolta più violento.
Dai sedili si alzò un borbottio allarmato. 
-Si pregano i passeggeri di rimanere calmi e assicurarsi che le proprie cinture di sicurezza siano allacciate correttamente.-
La solita voce che in tono calmo tentava di rassicurare gli imbarcati, invano. 
-Che succede?- chiese preoccupato Matt alzandosi in piedi.
Una Hostess gli venne vicino.
-Solo una piccola e passeggera turbolenza, adesso si sieda e stia tranquillo.-
Lui cercò di ribattere quando un altro scossone colse tutti alla sprovvista.

Hermione non era agitata, di più. Il suo peggior incubo si era fatto realtà e adesso era inchiodata dal terrore.
-È solo una turbolenza! Calmi!- 
Ma nessuno badava alle Hostess.
Stavolta l'aereo fece una semi capovolta, e una scossa più forte delle altre fece urlare i passeggeri.
-Moriremo tutti! Moriremo tutti!- strillò Giò euforico come sempre o di più. 

L'aereo fece un giro completo di se stesso, e per qualche motivo la cintura di Hermione si slacciò.
Le prese il panico allora, e pensò che sarebbe morta di paura, prima dell'ipotetico schianto dell'aereo.
Questo si inclinò tutto vero destra e lei per non scivolare verso quella direzione si aggrappò alla prima cosa che le capitò, in quel caso, fu Draco. 
Lui era sconvolto quanto lei, e non si oppose quando Hermione gli si incollò letteralmente addosso abbracciandolo.

Dal soffitto, appena sopra ogni sedile, un paio di mascherine per l'ossigeno uscirono con un effetto molla. 

I bagagli sopra le loro teste, uscirono dagli appositi scoparti schiantandosi ed alcuni aprendosi per lo stretto corridoio.
Una scossa lieve, poi un altra, un altra più violenta, e un'altra ancora che manca poco fece schiantare Hermione contro il sedile davanti. 
Lei si strinse con tutte le sue forze a Draco, affondò il viso nell'incavo del suo collo e sbarrò gli occhi inspirando il suo profumo che sembrò magicamente calmarla.

C'era stato un attimo in cui Hermione avrebbe giurato aver sentito Draco abbracciarla e tenerla a stretta se per non farla scivolare all'ennesima capriola. 

Nessuno face caso a loro, erano troppo occupati a pregare di non morire schiantati. 

------



Ciao a tutte! 
Ecco a voi il capitolo 7 
È stato particolarmente difficile da scrivere per me... Ma spero che vi piaccia, ne sono abbastanza soddisfatta. :) 

Vi ringrazio sempre tanto per le recensioni ho deciso che dedicherò il capitolo 8 ad una di voi , alla prossima! 

Piccolo spoiler..


"  -Per Merlino, no! Ditemi che non è vero!-
-Signorina, siamo mortificati.. Ma avevamo preso male l'ordine delle camere. Ne rimane solo una che dispone di un solo letto matrimoniale.. Per entrambi.-    " 



Bhe, ciaoo ;)


La vostra B.



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Capitolo 8
*** CAP.8 È uno scherzo, vero? ***


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Cap. 8 

Ad 'Alessialove', che recensisce sempre i miei capitoli, spero ti piaccia :)



•Mondo Babbano, aereo, Ore 13:02

-È passata, potete ricomporvi, ne siamo usciti...- 
Camerieri e Hostess erano indaffarati  a rimettere le valige al proprio posto, rassicurare i passeggeri e offrire loro qualcosa da bere.
Adesso l'aereo era stabile, non ballava più, e le forti scosse non coglievano nessuno alla sprovvista.
Hermione era ancora inchiodata a Draco. Non sapeva come comportarsi adesso che non vi erano più le voci acute di Giò a coprire quell'imbarazzo. Lui si era fatto più rigido e sentiva il suo sguardo puntato su di lei. L'imbarazzo era palpabile.
Staccò lentamente le labbra che erano incollate al vertice del suo collo morbido e caldo. Alzò gli occhi verso di lui incrociando il suo sguardo di ghiaccio.
-Scusa, io..- tentò di parlare.
-Fa niente, non è colpa tua-
Lei ritrasse le braccia che circondavano il torace del mago e si ricompose sul proprio sedile, sistemandosi i capelli in disordine.
-Non so come abbia potuto...- continuò imbarazzata, e lanciò uno sguardo alla sua cintura di sicurezza, strappata. 
-Rotta..- concluse.

Draco adesso era tornato come dieci minuti prima, distaccato e annoiato.
Sfogliava svogliatamente i giornali, tanto per fare qualcosa, e non sembrava minimamente interessato a quello che gli succedeva intorno.
-Informiamo i passeggeri che per la turbolenza, l'aereo è costretto ad un atterraggio di emergenza. Non è niente di grave, ma il motore ha bisogno di essere revisionato, perciò non preoccupatevi e restare calmi.-

Hermione si aggrappò con le mani al sedile,  quando sentì l'aereo perdere quota. 
Fuori dal finestrino il paesaggio circostante si fece più distinto, e le colline di quella campagna divennero più grandi e meglio visibili.
Con un rimbalzo l'aeroplano atterrò sulla pista, fino a fermarsi definitivamente. 
Furono fatti scendere in fila indiana, lasciando i loro bagagli all'interno del veicolo, tanto poi avrebbero dovuto risalirvi sopra. 
-Ci vorranno solo un paio di minuti.- Assicurò l'uomo che doveva essere con tutte le probabilità il pilota. 
-Non possiamo fare tardi, mi raccomando. Abbiamo da riprendere le riprese.- chiarì Matthew.
Si allontanarono e vennero fatti accomodare tutti nella sala d'attesa. 

~

Quei "paio di minuti" si trasformarono in quattro lunghissime ore. Il motore era rotto, si scoprì, e ripararlo,come gli ingegneri sapevano, non era ne facile ne veloce. Credettero che la scelta migliore fosse sostituirlo direttamente, peccato che non ve ne fossero di disponibili in quel momento.
Iniziò così la lunga operazione di riparazione, che non fu proprio cosa da poco. 
Hermione si rigirava i pollici seduta su una scomoda e rigida sedia della sala, che brulicava di persone con i propri bagagli che viaggiavano da una parte all'altra. 
-Sconveniente, altamente sconveniente.-
Ripeteva Matt mentre aveva cominciato a passeggiare avanti e indietro per il salone. Hermione notò una nota di preoccupazione e ansia negli occhi verdi del capo. 

Gli altri non erano messi meglio: Daniel per passare il tempo aveva scambiato qualche parola con Giò e con lei, gli assistenti sembravano come pietrificati e con lo sguardo fisso sul vuoto; Draco difronte a lei pareva assorto nei propri pensieri. 

Quando poi li vennero a chiamare per risalire sull'aereo, era quando quasi le 6, e le riprese non avrebbero trovato tempo di girarle quel giorno, era palese. Nessuno aveva un buon umore per il momento, e salirono nuovamente sul veicolo.
Presero le vecchie postazioni, anche se con una certa riluttanza. 
Poi decollarono, sperando che nulla stavolta andasse storto.


                       ***

•Parigi Babbana, Aeroporto della città, Ore 8:30


Quando l'aereo poggiò sopra Parigi, Hermione si riscosse. 
Erano arrivati, finalmente. 
-Mi puoi prendere la valigia?- chiese lei a Draco.
Lui la guardò per una frazione di secondo, poi afferrò dallo scopartimento sopra le loro teste il bagaglio della giovane. 
-Ma che ci hai messo dentro? I sassi?- chiese mentre tirava giù quello che gli sembrava un macigno.
-Simpatico-

Scesero le scalette, e attraversarono a grandi passi il tubo di gomma. 
Quando poi uscirono dall'aeroporto, dove già si respirava aria francese, furono investiti da un vento fresco che parlava di quel paese.
Finalmente Hermione metteva piede in territorio francese.
Era a Parigi, diamine! Secondo alcuni, la città più bella del mondo. 
Era emozionata certo, ma questo non impediva al suo corpo di avvertire un certo freddo.

Una macchina paragonabile per grandezza ad un bus, li scortò sino al cuore pulsante della città, frenetica e viva. 
Quando scesero, si trovarono davanti ad un grosso e lussuoso edifico, quello che Hermione riconobbe come l'Hotel. Evidentemente lo staff non aveva badato a spese. Entrarono aiutati da camerieri elegantissimi, che trasportarono i bagagli pesanti all'intero. 
La sala accoglienza era arredata in stile antico, come tutto l'albergo ovviamente.
-Vorremmo accedere alle nostre camere.- si rivolse cordiale Matthew all'uomo occhialuto di una mezza età ,che sedeva chino su una scrivania. Lui alzò appena lo sguardo. -Signori?-
-Oh.. Stembasky. Avevamo prenotato per qualche giorno.-
-Ah, si ricordo.. Adesso vi procuro le chiavi delle stanze.- 
Si alzò, e Hermione notò di quanto fosse basso. Questo si diresse verso un altro bancone, dove almeno un centinaio di chiavi con un grosso ciondolo con infisso ciascuno il proprio numero impresso sopra, ciondolavano appesi a dei chiodi. 
Ne prese su per giù venti, e li passò all'intero di un cesto a quello che doveva essere un assistente. 
Quest'ultimo li condusse ai piani superiori, salendo le grandi e lussuose scale di marmo lucido. 
Man mano che li smistava, Hermione capì che si trattava di stanze singole, o per più perone, ma contenti letti da una sola piazza. 
L'hotel era davvero gigantesco, oltre che meraviglioso. Sembrava non finire più. 
Lanciò una frecciatina con la coda dell'occhio a Draco che fischiettava in lontananza. Lui non era stupito da tanto sfarzo, perché infondo in quella ricchezza c'era cresciuto. Già, chissà come poteva mai essere il suo Manor...
Erano giunti alla stanza destinata a Matt, che la salutò con un delicato bacio sulla guancia, lasciandola un po' sorpresa. Si guardò intorno e notò che erano rimasti solo lei e Draco.
Il suo sguardo passò al cameriere che li stava osservando con un certo sorrisetto strano.
-E voi dovete essere la coppietta, non è così?-
Ci fu un attimo di silenzio nel quale sia Hermione che Draco rimasero perplessi.
-No, veramente non è così- rispose secco e con una sfumatura di sarcasmo Draco.
Lui si accigliò e sventolò sotto il naso dei due una, e la sola rimanente chiave. 
"98"

-Noi non siamo una coppia. Che cosa voleva dire con quello?-
-Non lo siete?- chiese nuovamente.
-No!- urlarono quasi tutti e due in sincronia.
Il cameriere sembrò elaborare una conclusione.
Poi, senza dire una parola, si diresse spedito nella direzione di una porta chiusa sulla parete opposta. 
L'aprì e sussurrò -Come sospettavo...-
Hermione si affrettò a sbirciare, e all'interno della stanza (elegantissima, in ordine e luminosa) vi era un enorme e unico letto matrimoniale. 

-Per Merlino, no! Ditemi che non è vero!-
-Signorina, siamo mortificati.. Ma avevamo preso male l'ordine delle camere. Ne rimane solo una che dispone di un solo letto matrimoniale.. Per entrambi.-    

Le sembrò di essere stata catapultata in uno dei suoi peggiori incubi.  Stavano scherzando? Non poteva resistere un minuto di più con Draco, e cosa le capitava? Doveva passare una notte assieme a lui per giunta! 
Hermione sospirò fragorosamente e si voltò verso Draco che aveva gli occhi fuori dalle orbite, e incavolato nero come lei per quell'errore di prenotazione.

-Ma si può parere cosa diavolo ho fatto di male?- sbraitò lei rivolgendosi al cielo.
-Se volete posso..- 
-No! Grazie mille, arrivederci!- Hermione interruppe bruscamente l'inserviente e quasi gli strappò le sue valige di mano. 
Entrò in camera e buttò i bagagli in un angolo, nel quale si accovacciò per disfarli con rabbia.

Sentì la porta chiudersi lentamente qualche istante dopo. 
Si girò verso Draco passati svariati minuti, non sopportando più quell'aria tesa che si era creata.
-Mettiamo le cosa in chiaro Draco, questa è la mia parte di armadio- gesticolò freneticamente verso un paio di ante e i cassetti all'estrema destra.
-E questo, è il mio letto. Tu, ovviamente, dormirai sul pavimento.- concluse a braccia conserte. 
-Io cosa?- chiese sgranando gli occhi Draco.
-Non ci penso proprio a dormire sul pavimento! Dormici tu per terra, Mezzosangue- 

Lei che era tornata a mettere a posto i suoi abiti nelle ante vuote, non diede peso a quelle parole.
-E allora cosa intenderesti fare, Malfoy?- 
-Io, dormo sul letto. Su questo non ci piove. Tu fa quello che ti pare, e secondo la mia opinione, Granger, questo letto è abbastanza spazioso per entrambi.- 
Lei si voltò sgomenta. -Quindi dovrei condividere lo spazio sotto le coperte con uno come te? Con le voci che girano sul tuo conto poi, scordatelo!-
-Rimane sempre il bagno. Potresti dormire in vasca.- 
-Non sei opportuno Malfoy! Smettila di fare il cretino, non sono dell'umore giusto per scherzare.-
-Come vuoi, ma se ti disturba tanto la mia presenza, puoi sempre rifugiarti dal tuo caro... Matt...-
Disse l'ultima parola canzonandola, ed Hermione si indispettì ad una tale accusa anche se implicita, e lo fissò malissimo.
Lui aveva assunto una specie di ghigno.

-Lo sanno tutti che te la fai con il capo.- continuò l'altro beffardo.
Lei adesso era furibonda, e si avvicinò a lui ancora più furiosa e tutta rossa, puntandogli un dito accusatorio contro.

-Io non mi faccio proprio nessuno! È chiaro?! E anche se lo facessi, non sarebbero affari che ti riguarderebbero. Mi stupisci sempre di più Malfoy, sei un essere spregevole! Faresti meglio a chiudere subito quella boccaccia che ti ritrovi prima che..- 
Draco fece un passo verso di lei, e le sfilò dal palmo degli slip rossi, che ciondolavano dalla mano ancora alzata della ragazza, la quale senza accorgersene nella furia di litigare con il biondo e rimettere la biancheria nei cassetti, si era scordata di posare. 
Glieli strappò via, approfittando dell'attimo in cui l'aveva distratta col suo sguardo seducente.

-Oh oh! Cosa abbiamo qua! La brava Hermione Granger possiede un tanga rosso fiamma! Interamente di pizzo! Affrettatevi gente, non tardate a vedere esibita tanta rarità!-
-Ridammeli! Ridammeli subito Malfoy!- urlavano entrambi, e di certo il fracasso era udibile anche al di fuori delle mura. 
-Quindi a volte fai anche la porcona eh? No, non ti ci vedo Granger, sei stata una casta tale per troppo di quel tempo!- 
Draco teneva in alto fuori portata gli slip dell'altra, che cercava disperatamente di riappropriarsene.
-Draco! Rendimeli! Subito! Non sto scherzando!- 
Lui rideva divertito, mentre a lei quasi non usciva il fumo dagli orecchi. 

Infine Hermione spiccò un salto, ma così facendo, anche involontariamente, finì per atterrare Malfoy il quale ricadde sul letto con la riccia sopra di lui. A lei si era alzata la gonna fin sopra la schiena, ed aveva assunto una posizione assurda. 
In quel secondo che seguì, entrambi erano così vicini che si zittirono, ma il secondo dopo qualcuno irruppe nella stanza dopo aver brevemente bussato. 
Si voltano di scatto a vedere chi fosse, e si accorsero che si trattava del cameriere di poco prima, il quale li aveva scortati fin lì.

Questo impallidì e si fermò sulla soglia visibilmente in imbarazzo, facendo rendere conto a Draco ed Hermione il disagio della situazione. 
Il biondo lasciò andare di scatto gli slip della ragazza che ancora stringeva in pungo nella mano destra sorretta in alto come un alza bandiera. 
I due ragazzi rimasero ad osservare con la bocca aperta l'inserviente, prima di staccarsi freddolosamente l'uno dall'altra e ricomporsi cercando si fare finta di niente.

Hermione si sistemò i capelli in scompiglio e si tirò giù la gonna alzata. 
-Ho.. Come dire.. Interrotto qualcosa...?-
-Ma si figuri..- rispose infastidito Draco passandosi una mano tra i capelli.
Lui stette incerto sul d'affari per un altro po', poi continuò -Sentivo delle voci alte... Dall'altra parte, perciò... Vabbe, Comunque volevo avvisarvi la cena è pronta.-
-Scendiamo subito allora! Dove si trova la sala mensa?- chiese agitata Hermione.
Il cameriere trattenne una risata.

-Signorina, in questo hotel i pasti vengono consumati nelle proprie stanze.- e con queste parole fece scivolare un carrello d'argento all'interno della stanza, con sopra un apparecchiatura e dei piatti coperchi da grandi coperchi lucidi dello stesso materiale, proprio come si vede nei film.
Hermione e Draco rimasero lì, ad scrutare il cameriere apparecchiare velocemente, con mosse sicure, la tavola. Una volta finita l'opera, quella sembrava tanto una tavola per una cenetta romantica; due rose si trovavano al centro del piatto, sia di Hermione che di Draco, una candela era accesa al centro del tavolino tondo, e vi erano anche alcuni petali di rosa rossa sparsi sulla tovaglia di seta.

-Hm, hm,- Draco cercò senza successo di attirare l'attenzione dell'uomo.
-Hm, hm!- ripetè più forte, e stavolta l'inserviente si voltò.
-Mi dica, cosa non le è chiaro di "noi NON siamo una coppia.- e sottolineò quel 'non'.
L'altro assunse un aria ambigua e stirò le labbra in un sorrisetto furbo mente il suo sguardo si posava una volta su Draco, l'altra su Hermione.
-Si.. Si.. Tranquilli, non lo dirò a nessuno.- e ammiccò soddisfatto. 
Gli altri lo guardarono sbalorditi senza trovare parole per controbattere... In effetti la posizione in cui li aveva sorpresi era senza scusante.

-E adesso, Bon appetit!- scoperchiò la prima portata rivelando il suo contenuto fumante.
Indietreggiò senza scollare lo sguardo sulla "presunta coppia".
Prima di scomparire dietro la porta bianca bisbigliò -Ah, riprendete dove eravate.. Scusate per l'istruzione.- riammiccò verso Hermione lasciandola in uno stato di confusione.

-Ma che cavolo?- disse solo in direzione di Draco, quando lo strano tipo era uscito.
Lui e la guardava con un espressione stranissima. 
Lei non tardò ad andare a riprendersi però i suoi slip sul letto, e compiaciuta del riappropriamento, sistemarli nel cassetto.  


~


La cena era stata ottima, ma Hermione non si aspettava che non lo fosse, d'altronde. 
L'avevano consumata in un ostinato silenzio, interrotto solo dal rumore delle auto fuori in strada. 
Poi, dopo essersi saziati, erano andati a letto senza proferirsi parola, ed erano così anche adesso: Hermione si trovava nell'estrema sinistra, mentre Draco il più lontano possibile da lei, all'estrema destra. 
Le coperte erano ruvide al tatto, come quando si usano appena dopo lavate, ma anche fresche.
La finestra lasciava entrare nell'ampia stanza un fascio di flebile luce della pallida luna, appena spuntata in cielo. 

Hermione la stette a guardare attraverso i vetri, con i pensieri che non le opprimevano la mente. Finalmente sentì la testa farsi più leggera.
Si voltò lentamente e vide la testa biondo chiara di Draco, illuminata dalla luna, rivolta dalla parte opposta rispetto la sua.

-Sei sveglia?- 
La voce di lui la fece sobbalzare, ma non rispose. Non voleva parlare, ne sopratutto litigare. 
Avvertì il corpo di lui poi girarsi nel letto e avvicinarsi a lei. 
Ebbe un sussulto e sbarrò gli occhi, ma non successe niente. Sentiva lo sguardo dell'altro puntato su di lei, ma non accadde nulla. 
Un attimo dopo però, sentì le dita di Draco sfiorarle la pelle liscia della  spalla e poi scendere per un breve tratto lungo la schiena. Lei rabbrividì di piacere. 

*Ma che diavolo sta facendo?*


Udì Draco sospirare.


                       ***


•Parigi Babbana, Ore 7;30


La giornata l'avevano passata a provare, aspettando pazientemente l'ora prestabilita in cui avrebbero dovuto girare la fatidica scena:
Quella del bacio.
Quando finalmente arrivarono lo sei, un autobus li passò a scortare sotto l'Hotel.

-Ho appena chiamato l'agenzia che ci presterà gli elicotteri.- 
-Perfetto.-
Com queste conclusioni, Hermione e Daniel furono gli ultimi a uscire dal bus che li aveva scortati sotto la famosa Tour Effiel.

-Ho sentito che sei in camera con Draco. I dirigenti dell'Hotel si sono  scusati clamorosamente.- azzardò lui.
Quella domanda-Barra-affermazione la turbò.
-Si, sono in stanza con lui..-
-E ti da fastidio?-
-Ce la farò.- rispose cercando di sembrare convinta. 
Lui la osservò e le poggiò una mano sulla spalla.
-È solo per pochi giorni cara Jess..-
Hermione stirò le labbra in un sorriso forzato.


Sopra di loro, era situata una costruzione interamente in metallo, alta almeno 300 metri. Poggiava su quattro zampe che davano stabilità alla struttura. 
Hermione si sentì una nullità sotto quella meraviglia, e rimase a bocca aperta ad ammirare quei pezzi di ferro legati l'uno all'altro dando vita a quel capolavoro. Poteva anche scorgere persone che salivano e scendevano da questa, o gli ascensori carichi di visitatori che svolgevano lo stesso compito. 

Il sole cominciava a calare, forse anche troppo presto, ma quel paese, come tutti gli altri, sentiva sempre più dalla vicinanza all'inverno; che equivaleva a giornate brevi e notti lunghe. 
Ed ecco che si illuminò, e lei rimase senza fiato. 
-Wow..- disse solo prima di raggiungere il resto della troupe che si stava allontanando.
Loro non sembravano tanto colpiti dalla Tour Eiffel, perché probabilmente avevano già visitato Parigi. 

~

Jess la sera era uscita. La Tour Eiffel era magnifica, come sempre d'altronde. 
Seduta su una panchina, sotto l'imponente struttura di metallo, leggeva un libro alla luce di un lampione poco distante. La città era particolarmente attiva quella sera e la confusione del traffico e delle chiacchiere le tenevano in un certo senso compagnìa. 
Era immersa nella lettura del libro "La vie in mieux" che trovava straordinario. 
Così affrontava la situazione in cui si trovava: leggendo. L'aveva turbata  la chiamata mattutina di Alex. Stava cercando di dimenticarlo e lui cosa faceva? La chiamava! E poi cosa mai avrebbe voluto da lei? Era d'un lato curiosa, ma dall'altro non le importava. 
Qualcosa le fece interrompere la lettura. Due mani le coprirono gli occhi da dietro. Per un attimo rimase interdetta, ma conosceva quel gioco.
Chi poteva essere? Come un lampo l'immagine di Alex che le sorrideva, come quando stavano insieme, le attraversò la mente, e temette fortemente che si trattasse davvero di lui. Ma erano sciocchezze, lo sapeva..

Cercò di captarne il profumo. Fumo e aghi di pino. Non le diceva niente. Le sue mani salirono fino a raggiungere quelle della persona 'misteriosa', e ne accarezzò i tratti maschili. 

"     


-Mi permetta, se taglia in questo modo è migliore.. Signorina?-
Rimase un po' imbambolata, non sapendo chi fosse quella persona così gentile. 
Si voltò e due occhi azzurri le si pararono davanti.

Ebbe un attimo di esitazione.
-Stewart ..Jessica Stewart-
-Posso unirmi a lei? La vedo un po' inesperta. Non che questa sia un offesa, non mi fraintenda. Qui si viene giusto appunto per imparare.-la sua voce era cordiale, ed educata.
-Certo..- sorrise e lasciò che il ragazzo di cui non sapeva il nome le si mettesse accanto. 


                                                          "


-Charlie..- avrebbe riconosciuto quelle mani ovunque.




---------------------


Ciao ragazze!
Questo capitolo è stata un'impresa! Non perché sia stato particolarmente difficile scrivere, ma perché avevo sbagliato la cronologia dei fatti .. Ahhah ops :) ora è tutto apposto.
Sono molto soddisfatta dei risultati, spero che piaccia anche a voi come lo è gradito a me.

Vi ringrazio sempre tantissimo per le recensioni, mi fanno sempre tantissimo piacere riceverle, se potete quindi lasciate un commentino qui sotto, anche breve breve! :) 


Al prossimo capitolo con una nuova dedica ad una di voi!

Nota d'autrice:
Probabilmente alcune di voi si chiederanno " ma chi è l'ex di Jess? È Ron! No, è Daniel, ne sono sicura! Per me è Matt.. Secondo me sarà un nuovo personaggio! 

Bhe, non posso anticiparvi nulla ;)
Ma non l'ho dimenticato tranquille, si scoprirà nei prossimi capitoli!! 


A presto! Ed un piccolo spoiler ...


"     


*Ci siamo. Il momento tanto atteso e temuto è arrivato. Adesso mi bacia, e chissà cosa pensa... Ma io cosa penso? Non lo so. Non mi sto perdendo nei suoi occhi? Non sto fissando un po' troppo ardentemente le sue labbra? No, no.. Sono solo una brava attrice.*


                                                          "


Kisskisskiss
Bia

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Capitolo 9
*** CAP.9 Sulla Tour-Eiffel ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP. 9


A Francesca Jackson, che recensisce i miei calitoli, spero ti piaccia.. Buona lettura! :)




•Parigi Babbana, Tour Eiffel, Ore 8:00


Quando Draco le aveva messo le mani sugli occhi, una strana scarica elettrica le si era diffusa in tutto il corpo. Il tocco di lui era delicato e le sue mani erano lisce e fresche.
Avrebbe recitato la parte con più spontaneità possibile, Hermione, e stavolta sentirsi tesa giocava a suo favore.
-Charlie..- disse in un soffio. 
-Indovinato- disse il ragazzo spuntando raggiante, ma  dietro nascondeva qualcosa.
Secondo il copione entrambi recitarono la propria parte:

-Hei- salutò Hermione. 
-Che ci fai qua tutta sola?- 
-Ci vengo spesso a leggere. E tu invece?- 
Draco assunse un'espressione vaga e fece spallucce. -Facevo un giro, ho appena finito il turno.-
-Cosa hai dietro la schiena?- chiese curiosa Hermione mentre si alzava per andare a controllare lei stessa.
L'altro non intendeva farsi vedere le spalle, e non assecondando le mosse di Hermione, mettevano in scena una buffa "esibizione" attirando l'attenzione di alcuni passanti. 
Draco si fermò vicinissimo a lei, e si fecero d'un tratto tutti e due seri. Tirò fuori da dietro la schiena un mazzo di fiori. Erano Calle bianche, la pianta preferita, guarda caso di Hermione. 
Si finse stupefatta e si portò una mano alla bocca, sorridendo. 
Fissò però per un attimo gli occhi limpidi di Draco, e sembrò che il tempo si fosse fermato.
Non poté negare che fosse bellissimo. Sotto la luce che si era creata in quel momento poi, il suo volto era un armonia di lineamenti pressoché perfetti. Come aveva fatto a non notarlo prima? Sotto i palmi che ancora le comprovano le guance, arrossì lievemente.

~

-Non ci credo! Non dovevi, davvero Charlie.. Ma dove le hai comprate?- 
Lui indicò qualcosa dietro di lei. Jess si voltò e scorse un fioraio ambulante, che vendeva piante ad una bancarella.
-Ti ho vista seduta sulla panchina che leggevi, e ho deciso di farti una sorpresa.-
-Grazie- disse solo, prendendo il regalo tra le mani.
-Ti va di salire sulla Tour Eiffel?-
Jess si trovò impreparata a quella proposta allettante, ma con rammarico non poteva accettare.
Guardò l'ora: 7;30
-No, Charile non posso.. Alle 8:00 devo tornare a casa.-
-Andiamo Jess! Faremo in un batter d'occhio, te lo prometto! Conosco un tizio che ci fa passare la fila senza aspettare tanto.-
Lei guardò nuovamente l'orologio, e poi il suo sguardo passò a Charlie che la guardava speranzoso.
-Va bene..-


~


Era meraviglioso. Era semplicemente uno spettacolo; una di quelle viste che ti lascia senza fiato, e che ti fa diventare le ginocchia molli e lo stomaco in subbuglio. Hermione soffriva paurosamente di vertigini, ed erano all'ultimo piano della costruzione; eppure in quel momento era persa ad ammirare Parigi nella sua interità, e non badava all'altezza.
 Il sole stava tramontando dietro le case e le colline, e lasciava  nel cielo dei bagliori arancioni su uno sfondo viola. 

Cavolo se era magnifico. 

La città era buia, ma mai spenta e inattiva: le case e i palazzi erano illuminati dalla luce che fuoriusciva dalle loro finestre, e i lampioni contribuivano a rischiarare le strade con un chiarore giallastro.
Le auto andavano e venivano per le strade, e gli elicotteri sopra le loro teste, riprendevano con telecamere ogni  singola mossa di lei e Draco.

Era stano. 
Era strano che vivesse tutto quello con lui. 
Salire sulla Tour Eiffel dovrebbe essere una cosa che si fa con il fidanzato, eppure non Hermione non riuscì a immaginarsi quella scena vissuta assieme a Ron. 

Malfoy si trovava accanto a lei, ed ammirava la città. Lei virò la testa quel poco che bastava per scrutarlo, poi tornò a fissare l'arco di trionfo sotto i  piedi. 
Diamine, avrebbe voluto restare li per sempre, e bloccare quell'istante per l'eternità. Parigi era davvero fantastica, Ginny aveva detto il vero.

Il braccio di Draco che le cingeva i fianchi e la stingeva a sé, la riportò alla realtà.
*Giusto, il film..* per un attimo se ne era dimenticata.
-Abito a Parigi ma.. Non mi stanco mai di vederla. Soprattutto la notte. Non è bellissima, Jess?-
-Eccome se lo è- rispose lei. 
Draco la tirò più stretta al suo corpo, trasmettendole calore e un certo senso di protezione. Ma si dette della stupida appena lo pensò, si era scordata che lo odiava? No, certo che no. Rimasero così per un tempo  indefinito. 

-Domani ci vedremo al ristorante-
-Si, cosa prepareremo chef?- domandò scherzando Hermione.
-Dessert signorina Stewart!- esclamò l'altro con un tono vagamente francese (anche se abitava a Parigi). Un risolino nervoso uscì della bocca di Hermione. 
Lui aggrottò le sopracciglia scrutandola.
-C'è qualcosa che non va Jess?-
Hermione guardava dritto davanti a sè.
-Ti vedo turbata-

-No, è tutto apposto, davvero..- 
-Sicura?-
Lui la fissava, ed Hermione capì che era quasi giunto il momento. 
Si voltò piano e rispose -Si..- 

~

A Jess quel "si" venne incerto e con una nota che la tradì alla fine. Ma doveva raccontare a Charlie la storia della sua vecchia vita? Forse non era pronta, o forse si. 
-Qualunque cosa sia, anche se non mi vuoi dire il motivo che ti rattrista, spero che adesso tu possa metterla un attimo da parte. Se c'è una cosa che ho imparato dalla vita è che non c'è cura migliore per le ferite che il tempo. Quello le cura tutte.-
-Rimarranno sempre le cicatrici però-
Quella di Jess sembrava più un affermazione che una domanda.

-Rimarranno sempre. Saranno lì, in ogni momento per il resto della tua vita ,a ricordarti il passato.-

-Ma, cosa cambia allora?-

-Che quando le guardi non provi più dolore.
 Le cicatrici e i graffi sono come trofei: potrai andare in giro e vantarti di aver superato tutti quei brutti momenti, e dire "e adesso vivo ancora."
 Dai tempo al tempo, Jess.-

Lei rimase esterrefatta da quelle parole tanto profonde che le avevo toccato il cuore, e smosso il profondo dell'anima.

Sentì le lacrime salire agli occhi veloci, vogliose di uscire.
Sentì la gola raschiare in cerca di libera uscita per urlare.
Sentì il petto abbassarsi e alzarsi più velocemente. 
Ma non doveva piangere, non poteva e non voleva ;basta.

-È solo che.. Sono troppo, così fragile..- ammise abbassando gli occhi con la voce rotta dal pianto.
Charlie fece come non essersene accorto, e le accarezzò una guancia teneramente, alzandole il mento con le dita. 
-Tutte le cose fragili sono belle.-


~


*Ci siamo. Il momento tanto atteso e temuto è arrivato. Adesso mi bacia, e chissà cosa pensa... Ma io cosa penso? Non lo so. Non mi sto perdendo nei suoi occhi? Non sto fissando un po' troppo ardentemente le sue labbra? No, no.. Sono solo una brava attrice.*

Hermione poteva avvertire le varie telecamere inquadrarli in un primo piano, e la cosa non la aiutava. 
Un sudore freddo le imperlava la fronte, mentre lacrime finte le velavano gli occhi. La parte fino a quel momento era perfetta, non poteva rimproverarsi niente.

*Cosa devo fare adesso? Oh.. Cosa?*

Un vuoto di memoria la colpì all'improvviso. Ma ci pensò Draco a riportarla al presente.
Non fece altro che annullare la distanza tra le loro labbra.
All'inizio fu un bacio casto. Hermione avvertì le labbra morbide e umide di lui poggiassi sulle sue, poi con una sovrumana naturalezza fu lei a dischiuderle per prima. 
La sua bocca sapeva di fumo e menta e la mano di Draco salì piano sulla schiena dell'altra e arrivò all'attaccatura dei capelli. Le accarezzò la guancia calda baciandola con passione. Non fu facile per Draco inizialmente rispondere a quel bacio, ma poi si sciolse come cera sotto il sole. Il mondo scomparve; Parigi, la Tour Eiffel, i cameraman, le persone, gli elicotteri che vorticavano intorno a loro, la terra, il cielo, le stelle, la luna che cominciava a fare capolino da dietro una nuvola, gli odori, i sapori, i colori, la percezione dello spazio e del tempo.
C'erano solo loro due, le loro bocche che si fondevano, e si comportarono come se lo avessero fatto da sempre. 
Un bacio passionale come quello non lo aveva mai neanche dato a Ron, Hermione, e ciò la fece riflettere.

Quando sentirono lo "Stop, buona!" Non si staccarono immediatamente. Arrestarono il bacio, si, ma rimasero con le palpebre serrate e le labbra ancora a schiudersi.
 I loro sguardi si incrociarono, ma non vi era imbarazzo. O almeno Hermione non lo provava. Il mondo era sordo, e le voci di tutti arrivavano alle loro orecchie ovattate.

Draco, con uno sconcerto generale poi, girò i tacchi e su due piedi, e si recò verso l'ascensore senza voltarsi. Hermione rimase lì come pietrificata a fissare la sagoma di lui che si allontanava, mentre dagli elicotteri la troupe le batteva le mani e le rivolgeva complimenti, ai quali lei non prestò attenzione. 


                        ***

•Parigi Babbana, Hotel, Ore 9:46 p.m.



Hermione era tornata in stanza prima di Draco per farsi una veloce doccia. Parlava poco, e quando con tutto lo staff erano andati a cena fuori, non aveva toccato cibo. 
Le si era chiuso lo stomaco nel momento esatto in cui aveva aperto la bocca e baciato Draco.
Ancora doveva riordinare le idee in testa, ma preferiva rimandare quel compito al più tardi possibile. 

Poi c'era anche Ron. Hermione si augurò che non avesse combinato niente. 
Una volta da ubriaco aveva fatto a botte con un tizio all'interno del locale, dove si era rotto il naso. 
Un altra invece, si era perso e non trovava più la strada di casa, essendo sbronzo. Lo aveva raccattato la polizia nella metropolitana, molto distante da casa sue e di Hermione.
Un altra ancora, aveva beccato una multa salata e il ritiro della patente per guida in stato di ebrezza. 

E poi si chiedeva perché non si poteva fidare di lui...
Cercò di pensare in positivo, ed entrò in bagno avvolta da un asciugamano.
Spostò le tendine e vide l'enorme vasca dietro di queste già piena e fumante.
Chi l'aveva riempita? Probabilmente i camerieri. Non si fece troppe domande.
 Poi notò che disponeva anche di Idromassaggio, e sul davanzale poco distante erano poggiati vari sali da bagno.
Ne scelse uno e dopo aver versato una parte del contenuto nella vasca, si tolse l'asciugamano e vi si immerse dentro fino al collo.

Tirò un lungo sospiro, e stese i nervi mentre un'altra macchina faceva fuoriuscire delle bolle, schiumando la superficie dell'acqua. I muscoli contratti della schiena e delle spalle si rilassarono al contatto continuo dei getti d'acqua che simulavano un massaggio. 
Chiuse gli occhi e si concesse un minuto di tranquillità.
Quasi non si addormentò. 

-

Draco era confuso. Si era trattenuto a chiacchierare con Matt fuori dall'Hotel mentre fumavano 
-Ti ho visto con Hermione..- se la spuntò d'un tratto Matthew. 
-Cosa scusa?-
-La scena di oggi.. Quella del "bacio".-
-Oh, si..-
Seguì il silenzio.
-Allora?- domandò insistente Matthew
-Allora cosa?- disse infastidito in risposta Draco.
-Com'è baciare una donna bellissima?-
Draco buttò fuori con uno sbuffo il fumo, poi si sgranò gli occhi in direzione dello zio. 
-Le mie orecchie hanno sentito bene?- domandò incredulo.
-Bhe, che c'è di stano? Hermione è una bella donna. A quando pare sei l'unico che non lo riconosce, chiedi in giro.-
-Non mi interessa un fico secco...-
E fece un tiro. 
-Meglio che torni nella tua stanza, domani pomeriggio partiamo. Riposati Draco.-
Lui fece una smorfia e senza tante cerimonie tolse il disturbo non salutando.

Entrò nell'hotel, e le porte di vetro si aprirono al suo passaggio. Salutò con un cenno di capo il portinaio e 
salì le scale con calma, mentre la sua mente correva a quella sera.

Hermione.

Aveva mentito poco prima, lei era davvero bella. In un lampo ricordò il loro bacio sulla Tour Eiffel, e una marea di sensazioni l'invase, talvolta anche contrastanti.
Chi era Hermione? La conosceva davvero? Ma soprattutto, chi era lui? 
Conosceva se stesso? A quanto pareva non abbastanza, perché non si sapeva spiegare quello che stava provando.
Era riluttante all'idea che potesse essere coinvolto emotivamente nel film, e si rimproverò da solo.
Cavolo, finito questo maledettissimo film e intascati i soldi avrebbe potuto sbattersene del mondo Babbano, e tornare al Manor da sua madre. 
Ma quello che li succedeva nella testa, non era chiaro neanche a lui. 
Non aveva mai provato cose simili, e quindi come poteva sapere di cosa si trattassero? 
Era confuso, e come diceva Charlie (lui) doveva "dare tempo al tempo", ed fu quello che decise di fare.

Quando arrivò difronte alla porta di camera sua e di Hermione, constatò che era aperta. Entrò ma lei non c'era. Pensò che fosse andata da Daniel, che con il quale il biondo aveva afferrato, che si fosse instaurato un buon rapporto.
Si diresse verso il letto e si spogliò. I pantaloni volarono sul cuscino, come la maglietta, il maglione e la biancheria.
Si diresse verso il bagno, completamente nudo, ed entrò senza farsi tanti problemi. Una nuvola di vapore caldo lo investì.
*È pronta la vasca che avevo ordinato. Perfetto*


Si avvicinò alla tenda tirata che lo separava dal bagno caldo che lo aspettava, ma quando scostò quest'ultima, la visione di Hermione già presente nella vasca lo fece sobbalzare. 
Lei urlò riscuotendosi e portandosi le mani al seno, anche se già la schiuma copriva le sue intimità.
Draco si rifugiò dietro la tenda facendo sbucare fuori solo la testa. 
-Che diavolo ci fai tu qui!- squittì Hermione ascendendo con rabbia le parole.
-Tu! Cosa ci fai qui!- ribattè Draco.
-Avevo prenotato i sali per farmi una doccia!- 
Hermione parve farsi più piccola ma subito dopo ripartì alla carica.
-Esci immediatamente! Verrai quando avrò finito, e farò... Farò finta di non aver visto.. Nulla.- 
Draco la scorse arrossire come un peperone, poi un po' risentito sbuffò.
-Non puoi uscire?- 
-Certo che no! Che domande!-
-Io non intendo aspettare.- disse secco l'altro.
-Quindi, se non ti togli tu, entro dentro anche io.-
Hermione inarcò le sopracciglia al massimo delle sue capacità 
-Ma cosa?! Farnetichi!-
-È abbastanza spaziosa per tutti e due.- protestò Draco.
-Lo stesso dicevi per il letto, perciò Malfoy.. Vai a farti una doccia sul materasso.-
Si fissarono per qualche secondo, nel quale nessuno abbassò lo sguardo.

-Guarda che lo faccio.-
-Cosa?-
-Entrare nella vasca.-
Hermione gonfiò il petto piena d'orgoglio, forse anche troppo, e disse dandosi delle arie. 
-So che non lo farai.-
-Ah no?-
Così Draco scostò la tenda e si immerse nel lato opposto della vasca, osservando divertito la faccia sconcertata e fuori di senno dell'altra. 
-Oh mio Dio! Non posso credere che tu l'abbia fatto!- e andò a coprirsi gli occhi con una mano.
Malfoy alzò un sopracciglio.
-Io non posso stare qua dentro un minuto di più!- 
Hermione afferrò un asciugano (per le mani)  e lo immerse nella vasca e se lo legò all'interno di questa, per essere sicura di non essere scorta nuda da Draco. 

Si alzò velocemente con quel pezzo di stoffa che a malapena le copriva i punti critici, e si diresse verso l'uscita del bagno. 
Draco ghignò e si accese una sigaretta.
-Malfoy ottiene sempre quello che vuole.-

-

Hermione uscì dal bagno spazientita, si infilò il pigiama ancora mezza bagnata e si frizionò energetica mente i capelli. Per una volta che si rilassava, non le possibile essere interrotta in quel modo. 
Draco Malfoy poteva essere attraente, seducente, sexy, (e anche dotato..) pensò per un attimo Hermione, ma poi si dette una pacchetto sulla fronte da sola.

*Ma cosa vado a pensare!*  appresto 

Però, era tanto bello quanto stronzo, caparbio, insolente, presuntuoso, prepotente, egoista, menefreghista, e quant'altro. Non era cambiato affatto. 

Prese l'asciugacapelli, l'accese sulla modalità "asciugatura rapida" e cominciò a pettinarsi i capelli annodati borbottando tra se e se.


                   ***

•Parigi Babbana, Hotel, Ore 9:20 a.m.


La mattina li colse all'improvviso, svegliandoli con un fascio di sole che li colpiva in pieno viso. Hermione si stropicciò gli occhi e si stirò le braccia con uno sbadiglio. 
Draco era ancora addormentato poco più in là. Il suo volto pallido rifletteva la luce mattutina. 

Si alzò e scelse i vestiti che avrebbe indossato quel giorno. 
Prese dall'armadio un grazioso e semplice vestitino verde a maniche corte che arrivava poco sopra le ginocchia, di un tessuto molto leggero, legato in vita da un cinturino di pelle nero lucido. 
Le scarpe erano quelle di sempre, nere e col tacco. Si guardò allo specchio i capelli scompigliati, una mal riuscita dell'altra sera, e se li acconciò in una treccia alla francese. 
Fece i bagagli lentamente, e ripose con cura gli indumenti in modo tale da far chiudere il bagaglio, poi lo lasciò in un angolo. I camerieri lo avrebbero caricato per lei sul bus, quando sarebbe arrivato il momento di andare.
Lo specchio le rimandò indietro anche l'immagine di Malfoy che si svegliava. 
-Buongiorno- abbozzò lui.
-'Giorno- ricambiò lei aspra, ancora indispettita per l'accaduto dell'altra sera.
Sentiva lo sguardo di Draco attaccato alla sua schiena. Hermione  prese la borsa, e dopo essersi passata il rossetto fucsia sulle labbra, uscì dalla stanza senza aggiungere altro. 

Quel giorno sarebbe stato meno impegnativo degli altri. La mattina la passeranno a dare uno sguardo alla città, e il pomeriggio sarebbero ripartiti per Londra. Scese le scale in fretta, salutò con un cenno di capo il portinaio e sguisciò oltre le porte girevoli. 

-Buongiorno, dormito bene?-
-Ben svegliato anche a te. Dormito benissimo, tu?- mentì
Daniel sorrise.
-Anche io, pronta per uscire?-
-Prontissima!- rispose raggiante Hermione.
In quell'istante Matt li raggiunse.
-Daniel,- salutò brevemente con un cenno di capo. -Jess-

Ormai era diventata un abitudine sentirsi chiamare così dal suo capo, e a Hermione non dispiaceva, anzi, lo trovava un nomignolo carino.
-Hei Matt-
Lui la squadrò.
-Lasciatelo dire, sei un incanto!- i suoi occhi verdi brillarono al sole per un istante.
-Grazie mille, gentile come al solito-
Disse lusingata ma con un po' di imbarazzo.
Matthew si accese una sigaretta, mentre via via il vialetto si riempiva di  gente. 
-L'auto arriverà tra poco- annunciò Matt mentre riponeva in tasca l'accendino.
-Draco?- chiese poi rivolgendosi alla ragazza.
-Quando sono uscita si era appena svegliato.-
-Il solito ritardatario..- rise.
-Dove andremo di bello?- domandò curiosa lei.
-Andremo sugli Champs-Élysées.-
-Fantastico.. Le vie con tutti i negozi che partono dall'Arco di Trionfo?- 
-Esatto- Matthew sorrise ancora, vedendo crescere l'eccitazione della ragazza davanti a se.
Una bellissima donna. 

-

-Ci sono! Ci sono!- 
Draco entrò affannato nella navetta, e si mise accanto a suo zio.
-Mi spieghi perché ci hai messo così tanto?- l'ammonì l'altro.
Hermione era seduta vicino a Daniel, e parlavano di quanto fosse bella Parigi.

-Tu c'eri mai stato?-
-No.. Tu?-
-Nemmeno io, e pensa un po' Daniel, credo che ci ritornerò molto presto!-
-Ma non siamo nemmeno partiti!- scherzò lui, poi continuò. -Ci tornerai con Ron..?- chiese titubante.
Hermione gli aveva parlato di Ron una sera, nella quale non gli aveva detto tutto, ma solo che conviveva con un ragazzo e che la situazione tra loro era complicata. 
Quando le venne posta la domanda rimase un po' sconcertata senza saper trovare una risposta certa.

-Io.. Penso di si..- mentì.

L'auto si mise in moto.


                        ***

•Parigi Babbana, Champs-Élysées, Ore 10:12 a.m.


-Sto letteralmente impazzendo Matt!- squittì Hermione girando su se' stessa, per ammirare nella sua interità ciò che la circondava. 
-Ci sono così tanti negozi!- concluse solare.
Hermione si diresse quasi correndo verso la vetrina di una boutique, trascinandosi dietro per un braccio Matthew. 
-Hei, piano..- disse sorridendo, ma l'alta era troppo presa ad osservare le borse esposte. 

Matt e lei erano soli. Il resto della troupe si era di sparsa per il resto di Parigi, con l'accordo comune che si sarebbero ritrovati tutti sotto l'Arco di Trionfo alle 12:30 esatte. 
Hermione aveva una voglia irrefrenabile di fare shopping, e Matt si era offerto di accompagnarla dato che non conosceva la città.
Lei saltava da negozio a negozio, e perciò per lui quella era una specie di prova fisica, ma gli faceva piacere stare con la sua Jess.
Era così graziosa nel suo svolazzante vestitino verde chiaro.
-Guarda questa!- 
Hermione era incollata ad una vetrina di una gioielleria, e indicava una collana tutta scintille. Era stupenda, ma quando lesse il prezzo scritto nella targhetta sotto il gioiello, le si rizzarono i capelli in testa. 
-Penso siano diamanti.- affermò Matt alle sue spalle. 

Era una collana corta, a girocollo costituita da tante piccole pietruzze bianche attaccate tra loro a formare  filamenti sottili, legati alle estremità.
-Wow..- disse in un soffio.

Hermione girò in lungo e in largo gli
Champs-Élysées, comprando molti capi d'abbigliamento.
Mancava solo mezz'ora prima che il tempo per le compre scadesse, quando Hermione si trovava in un camerino, a provare un fantastico abito rosso che le aveva consigliato Matthew. 

-Allora? Sei pronta?- 
-Si- 
Uscì dallo stanzino scostando le tende e si guardò allo specchio. 
Quel vestito le calzava a pennello, sembrava che le fosse stato cucito addosso. Scendeva lungo fino alle caviglie, coprendo le gambe, anche se era tutto riguadagnato da uno spacco vertiginoso che saliva fino alla coscia. Dava una bella forma al suo seno e le fasciava il punto vita dando risalto alla sua silhouette. 
-Sei una meraviglia.-
Lei arrossì guardando la sua immagine riflessa. 
-Prendilo.- la incitò Matt.

Lei si voltò verso di lui.
-No... Non me lo posso permettere. Costa tropo. Ho già comprato molte cose.-
-Te lo compro io.- disse Matthew infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Matt sei impazzito?- chiese l'altra strabuzzando gli occhi.
-No, sul serio, lo farei con piacere-
-Non devi, ti ringrazio ma davvero.. Costa molto, non saprei come ripagare poi..- 
-Tranquilla, lo faccio volentieri. Guarda come ti sta d'incanto-
-Sul serio lo faresti?-
Matt sorrise dolcemente.
-Certo.-


---------



Buonasera!!
Questo capitolo è un po' lunghetto, spero di non avervi annoiato.. :)
Mi scuso per gli errori, so che ce ne saranno molti, l'ho riletta distrattamente.

Ringrazio tutti per le recensioni come sempre, vi adoro!! :* 

Un bacio e alla prossima con una nuova dedica!
B.



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Capitolo 10
*** CAP.10 Ben tornata ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HERAT 
Cap. 10


A _Giuls17_, che recensisce i miei  capitoli :) spero ti piaccia




•Londra Babbana, Areoporto, Ore 7:44


Il viaggio di ritorno fu senza dubbio molto più tranquillo di quello dell'andata. Hermione era seduta accanto a Giò, che di certo non aveva inteso di farle chiudere occhio tartassandola di chiacchiere sulla moda, sul film, e inondandola di complimenti su quanto fosse brava e bella, o sempre elegante. 
Quando scesero dall'aeroplano si erano affrettati a recuperare i loro bagnagli e filarsela da quell'ageggio volante dove ognuno non aveva passato proprio una bella esperienza. 
Era quasi sera, e avevano una fame pazzesca, compresa Hermione.
Matt parlò a gran voce -Ringrazio tutti per la collaborazione durante il viaggio, che per l'amor del cielo è finito, e per le riprese girate a Parigi. Il lavoro svolto è perfetto fino ad adesso. Sta andando tutto alla meraviglia, e come sapete questo è un grande traguardo per noi. - fece una pausa e sorrise compiaciuto.
-Perciò, spero che per stasera non abbiate impegni, perché propongo di andare tutti fuori a cena per festeggiare!-

La troupe annuì e battè le mani.
Hermione non sapeva se fosse il caso di attardarsi ulteriormente, poiché Ron l'aspettava a casa da solo. Ma a quanto pare era l'unica che non avrebbe partecipato, perciò accettò l'invito ripromettendosi di non rientrare troppo tardi. E poi le avrebbe fatto piacere passare del tempo con i suoi colleghi, che grazie alle riprese aveva cominciato a conoscere.
-Vieni vero?- le chiese Daniel.
-Si- rispose Hermione cordialmente.


                         ***

•Londra Babbana, Ristorante "The King of Queen" , Ore 8:31



La pizza era ottima, forse la più buona che Hermione avesse mai mangiato. Il posto era grazioso, piccolo ma accogliente. Si scambiavano battute tra loro e grosse risate rapivano la piccola sala circostante. Ma Hermione era impegnata ad osservare il liquido giallastro nel suo boccale di birra, assorta nei suoi pensieri. Venne però riportata al presente da Matt che, in capotavola, proponeva l'ennesimo Brindisi. 
-Alla nostra salute!- 
-Alla nostra salute!- ripeterono in coro.
-Adesso ho un annuncio da fare...- aggiunse dopo aver bevuto, senza rimettersi a sedere, e la sala si ammutolì. 
Era un po' brillo, Hermione se ne accorse, ma non poi più di quanto non lo fosse Draco. 
-Dopo svariate ricerche sul personale da assumere come l'ultimo anello mancante alla nostra collana di attori, che lavorano nel  film, sono giunto ad una sola conclusione-
Hermione drizzò le orecchie.
-Alex, il personaggio, ovvero l'ex della nostra Jess qui presente, sarà interpretato, e qua ho il piacere di presentarvi...-
Hermione si era completamente dimenticata di chiedere al suo capo risposte sull'argomento, che adesso invece stava per venire a conoscenza.
-Me!- e piegò gli angoli della bocca in un largo sorriso.
Tutti rimasero in silenzio per un secondo, poi cominciarono a battere fragorosamente le mani. 

Hermione si sentì un po' sbigottita da quell'affermazione, pensava che Matthew si occupasse solo di gestire  il tutto dall'esterno.
-E quindi fai anche l'attore,Matt?- chiese Hermione quando fu silenzio. 
-Si, sei felice Jess? Draco?- 
Il biondo sogghignò e prese un sorso di birra. 
-Oh, molto!- Hermione si fece solare. Lavorare con il proprio capo le faceva piacere, anche se non se lo aspettava. Inoltre non sarebbe stato più terribile di quanto non lo fosse  con Malfoy, e a parte questo, Matt era un bell'uomo da ogni punto di vista. 
-Avete letto i copioni? Fatelo, saprete che parte svolgerò.-
-Io l'ho fatto.- soggiunse Draco sfidandolo con lo sguardo e asciugandosi la bocca con il dorso della mano.
-Bene, perfetto.-

-

-Una rosa! Una rosa per la signorina?- un ragazzo era entrato nel locale e si era avvicinato a Matthew nella speranza di vendere qualche fiore. 
-Una per favore- disse senza esitare. 
Il ragazzo gli porse una rosa Bianco latte, e dopo essere stato pagato si allontanò. 
-Una rosa per te, Jess.. Bianca come la tua purezza e semplicità, il bianco ti rispecchia, sia per  bellezza che per carattere.-
Hermione prese dalla mano del suo capo il fiore e se lo portò al naso. Inspirò e un profumo fresco e delicato gli inondò le narici. 
-Grazie, non dovevi..- le stava cominciando a fare troppi regali, e anche se li apprezzava non sapeva come ripagare.
-Si che dovevo invece.. A Jess!- esordì con il calice alzato.
-A Jess!- e tutti prenderono una boccata dal bicchiere.



Draco aveva osservato tutto attentamente, poi si era alzato e mentre si dirigeva verso il bagno degli uomini aveva fatto cenno a Matt, ancora seduto al tavolo, di seguirlo.

Le aveva dato una rosa. Una rosa, che lei aveva accettato lusingata, e a cui prestava attenzione a non sciupare i petali bianchi.
Si ricordò di quando lui, durante le riprese, alla cena romantica aveva donato una rosa rosso sangue ad Hermione, e lei cosa aveva fatto? L'aveva gettata sul pavimento subito dopo lo "stop, buona" ed era uscita senza tante cerimonie. Trovava l'astio che Hermione provava verso di lui un po' esagerato, ma come poteva biasimarla? Si era fatto sempre vedere da tutti come uno stronzo, a cui non importava niente di nessuno. 

E forse era giusto così, perché infondo, lui in quel modo lo era. Si guardò allo specchio, che gli ributtò indietro l'immagine di un giovane con i capelli arruffati e il volto pallido. 
In quell'istante sentì la porta aprirsi, e si voltò di scatto guardando suo zio entrare con le braccia alzate come in procinto per un abbraccio.

-Qual'è il tuo problema ,Draco stavolta-
-Io non ho nessunissimo problema, tu, invece che problema hai?-
-Draco, dove vuoi arrivare.- domandò in tono laconico. 
-Ti ho visto prima, tutto imbronciato come eri, sembravi un bambino a cui erano state rubate le caramelle.-
Continuò sarcastico Matt.
Draco non ce la fece più, e gli venne vicino tutto d'un tratto, puntandogli un dito minaccioso contro.

-A che gioco stai giocando- 

Lui non parlò immediatamente, e scrutò gli occhi chiari e decisi del nipote.
-Te lo ripeterò solo una volta, Draco. Sta attento a come ti rivolgi a me. È chiaro?-
-Da quando in qua fai l'attore, eh?-
Matthew si striò la giacca e si passò una mano fra i capelli.
-Ahh.. E quindi è questo che non ti va giù. Che io partecipi a questo dannato film, eh? Ma sai qual'è la novità? Io decido. Io comando. Io posso fare quello che voglio, e tu invece non puoi fare niente per cambiare le mie decisioni, o almeno non nella situazione in cui ti ritrovi...-

Draco che nel mente si era distanziato, lo fissava con odio.
-Ti sbagli. A me non importa niente di..-
-Di chi? Di Hermione? Ma se proprio tu avevi giurato che non ti importasse niente di tutto il resto, ma solo dei bei quattrini da me sganciati? Ma allora cos'è che ti da fastidio...? La mia vicinanza ad Hermione..? Quella che tu chiami "Mezzosangue" e che disprezzi più di ogni altra cosa e tratti da schifo?-

Ci fu una pausa.

-Non hai capito niente..-
Matthew un'altra volta lo interruppe.
-Io ho capito tutto invece. Ma tu, cos'è che non capisci? Quello che sto facendo non è affar tuo credo. Non ficcare il naso negli affari degli altri.-
Draco rise come se fosse la cosa più stupida del mondo.
-Non mi importa niente se regali una stupida Rosa a una stupida sgualdrina! Intesi?! Fa quello che vuoi con quella nata Babbana del cazzo , trobatela, vacci a letto. Non mi interessa!-
Aveva urlato senza volerlo.
La porta del bagno si aprì e fece capolino Hermione con le labbra fatte sottili e gli occhi appena lucidi. Dopo qualche secondo che fissava Draco immobile sul posto, si voltò velocemente chiudendo la porta. 

-Ti senti soddisfatto adesso?- lo ammonì Matthew con sguardo di rimprovero.

-Sei patetico Draco. Patetico.-
E così uscì dalla porta lasciandolo solo, a pensare a quella valanga di parole con cui prima o poi ,avrebbe dovuto fare i conti.

-

Hermione era andata fuori e con le c'era Daniel. Quando dopo alcuni minuti Matt la raggiunse fece cenno al collega di poter andare e di lasciarli soli.
Hermione non piangeva, e non sembrava nemmeno turbata o scossa. Aveva solo un'espressione seria e impassibile sul volto.
-Jess.. Non farci caso. Non sono vere le cose che ha detto Draco. Lo conosci, sai com'è...- 
Lei continuò a guardare di fronte a se'. 
-Vuoi un passaggio?- chiese dopo qualche istante.
-No, grazie, è stata davvero una serata.. Stupenda.. Ma adesso devo andare.- 
Hermione prese delicatamente la mano che ciondolava lungo il fianco di Matt, e depositò un lieve bacio sulla sua guancia. Lui la vide scomparire trainandosi dietro il bagaglio, e si allontanava verso la macchina. Quando non fu più visibile perché troppo distante, si rese conto di cosa stringesse nel palmo: la rosa bianca.


                      ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione e Ron, Ore 10:04



Hermione salì le scale controvoglia dopo aver letto sull'ascensore "fuori uso". 
Non era arrabbiata, ma solo non aveva parole. Draco l'aveva chiamata sgualdrina e l'aveva insultata. Quel ragazzo non era cambiato per niente. E non si sarebbe dovuta nemmeno meravigliare per le parole da lui dette.. Ma allora perché si sentiva così? In qualche modo forse delusa da lui.. 
Non aveva mai pensato che fosse cambiato.. O si? Non lo sapeva. Preferì non pensarci più, dato che le cose sarebbero rimaste come erano: Draco Malfoy restava sempre Draco Malfoy.

Le rampe di scale erano ancora tante, e la stanchezza del viaggio e tutto, pesavano sulle sue gambe. 

Matt era gentile come sempre, ma gli aveva restituito la rosa perché davvero non poteva accettarla. Le faceva piacere che tenesse a lei e le volesse bene, ma non se la sentiva davvero sua quando aveva udito le parole di Draco nei 'loro' confronti , e non voleva nemmeno tornare a casa da Ron con un fiore in mano. 

