My favourite teacher

di RossoCannella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Absolutely perfect ***
Capitolo 3: *** She's my girlfriend ***
Capitolo 4: *** This is my life, a sad story ***
Capitolo 5: *** A little break ***
Capitolo 6: *** The way you look at her ***
Capitolo 7: *** Boyfriend ***
Capitolo 8: *** You're an idiot ***
Capitolo 9: *** One step back ***
Capitolo 10: *** I'm here for you, San ***
Capitolo 11: *** I'm sorry ***
Capitolo 12: *** I have feelings for you ***
Capitolo 13: *** Do you love me? ***
Capitolo 14: *** I want you ***
Capitolo 15: *** What are you doing here? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


“Santana, io e tuo padre abbiamo parlato con i tuoi professori. A quanto pare sei carente in quasi tutte le materie, fatta eccezione per inglese, italiano ed educazione fisica, vuoi parlarne?”
Santana odiava quando sua madre, laureata a Yale con il massimo dei voti, fingeva di non essere interessata al suo andamento scolastico, ma piuttosto a lei.
“Non c’è niente da dire, sono una schiappa. Tu e papà siete dei geni con una figlia idiota, fine del discorso”
Sua madre roteò gli occhi e si sedette di fronte alla figlia, osservandola.
“Santana tu non sei un’idiota, sei una ragazza intelligentissima. Prima di cominciare il liceo, sei sempre stata la più brava della classe, poi all’improvviso sei cambiata. Eri una bambina così promettente, una bambina prodigio, ricordi?”
La figlia sbuffò guardandosi intorno.
“Ero, hai detto bene, non lo sono più!”
Con fare strafottente, si alzò e cominciò a camminare verso la porta.
“Bene, dato che l’argomento ti interessa così tanto, sarai felicissima di sapere che da lunedì comincerai a prendere ripetizioni.”
Lo sguardo di Santana era un misto di rabbia e stupore.
“Neanche per sogno! Non sono una cretina, non prenderò ripetizioni da nessuno!”
Ma la signora Lopez, in concordanza con suo marito, aveva già preso una decisione e non c’era nulla che la loro figlia potesse fare per cambiare le cose.
“Mi dispiace Santana, il caso è chiuso. Lunedì conoscerai Quinn, è il nome della ragazza che ti aiuterà. I suoi genitori sono dei miei carissimi amici di infanzia”
La signora Lopez chiuse la porta del suo studio, lasciando sua figlia imprecare all’esterno.
Avendo voglia di sfogarsi, Santana prese il telefono e chiamò la sua migliore amica Mercedes, chiedendole di raggiungerla a casa.
Quando questi arrivò, salutò la balia dei fratelli della latina e si diresse al piano superiore.
Non appena entrò nella stanza, rischiò di inciampare sull’enorme pila di vestiti posata accanto alla porta. Sospirò e si fece spazio tra tutto quel disordine, fino a raggiungere colei per il quale si trovava in quella casa.
La guardò e scosse la testa.
“Uno di questi giorni ti cacceranno di casa”
La latina alzò le spalle cominciò a parlare.
“Quei pazzoidi dei miei genitori hanno deciso che ho bisogno di prendere lezioni private, ripetizioni capisci?!”
Mercedes non capiva dove fosse il problema, così la fermò subito.
“Oh JLo, zitta un attimo – disse – a scuola fai davvero pena, quelle lezioni sono la cosa migliore che ti possa capitare, quindi smetti di blaterare e sbraitare senza motivo, intesi?”
L’amica roteò gli occhi e cercò di mantenere la calma.
“JLo tu sei una stupida. Non c’è niente di male a ricevere aiuto. Lascia che i tuoi ti aiutino. Questo non significa che sei stupida, significa soltanto che sei abbastanza matura da capire di aver bisogno di aiuto e credimi, non c’è nulla di male, magari tu umanizza un po’”
La mora sembrava quasi essersi convinta. Il ragionamento non faceva una piega.
“Merc, sta tizia sarà un cessa. Sarà l’essere più brutto sulla faccia della terra, sono convinta che non riuscirò a tenere per me i miei commenti acidi e alla fine scapperà a gambe levate”
Sembrò aver visto la luce infondo ad un tunnel. All’improvviso, un sorriso malvagio si fece largo sul suo volto. Mercedes capì subito le sue intenzioni.
“Non ci pensare nemmeno – disse – ho capito cosa vuoi fare, toglitelo dalla testa Lopez”
La latina cominciò a ridere.
“Non farò nulla, lo giuro”
Esclamò per nulla convinta.
“Adesso devo andare, ce la fai a stare senza di me per una sera?”
Chiese l’amica mettendole una mano sotto il mento e guardandola negli occhi.
“Si, credo di poterci riuscire”
Diede un bacio sulla guancia alla sua migliore amica e la guardò uscire dalla stanza, cominciando già a pensare a qualche commento acido e cattivo per il lunedì che stava arrivando. 


RossoCannella's Space
Ed eccomi di nuovo qui, come promesso con un'altra fanfiction Quinntana.
Spero che il prologo vi abbia incuriosito, come ho già detto nel mio ultimo "RossoCannella's Space", di questa storia è già pronto il primo capitolo, perciò tutto dipende dalle vostre recensioni. 
Se ci saranno apprezzamenti, se la storia vi piace, la continuerò, altrimenti, beh pazienza, la cancellerò. 
A voi la scelta. 
A presto, bacioni
RossoCannella

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Capitolo 2
*** Absolutely perfect ***


Capitolo 1
 
Quando il lunedì giunse, Santana, chiusa in camera con Mercedes, faceva avanti e indietro, in attesa dell’arrivo di Quinn.
“Potrei dirle che ha un naso orribile, che i suoi occhi sembrano delle palle di sterco e che mia nonna, cinquant’anni fa si vestiva meglio di lei. Poi potrei dirle che non avrà mai un ragazzo e che morirà sola con quarantaquattro gatti. Sono sicura che queste stronzate basteranno a togliermela dai piedi”
Affermò passandosi una palla di elastici colorati da una mano all’altra. Mercedes la guardava scuotendo il capo contrariata.
“Ti metterai nei guai, lo sai? E quando succederà…”
“Potrai dire: Te l’avevo detto”
Mercedes la fulminò con lo sguardo e continuò a parlare
“Dicevo, e quando succederà, io non ti salverò il culo con i tuoi”
La latina fece delle smorfie e la ignorò, continuando a giocherellare con quella dannata pallina e esponendo gli insulti che avrebbe poi rivolto a colei che le avrebbe dato ripetizioni.
“Secondo te è: bassa, magra, col nasone e gli occhiali, oppure cicciona e puzzolente?”
Domandò Santana fermandosi improvvisamente e fissando un punto a caso della parete.
“Scommettiamo! Che ne dici?”
Mercedes roteò gli occhi, quell’idea le sembrava stupida quanto infantile, ma incontrando lo sguardo entusiasta sfoggiato dall’amica, accettò.
“Allora io dico brutta, bassa e con gli occhiali
L’altra ci pensò su per un attimo.
“Io dico che sarà grassa, bassa e brufolosa”
Santana schiuse le labbra e assunse lì espressione tipica di chi ha dimenticato qualcosa di fondamentale importanza.
“Hai ragione! – esclamò – brufolosa! Voglio aggiungere anche questa caratteristica. Tu hai finito?”
La Jones ci pensò su e guardò la sua amica.
“Voglio aggiungere anche l’alito pesante”
Santana fece una smorfia disgustata e poi sbuffò.
“Tu sei sempre un passo avanti a me. Ok, cosa scommettiamo?”
Domandò la Lopez. Mercedes rise e la guardò.
“Scommettiamo le scarpe. Se vinco io tu mi dai le tue Prada rosse. Se vinci tu, ti do le mie Jimmy Choo, quelle che ti piacciono tanto”
Santana sembrò pensarci su per un momento, contraendo le labbra e arricciando il naso.
“Va bene, ci sto!”
Strinse la mano della sua amica.
Il campanello di casa Lopez suonò. Poco dopo, dei passi si fecero sempre più vicini alla stanza di Santana, segno che Quinn era arrivata in perfetto orario. Teresa, la tata dei fratelli di miss Lopez, bussò alla porta e la latina le concesse di entrare.
“Signorina è arrivata la sua tutor”
Mercedes scoppiò a ridere.
“La tua tutor”
Santana era seria e guardava malissimo l’amica.
“Non c’è niente da ridere. Su alza quel culo dal mio letto e accompagnami di sotto – disse – oh e Merc? Prepara le tue Jimmy Choo perché sto per vincere”
Le due raggiunsero ridendo e scherzando le scale, spingendosi. Una volta al piano inferiore, videro una coda di cavallo bionda, una ragazza alta e snella. Indossava una gonna da sopra il ginocchio e una camicetta bianca, aveva il tipico look da brava ragazza.
La signora Lopez era impegnata, considerando l’espressione sul suo volto, in una conversazione interessante con quest’ultima.
Non appena però notò la figlia che parlottava con Mercedes, la chiamò.
“Santana, su vieni qui – disse. Quinn si voltò e le due ragazze rimasero senza parole. – Lei è” cominciò a dire.
“Assolutamente” sussurrò la Jones
“Perfetta” affermò Santana non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.
La biondina arrossì visibilmente e abbassò lo sguardo, nascondendo un sorriso timido. A differenza della signora Lopez, aveva sentito benissimo ciò che aveva detto la ragazza.
“Quinn” concluse la madre.
Quinn era una ragazza bellissima: alta, bionda, con due occhioni verdi come smeraldi, una naso a dir poco perfetto e labbra delicate. Era davvero la più bella ragazza che Santana avesse mai visto in vita sua.
Sfoggiò all’improvviso un sorriso radioso, che quasi fece cedere le ginocchia della latina.
“JLo, mi sa che abbiamo sbagliato e perso entrambe, questa è il fantasma di Grace Kelly” sussurrò Merc, sfoggiando poi un sorriso.
Santana deglutì e cominciò ad avanzare verso sua madre.
Una volta davanti a Quinn, sua madre infierì.
“Dai Santana, passerai molto tempo insieme a Quinn, stringi la sua mano da persona educata”
La bionda tese la mano verso la mora che la strinse. Il contatto con quelle mani morbide e delicate fece si che un brivido percorresse la schiena della Lopez.
“è un piacere conoscerti Santana”
La latina pensò che mai il suo nome era sembrato più bello, scacciò quei pensieri e parlò.
“Piacere mio”
Questo fu tutto ciò che riuscì a dire, mentre la mano vellutata di Quinn mollava la sua. Mercedes si presentò e subito dopo andò via, lasciandole sole con la signora Lopez.
“Bene, io non voglio rubare altro tempo al vostro studio, perciò vi lascio sole. Devo tornare in ufficio per via di una causa importante. Teresa andrà a fare la spesa e porterà con se i gemelli, così  non avrete alcuna distrazione”
Quinn sorrise cordialmente. La signora Lopez prese la sua ventiquattrore dal suo ufficio e uscì di casa. In quell’istante le urla dei gemelli e il rumore simile a quello provocato da una mandria di cavalli impazziti per le scale, fece intuire a Santana che anche Teresa e i bambini stavano uscendo.
Un minuto dopo erano da sole in casa e regnava il silenzio più totale, la cosa si stava facendo imbarazzante.
“Andiamo a sederci in soggiorno”
Esclamò la mora per rompere il ghiaccio. Non voleva ammetterlo, ma quella ragazza e quei suoi occhi, la mettevano in soggezione.
La bionda annuì e seguì la mora. Giunsero davanti al tavolo e si sedettero una accanto all’altra.
“Da quale materia vuoi cominciare? Io consigliere di partire con quella in cui hai maggiori difficoltà, ok?”
La mora annuì e pensò di proporre matematica. Faceva davvero pena in quella materia.
Quinn era davvero in gamba. Stava riuscendo a farle capire ciò che un professore laureato non era stato capace di spiegare.
La mora si perse parecchie volte negli occhi smeraldo dell’altra e dovette ammettere a se stessa di aver fissato quelle labbra perfette e rosee diverse volte. Ad un certo punto cominciò a sperare che miss Fabray non se ne fosse accorta.
“Ma a che diavolo pensava?” si chiese scacciando i pensieri che cominciavano ad affiorarle nella testa.
Stava davvero desiderando di baciare quelle labbra e di passare le dita tra i capelli lucenti di quella che fino a qualche ora prima era solo una sconosciuta? Questo non era assolutamente un atteggiamento da Santana Lopez, doveva darsi un contegno.
Le 18.00 segnavano la fine delle lezioni.
“Bene Santana, per oggi abbiamo finito, ci vediamo domani!”
La bionda si alzò mettendosi davanti all’altra ragazza.
“Come? Domani?”
Domandò la latina confusa, credendo di dover prendere ripetizioni solo qualche volta alla settimana.
“Si, i tuoi genitori non te l’hanno detto presumo – fece una pausa – le materie che devi recuperare richiedono uno studio costante, ergo, finché non ci saranno miglioramenti, ci vedremo tutti i giorni. Mi spiace se ho rovinato i piani che avevi con le tue amiche o con il tuo ragazzo”
Scherzò la bionda, cercando di addolcire la pillola e sorridendo cordialmente e amichevolmente alla mora, visibilmente sconvolta.
“Non sono fidanzata e poi non sono affari tuoi!”
Rispose seria fissando i suoi occhi castani in quelli della bionda, che, sentendosi in colpa e osservata, guardò in basso.
“Scusa, volevo solo smorzare la tensione”
Strinse i libri al petto come una scolaretta impaurita, guardando in basso.
“No, scusa tu, sono stata poco educata, non sarà un problema e sicuramente non mi dispiacerà passare del tempo con te, dovrò rinunciare a svariate ore di shopping sfrenato, ma credo di potercela fare”
Scherzò la latina cercando di sdrammatizzare. Questo servì a far sorridere nuovamente la ragazza dal viso angelico.
“Bene, allora a domani Santana”
Puntò i suoi occhi in quelli della mora che sorrise come un ebete e l’accompagnò alla porta.
Aveva superato quelle ore di studio, ma c’era qualcosa che non voleva lasciarla in pace: quel viso. Quel dannato sguardo e quegli occhioni verdi, quel sorriso radioso, quelle labbra delicate, quel profumo.
Era davvero la ragazza più bella che avesse mai visto.
Di solito non esprimeva giudizi sulle altre, tranne se negativi, ma questa volta, non riuscì a trattenersi.
Sfinita si lasciò cadere sul divano e si addormentò. 


RossoCannella's Space
E rieccomi, come promesso ho pubblicato il primo capitolo. 
Ovviamente sta a voi, commentare e farmi sapere se vi è piaciuto, ricordate che è importante per me sapere cosa ne pensate, perciò lasciate il vostro parere. 
A presto
RossoCannella

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Capitolo 3
*** She's my girlfriend ***


Capitolo 2

“Allora Sant, come vanno le cose con la tizia delle ripetizioni?”
Mercedes diede un’altra leccata al suo gelato e guardò la ragazza che le stava di fianco. Santana, con in mano un pretzel guardava il negozio di scarpe davanti a lei.
“Si chiama Quinn e, è tutto ok”
Ma la Jones non sembrava soddisfatta della risposta dell’amica.
“Tutto qui? È ok?”
Chiese aspettandosi qualcosa in più.
Mercedes conosceva bene Santana e aveva intuito l’interesse che la bella mora nutriva nei confronti della sua bella tutor. Così la spronò a parlare, quasi tirandole quelle poche parole dalla bocca.
“Ok, va bene. È brava, è intelligente, mi fa capire”
Tagliò corto l’altra cercando di sviare le domande, sapendo in realtà che l’amica non avrebbe mollato e avrebbe continuato a chiederle cose ininterrottamente, sino ad esaurimento. Non aveva voglia, però di parlare e ogni parola, Mercedes avrebbe dovuto estorcergliela con la forza.
“Oh per favore Santana, ogni volta che viene a casa tua la spogli con gli occhi. Fa’ la brava per una volta, non farmi perdere tempo e arriva il punto”
Ma la Lopez non era pronta a mollare
“Che punto? Non c’è nessun punto, è la mia insegnante. Basta, stop! Io non spoglio con gli occhi nessuno”
La Jones si piazzò davanti a lei e mise le mani sui fianchi, attenta a non sporcarsi con il gelato. Fece un cenno con il capo all’amica e cominciò a fissarla.
“Sono seria Merc, non c’è niente da dire, non ho una cotta per lei, adesso togliti davanti però, voglio andare a provarmi quelle scarpe”
Affermò per sviare la conversazione.
“Stai tergiversando. Sono la regina in questo e non puoi farlo con me. A casa dei ladri non si ruba!”
Esclamò irritata la Jones mettendo arricciando il muso.
“Lei ti piace e parecchio!”
Continuò
“Ok, si mi piace, ma sarà sicuramente etero Merc”
“Lo pensava anche Rachel di te!”
Ok questo era un colpo basso. Rachel.
“Merc ti prego non parliamo di lei”
La implorò Santana. La Jones si scusò con l’amica, rendendosi conto di aver messo il dito nella piaga. La ferita della Lopez era ancora aperta. La sua rottura con la Berry era ancora recente e non era stata neanche voluta. La povera ragazza doveva trasferirsi per colpa dei genitori, in un'altra città. Era stata la prima per lei.
“Scusa Sant, voglio solo che tu ti apra con me, sono la tua migliore amica e posso aiutarti! E poi non esci da quando Rach è andata via, è successo quattro mesi fa!”
“Non posso rischiare. Se ci provo con lei e poi è etero, il mio futuro scolastico andrà a puttane, proprio adesso che la mia media cominciava a risollevarsi e ho bisogno di quella ragazza o i miei me la faranno pagare a vita!”
“Ok, va bene Lopez, hai vinto, ma sappi che continuerò ad indagare per conto mio”
Santana sorrise alla sua amica, le prese la mano e la trascinò nel negozio di scarpe che aveva adocchiato.
Qualche ora dopo, se ne stavano sedute nel McDonald’s del centro commerciale mangiando patatine e bevendo coca cola circondate da tantissime buste e pacchi.
“Sant, come faremo a fare entrare tutta questa roba in macchina?”
Mercedes si guardò attorno ridendo e Santana face lo stesso.
Ad un certo punto, la Jones si fece seria.
“Oh!”
Esclamò cercando di attirare l’attenzione dell’altra. La Lopez la guardò non capendo e l’amica le fece cenno con la testa di guardare alle sue spalle.
L’altra si girò e vide Quinn ridere e scherzare con una ragazza, anch’essa bionda, ma con dei bellissimi occhi azzurri.
“Wow e quella chi è? – domandò Merc – sua sorella?”
“Spero di si!”
Santana si girò di nuovo verso l’amica e aspettò che fosse la bionda a notarla.
Come da programma, la bella Fabray, vedendo un viso conosciuto, si avvicinò al tavolo in cui erano sedute le due amiche.
La prima cosa che la mora notò, furono le mani delle due, erano intrecciate. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata. Significava che stavano insieme? Non doveva tirare subito conclusioni, probabilmente erano solo amiche o sorelle.
“Ciao Santana!”
La voce di Quinn era dolce e il sorriso sul suo volto era incantevole.
“Ehi, che ci fai tu qui?”
La latina era una brava attrice.
“Brittany – disse indicando la bionda al suo fianco – mi ha chiesto di accompagnarla a fare shopping ed eccomi qui”
“Piacere Brittany”
L’altra ragazza porse la mano sorridendo. Santana gliela strinse e si presentò.
“è carino che tu porti qui tua sorella. Sant non porta la sua da nessuna parte!”
Esclamò Mercedes cercando di indagare.
“Oh no, lei non è mia sorella!”
Disse Quinn guardando la ragazza che le stava di fianco
“Non lo è?”
Continuò furba Mercedes
“No, è la mia ragazza!” 


