''Damaged''

di Directioner_Is a promise
(/viewuser.php?uid=193405)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


    Image and video hosting by TinyPic




Chapter one.

Skyler Storm se ne stava seduta contro la possente base di un antico sempreverde nel cuore della grande foresta che affiancava Aveley, paese poco lontano dalla bella ed affascinante Londra.
Aveva dimenticato per l'ennesima volta il suo lettore mp3 in camera, così restava indisturbata a guardare assorta un punto indefinito del lago limpido che padroneggiava su tutta quella boscaglia che acquistava diverse tonalità di verde. Non le dispiaceva perdersi ad ammirare quella meravigliosa distesa di alberi, non le dispiaceva perdersi ad ammirare casa sua.
Si rannicchiò ulteriormente contro l'albero che ormai la ospitava sin da quando era bambina, spostando il suo sguardo cristallino verso il ramo più alto di una quercia che avrebbe dovuto avere almeno una ventina d'anni, pensò tra se.
Imitò il dolce richiamo della ghiandaia grigia. Il piccolo volatile non esitò a fiondarsi contro la mano delicata della ragazza. Sorrise, accarezzando con dolcezza il fragile capo dell'essere che sostava beato sotto il suo tocco.
Era raro che una ghiandaia grigia si lasciasse avvicinare da un umano ed era ancora più difficile, se non impossibile, che fosse una ghiandaia grigia ad avvicinarsi ad un umano.
Ma Skyler era diversa. Le piacevano gli animali e a loro piaceva lei.
Ridacchiò ripensando ad un avvenimento del passato, quando diversi anni prima lei ed il suo papà si imbatterono in un piccolo cucciolo di cane selvatico ferito ad una zampa. La ragazza corse contro di esso liberandolo dalla morsa che lo aveva reso prigioniero. Il piccolo animale, non scappò e non ringhio. Semplicemente le si accoccolò tra le braccia e lei capì che doveva prendersene cura. Lottò con il padre per circa un'ora, prima che lui acconsentisse per lasciarglielo portare a casa, annuendo sorridente prima di baciare la fronte della ragazzina. Lo curò come farebbe una mamma con il proprio bambino, con tutto l'amore possibile.
Le mancava tanto il suo papà. Da quando quell'esplosione nella fabbrica di carbone del paese lo portò via da lei, non era più la stessa cosa. Ora era lei a dover badare alla mamma, ancora debole dalla perdita.
Sorrise nostalgica quando piccoli flashback invasero la sua mente, riportandola agli infiniti pomeriggio che trascorrevano insieme per i boschi. Era da lui che aveva ereditato l'amore per la natura, per gli animali, per la vita.
Lui le aveva insegnato a sopravvivere, a riconoscere quante più piante ci fossero in natura, dai germogli teneri per curare ferite, ai funghi più velenosi che esistessero nei paraggi.
Scosse la testa, tornando a concentrarsi sulla piccola ghiandaia che ora emetteva una dolce melodia.
La guardò per alcuni minuti ancora, per poi decidere di lasciarla andare. Lei però resto al fianco della ragazza che sorrise compiaciuta dal gesto dell'animale.
Le parole del padre, le risuonarono improvvisamente in testa come un eco: '' le ghiandaia grigie sono in grado di ripetere le melodie delle nostre voci, per un breve tempo '' recitava sottovoce, come se qualcuno potesse udire i suoi sussurri e Skyler, volle provare. Lasciò che le semplici note di una canzone popolare si disperdessero nell'aria.
Dopo tre ripetizioni di quella semplice melodia, quando stava per dichiarare inutile quell'impresa, il piccolo uccello imitò timido il motivo. Chinò la testa di lato, socchiudendo gli occhi e sorridendo mentre si perdeva nella soave melodia che quel piccolo volatile era in grado di produrre.
Nel bel mezzo di quel momento così unico quanto raro, un rumore indefinito fece si che l'animale volasse via.
La ragazza volse lo sguardo al cielo, per poi concentrarsi sulla provenienza del rumore. Tese l'orecchio e potè constatare di non essere sola e che non si trattava di un 'rumore' bensì di risate maschili.
Notò d'un tratto quattro ragazzi giù nella vallata. Correvano, ridevano, scherzavano.
Assottigliando lo sguardo, riuscì a correre almeno dieci metri riconoscendo i volti dei tizi che avevano disturbato la sua quiete. Scorse il ragazzo dalla pelle ambrata che già un paio di volte aveva provato ad abbordarla senza però alcun risultato. Al suo fianco vide il tipo biondo con cui seguiva il corso di scienze umane. Non aveva mai parlato con lui ma a giudicare dai suoi modi di fare, tra quei ragazzi era il più maturo. Gli ultimi due erano entrambi castani, se la giocavano al 'tira la fune' mentre i restanti li incitavano.
Conosceva quei quattro ragazzi. Non direttamente, s'intende. Aveva sentito parlare di loro nei bagni scolastici da ragazzine troppo immature che si vantavano di aver ricevuto un'occhiata da uno di loro o semplicemente li aveva visti seduti sulle poltrone adiacenti all'ufficio del preside, passando per li.
Erano i tipici ragazzi che fanno gruppo sapendo di poter conquistare il gradino più alto della scala sociale scolastica. Lei si era sempre astenuta dall'avere legami duraturi o profondi con le persone. Preferiva restare in basso e non essere considerata. Quello che lei non sapeva, era che involontariamente e contro il suo volere, si parlava di lei più di quanto potesse immaginare, per i corridoi della scuola.
Fece una smorfia, notando uno di loro denudarsi dalla t-shirt grigia, che finì tra le sterpaglie. Non le piaceva quel genere di persone troppo sicure di se stesse, intimidatorie nei confronti degli altri. E anche questa volta, non sapeva quanto lei stessa fosse incredibilmente intimidatoria nei confronti degli altri e all'apparenza estremamente sicura di se. Skyler era quel genere di ragazza la quale bellezza catturava gli occhi di chiunque, affascinando perfino il più duro ed insensibile degli esseri umani. Quella rara bellezza caratterizzata da lineamenti semplici e delicati, che la rendevano quasi irreale, tanto perfetti fossero.