Finalmente era arrivata, e si trovava davanti al portone, con le chiavi in mano. La porta però, come per magia, le si aprì da sola.
Dentro le luci erano spente, e quello sembrava tanto l'inizio di un film horror. 
-Ron?- balbettò.
Poi si accesero di colpo, ed Hermione lo vide.
Ma non era il solito Ron di sempre, era un Ron pulito e tirato a lucido. 
Indossava un abito elegantissimo, simile a quello che era solito indossare Matt, e i capelli erano pettinati all'indietro. Non ebbe parole. Non era sbronzo, l'appartamento era pulito e sgombro da bottiglie o sporcizia, e lui era completamente sobrio. Glielo reggeva negli occhi e nel sorriso.

-Ben tornata Hermione-
Lei gli si gettò al collo.
-Sono felice di vederti, così..-
-Ho un lavoro, sono un Buttafuori da stasera..- disse ricambiando l'abbraccio. 
-Oh Ron, ma è fantastico.. Come.. Come ci sei riuscito?- chiese Hermione sciogliendosi da lui, con gli occhi che le brillavano.
-Ginny, tutto merito suo. Mi ha aiutato un sacco..-
Lei lo riabbracciò più forte, con un enorme sorriso. Non le sembrava vero. Era un sogno? 

-Certo non sarà un lavorone come il tuo ma.. È sempre qualcosa, no?-
-Scherzi? Ron.. Non ho parole.. Sono così contenta per te!-
-Ho anche un regalo-
E gli mostrò un cofanetto rosso. Glielo porse e lei lo aprì titubante.
Conteneva una graziosa spilla a forma di giglio, ed Hermione si coprì la mano con la bocca dallo stupore.
-Wow.. Caspita Ron.. È bellissima-
-Tu molto di più -




------------




Ok,ok,ok.. Potete uccidermi!! :') 
So che i Fans delle Dramione letto questo capitolo (mi è venuto un po' corto ma spero che non vi abbia annoiato) non saranno molto contente.. Ma, attente, perché tutto può cambiare da un momento all'altro! :)
Nel capitolo abbiamo finalmente scoperto chi è il misterioso ex di Jess... Che ne dite? :)
E cosa starà succedendo a Draco?


Un favore.. Me lo lasciate un commentino?

Grazie a tutti per le recensioni comunque, vi adoro, e grazie a chi segue la storia!! ❤️

Spoiler:


" -Jess ti prego, guardami negli occhi.. Sono venuto qui a Parigi dal Galles solo per te. Dammi la possibilità di spiegarti. Almeno quella..-  " 

Alla prossima con una nuova dedica,
Baci
B


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Capitolo 11
*** CAP.11 Tutto merito di Daniel. ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP. 11


A Blackhina, che recensisce sempre i miei capitoli. Spero ti piaccia , e buona lettura a tutti. :)


AVVERTENZE: Questo capitolo contiene parti  da Reating rosso. (By Camilla)
~


Jess era tornata a casa quella sera sognante, e la cosa non era passata inosservata alla madre.
-È successo qualcosa Jessica?- 
Lei scosse solo la testa. Non riusciva a scollarsi da dosso le emozioni che aveva provato baciando Charlie, qualche ora prima sulla colossale Tour-Eiffel. Non era pronta per quel bacio. Non era pronta perché nella sua mente frullava ancora Alex, e il suo ricordo era più vivido da quando l'aveva chiamata. Ma Charlie in quel momento era lì. E c'erano solo loro due, e non aveva capito più niente fissando i suoi occhi chiari, e la spina che alimentava il suo cervello si era staccata.
Forse era giusto così, perché in fondo nessuno è mai pronto a niente, e Jess non poteva aspettare un'eternità prima di aver cancellato definitivamente Alex da i suoi pensieri. 

Erano molto diversi i due, sia di aspetto fisico che non. L'aveva compreso dal discorso maturo che Charlie le aveva rivolto poco prima di poggiare le proprie labbra sulle sue, e lei aveva ricambiato senza esitare.
Le piaceva Charlie, e con lui sarebbe stato senz'altro più facile ricominciare. Non gli aveva riferito il problema che l'aveva turbata, ovvero dell'improvvisa chiamata di Alex, perché non voleva spiegare la faccenda drammatica e oscura che opprimeva il suo passato. Neanche a sua madre aveva detto niente a proposito.
-Domani non mi troverai, devo andare a lavoro presto. Tornerò tardi, ti scoccia prendere un Taxi per andare al corso?-
-Ancora? Ma hai fatto tutto il giorno anche ieri.-
-Lo so ma non decido io quando c'è un emergenza...-
-Va bene. Prenderò il bus, tranquilla.-

~

Ci fu un momento in cui, a notte fonda, Hermione era nel letto, e i cameraman la filmavano mentre si alzava lentamente, e andava ad osservare la luna. Sospirò come nel copione, appoggiando i gomiti sul davanzale della grande finestre, e dopo qua qualche istante udì il segnale che indicava la fine della scena. 

Con un colpo secco Daniel tirò su il rotolante con l'immagine stampata, e fortemente realistica, della notte, e inondò di luce del giorno tutta la stanza. 
-Bravissima- aggiunse poi allontanandosi smagliante. 
-Hermione cara!- squittì Giò alle sue spalle.
-Preparati per la prossima scena! Assistenti!- batté poi le mani e una cerchia di assistenti l'attornarono sistemandola e truccandola. 
Hermione aveva cominciato a farci l'abitudine. Dentro di se sorrise.

~

Jess si svegliò in mattina inoltrata, e non si alzò dal letto fino all'ora di pranzo.
Era venerdì, finalmente, e non aspettava altro che la sera.  Spelluzzicò qualcosa e si mise a guardare la tv, ancora col pigiama.
Aspettò la sera con impazienza, poi di fece bella, come ogni donna sa fare bene. Si truccò, si vestì, e forse scelse un vestito un po' troppo elegante per l'occasione. Ma non le importava. Si assicurò di essere impeccabile, e fu contenta del risultato.
Era pronta e stava per uscire, quando ad un certo punto sentì però suonare il campanello.
*La mamma..?* ma non era possibile, aveva detto che tornava tardi.
Si diresse verso la porta e l'aprì.

La persona che le stava davanti era una delle meno attese negli ultimi tempi, e Jess non poté che stare impalata sul posto a fissare Alex, sul ciglio della porta. 

~

Stava per richiudere bruscamente l'uscio quando un piede la bloccò frapponendosi tra questa e lo stipite. 
La riaprì irosa.

-Che ci fai qui.- chiese in tono raso e duro Jess.
-Voglio solo parlare.- 
-Non ne trovo il motivo. Adesso vattene, per il bene di tutti, vattene da casa mia.- 
-Fammi entrare Jess... Non ti chiedo altro che spiegare e..- 
-No! Tu non sai. Non sai e basta. Non sai quanto ho pianto per te, ne quanto il mio cuore sia stato frantumato in tal modo da non potersi più ricomporre, e nemmeno di quanto abbia provato ad alzarmi da quel letto e smettere di pensarti. Non sai. Non sai cos'è che ho sentito qua dentro quando ho saputo che mi tradivi, ne a quanto dolore, e sofferenza il mio animo si sia dovuto piegare per sopportare il peso di quelle tre dannate parole "Lui non c'è."-

Le lacrime cominciarono a scendere e a rigarle sue guance senza che se me accorgesse. 

-Mi hai piantata sull'altare Alex, e di certo non hai pensato a me quando hai perso quella decisone. Non mi hai voluta, ed è ok se non ti bastavo. Ma adesso che sto cercando di rifarmi una vita, e adesso che sto cominciando a vivere senza di te , tu non puoi, e ripeto, non puoi tornare da me con un "hei voglio solo parlare".-
Gli sputò le ultime parole letteralmente in faccia, con una cattiveria che non le apparteneva.

~

-Non lo faccio per me, hai il diritto di sapere.-
Hermione esitò a rispondere e si finse affannata da tutte quelle parole che con rabbia aveva rivolto recitando a Matt. 
-No. Tu hai fatto sempre tutto per te, esclusivamente per te stesso. E adesso non mi venire a dire che lo stai facendo per il mio bene, non fare l'altruista o il generoso. Non prendermi in giro, l'hai già fatto per troppo tempo.-
Concluse con uno sorriso amaro sulle labbra.
-Jess ti prego, so che non puoi perdonarmi, ma almeno 
Guardami negli occhi.. Sono venuto qui a Parigi dal Galles solo per te. Dammi la possibilità di spiegarti. Almeno quella..-

Hermione annuì seccamente senza distogliere lo sguardo da lui, ma con un braccio gli sbarrava ancora la strada senza permettergli di entrare un casa.
-Mi fai entrare?-
-No.-
-Va bene.. Ti volevo solo dire che ho sbagliato. Mi sono pentito. Adesso posso capire perché l'ho fatto.-
-Che cosa? Di distruggermi la vita?-
-Di tradirti. Il fatto è che l'ho capitolo dopo, ed è solo colpa mia, ma non ero pronto. Considerami uno immaturo, ma il passo di sposarti era troppo per me, e mi spaventava più di quanto tu non pensassi. Amo la bella vita, lo sai, e per me il matrimonio era troppo.-

~

Ci fu silenzio poi. Jess esaminò ogni singola parola detta dall'ex fidanzato.
-E adesso che lo so?- 
-Sono pronto. Per noi, dico. Sai.. C'è un detto che dice che si capisce quanto siano importanti per te le persone solo dopo averle perse. Io ti rivoglio Jess, io ti amo ancora e so che tu provi lo stesso. Lo leggo nei tuoi bellissimi occhi, si vede da come ti comporti e non fingere che sia sparito tutto in un attimo, perché emozioni così grandi non le si possono cancellare con così poca facilità.- 

Ancora silenzio, Jess era basita, la gola secca non l'aiutava, così come le gambe tremati e le mani che sudavano.
-Se ci amiamo ancora cos'è che conta? Possiamo ricominciare a vivere, come hai detto tu, ma insieme stavolta.-

Lo schiaffo arrivò violento e inaspettato, come una giornata particolarmente fredda e ghiacciante in piena estate.
-Ricominciare?! Ma ti senti?! Piombi qua a casa mia senza il benché minimo preavviso e pensi di persuadermi con le tue chiacchiere?!- la voce era tornata tutta d'un tratto, esplosa fuori grazie ad un impeto d'ira, la quale sgorgava  a fiotti proprio come le lacrime.
-Vattene! Vattene da qui! Non ti voglio mai più rivedere, mai!- 

~

Digrignò i denti e mostrò alle telecamere la sua migliore lei versione arrabbiata, e le riuscì anche discretamente.
Matt la guardava impassibile con le braccia che ciondolavano lungo i fianchi. Hermione dovette riconoscere che fosse un bravissimo attore, e si chiese perché non si fosse buttato nella recitazione anziché alla filmografia.
-Lo sapevo che avresti reagito così Jess. Ma io ti darò tempo, e non mi arrenderò tanto facilmente...- e così girò i tacchi e se ne andò proprio come era venuto.
Hermione restò per qualche istante sulla soglia della porta, poi la richiuse lentamente. 
Le mani corsero al volto e quando si guardò i palmi e le dita erano macchiate di nero e di trucco. 

~

Andò in camera Jess, si tolse l'abito, e non fece altro per tutta la sera. 

~

-Ti ho fatto male?-
-No, non tanto-
Hermione era andata da Matt trattenendo una risata appena finita la scena, e lui si stava massaggiando la guancia un po' rossa. 
-Scusa- bisbigliò Hermione ridacchiando, per poi lasciare un leggero bacio sulla guancia dove si trovava l'impronta della sua mano. 
-Per oggi è tutto!- annunciò a gran voce Giò. 
Hermione si allontanò per andare a prendere un sorso d'acqua. Incontrò Daniel che le porse una bottiglietta. Era diventato ufficialmente il suo assistente personale, e le faceva davvero molto piacere. Quando lo vide sorrise.
-Allora, emozionata?- 
Hermione posò la bottiglia e deglutì.
-Per cosa?-
-Per quello che ti aspetta domani.- detto questo mise sul balcone del piccolo bar il copione di Hermione, girò le pagine velocemente, finché non trovò quella giusta. 
-Ecco qui. Non dirmi che non lo sapevi..-

Hermione lesse "scena erotica". 
Era arrivata quindi. 
-Porca puttana.-
-Non l'avevi letto?-
-Bhe in questi giorni non ho avuto molto tempo.. Me ne ero completamente dimenticata.-
Hermione alzò lo sguardo dal foglio e guardò Daniel con preoccupazione.
-Sei tesa vedo, e spaventata..-
-Vieni un attimo- Hermione trascinò Daniel nel suo camerino improvvisato con delle tende.

-Sono completamente nel panico, altro che tesa! Aiutami Daniel, non sono pronta..-
-Herm, lo sapevi che prima o poi avresti dovuto farlo..-
-Il fatto è che vedevo quel giorno così lontano anche se.. O mio dio! No, non ce la posso fare!-
-Hei, hei.. Calma. Sei bravissima Hermione. Ti ho visto come reciti, e ti posso assicurare che questo è solo un momento, succede a tutti di non sentirsi all'altezza. Andrà tutto bene e la scena riuscirà alla meraviglia. Ci scommetterei-
Hermione si passò una mano tra i capelli e sbuffò.
-So già che diventerò tesa, e tutto sarà una merda!-
-Hermione, vai a casa, fatti una tisana, ti studi il copione e domani saprai come comportarti! Pensa.. Pensa alle cose positive che questo ti porterebbe..-
-Il problema  non è questo!- lo interruppe.
-È che non è cosa da tutti i giorni fare sesso con Draco Malfoy sotto una marea di gente che ti osserva e le telecamere che riprendono tutto. Il bacio è già stato... Strano di suo!-
Fece una pausa.
-E poi insomma Daniel, io.. Io mi vergogno ecco! Come.. Come posso..?-

Hermione sprofondò nella sedia con il volto tra le mani.
-Ron lo sa?- 
Lei annuì debolmente fissando il pavimento. Daniel si chinò per arrivare alla sua altezza e le prese il volto tra le mani.
-Ascolta Hermione, io non so cosa tu pensi di te stessa, ma da quello che ho imparato conoscendoti, ti sottovaluti un po'. Sei una ragazza, ma che dico, una donna forte e determinata, uscirai anche da questa situazione che ti spaventa. Draco bhe.. Si dovrebbe ritenere uno fortunato a "passare del tempo" con te. Sei magnifica.- ammiccò e sulle labbra dell'altra spuntò forse un mezzo sorriso.
-Non ti dimenticare che se vuoi, puoi. Non ti voglio vedere così, Hermione.-
-Grazie Daniel.- 

Si abbracciarono, e fu un abbraccio fraterno, di quelli caldi e pieni di riconoscenza. Quando si staccarono gli occhi scuri e grandi di Daniel le trasmetterono un senso di protezione.
-So io cosa fare..-
-Cosa Daniel?-
-Questo è il mio consiglio, poi sei libera di accettare o no la proposta, ma ricordati che non è del tutto insensata.-


                       ***

•Londra Babbana, Hotel Larger Nest, Ore 8:30


Draco stava scrivendo una lettera per sua madre chino sulla scrivania, che avrebbe spedito via gufo, quando tre colpi secchi vennero bussati alla porta di camera sua.
*La Grengrass...*
Si alzò stancamente dalla sedia per andare ad aprire. 
Ma la persona che si trovò davanti non era proprio la Biondina provocante che si aspettava.
-Granger?- 
-Malfoy, buonasera anche a te.-
-A cosa devo la tua visita?-
Hermione prese un lungo respiro, e rimuginò ancora qualche secondo un più sulla (forse la più grande) cavolata della sua vita che stava per dire. Ma quella era l'unica cosa che le restava da fare. Ok, lo stava per dire. Ancora pochi secondi e lo avrebbe detto.
-Bhe? Allora?- Draco si accigliò.
Era pronta.
-Voglio fare sesso.-
Ci fu un attimo di silenzio assoluto.
-Tu cosa Granger?- 
-Voglio fare sesso. Ci senti benissimo Malfoy.-
-E.. Perché mai dovresti?-
-Non dirmi che non lo sai.. Domani si terrà la cosiddetta.. scena... Oh, andiamo non prendermi in giro.-
-Lo so, e allora?- rispose seccamente Draco.
-Ti ricordi cosa ha detto Matt all'inizio? Proprio durante le prime riprese?-
Lui scosse la testa.
-Ogni scena va provata.-
Malfoy scoppiò in una grossa risata.
-E quindi tu, Hermione Granger dei Grifondoro, verresti qui da me, Draco Malfoy dei Serpeverde, per chiedermi di fare sesso?-
Hermione si trovava fortemente in imbarazzo, ma annuì a testa alta.
-Io non ce la faccio domani. Non con tutta quella gente che ci guarda e ci riprende. E poi con te!-
-Nom mi sembra una novità Granger.. Sapevi che avresti..-
Hermione lo interruppe entrando nella stanza di lui, spostandolo bruscamente per permetterle di passare.
-Hei!- esclamò Draco mentre Hermione lo superava con arroganza. Poi questa posò la borsa su una poltrona, e si sbottonò il lungo impermeabile scoprendo il completino sexy che portava sotto di questo.

*E quindi si era anche già preparata...*

-Piantala Malfoy. Allora vuoi o no?-
-Bhe, così mi tenti Granger.. Però se proprio insisti..- ghignò chiudendosi la porta alle spalle.

*Mi ha sorpreso con questa sua iniziativa..E non mi dispiacerà affatto la sua "compagnia"*

Si stava avvicinando a lei quando questa  lo bloccò.
-Che c'è, hai cambiato idea Granger?-
-No, ma devi promettermi che non dirai niente su questa faccenda a nessuno.-
-Prometto.- disse schietto lui.
-Ad anima viva, Malfoy.- sottolineò Hermione scandendo  bene le parole.
-Promesso.-
Hermione sapeva quanto valore potesse avere una promessa da un Serpeverde, soprattutto se quello era Malfoy, ma cosa altro poteva fare?

Lui le si era avvicinato con passo felpato, si era già tolto la cravatta, e la giacca nera stava scivolando per terra.
Con una delicatezza inaspettata posò una mano su un fianco di Hermione e l'altro corse sulla schiena fino a raggiungere il collo caldo. Hermione rabbrividì, e questo non perché fosse fredda e tesa, (perché lo era già, e non poco) ma perché il contatto con le dita fresche di lui le davano uno strano sollievo.

Le labbra di Draco poggiarono sul suo collo e cominciarono a baciarla lentamente. La portò fino al letto e la fece distendere. Corpo su corpo, battiti su battiti.
Scese alle clavicole e dopo ancora ai seni.Sganciò il reggiseno di pizzo disfacendosene con facilità. Le mani la stavano accarezzando e i suoi occhi la bramavano. Hermione sotto di lui fremeva. 
Lo stava davvero facendo? Poteva ancora sottrarsi? No, ormai era troppo tardi. Quanto poteva essere terribile? Lo stava per scoprire. 

*Come se fossimo durante le riprese.*si diceva. 

*Devo sbloccarmi, non posso restare così imbambolata come sotto shock.* si ripeteva. 

*Lo devo fare non perché io voglia, ma perché devo. Solo uno sforzo.* 

Così, con un'audacia inaspettata si tirò su, e cominciò a sbottonare la camicia nera di Draco e subito dopo a fare la stessa cosa con i pantaloni. L'altro fece un ghigno soddisfatto, prima di ritornare al petto di lei. Lui scese ancora. Ogni centimetro di pelle un bacio, arrivando agli slip, che sfilò quasi con frenesia, ed Hermione si sentì completamente spoglia. Ma adesso stava a lei. Ribaltò la situazione, mettendosi sopra di lui, solleticandogli il petto fino a raggiungere i boxer. 

Non sapeva se quello che stava facendo le faceva effettivamente schifo o meno, ma qualcosa dentro di lei, che non era la solita vocina di sempre, la spingeva ad andare oltre. Forse era una nuova parte di sé che non aveva avuto ne modo ne tempo di farsi avanti prima, e che emergeva solo adesso.

*Cosa direbbero tra tutti se mi vedessero adesso..!*

Quando se ne fu disfatta esitò appena un po' prima di farlo godere con la bocca, e accelerando i movimenti, lo sentiva gemere leggermente e respirare a tratti. 

Hermione sapeva che non sarebbe dovuta arrivare fino a quel punto durante le riprese, ma se affrontavano parti più imbarazzanti assieme in quel momento il resto sarebbe risultato meno difficile. 

Quando lo sentì venire ebbe l'impulso di sputare, ma non lo fece. Continuò ancora per pochi secondi e poi si staccò per prendere riprendere fiato.
Draco la prese per i fianchi ed Hermione riconobbe di essere eccitatissima. La sbattè al materasso con veemenza, e senza guardarla negli occhi entrò in lei piano.   Hermione emise un gemito sordo, poi lo sentì aumentare il ritmo e la velocità gradualmente.

Ed eccola là, la casta per eccellenza che nel letto del diavolo aveva appena lasciato ogni sua purezza. Poteva guardarlo negli occhi e pensare che non fosse il vero Draco Malfoy, ma magari suo fratello gemello, molto più buono e gentile. Ma chi voleva prendere in giro? 
Di certo non Draco che sembrava divertirsi come, immaginando, in una delle sue tante avventure. Per lei invece non era come farlo con Ron. Le sapeva di proibito, ed era un fattore che la faceva salire alle stelle in quel momento.

Si lasciò completamente andare, sciogliendo ogni tensione, presa dall'euforia, e quella "piccola prova" pre-riprese, durò più del dovuto.


                        ***

•Londra Babbana, Hotel "Larger Nest", Ore 7:45

-Ti è piaciuto; ammettilo.-
-Perché dovrei farlo?-
-Perché so che ti è piaciuto, Mezzosangue.-
Draco stava fumando una sigaretta e l'odore di tabacco era per tutta la stanza. 
-Puoi smetterla di fumare?-
-No-
E gli sbuffò sul volto una nuvola di fumo denso.
-Che puzza..-
Rimasero in silenzio nella penombra della stanza per qualche istante, e la situazione cominciava ad assumere un certo imbarazzo. 
Dopo di ché Hermione si alzò dal letto senza proferire parola, portandosi via parte del lenzuolo.
-Cosa fai?- chiese Draco alzano leggermente il capo.
-Me ne vado.-
-Quindi non resti per il biss?-
Hermione si girò guardandolo con occhi da triglia.
-No. Quello che era il mio obbiettivo è stato raggiunto.-
Poi tornò a rivestirsi, ma si sentiva gli occhi di Draco incollati sulla sua figura.
-Puoi piantarla di fissarmi?-
-E perché? Tanto..voglio dire..- si morse le labbra sensualmente mettendosi su un fianco.
-Quante volte te lo devo dire Malfoy? L'ho fatto perché così la parte durante le riprese sarebbe venuta meglio.-
-Tradendo così il tuo fidanzatino?-
-Io non ho...- Hermione si bloccò per un attimo. Aveva davvero tradito Ron? No, perché lo aveva fatto solo per il film.
-Ti sbagli, non ho tradito nessuno Malfoy.- si abbottonò l'un permeabile.
-A dopo, Granger..-
Lei si girò prima di aprire la porta. Era vero, non era ancora finita. Sospirò e uscì.

 Quando si richiuse la porta alle spalle si sentì come con un penso in meno sul cuore. Ringraziò Daniel dentro di sè, e anche se la sua proposta le era sembrata assurda inizialmente, dovette riconoscere che aveva fatto centro. 

"   -Questo è il suo indirizzo- disse Daniel consegnandole un foglietto.
-E tu come fai a sapere dove abita?-
-Matt mi ha mandato a prenderlo con l'auto, un giorno.- Hermione prese il biglietto tra le mani e lesse:
"Veroon Street, Larger Nest."
-Spero che io non stia commettendo la cazzata più grande di tutta la mia vita, Daniel. Me lo auguro per te..- sorrise infine, stringendo il biglietto in mano. "


Scese le scale, e quando stava per uscire dalla porta scorrevole, fece la sua entrata una donna che riconobbe quasi immediatamente.
-Granger?-
-Grengrass?-
Le due non avevano legato ad Hogwarts, e non potevano definirsi amiche, ma comunque si conoscevano avendo passato sette anni nella medesima scuola.
-Che sorpresa trovarti qui.. Come stai?-
Hermione la esaminò: indossava una folta pelliccia vera di quello che apparentemente sembrava lupo, e sotto di questa un vestito elaborato di pizzo blu elettrico aderente che però copriva sia il collo che fino alle ginocchia. Era adornata di gioielli dorati, e le scarpe altissime e vertiginose dello stesso colore completavano il quadro. Non se la ricordava affatto così, bhe a quanto pareva si era riscattata...
-Sto bene Daphne, e tu?-
-Bene, ma dimmi.. Tu abiti nella Londra Babbana, giusto?- 
-Si, e te? Che ci fai qui?-
-Sto per un mese a Londra, ho degli affari da sbrigare.. Ti vedo bene.-
Ma non era vero. Hermione sfigurava davanti a lei, col suo misero impermeabile giallo spento.
-Anche io vedo bene te-
-Adesso devo andare Hermione, mi ha fatto piacere rivederti. Allora ti saluto, e se mai ci rivedremo, sará il destino a deciderlo.-
Fece come per allontanarsi ma poi si voltò di scatto nuovamente verso Hermione con un espressione vagamente perplessa.

-Ma.. Che ci facevi qui a quest'Hotel..?-
Hermione esitò prima di parlare, ma alla fine disse la verità.
-Ero da Draco.-
-Draco?- si accigliò.
-Si-

-Ah..-
La Grengrass, con stupore da parte di Hermione, non chiese altro anche se sembrava fortemente curiosa. Questa indietreggiò di qualche passo, per poi sparire dietro le porte dell'ascensore.


 

--------------------------



Hei! 
No, non sono morta. So che sarete arrabbiate tutte con me per questo stratosferico ritardo, ma credetemi non ce l'ho proprio fatta ad aggiornare prima! Ho troppo da studiare, anche se la prima liceo non è così impegnativa, non ho avuto tempo di scrivere.. In più ho avuto una sorta di piccolo "blocco dello scrittore". 

Ma veniamo a noi... Questo capitolo è scoppiettante, e so che alcune di voi staranno impazzendo (ali)❤️. Spero vi sia piaciuto;) 
Comunque, vi ringrazio tantissimo per le recensioni vi adoro!! 
Siccome ho saltato tutti i tipi di schemi possibili e immaginabili, non so quando aggiornerò. Spero di farcela al più presto :)

Un ringraziamento speciale va a Camilla che ha scritto la parte scottante tra Draco ed Hermione.

Adesso spoiler:


"   -Non.. Non ho voglia Daphne..-
-E perché no?-
-Perché sono stanco e non sono tenuto a darti spiegazioni. Adesso esci da camera mia.-     "



Baciiii
Bia 













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Capitolo 12
*** CAP.12 Hermione Granger ce la fa ancora ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP. 12


A Lolabunny99, spero ti piaccia :)



•Londra Babbana, Appartamento di Hermione e Ron, Ore 9:46



-Hei Herm. Andato tutto bene a casa di Ginny?-
-Ciao Ron. Si tutto bene.-

Ron credeva che Hermione fosse rimasta a dormire dall'amica Ginny. Era stata una precisa scelta di lei mentire a Ron, anche perché non poteva di certo raccontargli la verità. 

In quell'istante la tazzina di caffè che Ron teneva in mano, s'infranse sul pavimento versando ovunque il liquido scuro e spargendo i cocci. 
-Oh.. Mi dispiace.. È che sono talmente stanco..-
-Infatti ti vedo un po' giù di corda..-
-Il lavoro è stancante.. Devo stare sveglio tutta la notte essendo buttafuori.-
Hermione sorrise dolcemente.
-Sono fiera di te Ron, il tuo sforzo è importantissimo.- fece una pausa.
-Va a riposarti adesso, qua ci penso io.-
-Va bene Hermione- ricambiò.


-


Hermione, contro ogni sua aspettativa, si era sentita viva quella notte. Si era sentita viva come mai prima da lì a quella parte. Se non lo avrebbe detto mai a Ron di quella sua strana avventura, lo avrebbe fatto con Ginny, la sua migliore amica. Chissà come l'avrebbe presa.. Forse non le avrebbe nemmeno creduto.
Si domandò perché non fosse lo stesso con Ron. Lei le voleva bene, certo, ma cos'era quel 'bene'? Poteva significare amore o amicizia. 
Buttò giù un sorso di Caffè. E inspirò profondamente il profumo amaro della drupa che le piaceva tanto. 
Guardò fuori dall'enorme vetrata che occupava l'intera parete ricavata verso sud-ovest, e si mise ad osservare le tante e piccole persone che camminavano frenetiche per i marciapiedi, e le auto che strombettavano con il clacson e frenetiche sgorgavano nel traffico londinese. 
La città era già attiva, ed Hermione adorava la sua Londra proprio per i dettagli che appunto la caratterizzavano.

Finita la breve colazione, Hermione, che stava gelando di freddo, si affrettò a vestirsi con abiti comodi e pesati. Poi, con un po' di riluttanza, afferrò il copione tra le mani e si mise comoda. Era ora di leggere e sopratutto di studiare.


                         ***

•Londra Babbana, Appartamento affittato per le riprese, Ore 9:55


-Va tutto bene, so cosa devo fare, come lo devo fare, è tutto ok.- 
Hermione si guardava allo specchio, poco dopo sarebbe dovuta entrare  in scena.
-Jess?- non le ci volle molto per riconoscere quella voce.
-Alex- sorrise vero Matt che faceva capolino da dietro le tende del suo camerino.
-Posso?-
-Certo, vieni.-
Matthew si accomodò su uno sgabello e restarono così per un po', a guardarsi in silenzio.
-Come ti senti?- domandò esaminando la sua espressione preoccupata. 
-Bene cioè...Mi sento pronta.-

Era vero che non si sentiva così tesa come si sarebbe sentita senza aver provato la scena, ma comunque quel costante stato di agitazione non intendeva abbandonarla mai.

Come risposta Matt alzò un sopracciglio.
-Sicura?-
-Si.-
-Ti posso capire.. Come ti senti intendo.- si alzò e le si fece vicino. Hermione riconobbe il suo tipico profumo aromatico e buonissimo; e allampanata si soffermò sugli occhi di lui. Avevano un taglio allungato, ma erano grandi, e di un colore verde scuro all'esterno ma più chiaro verso il centro. Adesso che erano così vicini poteva notare tante piccole scagliette d'oro che si concentravano attorno alla pupilla. 

Matt le accarezzò la guancia con le dita e quel contatto la gelò.
-Jess io..-
Ma tutto finì in un attimo grazie al grandissimo imbecille di Giò, che irruppe fragorosamente nel camerino.
-Si va in scenaaaa!- berciò sventolando un braccio per far cenno di uscire fuori.
Matt si distaccò immediatamente e si finse disinvolto poggiandosi una mano dietro la nuca e guardando in alto. 
-Arrivo Giò! Dammi tre minuti!- rispose Hermione.
-Solo due!- negoziò l'altro allontanandosi.

Imbarazzo.

-Bhe, io.. Sarà meglio che vada.. Ho sentito che mi stanno chiamando dall'ala nord.- mentì.
-Va bene Matt-
Quando Matthew uscì, Hermione non seppe se doveva ringraziare Giò, o meno. 
*O mio Dio.. Che strano*
Ma non c'era tempo per riflettere, 
si passò una mano nei capelli e si guardò per l'ultima volta allo specchio.
-Sono pronta.-


~


Era sabato sera, e il venerdì era passato veloce, ma senza che Jess la sera fosse andata al corso.
Tutta colpa di Alex, e della sua irruenta comparsa. Non chiamò Charlie durante il giorno seguente, e ne rispose alle sue chiamate. Solo con sua madre si era confidata, e lei l'aveva capita ed aiutata nel limite delle sue capacità.

-Jess.. Andiamo a fare un giro oggi?-
-Ma piove!-
-Possiamo andare al cinema.-
-Ti ringrazio mamma, apprezzo i tuoi sforzi ma preferisco stare a casa.-
Lei l'aveva guardata tristemente, ma poi si era allontanata. 
-Io esco stasera. Te lo ricordavi vero?-
-Si, con David giusto?-
-Si-

Sua madre aveva un compagno, con il quale Jess andava anche abbastanza d'accordo. Era simpatico, e a lei stava bene che sua mamma si rifacesse una vita dopo la rottura con il marito.

-Va bene-
-Non ti scoccia vero? Avevamo già fissato tre mesi fa per andare a quel famoso ristorante con una lunghissima lista d'attesa.-
-Lo so, mamma.. Non hai parlato di altro per settimane- Jess sorrise verso la madre, ma era un sorriso triste.
-Ma se ti senti giù , posso rimandare..-
-Scherzi? Almeno tu che puoi, va a divertiti, io mi guarderò un film, è tutto ok-
-Grazie mille Jessica- 
E si abbracciarono.
-Grazie a te invece.-



Jess non voleva far preoccupare Charlie, che non vedendola al corso e non facendosi ne più sentire, ne più rislondere ai messaggi e alle chiamate, aveva palesemente ipotizzato ad una presunta "rottura" tra i due anche se non vi era niente di ufficiale. 
Jess aveva solo bisogno di una o due sere in più per stare raggomitolata in un angolo del letto senza nessuno, poi avrebbe spiegato tutto e finalmente dicendo la verità.

Era come la scorsa sera: lei, il davano, la t.v. 
Di vedere film d'amore non se ne parlava neanche, perciò scelse un film giallo, di quelli tratti dai libri di Agata Christie che amava tanto.
E mentre si diceva "È stato il maggiordomo, è sempre il maggiordomo..." ecco che suonarono alla porta.
Si riscosse e rimase incerta per un attimo sul da farsi. Non voleva aprire.. E se fosse stato Alex? Lo avrebbe trattato nuovamente a pesci in faccia, ma sarebbe stata dura vederlo di nuovo. 
Ma certo che era Alex! Ricordava bene le ultime parole da lui dette "Sapevo che avresti reagito così Jess. Ma io ti darò tempo, e non mi arrenderò tanto facilmente." 
Non si arrenderà tanto facilmente.. 

Si alzò di scatto pronta ad una sfuriata terribile, andò diretta verso la porta e l'aprì già rossa in volto.
-Esci dalla mia vit...!- ma si interruppe e rinfoderò gli artigli.

~


Davanti alla porta c'era Charlie. O per meglio dire, Draco. 
-Charlie.. Scusa io.. Pensavo fossi un'altra persona..-
-Che ti prende Jess? C'è qualcosa che non va?-
Lei rimase in silenzio.
-Ho.. Fatto qualcosa che non andava? Sono andato troppo in fretta forse-
-No, no tranquillo.. È..una storia lunga. Entri?-
Lui rimase immobile per qualche secondo, poi annuì ed entrò.

~

Si mise sul divano, un po' a disagio, vedendo in quali condizioni si trovasse lei. Doveva essere successo qualcosa di molto grosso. Ma era bella lo stesso. 
Lei si mise davanti a lui accoccolandosi in una poltrona.
-Allora.. Da cosa cominciamo?- si massaggiò le tempie come se fosse uno sforzo terribile ricordare quel che doveva dire, e forse lo era davvero. 
Cominciò da Alex, dal loro splendido rapporto, e da come tutto andava alla meraviglia. Da come lui un bel giorno passato diversi anni, le chiese di sposarlo e di come lei accettò senza esitare. Gli disse poi di come l'aveva piantata in asso, e della propria "fuga" in Francia. 

~

Fece una pausa nella quale si asciugò le finte lacrime e finì poi col dire dell'improvviso rientro in scena di Alex, e di come la cosa l'avesse sconvolta. 
-Oh.. Mi dispiace davvero tantissimo Jess.. È solo che non vedendoti al corso non so che mi è preso. Non rispondevi al telefono e non ne capivo il motivo. Scusa se ti ho assillato, capisco che volevi stare da sola.-
-No. Ora non più.-
-In che senso?-
-Nel senso che stare da sola non migliora le cose, giusto? Com'è che avevi detto sulla Tour-Eiffel? Tutto col tempo passa. Io voglio passare sopra di questo. Io voglio dimenticare. Io voglio ricominciare. Con qualcuno accanto però.-
Nessuno parlò.
-Io voglio stare con te Charlie.-

~

-Io voglio stare con te Charile.-

L'aveva detto. L'aveva detto e non ci credeva. Il suo cuore iniziò a battere fortissimo e tremate aspettava che l'altro dicesse qualcosa, qualsiasi cosa. 
-Anche io voglio stare con te Jess.-
A quel punto questo perse un battito.

~

Hermione aveva detto quelle parole come se fossero la cosa più naturale del mondo, ma dentro di se stava scoppiando. Era talmente agitata che non sapeva dove cacciare le mani. 
Sempre seduta sulla sua poltrona, vide Draco alzarsi dal divano e farsi vicinissimo a lei. 
Una telecamera li venne incontro. 
Draco deglutì.
Lui posò le sue labbra su quelle di lei  e uno strano calore le si irradiò in tutto il corpo. La mano di Malfoy le accarezzava dolcemente la guancia e lei si lasciò cullare. Il bacio si fece più passionale, e quando sentì la lingua dell'altro bussare alla sua porta, non esitò a lasciarla entrare. 
Fumo e menta. 
Si concentrò solo sulle loro bocche, e fece coincidere perfettamente le labbra come se fossero i due pezzi mancanti di un puzzle. 

-Stooop! Hermione cara, ti saresti dovuta alzare adesso!-
 Hermione si staccò rossa come un pomodoro maturo, e si scusò con Giò in fretta e in furia.
*Che figura!*
Si voltò verso Draco e osservò i suoi bellissimi occhi chiari. Così tanto diversi e freddi, ma forse anche più belli, da quelli di Matt.
Si umettò le labbra con la lingua e si rimise a sedere.

*È bellissimo*
Si maledisse per i suoi stessi pensieri, ma come poteva darsi torto? Era irresistibile sotto quella bassa luce.
-No, no.. Draco caro, si riprende dal bacio!- 
Draco quindi si rialzò riavvicinandosi a lei che come prima reazione allontanò il volto in dietro. 
Ma ecco di nuovo Giò.
-Ragazzi cosa non  capite ' si riparte dal bacio'? E forza Draco, baciala!-
Draco rimase scosso per qualche secondo, poi il suo sguardo tornò a posarsi sugli occhi profondi di Hermione, e con un certo imbarazzo posò la mano tremante sulla guancia di lei. 
Hermione chiuse gli occhi e aspettò. E quando il bacio arrivò fu esattamente compre prima. 

~

Jess si alzò senza smettere di baciare Charlie. Si diresse verso la camera con quasi frenesia. 
Si, voleva farlo. Era da tanto tempo che non succedeva, e non aveva intenzione di aspettare ancora. Fanculo Alex, fanculo tutti.
Lui non si oppose.


-Aspetta Jess.. Sei sicura?-
-Si, perché?-
-Sta succedendo tutto così in fretta..Poi tu non sei in condizione..Alex..-
-Io sto bene. Lo voglio quanto te Charlie.-
Lui annuì solo e riprese a baciarle il collo.

~


Hermione era tesa. Aveva già fatto "quelle cose" con Draco ma ora aveva attorno molte più persone. 
Si distese sul letto come da copione, mentre Draco le si sistemava sopra e in un attimo le loro labbra erano unite, ancora. Portò le mani sui capelli biondi di lui, e approfondirono sempre di più il bacio. 

~


Jess sentiva farfalle nello stomaco come quando era ragazzina. Charlie le accarezzò la spalla, per poi salire al collo e ai capelli. Si distaccò dalle labbra di lei e guardandola come se fosse la gemma più rara del pianeta.
-Sei sicura?-

~

-Si- sussurrò Hermione.
La voce di Draco era calda e dolce, e i suoi occhi sinceri e limpidi. Riavvicinò la sua bocca a quella del compagno, e cominciò ad accarezzargli le spalle fino a scendere al petto. Levò cautamente la camicia da dentro i pantaloni e cominciò a sbottonarla, solo quando Draco se la tolse, appoggiò le braccia sul materasso. 
-Sei bellissima- le sussurrò Draco nell'orecchio, sorrise, e Hermione non era per nulla certa che fosse nel copione. 
Il ragazzo cominciò a levarle la canottiera leggera che aveva, cautamente gliela fece passare attraverso la testa e in poco anche il reggiseno era volato a terra. 
Per quasi tre secondi Hermione si era scordata delle altre persone, ma all'improvviso fu cosciente della sua nudità. Si rese conto di una cosa però, non era imbarazzata di Draco. 

~

Charlie cominciò a levarsi i pantaloni, sganciando con cura la cintura e poi i i bottoni. Quando rimase in boxer Jess gli si avvicinò e lo baciò, sentendo di già la mancanza di quelle labbra. 
Così comincio a spogliare anche la ragazza che rimase in slip. Lui la guardò come per chiedere il permesso, e lei annuì impercettibilmente. 
Cominciò a levarle piano gli slip, mentre l'eccitazione in lui veniva più forte.


~

Quando le mutande furono per terra, Hermione fu certa di essere arrossita da capo a piedi, ma nessuno glielo fece notare.  Fortunatamente erano nascosti da un lenzuolo, ma era comunque nuda davanti a tutti i suoi colleghi. Una cosa però la consolava: non era la sola ad esserlo.
Draco la baciò come da copione, e cominciò a scendere lasciandole marchi infuocati sulla pelle.
 Quando fu al seno si bloccò e risalì fino alla sua clavicola.
Hermione  non potè negare che ci sapesse fare. 
Ma non era un po' troppo quello?
Draco abbassò la testa all'altezza delle sue intimità, ma non fece niente, simulò solo i movimenti.
Lei rise eccitata, e poggiò una mano sulla schiena di lui, graffiandola. 
Dopo alcuni secondi si alzò e la penetrò con lo sguardo, lanciandole un messaggio telepaticamente che lei afferrò al volo.
Draco non doveva veramente entrare in lei, ma fingere un orgasmo e basta. 
Erano entrambi bravi, a recitare. 

~


Charlie entrò in lei piano e dolcemente, e Jess ne fu felice. Il sesso duro, quello rude non le era mai piaciuto. 
Quando fu completamente dentro di lei cominciò a baciarla teneramente le guance, per poi passare agli occhi e agli zigomi. Fino a quando non arrivò alla bocca, e li fece unire in una danza le due labbra. Si baciarono ancora, e per il resto di quelle lunghe ore giocarono come due amanti, entrambi esausti ma felici. 


                     ***


Hermione si mise l'accappatoio passatogli da Daniel in fretta e in furia. A Draco fu porso un telo da bagno che si legò in vita. 
-Nei camerini! Nei camerini ragazzi e datevi una rinfrescata! Per oggi è abbastanza!-
Giò aveva ragione. Hermione si alzò dal letto e sorrise a Daniel con pollice in su , poi andò dritta verso il corridoio antistante dove si trovava il bagno. Si concesse un sospiro di sollievo. Era passata finalmente, e non avrebbe dovuto più sottoporsi ad una scena tanto spinta come quella con Malfoy.
-Prima io Mezzosangue!- la voce di Draco alle sue spalle la fece sobbalzare.
-Cosa scusa?-
-Entro per primo nel bagno- la sorpassò rapidamente. Il suo comportamento la irritava, e nonostante  avessero passato momenti davvero imbarazzanti insieme, sembrava che lui fosse tornato come prima.
-Spostati Malfoy- Hermione spazientita spintonò Draco da un lato.
-Cos'hai fatto?- chiese lui in tono acuto, mentre intanto l'altra aveva già raggiunto la porta della toilette.
Il biondo si riprese velocemente e raggiunta Hermione l'afferrò per un braccio e la portò via dall'entrata, così facendo però, la trasse a se bloccandola al muro. 

Quella situazione precaria ebbe un effetto strano perfino su Draco, che come Hermione, rimase in silenzio. Poi Hermione fece qualcosa di inaspettato: la sua mano calò a sfiorare gli addominali scolpiti di Draco e con uno sorrisetto furbo sulle labbra, arrivò lì dove era legato l'asciugamano. 
Esitò appena un secondo.
La mano andò svelta e sciolse il nodo, facendo così cadere il telo per terra. Draco mollò subito la presa per andare a coprirsi, e l'altra approfittò ridacchiando di svignarsela nel bagno, e chiudersi la porta a chiave.
-Granger!- sbraitò Malfoy appena essersi rimesso l'asciugamano.
-Questo è il vantaggio di indossare un accappatoio Malfoy!- e rise divertita sentendo lui armeggiare con la maniglia senza risultati.
-Questa me la paghi, parola mia!- Forse Hermione si sbagliava, ma le parve di leggere nella voce di Darco una nota scherzosa.


                        ***


•Londra Babbana, Hotel "Larger Nest", Ore 11:39



-Non.. Non ho voglia Daphne..-
-E perché no?-
-Perché sono stanco e non sono tenuto a darti spiegazioni. Adesso esci da camera mia.-
Daphne Greengrass rimase in silenzio sul posto senza muovere un muscolo, fissando Draco con espressione fredda.
-È per la Granger, vero?- 
-La Granger? Che c'entra lei adesso..-
-L'ho vista che usciva dall'Hotel stamani. Ha detto che era venuta da te. E una donna fiuta sempre se...c'è qualcosa sotto.-
-Tu.. Daphne ti fai troppi problemi. E poi cosa ti importa? Ti ho detto che sono stanco. Esci di qui, comunque sia.- 
La ragazza rimase ancora per pochi secondi, poi concluse.
-Come vuoi tu, Draco.-
Aprì la porta e si defilò a testa alta, e solo quando se ne fu andata, Draco, si concesse di buttarsi a peso morto sul letto, e sprofondare nel materasso morbido e fresco.




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Buon pomeriggio a tutte! :)
Bene bene bene.. Sono successe un po' di cose interessanti qua.. Che ne dite? Vi è piaciuto questo capitolo?
Spero di si, io ne sono abbastanza soddisfatta. Ps. Scusate per gli errori!

Grazie per tutti quelli che si sono soffermati per leggere la mia storia e recensire! Mi fa sempre  molto piacere riceverne.

Ringrazio ancora Camilla per la parte erotica e vi lascio un piccolo spoiler...


"           -Herm.. Ti va di organizzare una cena con tutti i Grifondoro?-
-Sarebbe fantastico Ginny!-         "


Ciao e alla prossima ;)
Baci
La vostra B.

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Capitolo 13
*** CAP.13 Quella era la fine ***


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CAP. 13


A Mati14





•Londra Babbana, Studio Filmatografico, Ore 12:30 p.m.



-Allora? Voglio sapere tutto Herm!-
-Daniel! Non urlare così-
Hermione si avvicinò a lui sorridente e lo spinse in un angolo.
-Bhe, ti devo, come dire.. Ringraziare. È servito davvero molto il tuo consiglio.-
-Sono felice per te. Sarà un bellissimo film Hermione, ne sono certo.-
-Grazie ancora Daniel.- sorrise sincera.
-Abbraccio fraterno?- chiese poi lei con tono incerto.
-Certo- Daniel ridacchiò è l'abbraccio strapazzandola un po'.
-Ma dimmi una cosa Hermione.. È vero quello che dicono su di te e Matt?- Hermione si sciolse dall'abbraccio e lo guardò accigliata.
-Cosa si direbbe di me e Matthew, scusa?-
-Bhe.. Giò è tutta la sera che va a raccontare in giro che vi ha visti insieme.. Nel camerino. Eravate molto intimi dice.-
-Oh, non ci posso credere..-
-Che cosa?-
-A quanto pare i miei "segreti" la gente  li sa ancora prima  di me.-
-Ma mi vuoi dire che non è vero quindi?-
-No, no.. È vero eravamo decisamente intimi. Mi da fastidio però che Giò non sappia tenere la bocca chiusa!- Hermione sbuffò e si passò una mano tra i capelli castani.
-È fatto così, sai.. Lavoro con la sua compagnía ormai da molto tempo, e la cosa che ho imparato è: non confidare mai un segreto a Giò.- 
Seguì una pausa.
-Ma, se me lo vuoi dire eh, come mai eravate in quella situazione tu e Matt?-
-È.. È stato lui. Io non ho fatto nulla. Ma non lo so, mi sentivo stranita e..-

-Posso rubartela un attimo soltanto, Deniel?- 
Matt interruppe Hermione che appena lo vide diventò tutta rossa.
-Certo Matt, tutta tua- concluse Daniel strizzando l'occhio Hermione.
Per un attimo lei credette che volesse riprendere dal punto in cui erano rimasti, ma quando vide che non si spostarono dal centro della palco dove viaggiavano avanti e indietro assistenti, cambiò idea.
-Tutto apposto dolcezza?-
-Oh, si.. È passata- Hermione sorrise un po' imbarazzata.
-Perfetto.. Ti volevo avvisare che seguiranno quattro giorni di riposo. Riprenderemo le riprese giovedì. Tu basta che studi il copione, per il resto ci ritroviamo qua allo studio, alle nove in punto.-
-Oh.. Si, cioè, okey- 
-Allora direi anche che si è fatto abbastanza tardi stasera..- asserì Matthew guardando l'orologio elegantissimo.
-Di un po' Matt.. Ma tu ti vesti sempre così formale?- ridacchiò Hermione dando un colpetto affettuoso sulla sua giacca nera. L'altro sembrò sembrò sorpreso. -E bhe? Cosa intenderesti dire?- rise anche lui. -Che dovrei mettermi una felpa e dei Jeans ogni tanto?-
Hermione gli sistemò la cravatta bordeaux e lo guardò di sottecchi. 
-Si, e comunque devo dire che sono abbastanza stanca oggi.. Buonanotte Matt!-

Il salone era ormai completamente vuoto, e Draco con ogni probabilità se l'era svignata il prima possibile.
Con una leggera riluttanza salutò Giò , nel suo sgargiante abbigliamento arancione fluo, con un cenno della mano. Percorse la navata del corridoio di quell'edificio, che ormai conosceva quasi a memoria, e all'uscita trovò nuovamente Daniel.
-Hei, che fai in questi giorni di pausa? Te l'ha detto Matt?-
-Si me l'ha detto. Starò credo la maggior parte del tempo qua.-
-Qua? Allo studio?-
-Già, anno bisogno di me.. E che ci posso fare? Tu invece?-
-Penso a casa. Studierò..-
-Wow, si presentano giornate interessante per noi-
-Cavoli si- Hermione sghignazzò.
-Comunque sia, se hai bisogno di qualsiasi cosa, non esitare a venirmi a cercare. Sai dove sono-
-Come vuoi Daniel, adesso sono così stanca che credo potrei addormentarmi qui sul posto-
-Fila a letto allora!- ammonì scherzosamente Daniel.
-Buonanotte Dan-
-'Notte-

Hermione si recò verso il parcheggio e alzò gli occhi al cielo.
Stelle. Era una notte particolarmente limpida e bella. L'aria fresca della sera le riempì i polmoni. 


                        ***


•Londra Babbana, Ristorante Londinese, Ore 12:56



-Dimmi cara Hemrione. Dimmi tutto..- disse Ginny con aria maliziosa. L'altra arrossì lievemente, non sapeva da dove cominciare.
-Bhe.. Prima in realtà ci sarebbe una cosa che dovresti sapere, Ginny..-
-Volete ordinare?- la cameriera interruppe la loro conversazione.
-Io una pasta ai frutti di mare. Tu Hermione?-
-Oh, io prenderò un insalata-
Ginny fece una faccia sbalordita.
-Mangi davvero pochissimo Herm.. Perché non prendi anche qualcosa di più sostanzioso..?-
-No, non posso lo sai. Non devo ingrassare per contratto..-
-Ma sei sicura?- 
-Si, tranquilla. Non mi sento molta fame-
-Perfetto, allora una pasta e un insalata. Arrivano tra poco.- la cameriera scarabocchiò qualcosa sul blocchetto delle ordinazione e si dileguò. 

-Dicevi, scusa?- domandò disinvolta Ginny tornando a loro. Hermione prese un sorso d'acqua.
-Praticamente.. Cioè non è stata una mia idea.. O a dire il vero, si, l'ho accettata. Ovvero sono stata io poi a fare il primo passo ma.. Come dire.. Non avrei voluto, cioè, in teoria..-
-Hei, che mi stai cercando di dire?- 
-Ho fatto sesso con Malfoy prima delle riprese.- disse l'alta tutto d'un soffio e a bassa voce.
-Che cosa ? Non ho capito..-
-Ho fatto sesso con Malfoy prima delle riprese!- e adesso invece l'aveva urlato. 
Nella saletta del ristorante si fecero tutti zitti e si voltarono verso le due con aria tra il perplesso e lo sgomentato. Ginny non mosse un muscolo e dette un occhiata preoccupata intorno, mentre ritornava il solito brusio. 
Hermione non sapeva come l'amica avesse reagito.
-Co-cosa?-
Silenzio.
-Cioè tu lo hai fatto senza che te l'avessero chiesto? Così di punto in bianco? Sei andata da lui e gli hai detto "hei scopiamo?"- il suo tono era divertito ma con una sfumatura di ironico.
Alcuni occhi curiosi tornarono a posarsi si di loro.
-Oh, Ginny ero così tesa dall'idea che.. Insomma lo sai! Dovevo provare quella parte. Lo dovevo per il film, e per me.-
-Ron lo sa?-
-No-

Ginny rimase immobile, ma dopo pochi secondi sulle sue labbra spuntò un sorrisetto compassionevole.
-E com'è stato..?-
-Fantastico.- ma si pentì di quella parola in una frazione di secondo.
-Fantastico come?-
-Cioè, se la cava.. Non è niente male. Non è proprio niente male..- ad Hermione scappò una risatina che contagiò pure Ginny.
-Herm, io essendo tua amica ti sostengo nelle tue scelte, ma cavolo.. È stranissimo, te e Malfoy. Dico solo questo, e poi sapendo che ti è piaciuto non oso immaginare! Comunque, per te, dico, non é significato niente? Nel senso, l'hai fatto solo e soltanto per il film? Nient'altro?-
Hermione arricciò il labbro superiore e senza nemmeno pensarci disse   
-Nient'altro.-
L'altra sorrise e bevve dal calice di vino.
-Ma mi devi promettere una cosa Ginny.-
-Dimmi- 
-Non dovrai  raccontare niente di tutto ciò a nessuno. Ne a Harry e ne a Ron in special modo.-
-Promesso-
-Mi fido- e rise vedendo l'espressione del volto dell'altra.
-Che c'è adesso?-

-Questo è un brutto colpo per il mio cuore Herm!- 
-Cosa?-
-Tu che vai da lui e glielo chiedi. Una come te e uno come lui.. Comunque ti capisco come ti sia potuta sentire. Ma dimmi, lui è un po' cambiato?-
-Si e no. Più no che si.-
-Me lo immaginavo..-
-Ecco qua i vostri ordini- era di nuovo la cameriera con i patti.
-Grazie mille-

Hermione cambiò completamente argomento. Le dava un certo fastidio parlare di Draco, e anche imbarazzo.
-Non sai quanto ti devo ringraziare Ginny per come hai aiutato Ron.. Grazie mille, davvero.-
-Ma di niente Herm! Adesso come sta?-
-È a casa a riposare credo. È stanco per il lavoro ma ho fiducia in lui.. Sta  cercando di smettere di bere. Credo che per la prima volta ci stia provando seriamente. Saremo felici un.. Giorno- le ultime parole le uscirono troppo forzate per sembrare sincere. Ma Ginny non vi badò.
-Sono contentissima per voi-

-


Finita il pranzo nella Londra Babbana, Hermione e Ginny andarono dritte di comune accordo a fare shopping. Comprarono molti vestiti, e solo quando furono sfinite si fermarono.
-Oddio, mi mancava un po' di questo..- ammise Hermione fermandosi a riposare su una panchina non lontana da Lincoln Street, dove abitata.
-A me manca tutto dei tempi di Hogwarts.. - Ginny si sedette accanto all'amica, con aria sognante, e posò le borse per terra.
-Anche a me..-
-Sai cosa mi è venuto in mente?-
-Spara-

-Ti va di organizzare una cena con tutti i Grifondoro?-
-Sarebbe fantastico Ginny!-
-Quando potremmo fissarla?-
-Domani?-
-Domani Ginny? Tu sei pazza!- Hermione rise.
-Dai, perché no? Tu con questi quattro giorni di pausa da lavoro, come hai detto prima, te la puoi permettere una sera libera, e poi basta sentire gli altri. Non costa niente no?-
-Bhe, può starci.. Te ne occuperesti tu?-
-Si tranquilla-
-Ma Ron? Lui lavora la sera.- replicò Hermione.
-Chiederà un giorno di permesso.- Ginny fece spallucce.
-Ok, allora perfetto-
-Ci sentiamo dopo semmai?-
-Come vuoi Ginny, adesso scappo!- Hermione abbracciò di slancio l'altra e raggruppando le buste dello shopping si incamminò a passo svelto verso casa sua.
-A domani tesoro!- sventolò la mano, in fare solare, verso la sua migliore amica.
-A domani!- 


                        ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione e Ron, Ore 7:16




-Sei pronto Ron?-
-Si, tu?-
Hermione uscì dal bagno con il suo vestito elegantissimo. Era quello che le aveva regalato Matt a Parigi, e  non aveva ancora avuto l'occasione di indossarlo prima.
-Wow...- disse Ron in un soffio.
-Ti piace?- chiese Hermione spiegandosi la gonna lunga che scendeva fino ai piedi, e facendo una piroetta.
-Sei spettacolare. Quando l'hai comprato? Ieri con Ginny?-
Hermione esitò prima di rispondere. -Me lo sono preso a Parigi- mentì in parte. 
-Ti sta benissimo Herm-
-Grazie Ron, anche tu stai bene- 
Lui indossava un abito elegante che aveva noleggiato per l'occasione.
Ron Aveva preso come consigliato da Ginny un giorno di permesso, anche perché gli faceva piacere rivedere i vecchi amici.
Infine, sua sorella era riuscita a far partecipare alla rimpatriata un numero sostanzioso di persone. Naturalmente non c'erano tutti, ma meglio di niente era.

Hermione si dette l'ultima controllata allo specchio, poi si voltò in direzione di Ron che la stava seguendo verso la porta d'ingresso.
-Andiamo allora?-
-Andiamo-.


                        ***

•Mondo Magico, Londra, Ristorante, Ore 7:45



Si salutarono tutti con baci e abbracci. Per Hermione fu un gran piacere rivedere persone come Luna (che era venuta anche se non della loro casa, ma visto che erano molto amici, perché non invitarla?) e Paciock, che le pareva di non riabbracciare da una vita. Harry e Ron finalmente avrebbero avuto il tempo di rammentare i vecchi tempi davanti a un piatto fumante. 
Hermione gli aveva proibito di bere.

"-Ron, ascoltami bene.. Non devi bere oggi. So che sarà dura, ma cerca di resistere-
-Va bene Hermione, tranquilla non lo farò.-
-Promettimelo-
-Promesso.-"

C'era pure Fred. Hermione lo vide bene, e per tutta la serata stette a chiacchierare con la sorella Ginny e lei.
Tutti le fecero complimenti sull'abito e le rivolsero domande sul film Babbano che stava girando. Ma lei rimase vaga, e soprattutto, non accennò di Malfoy.

Le ore passarono in fretta, si divertirono, parlarono del più e del meno, e si fecero anche quattro risate rammentando gli episodi vissuti ad Hogwarts.
-Hei Herm-
Hermione si voltò e vide che era Ron.
-Dimmi-
-Ti spiace se vado a farmi un giro con Harry?-
-Oh.. No, nient'affatto-
In realtà le importava, ma si augurò che con la vigilanza di Harry non potesse andare niente di storto.
-Va bene, allora se per te è ok ci vediamo a casa- 
Si salutarono con un cenno e lui uscì con l'amico che lo seguiva a ruota.

-Ma davvero state insieme?- fu la frecciatina di Fred. 
-Si, perché?- rispose sospettosa.
-Bhe, siete talmente freddi che non sembrerebbe-
Lei non rispose e si limitò a fissare il bicchiere colmo di birra.
Era vero. Lei e Ron non sembravano una coppia, e c'era qualcosa tra loro che non andava da tempo. Ma perché non voleva ammetterlo? Era evidente che non funzionava più. Lei non l'amava più come un tempo, e quella forte emozione che provava per Ron si era trasformata in semplicissima compassione. 
Sospirò e cercò di scacciare quei pensieri per poi rimandarli al più tardi possibile. Voleva godersi la serata.



                        ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione e Ron, Ore 1:23 a.m.