RossoCannella's Space
Ciao ragazzi, so che avevo promesso che avrei pubblicato presto, ma putroppo essendo in vacanza in un posto sperduto, la rete non prende molto bene. Detto questo spero che il capitolo - per quanto breve - vi sia piaciuto. 
Questo è l'inizio e la storia si deve ancora sviluppare. 
Non avrà molti capitoli come "Dannato Amore", questo perché l'avevo programmata come One Shoot, ma mi sono dilungata un bel po' troppo. 
Btw, spero che vi piaccia lo stesso e soprattutto spero che recensiate. 
A presto
RossoCannella

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Capitolo 4
*** This is my life, a sad story ***


Capitolo 3

Nello scorso capitolo di MFT
La voce di Quinn era dolce e il sorriso sul suo volto era incantevole.
“Ehi, che ci fai tu qui?”
La latina era una brava attrice.
“Brittany – disse indicando la bionda al suo fianco – mi ha chiesto di accompagnarla a fare shopping ed eccomi qui”
“Piacere Brittany”
L’altra ragazza porse la mano sorridendo. Santana gliela strinse e si presentò.
“è carino che tu porti qui tua sorella. Sant non porta la sua da nessuna parte!”
Esclamò Mercedes cercando di indagare.
“Oh no, lei non è mia sorella!”
Disse Quinn guardando la ragazza che le stava di fianco
“Non lo è?”
Continuò furba Mercedes
“No, è la mia ragazza!” 


Santana era assolutamente stupita da quelle parole, mentre Mercedes un po’ se l’aspettava. Furba com’era, l’aveva già intuito. Sorrise compiaciuta.
Quinn notando le faccia stupita di Santana si preoccupò del suo “impiego”.
“C’è qualche problema?”
Domandò riferendosi alle sue scelte sessuali
“Problema per cosa?”
Chiese Santana non capendo
“Per il fatto che mi piacciono le ragazze”
Mercedes cominciò a ridacchiare e Santana la guardò malissimo.
“No, non c’è alcun problema”
La latina sorrise.
“Ovvio che non c’è nessun problema”
Affermò tra i risolini la ragazza corpulenta
Ancora una volta, la mora guardò malissimo la sua amica e tornò poi a puntare lo sguardo sulle due che si sentivano prese in giro
“Perché lei ride?”
Quinn guardava Santana e poi Mercedes
“Perché è un’idiota”
“No, sul serio, se c’è qualche problema dimmelo, chiederò a qualcun altro di seguirti”
La Lopez allora sospirò e alzò lo sguardo verso la sua “tutor”
“No Quinn, non c’è nessun problema”
“Sicura?”
“Sicura”
“Volete unirvi a noi?”
Mercedes aveva già in mente qualcosa.
“Grazie ma credo che prenderemo qualcosa al volo e poi andremo a casa, Britt sta preparando un esame per il college e l’aiuto a ripetere”
Affermò la bionda sicura, ma la ragazza al suo fianco, che fino a quel momento non aveva parlato, aprì bocca.
“In realtà avrei voglia di passare un po’ di tempo lontana dai libri, rimaniamo con loro, al mio cervello farà bene un po’ di tregua”
Quinn la guardò per chiederle se fosse sicura, l’altra annuì e presero posto.
“Allora ragazze, come vi siete conosciute?”
Mercedes aveva cominciato il suo sporco gioco, fare domande ad intermittenza per conoscere al meglio la preda. Aveva fatto così quando Rachel Berry le aveva chiesto di indagare su Santana e aveva funzionato. Le due erano state insieme per un anno e mezzo, prima che la più bassa si trasferisse per colpa dei suoi.
Quinn e Brittany sembravano sorprese. Non si aspettavano probabilmente questa domanda.
“Beh andavamo a scuola insieme, ci conosciamo sin dall’età di quattro anni”
“Wow – commentò Mercedes – Come siete finite insieme?”
“Merc!”
La ammonì Santana
“Che c’è? Faccio conversazione”
“Non devi essere invadente”
“No tranquilla – Quinn posò la sua mano su quella di Santana – è ok. Io ero appena stata lasciata dal mio ragazzo e ci stavo malissimo, così Britt si fiondò a casa mia con una borsa piena di dolci e schifezze varie. Restammo a parlare per quasi tutta la notte, poi ad un certo punto ci addormentammo abbracciate. Mi sono sentita bene tra le sue braccia, come non mi era mai successo prima. La osservai mentre dormiva e mi resi conto di quanto bella fosse. Quando anche lei si svegliò restammo a guardarci per qualche istante. Ebbi questo impulso, il mio corpo mi diceva di baciarla, la mia mente di non farlo perché avrei potuto rovinare il nostro rapporto, ma il mio cuore non era d’accordo così lo ascoltai, mi sporsi verso di lei e la baciai. Lei assecondò il mio bacio, solo dopo scoprì che aveva una cotta secolare per me”
Quinn aveva un sorriso radioso sulle labbra mentre parlava della sua storia d’amore.
“Cosa? Cotta secolare?”
Domandò l’altra ragazza dandole una leggera spinta
“Beh è la verità”
“È davvero una cosa dolcissima”
Mercedes era davvero convinta di questo, ma nonostante tutto era propensa più che mai a far finire la sua amica con quella ragazza dagli ipnotici occhi verdi.
“Santana tu invece, sei fidanzata?”
Domandò Britt ingenuamente.
“No… insomma lo ero ma”
“Ma adesso sei single e felice”
Intervenne la ragazza corpulenta. C’era qualcosa di strano nel tono con cui lo diceva. Santana Lopez soffriva ancora per quella rottura.
“Tenevi tanto a questo ragazzo?”
Brittany era una ragazza molto ingenua, non aveva fatto quella domanda con cattiveria.
“Britt!”
“Che ho detto?”
“Sta tranquilla. Tenevo molto a questa ragazza”
“Ragazza, significa che anche tu…”
Cominciò la bionda dagli occhi azzurri.
“Mi piacciono le ragazze? Si. Devo confessare che Rachel è stata la prima e l’unica. Sto ancora cercando me stessa, ma sinceramente considero la storia con lei come la più importante e la migliore che io abbia vissuto nella mia breve vita”
Quinn era assolutamente interessata a quella storia. Voleva saperne di più. Voleva sapere di più di questa Rachel che tanto aveva fatto breccia nel cuore di Santana.
“Quanto siete state insieme?”
“Un anno e sette mesi”
“E come mai avete rotto?”
Brittany stava cominciando ad entrare nei particolari e Santana cominciava a rattristarsi.
“Beh i suoi genitori hanno dovuto cambiare città per questioni lavorative, noi due stavamo bene insieme, ma essendo minorenne, i suoi non potevano lasciarla qui. La nostra storia non sarebbe mai finita se loro, beh se loro non fossero andati via”
Santana Lopez era sicura di questo. La sua relazione con Rachel Berry era l’unica cosa sicura. Loro si amavano, non si sarebbero mai lasciate se fosse dipeso da loro, ma le relazioni a distanza sono uno schifo e loro erano troppo piccole per gestire una cosa così tanto grande. Rachel era la cosa migliore che fosse capitata alla latina dopo anni di infelicità. Con il suo carattere spontaneo e allegro, la Berry era riuscita a riportare un po’ di colore nella vita grigia della mora. Con la sua partenza, tutto era tornato come prima. Per fortuna c’era Mercedes a rallegrare le giornate di Santana.
Non l’aveva mai abbandonata, era restata con lei, sempre, fedelmente.
“Che storia triste”
Commentò Brittany.
“Già.. questa è la mia vita, una storia triste”


RossoCannella's Space
Ok la storia sta prendendo una piega un po' triste come avrete notato, nel prossimo capitolo si capirà qualcosa di più della storia con Rachel e in più Mercedes comincierà a mettersi all'opera. 
Continuate a seguire "MFT" e soprattutto recensite
Un bacione a tutti i lettori
RossoCannella

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Capitolo 5
*** A little break ***


Capitolo 4

Mercedes e Santana erano in macchina, dirette verso casa Lopez. Le aspettava una seratina tranquilla tra amiche: film, chiacchiere e tanto divertimento. Questo era quello che credeva la latina.
“Quinn è lesbica” cominciò la ragazza corpulenta
“Si, l’avevo capito” rispose l’altra senza neanche guardarla
“A Quinn piacciono le ragazze – cominciò a canticchiare – anche a Santana piacciono le ragazze. Ad entrambe piacciono le ragazze”
“Smettila, sei imbarazzante”
“A Santana piace Quinn – il suo tono adesso era simile a quello di una bambina – Santana vorrebbe baciare Quinn”
“Merc smettila”
“Santana e Quinn son salite su un albero” cominciò la Jones
“No, Mercedes quella canzone la cantavo all’asilo, smettila”
“Santana e Quinn si stanno baciando”
La latina diede uno schiaffo sulla spalla all’altra che ormai piangeva dalle risate. La Lopez sapeva perché lo stava facendo, canticchiare quelle canzoncine e comportarsi da stupida, stava cercando di tirarle su il morale. Dopo la domanda di Britt, non aveva più smesso di pensare a Rachel, a quella ragazza che le era entrata nel cuore e che aveva dovuto lasciar andar via. Se solo avesse trovato un modo per farla restare o almeno per farla tornare. Ma ormai era troppo tardi.
Arrivate a destinazione, si diressero in camera della mora. Mercedes si avvicinò all’enorme mensola su cui l’amica teneva i DVD e cominciò ad esaminarli uno per volta.
Nel frattempo Santana se ne stava sdraiata sul suo letto, in silenzio. Brutto segno! Non se ne stava mai senza dire una parola.
“Vediamo questo!” esclamò la Jones
“Certo!” rispose l’altra
“Non mi stai neanche ascoltando, tu odi questo film – continuò l’amica – San parla con me. Sto cercando di farti distrarre in tutti i modi possibili, sto cercando di aiutarti, ma mi rendi tutto difficile se non ti apri. Sei arrabbiata, dimmelo. Sfogati, solo io posso aiutarti”
“Merc mi dispiace. So che dovrei parlare con te, ma la verità è che non so cosa mi prenda. Fino a poco tempo fa non riuscivo quasi a respirare senza Rachel, poi arriva lei ed è fidanzata ed è la mia tutor e io non so che fare.”
“È normale, sta tranquilla. Stai solo andando avanti, hai finalmente capito che Rachel è il tuo passato e che devi trovare un’altra persona. Tu hai solo bisogno di qualcuno che ti ami” “Si ma io non voglio che lei sia il mio passato.”
“Non vuoi che sia il tuo passato solo perché hai paura. Hai conosciuto Quinn e ti ha colpito sin dall’inizio, hai passato tanti pomeriggi con lei, ormai vi conoscete da qualche mese e sei spaventata perché ciò che provi quando c’è lei, non l’hai provato con nessuno, neanche con Rachel. Dimmi se sbaglio”
“Sbagli. Io non ho paura.”
“Si che hai paura, ti conosco bene. La guardi in modo diverso, non hai mai guardato nessuno come guardi lei. Ogni volta che apre la sua boccuccia di rose è come se nient’altro esistesse. Ridi ad ogni battuta stupida che fa e non smetti di fissarla, nemmeno per un secondo, il che è inquietante se ci pensi un attimo. Le guardi le labbra, poi la guardi negli occhi e infine di nuovo le labbra. Santana vorrebbe baciare Quinn – riprese a canticchiare, per strappare un sorrisino alla sua amica – pensaci”
Detto questo si alzò e, dopo aver preso il film preferito dall’altra, si sedette accanto a lei, prese la sua mano e la guardò sorridendole.
“Ti voglio bene”
Affermò Santana ricambiando il sorriso e abbracciando l’amica.
“Ti voglio bene anche io JLo e adesso guardiamo sto film, che ne dici?”
 
Ricominciò la settimana così come le lezioni di Quinn con Santana. La mora aspettava che la ragazza arrivasse sdraiata sul divano impegnata a guardare la televisione. Quel giorno non aveva voglia di fare nulla, non si era nemmeno truccata, i suoi capelli erano legati in una coda e indossava una maglia lunga e larga che il suo amico ed ex ragazzo Puck, aveva dimenticato.
Il campanello suonò e svogliata andò ad aprire. Come al solito erano sole. Guardò la bionda e le sorrise.
“Ciao Santana”
“Ciao Quinn, entra pure”
Stranamente c’era un po’ di tensione e imbarazzo nell’aria.
“Allora, da cosa cominciamo oggi?” domandò miss Fabray.
“Letteratura!” rispose l’altra.
“Perfetto, va’ a prendere i libri”
La latina si alzò e andò a prendere l’occorrente. Quando tornò poggiò tutto sulla scrivania e accavallò le gambe. Notò che lo sguardo di Quinn cadde più volte sulle sue gambe scoperte. Sorrise compiaciuta e fece finta di nulla.
“Ma Santana io sono qui per farti studi” cominciò a dire
“Dai, rilassati un po’ non ti ho chiesto nulla di scandaloso, voglio solo dieci minuti di pausa durante i quali mi farò un panino con il burro d’arachidi e prenderò un succo.”
“Ok va bene, ma solo dieci minuti”
Santana sorrise e annuì. Si alzò velocemente dalla sedia e cominciò a camminare verso la cucina. Poi si però e guardò la bionda.
“Tu non vieni?” domandò
“Dove?”
“In cucina, preparo qualcosa anche per te, sarai stanca di parlare e ripetere le stesse cose da ormai due ore – affermò convinta Santana, vedendo Quinn titubante esclamò – dai vieni, anche solo per farmi compagnia”
La bionda sospirò e annuì.
Durante il breve percorso dal salotto alla cucina, Santana si accorse di come Quinn la guardasse di continuo. Come mai non ci aveva mai fatto caso?
Una volta lì, cominciò a fasi il suo sandwich.
“Quinn gradisci qualcosa?” chiese
“No, niente grazie”
“Ne sei sicura?” domandò togliendo il coltello dal vasetto di burro d’arachidi e leccandolo.
“Ehm si – disse la Fabray poco convinta – sicura”
“Non vuoi neanche qualcosa da bere?”
“Magari un bicchiere d’acqua”
“Perfetto”
La mora camminò fino al frigorifero, lo aprì dando le spalle alla bionda. Sentiva gli occhi della Fabray su di sé e ne era lusingata. Un po’ si sentiva in colpa, Quinn era fidanzata e lei non era vestita proprio in modo consono.
Le piaceva provocare la gente, così si chinò per prendere la bottiglia. In quell’istante la maglia si alzò un po’ scoprendo ancora di più le gambe e facendo intravedere gli slip.
Subito dopo si girò e con la bottiglia tra le mani camminò verso la tutor che ora guardava altrove fingendo di non averla fissata per tutto il tempo. 