Scansò dalla fronte un ciuffo ribelle che le era ricaduto sugli occhi, impedendole la vista nitida sulla scena che si svolgeva sotto il suo sguardo scrutatore. Poggiò una mano contro un albero in pendenza per potersi sporgere meglio verso il momentaneo intrattenimento. Le venne spontaneo sorridere, nell'assistere alle azioni stupide ed impacciate che entrambi i ragazzi compievano per vincere il gioco.
“ Non te l'hanno insegnato che non si spia la gente? “ una voce alle sue spalle la fece sussultare.
Skyler perse l'equilibrio, cadendo disastrosamente su un cumulo di foglie secche. Rimase ferma per qualche secondo con l'intento di restare calma, pregando con tutta se stessa che questo avvenisse e quando finalmente era sicura che non avrebbe urlato, fece per rimettersi in piedi evitando di proposito la mano tesa dal ragazzo con il tentativo di aiutarla a rimettersi in piedi.
“ Non te l'hanno insegnato che non si spaventa la gente? “ ripetè lei, imitando il tono del ragazzo fermo davanti a lei. Lo scrutò per qualche secondo in attesa della sua risposta e mentalmente confermò la sua precedente tesi. Non aveva mai visto quel ragazzo da nessuna parte. Ne a scuola, ne in paese.
Il ragazzo sorrise divertito, percependo quella nota di sarcasmo e prontezza nella voce della ragazza.
“ Non volevo affatto spaventarti “ si giustificò poi, guardandola senza timore negli occhi ora di uno strano grigio argentato. Restò a fissare quegli occhi prima che fosse interrotto dai suoi pensieri da lei.
“ Beh, io non volevo affatto spiarli “ ribattè intrepida, decisa nel non perdere quella sfida silenziosa che i due si ero inconsciamente posti fin dalla prima parola scambiata. Combattiva, così l'avrebbe descritta il castano.
“Posso conoscere il tuo nome, se non ti dispiace? - chiede il tipo riprendendo a sorridere amichevolmente.
“ Skyler. Mi chiamo Skyler “ tagliò corto lei, incrociando le braccia al petto con fare sostenuto.
“ Skyler. “ ripetè lui a bassa voce “ Non avevo mai sentito questo nome. E' un nome strano” ridacchiò, facendo ulteriormente innervosire la ragazza che cercò ancora di mantenere la calma e la pacatezza.
“ E sentiamo, signor nome strano, qual è il tuo, di nome?” non esitò a sputare, pronta.
“Sono Harry “ porse la mano verso Skyler, che esitò prima di stringerla con forza.
“ Perchè sei qui da sola? Potrebbe essere pericoloso “ intimò lui, quasi con tono preoccupato. Lei si lasciò scappare una risata inacidita, all'udire parole così ridicole. Pericoloso il bosco per lei? Lei che nel bosco ci era cresciuta? Lei che nel bosco ci viveva?
“Vengo qui da quando sono piccola e non ho mai corso alcun rischio. Anzi, sarebbe molto più pericoloso per te, stare qui. Infondo sei un ragazzo di città. Ma cosa vuoi saperne, non sei abituato alla natura “
“ Ma sul serio. E come fai, piccola saputella a sapere che vengo dalla città? Non sarai mica una strega o qualcosa di simile? “ scherzò ironico Harry, sorridendo questa volta con un'espressione intimidatoria, mostrando una serie di denti bianchi splendenti perfettamente allineati, contornati da un paio di labbra rosee e carnose affiancate in entrambi i lati da due piccole fossette che donavano al suo viso un'aria da ragazzino.
“ No. Lo percepisco. Voglio dire, dal tuo accento. Hai un accento Londinese “ rispose pronta.
Harry rimase interdetto, quasi senza parole a quella spiegazione. Non trovava temi all'altezza di quella ragazza così affascinante e misteriosa per poter rispondere ancora e quando finalmente stava per cacciare parola, i quattro ragazzi che erano ancora giù nella vallata lo richiamarono.
“ Beh Skyler, credo proprio di dover andare. E' stato un piacere conoscerti “ e si congedò dilettandosi in un inatteso baciamano. La ragazza sgrano gli occhi a quel gesto rimanendo a guardare quasi incantata i modi di fare affascinanti e tenebrosi di quel ragazzo londinese che le concesse un ultimo, ampio e lucente sorriso prima di girarsi e correre verso il gruppo che lo stava aspettando già da un paio di minuti.
Lo studiò mentre lui indisturbato si allontanava correndo. Si concentrò poi sulla sua corsa.
Era velocissimo. Era riuscito a coprire quella distanza di dieci metri in pochissimi secondi e con una delicatezza ed una facilità degne di nota. Era incredibilmente agile.
Decise di scacciare quel pensiero dalla testa.
Guardò il cielo e notò il sole cominciare a tramontare, per lasciare spazio ad un cielo dalle tonalità che andavano dal rossastro al violaceo al porpora. Amava il tramonto, quasi quanto l'aurora e spesso si svegliava presto proprio per poter assistere a quest'ultima. Come faceva sempre con il suo papà.
Si lasciò alle spalle lo spettacolo di quel cielo contrastante con i colori ancora limpidi del lago calmo. Raccolse lo zaino nero, ormai usurato dal troppo tempo trascorso a contatto con il terreno del bosco mettendoselo sulla spalla sinistra. Respirò a pieni polmoni un paio di volte quell'aria intrisa del profumo dei pini e si incamminò verso casa.
Ripensò all'incontro con il ragazzo, nominato Harry.
Aveva ragione. Skyler, che strano nome per una ragazza.
Skyler Storm. Ripeteva tra se e se il suo nome e cognome.
E già quel nome insolito, sembrava aver influenzato il corso della vita di quella ragazza inglese all'apparenza perfettamente normale ed ordinaria. Come qualsiasi altra ragazze che frequentasse le scuole superiori.
Skyler Storm. Ripetè studiandolo per una volta ancora.
Storm, recitava il suo cognome.
Tempesta.
Ed è risaputo, tutto ciò che è travolto da una tempesta, viene Danneggiato.







