Famous last words

di tylersanchor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sul perché gli incubi di Stiles indossano la gonna ***
Capitolo 3: *** L'espressività nascosta di Derek Hale ***
Capitolo 4: *** Motivi validi per passare a casa il venerdì sera. ***
Capitolo 5: *** Mai fare qualcosa solo perché si è in punto di morte. ***
Capitolo 6: *** Come gestire un due di picche in modo maturo e responsabile. ***
Capitolo 7: *** Mattinate alternative. ***
Capitolo 8: *** Guida di sopravvivenza a Derek Hale. ***
Capitolo 9: *** Bethany vuole dare una svolta. ***
Capitolo 10: *** Le conseguenze di non studiare chimica. ***
Capitolo 11: *** Derek è sempre stato amante delle mattine. ***
Capitolo 12: *** Life is full of little interruptions - Taylor Swift feat. Derek Hale ***
Capitolo 13: *** Le tendenze autolesionistiche di Derek e Stiles ***
Capitolo 14: *** Alpha more like ansia. ***
Capitolo 15: *** Scott e l'innegabile attrazione di Derek per Taylor Swift ***
Capitolo 16: *** Le entrate in scena propizie di Lydia Martin. ***
Capitolo 17: *** I lati negativi di non essere gli unici a essere interrotti. ***
Capitolo 18: *** Peter Hale passa sempre per caso. ***
Capitolo 19: *** La giornata più imbarazzante e destabilizzante di Derek. ***
Capitolo 20: *** In certi momenti la vita assomiglia davvero a una canzone di Taylor Swift. ***
Capitolo 21: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Quella sera il villaggio vacanze in cui Stiles era stato trascinato da suo padre aveva deciso di organizzare una festa per i giovani, ovvero aveva ficcato in una stanza una trentina di adolescenti e della birra analcolica. Ovviamente la birra analcolica si era magicamente trasformata, e Stiles era quasi sicuro fosse colpa dei due fratelli coi rasta, in una varietà di alcolici di fare invidia alla nave pirata di Jack Sparrow e la festa, più che una noiosa festa organizzata dagli adulti, sembrava sempre di più un rave. E dopo essere stato spintonato, aver calpestato qualcosa dalla dubbia consistenza che preferiva non sapere cosa fosse, aver bevuto un bicchiere di vodka di colpo credendo fosse acqua, Stiles aveva deciso che bastava così.
Si era trascinato fuori e con andatura oscillante aveva raggiunto un piccolo molo e si era seduto lì. Forse era la vodka, ma si sentiva di pessimo umore. Aveva sperato di fare qualcosa di interessante durante l’estate, magari non esattamente rischiare la pelle dietro a qualche lupo mannaro come faceva durante l’anno scolastico, ma anche solo fare quello che un normale adolescente farebbe: andare in piscina, passare del tempo con il suo migliore amico, trovare un amore estivo …
Ecco, era il terzo punto il problema. L’amore di Stiles, per quanto si sentisse ancora strano ad ammetterlo, non era assolutamente estivo, anzi. Se proprio bisognava definirlo con un aggettivo, quello era “impossibile”. E per colpa di quello, probabilmente, adesso era seduto su un molo alle due del mattino, con la testa pesante e la vista confusa, a pensare che se avesse avuto un po’ di amor proprio, avrebbe dovuto ritirarsi in convento e fare il monaco a vita.
Prima Lydia, che non lo aveva guardato nemmeno di striscio per i dieci anni in cui era stato innamorato di lei, ora quell’altra persona con cui aveva ancora meno probabilità che con Lydia. Tanto valeva diventare monaco.
Alzò un pugno al cielo, come per dire “bella, sei uno sfigato Stiles” ma si sentì così patetico che lo abbassò subito.
Se avesse avuto un minimo di decenza si sarebbe annegato, ci avrebbe fatto una figura migliore, ma persino quell’idea gli faceva venire in mente ricordi su quella dannatissima persona.
- Come mai sei qui tutto solo? – domandò una voce e appena si voltò, nonostante la vista sfocata e il gran mal di testa, Stiles riuscì a distinguere una ragazza di qualche anno meno di lui che si sedeva accanto a lui. L’aveva già vista prima, ma non riusciva a ricordare dove.
- Perché mi va. Penso di aver bevuto un po’ troppo, anzi, ne sono quasi certo. Ed è così deprimente stare qui.
La ragazza lo guardò e alzò un sopracciglio: - Allora entra.
- Non mi va, voglio deprimermi. È quello che ho fatto nella mia intera esistenza, deprimermi per persone a cui non ne fregherà mai un accidenti di me. Sembra che io voglia complicarmi per forza la vita.
- Ma sei ubriaco! Puzzi in modo allucinante di alcool!
Stiles alzò le spalle: - Capita, - disse, come se passasse tutta la sua vita a ubriacarsi per sbaglio.
- Dai, che succede? Se vuoi parlare ti ascolto.
Facile a dirlo. Cosa poteva raccontarle, che andava a spasso con i lupi mannari, degli alpha e tutto il resto? Come se già la persona che gli piaceva non fosse già complicata di suo.
Una vocina però, una soave e dolce vocina che, se Stiles fosse stato più sobrio avrebbe capito appartenere alla vodka, gli disse: “Perché non le racconti tutto? Sei ubriaco, penserà che tu sia fuori di testa e basta. Almeno ti toglierai un peso dalla coscienza. Tanto non la rivedrai mai più.” E le diede retta.
- Allora, da dove cominciare, cara mia …
- Bethany.
- Bethany! Allora, tutto è cominciato quando mio padre …
E le disse davvero tutto. Di Scott, dei lupi mannari, di Allison e la sua famiglia, di Lydia, Isaac, Erica, Boyd e, soprattutto, di quanto fosse irrimediabilmente e assolutamente cotto di Derek Hale.
 



 
*



 
Stiles era partito la mattina dopo in compagnia di un orribile mal di testa, senza più rivedere Bethany. Grazie al cielo, pensava, sarebbe stato complicato inventarsi qualcosa. Aveva passato il resto dell’estate a mettersi in pari coi compiti e a sentire Scott lamentarsi del trasferimento di Allison e, a lungo andare, si era dimenticato dell’episodio, perlomeno finché un camion dei traslochi, proprio la mattina del primo giorno del nuovo semestre, parcheggiò di fronte alla casa dei vicini. All’inizio non ci aveva fatto nemmeno tanto caso, la casa era vuota da una vita, era anche ora di avere qualcuno di nuovo. Non era riuscito, però, a vedere i nuovi inquilini della casa, solo dei fattorini che portavano dentro mobili e scatoloni.
- Stiles, farai tardi! – gli urlò suo padre e lui, di malavoglia, si staccò dalla finestra.
Scese a prendere la jeep, quando una voce che sapeva di aver già sentito, ma non ricordava dove, chiamò il suo nome.
- Stiles!
Si voltò, e vide i suoi incubi con addosso un vestitino giallo a scacchi bianchi e le converse in tinta fargli ciao con la mano dalla casa di fianco.
E allora ricordò. Ma certo. Bethany era la figlia dei vicini.
Avevano giocato insieme quando lui aveva cinque anni e lei tre, poi il padre di Beth aveva ricevuto un’offerta di lavoro a New York e i pomeriggi passati a litigare per lo scivolo – Bethany era una bambina crudele – erano finiti. Ma era lei, senza ombra di dubbio: capelli castani, pelle abbronzata, occhi scuri e nasino all’insù.
Fu in quel momento che Stiles volle buttarsi sotto una macchina. Gli sarebbe anche andata bene una motocicletta, un triciclo, qualunque cosa. Da ubriaco, in uno stupido villaggio vacanze, aveva rivelato la verità a quella che era appena tornata ad essere la sua vicina di casa. E se non era sfiga quella, non sapeva come chiamarla, proprio. Insomma, quante probabilità c’erano che la sua ex vicina di casa fosse al mare ne suo stesso posto e che, pochi giorni dopo il loro strano dialogo, tornasse a trasferirsi nella casa accanto? Ecco, qualcuno lassù doveva avercela con lui, altroché. C’erano più probabilità che Derek si arrampicasse sulla sua finestra e gli facesse una toccante dichiarazione d’amore in versi accompagnandosi con la chitarra che accadesse quello. Eppure, eccola lì. Bethany Noel, ora ricordava.
Stiles alzò la mano, le fece un sorriso falsissimo e, dimenticatosi della jeep, corse in direzione della scuola più veloce che poteva.

 
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Okay, oggi, dopo aver studiato come una matta, visto la puntata, ricevuto l'ultimo cd (e intendo ultimo ultimo ultimo) dei mychem e essere stata seguita da Bethany Mota ho avuto questa idea di una Sterek assolutamente scema. Non so cosa mi sia saltato in testa, sarà una cosa carina di qualche capitolo, niente di che, ma spero vi piaccia! E' ambientata dopo la seconda stagione, Allison, come si intuisce, si è trasferita (I know, Scallison ç_____ç ma mi serviva per esigenze di trama), Lydia è lontana da Stiles, cioè dove dovrebbe essere, ancora insieme a Jackson (li shippavo ç___________ç) e penso che abbiate idea della situazione di Stiles.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho cercato di essere originale ma non so quanto possa essere piacevole per voi lettori, se avete qualche suggerimento non esitate a farvi avanti :)
Al prossimo capitolo! <3

ps: figo eh il testo centrato?
 

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Capitolo 2
*** Sul perché gli incubi di Stiles indossano la gonna ***


 



L’idea di andare a scuola di corsa era stata proprio cretina, infatti appena percorsi due isolati Stiles ormai non correva, ma arrancava come un soldato della guerra del Vietnam bestemmiando nella sua testa tutti i santi che conosceva in ordine alfabetico.
Perché proprio a lui? Non poteva essere Scott ad essersi preso una sbandata epocale per Derek e averlo confessato alla sua ex vicina di casa, ricomparsa per magia nel momento meno opportuno? Oppure, ancora meglio, non poteva essere Derek a patire tutto quello?  Ah, giusto, Derek aveva l’eloquenza di un pesce rosso, lui non si sarebbe fatto scappare certe cose.
E che fare poi? Doveva cambiare stato, anzi, nazione, continente, pianeta, sistema solare, galassia. Primo: aveva raccontato a Bethany che gli piaceva Derek, quindi Derek lo avrebbe saputo e Stiles non voleva immaginare la sua reazione: se fosse andata bene sarebbe rimasto come al solito inespressivo, se fosse andata male lo avrebbe squadrato e si sarebbe messo a ridere “Stiles pensava di avere una possibilità con me? Che barzelletta” e lo avrebbe fatto a pezzi.
Secondo: Bethany sapeva tutto e con tutto Stiles intendeva tutto, lupi mannari, kanima, alpha, beta, omega, gli Argent …  e se Derek  lo avesse saputo, anche se fosse stato magnanimo al punto di comprendere che Stiles, se avesse potuto, avrebbe fatto a meno di innamorarsi di un lupo mannaro di una diecina di anni più di lui con la varietà di emozioni propria di un monolite, saputo questo lo avrebbe sicuramente ucciso.
E Scott, come dimenticarsi di Scott. Anche con lui c’erano due problemi, anzi, tre. Uno: fargli capire che il fatto che a Stiles piacesse Derek non significava nulla e non era un avviso di infermità mentale, asservimento ad un alpha o qualunque altra cosa contorta Scott avrebbe immaginato e evitare che uccidesse Derek o, cosa molto più probabile, si facesse trasformare dal suddetto in una polpetta. Poi, spiegargli perché non glielo aveva detto subito anziché dirlo mezzo sbronzo a una che credeva una sconosciuta. Superate queste fasi, avrebbe dovuto affrontare ancora il problema “ho spiattellato tutto alla mia vicina di casa”.
A meno di un miracolo, al sua testa sarebbe finita a fare da soprammobile a casa di Derek o di Scott.
- Stiles?
Si parla del diavolo …
Scott era lì davanti a lui, doveva aver fermato la modo vedendolo ansimare e trascinarsi lungo la strada e sembrava molto sorpreso di vederlo.
- Scott! – gracchiò Stiles, cercando di togliersi dalla mente l’immagine della sua testa usata come soprammobile in casa McCall.
- Perché sei a piedi? Hai corso?
- No! Cioè, sì, ho deciso di fare un po’ di sport, sai, ehm … tu piuttosto che ci fai qui? Casa tua non è di strada!
Un punto a favore della sua intelligenza sempre pronta, nonostante fosse sicuro che il corpo lo stesse per abbandonare, dato che non si sentiva più le gambe.
Scott abbassò lo sguardo: - Sono passato davanti alla casa di Allison.
E lì davvero non c’era niente da dire. Allison era stata la ragazza di Scott, ma per una serie di motivi, la maggior parte dei quali aveva a che fare con i lupi mannari e col fatto che la famiglia Argent desse loro la caccia da secoli, si erano allontanati. E, quell’estate, Allison e suo padre si erano trasferiti a New York. Aveva detto che aveva bisogno di cambiare aria e da un lato Stiles la capiva, dall’altro doveva far fronte a uno Scott sempre più giù.
- Vuoi un passaggio? – domandò Scott, interrompendo i suoi pensieri.
- Eh, cosa? Ah, sì certo, grazie.
- Non ho un secondo casco, quindi speriamo che qualche collega di tuo padre non ci becchi.
Ma il casco, sinceramente, era l’ultima preoccupazione di Stiles.
 
 
 
*

 
 
La scuola, almeno, la mattinata, fu insolitamente tranquilla. Nessuna traccia di Bethany, ed era riuscito persino ad avere una conversazione chiara e coerente con Lydia. Certo, era un effetto collaterale del fatto che negli ultimi tempi fantasticasse sul pomiciare con Derek, anziché con lei, su una panchina del parco, ma era un dettaglio trascurabile.
Ovviamente appena uscì per andare a pranzo la quiete finì.
- Stiles?
Si voltò ed ecco la sua adorabile vicina di casa. Perché non poteva essere stata investita da una macchina nel tragitto verso la scuola? O aver avuto un attacco cardiaco a matematica? Un trauma cranico a educazione fisica?
Cercò di defilarsi, ma Lydia lo afferrò per un braccio: - Stiles! Una ragazza ti cerca!
Un tempo avrebbe gongolato, credendo che quella fosse gelosia, ma in  quel momento voleva solo scappare il più lontano possibile.
- Sì, ma io non voglio vederla.
Magari avrebbe potuto chiedere a Derek, se mai in un improbabilissimo futuro si fossero messi insieme, di mangiarla. Cioè, tecnicamente i lupi non mangiano le persone, ma magari poteva fare un’eccezione …
- Stiles! – ripeté Bethany.
- Lasciami in pace! – le sibilò lui e corse a chiudersi in biblioteca, con l’intenzione di evitarla tutta la giornata.
Certo, così avrebbe anche evitato il pranzo, il che era decisamente una pessima cosa, ma anche Scott, cosa invece positiva. Nelle ore di lezione era riuscito a comportarsi semi normalmente, ma a pranzo sicuramente gli sarebbero venuti i sensi di colpa: aver spifferato tutto a Bethany voleva dire non solo rischiare la morte, aver fatto diventare le sue possibilità con Derek un numero negativo, ma aveva anche messo a rischio Scott. Certo, probabilmente Bethany non aveva creduto a una parola sui lupi mannari, ma non si poteva mai sapere. Aveva pur sempre idea della verità, anche se non ci credeva e Stiles si sarebbe lanciato dal quinto piano per averglielo detto con tanta leggerezza. Aveva messo nei guai il suo migliore amico e il ragazzo che gli piaceva.
Mentre si stava dando del cretino in tutte le lingue che conosceva una voce lo interruppe.
- Stiles?
Stava seriamente iniziando ad odiare il suo nome.
- Sì, Scott?
- Non mangi? – gli domandò l’amico, sbucando fuori da dietro uno scaffale.
- Non ho fame.
Scott si sedette vicino a lui e gli mise una mano sulla spalla.
Stiles ebbe un brivido.
- Stiles … ascolta, so che è difficile, e che non volevi …
Oddio, Scott sapeva. Stiles sentì la bocca prosciugarsi e un brivido lungo la schiena. Bethany aveva spifferato tutto, fantastico.
- Sono stato un idiota, Scott, - iniziò, ma venne interrotto.
- Non dire così, non potevi sapere!
A Stiles quasi vennero le lacrime agli occhi: Scott era davvero un amico. Nonostante tutto, aveva capito la pressione del tenersi la cosa di Derek tutta per sé per mesi, aveva capito che in fondo lui non voleva, che se non avesse bevuto non l’avrebbe mai fatto, perché Stiles non era il tipo da sottovalutare cose così importanti.
Scott prese un respiro e lo abbracciò stretto.
- Sono con te, Stiles, - disse, - Hai fatto una cazzata, ma ne usciremo insieme.
- Scott, non sai quanto mi dispiace, io non ci ho pensato, non avrei mai immaginato che saremo finiti in questa situazione, ma capisci, ero così stanco di reprimermi …
Scott gli appoggiò una mano sulla spalla: - Capisco Stiles, ma prima avresti dovuto informarti, prendere le giuste precauzioni …
- Ma che ne potevo sapere io! – esclamò Stiles, anche se in fondo Scott aveva ragione, ma vatti a immaginare di beccare proprio la tua vicina di casa a mille miglia da Beacon Hills.
- Stiles, hai diciassette anni, dovresti sapere come funzionano queste cose, - disse Scott, serio.
Stiles stava iniziando a non capire.  In che senso? Che diavolo ci azzeccava il fatto che lui aveva diciassette anni? Okay, magari avrebbe dovuto saper distinguere un bicchiere di vodka da uno di acqua ed essere un po’ più responsabile, ma come avrebbe potuto immaginare di Bethany?
- In che senso? – domandò.
- Beh, sai, preservativi, pillola del giorno dopo …
- Eh?
Qualcosa gli faceva intuire che Scott non intendeva la stessa cosa che intendeva lui.
- Ma su, Stiles! E poi ti meravigli se hai messo incinta quella Elizabeth!
- Bethany, si chiama Bethany, - ebbe appena il coraggio di mormorare Stiles, senza nemmeno il coraggio di svenire.
C’era un grosso problema: o era in arrivo un nuovo messia, o Stiles aveva perso la verginità nel sonno, in coma, sotto l’effetto di droghe pesanti oppure Bethany era una stronza, perdonategli il termine, di quelle epocali.
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Okay, di solito i miei tempi d'aggiornamento sono storici, nel senso che ci ha messo meno Ulisse a tornare a Itaca che io a scrivere una qualunque cosa, ma oggi siccome sono particolarmente scazzata mi sono messa a scrivere per evitare di compiere un omicidio. Volevo comprare dei vestiti online e non funziona il carica postepay, pure. A dire il vero non so nemmeno perché sono così scazzata, ma sarà per il fatto che non ho voglia di uscire, ma il weekend vuol dire uscire e quindi ecco perché mi sto lamentando con la povera persona che sta leggendo queste note.
Comunque, miei scleri a parte, spero vi farà piacere che io abbia deciso di scrivere anzichè studiare/ rispondere alla gente su whatsapp ahahah. Non inquadrate subito male Beth, diciamo che aveva bisogno di parlare con Stiles e sapeva che lui l'avrebbe evitata per il resto della sua vita, potendo. (E poi diciamocelo, il dialogo Stiles/Scott fa ridere, dai. Okay, un pochino ridere? Nemmeno? *va a disperarsi in un angolo*)
Anyways, ringrazio tutti coloro che hanno letto, in particolare chi ha messo FLW fra le preferite, seguite o da ricordare e un grazie speciale a alixsoldier  che ha recensito, pensavo che una storia a rating verde non se la sarebbe filata nessuno sinceramente ahahaha.
Se volete parlarmi, farmi qualche domanda, dirmi che non sono simpatica o quello che volete, potete seguirmi su Twitter oppure farmi una domanda su Ask o casomai preferiste, potete mandarmi un inbox/seguirmi su Tumblr :D
Fatemi sapere che pensate di questo capitolo e non fate caso alle note più lunghe del capitolo stesso, sono logorroica e adoro parlare da sola ahahah.

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Capitolo 3
*** L'espressività nascosta di Derek Hale ***


FLW


Stiles non era arrabbiato, era furibondo. Non era mai stato così arrabbiato nella sua vita, nemmeno quando aveva visto Derek guardare con aria afflitta la foto di una ragazza (che si era rivelata sua sorella morta e quindi Stiles aveva passato le due settimane successive a sentirsi in colpa per averla mentalmente insultata). Avrebbe voluto distruggere la scuola mattone per mattone, poi prendere Bethany, ucciderla e venderla a un necrofilo, riprendersela, farla a pezzi, scioglierli nell’acido, bruciare ciò che restava e spargerne le ceneri al vento. Okay, forse avrebbe dovuto passare meno tempo a leggere le pratiche dei casi a cui lavorava suo padre, ma per la prima volta in vita sua sentiva come una cosa profondamente giusta e doverosa uccidere una persona.
Irruppe a mensa fra gli sguardi attoniti della gente, la trovò ad un tavolo con altre ragazze del primo anno e dopo averle ringhiato un “adesso tu vieni con me” che avrebbe reso Derek orgoglioso la trascinò via  alla ricerca di un posto in cui parlare senza farsi sentire da orecchie indiscrete. Il postpo, tanto per rovinare l’atmosfera badass dell’azione di Stiles, finì per essere un armadio delle scope.
- Intimo! – disse Bethany, sarcastica, - hai un ginocchio dentro la mia pancia, spostati.
Stiles era al limite della sopportazione: - Tu osi?- esclamò, - hai detto al mio migliore amico che ti ho messa incinta e lui sta già praticamente comprando i bavaglini! Ma io ti uccido!
- Aspetta, Scott cosa? Non gli ho detto che sono incinta!
- Non provare nemmeno a negare! Scott è venuto da me, tutto “cresceremo insieme il tuo bambino, Stiles, però almeno potevi informarti su preservativi e compagnia bella” e non penso lo abbia dedotto da solo! – ringhiò Stiles.
Bethany, nonostante lo spazio angusto, gli tirò una pedata e rispose per le rime: - Guarda che non ho detto nulla di questo! Ho detto che è successa una cosa fra noi, una sera, in vacanza, di cui tu ti sei pentito ma volevo solo parlarti e dire che è tutto a posto, ormai il danno è fatto e farò del mio meglio per darti il mio sostegno!
Stiles non sapeva se essere rincuorato, prendersela con lei perchè avrebbe magari potuto usare parole meno ambigue, che magari non facessero sembrare la cosa come implicante un bambino in cantiere, oppure per Scott che si era fatto tutto quel viaggio mentale senza nemmeno chiedere conferma a Beth.
In ogni caso, anche se un po’ di meno, Stiles era comunque furente.
- Piuttosto, se tu non avessi parlato con Scott, nulla sarebbe successo! – le disse, - Anzi, se solo tu ti fossi fatta i sacrosanti fatti tuoi, quella sera …
Ricevette un altro calcio, che centrò un punto particolarmente doloroso, tanto che gli sfuggì un gemito acuto.
- Io volevo solo aiutare! Sapevo che eri tu, Stiles, ma non avrei immaginato tutta la cosa dei lupi mannari, se permetti! Volevo solo essere educata!
- Non dovevi, dovevi lasciarmi crogiolare nel dolore! E comunque per la cosa dei lupi mannari, penso che fossi un tanti brillo …
Fu sicuro di sentire Bethany ghignare nell’oscurità: - Oh, l’ho pensato anche io, ma ho fatto qualche ricerca, sai, per sicurezza e, io ti credo, Stiles.
Ecco, quella era decisamente la cosa peggiore che avrebbe potuto capitargli. No, beh, la peggiore sarebbe stata entrare nello sgabuzzino e trovare Derek nudo in compagnia di Lydia e Scott nudi, quella era la seconda peggiore. Non avrebbe mai immaginato che Bethany lo avrebbe preso sul serio, insomma, andiamo, lupi mannari? Nessuno crede ai lupi mannari finché non si ritrova in mezzo a un branco di suddetti.
- Senti, ero ubriaco, io non … - provò, ma Bethany voleva parlare lei.
- Stiles, non sono scema. Certo, potrei essere stata un tantino sconvolta dalla cosa, ma ormai è passata. Non lo dirò a nessuno, comunque.
Stiles ebbe l’orrenda visione di come sarebbe stato il resto della sua vita se Bethany avesse continuato a non dirlo a nessuno in quel modo. Probabilmente lo avrebbero creduto padre di quindici gemelli di lì a qualche mese.
- Senti, non è vero, io ero …
- Hai rotto, Stiles, - replicò lei, - Ho capito, fattene una ragione. E sei stato proprio cretino a spiattellare tutto, ringrazia di averlo detto a me, che magnanimamente non lo dirò a nessuno. A una condizione.
Male, molto, molto, molto male.
Chissà, magari se l’avesse uccisa in quello sgabuzzino e seppellito il cadavere il più lontano possibile avrebbe potuto farla franca.
- Voglio che tu mi aiuti a convincere Scott a uscire con me, - disse serissima Bethany, come se la cosa dei lupi mannari fosse stata solo ordinaria amministrazione, quando invece uscire con Scott fosse di importanza nazionale.
- Tu hai appena detto di credere al fatto che in questa città ci siano lupi mannari e kanima e il tuo problema più grande è uscire con Scott?! – esclamò Stiles, allibito.
- Ma non lo hai visto? È così sexy! E la sua ragazza si è trasferita, quindi ho una chance, no?
Stiles non sapeva se ridere, piangere o sbattere la testa nel muro. Era la situazione più assurda in cui si era trovato, tranne forse quella volta in cui era stato paralizzato sopra Derek  - e grazie al cielo che era paralizzato, perché se non lo fosse stato chissà in che modo assolutamente imbarazzante il suo corpo avrebbe reagito.
- Okay, - disse Bethany, - allora siamo d’accordo. Io tengo la bocca chiusa e tu metti una buona parola con Scott su di me. Inizia negando il fatto che abbiamo fatto sesso e sono incinta.
Stiles non rispose, acnora sconvolto dalla piega che stavano prendendo gli eventi.
- Ah, non preoccuparti. Ci occuperemo anche di te e Derek. Non sono una persona così meschina ed egoista.
E quello sì che era preoccupante.
 
 
 
*
 
 
 
Stranamente, le due settimane successive furono la totale normalità, a dispetto dell’apocalisse che aveva immaginato Stiles. Bethany era sempre fra le scatole, a pranzo, dopo scuola, addirittura aveva preso a entrare nella sua stanza dalla finestra come se fosse la cosa più naturale del mondo e, a parte i primi tempi in cui Stiles aveva cercato di rimandarla a casa, aveva iniziato a fargli quasi piacere. Finalmente aveva qualcuno con cui parlare di Derek e, era orribile ammetterlo, questo era assolutamente fantastico, perché Stiles adorava parlare e non poteva certo mettersi a raccontare a Scott di quanto fossero affascinanti gli avambracci di Derek senza finire trascinato in ospedale per probabili lesioni al cervello o uso di droghe pesanti.
Dal canto suo,  Bethany non sembrava annoiata dalle sue chiacchiere, anzi, lo spronava a fare qualcosa. Peccato che non riuscisse a capire che con Derek non si poteva fare nulla se non sedersi e pregare per un miracolo.
- Eddai, Stiles, non puoi essere così pessimista! Sembra che questo Derek sia una specie di orso bruno! – esclamò Beth, un pomeriggio mentre erano di ritorno dal fare alcune commissioni per la scuola.
- Sì che lo è! E parla piano, Derek abita qui vicino e sai che, essendo un lupo, sente tutto, - le ricordò Stiles, già di pessimo umore perché di Derek non c’erano segni da una vita.
In effetti, era stato lui a suggerire di deviare da quella parte, in modo da passare di fronte a casa sua. Era assolutamente patetico, ma se lo avesse fatto con Scott lui avrebbe capito, grazie al cielo Bethany no, o perlomeno, fino a quel punto.
Infatti lei, in quel preciso istante, si illuminò: - Andiamo a salutarlo! Così finalmente me lo fai vedere!
- No!
Era l’ultima cosa che Stiles avrebbe fatto, avrebbe preferito morire piuttosto che suonare il campanello del nuovo appartamento di Derek senza una ragione più che valida. Anche se, in effetti, considerato che persona era Derek, se lui gli fosse piombato in casa per “un saluto”, sicuramente lo avrebbe ucciso.
- Eddai! Cosa vuoi che sia! Inventiamo una scusa, tipo, che so …
- No, decisamente no. Derek ci ucciderebbe e …
Bethany sbuffò: - Okay, okay, ho capito, aspetterò che il destino lo porti da te. Per curiosità, dove abita?
- In quel palazzo, ultimo pian …
Non fece nemmeno tempo a dirlo che Bethany attraversò la strada di corsa diretta nella direzione del palazzo di Derek e Stiles, maledicendosi in  tutti i modi possibili.
La fermò poco lontano dalla porta d’ingresso e dovette proprio acchiapparla come una bambina piccola. Bethany cercava di divincolarsi, ma lui le teneva le braccia strette contro il bacino, in modo che non riuscisse a muoversi. Mai, mai, mai avrebbe voluto che Derek sapesse che, siccome non lo vedeva da così tanto, si stava lentamente trasformando in uno stalker. Certo, la vera stalker era Bethany, ma era stato lui a voler passare da quelle parti nella remota speranza di incontrarlo per strada, cosa che ovviamente non era accaduta.
- Stiles, mollami, mi soffochi!
- E soffoca! Non ti lascerò imbarazzarmi, non davanti a lui! Scott continua a “dimenticare” preservativi nella mia macchina ed è tutta colpa tua! Mi ha anche messo nello zaino un libro di educazione sessuale, volevo morire! Non ti lascerò far diventare un numero ancora più negativo le mie possibilità con …
- Stiles, non sai nemmeno abbracciare la tua fidanzata?
Una voce che Stiles conosceva bene, una voce che fece fare al suo cuore talmente tante capriole e salti mortali che avrebbe potuto vincere una medaglia d’oro alle olimpiadi dei cuori, una voce che gli fece mollare all’istante la presa su Bethany che cadde rovinosamente faccia a terra.
- Non è la mia fidanzata! – esclamò Stiles, diventando rosso come un pomodoro e fissano negli occhi Derek che, come al solito era totalmente inespressivo.
Ci fu un minuto di silenzio, decisamente imbarazzante per Stiles, che stava cercando un modo di smettere di fissare Derek come se gli fosse appena comparsa la Madonna davanti. Beh almeno non stava sbavando.
- Qualcuno mi aiuta a tirarmi su oppure passerete il tempo a fissarvi mentre io resto spiaccicata sull’asfalto? – domandò Bethany, rompendo finalmente quello strano silenzio.
 
 
 
*
 
 
Nel tempo in cui non lo aveva visto, Derek era diventato ancora più bello. Oh, al diavolo, sexy da morire. Persino il modo in cui camminava, la sua espressione seccata, tutto questo faceva venire a Stiles le farfalle nello stomaco. Anzi, altro che farfalle, quelli erano una mandria di gnu impazziti.
- Stiles, se mi resta una cicatrice ti citerò per danni alla mia persona, - si lamentò Beth, che teneva sulla faccia una confezione di  bastoncini di pesce surgelato, sdraiata senza farsi alcun problema sul divano di casa di Derek.
- Io ti citerò per danni morali, - rispose Stiles, ma quando Derek entrò nella stanza e scoccò loro uno sguardo infastidito pensò che in fondo aver passato tutti quei casini non era stato inutile, se alla fine poteva passare un po’ di tempo a sbavare su di lui. Era decisamente troppo che non lo vedeva, quindi l’effetto che la sua presenza aveva su Stiles era disastroso, praticamente lo fissava, ammutolito, a bocca aperta ogni qualvolta faceva il suo ingresso nella stanza.
Bethany gli lanciò uno sguardo eloquente, della serie “contieniti o fra poco faremo surf nella tua bava” e Derek disse: - Allora, Ethel, stai meglio? Perché se poteste cortesemente levarvi di torn …
- Oh, assolutamente no! – esclamò lei, accasciandosi ancora di più sul divano e venendo incenerita da uno sguardo assassino di Derek, - Mi sento così debole, mi gira la testa …
- Perché allora non vai in ospedale? – borbottò lui infastidito.
- Oh, no, non è così grave, Mr Hale, ma la ringrazio per quello che sta facendo per me.
Sia Stiles che Derek la fissarono, il primo allibito, il secondo con una vena omicida negli occhi. Nessuno aveva mai chiamato Derek “Mr Hale”, primo perché non è che fosse poi così vecchio – il che effettivamente era vero, insomma, non era così grande e poi a Stiles piacevano le persone mature e quella era una buona cosa, no? – secondo perché suonava ridicolo chiamarlo così.
Derek non disse nulla, desiderando probabilmente solo che una trave si staccasse dal soffitto e spiaccicasse Bethany una volta per tutte. Stiles glielo leggeva negli occhi, anche perché lui stava pensando esattamente la stessa cosa.
Insomma, come cavolo era finito coinvolto in tutto il casino? Okay, era contento di vedere Derek, ma sarebbe stato più contento se il suddetto non avesse avuto scritto in faccia che voleva sia lui che Beth morti.
- Beth, Derek ha ragione, dovremo andare … - provò Stiles.
- Oh, forse hai ragione. Posso usare un attimo il bagno?
Derek le grugnì la direzione e la ragazza, miracolosamente guarita, sparì alla velocità della luce.
Stiles e Derek si fissarono per qualche secondo, o meglio, Stiles fissò Derek immaginandosi di baciarlo su una panchina del parco, Derek lo fissò con il suo miglior sguardo omicida.
- Ehm … è la mia vicina di casa … - si giustificò Stiles.
Derek lo fissò, sempre seccato.
- Non l’ho fatto apposta.
Altro sguardo seccato. Se non  fosse stato cotto di lui in modo assolutamente esagerato probabilmente Stiles avrebbe sentito l’impulso di staccargli la testa. In effetti, sentiva quell’impulso anche adesso, ma l’impulso di baciarlo era più forte. Tanto entrambi avrebbero portato allo stesso risultato: Derek che faceva il suo cadavere a pezzi e li seppelliva nel bosco. Allettante.
- Devi dire una cosa a Scott, - disse Derek di punto in bianco.
Una parte di Stiles gli avrebbe detto di comprarsi un piccione viaggiatore, ma la sua parte buona e innamorata annuì silenziosamente.
- Gli alpha. Si sono fatti risentire. Stavo uscendo per dirglielo, dato che non risponde al cellulare.
- In che senso?! – esclamò Stiles.
Gli alpha non avevano fatto nulla per tutta l’estate, non avevano dato segni di vita, perché riapparire ora, totalmente a caso?
- Guarda.
Derek spostò la tenda che copriva la parete e gli mostrò un simbolo che Stiles ormai aveva imparato a conoscere bene: lo aveva già visto sulla porta della vecchia casa degli Hale. Era il simbolo degli alpha.
______________________________________________________
Hi guys! Con eccezionale rapidità, davvero, non è da me, posto questo capitolo! Non mi soddisfa molto, essendo un capitolo di transizione e abbastanza palloso, secondo me, però compare Derek e quindi *fangirling*. Okay, per ora fra lui e Stiles c'è tanta chimica quanta ce n'è tra me e il mio libro di arte (e io odio il mio libro di arte) ma prometto che ci saranno scene più divertenti, capitoli più divertenti e il tutto farà meno schifo. La scena di Stiles che passa "per caso" dalle parti di Derek è basata su una mia reale esperienza: io e una mia amica (io costretta da lei) spesso giravamo dalle parti del ragazzo che le piaceva, così a caso, con io che morivo di vergogna e lei tutta lanciata nello stalking. Ora non siamo più molto amiche ed è una cosa triste. Okay, un minuto di silenzio.
Comunque, vi aggiorno sulla mia vita: mercoledì dovrò fare un compito su quaranta pagine di arte e non so NULLA, tipo NIENTE, e prenderò tre. Lunedì ho greco, inglese e spagnolo more like suicidio, perché ho l'orale di inglese il mercoledì dopo e so ancora meno, quindi mi sa che mi suiciderò. E avrò meno tempo per scrivere, perché dovrò studiare da morire çç quindi mi sa che è l'ultimo aggiornamento così rapido (o forse no lol) quindi godetevelo e fatemi sapere che ne dite :D
Prima di eclissarmi a studiare arte (la odio) vorrei ringraziare tre splendide fanciulle che hanno recensito lo scorso capitolo, sulle cui recensioni fangirlo impunemente: WannaSaveYou Adelaide Bonfamille e alixsoldier io vi amo, siete dolcissime e vi mando tanti tanti cuoricini <3 <3
Vi lascio i soliti: Twitter  Ask e Tumblr se volete contattarmi in qualche modo e see you later!

ps: alla fine ho preso i vestiti online, proprio della collezione di Bethany Mota, ovvero la ragazza del banner. Io la amo.

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Capitolo 4
*** Motivi validi per passare a casa il venerdì sera. ***


FLW


Derek ci aveva provato: voleva seriamente essere ascoltato, Stiles lo vedeva, ma nessuno gli dava retta. Scott dormicchiava sulla sedia, Isaac stava giocando a Temple Run sotto il tavolo e Stiles … Stiles era Stiles, ovvero stava fissando Derek con aria vacua da mezz’ora, immaginando scenari da film romantico degli anni ottanta che implicavano loro due su una spiaggia al tramonto. La maglietta di Derek non era inclusa, il che era ancora meglio.
- … e quindi, il fatto che siano ancora in circolazione … - stava dicendo lui, ed era così sexy quando parlava, quando respirava, quando assumeva quell’aria omicida, quando si avvicinava a Scott minaccioso e gli tirava una botta in testa, quando ancora più minaccioso strappava di mano il cellulare a Isaac e quando, infine, si piazzava furibondo davanti a lui.
- Hai intenzione ancora per molto di stare lì come un ebete o …?
Stiles si risvegliò bruscamente dal suo sogno ad occhi aperti con l’orrenda sensazione di stare letteralmente sbavando.
- Oh, eh, ehm, ero attento! – si difese, non specificando il fatto che era stato attento al modo in cui la maglietta cadeva sui pettorali di Derek, non a cosa diceva.
- E io sono Topolino! Tu, e voi due, idioti, vi rendete conto di quello che sta succedendo o no? Un branco di alpha, gli stessi che probabilmente hanno Erica e Boyd, che qualche incapace qui presente non è riuscito a trovare, si sono fatti vivi di nuovo e sapete che vuol dire?
Stiles era sicuro di non aver mai sentito Derek parlare così a lungo, era impressionato. E, certo, una parte di lui trovava tremendamente affascinante la sua voce, aveva una cadenza tutta particolare assolutamente affascinante e …
- Stiles?
… senza parlare poi del fatto che quando parlava tutto corrucciato era veramente bellissimo, come il personaggio di qualche film …
- Stiles?
… e il modo in cui si muoveva, era così intrigante, per non parlare, già che gli era caduto lo sguardo, di come gli stavano bene quei jeans e di come sarebbe stato anche meglio senza e …
- Stiles!
Sott lo scosse per le spalle e finalmente Stiles si risvegliò da un mondo in cui era illegale che Derek stesse nella stessa stanza di un paio di pantaloni. Un mondo bellissimo.
- Eh? – domandò, tra il confuso e l’imbarazzato.
- Ti suona il telefono da un secolo e … ti senti bene? Sei tutto rosso.
Maledetto Derek e maledetto cervello e maledetti film del sabato sera. Stiles si riscosse, cercò di far finta di niente, sperando che nessuno capisse a cosa era dovuto il tutto e tirò fuori il telefono dalla tasca, che ancora squillava.
Beth.
- Non puoi dire alla tua ragazza di non telefonarti? – gli ringhiò Derek e Stiles per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
- Non è la mia ragazza! – strillò, superando di qualche ottava il suo solito tono di voce, cosa che fece ridere sia Isaac che Scott che iniziarono a mimare una stupida scenetta di lui e Beth.
- Che c’è? – le disse acido, rispondendo al telefono.
- Sempre piacevole sentire i tuoi saluti così educati e amorevoli!
Stiles ringhiò.
- Allora, come sta andando? – domandò Beth, che sapeva tutto ma, per ovvie ragioni, non era potuta venire.
Stiles non osava nemmeno immaginare di dire a Derek che un’altra persona sapeva tutto: probabilmente al sentire certe notizie si sarebbe trasformato in un grosso drago sputafuoco e avrebbe incenerito tutta la città, Stiles per primo. Quindi era meglio che Derek restasse all’oscuro quanto più possibile, anche se era un tantino seccante sentir chiamare Beth da chiunque la sua fidanzata. Anche perché erano proprio una manica di idioti a non aver capito che fra loro non c’era assolutamente niente se non un mutuo supportarsi in amori senza speranza. Okay, magari prima avrebbero dovuto sapere di lui e Derek, ma era meglio di no per tutti. Scott e Isaac ne sarebbero rimasti sconvolti, il diretto interessato avrebbe dato il massimo della sua espressività alzando un sopracciglio e facendo un verso di disgusto e Stiles avrebbe passato il resto della sua vita a rimettere insieme i frammenti del suo cuore davanti a La verità è che non gli piaci abbastanza.
- L’allenamento di lacrosse, dici? Uh, sì, abbastanza bene … - rispose, sperando che Beth mangiasse la foglia.
Silenzio.
- Aaaaaaah, l’allenamento, certo, certo. E quel problema di cui mi hai parlato?
- Peggio che mai, penso di rinunciarci.
Sguardi interrogativi da Scott e Isaac che ovviamente non si stavano facendo i sacrosanti fatti loro. Derek lo fissò seccato, della serie io-parlo-di-cose-serie-anzi-è-già-un-evento-straordinario-che-parli-e-tu-stai-al-telefono-e- mi- interrompi – io – ti -mangio e Stiles si affrettò a concludere.
- Eh, mi sa che la mia bravura in geometria ha fallito questa volta, passo poi da te, ciao!
E attaccò, sperando tanto che Derek non fosse arrabbiato e che i due idioti non lo mettessero ancora più in imbarazzo di quanto già non si sentisse.


 
 
*
 
 
 
- Quindi, a parte spogliare Derek nella tua testa, hai fatto altro? – gli domandò Beth quella sera, mentre seduta sul suo letto si metteva lo smalto alle unghie dei piedi.
- Puoi smettere di metterti quella cosa? Puzza in modo allucinante e mio padre sta seriamente pensando che io sia un travestito data la quantità di cose tue che ci sono nella mia stanza. E comunque, no, è stato terribile. È stato come avere davanti una sorgente nel deserto, non riuscivo a smettere di guardarlo. E di sbavare probabilmente.
Beth roteò gli occhi: - Senti, io glielo direi. Okay, è un sociopatico misantropo ma almeno eviti che te lo rubi qualcuno di passaggio e ti togli questo peso.
- Facile per te! Se va bene mi ignorerà per il resto della mia vita, se va male mi squarcerà la gola!
- Ma non essere così melodrammatico! Una volta avrà avuto anche lui dei sentimenti e …
Stiles le lanciò un’occhiata gelida.
- Okay, non dico che ora non possa cadere ai tuoi piedi con un mazzo di rose ma …
Stiles la fulminò con lo sguardo.
- Ma hai preso da lui proprio! Comunque, se glielo dici magari non reagirà così male …
- No, appunto, peggio! Mi cospargerà di benzina e mi incendierà! – esclamò Stiles.
Beth gli tirò il cuscino.
- Guarda che piacere a qualcuno non è una cosa brutta, - disse, - e non penso che Derek sia così psicotico come lo dipingi. Al massimo ti fisserà inespressivo, alzerà le spalle e almeno ti sarai tolto il peso di questa cosa.
- Certo, facile! Mi fisserà inespressivo mentre ogni singola cellula del mio corpo prova dolore e vergogna perché gliel’ho detto e me ne pentirò a vita! Rovinerei tutto, con lui, con Scott, con Isaac …
Beth sospirò, richiuse lo smalto e allungò le gambe.
- Allora, divina creatura, perché non cerchi di provarci con lui?
Stiles la guardò disgustato, alzando un sopracciglio.
- Insomma, Derek avrà avuto una vita sentimentale nel Paleolitico, quando era giovane! Avrà incontrato una bella brontosaura che gli avrà fatto battere il cuore e, voglio dire, se ci è riuscita una brontosaura, perché non Stiles Stilinski?
Stiles scoppiò a ridere all’immaginare Derek vestito da uomo delle caverne fissare languido un grosso brontosauro. Beato brontosauro, però.
- Non è così vecchio! E non mi sembra il tipo da innamorarsi, nel senso lui è …
- … Christian Grey che fotte senza pietà?
Nonostante la sua situazione amorosa fosse disastrosa, Stiles non poté far a meno di ridere nemmeno questa volta.
- Ma che porcherie leggi? E Derek non è così, ha semplicemente bisogno di aprirsi, è molto chiuso.
- Ma dai, e io che pensavo fosse così solare e aperto! Un cupcake, proprio. – replicò Beth e stavolta fu lei a ricevere il cuscino in faccia.
- Guarda che ha anche dei lati positivi, - lo difese Stiles.
- Tipo dei muscoli da far invidia a Taylor Lautner? Un faccino niente male?
Stiles scosse la testa: - No, parlavo del carattere. Parla poco, sembra totalmente insensibile e non mostra più emozioni di una tazzina da tè, però è molto leale, se pensa che una cosa sia giusta va fino in fondo, per difendere qualcuno a cui tiene farebbe di tutto. Erica e Boyd sono scomparsi da un sacco, ma lui li sta ancora cercando, solo per farti capire. Lui le cose non le dice, le dimostra.
Beth per una volta risparmiò un commento sagace, limitandosi ad appoggiargli una mano sulla spalla e a fargli un sorriso.
Certo, lei non conosceva Derek come lo conosceva Stiles. Probabilmente era ancora nella prima fase di quando si lo incontrava, quella del detestarlo cordialmente. Ci era passato anche Stiles, lo considerava fastidioso, autoritario, rompiscatole e sociopatico. Non aveva ancora cambiato idea, soprattutto sul sociopatico, ma aveva scoperto tante altre cose di lui, cose belle, lati nascosti del suo carattere che lo avevano fatto vedere sotto un’altra luce. Lo aveva visto bello, ma non esteriormente, come persona, nonostante il carattere decisamente pessimo. Per questo nella piscina lo aveva tenuto a galla nonostante tutto. Era stato proprio in quella situazione assurda che Stiles si era reso conto che Derek era importante per lui: sapeva che non poteva lasciarlo. Non per Scott, non per Jackson, non per Derek, ma per se stesso: non poteva esserci qualcosa di bello, qualcosa per cui valesse la pena combattere o anche solo alzarsi al mattino senza di lui.
- Ehi, Stiles? – domandò Beth, interrompendo i suoi pensieri.
- Eh?
- Sarebbe venerdì sera. Perché di venerdì sera due persone splendide come noi stanno chiuse in casa?
- Perché nessuno ci invita mai da nessuna parte? – domandò Stiles, rassegnato, e immaginò per un attimo che Derek gli avesse chiesto di uscire, ma la cosa era talmente irreale che svanì immediatamente.
- E allora autoinvitiamoci, no? Conosci qualche locale?
Stiles annuì.
- Perfetto, allora vado a vestirmi e si parte!
Bethany saltò sul davanzale della finestra e iniziò a camminare sul tetto. Stiles, seppur di mala voglia – avrebbe preferito passare la serata a parlare di Derek, ma era quello che facevano tutte le sere e quindi magari per Bethany era diventato un po’ noioso – la seguì.
- Stiles? – domandò lei, fermandosi.
- Eh?
- Vuoi che ti presti una gonna oppure mi lasci cambiarmi e ci incontriamo laggiù in basso vicino alla tua jeep?
- Oh, okay, giusto.
Stiles tornò in camera, lasciò un post –it a suo padre e prese giacca e chiavi.
A parte tutto, in fondo, gli andava di uscire. Magari avrebbero potuto per caso uscire dalle parti di Derek o passare per caso vicino al suo appartamento, e magari lui sarebbe stato in giro, anche se in effetti non sembrava esattamente il tipo che esce il venerdì sera. Ma sperare non costava nulla.
 
 

 
*
 
 


Il locale era già pieno, così come il parcheggio, anzi, sembrava che stesse direttamente per esplodere, così avevano dovuto cercare più lontano.
- Ma sei sicura che vuoi andare in discoteca? Cioè, per capire, io non ballo.
- Stiles, è lì che vanno tutti e mi hai detto che c’è gente della squadra di lacrosse, quindi amici di Scott, quindi potenziali agganci dato che qualcuno è troppo preso a sognare di stare mano nella mano con il grosso lupo cattivo, - replicò Beth, finendo di mettersi il rossetto.
Stiles le diede una botta che, con sua immensa soddisfazione, le fece finire il rossetto su metà faccia.
-Idiota.
Ma Stiles non la stava a sentire, trovò finalmente un posto libero e parcheggiò. Erano abbastanza lontani, a dire il vero, ma lui aveva casualmente scelto un locale dalle parti di Derek e quello era, appunto, abbastanza vicino al suo appartamento, cosa comunque sempre positiva.
- Guarda che non sono cretina, so che speri di trovare Derek che balla la lap dance, ma quello sarà rintanato nel suo appartamento ad odiare il mondo come ogni sera, vedrai.
Il problema di Bethany Noel era che imparava decisamente troppo in fretta.
- Derek non odia il mondo! Perlomeno, non tutto, - lo difese Stiles, sperando in cuor suo che in quel “non tutto” fosse compreso lui.
- Hai ragione, sarà lì a guardare una tua foto sul suo cellulare e a desiderare che tu appaia magicamente davanti a lui.
Stiles arrossì fino alle punte dei capelli.
- Oh, mio dio, Stilinski! E io che avevo pensato a una cosa più sconcia che potrebbe fare con le tue foto …
Stiles ringraziò ogni divinità esistente che fosse buio, perché sentiva la faccia andare a fuoco. E non stava immaginando la scena, non la stava immaginando, assolutamente no.
- Stiles, contieniti, non ho portato il giubbotto di salvataggio e non vorrei annegare nella tua bava.
Le sarebbe arrivata una risposta sagace, se Stiles non avesse visto, un nanosecondo prima di aprire bocca, una sagoma stagliarsi al fondo della strada. Non riusciva a distinguerla bene, ma non ce n’era bisogno. Lo scintillio rosso degli occhi diceva tutto.
Un alpha.
- Corri!

 
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Ehilà! Ultimamente sono posseduta da Derek Hale, evidentemente, infatti la mia voglia di uscire  è pari a zero, vorrei solo stare a casa e riposarmi ahahah. No, beh, non è del tutto vero, non mi va di uscire con alcune persone ma con altre sì, che nonsense ahahahah. Comunque, a voi va bene perché così nonostante io abbia taaaaaaanto da studiare (greco&inglese are watching me) trovo il tempo per scrivere qualcosa, anche se probabilmente non ne potrete più di leggere ogni due giorni dei miei deliri formato fanfiction ahahah.
Comunque, dan daaaaaan, alpha! Mi dispiace aver inserito questa parte in una storia tutta unicorni, arcobaleni e musica country, ma alla fine, se no, come si faceva a movimentare la situazione per Stiles&Co? Okay, forse ho qualche problema ahahah. Comunque nel prossimo capitolo succede una cosa e io fangirlo al solo pensiero (non so se voi fangirlerete con me o mi tirerete una sedia, ma comunque io sono tipo contentissima che succeda awawawaw) e so già che scritta sarà uno schifo ma vi assicuro che nella mia testa è una scena fighissima.
Comunque, ringrazio le dolcissime stelline che hanno perso tempo della loro vita a recensire, cioè Adelaide Bonfamille , sweet cheeks alixsoldier siete l'amore voi tre e vi ringrazio tanto tanto tanto tanto. E ringrazio anche i preferiti, i da ricordare e i seguiti che lievitano tipo la torta che mia madre NON sta cucinando e io voglio la torta.