 
RossoCannella's Space
So di averci messo davvero tanto per pubblicare questo capitolo, ma come ho detto nel "RossoCannella's Space" sotto il quarto capitolo della mia altra storia "Welcome to Neverland", ultimamente ho molti impegni e pochissimo tempo. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e soprattutto spero che recensirete. 
Non odiatemi
RossoCannella

 

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Capitolo 6
*** The way you look at her ***


Capitolo 5

Santana Lopez era sdraiata sul pavimento della sua stanza e fissava il soffitto pensierosa. Si era comportata da vera stupida con Quinn, avere quell’atteggiamento sapendo che fosse fidanzata, era stata una mossa irrispettosa e stupida.
Nonostante fosse lusingata dal fatto che alla bionda piacesse la sua mercanzia, sapeva che tutto ciò non era giusto. Doveva fermarsi prima che fosse troppo tardi.
Aveva bisogno di parlare con Mercedes.
“Merc credo di aver fatto un casino”
“Non dirmi che l’hai baciata”
“Non l’ho baciata ma”
“Ma?”
“Beh ho assunto un atteggiamento un po’ provocante”
“Se parli come tua madre non capisco una parola di ciò che dici, che significa ‘un po’ provocante’, che hai fatto?”
“Beh avevo indosso solo una maglia, una di quelle larghe di Puck e le mie gambe erano quasi completamente scoperte. Così ho cominciato ad accavallarle in modo sensuale cercando di mostrarle il più possibile e cercando di attirare la sua attenzione”
“E ci sei riuscita?”
“Si”
“È fantastico!”
“No, non lo è, Merc lei è fidanzata”
“E allora”
“Mi sento in colpa”
“Santana lo sai, tutto è lecito in amore.”
“Ma io non l’amo. Lei mi piace, mi interessa. Non voglio rovinare la sua storia d’amore per quella che potrebbe essere una cotta passeggera. Voglio essere sicura dei miei sentimenti prima di azzardare una qualunque mossa”
“Quindi vuoi aspettare. Mancano due mesi alla fine della scuola, dopodiché noi saremo diplomate, tu non avrai più bisogno di lei e non vi vedrete più. È questo che vuoi? Che il tempo passi e di conseguenza perderla? Ho visto come la guardi. Tu non te ne accorgi, ma io si. Non perdere questa occasione”
Santana sospirò e cominciò a fissare il soffitto. Mercedes aveva ragione. La scuola stava per finire e lei presto sarebbe andata al college. Il suo profitto era migliorato un sacco e sua madre riteneva che potesse farcela da sola. Se avesse voluto concludere qualcosa, avrebbe dovuto sbrigarsi. Ma d’altra parte aveva davvero paura. Non sapeva con certezza quali fossero i suoi sentimenti per quella bionda con gli occhi magnetici e l’incantevole sorriso. Sbuffò.
“Merc ti richiamo più tardi, ho bisogno di pensare”
“Ok, ci sentiamo dopo”
Santana si alzò lentamente dal pavimento e si avviò alla porta. Scese le scale e raggiunse la cucina. Cominciò a rovistare nella dispensa. Quando trovò quello che cercava, la nutella, prese un cucchiaino e tornò in camera. Si sedette sul letto e cominciò a mangiare. Cucchiaino dopo cucchiaino.
Mangiare la nutella era l’unica – strana – cosa che le permetteva di concentrarsi. Fu distratta dal rumore del telefono che vibrava sul pavimento. Appoggiò il barattolo sul comodino e si affacciò. La scritta ‘Mamma’ comparve sul display. Rispose.
“Dimmi”
“Io e tuo padre abbiamo deciso di andare a cena fuori. I tuoi fratelli tornano tra un po’ dalla loro lezione di pianoforte. Passiamo a prendervi tra mezz’ora, preparatevi”
“Io non vengo, ordino una pizza e rimango a casa”
“Ma Santana è un’occasione per stare in famiglia, tutti assieme”
“Ci saranno alte occasioni, non sono dell’umore adatto”
“Ok, va bene. Teresa starà con te”
“Ho diciotto anni, non ho bisogno della tata”
“Ne hai diciassette e Teresa non ti darà nessun fastidio, perciò non lamentarti e sii gentile con lei” Santana concluse la chiamata e tornò a mangiare nutella sul suo letto. Dopo un po’ sentì la porta aprirsi e le voci squillanti dei suoi fratelli farsi sempre più vicine. Irruppero nella sua stanza correndo come dei forsennati.
“Uscite dalla mia stanza!” urlò.
“Non vieni con noi a cena? Mamma ha chiamato Teresa e le ha detto che saremmo usciti” domandò Jake.
“No, rimango qui. Adesso sparite!”
“Posso prendere la nutella?” domandò Steve.
“No, via di qui!” I gemelli andarono via lasciandola sola.
 
Un’ora dopo era sull’altalena del suo giardino e si dondolava lentamente guardando in alto. La sua tata, Teresa si sedette sull’altra e la guardò.
“Che ti succede tesoro?”
“Niente Teresa, è tutto ok”
“Santana io ti ho cresciuta, ti conosco troppo bene. Quando c’è qualcosa che non va’ mangi un sacco di cioccolata, ti aiuta a pensare. Lo facevi anche da bambina. Ultimamente hai una faccia strana, la stessa che avevi quando la tua fidanzatina Rachel andò via”
La ragazza abbassò lo sguardo e puntando i piedi per terra, fermò l’altalena. Sospirò e guardò la donna che le stava accanto.
“C’è una ragazza”
“La biondina che ti fa ripetizioni”
“Cosa? Come lo sai?”
“Ti si legge in faccia. Ogni volta che viene a darti lezioni hai questo sorrisone da imbecille sulla faccia e sei tutta simpatica, mentre quando non c’è sei acida e scontrosa”
Santana la guardava meravigliata. Era così evidente l’interesse che provava per quella ragazza? Perché diavolo nessuno glielo aveva detto?
“Credi che lei lo sappia? Insomma è così evidente?”
“Si tesoro, è molto evidente agli occhi di chi ti conosce bene”
La ragazza abbassò lo sguardo.
“Però non mi hai ancora detto perché sei così triste. Il fatto che ci sia una nuova persona nella tua vita, è una cosa positiva”
“Si, ma lei è fidanzata”
“Con un ragazzo?”
“Una ragazza”
“E allora dov’è il problema, giochi in casa. Ho visto come ti guarda, le piaci, è scontato”
“Dici davvero?”
“Si, ma non voglio assolutamente che ti vesti da mini prostituta quando viene. Sei bellissima, non hai bisogno di atteggiarti in quel modo per attirare la sua attenzione, l’hai già. Ora smetti di essere così triste e va’ a prepararti. Stasera tu esci”
“Non mi va”
“Dai Santana, ti divertirai.”
“Ma non so con chi uscire, Merc è fuori con i suoi”
“Se non ricordo male c’è una persona divertente che ti vuole molto bene e che sarebbe disposta a portarti ovunque tu voglia andare”
“Puck”
“Esatto. Adesso chiamalo e preparati, stasera vai a divertirti”
La ragazza si alzò dall’altalena e abbracciò la donna, dopodiché entrò in casa e chiamò il suo migliore amico, decisa a passare con questi una serata divertente e all’insegna della spensieratezza.

RossoCannella's Space
E rieccomi qui dopo tanto tempo (ne sono consapevole) con il nuovo capitolo. 
Mi auguro di riuscire ad aggiornare presto nonostante io sia costantemente impegnata. 
Spero che recensiate
RossoCannella

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Capitolo 7
*** Boyfriend ***


A Santana era mancato tremendamente passare dei momenti con Puck. Ultimamente lo aveva un po’ trascurato per via delle lezioni private che seguiva. Non avevano più tempo per fare tutto ciò che facevano prima: come andare al luna Park, giocare a Paint-ball e sporcarsi completamente di vernice colorata. Non avevano neppure il tempo per andare “Al garage”. Il Garage era il posto in cui i due amici si divertivano a strimpellare la chitarra o suonare la batteria e cantare.
Erano appena stati in un locale, si erano divertiti. Avevano ballato, riso e scherzato, incontrato degli amici e fatto delle nuove conoscenze. Noah riaccompagnò la ragazza a casa. Giunti davanti alla porta le diede un bacio sulla guancia e l’abbracciò.
“Non sparire ok?” disse mettendole una mano sotto il mento
“Non sparirò. Grazie per stasera, avevo bisogno di distrarmi”
“Lo sai che ci sono sempre per te. Sei o no, nonostante non mi dai più retta,  la mia migliore amica?”
Santana sorrise e poi abbassò lo sguardo. Si sentiva un po’ in colpa per come aveva tralasciato il rapporto con quel ragazzo nell’ultimo periodo.
“Che ne dici di venire qui domani pomeriggio? Potremmo stare un po’ insieme”
“Certo - disse sorridendole, poi notando che era un po’ triste disse - non mi hai ancora detto perché stai così” si sedette sul dondolo e le fece segno di seguirlo.
Lei sospirò e si guardò attorno prima di parlare. Puntò lo sguardo in quello del ragazzo e cominciò a giocherellare con le mani.
“Vedi c’è questa ragazza, Quinn. Mi da ripetizioni. Io ecco ho un interesse per lei, credo che mi piaccia. - Puck la guardò un po’ confuso - insomma lei è bellissima, è veramente bella e poi è dolce e ha quegli occhi verdi che mi fanno impazzire. Il suo modo di sorridere, il modo in cui si morde il labbro quando è in imbarazzo. Lei è, non lo so. Mi fa impazzire. So solo che l’anno scolastico sta finendo e lei è veramente bella, se voglio provarci devo sbrigarmi, ma è fidanzata con Brittany e stanno insieme da tanto tempo e poi Quinn è così bella”
“Ehi San frena. Di tutto ciò che hai detto ho capito solo che è bella dato che l'hai ripetuto praticamente di continuo. C’è davvero un bel casino in quella testolina eh? Ma io sono qui per aiutarti, altrimenti a cosa servono gli amici? - le prese la mano - da come ne parli sembra che questa ragazza sia una dea scesa sulla terra. Il problema è che il tempo è poco e lei è fidanzata, giusto?”
La mora annuì
“Sai che non ti direi mai di provarci senza essere sicuro che ne valga davvero la pena”
“Tutti dicono che dovrei provarci perché la guardo in modo strano ed è chiaro che provo qualcosa per lei, ma sembra tremendamente sbagliato perché ho conosciuto Brittany, la sua ragazza ed è davvero una brava persona. È tutto ciò che io non sono. Non posso competere con lei, era la sua migliore amica e si conoscono da sempre”
“Non importa quanto tu sia diversa dalla sua attuale ragazza, non importa da quanto tempo vi conoscete o da quanto tempo loro si conoscono. Ma un attimo, vorrei vedere con i miei occhi se la guardi davvero in modo speciale. Poi ti darò il mio consiglio. Che ne dici?”
“Lunedì i miei non ci sono. Vieni a pranzo da me e poi restiamo insieme finché lei non arriva. Se non ti annoi potresti rimanere mentre lei mi da ripetizioni. Che ne pensi?”
“Penso che non vedo l’ora di conoscere questa ragazza - guardò l’orologio - si è fatto tardi, devo proprio andare. Domattina devo andare in Sinagoga. Ci vediamo nel pomeriggio” detto questo le diede un casto bacio sulle labbra, com'era solito fare e se ne andò, lasciandola lì sul dondolo.
Una volta in casa, salì le scale ed entrò in camera, si gettò sul letto. Cominciò a guardare il soffitto, non riusciva a smettere di riflettere e a furia di pensare si addormentò.
Il lunedì arrivò in fretta. I signori Lopez erano fuori per lavoro e i fratellini di Santana erano a casa di Teresa, la loro tata.
La mora tornò da scuola assieme a Noah, gettò lo zaino sul divano e andò in cucina dove trovò un biglietto, era della governante che le comunicava che il pranzo era nel forno, doveva solo riscaldarlo.
Fece come le era stato detto. Mentre apparecchiava, vide il suo amico prendere le loro cose e portarle di sopra, poi la raggiunse e l’aiutò a finire di allestire la tavola.
Lei sorrise, adorava quel ragazzo. Era come un fratello, gli voleva davvero tanto bene. Per un certo periodo aveva addirittura creduto di amarlo, ma ben presto si era accorta che i suoi sentimenti erano di un altro genere.
La verità era che Puck la capiva e comprendeva come pochi, la faceva stare bene, la faceva sentire sempre a suo agio e mai fuori posto, ma non sentiva le farfalle allo stomaco quando era con lui.
Passarono tutto il pomeriggio parlando e giocando alla playstation, finché non si stancarono e decisero di guardare un film.
Il film era finito da un po’ e i ragazzi stavano scherzando tra di loro, quando udirono il suono del campanello. Santana scattò in piedi. Guardò l’orologio e cominciò ad agitarsi.
“Oh è lei. Come sto?” chiese guardando l’amico e sistemandosi i capelli
“Fai schifo!” rispose lui ridendo e le diede una pacca amichevole sul sedere, poi la spinse verso la porta.
La latina andò ad aprire.
Eccola. Davanti a lei c’era Quinn. Bellissima come sempre. I suoi occhi verdi risplendevano come smeraldi.
“Ehi” disse
“Ehi Quinn - la salutò Santana - vieni, entra” si scostò dall’uscio per farla passare.
Puck, che era sul divano, si alzò e si avvicinò a loro. Si mise dietro l’amica e l’abbracciò cominciando a darle dei baci sulla guancia.
Santana era confusa, che diavolo stava facendo quel cretino del suo migliore amico? Girò lentamente il viso e si trovò davvero vicina a quello di Puck, i loro nasi potevano quasi sfiorarsi. Il ragazzo ne approfittò e le diede un bacio sulle labbra, poi si staccò in fretta e guardò la bionda.
“Ciao, tu devi essere Quinn, la tutor” disse sorridendo
La latina notò che la bionda era leggermente in difficoltà. Probabilmente si era sentita in imbarazzo per quella situazione, anche lei lo sarebbe stata se le fosse capitata la stessa cosa. Non aveva idea di cosa stesse facendo il ragazzo.
“Lui è Noah il mio” cominciò a dire
“Ragazzo” concluse lui guardandola.
La mora era spiazzata. Non si aspettava quella risposta. Sentì poi l'amico pizzicarle un fianco e capì. Stava inventando tutto, ma a quale scopo? Oh era ovvio, testare se ci fosse interesse da parte della bella bionda dagli occhi verdi. Ma avrebbe funzionato?
Noah ricominciò a lasciare dei baci sulle labbra della latina, quasi non curandosi della presenza dell'altra ragazza che probabilmente ormai si sentiva di troppo e in imbarazzo.Tossì per attirare l'attenzione.
"Allora Santana io direi che è ora di cominciare" affermò guardandola e poi spostando lo sguardo su Puck e sorridendogli, cercando di fargli capire che non aspettava altro che andasse via. 
"Ti darebbe fastidio se restassi qui?" domandò alla sua migliore amica
"Tu non mi daresti mai fastidio, la tua presenza non può che rendermi più felice" affermò sorridendo dolcemente e accarezzandogli la guancia. 
La Fabray nel frattempo si era accomodata e aveva cominciato ad aprire dei libri, cercando di preparare la lezione. Inutili furono i suoi tentativi di non guardare ciò che stava succedendo tra i due, la mora se ne accorse e sorrise compiaciuta. Adesso era sicura di non essere indifferente a quella bella bionda. 
Un oretta dopo erano ancora sui libri e Noah, seduto di fronte a Santana, le sorrideva.
"Allora Santana ripetimi la definizione di moto rettilineo uniforme" affermò Quinn sperando che la ragazza le stesse dando ascolto, ma na niente. Non ricevette nessuna risposta in cambio. 
La mora continuava a guardare il ragazzo che le stava difronte e a sorridergli. 
"Santana!" la rimproverò la bionda
"Eh?" chiese lei mantenendo il sorriso sulle labbra, poi notando quanto seria fosse l'altra, tornò seria. 
"Santana non mi stai ascoltando, non possiamo continuare in questo modo. Siamo molto indietro e tu continui a lasciarti distrarre dal tuo ragazzo. Se veramente sei interessata a mantenere un buon profitto in fisica e nel resto delle materie, io ti consiglierei di concentrarti e di smettere di flirtare"
Quinn aveva una espressione veramente irritata. A quel punto, Puck decise di alzarsi. Andò dalla sua amica e le diede un bacio, fulminò con lo sguardo la bionda e disse "Io ti aspetto di sopra, quando finisci raggiungimi" 
Senza salutare si diresse di sopra, lasciando le due sole. 
"Mi dispiace, non dovevo sbraitare in quel modo" cominciò a dire la Fabray
"No, non preoccuparti, hai ragione. Non sei qui per guardarmi amoreggiare con il mio ragazzo, sei qui per fari in modo che io migliori a scuola. Scusami"
La bionda le prese la mano e le sorrise dolcemente. 
Quel contatto, quel semplice contatto fece comparire sul volto della mora un grande sorriso. Riusciva a sentire le farfalle nello stomaco, l'unica cosa che riuscì a fare fu stringere quella mano e puntare i suoi occhi in quelli ipnotici della sua tutor. 