Si materializzò a casa.
Hermione era sfinita ma felice. Poteva considerare una serata da ripetere quella. La compagnia si era recata a fare in giro per Londra successivamente, e peccato che Ron non ci fosse stato.
Pazienza, aveva pensato tra se e se Hermione. L'importante era che anche lui si fosse divertito.

Prese l'ascensore e sentì le gambe farsi pesanti. Arrivata all'ultimo piano, scese e con suo grande stupore trovò la porta dell'appartamento aperta. Si avvicinò lentamente mentre il cuore le martellava nel petto.
-Ron?- 
Entrò titubante, e il salotto sembrava essere apposto.
-Ron?- ripetè più forte. Sentì in quell'istante un rumore di qualcosa di rotto provenire dalla cucina. Si affrettò ad entrarci, e quando vi fu giunta, vide Ron disteso o quasi sul pavimento, con una bottiglia in mano di Vodka, e altre tre vuote sul pavimento.

Lui era completamente andato, lo si vedeva dal volto verde da sbornia e da come era conciato. 
-Ron.. Cos'hai fatto?!-
Lui non rispose, probabilmente non l'aveva neanche sentita. Continuava a ondeggiare la testa a sesta e a sinistra e a blaterare qualcosa tra se e se.
Hermione si chinò alla sua altezza. Era furiosa, ma soprattutto delusa.
-Ron!- lo scosse.
-Che vuoi!- rispose urlando l'altro.
 Il suo alito sapeva di alcol.
-Che cosa hai fatto?! Hai bevuto! Me lo avevi promesso che non lo facevi!-
-Io faccio quello che voglio!- Ron si alzò aggrappandosi al piano di cottura. 
-Quello che voglio!- ripeté.
-Ma.. Avevi detto che..-
-Tu non puoi comandarmi!- era fuori di sè.
-Allora non ti importa niente vero? Niente di noi, ne di te ne del tuo lavoro. Niente della tua vita!-
-Tu hai sempre qualcosa da rimproverarmi! Ah scusami tanto Hermione! Lei fa l'attrice, lei è sempre stanca, lei è sempre impegnata, lei non ha tempo... Mi hai stancato!- era rosso da capo a piedi, e il suo tono di voce era alto da svegliare i vicini. Hermione lo ascoltava immobile, con i pugni stretti.

-Non hai mai tempo per me! E sai che ti dico? A te, non interessa niente di noi, a te non interessa niente di me! Dimmelo che non mi ami! Io mi sono sforzato Hermione di migliorare le cose ma non ho ricevuto da te niente in cambio..-
Fece una pausa nella quale bevve un sorso dalla bottiglia. 

-E quando ho saputo che mi avevi tradito..-
-Chi te lo avrebbe detto?- chiese Hermione agitata e con gli occhi fuori dalle orbite.
-Harry stasera quando bevevamo. Mi ha detto tutto Hermione. E adesso mi chiedo.. Ma non ti fai schifo? Con Malfoy?..-
Hermione stava lì lì per piangere e tratteneva a stento le lacrime. Non ci credeva che Ginny non aveva tenuto il segreto. L'aveva di certo detto a Harry, che anche con le migliori intenzione, con l'alcol aveva ceduto.

-Ma non è come pensi.. Ti posso spiegare! Non volevo, dovevo farlo con Draco! Non è che..-
-Non è cosa Hermione? Non mi importa niente di quello che hai da dirmi. Non più.-
-E quindi tu pensi che per me sia così facile? Bhe, mi dispiace avvisarti che non lo è affatto. Vivere con te Ron non lo è. Mi sembra di essere la tua badante a volte, e devi capire che non ce la faccio più. Ti sono stata accanto per molto, troppo tempo, ma adesso hai detto bene. Ti dirò la verità: adesso basta, io devo.. Confessarti che non ti amo.-

Quelle parole pesarono come macigni sul cuore di Ron, che anche se ubriaco fradicio, ne coglieva il significato. Rimase immobile per qualche secondo che a entrambi sembrarono interminabili. Poi, di punto in bianco Ron scaraventò con ira la bottiglia di vetro sul pavimento. Questa si ruppe in mille frammenti ed Hermione sobbalzò coprendosi il volto con le mani. 
Non disse niente, solo si mise a piangere sommessamente, accucciandosi in un angolo con le ginocchia strette al petto.
Sentì Ron superarla velocemente e uscire dalla porta che poi richiuse sbacchiandola talmente forte che avrebbe potuto scassarsi.

Le lacrime cominciarono a scenderle a fiotti dagli occhi di Hermione, bagnandole il vestito. Si lasciò andare e pianse come una bambina. 

Quella era la fine?
Quella era la fine.



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Ciao a tutte, :)
Questo capitolo è venuto un po' così, non mi piace molto sia come l'ho scritto sia per la trama, ma non ho molto tempo. Spero a voi almeno non abbia annoiato troppo.
Volevo comunque  avvisarvi che questa sarà una Long (credo si aggirerà sui 30 capitoli, ma non ne sono sicura) 

Grazie a tutte per le recensini❤️ Vi adoro

Spoiler:


"-Che.. Che cos'è quella faccia Matt?-
Lui alzò lo sguardo. Non vi si poteva leggere altro che tristezza, e gli occhi erano appena velati.
-Matt.. Che è successo..?-" 



Baci,
Bianca 






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Capitolo 14
*** CAP.14 False speranze ***


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CAP. 14


A Elenri 





•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 6:36 a.m.



Hermione era seduta sul pavimento di coccio del balcone. La schiena poggiata sulla vetrata fredda della terrazza, le braccia conserte, gli occhi fissi su un punto indefinito in lontananza. 
Aveva un aria decisamente stanca: occhiaie scure e scavate sottostavano ai suoi occhi, spiccando particolarmente sulla pelle candida  forse anche troppo diafana. I capelli erano sciolti e scompigliati come se non se li pettinasse da mesi interi. 
Cosa aveva fatto quella notte? La vera domanda era, cosa non aveva fatto...
Dormire; era la risposta, tutt'altro che riposarsi, perché semplicemente non ci riusciva. 

La casa era completamente a soqqadro, e immersa nell'oscurità. L'inverno purtroppo non permetteva al sole di sorgere prima, ne di tramontare dopo. Le giornate erano corte e le notti lunghe. Proprio quello che non ci voleva per Hermione.
Aveva sfogato tutta la rabbia repressa nelle ultime ore, rompendo gli oggetti che le capitavano a tiro.
Per quanto le risultasse duro da ammettere, le cose con Ron negli ultimi tempi, o anni, andavano tutt'altro che bene. E anche se lui era riuscito a trovarsi un lavoro e stava uscendo da quale brutta situazione, non si sentiva felice dentro. Teneva a Ron, ma non in quel senso. 
Pensò che forse era stato un bene che avessero rotto definitivamente, anche se in quel modo. 
La città cominciava ad accendersi, compreso il sole che finalmente si decideva a illuminare il cielo grigio di nuvole già di prima mattina.
Era una brutta giornata in tutti i sensi.

La cosa che però l'aveva ferita di più era stata la frase di Ron "Ma non ti fai schifo? Con Malfoy.." 
Non aveva saputo davvero come replicare. Stava dalla parte della ragione in quel caso Ron, e lei aveva torto marcio. 
Ma cavoli, era sempre stata riflessiva e per niente avventata, una volta non si poteva permettere di agire impulsivamente? 

Era vestita leggera, e il vento che cominciava a soffiare le metteva i brividi. Forse era meglio che rientrava prima di prendere qualcosa. Ma quella piccola terrazza che si affacciava della parte interna dell'edificio, le era stata particolarmente cara per riflettere nelle ultime due ore passate a fissare il nulla.
Era sola, non aveva nessuno. Ginny l'aveva delusa, e non era pronta ancora ad affrontare tale discussione con lei. Ma sentiva il bisogno di raccontare ciò a qualcuno. Era profondamente afflitta, e se non si sfogava a parole, sarebbe stata costretta a farlo con la forza, per la seconda volta. Non doveva accadere.

Le venne in mente in un lampo Daniel e la sua disponibilità nel caso avesse bisogno per qualsiasi motivo di lui. Si alzò da terra barcollante, e rientrò. Ci sarebbe stato da lavorare un pò per rimettere a posto. 
Sospirò e per prima cosa decise che si sarebbe fatta una doccia, poi si sarebbe vestita e avrebbe ripulito il più che poteva. Se i suoi calcoli erano esatti, per il primo pomeriggio sarebbe stata pronta per uscire ed andare a cercare conforto da Daniel.
Si avviò verso la cucina, e per poco non inciampò nelle bottiglie di Ron lasciate sul pavimento. Nel silenzio della casa, Hermione si piegò e ne raccolse una. Era ancora mezza piena. Una strana idea le aleggiò per qualche secondo in mente. Ma poi scosse la testa forte e la ripose sul piano di cottura. Sospirò, mentre il sole mattutino cominciava ad illuminare l'ambiente lanciando tenebre e lunghe ombre sul pavimento. Si costrinse a non incantarsi nuovamente. Una doccia fredda e rigenerante l'aspettava. 



                       ***



•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 3:21 p.m.


Ora la casa sembrava già più accettabile. Di certo, se vi fosse entrato un ladro se ne sarebbe andato pensando che l'avessero saccheggiata prima di lui.
 Uscì chiudendo distrattamente la porta, scese fino al piano terreno, e aprì la porta d'ingresso. Un vento freddo le pungeva la pelle. 
Cercò la macchina ma non la trovò più dove l'aveva lasciata. 
*Ron* pensò subito. 
L'aveva presa lui. Urtata da quella mancanza, prese un taxi.  

Arrivò allo studio poco più tardi. Mentre si incamminava salutò James, un collaboratore con cui lavorava. 
-Ciao James, sai per caso dov'è Daniel?-
-Buongiorno Hermione, dovrebbe arrivare a momenti... Credo che faresti meglio ad aspettarlo all'interno.-
-Grazie mille, a dopodomani!-
Si incamminò quasi di corsa e per poco non cascò sulla scalinata di marmo. Quando fu dentro, non sapendo dove aspettare esattamente, si accomodò su una delle tante sedie d'aspetto nel salone, che si apriva subito dopo il corridoio di ingresso.

Passarono i minuti, e dopo le mezz'ore, e dopo ancora le ore. Daniel non arrivava. Si chiese cosa fare, dato che tornare a casa quasi era escluso. Si portò le mani al volto e una lacrima solcò lentamente una guancia. Soppresse un singhiozzo. Dov'era Daniel adesso che le serviva il suo appoggio? 
Un'altra lacrima, e dopo altre due. 
-Hermione...?-
Quella si riscosse e sicura che fosse Daniel alzò gli occhi lucidi verso la persona che le stava innanzi. 
-Dan, Oh...- 
Restò silenziosa studiando l'espressione sul volto pallido di Draco, poi si affrettò ad asciugarsi con il dorso della le guance, abbassando lo sguardo.
- Che ci fai qua?-
-Io non... Non vedo cosa te ne dovrebbe importare Malfoy.- disse risoluta con gli occhi ancora rossi.
Lui restò per qualche secondo in silenzio, poi parlò.
-È, come dire, successo qualcosa?- 
Il volto di Hermione si insaprì, nascondendo malamente una smorfia di dolore.
-Bhe...- mormorò
Draco le si sedette lentamente accanto.
-Perché stai piangendo?-
Hermione si trovava con le spalle al muro. Draco era lì, e Daniel non si era fatto vedere. La voce di lui era dolce e per niente arrogante. 

Dentro di lei c'era un mare in tempesta.

-Perché piangi Granger?- ripetè.
L'altra alzò il volto e lo guardò sospettosa.
-Ch sei tu, e dove è andato a finire Draco Malfoy?-
Lui inarcò un sopracciglio ma non rispose alla domanda.
-Ti sei bagnata tutto il vestito- 
Hermione se lo guardò ed era effettivamente vero. 
-Stavo... Solo cercando Daniel. Per parlare-
-James ti ha vista quando sei entrata ha detto che sei qua da più di due ore e mezzo.-
-E anche se fosse? A te cosa importa di quello che faccio Malfoy?-
-Non fare l'orgogliosa adesso. Vuoi... Vuoi parlare?- 
Hermione sgranò gli occhi gonfi.
-Con te? Qui...?-
-Ho l'autista che mi aspetta fuori, stavo proprio per tornare all'hotel dove albergo.-

A quel punto Hermione cedette. Era troppo spossata per far funzionare a pieno la sua mente, e con un cenno del capo accettò la strana proposta di Draco. Prima di alzarsi guardò l'orologio per l'ultima volta. Erano quasi tre ore che attendeva, e se Daniel doveva andare a lavoro, a quell'ora sarebbe già arrivato da un pezzo.
Draco la scortò fuori aprendole perfino la porta, e tutto le sembrava surreale. Entrò in quella macchina lussuosa e dopo circa un quarto d'ora raggiunsero l'Hotel. 
Hermione lesse sull'insegna "Larger Nest".
Non sapeva bene  cosa stese facendo, ma seguiva solo Draco per i corridoi tappezzati di porte con targhette lucenti. 
Arrivarono davanti ad una, Draco sfoderò le chiavi e l'aprì facendo scattare la serratura. 
-Entra-
Lei lo oltrepassò ed entrò nella stanza. Tutte le ricordava la notte in cui lei era irrotta nella camera con quelle certe intenzioni.
Arrossì, si sentiva veramente fuori posto.
-Vuoi un fazzoletto?-
-No grazie...-
-Mettiti pure a sedere-
Ma lei rimase in piedi.
L'altro la guardò stranito, poi aprì il piccolo frigo disposto in un canto, e ne tirò fuori una bottiglietta di birra.
-Vuoi?-
L'altra fissò la bottiglia per un istante e gli occhi tornarono lievemente lucidi.
-No...- 
Tutto le parlava di lui.

-Hei, hei... Tutto ok... Vorrà dire niente birra.-
Hermione tirò in su e inspirò profondamente. 
-Ho fatto qualcosa di male?- chiese lentamente Draco.
-No, è solo che... Ron...-
Fece una pausa.
-Ieri sera... Bhe, il fatto è che-
-Aspetta, parti per gradi.-
Hermione si convinse a buttare tutto fuori anche se la persona con la quale si stava sfogando era Malfoy.

Si sedette sul letto accanto a Draco che l'ascoltava assorto. Raccontò dell'incredibile ripresa di Ron, e di quando aveva creduto che un giorno col migliorarsi delle cose avrebbe imparato ad amarlo. Ma non era andata così.

-Non devi fartene una colpa se non lo ama.- fu il commento confortante di Draco.

Lei continuò. Disse che aveva nascosto a Ron quello che c'era stato tra lei e lui, e dell'uscita con Ginny e infine della sua proposta di uscire tutti insieme. 

Fece una pausa giusto per riprendere il fiato.

Spiegò che aveva confidato il segreto solo alla sua migliore amica, e a nessun altro. Raccontò per filo e per segno la serata, e di quando Ron e Harry  erano usciti insieme da soli.
Finì col dire di Ron, trovato a casa ubriaco fradicio, e il modo come le aveva sbattuto tutto in faccia ciò  saputo da Harry che aveva palesemente rivelato il segreto passatogli da Ginny. 
E di come l'amica l'avesse profondamente delusa. 
Descrisse ogni attimo della sfuriata di Ron, come se la stesse vivendo nel momento stesso.
Disse con le lacrime agli occhi di come aveva scagliato la bottiglia vicinissimo a lei, facendoli finire le piccole schegge sulla pelle. 
Finì finalmente, e calò un silenzio spettrale per qualche secondo.

-E il bello è che non so nemmeno perché lo sto andando a dire a te... Probabilmente adesso starai pensando che io sia una squilibrata o qualcosa del genere-
-No, non lo penso per niente.-
Hermione si passò una mano sull'occhio sinistro e si volse verso di lui che la stava guardando intensamente.
-Ah si...?- disse con un sorriso maledettamente triste.

Lui l'abbracciò, ed Hermione lì per lì non ricambiò, rimanendo come imbalsamata sotto la sua presa. Ma poi si sciolse e sprofondò il volto nell'incavo del suo collo caldo. Riconobbe il solito profumo forte e dolce, e se ne riempì i polmoni. Ne sentiva proprio il bisogno di un abbraccio come quello, e Draco sembrava averle letto la mente. 
Le braccia di lui le circondavano la vita, e le mani accarezzavano la schiena. Salirono fino alla testa, stringendole i capelli. Hermione chiuse gli occhi. Era incredibile quanto si sentisse bene tra le sue braccia.

Tutto finì in un lampo. Qualcuno ruppe l'incantesimo, irrompendo nella camera. I due si staccarono alla vista della Greengrass che li fissava a bocca aperta. Nessuno fiatò, e Hermione fu la prima a rompere il silenzio.
-Forse... Forse è meglio che io me ne vada...- 
-No, Hermione, aspetta... E tu Daphne, vedi bene di uscire immediatamente da camera mia, e non riazzardarti mai più ad entrare così senza neanche bussare!- ruggì Draco.
La bionda assunse un'espressione imbronciata e guardò malissimo Hermione.
-Però prima ti piaceva la mia compagnia.-
Ad Hermione venne una stretta allo stomaco a sentire quelle parole.
Draco e Daphne...
-Io è meglio che vada Draco, lascia perdere...- ma lui sembrava non averla svoltata.
-Daphne - esci - subito - da - qua .- scandì le parole rosso in volto. 
-Ah si? La metti così?-

Hermione fu svelta a riprendere le sue cose, e a togliersi di torno. Quando fu vicina alla porta, bisbigliò -Ciao Draco... Scusa- e girò l'angolo. 
Malfoy, furioso più che mai, puntò un dito contro la ragazza che gli stava di fronte. 
-Guarda cos'hai fatto! Tu... Levati di torno! Adesso!- 
Daphne Greengrass arricciò il naso come una bambina viziata che non poteva avere le sue caramelle, poi stizzita uscì dalla camera sbattendo forte la porta.


                     ***


•Londra Babbana, Hotel "Larger Nest", Ore 7:37 p.m.



Hermione uscì dall'Hotel con una calma innaturale. Si sentiva come svuotata, e l'anima pesava meno. 
Scoprire la questione della Greengrass e Draco era stato un colpo, ma in effetti se lo doveva immaginare conoscendo entrambi. Ma c'era qualcosa di diverso in lui quel giorno. Era come un'altra persona, e non lo riconosceva. 
Si era dimostrato gentile e disponibile, e ciò era davvero molto strano. Il suo profumo faceva ancora effetto sul suo umore, e non sapeva se preoccuparsi per questi sintomi o meno. 
Una volta a casa si sarebbe messa a dormire. Non ne era sicura ma c'erano ragioni per credere di aver un aspetto orribile.

Uscì dalla porta di vetro e quando fu fuori ecco di nuovo il vento. 
Ma una sorpresa più inaspettata la colse alla sprovvista. 
-Hei Matt! Che ci fai qua?- chiese vedendolo avanzare verso di lei. 
Lui non rispose però. 
Hermione si avvicinò lentamente e vide che teneva la testa bassa. 
Si preoccupò all'istante. Matthew sembrava una doppia versione di lei in quel momento.

-Che.. Che cos'è quella faccia  Matt ?-
Lui alzò lo sguardo. Non vi si poteva leggere altro che tristezza, e gli occhi erano appena velati.
-Matt.. Che è successo..?- domandò sempre più in ansia.
-Matt...?!-

Lui la guardò con una smorfia di dolore sul volto.
-Mi dispiace tanto Hermione... Mi dispiace tanto.... Davvero-

-Ma cosa... Cosa stai dicendo?-

-Non c'è stato niente da fare... È accaduto tutto così velocemente... Che...- balbettò.

-Che cosa Matthew? Chi?-

-Sarà un brutto, brutto colpo per te Hermione...-

Adesso si che era fuori di sè l'altra. Le tremavano le mani e le ginocchia.
-Matt... Calmati, e spiegami meglio-

-Non credo che sia il momento giusto per dirtelo...-

-No! Dimmi immediatamente che sta succedendo-

-Siediti...-

-Matt... Dimmi che è uno scherzo. Uno scherzo di cattivo gusto. Cosa ti prende...?-

-Daniel- disse in un soffio Matthew, e una lacrima fece capolino da un angolo dell'occhio destro.

-Daniel che? Così... O santo cielo, così mi preoccupi...-

-Stamani. Stamani Daniel ha avuto un incidente. Stava andando a lavoro, e ad un incrocio un ubriaco alla guida l'ha tamponato talmente forte...-

Ad Hermione si bloccò il cuore, e l'aria che le entrava e usciva dai polmoni restò immobile. Il cervello smise di funzionare. Il mondo rallentò.

-Sono arrivati il più presto possibile, e hanno fatto tutto ciò che potevano ma...- la sua voce era spezzata. 

Hermione non parlava, ascoltava soltanto, con una maschera di sofferenza apposto della faccia.

-Non ce l'ha fatta purtroppo... Mi... Mi dispiace talmente tanto Hermione... -





----------------------------



Ciao a tutte :'( 
Come avete letto in questo capitolo c'è una perdita... 
Mi fa male al cuore dirlo, ma si, Daniel è morto.
 Per il resto, Draco e Hermione si stanno avvicinando sempre di più, ma  c'è sempre di mezzo la Greengrass...

Ringrazio tutti quelli che leggono la mia Fanfiction e quelli che la recensiscono :) 

Alla prossima con una nuova dedica scelta dalle recensioni, vi adoro❤️
Baci,
B


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Capitolo 15
*** CAP.15 Nothing positive ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP.15


A Saretta_2610, Felix_Felicis00, Sherumizu 




•Londra Babbana, Ore 8:10 p.m.


Dire quello che accadde dopo è estremamente complicato. 
Era come trovarsi in balia di una tempesta in mare, su una piccola barca che ingolfava acqua.
O sulla terra ferma, dove però fermi non si stava affatto. Con i piedi che si alzavano dalla crosta, si veniva portati via da un tornado, quello interiore.
Oppure era come essere stesi a terra, caput, dove tutti ti calpestano e fa male, un male fisico e micidiale.
Era come se qualcuno ti stesse torturando infliggendoti tante piccole coltellate, assicurandoti però che tu non muoia, e che sia ancora cosciente così che possa avvertire quel male. E soffrire. 
Era così che si sentiva Hermione, con un turbinio di emozioni che le si contorcevano dentro senza trovare uno sfocio, se non solo l'uscita delle lacrime. Un pò come quella d'emergenza, perché la bocca era sbarrata e tremante. La gola secca e incapace di mettere suoni. 

*-Ma che stai facendo qui tutta sola...?-
Silenzio.
-Piangi?-
Silenzio.
-Piccola Hermione... Cos'hai combinato adesso che ha fatto arrabbiare la mamma?-
-Non è...colpa mia- singhiozzo.
-Sei arrabbiata?-
Annuisco debolmente.
-Non dico che piangere faccia male, ma sai cosa fa davvero bene?-
Scuoto il capo e tirò in su naso.
-Urlare-
-Urlare?- mi asciugo col dorso della mano le lacrime.
-Urlare-. Ripete papà.
-Sai, a volte fa davvero bene. Ti senti subito meglio-*




Incredibile a dirsi ma, ce la fece.
Urlò davanti a tutti sul calar della sera, in quella Londra Londra Babbana che adorava tanto. Urlò così forte che i presenti si ammutolirono e si udì sotto il grido straziato e atroce di Hermione, un silenzio placido e glaciale. 
Ignorò Matt e i suoi tentativi di farla calmare. Quando ebbe finito l'aria nella stressata cassa toracica, con gli occhi rossi e la faccia paonazza, puntò lo sguardo freddo e fuori di se su Matthew.
-Tu! È cola tua! Solo tua Matt!-
-Ma...-
-Perché una persona deve lavorare anche nei giorni di ponte?!-

Qualcuno si stava cominciando a preoccupare. Chiamare o no la polizia?
-Ma no! Quel cazzo di film è più importante! Oh, Dio...- si passò una mano tra i capelli e abbassò gli occhi traboccanti lacrime che le annebbiavano la vista, e chissà se anche la mente.
-Hermione ascoltami... Io non... Come posso c'entrare qualcosa in questa situazione?-
-Smetti di fare l'innocente Matt! Lo sai benissimo anche te che se lui non... Fosse andato a lavoro non avrebbe mai fatto l'incidente!-
-Hermione Calmati! Torna in te!- Matt la scosse forte prendendola per le spalle, ma questa si ribellò alla presa mostrando i denti.
-Non toccarmi , non toccarmi!- ringhiò e sembrava che da un momento all'altro le sarebbe saltata al collo.

-Chi è...?! Dove sta...?!-
-Chi, Hermione, Chi?-
-Lui. Quello che l'ha ammazzato!-
Il volto di Matt prese una piega che ad Hermione non piacque affatto. 
Gli angoli delle labbra si piegarono all'ingiù, e gli occhi si velarono di pietà, quella che tanto odiava.
-Jess, Credimi...-
-E non chiamarmi così! Dimmelo e basta!-
-È stato Ron. Era ubriaco fradicio quando l'hanno rinvenuto. Adesso è all'ospedale. È grave, è in coma Hermione.- le parole le disse con una freddezza nella voce incredibile.
-Mi dispiace.-
Silenzio, lei doveva ancora assorbire la cosa.
-Spero che anche per questo, bhe, non sia colpa mia.-


                       ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 9:00 p.m.


Non esitò. Si diresse spedita verso le bottiglie di vino e vodka sul piano lucido di cottura. Ne bevve avida il nettare dolce amaro, e la gola le iniziò a bruciare come se stesse andando a fuoco. 
Non si fermò nemmeno quando svuotò la prima bottiglia di vino. Poggiò questa sul tavolo, e ne raccolse un'altra da terra, piena per metà. Si accasciò per terra, nella stessa posizione in cui si trovava Ron quella sera. L'alcol cominciava già ad annebbiarle la mente, come in una giornata di pioggia nella quale non riesci a vedere a tre palmi dal naso. 
Bevve un altro sorso di vino, e dopo un'altro ancora. 
Così, si consumò la lunga serata, bevve per non pensare, e per tenere occupata la testa. Non aveva mai preso una ciucca, e quella era la prima volta. 
Forse il modo più triste di aver la prima esperienza. Non con gli amici, ma sola. Non per festeggiare, ma per dimenticare. 

*-Mancano solo tre giorni al tuo compleanno. Cosa ti piacerebbe ricevere principessa?-
-Il libro sulle fate dei boschi-
-Quale? Quello che abbiamo visto l'altro ieri in vetrina sotto casa della nonna?-
-Si- annuisco energicamente e le mie  guance paffutelle rosa diventano rosse. 
-E va bene Hermione, se ciò che vuoi è un libro per i tuoi otto anni, va bene tesoro-. Mamma increspa le labbra in un sorriso, e gli occhi verdi mi guardano con affetto immenso mentre mi accarezza i capelli castani.*

*-Non è facile. All'inizio non lo è per nessuno. Ma alla fine a forza di provarci ce la farai-
Annuisco triste e mi guardo il ginocchio sbucciato.
-Su, che ne dici se ci riproviamo ancora?-
-E se casco Papà?- 
-Ti arreggo io da dietro-
Mi convinco, e salgo sul sellino, parto a pedalare piano, sempre più forte e infine ce la faccio. Ho perso il via. Il vento mi scompiglia i capelli ma sono felice.*

*-Che ne dici di questa?-
-Mi piace. A te?-
-È... Molto carina.-
-La casa è ad un'ottima portata. Una super occasione, se si può dire! Non potrete trovare di meglio nel quartiere-.
Guardo Ron che esamina i pavimenti tirati a lucido, l'enorme vetrata rivolta ad ovest che occupa un'intera parete del soggiorno.
La luce inonda ogni cosa.
Annuisce soddisfatto con uno strano sorriso in volto. 
-La prendiamo-.*

*Mi guardo preoccupata Il livido sulla spalla destra, e provo a toccarlo. Fa male. Afferro la crema dallo sportello delle medicine, e me la spalmo sul ponfo viola. 
Passo ai tagli sui bracci e avambracci, alcuni più profondi altri meno. Accuratamente gli sciacquo tutti e li disinfetto. Da due o tre esce ancora il sangue. Con l'aiuto delle pinzette mi tolgo microscopiche schegge di vetro e copro le peggio messe con cerotti. 
Sospiro e mi guardo specchio, mi vedo una donna stanca e trascurata. Forse che ha bisogno di una bella dormita, ma non posso. Sono già le sei di mattina e devo andare a lavoro.
Prima di uscire dal bagno sbircio fuori. Ron è sdraiato sul divano. Intorno a lui bottiglie rotte e sporcizia.
Mi metto la divisa da controllore di metropolitana, ed esco più silenziosamente che posso.*


                         ***

•Londra Babbana, Appartamento di Hermione Ore 5:34 a.m.



Si svegliò grazie ad un coato di vomito che la riportò al presente. Un presente che faceva schifo da tutti i punti di vista.
Vomitò i succhi gastrici per l'ennesima volta, ma a quanto pareva il suo stomaco non voleva capire che non era rimasto niente da buttare fuori. La testa le scoppiava. 
Guardò l'ora, e si rese conto che erano solo le cinque e mezza. 
Si ributtò sul letto disfatto e rimase lì a pensare ancora per una buona mezz'ora.

La sua vita faceva schifo. Perché dovevano capitare tutte a lei? Lacrime da versare ne aveva esaurite, e adesso? La voce non c'era più, lasciando spazio ad un debole roco tono da tossica. 

Daniel, era morto lui, la persona più buona che avesse mai conosciuto. 
*Perché? Perché? perché?*
Non avrebbe potuto più parlargli. Ne raccontargli le sue numerose disavventure con Ron, che adesso non c'era più nemmeno lui. 
Non potevano ridere insieme.
Non aveva avuto il tempo di dirgli addio.
Non aveva amici, nessuno, e se c'era una cosa che odiava, era leggere la pietà negli occhi degli altri. 
Se ne sarebbero viste di occhiate di quel genere durante i prossimi giorni allo studio. Ma prima di tornare a lavorare doveva impararsi la parte.
Era un'incombenza da cui non si poteva scappare. 
Ma prima ne veniva un'altra, forse di maggiore e importanza, arrivati a quel punto non sapeva nemmeno se lui se lo meritava.
Qualcosa la spingeva a farlo però. Lo odiava, ma doveva andare da Ron.

                           ***


•Londra Babbana, Ospedale, Ore 7:48 p.m.


Era steso nel letto candido dalle lenzuola ruvide e pulite. Le braccia fuori dalle coperte, con attaccati del fili, cerotti, flebo e quant'alto. 
Il petto si abbassava e alzava lentamente, seguendo il ritmo pacato del cuore.
La frequenza cardiaca era segnata su una lavagnetta elettronica poco distante dalla barella, collegata da lunghi fili di plastica al petto.
Il volto pallido, rifletteva la luce al neon dell'ospedale, e i capelli rossi e una volta scompigliati, adesso erano coperti da delle bende bianche che gli fasciavano la testa. 
La bocca semichiusa, dalla quale usciva uno spiraglio d'aria.

Aveva aspettato la sera ad andare , e per tutto il giorno era stata rannicchiata qua e là a non far niente. Adesso che il cervello era tornato funzionante e la sbornia era passata, si era permessa di andare fuori. 
Per i minuti che stette lì, non lo toccò. Non tentò di stringergli la mano, sperando in un miracolo, e pregando Dio. Non tentò nemmeno di parlargli, ne sussurrò qualcosa tra sè e sè. 
Non lo guardò con occhi dolci e pieni di lacrime, e nemmeno fece qualcosa che potesse riconoscere che stava in pena per lui. Sembrava un'estranea mentre fissava un perfetto sconosciuto.

Per un buon quarto d'ora, non battè ciglio. Impassibile come una mummia, esaminava il suo corpo straziato. Sotto alcune bende l'emorragia non era ancora cessata, e il sangue rosso vivo bagnava il tessuto sterilizzato. Era pieno di taglietti, croste e lividi. Una gamba, quella sinistra, era rotta, e adesso ingessata.

Prese un respiro profondo, Hermione, e si alzò dalla sedia, poggiandola in un angolo. 
-Signorina, ha finito? Ci sarebbe un altra visita per lui, se ha concluso sarebbe il caso di dargli cambio...-
-Si, arrivo subito- abbozzò.
Fece appena in tempo a mettersi l'impermeabile che entrò Ginny.
L'amica era vestita di nero, come se fosse morto qualcuno, e la faccia non era da meno.
-Herm...-
Ma Hermione si limitò a guardarla dritta negli occhi senza dire una parola.
-O mio Dio, mi dispiace... Davvero-
-Come hai potuto?-
L'altra singhiozzò.
-Perché l'hai fatto Ginny?-
-Ho detto a Harry quelle cose perché mi è scappata una parola su Draco... E lui faceva domande... Non pensavo che lui poi, avrebbe detto tutto a Ron...-
Hermione arricciò il labbro in una smorfia.
-Mi fidavo di te. Mi hai deluso Ginevra.- la voce la tardi alla fine, incrinata in una nota di insicurezza.
-Harry si scusa, dice che non voleva dirlo ma era ubriaco e gli è sfuggito....-
-Se tu non avessi detto nulla di ciò a lui, adesso Ron non sarebbe in coma! E sai perché? Perché non si sarebbe ubriacato, non avremo litigato, lui non si sarebbe fottuto la mia macchina e non se ne sarebbe andato!-
Ginny si coprì il volto con le mani.
-E soprattutto sai cosa non sarebbe fatto? Non avrebbe tamponato Daniel. So che non lo conosci ma lui era importante per me. E adesso? E adesso è morto! Tutto per colpa di Ron, che l'ha investito e ucciso!-
Silenzio per qualche secondo.
-E adesso questo, che non è nient'altro che un pezzo di carne per molti, è in coma!- urlò con ironia, e in faccia un sorriso sprezzante.
Indicò Ron adagiato sul lettino mentre le lacrime amare correvano lungo le guance. 

-Hermione, lascia che...-
Ma lei non le dette la possibilità di continuare. Uscì veloce dalla stanza, colpendo l'altra con la spalla, e si diresse a passo svelto verso l'uscita mentre cominciava ad imbrunire.


                      ***


•L'onda Babbana, Studio Filmatografico, Ore 3:00 p.m.



-Sei in ritardo.-
-Lo so.-
Matt la guardò con occhi dolci e comprensivi.
-Come stai?-
-Tu?-
Rimase interdetto.
-Non bene, Hermione. Perché non sei venuta al suo funerale? Ti ho mandato un gufo-
Hermione sospirò e guardò in alto appoggiandosi alla ringhiera fuori dall'edificio.
Erano soli lei e Matthew, lui stava fumando una sigaretta e l'aria era tesa più che mai.
-Non ce la facevo-
-Ti capisco... E non riesco ancora a credere come tu faccia ancora a stare in piedi e non crollare dopo tutto quello che hai passato.-
-A volte- chiuse gli occhi lucidi. -Me lo chiedo anche io.-

Matt la guardò di sottecchi e inspirò profondamente dalla sigaretta.
-Fammi fare un tiro- asserì lei guardando l'oggetto di suo desiderio.
-No-
-Perché no?-
-Perché non hai bisogno. Tu non fumi nemmeno, non voglio che ti rovini la vita come ho fatto io.-
-Non ho bisogno della mammina, Dio. Fammi fare un tiro ho detto.-
Matt guardò di traverso Hermione e non gli sembrò il caso di contraddirla.

Gli passò la sigaretta, ma quando questa se la stava portando alla bocca aggiunse.

-Se c'è una cosa che ho imparato dalla vita è che non c'è cura migliore per le ferite che il tempo. Quello le cura tutte.-
Fece una pausa, e osservò mentre Hermione Inspirava, e tossiva subito dopo compatte nuvolette di fumo grigio.
-Le cicatrici e i graffi sono come trofei: potrai andare in giro e vantarti di aver superato tutti quei brutti momenti, e dire "e adesso vivo ancora." Dai tempo al tempo, Jess.-

Hermione si bloccò, la sigaretta ancora tra l'indice e l'anulare, e lo sguardo imbambolato su Matt. Riconobbe. Era il copione. La parte sulla Tour-Eiffel che aveva recitato con Draco.

-E solo che... Sono così fragile- bisbigliò appena con un fil di voce, stando al gioco.

-Tutte le cose fragili sono belle.- 

Matthew sorrise tristemente, e seguì un momento in cui nessuno parlò.
-Sei forte Hermione, più di quanto tu creda . Ricordati quelle parole, anche se recitare, sono estremamente vere. Tu non hai bisogno di questo credo.-
Così disse, e le tolse di mano la sigaretta. 
Ancora impietrita, annuì, e d'impulso lo abbracciò. Lui ricambiò all'istante e benché fosse molto più alto di lei, riuscì comunque a raggiungere l'incavo della sua spalla. Adesso si sentiva bene.

-Hanno detto che è grave. Non sanno se si riprenderà.-
Lui le accarezzò la schiena e socchiuse le palpebre. 
-Matt...-
-Dimmi-
-Perché proprio a Daniel? Cos'hai fatto di male? Perché non me, che ho mille problemi tra una cosa e l'altra... Ma lui?-
L'altro sospirò fragorosamente.
-Ci sono delle cose a cui non possiamo dare una spiegazione. Ci dobbiamo fare una ragione e basta Hermione.-
-È dura.-
-Lo so, lo è per tutti.-

Si staccarono e lui la guardò attentamente. Le lacrime le avevano rigato il volto.
-Sarà meglio che entriamo adesso, mi sa che le truccatrici avranno un bel lavoro da fare...-

-

-Oh mio Dio! Aaaaahhhg! A, ma eri tu Hermione, cara... Non ho avevo riconosciuto! Assistenti? Assistenti! Correttore e cipria in abbondanza!-
Giò era visibilmente scosso, come tutti d'altronde, ma la sua solita battutina sull'aspetto disastroso di Hermione non se la poteva risparmiare.

Scorse Draco che se ne stava in disparte, ma lo salutò con un cenno del capo e lui fece lo stesso.
Le cose tra loro l'altro giorno si erano concluse in uno strano modo, ma si sarebbero sciolte le tensioni durante le riprese, ne era certa.
Aveva studiato la parte pochissimo, e perciò seppe già che le battute non le sarebbero venute al cento per cento. 

-

Arrivarono al medesimo appartamento affittato per le riprese, e fu spogliata, tranne le mutande, e con una certa riluttanza si infilò nel letto sotto le coperte lilla.
Sentì il petto nudo di Draco appiccicato alla sua schiena, e le sue braccia stringerle il petto avanti, in un tenero abbraccio.
Adesso si filmava la parte del "risveglio" che Hermione trovò patetica. 

Non sapeva se era diventata troppo acida a guardare il mondo, o era il mondo troppo in tutto per lei. Detestava ogni cosa.

Sistemarono le luci, mentre sentiva il fiato di Draco sul suo collo.
-Io non ho studiato niente- mormorò Draco nell'orecchio di Hermione.
-Nemmeno io- risponde Hermione con un velo di preoccupazione.
-Ciak, si gira!- 
Chiusero gli occhi e la ripresa era cominciata. Il pallino rosso lampeggiava sulla cinepresa.

-Buongiorno Amore- Draco sbadigliò e si strinse a lei.
Arrossì.
-Buongiorno Tesoro- sorrise e girò appena in tempo il capo per beccarsi un braccio dritto sulle labbra da parte di Malfoy. 
Sapeva di buono.

-Dormito bene?- chiese lui.
-Oh, si...- ghignò soddisfatta girandosi verso di lui e mettendoglisi sopra. 
Lo baciò, non essendo sicura che quella parte vi fosse sul copione, ma le parve di si.
Malfoy interruppe il bacio, e la guardò negli occhi. 
-Ti va se... Domani sera andiamo, che so... Ho sentito che in città è arrivato un luna park, ti piacerebbe andarci con me?-
-E lo chiedi pure?...- 
*Oh, cazzo ... E adesso?*
-Certo che si!- improvvisò, e nessuno fermò al scena.
*Cavoli*
-Benissimo- Disse in un soffio Draco tornando ad assaggiare il nettare delle sue labbra. 
Hermione sorrise e accarezzò i capelli volutamente scompigliati di Draco.
-Perfetta!- era Giò.

Hermione si trova a petto nudo su Malfoy, e aspettò che qualcuno le passasse un asciugamano prima di levarsi da lui. 
Allontanandosi, si voltò e scorse Draco ancora sdraiato col addominali a bella vista, farle l'occhiolino. 
Roteò gli occhi e distolse lo sguardo.



------------------

Ciao :) finalmente è arrivato! 
Era pronto ieri sera, ma ho deciso di pubblicarlo oggi.
Spero di non avervi annoiato o deluso, le cose vanno avanti senza Daniel (che tristezza) ma è così...
Scusate per gli errori !!

Recensite, che mi fa sempre molto piacere! :)

Ps, l'altra volta mi ero dimenticata lo spoiler, perciò da brava autrice adesso ne metto uno bello grosso....



"

-Senti, so che ti può sembrare inopportuno e completamente fuori di testa, ma che dici se, sempre che tu non abbia impegni, uscissi con me stasera? Pensavo dato che eravamo qua, bhe, di andare a cenare in quel ristorante laggiù- 
-Oh, è molto carino da parte tua, davvero ma purtroppo penso di avere già un altro impegno. Me l'ha già chiesto...-
Ma qualcuno la interruppe
-Qualcosa mi dice che sei arrivato in ritardo, caro mio.-         
    
                                                         "


Baci,
B

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Capitolo 16
*** CAP.16 Battuto sul tempo ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP. 16


Ad Amore_vero_XD, Eowyn_26, Louijshaz 




~

-Ti piacciono le montagne russe?-
-Non molto direi... Sono una che è sempre andata cauta con questi giochi spericolati- rise Jess.
-Neanche io ci vado matto, se ti può consolare- aggiunse Charlie sorridendo. 
Il Luna Park era pieno di coppiette come loro, sulla ventina o più. Il posto era popolato di tunnel dell'amore, e banchi di tiro con l'arco o divertimenti simili, e se vincevi a uno di questi, potevi avere in regalo  mega peluche a forma di orsetto. Un classico.
Jess si guardava in torno con gli occhi che le luccicavano. Era un sogno? Poteva sembrare infantile andare al Luna Park, ma per lei no. Aspirava ad andare nel tunnel dell'amore, ma avrebbe aspettato una proposta dell'altro.
Avvertì la mano di Charlie sfiorarle il palmo, per poi stringerlo in una stretta calda. Abbassò lo sguardo e guardò le loro dita intrecciate, dalle quali le si irradiava un nuovo tepore.
-Zucchero filato?-

~

-Zucchero filato?- il tono di Draco era spontaneo e suadente.
-Oh, Certo- rispose Hermione.
Si avvicinarono ad una bancarella e chiesero uno zucchero filato.
L'attore dall'altra parte, un uomo tarchiato e basso, ma dall'espressione simpatica, annuì facendo ondeggiare i baffi lunghi e grigi. In pochi secondi tirò fuori una nuvoletta rosa e dall'aspetto soffice, porgendola alla ragazza.
-Grazie mille-

-Stop! Buona!- 
Hermione tirò un sospiro di sollievo.
-Hermione!- 
*Oddio, che vuole adesso*
Giò si affrettò ad andare verso di lei, con la sua tuta da ginnastica (nera eccezionalmente per il lutto). 
-Ho ragioni per credere che tu non abbia studiato molto bene le battute-
-Già...- ammise Hermione un pò imbarazzata.
-Per quanto dispiaccia a tutti per Daniel, devi andare avanti. Capito cara? Adesso hai avuto un momento difficile e sei scusata, ma cerca di tornare preparata.-
Hermione annuì sostenendo lo sguardo.

-Giò! È arrivata!- urlò un assente da dietro la cinepresa.
-Ah ecco, a proposito... Vedi, qualcuno doveva prendere il posto di Daniel come tuo assistente, perciò ti presento,- e mentre lo diceva ad Hermione venne un tuffo al cuore.
-Ti presento Grace. Grace, Hermione. Hermione, Grace-
-Da-Daphne...?-
-No, lei è Grace, Hermione. Stringetevi la mano. D'ora in poi sarà la tua assistente!-
Hermione tese la mano alla bionda che le stava davanti che altri non era se non Daphne Greengreass, la quale aveva imparato a conoscere abbastanza bene negli ultimi tempi.

-Piacere Hermione- sorrise Daphne.
Era vestita in modo professionale. Portava i capelli raccolti in una crocchia, e indossava occhiali dalla montatura nera, anche se almeno lei sapeva che non aveva problemi di miopia o del genere.
Non aveva rinunciato ai tacchi, rigorosamente alti, e la superava per dieci centimetri buoni. La gonna, almeno quella, era lunga e copriva fino alle ginocchia. 

-Piacere. Ci conosciamo?- domandò sospettosa Hermione.
-No, mi sa proprio di no.-
Hermione assunse un'espressione della serie "ante-omicidio", e continuò a fissarla stranita, finché qualcuno da dietro non la riscosse parlando.
-Ma che cosa ci fai tu qui?-
-Signor Malfoy!- esclamò Giò pieno di entusiasmo.
-Proprio in tempo per le presentazioni! Lei è Grace Colleman, la nuova assistente di Hermione.-
La reazione di Draco non fu per niente dissimile a quella di Hermione. Ma non aggiunse niente. 

Perché la Greengrass lavorava per Matt adesso? E soprattutto, perché si faceva chiamare con quel nome? Troppi punti interrogativi e troppe poche risposte. La cosa puzzava, e Daphne non aveva in mente niente di buono; sicuro. Hermione non ci capiva più niente, e per di più sarebbe diventa la sua assistente. Che strazio. Una vera palla. Insomma, cosa cavolo intendeva di fare conciata così? Una sfilata di moda? Per un secondo sperò tanto che le si rompesse un tacco o le si stappasse la camicetta di pizzo, ma si riproverò per la sua cattiveria. 
Ancora, non le aveva fatto niente di male, perciò, a parte l'istintiva antipatia che provava nei suoi confronti, non doveva essere troppo scorbutica con lei.

Si voltò ed incrociò lo sguardo preoccupato di Draco.
Le riprese dovevano continuare, e mentre i cameraman sistemavano le loro attrezzature per filmare, Hermione ne approfittò per dare l'ultima occhiata al copione.

-

Girarono diversi spezzoni nei quali ridevano e passavano da un banco all'altro. A quello Hermione era decisamente più preparata. 
Infine, la telecamera gli stava filmando mentre con delle pistole ad acqua, cercavano di centrare un punto preciso cerchiato in rosso, così da gonfiare il palloncino e farlo scoppiare. 
-Tanto vinco io!- bisbigliò Hermione con occhi furbi a Draco, che tentava di prendere la mira. 
-È tutto da vedere-
Hermione sapeva che doveva vincere lui, e perciò gli lascio un pò di vantaggio, così che potesse far scoppiare il palloncino per primo. 
Accadde in quel modo infatti.
-Sii!- esultò lui. -Ho vinto!-
Hermione assunse un aria finta imbronciata, e subito dopo puntò il getto d'acqua su Malfoy. 
Lui spalancò gli occhi e scosse i capelli bagnati, ma come da copione senza tante cerimonie, schizzò a sua volta l'altra con la pistola.

~

-Ehi!- 
-Chi la fa l'aspetti, Jess!-
-Vuoi due! Basta con l'acqua!- era il proprietario che li stava sgridando.
-Ci scusi tanto- disse Charlie posando sul bancone le pistole.
-Ho vinto comunque- aggiunse dopo.
-Si,- bofonchiò l'uomo. -Scegliete un premio.-
Charlie ci pensò un pò, poi indicò una giraffa gigante appesa sul soffitto.
-La giraffa rosa-
Quello la staccò e gliela porse.
-Buona serata signori-

-Ta daa!- 
-Carina!- esclamò Jess accarezzando il pelo sintetico.
-È per te-
-Per me Charlie?-
-Si-
-E dove lo metto adesso?- rise, mentre prendeva tra le mani l'enorme peluche.
-Bhe, potremmo darlo in affidamento a quel bigliettaio mentre ci facciamo un giro sulla sua giostra...-
Jess girò la testa per guardare di quale bachino si trattasse, e vide che Charlie si riferiva al tunnel dell'amore. 
Sorrise.

~

-Ovviamente,- disse Matt mettendosi le mani in tasca - Ovviamente, noi non riprenderemo l'intero tragitto che percorre il tunnel.- fece una pausa e il suo sguardo passò da Hermione a Draco.
-Perciò, filmeremo fino a che ce ne sarà bisogno, poi aspetteremo che usciate dall'altra parte della galleria.-
La barchetta su cui lei e Draco erano seduti, era tinta in rosso che adesso appariva un pò sbiadito, ed Hermione la sentiva maledettamente instabile. Sembrava di cascare ora si, ora no.
-Quindi, intesi?- Matt sembrava stranamente preoccupato.
Il suo sguardo si fissò su Malfoy e lo guardò malissimo.
-Direi che possiamo iniziare, Matt.- suggerì Giò.
-Va bene-
 E così fu, il meccanismo si mise in moto e la piccola e traballante barchetta attraversò l'entrata a forma di cuore.

L'interno era buio e poco illuminato. Solo in qualche punto per rischiare il profilo di un cupido che lanciava  frecce con cuori.
All'inizio stettero entrambi in silenzio, poi lui poggiò una mano sulla coscia di lei. Arrossì sistematicamente. 
Si girarono entrambi a guardarsi negli occhi, ed Hermione credette che non ci fosse niente di più bello, di quel celeste pallido. 
Aspettarono esattamente venti secondi prima di iniziare con le battute.
-Jessica- disse dopo aver deglutito. -Tu, mi piaci molto, e...-
-Oh, sta zitto- lo fece tacere Hermione, e si avvicinò pericolosamente a lui, sorridente.
Lo baciò impetuosa, e vogliosa di quelle labbra. 

Malfoy rispose, e le cinse con una mano la pelle appena sotto il seno, e con l'altra il collo caldo. 
Le loro labbra danzavano, e bacio più passionale non esisteva. 
Hermione credette di esserne dipendente ormai, come se la sua bocca contenesse una sostanza che desse assuefazione. 
Pensò che la sua vita fosse quel film in effetti. La protagonista la rispecchiava sia come personalità che come storia di vita. Solo che gli altri personaggi erano diversi e ribaltati. Come mai in quel momento si sentiva così bene?

Si staccarono quel poco che bastava per fissare e plasmare i loro sguardi davanti alle telecamere, e la punta dei nasi si toccarono. Hermione Rise e vide i tratti di Malfoy addolcirsi. Gli accarezzò i capelli biondi e un attimo dopo sentì -Buona! Va bene!- Giò chiuse la telecamera e fece cenno agli altri assistenti di chiudere le attrezzature. 
-Noi andiamo, come ha detto Matt ci vediamo all'uscita!-
-Giò, aspetta!- lo richiamò Hermione. Lui si voltò.
-Manca ancora tanto?-
-Un giro dura otto minuti cara, ne sono passati solo tre!-
*Perfetto, altri cinque minuti qua, nell'imbarazzo più totale.* pensò.

Furono soli, e ne lui ne lei parlavano.
-Bhe, carino qua vero?- asserì Draco dopo non molto.
-Si, carino.-
Silenzio, ma Hermione decise di riprendere la conversazione.
-Sai perché la Greengrass adesso mi fa da assistente?-
-Pensavo lo sapessi tu, io non ne ho la minima idea.-
-Lei non si chiama Grace Colleman.-
-È quello che dico anche io, ma ho preferito stare zitto, non mi voglio cacciare in affari che non mi riguardano. Soprattutto se c'entra la Greengrass. Affari suoi se si fa chiamare con un nome falso.-

Ci fu una pausa. Ad Hermione sudavano le mani, e gli occhi cercavano qualcosa nell'ambiente su cui soffermarsi. 
-Senti...- Hermione si girò ad ascoltare Draco.
-Mi dispiace per come ha irrotto l'altro giorno nella stanza Daphne.-
-Fa niente, tranquillo.-
-No, dico sul serio, tu stavi male per Ron, e...- si interruppe.
-Che c'è?- chiese Hermione.
-Ho qualcosa sulla faccia? Mi si è sbavato il trucco per via dell'acqua?-
-No, no, è che sei bellissima- 
Hermione avvampò , e timidamente disse -Grazie-. 
*Co-co-cosa?? Draco Malfoy mi ha fatto un complimento?*
-Non so cosa tu possa aver inteso da quello che ha detto la Greengrass, ma tra me e lei non c'è niente.-
-Ah, si, ok...-
-E mi dispiace tanto anche per Daniel, Hermione. So che vi eri molto legata.-
Annuì.
-Periodaccio questo, eh?-
Annuì ancora guardando in basso.

Come mai era così confortante e piacevole adesso conversare con Draco? Sembrava... Era cambiato.
Si era trasformato in una persona nuova, migliore, e le faceva piacere che le desse delle attenzioni. 
Anche senza volere stava legando con lui, e non le dispiaceva affatto.
-Hai il mio lucida labbra sulla bocca.- disse per cambiare discorso, e lui sorrise.
-Dove?-
-Qua aspetta...- lei si avvicinò a lui, e porse le dita in avanti solleticandogli la pelle. Cercò di togliergli alla meglio il suo lucida labbra, e in quell'istante furono vicinissimi.
-Sai, mi piace. Mi piace dico, fare l'attore. Prima ero un pó scettico, ma adesso mi sto ricredendo.-
-A me è sempre piaciuto. Era il mio sogno. Ecco fatto, pulito.-
-Grazie-
-Ma di che-

Le dita di Malfoy tamburellavano sullo sportello di apertura. Ormai dovevano esserci, la barchetta continuava il suo tragitto lenta più che mai.
-Hermione, stavo pensando, visto che...- 
Ma fu interrotto da questa, che urlò -Siamo qui! Siamo arrivati!- e ondeggiava le mani per salutare quello che doveva essere o Matt o Giò.
Lui sospirò e guardò furori. Il sole tramontava, lanciando sulla città bagliori caldi sull'arancione e il rosso.

Hermione fu la prima a scendere, e sembrò esserne piuttosto felice. Poi lasciò la barchetta anche Draco.
Dopo una risistemata al trucco, furono pronti per una nuova scena. 

~

-Che vogliamo fare adesso?-
-Abbiamo provato tutto ciò che c'era da sperimentare, dimmi tu- disse Jess. 
-Allora vorrà dire che decido io- asserì con un mezzo sorriso, e la trascinò per un braccio dietro un albero, fuori dalla portata di occhi indiscreti.
Si guardarono maliziosamente, ma dopo accadde una cosa inaspettata.
Una mano possente afferrò Charlie per la maglietta trascinandolo via.
-Ma cosa...?- sussurrò appena Charlie.
Jess sgranò gli occhi e boccheggiò.
-A..Alex...?-
-Chi è questo qui, Jess?- disse tra i denti tenendolo ancora stretto.
-Non mi toccare, schifoso.- ringhiò Charlie.
-Che ci fai qui, Alex?! Lasciami in pace! Lascialo in pace!-
Charlie si era liberato dalla presa ferrea dell'altro e lo aveva spintonato gonfiando il petto.
-Cosa credi di fare, eh? Novellino- lo canzonò Alex.
-Novellino a chi, scusa? Sparisci subito da qua, e non ti azzardare ad importunare più Jessica perché sennò ti rompo. Sia chiaro.-
-Ahahaha, sei ridicolo! Non mettermi le mani addosso- Alex ricambiò la spinta.
-Ehi! Basta fermatevi!- strillò Jess.
-Non ti provare...!- 
Ed ecco arrivare il primo cazzotto da parte di Charlie dritto in faccia ad Alex.

Jess, che si era fatta avanti per dividerli, indietreggiò di due passi.
-Smettetela! Vi prego! Charlie!-
Ma niente, come se non avessero sentito. Alex si asciugò il sangue che gli grondava dal naso, e sferrò un destro sulla gola dell'altro. 
Cadde in terra, stordito, ma non ci mise molto per rialzarsi anche se barcollando.

Si trasformò in una vera e propria zuffa, e parecchi passanti si erano fermati ad assistere con facce preoccupate.
-Ho detto basta!- adesso Jess quasi piangeva. Si frappose tra i due, ma come risposta ebbe un occhiataccia di Alex. -Fatti da parte Jess, ci sono cose che vanno risolte tra uomini.- e la spinse in dietro. Anche se poca era la forza con cui l'aveva fatta mettere da parte, lei perse l'equilibrio, e cadde sulla strada asfaltata.

-Ti ho detto di non toccarla! Lurido bastardo!- sbraitò Charlie.
Il pugno corse alla mascella, e il dolore poco dopo era sulla linea del limite della sopportazione.
Ma Charlie non si fece sfuggire un gemito. Ne ricevette uno all'occhio, e a quel punto era chiaro chi stesse avendo la meglio. 
Prima di essere fermati e allontanati da un uomo corpulento, Charlie riuscì a colpirlo con veemenza al basso ventre, facendo sì che questo si piegasse in due per il dolore.

-Ma che vi salta in mente? Quanti anni avete? Quindici? Adesso, tu di qua, e tu, di là. Sbrigarsi!- ammonì l'uomo che li aveva divisi.
Quest'ultimo aiutò anche Jess ad alzarsi. 
Lei dette una spolverata alla gonna, poi posò lo sguardo severo su Charlie che si massaggiava una spalla e con l'altra mano si copriva l'occhio, probabilmente nero.

~

-Ti fa male?-
-Abbastanza- disse solo Draco.
Adesso erano nel solito appartamento. Draco era seduto sul divano di pelle bianca, e lei era accanto a lui, che con una sacca di ghiaccio si impegnava a poggiargliela sull'occhio scuro.
-Ahia-
-Scusa- 
Le truccatrici erano state molto brave, sembrava davvero che fosse stato preso a botte da qualcuno, invece aveva solo finto un combattimento con Matt.
-Tienitelo un attimo premuto così, vado a prendere la crema per le contusioni.-

La telecamera la seguì, a volte filmando, a volte no. Tornò con un tubetto di crema bianca che spalmò sulla spalla e sulla mascella di lui.
Mugolò al tatto. 
-Ma ti ha dato di volta il cervello Charlie?-
-Scusa Jess, davvero... Ma non ce l'ho fatta. La mia rabbia è esplosa. Da come ti guardava, da come ti trattava, da quello che mi hai raccontato e da come si atteggiava con me...- 
-Ti capisco Charlie, ma la prossima volta, cerca di controllarti.- il tono di Hermione era calmo e le parole  uscivano dalla bocca lentamente.
-Va bene...- 
Sorrise tristemente prima di tornare a massaggiargli la spalla violacea.
-E comunque è stata colpa mia. Ho iniziato io.-
-Come?-
-Gli ho tirato il primo pugno. Credo di avergli rotto il naso.-
Hermione fece spallucce e sorrise tra sè e sè. 
-Perdonato anche per questa, Charlie caro-

-PER-FECT!- esclamò Giò entusiasta.
-Oggi chiudiamo qua!-
I muscoli di Hermione si rilassarono.

-

Era nel suo camerino, e Daphne Greengrass la stava malamente steccando.
-Mi fai male- protestò ad un certo punto.
-Ma se sto facendo il più delicatamente che posso!- squittì innervosita.
-Ok, Daphne...-
-Daphne? Chi è questa Daphne? Il mio nome è Grace...-
-Si,- la interruppe bruscamente Hermione -Grace Colleman-.
Roteò gli occhi e sospirò, costringendosi a non replicare,ne a sottrarsi alla tortura. 


                        ***

•Londra Babbana, Ore 8:09 p.m.
 

Uscita dal palazzo, Hermione vide Malfoy vestito di tutto punto, venirle in contro. 
Quando notò che le stava sorridendo, capì che il loro rapporto era cambiato. Lo era davvero. 
La cosa le mise un certo e strano stato d'animo addosso. Erano...Amici? 
-Hei- ricambiò il sorriso.
-Hei- disse di rimando lui, e ci fu un momento di imbarazzo.

-Senti, so che ti può sembrare inopportuno e completamente fuori di testa, ma che dici se, sempre che tu non abbia impegni, uscissi con me stasera? Pensavo dato che eravamo qua, bhe, di andare a cenare in quel ristorante laggiù- 
-Oh, è molto carino da parte tua, davvero ma purtroppo penso di avere già un altro impegno. Me l'ha già chiesto...-
Ma qualcuno la interruppe.
-Qualcosa mi dice che sei arrivato in ritardo, caro mio.-        

Matt strizzò l'occhio a Draco, mentre poggiava un braccio attorno al collo di lei. 
Hermione assunse un espressione disagiata. Non le piaceva affatto quella situazione.
-Ah, oh, Bhe...- farfugliò Draco imbarazzato.
-Allora, fa niente.- il suo sguardo vagava senza un appiglio.
-Tutto bene nipote?- così dicendo Matt gli battè una pacca sulla spalla.
I due, pur essendo parenti, avevano pochi anni di differenza. Hermione calcolò più o meno sei o sette anni. 
-Tutto apposto, zio.- rispose con acidità. L'altro sembrò non badarci molto, e si affrettò a concludere la discussione.
-Bhe, allora alla prossima. Vuoi che ti lasci il mio autista?- 
-No grazie. Prenderò un taxi.-
-Perfetto, allora passa una buona serata, Draco.-
-Passatela anche voi.- rispose freddamente.
Mentre lei e Matt si stavano allontanando, questa si girò in direzione di Malfoy, e mosse le labbra bisbigliando qualcosa.
"scusa". 