                Image and video hosting by TinyPic           


 

"Welcome to my life"

Ciao ragazze. Come state? Spero bene.
Okay, come introduzione è alquanto scontata ed insignificante ma non nego che trovo leggermente difficile introdutte un discorso, quindi non condannatemi.
Sono tornata con questo nuovo racconto e spero vi piaccia.
Solo per strutturare questo primo capitolo ci avrò girato intorno per almeno tre settimane.
Voglio fare un buon lavoro e sopratutto vorrei che questa storia vi apassionasse tanto quanto ha appassionato me mentre la immaginavo evolversi capitolo dopo capitolo.

Che dire? 
Spero con tutto il cuore che la leggiate in tanti e che vi faccia una buona impressione. 
Mi piacerebbe -ovviamente solo se vi fa piacere e ne avete voglia- se lasciaste qualche recensione dove mi dite se questo primo capitolo ha avuto un buon impatto su di voi, i vostri pareri, giudizi, commenti, consigli e perchè no, se ce n'è bisogno anche critiche.
Volevo inoltre chiedervi un piccolissimo favore, se non vi è di impiccio.
Avrei bisogno di un trailer per questa mia storia ma ho un problema: sono nettamente incompetente in questo genere di cose.
La mia richiesta ora è; se tra voi lettrici (o lettori) c'è qualcuno competente in materia ed è in grado di creare un buon trailer, potrebbe contattarmi per posta privata?
Bene, per questa volta mi sembra sia tutto.
E niente, come ho già detto spero che questo inizio vi abbia incuriosite ed attratte tanto da voler restare a leggere anche il seguito.
Allora, alla prossima.
Vi mando un bacione xx

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter Two ***


         Image and video hosting by TinyPic





 Chapter two.              