RossoCannella's Space
Ragazzi mi dispiace davvero tanto per l'attesa, capitemi, sono stra impegnata. 
Spero che recensirete lo stesso. 
Credo di riuscire ad aggiornare anche "Welcome to Neverland" entro lunedì. 
Stavo preparando una one-shot natalizia, ma non vi prometto nulla. 
Non ho mai tempo di rileggere i capitoli, perciò se ci sono errori, mi dispiace. Sto cercando una beta, se c'è qualcuno disponibile, me lo faccia sapere. 
Un bacione a tutti
RossoCannella

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Capitolo 8
*** You're an idiot ***


Capitolo 7

Le lezioni con Quinn erano appena terminate. Questa volta si erano svolte in modo piuttosto diverso rispetto al solito. Tutte le altre volte le due ragazze avevano accompagnato le spiegazioni e gli esercizi con delle battutine e sorrisini. Quinn era più fredda, sembrava quasi arrabbiata e Santana non aveva potuto non notarlo. Le dispiaceva un sacco e in parte dava la colpa al suo migliore amico che adesso se ne stava in camera sua a fare chissà che. Se avesse perso per colpa di Noah anche la più piccola possibilità di far nascere qualcosa tra lei e la bella bionda, gliel'avrebbe fatta pagare cara. Accompagnò Quinn alla porta, ma prima che questi potesse uscire, la fermò.
"Ehi - disse - ho fatto qualcosa che non va? Intendo a parte essermi fatta distrarre da Noah, ho fatto qualcosa di sbagliato? Sembrava che avessimo chiarito quella storia"
"No, perché me lo chiedi?" 
"Beh oggi eri molto fredda e credevo avessimo stretto un legame di" ma Santana fu interrotta.
"Nessun legame, io sono solo la tua insegnante. Tra noi due non ci sarà mai nessun legame, non sarebbe professionale"
Santana rise, credendo che scherzasse. Insomma non era davvero la sua insegnante, le faceva solo ripetizioni. Era ridicolo considerare il loro come un rapporto professionale o collaborativo, erano solo ragazze. Ma notando lo sguardo della bionda, freddo e severo, capì che non scherzava. 
"Ma sei seria?" chiese aggrottando la fronte. 
"Si Santana sono seria. Ora devo andare, ho impegni con la mia ragazza. Buona giornata"
La latina scosse il capo e sbatté la porta. Corse in camera sua e prese il telefono. 
"Puck! Razza di idiota vieni subito qui"
Dieci minuti più tardi il ragazzo arrivò a casa Lopez in sella alla sua moto. Scese e si tolse il casco, dopodiché entrò in casa. Salutò i fratellini della sua migliore amica e diede un bacio sulla guancia a Teresa che lo aveva visto crescere assieme a Santana. 
Salì le scale ed entrò nella stanza della mora. Lei faceva avanti e indietro bestemmiando in spagnolo. 
"Ehi che succede?" domandò Puck
"Mi chiedi che succede? Sei un idiota. Ecco cosa succede"
"Che ho fatto?"
"Che hai fatto? Per colpa tua Quinn è fredda con me e dice che non abbiamo alcun legame perché il nostro è solo un rapporto professionale. Lei insegna e io imparo, nemmeno una professoressa direbbe 'ste cose" 
"E perché credi che sia colpa mia?" 
"Perché credo sia colpa tua?"
"Smetti di ripetere le mie domande"
"Sei un cretino ecco cosa sei! Prima che ti venisse in mente di provare a farla ingelosire, tutto questo non succedeva. Prima che tu dicessi di essere il mio ragazzo lei era così dolce e carina con me e scherzavamo e mi sorrideva di continuo" affermò la mora sedendosi sul suo letto, subito fu seguita da lui.
"Guarda che ti ho solo fatto un favore - affermò il ragazzo prendendole una mano - Santana se lei avesse provato qualcosa per te si sarebbe ingelosita e all'inizio sembrava che funzionasse. Pensaci se tu ci avessi provato e ti avesse respinta? Ora staresti peggio, invece adesso che hai capito che da parte sua non c'è interesse puoi evitare la figuraccia"
Santana sorrise. 
"Oh questo mi fa sentire meglio - il suo sorriso scomparve - Sei un idiota!" gli diede un pugno sul braccio. 
Lui rise e le bloccò le mani. 
"Non te la devi prendere con me. Non è colpa mia se non capisce quanto tu sia bella sia dentro che fuori"
I suoi occhi si incatenarono a quelli della mora. Dopodiché l'abbracciò stretta e lasciò che questi si sfogasse piangendo sulla sua spalla. 
"Qualcuno si è preso una bella cotta" affermò stringendola di più a sé quando questi cercò di allontanarsi da lui. 
"Sei un idiota" affermò lei tirando su col naso. 
"Stasera tu, io e Mercedes usciamo. Perciò preparati. Passo a prenderti alle ventuno" detto questo sciolse l'abbraccio e guardò la sua migliore amica. Le asciugò le lacrime e dopo averle dato un bacio sulla fronte uscì dalla stanza. 
Santana si affacciò alla finestra e vide il suo amico salire sulla sua moto e sfrecciare via. 
Decise che quella sera sarebbe andata con lui. Chiamò la sua amica Mercedes e la informò dei suoi piani per la serata, dicendole che l'invito era esteso anche a lei. 
Doveva tirarsi su il morale ed erano poche le persone che sapevano come fare, una delle quali non viveva più nella sua stessa città. 
Erano le ventuno e dieci e come al solito Puck era in ritardo. Mercedes, con le mani incrociate sotto il seno, batteva impazientemente il piede sul pavimento. 
"JLo perché non lo chiami e gli dici qualche parolaccia in spagnolo da parte mia?" chiese. 
"Dai, starà arrivando" 
Santana aveva ragione, qualche istante dopo, una macchina nera si fermò nel vialetto di casa Lopez. Da questa scesa Noah. Indossava dei jeans, una maglia bordeaux e una giacca di pelle nera. Andò verso le ragazze e lasciò ad entrambe un bacio sulla guancia. 
"Siete pronte signore?" chiese
Le due annuirono e lo seguirono. 
Non sapevano dove le stesse portando e la cosa rendeva Mercedes alquanto irrequieta. Lei era una di quelle persone a cui piaceva programmare le uscite e soprattutto essere sempre al corrente di tutto.
Noah era esattamente il contrario. Non aveva mai programmato nulla, prendeva la vita così come veniva, viveva giorno per giorno come fosse l'ultimo, sostenendo che restiamo sulla terra per così poco tempo che non dobbiamo sprecare nemmeno un minuto a preoccuparci di cosa potrebbe succedere e predende tutto di petto. 
La macchina di Puck si fermò davanti ad uno dei ristoranti più belli della città. Santana lo guardò stranita. Lui non era di certo il tipo da ristorante. 
"Tranquille, siamo qui solo per mattere nello stomaco qualcosa, dopo vi porto al nuovo locale e ci diamo alla pazza gioia per tutta la notte" 
Uscirono dall'auto e lasciarono le chiavi al parcheggiatore. Entrarono e si accomodarono. 
La cena trascorse tranquillamente. Avevano parlato un sacco e soprattutto riso a causa di Puck e dei suoi vani tentativi di conquistare la cameriera che li stava servendo. 
"Devo andare in bagno" affermò la Lopez alzandosi e dirigendosi verso la toilette. 
Dopo aver fatto pipì, la mora si lavò le mani e ne approfittò per rifarsi il trucco. Mentre si ripassava la matita sugli occhi, la ragazza del bagno accanto al suo tirò lo sciacquone e uscì. 
"Santana" disse una voce alle sue spalle
Il respiro le si fermò in gola. Deglutì a fatica e guardò il riflesso dell'altra persona allo specchio. 
"Ciao" rispose
"Che ci fai qui?" domandò 
"Che ci fai tu qui! Ciò che ci faccio io non sono affari tuoi" detto questo, la mora uscì dal bagno in fretta, lasciando l'altra sola. 
Tornò al tavolo e cominciò a raccogliere le sue cose. 
"Che diavolo succede?" chiese Mercedes
"Andiamocene immediatamente"
"Perché?" chiese il ragazzo
"Santana!" di nuovo quella voce. 
Improvvisamente i due amici si ammutolirono vedendo da chi provenisse quel suono. 
"Si può sapere che vuoi?"
"Che ti ho fatto?"
"Niente, non hai fatto proprio niente!"
"Allora perché mi hai risposto male mentre eravamo in bagno? Cercavo di fare solo conversazione, come una persona civile" 
"Beh io non sono una persona civile e non mi piace fare conversazione ok?" detto questo la mora uscì dal locale, ma quella la seguì. 
Una volta fuori cominciò a camminare avanti e indietro mentre delle lacrime cominciarono a bagnarle il viso. 
"Santana perché fai così?"
"Perché tu non dovresti essere qui, Rachel!"

RossoCannella's Space
Ed eccomi di nuovo qui a darvi fastidio. 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e non uccidetemi please. 
Lo so che vi avevo promesso una Quinntana e che fino ad ora avete avuto poco o niente, ma il meglio sta per arrivare. 
Recensite :)
Un grazie alla mia beta <3
Un bacione

RossoCannella

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Capitolo 9
*** One step back ***


Capitolo 8

Che diavolo ci faceva lì Rachel Berry? Santana aveva le lacrime agli occhi mentre guardava quella ragazza. 
"Tu non dovresti essere qui, Rachel"
"Si, lo so" affermò l'altra abbassando la testa
"Sei tornata in città e non ti sei nemmeno presa la briga di avvisarmi, se davvero ti fosse importato qualcosa di me, mi avresti contattato"
"Tu non capisci, mi importa troppo di te, ecco perché non ti ho chiamata"
La Lopez non riusciva a seguire il ragionamento contorto della più bassa, aggrottò la fronte cercando fare luce sulla questione. 
"Cosa significa?" chiese
"Sono qui solo di passaggio, sono qui perché i miei zii hanno fatto un incidente e sono in ospedale e non c'era nessuno che potesse badare ai miei cuginetti. Non appena li avranno dimessi tornerò nella mia città. Che avrei dovuto fare eh? Venire a cercarti, darti l'illusione che la nostra storia sarebbe potuta continuare e poi lasciarti di nuovo? Si è vero, non sono mai stata la migliore delle persone, ma ti amo e so quanto sei stata male per me, allora perché avrei dovuto procurarti ulteriori ferite? Santana tu sembri forte e spavalda, sembra che nulla possa scalfirti, ma io ti conosco come nessun'altro e so che in realtà sotto quella corazza c'è una ragazza fragile e insicura - disse avvicinandosi a lei e prendendole le mani - quella ragazza di cui mi sono innamorata. Il problema è che non possiamo stare insieme, non ci apparteniamo"
"Proprio adesso che iniziavo a dimenticarti tu riappari nella mia vita e sembra che i giorni non siano mai passati e che tu sia sempre stata qui" esclamò tra le lacrime la mora. 
Rachel l'abbracciò, la tenne stretta a se, mentre con una mano le accarezzava i capelli. 
A Santana era mancato il contatto con quella ragazza, quella ragazza che le aveva completamente fatto perdere la testa. Si è vero, Rachel Berry non era una persona tranquilla, dolce e simpatica, anzi, era tutto il contrario. Era viziata, iperattiva, chiacchierona, egocentrica e anche un po' stronza, ma nonostante questo era stata l'unica capace di tirar fuori solo il meglio dalla bella latina. 
"E adesso che succede?" chiese la mora staccandosi dalla più bassa e guardandola
"Adesso che sai che sono qui e sai che rimarrò solo per qualche altro giorno, tutto dipende da te"
"Lo so, mi sto facendo del male da sola, ma non voglio assolutamente fingere di non averti vista e di non sapere che sei qui"
Rachel sorrise e abbracciò Santana.
"Ora però dovremmo tornare dentro perché ho lasciato quelle pesti da sole e ho paura che abbiano combinato qualche casino" affermò la più bassa prendendo la mano dell'altra. 
Ovviamente Santana non andò in discoteca con Puck e Mercedes e passò tutta la serata con Rachel, tra risate, abbracci e baci. 
Erano quasi le 23.30 quando la latina giunse davanti al vialetto di casa sua e rimase pietrificata. 
Sulla veranda, seduta sul dondolo c'era Quinn Fabray. Aveva il volto basso e giocherellava con le sue dita. Si stava torturando il labbro inferiore con i denti. Aveva l'espressione più tenera che la Lopez avesse mai visto. 
"Quinn, che ci fai qui?" domandò curiosa. 
La bionda si alzò di scatto, spaventata da quella voce che l'aveva probabilmente distratta dai suoi pensieri. 
"Santana! - disse la bionda - io sono venuta qui per, per scusarmi"
"Scusarti?" chiese confusa la mora
"Si, per come ti ho risposto oggi. La verità è che non ti avrei mai detto nulla di simile, ma è successa una cosa"
"Che è succeso?"
"Beh mia madre mi ha detto che parlavo troppo di te e di quanto fossi simpatica e che non fossi solo bella, ma anche intelligente. Ok la faccio breve, lei crede che io abbia una cotta per te e mi ha intimato di interrompere qualunque rapporto e di limitare le azioni che potrebbero essere fraintese, primo perché sono fidanzata e secondo perché io sono la tua insegnante e non sarebbe professionale e poi i tuoi sono amici dei miei da un sacco di tempo e mamma dice che questa situazione la metterebbe in imbarazzo"
Santana rise e Quinn la guardò confusa. 
"Hai una cotta per me, Quinn?" chiese
"No - rispose subito l'altra - ma mia madre crede che io ce l'abbia"
"Credi che io sia bella, Quinn?" domandò la mora avvicinandosi
"No - disse l'altra, Santana alzò un sopracciglio provocandola - C'è si, sei bella ma non ho una cotta per te"
La bionda era visibilmente in difficoltà e in imbarazzo. Notandolo, la mora sorrise e l'abbracciò. 
"Quinn non azzardarti a trattarmi in modo diverso o giuro che ti licenzio!" esclamò la latina cercando di strappare una risata alla bella bionda. 
Sciolsero l'abbraccio e a quel punto si guardarono negli occhi, con il sorriso ancora stampato sui loro volti. 
"Sai, oggi pomeriggio ci sono rimasta davvero male, sai che significa?" domandò Quinn
"Cosa?" chiese l'altra
"Che mi sto affezionando a te, Santana"

RossoCannella's space
Ok ragazzi, ho pubblicato il capitolo velocemente. 
Non volevo lasciarvi senza nemmeno un po' di Quinntana e in più in questo periodo sono piuttosto ispirata. Sarà l'aria di festa o il cibo in abbondanza, non so che dirvi. Il risultato è questo. 
Grazie alla mia Beta per aver revisionato il capitolo in così poco tempo, sempre impeccabile.
Un bacione a tutti e spero recensiate. 

RossoCannella

 

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Capitolo 10
*** I'm here for you, San ***


Capitolo 9

"Santana! Santana baja el volumen, por favor!" esclamò Teresa irrompendo nella stanza della ragazza. 