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Ciao ;)
Questo capitolo è stato abbastanza difficoltoso da scrivere, ma ne sono pienamente soddisfatta. Era pronto anche ieri sera, ma meglio il pomeriggio per pubblicare.
Succedono molte cose interessanti, e WOW! Alcune di voi staranno impazzendo dalla rabbia!
Non uccidetemi, ma la povera Hermione non aveva ragioni per cui rifiutare un invito a cena da un 'amico', anche se poi quello che ci rimette veramente è Draco... 
Avevo intenzione di inserire in questo capitolo anche la cena tra Hermione e il bell Matthew, ma ho deciso che era meglio se l'avessi riservata al prossimo. Giusto per mettervi un pò di ansia :)
Spero abbiate amato la parte tra i due all'interno del Tunnel dell'amore, che io adoro personalmente.
E infine, l'ultimo mistero: chi sarà mai questa Grace? 

Grazie delle recensioni, siete la mia forza❤️

Cerco di aggiornare la più presto, e vi lascio un piccolo spoiler...

"Era il 14 Febbraio, e come ogni 14 febbraio, si festeggiava San Valentino."


Bacioni,
Bianca

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Capitolo 17
*** CAP.17 Avevano le ali ***


YOU WERE IN MY HEART
CAP. 17


Nuovamente a Elenri, alla quale va un ringraziamento speciale per la bellissima cover che mi ha procurato. Buona lettura :)
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•Londra Babbana, Ristorante, Ore 9:00 p.m.


-Grazie- disse Hermione mettendosi a sedere dopo che Matt l'aveva fatta accomodare.
-Di niente- rispose l'altro. 
-Allora, stanca eh?- chiese sorridente rompendo l'imbarazzo.
-No, non molto stasera direi.- 
Un cameriere in quell'istante le passò accanto porgendole in Menù.
-Oh, grazie mille.- tese un libretto a Matthew e aprì il suo. La scelta era ampia e ricca, ma Hermione avrebbe preso qualcosa di non troppo costoso, tanto per non passare da scroccona davanti a lui.
-Fatto?- chiese Matthew poggiando il Menù sul tavolo.
-Si, si-
Alzò la mano richiamando un inserviente.
-Volete ordinare?- 
-Si,- rispose Matthew. -Vorremmo come antipasto dei crostini al caviale , ce ne porti otto circa- 
Hermione rimase sbigottita.
-Come primo... Io direi pasta al tartufo bianco.-
-Perfetto, e per secondo?-
-Aragosta per entrambi- asserì Matt. -Spero che il pesce non ti dispiaccia, Hermione.- continuò voltandosi verso la sua direzione e sorridendole.
-No, no, nient'affatto.- scosse la testa.
-Da bere?- riprese il cameriere.
-Oh, vino bianco italiano-
-Quale signore?-
-Il più costoso che avete, prego.-
-Arrivano subito- Questo si dileguò così, dopo un breve cenno col capo.

-Sei sicuro, Matt? Tutta quella roba costosa... Dovrai pagare questa cena un'occhio della testa!- bisbigliò  Hermione avvicinandosi a lui.
-Scherzi? Tranquilla, me lo posso permettere. E poi dai, voglio farti passare una serata piacevole. Dopo tutto quello che è successo...-
-Grazie Matt, lo sai che hai già fatto tanto per me...-
-Farei di tutto per te, Jess- disse in un soffio, e per quella frase di troppo che si lasciò scappare, Hermione arrossì impercettibilmente. 

Adesso le era chiaro e tondo che il suo capo ci stesse provando con lei. Ma c'era qualcosa a cui non sapeva dare nome, che le impediva di sciogliere i nervi, di rilassarsi e godersi la serata. Trovava che ci fosse qualcosa di sbagliato in quello che stavano facendo. Qualcosa di storto che rovinava la scena, semi perfetta. Cosa la fermava? Infondo, era single, finalmente. Dopo tanto tempo, era di nuovo libera. 
Gli occhi chiari di Matthew brillavano alla luce della piccola candela posta sul tavolo, e li facevano apparire verde smeraldo. Tutte le donne di quel ristorante avrebbero voluto essere sedute al tavolo col suo accompagnatore. Notava che alcune si erano girate a guardarlo quando erano entrati. Si concesse di vantarsene un po'.

-Il vino, e qui ci sono i crostini.- era il cameriere che portava i primi ordini.
Hermione lo osservò mentre stappava la bottiglia, e versava il liquido pallido nel suo bicchiere, e in quello di Matt. Tantissime piccole bollicine risalirono la coppa fino al bordo.
-Bollicine?- chiese Matthew alzando il bicchiere colmo.


                       ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 10:55



La serata con Matt era passata tutta via piacevolmente. Il cibo era ottimo, ed era andato oltre le aspettative.  Hermione non aveva mai mangiato un aragosta così buona, ma quando si era presentato il conto le si erano rizzati i capelli in testa.
-Vuoi.. Vuoi che paghi anche io?- aveva tentato di aggiungersi alla spesa. Ma lui aveva rifiutato, tirando fuori la carta di credito.
Hermione aveva pensato a quanti soldi potesse contenere. 
L'aveva anche portata ad un parco poco distante, dove non aveva passato proprio una bella esperienza. 
Le luci non funzionavano, e il giardino era buio. Ad Hermione non piaceva molto stare lì, e avrebbe preferito essere altrove. 
Mentre avanzavano per la stradina poco illuminata, da un cespuglio era spuntato un uomo che le aveva afferrato la borsetta.
Hermione aveva cacciato un urlo cercando di non farsela strappare via. Matthew era subito intervenuto, colpendo il malvivente col gomito nello stomaco. Questo aveva emesso un gemito e si era staccato dalla borsa, poi era indietreggiato lentamente piegato su sé stesso, e infine ,inciampando, era corso via.
-Oddio... Grazie Matt-
-Ma che gente, di niente.-
-Mi sono presa un colpo, sul serio- quasi ride.
-Ci credo, meglio che andiamo via da qua. No?-
-Si, giusto.- aveva affermato lei.

Adesso si trovavano sulla soglia di casa di Hermione. Da bravo gentiluomo, Matt l'aveva riportata a casa, ed era arrivato il momento dei saluti.
-Bhe, sei stata bene stasera?-
-Si, mi sono...- Hermione non trovava l'aggettivo giusto.
-Divertita- disse infine.
-Si, a parte quella rapina mancata nel parco, immagino.- la corresse sorridendo Matt. 
-Si, a parte quello.- ripeté Hermione guardandolo negli occhi.
L'aria era tesa, e il silenzio era rotto solo dai rumori notturni. 
-Allora... Ciao-
Matthew le si avvicinò pericolosamente, e lei rimase impalata sul posto, con le braccia che ciondolavano lungo i fianchi.
Le loro labbra si sfiorarono, e i loro respiri si fusero. Ad Hermione mancò un battito quando lui depositò un bacio leggero tra la sua guancia sinistra e le labbra. Si poteva definire un bacio quello? 
Quando si staccarono, Hermione abbassò lo sguardo non sapendo cosa dire. 
-Grazie ancora per la serata Matt, buonanotte- asserì infine.
-Buonanotte Hermione.- 

Entrò dentro dentro l'appartamento e tirò un sospiro di sollievo. Non seppe bene perché. Si sentiva stranita, come sull'orlo di un precipizio. Era in bilico tra la roccia e il vuoto. 
Salì le scale silenziosamente, come un fantasma, mente rimuginava su tutto l'accaduto.
Andò dritta a letto, rifiutandosi anche solo per un momento di valutare l'opzione dello studio del copione. 
Ma la notte non fu generosa con lei. Il sonno non arrivava, e la mente di Hermione era costantemente occupata da tanti di quei pensieri che le intasavano il cervello.
Come si sarebbe comportata con Matt d'ora in poi?
Cosa sarebbe cambiato? E soprattuto, cosa significava quel bacio?
Matt era il tipo di uomo che tutte le donne avrebbero desiderato avere accanto: bello, alto, ricco, premuroso, dolce, un po' presuntuoso ma quello era il suo unico difetto che comunque, lo rendeva irresistibile agli occhi delle donne. 
Eppure lei non stava facendo i salti di gioia, e nemmeno aveva ricambiato o approfondito il "bacio" di poco prima.
Perché?
Nella mente le apparve Draco, e la sua proposta d'uscire. Le dispiaceva, era già stata invitata da Matt, sennò avrebbe accettato volentieri. Lui sembrava esserci rimasto male, e quasi non lo riconosceva. Si meravigliò una volta di più, di quanto fosse cambiato. Sperò che non fosse solo apparenza.
Verso la mattina invece, quando vide albeggiare, riuscì a concedersi quelle poche ore di sonno, nelle quali però sognò Daniel che l'abbracciava, e Ron che chiedeva perdono. 
Avevano le ali.

 
                        ***


•Londra Babbana, Studio Filmatografico, Ore 9:49 a.m.



Avevano provato per tutte e  due le ore. Hermione era carica, e le sembrò di essersi calata ormai perfettamente nella parte. 
Matt non c'era. Giò aveva detto loro che il capo era stato trattenuto da un contrattempo, ma che li avrebbe raggiunti tra non molto. La sua assenza ebbe un effetto tranquillizzante su Hermione, che si era preparata tutto sul come comportarsi con lui. Draco era quello di sempre, o almeno il Draco che aveva imparato a conoscere durante le riprese. Ma forse si sbagliava. Non è che aveva imparato a conoscere Charlie, in realtà? 

-Sveglia! Hermione dove hai la testa?- strillò Giò irritato.
-Scusa- sussurrò.
L'altro sospirò, poi aggiunse -Credo che sia ora di andare prima che si faccia ora di pranzo.-
Lasciarono l'enorme sala prove e tutti insieme andarono all'appartamento affittato.
Durante il tragitto sul pullman Draco le parlò.
-Divertita ieri?-
Hermione rimase sorpresa. Non era preparata a quel genere di domanda da parte sua.
-Bhe...cioè, si-
Imbarazzo.
Nessuno aggiunse più niente fino all'arrivo. 

~

Avevano da poco fatto un mese, lei e Charlie. Tutto filava liscio, ed era fantastico. Sembrava un sogno da quanto era bello, e Jess non poteva desiderare di più. Stava talmente bene con lui, che non le impostava più di Alex. Lui non si era fatto più vivo, e non dava cenno della sua presenza a Parigi. Forse se ne era andato, sperava Jess.
Lei continuava a frequentare il corso di cucina, ma ormai mancava solo una sera per concludere il ciclo. Era un pretesto in più per vedere Charlie. Spesso il capo cuoco li rimproverava: Niente baci di qui, niente baci di là... Oppure: Charlie! Va ad aiutare il tavolo tre, e non stare solo da Jess! Con tutto il rispetto eh, signorina. 

I giorni erano volati, ed era il 14 Febbraio, e come ogni 14 febbraio, si festeggiava San Valentino. 
Charlie non le aveva voluto preannunciare niente, doveva essere una sorpresa. Così era rimasta per tutto il 13 Febbraio, col fiato sospeso; e la mattina si era alzata molto prima rispetto agli altri giorni. 
-Buongiorno!- aveva detto sua mamma appena entrata in cucina.
-'Giorno- 
Da subito aveva sentito rumore di auto che suonavano il clacson e urla forti provenienti dalla strada, ma da quella stanza il rumore era molto più alto.
-Che succede di sotto?- domandò mentre l'altra le versava il caffè bollente. 
La mamma non rispose ma alzò gli occhi e le rivolse uno sguardo complice. A Jess si illuminarono gli occhi, e capì al volo. Si precipitò a guardare sotto dalla finestra. L'aprì, e nella strada sotto stante, vi erano stati posti una miriade di vasetti di fiori gialli, disposti a formulare una frase: "Perdonami ma ti amerò per sempre".
-Oh, Charlie...- mormorò. Non scorse nessuna persona ad aspettarla in mezzo alla scritta floreale, e le estremità della via erano state bloccate da delle transenne, impedendo così l'accesso alle macchine.
Sorrise e si commosse. Era la prima volta che le diceva ti amo, e aveva aspettato fino a San Valentino. 
Si voltò verso la madre che la guardava amorevolmente.
-E tu lo sapevi e non me l'hai detto subito?- chiese euforica Jess, solare più che mai.
-Bhe, non potevo rovinare la sorpresa! Adesso va a sistemarti e scendi! Che aspetti?-
-Si! Vado! O mio dio! Faccio veloce!-
Schizzò in camera, e in meno di tre minuti era pronta.

~

Hermione scese le strette scale seguita da un cameraman che le stava incollato.
Sapeva cosa la aspettava un fondo alle scale, e deglutì. 
Fece un balzo e oltrepassò anche l'ultimo gradino. Uscì dalla porta sorridendo come da copione, e poi finse stupore alla vista di Matthew che la aspettava accanto alla colossale scritta in giallo.
-A..Alex?-
-Sorpresa di vedermi qui, Jess?- chiese lui laconico.
-Che vuoi ancora?- chiese in tono duro, fingendo di essere rabbiosa.
-Te.- 

~

-Vattene, adesso.-
-Ho fatto tutto questo per te Jess. Non puoi dirmi di andarmene così.-
-Ah no?- 
-No. Le vedi quelle macchine laggiù in fondo alla strada? Probabilmente, anzi, più che probabilmente, i guidatori staranno imprecando e bestemmiando perché gli ho sbarrato la strada.- fece una pausa, e si guardarono intensamente negli occhi. Jess teneva le labbra strette, 
che tremavano per la voglia di ripescare o liberare quello che dentro di lei albergava. 
-Li vedi questi fiori? Sono per te. 240 fiori per te. Non ho rimpianti, e lasciatelo dire che sei il fiore più raro.- 
Lei tacque.
-Mi vedi? Sono venuto qua per te, solo e unicamente per te. Sono cambiato, noti che sono diverso? Non posso sopportare che tu te ne vada per un mio stupido e incosciente errore. Ma tutti sbagliano. L'importante è poi essere pentiti.-
-Io... Io non ti perdonerò mai per quello che mi hai fatto Alex.- asserì Jess.
-Mai.- ma la voce le tremò alla fine.

~

-Non ti vedo tanto convinta- sussurrò Matt avvicinandosi a lei.

Se non l'aveva baciata ieri, l'avrebbe fatto ora. Hermione schiuse le labbra tremando.
-Oh, Jessica... Sei così bella.- 
Hermione fece scivolare lo sguardo sui suoi lineamenti armonici. Gli zigomi alti, le labbra chiare carnose, il sottile strato di barba curata che si vedeva appena, il taglio degli occhi allungato, e infine l'iride di un verde quasi giallo, di un verde chiaro che sembrava oro.
-Perdonami, ma ti amerò per sempre.-
E la baciò prendendole il volto tra le mani.

~

Qualcuno, sul ciglio del marciapiede del lato opposto, osserva la scena. 
Una scatola di cioccolatini cadde a terra, aprendosi e rovesciando il suo contenuto. Dei palloncini a forma di cuore volarono i aria, sguisciati dalla mano del loro proletario, ma nessuno fece caso a loro. 
Charlie si allontanò a passo pesante da lì. Aveva già visto abbastanza. 

~

-Ok, apposto così!- disse il regista, ed Hermione riaprì gli occhi piano.
Distolse lo sguardo da Matt quasi subito, e scorse Draco in lontananza che si toglieva la cravatta. La Greengrass con la sua puntualità di sempre, si intromise.
-Vuoi l'acqua?- chiese sgarbata e civetta. 
Matthew, prima di farle rispondere, si rivolse a lei.
-Per quanto persona di rispetto, e nonché tua superiore, sei pregata di dare del lei alla signorina Granger.- 
Daphne trattenne una smorfia, e ripeté la frase con tono forzato e falso.
-Vuole dell'acqua?-
-Si, grazie di avermela portata adesso, quando te l'ho chiesto venti minuti fa.-
Hermione si chiese come si facesse ad assumere un tale personale.
Quando questa fu scomparsa, dopo averle lanciato la bottiglia, Hermione diresse a Matt uno sguardo indecifrabile: tra la gratitudine e un "ci vediamo dopo", e se ne andò il prima possibile.


                        ***

•Londra Babbana, Appartamento affittato per le riprese, Ore 12:11 a.m.


Draco era poggiato alla sbilenca ringhiera di peltro, poco distante dal camion delle attrezzature. Fumava, e l'odore strano e pungente arrivò dritto alle narici di Hermione ,dietro di lui.
-Ciao- gli disse.
Malfoy si voltò.
-Ciao-
-Allora?- gli si mise accanto.
-Tutto bene.-
Dio, quanto erano freddi.
-Non sapevo che fumavi le sigarette.- asserì Hermione tanto per parlare.
L'altro fece un sorriso triste e quasi ironico, con lo sguardo basso.
Si voltò ancora con quell'espressione strafottente in volto, e a lei dette fastidio.
-Davvero non riconosci l'erba?-
Hermione rimase in silenzio.
-E..erba? Ma è roba da Babbani, come, chi ...-
Capì in un lampo. Matt.
-Non è male. Devo ammettere che con alcune invenzioni voi Babbani ci sapete fare.- affermò rigirandosi la cartuccia fumante tra le mani.
Lo sguardo dell'altra si indurì.
-Perché prendi quella roba?- 
-Perché, non posso?- la ghiacciò Draco. Avvicinò la canna alla bocca e inspirò facendo accendere l'estremità di questa. Adesso capiva perché quell'odore.
Osservò il fumo che usciva dalla narici di Malfoy, e si disperdeva nell'aria.
Dopo quasi un minuto di silenzio, lui parlò.
-Non sei obbligata a stare qui.-
-Non gradisci la mia compagnìa?- 
Non rispose.
-Com'era?-
-Com'era cosa?-
-Lo sai, quello con Matt.-
Hermione si incupì, perché dovevano parlarne?
-Come mai me lo chiedi? Sai che è cinema.-
-Così, tanto per dire.-
Esitò un attimo, ma non sapeva cosa dire.
-Ah,-
Draco tirò un'altra volta ancora, con un se pressione malinconica in volto.
-Non hai provato niente quindi?-
-Ma insomma, perché ti importa?-
Hermione non capiva la sua insistenza riguardo l'argomento.
-Dico... È stato come, baciare me?-
-Se pensi che quello che accada nel film, sia collegato alla vita reale, ti sbagli Draco.- chiosò in risposta.
Lui rise, mentre buttava a terra quello che restava della canna, ormai spenta. 
Hermione notò gli occhi gonfi, e le pupille dilatate, e lo rimproverò con lo sguardo. 
Era suo istinto proteggere le persone, e impedirle di commettere passi falsi nella vita, dopo l'esperienza di Ron con l'alcol. 
Ma infondo, quella era la vita di Draco, e decise di non aprire bocca. 

Lui scese le scalette di ferro senza salutarla. Lei però all'ultimo lo richiamò.
-Aspetta! Dove vai, non resti col cast?-
-No.-
Un "No" secco e deciso. Ma anche un "No" non troppo assennato.
Sembrava fosse irritato da Hermione, anche se l'altro giorno la stava quasi per portare a cena.
Era arrabbiato? Stanco? Aveva semplicemente una giornataccia?



                      ***

•Londra Babbana, Cimitero, Ore 6:24


Un giglio bianco solitario giaceva sulla terra umida, smossa da poco. 
Una donna sulla ventina, era china sulla lapide, e con la mano ne sfiorava le incisioni. 
Il viso era pallido ma ancora nel fiore degli anni. Stressato, ma con gli occhi che brillavano di luce propria.
Una lacrima solcò il viso provato, e poi cadde giù, mescolandosi con terriccio. 

-Mi manchi Dan,- disse Hermione.
-Tanto.-

Pensò che pochi metri sotto di lei giaceva il suo corpo. Mise la mano sulla terra. Soffocò un singhiozzo.
-Mi... dispiace Daniel, avrei bisogno di te per parlare adesso.-
Sospirò e guardò in cielo. 
-Avrei tante di quelle cose da raccontarti...-
Prese un fazzoletto, e si tamponò sotto gli occhi.
-Bhe, tanto per cominciare la Greengrass ha preso il tuo posto, e la cosa non è al quanto positiva.- piegò gli angoli della bocca tristemente, cercando di immaginare la reazione di Daniel se fosse stato ancora in vita. 

Forse era lì davvero, e la stava ascoltando. Magari le diceva di non piangere, ma lei non lo sentiva.
E se fosse stato accanto a lei? Se il suo fantasma stesse seduto al suo fianco, cingendole una spalla?

-Con il resto è un maledetto caos. Matt mi ha invitata a cena, e... Io non so davvero Dan- sussurrò quasi più a sé stessa. -Forse gli piaccio ma non sono pronta, capisci? Per una nuova relazione.-
L'avrebbe capita.
-Poi c'è Draco, che non capisco cosa gli stia succedendo. Sembra una donna incinta- rise tra le lacrime. Sdrammatizzare? Non ci stava riuscendo.
-Va a giorni. Uno, è gentile e premuroso, l'altro è...- si interruppe, affondando il volto tra le mani.
-L'ho sorpreso che si drogava.-
Silenzio per minuti.
Hermione non si aspettava di certo una risposta, ma quel silenzio l'assordava.
-Non ho amici veri, Daniel.- spiegò con rassegnazione. -Io e Ginny abbiamo litigato. Non credo se e quando faremo pace. Stavolta è pesa.- singhiozzò.
-E poi c'è Ron. È ancora all'ospedale e non ho sue notizie da giorni.-

Non aggiunse niente dopo. Sapeva che Daniel sarebbe riuscito a leggerle perfino l'animo. Avrebbe capito tutto ciò che non le riusciva dire ad alta voce.
Il tempo passava che nemmeno se ne accorgeva. Forse era rimasta immobile davanti alla tomba per... Un ora? 
-Signorini?!-
Una voce dall'alto la riscosse. Alzò la testa e vide un uomo sulla cinquantina che si affacciava dal tetto della costruzione, e guardava nel giardino del cimitero.
Poi sparì, e ricomparve dopo pochi istanti da un'ascensore.
-Dovete andare, stiamo per chiudere.-
-Signori?- chiese allibita.
Lui sembrò sbattere un momento le palpebre come se dovesse mettere a fuoco, sistemandosi gli spesso occhiali. 
-Oh, mi scusi, da sopra mi sembrava che con lei ci fosse anche un'altra persona. Lasci stare, sto invecchiando e a noi la vista cala, sa...- sorrise dolcemente e si avviò, oltrepassando le lapidi, verso l'uscita.


                        ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 7:17 p.m.


Seduta sulla sedia scomoda di cucina, Hermione, si dava da fare a studiare le battute.
Non voleva in realtà, ma come aveva studiato per tutti gli anni ad Hogwarts, decise di mettersi china sul copione con la stessa determinazione. 
Era un momento difficile si, ma comunque aveva una carriera adesso. Doveva continuare.
Interruppe solo per dieci minuti, il tempo di ordinare cinese. 
Non aveva voglia di cucinare quella sera.
-Buonasera, mi scusi vorrei ordinare... Si, a domicilio. Allora, prendo una porzione di spaghetti di soia, ravioli alla griglia e poi ah, e mi ci può mettere anche una di quelle salsine in agrodolce e piccante per favore? Grazie. Si, si, tra quanto ha detto? 30 minuti? Abito vicino. Lincoln Street, numero quaranta. Campanello? Ah, si certo che sciocca. Granger, Weasley... Va bene, d'accordo. Arrivederci.-

-

Il campanello suonò, e Hermione alzò lo sguardo sull'orologio. Era passata solo un quarto d'ora. Strano, la rosticceria cinese solitamente anziché anticipo, faceva ritardo.
Si alzò per andare ad aprire, ma si trovò davanti mamma Weasley con l'aria affranta. 



---------------------



Ciao a tutte :)

Lo so che mi odiate ahahahah
A parte gli scherzi, so che riceverò molte recensioni negative a questo capitolo :') 
La faccenda si fa sempre più strana e complicata. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate per gli errori e il ritardo!
Credo di avervi fatto incuriosire abbastanza...
Un bacio, ed ecco lo spoiler ;


"     -In che senso ti si è allagata la casa?-
-Proprio nel senso in cui lo intendi. Non posso continuare a vivere qua. Almeno fino a che non riparano i tubi e tutto.-     "


(Ps. Comunque non sto scherzando, se avete qualche critica l'accento, benché costruttiva :) )



Baci,
Bia




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Capitolo 18
*** CAP.18 Il vero Matt ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP. 18 
A Pesciolinarossa, Cesca_Jackson, krystal86. Buona lettura :)




•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 18:06 p.m.



-Molly- disse in un soffio Hermione.
-Possiamo parlare, Hermione cara?-
-Certo... Entra- Si scansò di lato per farla passare, e la seguì mettendolesi difronte, seduta sul divano.
Non sembrava aver un'aria sconvolta, ma aveva assunto un espressione di una donna che nonostante tutto, teneva nervi saldi e sangue freddo. Il volto faceva trasparire la tristezza. Solo quella, riusciva a cogliere Hermione.
La tristezza e la preoccupazione di una madre per un figlio che sta morendo; ne aveva già perso uno...
-Vuoi del tè?- provò ad offrirle lei.
-No, grazie- rispose.
Silenzio per pochi secondi.
-Come sta Ron?-
Gli occhi di Molly si addolcirono.
-I medici hanno detto che sta meglio. Credono che abbia buone probabilità di risvegliarsi.-
Hermione annuì.
-So che avete litigato, me l'ha detto Ginny...- continuò poi.
-Ginny- sospirò l'altra fissando il pavimento.
-Le dispiace tanto Hermione... Ha detto che si è pentita di quello che ha fatto. Vorrebbe parlarti e chiarire.-
-Non sono ancora pronta. Non adesso.- asserì come risposta.
-Capisco...-
Hermione si passò una mano tra i capelli.

-Se Ron fosse qui adesso, ti chiederebbe scusa.-
-Se Ron fosse sobrio, lo farebbe- ribatté Hermione  con sarcasmo.
-Lo sto facendo io adesso per lui, Hermione.- il suo sguardo era severo.
-Non voglio le tue scuse Molly. Non voglio nemmeno quelle di Ron. E poi "scusa" per quali delle tante cose?-
-Per tutto. Ma specialmente per aver ucciso il tuo amico. Non lo conoscevo, ma Ginny mi ha detto che vi eri molto legata.-
-Si, è vero.- le venne quasi da piangere, ma ricacciò le lacrime in dentro.
-Tu... Pensi che tornerete felici insieme?-

Hermione alzò la testa a guardare negli occhi mamma Weasley.
-Tu e Ron.- concluse.
-No.- disse senza esitare. 
-Ho sperato per tanto tempo che un giorno saremo stati felici. Ma adesso devo abbondante il sogno.-
-Perché?- chiese Molly visibilmente dispiaciuta.
-Mi spiace, ma credo di non amarlo più. Non ci posso fare niente, è così e basta. È meglio per tutti e due credo.-
Seguì un silenzio ostinato nel quale mamma Weasley sembrò cercare le parole.

-Lui ti ama ancora Hermione. Nonostante tutte le volte che ti ha maltrattata, che ti ha picchiata. Anche dopo tutte le sbronze, non ha smesso di amarti. Semplicemente in quei momenti non era lui.-
-Io l'ho perdonato troppe volte. Non gli ho mai fatto pesare niente. L'ho aiutato più che potevo, perché sapevo che era difficile sopportare tutto quello che gli era capitato, ma ogni cosa ha un limite. Mi stava consumando. Neanche io ero più me.-
Molly chiuse le palpebre tremanti, e poggiò la schema allo schienale del divano. Portò l'indice e il pollice a coprirsi gli occhi. Sembrava sull'orlo del pianto, ma poi gli spalancò decisa.
-Ricordati che sei stata tu a buttarlo giù quest'ultima volta. A dargli il colpo finale.-

-Di..Di cosa stai parlando?-
-L'hai tradito con Malfoy.-
Ad Hermione si gelò il sangue. 
-Non voglio sapere i particolari, e forse avrai avuto pure le tue ragioni per le quali farlo,-
Mentre l'altra parlava, Hermione si portò le mani al volto, poggiando i gomiti sui ginocchi. Intanto che la donna parlava, lei scuoteva la testa e  tirava gli angoli della bocca in un sorriso amaro.
-Ma non me lo sarei aspettata da te, ecco. Se ti fossi risparmiato questo atto meschino forse adesso stareste ancora insieme.- finì il lungo discorso facendo salire la rabbia ad Hermione.

Poi immaginò la sua vita diversamente, proprio come l'aveva descritta Molly. Lei e Ron, Daniel ancora in vita... Ma dopo capì.
-Non lo saremo stati ancora per molto. Ti ho detto che non lo amavo più.- continuava a fissare il pavimento.
-L'avrei lasciato.-
-L'hai tradito.- chiosò aggredendola, anche se forse involontariamente.
Hermione era arrivata al punto dell'esasperazione. Per lei la conversazione era conclusa lì. Non si poteva permette di farla sentire così in colpa, almeno non adesso che le stava crollando il mondo addosso.
-Ti chiederei di uscire adesso, Molly.- asserì lentamente, acida più che mai.
-Come vuoi, Hermione cara. Io non ero venuta qui per litigare, ma solo per palare. Spero che tra noi non vi sia niente in sospeso.-
La sentì alzarsi dal divano che scricchiolò. Quando udì il cigolio della porta che si apriva, mamma Weasley dette ad Hermione un estremo saluto.
-Rifletti su quello che ti ho detto. A presto.- e sparì.


                           ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 11:24 a.m.


Aveva deciso che sarebbe andata da Daniel una volta al giorno, se ce la faceva. Le sembrava una cosa giusta, morale. Gli avrebbe portato un fiore nuovo quando poteva, e raccontato ciò che le succedeva.
Quel giorno vi si era recata di mattina, e tra poco avrebbe dovuto partire per lo studio. Avrebbero provato e poi, come sempre, girato la scena vera e propria. Era preoccupata per Draco, che l'altro giorno l'aveva lasciata in modo decisamente sgarbato. Le abitudini da cattivo ragazzo non lo avevano mai abbandonato, nonostante tutti gli sforzi. 

Salì gli ultimi gradini, e si accorse di essere un ritardo per le riprese. 
Faceva niente. Era la prima volta che le capitava.
Cercò le chiavi ignara di ciò che l'aspettava all'interno dell'appartamento. Appena trovate, le infilò nella toppa e girò tre volte. L'aprì piano, ma subito un'ondata  d'acqua le sommerse i piedi fino alle caviglie. E aveva i tacchi. 
Indietreggiò paurosamente. -Ma cosa...?- balbettò perplessa.
Si fece strada in quello che ricordava come suo appartamento; e chiuse la porta per ostacolare il flusso d'acqua che scendeva giù per le scale. 
Tutto il piano era sommerso da almeno otto centimetri buoni, e aveva inzuppato i tappeti e tutto ciò che poggiava per terra. Quell'oceano arrivava da sotto la porta del bagno, chiusa, ma dallo spiraglio tra questa e il pavimento filtrava tuttora un getto continuo d'acqua. 
Hermione si fece largo avanzando a tentoni. Anche questa ci voleva? 

Arrivò alla porta del bagno, ma esitò ad aprire. Cosa l'aspettava dietro la soglia? Fece un respiro profondo afferrando la maniglia gelida d'ottone.  Tirò vero si sé e uno scroscio d'acqua, che per dimensioni si poteva definire un'onda anomala in miniatura, diventò parte integrale del lago del salotto. 
Le aveva bagnato i pantaloni. Sospirò scocciata e posò lo sguardo ancora più ansioso sul punto della parete, causa del marasma. Un tubo si era rotto e perdeva riversando tutto il suo contenuto nel bagno di Hermione. 
Andò in camera sua il più velocemente che poté e dal comodino estrasse la bacchetta.
-Reparo!- esordì puntandola una volta tornata in bagno verso il tubo sporgente. Ma questo, con un rumore acuto e scricchiolante, non fece altro che riaccostarsi malamente alla sua estremità amputata, ma da alcuni punti continuava a uscire acqua.
Lei imprecò, e in quel preciso istante il suo cellulare nella borsa posata sul tavolo di cucina, squillò.
-Oh, cavolo. Arrivo...-
Tentando di non cascare raggiunse la borsa e rispose.
-Pronto?-
-Hermione- 
Riconobbe la voce profonda di Matt.
-Hei, si lo so che sono...-
-In ritardo- completò la frase lui.
-Quando credi di arrivare?- 
Lei sgranò gli occhi e si guardò i pantaloni, e poi la casa allagata.
-Ho avuto un piccolo contrattempo... Non ne ho idea-
-Sarebbe?-
-Mi si è allagata la casa.- asserì con una punta di ironia.
-In che senso ti si è allagata la casa?-
-Proprio nel senso in cui lo intendi. Non posso continuare a vivere qua. Almeno fino a che non riparano i tubi e tutto.-   

Dall'altra parte regnò il silenzio.
-Che faccio? Vengo o no? Sono tutta bagnata, non so... Qua abbiamo la bellezza di più di cinque dieci centimetri d'acqua.-
Matt sospirò.
-E va bene... Facciamo così: non perdere altro tempo, vieni qui come sei, poi ne riparliamo.-
-Ok, come vuoi Matt- 
Riattaccò sbuffando, e si incamminò con la borsa a tracolla verso l'uscita. 


                     ***

•Londra Babbana, Studio Filmatografico, Ore 12:52



-O mio Dio! Che hai combinato ai pantaloni cara?- 
-Lunga storia Giò...- rispose guardando le scarpe mezze che lasciavano impronte sul pavimento lucido. Hermione si diresse dritta vedo Matt, che in quel momento stava parlando con alcuni attori.
-Eccoti qua!- esclamò appena la vide, ma poi soffocò una risata guardando i suoi capelli gonfi, e gli indumenti dai ginocchi in giù bagnati. 
-Non trovo che ci sia niente da ridere!- sbuffò lei, ma dopo non si trattenne, e le scappò una risatina.
-...Mmm, ok, facciamo che per adesso ti cambi, ma oggi restiamo qua e proviamo e basta.-
-Va bene, mi ci vuole proprio una asciugata.-
-Va da Grace, saprà darti dei vestiti, anche se premetto già da adesso che non saranno dei più comodi.-
Hermione roteò gli occhi e sorrise.
-Come vuoi ,capo.-
Matt smise di ridere e il suo sguardo si fece più intenso, mettendo in imbarazzo l'altra.
-Dov'è Draco?- chiese per cambiare argomento.
-Non è ancora arrivato, perché?-
-Così- disse Hermione facendo spallucce.
-Ve bene, vado a cercare Daph... Ah si, cioè, Grace...- e tentando di non cascare indietreggiò fino a sparire nel corridoio dei camerini.

Grace, o per meglio dire Daphne Greengrass, la stava aspettando e quando entrò nella stanza esplose in una fragorosa risata.
-Io direi anche che è il caso di piantarla.- asserì seria Hermione dopo quasi un minuto che la sua assistente, contrariamente vestita con un delizioso abito viola, ridacchiava.
-Mi potresti passare dei vestiti puliti? Grazie.-
-Vedo cosa c'è ma non ti lamentare.- racchiò in risposta. 
Dopo poco ricomparve con un costume bizzarro: la mini gonna fucsia era la prima cosa che le saltò agli occhi, ma a ruota vennero dietro la canottiera attillata più che mai di un verde pallido, e le calze nere tutte strappate, con delle catenelle a mo' di Rockstar. Come ciliegina sulla torta, stivali neri e lucidi con tacco a spillo vertiginoso. 
-Io non mi metterò mai quell'affare.- affermò Hermione cercando di essere molto chiara. Quell'outfit sembrava provenire dritto dritto dall'armadio di Giò. 
-Non c'era molta scelta- rispose con una smorfia Daphne. -O questo o il vestito da scimmia.- 
E così dicendo tirò fuori da dietro la schiena un enorme costume tutto peloso, almeno grande tre volte Hermione, la quale alla sua vista si buttò a peso morto sulla sedia davanti allo specchio. 
Udì la Greengrass ridere sgraziata.
Chiuse gli occhi con la testa che penzolava da un lato, e alzò il braccio destro per indicare il vestito da Rockstar, dalla parte sinistra. 

-

Costretta a stare con quell'affare per tutte le prove, mentre i suoi abiti si asciugavano, Hermione non si sentiva a suo agio con tutta quella pelle in mostra. Draco ,che era arrivato (stranamente) più in ritardo addirittura di lei, recitava distaccato sembrando distratto da qualche punto indefinito sul corpo di lei. 
Con i copioni in mano, andarono avanti così per quasi due ore prima che Matt decidesse di permettergli una pausa.
-E che sarebbe quella roba che hai addosso?- le chiese Malfoy subito, tenendo in mano una tazza di caffè fumante.
-Mi si è solo allagata la casa e questi sono i vestiti di ricambio.-
-Carino. Molto, come dire...-
Hermione incrociò le braccia aspettando la battutina sul suo abbigliamento.
-Sensuali- concluse però infine una voce dietro Draco, che non era quella di lui.
Vide Matthew raggiungerli. Le scappò un "oh..." per la sorpresa. 
-Discutevamo prima giusto appunto del problema di Hermione. Come farai adesso con l'appartamento in quello stato?-
Zio e nipote la stavano fissando in attesa di risposta.
-Io... Non lo so. Penso che chiamerò qualcuno per ripararlo. Ma nel mentre non so proprio come fare.-
-Non c'è problema. Vieni a stare da me. Ho una casa molto grande e lo spazio non manca. Ti ospiterei molto volentieri fino a quando tu non deciderai di andartene.-
Hermione non seppe che rispondere, ma a posto suo intervenne Draco quasi immediatamente.
-Oppure,- disse molto lentamente. -Potrebbe prenotare una camera nel mio Hotel, che tra l'altro a differenza di casa tua Matt, è vicino a dove abita lei.-
-Io non chiederei soldi per farla stare da me.-
-Bhe, e la stanza gliela potrei pagare io.-

Hermione assisteva al dibattito senza interferire. Non sapeva che dire, ed era in un certo modo lusingata ma infastidita da tutte quelle attenzioni.
-Meglio di no, non nelle condizioni in cui sei messo.- Matt dicendo ciò, capì di aver superato il limite e si pentì immediatamente.
-Grazie ad entrambi, ma credo che mi prenderò un momento per riflettere alle vostra proposte.-
Si zittirono, rimasero imbambolati a fissare Hermione mentre si allontanava. 


-


Pioveva. 
-Oh, merda. Tanto di acqua c'era già poca...- disse Hermione con aria rassegnata.
Aveva un ombrello, ma dentro la macchina. Quella era sfiga: si erano appena asciugati i pantaloni che subito si sarebbero ribagnati.
L'unica cosa positiva era che si fosse liberata da quel fastidioso e scomodo vestito. Che tra l'altro, aveva ricevuto commenti positivi da parte di Giò.
-Allora, che hai deciso di fare, Granger?- la voce era quella di Draco. Hermione sussultò e si girò di scatto.
-Mi vuoi far prendere un infarto, tu?-
Ridacchiò.
Anche lui si sporse aldilà della ringhiera per contemplare la tempesta. Lei notò in quel momento la carina che stringeva in mano, e subito del venne una stretta allo stomaco.
-Su dii. Cosa farai?- 
-Credo,- disse con voce dura che non rispecchiava il momento. -Credo che andrò da Matthew.-
Per un po' ci fu il silenzio rotto solo dal tamburellare della pioggia.
-Ah si? Guarda che l'Hotel dove sto io è molto...- 
-Sarà per pochi giorni soltanto. Il tempo di asciugare e riparare quel dannato tubo e potrò tornare. Non mi sembra il caso di affittare una stanza.- disse secca, e il suo sguardo irritato cadde inevitabilmente sulla cartina che lui teneva tra l'indice e il pollice, ancora spenta.
-Perfetto allora.- rispose noncurante Malfoy, e in faccia di Hermione si accese quella che lei con la sua inesperienza, non seppe riconoscere come canna o semplice sigaretta. 


                       ***


•Londra, Stembasky Manor, Ore 6:35 p.m.


-Wow, è davvero enorme.- sussurrò Hermione.
-Ciaooo..- urlò, e si sentì la sua voce amplificata riempire ogni angolo.
-Si sente pure l'eco!- 
-Uuuuu... Uuuuuuuhuuu!- continuò divertita.
La casa di Matt era stratosferica. Già da fuori sembrava impossibile, poi entravi e ti trovavi davanti due rampe enormi di scale di marmo, che poi si incrociavano e si riunivano facendo accedere al piano superiore. I soffitti erano così alti che Hermione non li aveva mai visti. Tutto il Manor era arredato in stile antico, e naturalmente curato in ogni minimo dettaglio. Il salotto era meraviglioso, e dal soffitto pendeva un lampadario di cristallo che lanciava strane luci sui divani di pelle e sulla libreria grandissima posta da un lato. Hermione appena la vide le corse incontro.
-Accidenti... È tutta tua Matt?- chiese a bocca aperta voltandosi verso di lui che metteva dentro i bagagli di Hermione.
-Quella? Ah, si, ma se ti sbalordisci adesso, dovresti vedere la biblioteca al piano di sopra- 
Hermione non aveva parole. Già quella libreria che arrivava sino al soffitto le sembrava colossale. 
-Dopo se vuoi potrai andarla a vedere- propose Matthew.
-Ne sarei felice- sorrise sincera.

La camera degli ospiti sembrava per dimensioni quella padronale, ed era addirittura  più grande di tutto il salotto unito alla cucina di Hermione.
-Quante camere per gli ospiti hai detto che avevi, Matt?-
-Ehm.. Non ricordo se nove o dieci. Ti ho serbato quella più bella.-

Quando Matt la lasciò sola per sistemare i vestiti nell'armadio, ( che di certo avrebbero occupato solo un piccolo spazio) di mise a frugare ovunque.  Osservò incuriosita le piccole sculture di vetro soffiato sui mobili, e opere da collezione di ogni genere: serviti da tè, statuine di porcellana candide, vasetti di un materiale verde smeraldo che non aveva mai visto. Non si azzardò a toccare niente, per paura di rompere come aveva quasi rischiando sfiorando la strana lampada piombata.
Poi si buttò sul letto a baldacchino, e il fresco del tessuto la face rabbrividire.
Dette anche un'occhiata alla fuori dalla terrazza, che mostrava il parco contornante la villa, stranamente gigantesco.
Rientrò scossa da brividi di freddo, e decise di mettersi una felpa in più. 
L'inverno stava arrivando. Ancora qualche grado in meno e ci sarebbe voluto il piumino per uscire fuori.
Si mise a disfare con calma le valige,  e nel mentre afferrò una felpa blu scuro che si infilò con non poca difficoltà dalla testa.

Un'elfa la venne a chiamare per la cena, e lei venne accompagnata dalla domestica, senza la quale si sarebbe sicuramente persa. Lungo i corridoi non mancavano magnifici quadri e piccole statue di busti di marmo, ma anche intere donne bellissime adornate e vestite con abiti dell'antica Roma.
Arrivati in "cucina" scoprì che in realtà era una sala da pranzo enorme. 
-Non ti fai mancare niente, eh Matt?-  sorrise mettendosi a sedere a capo tavola. 
Lui già seduto, ricambiò il sorriso.

-


Per quanto fosse comodo e confortevole il letto a cinque piazze, Hermione non riusciva a dormire.
Aveva lo stomaco pieno come se non vi potesse entrare neanche uno spillo. Aveva mangiato tantissimo, senza fare complimenti perché sapeva che con Matt non ve ne era più bisogno.
Durante la cena avevano parlato di tante cose, ma mai era stato toccato l'argomento "bacio sotto casa" o "bacio durante le riprese".
Hermione non era sicura che fosse stata solo lei a cercare di evitarlo.
Nè avevano discusso di Draco, e lei non si era azzardata a chiedergli il perché si drogasse. Probabile nemmeno lui lo sapesse.
Verso il dessert, (budino al cream-caramel, con panna montata e fragole inzuppate nella cioccolata calda) le era venuta una domanda in mente, forse troppo indiscreta.
"
-Matt...-
-Si?-
-Ma tu... Cioè voglio dire, vivi qua tutto solo?-
Lui sembrò sospirare lievemente, e con gli occhi fissi sul piatto disse:
-Si-
                                                          "


Le era venuta una stana sensazione al petto quando glielo aveva udito la risposta, nonché la conferma alle sue supposizioni. Era come se tutta quello che possedeva, e le dimensioni stratosferiche della casa, non compensassero comunque il suo vuoto interiore. 
Hermione ce la faceva a malapena a vivere sola nel suo appartamento, neanche paragonabile al Manor di Matt, e non capiva come lui potesse sopportare una cosa del genere. La solitudine era tremenda. Una delle sensazioni più brutte, a parere suo.
Forse era per quello. Matthew stava solo cerando qualcosa o qualcuno, che riempisse il suo spazio vuoto.
Adesso che ci pensava, Hermione notava che in ogni suo gesto, vi era nascosta un'ombra di tristezza, una sfumatura di incompletezza, come se gli mancasse qualcosa.
La sua metà. 
Dietro ad ogni sorriso smagliante, dietro ad ogni gesto, si nascondeva un lui, che ancora non conosceva. Forse un giorno, se Matthew glielo avesse concesso, l'avrebbe scoperto, il suo vero essere. 
Non conosceva il suo passato, Hermione, e nemmeno poteva immaginarselo, ma qualcosa le diceva che non era stato per niente facile. 
Ad esempio, dove stavano i sui parenti? Suo padre? La madre? Fratelli o sorelle? In una casa così, che poteva contenere un'esercito, viveva solo lui e qualche elfa domestica che non compensavano certo i parenti o gli amici.
Perché d'altronde, i soldi fanno tante cose. Ma non la felicità.
Ed Hermione capì.
Ecco perché aveva l'erba; anche se lei non lo aveva mai sorpreso come aveva fatto con Draco, il quale non si faceva problemi con nessuno. Ed ecco perché fumava così tanto.
Ron aveva l'alcol, ma ognuno andava avanti con i propri mezzi. 
Ricordò le parole che le aveva rivolto quella volta, subito dopo la morte di Daniel, quando aveva provato a fumare.

"-Fammi fare un tiro- asserì lei guardando l'oggetto di suo desiderio.
-No-
-Perché no?-
-Perché non hai bisogno. Tu non fumi nemmeno, non voglio che ti rovini la vita come ho fatto io.-"

Come era stano che dietro piccolezze si nascondesse così tanto.
In quel momento provò una stranissima emozione, che però durò solo un attimo. 
Forse neanche lui stava dormendo, e aveva l'insonnia. 

A pranzo le aveva parlato di dove si trovava la sua stanza e a quanto pareva si trovava in un'ala non troppo distante dalla sua.
Si alzò facendo scivolare da un lato il lenzuolo di seta, e si diresse scalza alla porta.

-


Qualcuno bussò alla sua porta.
"Qualcuno"... Bhe, non poteva che essere Hermione.
Matt, che non riusciva proprio a dormire quella sera, fu felice di alzarsi ed andare ad aprire.
Barcollò nel buio, e cercò la maniglia alla cieca. Quando aprì, il viso pallido di Hermione gli apparve illuminato dalla bacchetta che questa teneva in mano.
-Hermione...? Che ci fai qua?-
-Non riesco a dormire.- asserì l'altra con un espressione che affermava tutto il contrario.
-A te ho svegliato invece?- aggiunse.
-No, no. Assolutamente.- rispose in fretta Matthew.
-Mi porti a far vedere la biblioteca?-
-Proprio adesso?-
-Beh, se non ti scoccia, sennò fa niente e torno in camera mia- disse Hermione.
-Però tieni conto che ci ho messo un sacco a trovare dove era camera tua.- aggiunse frettolosamente con un'espressione furba.
Lui sembrò stordito dalla proposta, e si passò una mano sul volto.
-Allora... Va bene, andiamo-

-

Anche col buio della notte, si poteva notare l'ampiezza della biblioteca. Forse era un'effetto notturno, ma se guardavi in lontananza non riuscivi a vederne la fine. Si, era decisamente un effetto notturno.
-Matt... È pazzesco!- le scappò un urletto che riecheggiò tra gli scaffali.
-Wow..! Guardali, voglio dire, ti prendono in giro! Così tanti libri e così poco tempo per leggerli!- sghigiazzò.
-Devono essere costati una fortuna- bisbigliò, ma le sue parole vennero amplificate. 
Hermione si era accostata ad uno degli scaffali, e con la bacchetta ancora in mano, illuminava le costole dei tomo allineati.
-Di alcuni non ne ho mai sentito parlare,- fece una pausa.
-Cosa ci fai con tutti questi libri, Matt?-
Non udendo risposta, si voltò e lo vide che guardava per terra e non faceva altro.
Si rese conto della domanda appena fatta. 
*Che cretina.*
Gli si avvicinò piano, con passo felpato, e con la mano gli sfiorò il volto. Matt alzò la testa e la guardò con aria indecifrabile. Alla tenue luce che emanava la bacchetta, Hermione avrebbe giurato che avesse appena gli occhi lucidi.
-Matt...- sussurrò lei piano.

Poi non seppe il motivo per cui lo fece. Forse perché da qualche parte era già scritto che doveva accadere, o forse perché lo voleva lei stessa.
Baciò Matt sulle labbra, teneramente, ma anche con decisione. 
Lui ricambiò, prendendo possesso della sua bocca, come se non desiderasse altro che lei. Che il suo amore. 

Come se quello fosse il bene più grande che, in paragone a tutto ciò che possedeva, considerava. 



-------------



Ciao carissime,
L'ultima parte del capitolo mi è uscita fuori come se non vedesse l'ora di essere scritta.
Lo so, lo so... Adesso mi odiate, ma vedrete che già nel prossimo capitolo le  cose si ribalteranno.
Ad alcune di voi che pretendono più Dramione, cerco di consolarle un po'... Non potevo mettere subito che lei scegliesse Draco e vissero tutti felici e contenti, sennò sarebbe stato bruttino, no? 
Visto che questa sarà una Long, mi ritengo in pieno orario con i tempi, anche se potrebbe parere che io la stia tirando un po' troppo per le lunghe! Ma è intenzionale ;)

Vediamo vediamo... Allora in questo capitolo succedo cose abbastanza contorte, e come avete letto, Hermione fa delle scoperete rilevanti riguardo il nostro Matthew.

Vorrei ringuainare tutte le persone che recensiscono la mia storia, ma anche quelle che la seguono soltanto. Spero vivamente che vi piaccia.
Aspetto con ansia i vostri commenti! :)


Mega spoiler: 


" -Ma cosa?- si staccò Hermione con violenza, stravolta.
-Sei diventato pazzo per caso?-
-Si, pazzo di te.- "

A presto,
B.


 




(Colgo l'occasione per comunicare a chi fosse interessato che ho iniziato una seconda Dramione, si chiama "A Sky full of stars", la trovate sul mio profilo se volete leggere la trama)  

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Capitolo 19
*** CAP.19 Mare e ghiaccio ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 19



A Mati14 e Blackina, che mi mancano un mare





•Londra, Stembasky Manor, Ore 8:19 a.m.



Hermione si svegliò quando un fascio di luce le colpì le palpebre assonnate. Non riconobbe immediatamente l'ambiente, né le lenzuola fresche e lisce. Poi, le venne in mente che si trovava a casa di Matt, e osservando l'ombra che lanciava il sole nella stanza, calcolò dovesse essere mattina inoltrata. Si era ripromessa di alzarsi presto per andare a sgomberare la casa e darle un occhiata. Le scappò un clamoroso sbadiglio, e si stiracchiò girandosi sull'altro lato. 
La capigliatura scuro chiara di Matthew a un palmo dal suo naso, fu una sorpresa che la colse all'improvviso. Totalmente scioccata Hermione si affrettò ad allontanarsi, e con sollievo notò di essere ancora con il pigiama addosso. 
*Cosa... È successo..?*

Lui dormiva, vedeva il suo petto abbassarsi e alzarsi piano. Fu solo in quel momento che si accorse di non essere nella sua stanza, ma in quella di lui. Infatti era molto più spaziosa e inoltre arredata finemente. Scese dal letto, e si disse di uscire al più presto da quella stanza, prima che Matt si svegliasse, e sarebbe stato molto imbarazzante. Qualcosa la trattenne però. Stava girando la maniglia della porta quando si bloccò un'attimo. Voltandosi scrutò Matt ancora addormentato, e il suo occhio cadde sul resto della stanza. Le sarebbe piaciuto, non frugare e farsi gli affari degli altri, ma solo dare un'occhiata veloce.
Ok, solo un'attimo. Non ci avrebbe messo molto, è che adorava l'arredamento...
Su uno scaffale distante poggiava una statuetta di vetro che ritraeva una donna senza volto. Teneva in mano una palla fatta anche essa dello stesso materiale trasparente.
Si avvicinò ad osservare meglio e azzardò a toccarla. 

Allontanandosi di qualche passo, decise di curiosare per il resto della camera.
Vide che disponeva di un divano che poteva essere scambiato per dimensioni con un letto, poltrone, una TV di come non ne aveva mai viste, e altre librerie.
La sua attenzione fu catturata da una scrivania molto spaziosa, carica di fogli, blocchi e penne d'oca o stilografiche sparse sul piano. Quella doveva essere senza dubbio il tavolo di lavoro, o uno dei tavoli da lavoro. Scostò con delicatezza i fogli pieni di scritte. Era la calligrafia di Matt, la riconobbe. Ad un lato occupava spazio quello che non era un pacco di ricevute o lettere, ma una fotografia incorniciata d'argento.
Hermione si fermò a guardarla, poi dopo essersi assicurata che Matt dormisse ancora, la prese in mano. La donna era giovane, forse aveva qualche anno più di Hermione. La fotografia non era magica, la figura al suo centro restava immobile. Nell'immagine la donna sorrideva smagliante, i corti capelli castano scuro ricadevano a boccoli sulle spalle, e gli occhi chiari spruzzavano felicità. Era inverno nella foto. La donna indossava una giacca pesante bordeaux, e la sciarpa nera le circondava il collo, abbinata al cappello. Le mani erano scoperte però, e questa ne alzava una mostrando alla fotocamera l'anello che Hermione trovò bellissimo. Lavorato in ogni minimo dettaglio, luccicava grazie alle tante pietre dispose a formare un piccolo fiore lucente. 

In basso, stava una scritta in bianco. Diceva: " A te Annabelle, la luce dei miei occhi adesso e per sempre." 
Non era firmata. 
Hermione rimase ancora qualche secondo immobile a guardare quella che presume essere proprio Annabelle, e mentre domande su domande le affioravano in mente, ecco che due mani le coprirono gli occhi. Riconobbe il suo profumo, e il tocco fresco delle dita vellutate. 
Posò di fretta e furia la fotografia, ma credette comunque di essere stata vista.
Si sentì avvampare, ma non poteva scappare da quella situazione.
-Buongiorno- disse una voce calda e profonda.
-Matt...- sussurrò l'altra indovinando.
Si voltò in fretta. -Scusa io non volevo Matt, ero solo curiosa...-
Lui sorrise.
-Fa.. fa niente-  disse, lanciando un'occhiata alla cornice sulla scrivania. Sul volto passò passò un'ombra.
Hermione fu costretta ad abbassare lo sguardo, in quel momento nel quale si trovavano così intimi. 

In realtà non avrebbe voluto palare, aveva paura ad affrontare l'argomento su cosa era successo l'altra sera. Si morse le labbra.
-Sai che ore sono?-
-Le dieci e mezza- rispose Matthew sbirciando dall'orologio scostando il pigiama.
-Le dieci e mezzo? È così tardi?- 
Hermione era allarmata e corse verso la porta semi chiusa.
-Hermione... dove vai?-
Lei rispose mentre si avviava.
-Devo rimettere apposto l'appartamento, ed è tardi, cavolo...-
-Ma c'è ancora tempo, no?- 
-Matt, vorrei provvedere al più presto, scusa se sembro evasiva ma devo. Torno quando posso.-
Raggiunse la porta, venne nuovamente richiamata.
-Nom resti nemmeno per la colazione?-
-No, mi dispiace Matt... Per la cena ci sono!- 
*Che cattiva... Non è da me* pensò Hermione, ma era vero che doveva andare all'appartamento. Si sarebbe fermata a prender qualcosa al volo in un bar, perché lo stomaco le bruciava fortemente.

Chiese ad un elfa della sua camera, perché non riusciva a trovarla, e quando vi fu dentro, prese qualcosa distrattamente dall'armadio e si cambiò d'abito. Si guardò allo specchio e la chioma era più scompigliata che mai.
-Oh, santo cielo- 
Li legò alti, e si truccò solo quel che bastava per non farla somigliare ad uno zombie. 
Fu pronta, finalmente, e si smaterializzò in un lampo lasciando la stanza in disordine.


                          ***

•Londra Babbana, Ore 10:47 a.m.


Hermione andava di passo svelto per Londra , urtando ogni tanto qualcuno e chiedendo scusa subito dopo.
Le era venuto in mente un bar a tre isolati da casa sua, ma avrebbe dovuto smaterializzarsi un po' più lontano, nel vicolo cieco dove non l'avrebbe vista nessuno. 
Adesso però si accorgeva che forse avrebbe fatto meglio ad andare subito a casa, anche se il suo frigo era vuoto o qualcosa del genere.
-Ma guarda dove vai!- le urlò un'anziano dopo una clamorosa pestata di piede. 
Hermione si girò continuando a correre. -Mi scusi!-
Ma, ovviamente, non si cammina senza guardare, e Hermione sbatté contro qualcosa o qualcuno. 

-Ehi!- 
-Oddio, credo che sia il caso si smettere di correre. Mi scus...- ma le morirono le parole in bocca.
-Draco?- 
-Buongiorno a te, Granger- 
-Scusa se ti ho urtato-
-Urtato? Mi hai letteralmente travolto!- disse con un ghigno, ma non sembrava arrabbiato. Anche Hermione sorrise.
-Anche tu qua? Che stavi facendo?- domandò lei.
Malfoy indicò l'altro lato della strada, ed Hermione vide l'Hotel dove albergava. 
-Oh...-
-Tu, invece?- 
-Volevo fare colazione, e come puoi immaginare sono in... ehm, ritardo.-
-Appuntamento?- chiese dubbioso l'altro.
-No, no.-
-Ah, ok; comunque questo è un bar...-
Hermione guardò alla sua destra e senza nemmeno accorgersene era arrivata.
-Oh, che stupida, giusto.- si incamminò con queste parole verso l'entrata, ma si bloccò vedendo che Draco restava immobile sul posto.
Con titubanza chiese -Vuoi... farmi compagnia?-

Per un istante sembrò che questo non fosse minimamente interessato neanche per rispondere, ma poi, solo la seguì con un lieve cenno della testa. 
Al banco, attesero che qualche barista gli prestasse attenzione, e dopo aver ordinato un caffè e un cappuccino, palesemente Malfoy si offrì di pagare non solo quello ma anche la brioche adocchiata da Hermione. Lei non si oppose, leggermente a disagio ringraziò educatamente. 
Si sedettero ad un tavolo accostato alla grande vetrata che dava sulla strada, e il sole mattutino illuminava i capelli platino di lui.

Hermione guardò l'orologio quadrato appeso sopra il bancone del bar, ma si decise che non era il caso di mettersi a fare la frettolosa in quel momento, benché fosse effettivamente di fretta.
-Allora, come va?-
-Sto bene, tu?-
Hermione girava il cucchiaio nella tazzina piena fino all'oro straboccante di schiuma biancastra. 
-Benissimo- rispose Draco.
-Perché eri così di fretta?- 
-Oh, io ho da fare con l'appartamento, sai...- 
-Si, giusto-
-Stamani mi sono svegliata tardi, e quindi ho cercato di fare il più presto possibile. Devo rientrare per la cena almeno-
-Caspita, Matt adesso ti impone perfino degli orari da rispettare?- chiese con una smorfia nascosta dalla tazza che si portò alla bocca. 
Hermione increspò le labbra, è dette un morso alla brioche.
-No, non è così. L'ho deciso io, per il resto Matthew è un padrone di casa davvero rispettabile-

Si sentiva strana, adesso che era accaduto qualcosa tra lei e lo zio di Malfoy, non sapeva come comportarsi. Dire la verità era escluso, e non sapeva... Forse gli avrebbe riferito l'accaduto direttamente Matt. 
-Come ti trovi... da lui? Voglio dire, credo che sia fantastico vivere al suo mastodontico Manor...-
Nella sua voce c'era una punta d'amarezza. 
Aprì la bocca per rispondere, ma era incerta su ciò che dire.
-Si, uno dei più belli che abbia mai visto, davvero- disse, portandosi la tazza alle labbra e bevendo un lungo sorso. Osservò di sottecchi l'espressione di lui. Sperò che l'argomento "Matt" fosse concluso con quelle sue parole, ma a quanto pareva Draco non la pensava così.