Il professore procedeva veloce nel trascrivere infinite combinazioni di numeri sulla lavagna di un blu scuro sbiadito dal troppo uso. Aveva perso ormai anche l'attenzione degli alunni “più bravi e partecipi” avrebbe rinfacciato lui agli altri, sempre troppo occupati per poter concedere qualche minuto alle sue lezioni.
Cominciava a fare più caldo e di certo quel sole tiepido non invogliava gli studenti a concentrarsi su stupide equazioni algebriche le mattinate che avrebbero potuto passare al parco, in compagnia di amici.
Il suono stridulo ed arrugginito della campanella mise fine a quella lezione tanto noiosa quanto inutile ridando magicamente vita ai ragazzi che velocemente si dileguarono fuori dalla classe, disperdendosi tra i corridoi celesti della grande scuola.
Anche Skyler si precipitò fuori dalla stanza, mischiandosi con la massa. A passi svelti riduceva la distanza dal suo armadietto. Camminava veloce, fin quando non arrivò alla sua meta. Depose i libri rovinati che stringeva al petto e tirò fuori uno zainetto begie anch'esso un po' rovinato. Aveva lavato il suo, completamente sporco dalla camminata nel bosco che risaliva ad un paio di giorni precedenti, così usava quello di riserva, diceva lei.
Voleva solo abbandonare quell'immensa struttura e tornarsene a casa per poi correre nel bosco. Era felice e piena d'adrenalina. Adorava la primavera quasi quanto amava i boschi e finalmente stava per arrivare. Ricordava i primi giorni di primavera in giro per i boschi con il papà che le insegnava man mano le diverse radici che crescevano in quel periodo dell'anno. E la natura rinasceva e lei si sentiva sempre così bene, durante la primavera.
Infilò la mano nella tasca esterna dello zaino cercando con le dita l'mp3 per qualche secondo. Volse gli occhi al cielo rimproverando se stessa per averlo dimenticato ancora una volta sul letto della sua camera. Doveva smettere di ascoltare la musica la sera fino a tardi, continuava a dirsi mattina dopo mattina, con scarsi risultati.
Fece spallucce, come a volersi autogiustificare. Prese la strada del corridoio principale che avrebbe portato poi alla grande entrata adiacente all'atrio che vedeva ogni mattina episodi di ragazzi stanchi di svegliarsi presto la mattina. Spinse la porta di vetro e finalmente dopo cinque ore, potè respirare quell'aria primaverile intrisa di odori di fiori novelli che le dava sempre tranquillità ed allegria.
Dopo pochi passi venne però chiamata indietro da una voce vagamente familiare. Si sforzò di ricordare a chi appartenesse prima di girarsi e scoprirlo da se. Era una voce roca, con un tono moderatamente basso. Avrebbe dovuto ricordare la provenienza di una voce così profonda, pensò.
“ Storm “ ripetè ancora la voce ignota prima che Skyler finalmente si girasse. L'armonia che avvolgeva quella voce tenebrosa si frantumò nel momento in cui vide che il soggetto in questione era il ragazzo che aveva incontrato nel bosco. Si trattenne dal mostrarsi infastidita, per quel che potè.
“ Come conosci il mio cognome? “ chiese lei senza farsi troppi scrupoli nell'essere gentile e risultare scontrosa. Il ragazzo riccio sorrise sornione, evidenziando le due fossette agli angoli della bocca rosea.
“ Me lo hai detto tu, quando ci siamo incontrati. Non ricordi? “ rispose già pronto come se aspettasse quella domanda palesemente scontata. La ragazza sembrò contrariata.
“ Ho una memoria ottima. Non ti ho mai detto qual è il mio cognome “ ribattè anche più prontamente del ragazzo che sostava davanti a lei, mantenendo quel sorrisetto sul viso tipico di chi la sa lunga.
“ E' vero, non mi hai detto il tuo cognome. Però mi è bastato pronunciare il tuo nome per venirne a conoscenza “. Skyler rimase spiazzata da quell'affermazione. C'erano circa quattrocento ragazzi che popolavano quella scuola, come poteva 'essergli bastato chiedere chi fosse? '. Come potevano altri quattrocento ragazzi conoscerla? E sopratutto, perchè lui avrebbe dovuto chiedere di lei? Queste due cose la infastidivano visibilmente, tanto da permettere ad un'espressione mista tra l'essere sconcertata e l'essere scocciata di nascere sul suo volto.
“ E' vero, lo giuro “ precisò velocemente lui come se le avesse letto nella mente ed avesse colto i suoi dubbi.
Ed era vero. Era proprio così che era andata. Ad Harry, era bastato chiedere. Pronunciare il nome di quell'insolita ragazza e ricevette le informazioni che desiderava senza neanche averle dovute chiedere.