Santana era sdraiata sul letto e canticchiava la canzone che risuonava ad un volume assordante in tutta la casa. Tra le mani aveva il suo cellulare, sul quale muoveva freneticamente le dita per inviare messaggini. 
"Santana, por dios!" continuò la donna avvicinandosi allo stereo e abbassando il volume. "Un giorno diventerai sorda!" affermò con sicurezza. "Quinn sarà qui a breve, io e i gemelli stiamo uscendo. Non alzare di nuovo il volume o non sentirai la porta" 
"Bueno, scendo tra un attimo" detto questo la mora cominciò a rovistare nell'armadio alla ricerca di qualcosa da indossare. 
Qualche minuto dopo, mentre scendeva le scale, sentì la porta chiudersi e realizzò che la sua tata e i fratelli erano andati via. Si gettò sul divano e guardò un po' di televisione aspettando l'arrivo della bionda.
Il cellulare squillò e la mora rispose. 
"Pronto?" chiese la ragazza con un enorme sorriso sulle labbra
"Ehi, possiamo vederci?" domandò Rachel 
"Ehm veramente sto aspettando che arrivi la mia tutor per darmi ripetizioni" rispose
"Posso passare quando finite? Devo dirti una cosa e ho bisogno di dirtela di persona e... ho bisogno di dirtela oggi"
"Ok, quando finisco ti invio un messagio" rispose la mora e dopo averla salutata, riagganciò. 
In quel preciso istante il suono del campanello, la destò dai suoi pensieri. Quinn era arrivata. 
Aprì la porta e notò il sorriso radioso sulle labbra della sua tutor.
"Ehi Quinn!" esclamò. Spontaneamente le venne voglia di abbracciarla e senza pensarci lo fece. 
L'altra non se lo aspettava, ma ricambiò l'abbraccio, stringendo a sua volta la mora e avvinghiandosi di più a lei. 
"Hai un buon profumo, Quinn"
"Grazie, anche tu" esclamò la bionda sciogliendo l'abbraccio e incamminandosi verso il soggiorno. 
"Ehi ti dispiace se andiamo a studiare in camera mia?" domandò la Lopez. 
Quinn sorrise e annuì, seguendo la padrona di casa verso le scale che le avrebbero condotte nella stanza della latina. 
Santana si gettò sul letto e guardò la bionda poggiare i libri sulla sua scrivania e sedersi composta alla sedia. 
"Non ti va di fare molto oggi, eh?" domandò senza neanche voltarsi
"A dire il vero Q, no. Dobbiamo proprio studiare? Non possiamo non so, guardare un film o parlare di qualcosa" propose la mora. 
"Vorrei tanto non fare nulla e guardare un film o parlare con te, ma sono qui per farti studiare non per rilassarmi e godermi la tua compagnia"
La latina si alzò e sbuffò avvicinandosi a lei e sedendosi sull'altra sedia. 
"Te l'ho già detto, non sei solo la mia tutor, diciamo che sei un'amica"
"Mi fa piacere che mi consideri tale, ma davvero, dobbiamo studiare. Almeno un po' ti prometto che dopo passo con te tutto il tempo che vuoi a vedere film o a parlare, che ne dici?" 
Santana la guardò in cagnesco. 
"Solo per questa volta, solo per questa volta" 

Un'ora più tardi, Santana era di fronte a Quinn e la guardava malissimo. 
"Avevi detto che avremmo studiato solo un po'. Ti prego, basta. Mi scoppia la testa e voglio solo rilassarmi" la implorò la mora. 
La bionda sorrise dolcemente e chiuse i libri, facendole capire che avevano finito. Dopodiché posò il suo sguardo su di lei. 
"Allora, che vogliamo fare adesso?"
Un enorme sorriso si allargò sul volto della padrona di casa. 
"Voglio conoscerti un po' meglio, che ne dici di fare due chiacchiere?" domandò la Lopez gettandosi sul letto
"Per me va bene, che vuoi sapere?" chiese la Fabray. 
"Quali film ti piacciono, che musica ascolti, qual è il tuo gruppo preferito, se hai fratelli o sorelle, insomma un po' tutto" 
"Vediamo, adoro le commedie romantiche, mi piace qualunque genere di musica, ma quella che mi fa provare più emozioni è la musica classica, non ho un gruppo preferito, ho una sorella maggiore, sposata e vive con suo marito a Los Angeles. Amo leggere, amo disegnare e soprattutto ho una grande passione per la fotografia" rispose la bionda. 
"Sei una fotografa? Uno di questi giorni devi farmi delle foto ok?"
"Non potrebbe che farmi piacere" rispose "Cosa mi dici di te?"
"Beh io sono la maggiore di tre figli, ho due fratelli gemelli. Adoro le commedie e i film horror, ascolto soprattutto musica pop e rock. Adoro Beyoncé e il mio gruppo preferito sono i 'The Killers', amo fare shopping e non ho mai letto un libro vero, cioé un libro senza figure"
Quinn rise rumorosamente, un rumore così piacevole che Santana avrebbe voluto sentirlo per sempre. Rimase per un secondo incantata a fissare il modo in cui le labbra della ragazza si curvavano e formavano il radioso sorriso. 
Il suono prodotto dal cellulare della latina, la destò dai suoi pensieri. Non appena lesse il nome sullo schermo esclamò "Cazzo! Me ne ero completamente dimenticata" e poi rispose. "Ehi"
"Ehi, hai finito?"
"Non proprio, ma vieni pure" dopodiché riagganciò e guardò la bionda. "Ricordi la mia ex?"
"Quella che si è trasferita?"
"Si, vedi lei è in città e sta venendo qui, ti da fastidio?" 
"No, figurati. Che dice il tuo ragazzo a proposito di questo?" chiese Quinn
"Il mio ragazzo?" domandò la latina non capendo 
"Si, il tizio con la cresta!"
"Oh Noah, beh non ha funzionato, diciamo che lui per me è solo un buon amico"
"Capisco" rispose sorridendo. 
Le due continuarono a parlare finché non sentirono il suono del campanello. 
Quinn le aveva detto che le cose con Brittany non andavano più così tanto bene e che non era sicura che stare insieme fosse la cosa giusta per loro, ma soprattutto aveva cominciato a rendersi conto che l'amore per la bionda con gli occhi azzurri stava svanendo e che forse era a causa di una persona che aveva conosciuto. Santana era felice di sentire quelle cose, sperava che la persona di cui Quinn parlava fosse lei, ma doveva ammettere che, se così fosse stato, si sarebbe sentita in colpa, profondamente in colpa. 
Presentò la sua ex ragazza alla sua tutor e la prima le chiese di poterle parlare in privato. Santana si scusò con la Fabray e seguì Rachel Berry in cucina. 
"Santana fra due ore parto, torno a casa" disse con lo sguardo basso
"Te ne vai? Di già?" chiese
"Si purtroppo. Volevo dirtelo di persona e salutarti. Mi mancherai da moririre" affermò cominciando a piangere. La latina l'attirò a sé e l'abbracciò stretta. Dopodiché la baciò dolcemente sulle labbra. 
"Non piangere ti prego, altrimenti io comincerò a piagere" 
Rachel sorrise e spostò una ciocca di capelli dal volto di Santana. Le accarezzò una guancia e la guardò negli occhi. 
"Mi mancherai da impazzire" 
"Spero che tra te e quella ragazza succeda qualcosa" affermò la più bassa
"Eh?" domandò Santana
"Si, quella ragazza bionda che è in salotto, la guardi in un modo che conosco bene. Ma non sono gelosa, è giusto che tu vada avanti"
"Che stai dicendo Rachel?"
"La verità Santana, sono stata con voi dieci minuti e ho notato il modo in cui la guardavi e le sorridevi. Lei ti piace, ma ti piace veramente tanto"
"Si, mi piace ma amo te"
"Io non vivo più qui. Devi andare avanti con la tua vita, non puoi aspettare per sempre che io ritorni. Mi prometti che ci proverai con lei e che tenterai di essere felice di nuovo?"
"Oh non dire così sembra quasi che tu stia per morire! E poi lei è fidanzata"
"Si ma a lei piaci tu"
"No invece"
"Si, sai che ho ragione. Adesso devo proprio andare, devo preparare la valigia. Ciao Santana" affermò baciandola di nuovo e andando via. 
Quinn nel frattempo era rimasta in salotto e aveva cominciato a guardare un programma in tv. 
Santana le si sedette accanto e poggiò la testa sulla sua spalla. 
"Che è successo?" domandò a quel punto la bionda
"Sta andando via di nuovo" rispose
"Mi dispiace, come stai?"
"Sto bene, insomma, sapevo che prima o poi sarebbe tornata a casa, è certo che non mi aspettassi che andasse via proprio oggi, ma semplicemente non siamo destinate a stare insieme e a quanto pare io ero l'unica a non averlo ancora capito" 
Istintivamente, Quinn mise le sue braccia attorno a Santana e l'abbracciò forte. 
"Per qualunque cosa io sono qui per te, San"

RossoCannella's Space
Mi dispiace aver pubblicato solo adesso, non odiatemi. Spero che recensiate e soprattutto spero che il capitolo, nonostante sia molto breve, vi piaccia. 
Grazie mille a chi mi segue e a coloro che recensiscono sempre.
Ringrazio la mia beta che pazientemente legge ogni cosa io scriva e mi da consigli preziosi. 

RossoCannella

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Capitolo 11
*** I'm sorry ***


Capitolo 10

Erano passate due settimane da quando Rachel era tornata a casa. Francamente gestire la sua mancanza, ormai, era diventato più facile per Santana. Era abituata a non averla nella sua vita.
Gli esami si avvicinavano, stava per diplomarsi. Il tempo a sua disposizione per conquistare Quinn stava diminuendo sempre di più. Il loro rapporto ultimamente era diventato sempre più intenso. Passavano molto tempo insieme, più del dovuto. 
Quel pomeriggio, la Lopez era sdraiata sul divano in una posizione alquanto insolita e piuttosto bizzarra. Era praticamente a testa in giù, con le gambe sulla ‘spalliera’ del divano e la testa penzolava fuori e guardava in questo modo barbaro la televisione. 
“Santana, ti arriverà il sangue al cervello se non ti siedi composta” affermò la signora Lopez avvicinandosi a lei. 
“Non mi interessa” rispose la ragazza, facendo sospirare sua madre. 
“Puoi sederti un attimo come una persona normale? Dovrei parlarti di una cosa piuttosto importante” 
“Ti trasferisci finalmente al Polo Nord?” domandò la latina mettendosi seduta composta. L’adulta la guardò cercando di capire che diavolo stesse dicendo. 
“Non ho capito che senso abbia quella frase, non ho capito perché tu ce l’abbia tanto con me e no, non mi trasferirò al Polo Nord per tua sfortuna – sospirò – Durante il tempo che hai passato in compagnia di Quinn, ho notato dei grandi miglioramenti per quanto riguarda la tua situazione scolastica, i tuoi professori dicono che sei ritornata in carreggiata e che sono orgogliosi dei progressi che hai fatto”
“Mi fa piacere” rispose l’adolescente, ma era chiaro che non gliene importasse niente di tutto ciò. 
“In base a quanto ho detto, mi aspetto che tu prenda un voto sufficientemente alto da poter frequentare lo stesso college che abbiamo frequentato io e tuo padre. Ti imploro di non deludermi. Io credo molto nelle tue capacità e sono sicura che puoi farcela. Magari Quinn può darti una mano a prepararti. Ho sentito da Teresa che Quinn-” la signora Lopez non fece in tempo a finire la frase. Santana cominciò ad arrossire. 
“Perché Teresa te ne ha parlato?” chiese. 
Mamma Lopez rise e diede una spinta giocosa a sua figlia che la guardò malissimo. 
“Devo ammettere che Quinn Fabray è davvero una bellissima ragazza, nonché molto raffinata e di buona famiglia. Diciamo che sarebbe perfetta” 
“Credo che tu ti stia facendo più film di quanti me ne faccia io. Non c’è niente tra me e Quinn e poi lei è fidanzata perciò”
“E allora? Anche tuo padre era fidanzato, ma questo non mi ha scoraggiato e alla fine ho raggiunto il mio obiettivo, fare in modo che lasciasse la sua ragazza e mettermi con lui. Io ero completamente, perdutamente innamorata di lui. Eravamo molto amici, a dire il vero era il mio migliore amico, ma non avevo mai avuto il coraggio di dirgli cosa provavo. Poi un bel giorno lui mi disse di essere intenzionato a chiedere ad una del nostro corso, di uscire. Inizialmente non dissi nulla e nascosi ancora una volta i miei sentimenti, ma quando fu ufficiale, quando seppi che stavano insieme, la gelosia prese il sopravvento e divenne ingestibile controllare le mie emozioni. Diciamo che diventai coraggiosa tutto d’un tratto e gli dissi esattamente cosa provavo per lui, fortunatamente ricambiava i miei sentimenti. Quello che sto cercando di dirti è che vale la pena rischiare tutto in amore.” 
Per la prima volta dopo tanto tempo, Santana aveva ascoltato attentamente le parole di sua madre e doveva ammettere che la donna aveva ragione. 
Tutti ormai le stavano dicendo più o meno la stessa cosa, stavano cercando di farle capire che doveva provarci. 
“Teresa ti ha detto proprio tutto eh?” domandò 
“Esattamente, mi ha detto tutto. Purtroppo a causa del mio lavoro non sono molto presente nelle vostre vite, ma non per questo sono all’oscuro di cosa vi accade. Io so tutto, vengo messa al corrente di ogni cosa – la signora Lopez sorrise alzandosi dal divano e cominciando a camminare verso il suo studio. Prima di chiudere la porta alle sue spalle, si girò e guardò sua figlia – Ah Santana, domani avremo ospiti a cena, ho invitato i Fabray” detto questo chiuse la porta lasciando sua figlia fuori. 
In fretta, la ragazza salì in camera e prese il telefono, cominciando una conversazione con la sua migliore amica.
“Si Merc, mamma è completamente impazzita. Ha deciso di invitare a cena Quinn e la sua famiglia. Ti rendi conto?” domandò.
“Beh magari lo sta facendo solo perché vuole conoscere meglio la sua futura nuora”
“Oh non essere stupida. Non succederà perché Quinn ha già una ragazza e non sono io, sono sicura di non piacerle nemmeno.”
“Sei ripetitiva e petulante Lopez, ripetitiva e petulante. Te l’ho detto una marea di volte, a lei piaci da morire. Ok fammi una promessa.”
“Cioè?” chiese la mora
“Quando domani verrà a casa tua, più bella che mai, con i suoi occhioni verdi e quel sorriso che cura il cancro, promettimi che le chiederai di uscire”
“Ok no. Questo non succederà!” obiettò la latina.
“Santana renditi conto che fra meno di un mese ci diplomiamo, niente più scuola, niente più Quinn, perciò sbrigati” 
“Ok, va bene, mi hai convito. Adesso devo proprio andare, devo trovare e preparare una canzone per la lezione del glee domani. Ci sentiamo più tardi”

Il giorno dopo, Santana era in camera sua, aspettando l’arrivo dei signori Fabray. Era un po’ preoccupata, non conosceva i genitori di Quinn e soprattutto l’idea di dover trascorrere un’intera serata con loro, la spaventava. Che sarebbe successo se non avesse fatto una buona impressione? Inoltre non smetteva di pensare alla promessa fatta a Mercedes, doveva chiedere alla bella tutor di uscire, ma con quale coraggio? 
Teresa bussò alla porta e la latina la lasciò entrare. 
“Santana i Fabray sono arrivati, dovresti scendere” 
“Teresa sto morendo di paura” confessò facendo ridere la donna. 
“Non avere paura, andrà tutto bene” 
Detto questo l’abbracciò e la esortò ad andare di sotto per potersi unire alla cena. 
La mora scese le scale e la prima persona che vide non appena fu di sotto, fu Quinn. Era bellissima. Indossava un vestitino bianco. La sua vita era circondata da una cintina marrone e le sue spalle erano coperte da un maglioncino rosso. 
“Santana, eccoti, vieni qui, ti voglio presentare i Fabray – affermò il signor Lopez trascinando la figlia per il braccio – loro sono Russel e Judy”
“È un vero piacere conoscervi” la ragazza sorrise ed educatamente strinse la mano ad entrambi. Poi guardò Quinn e le sorrise. 
“Ciao S” disse la bionda abbracciandola
“Ciao a te Q”
“Tesoro la cena non è ancora pronta, tu e Quinn potreste andare in camera tua, anzi no meglio in giardino, a parlare, mentre noi adulti rimaniamo un po’ qui, che ne dici? Oh e potresti portare con te i tuoi fratelli, sperando che scarichino tutta l’energia fuori e che a cena si comportino in modo decente” propose la donna silenziosamente avvicinandosi alla sua ‘bambina’. 
“Ok, va bene. Ma se i mocciosi cominciano a darmi fastidio, li faccio rientrare piangendo” 
“Santana non azzardarti a torcere un capello ai gemelli” la mora sbuffò e si avvicinò alla sua tutor. 
“Ehi Q, ti va di venire in giardino? La cena non è ancora pronta e magari i nostri genitori vorranno parlare di cose estremamente noiose, che ne dici?” 
“Dico che va bene”
Santana sorrise e guidò Quinn fino all’altalena. Si sedette e invitò la bionda fare lo stesso. Cominciarono a parlare del più e del meno, mentre i gemelli si rincorrevano e si lanciavano addosso cose. 
“Q devo chiederti una cosa” affermò sperando di riuscire a mantenere la promessa che aveva fatto a Mercedes, ma soprattutto a sé stessa. 
“Dimmi pure” sorrise la bionda guardandola dritta negli occhi. 
“Mi chiedevo se ti andasse, beh si se volessi – stava faticando davvero per farle quella stupida domanda. L’altra ragazza sembrava ansiosa di sapere cosa la Lopez le avrebbe chiesto – aiutarmi per gli esami” disse alla fine, abbassando il capo. 
Quinn sembrava un po’ delusa, questo non sfuggì a Santana, che, non appena notò che la tutor stava per prendere parola, ricominciò a parlare. 
“A dire il vero non era questo che volevo chiederti – sospirò – in realtà volevo chiederti. Ok sono molto imbarazzata, ma devo farlo. Vuoi uscire con me?” domandò tutto d’un fiato. Distolse lo sguardo da quei bellissimi occhi verdi e lo puntò sulla punta delle sue scarpe. 
L’altra ragazza se ne stava in silenzio, cercando lo sguardo della mora, ma non riuscendo a coglierlo. Sembrava non sapere cosa rispondere. 
“Ho una ragazza, Santana” rispose dopo un po’.
“Lo so, non avrei dovuto chiedertelo, è stato inappropriato e sicuramente in seguito a questo perderò quel rapporto d’amicizia che si era creato. Quanto sono stupida!” esclamò alzandosi dall’altalena e cominciando a camminare verso la porta d’ingresso di casa sua. 
“Ehi Santana, aspetta! – affermò Quinn seguendola e bloccandola per il braccio – Non sei affatto stupida e questo non rovinerà la nostra amicizia ok?” domandò spostandole una ciocca di capelli dal volto. 
“Mi vergogno da morire, come mi è saltato in mente?” chiese, rivolgendo la domanda più a sé stessa che alla bella bionda. Dopodiché entrò in casa. 
La cena trascorse tranquillamente, gli adulti non facevano altro che parlare di cose noiose e raccontare avvenimenti accaduti quando erano tutti insieme al liceo o all’università, mentre i fratelli di Santana si divertivano a tirarsi il cibo. 
Quando giunse il momento del dolce, tutti si recarono in salotto. I gemelli si erano addormentati e così il signor Lopez li aveva portati nella loro camera. 
“Allora Quinn, cosa studi all’università?” domandò la signora Lopez guardando la ragazza. 
“Medicina” rispose la bionda
“Medicina? Ma è fantastico. Sarete veramente orgogliosi di lei”
“Si, lo siamo davvero tanto” rispose Judy cingendo le spalle della sua ‘bambina’ e dandole un bacio sulla guancia. 
“Santana, tu cosa farai non appena diplomata?” chiese Russel Fabray
“A dire il vero non lo so. Sono piuttosto confusa. Da una parte vorrei seguire le orme dei miei genitori e diventare un avvocato, dall’altra vorrei provare qualcosa di nuovo. Mi piace molto scrivere, mi piacerebbe iscrivermi alla facoltà di lettere, o giornalismo” rispose
“Anche Quinn lo era. Un mese prima del test di ammissione voleva abbandonare tutto. Fortunatamente Brittany, la sua ragazza l’ha aiutata a chiarirsi le idee” affermò il signor Fabray. 
Non appena l’uomo ebbe pronunciato quel nome, gli sguardi delle due ragazze si incontrarono, ma subito Santana ritornò a guardare le sue scarpe. 
“Santana possiamo parlare in privato?” domandò Quinn avvicinandosi a lei. 
“Non ne ho molta voglia” rispose 
“Per favore” 
“Va bene – affermò la mora – mamma io e Quinn andiamo un attimo in camera mia. Ho scoperto che adora i The Killers e le voglio mostrare il mio CD autografato da Brandon Flower” 
“Certo tesoro, andate pure” 
Le due salirono le scale e si diressero in camera della latina. Una volta entrate, Santana si sedette con le gambe incrociate sul suo letto, aspettando che Quinn parlasse. 
“Santana non voglio che tu te la prenda per il rifiuto” 
“Non me la sono presa”
“Santana – disse la bionda avvicinandosi a lei – ti conosco da abbastanza tempo, da capire che mi stai mentendo – affermò sedendosi accanto a lei e prendendole una mano – Tu sei bellissima, sei veramente bellissima e fin dal primo momento in cui ti ho vista ho pensato che fossi la più bella ragazza che io avessi mai visto. Ma non posso uscire con te. Sono fidanzata con Brittany, io la amo” continuò.
La latina era senza parole. Non sapeva che dire. Non sapeva se essere felice o triste per le parole ascoltate.
“Tranquilla, ho capito” rispose la mora togliendo la mano da quelle della bionda e alzandosi. 
“Mi dispiace” 
“Anche a me”