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Capitolo 5
*** Mai fare qualcosa solo perché si è in punto di morte. ***


FLW


Correre quando si è inseguiti da un alpha non è mai una buona idea. Eppure era l’unica che Stiles era riuscito ad avere e quindi corse più veloce che poteva. Per circa un secondo, poi il lupo lo acchiappò.
E Stiles si dimenticò di respirare.
Il lupo lo squadrò, come se cercasse di capire chi aveva davanti, poi ringhiò.
Stiles cercava una soluzione, cercava persino di pensare più velocemente, perché quella volta sembrava davvero spacciato. Era sdraiato a terra, con quel coso ringhiante che lo bloccava. Se solo fosse riuscito a prendere il cellulare dalla tasca dei jeans avrebbe potuto abbagliarlo con la luce di iTorcia, magari. Qualche secondo di vantaggio  gli sarebbe bastato per pensare a qualcosa d’altro e soprattutto controllare che Beth fosse al sicuro. Era già morta troppa gente per colpa dei lupi mannari.
Fece scattare il braccio in direzione tasca, ma un attimo dopo si ritrovò a urlare di dolore, stringendoselo al petto sanguinante.
L’alpha ghignò e gli mostrò le zanne. E poi fu soltanto dolore.
Stiles sentiva la pelle lacerarsi, il sangue bagnargli i brandelli di vestiti e così tanta sofferenza che pensava gli sarebbe esplosa la testa. Voleva solo che smettesse, in qualche modo. Qualunque cosa, qualunque, purché smettesse di fare così male. Gli artigli affondavano nella sua carne e ad ogni nuovo graffio, Stiles urlava più forte. Tutto iniziò a farsi confuso, i rumori ovattati, il viso dell’alpha sfocato.
L’ultima cosa che Stiles ricordò di aver pensato era che fosse profondamente ingiusto che tutto finisse quando nemmeno era iniziato. La scuola, la sua amicizia con Beth, i tentativi che Beth avrebbe sicuramente fatto per farlo cadere fra le braccia di Derek e per riuscire ad uscire con Scott. Avrebbe voluto fare tantissime cose, non essere fatto a pezzi da un alpha.
E poi ebbe paura. No, non poteva finire, no, no, no, non adesso. No, doveva stare sveglio e se faceva male pazienza, non doveva, non voleva. Cercò addirittura di lottare ma ormai non aveva quasi più forze.
L’alpha ringhiò ancora e in qualche modo Stiles capì che era tutto inutile. Lo vide avvicinare le mani al suo collo.
Poi il lupo fiutò qualcosa. Si fermò per un attimo ed esattamente in quell’attimo qualcosa lo strappò di dosso a Stiles.
Rimase lì, immobile, a sentire lottare i due lupi, ad ascoltare colpi e ringhi, a lottare per non addormentarsi per quello che gli parve un tempo infinito.
Poi rumore di ossa che si rompevano e pochi secondi dopo qualcuno lo prese fra le braccia.
- Stiles …
Derek.
Anche se sentiva la sua voce come un eco lontano, anche se lo vedeva sfocato, la sua presenza lo fece sentire meglio, per quanto fosse possibile in quella situazione.
- Stiles …
Anche se sembrava lontanissima, la voce sembrava così disperata, o almeno tale suonava alle orecchie di Stiles. Si sforzò di tenere gli occhi aperti, di lottare contro il torpore che gli avvolgeva la mente a discapito del dolore fisico che provava.
- Derek, - mormorò, flebile
Sentì Derek farsi più vicino, dargli dei colpetti sulle guance ripetendo il suo nome.
Non seppe esattamente perché lo fece, perché impiegò le sue ultime forze a fare quello anziché qualcosa di più utile, come assicurarsi che Beth stesse bene, spiegare che era successo o semplicemente non svenire.
Sollevò leggermente la testa, quel tanto che bastava e sfiorò le labbra di Derek con le sue.
Poi tutto divenne buio.
 
 
 
*
 
 
Il risveglio fu bianco e decisamente meno melodrammatico.
Sentiva delle voci attorno a lui, persone che parlavano di ferite, punti e cartelle. Distinse la voce di suo padre, quella di Scott, quella della madre di Scott che diceva a qualcuno di tornare immediatamente nella sua stanza.
Strinse gli occhi, poi con più sforzo di quello che credeva ci sarebbe voluto, li aprì.
- Stiles! È sveglio!
Gli sembrò che almeno un centinaio di persone gli si affollassero attorno, suo padre lo abbracciò così forte che gli fece male e qualcuno si mise a piangere.
Strinse ancora gli occhi, cercando di capire che fosse successo e perché tutti fossero così agitati. Lanciò uno sguardo intorno a sé e vide Scott, contro cui piangiucchiava Beth in pigiama, la madre di Scott, Isaac,  Lydia e Jackson.
- Che è successo? – domandò, non riuscendo a capacitarsi della folla, non appena suo padre lo lasciò andare.
- Non te lo ricordi? Oh, vieni qui!
Stavolta fu il turno di Scott per stritolarlo e subito dopo quello di Bethany, che gli sussurrò “essere stato sul punto di morire non varrà come scusa per aver messo le mani sul mio Scott”, Isaac, poi Lydia, persino Jackson e infine la madre di Scott.
Stiles li guardò interrogativo.
- Sei stato aggredito da un animale, - gli spiegò suo padre, cauto, - un leone di montagna. Per poco non ti ha ucciso.
Ah, già. L’alpha.
Stiles sì sentì male al solo ricordare e serrò gli occhi, nella speranza di cancellare il ricordo dalla mente.
- Eri con Bethany, stavate uscendo e questo animale ti è saltato addosso. Lei è riuscita a distrarlo ferendosi, così che, sentendo l’odore del suo sangue, l’animale si distraesse. Poi, subito dopo, è arrivato Derek Hale e  lo ha ucciso e vi ha portati qui, tutti e due svenuti.  Bethany sta bene, a parte la ferita al braccio, ma tu eri ridotto molto male. Ti hanno dovuto operare, dormivi da tre giorni.
Stiles sfiorò con le dita la fasciature che gli copriva il petto interamente e quella sulle braccia. Tremò al solo pensare le ferite che nascondevano.
- Curioso tipo, quell’Hale, - disse nel frattempo suo padre e Stiles si dimenticò per un secondo di avere metà del corpo coperto di bende e di aver rischiato di rimanerci pochi giorni prima.
Sperava tanto che quello che ricordava di ricordare non fosse effettivamente avvenuto, ma una fantasia, un sogno, un’esperienza extracorporea. Tutto, tutto era meglio che aver baciato Derek Hale.
Forse sarebbe stato meno doloroso far finire all’alpha il suo lavoro che affrontarne le conseguenze.
- Stiles, sei pallidissimo, ti senti bene? – gli domandò apprensivo suo padre.
Certo papà, avrebbe voluto rispondergli, una favola. Ho rischiato di morire perché un alpha voleva fare party hard con la mia cassa toracica e in preda a chissà quale delirio mentre agonizzavo ho baciato Derek. Una meraviglia, proprio.
 
 
 
*
 
 
 
Grazie al cielo, finito l’orario di visita, Stiles poté rimanere finalmente solo. Si sentiva ancora troppo debole per alzarsi, ma voleva comunque qualche chiarimento.
- Melissa, - domandò alla madre di Scott, - le mie ferite … come sono?
- Brutte, Stiles, - rispose lei e si affrettò ad uscire dalla stanza, evitando il suo sguardo.
Stiles non fece in tempo a pensare a che altro fare per scoprire in che stato era ridotto che qualcuno piombò nella sua stanza.
- Allora, Stilinski, ti sono mancata? – domandò Bethany, accoccolandosi ai piedi del suo letto.
Aveva un braccio coperto da una fasciatura ma per il resto sembrava in ottima forma.
- Da morire, guarda. Senti …? – incominciò, ma lei gli parlò sopra.
- Se te lo stai chiedendo, eri un colabrodo. Hai delle ferite grandi e profonde, ti resteranno le cicatrici. Un bel po’ e belle grosse. Sapevo avresti voluto saperlo.
Stiles prese un respiro, cercando di immaginare come sarebbe stato una volta guarito. Si sorprese nel vedersi le mani tremare.
E se fosse stato un mostro terribile? Come avrebbe potuto vivere ridotto in quel modo? Non gli era mai interessato molto dell’apparenza, indossava solo quello che gli piaceva senza farci troppo caso, non si era mai soffermato a pensare se fosse o meno bello, affascinante o altro. Era sempre e semplicemente stato Stiles. Ma ora, sfigurato, si sentiva un mostro.
- Ah, se vuoi chiedermelo, in faccia non hai niente, qualche livido e graffietto ma ti è andata bene. Non so esattamente i problemi che hai avuto, ma ti hanno dovuto operare, però è tutto a posto e stai bene, avrai solo qualche cicatrice.
Stiles rimase in silenzio.
- Eddai! – Beth gli saltò sul letto, - le cicatrici fanno un sacco macho.
Non gli andava niente di parlare, in quel momento, così le diede una spinta ma Beth non si mosse da dov’era.
- Senti, le cicatrici resteranno lì, deal with it. E io che volevo farti contento con una notiziola … ma se sei così maleducato col cavolo.
Stiles la fissò, per un attimo allontanato il pensiero del dover vivere in stile “ho abbracciato Edward mani di forbice”.
- Eeeeh, so che vuoi saperlo.
Bethany gli sorrise e gli scompigliò i capelli: - Devi sapere, - disse, - che un certo lupo mannaro, molto molto aitante, e non parlo di Scott, ha passato questi giorni ad aggirarsi nei pressi della tua stanza e a scomparire ogni volta che arrivava qualcuno. Io non l’ho notato, ma Scott sì.
Anche se Stiles avrebbe voluto pensare ancora a quanto il suo corpo avrebbe fatto schifo, quello non poté che risvegliare la sua attenzione e, per un attimo, renderlo felice. Poi si ricordò di aver baciato Derek e fu anche peggio.
- Oh, no … - borbottò.
Peggio di così non poteva andare. Già ridotto com’era Derek lo avrebbe guardato come qualcosa di estremamente degno di compassione e un po’ schifoso per il resto della sua esistenza, figurarsi che avrebbe fatto ora che lo aveva baciato. Beh, avrebbe potuto dirgli che si era confuso e aveva creduto che fosse Lydia, Bethany, Scott, Isaac, Chris Argent, il coach … ma aveva l’orrenda sensazione di ave mormorato il nome di Derek prima dell’irreparabile. Avrebbe fatto meglio a farsi fare a fettine dall’alpha.
- Cosa? E io che pensavo saresti stato contento! – esclamò Bethany, facendo una smorfia.
- Uhm … ma che è successo quella notte? – domandò Stiles, pregando che magari tutto quello fosse frutto della sua fantasia.
- Beh, l’alpha ce l’aveva chiaramente con te. Ti ha inseguito e ti ha preso e io ero disperata, non sapevo cosa fare perché ti stava facendo male e così ho pensato che magari l’odore del mio sangue lo avrebbe distratto, così ho raccolto un vetro da terra e mi sono ferita il braccio, - mostrò la fasciatura, - e sembrava che avesse funzionato, perché si è voltato e tipo un secondo dopo è arrivato Derek. Ed è l’ultima cosa che ho visto, perché sono svenuta, ho la fobia del sangue.  A quanto padre dopo Derek ha fatto polpette dell’alpha e ci ha portati in ospedale. Il grosso lupo cattivo è l’eroe, stavolta.
Bethany lo aveva raccontato tranquillamente, ma Stiles aveva notato che le tremavano le mani leggermente. Anche lei era ancora spaventata.  Cercò di abbracciarla nonostante la fasciatura e lei ricambiò con impeto.
- Non ti avrei mai perdonato se fossi morto senza sbombare pesantemente con Derek, - gli disse.
Stiles prese un respiro.
- Ecco, a questo proposito ..
Beth aggrottò le sopracciglia.
- Bethany, giura che non lo dirai a nessuno.
- Ho spiattellato forse qualcosa a Scott mentre vegliavamo su di te? – replicò lei, punta sul vivo.
- Lui vegliava, semmai, tu sarai stata lì a sbavare su di lui impunemente.
Bethany incrociò le braccia contro il petto: - Beh, scusa tanto, abbiamo parlato di te e bla bla bla, eravamo molto in ansia. Poi okay, magari possiamo esserci un tantino avvicinati, e potevamo anche avvicinarci di più se Isaac non fosse stato sempre fra le scatole, però non mi lamento.
Stiles era contento per lei, da una parte. Dall’altra, era geloso. Probabilmente lui per avvicinarsi a Derek, da allora in poi, avrebbe avuto bisogno di un elmetto. Ma che elmetto, armatura total-body e un bel bagno nello strozzalupo.
- Beth, ho baciato Derek.
- Tu coooooosa?

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Hola! Se vi state chiedendo "ma Vi ha una vita sociale pari a quella di Derek Hale o cosa?" la risposta è NO perché domani esco ahahaha. E sono davvero contenta di uscire, però di oggi devo ancora studiare 25 pagine di greco, per questo ho scritto questo capitolo, per non studiare le 25 pagine di greco ahahah. E okay, NON ODIATEMI. So che non so scrivere le scene drammatiche, ma davvero ho fatto del mio meglio qui, l'ho scritta tipo sei volte ahahah. So anche che non è la solita cosa demenziale, ma avevo bisogno di un avvenimento apocalittico che spingesse Stiles a fare il primo passo, altrimenti sarebbe ancora lì a fantasticare senza fare nulla. E magari okay, ho qualche problema mentale io. So che è un capitolo abbastanza poco divertente, ma sarà l'unico - dipende in realtà, se la storia continuerà o no lol - o comunque uno dei pochi, non vogliatemene male. Per il prossimo prometto tante scene con Stiles impanicato e Bethany sarcastica, per farmi perdonare. E per quello ancora dopo, se non entra nel prossimo, una cosetta fra Derek e Stiles ... (mi sento molto Jeff Davis dicendo così, ma sto cercando di evitare l'odio di massa che mi sommergerà per questo capitolo).
Per il resto, ringrazio le quattro (ommioddio, quattro fangirlo troppissimo, non ne avrò mai così tante di nuovo per me è un evento) fantastiche fanciulle che hanno recensito: Adelaide Bonfamille alixsoldier sweet cheeks e  xKittyx siete dolcissime e io vi adoro, i vostri commenti mi fanno sempre contentissima, non smetterò mai di ringraziarvi <3
Alla prossima e non odiatemi, vi prego çwç

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Capitolo 6
*** Come gestire un due di picche in modo maturo e responsabile. ***






Bethany aveva avuto una reazione esageratamente melodrammatica, ovvero aveva urlato un “tu cooooosa?” che si era sentito fin dall’altro capo della città e poi era caduta dal letto di Stiles, sbattendo la testa contro il comodino.
La conversazione era stata interrotta da un’infermiera che, attirata dal baccano, aveva trovato Beth riversa per terra che si teneva la testa fra le mani e se l’era portata via alzando gli occhi al cielo.
Mezz’ora dopo Bethany aveva fatto il suo ingresso per la seconda volta nella stanza, con un pacco di ghiaccio secco premuto sulla fronte e due succhi di frutta. Ne aveva passato uno a Stiles che aveva voglia di tutto tranne che di bere e si era seduta dall’altra parte del letto, esordendo con un: - Dimmi tutto. E cerca di evitare di attentare ancora alla mia vita, se riesci.
Stiles aveva voglia di parlare ancora meno di quanto avesse voglia di bere il succo. Non ci teneva a ricordare quella sera, il suo enorme errore e la sensazione, che nonostante tutto ricordava vividissima, delle labbra di Derek contro le sue. Voleva solo giacere nel letto per il resto della sua vita il più lontano possibile da lui.
- Oh, non sapevo che baciandosi ci si scambiasse anche la personalità! – esclamò Beth, - Adesso devo aspettarmi arrivare Derek tutto sorridente e ciarliero con un cesto di frutta per il povero Stiles?
- Non sei divertente, - borbottò Stiles.
- Derek, esci da questo corpo! – esclamò Bethany scuotendolo, - Stiles, so che ti fa piacere avere Derek così vicino ma rivoglio il mio amico!
- Piantala. Ho appena avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con un alpha, potevo morire, non ho certo voglia di fare il cretino, dato che sono riuscito anche a rovinare tutto con Derek mentre morivo. Ti rendi conto che faccio danni anche mentre muoio?
Beth sbuffò: - Ma allora o non mi ascolti o sei deficiente proprio. Stiles, Derek è stato qui costantemente mentre dormivi, lo ha detto Scott.
D’un tratto Stiles si rese conto di quello che Beth aveva detto: - Scott? Scott sa che tu sai?
- No, Scott non sa nulla. Gli ho detto che avevo visto un grosso animale e basta, che ero confusa, eccetera. Non era molto convinto ma pazienza. Ho sentito che diceva la cosa di Derek a Isaac, per questo lo so, dato che Isaac era sempre da qualche parte troppo vicino a me e Scott e non era certo discreto quanto Derek …
- E quindi? – borbottò Stiles.
- Quindi, Derek è stato qui, per te! Scott diceva che lo aveva visto di notte, quando anche tuo padre veniva mandato via, nella tua stanza vicino al tuo letto e Isaac gli ha detto che forse era preoccupato che tu fossi stato morso anche se comunque, se ben ricordo, essendo morto l’alpha che ti ha creato non dovrebbe avere effetto, e diceva anche che era molto nervoso e poi mi hanno notata e ho dovuto fingere di star cercando un’infermiera.
Stiles guardò la sedia a lato del suo letto, immaginando Derek seduto lì a guardarlo dormire. A che cosa aveva pensato mentre vegliava? Probabilmente a quanto fosse fastidioso star dietro ad uno stupido umano adolescente che non faceva che cacciarsi nei guai. Eppure, Stiles si sentì meglio al solo pensare di averlo avuto accanto.
- Ehi, terra chiama Stiles! E su quella sedia non apparirà Derek nudo nemmeno se la fissi così intensamente.
Stiles le tirò un cuscino.
- Stavo pensando a una cosa seria, invece!
- Chi ha mai detto che Derek nudo non sia una cosa seria? E dai, come è stato?
Stiles trovò improvvisamente interessante la vista dalla finestra e borbottò, guardando fuori: - Mi ricordo che aveva le labbra morbide. Non me lo aspettavo. E comunque è stato un errore.
- Infatti, se Derek arrivasse ora e ti si spalmasse addosso ficcandoti la lingua in bocca lo respingeresti.
Stiles ebbe un attimo di esitazione ad immaginare il piacevole scenario di lui e Derek avvinghiati nel letto dell’ospedale ma si riscosse subito.
- Non ho detto questo! E ora abbiamo problemi più grandi di Derek, per esempio il fatto che degli alpha vadano in giro ad tentare di fare a pezzi la gente.
Beth roteò gli occhi: - Quello non voleva fare a pezzi la gente ma voleva fare a pezzi te.
- Non ha senso, Beth. Io non ho niente di speciale.
- Sicuramente non il quoziente intellettivo. Stiles, eravamo in due. Un ragazzo che gioca a lacrosse e una ragazzina con le scarpe col tacco che non sa nemmeno fare le scale senza avere il fiatone. Avrebbe potuto prendere me molto più facilmente, ma quell’alpha voleva te.
A Stiles ci volle un minuto buono per metabolizzare il fatto che Bethany avesse totalmente ragione. Forse gli ci sarebbe voluto anche qualche secondo di più, ma non gli fu concesso: Derek piombò nella stanza come una furia e, presa Beth per le spalle, le ringhiò: - E tu cosa sapresti degli alpha?
 
 
*
 
 
Ci fu un silenzio teso, finché Scott, che era entrato nella stanza a seguito di Derek, non disse: - Derek, lasciala. Le fai male.
Derek non mosse un muscolo, continuando a fissare Beth con aria omicida.
- Derek …
L’uomo alzò gli occhi al cielo e la lasciò andare. Beth si massaggiò le spalle con espressione dolorante.
- Tu, - incominciò Derek rivolgendosi a Stiles, - idiota! Tu e la tua fidanzatina qui vi lascerete dopo un mese e le hai raccontato tutto? Ma hai idea di quello che hai fatto?
Stiles si sarebbe aspettato tutto tranne che quella frase. Insomma, o Derek era deficiente completo e non aveva capito che Stiles lo aveva baciato perché gli sbavava dietro da tempo immemore, il che da un certo punto di vista sarebbe stata una cosa ottima, o Stiles si era sognato tutto, cosa ottima anche quella, in caso fosse stata vera.
Allora perché sentiva quella sensazione di vuoto allo stomaco?
- Non sono la sua fidanzata! E casomai te lo fossi scordato, c’ero anche io quella sera. Avrebbe potuto succedermi la stessa cosa che è successa a Stiles, se non peggio e ho tutto il diritto di sapere!
Derek tacque, limitandosi a guardare torvo sia Beth sia Stiles.
- Non sono una bambina, - disse lei, fissando Scott, che fino ad allora era rimasto muto, dritto negli occhi, - terrò il segreto. E farò qualunque cosa per Stiles.
- Noi abbiamo a che fare con un branco di alpha! Non c’è niente che puoi fare se non stare zitta e farti i fatti tuoi una volta tanto, - esclamò Derek.
- Non mi sembra così grave, - si intromise Scott, - del resto ha ragione, aveva bisogno di chiarimenti. Ed è anche stato grazie a lei che Stiles ora è salvo.
Derek non disse nulla e Beth guardò Scott piena di gratitudine.
Stiles stava giusto pensando che sarebbero stati una bella coppia, quando qualcuno entrò nella stanza a passo svelto.
- Stiles! Oh, cielo, Stiles!
Allison si fermò un attimo davanti al suo letto, intimorita, poi corse ad abbracciarlo.
- Sono venuta appena ho potuto, - gli disse, - Scott mi ha telefonato e non riuscivo a crederci.
Allison sembrava davvero sconvolta e Scott andò al suo fianco e le mise una mano sulla spalla. Oltre i due, Stiles vide distintamente Beth distogliere lo sguardo.
Fece per dire qualcosa, ma un’infermiera piombò nella stanza, gridando che i visitatori dovevano essere al massimo due per volta e che l’orario di visita era finito da un pezzo. Sbatté fuori tutti senza curarsi nemmeno delle ore di viaggio che Allison aveva fatto per venirlo a trovare e Stiles rimase solo. O almeno, così credeva, finché non sentì una voce provenire dalla sedia accanto al suo letto.
- Dobbiamo parlare, - disse Derek.
 
 
*
 
 
Rimasti soli, fu come se l’incidente dell’alpha non fosse mai accaduto. Stiles aveva ancora il cuore a mille, una mandria di gnu al galoppo nello stomaco e un nodo alla gola come al solito. Anzi, peggio del solito, da quel che gli sembrava.
- La ragazza ha ragione, – buttò lì Derek, - l’alpha voleva te. Ne ho parlato anche con Scott e Isaac, probabilmente vuole che io e Scott, anche se non capisco perché Scott, ci uniamo al suo branco. Quindi mira a ciò che ci è più caro, nel caso di Scott, tu e Melissa. Abbiamo deciso che vai tenuto d’occhio, così come la madre di Scott. Non penso sappiano di Allison, quindi per ora dovrebbe essere al sicuro. In caso, è comunque una Argent e suo padre la proteggerà.  Scott ora sta tenendo d’occhio sua madre e io terrò d’occhio te.
Chiaro e conciso e dannatamente spiazzante. Stiles sentiva la gola secca. Insomma, Derek sarebbe stato il suo bodyguard? Quindi avrebbero passato un sacco di tempo insieme?
D’un tratto il mondo divenne rosa e pieno di momenti che non sarebbero mai stati possibili nella realtà: lui e Derek in giro insieme, lui e Derek che leggevano insieme, lui e Derek che si facevano le coccole sul divano di casa Stilinski, Derek che lo guardava negli occhi e lentamente avvicinava il volto al suo …
- Stiles? Ti serve un’infermiera?
Il volto, stavolta duro e inespressivo come sempre, di Derek Hale, lo fissò, riportando Stiles alla realtà, dove sicuramente non stavano per baciarsi.
- Eh?
- Avevi un’espressione strana e il tuo battito cardiaco è accelerato.
Maledetto lupo. La prossima volta Stiles avrebbe fatto meglio ad innamorarsi di un paraplegico sordomuto.
- No, niente pensavo.
Derek non sprecò fiato a commentare, si sistemò meglio sulla sedia e puntò gli occhi addosso a Stiles.
Dopo cinque minuti buoni in cui entrambi rimasero immobili – e Stiles immaginò Derek saltargli addosso almeno una diecina di volte – il silenzio divenne insostenibile.
- Ehm, a proposito di quella sera …
Non seppe nemmeno come gli era uscito, ma gli ci era voluto tutto il coraggio che aveva.
Coraggio che magari avrebbe potuto impiegare per altro, dato che tutto quello che ricevette da Derek fu un eloquentissimo sguardo che diceva chiaramente “non parlarne mai più”.
Stiles aveva sempre pensato che non ci fosse nulla di peggio di essere innamorato di Derek Hale, ma si sbagliava. Essere innamorato di Derek Hale sapendo che lui non ricambiava, ecco cos’era il peggio.


 
*


 
Se le ferite di Stiles andavano così bene da farlo dimettere dopo sole sue settimane non si poteva dire lo stesso del suo cuore spezzato. Il tempo che era costretto a passare con Derek peggiorava solo le cose e a nulla servivano i tentativi di Beth per rallegrarlo. Non che lei fosse di umore migliore, sotto la maschera di allegria che si ostinava ad a indossare: Scott e Allison erano sempre più vicini e lei non aveva altra scelta che farsi da parte. Esattamente come Stiles.
- Stiles, non puoi deprimerti per sempre, - gli ricordò Beth per la millesima volta, seduta a gambe incrociate sul pavimento di camera sua.
- Non mi sto deprimendo, sto studiando, - la contraddisse Stiles.
- La stessa pagina da un’ora.
Stiles le lanciò un’occhiata assassina degna di Derek, che stava pigramente appoggiato al letto di Stiles con la sua solita espressione seccata da “dimmi che mi tocca fare, il babysitter a due teenager, io, Derek Hale”.
- Ti ho detto che non voglio parlarne e questo sicuramente non è il momento.
- Ma io non voglio parlarne! Senti, stasera ho chiamato Scott, Allison, Lydia e Jackson. Se tuo padre è via possiamo fare qualcosa di carino. Cioè, carino non direi dato che dovrò vedere gli sguardi melensi di Allison e Scott, ma almeno tu ti distrarrai, - cinguettò Beth.
Stiles sapeva che avrebbe dovuto apprezzare il gesto, dato che sapeva che già solo stare nella stessa stanza di Allison e Scott faceva star male Bethany, ma uscire era proprio l’ultima cosa che gli andava di fare, soprattutto insieme a delle coppiette.
- Eddai, lascia una serata libera al grosso lupo cattivo, altrimenti mi sa che diventerà capace di uccidere con lo sguardo.
In effetti, però, voleva anche dire qualche ora senza Derek, il che non era poi così male. Stiles stava iniziando a non poterne più di averlo intorno, strano ma vero, dato che solo tre settimane prima sarebbe impazzito alla sola idea di averlo in giro per la sua stanza. Peccato che Derek gli avesse dato un clamoroso due di picche rovinando tutto.
- Ti prego, Stiles! Fallo per la tua Bethers! O giuro che tiro fuori tutte le foto imbarazzanti di te da piccolo che ho e le appiccico per la scuola.
Qualcuno suonò il clacson da sotto.
- Ops, Lydia è già qui! Non vorrai far aspettare Lydia, vero? Guarda, ci sono anche Jackson e Isaac.
Stiles si alzò dalla scrivania, rassegnato.
- Oh, questo è il mio Stiles! Addio grosso lupo cattivo, noi andiamo a un party!
Beth non gli lasciò tempo un secondo che lo trascinò in macchina, dispensando sorrisi a tutti gli occupanti, persino Isaac. Stiles borbottò un saluto a tutti.
Ci fu qualche minuto di silenzio a seguire, ma Beth lo ruppe ad un tratto, esclamando: - Oh, no! Mi sono totalmente dimenticata che dovevo portare questa cartella a mio padre! Lydia, non potresti accostare un attimo? L’ufficio di papà è poco più in là, in cinque minuti sono di ritorno.
Lydia, che probabilmente era stata convinta a suon di suppliche, alzò gli occhi al cielo e fermò la macchina.
Beth trascinò Stiles con sé, ma al primo angolo che girarono iniziò a correre come una forsennata fino a raggiungere un autobus, salendoci per un soffio, seguita da un attonito Stiles.
- Ma che …? – domandò lui, allibito.
- Ho già mandato le nostre scuse a Lydia. Adesso sì che inizia la festa, Stilinski. Alla faccia di Derek e Scott.

 
*
 
 
Okay, forse l’idea di andare in un pub non era stata così grandiosa. Anche se gli era stato assolutamente vietato per via delle medicine Stiles prese una birra media e se la scolò quasi d’un fiato. Pessima ideam dato quanto reggeva l’alcool, infatti si sentì subito molto, molto strano. E stupido. E aveva una dannata voglia di raccontare a tutti che Derek lo aveva scaricato.
- Dai, Stiles, cantiamo al karaoke! Ho la canzone perfetta! Derek non ha esattamente un pickup ma ce la facciamo bastare, eh?
Quel poco di dignità che gli era rimasta disse un “no” secco, ma Beth prese il microfono da Stiles non sapeva dove e iniziò a canticchiargli una canzone country nell’orecchio a volume altissimo.
- I hate that stupid old pickup truck you’ve never let me drive,
you were red neck, heartbreak who’s really bad at lying.
So watch me strike a match
On all my wasted time
As far as I'm concerned,
You're just another picture to burn
.
Stiles also gli occhi al cielo. Una canzone tipica di Beth, assolutamente idiota. Ma del resto, aveva ragione. Per tutto quel tempo aveva dato la colpa a se stesso per la storia di Derek, ma prendersela con lui, per una volta, anziché riflettere su quanto aveva sbagliato, su quanto quella sera non solo avesse rovinato per sempre il suo corpo ma anche il loro rapporto, era liberatorio.
- And if you come around saying' sorry to me
My daddy's going to show you
how sorry you'll be

In qualche modo, Stiles si ritrovò a cantare a squarciagola nel bel mezzo di un pub quanto detestasse il pickup di Derek, che non aveva un pickup ma era lo stesso. Perché cavolo, al sua macchina era orrenda. E lui era davvero un idiota, pessimo a mentire e a fare qualunque cosa implicasse la comunicazione. Tanto peggio per lui. Forse era per l’alcool, ma alla fine era lui che ci perdeva un fantastico, intelligentissimo e talentuoso Stiles. L’unico che aveva visto qualcosa in quel grosso cumulo di espressioni seccate. Ma era finita, finita del tutto. Stiles non avrebbe perso un secondo di più dietro a lui.
In mancanza di foto, disegnò al meglio Derek su un tovagliolino e lui e Beth lo bruciarono con un accendino preso in prestito. Mai più. Stiles Stilinski non avrebbe mai più degnato Derek Hale di uno sguardo.
 
 
*
 
 
Evidentemente qualcosa era andato storto, perché due ore dopo lui e Beth si trovarono abbracciati, sdraiati ai giardini pubblici con la canzone più triste di Taylor Swift a massimo volume, a piangere tutte le loro lacrime.
Tutta l’euforia di prima era svanita.  Beth era scoppiata a piangere per prima, dicendo che non era giusto che Allison fosse così bella e tutto mentre lei era solo una quindicenne che non piaceva a nessuno, poi era arrivato il turno di Stiles, che aveva ritrovato la perduta eloquenza e aveva spiegato che mai avrebbe immaginato che avrebbe fatto così male. Un no da Derek era intollerabile.
Così erano finiti lì, con una canzone triste come unica compagna.

But now I'll go sit on the floor
Wearing your clothes
All that I know is that
I don't know how to be something you miss
Never thought we'd have a last kiss
Never imagined we'd end like this
Your name, forever the name on my lips


 
Stiles si era accorto di aver indossato proprio la maglietta che, quel giorno a casa sua, con Danny, Derek si era provato. Ricordava la sua faccia furibonda, ricordava quanto lo aveva fatto divertire. Quando aveva pensato di essere l’unico a riuscire a prenderlo in un certo modo. Di essere qualcosa per lui, dopo tutto quel tempo. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così, nemmeno quando lo aveva baciato, nemmeno quando lo aveva visto infuriarsi con Beth.
Era semplicemente assurdo.
Non gli andava di piangere davanti a Bethany, che gli stava inzuppando la maglietta di lacrime e trucco, ma sentiva gli occhi lucidi e il bagnato sulle guance nonostante facesse del suo meglio per trattenersi.
Era ingiusto che le cose fossero finite così.
Rimasero così per un po’, Stiles non avrebbe saputo dire quanto, Beth si era già assopita fra le sue braccia,  finché non si sentì toccare la spalla da qualcuno.
Non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi, avrebbe riconosciuto quel tocco dovunque.
- Penso di aver diritto a delle spiegazioni.
Non era furioso, non era nemmeno irritato, anzi, era spaventosamente pacato. Non sembrava nemmeno Derek.
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Okay, voi non immaginate lo stress che ho accumulato oggi, avevo davvero bisogno di sfogarmi, così tadaaaaaa. Non so se sia un capitolo decente o meno ma è molto, molto "sentito" da parte mia e rileggendolo, pensavo avesse molto meno senso. Prima cosa: Derek sa che Beth sa! Avrei voluto inserire una battuta di Derek in questa scena, molto molto cattiva, ma ho lasciato perdere, la svelerò poi. Mi dispiace per Beth, ma io shippo Scallison, anche se ho lasciato un po' da parte la cosa, quindi lei non finirà MAI con Scott. Poi, Derek e Stiles ... non commento nemmeno perché se no spoilero. Non giudicate così male il grosso lupo cattivo però. Poi, la scena karaoke/parco è qualcosa che posso dire di aver vissuto dopo ogni brutta esperienza in fatto sentimentale. Faccio sempre qualche immane stupidaggine con Taylor Swift in sottofondo. (E comunque, Picture to Burn è perfetta per una brutta rottura #js) Okay, io non vado nei pub a ubriacarmi o a cantare, diciamo che ballo nella mia stanza dopo aver comprato qualcosa di troppo costoso su qualche sito, ma ssssssh. So che Stiles, ma soprattutto Bethany, sono stati molto immaturi in questo capitolo, ma non giudicateli male. Soprattutto Bethers, ha esposto Stiles a un pericolo bello grosso - ma teniamo presente che ha solo quindici anni comunque e a quindici anni le cavolate, ohimé, grandi o piccole le facciamo tutti - ma mi serviva per la trama, per una cosetta fra Derek e Stiles nel prossimo capitolo ... eheh. Vi dico solo che la scena che ho in mente mi piace tantissimo e che ho ben DUE canzoni a cui associarla, ma non ve le dico. Sappiate che ogni tanto le ascolto, soprattutto una, e immagino la scena e sono tipo awawawawawaw.
Anyways, non odiatemi per questo capitolo ancora un po' più serio e noioso, a parte forse il prossimo che sarà più ... *non ve lo dico shalla* quelli dopo torneranno divertenti e leggeri e soprattutto quella cosa che inizia con la s ...
No, non sesso.
No, nemmeno sadomaso.
No, nemmeno scopate.
No, dai, insomma, non pensate male eh, dicevo Sterek io.
Prima di fuggire a farmi la doccia e ad avere ansia a non finire, ringrazio le cinque (OMG MA SIETE SERIE CINQUE IO BOH GRAZIE GRAZIE GRAZIE!) recensioni - e di solito cinque è il mio  numero sfortunato, ma stavolta no <3 - delle cinque splendide fanciulle che hanno perso tempo non solo a leggere ma anche a commentare, io vi adoro, davvero, davvero tanto per non avermi linciata siccome posto ogni due giorni e per sopportare questo sclero <3 
Fiore_Del_Male, Adelaide Bonfamille, two_dollar_bill, ursula74 e alixsoldier siete stupende, non posso esprimere quanto io vi sia grata e speri di non deludervi ogni volta che posto un nuovo capitolo. Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Mattinate alternative. ***







Derek aveva totalmente ragione: Stiles gli doveva una spiegazione. Il problema è che lui non sapeva quale spiegazione dargli.
La verità, cioè che era innamorato di lui, che lo aveva baciato proprio per quel motivo e che la totale indifferenza di Derek per quello che era successo gli aveva spezzato il cuore non sembrava decisamente opportuna.
Aveva bisogno di tempo per pensare, quindi si era inventato una scusa con Derek e avevano lasciato Beth, che ancora dormiva, nelle abili mani di Isaac e stavano viaggiando decisamente oltre i limiti di velocità in una direzione imprecisata.
Ormai era quasi l’alba e nel posto, sconosciuto a Stiles, in cui erano aveva tutta l’aria di aver piovuto. Non che quello fosse il suo problema più grande, in quel momento. Il suo problema più grande era che stava seduto nel sedile del passeggero accanto a un lupo mannaro decisamente nervoso di cui era perdutamente cotto. E aveva passato la serata a desiderare di strozzarlo, di rigargli la macchina, di scrivere una canzone su di lui, vincerci un grammy e poi tirarglielo in faccia. E okay, anche a deprimersi perché fra di loro non sarebbe mai successo niente di più di una reciproca sopportazione, ma quella parte Stiles preferiva dimenticarla.
Era davvero stufo. Si era fatto quasi fare a pezzi da un alpha, aveva passato le peggiori due settimane della sua vita con Derek onnipresente a ricordargli che non aveva nemmeno un briciolo di speranza e ora doveva pure inventarsi qualcosa per non fargli capire il vero motivo del suo cattivo umore e del suo essere stato sconsiderato.
Certo, una parte di lui voleva ancora lanciarglisi addosso  urlandogli che gli faceva sesso da paura, ma per prima cosa, siccome guidava, sarebbero morti entrambi in un incidente, seconda cosa, anche se fossero sopravvissuti, conoscendolo, Derek si sarebbe assicurato che Stiles non vedesse più un’alba in vita sua.
- Hai intenzione di dirmi dove stiamo andando, per caso? È un’ora che guido, - ringhiò Derek, e effettivamente aveva ragione, perché Stiles lo aveva letteralmente supplicato di “andare in un posto” dove gli avrebbe spiegato tutto, solo per ritardare il momento fatidico, e quel “posto” stentava ad arrivare.
- Ehm, ecco, a sinistra, sì, e poi dritto, ecco, ci siamo.
Attonito, Derek si fermò in un parcheggio pubblico. Prima che potesse dire qualcosa Stiles sgusciò via dalla macchina. Prese sinceramente in considerazione l’idea di scappare, ma Derek gli si piazzò davanti con un’espressione tutto fuorché amichevole.
- Parla, - gli scandì a voce bassa.
E accidenti a lui che, nonostante fosse corrucciato e avesse spezzato il cuore a Stiles come se niente fosse, restava dannatamente bello.
Stiles, per la prima volta nella sua vita, tacque.
Derek stava perdendo la pazienza: - Dammi una spiegazione. Ora. Per una volta che voglio che tu parli, Stiles, fallo, per la miseria.
Solo che Stiles era stufo. Aveva mal di testa per aver bevuto quella sera, i vestiti fradici perché si era sdraiato nell’erba bagnata e voleva solo farla finita.
Prese un respiro.
- Tu mi piaci, Derek.
Seguì il silenzio, un lungo, imbarazzante silenzio in cui Derek guardò dappertutto tranne che nella direzione di Stiles.
Se fosse successo solo due giorni prima si sarebbe inventato una scusa per rimangiarsi quello che aveva detto, avrebbe convinto Derek di aver sentito male o qualunque altra cosa, ma forse perché aveva ancora i postumi della sbornia, forse perché davvero gli sembrava intollerabile vivere ancora un giorno con il desiderio sia di uccidere Derek in modo doloroso sia di uccidersi e finire quello strazio, voleva dirgli tutto.
Davvero.
- Derek, smettila di ignorarmi. Ti mi piaci, sono innamorato di te, fattene una ragione! Mi piaci da quel giorno nella piscina, credo. Cioè, a dire il vero è stato lì che l’ho realizzato, ma probabilmente mi piacevi già da prima, solo che non me ne ero accorto. Per questo ti ho baciato, quella sera, perché pensavo sarebbe stata la mia ultima occasione di baciare lo stupido, grosso e pulcioso lupo che mi piace. E penso che almeno potresti spendercela una parola su questa situazione anziché fissarmi con aria di rimprovero a basta, potresti degnarti di sprecare il tuo prezioso fiato da lupo inacidito per questa sto …
Stiles avrebbe davvero voluto finire il suo discorso, aveva in mente un sacco di insulti per Derek ma non riuscì a dirne più nessuno perché, senza fare complimenti, Derek lo spinse contro il cofano della macchina e lo baciò. E proprio nell’istante in cui le loro labbra si sfiorarono la prima goccia di pioggia bagnò una tempia di Stiles e in quel momento, fu tutto davvero perfetto.
 
A drop in the ocean,
A change in the weather,
I was praying that you and me might end up together.
It's like wishing for rain as I stand in the desert,
But I'm holding you closer than most,
'Cause you are my ...
Heaven doesn't seem far away anymore.
 
 
*
 
 
La pioggia li stava infradiciando, ma a nessuno dei due importava. Perlomeno, a Stiles non ne poteva fregare di meno e Derek sembrava troppo impegnato a baciarlo per essersi accorto della pioggia.
Stiles si era immaginato quel momento almeno in un milione di situazioni e momenti diversi, ma mai avrebbe pensato sarebbe stato così bello. Superava tutte le sue aspettative di almeno mille punti. Certo, Derek aveva la delicatezza di un troll di montagna e lo stava letteralmente spiaccicando fra il cofano e la sua cassa toracica, per non parlare del fatto che faceva anche male per via delle ferite sul petto, ma allo stesso tempo non gliene fregava un accidenti. La cosa contro cui era spiaccicato era il corpo di Derek, okay, c’era anche il cofano della macchina ma erano dettagli, le mani che gli stritolavano i bicipiti erano di Derek e soprattutto la bocca che stava incollata alla sua era quella di Derek.
Le sue labbra erano davvero morbide come Stiles ricordava, ma se quella sera le aveva solo sfiorate in quel momento era decisamente Derek a baciarlo e non viceversa. Anzi, Stiles non sapeva bene cosa fare a dire il vero, dato che quello era il suo secondo bacio. E magari avrebbe dovuto informarsi su come si faceva prima di baciare Derek, ma che cavolo, chi avrebbe immaginato che gli sarebbe saltato addosso in un parcheggio all’alba. 
Peccato che Derek non si stesse facendo alcun problema sull’inesperienza di Stiles, o forse dava per scontato che Stiles avesse chissà quale esperienza. Che Stiles non aveva assolutamente. E una parte di lui si stava seriamente preoccupando di come usare la lingua e di cosa farsene di quella di Derek, ma un’altra parte di lui, che non aveva nemmeno saputo di avere fino a quel momento, mise a tacere i suoi dubbi e lo obbligò a ricambiare, per quanto gli fosse possibile, il bacio.
E a dispetto di quanto si sarebbe aspettato, a quanto pareva a Derek piacque, perché lo spiaccicò ancora di più contro il cofano della macchina e lo baciò più intensamente.
Non era assolutamente dolce, delicato o qualunque cosa Stiles si sarebbe aspettato come primo vero bacio, ma andava bene così. Era Derek. Ed era ancora meglio che tutte quelle cose smielate che Stiles aveva passato il tempo a immaginarsi.
Derek lo strinse ancora più forte e a Stiles scappò un gemito di dolore.
- Oh, giusto, giusto.
Derek si staccò da lui per lasciargli spazio vitale, ma Stiles non voleva assolutamente quello. Si sporse in avanti, buttando le braccia al collo di Derek e lo baciò. E sembrò fargli piacere, perché Stiles si ritrovò di nuovo una presa decisamente poco delicata sui fianchi e fu di nuovo premuto contro il corpo dell’altro. Erano così vicini che riusciva a sentire il battito del cuore di Derek persino senza doti da lupo e, notò con piacere, che batteva all’impazzata.
Naturalmente, il bacetto da terza elementare di Stiles venne subito trasformato in qualcosa di più, ma non gli dispiacque affatto. Certo, una parte di lui aveva il terrore di essere un pessimo baciatore e di farsi ridere dietro per il resto della sua vita da tutti i lupi mannari del mondo, ma l’altra voleva chiavare e farsi chiavare da Derek su ogni superficie piana esistente fino alla fine dei tempi. E ovviamente era la seconda ad avere il sopravvento.
Ormai erano entrambi fradici e, quando si separarono di nuovo, Stiles notò con piacere che la maglietta bianca di Derek era diventata semi trasparente. E, al diavolo, Stiles era pur sempre un diciassettenne con gli ormoni a palla, quindi non c’era cosa che non gli avrebbe fatto in quel momento. Peccato che la sua natura umana pose un limite alla sua libido e anziché saltare addosso a Derek come sarebbe stato opportuno proruppe in un sonoro starnuto.
Derek sembrò seccato, ma poi disse: - Ti porto a casa, sali in macchina.
E se prima a Stiles non era preso un infarto, gli venne in quel momento. Non è che dopo tutta quella roba, parcheggi e baci sotto la pioggia, Derek avrebbe ripreso a ignorarlo esattamente come aveva fatto dopo l’altro bacio?
Si sedette sul sedile del passeggero insieme alla sua ansia, ma non fece tempo a dire nulla che Derek gli stampò un bacio sulle labbra. Poi accese il motore e fissò incupito la strada, ma a Stiles bastò quello e gli bastò anche il fatto che, ogni volta che Derek doveva cambiare marcia, gli sfiorasse leggermente il ginocchio, come per caso. E anche che, quando Stiles si fingeva assorto a guardare qualcosa dal finestrino, lui si voltasse a guardarlo, per distogliere lo sguardo non appena Stiles si girava.


 
*
 
 
Si fermarono a pochi metri da casa Stilinski e Derek lo trascinò, senza fare complimenti, in garage.
- Fermo qui. Tuo padre è assolutamente furibondo per la tua “fuga” e ti stanno cercando dappertutto. Almeno cerca di tornare asciutto. Ti prendo dei vestiti e bende di ricambio, - disse Derek e sparì per tornare pochi minuti dopo con un cambio e tutto l’occorrente per cambiare la fasciatura.
- Spogliati, - gli disse.
- Eh?
No, eh, quello proprio no. Insomma, erano in un garage, faceva freddo, erano bagnati e okay, magari ci si scaldava facendo certe cose ma proprio no. Insomma, era la prima volta per Stiles e non voleva farlo nel garage di casa sua e non era certo il tipo che fa certe cose al primo appuntamento, anche se quello con Derek non era stato un appuntamento quanto un appassionato baciarsi sotto la pioggia e quindi era proprio un enorme no. Anche se comunque per dire no a Derek nudo ce ne voleva di fegato …
- Stiles, come posso cambiarti le bende se hai addosso la maglietta?
Stiles avrebbe mentito se avesse detto di non essere rimasto un po’ deluso, ma si tolse la maglietta di buon grado e lasciò che Derek gli togliesse – delicatamente, per quanto poteva sembrare strano – le bende e gli tamponasse la pelle con un asciugamano. Non sembrava impressionato dalle ferite e dai punti, anzi, li guardava assorto senza dire una parola. Sistemò le bende alla perfezione, come se non avesse fatto nient’altro per tutta la vita e frizionò con delicatezza i capelli di Stiles per dar loro una parvenza di asciutto.
Il problema, però, è che era davvero troppo vicino. Magari Derek aveva passato tutta la vita con la faccia a mezzo centimetro dalle sue aitanti fidanzate senza che queste ne risentissero, ma Stiles, contando anche il fatto che Derek continuava ad avere la maglietta semitrasparente addosso, aveva una gran voglia di fargli cose poco appropriate al momento. O meglio, nella sua testa gliele stava già facendo, nella realtà cercava di non sciogliersi, sbavare o fare qualche azione assolutamente ridicola di cui si sarebbe pentito per il resto della sua vita.
- Ora cambiati e vai da tuo padre, - borbottò Derek, - è molto in ansia.
Era troppo, troppo vicino e Stiles aveva pure solo diciassette anni e un bel periodo di repressione dei suoi istinti di adolescente, così si protese leggermente verso Derek e lo baciò.
Fu un dejà vu, perché in due secondi si ritrovò spiaccicato contro la portiera della sua jeep e Derek incollato alle labbra. Durò poco però, perché quello si allontanò da lui di mala voglia, facendogli gesto di andare a cambiarsi.
- Vestiti e vai da tuo padre.
Stiles amava suo padre e gli dispiaceva molto averlo fatto preoccupare, ma in quel momento voleva fare tutto tranne che andare da lui. Voleva baciare Derek per il resto della sua vita, voleva strappargli di dosso quella dannata maglietta fradicia insieme a tutto il resto dei vestiti e …
- Se ti vergogni mi giro.
Solo allora Stiles si rese conto che, per cambiarsi, avrebbe dovuto spogliarsi. E capì anche che lui e Derek erano ancora lontanissimi dalla fase “strappiamoci i vestiti di dosso”.
- Girati, - bofonchiò lui.
 
 
*
 
 
- Stiles!
Suo padre accorse appena sentì la porta sbattere e la prima cosa che fece fu abbracciarlo, poi lo guardò con tutta la rabbia possibile.
Stiles si sentì subito malissimo. Mentre lui era a coronare il suo più grande sogno fra le braccia di Derek suo padre era rimasto lì a morire di ansia, pensandolo morto o chissà cosa.
- Hai idea di quello che hai fatto? I tuoi amici hanno provato a coprirti, ma sono stati pessimi! E andartene in giro da solo appena dimesso, poi! E quella ragazzina che ti sei portato dietro? Stiles, come hai potuto! Io e i genitori di Bethany siamo stati in ansia da morire! Non mi aspettavo un gesto così irresponsabile da parte tua!
Stiles avrebbe davvero voluto spiegargli tutto, dei lupi mannari, di Derek e Beth, ma sapeva di non poterlo fare. Odiava avere segreti con suo padre, ma era meglio così, in fondo. Certo, magari se le cose fra lui e Derek si fossero evolute avrebbe potuto tenere in considerazione l’idea di dirglielo, ma era un’ipotesi remota. Molto remota.
Così si limitò a scusarsi, dicendo a suo padre che aveva ragione, che era stato stupido e voleva solo divertirsi.
- Stiles! Non puoi farmi questo, lo capisci? Non posso perdere anche te!
Suo padre lo abbracciò, facendo un lungo respiro.
- Mi dispiace papà, davvero. Non lo farò più.
Si sentiva davvero male per quello. Suo padre si meritava tutto tranne che preoccuparsi per lui, non dopo aver già perso la mamma. Stiles era la sola famiglia che gli restava.
Suo padre lo abbracciò ancora e gli chiese mille volte se stava bene, se voleva qualcosa, se voleva parlare.
Stiles lo rassicurò almeno un miliardo di volte e poi, finalmente, salì in camera sua.
Doveva metabolizzare quella serata e mattinata piena di eventi, quando era passato dal desiderare di bruciare la macchina di Derek con Derek dentro a immaginare di farci le peggio cose insieme a lui. Decisamente, doveva riordinare le idee, comunicare a Beth l’accaduto e chiederle se effettivamente era quello il modo corretto di baciare, e passare il resto della giornata sdraiato nel letto a ripetere mentalmente gli avvenimenti di quella mattina.
Per quello, appena entrò in camera, per poco non gli prese un colpo vedendo Derek – asciutto purtroppo – seduto alla sedia della sua scrivania.
- Devo sempre tenerti d’occhio, ricordi? – disse Derek con noncuranza, senza tradire alcuna espressione.
Stiles rimase a fissarlo a bocca aperta per un secondo buono, mentre il suo cervello elaborava film mentali degni di un oscar con loro due come protagonisti. Che iniziarono, dopo un po’, a scadere nel porno soft.
Non si rese nemmeno conto di essersi avvicinato a Derek finché non urtò un suo ginocchio con una gamba e, quando se ne accorse, la faccia gli andò letteralmente a fuoco.
Derek si alzò in piedi e Stiles seguì il movimento con lo sguardo, sentendosi ancora più a disagio.
- Ehm, ecco, magari, pensavo, ecco, che già che sei qui, noi, ehm, ecco, io e te, ecco, non so, potremmo fare qualcosa, ecco, tipo io devo fare i comp …
- Stai zitto, - gli soffiò Derek a un centimetro dalle labbra, e lo baciò.
 
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I don't know about you, but I'm feeling 22! No, non compio 22 anni, manca ancora un pezzo, ma 22 recensioni e OH MIO DIO VOI MI VOLETE MORTA SEI ALLO SCORSO CAPITOLO, SEI, CAPITE, SEI IO BOH NON SO QUANTO AMARVI.
Allora, oggi ero depressa perché mi sono andate male delle verifiche e a una mia compagna che diceva di non sapere niente invece a quanto pare sono andate bene, dato che ha scritto la Divina Commedia, così anziché chiudermi in un angolino a piangere ho scritto questo. Non ho mai aggiornato così in fretta e mi fa stranissimo ahahahah. Scusate se vi rompo sempre le scatole, comunque çç sappiate che mercoledì saprò i risultati e avrò anche un orale, quindi se vi trovate un capitolo sono io depressa con i compiti e l'orale andati da schifo. Se avete qualche consiglio da darmi su come superare questa cosa - e non sto scherzando, per me andare male in un compito è una tragedia, ho sempre avuto voti molto alti - non esitate a darmene, vi prego, qui, su Twitter su Ask o Tumblr mi farebbe piacere. Comunque, dato che della mia vita non ve ne può fregare di meno: DEREK E STILES SI SONO BACIATI E IO FANGIRLO. La canzone di cui ho scritto un pezzo è "A drop in the ocean" di Ron Pope e vi consiglio di ascoltarla, è davvero bella e poi mi sembra che descriva benissimo quel momento per Stiles - e anche per Derek ma questo è un segreto uù - ed è una delle canzoni che ascolto di più della mia playlist Sterek. Sì, ho una playlist Sterek. E okay, magari Stiles sembra un tantino allupato in questo capitolo ma non avete ancora visto Bethany ma tenete conto che sta baciando la sua cotta dopo diciassette anni di astinenza, concediamoglielo.
Comunque, prima di tornare a deprimermi voglio ringraziare le sei e OH MIO DIO SEI persone che hanno recensito, io non ci credo, davvero, non mi merito così tante recensioni, siete davvero adorabili e avete migliorato tantissimo questa giornataccia, quindi grazie, grazie grazie, davvero tanto a Adelaide Bonfamille, Illunis, ursula74, two_dollar_bill,  alixsoldier e sweet cheeks siete stupende, davvero.
ps. Ma voi ve lo immaginate Derek stile Giuseppe Sapio "Sorrido sempre, ciao"? Crepo AHAHAHAHAHAHAH. Anche se direbbe "Me lo faccio sempre, ciao" facendo sguardino a Stiles secondo me. Okay, sto male, non badate a me.