Era fermo a fumare, poggiato contro un muretto grigio, appena cinque metri dalla grande entrata. Sostava con altri due ragazzi che parlavano indisturbati tra di loro.
Inspirò l'ultima boccata d'aria lasciando che i polmoni si impregnassero di fumo e spense il mozzicone sotto lo sguardo sognante di un gruppetto di ragazzine che avranno avuto tra i quindici ed i sedici anni. Improvvisamente però, il loro sguardo come quello delle altre persone che si trovavano li vicino e lo sguardo dello stesso Harry, si concentrarono su qualcun altro.
Una ragazza uscì dalla porta trasparente della scuola, guardando il cielo e portando un ciuffo dietro il suo orecchio dopo essersi sistemata lo zaino in spalla. Ed Harry la conosceva, quella ragazza là.
Lunghi capelli castano chiaro che le ricadevano delicatamente ondulati fin sui gomiti. Occhi celesti cristallini che potevano fondersi con il cielo tanto fossero brillanti, vivi. Contornati da lunghe ciglia scure. Labbra rosee, apparentemente morbide, increspate in un lieve sorriso.
Espressione delicata, ammaliante.
Indossava un semplice paio di jeans chiari ed una t-shirt nera eppure sarebbe stato difficile trovare qualcosa di più bello di lei si permise di pensare Harry.
Corpo perfetto, movimenti armoniosi ed una bellezza pura, rara ed introvabile. Quella perfezione dei lineamenti tanto unica quanto rara. Tutti, nell'arco di quei cinque metri si erano fermati ad osservala per concedersi attimi di bellezza pura, semplice ed affascinante.
Alcuni ragazzi erano rimasti immobili, sentì dei commenti da parte di alcune ragazze che la adulavano e le ragazzine che prima fissavano lui ed i suoi amici ora sostavano in un silenzio tombale venerandola con gli sguardi. Eppure, lei camminava a testa bassa non a conoscenza dell'effetto che aveva sugli altri.
Ipnotizzante, avrebbe osato dire Harry dopo aver assistito a quella scena, incredibile per chi non l'avesse vissuta.
“ Skyler “ sussurrò precedendo una delle ragazzine che prima dedicava la sua attenzione ad un suo compagno.
“ Lei è Skyler Storm “ sibilò infatti quella ad una sua compagna.
“ Storm? “chiede lui pensando che si, era proprio un nome strano quello di Skyler.
“ Si Skyler Storm. Ha diciotto anni e da quel che dicono vive con sua madre. Ci ho provato almeno cinque volte con lei ma è una tipa tosta. Non si lasci avvicinare, non cede “ Harry rise.
“ Raro che qualcuna non ceda al tuo fascino, vero Zayn? “ chiede divertito prendendo in giro il suo compagno moro che si limitò a fare una smorfia con la bocca tornando ad inspirare fumo.
“ Che sai dirmi di lei? E' popolare qui? “
“ Popolare è dire poco. Le ragazze la venerano, i ragazzi farebbero a botte per averla e chiunque desidera essere considerato. Ma lei è diversa, amico. Potrebbe avere vicino chiunque ma non si lascia avvicinare da nessuno

disse poi il moro guardando la ragazza allontanarsi indisturbata.
Un altro aggettivo aveva aggiunto Harry a mente nella lista riguardante Skyler Storm. Inavvicinabile. Era una sfida quella ragazza, da ciò che si diceva e a lui le sfide piacevano proprio tanto. Peccato non sapesse che quella con Skyler, che Skyler stessa, sarebbe stata la sfida più difficile che avrebbe mai affrontato.

“ E quindi Harry, cosa vuoi da me? “ lo ammonì la ragazza.

Il riccio pensò intanto a cosa potesse rispondere ma non trovò argomentazioni sufficienti ad attirare la sua attenzione, avendo però scarsi risultati nel suo intento.
“ Vuoi tenermi qui e non dire nulla per tutto il giorno? “ chiede retorica lei spazientendosi visibilmente.
“ Hai fretta? “ sviò la sua domanda lui, o almeno ci provò.
“ Veramente si “
“ Vuoi che ti accompagni a casa? “
“ Potrebbe essere pericoloso anche il ritorno verso casa mia, oltre che i boschi? “ sorrise, scaltra. Harry colse la frecciatina che a suo malgrado lo lasciò decisamente spiazzato ed a corto di parole.
“ Potrebbe “ si limitò a dire cercando di riprendersi da quella situazione che lo metteva in svantaggio.
“ Non lo è, come non lo sono i boschi. Ma tu sei un ragazzo di città, tu sei cresciuto vivendo il pericolo. Lo conosci bene, vero Harry? “ disse lei a voce bassa posizionando meglio lo zaino in spalla.
“ Touchè Skyler “ rispose lui, portando le mani in alto come segno di resa.
“ Come pensavo. So tornare a casa da sola. Ciao Harry “ E detto ciò, si voltò riprendendo a camminare verso la sua dimora calcolando il tempo perso a parlare con il nuovo arrivato. C'era qualcosa in lui che la incuriosiva ed altre tante cose che lo rendevano ai suoi occhi estremamente insopportabile. Come il suo essere irrimediabilmente misterioso. E quel suo modo di fare tenebroso ed intimidatorio. Lei non lo capiva proprio.
Ma Skyler non si rendeva conto che lei e quel ragazzo di città erano uguali più di quanto lei potesse pensare. E per quanto lei lo trovasse misterioso e tenebroso lui la trovava esattamente allo stesso modo.
Una ragazza così misteriosa da attirarti e tenebrosa così tanto da farti sussultare.
E tra i mille pensieri, gliene passò uno per la mente che incrementò il fastidio di quella conversazione.
Si rese conto che non era a conoscenza del cognome di Harry. Che questo lo avrebbe avvantaggiato? Tra loro era già diventata una gara che silenziosamente avevano sancito dalla prima parola scambiata. E lei si era prefissata di dover vincere questa gara. Anche se non ne conosceva le regole, anche se non sapeva quale sarebbe stato il premio. Anche se non sapeva quanto sarebbe durata. Un ora, o anche tutta la vita. Non lo sapeva.
Non poteva girarsi a chiedere il cognome, non doveva mostrarsi curiosa come aveva fatto lui. A lei non importava, o almeno non doveva darlo a vedere.
“ Styles, comunque. Il mio cognome è Styles “ disse lui a voce alta quando lei fu lontana ma non troppo per poter sentire la sua voce. E lei si fermò, udendo nuovamente la sua voce.
Sorrise e scosse il capo. Poteva sorridere, tanto lui non poteva vederla. Riprese poi a camminare senza voltarsi.
Erano di nuovo pari.
Harry, d'altro canto trovò un aggettivo ancora, per la ragazza dagli occhi cielo. Misteriosa era più che adatto a lei.
E si sa, un mistero lo si vuole conoscere fino in fondo anche se pauroso.
Ma Harry non aveva paura, ed è quello che decise di fare. Conoscere Skyler.
E per quanto lei potesse sembrare dura e tenebrosa lui lo sapeva che mentre gli rivelava quel semplice particolare,

lei aveva sorriso. 