RossoCannella's Space
Ciao a tutti i lettori. Spero che il capitolo, anche se estremamente triste, vi sia piaciuto. So che vi sto facendo penare per un bacio Quinntana, ma voglio che la storia sia almeno un po' realistica. 
Mi ero prefissata un obiettivo e cioé pubblicare almeno una volta a settimana un capitolo, in un determinato giorno, ma non credo di riuscirci, perciò semplicemente cercherò di aggiornare al più presto. 
Ringrazio la mia velocissima Beta. 
A presto con un nuovo capitolo di WTN
Un bacione 

RossoCannella

 

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Capitolo 12
*** I have feelings for you ***


Capitolo 11

MERCEDES: Allora San, com’è andata? 
SANTANA: Uno schifo, avrei fatto meglio a starmene zitta!
MERCEDES: Ti ha rifiutato? Non ci posso credere! Sembrava così presa da te! 
SANTANA: A quanto pare non lo era abbastanza.
MERCEDES: Dimmi tutto, cosa le hai detto, cosa ti ha detto?
SANTANA: Le ho chiesto di uscire, mi ha detto di no. Fine della storia.
MERCEDES: Santana!
SANTANA: Mercedes!
MERCEDES: Non prendermi in giro e racconta in maniera adeguata.
SANTANA: Eravamo di sopra, ho provato a dirglielo la prima volta, ma non ci sono riuscita. Alla fine ho preso coraggio e semplicemente gliel’ho chiesto. Devo dirti che mi sono sentita subito sollevata, ma quando lei mi ha detto che non poteva, mi sono sentita uno schifo. Mi sembrava di aver rovinato tutto, così le ho detto di esser stata una stupida a chiederglielo e mi sono alzata in fretta. Lei mi ha confessato che non è colpa mia e che sono la più bella ragazza che lei abbia mai visto, che poi è chiaramente una bugia, insomma le basta guardarsi allo specchio al mattino per vedere una persona più bella di me, ma va bene, ha aggiunto che è fidanzata e ama Brittany perciò tra noi non succederà nulla. Fine della storia.
MERCEDES: Ti ha detto che sei la ragazza più bella che lei abbia mai visto?
SANTANA: Hai capito solo quello in tutto ciò che ti ho raccontato?
MERCEDES: Si :) Santana è la cosa più dolce che io abbia mai sentito. Lei ritiene addirittura che tu sia più bella della sua fidanzata attuale. È come un: ti sto respingendo, ma in realtà voglio che continui a provarci
SANTANA: Cedes, tu sei pazza. Non succederà mai. Non continuerò ad umiliarmi
MERCEDES: Ne riparleremo… Come stai, comunque?
SANTANA: Bene, all’inizio un po’ delusa, ma adesso bene. Un po’ me lo aspettavo. Ho deciso però di non prendermela e andare avanti come se nulla fosse mai successo. Quando mi diplomerò e la vedrò per l’ultima volta, la saluterò e ritornerò alla mia vecchia vita prima di lei. Ma adesso cambiamo argomento. Che fai stamattina?
MERCEDES: Beh dato che non c’è scuola pensavo di andare a fare shopping
SANTANA: Perché non vieni da me? Chiamo Puck e organizziamo qualcosa con lui
MERCEDES: Va bene, tra mezz’ora sono lì 
SANTANA: Ti aspetto 
MERCEDES: Ti invio un messaggio appena arrivo :)
SANTANA: Ok.

Santana ripose il cellulare sul comodino e scese le scale per andare in cucina. Si sedette e guardò Teresa che cucinava e canticchiava una canzoncina in spagnolo. 
“Ehi già sveglia?” domandò.
La ragazza alzò semplicemente le spalle e le sorrise. 
“Com’è andata ieri sera?” chiese la donna dandole un bacio in fronte. 
“Uno schifo, ma non mi interessa. Terry stanno arrivano Cedes e Puck, potresti preparare qualcosa anche per loro” 
La donna sorrise e l’abbracciò. 
“Va bene, quando vorrai parlarne io sarò qui” 
Si girò e tornò ai fornelli, mentre i fratelli di Santana come dei forsennati arrivarono in cucina cominciando a inseguirsi e a lanciarsi cose. 
Arrivò anche la signora Lopez che prima di uscire con la sua ventiquattrore, diede un bacio alla figlia maggiore e rimproverò gli altri due. Salutò Teresa e chiamò suo marito. 
Dopo qualche istante ecco arrivare anche il signor Lopez, in giacca e cravatta, anche lui armato di ventiquattrore e chiavi dell’auto. Salutò tutti, baciò sua moglie ed entrambi si avviarono di fretta alla porta. 
Quei due non si fermavano mai. Nonostante si comportasse male con loro e nonostante il suo atteggiamento scontroso e anche un po’ cattivo, Santana li ammirava moltissimo. Si chiedeva come facessero a mantenere quello stile di vita e allo stesso tempo a fare tutto. Lei non ci sarebbe mai riuscita. Se non fosse stata la copia di sua madre da ragazza, sicuramente avrebbe pensato di essere stata adottata. 
Il suono del campanello la fece distrarre dai suoi pensieri. Andò ad aprire e vide Puck e Mercedes bisticciare riguardo qualcosa. 
“Buongiorno raggio di sole!” esclamò il ragazzo dandole un bacio sulle labbra.
“Si, raggio di sole…” commentò la mora sorridendogli.
“Hey San!” la salutò Mercedes dandole un bacio sulla guancia. 
Una volta in soggiorno, Noah si gettò sul divano e accese la televisione, cominciando a guardare il wrestling, mentre Teresa gli intimava, minacciandolo con una spatola da cucina, di togliere i piedi dal bracciolo del divano. 
Mentre ancora la donna si lamentava con il ragazzo, i fratelli di Santana si gettarono su di lui, volendo imitare gli atleti in tv. 
Rassegnata, Teresa tornò in cucina, sperando che la colazione non si fosse bruciata. 
Le due ragazze la seguirono e si sedettero a tavola cominciando a chiacchierare. 
“Allora San, ne vuoi parlare?” domandò Mercedes.
“No, non mi va di farmi tanti problemi. Voglio solo passare un po’ di tempo con i miei migliori amici e poi andare in giro, non so al parco o qualcosa del genere” 
“Al parco eh? Si, ci potremmo andare – commentò l’altra, capendo che non era il momento giusto per parlare di Quinn – ovviamente se Puck deciderà di alzare le chiappe da quel divano e venire qui” esclamò alzando la voce per farsi sentire. 
“Dove andiamo?” domandò Noah entrando in cucina e prendendo un po’ di pancetta appena cotta dal piatto in cui l’aveva sistemata Teresa, prima di metterla a tavola. Ma prima che potesse portarsela alla bocca e mangiarla, la donna gliel’aveva tolta di mano e lo guardava malissimo scuotendo quella strisciolina di pancetta davanti alla sua faccia. 
I piccoli Lopez cominciarono a ridere e a prendere in giro Puck, il quale prima rise e d’improvviso diventò serio e cominciò a rincorrere i bambini per tutta la casa. 
Teresa scosse la testa e si avvicinò alle due ragazze. 
“Io non so chi è il più bambino tra loro” affermò servendo la colazione. 
“Uova e pancetta, Terry ti amo” affermò Mercedes. 
“Ragazzi, è pronto. Se non venite qui immediatamente Santana e Mercedes finiranno tutto e non cucinerò nient’altro” urlò la donna. 
Nell' arco di un nano secondo, i tre ragazzi erano seduti in cucina e mangiavano la loro colazione assieme alle altre. 
“Noah, stavamo pensando di andare al parco oggi pomeriggio” affermò Cedes.
“Oh, ok sarà divertente. Posso portare un pallone?” 
“Per farci cosa?” domandò la latina.
“Per giocare a calcio mentre voi parlerete sicuramente di quanto sia dura e triste la vita sentimentale e di come la puntata di The Carrie Diary vi abbia sconvolte” 
La ragazza corpulenta diede uno spintone al ragazzo ridendo. 
“Possiamo venire con voi?” chiesero insieme i gemelli.
“No!” rispose immediatamente la sorella maggiore.
“Teresa!” esclamarono loro indicando poi la ragazza.
“Vostra sorella è grande e ha bisogno di stare con i suoi amici, dovete lasciarle il suo spazio e voglio inoltre ricordarvi che oggi pomeriggio dovete andare a lezione di pianoforte” 
“Ragazzi, restate a pranzo qui?” domandò Santana.
“Per me va bene” esclamò Noah.
“Va bene anche per me” affermò Mercedes. 

Dopo pranzo, guardarono un film in camera di Santana e verso le quattro del pomeriggio decisero di uscire e andare al parco. 
Una volta arrivati lì, si posizionarono all’ombra di un albero e cominciarono a parlare. La latina adorava quei momenti, erano i momenti in cui si sentiva davvero vicina ai suoi migliori amici. Tra una risata e uno scherzo, si raccontavano tante verità. Le sarebbe piaciuto vivere solo di quei momenti. Lasciare che tutto continuasse ad andare avanti attorno a loro, e rimanere lì. Voleva poter vivere quei momenti per sempre. Fare in modo che il tempo passasse per tutti, ma non per loro. Catturare quei momenti e poterli ripetere costantemente. Ma la sua idea era così dolce quanto utopica. 
Passarono un bel po’ di tempo sotto l’ombra di quella grande quercia, finché Puck si alzò e le incitò a giocare a pallavolo con lui. 
Ad un certo punto però, Santana non si rese conto di aver tirato la palla troppo forte, Mercedes non riuscì a prenderla e questa colpì un ragazzo che se ne stava seduto con i propri amici un po’ distante da loro. 
“Adesso la vai a prendere e fai tu la brutta figura” affermò Cedes incrociando le braccia sotto il seno e mettendo il broncio come una bambina. 
“Si, tranquilla, vado io. Chi la lancia, la riprende” sbuffò la latina avvicinandosi al ragazzo che adesso aveva la palla tra le mani e la guardava aspettando che andasse a riprendersela. 
“Hai davvero un bel tiro” commentò lui. 
“Grazie, mi dispiace per averti colpito” Santana dovette ammettere che era davvero un bel ragazzo. Alto, braccia abbastanza muscolose, capelli biondi, occhi verdi. Aveva solo delle labbra un po’ strane. Erano… grandi. Indossava una maglia a maniche corte bianca e dei blue jeans. 
“A me non è dispiaciuto, anzi, ti ha portato qui” sorrise ovviamente cercando di flirtare con lei. 
La latina ripensò per un breve istante a Quinn e a ciò che aveva scritto per messaggio a Mercedes quella mattina. Non voleva pensarci troppo. Come recitava quel detto comune? Ah sì: “Chiodo schiaccia chiodo”. Il ragazzo era bello, sembrava anche dolce perciò cosa la tratteneva? 
“Santana” disse porgendogli la mano.
“Sam” rispose stringendogliela.
“È stato un piacere conoscerti, ma adesso devo tornare dai miei amici”
“Attenta a dove lanci la palla” 
La mora sorrise. Il suo piano stava funzionando, adesso non doveva fare altro che girarsi e cominciare a camminare verso i suoi amici. Entro due secondi, il ragazzo l’avrebbe seguita. E così fece. 
Si voltò e cominciò a camminare verso Puck e Mercedes che parlottavano tra di loro. Ripresero a giocare e qualche minuto dopo, furono interrotti. 
“Ehi, Santana, mi chiedevo, ti andrebbe di venire a prendere un gelato con me?” domandò Sam indicando una gelateria di fronte al parco. 
“Non lo so, non credo sia carino lasciare i miei amici qui e poi non ti conosco nemmeno, come faccio a sapere che non sei un pervertito o un serial killer?” domandò lei continuando a flirtare con lui. 
“Beh possono venire con noi ‘sta volta” rispose il biondino.
“Cosa ti fa credere che ce ne sarà un’altra?” domandò la ragazza.
“E cosa ti fa suppore che invece non ce ne sarà?” contrattaccò il ragazzo.
Dopo quella risposta, Santana alzò un sopracciglio e sorrise divertita. Annuì e si voltò a guardare i suoi amici.
“Touché! Ragazzi, che ne dite?” domandò. 
“Per me va bene, effettivamente stavo tenendo d’occhio quel posto da quando siamo arrivati” commentò Puck.
“Allora direi che possiamo andare” concluse Sam. 
I quattro lasciarono la palla e il resto delle cose che avevano portato al parco nella macchina di Noah e si recarono in gelateria. 
Si accomodarono e cominciarono a chiacchierare in attesa che il cameriere arrivasse a prendere le loro ordinazioni. 
Sam durate tutta la conversazione non si era sentito un attimo a disagio e aveva partecipato attivamente. 
Da quanto emergeva da questa chiacchierata pre-gelato Sam era al primo anno di college, studiava economia e commercio ed era un atleta. Giocava nella squadra di football della scuola così come aveva precedentemente fatto al liceo. Adorava i fumetti e giocare ad un videogioco che portava il nome di “Assassin’s Creed” e a quanto pare Puck conosceva bene quel gioco perché cominciarono a parlare di cose strane e Mercedes e Santana li guardavano senza capire. 
Arrivò il cameriere e prese le loro ordinazioni che quasi immediatamente arrivarono al tavolo. I ragazzi continuarono a parlare a lungo. 
Sam aveva due fratelli minori, un maschio e una femmina. Suo padre era il proprietario della società multinazionale Evans & co. Questo significava che era veramente ricco. Adorava i film e il suo cibo preferito era la pizza. 
Quel ragazzo era davvero interessate. Era simpatico, sapeva fare delle imitazioni esilaranti. 
Era ormai passata un’ora e mezza da quando erano arrivati in quella gelateria. 
Sembrava andare tutto bene, quando fecero il loro ingresso nel locale Quinn Fabray e la sua ragazza, Brittany. 
Santana non si era accorta della loro presenza, l’unica ad aver notato le due bionde era Mercedes, ma per evitare di rovinare all’amica quella bella giornata, decise di rimanere in silenzio. Ma questo non bastò. Brittany notò Santana ed esclamò:
“Quinn, guarda, c’è Santana!” 
Sentendo pronunciare quel nome, la mora si irrigidì totalmente. Girò lentamente lo sguardo verso la persona che stava parlando e i suoi occhi incontrarono quelli azzurri della ragazza di Quinn. 
“Ciao” la salutò. 
“Ciao Brittany” 
Quinn si avvicinò a loro lentamente e cercò lo sguardo della mora, non trovandolo. 
“Hey” disse, sperando di attirare l’attenzione della latina
“Ciao Q” rispose lei.
“Siete amiche di Santana, no? Volete unirvi a noi?” domandò Sam non conoscendo la situazione e commettendo forse l’errore più grave che potesse fare. 
“Con piacere!” esclamò Brittany prendendo posto accanto a loro. 
Quinn imbarazzatissima fece lo stesso e cercò per l’ennesima volta lo sguardo di Santana. 
La latina dal canto suo, non riusciva proprio a reggere quella situazione. Sentiva il peso dello sguardo della sua tutor su di lei e non poteva fare nulla per impedire che questi la guardasse. 
“Santana, posso parlarti in privato?” domandò la Fabray. 
“Certo – rispose lei alzandosi e seguendo l’altra fuori dal locale – Allora, di che mi volevi parlare?”
“Mi dispiace per ieri, ma potresti non evitare il mio sguardo? Mi fai sentire in colpa” 
“Non posso”
“Perché no? Dovrai guardami per forza quando verrò ad aiutarti per prepararti al diploma” esclamò ferita.
“Non posso perché ogni volta che ti guardo negli occhi, in quei dannatissimi occhi, mi sento persa, persa nella profondità di quelle iridi screziate di verde e non voglio sentirmi così. Non è una bella sensazione, non lo è soprattutto quando provi dei forti sentimenti per qualcuno e quando glieli confessi ti rendi conto che non li ricambia” 
Quinn era immobile davanti a lei. Non diceva niente, continuava a guardare Santana che parlava con il volto basso e a mordersi il labbro inferiore. Aveva gli occhi lucidi. Nessuno le aveva mai detto una cosa del genere. 
“Santana io, io non credevo che…” cominciò a dire.
“Non credevi cosa? Che i miei sentimenti per te fossero così forti. Sarebbe stato meglio se fossi stata una racchia, brutta e con i baffetti o i brufoli. Ma tu sei, sei la reincarnazione di Grace Kelly” sbottò Santana.
Ci fu un momento di silenzio in cui nessuna delle due disse una parola. 
“Potresti farmi un favore?” domandò la mora
“Certo” 
“Vattene di qui – Quinn la guardò confusa – oggi ho incontrato quel ragazzo, Sam. Lui sembra davvero dolce ed è simpatico. Potrebbe essere la persona giusta che riuscirebbe a fare in modo che tu esca dalla mia testa. Perciò, potresti andartene?”