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Capitolo 8
*** Guida di sopravvivenza a Derek Hale. ***






La mattina dopo Stiles si svegliò al suono della sveglia impostata sul cellulare anche se era domenica. Di solito, se fosse successo in altre circostanze, si sarebbe maledetto per non averla disattivata e sarebbe tornato a poltrire sotto le coperte almeno fino alle due del pomeriggio, ma quella mattina era così di buon umore che una sveglia alle sette gli sembrò persino piacevole.
Si stirò e si prese un attimo per ricordare gli avvenimenti del giorno prima che aveva appena eletto come giorno migliore della sua esistenza. I suddetti comprendevano lui e Derek che si baciavano su praticamente qualunque superficie piana della sua stanza e, quando suo padre era uscito per andare al lavoro, intimando a Stiles di non uscire perché era in punizione – come se un essere umano nel pieno delle sue facoltà mentali pensasse a uscire con Derek Hale in casa - , su qualunque superficie piana di casa Stilinski. Non si poteva dire che Derek fosse stato particolarmente loquace: quando, nei rari momenti in cui non erano incollati per la lingua, Stiles aveva provato a dire due parole, era sempre stato zittito da baci prepotenti. Non che gli dispiacesse, naturalmente, anche se era diventato problematico avere Derek spiaccicato addosso senza avere strane reazioni. Generalmente ad un certo punto doveva pensare intensamente ai compiti di biologia, che avevano il difetto di trasformarsi, dopo qualche minuto, in lui e Derek, lui e Derek nudi. E allora si obbligava a pensare di nuovo ai compiti di biologia e il ciclo continuava pressoché all’infinito.
Certo, poi avevano dovuto staccarsi e Stiles aveva davvero fatto i compiti di biologia, impiegando due ore e venti per tre pagine sui molluschi, perché per tutto il tempo Derek era rimasto seduto su una sedia a leggere un libro da cui alzava ogni tanto lo sguardo per fissare Stiles con i suoi occhioni verdi che urlavano “fammi cose oscene”. Okay, magari l’ultima parte era vera solo nella mente di Stiles, dato che a dire il vero Derek aveva il solito sguardo seccato.
Poi lo sceriffo era tornato, avevano cenato e dopo Stiles si era richiuso in camera con Derek. Aveva provato a mettere su un dvd e a vederlo sdraiato sul letto con Derek di fianco – aveva dovuto letteralmente supplicarlo di vedere il dvd con lui, ma erano dettagli, - solo che appena finiti i titoli di coda qualcuno aveva deciso di cambiare programma e avevano passato metà del film a baciarsi. Stiles era stato poi troppo ottimista e aveva pensato di vedere il resto accoccolato sul petto di Derek ma uno sguardo assassino di quest’ultimo gli aveva fatto capire che aveva osato troppo ed era semplicemente rimasto al suo fianco a morire di imbarazzo, perché anziché guardare il film Derek aveva guardato lui tutto il tempo. Era una delle sue strane manie, a quanto sembrava: fissarlo con uno sguardo assolutamente impenetrabile per parecchi minuti consecutivi senza alcuna apparente ragione. Un’altra sua mania era quella del contatto fisico: ovviamente lui non abbracciava o coccolava, semplicemente, quando si baciavano, gli piaceva avere il corpo di Stiles letteralmente incollato al suo. Anche a Stiles quest’ultima cosa non spiaceva affatto, anche se ogni tanto Derek esagerava e se lo schiacciava letteralmente addosso. Quando invece erano semplicemente vicini, come quella sera sul letto, comunque c’era sempre un braccio, un gomito o qualcosa di Derek a contatto con Stiles, anche a sfiorarlo soltanto. Anche questo piaceva a Stiles, anche se non avrebbe detto di no a qualche coccola, anziché il solito essere spiaccicato contro qualcosa ed essere chiavato pesantemente. Okay, tutte le due cose insieme sarebbero state perfette.
Stiles sorrise a ricordare tutto quello, a ricordare il profumo di Derek e la sensazione di averlo così vicino da poterlo sfiorare. Poi si preparò una playlist adatta al suo umore e scese le scale con l’iPod in tasca che mandava musica a tutto volume.
Aveva la sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma non gli importava poi molto: era domenica, aveva baciato Derek Hale ed era stato baciato da lui e non poteva andare meglio di così.
Si preparò i pancakes per colazione, dato che aveva tempo e li affogò nello sciroppo d’acero, poi mise i cereali al cioccolato in una scodella e ci mise sopra una tonnellata di panna e già che c’era si preparò anche un paio di uova col bacon. Baciare Derek Hale richiedeva un gran numero di calorie.
Mentre cucinava il tutto canticchiava allegramente una canzone di Ed Sheeran, alla quale, pian piano, iniziò a modificare il testo:
- I'm out of sight, I'm out of mind
I was making out with Derek Hale
And of all these things we've done I think I love him better now.

Improvvisò anche una blender dance* tanto era di buon umore, ma due secondi dopo desiderò non averlo fatto, perché sentì una specie di grugnito soffocato e si girò giusto in tempo per vedere scomparire dalla faccia di Derek quello che sembrava un risolino. Se non avesse appena fatto la figuraccia più grande dell’intera storia magari Stiles sarebbe stato sorpreso nel vedere qualcosa di simile a un sorriso sulla faccia di Derek, ma in quel momento avrebbe voluto solo sprofondare.
Ecco cosa aveva dimenticato, un dettaglio assolutamente minuscolo e insignificante: Derek attualmente stava a casa sua. In quel momento, oltretutto, senza maglietta.
- E … esattamente cosa hai sentito? – balbettò Stiles, sperando che almeno la canzoncina se la fosse risparmiata.
Derek alzò le sopracciglia senza rispondere e Stiles ebbe l’orrenda sensazione che le sue prodezze canore non fossero passate inosservate.
- Eh, ehm, - Stiles voleva che il pavimento lo aprisse e lo inghiottisse, sarebbe stata l’unica fine che gli avrebbe garantito una parvenza di dignità, - Ecco, ehm … che ci fai senza maglietta, cosa credi, vuoi emulare Jacob Black o …?
Derek alzò le sopracciglia con un’espressione disgustata.
- Mi stavo allenando.
Solo allora Stiles notò che Derek non solo era mezzo nudo, ma anche sudato. Ed esattamente in quel momento i suoi ormoni esplosero.
Quando riprese coscienza di sé era a mezzo centimetro da lui e gli stava accarezzando i pettorali con fare libidinoso. Derek, dal canto suo, sembrava sconvolto, anche se lo manifestava al suo solito modo, cioè con le sopracciglia alzate e lo sguardo fisso su di lui. Stiles iniziava ad odiare quelle maledette sopracciglia.
- Ehm … - balbettò, cercando una dannata ragione plausibile per cui avrebbe dovuto stare lì a palpare Derek fissandolo con uno sguardo degno di uno stupratore seriale che ha appena trovato la sua nuova vittima, ma non ne trovò nessuna.
Per fortuna, Derek rese innecessario il suo arrovellarsi, perché iniziò a baciarlo come se non ci fosse un domani. In fondo aveva ragione Derek, le parole non erano così fondamentali.
 

 
*
 
 
 
- Quindi tu mi stai dicendo che, mentre io ero in compagnia di Isaac a smaltire i postumi di venerdì notte, tu eri a fare festa con Derek? Con tanto di baci sotto la pioggia? Mi fai schifo, Stiles Stilinski.
Bethany scartò la terza merendina in dieci minuti e ne staccò metà con un morso.
- Mi dispiace per te e Scott, davvero, forse non avrei dovuto raccontarti di me e Derek ma … - iniziò Stiles, ma gli arrivò la carta della merendina addosso.
- Certo che devi raccontarmi di te e Derek! Almeno mi distrarrò dal fatto che sono chiusa in casa, in castigo fino all’apocalisse, insieme a Isaac. Almeno avessi Scott a farmi la guardia contro i grossi alpha cattivi.
Stiles non aspettava altro. Aveva passato tutte le lezioni della mattinata a cercare di non esplodere e raccontare tutto a Scott, che sicuramente non l’avrebbe presa così bene come Beth. Anzi, era sicuro che, se Scott avesse saputo, lo avrebbe immediatamente trascinato al reparto psichiatrico più vicino, per poi andare ad uccidere Derek, tanto per essere sicuro.
- Oh, beh, allora … vedi, è strafigo vivere insieme a lui. Cioè, da una parte. Dall’altra non riesco a contenermi, hai idea, lui gira senza maglietta e dovrebbe essere illegale perché io impazzisco se lo vedo così e non sai quante figure orrende ho fatto perché ho gli ormoni in palla e Derek è così …
Beth alzò gli occhi al cielo: - Insomma, Stiles, non voglio sentirti parlare come una fangirl arrapata, io voglio i fatti.
Stiles allora iniziò a raccontare, ma dopo solo qualche minuto di racconto venne interrotto da una Beth annoiata.
- Stiles. Tu mi stai dicendo che hai passato praticamente due giorni solo in casa con Derek Hale e lo hai soltanto baciato?
- Ho provato ad abbracciarlo ma mi ha guardato malissimo! – si difese Stiles e Bethany sbatté la testa contro il tavolo.
- Non intendevo quello, Stiles, - gli notificò.
- E cosa, allora?
Bethany alzò un sopracciglio. Anche lei doveva essere stata influenzata dall’espressività di Derek.
- Vuoi che ti faccia un disegno? – domandò.
Stiles sentì la faccia andare a fuoco.
- Ehm, no! Cioè, non che non ci abbia pensato ininterrottamente, ma, ehm, magari è presto, sai, Derek non vorrà così prest …
Bethany era a corto di cose da lanciargli, così gli rubò una patatina dal piatto e gli tirò in faccia quella.
- Stiles. Sii oggettivo.  Secondo te Derek ti chiava su ogni superficie piana esistente perché il suo sogno segreto è farsi una partita a monopoli con te? No. Sai cosa vuole, quindi, daglielo.
In effetti, era un ragionamento molto logico. Peccato che Stiles non fosse assolutamente intenzionato a seguire il consiglio. Okay, era una pietosa bugia, ma aveva esaurito tutto il coraggio che aveva nel dichiararsi a Derek, non ne era rimasto per saltargli addosso e strappargli via i vestiti. E soprattutto, c’era un grosso, enorme problema.
- Beth … io sono …
- Oh, mio Dio, Stiles, non puoi venirmi a dire che sei etero dopo aver sbavato sui pettorali di Derek per due ore oggi! – esclamò Beth.
Stavolta fu Stiles a voler sbattere la testa contro il tavolo.
- No! Volevo dire che io sono …
- Stiles non c’è santo che tenga, tu vuoi, Derek vuole, cosa potrà mai ostacolarvi?
- Bethany Noel, chiudi quella boccaccia e fammi parlare. Io sono vergine cioè, in pratica, non so come si fa. Ho dato il mio primo bacio a Derek quella sera. E non sono nemmeno tanto sicuro di saper baciare nel modo giusto, anche se effettivamente Derek non si è mai lamentato, figurati fare quello!
Bethany si grattò la testa e disse: - Uh, e non penso tu possa dirgli “ehi, Derek, insegnami tutto quello che sai”, vero?
E fu il turno di Stiles di alzare le sopracciglia con aria seccata in pieno stile Derek.
 
 
*
 
 


Stiles riuscì ad evitare Scott per il ritorno, finendo per tornare a casa, rigorosamente a piedi, dato che la jeep gli era stata sequestrata da suo padre, insieme a Isaac e Beth. Non fu particolarmente piacevole, perché Isaac continuava a parlare a ruota libera per il fastidio sia di Stiles sia di Beth, ma soprattutto perché non vedeva l’ora di essere a casa. E casa voleva dire baciare Derek fino a non poterne più.
Appena svoltato nel vialetto di casa fece la strada di corsa, aprì la porta, sicuro di trovare Derek in giro, dato che suo padre era al lavoro e infatti lo trovò seduto sul divano a leggere. Sembrava non facesse altro, apparentemente. Naturalmente, due secondi dopo il libro era finito da qualche parte nel salotto e Stiles e Derek si stavano appassionatamente baciando. Stiles continuava a pensare intensamente ai compiti di matematica, per evitare cose imbarazzanti, anche se oh-mio-dio sembrava proprio che Derek gli stesse accarezzando a schiena, o forse più probabilmente aveva un crampo alla mano perché Derek non faceva carezze e proprio quando le cose iniziarono a farsi interessanti,  ovvero quando Stiles fu sdraiato sul divano con Derek sopra che lo baciava con sempre più foga, suonò il campanello.
- Ignoralo, - borbottò Stiles a Derek, strofinando il viso nell’incavo del suo collo.
Nessuno gli avrebbe sottratto del tempo prezioso sotto Derek Hale, per quanto la cosa potesse sembrare sconcia.
- Stiles, apri, sono Scott! So che ci sei!
Okay, forse per Scott avrebbe dovuto alzarsi, ma Derek non sembrava dello stesso parere. Anzi, sembrava del parere “questo divano è perfetto per passarci il resto della nostra vita” dato che gli stava baciando – e mordendo, pure – il collo tutto tranquillo.
Stiles tranquillo non era per nulla, invece. Da una parte aveva Derek che stava cercando di ucciderlo con quei baci che avevano definitivamente fatto partire i suoi ormoni in quarta, dall’altro c’era Scott fuori dalla porta a mettere ansia.
- Derek, mi odio profondamente per questo, ma devo aprire a Scott, - notificò Stiles.
Derek lo baciò e fu un modo gentile per dire “non ti alzerai dal divano finché non voglio io e Scott può andare a farsi un giro, che magari passi per isole Fiji”.
- Derek, ti prego. Appena sarà andato via ci baceremo quanto vuoi.
Derek si spostò di mala voglia e Stiles corse alla porta, aprendola proprio mentre Scott si stava girando per andarsene, scuro in viso.
- Era ora, - borbottò lui.
Non sembrava per nulla di buon umore, anzi, sembrava ferito. Probabilmente lui e Allison avevano di nuovo rotto, anche se Stiles non era molto sicuro di quello che stesse succedendo fra i due. In effetti, negli ultimi tempi era stato davvero poco con Scott, fra una cosa e l’altra.
- Scott, è successo qualcosa con Allison? – domandò Stiles, preoccupato per la sua espressione.
Scott sospirò.
- Hai una macchia rossa sul collo, Stiles. E con Allison va tutto bene.
Stiles arrossì e maledì mentalmente Derek, anche se era il primo succhiotto della sua vita. Se era un succhiotto. Insomma, quella cosa che Derek gli aveva fatto.
- Allora cosa …?
- So la verità, Stiles. E sto davvero, davvero male perché tu non me lo hai detto. Sei sempre stato un fratello per me, non vedo perché nascondermelo.
In quel momento Stiles dimenticò il fatto che avrebbe potuto essere avvinghiato sul divano insieme a Derek e non respirò per un attimo.
La cosa peggiore non sarebbe stato dire di Derek a Scott, si era sbagliato. La cosa peggiore sarebbe stata quando Scott lo avrebbe scoperto da solo.

 


* per chi non lo sapesse, è il balletto che si fa quando si mette qualcosa nel frullatore e quello frulla e viene voglia di fare un balletto ... Okay, mi state dicendo che lo faccio solo io? Ah, okay …
_________________________________________________________
No, non sono morta, Derek non mi ha mangiata e non sono nemmeno in punizione (per ora, ma dato che ho appena finito di litigare con mia padre perché stavo cercando di postare il capitolo più o meno in pace, la situazione potrebbe variare) semplicemente, NON FUNZIONA L'ADSL E IO SONO QUI A MORIRE. E ho pure preso otto al nove del compito, quindi sono inaciditissima (sì, non sembra ma sono una di quelle che accetta nove come voto minimo ahahah). Comunque, siccome vi voglio tanto bene e in molti vi stavate chiedendo se sono morta o no, ho deciso di rischiare e postare questo capitolo dal computer di mio padre solo per voi miei besties. No, okay, perché avevo bisogno di fangirlare e condividere i miei deliri con qualcuno ahaha. Come vedete, Stiles e Derek sono ufficialmente insieme! Derek si farebbe strappare gli organi uno ad uno piuttosto che ammetterlo ma Stiles gli piace tanto eheh. Invece Bethers è una foreveralone, ma sono dettagli, lei sarà fondamentale per Stiles, come vedete i suoi consigli sono molto preziosi per lui ahahaha. E ora *rullo di tamburi* SCOTT SA. Come reagirà? Cosa farà a Derek? Tutto questo nella prossima puntata!
No, okay, promozioni a parte, voglio ringraziare le cinque (il numero mi inquieta vi giuro ahahah) meravigliose fanciulle che hanno sprecato un po' del loro tempo non solo a leggere ma anche a recensire, un megagrazie a tutte, sappiate che vi amo e mi fate sentire meno sola, dato che fangirlo sulla mia stessa storia - sì, sono quel tipo di persona orrenda - çç cheekbones, Illunis, alixsoldier, Adelaide Bonfamille e WannaSaveYou. E anche a voi che leggete e non vi mostrate, voglio bene anche a voi u.u
Siccome ho già scritto il prossimo capitolo, dato che avevo poco o nulla da fare se non scrivere senza internet, vi lascio uno spoiler, nel frattempo corro a fangirlare sull'ultima foto di Bethany Mota e sulla sua collezione estiva. Luv ya cuties  <3

SPOILER : "C’era solo un problema. Derek, oltretutto coi vestiti tutti stropicciati e i capelli arruffati da prima, con in mano un preservativo. Seduto sul suo letto. Era una combo letale per gli ormoni di qualunque essere umano sano di mente, ma per Stiles era ancora peggio. Almeno mille volte peggio."

Ditelo che vi ho incuriosite eheh.

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Capitolo 9
*** Bethany vuole dare una svolta. ***





Stiles davvero non sapeva cosa dire. Negare era assolutamente fuori luogo, lui non avrebbe mai mentito a Scott. In quei mesi aveva semplicemente omesso di dirgli l’effetto che Derek faceva su di lui e, successivamente, le varie cose che erano intercorse. Certo, un giorno avrebbe dovuto dirgli tutto, ma era convinto avrebbe avuto più tempo per prepararlo emotivamente, insomma, erano solo tre giorni che lui e Derek stavano insieme. O meglio, che si baciavano su ogni superficie piana a loro portata, sicuramente se gli avesse parlato di cose come “stare insieme” Derek gli avrebbe staccato la testa a morsi. E comunque, era troppo presto perché Scott lo scoprisse, e come diavolo aveva fatto, poi? Bethany non era stata, quindi magari aveva visto lui e Derek dalla finestra, anche se il soggiorno non si vedeva da davanti a casa oppure …
- Stiles, di’ qualcosa almeno.
Beh, il lato positivo era che Scott sembrava solo triste, non assolutamente arrabbiato, convinto della pazzia di Stiles e pronto a uccidere Derek. Non che il fatto che fosse triste fosse cosa di poco conto per Stiles: erano migliori amici da una vita, erano fratelli anche se non di sangue, era ovvio che  soffrisse vedendolo stare male, ma diamine, si era aspettato molto di peggio.
- Avevo paura che tu reagissi esageratamente, sai, pensavo che avresti detto che è “solo una fase” o altro, o comunque avresti fatto qualcosa di estremamente stupido …
Scott alzò gli occhi al cielo: - Sono il tuo migliore amico Stiles! Credi che fossi contento a vederti sbavare dietro a Lydia senza che lei ti filasse di striscio? Ora hai trovato una persona che ti ricambia, se tu me lo avessi detto sarei stato felice per te!
A Stiles quasi vennero le lacrime agli occhi. Scott era davvero un amico, alla fine. Certo, Derek non era il miglior partito del mondo, sicuramente non il tipo di ragazzo che si potrebbe presentare tranquillamente agli amici o presentabile a qualunque persona sana di mente, ma era lui che aveva scelto Stiles. Scelta controproducente, ma coi suoi vantaggi, ad esempio i suoi pettorali da urlo, per non parlare del panorama che si poteva ammirare camminando qualche passo dietro di lui … okay, le cose stavano degenerando, bisognava focalizzarsi su Scott.
Anche se comunque sarebbe stato doveroso ritornare su alcuni punti salienti di Derek, dopo.
- Lo so, Scott, ma sai, è stato difficile anche per me ammetterlo, non solo per via di Lydia, ma anche perché non avrei mai pensato di potermi innamorare di qualcuno così … - provò Stiles, ma Scott gli parlò sopra.
- Ma non importa Stiles, l’importante è che piaccia a te e che tu sia felice. Ma non è solo quello. Ti stai allontanando da me, capisco che hai bisogno di tempo per voi due, ma non vedo perché, oltre a non dirmelo, tu debba tagliarmi fuori dalla tua vita.
Scott aveva definitivamente ragione: dall’incidente erano stati insieme pochissimo, sia perché comunque era tornata Allison, sia perché Stiles, nei rari momenti in cui Derek era fuori dalle scatole, preferiva lamentarsi con Beth del suo destino avverso. E in quegli ultimi giorni aveva preferito stare incollato a Derek, ma era comprensibile, la loro “relazione”, se tale poteva definirsi, era appena iniziata e comunque avere a disposizione i baci di Derek Hale e non usarli era un crimine contro l’umanità.
-  Scott, mi dispiace, ma è successo così in fretta, non mi sarei mai aspettato ricambiasse. Credo che ricambi, insomma. Più che altro ci baciamo, a dire il vero, ma se mi bacia vuol dire che gli piaccio, no?
Scott gli sorrise, segno che alla fine, adesso non era più tanto arrabbiato o ferito.
- Questo è il mio Stiles. E ti racconto una cosa che mi ha detto Isaac, anche se dovrebbe essere un segreto. Sai, lui deve dare un’occhiata a Beth, per la cosa degli alpha, così l’ho preso in giro dicendogli che magari fra loro avrebbe potuto succedere qualcosa, ma sai che ha risposto? Che Bethany è molto presa da un altro ragazzo.
Stiles aveva una brutta sensazione.
- Ehm, e quindi? – domandò.
- Stiles! Bethany è sempre con te, hai appena detto che vi baciate, chi pensi che sia quel ragazzo?
Oh, no. Oh, no, no. No, no, no, no, no. Certo che Scott era proprio deficiente, allora.
- Scott, io e Bethany non stiamo insieme, non ci siamo mai baciati e non ci sogneremo neanche di farlo. A Beth piace un altro e …
- Stiles, ma perché? Ti ho detto che è okay, possiamo anche fare un’uscita a quattro con Allison, se vuoi, ma smettila con le bugie! Hai un succhiotto sul collo, te lo sei fatto da solo, quindi?
Stiles prese un respiro.
- Me lo ha fatto Derek. È da tre giorni che non facciamo altro che baciarci. Io sono innamorato di Derek e, per qualche strana e miracolosa congiunzione astrale, io non gli dispiaccio. Almeno, baciarmi non gli dispiace.


 
 
*

 
 
 
Scott rimase in silenzio due minuti buoni.
- Stiles … - disse infine, - piantala. È la bugia più stupida che abbia mai sentito, come se Derek  fosse gay. Derek. Potevi almeno scegliere Danny, quello è completamente asessuato, se proprio volevi fingere di essere gay. Ma poi, perché? Bethany è bella, simpatica, è davvero un bel tipo e siete una bella coppia, non vedo perché vergognarti di lei. O è lei che vuole che tu non lo dica? Perché se è così è una cretina colossale.
Stiles apprezzava, davvero. Insomma, la cosa del supporto e tutto, anche se lo irritava leggermente  fatto che Scott trovasse incredibile il fatto che lui risvegliasse qualche istinto in Derek. Okay, magari Stiles non era esattamente il sogno erotico della popolazione mondiale, ma qualcosa di bello lo aveva, no? Insomma, Derek gli saltava addosso un migliaio di volte al giorno, quindi almeno per lui qualcosa di affascinante doveva averlo.
E okay, Derek magari non sembrava il tipo che si perde in cose futili come baciare le persone, ma asessuato proprio no, eh? Sarebbe stato un crimine contro l’umanità lasciare tutto quel ben di Dio inutilizzato.
- Scott, a me piace Derek Hale. Il lupo inacidito, che tra l’altro, bacia divinamente. Bacia così bene che ogni volta che lo facciamo devo pensare ai compiti per evitare situazioni imbarazzanti. E penso sempre di più che dovrebbe esserci una legge che lo obblighi a girare nudo per il resto dei suoi giorni. Comprendi?
Scott alzò le sopracciglia.
- Stiles, non sono scemo.
Stiles aveva seri dubbi sulla veridicità di questa affermazione, dato che era la seconda volta che Scott diceva di sapere che lui e Beth avevano qualcosa in corso. Per mesi Stiles aveva sbavato in modo decisamente palese su Derek senza che Scott immaginasse nulla e aveva cercato di passare più tempo possibile con lui con scuse assurde e ora, solo perché passava del tempo con una ragazza – tempo che spendevano a parlare di Derek, di quanto Derek fosse scopabile e del fatto che Stiles doveva concederglisi nel minor tempo possibile – veniva a dirgli che credeva in una loro relazione. Oltretutto, glielo diceva proprio un secondo dopo che lui aveva smesso di farsi baciare da Derek. Logico, assolutamente.
- No, Scott, sei proprio idiota, ma come fai a non capire che io sono cotto di Derek? Lo hanno capito anche le piante, fra un po’! Lui è venuto a recuperarmi venerdì, no? Ecco, ci siamo baciati quella mattina, per quello sono arrivato così tardi, perché ero impegnato a esplorare la sua cavità orale con la lingua spiaccicato sul cofano della sua macchina. E sai perché quella sera io e Bethany siamo scappati? Perché io, quando l’alpha mi aveva aggredito, ho baciato Derek e quello, quando mi sono risvegliato, ha ignorato la cosa. Ecco perché ero così giù.
Scott si alzò, con un’espressione decisamente seccata sul volto.
- Senti, okay, va bene, non vuoi dirmelo, ma almeno smettila con questa menata di Derek. Quando ne avrai voglia, ne parleremo. Per ora, ecco … è meglio andare per la nostra strada, okay? Se ti sono così d’intralcio …
E, davanti ad un attonito Stiles, Scott andò via stizzito.
 
 
 
*
 
 
Avrebbe voluto chiamare Beth o andare da lei, ma erano entrambi in punizione e quindi tutto ciò che gli rimaneva per sfogarsi , dato che il suo migliore amico aveva deciso di non parlargli più, era Derek. E lui non era esattamente il sogno proibito di Stiles in quanto a comprensione, anzi, probabilmente avrebbe trovato il tutto decisamente fastidioso. Del resto, però, Stiles si era lasciato fare praticamente di tutto – okay, erano stati solo baci, ma alcuni erano stati molto intensi – in quei tre giorni, e quindi glielo doveva. Lo avrebbe ricambiato poi in natura, se fosse stato davvero necessario. Okay, anche se non fosse stato necessario.
- Derek! – esclamò, - Sembra così impossibile che io possa piacerti? Insomma, è vero che tu sei tutto strano, ma dai, non siamo così improbabili. E, cavolo! Ho passato mesi e guardarti e Scott, il mio migliore amico, Scott, non lo ha notato! Certo, è un bene da una parte, ma che cavolo, gli ho appena detto che tu mi piaci e non ci ha creduto. Non ha nemmeno creduto al fatto che io piaccia a te. Perché io ti piaccio, vero? Insomma, non è che eri semplicemente a corto di gente con cui fare certe cose e hai preso il primo che passava, vero? Ma va beh, non mi aspetto certo una dichiarazione d’amore.
Derek in tutta risposta sollevò un sopracciglio, disinteressato.
- Oh, almeno potresti partecipare attivamente! Insomma, in questa cosa ci sei anche tu, no?
- A me non interessa cosa pensa Scott, - gli notificò Derek.
Stiles invece non era interessato a quello che quel maledetto lupo pensava: - A me sì, - esclamò, - è il mio migliore amico! Ed è anche una brutta botta all’autostima pensare che la gente non creda al fatto che la tua cotta segreta ti ricambi. Okay, non mi ricambi, quel che è. E poi perché dovrei stare insieme a Bethany, cavolo? Quella è pazza di Scott, non ha nemmeno notato che io sono un maschio! Non che mi interessi, comunque. Però Scott è proprio deficiente, eh?
Derek lo fissò in silenzio, inespressivo.
- Oh, ehm, magari vuoi che ti spieghi dall’inizio? – provò Stiles.
- Ho sentito tutto. Orecchie da lupo, sai.
Stiles allora si rese conto di aver trascurato quel piccolissimo e insignificante dettaglio. E di aver praticamente informato Derek del fatto che pensava che baciasse divinamente, che pensava ai compiti mentre si baciavano e che, in sintesi, lo voleva nudo per sempre. Benissimo. Per il terzo giorno di relazione, desiderare seppellirsi in giardino per la cinquantottesima volta era un risultato fantastico.  Di questo passo, la sua “cosa” con Derek sarebbe entrate nel Guinnes dei primati come “relazione” più breve della storia.
- Esattamente, - provò Stiles, - che cosa hai sentito? Tipo, ehm, ti sei sentito nominare qualche volta?
Derek alzò un sopracciglio.
Stiles sentì la bocca seccarsi.
- Ah, ehm, ecco, io non intendevo quello, cioè, nel senso, no, non voglio assolutamente vederti nudo …
Esattamente allora Derek si tolse la maglietta.
La dignità abbandonò definitivamente Stiles, che emise una specie di squittio, che però non sembrò turbare tanto Derek, che si avvicinò e gli strinse i bicipiti con la solita presa da wrestler.
- Ehm, - riprovò Stiles, - cosa stavo dicendo …?
- Stai zitto, - disse Derek e lo baciò.
 

 
*
 

 
Nella settimana successiva Stiles e Scott non si erano rivolti la parola. Era stranissimo, per loro tanto quanto per chi li conosceva da sempre. Per Bethany era stata l’apocalisse.
- Cosa? Scott pensa che io e te cosa? Insomma, Stiles, sei carino ma, ehm, non sei il mio tipo. E comunque, Scott. Ma allora è idiota, ho passato il tempo all’ospedale incollata a lui come un post-it, anzi, sono stata incollata a lui dal primo momento che l’ho visto e lui pensa che fra me e te, Stiles Stilinski, prossimamente in Hale, ci sia qualcosa? Ma di che droghe si fa Scott?
- Me lo sono chiesto anche io, - borbottò Jackson, di passaggio.
Stiles pregò che non avesse sentito l’allusione a Derek, ma Jackson era già al tavolo da pranzo con Lydia e sembrava assolutamente indifferente.
- Sì, Beth, me lo chiedi mille volte al giorno. Okay, non è una cima, ma pensavo che almeno a me e Derek avrebbe creduto.
- Non siete così probabili, come coppia, - gli notificò Bethany, - nel senso, Derek sembra così … asessuato! Nel senso, non è il tipo che si innamora, bacia la gente eccetera …
- Ti assicuro che baciare bacia, e anche bene. E si strofina anche.
- Strofina?
Beth lo squadrò allibita.
- Sì, strofina la faccia contro parti del mio corpo. Ehi, non pensare male, tipo il collo. Gli piace un sacco. Anche a me a dire il vero, così gli accarezzo i capelli.
- Stiles, state insieme da quasi due settimane e il massimo a cui siete arrivati è Derek che si strofina. Non pensi che sia strano? Insomma, se Derek fosse un gatto mannaro capirei, ma è un lupo
Stiles, come sempre, arrossì: - Beh, no, a dire il vero abbiamo fatto una cosa … non penso che lui vorrebbe ne parlassi, ma dato che pensi che non abbiamo fatto niente …
Bethany era praticamente mezza sdraiata sul tavolo e lo fissava eccitata.
- Mi ha accarezzato il braccio due volte.
Bethany cadde a faccia in giù sul tavolo.
- Ehi, guarda che è stato bellissimo! Prima inizia con il pollice, qui dove non ho bende e poi usa un po’ le unghie nella parte interna, fino alla fasciatura. Poi per compensare mi guarda male e se ne va.
Bethany sbatté la testa contro il pugno chiuso: - Insomma, il massimo a cui siete arrivati sono i grattini. Derek ha un problema. Un problema grosso. E tu anche.
- Senti, mi devo ancora abituare. È già tanto che mi permetta di vederlo senza maglietta e che abbia potuto toccargli il petto un paio di volte senza che mi sbranasse. Magari vuole andarci piano, magari anche per lui è la prima volta …
Bethany alzò un sopracciglio e lo guardò di sbieco.
- Okay, non è la prima volta ma magari è preoccupato per me …
Bethany continuò a fissarlo.
- O vuole aspettare che io risolva con Scott …
Stesso sguardo.
- E va bene, e va bene. Aspetta perché è così che dicono gli astri. Ma non è questo quello che conta. Il problema è Scott.
- Ne hai parlato con Derek?
Stiles sospirò: - Certo, e non gliene può fregare di meno. Mi ha addirittura fatto notare che potrei usare la bocca per cose più interessanti che parlare di Scott, cioè, mi ha rivolto la parola per mostrare quanto poco gli interessi, quindi immagino che questa storia per lui sia solo un fastidio.
- Magari puoi chiedere a Allison di farti da tramite per Scott, - suggerì Beth, - ma non contare su di me, potrei iniziare a piangerle davanti dato che si porta a letto l’uomo dei miei sogni, quindi dovrai farlo da solo, amico.
- No! – esclamò Stiles, - Scott e io non abbiamo bisogno di tramiti o altro. Troverò un modo.
La campanella suonò, e Stiles si rese conto di non aver quasi toccato cibo. Maledetto Scott.
Beth raccolse le sue cose e si avviò verso l’uscita della scuola.
- Ma cos-? – domandò Stiles, dato che avevano ancora le lezioni del pomeriggio.
- Salto ginnastica, esco prima. Mi toccherà il tragitto sola con Isaac, pure. Come se non fosse sempre fra le scatole. Tu che sei l’uomo dell’alpha, non potresti mettere una buona parolina per me, in modo da levarmi Isaac dalle scatole fino all’apocalisse? Sai, è un maschio e non mi lascia abbastanza privacy, anzi, penso che per lui sia un concetto sconosciuto dato che è ovunque. Toh, parli del diavolo …
Isaac sbucò fuori dal corridoio e li salutò con la mano.
Beth sembrava sull’orlo del suicidio.
- Magari vengo anche io con voi, - propose Stiles, - salto le lezioni.
Bethany gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine.
A dire il vero, non gli importava poi molto di lasciare Beth da sola con Isaac, quei due ormai passavano un sacco di tempo insieme e quindi un’oretta in più non li avrebbe uccisi sicuramente, ma uscire prima voleva dire arrivare a casa prima e quindi avere più tempo per Derek. E quel giorno gli era addirittura sembrato di buon umore, quindi magari si sarebbe strofinato più del solito e gli avrebbe fatto altri grattini.
Doveva aver messo su un’espressione troppo sognante, perché Beth gli tirò una gomitata. Poi, stranamente, si illuminò.
- Stiles, prestami dei soldi, - disse.
- No. Mi devi quindici dollari.
- Te li presto io, - si offrì Isaac.
Beth scosse la testa: - Me li dà Stiles.
- Ma cos-?
- Stiles, ti ricordi quella cosetta che io so e che non dovrei dire a nessuno? – iniziò Bethany, sbattendo le ciglia.
- Prendi il mio portafoglio, è nello zaino.
Beth prese direttamente tutto lo zaino e scomparì in una stradina laterale.
Isaac lo guardò interrogativo.
- Ne so quanto te, eh, - gli notificò Stiles.
- No, veramente, - lo corresse Isaac, - volevo chiedervi come va tra di voi. Insomma, so che avete qualche problema dato che ascolta quell’orrenda canzone del pickup e poi inizia con la musica deprimente, ma volevo sapere se, ecco voi due …
Stiles cominciava ad essere decisamente stufo della cosa.
- Non stiamo insieme. Lei non mi piace, io non le piaccio, a me piace un’altra persona, idem a lei. Ci diamo una mano con queste due persone, siamo amici, comprendi?
Isaac gli rivolse un sorriso smagliante e proprio in quell’istante Beth tornò, trascinando con sé lo zaino di Stiles. Lui se lo riprese e le domandò che avesse preso.
- Cose da donne. Hai il compito di chimica domani? – gli domandò.
Stiles al solo ricordarlo si depresse. Compito voleva dire studiare e studiare voleva dire stare lontano dei baci di Derek per troppo tempo. Ma chissà, magari avrebbe solo dovuto dare un’occhiatina e poi rifugiarsi fra le braccia di Derek o meglio, per non essere utopico, fra la cassa toracica di Derek e qualche superficie estremamente scomoda.


 
 
 
*
 
 
Anche se aveva tante cose a cui pensare, Scott, il compito, la visita per controllare come andassero le ferite poche giorni dopo, Stiles non stava pensando a nessuna in quel momento. Pensava a Derek che, di umore evidentemente ottimo, lo stava baciando in modo vagamente più delicato del solito, ovvero, anziché essere contro qualcosa, Stiles era sdraiato sul letto e Derek stava sopra di lui. Inoltre le loro mani si era leggermente sovrapposte e chissà, magari se avesse avuto fortuna Derek avrebbe potuto stringergli la mano per qualche secondo.
Derek lo baciò più intensamente e Stiles si strinse di più a lui e nello stesso magico attimo, sentì le dita della mano destra di Derek allacciarsi a quelle della sua sinistra. Il che sarebbe bastato per fargli ascoltare Taylor Swift per una settimana rievocando quella sensazione.
Ovviamente le cose stavano già andando troppo bene: esattamente due secondi dopo, la sveglia che Stiles aveva impostato per ricordarsi di studiare suonò.
Come sempre, Derek la ignorò.
- Derek, devo davvero studiare, - disse Stiles fra un bacio e l’altro.
- Non mi interessa.
- Ti prego, un’ora.
Venne zittito da un bacio prepotente.
- Derek, se inizio ad andare male, mio padre mi manderà a ripetizioni, che vogliono dire meno tempo per i baci. Quindi, se ora con mio sommo rammarico, mi metto a studiare, poi ti autorizzo, appena chiuderò il libro, a farmi tutto ciò che vuoi. Non che tu non lo faccia comunque sempre, ma …
Uno sguardo seccato di Derek gli fece capire che stava parlando troppo.
- Passami il libro, è nello zaino.
Derek lo guardò malissimo.
- Eddai. Ti sei divertito con me fino adesso.
- Come se non fosse piaciuto anche a te, - borbottò Derek, tirando fuori il libro dallo zaino e facendo per passarlo a Stiles.
Qualcosa sfuggì dalle pagine di quest’ultimo e cadde sul letto. Derek lo raccolse.
Solo allora Stile si rese conto di quanto potesse avere amici fuori di testa, perché quello che Derek aveva in mano e guardava con interesse era riconoscibile persino ai suoi occhi.
Un preservativo.
Nel suo libro di scuola.
Nella sua cartella.
Bethany Noel.
C’era solo un problema. Derek, oltretutto coi vestiti tutti stropicciati e i capelli arruffati da prima, con in mano un preservativo. Seduto sul suo letto. Era una combo letale per gli ormoni di qualunque essere umano sano di mente, ma per Stiles era ancora peggio. Almeno mille volte peggio.
Lo strappò dalle mani di Derek, balbettando: - Non è mio!
- Nemmeno mio, - ribatté Derek, come se avesse passato la vita a tenere in mano preservativi sui letti altrui. In effetti, se una volta era stato un normale adolescente o uomo, doveva averlo fatto per  forza, bello com’era – è troppo piccolo.
E, dato che Stiles aveva letto sulla confezione, un “XL” senza ombra di dubbio, una parte di lui voleva saltare addosso a Derek e accertarsi che dicesse il vero, mentre un’altra voleva semplicemente morire lì, seduta stante. Perché adesso probabilmente Derek aveva pensato che lui volesse qualcosa che lui in realtà non voleva – cioè, non è che non volesse, però magari non esattamente in quel momento, okay, no, anche in quel momento, se qualcuno gli avesse garantito che sarebbe andato tutto bene e non avrebbe fatto figuracce apocalittiche – o che fosse semplicemente molto, molto sfigato.
- Uh, beh, ehm …
- Non dovevi studiare? – domandò Derek e Stiles desiderò essere inghiottito dal pavimento e non tornare mai più in superficie.
- Un attimo, solo un attimo. Devo direi una cosetta a Bethany, poi studierò, - disse meccanicamente, alzandosi dal letto e trascinandosi verso la casa di fianco, furibondo.
Scalò senza difficoltà l’albero accanto alla finestra di Beth ed entrò nella stanza, furioso.
- Tu! Come hai potuto! Ora Derek pensa che io sia un pervertito!
Bethany, seduta alla scrivania, lo fissò ad occhi spalancati.
- Insomma, okay, stiamo insieme e le cose stanno andando piano, ma preservativi? Ma chi sei, Scott? E ti rendi conto che sono piccoli per lui? Come posso levarmi questo dalla testa, ora, me lo spieghi? Come posso non passare il tempo a fantasticare su di lui e dei preservativi? Io non posso farcela, mi indurrà al suicidio questa cosa! E non fare quella faccia, per te è facile, non vivi con Derek appiccicato ventiquattro ore su ventiquattro a portare in giro quel fisico come se fosse la cosa più normale del mondo! Sono un uomo, ho le mie necessità, e Derek mi sta già mettendo in subbuglio! Figurati adesso, che crede che io voglia …
Forse Stiles avrebbe dovuto riflettere meglio, prima di parlare. O prima di salire in camera di Beth come una furia e spiattellare i suoi sogni proibiti su Derek, dato che, di fronte a lui, stavano un’attonita Beth, ma soprattutto, un allibito Isaac che lo fissava a bocca aperta.

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Uhm non so se questo capitolo è divertente o patetico, ma quando l'ho scritto ero senza internet e quindi stavo facendo un rewatch di tutto fra cui anche la 3x01 in cui c'è la scena di Stiles col preservativo del fratello della tipa e boh è venuta fuori questa cosa. Don't judge me. Esattamente come Scott che non sa e poi sa ma non ci crede - non l'ho mai visto come un grande sterek shipper - mi sembravano idee carine mentre scrivevo e rileggevo, anche se in questo momento vorrei cancellare il capitolo e la storia lol. Comunque, oggi ho guidato una macchinaaaaaa. Okay, in teoria non posso ancora, ma un amico di mio padre mi ha fatto provare e quando non mi andavo a schiantare contro qualcosa o investivo pedoni o altro mi sono divertita u.u E sono un pochino sotto shock anche ma who cares ahahah. E ho anche comprato altra roba dalla nuova collezione di Beth e OMMIODDIO sono cose stupende, ho una maglietta con scritto "can u not" e awawawaw.
Comunque, devo dirvi una cosa: NOVE RECENSIONI ARE U KIDDING ME? No, davvero, non è possibile, più leggo quel numerino più mi sembra impossibile. Ma le volevate fare davvero A ME? Cioè, oddio, non avrei mai creduto di averne così tante, e davvero, vorrei ringraziarvi tantissimo perché vi adoro, sprecate del tempo non solo a leggere ma anche a dirmi cosa ne pensate e davvero, per me è tantissimo perché diciamo che sono moooolto insicura - anche se non sembra - e tendo a condividere poco le cose che mi appassionano. Quindi un grazie ENORME alle mie special besties Illunis, Epic_FHale,Adelaide Bonfamille,Alex_J,two_dollar_bill, alixsoldier, ursula74, Tenten e WannaSaveYou io vi amo, sappiatelo <3 E grazie anche a voi besties che leggete senza mostrarvi, luv ya.

Spoiler prossimo capitolo: (perché ho scritto 1234567 capitoli mentre non avevi internet, sì)
"Il problema è che aveva la stessa esperienza di un bambino di cinque, se non si contavano le ultime settimane in cui, comunque, lui e Derek si erano solo baciati. Non lo aveva nemmeno mai abbracciato.  E adesso Derek pretendeva di avere tutto il pacchetto, così, tranquillamente?
Oh, può averlo anche due volte. Anche tre. Anche quindici."



ps: casomai vi suonasse strano, ho cambiato nick da vee_ a shesalaska perché il primo mi ricordava troppo il mio vero nome e non si sa mai, potrebbero arrivare qui persone che conosco e per me è un grosso NO che scoprano che sono io. Ma siccome voi siete miei besties, potete avere accesso ai miei account segreti di Twitter Ask e Tumblr se volete un followback basta chiedere e non mordo, giuro. Vi lascerei anche il mio facebook, ma ho qualche riserva u.u vedremo, magari all'utimissimo capitolo ahaha.

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Capitolo 10
*** Le conseguenze di non studiare chimica. ***





Stiles aveva sempre immaginato il post primo bacio con Derek come qualcosa di idilliaco, pieno di coccole, uscite insieme e nessuna preoccupazione. Certo, dato che la cosa implicava Derek era stato un po’ utopico pensare a coccole e compagnia bella, ma almeno un po’ di sana felicità non avrebbe guastato. Non  che Stiles fosse triste, anzi, poteva annoverare alcuni momenti passati con Derek come i migliori della sua vita, soprattutto quel pomeriggio che avevano trascorso  a baciarsi avvinghiati sulla poltrona in cui Derek per un attimo lo aveva guardato negli occhi senza il solito sguardo seccato o infastidito ed era sembrato quasi non dispiaciuto di vederlo. Il che, nel linguaggio di Derek, equivaleva ad un’appassionata dichiarazione d’amore con tanto di serenata romantica sotto la sua finestra. Comunque, stava divagando. Il vero problema era che, quando non stava incollato a Derek per la lingua, il mondo sembrava tranquillamente andare a catafascio. Prima si faceva le peggio figuracce con lui, poi accidentalmente gli scappava la verità di fronte a Isaac. Allora tanto valeva seppellirsi in giardino e porre fine a questa serie di sfortunati eventi. Okay, fortunati ma solo quando Derek lo baciava.
- Tu … tu … e Derek? – esclamò Isaac e scoppiò a ridere.
E per Stiles quello era un grosso no. Perché diamine tutti reputavano assurdo che tra lui e Derek potesse esserci qualcosa? Okay, Derek non era il tipo da avere rapporti affettivi di sicuro, ma insomma, alla fine aveva anche lui un cuore, da qualche parte, e bisogno di amore. Almeno, quello credeva Stiles.
Isaac continuava a spanciarsi dal ridere, ed era davvero irritante.
- No, ma spiegami, - buttò fuori fra le risate, - tu e Derek? Ma di cosa vi fate? Ma parli di Derek Hale? Grosso, imbronciato, lupo mannaro …? Oh, mio Dio.
E scoppiò di nuovo a ridere. Stiles perse la pazienza e gli tirò addosso il cuscino di Beth. Lei gli lanciò un’occhiata piena di comprensione.
- Isaac, piantala, - disse lei, - E se dici a qualcuno di questa cosa, io ti giuro che non avrò pace finché non avrò raccontato ad ogni singola persona della scuola che tu e Greenberg avete fatto sesso selvaggio nell’ufficio del coach, capito?
Isaac sembrò inorridito alla sola idea.
- Comunque, - continuò lei, rivolgendosi a Stiles, - io volevo solo far scoccare la scintilla fra voi due. E dovresti ringraziarmi, hai scoperto cose meravigliose su Derek grazie a me. Avresti potuto anche sperimentarle se non fossi così cretino.
- Aspettate, - li interruppe Isaac, che almeno aveva smesso di ridere all’allusione a Greenberg, - spiegate anche a me? Giuro che non rido.
Stiles allora raccontò la storia dall’inizio, con Isaac che faceva le peggio facce per non scoppiare a ridere e Bethany che gli mandava sguardi assassini, della serie “racconta una sola parola di me e Scott e giuro che metterò fine alla tua esistenza terrena” e non gli dispiacque ripercorrerle, soprattutto l’ultima parte. Quando terminò, Isaac prese la parola.
- Stiles, sei proprio cretino, - sentenziò.
- Da che pulpito! Hai l’insufficienza in educazione artistica.
Bethany fece un risolino e Isaac arrossì: - Sì, ma io, quando sono nella stessa stanza della persona dei miei sogni insieme ad un preservativo non scappo.
Beth si illuminò: - Isaac! Io pensavo tu fossi idiota, in effetti lo sei, ma avevo un’opinione sbagliata su di te. Finalmente una persona dotata di buon senso.
Isaac sfoggiò un sorrisetto di superiorità.
- Sentite, io domani ho un compito di chimica, è tardi, mi avete rovinato uno splendido pomeriggio con Derek …
- Che avrebbe potuto diventare un ancora più splendido pomeriggio con Derek nudo, - gli notificò Bethany.
- Beh, non è mai troppo tardi, puoi sempre tornare lì e buttarti in ginocchio di fronte a lui supplicandolo di perdonare la tua stupidità, - propose Isaac, scambiandosi un’occhiata complice con Beth.
Quei due insieme erano micidiali.
- Non ho la minima intenzione di farlo, - notificò Stiles.
- Ha ragione, - disse sorprendentemente Beth, - con tutte le cose belle che si possono fare in ginocchio di fronte a Derek …
Stiles le tirò un cuscino, mentre Isaac rideva a più non posso. Maledetti. Ed era tardissimo e non sarebbe mai riuscito a studiare tutto, come se non bastasse.


 
*
 
 
A casa, ovviamente, la prima cosa che fece fu informare Derek dell’accaduto. Certo, tralasciando alcuni dettagli come il suggerimento di mettersi in ginocchio di fronte a lui e non per pregare, riportò solo l’essenziale. Alla fine del racconto tutto quello che ricevette fu un’occhiata annoiata.
- Dovrebbe interessarmi? – disse infine Derek.
- Dato che ti riguarda, credo di sì. Insomma, ti va bene che lo sappia chiunque?
Derek scrollò le spalle: - Ovviamente no. È la mia vita privata. Ma alla fine è inevitabile, visto che riguarda anche te, purtroppo.
- Come purtroppo? Se non ci fossi io chi sbatteresti contro i mobili? Sai che sono pieno di lividi perché tu sei delicato quanto un elefante in una cristalleria e quando mi baci mi spiaccichi sempre contro qualcosa? A chi altro piacerebbe questo solo perché implica il baciarti? E chi altro sopporterebbe i tuoi grugniti, le tue sopracciglia, e fattelo dire, io odio le tue sopracciglia, però le amo anche, ed è molto ossimorico ma pazienza. Per non parlare poi della tua espressione, sei sempre così secc …
- Stai zitto, - lo interruppe Derek e lo baciò.
Ecco, probabilmente la capacità comunicativa di Derek era direttamente proporzionale alla sua bravura nel baciare, perché, oddio, baciava superbamente. Certo, era l’unica persona che Stiles avesse mai baciato nella sua intera vita, quindi non aveva grandi termini di paragone, ma cavolo, era un talento oggettivo. Il mondo avrebbe dovuto provarlo, tanto per rendersene conto. Okay, magari provarlo proprio no, ma diciamo averne una remota idea, giusto per poter invidiare Stiles per il resto dei secoli. Probabilmente se Scott avesse saputo come baciava Derek, avrebbe lasciato Allison seduta stante.
Ah, giusto, Scott.
Il solo pensarci gli fece passare definitivamente la poca allegria che gli era rimasta e persino baciare Derek non sembrò meraviglioso come prima. Non che non restasse una cosa fantastica, ma pensare a Scott, il suo migliore amico, che era arrabbiato con lui e che non gli credeva, gli fece venire il magone.
Sarebbe stato tutto diverso se avesse avuto Scott al suo fianco. Certo, c’era Beth, ma non era la stessa cosa.  Lei era un tantino superficiale, non la preoccupava minimamente che Derek fosse un licantropo con evidenti problemi psichici, per lei contava solo il fatto che avesse addominali da paura. Scott si sarebbe preoccupato per lui. Non che fosse necessario, Derek non era così fuori di testa come sembrava e comunque Stiles lo sapeva gestire, almeno credeva di saperlo, ma avere Scott che prometteva di trasformare Derek in polpette di lupo se avesse fatto qualcosa di sbagliato sarebbe stato rassicurante. E più gestibile, perché con tutto l’amore per Beth, c’erano cose da maschi che proprio non voleva raccontarle, per decenza. Certo, adesso c’era Isaac, ma non erano così amici da fargli venir voglia di condividere con lui i dettagli su come il suo corpo reagiva a Derek. Che poi, sempre a proposito di quello, Derek sembrava non avere problemi in quel senso … quindi o Stiles era attraente quanto un lama oppure esisteva una qualche tecnica segreta. Ecco, con Scott avrebbe potuto parlare di quello, anche perché i giorni in cui non aveva compiti stavano diventando ardui e gli stessi compiti sembravano insufficienti sempre più spesso.
Oh, giusto, di male in peggio … doveva ancora studiare.
- Derek …
Come al solito, venne ignorato. Derek era troppo impegnato a baciargli il collo, attività che evidentemente nuoceva al suo udito.
- Derek, devo studiare, è tardissimo, dovrò stare sveglio tutta la notte …
- A studiare? – lo degnò alla fine Derek.
Giusto, con Derek Hale in camera pronto a baciarlo per ore intere Stiles doveva assolutamente studiare. C’era qualcosa di profondamente contro natura in ciò. Anzi, era proprio contro natura non approfittare di quel dono divino, sarebbe stato irrispettoso.
- Domani ho il compito e siccome per colpa tua sono in punizione e senza jeep, non posso nemmeno saltare la scuola. E non ho posti dove andare, mio padre mi scoprirebbe e domani è a casa fino a metà mattina.
Stiles notò la scintilla negli occhi di Derek e per un attimo pensò che lui avesse finalmente realizzato di averlo sempre amato e che gli avrebbe fatto un’appassionata e romantica dichiarazione d’amore degna di un film anni ottanta e si sarebbe tatuato il suo nome sul petto, poi tornò alla realtà, che scoprì essere quasi migliore.
- Puoi stare nel mio appartamento. Io tanto ci devo andare comunque e non mi cambia tenerti d’occhio qualche ora in più.
Stiles si era fatto di qualche droga pesante oppure Derek gli stava proponendo di, per passare la serata insieme – cioè, a esplorare le reciproche cavità orali con la lingua e infilarsi le mani ovunque in zona nord o, nel caso di Stiles, ovunque non  ci fossero bende o punti ma a gli piaceva essere romantico -, passare un’altra mattinata insieme? Nel suo appartamento?
Ovviamente, la mente di Stiles iniziò a produrre film mentali di cosa sarebbe potuto succedere nell’appartamento di Derek e quasi tutti, andando avanti, si trasformavano in porno. Anzi, più Stiles ci pensava, più nella sua mente prendeva forma un unico, grande film: Cinquanta sfumature di Derek. Poi dovette di corsa pensare ai compiti per evitare sciagure.
Praticamente con la bava alla bocca, sembrando lui l’animale, anziché Derek, balbettò un: - S … sa … sarebbe  ca … ca … carino.
- Così potremo pensare a come sistemare le cose con Scott, - proseguì Derek, tranquillissimo.
Così potremo pensare a come chiavare su ogni superficie del tuo appartamento lo corresse Stiles mentalmente, ma poi si rese conto di cosa  Derek aveva appena detto.
Aveva appena detto, per parafrasarlo, che gli importava dell’amicizia fra Stiles e Scott. Quindi non era il solito lupo egoista e ingrugnito, allora aveva dei sentimenti e gli importava  Stiles, non solo come cosa su cui sfogare le sue pulsioni ma anche come essere umano.
Era allibito.
- Ho bisogno di lui. Sta prendendo la faccenda con troppa leggerezza.
Ah, naturalmente. A Derek interessava solo salvarsi il didietro dai grossi alpha cattivi. Certo, era un didietro spettacolare e la sua perdita sarebbe stata un danno irreversibile per l’umanità, ma andiamo. Che Derek ogni tanto mostrasse il suo lato umano, o perlomeno, quello civile, anziché essere il solito monolite egoista.
Stiles lo spinse giù, contro il materasso e gli soffiò a pochi millimetri dal viso: - E quindi tu hai intenzione di usarmi per arrivare a Scott?
Derek gli rivolse uno sguardo eloquente: - Anche, - disse e lo baciò con un’intensità con cui non l’aveva mai baciato prima.
 