 




Image and video hosting by TinyPic


"Welcome to my life"

Eccomi qua, sono tornata con il secondo capitolo.
Questa volta non ho molto da dire, in verità ma pensavo sarebbe stato giusto comunque scrivere un piccolo spazio d'autrice per salutarvi, ringraziare le dodici dolcissime ragazze che hanno già recensito il primo capitolo e chiedervi se la storia, comincia a piacervi ed interessarvi.
Sarei felice, molto felice, se mi lasciaste qualche recensione dove potete darmi consigli, esprimere pareri, consigliarmi e sopratutto dirmi se vale la pena continuare a scrivere.
Allora, cosa ne dite di Skyler e del suo carattere così schivo? 
Io lo trovo un personaggio interessante e curioso. 

Che altro? Oh, si. Ho per la prima volta un trailer anche io e potete trovarlo nella descrizione della storia. Grazie alla dolcissima voxes che l'ha realizzato per me. Ditemi cosa ne pensate, io lo trovo un sacco bello.
Bene, credo che non ci sia altro, per oggi.
Spero con tutto il cuore che questo capitolo piaccia e che lasci un parere positivo in voi.
Aspetto i vostri commenti.
Alla prossima.
Vi mando un bacione xx



 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter Three ***


Image and video hosting by TinyPic




Chapter Three.


Il sole pallido del mattino si insediava tra le fessure lasciate libere dalle tende azzurre della camera celeste. Un raggio coraggioso si spostò sul viso candido di Skyler, che dormiva ancora beata tra le lenzuola del medesimo colore delle pareti con accenni di bianco qua e la, ormai troppo calde per la notte.
Lentamente aprì gli occhi, quel giorno più cristallini del solito. All'improvviso si ricordò di che giorno fosse ed immediatamente riprese vita. Si precipitò giù dal letto buttando all'aria le coperte con un gesto abile. Corse alla finestra e spalancò quest'ultima, graziandosi del calore di quel sole che stava sorgendo.
“ E' primavera “ sussurrò tra se, lasciando che un sorriso leggerlo comparisse su quel viso di porcellana. Restò qualche secondo così, beandosi dei primi minuti di quel caldo così dolce.

Tornò nella sua camera e mise su le cuffiette, quelle che anche la sera precedente aveva tenuto nelle orecchie fino a tarda notte, nonostante si dicesse sempre che non doveva ascoltare così tanta musica prima di dormire.
Dopo una doccia tiepida indossò un paio di jeans chiari ed una canottiera, anch'essa azzurra.
Adorava i colori chiari, ed in particolare l'azzurro e le sue mille sfumature ed il bianco.
Corse fuori dal portone in legno di mogano e con lo sguardo perso nell'ammirare quel cielo sgombro di nuvole si incamminò verso scuola.
Le diverse ore si susseguirono velocemente. Il venerdì c'era sempre stato un orario leggero, tanto per avvantaggiare gli studenti che arrivavano al weekend stremati dai giorni della settimana che si accavallavano pesanti. Ancora una volta uscì dalla sua classe con la professoressa si scienze che invitava loro a ripassare per le verifiche di fine corso. Ma quel giorno, Skyler non aveva da pensare alla scuola. Era finalmente primavera, continuava a ripetersi a mente mentre si dirigeva finalmente verso la palestra, che per motivi di ristrutturazione era stata chiusa fino a quel giorno.

Arrivò davanti la porta bordeux che tanto le era mancata e spinse la maniglia inspirando dopo quasi sei mesi il profumo del parquet, della gomma, il profumo di casa sua.
Corse nel camerino adibito alle ragazze ed indossò velocemente un body color rosa antico per aggiungervi poi un paio di pantaloncini in tuta neri prima di legare in una coda alta i suoi capelli dolcemente ondulati.
“Skyler” la chiamò una voce tenera e lei si girò vero la donna che sfiorava appena i trentacinque anni che sostava accanto lo stipite bianco della porta d'ingresso della sala, sorridente.
“Eloise” disse con la voce addolcita andandole incontro sorridendo gaiamente e donandole un caloroso abbraccio.
“Finalmente siamo di nuovo qui” aggiunse lei, aprendo le braccia e facendo un giro su se stessa, lentamente per assaporare nuovamente quell'aria così familiare ed indispensabile.
“Mi è mancato tanto qui” rispose Eloise, non smettendo per un attimo di sorridere amorevolmente alla ragazza.
“Già, anche a me. Cominciamo?” chiese Skyler, vedendo arrivare anche le altre ragazze, nel suo stesso gruppo.
Dopo due ore di allenamento e potenziamento, prima di tornare a 'fare sul serio' così aveva detto Eloise, tornarono in gruppo negli spogliatoi. Tutte tranne lei, che giaceva ancora sul parquet schiarito dal sole.
“Skyler, non vai a cambiarti?” chiese, pacatamente la donna.