-Quanto pensi di fermarti da lui?-
-Il tempo che mi basta per sistemare la casa, lo sai- 
All'alto non sembrò bastare quella risposta, ma non parlò per lunghi secondi. 
Avevano finito entrambi il caffè e il cappuccino. Hermione spilluzzicava la brioche.
-Quando si terranno le prossime prove lo sai?-
-Credo di aver sentito Giò blaterare di domani o dopodomani... Non ricordo-
-Prefetto,-
-Chiedilo a Matt, non vedo dove sia il problema- 
La sua voce era calma, ma quasi irritante. Perché andava a sempre a parlare di lui?

-Va bene, farò come hai detto. Adesso, grazie mille del caffè Malfoy,  ma devo proprio andare- si alzò facendo stridere rumorosamente la sedia contro il pavimento di marmo.
-Quando la smetterai?- la richiamò Draco.
-Di fare cosa?- era perplessa.
-Chiamami Draco- 
Hermione sbatté le ciglia come per ritornare al presente, e chiuse la bocca semiaperta.
-Oh... Va bene, Draco.- 
L'altro si alzò con lei, e insieme andarono alla porta.
-Adesso vai a casa immagino-
-Si, ho molto da sbrigare-

Si scrutarono gli occhi a vicenda, lui con le mani nelle tasche dei pantaloni neri, lei con le dita strette sula borsetta.
-Tu...?- balbettò lei.
-Io cosa?- sorrise Draco.
-Cioè, cosa fai?- 
Per risposta fece spallucce. 
-Se sei d'accordo, posso venire a darti una mano- 
Hermione sussultò.
-Tutta sola... Ce la farai?- ancora quel sorriso alla Malfoy, e fece un passo verso di lei.
-Se vuoi vieni- ma subito si rese conto di essere stata troppo fredda e sintetica. Dopotutto, si offriva per aiutarla e lo considerò un bel gesto da parte sua.

-Mi farebbe piacere avere una mano, quindi se ti offri, grazie mille-
-Andiamo Granger! Non potevi essere più fredda di così! Lo sai che orami possiamo anche abbandonare le formalità! Abbiamo fatto... sesso!- 
-Shhhh...! Cosa diavolo urli?- infatti alcuni passanti si erano voltati verso di loro. 
-Aspetta un'attimo, perché tu mi puoi chiamare Granger e io non Malfoy?- 
Sorrise ma non rispose.
-Dov'è casa tua?- 
Hermione, finta imbronciata, indicò un punto della strada.

Era strano come tutte le volte che aveva a che fare con Draco, inizialmente tra loro ci fosse uno spesso strato di ghiaccio. Ma era altrettanto sbalorditivo con quanta facilità ogni volta riuscivano a romperlo, o in un modo o nell'altro.


                         ***


•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 3:45 p.m,



Erano seduti entrambi a terra, davanti all'enorme parete in vetro del salotto.
-Che vista- 
-L'ho presa per questo-
Mangiavano un tramezzino, uno dei pochi alimenti rimasti nel frigo deserto di Hermione. La casa, grazie anche all'aiuto determinante di Draco, era tornata più o meno come prima. L'acqua era stata rimossa dal pavimento, e adesso era solo un po' umidiccio. Tutti i tappeti e gli oggetti bagnati, Hermione, aveva provveduto a rimuoverli o tenderli. Altri erano sistemati dentro scatoloni messi su tavoli, sul divano, o in qualsiasi punto alto per prevenire un successivo allagamento. 

Per quanto riguardava il tubo che all'arrivo dei due perdeva ancora, Draco aveva proposto di far sì che l'acqua, con un'incantesimo ingegnoso, colasse nella vasca da bagno. Questa era però a parecchi centimetri di distanza dal luogo della perdita, e visto che Hermione aveva chiamato degli idraulici, se loro avessero visto dell'acqua che galleggiava in aria, chissà cosa avrebbero pensato. Perciò, escluso.
Quando l'aveva chiamati, i suddetti avevano risposto alla richiesta:
-Domani l'altro verso le sei si può fare- 
-Così tardi?-
-È l'unico spazio disponibile, signora. Siamo spiacenti-

Alla fine aveva accettato, e continuato il lavoro con Malfoy. Gli ci era voluto un sacco ti tempo prima di terminare, e per questo motivo stavano pranzando così tardi. Nessuno dei due aveva appetito.
Stavano in silenzio. Guardavano avanti, con i loro panini insipidi in mano, osservando il cielo che diventava man mano più scuro e copriva il sole. Ad Hermione venne una domanda in mente.

-Tu... Cosa credi che farai dopo il film?-
-In che senso?-
-Dopo tutto. Alla fine delle riprese-
Rimasero in silenzio.
-Devo dire che non ci avevo mai riflettuto prima-, Draco dette un morso e poi dopo aver deglutito continuò.
-Ma penso che con il denaro ricavato potrò...- si interruppe. Quello della mancanza di soldi era un tasto dolente, e non amava parlarne. Mai i Malfoy avevano avuto problemi economici, ed era come una secchiata di acqua gelida al mattino la consapevolezza di tutto ciò.
-Tornare da tua madre- finì a posto suo Hermione con un sorriso dolce sulle labbra. Aveva distolto lo sguardo dal cielo e guardava lui.
-Già...- 

A lei non importava di come fosse messo, e lo capiva. Draco pensò che si sentiva bene in quel momento. Niente di più semplice. Lui, Hermione, e un tramezzino. La formula della felicità.

-E tu invece, cosa pensi che farai?- chiese di rimando.
Hermione sorrise davanti a sé, e ci mise un po' a rispondere. 
-Recitare, ho scoperto sia la mia vita. Credo che se avrò un pizzico di fortuna, troverò un altro lavoro- 
Adesso avevano finito i panini.
-E così, vado avanti-
Avvertiva lo sguardo di Draco su di lei. La fissava.
-Ne avrai-
-Di che?-
-Di fortuna. Chiunque ti vorrebbe come protagonista per il suo film-
Lei arrossì.
-Beh, grazie-
Silenzio per alcuni istanti.
-Ce l'hai una birra?- 

Hermione rimase immobile, e non seppe rispondere. Ce l'aveva una birra, quelle confiscate a Ron. In realtà non amava bere, ma che male faceva se ne offriva una a Draco? Almeno non sarebbero rimaste là a prender polvere. Qualcosa la fermava però. Era come se fosse immorale. 
-Si- disse con decisone, ignorando la voce che le sussurrava di non farlo.
Si alzò dal pavimento e aprì lo sportello dei detersivi. Estrasse una bottiglia.
-E tu le tieni lì le bibite?-

Non ci fece caso e gli passò la bottiglia scura.
Con un colpo di bacchetta l'aprì, e la portò alla bocca.
-Comunque, anche tu sei un bravo attore, Draco. Potresti progettare qualcosa di grande dopo quest'esperienza-
L'altro aggrottò le sopracciglia e sembrò rifletterci.
-Si, è vero... Ma penso che la Londra Babbana non faccia per me, anche se negli ultimi tempi l'ho rivalutata, devo dire-
-Io l'adoro- e gli occhi di Hermione brillarono, mentre piegava leggermente gli angoli della bocca.
-È cresciuta qua, la sporca nata Babbana- senza volere, gli aveva rinfacciato le volte nelle quali lui era stato crudele con lei, ad Hogwarts. 

Ci fu un lungo istante in cui nessuno parlò. Draco sembrava avere sulla punta della lingua mille parole. Un oceano con le quali scusarsi.
-Perdonami- fu la sola cosa che riuscì a pronunciare però.
Sapevano entrambi a cosa si stava riferendo. Non c'era bisogno di alcuna spiegazione.
-L'ho già fatto- disse Hermione semplicemente, e si voltò verso di lui.
Draco lo fece d'istinto. Impulsivo, lo era sempre stato. Prese tra le mani il volto di Hermione, e la baciò impetuosamente. L'altra sembrava talmente sopraffatta da quel gesto inaspettato che per alcuni secondi che parvero durare secoli, non fece niente per respingerlo. Si crogiolò in quelle labbra morbide e non pensò a niente. Sembrava l'avesse ipnotizzata, impossessandosi così d'un tratto della sua bocca. 
La coscienza ritornò di colpo, come ogni incantesimo che prima o poi si spezza.

-Ma cosa?- si staccò Hermione con violenza, stravolta.
-Sei diventato pazzo per caso?-
-Si, pazzo di te.-

Non trovò parole per replicare. Forse quella frase era stata costruita per non avere risposta. 
Davvero Draco l'aveva detto? Cosa significava? Il cuore le cominciò a batterle a mille. Mentre lui con lo sguardo la penetrava. 
Celeste chiaro. Ghiaccio e mare. 
Malfoy notò la sua espressione e non riuscì  frenarsi. Nel suo profondo, anche lei voleva lo stesso.
Ci fu un secondo bacio, molto più approfondito di quello prima, e molto più vero di quelli sul sett. Era diverso, non stavano recitando. Lo desideravano. Lo volevano entrambi. 
Qualcosa dentro Hermione si smosse, e sentì come un calore nuovo nello stomaco. 
Le accarezzava i capelli, il collo, e le provocava brividi di piacere. Anche lei mise le braccia intorno al collo dell'altro, e senza accorgersene erano finiti sdraiati sul pavimento umido. 
Quando sentì le mani di Draco correre lungo la schiena e poi risalire il busto fino al seno, capì che quello poteva essere un errore. Ma, una parte di lei le diceva di lasciarsi andare, e di mettere da parte le conseguenze.
-Devo andare- disse una frazione di secondo dopo essersi staccata, ancora ad un millimetro dalle labbra dell'altro.
Lui rimase perplesso, ma capì.
Hermione si alzò da terra ricomponendosi. Prese il cappotto e la borsa. 
-Non andare via adesso-
-Devo, Draco-
Lui la trasse a sé un'ultima volta. E si baciarono brevemente prima di staccarsi, per poi però fare la stessa cosa come a sentire la mancanza dell'altro dopo solo due secondi.
Hermione sorrise perché si sentiva bene, ed era felice. 
-Torno presto-
-Ti aspetto- 
Anche lui li sorrise scostandole una ciocca dal volto. Un ultimo saluto, poi lei si smaterializzò e quell'appartamento sembrò subito più vuoto e più triste, per Draco.



-------------



Ciao a tutte, 
Scusate per il ritardo ma i miei mi avevano sequestrato il telefono perché avevo risposto male a mia mamma, e naturalmente, non potevo nemmeno usare il computer... Non ho potuto scrivere ne pubblicare.
Finalmente oggi non sono più in punizione, ed eccovi il capitolo 19!
Spero vi piaccia, soprattutto per quest'ultima parte che ha tirato su di morale a qualcuno. 

Vi devo annunciare però adesso una mia triste conclusione... Ho deciso che pubblicherò i miei capitoli con minore frequenza, perché mi dedicherò a qualcosa di "più grande". Credo che l'ambizione non sia un difetto, e tanto vale provarci. 
Mi dispiace tantissimo credetemi. Sono molto affezionata a questa Fanfiction, e voglio concluderla, ma ormai ho iniziato e farebbe ancora più schifo chiuderla frettolose te con una conclusione sentita e risentita...
Mi impegnerò e cercherò di trovare del tempo per scriverla, ma non prometto niente.
Per quanto riguarda l'altra storia, "A sky full of stars" non so proprio cosa fare... La proseguirò più o meno con la stessa andatura con la quale gestirò questa. Mi spiace davvero molto, davvero...

Un bacio,
La vostra Bianca 




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Capitolo 20
*** CAP.20 Annabelle ***


 photo Bianca987_zps62cb0a26.jpg YOU WERE IN MY HEART
CAP. 20


A lets_smile e Itsbettys







•Londra, Stembasky Manor, Ore 6:54 p.m.



-Sei tornata- 
-Si-
-Com'era l'appartamento?-
-Adesso è abbastanza apposto-
Matt era molto allegro, e stava scendendo le scale per venirle incontro. Hermione evitava il suo sguardo. 
-Sono contento. Pronta per la cena?- si strofinò le mani.

Hermione annuì con un sorriso forzato. Si sentiva in colpa, tremendamente in colpa. Tendeva a rimandare il momento in cui avrebbe dovuto capire cosa fosse successo con  Draco, che significato aveva assunto per lei, cosa fare con quest'ultimo e con Matt, ma soprattutto; cosa provava. 
Nascose tutto dietro una maschera, che sapeva già non avrebbe durato a lungo. 

-Si, pronta per la cena- rispose.


-


Sembrava che non fosse passato nemmeno un'ora dal giorno prima, in cui avevano consumato la cena. Eppure, tutto era cambiato.
Hermione di suo canto, si sentiva a disagio e non vedeva l'ora di andarsene in camera.
Matt era felice, e le parlava di tante cose, che però non ascoltava. Si limitava ad annuire e ad accennare sorrisi tra un boccone e l'altro, tra una portata e la successiva.
-Scusa Matt, ma mi sento molto stanca. Credo che andrò in camera mia- disse dopo aver dato due morsi ad una mela.
L'altro aspettò a rispondere. 
-Oh, credevo che... Se ti andava potevamo tornare in Biblioteca-
-Sarebbe fantastico, davvero, ma magari domani. Okay?-
-Come vuoi- fece spallucce.
Così Hermione uscì dall'enorme sala, preparandosi ad una riflessione profonda e pesante. Già a pensarci le faceva male la testa. Sarebbe stato come una specie di auto-ramanzina, ma probabilmente il termine non esisteva nemmeno. 

Salì le scale, incespicò nel penultimo scalino, girò a destra, percorse il lungo corridoio buio e infilò la prima sinistra. 
-Non è possibile, non è possibile che sia successo davvero- bisbigliava mentre avanzava. 
-Oh cielo-
Sentiva di voler stare sola, senza nessuno, quindi non tornò in camera sua dove Matt volendo la poteva cercare. Stava vagando completamente a caso, imbucando un corridoio invece che un altro perché semplicemente le ispirava di più. 
Non sapeva se essere più arrabbiata con la sua testa, o con il suo cuore. 

Ecco, vicolo cieco. 
Il corridoio finiva con un enorme ritratto di una donna che occupava gran parte della parete, e cresceva in alto. Hermione si fermò e sbuffò, girandosi per vedere se qualcuno la stava seguendo. 
Nessuno.
Si rivolse verso il ritratto e osservandolo meglio, le risultò stranamente familiare. Strizzò gli occhi oltre l'oscurità. 
Se non si sbagliava, quel volto, quell'espressione e quel sorriso, appartenevano alla stessa donna che aveva visto nella stanza di Matt. 
Come si chiamava?
Ah si, Annabelle. 
In basso, una scritta: " A te Annabelle, la luce dei miei occhi adesso e per sempre." 
La stessa.

Sarà stato il buio del crepuscolo o qualcos'altro, ma l'immagine le risultava particolarmente lugubre. 
La stava fissando. Annabelle la stava fissando. Cos'era Annabelle? No, chi era Annabelle? 
Annabelle nascondeva un segreto. Lo percepiva.
Hermione cominciò ad indietreggiare con lentezza, con gli occhi fissi su quelli ridenti della donna, poi sempre più velocemente. Aveva paura che se si fosse voltata sarebbe successo qualcosa di terribile. Cercò tra le vesti la bacchetta, ma evidentemente era rimasta in camera sua. 
Imbucò quasi correndo il primo corridoio, e andò a sbattere violentemente contro un qualcosa alle sue spalle. Trasalì e si girò bruscamente. Era la parete che faceva angolo, ma su di questa un'altro quadro, stavolta più piccolo. Hermione sgranò gli occhi. 

 " A te Annabelle, la luce dei miei occhi adesso e per sempre." 

Rabbrividì, e si allontanò dal ritratto. 
Hermione percorse tutto il corridoio guardandosi in trono. C'erano altri quadri, e ogni tanto riconosceva il sorriso di Annabelle. Cercava di non guardarla, di andare avanti e convincersi che quello era solo e nient'altro che uno stupido quadro, ma i suoi occhi erano ovunque. 
Hermione iniziò a correre, svoltando una volta a destra e una a sinistra, mentre Annabelle la fissava. Come aveva fatto a non notare tutti quei dipinti con la stessa immagine prima di allora?

Hermione era stremata, forse stava diventando pazza. Voleva solo tornare in camera sua e chiudersi a chiave per tutta la notte. 
Era sua impressione o adesso qualcuno stava chiamando Annabelle per nome? Il suono risuonava dentro la sua testa quasi impercettibilmente. 
Svoltò a destra, sinistra, destra, destra e infine, cacciò un'urlo. Il suono riecheggiò terribilmente squarciando l'aria immobile della villa. 

 " A te Annabelle, la luce dei miei occhi adesso e per sempre." 

Davanti a lei, si presentava il primo ritratto di Annabelle visto. Quello enorme che cresceva a dismisura in altezza. Il sorriso della donna adesso sembrava più una smorfia. Negli occhi brillava una strana luce maligna, e le mani conserte sotto il senso sembravano aver voglia di uscire fuori dalla tela.
Era come se le stesse dicendo -Guardami, non puoi scappare da me. Sono sempre con te, so dove vai, cosa fai, con chi stai-. 

Non era da lei essere tanto spaventata, ma cominciò a tremare.
Un altro secondo ad osservare il terribile volto, poi alla velocità della luce si voltò e corse.
Fece però pochi passi perché andò a sbarrare contro qualcosa che era troppo morbido e instabile per essere una parete; fatto sta che buttò a terra colui che non era altro che Matt.
Hermione lo sovrastava, e alla sua vista ebbe un po' di sollievo. 
-Stai... Stai bene?- chiese Matt cercando di alzarsi. -Ho sentito un grido e sono corso subito- 
Lei non parlava. Si rimise in piedi e cercò di mostrarsi il più normale possibile. 
-Hermione, cosa ti ha fatta urlare?- disse lentamente Matthew, scrutando gli occhi bassi dell'altra con attenzione.
E fu in quel momento che Hermione capì che doveva chiederglielo, perché sennò sarebbe stato impossibile dormire o persino fare  altro.
-Dimmi chi è- disse dura.
-Chi è chi?- 
-La ragazza che vedo sempre nei quadri, Annabelle.-
Matthew si irrigidì visibilmente a quella domanda, e la sua espressione cambiò, incupendosi.
-Voi proprio saperlo?- domandò dopo alcuni secondi.
-Si- 
Hermione era decisa.
Lui si strofinò il volto con le mani, le dita si soffermarono alle tempie, e chiuse gli occhi come per ricordare. -Va bene. Credo che tu debba sapere, dopotutto.- 
Prese un respiro profondo ed Hermione attese.


-Annabelle era la mia fidanzata, ci siamo messi insieme da giovani e durava da sei anni.- 
Da quella pausa sostanziosa Hermione capì che per Matt, portare nuovamente a galla il passato non era una cosa affatto facile, e che forse quella storia, non aveva il meritato lieto fine. 
-Lei era così piena di vita e giuro, l'amavo davvero tanto. Come non avevo mai amato nessuno in vita.- 
Un altra pausa. 
Era stata indelicata a pretendere di sapere il segreto di Annnabelle, e la storia che quella donna si portava dietro.
Solo che non si sarebbe aspettata una trama tragica come la raccontava il volto di Matthew, dietro il volto sorridente di lei.

Non erano affari suoi quello che era il  passato del suo capo, in linea teorica, ma ormai c'era troppo dentro e fare l'indifferente sarebbe stato peggio che meglio. 
Annuì e strinse le labbra, scrollando le spalle.

-Io... Io le chiesi di sposarmi e lei accettò. Mi ricordo che così felice, e...- iniziò a balbettare.
-Matt, senti, se non te la senti di continuare, io ti capisco. Cioè voglio dire... mi rendo conto che per te non dev'essere facile e mi scuso per la mia indelicatezza è solo che non avevo idea di quello...-
-No, no. È tutto okay. Me la sento- 
Si passò una mano nei capelli, e nell'unico momento in cui alzò appena lo sguardo, Hermione si accorse che aveva gli occhi lucidi. 
La sola volta  in cui l'aveva visto piangere era quando Daniel se ne era andato. Poi basta.

-Mancavano tre mesi al matrimonio ed era quasi tutto pronto, tutto programmato... e sarebbe stato meraviglioso. Ma lei un giorno si sentì male.- 
Hermione sapeva che non doveva e non poteva fare lo sbaglio commesso la sera prima: Baciarlo, e fargli credere qualcosa di diverso dalla realtà. Perché era pena quella che provava, nient'altro.
Lo avrebbe illuso, e non era per niente una cosa che giovava allo stato di Matt, un'altra delusione. 
Lui soffriva, si vedeva. E lei voleva semplicemente stargli accanto, ma nello stesso tempo mantenere le distanze, ed era terribilmente difficile tener capo ad entrambe le volontà.

Matt adesso stava pensando certamente ad Annabelle, ma anche ad Hermione, e sperava in qualcosa che lei non era sicura di potergli dare, non dopo l'accaduto con Draco.

-Andammo all'ospedale, la portai io.-
Pausa. Un singhiozzo mal soffocato.
-Dopo ore di attesa le diagnosticarono un cancro ai reni. Cominciarono a cercare di curarla con la chemio, ma non funzionò.-
Hermione si portò una mano alla bocca. Sapeva già come andava a finire la storia. E non le piaceva affatto. 
-Non c'era nessuno che le potesse donare un rene, con il quale avrebbe potuto sopravvivere, perché era incompatibile con il DNA. Nemmeno io fui di aiuto.-
-Oh, Matt...- mormorò Hermione.
Nessuno parlò per almeno dieci secondi, poi l'altro aprì la bocca e mosse le labbra per dire qualcosa, ma alla prima non uscì suono. 
-La sposai lo stesso, prima che morisse. Non fu il matrimonio che ci aspettavamo, ma ci bastò.-

Hermione guardò subito la mano sinistra, che però era spoglia e senza fede. Lui notò che ci aveva fatto caso.
-La tengo sempre qui- disse con un sorriso amaro, ed estrasse da sotto la maglietta una catenella d'oro, alla quale era stata infilato l'anello dello stesso materiale, che fungeva da ciondolo. 
Se lo rigirò totale mani guardandolo con occhi nostalgici. 

-Morì due settimane dopo.-

Fine della storia. 
Ad Hermione si strinse il cuore, e si pentì di aver avuto timore dei quadri che la raffiguravano. 
-Da quanto non c'è più?- 
-Due anni-
-E non riesci ancora a dimenticarla, vero?-
Scosse il capo debolmente.
-Fa male-
-Lo so- 
-Tanto-
-Sai cosa devi fare?-
-Non lo so. Dopotutto non l'ho mai saputo-
-Togliti la collana-
-Perché?-
-Tu fallo-
Se la fece passare sopra la testa e dopo un attimo di esitazione la cedette ad Hermione.
Lei la prese in mano e disse: 
-Lei non vorrebbe vederti in questo stato. So che vuole che tu la dimentichi. Devi andare avanti, Matt, perché la vita continua. Ricordi che me lo hai detto anche tu, quando è morto Daniel? Tu la stai intrappolando qua dentro,- spiegò lei accennando alla casa -ma soprattutto dentro il tuo cuore.-
-Ma io non posso...-
-Matthew; lasciala andare. Guardati intorno. Lei è ovunque. Come hai potuto vivere con il suo sguardo addosso ogni giorno, per due anni?- 
Lui non disse nulla, il suo sguardo era assente.
-Credimi. Toccati il petto. Non ti senti già poi leggero?-
Lui pensò per lunghi istanti, dopo lentamente si poggiò una mano sul cuore.
-Si, è vero-


-


I quadri furono coperti, solo uno fu risparmiato. Per quanto riguarda la collana con la fede, fu deciso di riporla in una scatolina e chiuderla dentro un cassetto. 
-Mi spiace Matt, ma vedrai che così sarà meglio.-
-Lo spero anche io- 

E venne spontaneo per Hermione l'abbraccio che seguì.
Quando però lei si voleva staccare, sentiva le braccia dell'altro stringerla ancora. 
-Devo andare Matt- disse lei sottovoce.
-A letto?- 
-Anche, ma via da qui, lo sai- dopo averlo detto, avrebbe giurato che l'espressione di Matt fosse accigliata.
-Resta ancora per un po' di giorni-
Finalmente si staccarono.
-Va bene,- concordò -solo due.-
-Okay- 
-Vado a letto allora, buonanotte- lo salutò Hermione e fece come per allontanarsi.
-Aspetta- Matt la stava richiamando, prendendole un polso.
Questa si voltò.
-Dimmi-

 Matt non disse nulla, ma fece qualcosa. Tentò di accostare le loro labbra, e ci sarebbe riuscito se Hermione non lo avesse fermato poggiandogli una mano sul petto caldo. 
A pochi millimetri di distanza disse:
-Non posso, scusa- 
Socchiuse gli occhi, ritirò la mano, e dopo un secondo si stava allontanando da lui con un senso di colpa terribile. 

Matthew di suo canto, rimase immobile. Poi si poggiò una mano sul cuore, e non sapeva quale dei due dolori gli provocasse più fitte. 


                       ***


•Londra Babbana, Cimitero, Ore 10:15



Era contro la legge Babbana stare dentro un cimitero oltre l'orario di chiusura, ma adesso anche l'idea di chiudersi in camera per tutta la notte ad Hermione risultava improponibile.
L'unico posto che le sembrava di poter trovare la pace, era dove si trovava Daniel. Perciò, si smaterializzò direttamente all'interno del cimitero, proprio accanto alla sua tomba.
-Ciao Dan, scusa ma oggi non ho potuto cambiarti i fiori-

Cominciò a cadere una fitta pioggerella leggera. 
Hermione tirò fuori dalla tasca la bacchetta e l'agitò lentamente contro i fiori appassiti dentro il vasetto. Questi ripresero vita in un lapo e tornarono arancione acceso.
Si mise a sedere con le ginocchia strette al petto.
-Sono successe un sacco di cose da quando te ne sei andato, Daniel. Avrei proprio bisogno della tua opinione per sapere cosa fare. Avrei bisogno di te.- 
Sospirò e chiuse gli occhi rivolgendo il volto in alto. 


"Draco, Draco, Draco..."
Era la cosa più strana che le fosse successa negli ultimi tempi. Sembrava anche assurdo, perché lei era sempre stata la sporca Mezzosangue, colei costantemente diversi scalini più in basso per conto di Malfoy, che la disprezzava con tutto sé stesso.
Questo ai tempi di Hogwarts, ma forse le cose erano cambiate, perché era stato scritto che dovevano cambiare. Non era meglio così? Accogliere il cambiamento e la novità ovunque essa ti porti, e qualunque essa sia?
Forse la nuova porta che le era stata aperta dal destino era una cosa buona. Oppure no, ma una trappola. 
Non poteva mettere niente per certo se prima non lo viveva. 
Daniel le avrebbe detto di vivere tutto ciò che le era possibile, almeno lei che poteva.
Che cosa triste da dire...

E se Malfoy la stava prendendo in giro? Sarebbe stato da lui farlo, ma sembrava cambiato in alcuni istanti. Ad esempio quando stava con lei, era davvero dolce e non somigliava affatto al vecchio sé.
In altri atteggiamenti invece, restava sempre il solito. 
La cosa più buffa, era che di lui l'attraevano entrambi i lati. 
Già era stato strano girare un film con lui, poi quel genere di film con quel genere di parti, e adesso quello. 

Forse si stava facendo troppi problemi. Forse lui non dava nemmeno peso all'accaduto, che era invece al centro dei pensieri dell'altra. Forse non gliene importava  nulla, e l'aveva baciata tanto per il gusto di farlo, perché per lui era normale, come una semplice abitudine difficile da togliere poiché, d'altronde, la volpe perde il pelo ma non il vizio. 

"L'unica cosa da fare è vedere come si comporta con me domani. Se mi ignora e evita, oppure no. Non posso fare altro. È inutile tormentarsi per niente adesso." 

Adesso veniva il problema di Matt.
Come comportarsi con lui? Poco prima l'aveva respinto, ma non era certa che avesse ricevuto a pieno il messaggio. 
Si sentiva partecipe della sua sofferenza, perché il dolore di una perdita è profondo. Lo capiva perché anche lei aveva perso i suoi genitori, e Daniel. Poteva quasi aggiungere alla lista Ron, ma non era quello in momento di riflessione dedicato a lui. Invece, per un secondo di chiese come stesse, e se qualcuno portasse notizie buone o cattive a proposito del suo stato.
Ma cosa cambiava? Per lei era già morto. Da molto prima che succedesse il peggio.

Poi i suoi pensieri si concentrarono un'altra vola su Matt. Ancora non aveva dimenticato Annabelle, e anche se lo nascondeva al meglio delle sue capacità, dalla ferita sul petto sgorgava ancora sangue fresco. 
La situazione instabile, data dal fatto che lui provasse qualcosa al contempo per Hermione, non aiutava per niente.

-Cosa fare... Cosa fare, cosa fare...-

"La risposta è dentro di te, solo che ancora non ne sei cosciente."
Sarebbe quello che avrebbe detto Dan. Si, decisamente.

La pioggia si fortificava, e doveva andarsene anche se avrebbe preferito rimanere un'altro po'. 
Guardò per l'ultima volta la lapide di Daniel, con la sua foto in bianco e nero nella quale sorrideva. Ed era felice, ed era ancora in vita. 
Guardò i suoi occhi solari e le fossette scavate. Ogni suo particolare.
Le gocce di pioggia cominciarono a scorrere più abbondantemente sulla piccola immagine, rendendola a malapena visibile. Era come per ricordarle che era morto, e che anche se guardava la sua foto, lui era stato cancellato dalla faccia della terra. 
-Dio se mi manchi Dan-

Pianse ma nemmeno lei se ne accorse. Le lacrime salate si mescolarono all'acqua dolce della pioggia.



                        ***



•Londra Babbana, Studio Filmatografico, Ore 10:54



~


-No- disse Jess scostandosi da Alex.
-No cosa?- 
-Lo sai- 
Jess si portò delle ciocche di capelli dietro le orecchie, e abbassò lo sguardo.
-Non puoi ripiombare nella mia vita come se niente fosse-
-Ma io.. Ma io credevo che-
-No, basta con le scuse. Ti perdono per ciò che hai fatto in passato ma...- risollevò lo sguardo sui suoi occhi.
-Ma credo di amare Charlie. Adesso  è ora che anche tu scelga una persona diversa da me per la tua vita.-
Lo sguardo di Alex era più serio che mai. Prima l'aveva baciata, uno stupido tentativo di riaverla, che non era andato a buon fine anche se inizialmente lei aveva risposto alle sue labbra. 
-Non mi ami più quindi?-
Jess ci pensò. Non lo amava più davvero? L'aveva dimenticato del tutto? No, dimenticato del tutto no. Non sarebbe riuscita a cancellare ogni suo ricordo nemmeno a distanza di anni. 
Ma era quasi certa che non lo amasse più, perché nel suo cuore c'era posto solo per Charlie adesso.

~


-No- disse secca. -Non ti amo più.-
Matt recitò la sua parte alla perfezione quando una telecamera gli inquadrò un primo piano.
-Va bene- rispose, il volto in un espressione di sconforto. 
-Come vuoi, come vuoi.-
Non aggiunse altro, si voltò senza guardarla negli occhi, attraversò i fiori gialli ancora disposti sulla strada a formare una frase, e scomparve.

-Buona ragazzi!- disse Giò. -Adesso ci spostiamo per girare la parte al ristorante-

Hermione sorrise, perché sapeva che il film era ormai quasi arrivato alla fine. Sfogliò il suo copione al quale mancavano poche pagine al termine. Draco non c'era al momento, ma si sarebbe fatto vivo al ristorante dove doveva comparire.
-Andiamo- asserì Matt.
Sembrava quello di tutti i giorni, e nessuno avrebbe sospettato niente. Scambiava una battuta ogni tanto e rivolgeva un sorriso a qualcuno. Solo Hermione sapeva quello che era successo la sera prima, e nessun altro. O almeno lei pensava così.
La Greengrass arrivò poco dopo avvolta in vistoso scialle di pelliccia (presumibilmente vera). 
-Forza forza, sali sul camion, che la tua faccia non si trucca mica da sola!- squittì gesticolando.
-E sta calma che ci vado anche da me- replicò Hermione seccata.

Appena arrivati, passarono pochi minuti dall'entrata in scena, perché al locale era già tutto preparato. Draco stava seduto su una sedia in un angolo, con il blocco di fogli stretto in mano. Stava utilizzando il poco tempo rimasto per ripassare. 
Non alzò gli occhi quando la troup irruppe nella sala. 
Hermione lo osservò per lunghi istanti, poi distolse lo sguardo perché non ricambiato, e andò dietro la tenda pronta per le torture di Daphne. 

~

Jess per il resto della giornata di San Valentino non fece altro che continuare a chiamare imperterrita Charlie. Questo non rispondeva alle chiamate e neanche ai messaggi. 
Andò persino sotto casa sua, ma al campanello non rispondeva nessuno.
Jessica, scocciata da questo suo comportamento stupido e immotivato, decise che si sarebbe risolto tutto il giorno seguente, all'ultima lezione di cucina. 
La notte dormì poco, perché era molto agitata e tormentata. Sua mamma provò a tranquillizzarla dicendole che forse Charlie si sentiva male, o era partito inaspettatamente per qualche viaggio urgente e non aveva avuto il tempo di aggiornare nessuno.
Non la tranquillizzarono nemmeno queste parole, e sperò solo che la sera successiva si sarebbe fatto vivo. 

~


-Azione!-


~

-Mescolate bene in senso orario il preparato, dopo che tutti gli ingredienti si sono omogeneizzati tra loro, aggiungete altri 100 ml di latte.-lo Chef paffutello stava accuratamente insegnando agli allievi, tra cui Jess che si era sistemata da sola ad un tavolo in un angolo in disparte, come preparare la torta alle fragole e panna. 
Charlie non c'era e a lei veniva quasi da piangere. Che era successo? Cosa aveva mai fatto?
Alla fine del corso lo avrebbe chiesto al capo cuoco, se ne sapeva qualcosa, cosa non detta.
Si cimentò ad aggiungere i 100 ml di latte nella ciotola di vetro, nella quale ce ne andarono molti di più.
-Merda-
-Signorina... Stia attenta, che poi il dolce non le viene bene- 
-Si, mi scusi Chef-
Ma continuò a ritrovarsi distratta per tutto il resto del tempo, pensando e ripensando. Tormentandosi.
Fu proprio quando stava sistemando sulla torta la panna e pezzi di fragole, che qualcuno entrò nella sala a testa bassa incappucciata.
Subito Jess alzò la testa e lo riconobbe. Era Charlie. 
Il capocuoco gli venne in contro, era visibilmente arrabbiato.
Lei cercò di capire quello che i due si stavano dicendo, ma parlavano a bassa voce e la cosa le risultò impossibile.
Charlie non la degnò di uno sguardo, ma le diede le spalle ed entrò nella cucina in procinto di togliersi la giacca. 
Riabbassò lo sguardo sulla torta. 

~

-Perfetta! Adesso una pausa di cinque minuti e poi ripartiamo! Grace, sistema i capelli alla nostra Hermione!- Giò oggi non poteva passare inosservato, perché pareva vestito da donna. 
-Sono tacchi quelli, Giò?- chiese Hermione quando le passò accanto.
-Si tesoro, però da uomo- e sculettò via. Ad Hermione scappò da ridere, me cercò di trattenersi soffocando una risata. Si voltò alla ricerca di Daphne/Grace, che però era e vaporizzata.
-Ma cosa...?- 
"Meglio così," pensò. "i capelli me lo sistemo da sola."
Ma prima voleva andare a parlare con Draco, o almeno vedere dov'era. 
La porta del suo camerino si trovava alla destra del secondo corridoio. 
Prese un lungo respiro, poi si sentì pronta per fare il primo passo. 

Si incamminò con lo sguardo fisso davanti a sé. Non sapeva nemmeno da dove iniziare a parlare, ma qualcosa le diceva che doveva farlo, e sarebbe andato tutto bene.
Era accanto alla soglia socchiusa, e stava per aprirla, ma in quell'istante sentì delle voci aldilà di questa e ritirò la mano protesa.
-Dai, smettila-
Era Draco.
Una risata femminile.
-Smettila tu-

Hermione sapeva che origliare non era una bella cosa, ma in quel caso mise a tacere la sua sé interiore più bisbetica.
Si avvicinò allo spiraglio della porta, che faceva uscire dalla stanza un piccolo fascio di luce.
Sgranò gli occhi. Draco era poggiato con la schiena alla parete, e la Greengrass gli era davanti, con il volto vicinissimo a quello di lui. 
Lo guardava maliziosamente, e lui sembrava quasi intontito, come ipnotizzato.
Poi successe una cosa. Daphne prese una mano di Draco e se la portò alla coscia, facendola risalire lentamente lungo la pelle, sotto la gonna. Arrivò al seno e si fermò lì.
Malfoy restava a labbra socchiuse e la squadrava dall'alto in basso, senza reagire.
Sempre con il solito sorrisetto, l'altra accostò le loro labbra e lo baciò passionalmente.

Hermione si scostò dalla porta e si portò una mano alla bocca. Aveva già visto abbastanza. Nascose sotto le dita una smorfia di dolore e poi si voltò correndo verso il suo camerino. 
Aprì la porta e poi la sbatté, chiudendola a chiave.







--------------




Ecco finalmente il capitolo!


Non aggiungo molto, scusate per gli eventuali errori, e grazie se recensite!

Un bacione e buone vacanze a tutte! :)

Spoiler: 


"-Draco...?-
Due secondi di silenzio ancora. L'espressione di Malfoy andava aldilà dello stupore.
-Oh, scusate se... ho interrotto. Beh io... poteri anche andare e poi tornare se voi.... come dire...-" 


Bacioni❤️
Bianca 

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Capitolo 21
*** CAP. 21 Malintesi ***


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YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 21





A Fra_ga 








•Londra Babbana, Ristorante, Ore 11:00 p.m.




Era tutto pronto. 
Hermione era rientrata in scena, il Ciak era stato scattato e la lucina rossa sopra la cinepresa brillava ad intermittenza.  
Prese un grosso respiro e si ripassò in un secondo ciò che avrebbe dovuto fare. Alzò lo sguardo e cercando di concentrarsi immedesimandosi nel personaggio; senza badare alla faccenda Draco/Daphne, si avviò scansando i tavoli da cucina e le persone, verso il capocuoco.
-Arrivederci signora McMillan, spero che il corso vi sia piaciuto! Oh, e arrivederci anche a lei signor Jefferson e ricordi di che nello stufato di piselli non va messo tutto quel burro e...- 
-Mi scusi Chef-
Questo si interruppe e la guardò.
-Mi dica signorina-
-Io... Io cercavo Charlie. Avrei urgente bisogno di parlare con lui- 
La sala si stava svuotando, lasciando lei e il cuoco gli unici nella stanza.
-Oh, cara. Credo che non sia in vena di parlare oggi. È di malumore, non so se hai visto la sua entr...-
-L'ho vista eccome ma devo assolutamente vederlo, per favore-
Lui esitò, indeciso. -Ma...- balbettò
-La prego- 
L'altro si umettò le labbra.
-E va bene. Da quella parte- disse indicando la porta nella quale l'aveva visto entrare poco prima.
-Grazie mille-


Spinse la porta con la mano e questa si aprì verso l'interno. 
L'ambiente era buio, e sembrava una specie di dispensa o uno sgabuzzino.
-Charlie?- per un momento le era venuto da chiamare il nome di  Draco. Hermione cercò a tentoni la luce, poi trovandola l'accese. 
Lui non c'era, come da copione, ma sulla parete destra si trovava un'altra porta, probabilmente quella di servizio che conduceva all'esterno. 


~


Non si diede per vinta, e con passi decisi si avviò per andare a fondo di questa storia. Avrebbe trovato Charlie e gli avrebbe parlato. Costi quel che costi, lo avrebbe fatto. 
Spinse la maniglia della porta di legno e un'onda gelida di freddo la investì. Socchiuse gli occhi per la folata, e quando gli riaprì lo vide.
Era a sedere sulla moto, in quello che sembrava un vicolo puzzolente e stretto, che conduceva alla strada trafficata. Non le dava completamente le spalle, Jess riusciva a vedere una parte del volto.
Stava con gli occhi bassi a leggere un foglio bianco che teneva stretto tra le mani. 
Anche se aveva sentito lo scricchiolio della porta nell'aprirsi, non la degnò di uno sguardo.
I capelli biondi venivano scompigliati dal vento.
 Indossava un giacchetto di pelle nera da motociclisti, e teneva il casco tra il busto e l'avambraccio.

Jess scese i tre scalini di pietra e si avvicinò. 
-Charlie- disse.

Non rispose. Le mani gli tremavano leggermente, ancora strette attorno al foglio di carta.
Jess non capiva, e diventava sempre più confusa. Si sentiva sul punto di svenire, come se le gambe le stessero per vedere da un momento all'altro. 
Aspettò ancora qualche secondo, e si fece avanti di altri due passi.

Poi, esplose. Ma non fu quell'esplosione che si aspettava di mostrare, con mille scintille e lingue di fuoco. 

-Io ti amo Charlie- disse con tono decise che non si riconobbe. 
-Ti amo, e credo ormai di non poter fare a meno di te.-
Ancora nessuna risposta.
-Sei entrato nella mia vita e non avrei potuto desiderare di meglio, perché sei una persona fantastica e sento per le prima volta che tu non mi farai soffrire. Sei quello giusto. 
Potrai solo farmi felice, e farmi sorridere, e farmi battere forte il cuore sentendo le farfalle nello stomaco ogni volta. Lo so e basta. È questo che importa.- 

Finalmente la guardò, e i suoi occhi non erano quelli di sempre, ma più stanchi, e velati di ombre scure. Dove era finito il celeste brillante di ogni giorno?
Si alzò dalla moto lentamente, e posizionandosi davanti a lei schiuse leggermente le labbra.

-Perché non la smetti di prendermi in giro, Jess?- il suo tono non era furioso, solo molto calmo.
-Prenderti in giro...? Di cosa stai parlando? Le cose che ho detto prima sono vere-
Charlie rise amaramente, e abbassò lo sguardo.
-Perché stai ridendo? Mi spieghi cosa succede?-
-E me lo chiedi pure? Sei davvero così falsa?-
Jess contrasse le labbra.
-Credo che tu mi debba delle spiegazioni, Charlie.-
-Tu, le deve dare a me- la indicò accusandola. Era arrabbiato.
-Perché prima mi fai questi discorsi del cavolo e poi vedo che erano solo bugie su bugie, inventate probabilmente sul momento. Non è così? Ti piace prendere in giro la gente, Jessica?- 
Mai prima d'allora l'aveva chiamata Jessica. 

Rimase per un attimo senza parole, sbigottita.
-Senti Charlie io...- disse, ma lui si stava voltando in direzione della moto per andarsene. Allora l'altra lo riprese per un braccio, trattenendolo, ma Charlie reagì male e su divincolò.
-Lasciami!- tuonò.

Jess si ritrasse con le lacrime agli occhi.

-Sono stanco di tutto, non voglio più avere a che fare con te. Sparisci da qui!-

Cominciò a piangere 
-Voglio solo capire...-
-Lo dovresti sapere, no? Perché te lo doveri dire io, il rimpiazzo prima che tu facessi pace con Alex?- 
Jess sgranò gli occhi e poi pensò.
-Tu... Tu hai visto?-

~

-Tutto-
-Ti posso spiegare ogni cosa- asserì Hermione senza esitare, e si riavvicinò, ma Draco la spinse lontano.
-Non mi interessa, okay? Adesso non più, tu hai scelto lui e non puoi continuare questo stupido tira e molla tra me e l'altro, perciò finiamola qua, punto e accapo.-
-No!- protestò.
-E invece si. Addio Jess. Ti auguro una vita felice e spensierata.- 
-È te che voglio!- gli gridò dietro, ma niente. 
Si infilò il casco, che gli copriva completamente il volto e saltò a cavallo della moto. Un'attimo dopo era fuori in strada.


~


Jess rimase lì, impalata. Le mani che ciondolavano lungo i fianchi. Gli occhi rossi, e la faccia in un espressione di sconcerto. 
Era finita. Era davvero finita per una sua stupida debolezza.
Era finita per un errore, ed era la cosa più ingiusta che ci potesse essere.
Si rifiutava di accettare la realtà perché nella sua testa persisteva ancora l'idea di stare senza di lui.
Abbassò lo sguardo verso un oggetto bianco sull'asfalto. Era un foglio accartocciato, probabilmente quello che Charlie stava leggendo prima del suo arrivo.
Lo raccolse e lo spiegò.


"Clinica D.R. JAMES   06/03/2003

Per il signor Charlie Kelvin Morris.


La informiamo che le analisi da lei rilasciate lo scorso mese hanno dato esito. Queste purtroppo, non sono portatrici di buone notizie. 
Dalla tac è risaltato che lei ha contratto il cancro ai reni di tipo due.
È una realtà difficoltosa da affrontare e accettare, ma per fortuna abbiamo anche una buona notizia: è possibile che tra i volontari di donazione organi, sia presente un soggetto compatibile con il suo gruppo sanguigno. La pregiamo di attendere e nel mentre che la ricerca prosegue, è invitato ad albergare all'ospedale D.R. JAMES per eventuali complicazioni improvvise e pericolose.

Cordiali saluti,
Dott. Rooney                                    "


Una goccia salata bagnò la carta.
-No...-


-


-Perfetta ragazzi! Perfetta, spettacolare, esemplare!- per poco Giò non si metteva a piangere.
Hermione osservò il rientro di Draco con la moto e traballava un po'. Non era affatto esperto. 
Scese dal sellino, e fece come per venirle in contro.
-Avevo paura di rompermi una gamba- disse lui sogghignando, poi la guardò e sorrise.
-Ciao- il suono della sua voce era suadente, vellutato, caldo e irresistibile. La bocca con stampato un sorriso sbilenco.
Per guardarlo di sfuggita negli occhi, e dopo voltarsi con falsa indifferenza e filare a dritto, Hermione fece un grande, enorme, sovrumano sforzo. Il primo istinto sarebbe stato quello di saltargli addosso, ma sapeva che non poteva. Gliela doveva far pagare, perché Draco la stava solo prendendo in giro. Non se lo doveva dimenticare.
Aveva imparato che Malfoy non indossava una sola maschera da brutto malfattore, ma un'altra che nascondeva sotto di essa di una persona dolce e carina, però dopo quest'ultima veniva un'altra ancora sempre crudele e insensibile. Probabilmente ne possedeva a centinaia.

Hermione si allontanò a testa alta, dandogli le spalle, ma avrebbe pagato per vedere la sua faccia in quel momento. 



                      ***


•Londra Babbana, Pub, Ore 1:30 a.m.


Dal momento che era molto tardi tutti volevano andarsene a casa, ma poi arrivò Giò che anche alla tenera ora di mezzanotte e mezzo propose di fare la notte bianca; scartata dopo un microsecondo da Matt, il quale però aveva una mezza idea di andare a bere qualcosa fino alle due circa, con chi volesse unirsi a lui. 
Poco meno della metà della troupe accettò, ed Hermione si vide costretta a seguire Matt, visto che la ospitava a casa sua. Partecipò alla serata veramente di malavoglia però. Il motivo? Draco. Come al solito.
Si trovavano seduti ad un tavolo con i sedili imbottiti, molto scomodi.
Tutti avevano in mano un bicchiere di birra stracolmo, con la leggera spuma bianca che galleggiava e traboccava dall'orlo. 
Tutti, tranne Hermione. Semplicemente non le andava di bere. Se ne stava lì a girare l'indice sul bordo del calice vuoto, sorreggendosi la testa con l'altra mano.
Gli altri ridevano, sghignazzavano, facevano battute ed erano decisamente ubriachi.
-E adesso, propongo un Brindisi- era la voce di Matt, ovattata dall'alcol.
"Ed ecco l'ennesimo Brindisi ad un'altra stupidissima cosa..." pensò.
Ma invece no.
-A... Daniel- 
Quando Hermione udì quel nome si bloccò. La compagnia riuscì a mantenere silenzio per qualche secondo, in memoria della sua tragica morte, perché anche se sbronzi il loro cervello riusciva , a quanto pareva, ancora a funzionare quel poco che bastava.
-A Daniel,- dissero in coro tutti, e bevvero.
Dopodiché, come se niente fosse, ripresero da dove avevano lasciato.
 
Draco sedeva poco distante da lei, dall'altra estremità della tavola. Aveva bevuto più o meno tre boccali e rideva come un cretino.
Il suo sguardo si soffermò su di lei.
-Ehi, guardate tutti la Granger!- urlò indicandola.
-Che c'è Mezzosangue, non ti diverti?-
Hermione prese un grosso respiro. Non doveva reagire. Non doveva controbattere o sarebbe stata guerra. L'alcol faceva venire fuori il peggio delle persone, lo sapeva fin troppo bene.
Tuttavia, era anche vero che Malfoy non era poi tanto diverso da sobrio da come lo vedeva ora. 
Il solito sgarbo, la solita arroganza...

-Ti piace fare la stronza, vero? Tipo questa sera con me. Fa l'arrabbiata. Stronza.- 
Rise di gusto, seguito dagli altri. Anche da Matthew, ma probabilmente non sapeva bene a cosa stava ridendo.
-Non bevi perché sei la solita brava ragazza che non ingerisce alcol per nessuno motivo?- batté forte un pugno sul tavolo e tirò un altro sorso.
Hermione alzò lentamente lo sguardo, poi fermò un cameriere che le stava  passando accanto in quel momento.
-Una birra grande per favore-
Lanciò uno sguardo di sfida ad un Malfoy sbalordito. 

-

-Allora Malfoy, chi è la femminuccia adesso?- rise.
-Sempre tu, Granger-
-Fanculo- 

-

-Altri due per me per favore- la mano esile alzata in alto.
-Per me altri tre grazie checca- 
-Nipote, cortese con il cameriere, grazie mille- 
Risa.

-

-Io vado, è tardi. E vi consiglierei di fare lo stesso. State parecchio male...-
-Addio Edward, stacci bene!- 
-Non urlare!- 
-Piantala Granger-
-E tu va quel paese, okay?-

-

-Un ultimo giro per tutti. Poi basta, basta, stop...-

-

-Usciamo da questa cazzo di topaia-
-Signori, il conto!-
-Afferra questi verdoni zoccola, tieni pure il resto- 
Risa.

-

-Vado a pisciare da qualche parte-
-Non ti far investire!-

-Questa luce mi acceca-
-È solo un fottuto lampione in una strada desolata- 

-Senti Hermione, forse non è il momento di parlarne perché, dai... Siamo ubriachi. Fradici! Ma perché mi eviti? Ho fatto qualcosa di male o no?-
-Non ti posso prendere sul serio se mentre me lo dici ridi di continuo-
-Idem-

-Che cazzo c'era in quella birra-
-E chi lo sa-

-Sei una persona orribile e non farò mai l'errore di ieri l'altro, mai nella vita Malfoy.-
-Perché lo chiami errore? Cosa provi per me?-

-Ehi ragazzi ma quando cazzo torna Matt?-

-Lo stesso che io provo per me-
-Che tu provi per te?-
-Si, no, cioè-
-Quello che io provo per te?-
-Fammi parlare stronzo, provo per te quello che tu provi per me. Capito?-
-E io cosa provo per te?-
-Nulla. Sei un idiota, un pezzo di merda. Nient'altro.-
-Questa non sei tu che parli-
-E chi, Dio?-

-

-Ehi, vedi di vomitare ben lontano alle mie scarpe, imbecille-

-

-Abbiamo esagerato?-
-No, non mi è salita per nulla-
-Sai Draco, sarai anche un gran figlio di puttana ma hai degli occhi... bellissimi-

-

-Me ne vado-

-

-Testa di cazzo-

-

-Dove minchia siamo-
-Non lo so-




                         ***


•Londra Babbana, Ore 6:36 a.m.



Draco si svegliò sotto un ponte alle sei di mattina. 
La testa gli girava da impazzire, e la lo stomaco bruciava. La gola in fiamme.
 I muscoli del corpo erano indolenziti, come se fossero stati sottoposti ad una prova stremante.
Si trovava sdraiato sull'erba fangosa dell'argine, e il sole stava per sorgere, illuminando il cielo ancora bruno.
Draco cercò di alzarsi, ma era come se avesse perso tutto il senso dell'equilibrio, e la vista risultava annebbiata, come la mente.
"Dove sono?"
Si ributtò a peso morto sul prato, e cercò di andare indietro con i ricordi.
Cosa... Diavolo ci faceva lì? Come c'era capitato?
"Ieri sera!"
Si, si ricordava qualcosa. La sera prima era andato con lo staff a bere qualcosa ad un pub. Ma poi?
Un grande buco nero precedeva il suo risveglio. 
Era meglio se si alzava. O almeno provava a mettersi a sedere.
Dopo un paio di tentativi riuscì nell'impresa, e finalmente potette vedere meglio dove si trovava
Il paesaggio però non gli diceva niente. Cosa cavolo era successo? La sua mente era in subbuglio, in cerca di un appiglio o un punto di riferimento. 
Il primo coato di vomito arrivò forte e inatteso. Draco si sporse di lato e gli sembrò di buttare fuori pure l'anima. 
Doveva andarsene da lì, dato che non c'era un'anima a parte lui, e un mucchio di sporcizia da un lato. 
Si sentiva così da schifo che quella volta non riportava precedenti, e un mucchio di domande si accumulavano man mano nella sua mente. Aveva bisogno di risposte e sapeva dove forse le avrebbe trovate. 


                       ***


•Londra, Stembasky Manor, Ore 6:49 a.m.



Si smaterializzò direttamente dentro casa di Matthew. Non si curò della sua intrusione. Sapeva che aveva il permesso di irrompere anche in quel modo.
Il problema si presentava se non lo avesse trovato. Tanto valeva provare però.
-Dov'è il tuo padrone?- chiese con un tono il più possibile dignitoso alla prima elfa che gli passò accanto.
-Io pensare in camera sua, signore-
-Guidami-

Arrivò alla porta, e l'elfa lo lascio solo con un vago "con permesso".
La porta era molto grande e di un legno chiaro, a due ante. 
Draco bussò. Dall'altra parte, silenzio. Decise di entrare malgrado l'assenza del permesso. Al massimo avrebbe visto Matt nelle stesse condizione in cui si trovava lui in quel momento.
Spinse il pomello della porta verso l'interno.
-Matthew Stembasky vorrei sap...- ma si bloccò.
Sull'enorme letto proprio davanti a lui, Matt ed Hermione si erano svegliati di soprassalto.
Malfoy notò che anche se sotto le coperte, erano nudi entrambi.
Hermione aveva i capelli scompigliati  e gli occhi semichiusi, ancora assonnati.
Matthew teneva un sopracciglio alzato, con un espressione indecifrabile in volto.
 
-Draco...?- 
Due secondi di silenzio ancora. L'espressione di Malfoy andava aldilà dello stupore.
-Oh, scusate se... ho interrotto. Beh io... poteri anche andare e poi tornare se voi.... come dire...-

Hermione sbatté un attimo le palpebre, come per mettere a fuoco l'ambiente.
Perché cavolo Draco era entrato in camera mentre stava dormendo?
Abbassò di poco lo sguardo sul suo corpo ben esposto sotto il sottile lenzuolo bianco ed emise un piccolo urlo, raggomitolandosi tra le coperte e coprendosi il più possibile.
Dopodiché si girò verso di Matt e sgranò gli occhi. 
Lei, Matt, letto, nudi.... 
E Draco. 
"Draco?" 
-O Dio- disse in un soffio prima che Malfoy richiudesse a scatto la porta.
Hermione avvampò, perché avverti lo sguardo di Matt puntato su di lei.
-Cosa... è successo?- chiese voltandosi, le mani ancora a stingere le coperte.
-Non ricordo- rispose lui, ma sorrise.
Hermione non ci fece caso. Era imbarazzatissima, le girava la testa, e per di più Draco gli aveva scoperti a letto insieme.
-Credo di ricordare qualcosa- affermò Hermione.
-Anche io. Spezzoni.-
-O Dio- ripeté buttandosi indietro sul letto.
-Merda-
-Già, a quanto pare ti è rimasto il vizio di dire parolacce da ieri notte. Ricordo che ci andavi giù pesate-
-Con le parole?-
-Anche con l'alcol-
Aria tesa. 
-Draco.. Che ci faceva qua?-
-Non lo so-
-Ci ha visti-
-Penso proprio di si-

Hermione non sapeva se quello fosse un bene o un male. Si sentiva come ripagata da quando lui aveva avuto la scappatella con Daphne. Adesso si potevano ritenere pari. Ancora la vecchia sé, però, quella riflessiva e con i mille sensi di colpa si faceva sentire.
"Non è giusto questo. Guarda in che razza di situazione ti sei cacciata. Con tutto quello che hai vissuto con Ron non hai saputo controllarti. 
E ora? Hai scopato con il capo e Draco ti ha vista."
"Si ma lui mi stava solo usando. Non hai visto con Daphne..."
"Ma che ne sai di come sono andate veramente le cose! Perché trai le conclusioni così in fretta? Non ci hai nemmeno parlato, non puoi sapere niente. E poi tu adesso come glielo spieghi questo adesso a Draco? L'hai volto tu."
"Ero ubriaca! Non mi ricordo niente!"
"Bhe, allora che aspetti? Va e spiegaglielo immediatamente!"

Sussultò. Doveva muoversi.
-Dove è andato?- chiese pronta ad alzarsi dal letto, ma già, era nuda.
-Non lo so. Che importa?- rispose Matthew alzando un sopracciglio.
Hermione si strinse ancora più le coperte la petto. 
-Matt, devo andare...- balbettò lei, ma lui le accarezzò il volto delicatamente.
-Dai resta, per favore. Sei bellissima anche la mattina appena alzata.-
L'altra chiuse gli occhi, ed espirò lentamente. Le dita vellutate scesero fino al mento.
-Matt... È stato un errore-
La risposta non arrivò immediata. Matthew ritrasse la mano e poi parlò.
-In... In che senso?-
Hermione si alzò, coprendosi con il lenzuolo e avventurandosi alla ricerca degli indumenti sparsi per la stanza.
-Eravamo ubriachi, lo sai.-
-Cosa sarebbe cambiato? Mi stai dicendo che ti sei pentita? Non capisco...-
Hermione cercò le parole più appropriate, quelle con le quali avrebbe potuto evitare di ferirlo, ma tutto ciò che c'era da dire era solo e semplicemente la verità. E la realtà a volte, fa male.
-Matthew...-
-Non mi ami vero?-
Hermione alzò lo sguardo. Non se l'aspettava subito quella domanda, così schietta. Certo ci saprebbe arrivata, ma ne fu colpita lo stesso.
-Io...-
-Dillo, avanti.-
-No, non ti amo- ed ecco che in nemmeno un minuto era arrivata al punto. 

Da lì Matt assunse un espressione di finta noncuranza, ma Hermione non ci cascò.
-Va bene,- e fece spallucce. -Okay-
-Aspetta, vale la pena che tu mi ascolti.- asserì l'altra e si sedette sul materasso. Adesso indossava gli indumenti intimi. Matthew si tirò su, appoggiandosi alla testata del letto.