 

*
 

Stiles aveva un enorme difetto. Era una di quelle cose che odiava di se stesso, ma che proprio non riusciva a correggere: pensava troppo. E fare la doccia lo faceva pensare ancora di più. Generalmente si faceva epici viaggi mentali, ma quella sera il suo cervello era di altra opinione ed era molto tipo: “perché non pensi un po’ a tutto quello che Derek ti ha detto, Stiles?”
E così Stiles aveva fatto, rendendosi conto che quell’”anche” finale era aperto a numerose interpretazioni. A dire il vero, avrebbe potuto scriverci un libro sui modi di leggere quella parola. Non parlando poi dello sguardo che aveva fatto Derek, era decisamente eloquente.
Sesso.
Cioè, era una cosa normale, alla fine. Stavano insieme da settimane, Derek era un adulto e anche Stiles avrebbe dovuto essere spigliato su certe cose, in fondo aveva diciassette anni. Il problema è che aveva la stessa esperienza di un bambino di cinque, se non si contavano le ultime settimane in cui, comunque, lui e Derek si erano solo baciati. Non lo aveva nemmeno mai abbracciato.  E adesso Derek pretendeva di avere tutto il pacchetto, così, tranquillamente?
Oh, può averlo anche due volte. Anche tre. Anche quindici.
Stiles zittì la sua vocine interiore, che era comunque molto simile a quella di Bethany e cercò di focalizzarsi sul problema e non su Derek nudo, ma era abbastanza complicato evitare di pensare alla seconda cosa, essendo questa inclusa nella prima.
Restava però un grosso, enorme, stratosferico problema: come cavolo si faceva il tutto? Cioè, Stiles conosceva la teoria, si era informato, ma da lì a rotolarsi fra le lenzuola con Derek ne passava di acqua sotto i ponti. E se arrivato lì non avesse saputo dove mettere le mani?
Oh, io ho giusto un paio di suggerimenti …
Maledetta Bethany interiore. Gli bastava quella reale, ne avanzava anche.
Scott avrebbe capito. Scott non era una quindicenne persa per i pettorali di Derek. Non che anche una parte di Stiles, anzi, tutto Stiles proprio, non fosse perso per i pettorali di Derek, ma il senso era quello.
- Stiles, sei nella doccia da venti minuti, esci! – gli intimò suo padre, ignaro di quello che gli passava per la testa o del fatto che Derek si era lavato in quella stessa doccia solo poche ore prima e adesso se ne stava nella stanza di Stiles a leggere qualche romanzo noioso.
Ovviamente, a Stiles non passava nemmeno per l’anticamera del cervello di dire a suo padre di Derek. Per prima cosa, suonava troppo come un “ufficializziamo la nostra relazione” e dato che, molto probabilmente, nella mente di Derek loro non avevano assolutamente una relazione, non era un passo particolarmente furbo. Inoltre, sarebbe stato leggermente complicato dirglielo, sarebbe suonato tipo “ehi, papà, devo presentarti una persona. Lo conosci già perché lo hai arrestato, in realtà. Papà, lui è Derek, il mio ragazzo, cioè, il tizio con cui faccio certe cose. Derek, questo è mio padre.” Sicuramente non poteva funzionare.
- Esco subito! – gli urlò Stiles, chiuse l’acqua, controllò che la fasciatura  fosse ancora asciutta e si asciugò, infilandosi poi una maglietta e i pantaloni del pigiama.
Quanto avrebbe voluto non aver preso quelli di Topolino, li aveva trovati così carini l’autunno precedente, invece in quel momento, quando stava per mostrarli a Derek, gli sembravano orrendi. Quale diciassettenne compra i pantaloni del pigiama con Topolino?  Uno che morirà vergine, sicuramente.
Strisciò in camera, dove Derek stava tranquillamente sdraiato sul suo letto con uno dei suoi libri. Ecco, Stiles avrebbe voluto essere un libro, perché Derek li amava. Ci stava incollato, ci passava ore senza mostrare segni di noia – e fin lì lo faceva anche con Stiles, okay – e sembrava quasi contento mentre leggeva.  Era delicato quando sfogliava le pagine di un libro.
- Togliti, - borbottò a Derek, - devo dormire.
Odiava i libri di Derek, da morire. Era geloso dei libri di Derek. Ricevevano più coccole loro di quante ne ricevesse lui.
- Sto leggendo, - fu la risposta di Derek.
- Sul mio letto. Ci devo dormire. Leggi sulla sedia.
- Guarda che è abbastanza grande per tutti e due, - notificò Derek.
In effetti, aveva ragione, l’avevano sperimentato un paio di volte. Non che avessero dormito insieme, semplicemente stavano lì sdraiati, Derek a leggere e Stiles al computer, oppure si baciavano e basta.
Stiles avvampò.
Dormire con Derek a fianco? Oh, il suo povero cuore. Certo, una parte della sua mente era tentata di trasformare la cosa in fare altro con Derek sopra anzi, forse una gran parte, ma riuscì a contenersi e a ficcarsi sotto le lenzuola, tirandosele su fin sopra la testa per cancellare l’immagine che gli era giusto balzata in mente.
Che poi, per quale strana ragione le sue fantasie andavano a briglia sciolta mentre la sua iniziativa giocava a nascondino? Era un controsenso.
Dopo un po’, però, gli venne la curiosità di sapere che cosa Derek stesse facendo. Cioè, okay, leggeva quella lagna di stupido libro, ma come lo leggeva? Gli piaceva oppure era noioso? Era corrucciato?
Stiles tirò fuori la testa da sotto le coperte e diede una sbirciata.
Come aveva immaginato, Derek era tutto assorto dalla lettura. Cosa ci trovava poi nel leggere così tanto? Stiles in quelle settimane lo aveva visto con almeno un milione di libri diversi. Ed era geloso di ognuno di essi.
Derek alzò lo sguardo dal libro e lo posò su Stiles, che lo stava tranquillamente sbirciando. Lo guardò negli occhi per un attimo – e oddio, Stiles aveva sempre amato i suoi occhi – poi mise un segno alla pagina in cui era arrivato, posò il libro con cura e gli saltò addosso senza fare tanti complimenti.
Ecco perché Stiles lo amava.
Ricambiò il bacio e iniziò a vedere le cose da una nuova prospettiva: in poche ore sarebbe stato lui a prendere il pacchetto completo Derek Hale. E gli piaceva un sacco quel nuovo punto di vista, perché implicava cose stupende, come avere ogni centimetro quadrato di Derek a sua disposizione. E okay, magari erano i suoi ormoni ad essersi risvegliati con quei baci che erano tutto tranne che casti. Probabilmente, erano una preview del giorno dopo. Un po’ piccolina, però.
Stiles afferrò il bordo inferiore della sua maglietta e la tirò su, aiutando Derek a sfilarsela. E, oh, sì, andava decisamente meglio. Tutti avrebbero dovuto avere un Derek Hale senza maglietta nella loro vita, era una di quelle cose essenziali, nella modesta opinione di Stiles. Certo, il top sarebbe stato un Derek Hale senza maglietta e senza pantaloni, ma suo padre era di sotto e quindi non era il caso di arrivare a tanto.
Diamine, Derek era un dono divino. Ed era così difficile non pensare a brutte cose mentre si baciavano in quel modo. In fondo, pensò Stiles, se il giorno dopo fosse andato tutto liscio, cosa che sperava, si prospettava una giornata parecchio interessante.


 
 
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Aloha! No, non sto partendo per le Hawaii ma penso che questo pomeriggio, dopo un'altra sessione di guida con mio padre in cortile, mi vedrò Lilo e Stitch quindi sto già entrando nello spirito u.u Anyways, ta daaaaaaa. Quello che tutti voi aspettavate accadrà nel prossimo capitolo! Il rating si alzerà, ovviamente, spero non me ne vogliate male uu Derek è molto felice di questa cosa e ringrazia tutte voi che lo avete supportato scrivendomi che era ora di far accadere qualcosa di serio fra lui e Stiles e manda un mazzo di rose virtuali a tutte voi. E io rido eheheh. Comunque, colgo l'occasione per augurarvi buona Pasqua, dato che il prossimo aggiornamento causa miei impegni con famiglia e amici, sarà martedì o mercoledì. Non odiatemi, ma devo fare la persona socievole ahahah. Comunque, siccome sono brava, vi lascerò uno spoiler del prossimo capitolo sotto per cui ho dovuto leggere tipo tonnellate di fanfiction rosse - e io le odio, tranne No Homo che è la mia cutepie ma è scritta in inglese, stavo pensando di tradurla but idk - e sappiate che l'ho fatto solo per voi besties. Okay, mi sono anche fatta risate epiche per le cose assurde che ho letto, ma amatemi comunque. Tanto, per quante Sterek abbia letto prima di dormire, continuo sempre a sognare il mio compito di spagnolo çç
Prima dello spoiler, ringrazio le mie superbesties, di nuovo NOVE RECENSIONI  e io sono allibita perché non me le merito assolutamente e leggere i vostri pareri per me è una cosa bellissima, io vi adoro, sappiatelo e se non fosse stato per voi la storia sarebbe a languire nel mio hard disk. Quindi, un supermegaextra grazie a Adelaide Bonfamille, Tenten, ursula74, xKittyx, alixsoldier, cheekbones, Epic_FHale, Alex_J e two_dollar_bill io vi amo e anche Derek vi ama, voi sapete il perché.
Comunque, la vostra bestie Vi ora vi abbandona perché sono ancora in pigiama e oggi esco çç luv ya cutepies <3

Spoiler: (eheheheheheheheh)
"- Pensavo non fossi un tipo che ama i preliminari, ma sappi che ti amo per questo, - ansimò Stiles.
Derek smise di baciarlo: - Per me questi non sono nemmeno
veri preliminari.
Oh, Gesù.
- Questi i chiamo preliminari, - disse poi, riprendendo a baciare Stiles e nello stesso tempo sbottonandogli i jeans con una mano. Poi ci fece scivolare la stessa mano dentro."

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Capitolo 11
*** Derek è sempre stato amante delle mattine. ***




Stiles poteva essersi lasciato un tantino prendere dall’emozione. E poteva non aver chiuso occhio. E poteva aver scritto un centinaio di sms sconclusionati a Bethany contenenti le parole “Derek”, “sesso”, “muoio” e varie cose sconce su Derek nudo che non era il caso di ripetere.
Alle quattro del mattino gli era arrivata una risposta: “Stiles, per l’amor del cielo PLACATI.” e poi più nulla. Doveva aver sopravvalutato Bethany come amica. Gli amici dovrebbero starti vicino la notte prima della tua prima volta, no? Notte nella quale hai Derek addormentato nel tuo letto come se niente fosse che soltanto respirando ti manda in subbuglio e vorresti svegliarlo per fargli cose indicibili sul pavimento.
Purtroppo, a Bethany interessavano di più cose futili come dormire. E Stiles, alle sette, quando suonò la sveglia, si rese conto che forse avrebbe fatto bene a farsi qualche ora di sonno. Scese subito in cucina – okay, poteva aver fatto una piccola pausa per dare un bacino sulla guancia di Derek, cosa che non avrebbe mai potuto fare se lui fosse stato sveglio e rimboccargli le coperte  ma non era importante – e si preparò un litro di caffè.
Per poco non gli prese un colpo quando vide suo padre già in piedi.
- Papà – esclamò, - che ci fai alzato? Sono solo le sette!
- Riflettevo, - rispose suo padre e Stiles iniziò a farsi mentalmente il segno della croce, sperando che non avesse scoperto di Derek, dato che ormai chiunque lo stava scoprendo, perché allora la sua vita sarebbe davvero finita e molto, molto male.
- Stiles, ormai sei diventato grande …
Oh, no. Stiles stava seriamente pensando a come suicidarsi in cucina, piuttosto che sentire suo padre parlare di Derek.
- … e che vuoi fare le cose che fanno i ragazzi normali, uscire, divertirti, trovare una ragazza … e quella ragazza, Bethany, mi sembra a posto. Solo che, per l’amor del cielo, ha appena quindici anni. Non potete stare fuori notti intere come se niente fosse. E non puoi, ecco, pretendere che lei voglia fare le stesse cose che vuoi tu, è più piccola e …
- Papà. Io e Beth siamo solo amici, - gli notificò Stiles.
Stava diventando seccante, solo perché loro due erano molto amici e passavano un sacco di tempo insieme non voleva necessariamente dire che avevano una reciproca attrazione. Insomma, Beth era più attratta da Derek che da lui e lo dimostrava palesemente. Non che Stiles non fosse d’accordo, anche lui era decisamente attratto da Derek ma andiamo.
- Stiles, in qualunque modo tu voglia chiamare la cosa …
- Papà. A Beth piace Scott. Non io, Scott. Scott McCall, hai presente? Per questo mi sta incollata, perché io sono amico di Scott.  Chiaro?
Lo sceriffo sospirò e lo abbracciò: - Coraggio, Stiles. Hai già fatto passi avanti rispetto a Lydia.
- Papà, Bethany non …
Ma poi lasciò perdere. Tanto ormai, tutti li credevano una coppia. A lui non importava molto, sinceramente, tanto aveva Derek, era Bethany ad avere qualche problema, dato che lei e Scott non erano insieme e probabilmente non lo sarebbero mai stati. Ma in fondo, una che risponde “placati” al proprio migliore amico si meritava una piccola vendetta.
Stiles tornò in camera, dove finse di preparare lo zaino, mentre Derek, che nel frattempo si era alzato, cercava di dare una forma ai suoi capelli. Non che ce ne fosse bisogno, era già sexy da morire e Stiles gli sarebbe saltato tranquillamente addosso, se avesse potuto.
- Tu scendi, - gli disse Derek e oddio, la sua voce da appena svegliato era qualcosa di meraviglioso, veniva voglia di riportarlo a letto di peso e non per farlo dormire sicuramente – e all’angolo ti aspetto in macchina, sali e andiamo.
Suonava quasi come un appuntamento. Certo, probabilmente lui e Derek sarebbero arrivati in fase appuntamento fra una diecina di anni, ma quello era a quanto di più simile si potesse arrivare e a caval donato non si guarda in bocca, no? E considerando i piacevoli – e temuti, per certi versi, – seguiti che il loro viaggio in macchina avrebbe avuto poteva anche passarci sopra.
Gli scappò un sorrisetto.
- Ehilà! Di buon umore già di primo mattino? – domandò Bethany, apparendo sul davanzale insieme ad Isaac.
Per poco a Stiles non venne un colpo: - Non rifarlo! Ti fanno così schifo le porte? E comunque, dopo ieri sera io non ti parlo. Mi sono placato.
-  Oh, Stiles! Ti ricorda niente il fatto che sono in punizione e ho il divieto di vederti?  E avevo sonno, ieri sera io e Isaac ci siamo spaccati di Just Dance dato che i miei erano via. E, oh mio Dio. Oh mio Dio. Cado dalla finestra. Oddio.
La reazione di Beth era stata motivata da Derek, che faceva il suo ritorno dal bagno senza maglietta.
Isaac fece uno sguardo strano.
- Oh santa miseria, ma sei vero? O sei ritoccato con Photoshop? Stiles, fai schifo, con un simile uomo ancora ti lamenti. Oh, muoio.
Il disgusto era nettamente visibile sul viso di Derek, che borbottò a denti stretti un “magari” e si infilò una maglietta grigia. Beth si rattristò.
- Comunque, volevo salutarti dato che oggi non vieni a scuola, - disse poi lei, lanciando uno sguardo eloquente verso Derek, poi gli andò vicino e gli stampò un bacio sulla guancia, - buona fortuna, - gli mimò con le labbra, poi si rivolse a Derek, - Tranquillo, non ti bacio anche se sei fighissimo. Ci tengo alla mia vita. Isaac, andiamo prima che mia madre si affacci alla finestra.
Beth scese facendo ancora ciao con la mano a Stiles mentre si avviava sul vialetto con Isaac al seguito.
- Povero Isaac, Beth lo tormenta sicuramente. Che poi, a dire il vero, Beth non è poi così legata a nessun lupo mannaro, non ho capito perché tu abbia mandato Isaac a starle dietro, - disse Stiles, ricambiando il saluto dell’amica.
- Io? Ma è stata un’idea di Isaac, mi ha letteralmente supplicato di poterle stare dietro, dicendo che aveva un presentimento che se la sarebbero presa con lei e cose simili.
Stiles spalancò la bocca.
- Oh mio Dio. Derek, pensi quello che penso io?
- No, - rispose Derek, lanciandogli il suo migliore sguardo seccato.
- Ma certo, torna tutto! Isaac è cotto di Beth! Il che per lui fa schifo, perché a Beth piace Scott che però sta con Allison! Non ti sembra Beautiful? Certo che avrei dovuto arrivarci prima, con Isaac che le sta sempre intorno e quella conversazione che ha avuto con me su di lei … dici che dovrei dirgli di Scott? Beth mi ammazzerebbe, ma è meglio che lo sappia subito secondo me.
Derek lo guardò in modo molto eloquente: - Oh giusto, - ricordò Stiles, - non te ne può fregar di meno. Ora scendo, ti aspetto all’angolo, - disse, ed eccezionalmente stampò un bacio sulle labbra di Derek, tanto era di buon umore.
Salutò suo padre e scese in strada.
Non che comunque non avesse ansia, l’idea di passare tutta la mattina solo con Derek in un posto dotato di letto – ma gli sarebbe anche andato bene farlo sul divano, per terra, sul tavolo, sulle scale, in macchina, ovunque, -lo metteva decisamente in agitazione, ma diamine, era Derek Hale di cui si stava parlando, il suo uomo dei sogni. E coraggio, i miracoli bisogna goderseli, perché hanno vita breve.
Si trascinò all’angolo, dove Derek lo aspettava nella sua auto e salì sul sedile del passeggero. Certo, non era esattamente il momento degno di una canzone di Taylor Swift che si era sempre aspettato, perché Derek non si era magicamente trasformato in un giovane alla mano, biondo, con gli occhi azzurri e gentile, ma era meglio così. Stiles non si sarebbe innamorato di uno così, lui era pazzo del solito vecchio lupo musone che lo stava fissando appena meno seccato del solito mentre si allacciava la cintura.
Dato che sicuramente non avrebbero fatto conversazione Stiles decise di accendere l’autoradio ma fu come se avesse appena preso un pugnale e lo avesse lanciato contro Derek perché quello scattò e fece per spegnerla, ma quella si bloccò e Stiles riuscì a sentire le note di una canzone di John Mayer:
I was made to believe i’d never love somebody else
I made a plan, stay the man who can only love himself
Lonely was the song I sang, ’til the day you came
Showing me a better way and all that my love can bring

Stiles non potè fare a meno di sorridere. Se Derek non voleva che lui sentisse quella canzone un motivo ci doveva essere, probabilmente perché era qualcosa di troppo personale. E, ops, sembrava proprio che fosse una canzone d’amore che ricordava moltissimo la loro pseudostoria. Stiles sorrise sotto i baffi mentre Derek, più in grugnito del solito e con le guance leggermente più rosate del solito, cambiò canzone e per una volta la figuraccia la fece lui, perché ne capitò una peggiore.
So young and full of running, all the way to the edge of desire
Steady my breathing, silently screaming,
"I have to have you now"
Wired and I'm tired
Think I'll sleep in my clothes on the floor
Maybe this mattress will spin on its axis and find me on yours

Derek sembrava in procinto di lanciarsi dal finestrino o di andarsi a schiantare con la macchina dalla faccia che aveva, ma Stiles pensava che fosse una cosa buona e giusta che anche Derek si facesse qualche figuraccia, non poteva farle solo lui. E andiamo non c’era niente di male ad ascoltare John Mayer anche se era ben poco da Derek. Okay, in realtà, a pensarci bene, forse il ritmo della sua musica era troppo calmo per lui, ma i testi sembravano scritti apposta per lui. A dire il vero Stiles non era un grandissimo fan di quel genere di musica ma Beth trovava John incredibilmente carino, quindi aveva un minimo di infarinatura.
Passò ad un’altra canzone, che fu il top dell’imbarazzo per Derek e stavolta anche per Stiles, perché okay, John Mayer era romanticissimo e balle varie, ma le canzoni che ascoltava Derek sembravano mirare tutte ad un unico punto.
We got the afternoon
You got this room for two
One thing I'll have to do
Discover me
Discovering you
One mile to every inch of
Your skin like porcelain
One pair of candy lips and
Your bubblegum tongue
And if you want love
We'll make it.”

- Metti il tuo iPod! – esclamò Derek, dato che l’autoradio non la smetteva di andare avanti e lui sembrava prossimo allo strapparla via e lanciarla dal finestrino. Stiles prese il suo iPod e mise un po’ di innocui My Chemical Romance e poi non resistette: - Non sapevo che ti piacesse John Mayer. Che musica ascolti?
Derek sembrava sull’orlo dell’esplodere o del suicidio, a seconda dei punti di vista, ma disse: - Un po’ di tutto. Questo lo ascolto da poco.
Il romanticissimo cervello di Stiles aveva già registrato la frase come un “ho iniziato ad ascoltare John Mayer perché mi ero innamorato di te ed esprimeva al meglio i miei sentimenti” ma poi Derek lo stroncò amabilmente.
- Lo ascolto poco, comunque, ascolto musica solo mentre mi alleno e non ha il ritmo giusto.
Oh, quindi era una questione di ritmo? Che delusione.
- E tu ti alleni quando …? – domandò Stiles, che non ricordava, in tutti quei giorni, di averlo visto fare nulla.
- Quando sei a scuola.
- Quindi oggi ti allenerai? – domandò Stiles, non sapendo se augurarsi di sì – cioè, augurarsi un Derek tutto sudato e sexy stile pubblicità – o no, dato che, in teoria, avrebbero dovuto fare altro.
- No, oggi no.
Oh oh.


 
 
 
*
 
 
Non arrivarono nemmeno ad entrare prima nell’appartamento che si stavano già baciando. O meglio, Derek baciava uno Stiles allibito schiacciandolo contro la porta. Non che ci fosse molto di che essere sorpresi a metterla così, ma quelli erano – oh mio Dio – baci davvero tanto appassionati. E poi Derek in qualche oscuro modo, si muoveva, come strusciandosi leggermente su di lui con tutto il corpo mentre lo baciava, cosa che Stiles non avrebbe mai ritenuto possibile o comunque così eccitante. E dato che per una volta non doveva pensare ai compiti di matematica, le cose si stavano scaldando rapidamente.
Stiles era sempre più convinto che una persona come Derek dovesse essere illegale, o almeno girare con un cartello “maneggiare con cura” perché diamine non si poteva avere così tanta figaggine concentrata in un’unica persona. Persona che attualmente lo stava baciando appassionatamente contro la porta del suo appartamento e persona della quale ogni singola cellula stava mandando chiari segnali: “Io. Te. Sesso. Subito.” Segnali coi quali Stiles non poteva che essere d’accordo, anche se effettivamente qualunque persona sana di mente lo sarebbe stata, fosse stato per lui avrebbero potuto anche farlo contro quella porta e pensò per un attimo che Derek fosse della stessa idea, ma poi si allontanò da lui per aprire la porta del loft e trascinarlo dentro.
- Non chiudi? – riuscì a domandare Stiles prima che Derek gli tappasse la bocca con un bacio.
- Ho di meglio da fare, - rispose Derek, afferrando Stiles per la cintura e portandoselo più vicino.
E Stiles non poté far a meno di compiacersi, perché quel “di meglio” attualmente era lui.
Naturalmente ci volle meno di un minuto perché finissero sul pavimento, incollati per le labbra.
Ecco, le labbra di Derek. Erano una parte estremamente sottovalutata di lui, insomma, con tutti quei muscoli, per non nominare altre cose, finivano in secondo piano, ma diamine, meritavano poemi. E come le sapeva usare poi. E la sua lingua, accidenti. Prima, Stiles aveva sempre trovato un po’ schifosi i baci con la lingua, nel senso, perché mai uno dovrebbe volere una lingua che non sia la propria in bocca? Poi Derek lo aveva baciato e aveva radicalmente cambiato questa sua concezione. Derek la lingua poteva mettergliela dove voleva.
Il pavimentò però, a lungo andare, divenne scomodo. E freddo. Certo, purtroppo erano ancora entrambi vestiti – cosa molto grave, a cui andava immediatamente posto rimedio perché essere in casa di Derek e non essere nudi era un crimine contro l’umanità – ma esistevano comunque posti migliori.
- Andiamo nel tuo letto, - gli sussurrò Stiles e ricevette in cambio la cosa più simile a un sorriso che fosse mai comparsa sulla faccia di Derek.
In due secondi erano già sdraiati sul matrimoniale. Derek si era tolto la giacca e la maglietta e si stava accingendo a togliere le stesse cose a Stiles. In un attimo, anche quelle finirono da qualche parte nella stanza.
Solo allora Stiles notò che era leggermente troppo luminoso come ambiente, nonostante le tende fossero tirate, e che okay, era una bella cosa perché poteva vedere Derek perfettamente, ma anche brutta, perché Derek poteva vedere lui che era ricoperto di bende stile mummia, cosa che decisamente non giovava a quello che stavano per fare.
- Ti danno fastidio? – domandò Derek, alludendo ai punti.
- Tirano, ma sopporto.
Derek non se lo fece dire due volte e riprese a baciarlo, mentre gli accarezzava con le dita la zona fra l’ombelico e l’elastico dei pantaloni, una delle poche non coperta dalla fasciatura. Stiles avrebbe voluto ringraziare personalmente l’inventore della moda dei pantaloni a vita bassa per quello. Anzi, prima ancora avrebbe voluto che Derek glieli togliesse, i pantaloni.
Nel frattempo, i baci si erano spostati sul suo collo. Anzi, da quelle parti stava succedendo qualcosa di strano, come se Derek gli mordesse e succhiasse la pelle, ma alla fine era bello che gli importava cosa fosse?
- Pensavo non fossi un tipo che ama i preliminari, ma sappi che ti amo per questo, - ansimò Stiles.
Derek smise di baciarlo: - Per me questi non sono nemmeno veri preliminari.
Oh, Gesù.
- Questi i chiamo preliminari, - disse poi, riprendendo a baciare Stiles e nello stesso tempo sbottonandogli i jeans con una mano. Poi ci fece scivolare la stessa mano dentro.
Stiles stava giusto per ringraziare tutte le divinità che conosceva per quello splendido momento quando una voce da entrambi ben conosciuta li interruppe.
- Derek! Derek, so che ci sei!
Ed esattamente in quel momento Scott irruppe nella stanza. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato, decisamente strano, come se non fosse stato già abbastanza per Stiles e Derek farsi beccare mezzi nudi a baciarsi su un letto o trovarli per Scott, poi Stiles cercò di spezzare la tensione: - Beh, almeno ora mi credi a proposito della storia di Derek, eh?
Scott lo guardò, sconvolto.

 
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Okay, ninjaRon è qui a postare velicissimamente perché poi esco. Allora, in questi giorni sono successe tante cose bellissime, sono entrata in un team, ho incontrato una persona importantissima per me (se volete sapere di più c'è il suo nome nella mia bio di twitter), ho iniziato Teen Wolf in francese ed è il top,  ho dato inizio alle #disagionightwithron e al Dyron e Tyron e ho fatto la mia prima twitcam awawaw. E sto anche imparando a guidare, quindi ho avuto poco tempo per il computer.
Comunque, voi pensavate che Jeff Davis fosse un sadico, ma poi avete incontrato me: DITELO CHE VI ASPETTAVATE LA SCENA HOT. Ma io non ho mai detto esplicitamente che avrebbero fatto sesso uu senza offesa, ma Jeff mi fa un baffo eheheheh. Okay, ora mi aspetto una valanga di insulti, sedie e divani tirati nella mia direzione, ma mi sono divertita troppo ahahahah. Okay, forse sto peggiorando la situazione ... *va a nascondersi*
Anyways, se non mi odiate così tanto *vero che non mi odiate? Pensate a Tyler Hoechlin nudo. Vi sentite meglio? Mi odiate ancora?* vi invito a partecipare alle #disagionightswithron, che si tengono su twitter dopo mezzanotte, ovvero sono io che deliro su cose idiote e soprattutto su Teen Wolf.
Anyways, ora devo proprio scappare perché si fa tardi ma prima voglio ringraziare le splendide fanciulle che hanno recensito:
WannaSaveYou, alixsoldier Tenten, two_dollar_bill, ursula74, Epic_FHale io VI AMO e voi non sapete quanto, grazie, grazie mille per le recensioni che mi lasciate, siete stupende e vorrei avere più tempo per ringraziarvi come si deve, siete le mie besties <3 Luv ya <3

ps. se non vi piace John Mayer VIA. No, seriamente, io sono innamorata di lui da prima che fosse mainstream. E Half of my Heart urla "DEREK" da ogni nota.

pps: Dyron = Dylan + Ron (io)
       Tyron = Tyler Hoechlin + Ron
 
 

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Capitolo 12
*** Life is full of little interruptions - Taylor Swift feat. Derek Hale ***





- Scott, ti giuro, posso spiegare! – esclamò Stiles, usando l’affermazione più cliché delle affermazioni cliché. Manco Scott fosse stato il suo ragazzo e lo avesse sorpreso con le mani nei pantaloni di Derek. Cioè, in effetti tecnicamente era Derek ad avere una mano nei suoi, che per Stiles poteva anche prendere residenza permanente, ma stava divagando. Il problema era Scott.  Scott. Con Derek che gli teneva una mano nei pantaloni lui doveva gestire Scott. Decisamente Dio o chi per lui si stava facendo delle grasse risate alle sue spalle.
- Stiles … - mormorò Scott.
Fu esattamente allora che Stiles partì in quarta: - Ecco, vedi? Te l’avevo detto che io e Derek stiamo in … - Derek lo fulminò con lo sguardo - cioè, spendiamo insieme il nostro tempo libero baciandoci e cose simili, solo che tu ti eri inflippato con la storia di Bethany per qualche strana ragione. E francamente non capisco perché insomma, Bethany non è per niente il mio tipo, sai preferisco le persone che non mi filano nemmeno di striscio e mi considerano una nullità, ad esempio Lydia, Derek … E quindi, mi aspetto delle scuse. Doppie, perché mi hai tenuto il muso per più di una settimana dopo che io ti ho detto la verità e tu non mi hai creduto, ritenendo oltretutto impossibile che Derek provi qualcosa per me – altro sguardo omicida di Derek, - okay, Derek non prova niente per me, ha solo un’urgente necessità di baciarmi e toccarmi ma fatto sta che, siccome io sono innamorato di lui, la cosa mi piace assai. Anzi, mi stava piacendo finché tu non ci hai interrotti, e sai, stavo per arrivare in terza base per la prima volta nella mia vita dopo aver passato diciassette anni a osservare la prima da lontano, quindi, beh, grazie tante Scott, tu sì che sei un amico.
Nulla poteva descrivere la faccia di Derek in quel momento. Sembrava contemporaneamente sull’orlo di compiere una strage di massa e del suicidio. Ma quella di Scott era ancora meglio: era praticamente la copia vivente dell’ Urlo di Munch.
Ci fu un lungo silenzio imbarazzante, in cui Derek tolse – purtroppo – la mano da dentro i pantaloni di Stiles e Scott rimase immobile, senza emettere alcun suono.
Stiles sentiva la bocca seccarsi, mentre cercava disperatamente qualcosa da dire, ma Scott parlò per primo.
- Voi … voi … stavate per fare … ?
Derek lanciò a Scott uno sguardo molto eloquente e Stiles avvampò.
Scott impallidì e iniziò a balbettare qualcosa che nessuno riuscì a capire.
- Articola, - gli ringhiò Derek.
Scott non ci riuscì. Continuò a fissarli sconvolto senza muoversi di un millimetro.
- Beh, Scott, - disse Stiles, non sopportando più il silenzio e desiderando intervenire prima che lo sguardo di Derek diventasse capace di uccidere, - direi che ora puoi tornare a scuola e fare il bravo alunno. Ciao, Scott.
In effetti, era un tantino seccante che lui se ne stesse lì a bocca aperta, con la stessa reattività di una statua di marmo, a fissare lui e Derek. Insomma, se aveva capito cosa stavano per fare non poteva semplicemente lasciarli stare? O forse voleva una poltrona e dei popcorn per godersi lo spettacolo?
- Stiles … Stiles … tu … - balbettò Scott.
- Scott, non senti come profondamente sbagliato l’essere qui? – riprovò Stiles.
Finalmente Scott sembrò avere una reazione normale: - Stiles, io e te dobbiamo parlare. Di … di … questo.
- Cioè del fatto che io adesso dovrei stare facendo sesso con Derek? Ecco, magari un altro giorno.
Stiles gli fece un sorriso sarcastico e un cenno con la mano che lo invitava ad andarsene.
- Dobbiamo parlare, - ripeté Scott.
- E io e Derek dobbiamo sc … - iniziò Stiles, ma Derek gli parlò sopra.
- Parliamo, allora.
Stiles voleva morire. Cioè Derek Hale preferiva parlare anziché fare sesso con lui? Stava iniziando ad avere seri problemi di autostima, insomma, doveva avere proprio il sex appeal di un alpaca se lo scontroso, misantropo e taciturno Derek preferiva farsi una chiacchierata.
Scott però non disse nulla, rimanendo a fissarli.
- Aspettiamo te, -  gli notificò Derek, grattandosi dietro il collo come se essere mezzo nudo su un materasso per lui fosse la cosa più naturale del mondo.
Scott sembrava esageratamente sotto pressione.
- E … esattamente … - balbettò rivolto a Derek, - perché … Stiles …?
- Perché mi va.
Giusto, grande motivazione, romantica. Una vera dichiarazione d’amore in piena regola, degna di Derek Hale. Stiles rischiava di essere sommerso dall’amore che gli veniva dato, probabilmente avrebbe potuto annegarci. Come no.
Scott allora riprese coscienza di sé: - Tu! – esclamò, sempre contro Derek, - Potresti avere tutte le persone del mondo e devi proprio divertirti col mio migliore amico?
- Tecnicamente, - precisò Stiles, - io sono consenz …
- Stai zitto! Ti ha fatto il lavaggio del cervello, Stiles, non lo capisci? Non sai com’è Derek? Non ti ricordi che le ha provate tutte per farmi entrare nel suo branco? Ehi, non è che è un altro tentativo? Perché resta sempre un no e non cambierò idea solo perché sei riuscito a circuire Stiles e …
- Veramente, - precisò Derek, - è stato lui a farmi un’appassionata dichiarazione d’amore. Io mi sono semplicemente limitato a esprimere il mio punto di vista sulla cosa.
Sembrava piuttosto freddino riguardo a quello. Certo, Stiles non si aspettava dichiarazioni d’amore o altro, ma almeno un minimo di partecipazione emotiva. In fondo stavano per fare sesso quindi magari a Derek avrebbe dovuto interessare giusto un pelino di più di lui e dei suoi sentimenti, no? E che punto di vista della miseria, gli aveva ficcato la lingua in bocca,  diamine.
- Stiles … - mormorò Scott, - quindi è vero? Tutta quella roba sul fatto che da mesi sei innamorato di Derek?
Stiles annuì.
- E perché non me lo hai detto? Così ti avrei fatto rinsavire prima che tu facessi cose irreparabili! Non è che ti sei fatto mordere, vero?
- Certo che no! E non vedo cosa ci sia di irreparabile nel passare un po’ di tempo di qualità con la persona che mi piace, - disse Stiles.
La morale di Scott era francamente ridicola. Faceva tante storie per Derek quando lui era uscito e usciva con una ragazza la cui famiglia dava la caccia ai lupi mannari da secoli. Quindi poteva sinceramente starsene zitto, tornare nel suo angolino e ignorare Stiles come aveva fatto felicemente negli ultimi tempi.
- C’è di male che io ti conosco Stiles! È come con Lydia, solo che almeno lei ti ignorava e basta. Tu sei innamorato ma noi stiamo parlando di Derek. Non ricambierà mai e probabilmente sta facendo quello che sta facendo perché si annoia. Derek non ha mai amato niente e nessuno nella sua vita, perché dovrebbe amare te?
Come rovinare tutte le aspettative e i sogni segreti di Stiles Stilinski con due frasi. Scott avrebbe dovuto scrivere un manuale, era stato davvero perfetto. Ora Stiles aveva solo voglia di ascoltare musica deprimente ingozzandosi di Chucken Nuggets. Che bello, avere amici come Scott, erano un toccasana.
- Okay, - disse Derek, sorprendendo tutti, - ora puoi anche andare a scrivere una canzone con Taylor Swift su quanto io sia crudele e perfido, non mi interessa. E a te non dovrebbe interessare la mia vita privata.
- Mi interessa se coinvolge il mio migliore amico! – replicò Scott.
- Ma per me è okay, - mormorò Stiles, - so che a Derek non piaccio o piacerò mai. Non ho aspettative di alcun genere. Quindi puoi lasciarmi stare?
Okay, magari aveva un pelino di aspettativa sul fatto che Derek un giorno gli si sarebbe inginocchiato davanti tirando fuori un anello e dicendogli che voleva sposarlo dopo il diploma perché la amava da sempre e sentiva di non poter vivere senza di lui con tanto di Love Story  come sottofondo. Certo, era puramente utopico, ma sognare non aveva mai ucciso nessuno, no? Okay, almeno finché qualcuno non ti tira giù tutti i castelli in aria e vuoi solo piangere ascoltando White Horse  per il resto dei tuoi giorni.
- Come vuoi, - borbottò Scott, - ma io ti ho avvisato.
Uscì dalla stanza, lasciando un Derek annoiato dalla discussione, oltre che seccato all’inverosimile, e uno Stiles sull’orlo del suicidio.
Okay, aveva avuto aspettative troppo alte, si era fatto viaggi mentali assurdi in cui Derek era innamorato di lui quando in realtà probabilmente gli interessava meno di niente e la realtà, a confronto dei suoi sogni faceva abbastanza pena. Non che comunque non fosse abituato, Lydia era dalla terza elementare che lo rifiutava candidamente, quindi non avrebbe dovuto fare così schifo e non avrebbe dovuto avere voglia di suicidarsi lanciandosi dalla finestra e …
Derek lo abbracciò.
Era il loro primo abbraccio e fu qualcosa di abbastanza buffo, perché Derek andò goffamente a sbattere con il torace contro quello di Stiles e lo strinse troppo forte con le braccia, facendo assomigliare il tutto più a una morsa da piovra assassina che a un abbraccio. Ma era quello, senza ombra di dubbio.
Stiles sentiva il cuore di Derek battere, talmente erano vicini, sentiva il suo ritmo lievemente accelerato e allora, che diamine, come non poteva farsi film mentali sui sentimenti di Derek verso di lui? Sembrava così ambiguo  volte, come se volesse dirgli che ci teneva ma non ne fosse capace. Certo, poteva essere anche solo la fantasia di Stiles, ma andiamo, era un abbraccio e Derek non andava certo ad abbracciare la prima persona che passava, no?
Stiles gli si accoccolò contro il petto e Derek lo lasciò fare, sempre tenendolo fra le braccia un po’ goffamente.
Stiles gli strofinò il viso contro il petto: - Sei caldo, - disse e sbadigliò.
Forse avrebbe dovuto farsi qualche ora di sonno quella notte, anziché tempestare Beth di messaggi, perché sentiva le palpebre pesanti e Derek era davvero comodo come cuscino. Lottò per stare sveglio.
- Dormi, - gli disse Derek e fece per alzarsi, - hai passato la notte in bianco.
- Resta qui, - mugolò Stiles, stringendosi di più a lui e, con sua grande sorpresa, Derek lo accontentò e poté tranquillamente addormentarsi sul suo petto.
 
 
*
 
 
Si risvegliò sul petto di Derek, esattamente dove si era addormentato e la prima cosa che vide furono due occhi verdi che lo fissavano incuriositi e – miracolo divino – il volto di Derek quasi rilassato anziché con la solita espressione corrucciata.
- Derek, - mormorò Stiles, ancora mezzo addormentato e si alzò dal materasso quel tanto che bastava per sfiorare le labbra di Derek con le sue. Questo ricambiò, sorpreso, senza però trasformare come al solito il bacetto da terza media in qualcosa di più, si limitò a avvicinare ancora di più Stiles a sé e, terminato il bacio, a strofinarsi nel suo incavo del collo con la faccia e ad annusarlo un pochino.
- Ehi, calmo, non penso di avere un odore così buono. Ho dormito per … che ore sono?
- Le sei e dieci, - rispose Derek, senza muoversi da addosso a Stiles.
- Allora ho dormito … sono le sei e dieci?! – esclamò Stiles, rendendosi conto di che diamine di ora fosse e del fatto che aveva perso non solo il resto della mattinata ma anche tutto il pomeriggio che avrebbe potuto trascorrere con Derek e soprattutto del fatto che suo padre lo avrebbe ammazzato.
- Perché non mi hai svegliato? – si lagnò, spingendo via Derek e tirandosi su di botto, alla ricerca della maglietta e della giacca.
- Dormivi così bene, - disse ironico Derek, mettendo il segno al libro che stava leggendo.
Maledetti libri. Stiles un giorno glieli avrebbe bruciati tutti, erano più amati di lui. Certo, Derek non li abbracciava – doveva prendersi un momento per apprezzare la cosa – ma erano comunque coccolatissimi rispetto a lui.
- Mio padre mi ammazzerà. Non potrò più uscire di casa fino al duemilacinquanta.
Stiles frugò le tasche della giacca e trovò sedici chiamate perse di suo padre, nove di Scott, tre di Beth, sette di Isaac, due di Lydia e una addirittura di Jackson. Almeno si fosse portato a letto Derek sarebbe valsa la pena, invece aveva dormito. Era con Derek, da solo, Derek senza maglietta e lui aveva dormito. Doveva esserci una qualche legge naturale che lo impedisse, diamine, voleva soltanto morire. Non che suo padre non avrebbe provveduto appena lo avesse avuto a portata di mano, ma comunque complimenti Stiles, vedo sempre più vicino il traguardo “Quarant’anni vergine”. E nonostante Derek, che era l’unico essere umano al mondo a cui alzasse la libido, volesse chiavarlo fino a bucare il pavimento. Una cosa da Guinnes dei Primati. Sicuramente ci doveva essere un premio per “la persona che è stata con Derek Hale tre settimane rimanendo pura”. Probabilmente una medaglia e del denaro.
- Dovresti chiamare tuo padre, - gli notificò Derek, andando poi a cercare una maglietta nel suo armadio.
- Se tu mi avessi svegliato questo casino non sarebbe mai successo!
- Per la cronaca, dormivo anche io fino alle sei meno tre. Sai, passare le notti con te che ti agiti, mugoli nel sonno cose oscene e sbatti contro tutto ciò che è attorno al tuo letto non è un toccasana per il sonno, soprattutto se sei un lupo mannaro e senti tutto.
Stiles pregò di non aver parlato nel sonno quel paio di volte in cui aveva sognato di fare sesso con Derek. Okay, quel centinaio di volte in cui aveva sognato di fare sesso con Derek.  Neanche quelle volte in cui aveva sognato che Derek diceva di amarlo. O, al diavolo, sperava solo di aver tenuto la sua stupida enorme boccaccia chiusa.
- Derek, ascolta, penso tu abbia frainteso perché io, nel sonno, non parlavo assolutamente di te ma del mio … ecco, del mio … mio zio! Si chiama Derek anche lui e …
- E ti rivolgi a lui dicendo “scopami, stupido lupo mannaro?” lieto di saperlo.
Stiles non odiava solo le sopracciglia e i libri di Derek, odiava anche il suo maledetto sarcasmo. Probabilmente, di questo passo si sarebbe ritrovato a leggere una poesia scritta da lui intitolata Dieci cose che odio di te davanti a tutta la classe e ad ascoltare musica grunge in locali squallidi. Maledetto Derek, a volte rendeva le cose così da film anni novanta.*
- Stai zitto, - borbottò Stiles, - io sto per morire tanto, potevi almeno tenere per te questa figuraccia, sarei morto più sereno.
Derek gli lanciò un’occhiata di sufficienza.
- E smettila con quelle occhiate! Mio padre mi ucciderà, ero in punizione e ho saltato la scuola e sono stato fuori casa tutto il pomeriggio senza rispondere al telefono, è abbastanza perché mi seppellisca nel giardino sul retro. Tu verrai a salvarmi se tenterà di spararmi, vero?
- Non ci penso nemmeno, - rispose candidamente Derek, prendendo le chiavi della sua auto e facendo cenno a Stiles di avviarsi.
- Ma … ma … ma come? Derek, io non te la perdono, Derek! Come puoi farmi questo? Derek, non camminare così in fretta, Derek! Chi bacerai se io morirò, eh?
Derek si fermò e si girò: - Me ne farò una ragione, - disse, ma poi gli stampò un bacio sulle labbra, - tanto desidero ucciderti per metà del tempo che passo con te.
- E l’altra metà? L’altra metà la passi a pensare a quanto mi ami, vero?
Derek lo fulminò con lo sguardo.
- Ti ammazzo.


 
 
*
 
 
Lo sceriffo Stilinski non era arrabbiato, ma di più. Primo: Stiles aveva saltato la scuola, seconda cosa, incurante della punizione era stato fuori tutto il pomeriggio, terzo, chi diavolo era la vampira che gli aveva lasciato quella roba sul collo?
- Licantropo, papà, - disse Stiles alla fine di tutta la sgridata, che probabilmente avevano sentito fino in Polinesia.
- Eh? – domandò suo padre, esasperato.
- Niente!
- Per l’amor del cielo, Stiles, cosa ti è preso? Okay, sei sempre stato un po’ fuori di testa, ma non hai mai disubbidito così tanto! È per stare con una ragazza? Santo cielo, Stiles, cosa ti succede? Non puoi farmi preoccupare in questo modo!
Stiles avrebbe davvero voluto spiegargli tutto, ma probabilmente anche se avesse accennato solo di sfuggita il nome Derek Hale suo padre avrebbe fatto le valigie e si sarebbero trasferiti in Islanda, con un ordine restrittivo nei confronti di Derek. E se anche fosse riuscito a dirgli la parte del “mi piace un tizio che hai arrestato un paio di volte perché avevamo detto che era sospettato di omicidio e ultimante ci baciamo spesso sul mio letto” quando avrebbe dovuto spiegargli del piccolo problema peloso di Derek suo padre lo avrebbe internato in un centro di riabilitazione per malati mentali.
- Papà, - disse, - è che … ecco … mi sono addormentato.
Era la verità, in fondo. E se c’era una cosa che Stiles odiava fare era mentire a suo padre, quindi aveva deciso di dire tutto ciò che poteva dire senza finire in qualche istituto di igiene mentale.
- Per l’amor del cielo, Stiles! Ho avuto diciassette anni anche io! So come funzionano le cose e avrai fatto di tutto tranne che dormire.
Ma magari.
- Papà, davvero, non volevo fare tardi, mi sono semplicemente addormentato! Okay, lo ammetto, ho saltato la scuola perché ieri non ho studiato per il test, sono andato in un posto e mi ci sono addormentato. Fine.
Oh, a proposito … non è che Scott aveva detto qualcosa? Qualcosa tipo “ l’ultima volta che l’ho visto era sul letto di Derek Hale mezzo nudo”? Del resto suo padre doveva aver chiamato Scott per primo, no?
- Ascolta, Stiles, so che magari quella ragazza, Bethany, è innamorata di Scott, ma non devi lasciarti andare per questo. Insomma, Lydia non si è mai mostrata interessata a te e non hai mai fatto tutte queste pazzie e …
Ormai Stiles nemmeno lo ascoltava. Evidentemente Scott doveva aver tenuto la bocca chiusa, dato che per tutta la durata della predica venne fatto solo il nome di Beth come causa del suo strano comportamento.  Da una parte Stiles gli era grato: alla fine Scott non aveva detto nulla, probabilmente sapendo – o meglio, credendo di sapere, - perché non rispondeva. Forse non era così irrimediabile la loro situazione. Certo, avrebbe dovuto convincerlo del fatto che a lui andava benissimo che a Derek non importasse nulla di loro due, anzi, che non esistesse nemmeno un “noi” per definirli, che gli bastava dargli tutto il suo affetto e non voleva nulla in cambio. Certo, sarebbe stato auspicabile ma utopico, anche se magari non così tanto. Non sapeva quanto fosse reale e quanto fosse nella sua mente, ma a volte a Derek sembrava quasi che importasse. Ma quello sicuramente non l’avrebbe detto a Scott.
- Dammi il tuo cellulare e il computer. Anche l’iPad. Non potrai uscire fino ad Halloween e guai a te se provi a saltare un solo giorno di scuola. Inoltre nei weekend dovrai fare qualche lavoretto per me.
Evviva. Non che comunque Stiles avesse avuto quella grande vita sociale: a parte quando andava a caccia di lupi mannari non usciva molto, qualche serata da Scott o, negli ultimi tempi, giri al centro commerciale con Beth che finivano sempre con loro due su qualche panchina a parlare dei rispettivi amori impossibili. E dato che Scott non gli parlava e Beth era anche lei in punizione non era una gran perdita. Sarebbe solo stata una rottura fare i “lavoretti” per suo padre, che includevano cose noiose come spolverare la casa, riordinare la sua stanza, lavare l’auto … ma nulla di così fastidioso.
- Posso salire in camera? – domandò, quando la ramanzina finalmente finì.
Suo padre sospirò egli fece cenno di andare. Stiles non poté fare a meno di sorridere, fece i gradini due a due e, entrato nella stanza, dopo aver chiuso a chiave la porta, buttò le braccia al collo di Derek e lo baciò con tale impeto che finirono tutti e due sul letto, uno sdraiato sull’altro.
Povero papà, pensò Stiles. Faceva di tutto per tenerlo lontano dalle cattive compagnie, quando la ragione di tutti quei casini passava tutto il tempo in camera sua.

*riferimento a “10 cose che odio di te”, un bellissimo film che dovete vedere.
Nota utile: il titolo del capitolo fa riferimento all'hidden message di Innocent, una canzone del terzo album di Taylor Swift e ditemi se questo hidden message non calzava a pennello.
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And I didn't know I was looooost lalalala. Hola folks! Sono a casa da sola e mi sto ascoltando la musica a palla perché essere a casa da soli è bellissimo. Sì, okay sono fuori ahahah. Anyways, tornati a scuola/università/lavoro? IO NO. Sono ancora a casa e sono contentissima, perché ho passato due giorni senza poter stare nella mia stanza e quindi a morire, pioveva pure e non avevo letteralmente posto dove stare. Ma ora eccomi qui! Che dire del capitolo ... Scott ha pientamente ragione, Stiles si fa prendere da tutto quello che fa però su un altro fronte si sbaglia ma non vi dico quale uu E come vedete Derek non è così insensibile ai sentimenti di Stiles come sembra o forse è bastardissimo e lo sta illudendo. Quale delle due? Si accettano scommesse. Scott vota per la prima e anche Beth perché vuole mettersi in buona luce con Scott. Isaac non vota perché sta rosicando ahahah. Comunque, mi è successa una cosa che vi devo raccontare, anzi due: allora, sono entrata in un gruppo di sterek shippers su fb e ommioddio, c'era gente che conosceva questa storia. Vi giuro, sono allibita. E ancora, ho creato un gruppo di sterek shippers su whatsapp (se volete entrare ditelo anyways) e anche lì una ragazza segue questa storia e io boh, vi giuro, quando ho iniziato a scriverla pensavo che non l'avrebbe letta NESSUNO e magari potrà sembrare stupido ma per me è una soddisfazione vedere che sembra piacere (o mi sbaglio? E questa è ybris?) e spero davvero di non deludervi. E veniamo a una cosa importantissima: DIECI RECENSIONI A ME? Ma, io parlo a voi Tenten, alixsoldier,two_dollar_bill, ursula74, Alex_J, Adelaide Bonfamille, Epic_FHale, Kate Kitty, cheekbones, supermimi213 io sul serio boh, sono allibita. Ma davvero? Cioè, siete serie? Non so davvero come ringraziarvi, siete davvero le mie besties e leggere quello che mi scrivete nelle recensioni o in privato mi rende davvero contenta ç___________ç I love you for infinity, davvero, non ho parole per ringraziarvi.