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Capitolo 13
*** Do you love me? ***


Capitolo 12

Santana era seduta sul suo letto assieme ai suoi migliori amici, mentre mangiava popcorn e guardava un film divertente quando sul più bello il suo cellulare squillò. 

QUINN: Ciao Santana, come stai, sei ancora influenzata?
Lesse per un secondo il contenuto del messaggio e lo ignorò, puntando nuovamente lo sguardo sullo schermo. 
QUINN: Posso chiamarti?
Ancora una volta, la latina non diede conto al messaggio.
QUINN: Santana riguarda la preparazione agli esami, non ci vediamo da una settimana, so che non stai bene, ma potremmo vederci comunque, non mi importa di ammalarmi, sto cercando solo di aiutarti. 
La mora sbuffò leggendo quelle parole e bloccò il telefono. Mercedes però, mise in pausa il film e guardò la sua amica.
“Chi era?” domandò incrociando le braccia al petto.
“Nessuno” rispose
“Un nessuno un po’ insistente, non credi?” continuò
“Dove vuoi arrivare?” chiese
“Non puoi fare così, non puoi comportarti da bambina stupida. Non hai più cinque anni Santana, cresci” affermò Cedes alzandosi e guardando male l’amica. 
“Ma che diavolo ti prende? – esclamò la ragazza aggrottando la fronte – Non sono nemmeno affari tuoi”
“Sei veramente infantile. Non ti rendi conto che quella ragazza non può fare a meno di te. Sta cercando ogni scusa per sentirti e per starti vicina e tu la respingi quasi come se avesse la peste. Ma che ti prende? La Santana che conoscevo io, la mia migliore amica, non si sarebbe mai comportata così, avrebbe fatto di tutto per stare con lei”
“Le ho fatto capire che provo dei forti sentimenti per lei, mi ha respinta e poi la gente cambia Mercedes, non voglio più essere la stronza che ruba i ragazzi o le ragazze degli altri”
“È questo che ti ripeti? La verità è una sola e la sai benissimo, non nasconderti dietro queste stronzate” 
“Quali stronzate? Io sto dicendo la verità” 
“Santana tu non ti sei arresa perché ti dispiace per Brittany, ti sei arresa perché sei spaventata!” affermò la Jones
“E da cosa sarei spaventata, sentiamo” 
“Dai sentimenti che provi per lei – la ragazza corpulenta tirò fuori il suo telefono dalla tasca, cominciando a leggere qualcosa – ‘Caro diario, ciò che provo per Quinn non si può spiegare. Non ho mai nemmeno sperimentato nulla di vagamente simile a questo. Quando sono con lei è come se il resto del mondo non esistesse, è come se ci fossimo solo noi due. Io e lei. Lei ed io. Potrei rimanere per ore a guardare il suo dolce sorriso e i suoi meravigliosi occhi verdi. Vorrei con tutta me stessa stare con lei, ma sono troppo spaventata. Questi sentimenti sono così forti e così nuovi per me. Nemmeno con Rachel avvertivo queste sensazioni. Mi sembra di appartenerle, il mio umore dipende da lei, dai suoi sorrisi, dalle sue parole. Quando mi guarda, tutto ciò che mi circonda scompare. Ho paura, cosa succederebbe se io facessi di tutto per stare con lei e poi mi lasciasse? Cosa succederebbe se anche lei andasse via? E se trovasse qualcuno migliore di me?’ – Mercedes alzò lo sguardo verso Santana – Prova a negarlo adesso”
La latina aveva gli occhi lucidi. 
“Hai letto il mio diario, perché lo hai fatto?” domandò
“Perché io sono stanca. Rivoglio indietro la mia migliore amica. Questa non sei tu, tu sei allegra, vivace, spiritosa e anche cattiva, ma certamente non sei una cacasotto che ha paura di prendersi ciò che davvero vuole. Perciò chiama quella povera ragazza e dille di venire al più presto e quando sarà qui, spegni quel fottutissimo cervello e ascolta il tuo cuore”
“Mercedes, devi andartene” queste furono le uniche parole che disse la Lopez, tenendo il volto basso. 
“Va bene, me ne vado – affermò la ragazza prendendo la sua giacca e avvicinandosi alla porta –Non ti riconosco più, chiamami se dovessi mai ritrovare la mia migliore amica” la Jones uscì dalla stanza. 
Santana rimase immobile sul suo letto, con lo sguardo basso, mentre le braccia di Puck l’avvolgevano in un abbraccio. 
Il ragazzo la strinse a sé e le diede un bacio sul capo. Sentiva la sua amica piangere tra le sue braccia e tutto ciò che poteva fare era farle capire che era lì per lei e che non se ne sarebbe mai andato. 
“Resti con me stanotte?” domandò la mora. 
“Non credo che ai tuoi farà piacere, sono pur sempre un ragazzo”
“Sono fuori città per lavoro, non tornano prima di venerdì, i bambini sono a casa di Teresa e ci rimarranno finché i miei non saranno tornati. Ti prego Puck”
Il ragazzo sorrise. 
“Allora non c’è nulla che mi impedisce di dormire qui” 
“Grazie Noah, ti voglio bene” 
“Anche io te ne voglio Lopez” 
I due si cambiarono e si misero a letto. Santana indossava una di quelle magliette che Puck aveva lasciato a casa sua, mentre lui dormiva con indosso solo un paio di boxer. 
La mora non riusciva a dormire quando ad un certo punto sentì le forti e confortevoli braccia del suo migliore amico, tirarla verso di lui e avvolgerla. Restarono così, abbracciati come cucchiai per tutta la notte e finalmente Santana poté addormentarsi. 
L’indomani, il suono fastidiosissimo del campanello, fece svegliare i due. Erano le 10.30 del mattino. La latina guardò l’orologio e sbuffò infastidita, si liberò dalla presa del ragazzo e si stiracchiò, dopodiché si infilò le ciabatte e uscì dalla stanza. 
Il rumore emesso da quell’aggeggio alla porta era sempre più fastidioso e insopportabile. 
“Sto arrivando, un secondo” esclamò la padrona di casa. 
Mise una mano sulla maniglia e aprì. 
Quinn Fabray era lì. 
“Ciao” disse la bionda.
“Ciao Quinn”
“Ehm posso entrare?”
“Certo” affermò Santana togliendosi dalla porta. 
La mora la invitò ad accomodarsi sul divano, si sedettero. Santana continuava a guardare il pavimento, mentre Quinn la osservava. 
“Vedo che stai meglio” commentò
“Si, sto meglio”
Ci fu un momento di silenzio, un silenzio davvero imbarazzante che nessuna delle due sapeva come colmare. 
“Sant giuro che ti sposo!” esclamò Puck scendendo velocemente le scale con un sorriso sulle labbra e sventolando un cd mentre andava in salotto. Era ancora mezzo nudo, con solo i boxer addosso. 
Quinn aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non una parola uscì dalle sue labbra. Si alzò e guardò il ragazzo, dopodiché scosse la testa e si avviò alla porta. 
Non capendo cosa stesse succedendo, Santana la seguì. 
“Che diavolo di prende?”
“Niente, vedo che non stai poi così male” affermò alludendo ovviamente a Noah in mutande.
“Non è quello che pensi” affermò la padrona di casa.
“Io credo che sia proprio così”
“Ascoltami, io non devo darti spiegazioni di quello che faccio, comunque lui è il mio migliore amico e non ci vado a letto se è questo che ti stavi chiedendo”
“Hai ragione, non devi darmi spiegazioni” commentò la bionda uscendo di casa. 
La mora la seguì e la fermò per il braccio, facendola girare in modo da poterla guardare dritta negli occhi. 
“Io non devo darti spiegazioni, ma tu dovresti. Perché ti comporti così? Insomma se io non ti interesso, perché fai queste scenate?”
“Santana non è vero questo. Tu mi interessi ecco perché mi comporto così…”
La bionda aveva lo sguardo basso, non sarebbe riuscita a sostenere lo sguardo dell’altra ragazza. Non avrebbe potuto. 
“Che significa? – domandò la mora – Quando ti ho chiesto di uscire, mi hai detto di no”
“Ma non ti ho detto di no perché non mi interessi, ti ho detto di no perché sono fidanzata, perché sono fidanza da tanto tempo e sono innamorata della mia ragazza. Ma tu, tu sei, io non lo so cosa sei. So solo che sei arrivata nella mia vita tranquilla come un uragano e hai stravolto tutto. Hai uno strano effetto su di me, hai qualcosa che nessun altro ha mai avuto. Mi fai ridere, sei intelligente, sai ascoltare, sei bellissima, ma il punto è che non ho idea di cosa io provi per te. Sono molto confusa e odio esserlo, perché non è da me”
Santana non sapeva che dire, riusciva a stento a respirare. Sentiva il suo cuore battere all’impazzata. Non si aspettava quelle parole, ma sperava di sentirle da tanto tempo. 
“Quinn io”
“Tu sei come una medicina – affermò la bionda – hai il potere di curare, ma anche di distruggere. E non ho capito ancora quale funzione eserciti su di me. So solo che mi fai sentire bene, mi fai sentire speciale e allo stesso tempo mi rendi confusa e questo mi rattrista” 
“Non ti capisco. Davvero sto cercando di farlo, ma non ti capisco. Prima mi butti giù, poi mi dai false speranze, poi mi butti giù ancora e adesso sei qui, dopo che ti ho praticamente confessato di avere dei sentimenti per te e sai benissimo a cosa mi riferisco, e mi dici queste cose che mi fanno sperare, ma ormai non so più se crederci o meno. Ancora una volta mi stai dando delle false speranze?” 
“Non credo di avertene mai date”
“Oh invece si, lo hai fatto. Ogni volta che mi sorridevi in quel modo strano, quando mi sbirciavi le gambe o mi fissavi il culo, quando ti sei ingelosita per Puck”
“Ok va bene, devi ammettere però che le tue gambe e il tuo culo non sono per niente male” affermò la bionda cercando di sdrammatizzare.
“Niente male? Potrei offendermi, il mio culo e le mie gambe sono perfette” rispose
“Concordo!” affermò Puck.
Entrambe risero, ma subito dopo divennero serie e cominciarono a guardarsi silenziosamente. 
“Mi dispiace” disse Quinn con voce flebile. 
“No, non dispiacerti. Dimmi solo cosa vuoi da me, cosa vuoi che faccia”
“Non lo so Santana. Io non lo so davvero”
“E datevelo questo bacio!” esclamò Noah. 
La latina si girò a guardarlo e lo fulminò con gli occhi, dopodiché gli fece un cenno con il capo e lui sparì, lasciandole di nuovo sole. 
“Santana voglio uscire con te”
“E Brittany?”
“È solo un’uscita tra amiche, accetti?”
“Si”
“Posso abbracciarti?”
“Si”
“Mi ami?”

 

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Capitolo 14
*** I want you ***


“Santana voglio uscire con te”
“E Brittany?”
“È solo un’uscita tra amiche, accetti?”
“Si”
“Posso abbracciarti?” 
“Si”
“Mi ami?”


Capitolo 13

Quinn guardava Santana dritta negli occhi. Le sue mani avevano preso quelle della mora. Era ansiosa, nervosa, lo si poteva capire dal modo frenetico con cui i suoi pollici si sfregavano contro il dorso della mano dell’altra. 
Perché le aveva fatto quella domanda? Perché proprio in quel momento? La Lopez non riusciva a capire, ma soprattutto non sapeva che risposta darle. Non poteva dirle che l’amava, non ne era sicura, non voleva sbagliare. Non poteva dirle di non amarla e rischiare di mandare tutto all’aria un’altra volta. 
Finalmente avevano un appuntamento, si è vero, si era detto che era solo una ‘uscita tra amiche’, ma entrambe sapevano che non era di quello che si parlava. Il loro era un vero appuntamento.
La latina sospirò e connesse gli occhi con quelli della bionda. Dopodiché aprì la bocca per dire qualcosa, ma subito la richiuse, per poi finalmente trovare coraggio e parlare. 
“Quinn non posso rispondere a questa domanda” 
La bionda annuì e sottrasse le mani. 
“Non preoccuparti, ti ho messo in imbarazzo, non dovevo chiederti nulla. Mi dispiace” affermò andando via. 
“Quinn! – urlò la mora seguendola – Quinn fermati un attimo”
La bionda si girò, ma tenne lo sguardo basso, tanto basso da poter evitare qualunque contatto con il volto dell’altra. 
La mora d’altro canto, le prese la mano cominciando ad accarezzargliela. Le alzò il mento con dolcezza, cercando di incontrare i suoi occhi. 
“Che ne dici di stasera? Uscirai con me stasera? – l’altra ebbe un secondo di esitazione – Risponderò alla tua domanda, te lo prometto”
“Non devi Santana, sai che non devi. Ho sbagliato a chiedertelo, è solo che mi piacerebbe sapere cosa provi per me prima di parlare con Brittany”
“Parlare con Brittany di cosa?” domandò la mora che ovviamente aveva capito, ma che fingeva di essere confusa, per sentire quelle parole dalla bionda e soprattutto per avere la conferma di non essersi immaginata tutto. 
“Santana, ne parliamo stasera a cena. Vengo a prenderti alle 20.00 sii pronta”
Detto questo la bionda entrò in macchina e andò via, lasciando Santana sul vialetto di casa sola e pensierosa. Non riusciva a smettere di immaginare il loro appuntamento, non riusciva a smettere di farsi film mentali. 
Tutta felice tornò in casa da Puck che la incitò a raccontargli tutto. 
Mentre erano impegnati a scegliere quale vestito sarebbe stato meglio addosso alla bella latina, Puck menzionò Mercedes. Era tempo di chiamarla. Nonostante fosse passato meno di un giorno, Santana aveva parlato con Quinn, certo non di sua iniziativa, ma lo aveva fatto. In più ormai sentiva di aver sempre meno paura ed era sempre più disposta a cominciare la relazione con la bella tutor. Non voleva pensare al futuro e a ciò che sarebbe potuto succedere, voleva godersi il presente e viverlo accanto alla ragazza per cui provava dei sentimenti, Quinn. 
“Dovrei chiamarla?” domandò la mora guardando il suo amico. 
“Dovresti” rispose lui. 
“Aveva ragione, non è così?” 
“Si JLo, aveva ragione”
“Perché non hai detto niente? Perché non ti sei schierato con lei?”
“Perché tu avevi bisogno di un amico, di qualcuno con cui sfogarti quando lei sarebbe andata via, qualcuno da abbracciare durante la notte” 
“Ti voglio bene” affermò la ragazza abbracciandolo. 
“Si, lo so, ti voglio bene anche io” 
Prese il telefono e compose il numero della sua amica. Dovette attendere un po’ prima che rispondesse. 
“Credo che tu abbia sbagliato numero”
“Io credo di no”
“Dimmi allora”
“Mi dispiace, avevi ragione”
“Avevo ragione?”
“Si, avevo paura. Non avrei dovuto reagire in quel modo ieri sera, tu volevi solo aiutarmi, adesso l’ho capito. Possiamo tornare ad essere migliori amiche?” 
“Certo che possiamo. – ci fu un secondo di pausa – che fai stasera?”
“Esco con una persona”
“Non ci posso credere! – esclamò felice Mercedes – Esci con Quinn!”
“Esatto, ti va di venire da me e aiutarmi a scegliere il vestito?”
“Vorrei tanto, ma non posso. I miei non mi lasciano uscire, ieri ero nervosa per la lite con te e gli ho risposto male, così si sono un po’ incazzati”
“Va bene, non preoccuparti. Ti chiamo più tardi per aggiornarti”