-Inizio col dire che mi dispiace, perché vorrei davvero tanto amarti, ma il fatto è che non ce la faccio. Tu... Io mi rendo conto di come sei fantastico, e meriti il meglio, dico davvero. Meriti una donna che ti faccia felice, e che ti ami come tu ami lei, ma quella donna non sono io.-
-È solo una scusa. Dillo che sei tu che non vuoi, cosa ci vuole ad ammetterlo?-
-Non è così Matt, io non so cosa mi divide da te, non lo so davvero, ma a volte due persone non sono semplicemente fatte per stare insieme. E di questo bisogna farcene una ragione e basta, perché è stato scritto che non funzionerà. Forse il destino ha in serbo per noi qualcosa di grandioso, che nemmeno ci possiamo immaginare, e per questo motivo ci divide.-
-Menzogne-
-Il fatto che io non ti amo, non ti deve affliggere, perché forse in fondo, sai che nemmeno tu mi ami. Tu credi di provare questi sentimenti perché rivedi lei in me. Ma io non sono Annabelle.-
-Io...-
-Tu ti sei affezionato a me, e io ti ho dato solo false speranze. So che puoi sentirti smarrito e le frasi che dico sembrano sconnesse, ma quel che ho fatto, l'ho fatto perché ero confusa. I miei sentimenti non erano chiari neanche a me, ma poi ho capito.-
-Cosa?-
-Draco.- asserì Hermione serissima.
-Draco?- 
-Si, non chiedermi il perché di quello che sento. È così e basta. Mi dispiace.- la voce le si incrinò alla fine.
Matt si morse il labbro.
-Perciò,- disse -addio ad un "noi"- e mostrò un sorriso amaro.
-Che illuso- bisbigliò.
Hermione si sentiva orribile, ma si era liberata di un peso che la opprimeva. Prima o poi sarebbe venuto fuori tutta la faccenda.
-Sono convinta che un giorno tu...-
-Si, si certo. Arrivederci e grazie tante- 
-Matt tu non sai come mi sento... Mi dispiace per quello che ti ho fatto. Tornassi indietro non commetterei gli stesso errori-
-Preso in giro, illuso...-
Un momento di silenzio. Matt aveva lo sguardo basso e perso.
-La nostra vita è come il tuo film.- azzardò lei.
-Che cosa?- la fissò negli occhi.
-Non ti accorgi? Metti tutto ciò che è tuo nelle righe in cui scrivi. La contesa di una donna, le sfuriate, i malintesi, la vita felice che poi va in frantumi... Annabelle è morta di cancro ai reni, Charlie se ne sta andando allo stesso modo. Me ne sono accorta ma non ti ho detto niente.-
Pausa.
-Non l'hai lasciata andare del tutto, non veramente.-
Hermione se ne rese conto in quel momento, e si chiese se lo avrebbe mai  fatto davvero.
- È ridicolo- chiosò Matt, e scosse l capo tornando a fissare le coperte.
-Pensala come vuoi, quello che volevo dire l'ho detto.- 
Hermione si alzò dal letto e si avvicinò alla porta.
-Adesso è meglio che vada. Scusa ancora... Matt- disse in tono compassionevole mentre girava il pomello.



-



-Draco!- 
Malfoy si bloccò, voltandosi. Vide la Granger che scendeva la scale del Manor per raggiungerlo.
-Aspettami- 
-Che vuoi?- chiese brusco.
-È stato solo colpa dell'alcol. Lo giuro.-
-E perché ti dovrei chiedere? Sei solo una sgualdrina- 
Hermione si pietrificò. L'aveva davvero chiamata in quel modo?
-Ti prego di credermi,-
-No, sparisci. Che mi importa di te?- Draco le parlò sopra e le diede le spalle, continuando ad andare avanti.
-Non sono una sgualdrina, tra me e Matt non c'è niente. È stato solo un dannato errore!- 
Doveva convincerlo.
-Ti ho detto di andartene Mezzosangue-
Hermione lo strattonò per una spalla.
-Ma insomma! Ti sembra che ti avrei rincorso se ciò non fosse vero!? E poi se permetti sei stato tu il primo a mostrare quanto ci tenevi a me-
-Non osare parlarmi in questo modo, lurida!- 
-Ti ho visto con la Greengrass! Nel tuo camerino, ieri!- Hermione aveva cominciato ad urlare. 
Draco si fermò un secondo a riflettere, poi afferrò.
-Eh beh? Che te ne importa di quello che faccio? Da quando in qua? Sei solo un'idiota che spera in ciò in cui non deve sperare e si illude per un nonnulla.-

"Ma cosa sta dicendo...."

 Sei ridicola se credevi che quello che era successo tra noi potesse significare qualcosa.-

"Fermati Draco! Non aggiungere altro, basta così." 

- E adesso per favore, torna a letto e finisci quello che avevi iniziato con Matt.-

"Ho parlato troppo. Adesso addio a tutto. Cretino." 

Lo schiaffò arrivò violento e inaspettato. Draco si ritrovò col volto girato a destra, e la guancia sinistra rossa per il colpo. Rimase senza parole. Se lo meritava in parte, ne era consapevole. Non reagì.
Hermione piangeva, ma anche con tutti i tentativi del mondo, non sarebbe riuscita a nascondere le lacrime. Teneva i pugni stretti in basso. Le spalle rigide. 

-Bene- disse alla fine Malfoy, tornando con la testa diritta.
Le labbra piegate in un finto ghigno schifato.
Dopo pochi istanti in cui si degnò a malapena di guardarla in faccia, si smaterializzò lasciandola sola nell'ingresso. 






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Bene bene bene,
Ciao a tutte!
Il capitolo 21 è questo qua, e spero vi sia piaciuto anche se so di no... Ahahah! Ragazze, dobbiamo farcene una ragione se Draco è un idiota orgoglioso e non ammette di essere innamorato di Hermione... 

Adesso un appunti:
La parte che descrive la sbornia del gruppo, per chi non l'avesse capito, è scritta in quel modo, diciamo "male" con un dialogo diretto libero appunto perché i protagonisti sono ubriachi, e la scena deve apparire confusa anche a vuoi! ;) 

Non infamatemi troppo nelle recensioni ahahah, vi lascio con un piccolissimo spoiler :) 


" Qualcuno suonò alla sua porta."

E in più, visto  che sono buona vi voglio anticipare qualcosa che avverrà un po' più in là...


"-È... È che ho ingerito tutto quell'alcol...- Hermione era sull'orlo del pianto. Faticava a parlare. 
-E sai che effetti può riversare...-
L'altro rimase in silenzio davanti a lei, e la guardava negli occhi. Non sapeva cosa dire.
Hermione poi di slanciò si buttò tra le sue braccia. Affondò il volto in quel petto caldo e chiuse gli occhi. Le sfuggì un singhiozzo mentre avvertì che la mano di lui le accarezzava la testa.
-Ho tanta paura, Draco- "



Baci, :)
Bia


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Capitolo 22
*** CAP.22 Guardando lo stesso cielo ***


YOU WERE IN MY HEART
CAP. 22
 
 
 
 
 
 
•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 8:00 a.m.
 
 
 
Hermione Granger tornò a casa distrutta. 
Aprì la porta, scaraventò la valigia e il cappotto per terra e si sdraiò sul divano. Portò le mani all'altezza degli occhi e li chiuse sospirando.
Si sentiva davvero malissimo. Sia fisicamente che spiritualmente. La testa le pulsava, e faticava a portare a galla i ricordi, che man a mano che riaffioravano componevano un mosaico alquanto sconnesso. 
Lo scandire del tempo dato dall'orologio a dondolo in soggiorno sanciva ogni secondo.
Ciò che era successo, chiamarlo caos era poco. Non aveva assolutamente idea a come avrebbe fatto a rimediare.
Con Matt era chiusa definitivamente. Di questo Hermione si sentiva quasi sollevata, con un penso in meno sul petto ad opprimerla. Ma da un lato anche triste per lui.
 
Lei era come una medesima dolorosa freccia, piantata nel suo cuore fatto a forma di bersaglio.
 
Non era stata mai sua intenzione ferirlo, perché lei prima di tutti sapeva cosa voleva dire il dolore, ma non poteva fingere di amarlo per sempre. 
Si, perché lei apparteneva a Draco. 
Quell'idea adesso non le suonava più tanto strana, e cominciava ad acquistare un senso.Tutto era cambiato, e avrebbe continuato farlo. 
Ma quello che provava non aveva importanza ormai...
L'uomo a cui era legata la detestava. E come dargli torto? 
 
Si mise a piangere lentamente. Non fece esplodere tutto lo stress dovuto al lavoro fino a quel momento trattenuto, ne la straziante consapevolezza che qualsiasi cosa in quel periodo andasse storta.
Soffocò i singhiozzi tra le mani ancora a coprire il volto, come a nascondere a sé stessa le lacrime.
Ripensò a Draco. 
Chissà, se non ci fosse Matthew forse a quell'ora sarebbe stato tutto diverso.
 
 
Verso le nove circa, decise di alzarsi e prima di tutto, prendere qualcosa per la testa, poi mangiare perché nel suo stomaco si accorse, che stava cominciando a digerire i succhi gastrici stessi. 
Una volta in piedi si rese conto che la casa era finalmente pulita e asciutta. Gli idraulici avevano operato il giorno prima. 
-Bene...- disse sottovoce.
Finalmente avrebbe potuto rimettere a posto la roba negli scatoloni ancora poggiati sui mobili.
Si diresse verso la dispensa e afferrò il pacchetto di pasta pieno per una metà scarsa. Sarebbe andate bene lo stesso. 
 
 
Mangiò la pasta a mala pena condita con un po' di olio e sale, poi si cimentò nel riordinare casa.
Con uno scatola in mano contenente delle cornici, passò davanti allo specchio di camera. 
Hermione si arrestò. Guardò l'immagine che lo specchio le ributtava indietro. Lo stesso che l'aveva vista smagliante il primo giorno di lavoro, ma che adesso le mostrava l'immagine di una donna stanca e esanime.
 
"Così non va bene"
 
-
 
 
Afferrò dall'armadietto dei medicinali del bagno tre scatoline di cartone. 
'Felixform' anti depressivo, 'Yoorman' controlla ansia, e 'TakeDown' che attenuava il mal di testa e mal di stomaco.
Con un sorso d'acqua mandò giù tutte e tre le pillole, sperando che facessero effetto al più presto.
 
Nonostante tutta la situazione, sapeva che il copione aspettava di essere studiato e provato. Ed era un dovere quello, non una semplice opzione alla quale lei si poteva sottrarre. 
Lo fissò per un breve istante, poggiato e immobile sul tavolo da cucina. Poi con aria remissiva si sedette.
ll film andava finito di girare entro una certa scadenza, poi assemblato, montata la musica, gli effetti speciali e tutti il resto. 
Doveva mettersi sotto davvero. E la cosa non la allettava affatto in quel momento. Si sentiva di malumore, e per niente in vena di vestire i panni di Jess, ragazza totalmente diversa dalla sua personalità, anche se in quel dato periodo parallelo, nel film, la sua drammatica situazione non si poteva definire di certo meglio.
 
Prese un grosso respiro e aprì il blocco alla pagina doveva aveva lasciato la pieghetta all'angolo.
 
Iniziò a leggere.
 
"Jess si presenta all'ospedale dove Charlie viene ospitato. 
Chiede all'infermiera che trova al banco informazioni:
-Scusi vorrei sapere dove si trova Charlie Helleman.-
Espressione ansiosa, agitata e preoccupata. Mani in grembo e tormentate.
Viene guidata dall'infermiera che le dice che non potrà trattenersi a lungo.
Ringrazia.
Segue l'infermiera fino alla porta e vede Charlie in pessime condizioni.
Reazione: sconvolta. 
Si porta le mani alla bocca e lentamente va da lui. 
Charlie dorme, ed è intubato. 
Si mette a sedere e gli prende la mano. Chiude gli occhi e sussura..."
 
 
In quel momento, qualcuno suonò alla sua porta. 
Hermione alzò gli occhi stanchi dal copione e si diresse ad aprire. 
Chi poteva mai essere?
Quando fu davanti all'entrata, esitò prima di girare la maniglia. Aveva paura che fosse Draco, o peggio anche Matt. Magari Molly?
Si decise infine ed aprì.
Una chioma rossa le si presentò difronte. Il viso pallido spruzzato da qualche lentiggine qua e là. 
Non disse nulla per qualche secondo.
-Ginny...-
-Hermione- asserì l'altra.
Silenzio.
-Posso entrare?- chiese.
-Si... Entra-
 
Ginny posò il cappotto sulla poltrona del soggiorno, e poi tornò a guardarla negli occhi.
Hermione si sentiva stordita, e impreparata ad una discussione seria.
-Perdonami- disse solo con occhi tristi e imploranti.
-Non sai quanto io sia stata male per essere stata la causa di tutto questo, e mi sento ancora così, perché è solo colpa mia se adesso... Ron è in coma e vi siete lasciti...-
Hermione fissava il pavimento. Era pronta a riallacciare i rapporti con lei? 
-Ti sbagli. Non per tutto è colpa tua.-
Ginny mutò la sua espressione in accigliata.
-Tra me e Ron le cose andavano già male, quella è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopotutto, credo sia un bene che sia finita. Sarebbe comunque successo.-
-Capisco, ma mi dispiace in ogni caso Herm. Non so come farò a farmi perdonare comunque sia. Hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me-
Hermione scivolò sul divano. Ginny si sedette sulla poltrona che stava davanti.
-Non c'è l'ho più con te Ginny- ammise in un soffio.
Non udì risposta subito, ma quando sollevò il volto scorse l'altra tra le lacrime.
-Oh mio Dio grazie al cielo!-
Si sentì abbracciare fortissimo, e dopo poco anche lei si sciolse nell'abbraccio. Sentì il suo profumo che da tanto tempo le era mancato, e si sentì un po' meno sola.
Quando tornarono a sedere, entrante mostrarono un accenno di sorriso. Già l'aria si faceva meno tesa.
-Allora, raccontami come va-
 
-
 
 
Ad Hermione dalla bocca sgorgarono fiumi e fiumi di parole. Probabilmente così tante perché si trattavano di tutte quelle non dette in quel tempo in cui erano state lontane.
 Quando ebbe finito riprese fiato, mentre attendeva una risposa da Ginny che la fissava con aria di chi sa capire.
-Hai una cera orribile Herm, lasciatelo dire -
-Lo so...-
-Ma con tutto quello che hai passato è normale. Lascia che ti prepari un tè-
 
-
 
-Ma tu, cosa vuoi?- chiese decisa Ginny, fissandola negli occhi.
Hermione abbassò lo sguardo sulla tazza di tè fumante. Ci pensò un po', poi rispose: -Io voglio stare con lui-
 
-
 
-Sono sicura che è un momento Hermione, solo un fottutissimo moneto. E quando questo dannato film sarà finito, le cose si rimetteranno a posto. Tranquilla- 
-Quindi per te sarebbe okay se... Come dire. La questione di me e Draco. Non mi odi vero?-
L'altra scosse la testa sorridendo.
-Certo che no, se è okay per te, è okay anche per me. Certo, ammetto che è comunque bizzarro,- il suo tono accennò all'ironico. - Ma l'importante è che tu sia felice.- ritornò con tono serio.
-A proposito, con il film?- riprese più allegra.
-Abbiamo quasi finito di girarlo...- balbettò Hermione porgendo la tazza vuota ancora calda a Ginny in piedi davanti a lei.
-Manca poco quindi- ipotizzò posando le tazze sporche nel lavandino.
-Si, adesso dovrei studiare il copione- si soffiò il naso.
Ginny tornò in salotto e si rimise a sedere.
-Bene, tu aiuto io allora. Forza, prendi quel copione-
-Non mi sarebbe concesso rivelare qualche dettaglio, sulla fine soprattutto, ma a questo punto che mi importa?-
 
 
 
                        ***
 
 
•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 12:38 a.m.
 
 
 
-Mi sembra apposto, no?-
-Si...-
-La parte per domani la sai, quindi adesso va a fare un sonno ristoratore- Ginny sorrise, ed Hermione ricambiò.
-Dii allo scenografo che è davvero crudele da parte sua un finale di questo genere per un film di questo genere!- ridacchiò.
-Vedrò come posso farglielo capire- disse Hermione. In effetti la pensava anche lei allo stesso modo. Alla storia c'era affezionata parecchio. 
 
"Perché nessuno può spirare un lieto fine nella vita?"
 
Ginny se ne stava andando. Hermione la accompagnò fino al portone e quando furono sull'uscio  volle ricordare all'amica di salutare Harry da parte sua, e dirgli che era tutto apposto. 
-Lo farò- rispose.
-Okay- 
-Ti posso venire a trovare più spesso?-
-Per me sarebbe una grande gioia se tu lo facessi- 
-Allora verrò- 
 
Ginny stava per smaterializzarsi quando sul suo volto comparve una stana ombra. 
-Herm... Io mi sono dimenticata di dirti una cosa- 
Hermione si accigliò.
-Cosa?-
-Riguarda lo stato di Ron.-
 
Ebbe un tuffo al cuore.
-Sta meglio, è migliorato. I medici dicono che è in via di ripresa.- 
Fece una pausa, ma Hermione non parlò, in attesa di altre informazioni.
-Si sta risvegliando dal coma ma è una procedura molto lenta. Noi speriamo nel meglio.-
 
Hermione l'abbracciò caldamente.
-Sono felice per lui- disse a bassa voce.
-Anche io, non sai quanto...-
 
 
                         ***
 
 
•Malfoy Manor, Ore 9:54 p.m.
 
 
 
Draco per quella sera era tornato da sua madre. Eppure non riusciva a dormire nemmeno a casa propria.
 
Quando aveva aperto la porta di ingresso, aveva stentato a riconoscere il Manor. Lo aveva visto spoglio e freddo per la prima volta. Molti mobili erano stati venduti, e le pareti portavano la traccia rettangolare o quadrata di quadri che ormai avevano lasciato il proprio posto.
Sua madre lo aveva accolto a braccia aperte, e la prima cosa che Draco notò in lei furono i vestiti meno vistosi.
-Caro- disse -entra, come stai?-
 
Dopodiché avevano cenato nell'enorme sala da pranzo, e lui si era limitato a raccontarle un po' di balle su come andasse la vita a Londra. 
Ma il fatto che non stava bene per niente. 
Nessuno stava bene davvero.
Annuiva infilandosi in bocca un boccone dopo l'altro, facendo finta di svoltare cosa gli dicesse la madre.
Intanto pensava alla donna che per qualche ragione non gli voleva uscire dalla testa. 
Era così difficile capire che cosa stesse succedendo con Hermione.
Era così difficile capire cosa stesse succedendo nel cuore di lei.
Ed era così dannatamente difficile smettere di batterci la testa 
 
-Draco ma... Mi stai ascoltando?- chiese però sua madre a un certo punto.
Lui si riscosse.
-Co... Cosa?-
Narcissa inarcò le sopracciglia.
-C'è qualcosa che non va?-
Draco si strofinò la faccia e poi puntò lo sguardo sull'altra.
-Si, c'è qualcosa che non va-
Un attimo di silenzio, poi Narcissa si alzò da tavola, attraversò la navata e gli sedette vicino.
-Una donna immagino, dico bene?-
Annuì guardando in basso.
-Hai voglia di parlarne?- 
Scosse la testa. Non era proprio il tipo che esponeva i propri problemi. Si teneva tutto dentro, perché non poteva permettersi di mostrarsi debole agli a chi degli altri. Perfino a quelli di sua madre.
Narcissa sospirò.
 
-Capisco, ma allora lascia che parli io- asserì con fare materno.
-Qualunque cosa sia successo ricorda sempre questa domanda: "Ne vale la pena?". Nel senso... Ne vale la pena rinunciare a tutto per una singola cosa che va storta? O ne vale davvero la pena avere un rimpianto invece che un brutto ricordo? Ne vale davvero la pena stare male per una persona che magari sta peggio per te?-
 
Draco scosse la testa.
 
-Bene. Spero che tu abbia capito il concetto, figlio mio- sorrise teneramente e si alzò.
-Adesso mi ritiro nelle mie camere. Buonanotte caro- dicendo così gli depositò un lieve bacio sulla fronte e si allontanò a passi delicati.
 
Lui rimase lì, nella sala da pranzo invece per ancora un altro bel po'.
D'un lato volve risolvere la questione e parlare con Hermione. Sapere cosa provava, ma soprattutto scusarsi con lei, e in contemporanea aspettava che fosse lei a scusarsi per prima. 
Per nessuna donna, davvero per nessuna, si era mai sentito così in difficoltà.
 
Dentro di lui qualcosa si stava contorcendo. Forse era il suo cuore che aveva ripreso a battere.
Dopotutto, quando aveva smesso di farlo? 
 
 
Il materasso era troppo comodo, e le lenzuola troppo morbide.
Draco si mise a sedere sul bordo del letto, in mezzo all'oscurità più completa della stanza. Poi alzò lo sguardo. Davanti a lui padroneggiava una terrazza. 
Si alzò vacillante, e quando si fu avvicinato a sufficienza scostò le tende che gli coprivano la visuale. 
Sospirò. Perfino la luna non gli faceva compagnia quella sera.
 
 
                       ***
 
•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 3:20 a.m.
 
Hermione teneva la mente talmente occupata che il suo organismo non riusciva a farle pesare il senso di stanchezza. In realtà a dormire ci aveva provato, ma a quanto pare non aveva funzionato. 
Inutile dire a chi fossero rivolti tutti quei pensieri. 
 
Si alzò dal letto gettando via il piumone che le metteva troppo caldo, e si sedette sul davanzale della piccola finestra di camera sua. Sospirò guardando il cielo coperto da una fitta coltre di nuvole.
Perfino la luna non le faceva compagnia quella sera.
 
 
 
•Londra Babbana, Ospedale, Ore 8:00 a.m.
 
 
 
Ed eccoli lì. L'ospedale nel quale erano, era un ospedale vero. Nel senso che non si trattava di una semplice stanza allestita ad Hollywood.
Hermione arrivò che quasi tutti erano già in postazione di girare. 
Era stanca, e pensò proprio di aver un aspetto orribile dato che la notte l'aveva colta l'insonnia che non se ne era andata fino alle quattro di notte. 
Daphne ebbe da protestare sulle sue condizione ma non ci fece caso.
Evitò lo sguardo di Draco, ovunque fosse, perché non voleva darsi la pena di cercarlo con gli occhi.
Matt entrò nel camerino di lei per annunciare l'imminente entrata in scena.
Hermione che con tre chili di correttore e terra sembrava rinata, si voltò e lo trovò malissimo. 
Erano passati quasi tre giorni dall'accaduto e, da quel che si poteva vedere, non si era più tagliato la barba. Per quanto riguardava i vestiti erano sgualciti e non tirati a lucido come sempre. Poteva non esserseli cambiati nemmeno per dormire.
 
Ebbe una stretta al cuore, come se il suo cervello rimproverasse il suo stupido cuore per ciò che consciamente o meno, aveva causato a Matthew.
Hermione restò accorto di parole per qualche istante, dopo fece un cenno di assenso con la testa e si rivoltò verso lo specchio.
-Arriviamo subito Matty- civettò Daphne con un sorriso a trentasei denti. Poi gli fece l'occhiolino. Hermione lo notò con la coda dell'occhio.
L'aveva davvero chiamato "Matty"?
Strinse i denti e chiuse gli occhi. Li riaprì solo quando sentì che la porta veniva sbattuta alle sue spalle.
 
Si alzò di scatto, girandosi minacciosa verso la Greengras che sgranò gli occhi ancora con la spazzola a mezz'aria.
-Ebbene?- balbettò irritata.
-Che diavolo hai intenzione di fare, eh?-
-Di cosa stai parlando?!- domandò Daphne con una smorfia.
-Prima Draco, adesso Matt. Direi che è anche il caso di finirla di fare la troia con tutti-
Sul volto della bionda si disegnò un espressione di sgomento.
-Tu, come ti permetti di dirmi...-
Hermione le si avvicinò pericolosamente. 
-Non mi interessa. Non ti provare a far soffrire Matthew.-
I loro nasi quasi si toccavano. 
Sembrava che la Greengras avesse quasi timore.
-E sta, lontana, da, Draco.- scandì bene le parole. -Chiaro?-
 
-In scena!- si udì la voce di Giò fuori dallo stanzino.
Hermione uscì di fretta senza aspettare risposta. 
Sbatté la porta. 
 
 
 
-------
 
 
 
Iper super ultra mega giga ritardo!!
Scusate tanto!
 
Comunque, ecco il capitolo.
Non lo ritengo personalmente molto interessante come gli altri, ma era comunque un passo da fare quello di descrivere le emozioni dei personaggi.
Io personalmente amo specificare tutti gli stati d'animo che i protagonisti provano, anche se molti scrittori nel libri che leggo, mi sono resa conto che non lo fanno particolarmente.
Spero di non essere troppo pensate!
 
Prossimo capitolo: scoppiettante, promesso! 
Scommetto che siete curiose di vedere come andrà a finire tra Charlie e Jess .... ;)
 
Spoiler!
 
 
"-Che sta succedendo?- chiese Hermione preoccupata. 
L'ascensore aveva emesso un ulteriore grugnito metallico e le luci all'interno della scatola d'acciaio si erano spente.
-Non ne ho idea- rispose Draco."
 
 
 
Baci
 
Bianca
 
 

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Capitolo 23
*** CAP.23 Blackout ***


YOU WERE IN MY HEART
CAP. 23
 
 
 
 
 
 
•Londra Babbana, Ospedale, Ore 8:04 a.m.
 
 
Hermione recitò la sua parte. Si finse in tensione per tutto il tragitto nel quale seguì l'infermiera.
L'ospedale era uno dei più grandi che avesse mai visto. Si perdeva in altezza per un infinità di metri, e la cosa le metteva le vertigini.
L'interno era tutto molto moderno e faceva pensare ad una casa di riposo. 
 
L'infermiera si arrestò. Erano giunte davanti ad un ascensore metallo lucente.
-Nono piano, primo corridoio a sinistra, sala sette.-
-La ringrazio- asserì Hermione e premette il pulsante rosso.
L'ascensore arrivò dopo poco e lei vi entrò dentro seguita dal cameraman.
 
~
 
Quando l'ascensore rallentò la sua corsa capì che finalmente era arrivata. Le sembrava di essere rimasta dentro quella gabbia di metallo per ore invece che per pochi minuti. Quando si aprirono le porte uscì in fretta svoltò a sinistra passati pochi metri.
 
Charlie aveva un cancro. 
Charlie aveva davvero un cancro. 
Era così triste e reale a tempo stesso che non riusciva nemmeno a dirlo ad alta voce.
Cosa avrebbe fatto adesso? Cosa sarebbe successo?
Si asciugò una lacrima sfuggitale con il dorso della mano.
Doveva vederlo, saperne di più. Fare qualcosa. 
 
"Sala sette..."
 
Ma poteva lei fare davvero qualcosa?
 
"Sala sette, sala sette"
 
Forse no. 
 
"Sala sette, dove sei?"
 
Finalmente la vide, si trovava in fondo al corridoio. 
Fuori non c'era anima viva. Fece un respiro profondo, e senza bussare, entrò.
Era tutto molto luminoso e una quiete improvvisa la investì. Una grande finestra faceva entrare i raggi del sole nella stanza. La sala era spaziosa, c'erano cinque letti, tre di questi erano vuoti, altri due ospitavano pazienti. 
Jess lo riconobbe subito. Si trovava nella branda vicino alla finestra. 
Si avvicinò lentamente, come se avesse paura di fare rumore. 
Charlie aveva gli occhi chiusi. Sembrava stesse dormendo. Si portò una mano alla bocca e senza avere il coraggio di dire nulla, si sedette su una sedia accanto a lui.
 
~
 
Draco era stato truccato con un pesante strato di cipria per renderlo ancora più pallido di quanto non fosse già. Teneva gli occhi chiusi, e sembrava fosse malato sul serio. Le coperte celeste chiaro lo coprivano fino a metà petto, un braccio fuori da queste. L'indice con quella clip per misurare il battito. 
Era tutto così realistico che per un attimo Hermione temette che Draco stesse davvero morendo. Se non ci fossero state le telecamere a ricordarle che doveva interpretare la parte di Jess, ci avrebbe creduto.
 
Si riscosse e prese delicatamente la mano di Draco tra le sue. Era calda. 
 
~
 
Jess avvertì il lieve tepore che il corpo dell'altro emanava. Il petto si alzava e abbassava ritmicamente. 
Un computer sulla sinistra indicava i suoi parametri vitali.
Stava dormendo? La stava sentendo?
Quante domande...
Gli occhi diventarmi subito lucidi.
 
-Charlie...- sussurrò talmente piano da risultare impercettibile perfino a lei. 
Non poteva stare lì, non era autorizzata, ma ben poco le importava. Doveva stargli accanto, stringergli la mano e assicurasi che stesse bene. Non faceva niente di male.
 
~
 
Giò annunciò un clamoroso "stop prima" e Draco aprì gli occhi. Quel celeste ghiaccio la spiazzò e rimase come paralizzata. 
I due si fissarono per qualche secondo, poi l'assistente di Draco si piazzò davanti a lei con un pennello e la cipria in mano. 
 
-Acqua?- 
-No grazie-
 
-Si riprende tra dieci secondi! Hermione la testa sul lettino!-
 
~
 
Qualcuno irruppe nella stanza quando Jess ormai era presente da dieci minuti buoni. Aveva poggiato la testa sul materasso del letto e aveva chiuso gli occhi. Ancora stringeva la mano di Charlie.
-E lei che ci fa qua?!- una donna sulla mezza età abbastanza tarchiata la guardava con fare minaccioso e interrogativo.
-Io...- non sapeva cosa dire.
-Non è autorizzata a stare in questa sala- asserì duramente mentre si avvicinava verso di lei per portarla fuori. -solo i parenti più stretti possono fare visite!-
-Non sto facendo niente di male la prego mi lasci...- non finì la frase che si ritrovò fuori dalla stanza.
-Sono dispiaciuta signorina, ma non posso farla rimanere. Buona giornata-
Clock, la porta si chiuse. 
Adesso però, sapeva come agire.
 
 
 
 
-È sicura di quello che vuole fare?-
Jess annuì e abbassò lo sguardo quando l'ago le penetrò l'avambraccio. Strinse i  denti, perché da sempre aveva una paura incondizionata degli aghi in generale.  
Ma doveva farlo.
Li alzò solo quando sentì l'infermiere premerle sulla pelle con un pezzo di cotone idrofilo. 
-Fatto- 
Hermione notò la fialetta che conteneva il suo sangue di un colore rosso brillante. Tirò un sospiro.
-Le analisi del sangue daranno esito entro qualche ora. Cercheremo di dirle al più presto a quale gruppo sanguigno appartiene e se è tutto okay,- disse mentre si toglieva i guanti in latice e scriveva qualcosa sulla provetta. -Dopodiché, se risulterà essere AB Positivo, procederemo- 
-Va bene-
 
~
 
-La rifacciamo!- strillò Gió insoddisfatto del risultato. 
Perciò, rigirano la scena finché non venne alla perfezione.
Il sangue finto faceva impressione, perché sembrava proprio vero. 
Draco stava assistendo alle riprese, ed Hermione sentiva il suo sguardo puntato addosso.
Al terzo ciak, di sfuggita notò la Greengras che si affiancava a lui e gli bisbigliava qualcosa ridendo come un'idiota.
 
Se c'era una persona che odiava in quel periodo, quella era Daphne. Tutto ciò che faceva la irritava, inoltre ci provava spudoratamente con qualsiasi cosa che respirasse. 
Distolse lo sguardo mantenendo la calma, o almeno in apparenza.
 
-In scena tra cinque, quattro, tre, due, uno...-
 
~
 
Jess era seduta da due ore nella sala d'aspetto. Il dottore aveva detto che poteva tornare a casa ma lei aveva preferito restare lì.
Non le era concesso far visita a Charlie, e questo la deprimeva più di tutto.
Per svagarsi, prima aveva preso in mano un paio di riviste, ma non aveva funzionato. Poi si centrò sui vari quadri astratti nella sala. E a dire il vero funzionò. Passarono quasi due ore e neanche se ne accorse. O quasi.
 
-Signorina Granger?-
Si riscosse e spostò lo sguardo sul medico di prima.
-Si?-
-Venga un attimo-
 
~
 
L'uomo, o meglio ancora il ragazzo che interpretava la parte del medico aveva ad occhio e croce ventun anni. Aveva brillanti occhi celesti e capelli neri. Un volto affiliato e affascinante.
-Azione!-
 
-Allora, dalle analisi del sangue è risultato che lei non è portatrice di nessuna malattia. È sana e teoricamente adatta all'operazione.-
-A quale gruppo appartengo?- chiese Hermione con la voce strozzata e inpazziente.
Il medico la guardò negli occhi come si fa per voler fare una brutta notizia.
-Gruppo sanguigno zero-
-Quindi...?-
-Donatrice universale-
 
~
 
Jess non disse niente. Era troppo contenta e rincuorata a tempo stesso. Avrebbe potuto salvargli la vita.
-Adesso, se lei è proprio sicura di quello che sta facendo, questo sarebbe il modulo per la donazione.-
Fece strisciare sul tavolo un foglio di carta.
-Se firma verrà operata il prima possibile. Il paziente ha bisogno di soccorso imminente. Purtroppo il cancro è stato scoperto quando era già in uno stato avanzato.-
 
~
 
Hermione annuì mentre faceva scorrere lo sguardo sul foglio. 
Poi afferrò una penna e con decisione incise figlio con uno scarabocchio.
Il medico rimase sorpreso.
-Ha già... Come dire, preso la sua decisione?-
-Mai stata più sicura-
 
~
 
Jess aveva firmato, e aveva acconsentito a  cose che  nemmeno aveva finito di leggere, ma non aveva importanza. L'operazione sarebbe stata il giorno seguente alle quattro in punto. Dopodiché, avrebbe vissuto con un rene solo, ma avrebbe salvato la vita alla persona che amava. E questo era il minimo che avrebbe dato per Charlie, ma era il massimo che poteva permettersi di fare. 
Non sapeva con quale cuore l'avrebbe detto alla madre. 
 
 
                  ***
 
•Londra Babbana, Ospedale, Ore 11:00 a.m.
 
Avevano smantellato gli apparecchi per potarli al secondo piano dove si sarebbe girata l'ultima scena della giornata. 
Hermione si era avvolta nella felpa di lana perché le faceva davvero freddo, temperatura normale per novembre quella.
Il dottore le aveva offerto un caffè e lei aveva accettato, ma la cosa era finita lì. 
Nonostante si sentisse meglio, non vedeva l'ora di tornare a casa. Un lieve ma costante mal di testa l'aveva accompagnata per tutto il tempo.
Si stava avviando con la mente distratta verso l'ascensore, ed era sola. Gli altri si trovavano già piani sotto ad attenderla.
Chiamò l'ascensore ed vi entrò dentro. Stava per premere il tasto con la scritta "2" quando qualcuno bloccò  con un piede le porte che si stavano chiudendo.
 
Draco malfoy le si presentò con aria tra l'impacciato e il sorpreso. 
Stava per chiedere il permesso di entrare, ma poi lo fece e basta, non potendo scegliere all'ultimo minuto di prendere le scale.
"Ma che coincidenza..."
Hermione si chiarì la voce, a disagio.
Non sapeva come comportarsi, parlare o non parlare?
Le porte si chiusero.
Sarebbe stata a vedere, intanto portò la mano sulla tastiera per selezionare il piano. Peccato che anche Malfoy aveva avuto la stessa idea e le loro dita si erano intercettate. Quelle di lui le risultarono sorprendentemente più calde delle sue.
Hermione si sentì lievemente arrossire. Tolse la mano e girò la testa lasciando che fosse lui a premere il pulsante.
Avvertirono l'ascensore cominciare la sua lenta discesa verso il basso, e l'aria farsi sempre più tesa.
Hermione lanciava in continuazione occhiate a Draco, e lui faceva lo stesso dallo specchio alle sue spalle.
 
All'improvviso, proprio quando lei si stava decidendo ad aprire bocca, un forte giramento la colpì con violenza. Si appoggiò alla parete e barcollò un attimo, attirando subito l'attenzione dell'altro.
-Aah...- portò l'altra mano alla testa e chiuse gli occhi.
-Tutto bene?- chiese Draco facendosi preoccupato ma cercando di non farlo dare all'occhio. 
-La testa...- rispose l'altra con un filo di voce. 
Che stava succedendo?
Draco le si fece più vicino, ma non aveva idea di cosa fare per aiutarla.
Dette un occhiata al monitor. Si trovavano al piano numero quattro.
-Siamo quasi arrivati- 
Detto questo però, l'ascensore si fermò con un stridulo rumore.
-Ci siamo?- chiese Hermione aprendo gli occhi. Intorno a lei ancora ogni cosa girava, ma Draco riusciva a vederlo già meglio.
 
Le porte non si aprirono. La luce mancò per qualche secondo per poi tornare ad intermittenza.
-Che sta succedendo?- chiese Hermione preoccupata. 
L'ascensore aveva emesso un ulteriore grugnito metallico e le luci all'interno della scatola d'acciaio si erano spente.
-Non ne ho idea- rispose Draco.
Adesso si trovavano al buio completo.
-Siamo bloccati...- sussurrò Hermione nel panico. -Fa qualcosa..!-
Draco si alzò e a tentoni cercò i pulsanti. Li premette tutti, sperando di aver azzeccato quello per le emergenze. 
Hermione cominciò a respirare sempre più velocemente.
-Sono claustrofobia, devo uscire da qui, devo uscire da qui!- 
Si mise in piedi e cominciò a tastare le pareti fredde dell'ascensore. 
Non sapeva dove andava per la mancanza di illuminazione e pestò di sproposito un paio di volte i piedi a Draco e lo urtò ripetutamente, ma non se ne curò, troppo presa dalla smania di cercare una via di fuga.
-Calmati- cercò di parlarle Malfoy. -Cerca di mantenere la calma-
Allungò le braccia davanti a sé, è colpo di fortuna, trovò immediatamente le spalle dell'altra.
 
Hermione continuava ad avere il fiato corto, il cuore le batteva fortissimo e il buio non aiutava. 
-Mi manca l'aria,- disse tra le lacrime -Non riesco a respirare-
Draco a contrario suo, sembrava più rilassato che mai. Come se fosse una situazione quella, che era abituato ad affrontare tutti i giorni.
-Adesso ascoltami, okay?-
Hermione annuì, anche se non poteva essere vista. Avvertiva ancora le mani calde di malfoy sulle sue spalle. Sentiva il suo profumo fresco. Percepiva il suo volto a poca distanza dal suo, e il suo cuore non accennava a diminuire  il ritmo.
 
-Ti fidi di me?-
-Cosa...?- si sentiva stordita.
-Dimmi, ti fidi di me?- ripeté paziente.
 
Si fidava di Draco Malfoy? Ci pensò per un tempo che le parve infinito. Trovò la risposta lì dove la cercava: non nella sua parte razionale, ma quella impulsiva e imprevedibile che l'aveva portata ad amarlo.
 
-Si- rispose infine, e si sentì meglio.
-Bene- disse Draco piano. -Mettiti a sedere- 
Lei obbedì, e si portò una mano al petto, cercando di controllare la sua ansia, anche se le era inevitabile emettere piccoli gemiti strozzati.
Sentì Draco che si metteva seduto accanto a lei, con la schiena contro la parete.
 
-Ti fidi di me?- chiese ancora.
-Si- rispose dinuovo.
 
Hermione non poteva vederlo, ma se le fosse stato permesso farlo, era sicura che il suo sguardo le avrebbe trasmesso tranquillità.
 
-Sarà questione di poco, e ci tireranno fuori da qui- la sua voce era calda come mai l'aveva sentita prima. -Ci troveranno e allora questa resterà solo una brutta esperienza. Ora cerca di fare respiri profondi.-
Hermione tentò di controllarsi, e si concentrò sulle sue parole rincuoranti.
"Ci tireranno fuori da qua, ci tireranno fuori da qua, solo una brutta esperienza..."
 
-Ti fidi di me?-
-Si-
 
Draco stavolta prese delicatamente la mano di Hermione e la strinse tra le sue. Poi, l'abbracciò. E quel gesto risultò perfettamente intonato con le circostanze e tutto il resto.
Hermione rimase immobile, ancora con le lacrime agli occhi e il respiro veloce.
 
-Ti fidi di me?- 
-Si-
-Allora abbracciami-
 
Lo fece davvero. Portò le braccia tremanti intorno al suo busto e incassò il volto tra il suo collo e la spalla. Inspirò e aspirò con vigore.
D'un tratto, come miracolosamente, si sentì diversa. L'attacco di panico era passato e stava quasi bene. 
 
Non dissero nient'altro, perché nessuno dei due parlò. Hermione non affermò di sentirsi meglio, perché temeva che Draco l'avrebbe lasciata, e non vedeva più l'ora di essere salvata.
Dopo un po' l'abbraccio si sciolse, ma lei non staccò mai la testa dal suo petto, né le sue mani da quelle di lui.
 
-
 
Dopo un quarto d'ora buona, l'ascensore riprese a funzionare da sé. Le luci si accesero e Hermione venne accecata come primo impatto. 
Si staccò da Draco che era intento a riacquistare la vista.
I macchinari si misero in moto, e ricominciarono la loro discesa. Hermione guardò Draco e sorrise tornado un sospiro di sollievo. Lui ricambiò. 
 
Quando le porte si aprirono, Hermione fu la prima ad uscire, seguita da Draco. L'aria le parve subito fresca e respirabile, e si sentì riavere. 
Trovò subito un custode che le stava tagliando la strada.
-Mi scusi, ci può dire cosa è successo? Siamo rimasti chiusi nell'ascensore e...-
-Si è verificato un blackout signorina,
adesso mi scusi ma devo andare, tutti gli apparecchi di pazienti si sono spenti compromettendo la loro salute o vita.- 
Hermione si voltò verso Malfoy con aria sconvolta. Che disastro. 
-Andiamo a cercare Matt- disse avviandosi verso il corridoio.
Ma furono gli altri a trovare loro.
Giò sbucò da una stanza e appena li vide fece una scenata.
-Ero così in ansia! Non sapete quanto! Non vi trovavamo più ed eravamo preoccupatissimi!-
-Stiamo bene, eravamo chiusi nell'ascensore ma adesso è tutto finito- 
-Grazie al cielo!-
 
Matt arrivò un attimo dopo insieme a tutti gli altri.
-Dove eravate finiti?- chiese più che altro rivolto ad Hermione.
-Nell'ascensore, si è bloccato a metà corsa- rispose Draco guardandolo negli occhi con sguardo non proprio amichevole.
L'altro gli lanciò un occhiataccia. 
-State bene?-
-Hermione ha avuto un attacco di panico, ma le è passato.-
Matt annuì tirando un sospiro. Esitò solo un secondo in più su di lei, poi si girò e batté le mani richiamando l'attenzione di tutti.
-Per oggi basta così- annunciò.
E tutti si diressero verso l'uscita, al piano di sotto. Stavolta però, scegliendo le scale.
 
 
-
 
 
 
 
Il cielo era limpido e di un color celeste tenue. Non si vedeva nemmeno una nuvola, ma tirava molto vento. La troupe se ne stava andando, ed Hermione era alla ricerca del suo taxi sull'orlo del marciapiede. Il vento le scompigliava tutti i capelli e più si stringeva nel cappotto più le faceva freddo.
Qualcuno le toccò la spalla. Si voltò di scatto. Era Draco.
-Mi chiedevo come andava la testa-
-La testa? Oh, si, molto meglio...-
-Sarà stato per l'attacco di panico-
-Si, senz'altro- sorrise sinceramente, sapeva di dovergli almeno un grazie.
 
-Grazie Draco- asserì con tono pacato. Era merito suo se si era riuscita a calmare. Se fosse stata sola non sapeva cosa avrebbe fatto. Ringraziò quel momento in cui Malfoy si era intromesso con il piede per entrare con lei in ascensore.
-Di niente- sapeva già a cosa si riferiva.
In quel momento si affiancò al marciapiede un taxi.
-È arrivato- disse lei.
-Beh, a domani- la salutò Malfoy.
-A domani allora- ricambiò Hermione, ed entrò nel taxi sorridendo tra sé.
 
Poco più in là Matt osservò tutta la scena. Dolente, entrò in macchina.
-Andiamo?- chiese euforica Daphne.
-Andiamo- chiosò Matt con tono rassegnato.
 
 
 
 
--------------------
 
 
Buonasera a tutte!
Capitolo 23 servito su un vassoio d'argento, spero vi sia piaciuto, recensite!!
 
Scusate se trovate i capitoli più brevi ma mi sento in dovere di aggiornare al più presto perché so che sto diminuendo di frequenza e mi dispiace...
 
Passiamo alla storia, c'è un bel casino, ma credo che le Dramione fans saranno soddisfatte finalmente da questo riavvicinamento! 
Vi dirò che il bello deve ancora venire! ;)
 
Spoiler: (sono buona, ne lascio uno del film e uno non)
 
 
"Charlie si risvegliò con forti dolori ovunque. La schiena risultava l'apice della sua sofferenza.
Si concertò su ciò che lo circondava. Inizialmente gli apparve tutto bianco, poi i contorni del mondo da sfuocati si definirono chiaramente.
Solo dopo, si accorse che accanto a lui era seduta una donna molto giovane che a primo impatto non riconobbe. Era in lacrime."
 
 
"La fortuna di Hermione fu che si trovava già in un ospedale, perciò non ci mise molto prima di essere visitata."
 
 
AVVISO: Mi sono dimenticata di dirvi che tutti i diritti della mia storia sono riservati.
 
Baci,
Bianca 

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Capitolo 24
*** CAP.24 Gli incubi che si fanno realtà ***


YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 24
 
 
 
Grazie alle nuove Fans di questa FanFiction, il capitolo è tutto per loro. 
 
Avviso: questo è uno dei capitoli più lunghi che abbia mai scritto! Spero che dell'attesa ne sia valsa la pena. 
 
 
•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 6:30 a.m.
 
 
Hermione di svegliò in un mattino stranamente placido. Notò che il sole stava sorgendo quando si alzò stiracchiandosi dal letto, e scostò le tende della finestra illuminando la stanza di miti bagliori arancioni.
Prese un respiro profondo. Quella mattina si sentiva bene, o meglio, non come tutti gli altri giorni addietro.
Si coprì come una vestaglia prima di andare a fare colazione, che finalmente si poteva chiamare tale. 
Negli ultimi giorni aveva perso quasi del tutto l'appetito, e quello era  il primo giorno in cui faceva, per primo colazione, per secondo un pasto abbastanza decente. 
 
Sorrise ripensando allo scorso pomeriggio. 
L'esperienza in ascensore si era rivelata un'ottima occasione riappacificatoria per lei e Draco, e quasi le sarebbe dispiaciuto non fosse capitato, malgrado il suo attacco di panico e il giramento. Riguardo a quest'ultimo, aveva seri dubbi che fosse causato dall'attacco claustrofobico.
Comunque, erano cose che ogni tanto capitavano, e non c'era bisogno di preoccuparsi. 
Quando finì il suo tè, si disse che sarebbe stato un'ottimo mattino per studiare il copione, un ottimo pomeriggio per girarlo, e un ottima sera per chiedere la parentesi aperta con Draco il giorno prima.
 
 
                       ***
 
 
•Londra Babba, Ospedale, Ore 3:24 p.m.
 
 
~
 
-Dove sei stata?- 
Jess volò verso camera sua senza rivolgere uno sguardo a sua madre.
-Mi parli?- chiese insistete. -Ti ho chiesto dove sei stata- l'afferrò per un braccio prima che si rintanasse nella sua stanza per non uscirne più.
-Lasciami!- Jess si divincolò.
-Si può sapere che hai? Che c'è, non ti fai vedere per tutto il giorno e quando finalmente torni a casa senza il benché minimo preavviso, non mi guardi neanche in faccia?-
 
Jess si voltò a squadrarla sulla soglia.
-Ho preso una decisone- la voce non le sembrò la sua. Troppo decisa e ferma, tutto il contrario del suo stato d'animo.
Sua madre ebbe un'attimo di esitazione.
-Sarebbe?- 
Deglutì.
-Domani mi faccio operare. Per salvare la vita a Charlie.-
Ecco, ciò che voleva evitare era appena stato detto. 
Perché non le riusciva essere meno diretta?
Il messaggio ebbe un effetto contraddittorio.
-Operarti? Cosa?- sembrava l'avesse persa come uno scherzo, ma quando constatò che l'espressione della figlia non mutava iniziò a prenderla su serio.
 
-Si tratta solo di un rene.-
-Solo di un rene? È uno scherzo Jessica? Il fatto che tu abbia ventidue anni non sta a significare che tu sia abbastanza cresciuta da poter prendere le tue decisone con ponderanza!- 
Sembrava furiosa, ma un attimo dopo scoppiò a piangere. Era proprio quello che avrebbe voluto fare Jess.
 
-Lo so che ti può sembrare una pazzia mamma, ma io... Sono sicura su quello che faccio,-
L'altra aveva chiuso gli occhi, poggiandosi allo stipite della porta.
Massaggiandosi con il pollice e l'indice il setto, non aprì bocca. Sembrava indaffarata a pensare.
-O morirà.- concluse Jess, posando la gravità di tutta la frase sull'ultima parola, e rilassando le spalle.
-Tu sai quanti rischi ci sono per questa operazione, Jessica?- il suo tono era stranamente calmo, ma anche grave.
Silenzio.
-Decisamente elevati.- quelle parole rimasero sospese per aria.
-E sai che vita dovrai condurre dopo che ti avranno sottratto un rene?-
-Non mi importa- rispose quasi subito stavolta Jessica, ma le tremava la voce.
-Se lo potrò salvare dalla malattia, lo farò. Non mi importa dei rischi.-
 
-È sbagliato pensare così!-
-Cosa? È sbagliato pensare di non far morire la persona che ami per caso?-
-Dico solo che potresti morire anche tu! Jessica io lo dico per te, da madre che sono!-
-Tu non capisci!- grosse lacrime cominciarono a scapparle dagli occhi, involontariamente. Teneva le mani così strette che le nocche erano diventate bianche latte.
 
-Non puoi capire! Perché se la stessa cosa fosse capitata a me, non avresti esitato a farlo! A costo della tua vita!-
Stava urlando.
-Non puoi paragonarmi a lui-
-E chi me lo impedisce?-
-Ti ha fatto soffrire Jessica... Ricordati cosa stai facendo... Per chi lo stai facendo... Rifletti-
Jess non sapeva cosa dire, perché era vero, ma si vedeva con le spalle al muro.
-Non credere che prenda le cose alla leggera.-
-Invece la peso così. Immagina se qualcosa andasse storto, eh?!-
 
Jess digrignò i denti e fissò il pavimento.
-È la mia vita! La vivo come mi pare!-
-Sciocca!-
-Io mi sottoporrò a quella dannata operazione, che tu lo voglia o no!-
Si guardarono negli occhi per alcuni istanti. Jess era furiosa.
-Resto sempre tua madre...-
-Bhe, sai cosa?- le sibilò la voce, assottigliò lo sguardo. -Per me potresti anche non esserlo.-
Sbattè la porta talmente forte che si sorprese a riscuotersi pure lei.
Era stata davvero cattiva.
 
_
 
C'era ancora tempo, perciò decise che sarebbe stata una bella idea arrivare a piedi, magari sfruttando il tempo per una corsetta mattutina.
Londra si preparava ad un'altra giornata, all'apparenza come tutte le altre. 
Hermione espirò e inspirò.
Mancavano pochi isolati.
 
~
 
-Adesso respiri normalmente, si addormenterà in poco tempo. L'operazione durerà circa un'ora e mezza. Quando si risveglierà sarà tutto finito.- 
L'infermiera che le stava sottoponendo l'anestetico era molto carina e gentile. Le stava premendo la mascherina sulla bocca, dalla quale usciva un flebile fumo bianco che non sapeva di nulla.
-Manca poco- disse l'altra sorridendo.
Infatti Jess cominciava a sentirsi le palpebre pesanti, i nervi allentarsi, e il mondo annebbiarsi.
Pensò a Charlie prima di scomparire nell'inconscio.
 
Si immaginò ad attenderlo al suo risveglio, tenendogli la mano che pian piano tornava a muoversi. 
Immaginò di vedere i suoi occhi riaprisi, e quel celeste caldo riempirle la visuale. 
Immaginò suo sorriso caldo, e infine immaginò la loro vita dopo.
"Lo amo"
Sì, così sarebbe stato.
 
Il buio.
 
~
 
Daphne le portò un accappatoio e le ci si tuffò dentro. 
Rabbrividì, assaporando il lieve tepore.
-Ben fatto cara- le sorrise malamente Giò. Quella mattina era stranamente diverso. Forse perché era probabilmente l'ultimo giorno di riprese, o forse perché quella era semplicemente una giornata no.
Hermione ricambiò impettita e si diresse verso i camerini a rivestirsi.
Intravide passando, aldilà della troupe, Draco entrare in sala di corsa col fiatone. Strano che non fosse in ritardo, 
Gli fece un cenno di saluto con la mano, lui appena la vide non tardò a imitarla.
 
Quando fu nuovamente tra gli altri, potette avvertire un qualcosa di frizzante nell'aria. Si sentiva la tensione e la frenesia in sangue di ognuno.
Matt arrivò a pochi secondi dall'inizio del primo Chak.
Hermione lo trovò con un miglior aspetto. Negli ultimi tempi avevano parlato poco, ma forse era meglio così.
Stava discutendo con Daphne di qualcosa che sembrava andare oltre la solita cavolata. Notò la Greengras inquieta.
 
Quando udì "azione" tutti si chetarono, e l'oggetto di attenzione si concentrò su Draco. 
Era sdraiato sul solito lettino, nella stessa posizione.
Una donna, la madre di Jess gli sedeva accanto, con un espressione tra il grave e il compassionevole.
Hermione stette a guardare in silenzio mentre una telecamera si avvicinava al volto di malfoy, illuminato da un fascio di luce.
 
~
 
 
Charlie si risvegliò con forti dolori ovunque. La schiena risultava l'apice della sua sofferenza.
La testa era pesante, si sentiva confuso e spossato anche se che ricordasse, non aveva fatto nulla di così faticoso.
Dove si trovava?
Si concertò su ciò che lo circondava. Inizialmente gli apparve tutto bianco, poi i contorni del mondo da sfuocati si definirono chiaramente.
Solo dopo, si accorse che accanto a lui era seduta una donna molto giovane che a primo impatto non riconobbe. Era in lacrime. 
All'inizio non seppe cosa fare, ma non perché non sapesse cosa dire, ma perché la bocca per qualche strano motivo si rifiutava di parlare. 
 
Le sue corde vocali arrugginite fecero un grande sforzo per domandare:
-Cosa è successo?-
-Sei salvo- il tono della donna aveva una venatura amara. 
-Cosa...?-
Non che non gli fosse chiaro di non essere morto, ma alcuni procedimenti gli venivano a mancare.
-Il... Il cancro?-
La donna annuì. Era molto bella: lunghi capelli ondulati e scuri, occhi da gatto di un marrone dorato. Labbra carnose, proporzionate. Gli ricordava qualcuno.
-Sono sano? Ma come è possibile?- 
-Un donatore- asserì in un soffio lei, seriosa.
Charlie si distese e rilassò i muscoli fissando il soffitto per qualche secondo, in silenzio. Elaborò tutto. 
Era davvero vivo, ma tutto ciò somigliava troppo a un sogno.
-Lei...- mormorò voltandosi nuovamente verso la donna. -Lei chi è?-
-La madre...- disse in un soffio, ma il tono si era fatto troppo flebile. 
-La madre?-
-La madre del donatore. O meglio, della donatrice.-
Charlie sbatté le palpebre e inarcò le sopracciglia. Poi gli insorse un dubbio, una possibilità alla sua mente sfuggita. Ma pregò che non si trattasse di quella.
-J...- 
Non finì la parola.
-Jessica- la donna completò. 
Sul suo volto si disegnò una smorfia di dolore.
-È morta.-
 
~
 
Draco si finse stupito. Sgranò gli occhi, e tenne le labbra socchiuse.
-No- sussurrò piano prima, con gli occhi fissi sulla donna. 
-No!- alzò la voce.
Le mani cominciarono a tremare lievemente. La linea della bocca si deformò piano piano. Era davvero bravo.
-La sua vita ha avuto fine poche ore dopo l'intervento, non andato a secondo i piani- l'attrice parlava con tono pieno di dolore ma pacato. Fissava il basso.
-Non è vero... Non può esserlo-
-Si è trattato di un banale errore del chirurgo. L'avevo avvertita che sarebbe stato rischioso.-
-Menti!-
-Una piccola incisione là dove non doveva essere fatta, ed ecco.-
Il petto di lui si alzava a abbassava visibilmente a ritmi irregolari.
-Hanno concluso ciò che dovevano comunque, lei è morta. Ma tu sei vivo. È morta salvandoti.-
 
~
 
Charlie si portò le mani agli occhi, gemendo. Non riusciva a credere alle sue orecchie.
-Era quello che voleva.- 
E con quella frase sembrava che il discorso fosse concluso.
Non aprì bocca per i seguenti minuti indeterminati, durante i quali nemmeno la donna, ebbe il coraggio di parlare.
Le mani di Charlie scivolarono fino ai capelli e strinsero forte. 
-Quanto ho dormito?- chiese con quel filo di voce che gli era rimasto.
-Tre giorni e mezzo.-
 
Lei non c'era più. Era morta senza che lui avesse avuto il tempo di fermarla, o anche solo darle il giusto addio. 
 
*Stava a me lasciare questo mondo*
 
Senza volerlo aveva ceduto il posto sul trono della morte alla persona che più amava. 
Jessica era la sua vita. Ma non in senso figurato, in senso letterario.
Si sentivano ogni giorno, si vedevano quasi sempre. Non aveva mai avuto un amore così grande. Si pentì della sfuriata che in faccia, giorni prima, le aveva rivolto. 
 
Era davvero quello l'ultimo ricordo che gli restava di lei? Una ragazza in lacrime, un po' spossata e con i capelli arruffati di chi non ha dormito la notte?
Ed era davvero quello l'ultimo ricordo che Jess possedeva di lui? Un ragazzo con scure occhiaie marcate, che le urlava in faccia insultandola?
 
Perché aveva deciso di salvarlo? Dopotutto si erano lasciati. Tutto il disprezzo per ciò che aveva combinato nel giorno di San Valentino, glielo aveva sbattuto in faccia. 
Crudele.
Eppure Jessica lo amava ancora, e adesso era morta. 
Si domandò se fosse rimasto ad ascoltare, forse avrebbe capito cose che non aveva permesso a Jessica di esprimere. 
E forse, i fatti quel giorno non erano andate proprio come se le immaginava lui.
 
Con i forse sarebbe potuto andare all'infinito, ma in quel momento si sentiva troppo distrutto per ammettere supposizioni. Ciò non toglieva che non smettesse di pensarla. 
-Sono... mortificato- 
Alzò lo sguardo. La donna era spartita. 
 
Avrebbe voluto chiederle talmente tante cose che ne fu triste.
Aveva lasciato scritto qualcosa per lui?
Perché non l'aveva fermata?
 
Charlie si dette dello stupido per aver pensato anche solo per secondo che la colpa fosse della madre. 
Ma come faceva a non odiarla? 
Era compito suo impedire che si operasse.
Quasi sicuramente non la detestava davvero, anzi, sapeva con certezza che il sentimento poteva essere reciproco.
Però lui odiava più che altro sé stesso, perché non aveva fatto altro che mosse sbagliate, e solo in questo lo stava constatando. 
Troppi sentimenti gli opprimevano il petto. Troppi tutti assieme.
 
Charlie non era un tipo da lacrime, ma in quel caso si concesse uno strappo alla regola.
Vagò in cerca di un'appiglio a cui aggrapparsi per non perdersi nell'oceano della depressione. Affogò nei ricordi, nel rimorso, nel dolore, nel senso di colpa. 
E il naufragar non gli fu dolce in quel mare. 
 
-
 
Commovente era la parola giusta per quella scena. Hermione fu la prima a battere le mani dopo che Giò ebbe annunciato lo "stop". A ruota, tutti la seguirono, Draco non sembrò imbarazzato. 
Scese dal letto per prendersi una pausa da quella che sarebbe stata l'ultima scena del film. 
Hermione si avvicinò a lui anocora facendo battere i palmi tra loro.
-Allora, è così che rimpiangi la mia morte- sorrise.
-Non avrei mai rimpianto così la tua morte- disse Draco, ed Hermione capì che la sua risposta era rivolta positivamente.
-Non credo che avrei avuto mai il coraggio di nascondere una malattia così grave  a nessuno, perciò i fatti sarebbero andati diversamente.- il suo tono era sincero.
-E io non avrei mai baciato io mio ex il giorno di San Valentino, se vogliamo dirlo.- le venne in mente Ron mentre lo diceva, ma lo scacciò via scrollando le spalle.
-E io non avrei mai permesso che ciò accadesse.-
Nella stanza si mischiavano le voci degli assistenti. Nessuno faceva caso a loro.
Sorrisero entrambi guardandosi con intesa negli occhi.
-Vedi, possiamo essere il Charlie e la Jess che vogliamo. Adesso la storia la costruiamo noi.- 
 
Dietro quelle due frasi si nascondeva una metafora. Hermione arricciò le labbra ancora di più e annuì.
-Una specie- disse solo.
 