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Capitolo 13
*** Le tendenze autolesionistiche di Derek e Stiles ***





- Non capisco perché siano tutti così fissati col disordine della mia stanza, - si lamentò Stiles, recuperando da sotto il letto un piatto incrostato di qualcosa di non identificato sepolto sotto una pila di calzini.
- Perché sembra la tana di qualche animale, - gli notificò Derek, che, mentre lui stava cercando di pulire il caos di una diecina di anni, stava tranquillamente leggendo uno dei suoi soliti libri pallosi appoggiato con la schiena contro la parete.
- Si dà il caso che tu sia un animale.
Derek lo guardò male da sopra D’amore e d’ombra: - Licantropo. Predatore. Non animale. E sono sempre più ordinato di te.
- Beh, ci va anche poco, hai vissuto fra le macerie per anni e ora vivi in un loft che è già tanto abbia qualche mobile!
Stiles gli tirò qualcosa, realizzando solo dopo che erano un suo paio di boxer lasciati a marcire sul pavimento dalla precedente glaciazione.
Stupendo. Decisamente un toccasana per la loro non relazione che, nonostante le ottime premesse del venerdì precendente, non aveva fatto passi avanti. Non che potesse, dato che dovevano persino baciarsi cercando di fare meno rumore possibile, dato che il padre di Stiles, se era a casa, passava tutto il tempo a controllare che Stiles fosse in camera e non scappasse dalla finestra. E ogni volta Derek doveva nascondersi nell’armadio, il che era abbastanza stressante.
Un paio di volte, quando lo sceriffo era fuori, erano venuti a trovarlo Beth e Isaac. La punizione di Bethany sembrava finalmente finita e lei trovava tremendamente noioso non poter uscire con Stiles. Ovviamente usciva comunque, ma con Isaac al seguito che non poteva essere più felice del fatto che Stiles fosse in castigo. Fosse stato per lui, probabilmente, lo avrebbe murato vivo nella sua casa.
- Io ho l’essenziale. Mi spieghi invece tu cosa te ne fai di tutte le porcherie contenute in questa stanza?
- Le uso! – mentì spudoratamente Stiles.
Derek decise che aveva parlato abbastanza per i prossimi venti giorni e riprese a leggere il maledetto libro mentre Stiles giocava a fare Cenerentola. Derek sarebbe stata una perfetta matrigna, anzi, aveva pure una vaga somiglianza con quella del cartone. Okay, bugia totale. La matrigna di Cenerentola non era sexy da morire, non stava seduta a terra nella luce del sole autunnale in modo da sembrare un modello, non aveva pettorali da urlo per non parlare degli addominali e …
- Wow, Stiles, pensavo tu riordinassi, non che facessi wolf watching! Avresti almeno potuto invitarmi!
Bethany, con i suoi shorts e la sua acconciatura migliore, se ne stava seduta sul davanzale e interruppe i pensieri – che stavano decisamente diventando sconci – di Stiles.
- Taci. Dove hai messo Isaac?
- L’ho chiuso nel bagno.
Stiles spalancò gli occhi e persino Derek occhieggiò da sopra quello schifo di libro.
- Ehi, scherzavo! È andato a prendere la macchina, andiamo a fare un giro in centro prima di vedere un film. Se qualcuno non fosse stato così idiota saresti potuto venire anche tu.
Beth non gliela aveva fatta passare liscia. Il fatto che lui fosse riuscito a non concludere assolutamente nulla, intervento di Scott infausto a parte, secondo lei era indice di un grosso, enorme problema. Gli aveva consigliato di andare da un terapista, perché non saltare addosso a Derek Hale quando si è soli in un letto con lui è indice di un disturbo psichico. Era stato stupendo sentirglielo dire con Derek a mezzo metro di distanza. Ma Bethany non si faceva problemi, tanto non era lei quella ad avere una cosa con lui.
- Comunque, sono passata a farvi un salutino. Anche a te, lupo musone sullo sfondo che mi ignora, come sempre.
Derek non alzò nemmeno lo sguardo dal libro.
- Comunque, Stiles, vedi di fare qualcosa di utile per il mondo oggi pomeriggio, anziché fare l’elfo domestico. Hai più sentito Scott?
- No, Bethany, e se non sapessi che tu mi vuoi sinceramente bene, siccome mi chiedi sempre di lui potrei pensare che siamo amici solo per la tua cotta epocale, - le disse Stiles, raccogliendo altri vestiti dal pavimento.
- Eddai!
Stiles sospirò: - Nope. Però mi ha coperto venerdì scorso, quindi non  mi odia del tutto.
- Dovreste parlarvi, - disse Beth, annuendo alla sua affermazione.
- Facile! A lezione mi evita come se avessi la peste e non è che mi vada di litigare ancora.
- Sei una lagna, Stiles. Ma se ne occuperà la tua Bethers, come al solito. Ora vado, Isaac mi aspetta. Bye bye Stiles, bye bye Derbear.
Beth saltò giù e Derek nel frattempo si alzò dopo aver messo il segno al libro, furibondo: - Ti ammazzo! – esclamò e Stiles, sinceramente preoccupato che Derek attuasse davvero il suo proposito, gli mise una mano sul petto.
Anche se Derbear era geniale. Avrebbe dovuto cambiare il suo nome sul telefono da “Derek” con vicino un cuoricino rosso – Stiles era una persona molto romantica – a “Derbear”. Derek lo avrebbe fatto a fette se lo avesse scoperto, ma andiamo, Derbear.
- Eddai, Derek, non è così male Derb …
- Pronuncialo e ti strappo le corde vocali con i denti, - ringhiò Derek.
- Sai, - iniziò Stiles, dovresti fare qualcosa per questa tua aggressività, tipo non so, yoga, bere tanta camomilla …
Derek gli diede uno spintone per niente gentile e finirono sul pavimento, luogo considerato da lui evidentemente ottimo per i baci, dato che premette le labbra contro le sue, facendo pressione con la lingua perché Stiles aprisse la bocca. Ovviamente questo non se lo fece ripetere due volte e si ritrovarono a baciarsi in mezzo a vestiti da lavare e cianfrusaglie.
- O baciarmi sul pavimento della mia stanza, certo, anzi, penso che sia la soluzione migliore, sai? – disse Stiles quando si separarono per prendere fiato.
Derek lo fissò per un attimo, poi riprese a baciarlo con foga. In fondo essere in punizione non faceva così schifo.
 
 
*
 
 
- Domani sera i miei sono fuori casa, - stava dicendo Beth, seduta sul letto di Stiles.
Erano tre giorni che lui puliva, riordinava e lavava ininterrottamente con Derek che lo osservava senza muovere un dito per aiutarlo. Anche in quel momento stava riordinando, la libreria per la precisione, con Derek seduto per terra a leggere e Beth sul letto, anche lei con le mani in mano. Bella gente.
- E allora? – domandò Stiles.
- E allora, pensavo di invitare Derek a dormire. Che ne dici? Tu, io e You tonight dei Lit.
Il viso di Derek esprimeva disgusto puro e Stiles saltò su, buttando i libri a terra e minacciando con uno di essi Bethany: - Cosa? – esclamò.
- Tranquillo, tranquillo, scherzavo. Tieniti il tuo lupacchiotto, a me interessa solo Scott.
Derek la gelò con lo sguardo. Probabilmente se non fosse stata umana l’avrebbe già buttata dalla finestra senza complimenti.
- Comunque, - proseguì Beth, - Pensavo che Stiles potrebbe venire da me. Insomma, okay, lo so che siete presi a fare tutte le vostre cose, ma un’oretta una sera sarebbe carina. Certo, Isaac è un grande, ha perso anche le mutande a forza di perdere a carte contro di me, ma diciamo che non siamo così intimi da poter parlare di Scott. E sarebbe carino avere qualcuno con cui parlarne, una volta tanto.
Stiles annuì. Anche lui aveva bisogno di parlare, a dire il vero.  Ovviamente di Derek, ma anche di Scott e di quello che gli aveva detto. Certo, da una parte aveva la piena consapevolezza che Derek non si sarebbe mai innamorato di lui, perché andiamo, si parlava di Derek Hale. Dall’altro c’erano tutte quelle cose ambigue, l’abbraccio, il modo in cui Derek lo toccava a volte, facendogli delle specie di carezze, il fatto che lo lasciasse, nei giorni migliori, stargli accoccolato addosso, dovevano pur voler dire qualcosa, no? E Beth poteva dargli un parere. E, okay, c’era anche quella parte in cui finivano sempre a parlare di quanto Derek fosse sexy, soffermandosi su punti salienti del suo corpo, che a Stiles mancava davvero tanto.
- Vengo anche io, - disse Derek e l’intero universo smise di fare quello che stava facendo per fissarlo, sconvolto dalla notizia.
- Derek? Chi sei tu? Cosa ne hai fatto di Derek Hale?  O è qualche droga?
Derek la fulminò con lo sguardo e assunse la sua migliore faccia ingrugnita: - No, perché potresti chiamare anche Scott e, a casa tua, potremo parlare della situazione. Isaac mi ha dato alcune notizie interessanti.
Bethany roteò gli occhi: - E non illudermi così. Comunque, che ha detto Isaac?
- Che ha fiutato una pista. Lupi, ma che noi non conosciamo. Volevamo seguirla prima che la traccia svanisca, ma ci serve Scott. Più siamo, più è sicuro.
- Dovete proprio? – domandò Stiles, posando i libri e avvicinandosi a Derek.
Gli avevano tolto i punti da qualche giorno, ma la pelle continuava a tirare. Ignorò la cosa e proseguì: - Nel senso, insomma, è quasi un mese che gli alpha non stanno facendo nulla, quindi perché andarli a cercare?
- Sei idiota? – borbottò Derek, - perché uno di loro ti stava ammazzando, per prima cosa. Seconda, ho ucciso uno del loro branco, a rigor di logica, se non stanno facendo niente è perché architettano qualcosa e quindi, se li prendiamo di sorpresa, avremo un minimo di vantaggio.
- Ma Derek …
- Ma niente, zitto e riordina.
Stiles provò a ribattere, ma lo sguardo omicida di Derek lo fece desistere. Si sentiva strano. Era come se non fosse più a suo agio con se stesso, come se tutto all’improvviso fosse diventato sbagliato, da quando Derek aveva detto quelle cose.
Era preoccupato.
Era la stessa sensazione che provava quando suo padre doveva risolvere qualche caso pericoloso o quando Scott si metteva nei guai. Certo, era sempre stato preoccupato per Derek, perché quello sembrava avere delle tendenze decisamente autolesionistiche ma mai così tanto. Insomma, Derek gli piaceva, ma lui non … lui non lo amava.
E, cavolo, le cose si stavano mettendo male. Malissimo, anzi. Perché okay, a Stiles poteva piacere Derek, poteva avere una cotta per lui ma amarlo? Quello era autolesionistico. Perché un conto è sapere che una persona ti piace e accettare di guardarla da lontano sapendo che il massimo a cui arriverete sarà un abbraccio, un conto è amarla. Amare Derek era qualcosa di infinitamente peggiore, perché tutto quello che facevano, i baci e quando, prossimamente, sarebbero andati oltre, per lui avrebbe significato tutt’altro rispetto a ciò che Derek intendeva.
Scott aveva ragione. Stiles non era minimamente capace di non farsi coinvolgere. E il risultato sarebbe stato un cuore spezzato e ore e ore passate ad ascoltare All too well. E sicuramente non sarebbe venuto fuori niente di buono da quello, altro che Taylor Swift, che per ogni ragazzo che l’aveva mollata aveva un grammy se non due.
Eppure, c’erano tutti quei segnali … aveva bisogno di Bethany. Subito.
Le scrisse un messaggio sul cellulare, sperando che Derek non riuscisse a capire che cosa scriveva solo dal ticchettio delle dita sullo schermo.
Beth diede il meglio di sé: - Derek, ma se ti rubassi Stiles un secondino e ti mandassi Isaac così potete fare quelle cosette da lupi tipo annusarvi …?
- Non ci annusiamo, - ringhiò Derek, - smettila. E comunque, Stiles deve finire di riordinare.
- Oh, scusa, mamma. Ma davvero, ho bisogno di Stiles per una cosa da donne.
- Tecnicamente è un maschio.
- Tecnicamente, - lo riprese Bethany, - è il mio migliore amico. E ho già chiesto a Isaac, ma non va bene. Ti prego. Mi serve solo un aiutino, poi te lo riporto e nessun alpha ci attaccherà.
Derek alzò un sopracciglio: - E per cosa ti serve? Se non ci è riuscito Isaac ci posso riuscire io, senza mettere tutti in pericolo inutilmente.
Bethany ringhiò.
- Okay, se proprio vuoi saperlo, oggi mi è arrivato il ciclo per la prima volta e mia madre è via e quindi non oso dirlo a mio fratello, quindi volevo che Stiles mi aiutasse a capire come si mettono i tampax, ma forse lo sai tu, perché ho comprato quelli apposta per ragazze vergini e …
Stiles avvampò fino alle orecchie perché diamine, Bethany era un genio e Derek sembrava sull’orlo dell’omicidio.
- Fuori! – esclamò, - Voi due, fuori! Sparite!


 
 
*
 
 
Cacciato via Isaac, fu tutto molto più semplice e Stiles poté finalmente concedersi una risata. Beth gli lanciò un cuscino addosso.
- Non hai idea di quanto sia stato umiliante. Okay, mi piace Scott, ma dire certe cose davanti a un bel ragazzo, anche se è Derek, è uno schifo. Mi devi perlomeno una gif card da Aeropostale.
Stiles collassò dal ridere sul pavimento della stanza di Beth, ma poi si ricordò perché era lì e si incupì.
- Non abbiamo tanto tempo, prima che mio padre torni, ma ecco, volevo dirti, oggi è successa una cosa …
- Oh, mio Dio! Stilinski, tu e Derek …? – esclamò Beth, lanciandoglisi praticamente addosso.
- No, no …
Ecco, innamorarsi di Derek Hale doveva essere considerata una catastrofe naturale. O perlomeno, qualcosa per cui mettere in allarme l’intero universo. Stiles avrebbe dovuto essere rapito e sottoposto a una lobotomizzazione per stare al sicuro. Perché immaginare che un giorno Derek gli avrebbe detto di amarlo era sintomo del fatto che si stava lasciando troppo andare. E desiderare quello più di ogni altra cosa, persino più del sesso e andiamo, si parlava di sesso e Derek Hale nella stessa frase, era un peccato capitale.
- E allora cosa, per l’amor del cielo? Sai che non sono precisamente esperta di queste cose, forse dovrei chiedere ad Isaac qualche spiegazione ma …
Isaac sarebbe stato lietissimo di fornire dimostrazioni pratiche di quello che succede in una coppia a Beth, ma Stiles non era dell’umore per concedergli quel privilegio. Il suo umore era più orientato verso il suicidio, era solo indeciso se spararsi o farsi investire da un treno in corsa. Ambedue le cose sarebbero state meno dolorose che amare Derek.
- Sono innamorato di Derek, - disse infine.
Beth roteò gli occhi: - Si sapeva. Lo sa anche lui e gli sta bene. Quindi, il problema vero è che …?
- Il problema vero, - disse Stiles, forse a voce un po’ troppo alta, - è che lo amo. Non mi piace, non è una cotta, io lo amo. E lui non mi amerà mai. La cosa fa schifo, Scott aveva ragione, non sono in grado, non sono abbastanza maturo per lasciare i sentimenti da parte nel nostro rapporto e …
Stiles ricevette una felpa di Isaac in faccia. Avrebbero dovuto parlare poi di quella mania di lanciargli le cose addosso perché la stava prendendo anche lui e non ci teneva a lanciare la sua biancheria intima su Derek un’altra volta. Certo, magari in circostanze diverse sarebbe stato accettabile ma …
- Stiles. Ascolta la tua Beth. Okay, in amore ho zero esperienza, ogni volta che provo a parlare a Scott compare magicamente Allison e il massimo che ho fatto è farmi aiutare a fare un esercizio di matematica che Scott ha pure sbagliato, ma ho visto tantissimi film. E Derek, per quanto non ti abbia mai detto mezza parola gentile o qualcosa di dolce, ma ci tiene a te. Magari non ti ama, ma qualcosa per te lo prova palesemente.
Stiles la guardò dubbioso. Conoscevano lo stesso Derek? Certo, c’era quella volta o due in cui Derek sembrava meno dispiaciuto del solito di vederlo, ma non era esattamente una dimostrazione di sentimento. Non che fosse nella natura di Derek avere dei sentimenti. Anzi, probabilmente non li aveva, doveva essere una cosa da lupo mannaro speciale, tipo quella dei vampiri di The vampire diaries che spegnevano le emozioni. Del resto, dopo la morte della sua famiglia era più che comprensibile che non avesse una voglia pazza di innamorarsi o altro.
- Stiles, non fissarmi così. Ogni volta che entro nella tua stanza, Derek sembra che voglia mangiarmi. È geloso perché sa quanto siamo legati. E magari non lo hai notato, ma quando ha il libro davanti, molto spesso non legge: ti segue con lo sguardo, come se avesse paura che, se distogliesse un attimo l’attenzione, tu scomparissi. Andiamo, nessuno fa così a meno di non avere davanti la persona che gli piace.
- Senti, a Derek piacerò, okay, ma gli interessa solo baciarmi eccetera, non gli interessa, il resto, non gli interessa come sto, non gli interessa parlarmi, non gli interessa niente. Voleva solo qualcuno con cui sfogare le sue pulsioni.
Bethany roteò gli occhi e gli lanciò un cuscino in faccia: - Stiles, ma allora sei scemo. Tu pensi che Derek, volendo semplicemente una storia di sesso, avrebbe scelto te? Primo, Derek potrebbe avere chiunque, uomo, donna, andiamo, è strafigo. Perché proprio tu? Sei strano e non mi sembri il massimo del sex appeal. Secondo, il figlio dell’uomo che lo ha arrestato? Il migliore amico di Scott? O è masochista, dato che per trastullarsi ha scelto il partito più scomodo? Andiamo. Magari non se ne è nemmeno reso conto, ma è cotto di te.
Stiles non poté fare a meno di sorridere per un attimo. Sarebbe stato bellissimo se Beth avesse avuto ragione, peccato che non ce l’avesse affatto. Altro che unicorni e arcobaleni e Derek innamorato, nella realtà c’era solo un Derek quasi perennemente ingrugnito che gli avrebbe spezzato il cuore e tutto quello che avrebbe ottenuto come conforto sarebbe stato Scott che diceva “te l’avevo detto”.
Stiles avrebbe fatto bene a informarsi su qualche terapia per uscire dall’autolesionismo, perché doveva volersi proprio male a continuare a sperare nonostante tutto. Okay, Beth gli aveva riacceso la speranza, ma era così facile dimenticarsi della realtà e credere che un giorno Derek sarebbe partito per lui. Derek non si innamorava, perché no, perché non era nel suo dna farlo, e soprattutto, non di uno come Stiles.
- Sì, certo e le capre volano. Non mi resta che pregare in un miracolo e …
- Stiles, - lo fermò Bethany, - dicevi lo stesso quando ti piaceva Derek “non ci metteremo mai insieme gne gne” e ora non riuscite a tenere le labbra lontane. Quindi, lascia fare alla tua Bethers.
 
 
 
*
 
 
L’idea di incontrarsi tutti era stata pessima. Scott era incupito peggio che Derek, a cui lanciava sguardi astiosi dall’altro capo della stanza. Isaac, dal canto suo, fingeva di ignorare il fatto che Beth si fosse vestita due volte meglio del solito e che non avesse occhi che per Scott, quando in realtà aveva scritto in faccia che voleva ucciderlo t in modo doloroso.
- Allora, - disse Derek,  che pareva non fare caso all’atmosfera pesante , - Isaac ha trovato una pista e pensavo sarebbe il caso di seguirla finché possiamo.
Scott lo fissò con odio e poi spostò lo sguardo su Stiles, che stava seduto accanto a Derek e Bethany e lo guardò compassionevole.
Stiles gli avrebbe volentieri tirato qualcosa di molto pesante addosso, ma la cosa più pesante nella stanza era Derek e, probabilmente, se lo avesse fatto, avrebbe dato loro una buona occasione per ammazzarsi a vicenda e Scott non sembrava aspettare altro.
- Sei sicuro? Sai, non vorrei mai toglierti del tempo per molestare minorenni …
Stiles vide Derek stringere il pugno fortissimo, ma per fortuna non rispose alla provocazione: - Gli alpha, - disse invece, - non si interessano a chiunque io mi porti a letto, quindi uccideranno tutti a prescindere. Abbiamo la possibilità di anticiparli e non penso dovremo farcela scappare solo perché ti comporti come una ragazzina.
- Io? – esclamò Scott, scattando in piedi e avvicinandosi a Derek di un passo, - Io mi preoccupo per gli altri, anziché infilare le mani nei pantaloni di Stiles!
Ecco la cosa si stava facendo giusto in pochino imbarazzante. Giusto quel pochino pochino che gli faceva venire voglia di seppellirsi in giardino o di suicidarsi seduta stante. E quello avrebbe dovuto essere il suo migliore amico? Beh, grazie tante Scott. Tra lui che teneva il muso e Derek che non vedeva l’ora di imbarcarsi in una missione suicida Stiles non sapeva chi odiare di più. Ma chi glielo aveva fatto fare? Non poteva essere un normale adolescente innamorato senza speranza di Lydia, con un migliore amico normale e niente lupi mannari in giro? Soprattutto, senza la causa di tutti i suoi problemi, la super sexy causa in canottiera bianca e jeans seduta vicino a lui, e cavolo, quella canottiera era davvero aderente tanto valeva se la togliesse e …
- Non sapevo dovessi chiedere il permesso a te! E comunque, o facciamo come dico io o non potrai tenermi il muso a lungo, perché saremo entrambi morti, uccisi dagli alpha.
- Se non ci hanno dato fastidio fino a ora! – replicò Scott.
- Giusto, il fatto che hanno quasi ucciso Stiles è tralasciabile.
Scott scrollò le spalle: - Certo che no! Ma pensavo di non andarcele proprio a cercare …
- Giusto, aspettiamo che ci uccidano!
- Calma! – esclamò Beth, mettendosi fra i due e casualmente afferrando le braccia di Scott.
Anche nei momenti drammatici doveva sempre sbavare su di lui in qualche modo. Stiles si complimentò con se stesso: prima si innamorava di un lupo mannaro che non lo avrebbe mai amato, poi si sceglieva come amici un idiota patentato e una cretina arrapata. Sicuramente doveva rivedere le sue priorità in fatto di scelte e magari diventare un eremita dato che era circondato da disagiati.
- Vuole che andiamo tutti ad ammazzarci! – esclamò Scott.
- Voglio che evitiamo di ammazzarci, idiota!
- Anche io, guarda caso.
I due si fissarono con astio, così tanto che Stiles ebbe paura che iniziassero a darsele di santa ragione ma ci fu soltanto un silenzio carico di tensione, che terminò quando Scott disse: - Io me ne vado. Se vuoi suicidarti, fallo da solo.
E se ne andò senza tanti complimenti, salutando solo Beth e rivolgendo a Stiles un’occhiataccia.
Derek scrollò le spalle: - Isaac, vieni con me.
- Cosa? – domandò quello, che era rimasto tutto il tempo seduto a cercare di uccidere Scott con lo sguardo.
- Ho detto che vieni con me, muoviti.
Stiles aveva una sensazione orrenda: - Dove andate? – domandò.
- A caccia di alpha, - rispose Derek e prima che Stiles potesse anche solo reagire lui e Isaac erano scomparsi lasciando sia lui che Beth attoniti.
Si guardarono, constatando il fatto che Derek e Isaac se ne erano andati e che c’era un alto rischio che non tornassero interi.

 
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Tecnicamente dovrei studiare. O dormire. Tanto sono più o meno la stessa cosa per me. In pratica, sono appena tornata, si preannuncia una serata di pioggia e vi ho pensati, che dolce. Okay, forse non avevo una mazza da fare e per una volta mamma si era scollata dal pc quindi l'ho preso. E considerando che tempo di fare copiancolla del testo che mi sta già rompendo di darle il pc direi che potrò dirvi poche cose: allora, beh, STILES AMA DEREK. Penso sia nel suo carattere prendersi subito di qualcosa o qualcuno, quindi è uscita fuori questa cosa non so nemmeno bene come, dato che non era prevista nella stesura originale ma penso che così farà soffrire ancora di più Stiles che aspetta Derek che è a caccia di alpha. Okay, lo ammetto, forse fa un po' troppo The worst thing I ever did ma pazienza. E devo ancora decidere esattamente quanto sarò sadica nei confronti di Derbear lol.
Anyways, ci stiamo avvicinando al termine, dan dan daaaaan. E non ho ancora deciso una cosa, quindi vi prego, rispondete a questa cosa, ci sono due possibilità:
- storia più breve, più felice, più divertente, arcobaleni, unicorni e Derek che fa il muso a tutte queste cose (opzione A)
- storia di qualche capitolo più lunga, più incentrata sul soprannaturale, più seria (opzione B)
per me è assolutamente identico scrivere l'una o l'altra, fatemi sapere in qualche modo cosa preferite u.u
Per il resto, per non parlare sempre della storia, sto pensando di cimentarmi in una traduzione di No Homo cioè LA Sterek per eccellenza. E di iniziare a fare video su youtube, perché mi va troppissimo çç Voi che pensate di queste due cose? A dire il vero vi interesserà soprattutto la prima, ma se volete spendere due parole anche sui miei video, se ne fate anche voi e avete qualche consiglio, sono  Twitteren accetti ahahah.
Anyways, capitolo TREDICI e sappiate che non è un numero a caso, perché io sono nata il tredici dicembre (come Taylor Swift, rosicate plebe) e il tredici è il mio numero fortunato. E CASUALMENTE la grande realizzazione di Stiles è avvenuta nel capitolo TREDICI. Quindi stay tuned for more amazing things!
Ringrazio come sempre le ragazze che hanno recensito, Tenten, two_dollar_bill, Epic_FHale, alixsoldier, ursula74 io vi amo, siete dolcissime e non so come fate a sopportarmi e a non odiare me, questa storia e tutto ciò che mi riguarda ç___________________ç tanto amore per voi.
Ora fuggo che mia madre rivuole il suo precious (il pc, mica io) se volete avere notizie di me seguitemi su  Twitter byeee

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Capitolo 14
*** Alpha more like ansia. ***





- Stiamo calmi, - ripeté Bethany per la trentesima volta, buttandosi sul letto.
- Sono degli idioti. Prima Derek fa storie sul fatto che se non è con me e Isaac è con te non siamo protetti e ora ci mollano qui soli? E se un alpha venisse ad ammazzarci? E se si fanno ammazzare loro? Perché diamine Derek non pensa mai? Perché ha questa tendenza ad autodistruggersi in missioni suicide? Ma non poteva darsi alla maglia? E se muore? Oh, lo ammazzo se solo ci prova. Non può morire.
Stiles non reggeva l’ansia. Era un’ora che Derek e Isaac erano usciti e sperava solo che non si facessero uccidere, per il semplice fatto che voleva ammazzare Derek personalmente, con le sue mani. Non pensava di potersi preoccupare fino a quel punto. Doveva fare qualcosa, diamine, gli sembrava di esplodere. Voleva solo correre ovunque quell’idiota di Derek fosse e proteggerlo, ma doveva affrontare la realtà: era debole anche per essere un umano, figurarsi quanto avrebbe potuto essere d’aiuto a Derek. Probabilmente se fosse stato lì avrebbe solo creato problemi ma almeno avrebbe visto che cosa stava succedendo e non sarebbe stato nella stanza di Bethany a morire di ansia.
- Stiles, è inutile agitarsi. Dobbiamo cercare il modo di aiutarli, che sicuramente non è camminare avanti e indietro per la stanza!
- Aiutarli? E come? Beth, guarda in faccia la realtà! – esclamò Stiles, - Siamo due normali esseri umani, cosa possiamo fare contro un branco di alpha che stanno facendo a pezzi Derek e Isaac?
- Usare il cervello.
- Andiamo a cercarli, - ripeté Stiles per la quinta volta nella serata, afferrando il giubbotto.
Beth lo spinse di nuovo sul letto e lanciò il suo giubbotto di nuovo sulla poltrona.
- No! Non saremo loro d’aiuto! Pensa a Penelope! È andata forse a cercare Odisseo? No, è rimasta a casa e ha fatto il suo dovere.
- Non sono una cazzo di donna dell’antica Grecia!  Derek è in pericolo!
- Appunto, - replicò Beth, - non ti ci mettere anche tu! C’ è sempre qualcosa, Stiles, e noi troveremo il modo di aiutarli senza fare imprudenze come hanno fatto loro.
Beth si sedette a gambe incrociate, prese un profondo respiro e poi si alzò immediatamente.
- Va tutto bene, - disse, più a se stessa che a Stiles.
- Non va bene. Derek … chissà cosa sta facendo. Li avranno trovati? E se li hanno trovati, cosa sta succedendo? Non posso stare qui a far niente, muoio.
Bethany lo abbracciò e Stiles fu obbligato a ricambiare. Anche lei, in fin dei conti, era più preoccupata di quel che dava a credere. Certo, non era innamorata di Isaac come Stiles di Derek, ma comunque in quelle settimane che aveva passato con lui gli si era affezionata. E probabilmente era anche preoccupata per Derek, così come Stiles lo era per Isaac. Quei due imbecilli. Se Scott fosse andato con loro probabilmente avrebbero avuto qualche chance in più.
Giusto, Scott.
- Scott! – esclamò Stiles, - cercando freneticamente il telefono nelle tasche, - lui può andare ad aiutarli, è un lupo mannaro! E Peter! Non l’ho più visto in giro, ma sicuramente non lascerà che Derek si faccia uccidere dal primo alpha che passa.
Cercò i numeri in rubrica, ma Scott non rispose e il telefono di Peter era spento. Provò almeno un centinaio di volte ma nessuno era raggiungibile. Dannazione.
Beth si premette i palmi delle mani sul viso e per un lunghissimo istante nessuno di loro disse nulla.
- Torna a casa, - disse Bethany, rompendo il silenzio.
- Cosa?
Beth lo guardò negli occhi: - Vai nella tua stanza, tuo padre tornerà presto.
- Non mi interessa! Derek è in pericolo e devo …
- Stiles, - Bethany gli strinse gli avambracci, - Fidati di me. Vai a casa. Torneranno. Evitiamo altri guai, per loro.
 
*
 
 
Stiles si fidava di Bethany, davvero. Ma lei non aveva alcun potere e le sei ore successive furono un’agonia. Era talmente tanto in ansia che ebbe degli attacchi di panico e suo padre dovette correre nella stanza a cercare di calmarlo.
La luce nella stanza di Beth era spenta.
Il fatto era che Stiles non poteva non pensare e pensava a cose stupide: il fatto che Derek dormisse sempre su un fianco, che ascoltasse John Mayer, le sue sopracciglia, la sua espressione corrucciata ma meno del solito quando stava per baciarlo, ogni singolo insignificante dettaglio che avrebbe potuto non ripetersi mai più. E questo gli toglieva il respiro.
Alle cinque del mattino, si era quasi calmato. Aveva convinto suo padre a farsi almeno qualche ora di sonno e si era raggomitolato ai piedi del letto, con la faccia bagnata di lacrime. Era come se avesse disconnesso il cervello. Non pensava a nulla, era tutto nero.
Poi sentì un rumore, qualcosa che batteva debolmente contro la finestra. In qualche modo riuscì ad alzarsi, aspettandosi di vedere Beth ma si trovò davanti il volto coperto di sangue di Derek.
Il suo cuore mancò un battito.
- Derek! – esclamò e aprì subito la finestra, lasciandolo entrare con Isaac al seguito.
Appena Derek appoggiò la suola delle scarpe sul pavimento Stiles lo abbracciò. Era vivo. Malconcio, ma era vivo, respirava e questo era sufficiente. Anche se non avrebbe voluto, dovette staccarsi da lui e per poco non urlò quando vide le condizioni in cui lui e Isaac erano.
Erano uno spettacolo devastante, intrisi di sangue, con ferite profonde su ogni centimetro di pelle e i vestiti a brandelli. Derek respirava a fatica e Isaac cadde sul pavimento.
- Chiama Beth, - disse debolmente Derek, - deve prendersi cura di Isaac. Guarirà.
- Sto … bene, - mormorò Isaac, tirandosi su, - non chiamare Bethany. La spaventi. Guarirò …
- Chiamala.
Stiles le mandò un messaggio e due minuti dopo la ragazza era già a cavalcioni del davanzale. Beth rimase immobile un attimo, con una mano sulla bocca, fissando Derek e Isaac e poi corse da quest’ultimo che a malapena riusciva a stare in piedi.
- Isaac! – esclamò e anche lei, come prima Stiles aveva fatto con Derek, lo abbracciò.
Gli prese il volto fra le mani, guardando il viso pieno di lividi e sangue e poi lo strinse di nuovo, in lacrime.
- Isaac … sono così felice che tu sia vivo. Le tue ferite …
- Guarirò, - ansimò lui, - ci andrà tempo, ma guarirò.
Si aggrappò a lei per non cadere.
- Io starò con te. Io … se posso fare qualcosa …
- Mettilo a letto, - mormorò Derek, che si era raggomitolato sul pavimento, - lava le sue ferite e stagli vicino. Guarirà.
- Isaac, riesci a camminare? Dobbiamo andare fino alla mia stanza, pensi di farcela?
Lui annuì e, aggrappato a Beth, si fece strada lentamente verso la finestra.
Stiles, che si era accovacciato vicino a Derek, gli andò più vicino e gli scostò i capelli fradici di sangue e sudore dalla fronte.
- Derek, tu …? – riuscì a mormorare.
- Guarirò. Lasciami solo. Vattene. Non avrei dovuto venire qui. Dovevo andare nel loft ma Isaac …
- Io non ti lascio, - disse Stiles con decisione.
- Stiles, vai via io …
- Stai morendo di dolore. E per il dolore, per il dolore … non penso funzionino le medicine su voi lupi, no? Quindi … ecco, sì. Acqua calda. Aspetta, vieni, stenditi nel letto.
Derek provò a protestare, ma era troppo debole e Stiles riuscì a trascinarlo nel letto, poi corse in bagno dove riempì un catino di acqua calda e prese degli asciugamani puliti. Ritrovò Derek dove lo aveva lasciato, con il volto contratto in una smorfia e gli occhi serrati.
Istintivamente Stiles gli prese una mano fra le sue. Quella di Derek rimase inerte per qualche secondo, poi a una fitta di dolore  strinse così forte che Stiles gemette di dolore.
- Vattene, - ripeté Derek, - ti faccio solo del male, lasciami. Non mi serve un altro ferito.
- No, - fu ancora la risposta di Stiles.
Derek ebbe di nuovo uno spasmo, ma non disse nulla.
Stiles gli lasciò la mano per inumidire un asciugamano nell’acqua e, facendo attenzione, lo passò sulle ferite dell’altro, togliendogli quello che restava della maglietta. Derek trasaliva ogni volta che sentiva la stoffa sfiorarlo. Quando terminò l’operazione Stiles si sedette al bordo del letto e gli riprese una mano fra le sue.
- Passami il dolore.
Lo diceva sempre suo padre a sua madre quando lei era in ospedale. Stiles si era sempre chiesto se funzionasse davvero, se la mamma stesse meglio quando suo padre le stringeva la mano e se lui davvero sentisse dolore. Una volta aveva provato a farlo anche lui, a prendere la mano della mamma e a dirle di passargli il dolore, ma lei aveva detto di no, quindi non l’aveva mai scoperto. E non avrebbe mai pensato che in realtà la cosa sarebbe stata possibile, non solo a livello emotivo come fra i suoi genitori. Poteva davvero prendersi il dolore di Derek.
- Sei idiota … - bofonchiò lui, stringendo i denti.
-  Ti prego. Un po’, pochissimo.
- No.
Stiles strinse più forte la mano di Derek e disse: - Passamelo. Starai meglio e anche io. Vederti soffrire così mi fa male, lo sai.
- No. Non ti voglio qui, vattene, - ripeté Derek, ma non cercò di sfilare la mano dalle sue e per Stiles fu abbastanza per capire che doveva restare.
- Resto. Non mi muovo. Non ti lascio.
Tolse una mano dalla stretta e andò ad accarezzare il viso di Derek, a scostargli i capelli sudati e sporchi di sangue dalla fronte. Gli si accoccolò più vicino e gli sussurrò in un orecchio: - Resto qui finché non guarisci. Sono qui.
In qualche modo, Derek si voltò e il suo viso era a un soffio da quello di Stiles. Per la prima volta gli concesse uno sguardo senza astio o fastidio, lo fissò con talmente tanto bisogno negli occhi che per un attimo a Stiles mancò il respiro. In qualche modo si ritrovò a baciarlo con quanta delicatezza riuscì ad avere. Poi fu Derek ad avvicinarsi, a chiedere di più, a riappoggiare le labbra sulle sue.
In breve, si stavano baciando, che era la cosa più stupida che potessero fare, con Derek in quelle condizioni. Beh, a parte il fatto che Stiles aveva pensato alla stessa cosa quando l’alpha aveva tentato di farlo a pezzi, era decisamente poco costruttivo, soprattutto per Derek. Ma poi smise di pensarci, concentrandosi su quanto fosse bello avere Derek lì, vivo, in pessimo stato ma che ancora respirava e lo baciava addirittura delicatamente, o forse era semplicemente troppo provato per essere aggressivo come al solito. Ricambiò il bacio prendendo il viso di Derek fra le mani, accarezzandogli piano le guance coi pollici.
Continuarono così per un po’, con baci leggeri che si interrompevano solo per qualche istante, per poi riprendere e Stiles, mentre stavano così stretti, sentì sotto le dita la pelle di Derek che si rimarginava, e il suo respiro da spezzato farsi regolare.
- Cosa … ? – domandò Stiles, quando Derek allontanò un attimo le labbra dalle sue, - Come è …?
- Amore. Se ci sentiamo amati, guariamo prima, - soffiò Derek in qualcosa che era meno di un sussurro, con la fronte premuta contro la spalla di Stiles.
Doveva essere la stanchezza, il dolore, o chissà che altro ad avergli fatto dire quella frase, ma Stiles a sentirla ebbe un tuffo al cuore. Era vero, Derek aveva capito, Derek sapeva. Ma andava bene. Almeno il suo amore era servito a qualcosa, anche se probabilmente questo non avrebbe impedito all’oggetto di tale sentimento di fregarsene altamente di lui per il resto della vita.
Però, per quella notte, era implicito fra i due che Stiles dovesse restare lì, accanto a Derek, tenendolo stretto finché non si sarebbe addormentato.
 
 
*
 
 
Per fortuna quella mattina suo padre era dovuto uscire presto, prima dell’orario in cui di solito Stiles si alzava, così poté tranquillamente saltare la scuola, perché non esisteva minimamente che Derek restasse solo. Doveva svegliarsi fra le sue braccia, sentirsi ancora amato. E Stiles sarebbe rimasto sdraiato nel letto per giorni se fosse stato necessario.
Non lo fu, perché alle due del pomeriggio Derek aprì gli occhi e rotolò in modo da mettersi sdraiato di pancia. Piccolo e insignificante dettaglio, rotolò su Stiles e si sdraiò su Stiles che per poco non ebbe un infarto sia perché era pesante sia perché era comunque Derek, lui aveva diciassette anni e nonostante tutto quello che era successo i suoi ormoni non si erano placati, anzi, sembravano più svegli e reattivi che mai.  I compiti, doveva pensare ai compiti, anzi, no, non bastava, a qualcosa di peggio prima che succedesse l’irreparabile, a Greenberg, ecco, a Greenberg, andava meglio. Ma perché Greenberg si stava trasformando in Derek nudo mannaggia a lui …
- Stiles, ti stai contorcendo.
- Scusa tanto, - borbottò Stiles, - ma sai, mi sei venuto addosso …
Derek allora, che evidentemente quando rischiava di morire diventava ancora più bastardo, disse senza nemmeno alzare la faccia, che teneva comodamente appoggiata sul petto di Stiles: - Ti dispiace?
Ecco, quello sarebbe stato un bellissimo momento per essere un grosso alpha alto tre metri e largo due, solo per fare seriamente del male a Derek. Insomma, che faccia tosta, come se non sapesse che a Stiles faceva enormemente piacere averlo addosso – forse troppo – e lo stava prendendo in giro, solo perché lui non era il lupo sexy e ipercontrollato che era Derek, che persona orrenda.
- Vedo che rischiare di morire non ti ha reso più simpatico. E comunque dovresti ringraziarmi per ieri sera, sai, nessuno vorrebbe stare al fianco di un acidone come te che oltretutto fa pure del sarcasmo e …
Derek, evidentemente prevedendo che Stiles aveva in mente un lungo monologo in cui gli avrebbe elencato tutti i suoi difetti, decise di non aver voglia di starlo a sentire e quindi lo baciò. E Stiles non avrebbe mai rifiutato un suo bacio, quindi in pochi secondi si ritrovò sdraiato sotto Derek, con le labbra incollate alle sue e le mani fra i suoi capelli. Nonostante lo detestasse perché era uno stupido lupo acido e sarcastico, Stiles si prese un momento per apprezzare il fatto che fosse lì, che lo stesse baciando e che tutto sembrava andare bene, dopo quella nottata da incubo.
Derek si spostò a baciarlo sul collo, quasi più delicatamente del solito e si avvicinò pian piano al lobo del suo orecchio e lo morse dolcemente, poi sussurrò pianissimo, tanto che Stiles lo udì appena: - Grazie.
E Stiles avrebbe davvero voluto non rovinare tutto, ma il suo corpo non fu dello stesso parere e quindi sentì letteralmente la faccia andare a fuoco, anche perché la sua Bethany interiore gli stava suggerendo dei modi in cui Derek avrebbe potuto fargli una dimostrazione pratica di gratitudine. Ma andiamo, prima un abbraccio, poi grazie, quelle erano tutte enormi dimostrazioni di affetto per un ghiacciolo come Derek. Okay, era più un enorme iceberg, probabilmente quello contro cui si era schiantato il Titanic, ma l’iceberg lo aveva abbracciato e gli aveva detto grazie quindi tutto questo equivaleva a una appassionata dichiarazione d’amore, anzi, direttamente a una proposta di matrimonio fatta a Verona, sotto il balcone di Giulietta con accompagnamento musicale di qualunque essere umano normale. Sembrava quasi che Derek stesse cercando una via per il suo cuore, anche se ovviamente Stiles glielo avrebbe dato a prescindere, perché diavolo, come poteva non amarlo? Okay, era una cosa masochistica, ma quel grazie
- Tuo padre quando dovrebbe tornare? – domandò Derek, scostandosi i capelli dal viso in un modo che, a differenza di quello che aveva immaginato Stiles, non ricordava le descrizioni fatte da Taylor Swift nelle sue canzoni, quanto il modo in cui lo avrebbe fatto un attore porno.
Uh oh.
- Non ne ho idea …
Oddio, ma stava davvero pensando a quello? Insomma, era in fin di vita fino a poche ore prima e adesso pensava a certe cose? Okay Stiles le stava pensando anche lui ma non era lui quello che era arrivato sanguinante meno di dodici ore prima. Beh, finché la cosa avesse funzionato non che gli dispiacesse, ma …
- Se lo sento arrivare smetteremo. Tu cerca di tenere la bocca chiusa.
E tanto per essere sicuro che Stiles non emettesse un suono appoggiò le labbra alle sue e iniziò a baciarlo.
Romantico.  Sicuramente ogni persona delle terra avrebbe voluto un “tu cerca di tenere la bocca chiusa” prima di fare sesso per la prima volta.  Derek era sicuramente un grande seduttore. Chiunque sarebbe caduto ai suoi piedi dopo cotali parole che facevano sembrare Shakespeare un pescivendolo. O, ma al diavolo, era senza maglietta, e le cose importanti sicuramente non le avrebbero dette quel pomeriggio.
E okay, forse quel grazie non era stato esattamente detto perché Derek cercava la via per il cuore di Stiles, ma aveva trovato quella dell’interno dei suoi pantaloni con la mano destra ed era quasi meglio.
E oh mio Dio cosa stava facendo.
- Derek …
- Stai zitto, - bofonchiò lui, e riprese a baciarlo.
E oddio, la sua mano nei pantaloni di Stiles sembrava davvero sapere il fatto suo …
Sarebbe stato il momento giusto per l’apparizione di ogni sorta di gente, Scott, Beth, Isaac, Lydia, Jackson, suo padre, Peter, Allison, i fantasmi della famiglia Hale, Melinda Gordon – venuta per i fantasmi della famiglia Hale -, Babbo Natale, il coniglio pasquale o la strega malvagia dell’Ovest ma nessuno di quelli arrivò. Solo Derek e Stiles, quest’ultimo col fiato sempre più corto.
Era fatta, cioè, tecnicamente no, ma era sempre qualcosa in più dei baci e stava succedendo, e Stiles da una parte voleva morire, dall’altra voleva ringraziare ogni divinità esistente per avergli regalato quel magico momento di mano di Derek in zona sud.
- Derek, penso che la cosa stia degenerando e che io potrei non reggere, - ansimò, ma venne bellamente messo a tacere da un bacio.
- Non mi interessa quello che pensi.
Andava sempre meglio, di questo passo Derek avrebbe potuto diventare la nuova Taylor Swift, anche se, a modesto parere di Stiles, l’attore porno era un lavoro per lui più azzeccato.


 
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Avviso: queste note non hanno un senso. Okay, gente, io sto per vomitare il latte che ho appena bevuto, sono così felice che potrei piangere, perché ebbene sì, vedrò Dylan. Io, Ron, vedrò Dylan, respirerò la sua stessa aria, farò una foto con lui eccetera ... Quindi ecco, BOH. Non formulo pensieri coerenti. E' un miracolo. This is a state of grace, giuro. E ora ho un sacco paura che i miei si rimangino la cosa, che la ragazza che è con me non mi voglia più o che Dylan, vedendo che somiglio a un baco da seta, non voglia farsi la foto con me. E vi giuro, STO ESPLODENDO. E volevo condividere la cosa anche con voi e rendervi un po' felici, quindi, beh, ecco il capitolo(?) so che non è Dylan ma è quello che ho ahahah. E dai, amatemi per la fine.
Ora è veramente tardi e domani mi devo alzare presto, quindi vi lascio solo con due parole veloci a tutti voi: allora, vi voglio davvero ringraziare per tutto quello che fate per me. So che sembra stupido, ma una recensione, un preferiti, seguiti, ricordare o una visita anche solo, per me sono importantissimi. Non mi piace raccontare della mia vita, ma diciamo che ultimamente mi sento molto tagliata fuori da tutto, anzi, mi sento come se, quando parlo, la gente non riuscisse a sentirmi o non mi vedessero ed è abbastanza brutto. Certo, non tutti e non sempre e non sono il tipo che si deprime, anzi, tranne rari casi sono abbastanza allegra come persona, ma questa storia ha davvero fatto tantissimo per me, VOI avete fatto tantissimo per me, perché seguendomi mi avete spronata a scrivere - e io sono molto, molto incostante, - e mi avete fatto passare un sacco di bei momenti a scrivere e immaginare le disavventure di Stiles e Derek, a rispondere alle vostre recensioni o ai messaggi, quindi, beh, ecco, grazie davvero, davvero di cuore. Un abbraccio fortissimo a tutti,
Ron.

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Capitolo 15
*** Scott e l'innegabile attrazione di Derek per Taylor Swift ***





Ovviamente era troppo bello per durare. Nel momento esatto in cui Derek aveva iniziato a sbottonarsi i jeans, aspettandosi che Stiles ricambiasse il favore,  – ancora quelli laceri sporchi di sangue del giorno prima, ma erano dettagli, - entrambi avevano sentito distintamente il suono di qualcuno che saliva le scale. Derek, vinto dal fato, gli era collassato addosso dandogli pure una testata discretamente dolorosa e Stiles aveva avuto tantissima voglia di mettersi a piangere. Non solo per aver appena ricevuto una testata nelle costole, ma perché era stato in procinto di vedere Derek nudo e invece doveva rinunciare alla cosa perché suo padre era tornato a casa.
Ovviamente non c’era tempo di pulire tutto il casino, quindi, dopo aver sbattuto Derek nell’armadio senza tanti complimenti – con ancora i jeans sbottonati, accidenti – coprì tutto con il piumone, si tolse i vestiti incriminati, casomai suo padre fosse sempre stato segretamente un lupo mannaro e quindi avesse potuto sentirgli l’odore di Derek addosso e indossò la prima cosa che gli capitò a tiro, per poi buttarsi sul letto e fingersi assorto nella lettura di How to kill a mockingbird giusto un secondo prima che suo padre aprisse la porta.
- Stiles … come mai sei già a casa?
Oh, giusta osservazione. In teoria le sue lezioni sarebbero dovute finire dieci minuti prima e a piedi ci andava più di mezz’ora.
- Uh, ehm, Scott mi ha dato un passaggio.
Lo sceriffo sembrò abbastanza convinto e fece per uscire, quando ad un tratto si bloccò sulla porta e si voltò verso il figlio: - Stiles, apri la finestra, questa stanza ha un odore orribile, sembra che ci sia venuto a morire qualcosa.
Un lupo mannaro, pensò Stiles, tecnicamente il lupo mannaro con cui stavo cercando di fare sesso fino a due minuti fa. Oh, sì papà, lo conosci, è Derek Hale, l’hai arrestato un paio di volte
Ma ovviamente non disse nulla, aprì la finestra ubbidiente sperando che suo padre se ne andasse, ma quello rimase a fissarlo finché non tornò a sedersi sul letto e si mise accanto a lui.
Oh, non una chiacchierata padre figlio con Derek mezzo nudo nell’armadio. Era qualcosa di profondamente sbagliato, innanzitutto perché con Derek mezzo nudo nell’armadio uno non dovrebbe stare a parlare con il proprio padre ma a finire di spogliare Derek e a fargli le peggio porcherie o a farsele fare, dato che l’ultima, nonché prima, ma erano dettagli,  che avevano fatto aveva provato il fatto che Derek avesse un enorme talento per certe cose. E oddio, non poteva pensare a quello con suo padre vicino, era strano. No, via sensazioni della mano di Derek nei suoi jeans, via, via, via …
- Stiles, ho pensato molto a quello che è successo in questi giorni …
E non poteva pensarci per un altro anno, che diamine?
Lo sceriffo guardò Stiles negli occhi, che cercò di ricambiare lo sguardo e di cacciare dalla mente le immagini di quello che, fino a poco prima, stavano facendo lui e Derek.
- … ascolta, so che è un periodo difficile perché la ragazza che ti piace è innamorata del tuo migliore amico …
E non riesco a portarmi a letto il lupo mannaro di cui sono innamorato e che non mi amerà mai perché c’è sempre qualcuno che ci interrompe sul più bello.
- … e hai solo diciassette anni e vuoi ribellarti, credimi, ho avuto anche io diciassette anni, quindi capisco come ti senti  …
E hai voluto vedere Derek Hale nudo e farci sesso fino all’apocalisse? Non credo.
- … però devi fartene una ragione, Stiles. Non puoi continuare a disubbidire e a farmi stare in pensiero, né puoi portare Beth in locali non adatti alla sua età …
Tecnicamente mi ci ha trascinato lei e poi io in questo momento vorrei trascinare Derek su questo letto e perderci la verginità, quindi penso che tu debba rivedere le tue priorità.
- … ora ti stai comportando bene e sono fiero di te. E se c’è qualche problema, non pensare di risolverlo facendo qualche idiozia, Stiles, vieni prima a parlarmene, sai che puoi dirmi tutto.
Okay papà, preferisci sentire prima la parte in cui ti racconto che voglio fare sesso con un lupo mannaro che hai arrestato un paio di volte o quella in cui ti parlo del fatto che lo amo?
Lo sceriffo poi lo abbracciò e Stiles si sentì in colpa per aver commentato sarcasticamente ogni sua frase nella sua testa. Voleva davvero bene a suo padre, ma certe cose proprio non gliele poteva dire, più che altro per preservarlo da eventuali infarti o processi per omicidio.
- Ti voglio bene.
- Anche io, papà, - rispose Stiles, cercando di non sentirsi in colpa per Derek nell’armadio.
 