“ Se non ti dispiace rimarrei ancora un po'. Mi è mancato così tanto questo posto” spiegò lei, non riuscendo a trattenere un sorriso ricco di dolcezza. Eloise annuì, anch'essa dolce come sempre.
Quando l'istruttrice fu uscita dalla grande stanza piena di specchi, Skyler si tirò su, guardandosi intorno, fiera di quel posto, felice di essere nuovamente li a fare ciò che amava più in vita sua.
Premette sul pulsante della radio nuova e partì You Found Me una delle sue canzoni preferite. Sorrise ancora, prima di ruotare un paio di volte il collo, aspettando di trovare il tempo giusto per partire. Aveva quel ballo in testa da sempre, non l'avrebbe dimenticato mai.


Dopo tanto tempo avrebbe finalmente ripreso con il pugilato. Gli era mancato. Lui non era mai stato un tipo aggressivo, tutt'altro in effetti ma il pugilato lo rilassava incredibilmente.
Spinse la maniglia della grande porta bordeux che precedeva la palestra dove si sarebbe allenato da quel giorno in poi. Trovò a pochi passi dall'entrata la segreteria e chiese indicazioni per la sala adibita al suo sport.
In fondo a sinistra, superata la stanza della signorina Eloise aveva attentamente specificato la donna dai capelli brizzolati seduta li, sorridendogli gentilmente. Ricambiò il sorriso e si avviò dove gli era stato suggerito.
Camminava a passo svelto, intrepido al solo pensiero di poter finalmente tornare ad indossare i suoi guantoni rossi
quando fu catturato da una canzone che conosceva troppo bene. You Found Me, una delle sue canzoni preferite, pensò tornando indietro di pochi passi. Si poggiò allo stipite della porta.
Gli sembrava di conoscere quella ragazza.
Così delicata, così aggraziata, così precisa, così perfetta. Ruotava su se stessa con una lentezza ed una dolcezza quasi calcolata mentre i suoi capelli color miele, illuminati dalla luce del sole accompagnavano i suoi movimenti fasciandoli perfettamente. Il sorriso di chi sta facendo ciò che ama stampato sulle labbra rosee.

Volteggiava sulle note della sua canzone preferita e questo lo fece sorridere inavvertitamente.
“Skyler” sussurrò ammaliato dalla passione che quella ragazza emanava.
Decise di non volerla interrompere, tanto travolgente era eseguendo quella perfetta coreografia che si legava perfettamente al testo.

Osservò Skyler terminare un perfetto salto e poi fermarsi nel centro del pavimento. Aprì le braccia, lentamente come a voler spiccare il volo ed in quel momento potè notare una luce più forte, che la accarezzava. Una luce che fino a quel momento non aveva notato. Una luce che era comparsa in quel momento.
Lentamente, fece per girarsi tenendo le punte ben salde a terra ed eseguendo impercettibili passetti, tenendo ancora le braccia ben distese. Sorrideva.
Incrociato lo sguardo con lui, si fermò improvvisamente, abbassando le braccia che andarono a contornare la sua vita stretta e quella luce, che fino a qualche secondo prima l'accoglieva svanì con un attimo, proprio come era arrivata. Restò ferma qualche istante, con la testa leggermente china verso destra.
“ Ciao Harry” disse, con la voce bassa ma egualmente dolce.
“ Non fermarti. Non volevo interromperti. Sei, sei molto brava” rispose lui, passandosi una mano tra i capelli prima di rivolgerle un sorriso amichevole aspettando che venisse ricambiato.
“Grazie” lo osservò “ Balli anche tu?” gli chiese poi, guardandolo mantenere un borsone nero simile al suo.
“ Oh, no. Sono qui per la box. Non sapevo che anche tu venissi qui” aggiunse non smettendo di guardarla.
“ Beh si. Ballo qui da quando ero piccola” alzò le spalle lei.
Harry sentì il bisogno di avvicinarsi a lei. E così fece. Mosse qualche passo in più, arrivando a poca distanza da lei che era rimasta ferma senza muovere un muscolo.
“ Prima o poi potresti insegnare a ballare anche a me, che ne dici?”
“ Non lo so, Harry”

“ Dai Skyler, ho sempre cercato di imparare ma sembra che sia una frana” sussurrò lui, avvicinandosi al suo volto come se volesse tenere quella sua confessione un segreto. Sorrise impercettibilmente.
Harry cercò con le dita lunghe la mano di Skyler.
Dopo averla trovata la strinse nella sua percependo il sussulto della ragazza. Non potè fare a meno di sorridere.
“ Tranquilla, fidati di me” sussurrò ancora.