Daphne arrivò all'improvviso, quasi frapponendosi con prepotenza tra lei e l'altro.
-Il caffè!- squittì porgendo con la mano destra un caffè fumante a Draco. Il solito sorriso falso stampato in faccia.
-Il caffè te lo avevo chiesto io- puntualizzò Hermione a denti stretti.
Draco non alzò il braccio per afferrarlo.
-Beh, vorrà dire che ne porto due- disse Daphne dandosi un tono di superiorità. Si voltò e lanciò una frecciatina con lo sguardo ad entrambi. Ma facendo intendere cose ben diverse.
Hermione indugiò sulla sua minigonna scozzese che la copriva a malapena. Fece una smorfia, ma si trattenne da farle in verso.
Si volse verso Draco che in mano stringeva il caffè. 
-Tieni, a me non va.- 
Hermione guardò il bicchiere colmo di liquido nero e accettò.
Poi senza aggiungere niente, Draco la superò tornado fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette.
 
Hermione fissò la sua figura di spalle fino a che, all'uscita, Malfoy non incontrò Matt e si mise a parlare con lui. Avrebbe voluto assistere alla conversazione ma era troppo lontana per sentire cosa si stavano dicendo.
Avvicinò il bicchiere alle labbra e bevve un sorso.
Draco offrì una sigaretta a Matt, e lui esitò a prenderla.
*non farlo, resisti*
Troppo tardi. Matthew ne aveva afferrata una e se la era piazzata tra i denti. Insieme presero l'ascensore sempre parlando tra loro. 
 
Hermione lo trovava meglio. Forse era sulla via della ripresa. Sperava che il suo aiuto fosse stato significativo e che, andando oltre tutto ciò che era successo tra di loro, dalle ceneri potesse rinascere qualcosa simile all'amicizia.
 
Quasi improbabile, ma non impossibile.
 
Non parlava con il suo capo da molto, e forse scambiarsi due parole avrebbe potuto migliorare le cose, o forse no. Non ne era certa.
Un'altra domanda che le sorgeva in mente era: come si era stabilizzato il rapporto zio/nipote?
In seguito, se ce ne fosse stata l'occasione, avrebbe potuto domandarlo a Draco.
 
-
 
"Piano 24"
L'ascensore saliva, e al suo interno si formava un'aria densa.
Matthew doveva parlargli, e non che la cose spaventasse Draco, ma il fatto era che sapeva dove voleva andare a parare: Hermione.
Non era pronto a parlare di quella donna nemmeno con sé stesso. Non avrebbe saputo cosa raccontarsi.
 
Nessuno parlò fino a che non arrivarono all'ultimo piano dell'edificio. 
Eccoli sul terrazzo asfaltato di un grigio spento che occupava una grande area. 
A destra era poggiato un elicottero bianco e rosso, con l'apposita area di atterraggio. 
Si avvicinarono alla ringhiera 
spostandosi verso sinistra. 
-Accendino?- chiese Matt. Draco glielo porse.
Intanto si fermarono pochi passi prima dello scalino alto più di trecento metri. Faceva paura, ma la vista di Londra era spettacolare. 
 
Attese che Matt avesse finito di accendere la sua sigaretta per poi fare lo stesso con la sua. 
C'era molto vento, perciò prima che la fiamma attecchisse al tabacco ci volle un po'. Finalmente, la punta della sigaretta su accese di rosso, e dalle narici di Draco fuoriuscì una nuvola biancastra.
-Bene,- asserì infilandosi in tasca l'accendino e cercando di riscaldarsi le dita gelate. 
-So di cosa vuoi parlare- continuò Draco mantenendo il tono inespressivo.
-Non credo tu lo sappia davvero- sogghignò Matt aspirando con vigore dal filtro.
-A no?-
-Se pensi che sia per quella donna ti sbagli, nipote.-
Draco restò in silenzio e dette uno sguardo alla strada sottostante. Le persone apparivano piccole piccole.
 
-Voglio parlare di noi. Che ne dici?-
Draco annuì voltando la testa per scrutarlo, ma lui stava guardando in un'altra direzione.
-Ne ho abbastanza di tutta queste situazione.- fece una breve pausa.
-Non so se essere contento o meno che le riprese stiano per terminare, io, da scenografo che sono. Ma so che non smetterò di stare male anche se non sarò più sottoposto a tanta pressione come adesso.-
Entrambi presero un tiro, il fumo gli riempì i polmoni.
 
-Non dico di stare male. Mai. Forse è questo il mio danno, che facendo così mi faccio ancora più male, da solo.-
Draco stava in silenzio ad ascoltare cosa Matt avesse da dire, perché era la prima volta che lo sentiva parlare un po' di sé. Di lui non sapeva quasi niente.
-Propongo una tregua tra di noi.-
-Cosa?-
-So che ci sono tensioni. Tra te e me, tra me e Hermione, e tra te e lei. Quindi, almeno con mio nipote non voglio ci sia chiarimento. Mettiamo una pietra sul passato e passiamo la palla ad Hermione. Condurrà lei il gioco adesso.-
Draco si sentiva inquieto.
-Niente rancore per quello che è accaduto, niente rancore per quello che accadrà.- 
 
Buttò via la sigaretta da sotto il palazzo, del quale era rimasto solo il filtro, e gli porse una mano.
Draco fece passare lo sguardo da lui, al palmo fermo a mezz'aria. Poi, la strinse con vigore e accennò un sorriso.
 
-
 
Hermione scrutò Draco rientrare in sala accompagnato da Matt. 
-Forza ragazzi!- urlò Giò gesticolando come un forsennato.
Draco venne fatto sedere sul solito lettino e dopo una breve ritoccata al trucco la telecamera si accese.
 
~
 
La schiena gli doleva tantissimo. L'effetto dell'anestesia se ne era andato, e cominciavano i veri dolori. 
I punti gli tiravano la pelle, e inoltre avvertiva un bruciore continuo.
Il medico che l'aveva operato era un uomo sulla quarantina, e quello stesso pomeriggio gli aveva spiegato ogni cosa che Charlie bramava di sapere, incluso la mal riuscita dell'operazione di Jess.
I dettagli, erano stati più dolorosi del previsto. 
 
In riassuntiva, sarebbe dovuto rimanere convalescente in ospedale per due settimane, dopo ciò sarebbe potuto tornare a casa, ma seguendo abitudini rigide e molto dure.
Non sapeva se ce l'avrebbe fatta. A sopravvivere con quella consapevolezza, intendeva, perché l'intervento a detta del chirurgo, era riuscito perfetto.
Cercava di pensarci il meno possibile, ma era difficile, perché non è che ci fosse molto da fare sdraiato su un lettino dell'ospedale giorno e notte.
 
Erano passati circa quattro giorni da quando la madre di Jessica era venuta a fargli visita, e più di una volta aveva sperato che potesse tornare. Ma non era successo.
 
-C'è una visita per lei- gli riferì un'infermiera un venerdì mattina.
Charlie aguzzò le orecchie, e si tirò su a sedere, poggiano la schiena sui cuscini.
-Falla entrare- Congedò così la donna che scomparve dietro l'anta della porta azzurra. 
In quei pochi secondi che attese si tormentò le mani, e per un attimo pensò a quanto sarebbe stato bello se la persona che le fosse venuta a fare visita fosse stata Jess.
 
Constatò che era senza speranza. Avrebbe continuato a pensare a lei per sempre. Il dolore che provava non se ne sarebbe mai andato. 
 
Le porte cigolarono. Qualcuno spinse l'anta della porta e fece il suo timoroso ingresso nella sala.
In quel preciso istante, il cuore di Charlie ebbe un balzo incredibile.
 
-Jess! Jess sei viva!- 
Si alzò dal letto e la schiena, come per magia, non faceva più male.
Jessica sorrideva, e lo accolse a braccia aperte, stringendolo in un caldo abbraccio.
-O mio dio Jessica! Sei proprio tu... Ma come è possibile? Non sai quanto stavo soffrendo...-
Charlie stringeva così forte il corpo esile di lei che non si preoccupava di farle male.
-Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, per tutto. Perdonami ti prego, io ti amo...- 
Silenzio. La stretta sul suo corpo si face meno presente.
-Jess...?-
Charlie si staccò da lei lentamente, tremano per la tensione.
Trattenne un urlo.
Si rese conto di stare abbracciando un manichino. Gli occhi spalancati, inespressivi e rotondi, mancavano di palpebra, e fissavano il vuoto dietro di lui.
La bocca di ceramica aveva assunto una smorfia innaturale e inquietante.
Non era più lei.
I capelli aggrovigliati erano assenti in più punti. Aveva un aspetto orribile. 
 
Sanguinava. Charlie indietreggiò frettolosamente osservando con orrore il sangue che copioso sgorgava dalla ferita circolare all'altezza medio-bassa della schiena.
Si voltò, ma ormai non si trovava più nella sala dell'ospedale in cui era ricoverato, ma nella solita cucina, nella quale aveva lavorato per due anni. Era notte, e il locale si sarebbe trovato al buio se non fosse stato per le lampade a neon che restituivano all'ambiente una luce bluastra e lugubre.
 
La vide. Era sdraiata per terra, inerte e priva di sensi. Gli occhi chiusi, sembrava che dormisse. I capelli sparsi sul cotto in modo ordinato, i 
vestiti eleganti, quelli che si mettono ai morti per deporli in bara.
Questa, vellutata al suo interno di un colore vivido viola prugna.
Le mani di Jessica erano cinte al ventre. Stringevano qualcosa.
 
Charlie si avvicinò con lentezza, gli occhi sgranati non distoglievano lo sguardo da lei.
Quando fu arrivato, si chinò sul suo volto e la trovò bellissima, anche da morta.
Avvertì una fitta al cuore lancinante.
Osservò le mani: le dita stingevano un biglietto arrotolato. Lo sottrasse dalla stretta rigida della morta e si alzò per leggerlo.
Rimosse il filo di seta che lo teneva stretto, e si concentrò con difficoltà sulle minuscole lettere incise di nero, mentre le mani non riuscivamo a stare ferme.
Diceva: "Tu mi hai uccisa".
 
In quell'istante la bara si chiuse di scatto, facendo sobbalzare Charlie. 
Il foglio cadde a terra.
Rimase impalato, poi sentì qualcuno bussare dall'interno della bara.
-Aiuto! Aiuto!- 
Era la sua voce.
-Jess!- gridò Charlie di rimando gettandosi sulla bara e tentando di aprirla.
-Charlie! Aiutami! Sto soffocando! Non ce la faccio! Aiutami!- continuava con tono disperato a picchiare il legno massello della bara, e a dimenarsi al suo interno.
-Jess! Tieni duro Jess!-
 
Non ci riusciva. La bara non si apriva. Era come sigillata, e Charlie si sentì mancare. Lei continuava.
-Chalrie...- stava piangendo dalla disperazione, e la sua voce gli spezzò ancora di più di quanto non fosse già, il cuore. 
-Aiutami... Non respiro, sto morendo- la voce risuonava spezzata.
-Non ci riesco! Non si apre!- lui respirava affannosamente, nel panico.
-Aiutami, ti prego... Aiutami Charlie... Ti scongiuro... Muoio- ma la sua voce si faceva sempre più flebile. Poi cessò del tutto, come i colpi sull'anta.
-Jess?- Charlie si arrestò. Le nocche ancora strette sul bordo di quella maledetta bara.
-Jess! Jess!- gridò con tutto il fiato, e la sua voce rimbombò nella cucina deserta. Pure i tavoli erano spariti.
 
Poi, di colpo, la bara si spalancò. 
Ma era vuota. Al cuore di Charlie mancò un battito.
Al posto della ragazza era presente un buco nero. Un profondissimo pozzo scuro nel quale non era possibile scorgere la fine. 
-Jessica- sussurrò tra le lacrime Charlie, e si sporse più verso l'oscurità. Attese per qualche secondo, nel quale il silenzio si fecce assordante. Ma nessuna risposta.
 
Da dietro, due mani lo spinsero con forza. Charlie si sbilanciò e cadde nel pozzo. Avvertì un vuoto avvolgerlo e la sensazione di precipitare insediarsi nelle sue ossa, come quella della paura.
Si volse a guardare in alto. Poteva scorgere ancora il tratto di luce dal quale era caduto. Sull'orlo, stava in piedi la bambola di ceramica, con le braccia ancora stese in avanti colpevoli della sua caduta. Lo stava guardando.
Stavolta i suoi inquietanti occhi spalancati stavano fissando i suoi.
Sorrideva con la bocca digrignata. Era un sorriso malato, insano, cattivo.
Dal buco sulla schiena sgorgava ancora sangue fresco.
 
Urla.
 
~
 
Charlie si svegliò nel suo letto d'ospedale in un bagno di sudore. Gridava e quando spalancò gli occhi scattò a sedere. Il dolore come per magia tornò a farsi sentire, prova che quello di poco prima era stato solo un sogno.
Respirava così affannosamente che sembrava che avesse corso per chilometri inseguito da qualcosa di spaventoso. 
Fecero ingresso da lì a pochi secondi due infermieri. 
-Va tutto bene?- 
-Cosa è successo?-
Chiesero quasi contemporaneamente. I compagni di sala di Charlie si erano svegliai e lo stavano osservando infastiditi e assonnati.
-No... Niente. Stavo.. Sognando-
 
Alcuni pazienti si lamentarono rumorosamente, poi gli infermieri andarono via assicurandosi però che fosse comunque tutto apposto.
Quando Charlie fu di nuovo al buio, passò la notte a fissare il soffitto.
 
~
 
Girarono la parte dell'urlo due volte perché Draco non aveva molta esperienza in campo di "urli" da incubo, ma alla fine la scena venne buona. Si mise a sedere sul lettino mentre tutti ricomparivano dalla stanza accanto e nell'ambiente tornava il solito chiasso. 
-Ultima scena, dai ragazzi ce la possiamo fare!- annunciò Giò felice ma triste, elettrizzato ma soddisfatto.
 
Anche Hermione era in procinto di entrare nella stanza, quando qualcuno alle sue spalle, la spinse violentemente.
Tre guardie armate irruppero nel salone con un grande stupore generale da parte di tutti.
Il silenzio sconcertante regnò per qualche secondo, prima che Matt si facesse avanti e impreparato a quello che stava per accadere, parlò.
-Desiderate?- il suo tono corrose contrastava con l'espressione scocciata.
 
-Ci hanno riferito che Daphne Greengras si trova qua. Risiede a pochi isolati dall'ospedale.-
-Non c'è nessuno che si chiama così qua dentro.- protestò qualcuno. 
Hermione si voltò con sguardo feroce verso Daphne, semi nascosta dietro un carrello colmo di costumi.
Sembrava spaventata.
Le due si guardarono, e una saetta scoccò dallo sguardo della prima.
Sorridendo, Hermione fece un passo avanti.
 
-Oh si che c'è invece!-
L'attenzione della polizia si concentrò su di lei.
-Parli signorina- asserì un ragazzo giovane ma massiccio.
Ad Hermione bastò ruotare la testa per mostrare la direzione in cui essa si trovava.
-Eccola là!-
Il solito ragazzo si avvicinò a grandi passi alla ragazza, che gemette e cercò di ritrarsi dalla sua presa.
Dopo poco, lo raggiunsero i due colleghi. 
Le cinsero i polsi e la portarono allo scoperto.
-Lasciatemi! Non mi toccate!- si dimenava e lamentava inutilmente lei.
-Ma cosa... Cosa sta succedendo?! Qualcuno può spiegarmelo?- Matt era sconvolto, insieme a lui venne avanti anche Draco.
-Dhapne Greengrass, hai il diritto di restare in silenzio e di procurarti un avvocato. Qualsiasi cosa che tu dica potrà essere usata contro di te- recitò un secondo Poliziotto di colore dandosi da fare con le manette.
-Il suo nome è Grace!- chiosò sbigottito Giò.
-No, non lo è- risposero quasi in coro i tre.
-Questa donna è accusata di vari crimini. Sta scappando da mesi, cambia nome e città da molto tempo, e fino ad ora è anche riuscita a farla franca.-
I poliziotti erano maghi. Hermione lo aveva capito.
Cosa aveva potuto mai fare Daphne di così grosso?
 
Tutti rimasero a bocca aperta a quella rivelazione. Tutti tranne Hermione Granger, che se ne stava con un'espressione vagamente soddisfatta sulla soglia della porta.
-No, non è vero! Lasciatemi io sono innocente!- Daphne cercava di sfuggire alla presa della guardia più alta, ma ormai era incatena alle manette.
-Andiamo- borbottò questo che l'aveva in pugno.
-Aspettate! Aspettate! Matt, tu puoi dire la verità! Tu mi conosci...-
 
Il poliziotto si arrestò. Daphne guardava negli occhi Matt, e lui faceva altrettanto. Ma non disse una parola. 
Disperata allora, si rivolse a Malfoy.
-Draco? Di qualcosa...- i suoi occhi imploravano pietà, ma quelli di Draco erano freddi e distanti.
-Non ho idea di chi sia- asserì spostando lo sguardo sulla guardia accanto, che afferrò il segnale e trascinò via la ragazza.
-No! Voi vi sbagliate!- tentò ancora, ma stavolta nessuno le dette ascolto.
Fu portata fuori di peso, e quando oltrepassò Hermione le lanciò una lunga e penetrante occhiata piena di astio.
 
Fuori, nel corridoio si udivano ancora continue proteste e offese, uscite dalla boccaccia della Greengras, mentre tra a attori, compare e assistenti regnava il silenzio.
Hermione notò che Draco la stava fissando. Le mani conserte. 
Ricambiò lo sguardo e sorrise per pochi istanti, prima di trattenere un urto di vomito e scappare via letteralmente dalla stanza.
 
Uscì fuori e si premette la bocca con una mano. L'altra corse allo stomaco.
Avvertì l'esigenza di andare in bagno.
Camminò velocemente per il lungo corridoio, non sapevano esattamente dove andare. Per sua fortuna, si imbatté in un medico in camice bianco che passava con dei fascicoli in mano.
-Mi scusi...- disse Hermione piano.
-Mi scusi non mi sento molto bene, da dirmi dove si trova il bagno?-
Il soggetto depositò i fascicoli nella cartella e si dedicò a lei.
-Si, venga che l'accompagno.- le poggiò una mano sulla spalla e la condusse nella direzione opposta a quella che stava seguendo. 
 
-Mi dica cosa si sente- 
-Nausea- Hermione si sentiva di avere la faccia verde.
-E dolori addominali- aggiunse constatando.
-È qua per...?-
-Oh, no non sono qua perché sono malata- rispose, ma si rese conto che forse era meglio se non parlava.
Il dottore la lasciò sulla soglia del bagno delle donne, e lei vi si tuffò dentro.
Vomitò appena entrata nel cubicolo del gabinetto, e fu terribile.
La gola le bruciava come il fuoco sulla pelle viva.
Uscì barcollando e si trovò il medico ad aspettarla che la studiava con aria indagatrice.
 
Era un tipo basso e tozzo, calvo e con due brillanti occhi azzurri. 
-Va meglio?-
-No- 
Hermione era sincera. Si sentiva spossata e con lo stomaco in subbuglio. Cosa le accadeva così all'improvviso?
Una fitta al ventre la fece piegare in due. Gemette e abbassò le palpebre per un istante. 
L'espressione preoccupata del medico indugiò su di lei con quegli occhi appariscenti. 
-Lascia che la visiti... È molto pallida.-
Hermione solo acconsentì con un cenno del capo e si lasciò trascinare in uno studio poco lontano.
Intanto l'altro la tartassava di domande.
-Sente dolore?- 
-All'addome-
-È la prima volta che le è successo di recente?-
-No, l'altro ieri giusto appunto-
-Ha il ciclo regolare?-
-Si-
-Quando è che le dovrebbe comparire?-
Hermione pensò un po'. Non se lo ricordava a mente non lucida.
-In questi giorni... Forse-
-Giramenti, sensazione di sentimento, le dicono niente?-
-Già provati di recente-
-Quanto mangia al giorno?-
-Poco... Stamani fa eccezione-
Infatti, tutta la colazione era altamente andata a farsi fottere nello scarico.
 
Hermione si sdraiò sul lettino della sala. Stavolta era reale. 
-Mi permette?- chiese l'uomo indicando la maglia.
-Si-
-Forse c'è qualcosa che non va all'intestino. Diamo una controllata.-
Senza nemmeno un appuntamento il dottore sconosciuto l'aveva visitata. Hermione pensò fosse una persona molto gentile e l'avrebbe ringraziata stata meglio.
Le alzò il golf rosso e con lo strumento apposito le ascoltò prima il cuore, poi bagnò tutto l'addome con una sostanza trasparente e gelatinosa.
 
Una fitta al ventre. Hermione mugolò cercando di trattenersi il più possibile.
 
L'altro posizionò una specie di marchingegno di metallo lucido, collegato per mezzo di un lungo tubo ad un computer.
-Bene bene...-
Hermione chiuse gli occhi e prese dei grossi respiri.
L'idea che potesse trattarsi di qualcosa di grave la terrorizzò.
 
Aveva bisogno di Draco. Lui riusciva a farla stare calma.
Il dottore fece passare l'attrezzo lungo il basso addome di Hermione. L'apparecchio era freddo e la fece rabbrividire. 
Poi, questo schizzò via a controllare il computer sulla scrivania. Si sistemò gli occhiali sul vertice del naso e strizzo gli occhi.
-Mmm...- 
-Cosa?- chiese in ansia lei alzando la testa.
-Cosa c'è?-
 
Il medico sollevò lo sguardo su di lei.
-Credo che sarà scioccante la notizia.- asserì.
Hermione restò muta in attesa.
 
-Signorina, lei è incinta.-
 
 
 
 
 
 
 
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SBAAAAM!
 
Piccola sourprise :)
Questo capitolo mi ha richiesto molto tempo, infatti è uno dei più lunghi che abbia scritto. Spero vi sia piaciuto, io ne sono soddisfatta.
Allora... ritornando al finale, vi starete chiedendo di chi è il bambino, o la bambina, e perché Hermione si sente così male anche se non era stata ingravidata da molto (si spera).
Poi, scommetto che non vi aspettavate la morte di Jess... O tantomeno lo scoccante sogno in stile Noir del povero Charlie.
 
Lo lasciate un commentino? :)
 
Io vi lascio lo spoiler:
 
 
"-È... È che ho ingerito tutto quell'alcol...- Hermione era sull'orlo del pianto. Faticava a parlare. 
-E sai che effetti può riversare...-
L'altro rimase in silenzio davanti a lei, e la guardava negli occhi. Non sapeva cosa dire.
Hermione poi di slanciò si buttò tra le sue braccia. Affondò il volto in quel petto caldo e chiuse gli occhi. Le sfuggì un singhiozzo mentre avvertì che la mano di lui le accarezzava la testa.
-Ho tanta paura, Draco- "
 
 
Baci,
Bia
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 25
*** CAP.25 Come un brivido ***


YOU WERE IN MY HEART
CAP. 25
 
 
 
A Giovanna_Sala, Kikka Cullen, e Tve
 
 
 
 
"
 
I giorni seguenti Charlie continuava a pensare, rimasto scosso dal sogno, a ciò che questo gli aveva mostrato.
-Non era reale, non è reale.- 
 
Poi, arrivò il giorno del rilascio. Stava per tornare nel suo bi locale a pochi minuti dalla Tour-Eiffel.  
Preparò il poco equipaggiamento e si avviò per partite.
Una breve consulto col medico, dopodiché varcò la soglia che divideva il mondo reale da quello ovattato.
 
 
Si trovava alla macchina, distrutto.
La schiena non faceva quasi più male, ma comunque non gli era indifferente. Guardò aldilà del vetro parabrezza, quasi incantandosi fissando una madre che portava a scuola la figlioletta. 
Mano per mano, la bambina indossava un grembiule blu scuro, con la cartella bianca. Saltava sul marciapiede evitando le pozze d'acqua che la notte precedente aveva creato. 
In quel momento il cielo era limpido, dall'aria placida che preannunciava una giornata identica alle altre. 
Ma non per Charlie.
Intravide il suo riflesso nello specchietto retrovisore, ma spostò subito lo sguardo in basso. Sembrava invecchiato di dieci anni. Deglutì.
 
Qualcuno picchiettò al suo finestrino, e lui sobbalzò.
 Il volto di Alex avvolto in una pesate sciarpa rossa lo sorprese.
Si guardarono per qualche secondo, immobili.
 
"Alex...? Che ci fa qua?"
 
Infine Charlie abbassò il vetro, ma attese che fosse l'altro a parlare per primo.
Il freddo tornò a pungergli la pelle. 
 
-Era andato a cercarti dentro ma mi hanno detto che sei stato appena dimesso,- deglutì, aveva il fiatone -sono venuto a cercarti nel parcheggio.-
 
Perché sbucava così dal nulla, come se non ci fosse stata lite tra loro, o come se fossero amici da sempre? 
 
-Devo parlarti- adesso parlava normalmente, con sguardo serio lo fissava negli occhi. Poggiò il gomito sullo sportello, e non distolse lo sguardo da Charlie aspettando una risposta.  
 
Cosa fare? Si rese conto di detestarlo, ma non si stupì. Di quei tempi odiava tutti.
 
-Se è ciò che mi aspetto che tu mi dica, allora ne faccio a meno.- fu la sua risposta dopo averci pensato su.
-Invece devi ascoltare, perché voglio parlare di Jess, ma non della sua morte. Della Jess viva, quella che ricordiamo nella nostra memoria...- stroncò la frase a metà, e  per alcuni attimi rimase sospesa in aria. 
 
Charlie serrò le labbra, lanciò un occhiata ad Alex sollevando un attimo lo sguardo da terra, ma lui non ricambiò. Si strofinava le mani e muoveva la bocca come per parlare, senza che nessun suono uscisse.
 
-Tra noi due non scorre buon sangue, e su questo siamo d'accordo entrambi,- asserì infine. -ma c'è una cosa che devi sapere. Perché io so cosa è successo, e so che è successo a causa mia, e d'altra parte non posso neanche negare l'evidenza che lei aveva scelto te, ed io ero quello in errore, perciò...-
-Frena frena frena- lo interruppe Charlie inarcando le sopracciglia.
-Dove vuoi arrivare con ciò?- la sua voce aspra punse l'animo dell'altro.
 
-Fa male anche senza ricordare- si sporse di più oltre il finestrino e una folata dei vento gli scompigliò i capelli chiari. Rientrò.
-Lei non avrebbe mai volto tradirti. Sono stato io, io che l'ho spinta a quel gesto.-
-Tu... Tu come fai a sapere che...?-
-Katrine, la mamma di Jessica.- rispose con praticità. 
-È lei che mi ha dato... la notizia. Quando sono andato a casa di lei per scusarmi.-
Silenzio. Alex si infilò le mani nelle tasche. 
 
-Bene, se è tutto...- Charlie fece come per tirare su il vetro.
-Quello che voglio che tu capisca,- 
 
Si arrestò.
 
-È che lei non ha mai fatto nulla di male. Non ha mai avuto intenzione, assolutamente. Ti amava davvero.-
 
Charlie sentì il suo cuore contorcersi. 
-Grazie dell'informazione- ma la sua voce uscì troppo dura e fredda.
 
Chiuse il finestrino e mise in moto l'auto. Doveva andarsene da lì.
Azionò la retromarcia e si allontanò da Alex, che non si mosse di un passo.
Varcò il cancello e si buttò in strada. 
 
Un paio di isolati e si sentiva già crollare sotto il peso delle parole rivelative. Era un mostro. Si era comportato da infame e questo non lo avrebbe mai dimenticato.
Non aveva avuto tempo per rimediare, perché il cancro lo stava divorando dall'interno e sarebbe morto. 
Gli stavano capitando troppe cose tutte insieme, ed era umano aver reagito in quel modo. Eppure, più che una ragione se ne faceva una colpa.
 
Non doveva andare in quel modo. Jess non doveva morire. Stava a lui.
 
 
Adesso che la conosceva la verità, vivere dopo essere sopravvissuto, sarebbe stato impossibile.
Saltò l'incrocio nel quale avrebbe dovuto girare per tornare a casa. Proseguì a dritto, in direzione della Senna. Sarebbe andato là, e là sarebbe rimasto, fino a che non avrebbe dimenticato tutto, dimenticato sé stesso. 
 
~
 
-Hermione! Ma dove eri finita? Ci stavamo preoccupando. Ti sei persa l'ultima parte.- Matt le andò incontro perplesso, studiando un'Hermione leggermente scossa.
-Che è successo?- chiese più preoccupato. 
Hermione si stringeva nel cappotto, senza guardarlo negli occhi.
-Niente, mi ero...persa un attimo-
Matt indugiò solo un po', poi tornò a parlare a gran voce alla troupe. 
Hermione non ascoltò: tutti suoni del modo esterno rimbombavano nei suoi timpani creando fin troppo rumore. 
Si voltò poggiando una mano sul cofano di qualche macchina.
Chiuse gli occhi e l'altro palmo corse alla fronte.
 
"Sono incinta"
 
-Hermione?- 
Hermione si voltò di scatto e trovò tutti a guardarla in attesa di qualcosa.
Draco era lì tra loro e incorniciò il suo sguardo.
 
-Scusate, scusate io...- balbettò imbarazzata e confusa.
-Io devo andare- finì. 
Si voltò e a passo svelto si diresse alla macchina.
 
"Sono incinta"
 
 
                        ***
 
Arrivò a casa con la testa che le pulsava per tutta quella confusione. I neuroni sembravano non lavorare più in sincronia, ed essere entrati in crisi.
Hermione si sbatté la porta alle spalle e si diresse veloce in bagno.
I vestiti caddero uno dopo l'altro sul pavimento di ceramica azzurra smaltata. Entrò in doccia, accese l'acqua.
Gli spruzzi gelidi le congelarono la pelle, e le gocce percorsero il suo corpo nudo fino ai piedi. 
Rabbrividì, disfacendosi la treccia alla francese che le era stata fatta dalla parrucchiera. Le ciocche castane si appiccicarono alla fronte e alla schiena, mentre l'acqua passava dal freddo al tiepido.
 
Chiuse gli occhi e si deterse il trucco da volto. Bagnò via il mascara che le sporcò le mani e le guance di nero. 
Nuvole di vapore si alzavano dal suo corpo. 
Hermione prese un respiro, deglutì. Cercò il muro senza guardare, lo trovò, e vi si appoggiò con la schiena bollente. Scivolò lentamente verso il basso, contorcendo la bocca in una smorfia sempre più accentuata.
Strinse le mani sulle ginocchia ossute, poi si mise seduta, con la costante pioggia che le bagnava la pelle.
 
Non si concesse oltre alle due o tre lacrime. Non doveva piangere, doveva essere forte.
O forse non doveva deprimersi perché la colpa era sua, e  non sarebbe stato giusto, dato che si sentiva arrabbiata con sé stessa. 
Quello in cui era finita era un bel guaio. 
Non ne sarebbe uscita.
 
Si portò una mano al grembo, e per la prima volta si accarezzò la pancia ancora lineare con una percezione diversa. Abbassò lo sguardo e accennò un sorriso.
Non sapeva cosa avrebbe fatto. Era sicura soltanto, che per il momento non lo avrebbe rivelato a nessuno.
 
 
***
 
 
•Londra Babbana, appartamento di Hermione, Ore 11:36 a.m.
 
 
 
Il telefono squillò cinque volte.
Hermione si alzò stancamente dal divano, e barcollando si trascinò verso il telefono e rispose.
-Pro..pronto?-
-Hermione-
Riconobbe dopo alcuni secondi la voce di Matt.
-Hei, Matthew- si sentiva che era stanca. Aveva dormito fino alle undici eppure si sentiva esausta.
-Come stai? Non ti sento bene...-
-Oh, no nulla, vado alla grande. Tu?- cercò di immettere nel tono un po' di vivacità.
-Io sto bene, ma tu te ne sei andata via in modo sospetto ieri. Sei sicura che sia tutto okay?- insisteva.
-Sicuro. Tutto okay.- poi ammutolì.
-Perfetto allora. Comunque, ti ho chiamato anche per avvisarti che tra tre giorni abbiamo fissato una cena al noto ristorante Royal-Meeting.- 
Hermione si stropicciò gli occhi, lo seguiva appena.
-Te lo avrei detto anche ieri se tu non fossi scappata, comunque, è fissato per le sette. Verrai?-
-Io? Oh, si certo che ci sarò- si grattò la nuca. 
-Va benissimo, allora vedi di renderti splendida. È la cena in cui ci festeggiamo la fine delle riprese. Sai, tra un po' di mesi, il tempo di assemblare tutto, mandarlo in produzione eccetera, e decolliamo come un'aereo di prima classe-
-Sono... Sono molto felice. Vedrò cosa posso fare con il mio aspetto ma non posso promettere niente- rispose Hermione in tono dolce.
-Perfetto-
-Adesso devo andare, a presto-
 
-
 
Una cena. Una cena nella quale non si sarebbe sentita a suo posto. Una serata in cui si sarebbe sempre dovuta tenere un groppo alla gola, di chi nasconde un segreto. 
La voglia di parteciparvi, mancava del tutto. Ma doveva andare, perché non presentarsi sarebbe equivalso ad un affronto nei confronti dei suoi compagni. 
 
Si umettò le labbra avvolgendosi il collo da una sciarpa. 
Stava andando dal ginecologo raccomandatole dal medico.
 
"
-Da quanto pensa di essere rimasta incita?-
-Io... Io non ne ho idea. Forse un paio di settimane, o forse di più-
-È alquanto sospetto avvertire i sintomi di una gravidanza così presto... Ah, si rivesta pure.-
-E ciò che può significare, dottore?-
-Per le sue domande occorre un ginecologo. Se vuole le posso lasciare un biglietto da visita di un esperto che le raccomando-
Il medico tirò fuori dal cassetto della scrivania un biglietto e glielo porse.
 
Hermione lesse "Dr. J.Raens"
-La ringrazio infinitamente. Le devo qualcosa?-
-Non mi ringrazi, per me è normale imbattermi in queste situazioni. Per i dolori che sente non c'è niente da fare. Passeranno tra qualche ora, a meno che non prenda un antidolorifico, cosa che però le sconsiglio al momento.-
-Va bene, farò come mi ha detto. La ringrazio ancora-
-Di niente, e si ricordi di fissare l'appuntamento il prima possibile. Stia bene-
-Anche lei, arrivederci- "
 
 
Se c'erano probabilità che il bambino avesse qualche problema, doveva saperlo immediatamente.
La sera prima di andare a letto aveva fissato la visita per il giorno dopo, poi si era coricata ed era caduta in un sonno profondo per tutta la notte.
Si smaterializzò e apparve ad un isolato dallo studio. 
La prima cosa che notò una volta fuori, fu il Natale che si stava avvicinando.
 Alcuni negozi per le strade addobbavano le vetrine con fiocchi di neve finti, e alberi di natale plastificati. Tra poco, pensò, si sarebbe vista la prima nevicata della stagione.
 
Hermione si strinse nel cappotto, camminando a passo costante lungo il marciapiede. Si sentiva diversa da quando aveva saputo che dentro di lei, stava nascendo una vita. 
La cosa le faceva un certo effetto, ma benché fosse spaventata, sentiva già di amare quel piccolo lui o piccola lei dentro la sua pancia. 
Le cadde la mano sul ventre, un'altra volta.
 
-
 
Il gel era freddo come quello che le aveva messo il dottore il giorno prima. 
Quel ginecologo che la stava visitando era un uomo alto e calvo. Portava la barba abbastanza lunga e la sua voce era profonda. 
Hermione fissava il soffitto giallo ocra.
-Dovremo fare l'analisi del sangue, e probabilmente se rilascia l'autorizzazione anche l'analisi del liquido placentare.-
-Va bene- disse Hermione -Potremo anche conoscere il suo DNA, giusto?-
-Si, ovviamente. Ma per prelevare il liquido dalla placenta dovrà essere arrivata al quarto mese. Per adesso il ventre è troppo piatto e il feto non è ancora sviluppato. La placenta non ha dimensioni abbastanza grandi per il prelievo. Mi capisce?- Il medico alzò un sopracciglio infilandosi i guanti in latice
-Si, si- Hermione annuì.
-Quindi, lei non sa dirmi con esattezza il giorno nel quale è rimasta incinta, giusto?-
-No- rispose.
-Per quali scopi avrebbe voluto avere il DNA del figlio?- 
 
Figlio, lo aveva chiamato così. Hermione stava diventando madre senza nemmeno esserne cosciente.
Non era pronta. O lo era?
 
-Signora?-
Hermione si riscosse.
-Signorina... Ne avrei bisogno per un test di DNA...- si sentì a disagio e arrossì quando lo confessò, ma dopo la spiegazione, lo scopo del test era talmente chiaro che il ginecologo capì e non fece domande sul padre. 
Questo posizionò l'occhio sulla sua pelle, sullo schermo davanti a lei apparve un'immagine buia e confusa che puntava sul blu.
Il ginecologo mosse più volte l'apparecchio fino a trovare il punto giusto.
 
-Eccolo, lo vede? È minuscolo. Quel puntino verso destra.-
Hermione strizzò gli occhi e piegò all'insù le labbra semi chiuse.
-Si... Si lo vedo- 
Era meraviglioso. Anche se non si distinguevano gli altri, o tanto meno la faccia, lo era lo stesso.
Il dottore spostò lo sguardo dal monitor a lei, e sorrise compiaciuto.
 
-Passiamo alle cose serie adesso.-
Hermione fece fatica a distogliere gli occhi dallo schermo che stava tornando nero.
-Mi ha detto che ha avuto dei problemi negli ultimi giorni. Nausea, capogiri frequenti, dolori...-
-Si, è vero-
Il ginecologo accavallò la gamba e mosse la sedia girevole nella sua direzione.
-Vede, solitamente, dal secondo mese circa si risente dei sintomi della gravidanza.- fece una pausa. 
Hermione avvertiva un filo di tensione.
-E ciò non è normale.- terminò.
Irrigidì i muscoli.
-Come...? E con ciò? Cosa... Cosa vuol dire?-
 
Lui si alzò, si diresse alla scrivania e trafficò con dei fogli lasciando Hermione in balia del suo nervosismo.
-Adesso le farò rispondere a delle domande di un questionario. È importante per accertarsi la salute del bambino perciò è pregata di rispondere in completa sincerità-
Hermione si mise seduta. Si tolse la gelatina con dei pezzi di carta, si abbottonò la camicia e indossò la felpa.
-Si, va bene-
 
-Prima domanda- iniziò in ginecologo giocherellando con la penna.
-Ha intenzione, o ha mai avuto in precedenza la tentazione di abortire?-
Hermione si paralizzò.
Prese un respiro mordendosi il labbro inferiore.
"Rispondere con sincerità"
Voleva abortire? Era semplice la domanda. Chiara e tonda, la risposta poteva essere solo un sì o un no.
Voleva disfarsi di quell'intruso che senza avvertirla le stava cambiando la vita?
 
-No, assolutamente no. Non ho mai preso in considerazione l'ipotesi.-
Vide il dottore crocettare qualcosa sul modulo.
-Domanda due: ha mai o di recente fatto uso di droghe o stupefacenti?-
-No-
-Ha assunto da quando è rimasta incinta medicinali pesanti senza il consulto di un medico?-
Hermione ci pensò. In realtà si, per il mal di testa.
-Si-
-È tra i seguenti nomi per caso?-
Questo le girò una lista con dei nomi di antibiotici.
Hermione li lesse tutti, poi scosse la testa.
-Bene- asserì l'altro, scarabocchiando qualcosa.
-Ha mai subito operazioni all'apparato riproduttore?-
-No-
-Ha subito traumi all'addome come colpi o altro?-
-No-
-Fuma?-
-No-
-Soffre di qualche patologia genetica in particolare?-
-No-
-Ha ingerito massicce dosi di alcol barra alcolici barra sostanze nocive  recentemente?-
 
Hermione strinse i pugni in grembo. Sudava freddo.
-Si...- sussurrò preoccupata.
Il medico alzò lo sguardo con aria ambigua, poi posò la penna e il foglio sul tavolo. Poggiò la schiena allo schienale.
-Signora, anzi, signorina, è consapevole cosa ciò comporta?-
Hermione scosse la testa già preparata a quello che stava per sentire.
Gli occhi le si riempirono involontariamente di lacrime e si portò una mano a coprirsi la bocca.
Scosse la testa.
-C'è la possibilità di aborto spontaneo, purtroppo.-
Quelle parole la colpirono con una violenza fisica.
-Questo spiega la causa dei dolori addominali. Poi, ci possono essere complicazioni a livello dello sviluppo del feto, dato che l'alcol ingerito ha influito sul piccolo.-
Hermione rimase in silenzio, sempre con la mano poggiata sotto il naso.
 
-Dunque, lei mi ha detto di aver scoperto di essere incita l'altro giorno, dico il vero?-
-Esatto-
-Il bambino, signorina Granger, è bene che lei lo sappia... potrebbe presentare sintomi prima di nascere. Dico nel senso, sintomi che ci fanno capire che c'e qualcosa che non va. Comunque sia, ne scopriremo di più al quarto o al terzo mese quando procederemo con l'esame al liquido placentare. Fino a quel momento è bene che lei stia calma, tranquilla e vedrà che se seguirà quello che le dico starà bene.-
 
"Si, io starò bene. Ma lui no"
 
Hermione cercò di sbloccare quel groppo in gola.
-Va bene, va bene. Farò come dice-
 
 
***
 
 
•Londra Babbana, Appartamento di Hermione, Ore 6:37 p.m.
 
 
Nei tre giorni seguenti Hermione si era rinchiusa in casa, limitandosi ad uscire solo per andare da Daniel un paio di volte.
Harry le aveva mandato un gufo, ma aveva risposto in modo evasivo rifiutando l'uscita con lui e Ginny rispondendo che era carica di impegni. Falso.
 
Non che fosse depressa o altro, ma si voleva prendere una pausa dal mondo, esausta fisicamente per il lavoro che le risucchiava tutte le forze, ma anche psicologicamente.
Alla fine della terza sera passata a poltrire sul divano di casa, credette di aver definitivamente digerito l'idea.
Sì, era incinta. Non era uno gioco, né  un sogno, e tantomeno non si trovava dentro una specie di quei programmi televisivi dove facevano scherzi alla gente.
 
Mise in pausa il film, "Io e Marley" e il silenzio d'un tratto inondò l'aria.
Sospirò e si stropicciò la faccia, guardò fuori dalla vetrata alla sua destra.
Il sole d'inverno tendeva sempre a immergersi dietro le colline prima del previsto, fatto stava che sembravano già le otto di sera, quando erano invece solo le sei e mezzo.
 
"Sei e mezzo?!"
 
Hermione schizzò in piedi. Era tardi, e doveva prepararsi per andare alla cena. L'idea le vorticò in testa con una miriade di pensieri.
Rivedere Matt, rivedere Draco.
I due uomini che in quei mesi l'avevano fatta diventare matta.
 
"Cosa mettersi?" 
Hermione trafficò nell'armadio un po' agitata col pensiero di fare tardi.
Afferrò il vestito nero con il pizzo bianco sulle spalline. Era aderente con la gonna svasata che le sfiorava le ginocchia.
I capelli erano arruffati, ma non impossibili da aggiustare. Si truccò con Eye-liner e rossetto color carne, tanto per togliere l'aspetto da zombie che lo specchio rifletteva. 
Dopo aver messo le scarpe, era pronta. Afferrò il cappotto, la borsa, le chiavi e prima di smaterializzarsi passò davanti allo specchio.
 
Rimase immobile, studiandosi.
La sua figura risultava magra, ma la pancia non pareva piatta come tutti o giorni. Aveva avuto sempre un'addome perfetto, ma... in quel momento era diverso.
Hermione si spostò di lato, sistemandosi di profilo. Inarcò quel che bastava la schiena e le mancò un battito.
Si vedeva, quella piccola collinetta, quel piccolo rigonfiamento, si notava.
Ma probabilmente non per tutti era così evidente, poteva essere scambiato per gonfiore o altro. Solo lei che conosceva bene il suo corpo poteva constatare il cambiamento appena percettibile.
Le scappò un gemito, si accarezzò il ventre.
 
Un attimo dopo era fuori, decisa a fare qualcosa che avrebbe cambiato il suo destino.
 
 
 
 
 
-------------------------
 
 
 
Ciao a tutte!!
Eccomi qua con il nuovo capitolo :)
Avrete notato che è un po' più corto del consueto, ma ho preso la decisione che scriverò i capitoli più brevi per poter aggiornare più spesso. Che ne dite?
 
Passiamo alla storia... Vi piace il capitolo? Spero di si, anche se non accadono cose fondamentali. Beh, si: Hermione scopre dettagli importanti sulla sua gravidanza, e incrociamo le dita sul futuro del bambino, del quale tra l'altro, non sappiamo ancora il padre!! ;)
 
Al prossimo capitolo, quello della grande serata.
 
Baci,
B.
 
 
 
 
 

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Capitolo 26
*** CAP.26 Il riflesso della realtà ***


YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 26
 
 
 
 
 
A ilapietro98 e DramioneGleek
 
 
 
 
 
•Londra Babbana, Ore 7:10 p.m. 
 
 
 
 
 
Entrò nella sala, e rimase sconvolta. Era mai possibile che quello si potesse definire un ristorante? Non aveva mai visto una sala così elegante: imponenti lampadari di cristallo che scendevano con eleganza dal soffitto altissimo, tavole apparecchiate finemente, pavimenti splendenti nei quali potevi pure specchiarti, e sale enormi e spaziose. 
Hermione osservò con ammirazione tutto quel lusso. 
-Caspita...- 
 
Le venne incontro un cameriere chiedendole a quale nome avesse prenotato. Lei rispose quello di Matt e venne portata in una sala poco distante, appena sotto le colossali doppie scale in legno di mogano e marmo bianco.
Hermione si rese conto che forse il vestito che stava indossando non era appropriato alla serata, ma allontanò quella preoccupazione dalla testa. Aveva altro a cui pensare.
 
Arrivò al tavolo, o meglio dire ai tavoli. Più di cento centocinquanta persone  ad occhio e croce, stavano sedute o in piedi conversando amabilmente tra loro.  
Forse vi erano anche il doppio di quelle che Hermione si aspettava. 
Insomma, quella serata non sarebbe stata come il previsto.
 
-Hermione- si voltò.
Draco.
-Draco- mormorò facendosi più vicino a lui per salutarlo. E fu un po' strano, ma probabilmente lo percepì solo lei in quel modo. 
Lui era vestito elegante, con i capelli biondi platino pettinati in dietro, le scarpe lucide e la cravatta nera. 
Stringeva in mano due calici contenenti quello che all'apparenza sembrava vino bianco.
-Come stai?- 
-Bene,- mentì -Tu?-
-Anche io. Vuoi?- le porse uno dei due bicchieri.
Hermione scosse la mano e la testa.
-Oh, no grazie. Non per me-
-Come preferisci- Malfoy lo posò sul tavolo da buffet.
 
-Cara! Caro!- Giò la fece sobbalzare sbucando da dietro Draco. Anche lui era ben vestito, ma sempre con quel tocco stravagante tutto suo. Infatti il completo che indossava possedeva un papillon giallo. 
-Come state?-
Non li diede nemmeno il tempo di risponderle, che esclamò: - Tesoro! Con questo vestito sei un'incanto! Lasciatelo dire... Venite che vi presento un po' di persone! Sono pezzi grossi questi qui, quindi drizzate le orecchie per le opportunità!-
Mentre Giò tentava di trascinare Draco ed Hermione in mezzo alla folla, lei chiede scossa: -Scusa Giò, ma tutta questa gente? Da dove viene fuori? Da quanto avevo capito si doveva trattare di una semplice cena tra noi...-
 
-Si, mi sono permesso di invitare qualche amico- Matt si fece avanti staccandosi da un gruppetto a tre passi da loro.
Teneva le mani in tasca, con un aria che somigliava tanto alla sfrontatezza del dannato e impossibile che gli apparteneva molto tempo fa. Ed Hermione lo riconobbe in quel modo.
 
-Buonasera Hermione, sei semplicemente stupenda- 
Lei si sentì arrossire, e abbassò lo sguardo ringraziando.
Sentì gli occhi di Malfoy spostarsi da Matthew a lei.
-Ben arrivato anche a te, nipote- 
Draco fece un cenno. 
Qualche attimo di silenzio imbarazzante.
-Okay, ti presento ai miei numerosi amici, andiamo-  concluse poggiando una mano sulla spalla di Hermione e sorridendo, portandola dentro il vorticoso giro di persone famose.
 
-
 
Erano due ore e che era rinchiusa là dentro. Si sentiva stanca di restare in piedi, stringere le mani facendo finta di essere interessata, e rifiutare alcolici da camerieri vestiti in bianco e nero, che giravano per la sala muniti di vassoi lucidissimi.
Draco l'aveva perso di vista dopo appena dieci minuti, perciò era rimasta con Matt per tutto il tempo. Tentare di cercarlo con lo sguardo? Inutile. C'erano così tante persone che se ce ne fossero state cinquanta in più sarebbe stato faticoso addirittura muoversi.
Inoltre, dopo l'arrivo di Hermione si erano aggiunge anche altre persone. La sala era al completo.
Aveva mangiato con gusto, il cibo era molto buono e velocemente spariva dai tavoli dei buffet. 
 
In quel momento si era rifugiata in bagno, a prendere "una boccata d'aria". Si guardò al grande specchio circolare risistemandosi i capelli fuori posto.  Poi poggiò i palmi sul piano del lavandino in marmo. 
Sospirò.
Doveva parlare con Draco in tutti i modi. Entro la fine della sera doveva riuscire a incontrarlo e portarlo in un posto più tranquillo. Possibilmente non in bagno.
Sgusciò fuori, è nuovamente fu invasa da colori, suoni e odori.
 
Fece un passo, ma una mano l'afferrò da dietro tirandola via.
Hermione sussultò e si ritrovò faccia faccia con Draco Malfoy in persona. Si lasciò scappare un sospiro di sollievo.
-Draco- bisbigliò. -Mi stava per venire un colpo-
Si trovavano nella penombra che una colonna stile Antica-Roma lanciava, un po' in disparte.
Malfoy sorrise. Un angolo della bocca più alzato rispetto all'altro. 
-Vieni- disse prendendole un polso e indietreggiando, portandola con lui.
-Dove?- chiese Hermione opponendosi giusto un po'. -Dove mi vuoi portare?-
Draco le si accostò con lentezza e sensualità. Hermione rimase immobile mentre lui si faceva vicinissimo al suo viso.
Deglutì.
Oltrepassò la linea delle labbra, e arrivò a sfiorare con le sue l'orecchio di lei. 
-È un segreto- 
 
Hermione lo fissò mentre si scostava. Poi si guardò le spalle, alla ricerca di qualcuno che li stesse osservando. Nessuno.
Si voltò, e scrutando il celeste chiaro negli occhi dell'altro, annuì.
 
-
 
-Posso aprire gli occhi ora?-
Draco scostò le mani da sopra i suoi occhi e lei vagò con lo sguardo nell'ambiente circostante. 
Con le labbra semiaperte fissò la sala degli specchi davanti a lei.
-Cosa è questo posto?- chiese sorridendo.
I vari vetri trasparenti formavano una sottospecie di labirinto che confondeva la vista solo a guardarlo. 
Draco non rispose, ma con una risata bassa si infilò nella prima entrata del sistema.
-Ehi aspetta, dove credi di andare?-
 
Hermione stranita raggiunse l'apertura. 
-Draco?- esitò ad entrare.
Scalpiccio di piedi verso destra.
-Vediamo se riesci a trovarmi!- esclamò l'altro da qualche parte.
Hermione sorrise e si lanciò all'inseguimento.
-È un gioco?- chiese ad alta voce con fare eccitato, così che Malfoy la sentisse.
-E allora giochiamo- 
 
Gli specchi e i vetri la confondevano. Andava a sbattere prima in uno e poi nell'altro. Non trovava il percorso da seguire e le sembrava di essere messa a tu per tu con almeno una decina di sé stessa.
Per una frazione di secondo, intravide Draco o il suo riflesso con la coda dell'occhio. 
-Ti ho visto!- Si voltò, ma ad aspettarla trovò solo il suo.
E poi accadde ancora, verso sinistra. Stavolta era davvero lui. 
Hermione non perse un attimo, corse verso quella direzione e passò per una stretta apertura tra due lastre di vetro freddo.
Quasi non si era scordata di tutte sue preoccupazioni, e del reale motivo per il quale era là con Malfoy.
 
-Dii qualcosa- lo spronò, lo aveva perso di vista nuovamente.
Silenzio.
Poggiò una mano davanti a sé per non incontrare altri vetri messi a trabocchetto. Curvò e si trovò in un circolo ristretto formato da specchi deformati.
Riprese fiato un secondo. Dove si era cacciato?
Un'Hermione alta e slanciata contro un'Hermione bassa e tozza. Le venne da ridere osservando la sua versione grassa.
 
Delle dita fredde le calarono sugli occhi, di nuovo. Le riconobbe, come riconobbe il profumo quasi chimico della pelle di Draco, che viveva anche nei suoi abiti neri da sera.
Hermione sorrise maliziosa.
-Eccomi qua- 
-Eccoti qua-
Si voltò per guardarlo in volto, mentre lui abbassava le mani.
Si guardarono per un magico momento negli occhi, Draco le accarezzò la curva della guancia.
-Sei bellissima stasera- 
Hermione sbatté le ciglia più che per imbarazzo che per vanità.
-Io... Io- 
-Ssh- Draco spostò il suo volto più vicino a quello di lei di un paio di centimetri.
-Non dire niente- il suo sorriso la incantava.
Dal piano di sotto, partì una musica lenta da ballo. Le note di violoncello e pianoforte salivano lungo le scale fino a raggiungere le loro orecchie. 
 
Draco chiuse gli occhi e accostò dolcemente la sue fronte a quella di lei. Le sue mani scivolarono sui suoi fianchi, ed Hermione automaticamente, senza nemmeno che se ne accorgesse circondò con le sue il collo dell'altro. 
Chiuse gli occhi, Hermione, lasciandosi dondolare da Draco, seguendo i suoi passi  e i suoi movimenti.
Stese i nervi e anche l'ultimo muscolo teso si rilassò.
 
Perché si sentiva così bene quando era con lui? Se non ci pensava, le sembrava quasi normale, mentre c'erano dei momenti in cui non poteva proprio crederci. La situazione che stava vivendo, Draco, lei come attrice, il bambino. 
Tutto questo aveva inciso la sua pelle, ma non sfregiandola come poteva aver fatto una cicatrice.
 
Destra, destra, sinistra, destra... 
 
Le sfuggì un sospiro.
-Perché sospiri?-
Hermione avvertì che la stava guardando, aprì gli occhi e continuando a ballare fissò i loro piedi muoversi all'unisono.  
Si fece seria, arrestandosi.
-C'è qualcosa che non va?- Draco si incupì.
-No, no è solo che...- alzò lo sguardo facendo spallucce.
 
-Cosa siamo noi, Draco?- 
 
Sorrise sollevato.
-Possiamo essere quello che vuoi tu, se ti va-
-Si, ma... cosa sono io per te? Adesso, in questo momento.-
-Devo essere sincero? Non lo so. La verità è che ti volevo solo chiedere perdono. Scusa per tutto, per come mi sono comportato ultimamente, e per non averti creduto quando non stavi mentendo, e per avere mentito invece io, sui miei sentimenti.-
Sembrava un discorso pensato.
-So che è... da pazzi- rise. -Ma tu sei diversa, sei speciale. Non so cosa ci sia in te, non so davvero. Se mi sono comportato come mi sono comportato, per la storia di Matt e tutto, era solo perché mi sono sentito messo... da parte, ecco. Ero geloso, lo ammetto. Questo sentimento andava in contrasto con tutti gli altri, e non capivo cosa mi stava succedendo, perché ti pensavo così tanto, perché mi bruciava il petto quando vi vedevo insieme, ed ero arrabbiato. Arrabbiato con me stesso, e anche con te. Mi trovavo lunatico, con mille decisioni da prendere e scelte da fare.- 
Hermione ascoltava in silenzio, assaporando ogni singola parola. Anche l'orgoglio aveva superato adesso? Per lei...?
-Hermione, tu sei l'unica donna che sia riuscita a farmi...- esitò, mordicchiandosi il labbro inferiore. -Innamorare-
Si guardarono negli occhi consapevoli. Forse per la prima volta.
 
Hermione si tuffò nelle sue labbra, esitando solo un secondo per non apparire troppo avventata. Lui rispose, e come se non fosse passato neanche un secondo, dal primo bacio che i due si erano cambiati a Parigi, Hermione avvertì le farfalle nello stomaco, la testa andare in tilt, e il cuore accelerare per poi perdere di colpo battiti.
Ma era anche diverso, perché quello era un bacio vero, di due persone innamorate.
Non lo facevano per finzione, e nemmeno perché presi dalla frenesia del momento. 
C'era qualcosa di profondo adesso, del quale sentimento le radici affondavano in un terreno morbido e franoso, dannatamente instabile. Ma pur sempre esisteva, e resisteva. E anche se fosse caduto, adesso c'era la speranza che uno dei due sarebbe riuscito a metterlo nuovamente al suo posto, rinforzandolo.
 
Era il momento.
Hermione si staccò.
-Devo dirti una cosa- sussurrò a fior di labbra.
-Dimmi, ti ascolto-
 
Veloce e indolore, o lento e meno shoccante? 
-Sono incinta- 
Draco strabuzzò gli occhi, e lascio cadere le braccia lungo i fianchi.
-Cosa...?- 
Lei annuì.
-L'ho scoperto quattro giorni fa. Per puro caso. Non mi sentivo bene, e... l'hanno visto.-
Draco rimase in ascolto, con aria seria ma soprattutto incredula.
 
La musica cessò al piano di sotto, ed esplosero gli applausi che coprirono il silenzio che si sarebbe inevitabilmente venuto a cercare.
Lui non parlava. Cosa stava pensando? 
Non era un buon segno? Ad Hermione salirono le lacrime agli occhi.
-Che c'è? Adesso non parli?- la voce incrinata.
-Come è potuto...- si bloccò, fermando la mano a metà in aria. Si portò l'altra sul capo e passandosi una mano tra i capelli, riposò le palpebre per alcuni instanti.
-Dimmi di chi è- 
 
Il punto critico.
 
-Io... Io non lo so Draco-
-E suo?- 
-Non lo so, davvero... Per il test del DNA dovremo aspettare alcuni mesi, e il medico dice che...- non riusciva a parlare, aveva bisogno di piangere ma non lo avrebbe fatto.
 -Cosa? Cosa dice?- 
 
-Lo sai...- si premette le dita sotto il naso, guardando in basso.
 
-È... È che ho ingerito tutto quell'alcol...- Hermione era sull'orlo del pianto. Faticava a esprimersi
-E sai che effetti può riversare...-
Malfoy ci mise un po' prima di poter collegare, ma poi afferrò.
Hermione di slanciò si buttò tra le sue braccia. Affondò il volto in quel petto caldo e chiuse gli occhi. Le sfuggì un singhiozzo mentre avvertì che la mano di lui le accarezzava la testa.
-Ho tanta paura, Draco- 
 
-Vedrai che... Andrà tutto bene-
-Quindi resterai?- il cuore di Hermione fece un balzo. Temeva la risposta.
-Si, resterò.-
 
 
 
                          ***
 
          •Due settimane dopo•
 
 
Hermione si svegliò per il tocco leggero di una mano sulla sua spalla.
Aprì gli occhi sobbalzando, e aspettò che la luce si attenuasse.
Poi incrociò Draco, le sorrideva e stringeva un pacchetto nell'altra mano.
-Buongiorno- il suo tono era dolce e caldo.
Hermione sorrise stiracchiandosi.
-Buongiorno Mrs Malfoy-che-entra-nelle-case-senza-permesso-
-Scusami, mi sono permesso di farti una piccola sorpresa-
Si accovacciò all'altezza del materasso e le mise davanti la scatola impacchettata.
Pasticcini.
-Non dovevi, lo sai- ringraziò, ma la verità era che aveva una fame incredibile.
Hermione si mise a sedere, e tirò i fili che contenevano le paste ancora calde.
-Come stai?- 
-Bene, direi bene-
-E... Ripetimi il prossimo appuntamento dal medico quando sarà?-
Hermione lo scrutò di sottecchi, era proprio incredibile, ma in senso assolutamente positivo.
-Tra nove giorni- ripeté mettendosi in bocca una bignè alla crema. 
 