 
*
 
 
Appena suo padre si levò dalle scatole Derek uscì dall’armadio e per poco Stiles non ebbe un mancamento, perché  vederlo senza maglietta dopo quello che era successo fra loro – okay, non era chissà che cosa ma era la prima volta che superava la prima base e serviva un minuto di contemplazione per la cosa e soprattutto per riprendersi perché avrebbe potuto avere un collasso emotivo a pensare quello che Derek Hale aveva fatto a lui. Cioè, fra tutte le persone del mondo, lui a stato il prescelto e serviva un altro minuto per apprezzare ciò, ma a forza di prendersi minuti sarebbe rimasto fermo lì una ventina d’anni quindi andiamo – era decisamente destabilizzante. Ed era sicuro di avere la bava alla bocca o qualcosa di simile, dato che continuava a fissare Derek a bocca spalancata, immobile e senza emettere un suono.
E dato che Derek era Derek, lo fulminò con lo sguardo e disse: - Puoi toglierti quella stupida espressione dalla faccia? Io devo fare una doccia e passare a casa a prendere vestiti puliti.
- Resta qui. Nudo.
Nell’imbarazzante minuto di silenzio successivo Stiles si rese conto di aver pronunciato i suoi desideri più oscuri ad alta voce d diventò rosso come un pomodoro, mentre cercava, balbettando, di trovare una scusa per quello che aveva appena detto: - Nel senso, ecco, che i tuoi jeans sono uno schifo, dovresti toglierli e poi comunque non puoi lasciarmi qui, devi tenermi d’occhio, ricordi? Ah, forse tu hai capito male, ma sai, a me non interessa vederti nudo, per niente, anzi, mi farebbe schif …
Derek strinse con le mani i due lembi della chiusura dei suoi jeans, e qualcosa dentro Stiles morì.
- Davvero? – domandò Derek, alzando le sopracciglia in modo eloquente.
E Stiles sentì la bocca asciugarsi e la disperata necessità di saltare addosso a Derek e pregarlo di fargli perdere la verginità nel suo letto. In fondo suo padre probabilmente stava lavorando a qualche cartella che si era portato dal lavoro e non avrebbe certo fatto caso a quello che succedeva nella sua stanza, no? E del resto ormai aveva diciassette anni, poteva fare sesso con chi voleva, lupi mannari, ex sospettati …
- No.
Derek si abbottonò i jeans e Stiles pianse interiormente. Era profondamente ingiusto avere Derek a sua completa disposizione e non poterci combinare niente solo perché suo padre poteva piombare in camera in qualunque momento.  Era un po’ come avere pizza gratis ma non poterla mangiare per la dieta. Certo, però la pizza non andava in giro per stanza come se niente fosse, la pizza non se ne stava beata senza maglietta e coi jeans a vita ridicolamente bassa e … come mai era così vicino?
- Stiles? – domandò Derek e quest’ultimo si rese conto solo allora di essergli praticamente di fronte, a fissarlo con aria adorante. E una mano infilata nella tasca posteriore dei suoi jeans.
Ecco, avrebbero dovuto lavorare su queste cose perché non era la prima volta che gli succedeva, ma esattamente come le altre volte, Derek lo trasse a sé e lo baciò e il tutto divenne meno strano, perlomeno finché qualcuno non entrò dalla finestra ed esclamò, disgustato: - Levagli le mani di dosso!

 

 
*
 
 
Scott se ne stava seduto sul davanzale, fissando Stiles e Derek, ancora decisamente troppo vicini e il secondo troppo svestito perché la cosa potesse sembrare casta.
- Scott, ascolta … - cominciò Stiles, decisamente stufo del fatto che nella sua vita tutti i momenti più strani e imbarazzanti continuassero a ripetersi all’infinito, mentre i bei momenti con la mano di Derek nei jeans sembravano un’occasione unica, ma Scott lo interruppe dopo aver annusato l’aria.
- Voi due avete …?
- No! Cioè, un po’! Preliminari! – si affrettò a spiegare Stiles.
- Ah, quindi tu, - disse Scott, puntando un dito contro Derek, - che a quanto ho sentito ieri sera eri praticamente in punto di morte, stamattina sei resuscitato giusto per scoparti il mio migliore amico?
- Tecnicamente, - ribadì Stiles, - non abbiamo fatto sesso, eravamo solo lì a baciarci e sai, una cosa tira l’altra e magari abbiamo fatto qualcosa di più ma non …
- Stiles non mi interessa la descrizione! Mi interessa che questo … questo …
Mentre Scott ricercava un epiteto adatto a definire Derek, questo lo interruppe.
- Scott, vorrei ricordarti che il problema più grosso non è quello che io e Stiles facciamo nel tempo libero, ma il branco di alpha.
- Ma smettila di fingere di preoccuparti di quelli quando l’unica cosa che ti preoccupa davvero è scoparti minorenni!
E allora Derek perse la pazienza. Stiles vide il suo viso mutare e subito si mise fra lui e Scott, che anche lui aveva iniziato la trasformazione. Non sapeva che accidenti fare, insomma, essere fra due lupi mannari arrabbiati non era esattamente il suo sogno ma accidenti, qualcosa andava fatto.
- Ehm, ecco, perché non vi calmate e risolvete il tutto pacificamente?  O perlomeno, vi uccidete lontano da qui? Perché, sapete, è casa mia e mi dispiacerebbe andasse distrutta e …
E poi alzò lo sguardo e vide che, se da una parte Scott era ancora trasformato e decisamente furibondo, Derek stava tornando normale e, per una frazione di secondo, strinse con la sua la mano che Stiles gli aveva appoggiato sul petto.
- Scott, - disse Derek, guardando tuttavia Stiles, - lascia stare. Gli alpha. Okay, ci hanno massacrati ieri sera, come hai saputo probabilmente, ma loro se ne stavano andando. E sai perché? Perché c’è qualcosa in questa città che li ha fatti scappare, Dio solo sa cosa. Ti senti meglio ora?
Scott tornò rapidamente normale.
- Che cosa …? – disse, parlando civilmente per la prima volta a Derek da settimane.
- Spero siano gli Argent. Prego siano gli Argent.
Ci fu un silenzio attonito, ma venne rotto dopo pochi secondi dal rumore di qualcuno che entrava dalla finestra.
- Ehilà! – disse Bethany, con addosso il suo vestito migliore e i capelli appena acconciati, - Ciao Scott! Che coincidenza! Ero giusto passata a vedere come stava Derek …
L’atmosfera si fece immediatamente più leggera, anche se Scott continuò a fissare in cagnesco Derek e rispose acido: - Fin troppo bene dato che lui e Stiles hanno appena fatto s …
- Non è vero, erano solo preliminari, anzi, uno, ma poi dato che è di moda interrompere la gente mentre si fa le proprie cose a letto, è arrivato mio padre e abbiamo dovuto smettere! E gradirei che tu non ripetessi in continuazione, anche ai muri, che ho fatto sesso con Derek perché non l’ho fatto e la cosa mi rende incredibilmente frustrato perché ce l’ho in giro mezzo nudo per casa ed è un anno che sogno di chiavarmelo su ogni superficie piana esistente e ora che lui è consenziente non posso perché non riesco ad avere un attimo di privacy! Oh, ma tanto per te è facile, tu mica hai passato diciassette anni solo come un cane, vergine e senza nessuno! Ho aspettato diciassette anni di trovare qualcuno che volesse mettermi le mani nei pantaloni e ora che l’ho trovato ne ho potuto approfittare una volta in un mese, perché siete tutti un branco di imbecilli!  Tu Scott, poi … senti, so che mi vuoi bene e pensi che io non sappia gestire questa cosa con Derek e che mi farà solo soffrire ma, ehi, la sai una cosa? Ero felicissimo oggi, avrei potuto piangere, perché lui mi stava facendo una …
- Ma tu sei idiota allora! – esclamò Scott, - Derek ti sta solo usando! Lui non ha mai amato nessuno nella sua vita, figurati se ora inizia a tenere proprio a te! Ti stai facendo un sacco di viaggi mentali e alla fine finirai a piangere sul pavimento! Ah, ma io l’ho capito subito che avrebbe creato problemi, sin da quel giorno nella foresta …
- Ehi gente cosa mi sono perso? – disse Isaac entrando dalla finestra, ancora un po’ sbattuto e con un pigiama con dei tigrotti stampati sopra che aveva tutta l’aria di essere stato comprato per lui da Beth.
Ovviamente aveva scelto il momento sbagliato.
- Lui si scopa Stiles! – esclamò Scott.
- Scott è venuto a trovare Stiles, - disse Bethany, a cui ovviamente non interessava nulla della litigata ma era molto presa dall’osservare l’oggetto del suo amore.
- Scott interrompe me e Derek! E non abbiamo fatto sesso! – si lamentò Stiles.
- Che branco di imbecilli, - grugnì Derek.
Di tutto ciò, Isaac sembrò registrare soltanto la seccante presenza di Scott, che assorbiva completamente le attenzioni della sua amata, quindi lo gelò con lo sguardo e mise il muso, sedendosi sul davanzale.
- Se io sono un imbecille perché stai con me? – disse Stiles a Derek, toccato dalla sua affermazione.
- Io non sto con un accidenti di nessuno. Passiamo tempo insieme, tutto qui.
Scott assunse un’espressione trionfante: - Vedi! Non gliene frega niente! Se tu morissi l’unica cosa che gli dispiacerebbe sarebbe di non essere riuscito a portarti a letto!
Stiles voleva replicare con qualcosa di sagace, peccato che fosse impegnato a osservare il suo cuore spezzarsi dopo l’affermazione  piena di tatto e sentimento di Derek.
- Lo vedi! – esclamò Scott, agitandogli un dito vicino alla faccia, - Ora ti ha fatto soffrire! Perché è un grosso, insensibile e freddo lupo! Tu meriti di meglio e …
Derek alzò gli occhi al cielo e Bethany ritenne opportuno inserirsi: - Tecnicamente, Scott …
- No, non ti ci mettere anche tu, ti prego, mi stavi simpatica! – e lì Beth collassò praticamente con gli occhi a cuoricino e Isaac strinse fortissimo il davanzale, - Senti, tu non lo conosci, Derek è assolutamente la persona peggiore per Stiles e …
- E nessuno ha chiesto la tua opinione? – gli suggerì sarcastico Derek, - E poi, Stiles è venuto da me, ha fatto tutto lui, come ho già detto.
- E immagino che quando gli spezzerai il cuore farà di nuovo tutto lui, eh? Sai cosa ti dico? Che sei un …
Scott disse i peggiori insulti, ma Stiles non li sentì. Sentì invece le dita di Derek aggrapparsi a un suo polso e sentì che gli accarezzava l’interno di questo col pollice, piano piano, nonostante quello che Scott diceva.
Maledetto Derek che capiva fin troppo bene le sue emozioni e sapeva confortarlo, o illuderlo, alla perfezione.
Quando Scott finì Derek gli disse: - Ora che ti sei sfogato ci fai la cortesia di sparire?
- Cos’è, adesso ti senti minacciato?
- No, mi sento seccato dato che ho dovuto ascoltarti vaneggiare su cose di cui non sai niente.
- Io? Io non so niente? Io ti conosco, Derek, io so …
E allora Bethany intervenne ancora: - Con tutto il rispetto, Scott, ma tu sei un pirla e dovresti stare zitto. Prima credi che io sia incinta. Di Stiles. E fidati, o non sai come nascono i bambini o devi avere grossi problemi per pensare che io mi presti a fare determinate cose con Stiles. Senza offesa naturalmente, Stiles, - quest’ultimo, la cui autostima era appena precipitata ai minimi storici fra Derek e queste affermazioni, le fece un sorrisetto disperato, - E poi …
- E poi, - disse Isaac, interrompendola, - pensi che lei stia con Stiles quando anche gli alieni si sono accorti che sei tu che le piaci! E i medesimi alieni hanno capito di Stiles e Derek! Per l’amor del cielo, Scott, lo ha capito Greenberg.
- Ho sempre saputo che tu e lui eravate intimi … - disse Beth e poi realizzò le frasi precedenti di Isaac, - tu brutto idiota! Come l’hai scoperto! Cioè, ehm, volevo dire, non è vero! Io? Scott? Ma ti pare! Lui e Allison sono una così bella coppia …
- Vedi Isaac? – disse Scott, - non inventarti cose strane, figurati, Bethany adora Allison e  …
- Ma allora sei proprio un idiota, ce l’hai scritto nel DNA e nemmeno il morso di Peter è riuscito a porre rimedio a una tale demenza!
- Almeno non mi porto a letto minorenni! – si difese Scott.
- Ma cosa c’entra Derek, per l’amor del cielo, - lo difese Stiles, rincuorato sempre dal calore delle sue dita sul polso.
- C’entra che ti spezzerà il cuore e ritengo, in quanto tuo migliore amico,  opportuno ricordartelo, così da farti rinsavire prima che accada l’irreparabile!
- Ma che vuoi che succeda, faremo solo sesso!
- Non parlavo di quello, parlavo di quando ti accorgerai di amarlo e capirai che da lui non avrai niente di più che serate passate ad ascoltare quella tua musica deprimente e a piangere!
- Senza offesa, - si intromise Beth, che fino ad allora aveva guardato Isaac in cagnesco, - saranno fatti di Stiles, no? E poi che ne sai di quello che prova Derek?
- Derek non prova niente se non rabbia e frustrazione!
- Oh mio Dio ma ti senti, sembri una canzone di Taylor Swift a ripetizione, stai zitto. Se fossi umano avrei il mal di testa, - disse Derek.
- Taylor Swift è una grande cantante! Sei tu che non capisci niente di musica! – replicò Scott.
- Ma se è una lagna!
- E tu sei un molestatore di minori!
- E questo cosa c’entra con Taylor Swift?
- Ma stai zitto che se fosse ancora minorenne ti faresti pure lei!
- Penso che la cosa stia degenerando, - borbottò Bethany e tanto per fare qualcosa tirò un calcio ad Isaac.


 
*
 
 
Alla fine, prima che Derek e Scott si uccidessero reciprocamente o che Bethany trovasse un modo per far fuori Isaac, Stiles era riuscito a buttare fuori tutti. Tranne Derek, naturalmente, che se ne stava sdraiato sul suo letto come se niente fosse.
Era stato un miracolo che suo padre non avesse sentito tutti gli schiamazzi provenienti dalla sua stanza, ma probabilmente aveva semplicemente tenuto accesa la televisione. E grazie al cielo, perché Stiles aveva in programma di parlare con Derek e avrebbe gradito non avere interruzioni.
- Derek … ecco, mi stavo chiedendo, ecco … io … chi sono per te? – balbettò, sedendosi alla scrivania e dando le spalle al letto.
- Sei Stiles.
Fantastico. Romantico, pieno di affetto. Beh, perlomeno non aveva detto “un seccante piccolo umano sarcastico” era già un inizio.
- Intendo, ehm … ecco, tu, della mia presenza, cosa pensi …? Cioè, del tipo, mi trovi fastidioso?
- Sì.
Oh,  ma la cosa era autolesionistica.
- Quindi preferiresti non dover stare così tanto con me?
- No.
E allora suonarono le campane, ci fu un lancio di confetti e partì Love Story nella testa di Stiles, perché andiamo, Derek gli aveva detto che voleva stare con lui. Gli aveva praticamente detto che la sua presenza gli faceva piacere, che gli piaceva passare del tempo con lui e Derek Hale non andava certo a dire certe cose al primo che passa, no? Era una premessa ottima.
- Ora gli alpha se ne sono andati, quindi puoi tornare a casa tua, - disse cautamente Stiles, immaginando che Derek, data la precedente affermazione, avrebbe detto di no.
- Hai ragione, - affermò Derek, senza alcuna inflessione di tono, - Dovrei andare.
Stiles lo sentì alzarsi dal letto come niente fosse e frugare nel suo cassettone per trovare una maglietta da mettersi addosso.
Dannazione, e dire che stava andando così bene, al diavolo la sua boccaccia. Avrebbe potuto accontentarsi di quel “no” anziché andare avanti, che si era aspettato, che Derek rinunciasse alla sua vita da misantropo per lui? Certo e poi Lydia sarebbe andata da lui a chiedergli di andare insieme al ballo e sarebbe diventato titolare a lacrosse.
- Se, - provò, - ipoteticamente, eh, ti dicessi di restare, tu resteresti qui?
Silenzio.
Stiles voleva sbattere la testa contro la scrivania. Mai amare Derek Hale, mai. Un attimo sembra quasi provare qualcosa per te, un attimo dopo invece fra crollare tutte le tue speranze in stile Wreking Ball. E a Stiles nemmeno piaceva Miley Cyrus.
Era ingiusto, insomma, sarebbe stato molto più semplice cercare di uscire con Angelina Jolie. Angelina era sicuramente una persona meno complicata di Derek e quanto pareva, il suo cuore era più alla portata di Stiles, dato che non era nemmeno così tanto sicuro Derek ne avesse uno. Ecco, sarebbe finito tutto in quel momento, Derek sarebbe tornato nel suo appartamento, addio baci, addio tempo passato insieme, addio tutto. Complimenti, Stiles, davvero, si disse, come far fuggire l’amore della propria vita con una frase.
Fu allora che Derek girò la sua sedia, in modo che Stiles lo fissasse negli occhi.  E dato che la faccia di Stiles era a metà fra il pianto, la rabbia e il suicidio, il risultato doveva essere così comico che persino a Derek, il perennemente ingrugnito Derek, scappò un risolino.
- Hai riso! – non poté far a meno di esclamare Stiles, nonostante tutto.
Derek lo gelò con lo sguardo.
- Ti ammazzo.
- Non oseresti, - replicò Stiles, alzandosi in piedi e puntando un dito contro il petto di Derek.
Derek gli prese il polso e se lo trascinò contro il petto.
- Sei fastidioso quando parli, zitto, - gli disse prima di baciarlo.
Stiles ricambiò il bacio, passandogli il braccio libero dietro la nuca e cercando di non pensare troppo al fatto che quello avrebbe potuto essere il loro ultimo.
Beh, alla fine, in fondo, avrebbe potuto vantarsi col mondo di aver avuto una delle mani di Derek nei jeans e di aver superato con lui la prima base, non era una cosa da tutti.
Derek scese a baciargli il collo e poi risalì verso l’orecchio, dove sussurrò qualcosa impercettibilmente. Poi si staccò un po’ da lui e lo fissò, un po’ indeciso sul da farsi, evitando però di fissarlo negli occhi. Alla fine optò per dargli un ultimo bacio, più delicato di quelli di prima, anche se di poco e stringergli leggermente un bicipite a mo’ di saluto, poi uscì dalla finestra.
Anche se quel giorno c’era vento, Stiles la lasciò aperta e si sistemò sul guardando sorridente la strada, in attesa, ripetendo le ultime parole di Derek nella sua testa: “Un’ora e torno.”
E, in verità, Derek fu di nuovo alla sua finestra dopo soli trentacinque minuti, coi capelli ancora umidi per via della doccia e Stiles non poté fare a meno di farsi scappare un sorrisetto di trionfo.
Alla faccia di Scott.


 
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Okay e dal prossimo capitolo inizia ufficialmente l'ultima "parte" della storia, quindi fra massimo cinque capitoli sarà finita, credo. E IO CHE FARO' DELLA MIA VITA? (studi nd universo) Anyways, eccomi qui, il sabato sera che non esco bc yes, a postarvi un capitolo! A dire il vero rileggendolo non è così male come credevo quindi idk, forse addirittura mi piace ahahah. Sicuramente amo Scott, quanto è imbecille, e ho voluto rendere felice tutti con un finale tenero, molto a Come in with the rain. E oddio, l'ultima parte, piango tantissimo. Sarà moooolto importante dal punto di vista affettivo per Derek e Stiles, soprattutto per Derek e boh, vi giuro, l'ho immaginata in treno tornando a casa ascoltando All too well quindi se volete sapere un po' come sarà mettete su la canzone, anche se penso che Demons forse la rispecchi meglio, però la prima canzone mi ha dato l'idea, ha proprio l'atmosfera giusta, quella tipo dolceamara di quando ricordi qualcosa di bello che però è andato a pezzi(?) oh va beh, sto già dicendo troppo.
Ringrazio le dolcissime fanciulle che hanno rceensito lo scorso capitolo, davvero, grazie mille, siete stupende e non capisco come io possa non avervi stufate çç two_dollar_bill, Adelaide Bonfamille, alixsoldier, Tenten io vi amo, punto. E grazie per tutte le cose dolcissime che avete scritto a proposito di quello che ho scritto nelle note dell'autore,mi ha fatto davvero piacere çç
E siccome sono buona, vi lascio uno spoiler per il prossimo capitolo. Non odiatemi. Odiate Lydia.

SPOILER: "Perché se Lydia aveva lasciato Jackson ed era lì da lui la spiegazione era una sola, cioè che si era finalmente resa conto che Stiles era l’uomo della sua vita, ma c’era un piccolo insignificante dettaglio, che per la precisione era un lupo mannaro al piano di sopra, che incasinava tutto."

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Capitolo 16
*** Le entrate in scena propizie di Lydia Martin. ***







Le settimane successive per Stiles erano state strane, ma in senso decisamente piacevole. In qualche modo, Derek continuava a passare un sacco di tempo con lui anche senza obblighi. Se Stiles gli chiedeva qualcosa ringhiava o borbottava un “sono qui perché mi va e a te non deve interessare” ma intanto ci passava le ore nella sua stanza – e una volta c’era stata una pomiciata appassionata negli spogliatoi vuoti dopo gli allenamenti di lacrosse che avrebbe potuto trasformarsi in una prima volta appassionata negli spogliatoi vuoti se il coach non avesse fatto irruzione, ma dettagli – sia a baciarlo che a guardarlo studiare da sopra quei suoi noiosissimi libri. Stiles i libri glieli avrebbe bruciati volentieri, anzi, avrebbe bruciato volentieri anche i suoi compiti per baciare Derek appassionatamente davanti al fuoco, ma non era sicuro che sarebbe stata una cosa carina da fare di fronte a Derek, dato che la sua famiglia era morta in un incendio, così si limitava a studiare in silenzio, anche se la cosa sempre più spesso si tramutava nel fantasticare su di lui. Fantasie non tutte caste, tanto che una volta aveva addirittura sbavato sul libro di matematica. Per fortuna Derek non se ne era accorto o aveva semplicemente ignorato la cosa.  Perché, a dire il vero, era quello che Derek faceva la maggior parte del tempo, ignorare le gaffe epocali di Stiles o trattenere le risate. Sì, perché Derek Hale rideva. Naturalmente, ai danni degli altri, come per esempio quella volta in cui Stiles stava passando per il corridoio con un cesto di biancheria da lavare, in modo da fare il bucato prima che suo padre ritornasse, e Derek era in camera sua e si stava cambiando e okay, a Stiles poteva un attimo essere caduto l’occhio sulla schiena perfetta di Derek, anzi, ancora meglio, era stata la schiena di Derek a urlare il suo nome e Stiles poteva essersi preso un minuto per contemplarla, okay, forse uno di troppo, perché era andato a sbattere contro la porta aperta ed era finito per terra con le fronte dolorante, mentre Derek rideva delle sue disgrazie. Gli aveva tirato addosso un paio di jeans e l’aveva pure mancato, facendolo ridere ancora di più. Dannato lupo, non solo era acido e misantropo, ma rideva delle sventure altrui. In quei momenti Stiles voleva tantissimo preparargli una torta allo strozzalupo e guardarlo mangiarla.  Il problema erano gli altri momenti.
I momenti in cui Derek lo lasciava accoccolarglisi addosso – okay, erano due e in entrambi dormiva, ma pazienza, Stiles lo preferiva addormentato, - quando lo baciava o quando lo sbirciava da sopra i suoi stupidi libri. Ecco, in quei momenti Stiles si ricordava di essere innamorato di lui, ed era un problema.  Perché la cosa non passava, non diminuiva, anzi, strabordava. Per due volte era stato quasi sul punto di dirglielo, la volta che Derek si era lasciato tenere la mano e accarezzare i capelli per venti minuti, ad esempio – okay, era mezzo addormentato, ma era stato lì buono e  aveva anche fatto quelle specie di fusa che faceva quando era contento, perché sì, Derek Hale, lupo mannaro, faceva le fusa, - gli aveva dato un bacio sulla fronte e gli era quasi sfuggito. Un’altra volta, invece, aveva avuto un incubo particolarmente brutto una sera che suo padre faceva la notte in centrale e prima di rendersi conto di quel che faceva aveva preso il telefono e chiamato Derek. Ovviamente poi aveva capito il suo errore epocale e aveva messo giù dopo due squilli. Gli era passata persino la tristezza dell’incubo, sostituita dalla paura che Derek la mattina dopo lo uccidesse per aver disturbato il suo sonno di bellezza. Okay, Derek non avrebbe mai usato un’espressione simile, avrebbe detto qualcosa tipo “chiamami ancora di notte senza che ci sia una vera emergenza e ti strappo la testa”, anche se comunque Derek con le occhiaie sarebbe stato sexy da morire a prescindere. E, esattamente dodici minuti dopo, Derek aveva bussato alla sua finestra e Stiles aveva detto le sue preghiere, sperando di uscire vivo dalla cosa, ma lo avevano accolto due occhioni verdi assonnati e un pelino ansiosi. Okay, anche seccatissimi, quando Stiles gli aveva detto, con le guance ancora bagnate di lacrime, di aver fatto un incubo.
Derek aveva alzato gli occhi al cielo, ma era entrato dando sulla testa di Stiles una specie di carezza e era rimasto a dormire, lasciando in via del tutto eccezionale che Stiles gli si appisolasse sul petto. E di nuovo, quando Derek gli aveva accarezzato una tempia col pollice, per poco a Stiles non era scappato.
E non ci teneva, perché al sentire le due paroline magiche probabilmente Derek sarebbe scappato via manco Stiles gli avesse annunciato di essersi appena fatto un bagno nello strozzalupo. Ecco, probabilmente un “ti amo” avrebbe tenuto Derek Hale alla larga meglio di qualunque strozzalupo. Avrebbe dovuto suggerirlo a Deaton. Ma a parte quello, le cose andavano a meraviglia e Derek aveva iniziato a lasciare sempre più roba a casa di Stiles: generalmente cambi – e no, Stiles non abbracciava le sue magliette mentre Derek non c’era, si stropicciavano nel cassetto – o qualche libro, ma una parte dell’armadio di Stiles ormai era spazio Derek. E la cosa andava benissimo, anzi, sembrava direttamente uscita da una canzone di Taylor Swift. Derek decisamente meno, a meno che Taylor non avesse scritto una canzone su qualcuno amichevole come uno yeti e dolce come un iceberg, ma erano dettagli.
Quelli che se la passavano peggio erano Bethany e Isaac, in particolare il secondo. La guerra fredda era ufficialmente iniziata fra i due, ovvero, Beth non gli rivolgeva la parola e non lo degnava nemmeno di uno sguardo mentre il poverino faceva di tutto per fare pace. L’unica persona degna dell’attenzione di Beth, oltre a Stiles, era naturalmente Scott, per la gioia di Isaac che quando vedeva Bethany e Scott insieme – Beth si era inventata una storia assurda sul fatto che volesse iniziare a fare palestra e Scott le stava consigliando esercizi per iniziare – sembrava sempre sull’orlo delle lacrime e di rompere qualcosa. Il miglior candidato per essere distrutto, naturalmente, era Scott. Ed esattamente in quel momento, si stava ripetendo una delle solite scene.
- Beth, - chiamò Scott, alzandosi e facendo cenno alla ragazza di sedersi con lui, Allison, Lydia, Danny e Jackson.
Bethany fece un salutino con la mano a Stiles, che ovviamente, dato che si portava a letto Derek – o meglio, ci provava con risultati decisamente deprimenti – non era ammesso al tavolo. Manco fossero in Mean Girls, eh.
Scott, ecco, un grosso, enorme problema. Naturalmente, riteneva di star facendo la cosa giusta, tenere il muso a Stiles perché così capisse che Derek non era l’amore della sua vita e tornasse ubbidiente a morire dietro Lydia. Perché naturalmente, cosa Stiles decidesse di fare con il suo corpo era affare di Scott, anzi, probabilmente era convinto che  quando finalmente Stiles sarebbe arrivato alla terza base con Derek lui avrebbe avuto parte attiva dato come si comportava.  Oh, ma perché aveva immaginato certe cose, nulla rovinava l’immagine di Derek nudo più di Scott nei paraggi …
- Ehi, - disse Isaac, suo unico compagno nelle ore di mensa, - come va?
- Sempre meglio di come va a te, - rispose Stiles e Isaac sospirò annegando il suo dispiacere nelle crocchette di pollo.
- Isaac, lo so che ti piace Bethany, penso che lo sappia chiunque … - disse Stiles e ricevette un gemito in risposta.
- Sì, ma Scott. Insomma, ora che non ho scuse per starle appresso nemmeno mi saluta, okay, forse non avrei dovuto fare quella cosa ma non hai idea di quanto io possa odiarlo …
- E non ti ha ancora interrotto due volte mentre stavi per fare sesso! – non poté fare a meno di dire Stiles.
Isaac sorrise: - Insomma, se tu, senza offesa, Stiles, sei riuscito ad accalappiare Derek perché io non riesco a piacerle? Cos’ha Scott che io non ho?
- Sicuramente non un cervello o la capacità di essere opportuno, - borbottò Stiles, lusingato dall’alta considerazione che il mondo aveva di lui.  Decisamente, si sarebbe montato la testa andando avanti così.
- Cosa faccio, Stiles? – disse Isaac, come diceva ogni singola volta che usciva il discorso Beth.
- Organizzale un appuntamento con Scott, - disse acido Stiles, che ce l’aveva ancora con lui per il commento di prima.
Perché nessuno credeva possibile che lui fosse riuscito a far breccia nel cuore – e prossimamente, anche nelle mutande – di Derek? Era così inverosimile? Insomma, certo Stiles non era tutta questa bellezza, ma era intelligente e un abile conversatore … okay, erano qualità perfette per un sim, ma forse non per una persona. In effetti, che cosa poteva vederci Derek in lui?
La sua Bethany interiore gli suggerì cose oscene, così decise di ignorarla. Sì, insomma, perché proprio lui? Derek avrebbe potuto avere chi voleva, Lydia, Allison addirittura, per non parlare di qualunque donna della sua età. Anzi, probabilmente queste lo avrebbero supplicato di stare con loro. E quindi, perché Stiles?
E, con grande sorpresa di quest’ultimo, Stiles scoprì di avere anche un Derek interiore, che, ingrugnito, rispose “Perché mi va”.
Il problema era, perché gli andava?
 
 
 
 
 
*
 
 
 
Stiles aveva riflettuto sulla cosa tutto il pomeriggio e tutta la sera, quando invece avrebbe dovuto concentrarsi sui compiti di storia. Derek, che la maggior parte del tempo che passava con lui, se non lo stava baciando, lo passava a leggere, lo sbirciava ogni tanto da sopra La casa degli spiriti che a dispetto del titolo interessante aveva l’aria di essere, come tutti i libri di Derek, mortalmente noioso.
E poi il cellulare di Stiles squillò.
Bethany.
- Deve proprio chiamarti? – domandò Derek, disgustato.
In effetti, era abbastanza palese che lui detestasse Bethany, soprattutto quando entrava nella stanza di Stiles dalla finestra, o lo abbracciava. Ecco, in quei momenti lo sguardo di Derek era seriamente spaventoso, anzi, lui era tutto spaventoso.
Stiles lo ignorò e rispose: - Stiles! – gli arrivò nell’orecchio a mille decibel, - Non ci crederai mai!
- Cosa? – disse lui, mezzo stordito dall’urlo.
- Isaac! È la persona migliore di sempre, sono stata così stupida a trattarlo così!
Stiles non poté far a meno di essere contento. Oh, finalmente quella cretina aveva capito che Scott era intelligente quanto una barbabietola e aveva finalmente realizzato i sentimenti di Isaac e li ricambiava. Naturalmente Stiles se ne prendeva parte del merito. E poi finalmente avrebbe smesso di sentir parlare di Scott, di quanto fosse bello e perfetto, perché la cosa gli era venuta leggermente a noia. Derek era molto più bello e perfetto di Scott, andiamo, non c’era paragone, era molto meglio parlare di Derek, anzi, Derek meritava poemi …
- Mi ha combinato un appuntamento con Scott! Non ci credo, cioè, mi ha convinta a vederlo in un bar insieme a Scott per parlare di una cosa e poi ha chiamato dicendo che gli si era bucata una gomma e di aspettarlo e io e Scott siamo rimasti soli due ore! Abbiamo parlato e mi ha offerto la cena! Oh, Stiles, io amo Isaac!
Stiles sentì un orribile brivido lungo la schiena, ricordando la risposta sarcastica data a Isaac solo poche ore prima. Evidentemente qualcuno aveva qualche problema a cogliere il sarcasmo. E anche qualche problema mentale, dato che aveva appena fatto avere un appuntamento alla ragazza che gli piaceva con un altro. Oh, beh, che non gli venissero a dire che era lui il masochista a essere innamorato di Derek perché Isaac era decisamente peggio. Insomma, almeno Stiles non organizzava appuntamenti galanti a Derek. Ci mancava solo. Non che Derek ci sarebbe mai andato comunque. O forse sì? Oddio, che ansia.
- Beth, - disse, cercando di riprendere il filo dei suoi pensieri.
- Non posso parlare ora, devo andare da Isaac e ringraziarlo! Ti voglio bene!
E attaccò il telefono, lasciando il povero Stiles attonito.
- Sono circondato da idioti, - borbottò lui, incerto se ridere, piangere o chiedere a Derek se avrebbe accettato di uscire con una spilungona qualunque.
Ma Derek avrebbe detto no, giusto?
- Lo penso sempre anche io, che coincidenza, - ribatté Derek, senza alzare lo sguardo dal maledetto libro.
- Usciresti con una donna? O un uomo? Cioè, tutti e due, il sesso che preferisci. Nel senso, un appuntamento. Se io te lo organizzassi. O anche così. Mettiamo che tu incontri questa tizia al supermercato e ti chieda di uscire, tu che le dici? O tizio. Ma tu sei gay? Perché, ecco, mi sono sempre chiesto esattamente cosa ti piace, cioè, io sono un maschio ma non so se ti piaccio e la cosa mi confonde, perché tu sei ambiguo e …
Derek mise il segno, si alzò e gli venne vicino.
- Perché dovrei uscire, - gli disse a un soffio dalle labbra, - se posso fare questo qui?
E gli diede uno spintone nemmeno tanto gentile per farlo finire contro il muro, e prese a baciarlo con foga e oddio, era decisamente troppo per Stiles. Probabilmente sarebbe morto per overdose di baci.
E intanto Derek non sarebbe uscito con nessuno ah ah ah.
- Quanto ti piace questa camicia? – gli domandò Derek, dopo essersi tolto la maglietta, passandogli una mano sul petto e percorrendo le linee delle cicatrici, palpabili attraverso la stoffa.
- Abbastanza.
Derek grugnì ma gliela sbottonò quanto più delicatamente gli riuscì, soffiando leggermente sulla pelle appena rimarginatasi e gli diede una strana leccatina sotto l’ombelico. E solo allora Stiles realizzò dove il percorso della faccia di Derek sarebbe finito e per poco non gli venne da piangere. Finalmente. Dopo diciassette, lunghi anni di solitudine un altro essere umano al mondo era interessato al contenuto dei suoi pantaloni. E li stava sbottonando e aveva la faccia lì davanti e Stiles era prossimo all’infarto … quando suonò il campanello.
- Ti prego, non tirare una delle tue solite testate ora, sarebbe dannoso, - disse in preda alla disperazione, praticamente sull’orlo delle lacrime.
Derek allora si limitò ad accasciarsi sul pavimento con le braccia sopra al viso mentre Stiles si trascinò ad aprire e dovette averlo fatto con una faccia così funebre che la persona di fronte a lui esclamò:
- Oddio, Stiles, ma è successo qualcosa … io non …
Era Lydia. Cioè, in diciassette anni Lydia non era mai venuta di sua spontanea volontà a casa sua e doveva proprio arrivare nel momento esatto in cui Derek aveva deciso di passare un po’ di tempo di qualità con lui? Ma al diavolo, sinceramente, come aveva potuto perderci dietro dieci anni? Avrebbe fatto meglio a lasciarla fare a pezzi da Peter, altro che difenderla, dato che dimostrava la sua gratitudine interrompendo quello che sarebbe potuto essere il miglior momento della sua intera esistenza. Però Lydia stava piangendo, e alla fine Lydia era Lydia e Stiles era sempre Stiles e avrebbe sempre avuto un debole per lei e quindi, con enorme sforzo, le disse: - Cosa c’è che non va, Lydia?
- Stiles, sei sicuro di stare bene, sei mezzo nudo e hai una faccia … io, ecco, posso ripassare …
- No, tranquilla, la vita è piena di piccole interruzioni, - sospirò Stiles, morendo dentro alla sola idea del cosa Lydia aveva interrotto, - entra e dimmi tutto. E magari mi metto una maglia, eh?
Stiles recuperò una maglietta ancora da stirare e fece accomodare Lydia in salotto.
- Non andiamo nella tua stanza? – domandò lei, stupita.
- Oh, ehm, no, sai, è un po’ in disordine …
E c’era Derek senza maglietta, ma questo Lydia poteva anche non saperlo.
- Ho lasciato Jackson, Stiles.
E allora il film mentale iniziò. Perché se Lydia aveva lasciato Jackson ed era lì da lui la spiegazione era una sola, cioè che si era finalmente resa conto che Stiles era l’uomo della sua vita, ma c’era un piccolo insignificante dettaglio, che per la precisione era un lupo mannaro al piano di sopra, che incasinava tutto. Perché okay, era il sogno di Stiles dalla prima elementare che Lydia venisse da lui dopo aver lasciato uno dei suoi fidanzati idioti, ma da un po’ era subentrato qualcuno di diverso, un grosso lupo acido e indisponente che aveva soppiantato la bellissima, intelligente e affascinante Lydia. Il che la diceva lunghissima sui grossi problemi mentali di Stiles, ma pazienza. Di conseguenza, quello che avrebbe dovuto essere un lieto fine, si stava trasformando in un triangolo amoroso degno di The Vampire Diaries. Peccato che Stiles, attualmente, fosse l’Elena della situazione. E lui detestava Elena.
- Vedi, - gli stava dicendo Lydia, - c’è un altro e io … io mi sono innamorata, perché è molto più maturo, mi capisce davvero e … solo, vedi, non so se ricambi e mi sento così stupida ad aver buttato via Jackson per una persona che non so se è innamorata di me …
Stiles le diede qualche amichevole pacca sulla spalla – anche se, dato che lei aveva interrotto la piacevole situazione di prima, di pacche sulla spalla ne aveva bisogno anche lui, - e sospirò. Certo, Lydia era il suo sogno di una vita, ma andiamo, adesso aveva Derek, che non era affatto un sogno, era ingombrante e musone, ma era perfetto. E Stiles avrebbe scelto lui senza nemmeno pensarci un secondo, per quanto la cosa fosse controproducente per lui.
- Lydia, - disse, - ascolta, sono stato innamorato di te per anni, ma ora c’è un’altra persona e ti giuro preferirei che mi piacessi ancora tu a volte, ma questa persona è … beh, fastidiosa, irritante, insopportabile e musona ma mi rende felice. Mi piace ogni singola cosa di questa persona e spero tu capirai che io non posso stare con te e …
Allora Lydia lo abbracciò.
- Stiles, è meraviglioso! Sono così felice per te e quella ragazza … Bethany?
Ma perché avevano tutti quell’orrenda fissa di lui e Beth? Insomma, per quel che ne sapevano poteva anche star uscendo con Scott in gran segreto.
- Ma non sei innamorata di me? – esclamò Stiles, sconvolto.
Lydia alzò un sopracciglio: - Ho parlato di una persona matura, Stiles.
Ah, giusto, giusto, torna al fondo della catena alimentare, Stiles.
- E non sapevo da chi andare, Allison è con Scott e io … ho solo bisogno di un parere, perché non so davvero che fare e …
Stiles la abbracciò a sua volta e le disse, cercando di sembrare saggio: - Alla fine se è quest’altro la persona che ti piace hai fatto bene a lasciare Jackson. Indipendentemente da come finirà, almeno ci hai provato. Ed è anche più giusto nei confronti di Jackson.
Lydia lo guardò, rincuorata: - Dici  davvero? Anche se a lui probabilmente non piacerò mai?
Stiles le sorrise: - Sono nella tua stessa situazione, ma beh, io penso si debba almeno provare. Scott continua a ripetermi che questa persona mi spezzerà il cuore, ma io voglio tentare comunque. Alla fine Scott pensa di sapere tutto e di giudicare come se sapesse tutto di noi, ma non è così. Per quanto strana e probabilmente intesa in due modi diversi, io e questa persona abbiamo una cosa, ed è solo nostra. Non per gli altri, tantomeno per Scott. Per farti un esempio, naturalmente.
Lydia si illuminò: - Stiles, è bellissimo. Perché anche io, anche per me è così, io e lui abbiamo questa cosa e non so, mi sembra così strana a volte, penso di piacergli, ma poi le cose si rovesciano ed è tutto così incerto e io …
Stiles le diede una pacca sulla spalla: - Intanto è qualcosa, no?
Lydia tirò su col naso e annuì.
- Hai ragione e … grazie. Pensavo fossi più stupido.
Evidentemente doveva aver preso anche lei qualche abitudine alla Derek, ma Stiles ormai era abituato a complimenti di quel genere e le fece un sorriso, pensando a chi lo aspettava di sopra.



 
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Right or wrong, we’ll write our own storyline ... okay, posso anche smettere di cantare questa canzone, con cui sono ossessionata. Ma è davvero bellissima, oddio çç  comunque, dovete ringraziare Hunter se ora posto prima di vedere il film, perché sì, mi ha messa di buon umore e così ho deciso di postare u.u che dire, una buona notizia per voi, o forse cattiva: lo sviluppo dell'ultima parte della storia si sta facendo più lungo del previsto :/ quindi, più capitoli! No, dai, non suicidatevi ... che dire, finalmente è arrivata Lydia ahahah. No, beh, la odio come sempre, non preoccupatevi, non mi ha posseduta niente, ma perché ... non ve lo dico. Sappiate che porterà un sacco di sviluppi interessanti con la sua visita da Stiles, sia sterek che di altro tipo ... eheh. Anyways, voglio ringraziare le bellissime fanciulle che hanno recensito, io vi giuro non mi capacito del vostro numero e del fatto che recensiate ME insomma ... no, è troppo, vi amo çç grazie a two_dollar_bill, Adelaide Bonfamille, cheekbones, ursula74, Tenten e alixsoldier non so davvero come ringraziarvi ç_______ç prima del film, mi autofaccio pubblicità, se non avete da fare e siete particolarmente di umore nostalgico, potete leggere la OS che ho scritto, non è impegnativa, non è sterek (non specifico il nome dell'altra persona, ma voi mi conoscete, quindi ho pensato a Stiles obv) e si chiama All too well, se vi va leggetela u.u e come dimenticare, uno spoiler per voi:


Spoiler: "Andiamo, era immobili come due deficienti da cinque minuti, l’unica cosa che si erano detti erano i reciproci nomi e faceva davvero tanto telenovela argentina la cosa, ma pazienza, perché Derek gli avrebbe detto che lo amava."

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Capitolo 17
*** I lati negativi di non essere gli unici a essere interrotti. ***








Stiles non aveva mai fatto le scale così di corsa, ma non aveva anche mai avuto tanta voglia di vedere Derek come in quel momento, quindi le cose si bilanciavano. Gli si buttò praticamente addosso e probabilmente se Derek non fosse stato un armadio sarebbero finiti per terra, ma evidentemente a forza di placcaggi subiti da gente che voleva ucciderlo doveva essere allenato e non perse l’equilibro. Quello in cui invece non era allenato erano gli abbracci, perché se Stiles gli si era appoggiato con la guancia contro una spalla e lo cingeva amorevolmente, Derek se ne stava immobile e rigido come un palo. Avrebbero dovuto lavorare sul ricambiare gli abbracci, pensò Stiles, perché okay, Derek era un affascinante lupo mannaro incapace di affetto, faceva parte del suo personaggio, era per quello che Stiles si era innamorato di lui e okay, forse Scott aveva ragione, aveva qualche problema mentale, una specie di sindrome di Stoccolma, anche se tecnicamente Derek non lo aveva mai tenuto in ostaggio o altro, anzi, probabilmente avrebbe pagato per liberarsi di lui o per farlo rapire in certi momenti ma comunque fatto restava che non era qualcosa di normale innamorarsi di Derek Hale e soprattutto, abbracciarlo. Era più normale farsi un sonnellino sui binari del treno e, pensò Stiles, sicuramente più dolce, dato che Derek continuava a restare lì impalato senza emettere un suono. Se non lo avesse sentito respirare Stiles avrebbe pensato fosse morto sul colpo. Beh, decisamente il suo entusiasmo era svanito e anche la sua speranza che Derek si sarebbe mostrato più dolce nei suoi confronti, così sciolse l’abbraccio e fece per tornare a studiare, ma Derek lo afferrò in modo decisamente poco gentile per un polso e se lo trascinò di nuovo vicino.
Restò a fissarlo per un tempo imbarazzantemente lungo con sguardo assolutamente imperscrutabile, tanto che Stiles pensò fosse giunta la sua ora e che Derek avesse trovato tutte le foto che gli aveva fatto di nascosto col cellulare e avesse deciso di ucciderlo. Okay, magari se l’era cercata mettendo quella foto di Derek addormentato come blocco schermo ma era così dolce quando dormiva, a differenza di quando era sveglio …
- Stiles, - mormorò Derek, prendendogli il volto fra le mani.
Ah, okay, gli avrebbe spezzato il collo, almeno sarebbe stato indolore. Certo, morire vergine non era il massimo, magari avrebbe potuto chiedere a Derek di fare sesso come ultimo desiderio.
- Derek, - rispose Stiles, incerto.
- Stiles, - ripeté Derek e per un attimo assunse un’espressione quasi normale, stupita, quasi affascinata e Stiles si rese conto che no, non sarebbe morto quella sera. Okay, forse sarebbe morto, ma non nel modo in cui pensava prima.
Naturalmente la sua mente recepì la cosa come un segno d’amore, e oddio, forse Derek stava per dirgli che lo amava! Andiamo, era immobili come due deficienti da cinque minuti, l’unica cosa che si erano detti erano i reciproci nomi e faceva davvero tanto telenovela argentina la cosa, ma pazienza, perché Derek gli avrebbe detto che lo amava. Peccato che continuasse a stare in silenzio e fissarlo, forse voleva un incentivo? Forse Stiles avrebbe dovuto dirlo prima lui? E che palle però, alla fine era sempre lui che si metteva in gioco, era stato lui a baciare Derek la prima volta, era stato lui a dirgli che gli piaceva e adesso doveva dirgli lui “ti amo” per primo?
E poi, inaspettatamente, diventando quasi rosso in faccia, Derek lo abbracciò. Fu meglio della prima volta, riuscì a farlo delicatamente, cingendolo dolcemente e facendo in modo che Stiles potesse appoggiare il viso nell’incavo del suo collo. E okay, non era un “ti amo” ma era un abbraccio. Un abbraccio di Derek Hale. E gli abbracci di Derek erano qualcosa di estremamente raro, come gli arcobaleni, più o meno, anche se a lui il paragone non avrebbe fatto piacere. Avrebbe preferito le eclissi, magari, ma a Stiles non importava. Diamine, Derek lo stava abbracciando. Sentiva il battito del suo cuore lievemente accelerato, in contrasto con quello di Stiles che sembrava sul punto di esplodere e si scostò delicatamente, sempre continuando a tenere e farsi tenere fra le braccia da Derek, per guardarlo negli occhi. Era sempre il solito musone, naturalmente, stessa faccia seccata di sempre, ma si vedeva che non gli dispiaceva la situazione. E, cavolo, era passato dall’odiare il dover respirare la stessa aria di Stiles al tenerlo abbracciato e a trarre dalla cosa persino piacere.  Era un enorme progresso, anzi, era la prova dell’esistenza dei miracoli, del fatto che tutte quelle ore passate ad ascoltare You belong with me e Jump then fall non erano andate sprecate.
Derek lo baciò delicatamente sulle labbra e lo strinse di nuovo e Stiles fu sicuro di vedere davvero i fuochi d’artificio, le scintille, di sentire le farfalle (con a seguito un branco di bufali, ma rovinavano tutta l’atmosfera romantica) perché era lì, con Derek che gli stava dimostrando affetto.
E poi, ci fu il colpo di grazia. Derek non riuscì a guardarlo negli occhi, così abbasso lo sguardo e borbottò: - Tu … prima. Con Lydia. Quello che hai detto. Sei stato … carino. Sei carino.
Derek Hale aveva detto “carino”.
Derek Hale aveva detto a lui che era “carino”.
Derek.
Carino.
C’era qualcosa di profondamente sbagliato nel mettere queste due parole nella stessa frase, erano stonate ma DEREK GLI AVEVA DETTO CHE ERA CARINO. DEREK LO AMAVA, VOLEVA SPOSARLO DOPO IL DIPLOMA, ADOTTARE DEI BAMBINI E COMPRARE UNA CASA NEL MAINE. 
Stiles non poteva contenersi, voleva saltare per tutta la stanza, ballare, fare le capriole – e lui non sapeva farle, il che era tutto dire – di cantare a tutto volume Fearless e correre per la casa, perché okay, Derek aveva sentito il suo imbarazzatissimo discorso mezzo scopiazzato da Ours però pazienza, perché aveva reso felice, o meglio, era un eufemismo, aveva reso meno imbronciato del solito ma era un enorme progresso e Stiles avrebbe davvero saltato per tutta la stanza, ma Derek lo baciò, e i suoi piani cambiarono.
 
 
 
*
 
 

- E poi? – domandò Beth, ignorando il fatto che Stiles avesse interrotto il racconto per una cosa fondamentale come dare un morso al suo panino.
- E poi, beh, siamo andati nel mio letto …
Bethany scostò il vassoio dal tavolo e ci salì sopra a carponi, gattonando verso Stiles e prendendolo per le spalle.
- Penseranno che tu voglia sedurmi così, - le ricordò lui e ricevette in cambio un bastoncino di pesce in faccia.
- E chi se ne frega! Racconta.
- E poi ci siamo baciati un po’. Derek si è strofinato come al solito, sai che adora strofinarsi, ma si è strofinato veramente tantissimo e mi ha baciato sulle fronte e sul naso e un po’ dappertutto sulla faccia. E leccato una guancia.
Beth alzò gli occhi al cielo.
- Non possiamo andare avanti veloce fino alla parte in cui mi dici “abbiamo fatto sesso”? Senza offesa, non mi interessa cosa lecca Derek nel tempo libero.
- Non lo abbiamo fatto! – disse Stiles, stranamente non depresso dalla cosa. Insomma, anche se non si erano detti niente, anche se alla fine non aveva detto a Derek le due parole magiche, era comunque stato stupendo. Si era sentito vicino a  Derek emotivamente e questo, inspiegabilmente, era passato in primo piano rispetto alle sue esigenze di diciassettenne. Non che quelle si fossero placate, aveva passato una quantità imbarazzante di tempo a chiedersi cosa sarebbe successo se avesse infilato una mano nei pantaloni di Derek. In fondo, una volta gli aveva concesso l’accesso – e Stiles non aveva potuto sfruttare la cosa per via di suo padre – e magari non gli sarebbe dispiaciuto, anche se magari, casomai non fosse stato dell’umore, Stiles avrebbe potuto rimetterci il braccio.
- Stiles, sei un imbecille. Eravate lì, ti aveva abbracciato e tutto e non avete fatto una ceppa? Ma siete imbecilli, porca miseria, pensavo foste due uomini, non due bradipi asessuati! E okay, posso capire te, in fondo, sei Stiles e sei un deficiente, ma lui. Insomma, ha la reattività di una lumaca morta e spiaccicata sull’asfalto! Ma per l’amor del cielo! Non è che è impotente? No, è un lupo, non può essere ma miseriaccia, è un cretino, tu sei un cretino, la coppia perfetta! – sibilò lei, indispettita.
- Senti, io lo amo e quindi scusa tanto se ogni tanto anziché a scoparmelo penso ai nostri sentimenti!
Beth gli diede una carezza sulla guancia e tornò a sedersi.
- Oh, Stiles, beato Derek. Se Scott provasse per me  un decimo di quello che tu provi per lui sarei felice. E invece ho soltanto …
- Isaac, - le disse Stiles, facendo un cenno di saluto all’amico che andò a sedersi con loro.
Tra Beth e Isaac, dopo l’appuntamento – suicidio di quest’ultimo le cose fra erano migliorate moltissimo, uscivano molto spesso insieme, anche se Stiles sospettava che parlassero tutto il tempo di Scott, per il dispiacere di Isaac, ma almeno comunicavano civilmente e si stavano avvicinando sempre di più anche loro.
- Ehi, gente, - salutò Isaac, mettendosi casualmente nel posto vicino a Bethany e non degnando Stiles nemmeno di uno sguardo, tutto preso a sbavare sul suo amore non corrisposto.
- Isaac! – esclamò Beth, insolitamente felice di vederlo, - sai che Derek, quando è solo in un letto con Stiles, anziché fare quello che chiunque farebbe, lo lecca e si strofina contro di lui?
- Beth … - iniziò Stiles, ma Isaac gli parlò sopra.
- Beh, Bethany, senza offesa, ma io se fossi nello stesso letto con Stiles …
Si scambiarono uno sguardo, e Stiles rese assolutamente esplicito che il suo letto era off limits per chiunque non fosse Derek. Era un uomo fedele, aveva persino rifiutato Lydia, cioè, tecnicamente lei aveva rifiutato lui, ma se lei avesse fatto proposte lui avrebbe detto no perché amava Derek lui praticamente gli aveva  detto che non sarebbe uscito con nessun altro. Okay, forse era semplicemente troppo pigro per cercare un’altra persona con cui fare certe cose, ma Stiles era una persona romantica quindi cercava di non pensarci troppo, così come non pensava troppo alla sicuramente infinita lista di ex che Derek doveva aver collezionato nella sua vita.
- Ma no, idiota, - disse Beth, - immagina di essere nel letto con la ragazza che ti piace, di cui devi ancora dirmi il nome,  avete appena avuto un bel momento tenero …
Era palese che Isaac stava immaginando lei e, a giudicare dall’espressione assolutamente ebete della sua faccia, era abbastanza preso dalla fantasia.
- Oh, ciao Scott! – disse Bethany, salutando l’amore della sua vita che andò a sedersi con Allison e Lydia – Jackson era stato bandito dopo che Lydia lo aveva lasciato. Evidentemente, pensò Stiles vedendo la faccia di Isaac, i suoi tentativi di fare sesso con Derek non erano l’unica cosa che Scott interrompeva.
Isaac gelò con lo sguardo la causa di tutti i suoi mali e parlò, per distrarre Beth dall’osservare cosa succedeva qualche tavolo più in là e disse: - Beh, e allora? Stiles è un incapace, diamogliene atto.
Bethany sembrò illuminarsi.
- Ho la soluzione! Semplice! Stiles, devi fare esperienza! – disse tutta allegra e da come guardava lui e Isaac per un attimo Stiles pensò che la sua cavia avrebbe dovuto essere quest’ultimo e … no. Proprio no. Innanzitutto Isaac lo avrebbe mangiato vivo se solo si fosse avvicinato alla sua cintura, anzi, che avrebbe mangiato vivo chiunque non avesse portato il nome di Bethany Noel e secondo, Stiles non avrebbe mai tradito Derek. Era stato fedele dieci anni a Lydia senza che nemmeno si parlassero  - okay, forse non essere considerato da nessuno aveva aiutato, ma comunque – e lo sarebbe stato a Derek.
- Non ho intenzione di andare con altre persone, - disse virtuosamente, ma Beth agitò una mano infastidita.
- Certo che no! Chiediamo semplicemente il parere di un’esperta!
- E chi sarebbe scusa … ?
Bethany sorrise.
- Oh, lo vedrai. Quand’è che tuo padre è fuori per un bel po’?
 