Strinse con delicatezza le dita della ragazza tra le sue. Si allontanò di un solo passo, prima di alzare il braccio che interessava la mano con la quale stringeva quella di Skyler e con un gesto di chi già ne conosceva qualcosa la fece piroettare su se stessa e mentre questo avvenne, riuscì a scorgere le labbra della ragazza aprirsi in un sorriso mentre ad occhi chiusi si godeva quel momento. Alla prima piroetta ne succedette una seconda, ed una terza prima che Harry tirasse a se il corpo esile si Skyler, che d'istinto poggiò le mani piccole contro il suo petto.
“ Non sono così male, vero?” chiese prima di rivolgerle un ulteriore sorriso, questa volta speranzoso di aver fatto centro, riuscendo a fare breccia nel suo cuore.

“ Non è molto difficile, Harry” rispose lei, non potendo fare a meno di notare quanto quel giorno fossero luminosi gli occhi di quel ragazzo, tanto misterioso quanto inevitabilmente affascinante.
Sviò lo sguardo, non riuscendo più a sostenere quello di Harry fisso su di lei, esitante.
“ Sei libera domani?” chiese lui, non avendo altre risposte da Skyler. Pregò in una risposta positiva.
“ Domani è sabato”
“ Stai cercando una scusa per non venire? Hai paura che io possa diventare più bravo di te?” sorrise, lui.
Skyler scosse la testa. “ Domani va benissimo. Alle tre, qui”
“ Alle tre, d'accordo. E' un appuntamento”
“ No Harry, non è affatto un appuntamento. E' una lezione di ballo” precisò però lei, prontamente.
“ Lezione di ballo, afferrato”
Ci fu qualche secondo di silenzio leggermente imbarazzante tra i due. Harry avrebbe voluto dire tante cose, Skyler invece non trovava le parole, per relazionarsi con lui. Ovviamente, non a conoscenza che ogni sua risposta, ogni sua parola sarebbero state ugualmente sufficienti per quel ragazzo dagli occhi smeraldo.

“ E quando potremo avere un appuntamento?”
“ Direi mai”

Harry rise. Che risata dolce che aveva. Non lo aveva ancora mai sentito ridere, Skyler. Le mise allegria, quella risata. Le scaldò il cuore e all'improvviso non voleva più essere così sostenuta con lui. Stava per ribattere, lui già con quel sorriso strafottente di chi la sa lunga quando però una voce chiamò la sua attenzione. L'istruttore di pugilato, sicuramente. Pensarono entrambi.
“ Credo che cerchino te” disse Skyler, allontanandosi dalla presa di lui respirando liberamente sentendo l'imbarazzo frantumarsi immediatamente. Lui maledisse quell'istruttore, invece. Sentiva che finalmente stava per fare un passo in avanti verso lei, verso Skyler. Annuì, osservandola.
“ Quindi, io vado” restò però fermo, a pochi passi dalla ragazza misteriosa che lo fissava con lo sguardo attento eppure vagamente curioso di conoscere i suoi prossimi movimenti.
“ Su, vai” fece lei, mimando con le mani un gesto vago in direzione della porta, nascondendo un sorriso timido.
“ Vado. Allora ci vediamo domani” ribattè lui veloce, prima che la ragazza nella stanza potesse avere l'ultima parola. “ E' un appuntamento” aggiunse prima di scomparire definitivamente dietro la porta.
“ Ciao Harry” sussurrò lei, scuotendo la testa abbandonandosi ad un sorriso, finalmente. Ancora una volta, poteva finalmente sorridere, tanto lui non poteva vederla.
E ancora una volta, Harry sapeva che nonostante Skyler fosse incredibilmente misteriosa, ed estremamente schiva
era riuscito a farla sorridere.


 

Image and video hosting by TinyPic



"Welcome to my life"

Sono tornata finalmente! Ho deciso di aggiornare oggi essendo il primo giorno di vacanza, così per festeggiare i tre mesi che ci aspettano! 
Bene, che dire del capitolo come sempre spero che vi piaccia e che lascerete qualche recensione per darmi i vostri pareri che accetto e aspetto come ogni volta.
Inoltre spero anche di non deludervi.
Allora, cosa ne pensate di Skyler e di Harry? Vi piacciono? Ditemi quello che pensate sui loro caratteri, su tutto. Se vi piacciono o meno e tutto ciò che volete.
Tanto per curiosità, cosa farete nelle vacanze? Io sono praticamente gettata sul letto ad ascoltare musica e sono appena tornata dal mare beccandomi dal mio babbo un "che bella vita eh?" per poi scoppiare a ridere e penso che sarà ciò che farò per tutta l'estate. Voi invece?
Va bene, penso che io debba andare anche perchè non penso che vi interessi sentirmi parlare dei miei progetti estivi no? 
Spero di poter aggiornare il prima possibile. 
Bene, allora vado.
Alla prossima.
Buone vacanze a tutte e sopratutto buona fortuna a chi quest'anno deve affrontare gli esami!
Un bacione :)


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2526152