Draco la sosteneva sempre, dopo qualche giorno di incertezze aveva confidato tutto a Ginny e a Harry. Avevano reagito stranamente, assicurandole che poteva contare su di loro, ma comunque sia dovevano ancora abituarsi all'idea di un'Hermione incita.
Lei e Malfoy ne avevano parlato il più delicatamente possibile, anche se il tasto dolente era inevitabile che venisse schiacciato.
 
~
 
-Tu sai che ci sono due possibilità, Hermione- 
Lei annuì sedendosi sul letto matrimoniale appena rifatto da qualche cameriera.
-Qualunque essa sia,- lo interruppe -Qualunque sia la verità, hai promesso che saresti rimasto. Ricordi?-
Draco smise di ordinare le sue cose dentro la valigia e chiuse l'anta dell'armadio. Andò da lei.
-Si, assolutamente si. Ma voglio che tu sappia anche che dovremo dirlo a Matt...- si sedette accanto a lei e le alzò il mento al suo livello. Inarcò le sopracciglia -Voglio dire, il bambino potrebbe essere il suo- chiosò nascondendo l'espressione addolorata.
 
Lei deglutì. 
-Se... Se così sarà, dovremo accettarlo, ma ti prego, aspettiamo almeno un altro po' di tempo- 
Dopo alcuni istanti Draco risposte che andava bene. Le accarezzò la mano.
-Voglio che quando avrai bisogno di aiuto io sia lì per sostenerti-
Hermione increspò le labbra.
Si baciarono brevemente.
-Ti aiuto, vieni- asserì, alzandosi e arrivando alla scrivania con sopra i bagagli. 
 
 
 
 
 
-------------------------
 
 
 
Capitolo concluso! 
Mi ha portato difficoltà a scriverlo, perché inizialmente avevo messo una parte che non mi convinceva, e quindi ho voluto cancellarla per poi riscriverla diversamente ma non avevo ispirazione, poi dovevo assolutamente finire di leggere Divergnet (è bellissimo! Ve lo consiglio nel caso non l'aveste già letto).
Va beh, altrimenti sarebbe stato già pronto un po' prima. :)
Non mi soddisfa molto, non so perché... Ma spero che a voi piaccia.
 
In ogni modo, d'ora in poi i capitoli saranno diversi dal consueto. Mentre prima descrivevo giorno per giorno o quasi, adesso farò degli "sbalzi temporali", perché se dovessi scrivere 9 mesi di gravidanza non finirei più...
 
Tranquille, non vi annoierete ;)
 
Spoiler:
 
"-Ron...-" 
 
Piccolissimo ma intenso! 
 
Baci,
B.
 
 
 
 

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Capitolo 27
*** CAP.27 Christmas time ***


YOU WERE IN MY HEART 
CAP.27
 
 
 
 
 
 
 
•11 dicembre
 
 
 
Ci stavano andato piano. Fretta non ne avevano. I giorni passano identici, placidi e tranquilli. Draco era dolce, aveva domato il suo animo irrequieto, e se le cose fossero andate avanti così, la relazione fra i due avrebbe avuto solo la facoltà di decollare.
Malfoy era tornato da sua madre, per assisterla durante la malattia che la piegava. 
Il suo tempo era diviso tra lei ed Hermione. 
 
-Come sta?- 
-Come ieri- rispose Draco togliendosi il cappotto di pelle.
Hermione sospirò abbassando le spalle.
-Meno male che ci sei tu con lei, se fosse sola sarebbe una situazione terribile da affrontare...- 
Lui si mise a sedere al tavolo, versandosi l'acqua nel bicchiere. Non rispose. 
-Un giorno dovrai conoscerla- asserì infine.
-A pensarci bene.... Direi al più presto...- 
Hermione si irrigidì. L'idea di incontrare Narcissa Malfoy la rendeva nervosa e inquieta. E se non fosse piaciuta? 
-Certamente- disse pulendosi le mani al grembiule, dopodiché afferrò la pentola sottraendola ai fornelli, e la poggiò sul tavolo. 
-Ho fatto la zuppa- sorrise.
 
 
 
•15 dicembre 
 
 
-Lo vedete?- 
Il freddo del metallo la faceva rabbrividire. Draco si acquattò più vicino a lei.
-Si...- sussurrò Hermione sciogliendosi in un sorriso sincero e sprizzante di gioia. 
Una piccola macchiolina bianca su sfondo grigio che si muoveva appena.
-Io non riesco a vederla- aggiunse Draco strizzando gli occhi.
-Ah si! Ora la vedo!- esclamò dopo poco.
Hermione gli accarezzò il braccio.
-È ancora molto piccolo, ma si sta man a mano sviluppando .- affermò il ginecologo. 
-Adesso stampo l'ecografia- concluse avviandosi alla stampate.
-Lei come si sente, accusa malesseri?-
-Va molto meglio, grazie- 
Draco la guardò, poi i suoi occhi si piantarono nuovamente sullo schermo.
Anche solo l'idea che quella macchiolina potesse essere suo figlio gli trasmetteva una scarica di adrenalina incredibile. 
 
 
•17 dicembre 
 
 
-Aiutami, non arrivo a mettere la stella, è troppo in alto- 
Draco le prestò soccorso, e infilò il puntale all'estremità dell'albero di Natale.
-Ecco fatto- 
Hermione si allontanò di qualche passo per studiare il risultato. 
-Come ti sembra?- chiese.
-Carino- 
In realtà non era niente di che, Hermione amava l'atmosfera natalizia e pur in ritardo si era ostinata a costruire l'albero agghindandolo di alcuni nastri, classiche palline e lucine. 
Draco la raggiunse piazzandosi dietro di lei. Le accarezzò la pancia curvandosi un po' per incastrare il mento tra il collo e la spalla dell'altra. Il suo odore gli ricordò quello dolce delle mandorle e fiori di prato appena colti. 
-Vedrai, sarà un Natale stupendo- 
Hermione annuì girandosi per baciarlo, ma in quel momento suonò il campanello. 
Si interruppero guardandosi con aria interrogativa, lui andò ad aprire la porta.
 
-Draco?- disse una voce maschile fuori dall'uscio.
Hermione accorse per vedere chi fosse venuto a farle visita.
-Oh, Matt!- 
Lo salutò con un abbraccio al quale lui non si concesse totalmente. Hermione avvertiva il suo sguardo e quello di Draco scontrarsi. Si palpava la tensione.
 
-Allora, qual buon vento?- fece due passi indietro, tornando accanto a Malfoy.
Matthew si trovava in imbarazzo.
-Vuoi entrare?- aggiunse Hermione stringendosi nel golf e tentando di nascondere la pancia, come se fosse incinta di nove mesi, quando quasi non si notava. 
-Oh, no... Ero passato per un saluto.-
Nascondeva qualcosa dietro la schiena, era un pacco regalo.
-Vi auguro un Buon Natale, da parte mia e degli altri, dato che non ci vedremo più prima del 25 dicembre.-
-Auguri anche a te, passa delle buone feste- 
 
Draco fino a quel momento non aveva spiccicato parola. Hermione gli diede un colpetto con la spalla.
-Ehm..? Ah si, buon Natale- tirò un sorriso.
Silenzio.
-Beh, sarà meglio che vada, ho molte persone da salutare, ci vediamo dopo le vacanze- salutò con un cenno entrambi, e si smaterializzò.
 
Draco chiuse la porta.
-Hai visto come mi ha guardato? Come ti ha guardata...- 
-Draco, ti prego. Non c'è niente di male, è stato carino a farci gli auguri.-
-Si lo so, ma proprio non lo sopporto-
-Rimane comunque tuo parente. Ceca di restarci in buoni rapporti. E poi magari non si aspettava di trovarti qui-
-Non finché non smetterà di provarci con te, Hermione.- la sua voce era dura.
Lei si piazzò davanti a lui sbarrandogli la strada.
-Che ti importa? Io ho scelto te, Draco. Sei l'unico.-
-Ti aveva portato perfino un regalo, io...-
-L'unico che conta per me adesso non è lui. Sei tu. Non lo capisci questo?-
Si zittì. Poi si voltò e andò a sedersi sul bordo del letto matrimoniale. Le mani tra i capelli.
 
-Il fatto è che non riesco... Non accetterei mai la cosa...-
-Quale cosa?- Hermione gli si mise difronte.
-Se il figlio fosse suo. Tu ti allontaneresti da me, lo so. Sarà così, e poi con il fatto che è Matt il padre, ti innamorerai di lui scordandomi, e io non riesco ad accettarlo.-  
Hermione buttò fuori l'aria dai polmoni e lo guardò apprensiva. 
Gli prese le mani chinandosi.
-Non andrà così. Lo sai nel profondo del cuore, Draco.- accostò le loro labbra e lo baciò con passione. 
Scivolarono sul piumone freddo che fece rabbrividire entrambi. 
Draco posò le sue labbra sul collo di lei, e le fece cadere lungo le spalle le palline del cardigan. 
Una scarica simile a quella elettrica  attraversò il corpo di Hermione da capo a piedi. Aveva voglia di lui adesso. Lo voleva davvero. 
 
Non si sentiva nervosa perché non era sicuramente la prima volta che condivideva il letto con Draco. 
I sentimenti rispetto all'ultima volta erano cambiati, certamente, ma sempre forti erano rimasti. Ormai l'amore aveva riempito tutto lo spazio che occupava l'odio reciproco dei due amanti. 
Draco la prese per la vita e con un braccio e con l'altro si resse sopra di lei. I loro respiri erano tutt'uno e le loro labbra si riunirono subito assaggiandosi, conoscendosi per l'ennesima volta. 
Con dolcezza Hermione gli cinse i fianchi e cominciò a sganciare la cintura nera  di lui, che scese con le labbra ad assaporare il petto di Hermione, accarezzandole i capelli disordinati. 
Una mano dell'altra cercò il volto pallido di Malfoy sfiorandolo con tenerezza, mentre lui iniziò a spogliare Hermione, coprendola di baci come per ricordarle che era solo sua e lui apparteneva unicamente a lei. 
Arrivò alle mutandine che le sfilò grazie ad un unico gesto. 
Poi, quando Draco cominciò Hermione pensò di svenire, con una mano si copriva il viso mentre l'altra la fece scivolare fino ai capelli biondi, quasi bianchi, di Draco. 
I gemiti usciti dalla bocca di lei portò Draco ad essere sempre più eccitato fino a quando, non riuscendoci più, si sollevò andando a baciare Hermione, e con un colpo di reni entrò in lei. 
Passione, forza e dolcezza assemblavano i due, che insieme raggiunsero l'orgasmo.
Draco le baciò delicatamente il labbro e si distese accanto a lei, pronto per una notte, o per una vita da condividere.
 
~
 
-Ti ricordi quella volta che... Ti tirai uno schiaffo?- chiese Hermione con tono dolce.
Draco rise divertito.
-Si, si... Eccome se me la ricordo-
-Eravamo al terzo anno. E tu eri così insopportabile... Così dannatamente impertinente- Hermione smise di accarezzare il petto nudo di lui, con una risatina bassa e maliziosa. Alzò la testa poggiando il mento sul braccio dell'altro che gli andava a coprire la nuca sotto il cuscino. 
Draco le lanciò uno sguardo, poi disse:
-E io ti detestavo, ma sapevo nel fondo del cuore di desiderarti. Eri un qualcosa di impossibile, per il semplice fatto delle nostre diverse nature... Ma ora, ora è diverso.-
Hermione riprese ad accarezzargli il petto.
-E ti ricordi quando... Era i giorno della Battaglia di Hogwarts. Ti incontrai nel corridoio. Stavo correndo, Ron era più avanti e tu sbucasti da una stanza e mi venisti addosso.- fece una pausa assaporando il silenzio.
-Mi ricordo il tuo volto. Era sporco di fuliggine e graffiato di tagli freschi. I capelli spettinanti ti cadevano in confusione sulla fronte, nello stesso stato nel quale ti trovavi tu, del resto. L'ho letto nei tuoi occhi in quella frazione di secondo che mi fissasti intensamente.- sorrise, poi continuò.
-I tuoi vestiti neri tirati a lucido si trovavano ridotti in uno stato peggio del mio e quando ti vidi, avrei voluto ucciderti, giuro.-
-Ricordo anche questo, anche se non vorrei- chiosò il biondo. 
-Tu eri dalla sua parte, tu lo stavi aiutando. Eri il male, Draco e per colpa tua e di Voldemort, Harry stava per morire. Ti detestavo con tutta me stessa.-
Lui rimase zitto, poi parlò.
-Dopo i secondi di sbalordimento però ti ho spintonato e mi sono rialzato sovrastandoti, la bacchetta in pungo. La tua era caduta al momento dell'impatto e ti restava troppo distante per raggiungerla.-
Hermione avvertì la mano di Malfoy scivolare sulla sua spalla e stringerla a sé.
-I due ragazzi che si trovavano con te non interruppero la fuga e in un attimo e rimanemmo soli.- aggiunse lei. 
Draco riprese.
- La tua espressione era decisa e accesa dalla determinazione. Mi tremava la bacchetta. Il tuo sguardo sfidava il mio come in un vero e proprio duello, e mi incantai quasi a fissare l'astio che i tuoi lineamenti mi mostravano. Poi udii una voce, era quella di Nott. Mi chiamava dal corridoio accanto e sapevo che se fosse accorso ti avrebbe fatto del male. Perciò...-
-Perciò mi lasciasti andare. L'unica cosa che mi lanciasti quel giorno fu uno sguardo vacuo e indecifrabile. Abbassasti la bacchetta e ti allontanasti, lasciandomi sul pavimento sporco e polveroso.- 
-Mi allontanai con passo deciso cercando di mantenere la calma, fingendo di non averti mai incontrata, dicendo agli altri che avevo imboccato un corridoio sbagliato.-
-Mi rialzai da terra e spazzolandomi i vestiti capii per la prima volta che tu, forse, non eri quello che sembravi.-
Osservandosi, piegarono le labbra all'insù. Felici, di essersi trovati. 
 
 
Matt si smaterializzò davanti al Manor. Cercando di non pensare a niente, aprì il pacchetto di sigarette, ne prese una e con uno schiocco di dita accese l'estremità che si fece rossa in un attimo. 
Abbandonò di getto il pacco arancione sullo scalino sul quale si sedette. Al suo interno, qualcosa tintinnò all'impatto con il marmo. 
Matthew aspirò e inspirò. Fissava il cielo e piano piano, si allontanò dalla realtà. 
Non era triste, o almeno non voleva auto considerarsi tale. 
Sapeva come sarebbe andata a finire, l'aveva sempre saputo.
Perciò, cosa ne ricavava a piangersi addosso?
 
Finita quella, prese un'altra sigaretta, e poi un'altra ancora. Finché non finì il pacchetto.
 
 
 
•25 Dicembre 
 
 
-Hermione...- Draco le sussurrò in un'orecchio. Quella sera era rimasto a dormire da lei, e il giorno dopo Natale li attendeva.
-Buongiorno, Draco...- si stiracchiò e girandosi su un lato gli depositò un casto bacio sulle labbra. Poi aggiunse: 
-Buon Natale- sorrise
-Sarà un'ottima giornata purché stia con te, lo sai-
Quelle parole le scaldarono il cuore. Si sentiva felice, Hermione.
L'aria natalizia era palpabile, e il giorno si presentava solare più del solito.
 
 
 
 
 
 
-Che cosa è?- 
Hermione scosse la scatola origliando al suo interno il tintinnio.
-Attenta che è fragile- l'avvertì lui.
-Apro allora- 
Cominciò a scartare l'involucro con una certa impazienza, curiosa di svelare il suo interno.
Quando la carta rosso scuro fu a terra, ad Hermione non rimase che aprire la scatola quadrata e misteriosa poggiata sulle sue ginocchia.
Prese un respiro, poi alzò il coperchio.
 
Un sonaglio. Un sonaglio argentato ma dai bordi smaltati di rosso e verde. In fondo al pacco il metallo catturava la prima luce della mattina, facendone brillare i dettagli curati con finezza.
-Draco...- mormorò portandosi una mano sulla bocca. L'altro sorrise teneramente, stringendosi le gambe al petto.
Hermione tirò fuori l'oggetto e ne riconobbe subito i particolari. Ebbe un balzo al cuore mentre una miriade di ricordi le tornavano in mente. 
All'estremità del sonaglio era incisa da un lato, lo stemma dei Serpeverde. Il verde laccato che risaltava sull'argento ancora più brillante. Dall'altra, completando il manico arrotondato, lo stemma della sua casa, quella dei Grifondoro. 
Riconobbe il grifone e l'inconfondibile rosso acceso. 
-Volevo solo... Che nostro figlio, cioè, tuo figlio,- si corresse. -Lo avesse, per ricordare-
-È bellissimo Draco, davvero... Grazie mille- le luccicavano gli occhi. 
Sfiorò l'argento lavorato e il serpente in rilievo, simbolo della casa a cui apparteneva Draco.
Lo scosse e risuonò un tintinnio angelico. Hermione se lo strinse al petto, portandolo all'altezza poi della pancia.
-Che ne dici? Ti piace?- parlò al bambino dentro di lei.
-Si, dice che gli piace- si voltò verso di lui, smagliante.
Vide un Draco tenero in pigiama, che si stingeva le ginocchia seduto a terra davanti all'albero di Natale. Alle spalle la vetrata del salone, che gli illuminava i capelli arruffati e i contorni della sua figura. L'accento di barba, il sorriso dolce. 
Fece spallucce.
-Di niente, l'ho fatto col cuore- 
 
Questa frase quattro mesi prima non l'avrebbe mai detta.
 
 
 
 
 
 
 
Il telefono squillò due, tre, quattro volte prima che Draco uscisse dal bagno con la schiuma da barba ancora sulle guance. 
-Vai tu?- domandò a voce alta Hermione dalla camera da letto, mentre indossava il vestito rosso giusto per la festività. 
-Si!- rispose rivolto verso di lei, poi alzò la cornetta. 
 
 
 
 
-Chi era?- Hermione era pronta e splendida. In salotto finì di chiudersi la zip sulla schiena e continuando a camminare arrivò in cucina.
Il sorriso però, le morì sulle labbra.
Draco era seduto su uno sgabello del tavolo con le mani che gli coprivano il volto.
-Che è successo?- chiese allarmata andandogli vicino.
-Non posso oggi Hermione... Non posso stare qua- il tono basso e simile al depresso.
-Draco- lo chiamò lei. -Che c'è?- il suo dolce.
Poi capì. Narcissa. Sospirò serrando labbra e palpebre.
-Draco... Mi dispiace così tanto- 
Silenzio. 
Allora lo abbracciò tentando di rincuorarlo ma le sembrò di non esserne capace. 
-Va da lei-
-È Natale...-
-Non importa, va bene. Va da lei- 
 
Malfoy si alzò, gli occhi non portavano tracce di pianto ma solo di dolore. 
-Sei bellissima-  le disse, ma anche quel complimento non tirò su di morale nessuno.
Hermione sorrise tristemente e lo baciò prima che si smaterializzasse. 
 
 
 
 
--------
 
 
Che dire, dopo un bel po' ecco qua il capitolo.
 Mi scuso per il ritardo ma da ora in poi sarà un po' così... Mi dispiace :(
 
Spero caldamente che vi sia piaciuto❤️ 
Volevo anche ringraziare tutti le fan che seguono la storia e che hanno tanta tanta pazienza riguardo ai miei tempi di aggiornamento, e grazie ancora per le recensioni. Vi adoro *-*
 
 
(Ah, un grazie super special va alla  Camilla per le sue parti porno 🔝✋ ananahahahahah) 
 
Niente spoiler, alla prossima 
Baci
B
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 28
*** CAP. 28 Matthew Stembasky ***


YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 28
 
 
 
 
 
•26 Dicembre 
 
 
 
 
Draco rientrò in casa in tarda nottata.
La camicia bianca fuori dai pantaloni neri. I capelli biondi che tradivano la lacca uscendo fuori posto. Le occhiaie scure, lo sguardo disorientato, assente.
Hermione era rimasta alzata tutta la notte ad attendere la sua rincasata. 
Si alzò in un attimo appena udì Draco smaterializzarsi davanti a lei in salotto. Sgranò gli occhi sbattendo più volte le palpebre che tendevano a chiudersi vogliose di riposo.
Lo raggiunse in pochi passi con espressione inquieta, le mani protese in avanti per abbracciarlo.
-Allora...?-
Lui quasi la scansò evitando il suo sguardo. Poi sprofondò nel divano.
-Sta bene. Cioè, no. Sta meglio, non bene.- 
Silenzio.
-Ha avuto una ricaduta ma... Le hanno somministrato dei farmaci sperimentali che sembrano attenuare, o per lo meno rallentare il propagarsi del morbo nel suo corpo. Ancora non sappiamo cosa succederà.-
Hermione annuì. 
Non conosceva Narcissa ma le dispiaceva molto vedere Draco in quello stato. La sofferenza degli altri diventava la propria e questa sua empatia innata la faceva soffrire più di quanto in realtà non dovesse.
-Potevi raggiungermi all'ospedale Babbano- disse Malfoy.
-Ci avevo pensato, ma temevo di disturbarti- 
Lui scosse la testa.
I primi raggi mattutini fecero la loro entrata nel salone. Entrambi si volsero in cerca del sole, che ancora però non mostrava il suo volto.
-È mattina, vai a riposarti. Hai bisogno di dormire nello stato in cui ti trovi- asserì Draco cercando di addolcire la voce.
Hermione abbozzò un sorriso.
-Vado- 
-Aspetta-
-Si?-
-Oggi non è più Natale-
-Lo so...- Hermione non voleva che Draco si sentisse in colpa per non aver passato quel giorno assieme a lei. Non dipendeva da lui la malattia di sua madre.
-Beh?- aggiunse un po' perplessa.
Draco mostrò il suo primo accenno di sorriso da quando era tornato, e sembrava più sincero di quanto lei non si sarebbe aspettata.
-Buon ventisei dicembre-
Triste, ma dolce.
 
 
 
•17 Gennaio
 
 
 
-Eccola Signora. Sta crescendo a vista d'occhio, eh?- 
-Già... Sta proprio crescendo a vista d'occhio...- disse Hermione tra sé e sé. 
Prese il foglio della sua terza ecografia in mano, con l'altra si accarezzò la pancia.
Draco non era con lei quel giorno. Aveva un impegno che gli avrebbe occupato l'intera giornata, perciò arrangiandosi era dovuta andare da sola.
Stretta di mano veloce dopo le solite raccomandazioni, dopoché la visita del mese si concluse.
Non mangiare questo, non bere quello, non fumare. Lo sapeva benissimo.
 
 
Si smaterializzò ai piedi dell'edificio in cui abitava. Aprì la portiera e cominciò a salire le scale energicamente. Quel giorno si sentiva in forze, e felice. Il bambino stava bene, dall'ultima difficoltà nella gravidanza che aveva riscontrato risaliva a tre mesi prima, quando aveva scoperto di aspettare un piccolo. 
Non vedeva l'ora di dirlo a Draco, ne sarebbe stato contento anche lui. 
Teneva in mano i fogli del l'ecografia come se fossero preziosi tesori e li sfogliava sorridendo. Immaginò l'espressione di Malfoy una volta tornato a casa. 
 
Mentre era immersa nei suoi pensieri e con gli occhi incollati sulla piccola pallina nera e grigia stampata sul foglio bianco, andò a sbattere contro qualcosa. Alzò lo sguardo troppo tardi, distratta, e per poco non rischiò seriamente di finire com la faccia sul pavimento. Si riprese all'ultimo, mollando la presa sui fogli che gelosamente custodiva nel pugno. Questi si sparpagliarono per terra e lei si aggrappò alla prima sporgenza che incontrò. 
-Ahia- 
-Tutto... Tutto apposto?- 
Alzò il mento. Era Matt.  
Silenzio. Si guardarono negli occhi; lei sorpresa, lui preoccupato.
-Matthew...- mormorò Hermione.
-Come stai?-  si scostò.
-Io... Bene, tu?-
-Bene anche io grazie- 
Non poteva stare lì a parlare. Se avesse abbassato lo sguardo cosa sarebbe successo? I fogli con le fotografie della visita del giorno giacevano a terra ognuno rivolti dalla loro parte più rivelante. 
Imprecò nella mente.
-Scusa Matt, deduco che tu sia qui per vedere Draco, ma oggi aveva un impegno e non rientrerà prima di sera. Io devo andare adesso, anche io ho un sacco di cose da fare.- lo informò, poi il più naturalmente possibile si chinò per cercare di raccogliere l'ecografia. 
-Lascia fare, faccio io-
 
*No, no, no...*
 
Lo sentì avvicinarsi e agguantare un foglio prima che lo facesse lei. 
 
Era evidente. Anche troppo evidente. 
Matt non potette che non notarlo, e come biasimarlo?
Da prima, schiuse le labbra increspando gli angoli in un'espressione tra il sorpreso e lo sconcertato. Inarcò le sopracciglia e senza alzare la testa, dopo aver esaminato tutto sollevò gli occhi posandoli sue quelli di Hermione, affamati, per non dire arrabbiati. 
 
Matthew non disse niente, aspettò qualche istante attendendo che lei aprisse bocca per prima, ma non successe.
-Sei incinta.- 
Non era una domanda.
-Matt io...- attaccò subito sulla difensiva ma venne interrotta.
-Tu...-
-Matt ascoltami..-
-...sei incinta?-
-Lascia che ti spieghi per un secondo!-
-Hermione ma che diavolo...-
-Te l'avrei detto! Giuro!-
-È uno scherzo o cosa?- 
Le voci si accavallavano tra di loro creando un interseco di parole indistricabile e incomprensibile. 
Si alzarono in piedi, e davanti al portone di Hermione dove si trovavano, iniziò la discussione; quella che Hermione teneva più di tutte. Prima o poi era consapevole che sarebbe dovuto accadere.
 
Ed eccola lì, cimentata a trovare il modo migliore per raccontare a Matt tutta la storia, e dirgli che forse era il padre, e che era innamorata di Draco, e che non sapeva cosa sarebbe successo, e che si trovava in un mare in burrasca con una scialuppa di salvataggio sgonfia e che presto, se senza soccorsi, sarebbe annegata. 
-Calmati! Ti prego!- 
Lui si zittì, arrestando il braccio con in mano l'ecografia spiegazzata bloccata a mezz'aria.  
Lui era sono euforico per la notizia, Hermione era quella veramente in panicata e nervosa come non mai.
-Ti prego... Fammi spiegare- aveva quasi il fiatone. 
-Ma non qua fuori...-
 
 
 
 
 
27 m later
 
 
 
 
 
Sbatté la porta con aria ferma. Una figura minuta lo seguì a ruota.
-Ma allora?- gridò con le lacrime agli occhi che smaniavano per assaggiare il pallore delle guance. 
Lui nemmeno parve aver sentito. 
-Matt!- 
Lo raggiunse scendendo le scale furiosamente e lo afferrò per un braccio voltandolo con veemenza. 
-Ma che fai? Adesso che ti ho spiegato ogni cosa, cosa stai cercando di dirmi? Che se il figlio sarà tuo non ci sarai? Che non vuoi problemi o preoccupazioni? Perché non parli, perché stai zitto? Dii qualcosa, dannazione!- 
Mostrava i denti come un'animale feroce, ma di feroce Hermione aveva ben poco. L'espressione digrignata non per la ferinità ma per disperazione, i piedi scalzi. 
 
Lui la fissava portando allo stremo i muscoli del volto al fine di risultare una maschera impassibile, immutabile. Non umana.
-Mi hai deluso, Hermione.- disse infine con fare da padre autoritario che rimprovera la figlia.
-Che avrei dovuto fare? Cosa credi, che sia stato facile?- 
-E tu cosa credi, che per me sia facile pensare adesso? Dovevi avvertirmi subito. Fino ad ora mi hai lasciando in disparte in tutta questa storia, come se non fossi importante, mentre aspetti nel ventre un figlio che potrebbe essere il mio!- 
Guardò in alto, alzò gli le braccia e si mise ancora una volta le mani tra i capelli. Dalla bocca gli uscì un verso di gola, quasi di rabbia.
 
Lei piangeva. Si sentiva in colpa, troppo in colpa. Avrebbe dovuto, era vero. Solo che le era mancato il coraggio di dirgli la verità, e temeva che così facendo avrebbe peggiorato le cose.
-Avremo fatto il test, lo faremo tra un mese...- 
-Adesso parli anche al plurale...- disgustato. Lei lo ignorò.
-Se non fosse stato tuo, non ci sarebbe stato motivo di averti messo preoccupazioni senza motivo, capisci?...-
-No, no Hermione non capisco.- gesticolava in modo frenetico.
-Perché Draco doveva sapere e io no? In fondo io e lui abbiamo la stessa probabilità di essere il padre.-
-No... Non del tutto-
-Da quando mi hai spiegato si.-
-C'è dell'altro.-
 
Matt si ammutolì.
Il silenzio durò pochi secondi ma fu intenso.
-Sai cosa? Non lo voglio sapere.-
Hermione scosse la testa e abbassò gli occhi coprendosi la faccia con la mano. Le scappò un singhiozzo.
-Auguri. Fammi sapere quando ti sarai decisa a farmi sapere se è mio, oppure quando nascerà. O che so... che ha compito il suo diciottesimo compleanno.- 
Lei non rispose. Era inutile continuare. Matt aveva le sue ragioni per arrabbiarsi con lei, ma avrebbe potuto reagire diversamente. Senza aggredirla, senza farla piangere, senza darle troppo contro. Non nello stato in cui si trovava...
-Ti saluto.-
 
Si voltò, ma prima di sparire dalla sua visuale aggiunse senza voltarsi a guardarla:
-E porta i miei saluti anche al tuo fidanzato-.
Ma non era serio, dalla sua bocca fluiva veleno, lo steso che ammalava il suo cuore. 
 
-
 
 
"Gli toccò la pancia, fissandola come si fa con un tesoro. 
-Ancora non si sente niente.- aggiunse lei." 
 
Si rigirò, un sudore freddo le ricopriva la pelle facendogliela fremere a causa del freddo.
 
"Lo osservò mentre si passava una mano tra i capelli, distogliendo un attimo lo sguardo sgomento dal suo di chi non ha parole ma solo perplessità.
-Ancora un mese, ancora un mese. Sapremo tutto tra poco. E festa finita.-
-Io... Stento a crederci.- 
Parole semplici e fluide, ma a tempo steso dure come il marmo."
 
I capelli sul volto, incollati alla faccia bagnata. Le palpebre che ballavano, benché sempre serrate.
Denti digrignati.
 
"-Sai la storia, ho detto tutto, adesso cerca di capirmi... Mettiti nei miei panni. Ti ho raccontato le cose come stanno, perfino quelle con Draco.-
Niente.
-Matt... Matt, Matthew! Dove stai andando?-"
 
Un tocco lieve ma deciso. Brivido, urla.
-Hermione... Sshhh, Hermione sono io- 
Lei aprì gli occhi, e incontrò quelli di Draco che la guardava da sopra di lei.
Sospirò cercando di calmarsi. Il suo petto si alzava e abbassava con irregolarità.
-Draco- lo salutò dicendo il suo nome. 
-Hai fatto un incubo? Sei tutta sudata- 
L'altra chiuse gli occhi, si portò i capelli scompigliati dietro la nuca raccogliendoli in una coda bassa, poi si scoprì le gambe scostando il piumone.
Faceva freddo ma quell'aria fresca fece riavere la sua pelle in fiamme.
-Si ma adesso sto... sto bene- mormorò. 
Malfoy si mise a sedere sull'orlo del letto e poggiò una mano sulla schiena ardente dell'altra.
-Tu quando sei tornato? Narcissa come sta?-
-Adesso abbastanza apposto.- 
 
Annuì da una parte sollevata.
-Credo che dovresti riposare, domani voglio portarti in un posto...-
-Che posto?- 
-È una sorpresa, ma ti piacerà. Vedrai..-
Lei invece il giorno seguente, avrebbe dovuto riferirgli tutto l'accaduto con Matt, e non aveva idea da dove iniziare. Che caos.
Non ci voleva pensare in quel momento, lo avrebbe fatto poi.
-Buonanotte-
-'notte-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                 **************************
 
 
 
 
 
 
 
 
               23 giorni dopo
 
 
 
L'ago penetrò nella carne come se fosse burro. Hermione strinse i denti, e sentì la presa di Draco sul braccio farsi più forte.
La siringa si riempì velocemente di un liquido pallido, che rifletteva la luce della lampada a neon. 
-Abbiamo quasi finito...- 
Il dottore sfilò con premura l'ago dalla pancia di Hermione, prendendoci subito dopo un batuffolo di cotone idrofilo. 
-Passato-
Quando l'altra aprì gli occhi era tutto come prima, allentò il morso e sollevò gli occhi su Malfoy che le sorrise sollevato.
 
La sua pancia stava crescendo. Un bambino, il suo bambino, si stava formando. Una nuova e splendida vita. Che meraviglia. 
-Ti ha fatto molto male?- le chiese lui.
Come risposta scosse la testa e si coprì l'addome scoperto con la felpa. Fece per alzarsi ma venne arrestata dal medico.
-Meglio se aspetta ancora un po'- le consigliò.
-Tra quanto sarà pronto il risultato del test?- domandò Draco.
-Circa quattro giorni, ma prima devo avere il suo e quello del presunto altro padre- 
-È in ritardo si vede. Strano, è la persona più puntuale dopo Hermione che conosca- 
Lei rise guardandolo di sottecchi. 
-Possiamo iniziare col suo se non le dispiace?-
-Nessun problema. Hermione ti va di aspettarmi fuori? Si tratta solo di un prelievo di sangue.-
-Certo- 
 
Si alzò, e lasciò soli Draco e il medico chiudendo la porta piano. 
-Hermione!- 
Questa si fece sfuggire un'urlo e sobbalzando si girò a rimproverare con lo sguardo un Matt tutto bagnato.
-Scusami, ho fatto il prima possibile ma fuori piove e c'è traffico, allora sono sceso dal taxi che era rimasto intasato nel viale, e gli ultimi duecento metri li ho fatti a piedi...- 
-Tranquillo Matt, calmati santo cielo- 
Lui si zittì. Si guardarono negli occhi dopo quella volta di quasi un mese fa nella quale se ne era andato senza farsi più risentire. O meglio, fino al giorno prima. 
Matt aveva avuto bisogno di riflettere, digerire il tutto, inquadrare la situazione, prendere le sue scelte. Era pronto. 
 
-Come stai?- la sua voce era quasi atonale, non esprimeva una domanda.
-Bene- rispose l'altra.
 
Cos'era quella freddezza della sua voce? Hermione non lo faceva nemmeno di proposito, forse voleva vedere se fosse stato Matt ad andarle incontro quella volta, ma non era arrabbiata. 
 
-Lui è dentro. Tra poco sta a te, io invece ho già finto.- deglutì.
Nessuno dei due abbassò lo sguardo. Per il corridoio passavano infermieri, pazienti e dottori in camice bianco. Un telefono cominciò a squillare nella stanza accanto. Un bambino piangeva rifiutando il vaccino. 
L'occhio di Matt calò di scatto sulla sua pancia, e lo sguardo si addolcì. Tornò al volto.
-Hermione... Mi dispiace- le sue parole erano un soffio.
-Per ogni cosa che ho detto, per le cattiverie... Seriamente, io.. Ero arrabbiato questo è vero. Ma adesso ti perdono e sto cercando di guardare avanti. Ora che so come è andata sono pronto per sostenerti in qualsiasi cosa accadrà.-
Hermione quasi sorrise, il groppo alla gola si sciolse un poco.
-Matthew... Grazie.- La sua mano calò ad accarezzagli il braccio in segno di riconoscenza. 
Ma chissà se con Draco si sarebbe comportato allo stesso modo.
 
Proprio in quel momento, la porta si aprì.
-Ho finito... Ah, buongiorno Matthew, puntuale come al solito...- 
-E tu sarcastico come sempre Draco, buongiorno anche a te-
Sguardi pieni di intesa.
-Beh io vedo di entrare, prima si inizia prima si finisce- concluse l'altro affrettandosi ad oltrepassare la porta. Malfoy lo lasciò passare ma dopoché lo seguì all'interno.
Matt si voltò e disse: -Preferirei rimanere da solo, sempre se non ti dispiace.-
Non rispose, ma uscì e chiuse la porta sospirando in direzione di Hermione che si stringeva la braccia facendo spallucce. 
 
-
 
-Preferisce lasciare un campione di saliva, piuttosto di un capello o il prelievo di sangue?-
-Vada per il capello- 
Si passò una mano sulla testa e portò all'altezza degli occhi il palmo he conteneva un sottile capello castano scuro.
-Tenga- 
Il medico lo prese facendo uso delle pinzette, e lo rinchiuse dentro un sacchetto ermetico. 
Poi si sistemò meglio gli occhiali sul naso, alzò lo sguardo e prese una penna.
-Lei è il signor...?-
-Sono Matthew Stembasky.-
Inquieto.
 
 
-
 
 
Matthew Stembasky camminava freneticamente avanti e indietro per un vicolo cieco, distante un centinaio di metri dall'entrata dell'ospedale. 
Si mordeva il labbro. 
Semi nascosto nella penombra, lanciava continue occhiate ad una giovane coppia che parlava seduta su una panchina del piccolo prato situato al lato destro dell'edificio. 
"Sono ancora lì"
Fece retro front tornando a ripercorrere i passi che ormai quasi da dieci minuti ricalcava e ricalcava.
Tormentandosi le mani, cercava di scansare la spazzatura lasciata a terra. 
"Che squallido quartiere" 
Un uomo stava fumando sull'uscio di un bar e lo osserva interessato ormai da un po'. 
Quando notò che lo stava fissando, cercò di farsi più disinvolto. 
Ma la verità, era un'altra.
"Dove sono le mie sigarette?" 
 
-
 
-Dobbiamo solo aspettare e... il resto verrà da sè-
-So che l'attesa mi snerverà-
-Abbiamo passato quasi quattro mesi, supereremo anche pochi giorni, non credi?-
-Credo-
Hermione posò una mano sul ginocchio di Malfoy.
-Oggi è una splendida giornata- sorrise nella sua direzione. Ma lui era cupo, ne si coglievano i segnali in ogni dettaglio del suo volto.
Le sopracciglia leggermente inarcate, gli angoli della bocca rigidi, lo sguardo distante.
Si guadava le scarpe, con una mano sullo schienale della panchina a circondare le spalle di Hermione.
Questa sospirò.
-Che effetto ti ha fatto?-
-Cosa?- Draco si voltò a guardarla.
-Rivederlo, dopo questo tempo.-
Ridistolse lo sguardo dubbioso.
-Non lo so. Non penso niente.-
-Come te, va saputo prendere. L'ho capito.-
-Non l'ho ancora perdonato, tutto qua Hermione.-
-Per come mi ha trattata quella sera? Sai come la penso, io credo di poterlo superare, dopotutto lui ha fatto lo stesso con me. Si è scusato, e ricordati che siamo stati noi ad aver sbagliato per primi...-
Hermione ricordò il giorno seguente all'accaduto, quando Draco dopo il suo racconto era andato su tutte le furie e stava quasi per smaterializzarsi a casa di Matthew per "parlare". Ma lei non glielo aveva permesso, non a testa calda come si trovava.
-Si ma dalla ragione è passato al torto.-
-Quindi è per quello?-
Malfoy storse la bocca, poi quegli occhi di ghiaccio si posarono finalmente su di lei. 
-Per troppe cose-.
 
-
 
Si baciarono, poi dopo pochi secondi si alzarono e allontanandosi insieme scomparvero dietro l'angolo della strada.
Matt uscì allo scoperto. 
A passo svelto attraversò la strada senza aspettare che scattasse il verde.
Una macchina suonò il clacson rumorosamente frenando di colpo.
-Deficiente!-
 
Non c'era fretta, eppure si ritrovò a correre ed era agitato.
Entrò nel corridoio principale e ricordò dove precedente era passato per raggiungere lo studio.
Arrivò. Bussò alla porta.
-Avanti-
Quando entrò, lo stesso uomo col quale appena venti minuti prima aveva avuto una breve conversazione lo guardò con aria sorpresa.
-Salve- disse Matthew rompendo l'imbarazzo.
Adesso il suo cuore batteva con ritmi regolari.
-Mi scusi per l'interruzione ma mi sembrava di aver lasciato qua la mia penna.-
Il dottore controllò il piano della scrivania e scosse il capo. 
-Non mi sembra di vederla, mi spiace.-
 
Matthew fece due passi avanti ed entrò nella stanza chiudendo la porta che cigolò.
-Senta,- aggiunse con torno calmo e scandendo le parole. -Io non sono qua per una penna, ma per farle una proposta- 
Gli venne vicino. Posò una mano sul vetro del tavolo coperto di fogli e circolari.
L'altro strinse le labbra in una linea sottile. Gli occhi si ridussero ad una fessura.
-Che tipo di proposta?-
Matt si controllò alla spalle, anche se sicurissimo di essere solo con l'uomo, poi estrasse dai pantaloni un mazzo di banconote. 
Le posò sul tavolo, allontanò la mano che ritornò dentro la tasca. 
Gli occhi del dottore da piccoli si fecero enormi, sbigottiti da tale somma di denaro.
Silenzio per qualche secondo.
-Tremila sterline.-
Lui non disse niente, alzò solo lo sguardo per un attimo dai soldi e scrutò Matt, che quasi sorrise compiaciuto.
-Sono veri, controlli. Se vuole li conti pure.-
Matt si specchiò allo specchio alle spalle del medico, ancora impegnato a pensare sul da farsi, e a valutare la cifra.
 
La mania di vestirsi sempre elegante non era mai passata, i capelli mori tirati all'indietro come li aveva sempre portati, e anche adesso che ne aveva ventisette di anni amava quella pettinatura.
Affascinate, misterioso, ombroso ma dall'aria impertinente. 
 
-Allora? Che ne pensa?- insistette.
L'altro si tolse gli occhiali, che poggiò accanto al mazzetto, poi protese la mano verso di questo e lo allontanò da sé portandolo più vicino a Matt, sull'orlo.
-Con chi crede di parlare lei? Se ne vada immediatamente da qui.- 
Matthew ruotò gli occhi al cielo.
-Sapevo che non sarebbero bastati, d'altronde, quando si ottiene la mano si pretende anche il braccio, non è così?-
Senza nemmeno finire la frase, aveva già lanciato con mal grazia altre banconote sulla scrivania.
Le posizionò accanto a quella già presenti, con la mano le portò avanti riposizionandole al cento del tavolo.
-Sono  settemila sterline.- fece una pausa.
-Ci pensi bene, sono un mucchio di soldi.-
 
Il medico sfiorò la carta verde con le dita tozze. Le labbra ancora sottili e contratte.
-Per cosa?- chiese d'un tratto.
-Io, il risultato del DNA, deve risultare il mio.- 
-Il padre? Il padre deve essere lei?-
Matt sospirò umettandosi le labbra.
-Si, esattamente.- 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***************
 
 
 
Non allarmatevi!! Ma sopratutto non uccidetemi ahahahahaha 
 
Allora, dopo più di un mese (diciamo molto molto più di un mese) aggiorno... Scusate :(
Comunque sia, il capitolo non è lineare, credo l'abbiate notato. Ci sono sbalzi temporali, penso sia meglio così: descrivere le parti più interessanti della storia senza allungarla ulteriormente (siamo già a 28 capitoli✌️) 
A parte questo, sono felice di dirvi che la fine si sta pian piano avvicinando. 
 
 
Alla prossima, spero vi sia piaciuto 
 
La vostra bianca ❤️
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 29
*** CAP.29 Ron ***


YOU WERE IN MY HEART 
CAP. 29
 
 
 
 
•Londra Babbana, una settimana dopo 
 
 
 
La busta era immobile sul tavolo. 
Da un lato di questo Draco, seduto solennemente, le mani incoroniate con i gomiti poggiati sul piano di marmo. Dall'altro, Hermione, che anche lei fissando la busta si mordeva nervosamente il labbro inferiore.
Silenzio. L'aria vibrava di tensione.
-Aprila tu.-
-No, fallo tu.- 
Malfoy sbuffò e fece con la mano un gesto di impazienza.
-Vogliamo continuare a stare qua fissando uno stupido foglio, senza fare niente ancora per molto?- aggiunse Hermione.
-Non è,- chiosò Draco piano con tono pacato -uno stupido foglio, Hermione. È il foglio.- 
Scrollò le spalle.
-Contiene il risultati del DNA, se sarò il padre o meno lo saprò adesso, in questo momento o tra pochi istanti.- 
Lo sguardo di lei calò sulla lettera che le era arrivata da qualche minuto, per poi risalire agli occhi dell'altro.
-E va bene, ma non c'è bisogno di usiate quel tono- concluse afferrando la busta bianca. 
 
Con l'unghia grattò via la colla.
-Scusami; è che sono... Agitato.-
Estrasse il foglio con le mani che non volevano stare ferme.
Lesse le prime righe, prima muovendo gli occhi inquieti su di queste , poi la sua espressione cambiò radicalmente.
-Leggi ad alta voce- a Draco si chiuse la gola.
-Che dice?- insistette.
 
Hermione pian piano abbassava la lettera. All'altro venne una stretta allo stomaco.
-Che dice?!- ripeté.
Infine glielo strappò di mano.
 
-Draco... Io... Mi dispiace-
 
 
****
 
 
 
-Sono a casa!- annunciò Draco chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione non rispose.
-Hermione?-
Posò la valigetta a terra, si tolse la giacca e con espressione vagamente preoccupata si avvicinò alle camere. La loro era vuota.
Si voltò quando sentì trambusto in quella accanto. Sorrise.
-Granger, Granger, Granger...-
Aprì la porta socchiusa. 
-Malfoy- ghignò impertinente l'altra. Indossava una camicia di lui, dalla quale si intravedeva il pancione. I piedi nudi calpestavano il parquet impolverato, sul quale erano posati vari barattoli di vernice celeste chiaro. Cinque pennelli erano, grazie all'aiuto della bacchetta magica di Hermione, sospesi in aria. Si divertivano a darle una mano nel ridipingere quella stanza che, sarebbe stata destinata al bambino.
Draco le si avvicinò con un sorrisetto, lei abbassò il pennello sporco di tintura e gli baciò le labbra premendole lievemente contro le proprie. 
-Sta venendo benissimo, no?- 
-Alla perfezione- rispose. 
 
Teneva i capelli scompigliati in una crocchia mezza disfatta, alcune ciocche ondulate le ricadevano sulle spalle.
Draco la osservò attentamente, penetrandola con lo sguardo che lei ne rimase ammaliata.
Le cinse i fianchi, risalì alla pancia per poi passare sopra i seni ed arrivare infine al collo.
Non indossava nient'altro che quella camicia.
 
-Che ne dici, forse potremo lasciare il lavoro ai pennelli incantati...-
La baciò catturandole le labbra.
-E magari, noi...- proseguì scostandosi di solo due millimetri.
-E magari noi andiamo di là, e ci togliamo la fastidiosa sensazione di indossare i vestiti. Sì, mi andrebbe- affermò Hermione maliziosa.
-Sì, mi piaci quando fai così...-
Rise quando Draco prese a baciarla sul collo, sbottonandole la camicia bianca. 
Lui quasi non inciampò mente indietreggiava a causa di un barattolo di latta.
-Dannazione- gli sfuggì.
Allora prese per le cosce Hermione, issandola sù. 
Lei sorrideva mentre la portava in braccio sul letto. Ma quando la distese sopra le coperte lei lo fermò.
-Draco- disse.
-Che c'è?-
-Anche se tu non sarai il padre, sai come la penso, vero?-
L'altro si fece serio. 
-Si, certo. Ma perché me lo dici ora?-
-Matt ci ha detto di venire da lui per guardare la cameretta.-
-Hermione... Non voglio rovinare questo momento parlando di lui adesso.-
Lei continuò come se non l'avesse sentito.
-Noi vivremo qui... Ma io ho paura che... Ho paura che...-
-Cosa Hermione, cosa?- chiese nervoso.
 
Questa si mise a sedere, lasciando che Draco la fronteggiasse in piedi.
-Vorrei che il bambino avesse una figura fissa, capisci? Un padre, oltre a quello biologico, quello psicologico, fisico. Io ho bisogno di un uomo che mi aiuti in questi momenti difficili e che non mi abbandoni, che mi prometta di non mollare.- 
-Hermione hai forse para che me ne vada?-
-Io non sto dicendo questo, solo che sono nervosa... Matthew è il padre del mio bambino, questa è una verità che non possiamo confutare né ignorare.-
 
-Amerò tuo figlio come fosse il mio.-
 
Le parole uscirono dalla bocca di Malfoy forse un po' troppo dure, ma anche decise, scandite, chiare e sincere. Gli occhi di Hermione brillarono, non seppe cosa rispondere.
 
-Lo amerò indipendente dal suo sangue, da tuo sangue... Lo amerò perché lui è in te, e tu sei in lui.-
 
Si rendeva conto del peso delle parole che stava scandendo. Quasi fossero un intreccio di promesse non dette. Un filo aggrovigliato di impegni già presi. 
Fece una pausa, fissò la moquette poi alzò lo sguardo e lo puntò con fermezza in quello di lei.
 
-Perché io ti amo Hermione.-
 
~
 
La notte passò in fretta, giocavano come due amanti tra le coperte che gli sfioravano la pelle. 
-Ti amo anche io Draco.- 
Hermione l'aveva ripetuto più e più volte quella notte. Era felice, provava gioia, finalmente dopo tanto tempo. In quegli istanti era tutto perfetto.
-Dii il mio nome- ordinò lui con le membra sudate e i muscoli tesi provanti piacere.
-Draco-
-Dillo ancora-
-Draco...-
-Più forte-
 
Il giorno seguente Hermione terminò di dipingere la stanza del bambino. E dovette ammettere che era venuta bene.
Perché azzurra?
Perché si trattava di un lui. Il nome ancora non lo avevano deciso. Sarebbe stata una cosa un po' strana dato che doveva andare bene sia a lei che a Matt, e Draco si ostinava a voler mettere del suo nella decisone.
-A me piace Scurpius- disse una cena.
-Per l'amor del cielo, non per mio figlio ti prego!- aveva esclamato Hermione.
-Ralph?- 
-No.-
-Mmmm... Alfred?- 
-Ma come ti vengono in mente nomi del genere?- 
 
Draco la mattina la salutò con un bacio sulla fronte mentre lei dormiva ancora. Poi andò a lavoro.
Stava facendo dei colloqui riguardo le riprese di un cortometraggio. Nell'attesa che uscisse il film girato mesi prima con Hermione, aveva trovato quel piccolo impiego. Sperava venisse assunto come attore protagonista, i soldi non mancavano ma doveva pur far fronte alle necessità del bambino una volta nato o no? Certo che sì. 
A proposito, giorni prima era arrivato un gufo con alcune buone notazione da parte del regista Giò. 
 
"[....] e abbiamo appena terminato di montare le scene. Per ora è tutto apposto, siamo speranzosi che venga proiettato sugli schermi, se non mondiali, di ben ventiquattro paesi del mondo. Preparatevi per i paparazzi!
Un bacio, 
Giò.
 
Ps. (Ho saputo del bambino! Tanti auguri!)"
 
Questi infatti, i paparazzi, non avevano fatto attendere ancora per molto. Dopo l'uscita del trailer, si erano riempite le strade di cartelloni pubblicitari con le loro facce di dimensioni stratosferiche. 
 
Jess e Charlie, Draco e Hermione.
 
"You were in my heart, il film in uscita nei prossimi mesi, tratto dal famoso romanzo francese, è molto atteso in tutto il mondo. In special modo dagli adolescenti e dagli amanti dei film romantici. Molti lo preannunciano come il film dell'anno."
La radio.
 
Poi sulle copertine delle riviste. 
Qualche articolo sparso tra le pagine che parlava della vita privata dei protagonisti.
 
"Si mormora che Draco Malfoy, il bad boy londinese di cui quasi ogni teenager è innamorata, sia attualmente il compagno ufficiale di Hermione Granger, la nostra protagonista femminile del film."
Giornale.
 
 
"-Ma ci dica di più, Mr. Stembasky, come le è sembrato il film, da dietro le quinte, che tutti bramano di vedere?
-Bhe, che devo dire. Un bel lavoro. Davvero, devo ringraziare ogni collaboratore che ci ha aiutato in questo lavoro, dal primo all'ultimo. Un ringraziamento speciale va a mio nipote, attore principale, e alla straordinaria donna che ho avuto il piacere di conoscere: Hermione Granger.-
-Si, la nostra adorata Jess. Ma senta Mr. Stembasky, riguardo a ciò c'è una voce che gira , vorrebbe sfatarla o dirci il vero?-
-Che voce?-
-Grenger è realmente incinta? Il padre è Malfoy?-
-...-
-Allora?-
-Che si aspetta che le dica?-
-Da alcune foto che abbiamo scattato mentre passeggiava con Malfoy, si nota la rotondità della pancia, non è così? Mostriamo a tutti gli spettatori la foto adesso, comparirà nello schermo alle mie spalle. Mark manda pure!-
[...]
-Ebbene?-
-Innegabile, no? E chi se lo aspettava? Che bella cosa la gravidanza! Dallo studio in diretta, a chi ci sta guardando, i nostri auguri più sentiti.-
-Sono io. Il padre, sono io.-"
Televisione.
 
La T.V. si spense dopo che Draco ebbe visto la faccia sgomenta dell'intervistatrice.
-Maledetto-
-Caro...- provò Hermione.
-Gli faccio causa, come può andare a spifferare quelli che sono affari nostri ai quattro venti?-
-Draco ragiona, si sarebbe venuto a sapere. La mia gravidanza è ormai evidente-
Si accarezzò il ventre di sei mesi.  -e poi, infondo che male c'è?-
Malfoy tentò di calmarsi.
-Hai ragione... Hai ragione non c'è motivo. Scusami tesoro. Sono solo agitato.-
Le andò incontro per baciarla.
 
È così però cominciarono tutti gli articoli di gossip su come doveva essere andata la vicenda. Insomma, nessuno si faceva gli affari propri e tutti si facevano i cavoli di tutti.
Hermione e Draco lessero le peggio bufale sul loro conto, cose da non credersi.
 
-Ci stanno tutti guardando- sussurrò Hermione a Draco in un orecchio.
-Continua a mangiare, fa finta di niente.- suggerì lui girando la forchetta nel piatto di spaghetti.
Lei sorrise sotto i baffi, il fatto un po' le piaceva. Il problema sarebbe stato quando le fosse venuto a noia. 
Fece piedino a Malfoy sotto il tavolo del ristorante, lui alzò lo sguardo dal cibo. Hermione si morse il labbro ricevendo dall'altro come risposta un ghigno soddisfatto.
-Gattina...-
-...cattiva-
 
Andavano spesso al ristorante, uscivano fuori, gli piaceva, anche se molte foto gli venivano rubate. Ma quella adesso era la vita. Abituarsi era l'unica via.
 
Hermione andò a trovare molte volte Daniel al cimitero, ma mai con Draco. Sempre sola, lo voleva lei. Inoltre lui spesso non era presente durante il giorno. Tra sua madre e i mille impegni aveva poco tempo.
Ma almeno meglio così, i soliloqui che teneva davanti alla lapide di Daniel li riteneva strettamente personali. 
 Lo teneva aggiornato riguardo a  tutto, e sorrideva davanti alla sua foto, ricordando i preziosi aiuti che quando ancora in vita, le prestava.
-Grazie- diceva sempre Hermione.
-Grazie di tutto Dan.-
 
Un giorno quando uscì dal solito cancello del cimitero, trovò la gradevole sorpresa di una dozzina di paparazzi e giornalisti che brandivano registratori, macchine fotografiche, microfoni e telecamere verso di lei.
L'assalirono con le domande, che alla fine non si dimostrarono molto coerenti al film, ma più che altro riguardo al bambino.
-Quando nascerà? Lo sa già signorina Granger?-
-Hermione, a chi fa visita così spesso al cimitero? Le è per caso morto di recente un familiare?-
-È un maschietto o una femminuccia quello che aspetta nel pancione?-
-Signorina Granger, ci può dare la sua versione dei fatti per favore? Lavoro per la rivista Donne in carrie...-
 
-No, vi prego non mi infastidite ulteriormente, devo andare via, sono di fretta. Non mi va di parlarne.-
 
-Ma signorina Granger... La preghiamo..-
-Taxi!- si accostò alla strada cercando di attirare con la mano di uno di questi, sperando di scampare in fretta dalla situazione che la metteva a disagio.
 
-Un'altra domanda Hermione! L'ultima!-
Ecco che ne arrivava uno.
"Menomale"
-Taxi!-
-È questa: si vocifera che sia in programma un matrimonio tra lei e Draco, è la verità?-
 
L'auto si fermò, lei aprì lo sportello ed entro dentro. Le voci si attutirono e quando si allontanò guardò dallo specchietto retrovisore il gruppetto di paparazzi allontanarsi sempre di più. Tirò un sospiro di sollievo,
-Dove vuole che la porto signorina?-
-Lincon Street prego-
Si sistemò i capelli e quasi si vergognò delle condizioni in cui l'avevano fotografata, ma pace.
 
Durante il tragitto pensò.
Matrimonio? Lei è Draco sposati?
Non sapeva cosa pensare. Malfoy non le aveva accennato minimamente ad un matrimonio, e non sapeva nemmeno se aveva intenzione mai di farlo. E poi se fosse, quando? Prima o dopo la nascita del bambino?
 
No,no,no. Era inutile crearsi tutti quei problemi. Tanto non sarebbe accaduto, la voce sarebbe rimasta solo un voce, e dalla sua bocca non era uscita conferma a proposito, come nemmeno da quella di Draco.
 
 
"Durante una breve intervista con la signorina Granger, un nostro dipendente ha avuto il piacere di scambiare due parole con questa riguardo alla sua relazione con Malfoy.
-Si vocifera che sia in programma un imminente Matrimonio... È vero? Conferma?-
-Sì, è vero. Per me e Draco è arrivato il momento di formare una famiglia. Col piccolo in arrivo sarà meglio per ognuno, e abbiamo deciso di fare il grande passo, per cui sì. Ci sposeremo a breve.-
-È stato lui a chiederlo? Come e quando?-
-Oh, è stato un gesto molto dolce. Qualche settimana fa. Mi ha fatto davvero sciogliere.-
-E Stembasky che ne pensa?-
[...]"
 
 
 
-Ma che diavolo?-
-Io queste cose non le ho mai dette Draco, lo sai.- 
-Ti credo Hermione, ti credo.-
Lei si passò una mano tra i capelli sciolti e arruffati.
-E allora? Che facciamo?-
-Dobbiamo andare a parlare con Matt.-
-Per?- chiese Draco quasi irritato per aver sentito il suo nome.
-Lo sai. Dobbiamo chiudere la questione "bimbo".-
Annuì consapevole. 
-Gli mando un gufo per avvertirlo che verremo a fargli visita questo pomeriggio. Okay?-
-Va bene.-
-Draco, se vuoi non sei obbligato a venire. Sarebbe una cosa tra noi due.-
-Non vuoi che venga?-
-No, per me va benissimo in tutti i modi.-
-Allora ci sono. Sono curioso di vedere la camera del bambino che ha allestito lui, per quando il piccolo sarà abbastanza grande da poter passare del tempo anche lontano dalla mamma.-
Hermione sorrise.
-Si, ma sii gentile.-
 
 
 
La loro stanza per il bambino invece, era qualcosa di incantevole.
Le pareti chiari, la culla bianca, i cassettoni di colori delicati, i pupazzi che Draco stesso si era occupato di acquistare... Ogni dettaglio era al posto giusto. 
Spesso Hermione quando si trovava da sola a casa e Draco era a lavoro, parlava al bambino. Poi entrava nella stanza che sarebbe stata la sua una volta venuto al mondo, e gli parlava ancora, dolcemente.
-Ti piacerà-
 
 
-
 
 
-Sei pronto?-
-Si.-
-Dammi la mano, ci smaterializziamo e in un lampo siamo da Matt.-
Hermione indossò la giacca, poi si avvicinò a Draco, posò il palmo sopra il suo.
Ma un istante prima che Draco sparisse dall'appartamento portandosi via Hermione, qualcuno bussò alla porta.
Si arrestò, voltando lo sguardo verso l'uscio chiuso.
Hermione si avviò verso la porta, incuriosita. Poggiò la mano sul pomello freddo della porta. Esitò. Un brivido le attraversò la schiena. 
 
-Chi è?- domandò Draco raggiungendola. 
Poi senza rispondere l'altra la aprì, svelando ogni dubbio. Una massa di capelli rossi le si presentò davanti, le lentiggini sparse sopra il naso, gli occhi celesti. 
-Ron...-
 
 
 
******
 
 
Bianca.
 
 
 
 
 
 
 
 

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