 
*
 
 
Quando arrivarono di fronte a casa di Lydia Stiles capì che la cosa non poteva funzionare.
- No, Beth, no. Ascolta, non le dirò che io e Derek … - incominciò, ma venne interrotto bruscamente.
- Stiles, non le diremo di Derek. Le diremo semplicemente che hai bisogno di qualche consiglio generale per la tua prima volta, su come farla succedere, diciamo.
A Stiles la cosa sembrava francamente delirante, perché non avrebbe mai immaginato di chiedere a Lydia un consiglio sulla sua vita sessuale. Tecnicamente, aveva sperato di averla con lei, ma qualcosa era andato storto ed era finito con un lupo mannaro. Ed era anche contento della cosa, quindi no, Lydia non doveva mettere il naso in certe vicende, non era più richiesta, aveva fatto il suo tempo e …
E Beth lo trascinò dentro il giardino di Lydia e bussò energicamente alla porta. Stiles cercò di scappare, approfittando del ritardo di Lydia nel rispondere, ma Beth lo acchiappò. E poi Lydia arrivò dopo cinque minuti buoni alla porta, tutta spettinata e con addosso una maglietta da uomo sicuramente non sua e un paio di leggins che avevano l’aria di essere al contrario.
- Ehi, che bello vedervi! – disse, suonando falisissima.
- Abbiamo interrotto qualcosa …? – domandò Stiles.
Una parte di lui era ancora infastidita, insomma, perché Lydia andava anche con gli alberi fra un po’ ma non lo aveva mai considerato, mentre un’altra parte godeva segretamente di averla interrotta, dato che lei aveva fatto lo stesso con lui e Derek.
- Oh, no, stavo facendo ginnastica, sai, per tenermi in forma.
- Ma quella cosa che hai sul collo è un  …? – provò Stiles, sempre più desideroso di fuggire, ma Beth lo spinse dentro e trascinò Lydia in soggiorno, dove, dopo aver fatto sedere tutti al tavolo, parlò dell’ordine del giorno.
- Stiles ha un problema. E tu sei la sola che può aiutarlo, - disse.
- Non farò sesso con lui. Se ha dei problemi di prestazione ci sono medicine apposta, non sono un’incantatrice di …
Beth alzò gli occhi al cielo: - No, non è quello, non sa prendere l’iniziativa!
- E prendila tu! – esclamò spazientita Lydia.
Sicuramente prima non stava facendo ginnastica, dato quanto sembrava seccata.
- Ma io non voglio farci certe cose! Oh, sai che ti dico? Sono stufa. Non credere mai più che io e Stiles siamo una coppia solo perché passiamo tanto tempo insieme,  ti autorizzo a crederlo soltanto quando ci vedrai rotolarci nudi insieme in un letto, altrimenti, di notte, quando dormi, dovrò credere che tu sia morta e ti seppellirò in giardino.
Lydia rimase a bocca spalancata un minuto buono, sconvolta, poi si riprese.
- Okay, - disse, - in effetti anche Stiles me lo aveva detto … comunque, a parte chi è la malcapitata, il problema è ansia da prestazione, alla fine, no?
- Non chiamarla così! – esclamò Stiles.
- Ho provato a chiamarla Miguel, ma risponde solo se la chiamo ansia da prestazione, - replicò Bethany, - Insomma, Stiles sta con questa persona, questa persona ci sta, solo che hanno qualche problema a concludere perché li interrompono sempre, quindi perché non illustri a Stiles come cogliere l’attimo senza perdersi a pensare cose idiote? Anche l’altra parte della coppia è imbecille, ma Stiles lo è di più.
Lydia scoppiò a ridere, beandosi delle disgrazie altrui e Stiles si chiese come avesse potuto perdere dieci anni della sua vita dietro a qualcuno di così insensibile. Non che Derek fosse meglio, ben inteso.
E non aveva ansia da prestazione, era solo un po’ insicuro sul toccare Derek, dato che avrebbe potuto rimetterci una mano molto facilmente.
- Beh, Stiles, allora, se vedi che il momento è propizio, crea la giusta atmosfera …
E fin lì, nessun problema. C’era atmosfera di sesso ovunque Derek passasse.
- … falle capire che cosa vuoi, non è necessario allungare le mani subito, sii esplicito ma non troppo …
Forse avrebbe potuto avvisarlo via whatsapp? Ma Derek preferiva usare Viber.
- … e osserva le sue reazioni. Se hai un riscontro positivo …
Insomma, la sintesi era, “sbattiglielo in faccia e osserva cosa succede” ma con Derek non era certo così facile.
- Non è così semplice, - disse sconsolato, - non capisco niente di lui, o quasi, Derek è così …?
Gli era scappato. Era talmente abituato a parlare di certe cose solo con Bethany, che sapeva tutto, che non aveva fatto caso a quel che stava dicendo e ora … ops? Ma non avrebbe mai immaginato una tragedia di proporzioni così grandi come quella che quel nome scatenò.
- Derek?! – esclamò Lydia
- DEREK?!
E, insieme a quella di Lydia, Stiles sentì un’altra voce, dolorosamente familiare, e Peter Hale, senza maglietta, che probabilmente aveva preso in prestito Lydia, fece il suo ingresso nella stanza allibito e afferrò Stiles per le spalle senza neanche lasciargli il tempo di chiedersi cosa ci facesse mezzo nudo in casa di Lydia.
- DEREK?! – ripeté, - Derek chi?
E allora sì che erano guai, anzi, era decisamente un enorme casino.
Peter squadrò Stiles con la sua miglior occhiata omicida.
- Ehm … - balbettò Stiles, valutando il suicidio come opzione meno dolorosa piuttosto che rispondere alla domanda.

 

 
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Okay, sappiate che ho aspettato a pubblicare questo capitolo perché ... *dannnn dannnnn* ho finito la storia. Esatto, l'ultimo capitolo è stato scritto, manca solo l'epilogo che ho scritto a metà e sono tipo "don't touch me", ma tralasciamo il poema epico e depresso a un giorno in cui non dovrò stare alzata tutta la notte per studiare. Beth e Isaac hanno fatto pace e io non so cosa fare di loro, se mettere o no una scena loro nell'epilogo o no boh ci penso. Comunque, come avrete notato, un'altra coppia che shippo 'til death è Pydia e non potevo non metterli, Peter mi fa troppo ridere come personaggio (sì la sento anche io la vocina fuori campo che dice "è un killer psicopatico" ma abbiamo tutti i nostri difetti e poteva andare peggio, avrebbe potuto essere uno di quei grandi uomini del passato su cui scrivono pagine e pagine i libri di storia, allora sarebbe stato un problema, che vuoi che sia qualche omicidio a confronto). E anche Derek sta scoprendo di avere un cuore - anche se lui avrebbe preferito studiare al posto mio, ne sono sicura ma in questo caso TIENI I MIEI LIBRI, SALUTA AGATOCLE, STUDIA SEMPRE CIAO - o comunque che esistono sentimenti oltre alla rabbia e l'indifferenza - again, se vuole provare la true ansia, una true ansia per un true alpha, può studiare al posto mio, Stiles glielo coccolo io - ed è tanto caro, no? No, beh, comunque, sembra seriamente che mi sia drogata. Ringrazio le adorabili fanciulle che hanno recensito, io VI AMO (e vi amerei ancora di più se studiaste al posto mio, per ulteriori info contatte 3315436RONVAIASTUDIARE) alice 14, ursula74, alixsoldiere Adelaide Bonfamille sapete che vi amo e siete le mie besties ç_ç
Anyways, ancora tre capitoli più l'epilogo e poi adios çç cercherò di postarli in fretta, dato che sono già scritti, vorrei finire la storia prima del 5 giugno :) a presto, vado a suicidarmi sul libro.


Spoiler: "Se a Derek fosse importato, sarebbe stato lì accanto a lui, ma Stiles era da solo, in lacrime, in un posto sconosciuto, a guardare la pioggia fuori dal vetro scorrere come a rallentatore."

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Capitolo 18
*** Peter Hale passa sempre per caso. ***





Stiles aveva pensato a molte cose che avrebbe comportato l’avere una relazione con Derek. Oltre al poter avere tutto quel ben di Dio che era Derek Hale tutto per sé, naturalmente, si era immaginato di passare tanto tempo con lui, cosa che effettivamente era accaduta, si era immaginato Scott che andava fuori di testa, aveva addirittura immaginato che suo padre lo scoprisse ma mai  che Peter Hale lo venisse a sapere. E dato che quest’ultimo lo stava fissando con aria a metà fra l’omicida e il disgustato, non sapeva sinceramente che fare se non pregare di sparire.
- Ripeto, Stiles, - disse minaccioso Peter, - Derek chi?
- Nessuno, - pigolò Stiles, facendosi più piccolo che poteva, - stavo parlando di Grey’s Anatomy, sai, ehm, ho sempre voluto che Derek stesse con Meredith, tu no? E, beh, sai, a me piacciono tanto i telefilm …
- Stiles, - ringhiò Peter, - Non te lo chiederò di nuovo.
- Ehm … Derek il lupo mannaro? – mormorò Stiles e vide l’orrore dipingersi sul volto di Peter.
- Cioè tu, - disse questo, indicandolo, - tu. E mio nipote. Ma cosa si è fumato?!
Era sempre bello come la gente accoglieva la notizia, ritenendo impossibile che Derek provasse qualcosa per lui. C’era chi lo trovava ridicolo, chi un malvagio tentativo di ampliare il branco, chi imputava la cosa all’uso di stupefacenti … Stiles si chiese come avesse potuto non suicidarsi dopo tutto quel tempo passato a ricevere tali complimenti.
Allora Bethany, che doveva avere un futuro da avvocato, saltò su: - Ma cos’ha il povero Stiles che non va? Se a Derek piace …
- A Derek, - la interruppe Peter, furibondo, - non può piacere. Perché no, Derek ha sempre avuto un pessimo gusto per le fidanzate ma questo no! Non lo accetto! Insomma, era persino meglio quella psicopatica di Kate! Almeno era bella, Stiles è …
- Derek e chi, scusa? – esclamò Stiles, sconvolto.
- Derek e tutti tranne te! – ribatté Peter, - Oh, ma cosa ha per la testa? Solo perché gli è andata male un paio di volte non è che deve cambiare sponda … con questo qui poi.
A Stiles sarebbe interessato moltissimo sapere di quel paio di volte, ma pensò bene di stare zitto, anche perché Peter sembrava sulla soglia dell’uccidere tutti i presenti della stanza, magari eccetto Lydia.
Peter afferrò il cellulare e vi sbraitò dentro: - Derek, cosa cavolo stai facendo?!
Stiles sentì la voce, calmissima, di Derek, rispondere: - Il bucato, perché?
- Il bucato? Il bucato?! Vieni immediatamente qui, tu e il tuo bucato! Devo parlarti, sono da Lydia!
- Tra mezz’ora, la lavatrice ci mette ancora venti minuti e poi devo stender…
- Non me ne frega niente! – esclamò Peter, - Vieni qui o ti strangolo! Subito! E al diavolo il bucato!
E detto questo Peter lanciò il telefono sul divano dei Martin, davanti allo sguardo attonito di tutti.
- Il bucato, - disse, guardando Stiles minacciosamente, - il bucato! Lo vedi come è ridotto? Andiamo, sapevo che si era rimbecillito, ma mai avrei pensato per causa di questo! Insomma, in effetti avrei potuto arrivarci quando l’ho sentito cantare nella doccia ma pensavo si fosse iscritto a un corso di canto, non che si fosse bevuto il cervello per questa cosa. Ripeto, era meglio Kate, almeno lei era solo una pazza omicida e da morta non può fare molto, ma questo respira ancora! Beh, potrei porvi rimedio …
Stiles arretrò, decisamente preoccupato per quell’allusione. E poi che voleva dire Kate? Derek e Kate? La psicopatica? La ragazza di Derek? Beh, sicuramente doveva essere stato prima che lei uccidesse quasi tutta la famiglia Hale, pensò Stiles, Derek non era così masochista, però Kate? Insomma, a Derek piaceva quel tipo di persona? A parte che Stiles la odiava già per troppi motivi, ora era in cima alla lista di persone che detestava. Perché Derek avrebbe dovuto uscire con lei? Non avevano niente in comune. Ah, giusto, c’erano quel paio di cose di Kate che potevano averlo attratto. Beh, non che Stiles avesse qualcosa in comune con lui ma …
Il campanello suonò e Peter si precipitò ad aprire, tornando un secondo dopo trascinando Derek per un braccio.
- Spiegami, - disse, piazzandolo davanti a Stiles, - dammi una valida ragione. Per Kate erano due, e belle grosse pure, ma lui?
Lo sguardo di puro odio che Derek gli lanciò non fece altro che incrementare la voglia di ammazzarsi che già Stiles aveva di suo.
- Kate ha ucciso la nostra famiglia! E lui niente, non stiamo insieme.
Derek si divincolò dalla presa di Peter e fece per andare via.
Se qualcuno avesse per caso sentito un crack, quello era il cuore di Stiles, che non ebbe tempo di pensare al modo migliore per farla finita che Beth gli mise le mani sulle spalle e disse, come per caso: - Allora spero non ti dia fastidio se gli do un bacio, vero?
Non fece nemmeno in tempo a sfiorargli le labbra che Derek la spinse via, premendosi Stiles al petto con una mano che teneva sulla sua schiena.
Torse un polso a Beth, a cui vennero le lacrime agli occhi dal dolore e le disse, ringhiando: - Non lo rifarai.
- Neanche tu, - ringhiò a sua volta Peter, separando Stiles e Derek in modo per nulla gentile.
Stiles nemmeno se ne accorse, perché Derek, il suo Derek, lo aveva protetto, Derek era geloso ed era stato così romantico il modo in cui aveva scostato Beth – poverina, a Stiles dispiaceva per i suoi lividi sul polso, ma era una buona causa quella per cui si era sacrificata, - e lo aveva stretto a sé …
- Non stiamo insieme! – ripeté Derek, rovinando tutta l’atmosfera, - noi … noi …
- Derek, l’evidenza parla chiaro! – esclamò Peter, - insomma, avrei dovuto capire cosa stava succedendo, per l’amor del cielo, ogni volta che entravo in casa tua eri con le tue stupide cuffie a cantare Hunter Hayes e avrei dovuto saperlo, non c’è ragione di cantare Hunter Hayes se non ci si è fusi completamente il cervello!
- Non stavo cantando, - rimbrottò Derek.
-  Sì che cantavi e sei pure stonato! So persino la canzone, aspetta it’s our love and it’s our life, right or wrong we’ll write our own storyline. Che tu latravi indegnamente! Ed è una canzone patetica, esattamente come Stiles!
- Ah, davvero? E tu allora, che ci fai mezzo nudo a casa di Lydia?
Peter perse completamente lo sguardo omicida e assunse la sua miglior faccia di bronzo: - Passavo.
- Ah, e passando sei inciampato nella sua …
- E comunque stavamo parlando di te! – ribadì Peter.
- Oh, certo, - rispose Derek sarcastico, - perché il problema è che io faccia qualcosa con Stiles quando tu hai questa cosa con Lydia!
Peter sembrò sul punto di staccargli la testa: - Oh, certo, io però non sono innamorato cotto come te, non passo due ore in bagno a sistemarmi i capelli prima di uscire! E io che pensavo che tu volessi solo cambiare taglio!
Stiles gongolò alla parola “innamorato” anche se era abbastanza utopico pensare che lo fosse davvero. Probabilmente aveva solo acquisito il gusto per la musica country e aveva iniziato a curare di più il suo aspetto, non che ce ne fosse stato bisogno, anche con un sacco dell’immondizia addosso sarebbe stato comunque stupendo.
Derek guardò Peter sarcastico: - Io, innamorato? Ma se sei tu quello che vedeva Ps I love you due sere fa! E non puoi parlare, sei venuto cinque volte a chiedermi vestiti in prestito perché “non avevi niente da abbinare” e poi sei strisciato via tutto ambiguo!
- Io curo il mio aspetto! E non stavo vedendo Ps I love you, avevo solo girato perché c’era la pubblicità durante The Mentalist!
- Non è vero! C’era Fringe quella sera e non ho potuto vederlo perché c’eri tu incollato alla televisione!
- Tanto Fringe è stupido! Se vuoi vedere un bel telefilm con gli alieni, devi vedere X Files!
- Non insultare Fringe!
- Se lasci perdere Stiles ti compro tutti i cofanetti di Fringe! Quelli in edizione limitata da collezione.
Ci fu un drammatico minuto di silenzio in cui Stiles pensò di essere stato venduto per colpa di qualche stupido dvd, ma poi Derek ribatté: - Ho già detto che non stiamo insieme!
- Ma vuoi andarci a letto!
Derek roteò gli occhi: - La cosa ti disturba? Vuoi unirti? E poi scusami, io cosa dovrei dire di te e Lydia!
- Io stavo solo passando! – ribatté Peter, - non stavo facendo niente!
- La tua maglia è finita su di lei per caso, giusto?
- Aveva freddo!
- Giusto, e in casa sua non aveva altri vestiti, così hai dovuto sacrificarti! Ah, e hai la zip dei jeans aperta.
Peter la tirò su con rabbia: - E comunque, - disse, - anche se fosse non ho un rapporto malsano con un adolescente irritante, iperattivo e che parla troppo! E soprattutto, umano.
- Lydia infatti è una portafinestra, vero?
- Non vedo cosa tu voglia dire, stavo passando per caso! – ripeté Peter.
- Nel suo letto? – intervenne acida Bethany, e Derek le rivolse uno sguardo di sufficienza appena meno carico d’odio del solito.
- Oh, ma chi cavolo sei tu? Derek, ti scopi anche lei?
La nausea si manifestò sul volto di quest’ultimo.
- Ah, beh, male! Almeno lei è carina!
Lydia sembrò molto seccata dalla cosa e disse: - Dato che siete presi dalle vostre cose io vado a farmi una doccia!
- Ehm, - borbottò Peter, - c’è ovviamente di meglio, ma Stiles è assolutamente peggio!
Lydia sembrò soddisfatta.
Poi suonò il campanello e tutti guardarono Lydia andare ad aprire. Non ci fu bisogno di chiedere chi fosse, perché l’urlo proveniente dall’ingresso esplicitò tutto: - Tu, molestatore di minori! – urlò Scott, arrivando di corsa nella stanza, seguito da una Allison attonita e un inerme Isaac.
 
 
*
 
 
Il quadro era completo e il soggiorno dei Martin era decisamente troppo piccolo per contenere tutta quella gente e soprattutto, tutta quella ostilità. Ci fu un attimo di silenzio in cui Lydia scambiò un’occhiata con Allison, che continuava a fissare Peter, senza maglia, e poi Lydia, con la maglietta da uomo addosso, allibita. Isaac aveva solo recepito Bethany di tutto quello, e la stava fissando guardingo sperando che Scott non si avvicinasse troppo.
- Oh, bene, siamo al completo, - ironizzò Peter.
- Perché siete qui? – domandò Scott, - Perché Peter è senza maglia?
- Perché Derek, - disse subito Peter, - sta insieme a Stiles!
Derek lo fulminò con lo sguardo: - Non sto insieme a nessuno!
Come inferire su un cuore già spezzato.
Scott assunse un’espressione trionfante: - Visto! Persino suo zio dice che non è adatto a te! Vedi, lui è solo un pedofilo senza cuore, ti farà solo del male e …
- Con tutto il rispetto, - lo interruppe Peter, - semplicemente io non voglio un idiota in famiglia.
- Ma mica ho detto che voglio sposarlo! – si difese Derek.
- No, ma sarebbe un’ottima idea! – si intromise Beth e tre sguardi truci – Peter, Scott e Derek, - la convinsero a desistere.
- Ma scusate, - provò Stiles, - se io e Derek non stiamo insieme, il problema non c’è, no?
Gli costò una fatica enorme dirlo, anche perché, nella sua testa, lui e Derek stavano insieme eccome. Ma se avesse almeno posto fine a quella cosa assurda e tremendamente demotivante, dato che Derek continuava a ripetere che non stavano insieme e che non era innamorato.
Bethany iniziò a sbattere violentemente la testa contro Isaac.
- Sì che c’è! – esclamarono Peter e Scott in coro.
Derek lanciò uno sguardo a Stiles, che però girò la testa dall’altra parte. Probabilmente se lo avesse guardato negli occhi troppo a lungo avrebbe pianto e non era esattamente quello che voleva.
- Quell’idiota di mio nipote si sta rimbambendo a causa tua!
- Stiles, ti sta facendo soffrire!
- Ma avete rotto il cazzo! – esclamò Beth, facendo sobbalzare tutti.
- Sono d’accordo, - aggiunse Allison, - ma farvi una barca di fattacci vostri?
- Allison … - disse Scott, ma lei gli tirò la borsetta addosso.
- Allison niente! Scott, passi tutto il tempo a parlare di Stiles e Derek! Non ne posso più! Ne parli persino durante le nostre serate romantiche, ne hai parlato persino mentre … E io sono stufa! Fatti una vita, santa miseria! Sembra che Derek fosse un tuo ex!
Il disgusto si fece palese sul volto di entrambi i nominati.
- Allison, io … - riprovò Scott, ma venne interrotto da Lydia.
- E tu! – disse lei, rivolta a Peter, - tu, stavi passando? Ma sai cosa ti faccio passare io ora? Lo strozzalupo te lo infilo nelle mutande! Brutto ingrato!
Peter sbiancò.
- Lydia …
- Lydia ti manda a quel paese! – ripeté lei, e andò a mettersi vicino ad Allison, corrucciata.
Tutti si aspettavano una rivelazione epica dall’ultima ragazza in questione, cioè Beth, Scott e Peter erano entrambi cadaverici per via delle cose che erano state loro dette in precedenza, Derek era allibito e Stiles non sapeva se ridere o piangere, ma stranamente la rivelazione epica arrivò da Isaac.
- E tu! – disse, indicando Beth, - Tu sei tale e quale a loro! Sempre persa dietro quel cretino, idiota, deficiente di Scott! Ed è pure basso! E non hai notato che sono mesi che ti muoio dietro perché eri impegnata a perdere tempo con lui! Ma io ti ammazzo, ma prima ammazzo Scott perché tu, Scott sei un essere inutile! E anche stupido! E farei un favore al mondo eliminandoti, sicuramente a Derek e Stiles lo farei!
Scott guardò Beth sconcertato, lei avvampò e non disse nulla, strisciando in un angolino.
Era implicito fosse il turno di Stiles, allora. E in effetti aveva tanto da dire, a tutti. Forse non a Allison, che poverina, era stata manovrata da quel demente del suo migliore amico. Sarebbe stato sicuramente liberatorio e poi si sarebbero tutti fatti una risata e avrebbero fatto la pace, se fosse stato normale. Ma non lo era, perché c’era Derek che non stava insieme a lui. E continuavano a riecheggiargli le sue parole in mente, ripetute fino allo sfinimento e l’unica cosa che aveva voglia di fare era andare il più lontano possibile da tutto e da tutti.
Così si mise dritto in piedi, disse: - Me ne vado. Ciao, - e se ne andò, davanti a tutti i suoi amici attoniti e, soprattutto, a Derek, allibito.
 
 
 
*
 
 
Si era concesso di piangere solo in autobus, l’autobus per “il più lontano possibile” perché non aveva ancora avuto indietro la jeep e non sapeva dove suo padre nascondeva le chiavi.
Era sceso in una cittadina sconosciuta con gli occhi arrossati, si era preso la stanza meno costosa possibile a un piccolo bed and breakfast e, sdraiato sul letto, aveva pianto ancora. Non avrebbe mai creduto potesse fare così male. Non Derek, Derek non poteva fare male, non il Derek che lo abbracciava, che si fermava a dormire da lui e si strofinava contro il suo collo. Ma evidentemente si era illuso troppo e Scott, per quanto detestasse ammetterlo, aveva ragione. A Derek non interessava, gli aveva detto le cose che gli aveva detto probabilmente solo per portarselo a letto. Perché sarebbe stato troppo bello, semplicemente e la sua vita non era una canzone di Taylor Swift. Anzi, forse lo era, ma non era una di quelle allegre che fanno venire voglia di ballare, era una ballad triste, malinconica come la pioggia che vedeva scorrere sul vetro della stanza. Quei mesi con Derek erano stati un sogno, certo, era stato superiore ad ogni sua aspettativa averlo così vicino, ma naturalmente aveva preteso troppo. Lui si era innamorato, lui amava Derek, e voleva essere ricambiato almeno un pochino. Voleva almeno piacergli, ma loro non stavano insieme. Derek era stato limpido su questo versante, con Peter.
Avrebbe dovuto aspettarselo, avrebbe dovuto prendere la cosa con meno leggerezza, da adulto. Se fosse stato più maturo, se fosse stato come Derek, non sarebbe finita così. Derek non gli aveva mai dato aspettative, era sempre stato onesto, non gli aveva detto di amarlo, né di tenere a lui. Era stato un suo film.
Ora il castello in aria era crollato miseramente e Stiles sapeva che, quando sarebbe tornato, sarebbe stato tutto uguale: sarebbe tornato da Derek, perché aveva ancora bisogno di lui, non poteva ancora lasciarlo andare. Si sarebbe bevuto qualche altra mezza frase, leggendole come dichiarazioni appassionate e si sarebbe lasciato usare a suo piacimento, finché Derek non si fosse stufato.
Perché aveva ignorato Scott? Avrebbe dovuto lasciar perdere tutto, prima che finisse così. Avrebbe dovuto saperlo. Andiamo, chi mai potrebbe innamorarsi dello strano, goffo e iperattivo Stiles?
Non Lydia, per dieci anni. Non Derek, meno che mai lui.
E faceva troppo male, perché si era sentito voluto da qualcuno. Si era sentito bene quando Derek era venuto da lui tutte quelle volte senza una ragione particolare, si era sentito bene quando lo aveva baciato. Ma solo perché aveva inteso quelle cose in un modo diverso da come le intendeva Derek.
Se Derek ci avesse tenuto, se a Derek fosse importato anche un minimo di lui, avrebbe capito. Era uno stupido lupo, diamine, capiva tutte le emozioni e balle varie, no? Perché allora non gli era corso dietro, o aveva detto a Peter che anche se non stavano insieme a lui importava?
Se a Derek fosse importato, sarebbe stato lì accanto a lui, ma Stiles era da solo, in lacrime, in un posto sconosciuto, a guardare la pioggia fuori dal vetro scorrere come a rallentatore.
Prese un respiro, cercando di calmarsi e affondò il viso nel cuscino, che aveva odore di detersivo scadente. Voleva solo stare bene di nuovo.
Il rumore della pioggia si fece più forte e sentì improvvisamente freddo. Si voltò, cercando di capire se per caso aveva azionato per sbaglio il condizionatore, ma per poco non gli prese un colpo.
- Derek, - riuscì a mormorare, vedendolo in piedi di fronte a lui, completamente fradicio e col fiato corto.
Rimasero in silenzio, a squadrarsi, senza che nessuno dei due si muovesse, così Stiles, tirando su col naso e asciugandosi il viso dalle ultime lacrime, borbottò: - Perché sei qui? Non stiamo insieme. E “perché mi va” ha rotto le scatole.
Derek sembrò riflettere con attenzione, scegliere le parole a una a una e alla fine parlò, fissandolo dritto negli occhi: - Per te.
Il cuore di Stiles mancò un battito.

 
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Buonsalve :D Lo so che è strano che pubblichi così presto, ma come vi ho già detto, ormai tutto è concluso ... my feels ç_________ç e so che sono un mostro a non aver risposto alle vostre adorabili recensioni ma GIURO che postato il capitolo lo farò, sapete che voi siete le mie besties, ma preferisco non far vedere ai miei cosa scrivo per OVVIE ragioni. Comunque, sono eccitatissima per Vienna, mi sono arrivati i biglietti e la conferma dall'hotel che è una cosa bellissima e veramente saltellerei per tutta la casa se non avessi le ginocchia sbucciate che mi fanno un male cane. Allora, ora devo sottoporvi una cosa seria a cui vi prego di rispondere per me è importantissimo: allora, Beth e Isaac, cosa volete fare di loro? Le opzioni sono due:
- opzione uno: io scriverò un mini sequel per questa storia, incentrato di più naturalmente su Stiles e Derek, in cui compariranno anche Beth e Isaac (e Peter e Lydia e lo sceriffo e Kate e okay mi sta sfuggendo di mano) e darò una fine anche alla loro relazione (sarà piccolo piccolo, comunque)
- opzione due: dato che ho finito la storia e non c'è stato nemmeno un angolino per parlare di loro, epilogo compreso, scriverò un altro capitolo, una sorta di epilogo 2.0 in cui ci saranno anche Beth e Isaac.
Ditemi cosa preferite voi, io non li ho inseriti da altre parti perché non stavano bene, rovinavano l'atmosfera çç comunque, se invece pensate che sia meglio lasciar perdere e lasciare le cose così ditemelo, sono aperta a ogni suggerimento.
Prima di lasciarvi lo spoiler (ohohohohoh) vorrei ringraziare le mie besties che hanno recensito, non ho ancora letto nulla ma siete dolcissime a commentare questo schifo epocale e non ho parole per ringraziarvi, davvero, IO VI AMO!

Spoiler: "- Ho ancora qualche speranza di vedere la terza base stasera? – non poté frenarsi dal domandare Stiles.
- Se stai zitto, - rispose Derek , baciandolo tanto per sicurezza.
"
 

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Capitolo 19
*** La giornata più imbarazzante e destabilizzante di Derek. ***


ATTENZIONE: Spoiler, seppur minimi, per chi non ha visto la terza stagione!



 




- Per me …? – riuscì a balbettare Stiles dopo svariati secondi.
- Vedi qualcun altro in questa stanza? – ribatté Derek, acido come al solito, ma il suo tono era l’ultima cosa che a Stiles interessava.
Era lì, più reale che mai, anche più bagnato che mai e se la situazione fosse stata diversa sicuramente Stiles sarebbe rimasto a fissare sbavando i suoi meravigliosi muscoli messi in risalto dalla maglietta bagnata – okay, forse nonostante la drammaticità lo stava facendo, ma solo un pochino, - e gli aveva appena detto di essere lì “per lui”. Esattamente chi era riuscito a fargli il lavaggio del cervello in così poco tempo? Stiles avrebbe voluto stringergli la mano.
- Ma … ma … - mormorò, - non stiamo insieme.
- Non importa.
Derek non era una persona di molte parole, non era in grado di esprimersi, soprattutto sulle emozioni e sui sentimenti. Quindi non diceva un bel niente, era come al solito ambiguo e oscuro, non si capiva mai un emerito cavolo di quel che provava. Ma se prima poteva andare bene, Stiles voleva risposte chiare, per una volta. Voleva capirlo.
- E allora, perché? Derek, spiegati. Passi il tempo a dire che non stiamo insieme e ti comporti come se fosse il contrario, in certi momenti sembra che io ti interessi, in altri mi ignori. Che senso ha? Io … io ti amo. E se riesce a dirtelo in faccia un ragazzino di sessantasei chili di pelle e fragili ossa, puoi dirlo anche tu. Non che mi ami, quello che provi. Se provi qualcosa. Non mi devi niente, non pretendo niente, voglio solo sapere. Perché ti amo, e amarti così fa schifo.
Non riusciva a credere di essere riuscito a dirlo. Si aspettava che Derek, sentite le due magiche parole, girasse i tacchi e sparisse dalla finestra così come era entrato oppure che scoppiasse a ridere e lo prendesse in giro. Invece restò muto e fu una delle poche volte che Stiles non lo vide ingrugnito, arrabbiato o infastidito. Era allibito.
Gli venne più vicino, cingendogli la vita con un braccio per portarselo vicino, ma Stiles rimase fermo nel suo proposito. Non gli bastava quella reazione, non la capiva nemmeno.
- Parla, - gli ripeté.
Derek riassunse un’espressione composta, sempre tenendolo stretto, chiuse gli occhi e respirò piano per qualche secondo. Li riaprì, guardò Stiles e sembrò perdere la sicurezza precedentemente acquisita, così ricominciò da capo lo strano rituale, aprì ancora gli occhi e li piantò addosso a Stiles, prese un respiro e disse, misurando ogni parola: - Mi importa.
Anche se Stiles gli sarebbe saltato al collo e l’avrebbe riempito di baci per quella miracolosa rivelazione, si trattenne e gli fece cenno di continuare.
Derek, che sembrava sotto tortura, gli rivolse uno sguardo disperato e poi disse: - Mi importa. Mi importa di te. Non voglio che tu ti faccia male. Ci tengo a te.
A giudicare dalla sua faccia, sembrava che lo avessero torturato per giorni interi, ma a Stiles non importava. Si scolpì quelle parole nella memoria, si scolpì il volto imbarazzato di Derek mentre le diceva, il suo mormorare quasi meccanico, come se pronunciare ogni singola parola fosse per lui uno sforzo immenso. Era decisamente un miracolo, era come essere in un cartone della Disney e Stiles si sarebbe messo a cantare di gioia. Gli vennero addirittura le lacrime agli occhi, e non un mero luccichio, erano lacrimoni e dovette fare del suo meglio per evitare di scoppiare a piangere davanti a lui.
- Ti amo, - ripeté e Derek gli saltò letteralmente addosso.
Evidentemente aveva deciso di ucciderlo, perché non solo lo abbracciò, spiaccicandoselo letteralmente addosso, ma lo baciò anche e Stiles per poco non ebbe un infarto, travolto da tutto quell’affetto. Derek gli stava anche accarezzando la schiena e Stiles sentì il cuore esplodere. Era troppo, insomma, si parlava di Derek che lo stava trattando con dolcezza. Probabilmente era posseduto da qualcosa, pensò, tipo un fantasma o qualche entità sovrannaturale. L’incantesimo però durò circa due secondi, perché i baci si fecero quasi subito più profondi e smise si accarezzagli la schiena per afferrarlo per i fianchi con una presa così salda che quasi faceva male.
Quando Derek ritenne di aver avuto abbastanza baci scostò leggermente il viso da quello di Stiles, che ancora era allibito e anziché allontanarsi bruscamente la lui come faceva di solito lo abbracciò di nuovo – e Stiles pensò di morire di overdose di abbracci, dato che Derek sembrava essere diventato l’orso abbracciatutti in quelle poche ore –, tenendolo così stretto da fargli male e seppellì il viso nell’incavo del suo collo, strofinando leggermente le labbra contro la sua pelle.
Rimasero così per un sacco di tempo, così vicini che Stiles riusciva a sentire il cuore di Derek battere veloce contro il suo petto. Sembrava non avere alcuna intenzione di lasciarlo andare, ma andava bene così. Stiles non era così felice da un sacco di tempo, nessuno lo aveva mai fatto sentire così protetto e amato da … da quando la mamma era morta. Non che suo padre lo trascurasse, certo, ma era come se mancasse sempre qualcosa. Continuava a mancare, certo, in alcuni momenti gli sembrava di non poter respirare, nella maggior parte di poterlo fare solo a fatica, ma in quel momento, stretto a Derek in quel modo, gli sembrava di aver ricominciato a farlo normalmente. La morte della mamma, per un attimo, aveva smesso di fare male, tutto aveva smesso di fare male fra le braccia di Derek.
- Stiles, - disse d’improvviso Derek, sollevando il capo e fissandolo negli occhi, inespressivo, - Scott ha ragione.
Come infrangere il cuore di Stiles Stilinski con una frase. Un manuale di Derek Hale. Ma, grazie al cielo, aggiunse altro.
- Io … Stiles, le persone che amo sono tutte morte. E la causa sono io. Non solo la mia famiglia. Io, al liceo … c’era questa ragazza, Stiles. Eravamo innamorati e l’ho uccisa.
Tono talmente incolore, espressione assolutamente neutra, come se stesse ripetendo la lezione di storia. Come se non fosse un grande problema, ma Stiles ormai aveva imparato, o almeno così credeva lui, a capirlo. E notò il verbo in diatesi attiva, ma preferì tacere.
Non gli disse nulla, si limitò ad abbracciarlo più forte e ad accarezzargli dolcemente la nuca. Derek rimase immobile e Stiles continuò a tenerlo stretto e poi, lentamente, si scostò di un po’ in modo da guardarlo negli occhi. Derek evitò il suo sguardo, ma Stiles  non ci fece caso: - Ehi. Senti, non so cosa sia successo, ma so, cioè, suppongo, che tu non faresti mai male a nessuna delle persone a cui tieni.
- Stiles, io … - provò Derek, quasi seccato dal fatto che Stiles non fosse scappato via urlando o altro, ma venne interrotto.
- Mi fido di te. Qualunque cosa sia successa, non cambierà quello che penso o provo per te.
- Non è così facile, - sbottò Derek, - non sai cosa è successo!
- Dimmelo!
Derek rimase in silenzio qualche istante, poi prese un respiro e parlò.


 
 
*
 
 

All’inizio aveva borbottato mezze frasi, come al solito, ma piano piano la storia era venuta fuori. Da in piedi che erano si erano sdraiati sul materasso, Derek con il viso affondato nel petto di Stiles, e la narrazione, da smorzata, si era fatta più fluida. Anche il tono, pur restando sostanzialmente incolore, aveva tradito ogni tanto qualche sfumatura. Non che fosse stato granché eloquente, o un oratore appassionato, ma la storia aveva comunque lasciato Stiles senza parole. Era incredibile come una persona così giovane potesse aver avuto tante disgrazie nella vita. E proprio uno come Derek, che sembrava così forte, come se niente potesse scalfirlo. Se fossero capitate a Stiles si sarebbe chiuso in una stanza e avrebbe aspettato la morte in silenzio. E non era giusto che fossero successe tutte a Derek. Stiles avrebbe voluto fare qualcosa, per una volta essere utile, ma non poteva cambiare il passato di Derek o fare in modo che lui smettesse di soffrire per quello che era successo. Non era nemmeno il tipo che si sfogava, probabilmente non avrebbero mai più toccato l’argomento, così Stiles si limitò a tenerlo stretto e a coccolarlo un po’. All’inizio Derek cercò di divincolarsi, ma Stiles non gliela diede vinta e alla fine Derek cedette e si lasciò fare le coccole. E a giudicare dal modo in cui strofinava il viso contro la maglietta di Stiles, gli piacquero anche.
- Non posso fare nulla per quello che è successo, - disse poi Stiles dopo un po’, accarezzando piano i capelli di Derek, - e se potessi, credimi, lo farei. Anche se non è stata colpa tua … - Derek fece per replicare ma Stiles lo zittì, - so che ci soffri comunque e che non posso alleviare questa cosa in alcun modo. Ma io sono qui, Derek, qui e ora. E non mi interessa cosa è successo o che tu pensi che mi farai del male, io sono qui e ti amo. E, okay, magari è leggermente utopico aspettarmi che tu ricambi, ma ti giuro, fra noi, qualunque cosa ci sia, non finirà per farmi male, né ne farà a te. Te lo prometto, per quello che vale.
Fu decisamente imbarazzante dirlo, anche se era esattamente quello che Stiles provava, fu ancora peggio perché Derek non disse niente per lunghi e deprimenti minuti, con la faccia sempre nascosta contro il petto di Stiles, ma poi grazie al cielo, dopo un paio di ere geologiche, sollevò lo sguardo e Stiles aveva ormai perso qualunque sentimento positivo nei suoi confronti e gli avrebbe volentieri tirato un pugno ma poi Derek gli diede un bacio e l’esigenza di prenderlo a sberle passò in secondo piano. Gli mise le braccia intorno al collo e si godette i suoi baci, stranamente più dolci del solito sulla bocca e sul collo, finché Derek non si fermò di botto, dopo avergli dato una leccatina vicino all’orecchio.
- Stiles, - bofonchiò, - è un po’ che vorrei fare una cosa.
Al che, tutte le cose che Stiles aveva letto in 50 shades of grey gli tornarono in mente. Forse avrebbe fatto meglio a non leggere quel libro, cioè, era stato illuminante da certi punti di vista e sicuramente meglio della roba pallosa che leggeva Derek ma non era esattamente il sogno della sua vita una prima volta con strani giochietti sadomaso. Sperava tanto che Derek non tirasse fuori roba tipo frustini o catene, sarebbe stato imbarazzante dato che l’ultima persona che aveva incatenato era stato Scott in preda alla luna piena.
- Stiles, - ripeté Derek, - pensavo … è un po’ che ho questo istinto. Voglio marchiarti.
E cosa caspita era?
- Non sono un prigioniero barbaro, - gli notificò Stiles, anche se era sollevato che Derek non se ne fosse uscito con qualche strana perversione.
Derek roteò gli occhi: - Non essere scemo. È una cosa da lupi.
Stiles si inquietò.
- In cosa consiste … e soprattutto, perché?
- Serve a fare in modo che gli altri sappiano che sei legato a me.
Stiles per un attimo pensò che fosse qualcosa di estremamente romantico, ma poi Derek aggiunse: - come se fossi un membro del branco.
Ah, giusto, si parlava di Derek, lui e il suo stupido branco con cui era ossessionato. Stiles sperò che la prossima tappa non fosse un invito a ululare alla luna o a correre nei boschi perché avrebbe dovuto decisamente rifiutare.
- Gradirei una risposta, - disse Derek, manco gli avesse fatto una proposta di matrimonio.
Stiles non sapeva esattamente come rispondere, insomma, gli sembrava una minchiata epocale come tutte quelle cose del branco, alpha, beta e omega, ma alla fine qualcosa gli suggerì che era meglio dire sì.
Derek allora lo guardò per un lungo attimo negli occhi, con un tale sguardo che Stiles quasi si illuse che gli avrebbe detto di amarlo, ma lui invece tacque e seppellì il viso nel suo collo.
 
 
*
 
 
In sintesi, “farsi marchiare” da un lupo mannaro voleva, in sostanza, avere il suo odore addosso. La cosa sembrava decisamente pallosa, ma Derek aveva reso il tutto più divertente togliendogli la maglietta e passando tutta la durata dell’operazione addosso a lui, inframezzando con leccatine e baci. Stiles pensava di poter morire, perché okay, era solo una cosa da branco, no? Probabilmente lo aveva fatto anche con Isaac – e questo rendeva esplicito come Isaac non fosse più necessario alla Terra, perlomeno, non vivo – ma sicuramente Isaac non si era messo a pensare che cosa altro Derek avrebbe potuto fare su di lui e – Stiles sperava tanto per la vita di Isaac – Derek non gli si era strusciato addosso con certe parti del corpo come per caso, facendolo morire in modo atroce.
Naturalmente, a roba da lupi finita, Derek si era messo seduto, si era dato una grattatina dietro il collo e aveva detto, testuale: - Ho tutti i vestiti bagnati e ho bagnato anche i tuoi, dovremo metterli ad asciugare.
E allora, o era cieco o era stronzo, perché era evidente a chiunque, lupi mannari o no, che Stiles avrebbe voluto fare tutto tranne che “mettere ad asciugare i vestiti”. Anzi, era sicuro che ci fosse un decreto internazionale che vietava di “mettere ad asciugare i vestiti” quando ci si trovava nella stessa stanza di Derek Hale e un letto.
Stiles avrebbe voluto replicare, poi Derek iniziò a spogliarsi. Naturalmente, si spogliava in piedi, un po’ scostato dal letto e stava stendendo i suoi stupidi vestiti su una stupidissima sedia con solo i boxer addosso. Avrebbe dovuto essere illegale, decisamente.
Raccolse anche la maglietta di Stiles da terra, la stirò con le mani e la stese alla meglio su un ripiano.
Stiles voleva morire. Era in una stanza, mezzo nudo, anche un po’ bagnato perché aveva avuto addosso quello stupido lupo fradicio e il suo quasi ragazzo anziché saltargli addosso stava facendo le faccende domestiche. Praticamente nudo, oltretutto, quindi doppia frustrazione.
Stiles abbassò lo sguardo sulla sua pancia, tanto per evitare di vedere tutta quella bellezza inaccessibile, e gli occhi gli caddero sulle cicatrici, ancora ben visibili nonostante i mesi passati. Per un attimo, anche se Derek le aveva viste, toccate, baciate, accarezzate mille volte, pensò che fossero quelle, che fossero così orrende, che lo rendessero così spaventoso da non poter nemmeno essere guardato. Non se ne era preoccupato molto, non le aveva nemmeno osservate bene, dato che Derek, stando con lui, lo aveva fatto sempre sentire completamente a suo agio con il suo corpo, nonostante queste. Ma forse, era stato tutto nella sua testa.
Derek sembrò quasi percepirlo perché smise di giocare a Cenerentola e lo fissò a lungo, finché Stiles non si accorse dello sguardo e arrossì, involontariamente, coprendosi il petto con le braccia.
- Che c’è? – domandò, cercando di usare un tono neutro, - Non ti sei divertito abbastanza con le cose da lupo? Cos’è, vuoi leccarmi il pelo ora, o ululare con me alla luna?
- Stiles, il marchio è importante … - incominciò Derek, ma Stiles lo ignorò.
Sarebbe stata la solita paternale da lupo su quanto era importante il branco, il morso è un dono e bla bla bla, cose di cui non gli importava un fico secco.
- Stiles.
Derek gli si era fatto paurosamente vicino, si era messo sul letto, sopra Stiles, tenendosi sollevato sulle braccia e lo fissava, irritato, - Non mi stai ascoltando.
- Perché della roba da lupi non mi importa. E dammi la maglietta, non era così bagnata.
Derek alzò gli occhi al cielo.
- Stiles.
- Stiles niente, Stiles si riprende la maglietta e …
Derek lo interruppe con un bacio, spingendolo di nuovo sul materasso e Stiles, se non fosse stato preso a ricambiare, probabilmente avrebbe esultato. Continuava a tenere le braccia incrociate contro il petto, a coprirsi, ma dopo dei lunghi e decisamente intesi baci, Derek gliele scostò malamente, e scese con la bocca prima sul suo collo poi sul suo petto, baciando ogni singola cicatrice.
- Non risuccederà, - mormorò e Stiles nonostante la tempesta ormonale che lo stava travolgendo, si sentì scaldare il cuore.
Sentì Derek respirargli vicino all’ombelico e per poco non ebbe un collasso. Ecco, stava per succedere. Nessuno avrebbe potuto trovarli o interromperli e la cosa fu decisamente chiara quando Derek gli sfilò i jeans.
- Batman, eh, - disse scettico, alludendo ai boxer di Stiles, che desiderò non aver messo proprio quelli quella mattina.
Ma insomma, non era previsto che si trovassero in certe situazioni, Stiles non pensava nemmeno che avrebbe visto Derek quel giorno, dato che doveva semplicemente andare con Bethany da qualcuno che lo avrebbe aiutato a perdere la verginità. Okay, tecnicamente, Beth aveva funzionato. Forse avrebbe dovuto darle retta più spesso, sembrava insolitamente propizia. Un attimo, Derek gli aveva sfilato i pantaloni e lo stava baciando e lui stava pensando a Bethany, esattamente cosa non andava in lui? Si concentrò su Derek e fu la peggior cosa che potesse fare perché Derek era semplicemente troppo. Gli si premeva addosso, con intenzioni assolutamente chiare, lo baciava con foga, lasciandolo quasi senza respiro. Stiles era sicuro sarebbe esploso. Riusciva a malapena a ricambiare i baci e sentiva il cuore battere così forte che pensava gli sarebbe uscito dal petto.
Derek gli fece scivolare le mani sui fianchi e infilò i pollici dentro l’elastico dei suoi boxer, per tirarli giù. Fu come se per Stiles fosse suonata una sirena d’allarme, perché improvvisamente si sentì mancare e iniziò a pensare alle conseguenze catastrofiche che la cosa avrebbe potuto comportare. E se a Derek non fosse piaciuto? Se lui fosse stato così scarso da farlo smettere a metà e fargli dire che non avrebbe mai riprovato a fare sesso con lui? E oddio, Stiles non aveva idea di cosa fare, come farlo, perché farlo. Insomma, doveva stare giù e aspettare che passasse oppure avrebbe dovuto prendere parte attiva? E come cavolo si prendeva parte attiva? Derek cosa avrebbe voluto che lui facesse? Che cosa avrebbe fatto Derek? Sarebbe stato gentile? Probabilmente no. Probabilmente se ne fregava bellamente di lui, ma andava bene, bastava solo che piacesse a lui, anche se in fondo Stiles avrebbe voluto avere un bel ricordo della sua prima volta. Eppure, una parte di lui gli diceva di urlare “al fuoco” e scappare via, perché Derek aveva sicuramente montagne di esperienze - okay, tecnicamente lui aveva parlato solo di Kate da quel punto di vista, ma Stiles non si beveva la storia del principe Derek che si conserva per il vero amore – e lui zero, totalmente, cosa di cui Derek si sarebbe subito accorto e che lo avrebbe fatto desistere, perché sicuramente non si sprecava per gente vergine come Stiles.
Doveva salvare il salvabile: - Derek … - riuscì a mormorare quando questo gli si scollò dalla bocca per un secondo.
Altro bacio. Evidentemente Derek non aveva capito che, nonostante a Stiles facesse un enorme piacere avere la sua lingua in bocca, aveva necessità di parlare.
- Derek, - riprovò appena poté, - ecco, mi chiedevo … esattamente … come si svolgerà la cosa?
Derek lo guardò disorientato: - Vuoi che ti faccia un disegno? – rispose infine, seccato.
Stiles arrossì fino alla radice dei capelli. Che brutta persona, proprio di lui aveva dovuto innamorarsi? Sicuramente Lydia non gli avrebbe risposto così, gli avrebbe tirato una sberla e se ne sarebbe tornata da Jackson. O da Peter. Sicuramente entrambi avevano più esperienza di lui.
- Non essere scemo, - ribatté Stiles, - ehm, è solo che io, so che non te lo aspetteresti, ma … io sono vergine, ehm, ecco, e mi chiedevo, insomma, come gestisci tu la cosa, e …
Derek ridacchiò e Stiles ebbe tanta voglia di andarsene, ma quello avrebbe nuociuto al fatto che erano più o meno diciassette anni che cercava di perdere la verginità e non ci era mai riuscito e quella sembrava l’unica volta che qualcuno era interessato e non c’era Scott nei paraggi a interrompere.
- Scusa tanto, sai, scommetto che neanche tu a diciassette anni eri un dio del sesso …
Derek lo guardo molto eloquente. A quanto pare c’era un motivo se Kate aveva aspettato vari mesi prima di distruggere la sua famiglia e non era certo perché Derek era un piacevole conversatore.
- Okay, come non detto, - disse Stiles, - penso di essere riuscito a rovinare tutto, e capisco se ora non vorrai più vedermi e …
Derek lo zittì con un bacio, leggermente più dolce dei soliti e gli passò le dita fra i capelli. Strofinò il viso contro il suo collo – evidentemente era di umore tenero, si strofinava solo nei momenti migliori – e poi si sollevò leggermente, accarezzando le guance di Stiles con il pollice.
- Ho ancora qualche speranza di vedere la terza base stasera? – non poté frenarsi dal domandare Stiles.
- Se stai zitto, - rispose Derek , baciandolo tanto per sicurezza.
Poi gli si fece più vicino e dopo avergli morso l’orecchio gli sussurrò pianissimo: - Andrà tutto bene.
Oh, i rari momenti di tenerezza di Derek Hale, quale meraviglia. Okay, forse era semplicemente interessato a concludere una volta tanto, ma a Stiles piaceva credere che fosse stata una gentilezza. E oddio, era una sua impressione o Derek si stava togliendo i boxer? Al diavolo la gentilezza, c’erano cose più importanti da fare.
Derek lo baciò ancora e proprio quando si staccò da lui per prendere fiato – Stiles il fiato, da quando lo aveva visto nudo, non sapeva cosa fosse, anzi, era convinto che il cervello gli si fosse completamente liquefatto di fronte a cotale meraviglia – una voce dolorosamente familiare giunse alle loro orecchie.
- Stiles?! Apri! So che sei lì! E tu, Derek, guai a te se ci hai fatto qualcosa o te la vedrai con me!
L’espressione di Derek era di assoluto sconforto.
- Dimmi che è un incubo, - disse affranto, - dimmi che ho le allucinazioni uditive.
E crollò contro la spalla di Stiles, vinto dal fato.
A Stiles veniva da piangere. Non era possibile. Era a chilometri da Beacon Hills, in un posto sperduto e Scott era riuscito a trovarlo e, ancora una volta, a interromperlo. Evidentemente aveva un dono che faceva in modo che, ovunque fossero, quando Stiles e Derek stavano per fare sesso lui si palesasse.
Che fortuna eh.
 