Il tempo sembrava non passare mai, Santana era troppo entusiasta ed infervorata all’idea di uscire con la ragazza dei suoi sogni. Continuava a guardare l’orologio. Aspettò ansiosa le 20.00 seduta sul divano, attendendo il momento in cui la bionda avrebbe suonato il campanello. 
“È in ritardo” continuava a pensare, “Non arriverà, mi ha dato buca”, non rendendosi conto che fossero solo le 20.10. 
Il rumore del campanello finalmente la distolse dai suoi pensieri, un sorriso gigantesco comparve sul suo volto e in fretta si alzò dal divano camminando impaziente verso la porta. 
Quinn Fabray era davanti a lei, con un sorriso radioso stampato sul volto. Era bellissima, indossava un semplice vestito blu che le lasciava scoperta una sola spalla. Una treccia ben fatta le ricadeva sulla spalla scoperta. Uno strato di lucidalabbra, aumentava l’intensità del colore di quelle belle labbra. E quei bellissimi occhi verdi non smettevano di ipnotizzare la mora. 
“Ciao” disse la tutor
“Ciao” rispose l’altra
“Sei bellissima stasera – disse ingenuamente e dolcemente Quinn – non che tu di solito non lo sia, anzi sei sempre bellissima” continuò credendo di aver fatto una gaffe e di dover rimediare. 
Santana Lopez indossava un abito corto che le arrivava un po’ sopra il ginocchio. La mora era davvero meravigliosa con quel colore addosso. 
“Grazie Q, anche io credo che tu sia bellissima”
Le due uscirono di casa. Una volta arrivate al ristorante, scesero dall’auto della bionda. Santana cominciò a guardarsi intorno, era un posticino tranquillo ed elegante. Non era mai stata lì. 
“Vogliamo entrare?” domandò Quinn sorridendole e lei annuì. 
La serata trascorse tranquillamente, parlarono molto e risero di più. Ma Santana si stava trattenendo dall’inizio della serata, dal fare all’altra una domanda. La serata era quasi conclusa, non poteva più aspettare. 
“Quinn, devo chiederti una cosa” cominciò
“So cosa vuoi chiedermi”
“Vorrei la risposta, oggi non me l’hai data e hai detto che l’avresti fatto stasera” 
“Si, beh io mantengo sempre la parola data – sospirò – ti ho chiesto se mi amassi per essere sicura dei tuoi sentimenti quando avrei parlato con Brittany – prese un ennesimo respiro – per lasciarla”
Santana non sapeva che dire. Voleva sentire quelle parole da tanto tempo, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa. 
“Lasciarla? Per me?”
“No, per un’altra. È rossa, occhi azzurri, altissima, fisico da modella” affermò sarcastica. 
“E chi sarebbe questa, viene a medicina con te?” domandò confusa la latina. 
Quinn scosse la testa. 
“Ero sarcastica, non c’è nessun’altra, stupida! È te che voglio”
Il cuore della mora cominciò a battere all’impazzata. Era davvero tesa, aveva aspettato tanto questo momento ed era finalmente arrivato. Quinn era lì e le aveva detto esattamente ciò che voleva sentire. 
“Non ti ho dato la mia risposta, adesso credo di dovertela”
“Non mi interessa la tua risposta. Anche se non mi ami, io lascerò comunque Brittany, il mio cuore non le appartiene più. C’è un’altra persona ormai e non mi importa di nessun’altro”

RossoCannella's Space
Ok sono una brutta persona, sono davvero una brutta persona. Scusate il ritardo, sono stata davvero molto, ma molto impegnata. Perdonatemi. 
Spero che il capitolo vi piaccia.
Alla prossima (che speriamo sia al più presto possibile)

RossoCannella

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Capitolo 15
*** What are you doing here? ***


Capitolo 14

Erano passate due settimane dall’appuntamento di Quinn e Santana. Periodo durante il quale, le due non si erano parlate. Il motivo era molto semplice: dopo la rottura con Brittany, Quinn non si sentiva ancora pronta ad impegnarsi in una nuova relazione e così aveva chiesto a Santana di aspettarla. Aveva bisogno solo di un po’ di tempo per sé stessa, per capire in quale direzione volesse che la sua vita procedesse. Aveva bisogno di stare tranquilla per un po’ e restando in solitudine, capire meglio i suoi sentimenti, anche se erano ormai chiari. 
Durante queste due settimane, Santana non aveva fatto altro che studiare, studiare e studiare. Non usciva di casa e si preparava al meglio per gli ultimi esami. Aveva incanalato la rabbia provocatale dal pensiero di non poter ancora stare con Quinn, nello studio, cercando di trarre da questo, solo dei risultati positivi. E questo fu quello che successe. 
Non solo Santana riuscì a diplomarsi con il voto migliore dell’istituto, ma in più fu ammessa in tre delle università più importanti della nazione. Aveva fatto domanda per molti istituti, tra cui alcuni davvero vicini a casa. L’idea di lasciare i suoi amici e la sua famiglia, non le piaceva affatto, ma doveva pensare al suo futuro e se con Quinn non sarebbe mai successo nulla, non valeva la pena cercare un pretesto per legarsi a quella città e a quel posto. 
Con grande sorpresa per i suoi genitori, fu ammessa a Yale, Harvard e Stanford. Era davvero felice per i traguardi raggiunti, ma allo stesso tempo era davvero confusa. Cosa avrebbe dovuto fare? Quale college avrebbe dovuto scegliere? Era davvero disposta a lasciare tutto e soprattutto tutti e trasferirsi in un altro stato? Sentiva il bisogno di cambiare aria, di diventare indipendente e smettere di pesare sulla sua famiglia. Sentiva il bisogno di conoscere nuovi posti e persone. 
Era ormai convinta che, ancora una volta, Quinn si era presa gioco di lei, e se prima non se ne era mai accorta, questa volta era evidente che lo avesse fatto di proposito. 
Il giorno della cerimonia per il diploma, Teresa entrò in camera di Santana e cercò di svegliarla dolcemente, ma il sonno della mora era uno dei più profondi e nemmeno un terremoto sarebbe stato capace di buttarla giù dal letto. Così cominciò a scuoterla con forza, finché non fu costretta a chiamare i gemelli che iniziarono a saltare sulla sorella maggiore fino a farla svegliare. 
La latina si rese conto di quale giorno fosse e corse sotto la doccia. Cercò di rilassarsi il più possibile e di godersi quel costante massaggio che il getto d’acqua esercitava su di lei. 
Dopo essersi lavata, si vestì e si asciugò i capelli, dopodiché scese in fretta le scale e andò a fare colazione. 
Il signor Lopez la aspettava davanti all’ingresso, aveva in mano la tunica della figlia e gliela porgeva con gentilezza, mentre questi si affrettava ad uscire di casa. 
Giunse a scuola un po’ in ritardo, come al solito. Se c’era una cosa che Santana Lopez non sapeva fare, era arrivare puntuale ad un appuntamento. Era la persona più disordinata, disorganizzata e ritardataria del mondo. 
Il professore di storia, il signor Schuester la guardò male e non le risparmiò il caziatone. 
Al momento della consegna del diploma, la palestra del liceo William McKinley era piena, brulicava di gente. 
Santana era seduta accanto a Puck e Mercedes e parlavano in attesa che la cerimonia cominciasse. La mora cominciò a guardare tra il pubblico, cercando la sua famiglia. 
La sua attenzione fu attirata da due ragazzini, che purtroppo conosceva troppo bene, che si spingevano e si picchiavano, i suoi fratelli. 
Vide sua madre e suo padre dividerli e rimproverarli severamente. Sorrise, ma non smise di far vagare lo sguardo per la palestra, alla ricerca di qualcun altro. Chi stava cercando? 
Ovviamente cercava Quinn. La mano posata da Mercedes sulla sua spalla, le fece distogliere lo sguardo dalla folla, rivolgendolo alla sua migliore amica. 
“Chi cerchi?”
“I miei e credo di averli trovati” affermò indicando i suoi fratelli che ancora litigavano. 
“Non essere triste qualora non dovesse venire. L’unica a perderci è lei” la confortò l’altra avendo capito quale fosse il vero motivo per cui la sua amica era così distratta. 
La cerimonia cominciò, la professoressa Pillsbury chiamava i nomi dei diplomanti che si alzavano e la raggiungevano per ricevere il loro attestato. 
“Mercedes Jones” esclamò la donna dai capelli rossi e gli occhi grandi come quelli di un cervo. 
La ragazza corpulenta si alzò e andò a ritirare il suo pezzo di carta, sorridendo verso la sua famiglia e agitandolo in aria. 
Dopo un altro paio di nomi, fu la volta di Santana. 
“Santana Lopez” 
La latina sospirò, dopodiché si alzò e si stampò un sorriso sulla faccia, andò a ritirare il suo attestato di diploma e tornò a sedersi accanto alla sua migliore amica. 
Quando anche Puck ricevette il proprio riconoscimento, così come il resto degli alunni presenti, come di consueto i diplomanti lanciarono in aria il cappello e il glee club – di cui anche Santana, Mercedes e Puck facevano parte – si esibì, facendo divertire un po’ tutti. 
Durante tutto quel tempo, c’era stata una persona che era rimasta più in disparte degli altri, una persona che aveva guardato tutta la cerimonia da un angolino della palestra e che era riuscita a non far ricadere l’attenzione su sé stessa. 
Quella persona adesso stava uscendo dalla struttura, con l’intenzione di tornare a casa, quando si imbatté in qualcuno. 
“Idiota!” esclamò una voce a lei troppo familiare. 
“Tu sei un idiota, le sei andato tu addosso” esclamò un’altra voce altrettanto familiare. Abbassò lo sguardo e lo puntò sui due bambini che le stavano davanti e che adesso si stavano prendendo a schiaffi. 
“Ehi, fermi!” esclamò cercando di dividerli. 
Quando questi riconobbero la voce, si zittirono e la guardarono sorpresi. La ragazza gli rivolse un sorriso dolce. 
“Che ci fai tu qui?” domandò Jake
“Sono passata per assistere alla cerimonia” rispose la ragazza. 
“Dobbiamo dirlo a Santana!” esclamò Steve
“No, non credo sia il caso ragazzi” 
“Ma perché no? Sarà felicissima di vederti” continuò Jake
“No, sul serio, lasciate perdere. Sto andando via – disse – è stato un piacere rivedervi, datemi un bacio” affermò lei abbassandosi e lasciando che entrambi i ragazzini le baciassero una guancia. 
“Ciao Quinn” dissero i gemelli all’unisono prima di allontanarsi. 

Qualche minuto più tardi, mentre correvano avanti e indietro per la palestra, furono acchiappati dalla maglia. Quando si voltarono a guardare chi gli avesse afferrati con così poca grazia, videro la loro sorella maggiore. 
“Idioti dovete smetterla di dare fastidio ovunque andiate. Adesso filate da mamma e papà, vi stanno cercando. Tra un po’ andiamo a pranzare perciò cercate di non perdervi”
“A dire il vero stavamo venendo da te” disse Steve
“Da me, perché?” domandò la latina
“Perché abbiamo visto Quinn, stava andando via!” affermò lo stesso.
“Ha detto di essere venuta qui per assistere alla cerimonia, ma non voleva che ti dicessimo che fosse venuta, ma non sappiamo perché” concluse Jake. 
“Grazie ragazzi, di solito non vi sopporto, ma mi avete appena migliorato la giornata. Quanto tempo fa l’avete vista?” 
“Un paio di minuti fa” affermò sicuro Jake guardando suo fratello. 
“Dite a mamma che ci vediamo al ristorante – poi alzò lo sguardo verso la folla, individuando con gli occhi i suoi amici – Puck, Mercedes, venite con me!” 
I ragazzi la seguirono fuori da scuola. Avevano ancora indosso le tuniche rosse e quegli stupidi cappelli. 
“Dobbiamo andare a casa Fabray” affermò la latina.
“Era ora! – esclamò Puck – Prendiamo la mia macchina”
Entrarono tutti nel veicolo e sfrecciarono via alla volta di casa Fabray. Durante tutto il tragitto, la mora spiegò ai suoi amici cos’era successo dopo l’uscita con la bionda. 

Le due avevano cominciato a sentirsi assiduamente, ogni giorno per quasi tre giorni, finché non giunse il momento per Quinn di parlare con Brittany e porre fine alla loro relazione. La bionda era super intenzionata a mantenere la promessa data e a parlare con la sua ragazza. Così andò da lei e le disse tutto. Il cuore della povera Brittany si spezzò e Quinn si sentiva troppo in colpa per cominciare una relazione in quel momento, così disse tutto a Santana, la quale l’accusò di aver spezzato due cuori in un solo giorno e di averle dato ancora una volta, una falsa speranza. Le aveva detto di non farsi più sentire e di mantenere le distanze. 
In quel momento la mora era distrutta, arrabbiata, ma di certo, l’ultima cosa che voleva era che Quinn smettesse di farsi sentire o di provare a stare con lei. Non voleva che la bionda rinunciasse a lei, ma in quel momento non riusciva a pensare lucidamente e questo la portò ad usare parole che mai avrebbe voluto realmente dirle. 
Quinn le mancava un sacco. Le mancavano le lezioni con lei ogni pomeriggio e le mancavano i messaggi di buongiorno e buonanotte. Le mancavano quegli occhi verdi e quegli sguardi penetranti, le mancavano i sorrisi e il rumore della sua bella risata, le mancava il suo profumo di vaniglia e il modo in cui si mordeva le labbra quando era in difficoltà o era imbarazzata, ma più di qualunque altra cosa, le mancava la sua voce. Quella voce angelica e dolce. 
Credeva di averla persa per sempre, per via dei quelle parole che le aveva detto, credeva che non si sarebbe mai più interessata a lei e che ormai doveva mettere un punto a quella storia mai cominciata. Ma nonostante questo continuava a sperare che un giorno Quinn si sarebbe presentata alla sua porta e le avrebbe confessato il suo amore. Ma se c’era qualcosa che aveva imparato in tutto quel tempo passato con lei, era che la Fabray era una persona estremamente riservata e non riusciva facilmente ad esternare i suoi sentimenti. Perciò era sicura che tutto ciò che immaginava, non sarebbe mai successo. 

I ragazzi giunsero a destinazione. La macchina di Quinn era parcheggiata nel vialetto, proprio davanti l’entrata del garage. 
Santana scese in fretta e andò a suonare il campanello. Aspettò qualche secondo e finalmente la porta si aprì. 
Eccola. I suoi occhioni stranamente gonfi, lucidi, pieni di lacrime. Le sue labbra gonfie, il viso paonazzo. Ed ecco, quelle iridi verdi ingrandirsi, la bocca spalancarsi. 
“Santana…” cominciò a dire, ma non ebbe il tempo di dire nient’altro perché le labbra della mora si scagliarono avidamente sulle sue, lasciandola senza parole. 
Le loro labbra continuavano a muoversi dolcemente assieme, le loro lingue continuavano a danzare insieme, lasciando entrambe senza fiato. 
Nonostante l’ossigeno scarseggiasse, nessuna delle due era intenzionata ad interrompere il bacio. Per tanto, troppo tempo l’avevano desiderato e stava accadendo, non avrebbero mai voluto che finisse. 
Ma ahimè erano esseri umani e come tali, avevano bisogno di respirare. Non appena le loro labbra si staccarono, si guardarono per un istante e si abbracciarono. 
“Santana mi dispiace così tanto, non volevo farti soffrire” cominciò a dire la Fabray
“Non ti scusare, ho esagerato. Va tutto bene” affermò di nuovo, accarezzandole i capelli e stringendola ancora di più a sé. 
“Perché piangevi?” domandò la mora. 
“Perché sentivo la tua mancanza, perché sono stata troppo codarda. Sono venuta al tuo diploma ed ero intenzionata a confessarti tutto e a chiederti di stare con me, ma ho avuto paura e non appena la cerimonia è finita sono scappata via”
“Si, i gemelli ti hanno vista e me l’hanno detto – rise la mora – non fidarti di loro. Quando gli chiedi di non dire o fare qualcosa, fanno l’esatto contrario. Posso chiederti una cosa?” domandò Santana
“Tutto quello che vuoi”
“Cosa volevi confessarmi?”
Quinn guardò la mora negli occhi e abbassò lo sguardo velocemente, diventando ancora più rossa di quanto fosse prima. 
“Credo di amarti” disse velocemente la Fabray
“Credi di amarmi?” domandò la Lopez
“Mi correggo, io so di amarti” affermò Quinn. 
“Quindi mi ami eh?” rise la latina fingendo indifferenza e ridendo. Dopodiché mise le braccia intorno al collo della bionda che rideva e la guardò dritto negli occhi. 
“Ti amo anch’io, Quinn Fabray”

RossoCannella's Space
Salve gente, mi dispiace non avervi avvisato prima, ma questo è l'ultimo capito di questa storia. Spero vi piaccia. Un grande grazie a tutti coloro che mi hanno seguito e soprattutto alla mia Beta. 

RossoCannella


 

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