                                                          
                                                                           

 
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Alphaconalphaconalphacon e DylanalgiffoniDylanalgiffoniDylanaligiffoni okay, gente, vi presento il PENULTIMO capitolo. Cioè quello dopo sarà l'epilogo e poi più niente, adios. E davvero, MI SPARO. Mi mancherà troppo questa storia ç__________ç anyways DEREK HA DEI SENTIMENTI YAY. Queste scena, cioè lui che racconta del suo passato a Stiles - che è tra l'altro la prima persona cui lo racconta ohohohoh that's amore - è totalmente ispirata a "you told me about your past thinking your future was me" tratta da All too well. Non per fare la tragica, ma mi immaginavo troppo Derek che racconta tutto a Stiles, certo l'intento era farlo scappare via e poter fare il martire il resto della sua vita saltando da una psicopatica a un'omcida, ma non ci è riuscito (e la cosa gli è piaciuta MOLTISSIMO). Anyways, la roba del marchiarsi l'ho letta su moltissime fanfiction di AO3, un sito inglese e ho pensato che fosse una cosa carina, spiegherò meglio a cosa serve nei prossimi capitoli u.u cioè il prossimo e l'epilogo piango sempre ciao.
Prima di fuggire, devo ringraziare le recensioni che erano ESORBITANTI, cioè, non ho ancora finito di rispondere e sono ALLIBITA, ragazze, ma è DELLA MIA STORIA che parlate? Io boh, non so davvero come ringraziarvi per tutto questo, siete davvero le mie besties, se sono risucita a finire FLW è solo grazie a tutto il vostro sostegno çç e sì, questo è solo un assaggino del polpettone che ho in serbo per voi per l'epilogo eh eh.
A proposito di assaggini, here ve go con lo spoiler del prossimo capitolo:

Spoiler: "- Sono importante per te?
La domanda da un milione di dollari, quella con cui si poteva vincere o perdere tutto. Non che, anche se Derek avesse risposto “no” Stiles avrebbe smesso di amarlo, ma era decisamente convinto che le cose non sarebbero più state le stesse. Non che si aspettasse un no, a dire il vero, Derek gli aveva già detto di tenere a lui, ma la risposta fu a dir poco sorprendente."


ps: se per caso venite al Giffoni e vedete una ragazzina bionda chiara, alta e con troppe gambe molto pallida probabilmente sono io. Venite a salutarmi, rispondo al nome di Ron. No, non sono una vampira. Ho l'accento del nord italia perché vengo dal Piemonte, forse un po' la r bislacca perché sono francese ahahah.

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Capitolo 20
*** In certi momenti la vita assomiglia davvero a una canzone di Taylor Swift. ***





Doveva essere una maledizione. Non c’era altra spiegazione. Se esistevano i lupi mannari, probabilmente esistevano anche le streghe e una aveva maledetto Stiles da piccolo, evidentemente perché era innaturale essere interrotti così tante volte sul più bello. Avrebbe dovuto essere vietato dalla legge. E invece, Stiles si stava dolorosamente rivestendo e, terminata l’operazione, si trascinò ad aprire la porta.
Si trovò davanti Scott, l’uomo che interrompeva le prime volte, che lo fissò con aria di rimprovero e, senza dire una parola, passò oltre, entrando nella stanza e annusando l’aria.
A parte l’odore, sicuramente ciò che era stato interrotto era reso palese da Derek che si stava infilando la maglietta ancora umida e Scott non tardò a capire cosa stava per succedere prima del suo arrivo.
- Tu! – esclamò rivolto a Derek, pronto a iniziare una nuova filippica.
Lo sguardo pieno d’odio che Derek gli rivolse avrebbe fatto sembrare Voldemort un dolce cupcake, ma Scott lo sostenne. Evidentemente era il leader del partito “vogliamo che Stiles muoia vergine” ed aveva una forte devozione all’ideologia.  E aveva anche decisamente poco da fare, a quanto aveva reso palese presentandosi lì, oltre che un pessimo tempismo.
- Senti, - ringhiò Derek, seccato oltre l’immaginabile, con uno sguardo così truce che Stiles pensò fosse sul punto di fare a pezzi qualcosa, magari Scott, - Possiamo saltare la parte in cui mi dai del molestatore di minori e dici a Stiles che sapevi che ero un problema da quando mi hai visto e balle varie tratte direttamente dalle canzoni di Taylor Swift e arriviamo direttamente a quella in cui ti sbatto fuori a calci?
Scott lo fissò, evidentemente stupito di tale eloquenza. In effetti, era una delle frasi più lunghe che Derek avesse mai pronunciato e forse un po’ troppo per il neurone solitario che dimorava nella scatola cranica di Scott, che rimase fermo senza dire nulla.
Stiles si sentì in dovere di difendere Derek, che già aveva dovuto ammettere di avere dei sentimenti quel giorno, e quindi probabilmente era seccato a morte per la cosa, e in più era stato interrotto ancora sul più bello. Probabilmente avrebbe fatto una strage, sarebbe diventato l’Hitler dei lupi mannari e si sarebbe fatto crescere i baffi.
- Scott, ascolta, - disse, andandogli vicino e mettendogli le mani sulle spalle, - so quello che faccio. Mi fido di Derek e ho le mie ragioni.
Ancora silenzio, Scott annusò l’aria ma poi la vista di Derek lo irritò e disse, acido: - Certo, io voglio aiutarti e questo è il ringraziamento. Bene, sono contento per voi. Almeno avete usato il preservativo?
- Perché? – replicò Derek, - i tuoi non l’hanno fatto.
- Scott, - ripeté Stiles, ignorando Derek che stava dando il meglio in quanto a sarcasmo e avvicinandosi ancora di più a Scott, - dammi retta io …
Scott storse il naso: - Puzzi.
Stiles si annusò. Era un po’ sudato, un po’ aveva odore di vestiti umidi e un po’ di pioggia, ma non gli sembrava così male. Scott riprese ad annusarlo e ad un tratto smise, guardò Derek che sembrò improvvisamente trovare interessantissimo il pavimento, che fissò con aria truce, e poi Stiles.
- Oh mio Dio, - disse Scott, sconvolto.
- Non farti strane idee, - ringhiò Derek, con tutta l’aria di poter tranquillamente uccidere tutti i presenti.
Forse avrebbe risparmiato Stiles solo in virtù del fatto che dovevano fare sesso, il che era un’ottima cosa, alla fine.
Scott era allibito.
- Stiles, dobbiamo parlare, - mormorò e fece per trascinarlo via, ma Derek ringhiò, mostrandosi decisamente contrario.
- Torno subito, dai. Ha ragione Scott, - gli disse Stiles, ma venne totalmente ignorato, perché Derek riservò una lunga, cupa occhiata assassina a Scott, che fece finta di nulla e trascinò l’amico fuori dal bed and breakfast, più lontano che poté .
- Allora, - disse, quando ritenne che fossero abbastanza distanti, - Derek … ti ha marchiato?
Oh, che lagna le cose a lupi. Stiles roteò gli occhi. Lui proprio non capiva tutta quella fissa che avevano per complete inutilità. Okay, Derek lo aveva marchiato, ma non era stato nulla di interessante, certo, era stato quasi tenero in alcuni momenti e Stiles si era sentito davvero bene perché gli aveva ricordato le coccole, ma non era questo il punto. Era solo una robaccia da lupi che per lui non significava nulla, dei branchi non gli interessava.
- Uhm, - rispose, - e tu volevi chiedermi questo? Te lo avrei detto anche davanti a lui. Me lo ha chiesto e ho detto di sì. È per la questione del branco, vero? Lasciamelo dire, siete così noio …
- No, - lo interruppe Scott, - ma che branco. Stiles, sai cosa significa quando si viene marchiati da un lupo?
- Ho odore di Derek. Ti dà così fastidio? Posso mettere del profumo, se ti irrita così tanto e …
Scott roteò gli occhi: - Intendo, per te e Derek. Non vuol dire che sei nel suo branco.
Stiles tornò indietro con la mente alla loro conversazione di qualche ora prima e si rese conto che, effettivamente, Derek aveva detto “come se fossi un membro del branco”. Come. Non “per renderti un membro del branco”.  La cosa si fece inquietante.
- E vorrebbe dire …? – domandò a Scott.
- Beh, - rispose lui, - Deaton mi ha detto poco, dice che noi lupi abbiamo l’istinto di farlo e che, quando mi verrà, di parlarne con lui meglio. In sintesi, i lupi marchiano le persone più importanti per loro, Deaton mi ha fatto l’esempio dei cuccioli, ma possono essere anche altre persone. Persone fondamentali, che vogliono proteggere. A questo serve il marchiarsi, ad essere sempre, in qualche modo, con la persona amata. Non è qualcosa che si controlla è qualcosa che si sente e basta.
Il cervello di Stiles rifiutò di assimilare. Voleva forse dire che Derek teneva così tanto a lui? No, era impossibile. Sarebbe stato stupendo, certo, ma andiamo, Derek non lo amava. Aveva amato Paige, magari, ma non lui. Stiles non sarebbe mai stato abbastanza, lo sapeva, ci poteva convivere. Le cose che diceva Scott non avevano senso.
- Scott, Deaton si sarà sbagliato. È roba da branco, dai, Derek non lo farebbe mai. Stiamo “insieme” cioè, insomma, hai capito, perché non stiamo insieme, da pochi mesi e andiamo, nega di avere una qualunque relazione con me e mi marchia? Non è stupido?
Scott strinse li occhi: - Ci tiene a te. Non vuol dire che dobbiate stare insieme, sei solo importante per lui, credo. Molto, molto, molto importante. Deaton dice che questo si fa fra membri dello stesso branco, ha detto bene Derek, ma naturalmente tu sei un umano e non appartieni a nessun branco. È complicato, come ti ho detto ne so poco. Non ho mai sentito necessità di farlo. Probabilmente Derek ne ha sentito il bisogno dato che tutti hanno messo in discussione la vostra … ehm, cosa, consciamente o meno ha sentito il bisogno di fare questo.
Probabilmente se avesse chiesto a Derek gli avrebbe risposto “è per tenerti al sicuro dagli alpha, così non rischio la vita ogni volta per salvarti il collo, cosa credi” ma quella era solo una delle mille interpretazioni che Stiles poteva dare alla cosa. Quella che preferiva, naturalmente, era quella che diceva che Derek lo aveva fatto perché era innamorato di lui, anche se era la più improbabile. Erano insieme, se così si poteva definire la loro relazione, da troppo poco tempo per una cosa così e no, semplicemente. Era bello ma impossibile, come più o meno tutto nella vita di Stiles.
- Se te lo stai chiedendo, - buttò lì Scott, - gli piaci da quando ti ha salvato da Peter. È quello che pensa Lydia e Allison la sostiene. Ne abbiamo parlato dopo che sei andato via e Derek ha inventato una pessima scusa per correrti dietro. Peter ha detto che ti ha trovato un po’ ripugnante fin da quel momento, quindi probabilmente era d’accordo. Quindi ha avuto tutto il tempo di affezionarsi, anche se non lo ammetterebbe.
Stiles guardò Scott allibito: - Chi sei tu? Che ne hai fatto del mio migliore amico che odia Derek?
- Oh, ma lo odio ancora, - replicò Scott, - semplicemente ho capito che ci tiene a te. Lo ha reso decisamente palese. In quanto lupo, devo rispettare la cosa. Odio doverla rispettare, ma almeno so che non ti spezzerà il cuore, ho una garanzia. E poi mi mancavi.
Bastò quello e Stiles lo abbracciò.
Gli era mancato anche lui nonostante le litigate, le interruzioni – soprattutto le interruzioni – e i momenti in cui si erano tenuti il muso. Gli era mancato più di quanto si era permesso di pensare e potergli parlare di nuovo era, beh, semplicemente fantastico.
- Anche tu mi mancavi, anche se mi interrompevi sempre.
- Allora, - disse Scott, - ho detto che accetto che voi due abbiate una cosa, non che facciate sesso. Se Derek davvero ci tiene, dovrebbe aspettare.
Ecco, questo non gli era mancato per nulla.
- Aspettare cosa …?
- Il matrimonio, naturalmente! E Derek non vorrà mai sposarti, quindi problema risolto.
Stiles lo guardò male.
- Sei proprio un idiota, - gli disse.
C’era ancora tanto su cui lavorare. Ma almeno, aveva indietro il suo migliore amico. E forse, forse, chissà, Derek davvero era innamorato di lui. Era una splendida giornata.
 
 
*
 
Ritornarono nella stanza, dove Derek stava camminando avanti e indietro stile futuro papà in una sala d’aspetto. Stiles pensò che Derek sarebbe stato un padre adorabile, anche se probabilmente, casomai glielo avesse detto, gli avrebbe notificato che odiava i bambini. Perché Derek era quel tipo di persona, totalmente, uno di quelli che odiava qualunque cosa avesse un minimo di gioia.
Derek lanciò loro un breve sguardo pieno di aspettativa, sostituito subito da uno di odio puro, naturalmente.
- Avete ufficialmente il mio permesso, - dichiarò Scott, trionfante, - di stare insieme, naturalmente.
- Non stiamo insieme.
Scott  lo guardò male: - Ah, quindi Stiles deve darsi alla monogamia per uno con cui nemmeno sta insieme?
- Non gliel’ho chiesto e a te non interessa, - replicò Derek, - esattamente come a me non interessa di avere il tuo permesso, quello che voglio me lo prendo indipendentemente da te.
Derek il true alpha colpisce ancora. Se Stiles non fosse stato così innamorato si sarebbe sicuramente ribellato a un trattamento del genere ma aveva i neuroni così fusi che lo trovò addirittura affascinante. L’amore rendeva imbecilli, era proprio vero.
Scott aveva una gran voglia di ricominciare a litigare, ma Stiles lo guardò con fare supplichevole e questo, sospirando, fece un gesto infastidito con la mano ma non disse nulla.
- Potremo avere un po’ di privacy ora? – domandò Stiles a Scott e questo rispose.
- Certo! Derek, esci.
Stiles alzò gli occhi al cielo.
- Era una battuta … e comunque, sto proprio fuori dalla porta. Sentirò tutto.
- Non se ti strappo le orecchie a morsi, - ringhiò Derek, mostrando i denti e Scott si dileguò, chiudendo la porta, ma Stiles ebbe l’impressione che non fosse andato lontano.
Nonostante ciò si avvicinò a Derek e gli appoggiò la testa contro il petto, ad ascoltare il suo battito leggermente più veloce del solito. Naturalmente il momento tenero di Derek era finito e rimase impalato come al solito.
- Mi abbracci? – domandò Stiles.
- No.
- Ti amo.
- Tanto non ti abbraccio comunque, - replicò Derek, ma gli fece una goffa carezza sulla testa.
Stiles se la fece bastare.
- Non stiamo insieme, eh? – buttò lì, come per caso e Derek sfoggiò la sua miglior espressione seccata.
- No.
Stiles prese fiato: - Però tieni a me. E mi hai marchiato per questo.
Silenzio per svariati secondi poi Derek, dolorosamente, annuì.
- E non ti infastidisce che io ti ami?
- No.
Stiles cercava davvero di capire come la mente contorta e assolutamente insensata di Derek Hale funzionasse, ma questo sfuggiva a ogni sua logica. Derek sfuggiva a ogni sua logica, aveva pensato che Lydia fosse complicata, ma Derek a confronto la faceva sembrare la persona più normale della Terra.
- Che senso ha? – sbottò, quasi seccato, staccandosi dal petto di Derek.
Silenzio.
- Insomma, mi hai marchiato e stronzate varie però no, non stiamo insieme, no, non sei innamorato, che cosa diavolo è?
- Non lo so, - rispose Derek, - so le cose che ti ho già detto.
- Sono importante per te?
La domanda da un milione di dollari, quella con cui si poteva vincere o perdere tutto. Non che, anche se Derek avesse risposto “no” Stiles avrebbe smesso di amarlo, ma era decisamente convinto che le cose non sarebbero più state le stesse. Non che si aspettasse un no, a dire il vero, Derek gli aveva già detto di tenere a lui, ma la risposta fu a dir poco sorprendente.
- Più di chiunque altro.
Stranamente, Stiles capì Derek forse per la prima volta. Non era questione di stare insieme , di baci o di sesso, era questione di avere qualcosa. Un qualcosa che confondeva entrambi, perché anche Derek, nonostante tutto, era confuso, Stiles lo sapeva, qualcosa di nuovo che nessuno dei due aveva mai provato prima e che nessuno dei due sapeva bene come gestire. Tra loro, indubbiamente, in quei mesi era nato qualcosa, fra i baci, le figuracce, le interruzioni e i brontolii e non era amore, nel senso che non era solo quello. Era fiducia, bisogno l’uno dell’altro, complicità in rarissimi momenti, era il saper sopportarsi a vicenda e mille altre cose, ma soprattutto era solo loro.
Baciare Derek era decisamente un dovere morale dopo quella rivelazione e Stiles lo fece immediatamente e quasi non si accorse delle braccia di Derek che, mentre ricambiava il bacio lo aveva stretto a sé in quello che era totalmente, definitivamente e assolutamente un abbraccio.


 
*
 
 
 
 
Era quasi il tramonto quando si misero in viaggio a bordo di un autobus per Beacon Hills. Scott provò a sedersi vicino a Stiles ma Derek lo precedette e passarono tutto il tempo a lanciarsi occhiatacce, finché Stiles non pensò di offrire a Derek una cuffia del suo iPod per evitare guerre. Stranamente, Derek accettò.
- Oh, c’è Taylor Swift, cambio? – domandò Stiles.
Derek scosse la testa: - Questa canzone non fa così schifo.
E aveva ragione, era davvero perfetta per quel momento.
 
 
“All I know is we said hello
So dust off your highest hopes
All I know is pouring rain
And everything has changed
All I know is a newfound grace
All my days, I'll know your face
All I know since yesterday is everything has changed.”
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Non so se è la canzone triste che sto ascoltando ma mi salgono seriamente le lacrime. Quindi no, metto una canzone allegra e here we go! Ebbene sì, questo è l'ultimo "appassionante" per modo di dire, capitolo. Dopo di questo, epilogo e adios, hasta la vista e tutte quelle cose che dicono alla fine dei western. E no, non sono pronta a fare il discorsone di fine storia e penso che non lo farò, perlomeno non in modo decente. Basta, odio queste cose, ma sarà che sto facendo già la valigia e non vedo l'ora di partire, sarà che comunque finire qualcosa è sempre strano, cioè bello ma anche brutto e basta mi sento una canzone di Adele riuscita male. Quindi, rimandiamo alla prossima e vi racconto un po' della mia vita: allora, sto facendo la valigia e sembra che io debba traslocare perché ho tipo 234567 cose per terra e staò via cinque giorni, ma non so cosa mettere sinceramente ahahah insomma, che cavolo di tempo fa in Austria? Come si vestono gli austriaci? L'unico austriaco che conosco è il padrone di Rex, che oltretutto è il personaggio di un telefilm e aiuto. Mi daranno da bere birra? Io odio la birra, non la voglio e non mi piacciono nemmeno le salsicce. Spero abbiano del latte e soprattutto, lo yogurt. E adesso vado a vedermi un film di Natale giusto perché è appena iniziata l'estate.
Comunque, mi sono appena accorta che nello scorso capitolo non ho ringraziato le fanciulle che hanno recensito sono UNA BRUTTA PERSONA. Scusate ma in questi giorni sono distrattissima çç quindi grazie a alixsoldier, Epic_FHale, Adelaide Bonfamille, cheekbones, Tenten, alixsoldier, ursula74, two_dollar_bill, xKittyx, horanadorable so che sono orribile abbiate pietà della povera Ron che ha il cervello in pappa.
Vi lascio con lo spoiler per l'epilogo, che pubblicherò Martedì - esatto, stavolta avete un giorno preciso - e adios, ci si risente tra due giorni, un'ultima volta.


Spoiler: "Derek non aveva parole per definire la sua sfortuna. Doveva essere stato maledetto da piccolo, perché andiamo la cosa era ridicola. Non era bastato scoparsi una psicopatica, ora aveva pure il diciassettenne in crisi che aveva bisogno di cose inutili come l’amore. Oh, ma lui aveva la soluzione, basta relazioni, cioè, quasi relazioni, si sarebbe lasciato il mondo alle spalle e sarebbe andato a vivere in una grotta nel bosco perché decisamente non era possibile …"

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Capitolo 21
*** Epilogo. ***




La colpa era decisamente di Taylor Swift. Derek non si spiegava altrimenti un suo cambiamento così repentino in pochi mesi e l’unica cosa nuova nella sua vita – a parte la sua quasi relazione con Stiles, naturalmente, ma lui aveva avuto un sacco di quasi relazioni senza che gli creassero problemi simili – era proprio quell’insopportabile cantante che Stiles ascoltava a ogni ora del giorno. Quindi, la colpa era sua.
Era iniziato tutto con una canzone, Everything has changed.  Stiles gliel’aveva fatta sentire e a Derek non era dispiaciuta, il che alla fine era normale, in fondo stava rivalutando il country. Peccato che qualche sera dopo si fosse trovato a scaricare sull’iPod tutto l’album in cui la canzone era contenuta, ma pazienza, in fondo era solo musica. Aveva iniziato a sentire occasionalmente qualche canzone quando aveva finito di ascoltare le sue preferite, ma poi la cosa gli era sfuggita di mano e si era ritrovato a cantarle nella doccia. E farsi sentire da Peter mentre intonava “before you I only dated self indulgent takers who took  all of their problems out of me, but you carry my groceries and now I’m always laughing, I love you because you have given me, no choice but to stay stay stay” era stato uno dei moment più imbarazzanti della sua vita.
- Quel ragazzo ti sta rovinando la vita, - gli aveva ringhiato Peter, che odiava cordialmente Stiles, - ti stai rimbecillendo, andiamo, Taylor Swift. E non hai mai cantato nella doccia.
- Non stavo cantando! – aveva replicato Derek.
- Hai ragione, definire quella cosa “canto” è un’offesa per chi lo sa fare veramente.
Per Peter la causa di tutti i mali era Stiles, Derek non riusciva a trovare parcheggio di fronte al supermercato? Era colpa di Stiles. Peter perdeva un bottone dalla giacca? Era colpa di Stiles. All’inizio aveva anche cercato di opporsi alla quasi relazione fra i due, ma sfortunatamente per lui Derek conosceva un sacco di cose su Peter che a Lydia non sarebbero piaciute, quindi Peter doveva fare buon viso a cattivo gioco e il massimo che poteva fare era lamentarsi e ripetere “potrei vomitare” ogni volta che Stiles e Derek erano nel suo spazio vitale.
Ma forse, pensandoci bene, non aveva tutti i torti: quando Derek si era ritrovato a fissare come un ebete la foto di Stiles che aveva sul telefono – non che gliel’avesse scattata, era la sua immagine di profilo di whatsapp  e ci era capitato per caso – per quarantacinque minuti pensando addirittura per qualche secondo che Stiles fosse davvero bello, aveva capito che qualcosa non andava davvero.
E poi, aveva iniziato a sentire quella vocina. Generalmente succedeva quando era con Stiles, di solito quando questo gli si accoccolava addosso, lo abbracciava o gli diceva di amarlo. C’era quella vocina insopportabile che somigliava tantissimo a quella di Taylor Swift che gli ripeteva insistentemente di fare cose come abbracciarlo, coccolarlo o ancora peggio dirgli che lo amava. Non che Derek lo amasse, naturalmente. Decisamente no. Assolutamente.
Eddai, Derek, in fondo che tu sei una persona romantica gli ricordò la vocina che ultimamente aveva iniziato ad essere sempre più presente.
- No, - mormorò Derek a denti stretti e dato che era enormemente irritato, andò in cucina a sbucciarsi una mela.
Andiamo, lui e Stiles erano insieme, si fa per dire, perché non stavano insieme, da un bel po’, okay, era durata più a lungo di ogni sua relazione o pseudo relazione – anche se con Stiles, era meglio ripetere per essere chiari, non c’era alcuna relazione. Passavano tempo insieme, tutto lì, - ma sicuramente per le altre non si era messo a cantare. O a sentire voci di cantanti country.
Derek è amooooore.
O schizofrenia, e Derek avrebbe preferito avere la seconda, almeno avrebbe potuto diventare come il tizio di A beautiful mind, quel film che aveva visto con Stiles due settimane prima, quando Stiles si era messo a piangere durante il discorso del nobel del protagonista e gli si era accoccolato contro il petto e Derek, un po’ infastidito perché era stata la sua maglia a inzupparsi di lacrime, gli aveva accarezzato la schiena e dato un bacio sulla fronte.
E questo non lo chiami amore, tu?
Derek ignorò la vocina e mangiò la sua mela. Quella dannata cosa. Era colpa sua se era nei guai fino al collo, perché l’aveva sottovalutata e si era lasciato andare a un momento fatale di debolezza.
La sera prima, Stiles aveva studiato da lui fino a tardi. I suoi esami si stavano avvicinando, c’era anche da pensare al college e così aveva letteralmente supplicato Derek di aiutarlo, almeno con le materie umanistiche. Derek aveva accettato in nome dell’amore della cultura e avevano fatto quasi le due a studiare la Rivoluzione Americana, perché Stiles era decisamente distratto. Studiare con lui era irritante.
- Dormi qui, - gli aveva detto Derek, dato che, miracolosamente, in quel periodo Stiles non era in punizione.
- Non posso, non riesco a dormire senza il mio cuscino, - aveva mormorato Stiles fra uno sbadiglio e l’altro e così Derek lo aveva dovuto accompagnare a casa, fermandosi come al solito un isolato prima per evitare che lo sceriffo li vedesse.
Stiles, che a fatica si reggeva in piedi, lo aveva letteralmente supplicato di passare la notte da lui e dato che guidare fino al suo loft sarebbe stato noioso Derek aveva accettato. Non era certo la prima volta, tanto che aveva un paio di pantaloni del pigiama nella parte dell’armadio di Stiles riservata alle sue cose. Non era da intendere in senso romantico, semplicemente era comodo, dato che passavano del tempo insieme. Anche Stiles aveva una parte di armadio piena delle sue cianfrusaglie nell’appartamento di Derek e Peter se ne lamentava sempre, dicendo che a lui Derek non permetteva di lasciare lì nemmeno un calzino. Ma a Derek non piaceva dividere il suo spazio personale con lo zio, quindi era assolutamente normale.
Era entrato dalla finestra nella stanza di Stiles, si erano messi entrambi il pigiama e si erano stretti nel letto a una piazza. In qualche modo, Stiles gli si era rannicchiato addosso e aveva strofinato il faccino contro il suo petto, sbadigliando. A Derek aveva ricordato una bestiolina e allora gli aveva fatto una carezza sulla testa. Gli piaceva stare così, con Stiles appoggiato a lui, era piacevole, sapeva di casa, in qualche modo. E, mentre pensava questo e accarezzava i capelli di Stiles gli era scappato.
Okay, tecnicamente non è una cosa che scappa esattamente, ma era tutto così morbido, e caldo e sapeva di buono, di casa e di famiglia che gli era sembrato quasi naturale dirlo.
- Ti amo, - aveva sussurrato.
Il secondo dopo si era già reso conto dell’enorme, irreparabile, stratosferico danno che aveva fatto. Stiles si era improvvisamente irrigidito e lo aveva fissato per un lungo, doloroso istante in cui Derek aveva seriamente pensato di correre via e sdraiarsi sui binari del treno della stazione più vicina e aspettare la morte in silenzio. Si era aspettato le solite reazioni esagerate di Stiles, che a ogni minima cosa doveva commentare con la sua irritantissima voce e il suo ancora più irritante tono saccente e sarcastico, quando avrebbe potuto usare la lingua per scopi molto più proficui, ma invece lui si era semplicemente morso il labbro per nascondere un sorriso, gli aveva dato un bacio sulle labbra e risposto: - Ti amo anche io.
Era stato enormemente magnanimo, Derek glielo riconosceva. L’ultima volta, quando Derek gli aveva detto che stava bene con il nuovo taglio di capelli – era stato costretto da quaranta minuti di “come mi stanno?” “che ne pensi?” “dammi un parere sincero” “mi stanno davvero così male?” e accidenti a Stiles erano solo degli stupidi capelli, ricrescevano, non era un tatuaggio sulla faccia, come poteva farsi problemi così cretini? – si era messo a saltellare per tutta la stanza e ad abbracciarlo, dopo avergli stampato un bacio umido sulla guancia. Tutto per degli stupidi capelli.
Comunque, fatto stava che, dopo una lunga, imbarazzante e orribile notte in cui Derek non aveva chiuso occhio e Stiles aveva parlato tutto il tempo nel sonno ripetendo “lo voglio” e “in luna di miele andiamo in Messico”. Aveva seriamente valutato l’ipotesi di rompere con Stiles, anche se non c’era niente da rompere dato che non stavano insieme, ma poi aveva visto quella stramba bestiolina accoccolata contro di lui e aveva deciso che no, non si sarebbe arreso alla prima difficoltà. Perlomeno, non prima di aver avuto il pacchetto completo, le sue sofferenze nel corso di tutti quei mesi non potevano restare certo senza frutti. Poi la bestiolina aveva iniziato a tirare calci e aveva dovuto appellarsi a tutti i santi che conosceva per non sbatterlo giù dalla finestra.
Fatto stava, comunque, che rinunciare a Stiles dopo tutta la fatica che aveva fatto per convincere Scott, ricattare Peter e  non farsi beccare dallo sceriffo non era decisamente un’opzione. Non era naturalmente perché era innamorato, assolutamente no. A Derek piacevano le persone mature, forti, indipendenti, non i ragazzini iperattivi che parlavano troppo. Assolutamente no. Il suo tipo era molto di più … ehm, Arwen di quel film palloso che vedeva sempre Stiles?
Gli avrebbe semplicemente detto che non intendeva dire quello che aveva detto e tanti saluti. Non valeva la pena di fare tante tragedie. Era stato un lapsus, tutto lì.
Ma la mattina dopo non era riuscito a dirglielo, perché Stiles al mattino era un cosino inerme e sicuramente ci sarebbe rimasto male e poi avrebbe dovuto sopportare le sue lagne sul “perché non mi ami?” mentre lui si vestiva e preparava per la scuola. Naturalmente il cosino inerme gli aveva fatto subito ricredere su quei buoni sentimenti perché per spegnere la sveglia gli aveva ficcato un ginocchio nello stomaco e poi, dopo avergli dato un melenso e inutile bacino del buongiorno era andato a lavarsi e gli aveva portato su una tazza di latte e dei biscotti, mentre lui faceva colazione con suo padre.
Derek si era trattenuto un po’ a fissare il latte con aria depressa, chiedendosi cosa fare. Stiles sembrava di ottimo umore e addirittura meno irritante del solito, o forse era semplicemente lui che si sentiva in colpa per avergli detto quella cosa.
Il latte aveva ricambiato lo sguardo, affranto, e Derek si era sentito compreso, per un attimo, poi si era reso conto che stava attribuendo dei sentimenti a un oggetto inanimato e gli era venuta di nuovo voglia di spararsi un colpo, così aveva tirato giù latte e biscotti in due bocconi e si era vestito, aspettando che Stiles tornasse su a farsi lo zaino per dirgli tutto. Lo faceva per lui, perché non si illudesse che la loro storia … un attimo, non avevano una storia, quindi non c’era problema, no? No, beh, insomma, che si illudesse che la loro cosa fosse qualcosa che non era. Certo, Derek teneva a lui, per quanto la cosa fosse disgustosa ma da lì all’amarlo …
Infatti lo hai marchiato perché lo trovi disgustoso, vero Derbear?
Maledetta vocina. Derek la cacciò via agitando la mano nell’aria, infastidito. E Dearbear non glielo diceva nessuno. Tranne Stiles. Ma solo perché Stiles era davvero piacevole da baciare.
Alla fine, quella mattina non aveva detto nulla a Stiles se non un “corri o arriverai in ritardo” oltre al solito “ciao”. Stiles, tanto per infierire, gli aveva raccontato di avere chissà che compito in classe, poi gli aveva dato un lungo bacio di arrivederci e gli aveva detto che lo amava. Maledetto.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee.
Oh, sono d’accordo disse la vocina simile a quella di Taylor Swift così magari arriverai a capire con quell’unico neurone che dimora nella tua zucca vuota, che tu ami Stiles.
Oh, certo, e poi avrebbe iniziato a ricamare centrini e si sarebbe fatto un corredo, avrebbe proposto a Stiles di sposarlo una sera di giugno e avrebbe fatto la lista nozze con Peter. Come no. Era già lì.
L’idea del matrimonio è un po’ avventata però, io comincerei col farsi presentare a suo padre. 
Sicuramente. Lo sceriffo sarebbe stato entusiasta. E Derek non vedeva l’ora di presentarsi a casa Stilinski e dire al padre di Stiles “non si preoccupi, mi occuperò di suo figlio”. Assolutamente. Ecco, ora doveva vomitare.
La vocina sembrava piena di disappunto e Derek era stufo di intrattenere conversazioni nella sua testa, così decise di uscire a farsi una corsa. Prese l’iPod e mise la musica leggermente più alta del solito – la teneva comunque bassa per via dell’udito da lupo – sperando che fosse più forte della sua stupida vocina.
 
 
*
 
 
 
Naturalmente non aveva funzionato, anzi, avrebbe fatto meglio a stare a casa a giudicare dagli spiacevoli incontri che aveva fatto.
- Ehilà, Derek, - aveva sentito dietro di sé e aveva avuto voglia di saltare in un burrone, perché evidentemente alla sfiga non c’era limite.
- Peter, - ringhiò e suo zio iniziò a correre al suo fianco, irritandolo oltre ogni misura.
Fra tutte le persone che avrebbe potuto incontrare, lui era decisamente la peggiore. Avrebbe addirittura preferito incontrare il padre di Stiles, ed era tutto dire, o quella piattola di Scott. In effetti, sarebbe stata una piacevole alternativa vederlo senza che lui interrompesse qualcosa, qualcosa che generalmente aveva a che fare con Stiles nudo o quasi sotto di lui.
- Cosa ti angustia? – domandò Peter, facendogli un sorrisetto dei suoi.
Derek pensò che, in fondo, ucciderlo una seconda volta non avrebbe poi potuto nuocergli così tanto.
- Tu. Vai via.
- Derek, prima stavi parlando da solo.
- Perché, - replicò lui, seccato, - mi piace parlare con persone intelligenti. Quindi non con te.
Peter storse il naso: - Allora dovresti smettere di rivolgere la parola al tuo fidanzatino.
- Non stiamo insieme. E fra te e Lydia come va?
- Fra me e Lydia, - puntualizzò Peter, - non c’è niente. Ti ho detto, ogni tanto passo per caso da lei ma non …
A Derek non interessava dato che detestava Lydia – cosa mai ci aveva trovato Stiles? Era così superficiale quella ragazza. E nemmeno così bella. Ma oggettivamente, eh, lui non era certo interessato a chi piacesse a Stiles - quindi accelerò l’andatura ma Peter lo raggiunse subito. Era un vero peccato che fosse di nuovo vivo, da morto aveva iniziato a stargli addirittura simpatico.
- Avanti, Derek, raccontami, - incalzò Peter.
- No, perché vuoi solo farti i fatti miei, come sempre. Mai pensato di vivere una vita tua?
Peter gli rivolse un largo sorriso: - Oh, io lo faccio, ma a quanto pare qualcuno qui è troppo preso a guardare le farfalle che a fare altro ...
Simpatica, dolcissima e decisamente non velata allusione al fatto che lui e Stiles avevano quella cosa da un numero decisamente imbarazzante di mesi e non avevano concluso nulla. La maggior parte delle volte perché qualcuno, ignorando il fatto che avessero bisogno di privacy ogni tanto, irrompeva sul più bello, ma c’erano anche periodi in cui avevano a malapena tempo per i baci. Derek generalmente non aveva mai prestato molta attenzione ai baci dopo Paige, Kate non era esattamente il tipo, ma con Stiles li aveva rivalutati. Certo, anche altre cose erano molto piacevoli, ma passare una giornata senza baci di Stiles era non viverla appieno. Oh, ma che cavolo stava pensando? Che idiozia. I baci di Stiles erano superflui. Piacevoli certo, ma superflui.
- Benissimo, grazie della conversazione, ciao, - disse e si allontanò ma Peter lo raggiunse subito.
- So cosa è successo, - disse, ma Derek non ci cascò.
- Come no.
- Sì, fra te e Stiles. Lo conosci, sai che non è in grado di tenersi una cosa per sé e l’ha detta a Lydia che l’ha detta a me … so cosa hai fatto.
Avrebbe dovuto ricordarsi di parlare a Stiles di quella cosa chiamata “tenere la bocca chiusa” perché già l’universo sapeva di loro due, ora doveva sapere pure di quell’enorme, gigantesco e stupido errore che Derek aveva fatto. Oh, l’avrebbe ucciso prima o poi.
- Okay, allora prendimi pure in giro, avanti. Come se anche a te non fosse mai scappato un “ti amo” a qualcuna delle tue …
Peter si bloccò, fissò Derek negli occhi e gli scoppiò a ridere in faccia. Rise per un bel po’ di tempo, finché Derek non si irritò e gli diede uno spintone e lui crollò a terra tenendosi la pancia dalle risate.
- Oh mio dio, - disse fra le risate, - oh mio dio, hai detto a quella cosa che la ami, oh mio dio, quanto sei messo male!
- Lieto di divertirti, - ringhiò Derek, maledicendosi per essersi fatto ancora una volta fregare dallo zio, - ora me ne vado, addio. E non lo amo, naturalmente.
Peter roteò gli occhi: - Ah, certo, lo hai marchiato per nulla.
Derek ringhiò: - Non è in quel senso!
- Derek, non sono stupido come Scott. È vero che si marchiano i cuccioli, ma fra adulti, lo sai benissimo, si marchiano solo le persone che entrano nella propria famiglia, nello specifico, la persona con cui si pensa di stare tutta la vita. Lo saprebbe anche Scott se fosse stato attento quando parlava Deaton.
Derek guardò da un’altra parte. Okay, aveva marchiato Stiles perché ne aveva sentito il bisogno e aveva seriamente pensato di poter morire se non l’avesse fatto ma da lì all’amarlo … certo, marchiarsi era quello che Peter aveva detto, ma si era sempre convinto che magari lui e Stiles fossero un caso speciale.
- Uhm, magari sono un’eccezione, che ne sai! E comunque se lo amassi lo saprei e indovina? Non lo amo!
Peter alzò gli occhi al cielo: - Quanto vorrei crederti, l’idea che tu sia innamorato di quell’essere mi ripugna, ma purtroppo non posso negare l’evidenza. Ma posso aiutarti a disinnamorarti, se vuoi, ho giusto il numero di qualcuna, sai, adesso non posso più chiamarle per via di Lydia ma sono sicuro che saranno felici di sent …
Derek lo fulminò con lo sguardo.
- O possiamo uccidere Stiles, certo, - buttò lì Peter, - insomma, pensavo fosse meglio all’inizio ma ora che so che il tuo sogno è rotolarti nudo fra le lenzuola con lui  lo trovo intollerabile.
- Sei inutile, -  gli ringhiò Derek, - Non ho intenzione di disinnamorarmi di Stiles dato che non lo amo. Quindi, addio.
E girò i tacchi e corse via, sperando che Peter non lo seguisse.


 
 
*
 
 
 
Aveva evitato Stiles per tre giorni, finché questo non si era presentato nel suo appartamento alle tre del mattino, ancora in pigiama e mezzo addormentato.
- Dimmi cosa non va! – aveva strillato, bussando alla porta e Derek era andato ad aprirgli prima che svegliasse tutta la città.
Stiles gli si scagliò contro: - Mi dici che mi ami e poi mi ignori? Ma che cos’è questa cosa? Sei stupido? O forse  mi prendevi in giro? Te l’ho detto, non mi serve che tu mi ami, io …
Stiles si impappinò e gli scappò una lacrima che gli rotolò sulla guancia.
Hai visto!? esclamò la vocina lo stai facendo stare male perché non ammetti i tuoi sentimenti!
Derek gli si avvicinò e lo prese fra le braccia, senza dire nulla. Stiles gli si buttò addosso con tutto il suo peso e finirono sul pavimento, con Stiles che affondava il viso nel petto di Derek e lui che lo teneva stretto fra le braccia, senza saper bene cosa fare.
Ammettilo!
Ma non c’era un bel niente da ammettere, se non che era assolutamente ridicolo lo stare in pigiama sul pavimento alle tre di notte abbracciati ed era ancora più ridicolo il fatto che in quel momento Derek nona avrebbe voluto essere in nessun altro posto al mondo. Ma quella era più o meno la sensazione che aveva sempre quando aveva Stiles intorno.
E dopo questa non lo ami? Ma sei idiota o …?
La vocina era decisamente irritante. Perché lui non amava Stiles Stilinski, Stiles Stilinski gli dava sui nervi. Odiava il modo in cui parlava, il suo umorismo, tutto quel suo gesticolare, i suoi film di fantascienza, i grd o come si chiamavano, insomma, quei cosi fantasy a cui giocava sempre, odiava la musica che ascoltava e il fatto che studiasse in modo così approssimativo. Odiava tutte queste cose perché lo snervavano a morte, ma allo stesso tempo erano quelle che quando Stiles non era in giro gli mancavano. E allora come non detestarle profondamente?
Derek Hale, se questo non è amore tu non sei un licantropo.
Sì ma intanto lui aveva uno Stiles in crisi emotiva addosso e doveva gestirlo. E decidere di amarlo o no non era certo una priorità in quel momento.
- Mi ami? – domandò Stiles.
Derek non aveva parole per definire la sua sfortuna. Doveva essere stato maledetto da piccolo, perché andiamo la cosa era ridicola. Non era bastato scoparsi una psicopatica, ora aveva pure il diciassettenne in crisi che aveva bisogno di cose inutili come l’amore. Oh, ma lui aveva la soluzione, basta relazioni, cioè, quasi relazioni, si sarebbe lasciato il mondo alle spalle e sarebbe andato a vivere in una grotta nel bosco perché decisamente non era possibile …
- Sì.
Cosa cavolo aveva appena detto? Aveva appena ammesso di amare Stiles di fronte a Stiles? Per due volte?  Ma allora era proprio un imbecille, l’alpha degli imbecilli perché gli scappavano queste cose di bocca, proprio a lui che era sempre stato così taciturno e …
Stiles lo guardò negli occhi, coi suoi occhioni castani con le ciglia lunghe e Derek ebbe un vago sentore del perché ultimamente fosse diventato così imbecille.
Si chinò a baciare Stiles sulle labbra. Ecco, forse non era così male essere imbecilli, ma quella, per sicurezza, sarebbe stata l’ultima volta.
Si perse fra i baci di Stiles, finché non si ritrovò sopra di lui sul suo letto ancora disfatto. D’un tratto gli balenò in mente una cosa.
- Aspettami qui, - disse, odiandosi per essere lui, per quella volta, a interrompere e si infilò un paio di jeans e una maglietta a caso e uscì di corsa.
Ma era questione di vita o di morte, Stiles avrebbe capito.
Ritornò cinque minuti dopo con un fiatone degno di un maratoneta e trovò Stiles pigramente adagiato sul suo letto che giocherellava con un lembo del suo lenzuolo.
- Oh, wow, - disse, - non pensavo che avrei fatto scappare gli uomini quando mi sarei trovato a letto con loro.
Derek alzò gli occhi al cielo, sfilandosi la maglietta: - Era una buona causa, - gli disse e poi lo baciò, iniziando a d aprirgli la casacca del pigiama.
- Migliore di questa? – domandò Stiles.
Oh, ma stesse zitto una volta.


*


- Che ora è? – domandò Stiles, strofinando il naso sul petto di Derek.
- Scollati, - rispose lui, - le cinque e quarantacinque.
- Non mi dicevi “scollati” prima, però, - rimbrottò Stiles, non muovendosi di un millimetro.
Derek si rassegnò e lo cinse con un braccio: - Era un altro contesto, - gli ricordò, ma per evitare che la prendesse male gli diede un bacio.
Stiles ricambiò, arrampicandoglisi addosso e, finito il bacio, scostandogli i capelli dalla fronte.
- Me lo aspettavo diverso, sai? Non così bello.
Derek cercò di non mostrarsi così compiaciuto, anche se temette seriamente che il letto crollasse sotto il peso del suo ego che si stava gonfiando a dismisura.
- Anche io, non pensavo che una persona potesse parlare così tanto anche in certi momenti.
Stiles sbuffò: - Allora la prossima volta starò zitto, giuro che penserai che …
- Non ho detto che mi ha dato fastidio.
Sul viso di Stiles si dipinse uno di quei sorrisi enormi che erano decisamente il male più puro per la sanità mentale di Derek ed emise un mugolio di apprezzamento e gli si rannicchiò ancora più addosso, cercando la mano di Derek con la sua e stringendola.
- Scott morirà quando glielo dirò. E Bethany!
Derek storse il naso: - Esiste anche quella cosa chiamata “non raccontare i fatti propri” ma deduco sia tardi dato che hai inviato a tutta la tua rubrica un sms con scritto “indovinate chi non è più vergine?” in caps lock e con tredici punti esclamativi.
Stiles borbottò qualcosa sul fatto che Derek era un maledetto spione e gli si strinse ancora di più addosso.
- Devo andare a casa, - disse, lamentoso, - ma non voglio alzarmi. Non voglio lasciarti qui.
- Mh, - ripose Derek, che doveva ancora godersi il fatto di essere riuscito finalmente a concludere una volta per tutte senza che nessuno li interrompesse dopo quei lunghi, eterni mesi di astinenza.
- Dai, - mormorò Stiles, - sai che senza il mio cuscino …
Derek, controvoglia, si alzò e andò a prendere qualcosa in un angolo buio della stanza.
- Tieni, - disse, porgendolo a Stiles, - il tuo cuscino. Sono andato a prenderlo prima, così puoi fermarti a dormire.
Il sorriso di Stiles fu qualcosa di indescrivibile.




 
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...
non ho commenti. Sinceramente, ora che sono qui a scrivere l'ultimo capitolo mi sembra di star non solo postando l'ultimo capitolo di una storia ma anche di una parte della mia vita, ed è un po' così. L'anno sta finendo, io avrò gli esami e a settembre ricomincerà di nuovo tutto da capo. Quest'anno per me è stato un anno abbastanza difficile, ho avuto problemi di salute - ma li ho dall'anno scorso, who cares - discussioni coi miei genitori e ho anche dovuto adattarmi a un ambiente in cui tutti avevano già i loro amici e poi c'ero io. So che la storia è durata solo due mesi, ma diciamo che, seppur per questo breve tempo, avete fatto anche voi parte della mia vita, avete letto i miei scleri perché compravo cose online, vi ho ossessionati con Taylor Swift, vi ho ansiati per le mie verifiche e probabilmente mi avete odiata per l'alphacon. E quindi, beh, grazie, ma non solo per questo, anche  per avermi dato la possibilità di scrivere questa storia, non è niente di speciale, certo, ma è stato davvero divertente pensare a cosa scrivere nei capitoli, postare senza farmo beccare dai miei e vedere la storia evolversi.
Ma io voglio essere una brava ragazza e darvi un addio come si deve, quindi ecco, schematicamente, cosa vi dirò:
1. Ringraziamenti
2. Progetti futuri
3. Insospettabili verità su Ron.

Partiamo dal punto uno.
1. Tu, ehi, tu, proprio tu, che leggi, prima di tutto, grazie. Hai fatto una bella odissea con me (se naturalmente hai aperto solo questo capitolo e non hai mai letto niente vai a quel paese e karma is coming for ya) e spero di non averti deluso/a ora che siamo alla fine.
Inoltre, anziché fare la sola lista di nomi, sintetizzerei e non ne farei nessuno. Perché sono una pippa coi nomi e poi dimentico qualcuno e non prendetela sul personale. Allora, un grazie ENORME a chi ha speso due parole a commentare questa storia, io ancora non ci credo al fatto che le recensioni hanno superato le 100, dato che questa storia era solo un'idea un po' bislacca che avevo e vedere un'idea fare così tanti progressi, beh, per me è stupendo. Grazie anche a tutti coloro che mi hanno scritto messaggi privati, io vi adoro tantissimo e sono orribile a non essere ancora riuscita a rispondere, ma prometto di farlo adesso, finito il poema. Ringrazio anche tutti quelli che hanno la storia fra preferite/seguite/da ricordare non so esattamente a cosa servano queste cose, ma avete speso un minuto della vostra attenzione per me, quindi GRAZIE. Un altro grazie gigantesco va al #teamsterek, anche se non so quante leggano questa storia (per fortuna, mi imbarazza sapere che gente che conoso legge quello che scrivo), grazie degli scleri, delle notti insonni  e di tutti gli insulti mandati alle stydia shippers, vi adoro tutte, senza eccezione e guai a voi se un giorno smetteremo di essere attive.

2. Sarebbe un tasto dolente, ma devo dirvelo. Allora, ora come ora ho due idee per due storie, il seguito di questa, che avevo detto di avere in mente da un po', e una AU ispirata a un libro e a un film che ho visto di recente, sempre in questo fandom. Penso anche a un'originale, sinceramente, ma non credo vi interessi. Il problema è che ho provato a buttare giù qualcosa, ma non sono molto convinta. Quindi, per ora, diciamo che metto tutto in standby fino al mio ritorno da Vienna e vedo se, in periodo di esami, scrivendo riesco a scacciare l'ansia e a mettere giù qualcosa di produttivo.

3. Dato che ormai dopo 21 capitoli abbiamo imparato a conoscerci, penso che sia doveroso che anche voi sappiate qualcosa della mente malvagia che sta dietro a tutto questo.
Innanzitutto, non mi chiamo Ron. Mi chiamo Veronica, Ron è solo il diminutivo. E nella vita reale anche le mie migliori amiche (ora ex perché nelle amicizie ho una sfiga che manco Derek e Taylor Swift messi assieme) mi chiamano per cognome. Mi hanno fatto una festa a sorpresa e sul cartellone c'era il mio cognome, rendetevi conto. Inoltre, ora sono una pazza maniaca fissata con la media scolastica ma fino a due anni fa non me ne fregava una minchia e mi accontentavo di otto. Ah, e nonostante abbia scritto una storia su una coppia gay, non ne shippo nessuna in nessun telefilm, tranne sterek. Anzi, in genere odio la gente che trova coppie gay nei telefilm e il personaggio omosessuale, se c'è, nel telefim, mi sta amabilmente sul cazzo (sì, Emily, parlo di te). Shippo solo coppie praticamente canon o che comunque gli sceneggiatori hanno reso palesi, infatti di solito le cose finiscono come le ho previste io. Ah, e odio le fanfiction con tutta me stessa. Okay, è un controsenso, perché ne scrivo, ma ne avrò lette tre in tutta la vita che valessero davvero la pena, per il resto ne leggo a tempo perso e solo in inglese perché la gente che scrive su efp - con le dovute eccezioni - mi fa sentire tanto contenta di avere la cittadinanza anche francese e potermi tranquillamente spacciare per parigina. A me piacciono i libri, in particolare i classici, il mio preferito è Cime Tempestose. E non vedo l'ora sia estate per leggere l'opera completa di Shakespeare e vorrei riuscire a leggere tutto Proust e Hugo in lingua prima di morire ma prima dovrei capire qualcosa di filosofia e di letteratura francese, anche se ho comunque letto tutto Les Misérables (edizione intergrale, naturalmente). E, a dispetto di questo mio essere snob e sentirmi superiore a tutto e tutti perché leggo libri che pesano più di me, voglio disperatamente fare la youtuber. Ah, e sono alta 1.70 e non capisco se sono alta o bassa, e io odio le mezze misure. E sono schizzinosa da morire e ho i gusti di una novantenne, dato che odio uscire tardi la sera e adoro prendere il tè al pomeriggio e ho una quantità impressionante di gatti. Inoltre penso seriamente di essere antipatica a tutti dato che ho un'eccessiva considerazione di me stessa e sono una contraddizione ambulante, ma non faccio nulla per cambiare. E mi sa che qui termino lo sputtanamento, perché a voi dei miei deliri narcisistici non frega nulla, ma era doveroso farvi vedere la vera Ron. Veronica, cioè, ma guai a voi se mi chiamate Veronica. Per il resto, potete contattarmi - naturalmente non sarò molto presente nei prossimi giorni causa stare incollata ai pantaloni di Dylan, Tyler e Paul fino all'apocalisse - su  Twitter  Ask.fm perché sono quel tipo di persona che ha 23456 social.


 
Grazie per aver letto, davvero, e per avermi dato l'opportunità di scrivere questa storia,
di avermi sopportata nei miei scleri e del vostro sostegno,
nonostante io sia una persona strana e iperattiva.
Vi voglio bene, dico davvero, e vi abbraccio uno a uno.

Ron

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